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I
à
I
ANNUARIO
SCIENTIFICO
ED INDUSTRIALE
Anno XLIT - 1907
k
ANNUARIO
SCIENTIFICO
ED INDUSTRIALE
Abbo XLIV • 1907
ANNUARIO
SCIENTIFICO
ED INDUSTRIALE
or. AUOUSTO RIGHI
SentUort dtl Regno.
CoHpiLATOHt: A. Ricco, V. Monti, L. Amaduzzl, G. Giorgi, B. Dossau,
G. Baroni, A. Serpieri, U. Ugoiini, E. Socchi, A. Ciorici, E. Gavazza,
C. Arpesani, A. Gilardi, A. Brunialti, ecc.
Seoretari di REDlZtOKB:
Prof. Litvora Amaduizi o Dott. Ernesto Gavazza
Anno XLIV - 1907
MILANO
Fratelli Treves, Editori
1908.
i4
riiOPlUETA LEITKRARIA ED ARTISTICA
Biservoti iutli i diriiU,
Tip. Fratelli TreTea
L - AstPODomia
del prof. Annibale Ricco, (lirettore dell* Osservatorio di Catania
I. — Sttcdii solari.
Cominciamo anche quesf anno la nostra Rivista d'Astro-
ìiomia dall'astro più luminoso, dall'astro più grande nel
nostro sistema solare, anzi dal genitore di tutti i pianeti,
poiché essi furono fatti della sua stessa sostanza e da
lui sono riscaldati, illuminati e nudriti, da esso traggono
quasi ogni energia che ne anima la superficie; comin-
ciamo altresì dalla stella più vicina e quindi meglio stu-
diata e conosciuta, poiché tutte le altre sono più di 200000
volte più lontane; cominciamo dal sole, il grande, il bello,
il benefico sole, che l'uomo primitivo ha sempre amato
come padre ed anche adorato come dio e che pur ora ha
degli adoratori sulla terra, ed innumerevoli beneficati,
amanti ed ammiratori.
La distanza del sole dalla terra è la base, l' unità di
misura in astronomia; perciò gli astronomi di tutti i
tempi si sono studiati di determinarla il meglio possibile.
Attualmente si cominciano a conoscere i risultati del-»
r immane lavoro di discussione delle osservazioni del pia-
netino Eros, al quale l'Italia ha preso parte importante
col calcolo definitivo della singolare sua orbita (la quale
penetra entro quella di Marte), eseguito attorno al 1900
dal prof. iMillosevich, Direttore del R. Osservatorio al
Collegio Romano, lavoro che venne giudicato meritevole
del premio reale per l'Astronomia (1904) dalla R. Acca-
demia dei Lincei. Anche l'Osservatorio di Catania ha
contribuito, per quanto modestamente, al detto lavoro,
'otografando la zona di cielo stellato percorsa dall'astro
in discorso.
AjIMUABlO 8C1EHTIKICO. — XLIV. 1
1
Astronomia
Dunque secondo i risultati dei calcoli conosciuti finora
(fondati sulle osservazioni eseguite a Greenwich), la paral-
lasse solare (ossia V angolo sotto cui dal sole si vedrebbe
il raggio della sfera terrestre) è 8",800, coir incertezza
di pochi millesimi di secondo d'arco; da cui risulta
la distanza della terra dal sole in 149 % milioni di chi-
lometri, con un'incertezza di circa centomila chilometri,
ciò che rappresenta già un altissimo grado di precisione,
quale appena venti anni fa non era lecito sperare di
poter raggiungere.
L'organizzazione internazionale degli studii solari v^
sempre procedeijdo. Nel Congresso deìV Unione interna-
zionale per le ricerche solari (della fondazione della quale
si parlò neìV Annuario precedente) tenutosi nel maggio
scorso all'Osservatorio astrofisico di Meudon (Parigi) fu
nominata una commissione speciale per la estensione
dell'attuale organizzazione per la raccolta e pubblicazione
delle osservazioni delle protuberanze o fiamme solari, la
quale dal 1872 ha avuto sede in Italia e dal 1900 fa capo
all'Osservatorio di Catania: così in seguito contribuiranno
a questo studio altri Osservatorii stranieri e la statistica
(juotidiana sarà più completa ed i risultati più importanti.
In quel congrosso si è nominata anche un'altra Com-
missiono speciale per organizzare ed accordare l'osser-
vazione delle future eclissi totali per parte delle missioni
delle diverse nazioni, onde rendere le osservazioni stesse
più complete ed efficaci, ed evitare le ripetizioni.
Di entrambe queste couiinissioni fa parte un^italiauo,
lo scrivente.
Gli studii solari procedono con grande attività, con
mezzi grandiosi forniti specialmente dalla munifica isti-
tuzione americana Carnegie, e con splendidi risultati
nell'Osservatorio speciale di M. Wilson, sotto la direzione
del fondatore ^qW Unione predetta, prof. G. E. Hale. Egli
ha ideato di determinare rapidamente ed esattamente la
posizione degli oggetti o fenomeni solari (macchie, facole,
flocculi, ecc.) facendo la proiezione luminosa della foto-
grafia del disco solare, ottenuta collo spettroeliografo (od
altrimenti) so[)ra una sfera bianca, nella quale sono se-
gnati i meridiani ed i paralleli solari, debitamente orien-
tati; risparmiando così lunghissimi calcoli e conseguendo
una sufficiente esattezza. Ha poi ottenuto praticamente lo
stesso etfetto, facendo coincidere, per mezzo di riflessioni,
l'immagine della fotografia con quella della sfera.
Stttdt solari
Fili dai tempi di De La Rue si era applicato lo
stereoscopio allo studio del sole, prendendone due foto-
grafie con sufficente intervallo di tempo, che riuscivano
alquanto diverse per la rotazione dell' astro ; e così vede-
vansi le macchie come cavità e le facole come regioni
elevate. Recentemente il prof. Hale ha applicato con
successo questo metodo alle fotografie monocromatiche
del disco solare fatte collo spettroeliografo con un inter-
vallo di tempo conveniente, ed esaminandole collo ste-
reocomparatore ; si riesce così a vedere la sfericità del
globo solare ed i flocculi prominenti sulla superfìcie; in
grazia delle preciso rettifiche di cui è suscettibile lo
stereocom paratore di Zeiss, è possibile pare di scoprire
minute particolarità solari che sfuggono ali* osservazione
monoculare.
In quel medesimo Osservatorio 'si eseguisce un grande
atlante fotografico dello spettro delle macchie solari, che
deve servire di base per lo studio internazionale delle
vaWazioni del detto spettro, secondo l'attività solare. I
saggi che ci jsouofl stati favoriti .;del detto atlante sono
veramente splendidi : eppure il prof. Hale dice che spera
di perfezionarli ancorai
Air Osservatorio di Meudon pure l'organizzazione degli
studii solari ha preso in quest'anno un grande sviluppo,
sotto la direzione ilhiminata dell'illustre decano dogli
astronomi francesi J. Janssen, Direttore dell'Osservatorio,
e per la grande iniziativa ed attività del V. Direttore,
dott. H. Deslandres; l'edifizio per gli spettroeliografì è
stato ingrandito e se ne sono collocati due altri nuovi;
si è costruito un nuovo e grande padiglione e vi si è
collocato un grande spettroeliografo ed un grande eliostata
di speciale costruzione.
Il dott. Deslandres ha poi ideato e fatto costruire un
nuovo spettroeliografo a lenti semplici (non acromatiche,
trattandosi di avere immagini monocromatiche sulle righe
del calcio H e K) con apparato d'ingrandimento; e che
riceve direttamente la luce dal sole, con che si evitano
gli inconvenienti derivanti dal riscaldamento dello spec-
chio degli eliostati. Sono dunque 5 spettroeliografì diversi
coi quali si studierà in varii modi, tutti efficacissimi, la
costituzione del sole. Ciò dà un'idea dell'importanza del
nuovo metodo di indagine solare.
E si devo aggiungere che la Francia ha pure un
Osservatorio di montagna, succursale di quello di Meudon,
Astronomia
sul Monte Bianco, nel quale altresì si eseguiscono inter-
mitteutemonte importanti ricerche solari.
In Inghilterra, a Londra (South Kensington), nel-
l'Osservatorio del Comitato di Fisica solare, per quanto
lo consento quel cielo poco propizio, si fanno pure impor-
tanti studii spettroeliografici, i quali nei tempi reconti
sono assecondati da quelli fatti in Osservatorii di clima
migliore in India, cioè a Kodaikanal ed a Poona; ma poi
il professor N. Lockyer (fondatore dell'altra Associa-
zione internazionale che ha per scopo lo studio delle
relazioni tra i fenomeni solari ed i terrestri) ed il degno
figlio dott. W. Lockyer, l.** assistente, compiono ivi gran-
diosi indagini per mettere in evidenza le influenze solari
sulla meteorologia terrestre, influenza della quale ormai
non è più lecito di dubitare.
Per dare un'idea della grande importanza ed attività
della istituzione solare inglese, ricorderemo il recente
magistrale lavoro del prof. N. Lockyer sulla compara-
zioìic spettroscopica di metalli in sorijenti di luce terrestri
e celesti con sjìcciale riferenza al Vanadio e Titanio,
tanto diffusi in terra ed in cielo; lavoro illustrato danna
ricca serie di fotografie spettrali, Iticorderemo pure che
il Comitato inglese dalla sua fondazione, nel IJ^SO, finora
ha messo alla luce 28 imj)ortaiiti pubblicazioni, che l'il-
lustre suo Ca])o prof. N. Lockyer, in 2'") anni di o[)erosità
scif'utifica, tutta coordinata e diretta all'Astronomia fisica
e scienzii afi^ini, ha coini)int() e dato alle stam])e ben
200 lavori I
II. — Attività solare^e perturbazioni magnetiche.
All'Osservatorio di Greenwieh — ove si raccolgono, si
misurano e si discutono per il Comitato di Fisica solare
i risultati delle fotografie solari ({uotidiane, che si fanno
a Londra, a Dehva-Diìn (India), all'isola Maurizio (Paci-
fico), e dove agisce una serie di strumenti registratori
del magnetismo terrestre — si fa uno studio speciale della
relazione tra i fenomeni dell'attività solare e le piM'tnr-
bazioni del magnetismo terrestre a line di stal)ilirne net-
tamente il nesso. Il sig. K. W. .M aunder, astronomo di
quell'Osservatorio, ha studiato tale relazione sof)ra 19 anni
di osservazioni solari e magnetiche, ed^ha trovato che di
19 grandi perturbazioni magnetiche, 7 coincisero col pas-
Attivith solare e perturbazioni magnetiche
sag-gio sul disco solare di una delle 19 più grandi mac-
chie solari; un'altra delle dette perturbazioni coincise col
ritorno di una delle detto macchie, altre 9 delle 19 bur-
rasche magnetiche corrisposero al passaggio di grandi
gruppi di macchie, e 2 col ritorno di una macchia che
era stata vista grande nello precedenti rotazioni solari.
Le grandi perturbazioni magnetiche cominciarono in
media 2G ore dopo il passaggio delle grandi macchie per
il meridiano centrale del sole. Ciò vuol dire che le mac-
chie solari agiscono secondo determinate direzioni nello
spazio, non in tutte sfericamente. Maunder spiega questo
fatto ammettendo che nel sole vi siano in certe direzioni,
anche non radiali, delle emissioni analoghe ai pennacchi
o fasci della corona solare, sorgenti dalle regioni delle
grandi macchie, od in generale dalle regioni più attive
del sole, le quali emanazioni v«'nendo a colpire la terra
vi produrrebbero le perturbazioni magnetiche.
Lo scrivente si è occupato pure delle relazioni in
discorso, ed in occasione del passaggio di grandissime
macchie solari, che furono sempre accompagnate da
grandi perturbazioni magnetiche; così nel 1882 notò 5
di tali coincidenze; nel primo semestre del 1892 ne notò
8, e fece rilevare che il ritardo medio fra il passaggio
delle grandi macchie per il meridiano centrale del sole
(momento in cui il raggio solare passante per la macchia
è più vicino alla direzione in cui si trova la terra) ed il
massimo d'intensità della perturbazione magnetica era
di 45 % ore.
Il Maunder non dà il tempo del massimo delle per-
turbazioni magnetiche di cui si è occupato; ma suppo-
nendolo a mezzo tra il principio e la fìne^ risulta come
media dei 19 casi da lui contemplati un ritardo di
42 % ore, che si accorda abbastanza bene con quello di
4o '/^ ore da me trovato; e quindi deve avere un signi-
ficato reale. Se rappresentasse il tempo necessario alla
propagazione dell'azione delle macchie solari sul ma-
onetismo terrestre attraverso la distanza del sole alla
terra, risulterebbe una velocità di circa 1000 Km. al
secondo, 3(K) voUe minore della velocità della luce. Dagli
studii di Arrhenius risulta che le particelle elettriche
emesse dal sole impiegherebbero 40 ore per giungere alla
terra, in buon accordo con quanto io ho trovato; con che
si verrebbe a dover credere che le perturbazioni del ma-
Astronomia
^netismo terrestre siano causate dagli elettroni emessi in
(jnantità singolare dalle regioni più attive del sole.
Tali coincidenze del passaggio di grandi macchie^ so-
lari colle perturbazioni del mairnetisrao terrestre si sono
veritieate in modo notevole, oltreché ai massimi dei-
Fattività solare nel i^&I e IS92, anche recentemente nel
massimo d»»! l^HKÌ.
ìli. — Tentativi per o:tsert'are le protuberanze e la
corona solare direttamente e senza e<flisse.
Ordinariamente e quotidianamente non si possono
osservare tutti i fenomeni, tutte le manifestazioni del-
l'attività solare: si vedono solo quelli della parte più
luminosa, della foto.^fera^ ove si formano le macchie
oscure e le facole lucide: la luce strapotente della foto-
sf(M'a occulta, non lascia vedere le protuberanze rosee,
gii!'antesche fiamme che sorgono dalla superfìcie del sole,
e non fa scorgere la mirabile corona od aureola madre-
perlacea cht» cinge il sole. Soltanto durante le eclissi,
(juando la luna cojire e nasconde l'abbagliante disco
solare, ossia la fotosfera, il nostro occhio può osservare
le protuberanze e la corona, e la camera fotografica può
riti-arre (juei magnifici fenomeni. Le protuberanze si pos-
sono anche ved^-re quotidianamente collo spettroscopio
che sct'vera la lon» luce speciale, e suddivide, indebolisce,
(juella della fotosfera: ma esse appariscono come sche-
letrizzate e dipinte in un solo colore, mentre durante le
eclissi a])pariscono più grandiose e dotate di varie e
vati'hissime tinte. È tale lo splendore di queste fiamme,
che [)are impossibile non si possano vedere direttamente:
e così varii astronomi, compreso lo scrivente, hanno ten-
tato oufui mezzo: veltri o licpiidi che lascian passare solo
le radiazioni s|)eciali della protuberanza, posti davanti
air oculare od anche davanti l'obbiettivo del cannocchiale;
osservazione diretta o per proiezione; eclissi artificiali ecc.:
ma sempre inutilmente, lo ho provato anche una grande
eclisse naturale, ma terrestre, invece che celeste, nello
s[)lendido e puro cielo della Sicilia. Dall' Osservatorio di
Palermo due v^olte all'anno e per diverso mattine, presso
al 15 febbraio ed al 25 ottobre, si vedo il sole nascere
dietro l'Etna (fenomeno mirabilissimo), alla distanza di
mm
Protuberanze e corona solare
150 Km., cosicché tanto V astro che il vulcano si vedono
perfettamente in fuoco col canocchiale. Ebbene per quanto
io abbia insistentemente per parecchi anni spiato 1 appa-
rire del primo orlo del sole dietro il contorno tagliente
di Mongibello, mai ho visto alcuna cosa che potesse farmi
neppur dubitare di aver osservata una protuberanza I
Ed altrettanto si dica per la corona solare: finora
tutti i tentativi fatti da valentissimi astronomi come Hug-
gins, Hale, Hansky, ed anche dallo scrivente, per vedere
0 fotografare questo misterioso fenomeno solare sono riu-
sciti vani. Quanto a me debbo segnalare invece di un
trionfo una grande e singolare delusione che torse merita
di essere raccontata. Eravamo nel 1894, il prof. Hale ed
io, all'Osservatorio Etneo, intenti alla soluzione del
difficile problema, speranzosi di riuscirvi per la singolare
purezza del cielo e la straordinaria trasparenza di quel-
la aria a 3000 metri d'altezza: il prof. Hale con uno spét-
troeliografo ed io con un coronografo , ossia con un
telescopio fotografico a specchio. Dopo una settimana di
intenso lavoro non eravamo giunti ad alcuna conclusione :
il prof. Hale non poteva più restare e partì : rimasi io a
continuare la prova, ma con poca speranza; quando un
bel giorno ottenni una fotografia del sole con una magni-
fica corona dotata di grandiosi pennacchi: ne ero giu-
bilante! I colleghi del r Osservatorio dividevano la mia
gioia: ne mandai una positiva ad altro collega compe-
tentissirao, che mi telegrafò subito entusiastiche congra-
tulazioni.
Ma esaminata poi bene e con calma all' Osservatorio
di Catania la posizione dei pennacchi in relazione all'asse
di rotazione del sole, trovai con sorpresa che la loro
posizione non era quella che mi aspettavo; e poi conti-
nuando la scrupolosa indagine mi accorsi che quei pen-
nacchi avevano tutti una curvatura nello stesso senso, e
circa concentrica air asse di rotazione dell' otturatore
istantaneo dello strumento fotografico adoprato. Tornai
subito all' Osservatorio Etneo, scrutai minutamente il detto
otturatore e scoprii che in un punto dell'orlo dell'aper-
tura era caduta la vernice nera ed appariva un trattino
brillante. Feci una serie di fotografie verniciando prima
ogni volta con nero fumo ed alcool gli orli della fessura
dell' otturatore, e non ebbi più traccia di corona, né
spuria, né vera!
Astronomia
IV. — Eclissi totali di sole.
Nelle eclissi totali di sole, invece (come si è detto),
le protuberanze e la corona si v^odono magnificamente e
si osservano, si fotografano, si nnsurano, ecc. diretta-
mente: ma ciò per pochi minuti — e tempo permettendo I
Così r eclisse del 1905 fu, in ^ran parte delle stazioni
d* osservazione europee ed americane, disgraziata per le
nubi ; quella poi del 13 gennaio 1907 fu disgraziatissima,
poiché nelle regioni meno inaccessibili, ma pur di clima
inclemente, ove poteva vedersi (Samarkanda) vi furono
nubi e nevicate, e V osservazione andò totalmente per-
duta.
Si avrà neir anno venturo un' altra eclisse totale di sole,
poco accessibile: infatti, per osservarla in terra ferma,
Bisognerà andare con nave apposita air isola Flint nel
Pacifico, a 650 Km. al nord di Tahiti: vi si recherà una
missione americana, e probabilmente qualcuna anche di
altre nazioni; quanto alT Italia, le pratiche fatte da un
astronomo volenteroso di andarvi , finora son riuscite
vane; il viaggio costerebbe troppo!
Tornando all' eclisse del 1905, ce ne sono pervenute
in quest* anno due relazioni: quella del prof. N. Lockjer
della spedizione inglese a Majorca: organizzata stupen-
damente in grandissima scala con un vastissimo pro-
gramma, con un personale numerosissimo (più di un
centinaio di osservatori!), con strumenti potenti e molti
(i principali una ventina), fu grandemente contrariata dal
tempo, ed i risultati pur troppo non poterono corrispon-
dere air aspettazione.
L* altra relazione dell' eclisse è del prof. lì. Schwarz-
schild, direttore dell' C)sserva torio di Gottinga, la cui spe-
dizione si recò a Guelma (Algeria) ed ebbe invece bel
tempo ed un pieno successo: furono fatti importanti studii
spettrali e fotometrici della cromosfera, delle protuberanze
e della corona; facevano parte della missione, oltre il
prof. Schwarzschild, il prof. Runge ed il dott. Emden.
Altre ed importanti relazioni sono ancora in elabora-
zione e se ne conoscono solo risultati parziali. Così, per
esempio, si sa che le fotografìe ottenute a Davoea (Spagna)
dal dott. Mitchell costituiscono un successo notevole anche
nella riproduzione della parte meno refrangibile dello
spettro del Flash (inversione repentina delle righe oscure
Eclissi totali di sole - Rotazione del sole
di Fraunhofer in righe lucide al principio dell' eclisse
totale di sole). Le righe dell' elio vi sont relativamente
più deboli, e le righe metalliche relativamente più forti
che nello spettro della cromosfera. Nelle fotografie spet-
trali della corona solare l'anello ultra-violetto (À ~ 38R^«,ft)
è stato giudicato tanto intenso quanto 1' anello principale
verde (À - 580;^'^,;]); la radiazione di lunghezza d'onda
A rzr 372.''.'% 7, trovata da sir W. Huggins nello spettro
delle nebulose, non sembra fornire anello nella corona.
Il Direttore dell'Osservatorio di Greenwich, Sir W.Chri-
stie, riferisce che la sua spedizione a Sfax (Tunisia) ha
ottenuto nello spettro della corona due nuove righe, man-
canti nelle protuberanze, a a = 553^% 6 e X = 511,7;
ed oltre À -- 530,3, riuscirono forti altre righe a X ;== 423,1,
X — 39S,7, À — 380,1, deboli a X :=: 43G,1, X = 480,6,
X rrr 364,3. r^ determinazioni rigorose della lunghezza
d' onda delle due righe coronali principali diede
X — 530/'^ 310 e X = 423,11.
L' astronomo Maunder dello stesso Osservatorio di
Greenwich, che si era unito alla spedizione Canadese,
recandosi presso al Lago Melville per 1' osservazione del-
l' eclisse, ebbe cattivo tempo.
V. — Rotazione del sole.
Un elemento importantissimo nella fisica del sole è
la sua rotazione; quest'astro impiega circa 25 giorni
.(terrestri) a fare un giro su di se stesso: ma il sole non
ò una sfera solida che ruota tutta di un pezzo ; coli' osser-
vazione delle macchie si è già trovata nella fotosfera
una velocità angolare di rotazione decrescente dall' equa-
tore alle latitudini eliografiche più alte.
L' osservazione spettroscopica ha confermato questo
fatto singolare nello strato solare di gas sovrastanti, men
caldi, che producono le righe oscure di Fraunhofer : ed
ha provato inoltre che la diminuzione ha luogo anche
oltre al limite di latitudine delle macchie (che è 40") fino
ai poli solari.
La dimostrazione è fondata sul principio di Doppler
dello spostamento delle righe spettrali solari che negli
orli opposti del solo avviene in senso contrario, perchè
per la detta rotazione l' uno ha moto di avvicinamento,
e r altro moto di allontanamento da noi. Ma la luce
solare subisce assorbimenti anche per parte dell' atmo-
10 Astronomia
sfera terrestre, ed è chiaro che le relative rig*he oscure
spettrali hanno invece la stessa posizione negli orli op-
posti del sole: quindi queste righe, dette telluriche, pos-
sono servire come termini di confronto per misurare
il predetto spostamento prodotto dalla rotazione solare.
Il prof. N. C. Dunér, direttore dell'osservatorio di
Upsala, fece già, or sono 16 anni, queste determinazioni:
egli le ha ripetute con uno spettroscopio più potente
insieme al dott. Bergstrand dal 1899 al 1901 e ne ha
pubblicati recentemente i risultati, i quali si accordano
meglio colla formola di Faye anziché con quella di Spòrer,
le quali formolo pure danno la rotazione del sole a
diverse latitudini, dedotte entrambe dalle osservazioni
delle macchie.
Dalle osservazioni e formule del prof. Dunér risul-
tano le seguenti durate della rotazione alle varie latitu-
dini solari:
Latitudini 0" 15« 30° 45^ GO*^ To'* 90^
Giorni 24 25 26 28 31 33 34
come si vede, notevolmente crescenti. Le osservazioni
del dott. Bergstrand danno un aumento ancora alquanto
maggiore.
Il dott. I. Halm in Edimburgo ha fatto delle determi-
nazioni analoghe negli anni 1901-6; quelle del 1901 coin-
cidono con quelle di Dunér, quelle fatto più tardi danno
un rallentamento al crescere della latitudine sensibil-
mente minore. Questo risultato, se fosse reale, sarebbe
di grande importanza per la fisica del sole, ed il pro-
fessor Dunér si propone di verificarlo, dando ai suoi
apparati una stabilità anche maggiore.
Il sig. A. Belopolsky, astronomo neir Osservatorio di
Pulkova, ha fatto neir estate del 1905 delle determina-
zioni spettroscopiche della velocità di rotazione dell' equa-
tore solare, ma confrontando gli spettri ottenuti colla
fotografia ai due punti Est ed Ovest dell' equatore solare
con quello dei poli solari; utilizzando per il confronto
molte righe, cioè 10 del ferro, 5 miste, 2 del calcio, 1 del
cromo, 1 di elemento ignoto. Gli è risultata la velocità
equatoriale del sole in km. 2.07.
L' esattezza di queste determinazioni spettrali è molto
grande, e sempre crescente col perfezionai si dei metodi:
infatti Terrore probabile della velocità è per Dunér di
m. 138, per Halm m. 70, per Belopolsky m. 521
Radiazione solare 11
VI. — Radiazione solare.
Il prof. K. Angstrom ha proposto un nuovo metodo
per lo studio della radiazione solare, che avrebbe lo
scopo di rendere utilizzabili le misure della radiazione
totale per T ottenimento della cosidetta costante solare^
senza bisogno di ricorrere alle difficili e dispendiose
ricerche spettrobolometriche. Questo metodo si fonda
sulla conoscenza degli spettri d'intensità costante intro-
dotti per la prima volta da Langley, e suir ipotesi che
sia noto il coefficiente di trasmissione corrispondente alle
varie lunghezze d' onda. Il prof. Angstrom applica questo
suo metodo anzitutto ad una parte limitata dello spettro
(senza bande di assorbimento), qiundi alla radiazione
totale, e mostra come possano ottenersi risultati soddi-
sfacenti.
Le osservazioni eseguite per un intero anno solare
(1904-05) air Osservatorio astrofisico di Catania dai pro-
fessori Bemporad e Cavasino hanno dato una curva
annua della radiazione che riproduce fedelmente, nei
tratti essenziali, la curva della tensione del vapor acqueo
contenuto neir atmosfera. Queste osservazioni hanno con-
dotto incidentalmente il Bemporad a stabilire una nuova
formola, che rappresenta, meglio delle note di Pouillet,
Bartoli, Crova, l'andamento della radiazione nel corso del
giorno.
Altre osservazioni attinometriche simultanee eseguite
nel settembre 1904 da Bemporad e Mendola negli Osser-
vatori di Catania e dell' Etna, hanno confermato Y impor-
tanza del fenomeno deir assorbimento selettivo, anche per
r effetto termico della radiazione (come già constava per
r effetto luminoso), e alla stessa conclusione ha condotto una
nuova riduzione fatta dal Bemporad delle osservazioni del
professor K. Angstrom a Teneriffa. Da queste è risultato
infatti, che i raggi verticali vengono assorbiti negli
strati inferiori dell'atmosfera più del doppio di quanto
lo siano i raggi pressoché orizzontali; ciò che accenna
ad una sensibile differenza di costituzione fra queste due
sorta di raggi, dipendente essenzialmente dall'assorbi-
mento selettivo esercitato dall' atmosfera terrestre. Le
stesse osservazioni mostrano poi che il coefficiente di
assorbimento dell'aria diminuisce molto rapidamente col-
r altezza, e la legge di questo decrescimento è assai
12 Astronomia
prossimamente in ragione della quarta potenza delia
densità dell* aria.
Molto interessanti, perchè in aperta contraddizione
coi risultati precedenti di altri osservatori, sono lo con-
clusioni di esperienze suir assorbimento eseguite dal
prof. Nordmann ed esposte dal compianto prof. Loewy nel
suo Rapport annuel sur V état de V Observatoire de Paris.
H N. avrebbe trovato invero (secondo le parole di Loewy)
che la parte rossa e aranciata dello spettro delle stelle
sarebbe assorbita assai più che la parte del bleu e del vio-
letto, contrariamente a ciò che ha luogo pei raggi solari,
e questo fino ad una distanza zenitale assai grande (com-
presa fra 70^ e 80^ fra SO'* e 90** di distanza zenitale). Il
senso del fenomeno tende a riavvicinarsi al tipo diurno,
senza però che il bleu cessi, rispetto al rosso, d'esser
molto meno assorbito che nel giorno.
Vn. — Limiti delle radiazioni solari.
I raggi del solo dovendo attraversare la sua stessa
atmosfera e quella della terra, prima di giungere a noi,
vengono privati di radiazioni di varie lunghezza d'onda,
e così danno origino nello spettro alle righe oscure di
Fraunhofer; inoltre vengono limitate le onde più lunghe
e lo onde più corte che possiamo ricevere sulla terra.
Fondandosi sul fatto noto che facendo riflettere parecchie
volte i raggi di luco sopra superfìci terse di salgemma,
in ultimo non vengono rimandate che radiazioni vicinis-
sime alla lunghezza d' onda 510.(K)0 unità di Angstn'im
(0,051 millimetri), il sig. E. F. Nichols ha confrontato il
portamento della luce elettrica e della luce solare me-
diante il radiometro; ed ha trovato che i detti raggi
riflessi dal salgemma, provenienti dall'arco elettrico,
producevano una notevole deviazione (20 parti) del radio-
metro; invoce i raggi provenienti dal sole non produce-
vano che. una minore deviazione, dovuta in gran parte
a diffusione e ad altre cause estranee, cosicché egli con-
clude che nulla, od al più il 3 Vo soltanto, di quelle onde
lunghissime solari ci viene trasmesso.
È poi saputo da esperienze di gabinetto che le onde
luminose brevissime vengono assorbite totalmente, anche
da pochi millimetri d'aria: quindi altrettanto deve acca-
dere delle onde luminose del sole nell' attraversare la sua
e la nostra atmosfera; e invero gli astrofisici dicono che
Radiazioni solari - Pianeti 13
se il sole fosse spogliato della sua atmosfera, noi lo
vedremmo azzurro, invece di bianco.
Il padre J. Fényi, direttore deir Osservatorio di Ka-
locsa, fa a questo proposito una curiosa ed interessante
considerazione. Per il detto sopra, le onde piti brevi del
sole che arrivano alla terra saranno tutte assorbite dagli
strati superiori della nostra atmosfera; quindi in essi strati
avrà luogo un riscaldamento speciale, che potrebbe spie-
gare il fenomeno importante della inversione di tempe-
ratura negli altissimi strati aerei, ossia il cessare della
diminuzione della temperatura coir altezza ed anche il
prodursi un aumento.
Vili. — Pianeti.
Vulcano. — Pare che si debba proprio rinunziare a
credere alla esistenza di questo problematico pianeta, che
alcuni han creduto di vedere passare sul disco del sole
e di cui altri hanno invocata la necessità per spiegare le per-
turbazioni nel moto di Mercurio : le quali del resto (come
quelle del moto di Venere e Marte) possono essere spiegate,
secondo Seeliger, dalla presenza attorno al sole della ma-
teria cui devesi la luce zodiacale. Infatti le fotografìe fatte
durante T eclisse totale del 1905 dalle missioni inviate
dall' Osservatorio di Monte Hamilton in Spagna ed in
Egitto (quella nel Labrador ebbe cattivo tempo) concor-
demente hanno dato tutte le stelle della regione circo-
stante air eclisse, fino air 8.* grandezza, e nulla di piti,
da cui si può concludere che certamente non vi è
alcun altro astro, alcun nuovo pianeta attorno al sole,
neppur così piccolo da raggiuugere la 7.* grandezza, che
è inferiore alla minima visibile da un occhio acuto.
Mercurio. — Per questo pianeta vi è da notare di nuovo
solo che in quest'anno, al 14 novembre, vi è stato il suo
passaggio sul disco del sole: il fenomeno avendo avuto
luogo per parecchi Osservatorii intorno al mezzodì, potè
esser osservato al cerchio «meridiano od anche allo
strumento dei passaggi (come si è fatto a Catauia), il
che potrà fornire dati importanti sul moto capriccioso
di quest'astro. Le osservazioni fisiche e spettroscopiche
in Catania sono state molto contrariate dalla forte agita-
zione dell'aria.
14 Astronomia
Durante il passaggio si poterono eseguire fotografie
del disco solare, che in seguito si sottoporranno a misure
e calcoli. Nelle osservazioni visuali si è notato, che il
pianeta era più nero del nucleo delle macchie solari, e
che nei momenti di calma dell' immagine appariva per-
fettamente rotondo; non si è vista alcuna traccia di au-
reola, indicante la presenza di atmosfera attorno a Mer-
curio. Il passaggio al meridiano di Catania venne osser-
vato allo strumento dei passaggi in anticipo di 0,16 sul
valore calcolato secondo gli elementi della Connaissance
des Temps^ in buon accordo coi risultati di altri Osser-
vatorii.
Secondo una relazione riassuntiva fatta air Accademia
di Francia dal sig. Bigourdan, astronomo all'Osservatorio
di Parigi, . in Francia a nord della capitale vi è stato
generalmente cattivo tempo che ha impedito le osserva-
zioni, invece a sud di Parigi vi è stato tempo parzial-
mente favorevole.
G}eneralmonte si ò visto il pianeta nero e rotondo. Agli
Osservatori di Nizza, Tolosa, Marsiglia, Bourges, si è
osservato anche una traccia di aureola ; e così a Valenza
(Spagna) e ad Atene; ma per lo più si è vista di color
gialliccio, che sarebbe complementare del nero-violaceo
del disco del pianeta, colore dovuto, come è noto, air in-
completo acromatismo dei cannocchiali; quindi molto pro-
babilmente la dotta aureola è un fenomeno soggettivo di
contrasto^ anziché un vero indizio dell'atmosfera di Mer-
curio. Si aggiunga che il conte do la Baume Pluvinel a
Nizza non ha trovato alcuna alterazione dello spettro
solare, causata dall'atmosfera del pianeta.
Venere. — Nulla di nuovo nelle osservazioni di questo
difficile pianeta.
Terra. — Della costituzione interna della terra noi
sappiamo poco o nulla, come per gli altri pianeti ed
astri. Non possiamo ancora dire con sicurezza se sia
solido, liquido od aeriforme! L'opinione ora prevalente è
che sia aeriforme. Fa impressiono il pensare che il globo
che abitiamo e su cui ci muoviamo con tanta fiducia, non
sia altro che una specie di immenso pallone aoreostatico I
Ma la analogia è tutt' altro che completa. Primariamente
l'involucro (e certamente T insieme del globo) è tanto
La Terra 16
solido 0 rigido, quaato e più di quel che sarebbe se fosse di
acciaio, come han dimostrato Tnomson, Darwin, Hopkins,
ecc.; altrimenti il sole e la luna colla loro attrazione vi
produrrebbero delle deformazioni analoghe alle maree; ed il
contenuto poi sarebbe dotato di tale viscosità da comportarsi
come una materia affatto solida: infatti il movimento di
rotazione del globo e quelli di precessione e nutazione del-
l' asse terrestre non avi'ebbero luogo, come avvengono, con
perfetta regolarità, come in un corpo totalmente solido,
secondo le regole della meccanica, poiché si produrrebbero
degli attriti e delle discordanze di moto fra le parti solide
e le liquide e ne verrebbero urti reciproci. Ricorrendo
all'esempio dato da Thomson, sono questi urti fra il guscio
solido ed il contenuto liquido che fanno muovere irregolar-^
mente ed arrestare ben pi^esto un uovo crudo che si faccia
rotare liberamente intorno a se stesso, mentre V uovo
cotto, cioè tutto solido, ruota regolarmente e più lunga-
mente: è un fenomeno volgare, noto a tutte le cuciniere,
ma pure molto eloquente.
Il piccolo spostamento continuo dei poli sulla superficie
della terra, secondo Newcòmb, dipenderebbe in parte da
incompleta rigidità, la quale però sarebbe anche mag-
giore di quella dell'acciaio, secondo i calcoli di Hong.
Quanto al contenuto della terra sotto alla scorza di
roccie, ciò che vi è di certo si è che deve essere molto
denso e pesante, quanto il ferro od anche più: poiché la
Terra nel suo insieme pesa alquanto più di 5*/, volte
come l'acqua, mentre le roccie che formano la corteccia
pesano solo 2 V, o 3^ volte come l' acqua.
L'altra cosa sicura è che nell'interno della terra vi
deve essere una enorme pressione, prodotta dal peso
delle masse sovrastanti; secondo i calcoli di Schlichter
questa pressione sarebbe sufficente a rendere tanto denso
e pesante l'interno del globo, come si è detto sopra,
anche fino a più di 10% (10.7) la densità dell'acqua.
È certo pure che la temperatura dell'interno della
terra dev'essere altissima ; anche se non continua fino al
centro il rapido aumento di P per ogni 30 m. circa, che
si verifica vicino alla superficie^{perchè probabilmente nel-
r interno, sia per conduttività metallica, sia per circola-
zione, la temperatura dev' essere più uniforme), certa-
mente al di sotto della scorza rocciosa, ad un centinaio
di chilometri al più, deve regnare una temperatura di
almeno 1500**.
muto della terra è fluido
bisce; ma fluido quanto
Iraulico che fa tubi, come
a.
la natura del contenuto,
;o, e la rig^idità cfte devo
ro nichelato, ragionando
ichc, di cui alcune sono
bI, e rappresenterebbero
ianota fratturato, mentre
ccie che sarebbero fram-
idii profondi sulla costi-
io che la temperatura vi
to critico di lutti i corpi,
one, il contenuto sarebbe
■■ di gaz e vapori. Alcuni
sia tanto alta da disso-
lostanza uitica veramente
esto scabroso argomento,
Lzioni dì slndìi moderni
intorna dulia terra.
lioldam ha dimostrato
grandi terremoti si pro-
itutralo della terra (che
velocità minore di quella
propagano atlravoi'so la
. che vorit'bbe dira che
ensità nnifijrioi-e o forza
it<izioiic divei'sa dal resto.
tudii tiulla radio-attività,
terra il radio è proba-
à di 10 chilometri, che
o è privo di radio, che
i la terra ha una tempe-
. i[uale sarebbe dovuta ni
■i di radio. Questi risul-
mati, e gli altri che certa-
iipo singolare, apr«'*iuno
.10 del gran segreto che
in opposizione, cioè a mì-
ei milioni di chilometri!
Marte - Giot)€ 17
Oltre alle osservazioni visuali di Marte, sono state
fatte da Lowel, all'Osservatorio di Flagstaff, neirAri-
zona S. U., a 2210 metri sul mare, delle fotografie col
diametro di solo 6 millimetri, ma mirabilmeiite belle
(altro trionfo dell* astrofotografia !), ove si vedono i con-
tinenti, i mari, le nevi polari, e perfino i famosi canali
dello Schiaparelli. Il Lowel ha ottenuto questo bel risul-
tato con un cannocchiale visuale, non fotografico, che cioè
ha il fuoco nel giallo ; ma ha applicato uno schermo
colorato che lasciasse passare solo i raggi di quel colore,
ed ha adoperate lastre isocromatiche Cramer^ che hanno
un massimo di sensibilità appunto nel giallo ; talché
hanno agito solo proprio i raggi per cui è acromatiz2ato
r obbiettivo.
Non è dunque più lecito discutere sulla realtà dei
canali di Marte: ma si discute sulla loro natura e strut-
tura. Il Lowell dice che sono veri canali continui che
mettono in comunicazione i diversi mari; altri come
Maunder, Newcomb, e Cernili da noi, sostengono che la con-
tinuità di quegli oggetti è apparente: sarebbe un effetto
psicologico che ha luogo nella nostra mente, oppure un
effetto fisiologico che ha luogo nel nostro occhio, ado-
prato al limite della sua potenza, per cui vede, o si per-
suade di vedere, linee continue, ove non sarebbero che
delle serie interrotte di macchie o punti. Certamente ulte-
riori studii risolveranno definitivamente questa ardua
questione e spiegheranno V altra, ancora più scabrosa,
della duplicazione o geminazione periodica dei canali di
Marte, pure constatata dallo Schiaparelli per il primo.
Un fatto notevole osservato in Marte durante questa
opposizione è stato T allargamento e la duplicazione del
Lago del Sole^ che prima era semplice e di forma perfet-
tamente circolare. Il fenomeno è visibilissimo anche nelle
fotografie di Lowell.
Giove. — H maggiore dei pianeti è piu-e oggetto di
studio assiduo, anzi si sono costituite in Inghilterra ed
in Francia apposite associazioni per seguire diligentemente
le continue variazioni delle zone e delle macchie che si
osservano su di esso, e per determinare la differente velo-
cità di rotazione che presentano in esso gli oggetti che
appariscono a diverse latitudini. Fra questi oggetti il più
interessante è la grande macchia rossa^ apparsa circa
30 anni fa nell'emisfero austi'ale del pianeta; nell'estate
AVMUABIO SOIEBTiriCO. — XLIV. 2
1
18 Astronomia
del 1883 divenne pallidissima, quasi invisibile, talché solo
riconoscevasi il suo luogo per la specie di impronta che
aveva lasciata nella zona ove era stata così notevole per
il suo colore carico, rosso mattone, e per la sua forma
di zigaro d' avana. Dopo non è più ritornata distinta
come prima ; però si è continuato a studiarla ed a deter-
minare il tempo della sua rotazione. Specialmente l'astro-
nomo inglese Denning se ne è occupato indefessamente
ed ha trovato che la sua rotazione è più lenta di quella
d' altre macchie : però subisce delle variazioni ; per esempio
nell'estate scorsa ha avuto una accelerazione notevole.
Da più di 20 anni si è applicata anche la fotografia
allo studio di Giove, con crescente successo, e dando alla
osservazione una autenticità di gran lunga maggiore.
Il settimo satellite di Giove, scoperto com'è noto da Fer-
rine col riflettore deirOsservatorio di Lick nel 1905, e di cui
da principio si pose in dubbio la qualità di satellite,
supponendo che potesse trattarsi di un pianetino vicino
a Giove, è stato ormai osservato e riconosciuto anche in
Europa, sebbene appartenga agli oggetti più diffìcili da
osservare, essendo di IG* grandezza. Mólte osservazioni
fotografiche no vennero fatte a Greenwich ed altre recen-
temente da Wolff in Heidelberg, mediante il riflettore
Zeiss di 70 cm. di diametro, e da questo fotografie venne
determinata la posizione con un nuovo metodo fondato
sopra una delle tante applicazioni dello stereocompara-
tore (V. Annuario del 1907).
Il terzo satellite di Giove ((janimede) è stato osser-
vato da Comas Sola in Barcellona. I disegni ottenuti
presentano una grande somiglianza coi primi disegni di
Marte, poiché mostrano una calotta polare (bianca, e pro-
babilmente formata dai ghiacci polari) e un mare polare
(più oscuro) attorno a questa, oltre ad altre configura-
zioni più incerte. Questo satellite è poco più piccolo di
Marte e presenta, al pari degli altri satelliti di Giove, con-
dizioni particolarmente favorevoli per la presenza di vita
organica : fra le altre non trascurabile quella del raggia-
mento stesso di Giove, un piccolo sole nel vero senso
della parola, poiché si pensa che alcune parti (come la
macchia rossa) possano brillare di luce propria. E da
notare pure che i quattro maggiori satelliti di Giovo
sono tutti vicinissimi al grande pianeta, che appare con
diametro ben 20 volte superiore a quello del sole per noi,
anche al più lontano dei detti satelliti.
Saturno - Nettuno — Oss. spettrali dei pianeti 19
Saturno. — Nello scorso anno 1907 si è presentato
il fenomeno, che suol ripetersi a periodi di 15 anni circa,
della scomparsa dell' anello di Saturno, per il fatto, che
il suo piano prolungato mentalmente è venuto a passare
prima per il Sole, poi per la Terra, in modo da presen-
tare a noi il solo bordo illuminato, che è troppo sottile
per apparire negli strumenti ordinari. Secondo le osser-
vazioni eseguite a Ginevra, a Konigsberg, e altrove, la
Terra si sarebbe trovata nel piano deir anello fra il 3 e
il 4 ottobre.
Fu questa stessa scomparsa, che scoraggiò profonda-
mente Galileo, tanto da farlo rinunziare alla spiegazione
del mistero di Saturno, che egli per primo aveva veduto
trigemino. Su questa e su altre circostanze relative alla
scoperta dell' anello di Saturno (riconosciuto come anello
soltanto più tardi da Huygens, circa mezzo secolo dopo
Galileo) fornisce interessami particolari una memoria di
J. Mascart, contenente la riproduzione dei più antichi
disegni.
Un risultato interessante dell'osservazione durante l'ul-
tima scomparsa dell'anello sarebbe la scoperta fatta da
Campbell a Cambridge (Mass.) di quattro nodi luminosi,
due a dèstra e due a sinistra, in posizioni simmetriche
sulle due anse dell' anello, che potrebbero corrispondere
a quattro satelliti immersi nello sciame di corpuscoli onde
risulta (secondo le teorie moderne più accreditate) l' anello
medesimo.
Nettuno. — Nel 1907 questo pianeta, il più lontano
del nostro sistema, è stato occultato due volte dalla luna:
il 23 novembre e il 21 dicembre ; alla prima data il
tempo pessimo ha impedita generalmente V osservazione.
IX. — Osservazioni spettrali dei pianeti.
E noto che dalle osservazioni spettrali visuali e foto-
grafiche di Secchi, Huggins, Vogel, risulta che le atmo-
sfere dei pianeti, interni all' anello dei planetoidi, cioè
Mercurio, Venere, Terra, Marte, sono analoghe, poiché i
loro spettri presentano le stesso righe d' assorbimento ;
invece quelle dei pianeti esterni presentano delle diffe-
renze : Giove ha una linea oscura (principale) nell' aran-
ciato, che non ha riscontro nello spettro doli' atmosfera
terrestre ; il che indica o la presenza di un gaz costi-
20 Astronomia
n
tuente diverso da quelli della nostra aria, oppure condi-
zioni speciali di pressione e temperatura.
Lo spettro del ^lobo di Saturno è molto analogo a
quello di Giove, ma nello spettro degli anelli non si
scorge alcuna linea speciale di assorbimento (oltre alle
solari di Fraunhofer), il che vuol dire che in essi V atmo-
sfera manca od è molto rada.
Lo spettro di Urano, già a detta di Secchi, confer-
mata da altri, è affatto diverso da quello della nostra
atmosfera ed ha parecchie righe speciali.
Lo spettro di Nettuno è ancora più differente : non
vi si vedono più le righe di Fraunhofer (come notò Secchi) :
vi si riscontrano le righe speciali di Urano ed altre
ancora.
In somma al di là dell'anello degli asteroidi le atmo-
sfere dei pianeti vanno sempre più differenziandosi, il
che è d' accordo colla ipotesi di feant o Laplace sulla
formazione del nostro sistema planetario.
Recentemente il sig. V. M. Slipher ha fatto neir Os-
servatorio di Lowell, a Flagstaff, delle belle fotografìe
degli spettri di Giove, Saturno, Urano e Nettuno insieme
a quello della luna per confronto, ove le righe di assor-
bimento solari o Fraunhoferiane, quelle telluriche, ossia
le analoghe a quelle della nostra atmosfera, e le speciali
dei pianeti sono ben evidenti. Ne risulta la conferma di
quanto si disse sopra ed inoltre quanto segue :
In Giove oltre la riga speciale principale d' assorbi-
mento neir aranciato, se ne scoprono altre tre.
Lo spettro di Saturno è analogo a quello di Giove,
ma delle 5 righe speciali del globo di Saturno, nessuna
si riscontra neir anello (notato anche da Keeler, ed
Ellorman).
Lo spettro di Urano è differente da quello di Giove e
Saturno, poiché le linee di assorbimento hanno differente
intensità relativa : inoltre la riga F solare è sensibilmente
rinforzata in Urano,
Nettuno ha uno spettro somigliante a quello di Urano,
ma nel primo le bande d'assorbimento frale righe Frau-
nhoferiane F e D sono così pronunciate da rendere irri-
conoscibile lo spettro solare, e di più vi sono altre righe
d' assorbimento che non esistono in alcun pianeta. La
riga F deir idrogeno vi è singolarmente rinforzata, ren-
dendo probabile la presenza e forse V abbondanza di
questo gas neir atmosfera di Nettuno.
Pianetini 21
In conclusione, queste nuove osservazioni spettro-foto-
grafiche dei pianeti più lontani mettono in maggior evi-
denza le differenze delle atmosfere tra loro e con quelle
dei pianeti più vicini al sole, e confermano le differenze
di costituzione che risultano anche dalla osservazione
diretta delle loro superfici.
X. — Pianetini.
I pianetini numerati fino al 17 ottobre 1906 salivano
alla cifra di 601, dal qual numero sono esclusi tutti i
pianetini scoperti e poi di nuovo perduti per insufficienza
d' osservazioni (qualche centinaio almeno). Da queirepoca
fino agli ultimi del 1907 venivano scoperti poi altri 150
pianetini nuovi (circa) in gran parte dal Wolff in Hei-
delberg, molti però anche dal Metcalf (Taunton, Mass.)
da Liapin (Poulkowo), da Coggia (Nizza) da Lowell (Fla-
gstaff, S. U.) e da altri. Il numero delle nuove scoperte
non accenna a diminuire ma si va rendendo sempre più
difficile r assicurare stabilmente i pianetini nuovi, per
r estrema debolezza degli oggetti, quasi tutti di 13.* gran-
dezza.
In queste condizioni tanto più meritoria riesce V opera
di quegli astronomi, specialmente italiani, che dedicano
gran parte della loro attività a queste osservazioni, senza
le quali il più gran numero dei pianeti di nuova sco-
perta andrebbe nuovamente perduto. Centinaia e centi-
naia di posizioni vennero concluse in particolare ali* Os-
servatorio di Arcetri dal prof. Abetti, a quello del Col-
legio Romano dai professori Millosevich e Bianchi e più
specialmente dal dott. Zappa, air Osservatorio di Padova
dal dott. Antoniazzi, a Brera (Milano) dall' ing. Gabba, a
Palermo dal dott. Qori, a Collurania dal dott. Cernili.
Alcuni pianetini creduti nuovi risultano anche bene
spesso identici con altri molto antichi, così il prof. Mil-
losevich riconobbe, dietro osservazioni e calcoli propri,
che il pianetino 1907 Z B, scoperto indipendentemente da
Lowell (9 aprile 1907), da Metcalf (17 aprile) e da Coggia
(8 maggio) non era altro in effetto che il pianetino (31)
Euphro^yne già scoperto il 1.** settembre 1854 da Ferguson
a Washington. Il tardo riconoscimento era dipeso da errori
di calcolo nelle effemeridi del Berliner Jahrbuch.
Altra opera meritoria por Io studio dello sciame sempre
crescente dei pianetini, sono i calcoli d' orbita, senza i
22 Astronomia
quali non vi sarebbe modo di distinguere questi seicento
e più corpuscoli fra di loro. Anche in questo campo si
segnalarono gli astronomi italiani, in special modo i pro-
fessori Millosevich, Bianchi, Boccardi e i dottori Viaro,
Zappa, Antoniazzi, Fontana, Chionio ed altri.
Air interessante pianetino, che aveva ricevuto la deno-
minazione provvisoria 1906 T G, e che si segnalava per
la sua grande distanza dal Sole, leggermente superiore a
qiiella di Giove (v. Annuario del 1907), si sono aggiunti
altri due pianetini con distanze sensibilmente uguali, i
quali insieme al primo costituiscono come altrettante veri-
fiche sperimentali di un caso di soluzione esatta del pro-
blema dei tre corpi, trovato da Lagrange.
I tre pianetini in questione hanno ricevuto rispettiva-
mente i nomi mascolini di Achille, Ettore, Patroclo, mentre
tutti gli altri pianetini, ad eccezione di Eros, avevano
ricevuto finora nomi femminili.
XI. — Comete,
Nel 1907 vennero scoperto 5 comete, la prima e la
terza da Giacobini a Nizza, la seconda da Grigg a Thames
(Nuova Zelanda) e itidipendentemonte da Mellish a Ma-
dison Visc. (S. U.), la quarta da Daniel a Princeton (S. U.),
la quinta nuovamente da Mellish. La sola cometa Daniel
è stata visibile ad occhio nudo, ed erano v^eramente molti
anni che nelle nostre latitudini non si vedeva una cometa
così bella. L'orbita calcolata ultimamente dal prof. Mil-
losevich è risultata sensibilmente parabolica. Lo splen-
dore massimo complessivo è stato superiore a quello di
una stella di t2." grandezza. La coda lunga da 8 a
10 gradi ha mostrato ujia struttura molto singolare.
Risultati notevoli potranno ricavarsi dalla ricca colle-
zione di fotografie (circa 80 in numero) e dalle osserva-
zioni fotometriche e spettroscopiche es(*guite all'Osserva-
torio di Catania, le quali a suo tempo vorranno pubbli-
cate. Per ora possiamo dire che il nucleo era puntiforme
e dava spettro continuo dal rosso al violetto, cioè luce
proveniente sia da un corpo solido o liquido incande-
scente, sia da un corpo riflettente la luce solare. La
chioma osservata collo spettroscopio visuale dava le solite
tre bande degli idrocarburi : una gialla, una verde (più
forte e più lunga) una bleu, tutte composte di parecchie
righe. Con camere prismatiche (spettrografi senza fessura)
Comete - Stelle filanti 23
il sig. Deslandres ha ottenuto air Osservatorio di Meudon
altre righe minori nel bleu e nel violetto e la riga carat-
teristica del cianogeno nell' ultra violetto.
Le foto^afie grandi, fatte in Catania coli* equatoriale
fotografico, avente obbiettivo di m. 0.33 di diametro e m. 3.34
di lunghezza focale, mostrano nella chioma e nella coda
della cometa una complicata e delicata struttura, risul-
tante di filamenti irregolari, ineguali, intrecciati.
Non essendo possibile la riproduzione completa ed
esatta in zincografia delle delicate particolarità che si
riscontrano nella negativa della cometa, diamo qui (fig. 1)
la riproduzione di uno dei disegni fedeli fatti cìal primo
assistente dell' Osservatorio di Catania, dott. G. Hom ,
rilevando per punti tutti i dettagli visibili nella fotografia.
Molto opportunamente M. Deslandres proponeva all'Ac-
cademia di Francia una organizzazione speciale, perma-
nente, internazionale, delle osservazioni delle comete, in
modo da seguirne tutte le variazioni, come si fa già per
il Sole.
Calcoli di orbite cometarie vennero eseguiti in Italia,
oltreché dal citato prof. Millosevich (cometa 1907, d),
anche dal dott. Tringali (cometa 1907 a, orbita parabolica)
e dal dott. Zappa (cometa 1905 6, scoperta da Schaer).
Quest* ultimo lavoro è notevole per le difficoltà di calcolo
di cui fu causa la fortissima declinazione della cometa.
L' orbita definitiva è risultata un* iperbole con eccentricità
di pochissimo superiore all'unità, ossia un* orbita vicinis-
sima alla parabolica.
XII. — Stelle filanti.
Le Perseidi vennero osservate anche nel 1907, come
in vari altri anni, dal prof. G. Testa colla collaborazione
di vari studiosi al Seminario vescovile di Pavia. Vennero
numerate nelle 5 notti dal 10 al 14 luglio, 519 stelle
cadenti dello sciame delle Perseidi. L* anno avanti il pro-
fessor Zammarchi del Seminario vescovile di Brescia aveva
contato, precisamente nello stesso intervallo di tempo,
231 Perseidi.
Nuovi metodi per calcolare 1* altezza delle stelle filanti
vennero esposti da L. Benes {Astr, Nachr, 4137) e da
Weiss (Denkschr. Wien). Denning ha calcolato 1* altezza
di varie lucidissime meteore (bolidi), osservate in Inghil-
terra, ottenendo in quattro casi un* altezza di circa
24 Astronomia
71 miglia, in due casi di 80, in un sol cjaso di 90 (circa
145 km.). Notevoli osservazioni delle Perseidi del 1906
vennero eseguite dal prof. Dubiago, direttore dell' Osser-
vatorio di Kasan, coadiuvato da vari assistenti, in due
stazioni a distanza di 40 km., allo scopo di determinare
r altezza delle meteore più appariscenti. Il dott. Milowanov
ha calcolato che da 24 trajettorie ben identificate, esclusi
6 casi sospetti, risulta come altezza media dell* accensione
delle Perseidi 111 km., e come altezza media delV estin-
zione^ 73 km.
XIII. — Stelle variabili.
Un caso nuovo nella scoperta delle stelle variabili è
quello occorso ali* Osservatorio di Tolosa, Direttore M.
Baillaud, dove una stella venne riconosciuta come varia-
bile per la sensibile differenza fra le tre immagini ese-
guite, con mezz'ora di posa ciascuna, nel breve intervallo
di un' ora e mezza, sopra una lastra della Carta fotogra-
fica del cielo. La fotografia si mostra del resto sempre
più feconda di risultati nella scoperta delle variabili, e
non si contano più ormai quelle che vengono giornal-
mente annunziate dagli Osservatori di Harvard, di Hei-
delberg e di Mosca, che attendono sistematicamente a
questa ricerca coir ausilio prezioso di speciali strumenti,
come lo stereocomparatore. Se questi mezzi poderosi per-
mettono al professor Wolf di scoprire e studiare le
variabili (e le nebulose) a centinaia per volta (special-
mente negli ammassi stellari), è tuttavia concesso anche
a chi dispone di mezzi più modesti di scoprire di
quando in quando alcuni di questi oggetti interessanti.
Così il prof. Millosevich ha potuto seguire la rapida
variazione di splendore di una stella (156, 1906), non
compresa nelle più note rappresentazioni del cielo —
forse una cosidetta nova — che in pochi mesi passava
dalla 8.* grandezza alla 12.*, e dalle osservazioni succes-
sive risultava avere un periodo di circa 188 giorni. Anche
neir esame simultaneo delle lastre del catalogo fotografico
dell'Osservatorio di Catania in un semplice comparatore
a duo microscopii, si rinvengono di quando in quando
delle nuove variabili, che poi vengono seguite, nei limiti
del possibile, col fotometro a cuneo. Diciamo, a senno,
nei limiti del possibile, perchè bisogna beir-distinguere
in quest' argomento delle variabili la scQperta, alla quale
»
stelle variabili - Cataloghi fotometrici 25
possono bastare anche due sole osservazioni, dallo studio
completo del periodo, pel quale se ne richiede sempre un
g^-an numero, e che propriamente non ha mai termine,
se non talvolta (com'è capitato per qualche nova) colla
scomparsa assoluta della stella. Notevoli sono ad esempio
gli studi di variabili eseguiti — per la prima volta in
Italia in modo sistematico — dal prof. F. Porro, attual-
mente Direttore dell' Osservatorio nazionale di La Piata
(Argentina); e all'estero da Nijland (Utrecht), Luizet
(Lyon), Pannekock (Leiden), Mary Whitney (Vassar Col-
lege S. U.). Anche all' Osservatorio astrofisico di Catania
si attende sistematicamente allo studio delle variabili ed
è già cominciata la pubblicazione dei relativi risultati
nelle Memorie della Società degli Spettroscopisti italiani.
XIV. — Cataloghi fotometrici delle stelle.
Di inestimabile aiuto per le osservazioni astro-fotome-
triche in genero e per le variabili in particolare sono i cata-
loghi fotometrici di precisione, editi dal Pickering (Harvard
College) e da Miiller e Kempf (Potsdam). Nel decorso
anno 1907 questi ultimi hanno pubblicato il catalogo
generale risultante dai precedenti lavori (distribuiti in
quattro volumi). Sono ben 14199 stelle fino alla 7, 5 o alla
8.* gfrandezza, delle quali vien comunicata la grandezza fo-
tometrica fino al centesimo. Questo lavoro avrà per le
rimste fotometriche del cielo importanza non minore di
quella dei cataloghi di posizioni meridiane ; per il grande
catalogo fotografico di tutto il cielo stellato, rappresenta
insomma il fondamento esatto, su cui dovranno posare
le ricerche fotometriche intensive, già cominciate da
Pickering in America e da Schwarzschild in Europa,
sempre col sussidio della fotografìa. Dalla introduzione
al detto catalogo di Miiller e Kempf risulta dimostrato
il fatto piuttosto grave, che anche fra le serie di misure
^seguite da un medesimo osservatore e con un medesimo
strumento possono restare differenze sistematiche abba-
stanza sensibili, ciò che dimostra che molto cammino
resta ancora da fare in questo campo dello osservazioni
fotometriche prima di raggiungere un' esattezza parago-
nabile con quella delle misure di posizione, ciò che non
può menomare tuttavia l'importanza dei lavori fonda-
mentali di Miiller, Kempf e Pickering.
26 Astronomia
XV. — Fotografia stellare — Catalogo fotografico di
Catania,
Invece di parlare noi dell'opera nostra, crediamo
meglio riprodurre dalla Tribuna, del 5 novembre 1907 la
seguente recensione del professor Millosevich, la quale
molto ci onora, venendo da un astronomo di tanta com-
petenza, per quanto nostro buon amico e quindi disposto
alla benevolenza.
« Nel grande lavoro internazionale di fotografìa celeste,
comprendente la fotografia della volta stellata fino a stelle
di quattordicesima grandezza per la Carta del cielo, e la
fotografìa fino a stelle di undicesima grandezza per un
Catalogo stellare, air Osservatorio astro-fisico di Catania
fu assegnata la zona da 4- 47.'* a 4- 54.°.
> In questi dì è uscito il primo fascicolo del Catalogo
astro-fotografico in un nitido volume pei tipi di Niccolò
Giannotta a Catania, di pagine 143, con un'introduzione
di pagine 36.
» Il primo fascicolo contiene la posizione di circa 7000
stelle sopra le 200,000, che tanto su per giìi saranno a
lavoro completo, in più di mille lastre che, per parziali
soprapposizioni, permetteranno preziosi controlli, quasi
duplicando il lavoro di misura e di riduzione. Con esigui
mezzi, con iscarso personale e con obblighi molteplici, il
direttore dell'Osservatorio astrotìsico di Catania, Annibale
Ricco, e i suoi collaboratori riuscirono in questo primo
saggio a non dover certamente invidiare gli Osservatori
stranieri se non nei larghi mezzi, dei quali possono
disporre. Suoi collaboratori degni di speciale encomio
furono il prof. A. Hemporad, il prof. G. Boccardi, il de-
funto ingegnere Mascari e i signori Massa, Taffara, Maz-
zarella, Pastore ed altri già nel volume ricordati. Si può
prevedere che il grande lavoro comprenderà 64 fascicoli,
cioè sarà contenuto in 8 volumi quanti sono i gradi di
declinazione assegnati, ed ogni v^olume sarà suddiviso in
8 fascicoli, ciascuno contenente 3 ore di ascensione retta.
» Nella introduzione scritta dal prof. Ricco, dopo un
cenno storico, sono accennate con sobrietà le difficoltà
tecniche che egli ha saputo superare per mettere l'equa-
toriale fotografico nelle condizioni di sensibilmente per-
fetto funzionamento; uè questo, per un esperto astronomo,
è merito lieve del prof. Ricco.
Fotografia stellare — Catalogo di Catania 27
> Segue neir introduzione un cenno suir esecuzione
delle fotografìe (Ricco-Mascari), una breve descrizione
deir apparecchio di misura e un cenno dello studio sulle
parti essenziali di esso ; indi si tratta del reticolato, delle
sue correzioni e della stampa di esso.
> Passando a discorrere delle coordinate rettangolari,
l'autore si occupa delle stelle di guida, del Catalogo
stellare elaborato dal prof. Boccardi per le stelle di rife-
rimento e dei metodi di riduzione dello fotografie (metodo
di Turner, semplificazioni apportate da Boccardi, Cernili
e Bemporad).
» Nell'ultima parte dell'introduzione il prof. Ricco si
occupa della delicatissima e intricata questione di asse-
gnare le grandezze delle stelle dalle impressioni foto-
grafiche da esse lasciate sulla lastra, e indica la via che
si è stimata migliore e che fu adottata per il Catalogo
catanese.
> Premesse utili tabelle per trasformare le coordinate
rettangolari in coordinate equatoriali, segue il catalogo
corrispondente alle immagini delle stelle contenute in 15
lastre nelle tre prime ore di ascensione retta, parallelo + 51.**
» In questa parte del lavoro l' Osservatorio di Catania
eccelle sopra tutti gli altri Osservatori stranieri, perchè,
oltre le coordinate rettangolari x (X) è y (Y), non solo
porge le coordinate equatoriali rigorose al 1900,0 (locchè
fino ad ora degli stranieri solo l'Osservatorio di Hel-
singfors fece), ma dà il mezzo di calcolare il luogo delle
stelle ad un altro eqùmozio, rigorosamente e in qualche
minuto di calcolo. Misuro facilmente l'immane lavoro
che si sarà compiuto all'Osservatorio di Catania quando
i 64 fascicoli saranno tutti pubblicati, auguro all'illustro
mio collega ed amico, prof. Ricco, e ai suoi collaboratori del
passato e dell'avvenire che possano fruire dell'opera
completa, e ueppur dubito sul continuo ed eventualmente
crescente appoggio materiale e morale (per la continua-
zione di così immane lavoro scientifico) da parte dei poteri
legislativo ed esecutivo. ]^
» Dal R. Osservatorio al Collegio Romano.
» E. MlLLOSBVlOH ».
Alle parole lusinghiero dell'illustre Direttore dell'Osser-
vatorio del Collegio Romano, ci è grato aggiungere che
l'utile innovazione di inserire noi Catalogo astrofoto-
i
ilcolare le posizioni stellari
deve ad un'idea suggerita
II Catalogo di Catania si
cataloghi fotografici finora
delle stelle, che è quello
sioni rette, aiizichè secondo
ne in tutti gli altri cata-
comunicato il valore del
B immagine fotografica ed
uale assegnata dalla Banner
si riportano accanto alle
le posizioni derivanti dai
I quelli della Astronomùche
tto il cielo boreale, fino alle
«2 e il 1659 da Argelander,
mte oltre 324 mila stelle, di
pprossimate sufficienti per la
iKimata fino a! decimo. Tutte
riprodotte in forma di atlante
icate per lungo tempo come
e del cielo stellato, che fosse
itogrfttica del cielo si propone
nparabìl mente più vasta ed
0 avrà in queste carte 12 cm.
)., e la fotografia dovrà con-
randezza, mentre la B. D. >ji
ale fondata uel 1864 da vari
lovo grande Catalogo di esatte
sistematicamente al cerchio
cielo boreale e una porzione
alla quale hanno collaboralo
dell' Inghilterra, della Russia,
della Svezia, può c-onsiderarsj
isce lo sforzo più poderoso,
01 cerchio meridiano. È fuori
non verrà adoperata per il
ndo al cerchio meridiano il
re esatte posizioni di pocbe
Fotografia stellare 29
Quasi tutti gli altri Osservatori partecipanti alla grande
impresa della Carta fotografica (come Parigi, Bordeaux,
Tolosa, Algeri, Greenwich, Oxford, Specola Vaticana) si
son limitati finora a pubblicare le sole coordinate retti-
linee direttamente misurate sulle lastre fotografiche.
È uopo avvertire peraltro che molti si ripromettono
come fine ultimo — al pari di Catania — l'ottenimento
delle coordinate equatoriali esatte, e alcuni (ad esempio
gli Osservatori francesi) attendono per questo solamente
di possedere posizioni più esatte delle stelle di riferi-
mento, per il che venne fondato perfino un Osservatorio
speciale (Abbadia). Anche T Osservatorio di Perth (Au-
stralia occidentale), che ha assunto la fotografìa della
zona di cielo fra 31.° e 41.** di declinazione australe, ha
cominciato colla pubblicazione di un Catalogo di 420
stelle di riferimento, espressamente osservate al cerchio
meridiano.
La questione di ottenere posizioni più esatte delle
stelle di riferimento per le lastre della fotografia celeste
venne affrontata in modo del tutto nuovo dal dott. Cernili,
colla proposta di far servire a tale scopo la stessa foto-
grafia celeste, mediante strumenti speciali a grande
campo, così da poter abbracciare sopra una stessa lastra
un gran numero di stelle di riferimento ed alcune fon-
damentali^ di cui si conoscono le posizioni con preci-
sione grandissinia. Basterebbero 24 lastre a ricoprire
tutta la zona di cielo fotografata con 1(X)8 lastre dal-
l' Osservatorio di Catania, e il raccordo di queste 24 lastre
— esposto nei più minuti particDlari nella poderosa me-
moria del dott. Cernili — fornirebbe insieme una com-
pensazione delle fondamentali e le posizioni delle stelle
di riferimento in un nuovo sistema fotografico perfetta-
mente omogeneo, mentre attualmente si è costretti a
prendere le stelle di riferimento da fonti molto diverse,
ed a riosservarle anche in parte al cerchio meridiano,
con dispendio grandissimo di forze e di tempo.
Una importante serie di studi di fotografia celeste è
incominciata nelle pubblicazioni dell' Osservatorio di Co-
lumbia (Direttore Harold Jacoby). Questi studi si pro-
pongono di elaborare l'immenso materiale di fotografie
raccolto da L. M. Rutherford, già in gran parto da
lai stesso misurate, e comprendenti fotografie del sole,
della luna, dello spettro solare e soprattutto di gruppi
Geodesia - Ricerche teoriche 91
di vari alleg'dti relativi a questa e a varie altre innova-
zioni, introdotte nella disposizione strumentale.
Il prof. V. Reina ha continuato le suo osservazioni astro-
nomiche di latitudine in varie località lungo il meridiano
(li Roma, ponendo in luce notevoli deviazioni della ver-
ticale fra Bertinoro oComacchio e fraOderzo eCoI Broai-
bolo {Alpi lìeiinnesi). ìm stesso prof. Reina, insieme al
prof. E. Bianchi, già ricordato sopra, e all'ing. Gabba,
ha poi ultimato la determinazione della differenza di
longitudine fra Brera e Monte Mario.
Nuove determinazioni della latitudine dell' Osservatorio
di Brera vennero eseguite con due metodi diversi dal
dott. G. Forni. Le due determinazioni distinte si accor-
dano a meno di un decimo di secondo d'arco, eift che
rappresenta nn altissimo grado di precisione.
Una intt'L'f'ssfinte determinazione d' azimut venne ese-
guita dal dott. E. Tringali puntando coi grande meridiano
dell' Osservatorio del Collegio Romano la mira collocata
al Pincio dal P. Becchi nel 1854. La collocazione dì detta
mira è risultata esattissima, importando la deviazione
del meridiano appena 3 decimi di secondo d' arco verso E.
In seguito a questo studio sark tracciata una linea
verticale sul pilastro dove è collocata la detta mira, e su
cui posa il busto di Secchi, ad indicare per dove passa
precisamente il meridiano dell" Osservatorio del (Collegio
Romano.
Una determinazione della posizione geografica di un
pilastrino del Gabinetto di Geodesia dell' Università di
Torino è Stata eseguita da V. Fontana e F. Chionio, assi-
stenti in quell'Osservatorio.
XVn. — Ricerche teoriche.
Il prof. Pizzetti ha pubblicato una serie di studi teo-
rici snl paragono fra due triangoli geodetici di uguali
lati, e sulla più conveniente lunghezza da dare ai lati
nelle triangolazioni geodetiche, giungendo alla conclu-
sione che per l' inUnenza dello sviluppo della base la più
conveniente lunghezza delle visuali è da ritenere notevol-
mente inferiore ai 100 km. e non molto lontana dai 50.
Un importante riassunto dei risultati di varie grandi
misure del grado in Europa ha condotto il prof. HeJmert,
direttore de"' Istituto geodetico prussiano, alla conclusione
Che la terra è decisamente più grande di quel che risulti
82 Astronomia
dallacelebre determinazione di Bessel. Il valore Besseliano
del raggio terrestre 6377397 m. è da aumentare di alcune
centinaia di metri, e varie determinazioni moderne lasciano
sperare che questo raggio sarà presto conosciuto con un
errore probabile inferiore ai cento metri.
Varie interessanti note storiche sui procedimenti per
la determinazione della forma e grandezza della terra
vennero pubblicate nel decorso anno 1907 (di seguito a
molte altre degli anni precedenti) dal prof. O. Zanotti
Bianco.
Sul procedimento della determinazione delle costanti
di un cerchio meridiano (determinazione del tempo) senza
inversione dello strumento, una nota del dott. G. Zappa
deir Osservatorio del Collegio Romano stabilisce quaF è
la disposizione teoricamente migliore per le declinazioni
deUe stelle da osservare.
La giustificazione dell* uso della media aritmetica nel
calcolo delle misure, seìiza fare alcuna ipotesi sulla legge
di probabilità degli errori accidentali^ venne ottenuta
dal prof. Schiaparelli sul fondamento di dieci proposi-
zioni, alcune di piena evidenza, le altre facilmente dedu-
cibili da queste. Questa dimostrazione è di fondamentale
importanza, oltreché per V astronomia e la geodesia, per
tutte le scienze sperimentali in genere.
XVni. — Miraggio e problemi relativi.
In una memoria sul Miraggio il prof. A. Qarbasso fa
sapere che è riuscito ad ottenere con delicatissime espe-
rienze la riproduzione sperimentale di questo interessante
fenomeno in varie delle forme, che si presentano più di
frequente in natura. Con una rigorosa analisi teorica circa la
forma delle trajettorie luminose V A. riesce anche a mo-
strare r accordo intimo fra i risultati della teoria e quelli
dell' esperienza. Il dott. L. Rolla (assistente del prof. Qar-
basso air Istituto fisico deir Università di Genova) ha poi
esteso le ricerche ad altre forme più complicate di mi-
raggio, giungendo a riprodurre sperimentalmente anche
il miraggio a cinque immagini. In altre memorie di carat-
tere puramente teorico il prof. Garbasso ha studiato la
forma delle trajettorie e delle onde luminose in un mezzo
isotropo qualunque, ijonchè in particolari mezzi isotropi
e non omogenei.
Miraggio - Refrazione^-^Gravith 33
Il prof. Bemporad ha mostrato infine come queste ed
altre ricerche di fisica matematica, riguardanti fenomeni
che interessano anche V astrofisica, potrebbero avvantag-
giarsi moltissimo dei metodi di calcolo dell' astronomia
teorica (quadratura numerica).
XIX. — Refrazione.
Una memoria del prof. H. G. Van de Sande Bakhuyzen,
direttore dell' Osservatorio di Leida, tratta dei contributi
portati dalle nuove cognizioni sulla distribuzione della
temperatura dell' aria in altezza (secondo i dati dei palloni-
sonda) alla teoria della refrazione astronomica. Ne risulta che
la teoria di Ivory, fin qui ritenuta fra le migliori, tanto
che Hadau ha fondato su di essa le sue nuove, estesis-
sime tavole di refrazione, è in sensibile difetto per di-
stanze zenitali oltre 85". Viene così confermata in un caso
particolare la conchisiouo già espressa dal prof. Bem-
porad (v. Annuario del 1907) che nessuna delle tante
teorie proposte per la refrazione astronomica rappresenta
soddisfacentemente la costituzione dell' atmosfera, come
la indicano le recenti ascensioni aeronautiche, per cui
parrebbe opportuno abbandonare per questo studio i pro-
cedimenti teorici tanto laboriosi e tuttavia poco appros-
simati, e attenersi invece anche qui (come nello studio
del miraggio e in altre ricerche affini) al procedimento
della quadratura numerica.
XX. — Gravità.
Si vanno estendendo sempre più sulla terra ed anche
sul mare le determinazioni di gravità relativa. In Italia
vi sono pur troppo delle lacune nella rete gravimetrica,
specialmente deplorevole è quella rimasta fra Castella-
mare di Stabia, Taranto e Catanzaro, la (juale impedisce
di congiungere la rete fatta dalla marina austriaca nel-
r Italia meridionale colla reto fatta in Calabria da Ricco
e colla rete fatta in Sicilia da Venturi e Ricco. Speriamo
che il voto fatto dalla Commissione per lo studio del ter-
remoto di Calabria del 1905 di eseguire determinazioni
di gravità in Calabria abbia effetto col colmare princi-
palmente il detto vuoto, con che lo studio della costi tu-
AliaUAftlO BCIBNT1FICO. — XLIV. 8
B4 Astronomia
zione del suolo, in Calabria, in relazione ai terremoti, potrà
farsi su pili larga e sicura base.
Avendo il prof. A. Venturi ormai completata la sua
rete gravimetrica nella Sicilia centrale, settentrionale e
meridionale, è stato possibile allo scrivente di tracciare
un' altra volta e con più sicurezza le linee di eguale
anomalia di gravità nella Sicilia e nella Calabria Ultra;
il nuovo andamento non ditferisce sostanzialmente da
quello ottenuto prima: sononchè le linee isanomalo seguono
ancora più esattamente T andamento della costa settentrio-
nale di Sicilia, ove sono mari profondi, mentre sono normali
alla costa meridionale e si estendono verso i bassifondi
del maro africano. Nel centro della Sicilia (alquanto verso
S. W.) risulta un minimo di gravità molto più marcato
di quello segnato prima. Si conferma che TEtna ha un
sistema a se di linee isanomalo, centrate sul vulcano, col
minimo di gravità nel vertice.
Queste singolarità nella distribuzione delle masse cer-
tamente sono in relazione colla formazione geologica della
regione e colla sua sismicità e col suo vulcanismo.
Il sig. (liulio Costauzi, tenente d' artiglieria, coli' aiuto
del. capitano (jJurgo, ha raccolto tutte le determinazioni
di gravità fatte in Europa e nel Giappone ed ha fatta la
rappresentazione grafica dello anomalie: importanti risul-
tati lo hanno compensato del lungo e gravoso lavoro.
Infatti, egli nota, ÌCompfes Rendtis, 21 ottobre 1907) che
mentre si riteneva, secondo Delforges, come risultato
generale delle determinazioni di gravità che questa è
troppo forte sui mari e troppo debole sui continenti,
cosicché si concludeva che i letti dei mari si abbassano
e si costipano e le terre si innalzano, vi sono diversi
fatti che contrariano questa legge, cioè:
1." 1^ osservazioni di Nansen sul ghiaccio polare
hanno dimostrato gravità normale sulla profondità di
40(K) metri.
2." Le osservazioni di Ricco, che ha trovato un mi-
nimo positivo presso la costa Est della Calabria Ultra e
non sulle montagne dell' Aspromonte.
3." Le misure di Hecker sid mare Atlantico (con
barometri registratori e termobarometri speciali) dimo-
stranti che la gravità è affatto normale sulla linea esplo-
rata, eccetto ove sono brusche variazioni della profon-
dità.
Gravità
4." Le misure fatte recentemente dallo stesso Ai
net Pacifico, che hanno fatto ricouoBcere una aitor
di gravità negativa su di una profondità di 900() mt
5." 1 risultati della campagna gravimetrica coni
sul lag:o lialaton, dove sì è verificato un fatto analo
quello trovato da Ricco, e da Ini notato, che le aiion
positive rinserrano una regione allungata avente il
asso parallelo a quello del lago, posto al Nord. j
6." Le anouialiejpositive che si trovano ben so\
sulle isole.
7.^ L'esame delle carte predette delle anomali
Kuropa e nel Uiappone, le quali dimostrano che lo
siderazioni precedenti corrispondono ad un fatto j
rale che si può formulare eolle tre seguenti leggi:
I - I massimi assoluti delle anomalìe negative
si verificano sull' asse della catena di montagne, mi
guouo una linea parallela all'asso stesso ed opposta
più grande depressione vicina.
II - I mossimi delle anomalie positive non si
vano sulle depressioni, ma essi pure sono spostati
senso delle anomalie negativo.
UI - La direzione degli spostamenti è presso a
quella della normale esterna alla curva formata ; ■
catena dì montagne.
Però a questo vi è una eccezione unica: quella
r Etna, ove il minimo di gravità si trova sulla cima
come dice anche il Peecke, 1' Etna forma un mondo
e certamente la sua formazione e la sua costituzione
iliverse da quelle delle altre montagne non vulcaiiic
Nella carta del tenente Costanti si vede che le
malie positive, invece di essere sul mare Lignro-Tiri
penetrano invece nel continente, invadono parte
Alpi Marittime e delle Alj)i della Liguria, invadono
anche l' Apenninn. e la catena settentrionale della
cilia.
Il Costanzi per spiegare questi fe'nomeni !sup
resistenza di un movimento generale della massa
terreno con velocità differente nello strato superit
neir inferiore, ove i movimeuli prodotti dalla variai
di tttmporatura sarebiwro maggiori. Perle Alpi, gli -A
nini settentrionali, i Carpazii dell' Est, lo spostan
sai-ebbo no! senso della convessità e verso il Nord, sec
la direzione che Suess atti-ibuisce agli sforzi orogo
mentre che nelle montagne di Sicilia e Calabria e del
l'Apenniiio Centralo lo spostiimento di massa si fa pui
verso la convessità, ma non verso Nord.
Questa considerazione del tenente Costanzi farebh^
pensare alla ipotest del charriage delle rocce, ora tanto iir
voga presso alcuni jj^eologi.
È evidenti) il grande interesse che hanno <jiiesU studi
per la geologia, la vulcanologia o la sismologia.
XX!. — SloHa deìV Aalronomia.
Mancava Hnora nella letteratura italiana nna storia
dell'astronomia, mentre no son tanto ricche la letteratura
francese, l'inglese, la tedesca.... A questa lacuna lia sui>-
pjito il dott. I). tjiimliìolì tradncendo dall'inglese il com-
pendio di storia tiell' astronomia di Arturo iìerry. Il libro,
riveduto e correltn dal prof. Millosevich, si legge col
più gran piacere, e pin- non richiedendo più che unii
clcmentarissima cultura matematica, espone assai diffu-
samente e fedelmente lo sviluppo storico e il signifìcain
preciso delle varie teorie astronomiche. Esempi verameiiti'
l'olici sono adilotti per spiegare il fenomeno dell'aberra-
zione della luce, la distinzione fra perturbazioni perio-
diche e secolari e simili. 11 revisore si è dato poi grande
cura di completare alcune lacune e di reltifieare qualche
inesalti'zza, specialnu-nte nel riguardo dogli astronomi
italiiiniJ(GaiiIeii, Lagninge ed altri) e inlìne di porro h1
ctirreute il libro colle notizie sulle più recenti scoperte.
come (|uelle relative ai satL-lliti di <iiove e Saturno, ni
pianetini Kros e T(l ll)()(i (chiamato poi Achille), ctc. Non
v'hii dubbio che questo Hbi'o promuoverà eihcaceuienti
la dill'usioue ilella cultura astronomica in Italia. Teriuin;
COTI una succinta relazione sugli Osservatori e sugli Astro-
nomi italiani.JJ
Il proto delia tipogralia della Socirfi'i Editrice < Dani'
Alighieri » meriterebbe una lavata di capo per alcuni error
di stampa che ai Irovano nel libro e che certamente s
faranno scomparire in un'altra edizione.
l.Tu notevole contributo alla storia dell' astroiioniii
italiana nel secolo XIV vicii portato da (.1. IJoffito e V
Mazzia dell'Osservatorio alle Querce (Firenze), colla esn
mazioue di un rarissimo codice dovuto ad un ig-iiot'
astronomo, Pietro da Modrna, tanto ignoto, che rituali
ancora incerto, se e^^ sia ila identificare con un Piutr-
38 Astronomia
rassegna, che deve seguire principalmente i progressi
(Iella moderna astronomia. A questo si ' può rispondere
che nonj parvo già indegna della mente -del Galilei la
trattazione del tema del tutto analogo « circa la figura,
sito e grandezza deir inferno di Dante».
Il sig. (1. Hizzacasa d'Orsogua ha ricercato in quattro
studi danteschi : 1.** quali potessero essere le sette stelU
delV altro polo (Hurg. I, 22-31, Vm, 83-93) ed egli con-
clude, anziché per le 4 della Croce del Sud e altro tre
dall'altra parte del polo australe, per le 7 stelle della
costellazione dell'Ara, mostrando, come il Divino Poeta
tenesse conto dell'importo della precessione nel tempo
decorso fra la creazione del mondo e il suo viaggio;
2." che cosa possa essere la concubina di Titone antico
(Purg. IX, 1-12) e conclude che si tratti dell'alba del
Sole, osservata non proprio dal Purgatorio, ma dal balco
d' oriente ; 3." in quante giornate debba immaginarsi com-
piuto il mistico viaggio, e conclude per nove, mentre
altri per sette ^ per otto o per dieci; 4.* quale possa essere
la miglior spiegazione per la foce, che quattro cerchi
giugne con tre crocia e conclude per le tre croci rettilinee
formate dagli spigoli d'un triedro trirettangolo, di cui
uno passi per V equinozio di primavera.
Nei quattro studi — comunque possa giudicarsi il
valore intrinseco delle soluzioni proposte — si nota un
solido fondamento di coguizioni astronomiche e storiche.
XXIII. — Nuove istituzioni astronomiche.
Nel corso del 1907 venne terminato l'impianto di due
nuovi Osservatori, l'uno a Zo-sè presso Canton, succursale
dell'Osservatorio di Zi-ka-woi della Società di Gesù,
l'altro sul culmine del Puy de Dome, succursale del-
l'Osservatorio di Tolosa (Direttore Baillaud) Ambedue
gli Osservatori sono riccamente dotati di strumenti mo-
derni, specialmente fotografici e spettroscopici, e riusci-
ranno molto utili, sopratutto in vista della loro ubicazione.
Anche in Italia si annunzia prossima l'erezione di
duo nuovi Osservatori in sostituzione di quelli antiquati
di Bologna e di Torino. Per il primo il prof. M. Rajna
ha elaborato un dettagliato progetto, secondo il quale
l'Osservatorio dovrebbe sorgere nella Villa Aldini in
magnifica posizione sul colle dell' Osservanza presso
Bologna, e dovrebbe venir corredato di un equatoriale
Nuooe istituzioni axlronomii
con obbiettivo di 325 min. di diametro e d
focale, cui sarebbo unita una camera fot(
di apertura per 77 di luim'hezza focale;
vatorio avrebbe pure un cerchio merìdiii
obbiettivo di HO lum., luio struinento d
sportabilc, un universale, e vari pende
delle funzioni del nuovo Osservatorio
quella di render più popolare la scienza e
ammettendo il pubblico ad ammirai'o le
Gli studi principali apparterrebbero ali
posizione, raa senza perder di vista
geoSsioa, poiché si penserebbe anche
sismico in vicinanza all'antico Osservai
Per il nuovo Osservatorio di Torino
cardi, facendo suo un pro^^etto ffià iniz
decessore prof. P. Porro, vorrebbe edifie
dettn del Pino, a poc& distanza da Hup<
nuovi acquieti, parte col riattamento dt
menti, e dotarlo di mezzi d' osservazion
quelli accennati nel precedente projjretta
Società astronomica Italiana. - Diei
prof. G. Boccardi, direttore dell'Osservai
di Torino, è stata fondata in quella (
astronomica italiana che si pro|ìone <]
divulg'azione ilelle conoscenze astronomi
un bollettino mensile con articoli e n
con notizie d' attualità, rubriche bibli
renze etc. La Società conta ffià un buon i
ed ha (ria pubblicati vari urticeli inte
cardi, Cernili, Sacco, Schiaparelli, ed al
'II. - Meteorologia e Fisica del globo
(Jel prof. L. Amaduzzi in Boloj^na
e del prof. V. \foNTi in Roma
I. — La perturbazione tnagnetica del 9-10 febbraio 1907.
Perturbazioni cosmiche e telluriche.
•
Il 10 febbraio 1907 si ebbe notizia di una perturba-
zione magnetica intensissima che aveva ag"itati tutti gli
aghi di tutti gli Osservatori, in Italia, in Francia, in
Inghilterra, in Belgio, nella Germania, in Spagna, |in
America; ovunque. All'Osservatorio magnetico del Parc-
Saint-Maur, V ago di declinazione, la cui oscillazione
diurna media non è che di alcuni minuti, si mosse in
modo da assumere in ventiquattro ore un percorso della
ampiezza di un grado e mezzo. All' Osservatorio del Pie
du Midi la ptMturbazioue aveva pure oltrepassato il
grado. Air Osservatorio di Kew, il 9, alle 8 e 19 di sera
r ago si spostò verso V ovest sino a 57', punto estremo
che raggiunse alle 8 e 34 ; dopo di che esso ritornò
verso est e percorse un angolo di 73', che raggiunse
alle 8 e 45.
Mentre che il magnetismo teiTestre era cosi pertur-
bato — come non era avvennto con tanta forza dal 31 otto-
bre 1902, giorno nel quale le comunicazioni telegrafiche
vennero interrotte nel mondo intero per alcune ore —
il sole mostrava i segni di un' attività straordinaria.
Macchie estesissime erano distribuite sulla sua superficie,
e due tali da essere visibili ad occhio nudo. Cosa que-
st' ultima estremamente rara, e tanto più degna di atten-
zione se si pensa che il massimo di attività solare si era
avuto nel 1906.
La perturbazione magnetica della quale abbiamo data
notizia ha quindi contribuito a mantenere viva la famosa
questione della relaziona fra perturbazioni magnetiche
La perlitrbazioìie magnetica del febbraio 190'.
terrestri e macchio solari, della quale più volte
occasiono tlì parlari! in qiieslo Annuario. Nonosta
torovole parorfì contrario <Ìi lord Kelvin, spec
dopo le opportune cniisidenizioni del Manndor, >
risultati tnniìti dalla teoria steijsa del niagnetii
rcstrc basata sul metodo di (luiiss, secondo i (|i
avviene come se turbini di correnti simili ai e
a,i;li auticioloni si formassero al disopra del g'iol.
nudato assodando il concetto che la i-elazione I
ordini di fatti avesse una esistenza reale ; fra le
solari, cioè, e 'le perturbazioni magnetiche me
cosmiche, come dice il Bauer, che si manifestano
poco nello stesso tempo sul)' intera su]>orficie d(
Perchè di pertnrbazi'>ni maiS'netiche se ne li
altro genere, quali le perturbazioni telìurirhe. l
delle perturbazioni tellm-iche va cercata in modi
subito dall' interno della massa terrestre, coinè q
esempio che hanno caratterizzate eerto enizioi;
niello O certi terrejuoti. lOsse siitm molto più r
procedenti e di pii'i mostrano spesso un caratter
In occasione d(?ir cruziono (le! monte Pelé, lo
zioni miifrneticlie di Cheltenliarn (Maryland) e
Ualdwin indicarono entrinnlie una tempesta ni
elicsi inizif) all'ora stessa (7 e -lo ,1,.| mattii
quale si verilicava la distruzione di Saint- l'i erre :
nazione subì degli scarti bruschi da 1.7 a 20', 1"
orizzontale fu meno toccata, come del resto avv
tutto lo perturbazioni in generale, e non variò cb
del suo valore normale.
Ma non tutti yli Osservatori del globo rlf
azione da parte del ronomeno crutlivo.
11 20 maggio dolio stesso anno una nuova \
zione a Chaltenham si notò in coincidenza di una
eruzione dei monte Pelé,
La [iroduzione di effetti perturbatori uiagnetiì
a fenomeni sismici e considerali più sopra iiell
zione dello [lerlurbazionl telluriche, ha minor cai
generalità, e in ogni caso quando avvenga si n
nelle regioni prossime all'origine del fenomeno
così da far pensare ad una azione meccanica.
In occasione del penultimo terremoto caiat
regioui prossime ai luoghi scossi si ebbero t
azioui perturbatrici del campo terrestre. Il Ricco
Meteorologia e Fisica del gMto
ì un geometra, che faceva un rilievo eolia bussola nei
itomi di Moiiteleono, dovette intcri-ompere ti lavoro
ito si era agitalo V n^o rna!):i letico. Si videro inoltre in
lo fenomeni luminosi passeggeri. Il Riccn sembra
!-ibuire tutti questi effetti alln produzione di un caiii|io
ttrostntico (evidentemente variabile) dovuto alia com-
>ssione ed allo strofinio delle roceio terrestri. Va però
:ato come dalle cur%'e magnetiche dì numerosi osser-
ori europei ed asiatici che il Ricco ha inseriti nella
i memoria, le perturbazioni che vi si sono constatate
mriscaiio di ordine sismico. È aweinito lo stesso in
iasione del grave terremoto di San Francisco, secondo
i riferiva il Bauer.
Largo e arduo problema rimane dunque questo delle
■tnrbazioui magnetiche, sieno cosmiche, sieno telluriche.
II. — Terremoti e macchie solari.
Come nella precedente notizia abbiamo accennato alle
azioni possibili fra macchie solari e perturbazioni ma-
stiche, fra terremoti e magnetismo terrestre, crediamo
le additare un problema del genere, la cui considera-
ne è stata raccomandata nella prima assemblea doliti
sociazione internazionale di sismologìa tenutasi a I>a
ye dal 21 al 2ìi settembre 19(l7, e della quale diremo
iveruente più sotto.
L'ufficio centrale dolI'AsBOciazìone internazionale sisiiio-
'ica ha terminato la pubblicazione del catalogo moli-
le dei terremoti conosciuti verificatisi nel 1904 e quella
catalogo dei mierosismi mondiali per il medesimo anno,
esti due cataloghi presi assieme rappresentano una
Jezìouc di sismi che mai sino ad oggi si è avuta così
n piota.
D' altra parte sono stati pubblicati i risultati delle
5ure fatte al reale osservatorio di Greeuwich sulle foto-
ifie del Sole prese a Giveuwich, in India ed a Mau-
io neir anno 1904, e da esse si ricava il migliore mate-
le relativo alle posizioni eliografiche dei gruppi dì
iCchie solari.
In possesso di queste eccellenti opere « parso oppor-
10 al prof. E. Oddone, collaboratore scii-ntifico all' Uf-
io centrale sismologico di Strasburgo, di esaminare se
mtualmente esisto qualche cosa di comune fra i terre-
Terremoti e macchie solari 43
moti e le macchie solari, e con questo egli viene a por-
tare un elemento di studio incomparabilmente superiore
a tutto quanto sino ad ora era stato scritto intorno
air argomento.
Non possiamo qui riferire le vario considerazioni che
r Oddone fa. Ci limitiamo a notare come esse parlano in
favore di un certo parallelismo fra le macchie solari ed
i terremoti.
Ma non bisogna dimenticare — e T Oddone lo rileva —
che una sola annata di osservazioni non basta.
E non ci si dove illudere alle primo coincidenze favo-
revoli, come non ci si deve scoraggiare se le coincidenze
non sono rigorosissime. L' importante si è di giungere a
decidere se non è questione che di un semplice e gros-
solano parallelismo come si verifica in molti fenomeni
naturali, ovvero si tratta di una relazione vera di causa
ad effetto fra i due generi di manifestazioni.
E questo richiede la osservazione e lo studio conti-
nuato per una lunga serie di anni.
Per ciò il prof. Oddone ha proposto all' assemblea di
La Ilaye T approvazione del seguente ordine del giorno :
€ Vi è interesse a proseguire gli studi su una corre-
lazione possibile fra i fenomeni sismici, quelli del magne-
tismo terrestre ed il passaggio delle macchio solari per
il meridiano solare centrale ».
Per terminare diremo come ci sembri eccessivo il pen-
siero dell'Oddone là dove emette l'idea che le osservate
perturbazioni magnetiche in corrispondenza delle macchie
solari sieno dovute piuttosto che ad una vera azione
sismica delle macchie medesime; azione sismica che deter-
minerebbe la commozione degli aghi calamitati.
III. — Alla ricerca del polo magnetico.
Recentemente hanno eccitata l' attenzione del mondo
intoro duo grandi spedizioni nelle regioni artiche, la spe-
diziomì dell' americano Peary il cui principale obbiettivo
si era quello di avanzarsi il più che fosse possibile nella
direzione del polo geografico Nord, e la spedizione del
norvegese Amundsen che si era proposto di determinare
la situazione del polo magnetico.
Non è qui il luogo di parlare della prima di siffatte
spedizioni. È bensì opportuno che si dica dei risultati
.1
i
44 Meteorologia e Fisica del globo
della seconda in ordine alla ricerca del polo magnetico.
Roald Ainundsen, partito da Cristiania il 16 giugno 1903
su un piccolo veliero il Gjoa con sei compagni soltanto,
non si è mai preoccupato di raggiungere il polo Nord.
Il piano da lui tracciato consisteva nelP esplorare le
regioni circostanti il polo magnetico Nord, e nelT effet-
tuarvi delle osservazioni minuziose al fine di determinare
di nuovo siffatto punto, osservato da James Ross nel 1831.
Come è noto, questo studioso aveva fissata la posizione
del polo magnetico nord sulla costa ovest della terra di
Boothia-Félix con 69^ 34'45" Nord e 94^ 54'23" Ovest Gr. ;
ma rimanevano ancora molti problemi sul conto del polo
magnetico. Bisognava sopratutto stabilire se il polo ma-
gnetico è in un punto determinato o se V ago calamitato
conserva la sua posizione verticale su un certo spazio.
Del pari rimaneva da vedere se il polo magnetico è sta-
ziouario o se cambia di luogo. Orbene R. Amundsen si
è fissato su questi problemi e ha subordinato l'itinerario,
che non staremo (pii ad indicare, alla necessità di risolverli.
Sul teatro delle osservazioni più interessanti per sif-
fatte questioni dimorò due anni, din^ante i quali furono fatte
giorno e notte, con coscienza e con continuità, minuziose
osservazioni magnetiche e meteorologiche. Risultò che il
polo magnetico, lungi dall'essere un punto fisso, è in con-
tinuo movimento. Ma per dare risultati definitivi R. Amun-
dsen deve terminare lunghi e laboriosi calcoli che non
richiederanno meno di due anni.
IV. — / santi di ghiaccio nel 1907,
In relazione a quanto avemmo a dire in uno degli
ultimi Annuari^ crediamo utile raccogliere da Ciel et Terre^
che pubblica i dati dell' Osservatorio di Uccie, le notizie
seguenti, dalle quali risulta come nel 1907 i santi di
. ghiaccio sien stati caldi. So la cosa dovesse ri{)etersi
ancora essi finirebbero per perdere completamente credito.
Mai dunque, dopo la fondazione dell' Osservatorio di
Uccie, e cioè da 75 anni, non è stato tanto caldo TU,
il 12 e il 13 maggio come nel 1907. Si è notato il 12 un
massimo termometrico di 29", temperatura di piena estate,
e che non si presenta neppure tutti gli anni. Il giorno 11
il termometro era già salito a 28'*2 ed il 13 notò an-
cora 26n.
/ santi di ghiaccio - L'estate i
La media torinica dall' 11 al 13 nia|
vata. a 21° 3, così da sorpassare di 3° le
male del periodo dal 15 al 18 lugli
r epoca piti calda dell' anno.
Se i pomoriggi sono stati notati per
le notti sono state notevoli egualmenl
giorno 11 non è disceso al di Hotto di
di 16°8 »! quello del 13 di 15''3,
Dopo avere attestato dei torridi sai
termometro si è inesso a scendere r
indicato un colpo di freddo dal _18 al S
Ia temperatura è scesa i» qìiést'ep
in media (normale = 12" 9), alla tempera
della fino di Marzo.
I minimi di questi quattro giorni S(
di 2-1, 0-8, O'-O, (r4 rispettivamente
20 e 21.
In altri luoghi ai ebbero temperature
Simile abbassamento, ma più inteiis
nella stessa epoca nel lOOU. Si osser
iiiinimì oscillanti intorno ~ G".
I più bassi minimi apportati in qui
santi di ghiaccio non erano stati che
velot (il 13), — 2"8 a Ville dn Hois (i
nistap (il 13), e in una gran parie del
constatarono che debolissimi geli.
Dobbiamo ancora conc!u(forc quaich
di questa istituzione popolare che sono i
Concludere nulla. Notare soltanto com(
riferiti avvalorino quanto avemmo a d
del 1905, e cioè che tali Santi non meri
che loro si dette da tempo, e che inia
|)rovata: la grande mutabilità della tem
di Maggio, per cui !hì hanno alcuni abbi
di temperatura spesso, ma non sempre
minate del mese.
/,■ estnU' del l'.K.
Nei primi mesi estivi dol 1907, e pii
Luglio, si è avuto a notare in buona pi
temperatura bassa, a spiegare la quale
t' America
ilicati dal-
i uii'accu-
r America.
fentmva la
lito nuove
suiudicata.
ce autore-
rito il Lu-
non scom-
iimile pre-
r deirOs-
più freddo
dia lermo-
lel 1879 e
3slo valore
9(15) della
lite curioise
li Cliica^
zioui dello
dol lampo
irea, e che
i cinque a
liti da un
ffuìniiio la
niello qiiA-
icialo sup-
iodorsi più
4u(Iiciente-
^vv .--
Lampi - Esplorazioni dell'alta atmosfera 47
VII. — Esplorazioni notevoli dell' alta atmosfera.
Fra le ascensioni di palloni sonda ne va registrata
una avvenuta il 5 settembre del 1907 con un pallone
lanciato dal servizio meteorologico del Belgio, e che tiene
ora il record dell* altitudine massima.
Il pallone, partito dall'Osservatorio di Uccie a 6^ 58°» 38«,
è arrivato ad un' altezza di 25989 metri a 7**53°*3Is . La
pressione barometrica a* tale altezza non era più che
di 17'»°i.
Altezze notevoli raggiunte con ascensioni antecedenti
furono :
il eS agosto 1905 a Strasburgo 25800 m.
il 7 giugno 1906 a Strasburgo 24200 »
' il 7 giugno 1906 a Milano 23800 »
V 8 novembre 1906 a Pavia 23890 »
L' ascensione del 3 agosto 1905, secondo quanto rife-
risce SuPAN in Peter mail li' 8 Mitteilungeny 1907^ ha rive-
lato nell'atmosfera la presenza di due grandi strati sovrap-
posti, ma nettamente distinti per le loro proprietà ter-
miche ed igrometriche. Nell'inferiore, temperatura ed
umidità subivano un decremento coli* altezza piiì o meno
rapido, mentre che neir altro esse provavano cambiamenti
minimi.
Per ciascuno degli elementi la transizione si faceva
ad un livello differente. Per ciò che rigiiarda la tempe-
ratura il primo strato si fermava a 14490 metri, ove è
stato registrato il minimo — 62"*. Più in alto gli strumenti
hanno accusato un riscaldamento lento e continuo corri-
spondente allo strato ad inversione superiore incontrato
nei sondaggi anteriori.
Nel caso attuale questo strato era notevole per il suo
spessore, superiore a 10 chilometri, per quanto al di là
del diciottesimo chilometro le registrazioni divengano
incerto in seguito all' insufficienza della ventilazione.
Lo strato igrometrico, che alla partenza era di 88,
cadeva al suo minimo 29 a 4950 metri. A partire da
questo livello sino a 7000 metri si elevava progressiva-
mente a 45 per rimanere presso a poco stazionario (42 a 37)
a partire dal decimo chilometro. (V. q. Annuario, p. 66).
!%■ T
48 Meteorologia e Fisica del globo
Ecco alcune cifre che completeranno le date indi-
cazioni
Spessore Variftaione
Altitudine Temp. deUo ogni
in metri centigradi strato in metri 100 metri
140 16^8
1640 14,2
3710 3,7
4120 3,4
1500 _ 0^7
2070 — 0,51
410 — 0,07
1010 — 0,33
^ion _aH 9360 ~0:67
14490 — 62,7
510 -f- 0,92
15000 58,0 Aivrvr^ , /^'oQ
3000 4- 0,07
3800 -h 0,19
19000 — 49,4
22000 — 47,3
25800 — 40,0
— A proposito di queste esplorazioni dell' alta atmo-
sfera non crediamo inutile indicare una istruttiva pole-
mica dibattutasi non molto fa e relativa allo strato iso-
termico superiore.
Si sa, e in questo Annuario Io abbiamo detto più
volte, che fra le constatazioni interessanti sulle condi-
zioni fisiche dell'alta atmosfera vi è appunto quella della
esistenza di uno strato d'aria relativamente caldo, ad
altitudini generalmente comprese fra H e 15 chilometri.
Il merito di questa scoperta si deve principalmente a
Teisserenc de Hort, per quanto Hermitz e Besanpou
r avessero intravista sin dal 1893-90. Essa scoperta venne
come è noto principalmente confermata dalle osservazioni
dell' Istituto aerologico prussiano.
Orbene, K. Nimfiihr, dell' Istituto meteorologico au-
striaco, ha sostenuto che non si debba contestare radical-
mente la indicata isotermia ma che la si debba couside-
rare come un fenomeno assai meno generale di quanto
credano Teisserenc e Assmanu.
Gli argomenti del Xiinfiihr sono stati validamente
ribattuti (la A. D(i Qiiervain del servizio meteorologico
svizzero, e questo ricorrendo ad argomenti di un carat-
tere molto obbiettivo e tali da mostrare come prevalenti
le ragioni in fav^ore dell' esistenza dello strato.
Per una rete meteorologica mondiale 49
Vni. — Progetto di organizzazione di una rete meteo-
rologica mondiale.
In questo Annuario abbiamo più volte avuto occasione
di ricordare come al progresso della meteorologia sia
necessaria un' intesa fra i vari Osservatori e la istitu-
zione di vedette in luoghi opportuni.
Ora dobbiamo con piacere registrare che il Comitato
meteorologico intemazionale, nella riunione che ha tenuto
a mezzo Settembre in Parigi, ha discussa una proposta
di L. Teisserenc de Bort relativa alla organizzazione di
una rete meteorologica telegrafica composta di un piccolo
numero di stazioni ripartite il più uniformemente possi-
bile nelle differenti regioni del globo, di guisa che si pos-
sano seguire quotidianamente le variazioni degli elementi
meteorologici, e più particolarmente quelli del calore solare
che giunge al suolo.
Il Teisserenc de Bort, dopo avere mostrati i vantaggi
che si potrebbero attendere da un' organizzazione che
mettesse sotto i nostri occhi ogni giorno i principali dati
della Fisica del globo osservati nelle regioni equatoriali,
temperate e prossime ai poli, ha indicato i mezzi pratici
che permetterebbero di giungere a questo risultato limi-
tando gli sforzi allo stretto necessario. Ne riferiamo i
principali.
Poiché si tratta solamente di fenomeni del tutto generali,
basta riunire le osservazioni di un numero di stazioni
limitatissime, purché la scelta sia fatta giudiziosamente.
Di più ci si potrebbe contentare di avere ogni giorno
i dati della vigilia. E questa facoltà permette di restrin-
gere molto le speso.
Per quanto è possibile, è necessario che le stazioni
sieno repartite regolarmente in longitudine ed in lati-
tudine.
Nella regione equatoriale sarebbe probabilmente suf-
ficiente di avere quattro o cinque stazioni, per esempio
una a Singapore o a Batavia, una al Congo nella costa,
una a Quito e una nelle isole dell' Australia. Le regioni
vicine dei tropici potrebbero essere rappresentate al Nord
da una stazione nell'India, da una stazione sahariana, da
una stazione al Messico e da una stazione nell' Oceano
Pacifico.
AhVUARIO SCIBHTIPIOO — XLIV. 4
T^T^I
50 ^ftte0l'O^og^a e Fisica del globo
Neir emisfero Sud basterebbero una staziono in Au-
stralia, una al Capo, una nella Repubblica Argentina
0, se possibile, una nel Pacifico.
Le regioni temperate potrebbero essere rappresentate,
nel uostro omisfei*o, da una stazione siberiana, da una o due
stazioni europeo da asfjri ungere a quelle che abbiamo, da
due stazioni americaìie, da una stazione nel Pacifico e da
mia nel Oiappone. Neil* emisfero Sud, i punti di osserv^a-
zione sono evidentemente rarissimi. Per il momento ci si
potrebbe contentare di inia stazione al Capo Horn o nella
terra del fuoco, di una stazione al sud della Nuova Zelanda
'e di una stazione nelT una delle isole, quale Kerguelen,
che mi giorno o V altro saranno occupate in modo per-
manente per la pesca.
Le regioni polari propriamente detto potrebbero essere
rappresentate da stazioni groenlandesi, da una stazione
neir America del Nord verso 140^* di longitudine, da una
staziono nella Siberia del Nord verso il polo del freddo.
Infine, vi sarebbe un interesse del tutto particolare ad
mui stazione meteoroloi» it»a allo Spitzberg. La presenza di
numerose miniere di carbone clie cominciano ad essere
n^golarmente sfruttate rende facilissimo il riscaldamento
della stazione durante la cattiva statrione. La distanza fra
lo Spitzberg e la costa della penisola scandinava permette
poi la eonninieazione con telegrafo senza fili.
N(^ir emisfero Sud si può pure sperare di vedere sta-
bilire alcune stazioni seitnititìche, ma i mezzi di trasmis-
HÌon(< delle osservazioni mancano ancora.
(Mascuini di (|U(»ste stazioni invierebbe quotidianamente
il dispaccio meteorolo^^ico al paese da cui dipende o ad
mio (ìtM ciMitrì mol(>reologiei europei. Quest'ultimo comu-
nicherebbe [)er lettera i risultati delle osservazioni agli
altri istituti di meteorologia di F^uropa. Le spese che il
funzionamento di questa rete importerebbe sarebbero così
assai li untate.
(Hi elementi meteorologici più importanti da osservare
e da trasmettere sembrano essere rintensilà della radiazione
solare osservata a diverse altezze fisse el disopra del-
l' orizzonte, la pressione barometrica e la temperatura, la
nebulosità, la direzione delli' correnti superiori, la dire-
zione deir intensità del vento, la [)ioggia, e forse gli ele-
menti magnetici se è possibile riassumere sufficientemente
lo stato magnetico in un dispaccio.
1
Fenomeno ottico neW Atlantico Bl
Vi sono senza dubbio — come osserva la Revue gene-
rale des sciences da cui prendiamo queste notizie — diffi-
coltà materiali alquanto importanti per 1* organizzazione
di questa rete, della quale molte stazioni non esistono
ancora. La pro[)Osta ha tuttavia incontrato una grande
accoglienza da parte del Comitato internazionale, che ha
nominato una Commissione speciale presieduta da Teis-
serenc de Bort e incaricata di preparare la realizzazione
della proposta medesima.
Sarebbe, V effettuazione di essa, il primo passo verso
lo studio d' insieme dei fenomeni del globo, studio che o
prima o poi si imporrà nella sua interezza.
IX. — Un netto fenomeno ottico neìV Atlantico. '
La Rivista nefologica ha riferito una osservazione
fatta dagli ufficiali del transatlantico americano Phiìa-
delphla. Si trovavano essi il venerdì 14 giugno in pieno
oceano a tre giorni dalle coste americane, quando i pas-
seggeri di sul ponte avvertirono stupefatti il disegno
nelle nubi di un grande transatlantico che sembrava
navigare nel cielo. Gli ufficiali del Philadelphia non esi-
tarono a riconoscere nei più piccoli dettagli il transa-
tlantico francese La Lorraine^ ma per quanto puntassero
i loro cannocchiali verso ogni parte nulla poterono scor-
gere sul man». Si fecero allora funzionare gli apparecchi
di telegrafia senza filo e qualche istante dopo perveniva
collo stesso mezzo la risposta partita dalla Lorraine ; ed
appariva che questa si trovava a 45 chilometri circa dal
Philadelphia^ troppo al disotto delTorizzonte quindi perchè
i due bastimenti potessero scorgersi T un T altro. Bisogna
difatti sollevarsi a IGO metri di altezza per ottenere un
cerchio di visibilità di 45 chilometri di raggio.
I dettagli della Lorraine oran riprodotti nelle nubi
con una sorprendente fedeltà : si potevano sinanche vedere
i passeggeri muoversi sul ponte. Questo fenomeno, uno
dei più straordinari del genere che si sieno registrati
negli annali marittimi, ha durato per una buona mezz'ora
ed è scomparso progressivamente. Il mare era calmo
come le acque di un lago ed il sole era nascosto dalle
nubi. La calma dell'atmosfera è del resto condizione indi-
spensabile alla formazione del fenomeno.
^ Im
62 Meteorologia e Fisica del globo
. X. — Sulla radioattività della pioggia,
G. Costanzo e C. Negro, dopo avere studiata la radioat-
tività della neve, haìuio riferito nella P/jy^. Zeitschr. i risul-
tati delle loro ricerche sulla radioattività della pioggia,
condotte a Bologna nella primavera del 1906 paralle-
lamente a opportune registrazioni barometriche, termo-
metriche ed aerometriehe. Le principali conclusioni di
siffatte ricerche sono lo seguenti : la pioggia caduta di
fresco è sempre radioattiva, e questa radioattività dimi-
nuisce poi rapidamente sino a scomparire completamente
al termine di diie ore. La pioggia di temporale, principal-
mente se è accompagnata da grandino, è molto intensa-
mente radioattiva. La pressione, la temperatura e la forza
e la direzione del vento non hanno fatto sentire alcuna
influenza.
• XJ. — Notizie di Òsservatorii,
Dobbiamo con piacere registrare la notizia che l'Isti-
tuto meteorologico neerlandese, la cui sede è a De Bildt
(Utrecht), ha subito una riorganizzazione completa, in
base alla quale esso è stato diviso in Sezioni, ciascuna
dotata del relativo direttore.
ÌjG Sezioni sono cinque e riguardano : 1.^ il servizio
generale ; 2.** il servizio del tempo e la meteorologia gene-
rale ; 3.** la climatologia ; 4." V oceanografia e la meteoro-
logia marittima ; 5.'* il magnetismo terrestre e la sismo-
logia.
— Secondo una breve nota della Revue generale des
scienceff^ V Osservatorio aeronautico di Lindenberg (Bran-
deburgo), che lo Stato prussiano ha fatto erigere in sosti-
tuzione deirOsservatorio provvisorio di Tegel, ha iniziato
con grande solerzia e prosegue con grande attività le
osservazioni che interessano la meteorologia delle alte
regioni dell' atmosfera. Oltre che dello osservazioni correnti
che formano il procrramma delle stazioni meteorologiche
ordinario (dati dell' andamento della temperatura dell'aria
ambiente, della umidità dell' atmosfera, dello precipita-
zioni), in queir osservatorio si curano anche degli ele-
menti caratteristici del vento, di ricerche sulla elettricità
Terremoto nel Messico 53
atmosferica, di determinazioni riferentisi alla radiazione
solare, di misure di pulviscolo atmosferico ecc.
— La Meteoroìogische Zeitschrift ha pubblicato uno
studio su nuove stazioni meteorologiche istituite dai
giapponesi sulle coste del Mar giallo ed in Manciuria.
La più interessante è quella di Moukden, nella quale
le osservazioni vengono solo dal mese di maggio del 1905.
U mese più piovoso vi è Luglio (280 mm. di acqua),
mentre che in Agosto lo cadute d' acqua sono debolissime
(38 mm.). La temperatura oscilla da 32'' di massimo in
Agosto a 24** di minimo in Dicembre.
U Istituto dei Colle <V Olen (3000 metri). — Per quanto
interessante varie scienze, questo Istituto che ha un reparto
di fisica terrestre e di meteorologia, va più opportuna-
mente ricordato in questa rubrica che non in altre del-
l' Annuario^ in quanto, se non serve esclusivamente allo
studio della atmosfera e dei suoi fenomeni in condizioni
speciali per altitudine e per libertà d' orizzonte, giova
tuttavia allo studio di fenomeni di ordine biologico in
relazione a siffatte speciali condizioni meteorologiche.
Come è noto, esso venne inaugurato neir estate di
quest'anno 1907.
XII. — Terremoto nel Messico,
Il sabato 14 aprile 1907, alle 11.30 della sera (tempo
di Messico) o il 15 aprilo alle 6 del mattino (tempo di
Greenwich), un terremoto dei più violenti ha perturbato
il Messico intero, facendo così seguito ai fenomeni dello
stesso genere che da tre anni hanno indicato una vera
recrudescenza di agitazione terrestre nella costa' del Pa-
cifico, e in generale in tutta la fascia di debolo resistenza
(vedi Annuario ùq\ 1906) che, attraverso al Mediterraneo,
al golfo Persico, allo stretto di Malacca, alle Antille, cir-
conda il globo.
La stessa città di Messico, della quale si era dapprima
annunciata la completa distruzione, ha, al contrario, rela-
tivamente poco sofferto, mentre che le città molto mono
importanti di Chlipancingo e di Ghilassu hanno subito
una distruzione quasi completa. È succeduto lo stosso
delle località disseminate nella costa del Pacifico fra Salina-
Cruz e Arcapulco. L' urto è stato sentito con forza a
San Luis de Potosi e a Juan Baptista, quantunque senza
Meteorologia e Fixiea del globo
effetti disastrosi. Ma queste città sono situate a 1000 e
a 700 chilometri dalla regione epieeiitrica, ciò che mostra
l'importanza del fenomeno sismico.
XIIl. — Il terremoto della Oiamaica.
In linea diretta sulla strada più corta da New York
a Panama a 100 miglia al Sud di Cuba e circa alla stessa
distanza Est da Haiti si trova l' isola inglese della Gia-
maica. Orbene in essa il 14 gennaio 19(17, alle tre e
mezzo, quando la maggior parte degli abitanti si tro-
vava fuori, si ebbe nria forte scossa di terremoto che ha
distrutto d' un tratto Kingston,
Il movimento generale liell' onda sismica fu dal Nord
al Sud o, in altre parole, dall'alta linea delle montagne
centrali verso la riva meridionale, (ili è così che se Porto
Antoni situato a 7C miglia di distanza è stato osso pure
colpito, il versante Nord doli' isola non ha risoiitito che
una scossa leggera.
Già colpita tro volte da terremoto e tre volte distrutta
dalle fiamme, Kingston risorse sempre. Auguriamoci che
risorga ancora, ma costruita coi buoni precetti suggeriti
dai sismologi.
XIV, — Stazioni sismiche nel Chili.
Il <foverno del Chili ha incaricalo di organizzare una
rete di stazioni sismiche in quel paese, il conte F. Do Mon-
tossus do Bailore. Il distinto sismologo dovrà pure pro-
fessare la sismologia iii^U' Università di Santiago ed ilhi-
mìnaro di opportuni consigli il Governo per la ricostru-
zione di Valparaiso, distrutta, come purtroppo dovemmo
dire noli' ultimo Annuario, da un terremoto.
XV. -- La jirimii nssemMen </eiier(iìr ilei/' Atigoriazioiie
internazinnalc iti sismnìngia.
1/ Associazione internazionale di sismologia creata a
Strasburgo noi 1901 ha tenuto la slih prima assemblea
dal sabato 21 al giovedì 20 settembre, nello stesso tempo
che la Commissiono permanente formata dai delegati
T' Tt.
Assemblea delV Associazione di Sismologia 55
ufficiali degli Stati aderenti air Associazione, e che di
questa costituisce il nucleo sempre attivo, teneva la seconda
sessione.
Le comunicazioni fatte air assemblea furono numerose
e di valore. Esse possono classificarsi in tre gruppi, V uno
dei quali riguarda la organizzazione delle osservazioni
sismiche, un secondo gli studi sismici propriamente detti
ed un terzo gli apparecchi.
Degno di nota particolare fu il discorso del presidente
dell' Associazione prof. Palazzo.
Egli ha indicato il nuovo indirizzo della sismologia,
pel quale questo ramo di studio assume un carattere
autonomo e si rivolge ai problemi più delicati della fìsica
del globo, dirigendo in particolare le sue mire alle que-
stioni della costituzione interna del globo.
Una tale rivoluzione neir ufficio della sismologia è
stato reso possibile dal grande perfezionamento degli
apparecchi registratori dei terremoti. Milne, Omori, Wie-
chert, Agamennone, Vicentini, Grablovitz, Alfani, Stiat-
tesi ed altri ci hanno dati sismografi di una sensibilità
così squisita che registrano delle onde sismiche prove-
nienti dagli antipodi, e talvolta anche le onde propagan-
tisi alla superfìcie del globo, dopo che hanno compiuto
uno o più giri attorno allo sferoide.
Numerosi studiosi hanno anche rivolta la loro atten-
zione al problema delle indicazioni strumentali, che richiede
di risalire dai tracciati degli strumenti al movimento reale
del suolo.
* Ed altri molti si sono rivolti con largo profitto alla
geografìa sismologica.
Ma degni di rilievo sono gli studi di coloro che si
sono rivolti a sviluppare la teoria matematica della pro-
pagazione delle onde sismiche che i sismogrammi dimo-
strano classificabili in specie ditferenti : le une propagan-
tisi alla superfìcie, le altre neir interno del globo, sia
trasversali, sia longitudinali e progredienti con velocità
differenti variabili di valore colla distanza dall' epicentro
sismico.
Si sono potute determinare lo traiettorie di queste
onde e studiare la loro riflessione, la loro rifrazione, la
loro dispersione e il loro assorbimento neir interno del
globo ; e si sono anche messe in rilievo delle analogie
curiose fra la sismologia dinamica ed i fenomeni ottici.
Tt^
5(j Meteorologia e Fìsica del globo
Poiché per sifiFatti problemi sono necessari calcoli
laboriosi, si è fondato un ufficio dei calcoli sismici sotto
l'impulsione geniale di De Kovesligethy ; ufficio analogo
a quello dei calcoli astronomici fondato già per facilitare
le determinazioni relativo alle orbite dei pianeti e alle
loro perturbazioni.
Tanta febbre di lavoro trova la sua ragione nel fatto
che la sismologia ci dà una chiav^e per penetrare il
mistero dell' interno del globo. Non potremo mai coi
nostri studi arrivare ad evitare il flagello dei terremoti,
non arriveremo forse neppure a prevederli, ma tuttavia
siamo ansiosi di sapere come è costituita internamente la
sfera terrestre sulla quale abitiamo. E Io studio delle
ondulazioni sismiche ci ha appreso qualche cosa di più
di quanto fino ad ora hanno potuto farci conoscere e
gli studi magnetici e il pendolo gravimetrico. Grazie alla
sismologia, la Terra è div^enuta in qualche guisa diafana
alla nostra intelligeuza. Le onde sismiche reudono, secondo
la giusta espressione del Wiechert, un servizio analogo
a quello dei raggi Rontgen usati dal chirurgo.
Orbene, la sismologia moderna ci ha condotti a con-
siderare il globo come costituito da vni nucleo solido
dotato di densità e di rigidità superiori a quello dell' ac-
ciaio. Questo nuclea sarebbe circondato da una crosta
rocciosa, e fra la crosta rocciosa ed il nucleo metallico si
troverebbe uno strato di materia plastica ad alta tempe-
ratura, o — se non ovunque, in molti luoghi — il magna-
lavico, la qual cosa spiegherebbe la localizzazione dei
fenomeni vulcanici.
I progressi che fauno apparire le ora indicate conce-
zioni della struttura del globo tanto differenti da quelle
di ieri, hanno richiesto la cooperazione di scienziati di
vari paesi e dicono della opportunità della nuova Asso-
ciazione sismologica internazionale.
Questi per sommi capi la tela e i principali argo-
menti del bel discorso del prof. Palazzo. Esso ha incon-
trato largo assentimento noirassembloa ed ha saputo bene
giustificare la creazione dell' Associazione internazionale
sismologica, anzi ha sai)uto mettere in rilievo come il
sorgere di questa s' imponesse.
Meteorologia e Finca del globo
però nascosto il pensiero che osso avrebbe
re trattato con criteri scientifici, così da con-
(tlche concliisioite più siguiflcativa nel campo
). Più che Io étudio in se, merita quindi men-
ogio r iniziativa.
lVIII. — Il mare colorato in rosso.
ai, luogotenente a bordo del Thibet, ha ossor-
jiugno 191)6 all' altezza del Uapo Coart, verso
mattino, clic l'acqua del mare è divenuta
di un rosso cupo sìintlo a quello dell'olio
riferito dal Bolìeltino della Società meteoro-
Krancia, è molto probabilmente, come notit
■e >, di ordine biologico.
.nismi inferiori del gruppo dello alghe e anche
ofniesono spesso cuiisa di fenomeni analoghi,
o. ad esempio, In colorazione azzurra dì certi
, l'aspetto del Baltico in coi-ti ginnn noi quali so-
0 disse un viaggiatore, a una zuppa con verdura.
'. materiale radioattivo esUteule. nell'atmosfera.
Geitel hanno mostrato che un corpo, dopo
to per qualche ora esposto all'aria aperta,
.tivauicnte, presenta dei fenomeni di radioat-
ta simili a <juelìi che si ossoi-viino nei corpi
contatto eolla emanazione di una sostanza
)rd e Aliali a Montreal ((Janadàj, hanno poi
< la legge di decriinienlo di tale attività, tro-
il pnicewso di disattivazione avveniva apjtros-
iile secondo una leggo esponeiiziiile, riiiucen-
ità ti metà in circa 45 minuti pi-imì. Secondo
[■i, tale legge di disattivazione inostravasi iudi-
iltrecliè dalla iiiilura del nn^lallo costituente
e, oniro certi limiti, dal valore del ]K)tenzialo
inunicato al (Ho stesso, noncliè dalla durata
ione. Kutlierford e Allan attribuirono i fcuo-
ssi osservati, e confermati poi da ulteriori
tleir Allan metiesimo, alla presenza nell'atmo-
anazione di radio.
Materiale radioattivo delV atmosfera 59
Sella, d' altra parte, aveva potuto osservare che V at-
tività indotta la quale si manifesta su di una lamina
esposta air effluvio elettrico air aria aperta, in Roma,
cresceva sensibilmente se la durata dell' effluvio veniva
prolungata per parecchie ore, osservazione questa che
male concordava coli' ipotesi che fosse la presenza di
emanazione di radio nelP atmosfera V unica causa degli
effetti osservati.
Più tardi Bumstead vide che in alcuni casi di decre-
mento rapido dell'attività indotta (cioè, come si dice, di
tipo radio) per un filo attivato all'aria aperta a New
Haven (Connecticut, S. U. d' A.) era seguito da un periodo
durante il quale l' attività stessa scemava assai lenta-
mente, con legge analoga a quella che si osserva nel
caso dell'attività indotta del torio (riduzione a metà in
undici ore). Egli notò inoltre che per attivazioni durate
12 ore, r attività indotta di tipo torio manifestata dal
filo poteva raggiungere il lo "/, dell'attività totale iniziale.
Poco dopo, e nella medesima località, Dadourian con-
statò che r aria estratta dal suolo dava luogo a fenomeni
di attività indotta in parte simili a quelli prodotti dai
sali di torio.
Finalmente Burbank ha potuto constatare, prima a
Gòttingen e poi a Washington, un fenomeno analogo a
quello osserv^ato da Bumstead.
Ciò nondimeno A. S. F]ve, dopo aver studiato accura-
tamente la questione della ionizzazione dell' atmosfera,
conclude che i fenomeni osservati sono da attribuirsi, se
non esclusivamente, almeno in massima parto, alla pre-
senza neir aria di emanazione di radio e dei suoi succes-
sivi prodotti di trasformazione, radio A e radio i) (il
radio B non emettendo in quantità apprezzabile radia-
zioni capaci di ionizzare).
A questo proposito v^a ricordato come, noli' ultima
edizione del suo libro Radioactlvity (pag. 528), liutherford
abbia espresso l' opinione che V attività indotta di tipo
torio, la quale si può osservare nell' atmosfera, debba
essere minima, essendo che V emanazione prodotta dai
sali di torio, a differenza di quella del radio, si disintegra
troppo rapidamente perchè le quantità di essa che si pos-
sono sprigionare dal suolo siano capaci di dar luogo a
notevoli fenemeni d' attività indotta.
Essendo la questione a questo punto, A. G. Blanc
intraprese, mettendosi nelle condizioni più favorev^oli,
Radioattivith delle rocce e calore della terra 61
Quando, alcuni anni addietro, Elster e Qeitel annun-
ziarono di aver riscontrato delle traccio di corpi attivi
in tutti i terreni da loro esaminati, sorse il problema di
sapere quale influenza potesse avere la produzione di
calore, che accompag^na il fenomeno radioattivo, sul valore
del gradiente termico terrestre.
Considerando che un grammo di radio, in equilibrio
radioattivo, produce circa 876.000 piccole calorie air anno,
e tenendo conto del valore attuale del gradiente terrestre
e della conduttività termica media delle rocce, Rutherford
calcolò che la presenza di 4,6 x. lO-i* grammi di radio
per grammo di terra sarebbe stata sufficiente a compen-
sare la perdita di calore che il globo subisce per con-
duzione.
Più tardi Strutt, in seguito ad una serie di accurate
ricerche portanti su di un numero grandissimo di rocce,
ha indicato come valore medio del contenuto in radio
della crosta terrestre la cifra di 1,4 X 10"^'^ grammi per
grammo di roccia.
Il valore trovato sperimentalmente da Strutt è dunque
oltre trenta volte maggiore di quello calcolato da Ruther-
ford. Siccome non sembrava possibile ammettere che la
terra si andasse riscaldando, Strutt tentò di fornire una
spiegazione, emettendo V idea che il radio non esistesse
uniformemente distribuito se non in una crosta superficiale,
il cui spessore, secondo i suoi calcoli, non doveva supe-
rare le 70 miglia inglesi.
Orbene, per quanto una simile ipotesi possa sembrare
azzardata, essa pure non si potrebbe a priori escludere
in modo assoluto: tanto più che delle considerazioni
basate sulla velocità di propagazione delle perturbazioni
sismiche sembrano indicare, secondo alcuni, che la natura
del materiale terrestre, a partire da una profondità di
alcune decine di miglia, debba mutare notevolmente.
Senonchè dei risultati recentemente ottenuti minacciano
di rendere del tutto inutile T ipotesi di Strutt, obbligan-
doci a ricorrere a qualche altra teoria per ispiegare le
condizioni termiche attuali della Terra.
Va premesso anzitutto che, se il metodo sperimentale
seguito da Strutt in cotesta investigazione può conside-
rarsi atto a rilevare con sufficiente esattezza la propor-
zione di radio contenuta nelle rocce, esso viceversa non
si presta in alcun modo a rivelare la presenza di quantità
'tteorologia e Fisica del globo
ài altri corpi attivi, quali i prodotti della
io 0 dell' attiuio.
reo ài recenti ricerche sulla natura del
ittivo contenuto in sospensione nell'atnio-
3 nei suoi dintorni, si è potuto constatare,
nel paragrafo precedente, che, oltre ai
famiglia del radio, anche quelli della
io dovevano venir considerati come fattori
della radioattività terrestre. Furono c^uindi
Bperienze per determinare la quantità di
he dovevasi supporre contenuta nell'unità
rreno per produrre gli effetti osservati, e
comparativo mo-strarono che tale quantità
ero inferiore a 5,87 X It^^ grammi di torio
terreno.
di peso, il potere calorifico del torio può
lioni di volte inferiore a anello del radio,
10-^ grammi di torio producono lo stesso
che 1.94 xU'*" grammi di radio. Di qui
I il torio contenuto nel snolo di Roma
lolo una quantità di calore venti volte circa
Ha media prodoila dai radio nelle rocco
trutt, e quindi oltre 600 volte superiore a
da Rutherford necessaria a mantenere
peratura intorna del globo,
'idcnte che se, eseguendo ricerche analo-
t provenienti da varie regioni, si ottenos-
ello stesso ordine di quelli avuti per la
, sarebbe il caso di chiedersi come mai
: di trovarsi nello condizioni presenti, non
stato di fusione. Voler adottare in tal caso
mata di Strutt significherebbe voler ridurre
tro miglia inglesi lo spessore della crosta
li radioattivi! L'assurdo di una simile
troppo evidente perchè convenga nem-
B dunque in tal caso cercare un'altra spie-
ebbe, ad esempio, chiedersi so la radioat-
neir interno del globo in condizioni iden-
II cui ai manifesta alla superficie; non è
pensare che le condizioni di pressione
:Ì08Ì profondi siano tali da ostacolare, e
luUare del tutto la disintegrazione radioat-
esperienze hanno, è vero, mostrato che
Stilla previsione del tempo 63
r attività di un sale di radio non subisce variazioni apprez-
zabili quando viene sottoposto a forti pressioni. Occorre
tuttavia riflettere che le condizioni, nel caso che consi-
deriamo, si presentano come assai diverse, dovendo noi
infatti immag-inare il materiale attivo diluito allo stato
di tracce infinitesime in sono alla massa rocciosa, e sot-
toposto a pressioni di un ordine di grandezza assoluta-
mente diverso rispetto a quelle che possiamo ottenere nei
nostri laboratori.
Ad ogni modo, conclude il Blanc, conviene vedere se i
risultati ottenuti in Roma si debbano considerare come
anormali, oppure se i terreni di altre regioni presentino
anch' essi un contenuto in torio dello stesso ordine : qua-
lora ciò si verificasse sarebbe il caso di affrontare cotesto
problema, che si presenterebbe allora come uno dei più
interessanti nel campo della radioattività. L. A.
XXL — Sulla previsione del tempo.
Si trova esposto in tutti i libri di meteorologia il
metodo classico con cui nc»gli uffici centrali meteorologici
dei singoli Stati si i)rocede alla previsione del tempo di
ventiquattro in ventiquattr* ore.
I mezzi di cui si servono i meteorologi per porre
in pratica un tal metodo sono però spesso insufficienti
allo scopo, per cui si va incontro a due inconvenienti,
l'uno dei quali si verifica quasi sempre, l'altro piii ra-
ramente, ma sempre più spesso di quanto sarebbe neces-
sario. II primo è che la previsione del tempo si fa in
termini troj)po generali per avere quello ai)plicazioni pra-
tiche che se ne [)otrebboro sperare; il secondo è quello
delle previsioni errate. So si pensa i)erò che, p. e., per
r Italia, la previsione del tempo di domani si fa esami-
nando la distribuzione che stamane la pi*essione atmo-
sferica aveva in Europa e paragonandola coi mutamenti
che oggi a mezzogiorno essa ha già risentito in Italia.^
si comprende subito che i)iìi di quello che, si fa attual-
mente con tali mezzi difficilmente si potrebbe realizzare.
È evidente che se Y incaricato di prevedere il tempo
di domani avesse già oggi ii sua disposizione un abbozzo,
malfari approssimato, di una carta che gli rappresentasse
la distribuzione della pressione atmosferica di domani
mattina^ il suo lavoro ne sarebbe reso molto più facile.
64 Meteorologia e Fisica del globo
il presapfio riuscirebbe più determinato e concreto, e gli
errori nella provisione sarebbero meno frequenti.
Facciamo un caso particolare. Oggi V incaricato del
presagio si trova davanti la carta isobarica d' Europa di
stamane^ e fonda su essa le sue conclusioni per domani.
Intanto oggi stesso^ senza che egli ne sia avvertito, una
depressione sta suir Atlantico avvicinandosi air Europa,
e non comparirà che sulla carta di domaitiììa. È da questa
depressione che può dipendere il tempo di domani^ e
intanto il meteorologo, di questo elemento essenziale, e
forse più importante d' ogni altro, coi metodi classici
della previsiono del tempo non ha oggi nessuna nozione.
È chiaro che nessuno potrà domani imputare a sua colpa
se la previsione è riuscita sbagliata.
V ha chi supplisce fino ad un certo punto a questo
inconveniente colia pratica acquistata in molti anni di
esercizio. Per lui, un pìccolo abbassamento delia pressione
sulla costa dell* Atlantico, abbassamento a cui altri non
attribuirebbe importanza, è V indizio d' una depressione
che viene dal largo. Ma la pratica non si comunica da
persona a persona ; basta che il meteorologo sperimen-
tato si debba assentare dal suo posto [)er qualche giorno,
perchè in tutto quel tempo in cui altri lo supplisce V in-
certezza regni sovrana in un servizio che ò pure d' im-
portanza nazionale.
Recentemente il signor Guilbert dall' Osservatorio me-
teorologico di Caen ha mostrato che si può, con certe
sue regole, dalla carta isobarica di ^éawm^i^ raccapezzare,
fino ad un certo punto, quale sarà la carta isobarica di
domattina. Più d' una volta le regole del Guilbert gli
hanno permesso di antivedere dello tempeste, per la cui
previsione, a ventiquattr' ore di distanza, i metodi soliti
erano assolutamente inadatti. Si tratta perciò di cosa
importantissima e vai la pena di dirne due parole.
Pel Guilbert la considerazione più importante è quella
del vento che soffia in ciascuna delle stazioni coi dati
delle quali si fanno le carte isobariche. È risaputo, anche
da chi ha appena una conoscenza superficiale della me-
teorologia, che il vento è prodotto dall' iiuiguale distri-
buzione della pressione atmosferica I venti si dividono
da molto tempo in una scala di 9 gradi, a seconda della
loro intensità. Orbene, un vento che abbia un' intensità 2
quando la pressione varia di 1 millimetro lungo un per-
corso di un grado geografico, è un vento normale, e
Sulla previsione del tempo 65
similmente sono normali dei venti d* intensità 4, 6, 8....
per gradienti di 2, 3, 4.... millimetri ad ogni grado
geografico. Venti più intensi o meno diconsi anormali
per eccesso o per difetto.
Se una depressione è tutta circondata da venti nor-
mali, rimane stazionaria senza accentuarsi, né diminuire;
se invece è circondata da venti anormali per eccesso essa
si colmerà ; se è circondata da venti anormali per difetto,
si accentuerà ancora più.
Una depressione circondata da venti diversamente
anormali^ cioè gli uni per eccesso, gli altri per difetto,
si sposterà verso la regione di minore resistenza.
Una tale regione è quella in cui dominano venti anor-
mali per difetto, o venti divergenti. Con questo nome
r A. intende dei venti che spirano in un certo luogo in
senso opposto al senso del vento che in quello stesso luogo
tenderebbe a produrre la depressione.
Un esempio varrà a chiarire questo concetto.
Sia, p. e., una depressione suir Irlanda, e si consideri
una località a Est di essa, p. e., sulla Manica. Siccome
le depressioni neir emisfero boreale sono di regola coro-
nate da venti che girano attorno ad esse nel senso opposto
a quello degli aghi d'un orologio, così, in virtù della
depressione supposta, il vento dovrebbe sulla Manica
soffiare da Sud. Se esso invece vi soffia da Nord, si può
star sicuri che la depressione si sposterà verso la Manica.
Lo stesso risultato si può enunciare in altri termini
così; un vento anormale per eccesso tende a produrre
un aumento di pressione sulla sua sinistra. Così, p. e.,
avendosi in un certo momento venti di Nord anormali
per eccesso sulla Provenza, si può presagire una dimi-
nuzione di pressione sulla Francia occidentale e un
aumento suir alta Italia.
Le regole di Guilbert sono fondate, più che altro, sulla
pratica ; esse hanno ricevuto conferme pratiche numerose
e sorprendenti, e sono forse destinate all' avvenire più
brillante nell'arte difficile della previsione del tempo.
*
Per passare adesso a lati più modesti dello stesso
argomento della previsione del tempo, ci piace ricordar
qui una elegante ed utile innovazione introdotta in tal
campo dall' Istituto centrale di Vienna. Il sig. A. Tellini
ÀHaiUARfO SCIKKTII'ICO — XLIV. 5
66 Meteorologia e Fisica del glòbo
di Udine, riferendo la innovazione nel primo fascicolo
di quest' anno del Bollettino bimensuale della Società
meteorologica Italiana, la raccomanda vivamente anche
air Italia.
Ecco di che si tratta. Ogni pomeriggio alle 14 viene
spedito da Vienna alle stazioni postali e telegrafiche un
dispaccio consistente di otto gruppi, di cinque lettere
ciascuno. Il telegramma viene esposto, al più tardi, tra le
16 e 17 dello stosso giorno, in ogni ufficio presso una
tabella o chiave che serve per interpretarlo. Nelle dome-
niche e negli altri giorni festivi il servizio non ha
luogo.
Ciascuno degli otto gruppi si riferisce a una delle
otto regioni in cui, per questo esercizio, ò diviso il terri-
torio austriaco. Chi vuole interpretare il telegramma ferma
r attenzione sul gruppo di lettere che si riferisce alla
contrada che lo interessa, e ricorre alla chiave, la quale
è divisa in cinque colonne con questi titoli:
1.* lettera - annuvolamento e precipitazione;
2.* » - vento;
3.^ » - temperatura;
4.* » - determinazione particolareggiata;
5.* » - saggio di previsione pel giorno
seguente.
L' egregio corrispondente del Bollettino si augura che
a qualche cosa di simile si addivenga anche da noi.
È un augurio che si può accettare, dato che le con-
dizioni meteoriche affatto speciali dell' Italia, per le quali
la provisione del tempo vi è resa anzi che no difficile,
no permettano la realizzazione.
XXII. — La grande inversione della temperatura.
Chiamasi così, a distinguerlo da altri fenomeni simili,
ma localizzati e di entità molto meno notevole, il fatto
per cui la temperatura delT aria, dopo essere andata dimi-
nuendo, al crescere delT altitudine, fino a un certo limite,
piglia in seguito ad aumentare.
Per darne un' idea concreta citeremo il caso di un
pallone sonda, munito di apparecchi autoregistratori,
che fu lanciato a Strasburgo il 3 agosto 1905; i dati
forniti da quegli apparecchi sono stati pubblicati solo da
1
La nuova rete di Osservaiorii per l'alta atmosfera 67
Otto mesi. La temperatura che era di 16° 8 alla partenza,
diacose fino a — 62' 7 quando il pallone fu a 14,500 m. d' al-
tezza; in se^rnito la temperatura risalì, raggiungendo il
valore di — 40° all'altezza di circa 26000 metri, la mag-
giore a cui un pallone sonda si sia mai innalzato finora.
Secondo ciò che rileviamo da una nota comunicata
all'Accademia delle Scienze di Francia l'S luglio 1907,
osservazioni analoghe vennero fatte contemporaueamente
a Kiruna (Lapponia svedese) e Trappes (Francia). Fatto
singolare: non solo si riscontri'i l'esistenza giù nota d'uno
strato d' aria relativamente calda a grande altezza, ma,
a parità d' altezza, le temperature rilevate in quello strato
a Kiruna non erano, malgrado la differenza di latitudine,
gran fatto diverso da quelle che si ebbero a Trappes.
La causa della grande inversione è ancora incerta.
Secondo una recente ipotesi di Fényi, pubblicata nella
Meteorologische Zeitgchrift d' agosto 1907, essa sarebbe
dovuta a radiazioni solari di speciali lunghezze d'onda,
che sarebbero fortemente assorbite dagli strati superiori
dell' atmosfera.
XXin. — La nuova rete dUOsservatorii per lo studio
dell' alla atmosfera.
Sul fluire del 1906 il prof. Hergesell, presidente della
Commissione permanente internazionale d' aerostazione
scientifica, ha pubblicato nna carta della reto di osserva-
torii distribuiti in tutto il mondo per lo studio dell'alta
atmosfera, rete inaugurata il 14 gennaio 1907 in occa-
sione dell'eclisse solare visibile dal continente asiatico.
Nelle regioni polari si hanno tre stazioni: una in
Groenlandia, l'altra in Islanda, la terza nella Norvegia
settentrionale. In ragione del clima troppo rigido, tali
stazioni sono unicamente destinate al lancio di palloni-
piloti, o di cervi volanti portanti strumenti registratori,
Le ascensioni di palloni montati e di palloni-sonda sono
riservate per climi meno inclementi.
La rote europea presenta il suo punto culminante e
più interessante nell'osservatorio Etneo. L'Etna, essendo
alto 3000 metri al disopra del livello del mare, presenta
uti' opportunità affatto speciale pel lancio di cervi -volanti
cho raggiungono lo grandi altezze ove reguano i venti
generali, e donde si possono raccogliere documenti per
la previsione scientifica del tempo.
BkSI^LSS^SBaS
68 Meteorologia e Fisica del globo
la Africa si hanno due osservatorii, a Bona, in Algeria,
e al Cairo. La rete europea si collega a quella americana
per mezzo di osservatorii istituiti a Terra Nuova, alle
Azore, alle Bermude, alla Avana, e nella Giamaica. In
Asia si hanno una 'stazione giapponese e due russe.
I lanci di palloni e cervi volanti debbono aver luogo
contemporaneamente di tre in tre mesi, e debbono durare
tre giorni consecutivi ciascuno. Si son pure prese delle
misure per avere insieme lanci consimili da parte di
navi da guerra o da commercio.
II primo lancio ebbe luogo quest' anno tra il 22 e il 27
luglio, e fu fatto col concorso d' un gi-an numero di sta-
zioni, terrestri ed oceaniche. Il governo italiano concesse
air uopo una nave da guerra che incrociò nel golfo di
Genova, e contemporaneamente palloni-sonda e palloni
frenati s'innalzavano da Pavia por conto di quel R. Osser-
vatorio goofìsico. Il principe di Monaco s' incaricò del-
l' esplorazione dell' alta atmosfera al disopra delle regioni
artiche; la marina tedesca eseguì mia spedizione appo-
sita tra r Islanda e la Norvegia; una nave della marina
francese fu inviata per lo stosso scopo alle Azore; il
yacht Otaria di Teisseronc de Bort ha fatto esperienze
aeronautiche nello regioni degli alisei e delle calme.
XXIV. — L estate di San Martino.
K nota l'opinione molto diffusa che intorno alla festa
di S. Martino, cioè intorno all' 11 novembre, vi sia un
brusco innalzamento di temperatura, corrispondente a
quella che si chiama V estate di San Martino, Negli ultimi
mesi del 190G si ebbe una discussione scientifica di qual-
che importanza su questo argomento, e l'eco di tal discus-
sione può trovarsi nel fascicolo di sottombre 1906 del-
VAìinuaire de la Societé Météorologiqne de Francese nel
fascicolo 16 novembre 1906 della rivista belga Ciel et
Terre.
Prima di tutto, l'estate di San Martino è essa un feno-
meno generalo? Questione, come si vede, importante,
perchè, ove non si tratti di fenomeìio generalo, bisognerà
nella ricerca delle sue ragioni invocare, piuttosto che
altro, delle cause locali. La risposta è ben netta; Testate
di San Martino non è un fenomeno generale ; anzi in alcuni
luoghi si dovrebbe piuttosto parlare del freddo di San Mar-
1 1
FSV^F-T
L* Estate di San Martino — Sensazioni di caldo e freddo , 69
tinoy perchè questa festa coincide con una brusca dimi-
nuzione di temperatura. Tal' è il caso di IJruxelles, giusta
quanto risulta al Lancaster, direttore dell' Osservatorio
di Uccie, dall'esame delle osservazioni termometriche di
54 anni (1838-1896); tal' è pure, secondo i risultati dello
stesso autore, il caso di Parigi, di Montpellier, di Monaco
di Baviera, di Greenwich e di Copenhagen ; tale quello
di Milano, secondo il Celoria.
Invece per Moureaux, direttore dell'Osservatorio del
Pare St. Maur, presso Parigi, dallo spoglio di 30 anni
d'osservazioni (1874-1903), Testate di San Martino risulta
verificarsi nettamente a Parigi. E ben vero che il periodo
d' osservazioni a cui il Lancaster ricorre è assai più
lungo di quello di cui si serve il Moureaux: 130 anni;
forse si può così spiegare la contraddizione.
A Nancy, secondo C. Millot, professore di Meteorologia
in quella Università, l'estate di San Martino si verifica,
ma in modo meno netto di quel che non faccia a Parigi,
secondo il Moureaux.
•
XXV. — Sulla relazione tra la temperatura delV aria
e la sensazione di caldo o di freddo percepita dalV uomo.
Le sensazioni termiche dell' uomo dipendono dalla
temperatura delle parti superficiali del suo corpo, e spe-
cialmente della pelle. I^ parti profonde del nostro orga-
nismo hanno una temperatura costante, vicina a 37%
opperciò le parti superficiali tendono a prendere anch'esse
la stessa temperatura. A ciò si oppongono la più bassa
temperatura dell'aria circostante e l'irradiazione di calore
che dal corpo umano si fa verso l'esterno. Influiscono
poi su questo antagonismo il movimento più o meno
rapido dell'aria circostante rispetto al corpo o viceversa
e l'umidità dell'aria stessa. Se invece di essere all'ombra,
la pelle è esposta al sole, deve entrare in conto, com' è
naturale, anche la irradiazione solare.
La temperatura dell'aria, qual' è data da un termo-
metro convenientemente installato, non è dunque la tevi-
peratura sentita dalTuomo: la relazione tra l'una e l'altra
è 'estremamente complessa, uè finora vi è \n\ completo
accordo degli studiosi su essa.
P. e., piuttosto controversa è V influenza che ha in
proposito l'umidità dell'aria. Si suol ritenere dai più che i^
70 Meteorologia e Fisica del globo
a seconda della umidità maggiore o minore, riesce più
o meno difficile T evaporazione del sudore, e poiché questa
evaporazione è sorgente di freddo, la temperatura sentita
dev'esserne fortemente influenzata. In quest'ordine d'idee
si è andati così avanti che qualche scienziato insigne,
come Hann, consiglia, quando il corpo è in sudore, di
dedurre l' intensità del caldo sentito non dall' ordinario
termometro, nja da un termometro che abbia il bulbo
rivestito di garza bagnata, come uno dei due termometri
che compongono un ordinario psicrometro.
Le ricerche recenti di I. Vincent, meteorologo belga,
di cui si pubblicano i risultati negli annali del servizio
meteorologico del Belgio, e di cui un sunto è già com-
parso nel del et Terre del marzo 1907, starebbero però
contro a una esagerata influenza dell'umidità.
L'A. ha determinato la temperatura della pelle della
propria mano, fr^a l'indice e il pollice, in una stanza in
cui l'umidità si poteva aumentare enormemente coll'aprire
il radiatore dell' impianto di riscaldamento a vapore.
Mentre il termometro avente il bulbo fasciato di garza
bagnata presentava variazioni di temperatura assai forti,
la temperatura della pelle non variava invece che assai
meno. Durante queste esperienze la temperatura della
camera non era tale che il corpo fosse in sudore; aveva
luogo soltanto quella che i fisiologi chiamano traspira-
zione insensibile, e il risultato ottenuto mostra che, in
tali condizioni, 1' evaporazione alla superficie della pelle
ha sempre luogo ugualmente, anche con aria circostante
umidissima.
Solo quando la temperatura della pelle, sotto l'azione
del caldo esterno, si eleva sufficientemente, le ghiandole
sudorifere divengono attivissime e coprono il corpo di
sudore. Allora le temperature che la pelle assume variano
in modo analogo a quelle d'un termometro bagnato; ma
non si tratta nemmeno in questo caso d'un parallelismo
molto rigoroso, e ciò perchè il corpo ha in sé una sor-
gente di calore che nel termometro bagnato non esiste.
L'A. ha anche fatto altre ricerche in una camera
all'ombra, con aria in quiete, temperatura e umidità
moderata, per modo che quest'ultima, stando ai risultati
dianzi enunciati, non avesse a produrre effetti sensibili.
Trovò che ai cambiamenti di temperatura nell'aria della
camera corrispondevano cambiamenti di temperatura nella
pelle secondo questa legge: la differenza tra la tempe-
-■y^ » — ;■»— ì; ■ ^-tj^^-f;^ ■ "V» "V« '.
Bilancio della circolazione acquea — Nefometro Besson 71
ra^wra interna del corpo umano e quella dell'aria è in
rapporto costante colla differenza tra la temperatura
della pelle e quella dell'aria. In ^Itre parole, per usare
termini tolti dalla matematica, la temperatura della pelle
è funzione lineare di quella dell* aria.
All'aria libera TA. ha anche studiato T influenza della
radiazione solare e del vento sulla temperatura della pelle.
Tutti questi risultati, che TA. compendia in formolette
algebriche assai semplici, valgono solo quando la tem-
peratura dell'aria circostante è superiore a 17^ Per tem-
perature minori, il termometro stretto fra il pollice e
V indice non raggiunge una temperatura d' equilibrio
soddisfacente.
XXVI. — Il bilancio della circolazione acquea sulla terra.
Sotto questo titolo E. Briicknor ha fatto una notevole
comunicazione alla Società elvetica per le scienze naturali.
Si solleva annualmente dal mare una quantità di
vapore corrispondente a 384000 Km. cubi d'acqua; dalla
terra ferma se ne solleva una quantità corrispondente a
97000 Km. cubi. Sono in tutto 481000 Km. cubi d'acqua
che piovono sulla totalità della terra.
Dei 384(KX) Km. cubi d'acqua sollevata per evapora-
zione dai mari, 359000 Km. cubi ricadono in pioggia sui
mari stessi, 25000 Km. cubi passano alla terra ferma,
cioè corrispondono alla differenza tra il vapore che dai
mari passa alla terra ferma e quello cTie segue il cam-
mino inverso.
Dei 97000 Km. cubi d'acqua sollevatisi in vapore
dalla terra ferma, 87000 competono alle terre che river-
sano la loro acqua nell'oceano. Questi 87000 Km. cubi,
più i 25000 Km. cubi provenienti dal mare corrispondono
a 112000 Km. cubi di piogge su tali terre.
Avanzano 10000 Km. cubi d'acqua svaporata dalle
terre senza comunicazione coli' oceano, che ricadono in
pioggia sulle stesse.
XXVII. — Il nefometro Besson.
Negli osservatori meteorologici si misura a intervalli
regolari la nebulosità del cielo; è l'occhio dell' osser\^a-
tore il quale stima approssimativamente quanti decimi
del cielo sono coperti da nubi e quanti scoperti.
72 Meteorologia e Fisica del globo
Con molto magg-iore esattezza questa determinazione
celeste si può fare col nefometro recentemente immaginato
dal Besson dell' osservatorio di Montsouris. Di questo stru-
mento riassumiamo la descrizione che ne dà l'autore
stesso nel fascicolo di ottobre 1906 della Eetnie népho-
logifjue.
Supponiamo che si potessero tracciare suir emisfero
delle linee per modo da dividerlo in dieci parti d'uguale
superfìcie. Per avere la nebulosità si potrebbe allora
valutare in decimi, in ogni parte, la porzione di essa
che è annuvolata; sommando i dieci numeri così ottenuti»
si avrebbe la nebulosità totale, espressa in centesimi
della volta celeste, con una precisione evidentemente
assai superiore a quella comportata da una valutazione
globale come la si pratica attualmente.
Le linee che non si possono tracciare in cielo si
segnano, su uno specchio convesso a forte curvatura,
dove si riflotte tutto iutiero il cielo. Questo specchio è
una calotta tagliata da una sfera di 30 cm. di diametro.
L' occhio dell osservatore si fissa contro una specie
d' oculare solidale col sostegno dello specchio. In tal po-
sizione la persona dell'osservatore copre all' incirca tre
fra gli scompartimenti in cui l'imagine del cielo è divisa.
Per ovviare a questa difficoltà, dopo aver notata la nebu-
losità nei sette scompartimenti scoperti, si fa ruotare lo
strumento di 180'. Allora le parti del cielo che corrispon-
devano prima ai tre scompartimenti ostruiti, sono rap-
presentate negli scompartimenti simmetrici a quelli, cosic-
ché l'osservazione può condursi a termine senz' altra
difficoltà.
XXV m. — La fine del tiro grandinifugo.
Il 2 dicembre 1906 il Sen. P. Blaserna comunicava
alla R. Accademia dei Lincei la sua relazione finale e
complessiva sulle esperienze di tiro contro la grandine
eseguite nel quinquennio 1902-06 alla stazione sperimen-
tale di Castelfranco Veneto.
Le esperienze in questione, dirette dal prof. Pochet-
tino col sussidio di un personale scelto e numeroso, si.
mostrarono fin da principio poco favorevoli ai tiri. Lo
stesso risultato negativo continuò ad aversi anche in
seguito.
Tiro graìidinifngo — Pioggia artificiale 73
Frattanto l'entusiasmo col quale in Italia s'era accolta
jji principio l'idea del tiro grandinifugo scemava dap-
prima per trasformarsi poi in un scuso d'ostilità. La
(.'amera dei deputati era sempre meno proclive a conce-
dere i fondi per le esperienze, e solo piegava davanti alla
necessità che le esperienze scientifiche si facessero con
calma e perseveranza, per non avere poi più a ritornare
fra qualche anno sulla questione del tiro.
Oltre all' effetto dei cannoni grandinifughi, la Stazione
sperimentalo esaminò attentamente anche altri mezzi
preconizzati contro la grandine. P, e., in Francia vauta-
vansi molto gli effetti ottenuti coi razzi. Tuttavia anche
questo metodo si mostrò inefficace, perfino coi razzi
Anlagne, capaci di elevarsi iid altezze comprese tra 900
e 1200 metri, e quindi di scoppiare in seno alle nubi
grandi ni fere.
L'effetto fu nullo anche con bombe di 8 Kg., lanciate
ad un'altezza di 800 metri e oltre.
A queste sconfortanti conclusioni a cui si è giunto
in Italia, aggiungeremo ancora, che anche in Stiria, patria
del tiro grandinifugo, questo ha finito per mostrarsi com-
plelaniente illusorio, come risulta dalla relazione del
prof, Prohaska al Ministero d'Agricoltura Austriaco, rela-
zione di cui troviamo un cenno nel fascicolo di marzo 1906
della Meteorologische Zeilschrift.
Invece nel Belgio pare che duri ancora un certo olti-
misrao sul modo di debellare il flagello della grandine,
e ciò è tanto più singolare perchè si Iratta d'un paese
ove non ebbero luogo tentativi di tiro grandinifugo.
I signori Marga e De la Hault fecero brevettare certi
piccoli palloni-torpedini, appuntili nella loro parto supo-
rioro, destinati a sollevarsi verticalmente ed a gran velo-
cità, ed a silurare, diciamo così, le nubi graudinifere
collo scoppio d'un esplosivo di cui sono carichi. Togliamo
questa notizia dal numero del 1.° marzo scorso del gior-
nale aeronautico belga la Coiiquèfe de l'Air.
XXIX. ^ La pioggia arlìflciale.
II fascicolo di marzo 1907 del Sgmons's Meleorological
Magazine contiene curiosi particolari sugli ultimi risultati
ottenuti negli Stati Uniti d'America colle famigerato
pioggle provocate artificialmente.
Meteorologia e Fisica del globo
In conseguenza della scarsità dell'acqua destinata ai
vnri miiini-nrì nnl ilUlrolln di Klondike, ìl gOVemo lo-
più importanti proprietarii
alto con un tal C. M, Hatfield
parecchie pio^ie artificiali
ioniia. Il contratto stabiliva
minato nell'estate del 1906
assicurare una prospora e
latria mineraria, egli avrebbe
[■no o 5000 dai proprietari di
sarebbero state rimborsate le
or sé e pei suoi aiutanti. Il
neno delle pioggio avrebbe
na commissione ove tutte le
ate rappresentate. Su queste
e operazioni in |;iugno col
parti del territorio la piog-
■iore alla normale, in altre
5, la pioggia fu pari a quella
imtssìone giudicatrice tenne
lale si stabili che l'opera di
lecessaria; questi sospese le
Ila liquidazione delle spese.
'ologia Eritrea.
uonte uno studio accurato e
assaua, per opera dei dottori
su osservazioni meteoriche
Non posaiamo, naturalmente,
iche; ma qualche dato, api-
forse i lettori 'MV Annuario.
mantiene supuriore a 30° da
ne il suo valore normale piil
nimo di 25" 6 in gennaio.
e febbraio si hanno a Mas-
Ito vicine a quello di luglio
. e Siracusa.
ture minime è di 22'* 4 per
a media delle massime è di
per luglio. Degno di nota è
il mese dì luglio, la tempo-
^F^.
Climatologia eritrea — Brusca diminuzione di pressione 76
ratura massima raggiunse in media il valore di 44^ 3;
invece nel 1887, la temperatura massima si limitò, in
luglio, a 36"* in media.
La pioggia è abbastanza poca: 182 mm. all'anno in
media, cioè un terzo circa di quella che suol cadere in
Puglia, Sardegna ed all'estremo sud della Sicilia, che
sono le regioni meno piovose d'Italia. I mesi di dicembre
e gennaio sono i più piovosi; non si ebbe mai pioggia
in giugno.
L'umidità è discreta; è essa che, colla elevata tempe-
ratura, rende un po' faticoso il soggiorno a Massaua anche
a coloro che provengono dalle regioni italiane pivi calde,
perchè, com' è noto, la traspirazione non può, in tali
condizioni, effettuarsi con molta intensità.
XXXI. — Di un effetto nefasto prodotto da una brusca
diminuzione di pressione atmosferica.
Fra le cause numerose che possono influire sullo svi-
luppo del grisou nelle miniere di carbon fossile, è stata
messa da molto tempo una diminuzione della pressione
atmosferica.
A questo proposito sono assai istruttive le esplosioni,
quasi simultanee, che si ebbero il 28 gennaio 1907 nei
distretti carboniferi di Lens e di Saarbriick. Esse infatti,
come mostra il Bigourdan, in una nota presentata al-
TAccademia delle Scienze di Parigi il 4 febbraio succes-
sivo, si produssero in un momento in cui il barometro,
alto da molto tempo, discendeva rapidamente.
XXXn. — / « brontidi » in Italia,
Sul fenomeno dei brontidi, il prof. Alippi di Urbino
ha pubblicato un lungo e documentato studio nel primo
fascicolo di quest'anno del Bollettino della Società Sisvio-
logica Italiana.
Sono i brontidi certe detonazioni o rombi d'origine
misteriosa che si sentono talora a distanza, anche a cielo
sereno, senza che nel fenomeno intervengano per nulla
tuoni dovuti a scariche elettriche.
Per comprendere meglio l'effetto acustico dei brontidi
e per riferimento a ciò che ci accadrà di dire in seguito,
riportiamo qui la scala in sette tipi, in cui, fin dal 1900,
il Davison propose di graduare questo fenomeno.
l'-t
Meteorologia e Figica del globo
^io di carri, ^i treni ili galleria, su ponti
, scoppio a volte ottuso, cupo, smorzato o
la pili spesso lontano, come suono basso,
mugghio, fischio di vento impetuoso, ululo
'o la cappa dì un camino.
I di un muro, scarico di mattoni.
i di corpi pesanti (alberi, legname, valanga,
di porte),
sione di un bollìtoto. d'una carica di dina-
■azzo, o rimbombo di colpo di cannone spa-
>itio di cavalli, lotte di uomini robusti nel
}re di una casa, rombo di una mareggiata
aiianza, crepitio di una pioggia sottile o della
fronde, spaccarsi od assestarsi di smisurate
se.
sono conosciuti anche all'osterò, con diversi
aesi Bassi, p. e., son chiamati Mistpoefferg,
i8 of Barisal, nel Sud-America bramidon.
per mezzo dell' Ufficio Centrale di MeteOro-
ette ad un'ampia inchiesta sui brontidi in
3 raccolse un copioso materiale di cui qui
alcuni punti principali,
i brontidi siano completamente ignoti nello
tali, non completameli te ignoti in quello ceiL-
itali.
no sarebbe pure sconosciuto nella pianura
! Lombarda, non completamente nella pia-
sarebbe invece ben noto nella bassa valle
roviucia di lìovigo. Da questa il fenomeno
tutta la pianura emiliano-romagnola fino ai
Lpenninici, e forse fino al crinale. Non paro
la marina, uè qui, né più gìd sulle coste
}magnote e marchigiane, eccettuati i pressi
neutre si mantiene frequente e notissimo
aggini adriatiche della catena dell'Apennino.
mportameuto ha presso a poco nell'altro
cchè il fenomeno, mentre è noto sulle pen-
)i ligure, è quasi ignoto lunga la costa del-
o Tirreno, ma è notissimo internamente in
;e toscane, del Senese, della provincia di
Lrezzo, e in gran parte dell'Umbria, se non
/ brontidi in Italia 77
in tutta. Si avvicina poi alquanto alla co3ta in provincia
di Grosseto, ma subito se ne ritrae verso l'interno: è ben
noto nei pressi del lago dì Bolsena, e più gììi nel Viter-
bese; è ignoto nell'Altipiano Aquilano. Proseguendo verso
sud, nel versante Tirrenico, un'altra zona battuta dal
fenomeno è quella dei colli laziali e della vallata del Sacco;
nel versante adriatico preferisce i dintorni di Chieti e la
montuosa regione del Molise, insieme eolla vicina pianura
del tavoliere delle Pugile L« ultime manifestazioni acu-
stiche verso l'Adriatico si hanno nelle Murgie a qualche
distanza dalla costa, come a qualche distanza dalle coste
si avvertono verso il golfo di Taranto, in provincia di
Lecce. La pianeggiante penisola Salentina sembra com-
pletamente immune dal fenomeno, che invece è straordi-
nariamente noto luntco tutto l'aspra o massiccia penisola
calabrese.
Non è altrettanto facile dolineare l'andamento geogra-
fico del fenomeno in Sicilia ed in Sardegna, per le poche
notizie avute da queste isole. Sembra che in Sicilia esso
•sia noto solo nelle provinele di Siracusa e di Palermo, e
che in Sardegna non si conosca che a Kosas (regione
Sulcis) in provincia di Cagliari. La terminologia del feno-
meno è s varia tissima; lo chiamano a seconda dei luoghi,
rombo, boati, muggiti, urli, honniti, bombiti, bombe o
rombe di mare, marina, tuoni, tonazza, trabusso, ecc. ecc.
Risultò dall'inchiesta che, nella maggior parte dei
casi i brontidi sono del II e VI tipo della scala Davison;
scarseggiano invece sopratutto quelli del V tipo.
Il fenomeno predilige il cielo sereno e l'aria calma.
Per ciò che riguarda la stagione preferita, si nota una
leggera prevalenza per l'estate; quanto all'ora del giorno,
i brontidi paro che si avvertano di preferenza nel pome-
riggio, un po' meno al mattino, pochissimo nella notte.
Lo direzioni dalle quali si sentono i brontidi conver-
gono a un dipresso :
nel Modenese e dintorni verso l'Appennino e forse
verso il M. Cimone; nella liomagna Toscana verso l'Ap-
pennino e specialmente verso il M. Fall«rona;
nella parte montuosa delle Marche e nell'alta Umbria
verso l'Appennino e quasi certamente verso il M. Ne-
rone ;
nel Senese e nella prov. di Firenze verso la catena
Metallifera Toscana e forse verso il M. Amiata;
'Alpe di Catenaia;
forse verso il M.
so i Monti Erniei
Monti Lepiiii;
lano.
jrincipali dell' in-
ottenuti, cerca di
ive escludere che
lontane, colpi di
eliminazioni, l'A.
cioè nell'interno
noafera per cause
. che, se di debole
>lto regioni iuos-
cavità sotterranee
I ì liftorali marini,'
- possono rinfor-
lall'uomo o costi-
looffers dell'atroo-
^l'ì altri; ma essi
ita del fenomeno:
itterranei.
>lmente spiegarsi
esso e così inteu-
i in .altre; quelle
isse di risonanza.
0 ben diversa da
nello delle roccie
di caverne,^
■e 1905 ha avuto
eruo e dei privati
iella regione cho
tti disastrosi, ma
■^*
Osservatorii geodinamici — Il terremoto del 1907 79
Mentre si sta studiando rimpianto di un osservatorio
geodinamico governativo di prim' ordine a Catanzaro,
nella stessa provincia è stato inaugurato un consimile
osservatorio privato nel Seminario vescovile di Mileto.
V istituzione è dovuta air iniziativa e liberalità di mon-
signor Morabito. Fanno parte del corredo scientifico del-
l'osservatorio due sensibilissimi tromometrografi Omori,
modificati dal Padre Alfani, il quale ne ciirò l'impianto.
I^ stesso Padre Alfani costruì e impiantò un sismo-
grafo per l'antico osservatorio di Valle di Pompei, che
fu trasferito nell'ospizio pei figli dei carcerati.
L'ora defunto prof. L. Ungarelli dotò nell'anno scorso
l'osservatorio di S. Luca a Bologna di una coppia di
pendoli orizzontali Stiattesi di grande modello.
Nell'Osservatorio di Moncalieri è stata istituita una
speciale sezione per la geodinamica, sezione che è posta
sotto la cura del Padre Penta, il quale liberalmente fornì
r i mezzi pecuniarii occorrenti per 1 acquisto e la colloca-
zione di nuovi apparecchi. Tra questi figurano due pen-
doli orizzontali, tipo Stiattesi.
Finalmente, per iniziativa del prof. A. Malladra, diret-
tore dell'Osservatorio meteorologico annesso al Collegio
Rosmini di Domodossola, una nuova stazione sismica si
è agghinta all'osservatorio. La parto più importante della
suppellettile scientifica vi è rappresentata da una coppia
di pendoli orizzontali, tipo Omori, costruiti sotto la dire-
zione del Padre Alfani.
XXXIV. — Il terremoto calabrese del 23 ottobre 1907.
Fra le repliche innumerevoli che seguirono alla scossa
dell' 8 settembre 19()5, nessuna aveva avuto T intensità
del terremoto che tornò a colpire la desolata ('alabria
alle ore 21,30 del 23 ottobre u. s.
Dire al momento attuale dove sia stato l'epicentro di
quest'ultima scossa sarebbe ancora prematuro. Certo si
è che la regione più fieramente colpita fu quella parte
della provincia di Roggio che si specchia noU'Jonio; e
tutti hanno ancora prosenti le raccapriccianti descrizioni
pubblicate dai giornali delle rovine di Ferruzzano e di
Brancaleone. Questa scossa difTorì cosi da quella del
80 Meteorologia e Fisica del globo
1905, in quanto che allora era stato invece più dan-
negg'iato il versante tirrenico della Calabria. Ne differì
anche per T ostensione. Infatti nel 1905 il terremoto era
stato avvertito in tutta la bassa Italia fino a Napoli;
questa volta invece si arrestò al circondario di Castro-
villari. Dalla parte opposta V estensione fu presso a poco
la stessa nei due casi, perchè tanto nel 1905 come nel-
r ottobre scorso la scossa si estese a tutta la Sicilia
orientale.
È poi inutile aggiungere come la nuova commozione
tellurica abbia reso anche più sentita la necessità d*un
forte organamento del servizio geodinamico in Calabria;
questa volta le osservazioni più diligenti vennero com-
piute air Osservatorio di Mileto (Catanzaro), fondato or
fa un anno a cura di quel vescovo, mons. Morabito.
V. M.
III. - Fisica
de) prof. Lavoro Amaduzzi in BoIoj^iih
I. — / raggi canale ed i raggila,
Sul conto dei raggi canale scoperti nel 1886 dal Gold-
stein molte ricerche furono in questiJJ^ultimi tempi ese-
guite, che meritano qui di essere riferite.
Che cosa siano i raggi canale è presto ricordato. Nel
1886 Goldstein scoprì che quando in un tubo a vuoto il
catodo è perforato, passano attraverso alle aperture dei
raggi che producono una luminosità nel gas che si trova
al di dietro del catodo medesimo. Il colore della luce
dipende dal gas contenuto nel tubo e coincide con quello
della luminosità che ricopre immediatamente la superfìcie
anteriore del catodo. Orbene sono appunto tali raggi che
il Goldstein chìixmò KanalstrahUn e che noi diciamo
raggi canale.
Goldstein fece vedere come un campo magnetico^capace
di deviare molto energicamente i raggi catodici non eser-
citava azione sensibile sui raggi canale. Ma il Wien di-
mostrò che coir impiego Idi campi magnetici intensi sì ha
anche la deviazione di siffatti raggi, che chiameremo pure
raggi positivi, appunto perchè, come il Wien potè vedere,
essi sono dai campi magnetici deviati in senso contrario
a come vengono deviati i raggi catodici, dimostrandosi
per tal modo carichi positivamente.
Questo risultato è stato confermato raccogliendo la
carica elettrica in un cilindro nel quale i raggi penetrano
attraverso ad un piccolo foro, ed anche dal senso della
deviazione elettrostatica.
Misurando simultaneamente le deviazioni elettrica e
magnetica, il Wien ha trovato per il rapporto fra la
carica e la massa dello particelle costituenti i raggi canale
AnUUAKIO 8CIBKT1FICO — XLIV. H
J
valori dei quali il massimo è 10', che è identico a quello
che (là r atomo di idrojfciio nella elettrolisi, e iio ha aiiclie
misurata la velocità.
Siffatte misure, confermate più o meno rigiro sa monte
da sperimentatori vari, hanno' fatto sorgere Jl |)eiisiero
che t raggi canale propriameiilo dotti, quali furono sco-
perti dal Ooldstoiii, risitltinoda atomi esistenti nel tubo,
privi di un elettrone, ritenendosi che por occlusione esista
sempre in qualche parte del tubo o degli oleltrodi mia
traccia più o meno grande di idrogeno.
Ma lo misure più recenti avi-ehbero messo in riliovo
anche la esistenza di raggi costituiti da masse elettrizzate
di grandezza molto considerevole.
Ed a proposito di questi raggi costituiti da grosse
masso ci piace riferire quanto nel discorso di apertura
della Sezione di Fisica noi Congresso dì Parma ebbe a
dire il prof. Righi.
« Potrebbe darsi che in realtà —- egli osservò — la
» massa dei ioni positivi che li costituiscono non fosse così
> grande come risultai dallo determinazioni. Infatti, se uii
» ione perde la sua carica incontrando un elettrone noga-
* tivo che ad esso rimanga unito cessa subito 1' azione
» deviatrice, e 1' atomo neutro così fonnato continua in
» linea retta il suo moto lino al diaframma fosforescente
> impiegato a rivelare le deviazioni. La deviazione subita
> da un tal ione sarà allora tanto minoro quanto mag-
* giore fu il poi-corso fatto dopo la ana trasformazione in
* atomo neutro. A questa spiegazione si può perf» obiet-
» tare, che manca una sicura prova del fatto, che nn atomo
* neutro provochi la fosforescenza, come fanno gli elet-
» troni o i ioni. Si può invece supporre, che i raggi poco
» deviati siono costituiti da ioni metallici tratti dagli elot-
» trodi, benché diftìcilmonlc si comprenda allora come
■ possano formarsi e sopratutto pervenire sÌìio olti-e il
» catodo. Inlìno si potrebbe immaginare che i detti raggi
* fossero costituiti da ioni gassosi compiessi, risultanti
> dall' unione di un certo numero di atomi neutri ad ogfiii
» ione positivo ».
E si vedrà appunto in allro paragrafo come in gas
alla pressione ordinaria sin dimostrata la produzione di
simili grossi ioni.
Ciò però che è la parto principale e foTidamontalo dei
raggi canale si è lo sciame di parlieelle costituite da
atomi-ioni del gas ntlravorsato <iiilla scarica.
\
I raggi canale e i raggi a 8B
Centri materiali carichi di elettricità positiva o sino
ad ora assimilati ai raggi del Goldstein sono i raggi a
delle sostanze radioattive.
Anche per essi il valore del rapporto fra la carica e
la massa fece supporre che la massa delle particelle fosse
di grandezza paragonabile a quella degli atomi.
Orbene, ricerche reconti hanno turbata questa stretta
analogia fra raggi a e raggi di Goldstein, perchè hanno
provato come i raggi a abbiano costituzione indipendente
dalla sostanza che li origina.
Le varie misure eseguite sui raggi a dal Hutherford,
dal Des Ooudres, dal Mackenzie ecc. avevano fornito
valori sempre più approssimati del rapporto fra carica
e massa, ma non era mai stato possibile raggiungere una
glande esattezza, poiché le sostanze radioattive impiegato
emettevano particelle a con diverse velocità iniziali.
Recenti esperienze del Rutherford si sono rivolte ad
un pennello di .raggi a omogenei quale può essere otte-
nuto, in base ad una osservazione dello stosso Ruther-
ford, usando come sorgente un filo sottile reso molto
attivo per il deposito della emanazione del radio. Dopo
pochi minuti sul filo rimane soltanto, come sorgente di
raggi a, il radio-C, e vengono perciò emesse particelle a
aventi tutte la stessa velocità e che subiscono eguali
perdite di velocità dopo avere attraversato spessori eguali
di sostanze assorbenti.
I raggi così ottenuti, propagandosi in un tubo nel
quale era fatto il vuoto per evitare V energico assorbi-
mento da parte dell' aria, passavano per una fenditura
e per lo spazio interposto fra due lamine destinate alla
creazione del campo elettrico.
Assoggettando i raggi all' azione del campo elettrico
e di un campo magnetico si aveva modo, considerando
le condizioni della linea di fluorescenza segnata dal pen-
nello che essi costituivatio e riprodotta fotograficamente,
di calcolare la velocità delle particelle ed il rapporto fra
la carica loro e la massa.
I risultati delle esperienze, delle misure, dei calcoli
portarono alle conclusioni seguenti:
II rapporto fra la carica e la massa, eguale a 5 X 10^
per il radio-C, si conserva invariato do})0 il passaggio
84 Fisica
attraverso a strati diversi di sostanze assorbenti; mentre
la velocità iniziale eguale a circa un quindicesimo di
quello della luce (20 mila chilometri al secondo) si va
progressivamente riducendo.
Il rapporto medesimo ha lo stesso valore per le par-
ticelle a emesse dal radio-C, dal radio-A, dal radio-F,
dair attinie, da tutti i derivati radioattivi del torio, in una
parola da tutti i corpi radioattivi conosciuti che si pote-
rono esperimentare; cosicché si può coucludere che le
particelle a emesse dalle diverse sostanze radioattive sono
tutte identiche, e per esse il rapportg fra carica e massa
ha un valore metà di quello che è proprio dell' atomo
deir idrogeno nella elettrolisi.
Il Rutherford nota, e non vi può essere ohi non veda,
come questa ultima sia una conclusione importante poiché
mostra che V uranio, il torio e T attinie, che si comportano
chÌQiicamente come elementi diversi, hanno un prodotto
comune di trasformazione. La particella a costituisce uiyi
delle fondamentali unità della materia di cui gli atomi
di questi elementi sono formati. Quando si tenga presente
che nel processo della loro trasformazioue il radio e il
torio emettono cinque particelle a ciascuno, T attinie
quattro e V uranio una, e che il radio è, secondo ogni
probabilità, un prodotto di trasformazione dell' uranio, si
riconosce che la particella a é un importante costituente
fondamentale degli atomi dei radio-elemeuti.
Altre conseguenze notevoli il Rutherford ha tratto dalle
sue esperienze, che non possiamo qui in dettaglio con-
siderare.
Il fatto sul quale conviene insistere si è questo che:
le partirei le % emesse dalle più diverse sostanze radioat-
live sono identiche^ e per esse il rapporto fra carica e'
massa ha un valore metà di quello proprio air atomo di
idrogeno.
Siccome la massa atomica dell' elio è quadrupla di
quella dell' idrogeno, si possono fare sulla particella a tre
ipotesi: 1.^ che essa risulti da una molecola di idrogeno
associata alla carica ionica di un atomo di idrogeno; 2^ che
essa sia costituita da un atomo di elio associato a una
carica elettrica doppia di quella dell'atomo di idrogeno;
8.* che essa sia costituita da mezzo atomo di elio traspor-
tante la carica di un singolo atomo di idrogeno. Il Ruther-
ford esclude la prima ipotosi, e senza ritenere improbabile,
la terza, mostra di prestare la fiducia maggioro alla seconda.
Il pnrallolisnio fm ra^gi a. e raggi canale tnrbs
questa coocliisiotie semLra perù ristabililo da r
esperienze dì >I. J. Thomson, dalle quali risulterebbe
a bassissime pressioni si ottengano raggi canale non
delle qualità atomiche del gas contenuto nel reci]
come i raggi del Goldstein, ed analoghi ai raggi :
Dire brevemente di sifTatte esperienze, che 1
costituito uno degli argomenti, che nell'anno dt
abbiano maggiormente interessato i tìsici, ci pan
utile.
li Thomson ha sperimentato tanto su gas a prei
bassissima come su gas rarefatti si, ma non ecce
niente, per potere meglio istituire un confronto fri
su Itati.
I raggi orano svelali e localizzati dalfa ' fosforei
che essi producevano su uno schermo posto al termi
tnbo. Dopo avere esaminato un grande numero di soi
pnr determinare quella che dà la fluoi-escenza più
sotto r azione dei raggi studiati, si fermò all' uso
willemite, che veniva cosparsa in polvere finissima
uno strato sottile di vetro solubile deposto sopra la I
collocata al termino del tubo di esperienza.
La forma di tal tubo è rappresentata dalla figur
catodo Cera munito di un foro che si adattava in corr
denza di un piccolo tubo F. Dopo aver traversato i
cino f i raggi positivi passavano fra due lamine
lelc di alluminio AA. Queste lamine erano vertici
guisa che, quando si stabiliva fra di esse una diffc
di potenziale, i raggi traversavano un campo orizz
il cni effetto si traduceva in una deviazione orizz
(iella macchia sullo schermo. La parte del tubo
nento le lastre di alluminio era assottigliata per qua
possibile 0 posta fra i poli l'P di una potente elei
lamita Du liois. I pezzi polari di questa elottroca!
orano così tanto avvicinati, o posti in tal maniera,
linee di forza magnetica risultavano orizzontali o per
colari al tragitto dei raggi. Il campo magnetico proc
quindi una deviazione verticale della macchia lluoref
Per deviare i raggi positivi, come si sa, occorrono
intensi e se le linee di forza di questi sL estendi
di là del catodo ne nasce in questa regiono una <
siono dnlla scarica capace di falsare la ossorvaziom
macchia fltioresceiito che è traccia dei rag'gi. Era dunque
iiocessario nello osiierienzo de! Thoinson proteggere il
tubo fra il catodo e l'anodo per essere sicuri che le de-
viazioni osservate della macchia thiorescente fossero
dovute nnicamento all'aziono simultanea dei campi elet-
trico 0 maguolico a partire dalla rogiono posteriore al
catodo. A questo fino serviva uno schermo ir e lamine
come / in ferro dolce collocate come mostra la figura -i.
Lo esperienze miravano alla detenni nazione tiel rap-
porto fra carica o massa e della velocità delle patticollc
coitituonti i ras'*ri,o questo con mi metodo ben noto dolio
spostamento dei ragt^i per l'aziono simultanea del campo
elettrico e magnetico. In assenza di ogni campo i ragg-i
davano soltanto un punto luminoso sullo schermo tluore-
scento. Coi due campi siiniillauei la macchia luminosa
non veniva solamente spostata, ma anche allungata in
strisele o diffusa a ricoprire anche un' area considerevole.
Per fissare l'aspetto di queste regioni di fluorescenza il
Thomson ricorse al decalco od ottenne per vari casi figure
che potè riprodurre nella sua memoria.
, Orliniio col calcolo si dimostra, che so il fascio di ragg*]
è composto di rajrgi dotali di velocità costante, ma tali
che il rapporto fra carica e massa delle particelle vari
da 0 sino ad nn limito superiore. In macchia fluorescente
/ raggi canale ed i raggi a
87
devo distendersi lungo un segmento di retta dall' origine
sino ad una eerta distanza. So si compone al contrario
di due gruppi, l' uno con velocità differente da quella
deir altro, si avranno due tratti rettilinei. Se è costante
invece il rapporto fra carica e massa, ma varia là velo-
cità da zero sino ad un massimo, allora la chiazza fosfo-
rescente si distenderà in una porzione di parabola.
Dal valore della deviazione, in ogni caso, con calcolo
opportuno si poteva ottenere il rapporto fra carica e massa
della particella.
Ebbene, nelle esperienze di Thomson, per il caso di
'gas rarefatti a pressioni non eccessivamente basso si ave- .
vano i risultati seguenti.
La deviazione col solo campo magnetico aveva anda-
mento pressoché verticale, la deviazione elettrica quasi
orizzontale e la deviazione composta intermedia. Si aveva
anche uno spostamento verso il basso pure dovuto airazione
simultanea dei due campi. Orbene la porzione superiore
che era la più brillante corrispondeva ad una carica
positiva dei raggi, la porzione inferiore ad una carica
negativa.
Considerando la parte superiore, si può dire che V an-
damento rettilineo dei contorni denoti la costanza della
velocità dei raggi mentre attesta una varietà per il rap-
porto fra carica e massa delle particelle, che secondo i
calcoli va dal valore zero per la porzione non deviata ad
un valore sensibilmente eguale a 10^
Sul conto dei n^gi negativi indicati dalla regione
inferiore, si rileva mx valore massimo per il rapporto
fra carica e massa che è inferiore a 10*, e quindi essi non
sono certo raggi catodici, perchè a questi compete un
valore 1, 7.10'.
A press oni bassissime i risultati delle esperienze di
Thomson si sono rivelati particolarmente interessanti.
La chiazza fosforescente invece di costituire una
striscia continua si divide in due isolate. La parte corri-
spondente ad una deviazione piccola scompare, come fa
la regione fosforescente dovuta alla porzione di raggi
carichi negativamente.
Per avere un effetto sensibile bisogna a pressioni
molto basse ricorrere ad artifìci convenienti perchè la
scarica possa passare senza pregiudizio della incolumità
del tubo. II Thomson ha sormontata questa difficoltà uti-
lizzando il fatto che, quando il catodo è formato di un
88 Fisica
metallo molto elettro-positivo, la scarica passa molto più
facilmente che con un catodo di platino o di alluminio.
E si è valso di jina leg-a liquida di potassio e di sodio,
della (piale cospargeva il catodo. Ha fatto pure uso di
calcio.
Orbene i risultati ottenuti sono questi : Qualunque sia
il gas che riempie il tubo o la natura dell' elettrodo la
fosforescenza si manifesta con due macchie. Per V una
il valore massimo del rapporto fra carica e massa è 10*,
valore corrispondente all' atomo di idrog-eno. Il valore
per tale rapporto in relazione all'altra chiazza è ox 10\
corrispondente alle particelle a o alle molecole di idro-
g"eno. Lo dilTerenze che si notano sono dovute a diffe-
renze di pressione piuttosto che a differenze nella natura
del «ras.
W. Wien alle conclusioni del Thomson ha fatto le
seiruenti osservazioni principali: che e<^li in una sua
antecedente memoria ha attirato V attenzione sul fatto
della esistenza in differenti ^as di particelle per le quali
il valore del rapporto fra carica e massa corrisponde a
quello dell'idrogeno. L'atomo di idrogeno dà sul vetro
(lei tubo usato nelle esperienze una fluorescenza diversa
da quella degli altri gas. Le sue ricerche lo portarono
a vedere come il valore limite 10* è ottenuto sempre con
siffatta fluorescenza; tuttavia egli potè osservare che con
una purificazione minuziosissima del gas la fluore-
scenza dovuta air idrogeno diventava debolissima. Per
(|uesta ragione è da ritenersi sino a conferma contraria
che il valore del ra})porto 10' trovato per altri gas sia
dovuto ad un piccolo residuo di idrogeno.
Alle obbiezioni mosse dal Wien, J. J. Thomson ha
risposto con una nota, nella quale osserva, che in tutte le
esperienze a bassa pressione fatte da lui, la maggior
parto della luminosità corrispondeva sempre ai raggi per
i (inali il rapporto fra la carica e la massa delle parti-
celle era di 10* o r).10\ Una esperienza eseguita dopo
la pubblicazione della prima nota veniv^a fatta con un
tubo a vuoto collegato ad altro contenente permanganato
di potassio mediante una lunga spirale immersa nell'aria
liquida. Lo stesso tubo era collegato alla pompa con un
dispositivo simile, e mentre la pompa agiva esso veniva
riscaldato e continuamente attraversato da scariche allo
scopo di eliminare completamente ogni traccia di gas ade-"
rente od occluso nello pareti e negli elettrodi.
/ raggi canale ed i raggi x 89
Nel corso di sei giorni veuno vuotato o successiva-
montc riempito da ossigeno per riscaldamento del per-
manganato di potassio. D' altro canto per la immersione
delle indicate vspirali di comunicazione nelF aria liquida
nessuna sensibile traccia di vapore acqueo poteva avere
ricetto nel tubo.
Orbene anche con queste rigorose condizioni speri-
mentali le macchie fosforescenti corrispondenti a 10* ed
a 5.10^ erano le stesse che si avevano nelle esperienze
antecedenti, né venivano sen^ibilment ) modificate quando
si introduceva nel tubo deir idrogeno alla medesima pres-
sione.
Il prof. Righi nel discorso di apertura della sezione
di fisica della nuova Associazione italiana per il progresso
della scienze ebbe a dire, a proposito di queste ultime
esperienze del Thomson:
< Però, per quanto tali esperienze abbiano un altis-
» Simo valore di prova, V obbiezione del Wien è di quelle
» che ai possono definitivamente confutare solo in seguito
» a esperienze vai'iate e numerose, compiute da vari spe-
» rimentatori ».
A proposito dei raggi positivi crediamo conveniente
dire alcune parole sullo studio oltremodo fecondo che su
di esso è stato iniziato già. da tempo dallo Stark e rela-
tivo air effetto Doppler che in essi si manifesta.
È noto in che cosa consista V effetto Doppler, ed in
varie occasioni in questo stesso Annuario so ne è dovuto
parlare, tanto in questa rubrica, come in quella di Astro-
nomia.
Orbene lo Stark esaminando collo spettroscopio la
luce che si manifesta lungo il percorso dei raggi positivi
e dovuta alla luminosità dei ioni che lì costituiscono, ha
notato, che mentre si ottiene sensibilmente lo spettro ca-
ratteristico del gas contenuto nei tubo di scarica quando
la direzione del fascio di luce analizzata è perpendico-
lare alla direzione del moto dei ioni, le medesime righe
spettrali costituenti siffatto spettro risultano spostate verso
la estremità violetta se la direzione ed il senso di osser-
vazione sono quelli medesimi del moto dei ioni. Inver-
tendo il senso di osservazione, lo spostamento apparisce
verso il rosso. Realizzando raggi positivi aventi direzioni
variamento iriclinalo sulla direziono del moto dot ioni, si
hanno spostamenti intermedi.
Siamo diinquo oviiloiiteiuente di fmnto ad un elTetto
Dfippler, air effetto riaultanto dalla composizione del moto
traslatorio delle particelle luminose col loro moto vibra-
torio, olio è cansa della luminosità.
E9S0 è stato osservato anche analizzando la luce del
primo strato negativo, ed essondosì per questo notato Io
spostamento delle rii^he nei due sensi, si e dovuto conclu-
dere che oltre ai ioni positivi che sì muovono nel senso
solito, ve ne sieno altri che si muovono in senso contrario,
quasi che fossero riflessi dal catodo.
Molte, e molto feconde, come abbiamo detto, sono le
consegruenze che si sono ricavato dallo studio dell'effetto
Dtippler noi rag;gi positivi. Ci limiteremo ad indicare i
principali risultati, e, senza discuterli, percliì' troppo a
iunj^o dovremmo soffermarci ed il linguagg;Ìo usato po-
trebbe apparire non adatto all' indole di questa pubbli-
cazione, accenneremo alle più notevoli consegnenzo loro.
Insieme ad ogni riga, spostata si seguita a vedere la
riga nella posizione normale, la qualo cosa indica che
debbono esservi ioni lumiiiosi ihjmobili 0 dotati di pic-
cola velocità.
La riga spostata è più larga della prìmiliva e costi-
tuisco anzi una striscia nella quale la intensità luminosa
diminuisce andando dal lombo piìi lontano della riga pri-
mitiva sino ad una corta distanza da questa, ove direnta
bruscamente nulla. Ciò dimostra che esistono noi raggi
positivi dei ioni aventi velocità diverse, ciie la luce da
essi emessa comincia a manifestarsi solo a !)artife da
un certo valore minimo della velocità, e che a partire da
questo minimo l'intensità è tanto maggiore quanto più
grande è la velocità stessa.
Quando lo spettro stndiato, insieme iille righe con-
tiene delle bande, generalmente risolto -- come si sa —
dai potenti spettroscopi in innumerevoh e sottilissime
righe, queste non mostrano affatto V effetto D'ippler.
Poiché lo spostamento delle righe permetto di raggiun-
gere colla nozione della natura clitmica del gas il valore
della carica di ogni particella, lo Ktark ha potuto con-
vincersi, ohe per tutte lo righe formanti la serie di doppie
righe dell' idrogeno, il ione che le goiioi-.i è monova-
lente, come paro monovalente ogni altro elio generi uno
Fluorescenza e potere rot. magnetico del rapore di sodio 91
spettro simile di doppiette. Per la serie di fighe triple
si tratterebbe invece di ioni bivalenti.
Nel primo caso gli atomi nel trasformarsi in ioni per-
derebbero uno solo dei tanti elettroni che secondo il
pensiero della generalità dei fisici, in esso si trovano. Nel
secondo caso invece gli atomi perderebbero due elettroni.
Sul conto della origine della luminosità dei raggi canale,
gli studi dello Stark avrebbero condotto questo fisico a rite-
nere, come la luce che dà lo si)ettro di righe provenga
da vibrazioni interne ai ioni, mentre che quella che dà
le bande debba essere dovuta alle vibrazioni assunte dagli
elettroni nell'interno di un atomo neutro, nell'istante in
cui esso si ricostituisce colla reciproca neutralizzazione
di un ione con un elettrone.
— La scoperta dello Stark dell' effetto Doppler nei raggi
canale ha sollevato una nuova questione, che sperimen-
talmente presenta gravi difficoltà, almeno se si deve giu-
dicare da quanto in proposito possono dire le varie teorie
elettroniche. La questione è la seguente: 1' effetto Doppler
è la sola causa dello spostamento di una riga spettrale ?
Una parte sensibile di questo spostamento, non potrebbe
provenire da un cambiamento del periodo di emissione
dovuto al fatto che la sorgente è in moto?
— S. Kinoshita ha voluto indagare se, come dalle nu-
merose ricerche fatte sull' effetto Doppler nei raggi canale
attraversanti un gas elementare od il vapore di un corpo
semplice apparisce quale veicolo dei raggi canale l'atomo
caricato positivamente, nei gas complcvssi i raggi canale
sieno trasportati dalle molecole complesse. Ha operato
suir acetilene, il gas illuminante, il protossido d' azoto e
r anidride carbonica, ed ha dovuto coucludere che nei gas
composti la molecola come tale non prende parte al tra-
sporto dei raggi canale. 11 gas subisce una dissociazione
e sono gli atomi positivi risultanti da questa dissocia-
zione che servono di veicolo ai raggi canale.
II. — La fluorescenza ed il potere rotatorio magnetico
del vapore di sodio,
R. W. VVood, professore di fìsica sperimentale nella
Università di Baltimora, attende già da tempo allo studio
delle proprietà ottiche del vapore di sodio, e le sue ricerche
n coiiilotto II risultati di ìntoroHse varamento uote-
Coii osso il Wood Ila apertn, una via, che, corno lo
:» della radioattività, ci fa poiiotrarc net inoccnTiismo,
0 (loir atomo. Ma metiti-e i processi radioattivi si
ii|)a£:narto ad una disiutet{:razioiic iÌrII' atomo e non
ettono di studiai-c che i prodotti <li dìstru/.ione, le
rbn:cioiiÌ ottiche, che mcltoiio in giuoco mia quantità
re di energia, fanno vibrare le parti costituenti
mo attorno ad una posiziono di equilibrio rispettaii-
la integrità. Cosicché è facile intenderò come l'aiia-
lollc vibrazioni omesse sotto eccitazioni differenti
i catodici, luco bianca o monocromatica), possa dare
Duto della strnltura dell'atomo dolio indicazioni, che
dioaltività non può forse dare.
vapore di sodio fu .sempre pro|)arato scaldando del
metallico in tubi dì porcellana o di acciaio, geiio-
!nttì in ambiente vuoto.
t studio della rlispersiiuie d<-l vapore sembra ìiidi-
initanzi tutto, che non si tratta per il caso del
•e di sodio di molecole semplici, ma dì aggre-
rariamente complessi contenenti una corta quantità
rogcno. So si scalda lentamente un pozzo di sodio
t tulio orizzontale avendo cura di raffreddare la parte
ioro del tubo, si osserva che il vapore ])Ossiede una
tà ottica enorme verso il bosso o quasi nulla verso
, cosicché r insieme apparisco comportarsi come un
la. Seeiindii il Wood (jnesla apparente eccezione alla
, cinetica dt'i ffas proverebbe, che il vapore di sodio
|nan<lo si distacca dal metallo apparisce formato da
uppamenti complessi i quali Rnìseono gradatamente
isolversi in molecole semplici.
) studio <iol Wood ha portato su tre specie ili spettri :
•ttro di assorbimento, lo speltro di fluorescenza, che
80C01I1ÌO la natura della eccitazione, e lo spettro di
OMO magnetica, la considerazione del quale dipende
itto, elio un grande numem di vapori che possiedono
ipeltro di awsorbimouto a righe fine e nette presen-
per <jualcuna di queste righe la polarizzazione rota-
magnelica.
r ciò che concerne lo spettro dì assorbimento, lo
1 del vaporo di sodio ha portato alla conclusione,
^so apparisce fortemente modificato dalla presenza
ilche traccia dì idrogeno o di qualche altro gas.
non ha sensibile relazione di somiglianza cogli
FLuorescetiza e potere rot. magnetico del vapore di sodio ^3
spettri di fluorescenza e di rotazione magnetica; ma le
righe comuni a questi tre diversi spettri sono precisa-
mente quelle intensificate dalla presenza di idrogeno o
di un gas inerte. Va avvertito, che, né lo spettro di fluo-
rescenza, né lo spettro di rotazione magnetica appariscono
quando il vapore di sodio sia mescolato ad un gas inerte.
Sul conto dello spettro di rotazione magnetica note-
remo come per il vapore di sodio esso possa ottenersi
nella maniera seguente. Si pone il tubo di acciaio che
contiene il sodio lungo V asse di una forte elettrocalamita
fra due nicol air estinzione. Se allora si scalda il sodio,
la luce riapparisce, dapprima in prossimità delle due
righe i>, poi con molto splendore nella regione deir az-
zurro verdastro.
Ogni riga brillante corrisponde ad una riga oscura
dello spettro di assorbimento, ma è soltanto una debole
frazione di queste ultime che subisce la polarizzazione
rotatoria magnetica. Alcune delle righe più marcate dello
spettro di assorbimento mancano del tutto nello spettro di
rotazione magnetica. Da ciò il Wood conclude, che lo righe
di assorbimento hanno almeno due origini differentissirae.
Se si confrontano le fotografìe di spettri di rotazione
magnetica cogli spettri di assorbimento corrispondenti, si
trova, ad esempio, che per 60 righe dei primi so ne hanno
circa 15(X) nei secondi. Le righe di rotazione magnetica
che hanno intensità variabilissima corrispondono spesso
colle righe iniziali dei gruppi di righe di assorbimento.
Lo studio dello spettro di fluorescenza ha condotto il
Wood a conclusioni di notevole interesse, e gli ha per-
messo di mettere in rilievo fatti singolari degni di inda-
gine attenta, poiché appariscono a prima vista di capitale
importanza.
La eccitazione della fluorescenza veniva fatta con luce
bianca o con luci monocromatiche dovute ad una lam-
pada Heraeus. In particolare oltre alle lampade al cadmio,
allo zinco ed al tallio, il Wood si è servito dell' arco ordi-
nario al piombo, all' argento, al bismuto e al rame, di
archi al litio, al sodio e al bario, di tubi di Ooissler a
idrogeno e a elio.
Ha studiato inoltre la eccitazione coi raggi catodici.
Colla luce bianca si ha uno spettro a bande che non
presenta apparente regolarità altro che al di là di ). = 505.
Se si sostituisco T eccitazione bianca con una eccita-
zione monocromatica, lo spettro di fluorescenza cambia
b; esso mostra costititziono chiara a coloiinsto.
540 ^ esso cessa dì manifestarsi distinta in ente.
Jnce di eccitazione corrisponde a ), = 480,
ino spettro a colonnato che apparisce nella
eccitazione » iti una regione superiore a 540 (t,
I la parte intermedia apparisce completamente
andò la lungliezza d'onda della luce di eccita-
tnta, il massimo d' intensità dello spettro di
a si sposta verso il verde. Nello stesso tempo
colonnato cambiano d' aspetto in conse^enza
mento nella distribuzione dell' intensità fra le
ponenti.
tro di fluorescenza eccitato dalla luce bianca
tro complesso e corrisponde alla sovrappoai-
spetlri relativaraente semplici prodotti da
ICO monocromatica semplice,
rgente monocromatica {come la riga 480 del
1 esempio), dà luogo ad uno spettro di fluore-
sistcnte in una serie di righe equidistanti nella
ale. Questo spettro si può ottenere eccitando
mzn con una qualunque delle lunghezze d' onda
mpongono, con questa restrizione che con
i queste lunghezze d' onda sì nota la presenza
riga che manca nella serie. Così, ad esempio,
itala dalla riga del cadmio presenta delle lacune
bolissime). Kssa offre l'aspetto seguente: due
na, quattro ritfhe, lacuna, due righe, lacuna,
he. (.(rbrne, se si eccita la fluorescenza con
riga ). ^: ò20,7 dell'argento (che coincide con
'ighe precedenti) si ottiene la stessa serie senza
catodici danno una lluiiresceuza, che ricorda
i luce bianca. In questo caso lo spettio otte-
ita sempre le righe dell' idrogeno.
guardando obliquamente sì constata, che la
del vapore di sodio è verde ali" ingresso dei
liei, aranciato all' uscita o che fra queste regioni
è una regione oscura.
vede come si sia di fronte a fenomeni dì par-
oresse e di tale indolo da condurre a concin-
oli sul conto della costituzione intima del-
'?f'
Fenomeni magneto-ottici nei colloidi %
Maxwell ha detto : « Uno studioso intelligente armato
del calcolo e dello spettroscopio non può a meno di sco-
prire qualche fatto relativo alla intima struttura della
molecola ».
Ciò, secondo quanto recentemente ebbe a ripetere lo
Zeemann in un bel discorso sui fenomeni magneto-ottici
da lui studiati, sembra ancora giusto e vero.
Sull'esempio di Wood, T. S. Carter ha sperimentato
col vapore di potassio, osservandone gli spettri di fluore-
scenza, di assorbimento e di rotazione magnetica e giun-
gendo a risultati di qualche interesse che qui non ci è
lecito riferire.
III. — Fenomeni magneto-ottici nei colloidi,
Neir ultimo volume de^lT Annuario avemmo occasione
di diro brevemeute intorno ai liquidi colloidali e alla
loro osservazione ultramicroscopica.
Accennammo a certe loro proprietà elettriche, e di-
cemmo come su di essi fossero stati eseguiti studi di
non piccolo rilievo riflettenti le loro proprietà magnetiche
e raagneto-ottiche.
Poiché su questo campo si sono proseguite le ricerche
con ardore e con buoni risultati, non possiamo a meno di
dire suir argomento alcune parole.
Osserviamo subito che siffatti fenomeni non costitui-
scono, come si era pensato dapprima, una nuova pro-
prietà generale dei mezzi assoggettati air azione del campo
magnetico; ma in compenso essi ci permettono in qualche
caso particolare di precisare l'idea che ci si deve for-
mare di quei granuli colloidali, che si possono vedere,
ma sul couto dei quali non si sa ancora gran che.
Orbene, certi liquidi colloidali, e in tesi più generale
un gran numero di liquidi eterogenei, vale a dire conte-
nenti in sospensione particelle solide, danno origine a
curiosi fenomeni magneto-ottici, che possiamo additare
considerando la direzione dei raggi luminosi o trasversale
o parallela alle linee di forza magnetica.
Quando il liquido posto nel campo magnetico è tra-
versato normalmente alle linee di forza dal fascio lumi-
noso si osservano fenomeni di birefrangenza magnetica
e di dicroismo magnetico. In altre parole il liquido col-
loidale posto in un campo magnetico e traversato da un
f ;
1 .
90 Fi,y/ca
fascio di luce normale alle linee di forza prende le stesse
proprietà ottiche di una lamina cristallina unrasse posi-
tiva 0 negativa, vale a diro, le vibrazioni parallele alle
linee di forza e le vibrazioni perpendicolari si propagano
con velocità differente. Nello stesso tempo succede spesso
che queste due vibrazioni principali sono inegualmente
assorbite, o, in altri termini, il liquido diventa assimilabile
ad un cristallo dotato di dicroismo.
IV Positiva la birefrangenza magnetica, se le vibrazioni
parallele alle linee di forza si propagano meno rapida-
mente delle vibrazioni perpendicolari ; negativa, se si pro-
duce la cosa inversa.
y: Positivo il dicroismo se le vibrazioni parallele alle
linee di forza sono più assorbite delle altre; negativo
nel caso contrario.
Quando il liquido sia trasversato da un fascio di luce
i parallela al campo, si osservano oltre alla polarizzazione
p rotatoria magnetica presentante caratteri particolari, dei
; casi di dicroismo circolare magnetico.
* Por ciò che riguarda i fatti osservabili colla luco
perpendicolare al campo deve dirsi come a Kerr si debba
la prima osservazione al riguardo, ma come il Maiorana,
senza conoscere i risultati precedenti sia stato il primo
a mettere fuori di dubbio la esistenza di quei fenomeni
mostrando, che certe soluzioni colloidali di idrossido ferrico
li presentano con una nettezza veramente notevole. Molti
altri hanno proseguito le ricerche in siffatto campo, ma
chi ha più di recente fatti studi organici od ampli sul-
r argomento sono stati i signori Cotton e Mouton. Va-
lendosi di un prodotto farmaceutico, il ferro Hravais, cl>e
è particolìirmento attivo, essi hanno potuto confermare
le osservazioni del Maiorana, veriiìcare le ipotesi di Schmass
della orientazione delle particelle col campo magnetico,
e dare di più uua spiegazione del fenomeno dell' inver-
sione che si osserva con questo liquido quando si faccia
cambiare la intensità del campo o la temperatura. Le
ricerche eseguite con campi magnetici intonsi hanno poi
dato un risultato previsto teoricamente, e cioè che la
proporzionalità della birefrangenza al quadrato della in-
tensità del campo non può essere ammessa neppure come
legge approssimata, s' intende per campi sullìcien te mente
intensi.
Studiando altro soluzioni colloidali di idrossico ferrico,
(Jottou e Mouton hanno trovato che si potrebbe aumeii-
r
i
Proprietà inagneto-ottiche dei colloidi 97
tare molto la attività di tali liquidi cou un riscaldamento
più o meno prolungato e che i cambiamenti nelle pro-
prietà elettro-magnetiche sono accompagnati da un cam-
biamento della grossezza dei granuli ultramicroscopici
di questi colloidi. Essi hanno di più veduto, che il segno
dei fenomeni magneto-ottici non è retto, come si era
pensato, dalla più o meno grande quantità di ferro sciolto
nel liquido intermicellare.
Infine, Cotton e Mouton sono riusciti a preparare nuovi
liquidi presentanti la birefrangenza magnetica ed in par-
ticolare liquidi non contenenti metalli magnetici.
Per ciò che riguarda i fenomeni magneto-ottici osser-
vati colla luce parallela al campo, va notato come Cotton
e Mouton abbiano trovato, che certe soluzioni colloidali
di idrossido ferrico presentano un potere rotatorio ma-
gnetico assai marcato, accompagnato da dicroismo magne-
tico circolare. Il potere rotatorio magnetico non obbe-
disce alla legge di Verdet della proporzionalità al campo,
varia secondo i corpi usati, e dipende, a parità di altre
condizioni, dalla grossezza dei granuli ; non è lo stesso
a seconda che i granuli sono liberi nel campo o associati
a gelatina che impedisca loro i movimenti. Aggiungendo
gelatina ai liquidi in esperienza, essi hanno potuto fissare
il fenomeno della polarizzazione rotatoria magnetica e
preparare dei gel che, allontanati dalla elettro-calamita,
continuavano a far girare il piano di polarizzazione e si
comportavano come calamite trasparenti perchè si rive-
lavano effettivamente magnetizzati.
Non sarà inopportuno ricordare, prima di terminare
questa breve notizia, come vi sieno altre sostanze pre-
sentanti la polarizzazione rotatoria magnetica, e per le
quali la legge di Verdet è in difetto. Kundt, Du Hois etc.
hanno trovato che essa è in difetto per lamine sottili di
ferro, di nichel e di cobalto. In ogni caso la rotazione,
che è considerevole, se si tiene conto del debole spessore,
varia proporzionalmente alla magnetizzazione acquistata
dal metallo, come ha fatto vedere Du Bois. Bisogna no-
tare tuttavia che in questo caso la rotazione è positiva
e si fa nel senso della corrente magnetizzante.
Sul conto del dicroismo circolare va detto come esso
non era ancora stato osservato nei liquidi. Qualche cosa
di analogo era stato riscontrato dal prof. Righi solamente
nelle proprietà del ferro in lamine sottili.
AVKUARIO «CIEHTIFK30 — XT^IV. 7
98 Fitfica
IV. — Fenomeni niaf/neto-ottici nei cristalli,
È noto come la teoria data dal Ix)rentz per spiegare
il fouomeno di Zeemaii stabilisca elio gli atomi dei vapori
possano riguardarsi come contenenti elettroni negativi, e
ciò in accordo del resto con risultati sperimentali deri-
vanti da altri ordini di ricerche. E certo è soddisfacente
sotto questo punto di vista la teoria del Lorentz per cui
basandosi sul fcMiomeno di Zeeman si è potuto calcolare
il rapporto fra la carica e la massa di tali particelle e
trov^arlo nel modo mig-liore concorde coi valori raggiunti
per altre sv\ariato vie.
Jean Becquerel molto opportunamente si è proposto di
indagare se una conclusione» simile a quella indicata a
proposito dei vapori, relativa alla esistenza di elettroni
nepitivi le cui vibrazioni siono pars magna della emis-
sione delle lineo, potesse estendersi anche ai corpi *allo
stato solido. Il fenomeno della polarizzazione rotatoria
magnetica ha da lungo tempo rivelata una azióne del
magnetismo sulla proi)agazione della luce in un corpo
solido, liquido o gassiìso. Orbene, dopo la scoperta del
fenomeno di Zeeman, le esperienze relative al potere
rotatorio del va[)ore di sodio, per le lunghezze d* onda
prossime a quelle delle righe I) hanno mostrato come la
polarizzazione rotatoria magnetica sia legata air effetto
simultaneo del fenomeno di Zeeman e della dispersione
anomala. Era duncpie naturale pensare che nei corpi
solidi e liquidi potesse esistere un simile legame, vale a
din» si manifestasse un cambiamento di periodo del movi-
mento degli elettroni.
Su considerazioni sijnili il Becquerel ha appunto ba-
sate le sue induzioni e per osservare un effetto del magne-
tismo sulle bande di assorbimento ha opportunamente
pensato ai corpi solidi che possiedono bande fini, quali
i cristalli naturali contenenti terre rare. Così colla xeno-
tima e la tisonite ha ottenuti risultati nettissimi.
La xenotima o hussakite, fosfato di ittrio e di erbio, è
uno dei cristalli presentanti le bande più fini, le quali
sono per la maggior parte dovute all' erbio.
La tisonite, o fluoruro di cesio, lantanio e didimio,
dà principalmente lo spettro del didimio.
I cristalli possiedono, come è noto, diversi spettri di
assorbimento. La xenotima e la tisonite essendo uniassi
_ j
Fenomeni magneio-o/tici i
UK» f'^'*'''*
''""Mj'rainmHto con I.,rout.eco„ I.arn.or che l'atomo
„i„'c':.Hm::r..a corpu«c<,U 0.1 oiatro... ■;£- otean .
,,„U o.nUr..ni .,.anU. .^^^^^^
r:: <.f:^ .; Ck?; ,^r ..o,,.. n... « spot^aU non sono
rtiTnsHimi o doi minimi. "'-{J'Y,^;; jf,^ fj^-X-
»" „<t' .oh l<.t..rmin.iziono .lolla massa doi corpn-
d r più .•l.'tironi. Nonosta.ito 1 assorziono <lol Larmor
P . campo mMifiiotico di un oU-ttrono rimano limitato
a 1 .1. H lòjì no HstiTltisHima intorno ..ll'olottr.ìi.o mo o-
" m 1 Slat Hi basa nulla imlicala «"v-'-apI.>o«!f.'""« J'
cà pi PM- darò una spioRaziono dola variabili à aollo
r^Zl noi iciomoni .li Zoomai, o .li .1. Hoc.p.orol.
•
t.,dii,ondontom<Mito da offiii azione di un campo ma-
^luS ritto la Bola inilnon^a .lolla variazione di to.u-
Fenomeni magneto-ottiri nei crixtalli lOI
p<»rat(ira, le bande di assorbimento dei cristalli dì terre
THrf: (xcnotima, lisnnite, parisite, monazite, apatite, zircone)
subiscono moditicazioni coitsiderevolì. Kssciido stalo uolato
ijiiosto fatto sui vetri di uranio e di erbio, è forse lecito
|H;i)8are che enso abbia min portata generale.
L' inflnenza delle variazioni di temperatura suH' assor-
bimento nei corpi solidi ha formato da lungo tempo
r ojfgetto di ricerche di nn pran numero di fisici, ed il
pili spesso venne rivelato in modo indiretto coi cambia-
menti di colore dei corpi scaldati o raffreddati.
HifTatte ricerche hanno mostrato che in g;eneralc le
roffioni assorbite sembrano spostarsi verso il rosso quando
si Hcaida un corpo solido. Tuttavia alcune oseervazioui
nono apparse contraddittorie, e molti risultali sperimentali
mostrano incertezza. Di più nessuna misura precìsa venne
eseguita al riguardo.
Il Becquerel ha creduto bene riprendere siffatte ricerche,
e poiché ifli spettri dei cristalli di torre rare possiedono
bande abbastanza lini perchè possano venire osservate
con uno spettroscopio a grande dispersione, si è servito
a[>pnnto di siffatti cristalli.
I risultati ni ([unli egli è giunto portano un po' di
luce e dì ordine sulla (|ueslione, e sono a larghi tratti i
wgiieuti.
I>e v,iriazioiii <li temperatura a pressione costante niu-
dìticano nei cristalli di terre rare il periodo delle vibra-
zioni dogli elettroni assorbenti. Sotto l' inflncnza dì un
ralfred da monto le bainle di nssorbimonto si spostano dal
lato delle piccole lunghezze d'ondn; tuttavìa un certo
numero di esse si sposta nel senso opposto.
ÌM larghezza e la intonsiti'i dolio bando di assorbi-
mento variano ijuaiido la tO]nj>eratura cambia. Allorché
la lemperatiira si abbassa, la larghezza dì tutte le bande
diminuisco. Ijunsi sempre i massimi di assorbimento
ainneiilnno; tutlavifi alcune blindo si restringono e dìmi-
iiLiisconn di ìntensitii : jtor (jueslo ultime, il numero degli
elettroni assorbenti, per uiiitìi dì massa, deve iliminuire
nllorchè la lemperalurn si abbassa. <'ome già il padre
dell' tittuiile sperimeiiliitorn lo ha stabilito, le bande dì
eiiiìssiou'' per rnsforeseeii^^n dei stili di uranìle sul>iscoiio
variazioni de) lutto simili, ìntimamente legato ni enmbiii-
tiiouli delle blindi' ili assi>i'liimeiilo de<-'li stessi cnriù.
Le inoiliMca/.ioiii subite dalle linnde di assorbimento.
Sdito r inllueilzn delle variazioni di toinporntiu'a condii-
cono ad un cambiamento nel colore dei corpi, fenomeno
da lungo tempo osservato.
Una legge semplice regge le variazioni di larghezza
delle bande dei cristalli. La differenza di periodo delle
due vibrazioni che, da una parte e dall' altra del mezzo
di ogni banda, corrispoudono al tuassimi di perturbazione
uella curva di dispersione, varia proporzionai monte alla
radice quadrata della temperatura assoluta. È da notare
la circostanza che questa legge i< stata stabilita per via
nettamente sperimentale.
La teoria cinetica permette tuttavia di prevedere una ,
legge simile per t gas, o considerazioni analoghe a quelle
che si possono dedurre dalla teoria dei gas debbono po-
terai applicare ai solidi. Nei corpi solidi, secondo ogni
probabilità, la larghezza delle bande, in generale abba-
stanza considerevole, deve risultare per la maggior parto
da un grandissimo numero di urti fra le molecole.
V. — Jl fenomeno di Kerr nei lii/iiidi.
È noto in che cosa consista il fenomeno che porta il
iiotbe dello scopritore Kerr. Quando si fa cadere un
raggio di luce polarizzata sul polo dì una elettrocalamita,
il piano di polarizzazione subisco una rotazione di un
certo angolo in senso inverso alla circolazione conven-
zionale delia corrente che percorre l'avvolgimento della
elettrocalamita medesima.
Orbene, Aoclcerloin ha mosso in cvidonna con accurate
esperienze che il fenomeno ora indicato si ha anche nel
caso dei liquidi, ed ha fatto delle misuro approssimate
dalle quali trae la conclusione clie il fenomeno osservato
è incompatibile in grandcziia e anche in segno con quanto
lasciano prevedere le attuali teorie elettro-ottiche.
W. Voigt, autore di una teoria elettro -otti e a, lia porti
fatto notare, che questa ultima conclusione dell'Aeckerloin
non devo condurre a severità per lo teorie medesime.
Prima di tutto il fenomeno di Ki'rr osservato dal-
l'Aeckerloin si accompagna sempre ad un effetto di elet-
troslrizìoue del liquido, e può (piìndi esservi reciproca
inlluenza dei due fatti.
Di più, tanto la ti-orla dello stfsso Viiij!;t, ccnne (piella
del Loroniz sono necesf<ananiento Hclu'nialichc^ e non
possono apjdicnrsi nella forma Jitlualo che ai casi piti
semplici.
L* elettrone positivo
VI. — L' elettrone positivo.
Come è noto, sinora gli sforzi più intensi e più intel-
ligenti degli studiosi non hanno potuto portare all' iso-
lamento dell'elettrone positivo. Si può parlare di elet-
trone negativo, e se ne parla, e si fondano molte spiega-
zioni di interessanti fenomeni sulla esistenza sua; ma
per ciò che riguarda l' elettrone positiv^o si evita di pren-
derlo in considerazione anche nel campo delle ipotesi.
Ognuno diffatti sa come nella teoria elettronica dei
metalli, il Drude aqainise sino da principio l'esistenza di
entrambe le specie di elettroni quale elemento necessario,
sopratutto per spiegare lo particolarità rivelate dalle
esperienze sull'effetto Hall e su altri fenomeni che vi si
connettono; ma il Lorentz si affaticò a semplificare sif-
fatta teoria nel senso di liberarla dalla necessità di con-
siderare oltre agli elettroni negativi anche quelli positivi.
Però l'opera del I^rentz non apparve appieno soddi-
sfacente; del pari come soddisfa poco la ipotesi di J. J.
Thomson sulla costituzione interna dell'atomo e basata
sulla considerazione di soli elettroni negativi disseminati
e gravitanti attraverso ad una sfera carica di elettricità
positiva.
La mancanza della possibilità di considerare elettroni
positivi come si considerano elettroni negativi sembra
dunque farsi sentire nelle teorie fondamentali.
I^e stesse ricerche recenti di J. Becquerel, delle quali
abbiam detto brevemente in altro luogo di questa ras-
segna annuale di Fisica, sembrano} reclamare la consi-
derazione di elettroni positivi.
D'altro canto i nuovi risultati relativi ai raggi a e ai
raggi canale in gas a bassissime pressioni avviano il
pensiero alla speranza che non sia esclusa la possibilità
di raggiungere sperimentalmente T elettrone positivo.
Se la natura di ricerche di questo genere, per sé stessa
delicatissima, non richiedesse la ripetuta conferma da
parte di vari sperimentatori con metodi svariati, potremmo
diro di esser già di fronte ad elettroni positivi liberi
nelle esperienze di Lilienfeld.
Come il Thomson, nelle ultime esperienze da noi ri-
cordate, aveva constatata resistenza di raggi positivi
rimbalzati o riilcssi dal catodo o da molecole gassose e
da ioni, il Lilienfeld ha avuto campo di studiare raggi
V-
^'%'
• +1
.odo verao l'anodo in reci-
ione attraversati da una cor-
grande di quella usata dal
uso di un catodo di Wehnelt
. da ossido di calcio e arro-
ivi cosi ottenuti, il rapporto
le particelle in moto fu tro-
rrandezza di quello relativo
causa della grand» intensità
errebbe ad ogni istante un
i assai più grande del con-
za elettrica gli elettroni po-
almeno in parte, da questi
ìcinutì nel loro rapido mo-
lta acquistata dai gas per
a Iluntgen o delle radiazioni
a centri oletlrizzatl dei due
riforme ed operante nel pro-
-a e propria convezione, si è
iccaniamo in molte altre cir-
; in moltissime altre circo-
2 per cui intervengono o i
radio, si ha una conducibilità
caratterizzata dal fatto che
tassante, ad esempio, fra lo
i cariche di nn condensa-
n è leg'ata alla differenza di
Ila [cggfi di Ohm. La legge
i due elementi viene rappre-
la quale ha dapprima anda-
ite, poi attenua a ])oco a poco
andamento ]tressochè paral-
igo il quale si rappresentano
'^ssa ha ricevuto il nome di
questa particolare leggo di
ic si traiti di mia conducibilità
Grouxi ima e e^tttri neutri
particolare dovula ad un processo di convezione opt
da centri carichi n ioni, non ne se^ue da essa che
vari casi in cui si debba pensare a convezione la co
cìbilità del gas abbia sempre le medesime proprietà,
gas attraversati dai raggi liiint^en o del radio, in q
uscenti dalle fiamme, in quelli preparati di recente
via elettrolitica o chimica, in quelli chs son passai
del fosforo, in quelli che hanno di recente subita
espansione, in quelli che hanno gorgogliato attraver
soluzioni saline, e così via.
La velocità uniforme che prendono i centri elettri:
in un campo di un volta per centimetro, l'azione
densatrice che esercitano sui vapori, la rapidità i
quale sparisce spontaneamente la ionizzazione dei
hanno fornito nelle varie circostanze risultati num
Mentre che i ioni prodotti dai raggi del Rtiutgeu e
radio hanno una mobilila prossima al centimetro
secondo in un campo elettrico di un volta per centim<
richiedono un notevole grado di soprasaturazione
condensare il vapore d'acqua e si ricombinano rat
mente per fare sparire in pochi secondi la conducit
del gas; i ioni, studiati da E. Bloch e trovaiUisi nell'
passata su del fosforo, hanno una mobilità mille i
minore e possono condensare in nebbia il vapore aci
in prossimità della saturazione. Di piiì la ricombinaz
di questi ultimi ioni avviene molto più lentamente
non nel caso degli altri ioni che chiameremo ordir
e quindi la conilucìbilità del gas ad essi dovuta per
piiì a lungo.
I gas dello (iamme possiedono proprietà analogj
quelle dei ioni del fosfom, come si dice. Il lìloch,
diando i gas usciti da una fiamma di gas ilUiminant
misurate mobilità decrescenti a misura che il gas
raffreddava od invecchiava. Queste mobilità tende*
verso un liinite che apparve precisamente dell'ordini
quelle già trovate pei ioni del fosforo, ossia un ce
Simo di millimetro.
II [.^ngevin ha segnalata la presenza noli' aria al
sferica normale di una conducibilità attribuibile a ce
elettrizzati con mobilità di questo ordine, e ha chiai
siffatti centri, grossi ioni, ritenendo del |)ari che
sembri esisteri' rolnKiour intima fra<piost(i sorta di io
i ioni, ordinari.
lOO Fmca
Infine, nel caso dei gas ionizzati per polverizzazione
di goccie di una soluzione di cloruro di sodio, Aselman
ha misurate mobilità svariatissime, discendenti però fino
a valori molto piccoli.
Secondo V ipotesi generalmente ammessa, colla quale
si attribuisce a tutti i ioni la medesima carica elettrica,
la differenza di mobilità non può dipendere che da dif-
ferenza dello masse materiali dei centri. Ricorrendo ad
una formula dovuta a Stokes, la quale dà la velocità di
caduta uniforme di una piccola sfera di determinato
raggio in un gas di nota viscosità ci si può fare un' idea
delle dimensioni dei ioni. Essa difatti, oltre al mettere in
rilievo che la mobilità varia in ragione inversa del raggio,
come ci dice che i ioni ordinari hanno una grossezza
deir ordino delle dimensioni molecolari, addita un dia-
metro di 10 |A|ji per ioui, la cui mobilità sia, come per
i ioni del fosforo, di un centesimo di millimetro.
La maniera più naturale di raffigurare i grossi ioni
è quella di considerarli corno una agglomerazione mate-
riale, relativamente considerevole portante una carica
eguale a quella dei ioni ordinari o dell'atomo di idro-
geno nella elettrolisi. E quindi si può pensare che simili
ioni si possano formare unendo un contro materiale neutro
dell'ordine di grandezza voluto, con un piccolo ione
ordinario.
Non dobbiamo tacere che all' idea del Bloch, secondo
la quale l'aria circostante al fosforo abbia una conduci-
bilità elettrica dovuta a grossi ioni, G. C. Schmidt oppose
sino dal 1903 l'opinione, che la conducibilità medesima
non dipenda da ionizzazione del gas, ma da una conve-
zione operata dallo particelle della nube circostante al
fosforo.
NcUa sua memoria d'I HHK] lo Schmidt negava la
esistenza di una corrente di saturazione; trovava una cor-
rente in accordo colla ìaggo di Ohm, di intensità cioè
l)roporzionale alla differenza di potenziale creata nel gas,
e non potendo per queste ragioni ammettere una conduci-
bilità quale viene operata dai gas ionizzati, negava una
ionizzazione qualsiasi e ammetteva una convezione della
elettricità per andata e ritorno di particelle della nebbia
da un elettrodo all'altro (come nelle esperienze della
grandine elettrica), c*èu che pretendeva spiegare tutti i
fatti osserv^ati.
Grossi ioni e centri neutri 107
I ■ ■ — - ■ ■-■ ■■ _^. 11.11 ■ IIMW I . _ ■ I ■
Da queir epoca, resistenza della corrente di satura-
zione fu messa fuori di dubbio con esperienze di E. Bloch
e poi con determinazioni di Harms. Di più E. Bloch ha
fatto notare come V ipotesi della convezione sotto la forma
voluta dallo Schmidt richiedeva una conducibilità pro-
porzionale non alla differenza di potenziale, ma al cubo
di questa differenza, e che c^uindi non si conciliava colle
stesse esperienze dello Schmidt raeg'lio che colle esperienze
del Bloch medesimo, di Elster e Oeitel, del Barus e di
Harms.
Lo Schmidt ha allora modificata la propria ipotesi e
ha sostituita la convezione doppia con una convezione
semplice: le particelle cariche, invece di andare o tornare,
compiono il solo cammino di andata.
Come la nuova idea vada d'accordo coi fatti non
possiamo qui indicare. E. Bloch Tha discussa con molta
larghezza e con argomeilti tanto buoni da far ritenere
che nel caso del fosforo si tratti di una ionizzazione
con grossi ioni e non d'altro.
Nelle fiamme le condizioni di formazione dei grossi
ioni, già indicate, si possono ritenere realizzate nel modo
seguente. L'azione chimica libera delle cariche elemen-
tari, ed i prodotti della combustione, solidi o liquidi, si
raggruppano attorno ad esse o d'un colpo le attraggono
in virtù della loro carica. È chiaro che in queste condi-
zioni, il centro materiale non potrà attrarre più di un
ione, poiché, caricato una volta respinge le cariche dello
stesso segno.
M. de Broglie ha tentato di produrre i grossi ioni
rendendo possibili le condizioni ora indicate o, in altre
parole, riproducendo in (jualche guisa il meccanismo di
formazione ora indicato.
Egli hH difatti ripro lotto le, condizioni delle fiamme
ordinarie (combinazione chimica, alta temperatura, for-
mazione di prodotti condensabili) facendo passare in un
tubo scaldato al rosso una corrente d'aria mescolata con
alcune bolle di idrogeno o di gas illuminante. Il tenta-
tivo non poteva aviere migliore risultato o i grossi ioni
formati si sono rivelati tali non solamente per la debolo
mobilità, ma anche por il loro potere condensante.
Uicercho ulteriori dello stesso de Broglie» hanno potuto
meglio precisare le conclusioni del primo studio e met-
terò in ovi<ionza nel gas usc<Mite da una fiamma la prò-
i
t _-•■■
A convertirsi in grossi ioni
ti'sta Ulta carica elcmoutare.
ial de lìroglie venivano pro-
umella di gas iliiiinitmiitc,
jampana nella quale si pro-
tromba ad acqua. Essi pas-
lensatore C, formato di due
lasciavano fra di essi se non
i con un campo di 360 volta;
ne di tre litri di cHpacilà
a railiazioui ionizzanti, ed
condensatore cilìndrico voti-
ale serviva da collettore e
elettrometro Curie.
;r perduta la conducibilità
per il i>assaggio attraverso
istallo Ulta conducibilità se
all'aziono di un tubo conte-
està conducibilitii attestata
ledala ai gas di fiamma,
aria comune, ogni traccia di
10 prese tutte le convenienti
iiifluonza diretta del radio,
e che i gas di fiamma, una
iro passaggio attraverso il
mo ancora (jnalehe cosa di
podotto, nelle esperienze del
lei radio, o con una lastra
Itravinlotti wi sono otteiuiti
la liamma di ossido ili cur-
non dà clic contri elottriz-
fornisoe centri neutri capaci
iccoli ioni.
■ i piccoli ed i grossi ioni,
;ta, distrutti per il passaggio
scaldato coiivenienteiiientc
o meno lungo se si lasciano
un recipiente di ijiialclie
' ilei ceulri iieiiti'i t^iuisiste
ì sulla JonizzaKione ac'pii-
liqiiidì convenienti.
La ionizzazione è una azione addittiva f 109
Intanto va premesso che siffatti g;as, a seconda del
loro gorgoglìo in nn liciuido piuttosto che in un altro,
possono o no contenere centri neutri. Nel caso dell'acqua,
deir alcool e delle soluzioni acquose tutti i centri sono
carichi. Al contrario, i gas molto debolmente ionizzati, che
escono dopo gorgoglìo attraverso alla benzina, al toluene
ecc. contengono quasi esclusivamente dei centri neutri.
Orbene, ci si può chiedere ; se V aria prima di gorgo-
gliare attraverso ad acqua contiene già centri neutri,
3uali proprietà mostra dopo il gorgoglìo? Le esperienze
el de Hroglie hanno dimostrato che in siffatte condi-
zioni r aria, dopo aver gorgogliato, attesta una fortissima
conducibilità, la quale senza dubbio deve attribuirsi ad
una azione esercitata dai centri neutri.
L'aumento di ionizzazione si produce anche coi centri
neutri provenienti da corpi porosi umidi e riscaldati, come
con quelli che fornisce il gorgoglìo attraverso alla benzina.
I centri neutri che gorgogliano in liquidi, quali la ben-
zina ed il toluene, non danno accrescimento di ionizzazione.
Se si fa passare del gas conduttore ma privo di centri
neutri, che esca per gorgoglìo da soluzioni acquose o da
alcool in un pallone soggetto all'azione del radio o dei
raggi del Rontgen, si constata che la loro conducibilità
è considerevolmente diminuita.
Notando il comportamento opposto che si ha per il
gas che esce per gorgoglìo attraverso ad acqua e per il
gas che esce invece per gorgoglìo attraverso a benzina;
opposto per ciò che concerne l'azione del radio su di
esso ; il de Broglio avverte come possa essere inesatto,
per prevedere la conducibilità totale di un gas assogget-
tato a differenti cause di ionizzazione, addizionare l'effetto
particolare di ciascuna di esse.
Orbene, a titolo di cronaca e di notizia, dobbiamo
registrare un lavoro che apparisce coscienzioso e dovuto
a T. Noda della scuola normale superiore di Tokio. Esso
porterebbe alla conclusione, che in un gas assoggettato a
differenti agenti ionizzanti, la corrente di saturazione è
uguale alla somma delle correnti di saturazione attribui-
bili a ciascuno degli agenti particolari.
Vni. — La fotografia dei raggi ultrarossi,
J. Zennek ha recentemente indicato un processo assai
semplice per la fotografia dei raggi ultrarossi. Esso
lerti sviluppatori sono
attira. Se si immerg:c
impi-ossionata essa non
1 bagno 0 In si assog-
iiiiitata con un oppor-
li! iiitorrotto o soleato,
itie sono stati ra^rgiuiiti
iiuagiiio delle iiiterru-
hihik. Se la sorgente
tto, e il diafraiDiDa una
jertura in forma di W
gente, si ottiene una
nti.
lino dei quali chiuso
!Oii una lastra di eba-
ia l' assorbimento che
de lunghezza d' onda,
> apprezzabile altro che
3.
I nello che darebbe la
m sviluppatori come
ene tuttavia prendere
IO e cominciare prima
fon sviluppatore caldo.
diazione termica con-
■erante per evitare la
[■aggi ultrarossi ricor-
snesso una emulsione
rofrangibili preparando
Jiito in collodio, distil-
iogliendo il precipitato.
emulsiono ottenuta per
nitrato d'argento e di
h molto più sensibile,
ro d' argento nell' al-
in poco di nitrato d'ar-
illa jrelatiua ed azione
li ai raggi infrarossi
Raggi ultrarossi - Lavori d'Acustica 111
IX. — Di qualche nuovo lavoro nel campo delV Acustica.
Da qualche tempo si ha T occasione di leggere lavori
riguardanti un capitolo della fìsica, che per l'attrattiva e
le promesse di altri era stato alquanto abbandonato.
Certamente non si fa ancora troppo, ma un qualche
risveglio si e manifestato.
Una ricerca sperimentale sulle misuro assoluto della
intensità del suono è stata di recente fatta da \V. Zernow.
I metodi sin qui proposti per siffatte misure si pos-
sono dividere in due gruppi. Al primo appartengono
quelli che permettono misure assolute per una forma
qualunque del movimento vibratorio. Al secondo quelli
che sotto la forma loro attuale non permettono che lo
studio delle vibrazioni sinusoidali.
II primo gruppo comprende il metodo del disco di
Rayleigh, e il metodo della misura della pressione delle
onde (Rayleigh, Altberg).
Il secondo gruppo comprende il metodo refrattome-
trico di Toepler e Boltzmann, perfezionato da Raps, e il
metodo che fa uso del manometro a vibrazione di \Vien.
Orbene W. Zernow ha creduto utile fare un confronto
fra il metodo di Wien e quello della pressione dell'onda.
La conclusione è stata questa, che le forze di pres-
sione delle onde e le variazioni di pressioni contro una
superfìcie riflettente danno risultati concordanti al 2 y,
circa.
A proposito di pressione delle onde sonore va notata
una recente esperienza di H. W. Wood per dimostrare
in modo sem[)lice come esista siffatta pressione. Dinanzi
ad un grande riflettore, che possa concentrare delle onde
sonore, si colloca un piccolo molinello atto a ricevere in
una delle alette siffatte onde concentrate. p]sso si met-
terà in movimento ben marcato.
A. Kalahne suggerisce un metodo di misura della
velocità del suono, che egli ha adoperato con buoni
risultati. Il principio di esso, che a dir vero non sap-
piamo garantire nuovo, ò il seguente: una sorgente
sonora (diapason ad esempio) è posta dinanzi ad un
m
,<, éJ
il 'suono prodotto ò il suono foiidaiucntale od uno degli
armonici del tubo, per modo che spostando lo stantuffo
di una quantità o^^uale ad un nuoiuro intero di mezze
lunghezze d'onda, si avrà ancora un massimo di riso-
nanza 96 la posizione di partenza corrispondeva ad mi
massimo. Colla misura dunque della distanza fra due
massimi successivi, che con precauzioni suggerite dal
Kalahne pare possa effettuarsi con molta precisione, si
ha uno dei due elementi noti che permettono di deter-
minare r incognita velocità di propagazione, mediante la
nota relazione che lega questa al numero di vibrazioni
del suono in esame ed alla lunghezza d'onda.
È noto come, secondo l' ipotosi di Holmoltz-Henaen,
lo vibrazioni sonore che entrano nell'orecchio interno vi
provocano una risonan'za delle fibre trasversalmente tese
della membrana basilare. Secondo le altezze del suono,
certuno o certo altre fibre si mettono a vibrare, e questo
movimento si comunica alle cellule epiteliali sensibili
dell'organo di Corti, ciò che provoca la eccitazione di
certe fibre nervose, e quindi la percezione del suono.
Si credette un tempo che le intere fibre della membrana
basilare vibrassero per tutta la loro lunghezza come nua
eorda liberamente tesa; ma si è visto più tardi che la
zona liscia di essa ^quella ricoperta dagli archi del
Corti) rimane in riposo, mentre che ia zona pettinata
(quella non ricoperta da archi) effettua i piii grandi
movimenti. Ne segue che la risonanza non può venire
attribuita che alle fibre della zona pettinata.
H. Zwaardomaker ha cercato di riprodurre nella ma-
niera pift fedele, con un metodo meccanico, le circostanze
che si presentano nell' organo del Corti. Ki è valso di
una corda di acciaio messa ad una estremità in vibra-
zione da un diapason, e sopportante per un certo tratto
della sua lunghezza un archetto di legno opportuna-
mente sovraccaricato. Gli è stato possibile ottenere:
1." grandi spostamenti della regione senza arco sovrap-
posto, e corrispondente quindi alla parte pettinata delle
fibre dell'orecchio; 2.° immobilità della zona, alla quale
Qualche lavoro nel campo nell'Acustica 113
era sovrapposto V archetto di legno ; 3.** immobilità del-
r archetto ; 4.^ immobilità del sovraccarico dell' archetto.
Circostanze queste che si ritengono tutte verificate nel-
r orecchio interno.
il modello realizzato dallo Zwaardemaker avrebbe
anche permesso di mettere in rilievo una pressione eser-
citata dalle vibrazioni sonore dell'organo del Corti, e di
concludere che appunto siffatta pressione prodotta dalle
vibrazioni sonore deve essere la causa immediata del-
l' audizione.
Nel campo della acustica applicata, si è avuto uno
studio, presentato dal dott. Marage alla Società francese
di fisica, e relativo alle qualità acustiche delle sale per
la voce parlata. Esso è stato eseguito in sale differenti
per estensione e forma, ricorrendo ad una particolare
sirena a vocali munita dei risuonatori boccali, che lo
stesso dott. Marage aveva ideato e fatto costruire.
La conclusione è stata in certo senso d' accordo con
quanto già si sapeva per opera del Sabine, e cioè che
le proprietà acustiche di una sala sono definite dal
suono di risonanza (rimbombo) che in esse si produce.
La durata di questo suono varia col timbro, l' altezza
e la intensità del suono primitivo; ciò che potrebbe forse
spiegare perchè una sala possa essere abbastanza buona
per un oratore e cattiva per una orchestra.
Perchè 1' acustica di una sala sia buona, la durata di
un suono di risonanza determinato deve essere sensibil-
mente costante por tutti i luoghi e per tutte le vocali;
essa deve essere compresa fra un mezzo ed un secondo.
Se questa durata è più grande di un secondo, non si
arriva a farsi intendere nella sala, che parlando molto
lentamente, articolando bene e non dando alla voce una
energia troppo grande.
Queste notizie, pensa il dott. Marage, possono indi-
care in anticipo ad un oratore le condizioni nelle quali
deve parlare per farsi comprendere da tutti i suoi
ascoltatori. E so così è — aggiungiamo noi — non sarà
il risultato dello studio del I).' Marage inutile, specialmente
in questa età di conferenze e di parole.
ASHUARIO BClUKTlb-ICO — XLIV. B
114 Fisica
X. — / più recenti progressi
nel campo delle operazioni per rarefare i gas.
Dopo le antiche pompe pneumatiche meccaniche,
dopo i vari tipi di pompe a mercurio che permisero di
raggiungere alte rarefazioni, dopo la pompa, cosidetta
ad olio di Geryk, tanto apprezzata perchè tale da fare
raggiungere un buon vuoto, sono di recente venuti in
campo molti metodi per faro il vuoto, che meritano una
rapida menzione.
Innanzi tutto diremo del comodo, per quanto alla
portata di pochi, metodo di rarefazione coir aria liquida.
Esso è basato sul fatto che il carbone, e più special-
mente il carbone di noce di cocco, ha un potere di assor-
bimento dei gas, marcatissimo quanto più bassa è la
temperatura alla quale viene portato. E consiste nel-
r aclattare, in comunicazione col recipiente nel quale •
deve operarsi la rarefazione, un recipiente contenente di
tale carbone finamente diviso ed in quantità conveniente
alla capacità da rarefare. L' immersione del recipiente
contenetite il carbone in altro contenente aria liquida fa
sì che il carbone, portato a bassissima temperatura,
acquisti un fortissimo potere assorbente por il gas con-
tenuto nel tubo, e se prima si ora fatto il vuoto con
una pompa meccanica ordinaria, si possa raggiungere
una ottima rarefazione catodica Si possono in questo
modo seu-uire le vario fasi della scarica elettrica in un
gas rarefatto col procedere graduale nella rarefazione.
É tale esame può farsi anche in senso inverso sottraendo
il recipiente col carbone dall' azione deir aria liquida,
cosicché esso ritorni a grado a grado nello condizioni di
temperatura ambiente.
Un metodo di uso ancora non diffuso, ma tale da
presentare non piccola utilità, è quello descritto già da
Federico Soddy e basato sulla proprietà che ha il calcio
portato alla sua temperatura di volatilizzazione, di assor-
bire in maniera praticamente istantanea e perfetta, tutti
i gas conosciuti ed i vapori, eccezione fatta per i gas
chimicamente inerti della famiglia dell' argon.
Il Soddy ha descritto un opportuno recii)iente da
porre in comunicazione col tubo da vuotare, e noi quale
il calcio può venir portato alla temperatura di volatiliz-
zazione (da 7(K) ad 8(KV e).
Nuovi processi di rarefazione dei gas 115
Un altro metodo, descritto da A. Henry al Congresso
del 1907 deir Associazione francese per il progresso delle
Scienze, è basato sulla constatazione che la- calce spenta j[^
emette, se la si scalda, del vapore acqueo, e che le ten- ''
sioni di dissociazione sono :
a 85^ 99^6 126** 145^
2«im4 5mni5 15""',34 29™».
Il riassorbimento del vapore acqueo alla temperatura
ordinaria è rapido e la pressione diventa debolissima.
Per ottenere V intento si salda ad una dello estremità
del tubo, nel quale si vuol operare la rarefazione, una
ampolla contenente circa 30 grammi di calce spenta, e
air altra estremità un secondo recipiente contenente una
sostanza avida di acqua, della potassa caustica, per
esempio. Questo ultimo recipiente comunica con una
macchina pneumatica ordinaria o con una pompa ad
acqua. Mentre che si fa il vuoto colla macchina pneuma-
tica, si scalda con una fiamma la calce che si dissocia e
il vapor acqueo scaccia 1' aria. Dopo 2 o 3 minuti di
riscaldamento si chiude alla lampada il tubo a vuoto per
separarlo dal recipiente contenente la potassa, e poi si
lascia raffreddare la calce. In meno di mezz' ora il rias-
sorbimento è sufficiente, perchè nel tubo a vuoto, se
munito di elettrodi, si possano produrre i raggi catodici.
Se tale tubo viene lasciato in comunicazione col reci-
piente contenente la calce, si possono realizzare per gradi
le differenti forme di scarica come quando si adopera il
metodo dell'aria liquida.
Un tubo lungo un metro, vuotato con questo processo,
al dire di Henry, diventa bene luminoso in vicinanza di
un trasformatore Tesla. Cosa del resto non sorprendente,
se davvero, come Henry asserisco, col suo metodo si opera
una buona rarefazione.
Sostituendo la calce colla barite si hanno gli stessi
risultati.
Una pompa meccanica e a mercurio nello stesso tempo,
di recente apparsa e ormai ben diffusa, si è quella di
W. Gaede.
Essa si compone sostanzialmente di un recipiente in
ghisa, per metà contenente mercurio, nel quale gira un
tamburo in porcellana, o, secondo una nuova disposi-
zione, in ferro smaltato. Le camere (due o tre) nelle
quali è suddiviso si riempiono poi moto rotativo del sistema,
ftlteniativanieiito di aria e di mercurio; esse aspirano
l'aria dal recipiente nel quale si vuol fare il vuoto e la
spingono all'esterno. Questo sistema, corno mostrano le
figure 4 e 5, ha una certa analogia con un contatore a gas.
Nella carcassa della poin)m fJacdc, ove si immette
l'aria clic ossa aspira, è iissalo un tul)0 che la può porro
in comunicazione con una pompa ]>rcparatrice capace di
una rarefazione di 15 a 20 nini.
Con una pressione inizialo <li IO nini, sì cblte in una
serie di prove su di un recipiente di li litri di capacità,
per il caso più favorevole, il sesmoiile risultato, constatato
da un rnanomotro di Mac I^oii;
Dopo 5 minuti di aziono luui. 0,027
» IO » » . . (1.00047
» V2 „ , « * 0.00001
> 16 . » . . 0.000003.
Lei/he di Ileimler
Ver il caao più sfavorevole si obbo:
0,000<)7
0.000()2.
XI. — Sulle Uf/he magnetiche dì Heusler.
Oh Ed Guillaume ha dato recciiteraente una teoria
delle liote leghe magnetiche di Housler, che furono oggetto
di breve notizia anche su questo Animario.
Come si sa, Heusler
scoprì per caso il com-
portamento ferromagne-
tico di certe leghe Mn-
Al-Cu e Mn-Sn-C'u, lo
cui proprietà furono stu-
diate da vari sperimenta-
tori, ma principalmente
da Stark e da Haupt. K
cosi si è veduto che il
ferromagnetismo dì que-
ste serie di leghe è pos-
seduto dulie combinazioni
definite Mii-Al e Af"* Sn,
mentre il rame esercita
il solo ufficio di solvente
e dà alle leghe la loro
malleabilità.
La causa dell'appari-
zione del magnetismo
nelle indicate combina- ''«■ ^■
zioiii, si è dimostrata na-
turalmente di carattere i
che essa possa mettersi i
ben note delle leghe.
In generalo le leghe binarie possiedono una tempe-
ratura di fusione inferiore a quella che indicherebbe la
legge dello mescolanze, por quanto eccezioni si siano con-
statato sul conto di complessi ben definiti, ed in partico-
lare sul conto dello leghe Al-Au, Al-Sb, Sn-Na. Così
misterioso. Al Guillaume sembra
I relaziono con alcuno proprietà
118 Fixica
quest' ultima, studiata dal Mathowsoii, presenta una tem-
peratura di fusione massima di o76" mentre che le tem-
perature di fusione dei compouenti sono di 97",^ e 2.S2".
Xoii essendo la fusione die una trasformazione allo-
tropica, se ne può concludere che l' alluminio e lo stagno
sono particolarmente adatti a formare delle combinazioni
1 metallo del gruppo
a r ipotesi che l'as-
ci manganese e del
me troppo bassa delle
coir alluminio e lo
ifoprietà magnetiche
questi ultimi metalli
del primo.
di veder apparire le
el cromo coi metalli
della temperatura di
nagnettche del ferro
alluminio, che si è
mento dei cristalli di
, il fatto, che queste
di trasformazione e
rditiaria, più lontano
à fatta una dotermi-
iddisfacente, del peso
a creduto opportuno
stata effettuata con 9
■a ha potuto operare
lite puro, e quindi in
s pienamente soddi-
;Ilo già usato per il
consiste noi dosare
oro cnnteitntn in un
I
Il peso atomico del radio 119
La signora Curie ha concluso che il peso atomico del
radio è uguale a 226,2 con un errore possibile inferiore
ad una mezza unità, la base adottata essendo:
Ag = 107,8 0 CI = 35,4.
E che se si adotta la base indicata neir ultima edi-
zione delle ormai celebri tavole del Landolt, che raccol-
gono i risultati ultimi di misura delle diverse costanti
fisico-chimiche {Ag = 107,93 ; CI = 35,45), il numero re-
lativo al radio diventa 226,45.
n valore che apparisce per il radio nella tavola inter-
nazionale dei pesi atomici, in dipendenza delle vecchie
determinazioni è 225.
Come è noto, siffatta tabella è redatta ogni anno da
una Commissione internazionale, che nell'anno decorso
era composta di F. W. Clarke (Stati Uniti), H. Moissan
(Francia), W. Ostwald (Germania) e T. E. Thorpe (In-
ghilterra).
Il valore 226,45 por il peso atomico del radio è sod-
disfacente o meglio è in armonia con certe considera-
zioni che il prof. Righi faceva nel suo volume sulla
moderna teoria dei fenomeni fisici^ e che qui crediamo
utile riferire dopo avere richiamato quanto abbiamo detto
alla pagina 84 di questo Annuario sul conto delle tre
ipotesi che si possono fare a proposito della particella a.
Le ultime due delle quali ipotesi si possono sostenere, sia
ammettendo che le particelle a vengano espulse ooUa loro
carica, sia ritenendo che questa carica venga da esse
acquistata dopo in seguito agli urti contro le molecole
del mezzo nel quale si muovono.
« Ammesso che le particelle a — scriveva il professor
» Righi — siano atomi di elio, il cui peso atomico è 4,
» si incontra una difficoltà nel render conto della produ-
» zione del radio per parte deir uranio, e di quella del
» piombo per parte del radio, giacché assunti i numeri
» 238,5 come peso atomico deir uranio, 225 come peso
» atomico del radio e 226,5 come peso atomico del piombo,
» subito si scorge, che questi tre numeri non differiscono
» di un multiplo di 4, mentre ciò si dovrebbe verificare,
» se realmente con ripetute sottrazioni di un atomo di
» elio si dovesse passare dall' atomo di uranio, a quelli
» del radio e del piombo. Però la difficoltà scompare se
» si assume 226,5 invece di 225 come peso atomico del
» radio. Questo nuovo valore non è inammissibile, giacché
120 Fisica
» bisogna ricordare, che le prime determinazioni della
» signora Curio diedero come risultato 146, mentre suc-
» cessivamente si attribuirono al peso atomico del radio
» valori di più in più elevati, man mano che si riuscì
» ad ottenerlo allo stato di purezza maggiore ».
XIII. — L' unità di lunghezza d' onda per gli astrofisici.
Sebbene ai fisici la cosa non tocchi in maniera diretta,
perchè essi si trovano bene albergati nel sistema asso-
luto centimetro-grammo-secondo, pur tuttavia non cre-
diamo fuori di luogo additare una definizione indiretta-
mente data dell' unità di lunghezza d* onda al Congresso
degli studi solari tenutosi nel maggio del 1907. Il Con-
gresso ha adottato la seguente risoluzione:
<i La lunghezza d' onda della riga rossa della luce
del cadmio prodotta da un tubo ad elettrodi è 6438, 4696
angstroms nell' aria secca a 15® del termometro ad idro-
geno, sotto 75 centimetri di mercurio, il valore di g
essendo 960, 655 (latitudine di 45"). Questo numero ser-
virà di definizione air unità di lunghezza d' onda ».
XIV. — La fotografia dei colori.
Su questo Annuario si seguì sempre con particolare
interesse un argomento che ha grande importanza tanto
nel campo teorico come in quello pratico, e si disse dei
vari tentativi e delle diverse vie seguite o iniziate per
raggiungere V intento, che costituì sempre il sogno più
accarezzato dal fotografo, di riprodurre l'immagine coi
suoi colori reali.
Il giorno in cui Niepce e Daguerre inventarono la
fotografia, pensarono a questo complemento della loro
scoperta, ed il 4 settembre 1827, Niepce scriveva: « Il
signor Daguerre è arrivato a fissare nella sua sostanza
chimica qualcuno dei raggi colorati del prisma ; ne ha
già raccolti quattro e lavora a raccogliere i tre altri al
fine di avere i sette colori primitivi ».
Qual complemento mancava alla loro scoperta, e quanta
ingenua speranza albergava nell'animo loro I
Nel 1868 la questione era allo stesso punto che nel
1827, quando ne fu intravista la soluzione bruscamente
La fotografia dei colori 121
e simultaneamente da due uomini geniali: un poeta, Carlo
Cros, e un chimico Ducos de Hauron.
Era r idea degli schermi colorati della quale già si
disse più volte negli Annuari degli scorsi anni, e che
attraverso a dispositivi vari sorse finalmente in forma
netta per opera dei Lumière nel 1904.
Essa ha trionfato anche del metodo additato nel 1891
dal Lippmann, che portò per qualche tempo la questione
della fotografia dei colori su altra strada.
Dal 1904 i fratelli Lumière non hanno cessato di stu-
diare il loro metodo ancora non pratico, e sono final-
mente arrivati a metterlo a tal punto da soddisfare in
maniera discretamente buona alle esigenze della pratica.
Il dispositivo dei Lumière consisteva nelF accoppiare
ad una emulsione pancromatica, vale a dire sensibile a
tutti i colori, uno schermo capace di lasciare passare,
distribuendoli convenientemente, i raggi luminosi. L' emul-
sione era già conosciuta. Lo schermo immaginato dai Lu-
mière si componeva di grani di fecola finissimi, colorati
rispettivamente in rosso aranciato, verde e violetto. Questi
grani, dei quali ciascuno rappresentava circa un decimil-
lesimo di millimetro venivano ripartiti in numero eguale
per ogni colore su una lastra di vetro.
Primitivamente si otturavano per mezzo di una pol-
vere nera gli interstizi che i grani di fecola lasciavano
fra di loro, ma ne risultava una diminuzione di luce assai
sensibile. Un perfezionamento importante e di recente
brevettato permette di ridurre al minimo siffatti interstizi
tagliando, per mezzo di una macchina speciale, i grani
di fecola così da renderli poligonali e contigui coi loro
contorni.
Si ha così uno schermo nel quale ogni millimetro
quadrato di superficie rappresenta otto o nove mila pic-
coli schermi elementari rosso-aranciati, verdi e violetti.
Questo schermo composto di particelle colorate coi tre
colori già indicati, guardato per trasparenza ci apparisce
incoloro. Veduto al microscopio si compone di grani ser-
rati gli uni contro gli altri senza intervalli visibili, e vi
si distinguono nettamente i tre colori rosso-aranciato,
verde e violetto. Teoricamente i grani debbono essere
eguali in volume ed in numero. I tre colori debbono essere
uniformemente ripartiti nella lastra. Ma praticamente
questa uniformità di ripartizione è cosa diffìcile da
ottenere. Possono dunque prodursi delle plaghe ove si
cheiiifluiraiiiin un poco,
a lastra dì vetro ricove,
l'etto segreto, 800 piccoli
vameiite in rosso-aran-
licito, senza sovrapposi-
ittt specie di scacchiere
0 da una pellicola, costi-
le di piccole linee tinto
iza ricoprirsi, si trovano
passare alcun ra^^óo di
idicato un altro processo
li che lasciano liberi i
impiegati dapprima dai
lel sostituire al mosaico
no schermo formato da
cilindrici disposti paral-
ilfri. Questo schermo è
'Otomiche di filamenti di
i in modo conveniente
e verde), e riuniti in
ad nn cemento composto
la, entro cui trovasi in
1 nero-ffrigio dipo quasi
Si comincia col tingere
Jole in colori di anilina
aili neir alcool a 36". Il
ira si pufi procedere alla
iventi da 2 a 3 centesimi
umière come in (pielìe
ma deposta nel vetro è
i vernice il cui indice di
quello del materiale tri-
deposta una emulsione
Itti i colori, di estrema
Vedi Hff. fi),
apparecchio qnaIuiH|nc,
i dal Iato dell' obbiettivo,
jelle colorate prima di
La fotografia dei colori 123
impressionare il gelatinobromuro ; ma bisogna aver cura
di porre uno schermo giallo dinanzi air obbiettivo per
diminuire V intensità delle radiazioni azzurre e violette.
È in questo modo che si assicura il pancromatismo
rigoroso della lastra, perchè si assorbono le radiazioni
dominanti per le quali la lastra sensibile medesima sa-
rebbe troppo vivamente impressionata.
Benché V assorbimento di luce per opera dello schermo
colorato sia abbastanza sensibile, una posa di un quinto
di secondo col sole è sufficiente se si opera con un buon
obbiettivo.
Per intendere il processo cosidetto Lumière di foto-
grafìa dei colori, supporremo di dovere fotografare quattro
fiori unicolori, dei quali uno sia rosso, un altro giallo,
un terzo azzurro ed un quarto bianco.
I raggi luminosi emessi dal fiore rosso saranno assor-
biti dagli elementi verdi della rete tricroma della lastra,
il verde essendo complementare del rosso, e passeranno
al contrario totalmente attraverso agli elementi rosso-
aranciati e parzialmente attraverso agli elementi violetti,
che lascieranno passare il porpora del fiore rosso. La
lastra sarà dunque impressionata sotto gli elementi rosso-
aranciati e violetti, mentre che rimarrà inalterata sotto
gli elementi verdi. Collo sviluppo ordinario, le parti
impressionate anneriranno, mentre che le altre non subi-
ranno alcun cambiamento. Cosicché se si fissasse in tali
condizioni, sugli elementi rosso-aranciati e violetti si
avrebbe del nero; sugli elementi verdi non vi sarebbe
nulla, poiché il bromuro d' argento rimarrebbe disciolto
dair iposolfito di soda; il fiore rosso apparirebbe allora
verde, il verde essendo complementare del rosso.
II fiore giallo sarebbe riprodotto dagli elementi rosso-
aranciati e verdi, e le radiazioni gialle sarebbero arrestate
dagli elementi violetti, cosicché esso sarebbe rappresen-
tato nella lastra col colore complementare.
Il fiore azzurro del pari sarebbe rappresentato in rosso-
aranciato, complementare deir azzurro.
E il fiore bianco sarebbe rappresentato manifestamente
in nero.
Appariscono dunque opportune le seguenti opera-
zioni.
L° Un primo sviluppo, che riduce il bromuro d'ar-
gento producendo dell' argento metallico sotto gli elementi
che hanno trasmesse le radiazioni di luce.
y
penuaiigaiijito acido» di bicroiuatu
e abbia per iìiic di sciogliere 1' ar-
to col primo sviluppo,
'iliippo, che evidentemente non può
netailico prodotto dal primo, poiché
■so nella seconda operazione, ma
parti rispettato dal primo sviluppo.
GII eseguito in piena luce. Il bro-
) intatto si Impressiona a sua volta,
condo sviluppo, si produco dell' ar-
te le parti della lastra che non
ato nella camera buia.
che tolga l'eccesso di bromuro
nelle operazioni precedenti,
ra/.ioni fondamentali ve ne sono
tari, ma sul conto di queste non è
liamo.
tecnici dove Pivolfrersi a pubblica-
iratica ognuno, che voglia eaejruire
ocesso, deve richiedere pran parte
ibili per ottenere buoni risultati,
ììcoltà non indifferente stia ncll' ap-
tempo di posa.
*nck ha potuto ottenere coll'assi-
Chevroton, col processo Lumière,
i microfotografie he, che ha presen-
le Scienze dì Parigi: tutte le sfu-
ifici sono rese fedelmente, come Io
litro oggetto e con eguale facilità.
la fotografia dei colori, insieme ad
a del naese della cosidetta fotoseul-
re da molti esclamazioni le quali, a
meritano molta considerazione,
^ste sco[)erto saranno certo un gran
pittori e gli scultori non ver-
3ti dell' o|)era loro •.
rare in considerazioni estraneo
(|nesln Annuario. Diremo soltanto
dei!" arie a silTatte querele non può
'ari» concorrenza la fotografia ai-
uoli all'arto che crea, e che in una
urre la risultante dei vari aspetti,
ata prfMido nella successione del
la ragiono di vita.
e superficiale e prensione
L' arto , del nuovo gigantesco p
fotografia dei colori, avrà forse più ad i
a perdere.
XV. — Tensione superficiale e pres
Ne) penultimo Annuario, uno dei
questa rubrica di Fìsica ebbe a riasi
pubblicato dai professori Battelli e Sti
si concludeva: a) ciie debbono essere U
soluzioni che hanno ugual tensione 9u
quando due liquidi di tensione superili
separati da una parete porosa o semip
saggio attraverso il setto deve avver
più si presta a rendere uguali le tension
due parti.
In appoggio di queste propoeizion
tutti i fatti osmotici allora conosciuti e
di altri enunciati poateriormetite dal
studi sulle soluzioni alcooliche, furono
addotte soltanto quelle poche esperienz
inerenti alle misure osmotiche con m<
meabili permisero agli autori di fare a
Con una pubblicazione uscita quest
conti della R Accademia dei [lincei, i
e Stefanini riferiscono di nuove esperi
tauzB dell'argomento li aveva cousiglis
Prima fra tutte va registrata quella
serie di soluzioni aventi eguale pres
operarono misuro di tciisiono snpcrfici
la conclusione che per esse tale tensioi
valore.
l'or la misura della tensione super
metodo di Jiiger, consistente nel detorn
verticale che due tubi capillari di dian
bono avoro nella soluzione studiata j
mediante un palloncino di gomma si :
neamcuto in ainbiduc, osca iudilTcrcntf
dall'altro.
Lo soluzioni di eguale pressione n:
furono quello di nitrato potassico (1.
potassico (1,11 "'i,), di solfato dì magne
zucchero (5,76 "/J trovato isoosmotiche
:a delle tensioni
professori Bal-
ani osmotiche dì
ile.
issico 0 di maii-
I teiisione super-
jsieo e di elorurn
tiatmough vanno
no isoosmotiche,
tsioni osmotiche,
assibìle ricorrere
oatocrito di He-
che ai fonda sul
che i globuli rossi
Bngono inalterato
> volume soltanto
trovano in una
ione la cui pres-
osmotica sia
e a quella del
lo che conteng»-
et loro interno,
luzioni taoosmo-
subiranno uguali
iioiii di volume,
[■bene i risultati
prove eseguite
smatocrìto sulle
ioni isocapillari
oosmoticità delle
e Htofanini mo-
indipRndond da
itsione osmotica,
ere isoosmotiche
le superficiale.
ad un sistema
Ivente puro, un
are, od nn terzo
capillari aventi
irò e nella sohi-
9U uno s tosso
1
J
■Vi/ ^f •»
Pressione osmotica e tensione superficiale 127
Naturalmente, nei due capillari, soluzione e solvente
si eleveranno ad altezze differenti esprimibili colla nota
relazione di Laplace in virtù della quale V altezza in cia-
scuno di essi è direttamente proporzionale alla tensione
superfìciale ed inversamente proporzionale tanto al peso
specifico del liquido come al raggio di curvatura della
superfìce libera sul capillare.
Ma la differeuza delle altezze dei liquidi nei capillari
così esprimibile con relazione algebrica, moltiplicata per
la densità del vapore che li sovrasta nei capillari e nel
terzo recipiente di comunicazione, dà il peso della colonna
di vapore che ha per altezza il dislivello nei due capil-
. lari medesimi.
Orbene, Battelli e Stefanini ammettono che siffatto
peso dia la differenza fra le tensioni di vapore /> e /? , del
solvente e della soluzione. Perciò scrivono una relazione
nella quale, in base alla f or mola ricordata di Laplace,
entrano i valori delle tensioni medesime, delle tensioni
superficiali, dei pesi specifici, dei raggi di curvatura dello
superfici libere nei capillari, della densità di- vapore. Essa
si semplifica supponendo che la soluzione sia sufficien-
temente diluita da poter ritenere senza errore sensibile
uguali i pesi specifici della soluzione e del solvente, e si
può combinare coir altra che in siffatta ipotesi eguaglia
la differenza delle tensioni di vapore al prodotto della
pi'ossione osmotica della soluzione per il rapporto fra la
densità del vapore sovrastante ai liquidi e il peso spe-
cifico di essi.
Scrivendo la eguaglianza che risulta da siffatta com-
binazione per due soluzioni con differenti pressioni osmo-
tiche, e sottraendo membro a membro tali eguaglianze si
arriva ad ottenerne una, la quale, nella ipotesi di liquidi
ad egual tensione superficiale e a conseguente egual
raggio di curvatura per la superficie libera sul capillare,
esprime la identità dei valori per le pressioni osmotiche
delle due soluzioni considerate.
Ne concludono quindi, i professori Battelli e Stefanini,
che quando due soluzioni diluite hanno eguale tensione
superficialey hanno anche ugual pressione osmotica.
Al ragionamento ora sommariamente indicato il com-
pianto prof. Alfonso Sella ha obbiettato prima di tutto,
che apparisce inesatta T affermazione fondamentale che
la differenza />-/> , fra lo tensioni di vapore del solvente
e della soluzione, sia eguale al peso della colonna di
«Qza delle altezze di
di eguale diametro
B e nella soluzione e
te soltanto il vapore
ì lecito ritenere che
[itemeote diluita sieno
li specifici della sohi-
.nche poco differenti
iali.
Solvente
ma ragione d'essere,
razione dei liquidi ha
dalle superficie lìbere
1 sistetua è necessario
diverso u non sullo
ammettono Battelli o
ile scritta da questi
islivollo n cui si deb-
menischi perchè non
bisogna operare nel
nera ripiena del solo
3nti contenenti le due
Presitione oumotica e tensione nuperficiate 120
soluzioni: perchè vi sia equilibrio, le diie superfìcie delle
(iue soluzioni dovranno trovarsi ad nn dislivello K, tale,
olle la difi'orenza delle tensioni di vaporo p del solvente
o />, della soluzione, sia eguale al peso di una colonna
di vapore di sezione unitaria e dì altezza K. Se poi nei
duo liquidi si immergono due capillari di egual diametro,
si avranno due ascensioni di altezza h ed h, a seconda
delle rispettive coesioni specitìche. Quindi In differenza
fra gli estremi dello superfìcie nei capillari, nel caso
dell'equilibrio dovrà essere data dal rapporto fra la diffe-
renza delle due tensioni
di vapore e la densità del
vapore, diminuito della dif-
ferenza delle ascensioni
capillari.
Orbene, su questo punto
Battelli e Stefanini trovano
che tutto cift per nnlla con-
traddice alle osservazioni
loro, che si riferiscono a
casi essenzialmente diver-
si. A parte che è lecito eli-
minare la distillazione dal-
le superSci libere della so-
luzione e del solvente col
semplice artifizio di toglier-
le dal contatto con T'am-
biente esterno, sia sovrap-
ponendovi un liquido privo
di tensione di vapore, sia
sovrapponendovi uno stan- ^'i^- ^■
tuffo perfettamente mobile;
la relazione generalo indicata dal Sella cdespriniente la-
differenza fra gli estremi delle superficie nei capillari
può condurre alla relaziono fondamentale di Battelli e
Stefanini quando si prendano tubi tali che l'indicata
differenza, manifestamente dipendente dal raggio di questi,
sia nulla. Ciò sarà possibile ogni volta che si tratti di
soluzioni tali che quella che ha un' altezza capillare mag-
giore abbia anche una tensione di vapore maggiore.
Se poi il liquido che si dispone ad un livello più allo
sopporta, nell'equilibrio, una tensione di vaporo più
grande, basterebbe rifare, notano Battelli e Stefanini, le
stesse considerazioni sopra lo schema della figura 9.
130 Fisica
Allora i livelli osterui sarebbero disposti ad altezze
diverse ed i menischi sarebbero posti sullo stesso piano
orizzontale. Si intende che in .tal caso, per impedire
revaporazione dei menischi, è necessario sovrapporvi o
lo stantuffo ideale o il liquido privo di tensione di vapore,
e tale por di più che non alteri la tensione superficiale
delle due soluzioni.
Anche sul conto della seconda obbiezione del Sella, i
professori Battelli e Stefanini, dichiarano, che essa nel
caso attuale è formale e non sostanziale. A tal riguardo
fanno un ragionamento, che l'indole di questa pubblica-
zione non ci permette di riferire.
Le osservazioni ricordate portano, secondo i professori
Battelli e Stefanini, ancora ad un' altra conseguenza.
E cioè: poiché dalle leggi di Raoult e da considera-
zioni termodinamiche assai semplici si può concludere
che quando due soluzioni sono isoosmotiche debbono avere
anche la stessa pressione di vapore; e poiché d'altra
parte, da una delle relazioni ricavate nel corso del ragio-
namento teorico dimostrante la eguaglianza della tensione
superficiale per soluzioni isoosmotiche, si deduce che le
soluzioni aventi la stessa pressione di vapore debbono
avere anche la stessa tensione superficiale^ si può affer-
mare che se due soluzioni sono isoosmotichCy debbono
anche essere isotoniche e isocapillari.
La v^erificazione sperimentale della coesistenza di
questa proprietà in una cop[)ia di soluzioni vien offerta
da ricerche di Smits sopra le tensioni di vapore delle
soluzioni, messe a confronto con quelle di Whatmough
e con quelle di Battelli e Stefanini.
Questi ultimi però nel notare tutto questo, insistono, a
scanso di equivoci, a dichiarare, che tutte le considerazioni
precedenti sono applicabili solamente a soluzioni diluite.
XVL — Sulla deviazione elettrostatica dei raggi catodici
nel tubo di Braun,
Una delle esperienze dimostrative, che presentano la
maggior importanza rispetto alla teoria degli elettroni, è
senza dubbio quella della deviazione dei raggi catodici
prodotta da un campo elettrico, per la quale si suolo
Deviazione elettrostatica dei raggi catodici 181
impiegare un tubo di Braun munito di due lastrine metal-
liche, fra le quali passa parallelamente il sottile fascio di
raggi catodici, e che si portano a differente potenziale
mercè una batteria di piccoli accumulatori.
Avendo avuto bisogno di mostrare in un corso questa
esperienza, il prof. Righi ha pensato di renderla possi-
bilmente più semplice e facile, per esempio col far a
meno della batteria, o ancora delle due lastrine, cioè
impiegando in quest' ultimo caso semplicemente V ordi-
nario tubo di Braun. Ha avuto così V occasione di osser-
vare certi effetti speciali, che recano qualche utile indi-
cazione intorno ai fenomeni che si compiono in quel
tubo, in quanto che, pur riducendosi in fondo ad una
deviazione dei raggi catodici, presentano modalità nuove
e curiose, la cui spiegazione non sempre è stata facile a
trovarsi.
Per esempio, invece d' osservarsi il brusco spostamento
della macchia luminosa prodotta sul disco fluorescente
dai raggi catodici, qualche volta si vede la macchia stessa
in pari tempo deformarsi, o allungarsi in causa di rapide
oscillazioni, o spostarsi con insolita lentezza. (Ili effetti
osservati, sono differenti, secondo che si adopera il tubo
ordinario, a cui debitamente si accosta un conduttore
elettrizzato o no, oppure il tubo a lastrine parallelo, una
delle quali si elettrizza in una data maniera. Inoltre si
osservano effetti diversi modificando la capacità delle
lastrine, modificando la resistenza di certe comunica-
zioni ecc.
Eccitato il tubo per mezzo di una macchina ad influenza
privata dei suoi condensatori, e mantenuta in azione con-
tinuata da un motore elettrico, gli si accosti un condut-
tore (7, ponendolo presso quella porzione del tubo che sta
fra il diaframma forato ed il grande recipiente, in fondo
al quale è fissato il disco fosforescente, e si faccia comu-
nicare il conduttore o con uno degli elettrodi o col suolo.
Ecco quanto si osserva nei casi principali.
a) Se il conduttore C comunica col catodo si osserva
uno spostamento della macchia luminosa, dalla parte
opposta (diremo da M verso Jf) a quella ove si trova C\
vale a dire la ripulsione esercitata dalla carica negativa
del conduttore sui raggi catodici. Questa deviazione è più
o meno stabile a seconda del grado di secchezza del vetro
del tubo e a seconda della rarefazione del gas entro il
medesimo.
132 Fisica
b) Se il conduttore C comunica coli' anodo non si
osserva lo spostamento della macchia che si poteva pre-
vedere. Essa al contrario non si sposta affatto, o tutto al
più si sposta pochissimo. Ma se si allontana dal tubo il
conduttore C la macchia luminosa si sposta alquanto per
un istante verso M'. Questa esperienza può farsi più sem-
plicemente mantenendo T anodo in comunicazione col
suolo e toccando il tubo col dito, giacché nelF atto di
allontanarlo si osserva la descritta momentanea ripulsione
dei raggi catodici.
Secondo il Righi questo fenomeno non preveduto indica
che entro il tubo, oltre agli elettroni costituenti i raggi cato-
dici, si trovano sempre molti altri elettroni, muoventisi
indifferentemente in ogni direzione.
e) Quando entrambi gli elettrodi del tubo siano iso-
lati e quindi a potenziali presso a poco uguali e di con-
trario seguo, oltre ai due casi esaminati a) e 6) v'è luogo
di considerarne un terzo, e cioè quello del conduttore C
messo in comunicazione col suolo. Per esempio, si tocca
semplicemente con una mano il tubo nella posizione C.
Così facendo si osserva una mometitanea ripulsione del
fascio catodico, giacché la macchia luminosa si sposta
bruscamente da M verso M' per tornare tosto in M^ pur
mantenendosi intanto il contatto della mano col tubo.
Per rendere conto di questo fenomeno pare al profes-
sore Righi necessario supporre, che il tubo si carichi
spontaneamente nel suo interno di elettricità positiva, la
quale può giungervi per esempio lungo la superfìcie del
vetro a partire dall' anodo. Non è questa uua gratuita
supposizione, giacché ha verificato sempre che in un tubo
di Brami munito delle lastrine metalliche parallelo desti-
nate a produrre la deviazione elettrostatica, queste si
elettrizzano spontaneamente in più, salvo il caso in cui
r anodo sia mantenuto in comunicazione col suolo.
La carica positiva della parete interna non può cre-
scere oltre un certo limite, perché continuamente in parte
neutralizzata dagli elettroni negativi, di cui si è parlato
a proposito dell' esperienza b). Toccando col dito il tubo,
il dito stesso si elettrizzerà per influenza di elettricità
negativa, e di qui l'osservato spostamento verso ^W^' della
macchia luminosa.
Ma ben tosto la carica positiva interna aumenta, e la
deviazione del fascio catodico cessa. Un brusco allenta-
Deviazione elettrostatica dei raggi catodici 183
namento del dito dovrebbe provocare una momentanea
attrazione del fascio catodico ; ma V abbondanza e la
grande mobilità degli elettroni negativi ne rendono mala-
gevole la constatazione.
d) Affinchè tutte queste esperienze riescano bene,
occorre fra altro che la superficie esterna del vetro sia
ben asciutta ; certe irregolarità sembrano dovute al non
essere questa condizione soddisfatta. Se poi si rende
espressamente assai umida, e quindi alquanto conduttrice,
la superficie esterna del tubo, qualcuno dèi fenomeni
descritti più non si produce, qualche altro resta modifi-
cato. Per esempio nel caso a), cioè avvicinando al tubo
un conduttore comunicante col catodo, si osserva bensì la
ripulsione dei raggi catodici, ma in modo momentaneo e
non permanente. La spiegazione di ciò è assai facile.
Infatti il ritorno della macchia in M è evidentemente
dovuto al formarsi, al disotto di C o air intorno sulla
superficie esterna del tubo, di una carica positiva d'in-
fluenza.
Se così difatti avviene, siccome questa carica non si
dissiperà istantaneamente allontanando o scaricando il
conduttore (7, dovrà in tal caso notarsi una temporanea
attrazione del fascio catodico. Questo fenomeno realmente
si osserva.
Il prof. Righi ha anche ripetute le precedenti espe-
rienze col tubo di Braun eccitato col roccjhetto.
Gli effetti che si osservano in questo caso sono sempre
meno marcati, o anche mancano affatto, specialmente se
al rocchetto è congiunto un interruttore lento.
I^ medesime esperienze eseguite col tubo a lastrine
eccitato colia macchina ad influenza danno effetti più
pronunciati e più costanti di quelli offerti dal tubo sem-
plice. Per brevità non possiamo qui riferire minutamente
siffatti risultati, pure pieni di interesse.
Del pari ci limiteremo ad additare i risultati ottenuti
usando il tubo a lastrine col rocchetto di Ruhnmkoff.
Essi differiscono in molti punti da quelli che si otten-
gono eccitando il tubo colla macchina ad influenza, par-
ticolarmente poi se si fa uso di un interruttore a mercurio
in ragione della frequenza incomparabilmente minore dello
scariche.
\À
134 Fisica
XVII. — Sulla deviazione dei ioni generanti le scintille^
dovuta ad un campo elettrico trasversale.
Secondo i concetti oggi dominanti intorno al mecca-
nismo delle scariche, V apparizione della scintilla fra i
due elettrodi è precednta da una convezione di elettri-
cità compiuta da ioni, che si muovono sotto T azione della
forza elettrica. Quando la differenza di potenziale fra i
due elettrodi aumenta a partire da zero, i moti dei ioni
divengono di più in più veloci, per cui cresce sempre
più il numero di quelli, i quali fra un urto e V altro
contro le molecole neutre acquistano velocità sufficienti
affinchè si produca la ionizzazione delle molecole stesse.
Il numero dei ioni aumenta quindi con crescente rapidità,
sinché giunge la fase finale, in cui si ha V emissione di
luce, e cioè la scintilla.
Fra r istante in cui una prima molecola resta ioniz-
zata per urto dei ioni preesistenti, e quello in cui appare
la scintilla, trascorre necessariamente un certo intervallo
di tempo, durante il quale il fenomeno visibile sta pre-
parandosi.
L' esistenza di questa fase preparatoria fu dal profes-
sor Righi ammessa sino da trent' anni fa, come avemmo
occasione di rjpordare nolF ultimo Annuario^ in base a
considerazioni speciali assai simili a quelle testé richia-
mate, ma secondo le quali erano in giuoco, non dei ioni,
ma delle molecole gassose elettrizzate dagli elettrodi. Però
il concetto della ionizzazione dei gas, sorto più tardi,
proietta tanta luce sui fenomeni di cui qui si tratta, che
non si potrebbe menomamente esitare ad adottarlo, quan-
di anche numerosissimo aitro buone ragioni non militas-
sero in suo favore.
Poiché a determinare la ionizzazione per urto occorre
innanzi tutto, che i ioni già esistenti arrivino ad acqui-
stare una certa determinata v^elocità sotto Fazione della
forza elettrica, così è chiaro, che qualsiasi causa capace
di aumentare in una porzione qualunque del campo, a
parità di differenza di potenziale fra gli elettrodi, la
detta forza, dovrà favorire la produzione della scarica,,
cioè dovrà far sì che questa si produca con differenza
di potenziale minore di quella che è necessaria quando
la detta causa non esiste. Così, per esempio, se si mette
Ili COmUDK
la densità
iiir iuilueii
sì aumenti
superficie,
appunto ri
moria cita
Segueii
prevedere
cioè del e
sugli eletti
I ioni,
seguire le
e questo,
quello, che
rale stesso
Perciò si
campo sec
avviene in
consegue <
r urto coni
dall' elettri
sita, verrà
sale o in
trodo è qu
sarà a Urei
nella qnal
tilla, e qu
rtenze più
all'ordinai
uno sotto
fra due g\
potenziali
Con tale e
scintilla si
o verso il
positivo o
la massim
o presso il
in qualche
una fonili
indicava 1
i due elet
imi
Fisica
'
Con elettrodi di dimensioni non troppo piccole osservò
inoltre, che lo estremità della scintilla si spostavano sulla
loro superlìcie : ciò che si spiega facilmente riflettendo,
che per effetto del campo trasversale cambiano posto i
punti nei quali la densità elettrica è massima, e presso i
qunli per conseguenza comincia la ionizzazione.
Poiché questi fatti sono intimamente connessi alla
teoria dei ioni, e valgono ad illustrarla, il prof. Righi ha
creduto utile riprenderne lo studio, per estenderlo al caso
delle scariche neiraria più o meno rarefatta, a ciò consiglia-
to anche da considerazioni che qui non possiamo riferire.
Dalle esperienze eseguite ne risulta come si era pre-
visto, che neir aria rarefatta, come neir aria alla pres-
Fig. 10.
sione ordinaria ma in modo più spiccato, la ionizzazione
per urto comincia per opera dei ioni negativi ; ciò che,
del resto, è in pieno accordo con molti fatti noti.
Non possiamo riferire i vari casi corrispondenti a
forme varie delle coppie di elettrodi usati. Ci limitiamo
ad indicare il caso più saliente di scarica fra punta nega-
tiva e disco positivo. È in questo caso che si ottengono
gli effetti più rimarchevoli. La ionizzazione comincia infatti
indubbiamente presscT V elettrodo negativo, e la scintilla
deve spostarsi notevolmente verso il disco positivo. Inoltre
il fenomeno presenta particolarità di dettaglio degne di
essere rilevate.
Mentre la scintilla assumeva, quando i grandi dischi
concavi erano scarichi, V aspetto della fig. 10, a, e cioè
constava d' una stelletta brillantissima fì sulla punta, di
un pennacchio violaceo C da esso staccato, e di una
fiamma Crossa suir elettrodo positivo, essa passava alla
Deviazione dei iaìii generanti le scintille 137
forma 8, &, non appena si creava il campo trasversale ; e
precisamente la fiamma rossa 1'\ che prima si formava
al centro dell' elettrodo positivo, si presentava invece in
un punto assai più vicino al disco positivo, ciò che dimo-
strava essere in tal caso prevalente V azione del campo
trasversale sui ioni negativi respinti dalla punta.
Ma se, oltre che includere nel circuito di scarica una
grandissima resistenza, s' impiegava un condensatore di
capacità grandissima (gruppo di 108 grandi giare collegate
ili modo da formare un' unica batteria, la quale richie-
deva parecchi minuti primi ad essere sufficientemente
caricata da una grande macchina di Iloltz a quattro dischi),
il fenomeno diveniva assai notevole. Infatti la scarica
luminosa assumeva in tali condizioni una durata di più
secondi, e la fiamma rossa camminava suir elettrodo piano
dirigendosi verso il disco positivo sino a raggiungere
Torlo deir elettrodo stesso, ove, rimanendo ferma alla sua
base, s'inclinava all' infuori prima di spegnersi.
È opportuno osservare, che questa scarica a fiamma
corrisponde alle scintille globulari, e precisamente nel
caso attuale a quelle che il Righi chiamò composte, costi-
tuite cioè dall'emissione di successive luminosità mobili
dair elettrodo positivo, ed ha perciò un certo carattere
d' intermittenza, che suggerisce V idea di considerarla
come costituita da una serie di successive scariche par-
ziali. L'osservare la fiamma in uno specchio girante ne
porge una conferma. È quindi probabile che la presenza
dei ioni dovuti ad ogni scintilla parziale contribuisca a
rendere successivamente sempre più grande lo sposta-
mento del fenomeno luminoso per opera del campo
trasversale.
Anche nel caso attuale lo spostamento e il cambia-
mento di forma della scarica luminosa non cessano di
prodursi, quando si adopera una resistenza non tanto
grande nel circuito di scarica. Così per esempio, se la
detta resistenza è tale da conferire alla scintilla l'aspetto
d'una colonna luminosa giallastra sensibilmente ininter-
rotta da un elettrodo all'altro, questa, che in assenza del
campo trasversale mostra una forma quasi rettilinea
andando dalla punta al centro dell' elettrodo inferiore,
assume invece una forma curva non appena i dischi
vengono caricati, e va ad incontrare 'l'elettrodo positivo
in un punto- situato fra il centro di esso od il disco
positivo.
XVIII. — L'n Metodo semjiìice per jirtseiilan: in iscvola
' " ■" " ' ndamenlali di radioattività.
oralmente invalsa oKe le esperienze di
assai difficili, so non impossibili, a
cuoio secondario, a cagione della loro
itutto del costo elevalo dei jH-eparali
ssere necessari per eseguirle,
mostra come, con apparecchi facilis-
) con prodotti il cui prezzo è alla por-
ssano presentare ad una scolaresca i
[itali della radioattività.
cui si farà uso per questo esperienze
>rit}. Per preparare questo sale si scio-
k una diecina di grammi di nitrato di
torio costa da ;ìO a 40 cent, il grammo),
'à dell'ammoniaca sino a eccesso; il
di idrato di torio verrà raccolto su di
liligentemente con acqua distillata, e
n una stufa, dopo di che lo si ridurrà
tro un mortaio.
B, non appena preparato, questo idrato
nostra adatto allo osperienzo che ora
, 6 cift porche nella preparazione anzi-
ito il torio X, prodotto di disiiitegra-
sso, al quale sono dovuti buona parte
i vogliono porre in evidenza; il torio
perdute proprietà ae non dopo trascorse
ne, per cui, volendo eseguire queste
ecessario premunirsi in tempo oppor-
rla volta preparato, il sale potrà ser-
te, non subendo le sue proprietà alcuna
lo coir andare del tempo.
isposizioni semplici suggerite dal lìlanc
fere in rilievo i fatti fondamentali della
1 ricordato come servano ntilniento ed
disposizioni additate dal prof. Righi
, che fece qualche anno fa sul radio
blicata nella raccolta dulie Attualità
IV. - ElettpotecDica.
dell' ing. G. Giorgi in Roma e del prof. B. Dbssau in f*erugia
I. — Trazione elettrica.
Diamo conto in questa rubrica dei progressi della
trazione elettrica dal 1.^ luglio 190C al 80 giugno 1907.
Risultati della trazione elettrica nulla ferrovia Lanca-
shire-Yorkshire. I lettori di questo Annuario ricordano che
tre anni or sono la compagnia della Lancashire-Yorkshire,
una delle grandi compagnie ferroviario inglesi, ha sosti-
tuito la trazione elettrica al vapore sul troTico Liverpool-
Southport. I risultati di questa applicazione hanno supe-
rato ogni più favorevole aspettativa, e in seguito a ciò il
servizio elettrico è stato ora esteso a un totale di 100 km.
circa di binario. Il numero di treni, che con V esercizio a
vapore era di 3G al giorno in ambo le direzioni, fra Li-
verpool e Southport, è stato portato a 00 con V esercizio
elettrico. Nella parte più frequentata della linea V inter-
vallo delle partenze è aumentato di 10 minuti. Il numero
dei passeggieri è aumentato di oltre un milione air anno.
L* esercizio fu iniziato con treni a composizione motrice
fissa, cioè aventi due vetture elettriche con quattro mo-
tori da 150 hp. ciascuna, e ora è stato adottato il sistema
a unità multiple. Il consumo di energia per tonnellata-
chilometro è risultato 83 watt-ora coi treni diretti, e 50
watt-ora coi treni omnibus. La corrente è trasmessa col
sistema a terza rotaia a 050 volt, e questo sistema è
risultato completamente soddisfacente. L' intera ferrovia
è aliment^ita da una stazione generatrice della potenza
di 12.000 kilowatt, in parallelo con una batteria di ac-
cumulatori della potenza massima di 2.000 kilowatt.
La linea interurbana della Ohio Valley, — Nel 1900
è stata completata la linea che da Rochester sino a Sten-
f
140 Elettrotecnica
ben villo, con un percorso di 80 km. percorre la vallata
del fiume Ohio, attraverso gli stati della Pennsylvania e
deir Ohio, lun^o il confine della West Virg-inia.
Questa linea è in sedo propria, con armamento ferro-
viario tra città e città, e percorsi sulle reti ferroviarie
delle città attraversate. È in g'ran parte a doppio binario
e comprende opere d' arte importanti. L' armamento elet-
trico è stato fatto a corrente continua a oO() volt. La cor-
rente ò fornita da quattro stazioni g-eneratrici, che lavorano
in paralfelo a una batteria di accumulatori. È in progetto
sostituire a queste stazioni una centrale unica, con alimen-
tazione per mezzo di sottostazioni. Il servizio è stato inau-
g-urato con 85 vetture elettriche a quattro assi, di vari tipi.
Lavori dei Congresso internazionale della trazione
elettrica a Milano. — L' unione Internazionale delle
tramvie e delle ferrovie elettriche secondarie, in unione
con r associazione italiana degli esercenti delle tramvie
elettriche , ha tenuto il suo XV Congresso generale a
Milano, nella seconda metà del 1906; e questo Congresso
ha avuto particolare importanza per V affluenza delle per-
sonalità tecniche intervenute, per gli argomenti discussi,
per r interesse delle comunicazioni presentate ; il Con-
gresso era inoltre sinniltaneo con la Esposizione interna-
zionale di mezzi di comunicazione.
Fra le questioni principali trattate, ricordiamo: 1.*^ I si-
stemi di freni per trazione elettrica (relatore M. Scholtes,
a nome di una commissione: non mono di 142 compagnie,
con 14.500 vetture in esercizio erano state interpellate
dalla commissione; in 342 dei casi il freno di uso nor-
male era a mano, in 502 elettrico, in 152 ad aria com-
pressa; il freno a mano è risultato usato abitualmente
nelle piccole linee con vetture leggiere; le conclusioni del
relatore sono: che la scelta del freno deve dipendere dalle
condizioni di esercizio; che devono aversi sempre due
freni di sistema diverso, por averne uno in riserva; che
il freno di uso normah» non deve causare fatica fìsica
del conducente ; che il freno a mano non può essere suf-
ficiente quando si tratta di servizio con vetture pesanti,
o su pendenze, o con rimorchi; che fra i due sistemi di
freni meccanici è preferibile quello elettrico, eccetto il caso
in cui r armamento del motore non sia in grado di sop-
portarne razione); 2,"" Il binario nelle linee interurbane
(relatore De Burlet, con le conclusioni: che la tendenza
Trazione elettrica 141
moderna è per aumentare la lunghezza delle rotaie, e il
peso unitario; che l'esperienza sui giunti saldati non è
ancora tale da poter portare a una decisione positiva
definita; che nessun sistema di fermare i bulloni ha an-
cora dato risultati tali da poterne consigliare la prefe-
renza); 3.** Il binario nelle linee urbane (relatore M. Dubs);
4^^ U uso dei misuratori d'energia stille vetture tram-
viarie (relatore M. Wattmann: sono ora in uso i conta-
tori su circa 1300 vetture traraviarie in Europa, appar-
tenenti a 10 delle principali città ; questa applicazione va
estendendosi continuamente, e viene raccomandato dal
relatore di ridurla a sistema); 5.'* // sezionamento delle
condutture aeree (relatore G. Rasch); 6.** La « standar-
dizzazione » dei motori a corrente continua (relazione della
commissione internazionale, contenente le regole normali
da adottare per la specificazione e la prova dei motori);
7.'' Le dimensioni delle vetture tramviarie urbane (rela-
zione di H. Geron); 8."* / generatori di gas povero per
le centrali tramviarie (relatore E. Ziffer) ; 9.*^ / limiti di
velocità delle tramvie elettriche (relatore E. Krasa).
La New York Central Railroad. - Nel novembre 1900
è stata inaugurata la prima parte deir impianto di tra-
zione elettrica nella ferrovia New York Central and
Hudson Rivor Railroad, una dello più grandiose appli-
cazioni di trazione elettrica ferroviaria finora eseguite.
Ai lettori di questo Annuario sono già noti il carattere
e lo scopo di questa opera. Si tratta dell'elettrizzazione
di una estesa reto di tronchi di penetrazione di ferrovie
in arrivo a New York. L' impianto è alimentato da due
officine con turbine a vapore, 1' una detta di Port Morris
e l'altra di Yonkers. La prima contiene per ora 10 cal-
daie Babcock da 625 mq., con caricatori Roney, e 4 tur-
boalternatori Gerì orai F^Iectric da 5000 kw., con conden-
satori Worthington a superficie, direttamente attaccati, e
un quadro di manovra a distanza.
La seconda deve raggiungere una potenza circa equi-
valente.
La corrente prodotta da queste centrali è trifase a 25
periodi ali mila volt, e viene distribuita a 8 sottosta-
zioni convertitrici, e collocato entro un raggio massimo
di 35 km. dalla stazione principale dei treni d' arrivo.
Ogni sottostazione ha 3 convertitori rotanti, più una
batteria di accumulatori. La potenza complessiva di tutte
142 Elettrotecnica
le sottostazioni è circa 60 mila kilowatt, di cui 27 mila
in macchinario e il resto nelle batterie. Da queste sotto-
stazioni r energia elettrica è distribuita sotto forma di
corrente continua a 660 volt, per mezzo di una rete di
condutture di distribuzione, che comprende 150 km. di
canapi sotterranei e 500 km. di conduttori aerei.
La rete che viene elettrizzata comprende 450 km. di
biìiario, tutto a terza rotaia. Il materiale rotabile com-
l)ronde locomotive elettriche e vetture automotrici. Le
locomotive sono da 2200 hp. ciascuna, capaci di rimor-
chiare un treno di 250 tonnellate con la velocità di
l'iO km.; ovvero un treno di 900 tonnellate con la velo-
cità di 65 km. Le vetture elettriche pesano 41 toun. e
hanno armamento di 400 hp. ciascuna, e sono destinate
|)cr servizio a unità multiple, con velocità di 80 km. Torà.
L intero parco di materiale rotabile elettrico raggiungerà,
a opera completa, la potenza complessiva di r30,00() hp.
('ol servizio elettrico, i treni a vapore vengono presi
a rimorchio all' arrivo nelle stazioni suburbane di New
Ynrk, e portati fino alla Grande Stazione Centrale, che
(jiiando sarà completata comprenderà due piani di binari,
entrambi sotterranei, con 80 km. di sviluppo di binari, e
ima capacità complessiva di 12,000 vetture.
La elettrizzazione della Stadtbahn di Vienna, — La
tirrovia metropolitana (Stadtbahn) di Vienna, inaugurata
alcuni anni or sono, fa servizio con treni a vapore nel-
I intera rete, dello sviluppo di 30 km. di doppio binario.
<!li inconvenienti del fumo hanno condotto a decidere di
-nstituire la trazione elettrica a quella a vapore; un espe-
rimento del sistema proposto ha avuto luogo Tanno
^c >rso, su un tronco di 2 km. nel quartiere del Prater.
Jl sistema, della casa Krizik di Praga, è analogo allo
st'sso già in uso sulla linea Tabor-Bechyne in Boemia,
e comprende T uso della corrente continua ad alta ten-
sione, con la distribuzione a tre fili. Si è conservato e
s intende conservare il materiale rotabile già esistente;
ili luogo della locomotiva a vapore è stata sostituita una
locomotiva elettrica. La locomotiva ha 4 motori da 750
volt ciascuno, in serie fra loro, in modo da dare 3000 volt
IVa gli estremi, ovvero 1500 volt fra neutro ed estremi.
II neutro è costituito dalle rotaie; gli estremi sono duo
conduttori aerei. La locomotiva di Vienna pesa 29 ton-
nellate, di cui la metà è per T armamento motore, costi-
Trazione elettrica 143
tuito da 4 motori da 120 hp. a ingranaggio, 2 prese di
corrente a* pantografo e motori ausiliari pei compressori
e per le pompe a vuoto.
La trazione elettrica sulla Pennsylvania RaiTroad, —
Il 18 settembre 1906 è stato inaugurato l'esercizio elet-
trico sul tronco tra Camden (Filadelfia) e Atlantic City,
conosciuto sotto il nomo di West Jersey and Seashore
Branch, appartenente alla rete ferroviaria della Pennsyl-
vania Railroad. Il tronco elettrizzato ha la lunghezza di
100 km., più una diramazione laterale di 16 km.; è tutto
a doppio binario, in parte armato con nuove rotaie da
50 kg. per metro. Esso ha grande importanza, perchè
costituisce una delle due linee dirette di comunicazione
tra Philadelphia e il mare. L' impianto elettrico è stato
eseguito dalla General Electric Company, col sistema a
corrente continua. L'officina generatrice si trova sul fiume
di Big Timber e contiene : 3 turbogeneratori Curtis trifasi
da 2(X)0 kilowatt a 6600 volt e 25 periodi; 2 eccitatrici,
3 condensatori barometrici; 12 caldaie Stirling da 358
metri quadrati; macchinario per la manovra automatica
del carbone; trasformatori da 6600 a 33.(X)0 volt. Il mac-
chinario descritto è quello iniziale, e sarà aumentato in
seguito. Dalla centrale generatrice la corrente trifase a
33.000 volt viene distribuita a 8 sottostazioni converti-
trici, le quali la trasformano in corrente» trifase a 430 volt,
e indi, per mezzo di convertitori rotanti, in corrente
continua a 650 volt. La linea di lavoro è in parte a terza
rotaia, in parte a conduttura aerea. Il materiale mobile
elettromotore, pel servizio iniziale, comprende 62 vetture
passeggeri da 58 posti, e 6 vetture bagagli e miste; le
vetture sono tutto del tipo a quattro assi, lunghe 15 metri,
e pesano 40 tonnellate, compreso V equipaggiamento. Ogni
vettura ha 2 motori GÈ 69 da 200 hp., con controller a
unità multiple. Adottando il servizio elettrico è stato
intensificato T orario: treni diretti partono ogni ora, e
treni ordinari ogni dieci minuti.
Nuove locomotive trifasi per la Valtellina. — Una
nuova serie di locomotive trifasi, della casa Ganz, è
entrata in esercizio nelle linee della Valtellina nel 1896
e 1897. Queste locomotive sono analoghe a quelle del
Sempione. Ciascuna ha 3 assi motori, con ruote grandi
e 2 assi portanti, con ruote, piccole. I tre assi motori
144 Elettrotecnica
sono mossi per mezzo di un meccanismo articolato, senza
riduzione di velocità, da due motori elettrici di grandi
dimensioni. La locomotiva in ordine di servizio pesa 62
tonnellate, di cui 42 tonnellate sono sulle ruote motrici.
I gradi fii velocità sono tre, e cioè 64, 42, o 25 chilo-
metri Torà; la potenza di trazione della locomotiv^a è di
3500 kg. alla velocità massima, e di 6000 kg. alla velo-
cità minima, per servizio continuato di dieci ore. Per
servizio di un' ora i motori danno 1200 a 1500 hp. cia-
scuno. Il regolaggio è fatto con sistema misto.
Ferrovia Philadeìpliia- Western, — Il 22 maggio 1907 è
stata inaugurata la tratta fra Filadelfia e Strafford, Pa. ,
della nuova ferrovia Philadelphia -Western, espressa-
mente costrutta per trazione elettrica. La linea è lunga
18 km. a doppio binario ed è stata armata col sistema
della terza rotaia. Su di essa circolano 22 vetture Pull-
mann a quattro motori. La stazione centrale è equipag-
giata con due turbogeneratori Curtis da 2000 kilowatt, e
la trasmissione è fatta col sistema trifase, e trasforma-
zione nelle sottostazioni convertitrici.
IJ elettrizzazione della West Shore Railroad. — In
data 15 giugno 1907 è stato inaugurato il servizio elet-
trico in sostituzione di quello a vapore sul tronco fra
Utica e Siracusa della West Shore Railroad, negli Stati
Uniti d'America. La linea è lunga 70 km., quasi tutta a
quadruplo binario. Il sistema di trazione prescelto è a
corrente continua, a terza rotaia, a 6(X) volt. Le vetture
sono del tipo Pullmaun, a 4 assi, lunghe 15 metri, e
sono armato con 4 motori GÈ 73. I^a corrente proviene
da una trasmissione primaria trifase a 60.1KX) volt e 40
periodi, e per ora è generata da una centrale a vapore,
che sarà sostituita dal nuovo impianto idroelettrico della
Hudson River Electric Power Company. G. U.
Telegrafia e telefonia senza filo 146
II. — Telegrafia e telefonia senza filo.
La fase nuova, nella quale la telegrafìa senza filo è
entrata, poco più di un anno fa, mercè V opera del danese
ing. Poulsen, dei lavori del quale si è reso conto nel
precedente Annuario^ ha dato un nuovo impulso air atti-
vità degli inventori e costruttori, e si è manifestata nella
stampa tecnica con una esuberanza di pubblicazioni rela-
tive alla trasformazione delle correnti continue in correnti
alternate di altissima frequenza, ossia in oscillazioni
elettriche persistenti, per mezzo dell'arco voltaico. Tut-
tavia di queste pubblicazioni una buona parte è desti-
nata precipuamente a rivendicare i presunti diritti di
priorità dei loro autori di fronte al sig. Poulsen ; e -per
quanto il cronista non possa disinteressarsi completa-
mente davanti a quistioni di tale genere, nel caso attuale
le i*eclamazioni o riguardano disposizioni troppo differenti
da quelle dell'arco cantante, oppure sono basate sopra
asserzioni troppo vaghe per poter invalidare il fatto, che
il Poulsen, mercè un lavoro tenace ed ingegnoso, è riu-
scito primo a raccogliere il frutto del seme contenuto
nelle ricerche di Duddell, di Simon e di altri. Con ciò non
vogliamo dire che altri, indipendentemente da Poulsen
e forse anche simultaneamente a lui, non sia pure giunto
ad un risultato il quale, date le ricerche anteriori, era per
così dire nell'aria; né intendiamo negare il legittimo
merito a quelle indagini più recenti le quali, pur non
aggiungendo che qualche dettaglio nuovo ad un metodo
oramai noto, ebbero tuttavia il merito di accrescerne il
valore pratico. ^
Ricordiamo a questo proposito, che la disposizione
dell'arco cantante, che è quella adottata anche da Poulsen,
si ha congiungendo le due armature di un condensatore,
r una direttamente e l' altra attraverso un rocchetto di
conveniente autoinduzione, coi due elettrodi di un arco
voltaico alimentato da una sorgente di corrente continua.
Allora, dati certi valori della capacità e dell'autoindu-
zione, il circuito costituito dall'arco coi suoi elettrodi,
dal condensatore e dal rocchetto diventa sede di correnti
oscillatorie, in virtù di una qualità particolare dell'arco,
la quale appare nella sua cosidetta caratteristica discen-
dente. S'intende con caratteristica, nel caso dell'arco
come di una dinamo, la curva la quale rappresenta la
Annuario scibktiii'ico — XLIV. 10
14f> Elettrotecnica
relazione tra forza elettromotrice (o differenza di poten-
ziale) ed intensità di corrente; e la caratteristica dell'arco
si dice discendente, perchè ad un aumento deir intensità
della corrente nell'arco corrisponde una diminuzione
della differenza di potenziale tra gli elettrodi. Avviene
infatti, in conformità colla caratteristica discendente, che
una qnalsiasi diminuzione dell' intensità della corrente
nell'arco, essendo accompagnata da un aumento della
differenza di potenziale tra gli elettrodi, fa aumentare la
carica e la differenza di potenzialo nel condensatore, il
quale poi ad un certo punto si scarica attraverso l'arco,
assecondando la corrente principale che traversa V arco
stesso, sinché la diminuzione della differenza di poten-
ziale dia luogo ad una nuova fase di carica del conden-
satore. Le alternazioni sono rese regolari dalla capacità
ed autoinduzione, che conferiscono al circuito un deter-
minato periodo oscillatorio, ma la possibilità di periodi
brevi è legata alla rapidità, colla quale varia la differenza
di potenziale nell'arco al variare della corrente, ossia
alla rapida discesa della curva caratteristica ed anche,
come conseguenza di ciò, alla brevità del tempo, per il
quale la forza elettromotrice può annullarsi completa-
mente senza che l'arco si spenga. Vi ò bensì un'altra
spiegazione del fenomeno, la (piale mette in prima linea
la temperatura dell'arco e la rapidità, colla quale essa è
suscettibile di variare, ma sotto T uno come sotto l'altro
punto di vista l'arco tra un anodo metallico mantenuto
freddo ed un catodo di carbone in un ambiente di gas
non ossidante è su[)eriore all'arco tra carboni nell'aria,
ed ha permesso appunto al Poulsen di realizzare quelle
frequenze che sono necessario per la telegrafia senza
filo e che ultimamente avrebbero raggiunto 1 milione al
minuto secondo. Tuttavia conviene rilevare che anche
coir arco solito tra elettrodi di carbone o meglio di grafite
già qualche anno fa il Salomonson e recentemente Austin
ottennero delle frequenze di qualche centinaia di migliaia
(li oscillazioni al minuto secondo.
Sarebbe peraltro un errore il voler ritenere che l'ap-
parecchio di Duddell o di Poulsen emettesse delle onde
continue dovute ad oscillazioni semplici e di ampiezza
costante. Secondo Eisenstein, si tratterebbe sempre di
oscillazioni smorzate, e la differenza tra il metodo della
scarica a scintille e quello di Poulsen sarebbe dovuta
unicamente al fatto, che nel primo metodo le scariche si
•T r-
Telegrafia e telefonia senza filo 147
succedono ad intervalli grandi in proporzione alla durata
delle oscillazioni generate da ciascuna scarica, mentre
nel caso dell'arco, ciascuna serie di oscillazioni, comin-
ciando prima che quelle precedenti si siano spente, si
unisce con queste in una forma di onda più o meno
complessa, ma praticamente persistente se non di am-
piezza proprio costante. Infatti Gerbino aveva trovato
che la corrente nel circuito derivato di Duddell non è
della semplice forma sinusoidale, ed il periodo d'oscilla-
zione non corrisponde a quello che si calcola dalla capa-
cità ed autoinduzione in base alla nota formola. Anche
Austin, studiando le oscillazioni generate dalla disposi-
zione di Duddell in un circuito secondario di risonanza,
notò accanto air oscillazione fondamentale di ampiezza
massima delle oscillazioni armoniche più deboli. Lo stesso
Austin, eseguendo delle esperienze con elettrodi metallici
neir aria compressa sino a 7 atmosfere di pressione, fece
pure vedere che, mentre crescono assai la forza elettro-
motrice e l'energia delle oscillazioni, l'arco finisce col
trasformarsi in una successione, assai rapida bensì, ma
non continua, di scariche a scintille Oltre a queste disu-
guaglianze di carattere periodico e regolare le onde
emesse dall' arco non sarebbero neppure esenti, a quanto
sostiene il Fleming, da variazioni irregolari dipendenti
da qualche inevitabile fluttuazione dell'arco stesso.
Tutto ciò non impedisce però al metodo dell'arco di
sostenere vigorosamente la concorrenza col metodo delle
scintille, che tuttavia anch'esso va perfezionandosi conti-
nuamente. È assai istruttivo sotto questo riguardo un
resoconto, testé apparso uoìV Electric ian^ sulla stazione
eretta dalla « Amalgamated Radio-Telegraph-Company » a
Cullercoats, nella provincia di Northumberland, a circa 8
miglia da Newcastle. Sul funzionamento di questa stazione
sinora si erano avute poche informazioni, perchè essa,
più che ad un servizio regolare per il pubblico, sino a
questi giorni era adibita a prove di vario genere ; e poiché
la detta Compagnia é concessionaria tanto dei brevetti
di Poulsen quanto di quelli di De Forest, la stazione di
Cullercoats offriva una opportunità eccezionale per valu-
tare le qualità relative del metodo ad arco e di quello a
scintille,^chè tutti i due vi si trovano impiantati, funzio-
nando in condizioni identiche. Sarà perciò opportuno
descrivere con qualche dettaglio gli apparecchi ed il fun-
zionamento di questa stazione.
f^T"
148
Elettrotecnica
L'auteaua della staziono di CuUercoats, eretta sopra
un promontorio che si innalza di poco sopra il livello
del mare, è sostenuta da un albero alto 66 metri, costruito
in legno e tenuto in posto mediante corde metalliche
isolate dal suolo. Essa è composta di 24 fili di bronzo i
quali si estendono dalla cima dell'albero, da cui sono
isolati, sotto forma di ombrello, abbracciando un cerchio
di 60 metri di diametro colle loro estremità inferiori, che
si trovano a 30 metri sopra il suolo e sono congiunte
mediante un filo comune, mentre di sopra i fili sono
divisi in due gruppi indi-
pendenti, ciascuno dei
quali manda un condut-
tore isolato nel casotto
degli apparecchi. Questa
disposizione era nchiestii
perchè gli apparecchi rice-
vitori del sistema De Forest
vengono appunto interca-
lati tra le due metà d' una
antenna doppia , mentre
cogli apparecchi Poulseu
i 24 fili sono uniti in paral-
lelo. Le comunicazioni
colla terra sono ottenute
mediante una ventina di
fili introdotti nel suolo.
Attualmente gli appa-
recchi a scintilla sono de-
stinati a comunicare coi vapori di una linea che fa il ser-
vizio tra la Scandinavia e l'America; e poiché la minima
distanza tra questi vapori, mentre sono in rotta, e la stazione
di Cullercoats è di circa 450 km., V impianto dispone di
una forza considerevole. Una corrente alternata di
400 volta a 120 alternazioni, generata da un alternatore
di 5 chilowatt, è trasformata a 50000 volta mediante un
trasformatore a secco, al secondario del quale è con-
giunto il circuito oscillatorio costituito da una batteria di
bottiglie di Leida, da una autoinduzione variabile e dalla
bcintilla. L'antenna è unita a questo circuito mediante
accoppiamento diretto, e manipolando una leva può stac-
carsene per entrare ùi comunicazione coir apparecchio
ricevitore. La disposizione di quest' ultimo risulta dal dia-
Fiff. 11.
Telegrafia e telefonia senza filo 149
^amma della fig. 1 1 ; vi sono indicati la cellula elettro-
litica E sensibile alle onde, ed i rocchetti a contatto
mobile, coi quali si effettua la sintonizzazione alla lun-
ghezza d' onda dell' apparecchio trasmettitore. Furono
scambiati dei telegrammi tra questi apparecchi ed altri
simili collocati a Cristiansand, alla distanza di 650 km.,
ed in un caso la comunicazione si ebbe sino a Cristiania.
Per il sistema Poulsen vi sono due impianti distinti.
L' uno comprende tre archi, con anodo di rame e catodo
di carbone in un'atmosfera d'idrogeno o di vapore
d'alcool. I tre archi possono disporsi in serie sotto una
forza elettromotrice di 480 volta, oppure si possono anche
adoperare separatamente con 160 volta. Essi si avviano
sollevando e lasciando ricadere l'anodo di rame, che si
Pig. 12.
trova al di sopra del catodo ; il raffreddamento si ottiene
per mezzo di flange applicate all'anodo ed alla scatola
che circonda gli elettrodi ; un campo magnetico verticale
mantiene l'arco in rotazione attorno all'asse degli elet-
trodi. Quest'apparecchio, quando i tre archi sono disposti
in serie, permette di segnalare sino a 900 km. di distanza;
adoperati invece singolarmente essi servono per la tele-
fonia senza filo. Al servizio telegrafico ordinario si prov-
vede con un altro arco ad elettrodi orizzontali circondati da
un'atmosfera di gas illuminante e governati da una molla.
Il diagramma della fig. 12 rappresenta il circuito oscilla-
torio, il quale, messo in derivazione sull'arco, comprende,
come al solito, dei condensatori ed un rocchetto al quale
l'antenna e la comunicazione colla terra sono congiunte
per accoppiamento diretto. I segnali telegrafici non si
danno, come si usa cogli apparecchi a scintilla, per mezzo
di chiusure ed interruzioni della corrente primaria, ma
si ottengono invece modificando, mediante l'abbassamento
4
. t^^m
160
Elettrotecnica
del tasto telegrafico che esclude dal circuito alcuni giri
del rocchetto, il periodo delle onde emanate dall' appa-
recchio. Si evitano così, malgrado Tuso di correnti in-
■tonse, le forti scintille d' interruzione che costituiscono
un serio inconveniente negli altri sistemi.
Lo schema dell'apparecchio ricevitore si vede nella
fig. 13. Il circuito deir antenna ed il circuito risonatore
sono messi in relazione fra di loro per via elettromagne-
tica, e r accoppiamento è debole, perchè in questo modo
si escludon(i efficacemente le onde di periodo anche poco
diverso da quello voluto, mentre nel caso di risonanza
perfetta la continuata azione delle onde produce tuttavia
degli effetti in-
tensi. Un con-
densatore varia-
bile )iel circuito
risonatore serve
ad ottenere la
sintonia, ed il
« tikker»r, vale
a dire un mar-
tellino elettro-
magnetico assai
sensibile, stabi-
lisce ed inter-
rompe a brevi
intervalli la co-
FiR. 18.
'""^/^^m wA^^^'
municazione con un circuito laterale contoncMite un con-
densatore di capacità maggiore di cpiello inserito nel
circuito prhicipale. All'atto di chiusura, una gran j)arte
dell'energia accumulata per risonanza nel circuito princi-
pale passa nel detto condensatore, il (juale poi si sca-
rica attraverso un telefono. Per mezzo di (|uesto artifizio,
dei segnali perfettamente distinti furono ricevuti dalle
stazioni danesi di Lyngby e di F^sbjerg, distanti la prima
circa 9()0 km. e la seconda circa 500 km. da (^ullercoats.
Stando colla relazione data noW Elee tr ir ian^ il con-
fronto eseguito a CuUercoats tra i sistemi De Forest e
Poulsen sarebbe riuscito nettamente a favore di quest'ul-
timo. Non solo r impianto del sist(Mna Poulsen ò più
compatto e di più facih» isolamento, perchè non occor-
rono tensioni cosi elevate* come colle scariche a scintilla,
ma le operazioni che costituiscono remissione dei segnali
sono j)iù s«Mnj)lici e [)iù sicure o la sintonia è assai più
!>■- r
. Telegrafia e telefonia senza filo 161
esatta. Col ricevitore Poulsen si constata senza difScoltà
una variazione del y, p. cento della capacità del circuito
dì risonanza, mentre d' altra parte le perturbazioni atmo-
sferiche, che recano tanta noia alla radiotelegrafia coi
sistemi soliti, perderebbero metà della loro efficacia quando
si lavora con onde persistenti. Infine queste ultime sa-
rebbero meno assorbite che non le onde smorzate nel
passaggio sopra regioni montuose. Si constatò infatti che
i vapori della linea scandinavo-americana, girando il
nord della Scozia in viaggio per la Scandinavia, comin-
ciano a ricevere i segnali emessi colle scintille molto
più tardi degli altri, e soltanto dopo essere usciti dal-
l'ombra della Scozia, mentre sul mare aperto i segnali
dei due sistemi sono della stessa intensità. Le prove
sinora furono estese sino a distanze di circa 1500 km.;
per distanze maggiori la superiorità sarebbe ancora di
più per il sistema Poulsen.
Al contrario di ciò, quando si tratta di segnalazioni
sopra distanze medie e piccole, ossia delle stazioni di
minor potenza, che sono le più numerose e perciò nel
complesso sono anche di maggiore importanza, il con-
fronto pare non riesca tutto a favore del sistema Poulsen.
Del, resto anche per le segnalazioni a grandi distanze, ove
i vantaggi delle onde persistenti si fanno maggiormente
sentire, molti ritengono che V arco come mezzo produttore
di onde non rappresenti che una soluzione provvisoria del
problema, ed abbia tosto o tardi da cedere il posto ad un
congegno puramente meccanico, capace di generare delle
onde veramente continue e d'intensità costante.
Si tratterebbe di una dinamo in serie, chiusa sopra
un condensatore, ossia di una disposizione non dissimile
da quella di Duddell, salvo che all'arco si trovasse sosti-
tuito r indotto della dinamo. Sin dal 1904 il prof. Cor-
bino aveva dimostrato, che per dati valori della resistenza
esterna e del coefficiente di proporzionalità tra la forza
elettromotrice sviluppata e l' intensità della corrente nel-
r induttore di una dinamo, si producono nel circuito del
condensatore delle correnti oscillatorie di ampiezza co-
stante e di una frequenza determinata soltanto dalle con-
dizioni del circuito esterno ed indipendente invece dalla
velocità di rotazione della macchina. La funzione di
quest'ultima si riduce allora a rifornire l'energia consu-
mata nel circuito oscillatore. Siccome però la resistenza
162 Elettrotecnica
per le correnti alternate cresce colla loro frequenza, e
questo effetta si fa sentire specialmente nelle solite
macchine con ferro massiccio o poco suddiviso neir in-
duttore e neir indotto, per tradurre in pratica il risultato
sopra enunciato occorrerebbe una macchina speciale con
nuclei di ferro assai suddivisi. La costruzione di una
macchina simile presenta delle difficoltà meccaniche assai
grandi, ma che tuttavia non dovrebbero essere insor-
montabili. Intanto il prof. Corbino, con macchine di tipi
esistenti o portando qualche modificazione a questi tipi,
ha già potuto ottenere dello frequenze di circa 200 alter-
nazioni al minuto secondo. Questo risultato abbastanza
rimarchevole dà adito alla speranza che il metodo accen-
nato abbia -da condurre ad una soluzione pratica del-
l' importante problema.
Intanto anche le onde relativamente costanti, quali si
ottengono coir arco voltaico tra metallo e carbone, hanno
definitivamente aperto il campo pratico alla telefonia
senza filo, ossia alla trasmissione dei suoni e del lin-
guaggio umano col veicolo delle onde elettriche. Sinché
queste onde, prodotte esclusivamente mediante le scariche
a scintilla, erano fortemente smorzate, e che due emis-
sioni consecutive di queste onde erano separate da in-
tervalli brevi bensì, ma lunghi in confronto colla durata
delle emissioni stesso, la trasmissione dei suoni presen-
tava delle difficoltà quasi insormontabili, perchè le vibra-
zioni che costituiscono il fenomeno sonoro e che dovreb-
bero tradursi in modificazioni corrispondenti delle oscil-
lazioni elettriche, si succedono troppo lentamente per
poter imprimere il loro carattere alle poche oscillazioni
elettriche destate da una sola scarica a scintilla, e troppo
rapidamente invece perchè all'uopo potesse servire l'azione
sopra scintille successive generate nella solita maniera.
La condiziono cambia invece sostanzialmente quando
r apparecchio generatore delle onde le emette in modo
continuo e con ampiezza delle oscillazioni costante. Basta
in questo caso disporre un circuito microfonico in guisa,
che le variazioni di corrente che in esso avvengono
quando si parla davanti al microfono, agiscano snll' oscil-
latore in maniera da modificare o la frequenza o l'am-
piezza delle oscillazioni elettriche. Il secondo di questi
effetti è più facile a realizzarsi, e si ottiene p. es. me-
■^.v
'1 ■
Telegrafia e telefonia sema filo
153
diante la disposizione della fìg. 14, nella quale si riconosce
la dinamo D alimentattrice dell'arco -4, dal quale è deri-
vato il circuito oscillatore coli* antenna e la comunica-
zione colla terra. L' induttore della dinamo è provveduto,
oltreché dell' avvolgimento principale B^ di un altro avvol-
gimento che fa parte del circuito di un microfono, e che
viene percorso dalla rispettiva corrente in senso opposto
a quello della corrente nel ravvolgimento principale. Ogni
volta che il contatto microfonico, sotto la pressione eser-
citata su di esso da
un' onda acustica , è
diventato conduttore e
che per conseguenza
è cresciuta l'intensità
della corrente nel re-
lativo circuito, s'inde-
bolisce il campo della
dinamo e con esso la
corrente alimentatrice
dell'arco e del circuito
oscillatore. In tale ma-
niera le vibrazioni so-
nore si traducono in
variazioni d' intensità
delle onde elettriche
che vengono emesse
continuamente dal ge-
neratore ad arco. Per
tradurre poi nuova-
mente in vibrazioni
sonore queste oscilla-
zioni elettriche d'in-
tensità variabile, basta
che r antenna della
stazione ricevente le trasmotta ad un circuito risonatore
che comprenda, oltre ad un telefono e la relativa pila,
un rivelatore d'onde che si modifichi in ragione del-
l' intensità delle correnti oscillatorie e non già della loro
forza elettromotrice, e che segua spontaneamente e
rapidamente ogni variazione nelì' intensità delle onde.
Queste condizioni si trovano soddisfatte nel rivolatore
elettrolitico, il quale infatti sembra preferito come or-
gano sensibile alle ondo nelle esperienze di telefonia
senza filo.
Fiff. 14.
154 Elettrotecnica
I
Sin dairanno scorso potevamo riferire su esperienze
di questo genere eseguite da Ruhmer e dalla Società
tedesca di telegrafìa senza filo non appena conosciuta
r invenzione del Poulsen. Dopo quelle prime esperienze,
si sono realizzati notevoli progressi tanto nella chiarezza
e sicurezza quanto nella portata delle trasmissioni. Il conte
Arco riferisce che la Società tedesca di telegrafia senza
filo è riuscita a stabilire delle comunicazioni telefoniche,
prima dalla stazione di Berlino alla stazione ricevitrice di
Nauen, che dispone di una antenna sorretta da un albero
alto 100 metri e che dista 36 km. dalla stazione trasmet-
tente, e poi da Berlino a Hheinsberg, sopra una distanza
l di circa 70 km., con antenne di soli 25 metri d'altezza.
, Risultati piti notevoli ancora si annunziano dalFAme-
> rica, ove la National Electric Signalling Company, la
quale è concessionaria delle invenzioni del sig. Fessenden,
avrebbe ottenuto, sin da qualche anno fa, la comunica-
K zione telefonica sopra distanze di 40 km., e da un anno
è riuscita a trasmettere il linguaggio tra le due stazioni
della Compagnia che si trovano a Brant Rock, vicino a
Boston (Massachusetts) ed a Nuova York. La distanza
' tra le due stazioni è di circa 300 km., di cui tre quarti
sopra terra; la stazione di Brant Rock, che è destinata
essenzialmente alla telegrafia trasatlantica, possiede una
antenna proporzionata a questo scopo, mentre V antenna
della stazione di Nuova York è alta soltanto 60 metri.
Possono corrispondere fra di loro, oltre le due stazioni
radiotelegrafiche stesse, anche altri luoghi ad esse vicini
e collegati con esse mediante fili telefonici. Le correnti
telefoniche trasmesse, per via ordinaria, da qualcuno di
quei luoghi alla stazione radiotelegrafica, agiscono in
quest'ultima sopra un soccorritore microfonico, che pro-
voca automaticamente le corrispondenti emissioni di onde,
le quali producono poi all'altra stazione in un soccorri-
tore analogo l' effetto inverso, completando la comunica-
zione per via del filo.
Anche la Radio-TeIephone-( 'ompany, servendosi di ap-
l)arecchi del sig. De b'orest, ha fatto eseguire, tanto in
occasione delle regate sul lago di Erio, quanto tra le
navi da battaglia della fiotta comandata dall' ammiraglio
Evans, dello prove di telefonia senza filo, le quali, sebbene
le distanze superate non fossero molto grandi, valsero
tuttavia a mettere in evidenza il valore del nuovo mezzo
di comunicazione specialmente per la marina e la praticità
dell'arco per la produzione di onde persistenti.
Telegrafia e telefonia senza filo 165
Tuttavia, anche nel momento attuale e senza attendere
l'avvento del generatore meccanico di onde continue, il
circuito Duddell non è l'unico mezzo per la produzione
di onde elettriche adatte per la trasmissione dei suoni e
del linguaggio. Non occorrono infatti per questo scopo
delle onde rigorosamente continue, ed il difetto già rile-
vato delle scariche a scintilla, che risiede principalmente
nella lunghezza dell' intervallo di tempo tra due scariche
successive, è stato eliminato mediante una nuova dispo-
sizione creata dal prof. Majorana. Togliamo AnW Elettri-
cista i seguenti appunti di una conferenza che il pro-
fessor Majorana ha fatto sulla sua invenzione, la quale,
oltre all'apparecchio produttore di scintille, comprende
anche un microfono speciale per modularne l'intensità.
Supponiamo che tra le palline di uno spinterometro,
delle quali una sia collegata al suolo e l'altra ad una
antenna irradiante, si faccia scoccare una serie ininter-
rotta di scintillo. Ad una certa distanza un rivelatore
acustico, fornito anch'esso di antenna e di comunicazione
col suolo, permette di ascoltare il rapido succedersi dello
scintille con tutte le particolarità. Accelerando la produ-
zione dello scintille, si finirà per avere al rivelatore la
percezione del suono corrispondente alla frequenza di
quelle scintille. Se però il numero di queste supera il
limite di circa 10000 al minuto secondo, non si sente più
al detector il fischio o sibilo corrispondente all'altezza
così elevata, ma solo un crepitìo irregolare, dovuto a
qualche scintilla più o meno intensa dello altre.
Questo fatto può spiegarsi in due maniere: o la de-
pressione elementare del ciclo di isteresi del ferro del
detector, dovuta a ciascuna scintilla, provoca nel circuito
telefonico delle correnti indotte troppo deboli, o il tele-
fono, a causa della sua inerzia elettrica e meccanica, è
incapace di seguire variazioni così raj^ide.
È noto d'altra parte che la parola articolata è accom-
pagnata talvolta da suoni o sibili, il cui periodo può
essere anche di V,->., di minuto secondo; ma queste deli-
catissime sfumature della voce non arrivano al ricevitore
di un ordinario apparato telefonico. Ciò non toglie però
che la riproduzione telefonica della viva voce sia prati-
camente perfetta. Si può dunque ritenere? che tutti quei
congegni, destinati alla trasmissione o riproduzione indi-
1
lÒC) Elettrotecnica
ì
i
V
1
♦
/
J
/
>
y retta della parola diano risultati pratici soddisfacenti,
j. pur non essendo impressionati dalle* sfumature acustiche
inferiori ad Vioooo ^^ minuto secondo circa; e se nello
^ spinterometro sopra considerato si generano delle varia-
zioni neir intensità dello onde emesse corrispondenti a
vibrazioni sonore, si udiranno al detector i suoni e le
parole trasmesse.
- \ Per ottenere la necessaria rapidità nella successione
delle scintille, il prof. Majorana ha costruito uno spinte-
rometro rotante, formato da un motore, sull' asse del
) (piale è fissato un disco di ebanite portante sulle facce
opposte due anelli metallici sui eguali poggiano due spaz-
zole metalliche inserite nel circuito di scarica costituito
dal secondario di un trasformatore e da una conveniente
capacità. Gli anelli sono congiunti a due fili metallici,
ciie corrono fra di loro paralleli, e tra i quali scoccano
j lo scariche, e se lo spinterometro è messo in rapida rota-
zione, le scintille, soffiate violentemente dall'aria, si sepa-
rano e si può così ottenerne un numero di circa 10000
al minuto secondo.
D' altra parte il compito della modulazione delle scin-
tille è stato risolto dal prof. Majorana per mezzo di un
' microfono idraulico basato sulle proprietà capillari dei
liotti liquidi.
Un getto liquido, che affluisce da un foro costruito
s«^condo norme speciali, scorre limpido per una certa
lunghezza, dipendente dalle dimensioni del foro e dalla
pressione di efflusso; comincia indi a rompersi in gocce,
/ 1' quali talvolta si succedono con frequenza sensibil-
;( monte costante e spesso elevatissima. Questa frequenza
rappresenta, in determinate condizioni, il periodo proprio
li vibrazione del getto. Acusticamente si può osservare
1 osistenza di questo periodo, facendo battere il getto, nel
punto in cui comincia a rompersi, su di una membrana
riastica, la quale, così, ripeto esattamente il suono corri-
spimdente a quel periodo; air infuori di questo, si può
costringere il getto a vibrare con periodi svariatissimi.
S(* vibrazioni meccaniche esterne vengono a colpire il
Liotto liquido, si manifestano nella vena liquida delle con-
trazioni periodiche a breve distanza dalla bocca. Tali
contrazioni seguono esattamente i periodi vibratori pro-
\ «nienti dall' esterno, per cui il getto costringe la mem-
brana, su cui batte, a ripetere i suoni corrispondenti a
pioi periodi. Se il getto batte sopra una superficie piana,
Telegrafia e telefonia sema filo 167
normale alla sua direzione, esso dà origine ad un velo
liquido, il cui spessore è variabile, dipendentemente dalle
vibrazioni del getto.
Utilizzando questi fenomeni, il prof. Majorana ha
costruito un microfono che permette di ottenere correnti
telefoniche di grandissima intensità e purezza. Tale mi-
crofono è costituito, oltre che dalla solita imboccatura
per concentrare le onde sonore, da una membrana con-
nessa rigidamente ad un tubetto di vetro, che è libero
di muoversi per effetto delle vibrazioni della membrana,
e per il quale passa dell'acqua leggermente acidulata
con acido solforico. Il liquido esce dal tubetto per mezzo
di un apposito foro; il getto corre limpido per un certo
tratto e va poi a battere sopra la superfìcie piana di un
congegno chiamato collettore, il quale è generalmente
costituito da due pezzi cilindrici di platino, separati fra
loro per mezzo di una sostanza solida isolante. La super-
ficie superiore del collettore è ben levigata, in modo che
vi sia perfetta continuità fra le varie parti.
Il getto liquido, battendo sul centro del collettore, si
trasforma in un velo sottile, che pone in comunicazione
elettrica continua i due conduttori metallici. Un telefono,
posto in circuito con i suddetti conduttori e con una
pila, sarà percorso da una corrente costante quando la
membrana non è colpita da vibrazioni sonore, quando
cioè il getto non si contrae. Quando invece dei suoni
esterni obbligano la membrana a vibrare, la bocca di
efflusso entra in vibrazione, il getto liquido si contrae in
maniera variabile, ed il velo liquido, formatosi alla super-
ficie del collettore, assume spessori continuamente varia-
bili. L' intensità della corrente telefonica subisce delle
variazioni periodiche per effetto delle variazioni della
resistenza del circuito, e si ottiene così la riproduzione
dei suoni e delle parole pronunciate davanti al microfono.
Questo microfono idraulico, il quale ha dato ottimi
risultati anche nella telefonia ordinaria ed ha permesso
di poter corrispondere dall' Istituto Elettrico Centrale di
lioma al Post Office di Londra, si presta per eccellenza
per la telefonia senza filo. Infatti, inserendolo nel circuito
generatore delle onde elettriche che contiene lo spinte-
rometro rotante già descritto, si è in grado di far variare
r intensità delle scintille corrispondentemente ai suoni
prodotti davanti al microfono, e queste variazioni si ripe-
tono esattamente al detector della stazione ricevente, ri-
Elettrotecnica
o così i suoni e le parole trasmesse. I^e espe-
guite dal prof. Majorana cogli apparecchi de-
vaiio infatti dato dei risultati soddisfacenti, e
iiique che le onde persistenti per lo mono non
pensabili per la telefonia senza filo.
a il prof. Majorana, il quale aveva iniziato le
ienze prima che fosse nota l'invonzione del
iconoscen<lo egli stesso i vantaggi che potevano
air uso di onde veramente persistenti, decise
iproflttare di questo nuovo metodo, e sostituì
rometro l'arco neli' idrogeno, conservando però
rofono idraulico, il quale, potendo sopportare
alta tensione e di forte Intensità, costituisce una
» novità nel campo dello applicazioni elettriche.
laca dell'anno decorso presenterebbe una grave
non menzionassimo il fatto, che il 17 ottobre
3 radiotolegraiìco attraverso rAllanlico fu aporto
,zioni marcouiane di Clifden in Irlanda-e di
ton o Giace Bay nel Canadil. Fervono nella
slltica come in quella tecnica le discussioni
questo avvenimento. Si ricorda che sono tra-
ine anni dacché per la prima volta un mes-
3va varcalo l'Atlantico col veicolo delle onde
che la promessa, data allora o pifi volto ripe-
imminente apertura di un regolare servizio
non fu mantenuta; e che oggi ancora, dopo
essa analoga, il servizio è rimasto limitato alle
■.i giornali, e, secondo certe voci, lasciorebhe
1 desiderare. È giusto però ricordare pure che
i della telegrafia sottomarina tra l' Europa e
presentarono delle peripezie non minori; e se
agnia Marconi non sì può risparmiare l'appunto
isero abbastanza cauta nelle sue previsioni e
il progresso fatto in un quinquennio non è
ino considerevole. Ed il fatto, che all' infuori
pagnia Marconi anche le altre compagnie radio-
io hanno già creato o atanno creando degli
grandiosi per lo scambio di messag'gi tra l'An-
Nuovo Mondo, dimostra che per lo meno tra
ssatì in materia la radio-telegrafia a grandi
I diventata un compito ambito. B. D.
Sul disegno di legge per le derivazioni di acque 159
per
La legislazione sullo n
varie vicende dopo la lej
studi del ISTI al disegno
nel 1873 sulla imposta di
acque pubbliche; agli st
Qenala, che hanno prepari
attualmente regolante le
bliche. Anche questa legge
tanto che il 19 marzo I
presentarono al Sonato ut
approvato nel maggio 190
Reazioni, ma che non divi
la chiusura della sessior
discussione alla Camera d
L' industria intanto prc
pre maggiore dei nostri
d' energia: i canoni salivai
n cui erano giunti nel ISl
La necessità della nuo
.più sentire; e gli industria
i Collegi degli Ingegneri
Congrossi delle Società K
stampa, colle periodiche r
quistione.
Finalmenlo venne un
legge.
Appena fu noto tale d
Senato nella seduta del fi
parecchi soci deli' A. E. I
sia nelle adunanze Social
vedi Alti dell' A. E. I., ff
sia in altre Associazioni i
Fra, Relazione fatta al Ci
21 luglio lfl07). — Ing. K
3 luglio 1907.,.). L'iug. ]
Relazione alla Seziono di
eccezionale importanza del
Presidente generale dell'
risollevare la questione ali
160 Elettrotecnica
J ìd occasione della Riunione annuale, con una Relazione
! che sarebbe stata letta e discussa neir Assemblea stessa.;
' invitando in pari tempo le altre Sezioni che avessero
voluto partecipare a questo lavoro, a mandare air inge-
gnere Conti il risultato dei loro studi.
La Riunione annuale deir A. E. I. venne tenuta a
Parma insieme al Congresso della Società per il pro-
gresso delle Scienze ; ed air adunanza del 25 settembre,
in cui si discusse tale disegno di legge, parteciparono,
appositamente invitati, oltre i soci dell' A. E. I., quelli
dei Collegi degli Ingegneri, della Società di Fisica e
delle Società economiche, intervenuti al Congresso delle
Scienze.-
L' adunanza venne presieduta dal Presidente gemerale
deirA. E. I., ing. Jona, il quale, dopo poche parole per
ricordare T origine e lo scopo di questa discussione, in-
vitò ring. Conti ad esporre la sua Relazione.
Udita la Relazione dell' ing. Ettore Conti, venne votato
air unanimità un ordine del giorno, che traduce le con-
siderazioni seguenti, le quali sono il riassunto della di-
scussione fatto dallo stesso Presidente dell' Associazione,
ing. Jona, per i vari Ministri interessati.
Malgrado che la soverchia preoccupazione di taluni
particolari obbiettivi ed un meno esatto ajìprezzamento
delle reali condizioni dell'Industria Elettrica in Italia,,
abbiano ispirati parecchi articoli, la cui approvazione
tornerebbe esiziale alle ulteriori utilizzazioni di forze
idrauliche, non ritenne il Congresso di pronunciarsi in
favore del rigetto puro e semplice della legge; parendo
invece miglior consiglio metterne in luce i punti assolu-
tamente inaccettabili, affinchè sia opportunamente modi-
ficata; essendo urgente una legge che faccia testo in
materia e ci tolga dall'arbitrio imperante oggidì, con una
legge vecchia e modificata, nel suo spirito, e nella sua
lettera, da circolari e disposizioni del Ministero e degli
Uffici competenti.
Il Congresso ha rivolto anzitutto il suo esame alle
facilitazioni ed ai compensi accordati agli Enti pubblici
locali. Preso atto con compiacimento della dichiarazione
del Governo, affermante la sovranità dello Stato, con
esclusione quindi di ogni diritto di proprietà sulle acque
pubbliche da parte degli Enti locali, il Congresso ritenne
che il disegno di legge voglia assicurare, dei vantaggi
eccessivi a detti Enti locali, tanto nella misura della
Sul distsgìio di legge per le denvaziani di acque IHl
partecipazione accordata ad essi nei canoni, quanto per
talune speciali facilitazioni. La partecipazione nei canoni
venne ritenuta esorbitante, sia perchè V aggravio che cor-
rispondentemente si apporterebbe ai concessionari costi-
tuirebbe un onere troppo forte, tale da dissuadere i capi-
tali, oramai timidi, dall* interessarsi in ardue e costose
imprese, la cui retribuzione, già scarsa nelle attuali con-
dizioni diverrebbe addirittura problematica o negativa;
sia perchè supera i desiderata stessi degli Enti locali.
Dall esame di moltissimi casi particolari, il Congresso si
è fatta la convinzione che i Comuni di montagna, nei
quali si svilupperanno le forze idrauliche ancora inuti-
lizzate, non hanno affatto le ingenti spese di difesa dalle
insidie delle acque, supposte nella Relazione accompa-
gnante il disegno di legge, trattandosi per la massima
parte di corsi d' acqua a forti pendenze, incassati fra le
roccie, ove le piene non produrranno gravi danni. Si
osservò ancora che tali Comuni sono in genere poco
popolati, cosicché la partecipazione ai canoni, nella misura
proposta, e riferita al numero degli abitanti, appare esa-
geratissima; e si citarono parecchi esempi in cui tale
partecipazione ammonterebbe a cento, duecento, trecento
e più lire annue per ogni abitante, vale a dire una somma
immensamente superiore a tutte le imposte e tasse pagato
attualmente dagli abitanti stessi.
Sempre nel campo delle facilitazioni agli Enti locali,
il Congresso ha ritenuto che il comma 3.* dell'art. 15 del
disegno di legge debba essere abrogato perchè si presta
ad applicazioni arbitrarie e contraddittorie agli stessi
concetti che hanno inspirato quella proposta. Il Con-
gresso ha anzi mostrato il desiderio che la nuova legge
dovrebbe chiarire in modo tassativo come per servizi
pubblici dello Stato, delle Provincie e dei Comuni si
debbano intendere soltanto quelli che costituiscono una
imprescindibile funzione deir Ente pubblico, in ragione
o in conseguenza di tale sua qualità e delle attribuzioni
che gli sono proprie; e non la semplice esplicazione da
parte degli stessi Enti di attività industriali.
Sul disposto deir art. 21 il Congresso, osservato che,
malgrado le sue enormi conseguenze, esso non ha alcuna
adeguata illustrazione nella relazione ministeriale, si stupì
che, in una legge avente obbietto affatto diverso da quello
della municipalizzazione, siasi potuto, in via quasi inci-
dentale e di straforo^ introdurre un' aggiunta alla legge
AVMUAKIO BOIRRTIPIOO — XLIV. 11
1G2 Elettrotecnica
sulle municipalizzazioni, con tali effetti da superare le
più ardite aspettative e i piti radicali propositi di coloro
che quella legge hanno strenuamente caldeggiata. Il Con-
gresso è convinto che V accordare ai Comuni la privativa
nel servizio d* illuminazione e d^lle piccole forze motrici
implicherebbe la rovina di tutte le imprese private di tal
genere; nessuna ulteriore destinazione di capitali air in-
dustria elettrica sarebbe più possibile, perchè nessuno
vorrà assumere imprese la cui vita è subordinata al bene-
placito di una deliberazione più o meno ponderata e
serena di un qualsiasi Consiglio Comunale; il Congrosso
ritiene che V approvazione dell' art. 21 perpetrerebbe in
misura colossale, e in modo intollerabile, la più audace
e ingiustificata delle confìsche, a tutto danno di un* indu-
stria strettamente nazionale, con irragionevole ed inspe-
rato vantaggio a quelle industrie, prevalentemente costi-
tuite da capitali esteri, che intendono al servizio della
privata illuminazione mediante sistemi diversi da quello
elettrico.
Il Congresso ha esaminato profondamente T altro argo-
mento che al precedente è strettamente collegato, quello
deir aumento del canone della concessione. Al riguardo
ha compulsato i bilanci di tutte le Società per azioni che
si occupano dell'industria dell'energia elettrica (e sono
attualmente cento Società con un capitale versato di circa
183 milioni) ed ha constatato che il reddito medio del-
l' ultimo decennio (calcolato appunto in base al capitale
effettivamente versato) è stato del 8,9 V,, soltanto, e che
tale reddito scende ancora al 2,65 % se si escludono dal
computo alcune poche aziende che utilizzano esclusiva-
mente il vapore come mezzo di produzione dell' energia
elettrica, od hanno altri cespiti speciali di reddito. Con-
siderando poi partitamente le varie industrie elettrochi-
miche, che potrebbero facilmente contribuire ad aumen-
tare la ricchezza nazionale, si è fatta la convinzione che
il canone non può assolutamente essere aggravato oltre
la misura attuale: essendo notorio che, in tali industrie,
il costo del cavallo annuo a 30-40 lire è il limite massimo
ammissibile per la loro esistenza. Notò il Congresso essere
assurdo pensare che l' energia elettrica ricavabile dalle
forze d' acqua di molte regioni d' Italia possa essere uti-
lizzata come forza motrice in industrie manifatturiere,
specialmente poi nel Mezzogiorno; ma si può sperare di
utilizzarla localmente per industrie elettrochimiche; e fra
Sul disegno di legge per le derivazioni di acati
questo, promettente e specialmente adatta al
agricolo del Paese, la ttssaziono dell' azoto ali
per la fabbricazione dei coucimi artificiali. Que
strie elettrochimiche ricoverebbero un colpo mi
un agffravio di canone. II Congresso ha poi rilev
ju questi ultimi tempi siano sorti parecchi n
menti, i quali valgono a togliere quei vantaggi eh
già elettrica, ottenuta dalle forzo idrauliche, si i
teva di conseguire in confronto di quella ottenuta
motori termici, ed anzi a metterla in condizioni
riorità; ad esempio l'abolizione del lavoro noti
legge del riposo festivo, la diminuzione del (
petrolio, i costanti progi-essi delle macchine ten
gravosa applicazione della tassa fabbricati all'ac
siderata come produttrice di forza, ecc.
Né il Congresso ha potuto astenersi dal coni
argomenti addotti dalla Relazione in appoggio al
inasprimento do! canone, argomenti che, ad un C
di tecnici, appaiono a prima vista poco fondai
non è giustificata l' asserzione che, negli ultimi
rendimento delle turbine o delle dinamo o degli
tori sia sensibilmente migliorato; e neanche qii
praticamente, sì usi l'alluminio nelle conduttur
taggi che la Relazione attribuisce all' elettricità
con motori idraulici, sono poi comuni a quella
con motori termici, né può quindi l'argomenl
per colpire la produzione idraulica. Finalmonto
di venti o venticinque lire por cavallo, che 1'
straziono Demaniale percepisce sui canali del
comprende l'affitto del canale e di tutto le operi
vazìone e utilizzazione delle acque, nò può par
al canone, che rappresenta solo il diritto di
r acqua da un corso naturale, lasciando a a
concessionario tutte le opere di derivazione,
importano una sposa generalmente ingentissime
tuiscono una dello piìl forti alee di simili intrap
E opinione del Congre-sso che il disogno
abbisogni anche di opportuni perfezionamenti e
laddove stabilisce le modalità e i termini por V
da parte dello Stato dei suoi diritti di riserva si
idrauliche, a soddisfacimento di pubblici serv
parve eccessivo il termine di otto anni fissato da
di legge; termine che paralizza por troppo lungc
di tempo l'attuazione di imprese, dal cui svilup
164 KUltrotMiica
nomis nazionale non può ricalare che benoficiì. Sullo
stesso argomento sembrò conveniente prescrivere la li-
mitazione della riserva. dello Stato a quella sola quan-
tità dì forza che possa venire richiesla dalle esigenze dei
servìzi pubblici, in vista dei quali la riserva è posta: e
di consentire altresì che essa possa in qualunque epoca
venire eliminata sostituendovi l'obbligo del concessio-
nario di fornire allo Htato, al prezzo di coslo, la quantità
di energia necessaria.
Sul tema della durata delle concessioni e delle disci-
pline relative all' incameramento delle opere di deriva-
zione da parte delio Stato, alla scadenza delle concessioni
stesse, il Congresso osservò che, quando si voglia man-
teucre il principio attualmente vigente della loro rinno-
vabilità una o pìh volte senza limitazione, si dovesse
assicurare in modo formale una prima rinnovazione per
un trentennio, e ciò senza aggravi: e che il diritto da
parte dello Stato di impossessarsi delle opere del conces-
sionario, alla scadenza della concessione, sia chiaramente
limitato alle opere costruite nell'alveo del fiume, negli
argini e sulle sponde, per la presa e restituzione delle
acque: non dovendosi in nlcun modo ammettere che la
eentrale idroelettrica, le turbino, lo dinamo, il quadro,
tutto il complesso dì macchinari idraulici ed elettrici ohe
servono a produrre e a trasformare la forza motrice e
che rappresentano un impianto autonomo e indipendente,
costruito su area di proprietà privata del concessionario,
possano essergli tolti contro ogni buona norma di equità
e di diritto.
Queste le principali ragioni di opposizione al disegno
di leggo e le ragioni di emendamenti proposti.
Ksse si riferiscono iu sostanza a tre punti principali;
I,° Facilitazioni e compensi accordati agli enti pub-
blici locali;
2." Canone dovuto allo Stato per la concessione:
3." Durata della concessione e norme relative all' in-
cameramento delle opere per parte dello' Stato.
Non va però nascosto il pensiero che vi sia un po' troppo
disconosciuto il fatto che davvero gli enti locali vanno
a poco a poco incontrando speso idrauliche ognora più
crescenti per proteggersi daUc continue iitsidie e dalle
Sul disegno di legge per le derivazioni di acque 165
improvvise mine. Non tutti i corsi d' acqua sono incas-
sati fra le roccie come ha detto V ing. Conti ; ma pur-
troppo molti per i recenti spietati diboscamenti seminano
rovina, tanto che si moltiplicano le domande di imbri-
gliamento.
Qiustifìcatissima è invece la osservazione circa la par-
tecipazione dei canoni a favore dei Comuni riferita in
linea assoluta al numero degli abitanti e air ammontare
totale delle tasse. Per quanto le eccezioni non debbano
mai soverchiamente impressionare, tuttavia pare abba-
stanza eloquente V esempio citato dal Conti del Comune
di Agaro, che conta 130 abitanti, e nel quale si possono
sviluppare oltre 15000 HP per modo da raccogliere di
canone, secondo la nuova legge, 30000 lire annue.
Colle disposizioni cattive, che hanno suscitato le oppo-
sizioni più sopra riassunto, il nuovo disegno di logge ne
ha delle buone degne di lode.
Tali son quelle che riguardano la formazione di una
unica Commissione alla quale vorrebbero delegati i poteri
attualmente attribuiti a tre diversi Ministeri, così da ren-
dere l'istruttoria più sollecita e basata su concetti uniformi.
Del pari vanno lodate le disposizioni che facilitano le
grandi derivazioni nel senso che esso non trovino osta-
coli nelle piccole ; quelle che accordano il riconoscimento
del carattere di pubblica utilità per la espropriazione non
solo dei terreni destinati al canale, ma anche quelli della
posa, della centrale e di eventuali serbatoi; quelle che
tendono ad impedire gli accaparramenti, facendo deposi-
tare una congrua cauzione all' atto di concessione e stabi-
lendo termini precisi per la esecuzione delle opere.
IV. — Illuminazione per luminescenza.
Il dottor Moore ha presentato q\V American I. E. E.
un sistema di illuminazione elettrica da lui realizzato in
15 anni di studio e tentativi, basato sopra la luminescenza
assunta dai gas per Fazione di correnti oscillatorie La
dimostrazione della bontà del sistema era data da un
impianto funzionante nella sala delle conferenze, com-
))rendente un tubo largo 44 mm. e lungo 51 metri, che
faceva il giro della sala ed era sospeso a 4 metri di al-
tezza, circa 30 centimetri più in basso del soffitto.
166 Elettrotecnica
k
Questo tubo poteva essere riempito di azoto o di ani-
dride carbonica (naturalmente la pressione del g-as che
esercita sul fenomeno un' influenza considerevole veniva
opportunamente repfolata): la corrente si immetteva me-
diante due elettrodi fìssati alle due estremità del tubo.
Il meccanismo più importante del sistema era costi-
tuito da un trasformatore innalzante la tensione e da
una ingegnosa valvola por regolare automaticamente la
pressione del gas.
Il Moore ha fatto delle prove di illuminazione nel
vestibolo di un teatro, dalle quali sarebbe risultato che
r illuminazione media data dai suoi tubi richiede una
sposa di energia cinque volte minoro di quella richiesta
dalle lampade ad incandescenza. Queste però presentano
una variazione di intensità di 0,17 mentre in questi tubi
la variazione è di 0,27.
In un'altra prova di illuminazione fatta in un magaz-
zino in confronto con lampade ad arco, le lampade Moore
davano una variazione di 0,82, mentre le lampade ad
arco presentavano una irregolarità di 0,40.
In numeri assoluti la potenza richiesta per ogni can-
dela^ sarebbe di 1,8 watt.
È degno di nota che i tubi alimentati con anidride
carbonica pura, danno una luce perfettamente bianca e
simile alla solare. Variando la natura del gas si può otte-
nere la colorazione che si vuole.
Un ultimo vantaggio delle lampade Moore esiste nella
grande suddivisione della luco su un lungo tubo, il che
permette di avere una illuminazione media molto più
gradevole nei locali da essa illuminati.
V. — Le Centrali con turbine a vapore.
In una conferenza tenuta su questo argomento
air Associazione degli ingegneri tedeschi, O. Lasche ha
sostenuto la opportunità dell' uso della turbina a vaporo
invece delle macchine termiche a stantuffo. Egli si è
basato principalmente su i seguenti argomenti.
Nella lotta fra la turbina a vapore e il gruppo termo-
elettrico a pistone ha grande importanza la questione
dello spazio occupato. Già per unità piccola il paragone
è a favore della turbina. Per unità più forti il risparmio
di spazio è cosi considerevole, che tale vantaggio diviene
decisivo per la scelta della turbina.
!
^i ■-• —
*
Le Centrali con turbine a-ì^apore 167
Mentre il gruppo turbodinamo possiede una lunghezza
relativamente piccola, in grazia del collegamento immediato
della turbina colla dinamo, occorrono soltanto tre sopporti
per tutto il gruppo, compresa la eccitatrice ; la turbodinamo
quindi, in relazione allo spazio occupato, è di molto supe-
riore a tutti gli altri generatori di energia elettrica.
Oltre alle economie dovute alle dimensioni considere-
volmente minori del macchinario, si ha ancora il van-
taggio di una migliore visibilità suir insieme della in-
stallazione, e quindi di una maggiore sicurezza di eser-
cizio. È nota la deficienza di visibilità nelle centrali con
macchine verticali, le quali vengono adottate soltanto
quando vi si è costretti: con macchine orizzontali e con '
forti potenze non si sta meglio per ciò che riguarda la
visibilità. I numerosi organi nascosti fra i grossi cilindri
e i volani colossali, che spesso sono rivestiti per impedir
forti movimenti d' aria, tolgono T ultimo resto di visibilità.
Eppure questa visibilità è assolutamente indispensabile
nelle centrali con macchine termiche a stantuffo, le (|uali
posseggono numerose parti in movimento ed abbisognano
di numeroso personale. I^ turbodinamo al contrario ri-
chiedono pochissimo personale e sono prive di parti
dotate di moto » alternativo.
Questi dati di fatto, in relaziono anche coi consumi
di vapore recentemente ottenuti e che sono paragonabili
con quelli delle migliori e piti grandi macchine a pistone,
tendono a far mutare completamente i criteri da seguirsi
nel progettare le centrali elettriche.
L'ultimo decennio, che segnò il periodo di sviluppo
della elettrotecnica, ha rapidamente introdotto il motore
elettrico in tutte le industrie e, per gran parte, anche
nei mezzi di comunicazione. Così oggi, in tutti i rami
delle industrie, il tecnico si trova di fronte al compito di
ampliare gli impianti esistenti e di crearne di altri colossali
secondo concetti nuovi; e le grandi centrali con turbine' a
vapore, in grazia della loro semplicità e della loro sicurezza
di esercizio, vanno ora moltiplicandosi in maniera impreve-
duta, e certamente influiranno in modo efficace sul progres-
sivo estendersi dello sfruttamento della energia elettrica.
VI. — Ij elettricità generata con motori a vento.
W. Horsnaill pubblica nel The Electrician un arti-
colo su questo importante ^argomento. Egli si è doman-
dato la ragione per la quale sono così rari gli impianti
Kleflroiecnica
sazioiio dell'energia del vento a scopo agri-
l'illuiiijnazioiie ed il servizio in edifici rurali;
dall'esame di alcuni impianti fnnzionauti,
conclusione che la incostanza del vento non
ivo Borio per escludere questo applicazioni, le
no riuscire utilissime, tanto più che richie-
di impianto e di esercìzio assai piccole,
a natura stessa della sorgente di energia im-
orrcre alla sua accumulazione, quando nou si
iplicazioni speciali, per le quali ci si possa
e di avere la macchina in movimento se e
ossibile, W. Horsnaill studia la proposta di
per mezzo dell'acqua da immagazzinare in
3 per poi utilizzarne il salto in una ordinaria
nclude, in base a cacoli, che tal metodo non
id almeno, perchè ciò sia possibile, occorre
i il concorso dì circostanze non comani, ed
nte di avere un grande bacino naturale in
possa essere facilinento accumulata.
mulatori elettrici invece possono permettere
ne pili semplice e più pratica, e la loro capa-
jcre determinata facilmente quando si cono-
ibbisoguo di energia ed il diagramma delle
die giornaliere del vento durante l'anno,
■pianti di questa natura la dìnamo deve essere
modo che la tensione da essa fornita, anche
rrandi od improvvisi della velocità del vento,
icolo e graduali variazioni. Questo può sem-
oltenersi impiegando un'eccitazione compen-
erio, che tonda ad indebolire il campo raa-
a dinamo semplicemente eccitata in deriva-
'ebbe potenziali troppo rapidamente crescenti,
isse ad aumentare la velociti^ del vento, e
no impiego risulterebbe pericoloso; d'altra
siono di speciali regolatori di tensione darebbe
ppo complicazioni di impianto.
I cita anche qualche esempio di impiantì por
le di proprietà rurali eseguiti mediante aero-
iii risultato sembra costantemente favorevole,
on pochi errori tecnici fatti nella loro instnl-
L. A.
y. - Chimica
del dott Q. Baroni in Milano
1. — La trasformazione degli elementi (^).
Le geniali scoperte di Sir. William Ramsay riempiono
di meraviglia tutto il mondo scientifico. L'illustre sco-
pritore dell'argo e dell' elio pare sia riuscito ad effet-
tuare realmente la trasformazione degli elementi. Già
nel 1903, in collaborazione col Soddy, dimostrò la tra-
sformazione spontanea dell'emanazione di radio in elio,
e questa osservazione fu poi confermata da altri scien-
ziati, fra cui il Debierne, il quale, dal canto suo, constatò
che i cloruri ed i fluoruri di altinio sviluppano pure
dell' elio.
Esperienze recenti del liamsay provano che l'emana-
zione del radio, a contatto coll'acqua, si trasforma in un
gas inerte, che consiste specialmente in neon, con traccio
di elio. Se si fa agire quest' emanazione su d'una soluzione
satura di solfato di rame, non si produce elio, ma prin-
cipalmente dell' argo, con traccie di neon. Il residuo, dopo
aver eliminato il rame dalla soluzione, presenta gli spettri
del sodio, del calcio e del litio. Naturalmente tutte le
possibili cause d'errore sono state evitate, salvo in ciò
che concerne il sodio ed il calcio, che entravano nella
composizione dei recipienti impiegati. Eliminiamo per
ora i fatti che riguardano il calcio ed il sodio, poiché
al proposito lo stesso Ramsay non è affermativo; se gli
altri risultati sono esatti, e la personalità dell'autore non
permette auasi di dubitarne, tanto più che egli stesso,
dopo averli esposti in una lettera alla Nature^ li ha
{^) The Nature, 18 luglio 1907.
ÀvvuABio SoisvTirico <- XLIV. VA
i
1
170 Chimica
riconformati nella adunanza del 2 agosto n. s. delFAsso-
ciazione britannica Leicester, si può dire che ci troviamo
di fronte ad un vero sconvolg'imento della storia della
chimica, venendosi ad abbattere di un sol colpo il prin-
cipio fondamentale della imnuitabilità della materia. Sareb-
bero questi i primi esempi della trasformazione degli ele-
menti (la famosa pietra filosofale degli alchimisti) e la
loro importanza non sarebbe minore di quella delle espe-
rienze che permisero a Lavoisier, alla fine del XVIIl
secolo, di stabilire la teoria dei fenomeni di combustione
e la nozione dei corpi semplici.
Ora si attende con febbrile impazienza la comunica-
zione dei particolari d'esperienza e la verificazione.
IL — Sulla preparazione e sulle proprietà dei metalli
ale alino-ter rosi (').
Su questo tema il prof. Guntz ha tenuto alla Società
industriale di Mulhouse una interessante conferenza, che
riassume i risultati degli studi compiuti per la maggior
parte in questi tempi.
Accanto ai metalli alcalino-terrosi, primo in ordine
al peso atomico, è posto il litio, ancorché monovalente,
perchè presenta con questi metalli un'analogia di com-
portamento chimico cosi spiccata da dover esser clas-
sificato senz'altro nella stessa famiglia del calcio, dello
stronzio e del bario.
Il litio si prepara sottoponendo alT elettrolisi una
miscela fusa di cloruro di potassio e di cloruro di litio
in proporzioni equimolecolari, impiegando un catodo di
ferro ed un anodo di carbone. Per avere il metallo com-
pletamente esente da potassio conviene impiegare come
elettrolito il bi'omuro di litio col lo '/„ di cloruro di litio.
È il metallo più leggero che si conosca; si combina
facilmente coli* idrogeno al rosso, con grande sviluppo di
calore, formando un idruro cristallizzato, il quale scom-
pone r acqua trasformandosi in idrato e svolgendo una
quantità d' idrogeno eguale ad */, del proprio peso : da
un chilogramma di cloruro di litio si ottengono circa tre
metri cubi d'idrogeno. Il litio sì combina coir azoto i\
(') Buìlettn de la Soc. Ind. de ^fuUlOHse, 1907, pa^. 2B1,
Sui metalli alcalino-terrosi 171
temperatura ordinaria formando un azoturo stabile, ed in
contatto cogli idrocarburi si trasforma in idruro e car-
buro. Ad alta temperatura assorbe tutti i gas eccettuato
r argon.
Il calcio si ottiene mediante V elettrolisi del suo clo-
ruro fuso. L' apparecchio descritto da Ooodwin (') per la
preparazione del calcio elettrolitico consiste in un crogiuolo
profondo di grafite Acheson, che serve d'anodo, mentre
il catodo è formato da un bastone di ferro, di cui è pos-
sibile regolare V altezza. Durante Telettrolisi, il fondo del
crogiuolo è costantemente ricoperto di uno strato di clo-
ruro di calcio mantenuto solido mediante raffreddamento
ottenuto con un tubo di rame isolato, in cui passa una
corrente d' acqua. Con una corrente di 163 amp. sotto
17.7 volt si ottiene circa il 26 y, di calcio metallico in
cilindri irregolari, di 4 centimetri di diametro. Il prodotto
così ottenuto contiene il 98 y^ di calcio puro e delle pic-
cole quantità di ferro, silice, magnesio, cloro ed ossigeno.
La solubilità del calcio nel sodio e la proprietà di subli-
mare facilmente nel vuoto permettono di ottenerlo puro
allo stato cristallino. Ha la densità di 1.85 e fonde a 760**.
È più duro del sodio, del piombo e dello stagno, duro
quasi come V alluminio, ma più tenero dello ziuco, del
cobalto, del magnesio. Si può lavorare come gli altri
metalli. La sua elasticità è di 612 chilogrammi per cen-
timetro quadrato. Decompone Tacqua, ma allorché è fuso
resiste alquanto all'azione dell'aria umida. È il metallo
che ossidandosi sviluppa la maggior quantità di calore:
Ca-i-Or=:CaO-h 151.9
per cui scompone tutti gli altri ossidi metallici. Portato
al rosso, sotto l'azione del calore, non brucia; tuttavia,
quando è finamente diviso, brucia ad alta temperatura
con fiamma bianca come il magnesio. Riscaldato nel vuoto
coi cloruri di rubidio e di cesio si combina coli' alogeno
mettendo in libertà questi metalli. A questa sua proprietà
si ricorre appunto per la preparazione del rubidio e del
cesio. Riscaldato ad alta temperatura entro storte perccu^se
da una corrente d'idrogeno, assorbe questo gas trasror-"
mandosi in idruro. Questo prodotto, noto sotto il nome
(*) Zeitichr. f. angew. Chem., li)0<], pag. IIOV).
172 Chimica
di idrolite, sotto V influenza dell' acqua dà luogo alla
reazione seguente:
CaHj + 2H,0 = Ca(OH), -h H, .
Teoricamente la produzione sarebbe di 1143 litri di
idrogeno per chilogrammo d' idrolite, ma in pratica il
rendimento non raggiunge che 1000 litri.J
IV idrolite, chimicamente pura, è bianca, cristallina,
dissociabile nel vuoto a 600"*; il prodotto industriale è di
color grigio ardesia, ed ha il titolo di 90 y^ circa; il resto
è formato da ossido od azoturo di calcio.
L' idrolite permette la preparazione istantanea delFidro-
geno ed interessa sopratutto Tareostatica militare, evi- '
tandosi il trasporto dei tubi pesantissimi di idrogeno com-
presso a 135 atmosfere.
Il calcio riscaldato al rosso fìssa Tazoto, ed il composto
che ne risulta, reagendo coir acqua, svolge ammoniaca.
e^ajNj + SHfi = 3CaO -+- 2NH3 .
Questo metallo, che fino a qualche anno fa non era
che un prodotto di laboratorio, ha già assunto grande
importanza industriale. Impiegasi, ad esempio, come
agente riduttore nella fabbricazione delle materie colo-
ranti del catrame. I fili di questo metallo hanno un potere
riduttore energico rispetto a certi derivati del benzolo 0
di altri idrocarburi aromatici. In soluzione alcoolica od
alcalina il calcio trasforma la nitrobenzina in azoossi-
benzina, se la reazione avviene in presenza di traccie di
cloruro di mercurio o di solfato di rame; in soluzione
acida si forma deiranilina.
Lo stronzio si ottiene anch' osso per elettrolisi del suo
cloruro fuso, ma si può avere cristallizzato riscaldando
nel vuoto una miscela di alluminio e di ossido di stronzio
anidro o di idruro di stronzio. Si unisce col mercurio
formando un amalgama, da cui non si può separare nean-
che colla distillazione noi vuoto. Coir idrogeno e coll'azoto
si combina analogamente al calcio.
Il bario non si è potuto ottenere finora per elettrolisi
del suo cloruro fuso, pel fatto che vi si discioglic for-
mando un sotto-cloruro ; si può avere puro distillando
nel vuoto il suo idruro, oppure riscaldando ad alta tem-
peratura una miscela di alluminio o di ossido di bario
L' azoto atmosferico nella produzione dei cianuri 173
anidro ; si forma dapprima un sottossido di bario Ba^O
che a 120<r si dissocia, ed a questa temperatura il bario
distilla e si può raccogliere in un' atmosfera di acido
carbonico.
È metallo bianco argenteo, che decompone l'acqua e
r alcool, ma che, come il sodio ed il potassio, si conserva
inalterato nella benzina e nel petrolio. Anch' esso forma
coir idrogeno un idruro, il quale non si decompone che
a 1200**. L'amalgama di bario si ottiene facilmente sotto-
ponendo all'elettrolisi il cloruro di bario con catodo di
mercurio: distillando l'amalgama a pressione ridotta si
può separare il bario al 98.5 7o. La preparazione del-
l'azoturo di bario è assai più difficile che non quella
dell' azoturo di calcio e di stronzio. Al disotto di 28** il
bario forma coli' ammoniaca una combinazione Ba (NHg)^
che si comporta come V ammonio , cioè assorbe CO per
trasformarsi in Ba (CO,) NO, per dare Ba (NO), ecc. Il
•bario ammonio Ba (NH J^, quando viene riscaldato, perde
ammoniaca e si converte in Ba (NH,),. Quest' ultimo si
ottiene facendo anche agire l'ammoniaca sul bario a 280"*;
il metallo fonde formando un liquido verde, l'amiduro,
che bolle a 450^ ed a 600** solidifica, trasformandosi par-
zialmente in azoturo e svolgendo ammoniaca. Riscaldando
l'amiduro nel vuoto, la sua trasformazione in azoturo
avviene a 450®. Questo prodotto H Ba^ N, è suscettibile di
reagire nuovamente coli' ammoniaca per riconvertirsi in
amiduro.
Il carburo di bario si ottiene riscaldando nel forno
elettrico la barite con carbone, oppure per riscaldamento
del carbonato di bario con magnesio e carbone. Riscal-
dato in un'atmosfera d'azoto, il carburo di bario si tra-
sforma in cianuro, mentre quello di calcio produce, come
è noto, la calcio-cianamide.
III. — Utilizzazione dell' azoto atmosferico
per la produzione dei cianuri (*).
Accanto ad altri processi di fabbricazione dei cia-
nuri, ha trovato applicazione su larga scala anche quello
che si fonda sulla trasformazione diretta dell' azoto atmo-
(*) Journal of the Society of Chemical Industri/, 1907,
pag. 175.
174 Chimica
sferico. Il metodo iu orig-iiie consisteva, come è noto,
nel far i)assare una corrente d' azoto secco e privo, per
quanto era possibile, di ossig'eno e di acido carbonico,
su uìui miscela di carbonato potassico e carbonico, riscal-
data al rosso. Più tardi al carbonato di potassio si so-
stituì quello di bario, e si utilizzò il gas elio sfugge
dagli apparecchi di assorbimento dell' acido carbonico
nella fabbricazione della soda col processo Solvay.
Intorno al meccanismo della trasformazione dell'azoto
in cianuro, i diversi autori hanuo espresso opinioni assai
disparate. Berthelot ha supposto che si formi dapprima
del carburo di potassio G^ K,, il quale, fissando azoto, si
trasformi in cianuro. In tal modo interpretato, questo
processo è affatto simile a quello classico di sintesi del-
l' acido cianidrico per azione delle scariche elettriche
sopra una miscela di acetilene e di azoto.
Altri autori, pel fatto che la formazione del cianuro
ha luogo solamente a quell' alta temperatura a cui la
miscela di idrato potassico e di carbone forma del po-
tassio metallico, hanno ammesso che per la trasforma-
zione dell' azoto in cianuro sia necessaria la formazione
di potassio metallico. Senonchè, mentre alcuni di essi
ritengono che il potassio sì combini col cianogeno, man
mano che quest'ultimo si forma, impedendone così la
ulteriore scissione — la reazione fra il carbonio e l'azoto
essendo reversibile — altri vogliono che il metallo si
combini invece coli' azoto formando un azoturo, come si
verifica, ad esempio, col magnesio, che, scaldato ad alta
temperatura in presenza di azoto, si trasforma in azo-
turo di magnesio. Come è stato dimostrato da Geoter e
Brieglieb, questo azoturo si converte in cianuro quando
viene sottoposto all' azione dell' ossido di carbonio o del-
l' acido carbonico.
Dopo che risultò confermato da ulteriori studi che la
formazione del metallo alcalino è realmente necessaria
per la trasformazione dell' azoto in cianuro, si pensò di
sostituirlo al carbonato, ma ciò non fu possibile, se non
quando, perfezionatisi i metodi di produzione del sodio
metallico, si potè disporre di questo in grande quantità
ed a buon mercato. Se non che in pratica si trovò più
conveniente l' impiego dell' ammoniaca in luogo dell'azoto
libero. Coli' ammoniaca la reazione si compie in due
fasi : dapprima reagendo essa a 300^-400** col sodio me-
tallico, si forma l' ammide NaNH^; quando si è rag-
k.
Nuovo metodo per yaloanizxare i metalli lì
giunta la fusione al russo scuro, l'ammido l'eajfisce c(
Ciirboiiio o si produco il cianuro di tjodìo.
Questo processo, dovuto al Oastiiei- ed applicalo dall
Ntftgara Elettro-Che mie al Co., b stato ulteriormente poi
fezioiialo dalla Ueutsche Gold uiid Silber Scheide Anstha
di Francotbrte, la quale fonde il sodio con carbone (
legno in un crogiuolo e vi fa pervenire dell' ammoniac
alla temperatura di 4(X)"-600''. In tali condizioni formai
la diaodiocianamide, la quale, quando la temperatura ;
eleva a ZOO", vieno ridotta dall' eccesso di carbonio
convertita in cianuro.
l^a grande richiesta dei cianuri per l'esaurimeni
delle terre aurifere povero ha contribuito notevolmen'
allo sviluppo di questa industria; e mentre nel 1^89
consumo di cianuri nel mondo intero non superava
50 tonnellate all' anno, nel 1ÌI05 raggiunso le lO.UOt) tot
nellate ed il prezzo da Uro 5.50 discese a lire 1.85 \
chilogramma.
IV. — Nuovo metodo per galvanizzare i metalli.
Il signor Alfred Sand nel numero di maggio del
scorso anno della Elettrorliemical aiid metallurgici
industrij dà alcuno interessanti notizie sulla teoria
sull'applicazione di un nuovo processo di zincatura ga
vaiiica, ideato dall' elettro-chimico inglese Sherad Cowpi
Coles.
Questo processo si fonda sulla proprietà dello zini
in polvere di fornire vapori anche alla temperatura
21X1'^ C. Se si riscalda a questa temperatura, in un vai
ermeticamente chiuso, della [lolvere di zinco nella qua
sì trovino immersi degli oggetti metallici, la polvere
trasforma in vapore sotto una pressione considerevol
e gli oggetti, dopo brevissimo tempo, si trovano ricopei
di uno stratendlo di questo metallo che si è condensa
alla loro superficie e nell' interno dei loro pori. Ques
risultato si raggiunge soltanto con polvere di zinco co;
tenente dell'ossido dello slesso metallo.
Per spiegar.e il fenomeno conviene supporrò che l'o
aldo venga ridotto per azione galvanica sulla superfic
dell'oggetto, che l'ossigeno liberatosi reagisca con d(
r altro zinco per formare ancora dell' ossido, il qua
venga ruiovamonle ridotto in un altro punto della supe
176 Chimica
ficie metallica, e così di seguito. V ossido di zinco agirebbe
in tal modo da catalizzatore. Basta, infatti, uiia piccola
quantità di quest'ossido commista alla polvere di*'zinco
per avere la deposizione stabile ed omogenea del metallo,
dovuta probabilmente a proprietà peculiari dello zinco
allo stato nascente. v
Fra i due metalli si forma una vera legtfi giacché lo
zinco non si può asportare dall' og^fetto né con mezzi
chimici né con mezzi meccanici, ma solo si può elimi-
nare col riscaldamento a 940** C, cioè alla sua tempera-
tura di volatilizzazione.
1^0 spessore della pellicola di zinco ottenuta mediante
la zincatura a secco, detta anche scerardizzazione y è
minore dì quello che si ha nella zincatura a caldo, cioè
per immersione delF oggetto nello zinco fuso, ma ciò non
ha importanza, perché V azione protettrice contro V ossi-
dazione non è affatto dipendente dallo spessore dello
strato di zinco che si è deposto sul metallo galvaniz-
zato. Il ferro zincato, infatti, esposto air aria, costituisce
una vera pila galvanica, ih cui il polo negativo è rap-
presentato dallo zinco, quello positivo dal ferro ed il
fluido conduttore dall' aria umida ; per la corrente elettrica
che si sviluppa, lo zinco viene ossidato mentre il ferro
rimane ridotto.
La polv^ere di zinco che si impiega in questo nuovo
processo è un prodotto secondario della fabbricazione
dello zinco : nella distillazione di questo metallo dalla
blenda si forma della polvere, nella proporzione di 5-10
per 100 del metallo ricavato, costituita da goccioline di
zinco puro, con una piccola quantità di ossido e traccie
di altri metalli (cadmio, piombo, ferro, ecc.) e special-
mente da particelle impalpabili, di colore grigio azzur-
rastro, del diametro di y^^^ ad y,^,oo di millimetro. U
vapore che questa polvere produce è tale che il deposito
che forma air interno di un tubo d' assaggio è iride-
scente, ha, cioè, delle dimensioni di struttura d'ordine
inferiore a quello delle lunghezze d'onda della luce.
In pratica gli oggetti da zincare vengono posti in un
tamburo girevole e ricoperti con polvere di zinco com-
merciale, mescolata col 3 ^ ^ di polvere finissima di car-
bone, per impedire l'ossidazione dello zinco. Questo
tamburo può essere chiuso ermeticamente ai fondi me-
diante due sportelli pressati a vite, e le sue pareti
interne sono rivestite di piombaggine per impedire che
\j
Preparazione elettro-chimica delle sostanze organiche 177
su di esse si depositi uno strato troppo grosso di zinco.
La durata del riscaldamento, a 300" circa, varia a seconda
dello spessore dello strato che si vuol ottenere ; quanto
più si prolunga 1' operazione, tanto più lo zinco penetra
profondamente negli oggetti. Tuttavia, quando lo strato
è tenace, appare lucente, se invece è piuttosto grosso
presenta colore grigiastro dovuto alla sovradeposizione
di una pellicola di zibco ossidato.
Il processo Cowper Coles di zincatura a secco pre-
senta notevolissimi vantaggi sugli antichi sistemi ed ha
già acquistato grande importanza industriale. Esso è
assai semplice, non richiede grandi spese di impianto e
di funzionamento e fornisce risultati migliori degli altri
processi, cioè Io zinco deposto esercita un' azione pro-
tettrice più efficace. La brunitura dei metalli scerardiz-
zati è bensì più diffìcile di quella dei metalli galvaniz-
zati coi metodi ordinari, ma in compenso è più bella e
durevole.
Inoltre V acciaio con la nuova zincatura non perde
affatto la sua tempera, per cui sarà possibile certamente
in avvenire di galvanizzare molti strumenti fisici e chi-
rurgici che finora non si riuscì a proteggere con uno
strato di zinco.
V. — Sulla preparazione elettro-chimica
delle sostanze organiche (').
Da alcuni anni si osserva una grande attività negli
studi scientifici e pratici che riguardano le applica-
zioni deir energia elettrica alla produzione di composti
organici.
Abbiamo già riferito nel precedente volume deìV Aìi-
nuario intorno ad un metodo di preparazione dell' acido
stearico per riduzione elettrolitica dell* acido oleico ; ora
accenneremo ad altri processi di riduzione e di ossida-
zione elettro-chimica, alcuni dei quali applicati utilmente
neir industria, e che dimostrano quanta importanza ed
estensione abbia raggiunto già T elettrochimica anche nel
campo della chimica organica.
R. Ehrenfeld ha constatato che neir elettrolisi dèi car-
bonato ammonico con catodo di zinco o di zinco amalga-
(») Zeitschr. f, Elektrochemie, 1906, p. 881
mato si forma dell'acido formico: nello slesse condizioni
il carbnminati) nmtiiouicu XiL.rOONII, non dii acido
li acidi arouia-
' acido benzoico,
CH.OH.
ma solnzioiie di
), 70 grammi di
in nn vaso di
i di piombo di
io in piombo è
riente dell'acido
lite è di .SO am-
I" e HO". Durante
rammi di acido
i la corrente o
ben zìi ice forni a-
leiito dell'US" ,
isultati ponendo
acido solforico,
uqiia, operando
I 40 grammi di
alcool o-auiino-
wl m-nminoben-
ii preparazione
mide di questo
duzione olottro-
^iieat' acido, per
ino liquido cato-
5' „, contenente
olizza con una
di correnti- di
;on una forza
a casa Durand
di preparazione
lottrolitica delta
;) si trova una
cido solforico e
ie^^W9%'
Preparazione elettro-chimica delle sostanze organiche 179
30 grammi di gallociauina. Il catodo, di un centimetro
di superfìcie, è in piombo. La temperatura è di 70**-8()** e
la densità della corrente di 1.5 ampères per decimetro
quadrato.
Law e Perkin hanno studiato l'ossidazione anodica
degli omologhi della benzina.
Dalla etilbenziua si ottiene dapprima il fenilmetilcar-
binol accanto ad un po' d' alcool feniletilico, poi della
benzaldeide.
Secondo Perkin, V acido gallico disciolto neir acido
solforico di media concentrazione dà per ossidazione elet-
trolitica una materia colorante analoga air acido ellagico.
W. Lang ha descritto un processo elettrochimico indi-
retto per la preparazione delle aldeidi e dei chetoni me-
diante ossidazione degli alcool coi composti del manga-
nese trivalente, che sono dotati di energico potere ossi-
dante. Si impiega il solfato manganico od un suo sale
doppio, che si forma per ossidazione anodica del sale,
manganoso con produzione d' ossigeno. Un diaframma
è inutile, perchè i sali manganici si lasciano ossidare
air anodo senza subire la riduzione al catodo. L' esatta
concentrazione dell' acido è di un' importanza essenziale,
perchè nel caso di una concontrazione troppo elevata non
si produce l'ossidazione, nel caso opposto si forma del
perossido di manganese e dell'acido permanganico.
Per la preparazione dei composti manganici s' impie-
gano 47,5 chilogrammi di solfato manganoso ammonia-
cale: 2MnS04. (NH )« SO^, che si prepara a caldo; 1' acqua
fredda lo decompone'in MnSO^. 11,0 e MnSO,. (NH,), SO,.
H^O. Vi si aggiungono 42 litri d'acqua ed 80 chilogrammi
d'acido solforico al 98 ^^(,. L'anodo, ed il catodo sono in
piombo e la densità della corrente all'anodo è di 3 5
ampères per decimetro quadrato. Dopo 6000 ampèros-ore
il manganese è presente nel bagno allo stato di allume
di manganese e di ammoniaca, molto diviso. Il sale rosso
scuro viene decomposto dall'acqua con formazione d'os-
sido di manganese bruno fioccoso.
Questa miscela ossidante viene impiegata, ad esempio,
per preparare la formaldeide dall' alcool metilico ed il
raentone dal mentol.
La « Badische Anilin und Soda Fabrik » utilizza un
grado di ossidazione più elevato del manganese per ossi-
dare gli idrocarburi aromatici, che contengono gruppi
metilici o gruppi metilici sostituiti, in aldeidi od in acidi.
180
Chimica
Ir '■
>
1^
> r
Il solfato di manganese Mn SO4 si trasforma per ossi-
dazione anodica in solfato tetravalento Mn SOJ,, che è
un ossidante più energico della miscela di biossido di
manganese ed acido solforico, e si rigenera sempre dopo
avvenuta la reazione. Per preparare questo solfato si ossi-
dano elettroliticamente GOO parti di solfato Mn504 4- 4H,0
in 2900 parti di acido solforico a 45'^ H. Si impiega un
anodo di piombo, e si opera con diaframma, con una den-
sità di corrente air anodo di 5-16 ampères per decimetro
Quadrato. Per preparare, ad esempio, V o-nitrobenzaldeide
air o-nitrotoluene, dopo aver protratto T elettrolisi per
un tempo sufficiente, si versa a poco a poco questa solu-
zione in 500 parti di o-nitrotoluene a 50^-60", agitando
bene; la temperatura sale a 10O'*-1OO''. Si può separare
la parte oleosa oppure distillare il nitrotoluene in cor-
rente di vapore.''
La fabbrica di materie coloranti « Meister Luciuse
Briining » ha brevettato un processo di ossidazione e
riduzione elettrolitica^ di composti organici in presenza
di sali di vancadio. È noto che questi sali depolarizzano
in modo meraviglioso tanto V anodo che il catodo, e che
basta impiegarne delle quantità piccolissime. A ciascuno
dei quattro diversi gradi di ossidazione del vanadio cor-
risponde un potenziale determinato di ossidazione e di
riduzione: i composti del tipo V^O, agiscono come mezzi
potenti di riduzione, quelli del tipo Vj O, come deboli
riduttori, i derivati di V^ ^4 come ossidanti e riduttori,
quelli di V, O^ come eccellenti ossidanti. Ricorderemo,
come esempio di ossidazione e di riduzione simultanee,
r ossidazione dell' anilina in chinone e la riduzione di
questo prodotto intermedio in idrochinone. Si opera senza
diaframma, con anodo e catodo in piombo, a temperatura
compresa fra 5** e 10"*, impiegando come elettrolito del-
l' acido solforico al 10 Vq col 3 V^ di acido vanadico cal-
colato suir acido solforico (H, SÓ^) anidro, con una den-
sità di corrente di circa 400 ampères per decimetro qua-
drato. L' anilina si aggiunge poco a poco. Il rendimento
è quantitativo.
Secondo le esperienze di parecchi autori, il cloro ano-
dico agisce sul toluene bollente in modo diverso dal cloro
ordinario ; la sostituzione avviene nel nucleo e non nella
catena laterale. Sottoponendo all' elettrolisi una miscela
bollente di toluene e di acido cloridrico non si ottiene
del cloruro di benzile, ma del toluene clorato nella posi-
Azione delV ozono sui composti benziìiici ed ali fatici 181
zione para, accanto a piccole quantità di un derivato
orto.
L' energica azione che V effluvio elettrico induce è
utilizzata anche per la conversione dell* isoeugenol in
vanillina, del safrolo in eliotropina ecc. Di questa pro-
prietà la Société francaise de V indìistrie chimique trae
profìtto nelle sue officine di Courbevoie per la prepara-
zione dei profumi.
VI. — Azione dell'ozono sui composti henzinici
ed ali fatici.
Il prof. Molinari, che da alcuni anni si occupa dello
studio dei derivati ozonizzati od ozonuri dei composti
organici non saturi (*), ha dimostrato che V acido oleico
e r acido linolico fissano quantitativamente T ozono, e
precisamente una molecola d' ozono per ogni doppio
legame; e su questo fatto ha fondato un metodo esatto
di determinazione quantitativa dell' ozono contenuto in
una corrente d' aria ozonizzata.
L'addizione quantitativa dell'ozono si ha anche cogli
olii di oliva, di mais, di lino e di ricino, colla colesterina,
colla margarina, col burro, coli' acido ricinoleico, col
petrolio; ciascuna di queste sostanze ha un numero
d'ozono particolare che costituisce una nuova costante
per caratterizzarle.
Mentre tutti i composti a doppia legatura fissano
quantitativamente V ozono, quelli a tripla legatura non
lo fissano affatto. L' acido stearolico, ad es., che presenta
una costituzione chimica ben definita:
CH3 (CH,); C = C — (CH,);. COOH
sciolto nell'esano del petrolio e sottoposto alH azione di
una corrente d' aria ozonizzata, non assorbe affatto ozono,
tanto che dopo eliminazione del solvente non si osserva
alcun aumento di peso.
Dei composti aromatici beuzinici alcuni fissano ozono,
e sono quelli appunto che contenf^ono delle vero doppio
legature secondo la formula stabilita dal Kekuló; / \
- - - ^^/^
Q) Vedi Annuario 1905.
ene vero doppie ìega-
ceutrica del Baeyer
e del WauB 'sr-fs—y
si comportano i coqi-
^atura, coiiteneiile un
ca, come, ad esempio,
iiiitrofoiiilpropiolìco.
delle sostanze org'a-
di stabilire, in modo
leno di vere doppie
aromatica, lauto nel
laterali, e di distin-
Tatici con doppie da
iiogliere ]»oehi centì-
osaminare in alcuni
lon fissa ozono (acqua,
ro di carbonio) e far
ne nua corrente d' aria
irbe ozono, si dovrii
ispettivamontu la pro-
lorbe ozono si dovrìi
pillile con vere doppie
doppia legatura del
I in tutti i liquidi clic
dica, traggono origine
ermento figurato hsi-
'ueìua e sulla Ì3olu-
)venitìnti dalla decoin-
, trasformandole neg-ii
a/.ìnnc t^iniultaneu dì
a lencinn levogira si
Alcool amilici nella fermentazioìie alcoolica 183
converte così in alcool d-isoamilico inattivo e la isoleu-
cina destrogira in alcool amilico destrogiro. Questi alcool
amilici, che costituiscono il cosidetto olio di fusel, riman-
gono nel liquido fermentato, mentre V ammoniaca viene
assorbita dal lievito e tosto trasformata in azoto albumi-
noide. Ciò è dimostrato dal fatto che facendo fermentare
dello zucchero puro con lievito selezionato in presenza
di leucina pura, non si può svelare la minima traccia di
ammoniaca, né durante la fermentazione né nel liquido
fermentato, mentre è facile* secondo il signor Ehrlich,
seguire la formazione progressiva di alcool superiori in
rapporto con una diminuzione progressiva di leucina.
La proporzione di questi alcool, che si forma in una
fermentazione alcoolica, dipende essenzialmente dal tenore
in azoto del lievito, cioè dalla quantità dei materiali azo-
tati presenti nel liquido fermentante ed assimilabili dal
fermento. Nella fermentazione normale si formano degli
alcool superiori nella proporzione di 0,40-070 % ; V ag-
giunta di gr. 0,30 di leucina inattiva sintetica per ogni
100 grammi di zucchero, a parità di ogni altra condi-
zione, eleva la proporzione di alcool superiori a 2,11 ^/j;,
aggiungendo gr. 1,25 di isoleucina destrogira per ogni
100 grammi di zucchero, il liquido contiene, dopo fer-
mentazione, 1,44 y^j di alcool amilico. La maggior pro-
duzione di questi alcool, legata ognora ad una più attiva
fermentazione, corrispondo alla quantità dell' acido ami-
dato che viene consumata dal lievito durante la fermen-
tazione.
Ora, se si provoca la fermentazione alcoolica di uno
zucchero puro in presenza di leucina e di asparagina, la
proporzione degli alcool superiori che si formano dimi-
nuisce della metà; e s*\ in luogo dell' asparagina, si
aggiunge del carbonato ammonico, questa proporzione
diminuisce ancora, anche in presenza di una grande
quantità di leucina. Evidentemente il lievito si appropria
r azoto deir asparagina e del sale ammoniacale, i)rima di
decomporre la leucina.
Questi fatti hanno notevole interesse industriale,
perchè si riproducono integralmente anche coi mosti
naturali. Poiché in questi ultimi, come si é visto, la foi|-
mazione degli alcool amilici avviene alle spese (lei pro-
dotti di decomposizione delle sostanze albuminoidi, e spe-
cialmente della leucina, sarà possibile diminuire forte-
mente il tenore in alcool superiore dei liquidi fermentati
184 Chimica
aggiungendo ai mosti dei materiali facilmente assimila-
bili dai fermenti, e ciò con vantaggio evidente, sapendosi
che il valore di un liquido alooolico è tanto maggiore
quanto più tenue è la proporzione di alcool amilici che
esso contiene.
La decomposizione degli acidi amidati negli alcool
corrispondenti non è limitata al caso della leucina e del-
l' isoleucina; la regola è generale e può essere utilizzata
per la preparazione di certi alcool.
Il signor Ehrlich ha potuto ottenere, ad es., dalla
tirosina l'alcool paraossifeniletilico, finora sconosciuto, e
dalla fenilalamina un alcool feniletilico che, secondo
Soden e Rojahn, costituisce la parte essenziale del pro-
fumo delle rose.
L'autore si propone di proseguire queste ricerche
così interessanti dal punto di vista della fisiologia vege-
tale, specialmente per ciò che riguarda la formazione
delle materie odoranti dei profumi.
Vili. — Condensazione degli idrocarburi aromatici colla
cellulosa e col glucosio.
Se si discioglie a freddo della cellulosa pura nel-
r acido solforico concentrato e si aggiunge a questa solu-
zione una certa quantità di benzolo, si osserva tosto che,
agitando la miscela, avviene una reazione fra il benzolo
e la cellulosa, la temperatura si eleva ed il liquido da
bruno giallastro diventa verde oliva, poi nero. Se, a rea-
zione terminata, si aggiunge del ghiaccio al liquido acido
separato dall' eccesso di benzina, e dopo 24 ore si filtra,
si lava il residuo con acqua fredda e lo si essicca a tem-
peratura ordinaria, si ottiene una sostanza bruna, inso-
lubile in tutti gli ordinari solventi, che, trattata a freddo
con acido nitrito concentrato, si trasforma parzialmente
in un derivato solfonitrato di una tetrafenilcellulosa, solu-
bile nell'alcool e nell'acetone, in cui i radicali fenilici
sono legati direttamente agli atomi di carbonio della
cellulosa.
Gli omologhi del benzolo, toluene, xilene, pseudocu-
mene, reagiscono in modo analogo con la cellulosa
disciolta neir acido solforico, e danno dei prodotti
amorfi, ai quali il NastoukoflT, che li preparò, diede il
Condens. degli idroc. arom. colla cellulosa e col glucosio 185
nome di desossine (*). Essi sono tutti insolubili nei sol-
venti ordinari, si diseiolgono nel fenolo e sono precipi-
tati da questa soluzione dall' acqua, o meglio dalla soda
diluita.
Nella preparazione di queste sostanze, anziché aggiun-
gere del ghiaccio al liquido acido, conviene aggiungere,
a reazione compiuta, la miscela in cinque parti del suo
peso d' acqua e distillare la benzina libera. Durante la
distillazione il prodotto della reazione si separa e può
essere raccolto facilmente e lavato con acqua. Con 50
grammi di carta da filtro svedese, disciolta in 500 ce. di
acido solforico e 50 ce. di benzina, si ricavano 45 grammi
di fienildesossina, e nella distillazione si ricuperano 10
ce. di benzina.
— La fenildesossina così preparata contiene in media
83,88 Vo di carbonio, 6,21 « ^ d' idrogeno e 0,43 Vo di zolfo,
e corrisponde alla formula Cg H, Oj (Cg 1I.)3, cioè a quella
della cellulosa in cui tre ossidrili sono stati sostituiti da
tre fenili:
C«H,,0, + 3C,N, = C,H,0, {C,R,), -h 3H,0
Le desossine non formano eteri : ossidate col perman-
ganato potassico a freddo danno origine agli acidi aro-
matici corrispondenti. La fenildesossina della cellulosa
ha dato, per ossidazione con 5 parti di permanganato di
potassio al 6 y^, fino al 45 y^ di acido benzoico; la tolil-
dessosina il 20 y„ di acido toreftalico, la xilildesossina
il 4 Yq di acido tereftalico ed il 25 y, di acido trimelli-
tico, ed infine la pseudo-cumildesossina il 20 y^ di acido
piromellitico. In ogni caso si forma inoltre deir acido
carbonico ed il 25 "/.. di acido ossalico. Neir ossidazione
della fenildesossina della cellulosa con acido nitrico di-
luito si forma il 5 /, di aldeide benzoica ed una sostanza,
amorfa di colore rosso, solubile nell' alcool e negli alcali
caustici. Trattata cogli ossidanti acidi od alcalini o fusa
con potassa si produce una serie di derivati amorfi, che
vanno dal giallo al rosso carico, contengono più ossigeno
e meno carbonio e si sciolgono neir alcool e negli alcali
con colorazione nera o rossa. Con la fenilidrazina dà un
idrazone od un osazone, che contiene circa 1,80 y, di
azoto.
(1) Zeif, Farben Industrie, 1907, pag. 70.
AUKCARIO SCIRNTIVICO — XLIV 13
18fi Chimica
Gli idrocarburi aromatici reagiscono in raodo analogo
col glucosio sciolto noir acido solforico. La fonildesossina
del glucosio contiene 84 "/o di carbonio, 6,28 y, d* idro-
geno e 0,78 V, di zolfo. Secondo V autore, sarebbe un
glicosano, in cui tre ossidrili sarebbero sostituiti da tre
gruppi fenilici. Le proprietà di questo corpo, non ancora
completamente studiate, coinciderebbero con quello della
fonildesossina della cellulosa.
IX. — La chimica degli albuminoidi ed i fermenti (*).
Abbiamo veduto, nel precedente Annuario, quale è la
via, tracciata dal Fischer, che dovrà condurre alla riso-
luzione deir importante problema della sintesi delle so-
stanze albuminoidi; cercare, cioè, di separare i diversi
elementi che compongono i peptoni e le albuminose, che
sono pure delle mescolanze, ed identificare questi elementi
ai prodotti artificiali, i peptidi ; e mediante i gruppi così
ottenuti, tentare la sintesi dei polipeptidi elevati, per
confrontarli con le sostanze proteiche naturali.
I polipeptidi più complessi finora studiati si avvici-
nano notevolmente per le loro proprietà alle proteine
naturali, ma non sono identici ; se in alcuni casi la strut-
tura molecolare è in fondo la stessa per le due specie
di prodotti, la natura, il numero ed il modo con cui sotio
incatenati fra loro i diversi acidi amidati possono essere
assai differenti. Ciò osservasi anche per gli stessi albu-
minoidi naturali, la cui molecola si presenta più o meno
complessa. Il rappresentante più semplice della numerosa
serie di queste sostanze, la fibroina, che è la fibra della
seta pura, privata cioè della gomma di seta o sericina,
è costituita specialmente di acidi monoamidati (glicocoUa,
alanina, tirosina, serina): il più complesso, la sulmina,
contenuta nello sperma del salmone, è formata princi-
palmente di acidi diamidati coir 80 y^ di arginina. Ma
fra questi due termini estremi si trovano in natura tutte
(*) Sitzungsberichte der Kdniglich pretissischen Akademie
der Wissen^chaften, 1907.
La chimica degli albuminoidi ed i fermenti
Io forme possibili di transizione. Pei
riproduzione artificiale degli albumi
essere risolto che per un caso alla
del successo sembra ormai fuori di
sforzi tentati per realizzare queste
fondire le trasformazioni chiniicho <
che hanno e non possono avere pei
puramente scientifico. Il brillante
raggiunto le industrie chimiche, gra
delle sintesi organiche, nella fabbrit
coloranti, dei medicamenti, dei profi
degli zuccheri ecc. da oltre 50 anni
considerare più nulla d' impossibile,
la speranza che l'albumina artifìci)
un alimento popolare buono e poco
anche si fosse riusciti a preparare
gli albuminoidi contenuti negli alime
todì di sintesi straordinariamente se
ancora ben lontani da una applica:
ragione semplicissima che il costo d
elevatissimo.
Pel momento dunque onesti studi
altro scopo se non quello ai dare alla
meglio appurare i fenomeni chimici
organismi animale e vegetale. Le
infatti, non formano soltaictn una pu
del protoplasma vivente, ma costitnia
cui r organismo trae gli agenti più pò
e per la sua conservazione, vogliamo e
sostanze, che agiscono in modo speci
piccolissime bastano per determina
chimica di grandi masse di altre i
meravigliose trasformazioni che tutti
loro influenza si producono t feiio
ossidazione, riduzione, condensazion
. geno, dissociazione di acido carboni
Si conosce già un gran numero
fermenti, ma un numero di gran lu
conosciuto , poiché è assai probabi
albuminoidi complesse, che formane
palo dei tessuti, siano prodotte da
azione sintetica, come a fermenti
devonsi attribuire le numerose sin
n
* ^ X
Hi 5: 5.»
'''''.• 1 ;:/..' II?.. i rrj- •- ""a
<•.'...'. : -i* ' - r- *r . .; r : n i:r>?
-■ . -' '- . -- - -*' .-,"/, .-.:.- ^ . ' in'er^ss^f
'*'-"' V. .1 :, * , . ' '' ! ^•;.- .* : ; . - c'.v luccanu
;'4 '. '; . -1 '; '-...' ": *. . — •. .. i*!!* vita pratica,
r.' ; '-• ,' '; ',,'.,• ^:';^,*' . :-..-. -..--iiciria. Sf si arri-
.M-.*';i /.',',;.'>: <■ i:".:.--,d ;,-. **. ;—r trasr"nijazi'>no degli
a.'/.rr, 'I,';,. 'j -; :*-::!. "t.\ .:*:/. ci " arialr.;»'hi a quelli
/'f,'- hì>"fAiff h' *i;i-l"r.'rMz,o:.; cni'Licht^ dell*? fermenta-
/.o;»j. I 'jsaJ . ('/,tfn- ** noto. v**:. l'alino secn;ti «la speciali
ir^j^Toof ;/afi!- fju, ii r>tt^-r'r'*f>J**TM c»TtaiDente riHiiItati mi-
j/ìihti Mi tiìftlu ìnuit (icW ìfìi]*nviiìnU* industria delle fer-
thftiUi'Ai'tfii. \\ ìnr^i' H<'trnen«io questa via, si potrà un
j/iorno r/'oK-'n» un ]»rol>lenwi economico della più ^-rande
jnqjor tan//i, eio*- quello della utilizzazione della cellulosa
e MOk',t/Mi/.<" /inalo^lie p(T T alimentazione de^li animali;
riMiliz/Jindom eemiornicarnente la trasformazione della
MiaMK/i iMioiirio di e^illidosa li^'nificata de^-li organismi
ve^nlidi in prodotti Holuhili ed assimilabili si creerà una
Ionie pressoché inesanrihile di nutrizione organica.
Lo zolfo nelle sostanze albuminoidi 189
X. — Lo zolfo nelle sostanze albuminoidi.
Di tutti gli eleineuti che compongono le sostanze albu-
minoidi, lo zolfo rappresenta la frazione più piccola; però,
mentre la percentuale degli altri oscilla sempre entro
limiti assai ristretti, quella dello zolfo, al contrario, pre-
senta differenze assai iiotev^oli. Nella scissione della mo-
lecola albuminoide si formano talvolta da una parte pro-
dotti di decomposizione a struttura assai complessa affatto
privi di zolfo, dall'altra prodotti analoghi contenenti
questo metalloide, il quale ora è impegnato nella mole-
cola in combinazioni da cui può essere separato assai
facilmente, ora invece vi è solidamente legato. Le inda-
gini dirette a stabilire in quale stato si trova lo zolfo
nella molecola albuminoide, essendo ancor prematuro di
parlare, come abbiamo detto precedentemente, di una
vera sintesi delle sostanze albuminoidi, non possono ne-
cessariamente riguardare che i prodotti solforati di decom-
posizione. Finora si è trovato: la cistina, la cisleina,
l'acido tiolattico, T acido tioglicolico, il solfuro d'etile, il
mercaptano etilico e V idrogeno solforato. A questi corpi
devesi aggiunger^, secondo Drehesel, la dietiletina, che
contiene un atomo di zolfo tetravalente. Dalla struttura
dello combinazioni solforate appare che esse devono essere
considerate come derivati immediati dell' idrogeno solfo-
rato, per cui dovrebbesi concludere elio lo zolfo non è
in combinazione diretta coir ossigeno. Tuttavia, se una
parto dello zolfo deir albumina può essere messa in libertà
sotto forma di idrogeno solforato, trattando, ad esempio,
l'albumina con gli alcali, il rimanente non si scopre se
non colla combustione completa dell'albumina. Non essen-
dosi trovato finora fra i prodotti di decomposizione del-
l'albumina né acido solforico, nò anidride solforosa, an-
corché cogli alcali non si possa mettere in libertà lo
zolfo totale, si doveva ammettere col Colniheim, che lo
zolfo si trova nell'albumina sotto forma di due combi-
nazioni differenti, T una bivalente, l'altra bitetravalente,
ma che lo zolfo in combinazione con l'ossigeno manca
affatto nella uìolecola albunìinoid(\
Ora, recenti esperienze di Haikow mostrano che (juestn
asserzione, che si ritenne come defìnitivaniente provata.
non è esatta. Infatti, nel coreo di ricerche dirette a scin-
dere le sostanze albiimìnoidi con l'acido fosforico, allo
scono di esaminare i orodotti dì decomposizione, in
la purissima, quest'autore
seconda della durata dei-
si svolge un odore più o
o. Questo odore, che già
può percepire con certezza,
mano procede l'attacco da
laudo la libra ò completa-
e dopo un paio di mesi,
ìue acutissimo. Ciò dimo-
i ammesso fino al presente,
I sostanze albuminoidi, iu
a combinato dirattajnente
parlare a buon diritto di
;i ossidato uell' albumina.
iianto avviene colla lana,
jue dell'acido fosforico è
I dopo due mesi di con-
iitu l'odore di acido solfo-
10 a disciogliersi nell'acido,
■ecisato se fra le varie eo-
ente ijuclle contenenti che-
iccennatc, sono capaci di
neppure sono stati studiati
erivaiio da (jnesta decom-
dat» clic non si l'orma uè
to. Ciò dimostra che nella
liuminoidì alla temperatura
1 provoca nella loro mole-
nda, e, non potemio osso
evidentemente una parte
'e essere immediatamente
è stato ancora dimostrato
ittina che il;ì origino alla
I che non si tratta di un
;ido l'osforicn, reagendo a
ido solforico, iippnrc col
ilio solfanilico o coli' acido
inìmu ([iiantiti'i di nuidridii
i}»ra dei 20(1" che questa
ce assai proliiibile che una
ina si trovi allo stato di
^
^^ ■ .■ J"' I ■ Il ^. I ,^ay^^^gggS5:=
SuW azione chimica delle spore 191
combinazione solfitica^ oppure una tale combinazione si
formi nello sdoppiamento della molecola àlbuminoide e
venga scomposta per azione dell'acido fosforico, dando
origine air anidride solforosa libera.
XI. — Suir azione chimica delle spore.
Se si riscalda a 110*" C per due ore una soluzione di
amido solubile, ottenuta per azione dell' acido cloridrico
sulla fecola, con albumina d'uovo coagulata e conve-
nientemente liberata dalle sostanze riduttrici solubili, e
la si tiene in seguito a 45** per alcuni giorni in un pal-
loncino ben chiuso con un tampone di ovatta, si osserva
che, dopo questo tempo, il liquido ha accjuistato, in grado
assai pronunciato, le proprietà caratteristiche degli enzimi.
L'amido si è trasformato in sostanze riduttrici e l'albu-
mina si è convertita in prodotti azotati solubili che non
precipitano colla soluzione satura di solfato di zinco. Se
al liquido si aggiunge dell'acqua ossigenata, dopo pochi
minuti di riposo si nota uno sviluppo d'ossigeno che
continua per qualche tempo, e se vi si aggiunge della
tintura di guajaco, esso colorasi in bleu. Questa rea-
zione è caratteristica degli enzimi.
L'amido e l'albumina possono subire adunque in un
mezzo sterile un' idrolisi profonda, con formazione di
zucchero riduttore e di peptono. La saccarificazione e la
peptonizzazione sono dovute ad enzimi che appaiono
nella soluzione d'albumina soltanto dopo che essa è stata
mantenuta per più giorni in presenza di aria sterilizzata
ed umida alla temperatara di 45"*.
Questi fatti si trovano in completo disaccordo con le
nostre conoscenze attuali sulla natura e sulla provenienza
dei fermenti solubili, i cjuali, infatti, sono considerati
come prodotti di elaborazione delle cellule viventi, sotto
l'influenza di un'attività vitale, il cui meccanismo sfugge
alle nostre indagini.
L'apparizione delle diastasi in un liquido sterile, se-
condo le esperienze del sig. Eff'ront, è legata ad un lavoro
particolare delle sporo batteriche che, malgrado la steri-
lizzazione, conservano la facoltà di produrre, sotto l' in-
fluenza di certo condizioni fisiche e chimiche, delle so-
stanze attive, benché abbiano perdute le proprietà essen-
ziali delle cellule viventi.
192 Chimica
Il lavoro chimico che si produce col tempo nel latte,
nel vino e nella birra dopo sterilizzazione è da attribuirsi
probabilmente, almeno in parte, alle spore batteriche
arrestate nel loro sviluppo.
Il microorganismo che produce la saccarificazione
deir amido e la peptonizzazione dell'albumina nelle con-
dizioni sopra accennate, appartiene alla classe dei batteri
aerobici, che vivono alle spese della materia azotata, ed
è una specie particolare del fìacillus »uhtili8^ che vive
di preferenza sull'albumina, le cui spore sono suscettibili
di produrre una grande quantità di amilasi e di peptasi,
e quindi di provocare una profonda azione diastatica e
saccaraficante. È notevole il fatto che la produzione di
enzimi da parte delle spore è in ragione diretta delle
difficoltà che si oppongono al loro sviluppo normale, e
raggiunge il massimo al momento in cui la cellula passa
alla completa sterilità.
Anche l'azione liquefacente e saccarificante che l'al-
bumina acquista quando viene trattata con un acido
minerale si spiega con la presenza costante delle spore
del hacillus suhtiìw sull'albumina, non già coli' appari-
zione di diastasi artificiali, come si è cercato di dimo-
strare in questi ultimi tempi.
Il grande potere diastatico delle spore del bacillus
subtilis e la loro presenza costante negli alimenti animali
inducono ad ammettere che queste spore compiano un
ufficio importante nei fenomeni della digestione.
XII. — SuUe lecitine vegetali (^).
La preparazione dello lecitine vegetali si effettua col
procosso studiato da Schulze, Steiger e Likiernik, secondo
il quale le sementi, finamente polverizzato, vengono dap-
prima esaurite con etere, che discioglie le materie grasse,
poi spossate con alcool bollente; il liquido filtrato viene
evaporato ed il residuo trattato con etere, addizionato di
una piccola quantità d'acqua, il quale scioglie la lecitina;
la soluzione eterea viene agitata con acqua in un sepa-
ratore, in presenza di alcuni cristalli di cloruro di sodio,
che servono a rompere l'emulsione: lo strato etereo lascia,
doi)o eva])orazione, la lecitina.
(^) Zeifschr, Fisìol. Ch&m,, t. LII, pag. 54.
Sulle lecitine vegetali
1»3
La determinazione del contenuto in fosforo delle leci-
tine così isolate ha condotto a classificare le lecitine
estratte dalle sementi dei vegetali in due gruppi r al primo
Appartengono le lecitine estratle da certe sementi {Vida
saliva, LupinuB luteus ecc.), le quali contengono una
proporzione di fosforo che oscilla da 3,70 a 3,81 "A.
corrispondente a quella della lecitina pura, cioè alla dio-
leillecitina ed alla distearilleeitina ; al secondo gruppo
appartengono le lecitine separate dalle sementi delle gra-
minacee (segala, orzo) che non contengono una propor-
zione di fosforo superiore al 2 %. La minore quantità
di fosforo contenuta in queste ultime rispetto alle prime,
dipende da ciò che non sono lecitine propriamente dette,
ma combinazioni di lecitina con altre sostanze, soprattutto
con idrati di carbonio. Infatti Wiuterateiu e Hiestand,
idrolizzando le lecitine delle graminacee con una solu-
zione di acido solforico al 6 "/„ all'ebollizione, hanno
potuto ottenere uno zucchero riduttore che in alcuni casi
raggiunge la proporzione del Iti '/„ circa, l'er contro, le
lecitine a tenore elevato di fosforo, estratte dalle sementi
della Vida satira e del Lupìnus ìuteiis hanno fornito
costantemente, come prodotto d'idrolisi, una piccola quan-
tità di idrati di carbonio; la lecitina del Lupinus luteus
non ha fornito che l'I "/, di zucchero, quella della Vida
Satira il 3 ° „, quella del Lupiitus albux il 4 "/„. Uua
sola lecitina, quella estratta dai semi del Piims Cembro,
non ha fornito alcuna traccia di sostanze ridnttricì, e
ciò dimostra che le lecitine vegetali non sempre sono
accompagnate da idrati di carbonio.
Le lecitine estrattc finora dai vegetali non possono
essere considerate come formato di lecitina pura; spe-
cialmente per ciò che riguarda la lecitina dei cereali, è
certo che è mescolata o combinata con altri prìnclpii,
oltre agli idrati di carbonio, perchè la pi-oporzione di
questi ultimi è troppo tenue )>or spiegare il piccolo con-
tenuto di fosforo di queste lecitine.
I prineipii fosforati estratti dai vegetali, trattati con
alcool bollente, lasciano quasi sempre un piccolo residuo
insolubile, che, secondo Kchulze e Wiuti^rstein, contiene
inia proporzione di fosforo del i{,(i4 "o, comparabile a
(piella delle lecitiup, e fornisce dei prodotti di decompo-
sizione analoghi a qnetli che danno questo ultime sostanze.
Le lecitine vegetali estratte fin tini non si possono
dunque considerare come prodotti assolutamente puri, e
urificazione in modo di
one e la natura dei pro-
mti nuovi.
ippio proveniente dalla
letiloiitetraiuina con due
■v prepararlo si evapora
dei due corpi, presi in
iperatura di 45",
lina, bianca, di sapore
pglie in 0.19 d'acqua: è
Bo 115° con piii'ziale de-
lidae non subisco alcuna
ile malattìe dell' appa-
ella cistite, nella pielite,
I 2 jr^ainmi pìfi volte al
me la fabbrica di pro-
lebeul -Dresda, ha posto
;h<> si avvicina all' ittiolo,
bituminoso abbondanti»-
miei. Sella distillazione
olio, che si purifica e si
i liciilo solfnrato, [wi in
i soluzione al 50"/, di
! bruno rossastro, odoro
te. K sohibilissiuia nol-
tol e nell'etere. La soln-
nercialo è perfeltaiuente
olmoute acida. Secondo
rsità d'iiuispruck, la sua
quella dell'ittiolo: corno
od antiiiarassitarico, e
orjfanico, cho contioiio
dinretiuo è una conibi-
i lattato di sodio. I*] una
ile neir acqua, di sapore
Medicamenti nuovi 196
amaro. È un diuretico potente, però non privo di incon-
venienti (provoca il vomito e la perdita di appetito), che
del resto si possono evitare somministrando il medica-
mento per la via del retto.
Paraxina. — Sotto questo nome i signori Forschbach
e Weber designano la dimetilamino paraxantina, che si
presenta sotto forma di lunghi aghi bianchi, leggeri, poco
solubili nell'acqua fredda, più nella calda e nelle solu-
zioni alcaline. La paraxina fonde a 125'* sublimando :
con r acido nitrico dà una debole reazione della mu-
resside.
S' impiega alla dose di 1-4 grammi al giorno ed
agisce come diuretico energico, con azione per lo meno
eguale alla diuretina.
Jodofane. — Si è proposto con questo nome un nuovo
antisettico che sarebbe un prodotto di condensazione
dell' aldeide formica con la resorcina monoiodata, e
che costituirebbe per conseguenza una nionoiodo-diossi-
benzol-formaldeide. È una polvere di colore rosso aran-
ciato, senza odore né sapore, insolubile nell'acqua, de-
composta a caldo dai liquidi alcalini con formazione di
ioduro, parzialmente decomposta anche dall' acqua bol-
lente. Con una semplice agitazione con cloroformio o con
alcool o con una soluzione di ioduro di potassio si può
mettere in evidenza l'iodio libero. E stato indicato in
sostituzione all' iodoformio nelle diverse applicazioni di
questo medicamento e le sue proprietà terapeutiche risul-
tano dalla facile decomposizione in iodio, formaldeide e
resorcina.
Formami nt. — E un i)rodotto considerato come una
combinazione di fornjaldeide e di lattosio, che si presenta
in piccoli cristalli, facilmente solubili nell'acqua e molto
igroscopici. Ha sapore dapprima debole, ma che ben
presto diventa bruciante. Dopo perfetta essiccazione, fondo
a 88^.
La dose della (jnantità di fiU'inaldeide che contiene,
permette di attribuirò a (juesto prodotto la composizione
rappresentata dalla formula: {\^ II,., (),, {^'ILO)-.
Eucodiiia. — E un bromomctilato di codeina. Si pro-
senta in prismi brillanti, senz'acqua di cristallizzazione:
IBI, si di scioglie facilmeote
lieo caldo, più difficiìmeute
» insolubile uel cloroformio
forico couceiitrato discìo^lie
f'ìalla verdastra, mentre la
data con acido solforico ed
forro forma una mescolanza
addizionato di formolo dà
bleii-nera, poi verde. Una
eiitie-tetramiua fornisce (mi-
lieu verde. I.'eucodina non
ilei nazióne.
I mentol e dell'acido etilgli-
reagire il cloniro dell' acido
distillando nel vuoto. È un
sensìbile, che bolle a 155°,
[bile nell'alcool e nell'etere.
?d è facile di caratterizzare
ilg^licolico sotto forma di sale
.utti j Cii3i ili cnì è indicato
. Al contatto della pelle e
imposta lentamente, e ben
analj^sica del mentol.
tinasi l'etere disalicilic^ del-
l'azione del percloruro di
;rico si ottiene un dicloruro
0 salicilico, dà la tiovaspi-
unca, senza odoro, di sapore
) uell' acqua, solubile nel-
ilorofonuio e nciretore. I.a
i acido salicilico: esiia viene
icqna noi simi elementi, più
azione del caloiv da ilolla
la saponificano dainlo dol-
lirina t' indicatjt in tutti i
> salicilico, h^ssendo deconi-
isinio, Ila un'azione blanda,
icon venienti dei salicilati e
1 certi casi, dell' aspirina.
iframmo, pareccliìr volti' Il
MedicavientL nuovi Vdl
Monotal. — E l'etere dell'acido etiglieolico e del
gaiacol : liquido oleoso, incoloro, bollente a 170" alla pres-
sione di 25 nim., di odore debolmente aromatico. In
certe condizioni il prodotto diventa solido -e fórma dei
cristalli bianchi fusibili a BO*". Il monotal è poco solubile
nell'acqua, più facilmente neirolio d'oliva (29 p. 100 a 19**).
Viene assorbito facilmente dalla pelle ed è meno cau-
stico del gaiacol : esso possiede le proprietà analgesiche
di questo prodotto senza presentare gF inconvenienti ine-
renti al suo impiego.
Bvomural. — E un ureide dell' acido bromo-isovale-
rianico e di urea: si presenta in piccoli cristalli bianchi,
poco solubili nell'acqua calda, nell'alcool, nell'etere e
negli alcali.
% un ipnotico di azione sicura e senza inconvenienti
derivanti da azioni accessorie; il suo impiego è consi-
gliabile pei malati nevrastenici od epilettici, pei vecchi
e pei bambini.
Vlsipirina — p] stato così chiamato l'etere acetico
del salolo, preconizzato recentemente come antireumatico
e disinfettante dell'orina. Esso non presenterebbe alcuno
degli inconvenienti dell'acido salicilico e del fenolo. È
una polvere bianca cristallina, senza odore uè sapore
sensibile, che fonde a 97'; insolubile nell'acqua, solubile
negli altri solventi.
La visipirina non deve contenere né acido salicilico
né fenolo libero, a non deve cedere nulla all'acqua alla
ebollizione.
Borovertina, — Si designa sotto questo nome una
combinazione di tre molecole di acido borico con una
molecola di esametilentetramina. È una polvere cristal-
lina, solubile neir acqua, poco solubile nell' alcool, al
quale non cede l'acido, insolubile nell'etere. È stato
vantato come rimedio efficacissimo contro tutte le ma-
lattie dell'apparato urinario, dovute a microbi: sarebbe
superiore all' urotroprina perchè sotto la sua azione
l'orina assume una reazione leggermente acida, ciò che
in molti casi è un vantaggio serio. È consigliato alla
dose di 1-2 grammi al giorno.
Solfogenolo, — Il punto di partenza per la prepazione di
questo medicamento è un olio proveniente da uno schisto
La quantità di zolfo allo stata
dono di zolfo è vaiiabile, si
ovt una certa quantità di
l'olio greggio coiitione lo
Quest'olio solforato viene
)oi, dopo una purificazione
li odore e 6a{>ore, si tra-
,le d'aninioniaca, È questo
nome di aolfogenolo.
ropposo, chiaro, di colore
^ducendo soluzioni neutre.
i indefinitamente e che ri-
e dopo essiccamento.
■opri età terapeutiche ana-
'esentn il vantaggio di nou
itilizza sotto tutte le forme
ecc.
o eccipiente per pomate,
'olii, di grassi, di resine e
lastro ed odore non disag-
ili agenti chimici più ener-
be acqua di modo che le
sorbite rapidamente. I-' ira-
raccomandato pel tratta-
oni, specialmente nel caso
re e dello piccole piaghe
1 ottenuto facendo reagire
rpcni o derivati analoghi
, poi sciogliendo nell' alcool
ne. Il lisano si mescola in
, all'alcool od alla glìce-
Mare. Ila odore aggrade-
, nou intacca gli strumenti
isiede accentuate proprietà
i in soluzioue concentrata,
porzioni differenti secondo
idotto risulta dalla combì-
col limolo e col tannino,
idt, mescolando una solu-
' -v «^- «Mt^^MMM^^i^Ha^^^iMa^iVMarihaa^te^ ^■m'— *
V
Medicamenti nuovi 199
ziono alcoolica di timolo con una soluzione acquosa di
tannino ed aggiungendovi una quantità calcolata doppia
o tripla di una soluzione di formalina al 40 V„. Si versa
questa mescolanza, avendo cura di agitare continuamente,
in 20 volte il suo peso di acido cloridrico concentrato e
si lascia riposare. Dopo un riposo sufRciente, si stem-
pera il precipitato con acqua, si filtra, si lava e si
essicca.
Si prepara così un tannintimolmetano sotto forma di
una polvere biancastra, insipida, solubile nell'alcool e
negli alcali, che fonde a 235**. Questa sostanza avrebbe
dato eccellenti risultati nelle diarree, preso alla dose di
gr. 0.50 in un cucchiaio da caffè, più volte il giorno.
Teoforina, — Sotto questo nome la ditta Hoffmann-
la-Roche, di Basilea, ha messo in commercio un nuovo
diuretico formato di una combinazione di teobromina
sodica e di formiato di sodio. È una polvere bianca, di
sapore dolciastro, leggermente alcalina, facilmente solu-
bile nell'acqua, specialmente a caldo.
Dalla soluzione acquosa T acido solforico precipita la
tetrobromina. Contiene il 62 Vo di quest'ultima sostanza.
È un buon diuretico e deve essere impiegato per gli
adulti alla dose di 1 grammo, tre volte il giorno.
VI. - Agraria
del prof. A. Sbrpieri e dei doli. E. Grùner, A. Moreschi, P. Vknino
della R. Scuola Superiore d'Agricoltura di Milano.
I. — Sulla fissazione di azoto nel terreno
per opera di bacteri.
Descrizione delle ricerche di H. Wilfarth e di O, Wim-
mer. — Gli AA. pubblicarono g*ià nel 1897 (Zeitschr.
des Vereins der Deutscheu Zuckerind : Beitrage zar Stick
stoffrage. Kap. 8, s. 163-189) un lavoro sulla fissazione
deir azoto atmosferico da parte degli organismi inferiori
del terreno. Le ricerche vennero condotto in vasi da cul-
tura riempiti di sabbia pura. La sabbia, 4-8 chilogrammi
per vaso, veniva trattata con la solita soluzione nutiù-
tiva impiegata per V orzo , parte con aggiunta di
nitrato (calcico o ammonico), parte senza; il contenuto
in acqua del materiale di cultura era in media del 14 Vo-
I vasi vennero in parte inoculati, in parte trattati con
infusi di terreni di diversa provenienza. Tua parte dei
vasi stessi rimase sempre esposta alla luce, una parte si
tenne air oscuro. Da queste ricerche risultò che in tutti
i vasi inoculati ed esposti alla luce si sviluppava una
ricca flora di alghe, tanto alla superfìcie che sulle pareti,
mentre in quelli inoculati e no, tenuti air oscuro, Io svi-
luppo mancò totalmente o quasi.
Per Tanalisi, al fine della prova venne separato il nucleo
interno della sabbia dalla porzione esterna occupata dalle
alghe, onde fossero possibili ricerche sulle due porzioni.
Risultò che nei recipienti inoculati e no, ma tenuti
air oscuro, come nel nucleo interno privo di alghe, dei
vasi inoculati ed esposti alla luce, non vi era stata una
itf
Fissazione dì azoto nel terreno per opera di hactert 201
fissazione di azoto apprezzabile. Nello strato esterno
invece, ricco di alghe, fu trovata una considerevole quan-
tità di azoto : 50 mg. per vaso. Per aggiunta di crescenti
quantità di nitrato fu di regola osservata una perdita di
azoto, certo in seguito a parziale decomposizione del
nitrato.
Da questi dati si può dedurre che, esclusivamente da
parte dei bacteri, non e' è stata una fissazione apprezza-y
bile di azoto libero, giacché la porzionp interna della
sabbia priva di alghe e tutta la sabbia tenuta air oscuro
fu trovata, anche dopo le prove, quasi priva di azoto.
Un aumento di azoto, e abbondante, fu riscontrato solo
nello strato esterno occupato dalle alghe, dunque vi venne
fissato dalle alghe o da bacteri in simbiosi con le alghe.
Non potendo risolvere quest' ultima questione per man-
canza di culture pure, gli AA. rivolsero i loro studi alla
Hifluenza dei concimi minerali sulla fissazione dell* azoto,
e specialmente all'azione dell'acido fosforico
Ogni 2 kg. di sabbia di quarzo, passata ad uno staccio
di 0,5 mm. vennero uniformemente mescolati con le quan-
tità convenienti di sostanze nutritive, con l'infuso di ter-
reno necessario per Y inoculazione- e con 850 ce. d'acqua
distillata, poi, secondo il metodo della cultura in sabbia,
ne vennero riempiti dei vasi di vetro trasparente dopo
aver disposto sul fondo dei vìisi stessi nno strato di
ghiaia lavata.
Nelle prove senza acido fosforico, N.** 1 e 2, nei primi
mesi del periodo di vegetazione non si svilupparono alghe;
più tardi se ne produssero alcune colonie piccolissime.
Nei vasi trattati con acido fosforico si sviluppava
invece un'abbondante fiora di alghe, tanto alla superficie
come sulle pareti laterali (cloroficee, nostoc, oscillarle).
Non si osservò alcuna notevole differenza di sviluppo
dello alghe col variare della quantità e della forma sotto
cui si somministrava l'acido solforico (('a IIPO^ e KJIPO^).
Per la raccolta si procedette in questo modo : Nella
sabbia di cultura al termine dell'esperienza si poterono
distinguere tre strati: l." Il superiore ricopertoci alghe.
2.** I^ strato esterno aderente alle pareti, pure ricco di
alghe. H."^ Il nucleo interno privo di alghe. Questi tre
strati vennero raccolti separatamente por poter stabilire
il punto dove era maggiore la concentrazione dell' azoto
nei vasi ed avere modo così di riferire con maizoiore
probabilità la fissazione di azoto alle sue vere cause.
Akxuario sci KHTi fico — XLIV. 14
■»(
202 Ayrarld
A questo scopò ^i asportò lo strato superioi-e della
sabbia per uno spessore di 2-3 em., poi venne introdotto
nella sabbia in direziono centralo e verticale un cilindro
di zinco di 10 cm. di diametro sino a toccare il fondo,
separando così il nucleo interno della sabbia. Si lascia-
rono asciugare all'aria le tre frazioni, poi le si passarono
ad uno staccio di 0,5 unn. allo scopo di separare la inog--
jjrior parte delle alg-ho por maggior comodità di analisi.
Risultati delle esperienze. — I numerosi risultati sono
raccolti in una tabella in cui con parte I e parte II dei
singoli strati sono indicate rispettivamente la sabbia pas-
sata allo staccio quasi priva di alghe e le alghe rimasto
sopra con poca sabbia. In una delle colonne delle ta-
belle ò indicato quanto X era contenuto al principio
della esperienza noi singoli strati. Por il calcolo del-
l' azoto fissato si è preso a base il peso trovato al
momento del raccolto. Mentre nelle prime due prove
senza concimazione fosfatica 1' N fissato è di soli 9 mg.,
dopo somministrazione di acido fosforico questo valoi*e
aumenta notevolmente, però sempre in niisura alquanto
diversa a seconda che l'acido fosforico è somministrato
come fosfato bicalcico o bipotassico. Poiché senza acido
fosforico lo sviluppo delle alghe era quasi trascurabile,
si conclude che le alghe possono prosperare solo in pre-
senza di acido fosforico. Un aumento di 30,5 mg. di acido
fosforico su 142 mg. determinò appena sensibilmente un
maggior svilu])po delle alghe.
In seguito ad aggiunta di 14 mg. di azoto vennero
ottenuti come azoto fissato, quando si sonnuinistrava
r acido fosforico:
come ('a IIPO^ mg. 45,435 di N (solfato ammonico)
» 41,204 » * (nitrato » )
* KjHPU^ * 54,749 » » (solfato annnonico)
» 53,765 » » (nitrato » )
Senza somministrazione di azoto si aveva una media
di circa 65 mg. di N fissato, dunque», por nini concima-
zione azotata TN fissato diminuisco notevohnento. Anche
riferendo l'N ottenuto a quello somministnito, non si
raggiunge la ([uantità di \ elio si sarebbe ottiMuita senza
la concimazione azotata. E probabilo quindi che, come in
ricerche procedenti, sia avvenuta una]nccola pcM-iUta di X,
foi^e per denitrificazione.
e lU listalo nel (erixHO per opera di bariei
l'er rispondere alla (jiiestioiie se la fissazione ti
tiia avvenuta solo de parte delle ulg'ho o anche d
ti.TÌ, jtli AA, hanno calcolato anche l'azoto fisa,
singoli strati. I^o strato superiore senza ac. fosfori
contiene quasi N fissato; per agg:iunta di concime
tico, specialmente .sotto forma di fosfato bipotassi<
fissato e lo sviluppo delle alghe, aumentano notevo
Nello strato esterno, senza concimazione fosfatica
. varono solo mg. &,261 di N, mentre già per la
aggiunta di mg. 35,5 di I^O^ l' N trovato amir
mg. 43,9t)H e 49,7:ì0. Pei- aggiunta di azoto l'azoto
diminuisce.
Nello strato interno della sabbiti, privo di alghi
senza,, quanto con la concimazione fosfatica, non ì
' che una quantità Irascurabile di azoto.
Raffrontando (jnesti risultati gli AA. concludo
che r N, per lo meno in massima parte, è fìssat
alghe e non dai bactei-ì, Però questa afferc
non vuol essere accettata senza riservo, giacché
sìbile che i bacteri tu questione non siano capaci
Inpparsi da soli nello strato interno, ma vivano :
biosi con le alg'he che crescono alla luce, e pr
parte, forse importante, alla fissazione dell' azc
ricerche lasciano insoluta questa questione, ma
altri risultati sicuri.
Anzitutto in nn terreno privo di acido fosfori
avviene una fissazione dell'azoto libero, giacche gì
iiismi inferiori che compiono questo ufficio hanno )
dì acido fosforico per esplicare la loro attività,
ricerche non risulta quanto acido fosforico occoi
una data quantità di azoto, poiché questo valore ti
anche liaìla presenza od assènza di diversi org
inferiori.
I processi che avvengono noi vasi di cultura
rebbero certo anche nei campi quando fossero sodi
lo medesime condizioni, e, siccome 1' N non può
utilizzato dalle piante superiori nello stesso per
vegetazione in cui è stato (issato dulie alghe, pe
trova sotto forma >irganìCH, ma solo lentamente, ai
anno, (piesto azoto cos'i llssato viene a costituire u
tale fisso del terreno, una parte della così detta
Krnft >, sorgente inesauribile di initrizioiie. Ili |nii
alghe .sono di grainli.ssima importanza, giacché, s
nendosi, oltre l'azoto, forniscono anche lo altresì
204 Agraria
•
inorganiche sotto una forma assimilabile e contribuiscono
alla formazione àoXY humus.
Gli AA. riassumono i risultati del loro lavoro con
qeste conclusioni:
1." In presenza di sufKciente quantità di potassa,
calce e magnesia, gli organismi inferiori non fissano azoto
libero quando manchi Tacido fosforico. Questa fissazione
è abbondante in presenza di P?0. :
2." La produzione di sostanza organica in forma di
alghe av-viene nelle stesso modo che la fissazione di X,
perciò senza acido fosforico non si forma sostanza orga-
nica: se ne forma invece quantità notevole in presenza
di 1V>:.:
W,"" In media su 1 parte di azoto fissato si fqrmano
20 parti di sostanza organica. {Die Landwirt, Vevs, Stai,
Band LXVII Heft 1-2).
A. M.
La fissazione rf' azoto nel terreno per opera di bacfer/
fu studiata anche dal prof. Alfredo Koch dell' Università
di (ìottingen (Mitteil. der deutsvh. Landtrirt.'Geseìl.
X. 12: riass. in lioìleitino della Società degli Agri^
coltori Italiani), Egli ha voluto studiare. T azione dei
bactorì nello loro condizioni naturali, cioè nel terreno,
anche per verificare l'azione complessiva invece che quella
delle siu^iole specie isolate. Egli ha aumentato T energia
vitale e peiHjiò il lavoro dei bacteri aggiungendo al ter-
reno soluzioni zuccherino. Trattando ogni chilogrammo
di terreno con 20 grammi di zucchero, si fissarono 10 mg.
di azoto per ogni grammo di zucchero, lo zuccheramento
più abbondante abbassò la quantità d'azoto fissata. Zuc-
cherando replicatamentc il terreno, la qiuintità d' azoto
fissata dai bacteri andò successivamente diminuendo, sia
perchè T azione di questi è ostacolata dalla presenza di
notevoli quantità di azoto fissato, sia perchè può esserlo
stata o dalla presenza di zucchero come tale o di suoi
prodotti di (lecoinposizione. Poiché h\ quantitii massima che
si riusfjì a fissare fu di 10 mg. per 1 grammo di zucchero,
che corris[)onde ap|)uiito a (pianto si ottenne colle colture
pure in soluzioni nutritizie di azotobacter, nessinio dei
probabili bacteri lissiitori d'azoto ancora incogniti ha azione
])ìii energica dell' azotobacter. La (piantità d'azoto fissato
nel terreno zuccherato diminuì per una aggiunta di
L_
CotitroUo ÌHicterioloyifo di rtiUiire h/ir,tp,rir
piitassa o Ji ealce o per iiyjfiuiita di solfuro di
iiumeiitò per effetto di mm crtiici inazione fosfa
trattamento col solfato ferroso. Natiiralineiite n
pensare iid usare iiGira^ricottiira lo zucchero |
r azoto, poiché no occorrerebbero 14 Cg. pe
tanto quanto ne contiene 1 C^- di nitrato di s
altri idrati di carbonio sperimentati da Koeli, 1
ebbe azione sfavorevole : paglia e cellulosa fur
l'ffotto.
Precedenti esperienze hanno dimostrato ehi
viventi nel terreno forniscono zucchero ai bai
tori d' azoto intensificandone il lavoro. Kreh
erronea l'opinione di coloro i quali ritengono i
fissato dai bacteri, essendolo in forma di albo
sia ntilizzabilfl dalle piante: egli infatti ha tro>
terreno si arricchisce di nitrati per opera 1
l'albumina si trasforma in questi. Secondo poi i
lavoro di Heinge una coltura di azotobacteri ht
piante agrarie discreti risultati corno concima
tata. Ognuno pui% persuadersi di quanto lo zucc
ad nnia pili ellìcaeo lissa^ione dell'azoto in for
zabile dalie piante, basta perciò una coltura ii
ila iinri.
IL — Sui controllo hactPi-iolo(fic> di culture
per leijitminosr.
Si è giii altre volto parlato in (piosto Aiimi
culture bacteriche per le leguminose; nel N
1' Ai/ricottnra Moderna di queat' anno il pr<
riferisce sulla necessità di un controllo di ta
controllo suggerito da osservazioni sue e di a
montatori. Dal prof. Oorini furono constatati i
campioni dì culture nuove provenienti da Wi
Il dott. Harding della Stazione Sperimentale i
New-York riferisce nei Science del luglio liMX
solo nel suo laboratorio, ma anche nei laboral
riologici delle Stazioni Agrarie di Delaware
Virginia e >y'orth Carolina furono esaminati
pacchetti di cotone inoculato coi bacteri radicìc
quei prodotti furono trovati completamento si
■ culture di controllo. Nessuna meraviglia duii
giunge i' .\., se le prove eseguite in vasi e in cai
mentali dalle Stazioni Agrarie di l'ensylvauia, <
2(K> Agraria
Georgia, Maine, Cornell o Wisconsin sono termijiati con
insuccessi.
Kollerman e Bekwitli avrebbero verificato che i bacteri
delle leguminose muoiono tanto più rapidamente quanto
più lentamente vengono essiccati, oppure se vengono esposti
all'aria umida dopo essere stati essiccati.
Dalla descrizione che il Moore e il Sprague danno
del metodo di preparazione e di conservazione del cotono
inoculato, parrebbe che esso metodo sia difettoso e per
troppo lenta essiccazione e per insufficiente difesa dal-
umidità. A. M.
III. — Ohimì'ra agraria.
K noto in tesi generale che le leguminose e le gra-
minacee mostrano una singolare differenza riguardo alla
loro nutrizione.
Quasi tutto le ricerche fatte riguardando il loro, com-
portamento di fronte all' azoto. Si sa, segnatamente per
i lavori di Ilellriegel, che le leguminose come le grami-
nacee possono mitrirsi delle combinazioni azotate -del
terreno e che le leguminose possono, oltre a ciò, al con-
trario delle graminacee, utilizzare, per la loro nutrizione,
con r aiuto di alcuni bacteri, V azoto libero dell' aria. Ma
le leguminose e le graminacee si comportano in modo
diverso anche di fronte ad altre sostanze nutritive, poiché
le une sono capaci di assimilare più facilmente dello
altre i componenti più difficilmente solubili del terreno.
Con questo diverso comportamento delle leguminose o
delle graminacee di fronte alle sostanze nutritive si col-
lega probabilmente il fatto che le stesse piante, quando
vengano coltivate promiscuamente, mostrano un compor-
tamento affatto diverso di fronte ad una sostanza fer-
tilizzante, a seconda delle circostanze. É già un fatto
ben nolo che le leguminose e le graminacee costituenti
un prato sono assai influenzate a seconda che si con-
cima con scorie Thomas e kainite oppure con nitrato.
Se si concima con scorie Thomas e kainite si ha un
aumento nelle piante leguminose, concimando con nitrato
invece aumentano le graminacee e possono anche scom-
parire le leguminose. Le prime dimostrazioni furono date
da Lawes e Gilbert (Centralblatt fiìr Agrikulttwrhemie^
X. Jahrg., S. 808) e confermate poi da molte altre osser-
vazioni.
Niih-iziom dfi/h: li'niiuiinoKe •- ih-lle. i/r.
Furono inoltro istituito riceroiie mid
fosse iiiaf^^iorraento iufliienzato l' accresci
^nmiiioBe da mi coticlnio contenente ficidr
mio potassico. Non si è ancor» giunti i
liefìiiitìvo, perù pare che dalle divei-se rie
trarrò la conseguenza che con una cone
lica la vogetazione delle leguminose è
misura maggiore, sebbene anche i sali pc
zino in modo sijrnìfìcanlo l' accrescimenti:
uose nei prati.
Rimane sempre da ÌTidagare la causa di
comportamento. Come avviene che le leguni
alle graminacee si comportano in guisa
utilizzare, oltre che le combinazioni azoti
anche I' azoto libero dell'aria, si comporta
poter assimilare più facilmente delle gran
menti minerali del terreno più diflficilmen
inodo infine da risentire nn' azione tanto
stesso concime? Nella letteratura dell' arfj
trova nessuna spiegazione a tali fatti.
Interessanti ricerche furono istituite dn
mann, ricerche iniziate nel 1902 in lem
tarmine nella Stazione di ricerche chiii
Berlino.
L'A., ad indagare le probabili cause il
portamento delle graminacee e delle legnn
all'assunzione dello sostanze nutritive, ritie
attento di alcnni fatti.
Ricordata la dimostrazione risultante d
Dietrich, di Schreiber, di Prianisehniliow,
rielle leguminose di assimilare in misura
non le graminacee gli elementi minerali dif
bili, l'A. esamina i caratteri morfologici e
organi di assunzione dei nutrimenti, com
delle leguminose a quelli delle graminacei
gli ultimi lavori di Prianisebnikow, Molis
confermano lo osservazioni di Becquerel,
o Knop sulle sostanze aci<lc emesse dal
piante olirò l'aoido carbonico, ed in baso (
vazioni e ad osservazioni del Dyer dimos
gior grado di acidità nelle sostanze emes
delle leguminose che non in quelle omes
delle graminacee, pone in relazione tale fu
208 Agraria
coinportaineiito di queste piante di fronte all' assunzione
dello Hostanzo nutritive.
Considera poi ^li organi della traspirazione e il pro-
cesso stesso nelle duo piante^ istituendo ricerche che por-
tano alle seguenti conclusioni:
1.*^ Le graminacee consumano una magi'iore quan-
tità di acqua che non le le^inninose, consumo che è ìu
rapporto con la mancanza di separazione di acqua allo
stato liquido in quasi tutte le leguminose.
2." In seguito a tale forte corrente di acqua le gra-
minacee che crescono mescolate alle leguminose sono
avvantaggiate riguardo all'assunzione dell'acqua e delle
sostanze nutrienti disciolte nel terreno.
8." Le leguminose riparano in diverso modo a questa
circostanza onde assicurare la loro nutrizione:
a) Sono provvedute di disposizioni speciali onde
favorire la traspirazione;
h) Si sono rese indipendenti mediante la simbiosi
coi bacteri radicicoli dal contenuto in azoto del terreno.
e) Ksse, mediante un sistema radicale molto pro-
fondo, sono in grado di trovare il loro nutrimento in
quegli strati del terreno dove non arrivano gli altri veg(v
tali a radici superficiali;
d) Le loro radici emettono licpiidi fortemente acidi
e perciò hanno la facilità di assorbire lo sostanze nutri-
tive che non sono assunte dallo graminacee o lo sono
solo in parte perchè difficilmente solubili, e molte papi-
lionaceo posseggono, oltre alla simbiosi baeterica, anche
simbiosi di micorize.
4.*" Con r aiuto di queste proprietà si può dimo-
strare in misura soddisfacente la diversa azione di una
concimazione con nitrato di sodio, con kainite o con
scorie Thomas sulla composizione della flora di un prato.
(Die Lamie Vev.^. Stai,, Band LXVII, Ileft III, und IV|.
Oli sperimentatori Voli e (Jrone istituirono indagini
sui rapporti fra lo sviluppo delle cellule ed il fosforo,
allevando le piante in soluzioni nutritive in parte conte-
nenti fosforo, in parte senza. Le piante coltivate in solu-
zioni prive di fosforo si sviluppavano sempre con foglio
verdi, mentre cpielle coltivate in soluzioni fosforate si
mostravano clorotiche. Gli autori supposero che il fosfato
-J
^ ' . • I
I
Nutriziono delle leguminose, e delle grami ìmcee 209
cou tonato nella soluzione precipitasse o rendesse insolu-
bili 0 non assimilabili i sali di ferro, causando così la
clorosi; ma ulteriori osservazioni dimostrarono che la
supposizione non ora sostenibile e che si doveva piut-
tosto ritenere che la clorosi dipendesse dal fosfato diret-
tamente. Come piante da esperimento servirono il mais,
la segale, il grano saraceno, le rape, la senape, il tabacco,
i piselli, la mimosa pudica ecc. Germogli di alcuni giorni
allevati in acqua distillata, uniformi, si posero nei rispet-
tivi liquidi nutritivi. Questi contenevano isoluzione di
base) 1 gr. di nitrato potassico, 5 gr. di solfato di calcio
e 0,5 gr. di solfato di magnesio in 1 litro di acqua (solu-
zione di Sachs). Il ferro si introduceva sotto forma di
solfato di ferro (gr. 0,005 ^<y) ; si usò come composto
fosforato una miscela di fosfato monopotassico e fosfato
bipotassico. Si osservò che nella soluzione priva di fosforo
e contenente ferro l'accrescimento delle radici era forte-
mente ostacolato, e le radici stesse si coloravano in giallo,
fenomeni che non si osservavano quando mancava il
ferro. Con aggiunta di un fosfato cessava l' azione carat-
teristica, ma presto si sviluppava la clorosi. B]sperimenti,
fatti con piante di segale, dimostrarono che come il fosfato
monopotassico agiscono diversi altri fosfati solubili. Il
fosfato, anche in dose minima, esplicava il suo effetto.
Anche in presenza di molto ferro, se vi era del fosfato
disciolto si aveva clorosi.
Gli autori vollero indagare se il fenomeno si poteva
invertire. Gli esperimenti furono fatti in soluzioni conte-
nenti fosfati e prive di ferro, e i risultati furono diversi
a seconda delle piante. Quando le piante venivano colti-
vate in terra non potè constatarsi l'effetto dannoso tlei
fosfati disciolti. Le sostanze minerali, per il potere assor-
bente del terreno vengono ridotte in combinazioni in'so-
lubili neir acqua.
L'A. studiò ancora sotto un altro aspetto il compor-
tamento dei fosfati insolubili. Ottenne ampio sviluppo
radicale e foglie verdi oscure introducendo nella solu-
zione nutritiva una miscela di fosfato di ferro con fosfato
tricalcico (solubile in traccio neir acqua). So però si ado-
perava fosfato bicalcico, tosto appariva la clorosi e lo
sviluppo radicale rimaneva limitato.
Furono iniziate nel 1901 ricerche sopra l' azione reni-
duale di alcuni concimi fosfatici coltivando in vasi del-
-j.
t ■ ■•
210 A gigari a
y avena. Si compararono il perfosfato di calce, il fosfato
bicalcico, il fosfato tricalcico, il fosfato precipitato e la
farina d* ossa. Ne^li anni snccessivi al primo, in tutti i
vasi furono dati nitrato sodico e solfato potassico con o
senza aogiunta di carbonato di calcio. 1^ prove durarono
(juattro anni. II maggiore prodotto complessivo nei 4 anni
si ebbe con l' impiego del perfosfato e del fosfato bical-
cico, e r azione di tali concimi apparve indipendente da
quella della calce.
L' azione fertilizzante del fosfato tricalcico e della
farina d' ossa fu ridotta della metà circa dall' aggiunta di
calce. La superiorità del fosfato su la farina d'ossa nei
vasi trattati con la calce, e la superiorità della farina
d' ossa sul fosfato nei vasi che non ricevettero calce
andarono gradualmente sparendo, così che il prodotto
totale dei quattro anni risultò il medesimo nelle due serie
di ricerche.
L' azione della farina d' ossa (senza aggiunta di calce)
risultò decisamente inferiore a quella del perfosfato anche
dopo il 4.** anno.
Furono pure istituite ricerche allo scopo di appurare
(piale influenza può avere sulT effetto dei concimi potas-
sici il carattere dei concimi azotati impiegati simultanea-
mente. La questione, già prima studiata, fu nuovamente
sottoposta a ricerche durante gli anni 1902, 1903 e 1904.
In provo eseguite con avena Ligowo il perfosfato e le
scorie Thomas in mescolanza con nitrato sodico diedero
un prodotto superiore a quello che si ottenne mescolan-
doli con quantità corrispondenti di nitrato ammonico; si
ebbero risultati opposti con V apatite e la polvere d' ossa.
Studiata particolarmente la concimazione dell'avena Li-
gowo con polvere d'.ossa mescolata a vari concimi azor
tati, si potè accertare un notevole incremento di prodotto
con la mescolanza di polv^ere d' ossa e solfato ammonico ;
un'azione più debole esercitala mescolanza di- solfato
ammonico e nitrato sodico; mescolando polvere d'ossao
nitrato sodico si ebbero i peggiori risultati. Il colaticcio
in mescolanza con nitrato sodico diede risultati alquanto
inferiori a quelli avutisi con la mescolanza di nitrato
sodico e solfato ammonico.
Dalle ricerche appare che 1' azione dei concimi fosfa-
tici dipenda per molta parte dal carattere dei concimi
azotati che si portano o si trovano già nel terreno.
Azione ri-niiliialf di coiicinn foKftiiici
Allo scopo di slmiiai-e i metodi di sperimeli lazi
vfi^i, si istituirono prove ciilttirali con concimi a;
fosfatici ili dosi crcscoiilì. Hi coltivò dell' avena in
vetro cilindrici firolondi cm. 2)t, con diiimetro di (
con terra sabbiosa (Kg. 2rt.ri}, puvera di azoto (0,f
e (li acido fosforico (0,04 '/,} di acido fosforico E
a caldo in HCl d. = 1.15).
In una prima storie si agginnse in tutti i vasi ni
riale basico (polvere di marmo), del perfosfato,
(lotassico, con una pìccola addizione di solfato di mi
0 di cloruro di sodio, indi in ogni vaso del nitrato
in dose variabile fra gr. I.B e gr. 6 per ciascuno. 1
i casi la concimazione azotata determinò mi incr
nella produzione, incremento massimo con la dose u
minimo con la dose massima. Con l'aggiunta del
si aumentò il peso del prodotto ; il rapporto |)iù
fra paglie e granelli si ebbe con l'impiego delle d
alte di nitrato. Si è accertato che la dose di Kg. 1
ettaro (gr. 0,026 per Kg. di terra) dà alle i)ianto
lappo più prospero, e che le piante cresciute con
nitrato corrispondenti a Kg. 50 per ettaro mostrai
nette le caratteristiche di nna insufficiente nut
azotata.
In una seconda serie le prove vennero dispi;
modo analogo; in gruppi di 3 vasi ciascuno si ii
il perfosfato a dosi variabili fra gr. 11.7! e 0.71 pc
corrispondenti a Kg. "25 a 2(H) per ettaro.
Il maggiore incremento di prodotto si ebbe
dosi comprese tra Kg. 25 e 50 per ettaro; con do;-
a 1"2!) Kg. per ettaro 1' aumento di proilotto In lii
ebbe invece un aumento notevole con la dose di K
e il prodotto inassitno fu ottenuto con Kg. 17.'> <
fosfato.
Interessanti ricerche sullo sviluppo della vegc
in atmosfera ricca di anidride carbonica furono ci
a termine da K. iJcmoussv (Compie» remlug <le .
de» Kciencfs. 1!K)5, V. 139, pag. '28.^). Le ricerche
eseguite in due casse di vetro di circa 1 m' dì eaiiat
cassa di controllo aveva tu modo uniforme un coi
in anidride carbonica che si aggirava intorno ai
millesimi.
La seconda cassa riceveva anidride carbonica n
dal riscaldameiito del licurboufit'» sotlico in Cjuanl
iiiillesiiiii, (jiiantità elio
tu modo da portarsi al
inedia dì 15 inìllfìsimì,
a ntiiiosfericH. l.' eepe-
ni dalia lino di Mtig:gin
ialite furono tag'liato e
esposti in una tabella
n dell' aria in anidride
raccolto, aumento che
itnra fu più jireooco e
■a pili ricca in anidride
ipel, Wilfarlh, Frank,
ostrazionc clic le piante
lento le sostanze erga-
li A. Merger. Laurent,
ostrato che Io zncchcro o
i e assimilati dallo piante
ile nei ('ompte» reudus
to che la pianta, in rom~
tea, può vcfretare iior-
iitesi degli albuininoidi
iti i>d organi solo con
vndo «jiiesti siano con-
ritivo 9i adopen» sabbia
afHamento dei vasi ste-
lla boilitji e contenente
ido Detiner. Ofrni vaso
ca la seguente quantità
irosina, gr. 0.4 di gli-
dì ossamide, gr. 0,1 dì
e di portare a completo
0 artilicìale addizionato
ta assenza di anidride
)oraneaiiiente l'anidride
Il avviene alcuna vogo-
1 nella neutsrhf Landu-.
snltatì di prove istituite
Consorzio por la colti-
Svezia, sulla eonciinn-
itrato di calcio. L'au-
Lii I-ita ilella pianta in er.ceiDioc m iiK-^eiiza ili ailid.carb. 213
tore rileva cho la calce azotata ha spiegato un' a?""""
vantaggiosa in terroni silicei e argilloso-si licei sull'ai
sull'orzo, sul grano marzuolo e sulle patate, quanto
KOto ammoniacale, nieriti'c è rimasto molto al di
dell'azoto nitrico: in terreni torbosi della migliore
lità ha pure prodotto buoni effetti, mentre in torbe i
composte ha dato cattiva prova.
Il nitrato di calcio invece spiegò un' aziono com
siva sui due tipi di terreni, sabbioso e torboso, ugui
(|nclla del nitrato di sodu, detona ìnando. a dilfercni
auesto, una maggiora pi-oduziono di granella e una mi
i paglia, dimostrandosi quindi atto a sostituire con
lamento il nitrato di sodio.
Intorno al metodo proposto dallo Stutzero gonei
zato dal Dyer per In det<^TminazÌone delle sostanze r
rali del terreno atte a servire di alimento alle pi
metodo che si basa sull' estrazione del terreno con i
citrico air 1 %• furon fatti da Herbert Ingle iJourn. C
Soc.j alcuni csperimojiti culturali per la durata di due i
Fnrono estratti 10 Kg. di terreno omogeneo contei
ILG" , dì umidità con litri UHI di acido citrico all',
tenendo conto" dell' acqua rimasta nel terreno. I^' l
ziono si fece tenendo rimossa la massa terrosa, e
7 giorni.
Il terreno primitivo conteneva gr. 0.14 " „ di pot
0.16 di Anidride fosforica, 0.259 di azoto, U.Hl di e
delle quali sostanze furono sottratti rispettivamente
acido citrico gr. O.OII " „. gr. 0.06-2, gr. O.Oll, gr. t
In- alcnni vasi dì cultura si aggiunsero al tei
estratto ({uantità dì calce, potassa e anidride fosl'
corrisponiienti a inieJlc sottratte con acido citriet
riconobbe die l' estrazione con acido citrico deprìi
fortemente lo sviluppo dello piante e d' altra parte e
sost^inze minorali ai>'giunte venivano assimilate piii ]
lamento di quello presenti in origine.
riteriori ricerche eseguite dall'autore coltivando
e fagioli e impiegando solo terreno naturale e tei
estratto, dimostrarono il maggior contcnulo nei si
componenti nellt' piante cri-solute nel suolo natura
confronto u quelle cresciute nel suolo estratto.
L'acido fosforico e la potiiwna furono nelTorzo, i
fagioli ci-esciuti in terreno naturale, in quantità <|uadi
314 Affraria
i> i-isi)eUirai»oiite doppia di fronte alle stesse sostanze
■ "e piante cresciute in terreno estratto.
Uova il fatto che in tutti i casi le piante
tratto, in confronto alle altre, mentre svi-
tameute in un primo periodo, tendevano poi
alla, vegetazione normale, e questo fatto l'A.
0 alla rapida riformazioue di sostanze assi-
PTotlo di agBnti atmosferici. A. M.
'aio aiitmonico dato in coperturn al ttrri-iw
•erdite in ammoniaca f — Il prof. Wagner,
, in base alle sue esperienze, proseguite
i anni, lo afferma in modo assoluto.
le nelle condizioni ordinarie quando il sot-
> sia dato in copertura, esso, a contatto del
iileio del terreno, subisce una trasformazione-
.mmoiiico, sale molto volatile: si hanno così
rilevanti in aniEuoniaca.
iano delle perdite egli lo deduce nnicamcnlc -
uelle sue provo il solfato ammonico ha dato
ita dì altre condizioni, un prodotto iniuore
dal nitrato sodico. Ma basta «juesto fatto
I che vi siano coli' uso del solfato ainmo-
lito per volatilizzazione d'ammoniaca? ICvi-
tri fattori possono aver iulLnìto sui risultati
ti coi due concimi : ricordiamo infatti die
molto piti solubile del solfato ammonico, si
o nel terreno, arrivando a contatto di un
ro di radici, mentre il solfato dato In copcr-
Itenuto nello strato superficiale del terreno,
ha subita la nitrificazioiie potrà inlesso
ti' altra parte sta il fatto che la triiaforraa-
reiio del solfato in carbonato ammonico
lentamente, ed il carbonato è poi subito
eno. Il Ijilieiithal I Landw. Illugt. /Mt., 1900)
per (i anni esperienze tli confronto tra il
II ed il solfato ammonico ed è giunto a
i]>ostc a quelle del Wagner. Kgli escludo
ìhino perdite notevoli di aininoniaca, ed
laggior parte delle sue piove il solfato si è
porioiv o eguaio al nitrato, in alcune ò
, ma a|i|iena sensibilmente, dimostrando un
incacia di ì)rs : UH). Il l'atto poi citalo dnl
Solfato arnmon. in copertura e perdita in ammoniaca 216
Wagner a conferma della sua tesi, che cioè il solfato
aininonico dà risultati superiori incorporata nel terreno
piuttosto che in copertura, il Lilienthal lo spiega con
questo: che incorporato nel terreno T azoto ammoniacale
si distribuisce per uno strato mag-giore di terreno, di
modo che T azoto si mette alla portata di un numero
maggioro di radici. La conclusione pratica delle ricerche
è che è preferibile incorporare il solfato ammonico nel
terreno piuttosto che darlo in copertura.
(lià avemmo occasione di parlare Tanno scorso di un
nuovo concime simile alla calciocianamido, sia per il modo
di preparazione sia per le proprietà.
La 8tick$toffkalk\ come viene chiamata, si ottiene
facendo passare una corrente di azoto su un miscuglio
molto intimo di carburo e di cloruro di calcio riscaldati
a 750^ ed è una polvere nera come la calciocianamide, e
come questa ostacola la germinazione dei semi e, data in
copertura, danneggia le piante. .
Le esperienze di Hardt con questo nuovo concime
dimostrarono che la sua azione è molto migliore sulle
torre da lungo tempo coltivate che sulle torre vergini,
specialmente se le prime furono trattate con letame Tanno
precedente o nelT aiuio stesso, causa la loro conseguente
maggior ricchezza di microrganismi e la più facile decom-
posizione che essa subirà. Sulle praterie ha aumentato il
raccolto, perhno in terre paludose quando siano state cor-
rette con calce o con marna.
Sulle colture ortìve abbiamo le ricerche del dott. Neu-
mann il quale trovò il luiovo concime di grande efficacia
per esse. Forse si deve attribuire (piesto fatto anclie
alT aziono fertilizzante della calce contenutavi, giovando
essa molto agli ortaggi. Poiché la sua azione si basa
sulla decomposizione delT aimnoniaca, per utilizzarla nel
miglior modo possibile converrà sotterrarla nel suolo
da 6-10 giorni avanti la semina. Lo spargimento prima
ò indicato specialmente per la coltura delle rape. La
stikstofTkalk si prepara, eoi le è noto, a Westeregeln.
Il prof. Schwappach ha iniziato nel 1901 una serie
di esperienze nella Stazione sperimentale forestale prus-
siana di Lberswald allo scojm di vedere (puile fosse la
21i; Agritria
concinmzitme pifi conveniente por lo piauto rorestali uell»
cotlui-n csloiisiva. Fra i concimi vennero cspeiimentati
le scorie Thomas, In kainite, il nitrato sodico, il solfato
ainmnnico ; fn pnro i>ruvat» la concimazione organica con
Inpini, terra da palude t'cc. IjO esperienze durarono Quo
111 lìHH'i.
rivo Va. liaiino un iote-
rendoBi ai terreni ovo le
critano invece di esser
è giunto il prof. Schwap-
lli! piante si riconoblxii-o
ti azoto e precìsameli te
in una forma lenta riiii
)iiii ell'ettuarsi o contoiii-
nni anni dopo la pianta-
ilare ;
convenienti : la coiiciina-
lii coltura precedente tli
emettono nuovo radici :
salare può effettuarsi col
fra lo piante o coltivaudo
■verse sorta di trifoglio,
i ciò possono venire in
ni di pianto : ad esempio
la : cotica erbosa, foglio
seorio Thomas e solfalo
atta di accelerare la ci-e-
niezzo C- vantaggioso ])er
lì ;tll anni ;
errano erboso è giovevole
taglio della cotica erbosa
inni> il fusto della gi-os-
: la lavorazioni' del tcr-
inuninislrazioni dì manie
iducano jioca ombra \»ifi
nte se la fcrtilitil del ti'r-
'eutacfirii Laiuìii: UencU-
Ceneri ve.sttr/intP 217
Sulla composizione delle ceneri cadute durante V eru-
zione del VesuìHo dell' Aprile 190() abbiamo una j)ubbli-
eazionedel dott. Luigi Bcruardiui, assistente della cattedra
di Chimica Agraria della li. Scuola Superiore di Portici.
L' esame chimico delle ceneri del Vesuvio raccolte in loca-
lità molto lontane fra loro (i campioni provenivano da
Cerignola, da Foggia, da Bovino e da Portici) dimostiò
che si tratta di un materiale di discreto valore fertiliz-
zante. Le quantità di ossido di potassio solubile in acido
cloridrico fu di (J.IO e G.r)7 pei campioni di Bovino e Por-
tici, di 2.05 e 2.01 pei campioni di Foggia e Cerignola;
oltre air ossido di potassio le ceneri contenevano pure
dell' anidride fosforica in (] nauti tà variabile da 0.54 a
o.r>4 y..
Siccome le ceneri eruttate dal Vesuvio avevano eser-
citata un' azione caustica sui germogli, era interessante
studiare quest'azione nei semi germinanti. Le prove, sulle
disposizioni delle quali non ci intratterremo per brevità,
dimostrarono che elTettivamente le ceneri contengono dei
principi che impediscono la germinazione dei semi e arre-
stano lo sviluppo dei giovani germogli, ma tali principi
sono eliminati con un semplice lavaggio e la loro dan-
nosa influenza non si fa sentire, se la cenere è mescolata
con la terra anche in proporzioni di parti uguali o se
forma un piccolo strato sul terreno. La sua velenosità
deve esser dovuta certo al contenuto in cloruro sodico, il
quale per la sua solubilità verrà facilmente eliminato
dalla pioggia dallo strato coltivabile. Di fronte all' incon-
veniente della causticità del materiale, non va dimenticata
la sua ricchezza in elementi utilissimi, a dar un'idea della
quale basterà dire che ammesso su un terreno uno strnto
di 10 centimetri, esso viene arricchito per Kttaro di ben
77 quintali di anidride fosforica, e di una quantità infi-
nitamente superiore di potassa.
E del resto, a conferma dell' eccezionale efficacia con-
cimante delle ceneri, si sono avuti nei terreni ove cadde
la cenere prodotti notevolissimi. K. (1.
IV. — Per il miglioramento delle sementi
e delle varietà di piante coltivate,
L' importanza massima di questo argomento, così come
gli splendidi risultati che dal suo studio si sono otteiuiti,
AXVTTARIO SCIKXTIFICO — XLIV. 15
Af/rarin
anche quest'anno a dire brovi jtsrole intorno
ono od alla ibridazione. Con febbrile lavoro scien-
idiosi d' ogni paese ricercano, modiiìcano, creano
'Rrietà meritevoli per bellezza, qualità, altìtii-
ittivc, si clie raramente, come tu questo cam|m,
i ha avuto nella pratica la piena coufenna
induzioni. K se ancora molti feitomeni della
ale riiiiaiifi'Oiio oscuri, lo studio completo della
à e dello niiitaKÌoiii, è (giunto a tal punto da
tgittimamente si>crarc cbe la luco completa sarà
Il periodo di tempo assai più breve di quello
Iljainmr Nilssou ha ormai del tutto abbando-
solezione i sistemi sinora usati, e, come osservò ,
ii-ìainente alla credeuza comune le diverse piante
;sìma varietà non presentano uniformità, con-
tivare separatamente i senii miglior! di ciascuna
■Ita per assicurarsi e della fissazione del loro
ispettivi e del loro valore colturale. I lavori
in sono perfettamoule d'accordo colle teorie
te espresse dal I>e Vries o per le quali la teoria
Il della evoluzione delle specie vegetali per gradi
n dubbio. Il prof. F. \Vohltmanii, {Deutsche
chaftlirhe PreMse, N. t)(), lffl)7), seffueudo lo atesso
ottato dal direttore dolio Istituto di Svalos, ha
n frumento, Blatir Dame, ottimo per bellezza,
roduzione. U. Kraus, iEep», Staf. lite, 2, 1907), ha
nei culmi lunghi gli iulcmodi lunghi e grossi
I maggior peso di quelli dei culmi eorti ad ognal
nodi, e che sembra esistere una più stretta rela-
a hnighezza e la grossezza dogli tntoniodi in
(li quella che si rileva tra la grossezza od il
irciò concluso che le spiche più pesanti di orzo e
i ottengono dagli steli di peso, lunghezza e
maggiori. Ad essi dunque sì deve ricorrere, a
3 altre condizioni, per la selezione e la ibri-
izioiie delle sementi di \ois,v-le-lio,v il profos-
)aux vide che negli incroci di diverse varietà
D i prodolti della prima generazione avevano
% grande uniformità o rilevavano i caratteri
Incrociando nn frumento a granello bianco
i granello rosso si hanno cariossidi rosse;
I uno a spighe rade con uno a spighe dense
Miglior, delle .semeufì e delle varietà di piante coltirate 219
il prodotto (loir incrocio porta spig-he denso ; fecondando
un frumento aristato con un nuitico alla prima genera-,
zione si hanno tutte spighe muticho. 1 lavori dello Schri-
beaux confermano duncpie le teorie geniali di Gregorio
Mendel, che corrispondono perfettamente coi risultati
degli studi del nostro Strarapelli. Il dott. N. Strampelli,
della cattedra di granicoltura di Rieti, ha iniziato impor-
tanti lavori di ibridazione e di selezione sul frumento e
sul mais, allo scopo di avere col primo nuove varietà più
resistenti air allettamento ed alla ruggine, e col secondo
varietà produttive e precoci ad un tempo.
Lavori pregevoli hanno compiuto sui cereali i fratelli
Garton di Acton (ìrange. Non per la pratica i Gartou si
allontanano di molto dagli ibridatori valenti che li hanno
preceduti, ma il loro metodo soprattutto si differenzia per
il numero delle varietà messe fra di loro in presenza e
i)er r aiuto richiesto alle pfente selvatiche. Gli ibridi
Garton hanno i caratteri di due pregevoli varietà, modi-
ficati ancora per successive ibridazioni con altre buone
varietà, e dalle piante selvatiche, che, è noto, hanno una
rusticità a tutta prova, hanno acquisito questa impor-
tante dote che li rende sopra tutti meritevoli di conside-
razione.
Sul mais in special modo vertono gli studi dell'ame-
ricano Funk e del prof. Blaringhem. Il Funk (Italia
Agricola^ n. 17, 1907), scelte rigorosamente, sopra circa
20.000 spighe, le spighe madri (quelle atte cioè a dare
magnifici raccolti), ne semina le cariossidi meglio costi-
tuite e impedisce alla nuova pianta di autofecondarsi :
vale a dire le spighe di allevamento appartengono esclu-
sivamente alle piante cimate, debitamente scelte. Il Funk
ha costituito così dei tipi specializzati, gli uni in vista
della percentuale in olio, gli altri della ricchezza in pro-
teina o nelle due sostanze insieme, altri infine rispetto
alla resistenza, alla siccità ed al vento.
Una recentissima pubblicazione del prof. L. Blarin-
ghem rende noto come mutilando opportunamente delle
piante di mais a maturazione tardiva si possano ottenere
delle vere nuove varietà precocissime e più produttive.
Il Blaringhem aveva notato che, quando si tagliano i
fusti aerei di piante erbacee nel momento di rapido svi-
luppo e accrescimento, nascono dei germogli laterali che
hanno qualche anomalia (sdoppiamento di fiori, trasfor-
mazione di fiori maschili in femminili, di sterili in erma-
&
!l^l
220 Agraria
froditi ecc. ecc.). Quando in tali coudizioni .si riescono a
ottenere semi maturi le anomalie contiiuiano nelle piante
figlie anche per più generazioni. Partendo dal nvais di
Pensylvania, il Blarintzhem ha ottenuto {Cnmpfes rendus
de V Acadcmie dea Scienrcs^ N. (>, 19()7| una varietà precoce
che matura alla fine di arrosto e che si differenzia netta-
mente dalla pianta oriafinaria.* Insomma le mutilazioni
violente, fatte ad ej)oca o|)portunamente scelta, costitui-
scono un mezzo potente per determinare variazioni bru-
sche ed ereditarie.
Sul tabacco ha operato il dott. Leonardo Ang-eloni.
Le varietà coltivate dei tabacchi (tranne T A vana) deri-
vano dair incrocio di razze diverse e si verifica talora il
caso che un carattere dell' uno o dell' altro progenitore
vada affievolendosi : si rimedia operando fecondazioni arti-
liciali col polline di cpiel progenitore che tende a far sentire
meno la sua azione, cioè rinsanguando e poi selezionando.
Infatti i caratteri dell'una o dell'altra razza si manifestano
più o meno intensamente a seconda del clima e del terreno,
cioè si manifestano prevalentemente i caratteri della razza
por la quale 1* ambiente è più favorevole^, e solo nuovi
meticciamenti possono mantenere le condizioni costanti
e migliorarle. Varietà di tabacco di alto valore indu-
striale sembrano già sin d'ora felicemente conseguite dal-
l' Angeloni : nomineremo ad esempio V Italia ed il Cat-
taro. Un' osservazione interessante è questa : in tutti gli
incroci il sangue predominante che si voleva conferire
al meticcio è andato affermandosi maggiormente nella
parte più bassa della pianta, degradando successivamente
col salire verso V infiorescenza, di modo che questa è
sopraffatta dai caratteri della pianta maschile, e spesso
neppure completamente, soltanto dopo un secondo riporto
di sangue. (Dott. Anceloni : Costituzione e fissazione dei
tabacchi a mezzo di meticciamenfo).
La selezione della barbabietola da zucchero, è noto,
si fa sul campo durante il periodo vegetativo e al mo-
mento della raccolta, poi ancora basandosi sul valore
intrinseco della radice. Questo valore che per i selezio-
natori esteri è quasi esclusivamente in funzione della
ricchezza in zucchero è determinato da noi, e precisa-
mente a I^3ma, facendo entrare in funziono anche V ele-
mento peso. Si tendo alla stazione di selezione di Homa,
sorta per iniziativa privata collo scopo di migliorare i
caratteri della varietà italiane dello bietole da zucchero
Miglior, delle piante coltivate - Fienagione Martin 221
c diretta dal dott. De vecchia, ad avere col maggior peso
la Riaggiore ricchezza in zucchero. Xolla scelta delle
radici non si dimentica poi di fare anche un esame
istologico, allo scopo di scartare quelle con tendenza alla
biforcazione e quelle che presentano segni di lignifica-
zione. (// Coltiiatore, X. 14, 1907).
Volendo accennare anche alla parte teorica dell' ibri-
dazione e della selezione, ricorderemo la relazione del
prof. Erich von Tschermak al (Congresso di Vienna
(maggio 1907) che dimostra ancora una volta come la
via ora cominciata per il miglioramento dello piante col-
tivate sia quella indicata dalla scienza e quindi la più
sicura. Affermava il Tschermak al Congresso che la for-
mazione delle razzo in base ai caratteri individuali è la
sola razionale e che il principio dell' isolamento è molto
importante per la formazione delle nuove specie, soprat-
tutto ottenute per mezzo dell' ibridazione. Johannsen, in
una dotta relazione pure fatta al Congresso di Vienua,
non ha dimeuticato di considerare il fatto se col mutare
delle condizioni di vita i caratteri delle piante a poco a
poco vengono a unitare oppure saltuariamentt^ oppure
ancora d'un tratto.
Non manca nello studio delle teorie della selezione
e della ibridazione chi teme dei risultati pratici, ed il pro-
fessore Th. Remy {Deutsche Landtcirtschaftliche Presse^
II." 87, 1907) ultimamente denunciava come non sia lecito
sperare eccessivamente dalla ^elezione individuale che,
d' altra parte, presenta, secondo lui, dei pericoli punto
trascurabili. P V.
V. — Fien<(gione Martin.
11 nuovo metodo di fienagione Martin ha avuto il plauso
della maggior parte degli agricoltori. Il voltafieno che carat-
terizza il lavoro (è d' uopo dirlo subito) non può essere
adoperato (piando si falci a mano, perchè è necessario che
l'erba sia falciata da una buona falciatrice la quale la.sei
r andana uniforme sul |)rato. L'andana, che si lascia
intatta sino a comjdeto essiccamento, viene poi dal volta-
fieno rov^esciata delicatamente in modo che uè steli uè
foglie siano menomamenh» rotti. Perchè la parte essiccata
non rinrrnga a contatto del j)rato falciato, l'andana,
222 Agraria
prima di essere rovesciala, deve ossero completamente
essiccata, anzi un poco di più di (juanlo si fa per il fieno
ottenuto col sistema solito. Quando anche la seconda
parte dell'andana è essiccata si adopera il ranghinatore
Martin, che prepara rapidamente il fieno per essere poi
caricato sui carri, e dà maggiore uniformità alla massa ,
mescolando le jìiccolissime porzioni non ancora essiccate
e completandone V essiccamento. Dallo prove fatte si può
affermare che la durata della fienagione non è superiore
a quella del sistema ordinario, che anzi nelle migliori
condizioni ne è sensibilmente inferiore.
Anche con tempo sfavorevole e' è la possibilità di
fare del buon fieno. Infatti, quando gli steli e le foglie
sono rotte dai piedi dell' uomo o del cavallo, dalle ruote
della macchina o dagli urti delle forche, il fieno resta
inzuppato dall'acqua piovana, tanto che facilmente può
marcire: col sistema Martin, invece, il sottilissimo strato
ceroso che ricopre foglie e steli non spezzati uè piegati
resta intatto e l'inzuppamento impedito. La qualità del
fieno ottenuto col metodo Martin, perchè contenente tutte
le foglie, i fiori, i semi delle diverse essenze foraggiere,
risulta di gran lunga superiore per il profumo e le qua-
lità nutrienti. E per quel che riguarda la quantità, diverse
prove di confronto hanno dato come media un aumento
del 20 " '„ sui raccolto medio normale. Da ultimo, pregio
punto trascurabile, la fienagione Martin porta un' eco-
nomia di circa il 50 ^ „ sulla spesa in confronto del
metodo ordinario. {Agricoltura moderna, X. 18, 1907).
P. V.
VI. — Tahacchicoìhira,
\j importanza che questa branca dell' agricoltura va
prendendo sempre più da noi e la possibilità che l'Italia
diventi una grande produttrice di tabacco, obbligano ar
far parola anche in qxx^^io Annuario dei lavori più impor-
tanti che si sono compiuti da noi neir annata.
Non dimenticheremo certo nella breve scorsa gli studi
importanti ed i brillanti successi ottenuti dal dott. Ange-
Ioni circa la costituzione e la fissazione delle razze dei
tabacchi a mezzo del meticciamento. In via di esperi-
mento sono adesso otto promettentissimi meticci Avana,
quattro Sumatra, undici Kentucky, ed altri ancora di
Virginia, Avauou'o etc. su razze nostrane o da noi già
idi
Tabacchicoltura 2
ucci imatate. Delle molle prodotte ed esperimeutate
Italia la Kentucky è assai produttiva.
('irca l'azione dei vari concilili xouiuiiiiistrati
piairtiiie in semenzaio, sciolti nell' acqua, il dott. Pac
riferisce che i migliori risultati sì lianuo dalla conci
zione completa (1 ",00 perfosfato, 0,ó "/„, nitrato sod
0,5 Vo^ solfato potassico) con aggiunta o senza di sol.
di ferro (1 Vo^J e di solfato di ferro più solfato di n;
ganese (1 '/oo,,,). Nella pratica ci si potrebbe limitari
(jualche irrorazione con nitrato sodico, il qnale, ancht
solo, dìi risultati soddisfacenti, quando i concimi fosfe
avessero a trovarsi noi semenzaio prima della semini
M. Wuiovich volle determinare la quantità di terrii
da mescolare alla terra nella formazione dei semenzi
confrontare il terriccio semplice con quello riscaldato
alta temperatura Constatò che nelle aiuole costituite
tiitta terra ed in quelle di cui la terra sì trovava in ]
porzioni elevate in confronto del terriccio, si ebbe i
terminazione precoce e più uniforme. La causa dì qn<
è probabilmente dovuta al fatto che In (erra aderisce
intimamente al seme e gli comunica più rapìdame
r umidità necessaria alla germinazione : le rastrellati
inoltre, nel semenzaio costituito con terra e terric
meno coerente e tino, pongono i semi a diversa [
fondita, il che influisce sulla rapiditii della germinazic
Ma successivamente lo piantine progredendo nello i
luppo trovano nel terriccio maggiori sostanze fertilizza
e crescono meglio dì quelle in semenzaio di pura tei
Il terriccio riscaldato ha dato poi migliori risultati
le modificazioni fisico-chimiche apportate dal riscal
mento e per l'assenza assoluta della Tkletavia l/asict
Praticamente i semenzai dovrebbero essere costiti
da 50 parti di terra e ">0 di terriccio o|)pnre da 25 pi
della prima e 75 del secondo : mai il tetTÌccio dovrei
poi essere inferiore al 25 ",'„, {fìolletiiiio Tecnico, Ift
Istituto tìperim. Tabacchi Scafati).
l'uà buona pubblicazione, della (jiuilc diamo voi
lieri notizia, è quella del dott. lienincasa sulla colti
nioiie del tabacco. (Ministero dolle Finanze - Ironia, 19
Ksaminuta la coltivazione nei suoi rapporti col moi
l»nlio, r.\. riporta ndla prima parto lo priuciimli dis
!oltivu/.ioiie, sia che il pi-o-
lUiire dello Stato, sia alla
iito. Tratta poi I' A. i parte
apiantiimeiito, liollti sosti-
delle codioni nemiche. Tu-
ia g^iiidii per l'agi-icoltori-
ta iiitcì-crisantc o riniiiiiora-
P, V.
tholUn-n.
('i/rlupnlin, Missouri Cap.
itìca, coiisigiiabilo per pm-
li efTotti dannosi del freddo,
anicnle con latte di calce
rami della pianta. 1^ fio-
fi frioriii (cifi clie può e.saere
basse temperature prima-
tive della |>ianta si com-
Id terreno o della conci-
le indagini compiute alla
L-a nello Stalo di New-York.
K reso noto clic il massimo
ivi utili alli' piante si trova
Iti, la media nelle frettate
■ieco della polpa del frnlto:
or <piajitità di potassa, se-
i'osforica, dalla calce. Nelle
Il calce: in misura senipre
a potassa, l'anidride fosfo-
tiene la maggioro quantità
!clii ne sono quelli del sti-
/olinente minore è la ealce
■ del melo. l,e foglie del
calce: lo più |»oviTe sono
zoto ricche sono lo fojflio
te nominiamo poi ipielle del
del pei-o. Uiyniu'do all'aiii-
n-inio poKio le foglie del
leseo. Dalle indagini fatte
ssiniii (|Uiiritilà di sostansta
. che peK. esporta dai ter-
dà hi metà di prodn/.ione
FruttieoUura
veg:etale. La maffgiore esigenza del pesco è dovut
ciitìmciite alla sua rapida crcscitji.
W. D. nigelow 0 H. (ìoi-e hanno sottoposto ali'
chimica ed allH più accurata osservazione pareccl
lieta di frutta di diverso specie allo scopo di
qualche dato rolatìvo alla loro conscrvnbilità.
IjO pesche scelte a inatnraziouo cuinmerciaic
tenute parte in ambìeuti a temperatura ordinaria,
alla temperatura 32° F, e parte ancora in un e
refrigerante. Constatarono per tutti e tre i lotti i
iniuuzionc di peso dovuta nou soltanto all' evapor,
ma alla diiuinuzioue delle sostanze solide nella
Alla temperatura ordinaria (stagione estiva) le
snbiscono alterazioni notevoli nei corso di duc-tro
La composizione dello pesche a 32° F. è ca
juolto loiitaraento, ma al termine di 3-4 settini
frutto perdo nel cnloi-o e rn'l profumo. Lo modilii
nella composizione delle pesche nei refrigeranti i
sono calcolare intermedie. La maturità dei fruiti i
vati si compie lentamente all' uscita dai frigoriferi :
d'estate, messi in frigoriferi 8-10 giorni prima de
turanzii e conservati 1-2 mesi, riprendono poi g
giorni per maturare completamente. I frutti d'(
ijumagazzitniti jii giorni-l mese priuni della loro
ranza, possono essere conservati sino in die
geiniaio.
Fra lo pere la l^ouise Benno d'Avranclies, la Di
d'Angouléme, la Alexandrine Uouillard hanno imj
10-15 giorni per maturare dopo l'uscita dalla i
fredda, mentre i frutti tardivi Beurivd'HardenpoiiI
Ballet sono maturati dopo circa 1 mese.
Delle frutta raccolto dal 25 luglio al lU sottei
tenute iu camere a 1°, umidità 78 "'„, dalle qnali
asportate due volte per un periodo più o meno
lo Benrrés (iiffard, Williams Snpri-mo de (ìuimper, (
favourite, in novembre erano iu ilecomposizione (m
luglio-fiuc agosto). I.* pere Beurn'- Diel Charles
non |)ivssarono il dicembre, ma maturarono e si ,
posero nel frigoriferi) malgrado la bassa temperati
[>ouìse Bointo d'Avranches al 2li gtniiniio si con:'
perfettamente molto zuccherina con bella colorazic
priva totalmente di profumo. 1^ pera Alexandrino
*lard il 23 febbraio era ottimamente conservata, m.
di profumo. Il 22 niaL'-gio ancora Ili varietà potevi
0 e di sapore buono.
1 migliore; i frutti in
tti sino al limito mas-
tra di legno le altera-
Jon è coiiaigliabile af-
dal frigorifero in un
passarli in una tem-
averli lasciati alquanto
ni (loir umidità. (Pumo'
'assonomiii Pomirìiiffica,
'idonza come per risoU
Itura, a torto trascurato,
i delle piante da frutto
jfgorli nei loro interessi,
ardantì la coltivazione
riguardo alle migliori
Ire lo opportune consi-
.ndoci che si inizi nn
tutta la frutticultura
I'. V.
im|ii degli interessanti
tti. Itammontiamo quelli
inferrato) di incoltura
'filare. (Il- VoUìvatorr ,
■ di i
. vg. ;wi.r,r,
. . 4^l:^.7(i
. . ;t97.6n
'g. ;tu4.i
. ;t2n,8
Viticoltura 227
Il si^. Veronese {Nuota Rasseffìuty N. 16, 19()7) Im pure
gtteiiuto da pari numero di viti dal vigneto incolto un
maggiore prodotto, il mosto del quale dotato di un mag-
giore grado zuccherino.
Il prof. Guillon di Cognac [Journal d" Agrindtuve
prati<fue^ N. 19, 1907), deduce, in seguito a numerose
esperienze, che il rendimento sia inversamente propor-
zionale al numero dei lavori.
Riportando le ultime notizie in tema di incoltura dei
vigneti, aspettiamo che nuovi risultati ci mettano in grado
di definire esattamente la questione.
( leorges Bordi Le progi-ès agricole et viticole^ N. 4(), 1907 ),
Montpellier) scrive, a proposito dell' influenza dell'innesto
sulla qualità del vino, che la maggior parte dei jmrtain-
nesti hanno una capacità produttiva variabile a seconda
degli innesti. Non ci sono portainnesti costantemente
superiori, ma ci sono delle combinazioni tra portainnesti
e innesti press' a poco costantemente superiori. La po-
tenza produttiva non esclude la ricchezza del mosto in
zucchero; dalla maggior parte delle piante innestate stu-
diate si è ottenuto del mosto ben più ricco in glucosio
che non dalle viti di confronto franche di piede. L'aci-
dità dei mosti è inferiore alla normale, ma esistono delle
combinazioni di innesto offrenti mosti ricchi di zucchero
ad acidità normale. Appare nettamente la superiorità
sia dal punto di vista della produzione, sia da quello
della bontà del mosto di alcuni ibridi e segnatamente
delle Riparia x Rupestris ;i306 e 3309, di qualche franco
Rupestris e infine della Riparia X Cordifolia e Riparia X
Berlandieri.
ri
Sulla resistenza dei diversi vitigni al « Uot gris » Adrien
Berget (Rerue de Viticulture^ \. 72(), Taris) riferisce
qualche risultato debile sue indagini comparative. Varietà
che sono pressocchè ugualmente affette dal Mildew sulle
foglie e sul frutto sono i Gamay, specialmente, i Tein-
turières, il Kniperli, Riesling, Madeleino royale, Ver-
delho ecc. (»cc. Molto resistenti, per riguardo ai fruiti,
meno per le foglie, sono TAligoté (Carcarone), la Mal-
vasia dorata, Frankcnthal, Moscatella, Bianchetti^ Veltli-
ners o Putzcherre.
rossa del Fo, niciiti-e
1 fojKlie (serve da av-
lUi, che conserva iu-
one del male, mntu-
lolto colpiti sili frutti
ra di Marsif^lia, Bel-
potè notare quei vi-
sisteiiti al • lìoi gfris »
lido gli acini hjiinio
loro (^rossezza. Sono :
rena, lìourgeois bleu,
tori diretti alla siccità,
ita iiltiinamonte fatta
iforisoe il dott. K. Pt*e-
oiido l'autoit;, t danni
^ cogli il>ridi che non
soITntno ugnai mente
iiatcuno come il 2<H)7
arda la cochylis, g;li
ilio degli ibridi è da
che vino di consuiua-
li,-bel UHI? od il Coii-
ritirolr, N. 11. 1111)7).
F. V.
"'••l'I'"-
• Aitiinai-iii poche pa-
ltò tempo dimenticati
receiitcmenle attratta
I t'Hlledra Ambulante
,;'iieli sono iiiidati man
MG. non ultima la com-
la miiUtli,, livir in-
li limiti di'l possibile, i
'ssai'iamenle incontro
liistria, elle jiortann
)er non recar danno
l'oii. dott. K. (Itliivi
;hp si jibl.iii da esten-
"T^
(\istn<fiio e pioppo 22i*
(lere il vincolo forestale a tutti i castag'iieti che, a u-iii-
tlizio dell'Autorità forestale e delle locali Cattedre Am-
bulanti, siano preferil)ilment(» atiatti a tale coltura, non
permettendo che T abbattimento delle ^piante mature, e
facendo obbligo di sostituirle con altre giovani.
Per ricostituire i castagneti distrutti dalla malattia
dell inchiostro pare consigliabile Y innesto dei castagni
indigeni su castagni esotici, le radici dei ipiali resistono
alla malattia. Esperienze di tre anni, istituite alla Scuola
di V^illorabits {lUiìletin de la Hociété Nationale d' Agri-
culture^ UH)7), nelle (piali vennero adoperati, come porta
iiniesti, castagni d'America e del (Giappone, confermano,
almeno nei riguardi dei castagni giapponesi, il consiglio
di cui sopra.
J. Billon [Bulletin de la Société des Agriculteurs de
Fraine) 1907, all'erma di ottenere buoni risultati inne-
stando il castagno sulla (luercìta pedunculata. Impiegando
la quercia come portainnesto, si può tentare il casta-
gneto in terreni aventi più del 4 ",/„ di calcare.
Sul pioppo, che va assumendo nell'economia agraria
ed industriale sempre maggiore importanza e per il suo
rapido sviluppo e per il suo legno, atto a sostituire in
molti casi l'abete, e fattore importantissimo della fabbri-
cazione della carta, hanno scritto recentemente il dottor
Oliva ed il sig. V. Fedele. {Il Pioppo - Biblioteca Ottavi,
19()7j. Nella sua pubblicazione il Fedele, dopo aver
trattata la cpiestione dal punto di vista botanico, viene
a parlare della riproduzione, consigliando piantoni di
circa 1 m. di lunghezza e non più di 7 cm. di cir-
conferenza. Tratta poi del clima e del terreno, no-
tando che poche piante possono crescere, come il pioppo,
nelle più disparate condizioni, ed in terreni anche inuti-
lizzabili da altre piantagioni; del piantamonto (a m. 2-2,50
in quadrato); della consociazione; della concimazione;
dei lavori colturali. Dopo un rapido cenno alle malattie
crittogamiche ed ai diversi nemici del pioppo, in Italia
fortunatamente poco estesi, ma in ogni modo economi-
camente non facili a combattersi, l'A. viene a parlare
della resa, da ritenersi in media di un valore lordo di
12-1() lire per albero di 12 anni: circa L. M^CKK) ad Ha.
Circa al peso, il Populus tremula ed il V. alba pese-
rebbero mediamente, il P. nigra un po' meno; buono il
2!t() Agraria
P. cnnadoiiRÌR. Di quosta spociu si la intonsa coltivazione
da qualche anno n Santeua (Torino) in terreno sabbioso ;
i risnllati sono ottimi (Prof, ('hiei fiamncchio G. - I^e rni-
ture industriali dì f'iitnterna. MHI7). 1^ ]>ÌantG ni trovano a
111. 4,ri((, o io 571» piante elio coprono nti otturo dì tonvno
rnppresontano al decicno anno lui valore dì L. TólMI, senza
che dopo l'impianto si siano incontrato nitro speso.
I^ coltivazioni del pioppo {il danno l'ii notato nel
Piemonte e nel (Cremonese) sono state in ([uestl ultimi
tempi attaccate dal Dothichiza populea, fungo sottoepi-
dermico che colpisco i rami giovani destinati alla pro-
[>agazione ed i tronchi di 1-2 anni.
Il prof. Voglino suggerisce di combattere la malattia
«..,. .,„.., .„ru..„.., ,ii .„ir„.„ ,ii r..,.,... „i loy„ e calce (r,'' „).
P. V.
notizia dei risultati
nbardi, in base alla
contenente notìzie
Da allora altri fasci-
quali il II e il III,
iinjB^'oli; vallate della
ne della Inchiesta :
irenlpi ber/^aniasche,
Società agraria di
iniziativa o la conti-
amo brevemente il
izie analitiche— do-
ìascoli delle sin^role
feconda riassume la
t bergamasca, così
imo sotto l'aspetto
i del miglioramento
Dmuoverlo, in rola-
'stiame latlifero. In-
ludio botanico sulla
seeoiidn parte indi-
cale — togliamo le
tura bergamasca ha
Ilio speciulniento la
JH^^eag^i-^^MajMp^il^^n^ ,-T I I ^iwi
Pascoli e boschi 231
viabilità, le costruzioni, la buona provvista di acqua po-
tabile. Sotto ({uesti aspetti i pascoli berg'aniaschi sono
del tutto primitivi: e indenti capitali si richiedono per
provvederli soprattutto di buone costruzioni per il rico-
vero degli animali e per il caseifìcio. Quanto a quei mezzi
che tendono ad elevare la quantità di erba prodotta
— rinettamenti, concimazioni, irrigazioni, costituzione di
prati falciabili, lotta contro le erbe di minor pregio pa-
bulare — le condizioni sono un po' meno primitive, spe-
cialmente in riguardo alla concimazione: tuttavia i pro-
gressi economicamente conseguibili sono, anche qui, enormi.
I soli rinettamenti da cespugli infestanti potrebbero
riconquistare al pascolo superfìci estesissime. In condi-
zioni, invece, abbastanza progredite trovasi Talpicoltura
bergamasca per quanto si riferisce al buon uso dell'erba
prodotta, mediante un regolare turno di pascolo.
A tutti gli altri difetti sovrasta poi quello gravissimo
di un carico di bestiame sproporzionato alla capacità
produttiva dei pascoli. Nelle 195 alpi studiate, con una
superficie di pascolo e incolto produttivo di circa Ha.
27.20(), si alimenta oggi (o digiuna) tanto bestiame bovino
quanto può ragguagliarsi a circa 18.()00 capi grossi, per
una diu^ata media di 80 giorni all'anno. Secondo le ricerche
fatte, il carico normale non dovrebbe oltrepassare i
15.()0() capi. Perciò, almeno nell'avvenire non troppo re-
moto, i progressi dell' alpicoltura bergamasca non tanto
dovranno indirizzarsi a permettere un aumento nella quan-
tità di bestiame pascolante, quanto a permettere una mi-
gliore alimentazione di quello esistente.
Ma ottenere questi progressi costituisce un problema
di una gravità e difficoltà imponenti. Vi sono ostacoli
gravissimi da rimuovere, consistenti soprattutto in con-
dizioni di proprietà e di godimento, inconciliabili con
un' alpicoltura intensiva: si richiede inoltre l'investimento
di forti capitali, per migliorie di indole fondiaria, reddi-
tive solo a lungo termine. Perciò il volume che esami-
niamo sostiene che un ampio e reale miglioramento dei
nostri pascoli alpini non potrà ottenersi, finché non inter-
venga un' azione di Stato, forte, continuativa, bene adat-
tata ai bisogni speciali della nostra alpicoltura. Questa
azione di Stato non dovrebbe essere in fondo che una
parte di quella politica per la restaurazione delle mon-
tagne che da tante parti si invoca e si attende: la stessa
rigenerazione forestale dei monti, che costituisce uno dei
2Bt>
Agraria
più irravi prohkMiai (lolla oconoraia italiana, non si
terrà, fìiiehò le» popolazioni locali non possano, neiì
inteusivaziono della pastorizia, trovare adog^nati coiuj)ei)i
alle restrizioni, cui ivsse, per il prosperare del bosco, dt*;)
bono essere sottoposte. La questione forestale e quelli]
della pastorizia alpina non sono insomma cbe duo as|>et!iÌ
inscindibili di una stessa e più vasta questione, quelia,!
di dare più razionale assetto alla economia alpestre.
Il volume che esaminiamo contiene una dettag-liata
esposizione dei principali ostacoli che si opponp^ono al mi-
^•lioramento dei pascoli e dei metodi di intervento dello Stato
per superarli. K s|)ecialmeute notevole il fatto del ^an
numero di pascoli che sono in comproprietà di molte persone
fìsiche o morali: in queste comproprietà, che mancano
(piasi sempre di cpialsiasi elementare organizzazione dei
comproprietari, che mancano di ogni organo amministra-
tivo e direttivo,* non pu(*) esistere alcuno stimolo al mi-
glioramento dei pascoli. 11 numero di gran lunga mag-
giore dello malghe bergamasche è inoltre dato in affitto,
per breve serie di anni, senza alcuna clausola di inden-
nizzo per migliorie eseguite dai fìttaioli: altra grave ra-
gione di immobilità per queir alpicoltura. Questi sono
ostacoli che un opp(^rtuno interv^ento dello Stato potrebbe
togliere. Ma inoltro occorre che lo Stato italiano si metta
arditamente sulla via seguita ormai da tutti i paesi che
hanno voluto accelerare i progressi della pastorizia di
monte, dalla Svizzera alla Francia, air Austria: occorre
cio(^ che esso organizzi un servizio di sussidi a questi
miglioramenti e fors' anche appropriate forme di credito
per migliorie.
Sul contributo che le alpi bergamasche potranno por-
tare air allevamento indigeno del bestiame lattifero, vien
posto in evidenza che tale contributo dovrà soi)ratutto
ottenersi mercè la diffusione e il progresso dell' alleva-
mento presso i piccoli profìrietari delle vallate.
Oirgi il maggior numero dei pascoli bergamaschi sono
utilizzati dai malgkesi, proprietari di mandre che sver-
nano nelle basse pianure lombarde ed estivano sui monti:
i piccoli proprietari delle vallate sono quindi in gran
parte esclusi dall'uso degli altipascoli. Ma ormai, e cer-
tamente più neir avvenire, si va manifestando in essi la
tendenza ad allargare nelle loro piccole proprietà la col-
tivazione foraggera, a mantenere una maggior quantità
di bestiame; e (picsto bestiame, che nel fondo delle valli
.i,mi
.■ì:/'^.
M •;--
.>y-
> r^j
,i,"'.-.
■''■i
t
Pascoli e boschi 233
trova alimento iieir inverno, dovrà trovare sulle alpi Tali-
mento estivo. Così è da credere che i piccoli proprietari
locali andr£tnno via via sostituendosi ai inàlghesi neiruso
dei pascoli, e che essi, legati in salde associazioni di
allevamento, potranno provvedere buon bestiame lattifero
alla pianura lombarda. Ma una condizione essenziale si
pone al verificarsi di questo augurabili trasformazioni,
che i pascoli vengano migliorati, che se ne sappia uti-
lizzare, nel grado economicamente più intensivo, tutta la
capacità produttiva
Segnaliamo anche, nella letteratura italiana, una me-
moria del Dott. C. Hemondino: / pascoli alpini (To-
rino, Bocca, 1907), che si riferisce specialmente alla pro-
vincia di Cuneo, e due scritti popolari del Dott. E. Mar-
chettano: Miglioriamo le nostre malghe (Udine, Scitz,
1906), e di C. Dapples : Miglioramenti dei pascoli alpini
(Genova, 1907).
•
È stato pubblicato qucst* anno un volume di grande
importanza per V economia alpestre dair ispettore fore-
stale francese F. Briot (Nouvelles études sur V economie
alpestre, Paris, Berger-Levrault 1907). Il Briot è assai
noto a tutti gli studiosi di questa materia per un prece-
dente volume sullo stesso argomento, che si segnalava
soprattutto per la molta luce proiettata su (juci vincoli
strettissimi che legano sulle Alpi la economia forestale e
r economia pastorale, vincoli ai quali già più sopra ab-
biamo accennato. Il volume ora pubblicato contiene inte-
ressantissime monografìe sulle alpi francesi della Savoia,
del Delfinato e della Provenza : alcuni capitoli sono inoltre
dedicati alla trattazione di talune questioni generali. Il
volume, nel suo insieme, conferma e rafforza i concetti
direttivi di economia al[)estre già prima espressi dall'An-
si può dire che esso è quasi una rivendicazione della
pasto: izia alpina contro le troppe accuse delle (piali essa,
da parte degli unilaterali fautori del bosco, è stata og-
getto. K riconforma come una saggia politica forestale
non debba giammai fare astrazione dagli interessi e dai
bisogni della pastorizia: solo cercando di armonizzare gli
interessi di (piesta con (pielli della selvicoltura, si può
sperare di ottenere la restaurazicnio dei nostri monti.
Notevole l'affermazione delTA. che la degradazione
dei pascoli comunali, lamentata dappertutto, non tanto si
deve, come spesso viene affermato, a<ili abusi della popo-
AH.NUAKIO SUIKIITIKIOO — XLIV. 16
-^ n
2U Agraria
laziuuc, qiiantn a condizioni naturali sfavorevoli, coiisi-
slonti nella natura del terreno.
Il Briot ai intrattiene con particolare cura e compe-
tenza su quei modi che possono rendere più produttivi o
per ci6 stesso più rispettati i boschi, e che rendono pos-
sibile la loro coesistenza con una estesa pastorizia. Poiio
in luce la importanza che lia la pratica della soppres-
sione delle branche inferiori nei boschi di resinose, sia
per l'ar luogo a unii più abbondante prodwziono di erba,
sia per fornire alla popolazione un materiale che può in
parte servir da lettiera per il bestiame. Illustra i van-
taggi di un buon sistema di strade o di opportuni sistemi
dì acarico del bosco, per dare al legname un maggior
valore. Espone fatti nuinerosissinii dai quali risulta che
il rimboschimento con resinose e il pascolo sono bene
conciliabili, e che non è neppnr indispensabile sottoporsi
a grosse spese di chiusura del bosco, quaudo la quantità
di bestiame non sia sproix>rzionata a quella dell'erba
disponibile; poiché il bestiame, finché ha erba a |>n>pria
disposizione, non cerca foglie né gemme impregnate di
resina. Ciò può dirsi non solo dei bovini, ma anche delle
pecore o delle capre, specialmente per talnne essenze fore-
stali (larice, pini ecc.). Più ancora: il pascolo, in certi
lìmiti, può esser utile alla rigenerazione del bosco, di-
struggendo molta vegclazioue infestante che opprime lo
giovani piantine forestali, disaggregando col calpesta-
mento gli strati più superficiali del terreno e determi-
nando infine l'aderenza dei semi alla terra. Il lìriot ci dà
quindi una minuta analisi dell'opera di un forestale sviz-
zero, vissuto nella prima metà del secolo scoi'so, il Kast-
hofcr, opera aniuiata bensì dal più vivo amore per il
bosco, ma anche ispirata inces:jante mente al desiderio di
sodisfare ai vitaJi interessi delle popolazioni di montagna, .
specialmente col concedere ad essa un appropriato uso dì
tutti i prodotti secondari del bosco.
Notevole il consiglio di adottare per tutti Ì boschi
resinosi un assestamento forestale con tagli rasi, a strisele
successivo od alterne, Kssi, oltre a diminniiT la spesa di
utilizzazione ilei taglio, permettono di dure costantemente
al pascolo da sotte a nove decimi del bosco.
lu montagna il bosco lui spesso poco valoiv. l'ei- con-
tro i foraggi e il pascolo sono ricercatissimi. 11 meglio è
dunque, afferma il Kasthofer. creare boschi radi che forni-
ranno anche nn buon pascolo, e creare prati-lxtsclii.
Pascoli e boschi 235
Il Briot si dichiara contrario al sistema proposto da
altri di affoitager i pascoli comunali, cioè di concedere a
ciascun abitante il diritto di condurre al pascolo un nu-
mero eguale di bestie, determinato dalla potenzialità del
pascolo stesso, con facoltà di cedere ad altri, in tutto o in
parte, tale diritto. Secondo il Briot questo metodo è in
contrasto con la tradizione e coi bisogni economici del-
r agricoltura. Il pascolo comunale è infatti un comple-
mento dei beni d* inverno : così sul pascolo si sono stabi-
liti, e devono stabilirsi, diritti di uso, non eguali per i
singoli abitanti, ma proporzionali all'estensione dei beni
d'inverno da ciascuno posseduti. Meglio, ad evitare gli
'abusi del sovraccarico, imporre tasse d'erbatico progressive
col numero delle bestie. Il Briot difende anche la pratica
della transumanza dei greggi ovini nei pascoli della Pro-
venza. Essa viene accusata di essere la causa principale
della rovina dei pascoli : invece, afferma il Briot, le mon-
tagne a transumanza sono in assai buono stato, e non sono
ormai più sovraccaricate di bestiame. Infine il nostro A.,
dedicando un capitolo alla correzione dei torrenti, com-
batte il sistema delle grandi dighe in muratura, del
quale espone i numerosi insuccessi; afferma che si esa-
gerano i danni della torrenzialità ; si dice fautore dei pic-
coli mezzi e dei piccoli lavori in legname e in muratura
a secco, eseguiti nei rami originari dei torrenti.
Questo rapido esame dell'opera del Briot ne dice tutta
l'importanza, specialmente nel combattere jnolte idee che
si accettano tradizionalmente, con troppa facilità, senza
discussione e senza spirito critico.
La trattazione coordinata delle questioni forestali e
pastorali va acquistando in Francia sempre più numerosi
proseliti : e ne è prova anche la letteratura popolare e
di propaganda. Segnaliamo due buone operette recenti
di questo genere : di A. Fron : Economie sylvo-pastorale,
Fortss ^ pùturages et prés-hois ^^ Paris, Hachette, 1907 -
e di Cardot e Dumas Mannel de sylviciilture et amélio-
ration pastorales , à V usaye des instituteurs , Paris,
Alcan.
*
La economia iU[)estre fu oggetto di notevoli relazioni
e discussioni anche al congresso internazionale di agri-
coltura di Vienna. Un tema sul quale molti riferirono è
di importanza più che altro locale, relativa cioè alle alpi
austriache, dove, ìii alcune vallate, e specialmente in quelle
236 Agraria
Salisburghesi, avvengono in misura rilevante vendite di
pascoli a grandi proprietari che li sottraggono alla loro
naturale destinazione per farne luoghi di caccia. Questo
fatto ha ben posto in evidenza quanta importanza abbia il
pascolo nella economia agraria e quanto la sua scomparsa
danneggi gli interessi generali.
I danni furono così sentiti che il Parlamento locale
Salisburghese ha promulgato nel 1906 una legge, del
resto, disputabile nei suoi particolari, la quale proibisce
di mutare Y attuale destinazione dei terreni, passando da
una ad altra qualità di coltura, senza F autorizzazione
deir autorità politica; e sottopone alla son'eglianza della
autorità la conduzione delle malghe, con larghissimi poteri
di obbligare i proprietari ai necessari miglioramenti.
Ma altri temi d' importanza più generale furono discussi :
in particolare quello della esatta delimitazione fra pascoli
e boschi nella montagna, problema fondamentale per il
buon assetto dei monti. Assai notevoli specialmente, su
questo argomento, furono le relazioni del Goethe e dol-
I Hiibner, che illustrarono ampiamente i criteri coi quali
dovrebbe esser fatta detta delimitazione. L' Hiibner affer-
mava doversi nei territori alpestri delimitare quelle super-
fici che, per giacitura, natura di terreno ecc., esigono
assolutamente il bosco, e quelle che devono essere asso-
lutamente destinate alFuso pastorizio. Per queste duo cate-
gorie di terreni la legge dovrebbe proibire di modificarne
la destinazione. Fra le due categorie indicate ve ne do-
vrebbe poi essere una terza di terreni j)resen temente
boschivi o pascolivi, ma per i quali nessuna ragione di
interesse pubblico impone quella destinazione ; per i quali
quiudi dovrebbe lasciarsi piena libertà ai proprietari. Altri
sostiene invece, e forse con maggior ragione, doversi
solamente imporre un minimo di coltura boschiva in quei
terreni che esigono assolutamente il bosco protettivo, senza
limitare ulteriormente la libertà dei proprietari nel mutare
la qualità di coltura dei loro terreni.
Una notevolissima relazione del Posch, di Villach, fa
conoscere l'azione del governo austriaco in favore della
pastorizia alpina, azione fondata essenzialmente su una
buona organizzazione di sussidi ai miglioramenti delle
alpi pascolive e sul contemporaneo riordinamento dei
diritti d'uso sui pascoli, i quali oggi, nelle loro forme
primitive, sono spesso, in Austria come Italia, il prin-
cipale ostacolo ai miglioramenti desiderati. Il Posch
Pascoli e boschi 237
illustra anche alcune Alpi Gamiche mig-liorate con ottimo
successo.
Citeremo anche la relazione del prof. Moos, del Poli-
tecnico di Zurigo, intorno ai mezzi di rinettaraento e di
concimazione dei pascoli alpini. Notevoli i risultati spe-
rimentali brillantissimi, eh' egli riferisce, di concimazioni
fosfatiche e potassiche su pascoli anche di grande alti-
tudine.
E infine non possiamo omettere di far cenno di una
relazione del dott. Leithe — Alpwirtschaftspolìtik — la
quale tratta, con brevità e chiarezza ammirevoli e con
grande profondità, i vari aspetti dell* azione dello Stato
relativa air economia alpestre.
Una nuova prova della fondamentale importanza per
la economia pubblica dei problemi cui abbiamo accennato
in questa rubrica, e' è data dalla freijuenza dei congressi
dedicati al loro studio. Quest' anno avemmo a Firenze un
importante Congresso forestale, dove non si mancò di
trattare anche di alcuni argomenti pastorali : e un altro
Congresso internazionale sulla sistemazione dei monti
ebbe luogo a Bordeaux. Quest' ultimo mise in bella luce
l'azione della « Associatioa centrale pour V aménagement
des montagnes » fondata nel 1904 , la quale tende , con
un'azione pratica, a dare buoni esempi di razionale assetto
forestale e pastorizio dei monti , sopra terreni presi
all' uopo in locazione. Ricordiamo che qualche anno fa
il llanuzzi-Segni sosteneva la opportunità di seguire
anche in Italia questa via {^ Bonifica silvana^ pastorizia^
lattiera nelle terre incolte cV Italia », Bologna, 1908).
A. K>.
«
Suirinerbimentoed il rimboschimento dei terreni argil-
losi scrisse recentemente il prof. L. Piccioli. (Studi sul-
r inerbimento e il rimboschimento dei terreni argillosi -
Tip. Agostiniana - Roma, 1907). Il grave e difficile pro-
blema è affrontato in questa pubblicazione colla scorta di
notizie sperimentali e di pratico interesso che lasciano
chiaramente comprendere che anche le fredde e brulle
terre argillose sono suscettibili di miglioramento e pro-
duzione. L'A., dopo aver parlato esaurientemente della
stratigrafia e della litologia delle plaghe dove si rinven-
gono le argille sin qui ritenuto assolutamente sterili,
2n8 Agraria
espone i risultati delle sue ricerche ed esperienze circa
l'adattamento in esse delle specie legnose capaci di dare
un discreto reddito. Per ciascuna regione, per ciascuna
qualità di argilla poi dà esempi di miscugli di piante
erbacee le più consigiifìbili per quelle date condizioni.
Neir Italia Meridionale si sono fatte esperienze di rini-
boschimento anche per superfìci relativamente esteso con
pino domestico marittimo e di Aleppo e colla Robinia
pseudo-acacia, I risultati {Bollettino della Sor.. Agr. Ita-
liana^ N. 12-13) ottenuti sui colli di Messina sembrano
oltremodo soddisfaceuti. Il prof. Inferrerà poi (Italia Agri-
cola, N. 20, 1907), specialmente per il litorale del Mezzo-
giorno d' Italia e della Sicilia, raccomanda una Bigno-
nacea, la Jocaranda mimoaae folla. Don. il cui legno ha
valore elevatissimo e che si ha motivo di credere che
raggiunga la sua maturità economica fors' anche prima
dell'arerò pseudo-platano che è delle stazioni alte della
nostra flora. P. V.
XI. — / nemici delle piante.
Mokrzeski ha ottenuto la guarigione di piante soffe-
renti di clorosi introducendo nei loro tronchi, in fori del
diametro di 1 cm., del solfato di ferro in polvere in dose
da 4 a 12 gr., a seconda della grossezza dell' albero. Il
trattauiento deve esser fatto da marzo a maggio. (Bollet-
tino della Società degli Agricoltori, N. 16 - 1907).
Il prof. G. Cuboni, della R. Stazione di Patologia
vegetale di U^ma, ha riscontrata una nuova malattia sugli
agrumi della Grecia. Essa è dovuta al Colletotrichum gìo-
eosporoldes, un fungillo parassita che trovasi in quantità
enorme nella corteccia dei giovani rametti e anche sulle
foglie. Si tratterebbe quindi di un' antracnosi dei limoni
sino a poco fa sconosciuta in Europa. Una delle conse-
guenze più funeste della malattia può essere la mancata
fioritura. Bisogna staccare e bruciare subito foglie, rami
e frutti infetti (macchiati), irrorare con poltiglia bordolese
in primavera (una volta), e più tardi con una soluzione
ammoniacale di carbonato di rame (parecchie volte), diri-
/ nemici delle, piante 239
^ndo Io spruzzo specialmente sui giovani frutti ; iudi pol-
verizzare solfo nelle serre di maturazione. (Agricoltura
Moderna, N. 4 - 1907).
U prof. Carré pubblica nel Progrès Agricole (S. -7 1907)
un nuovo sistema per combattere il punteruolo del grano.
Si prende una trentina di teste di aglio rosso (il più forte),
10 si stritola e sulla poltiglia formata si versano 10-12 litri
di acqua bollente. Due o tre minuti dopo si passa il liquido
ad uno staccio e si polverizzano col filtrato, per mezzo
delle comuni pompe da peronospora, il pavimento, lo
porte, le finestre, i muri, il soffitto. Si lascia seccare e si
distende il grano, servendosi di pala di legno soffregata
ogni 8-4 minuti con dell' aglio. Il paleggiamento deve
essere fatto con piccolo quantità di grano per volta e
ripetuto. L' odore agliaceo molto forte che si sviluppa dal
grano COSI trattato scompare dopo qualche tempo ed il grano
acquista per la vendita un miglior colpo di mano. Resta
a vedere se il rimedio agisce come insetticida o come
insettifugo.
Il prof. Krassilchtchit ha fatto delle esperienze i)er
precisare la dose dei diversi veleni che, senza nuocere ai
vegetali, sia maggiormente efiicace contro le diverse specie
d' hisetti. Notò che V aziono del veleno ò estremamente
modificata dalla metamorfosi degli insetti ; è sospesa durante
la muta, ma riprende con più intensità appena terminata.
11 passaggio allo stato di crisalidi dimiiuiisce di circa Vs
razione del veleno. L'azione del veleno si individualizza
al 3." giorno e collo dosi ordinario il massimo della mor-
talità si ha tra il If^ e 1' 8.** giorno. Il cloruro di bario in
doso dal 2^/q al 6 Vo niaggiore dei composti arsenicali è
un buon insetticida: al (>% ha azione violenta.
L' arseniato di piombo 0,28 yo-2,o " <; agisce più debol-
mente che il verde di Parigi (acetato di rame - arseniato
di rame) al 0,25 y, -0,5 "/q. Ma T arseniato di piombo reca
la paralisi dell' insetto molto più rapidamente che il verde
di VdLVÌgì, (Bollettino degli Agricoltori Italiani^^. 18 - 1907).
I dottori Aderhold e Ruhland hanno studiata la can-
crena bacterica che attacca le giovani piante di ciliegio
in vivaio, i rami o i tronchi delle piante adulte e gli
240 Agraria
albori a friitti acMcUì. Im malattia è dovuta al Jincitlut
spongiosus, clic Hi inoltiptioa ra|>idflmento o cho ha una
i. I>a malattia, che rasaniui^Iia per qualche
la provocata dalla Monilia, è di questa
a e eminouteuietite coutag^iosa. Si combatte
taudo, con strumenti diij infettati volta per
ìohizinno ^assa di ci-eosolo al "i '/« t"'te
!, che devono essere snbitn bruciate. Si
ferite con catrame. {ììfutgchf land'ilrt-
Mc, N. 41 - l!l()7).
nsetti che danneggiano l'olivo, con spp-
1 Daciig oieae, hanno ini/.iato studi interes-
pn)fos8ori flih'ostri e IJorloso. DoÌ risid-
enme in merito alla jmltìglia Do ('oills,
na^giorì e piii Inniiuosi saranno i risultati
K V.
XII. — lì l>f»tia>m.
lo « Un problema zootocuico urgente > il
capo dell' ispettorato zootocuico al Miui-
Itura, ha quest'aiuio riferito alla Società
i Ilalinni (HoìMUnti della Sot-ietù, 1907,
cento sproporzìoue fra la produzione e il
;anic in Italia.
colti presso le direzioni dei macelli nelle
d'Italia, appare iu generale mia eerta
mento del consumo della carne, aumento
casi è marcatissimo. E in misura forse
libile questo aumento pare si sìa verificato
itriali o rurali. La carne di bovini entra
I liirgamonto nella mensa dell'operaio e
lor le migliorate condizioni economiclip
10 abbienti.
to consumo nou è con pari intensità
: raumoutn della produzione di carne. Cii'i
Ila rliniinuìta nosù'a esportazione iu aui-
e dai tentativi fatti por la importazione
Ruineriia, dalla Serbia, dall'Argoutiua, dal
// heiftìtime iMl
Non è che iu Italia iiou sia aumentato e migliorato il
bestiame. Sebbene i ma^iori miglioramoiiti si siano foixo
avuti nel bestiame da latte, anche hi produzione delhi
carne ha manifestamente progredito. In ciò si sono spe-
cialmente distinte le razze della Val di (Mìiana, di Hon^a-
gna, del Friuli, del lieggiano, del Piemonte, di Louibiuniia.
Dire quanto il bestiame sia in Italia annientato e miglio-
rato, non è per ora possibile. Lo sarà fra non molto,
quando sai'à condotto a termine il nuovo censimento ilei
bestiame (T ultimo è del ISSI I), ordiimto (piest*anno per
legge. E^so sarà non soltanto una raccolta di cifre, nm
anche una copiosa messe di notizie lumeggianti i vari
aspetti della nostra pastorizia.
Ma per intanto si può senza dubbio alTernmre che
r aumento di produzione non ò stato pari ali* aumento di
consumo : gli alti prezzi della carne ne sono una con-
ferma. Occorre quindi che la nostra agricoltura si orienti
più decisamente di (juanto finora è avvenuto verso una
più intensa produzione di carne, (ili sforzi in (puvsto senso
non mancano, come già si accennò: ma si rivolsero spe-
cialmente a migliorare T attitudine alla carne di razze a
duplice o triplice scopo.
Il Moreschi consiglia di spingersi oltre: « oggi, j>er la
produzione dei foraggi aumentata, per l'uso dei cascami
alimentari, per i maggiori prezzi realizzabili, io \hhìho
che r allevamento dei bovini specializzati per la carne
debba essere fonte di guadagno sicuro, là dove siano
proprie le condizioni di ambiente ». K aggiunge: « Dove
e' è la stabulazione permanente e V agricoltura intensiva
offre risorse foraggere di ogni maniera, ivi non e' è che
da intensificare l'allevamento per aumentare il numero
degli animali da destinarsi al macello. Non inoppcfrtuni
si paleseranno, in questi luoghi, i premi ai vitelli di alle-
vamento, perchè bisogna adoprarsi in tutti i modi a infre-
nare la naturale tendenza di disfarsi degli innocpull per
trar profitto dal latte. E qui, senza riservo di .sorta, io
raccomando l'impiego dei riproduttori di razze specializ-
zate per la carne, sia per la produzione in purezza, sia,
e meglio, per quella dei meticci, che sembrami la me-
glio conveniente.... E dove non si è nelle condizioni
di agricoltura intensiva, che si dev^o fare V Tua cosa sola,
appressi marvisi gradatamente, cercando, innanzi tutto, di
trasformare r allevamento brado in semi-brado, e lasciando
il resto della trasformazione al tempo e ai posteri ».
■ovvigioiiaro di ctinie i
iiizzazioiio dei trasporti
Qodiario. O^pfi gli inter-
no ad elevare; osagera-
Moreschi ha ]»ortato ad
ione della ('entrale fiir
le società di agricoltori
ira-vendita del bestiniue.
roprio a Berlino, per il
aia i capi di bestiame:
ati tedeschi, dove essi
azioni : agli interessati
I dati sempre imparziali :
e verso In località dovo
i disse, è notevole il ten-
ll'Argentiiia, fatto qne-
stari macellai di Milano,
modalità e ne' suoi risul-
deir Istituto zootecnico
Ito di Agi'ÌRoltura. {Boi-
Agricoltura , anno VI,
Il bordo 568 buoi dnr-
s Ayros e giunto a (ìo-
Non si può dire elio il
nimaii ! Durante la tra-
dteplici osservazioni to-
rof. Pirocchi sugli ani-
concludere non essere
io continuo e sicuro un
loi vivi dair Argentina
67.7.0 relativamente alto
catl italiani, vengono a
n bue di fi-? Q., acqui-
venga a costare intorno
i guisa die, supponendo
il prezzo di ognuno di
iano prof. Baldassarre,
nte nello Istituto agra-
// hentiame 243
rio di Huciios Aires, ha pubblicato in volimio: La zoo-
tecnia nelV Argentina (Napoli, Cooperativa tipografica,
1906), alenai suoi studi o considerazioni, di grande inte-
resse scientifico e pratico. Quest'opera ha importanza non
solamente sotto Taspetto zootecnico, ma anche sotto quello
economico-rurale. Le prime due parti di essa ci fanno
passar rapidamente sotto gli occhi le vicissitudini della
industria pastorale argentina, nelle sue connessioni col
regime economico e politico, dalle forme primitive di essa,
fondate sulla caccia e cattura degli animali selvaggi o
inselvatichiti. Uno alle formo attuali, lo quali, coir uti-
lizzazione delle acque sotterranee, colla chiusura delle
singole proprietà, coli' ammansamento del bestiame, col
miglioramento dei prati e pascoli e la enorme diffusione
della coltura dell'erba medica, hanno dato luogo alla
creazione di grandi aziende pastorali {le estancias) bene
organizzate e progressive. L' ordinamento di esse ci è
dal Baldassarre descritto con molti particolari e con belle
illustrazioni: e noi, del vecchio mondo, ne riceviamo
un'impressione di grandiosità che ha del meraviglioso.
T^ estancias di mezza lega quadrata, pari a 1250 ettari,
sono noverate fra le piccole: quelle medie misurano 10,000
ettari : ve n' ha che sorpassano i .'iO,000 ettari. Tali am-
plissime aziende si dedicano esclusivamente, o quasi, al-
l' allevamento del bestiame, specialmente bovino e ovino,
usando del terreno in gran parte a pascolo: vi si asso-
cia talora la coltivazione del suolo, ma col precipuo in-
tento di migliorare i pascoli, o di impiantare prati arti-
ficiali o di produrre semi di cereali usati nell' alimenta-
zione del bestiame. È notevole il modo tenuto negli im-
pianti di erba medica, utilizzata anch'essa, per la mas-
sima parte, col pascolo. Si pensi che in un solo anno,
nel 1903, un grande proprietario della Pampa seminò ad
erba medica 25 leghe quadrate, cioè 62,5(K) ettari! Un
medicaio di 5(K) o 1000 ettari si può dire un piccolo me-
dicaio! Ora, per ridurre a medicaio così vaste estensioni
di terra, si ricorre alla colonizzazione nomade. Si aflìt-
tano poderi di 2(K) a 500 ettari a coloni ad un tanto j)er
cento sulla raccolta, e per 4 a 6 anni, col patto che nel-
r ultimo anno si semini la medica, il cui seme è fornito
dal proprietario.
Ma partidolare interesse hanno i metodi seguiti j)er
il miglioramento del bestiame, cui è dedicata la parto III
dell'opera che esaminiamo. Allo, razzo di bestiami indi-
Agmrù.
''o(t, rustiche, di basso valore, adatte a
Ilio mi co-agrario primitivo, si vciiiroiio
) forestiere lìcrfezionate. A ciò si dove
1SO progresso raggiunto oggi dalla zoote-
lO studio dei fattori di questo progresso,
loco di aniniaestraineiiti, perchè, ira le
Ila nel modo più evidente, non essere
io ehe il miglioramento delle risorse
a il miglioramento del bestiame, e che,
eiizo, gli animali perfezionati costitui-
l>iù potenti stimoli pel miglioramento
foraggera e del bestiame di un dato
ui ad alcune osaei'vazioni snì bovini,
Argentina rappresentano il bestiame più
jportazione del bestiame vivo in Europa
Ila conservazione delle carni col freddo,
[npnlso alla introduzione di razze perfc-
In conseguenza di questa, l'antica razza
il posto ad una popolazione bovina
in piccola parte, da mandre di razza
a ricchi armenti derivanti dall' incrocio
:ito colle anzidette razze. La razza per-
samente importala è stata la Shorthorti,
mtina la razza miglioratrice per eecel-
)ramento mediante essa ottenuto è stato
tale da costituire uno del più Inmipiosi
iti meravigliosi che si possono raggìun-
iiia di un paese, quando, in condizioni
evoli, si segue con costanza un indi-
e si adopera mia snfHciente larghezza
)7 fu fondata presso la Società rurale
l-book argentino, riservato alla iiiscri-
ttori della razza S/iorthorn, e delle altre
3, la cui introduzione ha acquistato una
iza, cioè della Hereford, Pnlled-Angus,
'ed poi! ed.
te dell'opera del Baldassarre è dedicata
rincipali industrie dipendenti dalla zoo-
ente a quello relative alla conservazione
'olc importanza conserva tuttora la pre-
ajo, carne essiccata e salata; industria
ialmeute ad utilizzare la parte più sca-
iti, mentre gli animali migliori vengono
LI bestiame 245
piuttosto utilizzati dall' industria frigorifera. A questo
due industrie principali si aggiungono quelle dell'estratto
di carne Liebig e delle conserve di carni cotte col sistema
Appert. Nel 1905, nella sola Argentina, furono macellati
283,200 bovini per la preparazione del tasajo^ 127,901) per
estratto e conserve di carne: la esportazione di carni
congelate raggiunse il numero di 1,922,757 quarti di bo-
vini e 3,325,124 ovini. 11 principale mercato di consumo
delle carni congelate d'oltre mare è il Regno Unito, unico
Stato di Europa che ha risoluto quasi completamento ii
problema della deficenza delle carni, mercè l' importazione
di carni congelate e di bestiame vivo. Dopo quest'esem-
pio non è più lecito di ripetere la vecchia accusa sulla
insalubrità delle carni refrigerate e congelate. Né hanno
fondamento i timori dei partiti agrari europei, intorno
ai danni che potrebbero derivare da detta importazione
di carni alla zootecnia europea. Coi mezzi di cui attual-
mento si può disporre, la quantità di carne che si potrà
importare d' oltremare sarà certamente per molto tempo
una piccola frazione di quella di cui i vari stati europei
abbisognano, ed essa non eserciterà che un'influenza mi-
nima sui prezzi del bestiame. Anche l'industria del casei-
ficio ha avuto nell'ultimo decennio, in Argentina, un
rapido incremento, tanto che la esportazione del burro
salì da 195 Q. nel 1894, a 54,24(» nel 1905.
I progressi zootecnici dell'Argentina, illustrati in
questo bel volume del Baldassarre, sono veramente
notevoli. E non bisogna dimenticare che attualmente
poco più del 4 per cento del territorio vi è colti-
vato, e circa il 20 per conto vi è utilizzato dalla pasto-
rizia estensiva. ^ Quando si pensi, dice il nostro A., che
gli Stati Uniti, a causa dell' aumento della popolazione e
del maggior consumo relativo di carne, potranno fornire
ai mercati europei una quantità sempre minore di code-
sto prezioso alimento; che l'Australia, a causa di avver-
sità naturali ed umane, ha perduto molto d' importanza
come esportatrice di carne e di burro; che la nuova Ze-
landa e il Canada non dispongono più di un palmo di
terra per aumentare la loro produzione animale, resta
quasi sola nel mercato mondiale la Repubblica Argen-
tina che j)otrà provvedere sempre largamente ai bisogni
di altri paesi. »
L' ispettorato zootecnico del Ministero di agricoltura
ha richiamato quest' anno 1' attenzione sulla necessità di
> v^»» -.
Sili Agraria
procedure a, uno studio metodico delle razzo dì bostiaiuc
itiiliaiio. Infatti noi coiiosciaiuo ancora assai poco la no-
stra ricchezza zootecnica. Mentre il censimento del
bestiame già ordinato ci darà una parte di teneste cono-
scenze ora mancanti, ottima cosa sarebbe di integrarle
con stndi monogratici sulle slugole razze. Intanto, per
parte di privati studiosi, vanno qua e là apparendo ri-
cerche e studi di questo genere. Segnaliamo quest'anno
nna buona monografia del Dott. Vittorino Vezzani su La
razza bovina Modenese i> Carpigiana, pubblicata per cura
della Società degli allevatori di Correggio. I^a monografia
passa in diligente rassegna l'origine della razza, il suo
habitat, le condizioni della regione di allevamento, t ca-
ratteri etnici, le funzioni econòmiche, i metodi di alleva-
mento e di riproduzione : dà importanti notizie statistiche,
desunto dai ruoli della tassa bestiame, e notizie sul com-
mercio di ([nel bestiame. È iuteressante notare che, men-
tra il censimento del 1881 dava presenti, nell'area di
questa razza, 62.70.') bovini, lo spoglio dei ruoli della
tassa bestiame pel l*Mò no ha dati presenti 11)8,708.
È questo un indice del grande incroineuto ottenuto nella
nostra ricchezza zootecnica, negli ultimi decenni.
Segnaliamo anche la monografia della Razza bovina
Homagiioìa dell' azienda Torre S. Mauro, la notissima
j_.in •>,_.- _, ,_ .■ trionfi conta in Italia e
)vuta air Ing. Tosi stesso
occasione della esposi-
ene un gran numero di
loteonica e zooeconomica
B).
Agrario di gran lunga pii"!
nso di esso ha quindi
■ l'agricoltura. Ora, esso
jlenii importanti insoluti,
ttacco j>iù conveniente è
lente; l' agricoltore seguo
isuetudinc. Non mancano
[)ne del problema: que-
bblicato un volumetto di
<1. B. Riccio: / mi()linri
lalo. Ottavi), il quale non
te pratiche iiolrvoli. Mn
^omento manca ancora.
-s
Il bestiame 247
Un altro problema importante è questo, se un sistema
elastico di trazione, già sperimentato in Francia con ot-
timi risultati per i cavalli da Ferus et Machart {Augmen-
tation du travati utile dea attelages par V emplol des
appareiU élastiques de traction, Comunic. à T « Ac. d.
Sciences », 8 janvier 1904) e adottato successivamente
per le artiglierie in Danimarca, Svezia, ( iermania* e Au-
stria, possa portare un vantaggio anche nel!' attacco dei
buoi, cioè possa determinare un'economia di lavoro e un
risparmio di dolori e di fatiche. L'argomento ostato co-
scienziosamente studiato nel laboratorio di zootecnia del
R. Istituto sup. agrario di Perugia, sotto la direzione del
Prof. E. Marchi, dal Dott. Tito Franchini, con una serie
notevole di esperienze {Contributo sperimentale allo stu-
dio della trazione elastica applicata ai bovini. Staz. spe-
rim. agr. ital., voi. XXXII, 1907). Le esperienze non pos-
sono dirsi esaurienti; ma portano un contributo notevole
alla questione.
L'elasticità, nell'attacco di uno o più animali, si può
ottenere, quando negli ordinari arnesi da tiro — tirelle, ca-
tene o bure di un veicolo o di un istrumento qualsiasi —
venga inserito un organo elastico, che renda deformabili
quelle parti dell'attacco che normalmente sono rigide.
L'organo elastico può essere una semplice molla, a spi-
rale o di altra forma, o meglio si può far uso di appro-
priati apparecchi, i così detti ammortizzatori^ costituiti
essenzialmente da un sistema di molle che agiscono con-
temporaneamente e danno un maggior effetto. Nelle espe-
rienze in discorso si fece uso deìV ammortizzatore Bajac
e delle molle Georgi. Per giudicare dell'effetto della trazione
elastica, si partì da queste principio, che, se la trazione
elastica procura un' economia nel lavoro motore che agli
animali si richiede, se risparmia ad essi dolorose ripercus-
sioni degli arnesi di attacco, procurerà altresì un rispar-
mio fisiologico., e 1' organismo loro ne risentirà una fatica
minore. Bisogna dtinque misurare l' affaticamento pro-
dottosi nei buoi in conseguenza di un determinato effetto
utile da essi ottenuto. Per questa misura si ricorse ad in-
dici fisiologici, dati dalle funzioni del cuore, del respiro
e del calore animale. Queste funzioni si modificano in
conseguenza della fatica: e le modilicazioni più o meno
intense e più o meno durature possono misurarsi. Duu-
(pie dall' intensità e dalla durata della reazione iisiologica
verificatasi in conseguenza di un medesimo lavoro ese-
n
attacco, elastico e rigido,
B elastica. Non è il caso
tspositivi sporimoiitalt e
'elidiamo nota solamente
riguarda la durata della
16 dell'attacco elastico fu
casi esaminati. Ma aiiclie
te intensità e durata della
la maggioranza, cioè 16
liologico apportato dalla
1 alcuni casi sfavorevoli.
e perturbatrici nell'atida-
3 non sono detiiiitivo; ma
le che esse siano prose-
mozzi di indagine,
segnaliamo anche alcune
onc della quantità di la-
e di esplicare nella glor-
ili Francia, prosegue dn
isitivi itiMirimentali iiigc-
egli fece conoscere : que-
vi risultati alla Acadrmit
maggio !!H)7). Anche in
di questo genero per i
itt. Majocco (Vontribnto
<ro dì trazione dei boriili
dei metodi di eseguirle,
liei concorsi di buoi da
di agricoltura di Vienna,
prcseiilate varie relazioni
ontuasc corno zone dì al-
iinportimza è orinai rico-
IO anclie non poche cifre
(vedi )i. US. (]uelle recenti,
il l>eiitschr ijàndir. Thìer-
caso di insistervi ancora
lire a un aspetto speciale
molti insistito a Vienna:
itai*» per l' allevamenti) la
le aljiestri. Uno dei ri'la-
inisch, concludeva la sua
relazione così : la pmiiu/Jono ìiiteiimvn dct latlo e i ca-
seifici, nelle regioni dove il bostiamo noti ì> ancbra mi-
gfliornto, esercitano mi' influenza favorevole sLill'alleva-
mento (li qnesto Itostianii', dando luogo a una miglior
scelta dei ri|)Vodiittori, a maggiori cnre di man lenimento
ecc. Ma nelle regioni a bestiame già migliorato e dove
si pratica l'alto allevamento, gli stessi fattori sopra men-
zionati condncono facilmente a una esclusiva utilizzazione
del latte, e danneggiano l'allevamento per la poca cura
della forma nella scelta dei riproduttori, per l' indeboli-
mento degli organismi dovuto a un eccesso di cure, per
troppo scarse quantità di latte date ai vitelli, per un im-
piego prematuro degli animali nella riproduzione. K un
altro relatore, il Kubat, ispettore zootecnico in Tirolo, pro-
poneva il voto clic, per la conservazione e lo sviluppo
delle buone razze, i caseifici, nelle zone tV allevamento,
siano creati con molta prudenza, ben considerando le
condizioni locali, senza forzarne la diffusione con premi
e sussidi. Aggiungeva essere desiderabile che le latterie
alpestri indirizitate alla produzione del burro restituiscano
il latte scremati) ai fornitori di latto, in guisa che siano
garantite le quantitii di latte necessario ai vitelli. Anolie
in molte delle nostre alpi italiane il problema di mante-
nere il dovuto equilibrio fra caseificio e allevamento, In
rola/.iniio con le condizioni locali e di mercato, i- certo
fra i più vitali della economia alpestre.
L'opera di miglioramento delle nostro razze di be-
stiame è iit grandissima parto opera di organizzazioni
degli allevatori. La provincia d'Italia die, sotto questo
aspetto, marcia alla testa del progresso è il Friuli. L' ot-
timo Bollettino dell' Associazione agraria friulana con-
tiene sempre una folla di dati e notizio intorno all'orga-
nizzazione di quegli eccellenti allevatori. Ma anche in
altre provinole si lavora in questo senso; segnaliamo
quest'anno l'esempio di Hologna, dove quel Comizio agra-
rio, per opera principalmente del suo consigliere, signor
Ciro Kiguzzi, ha impiantato il libro genealogico, per u.so
pubblico. Come esso sia stalo organizzato, è ampiamente
detto in una pubblicazione del Riguzzì stesso : / libri
genealogici del bestiame agricolo, (Hologna, Società tip,
già Compositori, 1906). A. S.
AiiDiBTo'iciiiMTirico - SLIV. * IT
250 Agraria
XIII. — BachicoUnra,
Due studi ìnteressaiili sono stati compiuti quest'anno
in Italia. Il prof. Quajat, della il. Staziono Bacologica di
Padova, ha condotto a termine lo ricerche comparative
suir influenza deiralimentazione con Morus Alba e 3A. Nigru
nel baco da seta. La (juostione è importantissima per la
bachicoltura deir Italia Meridionale. Nello tre razze : Istria,
Majella, Tropez, il numero dei bozzoli necessari per for-
mare 1 Cg. ò di poco superiore a quello ottenuto coir ali-
mentazione del gelso nero, il che trova conferma nelle
piccole differenze riscontrate nei diametri longitudinali e
trasversali.
La quantità serica contenuta in 1 Cg. di bozzoli è di
poco superiore coirallevamento col gelso bianco, e la diffe-
renza va accentuandosi allorché si prenda in considera-
zione detta materia serica noi bozzoli secchi. Il titolo della
bava è maggiore, cioè la bava è più grossa, nei bozzoli
provenienti dalTallevamento col M, Nigra, La tenacità e
la elasticità sono uguali o di poco superiori nei bozzoli
dal M, Nigra, La greggia proveniente dai bozzoli ottenuti
con M, Nigra ha un titolo superiore di circa I denaro a
quella dei bozzoli da M, Alba, La tenacità è di poco supe-
riore sulla greggia proveniente da M, Nigra; la elasticità
delle due greggio è quasi del tutto identica. (Ricerche
comparative sulV inftnenza della alimentazione con M,
alba e M, nigra nel Bombice del gelso - Padova, 1907).
Il prof. Lenticchia, della Scuola di Setificio di Como,
studiando gli effetti delle solforazioni del letto dei bachi
colla polvere di solfo, è giunto a (jnesti risultati pratici :
le solforazioni non nuociono alla vita dei bachi, specie
nelle ultime età, e neppure al rendimento e alla qualità
della seta che forniscono; le solforazioni permettono di
diminuire i mutamenti del letto con notevole risparmio di
mano d' opera. {Agricoltura moderna^ N. 38 - 1907).
P. V.
XIV. — Macchine agrarie.
Si disse lo scorso anno della grande importanza cho
potrebbe avere por noi la fondazione di un istituto
sperimentale di meccanica agraria. La pubblicazione allora
esaminata dell' ing. Giordano, del Politecnico Milanese,
dava ampi ragguagli intorno alle funzioni di esso. Qua-
Bachicoltura - Macchine agrarie 251
st'aiiiio lo stesso iiig. (liordaiio ha voluto portare un altro
notevole contributo all' idea, col pubblicare un completo
progetto dell' Istituto medesimo (Per un Istituto speri-
mentale di meccanica agraria in Italia — Necessità e
intento, fondazione e ordinamento — Disegno di massima
delV impianto^ Milano, Beretta, 1907). Non è qui luogo
adatto per entrare nei particolari del progetto: certamente
esso è studiato con grande serietà e competenza. La spesa
di impianto dell' Istituto ascenderebbe, area esclusa, a
L, 240.000 : la dotazione annua dovrebbe elevarsi a
25-80,000 lire.
Queste cifre potranno spaventare solamente coloro che
della utilità di un Istituto sperimentale di meccanica agraria
in Italia non hanno ben chiara idea.
Inoltre lo stesso ing. Giordano, sotto gli auspici della
Federazione dei Consorzi Agrari^ ha pubblicato un' altra
interessantissima monografìa su\Y Insegnamento della mec-
canica agraria^ corredandola del disegno di massima e
ordinamento di una scuola italiana. (Piacenza, Stabili-
mento tipografico Porta, 1907).
L'ordinamento della scuola è progettato in guisa che
essa possa servire per le diverse classi di persone inte-
ressate ai problemi di meccanica agraria. E così, accanto
a un corso inferiore, destinato a formar capi tecjiici in
meccanica agraria e conduttori di caldaie a vapore, e a
soddisfare ai bisogni di chi intende? semplicemente di
apprendere a ben condurre le macchine agrarie, vi sarebbe
un corso superiore inteso a completare gli studi normali
di ingegneria meccanica e industriale^ svolgendo quanto
si riferisce come specialità alla costruzione e alle appli-
cazioni della meccanica all'agricoltura, e inteso insieme,
introducendo le opportune varianti, a fornire le cogni-
zioni volute a laureati in scienze agrarie e in ingegneria
civile.
Anche questo progetto dell' ing. Giordano richiede,
non v'ha dubbio, grandi mezzi finanziari; ma egli ha
ben ragione di ritenere che vana sarebbe la fondazione
di istituti di ricerca e di insegnamento condannati, per
delìcenza dei mezzi necessari, a una vita rachitica e ste-
rile, come tanti purtroppo ne esistono in Italia. Meglio,
piuttosto di mettersi su questa via, attendere tempi migliori ;
attendere che l' opinione pubblica più informata e gli
organi direttivi della agricoltura più solleciti del bene
di questa, intendano che l' investimento di forti capitali
252 Agraria
in Istituti ili questo genere è uno degli investimenti piìi
redditivi nella economia della nazione.
I problemi del controllo delle macchine agrarie sono
stati oggetto di notevoli relazioni e discussioni al Con-
gresso internazionale <V agricoltura^ tenuto a Vienna nel
maggio scorso. Fra gli altri temi, era all'ordine del giorno
questo : « Determinazione di regole uniformi , internazio-
nali, per r esame delle macchine agricole ». I più noti
cultori, specialmente tedeschi, della meccaiìica agraria — il
Nachtweh, il Fischer, il Rezek, il Puchner, TFòbsecc. —
vi portarono un notev^olo contributo di proposte e di
osservazioni sui principali gruppi di macchine agrarie. Fra
i vari rapporti, particolarmente importante, per la fonte
dalla quale deriva, è quello presentato dalla Unione degli
Istituti di prova delle "tnacrhin e agricole (Verhand land-
icirtschaftlicìier Mascliinenprii fungsanstalten ) ^ unione re-
contemente fondata in Germania, le cui Mitteilungen, che
si pubblicano dall'aprile di quest'anno, vanno certamente
a diventare uno degli organi più importanti degli studi
di meccanica agraria.
II citato rapporto, ricordata la importanza che va
acquistando in un gran numero di Stati agricoli la costru-
zione delle macchine rurali, afferma la utilità, per i
progressi di questo^nuovo ramo d' industria, che esso siano
oggetto di ricerche tecniche. In Inghilterra ed in America
queste ricerche si compiono, è vero, specialmente nei labo-
ratori delle singole ditte. Ma, se possiamo conoscere i
risultati ultimi di tali ricerche, non è possibile invece
conoscere i procedimenti costruttivi ed esser messi a parte
di molte esperienze e cognizioni. Per V interesse generale
ò assai più utile che le ricerche tecniche compiute siano
accessibili a tutti. V è chi afferma che la ricerca scien-
tifica poco contributo può portare alla costruzione delle
macchine; che questa deve completamente appoggiarsi
alla grande esperienza empirica. Ciò non è impossibile,
ma anche non è economico, quindi non tecnico. L' industria
non può rifiutare la collaborazione scientifica, non per
ragioni ideali, ma perchè questo, in certe circostanze, è
il procedimento più economico per raggiungere la meta.
Se negli ultimi anni il desiderio degli agricoltori di uti-
lizzare lo spirito per i motori è stato soddisfatto, ciò si
deve al fatto che gli ingegneri hanno bene utilizzato le
Macchine agrarie 263
cognizioni della teoria meccanica del calore, e fecero
lavorare il motore a spirito a molto alta compressione
della miscela. Così pure gli studi fondamentali di Paul
la Cour sui rapporti fra la pressione del vento e la sua
velocità e direzione, determinarono grandi progressi nella
costruzione dei motori a vtjuto. La prova empirica delle
singole ditte fa affidamento sul caso favorevole e cerca
sempre il vantaggio privato ; la ricerca scientifica va logi-
camente dal noto ali* ignoto e persegue vantaggi generali,
che spesso anche raggiunge.
Ma un altro aspetto della questione va posto in evi-
denza. Il fabbricante di macchine industriali costruisco
spesso in base a precedente ordinazione e adatta in tal
caso le suo costruzioni alle speciali circostanze del caso.
Al fabbricante di macchine agricole è possibile invece di
costruire determinati tipi di macchine e lanciarli a cen-
tinaia e migliaia di esemplari sopra il mercato. L' agri-
coltore ha da scegliere fra i vari tipi presentati sul mer-
cato, e manca spesso delle cognizioni tecniche ed econo-
miche necessarie. Kgli si rivolgerà più volentieri per
consiglio a istituti indipendenti che ai fabbricanti inte-
ressati. Ecco quindi un nuovo compito degli istituti di
ricerca sulle macchine agrarie : studiare sotto V aspetto
tecnico i vari tipi di macchine e giudicare del loro valore
economico. ,
Ora in queste ricerche e in questi giudizi sul valore
delle macchine agrarie è utile che tutti gli istituti seguano
procedimenti uniformi, (.'osi solamente tali metodi, colla
collaborazione di tutti gli studiosi della materia, potranno
diventare sicuri ed esenti da ogni obbiezione. Inoltre i
risultati dei singoli istituti diventeranno confrontabili fra
di loro e quindi valevoli per tutti. Potranno infine gli
istituti stessi, nella pubblicazione dei risultati ottenuti,
ommettere la descrizione dei metodi seguiti, guadagnando
cosi la letteratura doli' argomento in brevità e contenuto.
Sono gli stessi vantaggi che si sono già ottenuti in altri
campi, [)er esempio nel controllo dei materiali da eostru-
zione, dello caldaie e macchine a vapore ecc.
Possiamo qui onunettere, data T indole di (juesta rubrica,
lo norme generali che il Vcrband ha proposto. Il rapporto
esaminato continua osservando che occorre anche miglio-
rare la organizzazioni» d(M pubblici concorsi di niacchine
agrarie. Il giudizio conipaiativo sul valore (^cononìieo delle
macelline -eoneorrenti può averci nn signilicato solo in
^
254 Agraria
relazioue a quello detcrminate coudizioni che furono posto
a base del giudizio e che occorre sempre dichiarare: e,
anche in tal caso, può accettarsi solo quando esso si fondi
sopra il controllo tecnico delle macchine in concorso.
«
Anche in Italia, nelle molte prove di aratri che, assai
disordinatamente per vero, si sono andate eseguendo, è
diventato d' uso comune il dijiamometro, per misurare lo
sforzo medio di trazione. I dinamometri da noi, come
altrove, più comunemente usati sono quelli a molla.
L' ing. Giordano ha iniziato uno studio circa l'esattezza
dei dati ohe se ne ottengono e ha costruito altri dina-
mometri, praticamente anelastici, i quali assai meglio
dei primi rispondono alla loro funzione. Intorno ai risul-
tati delie sue ricerche, T autore ha pubblicato, in occa-
sione del Congresso di Vienna, una comunicazione preli-
minare (Circa alcuni nuovi dinamometri particolarmente
adatti allo studio delle macchine agrarie^ Milano, Be-
retta, 1907). L* A. è stato spinto a questo studio dalla con-
siderazione che, nello stesso modo dei dinamometri a
molla, funzionano i così detti ammortizzatori^ coi quali
si cerca di diminuire, mediante Tattacco elastico, Taffati-
camento degli animali traenti. Se tale diminuzione di
afifaticamento realmente avviene, ciò che è provato, e se
essa è causata da una diminuzione dello sforzo medio di
trazione, deve apparire assai strano che a misurare lo
sforzo di trazione si debba usare un istrumento clie altera
lo sforzo stesso. Qualcuno afferma, è vejo, non essere
provato che gli ammortizzatori diminuiscano veramente Io
sforzo medio di trazione, per quanto possano in deter*
minati casi diminuire V affaticamento degli animali. Ciò
afferma V ing. Castelli, discutendo deir argomento che ci
interessa. (Italia agricola^ 1907, N. 11). Il Giordano tut-
tavia inclina, in base a osservazioni e considerazioni varie,
0 anche a qualche risultato sperimentale, a ritenere l'op-
posto. Intercalando un organo elastico (molla del dina-
mometro) in un attacco rigido fra attiraglio o macchina
trainata, si cambia la legge di movimento del sistema e
quindi si altera il valore (lolle resistenze che dipendono
dalla velocità con cui le stesse sono vinto (attriti, urti,
tenacità ecc.). La macchina è posta in condizioni diverse
da quello della pratica: il risultato sperimentale non f*
più riferibile al j)ratico funzionamento. Ora (juel che più
importa, dice il (Giordano, r appunto la necessità di non
Macchine agrarie 265
alterare la legge del moto con la inserzione del dinamo-
metro, in particolare la necessità che lo macchine agricole
vengano sperimentate nelle condizioni vere in cui real-
mente lavorano.
Perciò il Giordano ha costruito un dinamometro, anela-
stico, basato sul principio che i liquidi sono praticamente
incompressibili. Si tratta appunto di un dinamometro con
trasmissione a liquido, collegato con un manometro regi-
stratore ; il Giordano lo ha costruito in varie forme
particolarmente adatte alle ricerche sullo macchine agra-
rie: come dinamometro registratore di trazione; come
bilancino dinamometrico ^ sostituibile ai bilancini ordinari
e alle traverse dei timoni, come articolazione dinamo-
metrica sostituibile alle articolazioni di timoni, agli attac-
chi a bilancino e a forca rovescia di certi maneggi ecc.
Infine, seguendo gli stessi principi, il Giordano ha
costruito anche dinamometri di rotazione^ adatti ai vari
bisogni della pratica.
Per intendere la importanza di questi studi, occorre
ben avere presento che i progressi della meccanica agraria
sono strettissimamente collegati colla perfezione degli
strumenti di misura, dei quali essa potrà servirsi.
Da pochi anni alcune case americane hanno posto in
commercio aratri di tipo affatto diverso dair ordinario. In
essi r organo principale, che dà il carattere particolare
allo strumento, è un disco^ il quale da solo sostituisce il
vomere, il coltro ed il versojo. Il disco è di forma con-
cava, e inclinato in modo che, col movimento di trasla-
zione, taglia, solleva e rivolta la fetta di terra. T^ notizie
giunte in Europa su questo nuovo strumento sono favo-
revolissime {Coltivatore^ 1907, N. 41 — Annales de Gem-
hloHx^ 1907,. fase. 8.**). I vantaggi riflotterebbero special-
mente la facilità del lavoro, quindi Y economia delle ara-
ture. Nei nostri aratri la terra è sollevata e rivoltata
sfregando su una superficie metallica, spesso sporca di
terra che vi aderisce, di guisa che V attrito vi è conside-
revole. Negli aratri a disco, la terra, invece di sfregare
sulla parto del disco che la distacca, è sollevata e rivol-
tata : essa accompagna questa superficie, perchè il disco
è mobile, e non Y abbandoiui più che al momento della
caduta : inviìce di un attrito di sfregamento si ha un
attrito di rotolamento, milito minore. Si dico anche elio
j
266 Agraria
r aratro a disco valga non solo, come vicn fatto di pen-
sare, per le terre sufficientemente leggere, ma anche in
terre di grande consistenza. Sarà bene in ogni modo
accogliere con riserva questo notizie, le quali mancano
ancora di rigorosi controlli scientifici e tecnici.
A proposito deir aratro, vogliamo fare un cenno del
fendizolle Ferro. Nelle arature, specialmente di terreni
compatti, avviene spesso che T aratro sollevi grosse zolle,
le quali poi devono essere frante con successivi lavori
costosi e di non sicura riuscita. I signori Alessandro o
Oliviero Ferro di Adria hanno perciò applicato all'aratro
un apparecchio, costituito da lame d' acciaio, ordinaria-
mente tre, alte 10-12 cm. e lunghe B() circa, poste a cava-
liere della inserzione del vomere coir orecchio, equidistanti
fra loro e dai lembi dell' orecchio stesso, ortogonali alla
superficie di questo e seguenti la linea della direttrice
secondo cui è originata la superficie elicoidale dell' orec-
chio : posteriormente le lame sono staccate dall' orecchio
e più elevate che non sul davanti, ove sono fermate alla
superficie dell' orecchio : il loro lembo esterno è convesso
e tagliente, di modo che le lame rappresentano tanti col-
telli che tagliano parallelamente al coltro la fetta di ter-
reno lavorata dall' aratro in altrettante striscio, senza
intralciare il lavoro di sollevamento e rovesciamento della
terra. Le prove pratiche in Polesine pare abbiano dato
ottimi risultati. E' da augurare che essi siano confermati
da prove rigorose (Agricoltura moderna^ 1907 - N. 41).
L'aratura a vai)ore va diffondendosi assai lentamente
in Italia (poche regioni eccettuate) soprattutto per cause
economiche, perchè cioè nelle medie e piccole aziende da
noi prevalenti il numero di giornate lavorative relativa-
mente scarso innalza eccessivamente il costo unitario
dell'aratura stessa. Hanno quindi piena ragione d'essere
tutti i tentativi di trovare sistcMui di aratura a vapore
richiedenti spese d' iuipiaiito non elevate, e atti ad utiliz-
zare la locouiobile di O-H cavalli, quale di frequente già
si trova neir azienda agraria [)er la trebbiatura dei cereali.
Fra questi tentativi, quello recente della ditta Violati
Toscari merita di essere conosciuto, poiché, perfezionato
in alcune parti, esso potrà probabilmente, in certe non
rare condizioni, avere un avvenire. Il sistema Violati
Tescari fu pr(\s(Mitat<» audio al (concorso per aratura a
i
Macchine agrarie 257
vapore, touuto a Milano in occasione doli' Esposizione
del 1906 ; e la giurìa lo trovò degno di incoraggiamento.
Si tratta di un apparato per aratura funicolare, a motrice
tìssa, sistema round-about o Howard : consiste in un argano
a doppio effetto, con fune di trazione, 5 puleggie di rinvio
con altrettante àncore, ed aratro monovomere a bilancere.
L' attacco dell* aratro, speciale, a squadra zoppa e prisma
a cassetto, permette di effettuare il ribaltamento del bilan-
cerò e la ripresa del lavoro per il ritorno pressoché senza
perdita di tempo. E questa la parto più caratteristica
deir apparato, per la quale i costruttori lo hanno battez-
zato col nome di apparato a trazione continua.
Altre particolarità del sistema, di fronte ai congeneri,
sono queste ; V argano a doppio effetto, ad asse orizzon-
tale, viene fissato sul terreno, dopo levate le ruote di
trasporto, indipendentemente dalla locomobile, dalla quale
riceve il movimento mediante cinghia. L'arresto ed inver-
sione del senso di trascinamento si ottiene mediante spo-
stamento di cinghia. Le puleggie di rinvio sono semplici,
portate da telaio in legno, fissate ognuna alla rispettiva
ancora e spostate a mano. Tutto V apparato, escluso il
motore, costa circa L. 6000. La velocità media dell'aratro
risulta assai forte, per la soppressione dei perditempi al-
l' estremità dei solchi e per la forte velocità effettiva
durante il loro tracciamento. In terreni sciolti e di consi-
stenza uniforme si può ritenere che si arino 2 ettari per
giorno di 10-12 ore. Il costo dell'ettax'o arato, supposte
100 giornate lavorative all'anno, sta intorno alle 24 lire.
Perciò l'aratura con l'apparecchio Violai i-Tescari sì pre-
senta, in condizioni che si possono frequentemente verifi-
care nelle nostre aziende, decisamente vantaggiosa in con-
fronto dell' aratura a buoi ; più ancora potrà diventarlo,
ove si diminuisca il costo dell' impianto, ciò che sarà
possibile specialmente mediante modificazioni all' argano.
Rimandiamo per maggiori particolari alla relazione
del prof. ing. M. Castelli sul citato concorso di aratura a
vapore, relazione che sarà pubblicata insieme con le altre
riguardanti l'esposizione di Milano. Una buona descri-
zione illustrata del sistema trovasi nella Rivista agraria
polesana, 1907, N. 2 e 8. À. kS.
♦
Il dott. X. Novelli descrive xuA Bollettino della Cat-
tedra ambulante d' agricoltura della Lomellina una nuova
macchina poi risicultori. Si tratta di un « pulitore, wisu-
258 Agrama
ratore, insaccaiore e numeratore per risoni » macchina
ideata da un intelligente risicultore. Con questa macchina
sono soppresse tutte le operazioni lunghe e laboriose che
il riso richiede una volta trebbiato, sia per la pulitura sia
por l'insaccatura, operazioni che durano in aziende impor-
tanti, molti giorni. Troppo lungo sarebbe dare una descri-
zione minuta dell' apparecchio : ci limiteremo a dire che
esso si compone di un elevatore a catena con secchielli
il quale porta il risone ad un crivello rettangolare oriz-
zontale dotato di movimento oscillante continuativo. Per
esso il risone viene pulito dalla terra e dai semi di erbe
infestanti che scendono in uno speciale recipiente: esso
poi passando attraverso i fori della lamiera cade su un
piano inclinato, pure dotato di movimento oscillatorio, ove
por mezzo di un ventilatore vien separato dalle pagliuzze
e dai semi vuoti.
Infine il risone va in una coclea che lo accompagna
ad un altro elevatore e da questo, dopo esser passato
attraverso ad un misuratore, va a finire nel sottoposto
sacco. Il lavoro della macchina è di 121) Ettolitri all'ora.
La si può far funzionare mediante una trasmissione a
fune derivata dalla ruota stessa che aziona la trebbiatrice;
la forza ch(^ si richiede è, del resto, pochissima.
Nella macchina è regolabile il lavoro per rendere più
o meno accurata la pulizia. Disponendo di una forza
motrice mobile anche la macchina può essere mobile.
I pregi della macchina consistono pure in ciò, che
con essa ai evita lo sbianchimento cui va soggetto il riso
quando vien palato suir aja, è pure evitata la formazione
(li tutti quei cascami, la cernita dei quali è poi si lunga
e laboriosa : sono resi impossibili gli errori nella nume-
razione dei sacchi. E. G.
XV. — Caseificio.
II prof. Pirocchi, direttore dell'Istituto Zootecnico della
K. Scuola Superiore di Agricoltura di Milano, ha com-
piuto esperienze interessanti per la soluzione del problema
« qual sia per la regione lombarda il miglior modo di
tit aizzare il latte scremato nelV alimentazione dei vitelli ».
Ed in proposito ha compiuto duo serie di esperienze:
la prima nella stalla deir Istituto zootecnico e Y altra in
quella dei signori fratelli Vittadini in (iambaloita, e su di
esse ha riferito nel voi. VI ìXqW Annuario delV Istitu-
zione Potiti.
CaJteificio
I vitelli in numero di 24 sono stati
di 4 capi ciascuno ; nei primi Ti gruppi
tata la somministrazione di latte scrom;
farina di riso, con farina di granoturco,
olooniargarina: nel quinto è stata speri[
lanza in diverse proporzioni di latte in
mate; l'ultimo gruppo ha servito a din
nienza o mono dell' ingrassamento pi
mento con latte intero, li^on possiamo q
modo di somministrazione dei singoli
dire che la farina di riso, quella di gran
furono date alio stato di pappina e cotti
r oleomargarina si aggiunse al latte me
Bozzi ; le pappino ed il latte si som:
temperatura di 34-35 C, usando il poppi
ficato dal prof. Pìrocchi.
Questi, nella sua pubblicazione ha <
tamente tutti i dati che si obbeiM} da <
riguanlo allo stato di saluto dei singoli
lo prove, riguardo al rendimento netl(
caratteri della carne da essi forniti,
mediante accurato esame degli animali ma
comparativo dello carni stesse dopo aver
diversi modi di eottura.
N'ei riguardi fisiologici i risultati si ]
duare: ottimi allorché ì vitelli sono sia
latte scremato e fecola o con latte sere
granoturco: buoni quando i vitelli iiaun
garinato: disnn>ti quando hanno ricovu
e farina di riso n mescolanza di latte
intero. N'ei riguardi economici invece
dire sono stati sempre ottimi, e a dim
basta citare i seguenti dati: i jirczzì, ai
toposti agli os{)orÌmenti hanno pagato i
haunii oscillalo fra un minimo di I.. H,(
di L, |.j,;u al (j.le, inoltre le medie di
colate nei diversi gruppi di vitelli hii
L. il,'iT e L. \2,T1 al q.le di latto scrom
|ji (juestione della riiri'oHii e 'ti-nu
Intlr /mni ari ifiilri iiopnìoai ò sempre
atteiizinni< da parie degli ifrionisti. In i>c(
sizione ili Milano rj<-l \'MW, fu l>;nidili> m
nazionale al premio It^alo indivisibile il
300 Agraria
inìg-lioro organizzazione dimostrata efficace dall'esperienza
tunque i coiicorreiili fos-
due tedeschi, un danese,
la Corainissioue giudiea-
seg;uaro il premio a nes-
:r varie ragioni esposte
sua relazione, ed in que-
lli deve informarsi un or-
ttivamonte ai requisiti del
) cosi riassumere: 1." la
ève esser fatta con latte
a avuto bisogno di essere
amonto ( pastorizzaziono,
ato; 2." si deve conside-
ibile per assicurare latte
ito a tale stato di purezza,
ng'ìtura filtrato cosi radi-
:|ualunque filtrazione ix)-
ioni, e soprattutto: a) per-
che i microrgrauìsmi in-
pecialmento insediati ed
iiuie, le quali consistono
*olidi delle vaccine. Que-
abili scuotimenti del latte
la alla latteria venj^no
Ifoiidouo nel latte e non
[unlsiasi filtro adatto per
insa qualunque la teuiito-
[lasso si ilnvease elevai-e,
ria ilovesse essere ritar-
ffio di moltiplicarsi e di
otti di ricambio. Se real-
lopo la mungitura ò ese-
do completo, allora una
considiTata uoji solo su-
ari di <iualuuque manipo-
quiisi i nevi labi bidente a
i rnitti dHIo hi]
Caseificio 261
portanza ha assunto la bacteriolo^ia casearia, e vanno
citati a questo riguardo gli esperiraenti compiuti a IVenno
dal prof. Gorini por introdurre nella fabbricazione del
formaggio di grana lodigiano V uso dei fermenti selezio-
nati. Lo esperienze ebbero esito felice ed oggi una So-
cietà in forma cooperativa distribuisce da Milano fermenti
a quanti fra i soci ne facciano richiesta. In Svizzera pure
si ò iniziato in questi ultimi anni la fabbricazione indu-
striale del formaggio Emmenthal coi fermenti selezionati
del Freudenreich. Nel laboratorio di Liebefeld presso
Berna si ha a fianco di un vero caseificio una stalla con
animali e foraggi, e si adotta su larga scala 1' aggiunta
in caldaia (ìì fermenti selezionati lattici speciali, quegli
stessi che il Freudenreich aveva riconosciuto predomi-
nare nella pasta tutte le volte che la fabbricazione pro-
cede regolare e la maturazione ha esito felice. Ora il
laboratorio di Liebefeld mette giornalmente in commercio
una discreta quantità di flaconcini di coltura pura, e in
pratica si va sempre più assodando ^ la convinzione che
il loro impiego riesce veramente di* sensibile aiuto al-
l'opera del casaro. In Francia è il prof. Mazé dell'Isti-
tuto Pasteur che compie importantissimi studi in questo
campo della bacteriologia casearia, selezionando ed espe-
rimentando presso un industriale, fabbricatore di formaggi
molli Camembert, tutta una serie di fermenti lattici, onde
riconoscere le varietà meglio atte a ripristinare la flora
bacterica buona nel latte pastorizzato. I risultati, se non
ancor decisivi, sono già molto incoraggianti, quantunque
adottando la pastoriz/azione del latte nell'intento di di-
struggere i fermenti buoni ed i fermenti cattivi, per ag-
giungervi poi i fermenti selezionati buoni, si porti la fab-
bricazione in un campo affatto nuovo e quindi irto di
difficoltà. Già però due allievi del Mazè si sono dati allo
sfruttamento del metodo e hanno fondata una latteria,
ove, pare, si fabbricano correntemente Camemberts e
Brie con latte pastorizzato e fermenti selezionati. Al-
l'opera poi degli scienziati nord-americani è dovuto il
metodo della maturazione dei formaggi nei frigoriferi :
metodo che colà è già entrato nella pratica comune. È in-
fatti dimostrato che i formaggi canadesi tipo Cheddar
matiu*ano regolarmente, sebbene più lentamente, tenuti a
zero gradi; ora a questa temperatura si evitano il gon-
fiore e tanti altri malanni che colpiscono nel cuore della
stagione calda i nostri formaggi, poiché colla conserva-
Caseificio - Enologia
2G8
■• *
invece in putrefazione. I mierorg'anismi della putrefa-
zione, in notevole quantità nel latte, vanno gradatamente
diminuendo nel formaggio perchè in ambiente acido non
possono svolgere la loro attività. Del resto, anche il pra-
tico può esperimentare questo fatto, impoverendo il coa-
gulo di zucchero di latte in modo da ottenere una specie
di formaggio costituito solo da grasso e caseina; esso
non tarda ad entrare in putrefazione, specie se la tem-
peratura si aggira fra i 25-80*' C. Ciò vale ad illuminare
intorno agli agenti del tanto lamentato guaio del gon-
fiore, perchè nel mentre appaiono nella pasta i caratteri
della putrefazione, viene questa anche invasa da vacuo-
sita dovute a germi produttori di gas i quali in pratica
per fortuna agiscono assai raramente, essendo ostacolati
dai fermenti lattici che, rendendo acida la pasta, vi creano
un ambiente ostile al loro sviluppo.
Del fatto adunque che la fermentazione lattica costi-
tuisce un'ottima arme contro i fermenti gasogeni dovrebbe
saper trar profitto il casaro, assecondando i fermenti lat-
tici nelle loro esigenze di vita. Così si opera nella con-
fezione della pasta filata per fabbricare il cacio cavallo
ed i provoloni. Il casaro napoletano li prepara sempre
in tini vecchi, in cui abbondano i fermenti acidi, poi fatta
la pasta, cerca d'assecondare al massimo le fermentazioni
acide, mantenendo quella sotto siero caldo. I fermenti lat-
tici che all'inizio si sviluppano spesso a fianco dei gaso-
geni capaci di occhiare nella prima ora la pasta, pren-
dono poi il sopravvento sopra tutti, ed impregnano la
caseina di tale dose di acidità che in essa non troverà
più facile vita la parte maggiore dei microorganismi pro-
duttori di gas.
Riconosciuta alla fermentazione lattica così capitale
importanza nella fabbricazione dei formaggi, segue logica
la conclusione che un' adeguata aggiunta di speciali fer-
menti lattici, dovrà dare sicuro vantaggio nella pratica.
Puri fermenti lattici sono infatti le culture che in Sviz-
zera e Francia si mettono in commercio per migliorare
la fabbricazione dei formaggi duri tipo Emmenthal e dei
formaggi molli tipo Camembert, e con ottimi risultati.
E. (J.
XVI. — Enologia,
Il dott. Eurico Pantanelli ha pubblicato uno studio
sulla vinificazione al bisolfito con fermento puro del Lam-
~* «1
•Y^'
^L
' .«r.
204 Agitiria
hriisco i^iaz, eperimenlali Agrarie Italiane, fase. VI- VII,
I. —
Holto qi
lenza dell':
il quadro,
* trasformi
delle epecii
(i. Boriniei
inauifcata :
ed opinion
Inii tomenti;
Flatumario
Notianii
fra 1' altro
tfinazioiie <
tutto una <
luzione nel
Venotid
ai uoalri k
scomparsa
ili epoca a
quale appu
numero di
zherodo, carnivoro le cui zanne erano tre
i di quelle della tigre, e molte altre specie
si trovano commiati ai residui umani nelle
intissima della contemporaneità dell'uomo
.itinti ci è offerta dai disegni e dalle »cu1-
'o, ili corno di reniin, e dalle pitture poli-
elle grotte, che gli animali stessi rappre-
e altre forme si estinguono successiva-
Ili giganti e senaa ali, gli epionii del Ma-
delia Nuova Zelanda, i terribili inoa le
I oggi ancora si celebrano nei canti popò*
li. Altro iicello scomparso, il aingolar»
isola Maurizio, che ne ospitava ancora
;idui nel secolo XVI; oggi non ve n' ha
zione fu dovuta per la maggior parte
^ani nt-ir isola. L'uiv) od auroch, il gran
in tutta [■ Europa centrale 6no al Medio
< quasi pili, essendo appena rappresentato
! nel Caucasi ed in certe foreste della
mt*desimi assistiamo ad una rapida dimì-
dei rappre.seu tanti dì molte forme animali.
Pica, il leone, V ele/'anle, il cantoro, e di
il tasso xel'milco e le gigantesche sequoie
ipi bastano ad attestare ohe non ò raro
I specie ; ma, — si doinaiuia !' A., —
assistere alla fiirmazioiio d' una specie
iiiimette l'A. sulla base delle uotc espo-
— che la ^oncniziono spoutanea non
pnre che, — come dimostra la paleon-
. esseri viventi nelle antiche epoche
'ersi dagli esseri attualmente viventi,
dell'ammettere che ffli organismi si
discendendo gXì uni dagli altri. Ma
le del trasformismo è in qualche modo
per assurdo : i < naturalisti attuali sono
(ed in altro punto: « si può dire che
> pochi naturalisti che non siano più
i »: avviso a (jnclli, naturalisti o no,
naturalisti, che vanno predicando la
lenza essere detìnitivamcntc' tramon-
■cli(' non possono immaginare altro
Trasformazione e formazione di specie
267
/
modo di spiegare la successione delle faune e delle flore
diverse, che hanno occupato di volta in volta la super-
ficie del nostro pianeta; perchè non possono concepire
altrimenti resistenza dei legami multipli, delle transi-
zioni numerose, che si stabiliscono fra tutte le forme
animali o vegetali ». Ma « lo spirito non sarà soddisfatto,
se non quando si saranno trovate le cause e si sarà spie-
gato il meccanismo di queste trasformazioni; se non
quando sarà stato possibile provare sperimentalmente
come i discendenti di esseri simili pervengano a differire
gli uni dagli altri in guisa da costituire delle specie di-
stinte, i cui caratteri ereditari si mantengano per un
lungo periodo ». Onde si è ripetuto incessantemente ai
trasformisti che, mentre si vede come e perchè una specie
sparisce, non si vede come e perchè sorga. Ed è noto
r appello di qualche avversario del trasformismo: « fateci
assistere alla creazione d' una specie e noi saremo piena-
mente convinti ».
Ora negli ultimi tempi si è potuto rispondere a queste
domande non più con « ipotesi fondate su ingegnose
osservazioni », come quelle di Lamarck o di Darwin, ma
con vere e proprie esperienze che ci fecero assistere alla
« trasformazione di una specie in un' altra » ed alla
« creazione di specie nuove ». Comunque compiuto e da
chiunque e sotto la luce di (jualsivoglia ipotesi, queste
esperienze costituiscono « un insieme di fatti dimostra-
tivi », che r A. vuol riuniti sotto il titolo di trasformismo
sperimentale.
Siffatte ricerche presentano nel campo zoologico dilìicoltà
di gran lunga maggiori che nel campo botanico. Per esempio^
è più malagevole allevarejgli animali di quello che i vegetali
in un ambiente determinato, essendo più facile per le piante
che non per gli animali stabilire e controllare le condizioni
di vita e seguirne gli eftetti suir organismo. « Cosi si spiega
perchè le ricerche di biologia vegetale intorno a questa que-
stione sono più numerose delle ricerche zoologiche ». Ad ogni
modo non mancano interessanti esperienze condotte su specie
animali.
Gli animali più elevati per organizzazione costituiscono gli
oggetti di studio più diiHcili, onde si hanno pochi r sultati
positivi concernenti i mammiferi e gli uccelli. Pei primi, T A.
ricorda alcune esperienze atte a dimostrare che il freddo svi-
luppa il pelame nelle capre, nei gatti e in diversi altri ani-
mali tenuti in frigoriferi. Per gli uccelli esperienze più impor-
tanti sono state fatte con certe specie di gabbiani. L^ inglese
268 Storia naturale
Huuter è riuscito a nutrire per tutto un anno un Larus tri-
dactylus esclusivamente di semi, mentre gli animali di questa
specie vivono esclusivamente di pesci: il cambiamento del re-
gime alimentare ha prodotto la modificazione anatomica del
gozzo, che ha acquistato alcuni dei caratteri distintivi del
gozzo dei granivori. Ma esperienze ancora più dimostrative
furono fatte sugli ùhsetfi: fra le quali notevoli quelle di Standfuss
e Weismann, in parte da noi già riassunte in precedenti
Annuari. Cosi, raffreddando le crisalidi della Vantsita prorsa,
per farle sfarfallare ad una temperatura media, si ottiene la
V.levana; reciprocamente, facendo schiudere crisalidi di questa
specie ad una temperatura elevata, si ottengono farfalle iden-
tiche agli esemplari di V, prorsa.
Altri esperimenti sono stati fatti con i crostacei^ i molluschi
ed altri animali inferiori acquatici, tentando di modificare
la loro forma col farli passare dall'acqua salata del mare nelle
acque salmastre, poi nelle acque dolci e viceversa. Impressio-
nanti a tal proposito le esperienze di Schmankewitsch, che
sono state condotte su tre crostacei fillopodi; Branchipus
staffilai is, delle acque dolci, — Artemia salina, delle acque
salmastre, — A, Milhauseni^ del mare. Partendo dalla specie
delle acque salmastre, Schmankewitsch, mediante allevamento
in acque sempre meno salate, ha potuto assistere alla trasfor-
mazione graduale dei diversi organi, finché, dopo poche gene-
razioni, VA, salina si cangiava completamente nel B. stagn<ilis,
che vive nelle acque dolci. In quella vece, elevando a poco a
poco la salsedine dell'acqua, ò riuscito a trasformare la stessa
specie delle acque salmastre nelP A. Milhauseni, che vive nel
mare. E giova notare che questi cambiamenti investono, non
solo la forma dell' animale in tutte le sue parti, testa, antenne,
zampe, branchie, segmento caudale, ma anche la struttura
interna. Locard, Whitfield. Baudon hanno osservato trasfor-
mazioni consimili in molluschi, per effetto di cambiamenti
nella pressione, nell'agitazione, nelPest4^»nsione dell'ambiente,
in cui vivono.
Vanno infine ricordati gli sperimenti relativi alle trasfor-
mazioni degli animali sotto l' iniiuenza della ?;/7« /ie//'o«c?<re7à
o nella luce. Sono noti, ad esempio^ i lavori in proposito del
Viré, da noi già riassunti nelJ' Annuario. Prima ancora del
naturalista francese, l'americano Packard constatava i cam-
biamenti avvenuti in animali c^verniroli allevati alla luce;
cosi certi protei, scolorati nel loro ambiente naturale oscuro,
acquistano il pigmento in acquario alla lue; certi crostacei
del genere (lammarus, privi degli occhi nellecaverne, lorodimora
abituale, li riacquistano a poco a j>oco, se tenuti alla luce.
Come si è accennato, nel mondo delle piante la messe di
questo « trasformismo sperimentale » è ben più copiosa e signi-
ficante, e r A. ne offre un vasto (juadro, ricordando molte espe-
rienze, che noi stessi abbiamo riassunto man mano in prece-
denti volumi dell' Annuario.
Trasfonnazimie e formazione di specie 2(59
Alcune di esse sono già abbastanza vecchie: per es. quell'i
del russo Lewakoffski, un precursore di circa trentanni fa,
il quale, costringendo un tralcio di rovo a restare immerso
neir acqua, metteva in evidenza le modificazioni ii struttura.
che si producono in piante aeree messe a vegetare nell' ani
biente acquatico. Un naturalista irlandese, di pochi anni più
recente, Rauwenhoff rivelava i profondi cambiamenti nella
t'orma e nella struttura delle piante determinati dallo sviluppo
air oscuro.
Un bel contributo a questo genere di studi ha recato il
francese Costantin, che ha indagato la trasformazione dello
piante sotto l' influenza di diversi fattori, come 1' aci^ua e la
luce. Tutta una serie di ricerche di questo naturalista versa
suir anatomia sperimentale delle piante acquatiche. Modificando
r ambiente, da aereo ad acquatico, egli ha provocato mod idea-
zioni di forma e d' organizzazione, non solo nelle foglie, iii:i
anche nei fusti e nelle radici; e queste metamorfosi dei tessuti
sono a volte cosi complete che tra i fusti sommersi di due piante
differenti e' è molto maggior somiglianza di quello che tra iJ
fusto sommerso ed il fusto aereo della stessa pianta. Infatti
non soltanto la forma esterna della pianta o dei suoi organi
diviene diversissima, quando si faccia crescere il vegetale nel-
r acqua, invece di lasciarlo svilupparsi neiraria; ma anclit-
la natura dei tessuti e fin V elemento organico più microscopito
acquistano caratteri nuovi Cosi nelle foglie cresciute sot
t' acqua si osserva la scomparsa degli stomi, tanto numerosi
nelle foglie cresciute in seno all' aria; lacune aeree si formano
nelle piante terragnole tenute sommerse, mentre scompaiono
nelle piante acquatiche esposte all' aria libera: ad es. nel-
r Ifottonia paluatris. Si realizzano anche fatti curiosi: per es.
una foglia di Ranunculus aquatiliSy cresciuta col lembo metà
fuori e metà defitro V acqua, presenta la metà emersa lami-
nare, larga, dentata, e la metà sommersa divisa in sottili frastagJ i.
Lo stesso Costantin, facendo vegetare fusti ordinari, aerei, in
larghi tubi pieni, di terra e ricoprendoli sempre di terra al
disopra dell' apice, è riuscito a convertirli in organi aventi
tutti i caratteri dei rizomi.
Lothelier, allevando piante in aria umida, ha potuto dinio
strare che V umidità atmosferica riduce o sopprime la forni;i
zione delle spine e degli aculei: cosi il crespino diventa nn
arbusto con le foglie tutte normalmente sviluppate, cioè senza
foglie convertite in spine; i cardi diventano quasi inermi, ec<
Viceversa lo stesso autore ha provo<*.ato la formazione o Far
centuazione delle spine in piante allevate nell' aria mantenuta
secca dall' acido solforico.
Lesage ha impreso lo studio comparato dei vegetali lit »
ranei. crescenti in suolo salino, e dei loro analoghi continen
tali; inoltre con appropriate esperienze di culture, è riusci t
a far crescere piante continentali in terreni sempre più rìc( !i
di sale, giungendo fino a dar loro tutti i caratteri delle piani
o
270 Stona naturale
marine. Notevole, ad es., la riduzione^^della clorofilla in granuli
meno verdi, più piccoli e meno numerosi. E qui ricordiamo le
belle ricerche del Diels, che abbiamo estesamente riassunte a
suo tempo neW Annuario^ sulle piante dei terreni salini. Mol-
liard, i cui studi sono pur noti ai nostri lettori, ha messo in
evidenza 1* azione dei parassiti sulla forma e sulla struttura
delle piante, e quella particolarmente delle soluzioni organiche.
Egli è riuscito a far sviluppare completamente una fanero-
gama, dal seme al frutto, alimentandola con glucosio o sacca-
rosio ; e, ad es., il ravanello, allevato cosi, in ambiente precluso
alle comunicazioni coir aria, perde la facoltà della tuberizza-
zione della radice.
Altri autori ed altri lavori cita il Bonnier: Gain, che ha
indagato l' influenza del suolo umido o secco sull' epoca della
fioritura; Lloyd e Griffon, Fazione del sale su IP organizzazione
e sulla vita delle piante; Jaccard, T influenza delle variazioni
della pressione dell'aria; Dufour, Fazione della luce sulla
struttura delle foglie, Curtel sui fiori, Maige sui caratteri dei
fusti striscianti o rampicanti, ecc.
Naturalmente non manca T A. di citare V opera propria,
che in questo dominio del trasformismo vegetale è stata, —
com* è ben noto anche ai nostri lettori, — assai considerevole
Cosi egli ricorda le proprie curiose esperienze sulla sensitiva,
che, fatta sviluppare sott' acqua, perde a poco a poco la sua
facoltà caratteristica; onde non è dubbio che di generazione
in generazione si finirebbe con V ottenere sensitive sommerse
di forma e struttura affatto modificate, in guisa da esservi
assolutamente aboliti i noti movimenti di reazione, insomma
delle « sensitive in.sensibili ». In un capitolo speciale del libro
sono esposte estesamente le note esperienze dell' A. intorno
air influenza del clima alpino o di pianura, del clima setten-
trionale o meridionale sulla conformazione e sull' anatomia
delle piante: dall' insieme delle quali esperienze risulta che,
cambiando di clima ai vegetali od anche realizzando intorno ad
essi artificialmente le principali condizioni di un clima dato,
si può modificare la loro forma ed anche la loro struttura
più intima, in guisa da far loro acquistare tutti i caratteri
delle specie consimili che crescono naturalmente in quei dati
climi o regioni.
' Tutto il vasto ed intenso lavorìo, che negli ultimi
tempi si è andato accentuando nel campo del trasfor-
mismo sperimentalo, ha servito segnatamente a dimo-
strare fuor d' ogni dubbio la variabilità delle specie^
facendo vedere, come osserva V A., che i cosidetti « carat-
teri specifici > non sono punto così fìssi da essere immu-
tabili; e di questa variabilità si sono svelati alcuni fat-
tori, come le condizioni dell' ambiente. Ma ad una vera
Trasformazione e formazione di specie 271
creazione di specie nuove ci ha fatto assistere il De Vries
con le sue ormai celebri mutazioni: e dolT opera del
botanico olandese il Bonnier tratta estesamente, metten-
done in degna luce la grande importanza. Di quest' opera
avendo noi stessi parlato diffusamente e ripetutamente
neir Annuario^ qui ci basti richiamare che la mutazione
è una variazione brusca della specie, per cui essa si
fraziona, a cosi dire, improvvisamente, senza graduali
passaggi e modificazioni, in più o meno numerose specie
nuove; esempio tipico V Oenothera lamarckiana^ da cui
il De Vries ha veduto sorgere bruscamente V (). rubri-
nervis^ V O. nanella^ed altre forme, che da molti anni si
mantengono immutate, trasmettendo ereditariamente, per
seme, i loro caratteri. Un rilievo del Bonnier in proposito
merita d'essere accennato: a suo parere, le nuove specie
così ottenuto dal De Vries non sono vere « specie lin-
neane », ma piuttosto € piccole sj>ecie » o « specie ele-
mentari », dette anche «^specie jordaniane », dal nome
del Jordan, il famoso frazionatore delle entità stabilite da
Linneo. Questi, per es., nel solo ciclo della Draba verna^
aveva riconosciuto oltre 200 specie, distinte da caratteri
in apparenza insignificanti, come i peli bifidi o trifidi, i
petali più o meno stretti, i frutti più o meno lunghi in
confronto dei pedicelli, ecc.
Come rientrante nella medesima sfera di ricerche, il Bonnier
non manca d'illustrare l'opera del Nilsson, che, lavorando
per un obbiettivo di grande importanza pratica, ha ottenuto
per mutazione alcune varietà di cereali, particolarmente van-
taggiose per r agricoltura. Ma anche di questo noi abbiamo
già parlato, onde rimandiamo il lettore air Annuario pel 1906
Infine il Bonnier non dimentica di accennare alle ricerche,
coronate da si splendidi successi, del suo compatriota, il Bla-
ringhem. È cosa affatto recente e, per la sua importanza,
merita che ne diamo anche noi un riassunto. Il Blaringhem
ci fa assistere alla comparsa di specie nuove, che egli pro-
duce mediante il traumatùnno: le sue esperienze infatti con-
sistono neir infliggere alle piante torsioni, contusioni, tagli,
insomma « traumi » in un certo momento del loro sviluppo,
producendo cosi « anomalie suscettibili di dar origine a specie
nuove ». Una delle piante sottoposte a siffatte esperienze è il
granturco. Blaringhem, sia tagliandone i fusti per traverso o
per lungo, sia attorcendoli su se stessi, ha prodotto delle forme
anomale di granturco, per es. individui con spiche ramificate,
aventi ad un tempo fiori maschili e fiori femminili. Racco-
gliendo i semi di queste anomalie o mostruosità e seguendo
le generazioni successive che ne sono scaturite, V autore ha
272 Storia ìiatuvale
veduto comparire un gran numero di forme nuove: fra le
([uali tre, che pei loro caratteri distintivi spiccati e per la loro
ereditarietà sono da considerare come tre specie nuove, — e
sia pure « specie elementari ». Due di queste specie poi, — cosi
« create » per mezzo del traumatismo dui Blaringhem, — sono
interessantissime dal punto di vista pratico, ^iaccliè hanno
chicchi farinosi e possono maturare nei dintorni di Parigi,
nel Nord della Francia e fin nel Sud della Svezia, vale a dire
in regioni dove tìnora non si poteva coltivare il granturco
altro che per foraggio.
Ma, dopo av^er tracciato il vasto quadro delle ricerche
sperimentali in ordine al problema della trasformazione
delle specie, quali conclusioni no trrffe il Bonnier, quali
qoncetti mostra egli di possedere suir arg'omento di capi-
tale importanza per la biolog'ia moderna ?
Prima di tutto V A. considera come assodate e poste
fuori d' oi^ni dubbio la trasformabilità delle specie e la
creazione di specie nuove: queste non sono più ipotesi,
ma sono fatti d' osservazione e fatti d' esperienza. Ma
quali sono le cause ed i processi delle variazioni delle
specie ? come e perchè si producono le modificazioni negli
organismi, tanto profonde da potere essere ereditarie e
da cambiare quindi una specie in un' altra o in più
altre ?
L^ A. delinea le tre correnti principali, secondo le quali
si è tentato di ris^pondere a queste domande. La prima è il
lamarckismo^ che attribuisce alle coudizioni esterne dell'am-
biente tutti i cambiamenti che si producono negli organismi;
in altre parole, un essere si modifica esclusivamente per adat-
tamento, ed un adattamento prolungato può fargli acquistare
caratteri ereditari. Un'altra scuola, il iiaegelismo^ ammette
invece che T adattamento non rappresenti alcuna parte nella
produzione delle specie nuove; tutti i mutamenti delle specie
sono dovuti alla tendenza a variare insita negli organismi, si
producono nella formazione stessa dell'uovo, e l'ambiente non
ci ha nulla a che vedere. La terza corrente è il darwinismo^
che ammette la variazione lenta, graduale, continua e la sele-
zione con la sopravvivenza del più adatto; l'accumulazione
delle variazioni, il perfezionarsi degli adattamenti determi-
nano di generazione in generazione il differenziarsi delle forme,
e quindi la formazione delle nuove specie. Nel darwinismo
c'è in fondo anche il lamarckismo, ma c'è di più la selezione
naturale. Altre ipotesi, che collegano le variazioni, per es.,
con l' influenza del parassitismo o gli effetti del traumatismo,
si possono far rientrare nel lamarckismo.
Li.
17*^
Ti^sfonnazìone e formazione dì specie 27B
L' A. mostra di propendere verso una larga compren-
sione eclettica, conciliante, nei riguardi di queste e di
altro ipotesi immaginate per spiegare la trasformazione
delle s[)ecie, — non dissimile in (juesto dallo zoologo
Oiard, di cui già altra volta abbiamo qui fissato le
vedute non ristrette nei limiti d' una scuola. Riconosce,
è vero, che la selezione naturale è insufficiente a spie-
gare l'origine delle specie, ma non le nega ogni effi-
cacia, come fanno oggi molti; è partigiano del lamar-
ckismo, nel senso del ritenere che nella influenza deir am-
biente stia il determinismo di gran parte delle variazioni,
ma non pare ricusi assolutamente la causa interna della
tendenza a variare insita negli organismi.
Quanto alla teoria delie mutazioni^ Y A. ne riconosce
la straordinaria importanza, ma non crede possa bastare
da sola a spiegare V origine delle specie. Egli intanto,
pure in questo a somiglianza del (liard, non manca di
tentare di conciliare la variazione brusca con V evo-
luzione o variazione lenta e continua: il che del resto
non ò neppure lontano affatto dal pensiero dello stesso
De Vries.
Secondo l'autore della teoria, infatti, nella mutazione si
rendono manifesti caratteri che esistevano già allo stato
latente negli organismi. Ora si può ammettere che i ca-
ratteri latenti si formino a poco a poco, per un vero
processo di evoluzione, sia sotto l' impulso della tendenza
innata a variare, sia anche per influenza delle circostanze
d' ambiente, acqua, cibo, condizioni climatiche, luce, ecc.
La comparsa brusca, improvvisa dei caratteri latenti, il
loro estrinsecarsi, avrebbe luogo quando i caratteri stessi
hanno raggiunta una certa intensità: ed allora si realiz-
zerebbe la mutazione. Così la mutazione non escluderebbe
r evoluzione propriamente detta: Giard ha paragonato
tutto ciò al prodursi improvviso d' una reazione chimica
in una soluzione, nella quale si è aggiunto il reagente a
goccia a goccia, fino air ultima che ha dato il tracollo ;
Bonnier lo paragona ad una bilancia, sulla quale da una
parte sono dei pesi, e dall' altra si mette della sabbia,
aggiungendola ed accumulandola granello su granello
fino air ultimo, che rompe bruscamente V equilibrio.
Del resto, la comparsa brusca, la estrinsecazione im-
provvisa di caratteri latenti, ormai, per così dire, maturi,
potrebbe avvenire sotto l' influenza di cambiamenti nel-
274 Storia naturale
r ambiente: in tal caso T adattamento si riconnetterebbe
anche per questa via con la mutazione.
E la selezione stessa infine potrebbe ancora interve-
nire per la conservazione od eliminazione dei caratteri
nuovi, quindi delle nuove specie, formatesi per mutazione,
in ordine alla loro maggiore o minore corrispondenza
d' adattamento con l' ambiente. Per lo meno la selezione
farebbe sparire le forme meno adatte.
Abbandonando ora il libro del Bonnier, dopo averne
spremuto il « succo trasformista », e se non proprio
« darwinista », certo sempre « evoluzionista », crediamo
utile dare qui alcuni cenni intorno Y opera singolare di
un altro ormai famoso « creatore di specie », T americano
L. Burbank: sul quale riferisce G. Cuboni in una confe-
renza, tenuta a Koma, col titolo: Le nuove forme di
piante ottenute da L. Burbank {Conferenze e Prolusioni^
nuova rivista che si pubblica a Roma dalla Soc. Editrice
Laziale ).
€ Da qualche anno i giornali e le riviste di coltura gene-
rale e speciale del mondo intero narrano, con parole della più
entusiastica ammirazione, — cosi il Cuboni, — i prodigi che
Lutero Burbank, nei suoi grandiosi vivai della California, ha
saputo compiere, ottenendo, anzi ( come dicono i suoi ammi-
ratori) creando nuove forme stupefacenti di piante adatte
alla coltura nei giardini, negli orti, nei campi ».
Il fatto è che si tratta davvero d' un' opera meravigliosa,
— non nel senso di quei miracoli che succedono soltanto in
America. Infatti V opera del Burbank ci è ormai nota, — e noi
possiamo giudicarla, — in tutta la sua singolarità e in tutta
la sua importanza, « non solo per le notizie dateci dai perio-
dici e dai libri americani, ma ]>er una dotta relazione che ne
ha pubblicato il più illustre dei botanici viventi, Ugo De
Vries, V illustre professore di anatomia e tisiologia vegetale
dell'università di Amsterdam ».
La citata relazione del De Vries è il risultato di una
visita, che egli ha fatto ai vivai del Burbank in California;
e ne emerge che il Burbank, se non è il mago, « il tauma-
turgo del mondo vegetale », come taluno lo ha proclamato, è
pero certamente « il più grande e il più esperto coltivatore
vivente ». Il quale si può dire che ha ottenuto prodigi, appli-
cando « metodi molto semplici e punto nuovi », quali la ibri-
dazione e la selezione, ma € con tale intensità e vastità di
lavoro, con tale genialità di osservazioni, che veramente ha
superato di gran lunga tutto ciò che era stato fatto finora
in questo genere di ricerche ».
Il Cuboni ci dà anche uno schizzo biografico del Burbank,
che, nato da famiglia eletta, ma povera, in origine garzone di
Trasformazione e formazione dì specie 276
fattorìa, poi nettatore di pollai presso un allevatore di gal-
line, può acquistare uu piccolo terreno per impiantarvi un
giardino e un vivaio, e si eleva a poco a poco, tino ad essere
oggi possessore dei più grandiosi vivai del mondo, dove può
fare le sue esperienze sulla produzione di nuove piante in una
si larga scala, come non furono mai fatte da nessuno e in
nessun luogo. Si pensi che egli opera su piante di tutto il
mondo, facendole raccogliere fin nelle più lontane regioni, e
che le sue selezioni si operano, ad es., su 60, 60 e sin lOO mila
individui d' una stessa specie o varietà. Ogni anno sono cataste
immense d' individui scartati, — per es. di 20 metri di lar-
ghezza per 10 di altezza, — che vengono bruciate!
Nessun coltivatore ha mai esteso le sue ricerche sopra un
numero cosi grande di specie, come ha fatto il Burbank, e
nessuno ha mai ottenuto un numero cosi insperato di prodotti.
« Alberi fruttiferi, alberi ornamentali, piante di bosco, arbusti,
piante agrarie, piante industriali, piante da orto, piante da
giardino, tutto ha formato oggetto di osservazione, di studi,
di ricerche, di esperienze da parte di Burbank, in trent'anni
di lavoro assiduo nei suoi vivai di California. Ammontano a
2500 lo diverse specie di piante sopra le quali egli ha fatto
esperimenti per tentare di migliorare in un modo o nell'altro
la produzione ».
Cosi egli è riuscito ad ottenere alberi da frutto, special-
mente peschi, albicocchi, sasini, resistenti alle gelate prima-
verili tardive ed al caldo eccessivo, ai venti, alle pioggie, alle
prolungate siccità, oltre agli attacchi di crittogame ed insetti.
Ha ottenuto di più pregevolissime qualità di frutta, come la
prugna zìj^cherina, la pi^ugna pera, la prugna albicocca^
— risultato, quest' ultima, dell* incrocio del susino con V albi-
cocco. Altre novità singolari e preziose: un castagno che frut-
tifica già all'età di 18 mesi e può dar frutti due volte Tanno;
un noce di rapidissimo sviluppo, il cui frutto ha il mallo
dolce, privo di tannino; la patata zuccherina, resistente alla
peronospora e ad altri nemici, le patate aeree, il frutto squisito
di un ibrido fra la patata e il pomidoro. Nel dominio dei
fiori il Burbank si è preoccupato specialmente di conseguire
varietà più brillanti, a fioritura di più lunga durata, più facili
a coltivare e meno costose, ed ecco dei LUium tigrinum con
odor di viola mammola, bellissime rose, margherite, come la
candida Shasta Daisy, con le calatidi di 10 a 16 centimetri.
Infine il fico d' India senza spine sembra destinato a popo-
lare i terreni più aridi e i deserti, fornendo un cibo buono,
sostanzioso e quasi di nessun costo, alP uomo nel frutto, al
bestiame nei fusti carnosi.
Da questi cenni emerge che le ricerche e gli esperi-
menti del Burbank hanno essenzialmente un obbiettivo
pratico, in quanto egli si propone di ottenere piante che
21 G *Sf or ia^na turale
j
soddisfino ai bisogni, magari anche estetici, dell'uomo;
e questo fa sì che i processi medesimi messi in opera
dal Hurbank siano poco scientifici e conducano a risul-
tati di non troppo valore scientifico, a giudizio anche
del De Vries. Ad ogni modo questo si può ritenero che
r opera del Burbank serve a dimostrare l' importanza
delV ibridismo nella variazione delle piante^ notando che
in molti casi, come per gli ibridi fra rovi e lamponi, i
/ prodotti d* incrocio « si riproducono per seme, conservando
i loro caratteri costanti ». Di più abbiamo la dimostrazione
per mezzo di fatti sperimentali che T ibridismo, — come
anche V innesto, — ha esito felice pur fra specie note-
volmente lontano nel sistema botanico.
Del resto, V opera del Burbank fu variamente inter-
pretata dal punto di vista scientifico. Il De Vries giudica
che « lo cosiddette nuove specie ottenute per ibridismo
in realtà non sono che nuove combinazioni di caratteri
che già preesistevano noi genitori»; cosicché nessun ca-
rattere nuovo si sarebbe prodotto artificialmente nel campo
sperimentale del Burbank. Altri invece annunziano addi-
rittura che il grande coltivatore americano ha conseguito
sperimentalmente « la creazione di specie nuove », dimo-
strando la variabilità indefinita delle specie, T ereditarietà
dei caratteri acquisiti, la quasi onnipotenza della sele-
zione e della ibridazione.
Quanto al Cuboni, nei suoi commenti ali* opera del
Burbank, egli si mostra posseduto dalla sfiducia che ha
invaso parecchi naturalisti o no, e, mentre accetta sen-
z'altro il giudizio del De Vries sulle nuove piante del
Burbank, concludo malinconicamente che « dopo tanti
studi e tante ricerche noi dobbiamo confessare che il
problema della origine delle specie ci appare oggi più
diffìcile e più oscuro che mai ». Pare che anche la « mu-
tazione » non trovi grazia presso il Cuboni, il quale esce
pure in questa affermazione: « la teoria che ammetto una
evoluzione lenta, continua, graduale, che sale ininterrotta
dal microbo all' uomo, è accettata come un dogma asso-
luto dai profani della biologia^ ma non può essere più
sostenuta dal naturalista vero che basa le sue induzioni
sui fatti e non sulle idee preconcette ».
È probabile, — e certe frasi della sua conferenza ren-
dono legittima la supposizione, — che il Cuboni obbedisca
dal suo canto ad altre idee preconcette, le quali lo abbiano
reso sempre poco incline ad ammettere la teoria doirovo-
Trasformazione e formazione di specie 211
luzione per ragioni d' indole morale e filosofica; altrimenti
come non si accorgerebbe che questo suo giudizio è
oltremodo avventato, dal momento che numerosissimi sono
sempre i veri biologi e veri naturalisti^ che, come il Bon-
nier, mantengono fede, — e fede scientifica, — nell'evo-
luzionismo, ed ammettono concordi la trasformazione delle
specie, pur non essendo d'accordo sulla natura dei fat-
tori che ne sono la causa?
Non diversamente dal Bonnier, con fede non minore
neir evoluzione, parla, — per citare un altro esempio, —
C. C. Schneider, nella sua Introduzione alla teoria della
discendenza (Jena, Fischer). Il professore di zoologia al-
l' Università di Vienna, — al quale il Cuboni non vorrà
certo negare d'essere un « naturalista vero », — afferma
nel suo libro essere ormai fuori di dubbio che gli orga-
nismi siano derivati gli uni dagli altri e specialmente i
superiori dagli inferiori.
Di ciò adduce prom indirette e prove dirette. Le prime
sono: prove morfologiche^ desunte dal progresso evidente nel-
r organizzazione quale si manifesta nelle diverse serie degli
organismi ; prove paleontologiche, attestate dal progresso degli
esseri scomparsi, come sono distribuiti dal basso all'alto nella
crosta terrestre; prorm embriologiche^ cioè le note somiglianze
tra gli stadi embrionali di un dato organismo e le forme adulte di
organismi inferiori; prove geografiche^ cioè fornite dalla distribu-
zione degli organismi alla superficie del suolo Mavì sono ancora
le prove dirette^ che furono offerte negli ultimi tempi dal tra-
sformismo sperimentale, il quale, secondo PA., ci fa assistere
alla creazione di vere specie, almeno con le mutazioni del De
Vries.
Indipendentemente dalla circostanza che lo Schneider non
riconosce più nella selezione naturale un'efficacia nella forma-
zione delle specie, questo è il linguaggio di un vero evoluzio-
nista ortodosso: un linguaggio che secondo alcuni nessuno
oggi parlerebbe più, mentre T A. ritiene di poter affermare
che tutte queste prove concordanti costituiscono un insieme
tale da ottenere 1 assentimento della quasi totalità dei natu-
ralisti !
Solo che in conformità ai nuovi orizzonti lo Schneider, come
non crede più nel valore della selezione naturale, cosi crede
che le variazioni brusclje costituiscano Punica fonte delle formo
nuove. Ma, mentre opina che V ipotosi di un impulso interno
a variare in determinate direzioni non costituisca una spiega-
zione, ritiene si debba ammettere che anche le mutazioni ab-
biano da avere in ultimo analisi la loro origine in stimoli del
mondo esterno, cioè in influenze dell' ambienta.
278 Storia naturale
Neir orbita della teoria dell' evoluzione rientra pure un
saggio di T. Vignoli intorno a De Vries, Specie e vaHetà
e loro genesi per mutazione (R, Istituto Lombardo di
Scienze e Lettere),
L^A. ammette « la veracità del trasformismo, quale metodo
in natura », riconoscendo che « la scienza moderna, certamente
non quale legge matematicamente assoluta, V accetta come
ipotesi inevitabile »; ma, se ritiene essere un fatto certo che
le specie siensi mutate o trasformate, poiché tutta la paleon-
tologìa V afferma », non si nasconde che « quello che è per ora
ignoto è la causa di questi mutamenti ». Crede del pari che
si debba ormai abbandonare P ipotesi delle lente, insensibili
variazioni, come la formulava il Darwin, e fa adesione invece
alla teoria delle mutazioni o variazioni brusche, come è stata
immaginata dal De Vries, quale risultato di investigazioni
< eseguite con metodo rigorosamente scientifico, avvalorate da
esperimenti e schive di audacie trascendenti e di voli spe-
culativi ». Delle mutazioni però riconosce la preparazione lenta.
Un autore, — e valentissimo e celebrato^— che conserva
sempre i vecchi entusiasmi per la scienza, alle cui con-
q|uiste anche nel campo filosofico non crede siano da porre
limiti, è G. Ciamician, che nei suoi Problemi di chimica
organica (Rivista di Scienza)^ dopo avere esposto in un
quadro luminoso i trionfi della sintesi, così conclude:
« Senza impiego di mezzi energici, col solo aiuto di blandi
enzimi biologici noi siamo ormai in grado di ripetere in vitro
varie sintesi seguendo fedelmente la natura. Inizio assai pro-
mettente che ci incita a proseguire per questa via II compito
deir avvenire sarebbe di riprodurre con simili mezzi tutte le
diverse sostanze del regno biologico e particolarmente del vege-
tale. Noi potremmo allora accostarci di più alle manifestazioni
della vita vegetativa e comprenderle nella loro essenza. Se ciò
possa un giorno riuscire anche per quella sensitiva non si
può ora decidere. Una volta si scorgeva qui una barriera in-
sormontabile al potere umano, ma chi saprebbe porre un limite
ai voli della ricerca scientifica? Come la natura, la scienza è
senza fine né confine ».
A proposito della teoria delle mutazioni^ non possiamo
esimerci dall' additare un brillante e acuto scritto del-
l'economista A. Loria, La botanica rivoluzionaria (Nuova
Antologìa)^ ohe dell'idea del De Vries fa una molto atten-
dibile applicazione alla sociolog-ia.
« Le mutazioni di De Vries trovano il più preciso riscon-
tro nell'orbita dei rapporti sociali, dacché in questo, esatta-
tamente come nel campo biologico, V evoluzione si compie per
\u i| ■muMji.i i I \ ■ -^-,.^^_ „
La rigenerazione nella natura 279
bruschi trapassi, lentamente e silenziosamente preparati da
una vicenda di latenti trasformazioni ». Quindi nella socio-
logia, come nella biologia, la mutazione o trasformazione bru-
sca si associa air evoluzione o trasformazione lenta e graduale:
per evoluzione si formano a poco a poco i nuovi caratteri
allo stato latente, per mutazione essi si estrinsecano a un
dato momento, improvvisamente. E come nella natura vi sono
specie in un certo tempo immutabili e periodi d* immutabilità,
mentre successivamente la specie si cambia per mutazione e
seguono periodi di variazione, cosi « l'evoluzione sociale, che
non si esaurisce in una graduale e mansueta ascensione a
forme sempre più raffinate e complesse, consta di una serie
di assetti, apparentemente immutabili durante un lungo pe-
riodo, i quali ad un certo punto iniziano una brusca discesa
coronata da una radicale rivoluzione, onde emergerà, attraverso
un lavorio tormentoso, una forma di convivenza sociale più
squisita e superiore ».
Così la biologia, — per opera di un botanico, — « ap-
porta, senza volerlo, il più formidabile contributo alla
tìlosofia sovvertitrice », sempre però nel senso delle rivo-
luzioni o mutazioni sociali precedute dalla lunga e lenta
preparazione dell* evoluzione.
IL — La rigenerazione nei tre regni della natura.
Questo argomento sempre interessante, — che tanto
più lo diviene quando se ne allarghi il campo fino a com-
prendervi il mondo minerale, — fu trattato con sintesi felice
dal Przibram, che ne fece oggetto di comunicazioni al
Congresso dei Naturalisti e Medici tedeschi a Stuttgart e
ne riferì ampiamente sulla Naturivissensehaftliche Rund-
schau.
Gli esempi di una rigenerazione delle parti distrutte
non sono rari pur nel regno minerale, che sotto questo
punto di vista offre una marcata analogia col mondo or-
granico. Così un cristallo d'allume, se venga mutilato d'un
vertice e poi immerso in soluzione della stessa sostanza
o d' altro allume, riacquista la parte perduta ; e, se la
soluzione è di un allume colorato, per es. quello di cromo,
il vertice rigenerato spicca per la sua tinta sulla massa
incolora del cristallo sottoposto ad esperienza.
Il campo classico della rigenerazione è naturalmente
il mondo organico.
\
\
\
ì^*> X%> 'ì i mitu r ìU
P. . r*rl so-O' :or>e i rA>i i: un* vera rigenerazione nel
T^irn-^ r^^r^Tile. >e': .*rae i primi >f;ii ciro« Fattività ripara-
:r.,** ir /: Tir*- -"j^ ::.•'> niìtiAto >;auo stati fatti proprio sulle
; -ki.T-» 11^.. r v-r-r m •- i-?^:*^ :* ps * dA\e volte si tratta di feno-
r--*-.- i:r^r^i dir,* ri^^i^trrA.-i.-i.e propriamente detta, come sa-
•vr ier>^ i vA-ì ^<. rr^'.ven:;. n»*! •{.: »ìi Tablazione parziale o
T TA> i' 'M. ^r^^Ar.r i i^r r.^n Irato la produzione d' un certo
:. ..ii^ro i* rcAiv. d-v^-r^i Nrl'.' àii.^'ito invece della vera rige-
li*^4^:"rL1^ r.r-„ir*t:," ^..^taato q.ieì casi, — e non sono punto
t'-^f ::■*!. ti. — V. r* ì :: ^-.t- ri:*uno la loro estremità o di fo-
^ .r :r-e ^: r.. :-r..f .rijLi^o». rippxi l'^snio la metà perduta delle
r :jì- r-r : : . rA<:c^ pi", vario ed anche più singolare alla
r cr:i^rAj*.;i:- t» vt^ertc vÌa: r^^iào anitnale. Nel quale, se si
■ r- :--»r.' : j^r-ii vi » ^'-l>*a:i ^ui gradini diversi della scala
r «• .x. -* ^ :v.r^'.v> >.;: ra:-.; iivcr^i dell'albero genealogico
"f- T^C-" ' A^:r. A>, >: >.:.^i^rv * iec-re che « la facoltà rigene-
ra" * i ~ ' . ^ «^ ." :. r vlev.*r<i dei tipo d'organizzazione ».
T: i:,- :; .^ :»::o ^■^i.rrAe. ia o ;i con<epie che questa facoltà è
;* ^Tt-^^* - ■ A^i uec-: ari": ili ]K>^ti aììo stesso livello, men-
::v t i,\r-^* r. -;,;e 1: :■:--•: a -li verso livello zoologico.
I A. >:.\. !:<>» se; ^:.*ì: di ri £rr ne razione nel regno ani-
"".> v, * i**-:'ry ìac'ì ^'a *tii p:'ù bassi.
Ne- : r •: <. a li !a r:; ArArix>ne è completa a partire da una
•^ I w ' f ..-* r -itrATr * <i va dai protozoi ai celenterati e
^ ■ " A ^ T* .'. .le ■■ i. a*,t'.;ì:. tunicati Ma t;ià molluschi, cro-
^*A-^_ **--"', u:vi-i. o':rv*iio un pv»tere di rigenerazione molto
■ .xvv : <-\^ i , V ; or>r-»r.: -i riprod'i-ono. come coda, zampe,
*:t -r ;*i \*:ri or^Au; <'n<ori, u^.eiitre per es. l'ablazione
* ;v's,A ;^-tA v*»^!* <i^ ÌA i:i.^r:e dell'animale. Più in alto
-*- :^ \ •. M \ '; * I;'ert.»lo e o.^vvoiriili, l'he sono appena in
^ .1^ ; r y.vl ir,v ìa OvVÌa fx^rduia, mentre non rifanno più
e jv* -iv l. a't-v.^.ì iTTAviv^ dì ri^enerAzione iiitiue è posseduto
:* ^ '- .: *'^"\^*'t < .i^»r;v>ri. nei «juaH la riijenerAzione consiste
..v:v* A *u-''a v*>v\i:ri 'iA.-i.>U'\ drlle ferite, cioè di le*<ioni più o
:. cr.,> l'x^ù^nlo vìi tessuti. F. il oaso deffli uccelli e dei mani-
"•*--r;: .' v^ u.u 'v.ar.oAno pt*r\> dì presontare qualche eccezione,
0 ^r..e '.a r^prv^l^.'unie vh r.ieta del becco in un'anitra, della
v*v\;a Ili un r\^lì:*^re, ecc.
A vv^iitVtro ^ìeTte K\;;;i da lui stabilite, TA. adduce non po-
V** 1 tA!:i n.iovì lu matf^rìa dì rigenerazione, facendo vedere
^x^"-.e .ut<tA <ì \»vin*"hi in non pochi tipi tinora ritenuti refrat-
t.vru Kuoricreiì; ^ al es. qualcne sanguisuga che rigenera la
te<:A e '.A e^r e*ivta po-^teriore: molluschi dei generi Planorbis,
.**: f. ..'/*' I, r,"ȓ,, oho riproducono un tentacolo col rispet-
t.\v^ vvo'.'v^ |M<to .Uhi ha<e od all'apice del tentacolo, ecc.
N' '. ror<o d'ile <iie e>|>erìenze T A. ha potuto anche dimo
^trai\ v'hr* I^ i^jiM^ltà riparatrice si attenua con 1* età ed è
u\trv. tuìoito cv>nues>a coi proces^i dell' accrescimento: co$i
j;.'m'-oiti ci i cro'-tAcoi, che hanno cessato di crescere, non
Lea partenogenesi sperimentale 281
ouo pili in grado di riprodurre le parti perdute; cosi le fo-
;lie, che crescono normalmente per la punta, come nelle felci,
tossono riacquistare l'apice reciso, mentre non lo possono
quelle, in cui V accrescimento è basale.
Li'A. ha indagato infine alcuni fenomeni particolari di com-
pensazione, come il caso del gambero nel quale V ablazione
r una pinzetta provoca lo sviluppo smisurato dell' altra, che
normalmente è più piccola d«lla prima. Esempi analoghi sono
offerti dal regno vegetale: cosi certi rappresentanti della fa-
miglia delle gesneriacee, dopo l'ablazione del più grosso dei
:*,otiledoni del seme, presentano il più piccolo straordinaria-
mente sviluppato.
L' insieme delle sue ricerche conduce FA. a formulare
queste conclusioni : « la facoltà della rigenerazione è una
proprietà primaria e generale, che si manifesta nei tre
regni della natura, la quale non cessa se non col ces-
sare deir accrescimento del corpo, ed essa consiste in
un'accelerazione dell' accrescimento normale dovuta alla
tendenza verso uno stato d'equilibrio da conseguire col
minimo sforzo possibile: un'autoregolazione con la messa
in opera dei mezzi più semplici ».
A proposito della riproduzione delle parti perdute od
asportate, qui è da ricordare un pregevole contributo di
un italiano: K. Pardo^ Sulla rigenerazione del cristal-
lino {R. Accademia dei Lincei). Secondo le esperienze
dell' A., il cristallino si riproduce nei tritoni adulti anche
dopo la «ezione del nervo ottico, ed ha luogo la riprodu-
zione anche dopo l'ablazione del cristallino rigenerato. La
rigenerazione della lente dell'occhio si ottiene anche nel
ramarro.
rU. — La partenogenesi sperimentale.
E noto, — e noi stessi non abbiamo mancato di segna-
larne neW Annuario gli episodi più salienti, — che negli
ultimi tempi la scienza sperimentale è riuscita a ripro-
durre un fenomeno biologico dei più importanti : lo svi-
Zuppo di uova non fecondatCj sotto V influenza di vari
' eccitamenti artificiali. Yves Delage, — uno degli autori
che più largamente e felicemente hanno coltivato questo
campo di ricerche, — ci presenta un vasto quadro
^ sintetico di tutto il movimento scientifico che si è andato
svolgendo in tema di partenogenesi sperimentale. Questa
Akmuario sciKNTirico — XLIV. 19
sintesi oltrenioilo interessante è comparsa nella nuova '
Ricista di Sc.ifmo, elio io Zanichelli pnbblica nell'edi-
zioiiG italiana, — e noi crediamo ittile damo qni un
lar^o riassunto.
4 11 fatto brutale che serve di base Hlla questione della
parteiiogoiiesi sperimentale, — dice l'A., -^ è questo: certe
nova, tenute lontane dagli spermatozoi ed incapaci di
svilupparsi da sé nelle condizioni ordinarie, si svilup-
pano nondimeno so sì sottopongono a certe condizioni
sperimentali -.
Si tratta dunque, — tió è necessario rilevare subito, — di
casi ben diversi da quella iHirteiiOi/eitesi nnfttraté, che è slatti
constatata segnatamente in alcune piante e che può esaere
anche normale, come nelle api, presso le quali i maschi na-
scono dalle uova non fecondate. Per dir meglio, onde sì possa
parlare realmente di part«nogouesi sperimentale, bisogna esclu-
dere dal campo delle esperiemse quelli animali e quelle piante
i cui germi abbiano già l'attitudine a « sviluppai'sì da sé nelle
condizioni ordinarie >.
Cosi l'A trova assai contestabile l'itsserita partenogenesi
sperimentale del Thalictmin, che senza l' intervento del polline
si sai-ebbe sviluppato sino alla formazione del seme t'ertile. Nel
1302 Over'on avrebbe ottenuto questo bei risultato, inafKaudo
la pianta con certe soluzioni saline', ma già nel 18£H> Day
osservava la partenogenesi naturale nello stesso Tlialictrum,
in modo da dover sospettare che l'intervento spei'imentale
possa benissimo non es-ter la causa del risultato ottenuto.
Per ijuesta e per altre ragioni l'A. esclude dal numero dei
casi di partenogenesi sperimentale gli esempi di piante, come
quello citato del Thalictriim e quelli del pari di alcune alghe;
ad esempio 11 caso del gen Spirogyra, in cui, per opera del
Klebs (1836). facendo agire su cellule in via di conjugazione
una soluzione di saccarosio, si ù vista la coojugaaione inter-
rompersi, e le cellule dare ognuna una parte nospoi-a. Insomma
pei vegetali i fenomeni riferiti alla partenogenesi sperimen-
tale sono troppo diversi da quelli osservati negli animali, per
essere autorizzati a metterli
Lasciate «linicjue da parte le piante, gli animali, nei
quali la partenogenesi sperimentale è stata osservata, sono
i sejfuenti, secondo remunerazione che ne fa l'A.
Nei vertebrati : la ratid è stata spinta fino allo stadio di
blastula (Dewister, sottoponendo le uova all'azione del subli-
mato corrosivo; Bataillon e Rondeau-Louzeau con soluzioni
di mercurio e di cloruro di sodio); fra i pesci il Leiieincus è_
stato spinto allo stesso .«tadio (con lo stesso mezzo, ad opera'
La partenogenesi sperimentale 28B
di Bondeau-Louzeau) ; il Fundulus sino allo stadio di due
blastomeri (Loeb) e cosi la lampreda (Bataillou). Quindi nei
v'erteUrati non si è andati più in là di una segmentazione pi Vi o
meno avanzata, e nulla autorizza ad affermare che sarebbe
possibile raggiungere la line dello sviluppo.
Negli iìisetti: nel bombice del gelso (Sericarìa o Bombyx
viari) le uova non fecondate si sviluppano talvolta spontanea-
mente sino al bruco perfetto. Quindi è difficile dire in qual
misura l'intervento sperimentale ha contribuito a questo svi-
luppo (Tichomirov, 1886: spazzolatura delle uova od immer-
sione temporanea nelP acqua addizionata d' acido solforico).
Molltischi : il bivalve Mactra sino allo stadio di 16 bla-
stomeri (Kostanecki per mezzo di cloruro di potassio, cloruro
di calcio ed acqua di mare concentrata».
Vermi: tino ad uno stadio avanzato di segmentazione {es.
Phascolosomaj 30-60 blastomeri, per Loeb a mezzo del cloruro
di potassio; o addirittura sino alla larva ( Thalassema^ Léfèvre,
con acidi organici ed inorganici; Chaetopterus, Loeb, col clo-
ruro di potassio; Amphitrite, Loeb, Fischer e Neilson, col
cloruro di calcio; Ophelia^ Bullot, col cloruro di potassio;
Nereis, Loeb, ecc.)
Ma gli echinodermi sono quelli che hanno dato i risultati
più notevoli. Questi risultati sono stati ottenuti con vari
mezzi : stricnina, calore, scuotimento, e sopratutto anidride
carbonica per le stelle di mare, soluzioni ipertoniche addizionate
di varie sostanze coadiuvanti pei ricci di mare, — coi quali
Loeb è pervenuto sino allo stadio di pluteo ^ ottenendo larve,
che, del resto, non sopravvivevano.
Ed è questo il tipo degli animali, su cui ha lavorato par-
ticolarmente VA. Rispetto Me stelle di mare^ egli ha ottenuto
con razione delP anidride carbonica una tal percentuale di
riuscite che il numero delle uova non segmentate era insigni-
ficante e minore che nelle fecondazioni artificiali con lo
sperma: praticamente il 100 'lo Lo stadio larvale era rappre-
sentato da bipinnarie e brachiolarie assolutamente normali,
alcune delle quali sono vissute sin 4 mesi ed hanno rag-
giunto lo stadio della metamorlbsi caratterizzato dalla for-
mazione del disco apicale con le sue spicule e P indicazione
della forma pentagonale e delP apparecchio acquifero. Rispetto
ai ricci di mare, PA., per mezzo di una soluzione ipertonica
alcalinizzata da solfito di sodio e addizionata di quantità
minima di cloruro di nichel, ha ottenuto dei plutei, che
hanno pure vissuto parecchi mesi ed alcuni dei quali hanno
raggiunto lo stadio della metamorfosi mostrante il disco
apicale, i tentacoli terminali e persino i primi pedicellari.
Come si sviluppano le uova così fecondate artificial-
mente, o meglio eccitate a svilupparsi senza essere fecon-
date? Nello linee fondamentali, — secondo che risulta
2&4 Storia ìiaturale
dallo ricerche di Morofan, Wilson e dell' A., — dopo
razione dei reattivi appropriati e, generalmente, dopo che
Tnov^o ò stato rimesso noi suo elemento naturale, nel
citoplasma appaiono numerosi aster^ che si dividono i
cromosomi, ma ben presto si dileguano; è un aster nuore,
situato presso il nucleo, che determina la divisione di
questo. La divisione avviene non per un solco circolare,
ma per una insaccatura che si approfondisce progressi-
vamente. IjQ segmentazioni, dapprima più o meno anormale
si regolarizzano a poco a poco, formandosi tanto cellule
nuove con la relativa membrana di rivestimento.
Quanto agli agenti della partenogenesi sperimentale,
— già in gran parte indicati più sopra, — si possono col-
legare in tre gruppi.
Af/enff meccanici: spazzolatura; scuotimento: — agenti
fisici : calore; — agenti fisico-chimici : stricnina, siero antidifte-
rico, benzolo, acqua di mare concentrata, anidride carbonica,
e specialmente soluzioni elettrolitiche, saline, acide o talvolta
basiche, aggiunte alF acqua di mare ed ipertoniche rispetto a
questa, addizionate o no di sostanze coadiuvanti.
Ma oscuro e controverso è il problema del modo di
operare di siffatti agenti, mentre la loro azione è fuor
di dubbio.
L'A. esclude che si tratti di una fecondazione artificiale:
le soluzioni, fanno sviluppare V uovo, ma ciò non prova che lo
fecondino. E una vera partenogenesi cìie viene provocata, cioè
sviluppo di uova che non sono state fecondate. E V A. vuol
chiedere piuttosto la spiegazione del fenomeno alle leggi
della fisico-chimica, ed egli propende ad ammetterne qualcuna
che si basi sulle cariche elettriche dei joni e sulle proprietà
delle soluzioni colloidali. In poche parole, FA. riconosce che
« la condizione essenziale della divisione cellulare è una bipo-
larità riposante sulle cariche di segno contrario del centro-
soma e della massa cromatica ». Ora, € l'uovo maturo ha una
sola polarità, ed è per questo che non può dividersi ». La fecon-
dazione ha per effetto di portare alPuovo la polarità che gli
manca: « l'uovo fecondato ha la doppia polarità che gli per-
mette d'effettuare la serie di divisioni successive costituenti la
segmentazione ». Secondo l' A., precisamente quello che fa lo
spermatozoo, — però in guisa molto diversa, — fanno gli agenti
della partenogenesi sperimentale: « essi comunicano all'uovo
vergine la seconda polarità che gli manca »; e ciò per le loro
proprietà elettrolitiche e colloidali.
w ■
ff
La partenogenesi sperimentale 285
Comunque, certo è che qui vediamo un fenomeno dei
più singolari, misteriosi e importanti fra quanti si svol-
gono nel campo d'attività dell'organismo, il quale, in
via naturale provocato dall'azione di sostanze che l'or-
ganismo elabora, nella partenogenesi artifìcial-e viene de-
terminato dall' azione di sostanze e processi estranei
all'organismo, sotto l'impero delle forze fisico-chimiche.
Il quadro ora esposto sarebbe troppo incompleto, se non
vi aggiungessimo un conno riflettente le ultime ricerche
compiute dal Delage e da lui esposte b\V Avadémie des
Sciences^ qualche tempo dopo aver pubblicato l'articolo,
ora riassunto, della Rivista di Scienza.
Intendiamo alludere agli splendidi risultati conseguiti
dall' A. nel campo della partenogenesi sperimentale con
l'uso di soluzioni non più concentrate, ma isotoniche
all'acqua di mare, e sopratutto con l'uso dell! ammo-
niaca e del tannino, due sostanze che si sono dimostrate
« le più utili nella produzione del fenomeno », almeno
per quel che riguarda i ricdl di mare.
Con questo procedimento TA. è costretto a sconfessare le
precedenti ammissioni, in quanto qui si tratta di provocare lo
sviluppo partenogenetico « con una soluzione che non deter-
mina alcuna pressione osmotica superiore a quella dell'uovo
stesso e non contiene alcuno dei costituenti dell' acqua di mare
ne alcun altro elettrolito ». Dopo ciò, r- egli esclama, — « che
rimane delle teorie che fanno consistere il fenomeno nella
azione degli elettroliti, agenti o per via delle cariche dei
loro joni o come ossidanti o i>er la loro pressione osmotica?»
Come abbiamo accennato, con questo metodo l'A. ha
conseguito 1 più brillanti risultati: infatti egli è riu-
scito a far sviluppare le uova di riccio di maro sino ad
attravei'saro tutti gli stadi della metamorfosi o raggiun-
gere lo stadio perfetto.
< Ho ottenuto, — cosi egli annunciava alP Accademia in
data 26 agosto. — dei veri ricci muniti di tutti i loro organi
caratteristici: aculei, pedicellari, ambulacri. Io ne ho attual-
mente quattro, tre dei quali si sono arrampicati sulle pareti
di vetro dei vasi d'allovamento. sullo quali si mantengono
tissati per mezzo dei h>ro ambulacri, il die dimostra che essi
hanno abbandonato detinitivaniente la vita larvale ])elagica. Il
più avanzato, lungo più di 2 mm., proviene da una esperienza
del 17 giugno; gli altri sono del 4 luglio. Altri plutei e
V.
286 Storia naturale
parecchie^ brachiolarie di stelle di mare sono sulla buona
strada; e tutto permette di sperare che supereranno essi pure
il periodo difficile della metamorfosi ».
L'A. conclude: « non è più permesso di dire che
manchi qualche cosa d'essenziale a questi esseri, pei
anali l'intervento del genitore maschio è stato sostituito
a una pura azione chimica ».
Così la partenogenesi sperimentale è pienamente riu-
scita, e, come abbiamo accennato, segna un nuovo passo
verso la spiegazione fisico-chimica della vita.
IV. - Le grandi divisioni del regno animale.
D. Carazzi presenta una prima nota per affacciare
alcune Proposte di modificazioni alla classificazione siste-
matica del regno animale (R. Istituto Veneto di Scienze^
Lettere ed Arti) : della quale nota noi e per V importanza
deir argomento e \ier V indole dello argomentazioni, cre-
diamo utile (jui dare un' idea.
« La classificazione dei gruppi animali, — osserva l'A., —
è la rappresentazione sintetica di tutte le nostre attuali cogni-
zioni sugli animali stessi ; è perciò necessario modificarla di
continuo, col progredire delle nostre conoscenze. Il risultato
di questo progresso si rispecchia nelP aumento delle grandi
partizioni sistematiche; perchè conoscere vuol dire sovratutto
distinguere, e, per conseguenza, via via che procediamo nello
studio ci si svelano differenze prima non avvertite ».
Osserva poi V A. che « la sistematica sente V influsso delle
teorie dominanti, in un dato periodo scientifico, sull'origine
della specie ». Per questa ragione, ad es., * nelP ultimo quarto
del secolo scorso, la teoria monistica delP albero genealogico,
mentre dava un valore dei tutto secondario alle grandi divi-
sioni, esagerava la tendenza a riunire i gruppi maggiori,
appena mostrassero qualche carattere di somiglianza, per
trarne la conseguenza d' una più stretta parentela, cioè d' una
comune discendenza ». Osservazione questa non del tutto sto-
ricamente esatta, ])erchè nelT ei>oca accennata non è vero che
non si desse valore alle grandi divisioni e si esagerassero le
afiinità, obbedendo alla teoria moniatira dell' albero genealo-
gico, che più propritimento si dovrebbe dire monogenetica o
monofilefica, in quanto il monismo è ben altra cosa, indicandosi
con tal nome il sistema filosofico che nega i dualismi in
natura, come creatore e creato, forza e materia e sopratntto
anima spirituale e corpo materiale.
/v€ divisioni del regno animale 287
Infine V A. ammette che la classificazione dominante del
re^no animale è 4 in ritardo rispetto allo stato attuale della
scienza », anche per un^ altra ragione, e cioè per « quel senti-
mento complesso, fatto di rispetto alla tradizione e di miso-
neismo (questo forse effetto di stasi intellettuale), che induce
lo zoologo ad adagiarsi nel dogma dominante e ad infastidirsi
delle innovazioni, contrastanti con idee accettate per vere e
intangibili ». Constatazione, che, per esser giusta, dovrebbe
completarsi con V altra, che taluni vorrebbero modificare, con
V idea di aggiornarla, non la classificazione zoologica soltanto,
ma la scienza stessa nelle sue grandi linee, proprio per una
opposta condizioue di spirito, e cioè per il desiderio o la
mania di cambiare, per non far solo quello che hanno fatto
gli altri, per fare qualche cosa di nuovo o di diverso. Esempi
dì cosiffatti « innovatori per partito preso » non sono oggi
infrequenti in biologia fra coloro, che hanno assunto una
posizione assoluta di combattimento contro le teorie ancora
tanto in voga sulP origine delle specie !
Ad ogni modo V A. stesso riconosce più sotto che vi sono
anche gli zoologi, i quali, — come egli li qualifica con parole
dell' Emery (Proj)osta di una nuova partizione generale dei
metazoi, - R. Accad. delle Se, di Bologna^ 1904), — « non si sof-
fermano agli schemi tradizionali, e convinti deir insufficienza
delle classificazioni esistenti si sforzano di migliorarle, non
rifuggendo da mutamenti radicali, ove questi si rendano neces-
sari ». E questi zoologi V A. spera € vorranno prendere in
considerazione le proposte discusse in questa Nota ». Speranza
tacito più attendibile, in quanto le proposte dell' A. non sono
poi, come vedremo, né cosi radicali né anzi cosi nuove, come
si potrebbe credere, a giudicare dalle riferite premesse.
Ma, venendo alle proposte dell' A., tendenti a modifi-
care il sistema zoologico, esse si riferiscono innanzitutto
alle mag'g*iori divisioni del reg*no animale, cioè ai sot-
toregni Di questi T A. credo opportuno stabilirne due,
mesozoi Q parazoi^ da collocare fra i soliti altri due, pro-
tozoi e metazoi,
I mesozoi comprendono i diciemidi e gli ortonettidi, paras-
siti quelli di cefalopodi, questi di echinodermi e turbellari ; ma
se ne debbono escludere, secondo FA., Salineìla^ che non esiste,
Kunstleria^ che è 1' urna ciliata dei sipuncoli, Pemmatodiscus^
che è una gastrula di scifozoo, i Physemaria, che sono fora-
miniferi, ecc. Cosi ridotti, i mesozoi non si possono conside-
rare uè, con Leuckart, platelminti degenerati dall'abito paras-
sitario, ne. con Hatsohek e (rrobben, cnidari formanti la classe
dei planuluidei. Non sono vermi degradati dal parassitismo,
perchè la storia del loro sviluppo non dimostra « assoluta-
mente » la riduzione o la scomparsa di qualche organo o
7
288 Storia naturale
sistema d^ organi , e, del resto, « il parassitismo non conduce
necessariamente alla regressione, e Io prova la strattura del
maggior numero dei nematodi ». Non sono cnidari, perchè fra
r altro per ascriverli a questo tipo bisognerebbe considerarli
come larve sessuate, mentre "Wheeler ha dimostrato che sono
« adulti veri e propri ». In tutti i modi poi V A. sostiene con
Hon minore assolutezza che i diciemidi e gli ortonettidi non
sono animali diblastìci , ma monoblastici, giacché « nulla,
assolutamente nulla, nello sviluppo giustifica la supposizione
deir esistenza di un endoderma, precedente alle cellule germi-
nali », e queste non rappresentano punto V endoderma allo
stato adulto, perchè non sono da ascriversi a cellule soma-
tiche. Il loro corpo insomma è molto semplice: costituito di
un solo strato cellulare, T ectoderma, che racchiude nel suo
interno una (diciemidi) o più (ortonettidi) cellule germinali.
Sotto il nome di parazoì^ a parere dell' A., le spugne o
poriferi andrebJt>ero separate dai metazoi, per farne un sotto-
regno a parte. Infatti i loro caratteri sono tali che non basta
staccarle dai celenterati per farne un tipo a parte dei metazoi.
Già solo per il modo di svilupparsi le spugne meritano una
collocazione affatto speciale nel sistema zoologico. Per un feno-
meno, che fu detto inversione dei foglietti, nelle spugne,
quando la larva cessa di nuotare e cade al fondo per trasformarsi
e fissarsi, le cellule dello strato interno diventano esterne, e
quelle dello strato esterno finiscono per diventare inteme :
onde, secondo il Carazzi « non è razionale voler omologare i
foglietti dei cnidari a quelli delle spugne ». Oltreacciò, < tutte
le osservazioni più accurate sulP istologia delle spugne hanno
concluso per una completa assenza di cellule e di fibre ner-
vose ». Cosi esse mancano di organi dei sensi e di im vero
tessuto muscolare.
« In conclusione, — così termina V A., — la mia tesi
che i poriferi e mesozoi non possano rientnire nel sot-
toregno metazoi, ma debbano essere innalzali a sottoregui
indipendenti, mi pare giustificata, perchè essa ragffiunge
lo scopo di mettere in evidenza V abisso che divide i
metazoi dai parazoi e dai mesozoi e V isolamento di questi
due ultimi tipi ».
Noi crediamo che la tesi sostenuta dal Carazzi possa
essere accolta : essa intanto non è nuova, che già i dicie-
midi furono chiamati mesozoi ed elevati a sottoregno
dal Van Benoden, e le spugne furono chiamate parazoi
dal Sollas o collocate fuori dei metazoi dal Metschnikow
e dal Hiitschli. Del n^sto ; (pianto ai mesozoi, il relativo
sottore^no da un p<'zzo è penetrato persino nvi manuali
scolastici (lo io-iiora il Carazzi V), e molti professori di
storia naturale espongono nelle scuole secondarie la tri-
*— I
Le divisioni del regno animale 289
plice ripartizione del regno animale in protozoi, mesozoi,
metazoi; quanto alle spugne, non c'è che da fare un passo
di più, giacché ben pochi sono oggi gli zoologi che non
le considerino come un tipo a parte, distaccato da quello
dei celenterati.
Ma non crediamo che la tesi del Carazzi metta in
evidenza « V abisso » fra i sottoregni. È vero eh' egli si
studia in tutti i modi di fare una dimostrazione contro
la « teoria dei foglietti » e contro la nota legge dell'on-
togenesi raffrontata alla filogenesi, ma è certo che le sue
stesse argomentazioni si possono ritorcere contro il suo,
assunto. Si accetti pure tutto quanto egli asserisce, e che
i mesozoi constano di un solo foglietto e che anche nelle
spugne mancano l'endoderma e il mesoderma, si riconosca
con lui che i cnidari constano di due soli foglietti : resta
ancora tutta la graduale seriazione dai protozoi ai me-
tazoi attraverso i mesozoi e i parazoi. Il passaggio dai
protozoi ai metazoi appare egualmente ininterrotto dal-
l' unicellulare al pluricellulare monoblastico, al diblastico,
al triblastico. e (juesta concatenazione morfologica può
ancora formare la base della concatenazione filogenetica
e persino giustificare la famosa legge dell' ontogenesi
che ripete la filogenesi ! O per lo meno è giuocoforza
riconoscere che qui si è tutti nel campo delle interpretazioni,
e che, se è vero che i fautori dell' evoluzione dei tipi pro-
pendono ad ammettere o magari esagerare fra essi le
somiglianze, è vero del pari che i fautori della polifilo-
genesi o gli avversari addirittura della discendenza pro-
pendono ad ammettere o magari esagerare gli « abissi »
fra i tipi e fra i sottoregni I
La stessa diagnosi, che dei tre sottorogni degli animali plu-
ricellulari dà il Carazzi e noi qui riferiamo, è la conferma di
quanto abbiamo ora osservato.
Diagnosi dei mtisozoi: auimaH pluriceUulari formati da nno strato cel-
lulare ciliato estt^rno (ectoderma) involgente una o più cellule germiimli
interne ; con generazione alternante. Mancano di endoderma, di meso-
derma, di tessalo muscolare, di organi di senso e di sistema nervoso.
Tutti marini: almeno durante una parte della loro vita parassiti.
Diagnosi dei varazoi : animali pluricellulari e di Molito formanti delle
colonie, gli adulti privi di locomozione e (con rare eccezioni) fissi, (^uasi
sempre provvisti di scheletro calcareo, siliceo o fibroso. Neil' interno del
corpo vi sono cavit/i rivestite da cellule con collaro e flagello. Anche i
paruzoi mancano di f»iuloilermH, di mesoderma, di tessuto muscolare, <li
organi di senso e di sistemu nervoso. Si rij»roducono per cellule sos-simli
o per gemmazione ; in mag|noranza marini, pochi d' acqua dolce.
Diagnosi dei metazoi : animali pluricellulari, provvisti di endoderiiiu,
di mesoderma fad eccezione dei cnidari) di tes-suto muscolare, di ovirani
di senso, e di sistema nervoso.
t
290 Storta iiaturale
Abbaudonando i mesozoi e i parazoi, anche iieir orbita
dei metazoi, il Carazzi trova che si debba modificare il
sistema zoologico; ma si tratta di modificazioni sempre
meno importanti delle precedenti e per lo più sono ade-
sioni a proposte già avanzate da altri.
Così TA. accetta, benché « con tutte le riserve », lo
sdoppiamento, già proposto da Emery, dei celenterati in
due tipi : cnidari e ctenofori^ e, ad es., poi primi accetta
la classificazione del « vecchio Claus » in idromedvse
(idrozoij sifonofori, scifozoi) e ant-ozoi (aìcionari, zo-
anturi).
Pei rimanenti metazoi (epineuri dell' Emery), < alcune
divisioni sono abbastanza precise : come echinodermi^ mol-
luschi, artropodi, cordati ; altre molto confuse, tanto che
più d' uno zoologo propose collocare i rimanenti metazoi
in un grande magazzino, o provincia, dei vermi ». E que-
sta pare alTA. « per adesso la soluzione provvisoria più
ragionevole, perchè i tciutativi di raggruppamenti vecchi
e nuovi (molluscoidi, ambulacrali, prostopigi, vermidei,
ecc.) sono tutti troppo artificiali ».
Notiamo infine che V A. non riconosce, come fanno i
più, negli echinodermi una simmetria raggiata apparente;
egli li ritiene per dei veri raggiati, nonostante resistenza
della eccentrica piastra madreporica, del canale petroso,
ecc., e la larva bilaterale, che tenderebbero a farli con-
siderare di simmetria bilaterale. Anche questo non par-
rebbe in fondo che del « vecchio Claus »; ed anche in
questo non è esclusa Tiufluenza di vedute teoriche, es-
sendoché agli occhi d'un poligenista o antievoluzionista
ad ogni costo, per gli echinodermi c'è da combattere l'as-
serita discendenza « da un ipotetico antenato bila-
terale » !
V. — Alcuni saggi sulV uomo.
Uno studio di C. Foà ci riconduce in qualche modo
in piena < ortodossia » evoluzionista, con uno di quei
classici raffronti fra l'uomo o gli animali, da cui l'incal-
zare della critica ci ha in parte disabituati. Infatti la nota
in discorso, Analogia fra il movimetito degli arti sn-
periori delVuoiiio e f/ttello degli arti anteriori di alcuni
mammiferi nella marcia (lì. Accademia delle Scienze di
Torino), — porta nella sua essenza un contributo a quella
..^a hA.
^À^_
Saggi sull'uomo 2i)l
che si potrebbe dire la < dimostrazione del quadrupede
nel bipede »I
KA. si vale degli studi del Marey sul movimento degli
animali a base di cronofotografìe, e di quelli di Braune e di
Fischer sulla marcia delPuomo, e presenta ad un tempo i ri-
sultati di proprie ingegnose osservazioni ed esperienze.
Egli per prima cosa respinge, come insufficiente e non ri-
gorosamente esatto, il dato ammesso da parecchi autori che
nella marcia dell' uomo « i movimenti dell'arto superiore sono
inversi a quello dell'arto interiore dello stesso lato e avven-
gono simultaneamente e nello stesso senso di quelli dell' arto
inferiore del lato opposto ». Riconosce poi con Duchenne che
« i moti delle braccia nella marcia dell uomo non sono sem-
plici moti pendolari passivi dovuti allo spostamento del tronco,
ma sono invece movimenti attivi determinati da contrazioni
muscolari ». Ne è prova il fatto che in caso di paralisi le
braccia non compiono i pretesi movimenti passivi; e ne son
prova « le ritmiche contrazioni muscolari », che accompagnano
i movimenti delle braccia nella marcia dell'uomo.
Dopo un* accurata analisi ed una completa comparazione
dei movimenti del cavallo nel passo e nel trotto e di quelli
dell'uomo nella marcia lenta o affrettata, l'À. conclude: « la
successione dei movimenti dei quattro arti dell' uomo, a seconda
della rapidità dell' andatura, si compie con un ritmo che s'av-
vicina o a quello del passo o a quello del trotto del cavallo.
Neil' andatura lenta l' appoggio di un arto inferiore cade quasi
nel punto medio dell'appoggio dell'arto inferiore opposto, av-
vicinandosi cosi al passo del cavallo; nell'andatura rapida gli
appoggi degli arti superiori ed inferiori opposti tendono a
sincronizzarsi, avvicinandosi cosi al tipo del trotto del ca-
vallo ».
L' A. si propone di studiare con lo stesso metodo e lo
stesso intento gli animali rampicanti, i quali nella scala zoo-
logica stanno « tra i mammiferi che camminano a quattro
gambe e 1' uomo che cammina eretto ». Sarà interessante ve-
dere se nell' arrampicamento « è conservato lo stesso ritmo di
movimenti che vedemmo essere comune al cavallo ed al-
l' uomo ».
Intanto V attuale contributo del Foà viene a sostegno
di quanto dice il Luciani nel suo Trattato di Fisiologia :
« la oscillazione in senso opposto degli arti superiori e
inferiori dell'uomo ricorda perfettamente il funzionamento
alterno dei quattro arti nel cammino ordinario dei qua-
drupedi ». In altre parole, l'analisi dei movimenti delle
braccia e delle gambe nella marcia dell' uomo fa ritro-
vare, come abbiamo dotto « il quadrupede nel bipede ».
Numerosi studi di naturalisti, di psicologi, di medici
riguardauo invece nell'uomo quello che lo singolarizza
nel regno animale, pur senza fai-nelo uscire, l'intelligenza
e il suo organo. Cosi J. Draeseke si occupa dei rapporti
fra il Peso del cervello e l'intelligenza (Arehir.fiifRas-
sen-und Qeaellschafts- Biologie), offrendo un gran numero
di cifre provenienti da numerosi osservatori, ed una ricca
bibliografia dell'argomento. Nel mondo degli uomini illu-
stri troviamo ricordati come eilremi: Tourgeuiev con
2012 g. di cervello e Gali con 1198, molto al di sopra il
primo e molto al di sotto della media il secondo. Un aua-
tomìco giapponese, Taguchi, che fra l'altro ha pesato il
cervello di 600 dei suoi compatrioti, figura dal suo canto
con la bella cifra di 1920 g.
O. Schwalbe è uno di quegli autori che negli ultimi
tempi hanno rimesso agli onori del mondo la vecchia fre-
nologia, che voleva vedere alla superficie esterna del cra-
nio rivelata la conforuiaziono del cervello. Una sua me-
moria tratta la cosa in generale sotto il titolo Vecchia e
nuova Frenologia (Korrespondem-Blatt der d&uttcheii
Gesellschaft fiir Antltropologie)^ ed un'altra svolge un
argomento particolare, concernendo // rilievo cerebrale
della regione temporale del cranio umano (Zeitschrift
fiir Morphologie nnd Anthropologie).
E certo che oggi tende a farai strada mi' o])iiiio«e, la quale
concorda fondamentalmente con quella prof>*><sata dal Gali e che
è il fondamento della- sua frenologia: la forma del cranio è
determinata e4.ie:i£Ìalmeiite da c|iielln dell'encefalo, mentre i
muscoli non rappranentano che una parte subordinata nella
niorfogenesi crnuìca. Anzi i iniiMcoli formerebtiero quasi come
uno strato protettore sotto il quali: il cranio ni adatterebbe
alla conformazione del cervello. Infatti dove il disegno delle
circonvoluzioni si riconosce meglio alla supei-licie esterna delle
Hcatola ossea della testa, è negli animali che hanno la mag-
gior parte del cranio rivestita di potenti masse muscolari ;
menti'e nell' uomo il rilievo è limitato alla part« ricoperta dal
muscolo temporale e manca a»isolutaniente in tutta la parte
mediana della calotta cranica.
Quanto alla regione temporale, l'A. I' ha csaminatA in crani
d' aisn/.iaiii. ud ha trovato che una ]jrotul>eraii:!ii cj>rrispou-
dunte alla tinnii circunvoluKÌonc frontali' (la sede del linguag-
gio, almeno a siniKtra, «econili. Hi-oca) sì osserva nell'HO per
cento dei <'asi. lisscudo
ìn-u marcata a destra e i
Saggi sulVuomo 293
gr^do di sviluppo^ la inedia generale è 1,89 ; su 10 crani d' uo-
mini distinti è 2 ; su 4 crani di musicisti è 3 a destra e 2 a
sinistra; su B crani di matematici 2,66 a destra, 3,33 a sini-
stra La protuberanza è arrotondata, allungata o diffusa ; la
parete cranica in corrispondenza è assottigliata e trasparente.
Questa protuberanza pare esista nel cranio fossile di Neander-
thal ed e ben marcata in quello di BrUx. La protuberanza della
seconda circonvoluzione temporale è spesso ancor meglio svi-
luppata della precedente. La protuberanza temporale superiore
manca nel 54 per cento, dei casi esaminati ed è poco svilup-
pata nel 27 per cento, mancando pure nella maggior parte dei
crani d' uomini superiori. La protuberanza della terza circon-
voluzione temporale manca il più spesso; è un po' più fre-
quente nella donna che nelP uomo, più a sinistra che a
destra.
A giudicare dai quali risultati, e* è da concludere che
la frenologia moderna, — come bene osserva un critico, —
si riduce finora a ben poca cosa!
Per di più il prof. Stieda (Congresso di antropologia
di Strasburgo) mette in dubbio i tanto spesso e con tanta
sicurezza asseriti Rapporti fra V intelligenza e le circon-
voluzioni cerebrali: il che toglierebbe ancora significato
al loro eventuale rilievo alla superficie del cranio.
Secondo lo Stieda, sarebbe inesatto affermare che P intelli-
genza deir uomo è proporzionata allo sviluppo delle circonvo-
luzioni del suo cervello. Egli cita in proposito il caso di un
famoso poliglotta, lo svedese Sauerwein, che sapeva parlare e
scrivere 64 lingue, nelle quali persino sapeva far versi : que-
sto prodigio avrebbe dovuto avere la circonvoluzione del lin-
guaggio straordinariamente ricca di pieghe: ebbene neanche
a farlo apposta il suo cervello era dei più ordinari. Secondo
FA., il cervello dei sordomuti non differisce in nulla da quello
degli uomini normali.
Lo Stieda .conclude che a giudicare deir intelligenza dal
numero e dalla complicatezza delle circonvoli^zioni, sarebbe
quasi come giudicarne dalle linee della mano: ciò che conta
veramente è la sostanza grigia del cervello. Le quali asser-
zioni sono almeno esagerate, in quanto la sostanza grigia forma
la corteccia del cervello, onde il complicarsi delle circonvo-
luzioni vorrà sempre dire una maggior e.stensione di materia
grigia.
Altre ricerche ed altri dati verrebbero invece a con-
validare la dottrina dell' intimo legame fra lo stato del
cervello da una parte, il grado dell' intelligenza e le qua-
lità morali dall'altra, suonando del pari in senso favore-
2H4 Storia naturale
vole alle localizzazioni cerebrali. Cosi nel decorao anno
fflcero il giro ilei giornali le cure prodigiose di dottori
americani, come <i. Ownsby, che guarivano la delinquenza
precoce e la pazzia con semplici operazioni chirurgiche.
Ma positive iu tal senso sono le esperienze di B. Hollauder
attestanti la Dipendenza di disordini della psiche da le-
sioni cerebrali (Bullettìn of the Britisk Phrenological
Society), G nel tempo stesso la localizzazione di questo
in rapporto con la speciale natura di quelli.
L' A. infatti ha potuto accertare che liei casi di malattie
mentali e degenerazioni morali non è tutto intero il cervello
che é colpito da alterazioui, ma solo determinate parti di esso,
8 che viceversa secondo la diversa localizzazione delle lesioni
cerebrali variano i sintomi morbosi della psiche: onde la pos-
sibilità di curare e guarire questi con appropriate operazioni
chirurgiche. Così Ìd 50 casi, osservati dall' Hollauder, le alte-
razioni di una determinata parte del cervello furono segulM
da gravi sintomi di depressione mentale e mania di persecu-
zione-, e in 25 di questi casi si ottenne la completa guarigione
con una semplice trapanazione del cranio eseguita in corri-
spondenza al punto lesionato del cervello. Tipico il caso di un
ragazzo di .sedici anni, bugiardo, eccitabilissimo, violento, ma-
nesco, ladro precote e pervertito al punto da non avere ombra
di pudore, sino a farsi arrestare per oltraggio alla decenza.
Orbene, sottoposto alla trapanazione del cranio, si poli: eatrar-
gli una scheggia ossea, che gli comprimeva e feriva il cer-
vello in un punto: tolta la scheggia e sanata l'alterazione al
cervello, il suo quadro psichico cambiò dì punto in bianco, es-
sendo ridiventato il la^azzo un tipo intellettualmente e mo-
ralmente normale.
Ed a conferma delle localizzazioni cerebrali va qui
ricordato che iiell' Ospedale di Brescia il prof. Mori ha
ripetuto l'esperienza classica del Rroca: un giovane con-
tadino, che in seguito ad una potente bastonata al capo
aveva perduto la favella, fu sottoposto alla trapanazione
del cranio"» sopra l'orecchio sinistro, ed essa portò alla
acoperta d' un coagulo di sangue che comprimeva il cen-
tro del linguaggio; rimosso il quale coagulo, il paziente
riacquistò subito la parola.
Questi rapporti materiali fra il cervello e la psiche
valgono ancora fra gì' indizi più impressionanti che in-
ducono almeno a dubitare della natura spirituale del-
l'anima. Ed uno stesso ordine di prove si traggono da
quella psicologia sperimentale, che assoggetta i fenomeni
dello spirito alle leggi del tempo e dello spazio ; quella
Saggi sull'uomo 29B
psicologia sperimentale che oggi in Italia ha il suo rico-
noscimento ufficiale, come scienza biologica e non filoso-
fica, nelle cattedre universitarie aggregate alla Facoltà
medica ed alle quali furono nominati finora due medici
ed un filosofo-biologo.
In relazioni sui relativi concorsi, firmate da uomini come
Mosso, Morselli e Golgi, si riconosce che V aggregazione
della psicologia sperimentale alla Facoltà di Medicina « in-
dica ed impone anche più strettamente il carattere tecnico
sperimentale che si dovrà dare a tale insegnamento, cosi d:i
collocarlo e da mantenerlo, nelP economia degli studi univer-
sitari, in diretta continuazione ed in mutua relazione con le
scienze fondamentali, che mirano a conoscere e ad investi&^are
r organismo e gli apparati organici, pei auali e dai quali si
manifestano i fatti psichici, ossia oltre alle scienze fisiche e
chimiche, la biologia in generale, T anatomia, T istologia, la
fisiologia, la patologia e la clinica del sistema nervoso in par-
ticolare ».
£ si dice ancora che « nello stesso tempo la cattedra di
psicologia sperimentale dovrebbe costituire un nesso o ponte
' tra la Facoltà medica e la Facoltà filosofica, rendendosi obbli-
gatorio il frequentarne i corsi, agli studenti in filosofia, per
' modo da indurli per tempo ad una comprensione meno astratta
e speculativa delle funzioni psichiche ».
Né diverso è V indirizzo imposto al famoso Istituto
Solvay di Sociologia di Bruxelles, sebbene il suo fonda-
tore, B. Solvay, nella sua Nota sulle formule <V introdu-
zione air Energetica fisio-psicosociologica (Memorie del-
V Istituto)^ si mostri, come lo dice lo stesso titolo, seguace
di quella nebulosa scienza dell' Ostwald, che in qualche
modo sembra sostituire un nuovo misticismo al vecchio
della metafis ca e del dogma, col suo concetto della non
esistenza della materia e della riduzione di ogni cosa, di
ogni fenomeno a forma di energia, anzi « energetica ».
Pare adunque che anche in questo campo V indirizzo
dominante non sia punto, come vorrebbero far crederò
taluni, un abbandono del monismo per un ritorno ai
vecchi principi della concezione vitalistica e spiritualistica.
Nel dominio della psicologia sperimentale, che non
appare punto debellata, accenneremo ad un lavoro di
Jung e Petersen: Sulla misura della intensità dei feno-
meni psichici (Brain).
Gli autori sarebbero riusciti a misurare V intensità delle
sensazioni e delle emozioni ; e ciò con un metodo semplicis-
Htfrin natHTaU.
r iiM> del ^Ivanomptra. M«9éo qd individuo
e con questo )>en noto sppsrefchio. alle -ra*?
spODderebbero devìazio
I Dumero^i indiriiluL.
normali o no. nefla Clini'*.» Psichiatrica di Zurìgo. Si dJrebW
persino che con '(oesto metodo si possano m>^iten: a ondo i
Hpntinienti rìposti e le iDcIinaziotii degli uomini : giaoobè.
proferendo davanti a un individuo parole prese a caso d&I
vocabolario, la reazione al ^1 t-ano metro è tanto più intensa,
qnaDto più la parola pronunziata risvegli ricordi o si associ in
qualebe modo ad abitudini, tendenz*^. desideri del soggetto.
Un'opera, che, trattando rucIic arpomcnli di alta psi-
cologia, resta ncmpre nel campo delle nasenazioni e deeli
eflperimenti ed onchi'le in via assolnla gli elementi tuì-
stici 0 metafisici delle spiegazioni, è la ^(«l'jJojin mmpa-
rnia drl r/rrello e pniroJogin roninnrnla ili I. I./>eb. tra-
dotta in italiano da F. KatTaele (Palermo, li. Sandron):
nella quale le varie categorìe di Tenomeni della vita di
relazione defili animali sono prese in esame, a partire
dai tropismi e da^li atti riflessi per ginngere agli istinti
ed alla complessa attivila intellettuale degli animali supe-
riori e dell'uomo.
Ma, tornando alla parte pii'i indubbiamente materiale
dell' nomo, il nuorn rnelodo iMle preiipitiiie drl sanguf
ha avuto nell'anno decorso qualche curiosa non meno
ohe interessante applicaziotie allo stu<)io della specie
umana.
Nei volumi precedenti AaìV Annnnrio. compreso quello del
IW! (pag, 289), non abbiamo mancato di far conoscere questo
cbe fu detto eKamr. bioloi/ìco del mingili', mediante il quale si
misero, per en,, in evidenza affinità e gerarchie fra gli ani-
mali. Ora accenneremo agli scudi del Bruck 'Saturiria»en-
Hnhaftlir.lii: Wor:heii»rhrift j, il '(uale. dopo aver confermato
rigultati gi^ noti, come ad eis., che la distanza fra 1' uomo e
l'orangutan è minore di qti-jlla fra questo e un macaco, trova
nel metodo delle precipitine un carattere aMKolutamente distin-
tivo per differenziare le razze umane, le quali losl verrebbero
ad acquistare un vnlore sistematico che i>er lo innanzi mal si
sapeva assegnar loro. Di più l'esame biologico del sangue
Sermette, secondo, il Bruck, di stabilire la gerarchia delle razze.
imoHtrsndosi ad es. la superiorità degli olandesi sui cinoKÌ e
di quenti sui malesi.
La composizione chimica del sangue, nei ri^uar<
suo contenuto salino, e le note deduzioni di R. Qv
sui rapporti fra il sangue e 1' acqua del mare hann
uiato il punto di partenza ad una pubblicazione, d
così.... allegra, la quale dimostra a che grado di f
dita si può giungere, partendo magari da gualche
supposto plausibile: è La nirena vmana di G. C
(Milano).
Questo signore, basandosi sulle note affermazioni del
ton, assume come tesi dimostrata che la specie umani
origine marina.' Poi, basandosi sul fatto ohe scheletri d'
si rinvennero in roccie formatesi in seno al mare, coni
che quelli eclieletri dovettero essere d' uomini vissuti nel
erano gli uomini-nireiie ! t Dopo questo fatto, — egli di
una logica feroce, — non vi ha più duboio che 1' uomo I
sirena, poiché tutti possono capire che questi schele
deposito marino, su cui si è perfino formato un deposito
lifero, non possono es'Sere di uomini terrestri >. E non I'
soltanto, ma < tutti i mammiferi suoi contemporanei, e
in sedimenti vergini e talora a coiisiderevole profom
dovettero essere sirenojdi come l'uomo. E l'uomo-sireni
aveva < le dita palmat« come la foca •, che e non aveva
nalità, perchè il mare universale non ammetteva cor
che aveva una lingua universale, 1» quale < ai parlai
mare dall'uno all'altro polo >, — e di questa lingua «
atre prof Trombetti ha trovato i ruderi presso tutti i pò
— r uomo-sirena a poco a poco abbandonò il mare per
tare un animale d'acqua dolce e finalmente un animale
gnolo, trasformandosi da sirena in uomo !
Del resto, che < tutti i mammiferi terrestri ebbero
antenati mariui », lo < ammette implicitamente anche la
di Darwin, poìcbè essa spiega come per la trasformasic
una specie in varietà e viceversa, dal protoplasma si f
all' anfibio, da questo al marsupiale, da questo alla scim
da questa all' uomo »
E dire che, questo portentoso scrittore dichiara di ave:
tante opere ! È probabile però che non abbia letto Dar
nemmeno qualche ... libriciattolo elementare di storia nai
Chiudiamo con un cenno bu La zoolo</ia nella ce
moderna di E. Setti (Drucker, Padova), prolusione
corso libero -uni versi tarlo di storia delia zoologia,
quale, illustraudo il programma di questa scienza,
lumeggiano le applicazioni alla sociologia. È ancori
studio sulla specie umana considerata nella sua
sociale, di cui si dolinoa come un'interpretazione
log^ica.
21)8 Storia nnfurale
U A. sì propone di dimostrare « la straordinaria impor-
tanza della zoologia nella coltura moderna », facendo vedere
come « fra i grandi problemi, che hanno agitato e agitano la
mente dell' uomo, pochi sono quelli che possono completa-
mente sottrarsi alla competenza più o meno diretta dello zoo-
logo, mentre quelli più generali e di maggiore importanza si
riducono essenzialmente a problemi zoologici ».
E TA. raggruppa in tre ordini siffatti problemi, passando
in rassegna successivamente i problemi pratici, relativi alle
« infinite forme di animali che interessano V uomo per i van-
taggi o per i danni che egli ne può avere »,* - i problemi di
filosofia generale, come quello massimo deir origine delP uomo
ed in genere dell' evoluzione, — i problemi sociologici.
A proposito dell' evoluzione, non possiamo a meno di rile-
vare che 1' A non mostra }>unto d'essere di quelli che negli
ultimi tempi si sono affrettati a ritornare sui propri passi :
egli non manca di riconoscere l'importanza, la tondatezza ed
anche 1' utilità di certe critiche, ma non manca di riconoscere
del pari e biasimare « le nuove esagerazioni dblla nuovissima
critica », e risponde alle principali obbiezioni, che si vanno
affacciando, magari rivestendo a nuovo appunti vecchi, contro
le dottrine evoluzioniste.
Quanto alle applicazioni sociologiche della zoologia, 1' A.
accenna al fatto che, mentre numerosi sono i sociologi, scarsi
invece sono gli zoologi che se ne sono occupati: il che non ha
contribuito certamente a far progredire questo genere di
ricerche, per quanto interessantissimo Delinea poi rapida-
mente alcune questioni sociali, mostrando come j^ossano affac-
ciarsi al naturalista, ad es., la questione se la società umana
sia o no da considerarsi come un vero organismo, e se quindi
la sociologia ha da avere o no una base biologica, — la ten-
denza dell' uomo al progresso, dimostrata o no dalla tendenza
dell' evoluzione nella natura, — 1' applicazione del darwinismo
con la sua lotta per 1' esistenza e la sua selezione ai rapporti
fra gli uomini, ecc.
Notiarao che lo stesso Setti già fin dal 1896 contri-
buiva con pubblicazioni a svolgere questo lato sociolo-
gico della zoologia.
VI. — Situi f sui vertebrati,
L. Frédéricq ha tentato di scoprire il Meccanismo
della pulsazione del cuore nel cane (Archiies interna'-
tionales de Physioloyie) , sacrificando sulT altare della
scienza, nell'Istituto di fisiologia di Liegi, numerosi
rappresentanti dell' amico dell'uomo, per studiare come
_mK f
Studi sui vertebrati 299
si comporti il cuore, artificialmente irrigato o no e dopo
sezioni diverse effettuate nelle sue pareti.
Lie teorie attuali sui movimenti del cuore, che si disputano
il terreno in nome d'esperienze interpretate contraditto riamente,
mirano a spiegare i fenomeni, sia con una regolazione ner-
vosa affatto analoga a quella che governa i movimenti respi-
ratori (teoria neurogeuau sia con una propagazione di onde
puramente muscolari (teoria miogena).
L' importante contributo arrecato dalT A sembra risolvere
il problema almeno in parte, senza però attaccarsi in modo
esclusivo air una o alP altra delle teorie, ma facendo volta a
volta intervenire l'una o l'altra per spiegare i movimenti del
cuore.
Cosi la contrazione fra le orecchiette e i ventricoli si pro-
paga assai lentamente, impiegando nel cane un decimo di
secondo (intervallo fra la sistole auricolare e quella ventrico-
lare) per un tratto di 1 cm , il che rappresenta una velocità
di propagazione di 10-16 cm. al secondo: ne consegue l'impos-
sibilita di ammettere siffatta propagazione per via nervosa.
D' altra parte la trasmissione quasi istantanea dell' eccita-
zione sistolica nelle due orecchiette e nei due ventricoli deve
effettuarsi per via nervosa, e, se non proprio per tronchi ner-
vosi, certo per la rete nervosa diffusa nelle pareti cardiache.
Un argomento singolare è quello trattato da L. Cué-
not, nella nota L autotomia caudale in qualche mammi-
fero del gruppo dei roditori (Société de Biologie)^ — della
quale non possiamo dare che il titolo.
Passando agli uccelli, crediamo doveroso a titolo d'onore
fare innanzitutto menzione d'uno splendido lavoro di
M. de Marchi, / trocìiilidi delV Argentina (Atti del don-
gresao dei Naturalisti Italiani del 1906), che tratta de-
gnamente un soggetto assai iuteressante, offrendo non
pochi dati rari o nuovi.
La memoria, di oltre 100 pagine, è illustrata con dieci bel-
lissime tavole, le quali rappresentano la testa, la coda e l'ala
delle varie specie e riproducono magnitìche fotografie di nidi,
di esperimenti con individui in cattività, ecc.
L'A. avverte, incominciando, che la sua pubblicazione trae
origine da osservazioni, che egli stesso ha fatto in parecchi
viaggi ed in una sua permanenza di alcuni anni nelT Argen-
tina: sicché il materiale illustrato nella memoria è in gran
parte originale e di provenienza diretta
Dopo un* introduzione critico-bibliogratìca, dove prende le
mosse dalla vecchia opera di F. de Azara del 18' '2-05 e va fino
alla Ornitologia Argentiìia di Hudson e Sclater del 1889, l'A.
300 Storia naturale
ì
offre una minuta, completa descrizione delle yarie specie di
questi bellissimi uccelli mosca o colibrì, descrizione notevole per
la ricchezza dei dati, fra cui quelli relativi alle dimensioni di
tutto il corpo, delle ali, della coda, del becco. Gli elementi de-
scrittivi, desunti in parte dalla bibliografia, sono per la mag-
gior parte rilevati su materiale raccolto dalPA e su quelk>
della collezione Turati presso il Museo Civico di Storia Na-
turale di Milano Notiamo che la lunghezza totale dei trochi-
lidi descritti va da un minimo di 8 ad un massimo, raramente,
di 20 cm., della qual lunghezza oltre una metà va ripartita fra
la coda e il becco. Le specie ammesse dalPA. per r avifauna
deir Argentina e qui descritte sono 16, con un aumento quindi
di 5 su quelle annoverate da Hudson e Sclater.
Alla parte descrittiva segue una estesa relazione intorno
la vita e i costumi dei trochilidi, vera miniera di dati inte-
ressanti e curiosi, che concernono degli uccelli iu discorso la
cattura, il volo, le abitudini e gli atteggiamenti, il canto, la
nutrizione, la vita iu cattività, il carattere e le tendenze, T in-
telligenza, la nidificazione, P alimentazione, ecc. La solita ti-
rannia dello spazio non ci consente di saccheggiare, come vor-
remmo, questa parte brillante della memoria; dobbiamo limi-
tarci a riferire alcune delle conclusioni che V A. presenta come
principali risultati del lungo studio e del grande amore con
cui si è occupato delP argomento.
Cosi leggiamo ohe i trochilidi della avifauna ar«;eutina non possono
conniderartii come apparteneuti parte alla provincia Ohileno-Pata^^ontca,
parte alla provincia Sud-Brani liana, come sostenne il Ridgway, ma essi
costituiscono in parte una fauna autoctona, con le loro specie esclnsive
del paese, in parte una fauna di penetrazione, con specie provenienti
dalle citate plaghe finitime.
L' A., riicrondosi particolarmente a tre specie, Chlorostilbon aureo-
ventris, llylocharis ruftcollis, Ileliomnster furcifer. sulle quali più propria-
mente ha portato la sua attenzione, conferma « la realtà di un volo re-
troj^rado nei trochilidi » e « la perfetta attitudine per la caccia degli in-
sotti al volo ». — asserisce che il canto è « costituito da vari suoni con
.significazione determinata, sebbene, in (generale, limitati e poco cospi-
cui >, - che « contrariamente all'opinione dell'Hudson 1* intelligenea dei
trochilidi ra^giun^e un alto c^rado certamente superiore al medio degli
uccelli ». Infine, « in modo certo per le citate npecie, e con probabilità
di massima generalizzazione . . .. , risulta che l'alimentazione d' insetti
i» assolutamente necessaria ai trochilidi, mentre la zuccherina, f^ebbene
■possa ammettersi come accessoria, da sola riesce non pure insufficieute.
ma anche dannosa ».
G. Zodda ci parla Dell' attittuiine melìisìtga della ca-
pinera (Avicvla),
17 A. ricorda come Jo stesso Delpino. il ben noto botanico
il quale affermò che V Europa manca di uccelli mellisugi e di
piante omitotìle, citava le visito di Fanis atsr e di Certhia
ai fiori dell* Agave vivipara. Labilliardiòre dal suo canto os-
servava il Parus afer quale visitatore àeìV Jgave americana;
più tardi il Cavara illustrava le visite della capinera (Silvia
'•-- \ftr
studi SUI vertebrati 301
atrìcapilla) ai fiori del Melianthus major. Ora FA. reca un
notevole contributo confermando T attitudine mellisuga della
capinera ed illustrandone Fazione pronuba nei riguardi dei
liori àeWAntholyza aethiopica.
Ad ogni modo si tratterebbe sempre di pronubismo di uc-
celli nostrani, ma esercitato verso piante esotiche.
Nel dominio dell^ faunistica, G. Mari ci dà una ela-
borata Avifauna del circondario di Viterbo (Società Zoo-
logica Italiana),
Il jcircondario di Viterbo, — avverte V A., — « vasto, mon-
tuoso, con molti boschi, con due bacini lacustri, uno dei quali,
il Vulsinio, di ragguardevole estensione, confinante ad O. in
parte con una zona marittima, sì trova in condizioni tali da
albergare o da attrarre svariate spècie di uccelli ». £ PA. ha
fatto quanto ha potuto per riuscire a conoscere la ricca popo-
lazione orniti ca del paese, formandone una importante colle-
zione pel gabinetto di storia naturale delP Istituto Tecnico di
Viterbo, nel quale egli insegna. Ora di tal raccolta, come di
quella custodita presso quel Seminario Vescovile, egli pubblica
V elenco ofirendo per ogni specie la località, il nome volgare e
per le meno comuni la data della cattura. Si tratta ai 195
specie, cosi distribuite:
Rapaci 23 — Rampicanti 6 — Passe racei 90 — Colomba-
cei 4 — Gallinacei 7 — Trampolieri 36^— Palmipedi 29.
L'avifauna bresciana è stata illustrata in un modo
ben diverso, però anch'esso interessante, da G. Carini, che
ha pubblicato i suoi Appunti per un vocabolario ornilo-
logico bresciano (Apollonio, Brescia).
L*A., vero tipo di bresciano per la gi*an passione alla cac-
cia, ha raccolto direttamente, nelle sue peregrinazioni cinege-
tiche, la quasi totalità dei nomi vernacoli degli uccelli, che
ora pubblica in ordine alfabetico, recando un contributo che
interessa cosi la scienza ornitologica come la filologia ed il
folk-lore. Di quasi tutti i nomi dà V etimologia e P origine
« nella speranza d* interessare gli studiosi di filologia romanza
e di farli maravigliare innanzi a tanti nomi pittoreschi, armo-
niosi, pieni di fine e geniali osservazioni d' ornitologia popo-
lare, nei quali brilla tutto il sangue della nostra razza di
cacciatori ». Il nome volgare bresciano è accompagnato, ben
8^ intende, dal nome scientifico e dal volgare italiano.
Il lavoretto, — vera miniera di dati interessanti e curiosi, —
è di tal natura che non se ne può fare un riassunto.
P. Paris ha fatto oggetto di trattazione speciale La
glandola delV uropigio degli uccelli (Société zoologique
de France),
302 StoHa naturale
È la nota glandola, che con la forma e la grossezza ordi-
nariamente di un grano di riso sta alla base della coda, e di
cui si ritiene comunemente che con la sua secrezione oleosa
serva a lubrificare le piume e renderle impermeabili al-
Pacqua.
L^ A. osserva essere questa V unica glandola sebacea cono-
sciuta negli uccelli. Essa è biloba, ma a lobi più o meno coa-
lescenti, ognuno munito di un canale escretore spesso dilatato
in serbatoio. Quanto air uificio, VA asserisce che la glandola
deve avere una funzione poco importante, giacché sparisce in
certi tipi, che non sono punto inferiori agli altri
T. Lisiui, nel suo Abbozzo dell' occhio parietale in
embrioni di uccelli (Monitore Zoologico Italiano)^ descrive
la comparsa di formazioni fugaci in embrioni dì galliua
e di colomba, le quali per la posizione e la struttura cor-
risponderebbero al famoso occhio parietale dei rettili.
L'esistenza di esso negli uccelli sarebbe quindi affatto
rudimentale e transitoria.
Lo studio di quesf organo singolare ci conduce ai
rettili.
Sotto il titolo: L'occhio parietale di alcuni rettili e le sue
funzioni (Ibidem)^ R. Staderini sostiene che nel Gongylus ocel-
latus^ anche in stadi avanzati di sviluppo, il nervo parietale
non sparisce e che si può metterne in evidenza le estremità
distali e prossimali. Egli crede quindi che il terzo occhio nella
citata lucertola sia ancora dotato di potere funzionale, come
è in altri sauri e nei ciclostomi.
Air incontro A Giannelli, trattando Ancora sulV occhio pa-
rietale dei rettili {Ibidem^, oppone allo Staderini che i fatti
da lui addotti circa il nervo parietale nel Gongylus ocellatus
possono essere interpretati come atrofia incipiente del nervo
stesso.
Una polemica vivace troviamo impegnata prò e con-
tra r esistenza di un diaframma negli anfibi^ mentre abi-
tualmente si ammette che questo sepimento muscolare fra
il torace e V addome, esercitante una parte cospicua nella
funzione respiratoria, non esca dair àmbito dei mam-
miferi.
D. Bertelli, in una nota Sul diaframma degli Anfibi
{B. Istituto Veneto dì Scienze, Lettere ed Arti), ritornando
suir argomento già da lui ampiamente trattato, in completa
confutazione agli asserti di E. Giglio-Tos, sostiene e dimostra
che nella classe degli anfibi non esiste' un vero diaframma,
un sepimento omologo a quello dei mammiferi fra torace e
Studi sui vertebrati 803
addome, giacché le formazioni muscolari additate come dia-
framma non sono che parti dei muscoli obliquo interno e retto
deir addome; esistono tutt' al più e soltanto delle pieghe, omo-
loghe alle membrane pleuro-peritoneali dei mammiferi.
Sugli anfibi citiamo una nota di A. Magnati concer-
nente le Proprietà dei pigmenti nei batraci (Académie
des Sciences),
L'A. distingue cinque pigmenti cutanei, che separa in or-
dine alle loro proprietà chimiche: pigmento verde^ solubilis-
simo in alcool a 50", in potassa e soda al 3 per cento, un
po' solubile in acqua, discretamente in benzina; — pigmento
giallo, poco solubile in acqua e in alcool a 50**, solubilissimo
in alcool assoluto, etere, potassa, soda, poco solubile in ben-
zina; -- pigmento bruno giallastro, solubile soltanto in acido
acetico, e rosso in ammoniaca; — pigmento nero, attaccabile
soltanto dall'acido nitrico, che lo scioglie in liquido rosso a
caldo e giallo per diluizione
Tutti questi pigmenti hanno però qualche relazione fra
loro: i più cupi possono progressivamente passare ai più chiari
sotto diverse influenze. Non ha luogo però la trasformazione
inversa.
Sui pesci troviamo un saggio curioso, che rientra nel
lugubre per quanto interessante argomento della soprav-
vivenza dei decapitati. Il saggio è del dott. Kouliabko, che
al Congresso di Fisiologia di Heidelberg ha esposto al-
cune sue ricerche sulla Reviviscenza dei pesci decapitati.
L'autore è un russo, cioè di quel paese dove le morti
violente, per « alta opera di giustizia », sono sempre al-
r ordine del giorno.
Le citate ricerche dimostrerebbero che la testa continua a
vivere o si può far rivivere per lungo tempo dopo essere stata
distaccata dal tronco. Cosi una lampreda è stata tagliata in
due parti, 1' una comprendente la testa e il cuore, l'altra il
resto del corpo con la coda. Dopo alcuni movimenti convulsi
le due parti sono divenute inerti e sono state lasciate cosi
per un ora o due. Poi s' è iniettato nel cuore e nei vasi un
siero artificiale composto di alcuni sali Allora la testa e la
parte del tronco, che vi aderiva, si sono rianimate e si son ri-
messe a vivere. Applicando contro le pareti del cuore l'appa-
recchio registratore di Marey, si è ottenuto sulla carta un
tracciato identico a quello che danno le contrazioni cardiache
di un pesce vivo e intero. Le branchie volta per volta si sono
rimesse a funzionare, a sollevarsi e ad abbassarsi alternativa-
mente, appunto come nei pesci che respirano nell'acqua. Se
■ ••
304 Storia naturale
prima dell' iniezione si aveva cura di fendere il cranio del pe-
sce in modo da scoprirne il cervello, si constatava che questo
aveva egualmente ripreso tutte le apparenze della vita. Se sì
arrestava V iniezione, il pesce moriva una seconda volta. Il
cuore può battere delle intere giornate, a condizione che sia
sempre irrigato dal siero. La stessa cosa accade con tutti ^li
altri organi, ad eccezione del cervello, la cui risurrezione non
dura più di due o tre ore.
J. Pelleg^rin, occupandosi di pesci nella pienezza delle
loro forze e compiutezza del loro corpo, fa conoscere
L incubazione beccale in due Tilapia dell' Ogoou (Con-
greaso delV Associazione francese per V avanzamento delle
Scienze).
Un certo numero di P«sci teleostei esotici ha un modo dei
più curiosi e dei più efficaci di protezione delle uova e dei
giovani: V incubazione buccale. Dopo V emissione e la fe-
condazione le uova sono collocate ora dal maschio ora dalla
femmina nella cavità bucco-branchiale, e là trovano eccellenti
condizioni di sviluppo. Questa pratica singolare è delle più
frequenti nella famiglia dei ciclidei, pesci acantotteri faringo-
gnati, che contano numerosi rappresentanti nelle acque dolci
africane ed americane. L' A. nota V incubazione buccale in due
specie dell' Ogoou, Tilapia melanopleura e T. flavomarginata.
Il compianto prof. P. Pavesi, — e fu forse questo
r ultimo lavoro deir illustre zoologo, — ha dissertato
intorno Gli acipenseri nostrani {R, Istituto Lombardo
di Scienze e Lettere)^ cioè intorno gli storioni, che si
rinvengono nello acque italiane.
L' A., prendendo le mosse da un quesito di pesca proposto
dal Ministero di Agricoltura, fa un esame critico delle specie
e forme note di storioni, e quelli che si pescano nei nostri
fiumi, massime nel Po, riduce a 3 specie: Acipenser huso,
A. sturio, A. baccarà, h' A Heckelìi e 1' A, nasus, insieme
con A. Nardoi, non sarebbero che forme dell'io. Naccarìi.
Dì tutte le specie e forme l'A. dà i caratteri distintivi ed
indica la distribuzione. .Accenneremo in proposito che VA, huso
è per r A. meno raro di quanto si crede; più raro 1' A. nasus\
vien dopo 1' Heckelìi ; più comuni sono il Nardoi, il Naccarii
e lo sturio. L' A. sturio fu tiovato in fiumi di tutte le parti
d' Italia, ed « è la sola specie del nostro Mediterraneo dal
mar Ligure al capo Passero >.
L'A. accenna alla coltivazione artificiale degli storioni,
quale si pratica in Germania, in Russia, negli Stati Uniti,
e deplora che non si faccia altrettanto in Italia, dove pure
un principio di allevamento si praticava in qualche « valle >
■w»*^ ^>T ■ :
Dai molluschi ai protozoi
305
nel Veneto. Nota in proposito che la storionicultura ha por-
tato anche a scoperte scientifiche sullo sviluppo degli storioni,
che nei riguardi dell' .1. stìirio riassume dalla esposizione del-
l'Eh renbauni.
Fra le particolarità cosi messe in evidenza, una delle più
interessanti è la esistenza transitoria di denti nei giovani sto-
rioni, mentre gli adulti, cx)m'è noto, ne sono privi. I denti dei
giovani storipni sono disposti in più serie e somigliano a
quelli dei pescicani.
VII. — Dai molluschi ai protozoi.
P. Carles assoda V esistenza del Fluoro nelle conchiglie
dei molluschi {Académie des Sciences).
Premesso che il Huoro si sprigiona facilmente dall'acqua,
quando sia mescolato ad acido cloridrico ed a carbonati, e che
i fluoruri terrosi sono solubili nell' acido acetico più di quanto
si creda, ne dimostra la presenza nei molluschi marini, come
V ostrica e il mìtilo, che lo assorbono dall' acqua del mare. I
medesimi tiuoruri terrosi fanno parte anche dei molluschi non
marini, ma in quantità minore : es 2-3 m ili igr. per 100 grammi
in limnee, planorbi o chiocciole, B-4 milligr. per 100 grammi
in mitili del Tarn Secondo l' A., i tluomri terrosi sarebbero
un fattore generale di formazione e consolidamento delle parti
scheletriche degli animali, compresa la conchiglia.
Le chiocciole hanno fornito ad E. Yung il materiale
di studio per dimostrare che esisterebbe non un vero
senso olfattivo, ma un Senso delV umido nei gasteropodi
(Congresso delV Associazione francese per V avanzamento
delle Scienze).
E notevole infatti che i frutti e i legumi odorosi, i quali
esercitano sulle chiocciole e lumache una manifesta attrazione,
sebbene solo a piccola distanza, sono tutti umidi, mentre i
frutti secchi non esercitano alcuna azione. D' altra parte i fe-
nomeni d' attrazione si ottengono per mezzo di tela umida
non meno che per mezzo dei frutti, onde è assai probabile che
r influenza di questi sia da attribuire più all' acqua in essi
contenuta che non all' aroma da essi emanante.
Anche O. Polimanti riconosce nel filugello piuttosto un
senso chimico che un vero senso olfattivo o gustativo;
del quale senso chimico parla, come del meccanismo dei
movimenti dello stesso animale, in tre note da lui pub-
blicate quale Contributo alla fisiologia della larva del
f ■
noe storia naturalf.
bombice del gelso |U. Tessitori, Hcansaiio; riast^unto dal-
l'A. iit Archives Haliennes de Biologie).
Una curiosa polemica si è svolta la Francia alla A'o-
ciélé de Biologie intorno Jm /isgaziaue del carbonio tuf
opera delle crisalidi: foiiomeno che, ove si verificasse
realmente, sarebbe dei piti interessanti e d'nna novità,
quasi diremmo, inaudita !
La signorina M. Von Linduti, tempo tu, ba anDUnzìato dì
avere scoperto ette la crisalide di Papilio podalyriua possiede
una funzione analoga alla funzione clorobllica : essa det^om-
pone I' anidride carbonica, fissando il carbonio e cosi conae-
guendo un aumento in peao del 25 " ^ Ma U Dubois ed E Cou-
vreur, per veviticare questi straordinari risultati, hanno fatto
delle ricerche su crisalidi dì P/ei'ìji &ra»Hica«. ma senza ottener
nulla di simile. Successivamente la Von Liiideu ha confermato
che in due crisalidi di farfalle appartenenti a ■ generi assai
lontani, si ha aumenta di peso quando esse si trovano in
un'atmosfera ricca di anidride carbonica, mentre il loro peso
dimir.uÌBce se respirano in aria atmosferica.. L' A aggiunge
anche che le crisalidi non solo tissauo il carbonio deU' ani-
dride carbonica, ma anche l' idrogeno e l' ossìgeno dell' acqua
e 1' azoto dell' aria ! Avverte però che, perchè avvenga assor-
bimento di anidride carbonica nelle crisalidi, è d'uopo che
l'aria sia umida, essendo l'acqua indispensabile al compierei
di siffatta funzione.
In uno studio dì entomolo^fia generale, il Uock illustra
// linguaggio dfgV insetti: lìnguagr^io a cui manca, n
dire il vero, una lingua, anzi un qualsiasi organo vocale
per esprimersi, non emettendo gì' insetti per comunicare
fra loro che ronzii, strepiti per sfregamento, ecc.
L. A. distingue cinque mezzi di comunicazione o cinque
sorta di linguagi^ìo negl'insetti, che in qualche modo debbono
pur intendersi Ira loro, se tanti contraggono fin rapporti
sociali. Sarebbero: il linguaggio mimico, cioè espresso con gesti
ed atteggiamenti del corpo, ad es, nello formiche allarmate
o spaventate da qualche causa pterturbativa in mezzo al loro
lavoro; — pferatico, cioè espresso mediante vibrazioni delle
ali, ad es., nella mosca e nell'ape che ronzano volando; —
^tpìracolare, cioè con suoni emessi dalle trachee attraverso le
stimme., es nelle mosche che ronzano ad ali ferme: — -tfri-
dulatorio, cioè con la frizione dì organi fra loi-o, ad es. ala
rontro ala nella locusta, cosci e sulle ali nelle cavallette, ecc.; —
infine antennale. cioè linguaggio espresso mediante il reci-
proco toccarsi delle antenne, per es., nelle fonniche qunndo
s'incontrano e si comunicano la scoperta di cibo od altre...
novità del giorno !
Dai mollicchi ai protozoi 307
Un lavoro di molta importanza, che meriterebbe una
ampia recensione, è quello di W. L. Tower, Ricerche evo-
lutive sui crisomelidi del genere Leptinotarsa (Carnegie
Institi! tion of Washington).
Il grosso volume di oltre 300 pagine, con molte illustra-
zioni, offre i risultati dei lunghi e assidui studi delP A. sulla
biologia d* un gruppo di coleotteri fìtofagi molto interessanti
anche dal lato pratico, perchè fra essi si annovera il flagello
della patata: la Leptinotarsa (Doryphora) decemlineata.
E. r A., — già noto per un' accurata monografia sulla evo-
luzione del colore negl' insetti, — in questa nuova opera dà
prova della sua pazienza ed ingegnosità e dello spirito affatto
moderno che lo fa ascrivere a quella schiera sempre più nu-
merosa di zoologi, i quali mirano a gettar nuova luce sui
misteriosi problemi dell' evoluzione per mezzo di osservazioni
ed esperienze su animali vivi.
Il primo capitolo tratta della distribuzione geografica del gen. Lejf
tinotarsa, ed a questo proposito assai interessanti informazioni e speou-
Iasioni sono offerte nei ritardi della terribile L. decemlineata. Carovane
•ipagnaole e strnpi erranti di bisonti si considerano come gli agenti, por ^
mezzo dei <iaali i fratti nncinati e spinosi del Solarium ro$tratum, la ^
caratteristica pianta alimentare della leptinotarsa, farono traspor-
tati dal Messico al Texas, all' Arizona, al pendio orientale delle Mon-
tagne Rocciose; gl'insetti tennero dietro alla pianta nelle sue emigra-
zioni e si stabilirono nelle stesse aree. Con 1' avanzarsi della oiviltÀ verso
ovest alla metà del secolo decimonono si diffuse la patata coltivata, che
si rivelò un tradito alimento pei coleotteri; tutti gli ostacoli all'espan-
sione orientale dell'insetto devastatore furono allora rimossi; nel 1872
esso aveva raggiunto le rive dell' Atlantico e in meno di 50 janni si era
generalmente diffuso negli Stati Uniti e nel Canada meridionale. i
II secondo capitolo tratta della colorazione d^gli insetti. L' A. sta-
bilisce una completa serie di formale di colorazione e dà le percentuali
degl'individui nei quali le singole si verificano, in ciò 1' A. manifestando
però poca simpatia per la biometrica.
Nel capitolo terzo si discute la natura della colorazione e la sua
ontogenia nelle larve e negli adulti. Un gran numero di esemplari in
tutti gli stadi di sviluppo vennero sottoposti alle più diverse condizioni
di temperatura ed umidità per determinarvi modificazioni nel colore^
r A , in base ai suoi esperimenti, ritiene che variazioni ereditarie si
ottengano solo qunndo gli animali sono nello stadio in cui le loro cellule
germinali possono risentire gli stimoli, mentre le variazioni non sono
ereditarie, se gli stimoli affettano soltanto le cellule somatiche. Quanto
al significato delle colorazioni, V A. dimostra ohe esse sono protettive.
Del resto, negl' insetti esistono glandole che secernono un fiuido oleoso
e disgustoso, il quale allontana gì' insettivori. Cosi dei giovani polli,
spinti in un campo di patate dove abbondava L. decemlineata, si attac-
carono subito agi' insetti per cibarsene, ma ben presto impararono ad
evitarli eausa il loro sapore disgustoso.
L' A. ha fatto anche esperienze di allevamento con selezione degl'in-
setti, continuandole per degli anni ; ma i risultati non sono ancora bene j
stabiliti. Ad ogni modo lo studio accurato, minuto della vita di questo 1
gruppo d' insetti ha confermato 1' A. nella sua fede evoluzionista. Egli I
anzi mette in evidenza « il lato debole » della teoria del De Vries, e ^
si domanda qual' è la sorte serbata alle mutazioni in condizioni natu-
rali: la sua esperienza delle leptinotarse gli mostra che esse sono rigo-
rosamente sterminate. Per lui, le variazioni sono epigenetiohe, non pre-
determinate, — r evoluzione ò continua e diretta, — e le nuove specie
N
308 .Sfuria naturate
■ardono nelle razie emigranti per dlrstU riipsata kII« condiiioni dal-
l'eBiiteniB, la aeleiion» nuturBla operaodu come aii agente di conaert»-
EÌons della ntiia col liniitHro te variacinni in un an^ciiHiu fnnine ili
D' insetti dannosi a coltirtizioni di primaria impor-
tanza, — e questi operanti, ahimè, anche nel nostro
paese, — ai occupano F. Silvestri ed i suoi oollabonitori
G. Martelli e L. Masi, pubblicando memorie e note pre-
gevolissime nel Bollettino del Laboratorio di Entomo-
logia Agraria di Portici. Sono lavori condotti con i me-
todi moderui dell' indaghine biologica, onde contengono
risultati interessanti anche per la scienza, e noi siamo
dolenti che lo spazio non ci consenta di riferirne con
qualche larghezza almeno le parti più propriamente natu-
ralistiche.
Accennei-emo appena che F. Silvestri ci dà una splendida
monografia intorno La tignola dell'otioo, svolgendo in un cen-
tinaio di pagine, con numerose illusti-azioni, i seguenti aog-
getti ; Cenni storici — Descrizione dell' insetto nei suoi vari
stadi — Biotjratia della larva e dell' adulto — Danni causati
all'olivo — Nemici della tignola (lepidotteri, ditteri, imenot-
teri) — Metodi raaionali di lotta — Bibliografia.
Un'altra serie di memorie si riferisce alla moaca delle olive;
6 qui ricorderemo: G, Martelli", -Vo/e dietologiche nulla mosca
delle olive; — F. Silvestri, Generazioni della mosca delle
olive: — F. Silvestri, 6. Martelli e L. Masi, Sugli imenotteri
parassiti ectofagi della mosca delle olive fino ad ora onservati
neW Italia meridionale e sulla loro importatita nel combattere
la mosca ntessa.
Sempre nel campo degli insetti abbiamo una impor-
tante nota di M. Bezzi intorno le Mosche ematofaghe
(B. Istituto Jjombardo di Scienze e Lettere).
E ben noto che gl'insetti negli ultimi tempi hanno acqui-
stato un' importanza nuova in ordine ai loro rapporti con
l'uomo, essendosi trovnto che molti fra essi sono agenti di
trasmissione di malattie parassitarie od infettive dell'uomo e
degli animali domestici : cosi la malaria^ il carbonchio, il co-
Sotto questo punto di vista, it primo posto fra gli insetti si
deve assegnare ai dìtterì, come le ricerche moderne hanno am-
piamente dimostrato; e fra ì ditterì sì segnala un gruppo che
vn indicato col nome di mosche ematofaghe, cioè succnìatrici
di sangue. Le quali, oltre a poter riuscire dannose ed assai
moleste per sé stesse, recano grave nocumento con la trasmis-
sione di malattie, come il carbonchio e varie forme di tripa-
\ le ijuali la malattìa del sonno, la nagana ecc.
.» ' *
k
Dai molluschi ai protozoi 309
Queste mosche appartengono tutte al gruppo delle stomo-
xidynae, che si distinguono dagli altri muscidi principalmente
per la proboscide rigida e diretta orizzontalmente in avanti,
con la quale pungono e succhiano il sangue, inoculando even-
tualmente germi di malattie. Fra le specie si annoverano la
nota Stomoxys calcitrans^ che tormenta il nòstro bestiame, e
la famosa tse-tsè o Glossina morsitans che in certe plaghe del-
r Africa rende impossibile la vita agli animali domestici.
UÀ. intomo a queste mosche appartenenti ai generi Sto-
moxys^ Glossina^ Glossinella, Lyperosta, raccoglie una quantità
dì notizie critiche, bibliografiche e cronologiche, dando V elenco
completo delle specie fino ad ora osservate in tutto il mondo,
con particolare riguardo a quelle della Colonia Eritrea.
Delle mosche e dei loro affini si occupa ancora Q. Tuc-
cimei, che pubblica il Saggio di un catalogo dei ditteri
della Provincia Romana (Società Zoologica Italiana),
UÀ. premette una breve e rapida, ma interessante descri-
zione topografica e fisica della provincia di Boma, destinata ■^-^^"
specialmente a far « comprendere le ragioni della distribuzione ' :^.i
della sua fauna entomologica ». Riferisce poi « le osservazioni
d' indole generale che gli è accaduto di fare nelle lunghe caccie,
e che possono dare unMdea della distribuzione per località e
per epoche dei ditteri contemplati. A queste note segue infide
la prima parte dell* elenco. Dolenti che la mancanza di spazio
non ci consenta di parlarne per ora più a lungo, ci auguriamo
che PA. conduca quanto prima a termine V importante lavoro.
Dagli insetti saltando agli echinodermi, C. Vaney illu-
stra Due nuove oloturie incubatrici (Congresso delV Asso-
ciazione francese per V avanzamento delle Scienze).
Le due oloturie furono raccolte nei mari antartici dalla
spedizione Charcot. Sono le seguenti : Cucumaria lateralùt,
cne ha due tasche incubatrici interne, ai due lati del muscolo
longitudinale del raggio dorsale destro, ogni tasca aprentesi
per un poro all'esterno; — Psolus granulosus, che porta le
uova custodito in verruche cutanee sulla suola ventrale, ed
inoltre presenta fenomeni di abbreviazione embriogenica
La memoria di M. Rizzi Sulle attinie della laguna
di Venezia (R, Istituto Veneto di Scienze., Lettere ed Arti)
è una importante illustrazione di un gruppo d' animali
abbastanza trascurato e riesce sopratutto a darci Telenco
distinto delle specie, che vivono nel mare, e di quelle
che Vivono nella laguna.
Premesso un cenno storico, l'A. pas^a allo studio degli
esemplari di attinie da lui raccolti nella laguna, confrontan-
310 Storia naturale
doli con le specie descritte dai predeceaaori. Afferma la grande
variabilità delle specie nelle attinie e prende in esame nccit-
rato le diverse varietà di ogni specie. Cosi stabilisce una dif-
ferenza abbastanza notevole tra la fauna sttìnica della laguna
Imo. Le varietà, per ei., dellMcania
e del tipo, e questo si trova solo in
e due famiglie con numerose specie
no rapprese Dtik te in laguna, ed altre
iiitnero dì specie lagunari inferiore a
ne Un altro carattere proprio dellii
.Ila frequente presenza della Aiptatia
a neir Adriatico, ma in tutto il Medi-
attiiiie e di altri animali che pos-
t periodiche emersioni e sommer-
marea, sì sono fatti recentemente
oro modo di comportarsi verso il
[le modifica le loro condizioni di
n evidenza che siffatti animali pos-
ttamentì relativi alle modlGcazioni
ipazioiie, cioè prima che il feno-
lìzzì, quasi in previsione di esso,
^roii, quando parla Dei fenomeni
0 per anticipazione ritmira /Aca-
egge: gli organismi, a '(ual.titisi grado
nti, quando l'ambiente esterno o in-
,zioni per odiche. tendono a seguire
moditìcazioDi parallele, in una indi-
inde di fronte all'ambiente, in seguito
completa,
jdouo e si contraggono con qualche
i del mare pei' la bassa marea.
ai basso della scala organica tro-
ino dei quali, — se pure è un ani-
formazione p la vita F. Cavara con
Ila Dunalìella salina < H. Acrade-
'sirlir r Mateinatirfif di Napolil.
e conclusioni dell'A, ìm D .ialina. ~
ne di Cagliari, — sempre organismo
lisce a dare la colorazione ros-« alle
■■resenta una certa « capacita di ai-
i.Hip-rf'-.i^i 1 pialli *.!•—— -«r ■ f t I ■ w f ■ I Mp
r
<
Botanica 311
comodamento fìsìologico a soluzioni anisotoniche >. Le solu-
zioni saline più adatte al suo sviluppo sono quelle la cui con-
centrazione va dai IO** ai Ib^ B. Oltre i 20^ e i 25** seguono
fenomen' di regressione e stasi di processi vitali. Alle varie
concentrazioni si adatta gradatamente, ma non può resistere alle
variazioni brusche A difesa contro una concentrazione troppo
elevata la Z2. salina passa a vita latente. Del resto, si molti-
plica per zoospore e per conjugazione.
G. B. De Toni pubblica appunto ed illustra un Frammento
epistolare di Giacinto Cestoni siilV animalità del corallo (Ri-
vista di Fisica j Matematica e Scienze Naturali). La lettera,
inedita, fa parte del carteggio scientifico che il Cestoni man-
tenne coi Vallisnieri, carteggio durato un ventennio e che
contiene una vera miniera di cose e notizie curiose e inte-
ressanti.
Ha ragione di notare il De Toni, — appassionato ed eru-
dito cultore della storia delle scienze naturali, — che è « de-
gno d' essere posto in luce il fatto che appunto nel periodo
della seconda epoca (1706-22j in cui, seguendo le notìzie for-
nite dal Marsigli, si credeva che il corallo fosse una pianta.
Giacinto Cestoni aveva precorso il Peyssonel e riconosciuto in
modo perspicuo la natura animale del corallo stesso ». Natu-
ralmente ciò non toglie nulla iil merito del Peyssonel che per
il primo ha divulgato per la stampa il riconoscimento della
natura animale del corallo, mentre T osservazione di Giacinto
Cestoni rimase sepolta allo stato di semplice manoscritto.
Da notare che in quel torno il Cestoni riconosceva anche
essere animali le spugne.
Botanica.
Giunti a questo punto della nostra annuale rassegna
del movimento scientifico nel campo della storia natu-
rale, un gentile richiamo deir illustre direttore dell' An-
nuario ci obbliga a non varcare quei limiti, che J' editore
impone al volume, benché la scienza sia ben lontana dallo
imporli alla sua sterminata attività: onde siamo costretti
a ridurci ad un resoconto affatto sommario, quasi un
indice di titoli, per i contributi die hanno per oggetto
il mondo veg'otale e quello inorganico Nella speranza di
poterci « rifare » V anno venturo, chiediamo intanto venia
' ■> -r
*%
t
Chiudiamo con un cenno storico che fa onore a un *
vecchio naturalista italiano. Si tratta del Cestoni, che, a
differenza di quanto credevano i suoi contemporanei, in
una lettera del 1717 affermava T animalità del corallo.
.1
/
t
ci haimo spedito i loro lavori, se
lel largo conto cbe essi merite-
luugo riaHsunto meriterebbe il bel
dlla. solenne ìnaugurazioDe dell'anno
i di Napoli, nel quale si delineano
■tanica (A Tessitore, Napoli): discorso
faremmo conoacere al piibblico, in
I lo ha pronunziato, è dì quelli che
> posto di scienziati, con tutta la loro
nxa, aperti alle vecchie e nuore cri-
ctl' evoluzione, ma a questa sempre
scientifica per la spiegazione dei leno-
•amma per un corso Ubero iH Biologia
xietà cooperativa tipografica, Padova)
vastitA. e della novità d'intenti^ che
lenza delle piante.
mica vegetale accenniamo appena :
/ le» chforophylles (Masson, Paris),
a fondo 1' intricata e per gran parte
)nio la natura della aostausa verde
t fa conoscere j Principi costituenti
Vile xcìentifique;, passandone in ras-
i; — Jamieson torna sul problema
zoto dell'aria per oj>era delle piante
"}, sostenendo che la fissazione avviene
più diverse famiglie per mezzo di
ici, come peli, nei quali avviene del
ecutiva della sostanza nlbuminoide ;
■ta Stilla scoperta dell' aldeide for-
-.ademia dei Lincei), riassume i più
in materia e conclude < essere ormai
avariate ricerche di differenti autori
ste nelle piante»; mentre in altra
anicn dì l'avia) sottopone a critica
lizza, che vorrebbe negare la presenza
i organi verdi delle piante e quindi
endenza del processo dell'assimila'
L. Usber e J. H Priestley si occu-
)roces30 nella notevole memoria sul
zione dei carlmnio nelle piante verdi
p), nella quale confermano la forma-
i come prodotta inteiinedio e dimo-
ri produrre la t'otosiiitesi fuori del-
imente iiUa tisiologia propi'iameute
dobbiamo innanzitutto far menzione,
plendida pubblicazione di O. Pollacci,
Fisiologìa e Bìologiit vegetale
che tratta ampiamente, con novità e felicità di )
rapporti fra Èlttincith e Vegetazione [Atti R. Ist
nico di Pafia\: grossa memoria, riccadi dati intere
belle tavole, nella quale, come prima parte dell' arj
Studiata l'influenza della elettricità sulla fotosinh
liana, venendo alla conclusione che ■ deboli correnti
le quali attraversano foglie verdi, aumentano 1' att
sintetica di tali organi *. Ma su questa memoria,
altre che ci auguriamo abbiano a tenerle dietro circ
soggetto, non mancheremo dì ritornare per parla
larghezza che merita — J Dumont mette in ra
radiazioni luminose, e la rirchezza in azoto del
{Aeadémie des pcienr-es). — ha memoriadi W. J Eusf
L' azione delle piante sulla lastra fotografica ne
\ Rogai Society of -London) non è, come si potrebi
un capitolo del tema sempre all'ordine del giorno,
tività, giacché l' azione , che ie piante esercitane
r A., sarebbe dovuta alla presenza in esse del
d' idrogeno od acqua ossigenata — Di molto int<
pubblicazione di L. Dielw, Jiii/endform vnd Bliit
Vflanzenreich (Borutraeger, Berlin), stabilisce i rt
la maturità sessuale e lo stadio raggiunto dagli or
tatìvi. — L. Scotti prosegue te sue preziose Conlrib
Biologia fiorale (Annali di Botanica), con gran i
colte dalla ricca bibliogralìa contemporanea, pubbli
VI parte, che si riferisce aìle pemoiialae, e la VII
concerne la myrtifiorae.
Ma per le piante oggi si va mettendo sempre
denza che esse' pure sono dotate di sensibilità e
agli stimoli. Elico, ad es., G. Haberlandt, che riton
favorito degli organi dei sensi nelle piante, pubi
2," edizione ampliata del suo: Sinìtesorgane im Pfl
zur J'erzeplion mecìuiniseìier Reise (Engalmann, I
Un autore, che ha scoperto la sensibilità sin nei
quali « reagiscono agli stimoli », è J. C. Bose: in
voluminosa, l'iaiit reponse an a meaim of physiolo-
.itigationx (Lougmans Green and C, Tjondon}, dà i i
ingegnose esperienze volte a constatare e misurare
nelle piante, venendo alla conclusione che * tutl
viventi, fusti, stili, stami, si accorciano quando siano i
— E^ un nostro botanico, L. Montemartini, pubblici
che siamo assai dolenti di potere appena acceni
IrasnuMione degli stimoli nelle foglie e in modo ■
nelle foglie delle leguminose {Atfi K. Mifuto l
Pania), dove dimostra e descrive il fatto della tr
degli stimoli e conclude col ritenere probabile uu
i fenomeni di sensibilità e la struttura e disposiz
elementi vt-nli, promettendo di eviscerare in questo :
gomento in altro lavoro.
314 Storia naturale
Alle mostruosità del corpo vegetale ha dedicato uno studio
il Goebel : La teratologia vegetale (riassunto in Archive^ des
Sciences Physiquea et Naturelles): dove delinea specialmente
il significato delle formazioni anomale nella botanica antica e
moderna, esponendo cosi quasi V evoluzione della teratologia
vegetale.
Più o meno irregolari e strane formazioni determinano
nelle piante i parassiti. Così N. Jacobesco disserta Su un feno^
meno di pseudomorfismo vegetale, analogo allo pseudomorfismo
minerale (Académie des Sciences): si tratta di certi tumori
sulle quercie di Valachia, dove ha luogo la sostituzione di un
organismo vegetale a un tessiito vegetale con la conservazione
della forma, del volume e delP aspetto, quasi per una sorte di
epigenesi vegetale. — G. Bordelli illustra le strane Flores de
Palo {Atti Società Italiana di Scienze Naturali): che non
sono punto fiori di legno o d' albero, come suona il nome, ina
produzioni legnose in forma come di calice aperto. L' A. fa
vedere come si tratti qui pure di deformazioni dovute al paras-
sitismo di una lorantacea. Si raccolgono nel Guatemala.
Della « creazione » di specie o forme nuove ci siamo già
occupati in un precedente paragrafo : qui torniamo un istante
^uir argomento per ricordare L. Blaringhem, che illustra la
Produzione per traumatismo e fissazione d* una varietà nuova
di granturco {Académie des Sciences ì; e F. E. Clements, che
tratta della Produzione di forme nuove per adattamento {Bota-
nical Gazette U S.)^ dimostrando che su oltre cento specie di
piante osservate e sperimentate V adattamento viene in prima
linea per la produzione di forme nuove, poi viene la muta-
zione e da ultimo P ibridismo.
Nel medesimo campo sperimentale trasformistico, come nel
campo biologico in genere investigato con l'osservazione e
V esperienza, belli, accurati, interessanti lavori ha intrapreso
A Béguinot, che intanto riferisce i Primi risultati della col-:
tura di una forma singolare di Stellaria media (L.) Cyr.
{Accademia scientifica veneto-trentino-istriana), e le Osserva-
zioni intorno alla biologia della germitiazione e dello svi-
luppo nel genere Plantago L. {Ibidem). Riserbandoci di ritor-
nare su questi e consimili altri lavori delP A., qui ora ci
limitiamo a rilevare che essi rientrano in quelP ordine affatto
nuovo di contributi volti fra V altro a stabilire, con la coltura
ed altri sussidi sperimentaci, il reale valore sistematico di
entità che possono essere « varietà nel senso di variazioni,....
varietà in preda a mutazione saltuaria,.... varietà che non
variano, e cioè specie ».
Nella parte sistematica ricorderemo dello stesso A. Béguinot
le Notizie critiche intorno ad alcune Pedicularis della Flora
italiana (Atti H. Istituto Veneto di Scienze, Leti ed Arti) e
le Osservazioni su alcune Cardamine nella Flora italiana
{fìoì lettino delia Società Botanica Italinna) ; una elaborata
^m
Sistematica e Fitogeografia 315
monografìa di R. Pampaninì smW Astragalus alopecuroides
Linneo (em. Pampanini) (Nuovo Giornale Botanico Italiano)^
studiato sopra un ricco materiale d^ erbario, con ogni sussidio
di dati mortologici e biologici Una interessante nota di G. Negri
illustra la Forme piemontesi del genere Ephedra L. (Accademia
Reale delle Scienze di Tori fio). — Nel mondo delle crittogame
citiamo: P A. Saccardo e G. B. Traverso, Sulla disposizione
e nqmenclatura dei gruppi micologici da seguirsi nella Flora
Italica Cryptogama (Bullettino Società Botanica Italiana) : pro-
spetto di classifìcazione della serie dei funghi, rispeccniante
lo stato attuale delle conoscenze in micologia, che gli autori
propongono, onde vi si attengano i redattori della flora crit-
togamica italiana. — F Cavara e N. Mollica pubblicano Ri-
cerche intorno al ciclo evolutivo di una interessante forma
di Pleospora herbarum (Pers.) Rab (Aniiales Mycologici,
Berlino): bel lavoro a base di colture sperimentali, la cui
importanza generale risulta anche dalle parole degli autori
che « la successione delle fasi quali abbiamo delineate nella
Pleospora herbarum farebbe riattaccare viemmaggiormente
questi pirenomiceti alle alghe carposporee, e fors'anco alle
embrionte potendosi annettere allo sclerozio il significato di
un organo omologabile all' embrione ». — A. Guilliermond,
nella sua Citologia dei batteri {Bull, de V Institut Pasteur)^
passa in accurata rassegna gli ultimi lavori in materia e
ammette come V ipotesi più verosimile che il carioplasma esista
diifuso nel citoplasma. — G. B. De Toni, ben noto per la sua
grande competenza in algologia parla Intorno al ('eramium
pallens Zanard, ed alla variabilità degli sporangii nelle cera-
miaceae (Mem, R. Accademia di Scienze ^ Lettere ed Arti in
Modena).
Nella fitogeografia troviamo un vero modello di memoria
intorno agli ospiti nuovi di una data flora: Heckel, Ambrosia
artemisiaefolia e sua naturalizzazione in Francia (Soc. bota-
nique de France) — Una nota del Fliche, L^ origine del ca-
stagTW (Ibidem), sulla base di un avanzo fossile, darebbe per
provata l'esistenza del castagno nella Francia sud-orientale
all'epoca maddaleniaua. — A. Béguinot e G. B. Traverso addi-
tano Azolla filiculoides Lam. nuoro inquilino della Flora
Italiana (Bull, Soc Botanica Italiana) — A Goiran (Ibidem)
annunzia ospiti nuovi pel M Baldo (Asplenium fontanum) e
pel Nizzardo (Oìnfza clandestina^ Bromus Schraderi). — Per
la storia delle flore e per altre ragioni riesce assai interes-
sante la memoria di P. A. Saccardo: Tu manipolo della flora
di Monte Cavallo desunto dalle icnografie inedite di G. G,
Zannichelli (Atti R. Istituto Veneto di Scienze^ Lett. ed Artlj.
Si tratta di 81 specie rafligurate in tavole dallo Zannichelli
e da lui raccolte in una gita al M. Cavallo nel 1720, della
quale qui è riprodotta la relazione originale. — J Maheu, che
aveva già illustrata La flora sotterranea della Francia^ ora
«^•^
310 Storia naturale
illustra in particolare La fl4>ra delle catacombe di l^arigi
(Conyrès de.s Soc. Sarantes h Montpellier j — F. E. Cleinents.
alla domanda Perchè le piante alpine sono nane (Botanical
Gazette U S.j^ risponde attribuendo questo nanismo non alla
luce contìnua od alla aridità del clima, ma alla depressione
che fa aumentare la traspirazione — A Bianchini offre Note
ed appunti intorno alla Flora Reatina (Bit. ital, di Scienze
Naturali j^ dando T elenco delle specie e raggruppandole in
riparie, palustri, igrofite, xerotite, sciafite, ruderali, rupestri,
pratensi, coltivate. — Importanti contributi alla fiora nostrana
recano, fra gli altri, G. Negri e A Béguinot. Il primo studia
Le .stazioni di piante microterme della pianura torinese (Atti
Coìnjresso dei Naturalisti Italiani a Milano), offrendo un
bellissimo saggio del come dovrebbe essere studiata la fiora
della pianura, che qui viene illustrata in cinque stazioni o
formazioni, brughiera, boschi d'alluvione, acquitrini, greti, ter-
reni aridi e incolti Deploriamo che tirannide di spazio c'im-
pedisca di dare un largo riassunto di questa memoria, come
delle due seguenti di A. Béguinot. Questi nella memoria in-
torno Ija regetazione delle isole liguri di Gallinaria^ ^^rgeggi^
ralmaria. Tino e Tinetto (Res Ligusticae) ci dà uno studio
fioristioo e biogeografico, redatto con la solita ampiezza d'in-
tenti e modernità di metodi. All'elenco delle 445 specie se-
guono interessanti considerazioni fìtogeo^rafiche, concernenti
il numero delle specie e le proprietà delle aree distributive,
i caratteri generali del paesaggio botanico, l'infiuenza della
natura chimica e fisica del suolo, l'azione dell'uomo, la genesi
della fiora, ecc. Più vasto campo e sopratutto più nuovo ab-
braccia lo stesso Béguinot nell'altra sua memoria intitolata:
Le attuali conoscenze sulla Flora Lagunare ed i problemi che
ad essa si col legano (R Lstitutn Veneto di Scienze^ Leti, ed
Arti: lì* f cerche Lagunari). Questo lavoro appare come una
prefazione od una nota preliminare, destinata a riassumere
l'opera dei predecessori in materia e fissare le linee di un
programma di studio: non mancherà quindi, e ci lusinghiamo
sia prossima, l'occasione di fare conoscere ampiamente anche
questa parte dell'attività botanica del Béguinot. -- Due la-
vori da ultimo ricorderemo coucernenti un interessante e cu-
rioso problema, l' infiuenza di un' eruzione vulcanica sulla
vegetazione. Sono di F. De Rosa e ne diamo i titoli: La flora
nesuri(tna e V eruzione dell'aprile 1900 ( Boi letti nolSocieth dei
Naturalisti di Napoli/, — Le comuni colture e r eìmziofie
dell'aprile 1906 (Atti li. Istituto d^ Incoraggiamento di Napoli).
Per la storia della botanica meritano di essere segnalati
con intenzione di grande elogio i contributi di G. B. De Toni,
della cui opera molteplice nell'anno decorso citeremo in primo
luogo le Spigolature Aldrovandiane, pubblicate in Atti del
Congre.s.so dei Natiiralisti Italiani, Annali di Botanica, /»*. Ac-
cademia di Modcìia, ecc., che illustrano vari aspetti della
Paleontologia 317
grande tìgura di Ulisse Aldrovandi. Ricorderemo poi che lo
stesso A. ha pubblicato e illustrato / placiti di Luca Oh ini
intorno a piante descritte nei Commenta ri i al Dioscoride
(Memorie fì fstituto Veneto di Scienze, Le.tt ed Arti),
Paleontologia, (Jkologia, Mineralo(jl\.
Anche per queste parti della storia naturale, come
abbiamo accennato, ci è giuocoforza procedere quest'anno,
eccezionalmente, ad unti rassegna sommaria, la quale riesca
poco più d'un indice di nomi d'autori e di titoli di opere.
Per cominciare dall' uomo, ferve tuttora in Francia la que-
stione degli eoliti, a cui abbiamo accennato Tanno scorso: di
quelle pietre che presenterebbero i segni d'essere state scheg-
giate intenzionalmente e che, t'ormando parte di depositi ter-
ziari, riporterebbero sulle scene del mondo scientifico V uomo
terziario, che pareva ne fo^se stato bandito per sempre. Nuove
obbiezioni contro la realtà degli eoliti muove, fra ^li altri,
L. Mayet nello scritto La questione dell' uomo terziario (L*An-
tìiropologiej.
Sullo stesso argomento si è discusso al A7// Congresso
internaziotiale d' Antropologia ed Archeologia preistorica, a
Monaco, con la peggio dei sostenitori degli eoliti, come Rutot,
combattuti da una schiera di avversari, come Obermaier, Boule,
Hamy. Allo stesso Congresso, Boule espone La stratigrafia
e la paleontologia delle grotte di Grimaldi (Balzi Rossi),
presso Monaco, facendo vedere che con quei depositi si risale
ai tempi pleistocenici, e Verneau illustra L\in tropologia delle
grotte di Grimaldi, notando che negli strati inferiori si trova
un tipo negroide, a cui succede il tipo di Cro-Magnon, mentre
la razza più recente s'incammina verso il tipo dolicocefalo
neolitico. Nuesch dimostra che certi depositi della Svizzera se-
gnano Il passaggio dal paleolitico al neolitico.
E Salinas des( rive degli Avanzi preistorici nel trarertino
del P Acqua dei Corsari presso Palermo ('H, Accademia dei
Lincei), che apparterrebbero ad un'alta antichità. A. Favrand
descrive una Mascella umana del paleolitico (Académie des
ScienceSj, trovata in una bieccia quaternaria, la quale si di-
stingue per il mento, che non è sporgente, ma cade in linea
retta, come oggi si riscontra soltanto in razze inferiori, per
es. negli australiani e nei negri.
Un' opera interessante, specie per noi, è la se'guente, di
un russo, nella sua traduzione in francese: B. Modestov, In-
troduction h Vhistoire romaine (Alcan, Paris): tratta dell'età
delia pietra in Italia e della storia antica sino agli etruschi
ed ai primi abitanti latini del Lazio.
B18 Storia ìiaturale
Passando agli animali fossili, C. Deperet delinea L'evo-
luzione dei mammiferi terziari (Académie des Scieiiceìf), rile-
vando la grande importanza delle migrazioni. — V. Simonelli
illustra i Mammiferi fossili del quaternario dell'isola di Candìa
(H. Accademia delle Scienze di fìologìia)^ e G. Capellini de-
scrive i Mastodonti del Mnseo geologico di Bologna (Ibidem) ;
mentre Osborne disseppellisce nel deserto libico gli avanzi del
Moetherium^ l'antenato dell'elefante. — E. Trouessart compara
/ lemuri fossili e i lemuri attuali (JSociété de Biologie), sta-
bilendo una figliazione diretta fra le specie terziarie d'Europa
e quelle attuali di Madagascar. — J. C. Ewart stabilisce L'ori-
gine del cavallo domestico (Rogai Society of Edimburg), fa-
cendolo discendere da tre tipi: il tipo selvatico del deserto di
Gobi, il tipo celtico, il tipo delle foreste
G. Dal Piaz pubblica una importante monografìa Sulla
fauna liasica delle Tranze di Sospirolo (Mémoires de la Soc.
paléontologique suisse), comprendente una quarantina di bra-
chiopodi dei generi Spirifer, Jihync/ìonella, Terebratula^ Wal-
dheimia: 11 forme o varietà sono nuove per la scienza.
Alla geologia contribuisce con un'importante memoria L.
De Marchi, esponendo lo stato presente della questione intorno
La struttura interna della terra (Rivista di Scienza)*, la ipo-
tesi più probabile, secondo l'A., è che la terra sia completa-
mente solida, con un nucleo metallico.
Terremoti e vulcani hanno fornito materia di studio a
numerosi naturalisti. E. Gua»'ini, che vede dappertutto l'azione
dell'elettricità, presenta un'ipotesi ingegnosa, stili' origine elet-
trica dei terremoti nella memoria: Les tremblements de terre,
leur origine électrique possible (Dunod et Pinat, Paris), giun-
gendo fino a ritenere che i binari ferroviari potrebbero costi-
tuire un mezzo di protezione contro i terremoti. — Mi Mar-
chand invece indaga i rapporti eventuali fra / terremoti e le
pioggie (Annuaire de la Soc. méthéorologique): ma non si trat-
terebbe che dei terremoti di sprofondamento, dovuti all'espor-
tazione di materiali interni ed alla conseguente formazione di
vuoti per opera delle acque sotterranee. — U. Pagani, abbrac-
ciando un campo assai più vasto di relazioni, benché nell'àm
bito ristretto di una piccola plaga, illustra Linea di faglia e
terremoti del Pesarese (Bollett. della Soc. Geologica Italiana)^
e dimostra lo stretto legame, che unisce le scosse con i dis-
sesti tellurici della crosta, complicati da anomalie gravime-
triche e magnetiche Dello stesso A. ricordiamo ancora I tuoni
della montagna, brontidi sismici in Basilicata {Congresso dei
Naturalisti Italiani), curiosa non meno che interessante me-
moria, — ed, in via di parentesi, per la diversità del soggetto,
il pregevole scritto: Nuoti metoai ed indirizzi nella piasti-
grafia moderna (Opinione Geografica). — I. Galli raccoglie
studiosamente da vecchie e recenti cronache esempi di Feno-
meni luminosi nei terremoti (Congresso dei Naturalisti Ha-
liani), come fiamme e fiammelle, lampi e vampate, luci dif-
^k*.
(IfOloyia
l'use o fosforescenti, travi o colonne luminose, globi dì
osservati iu qntixi un rontinaio di cadi. Lo stesso A. de
un TurbiìtK grandiotio r retri fornii n Velie/ri l'onli/ii
cademia Roo,uim dei Xiiori LincKÌ\, ravviciiiando il te»
dei fori circolari in vetri per turbine a. quello identico
raliosi nell'ultima eruzione del Vesuvio. — F. Carvés,
nota intomo / vulcani e ì lerrrmoti dal punto di rista
coKtitueione del globo (Société Anfronomique de France),
ÌQ rapporto «cosse ed erusioui con la natui-a del nucle
restre. — A. Lacroix illustra la Litologia del M. •*>
{Académie dea ScienceaU mentre Stoklasa determina le
solubili delle lare rtgitviaiie f Bull, de la Socif.lé de Chim.
Q Kernot offre una nuova Aaaliiti chimica delle cfneri
riane dell'aprile ISOtì (Hotielh Ilenle di Sapoli), — e ?
serini del pari ci dà la Compoeizione delle ceneri e dei
dell'eruzione reunriatia dell'aiirile lUW {Ae-M'lemia dei
gofili dì Firenze:.
Altra manifestazione della attività endogena della
Htudia A. Gaiitìer, indagando \'tlrigin« delle acque t>
{Académie dea Snienren : esse, secondo l'A-, sarebbero «
nuove di origine ignea, dovute alla ossidazione dell'idi
«elle profondità sotterranee »,
Ma, venendo ad altri movimenti della crosta, il già
dato L. De Marchi espone una Teoria eUmtiea delle d,
eioni tectoniche (li Accademia dei Lincei/ ; mentre Hi
conoscere un muo processo di Riproduzione sperimenta
ripiegamenti litosferici ( Acadr mie dea Sciences j, fondati
riproduzione delle condizioni naturali de) rafl'reddanien
pianeti.
Di un movimento locale del suolo si occupa ¥ Salmo!
che illustra L' acvallamento di Tavernola sul lago
(Atti della Soc. italiana di Scienze Naturali], in una
rata memoria, ricchissima di dati, eiì illustrata con spi
tavole, piante e profili, che siamo proprio dolentissimi •
poter riassumere a lungo.
Lo stesso F. Salmoii-agbi
versante SuW origine padana della sabbia di Snrsego i
luto Lombardo di Srienze e Lettere,: la quale sabbia
tuente l' isoletta del Quarnero, che fu detinita un * v.
geologico > , non ])uò essere stata deposta che dal l'o,
Po pleistocenico, che si spìngeva appunto lino al CJuan
Fra le numerose illustrazioni locali, che certo non
aeggiano anche in Italia, ne ricorderò segnatamente di.
espongono la costituzione e la storia di due antiteatri hi'j
320 Storia naturale
La prima è di P. L. Prover, intitolata Sulla costituzione dell' av/i-
teatro morenico di Hivoli in rapporto con successive /osi glaciali (R. Acc^b-
(lemia delle Scienze di Torino). X risaltati d* nuo studio accurato portano
r A. a riconoscere le prove di tro glaciazioni sucoesskve, dimostrate dftllA.
disposizione particolare e dal diverso stato Hi alterazione, che preseti-
tano i vari depositi morenici e quelli iutermorenici, collegati alle fa»i
interf^laciali.
L'altra memoria ^ di O. B. Cacciamali e concerne ì/ anfiteatro ma-'
renico sebino (Commentari Ateneo dì Brescia): accurata e dotta pubblica-
zione, illustrata con carte e prolili, la quale del pari conclude in favore
della p uralità delle glaciazioni, con l'avvertenza che sarebbero quattro,
anziché tre, avendo il Cacciamali potuto riscontrare le traccie di tutti
quattro i periodi glaciali, che recentemente il Penck riconosceva nel
versante settentrionale delle Alpi, dal più antico o Knnziano, al minde-
liano, al rissiano, fino al più recente o wurmiano. La memoria in esame
è ricca ancora di altri risultati interessanti, ma tirannia di spazio ci
obbliga a non dirne altro.
Lo stesso A. ha preso occasione da questo suo studio per parlare in
fenerale Sulle glaciazioni quaternarie (Bollett. della Soc. Geologica Ita-
iana), esponendo le nuove idee del Penck. che noi stessi abbiamo fatto
conoscere ai lettori nell' Annuario pel 1905.
Infine un' interessante scoperta è quella annunziata da
M. Gortfl-ni nella sua nota Sopra V eslstei^za del devoniano
inferiore nel versante italiano delle Alpi Carniche (R. Acca'
demi a dei Lincei).
Un pug-illo di mineralogia:
" E. Glaser annunzia Un minerale nuovo (Académie des Sciences): la
nepouite, silicato idrato di nichel e magnesio;
— O. Maderna reca un Contributo sperimentale alla conoscenza dei
bitumi (R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere). Sono ricerche prelimi-
nari sui bitumi contenuti nei calcari solfiferi di Romagna, essenzial-
mente costituiti da idrocarburi non saturi e ricchi di solfo;
— E. Brest ha una curiosa Contribuzione allo studio della Mineralogia
(Bollettino del Naturalista): nella quale dimostra con molti esempi che
esiste un rapporto fra la durezza dei minerali e quella dei loro com-
ponenti ;
— G. Tuccimei versa Sulla presenza del Manganese nei dintorni di
Roma (Boll, delta Soc. Oeol-ogica Italiana), annunziando e descrivendo
« un vero deposito di noduli di manganese (perossido) immediatamente
sotto i terreni vulcanici, e in quel livello che costituisce il passaggio
dal pliocene al quaternario » ;
— G. Spezia dà notizie e fa considerazioni Sulle inclusioni di anidride
carbonica liquida nella calcite di Traversella (R. Accademia delle Scienze
di Torino);
— L. Colomba espone accuratissime Osservazioni mineralogiche sui
giacimenti auriferi di Brusson in Val d'Aosta (Ibidem). L'oro è in filoni,
disseminato nella ganga quarzosa, associato a pirite e molto raramente
anche a galena e tetraedrite; è in patine sottili, in dendriti filiformi,
in grumi ed anche in cristalli piccolissimi;
— G. Escard disserta Sulla genesi naturale e sulla preparazione arti'
fidale del diamante (Revue scientifique) , facendo considerazioni teoriche
anche in rapporto alla costituzione interna del globo, le quali lo con-
ducono a preconizzare, per la riproduzione del diamante in cristalli
anche grossi, la soluzione del carbone in bagno metallico ili ferro o
d'una lega di ferro. Altri due autori invece procedono addirittura a
fabbricare il diamante: A. Chaetté annunzia d'esser riuscito nella /Vc-
parazione artificiale del diamante f Académie des Sciences), ricorrendo alla
decomposizione del solfuro di carbonio (il qual metodo non ha nemmeno
il pregio della novità ; Burton avrebbe fatto un passo innanzi nella RiprO'
duzione artificiale del diamante (Nature inglese), ottenendo gli stessi risul-
tati del celebre Moissan, ma con mezzi assai più semplici e meno costosi,
ricorrendo a una lega di piombo e calcio, nella quale il carbonio si
Mitteralogla
321
.. A
scioglie e poi sì solidifìca e cristallizza con la rimozione del calcio
mercè aua corrente di vapore acqnoo; ci«'* a temperatura relativamonte
baAJta, arce.ssibilo agli nsuuli mctr>di indntitriali.
Cosi finiamo con la menzione di due elementi, che
rappresentano duo potenze nel mondo, e sono ' anche
ambedue così scientificamente interessanti: Toro e il dia-
mante. Ma r uno non accenna per ora nemmeno alla
|>ossibilità di perdere il valore di rarità che gli assegna
la natura, perchè noi non facciamo che ricercare e sfrut-
tare quello che ci offre la natura. L' altro si può dire
una potenza che sta per essere debellata, perchè V uomo
riuscirà certo a riprodurre artificialmente il diamante : se
il regno di questo cadrà allora come gemma, resterà
sempre il suo inestimabile pregio, per quanto basso il
prezzo, per il taglio del vetro e per la perforazione delle
rocce attraverso i monti.
In tutti i modi con la riproduzione artificiale del dia-
mante si sarà risolto un bel problema di scienza sperimen-
tale e forse sciolto un enigma di minerogenesi naturale.
U. U.
"r ;
vili. - Medieiaa e Cbipapgia.
ilei Jolt. Al.KSSANDHQ Cl.EHIC't
Medico CuosulenU ilello SUbillmeatu ' l« Terme > ii
e del dott Ernesto (javazia di llulogna.
I. — Sutla struttura delta cellula wprrosn durante i di/fe-
renti slati dì funzione.
Lo studio dello modìfic azioni istologiche delta cellula
nervosa nei differenti stati funzionali è di data relativa-
inento reconte, ma tuttavia è già considerevole il numero
dei lavori pubblicati in argomento: fatto del quale non
è eerto a far meraviglia, dato il grande interesse legato
agli studii stessi.
Ogni qiial volta una tecnica nuova fu insegnata e
grazie ad essa si poterono dimostrare negli elementi ner-
vosi delle disposizioni nuove, gli osservatori ricercarono
quali modifìcazioui la funzione della cellula generasse Jn
queste disposizioni nuove. Bene spesso anzi su basi neces-
sariamente fragili ed incompleto furono create delle ipo-
tetiche teorie che durarono per quel breve tempo che
potevano durare, ossia fin quando un nuovo progresso
di tecnica faceva la sua comparsa e le faceva tramontare.
Ciò dicasi ad esempio AbW amehismo nervoso, teoria oggi
defili iti vamen te sepolta.
L' ultima scoperta istologica importanti* fn la dimo-
strazione in ogni elemento nervoso di neuro-fibrille,
dimostrazione precisa e facile col metodo di Ramon y
Cajal. E numerosi furono, dalla scoperta delle neuro-
fibrille in poi, i lavori che si occuparono delle modifica-
zioni di queste neuro-fibrille durante la funzione della
cellula, tra i più recenti dei quali meritano speciale con-
siderazione quelli di Dnstin, fatti all' Istituto Solvay di
Bruxelles.
Come in ogni questione <li isto-fìsiologia fa d' uopo
fare netta distinzione tra il fatto e la teoria, tra quanto
Im sti-iUtiira della cUiila
ai vede o quanto si pensa: e in una scienza in piena
evoluzione, qual'è la cilolojfiii, convieuo essere estrema-
mento prudenti.
È opportuno esaminare snceessivamento :
1." I fatti di osservazione.
2." Il loro meccanismo fisico-chimico.
3." [>a loro importanza fisiologica e il loro signi-
ficato.
1. / fatti. - Le neuro-fthrille sono elementi di vna
variabilità eccezionale. — N'elle lucertole Cajal e Tello
hanno messo in evidenza il fatto, che il reticolo
neuro-flbrillaro è composto durante T attività estiva di ■
fibrille numerose e assai sottili, dnrunto il sonno inver-
nale di fibrille assai spesse, ma poco numerose. Se si
prende una lucertola in pieno sonno iemale e la si pone
in una stufa a 25", in un'ora Io neuro-lìbrille sono pas-
sate dalla loro condizione ibernante allo stato d'attività:
in un'ora la cellula nervosa si è nettamente trasformata.
Queste osservazioni di Cajsl e Tello sono state piena-
mente confermate da Dustin, che altre ne fece di simili
nei mammiferi. Egli ha stabilito che le neuro- fibrille pos-
sono addimostrare due sorta di modificazioni.
Una disintegrazione granulosa, fenomeno nettamente
patologico, del quale non ci occuperemo qui;
Delle modificazioni da ritenersi come fisiologiche, in
quanto che sono regredibili, e che consistono essenzial-
mente nei fenomeni seguenti :
Quando l'attività della cellula nervosa diminuisco
(freddo, inanizione, fatica, ecc.) le neuro-fibrille si ispes-
siscono, €i fanno più colorabili, diminuiscono di numero.
Questi fenomeni appaiono nell'ordine seguente: Ai pri-
missimi inizii aumento dell'affinità delle neurofibrille
per l'argento (modificazioni chimiche della loro sostanza).
IjO stadio seguente è caratterizzato dalla comparsa di
rigonfiamenti fusiformi lungo il tragitto delle fibrille
(ftisi primarii) : tra i rigonfiamenti le fibrille conservano
il loro calibro normale. In altre cellule ques'.o stadio è
un po' ditTerente ; le fibrille non si gonRano a tratti ma
uniformemente in tutto il loro decorso e ne risultano dei
rordonrini.
Questi due stati delle fibrille — ipertrofia locale a
fuso e ipertrofia totale a cordoncino — hanno esito en-
trambi in un medesimo stadio seguente, che è la forma-
zione di fusi uniformi, spessì, molto argentofili. Questi
ìipio abbastanza mimerosi, seiu-
luiro <ii miniero menine il loro
Ittà aumentano. In ijiiosto stadio
lìssetuinati un piccolo numero di
nessuna fibrilla per quanto sot-
o. È lo sitilo grumoto di queste
sione usata da Cajai che Io ri-
ta negli animali neonati. Queste
esito ultimo delle modificazioiii
leurolìbrille per la diiuinnzione
ittivitù cellulare, ft uno degli esiti
ni runzìonali.
ttività cellulare hÌ esagera (calore,
,0 i fenomeni seguenti: le fibrille
sottili e numerose; incorporano
anza argontolìla sembra essere
)no essere riassunti nella tabella
Hiionc di ÌMe\ ]>rìinit:
iitnpiirn H <'or<loncÌni>.
lui meccanismo possono essere
fsie disposizioni morfologiche. —
jecondo DlisIìii, concorrere alla
ille fibrille colossali delle cellule
;o neuro-fibrillare e condensazione
jalche fibrilla (ipotesi già emessa
0 a fascio e fniiione di parecchie
dividiiale autogeno di certo libre,
è particolarmente evidente nello
puramente morfologici di questo
fisico-cbim ielle che li l'eggono ci
La HtnUInra ihlla i-ellnla iteroona
sono assolutamente oscure. Dustiii ritiene che
modificazione del reticolo neuro-fibrillare dipei
variazioni della tensione snperfieiale connesse allt
fìcazioni locali del cliimistno cellulare; è iin'ipote
sibile, ma tuttavia ancora da dimostrare.
3. Significato fisiologico. — Dustin emetto, ri
al significato fisiologico di queste variazioni, un'
interessante e curiosa.
Se è vero che l'attività del sistema nervoso pi
più che una analogia con le manifestazioni eletti
se riconosciamo alle neuro-fibrille il compito dì con<
le modificazioni di esse avranno una grande impo
Come è noto, l' intensità di una corrente eletti
pende dal rapporto tra la forza e lettre ino trieo e
sisteiizB.
Perchè I sia costante se E diminuisco deve Hii
parallelamente anclie K.
Nella cellula nervosa che cosa constatiamo? (
l'attività dello cellula dimiimisce, per ipotermia ac
pio. E, l'energia liberabile, diminuisce; ed allora
resti normale la funzione, bisofi^na che diminuisca
K, che è la resistenza dei conduttori neuro-fibrillari
nuircbl>eper il fatto dell'ispessimento delle fibrille ch<
rebbero meno resistenti al passaggio della corrente,
essendo che la resistenza d' un conduttore elettric
nuisce coir aumentare de! suo diametro. Ive modifì
di forma notate nella fibrille sarebbero dunque dei fai
pensatori. La cellula funzionerebbe dunque come ut;
a resistenza varial>ilo. K sì può andare anche più ii
sotto l'influenza di cause |)ertui-batrici appare Io
di frammentazione dello neuro-fibrille: il circuito i
interrotto.
Ma si tratta pur sempre di ipotesi, por quanti
guose. U» interesse più positivo hanno le inoditi
istologicamente dimostrate, cui vanno soffirotte
neuro-fibrille, perchè <jueste modilicaxioui costiti
un reporto orgjinicn di varianti funzioniili.
IL — /.« devimioìir di-l romiilrmeitlo e fu flia</iiinil
ìonirn delie mnhilli^ infrtlin:
La diagnostica delle iiuilattie iulcttive, che si ù
fino a poco tempo fa sui melodi dell'esame din
326 Medicina
da qualche tempo chiedendo degli aiuti ad altri rami delle
scienze mediche, e specialmente alle discipline di labora-
torio. Si comprende come — essendo acquisito alla nostra
scienza il fatto, che alcune malattie infettive dipendono
dair invasione neir organismo nostro di certi microrg-a-
nismi, alla cui presenza V organismo stesso reagisce in
modi intimi peculiari — , sorrida il concetto di legare la
^ diagnosi delle singole infezioni alla constatazione appunto
di questi modi intimi peculiari della reazione dell' orga-
nismo più che sulle manifestazioni più grossolane del-
l'accaduta infezione — manifestazioni, le quali hanno
assai meno di caratteristico e di specifico. A questo nuovo
indirizzo della diagnostica già vennero aperte tre vie.
Una di esse si fonda sulla determinazione della sovra-
sensibilità specifica^ che T organismo assume rispetto a
certi prodotti dei batteri, che l'hanno invaso. Di essa si
è valso il Koch pel primo, allorché escogitò l'impiego
clinico della tubercolina: più tardi il Pirquet escogitò
nello stesso ordine di idee la reazione cutanea, e il
Calmette, lo Chan temesse, il WolfiF-Eisner V oftalmorea-
zione per la diagnosi della tubercolosi e del tifo. Gli
studii di questo genere, già abbastanza avanzati per ciò
che riguarda la reazione alla tubercolina, sono appena
al loro inizio per ciò che riguai*da le altre reazioni sud-
dette, sicché avrà bastato qui 1' avervi accennato.
Una seconda via consiste nella diagnosi batteriologica
propriamente detta, che si raggiungo mediante l'esame
microscopico e i metodi di cultura: così nello sputo di
un malato di tubercolosi pohnonare noi dimostriamo la
presenza del bacillo della tubercolosi, nel sangue di un
malato d'ileotifo noi riscontriamo i bacilli di Eberth.
Fino a poco tempo fa questa fu 1' unica via nostra per
la diagnosi esatta delle malattie infettive.
Ma allorché il Behriiig scoprì che all'istituirsi d'una
infezione batterica corrisponde nell' organismo la produ-
zione di certe sostanze, che sono specifiche per quella
data infezione, si aprì un' altra via ancora alla diagno-
stica, la via che si potrebbe chiamare della diagnostica
biologica. Questa denominazione, che fu proposta dal
Wassermann, si riferisce essenzialmente al fatto, che i
dati relativi ci possono essere forniti solo da organismi
viventi.
Il principio direttivo della dìaofnostiea biologica delle
malattie infettivo é il seguente.
■J "II"
■^M^m * " *^w^
Diagnosi biologica delle infezioni 327
I succhi org'anici d'un malato (fuua certa malattia
infettiva contengono i prodotti delle reazioni specifiche
in quantità maggiori che non facciano i succhi organici
d*un individuo sano: e tali prodotti, com'è noto, hanno
la proprietà di influenzare in modo speciale i microbi
specifici deir infezione in corso. Quindi se nel siero del
sangue d'un malato noi troviamo che son contenute in
quantità maggiore del normale certe sostanze, di cui si
sa che svolgono sui bacilli del tifo una certa azione spe-
ciale, noi saremo per ciò solo in grado di far diagnosi
di tifo purché sia escluso dall' anamnesi, che lo stesso
malato già ha sofferto di tifo non molto tempo prima.
Di tali sostanze, prodotte dalla reazione specifica del-
l' organismo, quelle che hanno la maggiore importanza
negli studii pratici sono le agglutinine e gli amhocettori
contenuti nel siero del sangue.
Le agglutinine sono sostanze, che hanno la proprietà
di far rapprendere visibilmente fra loro in masse com-
patte i batterii di quella specie, la cui invasione ha pro-
dotto la infezione in corso. Quindi se ad una sospensione
di bacilli d' una certa specie nella soluzione fisiologica
si aggiunge un po' di siero di sangue di un individuo,
che sia in corso di un'infezione da parte dei bacilli di
quella specie, si vedono i batteri agglutinarsi fra loro:
se si adopera il siero del sangue di uomo sano l'agglu-
tinazione dei bacilli non accade o accade solo se il siero
è impiegato in una concentrazione molto maggiore. Per
tal modo ogni volta che si constati che il siero del sangue
di un malato ha verso i bacil^ di una data specie un
potere agglutinante maggiore del normale, ciò basterà
perchè si possa affermare che quel malato è sotto l' azione
infettante di quella specie di bacilli. È questo il principio,
su cui si fonda la sierodiagnosi di Gruber-Widal mediante
le agglutinine. Per ottenere l'agglutinazione dei bacilli
col siero del sangue di un uomo sano bisogna impiegare
il siero in concentrazione rispetto alla sospensione bat-
terica dell' 1 : 50 o in una concentrazione anche maggiore.
Un' altra classe di sostanze immunizzanti, che sono il
prodotto di reazioni biologiche della stessa specie delle
agglutinine, e quindi strettamente specifiche, sono gli ambo-
rettori. Gli ambocettori sono sostanze le quali hanno
r ufficio di attaccare singolarmente le molecole dei corpi
a composiziono colloidale, i quali sono penetrati nell'or-
ganismo provenendo da organismi stranieri. L' ambocet-
328 Medicina
ì
tore non è in grado di attaccare codeste singole molecole
da solo ; bensì esso vi riesce mediante il concorso di
un'altra sostanza circolante nei succhi normali deir or-
ganismo, la quale ha i caratteri di un fermento e fu
chiamata dall' Ehrlich complemento. Per tal modo la mo-
lecola della sostanza colloidale straniera viene scomposta :
a seconda dei casi i residui di questa scomposizione
saranno utilizzati per la nutrizione dell'organismo, ovvero,
se si tratta di sostanze venefiche, verranno eliminati.
L'ufficio dell' ambocettore quindi è simile a quello dei
mordenti in arte tintoria : come il mordente si getta sulla
fibra vegetale, e per tal modo rende possibile, che vi si
getti e vi si fissi più tardi anche la sostanza colorante,
così r ambocettore si getta sulla molecola colloidale e per
tal modo rende possibile che vi si getti il complemento e la
scomponga. Fra l' ambocettore e la molecola colloidale
esistono dei rapporti di affinità o, come si suol dire, di
avidità specifica ; per ricordare il paragone di Ehrlich,
un certo ambocettore collima colla molecola d' una certa
sostanza colloidale come una certa chiave si adatta ad
una certa serratura.
Si noti inoltre, che allorché entra in circolo la sostanza
colloidale, con cui un certo ambocettore collima, l' orga-
nismo è stimolato a produrre codesto ambocettore in quan-
tità maggiori dell'usato.
In genere le sostanze colloidali, che, introdotte in un
organismo, sono in grado di -provocare l'aumento di pro-
duzione dei rispettivi ambocettori, si chiamano antigeni.
Quindi ogni ambocettore è un prodotto di reazione spe-
cifica di un determinato antigeno e nello stesso tempo è
in grado di neutralizzarlo e di neutralizzare quello sol-
tanto. Per dare un esempio, i bacilli del tifo e risp. la
sostanza dei loro corpi sono gli antigeni rispetto agli
ambocettori del tifo; e questi costituiscono gli anticorpi
rispetto adessi. Gli ambocettori posseggono dunque, rispetto
alla diagnostica delle malattie, la stessa significazione
delle agglutinine. Ma la dimostrazione di essi è assai meno
facile.
Non è qui il caso di insistere sui varii metodi, che
furono proposti all' uopo, come il metodo di Pfeiffer, del-
l'esperimento sugli animali, e il metodo delle piastre, per
cui ò valutato il potere germicida di un siero, cui sia stato
aggiunto l'ambocettore: questi metodi sono inapplicabili
alla pratica clinica, inoltre i loro risultati non sono supe-
JÉJ
ItiagnoKi biologica tìeile infezioni
riori a quelli che si ottengono colla ricerca delle agglii-
tiiiiue. Invece assai piò praticn è il metodo che fu pro-
posto più roeentomeiite da Bordel o Gongoli. Questi duo
scienziati partirono dal principio seguente. So un anti-
gene e l'ambocettore e il complemento relativi sono posti
in presenza fra loro, l'ambocettore da un lato lega a sé
l'antigeno e dall'altro lato lega a sé il complemento
(Ehrlich). Quindi se noi poniamo in presenza fra
loro r autigano noto proprio di un' infezione, un
complemento (e cioè del siero normale reconte) e una
terza sostanza di cui importi determinare se o no con-
tenga l'ambocettore relativo a queir antigene, e consta-
tiamo che nella miscela cosi risultante il complemento
vien legato, potremo dedurne che la sostanza in esame
contiene realmente l' ambocettore spocitìeo. So poi la
sostanza in esame è un liquido proveniente dal corpo di
un individuo sospetto di essere all'etto dall'infezione, cui
si riferisce l' antigeno usato, il sospetto diventerà certezza,
poiché abbiamo avuto la prova che il liquido in esame
conteneva l'ambocettore relativo in quantità maggiore del
normale. Il perno del problema consiste dunque net riu-
scire a determinare, gè nella miscela sperimentale sud-
detta il complemento è stato legato o no.
Ed ecco come il Bordot e il Qengou praticano una
tale determinazione. Alla miscela essi agg'iungono dopo
alquanto tempo un ambocettore di altra specie, e cioè un
ambocettore che ha la proprietà di sciogliere i globuli
rossi ; per di piìi, aggiungono anche una certa quantità
di globuli rossi.
Perchè questo ambocettore spieghi sui globuli rossi
la sua azione specifica bisogna che anche esso sìa messo
in presenza del complemento, il quale pure è in tal caso
rappresentato dal siero del sangue normale recente. Ed
allora delle due 1' una. O nella miscela primitiva esisteva
r ambocettore specifico, et! esso avrà legato antigeno e
complemento, ed allora di complemento libero, disponibile
nella miscela, non ne esista più; in tal caso l'ambocet-
tore aggiunto più tardi non trova complemento, con cui
legarsi, e quindi esso non può spiegare la sua azione
solvente sui globuli rossi : risultalo : i globuli rossi restano
inalterati, il loro pigmento resta legato e quindi la miscela
eh' è prima iiicoloi-e resta incolore. Ovvero, al contrario,
nella miscela primitiva non esisteva 1' ambocettore spe-
cifico, ed allora, malgrado della presenza dell'antigcnn.
330 Medicina
il complemento resta libero; no segne che, allorché più
lardi viene agginnto V altro ambocettore e con esso i
globuli rossi, quest' altro ambocettore trova disponibile
nella miscela il complemento cui legarsi, vi si lega ed
allora può spiegare la sua azione solvente sui globuli
rossi: risultato: i globuli rossi si sciolgono, il loro pig-
mento si libera, e la miscela, da incolore ch'era prima,
diventa di color sanguigno.
Nel primo caso il risultato della reazione è positivo
rispetto alla presenza delT infezione sospetta, nel secondo
caso esso è negativo.
Il Bordet e il (lengou applicarono questo metodo allo
studio di diverse infezioni e specialmente del tifo, usando
per secondo ambocettore il siero di un animale, che aveva
subito prima una serie di iniezioni di emazie di altra
specie animale, ad esempio di bue, e che quindi aveva
acquistato delle proprietà emolitiche, nel quale cioè s' era
formato V ambocettore^ il cui antigeno è costituito dalle
emazie. I risultati concordarono colle premesse teoriche:
nei casi, in cui il liquido in esame proveniva da orga-
nismi non infettati, l'emolisi finale avvenne.
Poiché in questa specie di reazioni V ambocettore spe-
cifico allorché esiste lega il complemento, sicché questo non
può più venir legato dall' ambocettore emolitico che viene
aggiunto più tardi, nel caso di reazione positiva (•) si
parla di deviazione del complemento^ in realtà questo
viene dall' ambocettore specifico deviato verso l' antigeno
già presente nella miscela.
Ma Bordot e Gengou si valevano per antigeni delle
sospensioni di culture dei bacilli delle varie infezioni :
quindi il loro metodo era applicabile solo alla diagnosi
delle infezioni, dei cui bacilli specifici noi possiamo diporre
in colture pure. Per tal modo il loro metodo non pre-
sentava dei vantaggi pratici su quello delle agglutinine,
(•) Il lettore noterà che la reazione positiva nel senso pato-
logico in tal caso è negativa nel senso sperimentale, e cioè se
il liquido in esame proviene positivamente da un organismo
infetto, r aggiunta ulteriore dell* ambocettore e del complemento
ha sulla miscela in esame un' azione we^aZ/wa poiché T emolisi
non accade e quindi la miscela resta incolore come prima.
Diayrìosi hiologir,a delle, i
sobbolle avesse servilo di argomentc
favore della realtà delle teorie di 1
state lo ispiratrici dìrctle.
Ma più reco II temente si è tentalo di
diagnosi dollc infezioni, delle quali
{ili agenti e delle quali quindi non pò
antigeni in forma dì culture bacillar
nella nuova direziono fu fatto da V
allorché essi constatarono, che la de
lueut» accadpva anche ao invece de
si vale degli estratti bacillari : evidc
doli'antigono non è legala csclnsiv
batlcrii, ma valgono a realizzarla ai
loidali, che costituiscono i corpi di
altro passo fu fatto, allorché il Wa
considerare come contenenti l'antigei
della presenza dimostrabile o no
anche gli estratti dogli organi di prc
quali era clinicamente e sperimentai
tenevano il virus specifìcn. Por tal n:
nell'ambito della diagnostica biologie
la sifilide, la lebbra, il vajolo, lo ][i^
tozoica, le quali finora da queir àmbi
Il metodo di prova è simile a que
gitalo da Bordet e Oengou, eccettoc
posto di una cultura bacillare, si ade
organo o tessuto umano, di cui si f
già la sede dell' infezione in queslic
tal modo, che i globuli rossi non si si
anche qui che il complemento fu
liquido preso in esame esisteva ir
l'amboceltore specifico per quel co
quindi porre la diagnosi positiva.
Il Wassermann in unione col H
questo metodo anzitutto allo studit
aveva scoperto nei liquidi organici
colosi una sostanza, che egli chiama
che essa costituisce l'anticorpo dell
Kock. L'autitubercolina esiste nel
furono trattati colla tuhercolina: i
genere provano ad evidenza che es
produzione spontanea, prodotta cio(
e quindi a vero caralterc d' anti<
come in molti casi di tubercolosi a^
332 Medicina
tubercolina Koch non sono seguite da alcuna reazione ;
gli è che nel corso doir infezione si è formata neir orga-
nismo del malato una discreta quantità di autitubercolina,
sicché al momento, in cui vien fatta T iniezione di tuber-
colina, r autitubercolina già pronta neutralizza tutta la
tubercolina dell' iniezione , e quindi non resta in circolo
della tubercolina a sufficienza per provocare nei tessuti
tubercolizzati la reazione clinica nota.
La presenza adunque dell' antitubercolina nei liquidi
organici ha un'importanza diagnostica reale: ogni volta,
che essa sia constatata mediante la ricerca della devia-
zione del complemento col metodo suddescritto, si potrà
affermare che è in torso la tubercolosi. Ciò ha un' impor-
tanza pratica specialmente per la diagnosi di natura di
certi essudati delle cavità sierose.
Il Wassermann ha applicato il metodo suddescritto
anche alla diagnosi della sifìlide. Nei casi sospetti egli
adopera come antigeno l' estratto di un tessuto umano,
di cui sa già con certezza che alberga il virus sifili-
tico (ulcera primitiva, condiloma, visceri di feto affetto
da lue ereditaria, ecc.). Gli studii di controllo cogli ambo-
cettori furono praticati con materiale proveniente da
scimmie, che erano state infettate sperimentalmente dal
Neisser, e il cui siero rivelò infatti coi metodi di labo-
ratorio una ricchezza insolita dell' elemento capace di
legare da un lato 1' antigeno sifilitico e dall' altro il com-
plemento. Avutasi così la cortezza, che i concetti teorici,
che avevano servito finora per le infezioni a virus vivo
coltivabile valevano anche per queir infezione a virus non
coltivabile, che è la sifìlide, si procedette senz' altro a
controllare nei varii casi il valore diagnostico del metodo
della deviazione del complemento. Iti questo campo le
ricerche più interessanti furono fatte a proposito dei rap-
porti fra paralisi progressiva e sifìlide. Il Wassermann
in unione al Plaut esaminò il liquido cerebro-spinale e il
siero del sangue di parecchi individui affetti da paralisi
progressiva, presi senza scelta rispetto a che l'anamnesi
fosse o no positiva rispetto ad un' infezione sifilitica pre-
gressa. I risultati del metodo- della deviazione del com-
plemento in questo campo furono molto notevoli, poiché
nel 70 y„ circa dei casi la reazione riuscì positiva quanto
alla sovrabbondanza dell' ambocettore nel siero del sangue
e nel liquido cerebro spinale e quindi quanto alla natura
sifilitica deir infezione originaria. Questi risultati furono
/ linfati--
confermati da Lovaditi i
e Stertz in Berlino. Fu
paralisi progresaiva più
che in quelli recenti,
stata espressa da alcuni,
sì tratterebbe esseuzialm
cellula del sistema nervi
processo incessanlo di p
fìcì per ia siQltdc.
Aualogamoiitc lo Set
di risultati positivi nelle
lui praticate in parecchi
il Citron, il Invaditi col
sta taz ioni. Sicché il meti
mento apporterebbe un
condo la quale la parali
sono in molti casi di or
Per quanto interessai
auesti autori, pare tuttai
el complemento non al
ztone, cbe riconoscorebbi
contare che contro il ve
elevato vigorosamente il
r hanno applicato invanì
della rabbia, Schultze n(
distinguere i vibroni cole
e lieibmayer non riuscir
varie specie di bacilli
conto del numero, già a
cui esso avrebbe dato df
diosi provetti, è d' uopo
limiti dell'applicabilità e
111. — Il tistema linfatic
In inoralo nel ria£
germi e delle sostiinzo t
tanza ai vasi sangui;>'ni.
personali e col conforto
viene invece alla conclui
tocca ai linfatici, ai qua
zione delle prime difese.
aW Medicina
Kcco le conclusioni a cui arriva il Boeri:
i." I batterìi, come i veleni, comunque penetrati nel-
]■ organismo, tendono sempre a raggiungere il circolo
sanguigno trasportativi dalle correnti del liquidi dell' or-
ganismo.
2." Dal connettivo sottocutaneo, dalle cavità sierose,
dal parenchima degli organi, in generale da tutti gli
spazi interstiziali dei tessuti, i batterli, comunque capita-
tivi, non penetrano direttamente attraverso ì capillari nel
circolo sanguigno, ma pervengono in quest' ultimo tra-
spo lati esclusivamente dai linfatici, eli' essi percorrono
sino allo sbocco dei grossi tronchi rispettivi nelle vene
del collo.
3.° 8e si introducono negli spazi anzidetti delle dosi
anche enormi di batterli, e si pratica la listola del dotto
toracico al collo, ch'ò l' unico punto donde la linfa si svuota
nel sangue, il sangue rimano sempre sterile, mentre nella
linfa che thiisce dalla listola si rinvengono quasi tutti i
batterli introdotti nell'organismo. Questa esperienza di-
mostra la verità della conclusione precedente,
4.' Le dosi relativa mente piccole di batterìi intro-
dotte neir organismo possono essere tiattennte lungo Ìl
loro cammino attraverso i linfatici, o quindi non raggiun-
gono il torrente sanguigno: infatti la linfa raccolta dal
dotto toracico, come nell' es|iorienza precedente, in tali
casi rimane sempre alerilc.
5." L'azione difensiva del sìstcìini linfatico contro
le iniezioni già da tempo studiale è spiegala appimto da
ciò, che il trasporlo ilei battorii si fa esclusivamente \)ei
iiuj'atiei; tale lìil'esii consisto ni'l ritardo dei batterli e
nella via lunga da ensi sognitn per raggiungere il sangue,
noi loro Mrrosto nei gangli, nella liltrazione, ncll' attenua-
zione (Manfredi, l'urcz. Viola, Friseo, Labbé, Evoli, ed
altri j, nell'an'ivo dei bulìerli nel sangue alla spicciolata
anziché tumniluoNamerite. Tale difesa è tesa possibile
soltanto da siflutta modalità di tras]>orto, ossia dalla im-
possibilità della penelnizione diretta dei batti'rii attraverso
i cajìillari nel siiugiie e dalla interi tosi niou e delle lunghe
e aceid<'ulatc^vii' linl'alielu' tra la loro jioila d"eutnitii e
il sainrue.
SilTatta modalità di tntyprul" . ielle infezioni trova una
riconfermn clinica neH'o.sservazionc delie linfiingioiti tì
degli ingorghi glaniloiui'i prossiuiiorì alla porta d'entrata,
e della esistenza di un periodo inlernicdiii, a localizza-
\
n
/ linfatici nelle infezioni 336
zione prevalentemente glandolare, tra la lesione primaria
iniziale e quella degli organi in alcune infezioni (sifilide,
tubercolosi).
6.<* Dal connettivo sottocutaneo, dalle cavità sierose,
dal parenchima degli organi, in generale dagli spazi
interstiziali dei tessuti, lo sostanze chimiche in genere,
e quindi i veleni, disciolti, non sono trasportati al
sangue, come i batterli, soltanto pei linfatici, ma per-
vengono nei circolo sanguigno anche direttamente attra-
verso i capillari sanguigni.
7.^ Se si introduce negli spazi anzidetti una solu-
zione di ferrocianuro di potassio e si pratica la fistola
del dotto toracico, la caratteristica colorazione bleu col
percloruro di ferro si ottiene altrettanto presto dalla linfa
dei dotto toracico che dal sangue, ove il ferrocianuro
in questo caso ha dovuto penetrare dirottamente, poiché
non può esservi pervenuto colla linfa a causa della fistola.
Questa esperienza dimostra la verità della conclusione
precedente.
S.'' Questa penetrazione di sostanze chimiche solu-
bili nel sangue, non solo pei linfatici, ma anche dirotta-
mente attraverso i capillari sanguigni, trova riconferma
nella rapidità dell' azione dispiegata dai farmaci intro-
dotti per la via ipodermica e dalla dimostrazione dell' as-
sorbimento della bile anche pei vasi sanguigni neir itte-
rizia (Queirolo e Benvenuti).
9.** Quindi i capillari sanguigni non sono permea-
bili ai batterli da fuori in dentro, malo sono alle sostanze
chimiche disciolte. Questa differente permeabilità verso
i batterii e i veleni solubili trova riconferma nell'osser-
vazione che in so«>uito alle inoculazioni sottocutanee di
colture tubercolari r infezione tubercolare rimane lieve e
locale, mentre l' intossicazione tubercolare, la cachessia,
sono rapide e marcate (Maffucci, Oavagnis, Del Corda).
La ragione della impermeabilità ai batterii e della
permeabilità ai veleni disciolti è tutta fìsica, e va riferita
al volume delle particelle rispettive, per cui i capillari
sono attraversati dalle sostanze granulari (cinabro, car-
minio, inchiostro di china) o dalle sostanze corpuscolari
quali gli stravasi sanguigni (Mascagni, Ludwig, Hizzozzero
e Sai violi, Foà e Pellacani, (ìolcri, MatTucci, Muscatello,
(Jabbi, Muoller, ecc.).
10." Dal torrente circolatorio del sangue i batterii,
che vi siano stati introdotti, anche se in quantità enormi,
non passano più nei linfatici.
386 Medicina
11.** Introducendo quantità anche straordinarie di
batter ii nel sangue per una vena, e praticando la fistola
del dotto toracico, mentre i batterli si rinvengono a lungo
innumerevoli nel sangue stesso, la linfa del dotto toracico
rimane sempre sterile. Questa esperienza conferma la
proposizione precedente.
12.*' Una riconferma clinica di questa impermeabilità
dei vasi sanguigni da dentro in fuori pei batterli è data
dair osservazione che il siero degli edemi si è riscontrato
sempre sterile (Loeper e Laubey). La ragione di questa
impermeabilità è analoga a quella dianzi esibita per
r impermeabilità da fuori in dentro.
13.** Dal torrente circolatorio del sangue i veleni o
le sostanze chimiche in genero, disciolte, che vi siano ca-
pitati o vi siano stati introdotti e anche in quantità enormi,
non passano più nel torrente linfatico.
14.** Infatti introducendo quantità straordinarie di
sostanze chimiche disciolte nel sangue, ad esempio, bleu
di metilene, per una vena e praticando la fistola del dotto
toracico, esse non si rinvengono affatto nella linfa rac-
colta dal dotto stesso.
15.° Una riconferma clinica di questa impermeabilità
dei vasi sanguigni da dentro in fuori alle sostanze di-
sciolte, è data dalla osservazione che anche nelle più
gravi intossicazioni dell' organismo (uremia) il siero degli
edemi si è dimostrato ipotossico (Loeper e Laubry, Lesné,
Baylac).
Va ancora notato che al passaggio così dei batterii
come dei veleni dal sangue nei linfatici, seguirebbe poi
il ritorno di tali sostanze di nuovo al sangue (vedi sopra) ;
(quindi riuscirebbe, por quanto da un punto di vista alquanto
telec^ogico, ozioso.
16.** L' impermeabilità dei vasi sanguigni ai veleni
disciolti, da dentro in fuori, va ritenuta apparente e attri-
buita specialmente ai veleni esogeni e alla rapidità note-
vole con cui essi abbandonano il sangue per altre vie,
come è detto nella conclusione seguente.
17.** Nel sangue esiste una proprietà, direbbesi me-
ravigliosa, por la quale non solo i batterii, almeno in dosi
limitate, ma lo stosse sostanze v^ouofiche, tanto più com-
plotamonte quanto più estraneo all' organismo, scompaiono
rapidainonto dal sangue stosso non appena vi siano in
qualche modo porvonute.
18.^ L'azione dei linfatici verso i batterli ed i veleni
^
^
Mestruazione e gravidanza 337
è complessa : essa comprende insieme dei mezzi di difesa
e delle insufficienze.
Tra i mezzi di difesa sono già noti contro i batterii
la filtrazione o l'arresto di questi, la loro attenuazione,
l'azione immunizzante contro di essi (Manfredi, Perez,
Viola, Frisco, Labbé, Evoli, ecc.).
Oggi si tende ad aggiungere tra i mezzi difensivi
dispiegati dai linfatici quello contro i veleni, o azione
antitossica (Ascher e Barbera, Gabritschewski) : questa
però risulta dalle esperienze del Boeri essere lieve, e in
ogni caso poco efficace a causa della penetrazione diretta
dei veleni nel sangue, senza T intermedio dei linfatici, da
lui constatata.
Tra le insufficienze poi che bisogna attribuire ai linf|itici
riguardo le infezioni, accanto alla mancanza di potere
battericida della linfa (Castellino, Pagano), al microbismo
latente (De Renzi, Manfredi, Pusateri, ecc.), il Boeri
crede si debba annoverare il compito esercitato, secondo
le sue ricerche, esclusivamente dai linfatici, di traspor-
tare i germi al sangue provocandone la disseminazione,
laddove senza di ciò molte infezioni rimarrebbero locali,
data la impermeabilità ai batterii della rete sanguigna da
fuori in dentro (v. s. 9.").
19.** Anche il sangue presenta dei pericoli e delle
difese verso i batterii ed i veleni. Tra i pericoli sono noti
quelli riferibili alla presenza di germi e di veleni nel
circolo, data la velocità con cui dal circolo si fa poi la
distribuzione di tali elementi patogeni agli organi.
Tra i mezzi di difesa, accanto a quelli già noti, come
il potere battericida e (luello anti tossico, il Boeri crede do-
versi collocare quella proprietà già segnalata, per cui non
solo i batteri ma anche più marcatamente le sostanze ve-
nefiche, tanto più rapidamente quanto più sono estranee
all'organismo, scompaiono dal sangue circolante non appena
vi siano in qualunque modo pervenute. (Rivista Medica)',
rV^. — La mestruazione ed il principio della gravidanza
nella donna.
Il Fusari ha studiato rocoutonionte la (jiiestionc assai
controversa dei rapporti cho esistono fra la mestruazione
0 il principio delhi <»Tavi(lanza nella donna. La determi-
nazione del momento in cui nello vie genitali della donna
340 Medicina
Concludendo in base a questi casi tipici si pos-
sono ammettere le due eventualità che formano la
base delle due teorie ora dominanti circa il principio
della gravidanza. Può cioè essere fecondato sia Tuovo
che è eliminato dall'ovario durante T ultima avvenuta
mestruazione, sia quello che si è maturato colla prima
mestruazione mancata. In ambedue i casi gli ovuli pos-
sono trovare condizioni favorevoli per annidarsi nella
mucosa uterina ed ivi continuare il loro sviluppo. (Regia
Accademia Medica di Torino^ 1907).
V. — La colina nella neuropatologia.
Il prof. Halliburton recentemente ha comunicato nella
Oliver-Sharpey Lecture il risultato di numerose sue
ricerche sul valore della co/tna in neuropatologia. Secondo
lui la colina è un prodotto costante e caratteristico della
degenerazione dei tessuti nervosi, in quanto che deriva
dalla scomposizione d'uno degli elementi essenziali di
questo tessuto, e cioè della lecitina. Infatti la lecitina
trattata coir idrolisi dà luogo a varii acidi grassi, fra i
quali r acido oleico, T acido glicerofosforico e ad una base
azotata eh' è appunto la colina. Com'è noto, è sulla com-
parsa dell'acido oleico, eh' è colorabile dall'acido osmico
in presenza dei sali cromici (mentre la lecitina in tali
condizioni non è colorabile), che si fonda la nota rea-
zione di Marchi caratteristica del tessuto nervoso dege-
nerato. Secondo T Halliburton, allorché un gruppo di ele-
menti nervosi sta degenerando, la colina, che per tal
modo si libera dalla lecitina di essi in via di distruzione,
si può dimostrare nel sangue circolante e nel liquido
cerebrospinale. Per tal modo mediante semplici reazioni
chimiche si avrebbe il modo di distinguere i casi di ma-
lattie nervose funzionali da quelli dì malattie nervose
organiche: basterebbe infatti far la ricerca della colina
nel sangue o nel liquido cerebrospinale. Da principio lo
Halliburton per la ricerca della colina aveva proposto
l'impiego del cloruro di platino per cui si avrebbe noi
prodotti in osarne^ la produzione* di cristalli caratteristici
di cloruro doppio di colina o di platino: il valore jira-
tico di questa reazione hi contestato: però più tardi il
liosenheini, in una serie di ricerche fatto sotto la dire-
zione deir Halliburton stesso, ha escogitato un'altra rea-
•*
Puntura esplorativa del cervello 341
zione con una soluzione concentrata iodo-iodurata, il cui
valore è, si può dire, assoluto. Un altro metodo per sco-
prire la presenza della colina nel sangue circolante o nel
liquido cerebrospinale, consiste nel praticare ad un ani-
male r iniezione d' una certa quantità del liquido sospetto :
se questo contiene della colina si vede seguire neir ani-
male un abbassamento notevole della pressione sanguigna.
D'altra parte il Reid Hunt ha dimostrato, che un deri-
vato artificiale della colina, T acetil-colina, produce sulla
pressione sanguigna un abbassamento, che non solo può
neutralizzare ma anche superare l'elevazione prodotta da
una uguale dose d'adrenalina.
VI. — La puntura esplorativa del cervello.
La proposta di esplorare la cavità cranica attraverso
un forellino praticato con un trapano sottile nella calotta ,
non è- nuova.
Piti recentemente essa fu avanzata da A. Kocher (1899)
0 da E. Neisser e Pollack (1904). Ciò nullameno, a giudi-
care dagli scarsi contributi finora seguiti anche a queste
reiterate proposte, a tale procedura non sembra arridere
miglior fortuna di quella toccata in passato.
Neir anno scolastico 1905-1906 V Ascoli ebbe occasione
di praticare 12 volte tale puntura esplorativa in 6 malati,
si servì di un motore a pedale da dentista, al quale furono
adattati i sottili trapanini a facce piane parallele sugge-
rite da Neisser e Pollack: così la procedura è messa
anche alla portata di quei medici ed istituti che non
hanno a disposizione il motore e la corrente elettrica che
esige la tecnica di Neisser e Pollack.
La trapanazione va eseguita esercitando leggera pres-
sione col trapano sul punto prescelto; il trapano va con-
dotto perpendicolarmente all' osso ; si perforano in un
tempo parti molli e calotta. Il momento in cui la parete
ossea è superata, è avvertito pel cessare di ogni resistenza :
si arresta allora il movimento del trapano dando la voce
all'assistente che sta al pedale e si stacca il braccio mobile
del motore dal trapano che va tenuto in sito.
Nella sostituzione del trapano coli' ago-cannula esplo-
rativa occorre evitare lo spostamento delle parti molli che
maschererebbe il foro praticato ; alla fissazione colle dita
è opportuno aggiungere quella ottenuta annodando in pre-
cedeuza (ino boiidercllo iittoi-no al capo del malato, por
modo clic il imnto in cui s' iiitcn'ienc BÌa fra esso com-
pro so.
Riguardo alla scella del punto, criterio sovrano è quello
d'evitare, nchiainaiido L rapporti anatotiiìci, quel territori
[uali si corro pericolo di produrre lesioni vasali, fug-
0 seguala monte le arterie superficiali, la meniugca
a, i seni venosi, le grosse vene cerebrali.
er buon iiujnero dì punti ci guidano i trattati di chi-
ia; altri, dai quali è agevole raggiungere certe sedi
ezìoite dei processi morbosi (ascessi cerebellari, ecc.)
IO precisati da Xuisser e Pollack ; dì nuovi non sarà
govole rhilracciarne, previo studio anatomico e pre-
lari prove sul cadavere quaudo la sintomatologia ne
a preciso invilo. Por la topografìa cranio-cerebrale
)uo egregiamente i melodi in uso di Koelier, Durante,
er.
irca la profondità alta quale è lecito spingere senza
o l'ago esplorante non è possibile stabilire norme
: fa d'uopo rei;(nlarsi caso per caso a seconda degli
i forniti dalla sintomatologia o dalla regione nella
> si interviene.
'altronde, a bene riflettere, il valore delle punture
inde è più apparento che reale, perchè le punture
inde non potrebbero preludiare ad interventi chirur-
radicali; meglio in questi casi assicurarsi con ripe-
punture superficiali, cliè la lesione non risiede in tor-
io accessibile al coltello.
ra i casi caduti sotto l'osservazione dell'Ascoli due
)no stare a panidigma della precisione di diagnosi
sde e natura, raggiungìbile colla procedura che ci
3a.
i uno, l'esame microscopico dei frustoli di tessuto e
0 chimico del liquido estratto condusse a diagnosti-
una cisti dell' emisfero cerebellare destro di proba-
natiira gliomatosa. L'autopsia dimostrò l'esistenza
n ttimiire gliosarcomatos» foiifeiiente tina cavità
1 un altro caso, la puntura esploi'ativa confermi"! la
accusata dalla sintomaloiogia , cioè l'emisfero cere-
re destro. Per esclusione poi si giunse ad ammettere
raccolta di natura probabilmente tubercolare: giu-
apparso vendico pienamente al tavolo anatomico.
ulla guida di questi duo casi ci si può formare un
Le cause dei calcoli hititirì
concotto adeguato del valore della pulitura a
scoprire tumori veri e propri: i fraininenti
ostratli uel primo, le tfoccn di pus ricavalo ui
da uu tubercolo che atl'aiitoptjia apparve più
che t'ammollilo, aflidauo che il melodoè ici grado
dere alle più rigoroso esi|fenzo, consentendo non
constatazione di raccolle liquide, ma bonanchf
tumori solidi.
In altri Ire casi la puntura esplorativa d(
servì invece col suo esito negativo, a faro oaeli
lo diagnosi, che parevano imporsi alla sti-egi
sintomi presenti.
Poiché in codesti generi di malattie corcbrt
di regola di situazioni gravissime o disperato,
unico sollievo può riescire I' intervento chiri
metodo di imlagine, che, come la pratica espli
cervello, pufi servire a (issare e la natura e li
focolare cerebrale, costituisce nella pratica din
quisizione di un valore reale.
VII. — U canne dei calcoU biliari.
I calcoli biliari — col loro sintomo più impoi
noto, la colica biliare — sono fra le malattie più
specialmente fra le donne. Lo studio dello cau
oltre che ad avere una grande importanza prat
ass^i interessante anche perchè, per quanto he
studii più recenti, è connesso intimamente non
patologia del fegato, ma anche con quella dell
Si ritioae universaJmento oggidì che la prodi
calcoli biliari è secondaria all' infiammazione
delle vie biliari, o cioè dei canalicoli che, Inter
fegato, trasportano la bile da esso nel r.ofedi
poi essa delhiisce nell'intestino. L' infìanimazii
rale di essi ai ritiene essere prodotta da mìcrobi
in questione sono il più spesso il bacillo di
bacillus coli comm'tnis. L' infezione delle vie
parte di questi microbi può accadere mediai]
vie, delle quiili ì- bene conoscere la relativa ii
Esse sono la via intestinale o duodenale, la v
4a via del circolo generale, la via linfatica.
Si ritiene generaUnonte, che la via più fr
infezione sia in tali casi la via in(oslin;i]e o
344 Medicina
V'è fra la mucosa del duodeno (eh' è la porzione più
superiore dell' intestino) e la mucosa del coledoco tin rap-
porto di continuità; inoltre T intestino è la sede solita
delle due specie microbiche in questione ; infine V aper-
tura di comunicazione fra duodeno e coledoco durante
certi periodi della digestione resta aperta. Sicché da tempo
immemorabile si è ritenuto, non solo che le calcolosi
biliari, ma anche V itterizia comune dipendessero dal propa-
garsi dei processi intiammatorii dal duodeno, e cioè dal-
l'intestino, al coledoco e quindi al fegato.
Ma contro questa vecchia opinione stanno non pochi
argomenti, e cioè :
1.** I microbi virulenti, che si trovano neir intestino,
producono di regola delle forme infiammatorie di tipo
diverso da quelle che dàn luogo alla colelitiasi; e cioè
queste, come ha dimostrato il Mignot, sono delle forme
catarrali miti ; quelle sono forme piuttosto acute, che
assai facilmente mettono capo alla colecistite flemmonosa,
alla cangrena della vescica biliare, alle ulcerazioni e alle
perforazioni, come ha dimostrato V Owald.
2* Sebbene i microbi in questione abbiano sede in
varie parti deir intestino, essi proprio nel duodeno non
si riscontrano se non in casi d'eccezione.
3.** Nei periodi, in cui la comunicazione fra coledoco
e duodeno resta aperta, attraverso ad ossa ha luogo il
deflusso della bile; ora, sebbene i microbi delle specie
suddette nella bile possano continuare a svilupparsi (le
proprietà antimicrobiche della bile furono molto esage-
rate), tuttavia dal punto di vista meccanico riesce evi-
dente, che per la direzione della corrente biliare i microbi
da questa corrente verranno piuttosto ricacciati a va|le
entro il tubo intestinale che trasportati nel coledoco. Che
se i microbi riescono a risalire la corrente biliare attra-
verso r orificio del Vator, eh' è 1' entrata comune dal duo-
deno nelle vie biliari e nelle vie pancreatiche, come
si spiega che attraverso ad esso essi non penetrino tanto
spesso nelle vie pancreatiche quanto nelle vie epatiche?
e come dunque le forme infiammatorie del canale pan-
creatico sono enormemente più rare di quelle dei canali
biliari?
Questi argomenti sono certamente assai gravi. E' vero,
che il Lippmann e il Kelly in alcuni casi sono riusciti a-
constatare la presenza di batterii nelle porzioni inferiori
del coledoco, ma si tratta di reperti isolati, i (juali non
'^■_ ^"i .V ■ — - - - P - * ^^-i r^
Le cause dei calcoli biliari 345
bastano a controbilanciare il peso degli argomenti nega-
tivi addotti testé e degli argomenti positivi, che stiamo
per esporre a favore ai altre vie d'infezione.
Fra Queste è certo che tanto le vie linfatiche quanto
le vie ael circolo generale sono fuori di questione :
già contro la partecipazione lord parla la lentezza del
processo, con cui s'infettano le vie biliari in questi casi,
d'altra parte a favore di essa manca ogni evidenza di
carattere clinico o sperimentale.
Resta la via portale. Su di essa è andata concentran-
dosi in questi ultimi tempi V attenzione degli studiosi, e
l'importanza, ch'essa merita nella patogenesi della cole-
litiasi, è andata apparendo tanto maggiore quanto più
importante risultava la funzione antitossica e antimicro-
bica del fegato.
Si sa oggidì che il fegato è incaricato di neutralizzare
la maggior parte del materiale tossico, che viene appor-
tato ad esso dalla rena />or<a, costituente la grande comu-
nicazione venosa fra l' intestino e il fegato, materiale che
proviene appunto dalla scomposizione e fermentazione
del contenuto intestinale, sia desso di natura alimentare
0 sia di natura microbica : inoltre si sa che il fegato è
capace anche di distruggere o di rendere innocui la
naaggior parte dei microbi, che giungono in esso in
unione al materiale tossico di provenienza intestinale. Ana-
logamente, il sangue che venga estratto dalla vena porta,
e cioè che entra nel fegato per esservi elaborato, risulta
assai più tossico di quello che venga estratto dalla vena
cava inferiore, e cioè che esca dal fegato per risalire al
cuore, avendo subite le modificazioni prodotte in esso dal
lavoro disintossicante del fegato stesso: così pure l'aspor-
tazione o l'uscita di funzione del fegato è seguita dallo'
scoppio d' una sindrome tossica ad esito rapidamente
fatale; nell' iperemesi, e nell'eclampsia della gravidanza,
in cui si tratta di un' insufficienza della funzione antitos-
sica del fegato, gli elementi cellulari di questo presen-
tano r intorbidamento granuloso, la degenerazione grassa,
l'atrofia. Infine l'azione microbicida del tessuto del fegato,
assai maggiore di quella del liquido di secrezione di esso,
e cioè della bile, fu dimostrata dal Wolch direttamente.
E' facile comprendere , come por tal modo lo cellule
epatiche vengano di quando in quando sovraccaricate di
materiale tossico, e quindi la bile, eh' esse secornono,
contenga dolio tossine e fors' anche dei microbi di viru-
AmITUARIO 8CIRHTIPI0U — XLIV. 23
:U*^ yfedìciiìa
lenza attenuata, i quali danno luogo nelle vie biliari ad
(lu intìanimaxione di grado ììeve^ catarrale : lo altera-
zioni delle cellule, che tappezzano queste vie, e cioè degli
endotolii delle vie biliari, provocano la precipitazione della
colost farina della bile, non altrimenti che certe altera-
zioni deirli endotelii dei vasi sanguigni provocano la pre-
cipitazione delle piastrine dal sangue. Si spiega così la
difìorenza di frequenza fra la colecistite e la pancreatite
fra la oaloolosi biliare e la calcolosi pancreatica.
(^he i microbi piìssano realmente risalire la via portale
e ridiscendere poi le vie biliari in unione alla bile, fu
pn^vato da Lartigau ; egli praticava la legatura del cole-
doco, e inquinava poi col (k pyoeyanetm gli alimenti del-
l' animale in esperimento ; riti-ovava poi nella cistifelJea
il h, pt/o<\t/tinr9t4t e talora anche il ò. communis coli, L*e
alterazioni delle vie biliari si hanno anzitutto nella cisti-
fellea, j>oichè in questa vescica, che, attaccata al fegato, fa
da ileposito della bile in certi periodi della giornata, i
ballerii e le tossine soggiornano più a lungo, colla bile
di riserva. Quivi essi producono da prima la desquama-
THone deir epitelio e poscia penetrano nelle pareti stesse
della cistifellea, dando luogo ad un'infiammazione subacuta.
\a> tossine, che si accumulano nelle cellule epatiche, in
parte vengono riassorbito direttamente dal sangue e pro-
ducono quindi la cefalea , la dispepsia e gli altri pili
noti disturbi di fegato.
In molti casi dopo alquanto tempo il contenuto alimen-
tai*e ridiventa normale, le cellule epatiche finiscono intanto
di smaltire le tossine, che vi erano arrivato col sangue
portale, la bile vsecreta ridiventa normale : e quiudi il
processo di infiammazione della cistifellea o colecistite ha
modt> di guarire per proprio conto. Ma in certi casi le
condizioni morbose iniziali permangono; ed allora la
colesterina continua a precipitare senza venir ridisciolta
dalla nuova bile ; frattanto il materiale albuminoso prove-
niente dagli epitolii scollati provoca dalla bile la preci-
pitazione anche del bilirubinato di calcio: questo fa da
cemento alle goccioline di colesterina, e il calcolo epa-
tico è pronto. Parimenti Ih produzione di questi calcoli
si può avere in via sperimentale aggiungendo dcH'albume
d'uovo alla bile.
Ma anche in questo stadio, se il processo di coleci-
stite subacuta cessa, non si forman più altri calcoli, e
(pielli già formati non danno più alcun disturbo, poiché
Febbre da canapa 347
r infiammazione della colecisti essendo cessata, T epitelio
normale neoformato tollera la presenza dei ealcoli benis-
simo. Una gran parte dei casi, in cui si scopre all'autopsia
la calcolosi biliare mentre intra vitam essa non aveva
figurato neppure neir auamnesi , sono appunto di questa
natura. Ma se le condizioni oxtraepatiche non migliorano
e quindi intrattengono di riflesso la colecistite, le pareti
infiammate della colecisti si contraggono in modo spas-
modico sui calcoli sotto la stimolazione degli spigoli
acuti di essi, e quindi, mentre i calcoli vengono spinti
fino all'orificio della cistifellea od oltre, si svolge il quadro
doloroso della colica biliare.
In sostanza, adunque, i calcoli biliari dipendono indi-
rettamente da un' alterazione di composizione del sangue
portalo. Sicché la causa di essi è pur sempre, come ave-
vano intuito gli antichi, da ricercarsi nei disturbi della
funzione intestinale. Ma, mentre gli antichi pensavano
ad una trasmissione diretta di un processo morboso del-
l' intestino al coledoco e quindi al fegato, la via che
segue r alterazione causale , appare più tortuosa, poiché
passa, col sangue, a traverso il complicato sistema della
vena porta. A. C.
Vni. — Febbre da canapa e febbri estive.
Il dott. G. Mendini di Bologna ha trattato con parti-
colare larghezza di queste note affezioni morbose che
presentano pure un notevole interesse pratico, perchè
verrebbero a costituire un nuovo gruppo di malattie
dipendenti dal volo del polline. Di queste malattie la più
nota è la febbre da fieno; ma altro molte ne esistono,
meno note eppure assai interessanti, come si vedrà nel
presente articolo.
Anche la storia di codeste febbri da canapa forma un
capitolo interessante di ep.idemologia, poiché dimostra
che nelle vie di diffusione che tiene una infezione, quelle
più evidenti e banali, e che perciò vengono incolpate per
le prime, non sono sempre quello vere.
Alcuni anni addietro ò stata segnalata in Bologna
una malattia che fu designata come febbre estiva appunto
perché fa la sua comi)arsa in estate. Il suo apparirò é
saltuario: colpisco ogni classe di persone, ma attacca di
preferenza i giovani e i lavoratori all'aperto. E più fi-o-
»i8 Medicina
queote uegli uoiuini che nelle donne; ma fra i contadini
colpisce presso a poco ugualmente i due sessi.
Il dottor C. A. Durelli, che ha osservato la malattia
air Ospedale Maggiore di Bologna e nella pratica privata,
ne ha lasciato una buona descrizione;
• In particolar modo non si dimostra periodo d'incuba-
zione, al pili un indeterminato malessere ed un insolito
lieve disordine delle funzioni gastro-enteriche. La febbre
insorge all'improvviso, sorpassa talvolta i 40", si accom-
pagna ad intensissima cefalea e ad eruzione cutanea,
sparsa in tutto il corpo, senza tipo costante, talora con
forme di semplice eritema diffuso, quasi scarlattinoso,
tal' altra invece ha forma di orticaria, in ogni modo
fugace, scomparendo anche prima che cada la febbre.
Questa dopo 24 ore al massimo rimette. Costantemente
si associa uu dolore continuo, intollerabile come di sbarra
alla legione lombare e dorsale, cui risponde altro vivis-
simo senso dì dolore alla regione epigastrica, ricordante
il caratteristico dolore xifoìdeo dell'ulcera rotónda. Si ha
contemporaneamente vomito e diarrea: qualche volta
faringo-amigdalite. lu Ire o quattro giorni la malattia
passa in convalescenza ; rimangono una ostinata ano-
ressia ed una prostrazione generale di forze di cui assai
si lagnano gli infermi ».
Analogamente ne scrìsse net 1^88 il medico Saggini,
già direttore del servizio sanitario di lìologna.
La malattia dunque non è importante per la sua gra-
vità: in generale si risolvo presto e senza retiquati; ma
è importante per la sua diffusione.
Ad esempio, il dott. Astegìano ha calcolato ohe in mi
decennio si siano avuti a Bologna 12.000 ammalati mili-
tari, con una media di piii di mille casi all'anno, mentre
ij presidio estivo della città non oltrepassa ì 4000 uomini.
È evidente adunque che si tratta di una epidemia: la
quale colpisco in larga misura la popolazione bolognese,
non solo militiire, ma anche civile, come anche il Men-
liini ha avuto occasione dì constatare, osservando i fatti
e raccogliendo notizie da colleghi esercenti in città e nel
suburbio.
Donde pfovieue questa malattìa V (ìli osservatori
innanzi citati, tanto militari che civili, l'hanno attribuita
alle esalazioni che sì hanno in Hologna nel cuor del-
l'estate per il ]>roscÌuga mento del Canale di Reno, pro-
seingaraento fallo a scopo idraidico per pulire il fondo e
Febbre da canapa
mantenere al canale la sua sezione normale. Mal della
secca rha detta il popolo.
Il prosciugamento, si è detto, mette allo scoperto una
quantità di detriti organici, donde sviluppo di miasmi e
febbri infettive. A questa interpretazione diede suffragio
il fatto che moltissimi ammalati si osservarono nei fabbri-
cati lungo il Canale di Reno e si ritenne di aver notato
anche ima coincidenza fra T espurgo di alcuni fognoni
in altri quartieri, espurgo che si fa pure in grande estate,
e la comparsa della malattia in caserme vicine. Ma tutto
ciò è per il Mendiui una semplice coincidenza: il pro-
sciugamento del canale è innocente, come pure non
e' entra il cattivo stato della fognatura generale di
Bologna.
11 Canale di Reno non è dunque per sé la causa deir epi-
demia. Esso va in secca per 13 giorni fra V ultima setti-
mana di luglio e la prima di agosto. L'amministrazione
del Canale una mezza giornata prima di mettere il fiume
in secca, aprendo alcune paratoie, determina nel fiume
una corrente assai veloce, appunto per purificarne più
che sia possibile il fondo. D tratto del Canale dove sono
gli Ospedali Maggiori e Militare ha un fondo artificiale
liscio con mattoni cotti, disposti in taglio, ciò che rende
molto difiRcile il ristagno delle materie organiche, e chi
osserva quel tratto durante la secca, altro non vede che
un grosso strato di sabbia. Non sussistono dunque con-
dizioni favorevoli per la produzione di miasmi.
La patogenesi della malattia in parola sarebbe ben
diversa. Essa dipende, crede il Mendini, dalla coltura della
canapa, che nel Bolognese si fa in larghissimia misura.
Ne si creda dipenda dalla macerazione della pianta : la
macerazione della canapa è quasi innocua. Intorno alla
influenza della macerazione sulla salute si sono scritti
dei volumi. In. generale i vecchi autori francesi erano
proclivi a ritenere la macerazione dannosa; anche il
llamazzini ed altri presso di noi le avevano attribuito
gravi danni, ma un gruppo di autori italiani, in special
modo bolognesi, come il Zacchiroli, il Piovene, il Berti-
Pichat, il Predieri dichiararono quasi affatto innocua la
macerazione. Il Mendini che ha fatte delle minute indagini
in proposito, sottoscrive alla opinione di questi ultimi,
pure riconoscendo che i gas che si sprigionano sono
molto puzzolenti. I pesci muoiono avvelenati nelle acque
della canapa, perchè realmente la corteccia contiene un
voloiio potente, ma questo resta nell'acqua, la quale non
deve servire poi che ad usi di irrigazione.
La maciul iasione poi iioii è ìtninciia perchè 6 accom-
paj^riata dalla polvere irritaiito composta da flbrille di
canapa e da miliardi di bacteri, portati fuori dal macero
e disseccati. Fra i bacteri prevale il bacterium termo, il
quale però non ha molto potere patogeno per l' uomo,
anzi vivendo talvolta in simbiosi con germi patogeni ne
attenua e ne distrugge la virulenza. La maciullazione pen~>
come la si fa oggi, cioè con mezzi meccanici più perfetti,
è meno nociva dì quello che fosse uu tempo; essa deter-
mina qualche catarro delle mucose, non dà quasi mai una
forma febbrile e mai, credo il Mendinì, la malattia spe-
cifica di cui è qui parola. Tutt'al più potrà produrre
qualche caso della così detta fflibre da scardasso.
Ciò che secondo il Mondìni produce la malattia è il
volo della fecnndaztomf.. È il pollino della canapa, che al
momento della fioritura si spande nell'aria e penetra nel
nostro organismo, esercitandovi tanta inalefica influouza
da produrre la sintomatologia innanzi descritta.
Ciò egli crede per queste ragioni:
I.* La fioritura delia canapa coincide con la comparsa
dell'epidemia.
2." Per sua osservazione personale, nelle annate
in cui la coltivazione della canapa è pìiì rigogliosa, la
epidemia è più forte. Ha visto intere famiglie di conta-
dini colpite.
3." Ad una vegelaziono più rigogliosa corrispon-
dono casi di febbre più gravi, in ragione della maggiore
tossicità del polline.
4," A differenza della febbre da fieno, che è stata
detta malattia aristocratica, perchè colpisce persone intel-
lettuali 0 di condizione sociale privilegiata, questa è ma-
lattia del popolo. È, come la malaria e la pellagra, la
malattia professionale del contadino. I cittadini pen") elio
soggiornano in campagna bassa, non isfuggono alla ma-
lattia. Essi vengono attaccati meno, solo perchè si tro-
vano meno a contatto della pianta e vivono in condizioni
di predisposizione pifi vantaggiose.
5." I reggimenti di stanza a Kologna, quando vanno
ai tiri dì combattimento, fuori della zona canapifera, ces-
sano di dare ammalati di febbre estiva.
6." Durante la fioritura della canapa, anche gli ani-
mali domestici soffrono iti naso; i bovini tentano pulirsi
Febbre da canapa 351
con la lingua le narici, e gli equini fanno continue espi-
razioni rumorose, indicanti in modo indubbio le loro
sofferenze nasali.
7.** La febbre estiva è stata osservata in varie città
d' Italia, ma la prima segnalazione della forma epide- •
mica (1888) viene da Bologna, che è centro di grandi
culture canapine.
Tutto ciò non è ancora la prova; ma questa si desume
dalla osservazione diretta del malato. Osserviamolo dunque :
aperta la bocca ed abbassata la lingua, vi colpisce una
forma manifesta di faringo-amigdalite, non qualche volta^
come dice il Durelli, ma sempre, p]saminate il naso e tro-
vate nna intensa rinite, mentre T infermo vi dice che ha
avuto frequenti starnuti, secrezione abbondante e spesso
epistassi. Vi è intensissima cefalea più forte cioè che non si
trovi nei febbricitanti comuni. Questa intensissima cefalea
è caratteristica delle malattie, che penetrando per il naso
inducono iperemia notevole del labirinto etmoideo, dei seni
frontali e delle porzioni anteriori delle meningi (influenza,
ecc.). La respirazione è affannosa, spesso asmatica, tanto
che voi vi affrettate ad ascoltare il petto. Ma T ascoltazione
vi dice che il polmone è sano ; la turba respiratoria non è
che un fatto riflesso da stimolo delle vie nasali. Vi è tma
eruzione cutanea con V aspetto di roseola (Saggini), con
aspetto di eritema quasi scarlattinoso (Durelli), o a forma
di urticaria (Durelli, Cevaschi, Mendini).
Questo sintoma è della massima importanza. Il Men-
dini ha osservato la roseola nei casi leggieri e T urti-
caria nei casi gravi. Gli stessi malati di febbre da fieno
o asma da fieno hanno qualche volta T urticaria. Queste
eruzioni vanno interpretate come angioparesi cutanee
dipendenti da avvelenamento dei nervi vaso-costrittori
che dominano le arterie. Sono quindi eruzioni analoghe
a quelle prodotte da intossicazioni per germi patogeni,
quali si hanno nell'influenza, nel morbillo, nella scar-
lattina e nelle forme tifiche, il che spiega come molti
medici davanti al canapismo abbiano potuto pensare a
vere infezioni.
Altri sintomi notati sono il vomito, la diarrea, i dolori
lombari. Questi sintomi, comuni a tante malattie, sono
tuttavia più frequenti negli avvelenamenti da sostanze
virose. Il viso sparuto e la fiacchezza stanno ad indi-
care che la malattia non è completamente finita, dopo
superata la crisi febbrile, perchè il veleno si elimina
352 Medicina
lentamente, e perchè col- suo passaggio attraverso V orga-
nismo ha influeinzato . sinistramente il sistema nervoso
centrale.
L'attacco febbrile dipende nei malati in questiono
dalla ilogosi acuta di tutta la mucosa naso-faringea e
in particolar modo delle tonsille. È la stessa febbre
che si ha nella notissima forma di rinite o asma da
fieno e nella cosidetta trifoliesi e specialmente nel fa-
vismo.
Il favismo è, come è noto, un avvelenamento prodotto
dal polline delle fave comuni, quale si osserva in Sar-
degna, Sicilia, nel Napoletano, e qualche volta anche da
noi. Esso si presenta con coloramento itterico della pelle,
cefalea intensa, fotofobia, naysea, dolore epigastrico,
febbre, ecc., e colpisce le persone che vivono o transi-
tano in mezzo alle coltivazioni di fave in fiore. Il fa-
vismo ha potuto essere determinato' artificialmente dallo
Stofani, facendo annasare polline fresco raccolto in una
scatola. Il polline vecchio invece perde il suo potere,
come lo perde quello della canapa.
Del resto, come il polline di canapa e di fava, possono
produrre fenomeni analoghi i pollini di altre piante, specie
nelle persone predisposte. Hlackley, citato da Gradenigo
e da tutti quelli che hanno scritto sull'asma da fieno,
che era affetto egli stesso da tale malattia, è riuscito a
determinare che ben 76 specie di piante hanno il polline
capace di ingenerare la corizza nervosa. Del resto, il fieno
stesso, non è composto di 10 o 12 qualità di erbe? Il
polline è diffusibilissimo, tanto da essersi accertati dei
casi di febbre da fieno nel centro di Parigi e di Berlino,
dove certamente non si coltiva del fieno. Nei nostri paesi
si può osservare del polline nel pulviscolo atmosferico
anche d'inverno e questo deve essere polline pervenuto
da regioni assai lontano. Il polline della canapa poi è fra
i più leggieri, perchè, come è noto, la pianta è dioica e
la natura ne ha voluto assicurare la fecondazione, me-
diante il trasporto aereo, anche quando il maschio stia
lontano dalla femmina.
La durata breve della febbre da canapa è in relaziono
con la labilità del potere venefico del polline (e con la
reazione, che offre l'organismo tendente a impedire suc-
cessivi inquinamenti), mentre questo breve decorso mal
si concilierebbe con una infezione di germi patogeni già
passati in circolo. La malattia penetra per le vie nasali :
■ ri .I» ■■' u^^\nr*ii v.g
-fl^^*^
Febbre da canapa 368
il polline si deposita sulla mucosa e la irrita (starnuto),
si macera e si discioglie noi succhi nasali, e per le vie
sanguigne e linfatiche, almeno la parte più solubile (tos-
sialbumina), entra noli' organismo e produce i suoi male-
fici effetti. Questi effetti bono sensibilmente diversi da
quelli che provano le persone che fumano la canapa o ne
mangiano l'estratto, che corre in Africa, in Persia e nelle
Indie col nome di haschisch e di churrus^ ma ciò non
deve far meraviglia, A noi non è .ben noto quali mani-
polazioni subiscono V haschisch e il churnts prima di
essere ingeriti e quindi quali trasformazioni subiscano i
veleni originari della pianta. Anche il tabacco fumato ha
un'azione esilarante, mentre la nicotina è uno dei più
potenti veleni. E poi, ritiene il Mendini per lunga osser-
vazione, le sostanze introdotte per la via del naso, hanno
un' azione molto più potente che non introdotte per la via
dello stomaco e paragonabile solo con la iniezione ipo-
dermica e la iniezione endovenosa.
Profilassi. - La vera profilassi della febbre da canapa^
da quanto sopra si disse, importerebbe la soppressione
della cultura della pianta incriminata. Ma ciò è assurdo.
Poiché il canape bisogna coltivarlo, si tengano almeno
presenti le seguenti norme.
1.^ Chi può, stia lontano dalla pianta in fioritura.
2.'* Chi deve soggiornare in mezzo alle piantagioni,
sappia che nel momento della fioritura, la pianta è più
pericolosa e non si addormenti mai alla sua ombra. Non
accadrà che egli muoia, ma si s veglierà con forte dolor
di capo, e se appena vi sarà predisposto, avrà la febbre
dalla canapa.
3.^ Nel taglio della pianta, si faccia uso di batuf-
foli di cotone nelle aperture nasali, perchè il polline
non ancora del tutto secco scende a nembi ed entra a
fiotti nel naso.
4 Z" Si studino i mezzi per fare il taglio meccanica-
mente; ciò potrà essere un po' difficile, ma non è impos-
sibile e deve essere economicamente vantaggioso.
5.^ Quando ragioni particolari non lo esigano, i
soldati siano mandati il meno possibile a manovrare in
vicinanza dei canapai in fioritura.
6.** In territorio coltivato a canapa si dorma con
finestre chiuse.
La profilassi più speciale, nella quale l'arte medica
può porgere direttamente il suo aiuto, riguarda lo stato
■f%4 Medicina
della mucosa iiaBalc;. Questa devo esaere in ogni persona
o in ogni luogo in istato di [lorletto funzionamento; ma
tanto più lo deve essera per ehi sia obbligato ad esi>orai
conti ima mente a cause morbose diverse ad azione elet-
tiva. (Hoc. Med. Chir. di liologna). A. 0.
IX, — La terapia specifica della tubercolosi.
Il Maragliano fu il primo a tentare l'applicazione alla cura
della tubercolosi di quei concetti che lianno dato così buon!
risultati pratici nella cura della difterite e di altre malattie
infettive. E — mentre le sue idee furono poi riprese sotto
varii punti di vista da altri — egli resta lo scienziato,
che ha studiato e studia la questione dal punto di vista
più generale e complesso, pure non trascurando, ì tenta-
tivi di applicazioni pratiche.
D'altronde i germi di tutte le applicazioni pratiche
possibili soi:o già riposti nella teorica giunta ormai ad
un alto grado di sviluppo. Così, ad es., nel comma IV
e comma Vili seguente è già inclusa un'idea che fece
assai rumore recentemente, quella cioè di nutrire i tuber-
colotici colla carne muscolare proveniente da bovini
tubercolotici.
Le conclusioni seguenti fanno parte d' una conferenza
letta dal Maragliano nella Conferenza internazionale per
la tubercolosi all'Aia e pubblicata nel novembre liMX»
dalla Berline* Klin. W oihensr.hr ift.
I. Visto lo stato attualo delle nostra conoscenze, la
possibilità di una terapia specifica della tubercolosi deve
essere ammessa per ragioni di ordine sperimentale e
clinico.
II. La ragione d'ordino sperimentale consiste nel fatto
che i bacilli della tnbercoiosi viventi oppure morti, ed
anche i loro veleni, determinano la produzione di mate-
riali difensivi specifici nell'organismo animale. SI tratta
di materiali antitossìci, batteriolitici od agglutinanti, che
possono venire dimostrati e persino dosati approssimati-
vamente nel mezzo organico degli animali sottoposti a
questo trattamento.
III. Questi materiati difensivi e specifici possono otte-
nersi in varii modi, ma, e ionon pertanto, essi esprimono
sempre la risultante d'un unico processo di difesa; ossi
possono variare por quanto riguarda la loro forma, ma
Terapia xpecifica della iubercoloti %6
non diPforiscoiio mai tra di loro in modo sostanziale, qua-
lunque aia il nome con cui po3souo dosìgnar^i.
IV. Questi materiali-si riscoutrauo;
1/ Noi siero di sangue. 2." Nei leucociti. 3." Negli
elementi dei tessuti. 4." Noi prodotti delle llogosi spe-
cìfiche provocate sperimentalmente per mozzo di materiali
tubercolosi. 5." Nel latte. G.° Nelle uova.
V. Queste- sostanze difensive possono essere — mediante
varie vie d' introduzione — trasportate dall'organismo ani-
male, nel quale si sono prodotte, all'organismo d'un altro
animale. In questo nuovo ambiente organico, la loro pre-
senza produce nuovi materiali difensivi. Cotcsta proposi-
zione viene assodata in modo inconfutabile dal fatto elio,
30 questo secondo animale vieue sperimentalmente e spon-
taneamente infettato dalla tubercolosi, la presenza in esso
<li questi [nateriali difensivi può esercitare un'azione cura-
tiva, ed anche condurlo alla guarigione.
VI. Le ragioni che debbono farci accettare la possi-
bilità di una terapia specifica della tubercolosi sono lo
seguenti ;
a) l'introduzione nell'organismo di un nomo sano
di materiali difensivi fabbricati dall' organismo d'un ani-
male trattato in modo conveniente, vi determina la pro-
duzione di nuove antitossine e di nuovi anticordi suscet-
tibili di dimostrazioni e di dosaggio;
b) V introduzione di questi stessi materiali difensivi
uoir organismo di un uomo affetto da tubercolosi, può
esercitare un' azione curativa, la quale può essere spinta
tanf oltre da portare l' individuo stesso a guarigione.
E' necessario però, per arrivare a questo risultato, che i
materiali difensivi, una volta introdotti uell' organismo
ammalato, possano determinarvi la produzione di nuovi
materiali difensivi specifici. l'erchè, quando l'organismo
dell'ammalato trovasi in condizioni anormali tali da non
poter pili partecipare attivamente a questa produzione,
r azione curativa di quei materiali non può piìi mani-
festarsi.
VIL II processo curativo è pienamente dimostrato dai
fenomeni di attenuazione lenta ma progressiva - e che
può giungere fino alla scomparsa — dei sintomi fisici e
funzionali caratterizzanti il focolaio morlwso, dei fenomeni
tossiemici e delie loro conseguenze; la febbre, la dimi-
nuzione di peso, ecc.
I migliori risultati nella cura dei focolai locali si
izioiic diretta di inatormli difensivi
o ni fenomeni tossicmici ed allo loro
tri successi spettano alle iniezioni
ssi in atonali.
) tunto più facili quanto più il pro-
oseritto, qnauto più sono assenti le
le, ed infine quanto più sono atte-
iemici, con tutto il sejj^uito delle loro
le.
>ercolarì introdotti nell' organismo
, in modo conveniente, possono pro-
materiali difensivi, esercitando. una
sino producendo la guarigione. Ma
ossano avei-si, è necessario che l'or-
ì BTicora capace di produrre mate-
so individuo affetto da tubercolosi
) organismo do' materiali difensivi
e dosabili, e tal produzione è dì
quanto sono migliori le condizioni
izioni igieniche dell' ambiente in
)sì il maialo pratica un' autosieroto-
veiiire che è proprio tale il pro-
ciii si produce la guarigione spon-'
o in tal senso bisogna interpretare
ire igieniche che contribuiscono a
ioni della resistenza organica.
3 d" una terapia specifica della tuber-
colarmente della tubercolosi polmo-
-estrizioni, e non è effettuabile che
;oci del morbo. L'infezione bacillare
quest' organo delle condizioni pato-
se, in cui la tubercolosi atessa non
tentare altro che la circostanza di
diviene allora un pi'oblema essen-
i non può essere risolto semplice-
laboratorio.
isari per risolvere questo problema
a dell'organismo, alla esistenza ed
trofia organica ;
delle alterazioni locali dei tessuti,
li tubercolosi polmonare;
Cura /litica della stipsi 367
e) air estensione ed alla natura delle associazioni
microbiche ;
d) alla tossiemia tubercolare, alla tossiomia batterica
ed a tossiemie d'altra natura.
XI. La terapia specifica della tubercolosi umana non
troverà credito nella pratica finché i medici non si saranno
convinti che è assurdo l'aspettarsi da essa un'azione cura-
tiva sui tessuti distrutti dal processo patologico, in organi-
smi intossicati dai veleni batterici. La terapia specifica non
troverà credito finché i medici non si saranno abituati a
scoprire in tempo i focolai tubercolari neir organismo, ed
a curarli in tempo.
Insomma, finché si pretenderà di ottenere nei tisici,
ciò che non si pretende per alcun' altra malattia micro-
bica, neppure pei metodi curativi specifici ormai consa-
crati, i pratici non potranno che gettare lo scredito, la
diffidenza sopra tutti i mezzi di terapia specifica della
tubercolosi.
XII. Dobbiamo concludere che allo stato attuale delle
nostre conoscenze noi possiamo affermare la possibilità di
una terapia profilattica, vale a dire preventiva, della tuber-
colosi umana, immunizzando V uomo mediante una vac-
cinazione specifica, e che tale vaccinazione può venire
praticata sull'uomo senza bisogno di ricorrere ai bacilli
viventi ma col solo mezzo di materiali tubercolari morti,
semplici od elaborati nell' organisno animale. A. C.
«
X. — Cura dell' atonia intestinale cronica.
Come la nevrastenia, come la paralisi progressiva,
come ormai la tubercolosi, anche la atonia intestinale
cronica, il cui sintomo banale è la stitichezza abituale, conta
fra le cosidette malattie della civiltà.
Nello stadio presente della evoluzione, l'uomo si trova
in una posizione molto infelice; esso ha adottato la sta-
zione eretta, mentre i suoi visceri interni sono ancora
adattati per la stazione orizzontale. Quindi esso è in grande
svantaggio per ciò che riguarda il compimento regolare
di certe funzioni.
La civilizzazione moderna ha già alterato i caratteri
e i metodi della preparazione del cibo in modo tale, che
r apparato digestivo dell' uomo si trova mal conformato
per compiere la digestione dei cibi così preparati.
30 (lì qualche metro dì intestino
del quale è inutile, ma che tut-
rga misura a renderlo soj^getto
no crasso i resìdui deg:lì alimenti
anere piìi a lungx) del normale.
!zza bisogna anzitutto ricercare,
la porzione dell'intestino, in cui
causati. Quando si è accertata la
,ta sopratutto a regolare in modo
I abitudini di vita del paziente.
>esso e una maggior quantità di
ito dall'economia dell'organismo,
t tende a somministrare dei cibi
possibile molle; manca quindi
ane meccanica che indurrebbe la
>i residui del cibo segue poi la
.inali, e cioè la stitichezza. Uno
consiste neir incitare l'intestino
alla stessa ora, preferibilmente
il primo pasto; durante la notte
sizione supina, quindi le materie
indente non hanno avuto bisogno
ravità por passare nel colon tra-
.rovano accumulate in onesto od
ite. Per di più la presa del primo
la sui nervi dell'intestino, sicché
si.
ierà ai malato di dormire sul
dire alle materie di accumulai'si
ititichozza può essere distinta in
innin.
è di natura fisioterapica, e enui-
lorcizio nuiscolare, attivo e pas-
>liti (passeggiate, ciclismo, ecc.),
Ila ginnastica attiva. Quanto alla
coincide in questo caso col nias-
lassaggio addominale sarà pruti-
iiiipnlando solo il tessuto solto-
nminciando nella re^'ioni' iiijfiii-
poi la direzione naturale della
trasverso e il colon discendente: '
ino in precedenza la situazioiLo
idomr, poiché net casi di vccehiji
^W^
Questioni d' opotempia 85i»
data accadoho talora degli spostamenti molto forti spe-
cialmente al colon ascendente e al colon trasverso. Il
massaggio dell'addome ha per iscopo dì stimolare diret-
tamente i muscoli dell'addome e solo indirettamente,
attraverso le vie nervose riflesse^ la tonaca muscolare
intestinale Un grave errore consiste nel praticare V impa-
stamento col disegno di agire direttamente snl materiale
accumulato nell'interno dell'intestino.
Molto utili sono in alcuni casi anche la vibroterapia >J
e V elettroterapia : in qualche caso conviene applicare uno
degli elettrodi nel retto.
II. Cura interna. — Può essere distinta in cura
dietetica^ cura coi rimedii interni^ uso dei clisteri. Noi
ci occuperemo qui solo della prima di esse.
A) Verranno proscritti; 1.** i cibi che contengoiu)
delle sostanze astringenti, ad esempio il tainiino (quindi
poco thè e pochi vini rossi); 2.^ i cibi poveri di cellu-
losa, come le patate, il riso, il sagou, la tapioca; B.** il
latte; 4.° le acque dure e cioè contenenti dei sali di calce
(anche se soltanto per la preparazione dei cibi).
D'altra parte il malato sarà incoraggiato a mangiare
i cibi che contengono molta cellulosa, come i cavoli, gli k^
spinacci, gli asparagi, le carote, le cipolle, l'avena, la
crusca; quelli contenenti zucchero e dei sali aperitivi,
come le mele, il rabarbaro, le prugno, i fichi, il miele, la
marmellata d'arancio; i cibi che stimolano la secro- \
zione epatica, e cioè l' insalata ; i cibi ricchi di gras.so, ^
burro, ecc.
Utile è puro la somministrazione di modiche quantità
di liquidi — acqua con un po' di zucchero — al di fuori dei
pasti : un bicchiere la mattina, o la sera, calda o fredda,
a seconda dei gusti. A. C. ^
XI. — (Questioni d' o poter a pia.
% ^-*
9' '
V.
1-.0 Horst fa notare che un nuovo campo all'organo- \
terapia è aperto dalla concezione moderna dello azioni
correlativo interviscerali. Si sa ora, che duranti) la fun-
zione specifica di mi organo possono formarsi d(»llo
sostanze di rifiuto, ma che ad uno studio più [)ro fondo
risultano essere dotato della proprietà di influenzare la
nutrizione o la funzione di altri organi. Quindi l'organr»-
terapia, oltre che alla cura delle malattie d<»gli organi
360
Medivirui
omologhi alla sostanza che vieae iatrodotta per uso
terapeutico^ può essere applicata anche alla cura di
organi eterolc^hi.
Lo Horst cita a tal proposito un'osservazione di Star-
ling : quando i nostri muscoli funzionano producono
deir acido: questo è a,, sua volta lo stimolo adeguato per
la funzione dei centri del respiro; quindi all'esercizio
muscolare segue T acceleramento del respiro. Affine a
questo genere di applicazioni dell' opoterapia è quello
aéiruso terapeutico degli estratti di certi organi a
secrezione interna, come le ghiandole surrenali. L'opo-
terapia tiroidea applicata al mixedema e alla cachessia
strumipriva è ormai accettata da tutti: meno nota, ma
meritevole di studii ulteriori perchè basata su i dati di
esperimenti fisiologici, è la applicazione della tiroidina
alla cura delF obesità
Le nostre cognizioni sul valore della opoterapia ova-
rica e testicolare sono meno precise. Che le ovaie e i testi-
coli siano organi a secrezione interna è certo; il Loewy
e il Richter hanno constatato, che negli animali castrati
r energia complessiva degli scambi molecolari diminuisce
del 30-50 per 100: mentre T introduzione di sostanza testi-
colare riporta anche in essi il tasso dell' energia organica
alla norma. Colon e Renzi all'iniezione di succo testico-
lare hanno visto seguire l'aumento dell'energia musco-
lare. Il Salomon ed altri autori ebbero dalla spermina Pohol
dei buoni effetti terapeutici.
Invece la cura coli' adrenalina, che è un estratto
delle ghiandole surrenali dotato di proprietà fisiologiche
assai interessanti, rimane inefficace contro il morbo di
Addison.
Molto importanti sono gli studi ancor oggi in corso
sulla secrezione interna del pancreas. L'introduzione di
tessuto 'pancreatico non basta ad impedire la comparsa
del diabete, che in certi animali segue regolarmente alla
asportazione del pancreas. Probabilmente si tratta di ciò,
che il pancreas secerne delle sostanze che in via normale
si oppongono alla produzione del diabete solo transitoria-
mente, sotto certi stimoli che riescono inefficaci sul tessuto
pancreatico introdotto dall'esterno. Si pensi alla secre-
zione del succo gastrico, che accade dietro certe stimola-
zioni sensorie (dei nervi, del gusto o dell'olfatto) o chi-
miche o meccaniche (della mucosa duodenale). Parimenti
la produzione dell'acido carbonico da parte dei muscoli
U Oìdcomalacia umana B61
è intermittente, legata alla contrazione muscolare, tantoché
l'introduzione di tessuto muscolare dalT esterno non riesce
a produrre la stimolazione del centro del respiro. Starliiig
ha dimostrato, che pel contatto della nnicosa duodenale
con certi acidi si forma nella mucosa stessa una sostanza
— la secretina — che il sangue trasporta poi nel pan-
creas e nel fegato, e la cui presenza serve da stimolo per
la secrezione del succo pancreatico e della bile: la som-
ministrazione della secretina per bocca è invece inefKcacc.
La secretina e le altre sostanze, che si producono in certi
organi, dotate di proprietà stimolanti [)er le funzioni di
altri organi, dallo Starling vengono dette ormoni (da
onnaino )o stimolo). Lo studio speciahì di esse sarà certo
di graude utilità per l'opoterapia avvenire. (Allg, Wien.
Med. Ztg.i, . - A. C.
XII. — Un nuora rimedio anliepHettico.
Dihrik ha i)reconizzato la parnassiu palitstris contro
le crisi epilettiche, e in base a numerose osservazioni
asserisce di averne ottenuto incoraggianti risultati. Più
recentemente K. Moravcsik di Budapest ha ripreso lo studio
deir azione di questa pianta contro V epilessia, ottenendo
per mezzo di t*«sa una notevole diminuzione del numero
degli accessi. Secondo quest' ultimo autore i migliori ri-
sultati si ottengono associando la parnassia alla paral-
deide. La tecnica di preparazione e la modalità di som-
ministrazione sono le seguenti: Due cucchiaini di par-
nassia vengono infusi i)er ([uindici minuti in mezzo litro
di acqua a temperatura poco inferiore a quella di ebol-
lizione: dopo filtrazione vi si aggiungono due grammi
di paraldeide. L' ammalato deve consumare la detta quan-
tità di infuso (alla temperatura ordinaria) in tre volto
durante le 24 ore.
La parnasifia palftstris si trova abbondante presso i
ruscelli delle regioni montana e subalpina in Piemonte.
A. Clerici
XIII. — Lo stato attuale delle conoscenze sulV osteoìnalacia
umana.
In una l'onnuiicazione alla R. Accademia Medica di
Roma (aprile 1907) il prof. Uberto Arcangeli tratta dif-
fusamente di questo importante argomento, riferendo lo
Annuario hcikmtikico — XLIV. 24
3(>2 Madiciiui
stato attuale delle nostre conoscenze su questa entità
morbosa a cui egli ha portato il più largo contributo.
L' osteonialacia (mollities ossium) ò neir uoiuo uiui
malattia meno rara di quello che generalmente si creda:
spesso non è diagnosticata, malgrado che la diaguosi sia
il più delle volte facilissima.
Ij' Italia, tra le nazioui civili, ha il triste priiuato per
questa malattia che ù particolarmente frequente in Cala-
bria, nel Lucchese, in Louibardia, ed in una parte della
provincia di Roma.
Sulla natura di questa lualattia sono state fìuo ad ora
euiesse parecchie ipotesi: si è attribuita a doficieuza di
sali calcarei nell' alimentazione (cibi, acqua [>otabile); alla
produzione di acidi auormali od in quantità auormalo
neir organismo; ad uua trofoneuroRi di origiue ovarica
(Fehling) e più recentemente ad un' iutossicazioue per
i])erfunzione della glandola tiroide (Uoeuicke) ; e ad iusuf-
licienza delle glandolo surrenali (Bossi).
Specialmoute la teoria di Fehling ha avuto ed ha
gran credito per riufluojiza benefica che la castrazione
esercita sulla malattia nelle donne : ma tutte queste teo-
rie sono soggette a gravi obbiezioni, non spiegauo i fatti
clinici e debbono essere ripudiate.
L'Arcangeli si è occupato dell'argomento fino dal
1895: ha notata la frequeuza della uialattia, [)rima di lui
nou sospettata, nelle malate dell' Ospedale di S.Giovanni
in Roma; la j)revalenza della uialattia uella parte orieh-
tale montuosa del Lazio (circondario di Frosiuoue) e si è
dichiarato convinto della natura iufettiva della uialattia,
ed ha proposto di far colture da pezzi d'osso presi intra
vitam.
Kgli iutraprese queste ricerche iusieme al dottor
N Fiocca nel 1901 e le ha proseguite fìuo ad ora, ed ha
potuto così coltivare da piccoli fraiumenti di osso (costole,
creaste ilìache) presi da donne viventi. IG volte su 19,
un diplococco speciale, da loro chiauiato « diplococcus
osteomalaciae hoiuinis » somigliantissimo al diplococco
scoperto dal Morpurgo nel 19(M) in uua forma infettiva
di osteouialacia spoutauea dei topi albiui. Lo stesso di-
plococco fu coltivato un'altra volta dall'osso di uua osteo-
malacica morta (Nazari-Fiocca), un'altra volta dall'osso
di uua vivtMite (Dott. Biuaghi): vi sono tluiupie liuo ad
ora 18 reperii positivi su 21 ricerche.
I teutativi (l' iuoculazione sugli auiuiali uoii hauuo
dato lino ad ora risultati sicuri : ciò non uieraviglia vista
U offteomalacia umana
363
la specificità del diplococco deir osteoinalacia dei topi al-
bini che non è patogeno per altri animali: non furono
ancora latti tentativi sullo scimmie.
Frattanto ( 11*04} dalle ricerche di Charrin e Moussu
risultava che Tosteomalacia si può riprodurre negli ani-
mali (capra, porco, coniglio) inoculando ai sani pezzetti
tli osso o di midollo osseo di animali malati, e che le
inoculazioni restavano senza effetto se le colture fatte dai
l)ezzetti di osso erano sterili: gli autori che non cono-
scevano le ricerche del Morpurgo e dell'Arcangeli e Fiocca
non posero troppa attenzione ad un « cocco » che puro
talora* coltivarono, e non dicono quale sia T agente del-
r infezione. Resultava perciò dalle esperienze suddette e
dall'osservazione clinica che la malattia doveva ritenersi
come contagiosa.
L'Arcangeli pensò che il germe patogeno (il dipto-
cocco) si eliminasse con le urine come avviene por altri
germi (ad es. microccoccus melitensis, bacillo del tifo ecc.
ecc.) e che in tal modo si diffondesse e potesse conta-
giare; ed in collaborazione col Prof. De Blasis isolò dalle
urine di un' osteomalacica un diplococco identico a quello
trovato nelle ossa.
Da tutti (piesti fatti conclude che l'osteomalacia è in-
fettiva e contagiosa e che il contagio avviene per mezzo
delle urine delle persone malate.
Questo concetto è convalidato dai dati epidemiologici
che egli ha desunto da una larga esperienza.
Come già risultava dall' esperienza di altri, così ri-
sulta anche dalle sue osservazioni che Tosteomalacia non
è ugualmente distribuita in tutti i paesi, ma mentre in
alcuni è rarissima, è frequentissima in altri.
Roma, con 450,783 abitanti, in 0 anni ha dato alla
sua statistica H casi di osteoinalacia (la più gran parte
leggera), cioè 1 ogni 57,598 abitanti, mejitre 20 comunelli
del Lazio (quasi tutti nella vallata ^dell'Aniene), con 42,(K)0
abitanti circa, ne hanno dati 21), cioè 1 ogni 1450 abi-
tanti; senza tener conto della maugiore facilità per le
malate romane di venire all'ospedale.
La malattia predilige i piccoli villaggi di montagna
freddi ed umidi.
Altro dato importante è l'umidità dell'abitazione: essa
figura in [)iù del 53 per cento dei suoi casi, nei quali
questo dato fu ricercato : ma se si tiene conto anche del-
l'ambiente in cui vivevano al)itualmente le inferme (ad
es. il negozio), il dato dell'umidità è più frequente.
^'■'
f\
364 Medicina
La malattia si vede sposso in più persone della stessa
famiglia; 6 volte su 89, cioè in più di un settimo dei
casi, la madre dell' inferma ne era stata affetta e 5 volte
no era morta; altre volte le sorelle, le cognate, la suo-
cera, il marito, il figlio; così che in un terzo dei casi
almeno si può dire che Ja malattia colpisce più persone
che abitano la stessa casa, non importa so dello stesso
sangue o no : cosi una donna di lioma ammalò di osteo-
malacia un anno dopo andata a Marano Equo in una
casa dove era morta di questa malattia sua suocera.
E dunque Tosteoraalacia una malattia che si prende nelle
abitazioni umide, dove vivono od hanno vissuto altre ma-
late di osteomalacia.
Importantissimi risultano anche dalle sue osservazioni,
per lo sviluppo della malattia, i momenti predisponenti.
Friucipalissimo il sesso; TA. che ha visto certamente
più di ()() osteomalaciche ; non ha visto un solo uomo
certamente osteomalacico ; dall' inchiesta fatta presso i
medici condotti dei paesi ha avuto (juasi sempre risposte
negative per 1' uomo.
L' età più colpita è quella tra i 36 e i 45 anni. L'età
media in 88 sue malate all' inizio della malattia era 32
anni: la più giovane aveva 12 anni, la più vecchia 58.
Molti dei casi della così detta « osteomalacia sonilo »
sono incominciati nell'età sessuale (intorno ai 4i) anni):
la malattia, con soste, miglioramenti e peggioramenti, si
è protratta talora fin dopo i 70 aiuii.
Tre volto ha visto le malattie in ragazze; una di 12
e due di 18 anni.
La maggior parte delle malate erano contadine, ma
r Arcangeli ha visto la malattia anche in donne della
borghesia e benestanti.
(Josì in molte il regime alimentare era scarso e «piasi
esclusivamente v^egetariano, ma ha visto la malattia in
donne ben nutrite, e perfino troppo nutrite e polisarciche.
Predisponenti alla malattia sono la gravidanza e l'al-
lattamento; queste cagioni erano pn^senti in 29 su 88
donne maritate che si ammalarono nel periodo sessuale
della vita: di queste in 17 la malattia si sviluppò in gra-
vidanza, in 11 durante l' allattamento, e in una ambedue
(juesli momenti etiologici erano presenti nello stesso tempo.
Nella gravidanza la malattia si sviluppa in ispecie
dopo il 7." mese, nell' allattamento dopo 1' anno ; ciò si
spiega facilmente })ereliè dopo il 7." mese la donna ])erde
ogni giorno per la gravi<lanza circa gr. 0.580 di CaO e
L* oafeomalacia uimina BG5
gr. 0.50 di PH)', e dopo il l).*" mese di iillattamento gT. 0.350
di CaO e gr. 0.354 di PO' al giorno almeno con il latte.
Secondo ogni probabilità ha molla più importanza la
perdita di calce, che viene con qualche dieta introdotta
ili quantità inferiore alla perdita sopra calcolata.
Ha influenza la stagione: la maggior parto delle ma-
late ammalano nelT autunno inoltrato o neir inverno
(meno spesso) e migliorano nell'estate.
L'insorg-ere della malattia è talora brusco con febbre
e dolori nelle ossa ed anche nelle articolazioni, da simu-
lare un reumatismo; la febbre dura per solito pochi giorni
ed è leggera: torna nei periodi avanzati della malattia.
Tra le malattie più frequenti nelle famiglie delle osteo-
malaciche è la rachitide grave, che ò causa frequentis-
sima di morto nei figli, ed assume talora i caratteri che
Rehn ha dati per Tostoomalacia infantile.
L'Arcangeli con Aiorpurgo la credono dovuta alla stessa
infezione: l'Arcangeli non ha peraltro potuto fare studi etio-
logici. Anche la cosidetta rachitide tardiva l' ha vista svilup-
parsi nello stesso ambiente della osteomalacia tipica.
L' infezione può rimanere latente più anni, vale a
dire svilupparsi più anni dopo il soggiorno in una casa
umida, in un i)aese dove l'osteomalacia è frequente. Causa
occasionale della malattia sono la gravidanza, 1' allatta-
mento o la vecchiaia. Al pari degli stafilococchi piogeni,
il diplococco dell' osteomalacia può dar luogo a ricadute
a grandi distanze, fino a 50 anni dopo l'attacco primi-
tivo: la vecchiaia predispone a questo ricadute. Ha col-
tivato il diplococco in donne malate anche da 8 anni.
Ecco in poche parole il concotto della malattia quale
risulta dalle sue ricerche od osservazioni.
La malattia è dovuta all'infezione per il diplococco
osteomalaciae hominis.
Questo viene eliminato con le urino: con questo passa
noli' ambiente, dove sopravvive come saprofita delle pa-
reti e dei pavimenti delle case umide e .sporche.
Le vie di penetrazione possono essere varie, come
sono vario per i piogeni: la pelle lesa, le tonsille, il
tratto hitestinale e, nelle donno, forse, l'utero puerporale.
Perchè il diplococco attecchisca sono importantissime le
circostante predisponenti; questo possono riunirsi in un
solo concetto: la minorata nutrizione del tessuto osseo,
quindi l'alimentazione scarsa e povera di calce, la gra-
3(>(; Medicinn
vidanza, rallatiameiito protratto, Tetà avanzata; la prima
infanzia e la pubertà, cioè il periodo di più attiva ossi-
ficazione.
m
Questo concetto ci rende raofione di tanti fatti che
invano da soli sono stati invocati a spie^rare la ma-
lattia.
Ohe il sesso femminile sia predisposto all' infezione,
risulta chiaro dalle seguenti considerazioni.
Le piandole sessuali hanno un' azione limitante lo
sviluppo scheletrico; secondo ogni verosimiglianza que-
st'azione è maggiore per le ovaie che per i testicoli:
essa infatti ha lo scopo di mettere a disposizione del fu-
turo essere i materiali nutritivi (tra i quali la calce ed
il fosforo, che in cosi grande quantità sono contenuti
nelle ossa): questo bisogno è certamente molto superiore
nelle femmine dei mammiferi che nei maschi: ecco por-
che le ovaia debbono rallentare molto più la nutrizione
ossea che i testicoli.
Nella donna si aggiungono la gravidanza e T allatta-
mento. Secondo ogni probabilità quest' azione inibitrice
sulla nutrizione ossea è dovuta ad una secrezione interna
della glandola interstiziale dell'ovaio: ciò spiega perchè
la castrazione può essere utile (come egli stesso ha vi-
sto) anche in donne entrate nella menopfiusa In (pianto
al meccanismo di azione del diplococco nella produzione
delle alterazioni ossee, l'Arcangeli pensa che esso agisca
alterando la funzione degli osteoblasti, dando luogo nei
tessuti viventi alla pro<Ìuzione di un fermento proteoli-
tico che dissolva la sostanza intercellulare delle ossa ed
impedisca agli osteoblasti di attrarre e 1 issare i sali
di calce.
In quanto alla cura, l'Autore ha visto chela castra-
zione è il rimedio più sicuro : che la narcosi profonda
cloroformica dà spesso ottimi resultati immediati, fre-
(pientomente però seguiti da ricadute; che la sterilizza-
zione dell(^ donne coi raggi Rontgen sembra poter gio-
vare: che, tra i rimedi di farmacia, il fosforo, la calce
(fitiiui) sono i più raccomandabili.
Le nuove conoscenze etiologiche possono poi essere
fondamento sicuro j)er una utile profilassi. K. Gavazza
Retrazione dell' (tponevrosi plantare B07
CHIRURGIA
(le! dott. KtìiDio Secchi
Cliirur^lO primario tlelT Ospedale M.ii;«;ior<' di Milniio
e del dott. Krnksto Cavazza di Holo«,'na
1. — Della retvaTione dell' aponevrosi plantare (^ Rovuo
(rorthopédio », N. 2, 1907).
La rotrazionc deir aponevrosi plantare, che rassomiglia
in molti pnnti alla retrazione dell' aponevrosi palmare di
Dupuytren, è stata rilevata e studiata nella sua manife-
stazione gìh da tempo, per opera di (Jerdy, Jaceoud,
Smith, Madeluni**, Franke, ecc.
Ma dobbiamo al Ledderhose di averla illustrata più par-
ticolarmente sullo studio di cin(]uanta casi da lui raccolti.
La retrazione delP aponevrosi plantare può essere uni-
laterale o bilaterale, quest'ultima molto più rara.
Ivssa consiste in una retrazione, con indurimento o
ispessimento dell' aj)onevrosi plantare, specialmente dal
lato interno del pic^de dove si localizza (piasi esclusiva-
mente; dando luo^o, secondo il ofrado, ad un piede eh(» .
ra.ssomi^lia al piede varo e cavo d'altra origine.
Si distinguono della deformità tre forme o «-radi, che
possono anche considerarsi praticamente come tre stadi pro-
t^ressivi. E cioè: I. Una forma aponevrotica pura; IL lina
forma cntanea-aponevrotica ; IIL Una forma arileolare^
ma più propriamente cutaneo-aponevrotica-articolare.
(gualche volta la retrazione dell' aponevrosi plantare
è stata rilevata coesistente a quella ])almare o di
Dupuytren. Tanto secondo Franke, come da più minuti
esami del Ledderhose, risulterebbe essere questa defor-
mità prodotta i)er l'azione di un processo infiammatorio
cronico dell' aponevrosi e dei tessuti adiacenti.
Fra le cause fif^urano anche l'ori^'ine conijenita e
V ereditarla^ um più di tutto si crede all'orii^ine trauma-
tica. Tuttavia, ({uando sia escluso assolntamente il trauma,
allora si deve pensare ad una causa o-onerale sia da
reumatismo, o da artritismo, o da alcolismo, o da tuberco-
:5r,8 Chirurgia
losL Quest'ultima vonue ^ià diraostnvta corno causa pato-
g'onetica nella retrazione delT aimnevrosi palmare dal
Poncot; quindi con tutta probabilità può essere ammessa
anche nella retrazione dell' aponevrosi plantare.
Questa deformità si manifesta specialmente nell' età
adulta; ed in modo lento, subdolo, quasi indolore, tanto
da risvegliare l'attenzione del paziente solamente (piando
^•li comincia a dare disturbi nel camminare. Essa aumenta
per gradi — ed alla palpazione viene più o meno avver-
tita colla estensione della pianta. Anche la cute partecipa
dell'alterazione, mostrando indurimenti od aderenze ai
piani profondi.
La forma in cpiestione deve naturalmente non essere
confuseli collo retrazioni plantari che si riscontrano nei
piedi cavi-talo paralitici — o piedi cavi detti idiopatici
degli adolescenti — oi)pure colle retrazioni j>er atrofìe mu-
scolari generalizzate per effetto di malattie nervose da
vario cause (tossiclie, diabetiche, <la alcoolismo, difteriche,
tabetiche).
Riguardo alla cura, (piando si tratta di casi di grado
h^ggero, pu('> essere tutta incruenta; a base cioè di mas-
saggio, apparecchi modellanti, bagni caldi, fanghi, unita-
mente alla cura generale a s(^conda della supposta causa
generale determinante. Ma pur troppo questi mezzi in-
cruenti, il pili sp(»sso, (piantun(pie logici, non raggiun-
gono la guarigione.
Anche lo operazioni sonijìlici di aponevrotomie e di
raddrizzamento forzato del piede danno un risultato
buono al primo momento ed m qualche caso soddisfa-
cente; ma si sono anche avute delle recidive.
Per cui il processo più sicuro di guarigione si è
l'asportazione totale dell' aponevrosi, perfettamente come
si pratica per l'aponovrosi palmare.
Certamente in qualche caso più grave saranno ne-
cessarie anche altre operazioni complementari. E. S.
II. — Insuvcessi del siero aìitiUtaniro. ( F. Fkrrikr et
S. Mehcadk: Xote à propos de den.r cas d' ivsuccèa du
sérum antitrtanique en injection preventive. - « li^vue
de Chirurgie », 1007, N. 1, 10 gennaio 1907).
Nell'ultimo Congresso di chirurgia tede.sco, Pachham-
mer si pronuncit) contrariamente alle iniezioni profilat-
tich(» di siero antit(»tanico, osservando egli che queste non
SfPi'O antitetanico ^09
arrestano la marcia doir infezione, avendo tutt*al più una
lieve azione moderatrice.
Nel Congresso di chirurgia francese del 19()(), Krafft
di Losanna affermò in contraddizione che gli insuccessi
non si dovevano al metodo, bensì alle condizioni della
ferita; corpi estranei in essa, e associazioni microì)iche
sono le due condizioni che si oppongono al successo
della sieroterapia antitetanica: e in appoggio a tnle tosi
erto le osservazioni di Vaillard e Houget dimostranti che
la presenza di un corpo straniero nella forita, mettendo
ostacolo alla fagocitosi favorisce Io svilujiparsi del tetano:
e altresì diede importanza al fatto delle associnzioni mi-
crobiche come possibile causa di insuccesso.
Gli Autori, in base all'esperienza di due casi clinici
ben studiati nei quali erasi praticata, come di norma,
una sola iniezione di 10 cmc. di siero sotto cute, per
quanto le ferite anfrattuose fossero in preda ad abbon-
dante suppurazione, certamente dovuta ad associazioni
microbiche, assicurano che il trattamento delle ferite fu
dei più accurati, venendo le ferite lavate, deterse e pulite
ogni giorno; ciononostante l'esito non fu soddisfacente.
Questi insuccessi si debbono, secondo gli Autori, al fatto
che r iniezione unica o anche ripetuta fatta sotto cute
non è sufficiente: conviene iniettare il siero in punto tale
ove si incontri più celermente colla tossina tetanica: sono
i nervi il luogo di elezione. Meyer e liansom, esperimen-
tando sugli animali, ottennero difatti i seguenti risul-
tati: iniettando il virus tetanico nel tessuto cellulare lo
ritrovarono nel sangue e nel nervo sciatico della [)arte
omonima e qualche volta anche nello sciatico opposto.
Iniettando l'antitossina nel nervo sciatico corrispon-
dente alla parte ove era stata fatta l'iniezione del virus,
si aveva per effetto di arrestare l'azione del veleno teta-
nico che non durava che qualche giorno. Sapendo che la
tossina tetanica mira al sistema nervoso centrale non
attraverso il sistema vasaio sanguigno o linfatico, bejisì
attraverso i nervi: conoscendo .sperimentalmente che in
un animale tetanizzato nel treno posteriore si può arre-
stare la marcia dell'infezione sezionando il midollo spi-
nale, come vogliono Houx e Hanel, il solo unico mezzo
(li neutralizzare la tossina è cpiello di iniettare diretta-
mente l'antitossina nei nervi.
Ma stabilito questo principio, urtiamo contro difficoltà
non lievi: l'incisione nei nervi, mentre non può essere
370 Chinirgia
alla portala di ogni pratico è una vera operazione, e però
come poter convincere a subire T operazione persone che
spesso vediamo ribellarsi alla semplice iniezione preven-
tiva sottocutanea?
Il problema è arduo: da una parte la iniezione sotto-
cutanea facile, semplice, alla portata di tutti, ma spesso
insufliciente; d'altra parte la iniezione intranervosa attiva,
efRcace, ma non semplice, non alla portata di tutti, non
scevra di complicazioni. ,
In tale alternativa, sembra agli Autori che il tratta-
mento più logico sarà: lavatura ofiicace delle ferite con
acido fenico ed acqua ossigenata, sbrigliamenti e contro
aperture sì da togliere ogni anfrattuosita, indi applica-
zione di uiedicazione profilattica a mozzo di siero anti-
tetanico secco e polverizzato, facendo in modo, come vuole
Cai ni ette, che esso venga a contatto diretto delle termi-
nazioni nervose lacerate o comunque maltrattate. Ancora
nel contempo l' iniezione sottocutanea di 10 o 20 cmc. di
siero che potrà esser richiesta dopo otto giorni.
Che se, malgrado tutto questo, il tetano apparisco colla
sua marcia progressiva, cosa molto dubbia, converrà ricor-
rere al trattamento chirurgico, ma sovvenendosi che il
virus tetanico tiene esclusivauiente la via nervosa per
arrivare al sistema nervoso centralo, anziché ricorrere»
airam])utazione, sì potrà legare o sezionare molto iu
alto, alla radice dell'arto, il nervo o i nervi die seguo
la tossina nella sua diffusione, e ciò come vuole Parter:
si potrà così metter Tanunalato in grado di ricuperare più
tardi l'arto mercè una sutura nervosa, pur arrestando iu
modo sicuro r radicahncMit(^ la marcia dolT infezione
tetanica. K. S.
Ili. — Ij azione delle scintille ad alta frequenza e ten-
sione nella etira del cancro. (Pozzi, Accademia di
Medicina francese. - * Clinica (,'hirurgica >», N. 1),
1907).
Il prof. Pozzi riferisce sull'azione dello scintille ad
alta frequenza e tensione nella cura del cancro. Dallo
sue osservazioni è tratto a concludere che l'azione delle
scintilh* è emostatica ed analgesica \ dimostrando anche
mi' aziono modificatrice s])ociale od immediata sul tessuto
canceroso. Parrebbe che dette scintille abbiano anclie una
Tumore dot pneumogaatrico 371
azione eliinhiiitrico e cicatrizzante. I fatti di aver otte-
nuto la scomparsa di un cancro per un certo tempo; di
aviere ottenuto pure un esito simile su un cancro della
fronte; e di aver fatto scomparire pure un encefaloide
ulcerato della mammella aderente alle coste ed ai mu-
scoli, lasciano certamente un'impressione favorevole e
lusinghiera per continuare le esperienze che il tempo
solo potrà ^'iudicare jj-iustifìcate e benefiche a poveri
pazienti. K. S.
IV. — Tumore primitivo del pneumogastrico - liesesioue
del pneìiniogastrico - (luarigioue. (M. Vknol, de Bor-
deaux - 'Tnmeur primitive du pneumogastrique - 7iV-
section du pneumogastrique - Guérison. — Raj)port
de M. Fauro, « Revue de Chirurgie », HK)7, X. S.
M. Venol praticò in un uomo di 82 anni l'estirpa-
zione di un tumore del collo, che si era sviluppato pro-
gressivamente in seguito ad un accidente di caccia nel
(piale l'ammalato era stato colpito da un proiettile X. H
chi! era penetrato alla parte antero-laterale del collo.
(Questo tumore si accompagnava ad afRevolimento della
voce dovuto a paralisi della corda vocale sinistra, a do-
lori nell'orecchio sinistro, a disturbi cardiaci consistenti
in palpitazioni e dolori lancinanti al pericardio, disturbi
che andavano aumentando sotto fatiche e sforzi. Durante
r operazione M. Vonol constatò che il tumore era inca-
psulato e che in alto ed in basso si continuava al tronco
nervoso del pneumogastrico. (ili stiramenti fatti sul tu-
more determinarono uno spasmo glottidco violento, che
non cessò se non quando il pneumogastrico fu sezionato
in alto ed in basso. Xon venne tentata la sutura del
nervo, a tumore asportato, per la troppa distanza esi-
stente fra i due monconi. Il malato guarì e scomparvero
tutti i sintomi patologici, persistendo solo considerevole
raucedine della voce. L'esame istologico diede per reperto
trattarsi di un fìbro-sarcoma.
Questa osservazione, unica nella scienza, è importan-
tissima perchè dimostra nini volta di più che la eccita-
zione del nervo pneumogastrico è più grave che la sezione:
l'A. stesso ebbe ad osservare un caso di morte per irri-
tazione del pneumogastrico durante un' operazione <li
estirpazione del simpatico cervicale. K. S.
TT-
M'2 • Chinirgìa
V. — Pseadoar Irosi del radio. (M. Dklacìrnikre, Lo Maus -
Pseif doari rhose da radius - Enchevillement ot greffe
pèrlostique^ amputée aif tibia, « lioviio do Chiniri*'io »,
N. 8, nM)7).
L' A. iu uu ammalato affetto da pseiidoartrosi al terzo
inferiore del radio praticò la seguente operazione: inci-
sione di 5 o () cm. a livello della psendoartrosi sulla
faccia dorsale del radio. Scoperti i due capi ossei ed
isolati dal periostio; apertura del canale midollare; ridu-
zione dei due frammenti che si comjn facilmente mante-
nendoli in posto mercè un chiodo infìsso nei due canali
midollari corrispondentisi a mo'di perno.
Ciò premesso, dalla faccia anteriore interiore della tibia,
con un'incisione di 7 cm. scoprente il periostio, prese un
l<Mubo osteo-periosteo della lunghezza di 5 cm. su 1 cm.
'li larghezza, dello spessore di un grosso foglio di carta;
(|uesto lembo venne trasportato nella ferita dell' avani-
Kraccio facendolo girare a spira attorno al vecchio foco-
laio di pseudoartrosi di recente cruentato. Il lembo rimase
in posto da se, la ferita venne suturata e T avambraccio
venne fissato in apparecchio a gesso, l^a consolidazione
In j)erfetta e la radiografia mostrò la perfetta estetica
della parte operata. E. S.
\'l. — Inffueìiza dello coste vervicali sulla circolazione
sanquigua del collo. (« Hrit. med. Journ. », 5 mag-
irio'lim « Revue de Orthopédie », N. .1, 1907).
Hroadbent — osservò che una giovane siguora non
poteva mettersi in toilette dì società per una tumefazione
{)nlsante che era andata manifestandosi alla base del collo.
Dall'esame istituito si rilevò al <li sopra dello sterno
r all'estremità sternale della clavicola destra un tumore
pnlsante, somigliante in tutto ad ini aneurisma del tronco
l)rachiocefalioo.
La carotide e la succlavia si staccavano dalla parto
superiore e anteriore del tumore.
11 medesimo stato di cose si verificava, in grado mi-
nimo però, anche a sinistra.
La palpazione profonda permise di constatare evi-
'iontemento d'ambo i lati del collo due })rotuboranze
"ssee che certo altro esser non potevano che due coste
i crtHcali.
Chintryla sui nei^i 373
Xoii esistendo fatti di compressione sid plesso bra-
cliiale e non avendosi disturbi sensibili, non credette
r A. di dover sottoporre la paziente ad operazioni. E. S.
VII. - (^hlì'urgia sui neì'^'L
Noi non sappiamo ancora che cosa sia questa conenle
nervosa, come d' altronde non sappiamo che cosa sia
r elettricità. Pure tanto V una che V altra hanno le^fui ben
note e fra loro molti punti di contatto.
Per un filo elettrico conduttore che si spezza si inter-
rompe la corrente destinata a dar vita a molti apparecchi
i più disparati e resta [)aralizzata la vita di uno o più
organismi meccanici.
Cosi puro se un filo elettrico stato tagliato viene unito
ad altro filo per cui passa la corrente, V azione del primo
vien ristabilita in tutto o in parte pel fatto di ricevere
la corrente dal secondo. Uno stesso filo può in alcuni
casi animare molti fili che si suddividono, e così una
stessa fonte elettrica può animare molti fili che mettono
capo a varie funzioni.
Il paragone calza completamente; e se sostituiamo
alla parola filo conduttore la parola filamento nervosft^ noi
possiamo constatare gli stessi fenomeni, questa volta
nervosi, anziché elettrici ; il che forse in fondo ò la stessa
cosa.
Il nostro corvello è la grande fonte nervosa, una specie
di stazione generatrice dell'elettricità, dà cui si dii)ar-
tono dapprima in grandi fasci poi in [)iiì specializzati
tronchi, i fili conduttori che si recano alle varie parti
del corpo, siano questi visceri o muscoli, od apparati
delicatissimi.
Nessuna delle parti del nostro corpo può funzionare
quando sia sottratta all'azione della c^nrente nervosa;
ed è così dosata la sua influenza che si possono avere
paralisi complete, come semiparalisi, come disturbi disor-
dinati quali espressioni diverse della diversa alterazione
avveiuita nella corrente. Lasciando per ora da parte le
alterazioni che si possono avere alla fonie stessa, altera-
zioni che interessano più da vicino la ])sichiatria, e per
le ([uali la chirurgia non ha ancora potuto spiegare la
sua benefica influenza se non in certi casi, richiamo
r attenzione piuttosto sulle lesioni che si verificano sui
374 Chinirgia
fili conduttori nervosi periferici (lesioni detto appunto
periferiche) perc'hè questi conservano, per mezzo del loro
moncone centrale, rapporti normali di vitalità col centro
d' azione.
La chirurg'ia moderna è riuscita a dimostrare che
questi fili conduttori nervosi poss(wio in molti casi aiutarsi
e supplirsi vicendevolmente, quando sia possibile traspor- l
tare i loro tronchi a contatto, e nella direzione della cor- I
rente nervosa destinata ad animare alcune parti state
separate dalla corrente per interruzione o lesione qual-
siasi avvenuta lungo la via.
Questo è il concetto che informa la chirurgia moderna
sui tronchi nervosi — ben inteso — motori.
Si capisce che non sempre la cosa è possibile, pei'chò
vi fa ostacolo la posizione anatomica delle parti in cui
stanno posti i nervi ; come pure la costituzione del nervo
che non sempre si presta ad una sua suddivisione o tra-
s[)orto.
Ma ad ogni modo dove le condizioni sono favorevoli,
si possono applicare ai tronchi nervosi le stesse opera-
zioni che si praticano sugli altri tessuti, come special-
mente quelle che si praticano sui tendini, cioè resezioni,
trasporti, divisione, plastica, ecc., ecc.
(ili iuterventi chirurgici principali a noi oggi più
noti sono quelli praticati sui nervi degli arti.
Si sa che alcune volte un nervo vien reciso da un
colpo tagliente o contundente, oppure vien schiacciato e
distrutto dal callo osseo di una frattura. In questi casi
per ristabilire la corrente nervosa e quindi guarire la
paralisi che ne era conseguita alla ])arte colpita, si va
alla ricerca dei due monconi del nervo, se ne ravvivano
le superfici esterne, e si pratica la sutura. Dopo poco
tempo si vede ristabilirsi la funzione nei muscoli che
erano paralizzati. Si è sempre creduto, e molti lo pen-
sano aucora, che questo ritorno della funzionalità sia
dovuto ad una auastomosi normale collaterale; ma recen-
temente ò stato pure dimostrato (all' ultimo Congresso
italiano di chirurgia tenutosi in Koma) come possa rista-
bilirsi la funzionalità immediata del nervo appena dopo
la sua cucitura.
In casi di paralisi localizzate ad un certo gruppo mu-
scolare per lesione del nervo corrispondeuto, e dove non
S(^ ne possa ottenere la riunione, por troppa distanza dei
monconi, si pratica V iìiursto (fri acri-o. Cioè il tronco
AfiportazloTie delie guaine tendinee B76
periferico del uervo paralizzato viene innestato sopra un
nervo vicino, il quale, conducondo alcune fibrille motrici
al nervo reciso, fa sì che questo ripiofli in tutto o in parte la
sua funziono. In tal modo, ad esempio, si è innestato il nervo
radialo sul nervo mediano del braccio. Si è innestato il
nerv^o settimo, o faccialo, sullo spinale (XI); oppure il
settimo suir ipo^losso. Si è riuscito anche (Giordano, di
Venezia), con un lombo umscolo-nervoso, a trasportare un
filetto jiervoso del nervo otturatore sopra la vescica ed
il retto, per cui questi visceri hanno potuto riacquistare la
loro contrattilità funzionale che era rimasta paralizzata
antecedentemente per uua lesione del midollo spinale
(spina bifida).
In casi di paralisi di alcuni <»'ruppi muscolari della
<»:amba innervati dal ramo ischiatico popliteo esteruo (o
peroneo), venne innestato il tronco periferico di questo
nervo sopra il ramo ischiatico popliteo interno (o nervo
tibiale).
(ili esiti non sono tutti favorevoli, ma alcuni casi
luinno potuto dimostrare la completa o parziale traspor-
tabilità della corrente uervosa dal nervo sano a quello
paralizzato.
L'esperienza ulteriore iu(iicherà (piali sono i casi più
o])j)ortuni per poter praticare ([ueste o[)erazioin* ; e col mi-
trlioramonto nelle modalità della tecuica si potrà audio
contare sopra un pronostico più favorevole. K. S.
Vili. - ì^ulìe modificazioni dei tendini in segni io aita
asportazione della loro guaina^ e suiV importanza di
essa nella rigenerazione dei tendini stessi, (« Atti della
Società di (Chirurgia », 1900).
La questione controversa circa la rig^enerazione dei
tondini e il suo intimo processo, e più ancora la (piestione
rig-uardante la parte dovuta alla guaina ned processo di
rig"encrazione, è stata studiata recontemonte anche dal
prof. Anzil lotti di Pisa, e riferita 'al Congresso di Chi-
rurgia.
Kgli praticò diversi esperimenti sui tendini dei co-
nigli, specialmente sul tendine d'Achille. Anzitutto studiò
le modificazioni che avvenivano nei tcudini do{)0 1' aspor-
tazione della loro guaina.
C/Ome i)rimo fatto si rilevano fenomeni regressivi con-
sistenti iu aspetto torbido della sostanza fondamentale.
370 Chirurgia
senza colorabilità dei mielei delle Qcllule tendinee: coii-
teinporaneaiuente il tendine è coperto da una membrana
fibrinosa; si ha quindi prolificazione del connettivo cir-
costante e di quello in ter ed intrafascicolare e prolifera-
zione degli elementi cellulari periferici del tendine. Va
così formandosi uno strato spesso di connettivo intima-
mente adeso al tendine stesso: se^ue la formazione di
uno spazio fra il tendine ed il nuovo involucro connet-
tivo, avendosi così fra 9Ò-110 giorni il ripristinamentn
della guaina solo qua e là parzialmente aderente al ten-
dine stesso.
[j \. studiò quale ufìicio sia riservato alla guaina nella
rigenerazione del tendine dopo una tenotomia: infatti pra-
ticò delle tenotomie asportando o no la guaina tendinea,
e trovò che nei casi in cui manca la g-uaina il tessntc»
coiuicttivo circostante al tendine e quello inter ed intra-
fascicolare proliferano attivamente, mentre nello stesso
tempo si ha eguale prolificazione negli elementi propri!
del tendine sì che il tendine perde l'aspetto suo primi-
tivo: si mostra ricco di elementi cellulari che sono qnelli
tendinei ritornati allo stato indifferente per proliferai^.
(Questo tessuto neoformato ricostituisce il tratto di tendine
mancante e subisce tutte le fasi progressive finché doi>o
120 giorni ha l'aspetto di un tessuto, che salvo l'abbon-
danza di elementi cellulari, ha tutte le caratteristiche del
tessuto tendineo.
Che so la guaina è rimasta integra, essa si salda ai
monconi del tendine allontanatisi e da essa parte inni
proliferazione attiva, che costituisce il nuovo tendine, alla
costituzione del (piale poca parte prendono il tessuto
tendineo preesistejite e (piello inter e intrafascicolare.
Anche in ([uesto caso si ha ritorno delle cellule ten-
dinee allo stato embrionale, risolvendosi nella istogenesi
secondaria i fatti della istogenesi primitiva.
Ancora, nota T autori', che i nniscoli dei tendini ai
quali venne asj)ortata la guaina [)resentano lieve atroHa
periferica che presto scompare: mentre i muscoli dei
tendini recisi hanno notevole atrofia, prolificazione dei
nnchM e del connettivo, fatti (piesti che scompaiono dopo
'Jo-ll?) giorni.
1/ Autore conclude che la guaina tendinea ha impor-
tanza non j>iccola sulla nutrizione, scissione ed intensità
anatomica del tendinee prende parte massima alla rig«»-
nerazione <hM tendini d<ìpo la tenotomia. E. 8.
DattiloplaHtica 377
rX. — Sostituzione di dita della mano con un dito del piede.
Dattiloplastica. (« Wiener Kliuische Wochonscrifft »,
1896, N. 4S.
Il dottor Kraffte della Clinica chirurgica di Vienna,
diretta dal prof, von Eisolsberg, riferice un nuovo contri-
buto di dattiloplaMica,
L' A. dopo aver fatta brevemente la storia delle ope-
razioni di plastica in genere, accenna all' iniziativa del
Nicoladoni , il geniale ideatore del trapianto tendineo, avente
lo scopo di sopperire alla perdita di sostanza totale o
parziale delle dita delle mani ; la prima operazione del
genero fu dal Nicoladoni tentata nel 1897 : si trattava di
sopperire alla perdita di uu pollice assieme air eminenza
tonare : in questo caso si accontentò di plasmare dalla
cute del petto un lembo cilindrico: mentre in altri tre
casi, nei quali pure volle provvedere alla sostituzione del
perduto pollice, al lembo cilindrico avuto dalla cute del
petto aggiunse con un secondo atto operativo V inclu-
sione di un pezzo di tibia a sostegno. ^
Incoraggiato da questi risultati soddisfacentissimi, nel
19(K) allo stesso Nicoladoni capitò Toccasione di sostituire
in un. bambino cinquenne un pollice perduto merco il
2."* dito del piede, e per quanto successivamente all'atto
operativo si fosse avuto necròsi della falangetta e di una
parte della falangina, tuttavia dopo un anno il bambino
era capace di reggere con la mano un i>e8ante martello,
e, importante a notarsi, il dito trapiantato andava via via
assumendo conformemente alla funziono sua anche lo
forme del pollice.
Nel medesimo anno riuscì air Eiselsberg in un fabbro
diciottenne di sostituire, con pieno effetto cosmetico e
funzionale, un indice perduto col trapianto del 2.** dito
del piede e senza aversi nel processo di guarigione alcuna
necrosi nemmeno parziale.
A questi casi V A. aggiunge ora due nuovi casi, rife-
rendone minutamente la storia e portando dei radiogrammi
assai istruttivi: nel 1." caso si tratta di uomo di »56 anni
al quale una macchina aveva asportate la falangina e
falangetta del medio della mano destra.
Nel secondo caso di una donna di 42 anni, la quale per
diverso vicende venne a perdere completamente il dito
indico della mano destra : in ambedue questi casi la pla-
AraUABio SoiurriFico — XLIV. 25
^78 Chirurgia
stica dello mancanti dita mercè il trapianto di dita del
piede riuscì con ottimo risultato funzionale ed estetico.
L' A. dice che queste operazioni di sostituzione orgTi-
nica di dit^ della mano mercè dita del piede apparteiig-ono
alle più difficili e laboriose operazioni, e si fainio non solo
allo scopo cosmetico, ma pure a scopo funzionale. <4Ii
inconvenienti a cui va incontro il piede per V asport^i-
zione di una delle piccole dita sono quasi nulli iii con-
fronto ai benefici che acquista la mano mercè il suddetto
trapianto.
Naturalmente il trapianto si fa con dito del piede
possibilmente della stessa parte, poiché le dita del piede
come quelle della mano hanno uim certa simmetria late-
rale e poi è così anche meno complicata la posizione da
darsi al paziente durante la cura. Xon ebbe mai pratica
applicazione il trapianto dell' alluce perchè male si presta
alla cosmesi nella mano, e poi perchè un piede può ino-
cuamente o quasi venir privato delle rimanenti dita, non
deir alluce, senza dare disturbi al paziente nella deam-
bulazione e nella stazione eretta.
Ed ecco come FA. descriv^e minutamente il procosso
operativo :
Preparazione air operazione :
Converrà come prima misura fare una prova della po-
sizione che sarà necessaria durante l'operazione e nei di
seguenti; i bambini e g"li individui pfiovani meg-lio si
addattano alla voluta posizione obbligata e sue modalità.
Converrà poi curare a tutto rig-ore la pidizia e disinfc-
zione della mano e del piede prescelti con bag'ni, pulizia
delle unghia e impacchi antisettici.
La vera e propria condotta della tecnica del trapianta-
mento del piede contempla quattro atti condotti a termine
in due tempi :
In primo Tempo: l.** (^ruentazione del moncone del
dito leso e mobilizzazione delle singole parti.
2." Mobilizzazione del dito del piede e cruentazione sua.
8.*" Uiunione dei due arti.
In 2." Tempo: 4." Recisione del lembo plantare.
Tutta Toperazione per essere condotta a termine bene
esige la narcosi onde dare la immobilità.
Primo Tempo, Un'Atto: Allo scopò di ritrovare i ten-
«lini spesso avvilupati da tessuto cicatriziale o scorsi molto
in alto, consigliasi T emostasi prev^entiva col laccio di
Esmarch. Por ottenere poi lembi della'ferita ben nutriti, con-
Datfilopìaxfica
vurrii eiirai')' til iiuissiiiio rabliiziom,' lolalu tifi
ciciiti'izialr: set/omln Nieolaiiniii la iiiijflior Toriiia t
al lembo per lo cotniizioiii di mitrizioiio sua è quel
]>eKiJÌdalo col lato maggioro vhi-so l'alto fproasi
oppiirn disonnare il lemito con duo incisioni fatt
raimente in modo da rispettare assolrilamente o I
1^ vasi e nervi. Ondo poi cvilnre ima soverchia te
all'atto dell' unione dei tendini col dito dei pici
jiitiiitato, conviene spinjren; la preparazione e ci
zione doi tendini lino a qnalche centimetro all'
(Iella dito: elio se un tendine risultasse lacerato
ili alto, si può allora usufruire per iuterposiz.ìoi
periostio mohilizzato, come praticò Voii Riseisherjr i
primo caso.
Allontanato quindi il laccio d' fla march, è noe
un'accurata oniost^ì affino di evitar» poi nn sollevi
e tensione del lembo per eiuatoinn.
l." Tempo, 2." Atto: Per la moliilizzazioiio e ci
zione del dito del piede valgano le norme dette
Nicoladoni rende attenti spocialmeute che in in
ancora in via di accrescimento si debba prendi
dito del piede da trapiantarsi un pezzo più gra
quello che realmente basteiebbo a sopperii-o al h
dato dal difetto al quale si vuol riparare, afiiii
sognito coir individuo cresca anche il suo nuovo
1." Tempo, 3," Atto; l'rima delia riunione di
delta mano al dito del piede trapiantato eoiiverr
accertarsi della vitalità dei tessuti ed eventualmente
tare parti dì questi divenuto bluastre. Sani assai
niente procedere prima della sutura cutanea alla f
posizione della mano sul dorso dol piede come
sella sul doi-so di un cavallo fissaiidoveia perfett
in modo che abbia a rimanervi immobile: o solo i
si sia ben certi della possibilità e tolleranza dell
/.ione obbligata scelta, procedere alla sutura dclli
a tollerare poi vieppiù la ])osizione incomoda, sai
pinata ai paziente della morfina: converrà qnlnd
la massima attenzione nel sorvegliare il dito de
clic si va trapiantando e per attivarne la circo
iipplioare fre(i non temente il tainponaggio.
li." Tempo, 4.° Attor II completo distacco del pi
■ nutrizione plantare sarà compiuto non mai prima
settimane: .Nicoladoni la levù al ìli." giorno, pori
B80 Chinirgia
nei di intennedi interessare pai-zialinente e gradatamente
a poco a poco la continuità del ponte plantare.
Il colore del dito del piede trapiantato da[)prima, in
causa della incompleta circolazione arteriosa, è pallido
specialmente a temperatura fredda, dimodoché converrà
mantenere l'arto bene riguardato dal freddo.
Ancora pure le condizioni di pressione e circolazione
sono per il dito del piede trapiantato qui ben diverse da
quelle verifìcantisi nella gamba, dove la pressione è assai
minore ed il circolo venoso refluo alquanto lento: il dito
del piede deve dunque pure acclimatarsi a queste varianti
della statica circolatoria.
1 movimenti attivi nei primi tempi sono impossibili o
assai incompleti in tutte le articolazioni in genere, ma
in modo speciale nelle articolazioni interfalangiche : però
nel corso di settimane e mesi si migliora col trattamento
curativo consecutivo di bagni caldi, e movimenti passivi,
leggeri massaggi e faraddizzazione ; il movimento va dap-
prima ristabilendosi nell' articolazione metacarpo-falangea
e quindi lentameute lo riprendono le articolazioni interfa-
langee: tuttavia per lo più in queste rimane permanen-
temente una limitazione di movimento. Come séguito del-
l' intervento si possono avere parziali fissazioni e necrosi
dei tendini o di parti di essi, non però mai nei tondini
del lembo plantare ultimo reciso poiché questi sono sempre
nello migliori condizioni di nutrizione.
Anche la crescita del dito trapiantato fa nei giovani
considerevoli e visibili progressi per quanto inferiori a
([uelli delle altre dita: ed ecco come torni opportuno curare
nel trapianto di asportare il dito del piede in maggior
estensione (nei giovani individui) di quanto sarebbe stret-
tamente necessario al movimento per dare una cosmesi
soddisfacente , venendo la esuberanza opportunamente
acconcia in seguito.
Concludendo l'A. fa rilevare l'immenso vantaggio di
questa plastica, specialmente quando si pensi ad individui
i quali per la loro professione siano obbligati assoluta-
mento a servirsi del pollice e dell' indice, e che essendo di
questi rimasti privi in parte od in totalità sarebbero asso-
lutamente invalidi al lavoro senza (piesto benefico, oltreché
cosmetico intervento che li renderà ancora capaci al loro
lavoro professionale, come é chiaramente dimostrato dai
casi di Nicoladoni e Von- Eiselsberg. E. S.
ii
/ neoplasmi e i raggi X 381
X. — Influenza dei raggi X sopra i tumori neoplastici,
(Dal Congfrosso di Chirurgia francese. « Semaine Me-
dicale », N. 41).
Continuano ancora assiduamente ^jtIì studi intorno alla
inlluonza dei rat»<ri Hontgen nelle varie malattie più o
o mono ribelli ai mezzi terapeutici comuni; ma special-
mente contro (juello malattie di indole neoplastica (tumori)
che ordinariamente manifestano una caratteristica ten-
denza alla recidiva , cioè alla riproduzione del tumore
stesso anche dopo la sua completa e ripetuta asportazione.
Al Congresso chirurgico tedesco questo argomento
venne trattato in modo speciale, e intorno ad esso riferi-
rono alcuni autori incaricati (Béclère e Mauuoury).
In riassunto venne affermato che in generale Tazionc
dei raggi Uiintgen è favorevole contro la recidiva dei
tumori in genere, ma specialmente pei tumori connettiva! i
ed epiteliali delle parti molli superficiali (tumori sarcoma-
tosi ed epiteliali della cute), ma più specialmente pei sar-
comi cutanei.
I raggi Ur»ntgeji agiscono in generale sui tessuti come
un agente di distruzione cellulare, ma con azione elettiva,
cioè non tutte le cellule sono egualmente influenzate dai
raggi X. Le cellule componenti i tumori sojio pure sen-
sibili alle radiazioni, tanto che si possono distruggere.
I tumori maligni della pelle sono quelli più favorevol-
mente influenzati ; tanto quelli a manifestazioni fungose
come quelli a forme ulcerose.
Quando il tumore non ha oltrepassato i limiti del derma,
la guarigione è la regola (sia nelle forme a tipo spino-
cellulare, come m»lle formo di epitelioma melanotico).
Quando il tumore ha varcato i limiti del derma,
Fazione dei raggi X è favorevole ancora, (juantunque
meno certa.
Neir ulcera rodente, a tipo base-cellulare, si può otte-
nere la guarigioiu» completa deirulcera.
Anche contro gli epiteliomi delle nuicose superficiali
esposte (t unione del labbro inferiore), i raggi U/intgen
hauno dimostrato in molti casi la loro azione distruttiva
tino ad ottouon» la auarigiono, non (»seluse le ad(»ni)patie
concomitanti. In gcMiorah» h» cellule neoplastiche d'origine
mucosa sono altrettanto sensibili come lo cellule malpi-
y-hiano. l'aie clic* aneho fontro V epitelioma \lella lingua
si conti qualeJK» cììso di osito favorevole.
iìS2 Chirurgia
Il Béclòre ha constatato la scoinpai'sa di un tumore
opiteliomatoso della totalità della tonsilla, tumore che era
stato giudicato inoperabile.
Anche i tumori del seno hanno dato degli esiti vera-
mente sorprendenti, anche quando vi sia recidiva con
adenomi circostanti.
In generale la H(uitgen-terapia è un ottimo ausiliario
alla cura chirurgica operativa; solo nei tumon cuUiiici
può ossero applicata favorevolmente senza T operazione.
E' sempre indicata poi nei casi così detti inoperabili,
o in (pielli in cui non venne accettata la cura chirurgica
cruenta.
L' effetto dell'azione dei raggi X è diverso nei veri
cancri ; esso è variabile secondo il modo di sua applica-
zione, ma sopratutto secondo la natura del tumore e, fino
ad un certo punto, secondo una certa idiosincrasia. In
generale Fazione dei raggi X va diretta sopra la suj)er-
tìcie cruenta residua dell'asportazione del tu more, con sedute
di cinque minuti ogni giorno per (piattro o cinque giorni
di seguito, e con successivo intervallo di una settimana.
Fra gli accidenti osservati dall' applicazione dei raggi
Rontgen si nota la radiodermite : la (juale però può oggi
essere facilmente evitatata.
Si sono notati invece dei fenomeni di intossicazione
generale dell'organismo per effetto di assorbimento degli
elementi fusi del tumore, noi cancri ancora chiusi.
In qualche caso si è notata una generalizzazione rapida
dell'infezione cancerigna per effetto dell'azione dei raggi X ;
ma ciò non è [)erò del tutto provato, perchè può avvenire
anche senza la radioterapia.
Si sono notati V inlluenza favorevole dei raggi X anche .
nello forme iperplastiche delle glandolo linfatiche. Alcuni
casi di linfadenomi, (|uantun({ue avessero presentata la
recidiva tre volte, vennero guariti successivamente per
tre volte mediante la radioterapia (Willelms, Destet, Tuffier).
K' riconosciuta invece V inutilità dei raggi X nella cura
(lei cancri j)rofondi.
Da tutto ((uello che ho riferito bisogna concludere che
(pialche vantaggio è assoltitamente stato riconosciuto; ma
per ora, allo slato attuale dell'esperienza, non si può
fare troppo atlidanuMito sulla cura dei ragui Rontgen : e
sopratutto non si deve (»sag(M';u'n<' V imj>ortanza col pub-
blicane solamente i Ciisi f;iV(>r(*V(»li, I']. S.
Architettura del callo 383
XI. — Deir architettura del callo. (Caubet - « Revue de
Cliinirgie », N. 3, 1907).
E noto che l' architettura delle ossa ha dello regole
di costruzione tìsso e che normalmente il tessuto osseo
ha una disposizione costante consecutiva ad una deter-
minata organizzazione che è sempre la medesima per lo
stesso osso e per lo stesso segmento di un osso. Questa
struttura dipende solamente dalle condizioni meccaniche
proprie ad ogni osso. Moyer fissò che le trabecole della
sostanza s])ongina sono sempre dirette nel senso dello
sforzo maggiore che V osso deve sostenere: cosi come
Wolff dimostrò che la forma complessiva dell'osso è sem-
pre r effetto delle eccitazioni i'unzionali che ogni osso
riceve. In altre parole è la funzione che fa l'organo e
così la direzione delle trabecole ossee indica le linee di tra-
zione e di pressione alle quali Tosso è sottoposto funzio-
nalmente, ossia r osso ha una sua propria forma fun-
zionale.
Secondo V autore la l'orma generale delle ossa è tra-
smessa per ereditarietà prima che sopravvengano le
diverse eccitazioni che ne determineranno la struttura e
la forma definitiva.
Le regole generali che nelle loro grandi linee presie-
dono air architettura normale delle ossa sono le seguenti :
l." Le pressioni, essendo più forti alla periferia che
al centro, il tessuto couipatto è distribuito alla periferia
delle ossa lunghe, egli è tanto più denso quanto [ùù Tosso
è scavato nel suo centro, perchè le parti ossee che occu-
perebbero il centro non riceverebbero T eccitamento fun-
zionale necessario alla loro conservazione; ne risulta
quindi la loro atrofia e la formazione del canale midollare.
2.'^ Quando un osso presenta una curvatura nor-
male, la pressione è più forte sulle parti concavo che
sulle parti convesse ; la conseguenza, secondo (|uesta legge,
è che il tessuto compatto presenta sempre uno spessore
più grande al livello della concavità della curvatura. La
verifica di (piesto fatto è facile a farsi sul collo del femore:
la lama del tessuto compatto della sua faccia inferiore è
considerevolmente ingrossata ; al contrario, essa è assotti-
iifliata sulla convessità del collo.
H,'* I tratti ossei trasv^^rsali, sia nelle estremità, sia
nel canale midollare, hanno una orientazione definita, la
stessa per ciascun genero d'osso; essa indica il senso di
384 Chirurgia
pressione esteriore, la direzione del più gran sforzo che
si rinnova ad ogni movimento: al contrario, i tratti osse
che, per la loro direzione, non ricevono che un eccita-
mento e un impulso funzionale troppo debole, sono col-
piti d'atrofia. La disposizione ben nota in arcato para-
boliche dei tratti ossei trasversali spongiosi neirestremilà
superiore del femore è uua conferma particolarmente evi-
dente di questa regola generale.
Prendendo punto di partenza da questo regole che pre-
siedono alla formazione normale e fisiologica dello ossa,
l'autore, richiamando gli studi fatti dal Wolff sul mede-
simo soggetto si propone di dimostrare coir aiuto della
radiogi^afia stereoscopica che queste leggi fisse si ripetono
anche in patologia nella formazione dei calli ossei succes-
sivi a frattura, come nell'adattamento delle deformità ossee,
quali il ginocchio valgo, le scoliosi, il piede piatto ecc.
Trattisi quindi di ossa normali come di ossa patolo-
giche, la forma è sempre il risultato dello funzioni del-
l'osso, ossia la risultante delle trazioni e pressioni che
l'osso deve funzionalmente sopportare.
Dallo studio delle fratture si rilevano (pieste leggi appli-
plicato anche alla formazione dei calli ossei di ripara-
zione spontanea. Infatti la deposizione della sostanza
ossea di nuova formazione si verifica più intensa dove è
maggiore il bisogno : e se l' osso assumo un atteggia-
mento curvo od angolare, il dei)osito della sostanza ossea
del callo si fa più evidente dalla piirto della concavità.
hj, S.
XII. — Subì HS8 azione congenita del pugno {malattìa del
Madelnng), (E. Kastor - « licvue de (chirurgie » N. 8-9
del 1907).
L'A. premette che questa deformità è essenzialmente
costituita da una lussazione più o meno accentuata del-
l'uhm air indietro e da una curvatura dell'estremo infe-
riore del radio a concavità anteriore; sostiene poi che
tale deformità non curata col riposo è suscettibile di peg-
gioramento progressivo attribuibile a disordini funzionali
o a manovre professionali.
Dalla rivista sintetica data dall' A. della bibliografia
concernente lo studio di (piesta deformità impropriamente
dotta malaltiii di Madolung, esseudo stnto Jean nel 1875
il primo a dare hi descrizioue di una caso di doppia lus-
jfa-
Malattia di Madelung 385
sazìono cougciiita completa del radio nelle ossa del carpo,
non essendo venuta la memoria di Madelung che nel
1878, vediamo la teoria rachitica del carpo curvo nelle
memorie di F'elix, 1884, e di Duplay nel 1885, che ne pro-
pone la cura mercè l'osteotomia lineare del radio, teoria
questa che, calorosameuto sostenuta da Dellet nel 1889 si
trova a l'are il paio colla teoria congenita o famigliare
della lesioue: e così in un campo e neir altro si segui-
rono Redard 1892, (Juépin 1892, Malfuson 1894, Ch. Fere
1896, Jagot 1897, Hoffa, Clarko, Hoyer 1899, Gangol|)ho
1899, Max David 1900, De Reyser 1901, Kirmisson 1902,
che la chiama sublussazione progressiva del polso, rife-
rendosi air evoluzione progressiva della deformità.
Ardouin con un caso di lussazione congenita del polso,
Charles Rartkes nel 1904, Albcrtin e Ledere nel 1905,
Hauer nel 1906.
L'Autore, richiamando T attenzione sul fatto che ben
11 casi furouo sicuramente proclamati di origine con-
genita e famigliare, dice: Io credo che l'iiuportanza del-
l'influenza ereditaria s'imponga dallo studio imparziale
delle accemiate osservazioni, certamente che questa iu-
llueuza non è costante. Ma in quale malattia congenita
si ha l'eredità come costante?
La descrizione delle lesioni proprie costituenti (|uesta
deformità è dovuta a esami necroscopici di Jean, Dellet,
Madelung, Royet, Berard ed a esami radiografici di Gan-
golphe, Ardouiu, Aladie, Poulsen, Schultze, Piollet Sauer
e dell'Autore.
IjC maggiori lesioni sono a carico dell' ulna e riguar-
dano la lunghezza, la forma ed i rapporti suoi col carpo :
la lunghezza del cubito si trova diminuita da un mezzo
cm. (De Kerger) a 8 cm. (Aladies): per quanto concerne
la forma del cubito, in tutti i casi fu osservato sulla fac-
cia dorsale del polso un rialzo considerev^ole dovuto ad
ipertrofìa e lussazione all' indietro dell'estremo inferiore
dell'ulna. Nei casi iu cui si ha considerevole accorcia-
mento dell'ulna si ha pure accorciamento del radio, sì
che nella malattia di Madelung non è raro esservi diuii-
uuzioue di lunghezza dell'avambraccio nel suo insieme,
anzi s])esso (piesto accorciamento è più pronunciato sul
radio: e mentre la deformità dell'estremo inferiore del-
l'ulna si risolve iu una ipertrofia più o meno rilinaute,
sull'estremo inferiore del radio a[)biamo una curva a con-
cavità anteriore, interessante il (piarto o terzo inferiore
B86 Chirurgia
(leir osso. Discordi sono gli autori neirapprezzare il ^rado
di spostamento o lussazione, mai completa, dell' estreiuc
inferiore del radio sulle ossa del carpo.
Pure minime e trascurabili sono le alterazioni di
forma, volume e ra])porti dello ossa de) carpo, corno pure
quelle delle sinoviali e dei muscoli; piuttosto rilevanti'
può essere una concomitante deformità della mano, che
può essere ridotta in lunghezza fino di 2 cm.
Hocentemente Lenormant ( Revue d' ()rtlwpédie^ 1907,
N. l)dice, parlando della malattia di Madelung: indiscu-
tibilmente l'incurvamento del radio è l'elemento essen-
ziale della deformità: tutto il resto, protul>eranza della
testa dell'ulna o deviazione del carpo e della mano dal
lato palmare, sono fatti secondarii a questa curvatura
del radio.
Secondo l'A. -il primo fattore etiologico è T eredità;
e infatti (luesta enunciazione non può osseine contestata:
1." Nel caso in cui più membri di una stessa fami-
glia siano affetti dalla medesima forma. — 2."* Nel caso
in cui la deformità apparve senza causa tino dalla
prima infanzia. Su 85 casi conosciuti di malattia di
.Madelung, in ben 5G fu riconosciuta ereditaria o con-
genita. Il trauma non può, secondo V A., essere invo-
cato come fattore etiologico importante: su S5 casi solo
in 10 si ebbe un trauuia pregresso.
Così diciisi circa la professione, che non può essere
invocata come determinante ; su 85 casi noti, di 17 cono-
sciamo le professioni esei*citate, che sono le più di-
si)arate.
Duplay e Dellet considerano la malattia di Madelung
come indubbiamente di natura rachitica. Fere ne dimo-
stra la singolare frequenza negli epilettici, 28 volte su
148. Circa l'età, secondo l'autore risulta che il carpo cur-
vato è una malattia dell'adolescenza. Circa il sesso la
deformità si ha quattro volte più frequente nelle femmine
che nei maschi.
Circa la sede, è unilaterale e bilaterale in un quinto
dei casi unilaterali, e prevalentem(*nte a sinistra. Se bila-
terale, raramente simmetrica; in più di 6 e mezzo dei
casi più grave a destra. L'A., pur dicendosi eclettico nel-
r apprezzamento delle diverse teorie sulla patogenesi del
cai'po curvo, ribadisce l'origine congenita della deformità
e pur ainnietteudn elic possa veuii* posta in vista o. ag-
— _ i
Malattia di Madelung. 887
f-ravata dal trauma o dalla speciale attitudine professio-
nale che viene a prendere la mano, si dice in certo modo
I)artigiano della teoria traumatica, come non disconosce
la proprietà della denominazione data da Kirmisson di
siiblussazione progressiva del polso, ammettendo che la
deformità lasciata a sé sia suscettibile di progressivo
peggioramento.
Dà poi ragione della teoria congenita asserendo :
1." La deformità non è che la esagerazione di una dispo-
sizione normale: difatti la protuberanza dell'ulna nella
faccia dorsale del polso, che è caratteristica della defor-
mità in parola, è più o meno pronunciata in tutti, e [)er
convincersene basterà guardare un polso dal lato ulnare,
e ciò spiega come spesso tale deformità di grado non
accentuato possa passare inosservata; dunque, conchiude
r Autore: la sublussazione del cubito all' indietro che si
osserva nei casi di carpo curvo non è che l'esagera-
zione di una disposizione normale.
Ancora la curvatura del radio in avanti, che è, dopo
la sublussazione dell'ulna all' indietro, la deformità più
importante della malattia di Madelung, non è che V ac-
centuazione di una disposizione normale; per dimostrare
ciò r A. molto ingegnosamente sezionò u\\ radio, preso a
caso, nel senso delle lunghezze e sull'asse anteroposte-
riore in modo di avere due metà del radio, che applicate
su un foglio di carta per la loro faccia piana e disegnate
davano esattamente il contorno del radio nella parte me-
diana a curvatura anteriore del terzo inferiore.
2 ** La malattia di Madelung è una forma congenita
perchè è soventi volte ereditaria Difatti su 85 casi rac-
colti per ben 80 volte fu riscontrata nei parenti degli
ammalati: che se noi poi mettiamo a confronto 3 defor-
mità congenite frecpienti, come il piede torto congenito,
la lussazione dell' anca congenita, il labbro leporino
abbiamo :
Su 44 casi di piede torto, varo equino congenito, si
haiHio 2 soli casi nei (puili la mahittia venne dnnostrata
famigliare, ossia il (4,4) j)er cento. Su 27 casi di lussa-
zione congenita dell'anca abbiamo cinque casi noi (piali
si può invocare la malattia famigliare, ossia il IS per
cento. Inline su 15 casi di lubbro leporino al>biamo un
sol caso di cui può venire invocato il gentilizio, (piindi
il (i percento: nella malattia di Madelung l'ere^litarietà
può essere invocata nel^U per cento dei casi.
388 Chirurgia
Ancora nella malattia di Madeluug vediaiao più mciL-
bri di una stessa famiglia e generazione affetti dalle me-
desimo deformità, precisamente come si ha della sindat-
tilia, che è una forma notoriamente congenita.
La malattia di Madelung è dunque veramente una
forma famigliare né più nò meno che la sindattilia; cer-
tamente che in un buon numero di casi non si può in-
vocare r ereditarietà, ma affinchè una deformità possa
essere ammessa nel gruppo delle malattie famigliari, non
è poi proprio necessario che sia fatalmente ereditaria :
decisamente però se vogliamo ammettere nelle malattie
famigliari la lussazione congenita ed il labbro leporino,
a maggior diritto deve trovarvi posto la malattia di Ma-
delung.
Ji."* La malattia di Madelung è spesso bilaterale, in
70 casi su 85 osservati; ossia neir 8() per conto il car|>o
curvo aHligge i due polsi.
L' A., domandandosi se la lesione primitiva iniziale
caratterizzante questa deformità sia dovuta ai legamenti,
alle ossa, od ai muscoli, passa in rivista le differenti
teorie emesse : (juella di Busch delle contratture museo-
lari; di Malgaigne del rilasciamento semplice dei lega-
menti senza altre cause organiche: di Rodard, per il quale
la deformità del polso ò la conseguenza di un perturba-
mento dell' accrescimento e funzioiuile delle cartilagini di
coniugazione delle ossa dell' avambraccio alle loro estre-
mità inferiori. La teoria nervosa di Tripier e Felix, la
teoria rachitica di S. Duplay e Dellet, la teoria trauma-
tica propria a molti autori; viene a formulare la seguente
conclusione: 1^ malattia di Madelung è costituita danna
lassezza congenita dell' articolazione radio-cubitale infe-
riore che appare nella prima infanzia senza causa occa-
sionale o al momento dell' inizio professionale o in se-
guito ad un minimo traumatismo. Quanto ai sintomi, l'au-
tore fa notare che: osservando un carpo curvo mentre
mano ed avambraccio riposano proni su di un piano, fra
la superfìcie superiore della mano e quella dell' avam-
braccio esiste un disliv^ello che misurato si trov^a oscil-
lare da 1 cm. a 2 e mezzo cm. Di più il diametro aute-
roposteriore del polso è considerevolmente aumentato.
L'asse longitudinale della mano può non ess<»r deviato,
ovv^ero esserlo ora dal lato radiah^ ora dal lato ulnare.
Lsaminando la faccia anteriore del jxjIso, si nota gè-
Atiilalfia di Madeluiiff
jLL'ial monto ima spnrfjreiizn ilei tendini Itcssnri, coni
pure (iol ^ando e i»Ìccolnj>alniare o dpi cubitale ai
Irriorr. *
ÌjH palpazione non fa cho conrermaro qnantn fn fji
rilevato dall'ispezione. Di più permette di apprezzare
iiiotio e la misura secondo i quali la deformità v- coi
I sintomi funzionali possono mancare, come posson
ossero rilevanti si <la abolire la oapacitii professional
<]eli' individuo. (ìcneralniontc si ha modificazione do
l'ampiezza dei movimenti articolari: la llessinnc pa
mare generalmente mai diminuita, so mai aumentati
e per le medesimo ragioni spesso ridotta l'ostensioii
dorsale.
Intefrri i movimenti di lateralità e dì pronazione, <1
miunita lievomento la supinazione. Si possono avere dt
lori localizzati spontanei o provocati nei tentativi di coi
rezione della deformità. Si manifesta talora nella prim
infanzia, rimanendo stazionaria per tutta la vita, alti
volte, come Kirmisson dimostrò, apparo nell' adoloscenz
svìlnppandosi per ^adi successivi. La prognosi benìfiri]
jier i casi nei quali il disturbo funzionale è nullo ò d'n
tra parte irrave allorché l' impotenza funzionale è tu
soluta.
In assenza di disturbi funzionali non abbisofrna 1
malattia di Madelnnif dì alcuna cura: quando poro i <l
sturbi funzionali esistano, conviene proporre l'iutervenl
dopo avere provato i metodi palliativi, ricorrere sen;
indugio al metodo cruento, tìeneral mente, con manovi
<li trazione sulla mano e di coaptazione sull' estremo ii
ferioro dell'ulna dall' indietro all' avanti e sul carpo i
senso opposto, riesce facile ottcnei-e la riduzione, che pei
tosto, cessata la pressione, si riproduce.
Allo scopo di impedirne la riproduzione si proposer
diversi apparecchi a {i^so, im mobilizzando la mano i
llossione dorsale, (Madelunjf. Kirmisson|.
Tripier, Hofl'a, Hedar, IJcIbet si scfirnirono con un
serie di ap[>arecchi ortopedici diversi, e dei più in^o^nos
ma pur sempre palliativi; cosi il massafrfrio, l'elettricil
trovarono qui, conio rimcdii coadiuvanti, il campo a larp
npplicaziono, specialmente allorché ora preceduto n
trnitnia.
Le operazioni proposte sono; la tenototnia (Muschj
m)0 Chinirgia
l'artrotomiìi con riduzione a cielo aperto (Berger); Tosteo-
tomia lineare obliqua del radio (Poulsenj; V osteotomia
cuneiforme de»l radio (Delicati, ed ora V osteotomia lineare
(ieir ulna proposta dall' F]astor, della quale dà niisiira-
taniente la tecnica, e che dichiara preferibile all' osteo-
tomia del radio, alla (juale potrà i)ure qualche volt.a as-
sociarsi, quando la irravità della deformità renda necessaria
l'osteotomia delle due ossa dell'avambraccio, che pure viene
ora per la prima volta i)roposta daH'A.acura della ma-
lattia di Madelung'.
Kd ecco le conclusi(nii a cui sarebbero venuti ^li
autori :
« I. La malattia del Madelung* è costituita da una
lassezza consrenita dell'articolazione radio -ulnare in-
feriore.
II. Kssa si manifesterebbe fin dalla prima infanzia
senza causa occasionale, cioè nell'occasione di un nìiuinio
traumatismo accidentale.
III. Nei casi in cui essa determina un'impotenza
funzionale, è indicato di intervenire con atto operativo,
e dappoiché la deformità interessa più particolarmente
l'ulna, è indicato di praticare l'osteotomia dell' idna a
preferenza dell'osteotomia del radio ».
XIII. - fjfissazioìif (Ifir osso maìarr. ('< Kevue de (Chi-
rurgie », 11H)7, \. 1^ 10 Janvier VMM).
Partendo da un caso di osservazione personale, nel
(piale, in seguito ad un trauma della faccia, credettero
poter constatare una lussazione dell' osso malare con
i caratteri propri di questa rarissima lesione, asseri-
scono il Kiiss ed il Okinczvc che il caso loro è ben difl'e-
rente dalle precedenti osservazioni, nelle (|uali si tenne
prevalentemente conto della frattura del mascellare supe-
riore data direttamente da infossamento dell'osso malare;
essi pensano che possa esistere una vera e propria lussa-
zione dell'osso Mìalare caratterizzata dalla disgiunzione
di tutte le sinoviali che l'uniscono al cranio da una parte
ed all'assieme» della faccia dall'altra, ma che questa lus-
sazione è necessariamente complicata.
Kitioni iiVi Autori si pruoccupaniiio s(;iii]n-i', >
torto, dello lesioni <lpl iiiascpllnre superiore, stantf
(Ielle oasorvRzioiii del gi'urrp ili 'inesln e la sCiirsji
taiiza attribuita ai traumi di'll'osHo iiiaNirc. Dift
iitiltoii 0 Lcforl descrivono so])rntiitto le losioiii
scollare siipcrìoni successivo a traiiinfl adenti
tameiito sulla snporltcie dell'ossn malare, t)ub:
caso simile si preoccitpa sopratntto delle |xissil>ili
del nervo soitnrhilario successivo a questo <[(•,
trauma.
Saiisoii, linux, Mal^ai^'ic descrissero le fratt
lussazioni dell'osso zigomatico: alle osservazioni <
si a^giuiijfe ofTgi il Cìiso deg'li Autori.
Malgai^iie, contro l'opinione di Sansoit clie i
una vera e propria lussazione dell'osso inalare, i
che ogni lussazione di quest' osso doveva noe
mente essere accompa^rnata da frattura, ed ii
l'orzata dis^iunzione di quest'osso dal mascellai
l'iorc, oonsegnenza della quale è la penetrazione
dal seno mascellare nel eelhilare sottocutaneo, pei
in realtà la frattura possa esser limitata a picco
menti a livello delle suture disunite, potrebbe
annoverata fra le iVatture. Ma queste jesloni
importanza por i rapporti assai intimi che i]
l'osso inalare al mascellare superiore ed all'antn
o^uioro: gli .\utori, quindi, tenendo conto di(]uesta
vogliono dare a questa lesione il nome di lui
complicata. Il meccanismo di questa lussazione !
cbiaro considerando la situazione ed i rapporti cb
malaro contrae colle ossa orsive e col resto dellf
unito per tre apofisi al temporale, allo sfenoid
frontale, ha delle connessioni abbastanza estese
sceliare superiore, conneasionl che occupano la i
parie della sun faccia interna; ma questo cout
mascellare superiore riguarda solo la metà a
della faccia inlerna, rtuianendo libera la metà pc
che trova solo appoggio con un'npofisi sull'eslren
riore dell'arcata zigomatica. Da tali cnusiderazii:
toiniche emergono le seguenti deduzioni patologi
1." L'infossamento in massa del malare pe
diretto siUIa sua faccia esterna si estri use choWi i
• lontemente dalla risultarne deformità con pun
rosi a livello di ciascuno dei tre angoli articolari
392 Chinirgia
2." Il trauma portato sulla metà anteriore delTosso
malare darà sintomi di affondamento con frattura del
mascellare superiore; che se il trauma interessi la metà
posteriore oppure Tan^Io zigomatico, il malare oscil-
lerà secondo il suo asse verticale, la fnetà posteriore si
affonderà nella fossa temporale, mentre la metà ante-
riore, staccandosi dal mascellare superiore, si porterà in
avanti ed air infuori, ne risulterà una proiezione in avanti
ed infuori dell'angolo anteriore, od orbitario inferiore del
malare, l'apertura mag'g'iore o minore del seno mascel-
lare al suo apice e T abbassamento dell'arco zigomatico
all' indietro.
ii."" Il trauma può colpire l'osso malare non paral-
lelamente alla sua faccia esterna, ma può aversi il mas-
simo di pressione all'angolo suo inferiore e all'angolo
suo posteriore o zigomatico.
Allora al movimento oscillatorio si può aggiungere un
lieve movimento di rotazione sull'asse perpendicolare alle
sue faccio: allora l'angolo anteriore orbitario non sarà
solo proiettato in avanti ed infuori, ma pure leggermente
in alto o in basso; uno psostamento simile si avrà a
livello dell'angolo posteriore zigomatico, che sarà depresso
ma nello stesso tempo spostato in alto o in basso. Infine
pure l'angolo superiore od orbitario esterno sarà spostato
sia in avanti che all' esterno. Tali spostamenti, interes-
santi il bordo orbitario inferiore ed esterno, potranno
essere esattamente misurati per le modificazioni corri-
spondenti nelle dimensioni dei due grandi diametri della
base dell'orbita.
Ebbene, gli Autori trovano la conferma di questi
differenti modi di spostamento tanto nei casi di lloux e
Malgaigne come nel proprio.
Sintomi: Sintomi comuni ad ogni trauma faccialo o
craniense che si estrinsecano con i segni ordinarii di
una commozione cerebrale più o meno intensa, stordi-
menti, vomiti al momento del trauma o anche nei dì
successivi ; vertigini, coprostasi, e ritenzione d' urina,
come osservarono gli Autori nel loro caso. All' ispezione,
i^razie all'ecchimosi esistente, si potrà precisare il punto
sul quale agì il traumatismo, cosa questa importante per
differenziare il meccanismo della lussazione, importante
è la simmetria facciale risultante da cambiamenti di forma
dell'orbita; ancora potremo avere delle ecchimosi sotto-
congiuntivali.
Calcificazione della pleura 393
La palpazione ci darà conto dei punti dolorosi, del
grado di spostamento dell'osso e della possibilità o meno
di una mobilizzazione e riduzione del medesimo. I punti
dolorosi risiederanno principalmente ai 3 angoli dell'osso
nialare che hanno perduto i loro normali rapporti colle
ossa vicine: dolore che si avrà puro alla pressione diretta
sull'osso malare per i movimenti che avrà a compiere
su esso: ancora [)otreuio avere dolore spontaneo nella
masticazione a livello del massetere e del muscolo cro-
tafiie, dovuto sia alla contusione come pure ai movimenti
di oscillazione latti fare al malare per la contrazione
specie del massetere. Il dolore accusato alla pressione del
sottorbitario è dovuto all'interessamento del mascellare
superiore per l'incuneamento in esso dell'osso malare,
per il quale pure successivamente potremo avere enfisema
sottocutaneo da lesione del seno del mascellare superiore.
A questi sintomi primitivi, oltre l'enfisema, possono sopra-
giungere iu seguito sintomi di infezione per propagazione
di germi dalle fosse nasali.
La diagnosi si impone quando non venga mascherata
da preponderanti lesioni concomitanti del mascellare su-
periore, dovute a incuneamento dell'osso malare in esso.
La prognosi sarà legata alle concomitanti lesioni del ma-
scellare superiore e dell'antro d'IIigmoro più che proprio
alla lussazione del malare.
Circa la cura, sarà semplice se subito al momento del
trauma si potrà ottenere la riduzione : del resto in tesi
generale è escluso ogni intervento, essendo pericoloso ogni
atto operativo che possa aprire l'antro d'IIigmoro o au-
mentare la lesione per la possibile infezione successiva:
in prevenzione di ogni infezione, andrà curata l'igiene
delle fosse nasali con «lavature antisettiche ripetute e
sorvegliare la parte. E. S.
XIV. — Della calcificazione della plctwa (Thvwiku et Uy,
« Revue de Chirurgie *, 1907, n.** 3).
Una recente osservazione diede occasione agli Autori
di studiare 1' argomento. Tratta vasi di un individuo affetto
da empiema cronico, nel quale si ebbe uiui pietrificazione
completa della pleura coqie esito della jìrolungata suj)-
Ahnuakiu dciisNTiKico — XLIV. lMi
H^A Chirurgia
purazioiio. Louis et Ilayer per i primi parlarono di con-
crezioni calcareo nella pleura; Andrai e I^olstein studian-
done il meccanismo di produzione, parlarono di ossifica-
zione morbosa ; Cruveilhicr nel 1856 sostiene e dimostra
la differenza esitente fra Tosso o lo placche ossifornii,
linchò Talamon, in una preg-evolissima memoria, noi 1877,
sostiene : trattarsi di una infiltrazione del tessuto di gra-
nulazione più o meno rilev^ante di fosfato tribasico di
calce e di carbojiato di calce. Talora le false membrane,
divenute fibrose e perfino cartilaginee, possono rivestire tutUi
la pleura, formando una specie di sacco o di cavità
inclusa nella sierosa. Si tratta (jui delle cisti pseudo-pleu-
riche di Valmant.
Alle volte si trova (Ponsalion) un vero cappuccio
fibroso applicato sulla faccia esterna del polmone, la cui
faccia esterna o parietale presenta delle doccie e rialzi
obliqui nel senso delle coste o deg-li spazi intercostali:
mentre dalla faccia interna o sierosa si staccano dei
sopimenti, vere stalattiti che si insinuano poi nei lobi
polmonari, praticando una sezione verticale. Sulla calcifi-
cazione si nota neir interno una cavità costituita dalle
duo parti, la quale a tratti è vuota o ricoperta ijua e là
da tessuto fibroso, calciforme o gelatinoso. 1/ esistenza
di questa cavità è ammessa da parecchi autori : così da
Cornil, Ramier e Senas.
Altre volte la calcificazione non interessa tutUi la
pleura localizzandosi solo a certi punti della sierosa sotto
forma di [dacché salienti multiple, varie |)er dimensione,
in superficie e per forma, a bordi irregolari dentellati e
sporgenti oltre 1 cm. dal livello della suj)erficie plenrale :
la consistenza di queste concrezioni è ragguardevole, para-
gonabile a quella dell' osso, e danno crepitazione quando
vengono sfregate, come risuonano sotto i colpi di uno
specillo.
Altre volte ancora la pietrificazione si presenta sotto
r as])otto di aghi o stalattiti calcaree ap[)ese alla pleura
ispessita e fibrosa. Ancora la neoformazione calcarea può
giacere nel mezzo della cavita pleurica (piasi uno pseudo
seciuestro.
Il colore delle placche è vario : sui)erfìcialmente sono
()I)aline, più o meno opache in ragione del loro spessore.
Liscie e brillanti nella su[)erlicie esterna, sono al con-
trario irreii'olari dal lato dello sierose.
Cilidficazione della pi
Ijo sedi <li prcililuzìone delle forn
il diafcamiua od ii centro frenico,
vicinanza della colonna vertebrale <
costo diaframmatico : solo eccezìonal
eapu ce i amento di tntto il polmone. T
t^eiiesi della calciticazioiie, gli autori e
r una dell' ossi li dizione vera, e I'b
dell' oi'g'anizzazione delle fosse meuib
e invero ogni pleurite cronica, allon
gione, lascia dietro a sé dolio traccie d
tessuto iibroao a scarsa vitalità può
certe volte, sotto l' inllueiiz» dj causi
sua può ancora diminuire, i vasi sci
rii-c od il tessuto diventa allora sinii
ginoso che si nutre per imbibizioiio.
secondario delta lesione, ossia carlil
medio, ai quale segue il terzo stad
dei sali calcarei, cho avviene senza
Come avvenga la disposizione dei
stiono controversa: secondo Unbler,
la calcificazione è un deposito fatto
traverso tessuti iu stato necrobiotico ;
i «ali di calce si depongono aia che tre
cellulare delle sostanze eho si unisce
tessuti attraversati dal saujrne, ossent
non siano piti sede di nnn circolnzioii
mitriti vi.
M. fìautluoi' studiò ])in da vicino il
dolo a lincilo che avviene nella ealci
osseo ijorniale. (Jlt imamente gli stud
Schmiedeberg e (Ihahrié dimostrare
fondamentale doli' osso e della carlilaj
lidie, salvo la presenza in quest' ull
droitiu-snlforico: la scomparsa del qua
(Iella cartilagine ialina può essercdiah
cbimi^lKt favoitiiili ìl deposito dei su
Hiassumoudo, ad [[mj uè, certe modifi
vitalità del tessuto ]>m'o siano la causi
taziouo dei sali di calce.
He coudizìout simili si riscontran
dell' organismo, anche là si faranno
ed eccii come possiamo trovarli nel
od e])atico, nel pericarditi, nella di
■*•▼
B96 Chirurgia
fatti fecero parlare di una vera e propria diatesi cal-
carea, d' un'anomalia della nutrizione deviata (I^bsteini.
M. Talamou circa la produzione dei depositi di sali di
calce concede eg-uale importanza alle cause locali e g^ent»-
rali : diminuzione e scomparsa di vitalità dei tessuti,
eccesso di sali di calce nei liquidi. Tali sembrano esser»
le due condizioni intime più importanti della calcifica-
zione neir economia animale.
Sintomi e diagnosi. — Le piastre calcaree pleurali
fiu'ono finora clinicamente confuse colle pleuriti croniche.
Spesso la diagnosi non si potè compiere che grazie a<l
un atto operativo o alla specillazione di una fìstola:
spesso adunque rimangono latenti e vengono sotto il
coltello anatomico per decessi dovuti a malattie intei*cor-
rent' (Poubilon). Da ciò emerge la possibile esisteuzu
di alterazioni ben gravi della pleura senza che alcun
segno acuto richiami (piivi V attenzione del clinico, e la
maggior parte delle osservazioni sono dovute al coltello
anatomico. A volte le lesioni della sierosa rimang-ono
latenti fnichè una malattia intercorrente viene a rive-
larla air osservatore, provocando un' insufficienza respi-
ratoria. Da tutto questo emerge il più sovente la tra-
sformazione calcarea latente o pressoché tale ; i sintomi
funzionali e fisici che si possono constatare sono quelli
di una banale pleurite cronica e nulla più: il malato
l)rova una pena alla parte i)reventiv^amente lesa, la
dispnea è variabile, spesso anche non esiste in riposo,
apparendo solo sotto sforzi violenti ; all' esame del torac<'
si nota una retrazione ed una immobilizzazione più o
uKMio accentuata della parete. A (piesto livello le vibra-
zioni sono abolite o smorzate ed il murmure vescicolare
assai diminuito, se non completamente abolito.
f^ronostiro. — Da quanto fu detto risulta chela calcifi-
cazione è lesione liliale alla (piale tende la sclerosi, la quale
non aggrav^a il pronostico di una pleurite cronica comune,
tanto piiì ([uando la cavità sierosa rimane chiusa. Lo
stato del polmone sottostante è afflitto da un disturbo
meccanico di grado vario che può dar luogo a disturbi
di iudohi circolatoria : che se al contrario per una intra-
presa toracotomia la sierosa è aperta, ne risulta ima
filiazioni infraarficolari Bl)7
lìstoUi in»»'uaiibile fino a tanto che rimanga il minimo
frammento calcareo. La prognosi è in ogni modo sotto-
messa alla dnrata della pregressa snppnrazione.
Cura. — Di quante osservazioni gli Antori poterono
raccogliere tre sole furono potute osservare in vita : Pozzi,
(jalszavicz e una propria: di questi tre ammalati, due
sono morti in seguito all'intervento operativo, solo T am-
malato degli Autori sopravvisse, ma non guarito, l^o scopo
da raggiungere sarebbe la estirpazione totale della ptarto
calcificata, qnal inique no sia la estensione. Tale compito
sarà facile per piastre limitate, facili ad essere aggredite
e disimpegnate. L' allnrgamento della parte operativa
parallelamente e perpendicolarmente alle coste sarà Tunica
modificazione da apportarsi alla solita toracotomia. In
presenza di una corazza involgente tutto il polmone si può
forse parlare di un intervento totale di un tratto? Oli.
autori, prendendo per base quanto venne da loro prati-
cato nel caso riferito, ritengono consigliabile e preferi-
bile a grandi atti operativi, quale il metodo di Schedo
che già fallì in simili casi .nelle mani di Qalszewicz, di
procedere a tappe, asportando di volta in volta (pianto
è possibile e quanto venga reso accessibile dalle diverse
traccie aperte, notan^lo poi che *negli intervalli fra le
diverse sedute* d' interv^ento operativo andrà molto curato
(» controllato lo stato generale, la nutrizione del paziente
per prevenire e curare le possibili complicazioni.
E. Secciiu
XV. — Le iniesinn^fintraartlcolari ed i punii di prurfra-
zione nelle diverse articolazioni.
G. Nardelli sul Policlinico riassume 1<» seguenti con-
clusioni di (^(iìoi {Joiirn. deb' Pratiriens}^ che per la loro
importanza pratica riportiamo:
Articolazione delV anca. — Per penetrare nella grande
cavità sinoviale il punto d'elezione si trov^a in avanti, al
di sotto dell'arcata crurale, fra il muscolo sartorio e
l'arteria femorale. Bisogna infossare l'ago contro il bordo
interno del sartorio sulla orizzontale che unisce la spina
dól pube all'angolo antero-superiore del gran trocantere.
3t)8 Chirurgia
(rinocrfn'(K — Si può peiietmri? sia direttamente nel-
r interlinea da og-iii lato della punta della rotula e del
legamento rotuleo, sfa più in alto nel gran cui di sacc»i
sotto-rotuleo. Si ricordi che T interlinea corrispondo ad
un' orizzontale che passi per la punta, chiamata aiic))»>
« auarolo inferiore della rotula ». Altri due punti d'ac-
cesso risiedono ini centimetro al disopra ed alT esterno
dei due angoli superiori della rotula: infossando T agn»
in questi punti si cade sul prolungamento sotto-tri e ipi tale
della cavità sinoviale. K precisamente su questo ]iroliin-
gamento che TA. consiglia di fare delle iniezioni.
Nel caso che la cavità articolare non sia libera, ma sia
occupata da vecchi tumori bianchi, può accadere che il
cui di sacco sotto-tricipitale sia scomparso; in questo
caso bisogna scegliere come via d'accesso l' interlinea
articolare a lato <lel legamento rotuleo.
Collo del piede. — I^ vie d'accesso stanno sulT in-
terlinea articolare, sulle facce laterali. Bisogna adoperare
degli aghi sottili e lunghi per raggiungere l'articolazione.
Per facilitare T introduzione dell'ago si può far pi'o-
tendere l'angolo interno od esterno della cavità sinoviale
portando il piede risi>ettivamente infuori od indentro.
Spalla. — Vi si può penetrare per due vie:
1.'' Dal di fuori, caden<l(> sul cui di sacco bicipitale
delln grande sierosa;
2.' Dall' innanzi, tra i'ajiofìsi coracoide ed il capo
lungo del bicioite.
Là via dell' innanzi è preferibile; l'apofisi coracoide si
percepisce facilmente alla parte autero-interna della spalla.
Dall' apolisi coracoide si proceda orizzontalmente infuori,
e a mezzo centimetro di distanza da essa nel fanciullo e
ad un centimetro nell'adulto, si conficchi l'ago dall' in-
nanzi indietro e dall'alto al basso lino a raggiungerò la
t(^sta dell'omero colla punta dell'ago: la testa dell'omero
si sentirà facilmente facendo muovere il braccio.
(romito. — Vi si penetra per l' interlinea radio-omerale
(che si i)ercepisce sul bordo esterno del gomito impri-
mendo dei movimenti di roteazione all' avambraccio). Vi
si penetra anche, e di preferenza, infiggendo l'ago 3-4
millimetri al di sopra del becco dell' olecrano, poiché
questa via è più larga e piò accessibile e si riconosce
con certezza, perchè al <li sopra di esso si sciite il trici-
pite teso.
L'ernia mntrale mpfÌMììa B99 -
Pugno. — La via d'accesso è la parto mediana del-
l'interlinea. Il punto medio dell' interlinea nell'adulto si
trova a 6-7 millimetri al di sopra di una linea diritta che
riunisco le due apofisi stiloidi del cubito e del radio.
Assai spesso in caso di tubercolosi si percepiscono sulla
faccia dorsale della mano dei rilievi fungosi sviluppatisi
nel cui/ di sacco della sinovia: allora si penetrerà diret-
tamente nella cavità infiff^endo Ta^'o su tali rilevatezze.
E. 0.
XVI. — fJ Praia più frequente ne W infanzia e sito si-
(/ni/irato.
Secondo una statistica di 2600 casi raccolti dal Corner,
(American Journ, of the Medie. Sciences) la varietà più
frequente di ernia nelT infanzia sarebbe presentata dal-
l'ernia ventrale mediana, cioè quella compresa tra le
porzioni superiori dei retti divaricati. Essa è quasi sempre
acquisita e dipende direttamente dalla pressione dei f^as
sviluppatisi per la fermentazione intestinale.
Più il bambino è giovane, e minore è il tempo ri-
chiesto per lo sviluppo di un'ernia. La mera presenza
di un'ernia poco tempo dopo la nascita non sta ad indi-
care che l'ernia sia necessariamente di orio-ine congenita;
infatti è noto che nell'adulto un'ernia può manifestarsi
entro lo spazio di poche ore o giorni.
La frequenza dell'ernia ventrale mediana cresce con-
siderevolmente dalla nascita per raggiungere il suo ina-
ximuni al secondo anno di età, poi diminuisce fino a
divenire rara nell'età adulta.
(Qualsiasi varietà di ernia è più frequente quando è
accompagnata dall' ernia ventrale mediana, che (piando
è sola o associata ad altra varietà.
L'ernia nndtipla, sempre secondo la statistica riferita
dal (/orner, sarebbe più fretpiente nel bambino che nel-
l'adulto. E. n.
XVIL — (fura chirurgica dell' enfisema polmonare
secondo Freund.
Il dott. C. Brunetti pubblica nel Policlinico (Sezione
lunatica, 1908 - Fase. ()| su questo nuovo quanto interes-
.sante argomento, una importante rivista sintetica che ci
sembra qui opportuno di riportare integralmente.
400 Chinirgia
Verso la fine dell' anno decorso in (xerinauia e in
Francia sono stati pnbblicati alcnni stndi e articoli sulla
possibilità e importanza della cnra chirurgica dell' enfi-
sema polmonare, e si comnnicavano inoltre alcnni risultati
ottennti sulF nomo con detto intervento.
Oredo (piindi opportnno esporre in breve i dati e le
rag-ioni che hanno sn^gerito qnesto atto operativo nella
suddetta affezione di pertiiìenza medica.
Il Frennd fin dal lHr)8-5*.), in seguito ad alcune sue
osservazioni e ricerche sulle cartilagini costali, attribuì
alle anomalie o alterazioni di esse una grande impor-
tanza nella patogenesi della tubercolosi apicale e di alcuni
casi di enfisema polmonare.
Nel 1901, innanzi la Società di medicina berlinese, U
Fremid riprese la questione dell' importanza della stenosi
del l'apertura superiore del torace come predisposizione mec-
canica alla tubercolosi degli apici, insistendo sulla rese-
zione delle cartilagini costituenti la sommità del torace.
Nel ÌSHWì l'autore tornò suU' argomento, e pubblicò
un caso di enfisema operato: nello stesso anno venne
alla luco un lavoro di i\ Hart in seguito a ricerche su
cadaveri nell' Istituto di anatomia patologica di Berlino.
Con quest'o studio sidle cartilagini costali e i disturbi
provenienti dalle loro anomalie, venivano confermate le
ipotesi sostenute dal Freund, per cui V argomento si
difTuse e non tardarono nel ll)i)7 ad aversi pubblicazioni
di interventi con risultati se non brillanti, per lo meno
soddisfacenti.
Ma prima di parlare di questo voglio esporre lo idee
fondamentali del Freund. Secondo questo autore un certo
numero di enfisemi non sono di origine polmonare, ma
parietale, perchè la cassa toracica, alterata e deformata
in corrispondenza delle cartilagini costali , ostacola o
impedisce il movimento dei polmoni in essa contenuti.
Le cartilagini in tali casi si presentano ingrossate, defor-
mate, di colorito giallo sporco, con delle cavità più o
meno grandi, indurite in modo tale, da perdere totalmente
la loro elasticità. Infiggendo in esse un ago si senio una
crepitazione speciale.
So le alterazioni sono unilaterali, lo sterno verrà spinto
in fuori e verso il lato sano; se iuv^ece sono bilaterali,
esso verrà sollevato in fuori e in alto, perdendo i movi-
menti normali respiratori. Le coste vengono (juindi a
trovarsi tra due punti fissi : la cartilagine, divenuta rigida,
J *■ I
Cura chii'Hrfjica deli' enfisema 401
anteriorineiite, e la colonna vertebrale indietro, perciò si
sollevano e si mettono in attitndine inspiratoria, fissan-
dosi sempre più in qnesta posizione viziata: il torace
prende allora la forma a botte presentando nno stato di
dilatazione inspiratoria permanente e ridncendo al ììììnÌ'
mitm ì movimenti respiratori.
Qnesta deformità cartilaginea soprairgiainge a tntte le
età dopo i 10 anni, colpendo innanzi tntto la seconda e
terza cartilagine destra più frequentemente che a sini-
stra, estendendosi poi progressivamente alle restanti : la
prima cartilagine in genere ò colpita per ultimo. Lo alte-
razioni dette possono os.sero circoscritte hnigamente ,
«landò luogo a deformità localizzate, (V apparenza scolio-
tica, per poi diffondersi (forma parziale proffressiva del
torace rigido)^ e questo si osserva specialmente nei sog-
getti giovani. In altri casi, e sopratutto negli anziani, le
cartilagini si alterano tutte, o quasi, allo stesso tempo,
dando il torace rigido totale.
In seguito a tali alterazioni i muscoli espiratori acces-
sori, specialmente il triangolare dello sterno, si ipertro-
fizzano e disegnano sotto la cute il loro profilo in ciascun
atto respiratorio: il diaframma perde la sua tonicità,
diviene meno convesso e a lungo andare si atrofizza e
degenera.
In queste casse toraciche, dilatate in tutti i sensi, che
non si prestano più al giuoco del ritmo respiratorio, i
polmoni si distendono a poco a poco, producendosi 1' enfi-
sema alveolare. Esso si mostra prima ai bordi e sulla
faccia esterna del polmone, località ove si esercita più
attivamente l'inspirazione. Mediante T esame radioscopico
è permesso di constatare sul vivo le deformità delle car-
tilagini, r immobilità relativa della parete, V indebolimento
e la scarsa tensione del diaframma.
Ma non tutti gli enfisemi polmonari ripetono questa
origine, perchè ve ne sono di quelli che attivamente
dilatano il torace e lo fissano in posizione inspiratoria.
In tali casi all' autopsia si osserva che i polmoni ven-
gono fuori e sporgono dall' apertura del torace : tale fatto
è stato riscontrato dal Fround allorquando esistevano
alterazioni nell'albero bronchiale tali da costituire una
valvola che permetteva V ingresso e non la fuoriuscita
dell' aria, producendosi ini enfisema interstiziale da rot-
tura del parenchima.
■L'
402 Chirurgia
Invece neir enfisema da rigidità toracica, i polmoni,
quando la gabbia toracica viene aperta, si afflosciano pin
o meno.
Secondo Freund dette alterazioni cartilaginee sareb-
bero r esponente di una senilità precoce.
La conclusione pratica di queste osservazioni è che
sezionando sui cadaveri queste cartilagini, le costo, dive-
nute libere, si abbassano mettendosi in attitudine espi-
ratoria: eseguendo lo stesso sul vivo e per un numero
sufficiente di cartilagini, il torace, da prima dilatato e
rigido, si renderà di nuovo mobile e gli accidenti della
dilatazione secondaria dei polmoni, si attenueranno.
Tale è il principio fondamentale dell' operazione, la
(|uale indubbiamente è razionale e logica, ma è ben noto
che l'applicazione delle formule più razionali e logiche
non sempre acquista neir nomo quel valore che da
essa si aspettava. Per la questione presente non si cono-
scono che (juattro casi, del tutto recenti, i quali i>ertanto
forniscono dei dati molto interessanti per giustificare altri
interventi sulT uomo.
Il primo caso è stato pubblicato dal Freund stesso
nel UMKi; si trattava di un uomo ili 4G anni la cui capa-
cità vitale era ridotta a S(M) cmc, aveva inoltre accessi
dispnoici intensi, abbondantissimo espettorato muco-sali-
vare, oitopnea, edemi, dilatazione cardiaca, irregolarità
del polso, albuminuria, cianosi intensa; neir inspirazione
forzata il torace si dilatava di soli 2 centimetri.
Il prof. Hildebrand praticò, con V anestesia locale, la
resezione delle 2-8 cartilagini costali destre: le parti
asj)ortate, della lunghezza di circa un centimetro e mezzo,
erano voluminose, giallo brunastre. Le coste corrispon-
denti si posero in posizione espiratoria, muovendosi com-
l)letamente negli atti respiratori, di modo che i fenomeni
gravi asfìttici per cui si intervenne, scomparvero, e circa
un mese dopo V ammalato stesso richiese la medesima
operazione anche dal lato sinistro.
Infatti venne eseguita la resezione della seconda, terza
e quarta cartilagine costale, dopo di che, circa due mesi
dopo, il paziente presentava respirazione profonda e tran-
(piilla, edemi notevolmente diminuiti, capacità vitale salita
a 1400 cmc. ; stato generale migliore, V infermo poteva
Cura chinirgirn doW PTìfiseina 40R
riposare» nel lotto, mentre da 10 anni era costretto a pas-
sare le notti sn una poltrona. Con la radioscopia si pote-
vano osservare i movimenti delle coste operate.
La riuscita di questo caso non poteva essere molto
brillante a causa della dilattizione del cuore e delle altre
complicazioni già esistenti. Invece nel caso del Mohr
(1^M)7), i risultati furono migliori per le condizioni del
soggetto.
Si trattava di un individuo di 40 anni, lavoratore di
vetro, il quale da cinque anni soffriva di un enfisema di
alto grado, con dispnea intensa e rumorosa, per le quali
condizioni le cure medicamentose Jion avevano alcun
effetto.
A quest* individuo neir aprile furono asportate prima
a destra, e qualche settimana dopo a sinistra, le cartila-
gini dalla seconda alla quinta. Tale resezione estesa per
circa 8 centimetri, fece riconoscere la sostanza fonda-
mentale torbida ed alterata. In seguilo a tali operazioni
il respiro riprese il tipo normale, gli accessi di dispnea
e di soffocazione scomparvero, il torace nell' inspirazione
si ampliava di 5 centimetri. Alla fine del giugno il pa-
ziente fu presentato alT Associazione medica di Halle evi-
dentemente in discrete condizioni di salute.
11 terzo caso, pubblicato da Paessler e Seidel (H)()7)
era nelle condizioni \m\ favorevoli per V intervento, non
presentando ne dilatazione cardiaca uè albuminuria; me-
diante r oi)erazione il paziente, da una invalidità per-
manente» è tornato alle sue occupazioni. Il torace» era
assolutamente rigido e immobile, il minimo sforzo o la
deambulazione di 5-10 minuti gli provocavano una dispnea
così intensa per cui era obbligato a fermarsi e sedere.
Air esame obbiettivo, con la palpazione si sentivano
le cartilagini costali incurvate in fuori, fisse, senza la
minima elasticità; i limiti inferiori dei polmoni scorrevano
appena di un centimetro. Con la narcosi cloroformica,
me<lìante un' incisione verticale parallela al bordo destro
dello sterno, dalla clavicola alla sesta costola, furono
resecate le prime cinque cartilagini costali, per 1 \/\ 2 cm.,
servendosi della sega di Gigli. In tal modo le coste cor-
rispondenti si abbassarono e ripresero il giuoco del ritmo
respiratorio: il gran pettorale, che era stato sezionato,
venne suturato e la ferita cutanea chiusa per prima inten-
zione. Air uscita dair Ospedale il paziente presentava
appiattimento della metà destra del torace, con depres-
iinistorimli- : il lattj siiiititni ni iiiik)vi.'v« poco, il
invece ftiupiHnieiile, aiiiiicntaii<lii <li ~t centimetri
r inspipiizione n livello ileija circonferenza ilellii
Ila. I limiti inTerinri del polmone ciirris|)(>ndevan(>
ti al bordn superiore della setlimti cosln, in dietro
9cima vertebra dorsale, essi risalivano di I |/, cm.
r espirazione.
■iturbi pospiratori ccssanmo del tutto, l' operato
salire fino al terzo piano wenza fatica e senzi»
: in mia parola l' individue fu in ^ado di toninro
•n 0 r invalidila seomparvo.
juarto caso i; stato pubblicato dallo Stieda Idìcem-
7): la storia riguarda nn individnn di 51 anni,
circa 3 anni sì lagnava di brevìlà di respiro e
di dis]niea, per cui ora costretto a sospendere il
nel tfi'i^'io "■ ^- l' infermo si trovava a tal punto
I poteva compiere piò di "20 possi senza fermarsi
, le scale con grandi sforzi e stenti. La loaeg-ior
ella notte era coslrello a passarla seduto su una
eiiza die alcun niedieantento potesse alleviare i
iturhi. Air esame ilei paziente sì osservava che i
liti l'espiratori erano ridolti al minimum, io carti-
ostali si palliavano inirrossafe, convesso ed ìnela-
inarfì'ini polmonari abbassati, aia cardiaca coperta,
allo estremità, non eiloiiii, urine normali,
luglio, sotto narcosi clomformica, vennero resecate
destra clie a sinistra la 2." il." e 4''' cartilagine per
ijiliezza di 2-H cni. : nei triorni snccessivi il respiro
ormale, il torace si espauilisva notevolmente, l'opo-
sentiva mollo sollevato, alta fine dell'agosto i]
) presentava escnrsioni respiratorie piiì ampie, i
polmonari si erano ridotti e ^i sollevavano di
.'aia cardiaca tornò iionnale, durante la notte il
3 riposava tranquillamente, bi deambulazione di-
lossibile.
iene il tempo trascorso dall'esecuzione di cpieste
)ni sia tropjio breve por dm'ne un sereno giudizio
i possa parlare di jfuarigione, tiitlavia non si può
ìcere mi miglioramentf) dì notevole importanza, in
nii di specifile gravila, a cui la medicina non ])nò
Cura chirurgica delV enfisemm 405
E fuori dubbio che 1' escissione delle cartilagini costali
rende la mobilità respiratoria al torace, aumenta la capa-
cità vitale, fa cessare 1' angoscia e gli accidenti asfittici
minacciosi por la vita.
Tali sono i vantaggi, per ora indiscussi, otteiniti me-
diante un atto operativo semplicissimo.
Il Klemperer (gennaio 190S), riassumendo i casi sopra
riportati, li fa seguire da alcune considerazioni degne di
essere conosciute. P]gli riconosce il merito indiscutibile
deir operazione del Freund, la sua facile esecuzione e la
completa assenza di pericoli, aiìcorchè esistano altera-
zioni secondarie del cuore e dei reni.
I buoni risultati ottenuti però non provano in modo
assoluto la teoria del Freund, che lo enfisema sia conse-
guenza di alterazioni primarie del torace.
Per il Klemperer V enlisema alveolare essenziale riposa
su cause meccaniche dipendenti da persistente elevata
pressione inspiratola o(l espiratoria, su cause dinamiche
dipendendenti da alterazioni primarie del parenchima
polmonare.
Non è in v^«'run modo assodato che le inspirazioni
forzate conducano per se sole a enfisema, infatti è messo
in dubbio il cosi detto enfisema dei suonatori di stru-
menti a fiato e dei soffiatori di vetro. Invece più dannosa
e più evidente risalta V importanza delle difficoltà espi-
ratorie come neir asma, nelle bronchiti croniche, ecc. A
(pieste condizioni vainio aggiunti i disturbi nutritivi, le
lesioni del parenchima [mlmonare, V eredità ecc. che con-
tribuiscono a dare la dilatazione e rigidità del torace.
Riguardo le modalità operative, si può adoperare l'ane-
stesia locale, o meglio T anestesia g(»nerale, (piando sia
permessa dalle condizioni del cuore. L' incisione cutanea
va fatta parallela al bordo sternale, distante da esso un
dito, estendendosi dalla clavicola in giù, più o meno in
basso, a seconda del numero delle cartilagini che si
vogliono resecare. Invece di incidere il muscolo pettorale,
si possono dissociare le sue fibre in corris])ondenza delle
cartilagini, mettendole a nudo per una larghezza sufTì-
ciente. Poi viene inciso il pericondrio, lo si scolla con
molta cura, specialmente alF indietro, per non ledere la
pleura e V ai*t(M"ia mammaria interna. (Questi sono i soli
pericoli (Iella operazione. Il Seidel ha adop(»rato la sega
di digli, (m1 infatti i^ssa risponde; bene al caso, sia perche'
le cartilagini spesso sono ossificate, sia perchè esegue
rapidamente ed elegantemente il suo compito.
Mi Chirurgia
1,0 eoslolc non vanno toccato perchè sulla faceiii pn>-
fondu di C8B0 si inserisce il muscolo triang:oliirc dello
sturilo, die è nn muscolo eapiratorc.
l'I sperabile che o^^i, in grazia dei casi noti, tale intur-
otti favorevoli, non presentanti
;e n ili alti'i orfani, per |>nler
di questo intervento.
>isofi;iia assicurarsi elio vora-
1 torace mediaiito la misura-
vi siano le alterazioni carat-
e elio sia oscillila l'esistenza
riiicipio, il Fri'iind accusa le
'.t'. prime coste come elementcì
3Ì degli apici polmonari. Infatti,
te una rigidità o aiif^ustia del-
ce, per cui la cnpola del pol-
eramenti', si aerea male e la
lille. Per impedire questo locus
iiisiglia, alle prime minacce e
i di Kncb, la resezione e la
cartilagine costale, di modo
ì nutrirsi meglio. Queste idee
elio in un altro lavoro rccoiito
ìsa opinione si dichiara anche
ali di (jinwto intervento non
.ceinhre m07), ha comunicato
aver eseguito per primo la
costola ili un caso di tubei-eo-
>a di tornare suU' argomento
•: ì risultati. K. V.
Irri. itjilm'iii-ift roor geiittcìt-
nllimi giurili una importanti
'o melodi) di esame delle vie
imo lieti di puter tenero conto
ipicst'niiii».
■»■ Il
Nuovo esame del tubo digerente 407
È noto che corpi estrauei anche voluminosi possono
senza danno attraversare noir uomo e negli animali (tranne
i ruminanti) V intero tubo gastroenterico, anche all' infuori
dei residui e delle scorie che si trovano negli alimenti.
( aggetti sottili e flessibili (ad esempio un pQzzo di corda)
possojio percorrere il tubo digerente in grazia dei movi-
menti peristaltici.
Sopra tale concetto è appunto basato il nuovo metodo
a cui accenniamo, e che lo Scheltema chiama, ^ metodo
della permeazione ».
Egli prende un sottile tubo di gomma elastica a cui
applica inferiormente un pozzo di alluminio o di altro
metallo, che egli chiama guida o pilota, e che può essere
seguito lungo il suo decorso per mezzo dei raggi X,
ovvero, adoperando un pilota di ferro, por mezzo di un
ago magnetico assai sensìbile.
Dopo numerose esperienze fatto su animali, egli sta-
bilì i fatti seguenti:
1." Qualunque tratto del tubo gastroenterico è acces-
sibile per mezzo di un tubo di gomma a liquidi, gas e
medicamenti, che possono esservi trasportati;
2.'' Misurando il tubo di gomma introdotto e con-
tiM^llando la posizione occui>ata dalla guida, si })uò deter-
minare il tratto a cui è giunto il tubo di gomma;
3." Il contenuto dell' ileo è spesso spinto dal basso
in alto;
4." Lunghi tubi o cordicelle pobte lungo V intero
canale intestinale non vi producono inconvenienti.
La tecnica indicata dallo Scheltema è la seguente: si
unge con olio, vaselina o glicerina un tubo lungo, sot-
tile e flessibile che porta ogni 50 centimetri una lista-
rella di taffetas e che viene introdotto nel faringe pel
naso, dopo avervi praticato qualche i)iccolo foro. Per
mezzo di una pinza o con uncino smusso il capo intro-
dotto dal naso viene estratto dalla bocca per infilarvi un
pezzo di alluminio (servendosi poi dei raggi X) o qualche
sfera da bicicletta (servendosi dell' ago magnetico). Dopo
di ciò lo si introduce nell' esofago Anche esso giunge
nello stomaco, ed in questo momento si fissa il tubo al-
l' ala del naso per mezzo di talfetas. Trascorse circa sei ore
si dà all' infermo cibo voluminoso, durante la digestione
del (piale il tid)o scende. (Qualora si debbano fare iikhIì-
cature in una porzione del canale gastroenterico, si intro-
ducono le sostanze medicamentose con una siringa per
.'crso del quale sì avrà cura di fiir
.aiitn dal liquido onde [uautencrli'
to curativo si toglie il tubo in pros-
ià ini purgante, che trascina spc<>
\ov&ì dell' intestino si inti-oduci- nel
iiì}ia una poltiglia di bismuto, <ira-
ponuudo poi il paziento alla radio-
) .Schcltuma è riuscito a dcteruiiuar*-
ari traiti del tubo digerente; a pov-
la sedo precisa ove essi debbou"
ice la situazione o le anomalie di'l
iclio a constatare la presenza e Iased>'
tostino, che tubi con guido di dìa-
3 crescente possono anche curare.
ntTerti dal metodo (assai facile ed albi
IO secondo l'Autora) alti'ì )iossuni>
ad va. inni esatta localizzazione di
E. t!AVAZ)!A.
IX. - Ingegnerìa civile e lavorì pubblici
deiring. Cbcilio Arpesani in Milano
I. — Il Palazzo della Ragione in Milano,
Le condizioni statiche dello storico palazzo, nel quale
ha sede attualmente V Archivio Notarile, da qualche tempo
destano apprensione, così che si credette necessario ap-
plicare ad alcuni archi delle armature in legname, nel-
1^ attesa di più stabili e definitivi provvedimenti che si
stanno ora studiando dall' Ufficio tecnico del Comune, e
dall'Ufficio Regionale dei Monumenti. Una monografia
in argomento, pubblicata da quest'ultimo, riassume le
vicende del prezioso edificio, e i fatti, le constatazioni, i
voti che vi si riferiscono.
Il palazzo della Ragione, che sorge isolato in Piazza
dei Mercanti, collegato solo air edifìcio occidentale della
piazza dal corridoio che mette al piano superiore, venne
eretto nel 1228 dal Consiglio (ìrenerale del Comune, per
le proprie assembleo, ed ora costituito, come il suo coevo
di Monza, V Arengario^ da un porticato aperto a terreno,
e da un solo piano superiore. Nel 1771, all'epoca di
Maria Teresa, V edificio venne sopraelevato, per aumentare
la capacità del grande salone destinato agli archivi,
creando una goffa e stridente stonatura col piano infe-
riore, e vennero pure sostituite le attuali volte a vela,
alla robusta travatura in legno, che prima reggeva il
pavimento superiore, simile a quella che ancor oggi si
trova neir Arengario di Monza.
Fin dal 1905, togliendo i cartelli reclame qW QYQ,no
applicati ai piloni, si erano avvertite le condizioni poco
rassicuranti di questi ultimi, e ciò venne confermato dalle
indagini fatte dal Comune per consiglio dell'Ufficio Re-
Arhuario scientifico — XLIV. 27
410 Ingegneria civile e lavori pubblici
giouale, indagini che condussero a riconoscere nella base
di un pilone le tracce del disgregamento e delle mano-
missioni subite. La struttura mista di ceppoj sarìzzo, e
materiali frammentarj provenienti d^ altri edifìci, pre-
senta per la ineguale loro resistenza, una condizione
poco favorevole alla statica; condizione resa più gravo
dall'aggiunta di carico sui piloni in conseguenza del so-
pralzo e della costruzione della vòlta, e dalla contempo-
ranea diminuzione di sezione resistente sia dei muri che
dogli arconi, in- causa delle breccie per F imposta delle
vòlte e por le incassature dei condotti pluviali. A queste
condizioni gravi si aggiunse l'azione disgregante sulle
malte e pure sul sarizzo portata dall'umidità penetrante
nelle commessure.
In conseguenza di tali constatazioni, nell'ottobre del
1005, si riunirono in Municipio, sotto la presidenza del-
l'Assessore dei lavori pubblici, i rappresentaiàti dell'Ar-
chivio Notarile, della Camera di Commercio, e dell' Ufficio
Regionale dei Monumenti, e deliberarono di proseguire,
a carico del Demanio, nell(5 indagini e nelle opere neces-
sarie (li puntollazione, e di studiare una diversa instaJla-
ziouo dell' Archivio Notarile. Nel medesimo senso si
esprimeva la Commissione del Collegio degli Ingegneri
ed Architetti, e la Commissione provinciale per la con-
servazione dei monumenti.
Limitandoci alle cifre più significanti alle quali con-
dussero le indagini eseguite, accenneremo solo che dai
rilievi e dai computi eseguiti dall' ing. Mazzocchi (rap-
presentante dell'Archivio Notarile) sopra uno dei piloni
perimetrali verso la Piazza Mercanti, il carico alla base
risulta di Kg. ±2,4 por centimetro cpiadrato il quale non sa-
n^bl)e eccessivo se» la struttura del pilone fosse ancor
sana, ma data la disgregazione subita dalla malta, e rag-
giunta progressiva dei pesi, è da ritenersi eccessivo e
pericoloso. (Hi scandagli poi ed i calcoli istituiti dall' Uf-
ficio Regionale condussero a conclusioni ancor più gravi,
risultando di Kg. 39 per centimetro quadrato il carico unita-
rio, sempre alla base dei piloni; alla (pialo soverchia fatica
possono attribuirsi i cedimenti denunciati dai crepacci
che solcano la muratura, fin presso la cornice di gronda.
Sono invece «assai solido, e por la struttura e per la
conservazione, lo fondazioni, costituito di buona muratura
laterizia, e di l)anehettoni di sarizzo.
Palazzo della Ragione e ponte Umberto I 411
Come si è più sopra accennato, le condizioni statiche
deir edificio vennero ancor peggiorate dall'aggiunta di
peso pel sopralzo e per le vòlte, le quali, oltre al danno
della diminuita sezione resistente per la breccia all'imposta,
portarono quello della spinta, non sufficientemente con-
trastata dalle chiavi di ferro, così che si provocarono dei
rilevanti strapiombi nei piloni.
E poiché è evidente la necessita di togliere l'enorme
carico degli archivj per assicurare la stabilità dell' edi-
fìcio e procedere al ristauro, è pur necessario provvedere
ad una nuova sede per l'archivio. L'Ufficio Regionale
ne ha fatto uno studio, sull'area limitrofa alla Chiesa
delle Grazie, predisponendo un progetto di massima degli
edifici che comprendono il grande fabbricato speciale per
l'archivio — da costruirsi in cemento armato, e con tutti
i provvedimenti di sicurezza richiesti dalla sua destina-
zione - e, prossimo e comunicante, un edifìcio minore
destinato agli uffici.
n. — // nuovo ponte Umberto /, sul Po a Torino,
La grandiosa opera d'arte, eretta in sostituzione del
vecchio ponte sospeso, ormai cadente e traversante il
Po in prolungamento del Corso Vittorio Emanuele, venne
inaugurata il 26 maggio del 1907. Tale costruzione era
da gran tempo reclamata e dalle condizioni statiche poco
rassicuranti del vecchio ponte in ferro Maria Teresa^ e
dalle aumentate esigenze del traffico, in relazione allo
sviluppo edilizio della città.
Fin dal 1882 le Ofticine di Savigliano e l'Ufficio tec-
nico Municipale di Torino, pi'esontarono dei progetti di
massima, che figurarono anche all'Esposizione torinese
dell' H4. In seguito molti studj vennero fatti, molti pro-
getti furono presentati, sui quali si discusse molto, però
senza giungere a risultalo definitivo, finche nel 1901 il
Consiglio comunale della Città deliberava di bandire un
concorso, con premi di lire lo mila, per il progetto di un
ponte monumentale a tre arcate, tutto in pietra da taglio,
fissando il limite massimo della spesa in lire l.S(MUKM);
inoltro si assegnavano lire :{(K).(KM) pei gruppi statuarj
da collocarsi sul ponte. Nel maggio del 1901 venne pub-
blicato il concorso, e noli' ottobre successivo vennero
412 [ngegfwria civile e lavori pubblici
presentati quindici pro^tti. La Commissione nominata
dal Municipio col mandato di esaminare e riferire sui
progetti — costituita da ingegneri, architetti e scultori,
scelti fra le notorietà cittadine più spiccate — desigrnò
alla Giunta i due progetti d' Aronco-Ferria e Micheli-Ri-
stori come i migliori, e degni di esecuzione. Fra i due
r Associazione degli Ingegneri ed Architetti di Torinesi
pronunziava favorevole al progetto Micheli-Ristori, a tre
arcate eguali — al quale dava finalmente la sua approv^a-
zione il Consiglio comunale nella sua seduta 30 marzo 1903.
Per provvedere alla continuità del transito veicoli e
trams, venne anzitutto costruito un ponte provvisorio in
legno pitch-pine, della lunghezza complessiva di 160 metri.
e largo 7,'25 fra i parapetti.
Il 20 settembre dello stesso anno 1903 fu posta la
prima pietra del nuovo ponte, alla presenza dei Reali
d'Italia; nel successivo ottobre si diede mano alle fon-
dazioni.
Per le due pile si seguì il metodo dei casseri ; le pa-
lificazioni, eseguite con pali di larice muniti di puntazza,
che vennero infissi col mezzo di battibasi a mano da 22
uomini ciascuno, vennero spinte alla profondità massima
di 6 metri sotto il livello medio delle acque del fiume;
tolta l'acqua dai casseri, con pompe elettriche, vi si gittò
del calcestruzzo di cemento fino alla profondità di 4 metri
per le pile e di 3 metri per le spalle, al disotto della
massima magra, impiegando complessivamente 4800 me.
di materiale. Le pile e le spalle vennero rivestite di
gneiss delle cave di Borgone.
I volti interni dello tre grandi arcate sono in mattoni
forti e malta di cemento, od hanno spessori che variano
da ni. 2.30 a m. 1.30, con armille in grossi conci di gra-
nito di Alzo: vi si impiegarono circa un milione e mezzo
dì mattoni e 28^)0 me. di granito.
Superiormente alla cappa di cemento e asfalto ven-
nero disposti sette condotti, così ampii da potervi passare
un uomo, e destinati ad accogliere le varie condutture
del gas, dell' accjua potabile e dell'energia elettrica. I
condotti vennero ricoperti con lastroni sui quali si dispose
il pavimento di granito nero della Halma.
II ponte, della totale lunghezza di m. 130, compresi i
risv^olti alle testate, misura 120 metri nella sola sua parte
rettilinea; ha una larghezza di 22 metri fra i parapetti,
e di 24 metri misurata all'esterno. La carreggiata con-
Ferry-hoats sul Lago d' Iseo 413
vessa misura ima larghezza di 15 metri; i marciapiedi
rialzati son larghi metri 3.50 ciascuno.
L'altezza del pavimento sul pelo dì magra del fiume
è di metri 11.48.
L'arcata centrale ha la corda di metri 82 e la saetta
di metri 6.55; le due laterali la corda di metri 30 e la
saetta di metri 6.30.
Le fondazioni a cassero delle due pile misurano alla
base metri 35 per mfetri 8.90, con una profoìidità^di
metri 4.50 sotto il pelo della massima magra.
I lavori di costruzione furono eseguiti dall'Impresa
Allegri e C. ed ultimati nel termine contrattuale di tre
anni e mezzo.
III. — Ferry-boats sul Lago d* Iseo.
La Società Alti forni tìregorini, che ha un grande
stabilimento a Lovere sul Lago d'Iseo, ha recentemente
inaugurato un servizio di Ferry-boats fra Paratico e Lo-
vere, per soddisfare in modo conveniente alle esigenze
del suo traffico giornaliero, rappresentato da una media
di trenta carri fra arrivi e partenze.
Il tipo speciale adottato costituisce il primo tentativo
fatto in Italia per tali trasporti.
Un pontile costruito alla stazione di Paratico conduco
i carri dai binarj della staziono al binario della chiatta
destinata al trasporto, la quale viene rimorchiata a de-
stinazione.
Il pontile di Paratico è, come al solito, costituito da
due travi metalliche reggenti le rotaje, e intestate a cer-
niera alla banchina, mentre all'estremo libero sono sor-
rette da due catene che passando su grandi carrucole,
montate su torrette metalliche, portano dei contrappesi
capaci di equilibrare il peso del ponte, che è di circa 3
tonnellate e mezzo, e la cui inclinazione si regola mano-
vrando due arganelli fìssi, posti sulla banchina.
Due colonnette poste in prossimità dell'estremo libero
del ponte, sorreggono per mezzo di aste a vite una trave
metallica, disposta al disotto e in senso trasversale al
ponte, la quale può alzarsi o abbassarsi, secondo lo esige
il livello del lago, manovrando opportunamente le aste a
vite : è su questa trave che viene ad appoggiarsi la punta
della chiatta che si deve caricare, mentre su quest'ultima
» •
\^f'j^ji*i i ^'*xr*-Tìt:*^ !»-I ji^>i.t.!t^- — fino a the il
n ♦• *''{'i..,:ft^*o •• ..,A e.'i.at-a — prurve«Jendr»
n'jita ri*-), a Via fra piiit.!»,* f chiatta due rolaje
(>• crii/it*#* -vTtr.» jn f^^rro. hanno la lunghezza »ì. S
Uif'ivì. t' la f>*/rtala riia-f-^iraa di 2*»»* tounellate:
HCChu'n^r** <i'. atiro carri; munite di doppio timone.
j/ofio nrnorctiìat/- di lìanco: hanno la pop[Mi fogE'iata j
•t(>cn>fi*; e/^-i da adattarsi alla forma del pontile.
()\Miu\t> alla «iur^ta ed al c^^^to del trasporto, si noLi
vM?'. \M tratritto di 2^) chilometri da Faratico a Lorere* *;
\\u\iU'\:»iutì 'jiiattro on*. e i»jnii chiatta può fare LI tra-
M|;<H io di otto carri al ir ionio. I^iroa dell' adozione «^i
F<?rrv-boat-t la hpena jud tra^^porto di una tonnellata di
ìmrvj' <lal va'/ruie n«dla stazione di Faratico allo stabili*
UM'uUì di l>>vfM'«i era di 8 lire; coi Ferrj'-boats, tennti'v
conto d'oj^ui Hp«'Ha d' f.»s4^;rcizio, d'impianto e d*amiuorta-
m**nto. non tocca W lire l.o<»; di più il senrizio procede
con inatrtrior H'i/olarità e sollecitudine.
I buoni rÌHultati di <jue>to impianto che rappresenta
il primo tentativo di (picsto modo di trasporto sui nostri
Ui\i\\\, moHtra T ot)portunità di una tale adozione in pro-
poi/ioni asrtJii ma^L'iori.
IV. . // danaio doli Erié (Stati Cnitif.
l''ino dal HMKl si <»ra avvisato alla necessità di miglio-
iwjin le (jondi/ioni del ('anale dell' Erié, fra Albany New-
N'ork e llulTalo, il (juale, sia per l' andamento planima-
lri(!o, Hia per lo condizioni e il numero delle conche —
Hi'llanladm' Hopra un percorso di o07 chilometri — era
divenuto iiiHullIciente alle aumentate esigenze della navi-
WM/ione; ed nini lt»^>re (h^llo stato di New- York aveva
ordinato le o|mm*(ì di approfoudamento e di rettificazione
del canaio operai die non poterono iniziarsi immedia-
t/imcMite per dillicoltà finanziarie, ma che ora sono in
^raii parte appaltale.
Il nuovo progetto utilizza in ^au parte il vecchio
canale, che verrà in questo reso più lar^o e più profondo;
il numero delle conche sarà ridotto a 89, e, per servire
i (?enti'i importanti che si trovano ad una certa distanza
dal nuovo tracciato, si faranno delle derivazioni dal ca-
Jiiih» f)rincipale. Le conche avranno ciascuna la lunghezza
arramento àel Quatti Marklista
di l(X) metri, la larghezza di 13.7(t, o la profnntJit
4.;t0 sopra In soglia.
Le oporu d'nrte dol canale, i bacini, le conche
verranno costruito in cemento armato: la sostituzion
questo materiale alla muratura di pietra preventivati
progetto originario rappresenta un'economia di Sn
ìioiii sul costo couiplessivr delle opere, nelle qua
comprende anche la costruzione di porti importanti
solo a New-York e Buffalo, ma ancora a Rochester,
raciisa, Utlca e Troy.
Dell'importanza di quest'opera, dal punto di \
della spesa, si avrà un' idt^a pensando che, per una
gliezztt di 40 kilometri i sei lotti in cui i lavori ei
divisi vennero appaltati per l'importo di i!0 milioni.
V. — Sbarramento del Quais Marklista. (Alta Slesit
Fra gli sbarramenti costruiti in questi ultimi tem
notevole quello costruito attraverso il Quais, presso I
klista, il quale, se non ra(fgiinige l'altezza massìm
72 metri toccata dallo sbarramenlo sul Croton, pel
batolo che fornisco l'acqua potabile a New York,
senta però delle speciali disposizioni per lo scarico i
piane, che sono di rilevante interesse.
11 liume, sul quale venne costruito lo sbnrramentc
soggetto nell'estate a piene improvvise e gravissime
da elevare a parecchie centinaia di metri cubi la poi
che normalmente sta nei limiti di qualche metro e
Allo scopo d'impedire i danni gravissimi prodotti tn
spesso da tali piene, si trovò consigliabile la costruz
di un serbatoio capace di trattenere temporaneam
l'eccedenza di portata, che potrebbe riuscir daniios
la sicurezza potrebbe raggiungei'si — come i calcoli hj
dimostrato — immagazzinando al momento della p
da IO a 12 milioni di metri cubi, che verrebbero
scaricati in modo graduale: l'altezza dello sbarrami
per una tale capacità, è di 45 metri.
All'uflìcio d'immagazzinare le piene è destinata
la parte superiore del serbatoio, per l'altezza di <
10 metri, corrispondente alla capacità dei 10 mi
accennati; la parte inferiore, capace di circa 5 mi
di me, provvede, come riserva, ad aumentare la pò
del ìiume nei tempi di siccità eccessiva, e serve, con
41fi Ingegneria civile e lavori pubblici
caduta di 3() metri, ad attiv^are la turbina di una st^
zione idroelettrica posta a valle del serbatoio, la qualn
col iKMietìcio che ne deriva, compensa in irran parte k
spese per la costruzione del serbatoio.
Alla base lo speséore della di^ è di m. 37,64, in cresta
è di m. 5,70. l^a diga si sviluppa in pianta secondo una
curva di 125 metri di raggio. Due gallerie longitudinali
collejrate da pozzi attraversano la diga.
Ver la costruzione della diga, il fiume venne deviato
coir aprire sui fianchi della montagna due gallerie del
del diametro di 7 metri, ad un livello alquanto inferiore
al Ietto del fiume, le cui acque vi erano avviate da una
traversa provvisoria di calcestruzzo.
Provvedono allo scarico normale del serbatoio cinque
gruppi di condotti, e cioè:
a) le due condotte di presa che, attraversando la
diga nella sua ])arte inferiore, portano l'acqua alla turbina.
(A due terno di condotti, della complessiva portata
di 110 me, disposte nelle due accennate gallerie costruite
per la deviazione del fiume ; le quali cominciano a funzio-
nare (juando Taccpia arriva a 10 metri sotto la cresta dello
sbarramento, alla quota 270.6, ossia quando l'invaso su-
pera i 5 milioni di metri cubi ;
e) due scaricatori situati sulle rive del fiume alla
quota 270.0, comunicanti colle gallerie già sopra accen-
nate per mezzo dei pozzi:
d) altri due scaricatori, superiori ai precedenti —
posti alla quota 2S0.8, ossia presso la crosta della diga,
coir ufficio d'impedire che l'acqua ne tracimi;
e) finalmente una galleria, alla quota 259, destinata
a completare l'alimentazione delle turbine.
L'opera grandiosa ha raggiunto il costo complessivo
di L. 2.460.000.
X. - Ingegneria industriale
Applieazieni scientifiche
I. — Impiego del vapore ad altissima pressioni
La Società francese dei motori ad alta pressione
duce od utilizza del vapore surriscaldato a 600° e
a pressioni che arrivano lino a 100 Kg. per cui.' in
daìe e motrici, di sua particolare costruzione, ch(
peso 0 dimensioni Bono di gran lunga inferiori a <;
delle comuni caldaie e motrici ordinarie della s
potenza, ottenendo una marcia regolare ed economie:
Riassumiamo brevemente come si ottenga questo va
in modo semplice e rapido, senza alcun pericolo
dispositivo che permette ai motori di funzionare a
inconvenienti a, temperature così elevate.
J ^(«neratori souo del tipo a vaporizzazione istanta
ma formano un genere a sé per le seguenti due o
teristiche.
1." L'acqua, alla sua entrata nel generatore, i
per orifìzi sottili, polverizzandosi, ed è lanciata poi
stato di minute goccioline in tubi di diametro int
grande, relativamente a quello degli orifizi, e riscaldi
rosso nascente.
2." L'acqua di alimentazione, spinta da una pò:
arriva con pressione di 2 a 4 Kg, superiore a quella
esiste neir interno del tubo vaporizzatore. Le goceii
lanciate con grande velocità in tutte le direzioni, ur
le pareti del tubo suddividendosi ulteriormente e v
rizzano, assorbendo calore per irraggiamento e per cont
Conviene che le gocciole minute non abbian(
urtarsi fra loro ed agglomerarsi, affinchè la somma <
loro supcrfìci sia la più grande possibile, ed è pi
418 Ingeynevia industriale e Applicazioni scieìitifiche
che ai tubi vaporizzatori si assegna un diametro relativa-
mente grande. I^' esperienza ha condotto a preferire tubi
con ahneno 20 millimetri di diametro interno. Con minor
diametro può avvenire che si formino veri filetti d* acqua
che sarebbero trascinati dal vai)ore e non avrebbero tempo
di vaporizzare completamente, cosicché si otterrebbe del
vapore ora nfliido ed ora secco.
La lunghezza assegnata ai tubi, circa 30 volte il loro
diametro, è tale che T acqua ha tempo di trasformarsi
completamente in vapore saturo mentre percorre il priojo
tubo (tubo vaporizzatore). Da questo il vapore passa nei
tubi surriscaldatori, in numero dì tre, ed identici al tubo
vaporizzatore; comunicanti fra loro per mezzo di g-omiti
a tenuta metallica. Solo il tubo vaporizzatore è esposto
air irraggiamento diretto del focolare: ma la sua tempe-
ratura non s' eleva mai di troppo a cagione della grande
quantità di' calore che cede air acqua per vaporizzarla, e
d' altronde, durante gli arresti, si può evitare un soverchio
riscaldamento, abbassando il registro del fumo ed, al
caso, aprendo la porta del focolare.
L' insieme del tubo vaporizzatore e dei tre surriscal-
datori forma un elemento, e parecchi di questi, disposti
verticalmente, costituiscono la caldaia.
I tubi vaporizzatori sono in comunicazione col tubo
d' alimentazione d' acqua ed i tubi surriscaldatori sboc-
cano in un collettore, nel quale si raccoglie il vapore
prodotto da ciascun elemento.
Con (juesta disposizione i tubi vaporizzatori che for-
mano il cielo del focolare, sono tutti mantenuti alla
stessa temperatura essendo il loro funzionamento iden-
tico: ossi si conservano perciò tutti egualmente.
La velocità del vapore, nei tubi è piccola, da m. 0,50
a 0,90 al secondo, cosicché è poco temibile il trascina-
mento d' acqua e la temperatura del vapore non può
subire variazioni brusche.
In caso di rottura di un tubo è facile isolare T ele-
mento che lo contiene e continuare il funzionamento
cogli altri, in attesa di poter sostituire il tubo, operazione
presto fatta.
In seguito air esperienza di diversi anni si è consta-
tato che non e' era convenienza a fare gli elementi con
più di quattro tubi, e che la disposiziono di questi a
uninconce in modo da lasciare fra essi intervalli assai
stretti era quella che meglio utilizzava il calore svolto
Ingegneria industriale e Appli
urientific he
a in lina caldaia che produce Ut) Kg. -ora di vapore
1)0" e a Wt Kfr. di iircssioiie. D'altronde l' autoritii
ornativa ha dispensato questi (feiioralori dall' obblì^^
ivcrc appai-ecchi di sicnrozza, ad eccezione di una
rola di sicnrozzH sulla condotta di atiuentazioiio.
Nella seguente tabella sono segnati i consumi d' acqna
i carbone per cavallo-ora di motori funziODanti con
ore saturo a 10 Kg. e altri con vapore a 30 Kg. sur-
aldato a 411"
. 7.61»
10,000
15.000
>om6 si vede, il consumo di vapore e dì carbone
vaporo a 3)1 Kg. q a 411" è di gran lunga inferiore
jollo con vapore saturo a IO Kg.
''inora malgrado i noti vantaggi che presenta il sur-
ildamento del vapore non si oltrepassarono i 350° in
iti della impossibilità di otlìcacemente lubrifìcare le
srtìcie in inovimonto ed in contatto col vapore. Ed in
là i lubrilicanti usati ordinariamente si alterano a tali
aerature in contatto del vapore o dell'aria. Ma se
ito contatto è impedito resistono a temperature molto
elevate. Il dispositivo usato dalia « Società dei motori
ilta pressione » è applicabile a ogni specie di motori
ipore o a espansione gasosa.
.e prime prove furono fatte su motori a valvole a
tufo fissi e cilindri mobili articolati direttamente sulle
aste di biel-
la (fig. 18).
L'olio spinto
da un ali-
mentatore
a u tom atJcfl,
percorre u
eanale a nel-
"^' '" la m as sa
) stantuffo ed arriva neiia scanalatura circolare 66',
mia piccola parte dell'olio lubrifica la parete interna
Impiego del vapore ad altissima pressione
421
del cilindro, mentre la rimanente parte è a poco a poco
portata dalla parte opposta a quella ove si esercita la
pressione del vapore e si raccoglie nella scanalatura ce'
dalla quale esce pel canaletto d, Quest* olio raccolto e
raffreddato può essere riutilizzato. Molte esperienze furono
eseguite con questa disposizione, anche con vapore a
oltre 700^, con motori che si ritenevano sacrificati, ma
che funzionarono invece sempre bene.
Questa temperatura fu sovente mantenuta per una
mezz' ora di seguito e sempre allorché si esaminò lo stan-
tuffo lo si riscontrò perfettamente lubrificato , però in
capo a qualche istante 1' olio si carbonizzava in contatto
coìr aria.
Nei motori a stantuffo mobile, (fìg. 19) questo ha delle
scanalature bh* e cc\ che in fin di corsa sono di fronte
a due condotti circolari
aa' dd'. L*olio spinto da
aa passa per diversi fo-
rellini in W e l'eccesso è
ricuperato attraverso al
condotto dd\ analogamente
a quanto detto si è sopra.
Il medesimo dispositivo
si applica ai motori adoppio
effetto, coir avvertenza che
l'oliatore automatico dev'essere posto sull'asta dello sta-
ntuffo e entro questa dev' essere praticata la condotta
d'olio.
La facilità colla quale si può variare la potenza del
motore risulta dalla manovra della valvola di sicurezza
applicata sul tubo premonto della pompa d* alimentazione.
Questa valvola, a molla o a peso, può essere più o meno
caricata facendo girare una manovella. Ad esempio, se il
motore funziona con vapore a HO Kg. di pressione e si
vuol ridurre la potenza ad esKcro un decimo di quella
normale, si gira la manovella nel senso di scaricare la
valvola di sicurezza di una quantità, nota in precedenza.
Una parte dell'acqua d' alimentazione sfugge dalla val-
vola e ritorna nel serbatoio ; la pressione scende, ad
esempio, a H Kg., mentre la tefnperatnra ha tendenza ad
aumentare, ciò die si inipediscM» inodenindo la combu-
stione. Hastano pochi secondi per ottenere tutto riuesto.
In una lunga serie di eHp<*rienze su un motore si e con-
statato che esso può funzionane parecchie ore senza che
Fig. Vé
422 Ingegnevia intiiMtrlate e Applicazioni scifiniifiche
la temperatura e la pressione del vapore variassero di
più del 10%.
Come è prevedibile, questo tipo di caldaia e motrice a
vapore ha dimensioni e peso ridotti in confronto con quelli
ordinari. Un motore da 25 cavalli può essere contenuto in
una cassa di m. 0,28 x 0,58 x 0,55 e pesa 150 Kg. Una cal-
daia che produce 180 Kg. di vapore a 500** e a 100 Kg*, di
pressione pesa Kg. 600, e può essere contenuta, una volta
smontata, in una cassa di m. 0,50x0,50x0,70.
Come risultato di numerose prove, fatte su questi
gruppi di motori e caldaie, posti in condizioni diverse e
spesso svantaggiose, possiamo ritenere come cifre massime
di consumo le seguenti: 9 Kg. di vapore alla pressione
di 80 Kg. e a 450'* per Kg. di petrolio, consumato come
combustibile ; invece bruciando a tiraggio forzato matto-
nelle d'^nzin: 5 Kg. di vapore a 65 Kg. di pressione e
a 5(X)'', per Kg. di mattonelle.
II. — Macchine per la filatura e torcitura della seta.
Fra i vari tipi di macchine per la filatura e torcitura
della seta che figuravano nella passata Esposizione a
Milano, ò degno di particolare attenzione uno esposto
dalla ditta Battaglia (liovanni di Luino, e precisamente
la bacinella speciale per la filatura a 8 capi, con 4 aspi
indipendenti e getto por ogni aspo ; appai'ecchi attacca-
bave, brevetto Weber, a movimento simultaneo di 2 fusi
col corrispondente aspo, banco centrale delle « batteuses >
arresto degli aspi mediante 4 pedali, manovrabili dalla
filatrice e dalla aniiodatrico.
Viene a<l assumere una particolare importanza la fila-
tura semi-automatica dei bozzoli, dopo le prove eseguite
su questo tipo di bacinelle e dopo i risultati ottenuti e
confermati dall' esito dell* impiego al telaio.
L' attacca-bave Weber, colle modificazioni introdottevi
dal Battaglia, ha parecchie caratteristiche, delle quali la
più importante è la bussola fissa D su cui si avvolge la
parte di bava che il disco E taglia ad ogni trotto.
L'apparecchio comprentle inoltre il fuso Bài bronzo,
ii tubetto A di vetro e la carrucola C'che riceve il movi-
mento me<liante una cordicella F.
\
\
^
424 Ingegneria mdiistriale e Applicazioni acienti/ieh<
maggiore produzione, che gli consenta anche di meglio
rimiinorare l'operaia e di supplire alla penuria di operaie
abili.
Fra gli impianti di filatura recentemente eseguiti è
notevole uno di 120 bacinelle per la filatura a 6 capi
con 2 aspi indipendenti ed una < batteuse * ogni baci-
nella. Il meccanismo è suddiviso in 8 sezioni in un locale
avente lo dimensioni interne di m. 18 X 30, Lh caldaia
ha una superficie riscaldata di m.* 52 e la motrice è
di 10 HP.
ni. — L' impiego dell' ossigeno per tagliare i metalli (').
Di tutte le applicazioni dell' ossigeno, una delle più
importanti e delle più curiose, è nel tagliare i metalli.
Fin dal 19<H fa applicato nelle Raffinerie Sav, il g«tto
d'ossigeno, non per tagliare propriamente, ma per demo-
lire delle vecchie tubazioni di ferro e delle poutrelles. Si
scaldava il metallo alla temperatura di fusione mediante
un chalumeau e, sospendendo l'arrivo del gas combu-
stibile, si proiettava sul metallo dell' ossigeno puro ; la
operazione avveniva cioè in due tempi ; riscaldamento
dapprima e successiva combustione.
Si raggiungeva lo incapo, ma si produceva un taglio
molto largo, grossolano, con numerose sbavature e non
si poteva ottenere un taglio sottile e netto.
Nel 1904 Jottrand e l.ulli hanno proposto un metodo
tutto diverso : 1' ap])arRCcliÌo ha due citai umeaux che fun-
zionano simultiiueamonte ; l'uno, riscaldatore, porta il
metallo alla voluta temporaturn, mentre l'altro che *'•
situato a qualche millimetro dal primo, proietta un dardo
di ossigeno sotto pressione. In ijuosto modo il metallo
brucia. Si forma un ossido più fusibile del metallo stesso
e che è espulso dal getto d'ossigeno lasciando un taglio
perfettamente nelto, senza alcuna sbavatura.
I)' altronde ai due chalumeaur possono es^re date
disposizioni differenti d'insieme. Così nel brevetto fran-
cese n." 34HIi)2 preso il 19 novembre 1904 dalla Società
V* Oxydrique Fraufaise » è detto che l'invenzione com-
prende :
ly ìmpìei/o dtir cssiyeno per tagliare i metaUi 425
« l.*» Un processo per tagliare gfli oggetti inetallioi,
» i tubi, le lamiere, ecc., consistente nel riscaldare V og-
» getto a temperatura conveniente, secondo la linea da
» tagliare e a dirigere simultaneamente sulla linea di
» taglio un getto d* ossigeno in pressione che opera il
» taglio propriamente detto dell'oggetto riscaldato lungo
» il contorno determinato, per mezzo dello spostamento
» opportuno dolP apparecchio riscaldante.
» 2." Un a[)parecchio per realizzare il processo
» descritto, caratterizzato dalla combinazione, con nn
» rhalumeau di riscaldamento qualunque, quale uno a gas
» ossidrico o ossi-acetilenico, per esempio, di un becco
» d' arrivo dell' ossigeno in pressione, disposto sia ester-
* namente, sia internamente al becco del rhalumeau di
» riscaldamento, in guisa da dirigere un getto d'ossigeno
» in pressione sulla parte riscaldata dal chalumeau di
» riscaldamento.
» a.** Vjw dispositivo di questo apparecchio nel quale
» il chalnmeau di riscaldamento ed il becco dell'ossigeno
» sono montati sopra un sopporto mobile verticalmente
» e che può girare intorno a un asso conveniente ».
La Società T « Oxydrique Fran^aiso », che si ò spe-
cialuiente occupata tli questo argomcMito, ha costruito
tutta una serie di apparecchi, che possono servire nelle
div^erse applicazioni del metodo.
Le lig. 20 e 20'"' mostrano due sezioni dell'organo essen-
ziale, il chalameau con bruciatore a ossigeno ; la miscela
ossi-acotilonica (') arriva in m ed il getto di ossigeno
(*) Vedi anche Annuario^ 190B.
AnMUAKM» 84'IKIITIKIOO XLIV. IM
4-_''l Iiti/e.ffllKriit iiiiluntrùile e .ijiplìcfizioni srieilti fiche
ili <K 11 tubo interno h è gnidatu da nervature /'nel lutxi
ostcnio a ed il pozzo f serve a regolatore la distanza
dei due coni ostrouii da cui dipende il coiisnino di fra:?
da part<ì dei cbalumrtiu.
ì'na delle caratteriiiticlie salienti del processo è ìa
rapidità con cui l'operazione si compie. Ad esempio, ntia
lamiera d'acciaio dello ijpessore di IIK) min. è tag^iiata
per la Innghezzti di un metro in dieci luinnti : i] tag-lio
di uu passo d' uomo di 300 x 4IKt mui. in una lamiera
di 3(1 mm. di spessore richiede ([uattro o cinqne minuti.
In una stazione ferroviaria un arilo operatore Ini tagliato
in ti-e ore centotrenta ferri a T di 20() min. di altezza.
Questo processo lu impietrato nei lavori di riparazione
della corazzato « Jena » a Tolone.
A Itrema fu utilizzato per la demolizione di navi.
Ivi una corazza dello spessore di WKI mni, fu iutaccata
sulla lunghezza di un jnetro alla profondità di 4 a 6 ciu.
in 7 minuti.; mentre per essere intag-liala su una lun-
g'tiezita di m. l.ló od alla profomlità di un centimetro e
mezzo nsiiiulo lo scal|)e)Io pneumatico occorse un' ora.
In meno di Ì2 secondi si brucia la testa di un chiodo di
'12 uim. senza clic la himiera nella quale è fissata sia
deteriorata ; con un pmizonu poi si espello il chiodo.
Lo spessore massimo tagliato finora è di 210 mm.
nello corazzo ; prm si è arrivati a '-WO mm. con alberi
cilindrici.
La tabella seguente indica il consumo di gas i>er
metro di lamiera d' acciaio tagliata.
Coimumo t.-tf
lo in
Si,OH,. lau.«r^
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Temii»
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l:<0
«50
2160
10" 45"
Processo Cotvper Coles per la zincatura . 427
La pressione delT ossigeno è di Kg. 4,5 ed è da notarsi
che invece dell' idrogeno si pnò usare il gas ilhiminaute.
I^a larghezza del taglio è di mm. 1,5 fino allo spessore
di 20 mm. ; di mm. 2,5 fino a 40 mm. di spessore e
mm. 4,5 per spessori maggiori.
Dalle ricerche fatte snlie modificazioni di struttura e
resistenza del metallo lungo le superfìcie di taglio è
risultato all'esame micrografico che T acciaio era rimasto
dolce, normale, con un tenore di carbonio di circa 0,15 "/„.
Cosi le provo all'urto e di lavorazione hanno dimostrato
che il metallo non è alterato col tagliarlo col getto di
ossigeno.
I)a (pianto Un (pii venne sommariamente esposto si
vede quale* grande interesse può presentare questo metodo
in molte industrie. Le sue a{)plicazioni già numerose, au-
menteranno, senza dubbio, data la semplicità e la rapidità
del lu'ocesso, il poco costo ed il fatto di lasciar inalterate
le qualità meccaniche del metallo.
IV. - Processo Coir per (Udes per la zincatura,
*
Fu nel 1904 che l'illustre elettrochimico Cowper (-oles
presentò alla Società Reale di I^ondra un' importante
memoria su di un nuovo metodo da lui ideato per gal-
vanizzare i metalli.
Secondo (piesto processo gli oggetti da zincare, pre-
viamente puliti e leg-germente ingrassati, venivano deposti
in una cassa di ferro, insieme a polvere di zinco com-
merciale, alla quale veniva aggiunta della polvere finis-
sima di carbone nella proporzione del 'ì\ 'X.- La cassa,
ermeticamente chiusa, veniva scaldata in un forno a
815**-360'*, cioè un poco al disotto della temperatura di
fuzione dello zinco (419**). L' aggiunta di carbone era
fatta solo per impedire l'ossidazione dello zinco; la cassa
poi era internamento rivestita di piombaggine per impe-
dire che sulle sue pareti venisse a depositarsi un troppo
grosso strato del metallo. Lasciato raffreddare il reci-
piente, se ne estraevano gli oggetti ricoperti da uno
strato chiaro e lucente di zinco.
Notizie interessanti ed estese sulla teoria del processo,
sugli apparecchi e sul procedimento industriale ideati
dair illustre inglese, vennero date poi dal sig. Alfredo
428 Intjeynerla indìtstriale e ApplifUizioiìt Hch.ììtìfiA'he
Saiig' ili un numero della Electrochemieal and meta f In r-
ffical industri/ dello scor^ anno.
È noto che per formare una lega metallica non è
necessaria la fusione, e che essa si può ottenere a qua-
lunque temperatura.
Il processo di zincatura del ( Jowper si basa principal-
mente sulle speciali proprietà della polvere di zinco.
Questo ò un prodotto secondario dei forni di fusione
dello zinco; quando si distilla questo metallo dalla blenda
(sfalerite) si forma della polvere metallica nella propor-
zione del 5 al 10 "/, dello zinco i)rodotto. Essa è costi-
tuita da goccioline di zinco puro, da una piccola percen-
tuale di ossido, da tracce di cadmio, ferro, piombo ecc.,
e specialmente da {)articelle impalpabili aventi un dia-
metro da ' '',(,00 a y?ooo ^^^ millimetro e di un colore grrig'io
azzurrastro.
Lo zinco fonde a 419*^ e volatilizza a 94(PC.; ma può
fornire vapori alla temperatura di 200'' C. ; il vapore pro-
dotto dalla polvere di zinco è così fine che il deposito tla
esso lasciato internamente sulle })areti di una provetta è
iridescente, ha cioè delle dimensioni di struttura di ordine
inferiore a quelle delle lunghezze d' onda della luce.
Ora, se un recipiente chiuso, parzialmente riempito
con polvere di zinco nella quale sono immersi oggetti
metallici, viene scaldato a 200" 0. o più, la polvere si
trasforma in gas o vapore sotto una considerevole pres-
sione, (ili oggetti elle sono rimasti sotto Fazione di questo
vapore i>er almeno o minuti, rimangono coperti da uno
strato aderente di zinco, che si è condensato alla loro
superficie e nei loro pori. Se lo strato deposto in questo
modo è leggero, esso appare lucente, se invece è piut-
tosto grosso, ha un secondo rivestimento di particelle dì
zinco leggermente ossidate
Il processo pratico di Cow])er (^oles è il seguente: si
mettono in un tamburo di ghisa, chiudibile ermeticamente
ai fondi con due s{)ortelli serrati con viti, i pezzi da zin-
care ricoprendoli con polvere di zinco commerciale, si
colloca in un fornello e si scalda a 300" o poco più, per
un periodo di tempo che varia con lo spessore che si
desidera abbia lo strato. Durante il riscaldamento al tam-
buro può essere impresso un movimento di rotazione
continuo o intermittente; ciò non è però necessario.
Lo zinco che viene a depositarsi sulla superficie del
metallo forma con esso una vera lega, e non si può
Prorettso Cotrper (^olea per La zincatura 4*2ì)
asportare se non portandolo a 940'*. Con metodi micro-
grafici si constati) che avviene una vera miscela dei dne
metalli e che l'antica superficie è perduta, e non può più
essere restaurata uè con mezzi chimici, nò meccanici ; ciò
che, del resto, non costituisce un inconveniente; perchè
non si dà mai il caso di rivolere la vecchia superfìcie,
mentre è necessario che la nuova formatasi resista ad
azioni corrosive.
Quanto più è prolungata V operazione e tanto raag-
g-ioro è la profondità a cui penetra lo zinco; è da notarsi
però che oltre alla formazione della lega si avrà quella
di uno strato granuloso di zinco condensato.
(ili oggetti galvanizzati con i metodi ordinari si la-
scian brunire con facilità, ma diventano pure con facilità
ancora opachi, perchè lo zinco presto si ossida: e la rapi-
dità di (piesta ossidazione è funzione diretta della poro-
sità dello zinco deposto, s' intende, a parità delle altre
condizioni. Nel jnetallo zincato col processo (^owper non
si hanno pori, e se la brunitura è difficile come per i
metalli nichelati, è in compenso assai durevole e bella,
d' un colore azziuTastro simile alT argento e di un potere
riflettente superiore.
(commercialmente quindi (piesto processo di zincatura
a secco presenta rilevantissimi vantaggi rispetto agli
antichi metodi. Il costo (rimpianto ^ minore; assai pic-
colo il deterioramento degli apparecchi; il processo è
assai sem{)lice e non richiede una mano d' opera spe-
cialmente addestrata. Lo zinco adoperato costa meno e
protegge più efficacemente. I pezzi di forme le più irre-
golari ricevono \n\ egual rivestimento di quelli di forma
regolare. Non si hanno perdite di zinco, come ceneri,
zinco duro, schiuma, residui di anodi ecc.
Il lavoro di carica è breve e non faticoso; l'operaio
che sorveglia T andamento dell'operazione non è neces-
sario che abbia speciale abiliti». : basta che sappia leggere
un pirometro e che impedisca oscillazioni di temperatura
superiori ai 50' (\ La pulitura degli oggetti, prima della
zincatura, non occorre sia troppo accurata ; la presenza
di grassi, anziché dar luogo alla formazione di bolle rende
più bello l'aspetto del deposito, (ili oggetti possono esser
messi nel tamburo ancora umidi; viti bulloni, chiodi non
hanno più bisogno di ricottura. Il processo può essere
anche intermittente e data la bassa temperatura, il periodo
di avviamento è breve. Non sono necessari fondenti, sol-
tallio ì' consiiilia!»] II! fijfjfiiiiijn'ri.' ifellii polvere di car-
. liniiG. l-'ncciain non ponle iiiciromiiinentp In- sin» teiii|>era:
questo filiti) aH'K'i"'.T<' ni priKicssn iiiia iirrn udissi imi ini|>or-
taiìYM in<!lI9lriaIl^ poiclit' sarà [ìossibilo iralvaiiizzaro raoln
struineiiti Usici e cliirLn'<irici che liiioi-a non ara stato jtns-
siliili> pi-ntcìriri'ro con III ilciifisiziono <ii uno strato di zìuci^
V. — l'iiiiiiHi semii ra/voìf.
\jO valvole di'llt; i)oin|)o sono fonte di continue noie:
o perdono, o diUino colpi o si y-nastano rapi da ni ci ite, o
s' incliiodimo. inipcdriido il l'iinziojiamrnto della pom[ia.
Se poi ipiostji {■ n irnmiio velocità, la freipipirza di tali
ineonvrniiMili aniopritii iH molto: all(n'a so le valvole
di'voMo cliindr-ro rnpidaincnlc nel punto morto, sì proiln-
eouo col]ii vidli'uli: SI' csstj oliiudoiin trnpjio tardi, s'hamio
prTililo d' aeijiia e consugur-jilt» minor ivndiinonto della
pompa. Fra i diversi sisli-nii l'wcotritati per ovviare a
(jni'sta condiziono di cose, merita particolare cenno la
jiompa Orro coslniita da li. (V,t;rinak di Teplitz ('j, la
i|uaIo è semplico, rolniHta ^ dì costo poco elevato. Li essa
le valvole sono sostituite da slanliifli ciistributori, e come
si vedo dalla sezione lii;', '2Ì, e dulia pianta iig'. 22. consta
l'I « n,.-l,.n-.>ii-l. 's Wollen iiti.t Leiiir,, In.liistrin . Iff mftfi-
s<>uipre (li due cilindri, I.e camere .S' sono cnlIcgaUi nilii
tubazione a-spìraiitc e <|uelle D alla tubazione promoiito.
Cia^ictin cìlìiiilro ha due FttautnfTl tnotitatì aitila stessa
iiata, cioè min staufufto lavoratore chi! «jfiaco eficliisiva-
niciitc sulla faccia rlvolla in fuori ed mio stautiifFn dislri-
biitoro che è più piccolo del primo.
Il funzionamento è tale clie lo utantiill'o distribiitoro
di un cilindro fa coiouuicaro lo stantuffo lavoratore del-
l' altro cilindro univ voJta colla camera di aspirazione e<l
lina volta collii camera [ireniento, e cosi compie la fun-
zione delle valvoli- aspiranti e di (pHille prementi colla
differenza che la corna dello slautnlfo, essendo comandata,
il funzionamento è luuìoluta mente sicuro.
iJa questo eemio apiiainno evidenti !e prerogative della
pompa Orvfi. I,' assenza di organili delicati quali le val-
vole, y:araiitisce una uiiiu'tiior sicurezza di esercizio e
permette di funzionare a velociln eiie non si possono
raggi» libere colle pompe a valvole. Anche alle grandi
velocità essa è silenziosa, senza colpi. In conseguenza
delia marcia |iìli rapida, a parità di portata, bastano
dimensioni molto minori, e ijnjridi la pompa risulta meno
costosa e meno ingombranlc.
\ji pompa Orvo è insensibile all' aria eoutenuta nel-
r acqua e prrciò permette le miigsriori altezze di aspira-
KÌone. 1/ assenza di valvole eia procisioim di-Ila distribu-
zione la rendono particolarmente adatta iier liquidi densi.
/■frìii iiKÌHiifriiiU- e .\jiiilìcazionì ncìetltìfiche
regolaro la portata, in nioilo da ridurla anche
i questa utile s|>ecial mento quando la pompa
a da im Jiiotore elettrico o « scoppio, perchè
e avvijita a vuoto.
svaiitagK'ìo (iell)i pompa Orvo è ctie non si
ro con un solo cilindro, ma (pieato iuconvc-
mpensiUo dal fallo che, por In maggior velo-
larcia. Io dimensioni si possono ridurrò. Sono
i delle piccole pompe 'li questo sistema che
a f)(K) jijfìri al minuto.
- Lii iiro'Iuzioiif mondiiile dfU' acciaio.
'} la produziono doli' acciaio in tutto il mondo
J.04.M toiniellftto f noi 1!)(M> sali a 49.902.079
riparlilo pei principali paesi produttori:
! LussomliurKo
àf^nix
\w.
M- u m.
2H.73H.587
3.384.296
11.130.085
1.068.532
(i.r.(}r..r>70
581.979
2.;S71.377
ai.377
1.7tW.O0(l
113.000
I.IWÒ.IKM)
7.000
I.IHR.OIM)
102160
r,ir5.2oii
111.751
409,00(1
29I,7IKI
;t.-.l.(HMi
ll.'.H)0
:Ì51.(KH)
13.730
420.(MÌO
-
0.0(HI
Bhe
2 la produ/.ioiio toljilo noti superava 13.000,000
« e gli Stali Uniti vi parlocipavaiio con 5.037,01X1
i ainii la produzione è auinonlata di 37 milioni
sia del 2H7 " „.
APPENDICE
air Ingegnerìa Industriale e Applicazioni Scientifiche
I BREVETTI D'INVENZIONE
rilasciati dal Governo Italiano
dal 15 nosembre 1906 al 15 novembre 1907.
BBSVETTX D'XlfVENZIOirE.
Elenco di attortati di privativa industr'ale rilasciati dal
Covorno italiano dal 16 novembre 19(X] al 15 novembre 1907.
I. — Agricoltura^ industrie agricole ed affini. ,^
Mtuchine, shumenii e procedimenti per la coltura del suolo — Sistemi di bonifica
agraria e di irrigazione — Apparecchi e strumenti per la raccolta e la prima la-
vorazione dei prodotti del suolo — A p/ orecchi e mezzi di distruzione degli inselli
nocivi e dei parassiti vegetali — Allevamento ed alimentazione del bestiame —-
Animali da cottile — Apicoltuta — Bachicoltura — piscicoltura — Latterie —
Caseifici — yini, olii, estratti e conserve di /rutta — Industrie agricole diverse.
Albertin] P., Binasco (Milano). (Concentrato Sébastian» (6). Pro-
Essiccatoio per cereali, bozzoli od dotto per la preserv. delle viti, de-
a'tre sostanze, ad a'ta e bassa tem- noniin. «Cupro-solforosa Sebastiani*
peratura. e suo processo di fabbricaz. (6).
AUemaiMli O., Torino. Sist. di Baker J. M., Los Angeles Ca-
sospensione per tubi conduttori di li- lifornia (S. U. A.). Macch. au-
quido allo scopo di facilitare la ma- tom. per pulire e lavare frutta o
novra d'irrorazione delle piante (3). vecretali (1).
Anolcchino 0. di A., Napoli. Basile Claude, Bordeaux (Fran-
Pompa irroratrice Annicchino (i). eia). «Le Moderne» filtro à tissu
Annonl L., Milano. Prep. anti- destine à la clarifìcation des vins et
parassitario per le malattie delle viti autrcs liquides (i).
detto ctSolfeolo» (1). Battaglino G. di V., Cerignola
Antonlani G., Milano. Scatola per (Foggia). Pompa rotat. equilibrata
la incubatura del seme dei bachi da per elevare uve pigiate (3).
seta (i). BcrtolHSi A.. Ripalta Arp'na
Arnonld E., Naom^, Gédìnne <Cremona). Nuovo pulitore da fru-
(Bclgio). Ruche perfectlonnóe (i). mento per piccoli molini e per agri-
Arrigliini A., Mi'ano. Nuova di- coltori che intendono vendere il
sposi/ione di torchio a dentiera per grano mercantile prepar. per la ma-
vmacce, olive e simili (j^.
Astegiano E. fn G., Monastero
Bormida (Alessandria). Irrorat. per
solfato di rame con pompa est. (i).
Asti B., Milano. Innov. nella co-
struz. dei rastrelli ranghinatori (3).
Asvanyi M. nata Vavra, Buda-
pest. Perfez. negli appar. sminuzza-
tori di vegetali d'ogni specie, prin-
cipalmente steli di granturco e di
ritagli di vile (6).
AusterNtz A., CJyòr (Ungheria).
Telaio premitore per torchi d'olio
idraulici con pareli laterali aperte e
guide, con dispos. ritagliatore dei
pani di sansa ottenuti sul nuovo te-
laio premitore
Autìieman
•e (6).
m» B» Z«*
Torino. Nuo-
cinaz. (senza crivellaz. a mano) (3).
Bertolaso B. fn F. Zimella (Ve-
rona). Perfez. negli erpici (3). —
Nuove modificazioni e dspos!zio-
ni per solforatrici.
Besse E. e Lubin L., Parigi
Proc. et appareìl pour la fixation
des bagues ou cadres de -soudure
sur Ics fonds ou couvercles des boi-
tes de conserves ou autres recipiente
analogues (1).
Bo'ttri G. Mi'ano. Innovazione a-
gli essiccatoi per bozzoli (3).
Bonaldi D. fu Ant. Crema. At-
lacco automatico a conio Villa-
Bonaldi per manovella di fa'c'a-
Irice. (i).
Bottero G. B. Torino. Porfoc.
vo mangime pel bestiame denom. dans la lance et le becs des pulvé-
]) Quest'anno questa parte è numerata separr.tamente, da pag. 1 a 160.
A.nxcario sJCiESTirico. XLIV. a
Brevetti d* inveìizioìie
risateurs de liquides contre les ma- Machine à bècher «Stefanie» (6).
ladies de la vigne et autres p^ants C«ppo D. fu P., Torino. aVi\it«
(anni 3). Coppo», ossia polvere per la prete-
BoHyer*Foateaeaii F. Saint Na- zione della vite dai suoi parassiti e
zaire-surLoire (Francia). Procède de specialmente dalla peronospora. (6).
culture des asperges et moyens de Corre J.» Neuìlly-sur-Seinc (Fran-
te réaliser. (15). eia), e PcBamboat Y. M.» Guin-
Bardluo N. La Morra (Cuneo), ganip (Francia). Adaptation san^
Tenaglia per castrare. (3). transmission, aux machines h bat-
Cailcgari S. fa L. lx>reo (Rovi- tre, des nioteurs à essence, à gran-
g:o). Seminatrice a di^ribuzione de vitesse (i).
contemporanea di concinìe, deno- Dame WilhelBl, Berlino. Proc.
minata la «Rettinella» (4). et appareil pour le couvage artìficicl
Calvi R. di A. Castel azzo Bor- des oeufs (6).
mida (Alessandria) e VogllBO E. Delleanl P., Sant'Albano Stura
fu G. Alessandria. Foraggio me- (Cuneo). V^angatrice meccanica a
lussato denominato «Zoon» per trazione animale od altra forza mo-
1 alimentazione dei bovini, degli ^f\^f. qualsiasi {2).
equini, dei suini, degli ovini e de- Dcntsche Tiieraio?ii«r A. G..
gli an. da cort. (3). Berlino. Processo ed apparecchi»
Candeo A. fn. D., Roma. Auto- per mantenere ca'di gli alimenti,
polverizzatore « Candeo » per solfo- (i).
ratrici. (i). DI Benedetto S. fu O., Catania.
Cantilli C, Bukarest. Machine Pompa irroratrice a zaino (3).
agricole pour semer, herser et rou- Erede G., Genova. Seminatrice a
ler simullanément ou non (i\ pressione (i).
Carpi L. fn A., Poviglio (Reggio Erlweln G. e Marqnardt E.,
Emilia). Corpo di pompa irroratrice Charlottenburg (Germania). Proc.
adattabile a qualsiasi serbatoio (3). pour la régénération dans des rè-
Casall A., Suzzara (Mantova), cipients de Teau contenant des pois--
Sfogliatrice e sgranatrice per gra- sons, crustacés et autres à 1 état
noturco (>)• — Decanapulatrice. vivant (6).
Casali F. e FlgU (Ditta), Suzza- Pahr J. G., Gottmadingen.
ra (.Mortara). Apparecchio per l'a- Giunto a sfera tra l'asta di mano-
ratura funicolare a vapore (3). velia e la testa del coltello nelle
Cctll A., Pavia. Apparecchio ir- niacchine mietitrici (i).
roratore montalo su carro e funzio- Fantoni E. fn V., Torino. Misce-
nante per il movimento delle ruote |a antiperonospora ed anticritto-
del carro stesso. (2). gama (3).
Cereia.Costa P., Piacenza. Ra- parnetl R., Pavia. «Rubigine»,
strello rotativo ad azione contmua ^^y^^^ resinosa anticrittogamica
^^\^'' »u n?*!? *" o^*^'''^'c u,-^n« 1., «i insetticida (6).
CerlbeUl I^. Roma. Selez one elet- ^ ^ S^^
trj>.magnetKa dei mater.ali leuc- (^,^„J^^) tenaglia per castrazio-
t feri e di sanidino (1). \^ . . . ' •_; /. ° ^
Chrlft L. e Megner A.. Merchin- "«„^^» ^r^^.\'^' v f
gen (Germania). Macchina per ta- P^^^" *^''^"*'- ^''T ^P/f^^S'^
Kliare le spighe di grano dagli steli a base di sangue animale (6).
nel campo, (i) ..^•»«'"«'' ^- Augsburg (Germania
Ciarle! D., Foligno (Perugia). Maceh. impastatrice per il burro (3)
Dischi per l'estrazione dell'olio d'o- Flemming R., Prettin a/E. (Ger-
liva in sostituzione dei fìscoli o mania). Proc. per distruggere i pa-
sportine. rassiti degli alberi e della vite e
Colmégna S. di F., Como. Fusto staccare la scorza di piante vive,
speciale per la conservazione del (i).
vino. (1). Fralpont E. di A. e Bonzi G., A-
Constantinescu ion V.. Bukarest. lessandria. Farina di vinaccioU
. iSOe al 15 liov. 1907
Dielassata per alimenl
Fral'pMtE. di A. _ _
S., Alessandria. Farina di v.nac- KMcrcr H., Vienna. Mélange
cioli melassata per alinirnlaz one pour comballre les maladies des
del besliame. plantes. (6).
Finbi A. e Fochi H., Ginevra Kcndrick vaà Bill MunUcturlng
(Svinerà). l'roc. de (raitement elee- Conpanj', Dtnv-er, Colorado (S. H.
irique de$ planies pour dflruire le A.). l'erlr/iona menti nelle lal-
phjlloxira el uutres parasiles. (,i). ciatfid. (s)-
Gamberi ti. F. fu F. Ca.rè Kl.iig U., Heimsladt tladm.
(Cuneo). Scuoi i-pa glia' perlezionatj (Germania), l'iège ù réglage aulo-
applitabile alle trebbia Ir id,'. (i). matiaue. (6t.
Uandll E. Valdunu-, Copenaghen Ktucgl K., Btbn J. e Gelb S.,
Macchine per mungere. Budapest. Machine autoniotrice i\
Giaaccl L. In A., S'gna (Fi- travailler et en^emencer la terre
renir). Nuova disposiìione di poni- (b).
pa per liquidi anliperospor'ci ed Kanlck G. Proc. d'homog^néi-
inspiiic:di. (.)). sation du lail et aulres gubslances
GtrDlall !■., Bologna . Apparec- contenanl en suspension de la gra-
chio speciale per la pulitura di semi isst ou un corps diUérent. (fi),
da applicarsi alle trebbiatrici per KuDtl E.. Marsiglia (I-rancia),
semi minuti. (3). Treuil ù moteur mobile et plus sp.^-
GcImI O-, Basilea (Svizzera), dalemenl desliné au labourage A
Charrue ì\ moleur. (3). distante. (1).
Gelici O., Parigi. Auloniobile a- JoU A., Zurigo (Svizzera). Mu-
gricole combina en vue des iravaux [ino combinato con apparecchio pr
de labourape. (3)- il trituramento e la macinazione spe-
Glllle* A. Gpelong Victoria (Au- cialniente ad uso agricolo, (i).
slrulia). Imboccatura perleiionata LadJInU T-, Tunisi. Tonneau
per coppe pneumatiche per mungi- pour l'alimenlation des bestiaux,
tura. (6). volaille*. e(c. (li)
Golia 8. fu P-, Slornarella {Fog- LardlntricPlgctHi J., Daverdi«e
già). Equilibratore per macchine presso Vellin (Belgio). Eleveuse de
mietitrici. (3). «ussins. (i)-
GrMio A., Torino. Irroratore La*wda P. fu A., Breganza
dopp-o smontabile «Esceisior» ad (Vicenza). Movimento o due pres-
eflelto variabile nella angolarità dei sioni con bracci liberi e spine
geni e soppressione a volontà di stabili e con bielle irrisallabili per
uno di essi. (i). toichio da uva. (3).
Gnmdinaiu M., Wurzen, Sasso- LiMarliil P.. l'orto Valtravaglia
ma ((■ermama). Macchina spargitn- (Como). Nuova pompa irroratrice
ce di conc-me per calce e concime (uniionante a pressione -"-n,-!,. H^ii:.
arlificiale. (6). „ v.^^^ imiia n (i).
_ Gaudalùll'A. I. B. e Vucovlnl \TÌL^ m.. i-in,
I per la distruzione dei bruchi
LI OolH M., l'alenno. Slaccio
jer erbaggi, frutta e legumi. (1).
nr, mr„ neiir v,„ e in a .re ma,, ^'■'' "^^ « '«e-bey O. Duisburg
"e (3) '*"'"■'" ((iermaniu). ..Allrapemou-
Harimann J., Ujverbàsz (L'nghc- '^*'V"- *''„ . - ^ ■ vt
ria). Disp. scaricatore della poltere »■«""'• C. t> C, Catania Nuo-
per le trebbiatrici (1). **'' "■'8'"'.° oper-"w= a rotatone
UauplTltftd B-, Bruckhausen. per aratri mcscilori Uf,
(Germania). oTile pour la récorie Magyar A.. De Bir^Mff T. e
des fruits (1). TJrtk J., Budapest. Perf. dux char.
HanUMuiB C, Uhibach presso nies. (i).
Stulfert (Germania), Sopporti me- MarOBe A., Torino. Appareil \
lallici per vili, (i). marche continue pour la clariRca-
Jìrevdii d*inttnzione
tion des vins mousseux, sous pres- apparecchio rincalzatore di terra« ^
Sion d*un gaz inerte et à Tabri de stema Fratelli Pari. (3).
l'air (6;. — Procede de clarificalion Pcratti O., Cd'atìca (Brescia) Li-
des vins mousseux sous pression quido Perotti per combattere La fi-
d*un gaz inerte et à 1* abri de lossera. (3).
l'air («.). Pira A. fu F., Monfortc d'Alba,
Martim W. E., Stamford. Lincoln (Cuneo). «Miscela Pira» preparalo
(Inghilterra). Perfezionamenti nelle contro (e malattie crittogamiche dei-
macchine per rivoltare latera'mente la vite. (2).
i raccolti e formarne manipo'i, e Priadic W. A., Merìllan, Wlscon-
nfgli strumenti o macchine si- sin (S. U A.). Nuovo attrezzo a-
mi i (6). gricolo orticolo perfezionato. (i>.
Marzocchi FraftcU (Ditta). Mez- PiUiid E., Magliano Sabino (Pe-
zolara (Bologna). Disposizione mec- rugiaì. Pompa irroratrice sistema
Tanica di alimentazione automatica « Pulifici » per irrorare le piante
e di prima battitura nelle trebba- con i liquidi polverizzati, ecc. (j).
trìti da risone- (3). Rabotfl Gm Mede (Pavia). Erpi'-e
Maycr G., Oflenbach ^[Si (Ger- livellatore per le seminagioni ddle
mania), app. automatique pour af- risaie. (3).
fùter Ics méches américaines. (5). Rabwl G., Sartirana Lomellina
MeUchar Fr. (Ditta), Brandeis (Pavia). Sarchiatrice, sovesciatrice
a/K (Austria). Macchina semina- per risaie (3).
triie (6). Hcoaca C. E. Oberhomburg, Ix^
Miet E., Carisruhe (Germania), thringen (Germania), e Grciaer io-
Proc. pour la destruction életricque •«?*» Londra. Outil en forme de
d'insect, cn particulier du pfiyllo- h^he pour le travail simultané du
xcra (6) so! et du bois (6).
Miglioretti G. fu P.. M- ano. RiMidi F. e C. (Ditta), Padova.
Prodotto per combattere le ma at- Nuova pressa da foraggi (3).
te dele piante, (i). ^ RUzo V. di G. Mestrino (Pa-
Milui A. fH V.. Conselve (Pa- dova). Suddivisore di polveri ami-
dova). «Ihbert» macchina per la con- cntlogamtchc da applicarsi alle
;.r:=,' =^ s"-^ •°i'sr.."l,].,"Sx iV
Monte. D. e Vi^à G B V^ ^^^^^r^ec^^^^ ^"'^
dagno (\ icenza). lorch.o rotativo ^^^^^^ h. P.. B^ford (In-
'^»««^]"^^M ^r^ . j • t- 1- / ir- ghillerra). Innov. nei veicoli autom.
MAI er H., Fnedr.chshafen (Ger- ^ j^ XTo!zxont per scopi agricoli ed
manta). Disp. pour cuire du lait ou ^jj^. /g» '^ r o
autres liquides formant écume lors Schaper A., Hannover (Gernia-
delourébulhtion. (1). „j^j 3^^^^,^ à soupape pouvant
Nebio.o G. fn L. Tormo. Ap- servir pour la fermentation commc
plìc. di un motore meccanico in ^^^ \^ soutirage (i).
sussidio di quello anima'e nelle Schneider P., Gross-Gerau (Ger-
macchine agricole operanti sul niania). Presse à huile (6).
terreno e nelle falciatrici e mie- Société Champenohi*Rambe«i e
titrici in ispecie. (6). e., Cousances-aux-Forges. Ràteau
NItz G., Stettino (Germania) Ac- à cheval (3).
chiappa-mosche conico o piramida- Spalding Robbim Difc Plongii
le estensibile e ripiegabile. (6). Company Limited, Ix)ndra. Innova-
Paaini e Figli, Modena. «L*E- zioni negli aratri (3).
conomica». Pompa irroratrice a StoU W., Torgau s. Elba. Avan-
grande camera d'ar'a. treno a due ruote per utensili agri-
Pari Fratelli di Leopoldo (Ditta), coli (Comp.vo).
Isola Dovarese (Cremona). Nuovo Strafurini G., CaslcHeone. Treb-
nlasciaii in Ilaliadal IS nov. 1906 al 15 nov. 1907
biatrice combinata alla a bai ter e
frumento, segale, avena, ecc., non
che a sfioccare e sgranare i pìccoli
semi rendendoli puliti (i). — In
nov. nelle Irebbialrlci e simili (t)
TheodM Unrath C«mmudll-Uc
icIlKhall, Vysocau presso Praga
Dispositif pour changer, pendant I:
bre du distribuleur dans les mach!
nes à semtr, pour permellre de se
mer à volante par le haut et par li
bas (6).
Th«B<, Malrcuc • CrrailMcl
(Società), Nouzon. Raieau mécani
que (6).
TorlWU Q., Sere^no. Innov. net
le pompi: irroratrici par viti e si
mili (6).
Twiaa C, Grasse. Broyeur-prea
soir pour la fabricatìon de l'huili
d-olives (O.
ToKtnl D.. Rocca Imperia'e. Se
minatore di grani e concimi (a).
TwI R., Parma. Dispos. per fa
cintare l'apertura di scatole i
" prodotti gastron
II. — Alimenti
iH — PiU da .
Il t àitirii -
iiBw.aiirpandt'^Fiil
grano (i).
Arcanui Llmltcd (Sociatì) I.or
dra. App. perfezionato per la fabbi
dì acqui: gassose e per il loro scar
co pel consumo, applicabile anch
per altri scopi (6).
Bu-aTclU £. e Flercntlal O., Bi
logna. Forno isotermo per la co:
Barbet E. A., Parigi. Proc. d
sulìlatlon et de désuIRtation de
jus sucrés et scs application} au
dìverses induslries de ferment. (6
BatuBgartaer R. di R., Tori
Annunziata. Congegno r
battitori-scuotitori autom
:1 (J).
mburgc
r tes bonbons (6).
8 Brereili d*ìnvemicne
lu)u.dcs naturels ou dans les so- ClMi F., Boblingen. Disp. per
lutions et utilisables dans ics usa- impedire che le fette di barbabieto-
ges de la partie pratique et en la si pi^no troppo entro i diffu-
paniculier pour la production le la sori (6).
podre de lait et Textractloo de su- C— pigair Fraa^aliC ic ptwémJU
ere de jus sucrés. (i)« FiiMtif , Parigi.. Capsule destinée
BJdUuM Clu-. e C. e SUvaagcr à fermer toute espèce de flacoos de-
Prcscnriflg C. (Ditte), Stavanger. vant contenir des liquides, solides
Innov. nelle scatole di conserve (6). ou conserves et principalesnent le
Bliiarri E. di L.» Viterbo. Proc. lait destine à la stérilisation (3).
speciale per preparare piccoli spu- Csiszar S.t Szilagysomhjo. Pmc.
manti in sostituz. delle acque gaz- et dlspositìf pour la fabrication de
rose, birra e congeneri (5). boissons mousseuses (1).
BÌ««B J. E., .Manilla. Proc. dfe DckcMiettl S., Torino. Surrog^a-
prc'paration artificielle de graisses to di caffè (i).
ronieitibles i compo^iiion correspon- Dettecchi E., Torino. Fabbricaz.
dame k celle de la graisse hu- istantanea deiracqua di seitz e di
niijine (15). ^ acque gassose direttamente nelle
BlHM P.f Roma. Liquore Gei- bottiglie comuni a sifoidi. ed appa-
sha (3). — Proc. di preparazione recchio relativo. — Nuovo appa-
della carne allo scopo di conser\'ar* ree. per la fabbricaz. istantanea
la, e prodotto cosi ottenuto (3). delle acque di seitz e acque gassose
B«ck Walter, Prinzenthal, presso dirett. nelle sifoidi e nelle bottiglie
Hromberg. Imboccat. per le nres- a pallottola (3).
se di ritagli di barbab. e sim. (^). Del Prad« y Lisboa Migaei, Ma-
Bordto A. e Fratelli CesUnza, drid. Proc. dextraction de l*huiie
(Ditta). Torino. Macchina per fog- d*olive et autres huiles végétaux
giare le pagnotte nella panifìcaz. en general (1).
(3) De Mattia C. di G. B. Proc.
Breda HalYOr, Berlino-Charlot- per la torrefazione, raffreddamen-
tenburg. Appareil pour le déferrage to e conserv. del caffè natur. (3).
de iVau appllcable aux conduites Diegei D. e la Ertte Caiseier
s(>us pression (óV. FleischkoaserveB Fabrik Aktlea-
BorgstròBi A. n.. Mango (Fin- GetelUcbaft., Cassel (Germania),
landia). Proc. pour la fabric. du Proc. per la fabbricaz. di salsiccie
l>ourre. (lO. e salsiccie in conser\'a, composte
Breker *n,. Colonia s/M. (Ger- di carne, legumi, brodo e condi-
mania). Mélhode de travail et jn- menti, (i).
stal'ation pour la production inin- Diemer G.i Esbly. Barre de le-
terrompue de trempes et de moùts vagc à dócienchement automatique
de hière avec le concours d'un pour la dépecage des animaux de
procède fournissant du moùt con- boucherie (3).
lenant de la colle d*amidon, pour Evangefisti L. fu G., Sant*EIpì-
des brasseries pourvues d*installa- dio al Mare. Polvere da sciogliersi
tion de brass. doubles (6). nell'acqua per la formazione di gas-
Bnliler F. (Ditta). Uzwìl. App. sose (3).
de neltoyage pour tamis animés Fonderia Fratte, Fratte Salerno
d'un mouvemtnt de va-et-vìent (6). ^Salerno). Rullo compressore con
Caimstatter Mlsch e Knetmaschl- voltapasta per gramole da paste
nen Fabrik Caniutatter Dampf'Ba- alimentari (3).
ckofen>Fabrlk Werner e Pfleiderer, Foock P., Berlino. Proc. per
Cannstatt. Machine à nouilles (6). la depur. dei succhi greggi (3)-
Che? L. e H. J. West e Compa- Camberà G. F. fu F., C arrù
ny Limited» Londra. Proc. et app. (Cuneo). Impastatrice «Gambera»
pour refroidir et saturer de gaz la per fare il pane (3.
biére et autres boissons (6). Gianoetti C. fu A. E., Geno-
rilasciati in Italia dal 16 nov. 1906 al 16 nòv. 1907 9
va. Nuova applicaz. della impa- parete Laganà per abbrustolire il
statrice pel primo impasto del!e caffè (3).
semole, alla pulitura e lavoraz. Latscn C, Cleveland, Ohio (S.
del pepe in grano. (3). U. A., App. per filtrare il brodo
Ciobbl E., Parigi. Appareil d'é- (1).
puration de Teau et autres liqui- Le Grand de Mcrcey René,
des (3). Montbellet (Francia). App. pour la
Cìolfieri Ugo di C, Bologna, champagnisation et la gazéifìca-
Mannaia aGolfìeri» a doppio taglio tion eie tous les liquides et particu-
pt-r macello (3). lièrement des vins, lait, ecc. et la
Gnagnl E. fu d Genova. For- stériiisation des bouteilles avant
no moderno «Guagni» per la cot- Tintroduction des liquides (6).
tura del pane, pasticc. e slm. (O. Le Lait (Società), Parigi. I.ait
Hannovertche Caketfabrìk H. malto-diastasé pour Palimentatiun
Bahisen, Hannover (Germania), des enfants ou des adulles conva-
Proc. ed dispositi! pour la fabri- lescents et son procède de fabrica-
cation de pàtisserle soufflée (3). tion (3).
Hirtwig E., Dresda (Germa- Leroux J., Chlmay (Belgio),
nia). Proc. per la fabbricaz. di u- Proc. de préparation du café par
na conserva di limone (6). compression et produit obtenu par
Hatmakcr J. R., Parigi. Proc. cette préparation (1).
de dessiccation des oeufs et sub- LorloU F., Milano. Macch. per
stances contenant des oeufs (6). cilindratura, stampatura, taglio e
— Perfect'onnements dans la des- distacco conlemporaneo per pasta
sication du lait et autres liquides alimentare (3).
contenant de la proteine ainsi que Maardt J. ti.i Hellerup (Cope-
les produits secs obtenus (6). nagen) Processo per preparare il
Heliwig A., Belchatow (Rus- mosto di birra secco o quasi sec-
sia). Proc. et appareil pour la co (6).
préparation rapide de moùt de biè- Maflel G. B. N. L., Torino,
re avec du malt (1). Proc. di fabbricaz. di un surroga-
Kowalski M., Varsavia (Rus- to speciale ed econom. al caffè (0.
sia). Proc. d'épuralion de jus brut MaaUchappll tot vervaardlg.ng
des sucreries A). I?«. 8«l»m*chinei volgeng «- van
KrivAnek 1 KiA«r /u..c«in\ Berkel'i Patent » en van anderc
Pr!L"'Sr'^ Ve.;ulf:Z éiu^^ ^^'''1^"^' ^^"S^.1^" . ^""'^r"^*
roppo ierde o della chiara nella ^'^P^^l^'^ PO"*" «^Jter le couteau
fabbric. di piastre, striscie o bloc- ^'^culaire et rotat.f des mach à
chi di zucchero mediante Paspira- ^*^^2"Cj!i' 'A^"^' et autres (6).
zione (i). ^ Melegatti D. fu P.. Verona.
v—k. D L? / -* i\ir Proc. per la conservaz. del burro
(rf^ì^' ^^p•I^ ''^^ /a^ '^^^ naturalV per mesi dieci alla lem-
^tZu^2 \ ul^'^ ^ inaffiamento ceratura di dodici centigradi (14).
seryibi.e anche per acqua potabi- -^ m^„^, 5, Company. New-York.
li'.- ^^ _ , . ,^ . ^ Proc. e appar. per ricavar corpi
Ingelbrecht J., Lione (Francia), so'idì dai liquidi (lO.
Machine ou appareil pour la pré- Meynien V. e Darrlcan 8., Bour-
paration et conservation du levain ^eaux (Francia). App. carbo-obtu-
par le système de fermeture hy- rateur destine à la conservation
daruhque hermétique (3). rationelle des levains (15).
Joèl A., Zurigo (Svizzera). Modena U., Migliarino (Ferra-
Spazzolatrice per la pulitura dei ra). Appar. per la preparazione del
cereali e Tassort. delle farine (2). caffè (1).
Lafllond J. B., Marsiglia (Fran- Monti 0. B. fu A., Milano.
eia). Pétrin mécanique (^). Macchina per fare acque gasso-
Laganà N. fu O., NaH'. Tarn- se (3).
burlano (abbrustolitoio) a doppia Mouncyrat A,, Parigi. Procède
10 Dreivfti d'inveiizSoiU
pour la préparaiion d'un liquide Saattal A., Tivoli (Roma). Ap-
renlermanl, sous un pelit vatume, parecchio di essiccamenlo per pa-
toua lea prlncipes de la chair mu- sie alinientari (io).
KouVuire (b). Schmitt L., IVaga (Austria).
NUlMB F. O. e Jouen i. A., Proc. pour la (abricaiìon d' une
Stoccolma. Centriluga per il mi- pois pour bcasseurs, absoluknent
Rlior. .del vino, dell» birra, ecc. neutre (6).
(0). SclweUcr, Uqmtt e C.lc (Ditta),
Noiing C, Bruxelles. Procède Strasìbur);-Kòni(;sholen (Cierma-
pDur ren'èveinrnt du produit de nia). Macchina agilalric« a cotort-
lu moulure adhérent aux cylindres na di pressione per sciogliere e
de$ moulins de minoterie et pour rallentare farine rd aUri prodotlì
la d£>{a{>r/.galÌon simuUanfc de c« di macinazione (i).
produit (i). Schacidcr, Ja^acl t C. G. m.
Novello D. e Zamplcrì G., Tre- b. H., Sirassburg-Konigshofpn
viso. Innov. nelle macchine per far i/Els (Germania). Distaccalore con
taglialdle (,i). coclea d'alimentaiione. per ia ma-
PllKhkc H. e Beibimer A. M., cinazione del grano {i|.
Vienna. Appar. per la mallaiione Schrtwdcr J., Goediing, Mora-
ossia per far tallire l'orzo (6). via (Austria). Tanibour iniérieur
Plinalui W., Pietroburgo, l'roc. tFanspoi table pl.-icé dans le cylin-
assurant l'hcrnif licite dcs boilcs dre extfi'ieur de la turbine à sucre
de conserves ci oulres, et maltère et son mode de fonctionn. (i)-
sprvanl h sa r<alisali<)n d). Schratn 0-, Napoli. Conserva
Philipp K., Magdeburg (Uerma- di pomidoro secca (6).
nla). Proc. et oppareil pour m- Sctiwan K., Hainfeld (Austria).
I della
ne. (61. ■
par dilfusion (6). di altri sughi di frutta (i).
RwpiHi L„ UlenclBRBD A. e Sehwtrta B., Windenkoff (Gei-
Andrloi C, Tonno, tiltro per ac- mania). Proc. d'extracllon du su-
''"WV. R.. Sleepy Eje, Min- "g,!^*" w.. RUb«^ M. e Ym.«
""' ,V- ^-y ™- P" .P"- 1.. Glasgow (Scoila). Macchina
I, „.,n,. H.lla m..,r,n«. f^^^ ^^^ manipolare o spianare
Dlrri^pHi c m;i. c..!.,-, '" P^"^ "*"" '^bbrìc. dei pani (6).
Dlia.ll V f.'r' Mil „« P ,. P"' ''' f^l'u-^a àA pane ed altri
Hi wirv. Hi :' t» ; < commestibili a riscajdamenlo e
di fabbricai, di una bevanda ter- _ -■.. ■ i ._ -j^ ^ -
mcn.ala dal frullo dell'arancio in "■^'*^,'1^'^'"*° „-HP''',k^„!?;'^^
modo da ricuperare una conserva '°'^ 'f"!"7 "P">o (Comp.vo).
dei frutto, nonché l'eswnza (z). Società Ilatlua del Forai, Gè-
Riva A., Parma. Metodo spe- "■>*'«)■ '«"""o " piatlaloniia gire-
clale per la conserv. in genere dei *'° ? sospesa con movimento di n>-
produtli chimici ed aliment. (i,). taiione meccanico o a mano ed a
RoUn-Lugloj J., Parigi. "Ma- <^?"'f,''" °' "'""'■a ad a.iezza va-
chine rectiligne à mouvemenl con- "abile, per la cottura del pane (j).
linu i. fiiire les plaqueties ou lin- Soclell Parmeate per la ItMr.
gols de sucre avec son dispositif delle coaterve allmeHlarl (Parma),
de démoulage (i). Gelatina d'uva concentr. nel vuo-
RlettK W.. Basilea (Svìzzera), lo. Pura. nonché agli aromi di
Proc. per la preparazione di una cioccolato, cacao, vaniglia, menta,
farina per castagnacci (i). cedro, arancio e simili (6).
Rntlen L., I.ierre (Belgio). Proc. SocMII MBllalrc da twilerai-
perlect. pour la sléritisalìon el la leu Integrai, Parigi. Transforma-
conservalion du poin et boìies fj). leur biologique destine b, l'epura-
rilasciati in tlalia dal IS i
tion des eaux risiduaires conle- tìonc di prodotti olimenlari solidi
nani des niatiir«s organiques (6). e liquidi (3).
SoDHè e, Miluno. Impaslairi- Van U. A. Emmerich a/R (Grr.
ce SoinarÈ per iuipastare biscotti, iiiaiiiu). Appar. per la torrefazione
pane, paste alimenlari e auaUìuM del caflè malto e limili {Comp.vo).
altra materia per la quale occorra Vcadcnimla V., Bari. Macch-
U11 impasto energico ed unit. (i). per ta fabbricaz. automatica del
Stuf R.,_ Poseo (Germania), decollo di carte dal caffè crudo,
Proc. per ricavare in (orma di denominata «l'anta pela » (2).
polvere secca dagli umori come Vlal E., BiuKelle:!. Ciarìfìcation
san|>ue. latte e simili. 1 corpuscoli des caux de villes pour les rendre
solidi contenutivi (ti). potables (3).
SUBcn C, Vienna. Proc. per Von K. F., Regensburg (Ger-
ricavare dalle barbabielule, senza mania), e Junger h., KoeniKhl
l'impiego di acqua, sugli! zucche- Weinbcrge (Germania). Diffusore
. rini purissimi concenlrali e residui per barbabietole od. altre niat. (li),
ricchi di sostanze nutrienti e pò- Venula N., Genova]. Filtro di
vere d'acqua (fa). pietra a depurai, multipla (3).
Sili» N. H.. landra. Pcrfez. Watlne F., Stavunger (Norve-
negli apparecchi carbonalori o ae- già). Dispositivo di apertura del'e
ratori di liquidi (6). scato'e per conserve (6).
Stacchi e C. (bitta), Mi'ano. Webrte O., Emmendingen, Ra-
R Sbramino detto il 'traversai u den (Gerniania). Armnt. per spcir-
form^lo di matlonelle fatte' con zare e rimuovere i residui dì mal-
pezzetti di sughero compressa per lo, composta di coltelli fissi e di
modo che le mattonelle stesse la- pale girevoli interposte debohnen-
vorano in senso perpendicolare a te curvate (61.
quel'o in cui avvenne la loro coni- WclohoM E. A., I.ouva'n (Bei-
prensione, sistema Telesio (3). gio), Appareil pour le lavage des
Sudali S., Milano. Nuovo satu- gralns, etc. avec séparalion dea
rotore istantaneo per produrre be- impuretés d'un autre po:ds sp^rì-
t-ande (;axose (2). - Nuovo sifone tique que celuì de la matière la-
idropneumalico per acque di selti vee (3).
e bevande gasose in genere (1). WcilllDanil N. J. H., Malmh
Tavcmlcr A^boate Edouard, (Svezia). l'roc. d'am<!lioration et
WcN Daniel e Salomon AlpbODM, purificaiion du caf£ (6).
Putcaui (Francia). Nouvelfe ma- Welter C. O-, Schwerin (Germa-
cli'iie ù fabriquer le chocoiat (1). nia). Filtro per l'acqua degli im-
Tlbilctll a. fu L., Milano. For- pianti di condottura nelle case (1).
no doppio econonilro a fuoco con- Venezia M., '- ^- ■- -"'
tinuo iier cuocere il pane (1). pietra e di
Tennulol V., Milano. Applic- Wirlfa
industriale per ottenere le paste nla). Proc. ed apparecchio per la
alimentari in diverse forme, tran- preparazione e la conservaz. dei
ciate, compresse, pressale e stam- prosciutti cotti (d).
pale (3). - Applic. di venti at ori Zanardo U. B., Roma. Proc.
mento delle paste alimentari, con mento a scopo di ozonizzazione dì
disposizioni speciali in qua'siasi liquidi mediante eletir. statica (ti).
locale (3). Zaretiky W., Londra, l'ror. et
l'iplaìii C, Roma. Proc, econo- appareil perfectionné» pour classe-
- Arie uinerakia a pkodvzi
E DI METALLOIDI.
i - Ti •mummia di m-ii-ah nl.alli
■fiSi — fnnliiiimr drlla /*«a, lUt
m, ttrIKvMìca <<<n <-,lalli - Kn^itt-
h-oiiaflailica — Lrgki m.lailii)u.
enti nelle relle dei forni pel tral-
mento dello zolfo (i).
CapMC F. e MmicM R.. Rom.-t
uovo (orno per l'fslrazione e pu-
ìrazione dello zolfo (5).
CwIbdU F-, Roma." Sezione
■tiro-magnetica dei molerìali
jciliferì e di sanidino fi).
ClaTtM Adua, Londra. Dispo-
if de r^g'age aulomulique pour
ur i. soufre. (6).
C«w^-Crie« Sbcrird Otb*ni,
indra. Perfect. duns la produ-
lon du cuivre par dfpAt é.eciro-
tique (h).
Crìipo D., Anversa (Be't^iol.
sWus cu"Te''ux!™(s)." """'
LuralSlB MaiM b., Caltanissel-
. Forno ricuperalore dello in'fo
e si disperde sotto forma di ani-
ide Milforosa (1).
CnrU C, Milano, rerforalrlre
De BmL ' a."'^ Skkw V-.
'ynn Londra, rerfertionniments
ins le traitement des mi nera 's
ilfurés niijctes (ij).
Dcncnge E., Purif;!. Traiie-
>nt dcs minerais de zinc (11).
EdlMB O .H. S. L.. landra.
>parec. per la scparaz. dei nia-
■\a.'.i lege^rmenCe magnetici dal-
^cklTMlaiu O. ■. b. H. Rem-
leid-lfaslen (Germania). Pror.
ossidi melai lioì nella produiio-
di ferro colalo (ferro omogeneo,
:iaio dolrc) sul forno a suo'a
veibero) (o).
Fabbri E., Tiziana (Firenie).
«tema per estrarre dal terreno i
Ili di ferro che vi sono siati =n-
idolli per (ormare dei pozzi arte-
FaMan) F. di Tito, Spem (Gc-
Hlasciati in Italia dal 16 mv. 1006 al 15 nov. 1907 13
nova). Nuova lega metallica de- Herreiuchiiildt H. L., Parigi,
nominata « Metallo Irir » (i). Proc. de traitement des minerais
Fauck A., Marcinkowice (Au- antimonieux (3).
stria). Perforatrice per roccia (6). Kello Penrhyndendraeth M. I.t
Fonderia Milanese d'Acciaio, Mcrioneth (Inghilterra). Innovaz.
Milano. Trasformazione diretta nelle perforatrici meccan. (6).
della ghisa in acciaio o ferro o- KJellin F. A., Stoccolma. Proc.
moaeneo, operata nei convertito- e forno perfezionati per la ridu-
ri A). zione dei metalli o metalloidi dal-
Franke R. e Gflnthcr E. EsV le loro combinazioni (6).
t)en (Germania). Procède et appa- Kflhne K. A., Dresda (Gernìa-
reil pour Toblention du soufre (15)- nia). Proc. per la produz. o iso-
Frlediielm E., Parigi. Perf. ap- lamento di metalli, metalloidi e
portés aux moyens employés pour loro leghe (1).
effectuer des dépots électrolytiques Jacobs P., Maréchal H., Rouf-
métaHiques sur parois ou moules fn^ e. e Haardt G., Bruxelles,
creux (3). Proc. d'application directe de mà-
Frith W. Frederick Lowndei taux sur d*autrcs métaux notam-
Londra. Procède perfectionné T>our ment sur le fer, la fonte et l'a-
raffiner ou recuire l'acier et les au- cier (6).
tres métaux (i). ^^ , _ ^ JnUien e Desiose (Soc.). Le-
Gathy J.. Mons (Belgio). Proc. vallois-Perret (Francia). Proc. et
pour la metallurgie du cuivre et gppareil pour rendre homogène le
du plomb. (i). ^ . _^ ^, cuivre électrolytique (3).
tfanntlett F. W e la Sherardi- j„„,„ ^ I^arigi Proc. me-
zing Syndacate, Limited, Londra, lan^rgique et électro-métaJlurgi-
Proc. perfactionné pour déposer /extraction du cuivre de ses
les combinants des métaux sur ^jinerais (3). — Proc. méla'lur-
d autres métaux ou objets en me- ^j^^^ ^^ éìectro-métallurgique d'ol-
taJ (6). „ _ . - T j •! tention de cuivre pur (3).
chaufte o^Ia fS des'^b e s T^" P^<^- «l'é'ectroly*. pour l'ex-
,;. •;, _„. j. "i,„u.., „,^.'.:,„ traction de» métaux de leurs im-
par 1 influence de chaleur produ.te ^^^^j^ ^^ ^^ traitement de déchels
par combustion (6). ^^_ ^..:„-^ „„ «..;,,,-* «.... /,\
^ Ginther E. e Franke R.. Eisle- '^^^.^"l'Ll ^"^^'^ P"' ^'^- ,
ben (Germania). Proc. d'extraction Lamargeie C., Roma. Perfez.
du soufre (6) nella cementazione del ferro e del-
Gntehoffnnngshillte Aktlenvereln l'acciaio (3). . , ^. .
fflr Bergban nnd Hfittenbetrìeb, ^ Lm»> H- ^-^ Cleveland Ohio.
Oberhausen (Germania). Proc. et (S. U. A.). Proc. di riduzione de-
disposilif de chauffage des queues gì» ossidi di ferro (15).
de coulée des lingots en acier (i). Le Gallai8«Metz e C.le (Soc.),
Heberlein F., Ix)ndra. Procède Lich (Gran Ducato di Lussem-
d*agclomération des minerais de burgo). Proc. et appareil pour l è-
fer et de manganése pulvèrulents. puration des gaz de hauts-four-
de cendre de pyrites, poussiéres de neaux (5).
haut fourneaux et produits ana!o- Leoschner C, Friedrichssegcn
gues (15). a Lahn (Germania). Proc. elettro-
Herman e C. (Ditta). Anversa magnetico di separazione ad umi-
(Belgio). Machine élévatrice pour do dei minerali (1).
opèrer le chargement des mine- Lombard E., Marsiglia (Fran-
rais ou d'autres matières, svste- eia). App. pour la fabncation de
me Park (i). — Perfectionné- soufre radine en fleurs dune ma-
ments au machines automatiques nière continue (q).
;*. chartr^r es minerais, systeme Luserna di Rorà E. fn Vittorio
Park (i). e Lucchelli G. di Gerolamo, To-
14 lìrtrttti J'ÌHtttuhtie
riaa. Nuova «aldatura per «'liuni'
Qto e sue leghe (3).
Hala^taa L. e Fa^tfin A..
Gcnoia. Suova lega meuUica de- Ptnt^-LWjà M,, I* Tréport
nominata uBronzo bianco» (1}- fE'rancia), Uu4»tt A. M., Parici.
MucUaesbam ■ AbsUII Bk«- ÌVoc. pour l'eilraction éleciro iih
toUI. Kalk, Colonia (Germani;.!, que de» métaux (1).
-Appateil pour la commande des PelcriMa A. i., Alby (Sve^a).
lab:es à KFcoussei (6). Proc. per l'esecuzione di ridiuio-
MuctalKabii • AwtaH !!■■■ ne Tnelallurgica e fusione in via
baUI. Kalk. Colonia >^,'R e Metal- eletirìca (6).
larglKke GeMlluhalt A. C a PlaccaU^ A. lu fi., Taranto
netti ed accessori di niacrhi-
ioKK»"i = sfregamenlo (4).
Ihjr A., Erkelcni (Cermania)-
pour les soiidages i grande
)ndeur (6).
igaletti A. di O., Trabia Soni-
no (Caltanissella). Forno «Ri-
tti» ad irradiazione dì arii
I, per il tratiani. degli sierri
ininrrnle di Jtolfo (.1).
ivlire L., Parigi uEm|do: de<
claves en méta Ilo rei e pour Ir
tment des minerale (3).
I'<>ur amovible à bsivule
la fu*ion de l'acier el aulres
lux (Comp.vo).
ilbtBbvrK H., Londra. Perl.
melodi ed apparecchi per la
lyder F. T., Òak Park, Ilii-
(S. U. A). Proc. et appareil
rcs au traitement des minc-
. iKDéliqup des minerais (6).
«rerj B. C. C, I^ncaster
hillcrral. IVrIect. relatifs au.t
line» de d.'i^aRrégalion, lava-
ci cnb:age (6).
■■crbrer W., Cunneredorr
mania), Proc. el appar. pour
cbmMt F. bamplkeucllabrlk
Igaicdcfluiung der Sutfcr-
r Adita ItlaKbiacBfabrìk n.
iglcuercl vorma:! Uerannit e
1. Halle n/S (Germania). Pro-
j ppr roltegare iniimamenle
o simili con un manlelio o
una fodera di rame, oliane,
ibo od altro metallo o con-
rilasciiiH in Italia dal 16 »ov. 1906 al là noi: 1907 15
temporaneamente con un mantel- (Budapest (Ungheria). Proc. pour
Scbwart A., New-York. Proc. Tiylar A, Londra. Pertec. aux
e impianto per concentrazione di secoueurs ou app. pour concentrer
minerali (6). et Javer les matiè: es minérales (i;).
Slcneu e HaUke Aktlea Ge> Thlrol Adolphe-JwufHuIe. Mi-
Mlbcball, Berlino. Dispositivo per gc LoaliAaguMv detto Noagnler,
la verifica di misuratori di corren- Avignon. Vaiicluse (Francia).
le alternala ds). - Proc. per la Proc. de régénération de l' ilee-
produuone detttoliticn di zinco trolyse servant à Textractlon par
metallico m forma compalla me- voie éleclrolytique du cuivre con-
diamo l'elettrolisi di soluiioni di tenu dans Ie5 vieni bronies (i).
solfalo di lineo senza luso di dia- Thlrol A. Jean M., Bourges e
framma (ij). Mage L. A., deito Nongnier, A-
S*ckli UMioii degli alti tor> vignon (trancia). Proc. de pro-
Bt, londerìa, acciaieria, terrieri duction élecirolviique de l'éiain
hGI*. Asdrca Urcg«rliri«, Lovere niétalliuue pur, ;^hérent el cohé-
(Bergamo). Proc. per ottenere reni (3).
Khisa di altissima resistenza per Ttxler A. Billancourt (Francia).
artiglierie (cannoni e proietti) • iVoc. pour l'cxtraclion du ruivre
pn^otlo con esso ollenibi e (3). „ d'autres mélaux des résiducs
81K. ABWfyMe d'EipMIallOD jes pyriies grillées qui en renfer-
dea Brtvet» CaMI«4 A. Bafllot. meni (6).
rarljji. Perfectionnemenis aux ap- Tropenai Atcìaodrc, MonUM-
pareils métallurgique» à veni mar (Vrancia). Proc. de produc
soufflé (6). lion d'acier en" peliles masses (1).
Soc. ABOnyiiie d'Etnlei Eie;. Ubaldl G. B., Roma. Separato-
trochlnilqae*, Ginevra (Svizzera).
Pcrfeclionnements dans le traile-
inent des minerais de plomb et
pour d'obtenlion du plomb mé-
latlique (8).
Soc. de Coattrnclloo Micanl-
qaei d'Alali (Francia). Machine
à agglomérer à doublé compre^-
sion simultanee, A action direste
et régulaieur hvdraulique (6).
SoDBlecbDcr O., Vienna. Cri-
vello a scossa pel trattamento dei .
minerali con superficie I
scanalala (6). l'aiuto della core busi ione di una
Solo Ma^aav F., A^ilas (Spa- parte del solfo, e per ottenere l'a-
gna). Proc. chimique méta.lurgique cido solforoso in una forma adalla
pour tirer profit des calamines ^Va fabbricai, dell'acido solto-
pauvres moyennant l'cslraction de rico (i)
Icur zinc ù l'^tat d'oxvde (lO- Vacblcr 0. di S., Catania. Nuo-
Storev Chailci Blodci Cever- vo apparecchio per la eslrazione
dalc, Lancaaler (Inghilterra, e dello zolfo dapli sterri zolfiferi, a
Waachope Joba A., SchuII (Irlan- mezzo dell'acqua Boprar:scal.
da). Bhroyeur de minerais (ti). data (,1).
Sir*yckl S., Varsavia (Russia). Wlel E, Rennes (Francia). Pro-
Adaptation des fours Marlin ordì- ciiè et apparci! pour l'oblenlion
naires au procède de fusion de par riduclion do leurs oxydes ou
Tarier d'une manière continue fi), de leurs coniposés, de tous mélau:t
Sitrmay 1. e VOB KoCerlch L., «t alliages, en particulìcr de l'a-
re elellro-n
lagnelico a
1 movimento
elicoidale e
^a prod^uzij
ine continua
per separa
i poco ma-
f-netici da
non magne-
"■VS-..
0., Alta-
/illa Irpina
fAvellino). 1
Metodo per
la polveri!-
zazione dell
0 zolfo. Pi
roc. e forno
ner separai
-e per fusi
li h).
one lo lo'fo
Urbaieh
0., Firc
per separar
Il solfo dei
: la fusione
minerali i
sollorosi col'
. du magne- tamenle dal iiiinersle di zolfo l-.
■ (})■ Wotokl W, Schodnica. CaìUi
Metodo ed (Austria). Appare!] à forer à a-
di solo su- grandes profondeurs (g).
ME DEI METALLI, DSL LEGNO E DELLE PIKTKE.
•lUrui — Mimtlt t midagiù — Bmiitara, vtr-nniatmiK
a dti mttalli — ColltB^tntu rfi* mtlalli am mtlalb r (.1
mi t dtUe fùlr, —' M^uchimi fa icnUnra.
I, Torino. Pro- nia). Machine à lailler les rouf
alluminio puro deniees, notanini«)t Ics rours. —
o per la fab- Machine à taler les roues deniff^
per cucina ed notaniment les roeus coniquesfbi
e a lefhe con Baicoal L., Milano. Innot^,.'
"fi mezzi e proc. per la forma'
«Brlk Gontea- e fusione degli elenienli radiatori
GontCTischwii di Rhisa (3).
ouple d'alumi- Bané J. B., rarigl. VL« pouf
lur sa fabrica- boi« de \\t (3).
. u... ^ Bateliekr J.. Londra. Innova/
Mi MUl Cobi- negli arcolai per avvitare lubi
Proc. et lami- flessibili (6).
es fers nrofilés Baad E., Villeurbsnne fFrait-
(1). - Perfecl- eia). Perfect, dans la fabricntion
„ .. , . des bagues de joinis métall. (1).
Fabbrica j an- Bclloil E. L., Milano. Pro<^s,.o
I orino. Alo- p^, ig coloraiione inteerale dei
tipo ..Aquila n,„rini (3).
iil»i.^ r^ ™ apparecchio per a (uc natura
hi^a^nn . = P^*" '" pressatura, tranciaCat
.•»JHri>.,''r»'' 1 sagomatura ecc. dei metalli e di
r a U ìé ro l"^'*'"'' "-«'^rì-le 0)-
'iravi'd ime- ■"«" *"■ Losanna (Svi«era).
Lime i dossier, perreclion. (i).
Tegcl (Berli- Bernard C, Nantes (Francia),
cation de tu- Machine à serlìr (3).
la presse (6). BofiW FrUdll (Dit(a), CanliV
nctloai méca- (Como). Dispositivo per macchine
Duceminnn e dn Tare i chiodi a lorma appun-
Mùlhausen, lita piramidale (3). — Innov. nella
Proc. et di- fabbricai, meccanica dei chiodi a
nande de ma- Rambo quadro piramidale da le-
:ia1ement ma- g"" o ita muro (3).
). — Ate'iers Boltri Fralelil (Ditta), Milano.
leronigueo ci- Nuova fucina portatile o fissa (4).
Nardin Geor- Bonarda G. tu C, Roma. Nuo-
azia (Gorma- vo materiale ra-pantc per la pulì-
ì
rilasciali in Italia ilnl 16 nov. 1906 al lo nov. 1907 17
tura, raschiatura dei metalli, le- Catelli G. di Q., Camajore
gni, pietre, cereali, ecc. (3). (Lucca). Sistema pei; la segatura
Bono, P., Torino. Maglio o e lavoraz. del marmo e delle pie-
martello meccanico regol. (3). tre mediante Turto prodotto da
Boatenakels P.f Heerdt^. Dus- rotelle dentate giranti (15).
seldorf (Germania). Macchma per Chamband A., Parigi. Metal à
praticare buchi oblunghi ossia fes- base d*aluminiun (6).
sure (lì. Charles A., Worcester (Inghtl-
Bonvinaln P.» Parigi. Presse terra). Perfez. nelle macchine per
Kydraulique à mouleur (6). — fare chiodi, bolloni ed articoli si-
Machine pour assembler et demot- mili, o per fare le teste agli steli
ter les moules de fonderie (3). — delle viti (i).
Presse hydraulique à mouleur (3). Chemlscn - Technlsche Fabrik
Bonvlilaln Ph., e E. Ronceray, Dr. Alb. R. W. Brand e Co. G.
(Società) (Parigi) Proc. et appa- M. b. H., Char!ollenburg (Ger-
reìl pour le moulage des pièces à mania). Proc. per la produz. di
grande saillie {2). una marmorizzazione del marmo
Borgmann Wilhelm (Diissel- ed altre pietre in generale, me-
dorf (Germania). Congegno di ri- diante la colorazione in diversi
cambio per quadri d orario, car- punti, senza l'impiego di mezzi
telloni da listino, prezzi per trat- di copertura (i).
torie e simili tavo'e con diciture Clamer A., Amburgo (Germa-
a caratteri e , numeri ricambia- nia). Proc. e macchina per l'ar-
bili (i). rotatura automatica di perforatori
Brackenburg H. I., Newcast!e- a spirale (.^).
on-Tvne (Inghilterra) e Tlemey Climax P. Limited, Manchester
J. W., Ashlree, Surrey (Inghil- (Inghilterra). Perfect. aux outils
terra). Innov. relative ag'i uten- percuteurs à mains, marleaux mé-
sìli pneumatici di oercuss. (6). caniques et autres. outils analo-
Brejcha J. V., Neudorf ^Ger- gues actionnés par l'air compri-
mania). Machine à enchdsser les me (6).
riìalières dures (i). Conti V. G., Roma. Iniez'one
Brejcha J. V., Slrassburgo, Al- di sostanze antisettiche nel legno
sazia (Germania). Proc. et appa- mediante la circolazione dei bagni
reil.pour le forage des trous (i). di vaporizzazione e di assorbl-
Brlan C.» Genova. Nuova chia- mento (1).
ve «Rap'd» oer chiudere ed alien- Conti J. T. F., Système de ron-
tare dadi (i). del'e de sureté empé {\).
Briede O., Beurath Dusseldorf Costa G. e Girando E., Torino.
(Germania), Proc. et app. pour la Macch. per allicciare le seghe ^V
. formation des tétes de rivets et Conlois G. F., Parigi. Machine
autres piCces analogues (6). Proc. à poncer et vernir (3).
de laminage des tubes sans sou- Crawford R., Parigi. Proc. de
dure par élira^e des b'ocs creux fabric. de tubes en bois durci (6).
(0). Crittail F. H., Braintree (In-
Brown J. H., West-Hoboken ghilterra). Machine à fabriquer le
(S. U. A.). Perfect. apportós aux metal dép'oyé (6).
appareils servant a enrouler les fìls Cnmmingg Machine Ccmpa y,
m^talligues (6). New- York. Proc. per filettare a
Bunning G. E., Delveen, Qucen- vite i tubi di metallo e meccani-
stand ([Australia). Barre metalli- smo per ottenerlo (6).
que mortaisée pour la fixation du Dandcr O., Konigsberg (Ger-
fìl de fer formant c'òtures (6). mania). Macchina per lustrare il
Carro R. di G., Spezia (Geno- legno (i).
va). Macchina e proc. per rime- Dedltlns C., Friednau (Berlino),
scolare ed elevare liquidi e m'scu- Proc. per l'impregnazione del le-
gli d'acqua e arena e simi'i (1).. gname (i).
ASMUÀRIO SCIEKTIJrtCO XLIV, ò
=.-r?s
fÌ!i.V"S>.
rilasciati in Italia clal 16 noi: 19()6 al 15 noi\ 1901 19
t I J-i
4 - > •>
'ect. dan les tours aii'omatiques
.andrins multiples (6).
rossweiler K., Vienna. Perfcc-
jrtés aux mairices d étirage(x ).
Ilbrel C. (Ditta), Gotha (tier-
^ *_ _ *^ia). Manteau à pedale (6).
*- r-r.r ,yj|fnlerl G. G., Mi ano. Inno
, ■ oni nel a fabbricazione m^'cva-
' " , i delle lamine per striglie da ca
• - . «- * o e simiii (3). — Impiego ai
j. * Tm"- lina o foglia metallica per ri-
- ^ - tire le parti in legno o di al-
'-.^*^"- inateriali isolanti degli appa-
. * jr *'- -chi per i luminazione e'ettrica
■- utte le applicazioni elettriche in
•!> .^nere (2).
. . :r Outmann A. Actiengcsenschaft
i-rr Maschioenbau, Aitona-Otten-
-. /••! (Germania). Proc. et instaKa-
^ '- ' »n pour évacuer la poussiére pen-
•*-'■ nt le décapage au jet de sabe
ii»' ì locai clos (6).
.^ ..^ Hansen J. Morlstou, Pittsburg,
-^ a. (S. U. A.). Pro?, et appa-
ia »il pour forger des roues metal-
.,. y-ques en partant de flans polygo-
,\,,-aux (6). — Proc. et appareil pour
.. JJ -, A fabbrication de roues méta li-
' I^l jues forgées (6).
' Tcr Hasenkamp Lncas P., Heerdt
„_ (iermania). Dispositivo per pro-
**ì^'lurre matrici da getto (1).
Heinifch Valdemar R. L., Fu-
j?!ebakken, Frederiksberg presso
^^ pCopenagen. Proc. et machine pour
. . - la fermeture de tubes remplis de
^ ^: "* matières diverses (6).
tL^^ IIelb«rgcr U.» Monaco Baviera
^^;,;?' (Germania). Macchina elettrica
^ j j'. per saldare catene (3).
'\ y Hcnschei e Sohn (Ditta). Cassel
, (Mi (liermania). Pressa fucinatrice
per la fabbricazione dei dadi e si-
nii'i (6).
Herbert A. Kehilworih (Inghil-
terra), e Vernon P, V., Penvorn,
Coventry, Warwick (Inghilterra).
Perfezionamenti nei torni e mac-
chine, utensili e simili (6). —
Perfezionamenti nei toppi dei tor-
ni (b). Perfezion. nei movimenti
conduttori di macchine a fresare
verticali e simili (6). Perfezion.
nelle teste a cunei o sopporti,
per le macchine a filettare (6).
Perfe/. nei meccanismi d'avanza-
qicrito per torni automatici (6).
r 3r
'V*
l'X* '■
fi.
■ ■ \^r
li"!
i
Herbert A., Kenilworth (Inghil-
terra), e Milburn J., Coventry (In-
ghilterra). Perfez. negli apparec-
chi a tagliar viti (6)
Herbert F., Uirtiey (Inghilter-
ra). Machine à conlectionner les
moules de sable (6).
Heynau H., Dotzheim presso
W'iesbaden (Germana). Perfec. ap*
portés au.\ porteforets (b).
HoUer W.. New-York, e Frith
W. F. Lowades, Londra. Nuovo
processo per indurire e tenìperare
metalli (1).
Hooker L. E., Binghamton (S-
U. A) e Clowney A. M., New.
York. Metodo per fabbricare arti-
coli metallici tubolari (1).
HQIscnbuftch H., Va sum (Ger
mania) e HartAeld S., Marxloh
(Gernìania). u Coupe-tubes »i (i).
Klapper A., Dittersbach presso
Waldenburg ((iermania). Mario'-
lo da muratore con taglio ricam-
biabile (1).
Klein J., Bres'av!a ^Germania).
Grappa di coflegamento protetta
contro la ruggine (i).
Koepfer t., Vienna. Proc. ed
apparecchio per impregnare, colo-
rare integralmente o immunizzare
legnami d*ogqi specie (6).
Kolb A., Basi'ea (Svizzera). Pin-
ce auxiliaire pour étaux (6).
Jamieson W,. Londra Perfezio-
namenti nelle macchine per con-
nettere insieme pezzi di legno o di
altro materiale (6).
Jamieson W. e Barn R., Lon-
dra. Perfec. dan es machines pour
cercUr les fùts ou barils (6).
Jeanrenand E. e Cransaz A.,
Losanna (Svizzera). Pince pour
tuyaux (3).
LampUgnani E., Legnano. Ap-
plicazione alle pia'le di utensili re-
go' abili a vite (3).
Lang A., Carlsruhe (Germania).
Proc. pour l'oxydation et la co'o-
ration de l'aluminium (1).
Lauer B., Pargi. Perfec. aux
mach'nes à tourner !es bouchons
(6)-
^ Lefebvre L, A/'^ervilliers (Fran-
cia). Tonneau mélallique biconi-
que r<^s5stant, indéformable en
qua tre plèces (3).
20
lìreveiti d*inveiìzioìie
Lehaert C, Ober Marxoh (Ger-
mania). Grattoir pour travaiUer
les coussinets de paliers (i).
Loeb I. A., VVorms a/R Germa-
nia). Manico da utensile con av-
volgimento di filo metallico (i).
Lorocb J., Heidelberg (Germa-
nia). App. per saldare seghe a na-
stro (i).
Lovenich F., Francoforte sfSi.
((Germania). Mandrino per coNe-
gare cacciaviti, chiavi per viti e
simili colPalbero di trapanatrici,
tornii o simiU (ò).
Lukacs A., V'ienna. Proc. de
métajlisation, de bronzage ou de
colorai on d*ornements de bois en
relief sans danger de gonfiement
(6).
Land J. G. F., Christiania. Clef
à érrous (6).
Madten P. M. Christiania. Fre-
sa per piallatrici (6).
Mafigi L., Alessandria. Nuovo
sistema Maggi per la fabbricazio-
ne delle lamiere decorate in cro-
molitografìa per usa di testiere e
piedi dei Ietti in ferro e dei mobili
m genere (3).
Magoua d'Ital!a. Firenze In-
novazioni nelle forme per getti e
specialmente in quelle destinate
alla colata di lingotti metallici
(lingottiere) (6).
MalignanI A., Udine. Processo
per la conservazione del legna-
me (2).
Marino Q. e Barton-Wright E.
H'illiam, Londra. Perfezionamenti
nel trattamento del legno da esse-'
re usalo negli apparecchi elettro-
chimici (1).
Martina E. fu G., NapoU. Proc.
per la fabbricazione di pomi di
piombo senza saldatura per guar-
nizioni di mobili (6).
Martinez G. e Cassini G., Fi-
renze. Apparecchio per la lavora-
zione e pulitura degli specchi nìe-
tal'ici (3).
Martil O., Berlino. Vaso di le-
gno con fondo superiore sagoma-
to obliquamente (1).
Masti C. Roma. Macchina per
fabbricare tubi di getto (3).
Meialipapier, Bronzcfarben-nnd
|$l{it(nietal-Werke vorm Leo Haen-
le, E. Sclioa, Lindner e Voit» vmà
i, H. G. m. b. H. Monaco» Ba*
viera (Germania). Manlio a cusci-
na d'aria con dispositivo per la
battitura di metallo laminato (15).
Me Tear Balfonr Frascr e 01-
biOfl Henry CecU WUiiaiB, Lon-
dra. Perfez. nella fabbHcaz one -di
tubi o corpi tubolari di accìa'o o
di metallo indurito (2).
Minimax Consolidated Limited,
Londra. Appareil à jet de sab!e
s*employant à la main (6).
Monnet e Moyne (Soc.), Pari-
gi. Machine à cintrer les tubes
métulliques (x).
Monti G. B. ffn A., Milano.
Macchina per fare acque gasso-
se (3).
^ Namias R., Milano. Decarbura-
zione e affìnazione dei getti di ghi-
sa per trasformarli in metallo mal-
leabile, mediante cottura in pre-
senza di una speciale miscela ossi-
dante affinante (i).
Nicolai Fratelli (Ditta)., Domo-
dossola. Nuovo incatenamento in-
trencato metallico o prodotto de-
stinato alla confezione diretta di
gioielli od alla ornamentazione di
oggetti artistici (5).
Nofle E., Weissenfels a/S. (Ger-
mania). Dispositif pour le cour-
bage ou l'enroulemenl sur un
mandrin de barres métalliques, de
flls, de bandes de tóle ou autres
préces de m<^tal analogues (6).
Norma Compagnie G. m. b.
H., Cannstatt (Germania). Ma-
chine à meuler les biUes (6).
Nnti O. fu R. e Garagnani G.,
Bologna. Processo oer la salda-
tura deirallmninio (i).
Paffrath T., Duisburg Me:de-
rich e Schuen G., Duisburg (Ger-
mania). Machine à travaiUer les
tubes de chauffe (i).
Pedersen Miliael., Durslev (In-
ghilterra). Macchina perfezionata
per tag'iare ruote dentate per in-
granaggi e simili (6).
Peirce John Roydeok, .Ke\v,-<
York. Perfez. ne-!e macchine spia-
natrici per p'etre (6).
Perrins, Limited., Warrin^ton
(In^jlii! terra). Perfc^;. nel«a prò-
rilasciati in Italia dal i6 nov. 1906 al ili nov. Ì9Ó1 2i
du2Ìone di tubi da caldaie o altri parecchio di essiccamento per pa-
tubi di metallo (9). ste alimentari (10).
Pctracchi Adriano fu Giovan- Satlier Cari., Stegljtz (Germa-
Blf Milano. Impiego di doghe, nia). Apparecchio automatico per
lastre o occhi di cemento (arma- macchine da inchiodare (i).
to e non armato) per la costru- Schtapp Wilkelm, Berlino. Mac-
zlone di recipienti di cjualsiasi china per arrotare le punte da
forma e capacità (botti, tini, cas- trapano e'icoidali (6).
soni, ecc) (1). ^cmid Moriz e Schar C, \Vi-
Pravettonl Giacomo fu Luigi, Ihelmsburg (Austria). Proc. et
Milano. Mandrino vuoto cilindri- machine pour la fabrication de
co porla!ame, a nervature compo- chaìnes forgées et soudées (9).
st& con viti di giunzione a testa Schwieger A.» Her.ino. Presa i-
incassata per piallatrici da le- draulica per tubi ed aste r'cavati
gno (3). da lingotti vuoti o pieni (6). —
Rambuox Isiior., ErqueKnnes Pressa per ricavare tubi, aste e si-
(Belgio) Procède pour le sciage du mili da lingotti di metal'o (1).
marbré et de la pierre dans les Sclple H. M. e Ross Monroe L.
armures (chàssis) et débiteu- I-ondra. Perfec. aux. proc. de pro-
ses (1). duction d*art:clc5 cou^és en mou-
Read WflUam A., Liverpool les (i).
(Inghilterra) Per/ect. de machi- Scuoppo D. fu P. Spezia (Gc;
nes pour la fabrication de boites nova). Macchina per tornire gli
en metal (i). oggetti che possono difficilmente
Ricci C, Londra. Macchina per lavorarsi col tornio comune (i).
smerigliare e rettificare i denti Sheward Hubert Edward.» Up-
degli ingranaggi (6). per Norwood, Surrey (Inghilter-
Rldley., Coventry (Inghilterra), ra). Perfez. nella fondita delle in-
Perfez. relativi alle macchine per cudini (3).
smerigliare le valvo'e (6). Simpfon William Speirs., Lon-
Romaucllo F., Merano sul Po «'•'a. Processo perfezionato per u-
(Alessandrta). Crivello per s«pa- "'re o saldare per sovrapposizione,
rare la sabbia, ghiaia e ghiaiei- a caldo, parti metalliche (3).
ta (io) Società auoo. Ital. G. Ansaldo,
Rotanof N.. Shìtonir (Russa). ^'.f^^K^. « .^- 55"9^^- ^fT^^^'
Trivella specialmente adatta ai "^"^ fabbricazione d. piastre di co-
lavori forestali (i). razzatura per navi ed atri oggetti
H '^^""nSLV'^l'.n^'R^*" '"J- ''soc?«orde la uouyelle LI-
dor e MAller Armin. Budapest. p^^j , ^ ,j^^
Arpione per impedire il fendersi 3^0,.^,,,^ corrigeant les variations
JfL"''"'^ V* 4 *i ^ r. de longueur provoquées par la
Ritgertwerke Acticngeien- trempc (1) ^ ^ *^
scbaft., Berlino. PiaHatrice-perfo- gp^^ ^^^^^ POxIiydrique Inter.
ratrice combinata per traverse fer- nationale., Bruxelles. A»^oar. pour
roviane (i). 1^ couoace des tóles ou autres piè-
Sack Hugo., Rath presso Dus- ees méta'Jiques (6).
sf<!dorf {Germania). Procède de Soc. anon. Officine di Netro g*à
laminage de poutrel!es-à (15). — G. B. Rubino., Netro (Novara).
Innovazioni nei laminatoi a soppor- Nuova chiave ad apertura regola-
to universale (1). bile (3).
Salernl D., Taranto (Lecce). Soc anon. rOzbydriqne Inter*
Proc. per saldare a freddo ottone national., Bruxelles. Proc. et ap-
ed altro in lamiera e oggetti con pareil de dénvetage (6).
essa fabbricati (1). Soc. degli Alti Forni, Fonderie
Santini A., Tivoli (Roma). Ap- ed Acciaierie di Terni, Roma. Si-
24
tìrevetfi d* inveii Zi òììé
sterna di formatura speciale dei
tubi in ghisa (15).
Soc. l*Aiito-Clé., Leval'ois Fer-
rei (Francia). Vilebrequin arti-
cM (3).
Spencer Christopher Mioer., a
W.ndsor, Conneciitur (S. U. A ).
Innovazioni in un meccanismo fi-
lettatore per macchine da viti ((>
Stadler e C, (Ditta) Losensteìn
( Austria ). Tour ù plus'eur
points (6).
Tannett-Walker F. W., Hun-
slet Leeds, York-shire (Inghilter-
ra). Per fez. nei magli a forza mo-
trice (s).
IhioMier Jean Vincent Ema-
nuel., Parigi. Moyen de tìxation
de tirefonds, crampons bou'ons et
VIS dans des malières tendres ou
ahcrables lelles que le bois (1).
Thomas A., Clabecq (Btigio)
Perfeit. epportós aux lami-
noirs ((>).
Thomé Jnilen E., Nouzon (Fran-
cia). IVrfect. dans les machines à
pcrcer {\).
Ihuilìier G., Parigi. (ìenre de
cisailles à main pour couper les
métaux et autres matières dures
en fcuilles (3).
Trottet A., Losanna (Svizzera).
Pince pour tuvaux (6).
Uhiliorn Ùiederlcli AlUbclm
Hermann, Aquisgrana (Germania)
Dente da carda curvilineo e suo
pr<M<sso di fabbricazione (1).
t'nhersal Nut Machine Co Li-
mited, Montreal (Canada). Proc.
et machine pour fabriquer des é-
crous et des rondelles (1).
Vallet-Lassalie Anf^nste e Chan\
Etienne, Lione (Francia). Mach'.ne
à cannetiller ((>).
Valobra V., (ienova. Cesoia a
leva articolala con banchetto por-
tabile V3)-
Vernet A., Digione (Francia).
Poinconneuse à poincons et h ma-
trìces multip'es (comp.vo).
Villa B., Milano. Catena a tor-
tig'ionc piaUa per gioielleria 'n
genere e per applicazioni indu-
striali (2).
VUintlni D. fu C, Toscolano
(Brescia). Macchina per la fal>-
bricaz. di un nuovo tipo di seghe
per traforo (1).
Von Pfeif e Klein • Ellgoth
Friederich Wilhelm (Deutsch-Kra.
warn (Germania). Perfez. negli
utensili di lavoro (6).
Walenta F., Be:linzona (Svizze-
ra). Processo per fare modelli da
getto (1).
Wanner e C. (Società), Horgan
(Svizzera). Perceuse-tour niultx>
pie (ft).
Wattne F., Stavanger (Norve-
gia). Innov. nelle giunture delle
latte (6). - Machine k replìer les
boiies en fer b'anc» ecc. (6).
WeiU E., Postyén (Ungheria).
Sist. per costruire mediante pezzi
smontabili telai di tende, impal-
cature, mobili, giuocatioli, rinfor-
zi di scatoloni, cassette ecc., per
imballaggi (1).
Wenzeì Gottlieb, (Berlino). Per-
fec aux machines à cop'er la
sculjpture et Tarchitecture (i).
n er iizeu g Matchiaenf rahrik
Berner e C, Nurnberg (Germa-
nia). Marteau-pi!on manoeuvré ù.
laide de l'air (13).
Miliin A.. Clichy (Francia).
App. permetlant de garnir les
fonds ou couvercles de bottes mé-
talliques d'une pàté ou mastic de-
stine à assurcr rétancliéìté des
joints (3).
W indecer O., Strasburgo, Alsa-
zia ((iermania). Proc. d'étirage de
blocs de metal (i).
Winkelstroter Mai, Hannover
(Germania). Proc. et dispos'tlf
pour la fabrication d'enseignes en
tò'e recou verte d'une couche de
crUu'otd, de papier ou autre ma-
tière (ti).
Winter EmU, Pittsburg Pa. (S.
V. A.). Perfect. apportés aux la-
m'noirs h tubes et autres (6).
intoBciaii in Italia dal 16 nov, 1906 al 16 nov, 190l 2ft
V. — Generatori di vapore, macchine diverse ed organi
^ DELLE MACCHINE.
Caldaie — Surriscaldatori — Apparecchi d*alimeHlaxióHe — Econcmiutatori -*
CondAté e recipienti per fluidi diversi — Valvole — Rubinetti — Regolalot i di
pressione — Organi di chiusura (vedi anche per le condotte dei freni : Classe
Vi; per le pneumatiche: Classe VII; per le condotte d'acqua: Classe XIII —
Motoria vapore e a gas compressi o liquefatti, con stantuffo a movimento reti//-
Meo — Condensatoti — Sistemi di distribuzione — Regolatori di velocità ^ Mo-
tori a vapore e a gas compressi, con stantuffo a movimento rotativo -> Turbine a
vapore e a gas — Motori a combustione e ad esplosione — Motori ad accumula-
tori idraulici — Motori mossi dalle onde e dal vento — Pompe per liquidi e per
/iuidi aereiformi — Altre macchine per il sollevamento dei liquidi (vedi anche per
le pompe irroratrici).
Abrate A., Torino. Motore ro- linois (S. U. A). Perfec. dans les
talivo ad eccentrico con cassetto soupapes (6).
a scatto, sistema «Abrate» (x). AUgemeine Elecktricitilg Gesell-
Ackermaiin Hugo, Berlino. Val- schaft, Berlino. Perno d appoggio
vola di ritegno con due o più mol- con una sfera come superficie di
le a nastro radiali trattenute nel rotazione (6).
mezzo sui seggio della valvola e AIUop Motor Syndlcate Limited»
sorreggenti la piastra della vai- Cardiff (Inghilterra). Perfect. aux
vola (6). moteurs à pétrole (6).
Adanoli F. fu A., Sellano (Co- Andcrton L.» New- York. >fo.
mo). Cuscinetto a rulli per alberi teur à hydrocarbure (6).
di macchine e trasmissioni» con Aagelini 0„ Roma. Motore a
applicazione agli alberi dei veicoli spinta idraulica ed a coipo di a-
ferroviari, mediante sostegni in- riete (i). - Motore idraulico «Du-
terposti ad aria compressa (i). p'ex»i (14).
Adler Falirradwerke vormalt Aquila Italiana, Fabbrica d*au-
Heinrich KLyer, Francoforte s/M, tomobili (Società), Torino. Moto-
(Germania). Système d'enve'oppe- «e a sei ci.indri, tipo «Aqu'la Ita-
ment pour joints articulés en croix liana» (3). — Cuscinetto « sfere
ou jo'nts universels (15) comb nato normale e reggi-spinta,
Adler I., Susine-Gjurgjenovac, sistema Bazzani (3).
(Ungheria). Apparecc. per proteg- Appiogedammer Bronsmctorcii-
gere le caldaie a vapore (1). fabrick. Appingedam (Olanda).
A. E. G. Thomfon Honstoil, Innovazione nei motori a esplosio-
Società Italiana di Elettricità, Mi- ne a quattro tempi (1).
lano. Disposizione per regolare la Aragnetti E. di F., Brusnengo
pressione nelle turbine a vapore (6) Nuovo regolatore Parabolico (3).
Agnelli G. e Incerti R., Torino. Agkling Cari Willielni, Stoccol-
Perfezionamento nella costruzone nia. Invertitore per motori a esplo-
de! cuscinetti a sfere (3). sione, a combustione o a ca o-
Aktiese'gkabet Burmelster e re (6).
Wains Maskin-og Skiksbuggerì, Astfalck Wiland, Tegel (Berj-
Copenhagcn. Palier-support pour no). Proc. et disposìtif pour rem-
corps tournant à grande vites- plir et vider sous pression le ou les
se (6). cylindres de press'.on de presses hy-
Albini t. e C. (Ditta). Milano, draulioues (6).
Manometro vuotometro, tipo Ateliert de Conttrnctions Méca-
Bourdon modificato Ab'ni, con ac- niqnes ci devant Dncommnn, Miil-
coppiuniento di più moUe e più hausen, Alsazia. Dispositif ser-
movimenti indipendent*, sopra un vant a maintener en position le
solo perno (3). champignon d*une soupape dotit
Allea Everct Ph., .Chicngo. Il- la tige est cas«!ée (i).
24 Drcveiti dHnvenziùìte
AtcUers de Coiutrnctloii Méca- operatrici idrauUche e a vapo
nlqnes ci*devaiit Dncommun e Lnt- re (6).
t.nauer Carlos, Mùlhausen, Aisa- Beaarride Pani e Dondoa, Mar-
zia. Commande à ressort pour siglia. Transporteur, élevateur
mécanismés avéc changement du mécanique (6).
sens de rolatioii (6). fieJcHer u. Gresham. Londra.
Aterc.s de Coiutrnct.Oii CerL- Disp. per impedire nei motori a
kon (Ditta). Ocr.ikcn (Zurigo), siantufto la perd.ta di pressione
Turbine d'action à étages et à al termine deildT corsa delio stan-
introducton partielle pour vapeur tuffo (i).
ou autres fluides moteurs ga- Bcldam P. CampaDy, Ix)ndra.
zeux (6). , , ^ ^ Guarnitura perfezionata per tnò-
Austin Motor Company Limted trici e macchine (2).
e Austin Herbert, Northfield, Bìr- Behr Hermana, Magdeburir.Su-
mmgham (Ingh llerraj Perfezion. denburg. Molin à pendue à joint
nei cilindri a camicia d'acqua dei élastique entre le plateau du com-
motori a combustione interna (» mande et Tarticu'ation univcrse;-
fiachmann A., Stockach (Ger- le (i).
mania). Giunto per tubi a chiù- Belirens Wilhelm, Nienbourg a
sura istantanea e con chiusura er- S. (German'a) Moulin à meu^es
melica automatica (i). verlicales operane la mouture sur
Badois L., Parigi .Système de divers chemins de roulement di-
changement de vitesse autorégula- sposés à des hautres d;fférents (6).
'^"» ^3). ^ ^ . ,, Belluno O., Milano. Turbina a
Bagniti A., Tormo. Meccanismo fluido elastico utilizzante un nuo-
per il cambiamento di velocità e vo ciclo (3).
frenamento di alberi dì trasmissio- Benedetti V., Mi!ano. Dispositi-
ve di forza (i). vo per produrre Tautoaderenza
Bailey Frank e Jackson Prede nel'e trasmissioni per frizione (i).
rick Henry, Londra. Innovazioni Benrather Maschlnen Fabrm
neg!i apparecchi d'innesto desti- A. G., Benrath, Dusseldorf. Grue
nati a comunicare il mov'mento tournante flottante (6). — Grue
rotatorio e per regolarne la tra- tornante à colonne (6).
smissioìic (6). Beresteyn van Ungo, Bruxe'Ies.
Bardy P., Parigi. Proc. et d - Chaudière à vapeur à circulation
spositif pour le réglage du debit rationelle (6).
dans les apparei's distributeurs de Bergin A, J.,^ Rozelle press^o
liqu'des el substances analogues Sydney, (Australia). Courroie de
(3). transmission (6).
Barigoztl T., Milano. Pompa BerHet M., Lione. Moteur fon-
centrifuga aspirante e premerne ctionnant à l'essence el à l'air
nd alta pressone e getto cont.- comprime avec démarrage auto-
nuo (3). matique et marche dans les deux
Barthel H., Schweinfurt (Ger- ^^'J? i^)* 4 ^ ^
mania). Gabbia per cuscinetti cir- Bevilaqna A., Genova. Genera-
coari a palline (?) ^^^® ^* vapore a tubi d acqua per
Banmes Cliaries e Bondin Emi- «"^o'po.^»" «d altro, sistema Re-
le, BeausDleil j(Francia). Règula- ^ nf* ;LV n«fc--i • K.rh.i m«f,\
teur de pression pour gaz à basse m? if^ ' * ^ f ^^ )
tension (i) "«««e M,iano Motore a gas a doppo ef-
r.?K?'7^ *'•• ^"''*Ì"' (?'^"^\^) ^'bUimÌì 0., Firenze. Nuovo mo-
Carburateur pour moteurs à explo- tore ad aria calda e compressa (i).
^^lJ^\ "" .^««•bi^-ajeur pour Blscardlni G. E. Legnano (Mi-
moteurs à exp!os.ons (i). i^no). Giunto a frizioni riduttore
Becker Jacob, Kalt. Colonia, o moltiplicatore di ve'ocJtà (3).
Apparato motore per macchne Blake and Knowles Steam Pnmp
rilasciali in Jlaìia dal IG non. 1906 al 15 mv. 1901 29
Worlu, Nen-Yorki. Pompe a air. pes des moleurs à explos;on$ da
(l)- touta genr«s ei scs applica t:on« (q).
Blue t., Parigi. Tuyaux incas- Brillìi A. E-, Parigi. Reguia-
iab!es uColbit» 'il. teur autonialiqiw de point d allu-
, Broo- mage pour moleurs à espio-
lei mec sions (3).
curezza Browtwiy e Cr*lt (Dina), B r-
m'ngham (Inghi lerra). MotEur à.
I (Mila- combu^tion inierne <6).
aisposizione meccani- Bmn F. A., Trablaine (Fran-
lissione di mov.menio eia). Proc. de fabbrieatioo à ehauJ
ghia o corde (ra al- des roues d'engrenages bar lami-
vicini e sono un un- nage et imprcssion e rculaires (6).
i (3)- «rtnkr O. H. U.. Lepzig
tn. e E. RnccTij Gohlis, e Ectllcr 0, H., Osien-
(Socielù), Parigi. Proc. ei appa- burg (Germania). Ca'daia a va-
reil pour le moulage des p'tces à pore con riscaldam. inlerno (6).
grande saillie (3). Braniicr e u-»ruig, Mannheim
Boavlllaln tu., Parigi Brojeur (German a). Uisp. per separare li-
pour Iravuiller le sabJe de (onde- quidi dai gas o vapori mediante
rie par voie humtde sana, divi- bastoni vuoti d'sposti Irasverwil-
seur (3). mente alia direzione della corren-
BsncbaTer J., Grenoble, Pom- le (i). ~ Sjparaleur à force ccn-
pe à purin i vidange instanlanée trifuge pour séparer l'huile et lei
(3). autres liquides de la vapeur viva
Bonehcr L. A B., Bourge» ou de la vapeur d'ichappement (1)
(Francia). — Bou!on de sflrcté à é- Bacherei M., Elberfeld (Ger-
crous ind£vi95able!> (1). manìa). Machine à vapeur, à gai
BoBdrcani L. e Vcnlcl L-, Pa- ou à combuslibles liquides, etc, à
rigi. Dispos. de montage de cous- cyiindrea tournanls (i).
sinets à bi lea pour arbres vilebre- BBcU A., Winterthur. Iiulalla-
quins (3). — Disposilif de com- tion motrice à hydro-carbure com-
mande des soupap^ pour moteurh porlant un système de moleur' à
H explosions (3). p'ston et une turbine utillsant
Banrdan Charlu. Parigi. Ra- 'eurs gaz d'échappement (6).
dio réfrigéranl multicellulaire pour BBchler H., Zurigo. Caldaia
refroidir les liquides et en parli- tubolare verticale per l'utiJiziazio-
culier les eaus de condensacion de. ne del ca'ore di gas combusti rha
luach'nes à vapeur (3). trasportano res'dui polverosi 16).
Banrac I. C, Rmì G. Hughei BuBalo Carburetor Co.. BuBalo.
e TomlUom W., Londra. Perfez. (f. U. A.). Carburateur pour ma-
nelle valvole per motori a combu- '^"'"^ . •* "plosions (1).
•^ Bflbkr Frirc* (DiUa), Uzwil
BoiicU T., Torino. Supporlo
Macchini
BriBley-MMie Swlrnlca, Len-
ii). Motore s
» (For-
r, f II II I '^}' niolure a ira^niissione prr un-
PtrfM. nd I viM. i»r ra ■ |i,„„ „ ,„„, j,,,, „^, J^, „^.
— e a combustione mlerna (6). ^^ /,\
Brailer H. C, Parigi. Mécan - Cafcaiyei I., Escoriai. Moteur
sme dalhimage éiectrique pour aclionné par un courant d'air
nKiteurs à eiptosion» {3). rhaullfi direclement par le lolfil
BranB O., Saint-Mandé (Fran- (6).
eia). Syst. de rerroìdissemenl, par Catow Th. C C. (Dilla). Biele-
circulation i Ire» grande vilesse feld. Mortella di serramento au-
d'air soua pression ou dépression, tomalica per aste di metallo (fi).
des cylmdres el des boile» ik soupa- Clapa P. la N., Genova. Mo-
26
BreveiU d* invenzione
tore costituito da una so.'a came-
ra per navi e veicoli terrestri (2).
Nuovo cilindro a vuoti in serie per
motori a combustione interna (i).
Caorti e Caluoghl (D.tia). Mi-
lano. Nuovo tipo di ca daia a va-
pore orizzontale cilìndrica con uno
o due focolari interni, camera di
combustione conica eccentrica con
tubi Galloway e fascia tubolare (3)
Cappello F., VogUotti P., Fnbi-
ni L., Fablnl G., Fara A., Olttl
V. e Racca C, Torino. Mecca-
nismo di trasmissione con cam-
biamento di veloc tà per gradi in-
fìnites mi (6).
Capillcry A„ Le Vigan. Pom-
pe aspirante et fou'ante à doublé
eflet pour liquides (6).
Caprota A. di U. e Mnsantc F.
di G., Genova. Dispositivo di co-
mando automatico di organi agen-
ti su'la distribuzione dei motori a
combustione interna allo scopo di
ottenere l'invers one del senso del-
la !oro marcia (i).
Caramelli G. e Mett er G. Mo-
tore rotativo ad az one indiretta
per la utilizzazione delle basse
temperature montane, del ca'orico.
delle acque termali, dei combusir
bili ed esplosivi e dei gas lique-
fatti e compressi (1).
Carboae A. di S.» Milano. Cam-
b'o di velocità gradua'e da zero
at massimo effetto, sistema Anto-
no Carbone (1).
Carpeotier R., S. Denis (Fran-
cia). 3ougie dlalìumage pour mo-
teurs à explosions (3).
Cazzamalll A. fu C, Vercelli
(Novara). Po ver izza 'ore a percos-
sa per materie umide ed e ast che,
spec almente superfosfati e casca-
mi di unghie torrefatti (3).
Centrabtelle fdr wlisenscliaft i-
che techniflche Untersachnogen G.
m. b. H,. Neubabeisberg, (Berli-
no). Perfezionamenti ai cuscinetti
a palle (i).
Cerniti F. di P., Cernobbio. In-
granaggo con denti a rul i, per
viti senza fine, sistema «Ceruti»
Chenivesse M., Parigi. Perfec.
dans Ics palicrs et autres parties
de transniiss'on avec mouvement
de rouleaux (3).
Charch Meivtng Batdilor, Grand
Rapida, Michigan (S. U. A). Mé-
canfsme de transmission de for-
ce (6).
Cicali G.» Torino. S'stema d
trasmissione del moto fra due al-
beri (2).
CipolliBa G. fn F., Genova. Ap
parecchio per rilevare gli elemen-
ti pel calcolo del lavoro nelle mac-
chine a stantuffo (a).
Clarke, Chapmaa e Conpaay
Limited, Gateshead (Inghilterra),
e Robson J., Walisend (Inghi.-
terra). Perfec. dans les apparei s
continus utilisanl le gaz ammonia-
que, comme agent moteur ou
pour la production du froid (15).
Clarke, Chapman e Compaay
Limited ed il sig. WoodesM W.
A., (iatesheadlon-Tyne (Inghilter-
ra). Innovazioni nei congegni per
distribuire il fluido motore ne. e
macchine o nei motori (6).
Claytoj Herbert Fitzroy, llud-
dersfield. Yorkshìre, e Wild W.
J. Calne, Viltshire. Perfec. appor-
tés à la construction des compres-
seurs dar (6).
ClerLi G., Milano. Gasogeno e
depuratore a gas povero e loro
applicaz. alle locomobili a gas po-
vero 1).
Clift Eric HoUocombe, Londra.
Perfez. nei motori a combustione
interna (i).
Clonard M. E. D., nata BallouJ
Caen, Calvados (Francia). Perfec-
aux frein amortisseurs (1).
CoUon A., Buffalo, New-York.
Innov. nei metodi e negli app. pei
staccare le sostanze granu ari 3).
Conte L. fn G., Piombno (Pi
sa). Disposizione per ottenere del-
la forza idraulica dovunque vi sìa
abbondanza d'acqua (2).
Conti J. T. F., Parigi. Syste-
me de rondelle de sOreté empè-
chant le desserage des écrous, de
vis, tire-fond, etc. (3).
Cordonnler L., Li la. Moteur à
deux temps sans soupape 1).
Cornlllean G., Parigi. ^Dispos-
tif de rógulation de l'admìssion et
rilasciati in tlaìia dal 16 nav. 1906 al lo nov. 1907 27
de dècompression dans les moteurs
à explosion (3).
Cosci L. di L., Livorno. Trom-
ba idraulica automatica. (1).
Craig A., Coventry. Perfez ona-
menti riguardanti i motori a com-
bustione interna o a press one di
altri fluidi (1).
CroclLtord a H.,. Dartford (In-
gh Iterra). Machine motrice (o).
Cronc F. G., Buffalo. Appar.
roder les soupapes et leurs s'è*
ges (6).
Croflslcy WUIiam J. e AtliiiisoD
J., Manchester. Perf. apportés- au
sysième de régulation des moteurs
à combustìon interiejure (6).
Commln^s 'Machine Com^anv*
New-York. Tubo con filettatura a
vite forgiata (6).
Dalie C. W., Grand Rapid
Michigan (S. U. A.). Perfec. ap-
portés aux turbines à fluide éla-
stiques (6). — Perfec. apportés
aux turbine à fluide élasiique (6).
Daimler- Motoren Gesells^iiait,
Unterliirkheim e Cannstatt (Cier-
maniaj. Carburateur automatique
pour moteurs à explosions (6). —
Proc. de démarrage des moteurs à
explosion (6). — Embrayage à
friction comprenant plusieur pai-
res de manchons de friction dispo-
sés les uns à l'intérieur des au-
tres (6). — Dispositif de gralssa-
gè centrai (6). — Accoup'ement
de sùreté pour arbre de trasmis-
sion (6). — Dispositif pour le ré-
glage automatique du point d*al-
lumage des moteurs à exp!osions
(6). — V^ilebrcquin pour moteurs
multicylindriques (6). — Disposi-
tif d'enclanchement servant à em-
p^cher le déplacement des paires
de roues non embrayées dans les
chan^ements He v» lesse à roues
dentées (9). — App. réfrigérateur
et condenseur applicable au re-
froidessement de l'eau de réfrigé-
ration des moteurs à exp osons
(9). — Sistème d*accouplement ar-
ticulé pour arbres (6). — Carbu-
rateur à piston avec admis»ion
d'air auxiliaire pour moteurs à ex-
plosion (6). — Perfec. appòrté à la
disposition du régulateur dans les
moteurs à exp'osion (6). •— Frein
à ressort 6). — Carburateur auto^
matique pour moteurs à explo^
sion (6).
D^Aotooy A. E. e VaKl G. (Dit-
ta), Tot ino. D. sposizione da ap-
plicarsi ai motori a scoppio per u-
tilizzare le calorie perdute nel ci-
lindro e nel tubo di scappamen
to (I).
Davidson S., Belford. Ventila*
lore o pompa centrifuga (9).
De Caro. G. fu V., Caserta.
Meccanismo a leve «De Caro» per
trasmissione di forza (comp.vo).
De CoUgny F., Chicago. Illi-
nois, e Germer 1:. G.. l!,rie, Va
(S. U. A.). Appar. de transm.ss'on
de force motrice. (15).
De Ferranti S. Ziani, IxMidra.
Perfect. aux turbines à combustion
interne. (6).
De Kanild C, Budapest. Dispo-
sitif pour caler plusieurs appareiis
dans une suite déterminée et pour
les décaler en toute autre ordre
voulu (9).
Deis Pii. H. e Gerstenberg. Wa-
sh'ngton. Pompe à mouvement
alternatif (6)'
Delannav- Belle ville L. M. G.,
St, Denis (Francia). Perfect. aux
genérateurs Belleviile (9).
De Mocomble C, Parigi. Treuil
pour Tentraìnement d'une piate-
forme roulante par frottoment (9).
Dénes e Frledmann (Ditta). Mi-
lano. Perfezionamenti nei sopporti
di base a sfere (6).
Dentsciie Sanggas-Lolioniobil-
Werlie Gesellscliaft mlt bescrAii*
ter HaftnnjS* Hannover. Perfec.
aux moteurs à gaz a asp'ration
locomobiles et stationnaires (1).
Deutsche Walfen nnd Mnnit ons
fabrilien, Berlino. Perfect. appor-
tés aux coussinets à bil'es sepa-
rées. — Perfez. nei cusc netti a
rulli. (6). — Perfect. apportés ;u\
coussinets à billes. (C). (i). —
Pièce intercalaire pour coussinets
à billes à doublé rainure et anne-
aux le roulement non coupés. ( 1 ).
Perfect. app. aux coussinets à bil-
les (A), (i). Cage à billes coulé ou
estampée, pour coussinets à bil!es
et son procède de fabrication (1).
'revetti d'invenzioni
pa'lotto- (ij). — Perlec. aux mochines à
combuslion interne (15).
écanisine IlJal W. 5.. Pittsburg. Perf.
pour ur- apporti) auz chaudiirei à tubes
deau. (6).
d {Friin- EJl» feter. lij birnie (Nuova Ze-
yags et landu). Motore perfczonalo. (6).
«e. — EhwHcr Krattbud GefcUcckaft
et de Hit betckrlBkrer Haltaag, Char-
UJ- — loiitnburg. Commande pour trans-
i hui e mission de force (3).
■ons tjj- Enplie OÌI EBg.M Syndkala
:e. (3>- Llmlttd, Londra, l'orfect, conLCf
Jlore ad nani machines i combuslion inter-
la. Mo- Enrico Glovaul, Torino. Inne-
a coin- fto a liquido per .a var azione del
rapporto di velocità fra due alberi
•■P*lr, Li).
cosiru- Erim'l EDgiaccriifl C«. Li-
te dele nini, Londra, l'erfect. apporlés
(6J. — aux mécanisnies de soupapes str-
B bielle vani ji regtcr I admission d^un flui-
ta), de sous press on. (6).
au In- EusBlI-Pelttrìc R., Bou'ogne-
I terme' sur-Seine. Mouteur extraléger à
en cas e.iplosions pour l'airostalion, l'a-
"^6). viation. e.c. (6).
EmlcUn M. A., Pangi. Moleur
■ à e^plosions équilibré, à viiesse
.■^i-i^h.. .F puissance constante
Londra, „
'°" h>- variafi^e
change- ,^j.
W. H., Wimersdorf
u V. " Ber ino. Condenseur de vnpeur à
,f; "'^: surface (6J.
'"' "^' Fabbrica ItalUaa cMclacItl a
t. Pare ■'•''■ ^- '• *-■ *■* Torino. Per-
iniiss on '**■ "" cusc" netti a sfere (3). —
Cuscinetto di sp nla a sfere, sisle-
acchina ""^ Bonetti.
Irasmis- Fabbrica AnlomobiU iMtta Fra-
■cblDl, Milano. Arresto dì s curez-
:', Mo- " "'s''*' aste di comando degli in-
granaggi Ioli per cambi u, ve o-
Wood- "^^ " spostamento assiale. (3).
. nelle FabriCDglabrlk Eiieaach, EJse-
nach (dermania). Joint de Cardiin
radicate aiTto-graisseur. (6J.
ed ap- Fan» F,, Londra. Perfect. ap-
le pie- porlés aux apparti I de transnu^
Sion de force et de mouvoment.
New- W)J
inismes Farbcnlabrlkcn v»rm. Frlcdr.
ile pour Bayer t C, ElberUld. Appar«il
— Per- pour mesurer la vapeur (li).
losions. Faocbfii A., Parigi Carbura-
rilasciati in Italia dal 16 iiov. 1006 al 15 nov.
teur pour moleur à explos'ons- combinazione con dui
(i). vapore concenlrici. (6),
Fai T. e EUiwslh J. M., Broo- Frlcdmwu L., Ve
kivn, Perf. bui embrayages (6). à f^raìssa^E avec
FcderuiMc IIiIUdb del C«uar- d hui.e visiblc. (fi).
l) Agrari, Piacenza. DinamomeIrcH Frlead : E.. Ve I
i;rafo denom'nalo uDinaRiomelro- stralia). Perlezionamei
grafo Federali One 11. tori rolativi a vapore
Ferrari L. In F., Milano. Ce- Friend J. S., Ann.
neralore istantaneo di vapore sur* fect. dans Ics macliin
riscaldalo «Ferrar», (i), (6),
F. 1. A. T. Fabbrica ItaHaia FriUch R., Oberli
AatonoUli, Torino. Moreurs à ex- so Dresd^. Compte
p'c^ions à changement de marche pour liquldes, pouvan
ei a dimarrage aulomatjque {}). ct-onner comnie mole
— Dispositivo per l'avv'amenio au- Frollili G., Firenr
tomatico dei motori a «coppo. (3). automatica per ocgan
Florlna E.. Milano. Disp. per macchine soggetti ad
:trti9mÌE¥one di movinento fcori menti di m^ttrie eslr.
damb. di ve'ocìtà medjanle ec- ve al Nuon funzionu
centrici ad eccentricità variabile, lavorazione.. (3).
(ì) Gabel C, l'arigi.
Fokv N.. Posi ìpo (Napor) automatique pour me
App. di scarico automatico d, ac- piosiona. (3)-
que di condensazione, (i). Cade W., Frelliurj
Fonderla Fratta, Peieizano mania). Pompe pneun
(Salerno), Meccanismo di distrib. tive. (15).
d'acqua per torch'o idrau'Ico dif- Caglio Q. e VU:aiil
(ereniiale e relaliva pompa per Meccanismo adoper
pasle alimentari in genere. (3). macchina soffiim'e,
Forccd LabrilcallOH Cenpaiy propulsore, aspiratore
Llnllcl, Londra. Dispos'Iivi per — Energia (1).
la lubrificaz. forzata automatica Gaadlai B. AkMani
nei cusc'netli e nele altre supci liei salmolore Gandinlii ir
frizionali. (6). si One atmosferica a |
Fraagloal A, !■ F., Livorno, già-
D sposi lione per ottenere l'inver- Gancber E., Parig
pio e a quattro tempi o fasi (3). comnic pompe à faire
FranaaUt O. Edward., New- Ganie C. e Coarai
York. Enibrayage. (6). no. Machine motrice
Praacbial O., Miano. Disposili- « avec pision ou cyl
vo pel cambiamento di velocità e ('.!;)- — D.sposilil
per l'inversione di marcia appli- compcnsant la pressioi
cable in generale fra alberi di des disques glissanls
trasmissione in movimento e in hle a des machines
particolare alla propulsione di vcl- C'5)-
ture e carri automobili, {jt. OelU C, Polonica
Frledmann A., (Ditta). Vienna, vo giunto per condui
Pompa per lubrificare con slanttif acqua e vapore, per
fo propu'sore e s'.antuffo dislr'- ed in generale per
biilore. (ti). — Injecteur à deux baziooe. (i)-
luyèrcs de vapeur. (6). — Pompe Gellr J.-C, Pargl
de K^i^saRe sans soupapes. (6). lomalique pour_ Vi'.kva
GcrhanK
■es lioui
inl( V.
GùMtmtlt B. e Pud W„ Mur-
oh (GermaniaV Dispoeit'( de
rrs de chpm'na de W. (i).
Cotllrled »., Kmllghein, e A-
■maniky F-, Lrnnen. Dispo-i-
ine per usufruire della pertug-
ine de! le ond« per aiiuno-e
mpe (.).
GramUr) L., Roma. Mo orr a
ippo senia punii moni, (i)
(irltder £. O., Lp^ia. Ktuthì-
roiiipound a vapeur (6).
Grei» J., Wiesbaden. Appar.
nlroduclion d'air et de vapeur
Uroarene J. (Ditta) e Arq>ca-
ir^ H. « C.ie. Parigi. Pri^
air aulomatique pour carbura-
irs de moteurs j1 exp o:>ion>t (j).
jrBaclKd P-, Mar:, g ia (Kran-
). App. iransformateur de vi-
-e progressif. (6l.
Satcrmatk M. F., Darmstadt,
've a ressort réBiab e (i).
Itbkhl P. e Hab.cht C, Srhaf-
sen. Moteur à qua Ire lemps.
lancLe U., Pargi. Uarniiure
jo ut pour léles et lige!i de pi-
is et autres applirat ons. (il.
llMl» iiOitma. .Monaco Bavie-
lie pralicate parallelamente a -
'•e con fessure praticate su tut-
ta lungheiia (6). — Puleggia
iHloch J., Wic-jbailen. Sliin-
o per motori termici rispett:-
lente ad esplosione con refri-
aiione nd aria inlentilìcata (i)-
lirlpaplcr IndHtrlc A. G.. Mi-
' (Svizzera). PuVgRie, cilindri
)tilii!i termali da unu ìlri»ci;i
rilasciati in Italia dal IG noe. 1906 ai 15 nov. 1907 31
ear'a indurila, artolo- gano di scarico di macchine mo-
lala su se slessa ed apparecchio irìci (ij). — Congegno d inverti-
per la ' loro fabbricatone (3)., mento per l'orf^ano di emissioni:
HaMlwandcr F. A., Mannheim- o d'immissione dei niolori (i)-
Necharau. Rotore a combustione HolJBiadn tt., Burgso.nis (Ger
ton (unzionam. a spostaiore (6). maniaj. Cuscinetto a palle (ij.
Hc^car H., Bieefeld (Uerma- HSplIngcr Wllbclm e S«l» E.
nia). Lubrificalore automatico per Schweinfun. Coussinet à bi les
le catene motrici di e evalori, mac- (6).
rb:ne agricole, ecc. (1)' A. Horch e C. Motorwag n-
Helblg A., Francoforte s/M. «crke AkikagcM.Ucbalt, Zwickau
Proc. et ar-i. de blutage pour ci- i/S-, (Germana). D-sposìlivo d in-
luent el produits anu ogues (6). neslo per ailriio {h}.
Henmliig* J. F., Si. Leoniirds- Horicy A. W. e Vaagban H.
on Sfa (Inghilterra). Perfez. nei H., Montreal (Canada). Surchauf-
dadi a *ite e ne.le chiusure a da* leur de vapeur pour chaudiires
di di vile (1). (6).
UtaimoB R. I., Londra. Per- Dorilaiuii S. A.. HarilinaDD
fez. nei supporti a rulli (1). A., Horlimaaii ti. O. H.. Horia-
Hcarisd Ch., E. NeuiKy-sur- màam E. H., E. W.
Spine. Enibarayage hydro pneu- Batb, e R. A. L»ter e
iiiat'que pi anela ire 3). — Me- Llaltcd, Durs'ey, Gloucesinau.-
canlsme fuisant varier automati- re. Carburateur pour moleurs à
(|urment la course d'une soupape com busti on interne (1)-
ou d'une lige quelconque (j). HowaN Horace i., Londra. Mii-
Hcnrv L., Béziers (Francia), teur à explosion it deux temps ((■).
Transmiss'on par prìse direi. e Hnbbird C. A., Chicago, I Ii-
pour toules les vitesse [3). nois. Turbine à vapeur (1).
HcBKbe) e Saba (Ditta). Cassel Hnatlkcr E., Aarau (Svizzera).
(Germania). Caldaa a tubi ri«-al- Ba^ue de guidage des billes pour
datori e r«n soprarìsca 'datori (<>). icuss'nels à hil es (i),
Hcrbcrl A., Kenilwonh (Inghi'- HBKbbit F., Harlesden (Inglii!-
tecra), e Verium Pere; Vcnablti, terra). Roues et cylindres dentOi
Coventry (Inghilterra). Perfez. nel cu cannelés (1).
meccanismi di trasmissbne a ve- Hatcblngt J-, landra. Moleur
locità variabile (6). — Dispositivo A combustion interne (6). — Per-
di chiusura ed apertura da app'i- foct, aux moleurs à combusl on
carsi Fra le due parti di uno stun- interne et turbines coinbinés (li),
tulio a canna per innesto a frizio- Moteur à explosion et turbine loih-
ne od altro congegno, per impe- binés (6).
dire la rotazione di uno di detti Hb«M H. T., Betfasl (Inghil-
pe/.zl relativamente al 'a' irò, Iran- terra). Silencieux perfect onné pour
ne che appositamente disimpegna- les gaz d'échappement de moteurs
Hcy J. F., Strasburgo. .App. Keller- Dwlsii A.. Lione. Mo-
de réglage aulomatique pour re- teur à exp'osion à soupape uni-
p'stre de la cheniinée, et des sou- que (6).
papes ou valves de prise de va- Kcrifaaw Percy Benitord Wrlght
peur ou autres organes (1). FrcBCb J. e Luca* D,, Londra.
Hldebrand n. e Hllddiraiid H., Carburateur tpfcialemenl appii^
Deulsch-Wi'mersdorf. Groupe mo- cable aux moteurs à combustion
teur dans iequel un moteur i, pi- interne (li).
Sion est arlionné par es gaz d'È- KlcOcr 0., Wiesbaden (Cernia-
rhappemenl d'un moteur a e.iplo- nia). Appareil d'armenlalion au-
sion (6). tomatique ù niveau Constant pour
Hocke E„ Cornigl-ano Ligure, chaud"
lUklar «Mrad. Zi
jl,^ Tk. -. .„j^^
^■MB J». W^MK. Cni.^^
■"*-"' ro-J!i:
...i,. -.:.,,„ i. c.-mi.ur.iODt Mai=ra^
^ L;..-.,..;i,d:
ilMÉM i. < UB £.. ÌtarTC=»- -
1-1 N-u4U".ì.. Umurt i lom tu.
»,-u'i.u^H^, d, i«-a
iar* '- ìr imtuur; >i>nr-.
....! « »-l«
c ur fiiiiu- uuei'-iniMiit liaum- n
2«Mteà«*,
C*.. Zv.
idcn J. 4. » *«Br? a. *-.
..':'"ST«.'a
1?;.., I •-.--...■.:... t.ul-.u-TiaL Jcr-.
IFTM P.. FiiiatHm. C^Tlur-
, y-^. i*.-
j..rj;v (il i:.'--
W. 0-->-rB'tur an'.oicta'nQE i.
««OfCKfejll.
ìfirii £■«■■■ i«< r 1 1,
LfaitfU^ L/jootiL I'«i«i. aiu. lu:-
1 Ot ^u rt
A:.rt.j. /I>a^:..«r.a,. Mach mr a
«T* fl-..Vj-
fxu.-"i-'n ta Ofui t-Tjips a óuul t
AktMgcwlwksIt fiÉiiinr f. t- E.. Siorc.d-
;"1.l,u.^ Ilu.k:.u- ma. Mw hina molrte «m clm-
■■:,i,j'r -l'I 4u:.(i- d,i niui'/ri ditpwli in' parai tla
df ii's'i'T"! K'-*' iiii'i'ii'i ^d un a bero. (41.
.O'il-i.fk (i.j. JafaHM WUT.B Serv-BT. lli-
l'rai^j, M.,|.,fir a »auk« (S. U. A.), App. pour la
'«i.l/u.'if/ili ga-:VJ- (./-n'.far on d" vapmir («>J-
J«.iMl.a Haward Àà^ama, To-
I, K.-n^lai», Ha- „mto Oniar'o (Canada). Pfric^io-
.;./ d'ablilr^.1. (.,.' im-rna. (C|.
ii.jtM^O. Supporlo J*bM(Mi J. B«W«nl, Talici.
allx'ii di riiatihi Catburalnir automalique pour
'■'I-. ('ij. m'ii™ri à Mp'osion {3).
iiilK-rif. J^vlpr à J«rdaa F., Coihen (Orrmania).
ijurtu^'e ù gaVii Frein à air comprime pour (p-
partli de IfiaRe. (6).
Moiinro, navi^ra. ulMlfin Fabbrica àì AatoM*»!
(Lrlri-. pour tour- (Sorie(;i) Torino. Appar, per la
iU A g'it, "le. ('>)' metta in molo autoniat'ca di itur
rilascutti in Italia dal 16 nov. 1906 al 15 not\ 1907 88
tori ad esplosione (3). Carburatore
uutonial^co per motori a oeazina
(3)' Appar. ad eccentrico pel co-
niando di organi me<Tanici (3).
«Junior» Fabbrica Toriacae éì
AatoaMlili, Torino. Comando di
\ a: vola mediante sfera per motore
a scoppio. (3).
La£er£rcii J. E., Br'ooklyn
Dispositi! de ca'age (6).
Laiie S., Ber ino. Èmbrayage à
friction. (6).
Laoiptagh F. e Tiiralfall T.,
Londra. Perfezionamento nei mo-
tori a combustione interna. (6\
Lascia e C. (Ditta). Torino,
l^ìstribiitore automatico di o\io
per la lubrificazione dei motori i\),
Ucftt P. E. C, Marsiglia
Système de joints pour canaitsa-
tìons des liquides. de vapeur de
f^az, etc. (6).
Légé A. i. !>., Lpndra. Per-
fectionnemments dans les méca-
nismes de transmission de mouve^
inent pour machines motrices. (6).
Lehnuuui E., MarcHìenne-air-
•Pont! CBelgio). Èmbrayage. (6).
Dispositif pour faciliter la mise
en marche des moteurs à explo-
s:on. (6). Èmbrayage progressi f à
frottement (6).
Lchoert C, Ober Marxloh (Ger-
mania). Dispositif pour empécher
1 ouverture des portière» d*un train
en marche. (1).
Lei:^iigcr Caoitaiiiidustrie D.r
fàmfmry e C. (Società). Markran-
stad(. Dispositivo per la distribu-
zione uniforme di sostanze puve-
rulente e poltigliose (15).
Lcati H., Halensee presso Ber-
lino, e BaHens Ch., Neu Ty sur-
Seine (Francia). Disposit'f de com-
mande des organes de distr'bution
pour machines à vapeur. (15).
Leotz H., Halensee e Vait W.,
Berlino. Dispos. de soupape de
distribution a douWe sìège (15).
Lenti H., Berlino. Perfect. aux
machines, avec cyl'ndres €n tan-
dem. (12).
le Roné L. J. J. B., Parigi.
Perfect. aux machines rotatives.
Levavasseur L. M. J. C, Pu-
teaux (Ftancia). Carburateur p.
moteur (6).
Annuario scientifico. — XLIV.
Lavi S., Torino. Apparecchio
per utilizare la forza di gravità»
LietztBMayer O., .Monaco ((Ger-
mania). Disp. di comando per mo-
tori a espostone. (15).
LiacÌL K., Homburg. Congegno
per fermare rapidamente (fèle
macchine a vapore con espansione
suddivisa in diversi sladii (6).
Llxioli G dt O., Novara. Mo-
tore «A fa» ad aria carburata au
esplosione! drt a combustione a
stantuffi opposti funzionanti a dop
pio effetto per le applicazioni ai
veicoli automobili in genere e per
tutte le altre app!icazioni imlu-
striali. (1).
Loffredo R., Napoli. Apparecch.
per determinare la ve'ocilù e la
direzione di un asse in rolaz o
»e- (3>-
LoagMOiarc L., ved., nata Le
chesne A. A., l'arigi. DUpositif
d almeniation et de puivérisation
de p!us:eurs fluides pour carbura-
teurs à exp osion«. (3). Dispositif
amoriisseur pneumatique pour or-
ganes mobiles agissant soys 1 ac-
tion d'une pression ou d une de-
pression. (3)
Lonbiért A., Raismes (Franca).
Appar. éiévateur d'eau. (3).
Ltfwentbal P., Colon a a/R.
\a!vo'a di chiusura automatica
per pompe e compressori (6).
LiHkke E,, Merseburg. (iru
per costruzioni, combinata come
elevatore e trasportatore per lo
spostamento di pietre ed il tra-
sporto di materiali da costruzio-
ne (i).
Lncke C, Lipsia. Generatore
di vapore senza pro\'\'ista d ac-
qua (ò).
LiifebriBk G., Hagen. Disposi-
t'vo di scarico per l'acqua di con-
densazione (1).
Macbetli Nonnan, Duna'lan,
(Inghiiterra). Moteur à qombu-
stFon interne (6).
Macqiialre L., Parigi. Perfect.
aux bougies d'allumage pour mo-
teurs à gaz, essence, a'cool, etc.
(0.
M Brevetti dHnvetiziofie
f Magai G. fu P.» Torino. Moto- MtfdUacalaMk R^ckstrvli e
re rotativo a scoppio (i). Sctacédcr Nachfolgcr A. G.« Dre-
Magris R., Firenze. Live lo di sden-Heidenau. Dispositi f de coni-
sicurezza per caldaie a vapore. {2). mande par friction pour presse^
Maiche C. Saint-Germain en de tous genres (6).
Laye (Francia) Embrayage oen- MaschiacsbaaaBStalt, Elacagie:-
iriiuge à v tesse variable. (3). scrd and Damfffkessclfakrik H.
Maier C, Stockarberg presso Panckich Aktioi QcscBsckaft ,
Sciaffusa. Pompa centrifuga mu.* Berino. Tuyau flambeur ou cax-
ii)^ada (6)- neau en tO!e ondulée pour chau-
de Maisoucave A., Parigi, dières à vapeur. (5).
Punipe pneumatique. 3. Maschlaca-e Daaipfkessclfakrik
Malogco Levi, C^nterv.l e Ten- Gailleauie Werkc G., Neustadt a.
nessee. Perfez. nelle macchine a d. Haardt. Chaudières à tube»
vapore o ad altro fluido ad espan- d'eau (6).
sione (6). MascUacabaa-ABStalt Haai^lit,
Marietti E.. Roma. Dispositi- Ka k pres. Colonia s/R. eSdiaiica
vo per bruciare nei motori a com- H.t Essen s/R. Motrice ad espan-
bustione gli olii pesanti, senza al- sione a più gradi a vapore <k1 a
lontanarsi di molto dalle consuete gas con rinnovazione del r'.sca'da-
pressuni di lavoro de le motrici a mento delKagente motore prima
\;t,or». (j delle singole gradazioni dì pres»-
Marslià*! J. T., Leeds. Mécanì- sione (15). ■
sine de distribution pour machines Mascliiaeafakrik Aatolag Gesd-
ù fluide sous pression (6). ichaft aUt bcsclirJUikter Haltaag,
Marsdea i.» Manchester. Moteur Karlsruhe. Disposilion de cylindre>
à air comprime (1). pour moteurs à ejtplosion (6).
Martin Fischer e C. (Ditta) U- Masiey H. F., Openshaw. Per-
ster presso Zurigo. Valvola d*im- fectionnements dans les appare Is
uMssione per motori a esplosione de soulevements et de traction en
(6). rombinaison avec des maiUets à
Martin e Letkimonnier (Società) chute, marteaux ou machines si-
Par tgi. Embrayage hydraulique. milaires (15).
i\). Disp. de conimande combinée Maarer L. Niirnberg. Moteur
|i.?.r la soupape d'adipìssion et le à combustion rotatif. (6).
rupteur d'aJlumage dcs moteurs Maasar P., Oberndorf Neckar
i explosion. (1). Mola di sospensione sopcatutto
Martinelli P., Roma. Motore per sforzi di compressione agenti
leggero a scoppio e a doppio ef- per urto (i).
fptto, utilizzando il carter, come Mauoni A. e Trombetti D.,
tamera di scoppio e lo stesso sfan- Firenze. Nuovo sistema dì SGl'e-
luffo per la espansione di gas- vamento dei liquidi servendosi del-
(1). l'aria compressa. Nuovo sistema
Marx W. E., Lipsia. Chargc- di sollevamento dei liquidi ser\'en-
ment de vitesse pour machines et dosi dell'aria compressa. (3).
véhicules. (i). M. Intotli A. A.» Alexandria
Maschinen1>an-Ansla!t Altenei- ((^anadà). Uncino sganciabile. (1).
sen A. G., (Germania). Couss'net Me. Lellan H. Rlchardt. St.
à rouleaux sans frottemcnt. (6). John (CanadàV Perfezionamenii
Matchlnenfabrik Bnckan Akt'ea ne'i« macchine rotative. (6).
GeseUfcliaft in Magdebarg, Mng- Melma e Pfennlnger G. m. b.
deburg. Distribution pour machi- H., Miinchen-Hirschau. Sen'omo-
nfs à colonnes d*eau (15). toro sempl-ficalo per la distribu-
Maschlnenfabrlk Bnckau Aktiea zione ncMe turbine n vapore ed a
GeBellfchaft, Magdeburg. Distri- gas e simili (lO-
bution pour machines a colonnes Méraa M., ì^arigi. "Moteur à
d*eau. explosions. (3).
rilasciati in Italia dal 16 noi\ 1906 al 15 noe. 1907 85
Merk K. H., Wilmersdorf, Ha-
leiisee presso Berlino. Nuova cal-
da a tubo are con surrisca datore
nel mezzo, (i).
MetaUschlanch-Fabrik Pforzheidi
irorm. Hch. WUzcnmann ti. m. b.
H.* Pforzheitn. Baden (Germana)
Tubo meta lieo llessibile con ar-
matura di te.a metallica. J io).
Meyer E., Duisburg. Treni di
ru li per trasportatori a nastro,
ecc. (i).
Michelin e C. (Società), Cer-
inone- Ferrand (Francia). Appa-
reii compresseur d'air combine a-
vec un moteur à exp'.osìons. (6).
Mfltrdl E.. Terni (Perugina).
Dispositivo da applicarsi alle gri-
j^lie de le caldaie a vapore per e
liminare le scorte e le incrostazio-
ni formate dal combustibi e. (i).
Miller F. di N.» Torino. Accen-
ditore per motori a combustione
interna, (i). Sistema d'avviamen-
to per motori a scoppio, (i).
Millou Alme e Vlgonroax F.,
Marsiglia. Pétrin mécanique (3)>
Mltne C. A., Detro't, Michigan,
e Mac Bean Archlbald Lewis, Ann
Arbor, Michigan. Dispositivo di
avviamento per motori a esp'osio-
ne (6).
Minimax Consolidated Limited,
Londra. Pompe centrifugo pour
le débit de liquides et s'empoyant
comme condenseur. (6).
Mlnter Henry Layender, Lon-
dra. Perfez. nei rub' netti. (6).
Mlot Hubert F. H. ti., Parigi.
Moteur à air carburé (3).
Mira?eix F., Santander (Spa-
gna). Nouvel'e forme des aubes
directrices pour les dislrìbuteurs
radiaux dans les turb'nes mixtes
à réaction. (i).
Missong J., Hoechst a/M. Pro-
cède et disposilif pour augmenter
le rendement thermiques des ma-
ch ines à vapeur (6).
Molas J., Londra. Turbine ré-
versible. 6).
Molinard T. e Moltnard H.,
Marsiglia. Outil limeur extensib'e
pour détartrer les tubes des chau-
d'ères (i).
Molteni U., Mi'ano. Busso'a a
lubi «Reazione automatca per pu-
lpp.Re folli, (i).
Monen E., Parigi. Perfectioiì-
nemenis aux paliers à rouleaux
et disposìtifs eie roulement anao-
Kues. (3)-
Mona R., Londra. Perfect. ap-
poités aux nioleurs rolalifs. (15).
Mounier Joseph e Morin Antoi-
n?, Boulogne-sur-Seine. Carbura-
teur pour moteur à explos.on (1).
Montenegro y van naUn A.,
Madrid. Embrayage graduei éco-
nomique en mariche (3).
Moonen E. e Oumaue A., Pa-
rigi. Bougie électrique d'ahumagu
pour moieurs ù exp osions (3).
Morlanl C. L. nata Liniueli,
Spe'a, e Carezzino ti., Genova.
Disp, per trasformare il nìovimen-
to retti. ineo di uno stantuHo in
movimento rotatorio senza far u-
so dì biella e manoveUa (1).
Moriondo B., Torino. Li velo
costante senza meccanismi ad e-
quilibr'.o natura'e per motori a
benzina, a cool e petrol!o {2).
Mosca M. di r.. Biella. Ca-
psula di meta'lo racchiudente gas
a forti pressioni ed applicabile a-
gli app. nei quali occorre far uso
del gas {ij.
Moser r.» St.-Aubin. Moteur à
exp'osìons à deux cylindres (b).
Motor werlie-Berna. (v. J. VVyss)
A. ti., Olten. Disposilif pour aug-
menter aulomatiquement l'arri-
vée d'air dans les gazéificateur^-
pulvérisateur Apparell pour
régler la vitesse des moteurs à rx-
plosion (i).
M&hlrad J., Jaslo. Graisseur
automatique (i).
MAhIrad J., Vienna. Gra'sseur
automatique (i).
MfiLer E. L., Strasburg. Perf.
nei gaseifìcatori per motori (3).
Munch J. B., Parigi. Perfect.
app. aux changements de vites-
se (3).
Nadrowskl J., Dresda. Turbna
ad aria ca'da con rigeneratore (1).
Neal H. A. e Pye- Smith A.,
r.ondra. Perfez. nei generatori di
vapore (6).
Negro E. di Z., A'essnndri.i-
Doppia leva per torchio da vi-
narne (3).
Neiie Betriebskraft tiei., mit
beschrinkter H., Berlino. Proc.
Vinreitzione
Papi O., Spfz!
a. Aw>.
dì
»•,
per laida:» (0-
nrim r» ii
ti. Xu»<
tfo
nari..
AlgtTM*,
Nt«
casi le on-T]'ne.
Per.ec. (
bme^. co<l>pre»><
li, ri
iiUichineb anutoK
UPS (.iJ.
l-Li^Hardl O.
e RMia
C.
., T«
rno, Nuovo sisH
nn. dina.
Il cu pi'
motore lulle le Ki'aUazioni ili it-
locilà (i).
Patqmtr Abd, Brànne. Lia-^f
siiif de «ùrèe tuppvsant su cn
serrage accidente! ucs ócrous (t>.
pRWfbke A., Diia^ldHrf. 'lue
b'ne à p us'mrs étage funtrltoir
nani i-omme machine nioir'CF uu
mai'li'ne de tiavu I {b\
Pavia è* Laiwgc i. e A.. (S.i
cielà), Viviers. Pi oo il lobi e (,i
PcarMtt C. F., Chicago. IV i
Pcchb«B E., Londra. Terfet |.
se jiour
Pclllzuri A. dì C, Arrenami.
Pror. di macinuz'one auloiiialiid
onlinua, con separazione per vm
iaiìjnc dello IO fo, de le to^Uin
■e terrose co'oranli. delle priii e
le'e materie (r'ubi i in Ren. (:ì.
Pena J. A.. SmTrne, leOcr F.,
viivme, e Trypasl' C. G-, Adana
r (6),
Pcrkial J. A., Omaha. SyMi-
'"rtri E. fu F.. r.enova. l'ies a
1 tlge de
rilasciati in Italia dal 16 nov. 1906 al 1% nov. 1907 37
cfPiceda» di distribuzione per mo-
tori a vapore (3).
Plaard C«, Parigi. Nouvel or-
bane niécanique dìt étreignei^r
automatique et app'.ications de cet
organe (b).
Pftflkert O., Hamburg. Gu=da-
f^e rectiligne pour l'arret tempo-
raìre du inouvement des parties
rommandées en I gne droite sans
inlerruption du mouvement des
parties motrices (6).
Pino Gimcppe, Genova. Appa-
recchio Pino per e'evazione e ira-
smissione di carboni, granag'ie e
materiali in genere (3).
PUtelU G. N. fu S., P sa. Di-
stributore di olio con filtro auto-
nìatico per la lubrificazione dei
pezzi freddi delle macchine a va-
pore e dei motori a gas (4).
Pizzari V., Roma. Dispositivo
per cambio di velocità per motori
e veicoli, sistema Pizzari (i).
Pizzi E., Torino. Régulateur
automatique de la pression dans
les générateurs de vapeur réchauf-
fés par des gaz combust»b'es (3).
Sistema di regolatore automatico
di pressione e di rifornimento di
acqua per caldaie a vapore a
piess:oni minime (3).
Poietto F. di M., Livorni. Bi-
lanciatore del peso e del e forze di
inerzia degli organi de* la distri-
buzione delle macchine a vap. (n).
Pomini O. fu A., Legnano. Di-
stribuzione .'1 scatto combinata per
inotoii a gas con \alvo'a di in-
troduzione e misce'a ed accensio-
ne a tacchetti sfreganti (2).
Poppe P. A., Coventry, War-
wick'?hire. Pcrfec. dans les carbu-
ra tcurs à pulverisation pour mo-
teurs à combustion interne (6).
Poron H., Troyes. Col'ecteur
de houes pour chaudières (3).
Vònckt R.« AMbar|2o. Turbi-
na a vapore (1).
PmIIìvc Rotary Pnmps Llnt •
Londra. Perfec. aux pompes pour
liquides ou fluides (i).
Pr*llf L. V., Toiino. Applica-
zione de: gas idro,^rno ed oss'ge-
nn n ri ai motori a scoppio, m
generale, ed in particolare a qu'l
It per automob'Ii, tramways, lo-
comotive ferroviarie, motori fissi
e mobUi e motrici navali (3).
Priotto Ri» Torino. D. stributo-
re ed otturatore per turbine siste-
ma Francis ed americano per a*
zionare le palette mob li (3).
Prodi W., Dresda. Regoatore
assiale con due «pendo i accoppiati
mediante molla di trazione e con
eccentrici girevo!i {^). Rego'atore
assiale con due pcndo'i accoppiali
mediante molle di trazione e c(t]i
ec'.'jitrici girevoli (1).
ProiLop J., Pardub tz. Procedi-
mento e dispositivo per Taspira-
zione nelle casse dei cilitidri e nei
mulini (0).
ProiKof B. A. O., Copenhagen.
Système de fìxation de pièces in-
termédiaires aux p ateaux de gar-
niture des tambours centrifuges
(6).
Patato £., Busto Arsizio e Cr^
spi A., Legnano. D'spositivo pei
comando a distanza di valvo'e a
vapore e di sicurezza per rottura
di tubazioni (1).
Oaillct F.-E., Chemillé. Appa-
reil de changement de vitesse par
enibrayage progress» f (^).
Radtc U R. e C. (Di.ta) Mi ano.
Carrucola a lubrificazione automa-
tica con serbatoio per il lubrifi-
cante (14).
RadcUlfc Carltoa R., New
York. Lubrificateur automat. (6).
Rancliiaz CE-., Colombes. Sy-
stème et dispos:tif de fixaton ìn-
dérégab'.e de-» écrous à démontai^e
fréquent (15).
Ranzl R. G., Sestri Ponente.
Motrice rotativa Ranzi (i).
Rappold J., Al schwi*. Presse h
voie sèche (6).
Rateau A., Pargi. Perftction-
nements dans les compr(*»seurV-
ventilateurs polycellulaires (6).
Rces E. Scott G., Wo'verhamp-
ton. perfec. app. aux pompes ro-
tatives et aux lurbines pour flui-
des non compressibles (15).
ReliHl P. V., Quincy Ma«8.
Moteur à mé'ange tonnant (6^.
Rclirachiitz-Gescls.haft nit be
sclirialiter Haftioif, Breslavia.
Valvola per proteggere condutture
tubolari contro rotture prodotte da
RollM G. d> P., Al(>£sandri
RMt« R., Genova. Acrumu -
lore idraulu-o specialmente appT:
I rubile alla navigazione sia acqui-..
distri bullone ap)riicabi'e in i;en'
rale ai hmMotì a fluido u ni»:
! nlternalivo (61.
RoM VacBHH Pbhp l.imi:t*. ,
I.ondrn. Perfeiionamenti f»ell-.
inipe pn- (are il vuoto e s
li 16).
HoiÉ
Hoiil B., Taranto. CalJui.i i
vapore (i),
RomIoI D. e Tacchi D., Ronu
IWspositivo meccanico per for va
riare la corsa de^Ii stantufti di
pompe, compressori, motori e •>
mili (i).
RovUa A. t AmwtSm O., Mi
lano. Locomob'le a C"* P****- (.1'
Rnppe O. BcrtkMi, Apo'da.
Rélrigération par l'air pour rri . I
dr»s. disposés en V. (6). ' l
Sabaibf L. 0., Parigi. Mitho^
de de produrlion de iravail ino-
leur utilisant un cvcle A deuN
lemps (6).
SaccblBl E. di C, Genova. Di-
sposi ijone per il cambiamento di
velocilà degli alberi di Ira-ms-
sione (.).
Sscb* E., Scb*uinfor(. Anneau
de guidage pour tou'emenl a bi-
ìf, (6),
Sichtltcbt BanbgeicU. Oaell-
aiu e C. In KoBkurt, Dre^a.
I'rps~c i leviers coudòs et à deux
poi neon s presseurs mobile* l'un
^«s lautre (.3).
de Salat-RonalB A., Parigi.
Magnélo d'allumage pour mo-
fcur< à explosions fj).
Suaa L-i BuKserru. Macina
a cilindri equilibrali e sospesi (3).
SHMmaa A. H-, Mcrcr A. O-,
New-Y.. Koeiaer 0. W. e K«tf-
ncr W. F.. Brooklj'n. Botie de
fi;raissage pour essieux de vébi-
cules (0.
Sanrcr A. (Ditta), Arbon. Perf.
rilasciati in Italia dal ì6 Hov. 1906 al 15 nov. 1907 89
siux carburateurs pour moteurs à vapore senza vo'ano abbinate con
explosions (6). i stantuffi a movim. rettilìneo (i).
S«arer U., Zurigo. Tiroir de Scoccimarro G.. Alessandra,
distrìbution pour ia m'se en mar- (Egitto). Motrice rotativa o mo-
che automatique de moteurs à ex- tore a turbina perfezionata (6).
plosion à quatre cylindres (6). Scott W^ Aiedford. Carbura-
Sanr G.| Esch sur-l* A'zetle. teur pour moteurs (6).
Robinet antibélier equilibrò (i). Scitz Theo, Kreuznach. Syst.
Savio A., Sampierdarena. Ku- de distrìbution pour pompes (ò).
binetto a perforazione a vite per Scllgmana P.» Hannover. Mo-
vast metallici (i). teur à expiosion à deux pistons
Schcben e Krndcwig GetcU. mit (i).
b;;aclariiiktcr Haftimg, Hemcef a. Semmler C Dortmund. Ugel-
d. Sieg. App* à mesurer les forces lo dì atabile per le turbine a va-
sans polds ni ressorts (6). porè surriscaldatp e a gas (15).
Scbclbert A., Vienna. Carbura- Serafini P. fu P., Vodo di Ca-
teur automatique pour moteurs dort. Conp^eeno per trasm ssione
ù exp!osion (6). di forza ctSerafini» (i).
Scherf C.» Saarburg. Torchio Sercnyl A. e Gcbrttdcr (Ditta),
a vite (i). Berlino. Dispositif pour introdu re
Schmid! Q.i Clieve^and. Mec^ de IVir dans les récip. remp ìs
can'smo commutatore per motori d'eau (i).
u scoppio (6). Ssfia S., Guida C. e Gambar-
Scbmldt H.t Amburgo. Dispos. della F., Napoli. Fasciatura di
per la filtrazione del 'acqua d a i- bronzo al manganese per cil'nun
mentazione (4). a vapore (i).
Schmid- Roott J.f Oerlikon. Ba- Servadio G., Firenzet. Motore
gue de roulenient pour couss-ine-s a essenza policilindrica a ci indri
ù billes. (6). separati e riuniti in blocco (i).
Schmidt W., Wilh«lmshòhe. Scubert L. H., New York,
Chaudière tubulaire à surchaufTa- Mendel William Hirih, Mount
gè rég'ab'e de la vapeur (6). Vernon. e Licbteahan V. F. New
Sdinizer E., Spltzcr K, e A<a- Vork. Coussinet de friction (6).
blick H., Vienna. Aspirateur (òj. SkmciiÉ>^ScbHckcrt Werkc Ge-
Schoedclia G. e Schocdclin t'.i tellicbaft mit betchriikter Haf-
Parigi. Appareil dému tJplicateur tnng, Berlino. Pompa con ruota
permettani d'obtenir une très ad ali (iqV
grande réduction de vitesse au Simoa Frèrct (Ditta), Cher-
moyen de deux roues dentées seu- bourg (Francia). Moteur à explo-
lement (6). sions (6).
Schreiber R., Dortmund. Perf. Simon Hngo e Co. (D tla).
aux coussinets à billes (6). Colonia s/R (Germania). Dispo-
Schnlc F., Amburgo. Machine sitif d'attaché garanti contre le
pour trier les matières granuleu- détachement accidenlel, mais fa-
ses et lamelleuses et les séparer cilement détachab'e à volonté (15)
des mélanges hélérogénes (9). Skodawarkc Actiengcsd Bphaft
Scbniz Richard, Berlino. Piar in Pilsen. Pi'isedl, Boemia (Au-
teau directeur pour turbìnes à va- stria). Roue à aubes pour turbi*
peur et à injection axia'e (15). nes à vapeur (6).
Schnmann P.» Berl'no. Becco Sheppee F. H., Bracknell, Ber-
iniettore regolabile ad orifizio ca- kshire (Inghilterra). Soupape de
pillare (i). sùretè (6).
Schitte J., Bremerhaven. Cai- Smith Eimcr Stillman, Bound
daia a vapore (i). Brook, New-Iersey (S. U. A).
Schwade O., l^rfurt. Distrìbu- Perfec. apportés aux mach'nes à
zione di vapore per macch'ne a combustion interne (6).
Brmtiti d'itmetaione
l.ondr3. Indicatrur I\)nmte, Vgtl)o po'verìcKarorc pf
liquidi surrisca'dati (5).
(D'ttn>, Schìr- S«c. Aa. Ital. Eacrtlag. Scs-.-
1 (Olanda). Pom- Ponmt«. Condensatore a getto e
le grais«age forc# acqua is).
rìnes r( aurrp5 c W. Culterì StToU Pa'M.
w^i ci:..!.^!. ''onigliano (Genova). App. di wnr-~
1 in itiutD a due Ifmpì di mi^
— " -ombuslione inlL^rna a t|u3i
n (6).
larìcHl e C, Xai>o i. Mo
re a cilindri contrapposti iiAtes»
Sk. ita EtabttncBCBti MaHcM
BDm, Aubervìlliers (Franr=A.i.
ì>^p. de montage de rou'emenl-
inuVres à bi le« <3).
Sa:, kmt
catf Cali). l'uri);! r Ltmb Rag*.
alt n set (Bonino). Soupape com-
sV
Ssc dei Guaget KrUgcr e Br»-
», Parifri. D sp. d'alluntojje à
lule lension par ma;;rU'lD <| tran-
bdfi.-a2lone de le reste di b'e'a
S«c. MiluKtc M latMtrie Mcc-
iDlcbe, Milano. Nuovo disposili
1 di iocomobtie a ga« povero (3).
Sm. NeochlIcMM d'AataMH-
I, Bomir>' (Svinerà). Moli ur à
ploslon avec disp. de relroidi.-ae-
enl du me ange explosible.
Soc. PkBomcM A«tmi«Mt Ab
MI Celmo |S. P. A.), Tor:no.
jovo apparecchio dislrihulor» per
viamenlo automa! co dei motori
eia esplosi\-a e pel comando del
r auiomobilì od aire amili ap-
icaiionì (3).
SnUgmtiC, Grillc e C.le (5ocie^'<).
irigi. Svsiènie de g^nirtieur de
peur (9).
SsBikwirk Fo«B<ry e MkH e
>npu;, Filadrllia. Syhl^nip dr
(■pape d'admission pour molrurs
gaz (b). Mode de montale ()l■^
upape» d'échnppeineni pour ma-
urs à gaz (6). Moteur i gai {6).
riiaKÌati in Italia dal 16 ttov. 1906 al 15 nov. 1907 41
MéranHinc de commande de<i vul- Tarlili E., Torino. Dispoaitivo
ve* de rffoulpmenl de compres- per la Irasfomaiione di un meno
seurs ft marhinfs soufflanlps (6). anfiolare alterno in un molo cir-
Mócanismc de chanK'innt de mai- col.-u-e continuo, (i).
che pour rrarhmes ù vap*ur coni- Temperie^ J. K.i Tewpertey
pound (6). Disposìtìf intercpptanl J., e Alnnder W., Londra. Ap-
iiutomalitiUMnmt la vapeur lors parrii pour lever, abaisser et Iruns-
du fhangement de marche d une porter des (ordraux. (6).
machine k renversemenl (d). Di- Thell W., Diisse Oorf . Rubìnel-
spositif de miw en marche pour lo per vapore ed a tri liquidi bol-
mMeiirs A j»ai (6). lenti (i).
Spencer Chrittopfeer Mlaer, Wi..- Thelia W., e TSwc M., Iln le
dsor, t'onneclirut. Innovuwoni nei Proc. et d sposiiif de production
meccanismi a velocità variabile de mélange gaieux pour moleur-
(1). i\ e-vplOTÌon (4).
Spici L-, Wissen (Germania) e Tkoaiu G., Breslav:a (Germa-
Uli W., S'ein. B'ankenberR. Roue nia} e Herkcr-Ofauilch R., Pe
hj'drau'ique il aubes en (orme d'en- ruwhen, Brc-^lavia. Pjtrascintillle
tonnoirs (i), ■ per macchine a vapore o aire
Sldnsrl 0., Roma. App. per macchine industr'ali a combu^li(^
elevamento di liqudi ned'ante ne (ii).
l'aria compressa, applicabile 'spe- TfcMau RoblatMI e Sm Llml-
ciiilmenle ne! caio di liquidi che tei. Rochda'e, Lanraiiler. Perfei.
non debbano avere cont:ilto con il nelle macchine uer sepacare poi-
vetro (j), vere o altre parlife''e da le soslan
SlCwarl Mone, Detroit, Michi- ze granulari ((>)..
gan (S. U. A.). Gaiiifieateur pour Tlianpfsa TImbh, Londra. Per-
moleurs et idairage (6). fectionnemenls aux pompes .'i !i
Starr Fred, San Francisco Ca- qu'des. {6).
],i{ornia. Motore per l 'utilizzalo- TbompMn W. B., Idaho (S. U.
ne deT energia delle onde marine A.). Per'eclionnements apportai
(6). i.us moleurs rolatifs, (i).
Sion C. A. a. Francofone s/M TlbaMI, Cnpptal e Bodlol. sue
.Vcopplamenii di tubi con ch'usu- cesari di F. Benfenati, (Ditta)
ra a baionetta (i). Bologna. Macchina doppia per pu-
Steleai F., Aachen (O.rman'a). Ire seaiolelle di latta contenenlJ
Turbine i gat avec chambre à conserve alimentari od altro. (3).
cKplosion rotative, ptston ù com- Tsiar* F-, Mi g'i crina (Ca1:m-
pression el dis'ribution ù soupape zaro). Nuo\-o motore ba-^alo m a
uutomatique (t). forza d'ascensione dei gal'egginn-
StlM C, Strasburgo, Alsazia li. (1).
Disposiiif d'un nioieur hjdraul. T«nelK T,, Spezia. Contatore i-
dans un siphon (.1). stantaneo del numero dei giri e in-
StdnarilOcr L.' « C, (Società) dicalore del senso di mo\'rmenio
Gunimersbach. Soupape de stìreté dcl'e macchine, (j).
a grande levée (6). TowlfM E, Challerìs Cambri-
Snalberg A., Slocco'ma Mi dge e Mmllon E., [^ndra. Pcr-
canisme de renversemenl de mar- fez, nelle motrici, jjompe e com-
che pour acbres (15). pressori d'aria, rotativi a pres^'one
Tabonlcvllch V.,' Pietroburgo, di tluido. (6).
Perfect. aujt chaudières à vapori- Trccn leflcnMi, Nen- - York,
sation instanlanée. (14). Perferl. aus moteurs à eombustion
Taglllferrì M.. Tagliaferri E., inlerne. (6).
TagUatcrH C. hi Q., Piacenza. Trotticr R. E., Hussem- Bey
convertire un mn- (.-Vlgeria), App. pour te clas^Jemenl
à b'i:es unnulaires. (6/ Proc. pour
l'iniroduciion du dernier organe
d jcartemenc dans des cous»invts
unnu'aires à bllles. (6).
Vra Plttcr J. W., Berlino. Ma-
chine rolative. (15).
WMlitcl W. A.. Welìnglon (N-
7.c'anda). Motrice a turbina per
Irzionat» (6).
WagMr M., Wie^baden. Cuvri-
I» de couss'nets ou plaque compo-
9Pé de instai résistant M de inelal
doux (15).
Wallol e Krflgcr G. tu. b. B.,
Co'onia s/R. Motrice a pompa con
slantuRo ad ali rolanti tangente
ul manteilo del cilindro (6).
Wallol e Eriger 0. m. b. H..
C«!a, FUIale Hauover. Hanno-
ver. Matrice a pompa a stantuf-
fo ad al] rotatorie (6). Aia di
i-tantufTo di più par.i munito d'-n-
caisa da cuneo per macchine a
stantuffo rotatorio (6).
WarrCB W. T., Wairea E., Ips-
wich, Suflolit, e Mulard D., Eut
Bergho's. Suffolk. Vfrin pneuma-
tique (6). ,
WbUm C. H. e Edward! A. B.,
Londra. Ferlez. nel meixanisiiii
flessibili per la trasmiss' one di (or-
la bbricaiione di tali meccanìimi.
WakaBald C. C. e JiuM R.,
Londra. Moleurs à eip'otiont (6),
Weber Kart, Riga. Perfect. aux
volanls et poulies à diamttre 'é
Klable ([).
Weber O., Halle a/S. Innova-
zione nela fabbricaz*one di calibri
di misura ptr bolloni e lori (1).
Wedeklad C, St. Jean sur Mtr
l'urbine i fluides eaieui (})■
Wegener C, Charloltemburg,
Sysiime de chaudière à vapnir
(6).
WeUhclt C, Zeh'endorl. Pnl
nei canali di turbine s sfiione r-
stretla (1).
WelKU n., Veltheim. Moleur
commandées par la pression
rilasciati i« Italia dal 16 nov. 1906 al l'i noi: 1907 48
menti nelle gru
relativi. (15).
wci.i a:, s
(Ge.-nianiaJ. Sol
pour rf^uiaieur
Weadlcr F.,
WM C. Oli
stente de rondel
et boulons. (i)
WciliaghMiM
Limited, Londr
nei regoalori .
pompe, (is). I
regolatori di pr<
P*. Cs)-
W««(lBgbon*e
IVrfez. nrtle tu
Mifo ds).
WeUlnghoHM
ny l'ittibitrg 1',
bine a fluido e
ne le turbine a
Regolatore perf
ne a fluido eia:
Wcrtingbaue
Turigi. e LcbUl
rigi). Perfect.
■ours. (isi.
Wlart E., F<
c'a). l'erfect. di
production du v
Cislm'ioni fin
AUgcndnc E
i:hatl, Berlino
qua'e la durala
sicurezza pr\ raccordo dHle vot-
re iraniviarie accoppiate (j>.
••gdaaiU J., Nowy Tatg. Di
losilif d accoupleiriHit, dtcoup e-
ent ri freinapie au omaliques de
oBons sur chemins de fer (b),
BargU C., Mi ano. Frvno del
p elellrichc (5).
B«t.Ml 1:., Boo^na. fui 10. e
Mtulla a., Torino. Vc'e ^
blesi porleurs (j).
Brill J. A., FiJadellia. Sospen
me per freno di ^-aeani e tram
I. Perfcc. iiux %^h4^ul« Imi,
K-inables rau'ant sur mi '< (')|.
Brockcibuk T. A-, l.ondra. Di
osili! d'alte'aKe pouf vo lur» d.-
eniin* He (er il],
Ilrawii H. E., Londra. Pcife
inamente nei (reni ppr vpicoJi
-roviari ed altri (6;.
BrowB R., WeniminMer. Inno-
I a coniati! superi eia i (<i).
Bluimg e Sol» G. m. b. H..
raunschweiK' Zocco'l) Hi ffrri)
II maniglia di presa vuoeu, p<v
icoli ferroviari (6).
Calile C, l>ari|{i. UUpos'iif
ur l'ul lisalion daiis un réchauf-
tr des vapeurs d'éch.-ippeinent d<'
€■■■■, (ìlàluwl. TarlMU e
. Sesto S. Giovanni. Aggancia-
■nto iiilemo nelle leve control n-
dpgli apparecchi cetilra i di
inmTa del lipo Blandii -Serve! -
E per impedire l' inconvenlenie
no doppia manovra (4).
Capeloli N. Ib C, Ch eri. Di-
qualunque dela strada terra .1
i due stazioni conseculive. 11 n
no in viaggio od anche due ite
cnnlemporaneaniente in molo
!o steiwi binaro (jj.
Calcetti V., Torino. Sislema
- prevenire g'.i accidenti ferro-
:ri CQUiati da linee ingombre,
rilasciati in Italia dal 16 nov. 1906 al lo nov. 1007 45
mediante c^rreUl esploratori au-
tomatici e'ettrici aderenti al*a lo-
comotiva nelle fermate e nelle ma-
novre e che la precedono in corsa
di un tratto proporziona e aHa ve-
locità.
Ccatome £.• Napoli. Nuovi
scambi automatici aerei per tram-
ways elettrici, sistenia E. Centon-
ze (2).
Ceretti e Tanfanl (Otta). Mi-
lano. Scambio fisso per rota'a
dopp'a per linee pensili (i).
ChaiMHBt A., Bruxelles. Proc.
et disposttifs de réglage et de
vcrìfication immédiats du fon-
ti ionnement des frcìns à air coin
prime et autres analogues (i).
Ciraolo A., Regj^io Calabria.
Nuovo s'st. di dischi di segna az.
per ferrovie e tramvie (15).
Clark A. C, Chicago, I lino'».
Appareil pour fac liter Tenlève-
ment des dépòts dans le chaudiè-
res de locomolives (6).
ComptLgt^ Ceatrak et Cen-
stractlóa, Maine S. Pierre. Su-
spension radiate pour véhicules.
6).
Compagnie Intematienare des
Wagons-Lits et dei Grande Ex-
presa Enrepéens, Parigi. IMspo-
sitifs de ventilatìon pour voitures
de cheniins de fer et simi'aires
Cempagnie penr la fabr!catk>n
dea cemptenrs et matérial d*u-
^Ines à gas, Parigi. Su^fpens'on
é'astique pour compteurs de tram-
wavs (6).
Continental Hall Signal Com-
panY* Bruxelles. Dispw^t'f d'ai-
guillage pour voles de chemins
de fer (3).
Cord:nons F. fu ?.. Padova. Si
stema di blocco ferroviar'o auto-
matico Cordenons (1).
Cordenons G. fu P., Padova.
Dispos'zìone per rendere facilmen
te trasportabili sui'e strade ordi-
narie le merci da scaricare o ca-
ricare sul vagoni ferroviari (2).
Comaglia A., Torino. Tomaio
di sicurézza per trasporto di bot-
tiglie, latte o recipienti consimili
a mezzo carri, ferrovie, automo-
bii, ecc. (3).
Cumont F., Parigi. Disposi li f
de contro e permanent des aigu 1-
les è manoeuvre électrique (ò).
Oaelii C. fu Pm Como. R paro
laterale salvagente da disporsi fra
carrozze o materiale ruotabiic
qualsiasi ferroviario, tramviartu u
automobilistico, ecc. accopp alo.
(i.S).
De Biasio D. di V., Sottoguda.
Avvisatore elettrico per evitare ^li
scontri ferroviari (1).
De Felice M. T., Roma. Sis e
ma di sospens'one con interruttori
automatici per linee aeree, di fc r
rovie e tramvie e ettriche, evitan
te la discontinuità del servizio ed
accidenti di persone in caso di
rottura della linea stessa (1).
De!erè H, e Leygraf H., Mar
x'oh. Dispositif protecteur app i
cable aux voitures de tramwa\>
(1).
De Mattcls L. fn F. e Perocchlo
L. di G.» Torino. Ferrovia e'e iri
ca senza fili con alimentaz'on ■
ad intervalli, sist. De Matteis P»-
rocchio (}).
De Mòcomble C, Parig . Dì
spositif de freinage pour p atcfor
mes mobiles (3).
De PaoUs Vi,, Roma. Traver>a
in cemento armato con altaccu
metallico per armamenti ferrovia
ri (.1).
Diatto A., Torino. Distribution
souterraine du courant au.x tram
ways électriques (3).
Uunltel J, Langfuhr pres. Dan
zica. Tuyau métallique flexib'e d<'
chauffage ou de freinage pour
véhicules de chemins de fer n
véhìcules similaires (6).
Elflein G., Marktschorgast. .\r
rangement de sùreté pour voiturr-
à chemin de càbles et du cha'nrs
sur un p'an incline (1).
Elliot H. Wm Prescott. Syst. d.
lubrification pour réduìre au mi
nimum le frottement des roues d'"
véhicules lorsqu'ils passent im«-
courbe de voie ferree (6).
Espa M. fn F., Cagliari. Con
Regno per evitare il deragliampiro
dei treni in moto.
Falli H. W., Milwaukee, Wi
sconsin. Méthode pcrfect. de jon
lìi-evetti d'iitveittione
cliuii de lungueurs de ralìs de che-
min de fer et de tramway (3J.
Falk MunfuiarlBg Cam puf.
Mivaukee, Visconsin. Perfec. dans
]ps Joinis des ruils de chemins de
(cr (.1).
FcItcB e auHleaHBic Lihaicjer-
wcrke ActkB Getcl:*chain, Fran-
l'ufurte s/M. Disposi tif pour faci-
■ Il ter la descenle dea toyiigeurs
dcs tramways (i.s).
Fcul P., Milano. Sistema mi-
stu di Iraiionc eletlrìcu trìfase-nio-
nuruw e sistemi derivali (6).
FIckcItcbMT C. e BcfglielMr
W-, L'asse!. Apparecchio di pro-
Iciione roniro l 'in vestì metiVo di
^^^"l simili U). """
Flcmmlag C. F., Washington.
cerchione di ferro <
FpMriBi
Il C, Napoli. ii.\sori> (
larocchio destinalo ad e
i scontri ferroviari (3!.
C. (Dita) e Bcllu
vapore
IV-rlf^.
per
;;oiii ferroviari (6).
Fonda C, Vilvorde. Perfect on.
vuitures de chemins de ter et au-
Ircs serrures, chassis mobi es cn
utuminium et slores (4). Noveaus
sv>lèmes de fernielure de sQre'é et
accessoircs pour voilure de chemin
de (cr et iramways (3). Serrure
de sùreli ì arrèts multiple^, ap
plicables aus portières des vihi-
cu'e? de chemin de (er et aulres,
l'inpòchunt l'ouverture intempesti-
vp de la portière (6).
;tta dFl trolley dal filo di linea
e tramvie elettriche, fri-. {}).
Forti! C. Milano. A^r;
■ autonialici
i (•)-
per I
FroBcardl D. fu F., Poriori
raio. Freno automalico di 1 curt
/il per carrel'i di (unico'ari a i
tale (.s).
Frénoat C, ParÌRi. Cormère
laslique serva nt £1 monler élas
iguement les plaqucs lubola
1 h;iud'ÌTr-' •]<• locomotivei iur 11-,
rorps fvlndrqurs <\rs di es chau-
diires (i).
Fraod H. e Holmci D. G..
Chappl-on-leFrilh, Derby. Pertei.
negli loccoli dei (reni per ruote a
des
G., Mi'a
applicai Ione di turbini
alle locomotive (O,
Guu e Comr. Elica gktMTd a.
MucklncB-Fabriki Acttea-Oocn
Khaft, Budapest. Dispositivo di
comando per vetture ferroniaric
automotrici con a'bero a guato
cardanico disposto in direzione lon-
gitudinale (6).
GaroIU A., Torino. Dispostiionc
per il comando degli scambi di
linea dal veicolo in moto, sislemn
>iGareUi>i (i).
ùAt'Kkt F. e Bollnaaa F..
Kerlino. Disponiti! de patins poui
train de chemin de fer (i).
Geocral Scattag Co. Llallcd,
Londra, Perfect. aux sièges *l
dossi ers é'asliques pour wuijuns.
voilures, banci. canapés, chaises,
eie. (6).
GikC F., Essen. Dispositivo per
accoppiare vagoni ferroviari, az'o-
nabile da un fianco del vagone
(0-
Gola G. Jl L-, Tofi^no. Presa
Orabaal J. E.. Salem. VirRi-
nia.v Coeur de troisement pour
voies de cheinins de fer (6).
Grou V,, Schneidemuht, Pcr-
fec, aux dalle» pour passages à
niveau de clieniins de ter (1).
Hallot P., Vincennes, Perfect,
aux (reins (i), Perfect. aun (rcns
de rheniins de fer (3).
Hart H-, Cliicago, Illinois- Per-
fez. nei carri ferroviari Ira-iforma-
bili. aventi di-lle sezioni di fondo
osrillanti (6).
HeadCMoa R. I.> Toronto. Mi-
Clioramenti tii;uardanli i movi-
menti a rulli da app'icarsi ai vci-
m'i delle ferrovie (1),
HCBWood E. N., landra, Per-
fect, à la construrl^on de toufi
Kcnres de roues dcsiinées à Et re
■*^
^^
rilasciati in Italia dal 16 nav. 1906 al 15 noi\ 1007 47
eniployées sur des rai!s de che*
mins de fer, de tramways, sur
des routes ordinaires et aU'eurs
(5).
Rermaiia H. Bdkci' e C., Rem-
scheid. Dispositivo per ch'udere 'o
spazio intermedio fra due carri
tramviari attaccati (6)^
Retsler N. e icUch J., Ragusa.
Dispositif électrique émettant des
sifs^naux optiques et acousttques
pour éviter les acc dents de che-
mins de fer (i)*
Heyvaert r.t Anversa. Appar.
d'aiguiilage automatique pour
voics férrées (i).
Horvatek A., Obdach, Stria.
Sistema di agganciamento di va-
goni ferroviari (i).
HndsoB e Bowring Limited,
Manchester. Salvagente perfezior
nato per tram vie (6).
Kaeferle F., Hannover. Eément
de chauffage pour le chaufTagepar
la vapeur à basse pressicm dans
les voitures de chemm de fer (i).
Kaminsky J. F., MUdred. Pa.
Traverse de chemin de fer (6).
Killintf E., pavenport» Jowa.
Rideau pour lampes de plafond
des voitures de chemins de fer,
etc. (6).
Kinitsland W., Londra. Nou-
veau procède et dispos'tif perfec-
tionnés pour fixer aux véhicules
automobiles marchant sur rails de
taquets pour actionner mécanique-
mcnt des commutateurs élcctrl-
ques (6).
Knorr-Bf^fe G. m. b. H..
Berlino. Fre»n à air comprime de-
stine aux trains de marchandises
(I).
Krimer W., rie!|senWrchen.
Frein pour wagons de chemins de
fer dO.
Jacobs C. M. e Insc'l R. J-,
Readìng. Pèrfect. apporlés aux s*-
gnaux de chemins de fer (i^).
Johnstoa 0., T^iverpool. Perfert.
dans les organes d*accouplement
des chemins de fer et tramvvavs
f6ì.
Lakhovfky G., Parigi. Syst. d--
garniture pour la fixa4ion des ti-
re fond (12).
Lamb Vaa Bofen, New-Haven.
Frein pour voitures de chemins
de fer et de tramways et autres
véhicules (6).
LanteiiKlilllitcr W., Pinerolo.
Dispositif effectuant le rappel à
la position mediane des bogies nio-
bi es ou chàssis ana!ogues (6).
Lavlzzari G. di D., Como. Ap-
parecchio di blocco per tramvie
elettriche, sistema «Lavizzar » (^).
Laycock W. S., Sheffield. Per-
fezionamenti nei contrappesi dei
fine^rinì di carrozze (ferroviariVi
e nei ripari delle infi trazioni (3).
Lec'ercq C, Liegi. System e do
aiguiilage automatique pour voies
ferrées (6).
Lettifl A., Foia. Appareil d af-
telage pour wagon de chem!n de
fer (i).
Levilly O. E., Parigi. Appar.
de réfrigération pour wagons do
chemins de fer. (3).
Llechty H., Berna. Pare-étincel-
les pour locomotives (6).
Loem B., Colon'a. Carrello di
trasporto a scarico rjipido auto-
matico (lì.
Machctti E., Savona. Apparec-
chio idraulico per pesare g ì assi
delle locomotive e dei veicoli (2).
Maglietta L., Torino. Sistema
di appar. di segnalazione o di ar-
resto automatici, o di ambedue a
un tempo, da applicarsi al'e lineo
ferroviarie, bloccate o no, e a casi
simili (i).
Mallcgorl P., Mi'ano. Innova-
zioni nelle Ijraversine metalliche
per ferrovia (i).
Mancini J., Roma. Distribuì lon
à air comprime pour trains électri-
ques (1).
Marelli M., Alessandria. Siste-
ma elettro-magnetico per evitare
gli scontri ferroviari (2).
Martlgnonl C. fu G., Mi'aihK
Segnalatori dì blocco tramvi.:n'o
e ferroviario (4).
Massarani C, Milano. Disp(ir:i-
zione per e'iminare la caduta ds'-
le condutture elettriche negli im-
p'anli di trazione a tro'ley e per
evitarne la rottura (2).
Mattalia F., Roma. Poltroncina
senza sedile per viaggi in ferrovia
(3)-
on* e ci>prÌK.unlo per co
PUavaal A.
({Ola con slecca a iunK<>
Appurato avvìi
ìncUBlra ne la superfirìc dì
ditasiri lutiRu
tento delle ruole (i).
(■)-
Mr M., Zurigo. D'sposii (
FagU. k. i.
letlion pour portes de voilu-
ruttore eleitC'Ci
chemins de (er, iinpichanl
manovre dei <<
:cmenl do parlies du corp»
vèlemenls (6).
Fucile P.
Bitvetli d'ÌHveitzioHe
Mugh A. WcUiaglsa e sler. l'erfcz. nel uietodo di fissa-
R., Si. Culherines, Onta' re ricoprimenti rìcanibiab Ii su
ipareil pour signaux é^ectri- rotaie metsllicliB portanti ieit.-ui>
e cheniins de iw (b), a ruole od aliri carichi niobi. i (t>).
■U L. e RommU J., X'ene- paclnl O. !■ T., Pistoia. Siste
iatetna automatico ii.Medail- ma di xambio a rotaia mob le
il) per la s curezza dei treni inarrestabile dagli ingombri coii
ircia (i). congegno per la manovra dulia
■■■ r., Charkillrinburg. vettura ìn moto (.t).
Mag'iano Veneto,
itore per evitare i
le linee lerroviar^e
A., Torino. Inter-
pel conlrol'o delle
■ichl che prole Kgo-
■ (I,, Napo'i. Ak;
'ori di remi, ad aria coni- ferroviari ed altri veicofi (t).
Pivi! N. e CauU* G., Torino,
leti! 0., Mi'ano. Meccani- Systètnè d'accoup'eni. de wagons
T la manovra riimbinata do! de chemins de fer.
! del clindro del ciiniroller picklMa E-, Londra. Pertect.
■elture tramviarie rlellrìche apportai aux chAisìs pour voitu-
IFS de Iramnavs, de chemins de
iKomb'c C, Parigi- Sysli- fg, et aulres véhicules scmb'ablei
roucs ù dogbie bodin sur es- (e).
n<l^penduiit pour p'ulefor- PclHUMl G., Milano. Sistem.-i
lobiles (<i). di avvisatore automatico per pre-
Itllg S. di F.. Padova. Ap venire gli scontri ferroviari (i).
lio per l'agganciunipniti ati- portai L. tu C. • PfUcW C. lo
■o di vaKoni ferrovari, da q_^ Breicìa. Agfianciamenlo per
irsi dui di fuori dei repulso- vagoni ferroviari pan'atmenle au-
^uale permette l'allacco au- toniatico sistema uFerini- Franchi"
■o anche con vagoni munì- ^,■^,
agganclatore. a vile nonché pu^r H., Liegi e L'HmiI G..
'o a respingente unico ceiv B,uselle5. Syslinie d'*cta'rape f-
i). lectriqu* dp9 ira'n& de chemin de
Mal MiUwblc Cutiail* fer (;)).
ny. Ccveland, Ohio. Per- ph» 0-, Genova. Sistema dì
lement-i .mnortf'S aux alle- trasporto di treni mediante fumco-
de voitures de chemins de i.,rj per superare montagne, ecc.
Ine FuMwall per ciulruzla- ' FlHiKf J., Norimberga. Cr'c
:cuilclic e lODdtrla, Roma, pour rails avec crochet k p'vot ci
o specia'e "-r tramv'e ur- uppareil de d^sembravage (61.
i). Flttalyfli 0.. Campomoronc.
r L. fu S., Bologna. In- Ruota elastica con sostegni elaslt-
mi nel sistema di esercizio ri per trol'evs e vecoli in genere
iree ferroviarie a semplice (j)_ Avvisatore nRolandoii per e-
basaTe su'l'uso del o «staff» vi[.-,re gli scontri ferroviari.
:> di Webb e Thomson o di PtlInkanKawtiuia* T.. Siom.
]ue altro s:stcma a pilota V^hicu'e a .deplacement automati
co M. que des ralls (.,0.
Ige 0. J., Eccles, Lanca P«||i* F. J., Amburgo. Gusci-
1
rilasciati in Italia dal 16 nov, 1906 al lo noe. 1907 49
netto per asse di ruota per veicoli
ferroviari (6).
PrìniaYera M., Torino. Lampa-
da elettrica a incandescenza per
illuminazione di vetture ferrovia-
rie (i).
Kagagnlno L. fn G., Genova.
Salvagente trainvìario {2).
Haiiway SappUei, Limited, To-
ronto. Eclisse de joncfion pour
rails (6).
RavclU A., Arenzano. Meccani-
smo destinato a rejfo'are la velo-
cità dei treni producendo dellV
lettrcità (3).
Ravcn V. Litchfierd. Darlington
Appareil à signaux pour chemins
de fer (6).
Reevet W. R., Londra. Appa-
reil enregistreur pour chemins de
fer propre à ótre utilìsé avec des
app. signaleurs, a'nsi qu'à d'au-
trcs usages (6).
Rcvelll B. A., Roma. Gancio
automatico «Revelle» per vagoni
ferroviari e tramviari (15).
Rhoécs E. e Romapac Tram-
way Contsruction Company Limi-
ted, Lceds. Appar. pour fhter par
press'on et enievcr par decoupage
les parties supéricures usantes des
rails de tramways composés (6).
Rizzi L., (Ditta), Modena. App.
metti petardi multip'o a mano (3).
Kolamio A., Aurigo. Avvsatoro
«Rolando» per evitare gli scontri
f*»rroviari (1). Ruota elastica con
sostcorni elastici per trolleys e vei-
co'i in srenere (i).
Roy H., Ottawa. Chemin de fer
de sùreté (6).
Sacripanti 0., Genova. Salva-
giunte automatico per tramways.
ferrovie, aulomobi'i, ecc. (i). -
Nuovo chiusura laterale del'o spa-
z'o tra le vetture tramviarie matri-
ci o simili e que'le ad esse acco-
Jalp (1).
Sani B., Valmontonc. Traversa
in cemento armato con spec'ale dì-
sposi >j!one per fissarvi le rotaie.
Scharfenber({ K., Kònigsberg.
Système d'attelage à tampon cen-
trai avec annenu et croche^s articu-
lés commc éìéments d'attelage
(i.O.
Schcib L. sen. e Sckclb L. jun.,
AICIIU.UIXO 5CIKaTIFiCO. — XLIV.
Kaiserslautern. Giunto a denti nel
centro del respintore di veico i fer-
roviari (6).
Schllhan i., Nagykanizsa. Con*
Kegno per impejire deviameiill
quando gli scambi sono semiaperti
ed il treno si muove contro le
punte degli aghi (C).
Schlichter i. e Frankò i., Ny-
regyhaza. Appareiis urotectcurs
pour vthlcules aulomobiles rou-
liint sur rails (i).
Sclimidt W., VVi.iielmshòhc pres
so Ca!»sel. Surriscaldatore a tubi
doppi per caldaie iubolari di loco-
motive locomobili e simi.i (6).
Schnltz C. A., Berlino. S slema
per impedire la fot inazione di fu-
mo nei fornelli del'e locomotive
(i).
Schwelz, Loliomotif e Masclii
nenfabrik, Winterthur. Locomoti-
va a funzionamento n:isto, cioè
ad adesione e ad ingranaggi (6).
Scotto Q., Genova. Carrello au
tomatico trasportatore elevatore
(4).
Servettaz 0., Savona. Pulsatore
unico per consensi elettrici per
ferrovia, sistema Corvino (5).
Sgardelll L., Fiume. Accouplc
ment automatique pour wagons di*
chemins de fer (i).
Siemens e Haltke Aktien Gè
sellschaft, Berlino. Meccanismo di
comando per apparecchi segna'a-
torì ferroviari (15). Se'ettorc d'ac-
coppiamento per segnali ferrovia-
ri (15).
Siemens-Schnckert Werke ^e
£e*lschaft mlt beschrinkter Haf
tang, Berlino. Disposiz'one di si-
curezza per il sottopassagtjio di
conduttori dì linea per ferrovìe
elettriche sotto ponti od altre co-
struzioni metalliche sotterranee
(15)
Smith E. Wytbe, Acton, Md
dlexes. Miglioramenti negli appa-
recchi adatti a consegnare oggetti
a veicoli in moto ed a ricever- i da
essi (6).
Soc. An. industriale «Vnlcania»,
Genova. Traversa 'n remento ar^
mato per armamento di binari dì
ferrovie.
Société anonymc Westlaghonic,
60 Brevetti d'invetuiane
l'ariKÌ. Perfezionamenti neVe co- Si. Clalr Air Br*kc COHpaaj,
tiruiioni aeree ner ferrovie alet- Indianopolìs, Indiana. Frein à air
iriche (is). l'arigi. Perfez. nei vei- pour voilures de chemins de (ei
coli a pco|>u1sk>ne meccanica (i5(. et aulres (15).
SoclcU tMHt. .ncccuKa Lmb- Str.ckniMhlacBlabilk TeiLi
barda, Monza. Carro ferroviario Hayn e LclUch, Chemnitz. Di»»'
refrigerante con impianto frÌ|;ori- sìiìvo indicatore di stazioni di (er-
(ero interno ad ammoniaca (3). mala, direzioni, réclames e sim.-
Perfei. dei dispo*. di regolazione li (6).
0 comando per presa di corrente Solter FrérM (Ditta), Winter-
pneumaticamente az'onata per thur. Locomotive avec conimande
Iramvie ii;). Perfez. nei freni clet- par moteurs à combustion (is)-
troniagnetici per veicoli ferroviari SlMialIt P, e Hnld A., u*u
ed altri (15). mitz. Indicuteur de slotions (1).
SocUlé anoBync de TraTaux Sayar Robert Cooke, Bristo'.
Dyie et Bacalan, Parigi, Nou* Système de Iraclioo éiecir'que (6).
veau lype de wagon à marchan* Tedwclil A., Milano. Scaitria
dites (3). di protezione e lu bri Reazione pei
Soc.' d'Elodea di! Brevcli Boi- gli ingranaggi dei motori deitri-
raalt. Parigi. Anelale pour l'ac- ci applicati ai velcoU ferroviari,
crochage autoinatique de« wagon» tramviari e simili (3).
et voiiures de chem'ns de ter (9). Temnrky I. R., Teaipertey 1.,
Soctetà ItalUna per l'appSct e A. W., Londra. Sysljme de tran-
ihne del frcai Icrrovlarì, brevetti sporieur à cable (3).
i.lphowikl, Houple'B el Cbapiat, ThemMn Houetui A. E. G. So-
Roma. Appar. de manoeuvre pour Cleti ItiUana di Elettrìclli, M-
freins à air comprime (it. lano. Dispositivo per diminuire ta
Socleti Italiana Giù di Elei caduta di tensione nella conduttu-
trlcllà, Milano. A|^>arecchin per ra di 4-ilorno delle ferrovie e'ettri-
camblare automaticamente la pò- che a corrente a'iernala (6).
sizione dell'apparecchio di presa TlberU G. di G., Genova. Sai-
di corrente al momento dciil'ln- vagente «Tìbertiu automatico da
versione di marcia (6). applicarsi ai tramways etettri-
Soc. IB accoaudlta per la ili- ci Vi).
lUzailwe delie lavciiiloal lag. Tlicber O., Pasaau. Apparec
Bccr, Venezia. App. di segnalazio- chio di accoppiamento lalera e per
ne per la rego'are, celere e sicura vetture ferroviarie con apparecchio
Soc. In Accomandila UUHiza- TrantnaoB B,, Dresda. Appo
tiene InTenilool lag. Bccr per e- recchio etettritfo per contrudlare
vllare dUaiIrl lerrovlarl ed al'ac- il movimento dei treni ferrovia-
lei vagMl. ri (1).
ingegni di Traverto B. la G-, Sampierda-
blocco per evitare automattcamen- rena. Difesa ad angolo per vci-
1; i disastri sulle lerrovie e si- coli (1).
iiiili_ (1). Apparecchio elettroauto- Tatì A.. Milaiio. Apparecchio
ro'viari (T). ■ 1 1 ^.^^.. ^^^^^ ^\„^c^ ;„ ^oto (1).
Socletl per la Trazione E'ellrl- Apparecchio per manovrare gì
ca, Milano. Nuovo tipo di trolley scambi tramviari dalla vettura in
(0- Nuovo dispositivo mobile di moto (3).
liresa di corrente elettrici per H- UOV^rlchl E., Altoiia e Bock
nee a due conduttori (3). C, Lipsia. Dispositivo automatico
Sta» Edore, Torino. Sistema di sicurezza per treni ferroviari
di collegamento di segnali e scam- (1).
er coord-narc le loro manovre Vacnia Brake Ceaipany Liml-
' itaiioni. t«l la Undw, GMcral BefracKa
"elie^ lU
nlasciati in Italia dal 16 nov. 1906 al 15 nov. 1907 61
tanz in Wlcn,. Venna. DisposUit
utilisant l*air d*échappeinent des
pompes à vide pour actlonner les
stg^naux ou avertisseurs acousti-
ques.
Viotto M., Oderzo. Congegno
per evitare gli scontri ferrovia-
ri (i).
Von Kraljevic Ladisav, e Ga-
vranic Pero, Agram. Traverse en
beton arme et dispositi! de fìxa*
t'on des rai!s.
WcngeUn J. V. Gothenborg.
Dispositif dans les appareils de
transport travai^lant avec des so-
lénoldes (is).
Wcstingnoofe Bralic Company
Limited» Londra. Perfect. au.K
freins pour chem'ns de fer (15)-
Weitinglioase G., Pittsburg Pa.
Perfez. nei congegni di traz one,
ossìa d'attacco, dei veicoli ferro-
viari e simili (15).
Wild. A. G., Shefiìeld. Perfez.
negli apparecchi di riscaldamento
a vapore dei vagoni ferroviari (15)
Wlllic C, Braunschweig. Cavi-
glia di legno duro per fissare le
viti alle traverse ferroviar.e di le-
gno dolce (6).
Woodf AL, Carlton, e Gilbert
T. J.} Brunswick. Machine mo-
bile perfectionnée pour trai ter les
déformalions des voies ferrées ou
autres rails sans les en'ever (3)*
Zaesdike F.. Fre)burii i/B.
Commande pour freins à niain
des tramways, eie. (i).
Zara G., F renze Bi'anciere a
spostamento multiplo per sale co-
niugate di locomotive (1).
SLtelinslil C, Budapest. Systènic
de superstructure pour voies ler-
lées récouvrant le tcrassement ou
infrastructure (6).
VII. — Carrozzeria k veicoli diversi.
CatfOMÉ^, carri — Portantine ed altri wuzxi di trasporto — Freni ed accessori
per caì-rozxe — Apparecchi di sicutexza — Contatoti — Automobil', motori, loro
parS ed acceisori — Velocipedi e motocicli e loro accessori — Cctchiom elastici
per tu. te di veicoli in genere •— Bat dature per cavalli e Per animali da soma €
da tiro — Mascalcia — Srl.'e.
Adamt A. H., Londra. Innova-
zioni nei meccanismi per cambia-
re la velocità e per fermare, ap-
plicati ai veico'ì automobi-i da
strada (6).
Adamollo O. A., Torino. Coper-
tone metallico elastico per ruote
di veicoli (1).
Agaiteo D. e Serafini A., Mi-
lano. Automobile mosso da turbi-
na a vapore (3).
Allea A. J., Londra. Mécanisme
de transm'ssion à trois vitesses,
pour b'cydes, automobiles et au-
tres véhicu!es (6).
Alloatti J., ChamaKeres. Perfec.
aux jantes de roues de véh'cules,
assurant une très grande adhé-
rence au sol (12).
Altholl B. e Deppner P., Gel-
senkirchen. Carapace antidera-
pante pour roues de véhìcules à
moteurs (i).
Am^icao CeP|l*ar Tire Com-
pany, Ch'cago. Bandage pneuma-
tique pour roues (6).
Andreini L. fu E., Genova. Cer-
chione con fasciatura e'ast'ca per
automobili, vetture, ecc. (1). Cer-
chione elastico metallico per bici-
c'ette, automob., carrozze, ecc. (i)-
Angst G., Marsiglia. ChàssifT
hasculant pour camions ou au-
tres véhìcules automobiles (6).
Attselmi £., Viterbo. Apparec-
chio pneumo-riparatore portatile
per ruote di automobili e proces-
so per eseguire riparazioni me-
diante detto apparecchio.
Apparateban-Getellscbaft m. b.
H., Bingerbruck a/R. Plaqui;
roulante pour le transport de
charges, à deux rouleaux princi-
paux latéraux, et rou!eaux air
xiliaires avant et arrière (6)
Archer James e Three S?eed
Geir Syndicate Ltd. Nottingham.
Ingranaggio perfezionato per cam-
biam^iiio <]i v&ocità e frenatura BccnBU G. la DHta C. Bcct-
^lf■r velocipedi (6). fliaaB Berlino. Veicolo con avui-
Arta a., diario' te ti iburg. Ta' (reno iierzab.le (i|.
ximètre pour voituretj (6). BcB G. W. e ScbdBMrdtee A.,
Auterl Maruual S., Palermo. Lìverpoui. I>i>p<»iiir antivibrateur
Meccanismo per il cambìamenlo di pour aiitomobi es {■\).
velocità pro|;res>Ìvo per vetture Ball W. E., Dodge. Perfection
automobili (i). t'oraiia uAuleriii nements tlans les mécanismes de
|irr la protezione dei copenonì di tranintission de la force motrite
)joiiima delle ruote di aulomobi.i, potir véhiruies automobiles (o).
vpii-oli in genere, ed attacco del a Bcrctlortf R., Newca$lle-on-T>
medesima (i). ne. Perfezionamenti nel.e corone
Bachctoal A. Ib Callbreii, Ru delle ruote per pneumatiche (i)
ma. Nuovo tipo di ruota per au- Bcrg C, Kilade lia. Vihicule'au
(omobili. cisterna CaabreKl (i), lomob le (n).
BKkBi J., ClaytM e HU.on R. Bergnau E. Gaggenau. Tran
W., Smethport P. Perler. nelle smissions à Iriciion pour :
BKlgalBF'
\ìi), (ienovu. Ruota per
bili (i), pio impiegati nelle
Boleri* F. di C, Milano. Cer Berteli C. E., U
(hione a sptliiri elastici d'acciaio Mec<(ai "
iier automobili (i). Cerchione e- veicoli automotori (6).
la-ilifo ni anelli loncenlriii di ac- BcrUct M., Lione. Vo ture au
l'iato aup i('abi*e a qua'unque vei- lomobile ù essence et à air coni-
colo (>). ^ prime (6). Systéme de graissaRe
Barde! G. >tla Bon, Saint Leu des chaines de voitures automo-
Tuvernv. Roue ù bandage élasli- biles (6).
que. Bianca F. t Ferrera E., Torino.
Bardimi L. Milano. Nuova Radiatore per automobili (j).
ruota e'asiica ad ara compressa BlboUn) A. il G. e Segrc M.
(ienza gomma per veicoli di qual- d| A., Ca'tanìssetta. Disposizion''
siasi genere ed in parlicolar mo- per smorzare pneumaticamente le
do per automobili (i). vibrazioni che si generano nel'a
Barlkal H-, Schweinfurt. Gab- marcia di un veicolo, senza l'uso
bla per cuscinetti crco'arj a pai- del pneuiiiutici Sila periferia de'lc
'"saiUBaB W.. Mosca. F<r i\ "^"^1 W. B., Wanganui. Coper-
cheval il fermeturc (is)- Ione perfezionalo di cerchioni per
Balie e Selve (Ditta). Allena, automobili, cicli e simili (6).
Radiatore a tubi per aulomobi- BIrkigt, Barcellona. Perfeclon-
li f6). nements dans la conslniction
Balaail E.. Ginevra. Rous éa- de voitures automobiles (t). Per-
Miuue pour v^hicu'es (li). fection nements dans la construc-
Baaca E. Roma. Cerchioni a liun d'aulomobiles (i).
s'stemn idropneumatico per ruote Bbi J. R'< Mandelbum M.
" Bàitcr WU lan H.
razionamenti nelle e
automobìli ed a 'tri v
Bloch H.. VleBM. Roue iasti
., Leeds. Per-
quc pour vébicules (0.
■arrnzzerie da
Blaac C, Lilla. Armaiure m<--
L-eicoli (M.
lai ioue (lexib'e pour chambre li
.fidati. Roue
air (ro-
.le* (61.
sole A. e Hencr E-, Dresda.
over. Dsposi
Si*ge i pivot raballable pour ™i-
uole di ster7o
ture« de tous genres (6).
ri a telaio di
BelMc A. Pére. Le Mans. Tran
smisìion par courroic systimc
64 Brevetti dHnvemione
sticità nel senso orizzonta-e per speciale applicazione agli omni-
ve.coli (i). bus, camions e veiture autocnobr
Carboae T., Berlino. Bandage li (i).
élasiique pour roues (15). Compagnie Belge de tcenstrac-
Carrozzeréa Italiana J. Rotb- tlon d'antomobiles e Ptaender, Cu
SJbikI e Mis, 'I orino. Pcrfez. ai- renghem. Sysleme de tendeur for-
I inte aiatura delie cuflìe o cappot- mani monture de carter pour fra-
ti per automobili (3). sm;S!.ion par chalnes avec dispo-
CasslnelU Pericle, Milano Auto- sitjf de tension par excentrique à
d sgiuntore per automobili (i). rolu e (1).
caubert J., Comniercy. Dispo- Coiiiie.1 JR., Westport. Mezzi
sitif d'attaché de I enrénement perfezionati per gonfiare autooia-
pour chevaux attelés (3). licamente cerchioni pneum. (31.
Cazzaaiga, Motta e C, Milano. Corlao L. fn F., Torno. Co-
Innovaz oni nei sottopiedi in cauc- razza m metaLo per proteggere le
ciù da applicarsi in combinazione gonmie che circondano le ruote
coi ferri ai piedi dei cavai i (3). in genere, sia pneumatiche, tubo-
Centonze fc, Napo.i. App. per lari o massiccie per evitare che
la stabilità delle b e dette, siste- vengano a contatto col suolo, pe/
ma Centonze (2). impedirne la logorazione, conser-
CbaUlner C. S. e CbalUner J. vandone Teasticità (2}.
A., Manchester. Perfezionamenti Corii A. di P., Palermo. Di-
nelle pneumatiche de !e ruote per sposizione per il cambiamento di
veicoli (6). velocità per automobi.i (a).
Cbamberlain W. e Cbamber- Cortesi ?., Casola Valsenìo.
lain A., Leicester. Perfez. nei fre- V'e'coo sorretto durante il moto
ni per bic elette e veicoli conge- da una sola ruota motrice poste-
neri (1). riore (1).
Cbambert J., Torino. Envelop- Cosa C. di G., Possano, Sup
pe élastique et imperforable pour porto semi-automatico per moto-
vélocipèdes, motocyc'ettes, auto- cìcletta denominato « L'ind spen-
mobiles et autres véhicules (6). sabi e>» (3).
Cbaravet V. F. G., Parigi Ban- Cosset Mt, Parigi. Roue élasti-
daije pneumatique pour roues de que sans ressorts pour tous véhi-
véhicules (3). cules (3).
Cbary F. J., Parigi. Bandage Costantini D., Firenze. Cuopri-
i^'lastique pour roues de véhicules catene per automobili (2).
(6). Bandage élastique pour roues Cow P. B. e Sm'.tb W. S. H.
de véhicules (6). Londra. Moveux pneumatiques pout
Cbevillard E. e Kucbarek J., Pa- roues (6).
rigl. Roues à moyeu élastique Croizat V. e Goria C, Torno.
raoutchouté pour tous véhicu es Nuovo congegno di trasmissionQ
(3) dell'energia generata da un ino-
Cbristie W., New York. Perfez. tore (o gruppo di mo4or ) a£le
nelle ruote per veico'i (6). ruote motrici posteriori di un àu-
Cbristopbe A. e Menteyne P., tomobile (3).
Neilly-sur Seine. Suspension e'a- Cnccottl G., Milano. Radiatore
stique avec amortìsseur de vibra- per vetture automobili (2).
tions pour voitures (1). DabI H. e Martin M,. Berlino.
decotti G., Milano. Giunto dif- Disposit'vo di indicazione a grup-
ferenziale per vetture automobili pi J)er indicatore di veloc'tà (5).
e cimili (7) uaimler Motoren GesellKhaft
Ci^ersa A., Monza. Cinr»h'a Untertiikheim. Conimande Ao<
meccanica per inse'lare i cava!- roues d*automobiles ayant de Té-
li ii\. cuanter (6). Système de fi.xation
Clerici 0., Milano. Gasogeno e de la chape de ressort sur les es- •
depuratore a gas povero per la sieux ou les fourreaux d'essieux
rUaaciaii in Italia dal 16 nov. 1906 al 15 nov. 1907 55
d'autpmobiles (6). Frein pour véhi- De Santts S. di A., Napoli. Nuo-
cules* automobiles, agissant pour la vo sistema dì propulsione con mo-
marche avant et pour la marche tore a scoppio applicabile a qua!-
arrière (9). Amortisseur de chocs siasi veicolo semovente, come bat-
dcstiné à sou^ager les rassorts de telli. automobìli, slitte, macchine
suspension des voitures (6). Perfec. voganti, ecc. utilizzante per pro-
dans la coramande des automob les pulsione interamente il lavoro dì-
(ò). Roue motrice pour véhcu es sponìbile sull'asse motore (i).
automobiles (6). Système de g aces ,j,^^ j^ j^^^^^^ Baviera,
à bascule po«r voitures (6). Gar- ^^^ ^j ^.^^^^^^ ^^j^^.j ^^^^.
f IT'? /ST^ ''?1^"''^% ^ /5f ^"^ ^^.,j spostabile nella direzione
latcrales (6). Svstèine de différcn- \^^„u,,a\J7ì^ f,^\
tiel pour Vessieu moteur des véhi- »^nij;t"dinale (15).
cues automobiles (6). Changemenl , ^^tztmuuk 0., Hoboken. New-
de vitesse à engrenage pour auto- l^^^^y- Dispositivo di atlu imento
mobiles, avec commande de Par- ^^eg.i urti mserito fra il ce r pò e le
bre du differentìel par prisc direc- ^^i^ ««' vejcoli (6).
te (6). D. Giampietro A. fn P., Atri.
DaH'OgUo 0. di A., Bologna. App. di accoppiamento per veocì-
App. per il cambiamento di velcK pedi (1).
cita nei motocicli, motocic'ette e ^ Di Pralormo V., Cliirìiiirl A. e
vetturette (2). TolottI O., Torino. Sistema di ap-
Darbetio F., Torino. Essieu- poggio sfencc dello sncdo di stcì-
moteur à commande du type dit zo delle ruote anteriori di automo-
«CardanoM et avec différentiel, bili (3).
pour automobiles et application^ Do!tcr H., Parigi e Mertens G.
semblab!es (i). Dresda. Fre«n életiro-magnétique
Darracq A. e C.ie (IM5) Limi- à bande agissant dans les deux
(ed, Suresnes. Mécan'sme de tran- cens de mai che de la volture (6).
smission de mouvement à chan- Doolittie Perrv E., TorciUo,
gemenl de vitesse et de marcTie Ontario. Perfectìonnements app.
pour véhicues automobiles (O- aux bandages pneumatiques (6).
Danglierty Alvin A., New York oorgao W. T., Saginaw. Fro-
Perf. apportés aux roues de ve- j^^j^„^ bandages pneumati-
hicules du type amortisseur de ^^^^ ^^^^ ^ **
'^dSuiÌSì O,. Parigi. Amortis- ^^^V ^' T" ^°'»l»f "P^^"'
seur pour suspensionf à ressorts Periectionncments apportés aux
des véhicules (\). bandages pneumatiques (6).
Davles T. Morris e Davlei W., ^.Dring J.. Londra. Perfez. nei
Londra. Disposizione per ricambia- Cstanz'ometn, contatori e simili
re con facilità i cerchioni pneuma- apparecchi per veicoli propu si mec-
ticì di ruote per automobili, me- rancamente e a trazione animale
diante ruote ausiliari (6). o per macchine in generale (6).
Davi! B. W., Phillips. Wiscon- Ducco 0. e Colombatto G., To-
sin. Perfei. nei sopporti dei vei- fino. Avvisatore acustico p3r se-
coU (6). gnaJare la depressione nei pneuma*
Deditius W., Bres'avia. Strato liei applicati alle ruote dei veico'ì,
protettore per pneumatiche di ruo- denominato Pyros (3).
te (i). EUii A., New York. Roue éa-
Delacroix R.-J.-A., Besan^on. sliquc pour véhicules. (6).
Pignon ovale de pédalier pour bi- Emaniieie U. e Màggiorotti A.,
cyclette (3). Torino. Cerchione deformabi'e ap-
Deliioiiime J. L.» Parigi. Exten- plicato a ruote elastiche per carri
seur pour roues de véhitu'es quel- o vetture (3).
conques, cn vue de les rendre ser- Erbe J., Schmalkaden. Striglia,
rables et desserrab'es à volonté (3). (6).
66
Brevetti dHnvenzione
Ernst H. Geist ElektrizitMU-
Akticn GesellKbaft, Colonia s/R.
Dispositivo dì sterzo e freno riu-
nito per automobili (6).
d EsUinvUk C, Paris. Frein de
suspension pour véhlcu'es (3).
Fabbri S.» Roma. Ruota elasti-
ca per veico'i (i).
Fabbricatore M., Napoli. Ruo
ta a cerchione tubolare interno
per automobili o aUri ve'coli (1).
Fabbrica AntomoblU Isotta Fra-
Schlni, Mi'ano, Dispositivo per
rnmbio di velocità a p'ù rapporti
ih fasmissioni diflerenti con i due
r.i.i<«Mni ri presa diretta ( ;ì
Fabbrica automobili Padns. To*
ri.io. Voture automobl e avec
transmission par frìction (3).
Faccloll M. di Am Tot no. Nuo;
vo processo di fabbricazione dei
refrigeranti per automobi.i (4).
Fahrzcugfabrlk Eisenach, Eise-
nach. Suspension par ressorts sur
essieux pour véhicu'es de tous ^en-
res (6). Dìspositif pour verrouil er
les tiges de commande non em-
brayóes, des changements de vi-
tesse pour automobi'es (2).
Fare C. e Sntean C, Parigi.
Chape caoutchoutée à une ou più-
sieurs toiles débordantes, pour
bandages pneumatiques et autres
(.V).
Farkas A. e Kleffer J., Parigi.
Mode de déniarrage pour véhicu-
les automobiles et disp. le réali-
sant (^).
Federici G. di P. e Laini S.
fu A., lireno. Ruota a pneumati-
co imperforabile, appUcabi'e a bi-
ciclette, automobili e vetture a trai-
no animae (1).
Feldbaus F., Dusseldorf. Ban-
dage é!astique applicable aux ro-
ues d'automobiles et autres véhi-
(uies (6).
FeUen e GulCeaume Labmeyer-
werkc Actlen Gesellscbalt, Fran-
cofort^ s/M. CommanJe pour yó-
hìcule> automobiles et appare i's
aiaogues. (15). Chàssis à ressorts
pcur vóhicules automobiles (15).
Dìspositif de propulsion pour ve-
bicules. baleaux et aun'es (15).
Feroldl E., Torino. Radìateur.
ronde!»s^eur pour automobiles rt
autres (3).
Ferraììdo G.» Genova. Cercho-
ne elastico a molle oscillanti per
ruote di veicoli (3).
Ferrarotto F., Torino. Cerchio
ne amovibile da applicare al'e ruo-
te dei veicoli stradali specialmen-
te pel traino sui campi, rJsa>,
marcite e simili (3).
Festucci E., Roma. Ruota ela-
stica a raggi ad aria compressa,
o a liqu'do, con rego^tore di e-
qu* ibrio ne'le oscillazioni, per au-
tomobili od a' tri veicoli (1).
Fieri Flcrll Zlanl U., Cortona.
Copertura a mag'ia meta'lica per
ruote di automobili, motociclette,
ecc. fiì.
Flnnell A. L. e Scbernlkow E.,
New-Yorlc Perfeie. ncfi V'operto-
^i per ruote dì veico i (6).
Florina E., Milano. Moz7.o ela-
stico «De'izia» per ruote di bici-
c'etle, motociclette, autonwb'li e
di veicoH in genere (3).
Fiorini F. di G., Novara. Ruo-
ta elastica metallica «Fiorini»> per
veicoli {2).
Fischer M. e C.ie Antomobil
fabrik Turlcum (Ditta), Uster.
Roue pour véhicules (6).
Flecbtcr R. P., Prenton Bir-
kenhead e Morao. F. J., Bìrken-
head. Garnltures protectrices pour
pneumafques (6).
FJegel J., Mallmitz. Ruo'a e'a
stica per veicoli (6).
Fontana A., Sarti V. e Manga-
nelli Lm Milano. Carrozza imper-
niata ad un carrel'o e mantenuta
in posizione orizzcMila'e mentre il
carrello percorre un'elica cilin-
drica (3).
Fontanllle E. e Bonrrln A.,
Sant'Etienne. Pignon à roue libre
et à frein par le contrepéda'age
Ford Motor Company, Detroit.
S. U. A. Mécanisme de direction
pour automobiles (3).
Foresti A., Milano. Cerchione
metallico elastico per ruote di vei-
co'i (3).
Poster C. H., Cleveland, Ohio.
Perfectionnements apportés aux
DB JJrtVétti « tftvsnKTitftt
Qrouo Ctmpani G., Torino, cambiameli di vplocUà per ino'«
Periez, net (reni d'oscillazioni del- ri d'automobili (3).
le auiomobili (3). HepbHra t. T., Braehead Loch
UBerrlnl Q. d) C, Maronc. winnoch, Renfrpwshire. Perfezlon.
Spuzzalrice autumobi e 0)' negM automobili (6).
tiuclloa J-, La Tour de Mille- Heriag K., Celle. Contatore di
ry. Uonda^e é astique pour roues conlrollo per veicoi, specialmente
de lous sysièmes (6). barocci a Brosso carico (1)-
GnldetU Serra F. d| E., Tori- HodgMa J. H. e Tolc 0., \\o'-
no. Sistema di sospensione dei verton. Ter fez. negli ingranaggi
gruppo eleitrogeno nelle vellure epicicloida'i per auloniobili ed ai-
il trasmissione e'etlrica (3}, tri servizi ((j),
GnUlcaamc R., Mùlheim a/R. g,^, a., Belino. Voiure au
Arcon de sete en acier feud.ard tomobiles (1).
iiverdes supporti pour 'e s-*B' HoadCt E.<, NeuillysurSri™.
sur les paques lalérales (6). .Ar- j^ , ^f,a,ijq„e «monlable pour
^on de selle eo aner (euillard avec ^ga,„i,„„s pneumaliques de r^«
des bourre'eis (fij. /,\ ^
Oummlwefk. Fuld* 0. m. b. " ii»l.taghtw« P. J. D., Londra.
H., tu da Bandage pour roues Rajjaieur ou réfrigéram pour au-
des véhKules de Iute consistanl ,„n,ob4es (6).
de rubans móta'liqups "'""^s.^"*^* „ «."■"^ p- • ,B««g"M C. J.
ii ti noe ^^^ aulomohiLt
ilomobiles et autres
- .J.
Klllca E. BrlM, Londra.
Hall* Sprìag Wh«d Sradktta *;?'" innovata per gonfiare ■ cerchi
Limited, llondra. Costruzione per- l^l J.'"Tt;,''"<T'"-Lt!Ì,f™-* Vti
BeHoD Tannali
. des rhocs
rnminande d'aulomobi'e
""Coi^enhag™.' . ^^^''. .*- Mulhausen, A'sa-
pétrole à pli^er dans J^-a. Disposi.if prolégeant les voya-
les à bougie de bicycTet- e^"^^ ^,"7 ""= automobile par
, /gj rapport à leur atleint par des pro-
riaii E. W.. Lulon Belford. e J«-J;l'' "e toule espice <,)- .
DurtnaH W. P., Brocklev, Keni. , '''*' *^-'^-. ^''"f^' Suspens.on
Mode de propulsion des \iW-^x>'^s f ^«"■'"' coniugués pour voitures
Pi des bateaux ((6). ^'ir„.._.i. i T_.,b d m»
HcMildfl K.. Weissensee Berli So«l"i»Ìr L. e Zwaek R.. Mo
no. Corona di ruota bipartita per naco. Bandage pour ammaux de
veimi; con anello latera'e amovi- **"* ^' "** '™" '^'-
bi'e). Chiave ^t^ontare^ro- Kri.SrtechnIK - a«.«».ck.l( mt
ne smontabili di Vuote per veicoli **«'".'""•'. ""*"?8' B'^."""-
(1 *^ Harnais de tMe de cheveau^t (1).
HearlMI C. E.. Neuilly sur Sei K'OBeiil«r(( R.. Ohigs Inno;
— •^-••rayage plan#tairc progres- vazioni nelle rosette per fissare i
aulomobi'es. faRK' "«' cerchion. di ruote di vt-
lin:
ICBfcmbcriter S., Roma. Mec ioripedi , ,
" doppio innesto con Krflger A., Grò
rrr -or
- ">
rilasciati in Italia dal i6 rum. 1906 al i5 nov. 1907 59
par rétro-pédalage pour bicyclet-
ips à rouc libre et sìmiiaìres (6).
«Itala» Fabbrica di Antomobili
(Soc età), Torino. Innesto a frizio-
ne ameilare per automobili e si-
mili.
Jacona Gnccia Della Motta
Camastra N. fu S., Palermo. Nuo-
vo cerchione elastico Jacona a set-
tori amovibili, per ruote di veicoli
(i). Cerchione «Jacona» a settori
f'iastici rimpiazzabili per ruote d
veicoli (i). Cerchione elastico «Ja-
cona» a settori amov'bili per ruo-
te di veico'i (i).
Janiscns A. M. P., Saint-Nico-
las. Roue à jante é'astique (6).
Jansteo E., Parigi. Handage
antidéparant et inextensìble pour
voitures automobiles et autres (3).
J« Lenaa e Wllcgbe (Ditta).
Roubaix. Suspension app*icable ;\
tout genre de véhicule (i).
Jouglet J. e Sncbaiiek V., Pa-
rigi. Dispositif pour obten'r en
tout moment sur une carte topo-
graphique Tindication de l'endroit
où se trouve une voiture en mar-
che (3).
Jnooghaiu A. e Jungbans O.,
Schramberg, Wurtemberg. Dispo-
sitif enregistreur de courbes etc.
pour indicateurs 'automatiques«
spéoialement pour ceux destinés
aux véhicu'es automobiles (i)
Laganà N. e Fiorentino A. di
Ci., Roma. Ruota elastica per vei-
co i (1).
Lamargese C, Terni. Freno per
b'occare istantaneamente automo-
bili e ruotabili in genere (3).
Lancia e Co. (Ditta), Torino.
Regolatore per motori da auto-
mobili azionato dalla pompa per
la circolazione deTacqua di raf-
freddamento (1^.
Lancia V., Torino. Asse diret-
tivo per automobili formato con
lamina foggiala al'o stampo (3).
Langlais L. e Vemet A., D!-
gione. Guidon articulé pour cyc'es
(6).
Lansade-Deflprez P., Lione. En-
\r!oppe pour bandage pneumatìque
Lante della HoTcre P.» Bagna-
la. Meccanismo per trazione e ve-
locità progressiva senza ingranag-
gi (6).
Larliin G. F. e la E. M. Bo-
wden*s Patenti Syndacate Limi-
ted, Londra. Perfez. nei disposi-
tivi di comando e di arresto più
specialmente applicabili alle leve
di comando dei motocicli, veico i
automotori e simili (6).
Lari P., Firenze. Perfezilonfti-
menti ai fascioni per biciclette e
simili (3).
Latlmer A., Londra. Perfezio-
namenti nei cerchioni pneumatici
(6).
LatzeI Jm Londra. Proc. et di-
spositif de commande par chatne
pour les voitures automobiles (6).
Laviota C. di L., Salsomagg o-
re. Autocic-etta Laviosa (3).
Lelebvre L., Levallois Perret.
Syst. de monlage des blocs mo-
teurs sur les chAssis de voitures
automobiles (3^
Lehmann E., Marchienne-au-
Pont. Amortisseur de chocs pour
voitures automobi'es (6).
Lemolne J., Parigi. Protecteur
pour bandages pneumatiques de
roues de véhcules (3).
Leoni A. M. di C, Milano. Ra
diatore per automobili e pel raf-
freddamento di liquidi in genere
(3). Aspiratore automatico di aria
per radiatori di automobi i con
utilizzazione de'lo scappamen o del
motore (3).
Lcopo!d Salvator Arciduca d* Au-
stria, Vienna. Meccanismo moto-
re per automobili ((6).
Leplow R., Stralsund. Frenb
per veicoli (i).
Les Etabllssements Lemolne
(Società) Parigi. Dispositif de sé-
curité empéchant Ics roues d'au-
tomobiles de se séparer accidentel-
lement de leurs fusées (6).
Letombe L. A. C., Parigi. Di-
spositif pour la m'se en marche
automatique des moteurs d'auto-
mobiles ou autres. (3).
Levi E., Parigi. Jante suspen-
due à son cercle de rou'ement (i.s).
Lbnillery G., Bonneval e Marx
F., Parigi. Raccord universel in-
;i. Bandage & é Nub M., Valdabbiadene. Au-
pour roues de tlsdrucclo'evole iiMarinn per auto-
ques (3). mobili, ecc. (,i).
i., Novara. Mec- Mirrtl J., Lione. Dispo^titif de
imbiamento gra- sièges mobiles pour voiiures (6).
per trasmissioni Marti J., Milano. Copertura per
r veicoi aulomo- ruote d'aulomobili, cidi e rotabili
imo di comando in genere di stoffa imperforabi e
moto per auto- (-^)
„ . .. . ^ ., **«"'■ FlKJitr e C. (Dilla).
MMUhal a. F., Zurigo. Diflérenliel pour uutomo-
.ne e astica Mai- bilcs (6).
e e bicirldle a MirtlD; G. L., Martlay E.,
„ . . ^ Marllnr V. e Marliajr F. !■ F.,
• latigi. ^ysl. Tta-ino. Valvola per ruote pneu-
lable simple ou maliche, sistema «Tribuiiou {6).
age pneumatique Marrul S.. Roma. Ruota ela-
, ., stlca Marvasi per automobili e vei-
mdro. AppareJ ^^y, aflini (.if.
pal.nage el le m„„I1I U. di P., Mìziana.
Pllloy L. di A., Ferrara. Conge^
gno atto a rendere le ruote e'astì-
che da applicarsi a veicoli di qual-
siasi tipo (it-
Liverpoo'. Roue ***'^ «: ^' «• »- ,"<""», ^a-- ,
ihiculea circu'an. ""<> "''"""^ "" '"".fr^ ^^ "'■
, j j ture ordmarie a Cavalli, sistema
il fornai L'one ^- """' <■>
I d'automobi'e:
Brunswick.
Marznttlal G. B.. Udine. Di-
E., Angers. Sup "?,!"*"'" ^?' marcia nelle aulomo
i ou de phares '"'■■ "Pedianle I acqua compressa
quement dans le W- „ „ .
pour véhicules Mtllicr Alonta C, Chicago, Il-
linois. Suspension élastiqtie pour
Halaadrone U., automobiles el aulres app'ica-
:ambiano e fiw- t'Oi" (6)-
> Chieri. Ruota MalhkD D., Thu'n, e A. Cliar-
a'e per biciciel- NI e CU., Bruxelles. Roue éla-
slique pour véhicules (t).
Ci., Firenze. A- Malici D. fu L., (ienova. In-
1 elastico per il novazioni ne!:e ruote elastiche per
P dei veiro'i (1). veicoli (j).
i^assel. Aniìdéra- Maarclll E-i Roma. « Aulopn-
;es de véhicules grafo n ossia apparecch'o niìsura-
lulres (3). tore della percorrenza e registra-
, Monacò, Bavie- lore della situazione topografica
tlure con mozzn di un automobile viaggiante ()).
corona (1). Mauri H. fi., Napoli. Visterà
ghem, Bruxe'les. sporgente con o senza mantice e
locs pour v^hicii par.igambc da appMr.-irsi ai vei-
' (i). coti od a costruzioni fisse per ri-
riiasciati in Italia dal 16 nov. 1906 al 15 nov. 1907 61
parare le persone dalle intempe-
rie.
de MaxarakI J., Etterbeek. Sy-
steme de démarra^e automatique
pour automobiles, etc. (i).
MauarcUi E., Torino. Freno
di sicurezza « Mazzarellì » per
ve: coli (i).
Me. Carthy T. J., Los Angeles.
California. Bandage pour roues de
véhicules (6).
Me. Kay P., Day Dawn, Mur-
chison, Confgfe^no ripu'sore per
molle di veicoM (6).
Me. Namara M. P., Far Ro-
ckway. Perfez. nei mezzi per la
riparazione dei cerchioni pneuma-
tici (6).
Mckarskl L. J., Parigi Roue à
rais flexibles encastrés (3).
MéraavUIc de Saiate Claire C,
Parigi. Mécanisme de change-
ment de vitesse pour voiturcs au-
tomobiles (3).
MkheUn'e C. (Società), Cler-
mont-Ferrand. Pneumatique anio-
vible pour voitures automobi'es ou
tous autres véhicules (6).
MiUer C, SibleJ, Franklin. Pa.
Perfez. nei dispositivi di segnala-
z'one per veicoli (15).
Miller F. di N., Torino. Freno
a fluido in pressione per vetture
automobili (3).
Moiteni U., Milano. Nuova ruo-
ta e' astica per au'oniobi i e altri
veicoli (2). ^
Monteiro de Brito J., Rio de
Janeiro. Couronne en liége com
prime dans des tubes de tissus de
chanvre remplacant la chambre
à air des pneumatiques (i)
Moralt A., Bad Tòlz, Baviera.
Dispositivo frenatore fissabile al
posto mediante attrito per veicoli
stradali (6).
Moretti L., Udine. Congegno e-
lastico perfezionato « Moretti >}
per ruote di automobili, motoci-
clette, vetture a cavalli, ecc. (i).
Moriondo A. e Sardi V., lo
rino. Ruota elastica leggiera per
vfiroli (3).
Montemeuo A.» Ferrara. Dop-
p'a camera d'aria per velocipedi
ed automobili {2).
Morsier (de) E. In A., Bologna.
Bahdage feutre pour roues de vé-
hicules (3). Transmission pour au-
tomobi!es par disques de friction
à pression automatique (i).
Muggia D., Milano. Copertu-
ra chiusa per pneumatici da vei-
coli (3).
Neckarsulmer Fahrradwerke-Ak-
tìtm - Gesellschaft, Neckarsulm.
Mozzo di ruota 1 bera con freno
per ve!ocipedi (i).
Nenfcdd R., Vienna. Cerchiatu-
ra elastica per ruote di veicoli (6)-
New Arrol-JohBfton Car Com
pany, Limited ed il signor Napier
J. S., Paislev, Scozia. Perfec. dans
les bottes d essieux et roues puur
automobiles (6).
Nflroberger Motorfaiirteiige Fa
brik ce UnioB » G. m. b. H..
Nurnberg. Système de commandc
à friction pour automobiles (3).
Systéme de commande à friction
pour automobiles (2).
Ohmer J. F. e Breen J. P.,
Montgomery. Compteur avec in-
dicateurs de prix pour le conlrò-
le des recettes dans les omnibus,
traniways. ecc. (1).
Oppenheim P. e Schmidt C,
Liibeck. Freìn de sùreté pour au-
tomobiles (i).
Onradou B. C. B. e Dumas F.
Perpignan. Ba4idage métalliquc
pneumatique et dómontable appli
cable aux roues de tous véhicu'rs
(6),
Pagani E. fu G., Torno. Raf
freddatore ad a'veare con e*eni«^n
ti policellulari in lam'era per v«'t
ture automobili (2).
Pagani G. fu M., Genova. D
sposili\X). cnniplrtanientb meri-a-
nico, par/ialniente automatico, prr
la mossa in moto del motori .1
scoppio app'icati alla carro;:zerì;i
(i).
Palladinm Antiderapante Im
perforabie (Società). Parigi. Ri
vel à téte creuse formant aug«i
antidérapant, pour bandages pnrti
niatiques et autres (3).
Papone D., Roma. Collegi
mento per trasmissione di inol»
nei veicoli le cui ruote haniiu so
che ira la bronzina e
delia strasa ruola(i)'
R.. ■ Neuilly s/Seinr.
de changcment de vi-
marche pour \-éhk'uVs
tt nulres applica-
>tspositi( d'embrayage
de dfbrayaKe instan-
ihicu!«s auUmiibilcs el
ratlons s)-
!., Southampton. Rive-
letlore pw i copertoni
di automobili, cicli e
ptr impedire che es-
forati, sdrusdli o che
eriilmenle (15).
, Londra. PerF. app.
résist
|)plicalio
véhi-
(6).
tlMOl J., T(
if de chHngemenl de
automobi es (3).
i., Torino. Dìsposili-
ilare l'accensione du-
menlo dei motori nel-
i (.0-
t. fu A., Bolc^na.
■(ri *'vei'^"i'(jr'' '""^
., PariRi. Nouveau
jante démonlable (.1).
A-, Marburg. Ban-
automobili e biciclclle sìslema iiA.
Pelucchiu (2).
Peradallo V. fu A-, Va'pecga-
Cerchione smontabile di acciaio
fuH) applicabi e alle ruote dei vei-
co.i (i). Sislema di copertura di
cuoio per le camere d aria delle
ruote dei (e itoli.
PéritUrd J.-E., Ginevra. Roue
motrice pour vdlocpèdes (B),
Pernul P., Firenze. Nuovo cer
chio in legno a forma di spirale
per ruote di veicoli (1).
Penti A-i Hannover. Corona
metal ica ela&lica per ruote dì vei-
coli (.).
P^chard e C. (Società), Parigi.
\'atture aulumobi e avec carosse-
rie à tran sforma lion (6|,
Plcper n., Lie^i. Ditipositif de
propuls-on nii:ile pour véhicues
(6). Di&posltif de coup'age pour
véhicules mixies assuranl le dé-
iiiarrage simuli ané des moleurs
coup!es (6). Diiposilion de grou-
penient des or|{anes moteurs sur
un véhicu*e à propu'sion mille.
(6).
PUaln F., Lione. Sysième d'es-
automobili (.1). "^ "'
PUtoy A-, Coral-St, Eiicnnc
■ ■ i suspendu l
horii
vibici
Piaci M. A. ¥., Beimi
rales
. Su-
Lione. Sys tèrne
d'im mobili sat ioli
icyc'ettra, motocy-
auiomobiles supprimant les pneu-
matlques autour des roues (3).
pAtrm E.. Parigi. Easieu à fu
PralU L. V., Torino. Ruota
Pratis a mole circo'ari e veni-
cli ed altri veicoli in genere (1).
Pridcaai Bf une O. E., Gleu-
lorr, Bidelord. Devon, Perfeifiona-
nlenli relativi ai cerchioni del e
ruote per veicoli (.1).
Prtnavcra M., Torino. Perfe-
zionamenti alle ruote stradali per
uso apccialmente nelle automobi-
li (■).
Proctdé Erìftfer, Puieaux. Di
aposilif de suspensi on des or^a-
Bretetli d'invenaotie
T„ Torno. Kre'n à nrati Pukliri • Utumt, Parigi.
pour pou'lcs, pari leu- 5}st. de dé|;aj;emenl aulomatìque
iplicablc au\ véhkulcs d» outi!s dans Ics machincs à cha
i^t autres (3). Hot» (6).
Q., Limburg. Roue à Soc. Ab, de* AntOMoHIci D^n-
essorts pour véh'cules Bay BcllevJle, 5t. Denis. Dispai.
nouvelte de support du ressort tran-
K. F., Vienna. Seria sversai arrière de chassis d'uuio-
m.,t..i« (6).
, Vienna. Système de Soc. Ab. det Aderlc» e Forgcf
«jur ajloitinbi es (i). de Flmlnjr, Pirminy, Essieu ù fu-
.. Torino, Ruota a set arlicu'ée pour voitures aulo-
ica ptc veicdi stradali, inobiles (,{).
«Ruota Schiesarin (3). Soc. \n. dct ElBb.'lMtincBt BbI
, Chicago. Perfez ona- chlBMO, Parigi. Disposi! f de futa-
inuranagRÌ di trasniis- lion des bandaRcs en caoulrhuui;
utoniobili ed atlri vei- sur roues de voitures (j).
tCcc. app. aux mica- -'uc. Ab. dei ABlvnoMlet Pcb-
ransmiìsion pour véhì- gcol, Parigi. Dispositif de Irans-
Dbilrs et autres (6). mission pour voitures el cam ons
C.| C.eveland, Mecca- autoniobiles (.1). Disposili tendeur
iefio e di regolazione de chatnes pour véhicu'es automo-
per automobi i {(<). biles (i), Dispositi( de pédales tè-
\., Marsiglia. I>«c en- Krablcs' applicab'e aux voitures au
iWale et à roi-hels avoc lomobiles et, en gónéral, à toul
sùrelé pour fre ns de upparril coniporlant àes nianoeu-
l autres vt^hicules (.il. vres hu p'ed (iV
A-, Berlino. Compieur Soc. ABlolBClte, Puteaux. Dispo
our voitures (i). siili hydraul'que pour embraya^r
W. E., Washington, et changemenl de vitrssc pouvant
ca perfezionata per vel- fgaiement servir de dinéremìel (b).
(6). S«c. AnlvMobUci ChairM, Gl-
lley W., Hobenniauih. rardot e Volgt, Puteaux. Mode dr
t tacco per hi ci e' et la a application (Tun carter de chat ne
., Bruxelles. Dispos:tÌ( Iransportable pct^iettanl aux i-^lii
■ pour b'cyc'elles, ino- cules de fraiiehìr lei fossés (3).
eie. (t). Soc. Baclgalupo, Ma«M e C,
e C. (Ditta). Berlino. C.enova. Ruota per automobile (14)
drucciolevole per i cer- Soc. dei AntamoUltt TniBaBll.
tomobili, celi e sìm'li. Parigi, Volture automobi e (j).
Soc. ilci hievclt Le ù'bbI. M.
Biella. Trasmissioni; SaaioB e C, P.irÌHÌ. Systèrie di-
to con cambiamento di piotect'on dcs bauda^es ó'nst'que;,
(3). ar<m''e de hmiellrs mólalMaUFs (il.
, Milar
uote di qualunque gc
c Shper R-, Dcvizes.
'.'il;
lur les bandages pneu- Soc. If. tercbloal
). p. autom, Milano. Cerch'one smon-
E. J., Londra, Pirfez, Mbile Petrai-rhi. tipo B. per au-
astici per le ruote d'au- lomobili ed altri veicoli. Bullone
altre (i). per Rasare le guarhiiioni -AiHf.
én Andcat EtabUuc ruote e per altri usi siuil (3).
riìasdaii in Italia dal 16 nov, 1906 al 15 nov, 1907 65
Cerchione smontabile Petracchi
per automobìli ed altri veicoli (13).
Soc. Officine di Sesto Sai Gio-
vanni già Camona, Gliiitanl, Tur-
rinelU e C, Sesto S. Giovanni.
Perfectionnements aux roues mo-
teurs (6).
Soc. Torinese automobili c<Ra
p**), Torino. Differenziale a gran
velocità impiegato nelle trasmis-
sioni flessibili a giunti cardanici
degi automobili, s stehia ìng. Ber-
toldo (3).
Soler y Soler R.» Barce Iona.
Nouveau système de véiocipèdc dit :
«Andromobile»! (i).
Sommariva L., Casalpusterlen-
go. Finimento per cavallo, siste-
ma Sommariva (3).
S. P. A. An8a!dlCeirano, To-
rino. Nuova disposizione negli or-
gani di comando del camb'o di ve
loc'.tà nelle vetture automobi i
altre simili app'icazioni (3)
Sprung F., Lione,
é'astique pour roues de
et motocyclettes (6).
Stoll L., Wiener Neustadt. Ten-
deur de càb'c pour voitures é!ec-
triques à conduite aérienne bipo-
laire (6).
Straticd S., Napoli. Disposizio-
ne per ottenere nei ferri da caval-
lo una guarnizione di gomma e'a-
■tica a camera d'ar'a o senza (i).
Stroia tì., Torino. Nuovo radia-
tore per automobili (3).
Stromel J. e Oreiff G. F., Mo
naco. Transmission à friction pour
automobi'es (i).
Snbi'a G. E. N. I., Pargi. Ban-
dage élastique pour roues de ve-
hcules (6).
Sylva G. fu L., Bergamo. Ki ota
a qualunque automobile con moto-
re pò icilmdrico (2).
Terzi G. fu C, Degli Esposti
A. di E. e Cattabriga R. di D.,
Bo ogna. Mozzo in lamiera conia-
ta per ruote di veico i a leggera
trazione (3)-
Theis 11., Case', R'vestimento
di acciaio elastico per copertoni di
camere d'aria (6).
Thévenon C. e Loste C, Saint
Et'enne. Ciu'don élastique pour cy-
c'es (6).
Thomas J. E., Londra. Perfez.
nei mezzi per sollevare i corpi de-
gi, automobili, carri di trasporto
o simi'i i\).
Thomson J., New York. Banda-
gè pneumatique (6).
Thuner J., Detroit. S. U. A.,
C'ousiin pneumatique jjjur véhi-
culf s.
Tortarolo E. di G. e Parodi 0.
fu N., Sanipierdarena. Ruota e a-
Suspension *'t Va per veicoli, sistema Tortaroo
^bicyclettes e Parodi (»)• ^ ^, . ^
' TosatiO G. fu G.. Venezia. Ap
parecchio da app'ixart^i agli auto
mobili e molocirli per impedln* il
sollevamento della pt)lvere strada i-,
ToscaneU WW., Milano. Ruota
e'astica con gunti elast'ci interni
a rego'azione simultanea per vi-iro-
li (I).
Trlbuzlo C, Torino. Nuova bi
cidelta perfezionata sistema «Tri-
buzio». (4).
Tuchler E. e Motti P., Vienna.
l're'n p!us particulièrement drsli-
n«^ aux automobiles et aux au re»,
vóhirules routier!» (6).
Vadam O., Parigi. Pompe à air
pour pneumatique (3).
Vadon C, La Clayette. Roue {>
ed
•jt periferia elastica per automobi i, last'ique pour véhicu vs et en par
motociclette, biciclette ed ali ri vei-
co'i in genere (3).
Tarag'io G., Roma. Ruota ela-
siira autopneumatica per automo
bili e per veicoli in genere.
Tas Herman, I^ondra. Innova-
ndone nei dispositivi di sejijnalazio- pr
ne per automobili ed a': ri veicoli m genere ed in
^^). degli automobìli
Terenzio A, fu A., Fondi. Freno
ticulier pour automobiles (3).
Van der Sticbeien A., <iand.
Bandage pour roues de véli!cu'( s
(ò).
Vanni P. G. fu C, Mi'ano. Ap
da applicarci ai giunti di frìz'(me
er renderne progressiva l'aziono
ispecie a que !e
(1).
Veith F., Willìwerk presso
r cuperatore regolabile applcabile Hòchst. Matrice riscaldabile di più
Aknuauio scientifico. — XLIV. e
66
Brevetti dHnvenzioìie
parti con anima vuota riscaldabile
per la fabbricazione dei manteUì
protettori per le pneumatiche del e
ruote (15).
Verocal F,, Brescia. Ingrana^:-
jjio con pedivella per bicic eiia a
razze, modello «Verocai» (3).
Verscbave E. C. F., Parigi. Fa-
brìcation par emboutissage ou éti-
rage de motures, cadres et tubes
renforcés pour cyc'ts et automob.
de VeuUe F. If., Birmingham.
Dispositif de changement de vites-
se graduellenient variable pour vé-
locìpèdes et Icur équivalent (6).
Villa U. fu F., Milano. Appa-
recchio colliiudatorc per veicoli au-
tomobili «Giovanni Villaw (i).
Vincent A. E., Noisy-'e Sec. Ma-
chine à confectìonner les bandages
piieumat'^ue par roues. — Presse
à vulcaniser les bandages pneu-
mafiques (^).
Vining R. WUlonghby, I^ondra.
Pcrfez. negli automobili (6).
Vinten H. B., Ramsgate. Mo-
difìcation aux bandages pneuma-
tiques et à ce qui s'y rattache (i)-
VirateUe M. N., Parigi. Móca-
nisme de changement de vitesse
applicable particu'ìèrement à 1 au-
tomobilisme (3).
Volpicelli Z., Roma. Specchio di
sicurezza per automobili (2).
van Volscm V., Bruxelles. Jan-
te un'tverselle pour tous bandages
i\os véhicules automobiles, dénom-
mée Jante universelle «Victor» (i).
Von Bernd M., Vienna. Embra-
yage par freinage destine plus spé-
cia'ement au-\ automobiles (6).
de Vottderweid G.» Genova.
Ruota soffice senza cerchione per
vi'icoli (3).
Youngiove T. J. e Hlcks T. B.,
Richmond, Virginia. Dispositivo di
chiiì^ura automatica per sportelli
di carrozze, automobili, vagoni fer-
roviari e s'mi i (1).
Wallenberg V. H., Stoccoln'a.
Disp. dans Ics leviers de comman-
dc et d'autres organes analogues
pour varicr les commandes varia-
blos (15).
Watklns J. L. e Claytoo E. J.,
Londra. Perfect. aux avant trairu»
des voilures automobi'es (i).
Weaver G. A., New-port. Rhode
Is!and. Perfez. ne'le sale dei ve co-
li {6).
Welsz L.t Budapest. Cerchione
ebstico pcryuote (i).
Welt Kandarea Fabrik Sixt e C,
Amburgo. Mors de cheval (3).
Werner C. (Ditta). Willingen.
Dispositivo di azionamento per i
tassametri delle carrozze pubbli-
che (6).
Wickstced C, Kettering, Nor-
thampton. l'erfect. dans les appa-
reil^ de changement de \Htbss.e
<»pécia'ement applicables aux au-
tomobiles (6). Appareil de chan-
gement de vitesse principa'emcnt
applicab*e aux automobiles.
Williams Richard C, Toronto.
Ecrou réglablc pour fìxer une roue
sur Tessieu du véliicule (6).
Windham W. G., Londra. Per-
fez. nei ve* coli automotori (6).
Wlnters C. N. e Magie Mor-
ton H., Los Ange'es, California.
rerfez'onam»;nti nel congegno mo-
tore e di marcia pei veicoli (6).
Wippcrmann W. Jr., Hagcn-
Deislt^rn, West falla. Pedale per ve-
locipedi con pani di appoggio fìs-
sati sui lembi r piegati de. le fian-
cate (1).
Wood Cu»Lìon Whc<:l and Tire
Company, r>e\v-Vork. baodage
pour roues de \éhicules (6;.
Woodward B., Paiigi. Pare-
chocs pour automobiles (6).
Zanfl G. fo A., Bologna. Freno
i.Rex» per bicicletta (3). D sp. di
chiusura per va'voia per pneuma-
tici, da automobili, motocic ì, cì-
c'i e vetture in genere, denomi-
nata «I/Ermetica» (3).
Zimmermann E.» Parigi. Enre-
g'strcur de vitesse avec totatisatcur
kilon\étrique pour automobiles et
autros vóhicules (3).
Zavagno A. di G., Termini Ime-
rose. Ruota flessibile per automo-
bili ed altri veicoli (1).
rilasciati in Italia dal 16 noi\ 1906 al 15 noi\ 1907 67
Vili. — Navigazione ed aereonautica,
Costt-uzione di navi, di barche € di galleggianti diversi — BaUelli sottomarini —
Macchine marine e propulsori — Attrezzatura ed equipaggiamento delle navt —
Strumenti nautici — Fari e segnali marittimi — Apparecchi di sicurezza contro
grin/ortuni di mare — Apparecchi di ricupero di oggetti sommersi; apparecchi
da palowibaro — Aeteonautica.
Adami B. A., Venezia. «Idroci-
clotia» ga lej»gianle che può met-
tersi in moto mediante un mecca-
nismo analogo alla bicicletta o mo-
tocicletta (i).
Akt:cboIaget Aviatorer, Gote
borg. Kk\ per macchine volanti'
(6).
Aktiengesellscbaft der Maschl-
nenfabrikcn von Escher, Wyss e
C.lc, Zurigo. Perfez'onamenti nei
sottomarini (j).
Andreonl E. fu C, Novara, Ap-
par. a cacciata di un prefisso vo-
lume d*acqua, applicab le in ispe-
•cie ai water c'osets delle navi a va-
pore (y)
Angelini O., Roma. Congegno
per utilizzare il beccheggio ed il
rullio di una nave per ottenere
forza motrice (i).
Antoni G. e Antoni U., Peccioli.
Macchina per volare (i).
Atteridge A. H., Londra. Perf.
£ux bateaux sousmarins (6).
Baldisserotto A. e Ceriani N.,
Napoli. Indicatore dei mov'menti
del timone delle navi (i).
Beedle W., Cardiff. Perfez. rea-
tivi ai propulsori per navi o si-
mili (i).
Beelendorf Jiirgen T., Suderen-
de. Isola di Fòhr. Dispositivo per
pu'ire il corpo esterno o scafo del
bastimento (i).
Benratiier MascHnenfabrik A.
G., Benralh. Grue flottante à con-
trenoids. (6V
Berg G. C, San Francisco. Ca-
lifornia. Plaque de navire et proc.
de fabr'cation de la méme (6).
Bibolinl G. B., Taranto. Ap>)nr.
per ricuperare To' lo di lubrifirnrio-
ne del'e marchine marine fu)
Bildlianer M., Kiel. Signal d*a-
larme pour navires. (i).
Binazzi G., Frenze. Nuova ap-
p'icaz'one industriale del carburo
di calcio, idrogeno, anidride car-
bonica, pel ricupero deKe navi (i).
Nuovo sottomarino, (i).
Biiven A. P., Brookyn Pa. Ba'-
lon dirigeab'e (6).
Bottari A., Livorno. Poltrona-
branda contro il mal di mare (i).
Brandt L., Harburg a/Elbe.
Nuova disposizione e costruzione
de'la camera posta'e nei bastimen-
ti (i).
Brendel K.» Gonorowka. Proc.
et d'spositif pour empécher le mal
de mer (i).
Broch A. T., Alameda, Califor-
nia. Appareil pour Id mise à flot
des bateaux particulièrement des-
bateaux de sauvetage (6).
Brunel i Brunone fu A., Livorno.
«.\eropolielice», ossia macchila
per volare (i).
Campa P. fu N., Roma. B'occo
motore per la propulsione di navi,
veVo'i e mobili in ef^iere (6).
Capone F., A'tavilla Irpina. Vo-
llero» Aeroplano ad ali battenti
(5). «Aeriero», aerop'ano con alet-
te rotanti ad asse vertica'e (5).
Cardosa G., Roma. Nuovo prò*
pulsore per navi (5).
Carletfi G. di C. e Scetti F. fu
D., Civitavecchia. Propulsatore u
niversale atmosferico a reazione a
"irioppio efTdto. (2). Propu^satore
univprs.ale atmosferico a reazione a
doonio effetto (iV
Cecciii L. di M., Genova. Appa-
recchio atto a sol'evare pesi dal
fondo dei mari, laghi ed altri s'r-
batoi d'acqua (1).
Ctiristensen J. P.. Copenac^hen-
Bn^ ou poni lóger flottane (6V
Coates A. e Hackett H. W.,
V'Ctoria. R(^£yu'ateur pour machi-
nes marines (^).
Con^e L. di T., Ven'^zia. An-
narecchio idro eletiriro Indicatore
di velocità per navi fi).
Crocco G. A., Roma. Perf. ap-
portali nei battei i slittanti (j).
68
B Inveiti d* invenzione
Daimlcr-Motorcii - GeMlbchalt»
l'nterturkheim. Syslème de connc-
xion des barres de poussée dans
Ics automobiles (6).
De Hàry J., Budapest. Pa'ette
ou aube servant au déplacemcnt
de fluides liquides ou gazeux (i)-
De Maria E., (jenuva. Appar.
di segnalazione, sa'vataggio e ri-
cupero dei sottomarini (i).
Di Lorenzo C. fu G., Nòto. Sot-
tomarino d rigibi'.e e'ettricaniente,
senza fili (i).
DoBiiely W. T., Brookivn New
York. Bacino asciutto galegg an-
te (1).
Dowaie T., Liverpool. Pcrfect.
d'ancres (i).
Doiford C. D., Sunderland Dur-
ham. Perfect. apporlés dans les
navires de commerce (6). Perfect.
dans les co<ques de nav'res.
Duff E, J., l^iverpoo'. Perfect.
à a propulsion des navires (o).
Electric Boat Company, New
"N'ork. Perfez. nei battelli sommer-
g bi i e mezzi di conservare il pe-
so specifico ed equilibrio dei me-
desimi (3).
Engelhardt V., Copenhagen. Ca
not à p'ier (6).
Erede G^, Genova. Vele quadre
a coppie (i).
Fauber W. H., Parigi. A<^rop a-
ne (.0.
Fayol A., Bordeaux. B.Ttcìu
à propulseur {\).
Fiorini A. di G., Genova. Nuo
vo appareichio per dirìgere gli
aerostati (2).
Foote T. M., AlUion, Mass.
Wolle WilUle Fiiller. Kil.idHfia,
Pa. e Young Ammi Vin'ng, B.r
li-no. App. indìcateur et enregi-
streur de roule et de vitesse pour
iiavires (6).
Por anini E., Mi ano. Appar.
per navigare» sull'acqua e nell'aria
detto «Idrovolante». (15).
Gadda e C. (Ditta) Mi ano. In-
novazioni nello turbine a vapore
per navigazione (^).
Gardner A. M. nata B., Parigi.
Di'^po^ìtif de manopuvre pour gou-
vernail {\).
Gayctti L. fu F. 0 Laganà N.
fu G., N'apoi. Propu'satori mar'.ni
flessibili Laganà (3).
Gimete B., Genova. Zattera
insommergibile dì salvataggio ad-
diziona'e marino, con sganciamen-
to automatico e lancio meccan co
in tempo minimo (i).
Gianoli G., Torino. Afotore nau-
tico a gas povero con speciale ap-
p icaz'one alla navigazione fiuvia-
e e maritt'ma (2).
Gronwa!d H., Berlino. Metodo
e disposizione per prevenire e per
estinguere eventua'i incendi nel ca-
rico delle havi (9).
Guadagnila A. fu G., Bo'ogna.
«Libra o tnlancia aerea» specie
di aereonave della classe degli ae-
recp ani, che ha 'a proprietà prin-
cipa e di 1 brarsi all'aria autoniat -
camente (2).
Gutelioffnangfiriltte, Alitlenv^reia
fiir Bergban nnd Hitteabctrieb,
Oberhausen. Dock flottant pneu-
matique (6).
von Hemolt G., Brema. Disp.
permettant la créat'on à bord de
places de stationnement abrì-ées
pour les passagers (15).
Henze P., Lehe. Scandagl'o per
la misurazione delle profondità del-
l'acqua (i).
Hepburn G.» Liverpool, Fktcbcr
J. E., Dudley. PerLct. aux an-
cres (i).
Hetmann J. M. W., Amburgo.
Defense pour embarcations (i).
Kelvin e James Wliite Limi ed,
(ì'asgow. Innovazioni nella busso-
la lìiarina (0).
Kretfclimer O., Berlino. Nou-
veau type de navire (1).
Imoda E., Torno. .Aeroplano ri-
pieghevo'p (^).
John Jacobsen e C. (Ditta) Frie-
den.iu, Berlino. Innesto lameUate
frizionale, specia-menle adattato
pr veicoli automotori (5).
Lalie $., Ber ino. Appar. per
fare osservazioni da un batte lo
sottomarino (6). Istruments d'opi.-
que à bord des sousmarins pour
obsprver l'horizon (6). Proc. et ap
pareil pour le rrnfìouage des vais-
se.iux couli^s. ((>).
I^ampmann E., Berlino. Bouóe
de sauvatage dans laquelle l'uc^
riìnmall in Italìu tlal 16 nov. 1S06 al 15 tu
[ alluma par àes Hnmiii^s SIM. Apparpil de i
f pliosphiire d'hidrORÉne
^MgM 1 MasciMl H., Roma. PMiitUchI
Nuovo Kist^ma di elirn (i). rciin. Sortomi
UbMrt C, Ober Murx'oh. Ba- con s^iec'u'e i
Lw>M C. In C, Drucnt. RÌRal-
nitri ORK^IIi a mezzo di f-ai svnl- iHIo i
Kpnlcsi a contatto dell'acqua e pe- peri sottomarini (i),
nHranli o coiiiuntcnn»! in rerLpien- Panoa C. AlgtfBI
ti impermeabili e dilatab-li (2), onTyne. Pertei. n*i
MackaBcn O. e Btrau J., Sy- pu^s'one delle navi
d'irv. Propulseur à he in. (6|, Pcago L. !■ T., (
Maw J., Herseaux. Aéros al di- p'anon ossia barca (
rlgeabie par une spiru'e aclionnée lorempnte sull'acqua
p:ir un moieur Queiconque (■)- Perivi 0., Milano
Marui lì. e C. (Ditta), l'aler- p„ l'applicazione del
nio. Perfezionalo riacqulBlalore di hale da turbine a vi
i.'ln iMT navi iit. vi. allo scopo di
Apparec- velociti (1)-
...._ , I sollecita manovro delle p^, a., Aufisbur
liincie di bordo, sistema «Marinel- natation (1).
lo" (i). , Pitti t., Parigi.
ManAviky et Maratealva H. e n^vires h).
FeUbaam Oeia, Bud.-ipeM. Banda* p)ao C, nata D
j-r irlasiiiiue pour roues (6). E'cvateur sousmarin
MaiMa E., C.ravelines. Tube p[„^ q ^ Genova
Ifnaot U«*u de presse óloupe arnè- p,^ imbragare autor
re pour canois et baleau^ i va- joU^varc fuori acqua
peiT U)' „. . te (i). App. «Pino» (
MaH<ili-l O.. Roma. Dv^pos.- aelle navi e per la la
zane meccan ca a comando per ^^ (,j Olficina ■■
icanienle porle, bocraporl
e (li navi e fiorle di veitu 1 jn-
Meb-bora A. t volt K lUag P.,
Ip per lavori subacqi
pubb'ico. lì).
PIh« G. e Kunkl
App. dirigibi'e per d!
&er >es ror'nics flotlantes (5).
eseguire ricercne e
HoacU V., Roma. Appar. di sai-
nort (1).
vi,i;,KKÌo e di ricupero di un bat-
foKtMi G. di e:,
tello «inimerfiibile affondato (,il-
sposi ùone per pitene
Marray W. E., Los Angeles.
Cu ifornia. Dlsposition pour ren-
caduta del'e morse
dre plus stables les constn.clions
imbarcazioni ())■ I^
floilamea (6).
NalclofT M.. Pietroburgo. Corps
bordo delle imbarcai
NoveS T., Spciia. Gavitello lu-
't.;,ì"t. .. F..
minoso "Sp'endori. per salvagente
comune (1).
china marina compoi
ti a dve ci.lndri,
no. Perlez. alle dis[m5Ìz. per vuo-
liire i bacini Rareggianli (5).
Oakmkr 0. A. C., WitbN
Meme funzionano e.
a quadrupla espansli
70
Brevetti (Vinveìisùone
RMgener H.» Amburgo. Voile
cairrée pour hunier et perroquet,
pouvant é>re repHée sur son nulìeu
(ò).
Ravaschio N., Genova. Elica
senza regresso (i).
Ravelii A., Roma. Meccanismo
per utilizzare il moto ondoso del
mare nel comprimere l*aria in ap-
positi recipienti (i).
ReiDicr B., Vidauban. Caisson
il sy*«t^me d<f'nommé siphon pour
!«' renllouement des épaves et de
tous corps immergés ((>j.
RestHCci G., Napoli. Veste co-
razza per pa.ombaro a grandi pro-
fondità con raccoglitrice a denti
per la pesca di per e, coralli, ecc.,
nonché ricupero di qualsiasi og-
j^eito esistente nel fondo del mare
Kestncci G., Roma. App. per
sollevare navi od a'tri oggetti esi-
stenti nel fondo del mare (i). Cap-
pa-rogistro a chiusura ermetica
rog strabile per fumaioli di navi,
locomotive, ecc. (i).
Rimlni G., Pasteur E. e Sacri;
panti G., Genova. Apparecchio di
niessa in marcia dei motori a scop-
pio per automobili, battelli, ecc.
(•).
Ronco R., (ienova. Metodo per
dirigere gli aereostati sferici e
mezzi per attuarlo (6).
Rnthenberg H., Grunewaci-
Berlino. Ailc pur aviateurs, ballons
et analogues (i).
Salvi A., Termoli. App. per pre-
venire l'afTondamento delle navi e
per ricuperare^ quelle sommerse,
detto uAnaspanaon, e procedimen-
to per l'app icazione dell'apparec-
chio stesso (i).
Saplo L., Roma. Aereostato d'-
rìgibile a involucro metallico (6).
Sannders S. E., Cowes Wight.
Perfcct. dans la construction de ba-
teaux, canots et similaires (6).
Savanl E., Milano. Propulsore
per navi e per aereop'ani (i).
Schmidt G. C, Stoccolma. Ap-
pare! I pour la mise à l'eau rapide
des lanots de sauvetage (i).
Scbmidt W., VVilhelmshòhe, p.
Cassel. SurchaufTeur à chaufTage
direct (particulièrement applicab!e
aux chaudières marines) (ò|.
Smiildert A. F.» (Ditta) Schie-
dam. Perfect. apportés aux bateaux
servanl au déchargement de la
houille, des minerais et autres sub-
stances similaires dans )es soutes
ou cales des navires (6).
Spalazzl F., Roma. Autoplugra-
fo elettrico ossia aulotractìatore
elettrico della rotta delle navi (a).
Specla'e P. di O.» Palermo. Di-
sposizione delle pa*e per una tur-
bina reversibile (i).
Sposato D.« Spezia. Apparecch'o
d'allarme e di soccorso dei som-
mergibili durante l'immersione (i).
Soc. A. I. G. Abs. Arautroag
e C, Genova. Fanale e'.ettrico dop-
piamente stagno trasformabile per
tutti gli usi e serv'zi a bordo delle
navi (a). .
Soc. Aaoa. Ital. per arretfameatl
Navali* Genova. Sistema pieghe-
vole per cuccetta per uso dì bor-
do (2).
Sola A. Forteza, Barcellona. Sy-
stème de propulsion de bateaux par
des energies expansives (i).
Sonlas C, Jerusa'em, Wangan-
ni, Wellington. L't à bascule per-
fectionné pour bateaux (i).
Stand y X. F.» Chicago Illinois.
Système de coufTre submersiblc
pour rc'ever ou renflouer les ba-
teaux coulés (6).
Tarantini G. B. e Becchi A.,
Genova. Taupe mécaniqute 90us^
marine (i).
Tedoldl jE., vu^go Minar!, Ge-
nova. Bacino di carenaggio ad
intromissione d'acqua s-stema Mo-
nari (3). Meccanismo motore per
navi (3).
TomuKhat H., Russ. Kuwro si-
stema di locomozione per le navi
consistente in eliche asptranti e
prementi ordinate od isolate nel-
l'interno dei tubi (i).
Trama S., Restnccl G.» Napoli,
e Sacripanti G.» Roma. App. atto
a far ritornare a galla i corpi som-
mersi di qualsiasi grandezza e ad
eseguire i lavori subacquei (i).
Ullana B., Genova. Apparecchio
per la navigazione aerea (1).
Vilinger G. F., Londra. Perf.
rilasciati in Italia dal IG nov. 190S al 15 nov. 1907 71
ipi propulsori ad inversione per na- Whllc J. S. e Conpiiif Llml-
/i e battelli (i). I«d, Carni E. C. e Farstet A.,
Von HoVniMiii G. C. e Mut'en Isola di Wieht. l'erfetionam. nelle
I. J., ChicaRo, Illinois. Appareil turbine di manna (6).
>^»r le iivHuv^iDn ùrs. rouiK^s de Willkl J.. Markardl R. e I«a.
tltllrica — Apt
Alwl K. C I
Conimu'.alore
Akllcngcicll
' AMtgler'j.
porle ólfctrode
tjMème^"?"'
Allgemcltu
■cbalt, Berlii
le (6). Collej
"^Aiiwr'a
72
Brevetii d* invenzione
tìco'are correnti telefoniche e cor-
renti indotte usate per scopo me-
dicale ; e per rivelare, misurare e
re«^istrare onde hertziane, ed ' in
genera'e onde elettromagnetiche
usa" e nel'a telcgratia senza fili.
ArnoM E., Carsiuhe Buden.
Disposiiif pour "ja commutation,
sans étinceiles, dans les dynamos
b'polaires et mu.tipoiaires à cou-
rant continu ou a ternatif et pour
vufs d'une enroulenient en tam-
bour doni lV*tendue des sections
est é^ale ou approximativement
ó^a'e au pas po.'aire (6).
Aron H., Charlottengurg. Con-
tatore-motore per corren e alter-
nata (i).
Artom A., Torino. App^ tra-
smettitore donde e'ettriche (6).
Appareil récepteur pour signala-
lions électriques à travers ! 'espace
((>). Perfez. relativi agli apparati
per telegrafia senza fili (6).
Audibert L. A., I.odève. Per-
fert. aux lampes électriques ù va-
peurs (3).
AutolTeil GeseUschaft m. b. H.,
Berlino. Processo ed apparecchio
per regolare mediante corti e rcui-
ti periodici l'a imentazione od il
rafforzamento del a scimi a accen-
ditrice nelle macchine accenditrici
m.'jgneto elettriche (5).
Badische Ani in e Soda Fabrik,
I-udwigshafen sul Reno. Produc-
tion d'arcs vo'talques stables de
grande dimensicMi (15). Produc-
tion d'arcs voUaìquos «Tlables de
grande dimen&ìon (15). Producr
tìon d'arcs voltalques stab'es de
grande dimension. (15).
Balducd C. e Ba'ducd A. di V.
Senigiillia. Limitatore elettro ma-
gnetico a relais per corrente con-
tinua ed alternata (3).
Banzati 0., Milano. Motore re-
go'alore per apparati te'egrafici a
sincronismo (3).
Baronio A. C, Londra. Perfez-
nfl'a telegrafia elettrica (6).
Barr A., Glasgow, e Stroud W.
Leeds. Innovazioni neg i appari c-
chi per trasmettere e per riceve-
re i segnali (6).
Bassompierre L. T., Parigi e
Dardeau L. J. M., Evry par Pon-
tesur Yonne. Système de micro-
phone pour appareils téléphoni-
ques (6).
Batau!t £.« Ginevra. Conipteur
d'éléctricité (6).
Banmann A., Zur'go. Contatore
re!ettricità per diverse tariffe uni-
tarie (6).
Becca.ossi G., Spoleto. Sistema
economico di alimentazione dei
circuiti elettrici a corrente conti-
nua (3).
Berardi G. di M., Genova. Ap-
parecchio per far funzionare mac-
chne e'etlricbe e suonerie elettri-
che comuni col a corrente a 100
e più volt (2).
Berry A. F., Ea ing NLddlesex.
Innovazioni nel a costruz onc degli
elettromagneti (6).
Bettetti G. fn G., Milano e Spi-
nel.i F. fn A., Lecco. Nuova mac-
china atta a funzionare tanto co-
me motore a corrente alternata
monofase, quanto come dinamo o
motore a corrente contnua (3).
B!dwell BenaoB, Chicago, Mt-
no5s. Apparecchio per refr gerare
motori elettrici.
BlalLe L. L, Boston, Mass.
Perfez. negli apparecchi e nei me-
todi per le segnalazioni sottoma-
rine ((>).
Blalie L. I., Lawrence, Kansas,
e Morscher L. N., Meodeshn,
Kansas. Processo ed apparecchio
per la separazione di materiali
buoni conduttori deire'ettricità da
materiali cattivi conduttori di elet-
tricità (3).
Bdlun 0., Berlino. Système de
distributton de courant cont'nu
pour l'utilisation de sources de for-
ce variables (6).
Boitsiiauser A., Basilea. Isola-
teur à haute et à basse tension,
pour conducleurs destinés à trans-
porler l'é'ectricité à des grandcs
distances (1).
Bonelli O.» Torino. Radio se-
gna'atore e'ettrico senza fili sot-
tomarino per evitare disastri ma-
rittimi (i).
Bonflglietti A., Budapest. Ac-
cumulatore e'ettrico con massa
suddivisa in elementi indpenden-
ti (I).
rilasciati in Italia dal 16 nov. 1906 al 15 nov. 1907 78
Rorgnet P., Ue^\. Appareil d'é-
lectrolyse (6).
Britifh lasalatcd e Heliby Ca
bei, Limited, Prescoi, Lancaster.
l'erfezionanienti negli apparecchi
di commutazione dei telefoni (6).
Brown Hittlng Machlaery
Company, Ceveland. Ohio. Sup-
port de couronne ou d'antennes
pour màis de lélégraphie sans
ft s (6). Isolaleur pour haubans de
tens.ob (6). Màis pour le égraphie
sans fil (6).
Bman O, A., Copenhagen. In-
terupleur é!éclrìques a temps (6).
Bnckingham C. L., New York.
Perfect. aux appareils pour perfo-
rer les bandes de papier et autres
nialières emp!oy6es dans a léló-
graphip (o).
Barry J., New-York. Perféc.
aux té égraphes imprimeurs (i).
Bnsfclioti G., Liverpool. Perf.
dans la manufaclure daccumu'a-
teurs é!eclriques (i).
Caballcro E., Ponte vedrà. Li-
m'tateur de courants éx^ctrlqAics
(I).
Gabella B., Milano. D sposizio-
ni per impedire g i inconven enti
dipendenti dal contatto fra le spi-
re del primario e quel e del secon-
dario di un trasformatore o di ap-
parati in cond zioni ana'oghe (i).
Canale Gio. BatU 41 A., (ie
nova. Suoneria a tenipo rego'abilfiw
con comandi muUip i indipendenti
a distanza (3).
C antimo £., Roma. Nuovo com-
plesso e'ettrco meccanico per tra-
zione (3).
Cappellini L., Lugano. Avvisa-
tore e!etlrico automatico per al-
berghi, o«»ped^i, co'legi, scuo'e,
stabilmenti, staztont ferroviarie e
s'mili (3).
Carbonelle H., l'ccle-Bruxelles.
Proc. el appareil pour la téléau-
fo-trasmii»sion électro - mécanique
d'imagc^ à demi-leintes, portraits
et autres photographies, de gra-
vurei?, de manuscrits, de typogram-
nics. eie. avec utilisat'on du té é-
phone de Bel lou d'é!ectro aimants
polarisés ou non (1).
Can4eray J.» l.o«^nna. Appareil
pour fermer et ouvrir un circuii
électrique à desumeures détermi-
nées (3).
Celano A., Rooia. Accumulato-
re elettrico con elettrodi irasporta-
bi.i a secco dopo la carica e utriiz-
zabile anche in serie in grandi di-
stanze d*acqua (3).
Cerri L., Milano. Innovazioni
nelle pile elettriche a liqu do (^).
Cbapman W. H., Porto aiid.
Maine. Dispositivo per neutraliz-
zare l'e'eUricità statica nella fab-
bricazione de la carta, ecc. (1). Di-
spositivo per neutralizzare l'elet-
tricità statica nella fabbricazione
del'a carta, nei a !»tampa dei tes-
suti, ecc. (i)
Cbemische Fabrìk Bnckan, .Ma-
gdeburg. Procède de rendre plus
durables les é.ectrodes- en charbon
ou graphile enip oyée» de solutions
aqueuses (6).
Chemiicbe Fabrik Grieshelm-
£:ektron. Francoforte s/M. Proc.
de fabricatton d'électrodes à laide
d'oxyde de fer fondu de toute prò*
venance (15).
' Clark E*. J., landra. Elettrodo
nuovo o perfezionato per trai tene-
re ossidi di piombo negli accumu-
lìtlori al o scopo di impedire la di-
sintegrazione durante la carica e
scarica (5).
Compagnie ponr la fabrication
dea Comptenn et Matériel 4* L'ai
net gaz, l^arigi. Baiai pour comp-
teur-moteur d'électricité (6).
ConsIgJere S., (Genova. Indica-
teur de tension et de couranl é ec-
trique dans un conducteur (1),
Corteggianl G., Napo i. Serra-
tura elettrica « Corleggiani » {2).
Conade M., Tolone. Servo- mo-
teur é ectriquc (^).
Crepaldi E. e' Tolnsso G., Mi'a-
no. (iiunto per unire meccanica-
mente, senza sa'dalure, i capi del-
le corde metalliche, specialmente
de"e corde di rame conduttrici d'e-
nergia e'eltrica (3).
Da!la Zonca G., Venezia. Auto-
generatore e'ettrico (1).
Decker Electrkal Mannfactnrìng
Company, Filadelfia, Pa. Batterie
primaire (6).
De Forest Wireless Telegrapb
Syndicate, Limited, landra. Perfi--
74
Brevetti dHnvemione
zionamenti ne^Ii apparecchi per
spfjna'azioni inediantc onde elettro-
magnetiche (6).
Dealny Patrlch Beroard, New-
York. Système de tólégraphie dans
lequel les signes conventionnels
transinis sont transformójs auto-
matiquement au recepteur (15).
Deutsche Tachometerwerke G.
m. b. H., Berlino. Tachìmetro con
magneti giranti ed ancora serven-
te da indicatore influenzato oa cor-
renti parassite (i).
Deutsche Telephonwerke, Gè-
sellschaft mit beschrXnkter Haf-
tnng, Berlino. Disposition pour
bureaux téléphoniques avec divi-
sion du service des fiches (6). Di-
sposition pour boureax téìéphoni-
ques pourvus du système de coni-
mutatJon multiple (6). Montage
des boureaux léléphoniques à bat-
terie centrale (6). Instaliation pour
les bureaux téléphoniques avec di-
stri bution du service (6). Lampe-
signal pour installations télépho-
niques (6). Appareil pour a produ-
ci ion d'un courant allematif a\ec
interrupteur automat'que et ma-
yau en fer complètement fer-
me (6). Système pour la tran-
smission de signaux au moycn
de récepteurs commandés par voie
é'ectromagnétique de la station
transmettrice (6). Transmetteur de
signaux pour appareils de signaux
à distance avec organe de contact
actionné le long d'une voie de
conlact (6). Trompe é'ectr'que (6).
Trompe électrique à forme ramas-
sée (6). Dispositif pour "la com-
mande à distance des signaux à
aìgui les et touts autres signaux
analogues (6). Relais pour ap'li-
catìons té'éphoniqucs (6).
Dncretet E., Parigi. Dispositf
de microphonographe (6).
Duda R., Sesto San Giovanni.
Va'vola di sicurezza per impianti
di illuminazione e'ettrlca e simi-
li fi).
Duo C, Buenos Aires. Apparrc-
ch'o px'»r nroteggere i telefoni con-
tro gli effetti elettromagnetici (15)
Edison T. A., New York. Sy-
stème perfectionné d*accumu'a-
teur (9).
Edison T. A., Liewryn Park.
Accumulateur électrique perfection-
né (9).
Egnir C. £., Stoccolma. Cha-
peau pour lìxer les iso!ateurs pour
lignes é!ectriques sur leurs sup-
ports et pour iso'er les isolai eurs
des supports raémes (6).
Ehrhard W ., RonsscUe J., e
Schafer J. C, Francoforte s/M.
Résistance variabe liquide électri-
que (6).
Etectric Boat Company, Ne^^--
York. Perfec. dans les réc'pients
ou compartiments pour batteries
d'accumulateurs électriques (9).
Proc. et dispobitif de régulation
des machines dynamo-électriquoì»
(15). Perfec. dans les machines dy-
namo électfiques (15).
Endrnweit C, Beri ino. Spazzo-
la per dinamo composta di strati
alternati di sottili foglietti meta>'li-
ci e un materiale non metaUico,
elasAìqo e conduttore di corren-
te (1).
Faconeisen Wa!zwerk L. Mann-
staedt e C.ie Act. Ges., Kalk.
Chevaet porteur pour conducteurs
électriques (6).
De Farla O., Parigi. Transfor-
mateur de courants alternatus en
courant continu (6).
FaiJa G. fu G., Firenze. Dispo-
• sizione o congegno che permette
la regolarizzazione economica del-
la corrente continua (3). Interrut-
tore a grande frequenza per otte-
nere la chiamata fonica mediante
corrente di macchinetta magneto-
elettrica (3).
Fe!ten e Guilleaume-Lahmeyer-
werke Actien-Gesellachaft, Franco-
forte s/M. Dispos'zione de ravvol-
gimento dei poli di compensazio-
ne ('5)' Proc. d'augmentation du
coup'e de démarrage des alterna-
moteur à co'lecteur (15). E'ectro-
aimant à courant alternatif (15).
Moteur sèrie compensò (15). Di-
spositif pour a suppression des é-
tincelles aux balais dans les mo-
teurs compensés à collecteur à
courant alternatif monphasé (15).
Dispositif pour la suppress'on de
étince'.lcs dans la marche des ma-
rilasdaH in ìlnlin dal 16 noi: 19Ù6 al tH nov. J907 75
fhines à courunt allernalif a co-'- sisfema Garassino (3). Innova/o-
Wtpur (is). ni nelle pilE-accuiimìalori deslina-
Fercbland P., Berlino. F.'ectrodc te ad usi tcrapeu'ìd (i).
destinile pariiculièrempnt à la de- Uattaronchlerl A. < BUtdoal
.omposdon des soutiuns dft clilo- c„ Milano. Nuovo tipo di accu-
rurps de sod'um et de potassiiim mulalore e'eltrico dclto Accumu-
(1) latore Audax. (1)
Ferrar] E., Milano. Apparpc- Gcbrfldcr Stencm * C. (Sorie-
rh o per evitare i per.roli prove- ,i)_ ChorlollenburR. Proc. pir la
menu da un contano fra primario produiìone di spazzole da dinamo,
e seeundario in un trusforn latore ronlalli striscianti e simili n.irJi
dellrito (1). ^\ carbone frizionali destinali a
FcMCBden R. A.. Washington, prendere e condurre la corrente
FiTfect. opportés à la transmis- (,^). Eleltrodi per riflellori (15).
Sion éleclrique des nignaux (is). Processo per la produzione "di
Feucbtacycr e KSnlticr (Dita). „n(a(ri striscianti a press on e fat-
Monaco, Baviera. Disposavo di ,; jj |„i,e di melalo e di carbo-
commutazione impiegabi e coolem- „^ (,j),
piriineamenie come commutatore General Electrolytlc Campanr.
de la corrente forte e debole (i). Llmltol, Middlewich. Perfeiionu-
Fimi G., M.lano. l'erfez. nei re- menti ncRli elettrodi (f>).
^ Ftlck O., Stoccolma nispos- pa„„|,io per togliere le influen-
lyo ne, form trasformatori Hef ,^ perturbatrici sulla direzone
Fjm''v>:.re A.. Londra. Perfee. I'^^^,'-!;;; ,tl\ZVro di r'^slclua
rflaiif^ aux nioteurs et Rénératri- j[ masneli (1).
TJ* ^hl'""'* "'"'■"'"''* '™'"''' GcKlUcbatt tar Drabllosc Te-
' Gaàl S., Budapest. Transforn.a- '*f"P*'^. ": '*■ «- «" -".^ «i'
t r à cour- 1 tjn ( ) slema di leleiiraiia sema fin per
0.01. o. . vii!.iii 'i.. Mi , "':\'",'°i'"l ''■'': „ . ., ^
..o. Nuovo tolorrullw. ol.ilrco . "I'"' ^- Po'id D;,po„l,l do
l.-mpo (i), Commulatore automati- ^^'^'^^^ 1?°"^ "l'I" ^lrctriqu"s ati-
'"ojrWirifrC.'''Ro," 'lìuovo '''mÌ l. l.. On,^t^,ì, api.
tiiotlo <li produrre osciHazioni èlet- I^^ix-. et appare.l [lour mesurer le.
triche continue anche ad alo pò- surfaires au inoyen de rfsislamrtt
tenzae fi) Nuova disuosizione ileclriques (i).
per la più io»nt. Ira.mi.Sone ra- , Or., l).U.i„0 Tél.ul.gr.pll
dioleeijraBca eoo K'oppi di o^e I- Com,..). New York. Perire, ap
laz'oni p'eltriche con liti uè di du- porles aux iclautographes et me-
da la o ad intervallo convenienti thode de transmission l^laulof^ra-
per ottenere la maègiore for^a phique (9).
dei segni nella lelegraiia senza Grcenwood e Balky Linllcd,
fili f,). Londra. Perfecliunnemenls aii\ -
Gaoi e Csmp. Eliendleaierei machines dynanm électriqiies (1).
md MatchlBtntabtlki AkHenge- Grab Max, Winterthur. [>erfec-
le'lKhalt, Raiisbor. Dlsposìtif tionnements aux installalions é-
pour le régtage de la tensìort des leclriques ù turbo-dvnamos «t à
générutrces de courant allernalf accumulaleurs (6).
(f.)- HtckelbaI L., Hannover. Proc-
flaraiiln» 0., Torino. Pila ac- per sopprimere l'efteito di induiio-
nlmu'atore Garassino per polenti ne nei conduttori d'elettricità me-
srariche. Innovazioni nella coslru- diante un metodo specia'e di cn[-
zione di placche di accumu'alnri Iflc.imcnio e di isolamento del me-
e'ettrici lepfiieri a forti scariche, des'mi (cj).
riti d^ìuf«itzioNe
inir Kach E-, Parigi. Réguìairu.-
dc vimx panicu: èrtnwnt app'i
ifn. tiihlt aux apparti s té égraphi-
1 a- K«ka A.. Apparecchio automa-
lieo per siabìlre o inlerrompfre
F., un cirruilo elplirico durame un
|ij. [rmpo drlcrminalo n^cli tmpianli
ithp Ktnlag t MaihicHB A«t)Mge-
du Mibchalt, l.ruuu-h l^ipiig. Pror.
erse é efirode de lampr à are ei I A-
iiip mctaliique i disposée (l>).
spo Krtégcr L. e U CNUiigak
'rio ParilUnc «(* Voilvc* QMtri-
4BC* (Ptm. Krie^), Puieaux.
i7Ìo- I) ■.jonrlfur à dcclenchement
I (15). Di-^'iiiif de ronne-
au ro/erieur drs indu'U de
Bala'« équilibrés pour nio-
' flertriqufs (i,(. Perfert. au\
Tleur^ el porte-bai a is de ma-
rru t pe» fleclriqups à incandescenrf
ranis un raruclère nièlatlique entre' le*
Cu- filaiijrnts el ]>■« coiidui-ieur» d'ur-
■i.u i- riii* du couraiil.
ir<:it iMriaZUlcrWerkc (Dina), a
>sle Monaco. Ila v era. Conia ore di e
Jacob! C. M., Si. Cuihbmt.
'PP'y Si-Irma e di-p<>sinone perleili*
.npji. naii per eliininarc o ridurre l'in-
rU-c. Juovlcllo F. lu V. A.. Roir».
!ctri- Indotto per macrhine ee Iriche a-
lenls cicliche (1).
Ifst - JukcMwiU H., Cera. Riverii;
■ ces nii'c"ofoni dei' telefoni (1).
n é rdvortky Poplo M., Jonkri«
W-itchcsler, Nciv York. Perfetln-
riai- n a menti rei' a cosi ru rione ed in-
ps li slullazione di condullori per l.i
Mcur Ira-^m issi ime della enervili niedlun-
ic le oiiduaiioni ilelltldie (y)-
rUasciaii in licUia dal 16 nov. 1906 al 15 not\ 1907 11
JcBCUch R. B., Vienna. Poste
lélèphonique à encai&semcni au-
toniat'que (6).
Johanoet M., Par'gi. Transmis-
son mixte à embrayage auto-
excUateur h). ,r ■ u a
Jongncr ÌE. W., Kneippbaden.
Svezia» Pile él^Otrique pr^ma'-lv?
' Yabor alorio E ettrotecnico log.
L. Magrtai t C, Bergamo. L -
niitatore di corrente «Eureka» per
impianti d'illuminazione elettriya
a cottimo (a forfait) (3). Inter-
ruttore sottolio con coniando a di-
stanza funzionante anche come m-
t.rruttore a massmo e segna a-
torc (3).
Lacy H., Carshalton, Surrey.
Perfectionnements à 'a constru-
ct on des é cctroaimants (15).
Lake S., Berlino. Batterie d ac
cumulateurs (6).
Laod-ttnd Seekabelwerke Ak-
tiengetcUtchalt, Nìppes, Kòln.
cable de sOreté électrioue (6) .
Lanfranco M., Torino. D.sposi
tivo di controllo per riconosce:e
le frodi nei misuratori c!ettr ci (i»
Latonr M., Parigi. Dispositif
de transformation en vitesse d'un
moteur à collecteur à couranis
ulternatifs à caractéristiqu; s se-
rie en un moteur à caraclérisii-
ques shqnt (3). Alternateur à col-
lecteur (^). ^ ,^ .
Lavallette e C.le (Ditta), Pun-
gi. Perfect. aux appareils^ télépho-
niques (3)-
Leitnef H., Maybury, Waking,
Surrey. Innovazioni ne| mezzi per
regolare la corrente nel s stenii di
i. um nazione e'ettrica . (<)).
Lemoinc A., Bruxelles. Appar.
de distribution automatique des
télégranimes aux porteurs et de
préparation automatique des dif-
férentes caté^ories de télégram-
mes (6).
Lenner R., Roma. Sistema d»
va'vole automatiche ele'tromagne-
tiche e loro uso come lim tatori
di corrente in unione ai contatori
(j^). Limitatore di corrente auto
iiiatico per lampade e motori (^)-
Li Gotti O. di C, Napoi. Di-
spositi pour róduire Ics flux tran-
sversaux dans les machines óle-
ctriques (j).
Londei L. fu A., Papigno. Ap-
parecchio per Telelirolisi dei liqu -
di (\).
Lori F., Roma. Sist. di radio-
te' egrafia sintonica (i).
Mackie Matthew W. Walbank,
Ea ing, Middlesex. Perfect. aux
machines dynamo éectriques ci
moteurs électrìques, en vue de
maintenir une force éectromoiri-
ce constante sous des var!alions
de vitesse ((>).
Magini 0., ..Monlepu'cano. Per-
fezionamenti nvfTÀ impianti di- li-
nee per comunicazioni teTefon'che
(^).
Magrini L., Mi'ano. Raddrizza;
tcre di correnti alternate semplici
e poifasi senza co. lettori e sua
appicaz. a'ia costruz. di converii-
tori rotanti da corrente alternata
in continua, e v ceversa, di gene-
ratori a corrente continua e mo-
tori a corrente continua senza col-
lettore (3). .App. fungente da in-
terruttore a mano, da limitatore
di corrente e interruttore a mas-
simo (in so>tituzione dele va vole)
(')•
Maiclie L., Parigi. Sysième de
ix>mmunication te egraphique et té
léphonique (6).
Majorana Q.» Roma. l)is|K>sitif
pour moduer, au moyen des san>
et des paro'es l'intensitó drs o-
scillations e'.^ctro-magnétiques ir-
radiées dans Tespace (1). Micro-
fono elettro idrodinamico (1).
Majrano C. e Figli (Ditta). S.
Quir'.co. Moore azionato da ra'a;
mite, eeltro calamite o magneti
(»).
Man^ey J. W. e E ectric Sale
ty Appliances Company Limited,
Londra. Perf. aux apparrils ser-
vant à indiquer ri mésurer les
perles de courant dans les condu-
cleurs ólectriques (3).
ManttH-idge Ci. F., Croydon.
Surrey. Méthode et appareil |X)ur
traitei- des matériels tels que du
piipier mélallisó, du parchemin
mótaUisé et semblabes de fa^-on
à Ics rendre plus adapirs à drs
buts c'cctriques (<>)•
Mar^hed D. Bjiziano. Elellro- clellrolitiro di oscil'aiionì e'eHi
^uno sulare III). magnelktie (i). Ampi iti calore
u — -..il- ka « ._ ._ ¥ _j.jj.^ deboli correnti leiefoniche ed
uà- ispccie rad i erte legra fiche (i).
Motbach A., Uerohn. U^p<».i-
fez. Ilvo di proleiimie per i tubi aiu-
one siici dei telefoni (i|.
tori MofclU J., Cambach Frciburi;.
one Appareil de sOrelé destine à en-
trer en fonciion en cas d'èxi.'«<
Ri- momenlanf de (ehsion paur cou-
si rants électriquPS. (6). Inslallation
pour déterminer un poniate con-
iota linuel d'un espace entre des t'.er-
de tension non sulfisanle pour l'a"-
onc luniage (b).
it'i-' Mur^u J.. Witkes-Barre. In-
lore antenne per la Iclecrafio sen^a fi-
li (f.)-
i di Negro L., Torino. Sistema dì
re su di «M una iTlocilà costati-
ez'a te quando l'orbano che lo coman-
inzc da ha velocilù variabilissima (,1)-
Nolll B. fu G. e fìKÌa F. fu
Sy- C., BorRomanero. Rompi arco i'-
:oÌn stema ..Noli^» W-
NnlU E. e Luil T., Roma Ac-
rps. rumu'oloTP a spire a grande ca-
rr;i- parità - sistema Nu li Luzi (D-
imi- Nya AckanuUIor Acktkbol*-
ftd iungner, Stoccolma- Pro.-, uè
[.e- lubrication de subslances cimrn-
iiiif leuscs éleclro-aclives dps hydra'ps
u'a- de fer e de nichel dest'nées i la
production des f'ectrodcs pnur ac-
ires- cuniulaleurs ^'ectr'ques (lì),
ione Oliva A. S. e Conitg IcK S,
idu- Genova. Chirodinamo. os'iia mac-
L-hio chine4la niugnelo-blettrica tasca-
dei bile ad aiionamenlo a mano (1).
iirzc Olivelli C, MHano. Innm-azio-
iire Irici con ridui-ionc allo zero (0-
Inspritott. elettrco a tempo (.()
ìov. Papatella I;. di D., Roma. Di-
! di sposiltvo per fintor/are rt>rremi
teli ■fon ielle (.').
ap' PardlDi G. la D., Milano. I.i-
-afi- niitatore di corrente, raziona'e,
ri- con spegniscintille {;).
in ParMMl C. A., Ncn'cnEttetiin-
Tvne. Perfcct. uus machines dv-
lore nàmo é'eclrlques (15),
rilasciati in Iltilia dui 16 noe. 1906 ni ir> noe. 1901
PcJencn P. O-, CopenhaRcn. fili ((,). Sistema di segna
Trasm et inoro per iclcgrafia scn- senza fili mediante Onde eli
sa fili (6), - (61-
Pelagolll a, di R., Spezia. Ap- Raventhaw B., Wllock 1
parecchio moltiplicatore della pò- lon V. G., I-ondra e To'
icnia di una corrente elettrica (i). W, E., Edimburgo. IWfer
PeuMe A. Wy brani, Londra, menti dans les embrayage
Perfezon. negli ascensori e'etlr ci gn-^tiques (6).
'.(•')■ _ . ,,., _ Rlpw M. P. e Mantigu
Pereti» A, Milano. Generatore Londra. l'ertect. relmifs ai
> motore magnelo-eleltrìco a fer- biayages magnétiques (6)
■o^ rotante, sistema uPerego Arto- m,,„ g._ Stuttgart. Di
"pwUy J., Cliak 1. . SuiM- p'àmMllefonfcf (T ''''"" "
■?^r ^' l\^??- **?" ""1- ''"'"'; «■»•""» J- I- I-io"". K
*,tif pour itaWir autpmatiquenicnt teur elee roniécanique pour
iiu bureau centrai La comunica- j,„ a eclrogènes.
.a:. ttr^phon^ue^O) -n!!'':'^ Te^Ar.pWc ^C«.
Ptailipparl G., Parigi, rerfcct.
l l'élablissenient des pile:
'"Pkrlil'p. tu O., Pisa. Si,te, \'>»'^'" F" l'-^i^i- »>«
Baltimora M'arila
fpctionnÉ de té egra
e C. (Ditta),
elettrico isolato
: dei motori a
cavi semplici percorsi .
""""'"" _' ( éléctriqi
do «Hiranls aftnr-
d'induil pour machine ...
ou dynamo életlriquc, rdc
ou generatrice (.).
Salpeleraiiire - Induttrte-
I Klialt U. m. b H., Gei
j chen i/W. Proc. pour aci
^ en siirie des ilammes à hau
I (i). l'roc. pour produi
E., Parigi. Aulo- "''" •:-lfc';;l;i'-s desliiiÉs au
dB coorants aftnr- '"*"'''«„ '^"' f" ^--s gai (
fonclionnant «il Sc^mU (.., landra. l'.Ie .
comme Iransformateur de ces cou- '*"ì '"'■ , „ ,
rants en courant contunu de ten Scherblui A. Baden. Ma
son égale ou dif<^rent. soit con.- ,'';f'"^ " collettore comp
me moteur (fi). l"'-
Piva A. C. fu L., Mi^mo.. Schorn H.. St.Morit^ Doi
Limitatore di corrente a doppio *lalÌaiion *e.(r:t,iic de signi
traferro con ritorno automatico ^ P'"'*i?i""s posles d appel l
indipendente {\). Uìaiàtt P.. StuitHiri.
Plallnnai Snbtlllulc*, LlmUed, ''i^one di attacco per can<l
Londra. Metodo e meizo pi-r s- ad . alla tensione l\).
pillare < _
tro o attraverso il vetro o simile ha.
PilMon J, B.. Lione. Posle ti- no fuse le va^-ole di sicure.
K-phonique inlermfdiaife (6). ima rete distr biilrice di ce
PariellaaUbilk Kahla FlIUIe elcilrica (ij.
HcmtdDi'liKlMtcrlanaaili, I^lcrm- SMeclmarra G., Ale.'i.sandr
sdorf s/A. Isolateijr pour Jigncs gitlo. Pertcctionn. apporlf
i^leclriques (i). boltes de coupecircuit et i
Poabcn V., Copenhagen. Per strìbution £Ieclrique (3).
Itz. nei ricevitori per segnali ne- Scollo ii MaM L-, Romi
g.i impanti di telegrafia stnzagnalalorc cktlrico per indici
operlum no» {3). Ai.umulatore elettrico sì-
Bo^gie S«c. A'iaclnu* d* .coalIrncllOBS
[3). mienaìifatt, Belfort. AllernoiDO-
ic, Syst. icur pdyphasi^ à colleclcur à ren-
Dur chr- dem^nt maximum (i).
étlairage Soc. Aa. WcvtlnglioiiK. Piirig;.
hon qui's l'erfezioilaiiienli nei siatemi di di-
stribuzione eiettrka [15). Perf^.
D, Limi- iiei'e matchine dinamo - eletlriche
, e Die- ds). Perfei. nei dispositivi di prc-
jn- IVr- Sii di corrente per apparerchi ple«-
Ii ici (i,i). Sopporto per molori p- r
ICBgMcll- ieicoli 'ferroviari e per altri sci p"
di ro le- (15). Di^p■ per refjolarc le varia-
conver- zioni di velocità dei motori clot-
>1ci i's)- 'rici a seconda dei vari carichi
di lu
Ihii alla la corrente io uno o p il circuiti
ai iiiet- {1^). l'crfei. neRli avvolRÌmenii
coniuiii- d'aruiatura per macchine dinamo
chiamato -eleltrirhe (ij). Nuovo disposilìio
enlo per protettore per circuiti elettrici (i.s).
anici ne- SiK. Aa, (C. G. S.) per lattru-
Sis'. di meati Eldlrld gìk C. OUvellI e
miissio.ie Ctt.. Milano, ioaicatore per cor-
oppie li- renti eletlrii'he a moss'ino (3).
miuo a SiK. Aa. In^. V. Tedeichl e C,
ispoilivo Milano. Manicotto di giuoiione
lur ei di per tavi di pieco'o diametro desti-
S«c. Aiwaymc it* Andeas Etn-
e Q. n. bKitemetiti Puibard e LevaMor.
re di fa- l'nrigi. Dlsjonctpur aulomaiique.
che per- Soc. An. OIBdna Elettrica. M -
-i mono- lano. Rcceplrur léléphonique (lì-
di linea Soc. Aa. La Pile N.. Tariffi.
l'inser- Pile Élerlriqtie (i).
esistenze S«c. Aa. CaràtCM per Inplanll
notori a Elellrlcl, Caralc Brian^a. Limi-
ineamen- lettrici detto «Lini" latore Largii"
I e ouel- (il.
Amildo
(i,). C. ti. S. Soc. Aa. p<r Iilru
imulitorì mcnil clellrid gli C. OlivctU 1
ì. l'ert.- C.. Milano. Innov.iiionl nei tra
Soc. Ad. ladaMr. «VukaaJan,
rilasciati in Italia dal 16 nov. 1906 al 15 nov. 1907 81
Genova, l'alo* te'e^rafico te'efoni- la protezione delle macchine dna-
co in cemento armato sistema mo e:ettriche generatrici e ricevi-
uVulcania» (i). trìci, dei trasformatori e niotori
Soc. Ceramica Richard-Ginorl, dale sovratensioni dovute ale sca-
MHano. Isolatore tenditore a fi o rjche elettriche atmosferiche (3)
protetto (3). Isolatore per alto pò* Stolz e C.le Elektricititf Gc-
tenziale a schermi multipli (3) sellscbaft m. b. H., Mannheim.
Soc. d*appareilage é.ectriquc et ilsolateur pou,r poteaux, permet-
industrìel, Ginevra. Coupé circuit tant de faVe pénétrer les conclu-
de sùreté (q). Interrupteur électri- /cteurs électriques dans les édi-
que facilement démontable. . fices (1)
Soc. d^Etudes Hydro-^ectri- e. C. H. Syndlcate Limited,
linea, Lione. Regulateur d'absor- (Società), Londra. Soupapes é-
ption à récupération pour groupcs lectro-magnétiques actionnées par
électrogènes (6). „ . . « l'élcctricité (6).
. .f^l '^"S"* ** «PpUcailoBi E x^j|,e„ V., Ares s/Rhóne. Pro^
iettrlche, -Tonno. Nuovo s stema ^édé et appoareil pour transmei-
di attacco di hnee aeree per pre- tre des sons distinctement et à
sa mobi e di corrente (3). grande distance (1).
*J!^^}\^' P*'p'"""!!!''*^''j?5 Tedeachi ing. V. e Ci (Società
trici. Milano. Proc. ed apparec; .anonima). ToTino. Cavo per lìnee
chio per trovare 1 corti e rcuili teìetrraiKhe (\)
nelle batterie elettriche (i). Dispo- ^,^j, ^ Mòl ire Ch. e Dénard
s.tivo appl.cabiVe agli accumula- j^ j ^ìone. Perfect. aux accu-
'"""l M^rT^nS^n hlT/rhl''^vf".1 "lu^ateurs dénergie électrìque (6).
ivi- nnnlnn ^^^ ^ Thomaon-Hourton A. E. G.,
siSr Ital^Lampade ad arco e Società Italiana di Elettricità. Mi
impianti elettrici, accomandita '^"^' Apparecchio di messa a ter-
semplicc, ing. R. Colombo e C. ''^ ^ ^f^' ^ ^^'«"^ ^^ì'^ protezio-
Roma. GaJvanometro telegrafico "« .^"'''o f sopra e.evaz.oni di ^
tino Castelli (iS tensione nelle condutture eleltn-
^oc. dei Microfoni Angelini, ^^e (6). Metodo per la produz. di
Roma. Microfoni dì grande pò- corrente contmua pulsante per le-
tenza e di grande chiarezza (14). ^^''?'''!?. f\ P^^f^ratrki elettriche
Imboccatura igienica in porcella- e s,mth (0). Disp. per la soffoca-
na o materie analoghe per appa- ^'^n? delle correnti di equilibrio
recchi telefonici (6) "^K^' avvolgimenti chiusi di mac-
Soc. Officine di Sesto San Giov. ^^tne ed^ appar. a correnti mono
Sokal E., Chicago-, lUinois, té éphonique (9).
Bloomfield S.. Elkhart Lakc. Wi- Tdrley J. e Benkd E.. Buda-
sconsin, Wolf S. B. e Wolf C, pest. Proc. et appareil pour la
Chicago, Illinois. Perfect. appor- production de rólcctricité (6).
tés aux accumulateurs (6). Trafelli L.. Roma. Macchna di-
Solari L.. Roma. Automobi'e o namo e'ettrlca (2).
altro veicolo con antenna smonta- Triquet P. G., Parigi. Pie 6-
bile per stazione radiotelegrafica lectrique (6). Perfect. apportés aux
mobile (5). accumulateurs (6).
von Sonnenthal S., Vienna. Per- Trulfet A.. Mi ano. Indotto por
maglio per fissare i fii conduttori piccole dinamo, specialmente per
suffli isolatori (6). dinamo ricevitrici (3).
Spinelli F. fu A., Lecco, e Can- Venturini S. fu S., Roma. Con-
tani C. Milano. Dispositivo per gegno e disposizione meccanica
AN5CAmO «CIEKTiriCO. — XLIV, /
n revelli d'invenzioni
di alberi rad'o- rarigi. Sislcma di co!legain«nio
Ule|;>'afici (5V Tier macchine dinamo elettriche
Vcrdw E., Yverdon. Inrerru- (i.O-
pteur électritiue {1}. WhltMrMi Coapuj UnUc4 e
V«r(t* A-, Kircuze. Linutalorc- B«cw W., WuniiiRton, L.imca-
I eKalataie aulomalico a l«n>po ,ter. Pprfeiionamenli nf i cavi r-
pcr corrente elettrica conlinua ed idirici e corde di filo metallico
allernata (1). (i).
Von BrKkdorB R., Bregeni. WU'aMdt A., Bruxel'es. Démar-
Eoment de résistance éledriquc „^r au^omatiue pour inoteurs à
(^)- ^ „ _, _, . courant» allernalifs (6).
W«Htof COW.W Kleoey, Ch. ^^^ „ Inn.bruck. Wgula
cago. IIIÌ110.S. , l'erfM>onanienli ,^, maintenir constante la
net;l> alternatori indullon (6), rharprd'une dvnamo fi)
Wedekiad G. A., Amburgo, Cas- w^,." Fi„h C.iL™ii *-».!
setta da accumula-ora di bromo. ^f ^^'H" >*?l^'-.r^?^
raine ghisa o acciaio fo.so le cui -.«-J^ ^--atict """'""
rtp^rlo'^ìa m'eria attiva. «,«*«« R.. .Diiss.ldorf. _A™.r.
per es ossido di ron.e (1). Proc. P" '^ irasmissmne di »egn, T«or-
per trattare ossidi o polvere di se (o). ,,,„,_.
metairo in maniera lae da poterli Tf»tW J-. New \ork. C.nient 1-
adoperare per la fnbbricaione di solunl au pomi de vueéectrque
elettrodi duri porosi non sciogibi i e" son proc. de (abncation (6).
in so'ui'oni alcaline (1). Zchadw L., Berlino. Te'egralia
WeMlagbonM 9«clèté AB<»]raie< sema fi i con correnti terrestri (0-
X. — Meccanica minuta e di precisioub, strumbnti
SCIENTIFICI B STRUMENTI MVSICAI-I.
Oiolartiia — Bilattcit. V ' '
lemetii - Affar,.
proiettori: C1ms« JIVIJ — j»h.»m»" mmiian — rmff.a,, -- J-™ .- -.^. ..-
ginnuimi atuil-c*t — Sti-umenfi di milfù,vlof<a. iitm^lrt. "'"^^^^^'^
calart — C<mU/9ri t tigiilntlari iÌJtui («ctl anche p*t coniatoli di «n« e:
Clasie VII- pM contMDrl eleitrld: CliHc IX; petconiwori d'Mquar CImwXHI :
e pei conUlori del ■*■: Classe XVI) — Congrmi dirtrti JMaiataiiti wa fàUr*-
Ach N., Berlino. C)roscop« (6). "y, Bridgiport, Connecticut. P(*r-
Adlx CoBpaay Piilwebw • Ba.A [«K^tionnpini'iiis dans la labr caiion
Mannheim. Machine ù oddilioner de- disijues enregìstreurs de sons
a\er nu^canisine de commande si- (b). Bnregistreur de $ons pour
IrncieuK par clìqurC et avec g is- machines parlantes (6).
^ière de commande deniéc repu- Bikcy My A., Porrentruy. Ma-
^ant sur un gill-pr (1). ch'ne ù tuurner les pierres fines
AkUeitUkilMl VcrmabNU Re- dninrrotierie [b).
gncnuklncr, ileleiup. Prrrect. Badgalapl A. E., Genova. Di-
uu\ machiiies A culcu^er (t>). srhi in cpllulo'de p-r grammofo-
Aktleiebkabet V. R., Copenha- ni, croniofoni, f:rafufoni, mac-
gpn. Machine A calculer (9I. chine parlanti, ecc. (1).
AllgcMlae Eltcliicititi Gmir- Bftclttalap) A. E. In G. B., Ge-
KfaaK, Berlino Appar. automatico nova. Appi raziona det'a cet u'o dt>
per la vendita di cle<lric'<ìk, gas per la produzione dei disebi per
ed acqua (6). grafoFoni e macchine parlanti (1).
Anerlcu Gtapbophtiic C»nipa- 9*rt \- e attimi W-, tj'asgoiv-
ìiliuciati in ItaUa dal 16 noi\ 1906 al 15 noi\ 1907 83
Innovaz. nei telemetri a osserva-
tore unico (6).
Bmuì £. e Biandil A., Firenze.
Fenendoscopio, nuovo apparecchio
per Ì*ascolt azione del 'suono tra-
smesso nei corpi (3).
Beaiaiiiiao C., Torino. Dispo-
sizione per incidere sul cilindro
del fonografo una comunicazione
telefonica (1).
Bereslord W., Livcrpool. Per-
fectionn. aux appareils de pesage
automatiques (6).
BeMZzl £., Milano. Congegno
atto a produrre Timpronta del e
indicazioni relative a' la data e ad
altri contrassegni, tanto sui bi-
glietti a cartoncino d'ingresso in
stazione che sui b' gì ietti in gene-
re d'uso ferroviario e d'uso vario,
posti in distribuzione a mezzo di
apparecchi automatici {\).
Bofem E. (Ditta), Milano. O-
ro'ogio tascabile per il control.o
delle guardie (i).
Certbotani L., Monaco Baviera,
{nstrumcnt mééureur universe*,
dit uTé émètre» tant pour les u-
sages géodés'ques, que pour les
Uì»ages mil taires et de la marine,
et en particulier un d s anc'mé-
tre pour les poànts inacessibles,
servant aussi bten pour les po'nts
fì.xes que pour des objets mobiles.
Chiossl F. fu 4. e Ferrari G.
fu C, Genova. Nuovo istrumento
mus'cule denonìinato «Nosofono»
(i).
ClntsaiB F., Melbourne. Irmo-
vazioni nei p'anoforti, negli orga-
ni e» simili istrumenti (6).
CoaMMipiia Anon. ContlBcnlale
già J. Bmat t C, Milano. Nuovo
apparecch'o misuratore di distan-
ze (,0-
Compagoie Generale Fran^aUe
dei dlstribuleiirs Aat^Matiguf»,
Parigi. Perfectionnements nux *di-
stributeurs automatiques (1)
CMipagnie Generale de Phoao-
graphes, CiaématagMpbet et App.
de prechion, Parigi. Parleitr à
air comprime pour phonographes
gramophones et autres machines
parlantes (3). Appar. reproducteur
de sons pour phonographes et au-
tres mjichines parlantes (3).
Conrad C, Wiesbaden. Horlo-
ge automatique pour la cuisson
des oeufs (i).
ContreHmeteritab-Gesellscli. nUt
bescJirànkter HaftaAg, Bamicn. A-
ste metriche con più dischi conta-
tori per misurare stoffe e simili
(0.
CoUereau A. L., Parigi. Perfec.
dans les anches pour Instrument à
vent (i).
Cranner B., Kongsberg. App.
compteur de monnaie (6).
Dubs £., Oerlikon. Orologio
con dispositivo elettrico permet-
tente di azionare in tempi prede-
terminati appositi apparecchi elet-
trici, per es- : suonerie, lampade,
re'ais, ecc., per un da'o periodo
di tempo (1).
Eckeimann M., Dresda. Appa-
reil totalisateur avec di&qu s à
(jrémaillères commandés par un
levrier à cliquet (1).
Elsd Magyar Antométer Térsa-
ség, Budapest. Bilancia autom.
f«er merci in pezzi o versabiiì ed
anche per liquidi (i).
Engel Em Crementsthuk. Perf.
nelle membrane dei grammofoni
(i.S).
England J. R., Rein C. M. e
KIrby J. H.» Galveston, Texas.
Orgue ik anches perfectionné (j).
csmaolt- PeNerie R . > Boulog ne
sur Seine. Lunettes d*automobile
^. doublé vcrre empéchaiH la for-
ma tion de la buée (6).
Fawns K. E. e Kcrmode G.,
Ross Tasmania. Distributeur au-
tomatique de timbres-poste, tickets
et artic'es similaires.
ferrarl C. fn C, Fabbrico.
« Prospettografo Ferrar j »s istru-
Vuento per ritrarre giafìcamentc
una prospettiva (i). Telemetro
senza stadia, sistema MFerrari» (i).
Ferrer S. A., Valenza. Système
d'horloge combinée avec tableau x
indicateurs (i). —
Fett B.v Dembica, Gaizia. Re-
veil électrique (i).
Finger ft., Praga. Exercis^ur
pour récartement des doigts oour
niusiciens (6).
Fischer A., Londra. Joint uni-
verse! nejLLl^lc et ^tanche pour ma
84 DrtvtUi d^inrenzione
chin«s par!antes et autres usages parlanti (t>). Machines parlante^
(6). (3).
FlaUa T. S. e Schel.honi F., Gratzc E. V., Leytonstone. In
Berlino. Fojg^lio elastico in forma strument indicaleiir de vitessr, dt
piatta o cilindrica afo a ricevere d'stances parcourues, etc. (b).
e riprodurre i suoni per macchine Haar J., Bielitz. Apfaieil pow
parlanti e suo modo di prepara- ìa réproduciion |3^aph:que .!« te ns
zione (6). et de sons, et de leurs coinbìnaì
Fletcher E. O., Riversdae. Cais- sons (6).
Se enregistreuse perfectionnée (i). Hafca A. e R. (Ditta), Casj^H-
FoKhà E. fn 0., Parma. «Gen- Cannocch'ale per determinare ^n
ciclogonit)metro (modello B) » i- go i di quals'asi specie ne Io spa
strumento che indica il raggio, la zio (6). —
misura degli angoli al cenro di Halnei R. T., Londra. Métho-
un cerchio mentre lo si descrNe(^). d- et appareil pour indiquer e: en
Frede'J J. C, Pocatel o, Idaho. registrer les viiesses (6).
Instrument d*optique à contróle é- Bukìi H. F. L., Parigi. Instai-
lectrkjue {\). lation pour la reproduction élrr
Frey A. "e C. (Smielà), Berlno- tf-que et mlensive des sons enre
Machine à compier la monnaie et R'strés sur les cyhndres ou disques
à la mettre en rou eaux (i). de phonographes (3).
Oai.Iar4 0., Parigi. Disposi»if .nirtli A., Cannstatt. App. por
optique pour instrument de mesu m sure di precisione di spessore o
re (1) di piccole lunghezze (6).
Garfoii VeadiBg Machine Cam „ ^J!^ , J'^^^^^l , ^/^^
pany, New-York. App. automatico 5yndicate Limited, Auck'and. Pen
distributore per la vendita dei s.- "«^'^ maccMne a funJznonamenio
.r...-: /t^\ automatico mediante introduzione
tiaulticr P.. Versailles. Instru- ^i monete (3). . ^ ^ „
ment de topografie dit «Topomé- "?>« A. e lUckert A.,. Zug. Ap
tiographe» H). P^^^/l P«"/ «"«^ les aiguiUes de
Gaavin C/. Cartler H.. Bruxel- "'^i^'^ISLS ^'^v^.ii^^int.^rntnr.
les e Brnnel E.. I»ar gi. Bascu e à , *f""^. ^- ^."^^^^ Integratore
■ '.. ^^/.\ p'animetrico a disco (i).
curseur automatique (i). ^ irA««*ii«*-iii*- v V;<»n«« a«
Gelaf L.. Pré - Saint - Gervais. Koppenfteliier K., Vienna. Ap-
IVrfect. aux instruments à cordes, P^»*^^' électr.que pour cnregistrer
guitares, mandolines. vioons. har- ^"'' .^^^ P^'^^^^ ^^^. morceau.x de
^" . / \ musique joués sur des. irstruments
pOS etc. ti). ; r-'-ìvìe^r {fk\
Gebr. Blankenagel Commandit ^ Rriipl ^ p Ak^leititcseUscbafft
Gefellfchaft, Bie'efeld. Cassa di j.^^^^ «'Fr ' i^^nette à prisme^
control© ('5)- niontóe oscil'ante avec chambre à
Glening O. M., Copenaghen, prismes cvlindriques (15).
Mach ne à additioner (6). ^^^^ jJ.^ New-York. Mgliora-
Gioy O., Gollnow. Bilanc'a a menti nelle tastiere per pianoforti
bilico a fissazione automatica del ^5)
ponte *o piano durante Io scarica- imperi G. di L., Roma. «Violor-
mento del medesimo (1). gano», cioè organo di istrumenti
Gonzalez L. E. fa P., Napoli, ad arco (i).
Tacheometro a lunghe disianze. Uaria Zfihier Werlte Geseflsch.
Gottfnrcht M., Berlino. Casset mìi beschrinkter Haftung, Mona-
ta per fonografi (i)- co Baviera. Meccanismo motore
Gramophone e Typewriter, Ltd.» per congegni numeratori (6).
Londra. Perfect. dans les boltes Johantgen O. D., Filadelfia,
de r<Jsonnance pour machines par- Machine a calculer (15).
lantes (6). Perfezionamenti nel e Junghans O., .Schiamberg. In-
cosse di risuonpnza del e macchine d'caleur de vite^se^ a\^ tonimuii^
rilasciati in ttalia dal Ì6 nov* 1906 al i5 nov. 1907 85
de par friction, pour mouvements
rotatlfs (i).
JLayolo A., Torino. App. appli-
cabi e ai pianoforti per ottenere
la scritturazione e la ripetizione
meccanica di pezzi musicali prece-
dentemente suonati a mano (i).
Leyhaufen W., Mannheim. Di-
spos. di arresto nei distributori au-
to:ii«itici a p'atto girevole per le
mercanzie (i).
Liebmann £. E. (Ditta), Cera-
Reuss. Disp, per suonare Tarmo-
ntuni (i).
Liaan y Tavàra F., Madrid.
Nouveau cadran d hor.oge (i).
Ldw J., Munsier i/\V'. Dispo-
sitivo per il cambiamento dì tono
ne^li strumenti a fiato di ot one
(«)•
Lutz L., Monaco Baviera. Ma-
chine à additioner et à soustraìre
(>)• —
Lyon G., Parigi. Dispositif so-
nore applicable aux instruments
de musique (12).
MarcilJiacy C, Parigi. Machi-
ne à imprimer, découper et déli-
vrer avec contróle les billets de
chemìn de fer (3).
Martin W., Berlino. Transpor-
teur de monnai^ pour caisses enré-
l^istreuses (6).
Martz A., Stuttgart. Regolo
ca'co atore per predeterminare le
proporzioni defi'.e installazioni di
turbine essendo data la forza d ac-
qua e l'altezza del a caduta (i).
Mdssner A., Charlottenburg.
Compteur enregistrateur de vites-
ses (i).
Mendel 0., Parigi. Dìspos'tif de
parleur à air comprime pour pho-
nographes et gramophones (3).
Monti D., Roma. Contatore u-
niversale automatico con tasto e
messa a zero, denominato «Datti-
loautopantologista» (2).
Morse E. P., Cox J. D^ e
Prcntiss F. F., .New York. Perf.
dans les appareils de mesurage des
• t?mpératures (4). —
Mailer Schlenker (Dit.). Schwen-
ningen. Dispostivo per il carica-
mento simultaneo a va e vieni del
movimento d'oro' ogeria e del mec-
canismo di sveglia negli orologi
Munoz E. J. e Garda M. A.,
Madrid. Procède et appareil pour
l'enregistrement et rimpression
des bandes ou rubans phonographi-
ques continus (6).
New Jersey Patent Company; O-
range. Procède et appareils pour
l'obtention de copies d'enregistre-
ments phonographiques (6).
Noa J<., Milano. Dispositivo per
evitare correnti d aria quando si
aprono le porte (3). —
Norbis F., Bergamo. Strumen-
to musicale in forma di pianofor-
te e suono d'arpa (3).
Olimcr J. F., Dàyton. Perfez.
nelle macchine per emettere e re-
gistrare biglietti (6).
O.lvetti C., Milano. Smorzatore
per istrumenti a equipaggio mo-
bile (3).
OptiKhe Anstalt C. P. Goerz
Aktiengesellschaft, Friedenau. Sy-
sième optique rcdresspur d'imagfs
(6). Lunette d'approche à systcme
inverseur dépla^able (6).
OptUchc Werke Casse] Karl
Schtitz e C. (Ditta), Cassel. Ca-
nocchiale a prismi (6).
Orlandi L., Roma. Macchina
ca'colatrlce sistema «Lu'gi Orlan-
din (i).
Ossart G. A.. Rueìl, e Vergè
A., Vincennes. Verre d 'optique et
son procède de fabrication (6).
Parollnl C. di A., Viadana. D a-
framma per macchina par an:e
Patterson J. W.. New York.
Dlstributeur à paiement préa!able
perfectionnè (3).
Petit A. N., Newark. Disque
pour machines par.antes à disqut
enregistreur et procède de fabbri-
cation (3).
Pietrasanta E., Lucca. Sistema
di tasti a stantuffo per strumenti
musicali di ottone (2).
Pionzio E., Torino. Carrucola
ppsatrice per la pesatura accelera
ta dei sacchi (i).
^^M'^ ^»9 Poppi. Segnalatore
di perturbazioni sismiche detto
«Micros'asmoscop'o» (i). Ca'endu-
rio perpetuo (i).
J
8d Brevetti dHnvensdcné
Postini A. I., Londra. Perfec- ne e la r'produzione di spettacoli
dans les machines è calcu'er (6). cinematografico grafofonic4 (i).
PupMcbl P., Firenz?. Nuovi Salcbcr A. Jr., Innsbruck. Ma
meccanismi applicati al clarinet o chine/ à ca culcr (i).
e in tutti gli strumenti a fiato: Schaafdbcrger W., ZmHg:
saxofoni, flauti, oboe, ecc. (15). Compteur de vitesse à commandf
Qninticrl M., Napoli. «Neaton» mócanique (6).
ovvero oroogìosveg ìa, gran so- ScUatel E., Vienna. Hrdrom^
nora ad ore e quarti a ripet zio- tre à capsule et à man ve '.e (10).
^^^^L ^ .,., V, .. Schnelder e C. (Società). I^
Radice F. Milano. Nuovo da Creusot e Rlmailho E., N.uil.v
framma specia'e con punta vi- sur-Seine. Teodolite de t^itnpà
branle per ine sioni di dischi o ci- ^n^ /-\
lindri fonografici. ScImDert e Salzer, Maichteea
Ratfke G. e Raéice F. Milano, f^brik Alitieflge*clltclia!t, Chwn
Di'^o infrangibile per grammo- ^ìtz. Caisse enregistreuse (9).
foni e macchine consimi i aventi ScMtte J., Bremerhaven. Com-
incisione speciale ondulo sussii to- jp^.^ enregistreur de vibrai ons
ria per renderli indistruttibili, e /,v
p^r essere cantati col diaframma Scudder H. e Hohmaiin R. K..
vertica e a punta fissa e processo g^^ j^j pj„^^ g^^ ^ ^
P^'o '^ A*"?- fabbricazione (3). ,„onture les lenii les de pince nez,
Rak A. Cesky Brod. Bascu e hy- ^t^. /,)
draulique pour pesnge automati- è^l.- r. aì m ti ' ^ t *.
a2 r.«.!^4^o /A\ 5e«a 0. di B., Bari e. «Lilon-
"' R.-»g2tal O *Ì- F. Torino. '-?'--,. «■■"--'» ,""0 » ^i^"-
ADDarecih=o oer trasformare au- ^^ *" polvere i calcoli vescicali li
, ^*^^. _ , *^ ' ... ^^ «'/«u» mandoli entro la vescica stessa (i).
tomaticamente in scrittura a f abe- «^^ -. «^.«i <- i> '
^ • „^*: !-*• «r« ««^.^ S^C» "• rOfoI, Genova. «Pori-
tica i suoni articolati al a paro . „ . v» -,• ^-.-.
I • j • „ .♦„„ drometro». Nuovo istrumento p- r
la e per nprodur.i, pure automa- . ,. . ^..
^ P • ^^ ^," • J^ pesare carichi sopra ga legg anti
t'camente, a distanza, a voce e *\ . f^^^wT /,\
• ' _ . ' ^^.^.^^^ od m terra lerma (2).
per iscritto contemporaneamente, ^^ ^. ni *-.
medwnte linee telegrafiche con fi- ,,J^^' n'*^ x* u- ^^* ^ '
lo e senza filo (i) trd.ews. Parigi. Machine portati-
RcchDltzer A., Berlino. P.rfec. ;^?„ f »niprimer. à contro er des
app. aux machines à ca'culer (h). ^l''^'* ^« ^^^^f ^«^^ de catégories
Appareil controleur pour machines d'fférentes et à totaliser automa-
act onn^es par des touches ou par tiquement les recetles (3).
des leviers (6) aoulie de Cesac J.-J., Lione.
Reithoffer M. e Morawetz F., ^-«^fi^"®",^ "l»'*^»'* i^)- , .
Vienna. «Commande des horolo- Spltz L., Berlino. Perfect onnc
ges par ondes électriques» (6). "lents à la machine à calcu er sy
Remedio V., Brescia. Obbietti- stèrne «Thomas»» (i).
vo mu'tiplo per cannorchiali (2). Stoppa L. fu C, Milano «Au-
Rittneyer F., Appenze I. Dispo- fonopiano»» apparecchio da app i-
sitlf pour indiquer à distance le carsi ag'i istrumenti a tastiera per
n'veau des liquides (5). suonar.i meccanicamente med ante
RMer R. E. A,. Chemnitz. Di- Timpiego di cartoni forati,
sposìtif pour régler la force du Templetoa W. G.t Colorado
son dans les appareils pour jouer Springs. Perfec. app. aux balan-
mécaniquement des instrumenls à ces (6).
touches (1). Tetta A., Milano. Sveglia elet-
Rusznyik L., Fé' so Oszko. Per- trica a ripetizione con accens one
fec. des app. automatiques (i). automatica di lampadi!na e'eltri*
Sala C. la De Catte.U, Torino, ca (^).
Sistema di collegamento per ren- TMapfOn H. F.. KewVorlc.
dere contemporanea la regislrazio- Perfec. dans les pointes de gra-
^ntasciatl in Italia dal i6 non. Ì9Ó6 al 16 nòv. 1901 87
pho^hones et autres machines sèm-
blab es (i).
TlncaDa M. fu T., Bologna.
Occh-ale per ottenere la correzio-
ne della vista df et tosa (i).
TrevelUan F. H., Wellington.
Reg'.slratore di cassa perfezionato
(6)-
Trlnks F., Braunschweig. Ma-
chine h enregìstrer et à addìtion-
ner (i).
Triulzl P., F'renze. Periscopio
composto per battelli sottomar.ni
torrette di comando, batter e ma-
scherate, ecc., e osservatori (3).
Unione elettricisti (Ditta), Mi a-
no. Cronometro comandato e'et^
tricanienle a distanza (3).
Van Houten J. W., Amsterdam.
App. pour tendre Ics cordes des
instrumenls de musique (i).
Vedasi F.IU, fu A. (Ditta), Le-
gnano. Nuovo meccan'.smo per
mettere rapidamente a riposo le
stadere a ponte in bi.ico (9).
Verde F., Spezia. Giroscopio a
camera oscura "per m'surare le di-
s.aiize zenitali degli astri (3).
VoIpkelH ZanoBi, Roma. Lenti
di ce lu'oide trasparente (2).
Velt-Ampère GeseUtcbaft Flei-
sctanann e C, Francoforte s/M.
Instrument de mesure des vltesses
et compteur de tours (6).
Von Bomfdorff E., Bres'au. Ap-
pareìl d'orientat on (15).
Walker H., Jones A. M. e Me.
Coy H. W., Sistersville. Machine
à p«rcer Ics feuil es de notes pour
Instruments de musique automa-
tiques (6).
Wanten J., e Harris L. H.,
Bìnghamton. Perfez. negli appa-
recchi per suonare meccanicamen-
te il volino (6).
Wawrina E., Vienna. Disp. ri-
cevitore e r.produttore per fono-
grafìe e grammofoni (i).
Woliheim H., Benino. Appa-
recchio automatico per la vendila
di articoli in striscic o nastri, co-
me francobol.i, marche,' ecc. (1).
Vormser A., Parigi. Kaleido-
scope (i)-
Zeiss C, (Società), Jena. Ocu-
laire de Ramsden a verre d oeil
compose d*une lentille collectrice
simple et d'une lenti le doub'.e, di-
vergente ou convergente (6). Lu-
nette monocula.re doub'.e avec
deux champs al'ongés dans une
direction (6). Objectil simple,
compose de tro!s lentilles accolées,
avec une surface de contact di-
spersive, concave vcrs le diaphrag*
me, et une surface de contact col-
lectrice, convexe ver» le diaphrag-
me (6).. Objectif doublé asyrtiét
trique (6).
ZigBoai T. fn A., • Tregnano.
Guìdadita Zignoni per lo studio
e ementare del meccan'smo piani-
stico (2).
XL — Armi e materiale da guerra, da caccia fi da pesca.
Ai-mì da fuoco portatili — Armi bianche — Affusti per artiglierie, montature
diverse per cannoni, apparecchi di caricaménto — Cannoli divetst, apparerckt tlt
Puntamento ^ Cannoni e cariche grandinifughe — Cartuccia, inneschi e p-^Juttxli
dwersi — Materiale per la marina da guetra — Egmipaggiamento delle truppe
— Trasporti militari — Corazee, opere coraxxate, foriificauioni ed altri lavori
militari — Tiro a segno — Attresxi da scherma — Arnesi per caccia e pesca.
d*Adda L., Torino. Sistema di
protezione del'.e navi da battaglia
mediante calcestruzzo (^).
Armslreiig W. G. Whilwortli e
Company Limited, Newcastle-upon
Tyne. Perfezion. nelle spolette da
proiettili (15). Perfez. nei pro'et-
tUi (g). Perfez. nei mezzi di sicu-
rezza per le spolette di percus-
sione per le arligl'erie.
Bang Sdren If., Copenhagen.
Mécanisme de charge par^ la cu-
lasse pour fusi s à répetition (9).
Bastrnp C. G. e Mentz J. n.,
Copenhagen. Fusée percutan^e de
sùreté (6).
Basilone R. M. di F., Napoli.
Congegni di sicurezza per fu ci. i da
caccia e da tiro al piccione (i)-
Behr Burliand, SuhI. .Vrrc^to
88 . Èrevt'ili d* invenzione
de la «anna per armi da tiro di armi da fuoco lustrazione dej bt^
o^ni genere (6). soli di cartuccia fatti con Jegb*
Berti S., Kimini. Macchina per d a luminio (i).
caricare cartuccie da caccia (3). Civran C. di D., Pordenone
Bethlebem Steel Company, Sout Applic. separata del a pa'a e dei
lieth'ehem. Mécanisme de pointa- picix)ne al ca'cio del fuoile dj
j^e et de mise de feu pour ca- guerra. (2).
nons (6). Colt Giin e CarrUge Compiwy
Biche! C. E., Amburgo. Proc. Limited, Westminster. Perfe<:tÌon.
per dare maggior resistenza alle app. aux fusils aulomatiques {isì-
cariche esplosive ricoprendole di Cowper-Coles Sherard OsÌN»ra«
un tessuto adagiantesi suFTa loro Londra. Perfectionnements dans la
forma (1). fabrication des dou l'es de cartou
Bliss E. W. Company, Broo- ches et autres anaolgues (6).
klin, New- York. Perf. negli appa- Damancler M. e Tardy IH. J.
rocchi di sterzo per le torpedini au- v. Alme Dalzon, St. Chatnond.
tomobi i (6). Perf. nelle valvole di Perfectionnements au.\ bouches à
riduzione della pressione ne le tor- feu de tous calibres réculant sur
pedini automobili (6). leurs affùts (14).
Bon J. A., Vincennes. Projoc ile Davey A. J., I.ondra. Perfect.
pour armes à feu (15). relatifs aux óuuìpements militai-
Botti B. fn B., Lumezzano Pie- res et autres (6).
ve. Pisto'etta «Bottii) (4). Dawson A. T. e Bucl&hain G.
Briinning K. A., Zaandam. Fu- T., VVestm'nster. Londra. Perfect.
sii de guerre automat que (6). aux appareils de pointage pour ca-
Broayèrc J. e Spaak L., Bru- nons (15). Perf<'zionamenti negli
xelles. Pe'le de campagne à usa- apparecchi di mira (congegni dì
ges divers (6). punteria) per armi da fuoco (15).
Browning J. Moses, Ogden. Delport J., Parigi. Frein ré-
Arme à chargement par le recul cupérateur à air comprìme, sup-
à canon fixe et ferme'ure non ver- plimant IVmploi des freins^ hy-
rouillable (1). drauliques dans les alTùts de bou-
Bruno G. fn G, Palermo. Con- ches à feu (15).
gegno da sparo per lo scatto i- De Romedi V. di G., M'iano.
stantaneo dei cannoni app icato ad Lanca siluri aereo (3).
uno dei volantini di manovra per De StefMio A., Roma. S s ema
la punteria dei cannoni stessi (2) per limitare la corsa di rincu'o
Bucciantini E., Roma. Tendi da d'una bocca da fuoco e per far!a
campo «Bucciantini» mod. 1907 ritornare in batteria (3).
(3). Deutsclie Waflen-und Mnaitions
Burean A., Domain de ^a Feui!- -fabrllien, Berlino. Proietlle a
lade, Nimes. Turplle marine au- punta per armi da fuoco a mano
tomotrice à propulsion réactive (3) (6). Perfez. apportato al griretto
Calderara M., Wrona. Conge- delle mitragliatrici (6).
gno di tiro ridotto per artiglierie Duisburger Masdiinenban- Ali-
navali (2). tien Geseirschaft vorm Bechem e
Camet Blaise, Lione. Sys*^. de Keetman, Duisburg. Disposit on de
obus à p'ombs pour le t*r de chas- soutes à charbon dans les navires
se aux grandes portées (6). de guerre (6).
Carminati G. fu V., Verona. Erste Ungarìsclie Conserveoff-
(«Alzo cerchio» apparecchio per il brili und Metallwaarenfabrilt des
puntamento de'le artiglierie (i). M. Weiss, Budapest. Pro'ett le a
Centra^Btelle ffir Wissenscliaft - camicia (6).
fieli - teclinisclie, Untersnchungen E. W. BUss Company, Rroo-
G. m. b. H., NeubabHsberg, Ber- klyn, New York. Mezzi perfezo-
lino. Proc. per rendere facile ncMe nati per la propu's'one di torpe-
rilasciali in Ilaìia dal iG nov. ISOG al 15 uov
lini e filili i meccanismi medianic culatle dei pezzi d'a
ir a compressa (6). Perfpct. aux appareil
FahriCD^Iabrlk ElMnach, EUe- Itu d«s canons (6).
luch AftQc sur roues pour pitces HMcbklH OrdM»
le campagne L llr rapide (9), Limited, Londra- Sy
Farquhar Moabray Gare, Aboy- lionné de mitraìlleuii
le e Hill A. H., Kiimin^li^iiii. me de canon srmi aul
Vrfpcr. dans les armes ù Feu auto- RoiJc G. Huillt
naiiques (6). Clinois. Projectile p<
Freddi U., Milano. Nuovo fuci- Klrcùol J., \Vi me
e ■il-'rwldu a rTpetizione ed a cari- rotore a blocco pei*
o (2). .ragra.rici e armi d
' lat li di qua siasi tip
KloM G., Duss«l<
e de leu aver meiit pour fourreauj
- : (is). mftalliqups (1).
Fullan J. Duncu Bcrllc, New- Krnpp F., Akti<
bridge. Appareil perlecComié 3 ar- Essen a/R. Pièce d'i
*■■' ■ ■'■ ■ '■ de iiflila il porle-bouche
lant et ligne de mire
Sem- (i.';). Uispoìtif pour li
hauleur d^s pitces d'^
E., Belh'ehem. Pn- Affùt i WFpse avec |
qui" de blindaRe (6). i'tée i une loilure ci
GcnovMl F. fu F., Roma, ('.ir- .Svslèmc de gargoussi
luce'e per liri ridoni e da eserci- d'artill^rie (n;(. Sysiè
l:iz'o>ii (1). Fuci'c aulomalico. le dispone sur le b
Giacchetti V. C, Roma-. Co- piices d'arlilerie ave<
razza Giacchetli per il deviampnlo bouche à feu sur l'a:
dei proietlili al moinento de l'i m- sposilif de stirene des
[Killo (3). cher l'ouverture du r
Gramard E. L., Orleans. Pio culasse des pièce» d
che pel e porcative (6)- ras de rati^s (15). li
GraUl G., Torino. Equipaggia- pointa^e pour pièce*
mrn'o perfezionato per armi a pie- (15), Pi^ce d'arlillerie
di (1). ne de puinlajje en h.
Grnnwald C, Bredeney Projec- dente, munie d'un ti
tile de ruptiire À novau d ac'er p'a- diaire coinprenant une
c6 contee le tond 'd'une chemise e' une hélicoidalc (i^l
(1.0- fili, riislafie de» fuE
Hale F. M., Caiford Kent. Co- corps de réglage eoa
struzione perfezionata di granala sceptibles -d'èlre touri
esp'osìva a mano (i), r.-ipport à l'autre (i.l)
Hanlltoo Beltoii Taltnall, Fin- tillerie à recul de la I
chley, M*ddle!ies e Stroad L., l.on- sur l'aFTùt uvee rerm.
dra. Perfect. axix hausses de ca- et syslème d'ouverlu;
nona ((>). que de la ferm eture.
Herrmana G. H., Schwe'dnilz. Imperlali R., Ror
Involufro fallo di pei animali per carica per granale pi
produrre cartucce per fuochi di «i^ Jobnion E. MattliiM
gnalailone di-i bersaf;li neg^i iser- Perfez. nei proiettili
c;>^; di tiro delt'art'glieria (i). Lauro F. Iti A., Ite
HUM P-, Oosteldorf, I.aminoir ranisnio di punteria p
automatiqiie pour canons de fiisils navale (i).
(!). Leon K. O., Karl*
Halniitrom C, Londra e Mld- pfr regolare la pos'zii
dlcIUB E., Sbedic^d. Perfei. nelle !»i di m*
90
Brevetti dHn veiìzicmé
mina, gavitelli, segnai marmi o
altri galleggianti ancorati nell ac-
qua (6). Disp. nelle mine sottoma-
r.ne per l*abbassa mento automa-
t.co e rispettivamente lo scoppio
del a mina qualora eventualmente
essa si strappi dal punto in cui è
ancorala (6).
LHizatti A.,. Ravenna. Sega mi-
litare a telaio scomponibile (3).
de Macar J., Embourg, e D^lat-
trc S., Angleur. Projeclile à téle
déformable (6).
Marolda À., Cuneo. Goniome ro
diagramma graduato pel punta-
mento de le artiglierie (1).
Marrel Frères (Soc.), Rivede-
Oer. Proc. de fabrication des p a-
ques de blindage (^).
Martin l., St/ Etienne. Plsto-
let automatique (^).
Marzarì E. C* L., Parigi. Sy-
stèine de refoulement des projec-
ti!es pour pièces d'artillerie de gros
ca libre (6).
Westminfter M. C, Maunsell
Londra. Perf. nei proiettici esplo-
sivi (15).
Mauser P., Oberndorf. S stema
di otturazione per arma a canna
scorrevole che si carica per effetto
del rincqlo (i). Perfect. aux armes
à feu spécialement aux armes à
chargement par le recul, avec ca-
non mobile (i).
Me Comble T. G.-F. Gibbon,
Monkstown, e Me Ilwalne J. B. S.
Foxrock. Perfez. nelle miniera o
proiettili esplos'vi (2).
Minetola P., Pulsano. Nuova
m'tragliatrice a fuciliera (2).
Màtchcll F., Londra. Tiro a
bersaglio automatico (6).
Moser J. U., Tlionne. Appui de
fu^l (3).
Nemeth A. e Strohbach O.,
Raab. Perfect. apportés aux appa-
reils de pointage pour fusils (6).
Nenbaeber F., Gumbinnen. Per-
fez. nelle brande militari chiud-
bili (1).
Normand J. A. e Normaiid F.
E. e Normand M. E., Havre, Per-
fect. aux canons poisités k lY*paule
sans intermódiaire de vis et eu-
grenage (o).
Novero T. e C. (Dltta>, Spezia.
App. di d'sattivazione a distanza
per le torpedini vigilanti.
Obry L., V.enna. Perfect. ap-
portés à Tappareil pour le tir au-
tomatique de canons de marine
(6).
Pagani G. In M., Genova. Pa-
ra siluri a rete metallica (1).
Parise M. e Pecoraro S., Roma.
Nuova sciabola per ufficiale model-
lo «Parise- Pecoraro» (i).
PasqnaUB) L. e Martintz G.,
Firenze. Dispos]zione per la ma-
novra a d:stanza di proiettori e
artiglierie (3).
Ferino Gà, Roma. Perfez. nelle
mitragliatrici (1). Tramoggia per
l'alimentazione multip'a detle car-
tuccie alle mitragliatrici e armi a
tiro rapido (3). Mitragliatrice au-
tomatica perfezionata (1).
PI22I E. e Plzil D., Torino.
Bersaglio meccanico volante per e-
sercitazioni di tiro, in forma di
piccione od altra»
Folte E., Sudenburg-Magdeburg
Proc. per trasformare prò et ti li e-
sistenti a camicia per la fanteria
(1).
Puff e, Spandau. Spoletta a
percussione o spoletta a doppio ef-
fetto (i). .Spoletta a doppio effe to
per proiettili esplosvi (13).
Pnrgottl A. e Purgoftl L., Pe*
rugia. Dischi paraffinati per car-
tuccie (3).
Racle A., Pola. Correc'eur d'in-
cl'na'son pour torpilles.
Reardon R. E., Ottawa. Perf.
negli -alzi di m'ra dei fucili o di
altre armi da fuoco (6).
Renfors H., Kajana. Congegno
per fissare pistole, rivoltelle 0 s •
mili armi su bastoni, ombrelli,
bastoni alpini, fodere di spade od
altri s'mili oggetti retti e curvi
(1.0.
Rhein:sche Metallwaaren and
Mascliinenfabrik, Dusseldorf - De
rendorf. Régulateur de llau de
pour pièces d'artil'erie à recul du
canon (15). (irenade à main (15).
Dispos'tion pour assurer l'iissem-
blage exact des organes servant à
transmettre le mouvement d'élé*
vation au mécanisme de frein
dans les pièces d'art'llerie à regia-
rilasciali in Italia dal 16 noti. 1506 al Hi nov. 1901 91
Re outomatiques du recul. — Di- iil datfùl à li.-Ceons iniérltures
sposili! pour te lir aulom. àt pie- ussurani la torreclion uulomaliijuii
'ces d arti Ieri e avèc (eritielure d« dr i 'Ìn<:linai«tn de l'egijieu (j).
culasse à vis ou à con (ij). Di- SchoubM J. T. S., Copenhagpn-
spositif d'ouverture automatique de Arme à (eu porlative auloinalique,
la cubasse des pièces d'artil.erie à inodile lyoi, sysième Si-houbou
recul du canon (.5). Hausse aveo (y).
lit^ne de mire indfpendanle et com- Scbonboc J. T. S., RunRstrd-
pensul on autamtiiique de la devia- I-adegaHrd, Kungsled, Nouvi-iiC
lion lalArale pour pièce d' arti lene disposition pour les arme-, ù rikul
ù haute élévation (1.5). Projeclile avec culassr oscillarne ('jj.
UTtitatre à Charles exp]o»ves il: Selbacll P., Colonia s/K. Vt- ■
par^es d'obui el de ahrapnell (15). tard (1).
KMb a. (D tia), Vienna, e SmuJtn A. F. (Dia). Schie-
Kraka K., rrag-Weinberg. Nuovo dam, App. lance-lorpille pour sou:*.
proiettile (i). marìns et Mibiner^:ible:i (6).
Rolh G. (Ditta), Vienna. Vaste Soc. Abod. Joka CtKkerUI, Se-
de fond à explosion sùre pour obus, raing. Sysiènie de coupoles cuiraK-
destinlSs à Iranspercer la cuirasae sées (1).
des navires'(i)- Proiettile fatto SocUté aDlomabDc* Charroa,
con un.i lega di vo framio forgia- Girard*! e Volgi, l'uieaux. Sys e.
b*le (1). me de coupole destìni^es à de» piè-
Rnultuka P., Wets, AntM Kel- ces d'ariLllcrie Ifgère (3).
I«r Mclallwcrk tmi MnaltloBita- Scclélé Marre) flint, Rite dc-
brlk, Eniesfe:d. Congegno di a- (ììer. Proci^f de (abriratioii Ues
vaniamento delle cartuccie ppr ni - plnque* de blindage.
iraffliatriri e pe^zj d'ani RI leria a Santoni LclelUcr A-, Parigi. Tir
laricamento automatico (b). à but mobi'e et ù project. 'e guide
Sala A., Me'zo. App. da sparo (,)).
per fugare i cani ()). *■■> Stockna A. J., Amsterdam.
SalBOlragU A., Milano. Sist. App. à gouverner les lorpi.les et
di punteria ottica con lanocchiule sous-maring (15).
per a'iX di cannone ()). Snh-Targcl Gnn C*apa«;, Bo-
Satamoac P., Kom.i- Fiocina s-.on. Mass. Dispositivo di ber.a-
(rrnata app'icabile ai fucili ordi- glio per e^rcitaiione (t;).
caccia U).
lUcr • C.le
Taddcl G., Roma. TrlrpediVi
SchaaUcr • C.le (Soc.), Parig*.
DispoMlil d'uffùt pour muctfriel motore rotat!\-o (1),
d'artillerie de bord de moyen et de Tetta A., Ronia. Tamburo da
petit ca'ibre. rìvoitella per cariche senza proiet-
SchaeMcr e C.le rSoc-], Le Creu- li'e (0-
sol e Rlnaflho E-, Neuilty sur- Toicbl, Ca(te!U e Mkke'ont
Seine. Affflt A long recul pour le (Diliu), Brescia. Carub'na pT ti
tir 10US de grands angles (i). Pro- ro da sala delta Teronomica (1).
ciàt et dispositi! permettani de Ulirkh L., Vienna e Vealer W.
faire passer un canon de son affùl Wediing. FusiU sans chien à mi-
sur une rature porte canon (.i). se de feu électrique (d).
.Appareil de polntage en hauieur Veriocckl A., TsK^a del I.ìri.
et en direction pour bouches 6 feu Pistola aulomalica a leva, sistema
de tous calìbres (.i). t'ulasse ser- \'er?occhi (1).
vunt à rharger un canon, m^me VIckeri Smh e Malta LinNed,
de gtos ca ibre, soits le plus grands Londra. Perfez, negli apparerrhi
angies de t're (■]). Support pl'ant elettrici di trasmissione e rlrr7Ìo-
,'1 dressage rapide, parliculiiremenf ne dei segnali per dirgere lo spa-
npp ieub'e conime observatoire pour ro dei cannoni (is). Miglioramenti
les_ manoeuvres_ d'nrtillerie_ (,i). nelle armi automatiche (,i). Inno-
Jh-ewlii d'
lomaliche e ai loro affusti o sup- uilluge de la f^rmeiure (i). Arme
porti (3). Pcrfect. sux conons ou u Itu auiomatiquc av«c fermeture
fusìls automaliques (15). Perfez- à bk>c, uliMsable lunt comme amie
n,"gli apparecclii di mira {conge- ù charg-^menl automalique par te
gn\ di punteria) per armi da fuo- recul, que comme arme à charger
i-O Os), coup par roup (1).
V« Krattfl C. i:r.,h-. A„p. à WhiUhMd eC. (Società). Fiume.
r le Appàreil dìreileur pour lurpilk-s
feX 'Whiltog W. J., Handsivorlh-
l'erd'fìunampnti nelle armi da fuo-
itunt WIckcra, Som è Maxim, Limited
urna- landra. Perfert. au mécanisme de
1 tir "culasse des canons (is)." Verlei.t.
li). nux atfùU ou montures des canone
■tert. (lO.
utilii Wlcbc $., Brooklyn, e Laewea-
thll E. H., Rockaway. Sous ma.
f al fin torpilleur (6).
prò- Zlronl B., Terni. Disposiz'one
sii à per trasforjnare un lui'ile a ripeti-
ne à tìone con chiusura a cilindro scor-
p re- nuvole in Tue le automalico imira-
>l)ile, Ka/zinando la for?a dovuta al r n-
- Stpfta.Hit-lo f c«Hsr^
ah'alititiii t mini Ili SI
:t Et (ppirerchl di s
Proc. vugenle da applicarsi 'sotto le
,bles- piailafornie dplle vetture automo-
!> en triti, agente automa i. cameni e per
contado col corpo . investito, ed
sedi- anche per manovra dd conduttore
a la' Birgclwer H.. Wunslorf. App.
oste rico per u^evulare i parti tid-
lova. le vai-che ()).
tuia Bufoni C. In G., Genova. App.
lei/o per ipoUoclisì (1).
va Bliua F., 1-irenze. Proc. ed
i). app, per la sleril zzazione elrllrìia
App. dr liquidi, cibi liquidi, seiiiiliquidi,
1 di slolTe per fa.'-ciature ch'rurglrhe e
M (0...
rìlamuU in Ilii/ia dal 16 ìicv, iOlitì al lo noi: 1907 03
C-o alla a produrre il gonRainenlo de sBirUisution ci Jc L-onscr valiteli
de^li apparecchi di salva aggio des cured^nls (<)).
quando sono immersi nell'acqua CbemlKbe Fabrlii •■! Acttco
(.!)■ (v«iD E. ScherliiA), llerlinu. Ap-
Blrtwlale J., Ftndeton. l'erfeci- parecrho di dlsìnleione con for-
aux apparcils à extrajre la pous- nialdride ({),
sière acs lapis, rideaux, teniures Chiarella G. In ti-, Genova.
BoUoal L., Parma. Nuovo ap- grae dei cadaveri (15)
purpcchlo per la vuotatura e di- ClaaK P. e LewJÙon L-, Brr-
s'nfeiione dei pozzi d'acijua viva lino. Procède et dtsp. de remplis-
(j)- sane, de conservnlion el de vidaii-
BorctlHf R., Alstaden. Appar. «e de lt<|uides intìammables, ù l'ai-
pour bain-dourhe (1). de d'un liquide neutre d'un poiils
Brandcaberger R., Mtenn», supi^rieur (i).
App- pour produire des vapeurs de ClaylDH T. A., Londra. Pcrfp-
suufre (1). clionnemenls aux valves A vuir»
Brest C, BufFulo. Proc, et di- mullipleii pour apparei's ù gaz e-
spus tir pour l'extinclion des in- xtinteurs d'incrndic n jHiur .a fu-
cendes (6). migalion d'endroils cins (D).
Brcycr O., Bad Kisaingen. Darbeilo F., Obcrt E-, CcIraM
Salva^entp per nuoio e per salva- G-, e Marini (i., Turino. Ap|iu-
tUKKio (*>)- rell à Iraction, anima e ou n)£i-u-
BrìMcbl A. t C. (Dilla), Mia- nlque, pour balayer apr^ urru-
no. Pompa per ia polveriz/airione sage, el pjur recueiliir et cniiviT
di sd'uzioni d'sinlellanti e di alLri les lordures des rups ()).
liquidi (t). Ke Brilla J. R-, Milano. Ustm-
de Brillo J. P. R., Rio de Ja- si'f^ de heltojafre. piiur IVncvr-
neiro. Crachoir sanitaire (6). "'^"t des poussières saiis p<«rnu'l-
Brwattc F., Amburgo. Grille 're leur dissémmalion dans la air
tl'exlrarlion fiour élo'gner des é- C")-
poOis iM corps floltants et en- Decolland E. t., Parigi, App:i-
irHfnds (i^j. reil pour la dislribution a d slanci:
Bmdt H-, Suest, Incastelatura des anesthésiques en ampoules el
per sorregRere barelle(i). à faible dose (6)
Bik:er Mi! (Dilla), Uzwil. Ap- Degola E., Firenze Separale
pnroìi pour nettoyer les luyau.t automatico Degola per tubi di sca-
duns les fillres multliubulaires eiiv rico de le materie solide e liquide
plovès pour flspirer les pouss'ères de:ie latrine in generale (i).
(fì).' De lìrandl, ZwliigaDer e Ce-
BalgheroBl F., Monaco (Prinri- sclilna (Dina), Milano. Srato'n lu-
paio). Vaschetta igienica per cfssi botare <Mn coperchio agli estremi
o latrine tipo unico a doppio u^o, e con (ori ai bordi, per imniagaz-
tiraggio ed intermillenza (i). zinare e slerlliziare il coione idro-
Burìan H., Gerhardl V. e Poi- fio od altro materiale da nicdi-
let L., Parigi. Syst. de curedenls ciizione (1). Scalo a a doppio to-
Icur proc, ds fabbrication (3). perchio per confezione di ^atr.a da
Carrier M., Lione. Dispositiim medicazione (,i).
d>- ri>»e d'aisances assuranl la de- Dabolf U., Londra. Machine p r-
struclion des mallères (écalps(i). fectonn^e pour puritìer, di's nf.c-
Ccfllonic V. E., Napoli. Carri ter et parfumer l'air (1).
per servizio della spazzatura de'le Emge Weadel, Hohenie.igpn.
immondizie nelle vie. sist. iiCen- Support pour le irailement faci e
lonze (z). Spazzatrice f. rafcogli- de jambes blessfes (i).
trice a mano (j). Eaiplre InvenliMi* Com|iaBy LI-
Cbaravei V. ti-i l'arlgi. Prog. nlled. Sidney. Apparecchio perf^-
94
Bi^evetti d'invenzione
z'onato di saIvataji^|,^io per gl"n-
cendì (6).
Fackealicia S., Cassel. Cintura
per le reni (i).
Focketyn J., Anversa. Ceinture
de sauvetaft^e (i).
FrCMler K., Zurigo. Portantina
o barella ripiegabi e (i)
Fried Aloys, Barmen. Proc. et
dispositif pour brù'er les immondi-
ces (6).
Casca M. di C, Genova. Pol-
vi re a secco per l'estinzione degi
incendi (2).
Gesellicliaft fir Abwiiaerkll-
ritiig mit beschrteklcr Haltnag,
Berlino. Proc. et appareil pour sé-
parer les matières sol'des conte-
nues dans les eaux ménagères (6).
Ghialdi G., Legnano. Carrel o
specìa'e per raccogliere e traspor-
tare le immondizie (3).
GhircUI G., Milano. Apparec-
chio per Tapplicazione della cor-
rente elettrica ai rinvigor'tori ed
a c^ualsiasi apparato congenere (i)
GlaaaolU A., Roma. Stufa di di-
sinfezione a vapore so to pressio-
ne accopp'ata a ca'da a di bassa
pressione (6).
Glrerd L. D. J, Parigi. Systè-
mé d*épuration des eaux résiduai-
res au moyen de hamacs aérobi-
gups ou lits suspendus d'oxyda-
tion (6).
Graafl W. e Co. Gesclbcluft
nU bescfcriokter Haftung, Beri -
no. Extincteur chimiquè d'incen-
d'e (ò). Perfect. aux tubes éjec-
teurs pour extincteurs d 'incendio
(i). Mezzo resistente al geo per
spegnere il fuoco (6).
Oraftoa W. P., Londra. Ptrfe-
ciionnements apportés aux ther-
momètres et à leurs étuis (6).
Grasayofkl P. H., Berlino. Di
sposi ti f de proteclion contre l'in-
rondie pour théatres et salles de
concert, de fétes et de réunions (1)
GuttermuUi J. e Sxabo S.» Bu
dapetit. Spazzo'a per denti (6).
GiiZMloiU R. e Trevflsan A., Mi
lano. Composto ign'fugo atto a
rendere ìnconibustibiU i legnam».
1 tessuti, le carie, linoleum ed o-
giii materia conibMstìbile per (guan-
to composta di mater'e in6aninia-
biii 0).
tlartwlch A., Vienna. Charrettc
à bras pour le transport d un ré-
cipìent à ordures {9).
tlniby A. e Brlclita 8., Pozega.
Appareil à jet d'eau pour IVxtin-
ction des incendies ou l'arrosai^e
(6).
Httllncr O., Berlino. Pessaire
pour le soutien de l'uérus (6).
Kassel S., Vienna. Capsule di
ostia con vuoto anu'are ed appa*
recchio per chiuder'e (i).
Kaysan E. A., Cassel. Testa ài •
siringa per il lavaggio delle ca-
vità del corpo o simili (6).
Kneckt H. e C. (Ditta), Mo-
naco, Baviera. Procède pour .'a
préparation d'un absorbant pour
la pouss!ère (q).
Uisdika H.. Grosse-Lichterfel
de. Ceinture de sauvetage et de
natation pliab'e, avec fermeture k
soupape, dispositif d'attaché et
s.fflet d'alarme (i).
KoUer Stanber V., Borschach,
Schwaricr if., Altstet en e Gè,
ke« O., Aarau. Appareil de sau-
vetage (6).
Kohloi B., BruxH'es. Appareil
avertisseur contre le voi et l'in-
cende (6).
Kranie E., Ste^litz. Berlino e
Max BhuBgart e C. G. a. b, H,
Berlino. Spazzolino da denti con
sefo'e ricoperte di uno strato sot-
ti'e ed aderente di acido atto al'a
pulizia d« denti (i).
Johasteo J. C, Copenhagen.
Dispositi à régler des appareils
de massement vit>ratoire (6).
JHd€X J., Stock A«. Slcber O.,
e Raaach C, Vienna. Apparecchio
per aspirazione de la polvere (1).
ialliea J., Joyeuse, Ardèche.
Boi te À pansement asep'ique (6).
LedermaflM L., Breslavia. Ap
parecch'o di sa'vatagg'o servente
anche per l'insegnamento del nuo-
to (i).
LefamaoB E. e C, (Ditta). Nur
vo apparato di disinfezione (3).
Leai e C. (Ditta), Basica. Si-
fone inodoro ad o'io per orinato*,
latrine, lavand'ni e impianti di fo-
gnatura in genere (3).
rititsciali ili Italia dal 16 hov. i906 al 15 noe. 1907 95
L.Hcaa G- A.. Levai loisP^rret. IUIfs pour (aire le mou'age de la
Appareil pour délruire les niatiè- bouihc (6)-
rea fécalr^i-. eaux m«naKères et MlaliBH CouolUilcd LMIcd,
fuux vanne» et les trunsfomier en Londra. Disposilif prò erleur pour
u:i liquiile incolore, inodore et i- extinclcur^ d' iiicendie chargé^ de
noffensif (6). A"oareÌI pour le Irai- subslances chmiques (6). Ejectfur
tem«nt bactértn dea mat ères té- à gaz avec tuyuu d'icoulfinent
ca'es, eaux ménagires et eaux fraclionné (fì).
vannes (6). Moatgonerlc Nb1:*h e C. (D't-
LMSUft X. e GnUI I., Firenze, la) SoclcU Uotoglco-MDHarla, Fi-
\lecodo aereo-an aerobico per la de- tenie. C oaoa a vuotatura aulo-
purazione biologica dei rifiuti, !.i- matira (3),
sterna «l.ustÌK-Gui<J » (<;). Moica M. di P., Biel'a. Fasciu
Maggiorili A., KoiTia. Appar. r:ducib:le a RUtle|;g ante di sa'-
specìale per bagni e'ettrici da eer- \ataggio mediarle cspans'one di
vire anche ad applicazioni di' e'el- jjaa contenuto in capsu'e melali!-
iricità a secco con bagnarola spe- che (1).
e ale ed apparecclii per maniluvi MoiidbI A., Parma. Cln o uni-
fi p-edi'uvi eettrici (a). versale (4
MamM D., Njirbàtor. Four sur Ma.ler F., De'lbriìck e Elbaca
roues pour l'incinération des cada- O., Vrenna. Pomme d'arrosoir au-
vres <1 animaux (6). tomatique pour I extinclion dcs in-
Muk M., Voitsberg, Stira. Al- cendies (6).
trape-ntouches (i). Mia» P. ta Q., Sassari. Av-
MarclU G. Ih C, Milano. D la- viiatore automatico telefonico d'ìn-
latore u'erino, mode lo Bossi-Ma- cindìo ( 0'
relli (4)' * Nlluoii A. R., Stoccolma. Proc.
Harr» A., Torino. D sposHivo pour dfsinfecin- diver» obje s (i:).
per fissare automaticamente le Oriudlnl I. lu L-, Pistoia,
punte delle pinze più specialmente •cDatlilupcro» (aprì dita) ossia ap-
usule in eh turjiia (ì). parecchio per facilitare i movinien-
MMcUncahM GcMdKtaall Mar- ti delle dita.
Uni t Hfinckc mK bcickriakler Pcdetsolf A., Napoli. Barella a
Hanaag, Hannover. Proc. et d- zaino (s)-
spo^il f de SLlrrtó pour garder en PHIU»la G., Callagirone. Me-
di p6t et salimenter de lìquides ningoclisnia, osa' a lavatore de' le
presentant des dangfrs d'incendie meninRÌ (■»)-
(b). PmrtU C, Milano. Portasluz-
Maltarclil E., f.erco. Innovaiio- ziradenti igienico «Perolla.i (z).
ni netjli estintori da incendio a PlcUa A., Roma. Apparecch. de-
reaz'one chmica (^'^. nomina'o «L'EcooomiioB per le-
MatUra R., Zizkov. Four de vare la povere dai lappeli, Sede,
déanfenion (1). lende, ere, ecc. (i).
Me<UlBg« W. a., R^^muera, Au- P'uvìm FcacrlSicher Gcid^Mbatt
rkland. Dispositivo d al arme per mlt buchrlnklcr HarinBg, Ani-
«.'•lintori d'incendio aulomalTcl con burgo. Estintore d'incendi (6).
getti a piogeia di acqua (6). Poma C. fa G., Milano, Cas-
McUger F., FeueAach S ult- setta per la:rina «Poma»,
garl. Frottoir hygifnique (0- PoalBoarl A. la R., e Abkale-
Mc;«r A. C Kagcn F. Nalloo, cala L. di A., Firenze. Macchina
Seattle, Washington, Lancia sa- elettro est ratlora delle niatere f.;-
go'e, oss'a proietto per lanciare cai dai poni neri o r'oache.
corde di salvataggio ai bas imenti Regglarl B.. Germi^naga. Cor-
(fi). done per cingere la via onde ini-
Mlller J,, Bexi'l onScv. In.stru- ped're la stiratura dei muscoli,
nient pour ammollir Ics p'aques de dello <iCordone della saluleu (1),
cnipreifiie doiit se scrvcnt ]cs din Rtlbt(uiU R., WiUcakurg i
1
96
Brevetti d' Invcìizioue
Schlesien. Proc. pour plunibcr les
dents (i).
Rhode S., Berlino. Maschera dì
respiraz. coprente bocca e naso,
con d'spos. regoatore de l*afflusso
d'aria (i).
Ricciardi F. In F., Mi'ano. Ap
parocchio per raccogliere e tra-
sportare la polvere e i residui pro-
venienti dall'uso delle macchine in-
dustriali (i).
Rota C, Fabriano. App. di si-
curezza per dementi furiosi od ìn-
dv'dui per altre cause pericolosi
(0.
Rnata F., Torino. Ina atore per
la respirazione continua di- aria
medicata (ì).
Scarpa L. G.t Torino. «Emi-e-
sotorace pneumatico», apparecchio
medico per in:b re nell uomo la
funzionalità dì una del'e metà del
torace.
Schaner P., Berlino. Aspira' eur
de poussière (6).
Scherrer F., Schweidniz. Echel-
le de sauvetajje» (^).
Sclimidt F., Schreiberhau. Ap-
par. di massaggfio, prnc'pa'mente
per il basso ventre (6).
Scllinidt If., Mannheim. Proc-
de stérilisation des fils de catgut
ScIibIi F., Albany. Cvsso ad ac
qua automatico (i).
Sciiultz L., Tilsìt. Appareccli'o
di salvataggio per calare persone
dal'e finestre, provvisto d una dop-
pia regolazione della velocità e
freno (i).
Scliweickiiardt A., Tuttlin^en.
Perfect. aux dav'ers (i).
Soc. B. e T. Grégori Frèrcs,
Mustapha-Alger. Appar. à chasi>c
d'eau pour water-closets à ferme-
ture automatique par pression
d'eau i\).
Staubtcliatz G. m. b. H., Ber-
lino. Dispositif pour rtcueil ir, sans
répandre de la poussière, les dé-
tritus domest'ques (i)-
Vercelloiil C, Lecco. Cassa au-
to-conservatrice Verce Ioni per tra-
sportare, conservare, imbaJsamare
e mummificare i cadaveri (15)
Vial If. C.f Bourgoin. App. ro-
tatif pour frictions (3).
Vittori C, Roma. Innovazioni
nei vasi per cessi (j).
Wecli J. Geseasciiaft mlt be-
iciirinliter Haftung, 06fiigen, Ba
den. Dispositivo a mole per man-
tenere chiusi i coperchi dei barat-
toli di sterilizzazione (6).
WUh, Anhalt G. m. b. H., Kol-
berg. Appareil de gymnastique (1).
Winilier F., Berlino. Capo e
pour c'vières et objets analogues
XIII. — Costruzioni civili, stradali ed" opere idrauliche.
Macchine ed attrexsi per cosltun'oni ctvilt — Lavori di fonécuiome — Af mature
e coperture — Pareti e soffitti — Pavimenti civili e stradali — Finestre, serra^
menti e imposte — Latrine e fogne — 'Scale — Ascensori — Accessori diversi delle
costruMioni — Costruzioni traspot tatili, provvisorie ed altre costruzioni spectaH —
Costruzioni in cemento e in calcestruzzo ai moto — Costruiioni e manutenzione
di strade — Perforazione di gallerie — Condotte e distribuzione di acque — Con-
tatori per acqua — Pozzi e fontane — Opere di costruzione per fiumi, porti, ca-
nali — Escavatrici del fondo delle acque — Fondazioni ad aria compressa.
Abzng A., Bres'axMa. Porla a
pribìle a destra ed a sinistra (3).
Acquadro G., Torino. Nuove d •
sposìzoni meccaniche ne'le persia-
ne scorrevo i, sistema «Acquadro»
{\). Nuova disp. meccan'ca nfl'e
persiane scorrevoli, sistema «Ac-
quadro» senza scanalature (\).
Ad«ini B., A. G. fu E., Pàdmn.
«Crotochrave» ossa serrata di si-
curezza ad esplosione o scoppio (1).
Amei R., Londra. Appar. per-
fez'onato ptT incatramare le stra-
de (6).
Antonelli G. B. fa E., Genova.
Nuovo procedimento avente per i-
sropo di trasportare immersi i
massi destinati a'ie costruzoni
marittime r di affondarli impir-
gOndo\n« apparecchi dì so' evanveii'
to di imrfala inferiore al peso d
Bacb M., Or^Mtu. Sedile di ces- CsHlnada P., Roma,
so di mussa simile al sughero, e a conca luboLUre pneuiiial ca piT
processo per la sua tabbricaiione vincere i. dislive li dei canali navi-
(6). «abili (o).
BirloU E., Roma. Nuovo sisie- CMlig.toie T. V. e Sagaterba
ma di pavimenlo in legno (i). *■> "-^^nma. Soffmi siMema C'as i-
Bava M., Torint». l'crfciona- tjl ione-Sega erba (i)-
ijietilo a'ie cremonesi (b). Caveglla C, Rena. Nuovo si-
Bayef H., Bresluvia. .Sudilto di strma di composizione di cemeii o
Vi"dTcenfen"o 'arnf^lo niesse^le '^u- Cetchettt A., BdoKiia. Sislema
ne accanto alle a. Ire, nonché da di coperluru a velri per lucernari,
(6)° " ^''^° ^"^""^ ' '^""''" CcJiMZlI V.; Roma. Serba o o i-
Berardi F., Roma. Congejrno di KÌ™i«> sislcnia «Vinceo™ (Jt-l.ui-
lica per disir buiio- ''" pw "'H";' poUbile [!)._
potabile, effeiiuaia CenlOMS V. E., Napoi. App-
. in. vasi-he igieniche (i). ^i segnalazione e d. r.cup,-r« d.
Rcilctll C., Milano. Movimenlo ■>");' affondale {i\. •
a sfere ad al.rilo minimo per gri- CwiitH B. " *- '— ' ■
Xli' e porte si-orrevo i (6|. "?" <•' '^<f^'
Bolzc H., Worms n/R, F lire ''' /^IJl,''""' '
domesti^ue il couran. de rin^-age , ".V«Dm *.. Taf gì- t'i
contraire pour conduites sou. pres- •l""!' e ^e platani .ndifffremmen
ions (di a gauche ou a droite d un ventai!
Eni i. di A., r.iu»ci,e«.no. '''j.,,,,,, „ , „„„„i j. „, ^l...
M,-(i:ma ai cosiruzione ui muri con ciurielli L. di P., Roma. Si-
ChavaaaM i., l'ar gì. Pautiie
monaco idrofugo disinfcllnnie (,ìt- ColtfBel E., farlgl. .Svs
^uovo tipo di piivimento ni legno rnn>:lrucI*ons cn e mcìu arii-
"■| I," T "^i ^'"•'''''■"'"' * ^^'-"^^ vaillant ù "la flexion à f.ù
' BMl'^ai' E. J. a. . F.g<> E. ^;t,*Ìrel" llt^'armatur^ dX'
A. O., Soulh<ea, In-
C»iBa;ll' B., Milano. Ponte per
rostrupioni edilizie nComoliii (0-
ConM t. di E., Firenic. Di-iVi-
jroeedimenlo indiietlo per la mi-
nora delle quanliià d'un fluido
98 Brevetti d* invenzione
sistema «Cugnollo» da applicarsi geramento e per alnientare boc-
più specia' mente ai cessi con acqua che da incendio,
ed altri apparecchi d'p^iene, ecc. Fuori L*i Ferrara. Ferma pie
funzionante per depressione d ar a tre a cassette ricambiabili per ca-
(2). na i d'acqua sistenia «Fumi» (i).
De Muralt R. R. L., Z»?rikzee. Gaensflcn F., Schwab Gmiind,
Rev6tement en beton arme pour la Wiirttemberg. Va' vola di presa
protection des talus de digues, de d'acqua (i).
berges, etc. (15). GlMlU 0., Limona. Giunto a
D'Havé A., Gand. Nouveau di- morsetto «Garolla» per tubazioni i-
spositif des armatures en fi s de drauliche. Apparecchio per 'a ma-
mnstructions en bé on, etc. arme novra di paratoie idrauliche (3).
(-^Y Ghel i P., Avellino. Sistema di
' biat A., detto Dlai, Bruxe les. costruzioni in cemento armato (3).
Chass s incombustibles et indéfor- Glaaottl P., Vevey. Construction
mabes pour fenétres (1). pri'-sentant une couche ìsolante au
Dierlckx J., Uccie. Dispositif PO'^t de vue de la chaJeur et du
de ca'age pour portes, etc. (6). ^*'HÌJ ,0-l* , ^ ^
Eciéry L., Budapest. Disposi- UiulUfti E., Genova. Nuovo si-
tif d'arrét pqiir serrures de portes «tema di pm pachi scenici mobj 1
/(j\ meccanici (1).
Ègberts H., Brema. Latrina e ^raaii L., Torino. Ponte in ce-
apparecchio spruzzatore (6). "?^"'o armato, sistema Lu gì Gras-
Eschenbrenncr C, Oberlahn- ^* y\ » , 4 •» „ »
Stein. Canal dalle forme de pièces „ Gue'rlerl A. B., Buenos Ayres.
moulées en beton (1). Perfez:onamenlo nella costruzione
Ferrante E., Vicenza. Apparec- ^' ^'^f»' J'^''S£^^%f ^^'"^ \' ('Is-
chio per fissare con segni conven- "««■"« J. W„ Montrea . App.
zionali tutte le condizioni di fatto sbavatore a gru con secchia a ga-
rhe giornalmente servono a giusti- "^ij^. "]^Vw •**';» v n .• e
tìcare e controliare l'opera dei can- , Harwood W. C. V. e Reed S.,
tonieri delle strade prov nciali e Londra. App. perfectionné pour in-
naziona'i ii) troduire automatiquement du dis n-
12-™^-. E xfi T * • fectant liquide dans des réservoìrs
Ferrario F... M.lano ..lantao.. j ^hasse ou aulres (6).
Ferrerò Ph., lup-tmn,prs Si- ^^^ . „
phon augmentant la puissance des ^^^,„„^ jT^ -* a-aJT^^ a^
chu.es hydraul^ques (.). ^^"^^A^^ ^^ ^^ '
Ferrler P. Toulouse. IVoc. de ^-^'^^^' ^^ , ^%^,^ ^^«mifU-
construct^n de I armature des pou. ^^^^ SJrlkmaicWnen. Eiten und
^'%i^.,^%^ H, .t.r^- <: . -», MeUUwaren Fabrik W. F. (I):t-
Flche(et E., Bruxelles Sv^t de ^^^ f. chiusura per finestre
retement de talus et de herpes ^^ji„„, ^^.^^.^ ^ ^„ , „,„^^^
rev
(0).
ganci
da un eccentrico (6).
Filippi D. e BcUionl G., Roma. Henneblque F., Parig . Nou
Scaricatoio a chiusura idraulica p. ^^.^^ svstème de cons ruction ei
orinatoi. lavandini e simili {^). i.^.^^^ ^^mé pour murs de qua^s,
hippard A. J.. Londra. I erfez. j^^rs de soul(^nement. barrages et
ne* giunti idraulici (6). .^^^j^es ouvrages ù dtablir dans
Fornarl G. fu F., Milano. Sca'a leau (i). Proc. de fabiicat'on dt^
unica a mano trasformabile m tuyauxj condui s, coonnes ou
scala ponte a sbalzo (3). manchons en Ix^on de ciment, ou
Forte M., Roma. Appar. di d • autre acrglonn'TÓ, armés ou non
str buzione di acqua potabile con arm^s {t,). Svstème de fabricalion
serbatoi a chiusura idraulica che de murs en beton arme pour fon-
tH>ssono anche servire per refri- dations, soutènemen's, éc'uses, pi-
riliisciiilì ili Itiilia diil 16 noe. 1906 al 15 nov. 1907 99
les ou culées de ponls. digues el derp ed aprire i suoi singoli spor-
aulrea travaux hydraul que» (,l). tolli (j).
He» J., Sonnenberg. Tenie- Miyar S-, Wu-idsH-huh, e Ifgo-
mar4Uise avec eadre prolecteur y Ulsch B., NikloMiorf. Finestra i-
re:ié, et à porle-à-faux régluble (;Ìpn[oa per sporteli d'ufficio, ron-
((>)- fessiona I e simUì (6).
Bftlctcn P. F., Molenbcelc S- Mtmàt, M«MMta A., Turino.
Jean. Système de suapension pour Serrare aver barre à mur pour se
p<)rtes Rlissantes (6). Rarontir contre l'eflrattion tles
Hniarbrlu G. E., UVlin^ton. portes (i).
Mcnsoa per pomi da cosiruiione. Merlcu E.. GroosLi-hterfedc
'*''» . ^ .. ,-. . t .. P"W l'è pbolonioletrane (15I.
KalwcU F., (.har.otlfnburg. E- m«B A., ParKÌ. Svstème de pa
lememo arcliilettonico da sopporto vages, dallafies et revfi emenis en
tonsistente m un corpo ,d. metal- asphalte armi a ossature lóranu-
lo vuoto (i). qup. avec surface durcie (15).
KlBiwHaiiA C, Stellino. Hll- Miluo A. fu H., Torino. Uica
iru per acqua con regolatore del mobi'e a ponte levalo'o (6),
KHto d'acqua (])■ MlniiMX CoonUatcd LlnHcd,
KfWll T. e ZwaUu S., Menin- Londra. Dìsp. récupèraleur de cou-
Hen. Guérite de plage (6). teurs ciriu'ant dans des conduils
lagiHl A., l'erugia. Fontanel- d'appel dans In opérat.oiis de mi-
la con chiusura automa ica the se en peinturc (6).
impedisce il congeramenlo (i).
Jaeger P., Esslingen a/N. Per- ,
liana arrotolabile (■). j
Joy E,, Clarens-Montreux. E-
lendPur pour stores (ii). ,
--•■'-■ 1 GMcIlKh. ■!( ,
LaHb W. W., San ]o»^. Di- serva^ioiie dai co-pi d'ariete (1
sposil I pour brùler les »-égélatÌons, Maggia A., BoloKna. SÌ>ti.
londre la neìRe et a g.ace, e e. di travi e nervature proli a e
Laaiml A. fu L-, Cura (':<
gnano. Serramenli in compo;
mcnliilo e nieta'lo (,ìt-
LarlDl Nathaa e C, M
Regolatore di li ve' lo per ro
a.qua, spccialmen-e per qm
dibili alla produzione di for;
• r (j).
malo portatili (1).
Nailoaal Water Maln CleanJag
100
Brevetti dUn renzione
Perret M., Parij;i. P afond hour-
dis arnie en briques (3}.
Pcrrier A. A., Parigi. Jaou>ie
à lanies verticales avec circulation
Torma'e de Tar (3).
PolJanoffRowtunoff T., Ijora.
Machine pour les travaux de ter-
ta^seinent (15).
Pittss E., Berlino. Paroi inter-
media ire et de parenient rendue
nitide par un treìl is (3).
PugolottI L., P acenza. Serra-
tura di sicurezza con rela'iva ap-
posita (ch'ave (3).
Ramarinl O., Roma. Tubo di
ctMiicnio meccanicanìcnte compres-
ilo por condotta d acqua con giunto
a bicchiere o con giunto ausi; ar o
ind'pendtnte (2)-
Rasch R., MCi heim s/Ruhr.
Per fez. nel'e cassette d'acqua a
s'fone per latrine (i).
HeUf E., Dusseldorf. Finestra
disposta a persiana (i).
Relierfmalerei G. m. b. H.,
Magdeburg. Proc. per ese^u re
p'Kure in rilievo su pareti d ogni
specie (i).
Rieter Bodmer E. H., de Ky-
bourg. Proc. pour la fabr.cation
d'objets, tels que tuyaux, poulres,
briques, p aques ondulóes et unics,
pièccs en relief, récip.ents, etc, en
pierre artificiere.
Rlizl G. e C. (DUla), Porgine
Trentino. Meccan. per porte a sa-
racinesca delle botteghe (i).
Roccas S. fu S., Roma. C'remo-
ne>Fe a scambio (1).
Koesflnger A., Tso'a del Lin.
Diga mob le a rampa per cor^i di
acqua (3).
voa Rfigeo A., Mosca. Basa-
mento |>er macchine, colonne, ecc.
(1)
Sacchetti D., Genova. App. per
esirarre dal fondo del mare sab-
bia, ghiaia ed altro (1).
Sandri A. fu N., Bo'ogna. Ser-
ratura invertibile «Sandr » (3).
Saur G., Ksch sur A zette. Ré-
srrvoir de chasse a débit d'eau
faru'latif (1).
Savio L., Torino. Ca'enaccio a
hna per porte interne di alloggio
(;). Saliscendi automalico da per-
siana a cassetta (3).
Savoye E., Parigi. Fenètre per
mettant d'acrer la pièce sans <»r
vrir les vantaux (3).
Scheurea J. P., Mag:onza. Ap-
poggiatoio per davanza i dì fine-
stra regolabile in posizione (i)-
Schlnd'er A.» Basilea. Sisten^a
di consolidamento de l'alveo dei fiu-
mi e dei torrenti mediante pali t
fascine (i). Apparecchio per egua-
gliare ii fondo del letto dei fiumi
(i).
Schwauda J., Prerau. Inferrata
da finestra (6).
Serrazauettl G., Castenaso. Si-
stema di imbrigl amento dei ni
montani con dighe insomnierjfib:li.
canali orizzontali e pozzi verticali
di scarico (8). Traverse o br glie
montane insommergibi i, per col-
mata e ritenuta d'acqua (8).
Sipari E., Roma. Grig.ia g:iran-
te per l'estrazione automat ca del-
le fog'ie e altri gal'.eggianti dai
canali di derivazione (i).
Smitli T. L., Milwaukee, Wi-
sconsin. Mó'angeur roatif pour
beton (6).
Soc. Generale de G«odroiiiiage
dei Routts. Syst. d'app. pour le
goudronnage des roules, place»,
chaussées, etc.
Somma R., Napoli. Nuovo app.
adescatore per sitoni lavatori au-
tomatic', senza alimentazione ini-
ziale e senza va'vo!a (3).
Soncini G., Lodi. Snora'.ore-sca-
ricatore derivatore a stramazzo e
sifoni mu tipi (2).
Spangher U., M lano. SofKtti
asfaltici (2). Processo per fabbri-
care delle tavole incombustibi i per
la costruzione dei soffitti (3).
Stabi imeoto Gabei:ini di C. Ga-
be!lini e C, Roma. Nuovo sistema
di costruzioni idrauliche a tenuta
eseguile in cemento armato (2).
Steplian P., Diis'ieldorf. Cen ina
por tetti a grande campata e pro-
cesso per la sua fabbricazione (i).
Stoppa G., Cattaneo A. e Giu-
lini-Neri P.. Mi'ano. Rubinetto a
prensione per acqua, perfezionato
contro il colpo d'ariete (3).
Stratsenwalzen Betrieb vorm. H.
Reifenrath G. m. b. H., Nieder-
rilasciati in Italia dal 16 nov, 1906 al lo noiK 1907 101
lahnste'n Colonia. App. per scava- Vorat H., Berlino. Garde-loquet
re strade (6). pour portes et fenétres (i).
Strauber II., Norimberga. App. Waag H., Francoforte s/M. Si-
pour ouvrir les serrures à Taide de stema di pavimentazione senza c,m-
cordons ou d'autres equivalenti mettiture (3).
(6)- , ^ Warrcn Brothers Company, Bo-
Tfaeyfkent A., Bruxeles. Porte ston, Mass. Perfezionamenti nel e
a deu.x vantaux conjugués et èqui- pavimentazioni delle vie e strade
librés. carrozijabili (6).
Tiretti M.. Piacenza. Congegno ^ehrle E.. Freiburg Ì./Br. Tn-
in metallo da applicarsi agli spor- novazioni negli ascensori per let-
teli a vasistas per la loro chiusura ^ere. giorna i, ecc. (i).
ed apertura a mezzo di una unica WemUngcr J. R., New York,
funicèlla (3). , ^ ,^^. „ ,. Palplanches métallìques profilóes
Tomadloi L. fa G.. Udme. Pa i J, ^^^^ ^ )
in cemento con armatura di ferro wittgack À. e Westphal W..
per sostegno d. vigneti, d. fili te- j j j^ Charnière dont le pivot e^
%''JlZ^,^ltlrr' p . r s"^ le coté du bois avec di.posii f
* •". z^?*"^ • ^'» ^^T^' ^^"^ permetlant un dccrochage fTc le
vre-puits élcvateur d eau a mouve- r. • t>
ment inoteur continu (i). . ' t««i«*#4J f #« n \fi .«« n^
\Tmm,^^^t 1 \fì A • ^ Aaniocttl L. la r., Milano. C a-
Vanossi L., Milano. Cana e ser- .,„ii^».^ ^^. •. . /,\
..... ' .... ., , valletto eslens:b le (i).
batolo disposto per utilizzare il la- - __ f i* nr mx i
voro totale disi>onibile in un corso „ ^*""**' "•..V,*^**" ^^- .f ^*''"
d'acqua con sviluppo di potenza ^'\ Grundmuh.en. Charnière pour
variabile in modo qualunque col P^^^^, fenétres et ana ogues (i).
tempo (3). ZlyttO Chiodo A., Cairo, Egit-
Vìnì E., Bruxeles. Poche à boue to. Syslème de consiruction armce
pour bassins de dar fication (i). (^.O*
VlUa G. fa F., Mi ano. Trave ^«P» A. fu S.. Mi.'ano. Mano-
armata «Villa» per mezzo di un velia di sicurezza a disgrano auto-
unico filo metallico (i). malico per ascensori ed altri appa-
Vismara B., Mi'ano. Nuovo sì- rati di sollevamento (3).
stema per la costruzione di ga!le- ZubliB Ed. e Conp. (Di ta).
rip in terra (i). Strasburgo. Telaio o staffa di filo
Vollbehr E., Dresden-Rackn'tz. metallico ritorto per il coUegamen-
Composition destinées à aggluti- to delle armature di ferro d^-Ue co-
ner la poussière sur les routes (i). struzloni di cemento armato (6).
XIV. — Materiali LATEirtzi, cementi, calci ed altri
MATERIALI DA COSTRUZIONE.
MaUHali latfn'xi " Calce, cemento, asfalto, gesso — MaieHah cementin e in
cemento armmto (vedi anche per costruzioni in cemento armalo: Classe XI II) —
Pietre i marmi artificiali — Intonaci e titestimenti dwersi — Materiah rejrat-
tari — Materiali diversi per costt~uMiont.
Alpflteg C, Durrenaesch, Aar- Proc. de fabrication de malières
gan. l-alerFzio di sughero a prova réfractaires à base d'amiante (6) .
di fuoco e di muffa, nonché isola- Barbagelata G di G., Quarto al
tore del calore e del suono (i). Mare. Proc. per ottenere un into-
Appiani G., fa tì., Treviso. Pa- naco ad imitazione dei granii e
vimento a mosaico composto di de- pietre colorate (5).
triti ceramici greggi o sma'tati, Bianchi E., Pa'lanza. Sistema
di detriti di cemento, ecc. (15). di fabbricazione di monoliti in cal-
Asiietos Wood Co., Portìand. cestruzzo dì cemento armalo e non
102 UrtveiH d^hiveìtzion^.
armato^ per costruzioni fediliz$e de fubrlcation des poutres en he
(.^). ton arme (9).
Blilo S., Tortona. Pudin^a arti- Dttrr C,- Germersheiin, Bav-iera.
fìciale e presa e folcizzactone i- Perfectionncments apportés aux
stantanea per la sostituzione del ce- moyens el proc. pour obten'r de»
mento sisteniti Salvatore Bisio (1). corps durs (1).
Bokn M.v Nagy-Kikifìda. Proc. FergMdn J. A., Denver, Colo-
et appareil paur trier et purifier rado. Óonci per costruzioni e mu-
Tarpile (6). ri (^).
Bokr N. V., Reìms. Machine Fessia F. di G., Casa'e Monfer-
à fabriquer les briques (1). rato. Sistema di strutture fesiona-
Bol^erool A.» Novara. Aggio- te resistenti a pressione esterna
meramento costituito da scorza dì (1).
riso compressa utilizzabile come Fro]!o G. e C. (Ditta), Milano-
materiale isolante e di rivestimen- Cemento idrofugo impermeabile
to per sottotetti, soffitti, ecc. (3). (6).
Bonoa Aimé G., Par' gì. Syst. GMieral Ccscat Comyaay UmI-
da fabrlcatìon de tuyaux en aci«r tcd, Londra. Proc. de fabrxation
soudé avec doub'e revèttment en de ciment (6).
riinent arme (6). Ge«llray Jacqtiet € GaUerBlB
Bougteax E. fu E., Napoli. Pro- (SocietiM. Lione. Proc. d'agglomé-
cesso industriale per la lavorazio- ration des ponces naturelles ou ar-
ne della pozzolana ed a'tri mate- tificielles (^).
riali vulcanici per facilitarne la Gravicela C, Roma. Metodo e
miscela e la presa con calci e ce- apparecchio per il riempimento de-
mentì ed ottenerne prodottii più g.ì stampi col materia e che de\'e
resistenti (6). essere modellato per pressione (9).
B«yi€ J. Mnrray, New-York. GuatelJ G., Napoli. «Lìocotruc-
Appareil pour la fabricat'on de ciù»» ossia tela metarica elastica
conduites d'une s?u'e p'èces en ci- mt i*ri»r"ala. per coperture in ge-
ment, pietre, etc. (6). nere, resistente ag'i urti ed a»lc
Bnsfe O., Duisburg-Meiderich. variazioni atmosferiche (3).
Dispositf de comande des tables Habay P.» Parigi. Syst. de mou-
h mou'er des presses à brìquettes les pour la fabrication des poutres
et leur óquiva'ent (6). tt et doublé té ou autres pièces
Campagnoni A., Roma. Piastrel- en beton de ciment armi ou autre
la con rivestimento dì cemento per produit aggloméré quelconque (3).
pavimenti di legno (iK Haltenbach E., Stuttgart-Hedel-
, Cannovale G. di T. Genova, fingen. Poutre arme pour la con-
Nuovo tipo di tavel onì per costru- $truction de p'afonds (3).
y.ìone dì solai in cemento armato H&ndle K. e Séhne (Ditta) Muh-
a camera d'aria (i). lacker. Disp. à plusieurs trains
CoHoieus E., Wilmersdorf pres- broyeurs superposc-e et à chemins
so Berlino. Proc. per la fabbrica- de broyage un's et perforés, pour
zione del cemento trattando con diviser et préparer Ì*argile fé),
latte di ca'ce le scorie degli a ti Htlblng E., Wandsbek. Proc.
fornì in istato liquido di fusione per Ja preparazione di legno arti-
(1). lìciale (5).
Cork Asphalt Limited, Londra. Hemnao W., Birmingham. Per-
Machine pour la fabrication de fez'onamenti ne'rìnlV>iego del me-
b'ocs, p'aques ou autres artic'es tallo espanso nel'e strutture dì ges-
(6). so, calcestruzzo o cemento armato
Czlgler P., Szekes - Fejerar e /•,)
Eòtvds J., Mezé-Szent-Gyòrgv. ' Hnlot H., Par*gi. PAte combi-
Fornace per la cottura di mattoni, née ou non avec un support et
calco e simili materiali (6). susceptible de durcir Ou de rester
De Valllère L., Lo«;a>nna. Proc. flexible en séchant (3).
nlascìaii in tfatia dal 16 nov. 1906 al 15 nov. 1907 103
^i^— — ^-^^ ■
Horo if., Gòrjtz. Catena a stra- Manacorda C. A. fu E., Casa'e
scico per il trasporto di materiali Monferrato e Barbcrit E. fn B ,
fastosi e attaccateti a porzioni u- Tortona. Nuovo impasto da adope-
guali (<)). rarsi nelle costruzioni di qualunque
Kahn J., Detroit, Mich'j^an. Ar- sorta in sostituzione di cemento,
n^'atura di metallo sagomato prò- ca'ce e simili (3).
dote' mediante stiramento a cado Mariani B., Milano. Mattone
per rinforzare lastre di cemento speciale per murature curve e .oro
(♦ ). collegamento (3).
KcHen F., New- York. Nuova Mauohrio 0. e Berando di Pra-
ci.mposizione di pietra art.fìciale formo E., Roma. Proc. industriale
(6;. per utilizzare le schiume di defeca-
Kobl M.» Breslavia. Proc. pour zione per la formazioìie di un ce-
la fabricaiion de tuyaux en ctment mento Portland (3).
et d'autres artides de mème natu- Mnggla A., Bologna. Sistema
re (i). di conci cementizi per costruire so-
Isolatorcn Fabrlk «Pulvolit» Gè- lai. impalcati, soffitti e tetti (3).
aellachaft mlt bctchrinkter Haf- MiNer C, Dusseldorf. Proc. p.
tnntf, Francoforte s/M. Proc.^ pour la fabbricazione di pietra, artificiale
la fabrication des p'errés artìficiel- per oggetti d'arte, ecc. (6).
les. MiUer J., Lachen-Vonwyl, Saint
Jagger P. Burd, Londra. Ma- Gallen. Macchina mescolatrice per
chine à fabriquer les tuyaux et calcestruzzo (6).
autres objets en beton (15). Negro G., Torino. Nuovo mate-
Lannzzl C, Malo. Nuovi perfe- riale per costruzione, ornamenta-
z'onamenti ai forni continui per zione, usi chimici, industrali e si-
Ial«»rizi e ca'ce (15). . miii chiamato «Aedesw (i).
Latin Conntries Cemènt Com- Neuburger B., Niìrnberg. Perf.
pany Limited. Londra. Disp. per nel'a fabbricazione dei cementi (3).
polverizzare scorie d'a'to forno in Ottminn H., Monaco, Baviera,
istato di fusione mediante un tam- Materiale da costruz'one e d*iso-
buro rapidamente rotante sul quale lazione fatto di scoria gonfiata e
si dirige la scoria liquida (i). processo e dispositivo per fabbri-
Lefranc L., Losanna. Proc. per- cario (6).
fect. pour la fabrication de pierres Patena G. e Pa!ena F.> figlio,
artificielles imitant le marbré, le Casale Monferrato. Forno per cot-
granit, etc. • tura cemento ad aspirazione d'aria
Lienlng J., Leer. Machine pour con p'ano di caricamento automa-
la fabrication des tuilés en ciment t'co del crogiuoli, sistema Palena
(6). Callo e Figlio (3).
Locher e C.ie (Ditta), Zurigo. Paparozzi F., Roma. Processo
Appareil servant à enlever le no- per la fabbricazione di un cemento
yau hors de la colonne dans les idraulico a lenta presa (1).
moules pour la fabrication de co- Paitorino R.* Samp'erdarena.
lonnes creuses en beton (6). App. Macchina per fabbricare piastre-
à fabriquer les co'onnes creuses en le di cemento per pavimenti (3).
beton (6). Pastorino R. di R., Genova.
Maccaferri R. e F.,- (Ditta), Zo- Macchina per fabbricare piastrel-
la Predosa. Tego'a di cemento ar- le da pavimenti di cejnento o di
mato (5). qualsiasi altro materiale.
Mack A., Cannstatt. Tavo'ette Pavin de Lafar^e J. A. (Socie-
di gesso, cemento o sirtiili con a- tà) Viviers. Machme à fabriquer
sticelle di legno visibili diretta- les tuyau.x en mortier ou beton
mente da una parte delle tavolette, de ciment et sable (6). . Machine
ed incavi per irtdcare la posizione pour la fabrication des tuyaux en
dì dette asticelle dniraltra parte cin\enl comprimo, dite: «machine
del'e^ tavolette (i). Girardot» (3).
PCKC P.f Casale MonCrrralo. prepara lion de plaquas composiVv
riTfpi. nplla costruì nne e nel mon- de niatières fibreuses avpc agii u-
l.-if»gÌo dei rcc'p'eoti in cemento tinaiils hydrau'iquPs (6).
iirni:il«, in prxzì smontabili per li- Schomburg R-, Deutsrh- WiU
quicli (3). mersdorf, Kerlino. Proc. e d spos--
Pctricchi A. tu G., Milano. Ini- livo per la labbri c-az-one dì runa i
p't'KO di doghe, lastre e boccili di a tubi ìntPi;ra1i di ogni spec e.
rcnientu per la costruzione di rrci- nonch* di peMÌ vuoti per soffitti,
pienti di qualsiasi lorma e capaci- pareti, ecc. dì cemenlu o s m le
li (14)- co.np.«iloiic (6).
Pianini R., Roma. Processo per Scliadt H., Char'olleniburt(.
rampone un imji.isto argi.liwo Proc. de préparalJon dune ninlii-
speciale p*r la fabbricazione di re plastìque pouvant servir pour In
muteriail lateriiì leggieri e qua- décoration. Ics rev*tenients arli.sli-
luiwue ailro pi-iro per le rostro- qucs ou isolants, eie. {»))
inni e decorazoni di edifici (i). Sclltlltcn W., Zuri£o. Proc. et
Rallbcl F,, Wiiidsheini. Appar. appareil pour la production de
jv-r 1.1 coltura del gesso (5). chaux hydralt'e siche (<».)
RHUKb H., MHssen, Sassonia. Scbunachcr W., Osnabruch.
Corpi di forma lubo'are di male- proc. pour augntenler la forre de
iiruzione (6). ''"Scw""a'.^ 'À'ndt
RIuarai E., Torino. Blorco o irailement de T
niitlnne da_ costruzione perfeziona- p-astiqucs anale
o^ e suo sistema di fabbricazione tatìon de brique
naiogues (1).
arRi e
Sabroe A., Aaaslrup, Iladers e- Swena 0. B. di P., Brusnporco
ben. Separatore per liberare largii, j; Resana. Taglìalricc meccanica
la dai corpi estranei (1). automatica per laterizi (1).
Sacrez È. J., Wyneghem. Sv«t. 3,,^ y, ,„ q v cenM. App.
I„ ,....„„„ „„ K*.„„ ..„.A ,. _ j^ fabbricai, di cornìc , meu.
Saadri'c., Monza. Pressa
I beton
I droites de traci!
«.-^.l'r M r., , .,,. >">. e mallonL a base di
™i;ré""fl,rb™iZ™'a"i"to '".""!"■• Barallona. BIoc ;
astrellc di arRllia, di «mento ^^ inclinie |)our diKues. eie. (i)
„eria11 affiai. e ^r Ja labbri- *»« E. h^ Z., \ma.a. r..i
"cli'eJiì'S" «"f'eivSe"! "s"'- Aa°"lMÙnUi. .Vtì.a.to
due alzale per la (abbricaiio- -"""'"' '"*' '" '■'""•" "
.- ,,, (14)-
Scblkkeyiea C. F.. Sieg'iii, *«■ Cwauika ToKana per ter.
'rllno Presse £1 argile (6) recMte arlitUchc e pavlmcalaiioal
ScbmaloDa E., Berlino. Forno «tradall i:itciBa .cPolvanln. I-iviir-
(■eneratore per la coltura della no. Processo di fabbricazione di
Ice, dolomite e slmili (1). Four mattonelle di pietra ar(ificÌB:e per
ruve à fover gazoginc pour cai- pavimentazioni strada i (fi),
ner le calcaire, le dokiniile, le Steiner A., Zurigo. Forno a ti-
lOG
BreveiH d^hiveìitione
dans le mode d'étirage du verro en
feuilles (6).
Corti F., Milano. «Vctrocromoi)
nuovo procedimento per imprimere,
meccanicamente, drcoruzioni sul ro-
vescio del vetro (3).
Garntl O., Milano. Forno fuso-
rio a bacino ed a lavoro contìnuo
pr»r vetro a fifasogeni aderenti ed a
r cuperatori del caforco (3).
Giat-uMi Spiegcimaaiifactur N.
Kinon, Aachen. Carrello di arrota-
tura, levigatura e mo'atura di la-
stre di vetro, marmo, ecc. con un
sopporto spostabile trasversa' mente
al carrello, e orizzontalmente rego-
labi'e per reggere il pezzo in lavo-
razione (6).
Groke W., Merseburg. Presse
continue pour le moulage des po-
trries, des agglomérés, etc. (6).
Hassaft E. F., Londra. Pertect.
aux verres prismatiques (1).
Haufer H. e Megel W., Ma
drelsch presso Biel. Macchina per
farp i co li delle bot ligie (f).
Holfmailli O., Mannheim. Proc.
et dispositifs pour la fabrication
d^s robinets en matières céram*-
ques, telles qu'argile, grès, porce-
laine, etc. (i.s).
KarazeJ E. e Rcgal A., Banja-
luka. Bosnia. Proc. et machine
pour la fabrication automatique des
travaux en mosaìque (6).
Jahnke A., Stett'no. Tappo di
vetro per bottiglie e sim'li (i).
JSrgensen H., Copenhagen. Pro-
c^óó pour l'imitai ion du verre mo-
saìque (i).
Lecomte-Fallcur J. e C. (Ditta).
Jumet. Système de four pour la fa-
brication du verre compose de p u-
»Vurs bassins monolithes (6).
Mary L., Tegersheim, Alsazia.
Macchina formatrice per stoviglie
(1). Macchina per fare pento'e con
forma divisa e guida obbl gata del
sopporto della forma, per 'a fab-
bricazione di oggetti rotondi dì ^-
stanze plastiche (i).
Mazza C, Voghera. « Corazza-
tura del vetro ». Metodo per aumen-
tare !a resistenza dei recip'enti di
vetro a'ie pressioni ed agli urti 'fi-
terni ed anche esterni, e per otte-
nere che in ca^ di rottura dH ve-
tro il liquido possa ancora restale
per un certo tempo nel recipenii
Slessi (i).
Meicel G., Lommatzsch. Proc.
et disposi tif pour fabriquer le wr-
re à NTtres et le verre en feu lles
(1).
Méraa Frèret (Società), Parigi.
Produit céramique (6).
OOettbacher E., Nùmberg. Car-
reaux et da les en verre à surface
ondulée pour donner du jour à
p!omb.
Papa G. F., Sarzana. Marchina
rotativa orizzontale a doppia presa
di vetro per la fabbricaz one de le
bottiglie e boccette di qua'siasi for-
ma (i).
PeretU F., Torino. Sist. per d':-
pingere le piastrelle di vetro tra-
sparente da applicarsi ai muri (1).
Philippotcanx A., Reìms. Machi-
ne pour la fabrication des bouteìl-
les en verre.
Pick E., Vienna. Proc. de retor-
dage et de fabrication de fils de
vef're (i).
Profili A., Roma. Sistema di so-
spensione dei vasi da cesso nel pro-
cesso di seconda cottura, per evi-
tare sul bordo il difetto dei tre
punti di coltura (1). —
Rembaux L., Moustier s/Sam-
bre. Disposition d*une table de cou-
iée des glaces à refroidissement in-
térieur par c'rculation d'eau conti-
nue et multiple (6).
Riiler € C. (Ditta), Freiburg.
Proc. pour former une nouve>! e
masse céramique et en fabriquer
des objets en poterle de tout genre
(1).
Schiller A., Berlino. Machine h.
souffler le verre (6).
Sevcrlol H., Achern. Mach'ne
servant à fabriquer du verre à
bouteilles (5).
Sievert P. T., Dresda. Proc. et .
d'sposiiif pour polir au feu les pla-
ques de verre (6), Machine de
moulage à pressìon et de soufflage
du verre avec tambour à feu (6).
Smltll T. L., Milwaukee, Wis-
consin. Perf. apportés aux itiach*-
nes à malaxer le mortier et le be-
ton (6).
Società Ceramica ToKana pe^
vilasciaH in llalM (lai 16 nov. 1906 al 15 nov. 1907 107
terrecotte artlftiche e pavlnenta- di pavimentazione con cascami di
stoni firaéatf, aèttMia «Polvaai», lej^no compressi (3).
Livorno. Nuovo processo per dare Timoffcfl* Pietroburgo. Ciment
aj^li oggetti di ceramica l'aspetto réfractaire pour constnictions, ,u-
di pietra naturale, legno, bronzo e sages decoratifs. etc. (15).
ferro (6) TolCil« Gian Company, Toledo
Società Macario, Scaverò e C.ia, Ohio. Perf. aux machines ^ 1 sser
Torno. Fuor à moufle continu à les bouleilles par le feu (6).
gaz, spécialement destine à la cuis- Vcrcinigtc Zwiescltr e Pimaer
son à grand feu de vitrages peints Farbenglaswcrlic Akilengeiellsch.,
ou émaillés, mais applìcab e aussi Monaco Baviera. Processo per la
à tDUS autres buts ana'ogues (3.) fabbricazione di piastre le di vetro
Società Veneziana per l^lMliutri^ (i).
Me GonteHe, Venezia. Nuovo Virgiii F., Genova. Forno cera-
processo per la tiratura del?a can- m!co a fiamma rovesciata (1).
na di vetro per conterie med ante Wagret P., Escautpont. Appa-
pastone a stampo (io). reil distributeur de scmre de bois
Soclété Anonyme des Manufac- pour verreries (i). Transporteur de
tures de glacet et prodniti citimi- bouteilles à Tusage de verreries
qnes de Saint Gobaln, Clianny et (i).
Cirey, Parigi. Proc. de moulage Wieltschttig F., Hrastugg. For-
des tuiles en verre (3). Proc. et ap- no da vetri con locale per il raffred-
pareB de réglage de la pression des damento (i).
moellons pour le doucissage de ' Wolf J., Brihl presso Colonia-
verre (6). Machine pour presser et souffler
Spangher U., Milano. Sistema des objets en verre (6).
XVI. — Illuminazione.
ProHuzioHé di sai iUumìnanU — Condotte, lampade e contatori — Appai t echi e
matet tale per incandescenza a gas — Apparecchi di accensione e spe^mmento —
Illuminasione etettncà a incandescenza e ad arco — Lampade ad olio, pet$olio,
alcool, ecc. -* Qasogeni a liqnìdo — Cafbnratori — Candele — Ffammf/et i - Ap-
parecchi divet si per illnminaziome — Sefnmlaztoni luminose — Pioiettoti.
Abel R. e Perves!er F., Vienna, du mélange d'air et de gaz pour
Accenditore a distanza de! gaz, a- l'édairage (5).
zìonato elettromagneticamente (1). Agoftlni G., Roma. Perf. ne la
Acétyiène Lamp Company, New- fabbricazione delle cande e.
York, [.ampe portative à acétyène Angeli G., Milano. App. per la
lenfermant sa provision de carbure decorazione e stampa sulle cande-
ti d'eau (0). le di cera (3).
Actien-GeMlljjcliaft vorm C. H. Aublant J.. Massav. App. pour
Stobwasser e C. Ber.mo. Gazéiti- l'aHumage et rextìmrVon des becs
cateur pour lampes de toute natu- ^^ ^ distance (3).
re a mien ées par des yapeurs de ^^^^^ ^ ,„ D.,'Napoi. Lam-
Alirendt e C. (Ditta), Benmo. ^ n..-|-i 1 f ^ MniifMi F Rom-i
Lampade a gas ad incandescenza ^."*-™-* ^- « ^?f !^^. ^Ln. h ?:
drette in basso (1). D.sposrz one P^^. °«^"f.»^,^f"\»"f^
Aktiengesellscliaft fir Selaa-Be- ^\\'^^' (magnesio, .«l ummio ere )
leuclitung, Berlino. Proc. et dispo- f tta a fare fotografie 5" ^^"«/""^l"^
sitif permettanfdobtenir un me- «"«RO illuminato o al buio (3).
lange à teneur constante en gaz Barablni A., Spezia. Nuovo lu-
ci en air (6). Lampe h incandescen- me a petrolio ad accens one ester-
ce par le gaz avec bec renversé na (i). « • *. «
(6). Disposiiif pour la product'on Baranovitt Gé«a e Lossinszity I.,
108 Bievetli d'inveiiaoiit
Biitlupest. Brùlrur pour combusilì. ii tea nde prence pnr le gaz et aulrr<:
blfs liquidps ((>), ['CTS !i Dij'an^e de gaz et d'air (6).
BaroB R., PurRi. NduviI apna- BrUlenln J. B. dl| H-, PuriKi-
rei lage des tainpFS fleclrlquc^ (,)). -Lampe inlen»\e A manthon ren-
BanmtUB P., Kusnaiht. Dispo- tci^ et it tìraei- (i).
sitìf é'crir'que pour ouvrir la con- Brini U. ài G., Gentna. Rub[-
diiile d'alimenlation de ea?., de redo di sicurezza nBr'zzin per ijas
nninmes Écairarirs (.,). illuminante (.1).
BeBllMgIt* C, e Sici:ia>l E., BaUnaiu G., Gross-I.idilrrfr'd.
M.luno. K:slema di avvicinnineiiln Proc. pour la fabricalion des inim-
i> di al lontana Mipn lo delle punte di rlions à incandesrence plats nnn
due o pifi carboni tra loro, per a hyi;ro«copÌques el ne devenani pus
regnluiinne K-obale dell'ari-o voi- fiìables (5).
t.'iiro, tenuto fìsso in un punto qual- Climi li.. Seslo Sun Giovanni.
siasi dello spazio |.,V t.eneratorc di gas aceti-ei.e auio-
BcritmaBB- EkkIrkIIItt - Werke niutlro a doppia re);''l!'2'one,-^i->ie-
AktlNI^eMllKhalt, Hej-:ino. Proc. ni,i «Caimiu d).
àf fixage de fiU mfuiliques dan^i Ca'4erwil e ÀrviUI (Ditta), Mei-
les lanipes ^lertriques inrandescpn- va. Nuovo fennu-candele ((1).
{(il. Case A., Onieena, Cande ierr a
To 7"sim'iii° (6). """'" '"'
Cwboae-Llcbt-GeMnachalt' nlt
roinpresMiri di impianti di dÌKirì^ bctchriakler HalluB|t. B riino, Sy-
buxinn« di gas sotto pressione dopi slèiiie de serrage pour les charbons
che i gasomeiri sono riempili (6). aes lampes à are (1),
Bertaol A. !• F., MìJana. Niio- CarboK T. L., Belino. Lampe
in ^'Hola da fìa.im.ikri ■ d.ippi-^ à .ire triphn<iiJ (3).
iT-to II) Cvroll J. B., Chicafjo. Proc. et
Blmach H,, Vienna. Dlspos'tif brùleur pour brùler l'acótylène (i).
po..r t'tilluvìUKi gì r<M rc'tiin dei ChemUal ladnilrlai SyBdkatc,
>ifri de l'i:!! (>,) Limited, Londra. PeH. dans la (a-
Blantkcniee F., M.- Mu'.lcii Q. e bKration de compositlons endam-
MOMV F., Per'li. I imipe élrrliiquc mables sans emp'oi de phosphore
!i are fonr.ijrnarl par la pesanlrur (6),
t\) Cbicotneao M. C. P. e Dman-
BlaiMtd A., P,t'^ì, ^ouvi-a.i di- dre G. P. H., PuriKÌ. Bec h iilcan-
rpositif de lampes A aro pou- il.ar- dcsconce pour l'ócIairaRe fi l'essen-
bnn^ min£ralis(!s (i) re de pi^trole (,i>.
Bolletta N., Milano. Mlh-v.. d'- Ciani V. di ¥., Pavia. Dispos. ■
sposidone dei sifoni per iiii|"dire il delle valvo'e elettriche da R.is e
s (onafigio e le Irodi nei contatori dcKli accenditori a incandesci'nz;i
di cas (3). sopra un circu'to elettrico, per l'a"-
Boncbaad-Praceiq E., Angnulé- eensìone e lo sppf;nimentn simu'i.')-
me e Recd E. J., landra. Rèe'- neo dei f.ina'i a ga^ (r,0. Va-vola
p'cnt tinnsporteur-rarbuialeur i- a mercurio per c"^ (it).
nnsplosible à liquide immobilisé Clert E. e Bldan'.l E., Parigi.
(1). Alkimeur.extincleur pour le gaz,
Bonchet A, l. P., Parigi. Perf. tonctionnant fi dstance (6).
aux appareils pour la production Clerici C, Milano. Supporlo eta-
de l'acelylène, lanlernes, c'c. (i). slieo per filamcati ilicandesfenti
Bourdoi A. e Rolhichiid R., nelle lampade eleltriehe, spericd-
I^ndra. Perfert. aux fi aments de men'e adulto per lampade a fila-
lainpes fleciriques A jncandcscrncr menti composti e metallici (i)-
(<i). CoHMObit R., Roma. Dispo<A-
Brajr J. W., Leeds. Perfift. .inx iloni speciali per lampade ad arco
r^gu'alrurs de déb!t pour bcrs A {^).
rilasciati in Italia dal 16 noi\ 1906 al 15 nov. 1907 109
Colonnese U. di L, Napoli. Sca-
tola da cerini con tiretto a fondo
curvo, tascabile (2).
ConpagBle Generale des Boltes
Lamière, Parigli. Sy stèrne de ré-
gulation de la production du gaz
dans les appareils générateurs d'a-
cétvlène (5).
Coi F. J., Londra. Améliora-
tions dans la machineric pour la
fabricalion du gaz (i).
Da Corte R.» Roma. Appar. a
chiusura idraulica con depuratore
per la produzione del gas aceti ene
(1).
Darwin H., Erdinghton presso
Brminghain. Perfezionamenti ne-
gli apparecchi di illuminazione e
di riscaldamento con becchi a me-
scolamento d'aria (3).
De AlbertU G.' M., Torino.
Per fez. nei rubinetti o va'vo'e a
ch'usura automatica applicabili ai
becchi a gas (6).
De Franceschi A. fa R., Bologna
Contatore per gas non soggetto a
so'^trazioni (3).
Degen C, Zurìgo. Dispositivo
di sostegno per le campane delle
lampade elettriche (i).
Dessaur Vertilia -Ofen G. m. b.
H., Berlino. Four à cornues verti-
cales pour la fabrication du gaz
d'éc'airage (15).
D'Estonrmel J. M., San Mauri-
zio Canadese. Regolatore a sfera
della discesa e delfarresto del car-
bone per lampade ad arco (3).
Deutsche Becli - Bogenlaìnpcu-
G. m. b. H., Francoforte s/M. Pro-
cède pour protéger le support dans
les lampes à are dont les é ectro-
des sont appuyées sur le còlè (6).
Deutsche G. A. (Anergesellschalt),
Berlino. Lampada per luce a gas
a incandescenza a fiamma rove-
sciata con più becchi raggruppati
intorno ad un camino centrale (15).
Accenditore per lampade a gas con
due o pili becchi principali (15).
Donati L., Bo'ogna. Rego'atore
di luce per lampade e'ettriche nel e
distribuzioni a corren e alternata
Drahonowsliy W. J., Miròschau
e Lentschat G., >Iohenschdnhau-
ben. Dispositif permettant d'allu-
mer ou d'éteindre k distance les ré-
verbères de roues quel qu*en soit
le nombre (6).
— DucelJer G., Par' gì. Perfection-
nem. aux lanternes à pétro e.
Dugdili J., Failsworih. Perfect.
aux supports pour lampes éleciri-
ques (6).
Ehrich e Graetz (Società), Ber-
lino. Bec à fiamme renversée pour
Tèclairage au gaz à basse pres-
sion (6).
Eitie C. (Ditta), Stuttgart. Ap-"
parecch'o lanciatore per granaglie
e specialmente per alimentare ri-
torte a gas (i). Macchina per ca-
ricare le ritorte (i). Macchina di
caricamento per storte da gas (1).
App. per estrarre il coke da le ri-
torte orizzontali (1).
Electr. Bogenlampen e Appara-
te-Fabril( G. m. b. fi., Norimber-
ga. Saliscendi per lampade con at-
tacco conduttore della corrente (^).
Feld W., Hònningen a/R. Ré-
gu'ateur de press'on dans les con-
duites à gaz (i).
Feroci C., Firenze. «La Mondia-
le» apparecchio atto a produrre a
accensione e istantaneo innalza-
mento alla superfìcie della scatola,
tìe'la parte posteriore di un cen-
no o fiammifero, senza b'sogno di
impiegare per servirsene ambo le
mani, come occorrono nele attua-
li scatole da cerini (i).
Ferrari L., Bologna. Disp. per
impedire le irjyd'x nei contatori a
gas (i). Contatore a gas a siste-
ma non frodabile (i). Sistema di
valvole sferoidali per il live lo co-
state nei contatori a gas (i).
Fortuny M. fu M., Veneza.
Syst. d*ècla:rage scénique par lu-
mière indirecte (9).
Gaibara S. di L. e De France-
schi A. fu R., Bologna. Contato-
re per gas a consumo non froda-
bile (6).
Garuti e Pompili (Ditta), Tivo-
li. Luce ossidrica ottenuta coi con-
gegni, sistema P. Garuti (3).
Gasspar-Unternehmnng nach Sy-
stem Wouwermans, nabmayr e
C, Vienna. Perfect. au brùleur
Bunsen pour l'éc'aìrage et le
chauflage (6).
no
Ditveiti d*iuveìteione
Gtmdìm A. e Teliicr E., Douai.
Dispositif pour Tallumage des becs
et apparei-s divers à gaz de houil-
le, aeétviene ou autrcK (i).
General Electric Gmd^., Sche-
nectady. PerfeatTonamenti nei me-
todi e negli apparecchi per pro-
durre luce e'ettrica (q).
Georii E., Charleroi. G^nérateur
d'acétylène (i).
Gesellfchaft tir Maschiaeoban
nnd Elektrische Neuheiten m. b.
H., Berlino. Sopporto multiplo per
lampadine e'ettrìche (i).
Giovara N., Torino. Perfez. nel-
le lampade ad incandescenza a gas
a grande tiraggio (\).
Uiraréet M. A. nata Dumas,
Ktampes. Dispositif d'alluinagc et
alimentation des brùleurs à incan-
(lescence et des appareils de chauf-
fage à alcool, lusol et autres (3).
GlaSKoe T. if.» Wanstead. Per-
fect. aux gazogénes et brùleurs à
air carburé (6).
Gatta J. £•» Oudenbosch. App.
automatique pour produire le gaz
acét viene (6).
Gotombek E., Berlino. Extin-
clpur pour lampes à pétrole (1).
Hardt J., Amburgo. Lampe à
gaz à incandescence pour éclalra-
ge diflus (6).
Hegner I. H., Bois-Co'ombes.
Lampes à are pour charbons mi-
nt^ralìscs (6).
Helllt 0., Berlino. Lampe in-
tensive de combustiljlc liquide (6).
Heody J., West Smelhwick.
Perfez. nei lumi a vapore di pe-
troso (6).
Hertz M., Copenhagen. Dispo-
s'zione per apparecchi inser'tori e-
lettrici a chiusura automatica per
accendere e spegnere lampade à
gas (i).
Hcymanir G.» Rappolthweìler.
Dispositif servant à Tallumage ei
{\ rextinction des róverbères à gaz
et fonctionnant par augmentat on
ou rt^duction de la pression dans
la conduite (1).
Hm H., Nottingham. Dispos.
per accedere faivili di automobili
o di altri veicoli, senza che il con-
ducente scenda dal ve co'o o ne
arresti la corsa (6).
Himari G., Tiibingen. Disponi-
tif d'al.umage à distance pour lam-
pes à gaz (6).
HIrfck F., Stoccolma. Apo. per
la pulitura del tamperone delle
lampade a petrolio (15}.
Hopfelt R., Beri no. Lampadi-
na elettrica ad incandescenza, il
di cui filamento è incande$»cente
nel vapore di mercurio o simili (6).
Hoalon G., Reìms. Système
d*app. dit «Hydrocarburateur» pour
la production de gaz carburés (1).
Oazogène pour la carburation de
l'a'r ou au'res gaz (6).
Howell H.t Londra. Innov. nei
becchi incandescenti per luce in-
vertta (6).
Hngertkafl F., Lipsia. App. de
carburation pour buts d irumina-
tion et pour racttonnement de mo-
teurs à gaz (6).
Huga Schnaider AktieageseU-
schaft, Leipzig. Lampe sans mè-
che pour combust'>bles liquides (6).
Kohn A., Napoli. Apparecchio
di controllo per* impedire le frodi
negli impani i d'Illuminazione e'et-
trìca a cottimo (^).
Kdnitzer O., Berlino. Lampada
ad arco (6).
Imperiai Aatamatic tight Limi
^ed, Londra. Perfec. dans la pro-
duction du gaz acci viene (15).
Jabnrg J. J. ir.* Amsterdam.
T^mpe à are à charbons indmés
Tun vers l'autre (6).
Johnson H. H., Forbes ^ Moia
E,. Sydney. Appareccho perfezio-
nato per accendere e spegnere lu-
mi a gaz (6).
Jnakert H., Aachen. Réchauf-
feur de liquides (1).
Lcvy J.i Berlino. App, pour Ve-
clairage de Icttres-enseignes et
pour la production d'effets lumi-
neux similaires (6).
Lied O. S., C'hristiania. Perfrc-
t'onnement dans les dispositif d al-
lumagc et d'extintìon des brùleurs
a gaz (1).
London Wax Vetta Company
Perfect. dans ou re'at'fs aux ai-
lumettes-bougìes Co).
Long-DelOB e C, Milano. Nuo-
vo regolatore di pressione d'efflus-
so per gas i\).
i
Magi
' Muu
dea e
pida n«
"Sii.
Pietrobi
nel arce
Puk(
libdcno mflallici o con leghe di
questi metal! (6).
Sm a a. dei ACnoicnn-Estisc-
tenrf Mfomallqne», Zurìgo. App.
fifT accendere fiammelle di gas me-
diante sclnlillle etetlrictie (3).
S*c. Ad. det AllBnctl«t et Frat-
tD:ri lani pbMphMC, Paritri. Proc-
pour la fabricalion des alluniHtes
[6)-
Soc. Frao. da Chalear ef La-
nièrt, Leva lois-Perrct. Injecli-ur
ile gaz à seclion variab'e, pour
appareils d'éc'airage ei de chouRa-
Soc. Ah. Belge d'Eclalragc,
Bi'uxel'es. Lampe à Inrandpsrence
[K>ur hydrocarbiires lìgu des (1).
Soc. Ad. La Washlntfloa, Bru-
selles. Lampe à incandcsccnct à
liydrocarbiire (6).
' Soc. An. des AOiimeiir* Eitloc-
tenn Aniomatlquci, Zurigo. D sp.
Dcr lo spostameitlo aulomatico nei
iipccanismi de.lo scappamento che
dell'ora nei^ij app. per l'accrnsio-
ic e spegnimento automalico dei
Fanii'i a gas O).
Soc. ■ceiUenolecalca IlaHuia,
Roma. GaBSoernnmetro a imnier-
jìonc per iicelilene (1).
Soc. Frutaiee de cha?car et fai-
■lèr«, Levallois-Perret. BrQIrur h
Zaz renversé avec chapeau ondu 6
i^jiarant les produÌI<i de la combu-
'tion de l'air qui alimenle le Bun-
ien (,5).
Soc. Int. d'Eclalraite par le gai
ibnUc, Parigi. Lampe à gaz k
nrnndP^rence à brc renvers* (t5>.
Soc. Lacarrlère pear ta fabrica-
lion dei laupei electrìqnei i In-
laadeiccnce, Parigi. Dì^posit'l de
lampe ólecirque à incandFsoenie
i fì'amenls m^ta'liqiiPK (15).
Spccbt F. e Schnarr T.^ L'psin.
^pp. per es-aporiiiare inlernami'ii-
p ad unn relicera'ad inraìidmrpn-
la II gas di combustibili liquidi
lotlo prpssone (i).
SKiilncr Chamolle-Fabrìk Ac-
:leB-UeiclÌicliatl vormal) Didier.
ìlettino. App-irpcrhio di carica per
■torte verticali f<i}. Apparecchio di
' Slricker W., Monaco, Rom^m-
riiasciafi hi Italia dal 16 nov. 1906 al 15 nov. 1907 -113
shorn. Générateur d'acéty ène avec ad incandescenza a tungsteno (6).
dégagement automaiiquement rC- Lampada ad incandescenza, con fì-
glable du gaz (15). lamenti di tungsteno (6).
Syfsoyell M. nata Fischer, Lio- . Yon der Heyde E. J.» Ber ino.
ne. Bec renversé intensif à incan- Sostegno per lampadine e!ettr che
descence par le gaz (i). (6).
Tanczer E., Budapest. Becco a Walther R. E., Verdau. Brù-
gas per incandescenza (6). leur à fiamme bleue pour combusii-
Tatum C. A., New^York. Ma- b'es liqu'des destine a l'éclairage
chine à couper ics aMumettes (6). et au chautfage (6).
Terrei T., Londra. Perfec. dans Welnmaas G., Zurigo. Appareil
la fabrication des manchons à in- pour l'allumage à distance du gaz
candescence (6). par pression (i).
ThaMig P., Vienna. Brùleur WeailieB e Bleriot, United,
pour édairage et chauffage (i). Londra. Abat jour pour les lanter-
ThomsoB-lfoiistoB A. E. 0., nes pu'ssantes de véhicules sur rou-
Soc. Ita!, di Elettricità, Mi*ano. te destine à augmenter la portée
Corpi incandescenti per scopi di il- effective de ces derniéres et à les
luminazione e riscaldamento (6). empécher d'étre un danger pour
Proc. per la produz. di corpi elet- les passants (6).
trici ad incandescenza contenenti Werwath E., Linden. Perfezio-
principalmente metalli ad alta tem- namenti nei becchi a gas ad in-
peratura di fusione (6). candescenza (6).
Toccaceli T., Roma. Torce a Westiaghome Metal Pllaflient
vento di straordinaria potenza il- Lamp Company Limited, Londra.
Juminanti senza fumo e senza sco- Perfez. nelle lampade elettriche a
li (2). Processo di fabbricazione di incandescenza (15). Perfez. nei sop-
fiammiferi resistenti al vento (i). porti dei fì'amentì metallici a in-
Toerring C. J., Fi'ade'fia. Lam- candescenza (15).
pada elettrica ad arco (3). Westfaighonse Metalfadea GMh-
Tognoni A., Buenos Aires. In- lampcnfalMlk GeselUchaft m. b.
novazioni nei dispositivi per la H., Vienna. Proc. servant à éga-
produzione di aria carburata desti- liser des filaments à incandescen-
nata a servire come gas illuminan- ce de tungstèno ou de molvbdène
te (\). (15). Perfezionamenti ne- le lampa-
Troilo V. fu B., Archi. Gazo- de elettriche ad incandescenza (15).
metro a gas acetilene a caduta di Wobbe G. G., Pisa. Lampada
carburo (3). ad incandescenza a gaz (6).
Vanino L., Monaco e Lambrectat Zlckwolfl E., Siegen. Accend'to-
R., Vienna. Processo per la fab- re automatico del gas a distanza,
brlcazione di materie illuminanti con dispositivo di arresto e di scat-
polverose e pietrose di una inten- to, azionato mediante il cambia-
sità il'uminante speciale (i). mento della pressione nella con-
Vereinigte Gtihlampen nnd E- dottura del gas (^).
'lectrlcitUtf Actien Geselbchaft. Uj- Zwicky J., Mol is. Carburata ur
pest, Budapest. Perfezionamenti ai pour toute application technique :
sostegni dei filamenti di lampade écJairagc, force motrce, etc. (6).
XVI L — Riscaldamento, ventilazione b apparecchi di
RAFFREDDAMENTO.
Pieparasione e distiUaxiont dei combustibiK — Focoìari divet ai -^ Fofiteiti - Con-
dotti dét fumo — Forni divèrsi — SinTe é caloriferi — Temwsifoni — Sùtemi di
trasmisstùHé di calore per appUcuMioni diverse — Cahrifughi — Gasogeni (vedi
anche per g:as illuminanti ; Classe XVI, e per carburatori da motori in genera :
A^^fARio bciKììTirico. JiWV, A
114
Brevetti d'invenzione
Classe V) — Essiccatoi — Macchina ed apparecchi di ventilazione — Vmidtji'
catari dell'aria — Produzione del ghiaccio ed altri refrigeranti — Sistemti di 9 r-
frigerazione — Ghiacciaie,
Acétylène distout dn Sud-Etl
(Società), Marsiglia. Chalumeaux
(6).
Alfer D., Milano. Trasmissione
di veocità per ventilatori a mano
(i).
Altea E. Ph., Chicago. Va've
d*échappement d*air pour systèmes
de chauffage à la vapeur (6).
Allgcmcine T. G. m. b. H., Ber-
lino. Proc. per carbonizzare la tor-
ba asciugata all'aria (i).
Arato E., Tor no. Forno ad aj
zione continua per la cottura di
materiali in genere e del gesso coi
suoi derivati in ispecie (3). —
Arduino P. T., Torino. «La Vic-
toria», rksca'datore istantaneo per
liquidi (-)).
Arndt'H. e Nfirnberg A., Berli-
no. Dispositivo per la distribuzione
dell'aria compressa per iscopi di
ventilazione (1).
Andllfrcn M., Gelbev presso Epi-
nal, e la Soc. des Etablitsementt
Slngrfin, Epinal. Perfect. aux ap-
pareils frigorifìqucs rotatifs (15)-
Audouin P.» Parigi. Nouveau
disp. d'app. condensateur dit uCon-
densateur Paul Audouin» (i).
Balconi L.» Milano. Nuova cal-
daia in ghisa per riscaldamento a
termosilone ad elementi sovrappo-
sti (1).
BàUerlo M. e Maffel M., Mi'ano.
«Economizzatore» caricatore di car-
bone intermittente, a tamburo,
regolabile con spia di controllo (i).
Bambergcr M. e B5ck F,. Vien-
na. Proc. de fabrication et d'uti i-
sation d*un combustible pour le
chauffage du contenu de vases de
tout genre (1).
Bandow D. nata Janke, Lnng-
fuhr. App. refrigerante per botti-
glie e simili (1). —
Baravclll E. e Fiorentini O., Bo-
logna. Impiego delPalluminio su-
perficialmente ossidato ne'la fab-
bricazione di apparecchi di r scal-
damento elettrici (i).
Barker A. H., Woodcroft Trow-
bridge, Wilts, App. per il riscalda-
mento de'l'acqua e per far circo-
lare Tacqua riscaldata in un siste-
ma di tubi qualunque (4).
BarulfoI A., ì^e tre. Nuovo tipo
di camera refrigerante (3).
Batsanete F.f Roma. Forno con-
vertitore c'ettrico a corren'e trifa-
sica (6).
von Baucr T., Berlino. Perfect.
aux fours à coke fonctionnant de
manières diverscs (6).
Bautch e Fcmpel, Karlsruhe. Di-
spositif permettant de réaliser une
combustion comp'ète dans les fo-
yers de chaudières à vapeur, fours,
etc. (i).
Behr J. F. e Zotlcr G., StutN
gart. Tubes lamel'aires pour le
chauffage, la refrigerai ìon et la
condensation (6).
Bcndcr O., Treptow, e Beiiig r
F., Andernach a/R. Proc. per ot-
tenere la combustione senza fumo,
mediante l'introduzione di combu-
stibUe liquido (i).
Bcnnct H., Londra. Moyens per-
fect. de brùler la fumèe dans 'es
foyers de chaudières et autres (6).
Bergmann T., Gaggenau, Ba-
den. App. de refroidissement et de
chauffage (6).
Billct J., Baint-D'é. Barreau de
grille économique (^).
Btrkciand K., Christiania. For-
no elettrico (6).
Blanc P., Bruxelles. Surchauf-
feur d'eau (1).
Blasberg E., Diisse'dorf. Mar-
mite de réchauflfage avec d sposi-
tif calorifuge (i).
Blàthy O. T., Budapest. Forno'
elettrico ad induzione con e'ettro-
di (6).
Board H. C, Highmead. Perf.
aux chicanes pour les flammes et
la cha'eur, dans les chaudières à
eau chaude (6).
Boggiali A. e Recalcati G., Mi-
lano. Scaldabagno a gas di sp'ri-
to, con tubi radianti p forne lo
perfezionato con tubi d'alimenta-
zione (3).
9ohon B., Pargi. Proc. et app.
nlasciatl in Italia dal 16 noe. 1906 al 15 nov. 1907 115
de combuslion intégrale et de tore per raffreddare l'acqua circo
chauttage intensif (i). Lante net motori d'aut^iniobij/^
BoltrI G., Milano. Magazzino chiamato «Refrigerium» (i).
essiccatoio per bozzoli detto «Are- Cccchl L. e Rosfi G., Genova.
se». - Movimento per venti atori a Ventola meccanica (i).
mano (i). Ccreta C, Torino. Sistema di
Boutillicr L.» Orléans. Gazogè- fabbr'.caziune dei radiatori special-
ne perfectionné pour la production mente per automobi.i (i).
de gaz pauvre exempt de goudrons Cemttl T, fu A., Genova. App.
(12). frigorifero con ventilazione (i).
Bouvlcr A., Lyon e Collon E., Chaplct F. M., Lavai e La Nco
Cannes. App. doseur-mé angeur Metallurgie, Parigi. Dispositif de
pour corps gazeux et souffleur-car- four électrique (b).
buratpur (6). Chicta C, Milano. Séchoir à
BrltUh and Forcign loYcntlons tambour rotatif. démontablo ^t
Limited, Londra. Proc. et appareil trasportable et fonct^onpant, a
pour la fabrication de giace (9). ciel ouvert, pour cocons, céréales,
Broadbent J. C, lludderstìeid. etc. (1). Nuovo ess ccatoio a tanr
Appar. nuovo o perfezionato per buro rotante per bozzoli e per ce-
rinfrescare, scaldare, prosciugare, reali, sistema Chiesa (3).
impregnare o in a tro modo trat- Ciinch-J. F. J., Leamington,
tare alcuni prodotti (1). Warwick. Proc. perfezionato per
Brossc R., Marsig ia. Four à riscaldare m'Mallt senza psiiida-
feu continu au gaz pour ca ciner zione (6).
Talumine et produìts simi'aires (6). Cole T. H., Southsea. Appar.
Bficlcr de Florin H., Zurigo, perfectionné pour produire et em-
Forno crematorio per le immondi- magasiner les produits de la coni-
zie, spazzature, cascami di cucina bustion d'un gaz ou vapeur sous
e industriali (6). pression (15).
Burcl M., Lione. App. de chauf- Colonna ' L., Chiari e RedaeUi
fage à gaz (3). C, Milano. Nuova va'.voa auto-
Bnsch R. e Lampe T., Hanno- matica per scaldabagno a gas (^).
ver. Impianto generatore di gas Cotogna L., ChiarL Apparèc-
d'aria (6). chio a gas per il riscaldamento
Bnfse O., Dusburg-Meiderìch. dell'acqua per bagni (3).
Séchoir à plateaux chaufìfés par a Compagnie Francoife de TA-
vapeur (6). cetUène Dissoni, Parigi. Proc.
Busa J.» Monaco e Fohr C, pour entraver la propaga^ion de
Schloss-Wa'lenburg. Proc. de fa- l'onde cxplosive dans les récipients
brication de briquettes de charbon, chargés de gaz exp!osif compri-
tourbe et houille limoneuse (6). me (9).
CaUgarit e Piacenza (Società A- Compagnie dn gaz H. Riché,
nonima), Torino. Perfez. nei d*- Parigi. Système de gazogène à
spositivi per la rapida circolazione p^z mixte (système «H. Riché»
negli apparecchi di risca damento (<j).
a termosifone. Composite Fuel Syndlcate Llmi-
Calliano C, Torino. Nuovo tpo ted, Londra. Perfez. nella fabbri-
di evaporatore dott. Galliano per caz^one di combustibile artificiale
bocche a calore a scopo di riscaJ- (6).
damento igienico degli ambienti ComoH G. B. fu L, Genova,
di abitazione (^). Calorifero a gas (^).
Canevari G. fn R. e Marchetti Concentrie Condcnsers Limited,
V. fu A., Roma. Proc. per la F^ondra. App. d'cchangc de chaleur
fabbricazione di nìattonel'e da ma- .1).
teriali polverulenti con l'impiego Conti U., e Conti E., Torno,
della sansa esausta d'olive (2). Ventilatore automatico per veicoli
Catagrand^ G., Mi'ang. Hudia- in moto (2).
116 Hrevttli d'ìi
CorasHu E., Trullhiètlan \ le Pa Coniposiliun pouvant ser-
Ftta L., Giìlebori;. Ptrl. nei for- vi- conime cocnbuttìble, et prcc.
ni elettrici a ress lenza (6). patir pr^ai*er cette oompoBit'on
CMc E. F. e Pkirra P. R., cn vue de u transformatTon tn
l.ione. Sysième de (oor électrique «imbuii ibi e (6).
(6). TM Dmlumà W., Witaschuu
CmM J. R., Chirago. Proc. et presiso Jarotschin. Prue, ei app.
appareii pour la produrlion de gaz pour la production de gaz ht'dru-
combustible (is). , tarbonis pour moleurs (6).
CuloAlt A.; Diis^eldorr, Proc. Eckirl F. « nermara F.. Hr«
pft la fubbricaxione o il migliora' sra. App. pr la produzione so ìc-
menlo del roke (6). cita di ghiaccio (i).
DaUa Yalta V. la C, Itolo^"». Edl(M Ore MUlkmg 5nid:cit(
Troc. di trasformaz onc di lignite tlBllcd, Londra. PerCrz. nei Ste-
in carbone allo a bruciare nei (or- raloi (i).
ne:ii comuni da cucina come il car- FArtk IBr 1
bone di legna ({). ElMakMCtniktloi
Uamet P., Berlino, Proc .p»r Niederjenti. Nouv-eau d)spov<if
rinfrescare i liquidi ed ali re su- pour le chargentrnt des hauij
slanié (i). (uurneaui (i).
DiMcrt F., UpTlino. Processo FivrttH U-, Tarino. Nuovo for-
cd ap5>arecchia per la produzione neiio a gas (ì).
d: uas d'acqua Ut. Fcldncyw Ì., Monaco Bavera.
De FrancMclil ti., Milano. Per- Fornp^lo per combusiibìli liquidi
fei. agH scaricatori delle acque da cucina o da riscaldamenlo (iJ.
cundeniate applicali ai riscalda- Fcll G. N., Londra. Disp(K.i
menti a vapore 1 0. zione per imped're la produzione
Ued'Orta F-, Mi:ano. Caldaia di fumo nei forni delle calda'e a
lerino-micro-sitone per riscalda- vapore e simili (i).
mento (f). F«rruB«ta F. la O., ^qnoi.
De Rlg« A., Marsiglia e Da Ria Carbone cosiituitu da -po' veri cc-
V,, Napoli. Innovazione nel'e ca- meniate (si.
ii.err refrigeranti ( t). Pcmn y Dcftrie A. e i< Lai;(r-
Deadche Biake Gai fittcHtcb. le y PchIdo J. M.. Barcellona,
m. b. H.. Berlino. Proc. de fabri- Proc. pour assurer le tirage dan<
cutioii d'un gaz pour mnteurs (6). les fovers au il peul «tre contrarie
De Ve?M« 0., Parigi. Proc. d u- par Tanion du vent (6).
tili^^.-il'on des pnu'siers maiRrcs Por* l E., Colonia s/R. blacière
pour former du colie m<!tol!urgique poriative (i).
ou non (t). Franco G. lu G-, Genova. Fot.
DlMIa W. J. e Wollcrcck H. no a carbone vegetale per uso di
Ch., Londra. Proces»> per la prò- famiglia sistema Franco (3).
duiione di un gas di ri^ca damen- FreaadJkk A., Dusseldorf. S^g-
to e di un gas-luce p:rmanenti p'f.1 di valvo'a e coperchio da li-
(1). lindro per compressori di macchine
Dla^kr H.. Angsburg, Baviera, da ghiaccio |t).
Proced. mento per generare ed u- Prkk 0>. Su'tsjobaden, Storcol-
sare un gas d'ar'a sotto pressione ma. Fourneau électrique transfur-
adnlto al trasporto (6). mateur dans lequcl la charge est
DI Paola C, Napoli. Depurato- chauffée par un courant é'eclrique.
re di carbone dai corpi estranei iiiduil dans la charge elle.mème.
(0. GaanMl C, Stuttgart. Essicca-
Uoaard E-, Parigi. App. à des- loio con ventola per il movimento
((■■cher dans le vide et i basse lem- dell'aria in due direzioni opposte
sofides (8). ((.,
np Hill Pa..
Puuniansdii-
rilasciati in Italia dal 16 nov. iùO^ al i5 nòv. ÌÙ07 117
composti di fossili od altre sostan- H«ri C, Vienna. Forno da im*
ze minerali e vegetali, ad uso do- mondizie (6).
nwstico e riscaldamento (i). Hildebramlt G., Berlino. Corpo
Gas - Generator G. m. b. H., refrigerante ad espansione (i)!
Dresda. Perfezionamento nei gè- IIoerÌaf( P. e Wiclandl W.,
neratori a gas per usi industriali Berfino. ÌVoc. ed app. per la ga-
(i). sificazione di combustibili greggi
Gerard L. F. E., Parigi. Retre- (i).
ri radiateur pour l'utilisation dvs Kaefer!e F., Hannover. Soupa-
cheminées ordinaires au chaulTa- P^s d'admission de la chaleur ac-
Re à la vapeur (3). tionnó?s par un éieclro-aimant (1).
Getto F., Ivrea. Innov. nelle Keller-Kuri F., Lucerna. Dispo-
^riglie dei focolari (1). s'tìvo per la carburazione del 'a-
GiordaiM F., Torino. Radiatore »"'a mediante un idrocarburo liquir
in lamierino stampato (Sideros) da do (6).
servire per riscaldamento ad acqua KJcl.iii F. A., Stoccolma. D'-
ca'da e vapore a bassa pressione sposiz. perfezionata per produrre
(2). il movimento del materiale tratta-
Glrod P., Parigi. Four éleclri- ^^ nei forni a resistenza e'ettrica
que (i). * (^)' Forno elettrico a resistenza
Glenk W., Norimberga. App. ^^L ,. -. ,^ . . „ ..
de charge pour foyers de fourneaux *«""*«' R-. .^?r*«^*' ^rù eur va-
(f>). Chargeur de combustible pour PO'-i'^affur a débit variable pour
foyers de fourneaux, etc. (6). ""^i'il't-^!, % ""'t^^^r^^^' . .,..
Gobbe O., Jumet. Four pour la . ^^^T p'***"^ ^^ "^^' -^'^
distillation de la houi le et la prò- ";?, ^ ^T'V. T?"^^* ^""- """* ^^"
duction du coke (3). kL^L^ 1^^'r i • /d a
riAMAii. A D r« . ikOOTinaoii B., colonia s/R. Ap
GooeUa A.. Roma. Cassa ter- p^^. ù produire le froid par l'em-
m.ca pel mantenimento di alte e ^,^ì de l'acide carbonique (i).
fi^/kTff'^'M''^ ^^^' u Krag C. Wevelìnghoven Bec-
Inn V^!J?;* "* ^""^*^ P'*^'° ^'J.' co per combustibili liquidi (6).
irs Hq^eTrc ^^;os^tT'^"r ^^f^^z^r r.^^r Vv ^^ '^
surchauVr les vapeur^ produ^tes ^^^c^^iX^nt'WiAS^^ LI
(6).
mited e Smallwood A., Londra.
Goy W., Anversa Corde isolan- Perfezionamenti nei fornì per fu-
te ou calonfuge (6). ^ione, riscaldamento di crogiuoi e
Ki-S 4 ^, o ^" ci;!?' ^;* t"^" cottura di laterizi applicabili ai
biad Axel R. e Staihaoe O., Lud- forni per sma'tature a fuoco per
yika. Four é ectrique (6). Disposi- stoviglie, terraglie e simili (6).
tivo per forni ad mduzione elet- jacobi A., S^ifeo e Chemische
tnca (6). Perfectionnements aux Fabrik, Darmstadt. Plaque de re-
fours é ectriques à fondre (6). frodissement pour appareils réfri-
Grdndal Kjellla Company Limi- gerants applicables aux savons,
ted, Ix>ndra. Four d Induction é- beurres de coco, margarines et au-
lectrique (6). tres substances analogues (6).
On^eUiio A. e Paraisoni S., jahn A., Olmutz. Chapiteau piur
Tonno. Radiatore a sene di lami- cheminées et fuyaux de ventilation
ne per autom. ed a tri app. di tra- /(^^
zone denominato «Eurekaii (3). jeakiiii F. C, Amburgo. Perf.
Guidetti-Serra F. di E., Tonno, nei ventilatori da camera (1).
Sistema di ventilazione del moto- Junker e Rnh (Ditta). Cars-
re a benzina, de.la dinamo e dei ri,he. Becco un versae Bunsen per
motori elettrici. n«lle veùture a fornelli e cucine a gas con fessura
trasmissione elettrica (3). registrabile e piastrine con stelo
J
^m
^r
118 Urevetiì dHnvenzIoné
cambiabili, per la produzione a vo- fs^biaccìare o riscaldare i liqui<i:
lontà di una fiamma rotonda, a (2).
stella, a punta oblunga o d'ago- MaschlBeabananstalt» Biogetse-
nale (12). rei niid Dampfkettclfsbrik H.
Jankcrt H., Aachen. Réchauf- PaackKh, Actien-Gese Iscbaft, Ber
feur de liquides (i)- ^'"<'- Sécheur à lambours mobìlr-.
LamplOBgli F. e la Albany Ma- chaufTés (6).
nnfacturing Company Limited. Masciiinen e Dampfkeaselfabrik
Willesden. Middlescx. Rr.dia»ore o Gulleaume Werke, G. m. b. H —
refrigeratore perfezionalo per ac- Neustadt a. d. Haardt. Corps de
qua e simili (ó). tuyère de forme discoide pour fo
Lang A., Karlsruhe. Pi ce. pour yers à tirage inférieur (6).
cLtenir de hautes tempcrutures Mascliinenban-Aiistalt Humboldt
ji'squ'à rébul.ition et vaporìsation Kalk presso Co'onia s/R. BrarcUi
de liquides ou de mélanges de li- di rimescolamento per forni di tor-
quides et de corps solides au de- refazione (6).
dons de vases fermós (1). Masnata V. di L., Genova. Scal-
Laycock W. E., Shrnìe'd. Per- dabagno conico, funzionante a g^as
fczionamenli relativi alle bocche legna e carbone qualsiasi (i).
dei ventilatori (6). Meldrum J. J., Manchester.
Levilly O. E., Parigi. Rc^gu'a- Perfez. nei distruttori di rifiuti (O).
teur de détente pour machines fri- Merz A. fu B. e Massa Pescas-
gorifìques {1,). seroli G. M., Napoli. Agglomera-
Lévy S., Parigi. Barreaux ei to di carbone coke artificiale attra-
entretoises amovibles pour grille versato da fori e senza, per uso di
de foyer (1). industria, domestico e altro^ dì
Lindbiad Axel R. e StMlliaiie O. quaisi^si forma geometrica (15).
Luciv'ika. Nucleo da trasformatore Messinger A. H. e Popper V.,
per forni elettrici ad induzione (6). \'»enna. Proc. et appare. l pour sé
de Loewenstein Ch., Chùteau- cher des déchets industriels te:s
du-Rouze par Aries-sur-Rhóne. que tranches de belteraves, vinas-
Perfec aux disp. pour surchauffer se, pupe, melasse, engra s chimi-
la vapeur (1). ues, matières fécales, résidus de
Lombardi G., Rovigo. App. per eaux perdues de sucreries, etc (i).
riscaldare in breve tempo sostanze Mewes R., Berlino. Mode de
alimentari (i). frabrication de refraìchissoirs, con-
Luserna di Rorà E. e Lucchel- denseurs, ou rdchaufleurs à 1 aide
li G., Torino. Nuova forma ed ac- de tubes réunis en faisceaux cr
coppiamento degli elementi per ap- ondulés (6).
parecchi refrigeranti per motori a Modiano E., Trieste. Fornello
scoppio e per altri usi industriali per idrocarburi liqu di (6).
(3). Moreux G., LevaUois - Perrct.
Maginot A., Dampierre. Yen- Radiateur (3).
ti'ateur centrifuge policellulaire à Mor&son D. B^ Hartlepool.
haute pression (6). Perfect aux appareils pour conden-
Mallory H. C, New-York. Me- ser la vapeur et refroidir Teau, de-
can'sme de régage pour le passa- stinés au refroidissements de Tair
gè de fluide chaud dans les radia- à la condensation (6).
t(urs (6). Merton G. L., Sutton Coldfìe'd
Manzoni A., Mars'glia. Radia- Warwick. Perfez. nei generatori
teur h. ailettes iixes et éléments a- di gas (6).
movbles (6). Mnnk J. e Pick e Winterstein
MarazeI E«, Montpellier. App. (Ditta), Yienna. Appareil humec-
à rafraichir les liquides (3). teur, refralchisseur et purifìca-
Marinelli A.» Roma. Appar. per teur d'air (1).
ì-ilasdati in Italia dal 16 rùv. 1908 al 15 nov. 1907 119
Ne:MH G. Napier. Perfect. aux de clrculation des moleurs k explo-
appareiU i^frìgérunlj (i). «on (6)-
Omklty Slecf FoHBdry C, Limi-
ted, Loildra. Four porteti, poui
lu fuslon du mélul fu creuset (6)-
ObcrbiTcriickc Kokiwc/kc nad
Fabrik ChcnUchcr Prodackte A.
«., Mimacn, Baviera. Procedd et
POHOU F., Erba Inclno. StuFa-
calorifero perfezonala denoniinalii
la ..Brianzoai. (s).
RauchfCTMliKBdc Spar-Fcacnag
Bender G, m. h. H., Andernnch
a/R. Tuyère pour l'imroductìon rt
la d'slribuikm de
•urbe et :
r-s, riches
. (1). — Per- (61-
. fo>et
negli il ,
carbonizzazione della torba (i).
Oder« A., Genova. Innovaiioni
nei riscalda lori dell'alimento per
tfìi evaporatori dell'acqua di mare
(.!)■
OdUU a., Parigi. Procèdo d'ag-
Klonióration de pouisière de coke
■lu d'anlhrac'le pour obtenir des
briyueues {.).
Pagaol A., Uull E. e Ta-
gllabuc L., Mitanv. Cas«efta a
valvola 'speciale moderalitce ddl
tiraggio per stuie a fuoco continuo
(.1).
Paa) Wilhelm, Schiltigheim. Ap-
pare il pour améliorer la cuuiDu-
Mion dans les tojers (■).
Pellegria* F.IU (Dilla). Torino
Forno essiccatoio ad a2iane con-
lìnua, per cereali ed altre materie
(Jt.
Percgo A., Mi'ano. Pa'e per
iTnlilaiore a dislribuiione razio-
nale «sistema l'erego» (j).
PclcriaBD A. 1., Alby. Forno b
leltrico per il liailamenlo dt gas
med ante archi voltaici elellrodina-
micamenle o elettroniagneticamen-
(6). Proc. ed inslallazkme di
no per la r'duzione dì minerali
ossidati o simili, nonché allri os-
via elettrica (6),
Pielock E., Berlno. SurchaufTer
pour chaudières tubulaire* (15).
PUH E. la C, Tw-ino. Perfe-
ziona menti nei dispositivi per la
ripida circolaz'one negli apparec-
chi di ri scaldamento a termos ifo-
Poautl L. E. e Blanclict C
Puleaux. Radiaieur nid d'abfilles
four le rcfroidisicmenc de l'cau
Reali L. Id C. Bologna. For-
no a piano isolalo, sospeso od ap-
poggialo, con disposizione relrige-
ranle, girevole o non e registrabi-
le per la cottura de] pane, biscot-
ti, carni, ere. come torrefazione di
legumi, caffè, epe. essiccazione, ri-
uttlura di vetri, cristabL, porrel-
lane. terraglie, vernici, dissodu-
^ioni. tempere, ecc. (3).
Reck A. B., Helierup. Grillc ìi
- » (6).
rigi. Foyer à méJangeur automa-
lique pour hydrocarbures. alcoo's
et autres combustibles liquides (9).
Riipoll S. la O., Napoli. For-
nello a tiraggio naturale con ri-
sca'damento a carbone ed a gas,
con relativi congegni per la cot-
tura de le conserve alimentari (1).
Robgrcy e Co. Limited, Londra.
Perfect. dans la production du
rombustìble artiRciel et du coks
(6).
RlkUlag H. e Rodcnhaaier W..
Saarbrùcken. Four élecJrique (6):
Roggtra E., Genova. Nuova cal-
daia per termosifoni e applic. ana-
loghe detta «Thermos,! tipo B (6).
Nuo'.'o tipo di radiatori per riscal-
damento di locali, asciugatoi, ecc.
(6), Caldaia per cucina uTermosu
combinata con caldaia a termosifo-
ne pel riscaldamento degli appar-
tamenti (6). Caldaia a tubi concen-
trici verticali per il riscaldamento
di locali con vapore a bassa pres-
sione od acqua calda (5).
Itagkr L. fu C. Cagliari, Ap-
parffchlo pn- tu disiil'aiione ciin- le un canale elicoidale nel <n>^ì-
liiiua dd IfKno (15). l'arìu è liberata dulia poivrre pr-
Rawj F., M laiw. Auto-ltrmo- l'aiion» della Sana cenlrifuea -
rr^o atore (1)- deirinumidìmenro del'a polvere '-'
Km*I Q. fu M. e MarchdU G. està contenuta (6).
di F., Uenovn. \>ntilali>re a mano Schwdi LmsbMI* « MucU
piT urcendrre ìl tuoi-u a larbone ■cnlibrlk, Winlerthur. Appare .
o a li^BOU (1). producleur de Raz pauvre (q).
HBMler M,. Monaco. Baviera- Se-n» V. fu L., Va: (abbrii-a.
Raccogli (Kiivere con ruote spruZ' Stufa economica per uso di curim
autrici d'acqua rotami In una M:a- e r scaldamento di anibienli (5J-
In'a completamenle chiu^ ((>). Swpalkt L., Parigi! SyC^^no
Rmc H-, Barletta. ANclugaliHO, de chauHage dei gfntrsleurs d'
^i^l<■ma Henri Rote (t,). vupeur, ecc. Bu moyen des cocn
Rhho S. di G.> Milano. App- buitibes liquide^ pour auioniob-
ron l*1ui «rlj^inniali per es!<iccare \n wagons, auloiiioleurs, balFaus.
;.l|-i,perCo (i|, ■ ecc. (jT-
SMlmUB F. W., (.har:eroi. Sbcdbck J. J., Londra. App-
.^(■purell de ^rhat^e el d'absorp- per la fabbricazione di un coni-
lion annu a re avrc cbariots mon' busllbìle agglomerato (6).
ii's en plusieurs {tages et circulanl SlchCTl A-, KarUbad. Sy<itèmr
sur des rails annulaìres, chaque de luver compklenient fumìv-orc
charlul <^lanl consiltiié par diift- (6).
rrnle^ p'aques rad ales (f>). Shnieai F.. Londra. Pe*-rec-
SIchilKha BankgCMll. Ondi- tlonnements aui lours à gaz A
■alt e C, l'roc. pour rendre Inai- ri^cu pera don pour rdchuuRagc {i;t-
t^rablei à l'air dis briqiieltes fa- Slcnciu Fricdr. Fahrik k. k.
briqii^es avec une ni a t tre collante prlv. Bc>Dcbtang e Beli-Appara-
Milubk dans l'eau (6). U, Vienna. Lanterne de chenii-
Sauangclv A., Milano. Appar. n£c {6).
rplrlgeraiite per la con^ervaz one Sire da VWar H., Parigi. Gazo-
dei generi aliinentari {1).
gèno ulilisani tous «Jmbustlbles
Schcboi t Knitwig G. m. b.
et sp*cialenient les déchets ligneux
H., Hennef an der Sleg. Henera-
(l).
SnUth F. L. a C. (Società).
vero dai combustibili agglomera-
Copenhagen, l'roc. el d'spositit
li (>).
Scbdbe R., Lips'a. App. pour
si^parer des par liei solides, licfut-
avanl subì un rérliaufllemenl préa-
de< ou Razeuscs de corps gawux
làble (6).
(*')-
Sm. Ab. It. KMTtlBg, Sestri
SchcrlcDbcrg R.. Ber;ino. Di-
spo-^ition int*rieurp pour colonn.-s
acqua a getti multipli (5). Cong.^
il r^artifin. appareils d ^chance de
calorique et lllialosues (,).
menti a vapore (5).
Soc. apparcccbl ■oderai H ti-
Kaidamni*. C. ValteuU e C,
.Mi'ano. Pinslra irradiarne per cu-
For-
Cina, denominata uVulkan» (il.
> di
Socldi Nat. Cathoallcra, Mi a-
no. Nuovo combustibile impeciale
L. e
Ba-
bone iiTrì«. per uw dometlico (1;).
> ed
Soc. Itallaaa del Forni, Ceno.
va. Sistema rombnato di sospen.
>nu-
sione, rotazione ed el evalione del-
lian-
le piatluforme nei forni in gene*
rilaaciati in Italia dal 16 noi: 1Ù06 al 15 nov. ISff}
rp (i). Gentralore nereotermo pei traina el aulres instnrationi
il pronto inna'zamFnla de. la tpm- lai rea (15).
paratura ndla camera di cottura Staau E., BeKiiio. App
(lei forni p«r loslanze alimentari la production d euu chaude
u riscaldamento indiretto (i). Nuo- a'r chaud (1).
vo dispositivo per l 'al imer tallone SUIw W,, (.udwigahafer
(lei focolari in genere con aria ri- App, lumi*-oro per l'inlrot
scaldala e per ^ distribuzionp del- d'aria nei focolari mediante
la stessa (1). Nuovo sistema di co- lore sopra RrÌRiia a getto
siruiione economica delie barre di SWill C, Milano. Kornel
«r Kiia tubolari (2). fp7Ìonato a gas acetilene (
S0(. It. del Farai Kkltrid e Slerkel O., Ravensburg.
Paoloal A., Roma. Four f ectri- P^ raffreddare l'aria (1).
i|ue à résistance ulilisanc le cou- Stewart A. W., Glasgow
rant é.eclriuue trjphasé (5). àe chauffage. rerroidissem^
S«c. IlaltHa xVnIcaaoii. Tori- venlilalion pour l'usage i
no. Nuoto sìsieina di decarbu- des navires-
razione automatica dei gas coni- Staim B., Le Perreux,
buslibili, mediante fornti)/o s^^- «eur de tempéralures éìtme
i-iae denominalo «Vulcano» con ■> grande circulalìon el à sui
rc-irolalore automatico dell'eroga- 'e intense fi). _
^i.me del gas (1). SuliM Frtru (Dilla), \
Soe. AnoayHc ile l'Airame-Fen 'hur. Radia lei- -^ "—
■•■ Gai, Anversa. Ins.allation '^''2"^" "" "''
p,iur l'alumage au cai de char- Jaltewall
««■s combuslibles solide» diffide- «hede. Innovazioni
.i,«U innammables (0. "'^T^^-tT^"» "
Proc. P. Girod, Ugine. Proc. de iHummare avvisi di
Librication dii gaz ù l'eau (ij). "P™" su pa vi meni,
tour éleclriijue. ' '^' ■""" ■<■•■■'•■""■
S«E. Aa. dea Hlnci de Ma^Ua-
M, Parigi. Co^lec.eur de poussi^^ '-^-^ anche'aTia" ma'no!
l'ar et dans les garen general ;,el',a%?ro%ci;i''ca *"( 0. '" ^'
boe. Aa. rOihydrlqae Inlcr-a- p„,„ '„ ,. ^ ^^^ ,
tlaaak, llru.«lles. App, nrflan- ^^^■ adatti Vaiamente pei
geur d un fiai conibustible et d un ^^ ;, ,„n,bu'„iblle liquido
gaz combura nt (6). Chalumeau- „„-,: /^i '
V lebrequin pour le coupage d
iflle!' (ti). Chatumeau pour le ce
page de lóles, tuyaux et obji
mfl;. liques quelconques (h). ■ y,^^^^ j g e la S«:. I
Sm. Aawilyoie dei AntanaMlei Cfclmlqiw dn GlKre, St.
de la BhI». Lione, «Carburaleur 01^^;,^ àe four électrique
pour moteurs d auiomobiles (C). Troelltr W., Francofort*
Soc. panr l'Explall. dea Proc. Disposiiif d'accouplemeoi d»
de Pradnclloa de Gai Induitrlelt. remueurs dans l'arbre poui
Parigi. Gazogéne pour gaz à de grillage m^caniques (61.
i'^au (:,). . Trttnplcr W. E., Zurigc
S«C. dei Proc. Gin., Parigi, pò dì risca'damento eletirii
Forme nouvelle d'exécution des Tark D., Neunkirchen.
fours ÉlerlriiiUPS à tnduelion [isl. vaiion; nei peneralnrì dì a
Sarei A., Bru;
perleclionnfe poui
Teadarl G. In F.;
DrereUi d'ime)i!àone
ap
pour
limenler les lo>
ers de
Wagaer
B., Stellino.
Processic»
cumbuslible
par endessous e
t pour
per facilita
e la slSKional
di
trìbuer
ce combustible (o).'
combusti on
di mattonelle torma-
Vacuam
K*cbapp«r«t G.
M. b.
le con un
aeeiut nanle
so"ubÌl«
H
, Berlin
0. Froc. fi disp
pour
ut l'acqua (n).
ih
luffer D
pour ru're ni
mporle
Wat^g»
MaalicliapBlJ
SrsiMM
fWts nin
ières (6).
Dr. Krugeri en Aarìa,
dam, Proc
tionnés pou
ed appareils
r la (abricalion
du Bar
l'ci
(>).
Weber ti.. Sliigen. Eluve à
gaz pou vani servir au chaulfage
et il la cuisson dcs alimenta (3).
Welter C, SiuUgart. App. di
fisca Ida men tu rapido per ir ri g's to-
ri ed allri piccoli rccipienli str-
verni per la produz. rapida di ac-
qua calda (■)-
WlndhiUCH F., Berlina. Ma-
chine ù acide curbonique pour la
production du froid (j),
Wlticfal A.-G. lOr Heratelluag
entlcucbtcler NabrungiulKCI Z»-
Tlch. Zurigo, App. per I essicca-
zione di prodotti macinali pro\-e-
nienli dalle diverse specie di gra-
■ ■ "■; (.il.
va/i /hM/ici (vedi ai
isleoe delle
.1 - vt//ii.
. blement chaufT^s (iV
Aliarla L. di F., Gennv
. va chiusura per bottiglie
pienti simili (1).
Baccl G. M. fu S.,
Coperliiiu per quinterno ci
. Di*po-
iler, rft.
J
rilasciali in Italia dal IG noi: iPOtì al iS nov. 190"! 129
assorbente disposla in modo da pò- Nuovo fornello per uso domei>lÌca
ter asciugare tulte le pagine (3). dello «Cubilol.i (i).
BarMcri G. di F., Bologna. Boulcmpl A. fu G., New-York-
Congegno Hpri-scalole metalliche Serratura a ae^relo perfezionati!
chiuse con sistema di aceratliilu- rhiainata uFarrand Key ess Lock»
ra (3). (0.
BullaalDl A., Roma, Travasa- Bora H., Berlino. Pinza ferma
tore a apparecchio per trai-asare carie (1).
liquidi che lasciano posa (i). Bowen A. F. W., S. Francisco-
Baamann'i Job W.we (Dilla), Porte-gomme pour crayons (1).
Aml>erg. Cliarnìère pour couvcr- BraadoH Frèni (Società). l'ari-
cles de caléllères et de pots ana^ gi. (ienre de coussin élast que ^
logueg (6)- ressorts. pour sièges (6).
BMDicr F. (Dieta), V'enna. Di- Brann J., Auckland. Machine
Sposilif de pressìon pour mainle- pour nrttoj-cr les couleaus (li),
nir les coiivercles sur les rérip'ents Brano V., Novara, l'enaglia e
ou flacons pour conserves (6). congegno per la piombatura dei
Bell A. M. e Beli C, Denver- carri ferroviari e merci in genere
Perfezionamenti nelle macchine da (.1)-
: (6), Bruucbtrjler J. L., Zurigo.
■ ■ ■■ - ... _ Fornero da cucina provvisto dì cai
duia per il r. scaldamento ad ac-
,.L,.^e(orti,'" ècc- (1). ' «lu^ ca:da (3),
BHvcHtl U.. Roma. App. pel , ""?" f'"'- Kònigsberg Qua-
ccnlrollo di esazioni con serbatoio ^"' sinottico per controllo del per-
■* segreto (<;)- ^"^T'^ •" 'a^bnche, officine e spe-
BlUcbi C., Firenze. Caffettiera- talmente pj-r corpi miliari (1).
lazza per distribuzione ài caffè „ B«k "«hooi B. J., ChU-ago,
caldo nelle stazioni ferroviarie (1), Porle-^;É'emenls (6(.
Bianchi Salerl e C. (Ditta. «"M'"» A., lonno. Romp fa.
Milano. Tavolino ad elevaz one !,?„P!!;..^P:::r„^..'''l^L""?."l..^l"t.?
meccanica per uso do mesi co (3)-
Blnl U., Firenze- Banco scola-
toi lo. lasci e od invi
racchiudano i
.Uro a .pollammo .reincdmze , j,,,. „„,
urv? ,"'o.:"'si™.. v™i- B.„.g,'"u. p.;so.,o„. r„t,-
tura speci.ile con vimini di dami-
giane di vetro, con imbouilura e
lura delle stesse in caso di caduta
nickendorf.
la (6)-
Bartarl H. J., Parigi. Rfsei
.'oir muni d'un lolalisateur e! d ur
ndicateur de niveau (3).
CanfleM R. A., New-York. Per-
lìrtvtiti d'mvmtìtmt
mUtut V., Zurìgo, rvn-
cucina (,,).
I U., Munnheìm. Spai
ire per lucido da scarpr, cera
Mvimen'o « limili «oslanze ( i ).
UlIUcr A-, Vienna. Salvada-
KcMII a. E., Roma. Capnu-
«r |>aranlire la chiusura o lu
iolo dpi lìasrhi, LKilt'|;lir, d^-
lane od allri rtcipienli <j).
«■■e)' J. H., Birmingham.
[ezJonanienlì nei puntali di
rimenlo a sfere per supporlo
nobili e simili (6).
crraHM C, Torino. Lucida-
: a peda'e per scarpe (3).
err«rì 0. fu C. Vigevano.
co binalo per scuoce elemenlB-
:on Eedile e coperchia mobile
uia L. di E„ Intra. Graltu
Isilìciizione di liquidi in genere
Irpo R., Alessandria, Goral
Di dì B., ÀMIulno lu A., Fi-
fi e DcOa Ghervdcwa Ù. di
Bol^tieri. Macchinetta per ap-
icare francobolli sulle buste.
ftlgne L., Trojres. Bouchon
ralion et robinet de soutirage
ontable pour bonbonnes & dou-
tubulure (1).
MIMI L. e C. [Ditta). Mita-
Specchio panprcupeltico (3).
omara E., Milano, Macchina
li se iva re, sciacquare e sprc-
e la biancheria,
rclmon n., Fort-Wadswnrth.
liappa-moschc perfezionalo (6).
NdlarcU C, Roma. Congegno
a per adoperarsi iw-
suddeiti (1)-
Latte P. E. M.. I.
, Mé'an);eur I.afile à hélice
llBul A. di 0-, Genova, Bot-
«peciule per reliniinozionc
rilassali in Italia dai 16 tiov. i006 al ir, uor. 1907 125
de'le contralTuzion; ed allerazioni (ìniadi^ C, Sorau Ì/L. Appar.
nei liquori e vini (i). refio'atore per l'avunzamento e (■-
tiaalMl C. e C. (Società), Asnii- cile dislacco di slriscie senza fine
rfs. Bouthon à mise en pace H costiluite du carlellini (i)-
à enièvement Uh rapides, pouf fìraan P.. Oziano-Taro. Misu-
réservoir (il, ratore per liquidi uSimplrXH (5).
Gaadcul E. fu B., Vaàava. Gagl.elmottl L., Roma. MeccT
"Sulus ■ ■■ ■ ■ ■
lovo elastico
igienioo ed
,
leve azionabile
ad uso degli ospeda'i.
cjniche.
alberghi e
alti
ri ORKetli cont
la in modo da
polerne esamina-
r PMUgen
AktiM Oc-
il drillo od i
li rovescio senzu
Raih presso
DussHdorf.
tos
rllerli dalla vei
Irina (>).
. .rtdci
•cIlKlialt,
l'ressa per stirare i panni (1).
GcbrUcr With e C, Kranc<
forte WM- Fermelure de récip'ei
avet couvercle à bascu e se ter- Hai, C. C. e OIBatd F. W.^
mant sous presslon élasllque (6)- Kansas \'ille. Perlect. aux app.
UcUaler R., llunnover. Mar- pour produire l'iUusion d'un vuya-
niUla a doppio fondo per bagno- ^e pn volture (1).
"•^ra (6). HariMberg F. « Beler O.,
Gelu VeB»e A-, Parigi. D.spo- ortde, Wesrtalia. Macchina da
sitit pour rilun r et esposer a la lavare (15)
1.™. Nu«». m.tch,W l,,,.f,., n.Jtoll », H., Chri.lm,,.,.
j rovesciamenlo e lutlamenlo al- ^ conlrùlcur de caisse (6).
(HMIIdM ut V.rw,tlll.g .01 «•«■■"■ »■• CSl.vNIpp,,. s,v
Paiolo ■. ». a.. Mona™ B.. ."Tj''^; '.".'"."".rS ?;,""""•■ ''-
viera. Couvert de poche
. — . (ourchetle ei tun ci _
Reuist.a»
Hcrbttli A., Blelefeld. Oitoma-
na trasformabile in leiio a due
"otagill^nF. «T'eVii^ I. P'"^'*''^', , , „ ...
fu F., Norera Inferiore. Chiusura ^ .""'«»»•'■ »", '■' Neuu^.v-sur-
di bolllRlB (i) Seme. Mach. ne ù moteur pour le
0»ck M. e Click A.. Gòding. "^Hovage et poUssage des cou-
Service hvcienique k cure-dettts """JX (.0-
(i) -SI Hewllt i. .H., Birniinsham e
GMdU A., Vifievano. Cassa Walker J. ir., Londra. Perfect.
conservatrice del calore con rea- dans les clajseurs pour cahiers, fe-
ti va marini tta e fuocone per la u il Ica scparées, rellurrs lemporal-
■ J„ Stee:e a/R. Vasc
(file, avec rfclpient à
lour le d^jeuner (i).
tr O. W-, Si.' Moritz,
rvanl à servir les vin-i
: qui ne dolvent pas è-
. (61.
P-, Chemnltz, Fermagl o
(.0-
E. (Dilla). Diif
rtalìle per l'app i-
colori. Iucca ud
Szenirak App. pf
É.' W., Westminslct
bagli PC ualc (3).
Ih., Pitrigi. App. !
ffr Its fenétres, e' e
A-, Poschiiivo, Ut i-
■ )■ ■
L. GaiilMldl. Broo-
aifialcctlBg Conpaar
'erfei. nei recip enti
liquidi (6).
iciay Co .Ll»l(cd,
tMO AklIeatfcMllKA.
clbUiig e C., Kus-
lite «,).
C, Dresda. Innova-
I U., Fircn». BoOi
si ione per bollici a
a\ mobili (6).
I. M., Parigi. E
I pliiqties lourn;
i
I fer-
lenuli nella lavola Slessa {3).
Mirtini Bnnardl N., Borgo San
l.oren/o. Nuovo congegno mtcca-
niro di cambiamento di velocità
i\ti girarrosli e apparecchi simili
Murrl P., Firenze. Nuova pom-
pa a sifone per estrarre il liqu do
M liasclii, boiliglie, (usti ed al-
[ri recmienlì quals asi (ì).
Me Clprg R. O., Baltimora, Ma-
ryland. Sistema di chiusura per
bottiglie che impedisce di riem-
lir'e una seconda volta (6).
Me Lughlla J. R., Camandai-
•ua. New-York. Marmìtc (6).
Me NpK W. H., New-York.
lidon pour liquides inflammables
Mirabella A., Roma. Porta-ma-
lie, porta-penne e sìmìii, con d-
positjvo per pesare lettere, mo-
Mona Strvkc VeMcl*, I.IniIed,
.andrà. Vaso di carta Innovato
"r distribuire il latte ai clienti e
T nitri scopi (6).
Manti C. tu U., Milano. Cal-
ila semicirco'are a doppia parete
'r uso lavatoio cucina di alberghi
ristoranti (4).
Morbon* J. L-, Anversa. Ma-
line il laver (15).
MMhy A. M., Gue'ph, Ontar'o.
ipunta lapis (is).
Mnller E. e Klappcr A., Ditter-
;it-h presso Wa'denburg. Soste-
■ palchetti delle tende (i)-
I Ilaìia dal 16 nov. 1906 al 15 uor. 1907 127
O' Briea P. J-, Mobile. Chiusu-
ra per bottiglie da non potersi più
r;empire (1).
Onaul C landra. Macchina
OvUi A./ Milano.' Battiliquido
lecca ni co, apparecchio per batte-
e ed agitare i liquidi meccan'ca-
it.ile (j)-
PBraaiatll A-, Torino. Cesello
iprl-scalole di latta .destinate a
ParrMchettl C. e
C, Napoli. Cassetta automal
per impostazione della corrispi
P«lMr E., Brcsiavia. Nuovo si-
stema attaccapanni (i),
Pellctlcr J. E. L. e Manlcr G.
F., Parigi. Perfec. aux ha lèrcs
(j)-
Pcnolti G.. Torino. App. a chiù-
sura aulomat'ca per bagni a doc-
acqua calda e fredda graduato
con o sema tcrmomrtro per uso
di slabtlimenti pubblici, popolari,
idroterapici ((),
Pcrotta C, Milano. Innovazio-
ni nella slruclura delle casselline
e specialmente di que'le impief^atc
come salvadanai (6).
Plaiu B.. Peitenasco. Salici
perfezi
1 (.ì).
IO p«- 1 palchetti delle
Mailer f., Scherweile
Malici J. e eie (Soc.). Schaf.
lus^n. Disp, d'introduclion de
quets ile billets de chemin de
ou autre dans les casiers clas-
ir.j (6).
NewUt J. H.. Birmingham e
*lker J. ÌM., Londra. Perlerl.
11 Ics dNpositif'! de srrrage des
PlrlovH E., Milano. Grata smal-
tata igienica per confessionali (3).
Poggi D., Poppi. Nuova gral-
lugia nl.a Mondiale» (i). Appar.
per la dislribuzione automatica del-
l'acqua benedetta delle pllr-tte o
acquasantiere (1).
Poni E. e C. (D*tta). Milano.
Tende a tapparelle a catene me'
lalliche e freno automatico, con
giuoco di rh^aro-osruro (0-
Prnnkr E. A. e Hertenbcla L.,
Neuilly. Machine automa t. pour
le netioyage, le rim^age e( l'essu-
yajie des atslMlcs {.1),
QBaltrOCCllt V. fu F., Acirealr.
Apparecchio per la rapida mi su in
del vino ed altri liquidi (1).
Rnvcrl lì., Torino, Arnesi da
':'j|.
c
^
Bitceiti d'invenzione
Feuerbach.
à cbuuHa^e diteci (6).
egei F.. Lipsia, App^ir. prr
: e tenere i coprivivande
Biadi H-, Hannover. Mac-
ir tagliare il pane con nia-
dì conservaz one chiudibt-
I G., Basica. Rfcip'cnI 1
le avec d sposilif puur en
dcs porlioiia par des pns-
un levier (6).
J. B., Newark. e ^M>d-
I. E.. -Summil. Pfrfpzion.
itiiraccioli per turaccioli di
(o).
Iva J. C. Porcuilioia. Nuo-
ma di chiusura per bi.>lti-
migiane e fiaschi dì vdru
i la iuoaaadiU «HapUce
'fi. TcMpIal, Roma. Chiu-
iielica (li recipietili meliitli-
rnia tonda, quadra, retimi-
ovale, parujlclepipida, pu-
od altra, mediante lo coiit-
lo o di una romice di k'O'"-
lella forma approssimati vìi
ellaiifio'are od allra Cd al-
n una camera speciale (q).
la U. di p., Padova. Ela-
Ltra igienica nSordina» in
leinperalo per lei li (3).
r Brothen Llmlled, lAm-
rlez. nei rooKegni per ic-
ili dei fogli sciolti, formaii-
c('G. di C, Napoli'. <.Ex-
gytrjlyt L., Samobor. Ap-
indiiitiant Ics places ore 11-
us les IhWtres. ou autr"s
V^A»
lilascilUi ili Italia dal 16 tiov. 1906 al là ho.
Taragl-LaaoHlé (Socieli), Mi- pò per bollirne pfi
Inno. Disp. per astrarre da rer'u contenuto (i).
pienli n scatole li conlenulo allo Vendlltl A., R(
sluto di coiiaerva, salsa, estrado, rrcccanica diniposli
crt-nia, unEuenlo, grassi, vernici, «Vcnditliu (i).
colle, colori, paste. paslHIi, laite Veriter H. A. P
condensalo e sini li, e liquidi in ponali! pour déVcul
Toamaiinl E., Genova. Nuovo ii'iguido contenuto'
suKKelo di sicurejia in piombo VitU M. A. di I
per spediiioni (r). ou.Tantìpra i.r'pnlra
d. ^™„Ki .„.,.,.,. .„ cm„- *■;:?«£•;»-'
Unml* L. dì 0., Caslellainiiio- parecchio coniatore
re di Slabia. Macchina Ida caffi «-on relè nielaliica i
ad evaporazione diretto! sistema WeyermMB J., 1
«UssorioH (i). ble à dessm a\ec p
VadM C, La Clayelle. Bou- ^le et pouvant Slrp
chon à clef centra'e conique (3), Wrenles manières ((
Tire-bouchon pour bouchon com- WIUIb A., Sa'ni
portanl une def centrale (0- ^' capsulatje pour
V«U R. W.. New.York. Mìrìo- tous «enres (3).
ra.nento al'a scurezza delle buste Zm«IccUì $., 1.
(1). l'cirezioniiinenti alta sicurezza rhio per spandere
delle bufle (1). sostanze in polvere
VanmclU A, di A., L »-orno. Tap. zuichero e simili (y
XIX. — Filatura, tessitura e industrie comi
JtUrtuioiu e primo Iralla-unio dtBi fibr, Usiili - Trellamn
tuia di /tkUi t di ItiiKii — Stampa dei Itsiuli — Tilt arati i
Appaircehi piT miinrart r impaccali filali t leiiuli td aUri api
pir filalHra t ItisiUra — Matheiic — Fanamaiu — UtacchÌH,
Macchint da ricamo - Rfli t coi dami.
Acllcn-Guclbctaali der K. K. ntlt ZwelgmederUu
rrlv. Teppkb *»à MStw:tl«ff Fa- Harnien. Machine
briken vormal* PhI Ipp Ha*t e dispositif pour arr£^i
SUm, Vienna. Proc. el d spositif (b).
puur la labrcalion d'un tissu à BaaB F. C C.IC,
pliiiìeurs sysltmcs de chainrs (6). binruse autoniaiique
AkHea^cKlbcliaR tir Sdu-Bc- Baanirall ■ Splimc
leachCHB^, Berlino. Proc- et dispo- KitMcr e Rdchd, \
sitif pour produire le ni£lan|;e et nppareìl |>our hui
le refouement de gaz, avec rJg'n (ti). IVoc. de prod
j;e de l'iidniission |(V), f.renant (ncilement I
Barrii:»! E., Lione. Proc. pour Bdtrana D., 1'o
la rharc-e des soies (6). vo per fare i tuisl
GMcnicb. stoffe (0-
Bcmberg J. P. A
Drevelii d'invenzioiie
tr U. m. b. H.. Nru- (i'&pr mécaniqup (ó).
Apparecchio d'arro Cbapnun W. H., Porilund.
-datrid (i). Maine. Dispos. p«r la iiFulralixira-
llelU (Dilla), Lerro. ziune dell'e Ptlr'ciU statica su les-
a di l'DcvhcUo per fi- suli e simNi (i)-
Cbwpcntler E. e Rkhclle J..
F., \Vie!>buden. Proc \>rviers. Machine à fabriquer lea
;e drs matières fìbrr- liiises iiiétalliqucs (i).
En dVaux rÉsiduaires C«JI G., Milani). Allarcabuvf,
j lannin (i). sistema Coli (,i).
u J. F-, Zurìgo. I.ÌIV CorrM C, I.ione. Proc. et il'sp.
a perfeiionala per le- d aiimenlal on des barques de tein-
■a (:(). (are (6).
Villeurbonne. Appii CoMlkyM N., New-York. P-rf.
■rès artificiel sur fi's nella conleiione dei tessuti pelusi
>ule nature (6). latti con materie librose, lana, co-
H., Manchester. De 'one od altre (b).
ochea de filature (6}. CmirtecBllie V., Lil a. Proc. i-
Noniexy. Mécanisme Ifctrique de gaiage, de roussiasage
continue de la Ira- àes Rls et des lissus (13).
ni aui miliers ordì- , C«py E. e Frenati > L. Si. Gii-
les. aysieme de mouvemeot de bar-
ikry ud Elcctrriytle 'eUes. para lé.ip'pédiHue oppllcable
mpMy United, ifon- f" P=iB';"ee « à iétirage de lous
dans k banchimenl ''.* lextiles végétaux et ^K^ a soie
du co'on et d'ou're» "'"'' "l"* ^^ '^ '"'"* *' ^ Uchar-
ific irs ininrBil. V i-B donnage de retlp dernière (1).
.ns ks .ippareiU j re- crnmière E. PariRÌ. rri>c. pour
m C (Dlitnì Rir '■' '"l""''^"'''"' ""e '^ ="'« artificiel e
e i>., (Ditta), l*jr- „,
re pour 1 apprét des jj, F.rrtati S. Zlattl. Londra.
Machine il filer, doub'er et rptor-
>do
delti di doppio difillo ,
.n j;ariali, di lana e PelCtte E., Lure. Pert. aux pei-
e processo di ^lamp.1 oneiises (6)
■a volta sola, su mac- Dcilrée. WIcKlicr e C. (Ditta),
n ordinane (j). Haren-ieiVilvorde. App. de trin-
ilB, Rio de Janeiro. ,ure sp.'ciolcmenl di-st.n* i, la tpin-
per separare le fibre ture continue des écheveaux rH"és
Stigliare) ((.). m bande continue (■).
0. e F<gll (ir.ita), Diamanti H- t Lanpcrtl Ch-
Disp. per il cambia- Parigi, Proc. et appareil pour là
dei cilindri di arma- récupi^ralion des dis*o'vants i.'olali s
1 alla Kiilières. me- pniplovt's dans la fabriralion de la
" si Hiiiinano lutti i soie ii'rtiRc'elle (l'i).
li al piede del li-^aio DuMbì E., Milano. Innovaz'oni
onamento de| eletta negli apparecchi per t'incannnf^^io
indri di armatura (5). r stracannaggio d'-l'a seta e ali re
Caslellanza,. Proc. di fibre lessili (i).
intura in lima unii^ DaMn) L. lu B., Urcsiia. Riscul-
riliisciitli in Italia dal 16 nov. 1906 al 13 itov. 1007
dulore ad uso li'anda e relativo mec- tiiie à trailer et s'fcoulant lì
cunsmo per filatura (j). meni (■)
Dydyaiki H., VVhaJey Bridge. Qminitt £., Reutlinger. F
l'roc. pour produire des eilels de automalique .pour l'ensouple de
décliaree dans l'iiTipression dts tex- rière des méliers à lisser fol-
lile^ (b). G*chcr UeUaflUB QcbrUcr
Fvbcalabfikeii nrai. Fried. Ba- den Bxck, Goch. Disp. de HI
yer e C, Elbertrld. Proc. de le'ii- pour la fabncal'on de lils arlifit
ture uu nio\en de couleurB-sulfine isolés (15). l'roc. de fabrjcalion
(IS). IVoc. 'pour la produflion de fils artific.els (15),
leintes pour lisauii de colon et bine Goldmaa G., Londra. Proc,
('$)- apparcil pour la fabrìcation de )
Farbwcrke f*rin. Melticr Laclua mtures rembourrées puur v0(e(ni
« Braaing, Itorhst a/M. Proc. de (6).
trinlure au iiioyen de matières co- G«IIaad H. S-, Manchester. I
ioranlf* souWps (15). (ecl. dans les mule jennys (ti).
FarBwortk F., Nlam-hester. Per- Graaqaltl C. A-, Dùren. Dis]
fect. nppQrtf; aux machine; à ra- per la formazione di fili artìfii
FelU E., C'aMi^lione Olona. Pro- Groulaub C. R., KainicI
I-esso per tìngere in colori allo lol- Proc. di tesatura e te'a'o per |
fo mediante la corrente eleltrca durre tessuti di crine (0).
(3). GaadagDl G., Kivizzano. >
Ferrerò G.. Monralieri. Ccmte- vo metodo per ottenere fili bri
impili di spessore e larghezza qu;il- chi dalla cellulosa del comme
Pith Cb. B., Doi-er, New-Hnmp- Gotte F. (Dina). Rekher
shire, Tfrli-ct. upporl^s aux app:<- Machine ù pller les tissu^ (1).
rrìi de sÉchage pour lissus de toi- lo Haack M. e KnoUaach
le papier ou autres analogufs (,i). Zyrardow presso \'arsavia. Aii|
Friedrkk E. W., Blaton, Hai- de era^ssage pour broches (1).
miul. Tror, d'augmrntation de la Habcrcr H., Rodewìsch l/V<
sol dite des fibres arlìfifielles et spé- tland. Proc. per ricamare a gic
cialemcnt de leur résistance conlre (ic).
Tai-tion de l'eau (6). Habn P., N:eder'ahn Stein. N
FHrtI G. DoancrlBiark', Slellin. china per la mercerizzazione de!
Pioc. de (abrication des fils éasti- |o in matassa (4).
ijues (15). Handc'iBod indnstrlc GcicUi
Gabler J., Miilhaiisen, A'sa/ia. mll beicbrinklcr Hallnng (S<i
Boitp à navette pour méfiers A tis- là). Berlino. Macchina intreccii
ser h rhangemtnt de bobine* se ce per il riiestimento di cavi, e
zontule (i). lazione contraria (6),
GagcdeU A., Don. presso I.i le. Hanairt Fr., Roubaix. Mucl
PerfiTt. dans le blanchimenl des digraisseute es-orruse i, su(
inaliÉres texi es végélales teli'": que pour les lissus en large (i.O.
lin. chaovre, ramie. jule, roton, Hant H-, I.e Val-.^jol. C.àA
eie. (<i). pcur bobineuws et outres mach
GcrMa S. e Aliati G.. Milano. A tension variable (i).
Tessuto di sxiirezza per ìmba l.ig- Hauf M., St, Quentiii. Disp.
gi, invo'urri, fodere, ecc. (1). stiné à taire des pia tissés de f
GlHler H., Molshcrm. App, pnur genres et de toutes grandeurs.
\e tr.ìilenient de In laine, de la mi- travers dei lissus de n'importp i
laine, dc<i Tils et autres matières le nature et npplicab'e & lout
tfililes au moyen d'un liquide en- stime de uiélier mfcanique k
vojd sous press'on à travers la ma- ser (6).
132
Brevetti d' inveìizioiie
HaHVCttC i. Em Clemiond-Fer-
rand. Navelie à regulateur auto-
matiqiie pour le deb t et la ten-
bion du hi de trame (6).
Hcberiete e C (Società). Watt-
wil. l*roc. pnur mcrcórisér les ma-
tìères textUes végétales sous toutes
fornies et en particulier à l'état de
bourres ou de fk>con8 (6).
Hofer G.t Torino. D!spositif
pour la substitution des navette*»
dans les tissage à coukurs (3).
H^ffliaM P. e Fischer A., Bar-
men. Macchina per intrecciare (i).
HefOMUi Fm Torino. Procède
pour le séchage rapide, après tein-
ture, des rubans de coton, ou au-
tre matière texstiie, obtenus à la
carde (3). — Perfectionnements
dans les ourdissoirs (3).
HMMgger W. J., Dresden Plau-
en. Proc. de fabrication des douil-
les einployóes en hlature, au mo-
ven d'une machine à deux broches
05).
Hntcklas F., Harlesden. Svstè-
me de rouleau pour machine*» à
préparer, peigner, filer, doubler,
retordre, et autres destinées au
traitement des mat'ères fibreuses
(0.
Hntcklof F. e P. VllUim A.,
landra. Méthode et appareil pour
la couverture d Anies en fis métal-
lique, ou autres, avec des matières
fibreuses. (
Raitser Cff Lil'a. Appare! tor-
réfacteur pour l'industrie textile
Kassacr J., Reichenbach. Soste-
gno per rocchetti da tessitura (i).
Kcttliag e Braua (Otta). C'rim-
mi>chau i/S. Clindro per la di-
slustratura dei tessuti (2).
Klani F., Xeu-Rettendorf. Sy-
stèrne de traction par fils méta li-
ques puor la commande du chas-
seur centrai des m^'tieres ù tisser
doubles par les deux chasse-navetle
pxtórieurs (6).
Klein, nnnéi e C, DUs^^eldorf.
Macchina .filatrice con dispos tivo
unìettalore per confezionare da
striscie di carta be'Ia e fatta, hli
atti alla preparazione di tessuvi
di caria (6).
Kolttcl B., Dresda. Navette à
pince pour tissage de crin (6).
Kel.aiaaa A., Trieste. Macchina
per tessere reti (1).
Karaelt £. e ThOBMS A., Gand
Proc. de fabrication de fils et tiì»>
sus par une utilisation speciale de>
déchets de iin lavés provenant de
la filature (6).
Kawaifcl M., Varsava. Proc-
per la produzione di una nias&a
d appret lamento (1).
Kraeaer e vaa £lsherg GeacU-
ichaft wàX Ktdutakter Haftaag,
Colonia s/R. Proc. pour Pimpré-
gnation des tissus (1).
Kranat A., Ronneburg s/A. I^ro-
cède et d i sposi tf pour la confec*
lion de lisses en tìl metal. i<]ue pour
lames de métiers à tisser- nìacht-
nes Jacouard, etc. (i).
Kreaxler ti. (Ditta), Bannen-
Unterbarmen. Macch na per la con-
fezione ai fusel i delle trine a due
fili (6). Macchina a fusellr per U
confezionamento di trine a due fili
con portate parziali consistenti di
due doppi piatti, ciascuno con un
fusello (6).
Krupp F. Aktlcngeselltcliaft, Es-
sen. Demarreur automalique pour
électromoteur à courant contìnu
fuiagwarth R., Maicy J. T. e
Naylar G., Manchester. Perfect.
apportés aux apparei!s emp'.oyès
pour faire sub'r les op(h*ations de
teinture ou autres, aux matières
textiles en fìl ou sous un autre
état (i).
Ininicr A., Su'zern. Changement
de navettes pour mètiers à tisser
(•)•
Jackson A. J., Ashton-on Mer-
ser et dans les d's-positifs pour
changer automatiquement les can-
nettes dans les navettes emplojèes
avec ces nìètiers (6).
Jucker C. e Vlmcrcati P. T.,
Castellanza. Stribbia universale per
la pulizia ed il controllo dei fì ati.
(12).
Jucker C, Vlnercati T. e Zan-
niai G., Castellanza. D'sp. pel ta-
giio delle agugliate estreme del'e
bobine in uso nei le'ai automatici
(3).
rilageiaH in Haliti dal 16 uov. 1906 al 15 mv. 100'
J«t« e Stai ladattrk AcU»- Nogaro. Macchina a tnici
Qet€Ìitck»U, BudulKSI. Proc. elap- t cci di canna palustri (i).
Iiareil pour oblenir les (ibr» ita- MauM C. H., Oaklan
'i es d*s roseaui, jonc» et ana u- tìfr perleclionné pour lis»*r
Laager E., Breisach. Tube pour j
ciirouler la soie k brodcr, le fiJ, la I
Itiine, e(r. — Rucchriio per l'av (0)-
voiKimeiilo dcllu seta da ricamo M«iluii W., Allrincham
(i). W. H., HeaLon Mrriey. 1
Lcorenl E., Turcoing. Nouvtau app. aux sy^ièmes d'ép.ssi
tìssu de flanelle (il. ciblps (6).
L-HBUUcr H., fariRÌ. Garnissa- Miti* R.-H.-D., Roufn.
f;e de cadres pour la Icinlure des veau pror. pour laire sur
i (3)- des carreaux ou auttes dess
. Proc. per inipression (4).
1 smaelìun< MI "
Utdltcs S. A., Barmer
Pi-oc. (1,0.
a pr^paraiion d'un prò- Miller A., Georgswade.
I à parer le* liU de so di labbricazioiie di cing
uColton-I'asleu (r), paci di es>iere adoperale coi
Fibra ISoc.), Mon- cedan«> ale cinghie di cui
za. innov. nella cMlruzione dEi va- Mtlter F. (Uilla), M>
5^i da carda (d)- Gladbach. Dis^itivo di li
Maalfaltura Hai. Ctagblc Mai- ' <>"« p«r i rulli curdalori mi
(ani < Mwoal, Mi ano. Lmghie di le delle macchine cardatrici
riÌLip di cammello con bordi in '""' (')■
cuoio intrecciti tì^suti assiemi al- »">-'« 0- *• f- B"-:i"<
le cinghie {2). Innnvaz oni nel e f" laminage pour filament
cinghie tessule per trasmissioni {]). '"(')■
Maanlaclure de MatKrci Colo- "«""MB i-, New-York
ranlti antt. L. H. Dnraad Hh """ V9^^_, •'^ "■","'""'." "'
««ala t C, BasHra e Huningue. P°y' t"' ■)"<'"« ^ hnllam
Proa de teinture qn cuve drs *■"* (','■ , , _ . .
,0 orini., d. la *i. dn gnl o- "•"» '■ '- C™ ^ App
rviininps M de Inirs dérivis (6). P^°^- nouveau pour I itoufi;
MmMl. C, Ch.UK. R.«l.....o '°fSltoi£«. "wuIhJÌ
Kamn ganuplaatrcl.
, secondo il
a al capo ìnierio-
lenu.o (ermo da appòsita' a"ma'ù" °„^„J^I^\ mosen.isi fra
léi'tTLve'iVes cfrculavÌ»"h^ '^'' «^t^Ì^^T. W.ri^lon:
ri'onTaJe» (")""""■ """""' "^ nelle macchine per far funi
MatliM e P:ai) Llnlted, Londra. Noiibrap Looai CoMpaav
Pi^rfwlionnements app. aux chas- Pertecl. app. et relallfs a<
se-chaine mécaniqucs pour mi-itrs ranismes làcheurs des nU
ù lisser. oudissoirs, etc. fsser (ol. MécaniFime de re
HathkMB N. M., Copenhagen, meni automaiique du lil d<
Traltemenl pour augmenter la pour métiers à lisser (q).
flotlabililé des (ibrei v«gjtales gar- ObwMahr J. O., I.arr
nissant les vElenienls, ceìntures, DispositiF destine au iraiten
clr. de sanvclage (i). fibres lpiti!es par des gaz
Maara V. fu C, S;in G'orgio (Ti liquides {{•).
1B4 Bret^tti d* invenzione
Ogdicfl J. e HilJ J., Bradford. les métiers oontinus à filer ou Jk r<
Pèrlez. nelle macchine per fi are, tordre (3).
torcere e raddopp are i fili di so* RmtA Q., Portici. Processo ci
btanze fibrose (b>. macerazione industriale mìci^obio^
VMi OnMy !.. e Wcttdentache logica di piante o frammenti veg*.
TkoBCspliMpiuU-Werfce G. v. b. ta i, per mezzo di fermenti pect ci
M.t Berl.no. Congegno per il trai- aerobici in corrente gassosa (2).
lamento delie corteccie di verghe R«tli M., Li. la. Perfectionne
di salice o di altre parti di piante ments dans les peigneuses (6).
provviste di libro per ricavarne del- R^asscan A. £. M., F*ari|;i
le fibre lunghe alte a la filatura Mode de traitement des fibres te.\-
(1). Trattamento della scorza dei ti es végétales telles que le lin, le
vimini o rami di sai ce e altre par* chanvre, la ramie, etc. (15).
ti vegetali fibrose per ricavarne RnMai B. e Grìtti A., Torino,
lunghe fibre cafKici di subire le o- Nuova pompa per estrarre Polio d.
perazioni di filatura (1). lubrific. e specialmente dai fusi
OrtluBaMi A., E berfeld. Métter de le filature (3).
à tresser pour la fabricatìon de RbkabÌ V. fu N., Alzano Mag-
tres<es à dess'n, de ganses et de giore. Nuovo attaccabave elettrico
iressfs du genre dentei.e (i). con motorino a sfere (4).
Patchtocr L., Ix>ndra. Proced. Roth F. J., New- York. App. h
per la preparazione d*una salda ornementer les tissus (6).
per lati ed altre mater e tessili (6). Siy|« M., Ramboldo. Forchetta
Palacr I. £., Middleton. Perfec. elettromagnetica per l'arresto del
app. aux guide-fils. telaio da tessitura (^).
Parks E. F. e Wardwcn S. W., Sandbcrgcr F., Freystadt. Ru*'o
Provìdence. Tresseuse rapide (b). per filatolo per macchina tipogra-
de Perlai V. A.» Rio de Janeiro, fica, e per laminatoio con guam -
Perffzionamenti ne la produzione tura di alluminio (6).
di fibra tess le e di po'pa di car- SchielUbaam R., Manchester,
ta (6). Perfectionnements app. aux grille^
Pnchert F. (D'tta). Rupperts- des ouvreuses, batteuses et autres
grùn-W'erdau. Battitoio a spirale machines à préparer le coton et le*
per fibre tessi i (6). matières fibreuses (1).
QnlgnOQ 0.4. B., Parigi. Di- Schcwczik S., San Remo. Pia-
spositìf poufv le tìssage rapide à que de chaufìTage pour sécher les
plusìeurs navettes (6). tissus (6).
Ritlgoicr e ClercRcaiad (D t- ScUefaer T. E., Ber'ino. Proc.
la), Lione. Machine à biaiser les de désagrégation des fibres de jute
fils des tissus (9). (6).
Rebba A., Oslo Sotto. App. per Schmldt E., Colmar. Perfccl.
levare le coste alla seta filata de- aux métiers contlnus à filer et à
stinata airincannaggio (3). retordre (6).
Reaard Frères (Società). St.- Schmitt J., Belfort e Handschia
Luhin des Joncherets. Métier pour E.t Masseveaux. Appareil à teìn-
la fabricatìon mécan'que des tap's dre déinontable (3).
à polnls d'orient, persan, enrou é Schaek H., Vienna. Proc. et di-
et autres (15). spositìf pour introduire des crin^
Ringenbach E. Remiremont. Pro- ou autres fils de trame dans le pas
cesso per candeggio (1). (6). Aiguille de prise pour métier
Rogcrs C. R., Melbourne. Proc. à tisser pòur lever les difìTérents
ed apparecchio perfezionato per crins ou simila'res de leur botte (6).
macerare, sgommare e quindi ri- Scliopp*s E. SAhne e Reichert's
pulire e essiccare materie fibrose Sdhne (Ditte), Vienna. Systènie de
per ottenerne le fibre (6). tissu à dessin ou ornamentation
die Rossetti C, Parigi. Disposi- (6).
lìf d'entrafnement du curseur dans Schnbert B., Zitiau i/S. Proc.
riliKiali in Haìla dal IS nov. id06 al
rocchi per ùngere le bobine (i). niatières cou
ScbnMrl M. e Recfatilti O. KoU- SoMtt tu
hu-. Kubaniiiesure ^'enruuNini a- de Fllalatc,
vec les rubans, les Étofles, les den- porl^ aui ;
te!les fi les R.ilons (j). (6),
SMlCMaiiH G. • Sflhae (Diia). Soc. Ah.
Neiisiadu a. d. Orla. Prq.iesiq SBOeck, tii^
ed iipparFrchio por l'indurimenlo piai
:i (6). SMlélé Ah
:el, Schi "
Sleber M. naia Ftailel, Schon- Basilea. App
brunn. Mélier à tìsser pour prò. à lisser à eli.
duire des tìssus à lisière courbc (i). de cannettes
Slnw Ch., Pallerson, New-Yer- pour niétieri
sey. Proc. pour charger la soie (è), rient auloni
SlMM E., Villatranca e Wcckcr- produisant d
Ila J. B-, Lione. Proc. et appar. zontale <i). J
pour le vap^risage des libres lex- <e dei telai
tiles à la continue k haute tempé- per inserire i
ra'ure el eii volume réduil (14I. vetta duranl
Spati E., New-Yorlt. Prot. de (1).
leiniure des iis^us (6^ Soc. Aa. 1
S|Kr,liig {■„ Neunkirchen. Di- graad e Ce.
s-pusiiif d impression de divisions Soc. Fraii
de mesures sur des bandes d'itol- PariRÌ. Fiiléi
ri" ou siniilaire (1). arlificielie ((
SpUgler B. e Sflknc (SocieU). Soc. dei t
Vienna. Proc. et dìspositrf pour re- tograpklqnti
parlir rjgul .èrement les batns de lll(, Lione.
leinture tt Ics ({ai djms ta teinlure lion de lext
et le blanchinient suivanl le sv- de colon niti
»[ènie en paquet, de fìlés en bob'l- SUaUI H.
1 dispositivo tosatore au-
SocletA Anon. Cooperativa per
la tladIoiiaiBra e l'uMgglo delle chard, Mass.
«le ed aUnl, Milano. Perfez. nei corde tnlreci
processi di carica delle sete coi Slrltcr J.
composti di stagno (1). canneto di e
Soclcli Adob. Cuteoilcio L)|(u- bobine o tck
re, Genova. Telaio a battente broc- Siaceli) L.
calore (spolinatore) (3). Innovazioni
Soc. Ab. fabbriche rloBlIc For tìiande da si
Mcall, Curale Briania. Innovai. Tetteuolre
nelle navette per telai meccanici de ferme! uri
(t). tuves empio)
Soclcli II. per l'iBduilrla del nement des
leitutl (tauipali, Milano. Proc. per Tbielc E-,
lingere su macchina contìnua arti- la produzion
coli in bleu indaco riservati (6)> ciali niedrar
Appar. pel candeR|;>o continuo di (ii).
I»«uii in larRo (1). Thlele E.,
Società G. Jòtepky'i Erbcn, d'apparcll p
Dieveili d'invamime
«)i» arlificiel:e (i). — Ptoc. per la
produz. di fibre tessili ariiUciali da
soluzioni di ce'Iulosa (14).
Thkie R. « LlnkMeyer R.. Bru
il guida-cinghie di un banco a fu-
V«igt P. R., CliemniU. Rotel'a
di pressione per il sollevanienlo
ella bobina nelle bobinatrici (6).
Wd* A.. Worcester. Perielio-
amen ti nei macchinari per fare
k) di crini di cavalo (is).
WcbcNi S. A. O. (Ditta), Già-
Mia. Carde - cbaines inócanique-
lent aclionnés pour méli«rs à tis-
r nuìcaniques (3).
Wcycri e C. (DUIa) e N«n-
■■B E.| Crefeld. Ròcrpteur pi
ansiiietteur autonialique applica-
le en parliculier aux machines à
onstruire les lìsses (2).
Wojair E., MonUgnana. Aletta
ei- fusi da filare (>)-
ZlaaermuB W. P., Schiine-
erjif. Dispos Ilvo per fabbricare ì
astri di velo cuciti (6).
Ztfftr E.i Vienna. Machine
our mesurer, cnrouler et couper
E lonuuer les pìécet d'ftoDes, eie-
S).
USO PERSONALE.
Batc» PtTcy A. C, landra. Dì-
|>osilif d'attaché perfectionnf pour
bjets d'habii einent [n).
Bavulro ti. B., Uenova. Re;-
i mutande Ul
atttUKl e. San Cresci a Cum-
li. Sistema d'innalzainenlo meC'
Bilico del;a formu della lesta ne;-
! macchine per cappelli di pan ia
1'-
Bingcs 1.,
/M. Bottone
(Ditta) l-'rancoforlp
ricambiabi e per 11-
e nei vesl ti Q.
Hohcnems, ft'oral-
"fiCk^T"
erR. Nuova
crai-atla a rete d
rilngctaii in Italia dal 16 noi). 1906 al 15 nov. 1S07
recchio per infilare gVi aghi da cu- Fedcrcr S., Praga. Attar
ciré (i). eravate pour cola rabaltus li
Bouwdcl B-, Ncuchltlrt. Dispo- FUugH D., Clayton'lc-I
sitif de ttxacion ars manchettes Lancaster. l'eriez. nelle ma
aux nianches de vttements (6). da cucire con due rocchelti <
BStKk J., Wiirzburg. Bolttne uno superiore ed uno inferioi
h ('las^iqups (i). Fklicbet U., Milano. C<
Bonlln E., St. Claude, Jura- con ^iurreUiere allacrale a
Dispositif pcrmeltunt de varier ie stremilii superiori delle strccl
tour de r£[e de casquelles (6). corbello e .pendoni! lungo
Boaqnla A., Blnche Devanis et detto iiBIandom (.i).
revers pour vèlenienls (5}. Fscflcr e Barfli (Ditta),
BrcMlng C, e S^d (Dilla, Sol- zheim. Bracelet - cliainette
Inu, Hannover. Macchina per di- chainons reliés par des eh
stendere il cuoio sulle forme per (6).
„Li ^ _ »„..- . „ . Milano. Cerniera per la fat
zione di borsette (1).
Fowatl E., Milano. Contrt
BarrM^ìit R. E. 0., New-Li- P^r tornio a ritornire boHoi
shenrd, Ontario. Proc. ed apparec Friedll«def A., Zurigo.
chto per pulire i cannelli da pipa l'onomenti neeli o.iibref.i (i
(,). "^ "^ '^^ 0. Pvavktal, Milano. ]
Cm«[ D., Roma. Sistema di '" diminuente biforcata (3).
fabbricai, di scarpe (3). Utrbtol P., Como. Telo d
CastlgUMU 0. rn L., Roma, da trasf^tnabite a mantello
.;„„, ."^vibile e di ricambio per OMp«riBl F., Milano. P
[■alzature in genere (t). ^ P*' ""'^ ^' bottoni 1
?,Wa b^r'- ''"'e '"f"'' 'l''l'''«
lerali (3). Gancio appendiborsa per '^f togliere al ferro la sui
borsetta da signora, da appi car- ''''i* '-}'■ _ „ ,. _..
s= alla cintola (1). «•"'«" ^' ^"1 "."■ ^"^
DcdHlat W., Breslavia. Tacco
elastico per calzature (i).
EcUrl F., Hesien. Suola per
scarpe con anima a spirale elastica
di acciaio (1).
Edfclu W. J., Btrtiiingham.
Metodo per fez. per fissare bottoni,
prtni, dispositivi di fissazione e si- froì'teTÌM ...„^„„. .„,.
nii.L oggetti picco.i su cuoio e al- H«deMoa D. Ebcncter.
'a allungabile pei
ìcìbk' M., Guben. Mach
H. • C.. (Dit.a). gambale (,).
Ch;m«ure "lournee uvee senu le Uttm. Jortl t C, Solinge.
e-Meneure doublé (o). spoJtif ^^^ regler la haute
Enic OeMarrckUsclM Jole Spio- coupé dans les tondeuses (6
■erti Ud Weberfi, Vienna. Scar- HaUniuB-i Slaerkcrril
pn con suo'a rivestita (6) AkUcagtfdbcbatt, Salzuflen.
Flklala G., Milano. Cordone di chine à aniidonner (g).
sicurezza per cappelli, dello ocor- Hniteildubcl E., StuUgarl
done Rlovian (2). lacco mobile per copertura d
FiMU ForchcrU» < C. (Ditta). brelK (1).
Alessandria. Scarpa leggiera con Kaaplc F., Kaaipfc R. (
tomaia di tela e fondo di cuoio pie O., New-York. Svsl, d
(i.i)' solr de siireti (>>),
MulfatlDra di pellami e uL
Inrc, (Sue. an.), Totìno Sistea
jì rinforzo delle cuciture fra le ■
Lcrr^e punì del loniaio (6).
MarchMl 1. N., l'arma. Bu^
■]- Mukc F., Schneidrniuhl. Pax--
ie (ebillM avec bracelec li).
Mclilcr J., Lione e Kcy J. M..
□- RiHinne. Troc. et appareìl pour • ^
frage simullané» ilcs e oches J«
e- ihapillerif.
u- Mtriet A., PurlRi. Vèiemvnt p.
aulamobiliste (i).
>i. Meucra ti. e Mcucra M., Àc-
;1- quaserìa Sani 'Abbondio. Macchi—
na per piegarp e tontlere le lese
a- dei cappelli, gli orli delle bprrcli*
>i> e simili (6).
u. M«lraar* T., Im>U Belb. Si^ic-
ma mobile per sostituire ne le
1:- (ilo ale comuni spoktle (i)
a- Itm E-, Zurigo. Chambre noire
e- portatile U).
M«orc M. RkhardfOB, Londra.
ne Metodo perfezionalo di confezione
vesiill (.il.
"— aeW, "
(Diu,
«■ .,. a (5).
MMkovltt Fukai, Bcrkóritt B.
o. « Uflaibcrgcr E.. NaRivarad. t.s
ur tenella di sicurez7a per capi di
vesliario ed altri ORReltl (1).
,c- NobU J. H. e TltMn a. m. b.
le H, ■■
bai
o. Nclkichc Werke, E. NsOe.Weis.
0, Rpnfels a/S. Machine à mnnter les
chaussures munie d'un méruni&me
>1- Bulnmalique servant à allarher
T- tempora! rement la pointe de l'cm-
ii. peiK"». pour sa mise en forme (6|-
I*- Montrute-senienceuses pour fa bri -
in qurr les cliaussures (6).
Nwzl M. lu M., Vercelli. Atr
et par. net la slampa simultanea di
>r. pili di due bottoni dì corno di-
nt sposti in più colonne indipendenti
Ju (>).
Orlandi L. di V., Ruma. Bul-
ana. Macchina per la
iroduzione completa di spi! e da
rilafKÌati in tlalfa ^hl IG nov. 1906 al i5 nov. idffì 189
ppi-lalmente i co! etti inar
Pap B., \'ifnnH. Di-f>(»itivo por Singer Mina faci or Jig Conp^BT
irare su le vcsU dcl'e signore (d). Kilborrie. Syal. perfectioniié de
ParMMt A., Newton, Lrwton machine ù coudre (i|).
.cnts; M«rt«B J. A., I.eirpiter ; Spaulnger F., Siuitgart. Con-
■' '"--' " ■ ■'. RPRno per alzare le vfMi composto
d; due pPzKi scorrevoli uno tlenlrn
■ la (orme des bo'lines l"a irò ad arresto autoiitalico (d).
ei cnuiisGurcs (6). SpircUa Company, Mendv Nf,
Pcarcoa H. P., Aberjslwylh, Filadcllia. Pa. Dispos livo per ren.
riatles. PerCez. nei cappelli dì pa- dere rrgrdì i busti o vei^litì (6).
^lia, foglie di palma e nimili (6). Sjribt P., Schmiìl'.n. IVoc. per il
Perai» C, Milano. Scalca p<i' iBe'io deH'avorl» ve^elale per la
(tiinalori (i). fabbricazione dei bottoni (i).
Perrìa A., Saint Caudc. Per/. Tagliabuc C. J., New-Vork.
Poh* ÌF. e., c Vlal L, NtineE. niécanluues ou de ^iHreld (6).
Frr k coulisse pour curdonniers Thltrlag MaachlnenbaH-U. n.
(()■ b- H. O. Helkr, Weissenfe's a/S.
Prlnlz t. C, Lussemburgo. Di- Oispos. de cloua|;e applicable uu\
spnsitivo per protrgi^tre gli orli macliines pour la fabricutìon des
infpriori dei pantaloni dal logorar- chaussures (61.
M e la ca'zatura dallo sporrarsi Tlbaldl, Cupplai e Bcadlal (Dit-
ti), la), IloWna. Spilli con lesta di
Pryia A., Stoiberf;. Machine de- vetro a foriua di dtamanle {iV
stinte à fabr'.quer auloinalique-
menl les «léments inférìeurs des
bouions press:on avec ressorls ae de formalion des points dans les
leniieture passe» dans le^i entaìl- machines A coudre (t>).
les de ces ftémenis (6). Machine *M TrEtkaw O., l'iirKtenwal-
pnur fabrìquer au tomai Iquement de a/Spree. Appui de dos pouvnnt
ks iMt^iiients Inférìeurs des boutuns se monter sur les canne», biìlons
pression avec ressort de fermetu- ferrei, etc. (i).
re passò dans les enluii:es de ces Tarnet H. H-, Torner A., e
Wments (6). T»Tl«r A., Denlon. Perfeziona-
RappcnUKcr C-, Frlburco. Nou- menti nelle macchine per applicn-
veau sysi. d'acrafe pour i-etcìiienls re la salda al corpo dei cappelli e
ou objels quelconques (i). specialmente alle tese dei medesi-
Roc A. J., Dieppe. Sysi. de (a- mi (h).
bricatìon de chaussures (6) Uaitcd SbOC MachlBCrjr Coupi-
Sslvuccl O. M. e Glrota C, Mi- aji Boston, Mass. Perfect. appor-
lano. Pantaloni di speciale confe- tés aux machlnes destinées A as-
zione che permeile di usarli a due sembler enlre elles des parties de
diritti (.1). chaussures (6).
Sattlcr C, Steglitz. Macchina Unlttd Sboe Macblncry Conpa-
per fissare la parie superiore delle oy de France, Parigi. Machine
srarpe alte suole di legno o di con- combinée à coudre el à niarquer
simile maliT^ale (i). les poinls (6). Machine ù ìnsérer
Sctaatl K., Hanau. M. Bottone les attaches (6). Machine servant
rnniposlo dì due parli, una supe- à tacer les empeignes (6). Perfect.
rinre e l'altra inferiore (i). apportés aux semelles int^rleures
Scha:i R., l'forzheim. Bouton ou premières pour chaussures, et
de manchelle (6). '■> leur (abrication (6). Svit. Ber.
Schabtrl O., Charlwienburg. vant it produire une liRne de
Cculisseau <It piirapluic (i)- vai! de ce sysiimc i i
lìreveUi d'inventiotie
d'arrft au- Wdbel A., Bprna. Disposirif de
el appareil r^;-|.„- nour craval« (Oj.
n des chaus- Werner H., Pirmaaens. Tacco
B Ire inachi- p„ cazalurc con stralo inln-ine-
(b). Lu. à'-o elastico e foRllo di ricoprìinfn-
pour machi
„ Wheerer ~t
™ riyg Coinpaay,
„ . „ Wbecrcr e WllioB Mwmtacta-
TìÌBianii ™ ''"^ Comptoy, Bridgcpori. Mac
Rì^.i'r'a ™" '" WWaer B. e WkdoKr M. m.
te con laslre Mincr, Druchsal, Baden. Mac-
rina da si-rivere tascabile con dì-
Ubcuipa M., ^iposiz. coiTipatla delle ieie de U
t. d'appareils tasliera e con sopporlo del rullo
'S rhauM^ures. della caria sollevab Ip (fi).
XXI, — Pelli e cuoi.
abtMì — Utilù
tamtioiu iU:it felli t é/i mei —
• cmoio — Itaiterrit (vedi anche
ClaM* XXi;- Choì arlifeia/i e
I F., Genova. Miller P. la G., Berj^amo. Nuo-
e.eltrita de le vo prodollq chimico dello «Sole.i
Tharax» per prolungare la durala
lerland. Lvee- « rendere im|>rrme.ibile il cuoio Ria
acchinario per concialo in genere, ed in sper .il
cuoio {il). modo le suoie delle calzature (0.
no. Macchina Nnreld R., Vienna. Processo di
- ^ ■y.'^"" •'' "-"Ha (6).
a raglio seni OetterrelcliiMli* Plavlntfal Ae
i molo a.ter- tIeBgeMibchilt, Vienna. Produil
■ ^^J""™ P""?- proc. de fabricalion {^)!°'* **"
"P'm "If ".'' Ro-efc W. Grani, Cincinnati, O-
hlo, e Roach A. C, New pori Ken-
lek O.. Tra- J"'"p-''„S^'''J^; '** '""""Be des cuirs
;^ant'"'e"V^t Rtt"'"'» ti- '« li. B.. Torino,
ts d'animaus, "«todo^ perteiionato per la depila-
nte de chien ""."^ °^"'' P*'!' lanute di piccoi
(6). Sm. An. de Cnln e Cwirtlu
■witig *orn. '' Aiulcnarde, Beveria - .Audcnardi*.
, AkttengCKll- r'roc. de fabricalion de cu'r arlifi-
Proc. per la ='*■ et produils approchanls (i).
Wda« R., PoKgibonsi. Nuovo
Gaatcr (Dil- sislema per fermare [e pelli su al-
iio. Pr<M. per cune macchine per conceria (i).
lezza del cuo- Zatfalo V. In L. e LeoUa G. la
iabililà al.'ue- P.. Odine. Sistema per fornure
:..■ (is). ' cilura (]).■
..^.\
I HalM dal 16 nov. 1906 al 15 i
XXII. Industria della carta.
la — Faitricaiùnu della ca-la e dil carlont —
- Calla da palali— Ritalura r lierialtàia della
ra Itllirt e ea'loliHi — SaceAelli, icaloU ed al-
XtìuXm F. (D Ila), Ber ino. M<^ chine ù fu^onner Irs bords ita nia-
lels conslilulits drs culpndries i- (euilles (.-{).
phémeridw. drs blocs de rn,U5. de EIbct "W.. .Rhinelander, \Vis««i.
pillets el uulres, iiiiprimés au prt. sin. Perfccl. aus muchines à pii-
alable sur une leuille de pap er p\er continu, dilps mach^n» i<I''uur'
sang fin (i). MÉcunisme M'rvanl k drinin'n (b).
réunir lea feui.lets consiitutifs des Erfarl M.. Slruupi». Proc. et
rulendries Éphémérides, des blor:> :ippareil pour la rÉcupéralìon des
di- re\u9, de billels et aulres, im- maliirps résiduaires et la c'iiriH-
prinics au préalab^e sur une feuil- ralion des eaux d'écoulement dans
le de papier sans fin (s). les papeteries (j).
ABKber P. e Soc. dw Afpirdii Erkeni J. w". {Ditta), Niederau
dt CoaIrAle ti Camptablifté Anto- p^p^^ Durm. ria a cilindro olun-
BIII^M, l'arici. Disp. de carnet ^„g ,3 [àbbri.-aiione della (ar-
"làictgatapfA. E., Genova. Perf. '"f'^JÌ,,, e.. Berlino. Pile d.;fi.
nelle buste da lettere 0(. ip„,e ^^^ piUc a papier {(.).
Butte! t.. Parma. Copertina a U,l|l A. lÌ» V., Milani. Busta
pari, staccabili le quali p«.s«i« j^ ,p„p„ sicura contro qua unque
servire «ime rarto.ine poaa 1 (j). „ianomis-ione (i)
MgelKril T., Mila,» Disposi- q,„„, ^ 'j,' q p„,drn„,r.
zione per teiiere arro olate e poter s,^„„, |i„ applicabile ale niac
svolRere faclnjente s^is,-,e di rar- ^^^. ji" ,abbrkaiione della carta
la, tessuti, pe.li ed aftini (j). . >
Bsriykaw^l B., Berlino. Papiei
' "" V F-rpiri
Brlon A. Ei. New-Vork. Ma- M^frl'ina per^la«1iareja caria (>).
chine à enveloimer (6) '" '^"""'- -naccnina per
Carp^Ikr t" Zurigo. Feuille "'«^'•fgare caria, nastri tessuti K
de rabVica^on de dos à ^«lets (6). ™ì,':;i^Ì!^'""rt P*"^""' O).
Ctrtr.. Marrrt e CI? (So,!;. ,,"^7^^ nour Vend;e u'ìl^l^
ti). Parigi, Kabricat^on de boites "*'"=*■ • C"^" POV"^ " ,.f '* P"'*"^'^
cn canon emboulies et estampies " '" ""*"» P'"* ««''d". ""P""
. . nitìables el iiiallai|uables au\ ac -
CoHlBiI* W. R., Wimbledon, <!<■* *5Ì- _ .. ^ ^
Surrev. l"r(. dans ies machines et .0«); 0., Neustadt. Cassa da-
Ifurs " an-essoires i fabriuuer les spira^lone senza pareti scorrevoli
boites (l>) P"^ macchine di fabbricazione del-
D«\iei'D. E., Londra. F.nvelop- '^ ^"*^ ('>■
p« fabriquécs eii bandcs (h). fiB«k» F., Roma. Calla armala
DlM« A-, Livorno. Busta per siMf.iia (jualco (1).
rorr spnnden/a con orchio (raspa- Hullnck Cdrt A., Manchester.
reme per cvilare lo M-rittura del. Perfez. nei meccanismi per ppriw-
rind^riiTo su"la medesima (i). ^are fluidi sulla superfìcie di caria,
DHWtlad BrMhcn Uè. (Soc). e te>sii(i o simili (b).
Mickay J. Hiyward, Londra. Mii- Kahle W., Boston, Mass. Ma-
Bit velli d'hivtìuione
SaraiOB D., Iter:ino. Blocco d
caria per apparecchi da aSc:uKa
re l inchiostro, sedie da operaiion
e polsini (i).
ScllBlUt 0., Berlino. Troc. e
macchina per U fabbricazione di
"3'd,iridt'W..''schwerte a. d. R.
Proc. pour rendre impermfsb'es ii
les carlona
et d'aukes
Machine ;
la graisse, les papipr-^.
(les tisius, des étofTì^
iervant a produr* la
prtiiaration à i
imperni tables
SelTatk* e
no. Bulla di i
Iroid des jiapiers Rra»
et mod..re« (61.
Muli (Dilla), Mira-
nie (6).
du'é aRBlo
C.
. l'arigi. Cartoli on-
ré pour dlverses u\t-
Trtika V.. Kolozsvàr. Innovaz.
rH ■ t.,=te da lelirra ((■).
UJIakl A., Stegcd e UJIakl G.,
Kudapest. KorIìo per stamparvi aii-
nun'i. [ormalo con parti slarrabi-
W (6).
Viulh E. ra E., \apo'l e Ma-
théai G, J., Epstein presw [-Van-
coforle s/M. Metodo speciale di
estrazione della cellulosa e pasta di
\esina dalla pianta del r'cino arbo-
reo per la fabbricai ione della curia
Zuardo' G. B., Roma, l'erfei.
nelle buste da leltere (i).
ED ARTI GRAFICHE.
iiartt di caialltri — Slrrral/fir JUsc-
■h. t ÌUouafiil,^ - PrsdimcHli fyl«.
diirgn, a una ttik colati- faUfiaga;
■wrtt — Maechmt ftr copian — Piver-
«a - C<frala,i , i,ci/,ol<.,i ~ Atmt,i
(i). Troc. per la produzione di cal-
chi meUianrp impressioni panali
Badutcln R. e Engc B. E.,
Dresda. App. (o[n|-rufico sierico
per fare più (ologriilie cniuenipo-
BàcBlo V., Roma.
roiita);ne(ico per le
" b\hV. e'^BVe!^"
rilasciati in Italia dal 16 nov, 1906 al 15 not\ 1907 143
Proc. de fabrication de clichés pho- Perfect. aux machines à écrire (9).
totyoographiques à demi-telntes Cattaneo De 'Capitanci d*Arza-
(6). • ^o C., Mi ano. D.sp. per ottenere
Bennati de Baylon C, Torino, n sincronismo del fonografo col ci-
Compasso meccanico per il trac- nematografo nella registrazione e
ciamer>to delle figure policentriche riproduzione di suoni e vedute (i).
(1). Cavestrl A., Milano. Tavolo per
Berthold H. Metsinglinienfabrlk disegno «Eureka» {\).
und Schriftgiefferel A. G., Ber- Compagnie Gén. de Phonogra-
lino. Macchina per fondere i carat- phei, Clnematographes et App. de
teri da stampa (6). l'récision, Par*gi. D.sp. pour le
Berthon R. e Gambi J., Lione, centrage des images dans .es app.
Per/ect. aux proc. d'héliochromie de projectioms cinématographìques
composite en vue de la fabrication (3)- Machine pour colorier meca-
industrielle des produits (3). niquement les films (images ciné-
Berti C, fu P., Vignola. Dìsp. matographiques) (3).
di trasporto e distacco di fogli dal- Compagnie Internationale de
la manomacchina al feltro esscca- T Electro-'l ypographe Méray e Ro-
tore (3). *■'» Joinv.lle. Machine à fondre
Bettoncelll F., Milano. Modo di les caractères (1).
fondere i caratteri tipograf ci a Conza C, Mars'glia. Machine
mezzo di compressori d'ara (i). à imprimer des annonces ou ri-
Binder F., Dornach i/EIs. Disp. clames sur les oeufs (3).
de nettoyage continu des rouleaux Cotillon A., Amières, Parigi,
d'impression durant leur rotation App. pour le tirage autonìatiquc,
(1). rapide et uniforme, réglable à vo-
Bianchi E., Torino. Trasforma- lonté, des photographies positìves
zìone delle matrici calcografiche in au gélatino-bromure (3).
matrici eliografiche atte a ripro- Dal Pozzo C, Suno. Macchina
durre infiniti trasporti su una su- da scrivere (i).
perficie litografica, in modo da De Andreis G. (Ditta), Sampier-
non richiedere l'ulteriore impiego darena. impiego del sistema lito-
delie lastre calcografiche stesse. grafico per la decorazione a colori
Blanpain F., Bruxelles. Appar. delK lamiere per Ietti di ferro (1).
photographique a miroir avec souf- De Luca D., Napoli. App. por-
flet (6). fatile per lo sviluppo delle negati-
Bower G.» Saint Neots e Gaun- ve fotografiche in p'eifa luce natu-
tlett F. W., Londra. Perf. nella rale od artificia'e (i).
fabbricazione di sostituti alle pietre Drewell H., Charlottenburg. Ma-
litc^rafiche (^^). chine à perforer pour la fabr ca-
Braiienr Ch. L. A., New-York, tion de bandes régistreuses servant
Perfect. apportés à la photogra- à la commande de machines typo-
phìe des couleurs (6). graphiques (is). Disp. de coupla-
Breitner E., Vienna. PAte à co- gè pour l'actiònnement des machi-
pier pour duplicateurs de toute sor- nes ^ composer au moyen de cou-
te, et procede pour sa fabrication rants électriquQs réglés par des
(6). bandes perforécs (15). Disp. pour
Browne E. J., Liverpool. Proc. la perforation des bandes registreu-
ppr ottenere fotografie policrome ses pour la distribution dans les
(6). • machines à composer (15).
Barg H., Mollkirch, Alsaz'a e Ducos du Hauron L. e de Ber-
VOO Jannez M., Remelfingen pres- cegol R., Joinville-Pont. Mode de
so Saargemijnd. Proc, et appareil fabrication autofnatiquie d'écrans
pour la composiiìon et la dlstribu- à divisione polychromes pour la
tion mécaniques des caractères de photographie d« couleurs permet-
imprimerie (6). tant la multiplication d'un m6me
Barg H., Mollkirch, A'sazia. sujet (3).
t^a —
144
Brevetti d^ invenzione
Daplex Prlattag Press Cmmftmj
Battle Creelc, Michigan. Presse en
continu, imprimant seize pages à
à la fois (6). Machine à fondre les
plaques stéréotypes (6). Creuset
pour appare! Is à fondre les carac-
tères d'imprimerie et les plaques
stéréolypes (6). App. à couler le
metal à caractères (6). Disp. en-
creur pour presses à imprimer (6).
Dii^aesae e Dockès (Soc.). e
Pastew Ch. D. A., Parigi. App.
avertisseur à débit réglé automa-
tiquement pour le gonflement des
articles en caoutchouc dilaté (3).
ElektrUiats AktlMgcscUschatt
v«rm. Schackert e C, Norimberga.
Disp. pour la m'se en position des
matrice» dans les machines à fon-
dre et à composer les caractères
mob'les (9). Proc. de réglage des
dispositifs de justifìcation dans les
machines à fondre et à composer
les caractères niobiles actionnées
par des bandes perforées (6).
Fischer F. A. O., Genova. Proc.
per decorare oggetti di porcellana,
smalto, vetro, maiolica o qualun-
que altro oggetto ceramico con
riproduzioni fotografiche, dì bella
e vera tinta fotografica, cotte al
fuoco, ecc. (i). App. per collocare
i fogli nelle macchine a rotaz'one
(6).
Fossati E., Milano. Disp. per
contare rapidamente piccoli ogget-
ti uguali fra loro, di forma rego-
lare (sferica, cilindrica, o qualsia-
si) a grosse, a centinaia, ecc. (^).
Frey J. H. e Frey E., Schafif-
hausen. Proc. héliographique pour
reporter des décorations et inscrip-
tions qui doivent étre gravées sur
verre ou sur pierre au moyen d'u-
ne soufflerie à sable (i).
Garbsch A., Friedenau. Appar.
pour représenter des images reflé-
tées de dessi ns (i).
Gaaltier P. L. V., Versailles.
Proc. de reproductìon photo-litho-
graph'que (6).
Geiser K. e Kehrll H., Berna.
Nouveau rou'.eau encreur pour im-
primer (1). Plaque pour impres-
sion** à teintes (^V
Graalf W. e Co. GeseHscliaft
mlt beschrftnkter Haftmig, Ber-
lino. Proc. de préparation de m\
chés (i).
Graphlsche Kanstlatalt M
Rlchter, GescHschaft tth bcschrii
kter Haftwig, Barmen. Méthol
pour obtenìr des négatifs aurotTpi
ques avec Texposition à la lumlèr
au moyen de deus chissis d fli
rents (i).
Gassosi G., Milano. Proc. p^
produrre su cartoni figure in rìi^
vo ricoperte parzialmente con ca
ta imitante la stoffa (3).
Hansea-EdekamMer I, C.
Land E. A. P. R., Copenhagf>i
Machine à imprimer et à estai
piller (6).
Holfortf I. C, Buckland-NVwt)
Perfec. apportós aux machines
écrire (15).
Hopktas C. E., Londra. Ap
à finir les p'aques stjéréotyji
courbes (6). App. à fondre les pi
ques stéréotypes courbes (6).
Hopkins C. E.« Worche^t*
Macchina per gettare e finire
piastre di stereotipia (6).
Hopkins C. E., Londra, e Bt
nison W. E.f Bmadheat. Appar
A finir les plaques stéréotypes soi
bes (6).
Kinetoplane D. C, New-W
Appareil pour l'observation - dì'^
te d 'images (6).
Klenk L., Francoforte s/M. M
china per riprodurre dei rilic
incisioni, riduzioni e figure pia
che (corporee) (1).
Rratz F., Mannheim e Rath
ber A., Oppenheim a/R. Pìm
per riprodurre lampi di luce
scopi fotografici (i).
Rrieg Chs. e C.le (Soc'età),
sunna. Instrument pour murq
des signes conventionnels bur
tains desstns (3).
KAsteraann e C. (Ditta). I
lino. Machine à fondre en en
les caractères (d). Macchina
ditrice di lettere di caratteri
sivi (6).
Raastdruck and VerSngsnas
Roudnitz. IVoc. foto-meccan ce
WezeI e Neamann A. O., Lo'p
stampa a colori (ò).
Lampa gnani I., Milano. Ci
rilasciati in Italia dal 16 nov, 1906 al là nov» 1907 145
1
;
ri
r
p.
no a varii colori per timbri a
mano (3).
Laagc F. H., Berlino. Di«pos--
tif pour tirer, développer, fixer, la-
ver et sécher les rouleaux de papier
photofi^aphique (i).
Lebeb M., Kalk. Appareil ìx
imprimer et contróler les biilets
de cheniins de fer (i).
Leipiigcr SchneUpressenfabrik
A. G. vormals Schmicn Weroer e
Stein» Lipsia. Perfec. dans les ma-
chines à bronzer, poudrer, talquer,
épousseter, etc. (6). Proc. et disp.
pour épousseter des feuilles de pa-
pier de tous fii^eiires, carton, tò e,
celiulofd, gelatine, etc. sur une cu
deux faces (6).
LeipzigerStelo Holz Werke G.
m b. H., Leipzig-Kleìnzschocher.
Procedimento per costruire le ta-
vole da stamperia (6).
Lemblé J., Cernay. Machine à
«'•crìre électrique, à navette porte-
caractères (6).
Linotype and Machlnery, Limi-
ted, Londra. Perfec. app. aux ma-
ch ines à composer et a dìstribuer
\e^ caractères d'imprimerie (i).
Perfec. aux machines lìnotypes
(6). Perfec. app. aux machines li-
notypes (9). Système de chariot
fivre-ligfne et d'assembleur pour
machines linotypes (6). Apparei' de
retournement des feuilles, pour
rr.achines à imprimer (6). Perfe^.
dans les machines à imprimer (6).
Perfec. app. aux machines linoty-
pes à plusieurs magasi ns (6).
Ludlow Company, Cleveland.
Machine a imprimer typoj^raphi-
que (6).
Lumière A. Lamière L.,
I^yon-Monplaisir. App. photofii^ra-
phique panoramique reversib'e (q)-
Mallinder L G. (Ditta), Cann-
statt. Pressa rotatoria a cilindri
di zinco o alluminio per la stam-
pa su legano o metallo (6).
Margonari V., Milano. Proces-
«jo per ottenere sulla j^omma (cauc-
ciù) vulcanizzata, impressioni fo-
toincise atte a servire come tim-
bri per le riproduzioni sulla carta,
tessuti, legano, metalli, porcellane,
vetri, ecc. di qualsiasi sogi^etto
fotof^rafìco (14). Proc. per ottene
re cartoni atti a ricevere impres-
sioni, da servire come matrici per
le r produzioni multiple in metal-
lo, lega piombo, antimonio e sta-
gno, dalle fotoincisioni a mezze
tinte, a tratto e composizioni ti-
pografiche (i).
Matcbinenfabrik Rockstroli e
Sciinelder Naclifolger A. G., Dre-
sden-Heidenau. Dispositif d'embra-
yage pour presses et autres ma-
chines ana.ogues (6). Perfec. aux
platines des presses à imprimer à
cylindre (6). Presse à imprimer à
platine (6). Dispositif de commen-
de de la chaise à rou.eaux dans
les presses à imprimer à platine
Maiirer F., Norimberga. Ma-
chine à coiifectionner les matrices
stéréotypiques (6).
Me Glnty B., Doylestown. Per
fez. alle macchine tipografiche (i).
Mela S., Genova. Tela o «Tan-
dem>i per caricare e scaricare le
lastre fotografiche di vetro o cel-
luloide in piena luce e relativo si-
stema di impaccatura delle lastre-
(6).
Molt E., Zurìgo. Armadio per
utensili fotografici (2).
Mttller F. J., Francoforte s/M.
Machine à écrire des types et syl-
labes (i). Nouvelle machine de
composìtion et de distr bution (i)*
iHBIIer H., Heidelberg. Appa-
recchio copiatore combinato con
un telaio copiatore per copiare fo-
tografie con luce artificiale (1).
Mosclike A., Mainz. Apparec-
chio per regolare a posizone de'-
la camera fotografica relativamen-
te all'oggetto da fotografarsi (i).
Nacliet C, Parigi. App. photo-
graphique destine à obtenir les
trois images monochromes au mo-
yen de glaces réfléchissantes, avec
mise au point simultanee de ces
trois images (3).
Namlas R., Milano. Proc. ptr
ottenere bassorilievi utilizzabili per
scopi decorativi (ceramica, bigiot-
teria, stampa in rilievo), nonché
fotografie o stampe con effetto dì
bassorilievo.
Nene Pbotograpiiitclie Geseli-
tciiaft AktiengeselUciiaft, Steglltz.
Annuario scientifico. — XLIV.
146 Brevetti dHnvenzione
Proc. et dispositif pour la trans- presses à platine mécaniques et
formation des imag^es argentiques machines una.ogues (6).
en images platiniques càtalvseuses. ScluieJpresseiuabrik A. Q. Hei-
Optische-AnsUlt G. Rodenstock delberf^, Heidelberg. Processo per
(Ditta/, Monaco Bav era. Obbiet- slampare le carta mossa con moto
tivo fotografìco doppio corretto dal uniforme per mezzo di piani mossi
punto di vista de Taberraz^one di avanti e indietro (6).
sferic.tà, del cromatismo e del co- Scbram J. N.» Vienna. Cuvette
matismo (aureola) con spianamen- pur buts photographiques (i).
to anastigmatico del campo della Schiler F., Berlino. Machine à
immagine 6). écrire (6).
Pantrlero A., Verce ili. Compo- Schuster R., Beriino. Proc. pour
sitoio per matr'colare gli oggetti reporter des surfaces d'impress on
di corredo de. la truppa (3). . k l'aide de papiers de couleurs et
Penza P. e Cavalieri E.» Bolo- de papiers chromés (6).
gna. Meccanismo a scatto per e- Schwartz Y., Hannover. Tratte
sporre succes^vamente avvjsi dì meut préparatoire du papier de-
pubblicità (i). stiné à recRvoir une émuls on pho
Perini P. fu G., Pisa. «Isosin- tographique à base d'argent (6).
cronizzalore » ossia apparecch'o Proc. photcgraphique de prépara-
per il funzionamento sincrono di tion d'une emulsion au phosphate
un cinematografo con uno o più d'argcnt (6).
grammofoni fi). Sm.tb J. H., Zurigo e Merckeas
Peroccbio A., Alessandria. Tor- W., Mii hausen, Alsazia. Film pho-
chietto fotografìco senza telaio (i)- tographique consistant d'une ou dr
Philbrook B. S., Brooklyn. Per- deux- couches déco!orabIes et proc.
fezionamenti nei metodi ed appa- de fabrication (6).
recchi per riprodurre quadri e fo- Smith J. H., Zurigo. Proc. de
tografìe nei colori naturali ^6). fabrication de peli cules pour la
Prata A. e Mosca P., Torino. ' photographìe et autres applica ions.
App. universale trasportabile per Soc. An. Internaziooale per i
disegnare «Parallegrafo» (i). clicbét in celluloide Baciga'api,
Prlntlng Macblnery Company Genova. Perf. nella fabbricazione
Limited» Londra. Perfec. app. di clichés o matrici in celluloide
aux appareils à fondre les stèreo- (3).
typps courbes (6). Perfec. aux ma- Soc. des Etablissement Ganmottt
chines pour planer par gravite et Parigi. Disp. pour le fonctìonne-
pour refroidìr les plaques stèreo- ment en syncronisme de cinénia-
tvpps (6). tographes et phonographes com-
Rbelnische Gesellscbaft far Me biiìes (i<;).
tali Industrie Greve Herzberg e Soc. des plaques et papiers pbo-
Co., Berlino. Machine à écrire (i). tographiques A. Lumière et ses
Rogers J. R., Brooklyn. Perfec- Fils, Lione. Nouvelle pellicule pho
app. aux machines linotypes (15). tograph'que (3).
Sistema di guida per caratteri nr'- Sproehnie G. W. e Taylor D.
lo macchine compositrici a righe L., Filadelfìa, Pa. Margeur auto-
(i). matique pour presses à imprimei
Rossi E., Genova. Processo per (6).
esecuzione di fotografìe a smalto Stange e Wagner (Ditta), Ber-
su porcellana o metalli (i). lino. Disp umettalore per la 'a-
Savarese A., Parigi. Machine à slra d'impressione nelle presse ro-
composer perfectionnèe (3). tografìche celeri (1).
Scacchi G., Codognò. Defor- Strecket-Anfermann H.» Mona-
matore fotografìco «Scacchi»» {2). co, Baviera. Proc. pour la prèpo-
Schelter J. G. e Giesecke (Dit- ration de planches d'iinpres^n
taX Lipsia. Disp. pour imprimer par morsure électrolytique (6).
'es tr.inches des Hvres avec des Streilf E.» Parigi. Chàss s me-
rilasciati in Italia dal 16 tiov. 1D06 al 15 iiov, 1907 147
taliiquc à volet, à répélition, pour pour réxéculion sur plaques pho-
app. photoj?raphicRies (6}. ti graphiques ou similaires, d ima-
Strina G. L. e Bonn E. G., Mi- pes composées de beaucoup de pe-
lano. Tayo!iiK>-sopporto girevole tites parties adjaccntes et d vi*fes
per macchine da scrivere (i). aans les couleurs spectrales (i).
StilMgen C., Halle a d. S Ventura L. fa D., Roma. App.
App. compositore Upograf co i. per rappHcazione della scrittura col
App. scompositore tipografico (i). castro policromo alle macchine da
Siczepanik J., Vienna. Proc de scrivere del sistema «Underwood»
fabricatK>n de plaqii^ sen^oTea /^\
pcur la photoRraphie en couleurs ' V^,, g_^ w^^na. Proc. per la
' 'Synolold. LimUed. Londra. Per- sÌ^'^MT'""' *" foto^Hevi durs-
fez. nello slampare e sviluppare \iil%Il n nut^^ r* t ^c x
fotografie su carta a cloruro d'ar- „ X^let ». Gilles e C.le (Soc).
cento (6) Pari^^i. Presse automatique à gran-
Thllrcy* SchreibmaKhInen-G. m. ^^ vitessc pour impression en tail.
b. Hm Colonia. Mach ne à écrlre *^ ^^"^® ^^^ ^ „ . ,. . .
à ci indre (q). walton J. A., Hu 1, \ork. App.
Topi L. di C. e Laurenzi F. fu P^^^^^- applicabje per slampare da-
P.. Roma. «Cinetofonio» disposi- ^^ o altro su biglietti (ò).
zione per ottenere il funzionamen- Wiedmcr E. e Wledmer M. nata
to sincronico di un cinematografo Mfiller, Bruchsal, Baden. Disp. p -r
con una macchina parlante (i). togliere il nastro allo scopo di
United Slioe Macliiaery Co., Pa- rendere visibile lo scritto nelle mac-
r*gi. Machine destinée à la fabri- chine da scrivere a percussione dal
cution des chaussUres (6). • davanti (ó).
\on Unrub C, Dctmod. Cadre Ziegler H., Stuttgart. Macchi-
ò poignée pour manipoler les pia- na a rotazione per la stampa del a
ques phot<^raphiques (i). prima e della seconda pagina del
Urban F., Hotzenplotz. Dispos. foglio (i).
XXIV. — Industrie chimiche diverse.
Co/oranti diversi — EspiotUnti — Grassi — Saponi — Glicerina — Pìofumerie
— Colle e gelatine — Concimi — Resine — Vernici e inchiostri — Oli minerali
— Lubrificanti — Amido, destrine, ecc. — Cellulose e derivati — Fermentasioni
diverse e prodotti ottenuti per rattività dei microrganismi — Apparecchi e proce-
dimenti di elettro-chimica — Procedimenti e prodotti diversi di chimtca inorganica
— Frocedimenti e prodotti diversi di chimica organica — Apparecchi per opera-
zioni chimiche lUvetse.
Acbeson E. G., Stamford. Proc. Air Kqu!de (Soc. pour l'étude et
de désintégration de corps amor- l*exp!oitation det procèdei G. C,
phes (6). Graphite défloconné et Parigi. Manoindicateur de niveau
son proc. de fabrication (6). pour appareils contenanl air liquì-
Aclier C. E., New-York. — Pro- de (6). Proc. pour la séparat'on
c/dé de préparaton de combinai- de l'air en ses costituants (6).
sons du chlore et de Pétain (i). Air Liquide (Soc. An. pour l'E-
Actien-Geteliscbaft f&r Aniiin tude et PExp'.oitation des proc.
Fabriliation, Berlino. Proc. de George Claude) ed ì sig. Helbron-
production de nouveaux colorants ner A.» et Le?y R. J., Parigi,
bleus sulfurés (15). Proc. de séparation des consti-
Adamucci E., Milano. Bombet- tuants de Tair atmosphérique (6)
la per gas. sotto forti pressioni (3). Allgemeine Elelitricltllts^lesell-
Agostini E., Asnières. Proc. de schaft, Berlino. Proc. pVr' oibniz-
obtention de savons d'apprét (3) zare gjas ossigenati (6).
:i46
DreveUi dUnvenziofte
Alvisl V, e Mva A., Roma. Pre;
parasione diretta d|ei c&oruro di
potassio dalia leucite e dai mate-
riali leucitiferi (i).
Aaglo C— tiiiff^falc (v«r«ab Oh-
kadorll*schc) 6iiaao.Werà«, Am-
bur^o. Proc. pour décharger n.é-
caniquemenc les chambres de de-
safi;;régation de superphospbates,
(6).
Badlsche AaJln e Soda Fabrìk,
Ludwi^shafen a/R. Proc. de pro-
duction d'vdrosulfites fornialdéhy-
des 15). i^roc. de production de
cyanure de baryum (15). Proc. de
production d*hydrosulfìte zincique
solide et stable (15). Proc. de pro-
duction d'hydrosulfite sodique hy
draié cristailisé (15).^ Proc. de pro-
duction de sds ulcolins de Tindij^o
blanc secs et stab es (15). Proc. de
pioduction d'oxyde de baryum et
de i-^^anures (ij?). Production d*hy-
drosulfìles secs parfaitement sta-
bles. — Production d'hydrosu fìtes
pxempts d'eau et parfaitement sta-
b es. — Proc. pour la production
de matières colorantes de la sèrie
de l'anthracène (i^;).
Baflotta G. fa £., Genosa. Po'-
vere pirica per capsule Flobert (^).
Bamberger M., Bdck F. e Wàox
vo per la rijjeneraz one dell'aria
F., Vienna. Processo e dispositi-
vo per la rijjenerazione delPar-a
aspirata a fine di renderla adatta
alla respirazione (1).
Barabteo S. fa G«, Sampierda-
rena. Telaio perfez. per il raffred-
damento e la marmoratura dei sa-
poni (3).
Bariiè P. A., iìarelU F. e De
Tao!l G., Roma. Sistema per la
trasformazione de^li ol i vegetali
liquidi, t>assi prodotti deJ'indui^ria
olearia, oleine provenienti daTin-
dustria steariniera, e dell'acido o-
IWco in genere in acidi grassi ad
alto punto di fusione adatti alla
fabbricazione delle candele steari-
che ed apparecchio relativo (i).
BasdUcrì S. fu P. e Pdiagri G.
fa C.« Bologna, «.\nigrina» nuova
polvere da caccia senza fumo.
Bortotti G. fa S.» Cervarese
Santa Croce e Adami A., Bastia dì
Rovolon. Nuovo processo di raf-
finazione dei tartari greggi, Rru-
me, poltoni e feccie di v.no, bA*»«i-
to sui 'azione del ca'ore ad alta
temperatura per distruggere le
materie coloranti contenute nelle
sopra nominate materie iatrtari^
che (15).
Balia £. V. 0., ChAteau-de-
Chambry. Trattement ìnduaeriel de
la tourbe pouf oblenir rau^men*
tation de sa teneur en aiote, en
vue de son application comme eo-
grais (6).
Baakarg J. P^ Baroem Rìt-
tershausen. Proc. per la prefiaro*
z'one del formìato di celluloaa (1).
Bendar O^ Ber. ino. Proc. et di-
spositif pour l'obtefit'on À hauces
tempóratures de combinai«ons oxy-
génées (6).
BaaJier F., Clichy. Pulvérisa.
teur en platine ir dium pour cham-
bres de plomb (12). Proc. de fa>
brication d'acide sulfurique libre
et de su 'fate de tonde neutre par
tiaitement du bisuiCate de soude
M '
Bcrnla^haaf K^ Duisburg. Oì-
sposit. di protezione contro TeéTet»
to nocivo de le basse temperature
negli apparecchi per liquefazioni
dei gas (1).
BIchel C. E., Amburgo. Proc.
ed apparecchio per aumentare la
densità dei corpi nitrici esp osivi
fusibili (16).
Blelafeld M., Berlino. Proc. p«r
la preparazione di uà esplosivo
dirompente in sostituzione del*e
po'veri da mina (5).
Bimtxcr J.f Vienna. Proc. ed ap-
parecchio per l'eleltrolisi dei clo-
ruri d'alcali (i).
Boari M., M lano. Filtro per u-
si industriali e domestici tunz o-
nante per dislivel'o net UquMo che
si vuol filtrare.
Bdhrlager C. F. e Séluia (Dit-
ta), Waldhof, Mannheim. Proces-
so per la produz'one e lavorazione
di ossidi d^alluminio combinati.
Bottara G., Genova. Innovazio-
ni nella fabbricazione degli acidi
grassi (i).
Bozaao P., TardlH A. a Rfarial
G., fu L. Genqva. Proc. per otte-
nere dag.i alcool ed eteri vtn tino-
riìasciaii in Italia dal iB not\ 1906 al 15 nov. 1907 U&
vo l'quido carburato per {'lumina-
zione e forza motrice (i).
B#ll^à (K.A«t Galliate. Lisciva
p«r bucato anUsettica detta («Clean-
linees» (5).
Brogl- S., Prato. Composto chi-
mico colorante per tingere in seta,
cotone ed altre materie, denomina-
to «Ir 9» (3).
BriHi F., Pietroburgo. Appareil
pcur la préparation de la déco-
ction de j^raines de 'in pour l'en-
tietien des chaud ères à vapeur
(6).
Brattlol A. di G., Roma. Proc.
per la fabbricazione elettrosinteti-
ca dell'acido nitrico, dei nitrati e
del solfato ammonìco (2).
Bnrkert A.» Monaco. Processo
ed apparecchio per munire dì r ve-
stimento rinterno di recipienti.
Caoéla C, Milano, Proc. di pu-
rifìc. e utilizz. dell'azoto atmosferi-
co, residuo della fabbric. industria-
le dell'acido carbonico, medante
combustione di sostanze carbonio-
se in presenza d'aria (ì).
Caadtwri Ce C, (Ditta), Bovi-
sa. Nuova macchina disintejjratri-
ce per concimi artific*ali (3).
warcUM F., M lano, Proc. di
fabbricazione del nitrato d. bario
hi
Carrara G., Mi'ano. Proces. per
la preparazione del* cloruro di zin-
co dai minerali ossijifenati e dalle
ceneri di zinco per azione del cloro
(3).
CtMliUl G. fs G. B.,. Udine.
Modificazioni a^ll attuaK alam^
biechi di d'stillazone a fuoco di-
retto (3).
CJi«ib:tche FabHk Pbdirii Roh-
leéer e COi, Danzig. Proc. d'e-
xtr.iction du soufre contenu dans
les so'utions de solfure de carbone
ou autres solutions analogues (1).
Cbcmitclic Fsbrik Bachan» Ma-
gdeburg. Proc. pour réjfénerer 1 a-
cide chromique par l'électrolyse du
sulfate chroinique (6). Proc. pour
fabriquer des composés de l'azote
par l'air (6).
CheariMlie Pakrlk Griathite E-
lektraa, Francoforte s/M. Proc. de
fabrtcation de compose» chlorés de
la chaux (15). Processo per la pro-
duzione dell'acido cromico (15).
Proc. d'eliminalion de Tarsenic de*
liquides et f^az (15). Proc. d èli-
mìnation de 1 arsenic des l'quides
et gaz. — Proc. de préparation du
tétiachlorure d'acrtyléne (15). Froc.
de preparai on de Ciiloi^rc de chaux
riche (15).
CkooÌMhe Faèrik Actiea-Gctcn-
acbalt vorm. Mariti' M. e C. Zwd-
gniadcrlaasaBg fhmztg, Danzi g, e
OHefal F., Schetlmuhl, Danz g.
Système de viclange des chambres
de réaction des superphosphates
(6).
Ckemtsche Fabrik Scklenipe G.
m. b. If., Franroforte s/M. Proc.
de fabrication de cyanures alcalins
stables pour le Iransport et JVm-
magasinage (i^).
Cbemtscbe I^abrikea worm Wei-
kr-ter-Mecr, Uerdingen a/R. Proc.
de fabrication de nouvelles combi-
naisons des matières colorantes à
base de soufre (1). Proc. per la
fabbricazione di un coorante nero
di zolfo (i).
Cbcoiitche Werkc Haara G. m.
b. II., Heiiielingen, Brenia. Proc.
et disposiiif pour la preparai on
des amides des acides gras supé-
rieuis (6).
Cirooc R. fa F., Roma. Nuova
polvere pìrica da m'na e da cac-
cia (1).
Claassca C, Ber ino. Processo
per la produzione di po'vere pirica
per fucili e cannoni con l'uso della
qua'e si evita il fuoco alla bocca
della canna (6).
Clande G., Parigi. Proc. pour
la séparation de I oxygène et de
l'azote de fair liquide (6).
Compagnie Fraa^ake dee Pro-
daits Tartriqaee, Réziers. Proc. de
traitement des matières tartreuses
brutes ayant pour but d insolubi i-
ser les matières corantes {%).
Compagnie des Prodnlt» Chimi*
qnet d Alalset de la Camargae, Sa*
Imdre. Pcrfec. dans !a cale nat on
de l'alumine hydratée. Proc. de
dèsilicutation de l'aluminate de sou*
de dans la fabrication de 1 alumi-
ne (6).
Carrara G., Torino. Uso di me-
150
Brevefii d invemiùné
■«.
tal i in polvere ne la confezione di
esplosivi (i).
Corti (ì., Firenze. Nuovo appa-
recch o per la concentrazione nel
vuoto (3).
Costantini V., Roma. La «Fle-
xeuspM pomata nera per cuoiami
(0.
CoterJio y OJcda F. e Quesa-
da H* J*f Algeriìras. i^erfez ona-
menii negli inchiostri copiativi (5).
Cotoniocio FratcJi Poma fu F.»
Torino. Syst. de recuperai ion des
co orunts sulfureux des bains de
te nture usagés (3) .
Couleni M., Ùinard. Electrode
pour la fabrìcation électroiytiqùes
dt's chlorates et perchlorates (6).
Dawson-Smitli C. C, Stony
Stratford, Londra. Perfez. negli
esplosivi per armi da' fuoco (6).
iie Fe.ice M. T., Roma. Proces-
so chimico industriale per la di-
saggregazione dei s Icaà di al u-
mina, del silicati complessi di a:-
lumina e dei meta.li alcal ni, al-
ca!ino-terrosi o terrosi, allo sco-
po di ottenere cloruro di al u-
minio, idrato di a'iuminio, allume
ed altri sa.i di al um nio, cloruri
ed altri composti dei metalli al-
calini, alcalino-terrosi e terrosi si-
l.ce o cloruro di sii ciò (1).
I)e Hemptlone A., Gand. Proc.
pour roxydaf.on des liquides par
l'pffluve électrique (6).
De Rofmini E. fu A., Flaiba-
no. Sapone a sabbia (3).
Dentsclie Gold-und- Silbcr Sclici-
de-Anttalt vorm Roetsler (Ditta),
Francoforte s/M. Proc. per la pre-
paraz one dei derivati dell indossi-
Ima partendo dal e glicine aroma-
tiche e dai composti di simile
comportamento (13).
Diamanti H. e Lambert C, Pa-
rigi. Proc de récupération des va-
ppurs issiK^s de liquides volatils (6).
Donnertmarcli G., Neudecli.
Processo per la preparazione di
celluosa acetilata (6).
D'Onofrio O., Àgnone. App. e
proc. per estrarre olii e grassi dal-
ie materie che li contengono per
fabbricare vernici (1).
Donge J.t Besan^on. Proc. de
r^générat^on des dissolvants vola-
tils répandus en vapeurs dans les
usines (15).
Dubois' C, Marsiglia. Mode de
préparation des peintures pour pre-
s.rver la carène des nav*res (15).
Dufonr L., Genova. Nuovo com-
posto riducente e decolorante deno-
minato uCliiriteM (i).
Effront J., Bruxelles. Proc. pour
Tutilisation de l'azote des vintiv-
ses de distillerie (6).
Erfurt M., Straupitz, Hirschberg
Proc. et appareil de coction de à-
qu des bouillonnants, notaminent
de savons résineux (5)
Erste Trictter ReUachJU Fabriks
A, O., Trieste. Proced. per la pro-
duzione di un mezzo di appretta-
tura (1).
Escnalicr X., Vi leurbanne. Pro-
cède de renforcement des corps
cello osiques et aibum'.noides (3;.
Fabriqnc BàloIiM de Prodòlts
Cbimiqnef, Basilea. Perfect. dans
la fabrìcation de l'isobornéol (6).
Farbenfabi^liei) vorm Friolcr,
Bayer e C. Elberfeld. Proc. de
production de nouveaux dér.vés a-
cétiles de la cellulose (15). Proc.
de production de colorants azoiques
(15). Proc. de production de co-
lorants azoiques noirs (15). Produ-
ction d'un nouveau coiorant de la
sèrie des oxazines et oc son deri-
ve leuconique (15). Proc. de pro-
duction de nouvelles matières co-
loranles monoezolques teignant
sur mordant (15).
Farbwerke vòrm Meltter Lncins
e Brilning, Hòchst a/M. Proc. de
fabrìcation de matières colorante»
contenant du soufre (15). Proc. de
fabrìcation de nouvelles mafères
colorantes formant cove (15). Proc.
de fabrìcation de dérivés leuco con-
tenant du soufre (15). Proc. de
fabrìcation de matières colorantes
rouges formant cove (15). Proc.
pour extraire l'eau des matières
minérales, végétales et aniraales
et pour les séparer s'multanément
(15). Proc. de fabrìcation d'alpha-
oxythionaphtènes (15).
Feld W., Hònniiigen a/R. Pro-
cedimento per il ricavo di combina-
zioni dì ferro e cianogeno da gaz
illuminante (1). Proc. per il r cavo
ntaaciaii in llatia dal i6 nov. 1903 ed J6 nov. i9Ó1 151
del nitrato d'ammonio (i). Proc. de pour l*enrichis$ement des huiles
lavale de l'amnioniaque contenu mlnéra'.es lef^eres a Taide d huiles
d^ns le gaz. de distrllation avec ré- minérales lourdes ou auttes hydro-
j^énérateur des mat èros de lavage carbures (i).
(I). Guillaume E., Parigi. Perfect. '
i-rank A., Charlottenburg. Proc. apportés à la rectificaiion de l'aj-
de producfion d hydrogéne pur au coól ou de tout produit se recti-
iiioyen du gaz à 1 eau. — l'roc. de fiant comme Valcool (3).
production a hydrogéne pur au mo- Guittet G., Parigi. Siccatif in-
yen du gaz à IVau (15;. colores pour les peintures, les vcr-
Friednch Curtius e co. (Ditta), nis et ks huiles, et proc. pour sa
Duisburg. Procedimento per pre- fabrication (6).
parare J ossido d'atluminio daila Hall Cll. M., Niagara Fa!ls.
bauxite (6). Proc. pour obten r de 1 alumine
Gafbio £. fu A., Gerard C. fu pure de la bauxite (9).
M., Genova. Procedimento ed ap- Harbnrger StllrlLe-Fabrik Friede-
M. e Gerard G., Genova. Procedi- ,ich Thdri, Harburg. Proc. de fa-
mento ed app. per Tutìiizz. dei ca- brication de Tamidon de grains en
scarni di celluloide e d'a Ire so- niorceaux ou en baguettes (6).
stanze a base di cellu osio nitri- Helbig D., Roma. Proc. por
c^ (^3)- l'utilizzazione dei vapori nitrosi al-
Oarea C. t PeUon L., Mi ano. j^ ^ dell'ottenimento di m-
Nuova vernice antioss.dale per h- j^ati metallici (3).
h e tubi conduttori di detincità Helbronner A. e Vallèe E. A.,
in rame, ottone, ecc. (3). Parigi. Proc. pour la transforma-
GarziJio L., Saiuzzo. Inch ostro jj^^ ^^ l'osseine et produìts indu-
crittografico cop ativo, rivelabile ^^^-^x^ résultant de cette transfor-
tanto sull origina e che sulla co- n^atio,^ ('>)
p:a mediante un liquido sviluppa- nix^fx H. e la Bayerifclie A. G.
^''^'•;I.li..i,.fé fn. Akva«««.rkiM '•*«• Chemiache Fabrikatc, Henfed.
(lefcllfchaft far AbYtoo-kW- p appareil pour extra re la
rung nilt beiciirinkter HaWuiig. ^^„^ ^^ la gelatine des os (i).
Berlino Appareil pour la récupé- mw^ri h. e Bayeritche A. G.
rat on des graisses contenues dans ^^ Cheailaclie und Laoéwirtbscb-
r!fL"LSl?fS,^?h-.«i..h* i.a„ afUich-Chenriwhe Fabrlkate, Mo-
Gese tecbaft fttr ChemiKhe ladu- Baviera. Proc. pour extraire
strie In Base!, Bas.lea. Proc. de ^j^^j^^ ^^ ,^ colle des os (1).
préparation de colorantes mono- mi«..i«„. m 4 n w;oo»>:««.
azoìques, susceptib.es d'étre chro- ^ ^^'^'^^^^' ^' jì:^Ji^'f^^^'
més. à Vaide d'acides orthodiazo- ^n- ^^^' ^T^ }^t .^^P'^«'^^^ t^)'
naphtolsulfoniques (6). Proc. pour l'erf dans la fabrication des ex-
la production de coorantes halo- P'^"^,, (5'* . , . ir»/*
génés teignant en cuve à la ma- HoJlng» A., Liverpool Perfect.
nière de Pindigo (6). apportés aux presses à fulmicoton
Gesellschaft !. Stlckitolldanger et autres matières semblables (6).
G. m. b. H., Wesieregeln. Proc. , «"^to V.. Lilla. Perfect dans
pour la fabr cation d'ammon aque J» distillation des hui es lourdes et
r^\ ^ résidus du pétrole (3).
• GlorgU G., GaUo G., e Pi?a A., KaOe e C. AktlengeseUschaft,
Roma. Trattamento industriale de!- Biebrich a/R. Nuovo composto co-
la leucite e materia!! leucitiferi e lorante ottenuto, mediante la con-
alluminiferi, con o senza potassa, densazione della tioindossilina con
in forno elettrico, per ottenere di- risatina (15). e • e
rettamente cloruro di potassio e Keferstein L.» Berlino, Smith E.
cloruro d'aMuminio, o l'uno o l'ai- J., Charlottenburg e Huth G,, Lo.>
tro di detti cloruri (1). dra. Perfect. au procède de fabri-
GrlH Caussen F., Parigi. Proc. cation de savon résineux, conte-
152
Dreveiii iV intenzione
nant de la rósine non saponacee
0).
Kent T. O., Londra. Proc. pour
la production d une hui!e de lubri-
tication (b).
Kestner P., Li la. App. à con-
centrer les liquides (i).
Kllnger G., Lipsia. Processo per
compr.uiere s.anghe di sapone (6).
KnolJ e C.ie (Ditta), l.udwigs-
hafen a/R. Proc. de préparation
des estcrs (éthers composti») d'aci-
des à l'aide de la ce.lulose ou d'au-
trt's produìts de transformation si-
milaires (6).
KdJle W., Stuttffart. App. pour
prcparer Tozone (6).
Kdnlgswarter e Ebell (DittaV
Linden presso Hannover. Envelope
vn forme de cartouche pour la con-
scrvation de peroxydes a calins (6).
Rrcbitz P., Monaco, ^Baviera.
Proc. per produrre un sapone in-
solubile, la costttuz one del quale
permette una facile separazione
dalla glicerina {i^). Proc. per la
trasformazione di sapone ca'care in
sapone sodico o potassico (6).
Krefelder Selfenfabrik Stockban*
sen € Traiscr, Krefeld. Proc. ed
apparecchio per il raffreddamento
di soluzioni di sapone (5).
Krupp Frled. A. G. Grascnwerk,
Maj^deburfT-Uuckau. Proc. et ap-
pareil pour la transformation de
farine de phosphate en superpho-
sphate (6).
Kuess V, J., Tunisi. Proc. pour
la solidification du petro'e et d'au-
ties huiies minérales et la tran-
sformation en savon de l hydrocar-
bure so idifié {ì^).
Kuzel II., lìaden. Proc. pour la
conversion des é éments a l'état
ti/.loìdal et pour la fabrication des
tbjets de tous genres en employant^
d(s ^'iéments colloidaux (6).
Imbert G., Norimberga. Proc.
de préparation de dich orélhoxyé
thylène (6). Proc. de préparation
dVther et d'acide chloracétiques
((>). Proc. de préparation de dérivés
aromat'aues de la glycine (6).
Imperlali R.» Roma. Polvere
sonza fumo detta uPerfecta Inìpe-
riali» C^). Allo esplosivo «Imperia-
li».
Irclaad G. W. e Sugdea H. S.,
Londra. Proc. per la produzione
del/ammoniaca (1).
Jaabert G. F., Parigi. Proc. de
décomposition par combustion et
d*allumage des chlorates et per-
chlorates (15). Proc. de fabrication
de peroxyde de potassium ou d un
me ange riche en peroxyde de pò
tass um (15). Proc. pour la pré-
paration de peroxyde de sodi uni
comprìme, seul, ou avec addìtion
d'autres sels (q). Perfect. dans la
préparation de l'hydrogène au nio-
yen des dérivés du calcium (12).
Janins G., Parigi. Proc. pour la
production d'un colorant sulfuró
noir (6).
La Gratta F., Torino. Metodo
ed apparecchio per aumentare il
titolo alcoolico nelle sostanze spi-
ritose mediante conge^jMmenlo e
conseguente disgelamento frazic^-
nato col ricupero completo del e ca-
lorie di conge!azionc (i).
Leaf E. H. e Feldman B., I-on-
dra. Composition pour nettoyage
de la peinture, du papier et des
produits ana'ogues (6).
Leclalrc Cb. C, Parigi. F Itre
à formation et évacuation automa-
tiques et continues de dépdts 90-
lides {\).
Lecocnr A., Rouen. Prpc. de pu-
rìfication de solution d'amnionìure
de cu'.vre (6).
Lecontc ^. e Loltclet J.» Parigi.
Perf. à la fabrication de Pam don
et en general des matières àniy-
lacées (9).
Lederer L., Su'zbach. Proc. pour
la fabrication de laques ou vernis
(6). Proc. pour La séparation d é-
thirs composés de la cellulose de
kurs so'utions (6). Proc. pour as-
surer la conservation et l'emploì de
soIutions de celluloses acidvleés (6).
Proc .pour la préparation de nitro-
cellu ose acétviée (6).
Leoni A. fu P.., Leoni L. fa P.,
e Banfi P. In L., Livorno. P ttura
o vernice colorata a base d olio di
ricino per preservare il ferro traila
ruggine ed il legno dall' umidità
Leoni F, fu A., Genova. Vernice
rìlar,ciaii in Italia dal 16 nòv. 1906 al 15 WM?. 1907 163
per le costruzioni in ferro sotto-
marine (5).
Levi A., Milano. Preparato spe-
da e per Tadesione delle cinghie
in genere e spec.alinente quelle Li
tessuto di pei di cammello, deno*
minuto uFrictor») (3).
Levi C, Roma. Proc. per l'u-
tilizzazione dei s licati ailumino-
pDtassici e di un sale di sodio al o
scopo di produrre nitrati alcalini
ed allumina, tenendo in circolazio-
ne l'ac do nitrico (2).
Levi G., Garelli F. e la Soc. It.
dei Forni Elettrici, Roma. Utiiiz-
zazione con processo elettrotermico
del e schiume di defecazione delle
melasse mediante preparazione di
ossido di bario, sia di carburo di
bario, sia del miscuglio di ossido
f. di carburo di bario, con succes-
s.va produzione di acetilene e di i-
drato di bario (2).
Levi M. G. e MigUorini E., Pa
dova. App. per la preparazione
sintetica de.Tacido clor drico puro
mediante combustione del cloro
neli 'idrogeno (3).
Levia E., Stoccolma. Proc. per
la produzione dtello zucchero di
latte (5).
Levy René J., Parigi. Proc. et
dispositif pour séparer les mélan-
ges gazeux en leurs é éments (6).
Levy Reoé J. e Helbronner A.,
Parigi. Proc. et appareil pour la
sóparation des mèianges ìgazeux
(6). Perfect. à là séparat on des
niólanges gazeux (6).
Llnsert E. nata Leitzmann, Am-
burgo. Proc. pour préparer des
romposés solubles dans I eau, avec
des dioxybenzois, de la forma dé-
hyde et de l'ammoniaque et pro-
dui Is qui en résultent (i).
Ldffler R., Warnsdorf, Boemia.
Proc. e apparecch'o per l'estrazo-
ne di ammoniaca e sali ammonia-
cali deile vinacce e residui della
fabbricazione del/a birra, carbo-
nizzate (1).
Lorantif (Società), Milano. Proc.
ed apparecchio per lestrazione ed
il trattamento della gomma dai
frutti delle lorantacee (2). Proc.
per l'estrazione delie sostanze ela-
stiche e delle sostanze tanniche dai
flutti de.le lorantacee (2).
L^riucz feitelLgyar (Topp) besé-
tit^rsatag (Ditta), Budapest. Pro-
esso per la fabbr'cazione di ti4ite
e d* o-ori per la dipintura delle pa-
reti (6).
Lotbaamer F. J., Parigi e Troc-
qaenet C., Colombes. Proc. de sa-
ponifìcatìon du pétrole et de ses
homologues (12).
Louis E., Houilles. Perf. appor-
tós aux explosifs chloratés et ni-
tratés (5).
Magnani O., Milano. Esp'oden-
le «.Mbite» (1).
Manufacture de Matières Color,
anc. L. Duraud, Hugnenin e C,
liasilea. Proc. de preparation d u-
ne leucogallocyanìne dérivée du
pyrogallol (6). Proc. de production
de nouveaux priduits de condensa-
tion des ac des alkyldiamido ary-
thiolsufoniques avec l'acide ga»li-
que et ses dérivés et transforma-
de noveaux produ'ts de condensa-
tion en gallothicmines (6). Produc-
tion de nouveaux co'orants bleu-
vert, par condensation des gallo-
c>anines a\ec Ics dianiines aroin.i-
tiques et transformation des dits
colorants en dérivés leuconiques
(b).
Marchinl, Mariani e C. (Ditta),
Milano. Cieneratore automatico di
ossigeno a funzionamento conti-
nuo, caricatore e lavatore (3).
Martinati D., Roma. Proc. per
utilizzare i tuberi delle aroìdee per
la produzione de la fecola per uso
industriale ed alimentare (2). IVoc.
pe- .1 ii:zzare 1 tubeti delle ^roidce
pf^r Ia pioduzione della fecola per
uso industriale ed alimentare (i).
Maschinenbau-Gesellscb. Marti-
ni e Hflneke m. b. H., Hannover.
Proc. et disposilifs pour emmaga-
siner et reofu!er ou soutirer les li
qu'des ìnflammables (6).
Mathesius W.. Hòrde iAV. Proc.
per lo sminuzzamento deJe scorii*
Thomas (i).
Mazza E., Torino. Separatore
centrifugo di miscugli gassosi ca-
pace Rincora di estrarne e ricupe-
rarne gli elementi separati.
Meyer J. C. A., Lione. Proc. de
154
Bi^etetii d*inveìUtion«
fabrlcation du sulfure de z'nc (6).
MÌche<erio G. fu G., Alessandria
App. Giovanni Michelerio per la
disijllazione e resirazìone del cre-
nu>re dalla vinaccia mediante e r-
cola/ione forzata d'acqua in cbol-
ji/iuiìe e funzionan>ento d autocla-
ve (2). .
Mi.lf W., Londra. Proc. de fa*
bricaiion d une cou e ur bianche au
nio\en de niinerais de plomb (i).
Mosciki 1., Cjaniback Fribourg.
App. pour la prtxiuclion doxydes
d a/ote par voie Clectr.que (15).
Mulltr-Jacobs A.f Arniand •
Heights. Proc. per fabbricare es-
plodenti (1).
MUotzing A., Stoccolma. Proc.
e apparecchio bollitore per la fab-
bricaz oi>e di ce lulosa (O).
iSf iuaii F. L., ThonuoD J. M.,
Riariiul >V. e Scott A., Londra-
irti, de fabricat.on de la niiro-
ti \' ti ine {(}).
Naville A. A. (iuye Pb. Ch. e
Guyc C. E., Ginc\ra. Proc. et di-
sposiiif pour la production de réac-
lion chinilt^ues uans cs gaz à la
t.-mperature de l'are elecirique (15).
Oderò A., Genova. Evaporatore-
distillatore sistema « Bonsignori-
Spampani» (3).
Ozonair Limited, Londra. App.
pour ozoniser l'air atmosphérique
l'agé» Camns e C. (Soviet à), Pa
rig'. Proc. et disposit Is d'obten-
l («n dirt-cte des piroligntii.x (15).
Palamideie A. fu M., Padova.
Mescolatore «Palamidese» per li-
quidi densi e sciro( |H)v,ì e riscalda-
ti (i,i).
Paicstlni L., Roma. Proc. di
trattamento chimico industriale
della leucite e dei materia. i Icuci-
tiferi (4).
Palmaer W., Stoccolma. Proc.
de fabrication au moyen de l'apati-
te ou de tout phosphates minerai
du phosphate bicalcique destinò à
Otre empioyé comnie engrais.
Patent X, G., Budapest. Proc.
per la separazione elettrolitica dei
metalli (i).
Paterne E. e Al visi U., Roma.
Nuovi cono" mi chimici a base di
niateriale potassico (i).
Perren-Lloyd M., BruxeJ'es.
Proc. d électro yse de solutions de
sels métailiqu€« en présence de
produits empyreumat'.ques de com-
bustion et exiractìon électro .ytiq uè
des metaux de leurs mineraJs*(i).
Perrier O., Parigi. Perfect, ap-
porti^s aux appareìls à dìstiller (^).
Perzinal Pviicrmittel G. a. b.
H., Monaci, Baviera. Substance tri
procède pour polir les pìanos, les
meubles, eie. (6).
Peter Speacc e Soos Ltaltc^,
Manchester. Perfezionamenti nella
fabbrlcaz'one del bicarbonato di so-
d o e del bicromato di sodio (6).
Petcrssoa A. J., Alby. Proc. per
la fabbricazione del carburo di cal-
cio (6). Proc. a forno elettrico per
la fabbricazione del carburo di cal-
cio (6).
Pezzolato A. e De Felice M. T.,
Roma. Proc. chim'co industriale
per preparare da la leucite, o da-
gli altri silicati similari, a mezzo
deli'ac':do solforoso i solfiti d'a'-
lumin'o e di potass'o e da questi
ì relativi sa' fati ecc. (1).
Pezzoli G. R., Bologna. Proc-
per la fabbricazione biologica di
salì n'trici (2). Proc. di fabbrica-
zione del carbonato di soda dalle
materie organiche (2).
Pictel R. P., W ilmersdorf , Ber-
lino. App. per la separazione dei
costituenti dell'aria atmosferica
med'anle disti lazione frazionata
continua dell ara liquida (1). Ap-
par. per la liquefazione deH'aria
impiegando più liquidi refrigeran-
ti (i). Perf. negli apparecchi de-
stinati alla produzione di ar-a li-
quida (1). Proc. ed apparecchio per
la produzione di aria liquida (0-
App. per la separa/, di miscele di
gas nei loro componenti (i).
Piva A., Roma. Nuovo processo
per la disintegrazione del a leucite
e materiali leucit feri per mezzo
degli alcali (i).
Pldnnis R., Ber ino Proc. de fa
brlcat'on d'une peinture au verre
so'uble (6).
Poliacci E. fa L. e PoUacd G.
di E., Pavia. Proc. per produrre
colla ca'ciocianamide una sostan-
za adatta ud uso di concime e per
rilasciatì in Italia dal 16 liov. Iù06àl 15 nov. idOl loff
r estrazione di solfato d'ammonio
(I).
PombU P. e C. di EJsa Casall-
Pombia di E. Galante (Ditta;, No-
vara. «Conig^rina» liscivia liquida
pe. bucato a freddo (12).
Pradel G. J. L., Marsiglia. Proc.
de traitement de la tourbe (3).
HalitJeD A., Amburgo. Proc.
pour la fabrication de Tindigo au
moven de isatinani ide (6).
Jftambaldiiii G. B., Mi ano. Proc.
ed apparecchio di elettrolisi a due
liqu di.
Handi P. fa G., Lugo. iddea'»
polvere da caccia senza fumo (6).
(cFulmin» polvere da caccia senza
fumo (6). Povere da caccia detta
(iKand te Impermeabile» (6).
Hapfl G., Stolberg. Mélangeur à
tambour conique vide à palettes de
mélangement hélicoidales dans le
quel le mélangement et le déchar-
gemcnt ont lieu en des directions
de rotation dififerents (12).
Reschke B. G., Amburgo. Proc.
per la preparazione di esplosivi di
sicu rezza (6).
RIedcl J. D. A. G., Berlino.
Proc. pour la fabr. de silicates hy-
dratés d'aluminates ou de zéolithes
artifiQée\(5 soius forme cristalline
(ft). .
Rivière L., Parigi. App. et proc.
de fabrication des savons de toute
espèce (3). Proc. de fabrication de
1 acide hydrofluo silicique et des
flousilicates principalement par u-
tirisation des résidus fluatés des
labriques de superphosphates (3).
Rodella A.» Padova. Proc. per
la produzione di una attiva azoto*
fagina, cioè coltura di speciali bac-
teri radica i delle 4eguminose (3).
Rohncr J., Basilea. Proc. de pro-
duction des formaldéhydesulfoxy-
lates et des forma'déhydehydrosul-
fiies alcal'ns (6).
Romeo-M agflio A. fa M., Mar-
sa'a. «Antignite)), preparato per
rendere ininfiammabili ogni genere
di tessuti, carta, legno, ecc. (i).
Rotenberf^ A., Londra. App. gè-
nérateur de gaz (6).
Ronxeville E. A. L., Parigi.
Proc. de fabrication d*un produit h
tise de cellu'ose (6). Proc. de
transformation de certains carbures
d'hydrogène (i).
Kotli ù. (UittaX Vienna. A«
morce ou détonateur de projectile
( 1 ). Proc. d ame.ioration des explo-
sits d aluminium (1). Composition
fulminante de sùreté en remplace-
ment des fulminats mercuriels (1).
Rotli I.., Castrop i/W. Proc.
pour fabriquer des azotures au mo-
yen de Tazote atmosphérique (1).
Rabert S. e Robert- Laporta P.,
Barcellona. Produit pour enléver et
év.ter les incrustations dans les
chaudières, etc. (i).
Salpetersftare-Inaaftrie Gesellsc.
G. m. b. H., Berlino. Proc. pour
le traitement des gaz par l'are vol-
ta !q uè par passage de corp$ con*
ducteurs sohdes entre des éleclrodes
immobiles (i). Proc. pour fabri-
quer Tacide azotique pur à i état
concentrò du commerce (1). Proc.
pour produire l'acide azotique ou
l'anhydride azotique de l'air atmos-
phér.que (i). Mode d*obtention de
réactions gazeuses endothermiqui s
à 1 aide d'arcs voltaiques jallissant
er mi ieu oxygéné entre des oxy
des métalliques en fusion (i). Proc.
électrolityque pour la concentra-
tion de 1 acide azoUque (i).
Samuel M. R. A., Londra. Per
fezion. ne!la fabbricazione dei sa-
poni, sostanze smacchiatrici, lubri-
ficanti, materiali da candele e si-
mili (15).
SaoHUppo L di L., Castelternii-
ni. Utilzzazione dell'anidride sol-
forosa proveniente dai forni pel
trattamento dei minerali zolfìfcri
Schmitz A., Heerdt a/R. Proc.
pour préparer des composés gras
pour Pusage dans la teinture en
rouge ture (6).
Srhmidt F., Schreiberhau. App.'
per il mescolamento ' di liquidi e
gas (6).
Scboeider O., Gern presso Mo-
naco, Baviera. Proc. ed apparec-
chio per fabbrcare colla e ge'at'-
na da materiali grezzi in forma di
polvere o granulosa (6).
Scbioesing J. J. T., Parigi. Pro
oédé de fabricatiorr des phosphates
bibasiques au moyen des phospha-
iiiicati alluminici similari per mtz-
lo alcalino a della calce (i).
SaclÉU Ah. hLc flirt Iiim Pa-
Ca'oliìo. rigi. l'rac. d'imperméabilisaiion
indualriale p«r la di-s récipienlc ou conduiri conie-
labbricu2Ìone dall'ac do lanurico noni de» ti»^ o» liquides (6).
<.t)- S«JiM M CaflD,«fd. iaéMMBM*-
SMltwrg L., Monaco, Baviera, ble, tu^. Crilulold sane camphre
rroc. pmr la Irasf ormai ion de >a d ininnammable (b).
taldrhine en acide lannanl au ca- Soc. CWWtaiM ««• UitBW 4h
cl.au ei la préparation de produils BUM, •KlHiMiacM OUriart, f.
uu cachou ne coloroni pas ìrs derils MaanU e HmHu, Parigi. Ferme-
(l>). ture pour récip ents remplìs de
ShacoB A. A., Pietroburgo. Pro- suWancFs vo.al.ln (6).
«pènf
production de derivi» hatog^nAs
Jer-^v. l'roc. prr la lubbricatione S«c. «e prateU ihtnllM» c>
<li acido nitrirò puro (i). d'exflMib: Bcrgte, CmMb • CJb,
Sl.berf«d O., Ulackhealh. Proc. Grenoble (fmncia}. Nauv«)tu proc.
pour lu lubrìcation dea exp osifs i de préparuiiuii de inaljères expiu-
bute de nitroftl vibrine d une puis- sivn I9).
>ance ei dune'viteite de detona- SomigMUa Val., Milano. Appar.
lion données (6). separalore di mÌ5c»lr gatMM* (jl.
Nanfce Soc. de proda» «
AktliMiMab lor Hloktr., CriHiu- expiMlfi Bcrgèi, Corbla e C. Pi-
nia, Proc. per fì»are gas motori rigi. Pfrfeci. upp. à la fabricaliiM
rortpmenlF diluiti (6). dc^ explonlt (b).
S«e. ladno. Elmro-otalBka il Sopnad A. M L-, Roma. Pro-
Pont Salai Marita, Milano, e Pie- cesso industriale e:et(roterm.co prl
cintai A., Pont Saint- Manin. Pro- traltamemo deLa leucite per la
cMé de préporaCliHi des su furra fabbricazione dei carburi di sili-
dts métaux alcalini en partant de ciò, di alluininio, di potassio e
Icurs suKales (i>. dell'alluminio metikllco (3). Pro-
Socteti Ilallàaa iì Ehltroolilial- «sso e 'orno per la scissione con
ca, Itonia. Processo catalitico per iner/o elMtro-lermieo detta leucite
l.-i (al>brÌcaEÌone dell'acido clorìdri- (1).
IO, sistema Crudo (;{). iMufla L.. Aachen. Perfect. ap-
9ac. il. 4clla PataMa, Roma, portés aux sppareils à concentref
Proc. induslriule per preparare i l'aride suUurique (6).
carbonaii di soda e di polafisa me- Slraach M*., Ne.sxe. Proc. ed
dianle il solfato di soda ed il gra* iipparecchio p«r la separazione diri
niio, od atro s tirato . potassico o prtiflotti dì testa e di' coda d«4lo
■ oniposto potassico, come il solfa- spirilo (grezzo (6).
to, ecc.. suscettibi:* dì poterai tra- T«B«aw B., Nieòersadlhj, Dre-
sfnrmare in carbonaio (i|. sda. Proc. p«r In produzione di al-
Soclcti Ramaoa Solfati, Roma, lume EHidico, potaseli» ed ammo-
Proc. industriale per l'estrazione niaralF microc ristaiti no lil>rro di
dell' uUumina e dei sali di polam a ferro (6).
diilla leucite per azior)F elftiralilit-a Tata A., Oronzo, Ai^ureil pour
su'le soflizinni che si otiengono l'é'utrolyse des liquido» (6).
iraiii.ndo lu leucite con g^i aridi TcoerelH I.. la M., Catania.
Ili separuiione dell'a'lunie e d»llH per filtro di ciirlu ed a pressione
polussa data leucite, o dagli altri ())- «
ritasciaii in Italia dal 16 nov. 1906 al lo noi\ 1907 157
TINrto "L*, Firenze. Nuova lu-
brtficante per locomotive, veicoli,
ferroviari, macchine marine, mec-
canismi a filande velocità in ge-
nere.
T«WMMd Cli«(M P.. Washin-
gton. Proc. et app. électrolytique
T«rc# M.f Tor'no. V^oftametro
perfezionalo per la scomposizione
dell'acqua (i).
Ulptaal C, Portici. Processo
per la preparazione industriale del
nitrato di li^uanidina dalla dicia-
nodiamide (i). Processo per la pre-
parazione industriale del a tiourea
(«)
Valllt R.. Parìffì. Di«p. de ré-
fr'ijération et de condensation pour
les p'ateaux des colonnes servane
à distiller ou rectifier les alcools,
pétrole, benzine, ou autres liqui-
des (i).
Vilmeri D^ Firenze. «Nigroei-
na»», inchiostro indelebile per l'o-
bliterazione di francobolli, l'annul-
lamento dì carte valori ed ogni al-
tro impiego mediante timbri di
qualsiasi specie (i). .
VaMCX A. E., Ha!. Proc. per-
mettant l'obtentìon avec les vinas-
s€^ de mélasses d'engrais azoté e
de produits potassiques à haute te-
neur en éléments fertilisants et mo-
yens de le realiser.
VcUmann C. e CUytM AaHlM
CmmptOÈy UaMtd, Clayton. Man-
chester. Perfect. dans la fabrica-
tion du camphène (3).
Vercte ChoaisclMr F^brlkcii,
Mannherm. Proc. <de pur'fficatioii
des gaz et des Hquides contenant
des decomposés chlorés de l'arse-
nic ou autres impurilés (15Ì.
Vergè A.» Vincennes. Proc. de
fabricatìon d*alumìne pure (6).
VUkurd J. F., Rexton. Perfezio-
namenti nella composizione delle
sostanze usate come colori (6).
VHaIc -a. ék Jt., Aversa. uSa-
vonina» preparato per fare il bu-
cato (i).
V«gel8tBg Am Dresda. Filtre é-
purateur pour la clarUlcation des
eaux d'égoust et de semblab es li-
quides impurs (ir).
W«4eldiid R. e Co. «tMllstiliaft
Bit b. H., Uerdingen a/R. Proc.
de fabrication du nttrate d'ammo-
niaque au moyen de nttrate de
soude et du sulfate d'ammonta»
que (15).
Wekhcr 1:.^ Augsburg, Bav'e-
ra. Appareil pour 1 6'ectrolyse des
liquides (\).
W^temiuMi if., Zurigo. Agglo-
mérés de carbure de colcium com-
prime avec de^ substances gou-
dronneuses, ainsi que proc. pour
les fabriquer (6).
WctMcaÉfdie TkumtÈfkufèuA'
Werke Gcsollsohaft mìt ècKh
Ttaktor Haftamg, Berlino. Proc.
de fabrication de composés oxygé-
nés de l'azote (6).
Wogfllgesong A., Marktbre t.
Baviera. Proc. de fabrication d*un
isolani compose de poix stéarique
Twbtì O^ Langenbi^u. D^r
flemmatore per apparecchi distil-
latori e rettifìcatori (6).
Zaacaa L., Padova. Processo
di trasformazione delle materie fe-
cali ed altri rifiuti, in un ingrasso
por usi agricoli, denommato «con-
cimina». (3).
Zlauncr C. L. V., Amburgo.
Proc. per la production d*une sub-
stance Ì9o!ante faci'evnent applica-
ble et parfaitement imperméable
à Thumidlté (5).
XXV. ^ Industrie diverse e buscellanea.
Concimi, guttaperca, celhtìoide tee. ^~ Marni/attuta di tabacchi — Lavati in /a-
glta ed affini — Spazzole e pennelli — App. di pubbhciià — Sistema di imbaUag-
gio — Recipienti diversi per traspot li — Lavati plastici ed artistici diversi —
Prodotti e procedfmenti di industrie diverse.
F.« Milano. Spilli di AgaciMri Q., Reggio Emi la.
sicurezza per chiusura di sacchi Impiego della bassina nella fabbri-
(S)- VW'oi» deUe spazzole (5!. Peo-
158 . Brevetti d'invenzione
ne:io di fibra animale o vegetale ClicaUfche Fibrlkui Tora. Wei|.
per pittori, imbianchini, ecc. (3). IcMer-Mer, Uerdingen a/R. Proc.
Armaal P. A. fa C, Mi*ano. pour la fabricatìon de produìts
Cornite, materiale per la fabbrica- semblables au ce lu!oid (1).
zionle di manopole per fjastont, Clacssca C, Berlino. Processo
ombrelli, portasigari, bottoni, cas- per la preparazione di una sostan-
sette per accumulatori, pettini, za s'mi e alla celluoide (1).
forcelle, rilegfature di 1 bri ad imi. Detgeorge R., Lione e DebrcU
tazione tartaruga ed avorio, ecc., F., Villeurbanne. Proc. de tra tc-
ecc. (2). ment de matières albuminoides IH-
Baggnlcy V. e Ditta R. Morton les que la caseine pour en obtenir
e Sons LlmltMl, Belhaven Works, des produits ininf1ammab*es im'-
Wishaw. Innovazioni nelle macchi- tant la come, Tébaille, etc. (6).
ne per fare sigarette (i). Dnqaesne e Dockèf (Società) e
Bartier J. w., Newton Mass. Pattcar C. D. A., Parigi. App.
Perfecl. aux bohes servant à Tem- avertisseur à détib réglé automatì-
ballage et à Tétalage des marchan- quement pour le gonflement drs
dises (ò). articles en caoutchouch dilaté {\).
BarUcri G. A., Ferrara. Nuo- Ekcrt F. M., Akron, Ohio. Pro-
vo linoleum economico a base di cède de fabricatìon de mélan|;;es
canapuli (3). de caoutchouch et de fìbres orjsfa- J
BeriiBcr Autstel'^wgs - GallerìcB niques ou inorganiques (6). |
G m. b. H., Berlino. Appar. per EUcI A., Iselohn. Disposit. pour •
pubblicità con nastro di avvisi gui- la fixation des manches sur !es ba- I
dato sopra due tamburi con mo- lais^ les brosses à froiter, etc (6). I
vimento intermittente (1). Erlweio G. e Marqaardt £., )
Betti C. e Brocchi P. V.» Mi- Charlottemburg. Proc. pour le
lano. Appareccho per esporre al transport à Tétat vivent, de poì*-
pubblico periodicamente ed auto- sons, crustacé et autres, dans un
maticamente cartelli di pubblicità emballage tenant Thumidité (o).
(3). Flngcrhnt II., Bres*avia. Stuo-a
Bono U., Bono E., e Bono G.f a maglie dì treccie di pa^'ia per
Firenze. Sistema di fabbricazione proteggere oggetti fragili, per e-
di scatole con strisele di truc'oli semo'o uova (6).
di legno o di altre materie {^). Finteitl F., V'enna. Plombs à
Bracciallnl G., Napoli, Carro sceller (1).
per esporre avvisi di pubblicità (5). FoeUftng A., Oflfenbach' * a/M.
Brion A. E., New-York. Perf. Proc. de préparation de caoatchouc
apportés aux machines à enve'op- pur (6).
per des objets ou artxles et fixtr Friedrich E. W., Blaton, Hai-
des étiquettes. (ó). naut. Proc. de fabricatìon de fils,
Biirnstenfabrik Erlagen Action fìlms et autres produits analogues
•Getellfchaift vorm E. Krinzieln, artiticiels (6).
Erlagen. Congegno per raddrizza- Frost H. II.« Londra. Perfect.
re le setole adoperate nella fabbri- aux apparei'sà vulcaniser (6).
cazione delle spazzole (1). Galeatl D., Narni. Linoleum iiv
Casalc G.f Saltino. Ca'endario combustibile (1).
lunare rappresentante in suddivi- Gare Th., New Brigton.- Proc.
sioni di differenti colori i vari pe- de fabricatìon et de réparatìon des
riodi del mese reativo al mestruo objets en caoutchouc (i).
delle donne (1). GentzKh A., Pernitz, Gutenstein
Catorati F., Napoli. Apparec- Proc. pour rendre de nouveau u-
chio portatile per esporre iscrizio- tilisable le vieux caoutchouc (15).
ni. avvisi di pubbl cita, ecc. (2). Graf O. e Gra! A., Boehringèn.
Cavargna J.» Birmingham. Per- Machine à enfìler Ics féu'lles de ta-
fpzìonamenti nei bocchini o batuf- bac (6).
(oli assorbenti per sigarette (6). Griincb€r|{ C.| Pre$sbgrg, Per*
riloKiati in Italia dal 16 f,
fectionemenU aux machlnei à (ai- aura o de.Ja piombatura dei sac-
re Ics brosses (i). Dispositivo per chi ed altri recipienti usati pel Ira-
ti ssare i mazzetti di setole ne^'i sporto delle corrispondenze postali
spaziolini dì osso o di a.tro ma- o dei valori.
Hacb
ladelicai
Impasto p
boi e, kÌoc
la fiibrical
sriKblant a
160 Brmttti d'iitotiiztoìt
Seri F., Firenze. Tessuto a stuoia VcMilaal F., Milano. Heccan:
i-olornlD |icr ipdill e pannelli (4). smo automatico avvolgente e «*!>'
&IK. » accvBWHllUl fcapHcc ««ite ìnttmiiltcnttBienta tele por
Meiallnrgki Tcaplal, Romu. tanii avvisi di pubbtiàtà (!>.
Chioiura sp«|iale pfr cane di Voer>cr R,, Mannhciin. Caosetu
iraspotlo e di corspivaiione {9). per sigari (i).
Soc. Wlntcr e Adler, Vienna. Vm 5c]<crllU t. B.. Panne
l'bnib à scFlIer (1). Monaco, Baviera. Quadro per <■-
aictcrt G., Freiburg, Baden. imporre at-visi nei veicoli fwrcn-U'
Trolloir ou aulre broase à porle- aiionato dai movimenti d«] v»tct*
inatirhe susceplib'es d Stre finis stesso (1).
dans des positions différenles (6) Wer W,, Subingen. Appareil j
Slarr W. H., Londra. Proc. de nertnyt-r le» pinceaux (6).
(ubrication d'un succMan.^ du cel WmltOD F. J-, c R*gcn !.■■-
luiold de In corne, de l'ébonile r\ gblM V., l.ondni. Tableau ind:
d'auires substances analogues (1). cnfu'' 1. changemrnl autfMnatqw-
Strappa F. tu P„ Roma. Cassa {t,).
Iirtle^ionata »Slrappa.> da imbai. WelbCTIBlOer H., Niimber^.
Ingaio (1). Proc, et appareil poiu" la labric^
TlckDer Q-, Londra. Perfeclion- tion de brosses, de pinceaux, df
nrmrnt aiix miichines ou apparells balais et d'autres artietes s'milai
;i fnire lei; rVaretl^s (fil res ((.). I
Well n., Parigi. Perfect. au^
marhines à cì|;arettn (6).
Weeraer R., Mannheim. Proc
ed api>areccTiio per compri mer» -
sigari in pacchi (1).
Triwai A.
StuUgart. M
1 (6).
ire ira per eh
(0-
II. - Beogpafia
del prof. Attimo Brunialti
Consigliere di Stato» Deputato al Parlamento.
I. — Parte Generale.
1. / progressi della Geografia. — Un altro anno è
passato, durante il quale la geografia ha potuto compiere
pacilìcamente notevoli progressi. Nessuno di essi è dovuto
alla guerra, e sembra attenuata anche la gara di com-
petizioni coloniali, che alla guerra poteva condurre. Tutte
le nazioni, specialmente quelle che hanno colonie, pro-
curano di studiare e conoscere sempre meglio il loro
territorio; la geografia occupa posto sempre più degno
nei convegni scientifici, e sempre più affollate sono le
sue solenni assemblee; V insegnamento della scienza si
diffonde e si eleva, ed aumenUi cosi il numero dei suoi
cultori, di coloro che seguono con interesse le pubblica-
zioni geografiche, le quali, anche per corrispondere ai
nuovi gusti del pubblico, aumentano di numero e di
valore.
Grande vantaggio non ha potuto ritrarre la geografia
esploratrice dalle nuove invenzioni. Noi abbiamo veduto,
è vero, una gara di automobili, la quale, dal cuore della
Gina, attraverso le sue difìRcili montagne, via pei deserti
e le tundre siberiche, si affacciò air Europa russa e la
attraversò tutta quanta, per riuscire alla mèta prefissa
nella più civile delle metropoli. Xoi abbiamo la gloria di
aver veduto primo in questa gara il principe Scipione
Borghese, insieme ad uno dei nostri più valorosi gior-
nalisti, Luigi Harzini, sopra una macchina italiana. Le
narrazioni che i vincitori e gli altri hanno già pubbli-
cato appartengono precisamente alla geografia dell' Asia;
Annuario sciBirTirico — XLIV. 29
4;U Geografìa
ma vo^rHono essere qui ricordate come una applicazi'tc^
del nuovo mezzo di locomozione alle esplorazioni sf-^
t^rafiche, anche h\ dove fanno difetto le buone strade, » !
è necessario che la gran macchina moderna si inerpici
su pei vertici dei monti, sia trascinata a spalla d' uoiW
per forre e burroni, trasportata attraverso Jiunii senu
ponti, per affondarsi (puilche volta nello paludi, e pn*^
pitare persino nelle ac(iue. Ancora invece non siami
riusciti ad applicare, come pur parecchi si pro|>ongfOivj
la diricribilità dei palloni all' esplorazione delle calore
polari, le (piali però non potrainio ormai più a Inna--
slidare la nobile curiosità della scienza.
2. Congressi geogra/icL - Le Società geografiche frai
cesi tennero il loro XXVIII Contfresso nazionale nei;
splendide sale dell' Esposizione di Hcn'deaux. Il Cou^»Te5->
venne or^ranizzato a cura della Società di geografia coiiì
merciale di quella città, fondata sin dal 1874. L.' Itali i
venne menzionata nel Congresso soprattutto per la mani i
dei suoi diboscamenti; si paragonò la nostra incuria ali-
premure rivolte a (piesto problema dalla Francia, dov-
si sono fondate prospere società per comperare terreii
in montagna, piantare alberi, migliorare pascoli, trattt-
nere i detriti del suolo.
Un' altra importante questiono trattata dal Congressi
fu (juella di una organizzazione internazionale per cir-
cuire le calotte polari con una serie di posti d'osserva-
zione, dai (piali si possano seguire i movimenti dv;
ghiacciai, i mutamenti dei climi, e raccogliere tutte h
indicazioni più necessari*^ ayli esploratori polari.
Le Società geografiche tedesche hanno tenuto il lor-
XVI Congresso dal 21 al 25 maggio a Norimbergii
insieme ad una mostra ueogralica e con interessanti
escursioni in»l (liura, nel Hiess, nella Svizzera stissoii*
e nei Kiechtelgebirge. Fra h^ principali comunicazioni
riuscirono notevoli (pielle di Filchner sulla grande opera
cartouTalica risultante dalle sue «'splorazioni nel Tibet:
«lei Sieger sulla distribuzione geograllea delle sedi abi-
tate temporaneainent(» nelle Alpi, e dcd (iasser sulla carta
della Baviera. Xel ( 'ongresso funìuo trattate alcune ([uo-
stioui di metodo; il dottor I(\ssen consitlerò la geografia
dal punto di vista dell' osservazione e <l(dla descrizione
retrionale; Tlh^tner e lo Schiitter trattarono dello stiidio
dei rapporti fra la terra (» 1' uomo, «» furono discusse !»■
più gravi questioni relative all' insegnamento.
Congresso geografico italiano 435
8. Congresso geografico italiano. — Il VI Congresso
ireografìco italiano tenne le sue adunanze a Venezia dal
"24 al 31 maggio, e sebbene non vi partecipassero tutti i
651 iscritti, riuscì assai più notevole dei Congressi i)re-
cedenti. Il Presidente senatore Treves, nello inaugurarlo,
ricordò T importanza degli studi geografici, e ne rias-
sunse i progressi nel nostro paese; ma il lavoro più
profìcuo venne compiuto nelle Sezioni, né ci è possibile
di darne anche la più sommaria relazione. Importanti
furono le conferenze del tenente Tanca sul Benadir, di
Leonardi Cattolica sui fari e i segnali marittimi, e del
I^evi Morenos sulle valli da pesca. Importanti escursioni
furono compiute nei canali del Po, nella valle da pesca
del Cavallino, ed in altri punti importanti dell' estuario
veneto.
La prima Sezione si occupava della geografìa mate-
matica, fisica ed antropologica In essa riferirono Attilio
Mori sui lavori dell'Istituto geografico militare; A. Toniolo
sulla necessità di curare maggiormente alcune partico-
larità scientifiche nelle carte geografiche; Carlo Errerà
sulla convenienza di ordinare un archivio fotografico della
regione italiana a servizio degli studi geografici ; O. Mari-
nelli, a nome del prof. G. Grablowitz, sulla diffusione del
sistema dei fusi orari i ; Arriao Lorenzi presentò una
raccolta di termini geografici dialettali del Polesine, e
P. Hevelli riferì intorno ad alcune voci di terminologia
geografica siciliana. Giotto Dainelli fece alcune proposte
per r organizzazione d(01o studio dei ghiacciai d'Italia,
ed anche più importanti furono quelle di (i. Magrini
sullo studio dei bacini idrografici dei fiumi veneti, che
diedero luogo ad una importantissima discussione. Ne
meno interessanti riuscirono la relazione di R. Almagià
sulla distribuzione delle frane nella penisola italiana, di
(}. P^eruglio sulla importanza della speleologia nello
studio della geografia, di S. Crino sulle dune agrigen-
tine. ^I mari italiani diedero occasione a studi e relazioni
importanti dei prof(*ssori L. Marini, (liavotto, Ricchieri,
Alessio ed altri. A not(?voli relazioni diedero pure occa-
sione i nostri terremoti e h» condizioni della colonia
Eritrea.
La seconda Sezione si occupò della geografia eco-
nomica, commerciale e coloniale, recando nuovi contri-
buti allo studio del problema dell' emigrazione con le
relaziom' di Attilio Mori, Egisto fiossi, Luigi Hodio, e
^
430 Geografia
con lo importanti discussioni che le seguirono. Notevo^
le proposte sui rapporti economici dell' Italia con V altra
sponda dell* Adriatico del prof. Maranelli, le comunica^
zioni del Frescura sulla necessità di una nuova luostrtl
degr Italiani air estero, e le discussioni che seguirono i
queste relazioni.
La terza Sezione si occupò della diffusione della col-
tura e dello conoscenze geografiche, e sulla g^ograiì*
neir insegnamento, riuscendo a proposte degne d* atten-
zione. Il tema intorno al quale la discussione fu più
ampia e vivace è quello della riforma dell' insegnamenti'
geografico nelle scuole medie; ma si trattò altresì del-
r insegnamento geografico nelle Università, e vennero
presentato numerose proposte, lo quali meriterebben»
anche qui un più ampio esame.
Nella quarta Sezione - storia della geografia e della
cartografia, geografia storica, toponomastica — il pro-
fessor V. Bellio propose la formazione di un dizionari"
geografico dell' Italia nel Medio Evo: F. Musoni discuKS'
i criteri ai quali dovrebbero informarsi i geografi nell«
ricerche toponomastiche; e non parlo delle numerose eti
importanti comunicazioni intorno a punti speciali della
storia della geografia, e specialmente della geografia ita-
liana. Chi sia vago di più minute notizie può leggere il
giornale del Congresso che venne pubblicato per cura
della « Rivista geografica italiana », od attendere gli atti
che del Congresso medesimo saranno dati alla luce ir.
un termine non molto lontano.
4. Trascrizione dei nomi geografici, — La commis-
sione incaricata di riferire sul modo di trascrivere nei
nostri libri e nelle nostre carte certi nomi geografici
stranieri, esaminò i vari metodi proposti a quest' uopo
o seguiti in Italia e fuori, e venne ad importanti con-
clusioni.
Per tutti i paesi abitati o dominati da popoli che
usano alfabeti latini, i nomi propri geografici si dovreb-
bero scrivere con le stessa» lettere con cui sono scritti
dai ])OpoIi cui essi ap[)artengono, quindi i nomi francesi
alla francese, gli olandesi all' olandese, e via dicendo.
Questo con una [u-inia eccezione, perchè noi scriveremo
sempre, per esempio, Inghilterra, Vienna, Danubio, e non
Eìigìand, Wien^ ìhtnaif. Un altro inconveniente si ha ne)
fatto che i nomi xum italianizzati, e perciò scritti con
studi oceanici 4B7
ortoi^Tafìa straiiiei-a, sono pronunciati dai lettori in modo
erroneo, perchè le idoiitiche lettere dell' alfabeto latino
non sono lette nelle varie lingue con lo stesso suono.
Ma in pratica sarebbe più dannoso se volessimo trascri-
verle con la nostra pronunzia, e scrivere, per esempio,
Xiucastle e (lersi^ invece di Newcastle e fJerse^'.
Per i paesi ed i nomi geografici delle regioni i cui
abitanti usano un alfabeto diverso dal latino, o non pos-
siedono alfabeto di sorta, i geografi si propongono sem-
plicemente di riprodurre il suono dei singoli nomi coi
mezzi più o meno perfetti forniti dai segni delF alfabeto
latino, applicati o pronunciati secondo V uso di ciascuna
nazione. Ne deriva V inconveniente che questi nomi sono
scritti in modo diverso dalle varie nazioni; per poter
leggere tutti Scebeìi, noi dobbiamo così scrivere, mentre
gV Inglesi scrivono Shebeli, i Francesi Chebeli, i Tedeschi
Scheheli, e così via.
In altri casi bisogna scrivere i nomi geografici locali,
cercando di prenderli per quanto è possibile dalla viva
voce delle persone, o sopprimendo lettere o terminologie
inutili. Così noi abbiamo finalmente imparato, a quanto
pare, a scrivere Cina^ invece di China, ma non ancora
a chiamare Cile il Chili, e solo da poco abbiamo smesso
di scrivere Ankobeì% Kassala^ Kheren, senza quelT inu-
tile A-, che non è della nostra lingua. Vero è che in
qualche caso i segni deir alfabeto nazionale non sono
sufTicienti ad esprimere qualche suono, ma in questi casi
si rimedia come si può, ed è quello che sempre ha cer-
cato di fare la Società geografica italiana, come è il
metodo al quale anche noi abbiamo procurato di atte-
n(MCÌ sempre, in queste ammali rassegne.
5. Studi oceanici, — Il prof. Lodovico Marini ha pre-
sentato una importantissima relazione su lo sviluppo, lo
stato presente ed i moderni problemi della talassologia.
Il primato in questi studi spetta alla Germania, ma anche
altri Stati tengono in essi un posto notevole. Così vennero
rilevate e discusse le causo delle correnti, è stato rico-
nosciuto il nesso tra i fenomeni talassologici e i fenomeni
biologici e metereologici. Ora le varie nazioni stanno
ricercando quali sieno gli elementi talassologici che
influiscono direttamente sulla vita degli organismi marini,
in quale maniera ed in quale misura; come le oscilla-
zioni delle condizioni meteorologiche agiscano sulle oscil-
488 (Jeografia
lazioiii (kn moli ocfniniei, t* questi su quelle, ed anc-i»ra
si (iovoiio (Miiinciaro h» leiaf^i generali e particolari dei
movimenti del mare. E necessario raccogliere misure
sempn» più esatte, e studiare i vari bacini nelle loro
variazioni in senso orizzontale (» verticale, il cho sarà
possibile solo quando si abbiano migliori apparecchi
re^ristratori per la temperatura, por la densità, per la
direzione» e velocità delle correnti. Xon sono ancora
abbastanza studiate le trasformazioni chimiche che haiiii*»
luo^'-o per effetto degli organismi esistenti nel mare, ma
questi ed altri problemi della moderna talassolog*ia p<^-
tranno risolversi soltanto con metodi rigorosamente scien-
tifici, e con una sapiente ed efficace cooperazione inter-
nazionale.
Allo studio deir oceanografia ha portato un grande
contributo il Mammle pubblicato quest'anno dal profes-
sor Otto Kriìmmel, opera veramente classica, che riassume
le c(nidizioni presenti della scienza. 1/ opera si occupa
anzitutto degli spazi marini, studia i sedimenti del fondo
sul)ac(iueo, e finalmente esamina le proprietà fìsiche e
chimiche dell'acqua del mare, tenendo conto esatto di
tutte le importanti esplorazioni compiute negli ultimi
anni. \\\ uno speciale [)aragral'o sui ghiacci marini, si stu-
diano la struttura, le qualità, le proprietà fisiche e la
distribuzione di questi ghiacci, con speciale riguardo
air origine ed alla formazione degli icebergs,
b. IjH direzione dei corsi d* acqua. — Il prof. A. Issel,
dopo aver studiato il concetto della direzione dello mon-
tagne, si occupa di quello della direzione dei eorsi
d' ac(pia. Kgli indaga come debbano cercarsi praticamente
nei corsi d'acqua le varie maniere di direzione possibile,
con alciuie rappresentazioni schematiche, relative special-
mento al corso delT Arno. I dati relativi alle pendenze
d(M corsi d' acqua si possoiui ricavare direttamente sul
terreno o dalle carte fornite di curve orizzontali. L' au-
tore raccomanda che, ogniqualvolta si parla della dire-
zione di un corso d'acqua, si specifichi se si tratti di
direzione assoluta, dominante, o media, e si dica a quale
media si alluda, (piai' è la scala delle carte che forniscono
tali dati, quale il metodo adoperato per ricavarli.
7. Istituto scientifico al Colle d'Olen. - Il 27 agosto
venne inaugurato con grande solennità questo Istituto,
che meritamente porta il nome del suo autore, il professor
/ morti della geografia 4B1>
-Vu^elo Mosso. Vi salì quel giorno con una schiera eletta
111 regina Margherita: vi salirono jmco dopo tutti gli
alpinisti che si erano raccolti in Varallo al consueto con-
ja^resso annuo. Questo Istituto, oltre ad avere carattere
essenzialmente internazionale, è un vero laboratorio scie'n-
tifìco, provveduto di mezzi adeguati j)er indagare razio-
nalmente i fenomeni d' indole svariatissima che si mani-
festano neir alta montagna, e che prima d' ora non era
possibile studiare, o si studiavano con ogni sorta di
disagi e di faticose escursioni, soggiornando sotto le
tende o in poveri casolari alpini, sempre per un periodo
di tempo insufficiente.
La fondazione di un laboratorio scientifico a >iOOO
metri sul livello tlel mare è vanto della scienza moderna,
ed è anche v^anto italiano. 11 prof. Mosso, neir inaugu-
rare r Istituto, ricordò come sulle Alpi, dopo il lungo e
grave sonno, è più intensa la vita delle piante; la flora
(* la fauna polare si possono studiare su queste cime più
comodamente che nei viaggi tragici del Polo, specie
negli esseri più piccoli e negli organismi microscopici.
Kd accennò al problema delle [)iante alpine, e della loro
adattabilità ai diversi ambienti : agli effetti della rarefa-
zione dell'aria e alle modificazioni che essa produce nel-
r organismo umano; agli studi sulla fatica e le sue leggi,
sui fenomeni dell' allenamento, e tutti gli altri che inte-
ressano la metereologia e la fisica terrestre, alla cura
della tubercolosi ed a quella dell' anemia. L' ambiente
poetico, la solitudine, le facilitazioni economiche saranno
un grande allettamento per gli studiosi non solo d'Italia,
ma altresì di altre Nazioni.
Senonchè, come si è fondato (juesto osservatorio sulle
Alpi occidentali, dobbiamo ora provvedere, con affetto di
scienziati e con amore di Italiani, a fondarne anche un
altro sulle Alpi orientali. L' idea è stata lanciata da me,
ed accolta con grande entusiasmo nel Congresso tenuto
quest'anno dagli Alpinisti Tridentini in Primiero, ed
intendiamo di dedicare ad essa tutta la premura neces-
saria perchè T impresa riesca a buon fine. Il nuovo osser-
vatorio dovrebbe sorgere presso la vetta della Marmolada,
od essere insieme un nuovo trionfo della scienza ed una
nuova affermazione di italianità.
8. / morti della geografia. — Hicordiamo, come ci si
presentano all' intelletto ed al cuore, i principali lutti
440 (Ifografin
clit' ia (^oojfnUìa )ia sopporUito iiiicho in i|uest' ai.
[jiin degli iittimi fu quello di Alfonso ^lla, ma.iicnt<
Itrtma il 'l't novetiibre. Fì|rlio iIcH' illustre fondatore
Club Alpino, egli era uno dei nostri fisici piii valei
ed i suoi viagi^'i sulle Alpi nostre lo avovano reso c:
Il tutti i genj^rafi. 1/ ingegneri! Fedele Salvadori [x
pei" molti anni a servizio della Società (ìeografica 1
liana la sua attività e la sua vasta coltura, e [x>dovi
Tumiiiello, morto a Hlì anni, era stato aggreg-nto h
nostra prima spedizione negli .S'ciof/ delia Tunisia. Nic
l'oliati fu imo dei nostri migliori geologi, e le sue pn
blicAzioni nel • Bollettino :lel Club Alpino » e in (|u<-l
del « Comitato geologico », uoncliè la sua cooperazioj
alta formazione della nostra carta geologica, lo resti
caro alla scienza. K cari specialmente a tutti gii anm
delle Alpi erano Paolo Prudenzini, illustratore dei moii
della Valcamonica, ed alpinista infaticabile; Vico Sai.
guinetti, noto per la sua brillante campagna nello dolo
miti Cadoriue e su altre cime; (iiacomo Hey, uno degi
amministratori pii'i autorevoli ed antichi del nostro Clul
Alpino: Kmilio Questa, le cui ascensioni non si coiilnm
e la cui • tiuida delle Alpi liguri » è un gioiello. Scom-
parvero vecchi alpinisti come l'abate A. Gorret, Pici
Ottavio Strambio, .\dolfo Kiud. Quest'ultimo, nato a Coiia,
ma vissuto sempre in Italia, dove fu il promotore dell"
Sky Club, morì travolto da una valanga ai piedi del Ber-
nina; soccombettero del pari alla loro audacia Francesca
Hcrtani e Moraschìni in una salita alla Meije, (liuseppr
De Gasperi sul versante meridionale della Civetta,
Tra i geogi-afi stranieri si è perduto Giorgio Grenfell,
missionario inglese, nato nel 1(^4!), che fondò sin dal 1^"^
numerose stazioni nel Congo, del cui bacino si deve n
lui ia miglior caria che esista sinora. Alfredo Kirchhof
era uno dei maggiori geografi della Germania per In
vastità della coltura e per l' influenza che egli osercili'i
sull'insegnamento: nato nel IRIti^, non lasciò alcumi
imporlaiite opera geografica. A 74 anni mori a Copen-
hagen A. F. Paulseii, che diresse duo spedizioni Danesi
nella Groenlandia e nell'Islanda allo scopo specialmente
di studiare le aurore boreali. Il 17 luglio morì il natu-
ralista Angelo Heilprin, originario dell' Ungheria, iita
vissuto quasi sempre in America, dove fu a lungo pre-
sidente della Società (ìeografica di Filadelfia. In Ame-
rica (■ morto del pari l'amin. inglese John MacleAf, iioln
An^nimettti d' infemxKf i/efigrttfico 44
Mpotsialnioiite |»vr il nieiiiMi-Jiliile viafrtr'" scteiiliJico
" ChalloiiffOf ». Il liì murili) morì ìn (ioriiiaiiìa Arti
tlacsslor, csploratoi-o tìeììc Indio olamlosì, e ili altrei ìs
dol Facilico, ma ppecialmoiihr noto |>or la sua grai
opera ili dieci voKuni Ìii folio sulle aiitieliilà penivia
n 15 aprile moli farlo [.. (iriesbacli, che dircase
itiolti anni il • (ipological Survoy » ilcll' India, e coi
iiiiportaiiti lavori sulla frpografia dell' Afiiraiiistan, 1
liitirc del luglio è morto Kilmoudo Dosmolins, il l'ondati
«lolla geogratia sociale, celobrn special mente per i s
studi sulla 3uperÌoriti\ ilogli Anglosassoni e per l'op
sulla influenza della strada nel crnaro il tipo sociale,
II. — liuitOPA.
1. Avvenimenti d' interesse, {/eogi-nflrn. — Segnalia
anzitutto alcuni fatti, i quali hanno un'attinenza con
{j:oografia, e si compirono nei vari 8tati d' Kuropa anci
>ml 1900, mentre non ne aliliìamo data notizia. A qui
fatti appartcntfono la ca<iuta abboudantìssìnm di polv
nioteorica in ^ìiciiia, la creaziono dell'Istituto Coloni
Italiano, la fondazione di due iniove sezioni della Soci
Mfoogratìca italiana, a Tunisi e nella Kepnbblicn .\rg
tina, e la riunione in Itoma di una conferenza inter
itionale per coordinare le osservazioni e le rìcerclie
torronioti.
tjono del pari a segnalarsi alcune importanti n\y
pubbliche, le quali, trasformando notevolmonto le con
zioni naturali, non possono essere trascurate dalla g
tfrafia. Presso Krefeld venne costruito un nuovo \^a
sul Keno, il quale ha ^ià attratto a se una imporlnn
sima zona di commerci. Venne aperto presso Berlino
nuovo canale, il quale unisce ('oponick a Potsdam, n
sando per varie città che si possono dire sobborghi ili
grande metropoli tedesca, e toccando specialmente Tclti
città dalla quale trae nome il nuovo canale, che utili;
appunto anche le acque del lago di ugual nome. L
linea di navigazione anche più importante venne ape
tra Herlino e Stettiuo, prollttando in parlo dei corsi t
l'IIavel e dell' Oder, che vennero uniti fra loro; il can
[u-osegue, con opportuni scavi, attraverso le lagune cIk
trovano tra ^tettino ed ìl mare, e sbocca presso Mwi
miinde, dove poderose dighe consentono facile l' ingrei
«Ile navi del maro del Moni.
442 Geografia
V^^niio studiato un nuovo progetto per superare, con
una ferrovia sotterranea, il canale della Manica, e gìh
sono stati fatti numerosi scandagli, i quali diiuostrauo
che r opera è possibile. 11 sotterraneo sarebbe lung-o .V>
km., dei quali poco più di 85 quasi in linea retta da
Saragatte a Dover traverso il passo di (^alais. Dopo il
tunnel del Sempione, del quale si tratta ora di costruirv
la seconda galleria, si è aperto un altro importantissimo
tunnel che unisce a Berna, per via diretta, la valle del
liodano. La nuova importantissima linea trae il suo nome
dal Weissenstein, ed è interessante anche perchè attra-
versa una delle più importanti regioni alpine della S\nz-
zora. Assai notevoli, anche nei rapporti geografici, sono
la ferrovia dei Karawanken, che unisce direttanienU*
Klagenfurt, per (lorizia, a Trieste, passando accanto al
mal difeso confine italiano, e la nuova ferrovia orientale
della Bosnia, che da Serajevo raggiunge con una doppia
biforcazione i confini della Serbia.
Una pittoresca ferrovia elettrica attraverso la Valle
Maggia venne aperta al pubblico il 24 agosto. E luug^
27 km., con una massima pendenza del 88 per mille, e
passa sopra cinque ponti e dentro a quattro gallerie. La
linea costò L. 2,()44,00(), somma alla (piale contribuì per un
quarto il (Janton Ticino; oltre al vantaggio economico
che reca nd uiui valle, la quale, per ampiezza, è la seconda
del Cantone, agevola la visita dei gruppi del Basodino e
di Campo Tancia, e le traversate alla Val Bedretto e
ali* alta Valle Levantina.
2. Carta del Monteblanco. — La pubblicazione della
carta del Montebianco alla scala di 1:20,000 continua
regolarmente. Essa venne iniziata sin dal 1890 per cura
dei fratelli Vallot, ai quali si deve V impianto dell' Osser-
vatorio sul Montebianco. La triangolazione fondamen-
tale può dirsi ultimata sin dal 1897. Essa comprendeva
da prima 257 punte, ed i vertici determinati a tutto
(piest'anno, ascendono a 410 sopra una superfìcie di
150 kmq. Le quote alti metriche sono derivate da quella
di un caposaldo della livellazione di precisione francese,
presso (yhamounix. Un ottimo accordo si è verificato con
le (piote trigonometriche italiane lunghesso la linea di
frontiera, e per i punti comuni le discordanze non supe-
rano un metro. L' intera carta, limitata al solo versante
francese, si conij)orrà di 22 fogli di 0,25 per 0,35.
T^o sviluppo della Dohrugia - Ija perdita del Danubio ' 41B
li. Lo sviltcppo della Dobritgia. -— Da 27 anni che
la Dobrugia si trova unita alla Romania, essa ha fatto
notevoli progressi. La po|)olazione è raddoppiata, rac-
cog-liendovisi ora 3(K) mila abitanti; la superficie colti-
vata aumentò in ventanni da 252 mila a <)08 mila ettari. La
pesca negl'immensi stagni lungo lo rive del Danubio e
^lol Mar Nero, invece di un quarto di milione, ne rende
ora quasi due, ed il commercio, che era dapprima (|uasi
iiisig-nilìcante, ha acquistato un'immensa importanza. La
costruzione di un ponte sul Danubio, il compimento della
ferrovia Cernavoda-C^ostanza, i miglioramenti introdotti
ili quest' ultimo porto hanno contribuito assai al pro-
gresso del paese. Il Governo riformò il regime fondiario,
e creò una classe numerosa di piccoli e medi proprie-
tari, vendendo a prezzi molto bassi le proprietà nazio-
nali. Che se per ciò si dovettero sostenere gravi sacrifìci,
aumentarono anche notevolmente le pubbliche rendite,
da tre ad oltre 15 milioni.
t<
4. La perdita del Danubio. — Il Danubio in alcuni
punti del suo corso presenta un fenomeno simile a quello
del Rodano presso Bellegarde : una parte delle sue acque
sparisce. Ciò avviene specialmente a Frid inveii, dove il
iìumo entra nel Wiirttemberg, e sino ad ora si era cercato
invano di conoscere quale direzione prendessero le acque
sotterranee. Nel maggio del 15)07, alcuni scienziati versarono
a Fridingen una soluzione contenente 120 kg. di uranina,
e dopo otto giorni di aspettativa, la colorazione verde
apparve nelle acque dell'Aach, piccolo torrente badese
che si versa nel lago di Costanza. Per conseguenza resta
dimostrato che il Danubio manda una parte delle sue
acque anche al Mare del nord, e che sotto la parte meri-
dionale della Foresta Nera esistono vaste caverne piene
d' acqua.
5. La costa del Murman e le nafte di Udita. — La
citta di Alessandrowsk, inaugurata con gran pompa otto
anni or sono, sulla costa di Murman, non ha dato i risul-
tati che se ne attendevano. Vi è tuttavia una importante
stazione scientifica che attende specialmente a far cono-
scere ai pescatori i migliori metodi di pesca, ed a met-
terli in grado di sfruttare la grande ricchezza di pesce
di quelle coste. La popolazione di quella costa va note-
volmente diminuendo, e si invocano perciò nurvi prov-
444 Geografia
vodiineiiti governativi a favori* dell' unica industria «ì
questa regione.
Attraggono invece sempre più V attenzione i doposit
di nafta presso il fanno Uchta, nel circondario <li Ust
Sissolk del governo di Arcangelo, specie dopo il rialz i
dei prezzi del petrolio. Il fiume Uchta, lungo circa ceiitn
verste, è un affluente deirishma, e per una lunghezza di
oltre 25 verste si versano nell' acqua copiosi ruscelli tii
nafta, i cui depositi occupano una superficie di 1820 km»|
Ad agevolarne lo sfruttamento già incominciato, si pr<>-
pone ora la costruzione di una ferrovia dalla città di
Vologda al fiume ; lungo la medesima si collocherel>-
bero due tubi, uno per l'olio di illuminazione, l'altro
per Tolio di riscaldamento, e si scaverebbero sul luog*-
stesso dei depositi, cento fori della profondità di 4(M> ;i
5(K) metri.
G. Le coste della Danimarca. — Continuano le più
accurate osservazioni scientifiche sulle variazioni doì
livello del mare sullo coste della Danimarca. Questo lireil*»
va aumentando dal nord al sud ; il livello del Baltico ^
più elevato di 0 cm. circa di quello della parte scttentrii»-
nale del Kattegat.
Questa differenza non può essere attribuita al vento.
e lo è solo in parto alle tempeste. Così durante la grande
tempesta del 25 e 26 dicembre 1902 il mare inondò la
costa nord dell' isola di Zelanda, e produsse nello stesso
tempo un forte abbassamento di acque sul litorale del
Haltico ; questa tempesta spinse l'acqua del mare del
nord nel Kattegat, in uiodo che il livello crebbe dal nord
al sud; a Frederikshavn il massimo dell'altezza fu di
m. 1,11 sul livello medio; ad Aarws l'altezza passò un i
metro e 21 cm. e a Copenhagen m. 1,57. Durante il mare
grosso a Copenhagen seguiva a Cogo un opposto feno-
meno di abbassamento straordinario delle acque, che
l)rosso la città raggiunse i tre metri sotto la media ordi-
naria, per guisa che fra Copenhagen e Cogo vi era una
differenza di m. 4,6(). Questo osservazioni ed altre che
continuarono anche negli anni successivi, hanno eviden-
temente una grande importanza per lo studio dei venti
e delle correnti di quella importantissima regione.
7. L' Isola di Valentìa. — Il signor Mac Stuart ha
esplorata con molta diligenza l' isola di Valentia, che si
Altri .itiidi hhW Europa
può diro la sentiuelln avanzata dell'Europa sulle "
d' Irlanda. L' isola è unita a Terranova da qnattro
tclegratici e bu di essa sor^e ora uno dei più iinpo
osservatori! meteorologici dell' Inghilterra. Il climi
r isola è straordinariamente mite, sicché vi alligni
magnifica vegetazione, e caile assai raramente la
I^' isola ha una forma allungata gonfiata verso il i
da due colline aguzze; 1' uniformità del suo suolo è
dalle vasto macchie di verdi fucsie che coi loro fior
gnigni gettano dappertutto nn allegro ridesso Inui.
Vi sorgono due sole città, o piuttosto villaggi, Kn
town, la cosidetta capitalo, che si compone dell' Oss
torio, della stazione doÌ cavi, di uu albergo e di
e povere caso, o piuttosto atiimberghc, o il viliag)
Cahercivcen, Verso il larg'o mare l' isola si inasprii
rocce e di nidi scogli di un coloro ferrigno, sul qu
onde si scagliano furiosamente, e termina col mai
promontorio di Hray Head, che domina un vasto
zoiite.
(lencralmcnte a Valentia piove nove mesi »n li
e quattro giorni della settimana su sette anclic negl
tre mesi, e vi domina qunsi perpetuamente la ni
1/ isola serba ancora traccio del dominio spagnuolo,
mantiglia andalnsii delle donne, nei nasi larghi e si
eiati e nollc labbra tumide e grosse dì alcuni no
che ricordano il passaggio dei Slori in quoll' isola.
H. Altri atudi sttìl' Eurupa. — Ricordiamo somn
mente altri studi pubblicati nel corso dell'anno su
regioni d' Kuropa. Birkenmayor ha compiuto impo
osservazioni sopra la temperatura e le condizioni
logiche di varii laghi del Tatra; L. Hrict percorse
gione poco conosciuta dei Pirenei fra il rio Cinca
rio Ara, per studiare le gargaiitas o i barranroa del
regione aragonese; W. E. C'iarkc visiti) l'isola di
allo scopo principalmente di studiarne l' avifnni
Duparc, insieme al Pearce, pubblicò una intere»
narrazione degli imj>ortanti suoi viaggi iioHa regione
Urali.
Sì ebl)ero ì primi risultati degli studi falli dalla
missione inglese sulle erosioni, sui rialzi, e sulle
modificazioni di quel litorale. K. (Jagel esplorò le
ili l'alma e di .\laileira. e *'. M. Kassner llescri^
Itulgaria, faceudu tesoro dei^^l' importanti viaggi d
iiiti in quella regione tra il lìKXI e il 19(15. (i. Klemm
l'f) lo Alpi Tieiuesi, lì. Marek qiiolle doll'Aiistria,
auiisoll i monti di Hodnpe e specialmente ìl Rilo-
Itri aludi notevoli veniieni pubblicali da ìi. Kì-
Ison sull'isola di Malta, da Scbwarzlose sulla Serbia,
A. Shnrawski sulla vasta tundra clie si e8ton<le tr»
>taciora e gli Orali.
ni. - Italia.
A'woid '-aria d' Italia. — Abbiamo jflà parliito
nuova carta d' Italia pubblicata dal Touring Club
no a cura dell' Istituto (ìeografico diretto dal dottor
inni Uè Agostini in Koma. La carta è alla scala di
UKM) e consterà di 38 fogli in formato di e. 0.52x0.395.
un loglio ha un proprio indico, al quale seguirà mi
3 generale.
esecuzione è assai netta ed elegante, tenuto conto
ilmente dei molti colori adoi>eratÌ, nero per i nomi
;omunicazioni, bistro per i monti, bistio più cai-ìco
s curve di livello, verde per i boschi, coleste ])er le
I,' rosso per le distanze, carnicino per il fondo, avana
3 strade principali, rosso o bruno per la cliviomelriu.
E< disegnata sn pietra, ma incisa, con le montagne
:.tegKÌo; il terreno è liìse^rnato con minuziosa cura
linciali' con la curva di 50 metri, poi di 100 in lOU
li WHI e di 2Ó0 in li'iO per le altezze superiori. Anche
im: sono rese nello loro più minute ramiKcazioni.
stanze chilometriche segnate lungo lo strado indi-
i punti di partenza e lo pendenze; i|uesle strade
indicale con segni iliversi secondo la loi-o reale
■taiiza. I centri di abitazione sono segnati con le
prineipali della loro pinntii, sicché il viaggiatore,
ì nel dedalo delle viuzze dei paeselli o fra le agglo-
lioni cittadine, può sceiilicre la via eerta. E così i
marinimi hanno segnato tnttf le particolarità della
I' si scorgono chiaramente le foci dei Hnmi, 1 porti
ni altro tratto della costa.
lesla carta del 'l'ourìng t.'liib contribuirà certo uote-
nte lilla coltura geogralica, essendo posta nelle mani
re centomila persone. I Cogli ])ubblicati o già pre-
i sono i seguenti: 'l'orino, Milano, Venezia, (leuovn,
/ noatri vulcani
447
f"-"
Civitavecchia, Roma, Frosinone, Napoli, Como, Brescia..
Pisa, Firenze, e si spera che sarà poi posta mano di pre-
ferenza ai fogli della rejarione alpina. Ma si spera anche
che il Touring porrà un po' più d' attenzione ai nomi
delle regioni di confine, perchè è semplicemente vergo-
gnoso che una grande istituzione italiana faccia gli inte-
ressi del Volkshicnd e degli Slavi , scrivendo in tedesco
e in altre lingue nomi di luoghi italiani e dove si parla
la lingua nostra.
2. / nostri vulcani. — K stata pubblicata una bellis-
sima carta altimetrica e fito-antropica doir Etna, a cura
del signor S. Crino, complemento di un saggio antropo-
geografico su (juesto nostro vulcano. L' autore riassume
graficamente i varii elementi geografici della regione
Etnea, mettendoli in relazione con la distribuzione e con
la densità della popolazione.
Mario Baratta ci dà importanti considerazioni sul
nuovo rilievo del cono Vesuviano. Quello eseguito nel
giugno 19<M) presenta alla sommità una interna voragine
di l'orma quasi circolare, col diametro maggiore della
lunghezza di 180 metri, il minore di 1()4, ed un circuito
totale misurato sull'orlo pari a m. 54(). L'interno sembra
una grande voragine, con le pareti di ponente quasi a
picco, mentre fra XE a SE degradano meno rapidamente ;
sul fondo, a r>5 metri, si scorgono tre bocche.
I fenomeni successivi hanno [)rodotto nuovi e sensi-
bili cambiamenti nella parte terminale del gran cono,
primo fra cui la formazione all' interno di un nuovo
cono eruttivo. Il rilievo del cono vesuviano ha mostrato
come sia stata nnitata specialmente la parte superiore
del vulcano, in seguito all'ultima eruzione che tanti
danni e tanto sgomento ha causato nelle popolazioni cir-
cumvesuviane. Lo esplosioui determinarono la formazione
di una vastissima voragine, di forma elittica, con 1' asse
maggiore in senso NXE-SSO, lungo circa 725 metri, tra
X-S raggiunge metri (U)5, ira XE e SO W^)^ fra E ed () HOO
ed infine fra SSE e X() (U-"). L'interno ha per buon
tratto le pareti a scar[)a, in modo da presentare l'aspetto
di un imbuto colossale, solcato da grandi ed irregolari
canaloni prodotti da franamenti, da acfjue dilavanti, dal-
l'azione dell*» fumnrole. Xel fomlo si apre un condotto,
di diametro incomparabihnente minoi-e rispetto ì\ quello
dell'orlo, [)er guisa dn fornuire nini vera raìdciva. 1/nttuale
V*J
448 Geografia
cavità craterica comprende non soltanto il piccolo cono
eruttivo sorto entro il cratere di sprofondamento rimasto
dopo r eruzione del 1903, ma eziandio la porzione della
impalcatura del cratere del 1872 e le località dove sorgfe-
vano i due casotti delle guide a metri 1225, e 1193. La
distrutta stazione superiore della funicolare verrebbe a
trovarsi a brevissima distanza dall' orlo stesso la cui
altezza varia da 1103 a 1123 metri. Nel suo complesso,
il cono non solo ha perduto notevolmente di altezza, ma
sombra più sciatto e più largo alla base di quello che fosso
prima; inoltre si è venuto accentuando maggiormente il
processo naturale di fusione del moderno Vesuvio col
vecchio monte di Somma.
Connessi ai fenomeni vulcanici sono quelli delle salse
6 dei fuochi dell' Appennino. Nuove illustrazioni ebbero,
a cura di (i. Magri, i fuochi di Barigozzo, che erano stati
già illustrati da A. Stoppani e studiati da Govi, Fouqué,
Oorceix. Il Magri studiò specialmente i gas che escono
dal suolo e ne fece V analisi chimica. Il gas esce dalle
fessure della roccia, dove scende a picco in un'antica
fornace, sicché questa viene a far circolo intorno alle
fiamme che bruciano anche oggi giorno e notte inutil-
mente e divampano lungo il brecciato che rendono riarso,
rossiccio, talvolta affumicato. Oltre che dentro la fornace,
il gas esce anche dalla roccia a monte di essa sopra uno
spazio di circa un mq. I gas constano per 65 parti su 10(>
di metano, per 22 di azoto atmosferico, per 6 di ossi-
geno, per '1 di idrogeno, e per quantità trascurabili di
anidride carbonica, olefìne, benzolo, ed ossido di car-
bonio.
.*i. Nuovi studi sulle monUigue. — La Rirista geogra-
fica ha iniziato un importantissimo supplemento il quale
comincia col pubblicare alcuni studi sopra i limiti alti-
motrici, 0 precisamente con lo ricerche di Olinto Mari-
nelli intorno a (|uelli del (Jomolico. Premessa una intro-
duzione sui limiti altimetrici dei fenomeni fisici e biolo-
gici e sul loro studio con metodo cartografico, con la
osservazione dirotta noi loro rapi)orti con la distribuzione
alti metrica, il Marinelli si fa a studiare la regione geo-
gralica dol Cornei ieo, una delle più isolate e caratteri-
stiche d' Italia, coi suoi cinijuf^ comuni di Santo Stefano,
Danta, San Nicolò, Candido o San Piotro. Quando si
pensi elio il Comolieo manca persino di una descrizione
Nuovi studi Hulle montagne 44U
g'eo^ralica l'atUi con criteri inodorili, si coiiipreiido l' ini-
j)ortaiiza di queste ricerche, soi)ra una reg*ioiio di circa
150 kmq. a non computare una parte della valle supe-
riore del IVidola, e compresi due frammenti del bacino
del liio di Sesto che manda le sue acquo alla Drava.
Premèsse alcune generalità sulla distribuzione della
popolazione, sulla sua densità, e sul suo riparto altime-
Irico, r autore studia anzitutto i limiti delle dimore [)er-
manenti, poi (piello de^li stavoli, dei fenili, delle casere,
delie baite. Successivamente esamina i limiti delle colti-
vazioiii, dei prati, dei boschi, la linea delle fronti dei
ghiacciai e quella delle nevi persistenti, riuscendo per le
massime elevazioni alle segueuti cifre: ^ra u turco m. 952,
ciliegio 130(), abitazioni permanenti KUU, coltivazioni 1410,
stavoli 1419, fenili lf)S(i, case 17.r»r,, boschi 1980, balte 1993,
alberi 2054, arbusti 2102, fronti dei ghiacciai 2237, linea
delle nevi persistenti 24(M) circa.
Importanti descrizioni delle nostre montagne troviamo
nella rivista mensile del Club Alpino, dove l 'go De Amicis
illustra la cresta sud e la parete italiana del Cervino,
N. Tofani il monte Aemilius, A. (inocchi i campanili delle
granate nel gruppo deirAdamello, M. Horelii i denti
(rAmbin. Così D. Herti illustra le pareti Est e Sud del
Bachettone, E. Diressi il Charbonel, (i. Andreoni la roccia
Viva, A. Mars i monti bergamaschi, (J. Cibrario la Corna
uieridionale nel bacino di f'sseglio, V. Costa le dolomiti
di Schio.
Importantissima è la pubblicazione del primo volume
della nuova (iuida dette Atpi italiane, affidata a (iiovanni
Hobba per deliberazione del (Congresso alpino. II nuovo
volume illustra solo le Alpi marittime strettamente intese,
dal colle di Tenda a quello deir Argenterà, ed è vera-
mente tutto ciò che di più completo si può immaginare
in questa materia. Parecchi volumi saranno necessari ad
illustrare tutta la cerchia delle Al|)i e si alterneranuo
con la pubblicazioìie deìV Annuario^ che diventerà ora
biennale.
Non lascieremo le nostre montagne senza parlare delle
proteste sollevate dal progetto di costruire una ferrovia
funicolare sino alla v(»tta del Cervino. Sin dal 2S giu-
gno 1892 TAsseuiblea federale svizzera ne dava la cou-
cessione e da [)arecchi anni fu costruito il tratto da Zer-
iiiatt al (Jornergrat, che riuscì anche un ottimo all'are
finanziario. Si tratterebbe ora della concessione di una
AlirVARIO SCIENTIFICO ~ XLIV. X»
450 (Geografia
ferrovia elettrica a dentiera da Zermatt al lago Xero
(m. 2508) per il vallone di Smnth, proseguendo poscia
verso la cresta dell' Hornli, sino alla capanna del Cervino
(m. 3052) ; dalia capanna due funicolari elettriche rag-
giungerebbero un punto a venti metri sotto la cima, con
percorso in galleria a fortissima inclinazione. Una salita
al Cervino costa oggi non meno di 200 lire ed è una
delle più ardue delle Alpi, sicché può compiersi soltanto
da pochi eletti ; con la nuova ferrovia potrebbero salire
il Cervino con 50 lire di spesa anche banchieri poda-
gròsi e donnine isteriche ; ma non so davvero che cosa
ne guadagnerebbe il senso della montagna, per cui giova
sperare che le proteste raccolte dovunque riescano ad
impedirne la profanazione.
4. / nostri corsi d* acqua. — (Giuseppe Canestrelli ha
pubblicato una memoria sugli elementi areometrici rela-
tivi ai bacini dell' Arno e del Serchio. La superficie dol
bacino dell'Arno risultò di kmq. 8247, ai quali si deb-
bono aggiungere 296 kmq. per il bacino del Bientina,
quello del Serchio risultò di 1404 kmq.
Più tardi, in seguito a nuove indagini, si ebbero invece
le cifre seguenti : per il bacino dell' Arno 8278, per quello
del Serchio 1428. Giova notare che il bacino del Bientina,
che ha ora uno sfogo a parte, non deve essei'e compreso
nel bacino dell'Arno, come gli sono sottratti i bacini del
Fosso dei Navicelli, 522 kmq., del lago Trasimeno 307,51
e del Borro Ripi 2,94. Vi è poi il bacino del fiume Morto
di 118 kmq., sottratto per opera dell'uomo in parte all'Arno
e in parte al Serchio ; il bacino della Chiana 1375, gua-
dagnato in parte artificialmente, in parte naturalmente
dall'Arno, il bacino di Ripafratta, 8 kmq., scolante natu-
ralmente nel Serchio, ma guadagnato artificialmente dal-
l'Arno, e il bacino del Pian del Lago, di 24 kmq.,
portato artificialmente nell'Orabrone grossetano. Final-
mente il laghetto di Sibolla, di 0,45, viene assorbito dal-
l' Arno.
Una nuova memoria illustrativa della carta idrografica^
d'Italia comprende i corsi d'acqua dell'Appennino meri-
dionale, dell' Antiappennino adriatico a Sud del Scie e del
Sangro. Lo studio è opera del Perrone, che segue lo
stesso metodo tenuto nei volumi i)recedenti, esaminando
dapprima lo montagne nelle quali i fiumi hanno origine,
o calcolandone i dati principali. I valori così deto
sono stati riuniti net seguente quadro.
npparCe Odono
o ': Aleuto . .
i' Minga rdo. '
Bu ssento .
.. Noce . . .
' Savuto . .
; Amato . .
MeaiinA. .
Petrace . .
'' AurinaU .
'' Tacina . .
Neto. . . ,
li Grati . . .
'' Bradaiio .
, Ofauto . .
l' Portone. .
Biterno . .
I Trigno . ,
: 1070
. ,2440
. 1424
, 1678
.!l&08
lisi'
IH
m 24,861
37 26,671
37 45,94 1
46 !31,(J4l
51 30,3i)|
65 23,68
56 26.29
50 16,-1
27 1 87,04
34 191,03
48 '26,04'
58 2»,24|
84 1 22,02
81 |20,0ai
94 I 14,30
111 |10,3fi
130 1 10,38
134 I 6,33!
118 i «,59 'i
86 < 8,37 II
83 ;tó,72
83 ; 13,86 ij
.Segnaliamo ancora una monografìa di Angelici
sul bacino snp<TÌoro ilei liumc Brenta. L' autore ci
ifli studi proposti dal Battisti, dal Fnllè, dal Rice
terzo Congresso geografico italiano, recando mioi
Iribnto geoi 10 mastico al bacino superiore di questo
taiilissiino liunie italiano. Alcuni termini si fife
.alili geografia generale od a fenomeni meteorologie
ton, tuono, siisio, tempesta, saetn, fulmine, neven
navicata, ecc. Altri sono termini orografici, come
roi/olo^ ermo, xhoa, aìariita, ecc. Altri infine si rifa
alla gi'ologia, all' idrografìa, alle colture, alle aliit
452 Geografia
V importanza dello studio sta in ciò che tiene conto anche-
di parole usate nei territori confinanti, confrontaiulole
con (luelle del bacino preso in esame. ^ ,,, ^ ,
Ferruccio Tolomei illustrò li» valli dell Alto Adig-e
che appartengono al Regno dMtalia, specie le sormonti
della Ilienza, e le valli di Landro, Hin nero, Rni bianco,
e Popena. Lo studio è notevole non solo per la esatUi
descrizione della catena si)artiac(pie delle Alpi dal incute
Pater al passo di Toblaco, ma per la esatta ricerca della
nomenclatura italiana quale si usa dai montanari ampez-
Zani e cadorini, ma che nella toponomastica geografica
è stata (piasi dovuncpio malamente sostituita da denomi-
nazioni tedesche.
5. Altri studi ed ilìmtvazioni d'Italia. — Allo studio
e alla illustrazione^ dei nostro paese attendono ora con
mirabile gara non solo il ( -lub Alpino, la Società geogra-
fica il Touring Club, ma anche l'Associazione per il
movimento dei forestieri, che ha iniziata la pubblicazione
di una serie di guide monografiche illustranti i luogrhi
più notevoli d' Italia. La Società ligustica ha aperto un
iiuportante concorso, con un premio di 8()0 lire, a chi
pubblicherà il miglior lavoro sulla stona naturale o sulla
geografia della Ligiu-ia. Lno studio del dottore Franco
Bianchi si occui)a della distribuzione della popolazione
della provincia dì Como, esaminando F influenza che
hanno su di essa i laghi e Y altimetria, nonché la distri-
buzione dei fabbricati rurali. L' importanza dell azione
attraente che i laghi esercitano sulle popolazioni risulta
evidente, come evidente è la legge naturale del dirada-
mento della popolazione con l'altezza. .
Roberto Almagià ha studiato del pan la distribuzione
della popolazione in Sicilia secondo la costituzione geo-
logica del suolo, completando così gli studi di Olinto
Marinelli, che esaminava tale distnbuzione in ordine
all' altimetria e alla distanza dal mare. Nota l'autore il
o-rande spopolamento dei terreni argillosi e marnosi, la
scarsa abitabilità dei terreni gessosi e schistosi, mentre
abbastanza elevata appare la cifra della popolazione resi-
dente su terreni di natura dolomitica, specie quando si
tenga conto della loro altimetria. Assai diversamente
popolati sono i depositi alluvionali, mentre imjwtantis-
•j^imi centri di popolazione si trovano sui calcari cnstal-
lini, semicristallini e compatti.
Altri sfinii ed illustrazioni iV Italia 453
Le sabbie plioceiliche, le lavo, le breccio conchigliari
sono i terreni che accolgono la grande massa della popo-
lazione dell' isola, in ragione appnnto delle loro ottime
qualità agricole. In conclusione, noi abbiamo in Sicilia
un alto grado di popolosità noi terreni di breccio con-
chigliari, di lave, di sabbie, di calcari concrezionarii con
1.808.469 abitanti; un grado medio di popolosità negli
altri calcari, ciottoli, arenarie, dolomie, graniti, schisti,
tufi, con 1,822.781, e finalmente un grado basso di popo-
losità nei terreni di gessi, argille, marne, con 887,654, e
rispettivamente con una popolazione relativa di 340,5 nel
primo, 188,6 nel secondo, e 84 nel terzo.
Il prof. P. Gribaudi, in una memoria pubblicata nella
Ni vista Geografica^ ricerca V origine del nome di Terra
di Lavoro. L'autore segue lo sviluppo storico di questo
nome che comprendeva una volta parecchie provincio,
ed era perciò nome di regione come quelli di Calabria
o di Puglia, mentre a poco a poco si ridusse alle attuali
Provincie di Napoli e di Caserta. Con la logge del
l.'' maggio 1816 la provincia di C^aserta venne divisa da
(jneila di Napoli ed ebbe per se sola il nomo di Terra di
Lavoro, mentre il uomo di Campania raggiunse un'esten-
sione che non ebbe mai noli' epoca medioevale e servì
appunto ad iudicare tutta la regione che i normanni
chiamarono Terra i\i Lavoro.
La signora Augusta ('anipajiclli ha illustrato la regione
del Monte Feltro. Kssa ricerca anzitutto l' origine del
nome nel Mons Fractns^ che corrisponde alla morfologia
spezzata e frantumata del paese, ed i confini corrispon-
dono a (juelli della diocesi feretrana. La descrizione
attinge un po' troppo ai lavori anti(juati dello Scarabelli
ed a quelli affrettati del Sacco, tuttavia costituisce una
buona descrizione di (piesta regione. L' autrice ha certa-
mente visitati i luoghi e li descrive secondo esperienze
ed osservazioni personali, il che contribuisce certamente
Il diminuire le mende <li (|uest' oj)era.
Il capitano Aristide (Jarelli pubblicò un volume di
(locinnenti e di ai)i)nnti storici snll' isola della Maddalena.
Dopo avere accennato brevxMnente alle iiotizie che intorno
ad essa ci tramaiularono i classici, si occupa j)rincipal-
inente delle sue vicende dal 172S, quando ad essa rivol-
Liova.il pensioro il Vicrrò di Sardegna, sino all' ej)oca
moderna. Allora la Ma<ldal(Mia av(»va appena 114 abi-
tanti, Capnu'a 71, mentre Huecessivamente vi si c«>strui-
464 Geografia
roiio forti, vi si promossero colture, crebbero gli abitanti^
sino a che a nel 1887 V isola diventò una piazza fortiti-
cata di prima importanza, e su di essa si formò V atten-
zione del Governo italiano.
Notiamo ancora !e ricerche iniziato dalla Commis-
sione nominata dair Istituto Veneto per studiare lo con-
dizioni della laguna di Venezia. Se ne ebbe qualche
traccia nel Congi*esso geografico tenuto in quella città^
e i suoi componenti, profossori I. Magrini, L. De Marchi
e T. Gnesotto, si occupano attivamente di tutto quanto
concerne la laguna ed il problema importante e delicato
dei fiumi che entrano in essa.
IV. -'- Asia.
1. Studi general L — Il colonnello Bruco e il capitano
Lavard attraversarono tutto il continente Asiatico par-
tendo da Leh il 2U agosto lOOo ed arrivando a Pechino
il 5 maggio 1^K)6. Kssi illustrarono specialmente il lago
di Tanggongpagar, i deserti del Tarim, il Ix)b-nor e le
steppe di Lob. Importante è anche il viaggio compiuto
dal conte De Lesdain insieme alla moglie, toccando
Pechino, (lobi, langtsciu, Cucunor, Tsaidam, le sorgenti
del Fiume (ìiallo, che vennero riscontrate a »]4,58." Nord
e 91,10;^ Ovest, poi il Tengrinor. Scigatse e Dargiling.
Diremo parlando del Tibet, al (piale specialmente si riferi-
scono, delle esplorazioni di Swen Hedin ; ma ricordiamo qui
ancora le trav^ersate dell'Asia compiuto in occasione della
gran corsa Pechino-Parigi. Le comunicazioni già fatto
per illustrarla e quelle che ancora si attendono recarono
certamente un notevole contributo alla geografia gene-
rale dell'Asia.
2. IjH nuova frontiera turco-egizia. -- La Commis-
sione incaricata di determi Jiare i contini tra V Egitto e i
possedimenti turchi nella penisola del Sinai ha terminato
i suoi lavori, i quali hanno condotto a qualche risultato
importante anche dal punto di vista geografico. Dal
(iolfo di Acabah, la nuova frontiera si mantiene per
circa 20 miglia sullo spartiacque tra T ITadi-el-Acabah
ad Est e i tributari dell' Uadi-el-Arisc ad Ovest, indi
traversa un altopiano, solcato dagli affluenti dei suddetti
corsi d'acqua, per seguire poi nuovamente lo spartiacque
b«i
Turchin AHÌaticn ed Irmi
tra r Uadì-fll-Arsc e i letti asciutti della Giudea dei
i:<ino a Biriti; di qua si dirige quasi ìli linea rei
Kafalj sul Mediterraneo.
Mentre nella parte meridionale da Acabah a Na
la linea di frontiera attraversa una regione monti
arida, popolata da pochi Beduini e quasi priva d' ac
<la Mayeiu a Kafah invece la regione è meglio foi
di acqua e capace di qualche sviluppo agrìcolo. L'
è piantato dai Beduini in più luoghi, e le Borgcn
Ain-Kadcis, Ain-el-Gedairat, e sopratatto quelle di
ol-Coasima, forniscono una discreta quantità d'acqua
tutto r anno. Anche Kl-Auja, che si trova in terri
turco, è ben fornita d'acqua, e tra questo posto e
Cadeis, in territorio egiziano, su una distanza di ap
25 miglia, si calcola che lo scavo di poche cisl
potrebbe fornire acqua sufhciente a circa 7(MlO pon
l,a costruzione di dighe attraverso alcuni torrenti
metterebbe ai Beduini coltivazioni più importanti diq
alle quali ossi ora attendono.
;(. Turchia Asiatica ed Iran. — Da cpialche ami
Hbrei vanno ripopolando la Palestina, per sfuggir
persecuzioni russe, le campagne antisemitiche di
mania e di Francia e forse anche per un nobile a
monto che li spinge a tornare alla terra dei loro p
Veni' anni or sono la l'aleslina non seduceva affatti
Ebrei: accanto ad alcuni con vinti pellegrini, appenasi il
Irava qualche mendicante ebreo che strisciava nll'oii
chiedendo la pubblica carità. Uà un anno all' altr
colonie Israelitiche si moltiplicano e sono ora più d
che formano centri dì popolazione organizzati e pro^
di tutto quanto occorre per l' utilizzazione agricoli
industriale del paese. Nel distretto di Giaffa più de
per cento delle terre sono state acquistate da Ebi
noi dintorni del lago di Tiberiade più di tre quarti
in loro possesso, (ili altri immigranti, non escli
Tedeschi, non possono resistere alla concorrenza ebri
i nuovi venuti traducono in lingua ebraica i princ
classici del mondo, pubblicano giornali, manuali s
stici, ed ormai Gerusalemme è abitata in maggiorati:
ebrei e si può prevedere non lontano il giorno nel (
essi costituiranno anche la maggioranza della pò
/.ione della l'alestina.
Il dottor Ugo (Irotlic di Monaco ha fondalo uell'
Minore una rete di [Stazioni meteorologiche elio ii
450 Geoi] rafia
roiio importanti osservazioni. Il clima dell* interno dH-
TAsia anteriore è nno dei più estremi del continente
asiatico. Le osservazioni che sinora si possiedono sulle
temperature, sui venti e sulle precipitazioni dei pianori
e delle conche del sistema del Tauro, delle zone di alti-
piani e delle steppe, corno pure delle regioni alluvionali
deir Eufrate e del Ti^ri, sono estremaniente scarse per
una accurata elaborazione scientitica, e neppure possono
servire di fondamento ad utili imprese economiche. Le
nuove stazioni di l'rfa, Diarbekir, Mesereh, Babilonia,
registrano le temj>erature, la forza dei v^enti, le precipi-
tazioni, lo stato idrometrico, (pielle di Marash e di Cala
Scergat aggiungono anche osservazioni barometriche.
Il dottor Ugo (irothe ha pubblicato anche i risultati
del viaggio da lui compiuto nell'Asia Minore a scopo dì
studi geografici e commerciali. Da Kregli, egli attraversò
le catene montuose del Tauro Cilicio, sino ad Ak-kcìpru,
(piindi per diflicili sentieri, lunghesso le falde orientali
deir Aladagli . si spinse a Farash e poi sino a Fractiin.
Dopo una sosta di due settimane sugli altipiani di Ch'e-
sarca, esplorò Io catone centrali e meridionali dell' Anti-
tauro, attraversando por il primo da Ovest ad Est la
valle del Saris da darj)us ad Albistan ; sali la vetta del
Piubugliadagh, alta .'J-J(M) metri, od il Bachirdagh, di poco
inferiore. I Circassi \'(\ i Curdi sono in forte aumento
nello valli doli' Anlitauro, mentro lo tribù turcomanne
degli Avsciari, ancora ncìiiiadi al tempo di Moltke, si
stanziarono in j>iec()li villaggi fortiiicnti nella media valle
del Saris o sugli altipiani fra il Samantissu e le catene
centrali occidentali doli' Antitauro.
Le condizioiìi politiche di (pK^sti torritorii sono però
assai tristi. La proj)otenza dolio tribù Arabe impedisce
r ostendorsi dolio colture, o i>or conseguenza la steppa si
allarga sempre più. Il Grotho visitò il Capo dei Millicurdi,
Ibnihim pascià, elio lui raccolto nelle sue mani la sovra-
nità di (juasi tutto lo tribù dolla Mesopotania, ed accom-
pagnato dai suoi onvaliori foco uiui escursione lungo il
Cabul, dov(^ abbondano lo actpH* anche noH' ostato, notando
[)orò che anclH» là la |)opolaziouo dimiiniisco e le colture
sono abbandonato.
Si assicura ohe vorranno invoco compiuti i progetti
da tanto tempo discussi |)or 1' irrignzioiu^ dolla pianura
di C(ìnia. Si tratta di tnisrornuiro in area coltivabile
di 'M milìi ettari, con opportuno oj>oro tli irrigazione, la
^ ■ ■" ■*■
Indili inglese ed isole 457
pinuuru IL sud di Conia, sin verso Caraiuftii. ìjc acquo
necessarie sarebbero derivate dal Lago Chiiili, ed i lavori
comprenderebbero la costruzione di un canate di scolo,
la correzione dei fiumi Beiscehir, e Ciarsceiube, per una
lungtiezza di circa 175 ktii. ; In scavo di un canale lungo
21) km., nella gola di Balicova, per collegare quoi due
Kumi che scorrono iji opposte direzioni, la costruzione
di chiuse, di serbatoi, di canali dì distribuzione, e di
numerosi edifici. I^e spose sono valutate a iìO milioni di
lire che la Società delie ferrovie dell'Anatolia anticipa
alla lista civile turca, ed ì lavori saranno eseguiti dalla
stossa Ditta che ha costruito la ferrovia per l'orila od il
tronco Kagdad-Conia-Caraman-Tanro.
Sono stati pubblicali ì risultati degli scavi compiuti
ad Kfeso da Otto Honndorf per conto dell'Istituto Archeo-
logico austriaco. H. Hurkhardt descrisse l'Arabia orien-
tale da Bassra a Museale secondo i risultati dei viaggi
da Ini conii)iutÌ in quella regione. F. (ialloìs esplorò la
Siria, e specialmente i dintorni della città di Aleppo, od
K. Mac .\l»hon, capo della Uonimissione inglese che deter-
minò i confini fra lii i'ersiti e 1' .\fgaiiistan, pubblicò i
suoi importanti studi muI Seistan. 1^ Società orientale
tedesca continuò gli scavi nella Mesopotamia. meltendu
in luce nn palazzo di Tuculli-Niiiiv I" ed altro aniicliità
importanti. P. Molesworth Sykes esplorò (piasi Intta la
Porsia, e specialmente la linea che da Vezd per Mcsce<Ì,
Lntfabad, Turbat conduce a Khaf, K. Oswald pubblicò un
trattato sulla geologia <lcir. Armenia, e H. Wincklor riferì
alla Società Asiatica di Merlino intorno al suoi scavi nel
Hoghaz-Kòi, circa 2()(l km. ad occidente di .\ugora, dove
egli scoprì alti-e iacriKioni ed oggetti interessanti per
ipiella civiltà, die Mori specialmente fra il lòiKloil IHKI
a. e. quando quella città era la capitale del liegiio <iegli
4. Indili Inyleai- ni Inoli'. -- .\. Browii lia inlrajii'CS"
iik-nue importanti ricerche fra gli abitanti delle isole
.\ndamane e NicobaR'. Il natiu-alista K. N. llavydov lia
vigilalo ^li arci|><'laL>'hi Indo-australìaru e sì è trattenuto
Hpi>cialni('ii1<' a lìiava. donde ci reca importanti studi
botanici. .\. Dckuatt'l, eou ciinpie ii'iiidc, raggiunse in
quest'isola la vetta del vulcano Hceriuiai, die' era stata
lino iid lira t.icenlii snltnnto tre volle. Tu viiiggio di
Ha;;eii u Siiiuntruci iimeurn nuov<' nolÌj;Ìi' su l'ali'iidinM!;',
458 Geografia
importanti ricerche sugli antichi popoli Malesi dell' Orang--
Hubiis, ed alcuni nuovi dati naturali suir ìsola di Banca.
Nuove ed importanti salite vennero compiute sulle
alte vette dell' Imalaja, o se ne ebbwo nell' anno le prime
notizie. W. H. Workmaiin narra l' ascensione al passo
di Bhayaccara La (m. 5870) nel Baltistan, compiuta insieme
alla niog-lie, colla guida di Mattia Zurbriggen. Il signor
Douglas Freshfield narrò le escursioni compiute alla più
alta vetta del mondo, il Ficco XV della carta Inglese ; al
nome di Everest preferirebbe quello di Chomo di Cancar,
che significa re delle nevi. II nome di Gaurisankar viono
dato dai nativi del Nepal alle montagne che si trovano
in direzione del Picco XV, appena visibile da Catmandù,
e che formano tuttavia con questo un solo gruppo. I^
stesso Worknian, sempre insieme alla moglie, il 30 luglio
del 1906 riuscì a raggiungere una vetta anche più 5ta,
il monte Nun-cun a sud ovest di Leh, che misurò in
7(K»() metri. Il maggioro Chenevichs-Trench, con altri
compagni, salì il Takti-Suliman, la più alta vetta dei
monti (li Solimano sui confini occidentali dell' India.
Segnaliamo ancora le esplorazioni compiute da O' Brion
per studiare il corso superiore del Campar Ghiri, e il
territorio che si estende tra Bassalah ed il fiume Kwantan,
del quale ci dà per la prima volta una esatta carta. Il
signor A. De Righi, proprietario di un grande albergo a
Dargiling, ha compiuto un importantissimo viaggio nel-
l'Alto Sichim, raggiungendo la vetta di parecchie impor-
tanti montagne. C. White percorse una via assolutamente
nuova per recarsi dal Sichim, dove rappresenta il Governo
inglese, attraverso il passo di Natliu-la, e per la catena
dei Massong-Sciangdong nella valle di llat sino al capo-
luogo di Poonacha.
5. Esplorazioni e trattati pei confini nel Siam, —
Abbiamo notizia degli importanti viaggi compiuti nel
Siam dal dottor K. Ilosseus a precipuo scopo di studi
botanici, ma recando altresì notevoli contributi alla geo-
grafia e all' etnografia. Egli ci procurò una prima esatta
descrizione della città di Scieng-Mai e dei monti che la
circondano. Esplorò le più alte montagne del Siam, e
raggiunse per la prima volta la vetta del Doi-Intanon a
2575 metri, che egli chiamò Monte Uichtofen; come diede
il nome di Hismark all' altro monte Doi-Scieng-Dao.
Esplorò poi i confini settentrionali ed occidentali del
a^^&h
Alia orientali:, Cina, Afanciuria, Giappone
Siam, e per l'estremo appostamento francese ■*'
Sai, ritornò a Scieug-Mai. Nell'anno siiccesi
du Bangkok un secondo viaggio allo scopo p
osplorar« il Laos orientale. Anche l' ingegue:
{tnbblicù ima intoi'essanto descrizione dei si
nel Siam.
Un trattato di vera importanza geografica è
clnso tra la Pranciacd il Siam il 23 marzo di q
Con osso vengono restituite al Camboge, slat
dalla Francia, le ire Provincie di Hattambang,
0 SisoCon, che gli erano state tolte dal Siam mi
addietro, facendo così rientrare" quel Regno ii
di tutto il bacino del Gran Saio, eccettuata un
di terra ad ovest di questo bacino lunga circa
tra provinole restituite hanno una supcrticic di i
o sono ricche e fertili, coperte da risaie, da ft
tci'ruui a varia coltura. Vi sono miniere d' ora
Katig', e di zaffiri a Pailin, nelle quali sono
più di 50,0U() minatori. I^a popolazione compii
.'tlH,000 abitanti. I^a provincia di Hattambang ha
(li superficie, con mia popolazione di 'JW^IHH
cui 5(l,00() noi capoluogo: quella di Sisofon i
da una pianura generalmente piatta, coperta
di pianto resinose, abitata da. una popolazioni
sparsa; la provincia di Siem-Réap è priva di (
pochi abitanti, dominata dal gran massiccio ti
Culen. La cessione di questi distretti è importi
perchè la Francia si impadronisce del bucine
Iago TonlO-Sap, la cui pesca rappresenta nn vn
di lf> milioni di lire, assicura i confini della f
ed assicura alla Francia le celebri rovine di A
formano uno dei piìi giganteschi monumenti i
Come compenso, la Francia retrocede al Siam
di Crai, con alcune isolo, comprese quelle di
di Dan-Sai, in tutto poco più di 41100 Kmq. Esi
inoltro al protettorato di tutti gli abitanti del
lo era diventato onnai piuttosto di peso.
6. A»tn -ìi-ie.ntah; Cina, Manciin-ia, Ci,.
Cesare Puma ha tenuto a Roma una coiifcrenzfl
ed i Manciìi nella Mancinria; illustrò sjìccÌi
città di Mukden o i suoi dintorni, con alcuni i
rici ; e con notevoli considerazioTii economici
4G0 Geografia
\
rizzò quella reg-ione, sulla quale V ultima guerra ha richia-
mato in modo così intenso V attenzione universale.
L' ingegnere W. B^'iquet pubblicò la narrazione del
ì suo viaggio dal Tonchino al Yunnan. Il console iiig-Iese
Glenell risalì il Yang-tse-chiang fino al lago di Poyaii^ ;
\ del quale ci dà una esatta e completa descrizione. Il
j dottor Doflein, pubblicò un' opera nella quale riassume
i suoi viaggi oceanografici e geologici nel Giappone e
specialmente nel Golfo di Sagami. J. Edelsteius pubblicò
del pari i risultati delle sue ricerche geologiche nei di-
stretti di Sin-dzin-tin, Fyn-quan-scien e Liao-yang, che
hanno tanta importanza per la conoscenza della Man-
ciuria. Si ebbe pure notizia delle esplorazioni compiute
dal luogotenente Franpois nel Quang-si e da W. E. Geil
nella provincia del Cansu e nel deserto di Gobi. Così
T. I^renz pubblicò i risultati delle sue esplorazioni
geologiche ixéiV hinterland di Chiao-sciau ed il conte
ì)o Marsay quelli del viaggio compiuto nel T occidente
del Szet-Scevan, dove superò un passo di oltre 4()0() metri,
per discendere nel regno Tibetano di Muli, e alle miniere
d' oro di Uali.
Un'opera di gran valore è quella pubblicata sul Gia|>-
pone da Edmondo Thorry, che ne studia })rincipalmente
la situazione economica. Il Giappone conta ora 60 grandi
cittH, 1125 borghi e 12,;5()4 villaggi. Nel 19(Xì, 10 citUi
avevano |)iù di ÒO.lKJO abitanti, 9 j)iù di 1(H),0(K) e la
capitale, Tochio, raccoglieva una popolazione di 1,818,055
abitanti. Il costo della vita è molto cresciuto col rapido
aumento della popolazione; nondimeno le classi operaie
viv^oiìo in condizioni migliori che nei paesi d' Europa.
La loro estrema sobrietà consento ancora al (iliappono
salari 'che a noi sembrano impossibili ; la media del salario
degli agricoltori, tessitori, filatori di seta è di L. 0.50 per
giornata di lavoro. I meglio i)agati che lavorano alle
lacche e ad altri oggetti artistici, hanno L. 1.55 per 12
ore di lavoro; il salario medio dei .domestici è inferiore
a 5 lire mensili, e le ragazze di campagna si pagano
da 5H a 7.-{ lire all'anno.
7. Si'eìè lledììi rd alivi etipìttvatori nel Tibet. Il
21 gennaio il dottor Sven Hedin, continuando la sua esplo-
razione nel Tibet, si trovava a Ngangon Tao e sperava
di riuscire verso la (in«^ di febbraio alla città di Shigatse,
t^ven Hedin ed altri e.»ploratoH nel Tibet 461
a IHO miglia da Lhassa. E<^li aveva esplorate 840 miglia
di regioni affatto sconosciute, rilevandole in 184 fogli,
sui quali segnò laghi, fiumi, catene di montagne, giaci-
menti auriferi, che erano affatto sconosciuti. Ad onta del
divieto del Governo Inglese, egli attraversò diagonalmente
tutto il Tibet da NO a SE, evitando per quanto possibile
gli itinerari percorsi e rilevati da precedenti viaggiatori.
Raggiunse V alto {)ianoro delF Asia centrale per un valico
di 6825 metri, e pervenuto nella pianura di Lhing-si-thang
e neir Ak-sai-cin, potè viaggiare con minore difficoltà,
essendo il suolo buono e non mancando d' acqua e d' erba.
Il paesaggio era meraviglioso: a nord si estendevano
le potenti catene parallele del Kuen-lun, a sud le non
meno enormi diramazioni del sistema dei Caracorum. Così
pervenne al lago Lughten, uno dei più grandi, pittoreschi
e profondi del Tibet, perchè in qualche punto lo scan-
daglio giunse a G8 metri. Due altri laghi, il Plu-tso e
IMeschil-cul, sono invece molto bassi ed in alcuni punti
palustri. Penetrata nelle vaste regioni inesplorate fra gli
itinerari di Bower e di Diltreuil De Rhins e superate alte mon-
tagne, la carovana fu sorpresa da violente bufere di neve
e gli animali le morirono in gran numero per mancanza
di erba. Por 83 giorni 1' audace esploratore non incontrò
un solo abitante; poi alcuni nomadi gli furono ottime
guide sino al Bogciang-Sangpo. Passò il Natale a Dunbok-
tso, con un freddo di 35 centigradi sotto zero, tra fre-
quenti burrasche di vento e di neve, e giunse quasi
esausto alle rive settentrionali del lago Nyen-tsen-tso
coperto di ghiaccio. Sven Hedin lo percorse per cinque
giorni in slitta, e rompendo la grossa crosta trovò che
la profondità dell' acqua non è superiore a 10 metri. La
regione fra Ngante-tso e lo Tsan-Po è molto difficile;
Sven Hedin dovette superare cinque passi superiori ai
5800 metri; il principale è quello di Soia-la nella gigan-
tesca catena che forma lo spartiacque tra il Nyen-tsen-tso
e il Dangra-jum-tso da una parte e il Brahmaputra dal-
l' altra. Fra questi passi quasi impossibili, la spedizione
varcò fiumi che scorrono ad occidente e vanno ad ali-
mentare il Mitsampo che poi si versa nel Sangpo. Dal-
l' ultimo passo di La Roc, Sven Hedin discese al villaggio
di Je, dove gì' indigeni gli si mostrarono, come ovunque,
ospitali e benevoli e gli diedero le più minuto notizie
sulle strade, sul clima, sui movimenti delle tribù o su
ogni altro argomento delle sue ricerche.
\!i-2 (!f,og rafia
In «{uosto viaggio e^li raccolse prezioso materiale e
(lise^^iiò 7U<I pivnorniuì, alcuni dei quali a colori, che ìllu-
KtroraiiiK) una nuova opera ilei più alto interesse geo-
grafico.
Ancora \Viii ^rtniAì furono i risultati raccolti nel viag'^jo
compiuto <lal febbraio all' agosto. Ha Scigatse a Tok-cen
sul lago Manasarowar, studiando e rilevando un altro
jfrandc lago, l' Amciok-tso, determinando le altezze di
varii picchi e di eccelsi valichi, u correggendo molti par-
ticolari delle carte esistenti. Attraversò setto volto l' iti-,
norario del maggiore Itvder o del capitano Ilawling, ma
soltanto por tre giorni lo segui, riscontrando sempre?
esattissimi 1 loro rilievi cartografici. Seguendo la riva
destra del Saiig'-po e poi il Hagha-Tsampo, ildott Mediti
attraversò la gigantesca catena che forma In spartiacque
fra il Brahmaputra e i laghi del Tibet centrale, e pas-
sando per il Ciaug-lung-podla, pose i) campo alle falde
del Targu-gauibi, una delle più splendide montagne nevose
del Tibet, venerata al pari del Oangri. In vista del Uangra-
jnm-tsr) gli fu impedito di avvicinarsi al Lago Sangpo e
quindi dovette dirigersi a SO, verso lo sorgenti del lìagha-
tsampo. Potè tuttavia correggere importanti errori nella
carta di questa regione. Il ^lun-tso si trova ad U, anziché
a tì del Ùangra-jum-tso, ed a quattro giorni verso SSO,
giace un ampio lago, lo Shuru. Al pari dell'alta catena
montuosa che si eleva a 80 di esso, non era siuora
segnato dalle carte. L' esploratore ■ rilevò il Uok-ciu, jl
Mi-cin, ed il Bu-ciu, dandoci così una chiara idea della
posiziono e della portata di tutti i varii fiumi di questa
parte del Tibet. Da Haca-dzong, il viaggiatore prese la
strada settentrionalr, molto frequentata dai briganti, che
conduce a Tradun, e di là, dopo una lunga divoreiouo
a S, HI recò a Tuc-stun, ed a Shamsang. Inviato il grosso
della carovana a Tokcen, risalì il <'ub sino al punto
dove il fiume viene formato da tre rii minori che diseen-
ilonn ila enormi ghiacciai, fronteggiati da morene vera-
mente gigantesche: una regione la quale offre in una
pnrola il più grande interesso.
Altri viaggi degni di nota vennero compiuti nel Tibet
da (.'alvert, l^eder, Tafel, Zugmayer. Il Calvert visitò
specialmente (lartok, cho per nove mesi dell' anno è la
capitale della provincia di \arÌ-chorsum, e ritornando
verso i enniìui inglesi per una via non ancora segnata
sulle carte, scopri notevoli caiupi auriferi. Anche il capi-
F.Hplorazhìii nel Tiirehexlnn li
Uno Fitz-fierald e David Frascr, co! topografo ìndi--
Sayad Mir, haiiiin compiuto neil' India importauti ril
topografici tra Chamba-Tsiaiig e Scigatse. ì\. l^edero
\\ erchtieudiiisk per Chiaclita raggiunse la vietata hlia
dove studiò pazien temente ÌI lìuddismo ed ebbe in d
dal Ualai-Lbania preziose opere ohe regalò alla IMt
teca di Vienna. 11 dott. A. Tal'el percorse il fiume I
fino a Yiing-Vang-fu, donde raggiunse l'Hoango f
segui sino a Tung-cuaii-ting. AttraverBii poi la sto
degli Ordos, la catena dell' Alascian e raggiunse le i
del Cucunor. Dal sacro monte dì Amne-mascìii, pei
catena di -Wahn, egli si recò alla valle di Tsang-ussi
per essa al Hhaurdi-Zaidam. ha spedizione da Ka
penetrò finalmente nellacateiia delCueii-Jun.II dott. E. Z
mayer attraversò anch' egli ÌI Tibet da Cotan per il pn
di Chisildavan al lago di Sagiis che giace, gelato
gran parte dell'anno, all'altitudine di $H>0 metri: i
giunse finalmente Loh nel Cascemir, senza essere r
riuscito a penetrare, come si proponeva, nella città sn
di Lhassa.
8. Esplorazioni nel Tttrchegtan. — 11 viaggiatore n:
A. Calin ha compiuto vario escursioni nel Turchos
russo, specialmente iulorno al lago di Issik, allo se
di compiere esplorazioni archeologiche. A Coi-Sary tr
molli avanzi di utensili domestici, stoviglie di terra ci
decorate con lince rette e a spiralo, i)iattoiit di tr
indurita, avanzi di ossa d' nomo e di animali domesi
Dicono che quando 1' acqua ò chiara si scorgono gì'
certi contorni di mura, di edifici, e di altre costruzi
che datano forse dal tempo degli Ussuni, Altro rov
sono state trovata uell'Alatau, che sembrano fortifica?,!
alpine, e pre^^so il villaggio dì l'reobrascciiski vi è
sistema di forti angolari, circondati da fossati ora i
niati dalle acquo del lago, cretti forso da Tinnir;
contro sono allineate sculture granìtiche, simili a fig
di pietra comnni nella Russia meridionale, che rapi
sentano esseri umani giacenti. Una casa di pietra i
linigi dal Cìatir-cul è costrutta con blocchi di basi
collegati da strati di cemento, e consìsio in 4tl ambi<
disposti simmetricamente in giro ad una sala conti
che ha una copertura a forma di cupola; altrove si f
prirouo duo lastre di granito con iscrizioni arabe, teu
in grande venerazione dai Chirgisi che fanno sedere
tleografin
le iloiniu (jiiitttdn nnit Imniin li(^li e vi lasciftim
l't'i-tii If conia e lo iiiiglito degli aniiniUi uccisi f
i. 1-ji loffgeinla (li questo rovine è accresciuta
all' fsislniizn di certi- CoUiiie erose, elio a distniiza
ino a torri gotlcln'.
loniielln Kiirien Mac Mahoii pubblicò i risultati
iportanto iiiÌssÌoih! compiuta noi Seistan per conto
■^nio (leir Indili allo scopo di regolare la frontiera
dia e la Hersia, rcria confusa per lo spostamento
ce dell' llillniond e dai lìtici coiitinni |>er la distri-
delle ac<jito di ijiiesto tiiime. 1^ spedizione coai-
a lÒlHI persone con l'2 utHciali, con nn immenso
cor iid S mila camelli, i^ spedizione esplori')
0 di Zarangi, ili Sarotar ed altre città vetuste che
dono sopra nna superfìcie di "ìiM) km. lìilevò la
;l paese con jiericoio di vita, pei-chè infatti sette
della spedizione morirono nelle torride zone del
-Margo. Il lago Ilamnn viene ora raj) presentato
rta coiiie nn solo bacino lacustre snlle oni rive
la strana popolazione indigena, i Saiad, che vive
e di nccclli acquatici e lras])orta le sne capanno
crescono o calajio le ticqiie. L' liamnii accog^lie
l'ostale la piena di nu immenso hocino di 825 mila
.limentnto da parecchi tinmi, ma specialmente dal-
nd o llelmand. Il lago si è spostato come quello di
ad ogni spostamento corrisposero la formazione di
'80 della, e la costmzione delie successive capitali di
■egione, Harolar, Af^riaspa e Xaranjfi.
It. rilein ha compinto una esplorazione geograTica
ìologica neir Asia centrale. Nel deserto a nord" di
prì ogg'Otti ed utensili domestici vecchi di 17 secoli, e
' di legno scrilte in lingua sarosfi e in un antico
indiano, già commisto ad elementi sanscriti, Ix)
traversò il deserto tra il fiume Nija e Gereen, e
lescrizioui ci permettono di controllare anche più
5nte parecchie notizie a noi già date da Hnang-
Marco Polo.
dicembre l!«>fi lo Stein parli per it lago I>jb o
*'i arrivò il i;t, constatando che l'aspetto fisico
gione è assai modificato da qnando lo visita» Sven
L' acipia delle lagune e delle pozze è molto aee-
sono aumentate ìe incrostazioni saline. Anche iu
ioserto lo Htein scopri fucili, oggetti dell' età della
rozzi vasi di terra e buon numero di documenti
Esplorazioni nel Turchestan
scritti su carta e su legno. Compiuta
r esplor&zioiie delle rovine, continuò il vi
il deserto, riuscendo il fi gennaio 1!I(I7 fi
Dopo aver rilevato alcune localilì) d' intere
sul basso Tarim e sul Crecen , riprese
Miran, dove scopri avanzi di saiitnarii l
rifievi in stucco, ed affreschi bellissimi ce
vallette; vi raccolse pnre iscrizioni e pe
leggende in lingua mirasrlii. Anche il pr
tou esplorò nel liKMì la regione ilei la(
penoso G diffìcile viaggio. Perceutiuain di i
indizio di vita nell'ampia steppa, trovò i]
di pivieri morti da centinaia di anni e
di canna palustre. A differenza di (juanti
vaiski e Sveu Hodin, l'odiorua palude di
mi piccolo avanzo dell' antico ed ampio
il secondo o 1' ottavo secolo di Cristo il
nella posizione che gli assegnano le anti
Hecondo Huntington, il clima anche in ep
rilucenti era assai [liìi unitabìle di ([nauti
scoprì sei diverso linee ili costa a diverse
buìsce i mututnouti di posizione del lago
avvenuto nel corMo del Tarim, (.'ontrarii
Hedin, ritiene che il lago l.op sia stato
motto più esteso di adesso.
Lo slesso esploratore ha mosso in ni
importanza della depressione di Turfan ji
civilli\. Jl Turfan è una pianura desolatti
e larga la metà, circondata da alti inoi
nel punto più depresso ihi un lago sai;
sotto il livello del niaré. Nelle poche cii
una popolazione di ól) mila abitanti utili!
giioso sistema d' irrigazione, le acque di
\m rovine di tem|>li, di monasteri, le isc
scritti raccolti in ijuestu regione ed a|)|))i
a dieci lingue diverse dimostraJio iiuai
passati per i|uesla regione. Ancora alla
secolo di nostra èra, il clima di tutta (ju
fi-osco e piovoso e vi si potè perciò svili
vaia civiltà che ì- pni iutoranionte scom;
dono notizie anche dui viaggio coui]>intii
lìrnce, che arrivò a Pechino a mola del
iittravei-salo il Turchosluu, il Tibet e i
Cina. La spedizione arelieohigiea priisMÌi
A. Leeoq, BartiiH o flrLÌiiwedol intraprese con hiioii siie-
cusso numerosi scavi nei diiilnniì di (,'iitsciar, (Inmlc
potè ii]»it(liire iiuporlaiiti e preziosi cimcliì al museo di
llerlìiio. Anche una spi-tiizioue francese iliretta ila P, Fel-
liot ha raccolto tesori nelle rovint' <ti quoi chiostri bud-
distici e di (pielle antiche e scomparse civiltà asiatiche.
9. S'ell' Asiti riinisa. — IO stata pubblica a la relazioiK'
delle esplorazioni compiute da \V. Hichnier-Hichmers nella
Suanezia, iiisieme a tedeschi, inplesi e svizzeri, dodici
alpinisti in lutto, tra i (piali nnii signorina. La spedi-
zione compì trenta ascensioni, la juctà delle quali sopra
cime vergini, jiotevole fra esse l'I'shlia iiieritlionalo, elio
chiamarono il Cervino del Caucaso, din) dei membri deUii
spedizione, II. ^^'. Wii^ner, descrisse le accensioni ai
monti llewai, Hack o Charendà, Slitavler ed Klbruz. Rol-
leston e Umiistjiff salin>no per la prima volta il TietengX'ii,
poi il Lacra, il Tetnuld, il Lalsacii, il Hasci~schil-tau e
la punta occidentale dello Scara, .\nclie nel 1907 mime-
rosi alpinisti seg'uiroiio l'esempio di questi precursori,
reeainlosi in ferrovia a t'nta e poi per Orbeli, Tiageri,
Leiitccchi ed il ]iasso di Leiila, a Hessn, dove sorgono
gik alber^'hi, sicché viene chiamala la Zermatt del Can-
case. Il governo russo ha deliberalo rii costrniro il doppio
binario' sulla ferrovia attraverso la Siberia, ed esso è già
un fatto compiuto da Acinsknd Ircutsk. CosV potrà essere
dato nnuvn e ]>iii vigoroso impulso all'importazione del
bestiame dalla Siberia, dove sor^fono sempre iniovi contri
coiumerciiili. In (jiiesti ultimi tempi acquistò grande ini-
purlanza la città di Xovo-N'icolajewmi ed altri centri sor-
trerHrnin se [lotrà essere nie^rJio sviluppala la navigazione
sul latro ili .\ral. I,a ferrovia da Oranburg a Tasohend
piissa ora a |ioc!i disianza dal lago a si (ratta di pro-
muovere unii rei>'olare coinnnicaziouo con vapori tra lii
stazione ilei lai^n e hi foce del tinuie Mamuii, più tardi
forse sino a Chiva.
Un'altra ferrovia si vorrebbe costruire dal liume Olì
all'Oceano artico, allacciandola co! sistema fluviale del-
l'Obi e del .leiii.ssei. l principali centri connuerciali della
Siberia orientale saranno imiti ai porti europei |)er mezzo
di mia ferrovia che partirà ila Siili, sidla riva dell' (Jb,
e riuscirà alla baja di Varaudiii. sulla civsla Sumoieda
dr-ir Oceano artico. La niiovii ferrovia sarà lunga 20.5
NeìV Asia russa 4(>7
miglia e la via fluviale dalla staziono di ( )b alla stazione
(li Sob, 1600 miglia, per cui riuscirà molto più facile
r esportazione dello merci di questa vasta regione della
Siberia. Una importante serie di esplorazioni scientifiche
viene promossa dalla Russia per meglio sfruttare le ric-
chezze minerarie della Siberia ed accrescere V importanza
economica di quella vasta regione. Il maggiore Belinski
lia iniziato nel maggio un viaggio che durerà sei anni ;
ila Semiriecensk, attraverso la Mongolia, si recherà negli
Aitai, visiterà il distretto di Mercinsk, il territorio oltre
r Hamur, il paese degli Jacuti ed il Camsciatca.
La parte settentrionale di Saccalin rimasta ai russi *
porse materia ad importanti studi geologici dell' ingegnere
nioiitanistico K. N. Tulcinski. Altri esploratori attendono
a mettere in evidenza ed a sfruttare le ricchezze del-
r isola, e specialmente i (le[)Ositi di nafta, il carbon fossile,
i boschi che ricoprono quasi tutta la parte settentrionale
dell'isola, ora completamente inutili a cagione della impos-
sibilità di trasportare il legname.
W. A. Dubjanski |)ubblicò la relazione del viaggio
compiuto specialmente per studi botanici nella regione
degli Urali e nel territorio di Turgai, visitando le steppe
di Bolsje-Harsucchi sulla riva settentrionale del lago
d'Arai e (pielle di Ust-urt. (V)sì Edelstein pubblicò final-
mente i risultati delle esplorazioni da lui compiute nelle
montagne di vSichota-Alin, nella provincia dell' Amur, e
Foewk quelle delle ricerche archeologiche fatte nella
stessa regione.
Il milionario F. 1*. Ujabusinskij ha destinato la somma
di 500.0(K) lire per una spedizione russa nel f^amsciatca,
che sarà intrapresa nei primi del 1908. A. pstrumofT ha
pubblicato i risultati delle sue ricerche sul mar (^aspio,
ed il luogotenente .1. Pariski (juelli dei rilievi da lui com-
piuti sulla ferrovia Transcaspiana, dei (piali si hanno tra
altri i dati seguenti: Kysyl-Arwat 101 m., Aschabad
225 m., Merkw 225 m., Huchara 224 m., Sanuircanda 690 m.,
Taschkent 749 m. Stagnai iamo ancora le spedizioni com-
piute dal tenente Sergeev, lungo il tliun(^ Jenissei, dal
medico W. Tjucev nel Camsciatca, da Tolmasciev, nel
bacino del Chatanga, e iìnalmente da X. Tulsinski nello
stretto (li Bering.
408 Geografia
V. — Africa.
l. / monti dell Africa. - La spedizione scientilie:.
compiuta dal Duca degli Abruzzi al Ruvenzori o Riiu-
soro, ha risuscitata la controversia intorno ai monti dei-
r Africa, che, secondo la legg-onda, dovrebbe contenere !♦•
più alte vette del mondo, mentre quelle deirAfrica sono d:
molto superato negli altri continenti. La più alta vetta del
Ruvenzori, secondo le ultime misure di precisione, ragfg-iunjr**
5125 m., e tiene appena il terzo posto fra le montagfne del-
l'Africa. Il primo posto spetta al Chilimangiaro, vulcani
spento che ha il profilo di un Vesuvio ingrandito e si trova
ora intieramente su territorio germanico, per quanto viciun
ai confini inglesi. La punta più alta, il Chivo, è un v^ast^
cratere pieno di ghiaccio, e raggiunge V altezza di 6()10 m.,
mentre sino ad ora era stata variamente misurata tra
5960 e (UBO m.; la sua minor vetta, il Mawensi, ra^»-
giunge i 5805 m. Il secondo posto spetta al Chenia, un
altro vulcano spento, che sorge più a nord in territori»»
britannico, presso la linea deir E(iuatore, e secondo !•'
misure più degne di fede raggiunge i 5340 m.; esso f\\
salito la prima volta il 18 settembre 1900 dair alpinista
inglese H. Mackinder. Il Ruvenzori per mole ed esten-
sione è molto più importante di quei due vulcani isolati.
costituendo una catena cristallina originata da pieg-he e
sprofondamenti, mentre gli altri due monti sono origi-
nati da eruzioni vulcaniche, ed il ('henia si ergo sopra
un arido e (juasi deserto altipiano, come il Chilimangiaro
in una regione di aperte savane.
Cosi, mentre sul Ruvenzori vennero osservati nevai e
ghiacciai simili a quelli delle Alpi, sulle altre due mon-
tagne più alte prevale il tipo della nei^e penitente^ osser-
vata nelle Ande dall' K(juatore al Cile, caratterizzata da
una superfìcie irregolarissima, che ricorda le roccie dei
('arsi, con .«guglie e gobbe paragonato appunto a proces-
sioni di penitenti. Anche per (pu^sto tutto il mondo scientifico
apprezzò V importanza della spedizione com]>iuta dal Duca
nostro al Ruvenzori : (piesto monte, per la ricchezza della
vegetazione e per le caratteristiche della natura alpina,
sebbene sia il terzo, è di gran lunga il più importante
deir Africa.
•J. La tiialatfia tiri souiiii. — Le poten/.f troloii
(loirAIViea si HDiii» iiliannali' dai terribili proj^n-sai f
iii'gli iiltiini anni diiUii iiialtittiti di'l sonno, e so non i
liti t'splieito iiccordii, ciu'cnrotio Iirtte dì studini'c il fp
iiiDiio per ti'ovarne i nmeitì. L' Inyliilterra aveva
itiviiktii uim missione diretlit dal dolt. Diittoti, clie rini
ne! bacino del UontìO per 'l'I iiiosi, percorrendo o
:t(RHt kiu. 11 Hno capo socco mi tette al proprio zelo »ci
litico, ed il di lui assistente, doti. John Todd, pulddicò i
relazione snì risultati della aialaltia ed i suoi progri
dal 11*^4 al lfl04. La missione dimostrò die il (lajfi
setT'ic le principali litit>c di comunicazione o si estcì
sempre più, fncL-iido miifliala e mijrliftia di vittime.
La lienitaiiia ha mandato nna luisslojie ufficiale j
sieduta dal dottor Koberlo Koch, e questa perco
l'Africa orientale tedesca, l'in^jlese e le isole di Se
sul laf^'O Vittoria, alcuna delle quali sono letteralme
spopolalo dalla terribile malattia. Il i-e Leopoldo del Hcl
stanziò una spesa di mezzo milione, lilM) mila por i
diare la malattia, :Ì00 mila per un premio a chi scopri
un rimedio atto a iruarrrln. La Francia inviò una spi
xione che parti il 25 ottobre l'.KMi ed ha già. compi
stu<]Ì Importanti sulla difTnsione delle Irlpanosomiasi nm.
0 dello iflossine dei Conn^, sulla dilTusione delle trìpa
somiasi animali, sulle infezioni mìci-obiche seconda
sulla inlluenza della glossina nella propag'azione d
tripanosomiasi; pubblicò infine una Importante ino
yrafia delle glossine e dei tripanosomi.
Il dottor Koch fece molte esperienze sugli effetti
una sostanza arsenicale, ratoxyl. che esperimento
liir^a acala fra i negri dell' IJgaiìda. Studiò le condlzi
di esistenza della glossina palpalis, assai dilTusa nel
ritorio tedesco e specialmonte nollo Isole disabitate d
iibbondano eocoodrllll e rinoceronti od è poco folla
vegetazione delle rive. Il dottor Koch, muovendo d:
itsservazioue che la glossina si mitre di sangue viv
ne ha bisogno almeno ogni due giorni, Itovò che e
abbonda special mei ite dove sono numorosj i coccodr
La lualattia intìerisco specialmente nelle isolo; in ijiii
di Sesse ha fatto stragi incrodìbiii, diminuendo in ({ua'
anni la popolazione da -Kl mila a 10 mila abitanti,
sud dell'arcipelago un gruppo di isole già popolatissi
("■ ora deserto; un villaggio di {luecento abitanti è rid(
lì ■"), <|uasi tulli ammalati di tripanosomlnsi. Secondi
470 Geografia
Koch, non si può più dubitare della efficacia dell'atoxvL
ma il dottor Ross di l.iverpool afferma cfie per Io men**»
se ne deve dubitare, come si dubita della influenza del
chinino sulla febbre malarica.
11 dottor Martin, capo della missione francese, appena
giunto al Congo, informava che la malattia fa stragi'
in tutta la regione, eccettuato nei paesi montuosi e bo-
scosi del Bidè N' Tangu, situato tra le valli superiori
dell' ()gouè, del Giuè e del Xiari. I.e popolazioni piìi
colpite sono (pielle di razza Baconga. Anche la missione
inglese riscontrò che il Mauiema, paese che aveva susci-
tato gli entusiasmi di Livingstone, ò oggi ridotto ad ui*.
vero deserto, essendo stato ruinato dalle vessazioni dei
mercanti di schiavi, dalle guerre degli Arabi, raa sopra-
tutto dagli orrori della malattia del sonno. Quasi tutti i
villaggi presentano un doloroso spettacolo, perchè gli
abitanti scacciano gì' indigeni colpiti dal morbo così
che essi errano qua e là e cadono esausti, senza il più
lieve soccorso.
8. Esplorazioni Alej'ander^ Hall^ S. Landor, — La
misurazione del gra<lo in Africa continua od è ormai
presso alla fine. La Compagnia del Sud Africa ha ^ìh
presentati i risultati delle misure fatte sul 80** meridiano
a sud fino a Guelo; e l'Inghilterra ha assicurato il colle-
gamento di questo punto con la triangolazione del Trans-
waal che già raggiunge il fiume Limpopo. Dal canto suo
r Egitto, sotto la guida di li. Lyons, contiinia le misure
verso il sud, e spetta ora alla Gerraania la uobile mis-
sione di collegare tra loro questi risultati. La spedizione
B. Alexander ha compiuto la traversata dell'Africa dalle
rive della (iuinea sino all'Egitto, arrestandosi special-
mente intorno alle rive del Ciad e nel bacino dello Sciari.
La spedizione ha però perduto non solo il fratello de!
suo capo, Claudio, ma anche il capitano Oosling, che ne
era uno dei più autorevoli membri.
Un'altra traversata dell'Africa ha compiuto la signora
Maria Hall, che dallo Zarabesi riusci al lago Niassa, attra-
versò le regioni dellaTanganicae del Vittoria, e per TUganda
Niniale e (Jondocoro riuscì a Cartum. Un' ultima importante
traversata venne compiuta da Savage Landor, il quale da
(iibuti raggiunse le rive del Sobat, attraversò le grandi
foreste interne e riuscì alla colonia francese del Congo,
illustrando specialmente le stazioni di I)em-Ziber, Giima,
/' Uiyo Merlile - AiiU--bit:, niiAv/H--
Zeiiio fi Uafai, Uà i|iiHst'iilliiiin, per il la^r» Ciiid p 1
biittù, rajrifiiiiise Imalineiitt' In Sciicirnml>ia,
4. Il lago Mrride e In itìi/a i/i Asmian. — li ual
lisln Cuiiiiiii^lon Ita compiuto unii spndizioiio noi F£
per esplorare le coiidizìntii del Bircket-el-Kcruii, il
Morìde dcirii Antichi. 11 bacino i' Uttìgtì circa òli k
largo 10, e net punto più proTondo non siiperH i II ui
parecchi ^cìenKìati credono però che osso non e
sponda inlerflinenle al lago Meride degli antichi. Lo Bl
della vita organica del lago e dei dùitorni potrà foi
i dati per ilecidfire t'importaiito questione, alla q
sono coiitiosHÌ numerosi ed importanti problemi di are
logia egiziana: lm.sli che verso il iKXMl a, C. tino i
antichi Faraoni foce colà raccoglierò le acque di f
per poterlo utili^izare a vantaggio delle irrigazioni.
Il ("ìoverno egiziano ha deliberato di elevare la |
diga di Assuan, in modo che il vasto serbatoio p
contejiere mia (pianlità di ac<]ua dne volte e mezza
grande con una spesa di un milione e mezzo di lire
ziano. La diga sarà innalzata di otto metri, con g
danno dei inonnmenli dell'isola dì File, o dei templi
si trovano Ira Assuan è l'adi llali'a. La niaggii)r |
di (pipste classiche rovine è destinata a sconq)arÌre
il governo n<in ha esitato dt fronte alla redenzioii
9Ó0.O0O acri ili juiove terre, ai vantaggi economici
ne deriveranno, e sono davvero impòrlaiiti, giaccl
potranno avere 4 milioni di lire all'anno di tna^
reddito per la sola coltivazione del cotone.
."(. AnlMiità abisnine. - M dottor Francesco (la
e il dottor Roberto l'aribemi hanno compiuto vari
cerche archeologiche pi-esso- Zula, nel luogo dell' a
.\dnlis. Il luogo offre ora l'aspetto dì nna ondula
sabbiosa pianura, dove cumuli di pietre e di roi
attestano la presenza di immergisi edilici in rovini
numerose trincee aporte nel corso di i|Uost' anno
mostrarono però alcuna traccia di nna cinta di ni
alla periferia gli odifiei si fanno più rari ed al S0|
suolo di rottami seguono avanzi di jiovere e Icp
abitazioni di legno, paglia e fango di cui uniche Ir
sono il focolai'c ed il letamaio. Un gruppo di caso
vate venne posto in luce nella jiarte S. ( ). (lolla città, e
parte settentrionale si trovò quasi a lior di terra
472 (ieografia
chiesa cristiana a forma basilicale con absiiFe, presbitericx
e tre navate distinte da colonne. Un altro grande edificio
lungo 25 metri e largo 10, dedicato forse a culti precri-
stiani, valine scoperto all'estremo levante delia citta :
aiujhe su di esso venne eretta una chiesa cristiana più
grande dell'altra, a forma basilicale con tre poi te.
L'esame di questa antichità, come i resti degli editici
di Cohaito, di Tocouda e di Aratii, ci dimostrarono ad
evidenza la grande prosperità economica di cui godevu il
paese. Alcuni ediiici erano rivestiti di grandi lastre dì
eccellente alabastro e di altri marmi rarissimi; molte
supellettili domesticlie erano in bronzo, ed abbomia-
vano i vetri iridati, le ambre, le madreperle ed anche
gli oggetti d'oro. CJià da Adulis si trassero 42 monete
dei Re Axumiti, croci d' oro con iscrizioni greche, ed
altri oggetti di ornamento.
11 signor De Castro ha esplorato un curioso convento
trogloditico ad Kcca press<ì Addis Abeba. La grotta arti-
ficiale di I^^cca ricorda mia delle impronte di quel primo
sprazzo di civiltà europea, che i Portoghesi recarono in
Abissinia; essa è una vera fortezza, sebbene abbia la
forma delle basiliche cristiane, distinta da un triplice
Ordine di archi che formano insieme nove navate. Siffatte
caverne abbondano in Abissinia : in quelle di Gilogow
e di Acachi il cardinale Massaia celebrò più volte la
messa.
(). Ordinamento del Sttdan Ei/iziano. — Il Sudan, se-
condo il nuovo ordinamento, è stato diviso in tredici Pro-
vincie, cioè Bahr-el-Gazal (capoluogo Wau alla confluenza
del Sobat nel Nilo), Berber (el Damer), Nilo Azzurro
(VVad Medam), Dongoia (Meroe), U. llalfa (Halfa, Cassala
(Cassala', Cartum ((>artum), Cordofan {FA Obeid), Mou-
galla (Mougalla), Mar Rosso ( Port Sudan), Sennaar
(Singa), Alto Nilo (Kodoki, Nilo Bianco (El Duein). Ognuna
«li queste provincie è n'tta da lui governatore inglese, cui
sottostanno alcuni ufficiali egiziani, comandanti dei sin-
goli distretti. La popolazione del Sudan egiziano è sti-
mata tra ini milione e mezzo e due milioni di persone;
quella di ( -luu'tnm coi sobborghi somma a 74.504 abitanti,
più della metà dei quali abitano iieir antica residenza
del Mahdi, Omdurmaiui. Il governatore generale del Sudan
è Wingate pascià, e gli sta a fianco in qualità d'ispet-
tore generale Slatin ptuscià, che visse dieci anni prigio-
PHhhlirnzioni suW Africfi italiaix
iiioro (tei Mahdì, e |>oi
l^'uiiuiiiiiiyU'Ai'.iotic <IgI :
ropoo, è divisa in 14 riiiiit.
1. PiihlMeazioni miU Africa italiana. —
<feoyrali'-a ilaliaiiii ha iniziato un lavora ver
zioso raccog;lioiid() iuta biblingrafia ffeogratit
Ionia Eritrea, l'ii primo •sngg in compilato d(
O. DaiiiGili, 0. Marinelli, ed A. Mori, comprei
pubblicate dal 18!1! al liUMi, ed i titoli nei qii
simo si riassumono dàiuio appena mi' idea d
(lucsto dotto rictTChe. Dopo una parte introdii
1 eiiumerazioiH' sintetica delle vario opere,
storia della conoscenza {reoi^riitiea dell'Eritrei
idrografiche, detenni nazioni astrnnomielio e
operazioni trigonometriche e topograliehe, car
e rilievi itinerari, determinazioni nltinietrich
scrittive di viaggi o relazioni ili una parte n(
colonia, doscrizionì regionali ed itinerarie, st
logiche, vulcani, terremoti, morfologia terre
zioiii idrogralìclie, climatiche, igìpniche, ■
opero relative alla geografia delle pianto, de
dell' nomo, alla storia, archeologia, toponom
popolazioni eritree, all'etnografln, alle Ungi
tislica della popolazione. I.o successivo ope:
scono a miniere, boschi, agricoltura, besti
caccia, commei-cio, viabilità, mezzi di cot
colonizzazione, storia politica e militare, coni
namento amministrativo, discussioni ]>oliticl
religiose,
Il Ministero degli Esteri ha pubblicato ii
volume il riassunto di tutte le discussioni a
l'ariamento italiano, dt-lle interpellanze, del
interrogazioni, disegni di logge, bilanci e d
ogni sorta su argomenti riguardanti le coln
d'Africa. La voluminosa pubblicazione, ricca d
documenti, è stata dirotta <lal eomm. G. Agi
guita da B. Pellegrini.
Essa piglia le mosse dall' opera da me
sulle colonie degli Italiani p riesco agli ulti
l!H)-"i, no» senza tradire spes.so il |)artito prei
a qualunque costo l' opera compiuta da luti
che sì siono succeduti al potere. Lo stess
pubblicò in tre volumi una raccolta di Iralt
litri documenti, relativi all'Africa dal
trp indici e due carte, ed è pubblica-
ni iri'ii lidi sai mn valore, non solo per in
iziniii Africane e per Ih diploinflticn.
reofrrafift eaplornlrice.
fj/li Abi»*ÌHÌ. ~ Uiui delie Jiiil iiite-
p pubblicato Fieli' anno sull" Africa ita-
L|iii'lla dol capitano A. M. Tancredi.
lugiaiio ali Abissini dell'Eritrea. Xoii
in tutti i particolari che egli dà della
;omiiieiandn dai vasi nei quali le
ilcniite, prosetrueiido a narrare della
IIP nelle sue varie specie, dei condi-
razinne s])eciale di alcitne farine, delie
, L'autiiro descrive con molta proci-
' ha fatto un lunfr') osperiinento. tutte
ni^ii Abissini, da quelle senza carne, a
por fondamento altri elementi che nnn
11 carne.
naniere divei«e si preparino le bevande
l una iartra raccolta illustrata dì iit^n-
i^'one in terra cotta, in legrno o materie
corno, come puro di utensili e Stovi-
ìiato, in piifrlie, fibre, ed altri vejfetali
impastati di fango o di boviu». o non
'rei. — I professori G. Dainelli od
cano nnovi studi sui vulcani attivi della
onlributo alla grande o])era di Hans
li attivi doli' Africa. I nostri autori de-
o Vulcano di Bdd, fatto conoscere la
spe<IÌ2Ìnne tedesca inviata in occasione
ne nel 1871; questo vulcano si trova
urico, mentre l' Erta-ale è un vulcano
>nfano lia incerta attività. \ dire il vero,
iclndouo che il Dubbi non è mai stato
europeo e l' Krta-ale lo fn soltanto nel
, notizia la quale costituisce veramente
vergogna per la scienza italiana.
'i descrivono un altro vulcano della dc-
: il Maraho, Ne diede prima notizia il
ilfanto i nostri autori ebbero l'agio di
esploriirlr» (■ ili ilHnie CDinplL'tH, deacrizioiie. Sebi
pi'i'^enti iilciiiiA rcsiilnii niaiiifestfuiione di vili
tuttavia, liftlii la setii|>licitìi e l'evidenza della s
tura, come mi modello di viilcaim, è parajronabìle
Monte Nuovo, dal quale però differisce Hoslaiii
pfT le condizioni lìei eratei-o, ])ep lo lave che lo o
per i picchi cho ne rompono i flaochi e per le
ristiche forme di deyntdazionf dipendenti dal i
tleserto.
Un terzo vulcano .venne esplorato dagli slei;
ziati, l'Alid; esso venne per la prima volta descr
carta pubblicata nel liWÒ per illustrare le spedi
capitano Bongiovanni e del lenente De Vita fra
Adi-Oaiè. Ilainelij e Marinelli lo visitarono il fi ireii
e no raggiunsero presto la vetta a 21't metri. I
il cratere e rilevata la forma del vulcano, esai
suo principali fumarole, essi descrissero i camp
ed i piccoli coni che circondano l' Alid, o rilevar
le tracoie dei minori vulcani, lungo la via fra 1
e Arafali. Le notizie da essi raccolto dimostrau
palmente ipianto sieno ancora ìncouiplote e «piai
terebbero di essere perfezionate le nostre cofani
vidcaui di tutta «piesla zona.
10. Lingue eritree. — Il ItolleUiiio della Soc
^rrafica italiana aveva già pubblicato una cai
liu^e parlate dalle popolazioni indigene della
eritrea, o ci dà ora Lino studio di Michele Chec
stesso argomento. Le popolazioni che^ occupc
l'Kritrea possono essere distinte in Abissini
abitano l'Amassou e rOculè-Gnzai. Il Serrac e
Tesfa; in Abissini alterati, i Heni Amor del Sa
Sam Har; infine in popolazioni Camitiche che so
doi Hogos, Beg-ia, Saho, Dancali, lìaria e Hazi
genti parlano il tigrai, ed il tigre, lingue der
trarabe dall'antico (ìheez; l'arabo, il begia, il
dancala, il baria, il baza, il bileno, il giain, ed i
Il nostro autore [)ubblica una accurata statistici
questi linguaggi, o delle varie tribù che pari
11. Altri viiiggi ed e.»/ilor(i
lenente Oollat, continuando i li
chi-.-iue-Ilourriet. pubblicò Ì ris
fra I>ir«-.iau3 e-l Addis Al>el»a. Il
> zoii'- U'ii ilifiMiili.', la regione
con |iiiscn]i ct^pinsi, ìibJlata <iiii
ìnlit<niii. <Juesta è abitata ]>riii-
Ila il'-L'li Ittii. di-irli l'oberra. i>
1 da una fitta vcgc'tiLzioiio.
di {licTola ]H>rt;iia e bastano
'Ilo rivi", il clima (■ talvolta
itvei'^ala. nltiv che ttalle strjuie
I consentito che alla spediz
briganti clie infestavano la r^-
il lairo Rodolfo, si unisse uno
inuncia [jerciò ima nuova ptit»-
lueJla importante regione. (V)sì
{. Khnidoll sul bacino del fìuuie
llr> rebrintii abissine che sì esteti-
i: di Faitlovitcli sui Falascia e<l
uinaic nNla Palestina: di Ai'iio
lU'ìcamenle nn vasto bacino di
;o tra i tinnii liang:i, Ham, iiibir
iuuzìoiio tra le sorgenti del Oaba
<> conilotla (tal prof. Littmaiiii
<li Acsnm e ci lecrt iuta nuova
ortiuiti rovine. Anche la spedi-
schilil ì^ i>ra compiuta, per cui
(piestii rcgiono sia conosciuta
nttc (pK'lìe (Iella nostra Kuropa
r;iih: 11 \'iaa'jf'**oro tedesco
viaffifio (la Tripoli a Mui-ziik
a lift ([iiellf sino ad ora per-
oiisi di palmo presso a Tripoli,
pa ili (icliira, risali la valle
no stretto valico riuscì all'al-
lonti di (ìariaii. Quel territorio
ir oasi che dn il nome a questi
numerosi avanzi di costruzioni
(ti vÌKÌtari> l'antica città ro maini
ile avvicinare jier il contegno
icpio jj;iorui attravers<) it deserto
Frequenti fenomeni di miraggio
.di Scinti, poi <iur
' itaili
Viaggi neW Africa mediterranea - Nel Sahara ili
Gherbi, e riuscì finalmente a Murzuk, dove non trovò
alcuna novità, salvo il predominio dei Tuareg:hi.
Una nuova opera sulla Tripolitania venne pubblicata
da H. M. de Mathuisieulx, il (juale percorse in tutti i
sensi quella reg-ione, penetrando anche dove altri non
erano pervenuti, col fine principale di studiare i risultati
delle antiche colonizzazioni, e metterle al confronto con
le condizioni presenti. Ey^li trovò traccie di antichi abi-
tanti in vari punti della zona marittima e del (lofara,
ci diede qualche notizia sul paese dei misteriosi (lara-
raanti, e confermò il fatto già noto che i Rouiani trova-
rono la Tripolitania completamente arida, e, col mezzo
principalmente deir irrigazione, ne fecero un territorio
florido ed abbastanza popolato dove stamparono orme
indelebili.
Un altro viaggio ha compiuto in queste regioni Felice
Hosazza, che visitò le rovine di Cartagine, T Atlante alge-
rico e il deserto di Sahara. Egli raggiunse anche taluni*
vette, segnalando specialmente il monte Tuggur (M. 2l(M)|
neir Atlante sahariano, e il monte Murgiagio sopra Orano.
13. Altri viaggi e lììihbUc azioni sulV Africa mediter-
ranea. — Emilio Bianchi ha pubblicato i risultati degli
studi fatti nel 10(W) j)or determinare più esattamente la
posizione di Triimli. Del pari G. Huchet ha pubblicato
i risultati dei suoi viaggi nel Marocco settentrionale, dove
determinò egli pure numerosi punti geografici. IVesso
Tetuan scoprì un ricco giacimento di piante fossili e di
animali preistorici; intra}>rese [>ure scavi archeologici che
il Cio verno francese ha deliberato di continuare.
Altri studi vennero pubblicati dal luogotencuite fran-
cese Dyé, che es[)lorò le coste del Marocco; dn Teobaldo
Fischer, che percorse i litorali della grande Uabilia, dalle
foci del S<»l>ù fino a Tizgi«nH, a scopo principal menti»
di studi gooloo'ici. Il capitano Mougon, capo della mis-
sione militare incaricata di determinare i confini del
Marocco, ci d'uMÌc uno studio sulla città di Uydji, e T in-
gegnere E. Pobeiruin pubblicò il rilievo esatto del corso
inferiori^ del Sebù. \n nuovo viaauio ha compiuto ncl-
r Oasi di Siuali il ca[)itano De Saint-Exupery, aceoini)a-
gnando a quei santuari il Ulunlivr d' Euilto.
14. Kaplorazione l>uh(>(s mi Sahara. - l^a missiouo
condotta da Felice Dubois partì da ( )rano nel novembri»
478 Geografia
ilei lOOfi, allo scopo (li studiare le oasi algerine e sahariaitt'.
e dopo un Rimo di viaggio giunse a Gao sul Xijfer. Il
Dubois visse durante quest' anno insieme ni nomadi, ser-
vfiidosì dapprima dì Arabi, poi di Tuareghi; trovò fra
altra elio la regione del .SahariH centrale è assai meno
desolata e monotona di ijuanto si crede, e vi scopri le
rovine di una importante città con pitture ed iscrizioni
ramane ed arabe. A quaulo pare, il metodo dì questo
viaggiatore, non è privo di vantaggi, perchè egli giunse
a (lao, a 4Ó(> km. da Timbuttù, senza tirare un solo coigto
di fucile.
15. La ritUi di (ìanua. — Il tenente Deaplagnes ci
lia procurate esatte notizie sulla città di Oanna o (ìaii-
luitlia. una delle antiche capitali del Sudan, distrutta
verso il principio del secolo' XIII. La acoperta conferma
le indicazioni rtei geografi Arabi che la collocavano nel
paese di lìaglienii , ad una certa distanza dal Xiger.
Infatti a circa 40 km. da questo Un me, a nord ovest da
Miamìna, fra Tanamba e Tuba, sulle rive di una piccola
palude, si elevano le rovine dell' antica metropoli. In
mezzo ad una vegetazione mollo sviluppata dalle piog^ic
invernali, sorgono numerosi lestai-ri, formati, come il
monticello romano, da cunuili di pietre e da rlButi di
ogni sorta. Le traecie delle abitazioni e i detriti si esten-
dono molto lontano nella macchia, sulle rive della palude,
e Noinbrano indicare sobborghi un tempo molto popolati.
Fra le ravine si trovano traccie di un villaggio che vi
costruì due secoli or sono una famìglia dì Fraosi, con-
giunta col clan dì Kambara nel Hegu.
Ili. Altre espluffi~ioni net Suliaru e neW Afriva itevi-
licntale franrrsr. — li. Arnaud pubblicò le osservazioni
da lui raccolte, accompaginindo la spedìziono ('oppolanis,
sugli abitanti della Mauritania che sì nutrono esclusiva-
mente dì caccia 0 <iì pesca. In seguito alla confereusa
tenuta nell'aorile del l!H)li a landra, vennera determinati
possedimenti inglesi ed i fraii-
deUa Nigeria, e vennero inviato
'ottobre llHMl, due cununissioni:
itta dal capitano Tilho, V altra
la O' Shee. La missione friinccse
jlie a oompìeiv le esplorazioni
te da altri viaggiatori por pul>-
rta del lago Oiad.
EaploriizioiiK 1
11 geologo K, Chudeau coi ' '
territorio dei Tuaregh!, e per 1'
rive dol lago Ciad, dandoci così
usattt* uotizie geologiche di que
veniatore francese sulla Costa
blicò i riSLiltati dolio esplornz
lineila regioite. K basti mm aen
zioiii relative a viaggi dei quali
anni passati, come quelle di De
tale, dì Deaplagnes sulla Nigcri
confini del Camerini, di N. (ìciig
di (ìruvel sidle città della cos
sulla produzione delle gomme ìii
l'ino nel suo viaggio da Tuat a
1/ aunuiiiistratore Laurent o
• icterminalo astronomicamente I.
parecchie looilità del Sudan:
Culicom, Chila, Moliti, Tueoto,
ii capitano Hnue oil i toiien'i S'
misurato i primi triangoli di uni
topograficamente la n^gioue di '
] lavori del capitano Kouru, pc
una carta provvisoria del biissó
acala di 1 : l(KI.(HMì. Il servizio gè
dentale Irancewi', oltre al dirige
attende alla pubblica/.ione della
fogli alla scala dì 1: KHUKXi <<
l'Africa occidentale alla scala d
logli che comprendono lui' area
nord e ai estendono in luiigitud
diano est.
17. lùsi-lorazumi' Tilli». - I
If suo ricorelii' nella Nigeria la
lane Tillio. Noli' flfi-osto osna av.
sini) all' altezza di Ziiiiler e li (
riaii. Il primo dislnceaiiionto d.i
Ingo iilricario sollo gii m-dini de
A. Aiidouin versi> la iiu'là ^M\^
riunito all' altro huMi- rive dol
hraio <lel 1^1')^. Si>e<indo le iilli
una relativa Iranqiiillilà reu'iia
ud' indigeni, i quali giù si eli
villaggi, creando l'rn loro vaste
ilate, coltivando anche torroni incolti,
issi non penaiiio più n muover ifiierra
Steno disposti persitio ad iiiti'iidersi
li modo, la missione Tilho giovù come
iifjione 0 al coEisolida mento dell' in-
|iiostft re^rione.
(JheiaHer nella CosUt <t' Avirto e
rovornatore generale dell' Artica occi-
affidato al dott,. Angnsto Ohevalirr
li botanici che avrebbe domto diiran'
or doveva recai-sl alla Costa d'Avorio
di tutte le specie arboree che costi-
esla vergine africana, viaitai-o le iiriii-
l'osla ed esplorare il gruppo di mon-
dine il fiume Kavalli. Di lA doveva
Oiiinea e nel Futa Uiallon, anclie.
le più adatta alla fondazione di un
iservatorio meteorolog'ico. Il Chevalior
continuò per parecchi mesi l'esplo-
> foresta, ricca di tante risorse natu-
alberi di caucciù, noci di kola, e ri
lovii specie di caffè. Avendo dovuto
iiii-e il suo viaggio nella foresta per
ti |ini<si', piegò verso Sequela,, poi su
tndra si recò sul coi-so medio de!
il territorio iulierainonte acouoseinto
. I)ji Ubi volse ail oriente e >rinnse
' e il M Bffosto il Merby. Il bacino
.'gìone solcata da valli, bene irrigata,
anilicbe dalle iniali sì domina unti
icoiuparnhile bellezza, che forma un
dnni. I.e gomme in ({uesta regione
i<^ ed appena ora sfruttale da qualche
valicr doveva imbarcarsi il 2!i agosto
ido attorno alla Liberia, ma fu dap-
|i(isarsi a llabala, presso Timbo, poi.
mHlnlliii. si ricoverò a <'onacr,V, odi
iiropii.
iip/ ('niii'-rrni. — La misdinno Moli,
iLiuire r cnniini Ira il l'ongo francese
ornata in Franciii dopo aveiT, non
la ]n-inei]>ale missione, ma esplorali
.^
vjisti ti'pritorii ppessiichi- Hcoiioaciiiti. La frontiera
(ioteniiiiiari' aveva itiui Hviliippo di 21MHI km, ila IJes
ili Iiign Ciad, mi i l'ujrlì di-yrli itirieravi sfiniti ilalla appt
ziono olTroiiii |iìù <li iO.IMXI km. con la di'termiiiazio
jistntnoinicìi di l'2<i posizioni. L'esplorazione jreojrrafl
onmpretido lutto il bacino del Hanglia sn|>ci-iore con
valli ik'l radei, dt'l Miimbi-io, del Nana e doi lom aflhieii
A nord del li' la coininissiono lia rilevato sino al Logo
lii zona l'rontiera sopra ima lai'a'hezza di circa l"i() k
tra lo (Ine Htratle die da '.'aniot conducono a Lai ed
Ng'aiindero. Si ottenne nini carta compiota e partico
rog^iata del paese di l.<aca, venne rilevalo il coreo i
fimne Logone, snl (jiiale furono trasportati i convoprli
viveri sino a Lai a pi>j sino al foi'te I.amy. Nello stes
t<*nipo si intraprese mio studio ck-lla vallo del Maio l.'heli
titilla reifionc del Tiibnrì o <li ipiolla compresa tra
Tuburi e il Logono. Hi riconol>bt! la zona di dilticile acce!
fra il Lo^oiiG o lo Soiari; fn eseii'iiita In coi i^'i unzione g*
(letica fra Coca e la foce dello Seiari, perjinisa da as
curarci ormai un completo col lega mento iislronomico i
il Niger e il ''ungo, ha commissiniio lasciò il lafff> Ci
il \(> dicembre e risalendii lo Sciari, il Lojroiic, Lrinnsi
l,eri', e |)..i per il Henne ed il Ni^er, allii costa.'
I lavori di ipiosta spedizione ebbero tiua durata
sedici mesi e colmeranno parecchi s|ia/.i bianclii dì quei
parte dell'Africa. Importtmti sono i Mnoi sduli elnoiri
liei ijnllo popolazioni dei liaitii, dei linm, dei Laca, <
Mnndae o altre, del pari che le collezioni botaniche, z<
logiche e mineralogiche. Vennero fatti esperimenti
coltura del coione, ricerche snlle piante utili della regio
0 specialmente sn quelle che producono la gomma, none
stndi sulla malattia <lel sonno che inlierlsce ancbe
questi paesi.
II tenerne Striimpell ha eseguito una ricognizione <
linine t'aro per studiare se possa essere utilizzato per
navigazione. Il linme ha un letto per Io piti sabbio
largo sino ad >tlKI moiri con parecchie isolo che muta
pofiizione in seguito alleanninili pione del fiume. I.espoii
sono in generale piatte, cosiccliè la nomi iiiondabilc
estende molto su oiitrambo le rive. Il liumo è navif^ah
in tutto il corso inferiore sino a nord di Ciainba,
territori delle sue rive non sono infestati dalla ino;
lse-t.se. Il cm-so inferiore si oatende dal coiiflneiitc ■
Henne presso Tepe, sino a quello del Mao I)eo nel Fa
- XLiv la
»tì2 llMymfia
il corso tncidid va <la ifimsto |iiiut<i a [(nello nel quale,
dopo lina tratta di 144 km., il superiore corso torroiitizio
assume aspetto di liiimc. In questo tratto le s|>oiK)e sono
per lo più ripide, alte Inlvolta sino a IO metri, e le acque
sono seminate di roccic <> di massi che costituirebbero
per sé nii rorinìdabile ostacolo alla navìf^nzioiie se questa
non dovesse ^ià ari-estarsi alle rapido che si trovano al
confluente del Mao Kel, le quali non possono essere stq>e-
rnte né da vapori, uè da canotti.
■20. Esplorazioni nel Togo. — Il 27 gennaio è stata inau-
gurata la nuova ferrovia da IjOino a Palime, lunga 122 km.,
costruita in poco piii di due unni dalla compagnia Lenz.
La linea attraversa ima zona di palmizi e penetra siuo
alle rogimii meglio adatte alla coltura dei cotone; ai due
lati di ossa si estendono grandi piantagioni di mais, la
cui esportazione potrà ora essere profìcua. SÌ continuano
gli studi per il prolungamento della linea da Palime ad
Atacpanie.
Il dott. li. Maurer pubblicò il risultato dei suoi studi
sul clima di questa colonia. A di lui avviso, il Togo si
suddivide in tre diverse regioni climatiche. Lu pianura
costiera è povera ili pioggie, con due decisi periodi asciutti
da novembre a marzo e dal luglio all'agosto. 1^ zona
montuosa mediaiui ha pioggie violente meglio distribuite
neir anno, perchè manca il periodo asciutto della sua
metà, e uuu è cos'i esteso ed intenso quello della line
dell'anno. L'altipiano interno ha una quantità annua di
pioggia alquanto minoi-e ed un solo, ma molto lungo od
intenso, periodo asciutto.
21. Mimione l.enfant nel Sanga e nei lagone. — Una
missione diretta dal comaudanto Lenfant o compósta dei
capitani 'loaunard o Periquet, dei dott. Kérandel, del-
l'ing. Ilastet e di alcuni sott'iifHcialì, hacoinpletatoall'est
del C'amcruii tedesco l'opera della Missione Moli. Essa
esplon'i i tributari del Ixigone e dei Bahr Sahara, fiumi
originari del Saiigha, gli affluenti di destra dell' Ubaughi
e altri corsi d' acqua di questa regione, il cui tracciato è
molto indeciso. La missione attese a rilevare la carta dei
paese, a studiare la navigabilità dei suoi fiumi, a inda-
gare quali sieno i prodotti del suolo e le altro risorse
cconomiclie. Partita nell'agosto del lilOO da Bordeaux,
giunse il 20 settembre a Brazzaville, e il 29 incominciò
MÌ.-Ì.1Ì0IIK Lpiifaiìt Hi'l S/i»i/,i f, nel Imi/ow ll^
;i risiilirc il <'oiigo. Toecaiidn Ueaso, Noia ed altri puuti
conosciuti, si addentri^ nella foresta che si estende tra il
Mambere e il Cfidoi. I)Ì là esploKi il gruppo del Monte De,
donde scendono i tiiiuii IJam, Mambere r ■ '*"■
])er I-ifti e Lcre si spinse Ouo al Forte
incontrò ivi noTi lievi difficoltà tra le beliit
-Jaiigheri, puF procnrando di completare
di Clozel, Perdrizet, llnet e Bernard, ed in
tntto se r Uan si possa identificare col 1^
La spedizione si divisi^ poi in due ,
comando del Lenfant o del l'erìqnet.
l^enfant ■studiò il territorio del l-ogoue e
esperimenti di allevamento del bestiami'
augii altipiani situati ad ovest di Bania.
il 15 aprile, arrivò a Cariiot 1' 11 giugii
l'Bgrgiunse l'altra colonna, per tracciare ii
delle zone attraversate; egli accertò Trattante
via di comunicazione per passare dal \m%
è quella di l'cunde-Lai-Carnot. Il distacc
dato dal Periquet studiò il fiume Peun
nome di N'ioye lia oriprine a sud-ovest di
nel [jOgone col nome di Bandoul a 50 ki
Lni. Il Peiuide esce dai monti ingrossati
iiflluenti, fra i quali il Lecctie ed il Xya: p
nella pianura none navigabile, perchè ing
e di rapide; ma ])resso al villaggio di Uè
un' ultima rapida, scorre in un letto molti
a picco, e dopo ìilM) km. raggiunge il L
perciò altro non è che il Njoye-Peunde.
è molto popolata, ricca di prodotti natura
i suoi abitanti hanno statura atletica e »
tali. Il Periquet ritiene che il paese di
piipolazione di circa un milione di abitali
Il tenente P. Lancreuon ebbe rincari
le migliori vie di comunicazione fra l'ai
bacino dello Sciari. Presi seco i due serg
coloniale Chevrieaux e Delanéf, giunse al.
jrno 19(H1. Ottenuta mia scoria di IH soli
I' di un centinaio di indìgeni, per l'alta
giunse al fiume Mambere. Questo corso d'
vaio uu solco larghissimo nei contrafforti
bangidda; i loro fianchi sono incisi da
scorrono gli nfUnenti che precipitano in ca
di granito; al nord si elevano picchi alti
481 (ìtog rafia
Il paeso t' molto pittoresco; il tiume Kirn, poco prima
(Iella coufliioiiza, t'orma una helliissima cascata di 150 m.
che precipita fra giganteschi blocchi di grnnito. Durante
l'agosto, tra Maibocoini e Lai, la spedizione dovette soste-
nere sanguinosi combattimenti co^rl indigeni Laca, i quali,
continuamente vessati dalle razzìe dei P'ulbe, ritenevano
che anche i Francesi appartenessero a queste genti.
A tali difficoltà si aggiunse la necessità di attra-
versare il fiume Nja, largo oltre 30 m., con una
forte corrente, mentre anche V altra riva era inondata
per r estensione di parecchi chilometri. Attraversato il
fiume Lini, e quando i Laca si erano ormai calmati, la
spedizione trovò nella regione di l)è una popolazione
bellicosa, che non soltanto si ricusò di rifornirle guide
e viveri, ma 1' assalì apertamente. La missione procedette
alla bussola, percorrendo fra erbe altissime e senza alcuna
traccia di sentiero circa 70 km. sino a (inala, e poi
a Nola, dove incontrò il comandante Moli. Continuando
suir itinerario già percorso dal capitano Loefies da Barn
riuscì a Ria, e passato il fiume Tahm, giunse ad una
profonda gola occupata dal villaggio di Jauja e difeso
da numerosi guerrieri, i (juali, tuttavia, con le loro indi-
cazioni, aiutarono la njissione a trovare la strada. Si
inoltrò così in un paese del quale nessun interprete co-
nosceva la lingua, scoprì il Pennde, che identificò col
Handul, o lx)gone orientale, e passato a guado il fiume
Lim, riuscì al monte Bumbabah* quindi a l^aibocon.
22. Esplorazione Sacerdote sul Luama. — Il tenente
Amedeo Sacerdote narra, nella Rivista geografica italiana^
r es})lorazione da lui compiuta sul Luama, uno dei più
importanti affluenti del Congo. Egli riuscì a risalire per
cinque giorni il corso del fiume sino alla regione di Chi-
tete, trovando sempre una corrente fortissima, che si
opponev^a ai più gagliardi sforzi dei suoi rematori. Infatti,
appena venti neri vigorosi a ciascuna delle due piroghe
riuscirono a vincere la forza delle acque, e molte volto
lo [)iroghe dovevano essere trasportate a dorso d' uomo,
ì)er superare le rapide od evitare gli alberi che in qualche
punto intercettano il fiume, e costituiscono dovunque un
pericolo per le barche, essendo trasportati dal fiume con
vertiginosa rapidità. Il Sacerdote conclude che la con-
sueta via seguita dalle carovane è ancora la meno diffi-
cile. Egli ci recò tuttavia importanti notizie sulle regioni
Lo sfi-atlamento del Congo
attraversate. Il clima è insalubre, sebbene iiieno perico-
loso per mi Kui-opeo iii riuello della costa. L'anno si
(livido in due stagioni : la xecca, che dura da uii
ottobre ed ù la stagione meno calda, e la piovo»
dura da ottobra a febbraio od è aecoui pagliata dt
tidiaiii diluvi con brevi, ma spaventosi uragani. GÌ
tanti della regione appartengono ai Haiigo-Han^
Wullegft e ad altre razze dei Hanli'i. I loro vìllagg
agglomerazioni di grandi capanno di terra ricopi
orbe, a forma cii-colare, abitato ciascuna da una fan
la più spaziosa è riservata al capo del villaggio, nnict
rità riconosciuta. I Mango-Hai>go si coprono appena (.
brevo lenzuolo tessuto di fibre vegetali o con pe
leopardo o di scimmia, alle quali attaccano denti e i
di lìore, anelli, conchiglie od altri gingilli. Alcun
si drappeggiano in tele a vivaci colori e le doi
coprono con due striscio di tessuto cbe lasciano a
ipiasi tiitlo il corpo, tinte generalmente in rosso. i'<
anelli o conchiglie alle labbra, alle narici e special
alle gambe, (jnesti nllimi di rame massiccio o di f
tantn pesatili che rendono dillicile la marcia. Il pr
più importante della rcgiono è il ciinccii~i; i neri
a raccoglierlo eomplelamente nudi e senza alcun
piente: incidoni) la pianta e quando uè cola il 1
lo ricevono con le marti e se lo applicano sulla
dove forma ntiii pasta abbastanza consistente. T
nel villaggio, raschiano la pelle con sabbia o ottcì
il caucciù già pre])aralo in piccole palle. Il suolo pr
anche eaR'è, tabacco e la palma dà all' indi(4'eno le
per coprire le capanne, le libre per i tessuti, 1' ol.
la cucina, la linfa per t'arne utia bibita saporita e il
elle cucinano a mudo di legume. \el paese ab
i-i. f^i afriiffiiìiti-iil'nli-l I ■iiiiijo. — Contitniarono e
uravarono anzi le jiolemiche rflativc al mudo come il I
viene afrnttato dal IJoverno rli \W. Leopoldo e da
agonli. 1/ iiriroiiK'uto eec'de i limiti di una li'irinli
!/rii/ìi-ii, !■ d'altra jiarti', nidla vivacilfi dei conlrasti (
iucertez/M delle nnli/,ie. non witisenic forse un i
/iale ifiiidrzìo. Tanto jiii'i hi'iii-meriti devono consid
eolni-o i ipmli iltustrauo quella n-^none. e tra es!
lianio line lenenti ÌUììv.uù AninMo <'i]>o|ln e V
Lipt-audi.
48(> Geografìa
Il volume da e^si pubblicato a iMilauo sullo Stato del
Congo non ap-g-iunge per verità notizie rilevanti alla
geografìa e air etnografia di questa importante regione,
ma ci aiuta a risolvere appunto il problema delle condi-
zioni economiche e civili di quello Stato. Nel tracciare i
loro quadri, i due scrittori non obbediscono ad alcun
partito preso, ma esprimono sentimenti ed impressioni
con militare franchezza. E purtroppo l'impressiono che
si ricava da questo volume Jion è favorevole a quel
sistema di avida burocrazia e di spietato sfruttamento
che in questa immensa regione, come forse in nessuna
altra, abusa del nome della civiltà.
24. Il il levo del Vlttorla-Nlanza. — E ritornato ili
Inghilterra il commodoio Whitehouso, dopo aver com*
piuto il rilievo to})ogratìco di tutte le coste del Vittoria-
Nianza. Il lavoro durò sette anni, e venne determinato
dalla necessità di riordinare la navigazione del lago, dopo
il compimento della ferrovia dell' Tganda. Il rilievo della
parte inglese dimostrò tante inesattezze delle carte sino
ad ora esistenti, che d'accordo fra i governi inglese o
tedesco, venne proseguito anche nel territorio tedesco. Il
viaggio sul lago ò ora perfettamente sicuro; le isole del
medesimo sono più numerose di quelle registrate dalle
carte, e tra esse (? le rive fanno ora un servizio quasi
regolare (piattro vapori. Si tratta di costruire una ferrovia
fra il lago Vittoria e il lago Alberto, traendo l'energia
necessaria alla trazione elettrica dalle cascate di Ripon.
25. Esplorazione dell' Uganda. — Vennero pubblicati
i risultati dogli studi fatti sulle colleziojii botaniche re-
cate dall'Uganda dalla spedizione affidata nel 19()5 a
M. T. Dawe. Egli esplorò dapprima la regione costiera
occidentale di Buddu e di Cocchi, ricca ili boschi, e di
là, seguendo la frontiera tedesca, giunse nella regione
di Ancole e ai piedi del Ruvenzori, in un'altra regione co-
perta di dense foreste con una interessante fh)ra alpina;
esplorò poi le foreste dell' Cnioro, e» flopo avere rapida-
niente attraversata la provincia del Nilo, arrivò a (ion-
docoro. Il Dawe studiò s|)ecÌHlniente le piante gommifere
ed i legnami da costruzione, e ci recò nuovt^ specie per
la sciiMiza che sono anche di gran valore dal punto di
vista economico.
Ae/ Htivemori - Neil Africa orientale int/lene 4b7
Anche il colonnello C. Deliné Radcliffe esplorò per
parecchi anni V Uganda, dove venne inviato a reprimere
una insurrezione, e fu poi confermato come governatore.
Egli potè mostrare il suo grande valore scientifico com-
piendo la triangolazione ed il rilievo di tutta la regione
che si estende ad occidente del lago Vittoria, e tracciò i
confini fra i paesi soggetti alla influenza inglese ed alla
tedesca, (-ompì importanti ricerche antropologiche, etno-
grafiche 0 naturali ed arricchì di preziose collezioni il
museo di Ijondra. Fu sopratutto un grande cacciatore, ed
oltre ad una incredibile quantità di bufali, giraffe, ippo-
potami, elefanti e rinoceronti uccise circa 80 leoni.
20. L* esplorazione del Ruvenzori, — Il Bollettino
della Società geografica ha pubblicato il testo integrale
della conferenza letta da S. A. Ileale il Duca degli
Abruzzi a Roma il 7 gennaio 1907, e ripetuta pochi
giorni appresso nel Kings Hall di Londra. Quella Reale
Società Geografica deliberò di dare il nome dell'Augusto
esploratore alla vetta più meridionale del gruppo che egli
aveva denominato monte Thomson.
Si ebbero notizie della spedizione incontrata dal Duca
e condotta dal dott. Wollaston, insieme al signor Carru-
thers. Il dottor Wollaston lasciò Entebbe, capitale del-
l' Uganda, nel settembre 1900, attravei'sand(» la provincia
di Ancoli e poi la frontiera tra l'Uganda e il Congo.
Constatò che i vulcani della regione di Mfumbiro sono
quasi tutti estinti e lo loro cime co[)erte da fitte
macchie di bambù. Raccolse la voce che tra esse vivano
tribù di pigmei, che scendono spesso a saccheggiare i vil-
laggi inferiori, ma il Wollaston non potè entrare con essi
in alcuna relazione. Penetrò fino alle rive del lago Chivu,
fitte di abitanti, e per la valle del Rugigi si recò ad
Uviri, all'estremità settentrionale del Tanganica. Tanto
in questo paese, (pianto nel Maniema fa strage la ma-
lattia del sonno; gli abitanti muoiono a migliaia senza
alcuna assistenza medica, abbandonati lungo le strade
dagli stessi parenti. Nel feb!)raio del 1^K)7 il Wollaston
toccò il Congo a Casongo, discese il fiume in canotto
fino alle cascato di Stanley, poi per ferrovia si recò a
Stanlevville.
27. NelV Africa orientale inglpse, - Secondo le ìio-
tizie pubblicate nel corso dell' anno, la popolazione del
•18» Gtoiftafia
protcUomto iiiglcso ctelP Arricci oriontalc ù aseni rna^^JDi'e
di quanto sì credeva, e cio^ |iii'i vicina ai quattro che ni
due milioni; special monte in alcuno parti della provincia
dei (Micnia si ii truvuta una jii)])ola/.i(>]i<- molto densa.
Gli Knropoi al 'M initrxo MKHi erano 1S1.1, dei quali 204
impiotì'ali del (ìoverno. iJiiranlo il l!i()-"i immigrarono nel
protettorato 1S(>I KnmpcH e (i4ri4 asiatici ed africani; eini-
;fravono I4:ì7 dei primi o i'ui\ dei secondi. Il lavoro è
abbondante r la vita u ju-czi'.o n'Iativainmito mite. Nello
stesso anno Inrono Calie concessioni di terreui'per ■'i49,8'2S
acri e nel snccessivo venne rilevata carloirra fica monto una
snperlicie di 74"i,VJU acri, ed ora il rilievo del hiffo Vit-
toria è praticamente completo, i.e linee lelei^i'aticlio sono
lunjriie 2lli7 niifrlia.
Cu docretn lia proibito di possedere e mettere in
commercio avorio di elefanti femmine e zanne di masclii
H'iovani. Iji pin elevata temperatura ilo" ('., si ebbe il
;i aprile a Maeliìndu, la i>ìii bassa, 4,44' ('., a Naivascia.
La media annuii di piojfjj'iu ned' ultimo decennio fu di
2H. Xfìl' Af'ricii oririilah: ti-tU/tra. — Nel passalo anno
abbiamo <lulo notizia della esploraxionc Wenle e Jiigt^r
nel jiHOse del \'amuera e del Vnliiao. dove essi fecero
l)re>iÌ0HÌsHÌme raccolte ehiojrraliclie. Continuando le loro
esploriixioui, vtsilai'oiio nel l'.HiT V hiuUrìomi di Michiti-
' danì, la step]>a <lei Massaie la re^iene .le] rhilimaji^'iaro.
Il dollor K. I''iillel)nrn Ini percni-sn per Ire anni lutili
r.M'rica orienliilt^ tedesca, premlendo parto ad esplora-
zioni militari e scieutiliclie, e visitauilo anclic i bacini
dello Seirè e dello /Cainbesi. K<rli Ita pubblicato un volume,
nel quale reini<> cinito dei risultati delle sue esplorazioni,
Bpecialmente dal piniln di vista etneiiratico. Ci dfi però
anche importanti noli/.ìe u'<-oifralicbe. Il la^ro Ntassa è
hiJiL''0 ÒIM) km., liirj-'O .V> e ha una massima jii'ofomlitii
di ysò )][.. scendendo cioè mollo al disotto rlel livello
dell'Oeeaun Indizino. Anclie \n vi sarebbe ailunqno una
profonda depi'i-ssione. In (]iiale costiliiisct- il piiese ili ('onde
e la fossa <iì liidiahd. die continua eoi nome di Uucuha,
sempi'e nella medesima dire/ione, sino al Tan^anìca.
Quando si s|n-nl'onilò il terreno dnl Ninssa ni Hiicuha,
rimase in piedi un isolotto formato 'lai monti Misucco.
Tmlali, rraml.iii, Mnlila e Tniilen, che conserva la ,«im
nltitudiue i.rimilivn.
II'-'
Neil' Africa orientale tedesca 481)
III realtà la fossa del Niassa non comunica diretta-
mente con (luelle del Rucuha e del Rnaha, perchè nei
punti di contatto di queste fosse seg-uirono eruzioni vul-
caniche, onde furono in parto colmate, (ili orli della fossa
del Niassa sono più elevati alT estremità nord est del
lago coi monti di Livingstone, che formano una muraglia
alta circa 2000 metri dallo specchio del lago.
11 ramo occidentale della fossa del Rucuha è limitato
a sud dai monti di Umiica, ed a nord continua con T alti-
piano di Uconongo. Dove le foiose del Rucaha e del Ru-
cuha si uniscono, il pianoro termina con la catena del
Beja, alta 2900 metri. Il lago di Rucuha, a 800 metri sul
livello del mare, occupava una volta tutta la fossa sino
al- Tanganica, uientre oggi ò lungo soltanto 40 chilo-
metri. Pare non al)bia alcun emissario, ed i suoi affluenti
gli recano acqua soltanto nella stagione delle pioggie,
mentre nelle altn» si p^nnlono nella steppa vicina ; la pro-
fondità del lago è perciò molto varia e tende piuttosto
a diminuire. Anche il Xiassa è diminuto di volume; il suo
emissario, lo Scirè, attraversa il lago Malomba, profondo
poco più di un metro e che una volta era certamente
unito al Niassa.
I vulcani principali del j)aeso del (-onde sono: il
Rungue (8001) metri), il ('hiejo (2800 metri) e Io Ngosi.
Il cratere di (piest' ultimo è occu{)ato da un lago lungo
due chilometri e largo uno, con bolle isolette. 11 i^^iilleboru
studiò specialmente gli abitanti. Le loro ca])auue sono
rotonde o rettangolari, con tetto spori»ente a forma di
veranda, T interno è diviso in due camere. SuUe rive del
Xiassa si vedono gli avanzi di numerose palafitte, ed il
villaggio di Mbamba è costruito su [)alatìtte, sebbene
sorga in mezzo ad enormi blocchi di granito. I negri del
Niassa non sanno congiungcM^e i pezzi di legno e noìi
couoscono r uso della sega. L'agricoltura ò Tunica loro
risorsa, ma è cagione di un continuo e dannoso dibosca-
uiento. L'industria del ferro è molto svilupj)ata e si può
dire la principale di (juesti abitanti.
II \V(»ule ritornò in (lermania con una ricca colle-
zione etnoii-i'alìca di materiali illustranti gli usi, i costumi
e la coltura iuti»Netlual(» (l(»i poj)()li dol basso liovuma e
dei pianori vicini, e con una unm(»rosa serie di fotogralic»,
vedute cinematoiiraliclH», e discorsi fonognifati. Ritorna-
rono [nwo il dottor Fritz diig«»r ed Kdoardo ()«»hlcr, tlopi)
un' acciugata es))lorjizion(» del Ijigo Vittoria ('d alcuni studi
4fM) Geografia
per la costruzione di una nuova linea ferroviaria tra il
lago e la costa. L'ufficio coloniale tedesco, che aveva
sussidiate queste spedizioni, ne ha ora inviate altre per
completare T esplorazione della colonia.
29. Neir Africa orientale portoghese, — Migliorarono
alijuanto negli ultimi anni le condizioni di questa regione.
La città di Beira venne abbellita e difesa con una grande
diga dalla irruenza delle onde. Venne compiuta la ferrovia
Heira-Mascionaland, che per Macequece e Umtali conduce
a Salisbury. Essa attraversa una delle regioni più pitto-
resche deir Africa e si eleva sino a 1400 metri sul livello
del mare. Aumentarono le compagnie industriali che
attendono all'estrazione dei minerali, e si fecero nuove
scoperte aurifere. Nella valle del Revue venne esplorata
una grande cascata di 80 metri che sarà utilizzata come
forza motrice per le miniere. Anche le condizioni degli
indigeni vennero migliorate. Essi furono ripartiti in
s(|uadre, le quali per turni regolari attendono ai lavori
dei campi, con una paga di dieci lire al mese oltre al
vitto. I Negri portano tutti i prodotti alle stazioni, dove
sono comperati a basso prezzo dallo compagnie, quasi
tutte troppo povere di capitali per tentare profittevoli
speculazioni.
Jj' esplorazione delle miniere di Tete continua a de-
stare il più grande entusiasmo e dà prodotti sempre
maggiori. A Chifumbaze si vedono le traccie delle antiche
od estese ricerche fatte dai Portoghesi, ed esistono depo-
siti considerevoli di detriti alla superficie del suolo, pro-
venienti senza dubbio dalla parziale erosione di impor-
tanti filoni, ancora visibili sopra un'estensione di parecchi
ciiilometri ; si scoprirono nuove vene di malachite, azzu-
rito, marcasi te, e calcopirite, insieme a rame aurifero e
nativo, fjo condizioni del lavoro sono ottime, il carbone
abbonda, \(^ cascate di Coroabassa potranno dare tutta
r energia elettrica desiderabile, ed il fiume Zambesi si
presta meravigliosamente ai trasporti.
8(1. 1m avihippo di Zanzibar. — In (piesti ultimi anni
si è notevolmente sviluj)pata l'isola di Zanzibar, che è
ormai il gran dej)osito e il centro di distribuzione di
tutta (piella eosta orientale. La sua poj)olazioiie è calco-
lata Ira 200 e 8()0.tM)(» abitanti, dei quali appena 5(K) bianchi,
cjuasi tutti funzionari civili o militari, (ir indigeni lavo-
Xetr entitmo AìaKC/i -li'
ruiio alle [tÌuntu<rioiiì, il ^vcnio è in mano do^'I'Imlìi,
liivori domestici sono compiuti da^lì nliiiiLiiti Hi (i<ii
e dii iiidig'eiii. Il coni mere io iiiimialc
lioni di esportaziunu o di ni trottali to
Poelif! notizia si ebt)ero sullo altr
(Joliii pubblico i i-iaiiltnti dello trianji'
guite nel Madaurusear, e il prof. A.
jtltre iintizio sui ])orti dell'isola i- sul
sue lajfuiio. T. (.'. Kerry esplorò l'i
Oiiiiha, dove ejfli ebbe importanti coi
così ai propone di sfruttare specialme
circondano l'isola principale.
VI. - Ahiìeuc.x.
l. XeU'fSt retini .ìlasca. — L'Alasci
diti ^lolio cbe nell'ultimo decennio ha
intensi progit.'ssi cconoiniei. L'atteuzii
si ù perei" rivolta con straordinario
siiif;i>lnr(' paese, e per iniziative pub
sono intraprese nninerosc indagini ei
l'intento di conosceriiL' cmi ogni pò
coiiilizioni sieojf l'ali clip e L'eolofriclie e
0 induslriali. Il sroverno ÌU-^ìi Stali 1"
regione con una serie ini portai) tissim
nltima tra le (inali una vera monotrriilii
si occupa della froof.rratia r dolili ffvo
A. (nuvelaml del clima, i- H. l\ (ioi
il'oo.LrratiCii e liellissimc illustra/ioni. K)
ì' stala larirami'Lite riassniila dal d
1,'ià noi lini ti-ll ilio lìfllii S'u'ìi'lii ili-n
marzo U)07|. tenondo Conto a-nclie di
relative alle eondizionj eroiioiuicln' di
Xell'anno si intrai)resiTo n'^H'Alai
cerelii- scientiliclif .-d ceiniomiclie. ti.
il bacino del Vucoii, a sud est d,-l
reirioiie <]<-! Knclvland a sud esl del can
Uniendr. Ir ricerche latte dal Miidren
dove si'ià .■ratio st;ili .•ii'o|)erli nv;iiiy
bìsonli e di (-av.illi <li mi ti]>i> S])i-cia
nienle il pi.,!'. '1'. .\. .binar sludiò le
e vulcailidnu'ielie. ed il dHlti.r liini
prese altre ri.reirhe .ill.i seopo di eoi
#
lì. Stii|iHi't [lubblicò i risultati delle osservazioni me-
li'oro loffie In; raccolto nel territorio dell' Yucoii, che si cou-
tiiitmiio da dodici anni a Forte Costantino, Uawsoii, Zel-
kirk, Whileliorse, Atlin, v sul lago Tagish. Le regioni
m-ttmit rionali ni orientali dell' Yucoii hanno estati piii
ciilde dnlle meridionali, forse perchè si trovano ad mi
livella nifi hjiHso. sono jiiii lontane dai venti del Pacifico,
moliti che raggiungono per-
on la temperatnra media del
C, il minimo assohito e ili
temperatura media di ló,7° '-
klberta meridionale. Nel terrì-
unnalmeiite circa 13^ mitii-
fgia.
• l.e Ire isole conosdnto con
superfìcie del mare <la |)oco
cnnteinporaneaiDoute al gran
o di ('iilifornia, sebbene la
ir Oceano interposto non con-
feiioineiii. Lo alti-e due isole
il ITHC. la seconda nel 1883.
rvelte iul un rapido disfaci-
l'gcvn (hil inaiv in luezzn ad
iparsii. 1,11 marina inglese ha
le isole <'.l lino scliizzo dolio
) sin dal 1k;!(ì: l'nUima venne
:/". ~ Le e spili razioni del Gft-
si osleseii) nel lÌMMi sopra
e linee lerroviurie, la Irascon-
aift di Uiidson. Il professore
ì elle dovrà essere attraver-
tru l'oitiige La l'rnirioeil Kd-
e manchino ancora le enniii-
iiimerosi coloni, in un suolo
i ciinijii di frumetito. Le esjilo-
la prri|ti>stii liiicii ferroviaria
basso Siiskiitclii'wun gli sug-
une in tre zoiie <lisliii1e; In
lalcari imi^'iiesiiici nri/zonliili
,,l,|U,,„l., .»,„■
Nuove hetUzge naturali ìifyìì St.ili l'iùh
(■stt'iidc dall' orli! sf^tU-iilnimali' lit'lla scnrpatn calon
ai sediiiieiit.i dcihi \vi-7.n iii-oa ai'<;'illn.sa. Solo i|iu'st'
(' |)ro|iiiiÌa alla ctiltiviiKÌoii<', rssoiidn i tcnviii
risirelti priiicipalmciili' all' mitico Imciiio dt'l lai
ciale Ayaasiz. Il imrsi; ì* Ìii ffimcrali' co|iorio di
con albei'i piccoli, elio danno Icgiiiiiuc furie e n's
O' Htillìvaii studiò la rcjriodP l'm il iajro .Splilli e
Churchill, 0 crede non vi saranno grandi liifliculti^
tracciato ferroviario snlla linea da Ini segnila.
eaplon") la Unoa transcontlncntalo tra il hijro Nij
l'altipiano ai-caico della rojrioiic, dove trovò roccìi
]mtlc o qualche ti-accia aiirif'oi'n ; pln a<l oriente la i
k aspra 0 di scarsa importanza economica. Il H
scoitrì un vasto bacino cariìonifern che fli estrudo
del Saskatchowan sino al di là di Brn/.on, e nei
tlell'AIberta inpridioiialc si ottennero importanti
pi'troliferi.
4. Nnofp bellrszr ili naturn uf/li Stufi f nifi d' A:
— Le quattro o cinque Hoolelà alpine esistenti ag
Uniti hanno incominciato a dare qualche sej^no
C'in l'esplorazione ilei Monte Baker (m. 32!MI| ili
da H. Landes e da (_'. Soles: ma è siiiffolare ci
assieme questi' Hocifrtà alpine della grande Hep
iìieuo ben lonlaiie dal raii'K'io'^^i'c > risiillati i
iuo<lesto <!lub Alpino iri^uropa. I ^>olo^i .1. Spi
(j. Uilbcrl lianno ristudiato jl l'enoineao della n
sìone delle Cascato del Niau'ara, tanto importante
conclusioni ^l'olofticlio elio se no possono trari-e. L"
dello cascate «i modilioa sempre più, sebbene l'oi
distruzione del plano calean' vada pintlosio dimii
Il volume del Niaf^ara nel febbraio del l!IH."i wu»
rato 41)00 me, corrispondenti ad una for/a ili tre
di cavalli: noi maifgio era invece di T.-iiHi mc-
(piasi cinque milioni di cavalli.
I nove decimi delle acipie del N'iagara passaiu
canale (-anadose: verso la parte americana la mas:
;;c(;',!e è relativamente iusi^nilicante o le modifi
della soglia quasi inavvertite l,a Cascala del F
l'avallo dal IH^T è relroccdiita di circa nn metro e
inerilro la cascata americana nel medesimo perio(
mia rettressione uifuale appena ad iiu ventesimi
precedenle.
4!i! (.>o,,,-a/i(i
Il presìdoiiln •Jeu'li Stuli l filiti, vnleiidni^i UHlii le^^
dell' « luglio ItKM! . l'er la preservazione delle aiiticliità
americane », im dìcbiiirato luoiiii menti) nazionale tutta
l'area della foresta di hdssen l'eak nella California, in
iiidpr Cono, i campi di lavn ed i
arca è situata presso il
ti delle l'ascate: il Ciiider
1 piantila (Inviale ed ha
fondo lu. ^.'t. Il la^o Hiia^
:iiento [ler opera delle lave
"SO hi pianura, e il lafi^i
■le delle lave. In (;|uesto
udi scientifici rivolti spe-
i vulcanica della regione,
si avevano sulla profon-
la ('alifornia, erauo molto
metri sotto il livello del
imo data uua profonditi^
iifffrinnfrorohhp il suo mas-
V origine biologica della
■me costituente il Cannon
Lrizona ; i suoi studi ci per-
esta dopi'o&sioiio aia stata
■eisloricn, dall'urto di una
nico, o dn altre cause II
iri'sta fossile scoperta noi
ik. Auclie ipiesta rofrioiio
inoiuimonto nazionale. In
trificntì, ma qui vi ò nna
udo di una vallata lunga
, e profonda dai 1"> ai 20
ogni grossezza e di tutto
) veri montieelli. Ln petri-
nocchin degli alberi si è
ionia. 1^ ricerche recenti
altresì che (juesla valle
i (piale aveva raggiunto un
, se vi si scoprono persino
azioni del Kio Colorado,
i geografìa. Xcl 1907 il
irle inferiore, e invece <1Ì
, si getta in nn bacino
Vìilravi e ferrovie nel Afes'siro il>5
chiuso dove sta formando un nuovo lago. Per aver avuto
la potenza di formai'e il celebre cannon deirArizona, si
può facilmente immaginare quale enorme quantità di
detriti debba portare questo fiume; A. Dawis calcola
che le materie solide da esso tras[)ortate o^ni anno
coprirebbero all'altezza di 80 centimetri una superficie
di 182 kmq. Nel 1900 il i'olorado, che era stato deviato
per irrigare il deserto che circonda Saltou Sink, riprese
il suo antico letto, cosi quelle terre rimasero nuovamente
deserte. 11 4 novembre 19(M) il Colorado venne ricondotto
neir antico letto, dopo alcune settimane si apriva una
nuova breccia riprendendo la sua corsa verso il Salton
Siuk, e soltanto il IO febbraio si i)otè un' altra voIUi
padroneggiarlo.
II lago Salton venne esplorato nel 1907 e si trovò
lungo HO km. con 18(R) di superfìcie ; ma date le condi-
zioni del fiume che lo alimenta, si comprende di leggieri
come esso debba essere soggetto alle piìi grandi e peri-
colose variazioni.
5. Vulcani e ferro rie nel Messico, — Il prof. H. Ole-
land ha illustrato i vulcani di Colima, Nevado de Toluca
e Valle de Santiago. Il Tolima è situato ad occidente
della città di Messico, a 50 miglia dal Pacifico, e forma
un perfetto cono simmetrico, con una protuberanza costi-
tuita da un cono secondario sul pendìo di NE. I due
coni hanno l'altezza di 8880 e 8598 metri, e l'orlo del
cratere principale ha una depressione dalla quale sgorgò
la corrente di lava nel 1885 e Jiel 1908. Dopo quest' anno
il vulcano gittò soltanto copiosi vapori a gas dalle sue
fumaruole. Il Nevado de Toluca sorge a 4510 metri sul
mare ed a 1824 sulla circostante pianura, ed è circondato
da minori vulcani ; per l' accumularsi delle ceneri e delle
lave, la pianura forma un bacino quasi chiuso. Il cratere
si raggiunge facilmente a cavallo in cinque ore, e Hum-
boldt vi salì da oltre un secolo. Il vulcano Valle de San-
tiago ha undici crateri che occupano una superfìcie quasi
circolare : quattro di essi sono colmati da laghi.
Il 23 gennaio venne inaugurata la ferrovia che attra-
versa r istmo di Tehuantepek. La linea parte da Coatza-
coalcos sull'Atlantico, piccola città di 4(X)0 abitanti, attra-
versa le grandi e fertili pianure del versante atlantico e
i principali affluenti di sinistra del rio Coatzacoalcos. Il
terreno è leggermente mosso con piccole colline e rico-
\v}.\ln (ili iitia t'aiibd'ftiilo veKi'tii.zioiu' trn|iieiilr, e noi
liiniThi più i-lovHli (III bt'i jmscoii. \.a linea atlniversa poi
111 if^idiie coiiti-ali- ileir ìhIiiio fra il rin .Ialto])ec e il rio
.M<i Intendi), dojin il ijiikIl' uscitiidc 1' ultimo scagliono |iei'
iittravoi-san' lo Njiai'liucqiio liolla Siorrii Mailre. Iit ijiiel
pillilo l<< catone li! Masalidila, l'rielii oil Espiiioza no»
superano pun") i cini|iic o seicento nietri ani livello del
mare, p la linoa ra^triuii^e il kuo pnnlo [)iù allo a m. 2(ÌH
presso Miza l'ntiojo. Ui là la fcrfo.via si <iiripc verso le
gole di Tarifa, nella Sierra de t'Invola, che discende in
profonde trincee 11 versante del l'aoifico è secco, caldo,
con scarsa vo^'elazione et! iinpetnosi torrenti. Al km. 29ti
dall'Atlantico la ferrovia passa per l'antica città che dà
nonio all' istmo, od accoglie ojftri 14 mila abitanti, per
riuscirò al porto in costrnzione di Salina ('ni/., wni Pa-
citico-
On'altra importante ferrovia vennn a])erla fra l'nerto
Harrios ed l-'.l Manolio, donde sarà presto compiuta sino
alla città di (ìnalcmala. Il tratto che ancora manca pi-o-
senla nnmerose dìfRcoltà, dovendo attraversare vasto t-
profonde vallale; ma si ritiene cite sarà costrnito al più
presto per ajrovolarc ai ricchi americani la visita dello
liollo regioni montuose che circondano i latrhi dì Alitlan
0 Amalitlan, le quali dovrebbero diventare uno dei pifi
preferiti sofrgiorni invernali.
li. f/ui/nim fi'iniergf. — La Società jreograflca di
l'ariffi Ila inviata nella (luyana una missione scicntitica
ed economica affidata al dottor Kaillard. Kssa dovrà stu-
diare la costituzione idrografica del paese e costruire una
carta della sua rete fluviale; il dottor Oaron, che accom-
pagna la spedizione, farà osservazioni meteorologiche e
raccolte di minerali, il dottor Tripot ai occuperà delle
rjcorclic di storia naturale ed i lenenti <li vascello Delteil
e hutertre attenderanno alla costruzione della carta.
Un'altra spedizione partì da Ca.vonna il lo agosto ÌW-\
e rilevò il corso del fiume Cointé sino al confluente del
Mrodel a ITI) km. da t'ayeiina. La missione al comando
del capitano Refroijrney e del capitano Dewnlf, compren-
deva due tonciitì, dieci sottufficiali, con un centinaio dì
portatori Mult^asci ed aveva lo scopo di giungere all' Inini
per la via dell' Aprouague , studiando la regione per
costruirvi una linea ferroviaria. La missione rilevò il
fiume ISiunco, valicò il massiccio granìtico che forma lo
,Vwoi;a aiiia ■linlV Kquiifore, 41t7
Spartiacque fra il bacino del Comtp e quello dell' Aprouaguc,
e giunse a questo ulUnio lìuraie socruciido il torrente
Ipouciii. Ma la stagione (lolle pioggle eil una epidemia di
beri-beri, decisero il capitano Uefroijrney a proseguire solo
con una dozzina di Malji^asci per la regione inesplorata.
In venti giorni il piccolo gruppo percorse in linea
retta 85 km. sino iii primi placerg dell' Iniui. Da questi
si avanzò sino all'alto Apronagup e ritornò alla eosta in
battello. Rimase lix' <,i'ÌoriiÌ interi nel fango e nell' acqua
sino al ventre, superò muraglie di granito clie gli pare-
vano dapprima inaccessibili, attraversò foifsto vergini
con difficoltà enonni, compì, a dir breve, una delle pili
difficili spedizioni che abbiano illiistriila questa regione.
7. Xitova curia ilrll' Equatore. — Il signor E. Vacaa
(ìalindo ha pubblicato una caria t^ogralìcn storica della
Repubblica dell' Equatore, in scala d<'ir 1 : 1.'>IHI,IH)1K I ; cli-
niento più originale di ipiestu cartii i'- il traccialo abba-
stanza comiilicatii dei limili delle juvli'sc e delle rivendi-
cazioni di territorio che 1' Kipiatnre ha nics^f ìniuiiixi
dal Hfcolo XVI Bino ari oggi, .\ppeni 1 \W\ l' lùpi.-i-
toro si accordò eoi lìrasile si>guandii ìl smi coiitino oeei-
dciitale con una lìnea reità da ■labaclitiica siili'. \iiiii.' .-.ine
verso il nord, lino al Salto de Cupali sul Ihnuo Va|iiu'a.
Così tra il l'erfi e l' Equatore è lullum eniiti-sa nini
tale estensione di territoriii. chi- si' il l'ero nvosm-
ragione, l'Equatore si iloviebbe limitari' ad una Ihm'm'
striscia di territorio fra il mare e 1' orlo nceiilentali' delln
(,'ordigliera assai lontano dal bacino dell'. \uia/ziine. I.a
cai'ta ha il pregio di segnare tulle le ferrovie deirKqmi-
lore, compresi; quelle in progello. fra li- quali iuta da
.\mbalo a Sant'Anloiiio sul rio Ciirarv, idllueule di de.itr»
del rio NajKi, che mirerebbe appunlo a daiv all' Equa-
tore uno siioceii verso l'Atlantico ]ier vie lluviali. I.a
carta ha però anche vari difelli, specie ui'llii segimlazioue
delle montagne, che manca (jiiasi coinpielameii
S, Il l'nrltd'i tli Vi/Ma. — Il conte Enrico ;
esplorate, ed oi'a descrive il l'artido di Villela, e
a quelli di Oliva. Villa Franca, e Sant' Antonio
dei 14 disti'elli della repubblica del l'ai^agun
l'arlido è coin|>oslo tu [larte di colline, in parte
pianiu'i' spesso simntiersi', iiitei'i'olle da boschi i
e le cui acque vanno a eonfoudersi con la gl'ai
4J« Geografia
(li Ipoà, a 45 km. ad est del Rio Paraguay, l^n laguna tro-
vaci in direlta comunicaziouo col Rio Paraguay a mezzo
del Rio Negro, e s|>eeialniento nelle epoche di maggio,
rioche di pioggia, forma una ìtnmensa esteiEsione dì ac<iut)
interrotta <|Uà e là soltanto da boschi di copemiria rr-ri-
fera, e di eoros aifxlralt». Il legname di questi bosclii
e degli altri del l'artido forma una delle prjiici|)ali ric-
chezze del Paraguay; tra easi sono notevoli il legno di
ferro, che si può lavorare soltanto quando è verde, il
lecoma curìalis. che nei mesi di agosto 0 settembre sì
copre di splendidi fiori rossi, ed il cni legname è iucur-
nittibile anche sotto terra. Fra lo piante crescono le più
vaghe specie di sensitive e di verbene. Il capoluogo, unica
agglomerazione urbana, è una graziosa città con le caso
a un solo piano; tra gli nitri centri di popolazione meri-
lano ap|)ena di essere segnalati: Ità-vbelé e Yquiti. 1^
abitazioni di ijuesti ed altri l'iieOli, sono circondato dn
campì coltivati. I.o StiUella ci dà importanti notizie sulla
alimentazione dei ('ttiii]ìesini, sulle loro relazioni di famì-
glia, su la lingLUk che parlano e sulle principati colture
del loro suolo, ai ipiale egli ritiene sìa serbato un grande
9. Esploriizi'iiiP (lei Hiii FH'niaaijit. — li, Lauge ha
pubblicato uno studio sulla niivigabìlìtà dì ({uesto gran
fiume, che nella parte inferiore del suo corso, per una
lunghezza di circa (HK) km., separa il Parnguay dalla
repubblica Argentina. La navi^iabilità di'l fiume era
stata' studiata già dal (.'revaux. che fu assassinalo sulle
sue rive con 17 eonipagnì dagli Indiani Toba nel IHW.
Il rilievo del corso dei Pilcomayo venne iniziato dal
Lange ad nini distanza di lem. 21>S <la[la conlhienza col
Paraguay, cioè dal punto sino al quale ei'ano arrivali i
suoi pj'cdecessori ; egli contiiniò senza interruzione in
battello, a piedi o a cavallo, rilevando tpiasì S(M) km. e
costruendone la carta alla scala di l:lìil.(MiU, ridotta poi
al quinto per la pubblicazione. Questa esplorazione dimo-
strò che il Pilcornayo in>n è inivigidiile tutto ranno per
la poca profondità e i)er gli animassi vet-etalì che lo
ingombrano a monte della -liiiita Kontaiia. Questi osta-
coli potrebbero essei'C facilmente rimossi, ma la naviga-
zione è ugualmente resa difficile dai nninerosi meandri:
tuttavia r ing. Lange opina che con lavori non molto
L' Aujftralìa e i suoi progressi 4^H
costosi il Pileoraayo potrebbe essere reso navigabile sino
a 5(M) km. dal suo sbocco nel Paraguay.
10. Esplorazioni di R. Hauthal nelV altipiano ilei
Perù e della Boi ir tu, — Questo altipiano è lungo circa
2500 km. e largo al massimo 600 con un' altezza media
sul mare di 3500 metri. La parte centrale dell' altipiano
ha grandi laghi, i quali in epoche anteriori avevano una
estensione molto più v*asta; il maggiore di essi è il Titi-
caca, sulle cui sponde gflnca fondarono il loro impero.
Il lago è ora [)ercorso soltanto da miserabili canotti,
e coloro che visitano V altipiano non riescono a com-
prendere come in mezzo ad una così sterile natura abbia
potuto svilupi)arsi una delle più grandi civiltà, a giudi-
care dalle traccio che se ne disseppelliscono continua-
mente. La capitale della Bolivia, La raz, è dominata dalla
vetta deirilimani e giace fra ricche miniere aurifero che
per ora non si possono esercitare convenientemente per
le condizioni della viabilità. Si stiinno però studiando
(juattro nuove ferrovie, e principalmente quella che con-
giungerà la capitale col porto di Arica, e permetterà di
sfruttare anche la celebre miniera di rame di Coro-coro.
Vn. — Oceania.
1. IJ Australia e i suoi progressi. — Sono appena
137 anni che il capitano Cook toccava il continente Au-
straliano, e 120 anni dacché V Inghilterra ne prese pos-
sesso con un convoglio di forzati, e già questo continente
accoglie ora 3 milioni e mezzo di abitanti in sei fiorenti
colonie, le quali hanno città, come Melbourne e Sidney,
superiori a 500.(KK) abitanti. 1/ allevamento del bestiame
dà un reddito di 930 milioni, con 72 milioni di montoni,
S) di bestiame bovino, e Lr)2r),000 di cavalli. L'oro dà un
prodotto di 350 milioni all' anno, e col earbon fossile, il
rame, l'argento e lo statino si ha uji prodotto industriale
su{HTÌore al l2tH) milioni all' anno. Sebbene il paese sia
per tre (piarti deserto, esso ha imuK^nse fattorie che pos-
sono considerarsi tra le più grandi del mondo, come le
sue miniere d' oro sono tra 1(* più importanti. La razza
indigena è ormai prossima a scomparire: nell'interno si
trova a[)pena qualche selvaggio di bruttissime forme e di
500 Geografia
intelligenza scimmiesca*; da 200.()(K) anime è ridotta a meno
di 4(),0(K) e i coloni fanno loro la guerra più accanita,
nonostante la tutela delle autorità, spingendosi sino ad
avvelenare le acque e le farine. In questi ultimi anni
r Australia è diventata il paradiso degli operaia cagione
della sua legislazione sociale, che ha realizzati quasi tutti
gli ideali del socialismo: riposo settimanale, chiusura dei
magazzini alle 6, imposta progressiva sulla rendita, otto
ore di lavoro, assicurazione di Stato, pensione agli operai
sul bilancio del medesimo, arbitrato " obbligatorio, voto
alle donne, ecc. Questa legislazione è però mantenuta
soltanto con una politica di isolamento e di esclusivismo
che impone enormi diritti doganali sulle merci europee,
vieta le immigrazioni dei gialli e dei neri, e mette osta-
coli quasi insu[)erabili a quella stessa dei bianchi.
I^ ferrovie dell' Australia hanno uno sviluppo «li
25,840 kmq. cioè un km. di ferrovia per 174 abitanti:
mentre in Italia ne abbiamo uno per circa 200(). Le fer-
rovie dei vari stati Australiani non sono però tutte col-
legate fra loro; quelle dell'Australia occidentale sono
isolate. La linea piò lunga è quella da Adelaide a Oodna-
datta(ll07 km.), che costituisce ravviamento per la futura
linea transcontinentale, già segnata dal telegrafo e il cui
tronco settentrionale esiste da Porto Darwin a Pinecreek.
Lo scartamento delle varie linee non è uniforme, il che
costituisce una grande difficoltà per il traffico.
2. Eupìo razioni varie nelV Australia. — Allau A. Da-
vidso]) dà alcune notizie sulle catene Murchison e Daven-
port, le quali si eleva?io a 45()-6()0 metri sul livello del
mare. Un tratto caratteristico di (queste forme è la con-
tinua serie di lunghe, uniformi groppe di (piarzite e di
arenaria, separate da strette valli parall(»le. I^e catene di
colline sono attraversate da numerosi corsi d'accpia, alcuni
(li notevole dimensione, con banchi bassi e canali sab- J
biosi : questi ruscelli muoiono però tutti dopo breve corso
nella pianura o si allargano in pantani nel suolo argil-
loso. I soli serbatoi permanenti d' jicqjia si trovano in
poche cisterne naturali scavate nc^Ua roccia dura, e con-
tengono varie specie di pesci. I pochi indigeni scom-
paiono rapidament»*; il Davidson nota lo strano costume
delle donne cho non possono parlare per un anno dopo
la morte del marito, per cui si è colà sviluppato un curioso
linguaggio di segni.
i
Exiiloraziiiiiì iii-l/ii Suni'it fiiiiiie
A. \V. Ciiuniiig f'S|itor^) it deserto di "
care ima via pnitìca fni i campi aiiitfei
nccident;ile o la Divisione di Kimbei-le.v.
del maggio l!IIHi da Wiliina, attravorsc'i i
iiicìdeuti, occupaudo nel viaggio parecch
lago Nabeni, il lago del llisiiigAiino o il
risali lo Stuart 's L'reek hìiio alla sua coufli
attraversata la valle Klora, riuscì alla sta
di Hall 's Creek, Nel conti-o del deserto
masaa d' acqua a poca profondità, por
ritiene che si potrà f nei! mente coatniire ii
verso il medesimo.
Il dott. II. Klaatscli ha compiuto i
viaggio di tre anni a precipuo scopo di
od antropologici. Visiti) quasi tutte ]e e
cialmeute il (jneotisland settontrìoiialo, It
di Oarpeiitaria. i monti Kelloiidon Ker,
cialiiipute le relazioni degli aborigeni d
Malesi V eoi l'apiia, relazioni che egli
pinttosto a smonliro.
;i. Esidnrazioni ufiUn Xnofii (fuinr-
hro IHiHi mi vaporo olandese, accouipag
r<cialiippe, fece nna ricognizione sui lìun
■ si gettano nella Haia orientale della eosti
Nuova (ìuitiea, corcando specialmente se
si possa penetrare noli' interno dell' ist
moi'idionalo vonne risalito sino a òO mi
vapore e per altre 2H coti una harca : l' i
nimo venite risalito por 01 miglia col va
21 con mia barca II bacino dei due fiumi si
monte popolato; le navi passarono dava
rtimpiinfi di 40 a '111 capainie, situati gene
lliuuite dei fiumi. Al loro arrivo i nativi
terribili, baltovano con i remi i canol
calce e eoiiere con le loro cerbottane. M;
esitanze, offrivano viveri ed anni; erano
liei, sebbene gli esploratori poterono ^
ancora diffu.so l' uso di tagliare le tosti
teschi sui pali. (ìli abitanti hanno statuì
dei L'aja-caia. sebbene sieno slanciati, i
Portano i capelli mollo corti, ma nessun
mento, eccetto piume e braccialolti lessul
tane un perizoma, gli nomini vanno ass<
50*2 Geografìa
Lo case sono costruito su pali, alti tro o quattro metri
da terra; lo scheletro è di tronclii d'albero, il tetto o i
muri in foglio di sagù. I^' case hanno un solo vano con
varie porte, die è occupato da più famig-lie. Air estremità
del villaggio, vi è un posto di vedetta alto tre o quattro
metri. Or indigeni provvedono al loro vitto con sagù,
casoari e pesce, e le rive del fiume sono coperte da una
fìtta v<ìgetazione. XolT estremo ])unto raggiunto gli esplo-
ratori poterono scorgere a distanza di appena 20 km. le
falde dei monti, dominati da vette nevose.
A. E. Pratt ha visitato la stazione di F'ak-fak sulla
costa meridionale della Nuova Guinea, nella quale risiede
nn funzionario olandese con pochi commercianti cinesi
ed arabi. Le case sono costruite molto bene, e nella
foresta crescono noci moscato, gomme ed alberi utili. La
fauna comprende tra altre specie gli uccelli del paradiso.
Una gigantesca farfalla nera ed oro che misura otto pol-
lici da un' estremità all' altra delle ali ed un piccolo
cacatoa lungo solo due pollici e mezzo compresa la cresta.
Sugli scogli si trovano oloturie e ostriche j)erlifere, ma la
baia è anche infestata da grandi cefalopodi che attac-
cano anche i canotti.
Altre spedizioni sono in corso: una diretta da H. Lo-
rentz, che risalì il fiume Utumbuve, scoperto nel 1905;
r altra diretta da H. Sehlechter, che da Bongu {)enetrò
verso la sella che è fra i monti Oertzen e Finister, e di
là contava esplorare la v^alle del Ramu, i monti Bismark,
ed attraversare tutta T isola sino al golfo di Huon.
4. Nella Nuora (ruinea tedesca e nelV arcipelago di
Bismark, -- Le isole di Matty e di Durour a nord di
Herlinhafen hanno un' estensione di 1386 e di 510 kmq.
A Matty vivono 527 indigeni, e la mortalità è molto ele-
vata; Durour è abitata da 475 persone.
Il Vice Goverjiatore del Protettorato tedesco nel Paci-
fico esplorò i piccoli gruppi insulari che giacciono ad
ovest deir arcipelago di Bismark, visitando, oltre alle due
isole sopraricordate, anche quelle di Hermitt, e dello Scac-
chiere. La popolazione del gruppo dello Hermitt sta per
estinguersi ; a Luf vivono ancora 35 abitanti, a Maron 15, le
altre isolette sono completamente deserte, ed in gran parte
palustri. I^' arcipelago dello Scacchiere si compone di
50 isole quasi tutte assai basse, e tra esse sono notevoli
Hehna, Pelleluhn, Ninigo, Sama, Hani, Avin e Liot, Nel-
L' isola lìennelt e le ìsole Key 603
r isola di Loii^-ara, appartenente al «iruppo delle Liuigo,
esisto una stazione commerciale, dove si scambiano grosse
oloturie^, copra e conchiglie, con prodotti europei. Or in-
digeni, dì tinta bruno-chiara, sono appena 200. I villaggi
(li questo e delle altre isole si compongono di poche
capanne ben costruite con tavole ; gli abitanti si nutrono
di pesci, di noci di cocco, e sono tranquilli, laboriosi
e buoni.
Nel mese di settembre una nuova spedizione mosse ad
esplorare Y arcipelago di Bismark, con a capo Emilio
Stephans, che già pubblicò due importanti studi su quel-
r arcipelago. Egli ha per collaboratori Edgard Walden,
e il dottor Schlaginhauser; una nave della marina impe-
riale segue la spedizione, che si tratterrà nel Pacifico sino
al 11)09. Essa dovrà anche mettersi d' accordo con la spe-
dizione inglese che partirà da Ix)ndra nel 1908,
K. llammer ha studiata la distribuzione geografica dei
vulcani di questo arcipelago, 2S dei quali formano come
un grande arco che si estende da ovest ad est. I vulcani
della i)enisola dell' Ammiragliato sembrano appartenere
ad un' altra frattura ch(^ taglia trasversalmejite V arco
principale e trova forse la sua continuazione nelle isole
francesi, in quella dell' Ammiragliato e nelle Hermitt.
Numerosi vulcani sorgono pure nella parte sud-est di
Bougainville, neir arcipelago della Nuova (ieorgia, ma
r unico monte che si può dire ora attivo è il Bagana.
5. L'isola Rennell e le isole Key. - L'isola Ren-
nell è stata visitata e descritta da C. M, Woodford. Essa
è lunga 45 miglia inglesi e larga oltre 5, alta circa
180 metri e composta di rocce coralline coperte di boschi.
I pochi abitanti sono Polinesiani puri, venuti certo da
qualche isola lontana. L' isola è chiamata da alcuni indi-
geni Fenuanala, da altri Totohuke. Il Woodford ebbe
qualche contatto coi pescatori della costa, dove trovò pic-
coli giardini di cocchi, taro, e palme areca. GÌ' indigeni
conoscono il ferro soltanto per i furti compiuti su bat-
telli inglesi, ignorano il tabacco e si tatuano tutti.
Il capitano l^im ha visitate le isole Key, seguendo la
barriera corallina dei loro litorali, dalla quale potè scor-
gere molti piccoli villaggi, congiunti tra loro da buone
strade. Le colline e i monti sono coperti da una lussu-
reggiante vegetazione. Ad Ellatt vi è un' importante indu-
stria di stoviglie indigene, e la popolazione è prevalente
60t Geografìa
mento di sangue malese. Il capitano Pim visitò il vii-
la^g'io, e lungo la via trovò molti segni di tabù, muri
paralleli di pietra e rozzi gradini, alcuni di grandi dimen-
sioni. Il villaggio è circondato da un muro alto da 4
a 0 metri e vi si entra soltanto da un' apertura alla
quale bisogna risalire per una scala di legno. La maggior
parto dei nativi vestono di stuoie di fabbricazione localo
e portano molti ornamenti della più bizzarra fattura.
Hanno i capelli lunghi e acconciati alla moda della Xuova
(luinea, alcuni corti e crespi, altri più lunghi.
Vili. — Regioni polahi.
1. / problemi deìV Oceano Artico. - Il dott. Nansen
ha tenuto uu' importante conferenza sui problemi del-
roceano Artico. Descrisse 1' aspetto geoiuorfologico della
regione artica ; notò che 1' eruzione dei basalti giurassici
della terra di Francesco ()iusep|H* e dello Spitzberg può
aver avuto qualche connessione con lo sprofondamento
del letto deir Oceano glaciale artico. 1/orlo dello zoccolo
continentale artico è conosciuto esattamente soltanto a
nord-est delle isole della Xuov^a Siberia ed a nord delle
Spitzborghe ; dell' altra e ben più vasta parte dell'Oceano
Artico nulla sappiamo stili' orlo dello zoccolo, od è pro-
babile che ci sieno riservate diverso sorprese. Presso la
costa settenti'ionale dell' Alasca \o zoccolo continentale
sembra più stretto : ma qui, come altrove, si hanno gravi
dubbi, perchè considere\'oli profondità di vallate e di
canali sottomarini nou provano la relativa strettezza dello
zoccolo in regioni dove ha agito l'erosione glaciale, come
noi canaio i\i Norvegia, nel Baltico, nel mar Bianco e
nel mar di Cara. Le correnti marine e il movimento dei
gliiacci indicano che un grande mare si estende a setten-
trione della (ìroonlandia. Il Nansen esamina tutte lo ipo-
tesi relative all' esistenza di torre o di mari nella regione
inesplorata del Polo Artico, tenendo conto di tutte le
osservazioni degli esploratori e persino delle leggende degli
Eschimesi, senza riuscire ad alcuna precisa conclusione.
Egli ritiene soltanto che la determinazione dello zoccolo
continentale e le osservazioni di temperatura e di salinità
degli strati d' acqua inferiori nel mare profondo al di là
di tale orlo hanno una grande importanza, ed a questo
titolo ne raccomanda lo studio.
TH"^
massammm
Negli estremi arcipelaghi artici 505
A. Faustini raccolse tutte le notizie» sino ad ora pub-
blicate sui giacimenti di combustibili l'ossili nella reg-ione
artica ; esamina l'ubicazione, T estensione, l'importanza
geologica ed il conseguente valore economico di tali gia-
cimenti, ricorda i tentativi compiuti per una sistematica
estrazione del minerale, ed accenna alle vie d'accesso,
alle convenienze economicbe ed a tutti gli altri problemi
che si collegano al probabile sfruttamento di una miniera
artica. Il Faustini ci dà cosi importanti notizie sommarie
sulla distribuzione dei giacimenti carboniferi ; ne esamina
r importanza ed il valore economico, prevedendo che
verrà giorno nel (piale la diminuzione del combustibile
che ora esiste nel mondo ci costringerà a sfruttare anclie
(piello delle regioni polari.
2. Negli estremi arcipelaghi artici. - - l'na relazione
di Sir William Macgregor, (ìovernatore di Terrai) uova, ci
dà interessanti notizie sulla popolazione del Labrador, che
neir inverno non supera le 4<HM) j)ersone, mentre di estate
varia da 20 a %\ mila per la grande aftluenza di [)escatori e
di commercianti. L'agricoltura in queste regioni è (piasi
nulla, ed a grandi difficoltà i missionari Moravi coltivano
pochi cavoli, rape e patate, proteggendo le pianto con stuoie.
I^a parte interna della regione è ancora sconosciuta, prin-
cipalmente per la piaga delle zanzare e delle mosche nere,
e le carte presentano tnttora gravi errori nella delinea-
zione delle coste, che sono molto più ricche di lìordi e
senza paragone più frastagliate.
Il capitano J. L. Bernier partì nel Inglio del HKKl per
prender possesso di varie isole artiche in nome del Canada,
con la nave Are tic. Il 18 agosto giunse all' isola di Hylot
ed entn) nel canale di I^ancaster. Visit() le isole di Corn-
wallis e Bahui^t, dove eresse segnali e lasci(» ricordi
della presa di possesso. Il JH) dello stesso mese raggiunse
r isola Melville e prese del pari possesso di (piesta e delle
isole Principe Patrizio, Eglinton, Emerald e di altre
adiacenti. Nel viaggio di ritorno toccò le isole Lowther
e Russell, poi entr() Jiello stretto di Beel, e dopo aver
ristanrato il monumento di Franklin nella bt^a di Krebus,
salp() per lo stretto dell* Ammiragliato, lasciato il (juale
il 9 settembre riuscì allo stretto di Pond.
Harrison continuò la sua esplorazione, iniziata nel lUOr»,
neir America artica. Xel primo inverno egli sopportò tem-
l)eratiire che disc(^sero sino a — 0,1//' (\ Rilevò le carte
>
50^) Geografia
(Ielle isole Haillio e ilorschell, e constatò l'esistenza di
una corrente dalla |Kinta Harrow verso nord-est che
incontra le arjque a nord dell'isola Herschell. Nel 1906
svernò alla foce del Mackcnzie. o nella primavera del 1907
intraprese un viag-gio verso T Kst, ritornando [)oi sul
"hiaccio Inn^o la costa. Egli prose seco non solo taluni
eschimesi, ma anche le loro donne, perchè migliori degli
uomini, che d'altronde si erano rifiutati di viaggiare senza
di esse.
^
:j. Nella Groenlandia orientale. - K ritornato a Copen-
haghen, dopo duo anni di assenza, il dott. W. Thalbitzer,
che esplorò la (h'oenlandia orientale insieme alla propria
moglie, la scnltrice danese Ilellen Lochier. Il viaggio era
stato compiuto per incarico della Commissione danese per
lo studio geologico e geografico della (iroenlandia ; e ven-
nero infatti studiati gli usi, i costumit la lingua di quegli
Eschimesi. Venne accertato che il porto di Angmagsalik,
a ()5,5 di latitudine nord, è uno dei più inaccessibili del
mondo, perchè appena una volta all' anno, alla fine di
agosto o al principio di settembre, una nav^e può tentare
di oltrepassare la barriera eli ghiacci dalla «puile è quasi
sempre rinchiuso.
4. Xelle Spitzherghe. — La compagnia norvegese-ame-
ricana che aveva esplorati i giacimenti carboniferi della
baja dell' Avvento, ne ha incominciato nel corso dell'anno
Io sfruttamento. Altri lavori consimili vennero iniziati da
due altre spedizioni, alle quali si unirono ninnerosi pesca-
tori di balene. Altre spedizioni attendono a studi scienti-
fici, e fra esse quella diretta dal principe di Monaco col
capitano Isaksen. Essa trovò nell' estate le condizioni dei
ghiacci assai diffìcili, «^ perciò non potè visitare la parto
settentrionale dell' arcipelago come si era prefìssa, ma
dov^è ai)pagarsi delle osservazioni compiute nella baja,
Cross, e sui ghiacciai che la circondano.
T). / vulcani delV Islanda. — Il prof. Knebel ci dà
nuovi studi sui vulcani dell'Islanda, che distingue in due
tipi : gli uni a forma di scudo con larga baso piana e
scarsa di elevazione, e gli altri che sono semplici espan-
dimenti di lava. Alla prima categoria appartengono lo
Skjaldbreid con un diametro di 12 chilometri ed un'al-
tezza assoluta di 780 metri ; esso non ha un vero cratere
Speifishni artica ficoetsexe. e. ilei dura f''
ma sòlUtnto lum cavità lìi atTruidainentn
sono ]| risultalo di niitìclie eini^^ioni «lì
(|itLiuli in relazioni' con l'rattiire :s<tile qiial
(orinati pili crateri ordinati a serie. Il sol
cani ddll' lalanila è costituita da nn'enoni
tica, nella quale, a grandi )>i-ofnndità,
'■adiee i loro focolari. ^\i attuali vulcani.
I/aroa dell'Islanda ì- stata di recei
ITi mila IftiK)., dei ({iiali soltanto la mot
lina scarsa popolazioiir di 78,iKXI abitanti.
pale, Hoykaìwìk, ha appena 4IXXI abitai
di 1(HK> ne hanno le città di Isafjonlnr, ^
distjordur. \À Islanda alimenta 48,IKll) cav.
mali cornuti o circa r)(Xl,0(KI pecore: molti
di pesca, alla «pialo atlcndono 20(Ki batit
a vela.
(i. Si>i-itìzi'>uf artieii xco^zpsr. — La S
quale facevano parte il dott. William Bri
Mmdoh, Stewart Hoks e Ciilberl Kerr, ^ rito
noi settPinbi-e, dopo tiver coin|)into l'esplor
liei Priiici[)e Carlo. I/isola è hin^'a circa (ì
da^iaT: i due terzi settentrionali sono ini
tiiosi, con picchi che si elevano sino a ci
liigTtidaiio a snd in una terra bassa, che :
staccala. Lo catene montuose del centro pr
rosi (ghiacciai specìahnentc sni liauclii ori
eccessi va me II te burrascoso rese assai diffi
la navigazione della spedizione; tuttavia (
la costa orientalo, attraversò J' isola varfe
CDlIezioiti di nccelii. di minerali, di pianti
ritiene di poter completare in nn' altra e
zinne dell' isola.
r. ha spedizione -M duca d' Itrìrinif.
'liijilio salpò da Vardo il principe d'Orlén
le coste settentrionali ed orientali della ]
La spedizione si imbarcò sulla • Itelgic;
dallo stosso capitano F. l>e flerlache, e
liotlo questa nave sulle coste della (ìroen
Snd. I.A spedizione passò il 14 Inolio lo :
scliliin, e fn subito circondata dai ghia
d' agosto venne spinta alla deriva dal
vei'sn il mare di Harent, poi esplorò le ci
• 'm
/
508 (ìe<t//r<t/ia
(Iella Xovaia Zeiiilia, e subì notevoli avarie. Ad onta di
esse [)otè spinp-ersi sino al 7H' i)arallelo, (? ritornare il
15 settembre a Hamnierfest, recando importanti osserva-
zioni snl clima, snlle correnti (» sni movimento «lei
«rhiaeciai.
S. Esplorazione all' isola Benueti, — L' isola Bennett,
scoperta nel 18HI, ò stata ora esplorata dalla spedizione
inviata alla ricerca del barone Toll, comandata da A. Col-
ciak; risola ba la forma di nn triangolo retto, e una
superficie di 20i) kmq. Le coste meridionali e orientali
hanno ciascuna una lun^bezza di 15 km., quella di
nord-ovest è lun<^a 23.
\j isola si eleva molto rapidamente ad un' altezza di
3(H) metri; il monte Toll occupa tutto il N. E. e il
X. dell' isola, e forma una cresta ripida, rotta da pro-
fonde valli, nelle quali scorrono i torrenti generati dai
nevai e dai ghiacciai: il monte l^on^*, nelT ang'olo SO
deir isola, ne è il punto più ulto, rag-^iun^^ndo e50()
metri. Sulla costa meridionale scendono dai nevai del
monte Toll vasti ghiacciai, che però meritano appena
(piesto nome, essendo piuttosto anch' essi veri nevai, e
non presentando alcuna traccia morenica. I/orlo orien-
tale dell' isola forma una serie di colline alte 150 meti'i,
e coperte da una inaura tundra.
L' isola Hennett è costituita da strati cambriani, sor-
n'iontati da effusioni di basalto, specialmente sulla costa
meridionale. Nelle valli si trovano ossa di mammuth, di
bisonti e di altri mammiferi quaternari. La selvaggina è
relativamente scarsa: (jualche orso bianco, alcune foche,
una trentina di renne e molti uccelli marini.
0. Spedizione Mikkelseii, — Il 20 luglio 19(M) partì
dalla Columbia Britannica una spedizione artica condotta
dal capitano Mikkelsen. A \VA) km. da Punta Barrow,
neir Alasca, la nave rimase chiusa fra i ghiacci; poco
dopo potè però proseguire e porre i suoi cpiartieri d' in-
verno presso r i.sola di Fluxman. Ivi si ebbe notizia
della esistenza di inni nuova isola che non era affatto
.segnata sulle carte. Nel febbraio il signor Leffìnguell e
un altro membro della spedizione lasciarono la nave con
provviste per (>0 giorni in cerca di questa terra. Giova
ricordare che il Mikkelsen è stato compagno del tenente
Amdrui) nella (troenlandia, e fece parte della spedizione
Baldwin nella Terra di Francesco Giuseppe. Più tardi si
seppe che la nave * Duchessa di Bedford ^, non resi-
Spedizione Welhnann 509
stondo alla pressione dei ghiacci, naufragò dove aveva
posto i suoi quartieri d' inverno; si seppe però anche
che la spedizione era salva, e che alcuni dei suoi membri
avevano già compiuta una escursione in slitta di oltre
8()0 km., attraversando tutto V orlo dello zoccolo conti-
nentale. Nel maggio, quando fu evidente V impossibilità
di riparare i guasti della nave, essa venne demolita:
tutte le provvigioni erano già poste in salvo. Gli scan-
dagli dimostrarono che lo zoccolo continentale giunge
sino a 70 km circa dalla terra. In seguito a queste ed
altre ricerche, il cap. Mikkelsen inclina ora a ritenere
che le notizie dogli Eschimesi snlT esistenza di mia terra
a nord della punta di Harrow derivino dall' aspetto del
ghiaccio antico, e ritiene che la stessa spiegazione valga
anche per lo isole che si dice esistano a nord e a ovest
della baja llarrison. NelT autunno e nell'inverno di que-
st' anno il cap. Mikkelsen si proponeva di continuare lo
osservazioni sulla costa, per intraprendere poi nella pri-
mavera del \^){)S un nuovo viaggio in islitta partendo da
Demarcation Foint, e si)ingendosi a nord per seguire [ìoì
Torlo dello zoccolo continentale sino all'isola (iross, e
tornare in patria nelT autunno del 1909.
10. Spedizione Welhnann. - Walter Wellmann pre-
parò nella primavera una spedizione con 35 nomini, i
quali dovevano r(?carsi sulla nave « Peithiof » nell'isola
dei Danesi, e armare colà un pallone per muovere verso
il polo in luglio o in agosto. Le spese di tale spedizione
sono a carico dello stesso Wellmann, del Lawson e della
Società geoo-rafioa americana. Come Nansen e come il
Duca degli Abruzzi, egli curò le più piccole particolarità
della spedizione, e si ass^icurò chn il pallone da lui scelto
fosse in grado di |)ereorrere uno spazio tre volte maggiore
della distanza che separa le Spitzberghe dal polo. Una
stazione telegraiìca senza fili dal pallone doveva tenersi
in comunicazione costante con le stazioni polari. Insieme
al Wellmann dovevano partire il maggiore Hearsey per
le osservazioni scicMitifiche, V ingegnere Vannermaini, il
medico Fowler e Taereonauta (ìastone Hervieux. Senonchè
durante gli ultimi giorni di luglio e j)er tutto V agosto
la spetlizion(» attese invano che cessassero i venti del
nord per cimentarsi col suo pallone alla conquista del
polo. 1 venti soffiarono contiiniament(* e con estrema
violenza, per guisa che * 1/ America * neanche potè fan»
i
510 Geografia
Ja più piccola prova. Appena nel settembre si potè far
uscire il pallone, e compiere un' ascensione di prova, ma
in questa sbattè contro un iceberg:, e subì qualche avarìa
che, unita al ritardo della stagione, costrinse gli audaci
aeroonauti a rimandare la spedizione al prossimo anno.
11. Altre spedizioni artiche^ Peary e Amundsen. —
Appena toiMiato dalla sua spedizione artica, il comandante
Peary si accinse ad allestirne una nuova per raggiun-
gere il Polo australe. Anche questa volta egli si propo-
neva di scegliere la via dello Smith Sound, spingendosi
più ad ovest sulla costa settentrionale della Terra di
(ìrant, per iniziare la marcia a nord <*ft un punto più
occidentale del capo Sheridan. Egli spera di evitare così
la corrente che nel 1906 lo spinse tanto oltre a levante,
e di avere anzi in suo favore una corrente occidentale,
la ([uale, anche con un largo giro, lo conduca al Polo.
Il capitano H. Amundsen presentò una relazione in-
torno al suo viaggio di navigazione sulle estreme coste
seltentriojuili dell' America. La spedizione, come si ram-
menta, toccò l'isola Heechey, attraversò il canale di Peel,
forzò l'entrata dello stretto di Bellot, ed ebbe una navi-
gazione estremamente difficile lungo la costa della Boo-
thia Felix. In un viaggio in islitta rilevò la costa orien-
tale della Terra Vittoria, e per circa 20 mesi si fecero
notevoli osservazioni astronomiche e meteorologiche a
cura specialmente di Joell Wiik, il quale soccombette
allo fatiche della spedizione.
12. Al Polo antartico. -- K. Anunidseii, che ha deter-
minato il Polo magnetico boreale e forzato il [)assaggio
di nord-ov^est, ai)pena ritornato si propose di intrapren-
dere una nuova spedizione per accertare la posizione del
Polo maii'iietico australe, che si suppone a 78" e 39** lati-
tudine S. e a 14r»" e 1»V O. L'esecuzione di questo pro-
getto è però assai più diflìcile, perchè il Polo australe si
trova lontano da ogni mare accessibile, in mezzo alle
sterminate ghiacciaie del continente antartico. Per rag-
giungerlo è necessario fare dalla Terra Vittoria un lungo
percorso in slitta, senza trovare quasi mai selvaggina, e
fra cicloni di neve che raggiungono talvolta una terri-
bile violenza.
Parecchi membri dell'osservatorio di Beh Xewis sono
partiti r 11 dicembre 19(M3 per continuare nella baja
Al Polo antartico 511
Scozia delle Orcadi meridionali le osservazioni meteoro-
log-iche e magnetiche iniziate nel marzo 19()3 da W. S.
Hruee. La nave « Uruguay », che trasporta la spedi-
zione, reca abbondanti provvigioni per il caso di una
possibile svernata in quelle latitudini, e per provvedere
alla stazione della Georgia australe.
Una spedizione inglese al Polo Sud partì neir ottobre
sotto il comando di E. H. Shackleton. Passando dalla
Nuova Zelanda, la spedizione si proponeva di raggiun-
gere a IV 5()*' lat. S. il punto dove aveva svernato la
« Discoverv », per studiare durante V inverno le condi-
zioni più favorevoli che consentono di riuscire al Polo
australe. Frattanto una i)arte del personale della spedi-
zione, sbarcando a Monte Melbourne nella Terra Vittoria,
iniziò gli studi per riconoscere il Polo magnetico australe.
La spedizione, oltre ai cani, portò seco anche alcuni ca-
valli siberiani, ed un automobile con speciali coperture
che si credono adatte ai ghiacci sui quali dovrà servire.
Anche il Belgio ha inviata una nuova spedizione
antartica diretta da K. .VrtoWski,. che già prese parto
come geologo alla ])rima spedizione. Egli cercherà sopra-
tutto di esplorare i contorni del continente antartico, e
compiere dai punti più vicini al Polo escursioni con
slitte automobili, per scegliere i punti più favorevoli alla
fondazione di nuove stazioni circumpolari. C'osi si può
dire che anche il Polo antartico, assalito da più parti, e
col mirabile concorso di tante nazioni, non potrà più a
lungo opporre i suoi misteri alle nobili ed avide curio-
sità della scienza.
È api)ena credibile come talune regioni possano
opporre ancora tanta resistenza, dopo che noi dispo-
niamo deir automobile*, possiamo compiere viaggi aerei
con palloni dirigibili, e trasmettere, almeno sino ad
una certa distanza, le notizie col telegrafo senza fili.
Ui è ormai permesso di credere che (piesti ultimi tratti
bianchi della carta del (ilobo non tarderanno ad essere
riempiti, e chiudiamo (piesta rivista con l'augurio che a
tanti audaci esploratori, che atteiulono a risolvere cosi
importanti problemi scientifici, pari al valore, sorrida la
Fortumi. A. HRrMALTi
i
XU. - Esposizioni, Congeessì e Coneopsi.
e rcntfnari del 1W)7.
tii Itnlliiiia per 11 |tro;rpM<i
Av\ iHItti al CougresHO iWi
iiiio, un gruppo di dotti l'ec*
n, di costituire frn noi iiim
le suieuze ; e nel IWT, a. set-
ine Il Panna per gettare le
rinularp lo statuto e i rego-
e. Dr molto tHuipo aasocia-
oazioui, riituhiNHÌme di ade-
■ r HttivH ed etticnce opera
\Ksii nostro, clie iSIrt unni or
,;ulìi di teii.iw, iino al 1875.
icnza <^ voleuturosì vogliono
Illa ditt'uHlone della scienza
studiosi e amici del pro-
I jiiii lieto successo arrida nd
può Meuipre meglio far cono-
ile s' interessano al ])ro{;reaso
ria che si rannoda alle coii-
u-e interessante; mentre fni
i-iose e patriotti.Tlip vicende
■■ e viiiw nelle aspre lotte
Itori di altre disellili ne,
Coyigreasi del 1Ù07 513
il
^»*
tre anni or sono annoverava 2910 membri. L'Associazione bri-
tannica per l' avanzamento delle scienza venne fondata da
Brewster nel iHiU ; essa ebbe in quell' anno 371 aderenti, che
oggi sono saliti alla cifra considerevole di 4500; ed è la più
fiorente, la più potente di tutte le associazioni consimili,
anche per i larghi mezzi di cui dispone. Questi le pennettouo
di destinare ogni anno 50 mila lire ad incoraggiamenti e sus-
sidi in prò* della scienza e delle sue applicazioni ; e varie
iniziative da lei prese ebbero risultati pratici di grande ira-
portanza.
Altra associazione che primeggia pur essa fra le sue con-
simili, sebbene più recente, è quella francese, la quale, fon-
data nel 1871, si fuse coli' Associazione scientiiica di Francia,
costituita da Le Verrier nel 18*U : TAssociazione francese per
r avanzamento delle scienze novera pur essa quasi 4000 soci,
e dispone, anche per cospicui lasciti, di un reddito annuo
superiore alle 90 mila lire, di cui una parte è destinata a
sussidiare indagini scientifiche. A questo scopo T Associazione
aveva già consacrato, sino al 1900, V egregia somma di 400
mila lire. Anche T America seguì ben presto il vecchio mondo
in quest' ordine d' idee ; ed essa pure vanta dal 1853 una
Unione per l' avanzamento delle scienze e delle arti ; come
un'associazione analoga ha ora l' Au.stralia con mille soci, i
quali si riuniscono ogni due anni.
Tutte le a.ssociazioni sopra ricordate, pubblicano atti e
rendiconti delle loro adunanze ; interessanti volumi, dove si
trova raccolto tutto ciò che in un breve periodo di tempo
passò in dominio della scienza nei campi più diversi, e si può
dire in ogni ramo della scienza. Perchè dotti eminenti pren-
dono parte a queste riunioni e vi espongono i risultati delle
loro ricerche, delle loro osservazioni, o discutono quelli otte-
nuti da altri. Di modo che gli atti delle varie associazioni
formano una serie di documenti attraverso alla quale sì può
seguire passo a pa.-^so il progresso umano, colle sue conquiste
nel campo tecnico o in quello vastissimo e l)enefico delle appli-
cazioni pratiche.
Nel nostro paese V esempio dato, colle loro associazioni,
dalle altre nazioni fu ben presto imitato, e il primo Con-
gresso degli .scienziati italiani si tenne in Pì.sa nel 18;i9; tut-
tavia, per le condizioni dell' Italia allora divìsa ed oppressa,
questo Congresso e gli altri che seguirono, ebbero in parte un
carattere .scientifico, ma nascostamente servirono invece ad
uno .scopo politico. Ai dotti univansi patrioti ardenti che si
preparavano a conquistare la libertà della patria; talché
Marcò Minghetti scriveva nel 1841 che se i risultati delle
adunanze sarebbero stati di mediocre valore, in esse appariv^a
infine qualche segno di nazionalità, e non vi si parlava ne di
Provincie, né di municipi, ma dell'Italia.
La prima idea di preparare il Congre.sso del 1839 devesi a
Carlo Bonaparte, figlio di Luciano, che, avendo assistito a
Ansuabio scientifico — XLIV. * 34
514 (■ongriussi del 1007
quello di Friburgo dell'anno precedente, tanto ne era favore-
vohnente impressionato, da (-hiedere al Granduca di Toscana
il permesso di tenere un congresso in Pisa. E il Granduca,
senza pensare a male e forse per amore di i)0])olarità, con-
cesse volentieri il permesso; mentiv il male Io previdero i
governi di Homa e di Napoli, che proibirono ai loro sudditi,
non solamente di prender parte alle riunioni, ma )>er8Ìno di
avor con esse corrispondenza. In un interessante opuscolo del
Linaker e in un più recente e completo studio di Elisa Tacchi,
si trovano raccolte ampie, accurat-e e spesso curiose notizie su
questo primo Congresso, al quale intervennero 421 scienziati,
e che fu presieduto da Ranieri Gerbi ed ebbe per segretario
generale il Corridi. Quest' ultimo, nella s»ia relazione sui
lavori dei congressisti, scriveva liberamente che V argomento
da lui trattato doveva riuscir dilettevole * per gP Italiani
tutti, ai quali ogni cosa che torni ad onore della patria che
ci è comune, deve e per sentimento e per debito riuscire
carissima ».
Simili manifestazioni d' italianità, vivissime nella mente e
nel cuoi'e di tutti, appariscono di rado, è vero, nelle pubbli-
cazioni del Congresso, che (Censura e Polizia tacevano ben
d' occhio, esercitando una sorveglianza, come volevano ordini
superiori, « attiva, etHcace* e nel tempo stresso cautissima,
decente, impenetrabile»; tanto che il capo della polizia di
Livorno assicurava che non sarebbe ricorso ai modi « dei
birri dozzinali ». Perciò era stato affidato ai relatori (vulgo
spie) di sorvegliare i congressisti in particolar modo a tavola,
dove in una confidente intimità potevano trapelare i senti-
menti veri di quei troppo numerosi « pretesi scienziati » che
con entusiasmo sempre crescente accorsero alle riunioni di
Pisa e a quelle successive.
Ma il riserbo dei dotti riuniti a Pisa non tutti persuadeva
o acquietava; e il maresciallo Radetzki scriveva chiaramente
che trattavasi di « una istituzione destinata a travagliare gli
animi in segreto, per gettare le fondamenta dell' opera infer-
nale della rigenerazione italiana ». Non pertanto le cose a
Pisa procedettero tranquillamente, senza crear grattacapi al
Buon Governo impensierito; e nei banchetti non saltarou
fuori che dei giuocni di parole innocui ed abbastanza ingenui,
come: « Pi-sa è la metà della sapienza » ; oppure « senza Pi-sa,
la sapienza perde la testa ».
Il secondo Congresso degli scienziati italiani sì tenne
Tanno dipoi, 1840, a Torino, dove (^arlo Alberto approvò ed
incoraggiò i suoi lavori; Tanno successivo la riunione ebbe
luogo a Firenze, e in tale occasione il Ridolti, nelT inaugurare
il Congresso, inneggiò alla scienza e ai congressi, i quali, in
mancanza di una patria, aftVat^llano le genti de' piccoli Stati
italiani. Da questo punto il riserbo di Pisa andò sempre affie-
volendo; e fu anzi nel terzo Congresso che cominciarono a
Conyreasi del 1907 515
far capolino, non una proposta di riforma carcerarla, argo-
menti estranei alle si'ienze naturali, aventi attinenza colle
scienze morali e sociali. Padova accolse gli scienziati nel 1842,
e nella discussione vennero meglio coordinate le sezioni cor-
rispondenti alle varie materie scientifiche. Il quarto Con-
gresso si tenne a Lucca Panno dipoi: ed in esso, mentre il
Parrà vicini insisteva sulla necessità di risvegliare il sentimento
della potenza tecnica ed industriale degli italiani onde far
rifiorire gli antichi commerci, il marchese Pareto, discutendo
di questioni geologiche e considerando V Italia sotto T aspetto
orografico, diceva arditamente esser questa terra « destinata
per certo più d'ogni altra a rappresentare una unità ».
Al sesto Congresso, in Milano, il numero degli intervenuti
era aumentato in modo da raggiungere i 1169; gli argomenti
relativi ad ai-gomenti politico-morali, che il presidente conte
Borromeo a vrebhe. desiderato fossero esclusi, vennero invece
largamente trattati, colle Casse di Eisparmio, colle scuole,
col lavoro dei fanciulli, ecc. Seguirono le riunioni di Napoli (1846)
e di Genova ''1846) ; (piesf ultima ri usci in particolar modo
solenne, favorita da Carlo Alberto, e non più contrastata, per
l'avvenuta sua morte, da Gregorio XVI, che dei congressi
degli scienziati era stato un tenace oppositore. I tempi muta-
vano ; si avvicinava il '48, e lo stesso Pio IX, nelle sue prime
manifestazioni liberali, ai congressi degli scienziati aveva
promesso il suo favore, riconoscendone 1' utilità.
A Venezia si riunì, nel 1847, il nono Congresso, di cui per
le vicende politiche di (jueir anno si pubblicò un Diario, ma
non apparvero gli Atti ; dal quale Diario risulta che fra inter-
venuti e aderenti furono quasi 1500, e che le comunicazioni,
numerosissime, trattarono dei più svariati soggetti Bologna
era stata designata, nel Congresso di Genova, come sede della
riunione consecutiva a quella di Venezia ; ma dovettero tra-
scorrere ben quattordici anni, il fortunoso ed agitato periodo
che condusse all'agognata conquista della libertà e delV unità
della patria, prima che di congressi di* scienziati italiani .si
tornasse a parlare Invece che a Bologna, il decimo Congresso
si riunì a Firenze nel 1861, in occasione della Esposizione
italiana ; 1' undecima riunione si tenne a Roma nel 1873 e fu
presieduta dal conte Mamiani, il quale nel suo discorso inau-
gurale, ricordando come dodici anni innanzi si fosse ardita-
mente e quasi profeticamente deliberata a Siena l' adunanza
in Campidoglio, parlò della convenienza di approfittare di
così acconcia occasione per provvedere « ad unificare meglio
le menti e gli animi degli scienziati, se unificare la scienza è
impossibile ».
Finalmente il dodicesimo Congresso ebbe luogo a Palermo
nel 1876 ; fu questa l' ultima riunione degli scienziati italiani.
e, da quel momento, di congressi non si udì più parlare. Già
r idea di chiudere la serin delle riunioni era stata dibattuta
51(5 Congressi del i907
dagli iutervemiti alle adimauze di Honia, poi a Palermo, dove
7H8 congressisti si trovurou raccolti, parve che la Società ita-
liana per il progresso delle scienze dovesse riprendere nuova
vita e consolidarsi su nuove basi. ^la ci'> non avvenne
Come apparisce dalle notizie più sopra riportate e costi-
tuenti la nuissima parte di un l>eir articolo dell' iug. Mancini
nella Nuova Antologia^ il Congresso della Società italianir
per il i>rogresso delle scienze, tenutosi a Parma, non è il
primo. E' il primo della società rinnovata
L' inaugurazione si lece nel teatro Farnese.
Il « magnum theatrum orhis » come venne \^y V antico
chiamato il Teatro Farnese, per la sua capienza straordinaria
potendo contenere oltre 50(M> persone, nella seduta inaugurale
rigurgitava di vita, dojx) tanti anni passati in sonnolenza di
arte gloriosa.
Questa nuìravigliosa costruzione, abhandouata, minacciava
di andare in rovina per avere la co])ertura sfasciata, onde
dopo molt^» ditìicoltà le autorità competenti si commossero e
si indussero a trovare i t'ondi per rifare il tetto : ma i prege-
volissimi dipinti sovrastanti alle logge erano ricoperti da
strati di calce e da polvere cosi da essere scomparsi dal-
l' onore del giorno, e delle statue equestri di Ottavio ed Ales-
sandro III T< arnese più non rimanevano che gli scheletri in
legno.
Ettore Ximenes profferse tosto la sua opera gratuita, pur
di non veder andar distrutto tanto patrimonio artistico, e per
r interposizione del senatore Marietti e le cure delT architetto
marchese Lamberto Cusani, i lavoi*i di ristauro procedettero
alacri e di pari passo con quelli di addobbo per la seduta inau-
gurale del Congresso pel progresso delle scienze II Teatro,
adornato di drappi, di fiori e di fronde, aveva persa la tri-
stezza deir abbandono e sembrava ritornato a rivivere negli
andati tempi di gloria.
Neir ampio anfiteatro circoscritto dalle scalinate, signoi'e e
congressisti erano affollati.
Era venuto il Ministro dell' Istruzione on. Eava.
Parlò il Sindaco della città; poi il senatore prof. Volterra,
presidente del Congresso, lesse un bel discorso, che verrà
pubblicato dalla Rivista di Scienza. Indi parlò il Ministro
on. Rava.
Nei giorni seguenti si iniziarono e procedettero alacremente
i lavori delle varie Sezioni della Società.
La Sezione II di Fisica e Fisica terrestre si conglobò colla
Società italiana di Fisica, delle cui riunioni diamo più oltre
notizie
Degne di menzione sono state le tre seguenti conferenze
a Sezioni riunite :
Prof. Giacomo Ciamician: La chimica organica negli orna-
nismi.
Prof. Pio Foà : Sul significato biologico dei tumori.
^
Conyressi del 1907 617
Prof. M. Pantaleoni : Qtiaranf anni di studi ecoiwmici.
Il Congresso non poteva avere esito migliore.
IX assemblélt generale della SocietH Italiana di Fislea,
tenuta in Parma dal 24 al 27 settembre 1907. — La Sezione
si riunisce neir antiteatro di Fisica della R. Università di
Parma. Dopo brevi parole di caldo saluto e di grazie del pro-
fessor Cardani, si sono iniziati i lavori con un discorso del
prof. Righi sulle « Vedute moderne intorno alla costituzione
della materia », già pubblicato dalla Ditta Zanichelli.
Essendo stati nominati per acclamazione a presidente della
Sezione il prof. Righi, a vice presidente il prof. Sella ed eletti
a segretari "i professori Àraaduzzi, Bartorelli, Blanc e Umani,
il prof. Majorana tiene una conferenza sperimentale sullo
« Stato attuale della telefonia senza fili ».
In una comunicazione fatta al ("ongresso di Fisica del-
l' anno scorso V A. indicò le linee generali del metodo da lui
seguito nel risolvere il problema della
.1 telefonia senza tìli.
In quella occasione presentò uno
spinterometro rotante capace di fornire
10,000 .scintille ogni minuto secondo, ed
un microfono idraulico col quale la in-
J^ ^ tensità delle onde elettro-magnetiche ge-
nerate dalle scintille ed irradiate da
un^ antenna poteva essere modulata in
- •' • corrispondenza della vibrazioni acusti-
I ' o M che dei suoni o delle parole da trasmet-
tere. In sostanza, già allora FA. disse
che lo schema di un apparecchio tra-
^' smettente per telefonia senza fili po-
„.^^ 23 teva esser quello indicato nella figura
'^* ' qui annessa, dove S rappresenta lo sca-
ricatore ad elevata frequenza (10,000 al sec.) tacente par4l9 di
un circuito oscillante #S»^7', (^ una spirale inserita fra l'an-
tenna J e la terra 7', e che, essendo posta in vicinanza di /*,
pone in vibrazione elettromagnetica l'antenna stessa. M ra|>-
presenta in fine un microfono destinato a far variare la resi-
stt*nza ohmica del circuito delPantenna. L' A. ricorda come non
sia ])ossibilc costituire il microfono M con i soliti granuli di
carbone, giattchè questi, sotto V azione delle elevate differenze
di potenziale in giuoco, facilmente si )>ruccrebbero. Il micro-
fono idraulico, dunque, costituito da ac(|ua in movimento, che
si rinnova cioè in ogni istante, non liscaldandosi, si ])resta
mirabilmente iM»r le attuali ricerche.
Nella tigura il microfono idraulico M è stato collocato
fra l' autoinduzione ♦» la terra, ma è evidente che la indicata
disposizione può aven* num»*rose varianti. lutine V A. ricorda
ancora che T ap]>arec«hio rictventt» ])uò esseie costituito da
518 Congressi del 1907
uuo dei soliti ricevitori acustici di telegratìa senza fili , come
un detector magnetico, una cellula elettrolitica ecc
La disposizione descritta permise alPÀ. già altre volte di
eseguire nette trasmissioni telefoniche senza iilif ma queste
non presentavano quel carattere di sicurezza e di precisione
indispensabile in tutti i mezzi di segnalazione a distanza.
La difficoltà proveniva essenzialmente dalla delicatezza
costruttiva del microfono idraulico, il quale, cimentato alle
alte differenze di potenziale generate dallo spinterometro
(10,000 scintille al sec.) veniva, in breve tempo, posto fuori
di uso.
L'A. era intento a perfezionare il metodo descritto, quando
fu annunziata la scoperta del modo di generare onde persi-
stenti mediante Parco voltaico, in una atmosfera di idrogeno
(Poulsen). L' assoluta sicurezza con cui queste onde vendono
fenerate lo spinse a servirsi di esse, abbandonando cosi 1 uso
elio spinterometro rotante. La nuova disposizione si diffe-
renzia dalla vecchia solo per aver cambiato il metodo di gene-
razione delle onde. Allo spint<?rometro .V, basta sostituire Parco
nell' idrogeno, e moditicare opportunamente le costanti elet-
triche delle varie parti della tìgura. 11 microfono idraulico
resiste benissimo alle differenze di potenziale generale dal-
r ureo Poulsen, e, a causa della persistenza delle onde gene-
rate, può essere ottenuto un grado di sintonia, tra le stazioni
poste in comunicazione, assai notevole.
L* A. ha eseguito, con la indicata dis})osizione, esperienze
in Homa, tra l'Istituto Telegraiico e la stazione radiotelegrafica
di Montemario (distanza 5 Km. ): è a notarsi che questi due
punti della città di Roma non si reiloiio reciprocamente, es-
sendo separati dalla collina del (tìruìcoIo. Al principio degli
esperimenti (Febbraio 1907y, pliche le due stazioni non erano
accordate, la recezione a ^(onteniario fu assolutamente nulla.
Ma in successive prove, avendo intonato esattamente il circuito
del detector magnetico alle lunghezze delle onde trasmesse
dall'Istituto Telegraiico i600 metri', le j)arole ])ronunziate
dinanzi al microfono idraulico vennero nettamente percepite
air altra stazione. Da un rapporto ufficiale redatto dai tun-
zionari della Marina ad<ietti alla stazione di Montemario,
risulta che:
1," potevasi facilmente comprendere le singole parole di
una frase anche lunga, ma che tuttavia era bene alla stazione
trasmittent^ì ripetere fi uè volte la frase stessa, i)er farne affer-
rare con assoluta sicurezza il senso.
*2." La recezione era tanto netta, «'he assai facsilmente
pot^vansi distinguere i cambiamenti di voce o di persone al
microfono.
H.'^ Piccolissimi cambiamenti eseguiti sulle costanti del
circuito di recezione annullavano «juasi com]>letan)ente le inten-
sità dei suoni.
Congressi del 1907 519
Questi primi risultati, per vero assai confortanti, inducono
ad allargare le basi delie singole esperienze , ed è a credersi
elle mediante essi la telefonia senza fili potrà in breve entrare
in un camix» veramente pratico.
Nella seconda Seduta il prof. Civita legge il suo rapporto
« sulla massa elettromagnetica »
Il prof. Puccianti , riferendosi a ciò che il prof. Bighi
aveva detto nel suo discorso inaugurale, sui cristalli liquidi
— che cioè le loro proprietà «-onducono alla ipotesi dell'esi-
stenza in essi di elementi cristallini dotati di forze di orien-
tazione, ma non di coesione, e che questi elementi cristallini
presentano analogia colle particelle dei colloidi — dice che in
questo concetto sarebbe da aspettarsi che un fascio di luce
convergente, ditt'rangentesi sopra questi elementi cristallini,
dovesse produrre un cono di illuminazione nettamente delimi-
tato. Ora, alcune esperienze che il Puccianti ha in corso .sopra
questo argomento, con una disposizione non dissimile da quella
di Siedentopf e Zsigsmondy, gli hanno permesso di osservare
appunto questo cono di illuminazione «nel paraazossianisolo,
ma non di distinguervi le particelle : e ciò non deve fare
meraviglia se si pensa che, vista Talta birìfrangenza della
sostanza, gli elementi cristallini dovrebVjero in essa costituire
una parte importante della massa totale, e quindi essere molto
più vicini tra di loro che non le particelle dei colloidi ; ma
tutto questo deve essere oggetto di ulteriore studio
11 prof. Puccianti espone poscia il suo rapporto sulla spet-
troscopia, trattando in ispeeial modo « degli spettri di righe ».
Indi, innanzi alle se/ioni di Fisica, Chimica e Mineralogia
riimite, il prof. Bruni ]>arla « sui limiti dei vari stati di aggre-
gazione e specialmente dello stato solido ».
La conferenza del prof. Bruni è stata corredata da una
serie di proiezioni microcinematogratìche ottenute colT appa-
re«-.chio testé ideato dai signori Siedentopf e Sommerfeldt.
Nella seduta antimeridiana del *26 settembre, Volterra, pre-
sidente, ricorda il concorso bandito dalla Società \yeT una me-
daglia d'oro da conferirsi alla migliore esperienza di scuola,
o dice che il 15 luglio, dopo la chiusura, il Consiglio di Pre-
sidenza del concorso ha nominato una Commissione composta
dei soci Bonacini, Ròiti, Sella, colT incarico di scegliere le tre
esperienze da dimostrarsi pubblicamente all'Assemblea, e fra
le quali questa sarà chiamata a fare la scelta definitiva.
Le tre esperienze scelte dalla Commissione .sono:
1), A. È, e. — Stato vai'iabile della corrente,
1). A. (f. Itossi. — Onde sopra uno specchio di mercurio.
3). .4. (^. Itossf. — Diajiason elettromagnetici ad altezza
variabile.
I soci Pochettino (che risultò essere V autore della espe-
rienza indicata col motto A. li. C) e Rossi dimostrano le loro
(»s])erien/e ; ma il ]»remio non viene assegnato.
520 tong l'assi del 1907
Nella seduta pouieridiaua del 20 s^ettembre A. G. Ros^i.
et^poue la sua comunicazione « nuovo sistema di rivelatori d.
onde elettromagneticìie fondati sulla magnetizzazione ».
A. Fochettino legge il suo rapporto sulle « onda e sess© ».
G. Platania tratta delle * sesse marine » o librazioni del
mare. Espone anzitutto i notevoli risultati di un esteso lavoro
dei signori Honda, Terada, Yosida e Isitaui su questo argo-
mento, lavoro anc^ora inedito, il cui manoscritto fu gentil-
mente comunicato al Platania dal prof. Honda.
Finalmente il prof. Chistoni annunzia che egli, guidato
da una notizia data nel 18V>H dal prof. Luigi Finto, in una
necrologia del Palmieri tenuta all' Accadeuìia Pontauiana, si è
recato a visitare la tomba di Mactnlonio Melloni, che si trova
nel Cimitero dei Colerosi presso S. Aniello (Comune di S Gio-
vanni a Teduccio;; dopo avere esposto le coudizioni di abban-
dono in cui trovasi la sepoltura stessa, nonché i pericoli che
vi sono che la tomba possa eventualmente venire manomessa,
egli propone che la Sezione emetta un voto aiMnchè, almeno
in via provvisoria, siano presi i provvedimenti atti a scongiu-
rare simih* pericolo.
Il prof Bartorelli vorrebbe che i resti del Melloni venis-
sero restituiti a Parma.
Su proposta del prof. M urani, la Sezione prega il sena-
tore Volterra e l'on Cardani, presenti, di interessarsi perchè
la proposta del Chistoni venga sollecitamente accolta dal
Ministero della Pubblica Istruzione. Volterra e Cardani danno
r assicurazione formale di int^nv^arsi della (juestione, ed il
Cardani in particolare aggiinige che sarà sua cura d' insistete
acciocché le ossa di Melloni non sulo vengano meglio custodite,
ma siano delinitivamente trasferite a Parma.
Nella seduta autimerid. del 27 settembre, l' ing E. Mancini
eseguisce alcune ])roiezioni di fotogratie a colori, esponendo il
principio su cui è basato il processo Lumière.
11 prof. Lo Surdo legge una sua comunicazione ^sulla i*adia-
zione notturna.
Il prof. Puccianti parla sulla comunicaziune del Lo Surdo.
Egli ritiene che la disposizione sperimentale da lui seguita
segni un notevole progresso risi)etto alle prei-edenti. Però in
linea generale egli si dichiara scettico su tutte queste misure
della l'adiazione notturna, che ritiene difettose, di base teorica
tinche per il corpo radiante non si adotti una delle dispo-
sizioni che permettono di ap]>rossimarsi al caso teorico del
corpt) nero. La incertezza a cui si va incontro ("olP uso del
nerofumo leggero per la misura «Ielle radiazioni notturne,
sta in ciò che in esse predominano le grandi lunghezze d'onda per
cui il nerofumo come è noto si allontana assai dall' essere
nero. Consiglia quindi il Lo Surdo a proseguire le sue espe-
rienzi' cercando ni perfezionare l' apparecchio con queste
vedute.
Coii'jrexjii del l!/07
11 {irot Marcolougo legge il suo rapporta si
stilili tatti in Italia intorno all'elasticità dal It
Nella -rtHiuta dtl 27 st-ttetnbre. il prof. C
clie h o dal lUW eblK inianco dalln Società Iti
di provvedere alla co II oca 7 ione di liiiiuigra
Garda, pei constatare se vi si veriticasse il 1
^esse, e dato the si \eritirasse di studiare o ti
il fenomeno
Per iftgiotii ili« egli La riferito alla So
impianto si lece a Salo, collocandovi un mi
ridotto a Immigrato
Non passo un mese e si ebbero indizi cert
'delk- leste Si prOLedetti. allora all'impianto i
di Tobcolano 1 risultati finora ottenuti sono se
pi-e ben notati
Il prof. Cliìstoni jiropone il seguente ord:
< La Società fa voto rhe ni confidino per un ai
a per>!ona dipendente dall' Istituto Idrografico di
c^omauda aiielie lo studio delle onde marine, s
derio esi»osto dai Pocliettiuo nel suo rapporto ;
L' a.-(.4eniblea approva.
Il sig Mazisolo. coniandantel'Istìtuto Idi'ogr
presente alla .teduta. con cortesi parole pi-eii
adoperarsi per il soddisfacimento dei voti d.'ll.
Il prof. Chistoni ricorda in seguito die la
di Fisi.a, culi voti emessi a Pisa nel -M mai-zu
il 24 nnvi-ml>i-u lìXll ed a Bresi-ìa il T setlemb'
tati aiiilic dall' ordine di'! giorno della Soci
Italiana, emesso puri' il i siatembra VMÙ. si è
ottenpie I' ÌstÌtiiKÌoiii- dell'Osservatorio maguet
Sewtola nel Frignano. Itipetu per quali l'agioui
pi-eferiie Seslolii. o i>er meglio dire la plaga rirci
Ciinone, per stabilirvi l'Osservatorio magneti
ciw' In iin|H>ssibilità >lella (collocazione in tale li
in/e II
igiietii-li«>
<■ la centrali
l'i .
1 Sest<
li Ueiiova
Pavia, Parma
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ed a Spei^ia.
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1 Fisi.-ii
i studiare pra
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voi.
^in. \'
532 Conyrexni del 1007
Ville di tJextola è stato cedtito al prof. Piillè dell'Uiùvei'sità dì
Bologna coli' intento t'he egli pi'ovveda a che nel forte stesso
sorga l'Osservatorio magnetico nazionak. inizio di una Scuola
iinzionale estiva di Fisica terrestre e Meteorologia.
Il prof. Chistoni ritiene rhe ora sia il momento di uscii-e
dai voti platonici ed in<^oiiiiiiciai'e a studiare etlettìvamente la
questione, e propone che la SocietA ;^i interessi con un voto
perchè nella plaga ciri-o»taiite il Cìinuiie si studino le linee
ì soma gnatici) e. cosi da potere concludere se detta plaga sin
veramente adatta all' impianto ilell' Osservatorio magnetico
L'assemblea fa suo il vot« ilei prof. Chistoiii
Il prof. Rizzo, plaudendo all' inÌKÌativa di Cliistoni ])er
l'Osservatorio magnetico nasionale. dice di aver ottenuto dalla
Università, dal Consiglili pi-ovinciale di Messina e da altri enti
lo<'ali, mezzi e sussidi per la fondazione di nn Osservatorio
magnetico local>>, il cui suopo precìpuo sia lo studio del nui-
gnetismo terre-jlre in correlazione ai fenomeni sismici. Cbiedf
lilla Società di appoggiare col suo roto tale promettente ini-
L' assemblea voIa Ih proposta del Rizzo.
Nell'ultima seduta il prof. (ìarbnsKO espone il suo rap-
porto < sul miraggio >. disi'Orrenilo nel tempo stesso di alcune
ricei'chi' intraprese col prof. Fubiui .s^ill' ottica <lei mezzi non
omogenei e non isotropi, e di una uoniunicaxioue del dottor
Rolla dal titolo ■ Un teorema sull'ottica dei mezzi non omo-
Stante l'ora HvanKiita, it doti. Btau<- prega il Presidente
di dare i>er letto il suo rapporto « su iilruni problemi attuali
della rndioiUtivit;,.
Viene luindi tolta la seduta ed il Presidente dii-hiara chiusi
i lavori della Se/.ioiie.
Il XIV Congresso Inlernazlonale d'Iglt-ue e <H deinografla,
si teinif a Berlino dal 33 al 29 settemln-e 1W7. PrsHidente il
prof. Cl.an temessi..
Esso venne divi.'^o in olio iSc/ioni:
1. Mii-robiologiii e parassitologia applicata all'igiene:
li. Igieni' iilimeutare e hsiologia applicata all' igiene;
III. Igieni- dell'infanzia e della scuola:
IV. Igiene professionale ed assistenza alle elassi operaie ;
V. I^.tta .■oiitr.i 1- nuilattie infettive e assistenza »ì
malati :
VI. l>rien<' dell.' abitazioni, delle località e delle acque.
VII. Igiene niilitai'e, .oloniii'le .."navii'ie;
Vili. l).-mogratÌ!..
Il primo (Itingri'sno di XinlgttxlAne liitorna iii Kraiiela.
si ;■. tenuto a Kordeaitx dui Ibi al 2i luglio,.- ha slndiiito un
Premi aggiudicati 52.S
certo numero di questioni interessanti al pii\ alto punto lo
sviluppo e la prosperità della rete francese di navigazione.
Hanno partecipato con interessanti comunicazioni alla
liuona riuscita del Congresso: Laflfite, De Mas, Mallet, Taver-
nier, Fabre, Schwob.
11 Congresso di Fisio-terapta a Koiiia. — Il primo Con-
gresso internazionale di Fisio-terapia tenuto a Liegi nel 1905
aveva messa in evidenza l'importanza degli agenti fisici in
medicina.
Il secondo Congresso si è aperto a Roma il IB ottobre 1J>07.
Congresso internazionale di Igiene a Berlino* — Si è riu-
nito dal 23 al 29 settembre 1907.
L'Associazione francese per T Avanzamento delle Scienze
ha tenuto il Congresso a Reims dal 1.^ al 0 agosto 1907.
IH. Centenario di Ulisse ÀldroYandi. — Nel giugno 1908.
Bologna ha tributato feste grandiose alla memoria di Vlisse
Aldrovandi in occasione del terzo centenario della sua morte.
Vi parteciparono scienziati di tutto il mondo.
II. - Premi aggiudicati,
I premi reali dei Lincei. — I premio per le matematiclie
tu diviso tra il prof. Cesare Arzelà dell' Università di Bologna
e il prof, (illido Castelnuovo dell'Università di Roma.
II premio per la Chimica è stato diviso fra il prof. Angelo
Angeli dell' istituto Superiore di Firenze e il prot. Luigi Bal-
biano dell' Università di Roma
Fra i premi ministeriali per i profes.sori delle scuole secon-
darie segnaliamo con vivo piacere quello di un nostro antico
«•ollaboratore: il pi'of. Ugolino Ugolini, a proposito del quale la
relazione della Coiìunissione si esprime nei termini più lusin-
trhieri.
&
1 premi del R. Istituto Lombardo di scienze e lettere. —
Vinse il premio Cagnola * Sulla scoperta della radioattività >
la memoria del prof. Angelo Battelli e dei dottori Augusto
Ocfhialiui e Silvio Chelhi. che è apparsa ili ultissimo interesse
sia dal punto di vista teorico come da (.jut^llo sperimentale.
Vinse il premio Seceo-Commeno « Sulla natura del virus
della rabbia » il dott. Adelchi Negri
Sulla tonduzione Brambilla ottennero un premio di ])rimo
i^rado con medaglia d'oro le ditte: Società elettrica ed «det-
trocl'imica dei CaH'aro di Rusconi, Fraschiui e (',: Società
524 Premi aggiudicati
anonima Tenti ; Cartiera Pirola e C, ed un premio di secondo
grado, pure con medaglia d'oro, le ditte: Strafurini Giuseppe
e Siogmund Strauss.
Fu accordato il premio Pizzamiglio sul tema: « Influenza
delle moderne dottrine socialistiche sul diritto privato > alla
memoria del prof. Gioele Solari.
Il premio triennale Ciani « Per il miglior libro di lettura
per il popolo italiano di genere narrativo o drammatico »,
pubblicato dal 1.® gennaio 1898 al 31 dicembre 1906, fu con-
ferito a G. C. Abba, autore del volume e La storia dei Mille ».
Ebbe i>oi sulla fondazione (Gagnola un assegno d' incoraggia-
mento il sig. Biagio Biggiogero per le sue ricerche e sul modo
d' impedire la contraffazione di uno scritto ».
Per Augusto Kight. — Il 12 aprile ebbero luogo le solenni
onoranze al prof. Righi in occasione del suo venticinquesimo
anniversario di insegnamento e della sua prima lezione nel
nuovo Istituto di Fisica dell'Università di Bologna. La Società
Italiana di Fisica vi era rap]) resenta ta dal presidente Volterra,
dal vice-presidente Battelli, dai consiglieri Bonacini e Car-
dani, dal segretario Sella. Dopo la lezione del prof. Righi
dal tema « Sulla ipotesi della natura elettrica della materia »,
il prof. Blaserna, Presidente del Comitato per le onoranze, gli
presentò il busto in bronzo offerto da amici ed ammiratori:
vennero lette numerose adesioni nazionali ed estere, fra le
quali a notai*si quella dell'Università di Erlangen, che nominò
il Righi dottore « honoris causa »: il rettore dell' l'niversità di
Bologna annunciò la notizia della nomina del Righi :i grande
utticjale della Corona d' Italia: il Sindaco di Bologna gli pre-
sentò una medaglia d' oro offerta dalla cittadinanza, e linai-
mente il prof Volterra gli fece dono, a nome della Società
Italiana di Fisica, della prima copia, elegantemente rilegata
in pergamena, della conferenza del Dessau sull'opera del
Righi, tenuta a Roma per iniziativa della Presidenza della
Società il giorno IB marzo. A tutti rispose il Righi con nobili
parole di ringraziamento.
La conferenza del Dessau è stata mandata a tutti i Soci
della Società Italiana di Fisica
Per rilsso IHni furono celebrate feste giubilari dai colleghi
della Università <H Pisa e delle altre Università italiane. Par-
teciparono numerosi gli scolari dell' illustre matematico.
Festeggiamenti giiibiliari per i»aite di «ulleghi e .scolari
si fecero anclie al prof. Edoardo Maragliano, al prof (xiro-
lanjo Caruso e ad altri
Società Italiana dei XL: La Società Italiana delle Si^ienze
detta dei XL, ha conferito la medaglia Matteucci a Sir. AV.
^^aa^L^b^
Premi agtjiudìcaft
525
Ramsay e la medaglia d' oro per la mateniatica al prof. G. Lau
ricella in Oatauia.
Società Geografica Italiana: La Società Geografica Ita-
liana ha conferito al Duca degli Abruzzi la medaglia d'oro
Umberto 1: ed ha nominato membro d'onore Peary e socio
corrispondente Amundsen. entrambi per le loro esplorazioni
polaii.
Societìi Geografica Inglese: Le due medaglie d'oro della
Società Geografica Inglese sono state conferite quest' anno al
dott. Moreno per le sue esplorazioni nell'America del Sud ed
al capitano Amundsen per le sue esplorazioni polari.
Medaglia ltamfoi*d: La medaglia Rumford per scoperte
riguardanti la luce ed il calore è stata, dalla American Aca-
demy of Arts and Sciences, assegnata al prof. E. F. Nichols
dell' Università di Columbia.
Medaglia Symong: La « lloyal Meteorological Society »
ha conferito al Teisserenc de Bort la medaglia d' oro Symons
pei suoi lavori sulla metereologia dell'alta atmosfera, dei ouali
spesso ebbe a parlare V Annuario.
Medaiclia Faraday : La Società Chimica di Londra ha con-
ferito tale medaglia al prof. F. Fischer di Berlino.
La Società Meteorologica Francese ha conferito al Conte
d' Oultremont la medaglia di premio alla migliore memoria
di Meteorologia Aereonautica.
Società reale di Londra: La Royal Society ha conferito
quest' anno la medaglia Copley al prof. A. A. Michelson (Chi-
cago r, la medaglia Davy al prof. E. W. Marley (Cleveland.
Ohio); la medaglia Hughes al prof. E. H. Griftiths; e la me-
daglia Sylvester al prof. W. Wirtinger ''Vienna).
Premi Nobel per la Fisica, la Gliimica e la Medicina: I
premi Nobel per la Fisica e per la Chimica vennero as.segnati
quest' anno rispettivamente ai professori A. A. Michelson
''Chicago) e Buchener (Berlino): quello per la Medicina al
dott. Laveran
Premi dell'Accademia delle Scienze di Parigi: Nella sua
seduta del 2 dicembre 1907, l'Accademia delle Scienze di Parigi
ha conferito i seguenti premi:
(geometria: Premio Francoenr al sig. I^moine (Belatore
Darboux». Premio Bordiu ai signori F. Enriques (Bologna e
- J
520 Premi aggiudicati
F. Severi (Padova) (Relatore Humbert). Premio Vaili ant ai
signori J. Hadainard (Parigi) (Relatore Painleué) : G. Lauri-
cella (Catania) (Relatore Picardi; A. Korn (Monaco) (Relatore
Picard); T. Roggio (Torino; (Relatore Poincaré).
Meccanica: Premio Montyoìì al nig. Cuenot (Parigi; Rela-
tore M. Levy). Premio J*oncelef al tu Colonnello Renard (Rela-
tore M. Levy)
Astronomia: Premio La/ande al sìg. Th. Lewis (Oreen-
wich) (Relatore Bigourdan). Premio iValz al sig. Giacobini
(Nizza) (Relatore Loewv >. Premio de Pontècoulant al sig. Gail-
lot (Relatore Loewv).
Geografia: Premio Gay al sig. J. Charcot (Relatore E. Per-
rier). Premio Tchihatcheff ti\ signori .7 De Morgan e P. Crépin
de Beauregard (Relatore de La Grye).
Chimica: Premio Jecker ai signori Blaise Relatore Mai-
ler , M. Delépine Relatore A. Gauthier) e M. Hamonet (Rela-
tore G. Lemoine).
Storia delle Scienze: Premio liinoiu' ai signori G. Loria
^Genova), e F. Brunet Relatore Darboux'i.
Ha inoltre conferito i seguenti premi generali:
Medaglia Lavoisier al prof A. von Baeyer (Monaco).
Medaglia fìerfhelot ai signori Blaise, Delépine e Hamonet.
Premio Wilde ai signori C. Nordmann e .1, Brunhes.
Premio Petit d' Ormoy al prof. P. Duhem.
Premio Pierson-Perrin al sig. A Cotton.
Fisica: Premio llebert (lOOC) franchi) a Luciano Poincaré
por il suo lavoro sulla Physique Moderile.
Premio Hughes (2500 franchi) a P. Langevin per T insieme
dei suoi lavori relativi ai fenomeni di ionizzazione dei gas.
alla diffusione delle molecole gassose e alle proprietà degli
elettroni.
l*remio (iasione Pianti^ (HOOO franchi) a Mathias per l'in-
sieme dei suoi lavori ed in particolare per le ricerche relative
al magnetismo terrestre eseguite dal 18i>B sino a questi ul-
timi anni.
Premio La Case flOOOO franchi) a Paolo Vi Hard per V in-
sieme dei suoi lavori nel dominio della tìsica.
Premio Kastner-fìoursault 2000 franchi a Pietro Weiss,
prof, al Politecnico di Zurigo, per le sue ricerche sul magne-
tismo.
Premio Petit d"* Ormoy (10000 franchi) a Pietro Duhem.
corrispondente dell' Accademia, per l'insieme dei suoi lavori
di tisica matematica.
Premio Pierson-Perrin (5(X)0 franchi). Questo nuovo premio
è stato conferito al Cotton per le sue scoperte nel campo
della fisica, ed in particolare per le sue riceiche sui mezzi
colloidali.
j^a^^^a^^lBM
Kttpoitizioìu e Congressi che si faranno 527
111. — Esposizioni e Congressi che si faranno.
Per il IH Centenario della naisclta di EYangelista Torri-
i*elli. — Faenza, la città natale di Evangelista Torricelli
prepara solenni onoranze per celebrare nel 1908 il III Cente-
nario della nascita del (-rrande Scienziato. A questo scopo, il
Comune di Faenza ha intrapreso la pubblicazione delle Òpere
complete di lui.
L' esecuzione di tale disegno fu impedita Mno ad oggi da
molteplici contrarie vicende; essa però aveva già avuto un
periodo di preparazione per opera dei contemporanei del
Grande, — amici e condiscepoli — tutti della Scuola Gali-
leiana, e specialmente di Vincenzo Viviani. Ora quel lavoro,
da quasi tre secoli interrotto, è stato affidato al dottor Giu-
seppe Vassura, professore di Fisica nel Regio Liceo Torricelli
di Faenza, che lo ha ripreso con vigore, e lo porterà conve-
nientemente a termine.
La collezione delle Opere di Evangelista Torricelli com-
prenderà anche quelle già edite, che sono ormai divenute rare,
e il carteggio scientifico.
Per renderla, più che sf può, completa, il Comune di
Faenza si è rivolto a tutti coloro che riconoscono l'utilità e
V importanza universale di questa pubblicazione, e ne ha otte-
nuta una notevole cooperazione.
Le feste che si faranno in Faenza in onore del Torricelli
saranno coronate da una visita che faranno nella graziosa
città romagnola i soci della Società italiana per il progresso
delle Scienze convocati a Congresso in Firenze. Questi stu-
diosi avranno modo di osservare una mostra di apparecchi di
fisica, e di ascoltare una solenne commemorazione di Evan-
gelista Toricelli, della quale il Consiglio Municipale Faentino
aveva dato incarico al senatore Augusto Righi, che fu per»'»
costretto per le molteplici occupazioni a rinunciare. Dietro
designazione del prof. Righi, il Consiglio Comunale di Faenza
pregò della commemorazione 1' on. prof Angelo Battelli della
R. Università di Pisa, che accettò.
Per 1a Esposizione interna/lonnlo di Torino nel 1911. —
La sì terrà in commemorazione del cinquantenario della Lenità
italiana. L'organizzazione è stata affidata alTon. Villa, che fu
commissario generale della Sezione italiana all' Esposizione
francese del li»00.
Esposizione di elettiieiU applicata all' agricoltura in
Lione. — Xel mese di maggio del 1908 si aprirà a Lione una
esposizione delle applicazioni della elettricità alT agricoltura
sotto gli auspicii della Società di Agricoltura delle Scienze e
deir Industria di Lione. Il suo programma si estende a tutte
528 KKposizioni e Congressi che si faranno
lo applicazioni delP elottricit/t all'agricoltura e alle arti indu-
striali. Comporta le seguenti sette classi: 1." Applicazione
ili r agricoltura; 2.^ all'industria tessile; ^\.° alla meccanica;
4.* alla illuminazione elettrica; 5.** applicazioni termiche e
«himicbe; (>.<* produzione, trasforma/iione e canalizzazione della
elettricità: 7.** applicazioni diverse. tel<^ fonia.
I/A8SociA%ione britannica per l'avanzameuto delle Sciente
terrà il Congresso del 1908-90^ a Dublino, e sarà presieduto
dal botanico F. Darwin, tiglio e biografo di Carlo Darwin.
1/ Esposizione internazionale di elettricitji a Marsiiclia
si aprirà nelT a])rile 1908.
IV Congresso internazionale dei matematici. - Roma 1008.
— Il Comitato organizzatore del IV Congresso internazionale
dei Matematici, composto dei professori : P. Blaserna, presi-
(lente, i^. t^astelnuovo, set^ reta rio generale^ V. Reina, tesoriere,
V. Cerutti, A. Di I^gge,'(;. Pittarelli, A. Sella, A. Tonelli,
\'. Volterra, ha diramato la circolare seguente, che intei*essa
tutti i cultori delle discipline matematiche:
Il Comitato Organizzatore si onora di invitare la S. V. a
prender parte al IV Congresso internazionale dei Matematici
clie si terrà a lìonui dal 0 all' Il aprile i90S.
I Congressi precedenti, com' Ella sa, ebbero luogo a Zurigo
(1897), Parigi (1900), Heidelberg (19(»4); ed appunto in questa
ultima riunione fu scelta Roma come sede del .successivo
( 'ongresso.
II nostro Comitato ha voluto porre il prossimo Congresso
sotto gli auspici di una larga rappresentanza internazionale
«Iella R. Accademia dei Lincei e del Circolo Matematico di
Palermo; ed ora si adopera con ogni cura aflinchè il Con-
ii:resso riesca degno degli illustri scienziati che vi interver-
ranno, e possa recare utili servigi alla Scienza
Inspirandosi ai tini in vista dei quali questi Congressi
Internazionali furono particolarmente istituiti, il Comitato
ritiene che, nelle condizioni presenti della Matematica, dopo
un secolo di ricerche intense, possa riuscire utile e gradito
di gettare uno sguardo sui principali resultati ottenuti sin
<|ui, e sui grandi problemi che attirano ancora l'attenzione
«lei matematici.
Ci siamo adoperati perciò ad organizzare una serie di
conferenze atte a dare una idea dello stato attuale dei prin-
«ipali rami delle scienze matematiche e delle loro applicazioni.
Siamo lieti di annunziare che i signori 0. Darhoux, A. R. For-
syth, D Hilberth, F. Klein, H. A Lorentz, (1. Mittag-LefHer,
S. Newcomb, E. Picard, H. Poincaré, accogliendo i nostri pro-
positi, hanno aderito a tenere in seduta plenaria discorsi sopra
temi che verranno indicati in seguito.
Concorsi a premi da at/t/ÌHiìicar.KÌ 5:ft>
I
Con altra circolare potremo precisare il prograiuniA del
Congresso e dire quali accoglienze saranno offerte agli scien-
ziati che interverranno. Oggi vogliamo soltanto richiamare
l'attenzione della S. V. su questo avvenimento scientifico, ohe
avrà luogo nelF aprile 1908.
Il Congresso verrà diviso in quattro sezioni :
I. Aritmetica^ Algebra, Analisi.
II. Geometria.
III. Meccanica j Fisica Matematica, Applicazioni 'm/t
della Matematica.
IV. Questioni filosofiche, storiche, didattiche.
Congresso delia Societfi italiana per il Progresso dell^
Scienze. — Si terrà a Firenze nel settembre 1VM>8.
Esposizione internazionale di Brnxelles. — Avrà hiogo
nel 11)10 sotto il patronato del Re dei Belgi.
Esposizione internazionale nlP Alaslta. — Sarà organiz-
zata a Settle per il giugno 1909 sotto la denominazione
« Alaska-Yukon-Pacilic Exhibition ». Essa occuperà 1*25 ettari.
Esposizione internazionale noi Giappone. — Si terrà nel
1912, e per la sua buona riuscita il Governo ''giapponese non
esiterà a fare tutti quei sacrifìci che saranno necessari. Intanto
nella attesa di questa grande manifestazione industriale e
commerciale, i giapponesi hanno una serie di esposizioni pre-
liminari, la prima delle quali è stata fatta a Tokio con ottimo
successo.
IV. — Concorsi n premi da aggiudicarsi.
Concorso per V agganciamento antonintico dei veicoli
ferroviari. — A favorire la riuscita dell' Esposizione tenutasi
in Milano, vennero istituiti premi per concorsi diversi: tra
questi ne figurava uno con premio di L. 5000 da destinarsi
al migliore agganciatore automatico per veicoli ferroviari.
Ad esso parteciparono circa 20 concorrenti, che aumentarono
il valore pecuniario del premio con le loro quote di ammis-
sione, stabilite in L. 20.
La Giuria non credette di assegnare alcun premio in
danaro, e la Commissione pei trasporti terrestri, che orga-
nizzò appunto il concorso, mentre prendeva nota del verdetto
pronunciato dalla Giuria, e si dimostrava spiacente di non
poter dividere tra i due apparecchi migliori il premio, poiché
a ciò si opponeva il programma, fece voto che il concorso
fosse ripreso dal Collegio Nazionale degli ingegneri ferroviari
italiani, proponendo al Comitato esecutivo di concedere al
Annuario 8cikntific«> — XLIV. 85
J
530 Concorsi a premi da aggiudicami
detto Collegio la somma rimasta disponibile per tale stato
di cose.
Il Collegio degli ingegneri ferroviari nominò subito una
speciale Commissione, dandole T incarico di fare le pratiche
necessarie per ottenere la somma in paì-ola, e per aumentarla
con altre oblazioni di Enti e Stati interessati.
Il Ministero dei LL. PP. ha già posto a disposizione del
Concorso stesso la somma di L. 5000, ed altre se ne attendono
ancora per dare al Concorso quel carattere d' internazionalità
che la soluzione del problema esige.
Concorso per la liforma della legge sng:!! infortuni del
lavoro — Nel marzo liK)8 avrà luogo in Roma un Congresso
degli Industriali italiani allo scopo di invocare una sollecita
e razionale riforma della Legge sugli infortuni del lavoro, e
di concretare e coordinare i desideri delP industria nazionale
in ordine a tale riforma.
Potranno partecipare al Congresso le Camere di Com-
mercio, i Sodalizi Industriali e le Ditte soggette alla Legge
sugli Infortuni del lavoro. Le Camere di Commercio ed ì
Sodalizi parteciperanno al Congresso per mezzo dei loro dele-
gati, che non potranno essere più di cinque per ogni Camera
o Sodalizio.
Concorso internazionale per la difesa contro gli incendi.
— La Commissione Esecutiva della Esposizione Intemazionale
di Torino ha assegnato 1000 lire, due medaglie d' oro e due d' ar-
gento ai premiati per i preparati più adatti a rendere non
combustibili o almeno non infiammabili i legnami ed i tessuti
da impiegarsi nelle costruzioni dell' Esposizione.
I preparati proposti dovranno potersi applicare ai legnami
ed ai tessuti, senza alterarne il colore, la resistenza e la
morbidezza.
Gli ignifughi dovranno pervenire franchi di spesa entro
il mese di settembre lii08 alla Direzione del Laboratorio di
Chimica Docimastica del Regio Politecnico di Torino, in
quantità sufficiente per proteggere almeno cinquanta mq. di
legname e di tessuto.
La Commissione Esecutiva ha la facoltà di acquistare
quel preparato che sarà giudicato meritevole di premio in
quella quantità che le potrà occorrere per tutti gli edifici
dell' Esposizione.
Per maggiori schiarimenti su questo Concorso rivolgersi
alla Commissione Esecutiva dell' Esposizione, via Po, n.<» 2,
Torino
Un premio per invenzioni in favore della salnte degli
operai. — Il Comitato che si è costituito fino dall'aprile del-
l'anno scorso per le onoranze al sen. E. De Angeli, deliberò
di fondare un premio perpetuo al nome di Ernesto De Angeli
Concorsi a premi da aggiudicarsi 531
da conferirsi periodicamente ad invenzioni, studi o disposi-
zioni pratiche aventi per iscopo la sicurezza e l'igiene degli
operai nelle industrie; ad opere, cioè, di progresso umanitario
e civile, in quel campo medesimo al quale il De Angeli dedicò
tante cure etìicaci, ottenendo risultati. cospicui.
Questo del premio sembrò il modo più degno per ricor-
dare una delle facce più luminose ^e meritorie dell* attività
multiforme del compianto sen. De Angeli ; questa idea troverà
appoggio particolarmente presso V Associazione degli indu-
striali italiani per prevenire gli infortuni del lavoro, la quale,
sorta per iniziativa del De Angeli stesso, e guidata da lui
fino agli ultimi giorni di sua vita con sagicia ed entusiasmo,
crebbe e prospero in guisa da superare ogni altra del genere
esistente in Europa, annoverando ora quasi 4000 soci rappre-
sentanti più di 5000 stabilimenti con 500 mila operai.
Un concorso internazionale per 1* illuminazione degli
automobili. — Il Consiglio dell'Automobile Club di Milano
ha deliberato di bandire nei primi mesi del 1908 un concorso
internazionale per l'illuminazione dell'Automobile. La Com-
missione Esecutiva è composta del Presidente on comm. Silvio
Crespi» nob. Fazio Dal Pozzo, dott. Alberto Pirelli, Luigi
Brigatti e conte Carlo Sormanni, ed ha già concretato il
rogramma.
Il concorso sarà per il miglior generatore, per il miglior
faro e per il miglior complesso di illuminazione d'automobile.
Quasi tutte le case italiane e diverse case estere hanno
dato affidamento di partecipare a questo importante concorso,
che sarà dotato dall'Automobile Club di ricchi premi.
Premi per dirigibili o macchine per yoLire. — 250,000
lire per il premio Parigi-Londra in 24 ore (del « Matin » di
Parigi).
250,000 per il percorso Londra- Manchester (del « Daily
Mail » di Londra).
100,000 marchi per il percorso Parigi-Ostenda in 24 ore
(della Società dei bagni di Ostenda).
La Societiì di incoraggiamento in Padova ha aperto un
concorso ad un premio di lire 10,000 per una memoria sul
tema: « Considerare con uno studio completo tecnico pratico
quali sieno allo stato attuale i risultati dell'impiego del-
l' energia elettrica alla trazione ferroviaria e congeneri nei
diversi paesi, indicando dal punto di vista tecnico ed econo-
mico il modo migliore per giungere ad utilizzare a questo
scopo le forze idrauliche inoperose esistenti in Italia ».
Premio Vallanri. — Di 28,000 lire a quello scienziato
italiano che dal 1." gennaio 1907 al 31 dicembre 1910 avrà
pubblicato il lavoro migliore e più apprezzato nel campo
532 Concorsi a premi da aggiudicanti
(Ielle Scienze fisiche, intesa questa locuzione in senso lato.
Sarà conferito un anno dopo la scadenza, ma non potrà venire
assegnato a membri residenti o no della Accademia delle
Scienze di Torino.
Concorgo per nna esperienza da lezione. — l.<^ È aperto
fra i membri della Società italiana di Fisica un concorso per
un^ esperienza da lezione
2."* Il premio consisterà in una medaglia d* oro del valore
di lire 200. Potrà anche eventualmente venir assegnato un
secondo premio consistente in una medaglia a' argento.
3." I concorrenti dovranno inviare per iscritto, non più
tardi del 30 giugno 1908, al Presidente della Società (R. Isti-
tuto Fisico di Roma) una descrizione particolareggiata delle
esperienze colle quali intendono partecipare al concorso. Le
esperienze dovranno essere originali ed inedite. Gli scritti
inviati potranno portare il nome dell'Autore, oppure un molto
ripetuto sopra una busta suggellata contenente il nome del-
l' Autore stesso.
4." Una Commissione, che verrà nominata dal Consiglio
di Presidenza della Società, sceglierà fra le esperienze i tenendo
anche conto dei mezzi impiegati) quelle che dovranno essere
pubblicamente eseguite ed illustrate durante il prossimo Con-
gresso della Società, in Firenze, dagli autori o da persone da
loro designate.
La scelta dell'esperienza (o eventualmente delle espe-
rienze), a cui verrà conferito il premio, sarà fatta da una
( ommissione di tre membri eletti dai soci presenti, la quale
Commissione poi riferirà in un'ulteriore seduta del Con-
gresso stesso.
j
XIII. - Necrologia scientifica del 1907
1
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*ò
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1,
Atwatbr (W. O.)^ professore all'Università wesleiaiia di
Middletown (Stati Uniti), morto il 22 settembre 1907, si è
principalmente occupato di questioni di alimentazione. Fu lui
che fondò nel 1888 l'ufiBcio delle esperienze sulla nutrizione,
dipendente dal 2ilinistero di Agricoltura. Gli ultimi anni della
sua vita furono quasi interamente consacrati a ricerche spe-
rimentali sugli enetti delP alcool sull'organismo. Il principio
del metodo consisteva in un dosamento metodico dei guadagni
e delle perdite effettuate dai soggetti in esperienza. Egli con-
cluse finalmente per il valore alimentare dell' alcool, ragione
per cui dovette sospendere le sue ricerche avendo incontrato
una forte opposizione da parte del pubblico, che a torto l'ac-
cusava di propagare scientemente 1' alcool ismo.
Baessler (Arturo), valente etnografo e viaggiatore nel iPa-
cifico e nel Perù, m. a Neustadt Eberwalde il 31 marzo 1907.
Beromann (V. E.), n. a Riga (Livonia) nel 1836 e m. a Wies-
baden il 26 marzo 1907. ( hirurgo insigne.
Berthelot (Marcellino). Il Berthelot ebbe una carriera
scientifica assai lunga e feconda e non fu estraneo alla vita
politica. Egli era nato a Parigi.il 25 ottobre 1827, ed è quindi
morto ottuagenario. Era figlio di un medico, e già da fanciullo
mostrò una disposizione di grado eccezionale per lo studio
delle scienze naturali. In seguito fece i suoi studi al liceo
Enrico IV, a proposito dei quali, Fouqué, ricordando in occa-
sione del cinquantenario scientifico del grande scienziato la
relazione di condiscepolo, aggiungeva: « Già a quell'epoca
voi avevate coscienza dell'avvenire scientifico elevato che vi
era riserbato. I vostri professori ed anche i vostri condisce-
poli ne erano egualmente persuasi, e più di ogni altro io avevo
fede in voi ».
I '
6H4 Secroloyia ne lenti fica del 1907 ,
Nel 184(>, Berthelot ottiene il premio di onore di Filosofia
al Concorso Generale e finisce per consacrarsi alla scienza
senza passare attraverso a scuole di sorta.
Nel 1861 entra nel Collège de France^' in qualità di prepa-
ratore Tre anni dopo, nell'età di 27 anni, pubblicò un lavoro
sulla riproduzione dei corpi grassi neutri naturali, che fu
assai lodato, e che conteneva in germe le idee scienti ficheiil
cui sviluppo doveva procurare più tardi al Berthelot una
fama mondiale. Professore alla Scuola di Farmacia nel 1869,
professore al Collegio di Francia nel 1866 dietro creazione di
una cattedra speciale fatta dal ministro Duruy per sollecita-
zione di un certo numero di professori del Collegio di Francia
<'apitanati da Balard; membro delT Accademia di Medicina nel
18fìB, membro dell'Accademia delle Scienze nel 1873 Già nel
18(J5 egli aveva ricevuto da quest'Accademia il premio Joecher,
per i suoi studi sulla riproduzione artificiale per via sinte-
tica di un certo numero di sostanze chimiche esistenti negli
esseri viventi. Durante la guerra del 1870, chiamato al servizio
del suo paese e eletto presidente della sezione scientifica del
Cam ite de défense^ si occupa della chimica degli esplosivi,
e dirige, durante l'assedio di Parigi, la preparazione della
nitroglicerina e della dinamite, che dovevano servire agli
assediati
Eletto nel 1876 ispettore generale dell' insegnamento, si
occupa zelantemente della riorganizzazione degli studi in
Francia; nel 1877 è nominato i)residente della Commissione
delle sostanze esplosive, cui si deve, fra l'altro, l'introduzione
nella balistica moderna della melinite.
Nel 1881 fu eletto senatore inamovibile, e ne profittò per
perorare in numerose circostanze la causa dell' insegnamento
superiore e delle ricerche scientifiche. Entrò nel 1886 nel mi-
nistero (ioblet come ministro dell'istruzione pubblica, e durò
come tale fino al maggio 1887. Nel 1889 VAcadéniie des
Sciences lo eleggeva segretario perpetuo; nel novembre 18^)5
fu ministro degli afi'ari esteri nel ministero Bourgeois, per un
quadrimestre circa, con poca fortuna. Frattanto la sua atti-
vità indefessa di scienziato gli aveva guadagnato una fama
grandissima in Francia e fuori ; allorché fu celebrato, nel 1901,
il suo giubileo scientifico, esso riusci una serie di manifesta-
zioni grandiose cui parteciparono tutte le nazioni civili.
A trentatre anni il nome di Berthelot, conosciuto dai chi-
mici di tutto il mondo, penetra anche nei salotti parigini,
come tes*^imoniano le lettere dirette nel 1860 e 1861 dalla
signora Didier alla signora Edgar Quinet : « .Je ne veux
oublier de vous faire part d'un savant très savant qui a noni
Berthelot. On ne iure que par lui rue de l' Guest (casa di^Mi-
chelet). M.me Micnelet m'a dit qu'il irait à la postérité et
qu' il ne s'en tenaìt pas au genie. Il est, de plus, plein
d'esprit et d'une société charmante. Elle m'en a tait un por-
Necroloijia svientiflca del 1U07 635
crait d'homiue accomplì ; ,)e suis curìeuse de ce prodiga, je
deraaude à le conuaitre et à vous en dire inon impreaaìon *.
Questa il 2C ottobre 18C0. Dopo averlo conosciuto, la stessa
signora scrive in data Vd gennaio 18(!1. « Il parait timide, il a
«ne figure très douoe et très intOressante. J'ai beaucoup goùté
la conversation de M, Bertbelot. Sv.j'ai un regret, e' est de ne
pouvoir le suivre sur le terrain de la science; il a. i'ait de gran-
de» découvertes en chimie et publié deux volumes au-dessus de
Marcellino Berthelol nel ano laboratorio.^ .SW
ina poi'tée: J'en ignorerai» ju?qu'à la langue. Maisl'on' dit
[|iie l'expoiition du livra est abordable. et donne lea coiiclu-
sions de l'ensemble de ses travaux. Je tiit^herai de m'en faire
tme idée. A« reste, il ii' est ('tranger à rien, il a i-epu une
rducation très littéraire ».
La gloria scieutitica del Bei'thelot ù legata a due grandi
gruppi di scoperte; quella sulla sintesi dei composti organici
e ranella sulla termochimica.
Gli studi sulla sintesi dei corpi organici t'urono iniziati
dal Berthelot circa mezzo secolo fa: un modesto premio di
8500 franchi, aggiudicatogli dall'Accademia delle Scienze ni^l
536 Necrologia scientifica del 1907
1861, ricompensava « le sue ricerche relative alla riproduzione
per via sintetica d'un certo numero di specie chimiche esi-
stenti nei corpi viventi ». Su questa strada egli fu il pioniere,
e la gratitudine, che gli devono perciò V industria e il benes-
sere materiale delP umanità civile, non è certo minore di quella
che gli devono le scienze pure. Infatti, il Berthelot, cresciuto
fra una generazione di chimici, che si preoccupavano sopra-
tutto di analisi, fu il primo ad intuire i vantaggi che non solo
la scienza ma anche V industria avrebbero ottenuto se i chi-
mici si fossero occupati anche della sintesi: e cioè si fossero
accinti — coi mezzi di laboratorio dapprima, coi metodi indu-
striali più tardi — a formare artificialmente certe sostanze
organicne, di cui l'analisi aveva svelato con precisione la
oomposiziont*.
Il Borthelot si attaccò dapprima alla riproduzione dei corpi
grassi, e le sue scoperte in proposito ebbero subito un con-
traccolpo benefico sulT industria dei saponi: più tardi applicò
lo Htt*HH0 ordine di ricerche a corpi assai più complessi, e spe-
cialmente alle sostanze coloranti contenute in certi vegetali;
p(M' tal modo egli scopri la somiglianza di composizione che
qu(»st«» sostanze avevano con certi carburi M idrogeno, che si
potevano ottenere facilmente trattando chimicamente i pro-
dotti di distillazione del carbon fossile: e cioè egli intuì che
colla itintetfi di questi prodotti si potevano ottenere dei corpi
assai simili od anzi identici a quelle. Ebbene, V industria mo-
derna della tintoria deve il suo immenso, meraviglioso svi-
luppo all'applicazione in grande di queste idee: che se gli
scienziati tedeschi ebbero il merito di approfondir meglio le
applicazioni pratiche della teoria, è certo che il merito di
avere sviluppato i punti essenziali della teoria appartiene al
Berthelot
Più tardi ancora il Berthelot sperò di poter applicare gli
stessi metodi alla ripi'oduzione artificiale di sostanze di una
importanza anche più grande per l'umanità, e cioè alla ripro-
duzione artificiale e in forma concentrata degli idrati di car-
bonio e dei composti azotati contenuti negli alimenti: è questo
ordine di ricerche che fu riassunto in una formula diventata
celebre e di cui si attribuisce la paternità appunto al Berthelot:
« I nostri nipoti pranzeranno con delle pillole ».
Ma in qt^esta direzione gli sforzi del Berthelot ebbero dei
successi scarsi, certo enormemente minori di quelli ottenuti
nello stesso tempo in Clermania dal Fischer, dall' Abderhalden,
e da altri.
Per ciò che concerne la termochimica, il Berthelot ebbe
campo di esplicare ampliamente la propria attività sia col-
l' invenzionf di apparecchi (bomba calorimetrica), sia con deter-
minazioni dalle quali scaturirono leggi semplici ma molto
interessanti.
L'utilità pratica di siffatte ricerche è altissima e tocca si
può dire ogni parte della chimica industriale. Ma ne è parti-
Necrologia scientifica del 1907 537
■ ' ■' - ' ' ■- ■ ■' ■ ■ ■■ ■ ■■■■■■ ■■! ■ ■■ ■ ■ I ^ - ■ ■ ■ .
colarmente beneficiato il capitolo che riguarda gli esplosivi.
Il Berthelot apparteneva a numerosissime Accademie.
La sua morte avvenne in Parigi il 18 marzo 1907 in con-
dizioni quasi drammatiche. Egli aveva assistito nella giornata
ad una seduta daòW Académie^ ed era ritornato a casa, al capez-
zale della moglie, che da alcuni giorni era ammalata di pneu-
monite. Lo stato della signora Berthelot era grave ma non
allarmante. Ma, nella serata, mentre il Berthelot stava lavo-
rando in una sala attigua alla sua camera, ella tu presa da
un peggioramento improvviso e soccombette dopo pochi minuti
I famigliari accorsero a chiamare il Berthelor, ma questi non
arrivò al letto della moglie se non dopoché questa era già
spirata. Alla vista del cadavere il Berthelot cadde all' indietro,
tra le braccia dei figli, esanime. Tutte le cure prodigategli
furono inutili: anch' egli era spirato, colpito da una sincope.
Il Berthelot aveva presentito di morire, e appunto in queste
circostanze: infatti, il giorno stesso, allorché era ritornato a
casa, aveva detto ai suoi figli: « Se vostra madre morisse io
non saprei sopravviverle ». Poche ore dopo, il lugubre presen-
timento si avverava.
Bertrand (Marcello), n. nel 1847 e m. a Parigi nel 1907.
Distinto geologo, ingegnere capo delle Miniere e professore
alla scuola delle Miniere. Era figlio dell' illustre matematico
Giuseppe.
Von Bbzold (J. F W.), n. nel 1837 a Monaco, studiò a
Gòttingen, ove prese nel 1860 il grado di dottore in filosofìa
Successivamente libero docente e professore di fisica alla Uni-
versità di Monaco, venne chiamato, nel 1878, alla direzione
della stazione centrale meteorologica bavarese. Nel 1885 fu
posto alla testa dell' Istituto meteorologico di Berlino e inca-
ricato di un corso di meteorologia in quella Università. Hior-
ganizzò il servizio meteorologico prussiano, che, come è noto,
è oggi fra i più importanti del mondo intero
Casali (Osvaldo), n. il 20 agosto del 1824 a Camerino. A
soli 22 anni conseguiva, il 14 luglio 184(i, la laurea ad honorem
in filosofia, matematica e fisica, presso la patria Università,
nel 1851 quella in teologia e nel 1854 quella in ambo le leggi.
Vera tempra di scienziato — ha scritto il prof. Gallerani,
suo degno successore, in una notizia dalla quale riassumiamo
questo cenno necrologico — dal perspicace, lucido pensiero,
rivolse gran parte del suo fervore alla scienza a Lui predi-
letta, la fìsica medica.
Nel 1851, a 27 anni, veniva nominato Membro del Collegio
filosofico-matematico nell' Università di Camerino, e nel 1862,
professore di fisica medica e quindi Direttore dell' annesso
Gabinetto.
i8tì yecroloyia .icientifiea del lit07
K la fisica e le matematiche pure insegnò dal 1865 al 1883
leir Istituto tecoico.
a lucidità della ^ua mente
I 1878 dalla ditta Paravia.
studi delle scienze bìolo-
) attinge la mèta se non
ioni, a finalità mediche e
ìdillicoltA iinponeiiti dì uu
ammirazione >
i quella del Casali formavai
a dei cultori della scienza ;
navn una intuizione pro-
ispondenti all' Importanna
avere iniziato in Italia
K la Incuoia lìsica-iuedicB
mostrano appunto le sue
applicazioni della liaicn
ir epi^i:ate * Scìentianim
ne! 1880 al Concorso Que-
Stieiize, Lettere ed Arti,
eferenza fra cinque aspi-
■m uno di Uei-mania. <Fra
} l'anonimo: Scientìai-um
demente gli altri per chia-
srudìzione » ; e sì trovava
«l'apertura della scheda,
noine di un egregio cultore
aiLieriiio, perché il Casali
, è ini Trattato di mecca-
[i molto ho appreso, è Inr-
^on la rompetenzadi tifico
uo zelo di insegnante. I^a
ante. Alle lezioni dedioav»,
de la chiarezza, il colorp,
ito efficaci.
nia, riflesso della sua siti-
a rendere efficace il .suo
e erano i .«uoi prediletti,
Necfoloyia ncientifiea del 1907
Cl.ERCKE (Miss AgnesMaryJ, notissima ed apprezzata vol-
gari zzatrice dell' Astronomia, D. il 10 febbraio 1842 in Iilandu
e morta il 20 gennaio 1»0T.
Crova (A.), Prot'esaore alla facoltà di Scienze di Montpellier
dal 18T0 e corrispondente nella Sezione di Fisica dell'Acca-
demia delle f-cienze dal 1886.
Era nato nel 1833 a Perpignon. Lascia importanti lavori,
in particolare sulla costante di radiazione notare Gli si deb-
bono ingegnosi apparecchi come il suo attinometro, il ano
spettrofotometro e il suo pirometro ottico.
D.VNIBLSON (E.) era uno dei più distinti ingegneri svedesi.
Nato a Varsavia nel 18*!G, dopo seri stadi divenne nel ISIM)
ingegnere della • 'W'enBtrom Consolitated Dynamo and Motor
Co. di Lynn » (S. V. à'A). poi della . Thomson Houston Co. .
che si fuse poco dopo colla « Edison Company di Schent'ctady >
per formare la < General Electric f'o. *. Durante i due anni
che passò in America, Danìeison ebbe ad intraprendere lavori
importautissìAii e acquistò nozioni assai estese sulla costru-
zione delle macchine.
Dopo avere visitate le principali officine europee, entrò nel
1893 come ingegnere capo, poi direttore tecnico, di una imper-
li Danielsou ha avuto una parte importante nello svi-
luppo delle correnti polifosiche, e le prime installazioni e^^e-
fuite da luì funzionano ancora nel modo più soddisfacente,
ra altre notevoli invenzioni, gU si deve la generalizzazione
del montaggio in cascata coli' impiego di motori a numero di
poli differenti. Infine, durante questi ultimi anni si era molto
occupato della questione della trazione per corrente monofase.
ed ha pubblicato interessantissimi studi sui motori ntìlizza-
Ijiti ])er questo genere di trazione.
Fesciier 'Luigi), Botanico di alto ^
&5 anni nella Università di Berlino. :
maggio liWT.
Gandini (Giovanni), morto il 10 ottobre 1SK17. Insegnava la
tisica net liceo di Lodi, ed aveva acquistato una certa noto-
rietà per una forma semplice ed economica di accumulatore
elettrico.
Gkal'ihek f.ì. J.). Ni
per le sue ricerche stili
640 Necrologia scientifica del iifOl
di clinica delle malattie dell'infanzia. Era stato uno dei col-
laboratori di Pasteur nei suoi lavori sul vaccino della rabbia.
Membro delP Accademia di medicina dal 1882.
Hanbury (Tommaso), inglese, auiante degli studi e del-
l' Italia. Mecenate. Dotò V Istituto botanico di Genova e Ven-
timiglia di un giardino di acclimatazione. M. a 75 anni il
10 marzo.
Heilprin (Angelo), n. il *òl marzo 185B nella piccola città di
Satoralja-Ujhely (Ungheria), da un intimo amico di Kossutli
che fu uno dei capi dei Polonesi nella lotta di questi per Tindi-
pendenza. Non aveva che tre anni quando la sCia famiglia, esi-
liata dalla Polonia, si rifugiò in Inghilterra e di là in Ame-
rica Avendo dedicato il suo spirito alle scienze naturali e
particolarmente alla Geologia, venne di nuovo in Europa
per completare la propria istruzione a Londra, a Ginevra ed
a Vienna.
Ritornato in America, fu professore di Paleontologìa e di
Zoologia air Accademia delle Scienze naturali di Philadelphia,
poi di Geografia fisica all' Università di Yale a Newhaven.
In numerosi viaggi che fece ebbe occasione di eseguire im-
portanti investigazioni nel dominio della Geografìa e della
Geologia Nel 188H fece uno studio approfondito della peni-
sola della Florida.
Due anni più tardi esplorò la regione centrale del Messico;
nel 181)0 fece un viaggio alle isole Bermude; nel 1892 con-
dus.se una spedizione di soccorsi inviati a Peary.
Fondatore e primo presidente della Società di Geografia
di Filadelfia, ha .scritto numerose memorie nel bollettino di
essa.
Hercjott (G.). Professore alla facoltà di Medicina di
Nancy, era uno dei trasferiti dalla Università di Strasburgo.
Insegnante dei più stimati ed amati, sapeva porre al servizio
del suo insegnamento una larga e profonda e geniale eru-
dizione.
Heuzé (Luigi Gustavo). Nato a Parigi il 18 settembre 1810
è morto a Parigi il 18 aprile 11)07, lasciando in tutti coloro
che lo conobbero il migliore ricordo.
•Professore di agricoltura a Grandjonau, dirigeva la fattoria
annessa alla scuola ove insegnava, dividendo cosi il suo tempo
fra 1' insegnamento e la applicazione delle sue cognizioni teo-
riche alla pratica della grande coltura.
Tutta la sua vita fu una esistenza di lavoro e di aposto-
lato per la propagazione delle buone e sane dottrine agricole.
Dalla prima giovinezza, dall'inizio della carriera nella
quale e.sordi come insegnante, sino all'epoca in cui a forza
di lavoro e di perseveranza e per suo solo merito potè arri-
Necrologia Hcienttfica del 1907 541
vare alle funzioni più elevate, ali* ispezione generale delPAgri-
coltura, ad una cattedra all'Istituto agronomico, non ha 4nai
deviato dalla linea che si era tracciata.
Collocato a riposo per avere raggiunti i limiti di età, si
consacrò, con forte attività alla redazione di numerose mono-
grafie agricole, che gli valsero, ovunque l'agricoltura è in
onore, ottima riputazione.
Egli ha lasciato in tutti i suoi allievi il ricordo di eccel-
lente professore: dotato di forte memoria, mantenutasi sem-
pre inalterata, non vi era per cosi dire questione alcuna ri-
guardante la pratica agricola, sulla quale egli non potesse
fornire, senza ricorrere ad alcuna ricerca bibliogratica, gli in-
segnamenti che gli si richiedevano
La Società nazionale di Agricoltura di Francia lo aveva
chiamato nel 18^55 a succedere, nella sezione della grande cul-
tura, a de Tracy; poi, nel 1898, ad occupare lo scanno della
presidenza Cavaliere della legione d'onore, aveva molte ouo-
rilicenze nazionali ed estere ed apparteneva a numeroso So-
cietà ed Accademie.
HoUDAiLLE (Francesco). Professore di tisica alla Scuola
nazionale di agricoltura di Montpellier, morto sui primi di aprile
1907, dopo lunga malattia. Non aveva che quarantasei anni,
ma si era acquistata già larga reputazione j)er diverse opere
generali sulla meteorologia e la mineralogia agricola e per
numerose memoiie sulla meteorologia, scienza da lui stMiipre
prediletta.
Janssen (P. G. C.Per il progresso della Scienza alla quale si
era dedicato, disse il presidente dell' Accademia di Parigi, nella
commemorazione .della quale ci serviamo per questo cenno,
Janssen sviluppò una attività ed una energia che erano di-
venute leggendarie. Lo si vede accettare o provocare mis-
sioni che lo conducono nelle due Americhe; in Asia, dall'India
al Giappone; in Oceania; dalle Caroline alle Sandwich: in Al-
geria, alle Azzorre, in Grecia, in Italia, in Svizzera. Egli non
rifiuta le ascensioni di montagna, nonostante che sia claudi-
cante: e tutti ricordano la salita sulla cima del Monte bianco
in sedia letto. Non temè le ascensioni in pallone, tanto che
nel 1870 fu trasportato in areostato fuori di Parigi assediata
perchè doveva andare ad Orano, ad osservarvi una eclisse
di sole
Fibra tenace, dovè compiere sforzi vigorosi per ottenere e
realizzare la creazione dell'Osservatorio di Astronomia fisica
di Meudon e di quello del Monte bianco
E quanta fecondità ebbe la attività sua prodigiosa aiutata
da una penetrante intelligenza, per il progresso della Astro-
nomia in generale, dell'Astronomia fisica in particolare!
Dall'analisi spettrale, inaugurata ad Heidelberg da Kir-
chkoff e Bunsen, nelle sue applicazioni allo studio della Chi-
542 Necrologia Hclentifica del 1907
mica solare Janssen seppe trarre la memorabile scoperta delle
righe telluriche che si aggiungono alle righe aolari propria^
mente dette per il passaggio della luce del sole attraverso al-
l' atmosfera terrestre. Le ricerche di Janssen su questa impor-
tante questione rapprasentano una somma enorme di lavoro.
Egli ha moltiplicato non soltanto le sue osservazioni, ma an-
cora le sue esperienze, poiché seppe fare della astronomia spe-
rimentale variando le condizioni di osservazione. Tutta la pre-
cisione desiderabile è stata data alla conoscenza dello spettro
tellurico ed alla dimostrazione della realtà della sua origine
terrestre. Gli è sopratutto sull'azione considerevole esercitata
dal vapore dell'acqua sulla formazione di questo spettro tellu-
rico che Janssen si è appoggiato e che ha fatto le sue osser-
vazioni e le sue esperienze più notevoli.
Munito di queste preziose nozioni, Janssen potè affermare che
non esiste nel sole uè ossigeno né vapor acqueo. E stabilendolo,
avrà preparato il confronto della composizione della nostra
atmosfera con quella degli altri corpi planetari : tali V atmo-
sfera di Marte e quella di Saturno, ove Janssen ha constatata
r esistenza del vapore acqueo.
Il compianto illustre astronomo scopri anche il modo di
far servire 1' analisi spettrale allo studio delle protuberanze
e dei fenomeni circumsolari, indipendentemente dalle rare e
fuggitive occasioni di osservazioni fomite dagli eclissi. Lo
stesso metodo gli ha permesso di dimostrare più tardi che il
superbo fenomeno della corona delle eclissi totali è dovuto
air immenso sviluppo gasoso del quale egli ha dimostrato la
esistenza ed al quale Janssen ha dato il nome di atmosfera
coronale,
^, Un altro dei grandi titoli scientitici che si è acquistato
Janssen è l'immenso progresso realizzato in Astronomia colla
iscrizione fotogratica delle diverse fasi del passaggio di Ve-
nere sul sole, per mezzo dell' istrumento che ha chiamato re-
rolrer fotografico.
A Meùdon, ove dirigeva quell'Osservatorio, Janssen si era
particolarmente dedicato alla fotografìa solare ed alla deter-
minazione delle condizioni che permettono di ottenere delle
immagini che diano tutti i dettagli della superfìcie dell'astro
Pietro Giulio Cesare Janssen era nato il 23 febbraio 1824
a Parigi. Dapprima si dedicò alla pittura che doveva poi es-
sergli utilissima specialmente nei suoi viaggi quando la foto-
grafìa non era ancora cosi facile e cosi diffusa. Si dedicò alla
scienza solo nel 1852 e cominciò la carriera di insegnante come
supplente al Liceo Carlo Magno.
Kelvin f^Lord) v. Thomson (William).
Kerr (John). Nato ad Ardrossan nel 1824, studiò all'Uni-
versità di Glascow. Kel 1857 divenne professore al Free Church
Neerologiti ncìentiftcu <M 1907
mal Training College e occupò questo posto sino a) e
Il Kerr era principalmente noto per la celebre scopertn
del fenomeno che porta il suo nome (1877), e che i'u il punto
di partenza delle ricerche elettro-ottiche e id
durante questi ultimi trenta anni. Come si sa, e)
primo che, quando sì fa cadere un raggio di lui
una elettro-calamita, il piano dì polarizzazione
rotazione di un certo angolo in senso inverso ali
convenzionale della corrente che percorra l'avvo.
elettro-calamita.
Kleis (Carlo), morto il 23 giugno 1907. A]
r Accademia dei Lincei come socio straniero pe
grafia e Mineralogia sin dal i) agosto 1899, Al i
sua morte era professore di Mineralogia alla
Berlino. Si era aopratutto specializzato nello sti
prietà ottiche dei minerali Su tale soggetto g
anzi numerose e pregevoli nionogi'alìe,
Krbittz iH.j, direttore della celebre raccolta
sche Naclirichten >, alla pubblicazione della qui
LAFt'AKQUB (J.). Nato nel lti64, segui i cora
di Fisica e Chimica della città di Parigi ed
r iniziativa di creare per la Federazione dei
corso di elettricità pratica. Queste corsp venn
dalla Città di Parigi in corso pubblico e il L&fft
ad esso sino gli ultimi momenti di sua vita.
Nel 1899 pubblicò, in collaborazione con Bos
tolata t Distribuzione dell'energia elettrica ,in Oer
risultato di una missione in Germania. E ancl
trattato conosci u ti ssimo « Manuale pratico del li
tricista >, la cui prima edizione costituisce ui
genere. Nominato segretario della redazione del
1888, ne divenne condirettore nel 1896.
Lanino iGiuseppel, n. a Torino I'U giugno
Bardouecchia 1' 8 agosto 1907. Già Direttore dei
Rete Adriatica, fu uno dei più eminenti ingegn
e di quella schiera di ingegneri piemontesi —
comni. fiinaldi — che col traforo del Frejus,
zione ed esercizio della classica linea Torino-A
nova e delle ferrovie meridionali seppero emanc
ter vento straniero
544 Necrologia arientifica del 1907
Laussedat (Aimé), distinto scienziato francese che aveva
percorsa la carriera militare sino al grado di colonnello, e
che aveva assunta nel 1881 la direzione del Conservatorio di
arti e mestieri a Parigi ; era nato a Moulins (Allier) il Ve
aprile 1819. L'opera che gli ha valso la maggiore notorietà
è quella che riguarda i rilievi topografici colTuso della foto-
grafia. Egli chiamò questa arte Metro fotografia. Ora la dicono
fotogrammetria.
LoBWY (Maurizio). Nato a Vienna il 16 aprile 1833, iniziò
la sua carriera scientifica come aiuto aspirante nell' Osserva-
torio di quella città, e non tardò a farsi distinguere per i suoi
primi lavori, a tal punto che la sua notorietà raggiunse Pa-
rigi, ove r illustre Leverrier, allora direttore dell' Osservatorio,
lo chiamò presso di lui Da quel momento sino ad oggi, vale
a dire durante quasi un mezzo secolo, il Loewy rima.se in quel
grande Istituto percorrendo grado grado tutti i gradini sino
alla direzione. Divenuto francese a trentun anni, quattro anni
dopo, cioè, che era andato presso Leverrier,* fu, come ufiìciale
del genio, incaricato di un servizio telegrafico e di segnali du-
rante l'assedio di Parigi
Sino dal 1872 il Loewy entrava come astronomo titolare
all'utìicio delle longitudini e prendeva una parte attiva ed
ininterrotta sino alla sua morte alla redazione dell'Annuario
dell' ulìicio e della « Connaissance des Temps », lo strumento
indispensabile di tutti i navigatori.
Nel 187j{ fu eletto membro dell'Accademia delle Scienze in
sostituzione del De Cannay. Nel 18i»3 fu chiamato alla presi-
denza di questa Accademia e nello stesso tempo a quella del-
l' Istituto intero.
Nel 1876, da vice direttore che era sino dal 1878, viene
promosso direttore dell'Osservatorio di Parigi in sostituzione
del Tisserand.
Alle funzioni di direttore che adempieva con scrupolo ed
intelligenza esemplari, egli accoppiava un pertinace lavoro di
ricercatore assiduo, tanto che di lui si ebbero ad ogni mo-
mento importanti memorie scientifiche.
Citeremo i suoi studi sulla costante dell' aberrazione e
della rifrazione; sulla determinazione degli errori di divi-
sione di un cerchio meridiano. Questo ultimo lavoro, in
particolare, comunicato recentemente all' Accademia delle
Scienze, dà la soluzione di una questione capitale per le ope-
razioni astronomiche, e che era stata cercata prima di lui in-
fruttuosamente da un gi*an numero di studiosi.
Maurizio Loewy ha immaginato un celebre apparecchio,
conosciuto, in causa della forma, sotto la denominazione di
equatoriale ."^pezzato (coudó) ed al quale per grande modestia
egli non aveva voluto dare il proprio nome.
Con siffatto strumento di dimensioni considerevoli, l'astro-
nomo può oggi eseguire facilmente con rara precisione osser-
Necroiogia scientifica del i907 545
vazìoui estese di immagini ingrandite notevolmente. Tanto è
ciò vero, che la maggior parte degli Osservatoli cosi francesi
come stranieri, ne hanno adottato Puso
Fra i lavori del Loewy, degno di nota ed eseguito colPequa-
toriale di sua invenzione, deve citarsi V € Atlante fotogratìco
della luna », all'esecuzione del quale, coir aiuto di P. Puiseux,
si consacrava da parecchi anni, e le cui ammirabili prove
hanno permesso di cominciare uno studio del satellite del no-
stro pianeta sotto il punto di vista cosmogonico.
E in gran parte sotto la sua attiva direzione che fu ese-
guito il grande lavoro della nuova osservazione e riduzione
delle stelle di Lalanc^ al cerchio meridiano, comprendente
circa 900000 osservazioni singole; o grandissima parte egli
ebbe nella determinazione delle differenze fra Parigi e Marsi-
flia, Marsiglia e Algeri, Algeri e Parigi, Parigi e Berlino,
arigi e Roma, Parigi e Bregenz, Parigi e Vienna,
Alla sua grande iniziativa devesi la memorabile impresa
intemazionale dello studio della parallasse solare, mediante
osservazioni fotografiche e visuali di Kros^ la conferenza
per- l'unificazione delle principali costanti astronomiche da
usare nei diversi annuari, e inline la felice prosecuzione dei
lavori del « Catalogo » e della « Carta fotografica del cielo »,
Dopo Bessel, il Loewy fu uno di quelli che maggiormente
centribuirono ai progressi dei metodi di alta precisione nelle
osservazioni astronomiche.
Dotato di una perseveranza che non si lasciava scoraggiare
da alcun ostacolo, aveva la gran forza di sapere concentrare
la propria attività intellettuale su di un solo argomento sino
a che non aveva raggiunto il fine che si era proposto
Egli era stato eletto successivamente membro dell'Accade-
mia delle Scienze di Vienna, di Berlino, di Pietroburgo, della
Società delle Scienze di Harlem, di quella di Albany, della
Società finlandese delle Scienze, dell' Accademia dei Lincei.
Aveva ottenuto la gran medaglia della Società Reale di
Londra.
Era presidente del Comitato internazionale della carta fo-
tografica del cielo, e venticinque anni fa era stato uno dei
primi presidenti della Società internazionale degli elettricisti.
Mascari (Antonino), ingegnere, astronomo, era aggiunto
air Osservatorio astrofisico etneo Lavoratore attivo e intelli-
gente, m. il 18 ottobre.
Maxnvbll (T. Masters). Redattore capo del Gardener's Chro-
nicle di Londra, è morto nel giugno 1907 all'età di 74 anni.
Era un botanico eruditissimo ed una alta intelligenza aperta
a tutte le grandi idee, tanto che godeva nell' Inghilterra intera
e nel continente di una grande riputazione e della stima
più rispettosa. Era succeduto nel 1805 al Lindley nella dire-
ASMUAHIO 80IKSTIFICO — XLLV 38
546 . Necrologia scientifica del 1907
zione del grande giornale inglese, la cui influenza è conside-
revole nel mondo intéro. Gli si debbono importanti lavori ed
un autorevole trattato di Teratologia vegetale. Era membro
della Società Reale d^ Inghilterra e deirAccademia delle Scienze
di Parigi.
Mendélkbff (D. I.). Dmitri Ivanowitch Mendéléeff, nato
il 7 febbraio 1834 a Tobolsk in Siberia e morto a Pietroburgo
il 2 febbraio 1907, era professore di Chimica- alP Università di
Pietroburgo dal 1858, da due anni dopo cioè che aveva abban-
donato r insegnamento secondario
La sua fama era universale ed i suoi lavori hanno toccato
tutti i rami della Chimica, oltre .che egli fu maestro vero
nella scuola e coi libri. Il suo trattato di Chimica organica
fece epoca, ed i suoi Principi di Chimica portarono una vera
rivoluzione, perchè ricchi di idee nuove e suggestive. Basti
dire che fu in questo libro che Mendéléeff sviluppò la grande
generalizzazione conosciuta sotto il nome di Legge periodica
ed alla quale egli deve non piccola parte della sua fama. Sul-
V argomento presentò anche una memoria alla Società chimica,
intitolata: « Sul rapporto delle proprietà e dei pesi atomici
degli elementi ». Nel trattato, Mendeléeff" ìndica che quando
formò il sistema periodico fece uso delle precedenti ricerche
di Dumas, Gladstone e Pettenkofer senza conoscere i lavori
di Chaucourtois e di Newlands. Come è noto, quest' ultimo
aveva cinque anni prima attirata V attenzione sulla periodi-
cità delle proprietà degli elementi disposti nell'ordine dei loro
pesi atomici ed ancora suggerito che gli spazi vuoti nella
tabella potessero corrispondere ad elementi ancora sconosciuti
i cui pesi atomici non fossero stati determinati esattamente.
Ma il lavoro di Newlands era stato ricevuto con incredulità
e anche con qualche derisione, e fu appunto il Mendéléeft* che
svogliò sull'argomento l' attenzione del mondo scientifico. Tanta
era la convinzione posseduta dal Mendéléeft* sulla bontà della
idea che non esitò a predire e la esistenza e le proprietà
generali e il comportamento chimico di nuovi elementi sino
allora sconosciuti, e ciò in corrispondenza dei vuoti della
tabella da lui costruita. Quando si isolarono il gallio, lo
scandio ed il germanio, si riconobbe che essi realizzarono in
modo sorprendente le predizioni del Mendéléeif. Anche la esi-
stenza dei gas inerti dell' atmosfera era predetta dalla legge
periodica.
Il Mendeléeff non si limitava a predire la esistenza di ele-
menti nuovi e le loro proprietà. Correggeva pesi atomici fino
allora accettati per metterli in armonia colla sua tabella. Le
ricerche di Roscoe e di Zimmermann hanno difatti mostrato
che il chimico siberiano aveva ragione di ridurre il peso
atomico dell' uranio a 120, mentre che era stato fissato in 240.
Mendeléeff fu scrittore molto prolifico e ricercatore inde-
fesso. Aumentò le nostre cognizioni nel campo della Minerà-
Xecrotoffia scienti/ica del 1907
logia e delln Geologìa chimica, ed intraprese diverse ricerche
di grande importanza pertinenti alla Chimica organica. Pub-
blicò nel IStiS la prima enciclopedia russa di Chimica tecnica
ed esercitò una influenza considerevole sull'industria del petrolio
russo. Acquistò poi grande riputazione per i suoi contributi
alla Chimi co -fi sica, e, come già in parte abbiamo detto, alla
Filosofia chimica. Fra le più importatiti si possono citare le
sue ricerche sui voium
di Kopp mentre era i
.sino al 1870.
L'ultimo lavoro del chimico russo fu la sua «concezione
chimica d^' etere ».
Moiss.»N (Enricol, distintissimo chimico francese del qunle
avemmo occasione di parlare nel precedent* Annuario, a pro-
posilo del premio Nobel ad esso conferito. Era nato a Parigi
648 Necrologia nctentifica del Ì907
il 28 settembi-e 1862. DelP opera di lui vasta, varia e profonda,
basta ricordare V isolamento del fluoro e la costruzione del
primo forno elettrico che fu mezzo validissimo per lui a note-
volissime ricerche. E' morto in marzo del 1907.
MuRBT f Enrico), morto il 24 aprile a Parigi nell'età di
77 anni. Agricoltore dei più ^istinti della Francia. Era membro
della Società Nazionale di agricoltura di Francia ove aveva
sostituito il marchese de Vogui^.
OrDBMANS (J. A, e.) di Utrecht, ha consacrato i più belli
anni della sua vita alla esplorazione dell'arcipelago Malese.
Le determinazioni geodesiche che la scienza deve alla sua
prodigiosa attività sono delle più abbondanti e delle, più
prerise.
Paulsbn (A. F. W.j, nato nel 18iJ3 e morto V 11 gen-
naio 1907. Fece i suoi studi all' Università di Copenhagen e
divenne professore di Fisica. Dal 1884 dirigeva l'Istituto me-
teorologico danese.
La sua attività scientifica venne spiegata specialmente nello
studio delle aurore boreali, ma contribuì anche a completare
la organizzazione del servizio meteorologico danese, special-
mente per la installazione di stazioni di osservazione in Groen-
landia ed in Islanda. E gli è appunto in grazia di questo che
c^uest' ultimo paese può trasmettere attualmente un dispaccio
meteorologico quotidiano a certi istituti europei.
PRRKIN (William). Distìnto chimico il cui nome è legato
alla scoperta del primo colore di anilina nel 1856. Nel 1906
si era celebrato con un giubileo il cinquantenario della sua
Hco])erta che ha preluso ad una trasformazione dell' industria
della tintura.
Era stato scolaro di Hofì'mann a Oxford, e sino al 1874 aveva
diretta la fabbrica di colori di anilina da lui impiantata ad
Hanow.
Mori nell'età dì «9 anni il 14 luglio 1907.
RoozKBooM (Backuins), professore di Chimica inorganica
all' Università di Amsterdam, fu uno dei migliori cultori della
chimica fisica. M. r8 febbraio 1907. Era nato ad Alkniaar
nel 1854.
HussBL (H. C.) m. il 22 febbraio 1907. Membro della So-
cietà Jleale di Londra, successe nel 1870 a Smalley come
astronomo del Governo della Nuova Galles del Sud e direttore
del r Osservatorio di Sidney. A lato dì ricerche astronomiche
assai apprezzate eseguite in questo Osservatorio, egli compiè
un forte lavoro di organizzazione per dotare la colonia di un
servizio meteorologico bene organizzato, e specialmente d' una
«■V
yecroloyia acientìfica del 1907 640
completa rete di stazioni pluviometriche. Numerosi sono i
lavori suoi sulle condizioni cliroatologiche della Nuova Galles,
tanto più interessanti in quanto prima di lui quasi nessuno
si era occupato di siffatto argomento, e le indicate condizioni
climatologiche erano quasi completamente ignorate
ScHLAuDENHAiiFFEN (G). N. a Strasburgo nel 1830. Chimico
e tossicologo. Era uno degli ultimi professori dell* Università
francese di Strasburgo ora trasportata a Nancy.
Sella (Alfonso). Nato il 15 settembre 1865 in Biella dallo
statista Quintino e dalla signora l'iotilde Re^i si addottorò
in Fisica nell'Università di Torino nel 1887 e nello stesso
anno si recò a Gottinga a perfezionarsi sotto la guida dei
professori Hiecke e Voigt. Andò a Koma nel 1889 e nel 1890
fu nominato assistente del prof. Blasema. Consegui la libera
docenza nel 1894 e nel 1899 fu nominato professore straordi-
nario di Fisica sperimentale complementare.
Dal 1903 impartiva anche le lezioni di Fisico-chimica e da
molti anni ebbe pure V incarico dell' insegnamento della Mate-
matica ])er i chimici.
L'attività scientifica del Sella si è svolta principalmente
nei seguenti campi: fisica dei cristalli, raggi Rontgen, radio-
attività, ricerche magnetiche» azione delle onde elettriche sui
cicli d' isteresi magnetica per trazione e torsione
TI Sella prese sempre a cuore lo sviluppo delle scienze in genere,
della fihfica in ispecie. Fu promotore e poi segretario della
nuova Associazione per il progresso delle Scienze ed era segre-
tario della Società italiana di tisica.
Buono e valoroso, la sua perdita prematura fu vivamente
sentita da quanti lo conobbero.
Sbrfollbt Leone), distinto ingegnere, costruttore di vet-
ture a vapore, m. a Parigi il 10 febbraio 1907 a 47 anni.
SiACci (Francesco,, n. nel 1839 a Roma e m. il 31 mag-
ici© 1907 a Napoli. Prima colonnello di artiglieria, poi pro-
fessore di Scienza militare a Torino, poi professore di mecca-
nica suj)eriore nella Università di Torino e finalmente professore
di meccanica razionale in quella di Napoli. Era Senatore del
Regno ed ascritto alle principali Accademie ed istituti scien-
tifici d' Europa.
TAMrF:LiNi (Giuseppe). Professore di igiene e di zootecnia
alla Univer.NÌtà di Modena. Aveva fondato un importante
Museo zootecnico e pubblicate diverse opere. Mori nel marzo
del 1907.
TuiEKKY Augusto. Emilio, Lticiano . Nato a Tonnerre il
9 marzo WiVò e morto a Parigi il 22 giugno li>07, era figlio
A.N.M'AUIO (♦CIKKill-irtl — XLIV B6*
550 Necrologia scienti fica del 1007
di un distinto veterinario d» cui ereditò la passione per la
zooiatria, tanto che nel 1801 usci diplomato dalla Scuola vete-
rinaria di Alfort.
Dopo qualche anno di esercizio della professione ebbe l'in-
carico di fondare la scuola pratica di agricoltura di La Brosse
e poi ebbe la direzione di quella di agricoltura e di viticul-
tura di Beaune. Ma nel 190;i abbandonò tale incarico per
andare a Parigi a dirigere un giornale agricolo ed a collabo-
rare in altri.
Ha pubblicato numerose monografie e molti articoli, mostran-
dosi studioso dotato della bella facoltà di mettere la scienza
alla portata dei campagnuoli.
Aveva numerose onorificenze ed era membro di numerose
società agricole e veterinarie.
Thomson (William). Grande mente è questa che quest' anno
scomparve, mente pronta alle considerazioni più astratte, cosi
come alla soluzione dei problemi che meglio ravvicinano il mondo
pratico. « Questa alleanza della teoria e della pratica — ha
scritto H, Poincaré — è (certamente il carattere distintivo del
genio di lord Kelvin. Io lo vedo ancora sfogliare dinanzi a
me i suoi scartafacci nei quali ricerche sulla teoria cinetica
dei gas si trovavano mescolate a calcoli relativi ad un cavo
sottomarino, e cosi bene mescolati che lui solo poteva racca-
pezzarvici ».
Sempre giovane nonostante la sua età avanzata , nulla
aveva perduto dell'ardore giovanile, nulla della sua forza di
entusiasmo, non la facoltà di adattarsi, di cambiare, di bru-
ciare ciò che aveva adorato. Fui molto sorpreso — scrive
ancora il Poiucan* — nel mese di aprile ultimo quando ebbi
r onore di vederlo a Glascow, di sentirlo parlare di idee che
gli erano state un tempo care ed alle quali, mi disse egli,
aveva rinunciato. Lo stesso linguaggio da lui usato verso
certi suoi discepoli determinò in essi una costernazione. Essi
non poterono seguirlo nella evoluzione, erano meno giovani
di lui.
Sempre giovane e sempre imaginoso. Ripetiamo ancora una
osservazione del Poincaré. Dove si debbono cercare le sue idee
più profonde? Nelle sue Pojmlar Lectures. Queste lezioni non
sono dunque delle semplici volgarizzazioni per le quali egli
avrebbe sacrificato con dispiacere più o meno grande delle
ore destinate ad un lavoro più serio. Egli non si abbas-
sava per parlare al popolo, poiché gli era sovente dinanzi
al popolo e per il popolo che il suo pensiero nasceva e
rivestiva la sua fonna più originale. Gli e dunque sulle me-
desime pagine che il lettore novizio e lo scienziato potranno
cercare e trovare un alimento. E come avveniva ciò? Evi-
dentemente dalla natura del suo spirito che non pensava in
formule ma in imagiui: la pre.senza dell' uditorio popolare, la
ytcìolor/ia :<eieiiti/ii-a del t!f07 551
necessità di farsi tu in prende re gli Miggerivn natura Imeiite Y ìtd-
luagiue che era i>ei' Ini In generatrice abituate del pensiero.
WjllÌBin Tlioiiison nacque a Belfast il 2«{ giugno 1824 Suo
iMidre, James Tlioinsoii era un distinto matem '
1832 divenne inoftssorc dell' l'niversiti ili Glas
insegnante insuperabile e lasciò andie dei lavori
di analisi algelirica. Ma — osserva il Bituseni
disse di Hiimphrev Uavy rispetto a Faradav,
)>riucipale fu il suo figlio' Williniii.
William Thomson fu quinili lo scohito di suo padre, e dopo
aver frequentato 1' Università di Glasgow entrò nel Collegio
di St. Peter di Gambridgc, dì cui divinine nienibi'o nel 1845.
Durante il suo sog^'O'"" '" 'luestii liltà dedicava il suo tempo
anche alla letteratura e all' arte, e vi divenne presidente del-
l'Associazione nnisicale universitaria. I^ra compagno di kuo
fratello James, egli pure giovane distinto. Prese parte al Cou-
l'.orso per il gra(U> di Srii/or Wi-iuiiflfr, ma non otlenni! l'.he il
sei'ondo rango. Ìai sle.sso anno perù ottenne un /Hlotruhjp e
andò a Parigi a lavorare con Itegnault quando questi lavorava
552 Necrologia .scietifìfica del 1907
cor massimo vigore alle sue ricerche di precisione. Nel 1846
William Thomson fu nominato professore di filosofìa naturale
nella Università di (llascow e divenne così, giovanissimo ancora,
il collega di suo padre e più tardi anche di suo fratello
James.
Dire dell' opera 'scientitìca del Thomson è impresa ardua
per molte ragioni. Accenneremo ai punti pnncipalissimi.
Dopo studi puramente matematici, si occupò della teoria
del calore di Fourier, della teoria del potenziale e della elet-
trostatica, lavori questi che lo condussero al noto metodo delle
immagini, tanto fecondo in applicazioni scientifiche e a pro-
posito del quale il vecchio Liouville ebbe parole molto lusin-
ghiere per il giovane studioso. Ma gli studi che richiama-
rono alta la sua attenzione furono quelli di termodinamica pura
e di termodinamica applicata: la nozione della dissipazione
deir energia, lo studio dell' eletto che porta il nome Jonle-
Thomson, quello dei fenomeni termo-elettrici, della elettricità
(li contatto, e cosi via.
Non esiste regione nel dominio della elettricità e del ma-
gnetismo che non sia stata da lui esplorata. La teoria della
scarica oscillatoria di un condensatore e quindi dell' eccitatore
hertziano v sua. Son suoi numerosi strumenti utilizzati dagli
elettricisti: basterebbe citare T elettrometro assoluto e l'elet-
trometro a (juadranti E forte fu 1' 0])era da lui spiegata per
l'adozione del sistema assoluto C, (i S.
Che dire di ciò <'he fece a vantaggio della telegrafìa sot-
tomarina V E' storia di ieri e non vai ripeterla. Dal Slphon
rcrortler ai sondaggi in mare, alla bussola marina, alle onde
del mare, alla costruzione dei fari, alle maree coli' Harmonlc
tiììdhfsiT e col Tldes pri'dirtei\ sono per la sua mente brevi i
I}assi.
Del celebre trattato di meccanica che gV inglesi chiamano
ti (imi ti perchè scritto dal Thomson col Tait e nel quale son
contenute idee oi'iginali e nuove, tutti conoscono 1' alta impor-
tanza.
Come son note le idee che Kelvin manifestò sulla cosmo-
gonia e sulla tìsica del globo e ]>er le quali egli è in disac-
cordo colle due scuole classiche della geologia Ai partigiani
delle cause attuali oppone i dati relativi al grado geotermico
e al raffreddamento graduale del globo. Agli altri nega l'esi-
stenza dell'Oceano in fusione al centro della terra. Non sol-
tanto la terra non è internamente liquida, ma è venti volte
^iix rigida dell' acciaio, dice Kelvin. Esperijuciuti, che pur con-
termano le idee generali del Kelvin dimostrerebl>ero una rigi-
dità della stessa misura di quella dell'acciaio
Dalla terra il Thomson levò lo .sguardo all'universo ed ebbe
i'iee fecoiìde (^d apprezzate.
Ma quale è il campo nel quale egli non abbia ]K)rtata la
>*ua intelligenza?
Necrologìa scientifica del 1907 553
Particolare interesse ebbe per lui il problema della costi-
tuzione dell* etere e della materia, ma noi dobbiamo fermare
la nostra breve enumerazione dell'opera del Kelvin a questo
punto.
La vita del Thomson fu felice, ma non ebbe invidiosi, ed
égli fu amato da tutti. Invecchiò il grande tìsico nella Uni-
versità di Glascow ove era stato immatricolato a 10 anni, ove
aveva scritto a 16 anni le sue prime memorie matematiche,
ove era divenuto professore a 22 anni. Non lasciò la sua cat-
tedra che dopo più di 50 anni di insegnamento, e qualche mese
prima della morte presiedeva come cancelliere una cerimonia
deirUniversità. Aveva l'animo pieno di fedeltà e non volle
mai lasciare i luoghi che aveva amati.
Sposò nel 1852 miss Margaret Crum che perde nel 1870, e si
riammogliò nel 1874 con miss Frances-Anna Blandy, di Madera,
che incontrò per la prima volta andando a Pemambucco, sul
bastimento nel quale fece i suoi celebri sperimenti di son-
daggio. Lady Kelvin fu per lui una compagna deliziosa nello
stesso tempo che devota e premurosa, tanto che la grave malattia
che sette mesi fa la rese immobile in un letto di dolore, acce-
lerò senza dubbio la fìne del marito.
Nel mondo scientifico era tanto stimato che naturalmente
apparteneva a tutte le Accademie.
L' ammirazione per il genio di Lord Kelvin fu generale ed
anche il nostro paese che pochi anni or sono egli visitava con
grande soddisfazione volle dimostrargli quell'alta deferenza che
a lui, stella di prima grandezza nel tìrmamento scientifico,
dovevano i cultori della intelligenza.
L'Accademia massima dei Lincei, la Società italiana delle
Scienze ed altre minori lo chiamarono nel loro seno. E la
Associazione elettrotecnica italiana con ottimo pensiero gli
conferi il titolo di socio onorario estero, mai prima né dopo
ad alcun altro conferito La seduta solenne tu del 15 mag-
gio 1906 e la proposta felice venne dall'attuale presidente gene-
rale ing. Jona.
La consegna del diploma avvenne il 2 luglio in occasione
di una gita che gli elettrotecnici italiani fecero in Inghilterra
dietro invito della Institution of Electrical Kìigineer.s dì Londra.
E il diploma venne associato ad una copia del Codice Atlan-
tico di Leonardo da Vinci
Quando nell'aprile del 1889 visitando l'Italia Lord Kelvin
fu a Roma e si recò all'Istituto Fisico e determinò il rapporto
dell'intensità luminosa del sole a quello dell'azzurro del cielo
e volle vedere le officine elettriche di Porta, Pia e di Tivoli
e l' ufficio tecnico dei telegrafi, prese parte anche alla seduta
che il 23 aprile tenne l'adunanza dei Lincei. Eugenio Beltrami,
il presidente di allora, gli rivolse nobili parole e chiuse il suo
saluto col ripetere quanto era scritto nella chiusa di un indi-
rizzo che la Società Italiana delle Scienze inviò al grande
554 Necrologia Hcientifica del 1907
scienziato iu occasione delle teste giubilari per lui celebrate
in Glascow nel 1896.
« Delle manifestazioni moltissime del vostro ingegno —
disse — non si potrebbe decidere chi possa meglio avvantag-
giarsi, se il tilosofo, il geometra, il fisico, il geologo o V inge-
gnere. Voi avete saputo, con esempio quasi unico, alleare insieme
le speculazioni più alte della scienza astratta colle applica-
zioni teniche più utili al civile consorzio. Per tutti questi
titoli, nonché ornamento della vostra patria, Voi siete gloria
del genere umano, e testimonio vivente che la scienza non ha
tallito al suo mandato ».
Geniale pensiero e gentile omaggio al creatore della
telegrafia transatlantica fu quello di inviargli nel 1896, in
occasione della celebrazione giubilare alla quale partecipa-
rono amici e discepoli venuti da ogni luogo e riuniti a Glascow,
un telegramma da Glascow a Glascow. Tale messaggio impiegò
sette minuti perchè avviato per una strada alquanto tortuosa.
Da Glascow a Glascow, ma per Terranuova, New York, Chi-
cago, San Francisco, Los Angeles, Nou velie-Orléans. Wha-
shington.
Stranezza eloquente, che allo scienziato severo piacque e
ri usci non poco gradita.
Appena, dopo una malattia di pochi giorni, si ebbe notizia
della morte, il decano di Westminster deliberò di accogliere
nella celebre Abbazia di Westminster i resti mortali del grande
tisico inglese. Così il corpo di Lord Kelvin raggiunse quella
nobile compagnia che lo spirito suo in vita aveva cercato nel
campo deir intelligenza : Newton, Herschel. Lyell, Spottiswoode,
Darwin.
Solenni funerali si fecero il 23 dicembre, ai quali parteci-
parono le più eminenti personalità dell' alta gerarchia della
Scienza e le più elevato cariche della vita pubblica.^
Era rappresentato anche il Ile d' Inghilterra. K cogli amba-
sciatori di varie nazioni di Euro])a, di America e di Asia, si
erano fatte rappresentare le migliori Accademie scientifiche
del mondo intero. Non ultima la Reale Accademia dei Lincei,
la Società Italiana di Fisica e V Associazione elettrotecnica
italiana
L' Accademia dei Lincei era rappresentata dai soci stra-
nieri Huggins, J. Thomson, Sir Lockyer, Sir Gill, Lord Ray-
leifjh. Sir Darwin. Quest'ultimo era stato delegato ad accom-
pagnare la salma sino alla tomba, situata accanto a quella di
Carlo Darwin e ai piedi della statua di Newton. E un tale
grande onore non è immeritato. Bene ha scritto H. Poincaiv :
« Cette facon de penser en voyant la réalité en face, sous
» forme d'image concrète, sans que cette vision vivante cesse
y> d' ètre assez précise pour que Iqs calculs mathématiques
•> puissent s\y appliquer avec rigueur; en un mot, ce doublé
» genie mathématique et physique avait appartenn à Newton
» et on ne V avait plus revu depuis »
Necrologia scientìfica del 1907 555
•
Trépied (Carlo), distinto astronomo francese , Direttore
dell' Osservatorio di Algeri, morto in ancor giovane età ed in
modo inatteso la sera del 10 giugno 1907.
Ungarelli (Luigi). Nato in Bologna nel 1837 e morto
pure in ^Pologna il 7 febbraio del 1907, compianto da tutti per
la bontà d' animo che tanto bene si associava alla erudizione
sua larga ed alla sua attività. Dirigeva il Collegio dei Belgi
e si curava con interesse deir Osservatorio che il 14 novembre
del 1881, sul Monte della Guardia presso Bologna, si inaugurò
per la munificenza del conte Antonio Galeazzo Malvasia.
Lfa sua passione per gli studi, ha scritto il P. Costanzo suo
successore, non venne meno neppure negli ultimi anni della
vita, e ne diede prova ancora iielV aver concorso anche finan-
ziariamente all' incremento del suo Osservatorio che dirigeva.
A sue spese collocò una coppia di pendoli orizzontali, che sono
ai nostri giorni indispensabile suppellettile per un Osserva-
torio sismico. Preferi il tipo dello Stiattesi, ed adottò il mo-
dello grande che ha una massa pendolare di 500 kg. Anche
nelle ore estreme, il pensiero suo correva all' Osservatorio di
S. Luca, e ne parlava con i presenti.
Era membro della Società Astronomica di Francia, della
Società Geografica italiana, della Società Sismologica italiana.
Collaborò in molti periodici, dettando pregiati articoli di
divulgazione scientifica.
Yo(»EL (H. C). Astronomo distintissimo, che si era fatta
una larga riputazione nel dominio della astronomia fisica. Si
era soprattutto consacrato a ricerche spettroscopiche sui pia-
neti, sulle comete, sulle nebulose, sulle stelle variabili, sul
sole. ecc. ecc. Egli era direttore dell'Osservatorio Astrotisico
di Potsdam ed è morto il 13 agosto 1906 dopo lunghe sof-
ferenze.
Era nato a Lipsia il 3 aprile 1841; compì gli studi al
Politecnico di Dresda ; nel 18<)5 tornò in Lipsia e divenne
secondo assistente nella Specola di Johannistal, ove spiegò
una grande diligenza nelle osservazioni e nei calcoli.
In Lipsia si laureò in Filosofia con un lavoro sulle nebu-
lose ed ebbe 1' occasione di conoscere il Z5llner che lo istradò
negli studi astrofisici e spettroscopici.
Nel 1870 passò all' Osservatorio privato di Bothkamp appar-
tenente al mecenate dell' astronomia F. von Billow, ciambel-
lano, il quale possedeva il più grande cannocchiale della Ger-
mania: un rifrattore di lì pollici di Schroeder. Con questo
strumento il Vogel intraprese quei lavori di applicazione ^
controllo del principio di Dòppler alla determinazione della
velocità degli astri nella direzione del raggio visuale, che
resero meritamente celebre il nome di lui e dell' Osservatorio
di Bothkamp.
556 Necrologia scientifica del 1907
Nel 1874 il Vogel fu chiamato a Berlino per fondarvi un
Osservatorio solare che venne eretto nel bosco reale di Potsdam
e del quale divenne direttore nel Ì87H.
Egli e i valorosi scienziati (O Lohse, G. Spòrer, Kempf,
Muller, Scheiner, Wilsing) suoi collaboratori compierono nel
nuovo Osservatorio una lunga ed importante serie di lavori
che sono specialmente comparsi nei i5 volumi delle rinomate
Pubhlicationen des astrophyaikalischen Observatoriumit zu
Potsdam e negli Atti della R. Accademia Prussiana^ e che si
spingono anche ai 4 volumi del Catalogo fotografico, poiché
r Osservatorio di Potsdam è uno dei partecipanti air impresa
internazionale della Carta e catalogo celeste.
Era membro dell' Accademia reale delle Scienze di Berlino
e di tutte le principali Accademie e Società scientifiche del
mondo, fra le quali la nostra degli Spettrostopisti.
Wagner (J. J.)- Morto a Strasburgo ad bO anni. Agronomo
di merito che godeva di una grande notorietà. Ogni anno pub-
blicava delle statistiche agrarie che fornivano importanti no-
tizie sulle culture dell'Alsazia.
Zachauie (Vou Giorgio», morto il 15 giugno 1H07. Era socio
della Accademia dei Lincei per la geogralìa matematica e
ti.sica dal settembre 1904.
Zeunek (Gustavo Antonio), morto il 17 ottobre 1907 a
Dresda. Era socio straniero dell' Accademia dei làncei per la
Meccanica sino dal 20 sett-embre 1887. Nato a Cheumitz nel 1828,
fu allievo dell'Accademia di Freiberg e nel 1855 fu nominato
]>rofessorf» al Politecnico di Zurigo, ove rinuise sino al 1808
dopo essere stato direttore dal 18<>5. Nel 1871 ritornò all' Ac-
cademia di Freiberg di cui divenne direttore. Nel 1875 passò
il Dresda per riorganizzare la Scuola tecnica superiore della
«[uale divenne rettore nel 1890 e nella tpiale rimase sino a
(juesti ultimi tempi.
Zeuner è autore della celebre opera sulle distribuzioni
delle macchine a vapore Schieber.steneruììyen pubblicata nel
1858, del trattato intitolato; Grundziiye der Mechanischen
Wannefheoriey della Technische Thermodynamiky e di nume-
rosi studi concernenti le applicazioni più importanti della
termodinamica.
Nel 1857 fondò il Civil biyenieur colla collaborazione di
AVeisbach e di Bornemann.
Zeuner fu uno degli scienziati che hanno esercitato la
maggiore influenza sulla costruzione delle macchine durante
la seconda metà del secolo pa.ssato.
INDICE ALFABETICO
DH PRINCIPALI NOMI DI SCIENZIATI CITATI IN QUKSTO YOLUMK (1).
Aeckerleiu, 102. Bonnftr G., 265, 26(5, DelageYves.281,982.
Aldini, 38, 39. 267, 268, 269, 270, 283, 284, 285, 286,
Alfani, 79. 271, 272, 273, 274, Denning, 18.
Amaduzzi L., 40, 81. 277. Doslandres, 3, 23.
Amundsen, 510, 525. BriotF.,233,234,235. Desraolins Ed., 441.
Angelitti F., 37. Broglie (de), 107, 108, Dessau B., 139.
Angeloni L , 220, 222. 109. De Vries, 271, 273,
Ang8tr5ra K., 11. Bmce W. S., 507, 511. 274, 276, 277. 278,
Arcangeli U., 363, 364, Briick, 331. 307.
866, 366, 367. Brunialti A., 433. Dini U., 524.
Arrheniiis, 5, 16. Burbanck L., 274, 276, Duca degli Abruzzi (il)
Ascoli, 341, 342. 276. 468, 487, 509, 525.
Arpesani C, 409. Carazzi D.. 286, 287, Duca d'Orléans (il),
Baldassarre, 242, 243. 288, 289, 290. 507.
244, 245. ♦Casali ()., 537, 538. Ducos de Hauron, 121.
Baroni G., 169. Cavara F., 312. Dunér N. C, 10.
Baschieri, 362, 363. Gavazza E., 322. Dustin, 322, 323, 324,
Battelli, 126, 126,127, Celoria, 69. 325.
128, 129, 130. Cernili, 29. Fenyi, 13, 67.
Becquerel I., 98, 99, Chistoni,620,521,522. Fischer, 186, 188.
100, 101. CiamicianG.,278,616. Foà C, 290, 291.
Behring, 326. Clarke F. W., 119. Foà P., 517.
Bemporad, 11, 33. Clerici A., 322. Funk, 219.
Benincasa, 223, 224. Coggia, 21. Gambioli D., 36.
Berry A., 33. Compagnia Marconi, Giacobini, 22.
♦BerthelotM.,212.533, 158. Giard, 273.
534, 535, 536, 537. Conti, 159, 160, 165. Gilardi Alfredo, 377.
Besson, 71, 72. Gerbino, 146, 151,152. Ginzel F. K., 37.
Bianchi E., 21, 22, 30, CowperColes,387,388, Giordano, 230, 251,
31. 389. 254. 256.
BlancG. A., 59,60,63. Crone, 208, 209. Giorgi G., 139.
Blaringhem L., 219, Cros C, 121. Goldsteiu, 81, 82, 83,
220. Cuboni G., 274, 275, 84, 85.
Blaserna, 72. 276. Gorini, 205.
Boccardi G., 22, 89. Curie (madame), 118, Grigg, 22.
Boeri, 333, 334, 336, 119, 120. Grothe T., 455, 466.
836, 337. Daniel, 22. Grttner E„ 200.
Boffito G., 36. De Agostini G., 446. Guilbert, 64, 65.
(1) Sono da aggiungersi i nomi già messi per ordine alfabetico nell'elenco dei
brevetti d'invenzione. -I nomi segnati con •indicano persone morte entro l'anno.
Annuario scientifico. — XLIV. 37
r>',»i
Indice cUfaf/etico
Tiak (l K.. 'J, », 7.
IMìu Hviitì, 4in, 4^2,
4ft0»
H«r((*j«eIJ, «7.
lioldam R. D., 16.
Horn <i., 23.
Ufi luto Oftogr,, 44^i.
JaoMen J., 3.
Janfi^n T. (ì. ('., 541,
042.
Kiiiahn^ 112.
•K«*Ivinnonl 1,41. 551.
Kelvin (lonJ;, va di
ThoniHon Willlara.
Kcmpf, 20.
K«irr ni O'iiomenodn,
102.
KitwHhiiti H., 91.
Koch, :r^<}, B:n, :{:J2.
Korh A., 204, 205.
Ko.',h II., HìU, AIO,
KrIlinmoI o, 4:ih.
J>5miti«rmann O., 207.
LIIIenf*lri, loa, 104.
Tilll^inthal, 214, 215.
Locky<!r N , 4, 8.
Lorkyor W., 4.
*Lo«\vy M., 544, 545.
Lowith, 17, 21.
Liim i^i-fl, 121, 122,
I2:i. 124, 125.
MaiorAna, 96, 1 55, 1 56.
157, lOH, 517, 518,
519.
Marajfliano, 354.
Mascari .T., 19.
Massaia (il cani inalo),
472.
Maunder E. W., 4, 5,
9, 17, 41.
Mazzi a U., H6.
Mellish, 22.
♦MoncK^lreff D. I., 646,
547.
Mendini 0., 347, 348,
349, 350, 3')!, 353.
Mptralf, 21.
JIillo«€TÌeb, 1, 21, 22,
23, 24, 26, 27, 2*^,
m, 36.
•Moi«»an E., 547, 548.
Moissan IL, 119.
Molinari, 181.
Monti V., 40.
Moore, 16:), 166.
Moreschi A., 2W, 240,
241, 242. •
Morpurj^o, 3fj7.
3fosHO A., 439.
Mliller, 25.
Nansfn, 504, 509.
XaHtoukoff, 184.
National Pilfìctric 8i-
lirnallint( Co., 154.
Ni'-liols E. F., 12.
NilsHon Ujalmar, 218.
Noda T., 109.
Nordmann, 12.
Oddono, 42, 43.
Ohrwald W., 119.
Palazzo, 55, 56.
Tantilooni M., 517.
IVrrine, 18.
Pi rocchi, 242, 258,
259.
Poul8ftn,145,146, 149,
150, 151.
Principe di Monaco (il)
506.
Przibram, 279, 280,
281.
Radio-Telophone-Com-
pany, 154.
Ilanisav William, 169.
Riero *A., 1, 26, 27,
33, 41, 42, 57.
Righi, 82, 89, 119,
131, 132, 133, 134,
135, 136, 137, 138,
617, 519, 524.
Rizzacasa G., 38.
Rutherford, 83, 84.
8almoirai;hi F., 319.
Schiaparelli, 17, 28,
32, 37.
Schwalbe G., 292, 293.
Schwappach, 215. 216.
Schwarzschild, 8.
Secchi. 19, 20.
ScUaA.,127,128.180.
Serpieri A., 200.
Setti E., 297, 298.
Slipher, V. 31., 20.
::focietà Jou^la, 122.
Stark, 89, 90, 91.
Stefanini, 125, 126,
127, 128, 129. 13a
Strampelli N., 219.
Stroolant, 37.
Strutt, 16, 61, 62.
Teisserenc de Bort ,
48, 49, 51, 68.
Tosta O., 23.
Thomsun J. .?., 85, 86,
87, 88, 89.
♦Thomson (William),
650, 551, 552, 563,
554.
Thorpe T. E., 119.
TowiT Vi. L., 307,
308.
Ti insali, 23.
Ififolini l'j^olino, 265.
Vonino P., 200.
Vinci'nt I„ 70, 71.
♦Voi^ol U.C., 555,556.
Voli, 208, 209.
Wagner, 214, 215.
Wassormann, 331,332,
333.
Wollraann W., 509.
Wion, 81, 88.
Wilfarth fi., 200, 204.
Wimmer O., vOO, 204.
Wolf, 18, 24.
Wood R. W., 91, 92,
93.
Zammarchi, 23.
Zappa, 21, 22, 23.
Zemow W., 111.
INDICE DEL VOLUME
ASTRONOMIA
dal FroL A. Bloo4
Direttore dcirOsearvatorio di Cut&niit.
1. Studii solari . . Pag.
2. Attività solare e pertur-
bazioni magnetiche. .
3. Tentativi per osservare
le protubei'anze e la co-
rona solare diretlamen-
4. Eclissi totali di sole .
u. Rotazione del sole . .
6. Badiazione solare . .
7, Limiti delle radiazioni
solari
e. Pianeti . .
Viileano . .
Meri orlo- .
10. Pianetini . . . Pag.
11. Comete (coti inciìione).
12. Stelle filanti . . - .
13. Stelle variabili ,
14. Cataloghi fotometrici
delle stelle. . .
15. Fotografia stellare. - Ca-
talogo fotografico d "
tania
16. Geodesia. , . .
17. Ricerche teoj'iche.
Sttiono . .
9. Osservazioni
dei pianeti .
1. Lipertufhazio
tic» del 9-1 C
190". Perturl;
Siniche e teli
S, Terremoti e in
lari - ■ .
660
In lice del volume
7. Esplorazioni notevoli
dell'alta atmosfera. Pag. 47
8. Progetto di organizza-
zione di una rete me-
teorologica mondiale . 49
9. Un netto fenomeno ot-
tico nell'Atlanti co . . 51
10. Sulla radioattività della
pioggia 52
11. Notizie di Osaervatorii
(con incisione) . . .ivi
12. Terremoto nel Messico. 53
13. Il terremoto della Gia-
maica 54
14. Stazioni sismiche nel
Chili ivi
15. La prima assemblea ge-
nerale deirAssociazione
internazionale di sismo-
logia ivi
16. L'attività dello Strom-
boli 67
17. Influenza delle foreste
sulla velocità del vento, ivi
18. Il mare colorato in rosso. 68
19. Sul materiale radioat-
tivo esistente nell' at-
mosfera ivi
20. La radioattività delle
rocce ed il problema del
calore terrestre ... 60
21. Sulla previsione del
tempo .... Pag. 68
22. La grande inversione
della temperatura . . 66
23. La nuova rete di Os-
servatorii per lo studio
dell'alta atmosfera . . 67
24. L'estate di San Martino. 68
25. Sulla relazione tra la
temperatura dell'aria e
la sensazione di caldo
0 di freddo percepita
dall'uomo 69
26. Il bilancio della circola-
zione acquea sulla terra. 71
27. Il nefomctro Besson. . ivi
28. La fine del tiro grandi-
nifugo 72
29. La pioggia artificiale . 73
30. Climatologia Eritrea . 74
31. Di un effetto nefasto pro-
dotto da una brusca di-
minuzione di pressione
atmosferica 75
32. I " brontidi „ in Italia, ivi
33. Nuovi Osservatorii geo-
dinamici in Italia . . 78
34. Il terremoto calabrese
del 23 ottobre 1907. . 79
FISICA
del Prof. Zi. Amadozzl in Bolofinia.
1 . I raggi canale ed i rag-
gi a (con incisioìie), . 81
2. La fluorescenza ed il po-
tere rotatorio magne-
tico del vapore di sodio. 91
3. Fenomeni magneto-otti-
ci nei colloidi. ... 95
4. Fenomeni magneto-otti-
ci nei cristalli ... 98
5. Il fenomeno di Kerr nei
liquidi 102
6. L'elettrone positivo . . 103
7. Grossi ioni e centri neu-
tri. La ionizzazione è
una azione addittiva? 104
8. La fotografia dei raggi
ultrarossi 109
9. Di qualche nuovo lavoro
nel campo dell'acustica. IH
10. I più recenti progressi
nel campo delle opera-
zioni per rarefare i gas
(con incisione), . . .114
Indice del volume
561
11. Salle leghe magnetiche
di Heusler (ine). Pag. 117
12. Il peso atomico del radio. 118
18. L'unità di lunghezza
d^onda per gli astrofi-
sici
14* La fotografia dei colori
(con incisione) . . .
15. Tensione superficiale e
pressione osmotica (con
3 incisioni) 125
120
ITI
16. Deyiazione elettrostati-
ca dei raggi catodici nel
tubo di Brann. . Pag. 130
17. Sulla deviazione dei ioni
generanti le scintille,
dovuta ad un campo
elettrico trasversale
(con incisione), . . . 184
18. Un metodo semplice per
presentare in iscuola le
esperienze fondamentali
di radioattività , . . 138
ELETTROTECNICA
dell'Ing. O. CHorffl in Roma,
e del Prof. B. Dessav in Perugia.
1. Trazione elettrica . . 189
Risultati della trazione
elettrica salla ferrovia
Lancasllire-Yorkshire . ivi
La lìnea ijiterarbana della
Ohio Valley .... ivi
Lavori del Congresso in-
ternazionale della tra-
zione elettrica a Milano. 140
La New York Central Rail-
road 141
La' elettrizzazione della
Stadtbahn di Vienna . 142
La trazione elettrioa sulla
Pennsylvania Railroad . 143
Nuove locomotive trifasi
per la Valtellina. . ivi
Ferrovia Philadelphia-
Western 144
L'elettrizzazione della
West Shore Railroad . ivi
2. Telegrafia e telefonia
senza filo (con 4 ine), 145
8. Sul disegno di legge per
le derivazioni di acque
pubbliche 159
4. Illuminazione per lumi-
nescenza 165
5. Le Centrali con turbine
a vapore 166
6. L'elettricità generata
con motori a vento. . 167
CHIMICA
del Dott. O. Baroni in Milano.
1. La trasformazione degli
elementi 169
2. Sulla preparazione e
sulle proprietà dei me-
talli alcali no-terrosi . 170
3. Utilizzazione dell'azoto
atmosferico per la pro-
duzione dei cianuri. . 173
4. Nuovo metodo per gal-
vanizzare i metalli. . 176
5. Sulla preparazione elet-
tro-chimica delle so-
stanze organiche. . . 177
ASNCARIO saENTIFICO. — XLIV.
6. Azione dell'ozono sui
composti benzinici ed
alifatici 181
7. Sulla formazione degli
alcool amilici nella fer-
mentazione alcoolica . 182
8. Condensazione degli
idrocarburi aromatici
colla cellulosa e col glu-
cosio 184
9. La chimica degli albu-
minoidi ed i fermenti. 186
37'
i
662
Indice del volutne
10. Lo zolfo nelle sostanze
albuminoidi . . Pag. 189
11. Salivazione chimica delle
spore 191
12. Sulle lecitine vegetali . 192
13. Medicamenti nuovi . . 194
Cistopurina ivi
Ictinato ivi
Teolactìna ivi
Paraxina li^r>
Jodofane ivi
Form&mljit . . . Pa«. 196
Eacodiua ivi
Confina 196
Novaspirìna ivi
Monetai l^
Btomural ivi
Visipirina ivi
Borovertina ivi
Solfo£:enolo ivi
Viscolano 196
Lisano ivi
Taunotimal ivi
Teoforina m
AGRARIA
del Prof. A. Berplerl e dei dott. S. Orttner, A. Horasolil, F. ▼•nino
della B. Soaola Soperiore d'Agricoltura di Milano.
1. Sulla fissazione di azoto 5. Fienagione Martin • . 221
nel terreno per opera di g. Tabacchicoltura ... 222
bacteri 200 ^ t, ... ,. oo^
Descrizione dell© ricerche '• rruttlCOltura .... 2124
diWilfarthediWimmer. ivi o Vifi<»ftlfiira QQfi
Risultati delle esperienze. i02 O. Viticoltura :«0
2. Sul controllo bacteriolo- 9. Castagno e pioppo . . 228
gico di culture bacte- io. Pascoli e boschi ... 230
riche per leguminoso .206 ,. , . . , ., . . «gg
3. Chimica agrarU ... 206 ^^' ^ "®™^^^ ^^^^^ P^*^^® • ^^^
Paó il solfato ammonirò 12. Il bestiame 240
dato in copertura al ter- ,„ t» u* i* -^ ne/*
reno dar luogo H perdite Id. iiacniCOltura . . . .250
. T. ì"*"k''"'*''*'' * j'iì' '^^ 14. Macchine agrarie. . . ivi
4. Pel miglioramento delle .
sementi e delle varietà 16. Caseificio 258
di piante coltivate . .217 16. Enologia 263
STORIA NATURALE
del Dott. Ugolino Ugolini
Professore di Storia Naturale nel R. Istituto Tecnico e nella K. Scuola
d'Aerricoltura di Brescia.
Biologia G£:4£ralb e Zoologia.
1. Trasformazione e forma-
zione di specie . . . 265
2. La rigenerazione nei tre
regni della natura . . 279
3. La partenogenesi speri-
mentale 281
4. Le grandi divisioni del
regno animale . . . 286
5. Alcuni saggi sull'uomo. 290
6. Studi sui vertebrati. . 298
7. Dai molluschi ai pro-
tozoi 806
60TA17IOA 311
Paleontologia, GEOLooLài
MiNBBALOQIA . . . .317
Indice del volume
563
MEDICINA E CHIRURGIA
del Dott Alessandro Olsrlol
Medico Consalente dello Stabilimento **Le Terme « di Milano
del Dott. Bffldlo Beoohl
Ctiirnrgo primario all'Ospedale Magrgìore di Milano
e del Dott Bmesto Gavazza di Bologna.
Medicina. 3. L'azioue delle scintille
1. Sulla struttura della cai- *? ^^^ frequenza e ten-
lula nerTOsa durante i s^^^e nella cura del
differenti, stati di f un- cancro .... Pag. 370
zione Pag. 322 4. Tumore prìmitivo del
2. La deTiazione del com- pneumogastrico - Kese-
plemento e la diagno- zione del pneumoga-
stica biologica delle ma- strico - Guarigione. . 371
lattie infettive ... 326 5. Pseudoartrosi del radio. 372
8, Il sistema linfatico e le e. Influenza delle coste cer-
infezioni e le intossi- vicali sulla circolazione
nazioni 333 sanguigna del collo . ivi
4. La mestruazione ed il 7. Chinirgia sui nervi. . 373
principio della gravi- q s^^^ modificazioni dei
danza nella donna . . 337 ^^^^-^^ .,^ -^^ ^^
6. La colina nella neuro- asportazione della loro
patologia . ..... 340 .^^ ^ ^^jp j .
6. La puntura esplorativa ^^^^^ ^j ^^^ neìirvi^
del cervello ... 341 generazione dei tendini
7. Lejìause dei calcoli bi- ^^^ ^^^^^j 375
o 17 1.1. * j* ' * ' l^' 9. Sostituzione di dita della
8. Febbre da canapa e feb- ^^^^ ^^,^ ^^ ^-^^ ^^^
bri estive . : • • • ^^ piede. Dattiloplastica . 377
9. La terapia specifica della , « v « , . . ^
tubercolosi 354 10. Influenza dei raggi X
10. qura dell'atonìa intesti- «opra i tumori neopla-
naie cronica .... 357 ^^^^^ ....... 381
11. Questioni d'opoterapia . 359 I^- Dell'architettura del
,0 TT • T .• callo 383
12. Un nuovo rimedio anti- , r> , .
epilettico 361 12. Sublussazione congenita
13. Lo stato attuale delle 5lÌddung)^!"'^''"'\^^! 384
conoscenze sullosteoma- , ^ . 1 ,1,
lacia umana .... ivi 1^. Lussazione dell'osso ma-
lare 390
Chirurgia. ^4 Dg^^ calcificazione della
1. Della retrazione dell'apo- pleura 393
nevrosi plantare. . .867 sintomi e diagnosi. . . 896
2. Insuccessi del siero an- Pronostico ivi
ti te tanice 368 Cara 397
664
Indice del volume
15. Le iniezioni in traartico- 16. L'ernia più frequente
lari ed i punti di pene- nell'infanzia e suo si-
trazione nelle diverse gai fica to. . . . Pag. 399
articolazioni . . Pag. 397 17. Cura chirurgica dell'en-
Articolazione dell'anca . ivi fisema polmonare se-
Ginocchio 396 condo Freund. ... ivi
CJolio del piede . . , . ivi jg Nuovo metodo per eaa-
Ko : : : : ; : m ^^^^^^^ '^ ^^nale intesti-
Pugno 399 naie 406
INGEGNERIA CIVILE B LAVORI PUBBLICI
dell'Ing. 0«ollio Arpesanl in Milano.
1. Il Palazzo della Ragione 3. Ferry-boat« sul Lago
in Milano 409 d'Iseo 413
2.11 nuovo ponte Um- 4. llCanaledeirErié(S.U). 414
berto I, sul Po a To- 5. Sbarramento del Quais
rino 411 Marklista (Alta Slesia). 415
INGEGNERIA INDUSTRIALE
E APPLICAZIONI SCIENTIFICHE
de]l'Ing:. Altfdo OUardl in Milano.
1. Impiego del vapore ad 4. Processo Cowper Coles
altissima pressione (can per la zincatura. . .427
5 incisioni) . . . .417
2. Macchine per la filatura 5. Pompa senza valvole (con
e torcitura della seta . 422 ^ incisioni) 430
3. L'impiego dell'ossigeno
per tagliare i metalli 6« ^^ produzione mondiale
(con incisione) , . . 424 dell'acciaio 432
Brevetti d'invenzione. Elenco di attestati di privativa indu-
striale rilasciati dal Governo italiano dal 16 novembre 1906
al 15 novembre 1907 (con numerazione separata, pag. 1 a 160).
GEOGRAFIA
del Prof. Attuto Brunlaltl
Consigfliero di Stato, deputato al Parlamento.
I. — Parte generale. 6. La direzione dei corsi
1. I progressi della Geo- d'acqua 438
grafia. ...... 433 7. Istituto scientifico al
2. Congressi j^eografici' .* 434 Colle d'Olen .... ivi
3. Congresso geografico ita- 8. I morti della geografia. 439
liane 435 li. — Europa.
4. Trascrizione dei nomi 1. Avvenimenti d'interesse
geografici 486 geografico 441
5. Studi oceanici. . . . 437 2. Carta del Montebianco. 442
Indice del volume
665
3. Lo sviluppo della Do-
brugìa .... Pag. 443
4. La perdita del Danubio, ivi
5. La costa del ^lurman e
le nafte di Uchta . . ivi
6. Le coste della Danimarca 444
7. L'Isola di Valentia. . ivi
8. Altri studi sull'Europa. 445
IIL — Italia.
1. Nuova carta d* Italia . 446
2. I nostri vulcani . . . 447
3. Nuovi studi sulle mon-
tagne 448
4. I nostri corsi d'acqua . 450
5. Altri studi ed illustra-
zioni d'Italia .... 453
IV. — Asia.
1. Studi generali. . . . 454
2. La nuova frontiera tur-
co-egizia ivi
3. Turchia Asiaticaed Iran. 455
4. India Inglese ed Isole . 457
5. Esplorazioni e trattati
pei confìni nel Siam . 458
6. Asia orientale, Cina,
Manciuria, Giappone . 459
7. Sven II ed in ed altri
esploratori nel Tibet , 460
8. Esplomzioni nel Tur-
chestan 463
9. Nell'Asia russa ... 466
V. — Africa.
1. I monti doli' Africa . . 468
2. La malattia del sonno. 469
3. Esplorazioni Alexander,
Hall, S. Landor ... 470
4. Il lago Meride e la diga
di Assuan 471
5. Antichità abissine . . ivi
6. Ordinamento del Sudan
egiziano 472
7. Pubblicazione sull'Afri-
ca italiana 473
8. La cucina degli Abissini. 474
9. Vulcani eritrei ... ivi
10. Lingue eritree. . . . 475
IL Altri viaggi ed esplora-
zioni in Abissinia. Pag. 475
12. Da Tripoli a Murzuk . 476
13. Altri viaggi e pubbli-
cazioni sull'Africa me-
diterranea 477
14. Esplorazione Dubois nel
Sahara ivi
15. La città di Ganna . . 478
16. Altre esplorazioni nel
Sahara e nell'Africa oc-
cidentale francese . . ivi
17. Esplorazione Tilho . . 479
18. Esplorazione Chevalier
nella Costa d'Avorio e
-nella Guinea .... 480
19. Esplorazioni nel Came-
run ivi
20. Esplorazioni nel Tago . 482
21. Missione Lenfant nel
Sanga e nel Logone . ivi
22. Esplorazione Sacerdote
sul Luama 484
23. Lo sfruttamento del
Contro 485
24. Rilievo del Vittoria-
Nianza 486
25. Esplorazione deirUjranda ivi
26. L'esplorazione del Ru-
venzori 487
27. Nell'Africa orientale in-
glese ivi
28. Nell'Africa orientale te-
desca 488
29. Nell'Africa orientale por-
toghese 490
30. Lo sviluppo di Zanzibar, ivi
VI. — America.
1. Nell'estremo Alasca. . 491
2. Isole di Bogoslow . . 492
3. Esplorazioni nel Canada, ivi
4. Nuove bellezze di natura
ai^li Stati Uniti d'Ame-
rica 493
5. Vulcani e ferrovie nel
Messico 495
6. Guyana francese . . . 496
Indice del volume
TA caria dell'Equa-
I Fag. 4
'artido ài Villeta . .
lo razione del Rio Pil-
lorazioni di H. Hau-
I nell'altipiano del
ù e dolila BaliTia . 4
loiazioni varie nel-
tatralia 500
nellaNuoTa.
. Nuova Guinea te-
VIII. — Bboiobi folabi,
t. I problemi dell'Oceano
Artico .... Fagr, m
3. tiogli estremi aroipela-
•. Nelle Spitzberghe . . ivi
I. 1 vulcani dell'islaLda . ivi
I. Spedizione artica icoz-
lese 607
'. La spedizione del duca
d'Orlóans ivi
>. Ksploraziune nll'ieola
ISenuet &08
I. Spedizione Mikkelsen . ìtÌ
I. dpedizioue Wellmann . 60»
. Altre spedizinui artiche,
Pairy e Amuiidsen. . 610
'.. Al Pulo aiitarlico . . ivi
KSrosiZiOXI, CONGRESSI e CONCORSI.
3. Eaposizioui e Congressi
che si faranno. . . .52'
4. Concorsi a premi da ag-
giudicarsi 53!
NECROLOGIA SCIENTIFICA DEL 1007
Ì<r<i»i
lunari del 1907 .
ni aggiudicati .
alfabetico dei principali nomi di scienziati citati in
sto volume 557
INDICE DELLE INCISIONT.
Astronomia*
La cometa di Daniel tra le pag. 22 e 28
Meteorologia e fisica del Oloho.
Istituto Scientifico Internazionale Angfelo Mosso al Ck)l
d'Olen sul Monte Rosa 52 e 53
Fisica,
Apparecchio per la determinazione del rapporto fra carica
e massa e della velocità delle particelle costituenti
i raggi Pag. 86
Pompa meccanica e a mercurio, sistema W. Gaede ... 116
Carcassa della pompa Gaede 117
Apparecchio per la fotografia dei colori 122
Sistema per la pressione osmotica e tensione superficiale . 126
Apparecchio per avere il dislivello senza la distillazione • 128
Altro schema per la tensione di vapore 129
Aspetto della scintilla nella ionizzazione 136
Elettrotecnica.
Disposizione dell'apparecchio ricevitore delle onde . . . 148
Circuito oscillatorio' 149
Schema dell'apparecchio ricevitore 150
Apparecchio generatore delle onde 153
Ingegneria industriale e Applicazioni scientifiche.
Rondella di rame scanalata per l'impiego del vapore . . 419
Ultimo tipo del rigeneratore (nell'impiego del vapore). . 419
Motore a stantuffo fisso 420
Motore a stantuffo mohile 421
Due sezioni del chalumeau 425
Sezione e pianta di stantuftb distributore 430431
Esposizioni, Congressi e Concorsi»
Apparecchio trasmettente per telefonia senza fili . . . . 617
Necrologia scientifica del 1907,
Marcellino Berthelot nel suo laboratorio 535
Enrico Moissan al forno elettrico 547
Lord Kelvin 551
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