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Full text of "Annuario scientifico ed industriale"

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I 

à 


I 


ANNUARIO 


SCIENTIFICO 


ED    INDUSTRIALE 


Anno  XLIT  -  1907 


k 


ANNUARIO 


SCIENTIFICO 


ED    INDUSTRIALE 


Abbo  XLIV  •  1907 


ANNUARIO 

SCIENTIFICO 

ED  INDUSTRIALE 


or.  AUOUSTO  RIGHI 

SentUort  dtl  Regno. 


CoHpiLATOHt:  A.  Ricco,  V.  Monti,  L.  Amaduzzl,  G.  Giorgi,  B.  Dossau, 

G.  Baroni,  A.  Serpieri,  U.  Ugoiini,  E.  Socchi,  A.  Ciorici,  E.  Gavazza, 

C.  Arpesani,  A.  Gilardi,  A.  Brunialti,  ecc. 

Seoretari  di  REDlZtOKB: 

Prof.  Litvora  Amaduizi  o  Dott.  Ernesto  Gavazza 


Anno  XLIV  -  1907 


MILANO 

Fratelli  Treves,  Editori 

1908. 


i4 


riiOPlUETA  LEITKRARIA  ED  ARTISTICA 


Biservoti  iutli  i  diriiU, 


Tip.  Fratelli  TreTea 


L  -  AstPODomia 

del  prof.  Annibale  Ricco,  (lirettore  dell* Osservatorio  di  Catania 


I.  —  Sttcdii  solari. 


Cominciamo  anche  quesf  anno  la  nostra  Rivista  d'Astro- 
ìiomia  dall'astro  più  luminoso,  dall'astro  più  grande  nel 
nostro  sistema  solare,  anzi  dal  genitore  di  tutti  i  pianeti, 
poiché  essi  furono  fatti  della  sua  stessa  sostanza  e  da 
lui  sono  riscaldati,  illuminati  e  nudriti,  da  esso  traggono 
quasi  ogni  energia  che  ne  anima  la  superficie;  comin- 
ciamo altresì  dalla  stella  più  vicina  e  quindi  meglio  stu- 
diata e  conosciuta,  poiché  tutte  le  altre  sono  più  di  200000 
volte  più  lontane;  cominciamo  dal  sole,  il  grande,  il  bello, 
il  benefico  sole,  che  l'uomo  primitivo  ha  sempre  amato 
come  padre  ed  anche  adorato  come  dio  e  che  pur  ora  ha 
degli  adoratori  sulla  terra,  ed  innumerevoli  beneficati, 
amanti  ed  ammiratori. 

La  distanza  del  sole  dalla  terra  è  la  base,  l' unità  di 
misura  in  astronomia;  perciò  gli  astronomi  di  tutti  i 
tempi  si  sono  studiati  di  determinarla  il  meglio  possibile. 
Attualmente  si  cominciano  a  conoscere  i  risultati  del-» 
r  immane  lavoro  di  discussione  delle  osservazioni  del  pia- 
netino Eros,  al  quale  l'Italia  ha  preso  parte  importante 
col  calcolo  definitivo  della  singolare  sua  orbita  (la  quale 
penetra  entro  quella  di  Marte),  eseguito  attorno  al  1900 
dal  prof.  iMillosevich,  Direttore  del  R.  Osservatorio  al 
Collegio  Romano,  lavoro  che  venne  giudicato  meritevole 
del  premio  reale  per  l'Astronomia  (1904)  dalla  R.  Acca- 
demia dei  Lincei.  Anche  l'Osservatorio  di  Catania  ha 
contribuito,  per  quanto  modestamente,  al  detto  lavoro, 
'otografando  la  zona  di  cielo  stellato  percorsa  dall'astro 
in  discorso. 

AjIMUABlO   8C1EHTIKICO.    —  XLIV.  1 


1 


Astronomia 


Dunque  secondo  i  risultati  dei  calcoli  conosciuti  finora 
(fondati  sulle  osservazioni  eseguite  a  Greenwich),  la  paral- 
lasse solare  (ossia  V  angolo  sotto  cui  dal  sole  si  vedrebbe 
il  raggio  della  sfera  terrestre)  è  8",800,  coir  incertezza 
di  pochi  millesimi  di  secondo  d'arco;  da  cui  risulta 
la  distanza  della  terra  dal  sole  in  149  %  milioni  di  chi- 
lometri, con  un'incertezza  di  circa  centomila  chilometri, 
ciò  che  rappresenta  già  un  altissimo  grado  di  precisione, 
quale  appena  venti  anni  fa  non  era  lecito  sperare  di 
poter  raggiungere. 

L'organizzazione  internazionale  degli  studii  solari  v^ 
sempre  procedeijdo.  Nel  Congresso  deìV Unione  interna- 
zionale per  le  ricerche  solari  (della  fondazione  della  quale 
si  parlò  neìV Annuario  precedente)  tenutosi  nel  maggio 
scorso  all'Osservatorio  astrofisico  di  Meudon  (Parigi)  fu 
nominata  una  commissione  speciale  per  la  estensione 
dell'attuale  organizzazione  per  la  raccolta  e  pubblicazione 
delle  osservazioni  delle  protuberanze  o  fiamme  solari,  la 
quale  dal  1872  ha  avuto  sede  in  Italia  e  dal  1900  fa  capo 
all'Osservatorio  di  Catania:  così  in  seguito  contribuiranno 
a  questo  studio  altri  Osservatorii  stranieri  e  la  statistica 
(juotidiana  sarà  più  completa  ed  i  risultati  più  importanti. 

In  quel  congrosso  si  è  nominata  anche  un'altra  Com- 
missiono speciale  per  organizzare  ed  accordare  l'osser- 
vazione delle  future  eclissi  totali  per  parte  delle  missioni 
delle  diverse  nazioni,  onde  rendere  le  osservazioni  stesse 
più  complete  ed  efficaci,  ed  evitare  le  ripetizioni. 

Di  entrambe  queste  couiinissioni  fa  parte  un^italiauo, 
lo  scrivente. 

Gli  studii  solari  procedono  con  grande  attività,  con 
mezzi  grandiosi  forniti  specialmente  dalla  munifica  isti- 
tuzione americana  Carnegie,  e  con  splendidi  risultati 
nell'Osservatorio  speciale  di  M.  Wilson,  sotto  la  direzione 
del  fondatore  ^qW Unione  predetta,  prof.  G.  E.  Hale.  Egli 
ha  ideato  di  determinare  rapidamente  ed  esattamente  la 
posizione  degli  oggetti  o  fenomeni  solari  (macchie,  facole, 
flocculi,  ecc.)  facendo  la  proiezione  luminosa  della  foto- 
grafia del  disco  solare,  ottenuta  collo  spettroeliografo  (od 
altrimenti)  so[)ra  una  sfera  bianca,  nella  quale  sono  se- 
gnati i  meridiani  ed  i  paralleli  solari,  debitamente  orien- 
tati; risparmiando  così  lunghissimi  calcoli  e  conseguendo 
una  sufficiente  esattezza.  Ha  poi  ottenuto  praticamente  lo 
stesso  etfetto,  facendo  coincidere,  per  mezzo  di  riflessioni, 
l'immagine  della  fotografia  con  quella  della  sfera. 


Stttdt  solari 


Fili  dai  tempi  di  De  La  Rue  si  era  applicato  lo 
stereoscopio  allo  studio  del  sole,  prendendone  due  foto- 
grafie con  sufficente  intervallo  di  tempo,  che  riuscivano 
alquanto  diverse  per  la  rotazione  dell'  astro  ;  e  così  vede- 
vansi  le  macchie  come  cavità  e  le  facole  come  regioni 
elevate.  Recentemente  il  prof.  Hale  ha  applicato  con 
successo  questo  metodo  alle  fotografie  monocromatiche 
del  disco  solare  fatte  collo  spettroeliografo  con  un  inter- 
vallo di  tempo  conveniente,  ed  esaminandole  collo  ste- 
reocomparatore  ;  si  riesce  così  a  vedere  la  sfericità  del 
globo  solare  ed  i  flocculi  prominenti  sulla  superfìcie;  in 
grazia  delle  preciso  rettifiche  di  cui  è  suscettibile  lo 
stereocom paratore  di  Zeiss,  è  possibile  pare  di  scoprire 
minute  particolarità  solari  che  sfuggono  ali*  osservazione 
monoculare. 

In  quel  medesimo  Osservatorio 'si  eseguisce  un  grande 
atlante  fotografico  dello  spettro  delle  macchie  solari,  che 
deve  servire  di  base  per  lo  studio  internazionale  delle 
vaWazioni  del  detto  spettro,  secondo  l'attività  solare.  I 
saggi  che  ci  jsouofl  stati  favoriti  .;del  detto  atlante  sono 
veramente  splendidi  :  eppure  il  prof.  Hale  dice  che  spera 
di  perfezionarli  ancorai 

Air  Osservatorio  di  Meudon  pure  l'organizzazione  degli 
studii  solari  ha  preso  in  quest'anno  un  grande  sviluppo, 
sotto  la  direzione  ilhiminata  dell'illustre  decano  dogli 
astronomi  francesi  J.  Janssen,  Direttore  dell'Osservatorio, 
e  per  la  grande  iniziativa  ed  attività  del  V.  Direttore, 
dott.  H.  Deslandres;  l'edifizio  per  gli  spettroeliografì  è 
stato  ingrandito  e  se  ne  sono  collocati  due  altri  nuovi; 
si  è  costruito  un  nuovo  e  grande  padiglione  e  vi  si  è 
collocato  un  grande  spettroeliografo  ed  un  grande  eliostata 
di  speciale  costruzione. 

Il  dott.  Deslandres  ha  poi  ideato  e  fatto  costruire  un 
nuovo  spettroeliografo  a  lenti  semplici  (non  acromatiche, 
trattandosi  di  avere  immagini  monocromatiche  sulle  righe 
del  calcio  H  e  K)  con  apparato  d'ingrandimento;  e  che 
riceve  direttamente  la  luce  dal  sole,  con  che  si  evitano 
gli  inconvenienti  derivanti  dal  riscaldamento  dello  spec- 
chio degli  eliostati.  Sono  dunque  5  spettroeliografì  diversi 
coi  quali  si  studierà  in  varii  modi,  tutti  efficacissimi,  la 
costituzione  del  sole.  Ciò  dà  un'idea  dell'importanza  del 
nuovo  metodo  di  indagine  solare. 

E  si  devo  aggiungere  che  la  Francia  ha  pure  un 
Osservatorio  di  montagna,  succursale  di  quello  di  Meudon, 


Astronomia 


sul  Monte  Bianco,  nel  quale  altresì  si  eseguiscono  inter- 
mitteutemonte  importanti  ricerche  solari. 

In  Inghilterra,  a  Londra  (South  Kensington),  nel- 
l'Osservatorio del  Comitato  di  Fisica  solare,  per  quanto 
lo  consento  quel  cielo  poco  propizio,  si  fanno  pure  impor- 
tanti studii  spettroeliografici,  i  quali  nei  tempi  reconti 
sono  assecondati  da  quelli  fatti  in  Osservatorii  di  clima 
migliore  in  India,  cioè  a  Kodaikanal  ed  a  Poona;  ma  poi 
il  professor  N.  Lockyer  (fondatore  dell'altra  Associa- 
zione internazionale  che  ha  per  scopo  lo  studio  delle 
relazioni  tra  i  fenomeni  solari  ed  i  terrestri)  ed  il  degno 
figlio  dott.  W.  Lockyer,  l.**  assistente,  compiono  ivi  gran- 
diosi indagini  per  mettere  in  evidenza  le  influenze  solari 
sulla  meteorologia  terrestre,  influenza  della  quale  ormai 
non  è  più  lecito  di  dubitare. 

Per  dare  un'idea  della  grande  importanza  ed  attività 
della  istituzione  solare  inglese,  ricorderemo  il  recente 
magistrale  lavoro  del  prof.  N.  Lockyer  sulla  compara- 
zioìic  spettroscopica  di  metalli  in  sorijenti  di  luce  terrestri 
e  celesti  con  sjìcciale  riferenza  al  Vanadio  e  Titanio, 
tanto  diffusi  in  terra  ed  in  cielo;  lavoro  illustrato  danna 
ricca  serie  di  fotografie  spettrali,  Iticorderemo  pure  che 
il  Comitato  inglese  dalla  sua  fondazione,  nel  IJ^SO,  finora 
ha  messo  alla  luce  28  imj)ortaiiti  pubblicazioni,  che  l'il- 
lustre suo  Ca])o  prof.  N.  Lockyer,  in  2'")  anni  di  o[)erosità 
scif'utifica,  tutta  coordinata  e  diretta  all'Astronomia  fisica 
e  scienzii  afi^ini,  ha  coini)int()  e  dato  alle  stam])e  ben 
200  lavori  I 

II.  —  Attività  solare^e  perturbazioni  magnetiche. 

All'Osservatorio  di  Greenwieh  —  ove  si  raccolgono,  si 
misurano  e  si  discutono  per  il  Comitato  di  Fisica  solare 
i  risultati  delle  fotografie  solari  ({uotidiane,  che  si  fanno 
a  Londra,  a  Dehva-Diìn  (India),  all'isola  Maurizio  (Paci- 
fico), e  dove  agisce  una  serie  di  strumenti  registratori 
del  magnetismo  terrestre  —  si  fa  uno  studio  speciale  della 
relazione  tra  i  fenomeni  dell'attività  solare  e  le  piM'tnr- 
bazioni  del  magnetismo  terrestre  a  line  di  stal)ilirne  net- 
tamente il  nesso.  Il  sig.  K.  W.  .M aunder,  astronomo  di 
quell'Osservatorio,  ha  studiato  tale  relazione  sof)ra  19  anni 
di  osservazioni  solari  e  magnetiche,  ed^ha  trovato  che  di 
19  grandi  perturbazioni  magnetiche,  7  coincisero  col  pas- 


Attivith  solare  e  perturbazioni  magnetiche 


sag-gio  sul  disco  solare  di  una  delle  19  più  grandi  mac- 
chie solari;  un'altra  delle  dette  perturbazioni  coincise  col 
ritorno  di  una  delle  detto  macchie,  altre  9  delle  19  bur- 
rasche magnetiche  corrisposero  al  passaggio  di  grandi 
gruppi  di  macchie,  e  2  col  ritorno  di  una  macchia  che 
era  stata  vista  grande  nello  precedenti   rotazioni   solari. 

Le  grandi  perturbazioni  magnetiche  cominciarono  in 
media  2G  ore  dopo  il  passaggio  delle  grandi  macchie  per 
il  meridiano  centrale  del  sole.  Ciò  vuol  dire  che  le  mac- 
chie solari  agiscono  secondo  determinate  direzioni  nello 
spazio,  non  in  tutte  sfericamente.  Maunder  spiega  questo 
fatto  ammettendo  che  nel  sole  vi  siano  in  certe  direzioni, 
anche  non  radiali,  delle  emissioni  analoghe  ai  pennacchi 
o  fasci  della  corona  solare,  sorgenti  dalle  regioni  delle 
grandi  macchie,  od  in  generale  dalle  regioni  più  attive 
del  sole,  le  quali  emanazioni  v«'nendo  a  colpire  la  terra 
vi  produrrebbero  le  perturbazioni  magnetiche. 

Lo  scrivente  si  è  occupato  pure  delle  relazioni  in 
discorso,  ed  in  occasione  del  passaggio  di  grandissime 
macchie  solari,  che  furono  sempre  accompagnate  da 
grandi  perturbazioni  magnetiche;  così  nel  1882  notò  5 
di  tali  coincidenze;  nel  primo  semestre  del  1892  ne  notò 
8,  e  fece  rilevare  che  il  ritardo  medio  fra  il  passaggio 
delle  grandi  macchie  per  il  meridiano  centrale  del  sole 
(momento  in  cui  il  raggio  solare  passante  per  la  macchia 
è  più  vicino  alla  direzione  in  cui  si  trova  la  terra)  ed  il 
massimo  d'intensità  della  perturbazione  magnetica  era 
di  45  %  ore. 

Il  Maunder  non  dà  il  tempo  del  massimo  delle  per- 
turbazioni magnetiche  di  cui  si  è  occupato;  ma  suppo- 
nendolo a  mezzo  tra  il  principio  e  la  fìne^  risulta  come 
media  dei  19  casi  da  lui  contemplati  un  ritardo  di 
42  %  ore,  che  si  accorda  abbastanza  bene  con  quello  di 
4o '/^  ore  da  me  trovato;  e  quindi  deve  avere  un  signi- 
ficato reale.  Se  rappresentasse  il  tempo  necessario  alla 
propagazione  dell'azione  delle  macchie  solari  sul  ma- 
onetismo  terrestre  attraverso  la  distanza  del  sole  alla 
terra,  risulterebbe  una  velocità  di  circa  1000  Km.  al 
secondo,  3(K)  voUe  minore  della  velocità  della  luce.  Dagli 
studii  di  Arrhenius  risulta  che  le  particelle  elettriche 
emesse  dal  sole  impiegherebbero  40  ore  per  giungere  alla 
terra,  in  buon  accordo  con  quanto  io  ho  trovato;  con  che 
si  verrebbe  a  dover  credere  che  le  perturbazioni  del  ma- 


Astronomia 


^netismo  terrestre  siano  causate  dagli  elettroni  emessi  in 
(jnantità  singolare  dalle  regioni  più  attive  del  sole. 

Tali  coincidenze  del  passaggio  di  grandi  macchie^ so- 
lari colle  perturbazioni  del  mairnetisrao  terrestre  si  sono 
veritieate  in  modo  notevole,  oltreché  ai  massimi  dei- 
Fattività  solare  nel  i^&I  e  IS92,  anche  recentemente  nel 
massimo  d»»!  l^HKÌ. 


ìli.    —    Tentativi   per    o:tsert'are    le    protuberanze    e    la 
corona  solare  direttamente  e  senza  e<flisse. 

Ordinariamente   e    quotidianamente    non    si    possono 
osservare    tutti  i  fenomeni,    tutte   le    manifestazioni    del- 
l'attività   solare:   si  vedono   solo    quelli   della    parte   più 
luminosa,   della   foto.^fera^   ove   si    formano    le    macchie 
oscure  e  le  facole    lucide:  la  luce  strapotente  della  foto- 
sf(M'a  occulta,  non    lascia    vedere  le    protuberanze   rosee, 
gii!'antesche  fiamme  che  sorgono  dalla  superfìcie  del  sole, 
e  non  fa  scorgere  la  mirabile  corona  od  aureola  madre- 
perlacea   cht»    cinge    il  sole.   Soltanto  durante  le  eclissi, 
(juando   la    luna   cojire   e    nasconde   l'abbagliante   disco 
solare,  ossia  la  fotosfera,  il  nostro  occhio  può  osservare 
le  protuberanze  e  la  corona,  e  la  camera  fotografica  può 
riti-arre  (juei  magnifici  fenomeni.  Le  protuberanze  si  pos- 
sono   anche    ved^-re   quotidianamente   collo  spettroscopio 
che  sct'vera  la  lon»  luce  speciale,  e  suddivide,  indebolisce, 
(juella  della  fotosfera:  ma  esse  appariscono   come  sche- 
letrizzate   e   dipinte  in  un  solo  colore,  mentre  durante  le 
eclissi    a])pariscono    più    grandiose   e    dotate   di    varie  e 
vati'hissime  tinte.  È  tale  lo   splendore   di   queste  fiamme, 
che  [)are  impossibile  non  si  possano  vedere  direttamente: 
e  così  varii  astronomi,  compreso  lo  scrivente,  hanno  ten- 
tato oufui  mezzo:  veltri  o  licpiidi  che  lascian  passare  solo 
le  radiazioni  s|)eciali    della    protuberanza,    posti   davanti 
air  oculare  od  anche  davanti  l'obbiettivo  del  cannocchiale; 
osservazione  diretta  o  per  proiezione;  eclissi  artificiali  ecc.: 
ma  sempre  inutilmente,  lo  ho  provato  anche  una  grande 
eclisse    naturale,  ma  terrestre,    invece  che   celeste,    nello 
s[)lendido  e  puro  cielo  della  Sicilia.  Dall' Osservatorio  di 
Palermo  due  v^olte  all'anno  e  per  diverso  mattine,  presso 
al  15  febbraio    ed  al  25  ottobre,    si  vedo  il  sole    nascere 
dietro  l'Etna  (fenomeno  mirabilissimo),   alla   distanza  di 


mm 


Protuberanze  e  corona  solare 


150  Km.,  cosicché  tanto  V  astro  che  il  vulcano  si  vedono 
perfettamente  in  fuoco  col  canocchiale.  Ebbene  per  quanto 
io  abbia  insistentemente  per  parecchi  anni  spiato  1  appa- 
rire del  primo  orlo  del  sole  dietro  il  contorno  tagliente 
di  Mongibello,  mai  ho  visto  alcuna  cosa  che  potesse  farmi 
neppur  dubitare  di  aver  osservata  una  protuberanza  I 

Ed  altrettanto  si  dica  per  la  corona  solare:  finora 
tutti  i  tentativi  fatti  da  valentissimi  astronomi  come  Hug- 
gins,  Hale,  Hansky,  ed  anche  dallo  scrivente,  per  vedere 
0  fotografare  questo  misterioso  fenomeno  solare  sono  riu- 
sciti vani.  Quanto  a  me  debbo  segnalare  invece  di  un 
trionfo  una  grande  e  singolare  delusione  che  torse  merita 
di  essere  raccontata.  Eravamo  nel  1894,  il  prof.  Hale  ed 
io,  all'Osservatorio  Etneo,  intenti  alla  soluzione  del 
difficile  problema,  speranzosi  di  riuscirvi  per  la  singolare 
purezza  del  cielo  e  la  straordinaria  trasparenza  di  quel- 
la aria  a  3000  metri  d'altezza:  il  prof.  Hale  con  uno  spét- 
troeliografo  ed  io  con  un  coronografo ,  ossia  con  un 
telescopio  fotografico  a  specchio.  Dopo  una  settimana  di 
intenso  lavoro  non  eravamo  giunti  ad  alcuna  conclusione  : 
il  prof.  Hale  non  poteva  più  restare  e  partì  :  rimasi  io  a 
continuare  la  prova,  ma  con  poca  speranza;  quando  un 
bel  giorno  ottenni  una  fotografia  del  sole  con  una  magni- 
fica corona  dotata  di  grandiosi  pennacchi:  ne  ero  giu- 
bilante! I  colleghi  del r  Osservatorio  dividevano  la  mia 
gioia:  ne  mandai  una  positiva  ad  altro  collega  compe- 
tentissirao,  che  mi  telegrafò  subito  entusiastiche  congra- 
tulazioni. 

Ma  esaminata  poi  bene  e  con  calma  all'  Osservatorio 
di  Catania  la  posizione  dei  pennacchi  in  relazione  all'asse 
di  rotazione  del  sole,  trovai  con  sorpresa  che  la  loro 
posizione  non  era  quella  che  mi  aspettavo;  e  poi  conti- 
nuando la  scrupolosa  indagine  mi  accorsi  che  quei  pen- 
nacchi avevano  tutti  una  curvatura  nello  stesso  senso,  e 
circa  concentrica  air  asse  di  rotazione  dell'  otturatore 
istantaneo  dello  strumento  fotografico  adoprato.  Tornai 
subito  all'  Osservatorio  Etneo,  scrutai  minutamente  il  detto 
otturatore  e  scoprii  che  in  un  punto  dell'orlo  dell'aper- 
tura era  caduta  la  vernice  nera  ed  appariva  un  trattino 
brillante.  Feci  una  serie  di  fotografie  verniciando  prima 
ogni  volta  con  nero  fumo  ed  alcool  gli  orli  della  fessura 
dell'  otturatore,  e  non  ebbi  più  traccia  di  corona,  né 
spuria,  né  vera! 


Astronomia 


IV.  —  Eclissi  totali  di  sole. 

Nelle  eclissi  totali  di  sole,  invece  (come  si  è  detto), 
le  protuberanze  e  la  corona  si  v^odono  magnificamente  e 
si  osservano,  si  fotografano,  si  nnsurano,  ecc.  diretta- 
mente: ma  ciò  per  pochi  minuti  —  e  tempo  permettendo  I 

Così  r  eclisse  del  1905  fu,  in  ^ran  parte  delle  stazioni 
d*  osservazione  europee  ed  americane,  disgraziata  per  le 
nubi  ;  quella  poi  del  13  gennaio  1907  fu  disgraziatissima, 
poiché  nelle  regioni  meno  inaccessibili,  ma  pur  di  clima 
inclemente,  ove  poteva  vedersi  (Samarkanda)  vi  furono 
nubi  e  nevicate,  e  V  osservazione  andò  totalmente  per- 
duta. 

Si  avrà  neir  anno  venturo  un'  altra  eclisse  totale  di  sole, 
poco  accessibile:  infatti,  per  osservarla  in  terra  ferma, 
Bisognerà  andare  con  nave  apposita  air  isola  Flint  nel 
Pacifico,  a  650  Km.  al  nord  di  Tahiti:  vi  si  recherà  una 
missione  americana,  e  probabilmente  qualcuna  anche  di 
altre  nazioni;  quanto  alT  Italia,  le  pratiche  fatte  da  un 
astronomo  volenteroso  di  andarvi ,  finora  son  riuscite 
vane;  il  viaggio  costerebbe  troppo! 

Tornando  all'  eclisse  del  1905,  ce  ne  sono  pervenute 
in  quest*  anno  due  relazioni:  quella  del  prof.  N.  Lockjer 
della  spedizione  inglese  a  Majorca:  organizzata  stupen- 
damente in  grandissima  scala  con  un  vastissimo  pro- 
gramma, con  un  personale  numerosissimo  (più  di  un 
centinaio  di  osservatori!),  con  strumenti  potenti  e  molti 
(i  principali  una  ventina),  fu  grandemente  contrariata  dal 
tempo,  ed  i  risultati  pur  troppo  non  poterono  corrispon- 
dere air  aspettazione. 

L*  altra  relazione  dell'  eclisse  è  del  prof.  lì.  Schwarz- 
schild,  direttore  dell'  C)sserva torio  di  Gottinga,  la  cui  spe- 
dizione si  recò  a  Guelma  (Algeria)  ed  ebbe  invece  bel 
tempo  ed  un  pieno  successo:  furono  fatti  importanti  studii 
spettrali  e  fotometrici  della  cromosfera,  delle  protuberanze 
e  della  corona;  facevano  parte  della  missione,  oltre  il 
prof.  Schwarzschild,  il  prof.  Runge  ed  il  dott.  Emden. 

Altre  ed  importanti  relazioni  sono  ancora  in  elabora- 
zione e  se  ne  conoscono  solo  risultati  parziali.  Così,  per 
esempio,  si  sa  che  le  fotografìe  ottenute  a  Davoea  (Spagna) 
dal  dott.  Mitchell  costituiscono  un  successo  notevole  anche 
nella  riproduzione  della  parte  meno  refrangibile  dello 
spettro  del  Flash  (inversione  repentina  delle  righe  oscure 


Eclissi  totali  di  sole  -  Rotazione  del  sole 


di  Fraunhofer  in  righe  lucide  al  principio  dell'  eclisse 
totale  di  sole).  Le  righe  dell'  elio  vi  sont  relativamente 
più  deboli,  e  le  righe  metalliche  relativamente  più  forti 
che  nello  spettro  della  cromosfera.  Nelle  fotografie  spet- 
trali della  corona  solare  l'anello  ultra-violetto  (À  ~  38R^«,ft) 
è  stato  giudicato  tanto  intenso  quanto  1'  anello  principale 
verde  (À  -  580;^'^,;]);  la  radiazione  di  lunghezza  d'onda 
A  rzr  372.''.'%  7,  trovata  da  sir  W.  Huggins  nello  spettro 
delle  nebulose,  non  sembra  fornire  anello  nella  corona. 

Il  Direttore  dell'Osservatorio  di  Greenwich,  Sir  W.Chri- 
stie,  riferisce  che  la  sua  spedizione  a  Sfax  (Tunisia)  ha 
ottenuto  nello  spettro  della  corona  due  nuove  righe,  man- 
canti nelle  protuberanze,  a  a  =  553^% 6  e  X  =  511,7; 
ed  oltre  À  --  530,3,  riuscirono  forti  altre  righe  a  X  ;==  423,1, 
X  —  39S,7,  À  —  380,1,  deboli  a  X  :=:  43G,1,  X  =  480,6, 
X  rrr  364,3.  r^  determinazioni  rigorose  della  lunghezza 
d'  onda  delle  due  righe  coronali  principali  diede 

X  —  530/'^  310  e  X  =  423,11. 

L' astronomo  Maunder  dello  stesso  Osservatorio  di 
Greenwich,  che  si  era  unito  alla  spedizione  Canadese, 
recandosi  presso  al  Lago  Melville  per  1'  osservazione  del- 
l' eclisse,  ebbe  cattivo  tempo. 

V.  —  Rotazione  del  sole. 

Un  elemento  importantissimo  nella  fisica  del  sole  è 
la  sua  rotazione;  quest'astro  impiega  circa  25  giorni 
.(terrestri)  a  fare  un  giro  su  di  se  stesso:  ma  il  sole  non 
ò  una  sfera  solida  che  ruota  tutta  di  un  pezzo  ;  coli'  osser- 
vazione delle  macchie  si  è  già  trovata  nella  fotosfera 
una  velocità  angolare  di  rotazione  decrescente  dall'  equa- 
tore alle  latitudini  eliografiche  più  alte. 

L' osservazione  spettroscopica  ha  confermato  questo 
fatto  singolare  nello  strato  solare  di  gas  sovrastanti,  men 
caldi,  che  producono  le  righe  oscure  di  Fraunhofer  :  ed 
ha  provato  inoltre  che  la  diminuzione  ha  luogo  anche 
oltre  al  limite  di  latitudine  delle  macchie  (che  è  40")  fino 
ai  poli  solari. 

La  dimostrazione  è  fondata  sul  principio  di  Doppler 
dello  spostamento  delle  righe  spettrali  solari  che  negli 
orli  opposti  del  solo  avviene  in  senso  contrario,  perchè 
per  la  detta  rotazione  l' uno  ha  moto  di  avvicinamento, 
e  r  altro  moto  di  allontanamento  da  noi.  Ma  la  luce 
solare  subisce  assorbimenti    anche   per   parte    dell'  atmo- 


10  Astronomia 


sfera  terrestre,  ed  è  chiaro  che  le  relative  rig*he  oscure 
spettrali  hanno  invece  la  stessa  posizione  negli  orli  op- 
posti del  sole:  quindi  queste  righe,  dette  telluriche,  pos- 
sono servire  come  termini  di  confronto  per  misurare 
il  predetto  spostamento  prodotto  dalla  rotazione  solare. 

Il  prof.  N.  C.  Dunér,  direttore  dell'osservatorio  di 
Upsala,  fece  già,  or  sono  16  anni,  queste  determinazioni: 
egli  le  ha  ripetute  con  uno  spettroscopio  più  potente 
insieme  al  dott.  Bergstrand  dal  1899  al  1901  e  ne  ha 
pubblicati  recentemente  i  risultati,  i  quali  si  accordano 
meglio  colla  formola  di  Faye  anziché  con  quella  di  Spòrer, 
le  quali  formolo  pure  danno  la  rotazione  del  sole  a 
diverse  latitudini,  dedotte  entrambe  dalle  osservazioni 
delle  macchie. 

Dalle  osservazioni  e  formule  del  prof.  Dunér  risul- 
tano le  seguenti  durate  della  rotazione  alle  varie  latitu- 
dini solari: 

Latitudini     0"    15«    30°    45^    GO*^    To'*    90^ 
Giorni  24    25     26     28     31      33     34 

come  si  vede,  notevolmente  crescenti.  Le  osservazioni 
del  dott.  Bergstrand  danno  un  aumento  ancora  alquanto 
maggiore. 

Il  dott.  I.  Halm  in  Edimburgo  ha  fatto  delle  determi- 
nazioni analoghe  negli  anni  1901-6;  quelle  del  1901  coin- 
cidono con  quelle  di  Dunér,  quelle  fatto  più  tardi  danno 
un  rallentamento  al  crescere  della  latitudine  sensibil- 
mente minore.  Questo  risultato,  se  fosse  reale,  sarebbe 
di  grande  importanza  per  la  fisica  del  sole,  ed  il  pro- 
fessor Dunér  si  propone  di  verificarlo,  dando  ai  suoi 
apparati  una  stabilità  anche  maggiore. 

Il  sig.  A.  Belopolsky,  astronomo  neir  Osservatorio  di 
Pulkova,  ha  fatto  neir  estate  del  1905  delle  determina- 
zioni spettroscopiche  della  velocità  di  rotazione  dell'  equa- 
tore solare,  ma  confrontando  gli  spettri  ottenuti  colla 
fotografia  ai  due  punti  Est  ed  Ovest  dell'  equatore  solare 
con  quello  dei  poli  solari;  utilizzando  per  il  confronto 
molte  righe,  cioè  10  del  ferro,  5  miste,  2  del  calcio,  1  del 
cromo,  1  di  elemento  ignoto.  Gli  è  risultata  la  velocità 
equatoriale  del  sole  in  km.  2.07. 

L'  esattezza  di  queste  determinazioni  spettrali  è  molto 
grande,  e  sempre  crescente  col  perfezionai  si  dei  metodi: 
infatti  Terrore  probabile  della  velocità  è  per  Dunér  di 
m.  138,  per  Halm  m.  70,  per  Belopolsky  m.  521 


Radiazione  solare  11 


VI.  —  Radiazione  solare. 

Il  prof.  K.  Angstrom  ha  proposto  un  nuovo  metodo 
per  lo  studio  della  radiazione  solare,  che  avrebbe  lo 
scopo  di  rendere  utilizzabili  le  misure  della  radiazione 
totale  per  T  ottenimento  della  cosidetta  costante  solare^ 
senza  bisogno  di  ricorrere  alle  difficili  e  dispendiose 
ricerche  spettrobolometriche.  Questo  metodo  si  fonda 
sulla  conoscenza  degli  spettri  d'intensità  costante  intro- 
dotti per  la  prima  volta  da  Langley,  e  suir  ipotesi  che 
sia  noto  il  coefficiente  di  trasmissione  corrispondente  alle 
varie  lunghezze  d' onda.  Il  prof.  Angstrom  applica  questo 
suo  metodo  anzitutto  ad  una  parte  limitata  dello  spettro 
(senza  bande  di  assorbimento),  qiundi  alla  radiazione 
totale,  e  mostra  come  possano  ottenersi  risultati  soddi- 
sfacenti. 

Le  osservazioni  eseguite  per  un  intero  anno  solare 
(1904-05)  air  Osservatorio  astrofisico  di  Catania  dai  pro- 
fessori Bemporad  e  Cavasino  hanno  dato  una  curva 
annua  della  radiazione  che  riproduce  fedelmente,  nei 
tratti  essenziali,  la  curva  della  tensione  del  vapor  acqueo 
contenuto  neir  atmosfera.  Queste  osservazioni  hanno  con- 
dotto incidentalmente  il  Bemporad  a  stabilire  una  nuova 
formola,  che  rappresenta,  meglio  delle  note  di  Pouillet, 
Bartoli,  Crova,  l'andamento  della  radiazione  nel  corso  del 
giorno. 

Altre  osservazioni  attinometriche  simultanee  eseguite 
nel  settembre  1904  da  Bemporad  e  Mendola  negli  Osser- 
vatori di  Catania  e  dell'  Etna,  hanno  confermato  Y  impor- 
tanza del  fenomeno  deir  assorbimento  selettivo,  anche  per 
r  effetto  termico  della  radiazione  (come  già  constava  per 
r  effetto  luminoso),  e  alla  stessa  conclusione  ha  condotto  una 
nuova  riduzione  fatta  dal  Bemporad  delle  osservazioni  del 
professor  K.  Angstrom  a  Teneriffa.  Da  queste  è  risultato 
infatti,  che  i  raggi  verticali  vengono  assorbiti  negli 
strati  inferiori  dell'atmosfera  più  del  doppio  di  quanto 
lo  siano  i  raggi  pressoché  orizzontali;  ciò  che  accenna 
ad  una  sensibile  differenza  di  costituzione  fra  queste  due 
sorta  di  raggi,  dipendente  essenzialmente  dall'assorbi- 
mento selettivo  esercitato  dall'  atmosfera  terrestre.  Le 
stesse  osservazioni  mostrano  poi  che  il  coefficiente  di 
assorbimento  dell'aria  diminuisce  molto  rapidamente  col- 
r  altezza,    e   la  legge   di   questo   decrescimento    è    assai 


12  Astronomia 


prossimamente    in    ragione   della   quarta  potenza   delia 
densità  dell*  aria. 

Molto  interessanti,  perchè  in  aperta  contraddizione 
coi  risultati  precedenti  di  altri  osservatori,  sono  lo  con- 
clusioni di  esperienze  suir  assorbimento  eseguite  dal 
prof.  Nordmann  ed  esposte  dal  compianto  prof.  Loewy  nel 
suo  Rapport  annuel  sur  V  état  de  V  Observatoire  de  Paris. 
H  N.  avrebbe  trovato  invero  (secondo  le  parole  di  Loewy) 
che  la  parte  rossa  e  aranciata  dello  spettro  delle  stelle 
sarebbe  assorbita  assai  più  che  la  parte  del  bleu  e  del  vio- 
letto, contrariamente  a  ciò  che  ha  luogo  pei  raggi  solari, 
e  questo  fino  ad  una  distanza  zenitale  assai  grande  (com- 
presa fra  70^  e  80^  fra  SO'*  e  90**  di  distanza  zenitale).  Il 
senso  del  fenomeno  tende  a  riavvicinarsi  al  tipo  diurno, 
senza  però  che  il  bleu  cessi,  rispetto  al  rosso,  d'esser 
molto  meno  assorbito  che  nel  giorno. 

Vn.  —  Limiti  delle  radiazioni  solari. 

I  raggi  del  solo  dovendo  attraversare  la  sua  stessa 
atmosfera  e  quella  della  terra,  prima  di  giungere  a  noi, 
vengono  privati  di  radiazioni  di  varie  lunghezza  d'onda, 
e  così  danno  origino  nello  spettro  alle  righe  oscure  di 
Fraunhofer;  inoltre  vengono  limitate  le  onde  più  lunghe 
e  lo  onde  più  corte  che  possiamo  ricevere  sulla  terra. 

Fondandosi  sul  fatto  noto  che  facendo  riflettere  parecchie 
volte  i  raggi  di  luco  sopra  superfìci  terse  di  salgemma, 
in  ultimo  non  vengono  rimandate  che  radiazioni  vicinis- 
sime alla  lunghezza  d'  onda  510.(K)0  unità  di  Angstn'im 
(0,051  millimetri),  il  sig.  E.  F.  Nichols  ha  confrontato  il 
portamento  della  luce  elettrica  e  della  luce  solare  me- 
diante il  radiometro;  ed  ha  trovato  che  i  detti  raggi 
riflessi  dal  salgemma,  provenienti  dall'arco  elettrico, 
producevano  una  notevole  deviazione  (20  parti)  del  radio- 
metro; invoce  i  raggi  provenienti  dal  sole  non  produce- 
vano che.  una  minore  deviazione,  dovuta  in  gran  parte 
a  diffusione  e  ad  altre  cause  estranee,  cosicché  egli  con- 
clude che  nulla,  od  al  più  il  3  Vo  soltanto,  di  quelle  onde 
lunghissime  solari  ci  viene  trasmesso. 

È  poi  saputo  da  esperienze  di  gabinetto  che  le  onde 
luminose  brevissime  vengono  assorbite  totalmente,  anche 
da  pochi  millimetri  d'aria:  quindi  altrettanto  deve  acca- 
dere delle  onde  luminose  del  sole  nell' attraversare  la  sua 
e  la  nostra  atmosfera;  e  invero  gli  astrofisici  dicono  che 


Radiazioni  solari  -  Pianeti  13 


se  il  sole  fosse   spogliato   della  sua   atmosfera,   noi   lo 
vedremmo  azzurro,  invece  di  bianco. 

Il  padre  J.  Fényi,  direttore  deir  Osservatorio  di  Ka- 
locsa,  fa  a  questo  proposito  una  curiosa  ed  interessante 
considerazione.  Per  il  detto  sopra,  le  onde  piti  brevi  del 
sole  che  arrivano  alla  terra  saranno  tutte  assorbite  dagli 
strati  superiori  della  nostra  atmosfera;  quindi  in  essi  strati 
avrà  luogo  un  riscaldamento  speciale,  che  potrebbe  spie- 
gare il  fenomeno  importante  della  inversione  di  tempe- 
ratura negli  altissimi  strati  aerei,  ossia  il  cessare  della 
diminuzione  della  temperatura  coir  altezza  ed  anche  il 
prodursi  un  aumento. 

Vili.  —  Pianeti. 

Vulcano.  —  Pare  che  si  debba  proprio  rinunziare  a 
credere  alla  esistenza  di  questo  problematico  pianeta,  che 
alcuni  han  creduto  di  vedere  passare  sul  disco  del  sole 
e  di  cui  altri  hanno  invocata  la  necessità  per  spiegare  le  per- 
turbazioni nel  moto  di  Mercurio  :  le  quali  del  resto  (come 
quelle  del  moto  di  Venere  e  Marte)  possono  essere  spiegate, 
secondo  Seeliger,  dalla  presenza  attorno  al  sole  della  ma- 
teria cui  devesi  la  luce  zodiacale.  Infatti  le  fotografìe  fatte 
durante  T  eclisse  totale  del  1905  dalle  missioni  inviate 
dall'  Osservatorio  di  Monte  Hamilton  in  Spagna  ed  in 
Egitto  (quella  nel  Labrador  ebbe  cattivo  tempo)  concor- 
demente hanno  dato  tutte  le  stelle  della  regione  circo- 
stante air  eclisse,  fino  air  8.*  grandezza,  e  nulla  di  piti, 
da  cui  si  può  concludere  che  certamente  non  vi  è 
alcun  altro  astro,  alcun  nuovo  pianeta  attorno  al  sole, 
neppur  così  piccolo  da  raggiuugere  la  7.*  grandezza,  che 
è  inferiore  alla  minima  visibile  da  un  occhio  acuto. 

Mercurio.  —  Per  questo  pianeta  vi  è  da  notare  di  nuovo 
solo  che  in  quest'anno,  al  14  novembre,  vi  è  stato  il  suo 
passaggio  sul  disco  del  sole:  il  fenomeno  avendo  avuto 
luogo  per  parecchi  Osservatorii  intorno  al  mezzodì,  potè 
esser  osservato  al  cerchio  «meridiano  od  anche  allo 
strumento  dei  passaggi  (come  si  è  fatto  a  Catauia),  il 
che  potrà  fornire  dati  importanti  sul  moto  capriccioso 
di  quest'astro.  Le  osservazioni  fisiche  e  spettroscopiche 
in  Catania  sono  state  molto  contrariate  dalla  forte  agita- 
zione dell'aria. 


14  Astronomia 


Durante  il  passaggio  si  poterono  eseguire  fotografie 
del  disco  solare,  che  in  seguito  si  sottoporranno  a  misure 
e  calcoli.  Nelle  osservazioni  visuali  si  è  notato,  che  il 
pianeta  era  più  nero  del  nucleo  delle  macchie  solari,  e 
che  nei  momenti  di  calma  dell' immagine  appariva  per- 
fettamente rotondo;  non  si  è  vista  alcuna  traccia  di  au- 
reola, indicante  la  presenza  di  atmosfera  attorno  a  Mer- 
curio. Il  passaggio  al  meridiano  di  Catania  venne  osser- 
vato allo  strumento  dei  passaggi  in  anticipo  di  0,16  sul 
valore  calcolato  secondo  gli  elementi  della  Connaissance 
des  Temps^  in  buon  accordo  coi  risultati  di  altri  Osser- 
vatorii. 

Secondo  una  relazione  riassuntiva  fatta  air  Accademia 
di  Francia  dal  sig.  Bigourdan,  astronomo  all'Osservatorio 
di  Parigi, .  in  Francia  a  nord  della  capitale  vi  è  stato 
generalmente  cattivo  tempo  che  ha  impedito  le  osserva- 
zioni, invece  a  sud  di  Parigi  vi  è  stato  tempo  parzial- 
mente favorevole. 

G}eneralmonte  si  ò  visto  il  pianeta  nero  e  rotondo.  Agli 
Osservatori  di  Nizza,  Tolosa,  Marsiglia,  Bourges,  si  è 
osservato  anche  una  traccia  di  aureola  ;  e  così  a  Valenza 
(Spagna)  e  ad  Atene;  ma  per  lo  più  si  è  vista  di  color 
gialliccio,  che  sarebbe  complementare  del  nero-violaceo 
del  disco  del  pianeta,  colore  dovuto,  come  è  noto,  air  in- 
completo acromatismo  dei  cannocchiali;  quindi  molto  pro- 
babilmente la  dotta  aureola  è  un  fenomeno  soggettivo  di 
contrasto^  anziché  un  vero  indizio  dell'atmosfera  di  Mer- 
curio. Si  aggiunga  che  il  conte  do  la  Baume  Pluvinel  a 
Nizza  non  ha  trovato  alcuna  alterazione  dello  spettro 
solare,  causata  dall'atmosfera  del  pianeta. 


Venere.  —  Nulla  di  nuovo  nelle  osservazioni  di  questo 
difficile  pianeta. 

Terra.  —  Della  costituzione  interna  della  terra  noi 
sappiamo  poco  o  nulla,  come  per  gli  altri  pianeti  ed 
astri.  Non  possiamo  ancora  dire  con  sicurezza  se  sia 
solido,  liquido  od  aeriforme!  L'opinione  ora  prevalente  è 
che  sia  aeriforme.  Fa  impressiono  il  pensare  che  il  globo 
che  abitiamo  e  su  cui  ci  muoviamo  con  tanta  fiducia,  non 
sia  altro  che  una  specie  di  immenso  pallone  aoreostatico  I 
Ma  la  analogia  è  tutt' altro  che  completa.  Primariamente 
l'involucro  (e  certamente   T  insieme  del  globo)   è  tanto 


La  Terra  16 

solido  0  rigido,  quaato  e  più  di  quel  che  sarebbe  se  fosse  di 
acciaio,  come  han  dimostrato  Tnomson,  Darwin,  Hopkins, 
ecc.;  altrimenti  il  sole  e  la  luna  colla  loro  attrazione  vi 
produrrebbero  delle  deformazioni  analoghe  alle  maree;  ed  il 
contenuto  poi  sarebbe  dotato  di  tale  viscosità  da  comportarsi 
come  una  materia  affatto  solida:  infatti  il  movimento  di 
rotazione  del  globo  e  quelli  di  precessione  e  nutazione  del- 
l' asse  terrestre  non  avi'ebbero  luogo,  come  avvengono,  con 
perfetta  regolarità,  come  in  un  corpo  totalmente  solido, 
secondo  le  regole  della  meccanica,  poiché  si  produrrebbero 
degli  attriti  e  delle  discordanze  di  moto  fra  le  parti  solide 
e  le  liquide  e  ne  verrebbero  urti  reciproci.  Ricorrendo 
all'esempio  dato  da  Thomson,  sono  questi  urti  fra  il  guscio 
solido  ed  il  contenuto  liquido  che  fanno  muovere  irregolar-^ 
mente  ed  arrestare  ben  pi^esto  un  uovo  crudo  che  si  faccia 
rotare  liberamente  intorno  a  se  stesso,  mentre  V  uovo 
cotto,  cioè  tutto  solido,  ruota  regolarmente  e  più  lunga- 
mente: è  un  fenomeno  volgare,  noto  a  tutte  le  cuciniere, 
ma  pure  molto  eloquente. 

Il  piccolo  spostamento  continuo  dei  poli  sulla  superficie 
della  terra,  secondo  Newcòmb,  dipenderebbe  in  parte  da 
incompleta  rigidità,  la  quale  però  sarebbe  anche  mag- 
giore di  quella  dell'acciaio,  secondo  i  calcoli  di   Hong. 

Quanto  al  contenuto  della  terra  sotto  alla  scorza  di 
roccie,  ciò  che  vi  è  di  certo  si  è  che  deve  essere  molto 
denso  e  pesante,  quanto  il  ferro  od  anche  più:  poiché  la 
Terra  nel  suo  insieme  pesa  alquanto  più  di  5*/,  volte 
come  l'acqua,  mentre  le  roccie  che  formano  la  corteccia 
pesano  solo  2  V,  o  3^  volte  come  l' acqua. 

L'altra  cosa  sicura  è  che  nell'interno  della  terra  vi 
deve  essere  una  enorme  pressione,  prodotta  dal  peso 
delle  masse  sovrastanti;  secondo  i  calcoli  di  Schlichter 
questa  pressione  sarebbe  sufficente  a  rendere  tanto  denso 
e  pesante  l'interno  del  globo,  come  si  è  detto  sopra, 
anche  fino  a  più  di  10%  (10.7)  la  densità  dell'acqua. 

È  certo  pure  che  la  temperatura  dell'interno  della 
terra  dev'essere  altissima  ;  anche  se  non  continua  fino  al 
centro  il  rapido  aumento  di  P  per  ogni  30  m.  circa,  che 
si  verifica  vicino  alla  superficie^{perchè  probabilmente  nel- 
r  interno,  sia  per  conduttività  metallica,  sia  per  circola- 
zione, la  temperatura  dev'  essere  più  uniforme),  certa- 
mente al  di  sotto  della  scorza  rocciosa,  ad  un  centinaio 
di  chilometri  al  più,  deve  regnare  una  temperatura  di 
almeno  1500**. 


muto  della  terra  è  fluido 
bisce;  ma  fluido  quanto 
Iraulico  che  fa  tubi,  come 
a. 

la  natura  del  contenuto, 
;o,  e  la  rig^idità  cfte  devo 
ro  nichelato,  ragionando 
ichc,  di  cui  alcune  sono 
bI,  e  rappresenterebbero 
ianota  fratturato,  mentre 
ccie  che  sarebbero  fram- 

idii  profondi  sulla  costi- 
io  che  la  temperatura  vi 
to  critico  di  lutti  i  corpi, 
one,  il  contenuto  sarebbe 
■■  di  gaz  e  vapori.  Alcuni 
sia  tanto  alta  da  disso- 
lostanza  uitica  veramente 

esto  scabroso  argomento, 
Lzioni  dì  slndìi  moderni 
intorna  dulia  terra. 

lioldam  ha  dimostrato 
grandi  terremoti  si  pro- 
itutralo  della  terra  (che 
velocità  minore  di  quella 
propagano  atlravoi'so  la 
.  che  vorit'bbe  dira  che 
ensità  nnifijrioi-e  o  forza 
it<izioiic  divei'sa  dal  resto. 
tudii  tiulla  radio-attività, 

terra  il  radio  è  proba- 
à  di  10  chilometri,  che 
o  è  privo  di  radio,  che 
i  la  terra  ha  una  tempe- 
.  i[uale  sarebbe  dovuta  ni 
■i  di  radio.  Questi  risul- 
mati,  e  gli  altri  che  certa- 
iipo  singolare,  apr«'*iuno 
.10  del   gran  segreto  che 

in  opposizione,  cioè  a  mì- 
ei milioni  di  chilometri! 


Marte  -  Giot)€  17 


Oltre  alle  osservazioni  visuali  di  Marte,  sono  state 
fatte  da  Lowel,  all'Osservatorio  di  Flagstaff,  neirAri- 
zona  S.  U.,  a  2210  metri  sul  mare,  delle  fotografie  col 
diametro  di  solo  6  millimetri,  ma  mirabilmeiite  belle 
(altro  trionfo  dell*  astrofotografia  !),  ove  si  vedono  i  con- 
tinenti, i  mari,  le  nevi  polari,  e  perfino  i  famosi  canali 
dello  Schiaparelli.  Il  Lowel  ha  ottenuto  questo  bel  risul- 
tato con  un  cannocchiale  visuale,  non  fotografico,  che  cioè 
ha  il  fuoco  nel  giallo  ;  ma  ha  applicato  uno  schermo 
colorato  che  lasciasse  passare  solo  i  raggi  di  quel  colore, 
ed  ha  adoperate  lastre  isocromatiche  Cramer^  che  hanno 
un  massimo  di  sensibilità  appunto  nel  giallo  ;  talché 
hanno  agito  solo  proprio  i  raggi  per  cui  è  acromatiz2ato 
r  obbiettivo. 

Non  è  dunque  più  lecito  discutere  sulla  realtà  dei 
canali  di  Marte:  ma  si  discute  sulla  loro  natura  e  strut- 
tura. Il  Lowell  dice  che  sono  veri  canali  continui  che 
mettono  in  comunicazione  i  diversi  mari;  altri  come 
Maunder,  Newcomb,  e  Cernili  da  noi,  sostengono  che  la  con- 
tinuità di  quegli  oggetti  è  apparente:  sarebbe  un  effetto 
psicologico  che  ha  luogo  nella  nostra  mente,  oppure  un 
effetto  fisiologico  che  ha  luogo  nel  nostro  occhio,  ado- 
prato  al  limite  della  sua  potenza,  per  cui  vede,  o  si  per- 
suade di  vedere,  linee  continue,  ove  non  sarebbero  che 
delle  serie  interrotte  di  macchie  o  punti.  Certamente  ulte- 
riori studii  risolveranno  definitivamente  questa  ardua 
questione  e  spiegheranno  V  altra,  ancora  più  scabrosa, 
della  duplicazione  o  geminazione  periodica  dei  canali  di 
Marte,  pure  constatata  dallo  Schiaparelli  per  il  primo. 

Un  fatto  notevole  osservato  in  Marte  durante  questa 
opposizione  è  stato  T  allargamento  e  la  duplicazione  del 
Lago  del  Sole^  che  prima  era  semplice  e  di  forma  perfet- 
tamente circolare.  Il  fenomeno  è  visibilissimo  anche  nelle 
fotografie  di  Lowell. 

Giove.  —  H  maggiore  dei  pianeti  è  piu-e  oggetto  di 
studio  assiduo,  anzi  si  sono  costituite  in  Inghilterra  ed 
in  Francia  apposite  associazioni  per  seguire  diligentemente 
le  continue  variazioni  delle  zone  e  delle  macchie  che  si 
osservano  su  di  esso,  e  per  determinare  la  differente  velo- 
cità di  rotazione  che  presentano  in  esso  gli  oggetti  che 
appariscono  a  diverse  latitudini.  Fra  questi  oggetti  il  più 
interessante  è  la  grande  macchia  rossa^  apparsa  circa 
30  anni  fa  nell'emisfero  austi'ale  del  pianeta;  nell'estate 

AVMUABIO  SOIEBTiriCO.   —  XLIV.  2 


1 


18  Astronomia 


del  1883  divenne  pallidissima,  quasi  invisibile,  talché  solo 
riconoscevasi  il  suo  luogo  per  la  specie  di  impronta  che 
aveva  lasciata  nella  zona  ove  era  stata  così  notevole  per 
il  suo  colore  carico,  rosso  mattone,  e  per  la  sua  forma 
di  zigaro  d' avana.  Dopo  non  è  più  ritornata  distinta 
come  prima  ;  però  si  è  continuato  a  studiarla  ed  a  deter- 
minare il  tempo  della  sua  rotazione.  Specialmente  l'astro- 
nomo inglese  Denning  se  ne  è  occupato  indefessamente 
ed  ha  trovato  che  la  sua  rotazione  è  più  lenta  di  quella 
d' altre  macchie  :  però  subisce  delle  variazioni  ;  per  esempio 
nell'estate  scorsa  ha  avuto  una  accelerazione  notevole. 

Da  più  di  20  anni  si  è  applicata  anche  la  fotografia 
allo  studio  di  Giove,  con  crescente  successo,  e  dando  alla 
osservazione  una  autenticità  di  gran  lunga  maggiore. 

Il  settimo  satellite  di  Giove,  scoperto  com'è  noto  da  Fer- 
rine col  riflettore  deirOsservatorio  di  Lick  nel  1905,  e  di  cui 
da  principio  si  pose  in  dubbio  la  qualità  di  satellite, 
supponendo  che  potesse  trattarsi  di  un  pianetino  vicino 
a  Giove,  è  stato  ormai  osservato  e  riconosciuto  anche  in 
Europa,  sebbene  appartenga  agli  oggetti  più  diffìcili  da 
osservare,  essendo  di  IG*  grandezza.  Mólte  osservazioni 
fotografiche  no  vennero  fatte  a  Greenwich  ed  altre  recen- 
temente da  Wolff  in  Heidelberg,  mediante  il  riflettore 
Zeiss  di  70  cm.  di  diametro,  e  da  questo  fotografie  venne 
determinata  la  posizione  con  un  nuovo  metodo  fondato 
sopra  una  delle  tante  applicazioni  dello  stereocompara- 
tore  (V.  Annuario  del  1907). 

Il  terzo  satellite  di  Giove  ((janimede)  è  stato  osser- 
vato da  Comas  Sola  in  Barcellona.  I  disegni  ottenuti 
presentano  una  grande  somiglianza  coi  primi  disegni  di 
Marte,  poiché  mostrano  una  calotta  polare  (bianca,  e  pro- 
babilmente formata  dai  ghiacci  polari)  e  un  mare  polare 
(più  oscuro)  attorno  a  questa,  oltre  ad  altre  configura- 
zioni più  incerte.  Questo  satellite  è  poco  più  piccolo  di 
Marte  e  presenta,  al  pari  degli  altri  satelliti  di  Giove,  con- 
dizioni particolarmente  favorevoli  per  la  presenza  di  vita 
organica  :  fra  le  altre  non  trascurabile  quella  del  raggia- 
mento  stesso  di  Giove,  un  piccolo  sole  nel  vero  senso 
della  parola,  poiché  si  pensa  che  alcune  parti  (come  la 
macchia  rossa)  possano  brillare  di  luce  propria.  E  da 
notare  pure  che  i  quattro  maggiori  satelliti  di  Giovo 
sono  tutti  vicinissimi  al  grande  pianeta,  che  appare  con 
diametro  ben  20  volte  superiore  a  quello  del  sole  per  noi, 
anche  al  più  lontano  dei  detti  satelliti. 


Saturno  -  Nettuno  —  Oss.  spettrali  dei  pianeti         19 


Saturno.  —  Nello  scorso  anno  1907  si  è  presentato 
il  fenomeno,  che  suol  ripetersi  a  periodi  di  15  anni  circa, 
della  scomparsa  dell'  anello  di  Saturno,  per  il  fatto,  che 
il  suo  piano  prolungato  mentalmente  è  venuto  a  passare 
prima  per  il  Sole,  poi  per  la  Terra,  in  modo  da  presen- 
tare a  noi  il  solo  bordo  illuminato,  che  è  troppo  sottile 
per  apparire  negli  strumenti  ordinari.  Secondo  le  osser- 
vazioni eseguite  a  Ginevra,  a  Konigsberg,  e  altrove,  la 
Terra  si  sarebbe  trovata  nel  piano  deir  anello  fra  il  3  e 
il  4  ottobre. 

Fu  questa  stessa  scomparsa,  che  scoraggiò  profonda- 
mente Galileo,  tanto  da  farlo  rinunziare  alla  spiegazione 
del  mistero  di  Saturno,  che  egli  per  primo  aveva  veduto 
trigemino.  Su  questa  e  su  altre  circostanze  relative  alla 
scoperta  dell'  anello  di  Saturno  (riconosciuto  come  anello 
soltanto  più  tardi  da  Huygens,  circa  mezzo  secolo  dopo 
Galileo)  fornisce  interessami  particolari  una  memoria  di 
J.  Mascart,  contenente  la  riproduzione  dei  più  antichi 
disegni. 

Un  risultato  interessante  dell'osservazione  durante  l'ul- 
tima scomparsa  dell'anello  sarebbe  la  scoperta  fatta  da 
Campbell  a  Cambridge  (Mass.)  di  quattro  nodi  luminosi, 
due  a  dèstra  e  due  a  sinistra,  in  posizioni  simmetriche 
sulle  due  anse  dell'  anello,  che  potrebbero  corrispondere 
a  quattro  satelliti  immersi  nello  sciame  di  corpuscoli  onde 
risulta  (secondo  le  teorie  moderne  più  accreditate)  l' anello 
medesimo. 

Nettuno.  —  Nel  1907  questo  pianeta,  il  più  lontano 
del  nostro  sistema,  è  stato  occultato  due  volte  dalla  luna: 
il  23  novembre  e  il  21  dicembre  ;  alla  prima  data  il 
tempo  pessimo  ha  impedita  generalmente  V  osservazione. 

IX.  —  Osservazioni  spettrali  dei  pianeti. 

E  noto  che  dalle  osservazioni  spettrali  visuali  e  foto- 
grafiche di  Secchi,  Huggins,  Vogel,  risulta  che  le  atmo- 
sfere dei  pianeti,  interni  all'  anello  dei  planetoidi,  cioè 
Mercurio,  Venere,  Terra,  Marte,  sono  analoghe,  poiché  i 
loro  spettri  presentano  le  stesso  righe  d' assorbimento  ; 
invece  quelle  dei  pianeti  esterni  presentano  delle  diffe- 
renze :  Giove  ha  una  linea  oscura  (principale)  nell'  aran- 
ciato, che  non  ha  riscontro  nello  spettro  doli'  atmosfera 
terrestre  ;  il  che  indica  o  la  presenza   di  un  gaz  costi- 


20  Astronomia 


n 


tuente  diverso  da  quelli  della  nostra  aria,  oppure  condi- 
zioni speciali  di  pressione  e  temperatura. 

Lo  spettro  del  ^lobo  di  Saturno  è  molto  analogo  a 
quello  di  Giove,  ma  nello  spettro  degli  anelli  non  si 
scorge  alcuna  linea  speciale  di  assorbimento  (oltre  alle 
solari  di  Fraunhofer),  il  che  vuol  dire  che  in  essi  V  atmo- 
sfera manca  od  è  molto  rada. 

Lo  spettro  di  Urano,  già  a  detta  di  Secchi,  confer- 
mata da  altri,  è  affatto  diverso  da  quello  della  nostra 
atmosfera  ed  ha  parecchie  righe  speciali. 

Lo  spettro  di  Nettuno  è  ancora  più  differente  :  non 
vi  si  vedono  più  le  righe  di  Fraunhofer  (come  notò  Secchi)  : 
vi  si  riscontrano  le  righe  speciali  di  Urano  ed  altre 
ancora. 

In  somma  al  di  là  dell'anello  degli  asteroidi  le  atmo- 
sfere dei  pianeti  vanno  sempre  più  differenziandosi,  il 
che  è  d' accordo  colla  ipotesi  di  feant  o  Laplace  sulla 
formazione  del  nostro  sistema  planetario. 

Recentemente  il  sig.  V.  M.  Slipher  ha  fatto  neir  Os- 
servatorio di  Lowell,  a  Flagstaff,  delle  belle  fotografìe 
degli  spettri  di  Giove,  Saturno,  Urano  e  Nettuno  insieme 
a  quello  della  luna  per  confronto,  ove  le  righe  di  assor- 
bimento solari  o  Fraunhoferiane,  quelle  telluriche,  ossia 
le  analoghe  a  quelle  della  nostra  atmosfera,  e  le  speciali 
dei  pianeti  sono  ben  evidenti.  Ne  risulta  la  conferma  di 
quanto  si  disse  sopra  ed  inoltre  quanto  segue  : 

In  Giove  oltre  la  riga  speciale  principale  d' assorbi- 
mento neir  aranciato,  se  ne  scoprono  altre  tre. 

Lo  spettro  di  Saturno  è  analogo  a  quello  di  Giove, 
ma  delle  5  righe  speciali  del  globo  di  Saturno,  nessuna 
si  riscontra  neir  anello  (notato  anche  da  Keeler,  ed 
Ellorman). 

Lo  spettro  di  Urano  è  differente  da  quello  di  Giove  e 
Saturno,  poiché  le  linee  di  assorbimento  hanno  differente 
intensità  relativa  :  inoltre  la  riga  F  solare  è  sensibilmente 
rinforzata  in  Urano, 

Nettuno  ha  uno  spettro  somigliante  a  quello  di  Urano, 
ma  nel  primo  le  bande  d'assorbimento  frale  righe  Frau- 
nhoferiane F  e  D  sono  così  pronunciate  da  rendere  irri- 
conoscibile lo  spettro  solare,  e  di  più  vi  sono  altre  righe 
d' assorbimento  che  non  esistono  in  alcun  pianeta.  La 
riga  F  deir  idrogeno  vi  è  singolarmente  rinforzata,  ren- 
dendo probabile  la  presenza  e  forse  V  abbondanza  di 
questo  gas  neir  atmosfera  di  Nettuno. 


Pianetini  21 


In  conclusione,  queste  nuove  osservazioni  spettro-foto- 
grafiche dei  pianeti  più  lontani  mettono  in  maggior  evi- 
denza le  differenze  delle  atmosfere  tra  loro  e  con  quelle 
dei  pianeti  più  vicini  al  sole,  e  confermano  le  differenze 
di  costituzione  che  risultano  anche  dalla  osservazione 
diretta  delle  loro  superfici. 

X.  —  Pianetini. 

I  pianetini  numerati  fino  al  17  ottobre  1906  salivano 
alla  cifra  di  601,  dal  qual  numero  sono  esclusi  tutti  i 
pianetini  scoperti  e  poi  di  nuovo  perduti  per  insufficienza 
d' osservazioni  (qualche  centinaio  almeno).  Da  queirepoca 
fino  agli  ultimi  del  1907  venivano  scoperti  poi  altri  150 
pianetini  nuovi  (circa)  in  gran  parte  dal  Wolff  in  Hei- 
delberg, molti  però  anche  dal  Metcalf  (Taunton,  Mass.) 
da  Liapin  (Poulkowo),  da  Coggia  (Nizza)  da  Lowell  (Fla- 
gstaff,  S.  U.)  e  da  altri.  Il  numero  delle  nuove  scoperte 
non  accenna  a  diminuire  ma  si  va  rendendo  sempre  più 
difficile  r  assicurare  stabilmente  i  pianetini  nuovi,  per 
r  estrema  debolezza  degli  oggetti,  quasi  tutti  di  13.*  gran- 
dezza. 

In  queste  condizioni  tanto  più  meritoria  riesce  V  opera 
di  quegli  astronomi,  specialmente  italiani,  che  dedicano 
gran  parte  della  loro  attività  a  queste  osservazioni,  senza 
le  quali  il  più  gran  numero  dei  pianeti  di  nuova  sco- 
perta andrebbe  nuovamente  perduto.  Centinaia  e  centi- 
naia di  posizioni  vennero  concluse  in  particolare  ali*  Os- 
servatorio di  Arcetri  dal  prof.  Abetti,  a  quello  del  Col- 
legio Romano  dai  professori  Millosevich  e  Bianchi  e  più 
specialmente  dal  dott.  Zappa,  air  Osservatorio  di  Padova 
dal  dott.  Antoniazzi,  a  Brera  (Milano)  dall'  ing.  Gabba,  a 
Palermo  dal  dott.  Qori,  a  Collurania  dal  dott.  Cernili. 

Alcuni  pianetini  creduti  nuovi  risultano  anche  bene 
spesso  identici  con  altri  molto  antichi,  così  il  prof.  Mil- 
losevich riconobbe,  dietro  osservazioni  e  calcoli  propri, 
che  il  pianetino  1907  Z  B,  scoperto  indipendentemente  da 
Lowell  (9  aprile  1907),  da  Metcalf  (17  aprile)  e  da  Coggia 
(8  maggio)  non  era  altro  in  effetto  che  il  pianetino  (31) 
Euphro^yne  già  scoperto  il  1.**  settembre  1854  da  Ferguson 
a  Washington.  Il  tardo  riconoscimento  era  dipeso  da  errori 
di  calcolo  nelle  effemeridi  del  Berliner  Jahrbuch. 

Altra  opera  meritoria  por  Io  studio  dello  sciame  sempre 
crescente  dei  pianetini,  sono  i  calcoli  d' orbita,  senza  i 


22  Astronomia 


quali  non  vi  sarebbe  modo  di  distinguere  questi  seicento 
e  più  corpuscoli  fra  di  loro.  Anche  in  questo  campo  si 
segnalarono  gli  astronomi  italiani,  in  special  modo  i  pro- 
fessori Millosevich,  Bianchi,  Boccardi  e  i  dottori  Viaro, 
Zappa,  Antoniazzi,  Fontana,  Chionio  ed  altri. 

Air  interessante  pianetino,  che  aveva  ricevuto  la  deno- 
minazione provvisoria  1906  T  G,  e  che  si  segnalava  per 
la  sua  grande  distanza  dal  Sole,  leggermente  superiore  a 
qiiella  di  Giove  (v.  Annuario  del  1907),  si  sono  aggiunti 
altri  due  pianetini  con  distanze  sensibilmente  uguali,  i 
quali  insieme  al  primo  costituiscono  come  altrettante  veri- 
fiche sperimentali  di  un  caso  di  soluzione  esatta  del  pro- 
blema dei  tre  corpi,  trovato  da  Lagrange. 

I  tre  pianetini  in  questione  hanno  ricevuto  rispettiva- 
mente i  nomi  mascolini  di  Achille,  Ettore,  Patroclo,  mentre 
tutti  gli  altri  pianetini,  ad  eccezione  di  Eros,  avevano 
ricevuto  finora  nomi  femminili. 

XI.  —  Comete, 

Nel  1907  vennero  scoperto  5  comete,  la  prima  e  la 
terza  da  Giacobini  a  Nizza,  la  seconda  da  Grigg  a  Thames 
(Nuova  Zelanda)  e  itidipendentemonte  da  Mellish  a  Ma- 
dison Visc.  (S.  U.),  la  quarta  da  Daniel  a  Princeton  (S.  U.), 
la  quinta  nuovamente  da  Mellish.  La  sola  cometa  Daniel 
è  stata  visibile  ad  occhio  nudo,  ed  erano  v^eramente  molti 
anni  che  nelle  nostre  latitudini  non  si  vedeva  una  cometa 
così  bella.  L'orbita  calcolata  ultimamente  dal  prof.  Mil- 
losevich è  risultata  sensibilmente  parabolica.  Lo  splen- 
dore massimo  complessivo  è  stato  superiore  a  quello  di 
una  stella  di  t2."  grandezza.  La  coda  lunga  da  8  a 
10  gradi  ha  mostrato  ujia  struttura  molto  singolare. 
Risultati  notevoli  potranno  ricavarsi  dalla  ricca  colle- 
zione di  fotografie  (circa  80  in  numero)  e  dalle  osserva- 
zioni fotometriche  e  spettroscopiche  es(*guite  all'Osserva- 
torio di  Catania,  le  quali  a  suo  tempo  vorranno  pubbli- 
cate. Per  ora  possiamo  dire  che  il  nucleo  era  puntiforme 
e  dava  spettro  continuo  dal  rosso  al  violetto,  cioè  luce 
proveniente  sia  da  un  corpo  solido  o  liquido  incande- 
scente, sia  da  un  corpo  riflettente  la  luce  solare.  La 
chioma  osservata  collo  spettroscopio  visuale  dava  le  solite 
tre  bande  degli  idrocarburi  :  una  gialla,  una  verde  (più 
forte  e  più  lunga)  una  bleu,  tutte  composte  di  parecchie 
righe.  Con  camere  prismatiche  (spettrografi  senza  fessura) 


Comete  -  Stelle  filanti  23 

il  sig.  Deslandres  ha  ottenuto  air  Osservatorio  di  Meudon 
altre  righe  minori  nel  bleu  e  nel  violetto  e  la  riga  carat- 
teristica del  cianogeno  nell'  ultra  violetto. 

Le  foto^afie  grandi,  fatte  in  Catania  coli*  equatoriale 
fotografico,  avente  obbiettivo  di  m.  0.33  di  diametro  e  m.  3.34 
di  lunghezza  focale,  mostrano  nella  chioma  e  nella  coda 
della  cometa  una  complicata  e  delicata  struttura,  risul- 
tante di  filamenti  irregolari,  ineguali,  intrecciati. 

Non  essendo  possibile  la  riproduzione  completa  ed 
esatta  in  zincografia  delle  delicate  particolarità  che  si 
riscontrano  nella  negativa  della  cometa,  diamo  qui  (fig.  1) 
la  riproduzione  di  uno  dei  disegni  fedeli  fatti  cìal  primo 
assistente  dell'  Osservatorio  di  Catania,  dott.  G.  Hom , 
rilevando  per  punti  tutti  i  dettagli  visibili  nella  fotografia. 

Molto  opportunamente  M.  Deslandres  proponeva  all'Ac- 
cademia di  Francia  una  organizzazione  speciale,  perma- 
nente, internazionale,  delle  osservazioni  delle  comete,  in 
modo  da  seguirne  tutte  le  variazioni,  come  si  fa  già  per 
il  Sole. 

Calcoli  di  orbite  cometarie  vennero  eseguiti  in  Italia, 
oltreché  dal  citato  prof.  Millosevich  (cometa  1907,  d), 
anche  dal  dott.  Tringali  (cometa  1907  a,  orbita  parabolica) 
e  dal  dott.  Zappa  (cometa  1905  6,  scoperta  da  Schaer). 
Quest*  ultimo  lavoro  è  notevole  per  le  difficoltà  di  calcolo 
di  cui  fu  causa  la  fortissima  declinazione  della  cometa. 
L'  orbita  definitiva  è  risultata  un*  iperbole  con  eccentricità 
di  pochissimo  superiore  all'unità,  ossia  un* orbita  vicinis- 
sima alla  parabolica. 

XII.  —  Stelle  filanti. 

Le  Perseidi  vennero  osservate  anche  nel  1907,  come 
in  vari  altri  anni,  dal  prof.  G.  Testa  colla  collaborazione 
di  vari  studiosi  al  Seminario  vescovile  di  Pavia.  Vennero 
numerate  nelle  5  notti  dal  10  al  14  luglio,  519  stelle 
cadenti  dello  sciame  delle  Perseidi.  L*  anno  avanti  il  pro- 
fessor Zammarchi  del  Seminario  vescovile  di  Brescia  aveva 
contato,  precisamente  nello  stesso  intervallo  di  tempo, 
231  Perseidi. 

Nuovi  metodi  per  calcolare  1*  altezza  delle  stelle  filanti 
vennero  esposti  da  L.  Benes  {Astr,  Nachr,  4137)  e  da 
Weiss  (Denkschr.  Wien).  Denning  ha  calcolato  1*  altezza 
di  varie  lucidissime  meteore  (bolidi),  osservate  in  Inghil- 
terra,  ottenendo    in    quattro    casi    un*  altezza   di    circa 


24  Astronomia 


71  miglia,  in  due  casi  di  80,  in  un  sol  cjaso  di  90  (circa 
145  km.).  Notevoli  osservazioni  delle  Perseidi  del  1906 
vennero  eseguite  dal  prof.  Dubiago,  direttore  dell'  Osser- 
vatorio di  Kasan,  coadiuvato  da  vari  assistenti,  in  due 
stazioni  a  distanza  di  40  km.,  allo  scopo  di  determinare 
r  altezza  delle  meteore  più  appariscenti.  Il  dott.  Milowanov 
ha  calcolato  che  da  24  trajettorie  ben  identificate,  esclusi 
6  casi  sospetti,  risulta  come  altezza  media  dell*  accensione 
delle  Perseidi  111  km.,  e  come  altezza  media  delV  estin- 
zione^ 73  km. 

XIII.  —  Stelle  variabili. 

Un  caso  nuovo  nella  scoperta  delle  stelle  variabili  è 
quello  occorso  ali*  Osservatorio  di  Tolosa,  Direttore  M. 
Baillaud,  dove  una  stella  venne  riconosciuta  come  varia- 
bile per  la  sensibile  differenza  fra  le  tre  immagini  ese- 
guite, con  mezz'ora  di  posa  ciascuna,  nel  breve  intervallo 
di  un'  ora  e  mezza,  sopra  una  lastra  della  Carta  fotogra- 
fica del  cielo.  La  fotografia  si  mostra  del  resto  sempre 
più  feconda  di  risultati  nella  scoperta  delle  variabili,  e 
non  si  contano  più  ormai  quelle  che  vengono  giornal- 
mente annunziate  dagli  Osservatori  di  Harvard,  di  Hei- 
delberg e  di  Mosca,  che  attendono  sistematicamente  a 
questa  ricerca  coir  ausilio  prezioso  di  speciali  strumenti, 
come  lo  stereocomparatore.  Se  questi  mezzi  poderosi  per- 
mettono al  professor  Wolf  di  scoprire  e  studiare  le 
variabili  (e  le  nebulose)  a  centinaia  per  volta  (special- 
mente negli  ammassi  stellari),  è  tuttavia  concesso  anche 
a  chi  dispone  di  mezzi  più  modesti  di  scoprire  di 
quando  in  quando  alcuni  di  questi  oggetti  interessanti. 
Così  il  prof.  Millosevich  ha  potuto  seguire  la  rapida 
variazione  di  splendore  di  una  stella  (156,  1906),  non 
compresa  nelle  più  note  rappresentazioni  del  cielo  — 
forse  una  cosidetta  nova  —  che  in  pochi  mesi  passava 
dalla  8.*  grandezza  alla  12.*,  e  dalle  osservazioni  succes- 
sive risultava  avere  un  periodo  di  circa  188  giorni.  Anche 
neir  esame  simultaneo  delle  lastre  del  catalogo  fotografico 
dell'Osservatorio  di  Catania  in  un  semplice  comparatore 
a  duo  microscopii,  si  rinvengono  di  quando  in  quando 
delle  nuove  variabili,  che  poi  vengono  seguite,  nei  limiti 
del  possibile,  col  fotometro  a  cuneo.  Diciamo,  a  senno, 
nei  limiti  del  possibile,  perchè  bisogna  beir-distinguere 
in  quest'  argomento  delle  variabili  la  scQperta,  alla  quale 


» 


stelle  variabili  -  Cataloghi  fotometrici  25 


possono  bastare  anche  due  sole  osservazioni,  dallo  studio 
completo  del  periodo,  pel  quale  se  ne  richiede  sempre  un 
g^-an  numero,  e  che  propriamente  non  ha  mai  termine, 
se  non  talvolta  (com'è  capitato  per  qualche  nova)  colla 
scomparsa  assoluta  della  stella.  Notevoli  sono  ad  esempio 
gli  studi  di  variabili  eseguiti  —  per  la  prima  volta  in 
Italia  in  modo  sistematico  —  dal  prof.  F.  Porro,  attual- 
mente Direttore  dell' Osservatorio  nazionale  di  La  Piata 
(Argentina);  e  all'estero  da  Nijland  (Utrecht),  Luizet 
(Lyon),  Pannekock  (Leiden),  Mary  Whitney  (Vassar  Col- 
lege S.  U.).  Anche  all'  Osservatorio  astrofisico  di  Catania 
si  attende  sistematicamente  allo  studio  delle  variabili  ed 
è  già  cominciata  la  pubblicazione  dei  relativi  risultati 
nelle  Memorie  della  Società  degli  Spettroscopisti  italiani. 

XIV.  —  Cataloghi  fotometrici  delle  stelle. 

Di  inestimabile  aiuto  per  le  osservazioni  astro-fotome- 
triche in  genero  e  per  le  variabili  in  particolare  sono  i  cata- 
loghi fotometrici  di  precisione,  editi  dal  Pickering  (Harvard 
College)  e  da  Miiller  e  Kempf  (Potsdam).  Nel  decorso 
anno  1907  questi  ultimi  hanno  pubblicato  il  catalogo 
generale  risultante  dai  precedenti  lavori  (distribuiti  in 
quattro  volumi).  Sono  ben  14199  stelle  fino  alla  7,  5  o  alla 
8.*  gfrandezza,  delle  quali  vien  comunicata  la  grandezza  fo- 
tometrica fino  al  centesimo.  Questo  lavoro  avrà  per  le 
rimste  fotometriche  del  cielo  importanza  non  minore  di 
quella  dei  cataloghi  di  posizioni  meridiane  ;  per  il  grande 
catalogo  fotografico  di  tutto  il  cielo  stellato,  rappresenta 
insomma  il  fondamento  esatto,  su  cui  dovranno  posare 
le  ricerche  fotometriche  intensive,  già  cominciate  da 
Pickering  in  America  e  da  Schwarzschild  in  Europa, 
sempre  col  sussidio  della  fotografìa.  Dalla  introduzione 
al  detto  catalogo  di  Miiller  e  Kempf  risulta  dimostrato 
il  fatto  piuttosto  grave,  che  anche  fra  le  serie  di  misure 
^seguite  da  un  medesimo  osservatore  e  con  un  medesimo 
strumento  possono  restare  differenze  sistematiche  abba- 
stanza sensibili,  ciò  che  dimostra  che  molto  cammino 
resta  ancora  da  fare  in  questo  campo  dello  osservazioni 
fotometriche  prima  di  raggiungere  un'  esattezza  parago- 
nabile con  quella  delle  misure  di  posizione,  ciò  che  non 
può  menomare  tuttavia  l'importanza  dei  lavori  fonda- 
mentali di  Miiller,  Kempf  e  Pickering. 


26  Astronomia 


XV.    —    Fotografia  stellare    —  Catalogo   fotografico  di 
Catania, 

Invece  di  parlare  noi  dell'opera  nostra,  crediamo 
meglio  riprodurre  dalla  Tribuna,  del  5  novembre  1907  la 
seguente  recensione  del  professor  Millosevich,  la  quale 
molto  ci  onora,  venendo  da  un  astronomo  di  tanta  com- 
petenza, per  quanto  nostro  buon  amico  e  quindi  disposto 
alla  benevolenza. 

«  Nel  grande  lavoro  internazionale  di  fotografìa  celeste, 
comprendente  la  fotografia  della  volta  stellata  fino  a  stelle 
di  quattordicesima  grandezza  per  la  Carta  del  cielo,  e  la 
fotografìa  fino  a  stelle  di  undicesima  grandezza  per  un 
Catalogo  stellare,  air  Osservatorio  astro-fisico  di  Catania 
fu  assegnata  la  zona  da  4-  47.'*  a  4-  54.°. 

>  In  questi  dì  è  uscito  il  primo  fascicolo  del  Catalogo 
astro-fotografico  in  un  nitido  volume  pei  tipi  di  Niccolò 
Giannotta  a  Catania,  di  pagine  143,  con  un'introduzione 
di  pagine  36. 

»  Il  primo  fascicolo  contiene  la  posizione  di  circa  7000 
stelle  sopra  le  200,000,  che  tanto  su  per  giìi  saranno  a 
lavoro  completo,  in  più  di  mille  lastre  che,  per  parziali 
soprapposizioni,  permetteranno  preziosi  controlli,  quasi 
duplicando  il  lavoro  di  misura  e  di  riduzione.  Con  esigui 
mezzi,  con  iscarso  personale  e  con  obblighi  molteplici,  il 
direttore  dell'Osservatorio  astrotìsico  di  Catania,  Annibale 
Ricco,  e  i  suoi  collaboratori  riuscirono  in  questo  primo 
saggio  a  non  dover  certamente  invidiare  gli  Osservatori 
stranieri  se  non  nei  larghi  mezzi,  dei  quali  possono 
disporre.  Suoi  collaboratori  degni  di  speciale  encomio 
furono  il  prof.  A.  Hemporad,  il  prof.  G.  Boccardi,  il  de- 
funto ingegnere  Mascari  e  i  signori  Massa,  Taffara,  Maz- 
zarella, Pastore  ed  altri  già  nel  volume  ricordati.  Si  può 
prevedere  che  il  grande  lavoro  comprenderà  64  fascicoli, 
cioè  sarà  contenuto  in  8  volumi  quanti  sono  i  gradi  di 
declinazione  assegnati,  ed  ogni  v^olume  sarà  suddiviso  in 
8  fascicoli,  ciascuno  contenente  3  ore  di  ascensione  retta. 

»  Nella  introduzione  scritta  dal  prof.  Ricco,  dopo  un 
cenno  storico,  sono  accennate  con  sobrietà  le  difficoltà 
tecniche  che  egli  ha  saputo  superare  per  mettere  l'equa- 
toriale fotografico  nelle  condizioni  di  sensibilmente  per- 
fetto funzionamento;  uè  questo,  per  un  esperto  astronomo, 
è  merito  lieve  del  prof.  Ricco. 


Fotografia  stellare  —  Catalogo  di  Catania  27 

>  Segue  neir  introduzione  un  cenno  suir  esecuzione 
delle  fotografìe  (Ricco-Mascari),  una  breve  descrizione 
deir  apparecchio  di  misura  e  un  cenno  dello  studio  sulle 
parti  essenziali  di  esso  ;  indi  si  tratta  del  reticolato,  delle 
sue  correzioni  e  della  stampa  di  esso. 

>  Passando  a  discorrere  delle  coordinate  rettangolari, 
l'autore  si  occupa  delle  stelle  di  guida,  del  Catalogo 
stellare  elaborato  dal  prof.  Boccardi  per  le  stelle  di  rife- 
rimento e  dei  metodi  di  riduzione  dello  fotografie  (metodo 
di  Turner,  semplificazioni  apportate  da  Boccardi,  Cernili 
e  Bemporad). 

»  Nell'ultima  parte  dell'introduzione  il  prof.  Ricco  si 
occupa  della  delicatissima  e  intricata  questione  di  asse- 
gnare le  grandezze  delle  stelle  dalle  impressioni  foto- 
grafiche da  esse  lasciate  sulla  lastra,  e  indica  la  via  che 
si  è  stimata  migliore  e  che  fu  adottata  per  il  Catalogo 
catanese. 

>  Premesse  utili  tabelle  per  trasformare  le  coordinate 
rettangolari  in  coordinate  equatoriali,  segue  il  catalogo 
corrispondente  alle  immagini  delle  stelle  contenute  in  15 
lastre  nelle  tre  prime  ore  di  ascensione  retta,  parallelo  +  51.** 

»  In  questa  parte  del  lavoro  l' Osservatorio  di  Catania 
eccelle  sopra  tutti  gli  altri  Osservatori  stranieri,  perchè, 
oltre  le  coordinate  rettangolari  x  (X)  è  y  (Y),  non  solo 
porge  le  coordinate  equatoriali  rigorose  al  1900,0  (locchè 
fino  ad  ora  degli  stranieri  solo  l'Osservatorio  di  Hel- 
singfors  fece),  ma  dà  il  mezzo  di  calcolare  il  luogo  delle 
stelle  ad  un  altro  eqùmozio,  rigorosamente  e  in  qualche 
minuto  di  calcolo.  Misuro  facilmente  l'immane  lavoro 
che  si  sarà  compiuto  all'Osservatorio  di  Catania  quando 
i  64  fascicoli  saranno  tutti  pubblicati,  auguro  all'illustro 
mio  collega  ed  amico,  prof.  Ricco,  e  ai  suoi  collaboratori  del 
passato  e  dell'avvenire  che  possano  fruire  dell'opera 
completa,  e  ueppur  dubito  sul  continuo  ed  eventualmente 
crescente  appoggio  materiale  e  morale  (per  la  continua- 
zione di  così  immane  lavoro  scientifico)  da  parte  dei  poteri 
legislativo  ed  esecutivo.  ]^ 

»  Dal  R.  Osservatorio  al  Collegio  Romano. 

»   E.   MlLLOSBVlOH   ». 

Alle  parole  lusinghiero  dell'illustre  Direttore  dell'Osser- 
vatorio del  Collegio  Romano,  ci  è  grato  aggiungere  che 
l'utile    innovazione   di   inserire   noi   Catalogo   astrofoto- 


i 


ilcolare  le  posizioni  stellari 
deve    ad   un'idea  suggerita 

II  Catalogo  di  Catania  si 
cataloghi   fotografici  finora 

delle  stelle,  che  è  quello 
sioni  rette,  aiizichè  secondo 
ne   in    tutti   gli    altri  cata- 

comunicato  il  valore  del 
B  immagine  fotografica  ed 
uale  assegnata  dalla  Banner 

si  riportano  accanto  alle 
le  posizioni  derivanti  dai 
I  quelli  della  Astronomùche 


tto  il  cielo  boreale,  fino  alle 
«2  e  il  1659  da  Argelander, 
mte  oltre  324  mila  stelle,  di 
pprossimate  sufficienti  per  la 
iKimata  fino  a!  decimo.  Tutte 
riprodotte  in  forma  di  atlante 
icate  per  lungo  tempo  come 
e  del  cielo  stellato,  che  fosse 
itogrfttica  del  cielo  si  propone 
nparabìl  mente    più   vasta    ed 

0  avrà  in  queste  carte  12  cm. 
).,  e  la  fotografia  dovrà  con- 
randezza,  mentre    la  B.  D.  >ji 

ale   fondata  uel  1864  da  vari 

lovo  grande  Catalogo  di  esatte 
sistematicamente  al   cerchio 

cielo  boreale  e  una  porzione 
alla  quale    hanno  collaboralo 

dell' Inghilterra,  della  Russia, 
della  Svezia,  può  c-onsiderarsj 
isce    lo    sforzo    più  poderoso, 

01  cerchio  meridiano.  È  fuori 
non  verrà    adoperata    per  il 

ndo  al  cerchio  meridiano  il 
re  esatte    posizioni   di  pocbe 


Fotografia  stellare  29 


Quasi  tutti  gli  altri  Osservatori  partecipanti  alla  grande 
impresa  della  Carta  fotografica  (come  Parigi,  Bordeaux, 
Tolosa,  Algeri,  Greenwich,  Oxford,  Specola  Vaticana)  si 
son  limitati  finora  a  pubblicare  le  sole  coordinate  retti- 
linee direttamente  misurate  sulle  lastre  fotografiche. 

È  uopo  avvertire  peraltro  che  molti  si  ripromettono 
come  fine  ultimo  —  al  pari  di  Catania  —  l'ottenimento 
delle  coordinate  equatoriali  esatte,  e  alcuni  (ad  esempio 
gli  Osservatori  francesi)  attendono  per  questo  solamente 
di  possedere  posizioni  più  esatte  delle  stelle  di  riferi- 
mento, per  il  che  venne  fondato  perfino  un  Osservatorio 
speciale  (Abbadia).  Anche  T  Osservatorio  di  Perth  (Au- 
stralia occidentale),  che  ha  assunto  la  fotografìa  della 
zona  di  cielo  fra  31.°  e  41.**  di  declinazione  australe,  ha 
cominciato  colla  pubblicazione  di  un  Catalogo  di  420 
stelle  di  riferimento,  espressamente  osservate  al  cerchio 
meridiano. 

La  questione  di  ottenere  posizioni  più  esatte  delle 
stelle  di  riferimento  per  le  lastre  della  fotografia  celeste 
venne  affrontata  in  modo  del  tutto  nuovo  dal  dott.  Cernili, 
colla  proposta  di  far  servire  a  tale  scopo  la  stessa  foto- 
grafia celeste,  mediante  strumenti  speciali  a  grande 
campo,  così  da  poter  abbracciare  sopra  una  stessa  lastra 
un  gran  numero  di  stelle  di  riferimento  ed  alcune  fon- 
damentali^  di  cui  si  conoscono  le  posizioni  con  preci- 
sione grandissinia.  Basterebbero  24  lastre  a  ricoprire 
tutta  la  zona  di  cielo  fotografata  con  1(X)8  lastre  dal- 
l' Osservatorio  di  Catania,  e  il  raccordo  di  queste  24  lastre 
—  esposto  nei  più  minuti  particDlari  nella  poderosa  me- 
moria del  dott.  Cernili  —  fornirebbe  insieme  una  com- 
pensazione delle  fondamentali  e  le  posizioni  delle  stelle 
di  riferimento  in  un  nuovo  sistema  fotografico  perfetta- 
mente omogeneo,  mentre  attualmente  si  è  costretti  a 
prendere  le  stelle  di  riferimento  da  fonti  molto  diverse, 
ed  a  riosservarle  anche  in  parte  al  cerchio  meridiano, 
con  dispendio  grandissimo  di  forze  e  di  tempo. 

Una  importante  serie  di  studi  di  fotografia  celeste  è 
incominciata  nelle  pubblicazioni  dell' Osservatorio  di  Co- 
lumbia (Direttore  Harold  Jacoby).  Questi  studi  si  pro- 
pongono di  elaborare  l'immenso  materiale  di  fotografie 
raccolto  da  L.  M.  Rutherford,  già  in  gran  parto  da 
lai  stesso  misurate,  e  comprendenti  fotografie  del  sole, 
della   luna,  dello    spettro    solare  e  soprattutto  di  gruppi 


Geodesia  -  Ricerche  teoriche  91 

di  vari  alleg'dti  relativi  a  questa  e  a  varie  altre  innova- 
zioni, introdotte  nella  disposizione  strumentale. 

Il  prof.  V.  Reina  ha  continuato  le  suo  osservazioni  astro- 
nomiche di  latitudine  in  varie  località  lungo  il  meridiano 
(li  Roma,  ponendo  in  luce  notevoli  deviazioni  della  ver- 
ticale fra  Bertinoro  oComacchio  e  fraOderzo  eCoI  Broai- 
bolo  {Alpi  lìeiinnesi).  ìm  stesso  prof.  Reina,  insieme  al 
prof.  E.  Bianchi,  già  ricordato  sopra,  e  all'ing.  Gabba, 
ha  poi  ultimato  la  determinazione  della  differenza  di 
longitudine  fra  Brera  e  Monte  Mario. 

Nuove  determinazioni  della  latitudine  dell'  Osservatorio 
di  Brera  vennero  eseguite  con  due  metodi  diversi  dal 
dott.  G.  Forni.  Le  due  determinazioni  distinte  si  accor- 
dano a  meno  di  un  decimo  di  secondo  d'arco,  eift  che 
rappresenta  nn  altissimo  grado  di  precisione. 

Una  intt'L'f'ssfinte  determinazione  d'  azimut  venne  ese- 
guita dal  dott.  E.  Tringali  puntando  coi  grande  meridiano 
dell'  Osservatorio  del  Collegio  Romano  la  mira  collocata 
al  Pincio  dal  P.  Becchi  nel  1854.  La  collocazione  dì  detta 
mira  è  risultata  esattissima,  importando  la  deviazione 
del  meridiano  appena  3  decimi  di  secondo  d'  arco  verso  E. 

In  seguito  a  questo  studio  sark  tracciata  una  linea 
verticale  sul  pilastro  dove  è  collocata  la  detta  mira,  e  su 
cui  posa  il  busto  di  Secchi,  ad  indicare  per  dove  passa 
precisamente  il  meridiano  dell"  Osservatorio  del  (Collegio 
Romano. 

Una  determinazione  della  posizione  geografica  di  un 
pilastrino  del  Gabinetto  di  Geodesia  dell'  Università  di 
Torino  è  Stata  eseguita  da  V.  Fontana  e  F.  Chionio,  assi- 
stenti in  quell'Osservatorio. 

XVn.  —  Ricerche  teoriche. 

Il  prof.  Pizzetti  ha  pubblicato  una  serie  di  studi  teo- 
rici snl  paragono  fra  due  triangoli  geodetici  di  uguali 
lati,  e  sulla  più  conveniente  lunghezza  da  dare  ai  lati 
nelle  triangolazioni  geodetiche,  giungendo  alla  conclu- 
sione che  per  l' inUnenza  dello  sviluppo  della  base  la  più 
conveniente  lunghezza  delle  visuali  è  da  ritenere  notevol- 
mente inferiore  ai  100  km.  e  non  molto   lontana  dai  50. 

Un  importante  riassunto  dei  risultati  di  varie  grandi 
misure  del  grado  in  Europa  ha  condotto  il  prof.  HeJmert, 
direttore  de"'  Istituto  geodetico  prussiano,  alla  conclusione 
Che  la  terra  è  decisamente  più  grande  di  quel  che  risulti 


82  Astronomia 


dallacelebre  determinazione  di  Bessel.  Il  valore  Besseliano 
del  raggio  terrestre  6377397  m.  è  da  aumentare  di  alcune 
centinaia  di  metri,  e  varie  determinazioni  moderne  lasciano 
sperare  che  questo  raggio  sarà  presto  conosciuto  con  un 
errore  probabile  inferiore  ai  cento  metri. 

Varie  interessanti  note  storiche  sui  procedimenti  per 
la  determinazione  della  forma  e  grandezza  della  terra 
vennero  pubblicate  nel  decorso  anno  1907  (di  seguito  a 
molte  altre  degli  anni  precedenti)  dal  prof.  O.  Zanotti 
Bianco. 

Sul  procedimento  della  determinazione  delle  costanti 
di  un  cerchio  meridiano  (determinazione  del  tempo)  senza 
inversione  dello  strumento,  una  nota  del  dott.  G.  Zappa 
deir  Osservatorio  del  Collegio  Romano  stabilisce  quaF  è 
la  disposizione  teoricamente  migliore  per  le  declinazioni 
deUe  stelle  da  osservare. 

La  giustificazione  dell*  uso  della  media  aritmetica  nel 
calcolo  delle  misure,  seìiza  fare  alcuna  ipotesi  sulla  legge 
di  probabilità  degli  errori  accidentali^  venne  ottenuta 
dal  prof.  Schiaparelli  sul  fondamento  di  dieci  proposi- 
zioni, alcune  di  piena  evidenza,  le  altre  facilmente  dedu- 
cibili da  queste.  Questa  dimostrazione  è  di  fondamentale 
importanza,  oltreché  per  V  astronomia  e  la  geodesia,  per 
tutte  le  scienze  sperimentali  in  genere. 

XVni.  —  Miraggio  e  problemi  relativi. 

In  una  memoria  sul  Miraggio  il  prof.  A.  Qarbasso  fa 
sapere  che  è  riuscito  ad  ottenere  con  delicatissime  espe- 
rienze la  riproduzione  sperimentale  di  questo  interessante 
fenomeno  in  varie  delle  forme,  che  si  presentano  più  di 
frequente  in  natura.  Con  una  rigorosa  analisi  teorica  circa  la 
forma  delle  trajettorie  luminose  V  A.  riesce  anche  a  mo- 
strare r  accordo  intimo  fra  i  risultati  della  teoria  e  quelli 
dell'  esperienza.  Il  dott.  L.  Rolla  (assistente  del  prof.  Qar- 
basso air  Istituto  fisico  deir  Università  di  Genova)  ha  poi 
esteso  le  ricerche  ad  altre  forme  più  complicate  di  mi- 
raggio, giungendo  a  riprodurre  sperimentalmente  anche 
il  miraggio  a  cinque  immagini.  In  altre  memorie  di  carat- 
tere puramente  teorico  il  prof.  Garbasso  ha  studiato  la 
forma  delle  trajettorie  e  delle  onde  luminose  in  un  mezzo 
isotropo  qualunque,  ijonchè  in  particolari  mezzi  isotropi 
e  non  omogenei. 


Miraggio  -  Refrazione^-^Gravith  33 


Il  prof.  Bemporad  ha  mostrato  infine  come  queste  ed 
altre  ricerche  di  fisica  matematica,  riguardanti  fenomeni 
che  interessano  anche  V  astrofisica,  potrebbero  avvantag- 
giarsi moltissimo  dei  metodi  di  calcolo  dell'  astronomia 
teorica  (quadratura  numerica). 


XIX.  —  Refrazione. 

Una  memoria  del  prof.  H.  G.  Van  de  Sande  Bakhuyzen, 
direttore  dell'  Osservatorio  di  Leida,  tratta  dei  contributi 
portati  dalle  nuove  cognizioni  sulla  distribuzione  della 
temperatura  dell'  aria  in  altezza  (secondo  i  dati  dei  palloni- 
sonda)  alla  teoria  della  refrazione  astronomica.  Ne  risulta  che 
la  teoria  di  Ivory,  fin  qui  ritenuta  fra  le  migliori,  tanto 
che  Hadau  ha  fondato  su  di  essa  le  sue  nuove,  estesis- 
sime tavole  di  refrazione,  è  in  sensibile  difetto  per  di- 
stanze zenitali  oltre  85".  Viene  così  confermata  in  un  caso 
particolare  la  conchisiouo  già  espressa  dal  prof.  Bem- 
porad (v.  Annuario  del  1907)  che  nessuna  delle  tante 
teorie  proposte  per  la  refrazione  astronomica  rappresenta 
soddisfacentemente  la  costituzione  dell'  atmosfera,  come 
la  indicano  le  recenti  ascensioni  aeronautiche,  per  cui 
parrebbe  opportuno  abbandonare  per  questo  studio  i  pro- 
cedimenti teorici  tanto  laboriosi  e  tuttavia  poco  appros- 
simati, e  attenersi  invece  anche  qui  (come  nello  studio 
del  miraggio  e  in  altre  ricerche  affini)  al  procedimento 
della  quadratura  numerica. 

XX.  —  Gravità. 

Si  vanno  estendendo  sempre  più  sulla  terra  ed  anche 
sul  mare  le  determinazioni  di  gravità  relativa.  In  Italia 
vi  sono  pur  troppo  delle  lacune  nella  rete  gravimetrica, 
specialmente  deplorevole  è  quella  rimasta  fra  Castella- 
mare  di  Stabia,  Taranto  e  Catanzaro,  la  (juale  impedisce 
di  congiungere  la  rete  fatta  dalla  marina  austriaca  nel- 
r  Italia  meridionale  colla  reto  fatta  in  Calabria  da  Ricco 
e  colla  rete  fatta  in  Sicilia  da  Venturi  e  Ricco.  Speriamo 
che  il  voto  fatto  dalla  Commissione  per  lo  studio  del  ter- 
remoto di  Calabria  del  1905  di  eseguire  determinazioni 
di  gravità  in  Calabria  abbia  effetto  col  colmare  princi- 
palmente il  detto  vuoto,  con  che    lo  studio  della  costi tu- 

AliaUAftlO  BCIBNT1FICO.  —  XLIV.  8 


B4  Astronomia 


zione  del  suolo,  in  Calabria,  in  relazione  ai  terremoti,  potrà 
farsi  su  pili  larga  e  sicura  base. 

Avendo  il  prof.  A.  Venturi  ormai  completata  la  sua 
rete  gravimetrica  nella  Sicilia  centrale,  settentrionale  e 
meridionale,  è  stato  possibile  allo  scrivente  di  tracciare 
un'  altra  volta  e  con  più  sicurezza  le  linee  di  eguale 
anomalia  di  gravità  nella  Sicilia  e  nella  Calabria  Ultra; 
il  nuovo  andamento  non  ditferisce  sostanzialmente  da 
quello  ottenuto  prima:  sononchè  le  linee  isanomalo  seguono 
ancora  più  esattamente  T  andamento  della  costa  settentrio- 
nale di  Sicilia,  ove  sono  mari  profondi,  mentre  sono  normali 
alla  costa  meridionale  e  si  estendono  verso  i  bassifondi 
del  maro  africano.  Nel  centro  della  Sicilia  (alquanto  verso 
S.  W.)  risulta  un  minimo  di  gravità  molto  più  marcato 
di  quello  segnato  prima.  Si  conferma  che  TEtna  ha  un 
sistema  a  se  di  linee  isanomalo,  centrate  sul  vulcano,  col 
minimo  di  gravità  nel  vertice. 

Queste  singolarità  nella  distribuzione  delle  masse  cer- 
tamente sono  in  relazione  colla  formazione  geologica  della 
regione  e  colla  sua  sismicità  e  col  suo  vulcanismo. 

Il  sig.  (liulio  Costauzi,  tenente  d' artiglieria,  coli'  aiuto 
del. capitano  (jJurgo,  ha  raccolto  tutte  le  determinazioni 
di  gravità  fatte  in  Europa  e  nel  Giappone  ed  ha  fatta  la 
rappresentazione  grafica  dello  anomalie:  importanti  risul- 
tati lo  hanno  compensato  del  lungo  e  gravoso  lavoro. 
Infatti,  egli  nota,  ÌCompfes  Rendtis,  21  ottobre  1907)  che 
mentre  si  riteneva,  secondo  Delforges,  come  risultato 
generale  delle  determinazioni  di  gravità  che  questa  è 
troppo  forte  sui  mari  e  troppo  debole  sui  continenti, 
cosicché  si  concludeva  che  i  letti  dei  mari  si  abbassano 
e  si  costipano  e  le  terre  si  innalzano,  vi  sono  diversi 
fatti  che  contrariano  questa  legge,  cioè: 

1."  1^  osservazioni  di  Nansen  sul  ghiaccio  polare 
hanno  dimostrato  gravità  normale  sulla  profondità  di 
40(K)  metri. 

2."  Le  osservazioni  di  Ricco,  che  ha  trovato  un  mi- 
nimo positivo  presso  la  costa  Est  della  Calabria  Ultra  e 
non  sulle  montagne  dell'  Aspromonte. 

3."  Le  misure  di  Hecker  sid  mare  Atlantico  (con 
barometri  registratori  e  termobarometri  speciali)  dimo- 
stranti che  la  gravità  è  affatto  normale  sulla  linea  esplo- 
rata, eccetto  ove  sono  brusche  variazioni  della  profon- 
dità. 


Gravità 

4."  Le  misure  fatte  recentemente  dallo  stesso  Ai 
net  Pacifico,  che  hanno  fatto  ricouoBcere  una  aitor 
di  gravità  negativa  su  di  una  profondità  di  900()  mt 

5."  1  risultati  della  campagna  gravimetrica  coni 
sul  lag:o  lialaton,  dove  sì  è  verificato  un  fatto  analo 
quello  trovato  da  Ricco,  e  da  Ini  notato,  che  le  aiion 
positive  rinserrano  una  regione  allungata  avente  il 
asso  parallelo  a  quello  del  lago,  posto  al  Nord.        j 

6."  Le  anouialiejpositive  che  si  trovano  ben  so\ 
sulle  isole. 

7.^  L'esame  delle  carte  predette  delle  anomali 
Kuropa  e  nel  Uiappone,  le  quali  dimostrano  che  lo 
siderazioni  precedenti  corrispondono  ad  un  fatto  j 
rale  che  si  può  formulare  eolle  tre  seguenti  leggi: 

I  -  I  massimi  assoluti  delle  anomalìe  negative 
si  verificano  sull'  asse  della  catena  di  montagne,  mi 
guouo  una  linea  parallela  all'asso  stesso  ed  opposta 
più  grande  depressione  vicina. 

II  -  I  mossimi  delle  anomalie  positive  non  si 
vano  sulle  depressioni,  ma  essi  pure  sono  spostati 
senso  delle  anomalie  negativo. 

UI  -  La  direzione  degli  spostamenti  è  presso  a 
quella  della  normale  esterna  alla  curva  formata  ;  ■ 
catena  dì  montagne. 

Però  a  questo  vi  è  una  eccezione  unica:  quella 
r  Etna,  ove  il  minimo  di  gravità  si  trova  sulla  cima 
come  dice  anche  il  Peecke,  1'  Etna  forma  un  mondo 
e  certamente  la  sua  formazione  e  la  sua  costituzione 
iliverse  da  quelle  delle  altre  montagne  non  vulcaiiic 
Nella  carta  del  tenente  Costanti  si  vede  che  le 
malie  positive,  invece  di  essere  sul  mare  Lignro-Tiri 
penetrano  invece  nel  continente,  invadono  parte 
Alpi  Marittime  e  delle  Alj)i  della  Liguria,  invadono 
anche  l' Apenninn.  e  la  catena  settentrionale  della 
cilia. 

Il  Costanzi  per  spiegare  questi  fe'nomeni  !sup 
resistenza  di  un  movimento  generale  della  massa 
terreno  con  velocità  differente  nello  strato  superit 
neir  inferiore,  ove  i  movimeuli  prodotti  dalla  variai 
di  tttmporatura  sarebiwro  maggiori.  Perle  Alpi, gli -A 
nini  settentrionali,  i  Carpazii  dell'  Est,  lo  spostan 
sai-ebbo  no!  senso  della  convessità  e  verso  il  Nord,  sec 
la  direzione  che  Suess   atti-ibuisce  agli  sforzi   orogo 


mentre  che  nelle  montagne  di  Sicilia  e  Calabria  e  del 
l'Apenniiio  Centralo  lo  spostiimento  di  massa  si  fa  pui 
verso  la  convessità,  ma  non  verso  Nord. 

Questa  considerazione  del  tenente  Costanzi  farebh^ 
pensare  alla  ipotest  del  charriage  delle  rocce,  ora  tanto  iir 
voga  presso  alcuni  jj^eologi. 

È  evidenti)  il  grande  interesse  che  hanno  <jiiesU  studi 
per  la  geologia,  la  vulcanologia  o  la  sismologia. 

XX!.  —  SloHa  deìV Aalronomia. 

Mancava  Hnora  nella  letteratura  italiana  nna  storia 
dell'astronomia,  mentre  no  son  tanto  ricche  la  letteratura 
francese,  l'inglese,  la  tedesca....  A  questa  lacuna  lia  sui>- 
pjito  il  dott.  I).  tjiimliìolì  tradncendo  dall'inglese  il  com- 
pendio di  storia  tiell' astronomia  di  Arturo  iìerry.  Il  libro, 
riveduto  e  correltn  dal  prof.  Millosevich,  si  legge  col 
più  gran  piacere,  e  pin-  non  richiedendo  più  che  unii 
clcmentarissima  cultura  matematica,  espone  assai  diffu- 
samente e  fedelmente  lo  sviluppo  storico  e  il  signifìcain 
preciso  delle  varie  teorie  astronomiche.  Esempi  verameiiti' 
l'olici  sono  adilotti  per  spiegare  il  fenomeno  dell'aberra- 
zione della  luce,  la  distinzione  fra  perturbazioni  perio- 
diche e  secolari  e  simili.  11  revisore  si  è  dato  poi  grande 
cura  di  completare  alcune  lacune  e  di  reltifieare  qualche 
inesalti'zza,  specialnu-nte  nel  riguardo  dogli  astronomi 
italiiiniJ(GaiiIeii,  Lagninge  ed  altri)  e  inlìne  di  porro  h1 
ctirreute  il  libro  colle  notizie  sulle  più  recenti  scoperte. 
come  (|uelle  relative  ai  satL-lliti  di  <iiove  e  Saturno,  ni 
pianetini  Kros  e  T(l  ll)()(i  (chiamato  poi  Achille),  ctc.  Non 
v'hii  dubbio  che  questo  Hbi'o  promuoverà  eihcaceuienti 
la  dill'usioue  ilella  cultura  astronomica  in  Italia.  Teriuin; 
COTI  una  succinta  relazione  sugli  Osservatori  e  sugli  Astro- 
nomi italiani.JJ 

Il  proto  delia  tipogralia  della  Socirfi'i  Editrice  <  Dani' 
Alighieri  »  meriterebbe  una  lavata  di  capo  per  alcuni  error 
di  stampa  che  ai  Irovano  nel  libro  e  che  certamente  s 
faranno  scomparire  in  un'altra  edizione. 

l.Tu  notevole  contributo  alla  storia  dell'  astroiioniii 
italiana  nel  secolo  XIV  vicii  portato  da  (.1.  IJoffito  e  V 
Mazzia  dell'Osservatorio  alle  Querce  (Firenze),  colla  esn 
mazioue  di  un  rarissimo  codice  dovuto  ad  un  ig-iiot' 
astronomo,  Pietro  da  Modrna,  tanto  ignoto,  che  rituali 
ancora  incerto,  se  e^^  sia  ila   identificare  con  un  Piutr- 


38  Astronomia 


rassegna,  che  deve  seguire  principalmente  i  progressi 
(Iella  moderna  astronomia.  A  questo  si  '  può  rispondere 
che  nonj  parvo  già  indegna  della  mente -del  Galilei  la 
trattazione  del  tema  del  tutto  analogo  «  circa  la  figura, 
sito  e  grandezza  deir inferno  di  Dante». 

Il  sig.  (1.  Hizzacasa  d'Orsogua  ha  ricercato  in  quattro 
studi  danteschi  :  1.**  quali  potessero  essere  le  sette  stelU 
delV  altro  polo  (Hurg.  I,  22-31,  Vm,  83-93)  ed  egli  con- 
clude, anziché  per  le  4  della  Croce  del  Sud  e  altro  tre 
dall'altra  parte  del  polo  australe,  per  le  7  stelle  della 
costellazione  dell'Ara,  mostrando,  come  il  Divino  Poeta 
tenesse  conto  dell'importo  della  precessione  nel  tempo 
decorso  fra  la  creazione  del  mondo  e  il  suo  viaggio; 
2."  che  cosa  possa  essere  la  concubina  di  Titone  antico 
(Purg.  IX,  1-12)  e  conclude  che  si  tratti  dell'alba  del 
Sole,  osservata  non  proprio  dal  Purgatorio,  ma  dal  balco 
d' oriente  ;  3."  in  quante  giornate  debba  immaginarsi  com- 
piuto il  mistico  viaggio,  e  conclude  per  nove,  mentre 
altri  per  sette ^  per  otto  o  per  dieci;  4.*  quale  possa  essere 
la  miglior  spiegazione  per  la  foce,  che  quattro  cerchi 
giugne  con  tre  crocia  e  conclude  per  le  tre  croci  rettilinee 
formate  dagli  spigoli  d'un  triedro  trirettangolo,  di  cui 
uno  passi  per  V  equinozio  di  primavera. 

Nei  quattro  studi  —  comunque  possa  giudicarsi  il 
valore  intrinseco  delle  soluzioni  proposte  —  si  nota  un 
solido  fondamento  di  coguizioni  astronomiche  e  storiche. 

XXIII.  —  Nuove  istituzioni  astronomiche. 

Nel  corso  del  1907  venne  terminato  l'impianto  di  due 
nuovi  Osservatori,  l'uno  a  Zo-sè  presso  Canton, succursale 
dell'Osservatorio  di  Zi-ka-woi  della  Società  di  Gesù, 
l'altro  sul  culmine  del  Puy  de  Dome,  succursale  del- 
l'Osservatorio di  Tolosa  (Direttore  Baillaud)  Ambedue 
gli  Osservatori  sono  riccamente  dotati  di  strumenti  mo- 
derni, specialmente  fotografici  e  spettroscopici,  e  riusci- 
ranno molto  utili,  sopratutto  in  vista  della  loro  ubicazione. 

Anche  in  Italia  si  annunzia  prossima  l'erezione  di 
duo  nuovi  Osservatori  in  sostituzione  di  quelli  antiquati 
di  Bologna  e  di  Torino.  Per  il  primo  il  prof.  M.  Rajna 
ha  elaborato  un  dettagliato  progetto,  secondo  il  quale 
l'Osservatorio  dovrebbe  sorgere  nella  Villa  Aldini  in 
magnifica  posizione  sul  colle  dell'  Osservanza  presso 
Bologna,  e  dovrebbe    venir   corredato  di   un  equatoriale 


Nuooe  istituzioni  axlronomii 

con  obbiettivo  di  325  min.  di  diametro  e  d 
focale,  cui  sarebbo  unita  una  camera  fot( 
di  apertura  per  77  di  luim'hezza  focale; 
vatorio  avrebbe  pure  un  cerchio  merìdiii 
obbiettivo  di  HO  lum.,  luio  struinento  d 
sportabilc,  un  universale,  e  vari  pende 
delle  funzioni  del  nuovo  Osservatorio 
quella  di  render  più  popolare  la  scienza  e 
ammettendo  il  pubblico  ad  ammirai'o  le 
Gli  studi  principali  apparterrebbero  ali 
posizione,  raa  senza  perder  di  vista 
geoSsioa,  poiché  si  penserebbe  anche 
sismico  in  vicinanza  all'antico  Osservai 

Per  il  nuovo  Osservatorio  di  Torino 
cardi,  facendo  suo  un  pro^^etto  ffià  iniz 
decessore  prof.  P.  Porro,  vorrebbe  edifie 
dettn  del  Pino,  a  poc&  distanza  da  Hup< 
nuovi  acquieti,  parte  col  riattamento  dt 
menti,  e  dotarlo  di  mezzi  d' osservazion 
quelli  accennati  nel  precedente  projjretta 

Società  astronomica  Italiana.  -  Diei 
prof.  G.  Boccardi,  direttore  dell'Osservai 
di  Torino,  è  stata  fondata  in  quella  ( 
astronomica  italiana  che  si  pro|ìone  <] 
divulg'azione  ilelle  conoscenze  astronomi 
un  bollettino  mensile  con  articoli  e  n 
con  notizie  d' attualità,  rubriche  bibli 
renze  etc.  La  Società  conta  ffià  un  buon  i 
ed  ha  (ria  pubblicati  vari  urticeli  inte 
cardi,  Cernili,  Sacco,  Schiaparelli,  ed  al 


'II.  -  Meteorologia  e  Fisica  del  globo 

(Jel  prof.  L.  Amaduzzi  in  Boloj^na 
e  del  prof.  V.  \foNTi  in  Roma 


I.  —  La  perturbazione  tnagnetica  del  9-10  febbraio  1907. 
Perturbazioni  cosmiche  e  telluriche. 

• 

Il  10  febbraio  1907  si  ebbe  notizia  di  una  perturba- 
zione magnetica  intensissima  che  aveva  ag"itati  tutti  gli 
aghi  di  tutti  gli  Osservatori,  in  Italia,  in  Francia,  in 
Inghilterra,  in  Belgio,  nella  Germania,  in  Spagna,  |in 
America;  ovunque.  All'Osservatorio  magnetico  del  Parc- 
Saint-Maur,  V  ago  di  declinazione,  la  cui  oscillazione 
diurna  media  non  è  che  di  alcuni  minuti,  si  mosse  in 
modo  da  assumere  in  ventiquattro  ore  un  percorso  della 
ampiezza  di  un  grado  e  mezzo.  All'  Osservatorio  del  Pie 
du  Midi  la  ptMturbazioue  aveva  pure  oltrepassato  il 
grado.  Air  Osservatorio  di  Kew,  il  9,  alle  8  e  19  di  sera 
r  ago  si  spostò  verso  V  ovest  sino  a  57',  punto  estremo 
che  raggiunse  alle  8  e  34  ;  dopo  di  che  esso  ritornò 
verso  est  e  percorse  un  angolo  di  73',  che  raggiunse 
alle  8  e  45. 

Mentre  che  il  magnetismo  teiTestre  era  cosi  pertur- 
bato —  come  non  era  avvennto  con  tanta  forza  dal  31  otto- 
bre 1902,  giorno  nel  quale  le  comunicazioni  telegrafiche 
vennero  interrotte  nel  mondo  intero  per  alcune  ore  — 
il  sole  mostrava  i  segni  di  un'  attività  straordinaria. 
Macchie  estesissime  erano  distribuite  sulla  sua  superficie, 
e  due  tali  da  essere  visibili  ad  occhio  nudo.  Cosa  que- 
st'  ultima  estremamente  rara,  e  tanto  più  degna  di  atten- 
zione se  si  pensa  che  il  massimo  di  attività  solare  si  era 
avuto  nel  1906. 

La  perturbazione  magnetica  della  quale  abbiamo  data 
notizia  ha  quindi  contribuito  a  mantenere  viva  la  famosa 
questione  della   relaziona  fra   perturbazioni    magnetiche 


La  perlitrbazioìie  magnetica  del  febbraio  190'. 

terrestri  e  macchio  solari,  della  quale  più  volte 
occasiono  tlì  parlari!  in  qiieslo  Annuario.  Nonosta 
torovole  parorfì  contrario  <Ìi  lord  Kelvin,  spec 
dopo  le  opportune  cniisidenizioni  del  Manndor,  > 
risultati  tnniìti  dalla  teoria  steijsa  del  niagnetii 
rcstrc  basata  sul  metodo  di  (luiiss,  secondo  i  (|i 
avviene  come  se  turbini  di  correnti  simili  ai  e 
a,i;li  auticioloni  si  formassero  al  disopra  del  g'iol. 
nudato  assodando  il  concetto  che  la  i-elazione  I 
ordini  di  fatti  avesse  una  esistenza  reale  ;  fra  le 
solari,  cioè,  e  'le  perturbazioni  magnetiche  me 
cosmiche,  come  dice  il  Bauer,  che  si  manifestano 
poco  nello  stesso  tempo  sul)'  intera  su]>orficie   d( 

Perchè  di  pertnrbazi'>ni  maiS'netiche  se  ne  li 
altro  genere,  quali  le  perturbazioni  telìurirhe.  l 
delle  perturbazioni  tellm-iche  va  cercata  in  modi 
subito  dall'  interno  della  massa  terrestre,  coinè  q 
esempio  che  hanno  caratterizzate  eerto  enizioi; 
niello  O  certi  terrejuoti.  lOsse  siitm  molto  più  r 
procedenti  e  di  pii'i  mostrano  spesso  un  caratter 

In  occasione  d(?ir  cruziono  (le!  monte  Pelé,  lo 
zioni  miifrneticlie  di  Cheltenliarn  (Maryland)  e 
Ualdwin  indicarono  entrinnlie  una  tempesta  ni 
elicsi  inizif)  all'ora  stessa  (7  e  -lo  ,1,.|  mattii 
quale  si  verilicava  la  distruzione  di  Saint- l'i  erre  : 
nazione  subì  degli  scarti  bruschi  da  1.7  a  20',  1" 
orizzontale  fu  meno  toccata,  come   del  resto  avv 

tutto  lo  perturbazioni  in  generale,  e  non  variò  cb 

del  suo  valore  normale. 

Ma  non  tutti  yli  Osservatori  del  globo  rlf 
azione  da  parte  del  ronomeno  crutlivo. 

11  20  maggio  dolio  stesso  anno  una  nuova  \ 
zione  a  Chaltenham  si  notò  in  coincidenza  di  una 
eruzione  dei  monte  Pelé, 

La  [iroduzione  di  effetti  perturbatori  uiagnetiì 
a  fenomeni  sismici  e  considerali  più  sopra  iiell 
zione  dello  [lerlurbazionl  telluriche,  ha  minor  cai 
generalità,  e  in  ogni  caso  quando  avvenga  si  n 
nelle  regioni  prossime  all'origine  del  fenomeno 
così  da  far  pensare  ad  una  azione  meccanica. 

In  occasione  del  penultimo  terremoto  caiat 
regioui  prossime  ai  luoghi  scossi  si  ebbero  t 
azioui  perturbatrici  del  campo  terrestre.  Il  Ricco 


Meteorologia  e  Fisica  del  gMto 

ì  un  geometra,  che  faceva  un  rilievo  eolia  bussola  nei 
itomi  di  Moiiteleono,  dovette  intcri-ompere  ti  lavoro 
ito  si  era  agitalo  V  n^o  rna!):i letico.  Si  videro  inoltre  in 
lo  fenomeni  luminosi  passeggeri.  Il  Riccn  sembra 
!-ibuire  tutti  questi  effetti  alln  produzione  di  un  caiii|io 
ttrostntico  (evidentemente  variabile)  dovuto  alia  com- 
>ssione  ed  allo  strofinio  delle  roceio  terrestri.  Va  però 
:ato  come  dalle  cur%'e  magnetiche  dì  numerosi  osser- 
ori  europei  ed  asiatici  che  il  Ricco  ha  inseriti  nella 
i  memoria,  le  perturbazioni  che  vi  si  sono  constatate 
mriscaiio  di  ordine  sismico.  È  aweinito  lo  stesso  in 
iasione  del  grave  terremoto  di  San  Francisco,  secondo 
i  riferiva  il  Bauer. 

Largo  e  arduo  problema  rimane  dunque  questo  delle 
■tnrbazioui  magnetiche,  sieno  cosmiche,  sieno  telluriche. 


II.  —  Terremoti  e  macchie  solari. 

Come  nella  precedente  notizia  abbiamo  accennato  alle 
azioni  possibili  fra  macchie  solari  e  perturbazioni  ma- 
stiche, fra  terremoti  e  magnetismo  terrestre,  crediamo 
le  additare  un  problema  del  genere,  la  cui  considera- 
ne è  stata  raccomandata  nella  prima  assemblea  doliti 
sociazione  internazionale  di  sismologìa  tenutasi  a  I>a 
ye  dal  21  al  2ìi  settembre  19(l7,  e  della  quale  diremo 
iveruente  più  sotto. 

L'ufficio  centrale  dolI'AsBOciazìone  internazionale  sisiiio- 
'ica  ha  terminato  la  pubblicazione  del  catalogo  moli- 
le dei  terremoti  conosciuti  verificatisi  nel  1904  e  quella 
catalogo  dei  mierosismi  mondiali  per  il  medesimo  anno, 
esti  due  cataloghi  presi  assieme  rappresentano  una 
Jezìouc  di  sismi  che  mai  sino  ad  oggi  si  è  avuta  così 
n  piota. 

D' altra  parte  sono  stati  pubblicati  i  risultati  delle 
5ure  fatte  al  reale  osservatorio  di  Greeuwich  sulle  foto- 
ifie  del  Sole  prese  a  Giveuwich,  in  India  ed  a  Mau- 
io  neir  anno  1904,  e  da  esse  si  ricava  il  migliore  mate- 
le  relativo  alle  posizioni  eliografiche  dei  gruppi  dì 
iCchie  solari. 

In  possesso  di  queste  eccellenti  opere  «  parso  oppor- 
10  al  prof.  E.  Oddone,  collaboratore  scii-ntifico  all'  Uf- 
io  centrale  sismologico  di  Strasburgo,  di  esaminare  se 
mtualmente  esisto  qualche  cosa  di  comune  fra  i  terre- 


Terremoti  e  macchie  solari  43 


moti  e  le  macchie  solari,  e  con  questo  egli  viene  a  por- 
tare un  elemento  di  studio  incomparabilmente  superiore 
a  tutto  quanto  sino  ad  ora  era  stato  scritto  intorno 
air  argomento. 

Non  possiamo  qui  riferire  le  vario  considerazioni  che 
r  Oddone  fa.  Ci  limitiamo  a  notare  come  esse  parlano  in 
favore  di  un  certo  parallelismo  fra  le  macchie  solari  ed 
i  terremoti. 

Ma  non  bisogna  dimenticare  —  e  T  Oddone  lo  rileva  — 
che  una  sola  annata  di  osservazioni  non  basta. 

E  non  ci  si  dove  illudere  alle  primo  coincidenze  favo- 
revoli, come  non  ci  si  deve  scoraggiare  se  le  coincidenze 
non  sono  rigorosissime.  L' importante  si  è  di  giungere  a 
decidere  se  non  è  questione  che  di  un  semplice  e  gros- 
solano parallelismo  come  si  verifica  in  molti  fenomeni 
naturali,  ovvero  si  tratta  di  una  relazione  vera  di  causa 
ad  effetto  fra  i  due  generi  di  manifestazioni. 

E  questo  richiede  la  osservazione  e  lo  studio  conti- 
nuato per  una  lunga  serie  di  anni. 

Per  ciò  il  prof.  Oddone  ha  proposto  all'  assemblea  di 
La  Ilaye  T  approvazione  del  seguente  ordine  del  giorno  : 

€  Vi  è  interesse  a  proseguire  gli  studi  su  una  corre- 
lazione possibile  fra  i  fenomeni  sismici,  quelli  del  magne- 
tismo terrestre  ed  il  passaggio  delle  macchio  solari  per 
il  meridiano  solare  centrale  ». 

Per  terminare  diremo  come  ci  sembri  eccessivo  il  pen- 
siero dell'Oddone  là  dove  emette  l'idea  che  le  osservate 
perturbazioni  magnetiche  in  corrispondenza  delle  macchie 
solari  sieno  dovute  piuttosto  che  ad  una  vera  azione 
sismica  delle  macchie  medesime;  azione  sismica  che  deter- 
minerebbe la  commozione  degli  aghi  calamitati. 

III.  —  Alla  ricerca  del  polo  magnetico. 

Recentemente  hanno  eccitata  l' attenzione  del  mondo 
intoro  duo  grandi  spedizioni  nelle  regioni  artiche,  la  spe- 
diziomì  dell'  americano  Peary  il  cui  principale  obbiettivo 
si  era  quello  di  avanzarsi  il  più  che  fosse  possibile  nella 
direzione  del  polo  geografico  Nord,  e  la  spedizione  del 
norvegese  Amundsen  che  si  era  proposto  di  determinare 
la  situazione  del  polo  magnetico. 

Non  è  qui  il  luogo  di  parlare  della  prima  di  siffatte 
spedizioni.  È  bensì   opportuno   che  si    dica  dei  risultati 


.1 

i 


44  Meteorologia  e  Fisica  del  globo 


della  seconda  in  ordine  alla  ricerca  del  polo  magnetico. 
Roald  Ainundsen,  partito  da  Cristiania  il  16  giugno  1903 
su  un  piccolo  veliero  il  Gjoa  con  sei  compagni  soltanto, 
non  si  è  mai  preoccupato  di  raggiungere  il  polo  Nord. 
Il  piano  da  lui  tracciato  consisteva  nelP  esplorare  le 
regioni  circostanti  il  polo  magnetico  Nord,  e  nelT  effet- 
tuarvi delle  osservazioni  minuziose  al  fine  di  determinare 
di  nuovo  siffatto  punto,  osservato  da  James  Ross  nel  1831. 

Come  è  noto,  questo  studioso  aveva  fissata  la  posizione 
del  polo  magnetico  nord  sulla  costa  ovest  della  terra  di 
Boothia-Félix  con  69^  34'45"  Nord  e  94^  54'23"  Ovest  Gr.  ; 
ma  rimanevano  ancora  molti  problemi  sul  conto  del  polo 
magnetico.  Bisognava  sopratutto  stabilire  se  il  polo  ma- 
gnetico è  in  un  punto  determinato  o  se  V  ago  calamitato 
conserva  la  sua  posizione  verticale  su  un  certo  spazio. 
Del  pari  rimaneva  da  vedere  se  il  polo  magnetico  è  sta- 
ziouario  o  se  cambia  di  luogo.  Orbene  R.  Amundsen  si 
è  fissato  su  questi  problemi  e  ha  subordinato  l'itinerario, 
che  non  staremo  (pii  ad  indicare,  alla  necessità  di  risolverli. 

Sul  teatro  delle  osservazioni  più  interessanti  per  sif- 
fatte questioni  dimorò  due  anni,  din^ante  i  quali  furono  fatte 
giorno  e  notte,  con  coscienza  e  con  continuità,  minuziose 
osservazioni  magnetiche  e  meteorologiche.  Risultò  che  il 
polo  magnetico,  lungi  dall'essere  un  punto  fisso,  è  in  con- 
tinuo movimento.  Ma  per  dare  risultati  definitivi  R.  Amun- 
dsen deve  terminare  lunghi  e  laboriosi  calcoli  che  non 
richiederanno  meno  di  due  anni. 


IV.  —  /  santi  di  ghiaccio  nel  1907, 

In  relazione  a  quanto  avemmo  a  dire  in  uno  degli 
ultimi  Annuari^  crediamo  utile  raccogliere  da  Ciel  et  Terre^ 
che  pubblica  i  dati  dell'  Osservatorio  di  Uccie,  le  notizie 
seguenti,  dalle  quali  risulta  come  nel  1907  i  santi  di 
.  ghiaccio  sien  stati  caldi.  So  la  cosa  dovesse  ri{)etersi 
ancora  essi  finirebbero  per  perdere  completamente  credito. 
Mai  dunque,  dopo  la  fondazione  dell'  Osservatorio  di 
Uccie,  e  cioè  da  75  anni,  non  è  stato  tanto  caldo  TU, 
il  12  e  il  13  maggio  come  nel  1907.  Si  è  notato  il  12  un 
massimo  termometrico  di  29",  temperatura  di  piena  estate, 
e  che  non  si  presenta  neppure  tutti  gli  anni.  Il  giorno  11 
il  termometro  era  già  salito  a  28'*2  ed  il  13  notò  an- 
cora 26n. 


/  santi  di  ghiaccio  -  L'estate  i 

La  media  torinica  dall'  11  al  13  nia| 
vata.  a  21°  3,  così  da  sorpassare  di  3°  le 
male  del  periodo  dal  15  al  18  lugli 
r  epoca  piti  calda  dell'  anno. 

Se  i  pomoriggi  sono  stati  notati  per 
le  notti  sono  state  notevoli  egualmenl 
giorno  11  non  è  disceso  al  di  Hotto  di 
di  16°8  »!  quello  del  13  di  15''3, 

Dopo  avere  attestato  dei  torridi  sai 
termometro  si  è  inesso  a  scendere  r 
indicato  un  colpo  di  freddo  dal  _18  al  S 

Ia  temperatura  è  scesa  i»  qìiést'ep 
in  media  (normale  =  12"  9),  alla  tempera 
della  fino  di  Marzo. 

I  minimi  di  questi  quattro  giorni  S( 
di  2-1,  0-8,  O'-O,  (r4  rispettivamente 
20  e  21. 

In  altri  luoghi  ai  ebbero  temperature 

Simile  abbassamento,  ma  più  inteiis 
nella  stessa  epoca  nel  lOOU.  Si  osser 
iiiinimì  oscillanti  intorno  ~  G". 

I  più  bassi  minimi  apportati  in  qui 
santi  di  ghiaccio  non  erano  stati  che 
velot  (il  13),  —  2"8  a  Ville  dn  Hois  (i 
nistap  (il  13),  e  in  una  gran  parie  del 
constatarono  che  debolissimi  geli. 

Dobbiamo  ancora  conc!u(forc  quaich 
di  questa  istituzione  popolare  che  sono  i 
Concludere  nulla.  Notare  soltanto  com( 
riferiti  avvalorino  quanto  avemmo  a  d 
del  1905,  e  cioè  che  tali  Santi  non  meri 
che  loro  si  dette  da  tempo,  e  che  inia 
|)rovata:  la  grande  mutabilità  della  tem 
di  Maggio,  per  cui  !hì  hanno  alcuni  abbi 
di  temperatura  spesso,  ma  non  sempre 
minate  del  mese. 


/,■  estnU'  del    l'.K. 


Nei  primi  mesi  estivi  dol  1907,  e  pii 
Luglio,  si  è  avuto  a  notare  in  buona  pi 
temperatura  bassa,  a  spiegare  la  quale 


t' America 
ilicati  dal- 
i  uii'accu- 
r  America. 
fentmva  la 
lito  nuove 
suiudicata. 
ce  autore- 
rito   il  Lu- 

non  scom- 
iimile  pre- 
r  deirOs- 
più  freddo 
dia  lermo- 
lel  1879  e 
3slo  valore 


9(15)  della 
lite  curioise 
li  Cliica^ 


zioui  dello 
dol  lampo 
irea,  e  che 
i  cinque  a 

liti  da  un 
ffuìniiio  la 
niello  qiiA- 
icialo  sup- 
iodorsi  più 
4u(Iiciente- 


^vv  .-- 


Lampi  -  Esplorazioni  dell'alta  atmosfera  47 


VII.  —  Esplorazioni  notevoli  dell'  alta  atmosfera. 

Fra  le  ascensioni  di  palloni  sonda  ne  va  registrata 
una  avvenuta  il  5  settembre  del  1907  con  un  pallone 
lanciato  dal  servizio  meteorologico  del  Belgio,  e  che  tiene 
ora  il  record  dell*  altitudine  massima. 

Il  pallone,  partito  dall'Osservatorio  di  Uccie  a  6^  58°»  38«, 
è  arrivato  ad  un' altezza  di  25989  metri  a  7**53°*3Is  .  La 
pressione  barometrica  a*  tale  altezza  non  era  più  che 
di  17'»°i. 

Altezze  notevoli  raggiunte  con  ascensioni  antecedenti 
furono  : 

il  eS  agosto  1905  a  Strasburgo   25800  m. 

il  7  giugno  1906  a  Strasburgo  24200    » 

'       il  7  giugno  1906  a  Milano  23800    » 

V  8  novembre  1906  a  Pavia        23890    » 

L'  ascensione  del  3  agosto  1905,  secondo  quanto  rife- 
risce SuPAN  in  Peter  mail  li' 8  Mitteilungeny  1907^  ha  rive- 
lato nell'atmosfera  la  presenza  di  due  grandi  strati  sovrap- 
posti, ma  nettamente  distinti  per  le  loro  proprietà  ter- 
miche ed  igrometriche.  Nell'inferiore,  temperatura  ed 
umidità  subivano  un  decremento  coli*  altezza  piiì  o  meno 
rapido,  mentre  che  neir  altro  esse  provavano  cambiamenti 
minimi. 

Per  ciascuno  degli  elementi  la  transizione  si  faceva 
ad  un  livello  differente.  Per  ciò  che  rigiiarda  la  tempe- 
ratura il  primo  strato  si  fermava  a  14490  metri,  ove  è 
stato  registrato  il  minimo  —  62"*.  Più  in  alto  gli  strumenti 
hanno  accusato  un  riscaldamento  lento  e  continuo  corri- 
spondente allo  strato  ad  inversione  superiore  incontrato 
nei  sondaggi  anteriori. 

Nel  caso  attuale  questo  strato  era  notevole  per  il  suo 
spessore,  superiore  a  10  chilometri,  per  quanto  al  di  là 
del  diciottesimo  chilometro  le  registrazioni  divengano 
incerto  in  seguito  all'  insufficienza  della  ventilazione. 

Lo  strato  igrometrico,  che  alla  partenza  era  di  88, 
cadeva  al  suo  minimo  29  a  4950  metri.  A  partire  da 
questo  livello  sino  a  7000  metri  si  elevava  progressiva- 
mente a  45  per  rimanere  presso  a  poco  stazionario  (42  a  37) 
a  partire  dal  decimo  chilometro.  (V.  q.  Annuario,  p.  66). 


!%■  T 


48  Meteorologia  e  Fisica  del  globo 


Ecco   alcune   cifre  che  completeranno  le   date    indi- 
cazioni 

Spessore  Variftaione 

Altitudine               Temp.                          deUo  ogni 

in  metri             centigradi           strato  in  metri  100  metri 


140  16^8 

1640  14,2 

3710  3,7 

4120  3,4 


1500  _  0^7 

2070  —  0,51 

410  —  0,07 

1010  —  0,33 


^ion  _aH  9360  ~0:67 


14490  —  62,7 


510  -f-  0,92 


15000  58,0  Aivrvr^  ,       /^'oQ 

3000       4-  0,07 
3800       -h   0,19 


19000  —  49,4 
22000  —  47,3 
25800     —  40,0 


—  A  proposito  di  queste  esplorazioni  dell'  alta  atmo- 
sfera non  crediamo  inutile  indicare  una  istruttiva  pole- 
mica dibattutasi  non  molto  fa  e  relativa  allo  strato  iso- 
termico superiore. 

Si  sa,  e  in  questo  Annuario  Io  abbiamo  detto  più 
volte,  che  fra  le  constatazioni  interessanti  sulle  condi- 
zioni fisiche  dell'alta  atmosfera  vi  è  appunto  quella  della 
esistenza  di  uno  strato  d'aria  relativamente  caldo,  ad 
altitudini  generalmente  comprese  fra  H  e  15  chilometri. 
Il  merito  di  questa  scoperta  si  deve  principalmente  a 
Teisserenc  de  Hort,  per  quanto  Hermitz  e  Besanpou 
r  avessero  intravista  sin  dal  1893-90.  Essa  scoperta  venne 
come  è  noto  principalmente  confermata  dalle  osservazioni 
dell'  Istituto  aerologico  prussiano. 

Orbene,  K.  Nimfiihr,  dell'  Istituto  meteorologico  au- 
striaco, ha  sostenuto  che  non  si  debba  contestare  radical- 
mente la  indicata  isotermia  ma  che  la  si  debba  couside- 
rare  come  un  fenomeno  assai  meno  generale  di  quanto 
credano  Teisserenc  e  Assmanu. 

Gli  argomenti  del  Xiinfiihr  sono  stati  validamente 
ribattuti  (la  A.  D(i  Qiiervain  del  servizio  meteorologico 
svizzero,  e  questo  ricorrendo  ad  argomenti  di  un  carat- 
tere molto  obbiettivo  e  tali  da  mostrare  come  prevalenti 
le  ragioni  in  fav^ore  dell'  esistenza  dello  strato. 


Per  una  rete  meteorologica  mondiale  49 


Vni.  —  Progetto    di   organizzazione  di  una    rete  meteo- 
rologica mondiale. 

In  questo  Annuario  abbiamo  più  volte  avuto  occasione 
di  ricordare  come  al  progresso  della  meteorologia  sia 
necessaria  un'  intesa  fra  i  vari  Osservatori  e  la  istitu- 
zione di  vedette  in  luoghi  opportuni. 

Ora  dobbiamo  con  piacere  registrare  che  il  Comitato 
meteorologico  intemazionale,  nella  riunione  che  ha  tenuto 
a  mezzo  Settembre  in  Parigi,  ha  discussa  una  proposta 
di  L.  Teisserenc  de  Bort  relativa  alla  organizzazione  di 
una  rete  meteorologica  telegrafica  composta  di  un  piccolo 
numero  di  stazioni  ripartite  il  più  uniformemente  possi- 
bile nelle  differenti  regioni  del  globo,  di  guisa  che  si  pos- 
sano seguire  quotidianamente  le  variazioni  degli  elementi 
meteorologici,  e  più  particolarmente  quelli  del  calore  solare 
che  giunge  al  suolo. 

Il  Teisserenc  de  Bort,  dopo  avere  mostrati  i  vantaggi 
che  si  potrebbero  attendere  da  un'  organizzazione  che 
mettesse  sotto  i  nostri  occhi  ogni  giorno  i  principali  dati 
della  Fisica  del  globo  osservati  nelle  regioni  equatoriali, 
temperate  e  prossime  ai  poli,  ha  indicato  i  mezzi  pratici 
che  permetterebbero  di  giungere  a  questo  risultato  limi- 
tando gli  sforzi  allo  stretto  necessario.  Ne  riferiamo  i 
principali. 

Poiché  si  tratta  solamente  di  fenomeni  del  tutto  generali, 
basta  riunire  le  osservazioni  di  un  numero  di  stazioni 
limitatissime,  purché  la  scelta  sia  fatta  giudiziosamente. 
Di  più  ci  si  potrebbe  contentare  di  avere  ogni  giorno 
i  dati  della  vigilia.  E  questa  facoltà  permette  di  restrin- 
gere molto  le  speso. 

Per  quanto  è  possibile,  è  necessario  che  le  stazioni 
sieno  repartite  regolarmente  in  longitudine  ed  in  lati- 
tudine. 

Nella  regione  equatoriale  sarebbe  probabilmente  suf- 
ficiente di  avere  quattro  o  cinque  stazioni,  per  esempio 
una  a  Singapore  o  a  Batavia,  una  al  Congo  nella  costa, 
una  a  Quito  e  una  nelle  isole  dell'  Australia.  Le  regioni 
vicine  dei  tropici  potrebbero  essere  rappresentate  al  Nord 
da  una  stazione  nell'India,  da  una  stazione  sahariana,  da 
una  stazione  al  Messico  e  da  una  stazione  nell'  Oceano 
Pacifico. 

AhVUARIO  SCIBHTIPIOO  —    XLIV.  4 


T^T^I 


50  ^ftte0l'O^og^a  e  Fisica  del  globo 

Neir  emisfero  Sud  basterebbero  una  staziono  in  Au- 
stralia, una  al  Capo,  una  nella  Repubblica  Argentina 
0,  se  possibile,  una  nel  Pacifico. 

Le  regioni  temperate  potrebbero  essere  rappresentate, 
nel  uostro  omisfei*o,  da  una  stazione  siberiana,  da  una  o  due 
stazioni  europeo  da  asfjri ungere  a  quelle  che  abbiamo,  da 
due  stazioni  americaìie,  da  una  stazione  nel  Pacifico  e  da 
mia  nel  Oiappone.  Neil*  emisfero  Sud,  i  punti  di  osserv^a- 
zione  sono  evidentemente  rarissimi.  Per  il  momento  ci  si 
potrebbe  contentare  di  inia  stazione  al  Capo  Horn  o  nella 
terra  del  fuoco,  di  una  stazione  al  sud  della  Nuova  Zelanda 
'e  di  una  stazione  nelT  una  delle  isole,  quale  Kerguelen, 
che  mi  giorno  o  V  altro  saranno  occupate  in  modo  per- 
manente per  la  pesca. 

Le  regioni  polari  propriamente  detto  potrebbero  essere 
rappresentate  da  stazioni  groenlandesi,  da  una  stazione 
neir  America  del  Nord  verso  140^*  di  longitudine,  da  una 
staziono  nella  Siberia  del  Nord  verso  il  polo  del  freddo. 

Infine,  vi  sarebbe  un  interesse  del  tutto  particolare  ad 
mui  stazione  meteoroloi»  it»a  allo  Spitzberg.  La  presenza  di 
numerose  miniere  di  carbone  clie  cominciano  ad  essere 
n^golarmente  sfruttate  rende  facilissimo  il  riscaldamento 
della  stazione  durante  la  cattiva  statrione.  La  distanza  fra 
lo  Spitzberg  e  la  costa  della  penisola  scandinava  permette 
poi  la  eonninieazione  con  telegrafo  senza  fili. 

N(^ir  emisfero  Sud  si  può  pure  sperare  di  vedere  sta- 
bilire alcune  stazioni  seitnititìche,  ma  i  mezzi  di  trasmis- 
HÌon(<  delle  osservazioni  mancano  ancora. 

(Mascuini  di  (|U(»ste  stazioni  invierebbe  quotidianamente 
il  dispaccio  meteorolo^^ico  al  paese  da  cui  dipende  o  ad 
mio  (ìtM  ciMitrì  mol(>reologiei  europei.  Quest'ultimo  comu- 
nicherebbe [)er  lettera  i  risultati  delle  osservazioni  agli 
altri  istituti  di  meteorologia  di  F^uropa.  Le  spese  che  il 
funzionamento  di  questa  rete  importerebbe  sarebbero  così 
assai  li  untate. 

(Hi  elementi  meteorologici  più  importanti  da  osservare 
e  da  trasmettere  sembrano  essere  rintensilà  della  radiazione 
solare  osservata  a  diverse  altezze  fisse  el  disopra  del- 
l' orizzonte,  la  pressione  barometrica  e  la  temperatura,  la 
nebulosità,  la  direzione  delli'  correnti  superiori,  la  dire- 
zione deir  intensità  del  vento,  la  [)ioggia,  e  forse  gli  ele- 
menti magnetici  se  è  possibile  riassumere  sufficientemente 
lo  stato  magnetico  in  un  dispaccio. 


1 


Fenomeno  ottico  neW  Atlantico  Bl 


Vi  sono  senza  dubbio  —  come  osserva  la  Revue  gene- 
rale des  sciences  da  cui  prendiamo  queste  notizie  —  diffi- 
coltà materiali  alquanto  importanti  per  1*  organizzazione 
di  questa  rete,  della  quale  molte  stazioni  non  esistono 
ancora.  La  pro[)Osta  ha  tuttavia  incontrato  una  grande 
accoglienza  da  parte  del  Comitato  internazionale,  che  ha 
nominato  una  Commissione  speciale  presieduta  da  Teis- 
serenc  de  Bort  e  incaricata  di  preparare  la  realizzazione 
della  proposta  medesima. 

Sarebbe,  V  effettuazione  di  essa,  il  primo  passo  verso 
lo  studio  d' insieme  dei  fenomeni  del  globo,  studio  che  o 
prima  o  poi  si  imporrà  nella  sua  interezza. 


IX.  —  Un  netto  fenomeno  ottico  neìV  Atlantico.         ' 

La  Rivista  nefologica  ha  riferito  una  osservazione 
fatta  dagli  ufficiali  del  transatlantico  americano  Phiìa- 
delphla.  Si  trovavano  essi  il  venerdì  14  giugno  in  pieno 
oceano  a  tre  giorni  dalle  coste  americane,  quando  i  pas- 
seggeri di  sul  ponte  avvertirono  stupefatti  il  disegno 
nelle  nubi  di  un  grande  transatlantico  che  sembrava 
navigare  nel  cielo.  Gli  ufficiali  del  Philadelphia  non  esi- 
tarono a  riconoscere  nei  più  piccoli  dettagli  il  transa- 
tlantico francese  La  Lorraine^  ma  per  quanto  puntassero 
i  loro  cannocchiali  verso  ogni  parte  nulla  poterono  scor- 
gere sul  man».  Si  fecero  allora  funzionare  gli  apparecchi 
di  telegrafia  senza  filo  e  qualche  istante  dopo  perveniva 
collo  stesso  mezzo  la  risposta  partita  dalla  Lorraine  ;  ed 
appariva  che  questa  si  trovava  a  45  chilometri  circa  dal 
Philadelphia^  troppo  al  disotto  delTorizzonte  quindi  perchè 
i  due  bastimenti  potessero  scorgersi  T  un  T  altro.  Bisogna 
difatti  sollevarsi  a  IGO  metri  di  altezza  per  ottenere  un 
cerchio  di  visibilità  di  45  chilometri  di  raggio. 

I  dettagli  della  Lorraine  oran  riprodotti  nelle  nubi 
con  una  sorprendente  fedeltà  :  si  potevano  sinanche  vedere 
i  passeggeri  muoversi  sul  ponte.  Questo  fenomeno,  uno 
dei  più  straordinari  del  genere  che  si  sieno  registrati 
negli  annali  marittimi,  ha  durato  per  una  buona  mezz'ora 
ed  è  scomparso  progressivamente.  Il  mare  era  calmo 
come  le  acque  di  un  lago  ed  il  sole  era  nascosto  dalle 
nubi.  La  calma  dell'atmosfera  è  del  resto  condizione  indi- 
spensabile alla  formazione  del  fenomeno. 


^ Im 


62  Meteorologia  e  Fisica  del  globo 


.  X.  —  Sulla  radioattività  della  pioggia, 

G.  Costanzo  e  C.  Negro,  dopo  avere  studiata  la  radioat- 
tività della  neve,  haìuio  riferito  nella  P/jy^.  Zeitschr.  i  risul- 
tati delle  loro  ricerche  sulla  radioattività  della  pioggia, 
condotte  a  Bologna  nella  primavera  del  1906  paralle- 
lamente a  opportune  registrazioni  barometriche,  termo- 
metriche ed  aerometriehe.  Le  principali  conclusioni  di 
siffatte  ricerche  sono  lo  seguenti  :  la  pioggia  caduta  di 
fresco  è  sempre  radioattiva,  e  questa  radioattività  dimi- 
nuisce poi  rapidamente  sino  a  scomparire  completamente 
al  termine  di  diie  ore.  La  pioggia  di  temporale,  principal- 
mente se  è  accompagnata  da  grandino,  è  molto  intensa- 
mente radioattiva.  La  pressione,  la  temperatura  e  la  forza 
e  la  direzione  del  vento  non  hanno  fatto  sentire  alcuna 
influenza. 

•     XJ.  —  Notizie  di  Òsservatorii, 

Dobbiamo  con  piacere  registrare  la  notizia  che  l'Isti- 
tuto meteorologico  neerlandese,  la  cui  sede  è  a  De  Bildt 
(Utrecht),  ha  subito  una  riorganizzazione  completa,  in 
base  alla  quale  esso  è  stato  diviso  in  Sezioni,  ciascuna 
dotata  del  relativo  direttore. 

ÌjG  Sezioni  sono  cinque  e  riguardano  :  1.^  il  servizio 
generale  ;  2.**  il  servizio  del  tempo  e  la  meteorologia  gene- 
rale ;  3.**  la  climatologia  ;  4."  V  oceanografia  e  la  meteoro- 
logia marittima  ;  5.'*  il  magnetismo  terrestre  e  la  sismo- 
logia. 

—  Secondo  una  breve  nota  della  Revue  generale  des 
scienceff^  V  Osservatorio  aeronautico  di  Lindenberg  (Bran- 
deburgo),  che  lo  Stato  prussiano  ha  fatto  erigere  in  sosti- 
tuzione deirOsservatorio  provvisorio  di  Tegel,  ha  iniziato 
con  grande  solerzia  e  prosegue  con  grande  attività  le 
osservazioni  che  interessano  la  meteorologia  delle  alte 
regioni  dell' atmosfera.  Oltre  che  dello  osservazioni  correnti 
che  formano  il  procrramma  delle  stazioni  meteorologiche 
ordinario  (dati  dell'  andamento  della  temperatura  dell'aria 
ambiente,  della  umidità  dell'  atmosfera,  dello  precipita- 
zioni), in  queir  osservatorio  si  curano  anche  degli  ele- 
menti caratteristici  del  vento,  di  ricerche  sulla  elettricità 


Terremoto  nel  Messico  53 

atmosferica,  di  determinazioni  riferentisi  alla  radiazione 
solare,  di  misure  di  pulviscolo  atmosferico  ecc. 

—  La  Meteoroìogische  Zeitschrift  ha  pubblicato  uno 
studio  su  nuove  stazioni  meteorologiche  istituite  dai 
giapponesi  sulle  coste  del  Mar  giallo  ed  in  Manciuria. 

La  più  interessante  è  quella  di  Moukden,  nella  quale 
le  osservazioni  vengono  solo  dal  mese  di  maggio  del  1905. 
U  mese  più  piovoso  vi  è  Luglio  (280  mm.  di  acqua), 
mentre  che  in  Agosto  lo  cadute  d'  acqua  sono  debolissime 
(38  mm.).  La  temperatura  oscilla  da  32''  di  massimo  in 
Agosto  a  24**  di  minimo  in  Dicembre. 

U  Istituto  dei  Colle  <V  Olen  (3000  metri).  —  Per  quanto 
interessante  varie  scienze,  questo  Istituto  che  ha  un  reparto 
di  fisica  terrestre  e  di  meteorologia,  va  più  opportuna- 
mente ricordato  in  questa  rubrica  che  non  in  altre  del- 
l' Annuario^  in  quanto,  se  non  serve  esclusivamente  allo 
studio  della  atmosfera  e  dei  suoi  fenomeni  in  condizioni 
speciali  per  altitudine  e  per  libertà  d'  orizzonte,  giova 
tuttavia  allo  studio  di  fenomeni  di  ordine  biologico  in 
relazione   a    siffatte    speciali   condizioni    meteorologiche. 

Come  è  noto,  esso  venne  inaugurato  neir  estate  di 
quest'anno  1907. 

XII.  —  Terremoto  nel  Messico, 

Il  sabato  14  aprile  1907,  alle  11.30  della  sera  (tempo 
di  Messico)  o  il  15  aprilo  alle  6  del  mattino  (tempo  di 
Greenwich),  un  terremoto  dei  più  violenti  ha  perturbato 
il  Messico  intero,  facendo  così  seguito  ai  fenomeni  dello 
stesso  genere  che  da  tre  anni  hanno  indicato  una  vera 
recrudescenza  di  agitazione  terrestre  nella  costa'  del  Pa- 
cifico, e  in  generale  in  tutta  la  fascia  di  debolo  resistenza 
(vedi  Annuario  ùq\  1906)  che,  attraverso  al  Mediterraneo, 
al  golfo  Persico,  allo  stretto  di  Malacca,  alle  Antille,  cir- 
conda il  globo. 

La  stessa  città  di  Messico,  della  quale  si  era  dapprima 
annunciata  la  completa  distruzione,  ha, al  contrario,  rela- 
tivamente poco  sofferto,  mentre  che  le  città  molto  mono 
importanti  di  Chlipancingo  e  di  Ghilassu  hanno  subito 
una  distruzione  quasi  completa.  È  succeduto  lo  stosso 
delle  località  disseminate  nella  costa  del  Pacifico  fra  Salina- 
Cruz  e  Arcapulco.  L' urto  è  stato  sentito  con  forza  a 
San  Luis  de  Potosi  e  a  Juan  Baptista,  quantunque  senza 


Meteorologia  e  Fixiea  del  globo 


effetti  disastrosi.  Ma  queste  città  sono  situate  a  1000  e 
a  700  chilometri  dalla  regione  epieeiitrica,  ciò  che  mostra 
l'importanza  del  fenomeno  sismico. 


XIIl.  —  Il  terremoto  della  Oiamaica. 

In  linea  diretta  sulla  strada  più  corta  da  New  York 
a  Panama  a  100  miglia  al  Sud  di  Cuba  e  circa  alla  stessa 
distanza  Est  da  Haiti  si  trova  l' isola  inglese  della  Gia- 
maica.  Orbene  in  essa  il  14  gennaio  19(17,  alle  tre  e 
mezzo,  quando  la  maggior  parte  degli  abitanti  si  tro- 
vava fuori,  si  ebbe  nria  forte  scossa  di  terremoto  che  ha 
distrutto  d'  un  tratto  Kingston, 

Il  movimento  generale  liell'  onda  sismica  fu  dal  Nord 
al  Sud  o,  in  altre  parole,  dall'alta  linea  delle  montagne 
centrali  verso  la  riva  meridionale,  (ili  è  così  che  se  Porto 
Antoni  situato  a  7C  miglia  di  distanza  è  stato  osso  pure 
colpito,  il  versante  Nord  doli'  isola  non  ha  risoiitito  che 
una  scossa  leggera. 

Già  colpita  tro  volte  da  terremoto  e  tre  volte  distrutta 
dalle  fiamme,  Kingston  risorse  sempre.  Auguriamoci  che 
risorga  ancora,  ma  costruita  coi  buoni  precetti  suggeriti 
dai  sismologi. 


XIV,  —  Stazioni  sismiche  nel  Chili. 

Il  <foverno  del  Chili  ha  incaricalo  di  organizzare  una 
rete  di  stazioni  sismiche  in  quel  paese,  il  conte  F.  Do  Mon- 
tossus  do  Bailore.  Il  distinto  sismologo  dovrà  pure  pro- 
fessare la  sismologia  iii^U' Università  di  Santiago  ed  ilhi- 
mìnaro  di  opportuni  consigli  il  Governo  per  la  ricostru- 
zione di  Valparaiso,  distrutta,  come  purtroppo  dovemmo 
dire  noli'  ultimo  Annuario,  da  un  terremoto. 


XV.    --    La  jirimii    nssemMen  </eiier(iìr  ilei/'  Atigoriazioiie 
internazinnalc  iti  sismnìngia. 

1/  Associazione  internazionale  di  sismologia  creata  a 
Strasburgo  noi  1901  ha  tenuto  la  slih  prima  assemblea 
dal  sabato  21  al  giovedì  20  settembre,  nello  stesso  tempo 
che   la   Commissiono    permanente    formata    dai    delegati 


T'  Tt. 


Assemblea  delV Associazione  di  Sismologia  55 


ufficiali  degli  Stati  aderenti  air  Associazione,  e  che  di 
questa  costituisce  il  nucleo  sempre  attivo,  teneva  la  seconda 
sessione. 

Le  comunicazioni  fatte  air  assemblea  furono  numerose 
e  di  valore.  Esse  possono  classificarsi  in  tre  gruppi,  V  uno 
dei  quali  riguarda  la  organizzazione  delle  osservazioni 
sismiche,  un  secondo  gli  studi  sismici  propriamente  detti 
ed  un  terzo  gli  apparecchi. 

Degno  di  nota  particolare  fu  il  discorso  del  presidente 
dell'  Associazione  prof.  Palazzo. 

Egli  ha  indicato  il  nuovo  indirizzo  della  sismologia, 
pel  quale  questo  ramo  di  studio  assume  un  carattere 
autonomo  e  si  rivolge  ai  problemi  più  delicati  della  fìsica 
del  globo,  dirigendo  in  particolare  le  sue  mire  alle  que- 
stioni della  costituzione  interna  del  globo. 

Una  tale  rivoluzione  neir  ufficio  della  sismologia  è 
stato  reso  possibile  dal  grande  perfezionamento  degli 
apparecchi  registratori  dei  terremoti.  Milne,  Omori,  Wie- 
chert,  Agamennone,  Vicentini,  Grablovitz,  Alfani,  Stiat- 
tesi  ed  altri  ci  hanno  dati  sismografi  di  una  sensibilità 
così  squisita  che  registrano  delle  onde  sismiche  prove- 
nienti dagli  antipodi,  e  talvolta  anche  le  onde  propagan- 
tisi  alla  superfìcie  del  globo,  dopo  che  hanno  compiuto 
uno  o  più  giri  attorno  allo  sferoide. 

Numerosi  studiosi  hanno  anche  rivolta  la  loro  atten- 
zione al  problema  delle  indicazioni  strumentali,  che  richiede 
di  risalire  dai  tracciati  degli  strumenti  al  movimento  reale 
del  suolo. 

*  Ed  altri  molti  si  sono   rivolti  con   largo   profitto  alla 
geografìa  sismologica. 

Ma  degni  di  rilievo  sono  gli  studi  di  coloro  che  si 
sono  rivolti  a  sviluppare  la  teoria  matematica  della  pro- 
pagazione delle  onde  sismiche  che  i  sismogrammi  dimo- 
strano classificabili  in  specie  ditferenti  :  le  une  propagan- 
tisi  alla  superfìcie,  le  altre  neir  interno  del  globo,  sia 
trasversali,  sia  longitudinali  e  progredienti  con  velocità 
differenti  variabili  di  valore  colla  distanza  dall'  epicentro 
sismico. 

Si  sono  potute  determinare  lo  traiettorie  di  queste 
onde  e  studiare  la  loro  riflessione,  la  loro  rifrazione,  la 
loro  dispersione  e  il  loro  assorbimento  neir  interno  del 
globo  ;  e  si  sono  anche  messe  in  rilievo  delle  analogie 
curiose  fra  la  sismologia  dinamica  ed  i  fenomeni  ottici. 


Tt^ 


5(j  Meteorologia  e  Fìsica  del  globo 


Poiché  per  sifiFatti  problemi  sono  necessari  calcoli 
laboriosi,  si  è  fondato  un  ufficio  dei  calcoli  sismici  sotto 
l'impulsione  geniale  di  De  Kovesligethy ;  ufficio  analogo 
a  quello  dei  calcoli  astronomici  fondato  già  per  facilitare 
le  determinazioni  relativo  alle  orbite  dei  pianeti  e  alle 
loro  perturbazioni. 

Tanta  febbre  di  lavoro  trova  la  sua  ragione  nel  fatto 
che  la  sismologia  ci  dà  una  chiav^e  per  penetrare  il 
mistero  dell'  interno  del  globo.  Non  potremo  mai  coi 
nostri  studi  arrivare  ad  evitare  il  flagello  dei  terremoti, 
non  arriveremo  forse  neppure  a  prevederli,  ma  tuttavia 
siamo  ansiosi  di  sapere  come  è  costituita  internamente  la 
sfera  terrestre  sulla  quale  abitiamo.  E  Io  studio  delle 
ondulazioni  sismiche  ci  ha  appreso  qualche  cosa  di  più 
di  quanto  fino  ad  ora  hanno  potuto  farci  conoscere  e 
gli  studi  magnetici  e  il  pendolo  gravimetrico.  Grazie  alla 
sismologia,  la  Terra  è  div^enuta  in  qualche  guisa  diafana 
alla  nostra  intelligeuza.  Le  onde  sismiche  reudono,  secondo 
la  giusta  espressione  del  Wiechert,  un  servizio  analogo 
a  quello  dei  raggi  Rontgen  usati  dal  chirurgo. 

Orbene,  la  sismologia  moderna  ci  ha  condotti  a  con- 
siderare il  globo  come  costituito  da  vni  nucleo  solido 
dotato  di  densità  e  di  rigidità  superiori  a  quello  dell' ac- 
ciaio. Questo  nuclea  sarebbe  circondato  da  una  crosta 
rocciosa,  e  fra  la  crosta  rocciosa  ed  il  nucleo  metallico  si 
troverebbe  uno  strato  di  materia  plastica  ad  alta  tempe- 
ratura, o  —  se  non  ovunque,  in  molti  luoghi  —  il  magna- 
lavico,  la  qual  cosa  spiegherebbe  la  localizzazione  dei 
fenomeni  vulcanici. 

I  progressi  che  fauno  apparire  le  ora  indicate  conce- 
zioni della  struttura  del  globo  tanto  differenti  da  quelle 
di  ieri,  hanno  richiesto  la  cooperazione  di  scienziati  di 
vari  paesi  e  dicono  della  opportunità  della  nuova  Asso- 
ciazione sismologica  internazionale. 

Questi  per  sommi  capi  la  tela  e  i  principali  argo- 
menti del  bel  discorso  del  prof.  Palazzo.  Esso  ha  incon- 
trato largo  assentimento  noirassembloa  ed  ha  saputo  bene 
giustificare  la  creazione  dell'  Associazione  internazionale 
sismologica,  anzi  ha  sai)uto  mettere  in  rilievo  come  il 
sorgere  di  questa  s' imponesse. 


Meteorologia  e   Finca  del  globo 

però  nascosto  il  pensiero  che  osso  avrebbe 
re  trattato  con  criteri  scientifici,  così  da  con- 
(tlche  concliisioite  più  siguiflcativa  nel  campo 
).  Più  che  Io  étudio  in  se,  merita  quindi  men- 
ogio  r  iniziativa. 

lVIII.  —  Il  mare  colorato  in  rosso. 

ai,  luogotenente  a  bordo  del  Thibet,  ha  ossor- 
jiugno  191)6  all'  altezza  del  Uapo  Coart,  verso 
mattino,  clic  l'acqua  del  mare  è  divenuta 
di  un  rosso  cupo    sìintlo   a   quello   dell'olio 

riferito  dal  Bolìeltino  della  Società  meteoro- 
Krancia,  è  molto  probabilmente,  come  notit 
■e  >,  di  ordine  biologico. 

.nismi  inferiori  del  gruppo  dello  alghe  e  anche 
ofniesono  spesso  cuiisa  di  fenomeni  analoghi, 
o.  ad  esempio,  In  colorazione  azzurra  dì  certi 
,  l'aspetto  del  Baltico  in  coi-ti  ginnn  noi  quali  so- 
0  disse  un  viaggiatore,  a  una  zuppa  con  verdura. 

'.  materiale  radioattivo  esUteule.  nell'atmosfera. 

Geitel  hanno  mostrato  che  un  corpo,  dopo 
to  per  qualche  ora  esposto  all'aria  aperta, 
.tivauicnte,  presenta  dei  fenomeni  di  radioat- 
ta  simili  a  <juelìi  che  si  ossoi-viino  nei  corpi 
contatto   eolla    emanazione    di    una    sostanza 

)rd  e  Aliali  a  Montreal  ((Janadàj,  hanno  poi 
<  la  legge  di  decriinienlo  di  tale  attività,  tro- 
il  pnicewso  di  disattivazione  avveniva  apjtros- 
iile  secondo  una  leggo  esponeiiziiile,  riiiucen- 
ità  ti  metà  in  circa  45  minuti  pi-imì.  Secondo 
[■i,  tale  legge  di  disattivazione  inostravasi  iudi- 
iltrecliè  dalla  iiiilura  del  nn^lallo  costituente 
e,  oniro  certi  limiti,  dal  valore  del  ]K)tenzialo 
inunicato  al  (Ho  stesso,  noncliè  dalla  durata 
ione.  Kutlierford  e  Allan  attribuirono  i  fcuo- 
ssi  osservati,  e  confermati  poi  da  ulteriori 
tleir  Allan  metiesimo,  alla  presenza  nell'atmo- 
anazione  di  radio. 


Materiale  radioattivo  delV  atmosfera  59 

Sella,  d' altra  parte,  aveva  potuto  osservare  che  V  at- 
tività indotta  la  quale  si  manifesta  su  di  una  lamina 
esposta  air  effluvio  elettrico  air  aria  aperta,  in  Roma, 
cresceva  sensibilmente  se  la  durata  dell' effluvio  veniva 
prolungata  per  parecchie  ore,  osservazione  questa  che 
male  concordava  coli'  ipotesi  che  fosse  la  presenza  di 
emanazione  di  radio  nelP  atmosfera  V  unica  causa  degli 
effetti  osservati. 

Più  tardi  Bumstead  vide  che  in  alcuni  casi  di  decre- 
mento rapido  dell'attività  indotta  (cioè,  come  si  dice,  di 
tipo  radio)  per  un  filo  attivato  all'aria  aperta  a  New 
Haven  (Connecticut,  S.  U.  d'  A.)  era  seguito  da  un  periodo 
durante  il  quale  l' attività  stessa  scemava  assai  lenta- 
mente, con  legge  analoga  a  quella  che  si  osserva  nel 
caso  dell'attività  indotta  del  torio  (riduzione  a  metà  in 
undici  ore).  Egli  notò  inoltre  che  per  attivazioni  durate 
12  ore,  r  attività  indotta  di  tipo  torio  manifestata  dal 
filo  poteva  raggiungere  il  lo  "/,  dell'attività  totale  iniziale. 

Poco  dopo,  e  nella  medesima  località,  Dadourian  con- 
statò che  r  aria  estratta  dal  suolo  dava  luogo  a  fenomeni 
di  attività  indotta  in  parte  simili  a  quelli  prodotti  dai 
sali  di  torio. 

Finalmente  Burbank  ha  potuto  constatare,  prima  a 
Gòttingen  e  poi  a  Washington,  un  fenomeno  analogo  a 
quello  osserv^ato  da  Bumstead. 

Ciò  nondimeno  A.  S.  F]ve,  dopo  aver  studiato  accura- 
tamente la  questione  della  ionizzazione  dell'  atmosfera, 
conclude  che  i  fenomeni  osservati  sono  da  attribuirsi,  se 
non  esclusivamente,  almeno  in  massima  parto,  alla  pre- 
senza neir  aria  di  emanazione  di  radio  e  dei  suoi  succes- 
sivi prodotti  di  trasformazione,  radio  A  e  radio  i)  (il 
radio  B  non  emettendo  in  quantità  apprezzabile  radia- 
zioni capaci  di  ionizzare). 

A  questo  proposito  v^a  ricordato  come,  noli'  ultima 
edizione  del  suo  libro  Radioactlvity  (pag.  528),  liutherford 
abbia  espresso  l' opinione  che  V  attività  indotta  di  tipo 
torio,  la  quale  si  può  osservare  nell'  atmosfera,  debba 
essere  minima,  essendo  che  V  emanazione  prodotta  dai 
sali  di  torio,  a  differenza  di  quella  del  radio,  si  disintegra 
troppo  rapidamente  perchè  le  quantità  di  essa  che  si  pos- 
sono sprigionare  dal  suolo  siano  capaci  di  dar  luogo  a 
notevoli  fenemeni  d' attività  indotta. 

Essendo  la  questione  a  questo  punto,  A.  G.  Blanc 
intraprese,   mettendosi    nelle    condizioni  più    favorev^oli, 


Radioattivith  delle  rocce  e  calore  della  terra  61 


Quando,  alcuni  anni  addietro,  Elster  e  Qeitel  annun- 
ziarono di  aver  riscontrato  delle  traccio  di  corpi  attivi 
in  tutti  i  terreni  da  loro  esaminati,  sorse  il  problema  di 
sapere  quale  influenza  potesse  avere  la  produzione  di 
calore,  che  accompag^na  il  fenomeno  radioattivo,  sul  valore 
del  gradiente  termico  terrestre. 

Considerando  che  un  grammo  di  radio,  in  equilibrio 
radioattivo,  produce  circa  876.000  piccole  calorie  air  anno, 
e  tenendo  conto  del  valore  attuale  del  gradiente  terrestre 
e  della  conduttività  termica  media  delle  rocce,  Rutherford 
calcolò  che  la  presenza  di  4,6  x.  lO-i*  grammi  di  radio 
per  grammo  di  terra  sarebbe  stata  sufficiente  a  compen- 
sare la  perdita  di  calore  che  il  globo  subisce  per  con- 
duzione. 

Più  tardi  Strutt,  in  seguito  ad  una  serie  di  accurate 
ricerche  portanti  su  di  un  numero  grandissimo  di  rocce, 
ha  indicato  come  valore  medio  del  contenuto  in  radio 
della  crosta  terrestre  la  cifra  di  1,4  X  10"^'^  grammi  per 
grammo  di  roccia. 

Il  valore  trovato  sperimentalmente  da  Strutt  è  dunque 
oltre  trenta  volte  maggiore  di  quello  calcolato  da  Ruther- 
ford. Siccome  non  sembrava  possibile  ammettere  che  la 
terra  si  andasse  riscaldando,  Strutt  tentò  di  fornire  una 
spiegazione,  emettendo  V  idea  che  il  radio  non  esistesse 
uniformemente  distribuito  se  non  in  una  crosta  superficiale, 
il  cui  spessore,  secondo  i  suoi  calcoli,  non  doveva  supe- 
rare le  70  miglia  inglesi. 

Orbene,  per  quanto  una  simile  ipotesi  possa  sembrare 
azzardata,  essa  pure  non  si  potrebbe  a  priori  escludere 
in  modo  assoluto:  tanto  più  che  delle  considerazioni 
basate  sulla  velocità  di  propagazione  delle  perturbazioni 
sismiche  sembrano  indicare,  secondo  alcuni,  che  la  natura 
del  materiale  terrestre,  a  partire  da  una  profondità  di 
alcune  decine  di  miglia,  debba  mutare  notevolmente. 

Senonchè  dei  risultati  recentemente  ottenuti  minacciano 
di  rendere  del  tutto  inutile  T  ipotesi  di  Strutt,  obbligan- 
doci a  ricorrere  a  qualche  altra  teoria  per  ispiegare  le 
condizioni  termiche  attuali  della  Terra. 

Va  premesso  anzitutto  che,  se  il  metodo  sperimentale 
seguito  da  Strutt  in  cotesta  investigazione  può  conside- 
rarsi atto  a  rilevare  con  sufficiente  esattezza  la  propor- 
zione di  radio  contenuta  nelle  rocce,  esso  viceversa  non 
si  presta  in  alcun  modo  a  rivelare  la  presenza  di  quantità 


'tteorologia  e  Fisica  del  globo 

ài  altri  corpi  attivi,  quali  i  prodotti  della 
io  0  dell' attiuio. 

reo  ài  recenti  ricerche  sulla  natura  del 
ittivo  contenuto  in  sospensione  nell'atnio- 
3  nei  suoi  dintorni,  si  è  potuto  constatare, 

nel  paragrafo  precedente,  che,  oltre  ai 
famiglia  del  radio,  anche  quelli  della 
io  dovevano  venir  considerati  come  fattori 
della  radioattività  terrestre.  Furono  c^uindi 
Bperienze  per  determinare  la  quantità  di 
he  dovevasi  supporre  contenuta  nell'unità 
rreno  per  produrre  gli  effetti  osservati,  e 
comparativo  mo-strarono  che  tale  quantità 
ero  inferiore  a  5,87  X  It^^  grammi  di  torio 

terreno. 

di  peso,  il  potere  calorifico  del  torio  può 
lioni  di  volte  inferiore  a  anello  del  radio, 
10-^  grammi  di  torio  producono  lo  stesso 
che   1.94  xU'*"  grammi  di  radio.   Di  qui 

I  il  torio  contenuto  nel  snolo  di  Roma 
lolo  una  quantità  di  calore  venti  volte  circa 
Ha  media  prodoila  dai  radio  nelle  rocco 
trutt,  e  quindi  oltre  600  volte  superiore  a 

da  Rutherford  necessaria  a  mantenere 
peratura  intorna  del  globo, 
'idcnte  che  se,  eseguendo  ricerche  analo- 
t  provenienti  da  varie  regioni,  si  ottenos- 
ello  stesso  ordine  di  quelli  avuti  per  la 
,  sarebbe  il  caso  di  chiedersi  come  mai 
:  di  trovarsi  nello  condizioni  presenti,  non 
stato  di  fusione.  Voler  adottare  in  tal  caso 
mata  di  Strutt  significherebbe  voler  ridurre 
tro  miglia  inglesi  lo  spessore  della  crosta 
li  radioattivi!  L'assurdo  di  una  simile 
troppo   evidente    perchè   convenga   nem- 

B  dunque  in  tal  caso  cercare  un'altra  spie- 
ebbe,  ad  esempio,  chiedersi  so  la  radioat- 
neir  interno  del  globo  in  condizioni  iden- 

II  cui  ai  manifesta  alla  superficie;  non  è 
pensare   che  le  condizioni    di   pressione 

:Ì08Ì  profondi  siano  tali  da  ostacolare,  e 
luUare  del  tutto  la  disintegrazione  radioat- 
esperienze   hanno,  è   vero,    mostrato   che 


Stilla  previsione  del  tempo  63 


r  attività  di  un  sale  di  radio  non  subisce  variazioni  apprez- 
zabili quando  viene  sottoposto  a  forti  pressioni.  Occorre 
tuttavia  riflettere  che  le  condizioni,  nel  caso  che  consi- 
deriamo, si  presentano  come  assai  diverse,  dovendo  noi 
infatti  immag-inare  il  materiale  attivo  diluito  allo  stato 
di  tracce  infinitesime  in  sono  alla  massa  rocciosa,  e  sot- 
toposto a  pressioni  di  un  ordine  di  grandezza  assoluta- 
mente diverso  rispetto  a  quelle  che  possiamo  ottenere  nei 
nostri  laboratori. 

Ad  ogni  modo,  conclude  il  Blanc,  conviene  vedere  se  i 
risultati  ottenuti  in  Roma  si  debbano  considerare  come 
anormali,  oppure  se  i  terreni  di  altre  regioni  presentino 
anch'  essi  un  contenuto  in  torio  dello  stesso  ordine  :  qua- 
lora ciò  si  verificasse  sarebbe  il  caso  di  affrontare  cotesto 
problema,  che  si  presenterebbe  allora  come  uno  dei  più 
interessanti  nel  campo  della  radioattività.  L.  A. 

XXL  —  Sulla  previsione  del  tempo. 

Si  trova  esposto  in  tutti  i  libri  di  meteorologia  il 
metodo  classico  con  cui  nc»gli  uffici  centrali  meteorologici 
dei  singoli  Stati  si  i)rocede  alla  previsione  del  tempo  di 
ventiquattro  in  ventiquattr*  ore. 

I  mezzi  di  cui  si  servono  i  meteorologi  per  porre 
in  pratica  un  tal  metodo  sono  però  spesso  insufficienti 
allo  scopo,  per  cui  si  va  incontro  a  due  inconvenienti, 
l'uno  dei  quali  si  verifica  quasi  sempre,  l'altro  piii  ra- 
ramente, ma  sempre  più  spesso  di  quanto  sarebbe  neces- 
sario. II  primo  è  che  la  previsione  del  tempo  si  fa  in 
termini  troj)po  generali  per  avere  quello  ai)plicazioni  pra- 
tiche che  se  ne  [)otrebboro  sperare;  il  secondo  è  quello 
delle  previsioni  errate.  So  si  pensa  i)erò  che,  p.  e.,  per 
r  Italia,  la  previsione  del  tempo  di  domani  si  fa  esami- 
nando la  distribuzione  che  stamane  la  pi*essione  atmo- 
sferica aveva  in  Europa  e  paragonandola  coi  mutamenti 
che  oggi  a  mezzogiorno  essa  ha  già  risentito  in  Italia.^ 
si  comprende  subito  che  i)iìi  di  quello  che, si  fa  attual- 
mente con  tali  mezzi  difficilmente  si  potrebbe  realizzare. 

È  evidente  che  se  Y  incaricato  di  prevedere  il  tempo 
di  domani  avesse  già  oggi  ii  sua  disposizione  un  abbozzo, 
malfari  approssimato,  di  una  carta  che  gli  rappresentasse 
la  distribuzione  della  pressione  atmosferica  di  domani 
mattina^  il  suo  lavoro  ne  sarebbe  reso    molto  più  facile. 


64  Meteorologia  e  Fisica  del  globo 


il  presapfio  riuscirebbe  più  determinato  e  concreto,  e  gli 
errori  nella  provisione  sarebbero  meno  frequenti. 

Facciamo  un  caso  particolare.  Oggi  V  incaricato  del 
presagio  si  trova  davanti  la  carta  isobarica  d'  Europa  di 
stamane^  e  fonda  su  essa  le  sue  conclusioni  per  domani. 
Intanto  oggi  stesso^  senza  che  egli  ne  sia  avvertito,  una 
depressione  sta  suir  Atlantico  avvicinandosi  air  Europa, 
e  non  comparirà  che  sulla  carta  di  domaitiììa.  È  da  questa 
depressione  che  può  dipendere  il  tempo  di  domani^  e 
intanto  il  meteorologo,  di  questo  elemento  essenziale,  e 
forse  più  importante  d' ogni  altro,  coi  metodi  classici 
della  previsiono  del  tempo  non  ha  oggi  nessuna  nozione. 
È  chiaro  che  nessuno  potrà  domani  imputare  a  sua  colpa 
se  la  previsione  è  riuscita  sbagliata. 

V  ha  chi  supplisce  fino  ad  un  certo  punto  a  questo 
inconveniente  colia  pratica  acquistata  in  molti  anni  di 
esercizio.  Per  lui,  un  pìccolo  abbassamento  delia  pressione 
sulla  costa  dell*  Atlantico,  abbassamento  a  cui  altri  non 
attribuirebbe  importanza,  è  V  indizio  d'  una  depressione 
che  viene  dal  largo.  Ma  la  pratica  non  si  comunica  da 
persona  a  persona  ;  basta  che  il  meteorologo  sperimen- 
tato si  debba  assentare  dal  suo  posto  [)er  qualche  giorno, 
perchè  in  tutto  quel  tempo  in  cui  altri  lo  supplisce  V  in- 
certezza regni  sovrana  in  un  servizio  che  ò  pure  d' im- 
portanza nazionale. 

Recentemente  il  signor  Guilbert  dall'  Osservatorio  me- 
teorologico di  Caen  ha  mostrato  che  si  può,  con  certe 
sue  regole,  dalla  carta  isobarica  di  ^éawm^i^  raccapezzare, 
fino  ad  un  certo  punto,  quale  sarà  la  carta  isobarica  di 
domattina.  Più  d'  una  volta  le  regole  del  Guilbert  gli 
hanno  permesso  di  antivedere  dello  tempeste,  per  la  cui 
previsione,  a  ventiquattr'  ore  di  distanza,  i  metodi  soliti 
erano  assolutamente  inadatti.  Si  tratta  perciò  di  cosa 
importantissima  e  vai   la   pena   di  dirne  due  parole. 

Pel  Guilbert  la  considerazione  più  importante  è  quella 
del  vento  che  soffia  in  ciascuna  delle  stazioni  coi  dati 
delle  quali  si  fanno  le  carte  isobariche.  È  risaputo,  anche 
da  chi  ha  appena  una  conoscenza  superficiale  della  me- 
teorologia, che  il  vento  è  prodotto  dall'  iiuiguale  distri- 
buzione della  pressione  atmosferica  I  venti  si  dividono 
da  molto  tempo  in  una  scala  di  9  gradi,  a  seconda  della 
loro  intensità.  Orbene,  un  vento  che  abbia  un'  intensità  2 
quando  la  pressione  varia  di  1  millimetro  lungo  un  per- 
corso  di   un  grado   geografico,   è    un    vento    normale,  e 


Sulla  previsione  del  tempo  65 

similmente  sono  normali  dei  venti  d*  intensità  4,  6,  8.... 
per  gradienti  di  2,  3,  4....  millimetri  ad  ogni  grado 
geografico.  Venti  più  intensi  o  meno  diconsi  anormali 
per  eccesso  o  per  difetto. 

Se  una  depressione  è  tutta  circondata  da  venti  nor- 
mali, rimane  stazionaria  senza  accentuarsi,  né  diminuire; 
se  invece  è  circondata  da  venti  anormali  per  eccesso  essa 
si  colmerà  ;  se  è  circondata  da  venti  anormali  per  difetto, 
si  accentuerà  ancora  più. 

Una  depressione  circondata  da  venti  diversamente 
anormali^  cioè  gli  uni  per  eccesso,  gli  altri  per  difetto, 
si  sposterà  verso  la  regione  di  minore  resistenza. 

Una  tale  regione  è  quella  in  cui  dominano  venti  anor- 
mali per  difetto,  o  venti  divergenti.  Con  questo  nome 
r  A.  intende  dei  venti  che  spirano  in  un  certo  luogo  in 
senso  opposto  al  senso  del  vento  che  in  quello  stesso  luogo 
tenderebbe  a  produrre  la  depressione. 

Un  esempio  varrà  a  chiarire  questo  concetto. 

Sia,  p.  e.,  una  depressione  suir  Irlanda,  e  si  consideri 
una  località  a  Est  di  essa,  p.  e.,  sulla  Manica.  Siccome 
le  depressioni  neir  emisfero  boreale  sono  di  regola  coro- 
nate da  venti  che  girano  attorno  ad  esse  nel  senso  opposto 
a  quello  degli  aghi  d'un  orologio,  così,  in  virtù  della 
depressione  supposta,  il  vento  dovrebbe  sulla  Manica 
soffiare  da  Sud.  Se  esso  invece  vi  soffia  da  Nord,  si  può 
star  sicuri  che  la  depressione  si  sposterà  verso  la  Manica. 

Lo  stesso  risultato  si  può  enunciare  in  altri  termini 
così;  un  vento  anormale  per  eccesso  tende  a  produrre 
un  aumento  di  pressione  sulla  sua  sinistra.  Così,  p.  e., 
avendosi  in  un  certo  momento  venti  di  Nord  anormali 
per  eccesso  sulla  Provenza,  si  può  presagire  una  dimi- 
nuzione di  pressione  sulla  Francia  occidentale  e  un 
aumento  suir  alta  Italia. 

Le  regole  di  Guilbert  sono  fondate,  più  che  altro,  sulla 
pratica  ;  esse  hanno  ricevuto  conferme  pratiche  numerose 
e  sorprendenti,  e  sono  forse  destinate  all'  avvenire  più 
brillante  nell'arte  difficile  della  previsione  del  tempo. 

* 

Per  passare  adesso  a  lati  più  modesti  dello  stesso 
argomento  della  previsione  del  tempo,  ci  piace  ricordar 
qui  una  elegante  ed  utile  innovazione  introdotta  in  tal 
campo  dall' Istituto  centrale  di  Vienna.  Il   sig.  A.  Tellini 

ÀHaiUARfO  SCIKKTII'ICO  —  XLIV.  5 


66  Meteorologia  e  Fisica  del  glòbo 


di  Udine,  riferendo  la  innovazione  nel  primo  fascicolo 
di  quest'  anno  del  Bollettino  bimensuale  della  Società 
meteorologica  Italiana,  la  raccomanda  vivamente  anche 
air  Italia. 

Ecco  di  che  si  tratta.  Ogni  pomeriggio  alle  14  viene 
spedito  da  Vienna  alle  stazioni  postali  e  telegrafiche  un 
dispaccio  consistente  di  otto  gruppi,  di  cinque  lettere 
ciascuno.  Il  telegramma  viene  esposto,  al  più  tardi,  tra  le 
16  e  17  dello  stosso  giorno,  in  ogni  ufficio  presso  una 
tabella  o  chiave  che  serve  per  interpretarlo.  Nelle  dome- 
niche e  negli  altri  giorni  festivi  il  servizio  non  ha 
luogo. 

Ciascuno  degli  otto  gruppi  si  riferisce  a  una  delle 
otto  regioni  in  cui,  per  questo  esercizio,  ò  diviso  il  terri- 
torio austriaco.  Chi  vuole  interpretare  il  telegramma  ferma 
r  attenzione  sul  gruppo  di  lettere  che  si  riferisce  alla 
contrada  che  lo  interessa,  e  ricorre  alla  chiave,  la  quale 
è  divisa  in  cinque  colonne  con  questi  titoli: 

1.*  lettera  -  annuvolamento  e  precipitazione; 
2.*      »       -  vento; 
3.^      »       -  temperatura; 
4.*      »       -  determinazione  particolareggiata; 
5.*      »        -  saggio    di   previsione    pel    giorno 

seguente. 

L' egregio  corrispondente  del  Bollettino  si  augura  che 
a  qualche  cosa  di  simile  si  addivenga  anche  da  noi. 

È  un  augurio  che  si  può  accettare,  dato  che  le  con- 
dizioni meteoriche  affatto  speciali  dell'  Italia,  per  le  quali 
la  provisione  del  tempo  vi  è  resa  anzi  che  no  difficile, 
no  permettano  la  realizzazione. 

XXII.  —  La  grande  inversione  della  temperatura. 

Chiamasi  così,  a  distinguerlo  da  altri  fenomeni  simili, 
ma  localizzati  e  di  entità  molto  meno  notevole,  il  fatto 
per  cui  la  temperatura  delT  aria,  dopo  essere  andata  dimi- 
nuendo, al  crescere  delT  altitudine,  fino  a  un  certo  limite, 
piglia  in  seguito  ad  aumentare. 

Per  darne  un'  idea  concreta  citeremo  il  caso  di  un 
pallone  sonda,  munito  di  apparecchi  autoregistratori, 
che  fu  lanciato  a  Strasburgo  il  3  agosto  1905;  i  dati 
forniti  da  quegli  apparecchi  sono  stati  pubblicati  solo  da 


1 


La  nuova  rete  di  Osservaiorii  per  l'alta  atmosfera      67 

Otto  mesi.  La  temperatura  che  era  di  16°  8  alla  partenza, 
diacose  fino  a  —  62'  7  quando  il  pallone  fu  a  14,500  m.  d' al- 
tezza; in  se^rnito  la  temperatura  risalì,  raggiungendo  il 
valore  di  —  40°  all'altezza  di  circa  26000  metri,  la  mag- 
giore a  cui  un  pallone  sonda  si  sia  mai  innalzato  finora. 

Secondo  ciò  che  rileviamo  da  una  nota  comunicata 
all'Accademia  delle  Scienze  di  Francia  l'S  luglio  1907, 
osservazioni  analoghe  vennero  fatte  contemporaueamente 
a  Kiruna  (Lapponia  svedese)  e  Trappes  (Francia).  Fatto 
singolare:  non  solo  si  riscontri'i  l'esistenza  giù  nota  d'uno 
strato  d'  aria  relativamente  calda  a  grande  altezza,  ma, 
a  parità  d' altezza,  le  temperature  rilevate  in  quello  strato 
a  Kiruna  non  erano,  malgrado  la  differenza  di  latitudine, 
gran  fatto  diverso  da  quelle  che  si  ebbero  a  Trappes. 

La  causa  della  grande  inversione  è  ancora  incerta. 
Secondo  una  recente  ipotesi  di  Fényi,  pubblicata  nella 
Meteorologische  Zeitgchrift  d' agosto  1907,  essa  sarebbe 
dovuta  a  radiazioni  solari  di  speciali  lunghezze  d'onda, 
che  sarebbero  fortemente  assorbite  dagli  strati  superiori 
dell'  atmosfera. 

XXin.  —  La    nuova    rete  dUOsservatorii    per    lo    studio 
dell'  alla  atmosfera. 

Sul  fluire  del  1906  il  prof.  Hergesell,  presidente  della 
Commissione  permanente  internazionale  d' aerostazione 
scientifica,  ha  pubblicato  nna  carta  della  reto  di  osserva- 
torii  distribuiti  in  tutto  il  mondo  per  lo  studio  dell'alta 
atmosfera,  rete  inaugurata  il  14  gennaio  1907  in  occa- 
sione  dell'eclisse  solare  visibile  dal  continente   asiatico. 

Nelle  regioni  polari  si  hanno  tre  stazioni:  una  in 
Groenlandia,  l'altra  in  Islanda,  la  terza  nella  Norvegia 
settentrionale.  In  ragione  del  clima  troppo  rigido,  tali 
stazioni  sono  unicamente  destinate  al  lancio  di  palloni- 
piloti,  o  di  cervi  volanti  portanti  strumenti  registratori, 
Le  ascensioni  di  palloni  montati  e  di  palloni-sonda  sono 
riservate  per  climi  meno  inclementi. 

La  rote  europea  presenta  il  suo  punto  culminante  e 
più  interessante  nell'osservatorio  Etneo.  L'Etna,  essendo 
alto  3000  metri  al  disopra  del  livello  del  mare,  presenta 
uti' opportunità  affatto  speciale  pel  lancio  di  cervi -volanti 
cho  raggiungono  lo  grandi  altezze  ove  reguano  i  venti 
generali,  e  donde  si  possono  raccogliere  documenti  per 
la  previsione  scientifica  del  tempo. 


BkSI^LSS^SBaS 


68  Meteorologia  e  Fisica  del  globo 


la  Africa  si  hanno  due  osservatorii,  a  Bona,  in  Algeria, 
e  al  Cairo.  La  rete  europea  si  collega  a  quella  americana 
per  mezzo  di  osservatorii  istituiti  a  Terra  Nuova,  alle 
Azore,  alle  Bermude,  alla  Avana,  e  nella  Giamaica.  In 
Asia  si  hanno  una  'stazione  giapponese  e  due  russe. 

I  lanci  di  palloni  e  cervi  volanti  debbono  aver  luogo 
contemporaneamente  di  tre  in  tre  mesi,  e  debbono  durare 
tre  giorni  consecutivi  ciascuno.  Si  son  pure  prese  delle 
misure  per  avere  insieme  lanci  consimili  da  parte  di 
navi  da  guerra  o  da  commercio. 

II  primo  lancio  ebbe  luogo  quest'  anno  tra  il  22  e  il  27 
luglio,  e  fu  fatto  col  concorso  d'  un  gi-an  numero  di  sta- 
zioni, terrestri  ed  oceaniche.  Il  governo  italiano  concesse 
air  uopo  una  nave  da  guerra  che  incrociò  nel  golfo  di 
Genova,  e  contemporaneamente  palloni-sonda  e  palloni 
frenati  s'innalzavano  da  Pavia  por  conto  di  quel  R.  Osser- 
vatorio goofìsico.  Il  principe  di  Monaco  s' incaricò  del- 
l' esplorazione  dell'  alta  atmosfera  al  disopra  delle  regioni 
artiche;  la  marina  tedesca  eseguì  mia  spedizione  appo- 
sita tra  r  Islanda  e  la  Norvegia;  una  nave  della  marina 
francese  fu  inviata  per  lo  stosso  scopo  alle  Azore;  il 
yacht  Otaria  di  Teisseronc  de  Bort  ha  fatto  esperienze 
aeronautiche  nello  regioni  degli  alisei  e  delle  calme. 

XXIV.  —  L  estate  di  San  Martino. 

K  nota  l'opinione  molto  diffusa  che  intorno  alla  festa 
di  S.  Martino,  cioè  intorno  all' 11  novembre,  vi  sia  un 
brusco  innalzamento  di  temperatura,  corrispondente  a 
quella  che  si  chiama  V  estate  di  San  Martino,  Negli  ultimi 
mesi  del  190G  si  ebbe  una  discussione  scientifica  di  qual- 
che importanza  su  questo  argomento,  e  l'eco  di  tal  discus- 
sione può  trovarsi  nel  fascicolo  di  sottombre  1906  del- 
VAìinuaire  de  la  Societé  Météorologiqne  de  Francese  nel 
fascicolo  16  novembre  1906  della  rivista  belga  Ciel  et 
Terre. 

Prima  di  tutto,  l'estate  di  San  Martino  è  essa  un  feno- 
meno generalo?  Questione,  come  si  vede,  importante, 
perchè,  ove  non  si  tratti  di  fenomeìio  generalo,  bisognerà 
nella  ricerca  delle  sue  ragioni  invocare,  piuttosto  che 
altro,  delle  cause  locali.  La  risposta  è  ben  netta;  Testate 
di  San  Martino  non  è  un  fenomeno  generale  ;  anzi  in  alcuni 
luoghi  si  dovrebbe  piuttosto  parlare  del  freddo  di  San  Mar- 


1 1 


FSV^F-T 


L* Estate  di  San  Martino  —  Sensazioni  di  caldo  e  freddo  ,  69 


tinoy  perchè  questa  festa  coincide  con  una  brusca  dimi- 
nuzione di  temperatura.  Tal' è  il  caso  di  IJruxelles,  giusta 
quanto  risulta  al  Lancaster,  direttore  dell' Osservatorio 
di  Uccie,  dall'esame  delle  osservazioni  termometriche  di 
54  anni  (1838-1896);  tal' è  pure,  secondo  i  risultati  dello 
stesso  autore,  il  caso  di  Parigi,  di  Montpellier,  di  Monaco 
di  Baviera,  di  Greenwich  e  di  Copenhagen  ;  tale  quello 
di  Milano,  secondo  il  Celoria. 

Invece  per  Moureaux,  direttore  dell'Osservatorio  del 
Pare  St.  Maur,  presso  Parigi,  dallo  spoglio  di  30  anni 
d'osservazioni  (1874-1903),  Testate  di  San  Martino  risulta 
verificarsi  nettamente  a  Parigi.  E  ben  vero  che  il  periodo 
d' osservazioni  a  cui  il  Lancaster  ricorre  è  assai  più 
lungo  di  quello  di  cui  si  serve  il  Moureaux:  130  anni; 
forse  si  può  così  spiegare  la  contraddizione. 

A  Nancy,  secondo  C.  Millot,  professore  di  Meteorologia 
in  quella  Università,  l'estate  di  San  Martino  si  verifica, 
ma  in  modo  meno  netto  di  quel  che  non  faccia  a  Parigi, 
secondo  il  Moureaux. 

• 

XXV.  —  Sulla  relazione  tra  la  temperatura  delV  aria 
e  la  sensazione  di  caldo  o  di  freddo  percepita  dalV  uomo. 

Le  sensazioni  termiche  dell'  uomo  dipendono  dalla 
temperatura  delle  parti  superficiali  del  suo  corpo,  e  spe- 
cialmente della  pelle.  I^  parti  profonde  del  nostro  orga- 
nismo hanno  una  temperatura  costante,  vicina  a  37% 
opperciò  le  parti  superficiali  tendono  a  prendere  anch'esse 
la  stessa  temperatura.  A  ciò  si  oppongono  la  più  bassa 
temperatura  dell'aria  circostante  e  l'irradiazione  di  calore 
che  dal  corpo  umano  si  fa  verso  l'esterno.  Influiscono 
poi  su  questo  antagonismo  il  movimento  più  o  meno 
rapido  dell'aria  circostante  rispetto  al  corpo  o  viceversa 
e  l'umidità  dell'aria  stessa.  Se  invece  di  essere  all'ombra, 
la  pelle  è  esposta  al  sole,  deve  entrare  in  conto,  com'  è 
naturale,  anche  la  irradiazione  solare. 

La  temperatura  dell'aria,  qual' è  data  da  un  termo- 
metro convenientemente  installato,  non  è  dunque  la  tevi- 
peratura  sentita  dalTuomo:  la  relazione  tra  l'una  e  l'altra 
è 'estremamente  complessa,  uè  finora  vi  è  \n\  completo 
accordo  degli  studiosi  su  essa. 

P.  e.,  piuttosto  controversa  è  V  influenza  che  ha  in 
proposito  l'umidità  dell'aria.  Si  suol  ritenere  dai  più  che  i^ 


70  Meteorologia  e  Fisica  del  globo 


a  seconda  della  umidità  maggiore  o  minore,  riesce  più 
o  meno  difficile  T  evaporazione  del  sudore,  e  poiché  questa 
evaporazione  è  sorgente  di  freddo,  la  temperatura  sentita 
dev'esserne  fortemente  influenzata.  In  quest'ordine  d'idee 
si  è  andati  così  avanti  che  qualche  scienziato  insigne, 
come  Hann,  consiglia,  quando  il  corpo  è  in  sudore,  di 
dedurre  l' intensità  del  caldo  sentito  non  dall'  ordinario 
termometro,  nja  da  un  termometro  che  abbia  il  bulbo 
rivestito  di  garza  bagnata,  come  uno  dei  due  termometri 
che  compongono  un  ordinario  psicrometro. 

Le  ricerche  recenti  di  I.  Vincent,  meteorologo  belga, 
di  cui  si  pubblicano  i  risultati  negli  annali  del  servizio 
meteorologico  del  Belgio,  e  di  cui  un  sunto  è  già  com- 
parso nel  del  et  Terre  del  marzo  1907,  starebbero  però 
contro  a  una  esagerata  influenza  dell'umidità. 

L'A.  ha  determinato  la  temperatura  della  pelle  della 
propria  mano,  fr^a  l'indice  e  il  pollice,  in  una  stanza  in 
cui  l'umidità  si  poteva  aumentare  enormemente  coll'aprire 
il  radiatore  dell'  impianto  di  riscaldamento  a  vapore. 
Mentre  il  termometro  avente  il  bulbo  fasciato  di  garza 
bagnata  presentava  variazioni  di  temperatura  assai  forti, 
la  temperatura  della  pelle  non  variava  invece  che  assai 
meno.  Durante  queste  esperienze  la  temperatura  della 
camera  non  era  tale  che  il  corpo  fosse  in  sudore;  aveva 
luogo  soltanto  quella  che  i  fisiologi  chiamano  traspira- 
zione insensibile,  e  il  risultato  ottenuto  mostra  che,  in 
tali  condizioni,  1'  evaporazione  alla  superficie  della  pelle 
ha  sempre  luogo  ugualmente,  anche  con  aria  circostante 
umidissima. 

Solo  quando  la  temperatura  della  pelle,  sotto  l'azione 
del  caldo  esterno,  si  eleva  sufficientemente,  le  ghiandole 
sudorifere  divengono  attivissime  e  coprono  il  corpo  di 
sudore.  Allora  le  temperature  che  la  pelle  assume  variano 
in  modo  analogo  a  quelle  d'un  termometro  bagnato;  ma 
non  si  tratta  nemmeno  in  questo  caso  d'un  parallelismo 
molto  rigoroso,  e  ciò  perchè  il  corpo  ha  in  sé  una  sor- 
gente di  calore  che  nel  termometro   bagnato   non  esiste. 

L'A.  ha  anche  fatto  altre  ricerche  in  una  camera 
all'ombra,  con  aria  in  quiete,  temperatura  e  umidità 
moderata,  per  modo  che  quest'ultima,  stando  ai  risultati 
dianzi  enunciati,  non  avesse  a  produrre  effetti  sensibili. 
Trovò  che  ai  cambiamenti  di  temperatura  nell'aria  della 
camera  corrispondevano  cambiamenti  di  temperatura  nella 
pelle  secondo  questa  legge:  la  differenza   tra   la   tempe- 


-■y^ » — ;■»—  ì;         ■ ^-tj^^-f;^  ■  "V»   "V«  '. 


Bilancio  della  circolazione  acquea  —  Nefometro  Besson    71 

ra^wra  interna  del  corpo  umano  e  quella  dell'aria  è  in 
rapporto  costante  colla  differenza  tra  la  temperatura 
della  pelle  e  quella  dell'aria.  In  ^Itre  parole,  per  usare 
termini  tolti  dalla  matematica,  la  temperatura  della  pelle 
è  funzione  lineare  di  quella  dell*  aria. 

All'aria  libera  TA.  ha  anche  studiato  T influenza  della 
radiazione  solare  e  del  vento  sulla  temperatura  della  pelle. 

Tutti  questi  risultati,  che  TA.  compendia  in  formolette 
algebriche  assai  semplici,  valgono  solo  quando  la  tem- 
peratura dell'aria  circostante  è  superiore  a  17^  Per  tem- 
perature minori,  il  termometro  stretto  fra  il  pollice  e 
V  indice  non  raggiunge  una  temperatura  d' equilibrio 
soddisfacente. 

XXVI.  —  Il  bilancio  della  circolazione  acquea  sulla  terra. 

Sotto  questo  titolo  E.  Briicknor  ha  fatto  una  notevole 
comunicazione  alla  Società  elvetica  per  le  scienze  naturali. 

Si  solleva  annualmente  dal  mare  una  quantità  di 
vapore  corrispondente  a  384000  Km.  cubi  d'acqua;  dalla 
terra  ferma  se  ne  solleva  una  quantità  corrispondente  a 
97000  Km.  cubi.  Sono  in  tutto  481000  Km.  cubi  d'acqua 
che  piovono  sulla  totalità  della  terra. 

Dei  384(KX)  Km.  cubi  d'acqua  sollevata  per  evapora- 
zione dai  mari,  359000  Km.  cubi  ricadono  in  pioggia  sui 
mari  stessi,  25000  Km.  cubi  passano  alla  terra  ferma, 
cioè  corrispondono  alla  differenza  tra  il  vapore  che  dai 
mari  passa  alla  terra  ferma  e  quello  cTie  segue  il  cam- 
mino inverso. 

Dei  97000  Km.  cubi  d'acqua  sollevatisi  in  vapore 
dalla  terra  ferma,  87000  competono  alle  terre  che  river- 
sano la  loro  acqua  nell'oceano.  Questi  87000  Km.  cubi, 
più  i  25000  Km.  cubi  provenienti  dal  mare  corrispondono 
a  112000  Km.  cubi  di  piogge  su  tali  terre. 

Avanzano  10000  Km.  cubi  d'acqua  svaporata  dalle 
terre  senza  comunicazione  coli' oceano,  che  ricadono  in 
pioggia  sulle  stesse. 

XXVII.  —  Il  nefometro  Besson. 

Negli  osservatori  meteorologici  si  misura  a  intervalli 
regolari  la  nebulosità  del  cielo;  è  l'occhio  dell' osser\^a- 
tore  il  quale  stima  approssimativamente  quanti  decimi 
del  cielo  sono  coperti  da  nubi  e  quanti  scoperti. 


72  Meteorologia  e  Fisica  del  globo 


Con  molto  magg-iore  esattezza  questa  determinazione 
celeste  si  può  fare  col  nefometro  recentemente  immaginato 
dal  Besson  dell'  osservatorio  di  Montsouris.  Di  questo  stru- 
mento riassumiamo  la  descrizione  che  ne  dà  l'autore 
stesso  nel  fascicolo  di  ottobre  1906  della  Eetnie  népho- 
logifjue. 

Supponiamo  che  si  potessero  tracciare  suir  emisfero 
delle  linee  per  modo  da  dividerlo  in  dieci  parti  d'uguale 
superfìcie.  Per  avere  la  nebulosità  si  potrebbe  allora 
valutare  in  decimi,  in  ogni  parte,  la  porzione  di  essa 
che  è  annuvolata;  sommando  i  dieci  numeri  così  ottenuti» 
si  avrebbe  la  nebulosità  totale,  espressa  in  centesimi 
della  volta  celeste,  con  una  precisione  evidentemente 
assai  superiore  a  quella  comportata  da  una  valutazione 
globale  come  la  si  pratica  attualmente. 

Le  linee  che  non  si  possono  tracciare  in  cielo  si 
segnano,  su  uno  specchio  convesso  a  forte  curvatura, 
dove  si  riflotte  tutto  iutiero  il  cielo.  Questo  specchio  è 
una  calotta  tagliata  da  una  sfera  di  30  cm.  di  diametro. 
L' occhio  dell  osservatore  si  fissa  contro  una  specie 
d'  oculare  solidale  col  sostegno  dello  specchio.  In  tal  po- 
sizione la  persona  dell'osservatore  copre  all' incirca  tre 
fra  gli  scompartimenti  in  cui  l'imagine  del  cielo  è  divisa. 
Per  ovviare  a  questa  difficoltà,  dopo  aver  notata  la  nebu- 
losità nei  sette  scompartimenti  scoperti,  si  fa  ruotare  lo 
strumento  di  180'.  Allora  le  parti  del  cielo  che  corrispon- 
devano prima  ai  tre  scompartimenti  ostruiti,  sono  rap- 
presentate negli  scompartimenti  simmetrici  a  quelli,  cosic- 
ché l'osservazione  può  condursi  a  termine  senz'  altra 
difficoltà. 


XXV m.  —  La  fine  del  tiro  grandinifugo. 

Il  2  dicembre  1906  il  Sen.  P.  Blaserna  comunicava 
alla  R.  Accademia  dei  Lincei  la  sua  relazione  finale  e 
complessiva  sulle  esperienze  di  tiro  contro  la  grandine 
eseguite  nel  quinquennio  1902-06  alla  stazione  sperimen- 
tale di  Castelfranco  Veneto. 

Le  esperienze  in  questione,  dirette   dal   prof.  Pochet- 
tino  col  sussidio   di   un  personale  scelto  e  numeroso,  si. 
mostrarono  fin  da  principio  poco  favorevoli  ai  tiri.  Lo 
stesso   risultato    negativo  continuò  ad   aversi    anche    in 
seguito. 


Tiro  graìidinifngo  —  Pioggia  artificiale  73 


Frattanto  l'entusiasmo  col  quale  in  Italia  s'era  accolta 
jji  principio  l'idea  del  tiro  grandinifugo  scemava  dap- 
prima per  trasformarsi  poi  in  un  scuso  d'ostilità.  La 
(.'amera  dei  deputati  era  sempre  meno  proclive  a  conce- 
dere i  fondi  per  le  esperienze,  e  solo  piegava  davanti  alla 
necessità  che  le  esperienze  scientifiche  si  facessero  con 
calma  e  perseveranza,  per  non  avere  poi  più  a  ritornare 
fra  qualche  anno  sulla  questione  del  tiro. 

Oltre  all'  effetto  dei  cannoni  grandinifughi,  la  Stazione 
sperimentalo  esaminò  attentamente  anche  altri  mezzi 
preconizzati  contro  la  grandine.  P,  e.,  in  Francia  vauta- 
vansi  molto  gli  effetti  ottenuti  coi  razzi.  Tuttavia  anche 
questo  metodo  si  mostrò  inefficace,  perfino  coi  razzi 
Anlagne,  capaci  di  elevarsi  iid  altezze  comprese  tra  900 
e  1200  metri,  e  quindi  di  scoppiare  in  seno  alle  nubi 
grandi  ni  fere. 

L'effetto  fu  nullo  anche  con  bombe  di  8  Kg.,  lanciate 
ad  un'altezza  di  800  metri  e  oltre. 

A  queste  sconfortanti  conclusioni  a  cui  si  è  giunto 
in  Italia,  aggiungeremo  ancora,  che  anche  in  Stiria,  patria 
del  tiro  grandinifugo,  questo  ha  finito  per  mostrarsi  com- 
plelaniente  illusorio,  come  risulta  dalla  relazione  del 
prof,  Prohaska  al  Ministero  d'Agricoltura  Austriaco,  rela- 
zione di  cui  troviamo  un  cenno  nel  fascicolo  di  marzo  1906 
della  Meteorologische  Zeilschrift. 

Invece  nel  Belgio  pare  che  duri  ancora  un  certo  olti- 
misrao  sul  modo  di  debellare  il  flagello  della  grandine, 
e  ciò  è  tanto  più  singolare  perchè  si  Iratta  d'un  paese 
ove  non  ebbero  luogo  tentativi  di  tiro  grandinifugo. 

I  signori  Marga  e  De  la  Hault  fecero  brevettare  certi 
piccoli  palloni-torpedini,  appuntili  nella  loro  parto  supo- 
rioro,  destinati  a  sollevarsi  verticalmente  ed  a  gran  velo- 
cità, ed  a  silurare,  diciamo  così,  le  nubi  graudinifere 
collo  scoppio  d'un  esplosivo  di  cui  sono  carichi.  Togliamo 
questa  notizia  dal  numero  del  1.°  marzo  scorso  del  gior- 
nale aeronautico  belga  la  Coiiquèfe  de  l'Air. 

XXIX.  ^  La  pioggia  arlìflciale. 

II  fascicolo  di  marzo  1907  del  Sgmons's  Meleorological 
Magazine  contiene  curiosi  particolari  sugli  ultimi  risultati 
ottenuti  negli  Stati  Uniti  d'America  colle  famigerato 
pioggle  provocate  artificialmente. 


Meteorologia  e  Fisica  del  globo 


In  conseguenza  della  scarsità  dell'acqua  destinata  ai 

vnri    miiini-nrì   nnl    ilUlrolln    di     Klondike,    ìl   gOVemo    lo- 

più  importanti  proprietarii 
alto  con  un  tal  C.  M,  Hatfield 
parecchie  pio^ie  artificiali 
ioniia.  Il  contratto  stabiliva 
minato   nell'estate  del   1906 

assicurare  una  prospora  e 
latria  mineraria,  egli  avrebbe 
[■no  o  5000  dai  proprietari  di 
sarebbero  state  rimborsate  le 
or  sé  e  pei  suoi  aiutanti.  Il 
neno  delle  pioggio  avrebbe 
na  commissione  ove  tutte  le 
ate  rappresentate.  Su  queste 
e  operazioni   in  |;iugno  col 

parti  del  territorio  la  piog- 
■iore  alla  normale,   in   altre 


5,  la  pioggia  fu  pari  a  quella 
imtssìone  giudicatrice  tenne 
lale  si  stabili  che  l'opera  di 
lecessaria;  questi  sospese  le 
Ila   liquidazione  delle  spese. 

'ologia  Eritrea. 

uonte  uno  studio  accurato  e 
assaua,  per  opera  dei  dottori 

su  osservazioni  meteoriche 
Non  posaiamo,  naturalmente, 
iche;  ma  qualche  dato,  api- 
forse  i  lettori  'MV Annuario. 
mantiene  supuriore  a  30°  da 
ne  il  suo  valore  normale  piil 
nimo  di  25"  6  in  gennaio. 

e  febbraio  si  hanno  a  Mas- 
Ito  vicine  a  quello  di  luglio 
.  e  Siracusa. 

ture  minime  è  di  22'*  4  per 
a  media  delle  massime  è  di 
per  luglio.  Degno  di  nota  è 

il  mese  dì  luglio,  la  tempo- 


^F^. 


Climatologia  eritrea  —  Brusca  diminuzione  di  pressione    76 


ratura  massima  raggiunse  in  media  il  valore  di  44^  3; 
invece  nel  1887,  la  temperatura  massima  si  limitò,  in 
luglio,  a  36"*  in  media. 

La  pioggia  è  abbastanza  poca:  182  mm.  all'anno  in 
media,  cioè  un  terzo  circa  di  quella  che  suol  cadere  in 
Puglia,  Sardegna  ed  all'estremo  sud  della  Sicilia,  che 
sono  le  regioni  meno  piovose  d'Italia.  I  mesi  di  dicembre 
e  gennaio  sono  i  più  piovosi;  non  si  ebbe  mai  pioggia 
in  giugno. 

L'umidità  è  discreta;  è  essa  che,  colla  elevata  tempe- 
ratura, rende  un  po'  faticoso  il  soggiorno  a  Massaua  anche 
a  coloro  che  provengono  dalle  regioni  italiane  pivi  calde, 
perchè,  com'  è  noto,  la  traspirazione  non  può,  in  tali 
condizioni,  effettuarsi  con  molta  intensità. 

XXXI.  —  Di  un  effetto  nefasto  prodotto  da  una  brusca 
diminuzione  di  pressione  atmosferica. 

Fra  le  cause  numerose  che  possono  influire  sullo  svi- 
luppo del  grisou  nelle  miniere  di  carbon  fossile,  è  stata 
messa  da  molto  tempo  una  diminuzione  della  pressione 
atmosferica. 

A  questo  proposito  sono  assai  istruttive  le  esplosioni, 
quasi  simultanee,  che  si  ebbero  il  28  gennaio  1907  nei 
distretti  carboniferi  di  Lens  e  di  Saarbriick.  Esse  infatti, 
come  mostra  il  Bigourdan,  in  una  nota  presentata  al- 
TAccademia  delle  Scienze  di  Parigi  il  4  febbraio  succes- 
sivo, si  produssero  in  un  momento  in  cui  il  barometro, 
alto  da  molto  tempo,  discendeva  rapidamente. 

XXXn.  —  /  «  brontidi  »  in  Italia, 

Sul  fenomeno  dei  brontidi,  il  prof.  Alippi  di  Urbino 
ha  pubblicato  un  lungo  e  documentato  studio  nel  primo 
fascicolo  di  quest'anno  del  Bollettino  della  Società  Sisvio- 
logica  Italiana. 

Sono  i  brontidi  certe  detonazioni  o  rombi  d'origine 
misteriosa  che  si  sentono  talora  a  distanza,  anche  a  cielo 
sereno,  senza  che  nel  fenomeno  intervengano  per  nulla 
tuoni  dovuti  a  scariche  elettriche. 

Per  comprendere  meglio  l'effetto  acustico  dei  brontidi 
e  per  riferimento  a  ciò  che  ci  accadrà  di  dire  in  seguito, 
riportiamo  qui  la  scala  in  sette  tipi,  in  cui,  fin  dal  1900, 
il  Davison  propose  di  graduare  questo  fenomeno. 


l'-t 


Meteorologia  e  Figica  del  globo 


^io  di   carri,  ^i   treni   ili  galleria,  su   ponti 

,  scoppio  a  volte  ottuso,  cupo,  smorzato  o 
la  pili  spesso    lontano,   come   suono    basso, 

mugghio,  fischio  di  vento   impetuoso,   ululo 

'o  la  cappa  dì  un  camino. 

I  di  un  muro,  scarico  di  mattoni. 

i  di  corpi  pesanti  (alberi,  legname,  valanga, 

di  porte), 

sione  di  un  bollìtoto.   d'una  carica  di  dina- 

■azzo,  o  rimbombo  di  colpo  di  cannone  spa- 

>itio  di  cavalli,  lotte  di  uomini  robusti  nel 
}re  di  una  casa,  rombo  di  una  mareggiata 
aiianza,  crepitio  di  una  pioggia  sottile  o  della 
fronde,  spaccarsi  od  assestarsi  di  smisurate 
se. 

sono  conosciuti  anche  all'osterò,  con  diversi 
aesi  Bassi,  p.  e.,  son  chiamati  Mistpoefferg, 
i8  of  Barisal,  nel  Sud-America  bramidon. 
per  mezzo  dell'  Ufficio  Centrale  di  MeteOro- 
ette  ad  un'ampia  inchiesta  sui  brontidi  in 
3  raccolse  un   copioso   materiale   di  cui  qui 

alcuni  punti  principali, 

i  brontidi  siano  completamente   ignoti  nello 

tali,  non  completameli  te  ignoti  in  quello  ceiL- 

itali. 

no  sarebbe   pure  sconosciuto   nella  pianura 

!   Lombarda,   non   completamente   nella  pia- 

sarebbe  invece  ben  noto  nella  bassa  valle 
roviucia  di  lìovigo.  Da  questa  il  fenomeno 
tutta  la  pianura  emiliano-romagnola  fino  ai 
Lpenninici,  e  forse  fino  al  crinale.  Non  paro 
la  marina,  uè  qui,  né  più  gìd  sulle  coste 
}magnote  e  marchigiane,  eccettuati  i  pressi 
neutre  si  mantiene  frequente  e  notissimo 
aggini  adriatiche  della  catena  dell'Apennino. 
mportameuto  ha  presso  a  poco  nell'altro 
cchè  il  fenomeno,  mentre  è  noto  sulle  pen- 
)i  ligure,  è  quasi  ignoto  lunga  la  costa  del- 
o  Tirreno,  ma  è  notissimo  internamente  in 
;e  toscane,  del  Senese,  della  provincia  di 
Lrezzo,  e  in  gran  parte  dell'Umbria,  se  non 


/  brontidi  in  Italia  77 

in  tutta.  Si  avvicina  poi  alquanto  alla  co3ta  in  provincia 
di  Grosseto,  ma  subito  se  ne  ritrae  verso  l'interno:  è  ben 
noto  nei  pressi  del  lago  dì  Bolsena,  e  più  gììi  nel  Viter- 
bese; è  ignoto  nell'Altipiano  Aquilano.  Proseguendo  verso 
sud,  nel  versante  Tirrenico,  un'altra  zona  battuta  dal 
fenomeno  è  quella  dei  colli  laziali  e  della  vallata  del  Sacco; 
nel  versante  adriatico  preferisce  i  dintorni  di  Chieti  e  la 
montuosa  regione  del  Molise,  insieme  eolla  vicina  pianura 
del  tavoliere  delle  Pugile  L«  ultime  manifestazioni  acu- 
stiche verso  l'Adriatico  si  hanno  nelle  Murgie  a  qualche 
distanza  dalla  costa,  come  a  qualche  distanza  dalle  coste 
si  avvertono  verso  il  golfo  di  Taranto,  in  provincia  di 
Lecce.  La  pianeggiante  penisola  Salentina  sembra  com- 
pletamente immune  dal  fenomeno,  che  invece  è  straordi- 
nariamente noto  luntco  tutto  l'aspra  o  massiccia  penisola 
calabrese. 

Non  è  altrettanto  facile  dolineare  l'andamento  geogra- 
fico del  fenomeno  in  Sicilia  ed  in  Sardegna,  per  le  poche 
notizie  avute  da  queste  isole.  Sembra  che  in  Sicilia  esso 
•sia  noto  solo  nelle  provinele  di  Siracusa  e  di  Palermo,  e 
che  in  Sardegna  non  si  conosca  che  a  Kosas  (regione 
Sulcis)  in  provincia  di  Cagliari.  La  terminologia  del  feno- 
meno è  s varia tissima;  lo  chiamano  a  seconda  dei  luoghi, 
rombo,  boati,  muggiti,  urli,  honniti,  bombiti,  bombe  o 
rombe  di  mare,  marina,  tuoni,  tonazza,  trabusso,  ecc.  ecc. 

Risultò  dall'inchiesta  che,  nella  maggior  parte  dei 
casi  i  brontidi  sono  del  II  e  VI  tipo  della  scala  Davison; 
scarseggiano  invece  sopratutto  quelli  del  V  tipo. 

Il  fenomeno  predilige  il  cielo  sereno  e  l'aria  calma. 

Per  ciò  che  riguarda  la  stagione  preferita,  si  nota  una 
leggera  prevalenza  per  l'estate;  quanto  all'ora  del  giorno, 
i  brontidi  paro  che  si  avvertano  di  preferenza  nel  pome- 
riggio, un  po'  meno  al  mattino,  pochissimo  nella  notte. 

Lo  direzioni  dalle  quali  si  sentono  i  brontidi  conver- 
gono a  un  dipresso  : 

nel  Modenese  e  dintorni  verso  l'Appennino  e  forse 
verso  il  M.  Cimone;  nella  liomagna  Toscana  verso  l'Ap- 
pennino e  specialmente  verso  il  M.  Fall«rona; 

nella  parte  montuosa  delle  Marche  e  nell'alta  Umbria 
verso  l'Appennino  e  quasi  certamente  verso  il  M.  Ne- 
rone ; 

nel  Senese  e  nella  prov.  di  Firenze  verso  la  catena 
Metallifera  Toscana  e  forse  verso  il  M.  Amiata; 


'Alpe  di  Catenaia; 
forse   verso  il  M. 

so  i  Monti  Erniei 

Monti  Lepiiii; 
lano. 

jrincipali  dell' in- 
ottenuti, cerca  di 

ive  escludere  che 
lontane,   colpi   di 

eliminazioni,  l'A. 

cioè  nell'interno 
noafera  per  cause 
.  che,  se  di  debole 
>lto  regioni  iuos- 
cavità  sotterranee 
I  ì  liftorali  marini,' 
-  possono  rinfor- 
lall'uomo  o  costi- 
looffers  dell'atroo- 
^l'ì  altri;  ma  essi 
ita  del  fenomeno: 
itterranei. 
>lmente  spiegarsi 
esso  e  così  inteu- 
i  in  .altre;  quelle 
isse  di  risonanza. 
0  ben  diversa  da 
nello  delle  roccie 

di  caverne,^ 


■e  1905  ha  avuto 
eruo  e  dei  privati 
iella  regione  cho 
tti   disastrosi,  ma 


■^* 


Osservatorii  geodinamici  —  Il  terremoto  del  1907        79 


Mentre  si  sta  studiando  rimpianto  di  un  osservatorio 
geodinamico  governativo  di  prim' ordine  a  Catanzaro, 
nella  stessa  provincia  è  stato  inaugurato  un  consimile 
osservatorio  privato  nel  Seminario  vescovile  di  Mileto. 
V  istituzione  è  dovuta  air  iniziativa  e  liberalità  di  mon- 
signor Morabito.  Fanno  parte  del  corredo  scientifico  del- 
l'osservatorio due  sensibilissimi  tromometrografi  Omori, 
modificati  dal  Padre  Alfani,  il  quale  ne  ciirò  l'impianto. 
I^  stesso  Padre  Alfani  costruì  e  impiantò  un  sismo- 
grafo per  l'antico  osservatorio  di  Valle  di  Pompei,  che 
fu  trasferito  nell'ospizio  pei  figli  dei  carcerati. 

L'ora  defunto  prof.  L.  Ungarelli  dotò  nell'anno  scorso 
l'osservatorio  di  S.  Luca  a  Bologna  di  una  coppia  di 
pendoli  orizzontali  Stiattesi  di  grande  modello. 

Nell'Osservatorio  di  Moncalieri  è  stata  istituita  una 
speciale  sezione  per  la  geodinamica,  sezione  che  è  posta 
sotto  la  cura  del  Padre  Penta,  il  quale  liberalmente  fornì 
r  i  mezzi  pecuniarii  occorrenti  per  1  acquisto  e  la  colloca- 
zione di  nuovi  apparecchi.  Tra  questi  figurano  due  pen- 
doli orizzontali,  tipo  Stiattesi. 

Finalmente,  per  iniziativa  del  prof.  A.  Malladra,  diret- 
tore dell'Osservatorio  meteorologico  annesso  al  Collegio 
Rosmini  di  Domodossola,  una  nuova  stazione  sismica  si 
è  agghinta  all'osservatorio.  La  parto  più  importante  della 
suppellettile  scientifica  vi  è  rappresentata  da  una  coppia 
di  pendoli  orizzontali,  tipo  Omori,  costruiti  sotto  la  dire- 
zione del  Padre  Alfani. 


XXXIV.   —  Il  terremoto  calabrese  del  23  ottobre  1907. 

Fra  le  repliche  innumerevoli  che  seguirono  alla  scossa 
dell' 8  settembre  19()5,  nessuna  aveva  avuto  T  intensità 
del  terremoto  che  tornò  a  colpire  la  desolata  ('alabria 
alle  ore  21,30  del  23  ottobre  u.  s. 

Dire  al  momento  attuale  dove  sia  stato  l'epicentro  di 
quest'ultima  scossa  sarebbe  ancora  prematuro.  Certo  si 
è  che  la  regione  più  fieramente  colpita  fu  quella  parte 
della  provincia  di  Roggio  che  si  specchia  noU'Jonio;  e 
tutti  hanno  ancora  prosenti  le  raccapriccianti  descrizioni 
pubblicate  dai  giornali  delle  rovine  di  Ferruzzano  e  di 
Brancaleone.    Questa   scossa   difTorì    cosi    da   quella    del 


80  Meteorologia  e  Fisica  del  globo 


1905,  in  quanto  che  allora  era  stato  invece  più  dan- 
negg'iato  il  versante  tirrenico  della  Calabria.  Ne  differì 
anche  per  T  ostensione.  Infatti  nel  1905  il  terremoto  era 
stato  avvertito  in  tutta  la  bassa  Italia  fino  a  Napoli; 
questa  volta  invece  si  arrestò  al  circondario  di  Castro- 
villari.  Dalla  parte  opposta  V  estensione  fu  presso  a  poco 
la  stessa  nei  due  casi,  perchè  tanto  nel  1905  come  nel- 
r  ottobre  scorso  la  scossa  si  estese  a  tutta  la  Sicilia 
orientale. 

È  poi  inutile  aggiungere  come  la  nuova  commozione 
tellurica  abbia  reso  anche  più  sentita  la  necessità  d*un 
forte  organamento  del  servizio  geodinamico  in  Calabria; 
questa  volta  le  osservazioni  più  diligenti  vennero  com- 
piute air  Osservatorio  di  Mileto  (Catanzaro),  fondato  or 
fa  un  anno  a  cura  di  quel  vescovo,  mons.  Morabito. 

V.  M. 


III.  -  Fisica 


de)  prof.  Lavoro  Amaduzzi  in  BoIoj^iih 


I.  —  /  raggi  canale  ed  i  raggila, 

Sul  conto  dei  raggi  canale  scoperti  nel  1886  dal  Gold- 
stein  molte  ricerche  furono  in  questiJJ^ultimi  tempi  ese- 
guite, che  meritano  qui  di  essere  riferite. 

Che  cosa  siano  i  raggi  canale  è  presto  ricordato.  Nel 
1886  Goldstein  scoprì  che  quando  in  un  tubo  a  vuoto  il 
catodo  è  perforato,  passano  attraverso  alle  aperture  dei 
raggi  che  producono  una  luminosità  nel  gas  che  si  trova 
al  di  dietro  del  catodo  medesimo.  Il  colore  della  luce 
dipende  dal  gas  contenuto  nel  tubo  e  coincide  con  quello 
della  luminosità  che  ricopre  immediatamente  la  superfìcie 
anteriore  del  catodo.  Orbene  sono  appunto  tali  raggi  che 
il  Goldstein  chìixmò  KanalstrahUn  e  che  noi  diciamo 
raggi  canale. 

Goldstein  fece  vedere  come  un  campo  magnetico^capace 
di  deviare  molto  energicamente  i  raggi  catodici  non  eser- 
citava azione  sensibile  sui  raggi  canale.  Ma  il  Wien  di- 
mostrò che  coir  impiego  Idi  campi  magnetici  intensi  sì  ha 
anche  la  deviazione  di  siffatti  raggi,  che  chiameremo  pure 
raggi  positivi,  appunto  perchè,  come  il  Wien  potè  vedere, 
essi  sono  dai  campi  magnetici  deviati  in  senso  contrario 
a  come  vengono  deviati  i  raggi  catodici,  dimostrandosi 
per  tal  modo  carichi  positivamente. 

Questo  risultato  è  stato  confermato  raccogliendo  la 
carica  elettrica  in  un  cilindro  nel  quale  i  raggi  penetrano 
attraverso  ad  un  piccolo  foro,  ed  anche  dal  senso  della 
deviazione  elettrostatica. 

Misurando  simultaneamente  le  deviazioni  elettrica  e 
magnetica,  il  Wien  ha  trovato  per  il  rapporto  fra  la 
carica  e  la  massa  dello  particelle  costituenti  i  raggi  canale 

AnUUAKIO   8CIBKT1FICO    —    XLIV.  H 


J 


valori  dei  quali  il  massimo  è  10',  che  è  identico  a  quello 
che  (là  r  atomo  di  idrojfciio  nella  elettrolisi,  e  iio  ha  aiiclie 
misurata  la  velocità. 

Siffatte  misure,  confermate  più  o  meno  rigiro  sa  monte 
da  sperimentatori  vari,  hanno'  fatto  sorgere  Jl  |)eiisiero 
che  t  raggi  canale  propriameiilo  dotti,  quali  furono  sco- 
perti dal  Ooldstoiii,  risitltinoda  atomi  esistenti  nel  tubo, 
privi  di  un  elettrone,  ritenendosi  che  por  occlusione  esista 
sempre  in  qualche  parte  del  tubo  o  degli  oleltrodi  mia 
traccia  più  o  meno  grande  di  idrogeno. 

Ma  lo  misure  più  recenti  avi-ehbero  messo  in  riliovo 
anche  la  esistenza  di  raggi  costituiti  da  masse  elettrizzate 
di  grandezza  molto  considerevole. 

Ed  a  proposito  di  questi  raggi  costituiti  da  grosse 
masso  ci  piace  riferire  quanto  nel  discorso  di  apertura 
della  Sezione  di  Fisica  noi  Congresso  dì  Parma  ebbe  a 
dire  il  prof.  Righi. 

«  Potrebbe  darsi  che  in  realtà  —-  egli  osservò  —  la 
»  massa  dei  ioni  positivi  che  li  costituiscono  non  fosse  così 

>  grande  come  risultai  dallo  determinazioni.  Infatti,  se  uii 
»  ione  perde  la  sua  carica  incontrando  un  elettrone  noga- 

*  tivo  che  ad  esso  rimanga  unito  cessa  subito  1'  azione 
»  deviatrice,  e  1'  atomo  neutro  così  fonnato  continua  in 
»  linea  retta  il  suo  moto  lino  al  diaframma  fosforescente 

>  impiegato  a  rivelare  le  deviazioni.  La  deviazione  subita 

>  da  un  tal  ione  sarà  allora   tanto    minoro   quanto  mag- 

*  giore  fu  il  poi-corso  fatto  dopo  la  ana  trasformazione  in 

*  atomo  neutro.  A  questa  spiegazione  si  può  perf»  obiet- 
»  tare,  che  manca  una  sicura  prova  del  fatto,  che  nn  atomo 

*  neutro  provochi  la  fosforescenza,  come  fanno  gli  elet- 
»  troni  o  i  ioni.  Si  può  invece  supporre,  che  i  raggi  poco 
»  deviati  siono  costituiti  da  ioni  metallici  tratti  dagli  elot- 
»  trodi,  benché  diftìcilmonlc  si  comprenda  allora  come 
■  possano  formarsi  e  sopratutto  pervenire  sÌìio  olti-e  il 
»  catodo.  Inlìno  si  potrebbe  immaginare  che  i  detti  raggi 

*  fossero  costituiti  da   ioni    gassosi    compiessi,  risultanti 

>  dall'  unione  di  un  certo  numero  di  atomi  neutri  ad  ogfiii 
»  ione  positivo  ». 

E  si  vedrà  appunto  in  allro  paragrafo  come  in  gas 
alla  pressione  ordinaria  sin  dimostrata  la  produzione  di 
simili  grossi  ioni. 

Ciò  però  che  è  la  parto  principale  e  foTidamontalo  dei 
raggi  canale  si  è  lo  sciame  di  parlieelle  costituite  da 
atomi-ioni  del  gas  ntlravorsato  <iiilla  scarica. 


\ 


I  raggi  canale  e  i  raggi  a  8B 


Centri  materiali  carichi  di  elettricità  positiva  o  sino 
ad  ora  assimilati  ai  raggi  del  Goldstein  sono  i  raggi  a 
delle  sostanze  radioattive. 

Anche  per  essi  il  valore  del  rapporto  fra  la  carica  e 
la  massa  fece  supporre  che  la  massa  delle  particelle  fosse 
di  grandezza  paragonabile  a  quella  degli  atomi. 

Orbene,  ricerche  reconti  hanno  turbata  questa  stretta 
analogia  fra  raggi  a  e  raggi  di  Goldstein,  perchè  hanno 
provato  come  i  raggi  a  abbiano  costituzione  indipendente 
dalla  sostanza  che  li  origina. 

Le  varie  misure  eseguite  sui  raggi  a  dal  Hutherford, 
dal  Des  Ooudres,  dal  Mackenzie  ecc.  avevano  fornito 
valori  sempre  più  approssimati  del  rapporto  fra  carica 
e  massa,  ma  non  era  mai  stato  possibile  raggiungere  una 
glande  esattezza,  poiché  le  sostanze  radioattive  impiegato 
emettevano  particelle  a  con  diverse  velocità  iniziali. 

Recenti  esperienze  del  Rutherford  si  sono  rivolte  ad 
un  pennello  di  .raggi  a  omogenei  quale  può  essere  otte- 
nuto, in  base  ad  una  osservazione  dello  stosso  Ruther- 
ford, usando  come  sorgente  un  filo  sottile  reso  molto 
attivo  per  il  deposito  della  emanazione  del  radio.  Dopo 
pochi  minuti  sul  filo  rimane  soltanto,  come  sorgente  di 
raggi  a,  il  radio-C,  e  vengono  perciò  emesse  particelle  a 
aventi  tutte  la  stessa  velocità  e  che  subiscono  eguali 
perdite  di  velocità  dopo  avere  attraversato  spessori  eguali 
di  sostanze  assorbenti. 

I  raggi  così  ottenuti,  propagandosi  in  un  tubo  nel 
quale  era  fatto  il  vuoto  per  evitare  V  energico  assorbi- 
mento da  parte  dell'  aria,  passavano  per  una  fenditura 
e  per  lo  spazio  interposto  fra  due  lamine  destinate  alla 
creazione  del  campo  elettrico. 

Assoggettando  i  raggi  all'  azione  del  campo  elettrico 
e  di  un  campo  magnetico  si  aveva  modo,  considerando 
le  condizioni  della  linea  di  fluorescenza  segnata  dal  pen- 
nello che  essi  costituivatio  e  riprodotta  fotograficamente, 
di  calcolare  la  velocità  delle  particelle  ed  il  rapporto  fra 
la  carica  loro  e  la  massa. 

I  risultati  delle  esperienze,  delle  misure,  dei  calcoli 
portarono  alle  conclusioni  seguenti: 

II  rapporto  fra  la  carica  e  la  massa,  eguale  a  5  X  10^ 
per  il  radio-C,  si  conserva    invariato    do})0    il  passaggio 


84  Fisica 

attraverso  a  strati  diversi  di  sostanze  assorbenti;  mentre 
la  velocità  iniziale  eguale  a  circa  un  quindicesimo  di 
quello  della  luce  (20  mila  chilometri  al  secondo)  si  va 
progressivamente  riducendo. 

Il  rapporto  medesimo  ha  lo  stesso  valore  per  le  par- 
ticelle a  emesse  dal  radio-C,  dal  radio-A,  dal  radio-F, 
dair  attinie,  da  tutti  i  derivati  radioattivi  del  torio,  in  una 
parola  da  tutti  i  corpi  radioattivi  conosciuti  che  si  pote- 
rono esperimentare;  cosicché  si  può  coucludere  che  le 
particelle  a  emesse  dalle  diverse  sostanze  radioattive  sono 
tutte  identiche,  e  per  esse  il  rapportg  fra  carica  e  massa 
ha  un  valore  metà  di  quello  che  è  proprio  dell'  atomo 
deir  idrogeno  nella  elettrolisi. 

Il  Rutherford  nota,  e  non  vi  può  essere  ohi  non  veda, 
come  questa  ultima  sia  una  conclusione  importante  poiché 
mostra  che  V  uranio,  il  torio  e  T  attinie,  che  si  comportano 
chÌQiicamente  come  elementi  diversi,  hanno  un  prodotto 
comune  di  trasformazione.  La  particella  a  costituisce  uiyi 
delle  fondamentali  unità  della  materia  di  cui  gli  atomi 
di  questi  elementi  sono  formati.  Quando  si  tenga  presente 
che  nel  processo  della  loro  trasformazioue  il  radio  e  il 
torio  emettono  cinque  particelle  a  ciascuno,  T  attinie 
quattro  e  V  uranio  una,  e  che  il  radio  è,  secondo  ogni 
probabilità,  un  prodotto  di  trasformazione  dell'  uranio,  si 
riconosce  che  la  particella  a  é  un  importante  costituente 
fondamentale  degli  atomi  dei  radio-elemeuti. 

Altre  conseguenze  notevoli  il  Rutherford  ha  tratto  dalle 
sue  esperienze,  che  non  possiamo  qui  in  dettaglio  con- 
siderare. 

Il  fatto  sul  quale  conviene  insistere  si  è  questo  che: 
le  partirei  le  %  emesse  dalle  più  diverse  sostanze  radioat- 
live  sono  identiche^  e  per  esse  il  rapporto  fra  carica  e' 
massa  ha  un  valore  metà  di  quello  proprio  air  atomo  di 
idrogeno. 

Siccome  la  massa  atomica  dell'  elio  è  quadrupla  di 
quella  dell'  idrogeno,  si  possono  fare  sulla  particella  a  tre 
ipotesi:  1.^  che  essa  risulti  da  una  molecola  di  idrogeno 
associata  alla  carica  ionica  di  un  atomo  di  idrogeno;  2^  che 
essa  sia  costituita  da  un  atomo  di  elio  associato  a  una 
carica  elettrica  doppia  di  quella  dell'atomo  di  idrogeno; 
8.*  che  essa  sia  costituita  da  mezzo  atomo  di  elio  traspor- 
tante la  carica  di  un  singolo  atomo  di  idrogeno.  Il  Ruther- 
ford esclude  la  prima  ipotosi,  e  senza  ritenere  improbabile, 
la  terza,  mostra  di  prestare  la  fiducia  maggioro  alla  seconda. 


Il  pnrallolisnio  fm  ra^gi  a.  e  raggi  canale  tnrbs 
questa  coocliisiotie  semLra  perù  ristabililo  da  r 
esperienze  dì  >I.  J.  Thomson,  dalle  quali  risulterebbe 
a  bassissime  pressioni  si  ottengano  raggi  canale  non 
delle  qualità  atomiche  del  gas  contenuto  nel  reci] 
come  i  raggi   del  Goldstein,  ed  analoghi  ai  raggi  : 

Dire  brevemente  di  sifTatte  esperienze,  che  1 
costituito  uno  degli  argomenti,  che  nell'anno  dt 
abbiano  maggiormente  interessato  i  tìsici,  ci  pan 
utile. 

li  Thomson  ha  sperimentato  tanto  su  gas  a  prei 
bassissima  come  su  gas  rarefatti  si,  ma  non  ecce 
niente,  per  potere  meglio  istituire  un  confronto  fri 
su  Itati. 

I  raggi  orano  svelali  e  localizzati  dalfa  '  fosforei 
che  essi  producevano  su  uno  schermo  posto  al  termi 
tnbo.  Dopo  avere  esaminato  un  grande  numero  di  soi 
pnr  determinare  quella  che  dà  la  fluoi-escenza  più 
sotto  r  azione  dei  raggi  studiati,  si  fermò  all'  uso 
willemite,  che  veniva  cosparsa  in  polvere  finissima 
uno  strato  sottile  di  vetro  solubile  deposto  sopra  la  I 
collocata  al  termino  del  tubo  di  esperienza. 

La  forma  di  tal  tubo  è  rappresentata  dalla  figur 
catodo  Cera  munito  di  un  foro  che  si  adattava  in  corr 
denza  di  un  piccolo  tubo  F.  Dopo  aver  traversato  i 
cino  f  i  raggi  positivi  passavano  fra  due  lamine 
lelc  di  alluminio  AA.  Queste  lamine  erano  vertici 
guisa  che,  quando  si  stabiliva  fra  di  esse  una  diffc 
di  potenziale,  i  raggi  traversavano  un  campo  orizz 
il  cni  effetto  si  traduceva  in  una  deviazione  orizz 
(iella  macchia  sullo  schermo.  La  parte  del  tubo 
nento  le  lastre  di  alluminio  era  assottigliata  per  qua 
possibile  0  posta  fra  i  poli  l'P  di  una  potente  elei 
lamita  Du  liois.  I  pezzi  polari  di  questa  elottroca! 
orano  così  tanto  avvicinati,  o  posti  in  tal  maniera, 
linee  di  forza  magnetica  risultavano  orizzontali  o  per 
colari  al  tragitto  dei  raggi.  Il  campo  magnetico  proc 
quindi  una  deviazione  verticale  della  macchia  lluoref 
Per  deviare  i  raggi  positivi,  come  si  sa,  occorrono 
intensi  e  se  le  linee  di  forza  di  questi  sL  estendi 
di  là  del  catodo  ne  nasce  in  questa  regiono  una  < 
siono  dnlla  scarica  capace  di  falsare  la  ossorvaziom 


macchia  fltioresceiito  che  è  traccia  dei  rag'gi.  Era  dunque 
iiocessario  nello  osiierienzo  de!  Thoinson  proteggere  il 
tubo  fra  il  catodo  e  l'anodo  per  essere  sicuri  che  le  de- 
viazioni osservate  della  macchia  thiorescente  fossero 
dovute  nnicamento  all'aziono  simultanea  dei  campi  elet- 
trico 0  maguolico  a  partire  dalla  rogiono  posteriore  al 
catodo.  A  questo  fino  serviva  uno  schermo  ir  e  lamine 
come  /  in  ferro  dolce  collocate  come  mostra  la  figura  -i. 


Lo  esperienze  miravano  alla  detenni  nazione  tiel  rap- 
porto fra  carica  o  massa  e  della  velocità  delle  patticollc 
coitituonti  i  ras'*ri,o  questo  con  mi  metodo  ben  noto  dolio 
spostamento  dei  ragt^i  per  l'aziono  simultanea  del  campo 
elettrico  e  magnetico.  In  assenza  di  ogni  campo  i  ragg-i 
davano  soltanto  un  punto  luminoso  sullo  schermo  tluore- 
scento.  Coi  due  campi  siiniillauei  la  macchia  luminosa 
non  veniva  solamente  spostata,  ma  anche  allungata  in 
strisele  o  diffusa  a  ricoprire  anche  un' area  considerevole. 
Per  fissare  l'aspetto  di  queste  regioni  di  fluorescenza  il 
Thomson  ricorse  al  decalco  od  ottenne  per  vari  casi  figure 
che  potè  riprodurre  nella  sua  memoria. 

,  Orliniio  col  calcolo  si  dimostra,  che  so  il  fascio  di  ragg*] 
è  composto  di  rajrgi  dotali  di  velocità  costante,  ma  tali 
che  il  rapporto  fra  carica  e  massa  delle  particelle  vari 
da  0  sino  ad  nn  limito  superiore.  In  macchia  fluorescente 


/  raggi  canale  ed  i  raggi  a 


87 


devo  distendersi  lungo  un  segmento  di  retta  dall'  origine 
sino  ad  una  eerta  distanza.  So  si  compone  al  contrario 
di  due  gruppi,  l' uno  con  velocità  differente  da  quella 
deir  altro,  si  avranno  due  tratti  rettilinei.  Se  è  costante 
invece  il  rapporto  fra  carica  e  massa,  ma  varia  là  velo- 
cità da  zero  sino  ad  un  massimo,  allora  la  chiazza  fosfo- 
rescente si  distenderà  in  una  porzione  di  parabola. 

Dal  valore  della  deviazione,  in  ogni  caso,  con  calcolo 
opportuno  si  poteva  ottenere  il  rapporto  fra  carica  e  massa 
della  particella. 

Ebbene,  nelle  esperienze  di    Thomson,  per  il  caso  di 
'gas  rarefatti  a  pressioni  non  eccessivamente  basso  si  ave-  . 
vano  i  risultati  seguenti. 

La  deviazione  col  solo  campo  magnetico  aveva  anda- 
mento pressoché  verticale,  la  deviazione  elettrica  quasi 
orizzontale  e  la  deviazione  composta  intermedia.  Si  aveva 
anche  uno  spostamento  verso  il  basso  pure  dovuto  airazione 
simultanea  dei  due  campi.  Orbene  la  porzione  superiore 
che  era  la  più  brillante  corrispondeva  ad  una  carica 
positiva  dei  raggi,  la  porzione  inferiore  ad  una  carica 
negativa. 

Considerando  la  parte  superiore,  si  può  dire  che  V  an- 
damento rettilineo  dei  contorni  denoti  la  costanza  della 
velocità  dei  raggi  mentre  attesta  una  varietà  per  il  rap- 
porto fra  carica  e  massa  delle  particelle,  che  secondo  i 
calcoli  va  dal  valore  zero  per  la  porzione  non  deviata  ad 
un  valore  sensibilmente  eguale  a  10^ 

Sul  conto  dei  n^gi  negativi  indicati  dalla  regione 
inferiore,  si  rileva  mx  valore  massimo  per  il  rapporto 
fra  carica  e  massa  che  è  inferiore  a  10*,  e  quindi  essi  non 
sono  certo  raggi  catodici,  perchè  a  questi  compete  un 
valore  1,  7.10'. 

A  press  oni  bassissime  i  risultati  delle  esperienze  di 
Thomson  si  sono  rivelati  particolarmente  interessanti. 

La  chiazza  fosforescente  invece  di  costituire  una 
striscia  continua  si  divide  in  due  isolate.  La  parte  corri- 
spondente ad  una  deviazione  piccola  scompare,  come  fa 
la  regione  fosforescente  dovuta  alla  porzione  di  raggi 
carichi  negativamente. 

Per  avere  un  effetto  sensibile  bisogna  a  pressioni 
molto  basse  ricorrere  ad  artifìci  convenienti  perchè  la 
scarica  possa  passare  senza  pregiudizio  della  incolumità 
del  tubo.  II  Thomson  ha  sormontata  questa  difficoltà  uti- 
lizzando il  fatto  che,  quando   il   catodo  è  formato  di  un 


88  Fisica 

metallo  molto  elettro-positivo,  la  scarica  passa  molto  più 
facilmente  che  con  un  catodo  di  platino  o  di  alluminio. 
E  si  è  valso  di  jina  leg-a  liquida  di  potassio  e  di  sodio, 
della  (piale  cospargeva  il  catodo.  Ha  fatto  pure  uso  di 
calcio. 

Orbene  i  risultati  ottenuti  sono  questi  :  Qualunque  sia 
il  gas  che  riempie  il  tubo  o  la  natura  dell'  elettrodo  la 
fosforescenza  si  manifesta  con  due  macchie.  Per  V  una 
il  valore  massimo  del  rapporto  fra  carica  e  massa  è  10*, 
valore  corrispondente  all'  atomo  di  idrog-eno.  Il  valore 
per  tale  rapporto  in  relazione  all'altra  chiazza  è  ox  10\ 
corrispondente  alle  particelle  a  o  alle  molecole  di  idro- 
g"eno.  Lo  dilTerenze  che  si  notano  sono  dovute  a  diffe- 
renze di  pressione  piuttosto  che  a  differenze  nella  natura 
del  «ras. 

W.  Wien  alle  conclusioni  del  Thomson  ha  fatto  le 
seiruenti  osservazioni  principali:  che  e<^li  in  una  sua 
antecedente  memoria  ha  attirato  V  attenzione  sul  fatto 
della  esistenza  in  differenti  ^as  di  particelle  per  le  quali 
il  valore  del  rapporto  fra  carica  e  massa  corrisponde  a 
quello  dell'idrogeno.  L'atomo  di  idrogeno  dà  sul  vetro 
(lei  tubo  usato  nelle  esperienze  una  fluorescenza  diversa 
da  quella  degli  altri  gas.  Le  sue  ricerche  lo  portarono 
a  vedere  come  il  valore  limite  10*  è  ottenuto  sempre  con 
siffatta  fluorescenza;  tuttavia  egli  potè  osservare  che  con 
una  purificazione  minuziosissima  del  gas  la  fluore- 
scenza dovuta  air  idrogeno  diventava  debolissima.  Per 
(|uesta  ragione  è  da  ritenersi  sino  a  conferma  contraria 
che  il  valore  del  ra})porto  10'  trovato  per  altri  gas  sia 
dovuto  ad  un  piccolo  residuo  di  idrogeno. 

Alle  obbiezioni  mosse  dal  Wien,  J.  J.  Thomson  ha 
risposto  con  una  nota,  nella  quale  osserva,  che  in  tutte  le 
esperienze  a  bassa  pressione  fatte  da  lui,  la  maggior 
parto  della  luminosità  corrispondeva  sempre  ai  raggi  per 
i  (inali  il  rapporto  fra  la  carica  e  la  massa  delle  parti- 
celle era  di  10*  o  r).10\  Una  esperienza  eseguita  dopo 
la  pubblicazione  della  prima  nota  veniv^a  fatta  con  un 
tubo  a  vuoto  collegato  ad  altro  contenente  permanganato 
di  potassio  mediante  una  lunga  spirale  immersa  nell'aria 
liquida.  Lo  stesso  tubo  era  collegato  alla  pompa  con  un 
dispositivo  simile,  e  mentre  la  pompa  agiva  esso  veniva 
riscaldato  e  continuamente  attraversato  da  scariche  allo 
scopo  di  eliminare  completamente  ogni  traccia  di  gas  ade-" 
rente  od  occluso  nello  pareti  e  negli  elettrodi. 


/  raggi  canale  ed  i  raggi  x  89 


Nel  corso  di  sei  giorni  veuno  vuotato  o  successiva- 
montc  riempito  da  ossigeno  per  riscaldamento  del  per- 
manganato di  potassio.  D'  altro  canto  per  la  immersione 
delle  indicate  vspirali  di  comunicazione  nelF  aria  liquida 
nessuna  sensibile  traccia  di  vapore  acqueo  poteva  avere 
ricetto  nel  tubo. 

Orbene  anche  con  queste  rigorose  condizioni  speri- 
mentali le  macchie  fosforescenti  corrispondenti  a  10*  ed 
a  5.10^  erano  le  stesse  che  si  avevano  nelle  esperienze 
antecedenti,  né  venivano  sen^ibilment  )  modificate  quando 
si  introduceva  nel  tubo  deir  idrogeno  alla  medesima  pres- 
sione. 

Il  prof.  Righi  nel  discorso  di  apertura  della  sezione 
di  fisica  della  nuova  Associazione  italiana  per  il  progresso 
della  scienze  ebbe  a  dire,  a  proposito  di  queste  ultime 
esperienze  del  Thomson: 

<  Però,  per  quanto  tali  esperienze  abbiano  un  altis- 
»  Simo  valore  di  prova,  V  obbiezione  del  Wien  è  di  quelle 
»  che  ai  possono  definitivamente  confutare  solo  in  seguito 
»  a  esperienze  vai'iate  e  numerose,  compiute  da  vari  spe- 
»  rimentatori  ». 


A  proposito  dei  raggi  positivi  crediamo  conveniente 
dire  alcune  parole  sullo  studio  oltremodo  fecondo  che  su 
di  esso  è  stato  iniziato  già. da  tempo  dallo  Stark  e  rela- 
tivo air  effetto  Doppler  che  in  essi  si  manifesta. 

È  noto  in  che  cosa  consista  V  effetto  Doppler,  ed  in 
varie  occasioni  in  questo  stesso  Annuario  so  ne  è  dovuto 
parlare,  tanto  in  questa  rubrica,  come  in  quella  di  Astro- 
nomia. 

Orbene  lo  Stark  esaminando  collo  spettroscopio  la 
luce  che  si  manifesta  lungo  il  percorso  dei  raggi  positivi 
e  dovuta  alla  luminosità  dei  ioni  che  lì  costituiscono,  ha 
notato,  che  mentre  si  ottiene  sensibilmente  lo  spettro  ca- 
ratteristico del  gas  contenuto  nei  tubo  di  scarica  quando 
la  direzione  del  fascio  di  luce  analizzata  è  perpendico- 
lare alla  direzione  del  moto  dei  ioni,  le  medesime  righe 
spettrali  costituenti  siffatto  spettro  risultano  spostate  verso 
la  estremità  violetta  se  la  direzione  ed  il  senso  di  osser- 
vazione sono  quelli  medesimi  del  moto  dei  ioni.  Inver- 
tendo il  senso  di  osservazione,  lo  spostamento  apparisce 
verso  il  rosso.  Realizzando  raggi  positivi  aventi  direzioni 


variamento  iriclinalo  sulla  direziono  del  moto  dot  ioni,  si 
hanno  spostamenti  intermedi. 

Siamo  diinquo  oviiloiiteiuente  di  fmnto  ad  un  elTetto 
Dfippler,  air  effetto  riaultanto  dalla  composizione  del  moto 
traslatorio  delle  particelle  luminose  col  loro  moto  vibra- 
torio, olio  è  cansa  della  luminosità. 

E9S0  è  stato  osservato  anche  analizzando  la  luce  del 
primo  strato  negativo,  ed  essondosì  per  questo  notato  Io 
spostamento  delle  rii^he  nei  due  sensi,  si  e  dovuto  conclu- 
dere che  oltre  ai  ioni  positivi  che  sì  muovono  nel  senso 
solito,  ve  ne  sieno  altri  che  si  muovono  in  senso  contrario, 
quasi  che  fossero  riflessi  dal  catodo. 

Molte,  e  molto  feconde,  come  abbiamo  detto,  sono  le 
consegruenze  che  si  sono  ricavato  dallo  studio  dell'effetto 
Dtippler  noi  rag;gi  positivi.  Ci  limiteremo  ad  indicare  i 
principali  risultati,  e,  senza  discuterli,  percliì'  troppo  a 
iunj^o  dovremmo  soffermarci  ed  il  linguagg;Ìo  usato  po- 
trebbe apparire  non  adatto  all'  indole  di  questa  pubbli- 
cazione, accenneremo  alle  più  notevoli  consegnenzo  loro. 

Insieme  ad  ogni  riga,  spostata  si  seguita  a  vedere  la 
riga  nella  posizione  normale,  la  qualo  cosa  indica  che 
debbono  esservi  ioni  lumiiiosi  ihjmobili  0  dotati  di  pic- 
cola velocità. 

La  riga  spostata  è  più  larga  della  prìmiliva  e  costi- 
tuisco anzi  una  striscia  nella  quale  la  intensità  luminosa 
diminuisce  andando  dal  lombo  piìi  lontano  della  riga  pri- 
mitiva sino  ad  una  corta  distanza  da  questa,  ove  direnta 
bruscamente  nulla.  Ciò  dimostra  che  esistono  noi  raggi 
positivi  dei  ioni  aventi  velocità  diverse,  ciie  la  luce  da 
essi  emessa  comincia  a  manifestarsi  solo  a  !)artife  da 
un  certo  valore  minimo  della  velocità,  e  che  a  partire  da 
questo  minimo  l'intensità  è  tanto  maggiore  quanto  più 
grande  è  la  velocità  stessa. 

Quando  lo  spettro  stndiato,  insieme  iille  righe  con- 
tiene delle  bande,  generalmente  risolto  --  come  si  sa  — 
dai  potenti  spettroscopi  in  innumerevoh  e  sottilissime 
righe,  queste  non  mostrano  affatto  V  effetto  D'ippler. 

Poiché  lo  spostamento  delle  righe  permetto  di  raggiun- 
gere colla  nozione  della  natura  clitmica  del  gas  il  valore 
della  carica  di  ogni  particella,  lo  Ktark  ha  potuto  con- 
vincersi, ohe  per  tutte  lo  righe  formanti  la  serie  di  doppie 
righe  dell'  idrogeno,  il  ione  che  le  goiioi-.i  è  monova- 
lente, come  paro  monovalente  ogni  altro  elio  generi  uno 


Fluorescenza  e  potere  rot.  magnetico  del  rapore  di  sodio    91 

spettro  simile  di  doppiette.  Per  la  serie  di  fighe  triple 
si  tratterebbe  invece  di  ioni  bivalenti. 

Nel  primo  caso  gli  atomi  nel  trasformarsi  in  ioni  per- 
derebbero uno  solo  dei  tanti  elettroni  che  secondo  il 
pensiero  della  generalità  dei  fisici,  in  esso  si  trovano.  Nel 
secondo  caso  invece  gli  atomi  perderebbero  due  elettroni. 

Sul  conto  della  origine  della  luminosità  dei  raggi  canale, 
gli  studi  dello  Stark  avrebbero  condotto  questo  fisico  a  rite- 
nere, come  la  luce  che  dà  lo  si)ettro  di  righe  provenga 
da  vibrazioni  interne  ai  ioni,  mentre  che  quella  che  dà 
le  bande  debba  essere  dovuta  alle  vibrazioni  assunte  dagli 
elettroni  nell'interno  di  un  atomo  neutro,  nell'istante  in 
cui  esso  si  ricostituisce  colla  reciproca  neutralizzazione 
di  un  ione  con  un  elettrone. 

—  La  scoperta  dello  Stark  dell' effetto  Doppler  nei  raggi 
canale  ha  sollevato  una  nuova  questione,  che  sperimen- 
talmente presenta  gravi  difficoltà,  almeno  se  si  deve  giu- 
dicare da  quanto  in  proposito  possono  dire  le  varie  teorie 
elettroniche.  La  questione  è  la  seguente:  1'  effetto  Doppler 
è  la  sola  causa  dello  spostamento  di  una  riga  spettrale  ? 
Una  parte  sensibile  di  questo  spostamento,  non  potrebbe 
provenire  da  un  cambiamento  del  periodo  di  emissione 
dovuto  al  fatto  che  la  sorgente  è  in  moto? 

—  S.  Kinoshita  ha  voluto  indagare  se,  come  dalle  nu- 
merose ricerche  fatte  sull'  effetto  Doppler  nei  raggi  canale 
attraversanti  un  gas  elementare  od  il  vapore  di  un  corpo 
semplice  apparisce  quale  veicolo  dei  raggi  canale  l'atomo 
caricato  positivamente,  nei  gas  complcvssi  i  raggi  canale 
sieno  trasportati  dalle  molecole  complesse.  Ha  operato 
suir  acetilene,  il  gas  illuminante,  il  protossido  d'  azoto  e 
r  anidride  carbonica,  ed  ha  dovuto  coucludere  che  nei  gas 
composti  la  molecola  come  tale  non  prende  parte  al  tra- 
sporto dei  raggi  canale.  11  gas  subisce  una  dissociazione 
e  sono  gli  atomi  positivi  risultanti  da  questa  dissocia- 
zione che  servono  di  veicolo  ai  raggi  canale. 


II.  —  La  fluorescenza  ed  il  potere  rotatorio  magnetico 

del  vapore  di  sodio, 

R.  W.  VVood,  professore  di  fìsica  sperimentale  nella 
Università  di  Baltimora,  attende  già  da  tempo  allo  studio 
delle  proprietà  ottiche  del  vapore  di  sodio,  e  le  sue  ricerche 


n  coiiilotto  II  risultati  di  ìntoroHse  varamento  uote- 
Coii  osso  il  Wood  Ila  apertn,  una  via,  che,  corno  lo 
:»  della  radioattività,  ci  fa  poiiotrarc  net  inoccnTiismo, 

0  (loir  atomo.  Ma  metiti-e  i  processi  radioattivi  si 
ii|)a£:narto  ad  una  disiutet{:razioiic  iÌrII' atomo  e  non 
ettono  di  studiai-c  che  i  prodotti  <li  dìstru/.ione,  le 
rbn:cioiiÌ  ottiche,  che  mcltoiio  in  giuoco  mia  quantità 
re  di  energia,  fanno  vibrare  le  parti  costituenti 
mo  attorno  ad  una  posiziono  di  equilibrio  rispettaii- 
la  integrità.  Cosicché  è  facile  intenderò  come  l'aiia- 
lollc  vibrazioni  omesse  sotto  eccitazioni  differenti 
i  catodici,  luco  bianca  o  monocromatica),  possa  dare 
Duto  della  strnltura  dell'atomo  dolio  indicazioni,  che 
dioaltività  non  può  forse  dare. 

vapore  di  sodio  fu  .sempre  pro|)arato  scaldando  del 
metallico  in  tubi  dì  porcellana  o  di  acciaio,  geiio- 
!nttì  in  ambiente  vuoto. 

t  studio  della  rlispersiiuie  d<-l  vapore  sembra  ìiidi- 
initanzi  tutto,  che  non  si  tratta  per  il  caso  del 
•e  di  sodio  di  molecole  semplici,  ma  dì  aggre- 
rariamente  complessi  contenenti  una  corta  quantità 
rogcno.  So  si  scalda  lentamente  un  pozzo  di  sodio 
t  tulio  orizzontale  avendo  cura  di  raffreddare  la  parte 
ioro  del  tubo,  si  osserva  che  il  vapore  ])Ossiede  una 
tà  ottica  enorme  verso  il  bosso  o  quasi  nulla  verso 
,  cosicché  r  insieme  apparisco  comportarsi  come  un 
la.  Seeiindii  il  Wood  (jnesla  apparente  eccezione  alla 
,  cinetica  dt'i  ffas  proverebbe,  che  il  vapore  di  sodio 
|nan<lo  si  distacca  dal  metallo  apparisce  formato  da 
uppamenti  complessi  i  quali  Rnìseono  gradatamente 
isolversi  in  molecole  semplici. 

)  studio  <iol  Wood  ha  portato  su  tre  specie  ili  spettri  : 
•ttro  di  assorbimento,  lo  speltro  di  fluorescenza,  che 
80C01I1ÌO  la  natura  della  eccitazione,  e  lo  spettro  di 
OMO  magnetica,  la  considerazione  del  quale  dipende 
itto,  elio  un  grande  numem  di  vapori  che  possiedono 
ipeltro  di  awsorbimouto  a  righe  fine  e  nette  presen- 
per  <jualcuna  di  queste  righe  la  polarizzazione  rota- 
magnelica. 
r  ciò  che   concerne    lo   spettro    dì   assorbimento,  lo 

1  del  vaporo  di  sodio  ha  portato  alla  conclusione, 
^so  apparisce  fortemente  modificato  dalla  presenza 
ilche  traccia  dì  idrogeno  o   di   qualche    altro    gas. 

non    ha   sensibile   relazione   di    somiglianza   cogli 


FLuorescetiza  e  potere  rot.  magnetico  del  vapore  di  sodio     ^3 


spettri  di  fluorescenza  e  di  rotazione  magnetica;  ma  le 
righe  comuni  a  questi  tre  diversi  spettri  sono  precisa- 
mente quelle  intensificate  dalla  presenza  di  idrogeno  o 
di  un  gas  inerte.  Va  avvertito,  che,  né  lo  spettro  di  fluo- 
rescenza, né  lo  spettro  di  rotazione  magnetica  appariscono 
quando  il  vapore  di  sodio  sia  mescolato  ad  un  gas  inerte. 

Sul  conto  dello  spettro  di  rotazione  magnetica  note- 
remo come  per  il  vapore  di  sodio  esso  possa  ottenersi 
nella  maniera  seguente.  Si  pone  il  tubo  di  acciaio  che 
contiene  il  sodio  lungo  V  asse  di  una  forte  elettrocalamita 
fra  due  nicol  air  estinzione.  Se  allora  si  scalda  il  sodio, 
la  luce  riapparisce,  dapprima  in  prossimità  delle  due 
righe  i>,  poi  con  molto  splendore  nella  regione  deir  az- 
zurro verdastro. 

Ogni  riga  brillante  corrisponde  ad  una  riga  oscura 
dello  spettro  di  assorbimento,  ma  è  soltanto  una  debole 
frazione  di  queste  ultime  che  subisce  la  polarizzazione 
rotatoria  magnetica.  Alcune  delle  righe  più  marcate  dello 
spettro  di  assorbimento  mancano  del  tutto  nello  spettro  di 
rotazione  magnetica.  Da  ciò  il  Wood  conclude,  che  lo  righe 
di  assorbimento  hanno  almeno  due  origini  differentissirae. 

Se  si  confrontano  le  fotografìe  di  spettri  di  rotazione 
magnetica  cogli  spettri  di  assorbimento  corrispondenti,  si 
trova,  ad  esempio,  che  per  60  righe  dei  primi  so  ne  hanno 
circa  15(X)  nei  secondi.  Le  righe  di  rotazione  magnetica 
che  hanno  intensità  variabilissima  corrispondono  spesso 
colle  righe  iniziali  dei  gruppi  di  righe  di   assorbimento. 

Lo  studio  dello  spettro  di  fluorescenza  ha  condotto  il 
Wood  a  conclusioni  di  notevole  interesse,  e  gli  ha  per- 
messo di  mettere  in  rilievo  fatti  singolari  degni  di  inda- 
gine attenta,  poiché  appariscono  a  prima  vista  di  capitale 
importanza. 

La  eccitazione  della  fluorescenza  veniva  fatta  con  luce 
bianca  o  con  luci  monocromatiche  dovute  ad  una  lam- 
pada Heraeus.  In  particolare  oltre  alle  lampade  al  cadmio, 
allo  zinco  ed  al  tallio,  il  Wood  si  è  servito  dell'  arco  ordi- 
nario al  piombo,  all'  argento,  al  bismuto  e  al  rame,  di 
archi  al  litio,  al  sodio  e  al  bario,  di  tubi  di  Ooissler  a 
idrogeno  e  a  elio. 

Ha  studiato  inoltre  la  eccitazione  coi  raggi  catodici. 

Colla  luce  bianca  si  ha  uno  spettro  a  bande  che  non 
presenta  apparente  regolarità  altro  che  al  di  là  di  ).  =  505. 

Se  si  sostituisco  T  eccitazione  bianca  con  una  eccita- 
zione monocromatica,  lo    spettro  di    fluorescenza    cambia 


b;  esso  mostra  costititziono  chiara  a  coloiinsto. 
540  ^  esso  cessa  dì  manifestarsi  distinta  in  ente. 
Jnce  di  eccitazione  corrisponde  a  ),  =  480, 
ino  spettro  a  colonnato  che  apparisce  nella 
eccitazione  »  iti  una  regione  superiore  a  540  (t, 
I  la  parte  intermedia  apparisce  completamente 

andò  la  lungliezza  d'onda  della  luce  di  eccita- 
tnta,  il  massimo  d' intensità  dello  spettro  di 
a  si  sposta  verso  il  verde.  Nello  stesso  tempo 
colonnato  cambiano  d'  aspetto  in  conse^enza 
mento  nella  distribuzione  dell'  intensità  fra  le 
ponenti. 

tro  di  fluorescenza  eccitato  dalla  luce  bianca 
tro  complesso  e  corrisponde  alla  sovrappoai- 
spetlri  relativaraente  semplici  prodotti  da 
ICO  monocromatica  semplice, 
rgente  monocromatica  {come  la  riga  480  del 
1  esempio),  dà  luogo  ad  uno  spettro  di  fluore- 
sistcnte  in  una  serie  di  righe  equidistanti  nella 
ale.  Questo  spettro  si  può  ottenere  eccitando 
mzn  con  una  qualunque  delle  lunghezze  d' onda 
mpongono,  con  questa  restrizione  che  con 
i  queste  lunghezze  d'  onda  sì  nota  la  presenza 
riga  che  manca  nella  serie.  Così,  ad  esempio, 
itala  dalla  riga  del  cadmio  presenta  delle  lacune 
bolissime).  Kssa  offre  l'aspetto  seguente:  due 
na,  quattro  ritfhe,  lacuna,  due  righe,  lacuna, 
he.  (.(rbrne,  se  si  eccita  la  fluorescenza  con 
riga  ).  ^:  ò20,7  dell'argento  (che  coincide  con 
'ighe  precedenti)  si  ottiene  la  stessa  serie  senza 

catodici  danno  una  lluiiresceuza,  che  ricorda 
i  luce  bianca.  In  questo  caso  lo  spettio  otte- 
ita  sempre  le  righe  dell'  idrogeno. 

guardando  obliquamente  sì  constata,  che  la 
del  vapore  di  sodio  è  verde  ali"  ingresso  dei 
liei,  aranciato  all'  uscita  o  che  fra  queste  regioni 

è  una  regione  oscura. 

vede  come  si  sia  di  fronte  a  fenomeni  dì  par- 
oresse  e  di  tale  indolo  da  condurre  a  concin- 
oli  sul    conto   della   costituzione    intima   del- 


'?f' 


Fenomeni  magneto-ottici  nei  colloidi  % 

Maxwell  ha  detto  :  «  Uno  studioso  intelligente  armato 
del  calcolo  e  dello  spettroscopio  non  può  a  meno  di  sco- 
prire qualche  fatto  relativo  alla  intima  struttura  della 
molecola  ». 

Ciò,  secondo  quanto  recentemente  ebbe  a  ripetere  lo 
Zeemann  in  un  bel  discorso  sui  fenomeni  magneto-ottici 
da  lui  studiati,  sembra  ancora  giusto  e  vero. 

Sull'esempio  di  Wood,  T.  S.  Carter  ha  sperimentato 
col  vapore  di  potassio,  osservandone  gli  spettri  di  fluore- 
scenza, di  assorbimento  e  di  rotazione  magnetica  e  giun- 
gendo a  risultati  di  qualche  interesse  che  qui  non  ci  è 
lecito  riferire. 


III.  —  Fenomeni  magneto-ottici  nei  colloidi, 

Neir  ultimo  volume  de^lT  Annuario  avemmo  occasione 
di  diro  brevemeute  intorno  ai  liquidi  colloidali  e  alla 
loro  osservazione  ultramicroscopica. 

Accennammo  a  certe  loro  proprietà  elettriche,  e  di- 
cemmo come  su  di  essi  fossero  stati  eseguiti  studi  di 
non  piccolo  rilievo  riflettenti  le  loro  proprietà  magnetiche 
e  raagneto-ottiche. 

Poiché  su  questo  campo  si  sono  proseguite  le  ricerche 
con  ardore  e  con  buoni  risultati,  non  possiamo  a  meno  di 
dire  suir  argomento  alcune  parole. 

Osserviamo  subito  che  siffatti  fenomeni  non  costitui- 
scono, come  si  era  pensato  dapprima,  una  nuova  pro- 
prietà generale  dei  mezzi  assoggettati  air  azione  del  campo 
magnetico;  ma  in  compenso  essi  ci  permettono  in  qualche 
caso  particolare  di  precisare  l'idea  che  ci  si  deve  for- 
mare di  quei  granuli  colloidali,  che  si  possono  vedere, 
ma  sul  couto  dei  quali  non  si  sa  ancora  gran  che. 

Orbene,  certi  liquidi  colloidali,  e  in  tesi  più  generale 
un  gran  numero  di  liquidi  eterogenei,  vale  a  dire  conte- 
nenti in  sospensione  particelle  solide,  danno  origine  a 
curiosi  fenomeni  magneto-ottici,  che  possiamo  additare 
considerando  la  direzione  dei  raggi  luminosi  o  trasversale 
o  parallela  alle  linee  di  forza  magnetica. 

Quando  il  liquido  posto  nel  campo  magnetico  è  tra- 
versato normalmente  alle  linee  di  forza  dal  fascio  lumi- 
noso si  osservano  fenomeni  di  birefrangenza  magnetica 
e  di  dicroismo  magnetico.  In  altre  parole  il  liquido  col- 
loidale posto  in  un  campo  magnetico  e  traversato  da  un 


f  ; 

1 . 


90  Fi,y/ca 

fascio  di  luce  normale  alle  linee  di  forza  prende  le  stesse 
proprietà  ottiche  di  una  lamina  cristallina  unrasse  posi- 
tiva 0  negativa,  vale  a  diro,  le  vibrazioni  parallele  alle 
linee  di  forza  e  le  vibrazioni  perpendicolari  si  propagano 
con  velocità  differente.  Nello  stesso  tempo  succede  spesso 
che  queste  due  vibrazioni  principali  sono  inegualmente 
assorbite,  o,  in  altri  termini,  il  liquido  diventa  assimilabile 
ad  un  cristallo  dotato  di  dicroismo. 

IV  Positiva  la  birefrangenza  magnetica,  se  le   vibrazioni 

parallele  alle  linee  di  forza  si  propagano  meno  rapida- 
mente delle  vibrazioni  perpendicolari  ;  negativa,  se  si  pro- 
duce la  cosa  inversa. 

y:  Positivo    il  dicroismo  se   le  vibrazioni   parallele   alle 

linee  di  forza  sono  più  assorbite  delle  altre;  negativo 
nel  caso  contrario. 

Quando  il  liquido  sia  trasversato  da  un  fascio  di  luce 

i  parallela  al  campo,  si  osservano  oltre  alla  polarizzazione 

p  rotatoria  magnetica  presentante  caratteri  particolari,  dei 

;  casi  di  dicroismo  circolare  magnetico. 

*  Por  ciò   che   riguarda    i    fatti   osservabili   colla  luco 

perpendicolare  al  campo  deve  dirsi  come  a  Kerr  si  debba 
la  prima  osservazione  al  riguardo,  ma  come  il  Maiorana, 
senza  conoscere  i  risultati  precedenti  sia  stato  il  primo 
a  mettere  fuori  di  dubbio  la  esistenza  di  quei  fenomeni 
mostrando,  che  certe  soluzioni  colloidali  di  idrossido  ferrico 
li  presentano  con  una  nettezza  veramente  notevole.  Molti 
altri  hanno  proseguito  le  ricerche  in  siffatto  campo,  ma 
chi  ha  più  di  recente  fatti  studi  organici  od  ampli  sul- 
r  argomento  sono  stati  i  signori  Cotton  e  Mouton.  Va- 
lendosi di  un  prodotto  farmaceutico,  il  ferro  Hravais,  cl>e 
è  particolìirmento  attivo,  essi  hanno  potuto  confermare 
le  osservazioni  del  Maiorana,  veriiìcare  le  ipotesi  di  Schmass 
della  orientazione  delle  particelle  col  campo  magnetico, 
e  dare  di  più  uua  spiegazione  del  fenomeno  dell'  inver- 
sione che  si  osserva  con  questo  liquido  quando  si  faccia 
cambiare  la  intensità  del  campo  o  la  temperatura.  Le 
ricerche  eseguite  con  campi  magnetici  intonsi  hanno  poi 
dato  un  risultato  previsto  teoricamente,  e  cioè  che  la 
proporzionalità  della  birefrangenza  al  quadrato  della  in- 
tensità del  campo  non  può  essere  ammessa  neppure  come 
legge  approssimata,  s' intende  per  campi  sullìcien  te  mente 
intensi. 

Studiando  altro  soluzioni  colloidali  di  idrossico  ferrico, 
(Jottou  e  Mouton  hanno  trovato  che  si  potrebbe  aumeii- 


r 


i 


Proprietà  inagneto-ottiche  dei  colloidi  97 

tare  molto  la  attività  di  tali  liquidi  cou  un  riscaldamento 
più  o  meno  prolungato  e  che  i  cambiamenti  nelle  pro- 
prietà elettro-magnetiche  sono  accompagnati  da  un  cam- 
biamento della  grossezza  dei  granuli  ultramicroscopici 
di  questi  colloidi.  Essi  hanno  di  più  veduto,  che  il  segno 
dei  fenomeni  magneto-ottici  non  è  retto,  come  si  era 
pensato,  dalla  più  o  meno  grande  quantità  di  ferro  sciolto 
nel  liquido  intermicellare. 

Infine,  Cotton  e  Mouton  sono  riusciti  a  preparare  nuovi 
liquidi  presentanti  la  birefrangenza  magnetica  ed  in  par- 
ticolare liquidi  non  contenenti  metalli  magnetici. 

Per  ciò  che  riguarda  i  fenomeni  magneto-ottici  osser- 
vati colla  luce  parallela  al  campo,  va  notato  come  Cotton 
e  Mouton  abbiano  trovato,  che  certe  soluzioni  colloidali 
di  idrossido  ferrico  presentano  un  potere  rotatorio  ma- 
gnetico assai  marcato,  accompagnato  da  dicroismo  magne- 
tico circolare.  Il  potere  rotatorio  magnetico  non  obbe- 
disce alla  legge  di  Verdet  della  proporzionalità  al  campo, 
varia  secondo  i  corpi  usati,  e  dipende,  a  parità  di  altre 
condizioni,  dalla  grossezza  dei  granuli  ;  non  è  lo  stesso 
a  seconda  che  i  granuli  sono  liberi  nel  campo  o  associati 
a  gelatina  che  impedisca  loro  i  movimenti.  Aggiungendo 
gelatina  ai  liquidi  in  esperienza,  essi  hanno  potuto  fissare 
il  fenomeno  della  polarizzazione  rotatoria  magnetica  e 
preparare  dei  gel  che,  allontanati  dalla  elettro-calamita, 
continuavano  a  far  girare  il  piano  di  polarizzazione  e  si 
comportavano  come  calamite  trasparenti  perchè  si  rive- 
lavano effettivamente  magnetizzati. 

Non  sarà  inopportuno  ricordare,  prima  di  terminare 
questa  breve  notizia,  come  vi  sieno  altre  sostanze  pre- 
sentanti la  polarizzazione  rotatoria  magnetica,  e  per  le 
quali  la  legge  di  Verdet  è  in  difetto.  Kundt,  Du  Hois  etc. 
hanno  trovato  che  essa  è  in  difetto  per  lamine  sottili  di 
ferro,  di  nichel  e  di  cobalto.  In  ogni  caso  la  rotazione, 
che  è  considerevole,  se  si  tiene  conto  del  debole  spessore, 
varia  proporzionalmente  alla  magnetizzazione  acquistata 
dal  metallo,  come  ha  fatto  vedere  Du  Bois.  Bisogna  no- 
tare tuttavia  che  in  questo  caso  la  rotazione  è  positiva 
e  si  fa  nel  senso  della  corrente  magnetizzante. 

Sul  conto  del  dicroismo  circolare  va  detto  come  esso 
non  era  ancora  stato  osservato  nei  liquidi.  Qualche  cosa 
di  analogo  era  stato  riscontrato  dal  prof.  Righi  solamente 
nelle  proprietà  del  ferro  in  lamine  sottili. 

AVKUARIO   «CIEHTIFK30    —    XT^IV.  7 


98  Fitfica 


IV.  —  Fenomeni  niaf/neto-ottici  nei  cristalli, 

È  noto  come  la  teoria  data  dal  Ix)rentz  per  spiegare 
il  fouomeno  di  Zeemaii  stabilisca  elio  gli  atomi  dei  vapori 
possano  riguardarsi  come  contenenti  elettroni  negativi,  e 
ciò  in  accordo  del  resto  con  risultati  sperimentali  deri- 
vanti da  altri  ordini  di  ricerche.  E  certo  è  soddisfacente 
sotto  questo  punto  di  vista  la  teoria  del  Lorentz  per  cui 
basandosi  sul  fcMiomeno  di  Zeeman  si  è  potuto  calcolare 
il  rapporto  fra  la  carica  e  la  massa  di  tali  particelle  e 
trov^arlo  nel  modo  mig-liore  concorde  coi  valori  raggiunti 
per  altre  sv\ariato  vie. 

Jean  Becquerel  molto  opportunamente  si  è  proposto  di 
indagare  se  una  conclusione»  simile  a  quella  indicata  a 
proposito  dei  vapori,  relativa  alla  esistenza  di  elettroni 
nepitivi  le  cui  vibrazioni  siono  pars  magna  della  emis- 
sione delle  lineo,  potesse  estendersi  anche  ai  corpi *allo 
stato  solido.  Il  fenomeno  della  polarizzazione  rotatoria 
magnetica  ha  da  lungo  tempo  rivelata  una  azióne  del 
magnetismo  sulla  proi)agazione  della  luce  in  un  corpo 
solido,  liquido  o  gassiìso.  Orbene,  dopo  la  scoperta  del 
fenomeno  di  Zeeman,  le  esperienze  relative  al  potere 
rotatorio  del  va[)ore  di  sodio,  per  le  lunghezze  d*  onda 
prossime  a  quelle  delle  righe  I)  hanno  mostrato  come  la 
polarizzazione  rotatoria  magnetica  sia  legata  air  effetto 
simultaneo  del  fenomeno  di  Zeeman  e  della  dispersione 
anomala.  Era  duncpie  naturale  pensare  che  nei  corpi 
solidi  e  liquidi  potesse  esistere  un  simile  legame,  vale  a 
din»  si  manifestasse  un  cambiamento  di  periodo  del  movi- 
mento degli  elettroni. 

Su  considerazioni  sijnili  il  Becquerel  ha  appunto  ba- 
sate le  sue  induzioni  e  per  osservare  un  effetto  del  magne- 
tismo sulle  bande  di  assorbimento  ha  opportunamente 
pensato  ai  corpi  solidi  che  possiedono  bande  fini,  quali 
i  cristalli  naturali  contenenti  terre  rare.  Così  colla  xeno- 
tima  e  la  tisonite  ha  ottenuti  risultati  nettissimi. 

La  xenotima  o  hussakite,  fosfato  di  ittrio  e  di  erbio,  è 
uno  dei  cristalli  presentanti  le  bande  più  fini,  le  quali 
sono  per  la  maggior  parte  dovute  all'  erbio. 

La  tisonite,  o  fluoruro  di  cesio,  lantanio  e  didimio, 
dà  principalmente  lo  spettro  del  didimio. 

I  cristalli  possiedono,  come  è  noto,  diversi  spettri  di 
assorbimento.  La  xenotima  e   la  tisonite  essendo  uniassi 


_    j 


Fenomeni  magneio-o/tici  i 


UK»  f'^'*'''* 


''""Mj'rainmHto  con  I.,rout.eco„  I.arn.or  che  l'atomo 
„i„'c':.Hm::r..a  corpu«c<,U  0.1  oiatro...  ■;£-    otean  . 

,,„U  o.nUr..ni  .,.anU.  .^^^^^^ 

r::  <.f:^  .;  Ck?;  ,^r  ..o,,..  n... «  spot^aU  non  sono 

rtiTnsHimi  o  doi   minimi.    "'-{J'Y,^;;  jf,^  fj^-X- 
»"  „<t'    .oh     l<.t..rmin.iziono  .lolla  massa  doi  corpn- 

d  r  più  .•l.'tironi.  Nonosta.ito  1  assorziono  <lol  Larmor 
P  .  campo  mMifiiotico  di  un  oU-ttrono  rimano  limitato 
a  1  .1.  H  lòjì  no  HstiTltisHima  intorno  ..ll'olottr.ìi.o  mo  o- 
"  m  1  Slat  Hi  basa  nulla  imlicala  «"v-'-apI.>o«!f.'""«  J' 
cà  pi  PM-  darò  una  spioRaziono  dola  variabili  à  aollo 
r^Zl  noi  iciomoni  .li  Zoomai,  o  .li  .1.  Hoc.p.orol. 


• 


t.,dii,ondontom<Mito  da  offiii  azione  di  un  campo  ma- 
^luS  ritto  la  Bola  inilnon^a  .lolla  variazione  di  to.u- 


Fenomeni  magneto-ottiri  nei  crixtalli  lOI 

p<»rat(ira,  le  bande  di  assorbimento  dei  cristalli  dì  terre 
THrf:  (xcnotima,  lisnnite,  parisite,  monazite,  apatite,  zircone) 
subiscono  moditicazioni  coitsiderevolì.  Kssciido  stalo  uolato 
ijiiosto  fatto  sui  vetri  di  uranio  e  di  erbio,  è  forse  lecito 
|H;i)8are  che  enso  abbia  min  portata  generale. 

L' inflnenza  delle  variazioni  di  temperatura  suH'  assor- 
bimento nei  corpi  solidi  ha  formato  da  lungo  tempo 
r  ojfgetto  di  ricerche  di  nn  pran  numero  di  fisici,  ed  il 
pili  spesso  venne  rivelato  in  modo  indiretto  coi  cambia- 
menti di  colore  dei  corpi  scaldati  o  raffreddati. 

HifTatte  ricerche  hanno  mostrato  che  in  g;eneralc  le 
roffioni  assorbite  sembrano  spostarsi  verso  il  rosso  quando 
si  Hcaida  un  corpo  solido.  Tuttavia  alcune  oseervazioui 
nono  apparse  contraddittorie,  e  molti  risultali  sperimentali 
mostrano  incertezza.  Di  più  nessuna  misura  precìsa  venne 
eseguita  al  riguardo. 

Il  Becquerel  ha  creduto  bene  riprendere  siffatte  ricerche, 
e  poiché  ifli  spettri  dei  cristalli  di  torre  rare  possiedono 
bande  abbastanza  lini  perchè  possano  venire  osservate 
con  uno  spettroscopio  a  grande  dispersione,  si  è  servito 
a[>pnnto  di  siffatti  cristalli. 

I  risultati  ni  ([unli  egli  è  giunto  portano  un  po'  di 
luce  e  dì  ordine  sulla  (|ueslione,  e  sono  a  larghi  tratti  i 
wgiieuti. 

I>e  v,iriazioiii  <li  temperatura  a  pressione  costante  niu- 
dìticano  nei  cristalli  di  terre  rare  il  periodo  delle  vibra- 
zioni dogli  elettroni  assorbenti.  Sotto  l' inflncnza  dì  un 
ralfred  da  monto  le  bainle  di  nssorbimonto  si  spostano  dal 
lato  delle  piccole  lunghezze  d'ondn;  tuttavìa  un  certo 
numero  di  esse  si  sposta  nel  senso  opposto. 

ÌM  larghezza  e  la  intonsiti'i  dolio  bando  di  assorbi- 
mento variano  ijuaiido  la  tO]nj>eratura  cambia.  Allorché 
la  lemperatiira  si  abbassa,  la  larghezza  dì  tutte  le  bande 
diminuisco.  Ijunsi  sempre  i  massimi  di  assorbimento 
ainneiilnno;  tutlavifi  alcune  blindo  si  restringono  e  dìmi- 
iiLiisconn  di  ìntensitii  :  jtor  (jueslo  ultime,  il  numero  degli 
elettroni  assorbenti,  per  uiiitìi  dì  massa,  deve  iliminuire 
nllorchè  la  lemperalurn  si  abbassa.  <'ome  già  il  padre 
dell'  tittuiile  sperimeiiliitorn  lo  ha  stabilito,  le  bande  dì 
eiiiìssiou''  per  rnsforeseeii^^n  dei  stili  di  uranìle  sul>iscoiio 
variazioni  de)  lutto  simili,  ìntimamente  legato  ni  enmbiii- 
tiiouli  delle  blindi'  ili  assi>i'liimeiilo  de<-'li  stessi  cnriù. 

Le  inoiliMca/.ioiii  subite  dalle  linnde  di  assorbimento. 
Sdito  r  inllueilzn  delle  variazioni    di    toinporntiu'a  condii- 


cono  ad  un  cambiamento  nel  colore  dei  corpi,  fenomeno 
da  lungo  tempo  osservato. 

Una  legge  semplice  regge  le  variazioni  di  larghezza 
delle  bande  dei  cristalli.  La  differenza  di  periodo  delle 
due  vibrazioni  che,  da  una  parte  e  dall'  altra  del  mezzo 
di  ogni  banda,  corrispoudono  al  tuassimi  di  perturbazione 
uella  curva  di  dispersione,  varia  proporzionai  monte  alla 
radice  quadrata  della  temperatura  assoluta.  È  da  notare 
la  circostanza  che  questa  legge  i<  stata  stabilita  per  via 
nettamente  sperimentale. 

La  teoria  cinetica  permette  tuttavia  di  prevedere  una  , 
legge  simile  per  t  gas,  o  considerazioni  analoghe  a  quelle 
che  si  possono  dedurre  dalla  teoria  dei  gas  debbono  po- 
terai applicare  ai  solidi.  Nei  corpi  solidi,  secondo  ogni 
probabilità,  la  larghezza  delle  bande,  in  generale  abba- 
stanza considerevole,  deve  risultare  per  la  maggior  parto 
da  un  grandissimo  numero  di  urti  fra  le  molecole. 

V.   —  Jl  fenomeno  di  Kerr  nei  lii/iiidi. 

È  noto  in  che  cosa  consista  il  fenomeno  che  porta  il 
iiotbe  dello  scopritore  Kerr.  Quando  si  fa  cadere  un 
raggio  di  luce  polarizzata  sul  polo  dì  una  elettrocalamita, 
il  piano  di  polarizzazione  subisco  una  rotazione  di  un 
certo  angolo  in  senso  inverso  alla  circolazione  conven- 
zionale delia  corrente  che  percorre  l'avvolgimento  della 
elettrocalamita  medesima. 

Orbene,  Aoclcerloin  ha  mosso  in  cvidonna  con  accurate 
esperienze  che  il  fenomeno  ora  indicato  si  ha  anche  nel 
caso  dei  liquidi,  ed  ha  fatto  delle  misuro  approssimate 
dalle  quali  trae  la  conclusione  clie  il  fenomeno  osservato 
è  incompatibile  in  grandcziia  e  anche  in  segno  con  quanto 
lasciano  prevedere  le  attuali  teorie  elettro-ottiche. 

W.  Voigt,  autore  di  una  teoria  elettro -otti  e  a,  lia  porti 
fatto  notare,  che  questa  ultima  conclusione  dell'Aeckerloin 
non  devo  condurre  a  severità  per  lo  teorie  medesime. 

Prima  di  tutto  il  fenomeno  di  Ki'rr  osservato  dal- 
l'Aeckerloin  si  accompagna  sempre  ad  un  effetto  di  elet- 
troslrizìoue  del  liquido,  e  può  (piìndi  esservi  reciproca 
inlluenza  dei  due  fatti. 

Di  più,  tanto  la  ti-orla  dello  stfsso  Viiij!;t,  ccnne  (piella 
del  Loroniz  sono  necesf<ananiento  Hclu'nialichc^  e  non 
possono  apjdicnrsi  nella  forma  Jitlualo  che  ai  casi  piti 
semplici. 


L*  elettrone  positivo 


VI.  —  L'  elettrone  positivo. 

Come  è  noto,  sinora  gli  sforzi  più  intensi  e  più  intel- 
ligenti degli  studiosi  non  hanno  potuto  portare  all'  iso- 
lamento dell'elettrone  positivo.  Si  può  parlare  di  elet- 
trone negativo,  e  se  ne  parla,  e  si  fondano  molte  spiega- 
zioni di  interessanti  fenomeni  sulla  esistenza  sua;  ma 
per  ciò  che  riguarda  l' elettrone  positiv^o  si  evita  di  pren- 
derlo in  considerazione  anche  nel  campo  delle  ipotesi. 

Ognuno  diffatti  sa  come  nella  teoria  elettronica  dei 
metalli,  il  Drude  aqainise  sino  da  principio  l'esistenza  di 
entrambe  le  specie  di  elettroni  quale  elemento  necessario, 
sopratutto  per  spiegare  lo  particolarità  rivelate  dalle 
esperienze  sull'effetto  Hall  e  su  altri  fenomeni  che  vi  si 
connettono;  ma  il  Lorentz  si  affaticò  a  semplificare  sif- 
fatta teoria  nel  senso  di  liberarla  dalla  necessità  di  con- 
siderare oltre  agli  elettroni  negativi  anche  quelli  positivi. 

Però  l'opera  del  I^rentz  non  apparve  appieno  soddi- 
sfacente; del  pari  come  soddisfa  poco  la  ipotesi  di  J.  J. 
Thomson  sulla  costituzione  interna  dell'atomo  e  basata 
sulla  considerazione  di  soli  elettroni  negativi  disseminati 
e  gravitanti  attraverso  ad  una  sfera  carica  di  elettricità 
positiva. 

La  mancanza  della  possibilità  di  considerare  elettroni 
positivi  come  si  considerano  elettroni  negativi  sembra 
dunque  farsi  sentire  nelle  teorie  fondamentali. 

I^e  stesse  ricerche  recenti  di  J.  Becquerel,  delle  quali 
abbiam  detto  brevemente  in  altro  luogo  di  questa  ras- 
segna annuale  di  Fisica,  sembrano}  reclamare  la  consi- 
derazione di  elettroni  positivi. 

D'altro  canto  i  nuovi  risultati  relativi  ai  raggi  a  e  ai 
raggi  canale  in  gas  a  bassissime  pressioni  avviano  il 
pensiero  alla  speranza  che  non  sia  esclusa  la  possibilità 
di  raggiungere  sperimentalmente  T  elettrone  positivo. 

Se  la  natura  di  ricerche  di  questo  genere,  per  sé  stessa 
delicatissima,  non  richiedesse  la  ripetuta  conferma  da 
parte  di  vari  sperimentatori  con  metodi  svariati,  potremmo 
diro  di  esser  già  di  fronte  ad  elettroni  positivi  liberi 
nelle  esperienze  di  Lilienfeld. 

Come  il  Thomson,  nelle  ultime  esperienze  da  noi  ri- 
cordate, aveva  constatata  resistenza  di  raggi  positivi 
rimbalzati  o  riilcssi  dal  catodo  o  da  molecole  gassose  e 
da  ioni,  il  Lilienfeld  ha  avuto  campo    di  studiare   raggi 


V- 


^'%' 


•  +1 


.odo  verao  l'anodo  in  reci- 
ione  attraversati  da  una  cor- 
grande  di  quella  usata  dal 
uso  di  un  catodo  di  Wehnelt 
.  da  ossido  di   calcio  e  arro- 

ivi  cosi  ottenuti,  il  rapporto 
le  particelle  in  moto  fu  tro- 
rrandezza   di  quello  relativo 

causa  della  grand»  intensità 
errebbe  ad  ogni  istante  un 
i  assai  più  grande  del  con- 
za  elettrica  gli  elettroni  po- 
almeno  in  parte,  da  questi 
ìcinutì    nel    loro   rapido   mo- 


lta acquistata  dai  gas  per 
a  Iluntgen  o  delle  radiazioni 
a  centri  oletlrizzatl  dei  due 
riforme  ed  operante  nel  pro- 
-a  e  propria  convezione,  si  è 
iccaniamo  in  molte  altre  cir- 
;  in  moltissime  altre  circo- 
2  per  cui  intervengono  o  i 
radio,  si  ha  una  conducibilità 

caratterizzata  dal  fatto  che 
tassante,  ad  esempio,  fra  lo 
i  cariche  di  nn  condensa- 
n  è  leg'ata  alla  differenza  di 
Ila  [cggfi  di  Ohm.  La  legge 
i  due  elementi  viene  rappre- 

la  quale  ha  dapprima  anda- 
ite,  poi  attenua  a  ])oco  a  poco 
andamento  ]tressochè  paral- 
igo  il  quale  si  rappresentano 
'^ssa  ha  ricevuto  il   nome   di 

questa  particolare  leggo  di 
ic  si  traiti  di  mia  conducibilità 


Grouxi  ima  e  e^tttri  neutri 

particolare  dovula  ad  un  processo  di  convezione  opt 
da  centri  carichi  n  ioni,  non  ne  se^ue  da  essa  che 
vari  casi  in  cui  si  debba  pensare  a  convezione  la  co 
cìbilità  del  gas  abbia  sempre  le  medesime  proprietà, 
gas  attraversati  dai  raggi  liiint^en  o  del  radio,  in  q 
uscenti  dalle  fiamme,  in  quelli  preparati  di  recente 
via  elettrolitica  o  chimica,  in  quelli  chs  son  passai 
del  fosforo,  in  quelli  che  hanno  di  recente  subita 
espansione,  in  quelli  che  hanno  gorgogliato  attraver 
soluzioni  saline,  e  così  via. 

La  velocità  uniforme  che  prendono  i  centri  elettri: 
in  un  campo  di  un  volta  per   centimetro,    l'azione 
densatrice   che   esercitano   sui   vapori,   la   rapidità  i 
quale  sparisce  spontaneamente  la   ionizzazione   dei 
hanno  fornito  nelle  varie  circostanze   risultati   num 

Mentre  che  i  ioni  prodotti  dai  raggi  del  Rtiutgeu  e 
radio  hanno  una  mobilila  prossima  al  centimetro 
secondo  in  un  campo  elettrico  di  un  volta  per  centim< 
richiedono  un  notevole  grado  di  soprasaturazione 
condensare  il  vapore  d'acqua  e  si  ricombinano  rat 
mente  per  fare  sparire  in  pochi  secondi  la  conducit 
del  gas;  i  ioni,  studiati  da  E.  Bloch  e  trovaiUisi  nell' 
passata  su  del  fosforo,  hanno  una  mobilità  mille  i 
minore  e  possono  condensare  in  nebbia  il  vapore  aci 
in  prossimità  della  saturazione.  Di  piiì  la  ricombinaz 
di  questi  ultimi  ioni  avviene  molto  più  lentamente 
non  nel  caso  degli  altri  ioni  che  chiameremo  ordir 
e  quindi  la  conilucìbilità  del  gas  ad  essi  dovuta  per 
piiì  a  lungo. 

I  gas  dello  (iamme  possiedono  proprietà  analogj 
quelle  dei  ioni  del  fosfom,  come  si  dice.  Il  lìloch, 
diando  i  gas  usciti  da  una  fiamma  di  gas  ilUiminant 
misurate  mobilità  decrescenti  a  misura  che  il  gas 
raffreddava  od  invecchiava.  Queste  mobilità  tende* 
verso  un  liinite  che  apparve  precisamente  dell'ordini 
quelle  già  trovate  pei  ioni  del  fosforo,  ossia  un  ce 
Simo  di  millimetro. 

II  [.^ngevin  ha  segnalata  la  presenza  noli' aria  al 
sferica  normale  di  una  conducibilità  attribuibile  a  ce 
elettrizzati  con  mobilità  di  questo  ordine,  e  ha  chiai 
siffatti  centri,  grossi  ioni,  ritenendo  del  |)ari  che 
sembri  esisteri'  rolnKiour  intima  fra<piost(i  sorta  di  io 
i  ioni,  ordinari. 


lOO  Fmca 

Infine,  nel  caso  dei  gas  ionizzati  per  polverizzazione 
di  goccie  di  una  soluzione  di  cloruro  di  sodio,  Aselman 
ha  misurate  mobilità  svariatissime,  discendenti  però  fino 
a  valori  molto  piccoli. 

Secondo  V  ipotesi  generalmente  ammessa,  colla  quale 
si  attribuisce  a  tutti  i  ioni  la  medesima  carica  elettrica, 
la  differenza  di  mobilità  non  può  dipendere  che  da  dif- 
ferenza dello  masse  materiali  dei  centri.  Ricorrendo  ad 
una  formula  dovuta  a  Stokes,  la  quale  dà  la  velocità  di 
caduta  uniforme  di  una  piccola  sfera  di  determinato 
raggio  in  un  gas  di  nota  viscosità  ci  si  può  fare  un'  idea 
delle  dimensioni  dei  ioni.  Essa  difatti,  oltre  al  mettere  in 
rilievo  che  la  mobilità  varia  in  ragione  inversa  del  raggio, 
come  ci  dice  che  i  ioni  ordinari  hanno  una  grossezza 
deir  ordino  delle  dimensioni  molecolari,  addita  un  dia- 
metro di  10  |A|ji  per  ioui,  la  cui  mobilità  sia,  come  per 
i  ioni  del  fosforo,  di  un  centesimo  di  millimetro. 

La  maniera  più  naturale  di  raffigurare  i  grossi  ioni 
è  quella  di  considerarli  corno  una  agglomerazione  mate- 
riale, relativamente  considerevole  portante  una  carica 
eguale  a  quella  dei  ioni  ordinari  o  dell'atomo  di  idro- 
geno nella  elettrolisi.  E  quindi  si  può  pensare  che  simili 
ioni  si  possano  formare  unendo  un  contro  materiale  neutro 
dell'ordine  di  grandezza  voluto,  con  un  piccolo  ione 
ordinario. 

Non  dobbiamo  tacere  che  all'  idea  del  Bloch,  secondo 
la  quale  l'aria  circostante  al  fosforo  abbia  una  conduci- 
bilità elettrica  dovuta  a  grossi  ioni,  G.  C.  Schmidt  oppose 
sino  dal  1903  l'opinione,  che  la  conducibilità  medesima 
non  dipenda  da  ionizzazione  del  gas,  ma  da  una  conve- 
zione operata  dallo  particelle  della  nube  circostante  al 
fosforo. 

NcUa  sua  memoria  d'I  HHK]  lo  Schmidt  negava  la 
esistenza  di  una  corrente  di  saturazione;  trovava  una  cor- 
rente in  accordo  colla  ìaggo  di  Ohm,  di  intensità  cioè 
l)roporzionale  alla  differenza  di  potenziale  creata  nel  gas, 
e  non  potendo  per  queste  ragioni  ammettere  una  conduci- 
bilità quale  viene  operata  dai  gas  ionizzati,  negava  una 
ionizzazione  qualsiasi  e  ammetteva  una  convezione  della 
elettricità  per  andata  e  ritorno  di  particelle  della  nebbia 
da  un  elettrodo  all'altro  (come  nelle  esperienze  della 
grandine  elettrica),  c*èu  che  pretendeva  spiegare  tutti  i 
fatti  osserv^ati. 


Grossi  ioni  e  centri  neutri  107 

I  ■     ■  — -  ■  ■-■  ■■  _^.  11.11  ■  IIMW I         .  _  ■  I      ■ 

Da  queir  epoca,  resistenza  della  corrente  di  satura- 
zione fu  messa  fuori  di  dubbio  con  esperienze  di  E.  Bloch 
e  poi  con  determinazioni  di  Harms.  Di  più  E.  Bloch  ha 
fatto  notare  come  V  ipotesi  della  convezione  sotto  la  forma 
voluta  dallo  Schmidt  richiedeva  una  conducibilità  pro- 
porzionale non  alla  differenza  di  potenziale,  ma  al  cubo 
di  questa  differenza,  e  che  c^uindi  non  si  conciliava  colle 
stesse  esperienze  dello  Schmidt  raeg'lio  che  colle  esperienze 
del  Bloch  medesimo,  di  Elster  e  Oeitel,  del  Barus  e  di 
Harms. 

Lo  Schmidt  ha  allora  modificata  la  propria  ipotesi  e 
ha  sostituita  la  convezione  doppia  con  una  convezione 
semplice:  le  particelle  cariche,  invece  di  andare  o  tornare, 
compiono  il  solo  cammino  di  andata. 

Come  la  nuova  idea  vada  d'accordo  coi  fatti  non 
possiamo  qui  indicare.  E.  Bloch  Tha  discussa  con  molta 
larghezza  e  con  argomeilti  tanto  buoni  da  far  ritenere 
che  nel  caso  del  fosforo  si  tratti  di  una  ionizzazione 
con  grossi  ioni  e  non  d'altro. 

Nelle  fiamme  le  condizioni  di  formazione  dei  grossi 
ioni,  già  indicate,  si  possono  ritenere  realizzate  nel  modo 
seguente.  L'azione  chimica  libera  delle  cariche  elemen- 
tari, ed  i  prodotti  della  combustione,  solidi  o  liquidi,  si 
raggruppano  attorno  ad  esse  o  d'un  colpo  le  attraggono 
in  virtù  della  loro  carica.  È  chiaro  che  in  queste  condi- 
zioni, il  centro  materiale  non  potrà  attrarre  più  di  un 
ione,  poiché,  caricato  una  volta  respinge  le  cariche  dello 
stesso  segno. 

M.  de  Broglie  ha  tentato  di  produrre  i  grossi  ioni 
rendendo  possibili  le  condizioni  ora  indicate  o,  in  altre 
parole,  riproducendo  in  (jualche  guisa  il  meccanismo  di 
formazione  ora  indicato. 

Egli  hH  difatti  ripro  lotto  le, condizioni  delle  fiamme 
ordinarie  (combinazione  chimica,  alta  temperatura,  for- 
mazione di  prodotti  condensabili)  facendo  passare  in  un 
tubo  scaldato  al  rosso  una  corrente  d'aria  mescolata  con 
alcune  bolle  di  idrogeno  o  di  gas  illuminante.  Il  tenta- 
tivo non  poteva  aviere  migliore  risultato  o  i  grossi  ioni 
formati  si  sono  rivelati  tali  non  solamente  per  la  debolo 
mobilità,  ma  anche  por  il  loro  potere  condensante. 

Uicercho  ulteriori  dello  stesso  de  Broglie»  hanno  potuto 
meglio  precisare  le  conclusioni  del  primo  studio  e  met- 
terò in  ovi<ionza  nel  gas  usc<Mite  da  una  fiamma  la  prò- 


i 


t  _-•■■ 


A  convertirsi  in  grossi  ioni 
ti'sta  Ulta  carica  elcmoutare. 
ial  de  lìroglie  venivano  pro- 
umella  di  gas  iliiiinitmiitc, 
jampana  nella  quale  si  pro- 
tromba ad  acqua.  Essi  pas- 
lensatore  C,  formato  di  due 
lasciavano  fra  di  essi  se  non 
i  con  un  campo  di  360  volta; 
ne  di  tre  litri  di  cHpacilà 
a   railiazioui    ionizzanti,   ed 

condensatore  cilìndrico  voti- 
ale  serviva   da   collettore  e 

elettrometro  Curie. 
;r  perduta    la   conducibilità 

per  il  i>assaggio  attraverso 
istallo  Ulta  conducibilità  se 
all'aziono  di  un  tubo  conte- 
està  conducibilitii  attestata 
ledala  ai  gas  di  fiamma, 
aria  comune,  ogni  traccia  di 
10  prese  tutte  le  convenienti 

iiifluonza  diretta  del  radio, 
e  che  i  gas  di  fiamma,  una 
iro  passaggio  attraverso  il 
mo  ancora  (jnalehe  cosa  di 

podotto,  nelle  esperienze  del 
lei  radio,  o  con  una  lastra 
Itravinlotti    wi    sono  otteiuiti 

la  liamma  di  ossido  ili  cur- 
non  dà  clic  contri    elottriz- 

fornisoe  centri  neutri  capaci 

iccoli  ioni. 

■  i  piccoli  ed    i    grossi  ioni, 

;ta,  distrutti  per  il  passaggio 
scaldato   coiivenienteiiientc 

o  meno  lungo  se  si  lasciano 
un   recipiente   di   ijiialclie 

'  ilei  ceulri  iieiiti'i  t^iuisiste 
ì  sulla  JonizzaKione  ac'pii- 
liqiiidì  convenienti. 


La  ionizzazione  è  una  azione  addittiva  f  109 


Intanto  va  premesso  che  siffatti  g;as,  a  seconda  del 
loro  gorgoglìo  in  nn  liciuido  piuttosto  che  in  un  altro, 
possono  o  no  contenere  centri  neutri.  Nel  caso  dell'acqua, 
deir  alcool  e  delle  soluzioni  acquose  tutti  i  centri  sono 
carichi.  Al  contrario,  i  gas  molto  debolmente  ionizzati,  che 
escono  dopo  gorgoglìo  attraverso  alla  benzina,  al  toluene 
ecc.   contengono  quasi  esclusivamente  dei  centri  neutri. 

Orbene,  ci  si  può  chiedere  ;  se  V  aria  prima  di  gorgo- 
gliare attraverso  ad  acqua  contiene  già  centri  neutri, 
3uali  proprietà  mostra  dopo  il  gorgoglìo?  Le  esperienze 
el  de  Hroglie  hanno  dimostrato  che  in  siffatte  condi- 
zioni r  aria,  dopo  aver  gorgogliato,  attesta  una  fortissima 
conducibilità,  la  quale  senza  dubbio  deve  attribuirsi  ad 
una  azione  esercitata  dai  centri  neutri. 

L'aumento  di  ionizzazione  si  produce  anche  coi  centri 
neutri  provenienti  da  corpi  porosi  umidi  e  riscaldati,  come 
con  quelli  che  fornisce  il  gorgoglìo  attraverso  alla  benzina. 

I  centri  neutri  che  gorgogliano  in  liquidi,  quali  la  ben- 
zina ed  il  toluene,  non  danno  accrescimento  di  ionizzazione. 

Se  si  fa  passare  del  gas  conduttore  ma  privo  di  centri 
neutri,  che  esca  per  gorgoglìo  da  soluzioni  acquose  o  da 
alcool  in  un  pallone  soggetto  all'azione  del  radio  o  dei 
raggi  del  Rontgen,  si  constata  che  la  loro  conducibilità 
è  considerevolmente  diminuita. 

Notando  il  comportamento  opposto  che  si  ha  per  il 
gas  che  esce  per  gorgoglìo  attraverso  ad  acqua  e  per  il 
gas  che  esce  invece  per  gorgoglìo  attraverso  a  benzina; 
opposto  per  ciò  che  concerne  l'azione  del  radio  su  di 
esso  ;  il  de  Broglio  avverte  come  possa  essere  inesatto, 
per  prevedere  la  conducibilità  totale  di  un  gas  assogget- 
tato a  differenti  cause  di  ionizzazione,  addizionare  l'effetto 
particolare  di  ciascuna  di  esse. 

Orbene,  a  titolo  di  cronaca  e  di  notizia,  dobbiamo 
registrare  un  lavoro  che  apparisce  coscienzioso  e  dovuto 
a  T.  Noda  della  scuola  normale  superiore  di  Tokio.  Esso 
porterebbe  alla  conclusione,  che  in  un  gas  assoggettato  a 
differenti  agenti  ionizzanti,  la  corrente  di  saturazione  è 
uguale  alla  somma  delle  correnti  di  saturazione  attribui- 
bili a  ciascuno  degli  agenti  particolari. 

Vni.  —  La  fotografia  dei  raggi  ultrarossi, 

J.  Zennek  ha  recentemente  indicato  un  processo  assai 
semplice    per    la    fotografia   dei    raggi    ultrarossi.    Esso 


lerti  sviluppatori  sono 
attira.  Se  si  immerg:c 
impi-ossionata  essa  non 
1  bagno  0  In  si  assog- 
iiiiitata  con  un  oppor- 
li! iiitorrotto  o  soleato, 
itie  sono  stati  ra^rgiuiiti 
iiuagiiio    delle   iiiterru- 

hihik.  Se  la  sorgente 
tto,  e  il  diafraiDiDa  una 
jertura  in  forma  di  W 
gente,  si  ottiene  una 
nti. 

lino  dei  quali  chiuso 
!Oii  una  lastra  di  eba- 
ia l' assorbimento  che 
de  lunghezza  d'  onda, 
>  apprezzabile  altro  che 

3. 

I  nello   che   darebbe    la 

m  sviluppatori  come 
ene  tuttavia  prendere 
IO  e  cominciare  prima 
fon  sviluppatore  caldo. 
diazione  termica  con- 
■erante   per   evitare   la 


[■aggi  ultrarossi  ricor- 
snesso  una  emulsione 
rofrangibili  preparando 
Jiito  in  collodio,  distil- 
iogliendo  il  precipitato. 
emulsiono  ottenuta  per 
nitrato  d'argento  e  di 
h  molto  più  sensibile, 
ro  d'  argento  nell'  al- 
in  poco  di  nitrato  d'ar- 
illa  jrelatiua  ed  azione 
li   ai    raggi    infrarossi 


Raggi  ultrarossi     -  Lavori  d'Acustica  111 


IX.  —  Di  qualche  nuovo  lavoro  nel  campo  delV Acustica. 

Da  qualche  tempo  si  ha  T  occasione  di  leggere  lavori 
riguardanti  un  capitolo  della  fìsica,  che  per  l'attrattiva  e 
le  promesse  di  altri  era  stato  alquanto  abbandonato. 
Certamente  non  si  fa  ancora  troppo,  ma  un  qualche 
risveglio  si  e  manifestato. 

Una  ricerca  sperimentale  sulle  misuro  assoluto  della 
intensità  del  suono  è  stata  di  recente  fatta  da  \V.  Zernow. 

I  metodi  sin  qui  proposti  per  siffatte  misure  si  pos- 
sono dividere  in  due  gruppi.  Al  primo  appartengono 
quelli  che  permettono  misure  assolute  per  una  forma 
qualunque  del  movimento  vibratorio.  Al  secondo  quelli 
che  sotto  la  forma  loro  attuale  non  permettono  che  lo 
studio  delle  vibrazioni  sinusoidali. 

II  primo  gruppo  comprende  il  metodo  del  disco  di 
Rayleigh,  e  il  metodo  della  misura  della  pressione  delle 
onde  (Rayleigh,  Altberg). 

Il  secondo  gruppo  comprende  il  metodo  refrattome- 
trico  di  Toepler  e  Boltzmann,  perfezionato  da  Raps,  e  il 
metodo  che  fa  uso  del  manometro  a  vibrazione  di  \Vien. 

Orbene  W.  Zernow  ha  creduto  utile  fare  un  confronto 
fra  il  metodo  di  Wien  e  quello  della  pressione  dell'onda. 

La  conclusione  è  stata  questa,  che  le  forze  di  pres- 
sione delle  onde  e  le  variazioni  di  pressioni  contro  una 
superfìcie  riflettente  danno  risultati  concordanti  al  2  y, 
circa. 

A  proposito  di  pressione  delle  onde  sonore  va  notata 
una  recente  esperienza  di  H.  W.  Wood  per  dimostrare 
in  modo  sem[)lice  come  esista  siffatta  pressione.  Dinanzi 
ad  un  grande  riflettore,  che  possa  concentrare  delle  onde 
sonore,  si  colloca  un  piccolo  molinello  atto  a  ricevere  in 
una  delle  alette  siffatte  onde  concentrate.  p]sso  si  met- 
terà in  movimento  ben  marcato. 

A.  Kalahne  suggerisce  un  metodo  di  misura  della 
velocità  del  suono,  che  egli  ha  adoperato  con  buoni 
risultati.  Il  principio  di  esso,  che  a  dir  vero  non  sap- 
piamo garantire  nuovo,  ò  il  seguente:  una  sorgente 
sonora  (diapason    ad    esempio)    è    posta   dinanzi    ad   un 


m 


,<, éJ 


il  'suono  prodotto  ò  il  suono  foiidaiucntale  od  uno  degli 
armonici  del  tubo,  per  modo  che  spostando  lo  stantuffo 
di  una  quantità  o^^uale  ad  un  nuoiuro  intero  di  mezze 
lunghezze  d'onda,  si  avrà  ancora  un  massimo  di  riso- 
nanza 96  la  posizione  di  partenza  corrispondeva  ad  mi 
massimo.  Colla  misura  dunque  della  distanza  fra  due 
massimi  successivi,  che  con  precauzioni  suggerite  dal 
Kalahne  pare  possa  effettuarsi  con  molta  precisione,  si 
ha  uno  dei  due  elementi  noti  che  permettono  di  deter- 
minare r  incognita  velocità  di  propagazione,  mediante  la 
nota  relazione  che  lega  questa  al  numero  di  vibrazioni 
del  suono  in  esame  ed  alla  lunghezza  d'onda. 


È  noto  come,  secondo  l' ipotosi  di  Holmoltz-Henaen, 
lo  vibrazioni  sonore  che  entrano  nell'orecchio  interno  vi 
provocano  una  risonan'za  delle  fibre  trasversalmente  tese 
della  membrana  basilare.  Secondo  le  altezze  del  suono, 
certuno  o  certo  altre  fibre  si  mettono  a  vibrare,  e  questo 
movimento  si  comunica  alle  cellule  epiteliali  sensibili 
dell'organo  di  Corti,  ciò  che  provoca  la  eccitazione  di 
certe  fibre  nervose,  e  quindi  la  percezione  del  suono. 
Si  credette  un  tempo  che  le  intere  fibre  della  membrana 
basilare  vibrassero  per  tutta  la  loro  lunghezza  come  nua 
eorda  liberamente  tesa;  ma  si  è  visto  più  tardi  che  la 
zona  liscia  di  essa  ^quella  ricoperta  dagli  archi  del 
Corti)  rimane  in  riposo,  mentre  che  ia  zona  pettinata 
(quella  non  ricoperta  da  archi)  effettua  i  piii  grandi 
movimenti.  Ne  segue  che  la  risonanza  non  può  venire 
attribuita  che  alle  fibre  della  zona  pettinata. 

H.  Zwaardomaker  ha  cercato  di  riprodurre  nella  ma- 
niera pift  fedele,  con  un  metodo  meccanico,  le  circostanze 
che  si  presentano  nell'  organo  del  Corti.  Ki  è  valso  di 
una  corda  di  acciaio  messa  ad  una  estremità  in  vibra- 
zione da  un  diapason,  e  sopportante  per  un  certo  tratto 
della  sua  lunghezza  un  archetto  di  legno  opportuna- 
mente sovraccaricato.  Gli  è  stato  possibile  ottenere: 
1."  grandi  spostamenti  della  regione  senza  arco  sovrap- 
posto, e  corrispondente  quindi  alla  parte  pettinata  delle 
fibre  dell'orecchio;  2.°  immobilità  della  zona,  alla   quale 


Qualche  lavoro  nel  campo  nell'Acustica  113 


era  sovrapposto  V  archetto  di  legno  ;  3.**  immobilità  del- 
r  archetto  ;  4.^  immobilità  del  sovraccarico  dell'  archetto. 
Circostanze  queste  che  si  ritengono  tutte  verificate  nel- 
r  orecchio  interno. 

il  modello  realizzato  dallo  Zwaardemaker  avrebbe 
anche  permesso  di  mettere  in  rilievo  una  pressione  eser- 
citata dalle  vibrazioni  sonore  dell'organo  del  Corti,  e  di 
concludere  che  appunto  siffatta  pressione  prodotta  dalle 
vibrazioni  sonore  deve  essere  la  causa  immediata  del- 
l' audizione. 


Nel  campo  della  acustica  applicata,  si  è  avuto  uno 
studio,  presentato  dal  dott.  Marage  alla  Società  francese 
di  fisica,  e  relativo  alle  qualità  acustiche  delle  sale  per 
la  voce  parlata.  Esso  è  stato  eseguito  in  sale  differenti 
per  estensione  e  forma,  ricorrendo  ad  una  particolare 
sirena  a  vocali  munita  dei  risuonatori  boccali,  che  lo 
stesso  dott.  Marage  aveva  ideato  e  fatto  costruire. 

La  conclusione  è  stata  in  certo  senso  d' accordo  con 
quanto  già  si  sapeva  per  opera  del  Sabine,  e  cioè  che 
le  proprietà  acustiche  di  una  sala  sono  definite  dal 
suono  di  risonanza  (rimbombo)  che  in  esse  si   produce. 

La  durata  di  questo  suono  varia  col  timbro,  l' altezza 
e  la  intensità  del  suono  primitivo;  ciò  che  potrebbe  forse 
spiegare  perchè  una  sala  possa  essere  abbastanza  buona 
per  un  oratore  e  cattiva  per  una  orchestra. 

Perchè  1'  acustica  di  una  sala  sia  buona,  la  durata  di 
un  suono  di  risonanza  determinato  deve  essere  sensibil- 
mente costante  por  tutti  i  luoghi  e  per  tutte  le  vocali; 
essa  deve  essere  compresa  fra  un  mezzo  ed  un  secondo. 

Se  questa  durata  è  più  grande  di  un  secondo,  non  si 
arriva  a  farsi  intendere  nella  sala,  che  parlando  molto 
lentamente,  articolando  bene  e  non  dando  alla  voce  una 
energia  troppo  grande. 

Queste  notizie,  pensa  il  dott.  Marage,  possono  indi- 
care in  anticipo  ad  un  oratore  le  condizioni  nelle  quali 
deve  parlare  per  farsi  comprendere  da  tutti  i  suoi 
ascoltatori.  E  so  così  è  —  aggiungiamo  noi  —  non  sarà 
il  risultato  dello  studio  del  I).' Marage  inutile,  specialmente 
in  questa  età  di  conferenze  e  di  parole. 

ASHUARIO    BClUKTlb-ICO    —    XLIV.  B 


114  Fisica 


X.  —  /  più  recenti  progressi 
nel  campo  delle  operazioni  per  rarefare  i  gas. 

Dopo  le  antiche  pompe  pneumatiche  meccaniche, 
dopo  i  vari  tipi  di  pompe  a  mercurio  che  permisero  di 
raggiungere  alte  rarefazioni,  dopo  la  pompa,  cosidetta 
ad  olio  di  Geryk,  tanto  apprezzata  perchè  tale  da  fare 
raggiungere  un  buon  vuoto,  sono  di  recente  venuti  in 
campo  molti  metodi  per  faro  il  vuoto,  che  meritano  una 
rapida  menzione. 

Innanzi  tutto  diremo  del  comodo,  per  quanto  alla 
portata  di  pochi,  metodo  di  rarefazione  coir  aria  liquida. 
Esso  è  basato  sul  fatto  che  il  carbone,  e  più  special- 
mente il  carbone  di  noce  di  cocco,  ha  un  potere  di  assor- 
bimento dei  gas,  marcatissimo  quanto  più  bassa  è  la 
temperatura  alla  quale  viene  portato.  E  consiste  nel- 
r  aclattare,  in  comunicazione  col  recipiente  nel  quale  • 
deve  operarsi  la  rarefazione,  un  recipiente  contenente  di 
tale  carbone  finamente  diviso  ed  in  quantità  conveniente 
alla  capacità  da  rarefare.  L' immersione  del  recipiente 
contenetite  il  carbone  in  altro  contenente  aria  liquida  fa 
sì  che  il  carbone,  portato  a  bassissima  temperatura, 
acquisti  un  fortissimo  potere  assorbente  por  il  gas  con- 
tenuto nel  tubo,  e  se  prima  si  ora  fatto  il  vuoto  con 
una  pompa  meccanica  ordinaria,  si  possa  raggiungere 
una  ottima  rarefazione  catodica  Si  possono  in  questo 
modo  seu-uire  le  vario  fasi  della  scarica  elettrica  in  un 
gas  rarefatto  col  procedere  graduale  nella  rarefazione. 
É  tale  esame  può  farsi  anche  in  senso  inverso  sottraendo 
il  recipiente  col  carbone  dall'  azione  deir  aria  liquida, 
cosicché  esso  ritorni  a  grado  a  grado  nello  condizioni  di 
temperatura  ambiente. 

Un  metodo  di  uso  ancora  non  diffuso,  ma  tale  da 
presentare  non  piccola  utilità,  è  quello  descritto  già  da 
Federico  Soddy  e  basato  sulla  proprietà  che  ha  il  calcio 
portato  alla  sua  temperatura  di  volatilizzazione,  di  assor- 
bire in  maniera  praticamente  istantanea  e  perfetta,  tutti 
i  gas  conosciuti  ed  i  vapori,  eccezione  fatta  per  i  gas 
chimicamente  inerti  della  famiglia  dell'  argon. 

Il  Soddy  ha  descritto  un  opportuno  recii)iente  da 
porre  in  comunicazione  col  tubo  da  vuotare,  e  noi  quale 
il  calcio  può  venir  portato  alla  temperatura  di  volatiliz- 
zazione (da  7(K)  ad  8(KV  e). 


Nuovi  processi  di  rarefazione  dei  gas  115 

Un  altro  metodo,  descritto  da  A.  Henry  al  Congresso 
del  1907  deir  Associazione  francese  per  il  progresso  delle 
Scienze,  è  basato  sulla  constatazione  che  la- calce  spenta  j[^ 

emette,  se  la  si  scalda,  del  vapore  acqueo,  e  che  le  ten-  '' 

sioni  di  dissociazione  sono  : 

a  85^  99^6  126**  145^ 

2«im4  5mni5  15""',34  29™». 

Il  riassorbimento  del  vapore  acqueo  alla  temperatura 
ordinaria  è  rapido  e  la  pressione  diventa  debolissima. 

Per  ottenere  V  intento  si  salda  ad  una  dello  estremità 
del  tubo,  nel  quale  si  vuol  operare  la  rarefazione,  una 
ampolla  contenente  circa  30  grammi  di  calce  spenta,  e 
air  altra  estremità  un  secondo  recipiente  contenente  una 
sostanza  avida  di  acqua,  della  potassa  caustica,  per 
esempio.  Questo  ultimo  recipiente  comunica  con  una 
macchina  pneumatica  ordinaria  o  con  una  pompa  ad 
acqua.  Mentre  che  si  fa  il  vuoto  colla  macchina  pneuma- 
tica, si  scalda  con  una  fiamma  la  calce  che  si  dissocia  e 
il  vapor  acqueo  scaccia  1'  aria.  Dopo  2  o  3  minuti  di 
riscaldamento  si  chiude  alla  lampada  il  tubo  a  vuoto  per 
separarlo  dal  recipiente  contenente  la  potassa,  e  poi  si 
lascia  raffreddare  la  calce.  In  meno  di  mezz'  ora  il  rias- 
sorbimento è  sufficiente,  perchè  nel  tubo  a  vuoto,  se 
munito  di  elettrodi,  si  possano  produrre  i  raggi  catodici. 

Se  tale  tubo  viene  lasciato  in  comunicazione  col  reci- 
piente contenente  la  calce,  si  possono  realizzare  per  gradi 
le  differenti  forme  di  scarica  come  quando  si  adopera  il 
metodo  dell'aria  liquida. 

Un  tubo  lungo  un  metro,  vuotato  con  questo  processo, 
al  dire  di  Henry,  diventa  bene  luminoso  in  vicinanza  di 
un  trasformatore  Tesla.  Cosa  del  resto  non  sorprendente, 
se  davvero,  come  Henry  asserisco,  col  suo  metodo  si  opera 
una  buona  rarefazione. 

Sostituendo  la  calce  colla  barite  si  hanno  gli  stessi 
risultati. 

Una  pompa  meccanica  e  a  mercurio  nello  stesso  tempo, 
di  recente  apparsa  e  ormai  ben  diffusa,  si  è  quella  di 
W.  Gaede. 

Essa  si  compone  sostanzialmente  di  un  recipiente  in 
ghisa,  per  metà  contenente  mercurio,  nel  quale  gira  un 
tamburo  in  porcellana,  o,  secondo  una  nuova  disposi- 
zione,   in   ferro  smaltato.    Le   camere    (due   o  tre)    nelle 


quali  è  suddiviso  si  riempiono  poi  moto  rotativo  del  sistema, 
ftlteniativanieiito  di  aria  e  di  mercurio;  esse  aspirano 
l'aria  dal  recipiente  nel  quale  si  vuol  fare  il  vuoto  e  la 
spingono  all'esterno.  Questo  sistema,  corno  mostrano  le 
figure  4  e  5,  ha  una  certa  analogia  con  un  contatore  a  gas. 


Nella  carcassa  della  poin)m  fJacdc,  ove  si  immette 
l'aria  clic  ossa  aspira,  è  iissalo  un  tul)0  che  la  può  porro 
in  comunicazione  con  una  pompa  ]>rcparatrice  capace  di 
una  rarefazione  di  15  a  20  nini. 

Con  una  pressione  inizialo  <li  IO  nini,  sì  cblte  in  una 
serie  di  prove  su  di  un  recipiente  di  li  litri  di  capacità, 
per  il  caso  più  favorevole,  il  sesmoiile  risultato,  constatato 
da  un  rnanomotro  di  Mac  I^oii; 

Dopo     5  minuti  di    aziono  luui.  0,027 
»       IO        »         »        .  .      (1.00047 

»      V2       „        ,       «  *      0.00001 

>      16       .        »       .  .      0.000003. 


Lei/he  di  Ileimler 


Ver  il  caao  più  sfavorevole  si  obbo: 


0,000<)7 
0.000()2. 


XI.  —  Sulle  Uf/he  magnetiche  dì  Heusler. 


Oh  Ed  Guillaume  ha  dato  recciiteraente  una  teoria 
delle  liote  leghe  magnetiche  di  Housler,  che  furono  oggetto 
di  breve  notizia  anche  su  questo  Animario. 

Come  si  sa,  Heusler 
scoprì  per  caso  il  com- 
portamento ferromagne- 
tico di  certe  leghe  Mn- 
Al-Cu  e  Mn-Sn-C'u,  lo 
cui  proprietà  furono  stu- 
diate da  vari  sperimenta- 
tori, ma  principalmente 
da  Stark  e  da  Haupt.  K 
cosi  si  è  veduto  che  il 
ferromagnetismo  dì  que- 
ste serie  di  leghe  è  pos- 
seduto dulie  combinazioni 
definite  Mii-Al  e  Af"*  Sn, 
mentre  il  rame  esercita 
il  solo  ufficio  di  solvente 
e  dà  alle  leghe  la  loro 
malleabilità. 

La  causa  dell'appari- 
zione del  magnetismo 
nelle   indicate   combina-  ''«■  ^■ 

zioiii,  si  è  dimostrata  na- 
turalmente di  carattere  i 
che  essa  possa  mettersi  i 
ben   note  delle  leghe. 

In  generalo  le  leghe  binarie  possiedono  una  tempe- 
ratura di  fusione  inferiore  a  quella  che  indicherebbe  la 
legge  dello  mescolanze,  por  quanto  eccezioni  si  siano  con- 
statato sul  conto  di  complessi  ben  definiti,  ed  in  partico- 
lare   sul    conto    dello    leghe  Al-Au,  Al-Sb,  Sn-Na.    Così 


misterioso.  Al  Guillaume  sembra 
I  relaziono  con  alcuno  proprietà 


118  Fixica 

quest'  ultima,  studiata  dal  Mathowsoii,  presenta  una  tem- 
peratura di  fusione  massima  di  o76"  mentre  che  le  tem- 
perature di  fusione  dei  compouenti  sono  di  97",^  e  2.S2". 
Xoii  essendo  la  fusione  die  una  trasformazione  allo- 
tropica, se  ne  può  concludere  che  l' alluminio  e  lo  stagno 
sono  particolarmente  adatti  a  formare  delle  combinazioni 

1  metallo  del  gruppo 
a  r  ipotesi  che  l'as- 
ci manganese  e  del 
me  troppo  bassa  delle 

coir  alluminio  e  lo 
ifoprietà  magnetiche 
questi    ultimi  metalli 

del  primo. 

di  veder  apparire  le 
el   cromo  coi  metalli 

della  temperatura  di 

nagnettche    del  ferro 

alluminio,  che  si  è 
mento  dei  cristalli  di 
,  il   fatto,   che  queste 

di  trasformazione  e 
rditiaria,  più  lontano 


à  fatta  una  dotermi- 
iddisfacente,  del  peso 
a   creduto  opportuno 

stata  effettuata  con  9 
■a  ha  potuto  operare 
lite  puro,  e  quindi  in 
s   pienamente   soddi- 

;Ilo  già  usato  per  il 
consiste  noi  dosare 
oro  cnnteitntn  in  un 


I 


Il  peso  atomico  del  radio  119 


La  signora  Curie  ha  concluso  che  il  peso  atomico  del 
radio  è  uguale  a  226,2  con  un  errore  possibile  inferiore 
ad  una  mezza  unità,  la  base  adottata  essendo: 

Ag  =  107,8  0  CI  =  35,4. 

E  che  se  si  adotta  la  base  indicata  neir  ultima  edi- 
zione delle  ormai  celebri  tavole  del  Landolt,  che  raccol- 
gono i  risultati  ultimi  di  misura  delle  diverse  costanti 
fisico-chimiche  {Ag  =  107,93  ;  CI  =  35,45),  il  numero  re- 
lativo al  radio  diventa  226,45. 

n  valore  che  apparisce  per  il  radio  nella  tavola  inter- 
nazionale dei  pesi  atomici,  in  dipendenza  delle  vecchie 
determinazioni  è  225. 

Come  è  noto,  siffatta  tabella  è  redatta  ogni  anno  da 
una  Commissione  internazionale,  che  nell'anno  decorso 
era  composta  di  F.  W.  Clarke  (Stati  Uniti),  H.  Moissan 
(Francia),  W.  Ostwald  (Germania)  e  T.  E.  Thorpe  (In- 
ghilterra). 

Il  valore  226,45  por  il  peso  atomico  del  radio  è  sod- 
disfacente o  meglio  è  in  armonia  con  certe  considera- 
zioni che  il  prof.  Righi  faceva  nel  suo  volume  sulla 
moderna  teoria  dei  fenomeni  fisici^  e  che  qui  crediamo 
utile  riferire  dopo  avere  richiamato  quanto  abbiamo  detto 
alla  pagina  84  di  questo  Annuario  sul  conto  delle  tre 
ipotesi  che  si  possono  fare  a  proposito  della  particella  a. 
Le  ultime  due  delle  quali  ipotesi  si  possono  sostenere,  sia 
ammettendo  che  le  particelle  a  vengano  espulse  ooUa  loro 
carica,  sia  ritenendo  che  questa  carica  venga  da  esse 
acquistata  dopo  in  seguito  agli  urti  contro  le  molecole 
del  mezzo  nel  quale  si  muovono. 

«  Ammesso  che  le  particelle  a  —  scriveva  il  professor 
»  Righi  —  siano  atomi  di  elio,  il  cui  peso  atomico  è  4, 
»  si  incontra  una  difficoltà  nel  render  conto  della  produ- 
»  zione  del  radio  per  parte  deir  uranio,  e  di  quella  del 
»  piombo  per  parte  del  radio,  giacché  assunti  i  numeri 
»  238,5  come  peso  atomico  deir  uranio,  225  come  peso 
»  atomico  del  radio  e  226,5  come  peso  atomico  del  piombo, 
»  subito  si  scorge,  che  questi  tre  numeri  non  differiscono 
»  di  un  multiplo  di  4,  mentre  ciò  si  dovrebbe  verificare, 
»  se  realmente  con  ripetute  sottrazioni  di  un  atomo  di 
»  elio  si  dovesse  passare  dall'  atomo  di  uranio,  a  quelli 
»  del  radio  e  del  piombo.  Però  la  difficoltà  scompare  se 
»  si  assume  226,5  invece  di  225  come  peso  atomico  del 
»  radio.  Questo  nuovo  valore  non  è  inammissibile,  giacché 


120  Fisica 

»  bisogna  ricordare,  che  le  prime  determinazioni  della 
»  signora  Curio  diedero  come  risultato  146,  mentre  suc- 
»  cessivamente  si  attribuirono  al  peso  atomico  del  radio 
»  valori  di  più  in  più  elevati,  man  mano  che  si  riuscì 
»  ad  ottenerlo  allo  stato  di  purezza  maggiore  ». 

XIII.  —  L'  unità  di  lunghezza  d' onda  per  gli  astrofisici. 

Sebbene  ai  fisici  la  cosa  non  tocchi  in  maniera  diretta, 
perchè  essi  si  trovano  bene  albergati  nel  sistema  asso- 
luto centimetro-grammo-secondo,  pur  tuttavia  non  cre- 
diamo fuori  di  luogo  additare  una  definizione  indiretta- 
mente data  dell'  unità  di  lunghezza  d*  onda  al  Congresso 
degli  studi  solari  tenutosi  nel  maggio  del  1907.  Il  Con- 
gresso ha  adottato  la  seguente  risoluzione: 

<i  La  lunghezza  d' onda  della  riga  rossa  della  luce 
del  cadmio  prodotta  da  un  tubo  ad  elettrodi  è  6438,  4696 
angstroms  nell'  aria  secca  a  15®  del  termometro  ad  idro- 
geno, sotto  75  centimetri  di  mercurio,  il  valore  di  g 
essendo  960,  655  (latitudine  di  45").  Questo  numero  ser- 
virà di  definizione  air  unità  di  lunghezza  d' onda  ». 

XIV.  —  La  fotografia  dei  colori. 

Su  questo  Annuario  si  seguì  sempre  con  particolare 
interesse  un  argomento  che  ha  grande  importanza  tanto 
nel  campo  teorico  come  in  quello  pratico,  e  si  disse  dei 
vari  tentativi  e  delle  diverse  vie  seguite  o  iniziate  per 
raggiungere  V  intento,  che  costituì  sempre  il  sogno  più 
accarezzato  dal  fotografo,  di  riprodurre  l'immagine  coi 
suoi  colori  reali. 

Il  giorno  in  cui  Niepce  e  Daguerre  inventarono  la 
fotografia,  pensarono  a  questo  complemento  della  loro 
scoperta,  ed  il  4  settembre  1827,  Niepce  scriveva:  «  Il 
signor  Daguerre  è  arrivato  a  fissare  nella  sua  sostanza 
chimica  qualcuno  dei  raggi  colorati  del  prisma  ;  ne  ha 
già  raccolti  quattro  e  lavora  a  raccogliere  i  tre  altri  al 
fine  di  avere  i  sette  colori  primitivi  ». 

Qual  complemento  mancava  alla  loro  scoperta,  e  quanta 
ingenua  speranza  albergava  nell'animo  loro  I 

Nel  1868  la  questione  era  allo  stesso  punto  che  nel 
1827,  quando  ne  fu  intravista  la   soluzione   bruscamente 


La  fotografia  dei  colori  121 

e  simultaneamente  da  due  uomini  geniali:  un  poeta,  Carlo 
Cros,  e  un  chimico  Ducos  de  Hauron. 

Era  r  idea  degli  schermi  colorati  della  quale  già  si 
disse  più  volte  negli  Annuari  degli  scorsi  anni,  e  che 
attraverso  a  dispositivi  vari  sorse  finalmente  in  forma 
netta  per  opera  dei  Lumière  nel  1904. 

Essa  ha  trionfato  anche  del  metodo  additato  nel  1891 
dal  Lippmann,  che  portò  per  qualche  tempo  la  questione 
della  fotografia  dei  colori  su  altra  strada. 

Dal  1904  i  fratelli  Lumière  non  hanno  cessato  di  stu- 
diare il  loro  metodo  ancora  non  pratico,  e  sono  final- 
mente arrivati  a  metterlo  a  tal  punto  da  soddisfare  in 
maniera  discretamente  buona  alle  esigenze  della  pratica. 

Il  dispositivo  dei  Lumière  consisteva  nelF  accoppiare 
ad  una  emulsione  pancromatica,  vale  a  dire  sensibile  a 
tutti  i  colori,  uno  schermo  capace  di  lasciare  passare, 
distribuendoli  convenientemente,  i  raggi  luminosi.  L'  emul- 
sione era  già  conosciuta.  Lo  schermo  immaginato  dai  Lu- 
mière si  componeva  di  grani  di  fecola  finissimi,  colorati 
rispettivamente  in  rosso  aranciato,  verde  e  violetto.  Questi 
grani,  dei  quali  ciascuno  rappresentava  circa  un  decimil- 
lesimo di  millimetro  venivano  ripartiti  in  numero  eguale 
per  ogni  colore  su  una  lastra  di  vetro. 

Primitivamente  si  otturavano  per  mezzo  di  una  pol- 
vere nera  gli  interstizi  che  i  grani  di  fecola  lasciavano 
fra  di  loro,  ma  ne  risultava  una  diminuzione  di  luce  assai 
sensibile.  Un  perfezionamento  importante  e  di  recente 
brevettato  permette  di  ridurre  al  minimo  siffatti  interstizi 
tagliando,  per  mezzo  di  una  macchina  speciale,  i  grani 
di  fecola  così  da  renderli  poligonali  e  contigui  coi  loro 
contorni. 

Si  ha  così  uno  schermo  nel  quale  ogni  millimetro 
quadrato  di  superficie  rappresenta  otto  o  nove  mila  pic- 
coli schermi  elementari  rosso-aranciati,  verdi  e  violetti. 

Questo  schermo  composto  di  particelle  colorate  coi  tre 
colori  già  indicati,  guardato  per  trasparenza  ci  apparisce 
incoloro.  Veduto  al  microscopio  si  compone  di  grani  ser- 
rati gli  uni  contro  gli  altri  senza  intervalli  visibili,  e  vi 
si  distinguono  nettamente  i  tre  colori  rosso-aranciato, 
verde  e  violetto.  Teoricamente  i  grani  debbono  essere 
eguali  in  volume  ed  in  numero.  I  tre  colori  debbono  essere 
uniformemente  ripartiti  nella  lastra.  Ma  praticamente 
questa  uniformità  di  ripartizione  è  cosa  diffìcile  da 
ottenere.  Possono    dunque  prodursi    delle    plaghe  ove  si 


cheiiifluiraiiiin  un  poco, 


a  lastra  dì  vetro  ricove, 
l'etto  segreto,  800  piccoli 
vameiite  in  rosso-aran- 
licito,  senza  sovrapposi- 
ittt  specie  di   scacchiere 

0  da  una  pellicola,  costi- 
le di  piccole  linee  tinto 
iza  ricoprirsi,  si  trovano 
passare  alcun  ra^^óo  di 

idicato  un  altro  processo 
li  che  lasciano  liberi  i 
impiegati  dapprima  dai 
lel  sostituire  al  mosaico 
no  schermo  formato  da 
cilindrici  disposti  paral- 
ilfri.  Questo  schermo  è 
'Otomiche  di  filamenti  di 
i  in  modo  conveniente 
e  verde),  e  riuniti  in 
ad  nn  cemento  composto 
la,  entro  cui   trovasi  in 

1  nero-ffrigio  dipo  quasi 
Si  comincia  col  tingere 
Jole  in  colori  di  anilina 
aili  neir  alcool  a  36".  Il 
ira  si  pufi  procedere  alla 
iventi  da  2  a  3  centesimi 

umière  come  in  (pielìe 
ma  deposta  nel  vetro  è 
i  vernice  il  cui  indice  di 
quello  del  materiale  tri- 
deposta  una  emulsione 
Itti  i  colori,  di  estrema 
Vedi  Hff.  fi), 

apparecchio  qnaIuiH|nc, 
i  dal  Iato  dell'  obbiettivo, 
jelle    colorate    prima  di 


La  fotografia  dei  colori  123 

impressionare  il  gelatinobromuro  ;  ma  bisogna  aver  cura 
di  porre  uno  schermo  giallo  dinanzi  air  obbiettivo  per 
diminuire  V  intensità  delle  radiazioni   azzurre  e   violette. 

È  in  questo  modo  che  si  assicura  il  pancromatismo 
rigoroso  della  lastra,  perchè  si  assorbono  le  radiazioni 
dominanti  per  le  quali  la  lastra  sensibile  medesima  sa- 
rebbe troppo  vivamente  impressionata. 

Benché  V  assorbimento  di  luce  per  opera  dello  schermo 
colorato  sia  abbastanza  sensibile,  una  posa  di  un  quinto 
di  secondo  col  sole  è  sufficiente  se  si  opera  con  un  buon 
obbiettivo. 

Per  intendere  il  processo  cosidetto  Lumière  di  foto- 
grafìa dei  colori,  supporremo  di  dovere  fotografare  quattro 
fiori  unicolori,  dei  quali  uno  sia  rosso,  un  altro  giallo, 
un  terzo  azzurro  ed  un  quarto  bianco. 

I  raggi  luminosi  emessi  dal  fiore  rosso  saranno  assor- 
biti dagli  elementi  verdi  della  rete  tricroma  della  lastra, 
il  verde  essendo  complementare  del  rosso,  e  passeranno 
al  contrario  totalmente  attraverso  agli  elementi  rosso- 
aranciati  e  parzialmente  attraverso  agli  elementi  violetti, 
che  lascieranno  passare  il  porpora  del  fiore  rosso.  La 
lastra  sarà  dunque  impressionata  sotto  gli  elementi  rosso- 
aranciati  e  violetti,  mentre  che  rimarrà  inalterata  sotto 
gli  elementi  verdi.  Collo  sviluppo  ordinario,  le  parti 
impressionate  anneriranno,  mentre  che  le  altre  non  subi- 
ranno alcun  cambiamento.  Cosicché  se  si  fissasse  in  tali 
condizioni,  sugli  elementi  rosso-aranciati  e  violetti  si 
avrebbe  del  nero;  sugli  elementi  verdi  non  vi  sarebbe 
nulla,  poiché  il  bromuro  d' argento  rimarrebbe  disciolto 
dair  iposolfito  di  soda;  il  fiore  rosso  apparirebbe  allora 
verde,  il  verde  essendo  complementare  del  rosso. 

II  fiore  giallo  sarebbe  riprodotto  dagli  elementi  rosso- 
aranciati  e  verdi,  e  le  radiazioni  gialle  sarebbero  arrestate 
dagli  elementi  violetti,  cosicché  esso  sarebbe  rappresen- 
tato nella  lastra  col  colore  complementare. 

Il  fiore  azzurro  del  pari  sarebbe  rappresentato  in  rosso- 
aranciato,  complementare  deir  azzurro. 

E  il  fiore  bianco  sarebbe  rappresentato  manifestamente 
in  nero. 

Appariscono  dunque  opportune  le  seguenti  opera- 
zioni. 

L°  Un  primo  sviluppo,  che  riduce  il  bromuro  d'ar- 
gento producendo  dell'  argento  metallico  sotto  gli  elementi 
che  hanno  trasmesse  le  radiazioni  di  luce. 


y 


penuaiigaiijito acido»  di  bicroiuatu 
e  abbia  per  iìiic  di  sciogliere  1'  ar- 
to col  primo  sviluppo, 
'iliippo,  che  evidentemente  non  può 
netailico  prodotto  dal  primo,  poiché 
■so   nella   seconda  operazione,  ma 
parti  rispettato  dal  primo  sviluppo. 
GII  eseguito  in  piena  luce.   Il  bro- 
)  intatto  si  Impressiona  a  sua  volta, 
condo  sviluppo,  si  produco  dell'  ar- 
te  le   parti    della   lastra  che   non 
ato  nella  camera  buia. 
che    tolga    l'eccesso    di   bromuro 
nelle  operazioni  precedenti, 
ra/.ioni    fondamentali    ve   ne  sono 
tari,  ma  sul  conto  di  queste  non  è 
liamo. 
tecnici  dove  Pivolfrersi  a  pubblica- 

iratica  ognuno,  che  voglia  eaejruire 
ocesso,  deve  richiedere  pran  parte 
ibili  per  ottenere  buoni  risultati, 
ììcoltà  non  indifferente  stia  ncll'  ap- 

tempo  di  posa. 
*nck  ha  potuto  ottenere  coll'assi- 
Chevroton,  col  processo  Lumière, 
i  microfotografie  he,  che  ha  presen- 
le  Scienze  dì  Parigi:  tutte  le  sfu- 
ifici  sono  rese  fedelmente,  come  Io 
litro  oggetto  e  con  eguale  facilità. 
la  fotografia  dei  colori,  insieme  ad 
a  del  naese  della  cosidetta  fotoseul- 
re  da  molti  esclamazioni  le  quali,  a 
meritano  molta  considerazione, 
^ste  sco[)erto  saranno  certo  un  gran 

pittori    e   gli     scultori    non   ver- 
3ti  dell' o|)era  loro  •. 
rare    in    considerazioni    estraneo 

(|nesln  Annuario.  Diremo  soltanto 
dei!"  arie  a  silTatte  querele  non  può 
'ari»  concorrenza  la  fotografia  ai- 
uoli all'arto  che  crea,  e  che  in  una 
urre  la  risultante  dei  vari  aspetti, 
ata  prfMido  nella  successione  del 
la  ragiono  di  vita. 


e  superficiale  e  prensione 


L' arto ,  del  nuovo  gigantesco  p 
fotografia  dei  colori,  avrà  forse  più  ad  i 
a  perdere. 


XV.  —  Tensione  superficiale  e  pres 

Ne)  penultimo  Annuario,  uno  dei 
questa  rubrica  di  Fìsica  ebbe  a  riasi 
pubblicato  dai  professori  Battelli  e  Sti 
si  concludeva:  a)  ciie  debbono  essere  U 
soluzioni  che  hanno  ugual  tensione  9u 
quando  due  liquidi  di  tensione  superili 
separati  da  una  parete  porosa  o  semip 
saggio  attraverso  il  setto  deve  avver 
più  si  presta  a  rendere  uguali  le  tension 
due  parti. 

In  appoggio  di  queste  propoeizion 
tutti  i  fatti  osmotici  allora  conosciuti  e 
di  altri  enunciati  poateriormetite  dal 
studi  sulle  soluzioni  alcooliche,  furono 
addotte  soltanto  quelle  poche  esperienz 
inerenti  alle  misure  osmotiche  con  m< 
meabili  permisero  agli  autori  di  fare  a 

Con  una  pubblicazione   uscita  quest 
conti  della  R  Accademia  dei  [lincei,  i 
e  Stefanini  riferiscono  di  nuove  esperi 
tauzB  dell'argomento  li  aveva  cousiglis 

Prima  fra  tutte  va  registrata  quella 
serie  di  soluzioni  aventi  eguale  pres 
operarono  misuro  di  tciisiono  snpcrfici 
la  conclusione  che  per  esse  tale  tensioi 
valore. 

l'or  la  misura  della  tensione  super 
metodo  di  Jiiger,  consistente  nel  detorn 
verticale  che  due  tubi  capillari  di  dian 
bono  avoro  nella  soluzione  studiata  j 
mediante  un  palloncino  di  gomma  si  : 
neamcuto  in  ainbiduc,  osca  iudilTcrcntf 
dall'altro. 

Lo  soluzioni  di  eguale  pressione  n: 
furono  quello  di  nitrato  potassico  (1. 
potassico  (1,11  "'i,),  di  solfato  dì  magne 
zucchero  (5,76  "/J  trovato  isoosmotiche 


:a  delle   tensioni 
professori  Bal- 
ani osmotiche  dì 
ile. 

issico  0  di  maii- 
I  teiisione  super- 
jsieo  e  di  elorurn 
tiatmough  vanno 

no  isoosmotiche, 
tsioni  osmotiche, 
assibìle  ricorrere 
oatocrito  di  He- 
che  ai  fonda  sul 
che  i  globuli  rossi 
Bngono  inalterato 
>  volume  soltanto 
trovano  in  una 
ione  la  cui  pres- 
osmotica  sia 
e  a  quella  del 
lo  che  conteng»- 
et  loro  interno, 
luzioni  taoosmo- 
subiranno  uguali 
iioiii  di  volume, 
[■bene  i  risultati 
prove  eseguite 
smatocrìto  sulle 
ioni  isocapillari 
oosmoticità  delle 

e   Htofanini  mo- 

indipRndond  da 
itsione  osmotica, 
ere  isoosmotiche 
le  superficiale. 

ad  un  sistema 
Ivente  puro,  un 
are,  od  nn  terzo 

capillari  aventi 
irò  e  nella  sohi- 

9U   uno   s tosso 


1 

J 


■Vi/      ^f  •» 


Pressione  osmotica  e  tensione  superficiale  127 

Naturalmente,  nei  due  capillari,  soluzione  e  solvente 
si  eleveranno  ad  altezze  differenti  esprimibili  colla  nota 
relazione  di  Laplace  in  virtù  della  quale  V  altezza  in  cia- 
scuno di  essi  è  direttamente  proporzionale  alla  tensione 
superfìciale  ed  inversamente  proporzionale  tanto  al  peso 
specifico  del  liquido  come  al  raggio  di  curvatura  della 
superfìce  libera  sul  capillare. 

Ma  la  differeuza  delle  altezze  dei  liquidi  nei  capillari 
così  esprimibile  con  relazione  algebrica,  moltiplicata  per 
la  densità  del  vapore  che  li  sovrasta  nei  capillari  e  nel 
terzo  recipiente  di  comunicazione,  dà  il  peso  della  colonna 
di  vapore  che  ha  per  altezza  il  dislivello  nei  due  capil- 
.  lari  medesimi. 

Orbene,  Battelli  e  Stefanini  ammettono  che  siffatto 
peso  dia  la  differenza  fra  le  tensioni  di  vapore  />  e  /? ,  del 
solvente  e  della  soluzione.  Perciò  scrivono  una  relazione 
nella  quale,  in  base  alla  f or  mola  ricordata  di  Laplace, 
entrano  i  valori  delle  tensioni  medesime,  delle  tensioni 
superficiali,  dei  pesi  specifici,  dei  raggi  di  curvatura  dello 
superfici  libere  nei  capillari,  della  densità  di- vapore.  Essa 
si  semplifica  supponendo  che  la  soluzione  sia  sufficien- 
temente diluita  da  poter  ritenere  senza  errore  sensibile 
uguali  i  pesi  specifici  della  soluzione  e  del  solvente,  e  si 
può  combinare  coir  altra  che  in  siffatta  ipotesi  eguaglia 
la  differenza  delle  tensioni  di  vapore  al  prodotto  della 
pi'ossione  osmotica  della  soluzione  per  il  rapporto  fra  la 
densità  del  vapore  sovrastante  ai  liquidi  e  il  peso  spe- 
cifico di  essi. 

Scrivendo  la  eguaglianza  che  risulta  da  siffatta  com- 
binazione per  due  soluzioni  con  differenti  pressioni  osmo- 
tiche, e  sottraendo  membro  a  membro  tali  eguaglianze  si 
arriva  ad  ottenerne  una,  la  quale,  nella  ipotesi  di  liquidi 
ad  egual  tensione  superficiale  e  a  conseguente  egual 
raggio  di  curvatura  per  la  superficie  libera  sul  capillare, 
esprime  la  identità  dei  valori  per  le  pressioni  osmotiche 
delle  due  soluzioni  considerate. 

Ne  concludono  quindi,  i  professori  Battelli  e  Stefanini, 
che  quando  due  soluzioni  diluite  hanno  eguale  tensione 
superficialey  hanno  anche  ugual  pressione  osmotica. 

Al  ragionamento  ora  sommariamente  indicato  il  com- 
pianto prof.  Alfonso  Sella  ha  obbiettato  prima  di  tutto, 
che  apparisce  inesatta  T  affermazione  fondamentale  che 
la  differenza  />-/>  ,  fra  lo  tensioni  di  vapore  del  solvente 
e  della   soluzione,  sia  eguale    al    peso    della   colonna  di 


«Qza  delle  altezze  di 
di  eguale  diametro 
B  e  nella  soluzione  e 
te   soltanto  il  vapore 

ì  lecito  ritenere  che 
[itemeote  diluita  sieno 
li  specifici  della  sohi- 
.nche  poco  differenti 
iali. 


Solvente 


ma  ragione  d'essere, 
razione  dei  liquidi  ha 

dalle  superficie  lìbere 
1  sistetua  è  necessario 

diverso  u  non  sullo 
ammettono  Battelli  o 
ile  scritta    da   questi 

islivollo  n  cui  si  deb- 
menischi  perchè  non 
bisogna  operare  nel 
nera  ripiena  del  solo 
3nti  contenenti  le  due 


Presitione  oumotica  e  tensione  nuperficiate  120 

soluzioni:  perchè  vi  sia  equilibrio,  le  diie  superfìcie  delle 
(iue  soluzioni  dovranno  trovarsi  ad  nn  dislivello  K,  tale, 
olle  la  difi'orenza  delle  tensioni  di  vaporo  p  del  solvente 
o  />,  della  soluzione,  sia  eguale  al   peso  di  una   colonna 
di  vapore  di  sezione  unitaria  e  dì  altezza  K.   Se  poi  nei 
duo  liquidi  si  immergono  due  capillari  di  egual  diametro, 
si  avranno  due  ascensioni  di    altezza  h  ed  h,  a  seconda 
delle  rispettive  coesioni  specitìche.    Quindi    In   differenza 
fra   gli   estremi    dello   superfìcie   nei   capillari,  nel   caso 
dell'equilibrio  dovrà  essere  data  dal  rapporto  fra  la  diffe- 
renza delle   due  tensioni 
di  vapore  e  la  densità  del 
vapore,  diminuito  della  dif- 
ferenza   delle    ascensioni 

capillari.  

Orbene,  su  questo  punto 
Battelli  e  Stefanini  trovano 
che  tutto  cift  per  nnlla  con- 
traddice alle  osservazioni 
loro,  che  si  riferiscono  a 
casi  essenzialmente  diver- 
si. A  parte  che  è  lecito  eli- 
minare la  distillazione  dal- 
le superSci  libere  della  so- 
luzione e  del  solvente  col 
semplice  artifizio  di  toglier- 
le dal  contatto  con  T'am- 
biente esterno,  sia  sovrap- 
ponendovi un  liquido  privo 
di  tensione  di  vapore,  sia 
sovrapponendovi  uno  stan-  ^'i^-  ^■ 

tuffo  perfettamente  mobile; 

la  relazione  generalo  indicata  dal  Sella  cdespriniente  la- 
differenza  fra  gli  estremi  delle  superficie  nei  capillari 
può  condurre  alla  relaziono  fondamentale  di  Battelli  e 
Stefanini  quando  si  prendano  tubi  tali  che  l'indicata 
differenza,  manifestamente  dipendente  dal  raggio  di  questi, 
sia  nulla.  Ciò  sarà  possibile  ogni  volta  che  si  tratti  di 
soluzioni  tali  che  quella  che  ha  un' altezza  capillare  mag- 
giore abbia  anche  una  tensione  di  vapore  maggiore. 

Se  poi  il  liquido  che  si  dispone  ad  un  livello  più  allo 
sopporta,  nell'equilibrio,  una  tensione  di  vaporo  più 
grande,  basterebbe  rifare,  notano  Battelli  e  Stefanini,  le 
stesse  considerazioni  sopra  lo  schema  della  figura  9. 


130  Fisica 

Allora  i  livelli  osterui  sarebbero  disposti  ad  altezze 
diverse  ed  i  menischi  sarebbero  posti  sullo  stesso  piano 
orizzontale.  Si  intende  che  in  .tal  caso,  per  impedire 
revaporazione  dei  menischi,  è  necessario  sovrapporvi  o 
lo  stantuffo  ideale  o  il  liquido  privo  di  tensione  di  vapore, 
e  tale  por  di  più  che  non  alteri  la  tensione  superficiale 
delle  due  soluzioni. 

Anche  sul  conto  della  seconda  obbiezione  del  Sella,  i 
professori  Battelli  e  Stefanini,  dichiarano,  che  essa  nel 
caso  attuale  è  formale  e  non  sostanziale.  A  tal  riguardo 
fanno  un  ragionamento,  che  l'indole  di  questa  pubblica- 
zione non  ci  permette  di  riferire. 

Le  osservazioni  ricordate  portano,  secondo  i  professori 
Battelli  e  Stefanini,  ancora  ad  un'  altra  conseguenza. 

E  cioè:  poiché  dalle  leggi  di  Raoult  e  da  considera- 
zioni termodinamiche  assai  semplici  si  può  concludere 
che  quando  due  soluzioni  sono  isoosmotiche  debbono  avere 
anche  la  stessa  pressione  di  vapore;  e  poiché  d'altra 
parte,  da  una  delle  relazioni  ricavate  nel  corso  del  ragio- 
namento teorico  dimostrante  la  eguaglianza  della  tensione 
superficiale  per  soluzioni  isoosmotiche,  si  deduce  che  le 
soluzioni  aventi  la  stessa  pressione  di  vapore  debbono 
avere  anche  la  stessa  tensione  superficiale^  si  può  affer- 
mare che  se  due  soluzioni  sono  isoosmotichCy  debbono 
anche  essere  isotoniche  e  isocapillari. 

La  v^erificazione  sperimentale  della  coesistenza  di 
questa  proprietà  in  una  cop[)ia  di  soluzioni  vien  offerta 
da  ricerche  di  Smits  sopra  le  tensioni  di  vapore  delle 
soluzioni,  messe  a  confronto  con  quelle  di  Whatmough 
e  con  quelle  di  Battelli  e  Stefanini. 

Questi  ultimi  però  nel  notare  tutto  questo,  insistono,  a 
scanso  di  equivoci,  a  dichiarare,  che  tutte  le  considerazioni 
precedenti  sono  applicabili  solamente  a  soluzioni  diluite. 


XVL  —  Sulla  deviazione  elettrostatica  dei  raggi  catodici 
nel  tubo  di  Braun, 


Una  delle  esperienze  dimostrative,  che  presentano  la 
maggior  importanza  rispetto  alla  teoria  degli  elettroni,  è 
senza  dubbio  quella  della  deviazione  dei  raggi  catodici 
prodotta   da   un   campo  elettrico,   per   la  quale  si  suolo 


Deviazione  elettrostatica  dei  raggi  catodici  181 

impiegare  un  tubo  di  Braun  munito  di  due  lastrine  metal- 
liche, fra  le  quali  passa  parallelamente  il  sottile  fascio  di 
raggi  catodici,  e  che  si  portano  a  differente  potenziale 
mercè  una  batteria  di  piccoli  accumulatori. 

Avendo  avuto  bisogno  di  mostrare  in  un  corso  questa 
esperienza,  il  prof.  Righi  ha  pensato  di  renderla  possi- 
bilmente più  semplice  e  facile,  per  esempio  col  far  a 
meno  della  batteria,  o  ancora  delle  due  lastrine,  cioè 
impiegando  in  quest'  ultimo  caso  semplicemente  V  ordi- 
nario tubo  di  Braun.  Ha  avuto  così  V  occasione  di  osser- 
vare certi  effetti  speciali,  che  recano  qualche  utile  indi- 
cazione intorno  ai  fenomeni  che  si  compiono  in  quel 
tubo,  in  quanto  che,  pur  riducendosi  in  fondo  ad  una 
deviazione  dei  raggi  catodici,  presentano  modalità  nuove 
e  curiose,  la  cui  spiegazione  non  sempre  è  stata  facile  a 
trovarsi. 

Per  esempio,  invece  d' osservarsi  il  brusco  spostamento 
della  macchia  luminosa  prodotta  sul  disco  fluorescente 
dai  raggi  catodici,  qualche  volta  si  vede  la  macchia  stessa 
in  pari  tempo  deformarsi,  o  allungarsi  in  causa  di  rapide 
oscillazioni,  o  spostarsi  con  insolita  lentezza.  (Ili  effetti 
osservati,  sono  differenti,  secondo  che  si  adopera  il  tubo 
ordinario,  a  cui  debitamente  si  accosta  un  conduttore 
elettrizzato  o  no,  oppure  il  tubo  a  lastrine  parallelo,  una 
delle  quali  si  elettrizza  in  una  data  maniera.  Inoltre  si 
osservano  effetti  diversi  modificando  la  capacità  delle 
lastrine,  modificando  la  resistenza  di  certe  comunica- 
zioni ecc. 

Eccitato  il  tubo  per  mezzo  di  una  macchina  ad  influenza 
privata  dei  suoi  condensatori,  e  mantenuta  in  azione  con- 
tinuata da  un  motore  elettrico,  gli  si  accosti  un  condut- 
tore (7,  ponendolo  presso  quella  porzione  del  tubo  che  sta 
fra  il  diaframma  forato  ed  il  grande  recipiente,  in  fondo 
al  quale  è  fissato  il  disco  fosforescente,  e  si  faccia  comu- 
nicare il  conduttore  o  con  uno  degli  elettrodi  o  col  suolo. 
Ecco  quanto  si  osserva  nei  casi  principali. 

a)  Se  il  conduttore  C  comunica  col  catodo  si  osserva 
uno  spostamento  della  macchia  luminosa,  dalla  parte 
opposta  (diremo  da  M  verso  Jf)  a  quella  ove  si  trova  C\ 
vale  a  dire  la  ripulsione  esercitata  dalla  carica  negativa 
del  conduttore  sui  raggi  catodici.  Questa  deviazione  è  più 
o  meno  stabile  a  seconda  del  grado  di  secchezza  del  vetro 
del  tubo  e  a  seconda  della  rarefazione  del  gas  entro  il 
medesimo. 


132  Fisica 

b)  Se  il  conduttore  C  comunica  coli'  anodo  non  si 
osserva  lo  spostamento  della  macchia  che  si  poteva  pre- 
vedere. Essa  al  contrario  non  si  sposta  affatto,  o  tutto  al 
più  si  sposta  pochissimo.  Ma  se  si  allontana  dal  tubo  il 
conduttore  C  la  macchia  luminosa  si  sposta  alquanto  per 
un  istante  verso  M'.  Questa  esperienza  può  farsi  più  sem- 
plicemente mantenendo  T  anodo  in  comunicazione  col 
suolo  e  toccando  il  tubo  col  dito,  giacché  nelF  atto  di 
allontanarlo  si  osserva  la  descritta  momentanea  ripulsione 
dei  raggi  catodici. 

Secondo  il  Righi  questo  fenomeno  non  preveduto  indica 
che  entro  il  tubo,  oltre  agli  elettroni  costituenti  i  raggi  cato- 
dici, si  trovano  sempre  molti  altri  elettroni,  muoventisi 
indifferentemente  in  ogni  direzione. 

e)  Quando  entrambi  gli  elettrodi  del  tubo  siano  iso- 
lati e  quindi  a  potenziali  presso  a  poco  uguali  e  di  con- 
trario seguo,  oltre  ai  due  casi  esaminati  a)  e  6)  v'è  luogo 
di  considerarne  un  terzo,  e  cioè  quello  del  conduttore  C 
messo  in  comunicazione  col  suolo.  Per  esempio,  si  tocca 
semplicemente  con  una  mano  il  tubo  nella  posizione  C. 
Così  facendo  si  osserva  una  mometitanea  ripulsione  del 
fascio  catodico,  giacché  la  macchia  luminosa  si  sposta 
bruscamente  da  M  verso  M'  per  tornare  tosto  in  M^  pur 
mantenendosi  intanto  il  contatto  della  mano  col  tubo. 

Per  rendere  conto  di  questo  fenomeno  pare  al  profes- 
sore Righi  necessario  supporre,  che  il  tubo  si  carichi 
spontaneamente  nel  suo  interno  di  elettricità  positiva,  la 
quale  può  giungervi  per  esempio  lungo  la  superfìcie  del 
vetro  a  partire  dall'  anodo.  Non  è  questa  uua  gratuita 
supposizione,  giacché  ha  verificato  sempre  che  in  un  tubo 
di  Brami  munito  delle  lastrine  metalliche  parallelo  desti- 
nate a  produrre  la  deviazione  elettrostatica,  queste  si 
elettrizzano  spontaneamente  in  più,  salvo  il  caso  in  cui 
r  anodo  sia  mantenuto  in  comunicazione  col  suolo. 

La  carica  positiva  della  parete  interna  non  può  cre- 
scere oltre  un  certo  limite,  perché  continuamente  in  parte 
neutralizzata  dagli  elettroni  negativi,  di  cui  si  è  parlato 
a  proposito  dell'  esperienza  b).  Toccando  col  dito  il  tubo, 
il  dito  stesso  si  elettrizzerà  per  influenza  di  elettricità 
negativa,  e  di  qui  l'osservato  spostamento  verso  ^W^' della 
macchia  luminosa. 

Ma  ben  tosto  la  carica  positiva  interna  aumenta,  e  la 
deviazione  del  fascio  catodico  cessa.  Un   brusco  allenta- 


Deviazione  elettrostatica  dei  raggi  catodici  183 

namento  del  dito  dovrebbe  provocare  una  momentanea 
attrazione  del  fascio  catodico  ;  ma  V  abbondanza  e  la 
grande  mobilità  degli  elettroni  negativi  ne  rendono  mala- 
gevole la  constatazione. 

d)  Affinchè  tutte  queste  esperienze  riescano  bene, 
occorre  fra  altro  che  la  superficie  esterna  del  vetro  sia 
ben  asciutta  ;  certe  irregolarità  sembrano  dovute  al  non 
essere  questa  condizione  soddisfatta.  Se  poi  si  rende 
espressamente  assai  umida,  e  quindi  alquanto  conduttrice, 
la  superficie  esterna  del  tubo,  qualcuno  dèi  fenomeni 
descritti  più  non  si  produce,  qualche  altro  resta  modifi- 
cato. Per  esempio  nel  caso  a),  cioè  avvicinando  al  tubo 
un  conduttore  comunicante  col  catodo,  si  osserva  bensì  la 
ripulsione  dei  raggi  catodici,  ma  in  modo  momentaneo  e 
non  permanente.  La  spiegazione  di  ciò  è  assai  facile. 
Infatti  il  ritorno  della  macchia  in  M  è  evidentemente 
dovuto  al  formarsi,  al  disotto  di  C  o  air  intorno  sulla 
superficie  esterna  del  tubo,  di  una  carica  positiva  d'in- 
fluenza. 

Se  così  difatti  avviene,  siccome  questa  carica  non  si 
dissiperà  istantaneamente  allontanando  o  scaricando  il 
conduttore  (7,  dovrà  in  tal  caso  notarsi  una  temporanea 
attrazione  del  fascio  catodico.  Questo  fenomeno  realmente 
si  osserva. 

Il  prof.  Righi  ha  anche  ripetute  le  precedenti  espe- 
rienze col  tubo  di  Braun  eccitato  col  roccjhetto. 

Gli  effetti  che  si  osservano  in  questo  caso  sono  sempre 
meno  marcati,  o  anche  mancano  affatto,  specialmente  se 
al  rocchetto  è  congiunto  un  interruttore  lento. 

I^  medesime  esperienze  eseguite  col  tubo  a  lastrine 
eccitato  colia  macchina  ad  influenza  danno  effetti  più 
pronunciati  e  più  costanti  di  quelli  offerti  dal  tubo  sem- 
plice. Per  brevità  non  possiamo  qui  riferire  minutamente 
siffatti  risultati,  pure  pieni  di  interesse. 

Del  pari  ci  limiteremo  ad  additare  i  risultati  ottenuti 
usando  il  tubo  a  lastrine  col  rocchetto  di  Ruhnmkoff. 
Essi  differiscono  in  molti  punti  da  quelli  che  si  otten- 
gono eccitando  il  tubo  colla  macchina  ad  influenza,  par- 
ticolarmente poi  se  si  fa  uso  di  un  interruttore  a  mercurio 
in  ragione  della  frequenza  incomparabilmente  minore  dello 
scariche. 


\À 


134  Fisica 


XVII.  —  Sulla  deviazione   dei  ioni  generanti  le  scintille^ 
dovuta  ad  un  campo  elettrico  trasversale. 

Secondo  i  concetti  oggi  dominanti  intorno  al  mecca- 
nismo delle  scariche,  V  apparizione  della  scintilla  fra  i 
due  elettrodi  è  precednta  da  una  convezione  di  elettri- 
cità compiuta  da  ioni,  che  si  muovono  sotto  T  azione  della 
forza  elettrica.  Quando  la  differenza  di  potenziale  fra  i 
due  elettrodi  aumenta  a  partire  da  zero,  i  moti  dei  ioni 
divengono  di  più  in  più  veloci,  per  cui  cresce  sempre 
più  il  numero  di  quelli,  i  quali  fra  un  urto  e  V  altro 
contro  le  molecole  neutre  acquistano  velocità  sufficienti 
affinchè  si  produca  la  ionizzazione  delle  molecole  stesse. 
Il  numero  dei  ioni  aumenta  quindi  con  crescente  rapidità, 
sinché  giunge  la  fase  finale,  in  cui  si  ha  V  emissione  di 
luce,  e  cioè  la  scintilla. 

Fra  r  istante  in  cui  una  prima  molecola  resta  ioniz- 
zata per  urto  dei  ioni  preesistenti,  e  quello  in  cui  appare 
la  scintilla,  trascorre  necessariamente  un  certo  intervallo 
di  tempo,  durante  il  quale  il  fenomeno  visibile  sta  pre- 
parandosi. 

L'  esistenza  di  questa  fase  preparatoria  fu  dal  profes- 
sor Righi  ammessa  sino  da  trent'  anni  fa,  come  avemmo 
occasione  di  rjpordare  nolF  ultimo  Annuario^  in  base  a 
considerazioni  speciali  assai  simili  a  quelle  testé  richia- 
mate, ma  secondo  le  quali  erano  in  giuoco,  non  dei  ioni, 
ma  delle  molecole  gassose  elettrizzate  dagli  elettrodi.  Però 
il  concetto  della  ionizzazione  dei  gas,  sorto  più  tardi, 
proietta  tanta  luce  sui  fenomeni  di  cui  qui  si  tratta,  che 
non  si  potrebbe  menomamente  esitare  ad  adottarlo,  quan- 
di anche  numerosissimo  aitro  buone  ragioni  non  militas- 
sero in  suo  favore. 

Poiché  a  determinare  la  ionizzazione  per  urto  occorre 
innanzi  tutto,  che  i  ioni  già  esistenti  arrivino  ad  acqui- 
stare una  certa  determinata  v^elocità  sotto  Fazione  della 
forza  elettrica,  così  è  chiaro,  che  qualsiasi  causa  capace 
di  aumentare  in  una  porzione  qualunque  del  campo,  a 
parità  di  differenza  di  potenziale  fra  gli  elettrodi,  la 
detta  forza,  dovrà  favorire  la  produzione  della  scarica,, 
cioè  dovrà  far  sì  che  questa  si  produca  con  differenza 
di  potenziale  minore  di  quella  che  è  necessaria  quando 
la  detta  causa  non  esiste.  Così,  per  esempio,  se  si  mette 


Ili   COmUDK 

la  densità 
iiir  iuilueii 
sì  aumenti 
superficie, 
appunto  ri 
moria  cita 

Segueii 
prevedere 
cioè  del  e 
sugli  eletti 

I  ioni, 
seguire  le 
e  questo, 
quello,  che 
rale  stesso 
Perciò  si 
campo  sec 
avviene  in 
consegue  < 
r  urto  coni 
dall'  elettri 
sita,  verrà 
sale  o  in 
trodo  è  qu 
sarà  a  Urei 
nella  qnal 
tilla,  e  qu 


rtenze  più 
all'ordinai 
uno  sotto 
fra  due  g\ 
potenziali 
Con  tale  e 
scintilla  si 
o  verso  il 
positivo  o 
la  massim 
o  presso  il 
in  qualche 
una  fonili 
indicava  1 
i  due  elet 


imi 


Fisica 


' 


Con  elettrodi  di  dimensioni  non  troppo  piccole  osservò 
inoltre,  che  lo  estremità  della  scintilla  si  spostavano  sulla 
loro  superlìcie  :  ciò  che  si  spiega  facilmente  riflettendo, 
che  per  effetto  del  campo  trasversale  cambiano  posto  i 
punti  nei  quali  la  densità  elettrica  è  massima,  e  presso  i 
qunli  per  conseguenza  comincia  la  ionizzazione. 

Poiché  questi  fatti  sono  intimamente  connessi  alla 
teoria  dei  ioni,  e  valgono  ad  illustrarla,  il  prof.  Righi  ha 
creduto  utile  riprenderne  lo  studio,  per  estenderlo  al  caso 
delle  scariche  neiraria  più  o  meno  rarefatta,  a  ciò  consiglia- 
to anche  da  considerazioni  che  qui  non  possiamo  riferire. 

Dalle  esperienze  eseguite  ne  risulta  come  si  era  pre- 
visto, che  neir  aria  rarefatta,  come   neir  aria  alla  pres- 


Fig.  10. 

sione  ordinaria  ma  in  modo  più  spiccato,  la  ionizzazione 
per  urto  comincia  per  opera  dei  ioni  negativi  ;  ciò  che, 
del  resto,  è  in  pieno  accordo  con  molti  fatti  noti. 

Non  possiamo  riferire  i  vari  casi  corrispondenti  a 
forme  varie  delle  coppie  di  elettrodi  usati.  Ci  limitiamo 
ad  indicare  il  caso  più  saliente  di  scarica  fra  punta  nega- 
tiva e  disco  positivo.  È  in  questo  caso  che  si  ottengono 
gli  effetti  più  rimarchevoli.  La  ionizzazione  comincia  infatti 
indubbiamente  presscT  V  elettrodo  negativo,  e  la  scintilla 
deve  spostarsi  notevolmente  verso  il  disco  positivo.  Inoltre 
il  fenomeno  presenta  particolarità  di  dettaglio  degne  di 
essere  rilevate. 

Mentre  la  scintilla  assumeva,  quando  i  grandi  dischi 
concavi  erano  scarichi,  V  aspetto  della  fig.  10,  a,  e  cioè 
constava  d'  una  stelletta  brillantissima  fì  sulla  punta,  di 
un  pennacchio  violaceo  C  da  esso  staccato,  e  di  una 
fiamma  Crossa  suir elettrodo  positivo,  essa  passava  alla 


Deviazione  dei  iaìii  generanti  le  scintille  137 

forma  8,  &,  non  appena  si  creava  il  campo  trasversale  ;  e 
precisamente  la  fiamma  rossa  1'\  che  prima  si  formava 
al  centro  dell' elettrodo  positivo,  si  presentava  invece  in 
un  punto  assai  più  vicino  al  disco  positivo,  ciò  che  dimo- 
strava essere  in  tal  caso  prevalente  V  azione  del  campo 
trasversale  sui  ioni  negativi  respinti  dalla  punta. 

Ma  se,  oltre  che  includere  nel  circuito  di  scarica  una 
grandissima  resistenza,  s' impiegava  un  condensatore  di 
capacità  grandissima  (gruppo  di  108  grandi  giare  collegate 
ili  modo  da  formare  un'  unica  batteria,  la  quale  richie- 
deva parecchi  minuti  primi  ad  essere  sufficientemente 
caricata  da  una  grande  macchina  di  Iloltz  a  quattro  dischi), 
il  fenomeno  diveniva  assai  notevole.  Infatti  la  scarica 
luminosa  assumeva  in  tali  condizioni  una  durata  di  più 
secondi,  e  la  fiamma  rossa  camminava  suir  elettrodo  piano 
dirigendosi  verso  il  disco  positivo  sino  a  raggiungere 
Torlo  deir elettrodo  stesso,  ove,  rimanendo  ferma  alla  sua 
base,  s'inclinava  all' infuori  prima  di  spegnersi. 

È  opportuno  osservare,  che  questa  scarica  a  fiamma 
corrisponde  alle  scintille  globulari,  e  precisamente  nel 
caso  attuale  a  quelle  che  il  Righi  chiamò  composte,  costi- 
tuite cioè  dall'emissione  di  successive  luminosità  mobili 
dair  elettrodo  positivo,  ed  ha  perciò  un  certo  carattere 
d' intermittenza,  che  suggerisce  V  idea  di  considerarla 
come  costituita  da  una  serie  di  successive  scariche  par- 
ziali. L'osservare  la  fiamma  in  uno  specchio  girante  ne 
porge  una  conferma.  È  quindi  probabile  che  la  presenza 
dei  ioni  dovuti  ad  ogni  scintilla  parziale  contribuisca  a 
rendere  successivamente  sempre  più  grande  lo  sposta- 
mento del  fenomeno  luminoso  per  opera  del  campo 
trasversale. 

Anche  nel  caso  attuale  lo  spostamento  e  il  cambia- 
mento di  forma  della  scarica  luminosa  non  cessano  di 
prodursi,  quando  si  adopera  una  resistenza  non  tanto 
grande  nel  circuito  di  scarica.  Così  per  esempio,  se  la 
detta  resistenza  è  tale  da  conferire  alla  scintilla  l'aspetto 
d'una  colonna  luminosa  giallastra  sensibilmente  ininter- 
rotta da  un  elettrodo  all'altro,  questa,  che  in  assenza  del 
campo  trasversale  mostra  una  forma  quasi  rettilinea 
andando  dalla  punta  al  centro  dell'  elettrodo  inferiore, 
assume  invece  una  forma  curva  non  appena  i  dischi 
vengono  caricati,  e  va  ad  incontrare 'l'elettrodo  positivo 
in  un  punto-  situato  fra  il  centro  di  esso  od  il  disco 
positivo. 


XVIII.  —  L'n  Metodo  semjiìice  per  jirtseiilan:  in  iscvola 
'     "        ■"   "    '  ndamenlali  di  radioattività. 


oralmente  invalsa  oKe  le  esperienze  di 
assai  difficili,  so  non  impossibili,  a 
cuoio  secondario,  a  cagione  della  loro 
itutto  del  costo  elevalo  dei  jH-eparali 
ssere  necessari  per  eseguirle, 
mostra  come,  con  apparecchi  facilis- 
)  con  prodotti  il  cui  prezzo  è  alla  por- 
ssano  presentare  ad  una  scolaresca  i 
[itali  della  radioattività. 
cui  si  farà  uso  per  questo  esperienze 
>rit}.  Per  preparare  questo  sale  si  scio- 
k  una  diecina  di  grammi  di  nitrato  di 
torio  costa  da  ;ìO  a  40  cent,  il  grammo), 
'à  dell'ammoniaca  sino  a  eccesso;  il 
di  idrato  di  torio  verrà  raccolto  su  di 
liligentemente  con  acqua  distillata,  e 
n  una  stufa,  dopo  di  che  lo  si  ridurrà 
tro  un  mortaio. 

B,  non  appena  preparato,  questo  idrato 
nostra  adatto  allo  osperienzo  che  ora 
,  6  cift  porche  nella  preparazione  anzi- 
ito  il  torio  X,  prodotto  di  disiiitegra- 
sso,  al  quale  sono  dovuti  buona  parte 
i  vogliono  porre  in  evidenza;  il  torio 
perdute  proprietà  ae  non  dopo  trascorse 
ne,  per  cui,  volendo  eseguire  queste 
ecessario  premunirsi  in  tempo  oppor- 
rla volta  preparato,  il  sale  potrà  ser- 
te, non  subendo  le  sue  proprietà  alcuna 
lo  coir  andare  del  tempo. 
isposizioni  semplici  suggerite  dal  lìlanc 
fere  in  rilievo  i  fatti  fondamentali  della 

1  ricordato  come  servano  ntilniento  ed 
disposizioni  additate  dal  prof.  Righi 
,  che  fece  qualche  anno  fa  sul  radio 
blicata   nella   raccolta    dulie   Attualità 


IV.  -  ElettpotecDica. 

dell' ing.  G.  Giorgi  in  Roma  e  del  prof.  B.  Dbssau  in  f*erugia 


I.  —  Trazione  elettrica. 

Diamo  conto  in  questa  rubrica  dei  progressi  della 
trazione  elettrica  dal  1.^  luglio   190C  al  80  giugno  1907. 

Risultati  della  trazione  elettrica  nulla  ferrovia  Lanca- 
shire-Yorkshire.  I  lettori  di  questo  Annuario  ricordano  che 
tre  anni  or  sono  la  compagnia  della  Lancashire-Yorkshire, 
una  delle  grandi  compagnie  ferroviario  inglesi,  ha  sosti- 
tuito la  trazione  elettrica  al  vapore  sul  troTico  Liverpool- 
Southport.  I  risultati  di  questa  applicazione  hanno  supe- 
rato ogni  più  favorevole  aspettativa,  e  in  seguito  a  ciò  il 
servizio  elettrico  è  stato  ora  esteso  a  un  totale  di  100  km. 
circa  di  binario.  Il  numero  di  treni,  che  con  V  esercizio  a 
vapore  era  di  3G  al  giorno  in  ambo  le  direzioni,  fra  Li- 
verpool  e  Southport,  è  stato  portato  a  00  con  V  esercizio 
elettrico.  Nella  parte  più  frequentata  della  linea  V  inter- 
vallo delle  partenze  è  aumentato  di  10  minuti.  Il  numero 
dei  passeggieri  è  aumentato  di  oltre  un  milione  air  anno. 
L*  esercizio  fu  iniziato  con  treni  a  composizione  motrice 
fissa,  cioè  aventi  due  vetture  elettriche  con  quattro  mo- 
tori da  150  hp.  ciascuna,  e  ora  è  stato  adottato  il  sistema 
a  unità  multiple.  Il  consumo  di  energia  per  tonnellata- 
chilometro  è  risultato  83  watt-ora  coi  treni  diretti,  e  50 
watt-ora  coi  treni  omnibus.  La  corrente  è  trasmessa  col 
sistema  a  terza  rotaia  a  050  volt,  e  questo  sistema  è 
risultato  completamente  soddisfacente.  L' intera  ferrovia 
è  aliment^ita  da  una  stazione  generatrice  della  potenza 
di  12.000  kilowatt,  in  parallelo  con  una  batteria  di  ac- 
cumulatori della  potenza  massima  di  2.000  kilowatt. 

La  linea  interurbana  della  Ohio  Valley,  —  Nel  1900 
è  stata  completata  la  linea  che  da  Rochester  sino  a  Sten- 


f 


140  Elettrotecnica 


ben  villo,  con  un  percorso  di  80  km.  percorre  la  vallata 
del  fiume  Ohio,  attraverso  gli  stati  della  Pennsylvania  e 
deir  Ohio,  lun^o  il  confine  della  West  Virg-inia. 

Questa  linea  è  in  sedo  propria,  con  armamento  ferro- 
viario tra  città  e  città,  e  percorsi  sulle  reti  ferroviarie 
delle  città  attraversate.  È  in  g'ran  parte  a  doppio  binario 
e  comprende  opere  d'  arte  importanti.  L' armamento  elet- 
trico è  stato  fatto  a  corrente  continua  a  oO()  volt.  La  cor- 
rente ò  fornita  da  quattro  stazioni  g-eneratrici,  che  lavorano 
in  paralfelo  a  una  batteria  di  accumulatori.  È  in  progetto 
sostituire  a  queste  stazioni  una  centrale  unica,  con  alimen- 
tazione per  mezzo  di  sottostazioni.  Il  servizio  è  stato  inau- 
g-urato  con  85  vetture  elettriche  a  quattro  assi,  di  vari  tipi. 

Lavori  dei  Congresso  internazionale  della  trazione 
elettrica  a  Milano.  —  L' unione  Internazionale  delle 
tramvie  e  delle  ferrovie  elettriche  secondarie,  in  unione 
con  r  associazione  italiana  degli  esercenti  delle  tramvie 
elettriche ,  ha  tenuto  il  suo  XV  Congresso  generale  a 
Milano,  nella  seconda  metà  del  1906;  e  questo  Congresso 
ha  avuto  particolare  importanza  per  V  affluenza  delle  per- 
sonalità tecniche  intervenute,  per  gli  argomenti  discussi, 
per  r  interesse  delle  comunicazioni  presentate  ;  il  Con- 
gresso era  inoltre  sinniltaneo  con  la  Esposizione  interna- 
zionale di  mezzi  di  comunicazione. 

Fra  le  questioni  principali  trattate,  ricordiamo:  1.*^  I  si- 
stemi  di  freni  per  trazione  elettrica  (relatore  M.  Scholtes, 
a  nome  di  una  commissione:  non  mono  di  142  compagnie, 
con  14.500  vetture  in  esercizio  erano  state  interpellate 
dalla  commissione;  in  342  dei  casi  il  freno  di  uso  nor- 
male era  a  mano,  in  502  elettrico,  in  152  ad  aria  com- 
pressa; il  freno  a  mano  è  risultato  usato  abitualmente 
nelle  piccole  linee  con  vetture  leggiere;  le  conclusioni  del 
relatore  sono:  che  la  scelta  del  freno  deve  dipendere  dalle 
condizioni  di  esercizio;  che  devono  aversi  sempre  due 
freni  di  sistema  diverso,  por  averne  uno  in  riserva;  che 
il  freno  di  uso  normah»  non  deve  causare  fatica  fìsica 
del  conducente  ;  che  il  freno  a  mano  non  può  essere  suf- 
ficiente quando  si  tratta  di  servizio  con  vetture  pesanti, 
o  su  pendenze,  o  con  rimorchi;  che  fra  i  due  sistemi  di 
freni  meccanici  è  preferibile  quello  elettrico,  eccetto  il  caso 
in  cui  r  armamento  del  motore  non  sia  in  grado  di  sop- 
portarne razione);  2,""  Il  binario  nelle  linee  interurbane 
(relatore  De  Burlet,  con  le  conclusioni:  che   la  tendenza 


Trazione  elettrica  141 


moderna  è  per  aumentare  la  lunghezza  delle  rotaie,  e  il 
peso  unitario;  che  l'esperienza  sui  giunti  saldati  non  è 
ancora  tale  da  poter  portare  a  una  decisione  positiva 
definita;  che  nessun  sistema  di  fermare  i  bulloni  ha  an- 
cora dato  risultati  tali  da  poterne  consigliare  la  prefe- 
renza); 3.**  Il  binario  nelle  linee  urbane  (relatore  M.  Dubs); 
4^^  U  uso  dei  misuratori  d'energia  stille  vetture  tram- 
viarie  (relatore  M.  Wattmann:  sono  ora  in  uso  i  conta- 
tori su  circa  1300  vetture  traraviarie  in  Europa,  appar- 
tenenti a  10  delle  principali  città  ;  questa  applicazione  va 
estendendosi  continuamente,  e  viene  raccomandato  dal 
relatore  di  ridurla  a  sistema);  5.'*  //  sezionamento  delle 
condutture  aeree  (relatore  G.  Rasch);  6.**  La  «  standar- 
dizzazione »  dei  motori  a  corrente  continua  (relazione  della 
commissione  internazionale,  contenente  le  regole  normali 
da  adottare  per  la  specificazione  e  la  prova  dei  motori); 
7.''  Le  dimensioni  delle  vetture  tramviarie  urbane  (rela- 
zione di  H.  Geron);  8."*  /  generatori  di  gas  povero  per 
le  centrali  tramviarie  (relatore  E.  Ziffer)  ;  9.*^  /  limiti  di 
velocità  delle  tramvie  elettriche  (relatore  E.  Krasa). 

La  New  York  Central  Railroad.  -  Nel  novembre  1900 
è  stata  inaugurata  la  prima  parte  deir  impianto  di  tra- 
zione elettrica  nella  ferrovia  New  York  Central  and 
Hudson  Rivor  Railroad,  una  dello  più  grandiose  appli- 
cazioni di  trazione  elettrica  ferroviaria  finora  eseguite. 
Ai  lettori  di  questo  Annuario  sono  già  noti  il  carattere 
e  lo  scopo  di  questa  opera.  Si  tratta  dell'elettrizzazione 
di  una  estesa  reto  di  tronchi  di  penetrazione  di  ferrovie 
in  arrivo  a  New  York.  L' impianto  è  alimentato  da  due 
officine  con  turbine  a  vapore,  1'  una  detta  di  Port  Morris 
e  l'altra  di  Yonkers.  La  prima  contiene  per  ora  10  cal- 
daie Babcock  da  625  mq.,  con  caricatori  Roney,  e  4  tur- 
boalternatori Gerì  orai  F^Iectric  da  5000  kw.,  con  conden- 
satori Worthington  a  superficie,  direttamente  attaccati,  e 
un  quadro  di  manovra  a  distanza. 

La  seconda  deve  raggiungere  una  potenza  circa  equi- 
valente. 

La  corrente  prodotta  da  queste  centrali  è  trifase  a  25 
periodi  ali  mila  volt,  e  viene  distribuita  a  8  sottosta- 
zioni convertitrici,  e  collocato  entro  un  raggio  massimo 
di  35  km.  dalla  stazione  principale  dei  treni  d'  arrivo. 

Ogni  sottostazione  ha  3  convertitori  rotanti,  più  una 
batteria  di  accumulatori.  La  potenza  complessiva  di  tutte 


142  Elettrotecnica 


le  sottostazioni  è  circa  60  mila  kilowatt,  di  cui  27  mila 
in  macchinario  e  il  resto  nelle  batterie.  Da  queste  sotto- 
stazioni r  energia  elettrica  è  distribuita  sotto  forma  di 
corrente  continua  a  660  volt,  per  mezzo  di  una  rete  di 
condutture  di  distribuzione,  che  comprende  150  km.  di 
canapi  sotterranei  e  500  km.  di  conduttori  aerei. 

La  rete  che  viene  elettrizzata  comprende  450  km.  di 
biìiario,  tutto  a  terza  rotaia.  Il  materiale  rotabile  com- 
l)ronde  locomotive  elettriche  e  vetture  automotrici.  Le 
locomotive  sono  da  2200  hp.  ciascuna,  capaci  di  rimor- 
chiare un  treno  di  250  tonnellate  con  la  velocità  di 
l'iO  km.;  ovvero  un  treno  di  900  tonnellate  con  la  velo- 
cità di  65  km.  Le  vetture  elettriche  pesano  41  toun.  e 
hanno  armamento  di  400  hp.  ciascuna,  e  sono  destinate 
|)cr  servizio  a  unità  multiple,  con  velocità  di  80  km.  Torà. 
L  intero  parco  di  materiale  rotabile  elettrico  raggiungerà, 
a  opera  completa,  la  potenza  complessiva  di  r30,00()  hp. 

('ol  servizio  elettrico,  i  treni  a  vapore  vengono  presi 
a  rimorchio  all'  arrivo  nelle  stazioni  suburbane  di  New 
Ynrk,  e  portati  fino  alla  Grande  Stazione  Centrale,  che 
(jiiando  sarà  completata  comprenderà  due  piani  di  binari, 
entrambi  sotterranei,  con  80  km.  di  sviluppo  di  binari,  e 
ima  capacità  complessiva  di  12,000  vetture. 


La  elettrizzazione  della  Stadtbahn  di  Vienna,  —  La 
tirrovia  metropolitana  (Stadtbahn)  di  Vienna,  inaugurata 
alcuni  anni  or  sono,  fa  servizio  con  treni    a  vapore  nel- 

I  intera  rete,  dello  sviluppo  di  30  km.  di  doppio  binario. 
<!li  inconvenienti  del  fumo  hanno  condotto  a  decidere  di 
-nstituire  la  trazione  elettrica  a  quella  a  vapore;  un  espe- 
rimento del  sistema  proposto  ha  avuto  luogo  Tanno 
^c  >rso,  su  un  tronco  di  2  km.  nel  quartiere  del  Prater. 
Jl  sistema,  della  casa  Krizik  di  Praga,  è  analogo  allo 
st'sso  già  in  uso  sulla  linea  Tabor-Bechyne  in  Boemia, 
e  comprende  T  uso  della  corrente  continua  ad  alta  ten- 
sione, con  la  distribuzione  a  tre  fili.  Si  è  conservato  e 
s  intende  conservare  il  materiale  rotabile  già  esistente; 
ili  luogo  della  locomotiva  a  vapore  è  stata  sostituita  una 
locomotiva  elettrica.  La  locomotiva  ha  4  motori  da  750 
volt  ciascuno,  in  serie  fra  loro,  in  modo  da  dare  3000  volt 
IVa  gli  estremi,  ovvero  1500  volt  fra   neutro  ed  estremi. 

II  neutro  è  costituito  dalle  rotaie;  gli  estremi  sono  duo 
conduttori  aerei.  La  locomotiva  di  Vienna  pesa  29  ton- 
nellate, di  cui  la  metà  è  per  T  armamento  motore,  costi- 


Trazione  elettrica  143 


tuito  da  4  motori  da  120  hp.  a  ingranaggio,  2  prese  di 
corrente  a*  pantografo  e  motori  ausiliari  pei  compressori 
e  per  le  pompe  a  vuoto. 

La  trazione  elettrica  sulla  Pennsylvania  RaiTroad,  — 
Il  18  settembre  1906  è  stato  inaugurato  l'esercizio  elet- 
trico sul  tronco  tra  Camden  (Filadelfia)  e  Atlantic  City, 
conosciuto  sotto  il  nomo  di  West  Jersey  and  Seashore 
Branch,  appartenente  alla  rete  ferroviaria  della  Pennsyl- 
vania Railroad.  Il  tronco  elettrizzato  ha  la  lunghezza  di 
100  km.,  più  una  diramazione  laterale  di  16  km.;  è  tutto 
a  doppio  binario,  in  parte  armato  con  nuove  rotaie  da 
50  kg.  per  metro.  Esso  ha  grande  importanza,  perchè 
costituisce  una  delle  due  linee  dirette  di  comunicazione 
tra  Philadelphia  e  il  mare.  L' impianto  elettrico  è  stato 
eseguito  dalla  General  Electric  Company,  col  sistema  a 
corrente  continua.  L'officina  generatrice  si  trova  sul  fiume 
di  Big  Timber  e  contiene  :  3  turbogeneratori  Curtis  trifasi 
da  2(X)0  kilowatt  a  6600  volt  e  25  periodi;  2  eccitatrici, 
3  condensatori  barometrici;  12  caldaie  Stirling  da  358 
metri  quadrati;  macchinario  per  la  manovra  automatica 
del  carbone;  trasformatori  da  6600  a  33.(X)0  volt.  Il  mac- 
chinario descritto  è  quello  iniziale,  e  sarà  aumentato  in 
seguito.  Dalla  centrale  generatrice  la  corrente  trifase  a 
33.000  volt  viene  distribuita  a  8  sottostazioni  converti- 
trici, le  quali  la  trasformano  in  corrente»  trifase  a  430  volt, 
e  indi,  per  mezzo  di  convertitori  rotanti,  in  corrente 
continua  a  650  volt.  La  linea  di  lavoro  è  in  parte  a  terza 
rotaia,  in  parte  a  conduttura  aerea.  Il  materiale  mobile 
elettromotore,  pel  servizio  iniziale,  comprende  62  vetture 
passeggeri  da  58  posti,  e  6  vetture  bagagli  e  miste;  le 
vetture  sono  tutto  del  tipo  a  quattro  assi,  lunghe  15  metri, 
e  pesano  40  tonnellate,  compreso  V  equipaggiamento.  Ogni 
vettura  ha  2  motori  GÈ  69  da  200  hp.,  con  controller  a 
unità  multiple.  Adottando  il  servizio  elettrico  è  stato 
intensificato  T orario:  treni  diretti  partono  ogni  ora,  e 
treni  ordinari  ogni  dieci  minuti. 

Nuove  locomotive  trifasi  per  la  Valtellina.  —  Una 
nuova  serie  di  locomotive  trifasi,  della  casa  Ganz,  è 
entrata  in  esercizio  nelle  linee  della  Valtellina  nel  1896 
e  1897.  Queste  locomotive  sono  analoghe  a  quelle  del 
Sempione.  Ciascuna  ha  3  assi  motori,  con  ruote  grandi 
e  2  assi  portanti,  con   ruote,  piccole.   I   tre   assi   motori 


144  Elettrotecnica 


sono  mossi  per  mezzo  di  un  meccanismo  articolato,  senza 
riduzione  di  velocità,  da  due  motori  elettrici  di  grandi 
dimensioni.  La  locomotiva  in  ordine  di  servizio  pesa  62 
tonnellate,  di  cui  42  tonnellate  sono  sulle  ruote  motrici. 
I  gradi  fii  velocità  sono  tre,  e  cioè  64,  42,  o  25  chilo- 
metri Torà;  la  potenza  di  trazione  della  locomotiv^a  è  di 
3500  kg.  alla  velocità  massima,  e  di  6000  kg.  alla  velo- 
cità minima,  per  servizio  continuato  di  dieci  ore.  Per 
servizio  di  un'  ora  i  motori  danno  1200  a  1500  hp.  cia- 
scuno. Il  regolaggio  è  fatto  con  sistema  misto. 

Ferrovia  Philadeìpliia- Western,  —  Il  22  maggio  1907  è 
stata  inaugurata  la  tratta  fra  Filadelfia  e  Strafford,  Pa. , 
della  nuova  ferrovia  Philadelphia -Western,  espressa- 
mente costrutta  per  trazione  elettrica.  La  linea  è  lunga 
18  km.  a  doppio  binario  ed  è  stata  armata  col  sistema 
della  terza  rotaia.  Su  di  essa  circolano  22  vetture  Pull- 
mann  a  quattro  motori.  La  stazione  centrale  è  equipag- 
giata con  due  turbogeneratori  Curtis  da  2000  kilowatt,  e 
la  trasmissione  è  fatta  col  sistema  trifase,  e  trasforma- 
zione nelle  sottostazioni  convertitrici. 

IJ  elettrizzazione  della  West  Shore  Railroad.  —  In 
data  15  giugno  1907  è  stato  inaugurato  il  servizio  elet- 
trico in  sostituzione  di  quello  a  vapore  sul  tronco  fra 
Utica  e  Siracusa  della  West  Shore  Railroad,  negli  Stati 
Uniti  d'America.  La  linea  è  lunga  70  km.,  quasi  tutta  a 
quadruplo  binario.  Il  sistema  di  trazione  prescelto  è  a 
corrente  continua,  a  terza  rotaia,  a  6(X)  volt.  Le  vetture 
sono  del  tipo  Pullmaun,  a  4  assi,  lunghe  15  metri,  e 
sono  armato  con  4  motori  GÈ  73.  I^a  corrente  proviene 
da  una  trasmissione  primaria  trifase  a  60.1KX)  volt  e  40 
periodi,  e  per  ora  è  generata  da  una  centrale  a  vapore, 
che  sarà  sostituita  dal  nuovo  impianto  idroelettrico  della 
Hudson  River  Electric  Power  Company.  G.  U. 


Telegrafia  e  telefonia  senza  filo  146 


II.  —  Telegrafia  e  telefonia  senza  filo. 

La  fase  nuova,  nella  quale  la  telegrafìa  senza  filo  è 
entrata,  poco  più  di  un  anno  fa,  mercè  V  opera  del  danese 
ing.  Poulsen,  dei  lavori  del  quale  si  è  reso  conto  nel 
precedente  Annuario^  ha  dato  un  nuovo  impulso  air  atti- 
vità degli  inventori  e  costruttori,  e  si  è  manifestata  nella 
stampa  tecnica  con  una  esuberanza  di  pubblicazioni  rela- 
tive alla  trasformazione  delle  correnti  continue  in  correnti 
alternate  di  altissima  frequenza,  ossia  in  oscillazioni 
elettriche  persistenti,  per  mezzo  dell'arco  voltaico.  Tut- 
tavia di  queste  pubblicazioni  una  buona  parte  è  desti- 
nata precipuamente  a  rivendicare  i  presunti  diritti  di 
priorità  dei  loro  autori  di  fronte  al  sig.  Poulsen  ;  e  -per 
quanto  il  cronista  non  possa  disinteressarsi  completa- 
mente davanti  a  quistioni  di  tale  genere,  nel  caso  attuale 
le  i*eclamazioni  o  riguardano  disposizioni  troppo  differenti 
da  quelle  dell'arco  cantante,  oppure  sono  basate  sopra 
asserzioni  troppo  vaghe  per  poter  invalidare  il  fatto,  che 
il  Poulsen,  mercè  un  lavoro  tenace  ed  ingegnoso,  è  riu- 
scito primo  a  raccogliere  il  frutto  del  seme  contenuto 
nelle  ricerche  di  Duddell,  di  Simon  e  di  altri.  Con  ciò  non 
vogliamo  dire  che  altri,  indipendentemente  da  Poulsen 
e  forse  anche  simultaneamente  a  lui,  non  sia  pure  giunto 
ad  un  risultato  il  quale,  date  le  ricerche  anteriori,  era  per 
così  dire  nell'aria;  né  intendiamo  negare  il  legittimo 
merito  a  quelle  indagini  più  recenti  le  quali,  pur  non 
aggiungendo  che  qualche  dettaglio  nuovo  ad  un  metodo 
oramai  noto,  ebbero  tuttavia  il  merito  di  accrescerne  il 
valore  pratico.  ^ 

Ricordiamo  a  questo  proposito,  che  la  disposizione 
dell'arco  cantante,  che  è  quella  adottata  anche  da  Poulsen, 
si  ha  congiungendo  le  due  armature  di  un  condensatore, 
r  una  direttamente  e  l' altra  attraverso  un  rocchetto  di 
conveniente  autoinduzione,  coi  due  elettrodi  di  un  arco 
voltaico  alimentato  da  una  sorgente  di  corrente  continua. 
Allora,  dati  certi  valori  della  capacità  e  dell'autoindu- 
zione, il  circuito  costituito  dall'arco  coi  suoi  elettrodi, 
dal  condensatore  e  dal  rocchetto  diventa  sede  di  correnti 
oscillatorie,  in  virtù  di  una  qualità  particolare  dell'arco, 
la  quale  appare  nella  sua  cosidetta  caratteristica  discen- 
dente. S'intende  con  caratteristica,  nel  caso  dell'arco 
come  di  una  dinamo,  la   curva  la   quale   rappresenta  la 

Annuario  scibktiii'ico  —  XLIV.  10 


14f>  Elettrotecnica 


relazione  tra  forza  elettromotrice  (o  differenza  di  poten- 
ziale) ed  intensità  di  corrente;  e  la  caratteristica  dell'arco 
si  dice  discendente,  perchè  ad  un  aumento  deir  intensità 
della  corrente  nell'arco  corrisponde  una  diminuzione 
della  differenza  di  potenziale  tra  gli  elettrodi.  Avviene 
infatti,  in  conformità  colla  caratteristica  discendente,  che 
una  qnalsiasi  diminuzione  dell'  intensità  della  corrente 
nell'arco,  essendo  accompagnata  da  un  aumento  della 
differenza  di  potenziale  tra  gli  elettrodi,  fa  aumentare  la 
carica  e  la  differenza  di  potenzialo  nel  condensatore,  il 
quale  poi  ad  un  certo  punto  si  scarica  attraverso  l'arco, 
assecondando  la  corrente  principale  che  traversa  V  arco 
stesso,  sinché  la  diminuzione  della  differenza  di  poten- 
ziale dia  luogo  ad  una  nuova  fase  di  carica  del  conden- 
satore. Le  alternazioni  sono  rese  regolari  dalla  capacità 
ed  autoinduzione,  che  conferiscono  al  circuito  un  deter- 
minato periodo  oscillatorio,  ma  la  possibilità  di  periodi 
brevi  è  legata  alla  rapidità,  colla  quale  varia  la  differenza 
di  potenziale  nell'arco  al  variare  della  corrente,  ossia 
alla  rapida  discesa  della  curva  caratteristica  ed  anche, 
come  conseguenza  di  ciò,  alla  brevità  del  tempo,  per  il 
quale  la  forza  elettromotrice  può  annullarsi  completa- 
mente senza  che  l'arco  si  spenga.  Vi  ò  bensì  un'altra 
spiegazione  del  fenomeno,  la  (piale  mette  in  prima  linea 
la  temperatura  dell'arco  e  la  rapidità,  colla  quale  essa  è 
suscettibile  di  variare,  ma  sotto  T  uno  come  sotto  l'altro 
punto  di  vista  l'arco  tra  un  anodo  metallico  mantenuto 
freddo  ed  un  catodo  di  carbone  in  un  ambiente  di  gas 
non  ossidante  è  su[)eriore  all'arco  tra  carboni  nell'aria, 
ed  ha  permesso  appunto  al  Poulsen  di  realizzare  quelle 
frequenze  che  sono  necessario  per  la  telegrafia  senza 
filo  e  che  ultimamente  avrebbero  raggiunto  1  milione  al 
minuto  secondo.  Tuttavia  conviene  rilevare  che  anche 
coir  arco  solito  tra  elettrodi  di  carbone  o  meglio  di  grafite 
già  qualche  anno  fa  il  Salomonson  e  recentemente  Austin 
ottennero  delle  frequenze  di  qualche  centinaia  di  migliaia 
(li  oscillazioni  al  minuto  secondo. 

Sarebbe  peraltro  un  errore  il  voler  ritenere  che  l'ap- 
parecchio di  Duddell  o  di  Poulsen  emettesse  delle  onde 
continue  dovute  ad  oscillazioni  semplici  e  di  ampiezza 
costante.  Secondo  Eisenstein,  si  tratterebbe  sempre  di 
oscillazioni  smorzate,  e  la  differenza  tra  il  metodo  della 
scarica  a  scintille  e  quello  di  Poulsen  sarebbe  dovuta 
unicamente  al  fatto,  che  nel  primo  metodo  le  scariche  si 


•T       r- 


Telegrafia  e  telefonia  senza  filo  147 


succedono  ad  intervalli  grandi  in  proporzione  alla  durata 
delle  oscillazioni  generate  da  ciascuna  scarica,  mentre 
nel  caso  dell'arco,  ciascuna  serie  di  oscillazioni,  comin- 
ciando prima  che  quelle  precedenti  si  siano  spente,  si 
unisce  con  queste  in  una  forma  di  onda  più  o  meno 
complessa,  ma  praticamente  persistente  se  non  di  am- 
piezza proprio  costante.  Infatti  Gerbino  aveva  trovato 
che  la  corrente  nel  circuito  derivato  di  Duddell  non  è 
della  semplice  forma  sinusoidale,  ed  il  periodo  d'oscilla- 
zione non  corrisponde  a  quello  che  si  calcola  dalla  capa- 
cità ed  autoinduzione  in  base  alla  nota  formola.  Anche 
Austin,  studiando  le  oscillazioni  generate  dalla  disposi- 
zione di  Duddell  in  un  circuito  secondario  di  risonanza, 
notò  accanto  air  oscillazione  fondamentale  di  ampiezza 
massima  delle  oscillazioni  armoniche  più  deboli.  Lo  stesso 
Austin,  eseguendo  delle  esperienze  con  elettrodi  metallici 
neir  aria  compressa  sino  a  7  atmosfere  di  pressione,  fece 
pure  vedere  che,  mentre  crescono  assai  la  forza  elettro- 
motrice e  l'energia  delle  oscillazioni,  l'arco  finisce  col 
trasformarsi  in  una  successione,  assai  rapida  bensì,  ma 
non  continua,  di  scariche  a  scintille  Oltre  a  queste  disu- 
guaglianze di  carattere  periodico  e  regolare  le  onde 
emesse  dall'  arco  non  sarebbero  neppure  esenti,  a  quanto 
sostiene  il  Fleming,  da  variazioni  irregolari  dipendenti 
da  qualche  inevitabile  fluttuazione  dell'arco  stesso. 

Tutto  ciò  non  impedisce  però  al  metodo  dell'arco  di 
sostenere  vigorosamente  la  concorrenza  col  metodo  delle 
scintille,  che  tuttavia  anch'esso  va  perfezionandosi  conti- 
nuamente. È  assai  istruttivo  sotto  questo  riguardo  un 
resoconto,  testé  apparso  uoìV  Electric ian^  sulla  stazione 
eretta  dalla  «  Amalgamated  Radio-Telegraph-Company  »  a 
Cullercoats,  nella  provincia  di  Northumberland,  a  circa  8 
miglia  da  Newcastle.  Sul  funzionamento  di  questa  stazione 
sinora  si  erano  avute  poche  informazioni,  perchè  essa, 
più  che  ad  un  servizio  regolare  per  il  pubblico,  sino  a 
questi  giorni  era  adibita  a  prove  di  vario  genere  ;  e  poiché 
la  detta  Compagnia  é  concessionaria  tanto  dei  brevetti 
di  Poulsen  quanto  di  quelli  di  De  Forest,  la  stazione  di 
Cullercoats  offriva  una  opportunità  eccezionale  per  valu- 
tare le  qualità  relative  del  metodo  ad  arco  e  di  quello  a 
scintille,^chè  tutti  i  due  vi  si  trovano  impiantati,  funzio- 
nando in  condizioni  identiche.  Sarà  perciò  opportuno 
descrivere  con  qualche  dettaglio  gli  apparecchi  ed  il  fun- 
zionamento di  questa  stazione. 


f^T" 


148 


Elettrotecnica 


L'auteaua  della  staziono  di  CuUercoats,  eretta  sopra 
un  promontorio  che  si  innalza  di  poco  sopra  il  livello 
del  mare,  è  sostenuta  da  un  albero  alto  66  metri,  costruito 
in  legno  e  tenuto  in  posto  mediante  corde  metalliche 
isolate  dal  suolo.  Essa  è  composta  di  24  fili  di  bronzo  i 
quali  si  estendono  dalla  cima  dell'albero,  da  cui  sono 
isolati,  sotto  forma  di  ombrello,  abbracciando  un  cerchio 
di  60  metri  di  diametro  colle  loro  estremità  inferiori,  che 
si  trovano  a  30  metri  sopra  il  suolo  e  sono  congiunte 
mediante    un    filo   comune,   mentre  di    sopra    i   fili  sono 

divisi  in  due  gruppi  indi- 
pendenti, ciascuno  dei 
quali  manda  un  condut- 
tore isolato  nel  casotto 
degli  apparecchi.  Questa 
disposizione  era  nchiestii 
perchè  gli  apparecchi  rice- 
vitori del  sistema  De  Forest 
vengono  appunto  interca- 
lati tra  le  due  metà  d' una 
antenna  doppia ,  mentre 
cogli  apparecchi  Poulseu 
i  24  fili  sono  uniti  in  paral- 
lelo.  Le  comunicazioni 
colla  terra  sono  ottenute 
mediante  una  ventina  di 
fili  introdotti  nel  suolo. 

Attualmente  gli  appa- 
recchi a  scintilla  sono  de- 
stinati a  comunicare  coi  vapori  di  una  linea  che  fa  il  ser- 
vizio tra  la  Scandinavia  e  l'America;  e  poiché  la  minima 
distanza  tra  questi  vapori,  mentre  sono  in  rotta,  e  la  stazione 
di  Cullercoats  è  di  circa  450  km.,  V  impianto  dispone  di 
una  forza  considerevole.  Una  corrente  alternata  di 
400  volta  a  120  alternazioni,  generata  da  un  alternatore 
di  5  chilowatt,  è  trasformata  a  50000  volta  mediante  un 
trasformatore  a  secco,  al  secondario  del  quale  è  con- 
giunto il  circuito  oscillatorio  costituito  da  una  batteria  di 
bottiglie  di  Leida,  da  una  autoinduzione  variabile  e  dalla 
bcintilla.  L'antenna  è  unita  a  questo  circuito  mediante 
accoppiamento  diretto,  e  manipolando  una  leva  può  stac- 
carsene per  entrare  ùi  comunicazione  coir  apparecchio 
ricevitore.  La  disposizione  di  quest'  ultimo  risulta  dal  dia- 


Fiff.  11. 


Telegrafia  e  telefonia  senza  filo  149 

^amma  della  fig.  1 1  ;  vi  sono  indicati  la  cellula  elettro- 
litica E  sensibile  alle  onde,  ed  i  rocchetti  a  contatto 
mobile,  coi  quali  si  effettua  la  sintonizzazione  alla  lun- 
ghezza d' onda  dell'  apparecchio  trasmettitore.  Furono 
scambiati  dei  telegrammi  tra  questi  apparecchi  ed  altri 
simili  collocati  a  Cristiansand,  alla  distanza  di  650  km., 
ed  in  un  caso  la  comunicazione  si  ebbe  sino  a  Cristiania. 
Per  il  sistema  Poulsen  vi  sono  due  impianti  distinti. 
L' uno  comprende  tre  archi,  con  anodo  di  rame  e  catodo 
di  carbone  in  un'atmosfera  d'idrogeno  o  di  vapore 
d'alcool.  I  tre  archi  possono  disporsi  in  serie  sotto  una 
forza  elettromotrice  di  480  volta,  oppure  si  possono  anche 
adoperare  separatamente  con  160  volta.  Essi  si  avviano 
sollevando  e  lasciando  ricadere  l'anodo  di  rame,  che  si 


Pig.  12. 

trova  al  di  sopra  del  catodo  ;  il  raffreddamento  si  ottiene 
per  mezzo  di  flange  applicate  all'anodo  ed  alla  scatola 
che  circonda  gli  elettrodi  ;  un  campo  magnetico  verticale 
mantiene  l'arco  in  rotazione  attorno  all'asse  degli  elet- 
trodi. Quest'apparecchio,  quando  i  tre  archi  sono  disposti 
in  serie,  permette  di  segnalare  sino  a  900  km.  di  distanza; 
adoperati  invece  singolarmente  essi  servono  per  la  tele- 
fonia senza  filo.  Al  servizio  telegrafico  ordinario  si  prov- 
vede con  un  altro  arco  ad  elettrodi  orizzontali  circondati  da 
un'atmosfera  di  gas  illuminante  e  governati  da  una  molla. 
Il  diagramma  della  fig.  12  rappresenta  il  circuito  oscilla- 
torio, il  quale,  messo  in  derivazione  sull'arco,  comprende, 
come  al  solito,  dei  condensatori  ed  un  rocchetto  al  quale 
l'antenna  e  la  comunicazione  colla  terra  sono  congiunte 
per  accoppiamento  diretto.  I  segnali  telegrafici  non  si 
danno,  come  si  usa  cogli  apparecchi  a  scintilla,  per  mezzo 
di  chiusure  ed  interruzioni  della  corrente  primaria,  ma 
si  ottengono  invece  modificando,  mediante  l'abbassamento 


4 


.  t^^m 


160 


Elettrotecnica 


del  tasto  telegrafico  che  esclude  dal  circuito  alcuni  giri 
del  rocchetto,  il  periodo  delle  onde  emanate  dall' appa- 
recchio. Si  evitano  così,  malgrado  Tuso  di  correnti  in- 
■tonse,  le  forti  scintille  d' interruzione  che  costituiscono 
un  serio  inconveniente  negli  altri  sistemi. 

Lo  schema  dell'apparecchio  ricevitore  si  vede  nella 
fig.  13.  Il  circuito  deir  antenna  ed  il  circuito  risonatore 
sono  messi  in  relazione  fra  di  loro  per  via  elettromagne- 
tica, e  r  accoppiamento  è  debole,  perchè  in  questo  modo 
si  escludon(i  efficacemente  le  onde  di  periodo  anche  poco 
diverso  da  quello  voluto,  mentre  nel  caso  di  risonanza 
perfetta  la  continuata  azione  delle  onde  produce  tuttavia 

degli  effetti  in- 
tensi. Un  con- 
densatore varia- 
bile )iel  circuito 
risonatore  serve 
ad  ottenere  la 
sintonia,  ed  il 
«  tikker»r,  vale 
a  dire  un  mar- 
tellino elettro- 
magnetico assai 
sensibile,  stabi- 
lisce ed  inter- 
rompe a  brevi 
intervalli  la  co- 


FiR.  18. 


'""^/^^m  wA^^^' 


municazione  con  un  circuito  laterale  contoncMite  un  con- 
densatore di  capacità  maggiore  di  cpiello  inserito  nel 
circuito  prhicipale.  All'atto  di  chiusura,  una  gran  j)arte 
dell'energia  accumulata  per  risonanza  nel  circuito  princi- 
pale passa  nel  detto  condensatore,  il  (juale  poi  si  sca- 
rica attraverso  un  telefono.  Per  mezzo  di  (|uesto  artifizio, 
dei  segnali  perfettamente  distinti  furono  ricevuti  dalle 
stazioni  danesi  di  Lyngby  e  di  F^sbjerg,  distanti  la  prima 
circa  9()0  km.  e  la  seconda  circa  500  km.  da  (^ullercoats. 
Stando  colla  relazione  data  noW  Elee tr ir ian^  il  con- 
fronto eseguito  a  CuUercoats  tra  i  sistemi  De  Forest  e 
Poulsen  sarebbe  riuscito  nettamente  a  favore  di  quest'ul- 
timo. Non  solo  r  impianto  del  sist(Mna  Poulsen  ò  più 
compatto  e  di  più  facih»  isolamento,  perchè  non  occor- 
rono tensioni  cosi  elevate*  come  colle  scariche  a  scintilla, 
ma  le  operazioni  che  costituiscono  remissione  dei  segnali 
sono  j)iù  s«Mnj)lici  e  [)iù  sicure  o  la   sintonia  è  assai  più 


!>■-  r 


.  Telegrafia  e  telefonia  senza  filo  161 

esatta.  Col  ricevitore  Poulsen  si  constata  senza  difScoltà 
una  variazione  del  y,  p.  cento  della  capacità  del  circuito 
dì  risonanza,  mentre  d' altra  parte  le  perturbazioni  atmo- 
sferiche, che  recano  tanta  noia  alla  radiotelegrafia  coi 
sistemi  soliti,  perderebbero  metà  della  loro  efficacia  quando 
si  lavora  con  onde  persistenti.  Infine  queste  ultime  sa- 
rebbero meno  assorbite  che  non  le  onde  smorzate  nel 
passaggio  sopra  regioni  montuose.  Si  constatò  infatti  che 
i  vapori  della  linea  scandinavo-americana,  girando  il 
nord  della  Scozia  in  viaggio  per  la  Scandinavia,  comin- 
ciano a  ricevere  i  segnali  emessi  colle  scintille  molto 
più  tardi  degli  altri,  e  soltanto  dopo  essere  usciti  dal- 
l'ombra  della  Scozia,  mentre  sul  mare  aperto  i  segnali 
dei  due  sistemi  sono  della  stessa  intensità.  Le  prove 
sinora  furono  estese  sino  a  distanze  di  circa  1500  km.; 
per  distanze  maggiori  la  superiorità  sarebbe  ancora  di 
più  per  il  sistema  Poulsen. 

Al  contrario  di  ciò,  quando  si  tratta  di  segnalazioni 
sopra  distanze  medie  e  piccole,  ossia  delle  stazioni  di 
minor  potenza,  che  sono  le  più  numerose  e  perciò  nel 
complesso  sono  anche  di  maggiore  importanza,  il  con- 
fronto pare  non  riesca  tutto  a  favore  del  sistema  Poulsen. 
Del,  resto  anche  per  le  segnalazioni  a  grandi  distanze,  ove 
i  vantaggi  delle  onde  persistenti  si  fanno  maggiormente 
sentire,  molti  ritengono  che  V  arco  come  mezzo  produttore 
di  onde  non  rappresenti  che  una  soluzione  provvisoria  del 
problema,  ed  abbia  tosto  o  tardi  da  cedere  il  posto  ad  un 
congegno  puramente  meccanico,  capace  di  generare  delle 
onde  veramente  continue  e  d'intensità  costante. 


Si  tratterebbe  di  una  dinamo  in  serie,  chiusa  sopra 
un  condensatore,  ossia  di  una  disposizione  non  dissimile 
da  quella  di  Duddell,  salvo  che  all'arco  si  trovasse  sosti- 
tuito r  indotto  della  dinamo.  Sin  dal  1904  il  prof.  Cor- 
bino  aveva  dimostrato,  che  per  dati  valori  della  resistenza 
esterna  e  del  coefficiente  di  proporzionalità  tra  la  forza 
elettromotrice  sviluppata  e  l' intensità  della  corrente  nel- 
r  induttore  di  una  dinamo,  si  producono  nel  circuito  del 
condensatore  delle  correnti  oscillatorie  di  ampiezza  co- 
stante e  di  una  frequenza  determinata  soltanto  dalle  con- 
dizioni del  circuito  esterno  ed  indipendente  invece  dalla 
velocità  di  rotazione  della  macchina.  La  funzione  di 
quest'ultima  si  riduce  allora  a  rifornire  l'energia  consu- 
mata nel  circuito  oscillatore.   Siccome  però  la  resistenza 


162  Elettrotecnica 


per  le  correnti  alternate  cresce  colla  loro  frequenza,  e 
questo  effetta  si  fa  sentire  specialmente  nelle  solite 
macchine  con  ferro  massiccio  o  poco  suddiviso  neir  in- 
duttore e  neir  indotto,  per  tradurre  in  pratica  il  risultato 
sopra  enunciato  occorrerebbe  una  macchina  speciale  con 
nuclei  di  ferro  assai  suddivisi.  La  costruzione  di  una 
macchina  simile  presenta  delle  difficoltà  meccaniche  assai 
grandi,  ma  che  tuttavia  non  dovrebbero  essere  insor- 
montabili. Intanto  il  prof.  Corbino,  con  macchine  di  tipi 
esistenti  o  portando  qualche  modificazione  a  questi  tipi, 
ha  già  potuto  ottenere  dello  frequenze  di  circa  200  alter- 
nazioni al  minuto  secondo.  Questo  risultato  abbastanza 
rimarchevole  dà  adito  alla  speranza  che  il  metodo  accen- 
nato abbia  -da  condurre  ad  una  soluzione  pratica  del- 
l' importante  problema. 


Intanto  anche  le  onde  relativamente  costanti,  quali  si 
ottengono  coir  arco  voltaico  tra  metallo  e  carbone,  hanno 
definitivamente  aperto  il  campo  pratico  alla  telefonia 
senza  filo,  ossia  alla  trasmissione  dei  suoni  e  del  lin- 
guaggio umano  col  veicolo  delle  onde  elettriche.  Sinché 
queste  onde,  prodotte  esclusivamente  mediante  le  scariche 
a  scintilla,  erano  fortemente  smorzate,  e  che  due  emis- 
sioni consecutive  di  queste  onde  erano  separate  da  in- 
tervalli brevi  bensì,  ma  lunghi  in  confronto  colla  durata 
delle  emissioni  stesso,  la  trasmissione  dei  suoni  presen- 
tava delle  difficoltà  quasi  insormontabili,  perchè  le  vibra- 
zioni che  costituiscono  il  fenomeno  sonoro  e  che  dovreb- 
bero tradursi  in  modificazioni  corrispondenti  delle  oscil- 
lazioni elettriche,  si  succedono  troppo  lentamente  per 
poter  imprimere  il  loro  carattere  alle  poche  oscillazioni 
elettriche  destate  da  una  sola  scarica  a  scintilla,  e  troppo 
rapidamente  invece  perchè  all'uopo  potesse  servire  l'azione 
sopra  scintille  successive  generate  nella  solita  maniera. 
La  condiziono  cambia  invece  sostanzialmente  quando 
r  apparecchio  generatore  delle  onde  le  emette  in  modo 
continuo  e  con  ampiezza  delle  oscillazioni  costante.  Basta 
in  questo  caso  disporre  un  circuito  microfonico  in  guisa, 
che  le  variazioni  di  corrente  che  in  esso  avvengono 
quando  si  parla  davanti  al  microfono,  agiscano  snll' oscil- 
latore in  maniera  da  modificare  o  la  frequenza  o  l'am- 
piezza delle  oscillazioni  elettriche.  Il  secondo  di  questi 
effetti  è  più    facile  a  realizzarsi,   e   si  ottiene  p.  es.  me- 


■^.v 


'1  ■ 


Telegrafia  e  telefonia  sema  filo 


153 


diante  la  disposizione  della  fìg.  14,  nella  quale  si  riconosce 
la  dinamo  D  alimentattrice  dell'arco  -4,  dal  quale  è  deri- 
vato il  circuito  oscillatore  coli*  antenna  e  la  comunica- 
zione colla  terra.  L' induttore  della  dinamo  è  provveduto, 
oltreché  dell' avvolgimento  principale  B^  di  un  altro  avvol- 
gimento che  fa  parte  del  circuito  di  un  microfono,  e  che 
viene  percorso  dalla  rispettiva  corrente  in  senso  opposto 
a  quello  della  corrente  nel  ravvolgimento  principale.  Ogni 
volta  che  il  contatto  microfonico,  sotto  la  pressione  eser- 
citata su  di  esso  da 
un'  onda  acustica ,  è 
diventato  conduttore  e 
che  per  conseguenza 
è  cresciuta  l'intensità 
della  corrente  nel  re- 
lativo circuito,  s'inde- 
bolisce il  campo  della 
dinamo  e  con  esso  la 
corrente  alimentatrice 
dell'arco  e  del  circuito 
oscillatore.  In  tale  ma- 
niera le  vibrazioni  so- 
nore si  traducono  in 
variazioni  d' intensità 
delle  onde  elettriche 
che  vengono  emesse 
continuamente  dal  ge- 
neratore ad  arco.  Per 
tradurre  poi  nuova- 
mente in  vibrazioni 
sonore  queste  oscilla- 
zioni elettriche  d'in- 
tensità variabile,  basta 
che    r  antenna    della 

stazione  ricevente  le  trasmotta  ad  un  circuito  risonatore 
che  comprenda,  oltre  ad  un  telefono  e  la  relativa  pila, 
un  rivelatore  d'onde  che  si  modifichi  in  ragione  del- 
l' intensità  delle  correnti  oscillatorie  e  non  già  della  loro 
forza  elettromotrice,  e  che  segua  spontaneamente  e 
rapidamente  ogni  variazione  nelì'  intensità  delle  onde. 
Queste  condizioni  si  trovano  soddisfatte  nel  rivolatore 
elettrolitico,  il  quale  infatti  sembra  preferito  come  or- 
gano sensibile  alle  ondo  nelle  esperienze  di  telefonia 
senza  filo. 


Fiff.  14. 


154  Elettrotecnica 


I 


Sin  dairanno  scorso  potevamo  riferire  su  esperienze 
di  questo  genere  eseguite  da  Ruhmer  e  dalla  Società 
tedesca  di  telegrafìa  senza  filo  non  appena  conosciuta 
r  invenzione  del  Poulsen.  Dopo  quelle  prime  esperienze, 
si  sono  realizzati  notevoli  progressi  tanto  nella  chiarezza 
e  sicurezza  quanto  nella  portata  delle  trasmissioni.  Il  conte 
Arco  riferisce  che  la  Società  tedesca  di  telegrafia  senza 
filo  è  riuscita  a  stabilire  delle  comunicazioni  telefoniche, 
prima  dalla  stazione  di  Berlino  alla  stazione  ricevitrice  di 
Nauen,  che  dispone  di  una  antenna  sorretta  da  un  albero 
alto  100  metri  e  che  dista  36  km.  dalla  stazione  trasmet- 
tente, e  poi  da  Berlino  a  Hheinsberg,  sopra  una  distanza 

l  di  circa  70  km.,  con  antenne  di  soli  25  metri  d'altezza. 

,  Risultati  piti  notevoli  ancora  si  annunziano  dalFAme- 

>  rica,  ove   la   National    Electric  Signalling  Company,  la 

quale  è  concessionaria  delle  invenzioni  del  sig.  Fessenden, 
avrebbe  ottenuto,  sin  da  qualche  anno  fa,  la   comunica- 

K  zione  telefonica  sopra  distanze  di  40  km.,  e  da  un  anno 

è  riuscita  a  trasmettere  il  linguaggio  tra  le  due  stazioni 
della  Compagnia  che  si  trovano  a  Brant  Rock,  vicino  a 
Boston  (Massachusetts)   ed   a   Nuova  York.    La  distanza 

'  tra  le  due  stazioni  è  di  circa  300  km.,  di  cui   tre  quarti 

sopra  terra;  la  stazione  di  Brant  Rock,  che  è  destinata 
essenzialmente  alla  telegrafia  trasatlantica,  possiede  una 
antenna  proporzionata  a  questo  scopo,  mentre  V  antenna 
della  stazione  di  Nuova  York  è  alta  soltanto  60  metri. 
Possono  corrispondere  fra  di  loro,  oltre  le  due  stazioni 
radiotelegrafiche  stesse,  anche  altri  luoghi  ad  esse  vicini 
e  collegati  con  esse  mediante  fili  telefonici.  Le  correnti 
telefoniche  trasmesse,  per  via  ordinaria,  da  qualcuno  di 
quei  luoghi  alla  stazione  radiotelegrafica,  agiscono  in 
quest'ultima  sopra  un  soccorritore  microfonico,  che  pro- 
voca automaticamente  le  corrispondenti  emissioni  di  onde, 
le  quali  producono  poi  all'altra  stazione  in  un  soccorri- 
tore analogo  l' effetto  inverso,  completando  la  comunica- 
zione per  via  del  filo. 

Anche  la  Radio-TeIephone-( 'ompany,  servendosi  di  ap- 
l)arecchi  del  sig.  De  b'orest,  ha  fatto  eseguire,  tanto  in 
occasione  delle  regate  sul  lago  di  Erio,  quanto  tra  le 
navi  da  battaglia  della  fiotta  comandata  dall' ammiraglio 
Evans,  dello  prove  di  telefonia  senza  filo,  le  quali,  sebbene 
le  distanze  superate  non  fossero  molto  grandi,  valsero 
tuttavia  a  mettere  in  evidenza  il  valore  del  nuovo  mezzo 
di  comunicazione  specialmente  per  la  marina  e  la  praticità 
dell'arco  per  la  produzione  di  onde  persistenti. 


Telegrafia  e  telefonia  senza  filo  165 


Tuttavia,  anche  nel  momento  attuale  e  senza  attendere 
l'avvento  del  generatore  meccanico  di  onde  continue,  il 
circuito  Duddell  non  è  l'unico  mezzo  per  la  produzione 
di  onde  elettriche  adatte  per  la  trasmissione  dei  suoni  e 
del  linguaggio.  Non  occorrono  infatti  per  questo  scopo 
delle  onde  rigorosamente  continue,  ed  il  difetto  già  rile- 
vato delle  scariche  a  scintilla,  che  risiede  principalmente 
nella  lunghezza  dell'  intervallo  di  tempo  tra  due  scariche 
successive,  è  stato  eliminato  mediante  una  nuova  dispo- 
sizione creata  dal  prof.  Majorana.  Togliamo  AnW  Elettri- 
cista i  seguenti  appunti  di  una  conferenza  che  il  pro- 
fessor Majorana  ha  fatto  sulla  sua  invenzione,  la  quale, 
oltre  all'apparecchio  produttore  di  scintille,  comprende 
anche  un  microfono  speciale  per  modularne  l'intensità. 

Supponiamo  che  tra  le  palline  di  uno  spinterometro, 
delle  quali  una  sia  collegata  al  suolo  e  l'altra  ad  una 
antenna  irradiante,  si  faccia  scoccare  una  serie  ininter- 
rotta di  scintillo.  Ad  una  certa  distanza  un  rivelatore 
acustico,  fornito  anch'esso  di  antenna  e  di  comunicazione 
col  suolo,  permette  di  ascoltare  il  rapido  succedersi  dello 
scintille  con  tutte  le  particolarità.  Accelerando  la  produ- 
zione dello  scintille,  si  finirà  per  avere  al  rivelatore  la 
percezione  del  suono  corrispondente  alla  frequenza  di 
quelle  scintille.  Se  però  il  numero  di  queste  supera  il 
limite  di  circa  10000  al  minuto  secondo,  non  si  sente  più 
al  detector  il  fischio  o  sibilo  corrispondente  all'altezza 
così  elevata,  ma  solo  un  crepitìo  irregolare,  dovuto  a 
qualche  scintilla  più  o  meno  intensa  dello  altre. 

Questo  fatto  può  spiegarsi  in  due  maniere:  o  la  de- 
pressione elementare  del  ciclo  di  isteresi  del  ferro  del 
detector,  dovuta  a  ciascuna  scintilla,  provoca  nel  circuito 
telefonico  delle  correnti  indotte  troppo  deboli,  o  il  tele- 
fono, a  causa  della  sua  inerzia  elettrica  e  meccanica,  è 
incapace  di  seguire  variazioni  così  raj^ide. 

È  noto  d'altra  parte  che  la  parola  articolata  è  accom- 
pagnata talvolta  da  suoni  o  sibili,  il  cui  periodo  può 
essere  anche  di  V,->.,  di  minuto  secondo;  ma  queste  deli- 
catissime sfumature  della  voce  non  arrivano  al  ricevitore 
di  un  ordinario  apparato  telefonico.  Ciò  non  toglie  però 
che  la  riproduzione  telefonica  della  viva  voce  sia  prati- 
camente perfetta.  Si  può  dunque  ritenere?  che  tutti  quei 
congegni,  destinati  alla  trasmissione  o  riproduzione  indi- 


1 


lÒC)  Elettrotecnica 


ì 


i 


V 

1 
♦ 

/ 

J 


/ 


> 

y  retta  della   parola   diano   risultati   pratici   soddisfacenti, 

j.  pur  non  essendo  impressionati  dalle* sfumature  acustiche 

inferiori  ad  Vioooo  ^^  minuto   secondo   circa;  e  se  nello 

^  spinterometro  sopra  considerato  si  generano  delle  varia- 

zioni neir  intensità  dello  onde  emesse  corrispondenti  a 
vibrazioni  sonore,  si  udiranno  al  detector  i  suoni  e  le 
parole  trasmesse. 

-  \  Per  ottenere  la  necessaria  rapidità   nella   successione 

delle  scintille,  il  prof.  Majorana  ha  costruito  uno  spinte- 
rometro rotante,  formato  da  un  motore,  sull'  asse  del 
)  (piale  è  fissato  un  disco  di  ebanite  portante  sulle  facce 
opposte  due  anelli  metallici  sui  eguali  poggiano  due  spaz- 
zole metalliche  inserite  nel  circuito  di  scarica  costituito 
dal  secondario  di  un  trasformatore  e  da  una  conveniente 
capacità.  Gli  anelli  sono  congiunti  a  due  fili  metallici, 
ciie  corrono  fra  di  loro  paralleli,  e  tra  i  quali  scoccano 
j  lo  scariche,  e  se  lo  spinterometro  è  messo  in  rapida  rota- 

zione, le  scintille,  soffiate  violentemente  dall'aria,  si  sepa- 
rano e  si  può  così  ottenerne  un  numero  di  circa  10000 
al  minuto  secondo. 

D' altra  parte  il  compito  della  modulazione  delle  scin- 
tille è  stato  risolto  dal  prof.  Majorana  per   mezzo  di  un 
'  microfono  idraulico  basato  sulle  proprietà  capillari  dei 

liotti  liquidi. 

Un  getto  liquido,   che   affluisce  da  un  foro  costruito 
s«^condo   norme   speciali,   scorre   limpido   per  una   certa 
lunghezza,  dipendente  dalle  dimensioni  del  foro  e  dalla 
pressione  di  efflusso;  comincia  indi  a  rompersi  in  gocce, 
/  1'  quali   talvolta   si   succedono   con   frequenza   sensibil- 

;(  monte  costante  e  spesso   elevatissima.   Questa   frequenza 

rappresenta,  in  determinate  condizioni,  il  periodo  proprio 
li  vibrazione  del  getto.  Acusticamente  si  può  osservare 
1  osistenza  di  questo  periodo,  facendo  battere  il  getto,  nel 
punto  in  cui  comincia  a  rompersi,  su  di  una  membrana 
riastica,  la  quale,  così,  ripeto  esattamente  il  suono  corri- 
spimdente  a  quel  periodo;  air  infuori  di  questo,  si  può 
costringere  il  getto  a  vibrare  con  periodi  svariatissimi. 
S(*  vibrazioni  meccaniche  esterne  vengono  a  colpire  il 
Liotto  liquido,  si  manifestano  nella  vena  liquida  delle  con- 
trazioni periodiche  a  breve  distanza  dalla  bocca.  Tali 
contrazioni  seguono  esattamente  i  periodi  vibratori  pro- 
\  «nienti  dall' esterno,  per  cui  il  getto  costringe  la  mem- 
brana, su  cui  batte,  a  ripetere  i  suoni  corrispondenti  a 
pioi  periodi.  Se  il  getto  batte  sopra  una  superficie  piana, 


Telegrafia  e  telefonia  sema  filo  167 

normale  alla  sua  direzione,  esso  dà  origine  ad  un  velo 
liquido,  il  cui  spessore  è  variabile,  dipendentemente  dalle 
vibrazioni  del  getto. 

Utilizzando  questi  fenomeni,  il  prof.  Majorana  ha 
costruito  un  microfono  che  permette  di  ottenere  correnti 
telefoniche  di  grandissima  intensità  e  purezza.  Tale  mi- 
crofono è  costituito,  oltre  che  dalla  solita  imboccatura 
per  concentrare  le  onde  sonore,  da  una  membrana  con- 
nessa rigidamente  ad  un  tubetto  di  vetro,  che  è  libero 
di  muoversi  per  effetto  delle  vibrazioni  della  membrana, 
e  per  il  quale  passa  dell'acqua  leggermente  acidulata 
con  acido  solforico.  Il  liquido  esce  dal  tubetto  per  mezzo 
di  un  apposito  foro;  il  getto  corre  limpido  per  un  certo 
tratto  e  va  poi  a  battere  sopra  la  superfìcie  piana  di  un 
congegno  chiamato  collettore,  il  quale  è  generalmente 
costituito  da  due  pezzi  cilindrici  di  platino,  separati  fra 
loro  per  mezzo  di  una  sostanza  solida  isolante.  La  super- 
ficie superiore  del  collettore  è  ben  levigata,  in  modo  che 
vi  sia  perfetta  continuità  fra  le  varie  parti. 

Il  getto  liquido,  battendo  sul  centro  del  collettore,  si 
trasforma  in  un  velo  sottile,  che  pone  in  comunicazione 
elettrica  continua  i  due  conduttori  metallici.  Un  telefono, 
posto  in  circuito  con  i  suddetti  conduttori  e  con  una 
pila,  sarà  percorso  da  una  corrente  costante  quando  la 
membrana  non  è  colpita  da  vibrazioni  sonore,  quando 
cioè  il  getto  non  si  contrae.  Quando  invece  dei  suoni 
esterni  obbligano  la  membrana  a  vibrare,  la  bocca  di 
efflusso  entra  in  vibrazione,  il  getto  liquido  si  contrae  in 
maniera  variabile,  ed  il  velo  liquido,  formatosi  alla  super- 
ficie del  collettore,  assume  spessori  continuamente  varia- 
bili. L' intensità  della  corrente  telefonica  subisce  delle 
variazioni  periodiche  per  effetto  delle  variazioni  della 
resistenza  del  circuito,  e  si  ottiene  così  la  riproduzione 
dei  suoni  e  delle  parole  pronunciate  davanti  al  microfono. 

Questo  microfono  idraulico,  il  quale  ha  dato  ottimi 
risultati  anche  nella  telefonia  ordinaria  ed  ha  permesso 
di  poter  corrispondere  dall'  Istituto  Elettrico  Centrale  di 
lioma  al  Post  Office  di  Londra,  si  presta  per  eccellenza 
per  la  telefonia  senza  filo.  Infatti,  inserendolo  nel  circuito 
generatore  delle  onde  elettriche  che  contiene  lo  spinte- 
rometro rotante  già  descritto,  si  è  in  grado  di  far  variare 
r  intensità  delle  scintille  corrispondentemente  ai  suoni 
prodotti  davanti  al  microfono,  e  queste  variazioni  si  ripe- 
tono esattamente  al  detector  della  stazione  ricevente,  ri- 


Elettrotecnica 

o  così  i  suoni  e  le  parole  trasmesse.  I^e  espe- 
guite  dal  prof.  Majorana  cogli  apparecchi  de- 
vaiio  infatti  dato  dei  risultati  soddisfacenti,  e 
iiique  che  le  onde  persistenti  per  lo  mono  non 
pensabili  per  la  telefonia  senza  filo. 
a  il  prof.  Majorana,  il  quale  aveva  iniziato  le 
ienze  prima  che  fosse  nota  l'invonzione  del 
iconoscen<lo  egli  stesso  i  vantaggi  che  potevano 
air  uso  di  onde  veramente  persistenti,  decise 
iproflttare  di  questo  nuovo  metodo,  e  sostituì 
rometro  l'arco  neli' idrogeno,  conservando  però 
rofono  idraulico,  il  quale,  potendo  sopportare 
alta  tensione  e  di  forte  Intensità,  costituisce  una 
»  novità  nel  campo  dello  applicazioni  elettriche. 


laca  dell'anno  decorso  presenterebbe  una  grave 
non  menzionassimo  il  fatto,  che  il  17  ottobre 
3  radiotolegraiìco  attraverso  rAllanlico  fu  aporto 
,zioni  marcouiane  di  Clifden  in  Irlanda-e  di 
ton  o  Giace  Bay  nel  Canadil.  Fervono  nella 
slltica  come  in  quella  tecnica  le  discussioni 
questo  avvenimento.  Si  ricorda  che  sono  tra- 
ine anni  dacché  per  la  prima  volta  un  mes- 
3va  varcalo  l'Atlantico  col  veicolo  delle  onde 
che  la  promessa,  data  allora  o  pifi  volto  ripe- 
imminente  apertura  di  un  regolare  servizio 
non  fu  mantenuta;  e  che  oggi  ancora,  dopo 
essa  analoga,  il  servizio  è  rimasto  limitato  alle 
■.i  giornali,  e,  secondo  certe  voci,  lasciorebhe 
1  desiderare.  È  giusto  però  ricordare  pure  che 
i  della  telegrafia  sottomarina  tra  l' Europa  e 
presentarono  delle  peripezie  non  minori;  e  se 
agnia  Marconi  non  sì  può  risparmiare  l'appunto 
isero  abbastanza  cauta  nelle  sue  previsioni  e 
il  progresso  fatto  in  un  quinquennio  non  è 
ino  considerevole.  Ed  il  fatto,  che  all'  infuori 
pagnia  Marconi  anche  le  altre  compagnie  radio- 
io  hanno  già  creato  o  atanno  creando  degli 
grandiosi  per  lo  scambio  di  messag'gi  tra  l'An- 
Nuovo  Mondo,  dimostra  che  per  lo  meno  tra 
ssatì  in  materia  la  radio-telegrafia  a  grandi 
I  diventata  un  compito  ambito.  B.  D. 


Sul  disegno  di  legge  per  le  derivazioni  di  acque      159 


per 


La  legislazione  sullo  n 
varie  vicende  dopo  la  lej 
studi  del  ISTI  al  disegno 
nel  1873  sulla  imposta  di 
acque  pubbliche;  agli  st 
Qenala,  che  hanno  prepari 
attualmente  regolante  le 
bliche.  Anche  questa  legge 
tanto  che  il  19  marzo  I 
presentarono  al  Sonato  ut 
approvato  nel  maggio  190 
Reazioni,  ma  che  non  divi 
la  chiusura  della  sessior 
discussione  alla  Camera  d 

L' industria  intanto  prc 
pre  maggiore  dei  nostri 
d' energia:  i  canoni  salivai 
n  cui  erano  giunti  nel  ISl 

La  necessità  della  nuo 
.più  sentire;  e  gli  industria 
i  Collegi  degli  Ingegneri 
Congrossi  delle  Società  K 
stampa,  colle  periodiche  r 
quistione. 

Finalmenlo  venne  un 
legge. 

Appena  fu  noto  tale  d 
Senato  nella  seduta  del  fi 
parecchi  soci  deli'  A.  E.  I 
sia  nelle  adunanze  Social 
vedi  Alti  dell'  A.  E.  I.,  ff 
sia  in  altre  Associazioni  i 
Fra,  Relazione  fatta  al  Ci 
21  luglio  lfl07).  —  Ing.  K 
3  luglio  1907.,.).  L'iug.  ] 
Relazione  alla  Seziono  di 
eccezionale  importanza  del 
Presidente  generale  dell' 
risollevare  la  questione  ali 


160  Elettrotecnica 


J  ìd  occasione  della  Riunione  annuale,  con  una  Relazione 

!  che  sarebbe  stata  letta  e  discussa  neir  Assemblea  stessa.; 

'  invitando  in  pari  tempo   le  altre   Sezioni   che  avessero 

voluto  partecipare  a  questo  lavoro,  a  mandare   air  inge- 
gnere Conti  il  risultato  dei  loro  studi. 

La  Riunione  annuale  deir  A.  E.  I.  venne  tenuta  a 
Parma  insieme  al  Congresso  della  Società  per  il  pro- 
gresso delle  Scienze  ;  ed  air  adunanza  del  25  settembre, 
in  cui  si  discusse  tale  disegno  di  legge,  parteciparono, 
appositamente  invitati,  oltre  i  soci  dell'  A.  E.  I.,  quelli 
dei  Collegi  degli  Ingegneri,  della  Società  di  Fisica  e 
delle  Società  economiche,  intervenuti  al  Congresso  delle 
Scienze.- 

L'  adunanza  venne  presieduta  dal  Presidente  gemerale 
deirA.  E.  I.,  ing.  Jona,  il  quale,  dopo  poche  parole  per 
ricordare  T  origine  e  lo  scopo  di  questa  discussione,  in- 
vitò ring.  Conti  ad  esporre  la  sua  Relazione. 

Udita  la  Relazione  dell'  ing.  Ettore  Conti,  venne  votato 
air  unanimità  un  ordine  del  giorno,  che  traduce  le  con- 
siderazioni seguenti,  le  quali  sono  il  riassunto  della  di- 
scussione fatto  dallo  stesso  Presidente  dell'  Associazione, 
ing.  Jona,  per  i  vari  Ministri  interessati. 

Malgrado  che  la  soverchia  preoccupazione  di  taluni 
particolari  obbiettivi  ed  un  meno  esatto  ajìprezzamento 
delle  reali  condizioni  dell'Industria  Elettrica  in  Italia,, 
abbiano  ispirati  parecchi  articoli,  la  cui  approvazione 
tornerebbe  esiziale  alle  ulteriori  utilizzazioni  di  forze 
idrauliche,  non  ritenne  il  Congresso  di  pronunciarsi  in 
favore  del  rigetto  puro  e  semplice  della  legge;  parendo 
invece  miglior  consiglio  metterne  in  luce  i  punti  assolu- 
tamente inaccettabili,  affinchè  sia  opportunamente  modi- 
ficata; essendo  urgente  una  legge  che  faccia  testo  in 
materia  e  ci  tolga  dall'arbitrio  imperante  oggidì,  con  una 
legge  vecchia  e  modificata,  nel  suo  spirito,  e  nella  sua 
lettera,  da  circolari  e  disposizioni  del  Ministero  e  degli 
Uffici  competenti. 

Il  Congresso  ha  rivolto  anzitutto  il  suo  esame  alle 
facilitazioni  ed  ai  compensi  accordati  agli  Enti  pubblici 
locali.  Preso  atto  con  compiacimento  della  dichiarazione 
del  Governo,  affermante  la  sovranità  dello  Stato,  con 
esclusione  quindi  di  ogni  diritto  di  proprietà  sulle  acque 
pubbliche  da  parte  degli  Enti  locali,  il  Congresso  ritenne 
che  il  disegno  di  legge  voglia  assicurare,  dei  vantaggi 
eccessivi   a  detti   Enti   locali,   tanto   nella  misura   della 


Sul  distsgìio  di  legge  per  le  denvaziani  di  acque      IHl 


partecipazione  accordata  ad  essi  nei  canoni,  quanto  per 
talune  speciali  facilitazioni.  La  partecipazione  nei  canoni 
venne  ritenuta  esorbitante,  sia  perchè  V  aggravio  che  cor- 
rispondentemente si  apporterebbe  ai  concessionari  costi- 
tuirebbe un  onere  troppo  forte,  tale  da  dissuadere  i  capi- 
tali, oramai  timidi,  dall*  interessarsi  in  ardue  e  costose 
imprese,  la  cui  retribuzione,  già  scarsa  nelle  attuali  con- 
dizioni diverrebbe  addirittura  problematica  o  negativa; 
sia  perchè  supera  i  desiderata  stessi  degli  Enti  locali. 
Dall  esame  di  moltissimi  casi  particolari,  il  Congresso  si 
è  fatta  la  convinzione  che  i  Comuni  di  montagna,  nei 
quali  si  svilupperanno  le  forze  idrauliche  ancora  inuti- 
lizzate, non  hanno  affatto  le  ingenti  spese  di  difesa  dalle 
insidie  delle  acque,  supposte  nella  Relazione  accompa- 
gnante il  disegno  di  legge,  trattandosi  per  la  massima 
parte  di  corsi  d'  acqua  a  forti  pendenze,  incassati  fra  le 
roccie,  ove  le  piene  non  produrranno  gravi  danni.  Si 
osservò  ancora  che  tali  Comuni  sono  in  genere  poco 
popolati,  cosicché  la  partecipazione  ai  canoni,  nella  misura 
proposta,  e  riferita  al  numero  degli  abitanti,  appare  esa- 
geratissima;  e  si  citarono  parecchi  esempi  in  cui  tale 
partecipazione  ammonterebbe  a  cento,  duecento,  trecento 
e  più  lire  annue  per  ogni  abitante,  vale  a  dire  una  somma 
immensamente  superiore  a  tutte  le  imposte  e  tasse  pagato 
attualmente  dagli  abitanti  stessi. 

Sempre  nel  campo  delle  facilitazioni  agli  Enti  locali, 
il  Congresso  ha  ritenuto  che  il  comma  3.*  dell'art.  15  del 
disegno  di  legge  debba  essere  abrogato  perchè  si  presta 
ad  applicazioni  arbitrarie  e  contraddittorie  agli  stessi 
concetti  che  hanno  inspirato  quella  proposta.  Il  Con- 
gresso ha  anzi  mostrato  il  desiderio  che  la  nuova  legge 
dovrebbe  chiarire  in  modo  tassativo  come  per  servizi 
pubblici  dello  Stato,  delle  Provincie  e  dei  Comuni  si 
debbano  intendere  soltanto  quelli  che  costituiscono  una 
imprescindibile  funzione  deir  Ente  pubblico,  in  ragione 
o  in  conseguenza  di  tale  sua  qualità  e  delle  attribuzioni 
che  gli  sono  proprie;  e  non  la  semplice  esplicazione  da 
parte  degli  stessi  Enti  di  attività  industriali. 

Sul  disposto  deir  art.  21  il  Congresso,  osservato  che, 
malgrado  le  sue  enormi  conseguenze,  esso  non  ha  alcuna 
adeguata  illustrazione  nella  relazione  ministeriale,  si  stupì 
che,  in  una  legge  avente  obbietto  affatto  diverso  da  quello 
della  municipalizzazione,  siasi  potuto,  in  via  quasi  inci- 
dentale e  di  straforo^  introdurre  un'  aggiunta  alla  legge 

AVMUAKIO  BOIRRTIPIOO   —   XLIV.  11 


1G2  Elettrotecnica 


sulle  municipalizzazioni,  con  tali  effetti  da  superare  le 
più  ardite  aspettative  e  i  piti  radicali  propositi  di  coloro 
che  quella  legge  hanno  strenuamente  caldeggiata.  Il  Con- 
gresso è  convinto  che  V  accordare  ai  Comuni  la  privativa 
nel  servizio  d*  illuminazione  e  d^lle  piccole  forze  motrici 
implicherebbe  la  rovina  di  tutte  le  imprese  private  di  tal 
genere;  nessuna  ulteriore  destinazione  di  capitali  air  in- 
dustria elettrica  sarebbe  più  possibile,  perchè  nessuno 
vorrà  assumere  imprese  la  cui  vita  è  subordinata  al  bene- 
placito di  una  deliberazione  più  o  meno  ponderata  e 
serena  di  un  qualsiasi  Consiglio  Comunale;  il  Congrosso 
ritiene  che  V  approvazione  dell'  art.  21  perpetrerebbe  in 
misura  colossale,  e  in  modo  intollerabile,  la  più  audace 
e  ingiustificata  delle  confìsche,  a  tutto  danno  di  un*  indu- 
stria strettamente  nazionale,  con  irragionevole  ed  inspe- 
rato vantaggio  a  quelle  industrie,  prevalentemente  costi- 
tuite da  capitali  esteri,  che  intendono  al  servizio  della 
privata  illuminazione  mediante  sistemi  diversi  da  quello 
elettrico. 

Il  Congresso  ha  esaminato  profondamente  T  altro  argo- 
mento che  al  precedente  è  strettamente  collegato,  quello 
deir  aumento  del  canone  della  concessione.  Al  riguardo 
ha  compulsato  i  bilanci  di  tutte  le  Società  per  azioni  che 
si  occupano  dell'industria  dell'energia  elettrica  (e  sono 
attualmente  cento  Società  con  un  capitale  versato  di  circa 
183  milioni)  ed  ha  constatato  che  il  reddito  medio  del- 
l' ultimo  decennio  (calcolato  appunto  in  base  al  capitale 
effettivamente  versato)  è  stato  del  8,9  V,,  soltanto,  e  che 
tale  reddito  scende  ancora  al  2,65  %  se  si  escludono  dal 
computo  alcune  poche  aziende  che  utilizzano  esclusiva- 
mente il  vapore  come  mezzo  di  produzione  dell'  energia 
elettrica,  od  hanno  altri  cespiti  speciali  di  reddito.  Con- 
siderando poi  partitamente  le  varie  industrie  elettrochi- 
miche, che  potrebbero  facilmente  contribuire  ad  aumen- 
tare la  ricchezza  nazionale,  si  è  fatta  la  convinzione  che 
il  canone  non  può  assolutamente  essere  aggravato  oltre 
la  misura  attuale:  essendo  notorio  che,  in  tali  industrie, 
il  costo  del  cavallo  annuo  a  30-40  lire  è  il  limite  massimo 
ammissibile  per  la  loro  esistenza.  Notò  il  Congresso  essere 
assurdo  pensare  che  l' energia  elettrica  ricavabile  dalle 
forze  d'  acqua  di  molte  regioni  d' Italia  possa  essere  uti- 
lizzata come  forza  motrice  in  industrie  manifatturiere, 
specialmente  poi  nel  Mezzogiorno;  ma  si  può  sperare  di 
utilizzarla  localmente  per  industrie  elettrochimiche;  e  fra 


Sul  disegno  di  legge  per  le  derivazioni  di  acati 

questo,  promettente  e  specialmente  adatta  al 
agricolo  del  Paese,  la  ttssaziono  dell'  azoto  ali 
per  la  fabbricazione  dei  coucimi  artificiali.  Que 
strie  elettrochimiche  ricoverebbero  un  colpo  mi 
un  agffravio  di  canone.  II  Congresso  ha  poi  rilev 
ju  questi  ultimi  tempi  siano  sorti  parecchi  n 
menti,  i  quali  valgono  a  togliere  quei  vantaggi  eh 
già  elettrica,  ottenuta  dalle  forzo  idrauliche,  si  i 
teva  di  conseguire  in  confronto  di  quella  ottenuta 
motori  termici,  ed  anzi  a  metterla  in  condizioni 
riorità;  ad  esempio  l'abolizione  del  lavoro  noti 
legge  del  riposo  festivo,  la  diminuzione  del  ( 
petrolio,  i  costanti  progi-essi  delle  macchine  ten 
gravosa  applicazione  della  tassa  fabbricati  all'ac 
siderata  come  produttrice  di  forza,  ecc. 

Né  il  Congresso  ha  potuto  astenersi  dal  coni 
argomenti  addotti  dalla  Relazione  in  appoggio  al 
inasprimento  do!  canone,  argomenti  che,  ad  un  C 
di  tecnici,  appaiono  a  prima  vista  poco  fondai 
non  è  giustificata  l' asserzione  che,  negli  ultimi 
rendimento  delle  turbine  o  delle  dinamo  o  degli 
tori  sia  sensibilmente  migliorato;  e  neanche  qii 
praticamente,  sì  usi  l'alluminio  nelle  conduttur 
taggi  che  la  Relazione  attribuisce  all'  elettricità 
con  motori  idraulici,  sono  poi  comuni  a  quella 
con  motori  termici,  né  può  quindi  l'argomenl 
per  colpire  la  produzione  idraulica.  Finalmonto 
di  venti  o  venticinque  lire  por  cavallo,  che  1' 
straziono  Demaniale  percepisce  sui  canali  del 
comprende  l'affitto  del  canale  e  di  tutto  le  operi 
vazìone  e  utilizzazione  delle  acque,  nò  può  par 
al  canone,  che  rappresenta  solo  il  diritto  di 
r  acqua  da  un  corso  naturale,  lasciando  a  a 
concessionario  tutte  le  opere  di  derivazione, 
importano  una  sposa  generalmente  ingentissime 
tuiscono  una  dello  piìl  forti  alee  di  simili  intrap 

E  opinione  del  Congre-sso  che  il  disogno 
abbisogni  anche  di  opportuni  perfezionamenti  e 
laddove  stabilisce  le  modalità  e  i  termini  por  V 
da  parte  dello  Stato  dei  suoi  diritti  di  riserva  si 
idrauliche,  a  soddisfacimento  di  pubblici  serv 
parve  eccessivo  il  termine  di  otto  anni  fissato  da 
di  legge;  termine  che  paralizza  por  troppo  lungc 
di  tempo  l'attuazione  di  imprese,  dal  cui  svilup 


164  KUltrotMiica 


nomis  nazionale  non  può  ricalare  che  benoficiì.  Sullo 
stesso  argomento  sembrò  conveniente  prescrivere  la  li- 
mitazione della  riserva. dello  Stato  a  quella  sola  quan- 
tità dì  forza  che  possa  venire  richiesla  dalle  esigenze  dei 
servìzi  pubblici,  in  vista  dei  quali  la  riserva  è  posta:  e 
di  consentire  altresì  che  essa  possa  in  qualunque  epoca 
venire  eliminata  sostituendovi  l'obbligo  del  concessio- 
nario di  fornire  allo  Htato,  al  prezzo  di  coslo,  la  quantità 
di  energia  necessaria. 

Sul  tema  della  durata  delle  concessioni  e  delle  disci- 
pline relative  all'  incameramento  delle  opere  di  deriva- 
zione da  parte  delio  Stato,  alla  scadenza  delle  concessioni 
stesse,  il  Congresso  osservò  che,  quando  si  voglia  man- 
teucre  il  principio  attualmente  vigente  della  loro  rinno- 
vabilità  una  o  pìh  volte  senza  limitazione,  si  dovesse 
assicurare  in  modo  formale  una  prima  rinnovazione  per 
un  trentennio,  e  ciò  senza  aggravi:  e  che  il  diritto  da 
parte  dello  Stato  di  impossessarsi  delle  opere  del  conces- 
sionario, alla  scadenza  della  concessione,  sia  chiaramente 
limitato  alle  opere  costruite  nell'alveo  del  fiume,  negli 
argini  e  sulle  sponde,  per  la  presa  e  restituzione  delle 
acque:  non  dovendosi  in  nlcun  modo  ammettere  che  la 
eentrale  idroelettrica,  le  turbino,  lo  dinamo,  il  quadro, 
tutto  il  complesso  dì  macchinari  idraulici  ed  elettrici  ohe 
servono  a  produrre  e  a  trasformare  la  forza  motrice  e 
che  rappresentano  un  impianto  autonomo  e  indipendente, 
costruito  su  area  di  proprietà  privata  del  concessionario, 
possano  essergli  tolti  contro  ogni  buona  norma  di  equità 
e  di  diritto. 


Queste  le  principali  ragioni  di  opposizione  al  disegno 
di  leggo  e  le  ragioni  di  emendamenti  proposti. 

Ksse  si  riferiscono  iu  sostanza  a  tre  punti  principali; 
I,°  Facilitazioni  e  compensi  accordati  agli  enti  pub- 
blici locali; 

2."  Canone  dovuto  allo  Stato  per  la  concessione: 
3."  Durata  della  concessione  e  norme  relative  all' in- 
cameramento delle  opere  per  parte  dello'  Stato. 

Non  va  però  nascosto  il  pensiero  che  vi  sia  un  po'  troppo 
disconosciuto  il  fatto  che  davvero  gli  enti  locali  vanno 
a  poco  a  poco  incontrando  speso  idrauliche  ognora  più 
crescenti  per  proteggersi   daUc   continue   iitsidie  e  dalle 


Sul  disegno  di  legge  per  le  derivazioni  di  acque      165 

improvvise  mine.  Non  tutti  i  corsi  d'  acqua  sono  incas- 
sati fra  le  roccie  come  ha  detto  V  ing.  Conti  ;  ma  pur- 
troppo molti  per  i  recenti  spietati  diboscamenti  seminano 
rovina,  tanto  che  si  moltiplicano  le  domande  di  imbri- 
gliamento. 

Qiustifìcatissima  è  invece  la  osservazione  circa  la  par- 
tecipazione dei  canoni  a  favore  dei  Comuni  riferita  in 
linea  assoluta  al  numero  degli  abitanti  e  air  ammontare 
totale  delle  tasse.  Per  quanto  le  eccezioni  non  debbano 
mai  soverchiamente  impressionare,  tuttavia  pare  abba- 
stanza eloquente  V  esempio  citato  dal  Conti  del  Comune 
di  Agaro,  che  conta  130  abitanti,  e  nel  quale  si  possono 
sviluppare  oltre  15000  HP  per  modo  da  raccogliere  di 
canone,  secondo  la  nuova  legge,  30000  lire  annue. 


Colle  disposizioni  cattive,  che  hanno  suscitato  le  oppo- 
sizioni più  sopra  riassunto,  il  nuovo  disegno  di  logge  ne 
ha  delle  buone  degne  di  lode. 

Tali  son  quelle  che  riguardano  la  formazione  di  una 
unica  Commissione  alla  quale  vorrebbero  delegati  i  poteri 
attualmente  attribuiti  a  tre  diversi  Ministeri,  così  da  ren- 
dere l'istruttoria  più  sollecita  e  basata  su  concetti  uniformi. 

Del  pari  vanno  lodate  le  disposizioni  che  facilitano  le 
grandi  derivazioni  nel  senso  che  esso  non  trovino  osta- 
coli nelle  piccole  ;  quelle  che  accordano  il  riconoscimento 
del  carattere  di  pubblica  utilità  per  la  espropriazione  non 
solo  dei  terreni  destinati  al  canale,  ma  anche  quelli  della 
posa,  della  centrale  e  di  eventuali  serbatoi;  quelle  che 
tendono  ad  impedire  gli  accaparramenti,  facendo  deposi- 
tare una  congrua  cauzione  all'  atto  di  concessione  e  stabi- 
lendo termini  precisi  per  la  esecuzione  delle  opere. 

IV.  —  Illuminazione  per  luminescenza. 

Il  dottor  Moore  ha  presentato  q\V  American  I.  E.  E. 
un  sistema  di  illuminazione  elettrica  da  lui  realizzato  in 
15  anni  di  studio  e  tentativi,  basato  sopra  la  luminescenza 
assunta  dai  gas  per  Fazione  di  correnti  oscillatorie  La 
dimostrazione  della  bontà  del  sistema  era  data  da  un 
impianto  funzionante  nella  sala  delle  conferenze,  com- 
))rendente  un  tubo  largo  44  mm.  e  lungo  51  metri,  che 
faceva  il  giro  della  sala  ed  era  sospeso  a  4  metri  di  al- 
tezza, circa  30  centimetri  più  in  basso  del  soffitto. 


166  Elettrotecnica 


k 


Questo  tubo  poteva  essere  riempito  di  azoto  o  di  ani- 
dride carbonica  (naturalmente  la  pressione  del  g-as  che 
esercita  sul  fenomeno  un'  influenza  considerevole  veniva 
opportunamente  repfolata):  la  corrente  si  immetteva  me- 
diante due  elettrodi  fìssati  alle  due  estremità  del  tubo. 

Il  meccanismo  più  importante  del  sistema  era  costi- 
tuito da  un  trasformatore  innalzante  la  tensione  e  da 
una  ingegnosa  valvola  por  regolare  automaticamente  la 
pressione  del  gas. 

Il  Moore  ha  fatto  delle  prove  di  illuminazione  nel 
vestibolo  di  un  teatro,  dalle  quali  sarebbe  risultato  che 
r  illuminazione  media  data  dai  suoi  tubi  richiede  una 
sposa  di  energia  cinque  volte  minoro  di  quella  richiesta 
dalle  lampade  ad  incandescenza.  Queste  però  presentano 
una  variazione  di  intensità  di  0,17  mentre  in  questi  tubi 
la  variazione  è  di  0,27. 

In  un'altra  prova  di  illuminazione  fatta  in  un  magaz- 
zino in  confronto  con  lampade  ad  arco,  le  lampade  Moore 
davano  una  variazione  di  0,82,  mentre  le  lampade  ad 
arco  presentavano  una  irregolarità  di  0,40. 

In  numeri  assoluti  la  potenza  richiesta  per  ogni  can- 
dela^ sarebbe  di  1,8  watt. 

È  degno  di  nota  che  i  tubi  alimentati  con  anidride 
carbonica  pura,  danno  una  luce  perfettamente  bianca  e 
simile  alla  solare.  Variando  la  natura  del  gas  si  può  otte- 
nere la  colorazione  che  si  vuole. 

Un  ultimo  vantaggio  delle  lampade  Moore  esiste  nella 
grande  suddivisione  della  luco  su  un  lungo  tubo,  il  che 
permette  di  avere  una  illuminazione  media  molto  più 
gradevole  nei  locali  da  essa  illuminati. 

V.  —  Le  Centrali  con  turbine  a  vapore. 

In  una  conferenza  tenuta  su  questo  argomento 
air  Associazione  degli  ingegneri  tedeschi,  O.  Lasche  ha 
sostenuto  la  opportunità  dell' uso  della  turbina  a  vaporo 
invece  delle  macchine  termiche  a  stantuffo.  Egli  si  è 
basato  principalmente  su  i  seguenti  argomenti. 

Nella  lotta  fra  la  turbina  a  vapore  e  il  gruppo  termo- 
elettrico a  pistone  ha  grande  importanza  la  questione 
dello  spazio  occupato.  Già  per  unità  piccola  il  paragone 
è  a  favore  della  turbina.  Per  unità  più  forti  il  risparmio 
di  spazio  è  cosi  considerevole,  che  tale  vantaggio  diviene 
decisivo  per  la  scelta  della  turbina. 


! 


^i  ■-•  — 

* 


Le  Centrali  con  turbine  a-ì^apore  167 

Mentre  il  gruppo  turbodinamo  possiede  una  lunghezza 
relativamente  piccola,  in  grazia  del  collegamento  immediato 
della  turbina  colla  dinamo,  occorrono  soltanto  tre  sopporti 
per  tutto  il  gruppo,  compresa  la  eccitatrice  ;  la  turbodinamo 
quindi,  in  relazione  allo  spazio  occupato,  è  di  molto  supe- 
riore a  tutti  gli  altri  generatori  di  energia  elettrica. 

Oltre  alle  economie  dovute  alle  dimensioni  considere- 
volmente minori  del  macchinario,  si  ha  ancora  il  van- 
taggio di  una  migliore  visibilità  suir  insieme  della  in- 
stallazione, e  quindi  di  una  maggiore  sicurezza  di  eser- 
cizio. È  nota  la  deficienza  di  visibilità  nelle  centrali  con 
macchine  verticali,  le  quali  vengono  adottate  soltanto 
quando  vi  si  è  costretti:  con  macchine  orizzontali  e  con  ' 
forti  potenze  non  si  sta  meglio  per  ciò  che  riguarda  la 
visibilità.  I  numerosi  organi  nascosti  fra  i  grossi  cilindri 
e  i  volani  colossali,  che  spesso  sono  rivestiti  per  impedir 
forti  movimenti  d' aria,  tolgono  T  ultimo  resto  di  visibilità. 
Eppure  questa  visibilità  è  assolutamente  indispensabile 
nelle  centrali  con  macchine  termiche  a  stantuffo,  le  (|uali 
posseggono  numerose  parti  in  movimento  ed  abbisognano 
di  numeroso  personale.  I^  turbodinamo  al  contrario  ri- 
chiedono pochissimo  personale  e  sono  prive  di  parti 
dotate  di  moto  »  alternativo. 

Questi  dati  di  fatto,  in  relaziono  anche  coi  consumi 
di  vapore  recentemente  ottenuti  e  che  sono  paragonabili 
con  quelli  delle  migliori  e  piti  grandi  macchine  a  pistone, 
tendono  a  far  mutare  completamente  i  criteri  da  seguirsi 
nel  progettare  le  centrali  elettriche. 

L'ultimo  decennio,  che  segnò  il  periodo  di  sviluppo 
della  elettrotecnica,  ha  rapidamente  introdotto  il  motore 
elettrico  in  tutte  le  industrie  e,  per  gran  parte,  anche 
nei  mezzi  di  comunicazione.  Così  oggi,  in  tutti  i  rami 
delle  industrie,  il  tecnico  si  trova  di  fronte  al  compito  di 
ampliare  gli  impianti  esistenti  e  di  crearne  di  altri  colossali 
secondo  concetti  nuovi;  e  le  grandi  centrali  con  turbine' a 
vapore,  in  grazia  della  loro  semplicità  e  della  loro  sicurezza 
di  esercizio,  vanno  ora  moltiplicandosi  in  maniera  impreve- 
duta, e  certamente  influiranno  in  modo  efficace  sul  progres- 
sivo estendersi  dello  sfruttamento  della  energia  elettrica. 

VI.  —  Ij  elettricità  generata  con  motori  a  vento. 

W.  Horsnaill  pubblica  nel  The  Electrician  un  arti- 
colo su  questo  importante  ^argomento.  Egli  si  è  doman- 
dato la  ragione  per  la  quale  sono  così  rari  gli   impianti 


Kleflroiecnica 

sazioiio  dell'energia  del  vento  a  scopo  agri- 
l'illuiiijnazioiie  ed  il  servizio  in  edifici  rurali; 
dall'esame  di  alcuni  impianti  fnnzionauti, 
conclusione  che  la  incostanza  del  vento  non 
ivo  Borio  per  escludere  questo  applicazioni,  le 
no  riuscire  utilissime,  tanto  più  che  richie- 
di impianto  e  di  esercìzio  assai  piccole, 
a  natura  stessa  della  sorgente  di  energia  im- 
orrcre  alla  sua  accumulazione,  quando  nou  si 
iplicazioni  speciali,  per  le  quali  ci  si  possa 
e  di  avere  la  macchina  in  movimento  se  e 
ossibile,  W.  Horsnaill  studia  la  proposta  di 
per  mezzo  dell'acqua  da  immagazzinare  in 
3  per  poi  utilizzarne  il  salto  in  una  ordinaria 
nclude,  in  base  a  cacoli,  che  tal  metodo  non 
id  almeno,  perchè  ciò  sia  possibile,  occorre 
i  il  concorso  dì  circostanze  non  comani,  ed 
nte  di  avere  un  grande  bacino  naturale  in 
possa  essere  facilinento  accumulata. 
mulatori  elettrici  invece  possono  permettere 
ne  pili  semplice  e  più  pratica,  e  la  loro  capa- 
jcre  determinata  facilmente  quando  si  cono- 
ibbisoguo  di  energia  ed  il  diagramma  delle 
die  giornaliere  del  vento  durante  l'anno, 
■pianti  di  questa  natura  la  dìnamo  deve  essere 
modo  che  la  tensione  da  essa  fornita,  anche 
rrandi  od  improvvisi  della  velocità  del  vento, 
icolo  e  graduali  variazioni.  Questo  può  sem- 
oltenersi  impiegando  un'eccitazione  compen- 
erio,  che  tonda  ad  indebolire  il  campo  raa- 
a  dinamo  semplicemente  eccitata  in  deriva- 
'ebbe  potenziali  troppo  rapidamente  crescenti, 
isse  ad  aumentare  la  velociti^  del  vento,  e 
no  impiego  risulterebbe  pericoloso;  d'altra 
siono  di  speciali  regolatori  di  tensione  darebbe 
ppo  complicazioni  di  impianto. 
I  cita  anche  qualche  esempio  di  impiantì  por 
le  di  proprietà  rurali  eseguiti  mediante  aero- 
iii  risultato  sembra  costantemente  favorevole, 
on  pochi  errori  tecnici  fatti  nella  loro  instnl- 

L.  A. 


y.  -  Chimica 


del  dott  Q.  Baroni  in  Milano 


1.  —  La  trasformazione  degli  elementi  (^). 


Le  geniali  scoperte  di  Sir.  William  Ramsay  riempiono 
di  meraviglia  tutto  il  mondo  scientifico.  L'illustre  sco- 
pritore dell'argo  e  dell'  elio  pare  sia  riuscito  ad  effet- 
tuare realmente  la  trasformazione  degli  elementi.  Già 
nel  1903,  in  collaborazione  col  Soddy,  dimostrò  la  tra- 
sformazione spontanea  dell'emanazione  di  radio  in  elio, 
e  questa  osservazione  fu  poi  confermata  da  altri  scien- 
ziati, fra  cui  il  Debierne,  il  quale,  dal  canto  suo,  constatò 
che  i  cloruri  ed  i  fluoruri  di  altinio  sviluppano  pure 
dell'  elio. 

Esperienze  recenti  del  liamsay  provano  che  l'emana- 
zione del  radio,  a  contatto  coll'acqua,  si  trasforma  in  un 
gas  inerte,  che  consiste  specialmente  in  neon,  con  traccio 
di  elio.  Se  si  fa  agire  quest'  emanazione  su  d'una  soluzione 
satura  di  solfato  di  rame,  non  si  produce  elio,  ma  prin- 
cipalmente dell'  argo,  con  traccie  di  neon.  Il  residuo,  dopo 
aver  eliminato  il  rame  dalla  soluzione,  presenta  gli  spettri 
del  sodio,  del  calcio  e  del  litio.  Naturalmente  tutte  le 
possibili  cause  d'errore  sono  state  evitate,  salvo  in  ciò 
che  concerne  il  sodio  ed  il  calcio,  che  entravano  nella 
composizione  dei  recipienti  impiegati.  Eliminiamo  per 
ora  i  fatti  che  riguardano  il  calcio  ed  il  sodio,  poiché 
al  proposito  lo  stesso  Ramsay  non  è  affermativo;  se  gli 
altri  risultati  sono  esatti,  e  la  personalità  dell'autore  non 
permette  auasi  di  dubitarne,  tanto  più  che  egli  stesso, 
dopo  averli  esposti    in   una  lettera   alla   Nature^   li    ha 


{^)  The  Nature,  18  luglio  1907. 

ÀvvuABio  SoisvTirico  <-  XLIV.  VA 


i 


1 


170  Chimica 


riconformati  nella  adunanza  del  2  agosto  n.  s.  delFAsso- 
ciazione  britannica  Leicester,  si  può  dire  che  ci  troviamo 
di  fronte  ad  un  vero  sconvolg'imento  della  storia  della 
chimica,  venendosi  ad  abbattere  di  un  sol  colpo  il  prin- 
cipio fondamentale  della  imnuitabilità  della  materia.  Sareb- 
bero questi  i  primi  esempi  della  trasformazione  degli  ele- 
menti (la  famosa  pietra  filosofale  degli  alchimisti)  e  la 
loro  importanza  non  sarebbe  minore  di  quella  delle  espe- 
rienze che  permisero  a  Lavoisier,  alla  fine  del  XVIIl 
secolo,  di  stabilire  la  teoria  dei  fenomeni  di  combustione 
e  la  nozione  dei  corpi  semplici. 

Ora  si  attende  con  febbrile  impazienza  la  comunica- 
zione dei  particolari  d'esperienza  e  la  verificazione. 

IL  —  Sulla  preparazione   e  sulle  proprietà  dei  metalli 

ale alino-ter rosi  ('). 

Su  questo  tema  il  prof.  Guntz  ha  tenuto  alla  Società 
industriale  di  Mulhouse  una  interessante  conferenza,  che 
riassume  i  risultati  degli  studi  compiuti  per  la  maggior 
parte  in  questi  tempi. 

Accanto  ai  metalli  alcalino-terrosi,  primo  in  ordine 
al  peso  atomico,  è  posto  il  litio,  ancorché  monovalente, 
perchè  presenta  con  questi  metalli  un'analogia  di  com- 
portamento chimico  cosi  spiccata  da  dover  esser  clas- 
sificato senz'altro  nella  stessa  famiglia  del  calcio,  dello 
stronzio  e  del  bario. 

Il  litio  si  prepara  sottoponendo  alT  elettrolisi  una 
miscela  fusa  di  cloruro  di  potassio  e  di  cloruro  di  litio 
in  proporzioni  equimolecolari,  impiegando  un  catodo  di 
ferro  ed  un  anodo  di  carbone.  Per  avere  il  metallo  com- 
pletamente esente  da  potassio  conviene  impiegare  come 
elettrolito  il  bi'omuro  di  litio  col  lo  '/„  di  cloruro  di  litio. 

È  il  metallo  più  leggero  che  si  conosca;  si  combina 
facilmente  coli*  idrogeno  al  rosso,  con  grande  sviluppo  di 
calore,  formando  un  idruro  cristallizzato,  il  quale  scom- 
pone r acqua  trasformandosi  in  idrato  e  svolgendo  una 
quantità  d' idrogeno  eguale  ad  */,  del  proprio  peso  :  da 
un  chilogramma  di  cloruro  di  litio  si  ottengono  circa  tre 
metri  cubi    d'idrogeno.    Il    litio    sì   combina  coir  azoto  i\ 


(')  Buìlettn  de  la  Soc.  Ind.  de  ^fuUlOHse,  1907,  pa^.  2B1, 


Sui  metalli  alcalino-terrosi  171 

temperatura  ordinaria  formando  un  azoturo  stabile,  ed  in 
contatto  cogli  idrocarburi  si  trasforma  in  idruro  e  car- 
buro. Ad  alta  temperatura  assorbe  tutti  i  gas  eccettuato 
r  argon. 

Il  calcio  si  ottiene  mediante  V  elettrolisi  del  suo  clo- 
ruro fuso.  L' apparecchio  descritto  da  Ooodwin  (')  per  la 
preparazione  del  calcio  elettrolitico  consiste  in  un  crogiuolo 
profondo  di  grafite  Acheson,  che  serve  d'anodo,  mentre 
il  catodo  è  formato  da  un  bastone  di  ferro,  di  cui  è  pos- 
sibile regolare  V  altezza.  Durante  Telettrolisi,  il  fondo  del 
crogiuolo  è  costantemente  ricoperto  di  uno  strato  di  clo- 
ruro di  calcio  mantenuto  solido  mediante  raffreddamento 
ottenuto  con  un  tubo  di  rame  isolato,  in  cui  passa  una 
corrente  d' acqua.  Con  una  corrente  di  163  amp.  sotto 
17.7  volt  si  ottiene  circa  il  26  y,  di  calcio  metallico  in 
cilindri  irregolari,  di  4  centimetri  di  diametro.  Il  prodotto 
così  ottenuto  contiene  il  98  y^  di  calcio  puro  e  delle  pic- 
cole quantità  di  ferro,  silice,  magnesio,  cloro  ed  ossigeno. 
La  solubilità  del  calcio  nel  sodio  e  la  proprietà  di  subli- 
mare facilmente  nel  vuoto  permettono  di  ottenerlo  puro 
allo  stato  cristallino.  Ha  la  densità  di  1.85  e  fonde  a  760**. 
È  più  duro  del  sodio,  del  piombo  e  dello  stagno,  duro 
quasi  come  V  alluminio,  ma  più  tenero  dello  ziuco,  del 
cobalto,  del  magnesio.  Si  può  lavorare  come  gli  altri 
metalli.  La  sua  elasticità  è  di  612  chilogrammi  per  cen- 
timetro quadrato.  Decompone  Tacqua,  ma  allorché  è  fuso 
resiste  alquanto  all'azione  dell'aria  umida.  È  il  metallo 
che  ossidandosi  sviluppa  la  maggior  quantità   di  calore: 

Ca-i-Or=:CaO-h  151.9 

per  cui  scompone  tutti  gli  altri  ossidi  metallici.  Portato 
al  rosso,  sotto  l'azione  del  calore,  non  brucia;  tuttavia, 
quando  è  finamente  diviso,  brucia  ad  alta  temperatura 
con  fiamma  bianca  come  il  magnesio.  Riscaldato  nel  vuoto 
coi  cloruri  di  rubidio  e  di  cesio  si  combina  coli'  alogeno 
mettendo  in  libertà  questi  metalli.  A  questa  sua  proprietà 
si  ricorre  appunto  per  la  preparazione  del  rubidio  e  del 
cesio.  Riscaldato  ad  alta  temperatura  entro  storte  perccu^se 
da  una  corrente  d'idrogeno,  assorbe  questo  gas  trasror-" 
mandosi    in   idruro.  Questo   prodotto,  noto  sotto  il  nome 


(*)  Zeitichr.  f.  angew.  Chem.,  li)0<],  pag.  IIOV). 


172  Chimica 


di   idrolite,   sotto   V  influenza   dell'  acqua  dà   luogo   alla 
reazione  seguente: 

CaHj  +  2H,0  =  Ca(OH),  -h  H, . 

Teoricamente  la  produzione  sarebbe  di  1143  litri  di 
idrogeno  per  chilogrammo  d' idrolite,  ma  in  pratica  il 
rendimento  non  raggiunge  che  1000  litri.J 

IV idrolite,  chimicamente  pura,  è  bianca,  cristallina, 
dissociabile  nel  vuoto  a  600"*;  il  prodotto  industriale  è  di 
color  grigio  ardesia,  ed  ha  il  titolo  di 90  y^  circa;  il  resto 
è  formato  da  ossido  od  azoturo  di  calcio. 

L' idrolite  permette  la  preparazione  istantanea  delFidro- 
geno  ed  interessa  sopratutto  Tareostatica  militare,  evi-  ' 
tandosi  il  trasporto  dei  tubi  pesantissimi  di  idrogeno  com- 
presso a  135  atmosfere. 

Il  calcio  riscaldato  al  rosso  fìssa  Tazoto,  ed  il  composto 
che  ne  risulta,  reagendo  coir  acqua,  svolge  ammoniaca. 

e^ajNj  +  SHfi  =  3CaO  -+-  2NH3 . 

Questo  metallo,  che  fino  a  qualche  anno  fa  non  era 
che  un  prodotto  di  laboratorio,  ha  già  assunto  grande 
importanza  industriale.  Impiegasi,  ad  esempio,  come 
agente  riduttore  nella  fabbricazione  delle  materie  colo- 
ranti del  catrame.  I  fili  di  questo  metallo  hanno  un  potere 
riduttore  energico  rispetto  a  certi  derivati  del  benzolo  0 
di  altri  idrocarburi  aromatici.  In  soluzione  alcoolica  od 
alcalina  il  calcio  trasforma  la  nitrobenzina  in  azoossi- 
benzina,  se  la  reazione  avviene  in  presenza  di  traccie  di 
cloruro  di  mercurio  o  di  solfato  di  rame;  in  soluzione 
acida  si  forma  deiranilina. 

Lo  stronzio  si  ottiene  anch'  osso  per  elettrolisi  del  suo 
cloruro  fuso,  ma  si  può  avere  cristallizzato  riscaldando 
nel  vuoto  una  miscela  di  alluminio  e  di  ossido  di  stronzio 
anidro  o  di  idruro  di  stronzio.  Si  unisce  col  mercurio 
formando  un  amalgama,  da  cui  non  si  può  separare  nean- 
che colla  distillazione  noi  vuoto.  Coir  idrogeno  e  coll'azoto 
si  combina  analogamente  al  calcio. 

Il  bario  non  si  è  potuto  ottenere  finora  per  elettrolisi 
del  suo  cloruro  fuso,  pel  fatto  che  vi  si  discioglic  for- 
mando un  sotto-cloruro  ;  si  può  avere  puro  distillando 
nel  vuoto  il  suo  idruro,  oppure  riscaldando  ad  alta  tem- 
peratura  una   miscela  di  alluminio  o  di  ossido  di  bario 


L' azoto  atmosferico  nella  produzione  dei  cianuri     173 


anidro  ;  si  forma  dapprima  un  sottossido  di  bario  Ba^O 
che  a  120<r  si  dissocia,  ed  a  questa  temperatura  il  bario 
distilla  e  si  può  raccogliere  in  un'  atmosfera  di  acido 
carbonico. 

È  metallo  bianco  argenteo,  che  decompone  l'acqua  e 
r  alcool,  ma  che,  come  il  sodio  ed  il  potassio,  si  conserva 
inalterato  nella  benzina  e  nel  petrolio.  Anch'  esso  forma 
coir  idrogeno  un  idruro,  il  quale  non  si  decompone  che 
a  1200**.  L'amalgama  di  bario  si  ottiene  facilmente  sotto- 
ponendo all'elettrolisi  il  cloruro  di  bario  con  catodo  di 
mercurio:  distillando  l'amalgama  a  pressione  ridotta  si 
può  separare  il  bario  al  98.5  7o.  La  preparazione  del- 
l'azoturo  di  bario  è  assai  più  difficile  che  non  quella 
dell'  azoturo  di  calcio  e  di  stronzio.  Al  disotto  di  28**  il 
bario  forma  coli'  ammoniaca  una  combinazione  Ba  (NHg)^ 
che  si  comporta  come  V  ammonio ,  cioè  assorbe  CO  per 
trasformarsi  in  Ba  (CO,)  NO,  per  dare  Ba  (NO),  ecc.  Il 
•bario  ammonio  Ba  (NH J^,  quando  viene  riscaldato,  perde 
ammoniaca  e  si  converte  in  Ba  (NH,),.  Quest'  ultimo  si 
ottiene  facendo  anche  agire  l'ammoniaca  sul  bario  a  280"*; 
il  metallo  fonde  formando  un  liquido  verde,  l'amiduro, 
che  bolle  a  450^  ed  a  600**  solidifica,  trasformandosi  par- 
zialmente in  azoturo  e  svolgendo  ammoniaca.  Riscaldando 
l'amiduro  nel  vuoto,  la  sua  trasformazione  in  azoturo 
avviene  a  450®.  Questo  prodotto  H  Ba^  N,  è  suscettibile  di 
reagire  nuovamente  coli'  ammoniaca  per  riconvertirsi  in 
amiduro. 

Il  carburo  di  bario  si  ottiene  riscaldando  nel  forno 
elettrico  la  barite  con  carbone,  oppure  per  riscaldamento 
del  carbonato  di  bario  con  magnesio  e  carbone.  Riscal- 
dato in  un'atmosfera  d'azoto,  il  carburo  di  bario  si  tra- 
sforma in  cianuro,  mentre  quello  di  calcio  produce,  come 
è  noto,  la  calcio-cianamide. 

III.    —    Utilizzazione    dell'  azoto    atmosferico 
per  la  produzione  dei  cianuri  (*). 

Accanto  ad  altri  processi  di  fabbricazione  dei  cia- 
nuri, ha  trovato  applicazione  su  larga  scala  anche  quello 
che  si  fonda  sulla  trasformazione  diretta  dell'  azoto  atmo- 


(*)  Journal   of  the   Society   of  Chemical    Industri/,    1907, 
pag.  175. 


174  Chimica 


sferico.  Il  metodo  iu  orig-iiie  consisteva,  come  è  noto, 
nel  far  i)assare  una  corrente  d'  azoto  secco  e  privo,  per 
quanto  era  possibile,  di  ossig'eno  e  di  acido  carbonico, 
su  uìui  miscela  di  carbonato  potassico  e  carbonico,  riscal- 
data al  rosso.  Più  tardi  al  carbonato  di  potassio  si  so- 
stituì quello  di  bario,  e  si  utilizzò  il  gas  elio  sfugge 
dagli  apparecchi  di  assorbimento  dell'  acido  carbonico 
nella  fabbricazione  della  soda  col  processo  Solvay. 

Intorno  al  meccanismo  della  trasformazione  dell'azoto 
in  cianuro,  i  diversi  autori  hanuo  espresso  opinioni  assai 
disparate.  Berthelot  ha  supposto  che  si  formi  dapprima 
del  carburo  di  potassio  G^  K,,  il  quale,  fissando  azoto,  si 
trasformi  in  cianuro.  In  tal  modo  interpretato,  questo 
processo  è  affatto  simile  a  quello  classico  di  sintesi  del- 
l' acido  cianidrico  per  azione  delle  scariche  elettriche 
sopra  una  miscela  di  acetilene  e  di  azoto. 

Altri  autori,  pel  fatto  che  la  formazione  del  cianuro 
ha  luogo  solamente  a  quell'  alta  temperatura  a  cui  la 
miscela  di  idrato  potassico  e  di  carbone  forma  del  po- 
tassio metallico,  hanno  ammesso  che  per  la  trasforma- 
zione dell'  azoto  in  cianuro  sia  necessaria  la  formazione 
di  potassio  metallico.  Senonchè,  mentre  alcuni  di  essi 
ritengono  che  il  potassio  sì  combini  col  cianogeno,  man 
mano  che  quest'ultimo  si  forma,  impedendone  così  la 
ulteriore  scissione  —  la  reazione  fra  il  carbonio  e  l'azoto 
essendo  reversibile  —  altri  vogliono  che  il  metallo  si 
combini  invece  coli' azoto  formando  un  azoturo,  come  si 
verifica,  ad  esempio,  col  magnesio,  che,  scaldato  ad  alta 
temperatura  in  presenza  di  azoto,  si  trasforma  in  azo- 
turo di  magnesio.  Come  è  stato  dimostrato  da  Geoter  e 
Brieglieb,  questo  azoturo  si  converte  in  cianuro  quando 
viene  sottoposto  all'  azione  dell'  ossido  di  carbonio  o  del- 
l' acido  carbonico. 

Dopo  che  risultò  confermato  da  ulteriori  studi  che  la 
formazione  del  metallo  alcalino  è  realmente  necessaria 
per  la  trasformazione  dell'  azoto  in  cianuro,  si  pensò  di 
sostituirlo  al  carbonato,  ma  ciò  non  fu  possibile,  se  non 
quando,  perfezionatisi  i  metodi  di  produzione  del  sodio 
metallico,  si  potè  disporre  di  questo  in  grande  quantità 
ed  a  buon  mercato.  Se  non  che  in  pratica  si  trovò  più 
conveniente  l' impiego  dell'  ammoniaca  in  luogo  dell'azoto 
libero.  Coli' ammoniaca  la  reazione  si  compie  in  due 
fasi  :  dapprima  reagendo  essa  a  300^-400**  col  sodio  me- 
tallico, si   forma   l' ammide   NaNH^;  quando   si  è   rag- 


k. 


Nuovo  metodo  per  yaloanizxare  i  metalli  lì 

giunta  la  fusione  al  russo  scuro,  l'ammido    l'eajfisce  c( 
Ciirboiiio  o  si  produco  il  cianuro  di  tjodìo. 

Questo  processo,  dovuto  al  Oastiiei-  ed  applicalo  dall 
Ntftgara  Elettro-Che  mie  al  Co.,  b  stato  ulteriormente  poi 
fezioiialo  dalla  Ueutsche  Gold  uiid  Silber  Scheide  Anstha 
di  Francotbrte,  la  quale  fonde  il  sodio  con  carbone  ( 
legno  in  un  crogiuolo  e  vi  fa  pervenire  dell' ammoniac 
alla  temperatura  di  4(X)"-600''.  In  tali  condizioni  formai 
la  diaodiocianamide,  la  quale,  quando  la  temperatura  ; 
eleva  a  ZOO",  vieno  ridotta  dall'  eccesso  di  carbonio 
convertita  in  cianuro. 

l^a  grande  richiesta  dei  cianuri  per  l'esaurimeni 
delle  terre  aurifere  povero  ha  contribuito  notevolmen' 
allo  sviluppo  di  questa  industria;  e  mentre  nel  1^89 
consumo  di  cianuri  nel  mondo  intero  non  superava 
50  tonnellate  all'  anno,  nel  1ÌI05  raggiunso  le  lO.UOt)  tot 
nellate  ed  il  prezzo  da  Uro  5.50  discese  a  lire  1.85  \ 
chilogramma. 

IV.  — Nuovo  metodo  per  galvanizzare  i  metalli. 

Il  signor  Alfred  Sand  nel  numero  di  maggio  del 
scorso  anno  della  Elettrorliemical  aiid  metallurgici 
industrij  dà  alcuno  interessanti  notizie  sulla  teoria 
sull'applicazione  di  un  nuovo  processo  di  zincatura  ga 
vaiiica,  ideato  dall' elettro-chimico  inglese  Sherad  Cowpi 
Coles. 

Questo  processo  si  fonda  sulla  proprietà  dello  zini 
in  polvere  di  fornire  vapori  anche  alla  temperatura 
21X1'^  C.  Se  si  riscalda  a  questa  temperatura,  in  un  vai 
ermeticamente  chiuso,  della  [lolvere  di  zinco  nella  qua 
sì  trovino  immersi  degli  oggetti  metallici,  la  polvere 
trasforma  in  vapore  sotto  una  pressione  considerevol 
e  gli  oggetti,  dopo  brevissimo  tempo,  si  trovano  ricopei 
di  uno  stratendlo  di  questo  metallo  che  si  è  condensa 
alla  loro  superficie  e  nell'  interno  dei  loro  pori.  Ques 
risultato  si  raggiunge  soltanto  con  polvere  di  zinco  co; 
tenente  dell'ossido  dello  slesso  metallo. 

Per  spiegar.e  il  fenomeno  conviene  supporrò  che  l'o 
aldo  venga  ridotto  per  azione  galvanica  sulla  superfic 
dell'oggetto,  che  l'ossigeno  liberatosi  reagisca  con  d( 
r  altro  zinco  per  formare  ancora  dell'  ossido,  il  qua 
venga  ruiovamonle  ridotto  in  un  altro  punto  della  supe 


176  Chimica 


ficie  metallica,  e  così  di  seguito.  V  ossido  di  zinco  agirebbe 
in  tal  modo  da  catalizzatore.  Basta,  infatti,  uiia  piccola 
quantità  di  quest'ossido  commista  alla  polvere  di*'zinco 
per  avere  la  deposizione  stabile  ed  omogenea  del  metallo, 
dovuta  probabilmente  a  proprietà  peculiari  dello  zinco 
allo  stato  nascente.  v 

Fra  i  due  metalli  si  forma  una  vera  legtfi  giacché  lo 
zinco  non  si  può  asportare  dall'  og^fetto  né  con  mezzi 
chimici  né  con  mezzi  meccanici,  ma  solo  si  può  elimi- 
nare col  riscaldamento  a  940**  C,  cioè  alla  sua  tempera- 
tura di  volatilizzazione. 

1^0  spessore  della  pellicola  di  zinco  ottenuta  mediante 
la  zincatura  a  secco,  detta  anche  scerardizzazione  y  è 
minore  dì  quello  che  si  ha  nella  zincatura  a  caldo,  cioè 
per  immersione  delF oggetto  nello  zinco  fuso,  ma  ciò  non 
ha  importanza,  perché  V  azione  protettrice  contro  V  ossi- 
dazione non  è  affatto  dipendente  dallo  spessore  dello 
strato  di  zinco  che  si  è  deposto  sul  metallo  galvaniz- 
zato. Il  ferro  zincato,  infatti,  esposto  air  aria,  costituisce 
una  vera  pila  galvanica,  ih  cui  il  polo  negativo  è  rap- 
presentato dallo  zinco,  quello  positivo  dal  ferro  ed  il 
fluido  conduttore  dall'  aria  umida  ;  per  la  corrente  elettrica 
che  si  sviluppa,  lo  zinco  viene  ossidato  mentre  il  ferro 
rimane  ridotto. 

La  polv^ere  di  zinco  che  si  impiega  in  questo  nuovo 
processo  è  un  prodotto  secondario  della  fabbricazione 
dello  zinco  :  nella  distillazione  di  questo  metallo  dalla 
blenda  si  forma  della  polvere,  nella  proporzione  di  5-10 
per  100  del  metallo  ricavato,  costituita  da  goccioline  di 
zinco  puro,  con  una  piccola  quantità  di  ossido  e  traccie 
di  altri  metalli  (cadmio,  piombo,  ferro,  ecc.)  e  special- 
mente da  particelle  impalpabili,  di  colore  grigio  azzur- 
rastro, del  diametro  di  y^^^  ad  y,^,oo  di  millimetro.  U 
vapore  che  questa  polvere  produce  è  tale  che  il  deposito 
che  forma  air  interno  di  un  tubo  d' assaggio  è  iride- 
scente, ha,  cioè,  delle  dimensioni  di  struttura  d'ordine 
inferiore  a  quello  delle  lunghezze  d'onda  della  luce. 

In  pratica  gli  oggetti  da  zincare  vengono  posti  in  un 
tamburo  girevole  e  ricoperti  con  polvere  di  zinco  com- 
merciale, mescolata  col  3  ^  ^  di  polvere  finissima  di  car- 
bone, per  impedire  l'ossidazione  dello  zinco.  Questo 
tamburo  può  essere  chiuso  ermeticamente  ai  fondi  me- 
diante due  sportelli  pressati  a  vite,  e  le  sue  pareti 
interne  sono   rivestite  di  piombaggine  per   impedire  che 


\j 


Preparazione  elettro-chimica  delle  sostanze  organiche     177 

su  di  esse  si  depositi  uno  strato  troppo  grosso  di  zinco. 
La  durata  del  riscaldamento,  a  300"  circa,  varia  a  seconda 
dello  spessore  dello  strato  che  si  vuol  ottenere  ;  quanto 
più  si  prolunga  1'  operazione,  tanto  più  lo  zinco  penetra 
profondamente  negli  oggetti.  Tuttavia,  quando  lo  strato 
è  tenace,  appare  lucente,  se  invece  è  piuttosto  grosso 
presenta  colore  grigiastro  dovuto  alla  sovradeposizione 
di  una  pellicola  di  zibco  ossidato. 

Il  processo  Cowper  Coles  di  zincatura  a  secco  pre- 
senta notevolissimi  vantaggi  sugli  antichi  sistemi  ed  ha 
già  acquistato  grande  importanza  industriale.  Esso  è 
assai  semplice,  non  richiede  grandi  spese  di  impianto  e 
di  funzionamento  e  fornisce  risultati  migliori  degli  altri 
processi,  cioè  Io  zinco  deposto  esercita  un'  azione  pro- 
tettrice più  efficace.  La  brunitura  dei  metalli  scerardiz- 
zati  è  bensì  più  diffìcile  di  quella  dei  metalli  galvaniz- 
zati coi  metodi  ordinari,  ma  in  compenso  è  più  bella  e 
durevole. 

Inoltre  V  acciaio  con  la  nuova  zincatura  non  perde 
affatto  la  sua  tempera,  per  cui  sarà  possibile  certamente 
in  avvenire  di  galvanizzare  molti  strumenti  fisici  e  chi- 
rurgici che  finora  non  si  riuscì  a  proteggere  con  uno 
strato  di  zinco. 

V.  —  Sulla  preparazione  elettro-chimica 
delle  sostanze  organiche  ('). 

Da  alcuni  anni  si  osserva  una  grande  attività  negli 
studi  scientifici  e  pratici  che  riguardano  le  applica- 
zioni deir  energia  elettrica  alla  produzione  di  composti 
organici. 

Abbiamo  già  riferito  nel  precedente  volume  deìV  Aìi- 
nuario  intorno  ad  un  metodo  di  preparazione  dell'  acido 
stearico  per  riduzione  elettrolitica  dell*  acido  oleico  ;  ora 
accenneremo  ad  altri  processi  di  riduzione  e  di  ossida- 
zione elettro-chimica,  alcuni  dei  quali  applicati  utilmente 
neir  industria,  e  che  dimostrano  quanta  importanza  ed 
estensione  abbia  raggiunto  già  T  elettrochimica  anche  nel 
campo  della  chimica  organica. 

R.  Ehrenfeld  ha  constatato  che  neir  elettrolisi  dèi  car- 
bonato ammonico  con  catodo  di  zinco  o  di  zinco  amalga- 


(»)  Zeitschr.  f,  Elektrochemie,  1906,  p.  881 


mato  si  forma  dell'acido  formico:  nello  slesse  condizioni 
il    carbnminati)    nmtiiouicu    XiL.rOONII,   non  dii    acido 

li   acidi   arouia- 
'  acido  benzoico, 


CH.OH. 

ma  solnzioiie  di 
),  70  grammi  di 
in  nn  vaso  di 
i  di  piombo  di 
io  in  piombo  è 
riente  dell'acido 
lite  è  di  .SO  am- 
I"  e  HO".  Durante 
rammi  di    acido 

i  la  corrente  o 
ben  zìi  ice  forni  a- 

leiito  dell'US"  , 
isultati  ponendo 
acido  solforico, 
uqiia,  operando 
I  40  grammi  di 
alcool  o-auiino- 
wl  m-nminoben- 

ii  preparazione 
mide  di  questo 
duzione  olottro- 
^iieat' acido,  per 
ino  liquido  cato- 
5'  „,  contenente 
olizza  con  una 
di  correnti-  di 
;on  una  forza 
a  casa  Durand 
di  preparazione 
lottrolitica  delta 
;)  si  trova  una 
cido   solforico  e 


ie^^W9%' 


Preparazione  elettro-chimica  delle  sostanze  organiche     179 


30  grammi  di  gallociauina.  Il  catodo,  di  un  centimetro 
di  superfìcie,  è  in  piombo.  La  temperatura  è  di  70**-8()**  e 
la  densità  della  corrente  di  1.5  ampères  per  decimetro 
quadrato. 

Law  e  Perkin  hanno  studiato  l'ossidazione  anodica 
degli  omologhi  della  benzina. 

Dalla  etilbenziua  si  ottiene  dapprima  il  fenilmetilcar- 
binol  accanto  ad  un  po'  d' alcool  feniletilico,  poi  della 
benzaldeide. 

Secondo  Perkin,  V  acido  gallico  disciolto  neir  acido 
solforico  di  media  concentrazione  dà  per  ossidazione  elet- 
trolitica una  materia  colorante  analoga  air  acido  ellagico. 

W.  Lang  ha  descritto  un  processo  elettrochimico  indi- 
retto per  la  preparazione  delle  aldeidi  e  dei  chetoni  me- 
diante ossidazione  degli  alcool  coi  composti  del  manga- 
nese trivalente,  che  sono  dotati  di  energico  potere  ossi- 
dante. Si  impiega  il  solfato  manganico  od  un  suo  sale 
doppio,  che  si  forma  per  ossidazione  anodica  del  sale, 
manganoso  con  produzione  d'  ossigeno.  Un  diaframma 
è  inutile,  perchè  i  sali  manganici  si  lasciano  ossidare 
air  anodo  senza  subire  la  riduzione  al  catodo.  L'  esatta 
concentrazione  dell'  acido  è  di  un'  importanza  essenziale, 
perchè  nel  caso  di  una  concontrazione  troppo  elevata  non 
si  produce  l'ossidazione,  nel  caso  opposto  si  forma  del 
perossido  di  manganese  e  dell'acido  permanganico. 

Per  la  preparazione  dei  composti  manganici  s' impie- 
gano 47,5  chilogrammi  di  solfato  manganoso  ammonia- 
cale: 2MnS04.  (NH  )«  SO^,  che  si  prepara  a  caldo;  1'  acqua 
fredda  lo  decompone'in  MnSO^.  11,0  e  MnSO,.  (NH,),  SO,. 
H^O.  Vi  si  aggiungono  42  litri  d'acqua  ed  80  chilogrammi 
d'acido  solforico  al  98 ^^(,.  L'anodo,  ed  il  catodo  sono  in 
piombo  e  la  densità  della  corrente  all'anodo  è  di  3  5 
ampères  per  decimetro  quadrato.  Dopo  6000  ampèros-ore 
il  manganese  è  presente  nel  bagno  allo  stato  di  allume 
di  manganese  e  di  ammoniaca,  molto  diviso.  Il  sale  rosso 
scuro  viene  decomposto  dall'acqua  con  formazione  d'os- 
sido di  manganese  bruno  fioccoso. 

Questa  miscela  ossidante  viene  impiegata,  ad  esempio, 
per  preparare  la  formaldeide  dall'  alcool  metilico  ed  il 
raentone  dal  mentol. 

La  «  Badische  Anilin  und  Soda  Fabrik  »  utilizza  un 
grado  di  ossidazione  più  elevato  del  manganese  per  ossi- 
dare gli  idrocarburi  aromatici,  che  contengono  gruppi 
metilici  o  gruppi  metilici  sostituiti,  in  aldeidi  od  in  acidi. 


180 


Chimica 


Ir  '■ 

> 


1^ 


>  r 


Il  solfato  di  manganese  Mn  SO4  si  trasforma  per  ossi- 
dazione anodica  in  solfato  tetravalento  Mn  SOJ,,  che  è 
un  ossidante  più  energico  della  miscela  di  biossido  di 
manganese  ed  acido  solforico,  e  si  rigenera  sempre  dopo 
avvenuta  la  reazione.  Per  preparare  questo  solfato  si  ossi- 
dano elettroliticamente  GOO  parti  di  solfato  Mn504  4-  4H,0 
in  2900  parti  di  acido  solforico  a  45'^  H.  Si  impiega  un 
anodo  di  piombo,  e  si  opera  con  diaframma,  con  una  den- 
sità di  corrente  air  anodo  di  5-16  ampères  per  decimetro 
Quadrato.  Per  preparare,  ad  esempio,  V  o-nitrobenzaldeide 
air  o-nitrotoluene,  dopo  aver  protratto  T  elettrolisi  per 
un  tempo  sufficiente,  si  versa  a  poco  a  poco  questa  solu- 
zione in  500  parti  di  o-nitrotoluene  a  50^-60",  agitando 
bene;  la  temperatura  sale  a  10O'*-1OO''.  Si  può  separare 
la  parte  oleosa  oppure  distillare  il  nitrotoluene  in  cor- 
rente di  vapore.'' 

La  fabbrica  di  materie  coloranti  «  Meister  Luciuse 
Briining  »  ha  brevettato  un  processo  di  ossidazione  e 
riduzione  elettrolitica^  di  composti  organici  in  presenza 
di  sali  di  vancadio.  È  noto  che  questi  sali  depolarizzano 
in  modo  meraviglioso  tanto  V  anodo  che  il  catodo,  e  che 
basta  impiegarne  delle  quantità  piccolissime.  A  ciascuno 
dei  quattro  diversi  gradi  di  ossidazione  del  vanadio  cor- 
risponde un  potenziale  determinato  di  ossidazione  e  di 
riduzione:  i  composti  del  tipo  V^O,  agiscono  come  mezzi 
potenti  di  riduzione,  quelli  del  tipo  Vj  O,  come  deboli 
riduttori,  i  derivati  di  V^  ^4  come  ossidanti  e  riduttori, 
quelli  di  V,  O^  come  eccellenti  ossidanti.  Ricorderemo, 
come  esempio  di  ossidazione  e  di  riduzione  simultanee, 
r  ossidazione  dell'  anilina  in  chinone  e  la  riduzione  di 
questo  prodotto  intermedio  in  idrochinone.  Si  opera  senza 
diaframma,  con  anodo  e  catodo  in  piombo,  a  temperatura 
compresa  fra  5**  e  10"*,  impiegando  come  elettrolito  del- 
l' acido  solforico  al  10  Vq  col  3  V^  di  acido  vanadico  cal- 
colato suir  acido  solforico  (H,  SÓ^)  anidro,  con  una  den- 
sità di  corrente  di  circa  400  ampères  per  decimetro  qua- 
drato. L'  anilina  si  aggiunge  poco  a  poco.  Il  rendimento 
è  quantitativo. 

Secondo  le  esperienze  di  parecchi  autori,  il  cloro  ano- 
dico agisce  sul  toluene  bollente  in  modo  diverso  dal  cloro 
ordinario  ;  la  sostituzione  avviene  nel  nucleo  e  non  nella 
catena  laterale.  Sottoponendo  all'  elettrolisi  una  miscela 
bollente  di  toluene  e  di  acido  cloridrico  non  si  ottiene 
del  cloruro  di  benzile,  ma  del  toluene  clorato  nella  posi- 


Azione  delV  ozono  sui  composti  benziìiici  ed  ali  fatici    181 

zione  para,  accanto  a  piccole  quantità  di  un  derivato 
orto. 

L' energica  azione  che  V  effluvio  elettrico  induce  è 
utilizzata  anche  per  la  conversione  dell*  isoeugenol  in 
vanillina,  del  safrolo  in  eliotropina  ecc.  Di  questa  pro- 
prietà la  Société  francaise  de  V  indìistrie  chimique  trae 
profìtto  nelle  sue  officine  di  Courbevoie  per  la  prepara- 
zione dei  profumi. 

VI.  —  Azione  dell'ozono  sui  composti  henzinici 

ed  ali  fatici. 

Il  prof.  Molinari,  che  da  alcuni  anni  si  occupa  dello 
studio  dei  derivati  ozonizzati  od  ozonuri  dei  composti 
organici  non  saturi  (*),  ha  dimostrato  che  V  acido  oleico 
e  r acido  linolico  fissano  quantitativamente  T ozono,  e 
precisamente  una  molecola  d' ozono  per  ogni  doppio 
legame;  e  su  questo  fatto  ha  fondato  un  metodo  esatto 
di  determinazione  quantitativa  dell'  ozono  contenuto  in 
una  corrente  d'  aria  ozonizzata. 

L'addizione  quantitativa  dell'ozono  si  ha  anche  cogli 
olii  di  oliva,  di  mais,  di  lino  e  di  ricino,  colla  colesterina, 
colla  margarina,  col  burro,  coli'  acido  ricinoleico,  col 
petrolio;  ciascuna  di  queste  sostanze  ha  un  numero 
d'ozono  particolare  che  costituisce  una  nuova  costante 
per  caratterizzarle. 

Mentre  tutti  i  composti  a  doppia  legatura  fissano 
quantitativamente  V  ozono,  quelli  a  tripla  legatura  non 
lo  fissano  affatto.  L'  acido  stearolico,  ad  es.,  che  presenta 
una  costituzione  chimica  ben  definita: 

CH3  (CH,);  C  =  C  —  (CH,);.  COOH 

sciolto  nell'esano  del  petrolio  e  sottoposto  alH azione  di 
una  corrente  d'  aria  ozonizzata,  non  assorbe  affatto  ozono, 
tanto  che  dopo  eliminazione  del  solvente  non  si  osserva 
alcun  aumento  di  peso. 

Dei  composti  aromatici  beuzinici  alcuni  fissano  ozono, 
e  sono  quelli  appunto  che   contenf^ono  delle  vero  doppio 

legature  secondo  la  formula  stabilita  dal  Kekuló;  /     \ 

-   -        -  ^^/^ 

Q)  Vedi  Annuario  1905. 


ene  vero  doppie  ìega- 
ceutrica  del    Baeyer 


e  del  WauB  'sr-fs—y 

si  comportano  i  coqi- 
^atura,  coiiteneiile  un 
ca,  come,  ad  esempio, 
iiiitrofoiiilpropiolìco. 

delle  sostanze  org'a- 
di  stabilire,  in  modo 
leno  di  vere  doppie 
aromatica,   lauto   nel 

laterali,  e  di  distin- 
Tatici  con  doppie  da 
iiogliere  ]»oehi  centì- 
osaminare  in  alcuni 
lon  fissa  ozono  (acqua, 
ro  di  carbonio)  e  far 
ne  nua  corrente  d' aria 
irbe  ozono,  si  dovrii 
ispettivamontu  la  pro- 
lorbe  ozono  si  dovrìi 
pillile  con  vere  doppie 

doppia   legatura  del 


I  in  tutti  i  liquidi  clic 
dica,  traggono  origine 
ermento  figurato  hsi- 
'ueìua  e  sulla  Ì3olu- 
)venitìnti  dalla  decoin- 
,  trasformandole  neg-ii 
a/.ìnnc  t^iniultaneu  dì 
a  lencinn   levogira   si 


Alcool  amilici  nella  fermentazioìie  alcoolica  183 

converte  così  in  alcool  d-isoamilico  inattivo  e  la  isoleu- 
cina  destrogira  in  alcool  amilico  destrogiro.  Questi  alcool 
amilici,  che  costituiscono  il  cosidetto  olio  di  fusel,  riman- 
gono nel  liquido  fermentato,  mentre  V  ammoniaca  viene 
assorbita  dal  lievito  e  tosto  trasformata  in  azoto  albumi- 
noide.  Ciò  è  dimostrato  dal  fatto  che  facendo  fermentare 
dello  zucchero  puro  con  lievito  selezionato  in  presenza 
di  leucina  pura,  non  si  può  svelare  la  minima  traccia  di 
ammoniaca,  né  durante  la  fermentazione  né  nel  liquido 
fermentato,  mentre  è  facile*  secondo  il  signor  Ehrlich, 
seguire  la  formazione  progressiva  di  alcool  superiori  in 
rapporto  con  una  diminuzione  progressiva  di  leucina. 

La  proporzione  di  questi  alcool,  che  si  forma  in  una 
fermentazione  alcoolica,  dipende  essenzialmente  dal  tenore 
in  azoto  del  lievito,  cioè  dalla  quantità  dei  materiali  azo- 
tati presenti  nel  liquido  fermentante  ed  assimilabili  dal 
fermento.  Nella  fermentazione  normale  si  formano  degli 
alcool  superiori  nella  proporzione  di  0,40-070  %  ;  V  ag- 
giunta di  gr.  0,30  di  leucina  inattiva  sintetica  per  ogni 
100  grammi  di  zucchero,  a  parità  di  ogni  altra  condi- 
zione, eleva  la  proporzione  di  alcool  superiori  a  2,11  ^/j;, 
aggiungendo  gr.  1,25  di  isoleucina  destrogira  per  ogni 
100  grammi  di  zucchero,  il  liquido  contiene,  dopo  fer- 
mentazione, 1,44  y^j  di  alcool  amilico.  La  maggior  pro- 
duzione di  questi  alcool,  legata  ognora  ad  una  più  attiva 
fermentazione,  corrispondo  alla  quantità  dell'  acido  ami- 
dato  che  viene  consumata  dal  lievito  durante  la  fermen- 
tazione. 

Ora,  se  si  provoca  la  fermentazione  alcoolica  di  uno 
zucchero  puro  in  presenza  di  leucina  e  di  asparagina,  la 
proporzione  degli  alcool  superiori  che  si  formano  dimi- 
nuisce della  metà;  e  s*\  in  luogo  dell' asparagina,  si 
aggiunge  del  carbonato  ammonico,  questa  proporzione 
diminuisce  ancora,  anche  in  presenza  di  una  grande 
quantità  di  leucina.  Evidentemente  il  lievito  si  appropria 
r  azoto  deir  asparagina  e  del  sale  ammoniacale,  i)rima  di 
decomporre  la  leucina. 

Questi  fatti  hanno  notevole  interesse  industriale, 
perchè  si  riproducono  integralmente  anche  coi  mosti 
naturali.  Poiché  in  questi  ultimi,  come  si  é  visto,  la  foi|- 
mazione  degli  alcool  amilici  avviene  alle  spese  (lei  pro- 
dotti di  decomposizione  delle  sostanze  albuminoidi,  e  spe- 
cialmente della  leucina,  sarà  possibile  diminuire  forte- 
mente il  tenore  in  alcool  superiore  dei  liquidi  fermentati 


184  Chimica 


aggiungendo  ai  mosti  dei  materiali  facilmente  assimila- 
bili dai  fermenti,  e  ciò  con  vantaggio  evidente,  sapendosi 
che  il  valore  di  un  liquido  alooolico  è  tanto  maggiore 
quanto  più  tenue  è  la  proporzione  di  alcool  amilici  che 
esso  contiene. 

La  decomposizione  degli  acidi  amidati  negli  alcool 
corrispondenti  non  è  limitata  al  caso  della  leucina  e  del- 
l' isoleucina;  la  regola  è  generale  e  può  essere  utilizzata 
per  la  preparazione  di  certi  alcool. 

Il  signor  Ehrlich  ha  potuto  ottenere,  ad  es.,  dalla 
tirosina  l'alcool  paraossifeniletilico,  finora  sconosciuto,  e 
dalla  fenilalamina  un  alcool  feniletilico  che,  secondo 
Soden  e  Rojahn,  costituisce  la  parte  essenziale  del  pro- 
fumo delle  rose. 

L'autore  si  propone  di  proseguire  queste  ricerche 
così  interessanti  dal  punto  di  vista  della  fisiologia  vege- 
tale, specialmente  per  ciò  che  riguarda  la  formazione 
delle  materie  odoranti  dei  profumi. 


Vili.  —  Condensazione  degli  idrocarburi  aromatici  colla 
cellulosa  e  col  glucosio. 

Se  si  discioglie  a  freddo  della  cellulosa  pura  nel- 
r  acido  solforico  concentrato  e  si  aggiunge  a  questa  solu- 
zione una  certa  quantità  di  benzolo,  si  osserva  tosto  che, 
agitando  la  miscela,  avviene  una  reazione  fra  il  benzolo 
e  la  cellulosa,  la  temperatura  si  eleva  ed  il  liquido  da 
bruno  giallastro  diventa  verde  oliva,  poi  nero.  Se,  a  rea- 
zione terminata,  si  aggiunge  del  ghiaccio  al  liquido  acido 
separato  dall'  eccesso  di  benzina,  e  dopo  24  ore  si  filtra, 
si  lava  il  residuo  con  acqua  fredda  e  lo  si  essicca  a  tem- 
peratura ordinaria,  si  ottiene  una  sostanza  bruna,  inso- 
lubile in  tutti  gli  ordinari  solventi,  che,  trattata  a  freddo 
con  acido  nitrito  concentrato,  si  trasforma  parzialmente 
in  un  derivato  solfonitrato  di  una  tetrafenilcellulosa,  solu- 
bile nell'alcool  e  nell'acetone,  in  cui  i  radicali  fenilici 
sono  legati  direttamente  agli  atomi  di  carbonio  della 
cellulosa. 

Gli  omologhi  del  benzolo,  toluene,  xilene,  pseudocu- 
mene,  reagiscono  in  modo  analogo  con  la  cellulosa 
disciolta  neir  acido  solforico,  e  danno  dei  prodotti 
amorfi,  ai  quali   il   NastoukoflT,   che   li   preparò,  diede  il 


Condens.  degli  idroc.  arom.  colla  cellulosa  e  col  glucosio    185 

nome  di  desossine  (*).  Essi  sono  tutti  insolubili  nei  sol- 
venti ordinari,  si  diseiolgono  nel  fenolo  e  sono  precipi- 
tati da  questa  soluzione  dall'  acqua,  o  meglio  dalla  soda 
diluita. 

Nella  preparazione  di  queste  sostanze,  anziché  aggiun- 
gere del  ghiaccio  al  liquido  acido,  conviene  aggiungere, 
a  reazione  compiuta,  la  miscela  in  cinque  parti  del  suo 
peso  d' acqua  e  distillare  la  benzina  libera.  Durante  la 
distillazione  il  prodotto  della  reazione  si  separa  e  può 
essere  raccolto  facilmente  e  lavato  con  acqua.  Con  50 
grammi  di  carta  da  filtro  svedese,  disciolta  in  500  ce.  di 
acido  solforico  e  50  ce.  di  benzina,  si  ricavano  45  grammi 
di  fienildesossina,  e  nella  distillazione  si  ricuperano  10 
ce.  di  benzina. 

—  La  fenildesossina  così  preparata  contiene  in  media 
83,88  Vo  di  carbonio,  6,21  «  ^  d' idrogeno  e  0,43  Vo  di  zolfo, 
e  corrisponde  alla  formula  Cg  H,  Oj  (Cg  1I.)3,  cioè  a  quella 
della  cellulosa  in  cui  tre  ossidrili  sono  stati  sostituiti  da 
tre  fenili: 

C«H,,0,  +  3C,N,  =  C,H,0,  {C,R,),  -h  3H,0 

Le  desossine  non  formano  eteri  :  ossidate  col  perman- 
ganato potassico  a  freddo  danno  origine  agli  acidi  aro- 
matici corrispondenti.  La  fenildesossina  della  cellulosa 
ha  dato,  per  ossidazione  con  5  parti  di  permanganato  di 
potassio  al  6  y^,  fino  al  45  y^  di  acido  benzoico;  la  tolil- 
dessosina  il  20  y„  di  acido  toreftalico,  la  xilildesossina 
il  4  Yq  di  acido  tereftalico  ed  il  25  y,  di  acido  trimelli- 
tico,  ed  infine  la  pseudo-cumildesossina  il  20  y^  di  acido 
piromellitico.  In  ogni  caso  si  forma  inoltre  deir  acido 
carbonico  ed  il  25  "/..  di  acido  ossalico.  Neir  ossidazione 
della  fenildesossina  della  cellulosa  con  acido  nitrico  di- 
luito si  forma  il  5  /,  di  aldeide  benzoica  ed  una  sostanza, 
amorfa  di  colore  rosso,  solubile  nell'  alcool  e  negli  alcali 
caustici.  Trattata  cogli  ossidanti  acidi  od  alcalini  o  fusa 
con  potassa  si  produce  una  serie  di  derivati  amorfi,  che 
vanno  dal  giallo  al  rosso  carico,  contengono  più  ossigeno 
e  meno  carbonio  e  si  sciolgono  neir  alcool  e  negli  alcali 
con  colorazione  nera  o  rossa.  Con  la  fenilidrazina  dà  un 
idrazone  od  un  osazone,  che  contiene  circa  1,80  y,  di 
azoto. 

(1)  Zeif,  Farben  Industrie,  1907,  pag.  70. 

AUKCARIO   SCIRNTIVICO   —    XLIV  13 


18fi  Chimica 


Gli  idrocarburi  aromatici  reagiscono  in  raodo  analogo 
col  glucosio  sciolto  noir  acido  solforico.  La  fonildesossina 
del  glucosio  contiene  84  "/o  di  carbonio,  6,28  y,  d*  idro- 
geno e  0,78  V,  di  zolfo.  Secondo  V  autore,  sarebbe  un 
glicosano,  in  cui  tre  ossidrili  sarebbero  sostituiti  da  tre 
gruppi  fenilici.  Le  proprietà  di  questo  corpo,  non  ancora 
completamente  studiate,  coinciderebbero  con  quello  della 
fonildesossina  della  cellulosa. 


IX.  —  La  chimica  degli  albuminoidi  ed  i  fermenti  (*). 

Abbiamo  veduto,  nel  precedente  Annuario,  quale  è  la 
via,  tracciata  dal  Fischer,  che  dovrà  condurre  alla  riso- 
luzione deir  importante  problema  della  sintesi  delle  so- 
stanze albuminoidi;  cercare,  cioè,  di  separare  i  diversi 
elementi  che  compongono  i  peptoni  e  le  albuminose,  che 
sono  pure  delle  mescolanze,  ed  identificare  questi  elementi 
ai  prodotti  artificiali,  i  peptidi  ;  e  mediante  i  gruppi  così 
ottenuti,  tentare  la  sintesi  dei  polipeptidi  elevati,  per 
confrontarli  con  le  sostanze  proteiche  naturali. 

I  polipeptidi  più  complessi  finora  studiati  si  avvici- 
nano notevolmente  per  le  loro  proprietà  alle  proteine 
naturali,  ma  non  sono  identici  ;  se  in  alcuni  casi  la  strut- 
tura molecolare  è  in  fondo  la  stessa  per  le  due  specie 
di  prodotti,  la  natura,  il  numero  ed  il  modo  con  cui  sotio 
incatenati  fra  loro  i  diversi  acidi  amidati  possono  essere 
assai  differenti.  Ciò  osservasi  anche  per  gli  stessi  albu- 
minoidi naturali,  la  cui  molecola  si  presenta  più  o  meno 
complessa.  Il  rappresentante  più  semplice  della  numerosa 
serie  di  queste  sostanze,  la  fibroina,  che  è  la  fibra  della 
seta  pura,  privata  cioè  della  gomma  di  seta  o  sericina, 
è  costituita  specialmente  di  acidi  monoamidati  (glicocoUa, 
alanina,  tirosina,  serina):  il  più  complesso,  la  sulmina, 
contenuta  nello  sperma  del  salmone,  è  formata  princi- 
palmente di  acidi  diamidati  coir  80  y^  di  arginina.  Ma 
fra  questi  due  termini  estremi  si  trovano  in  natura  tutte 


(*)  Sitzungsberichte  der  Kdniglich  pretissischen  Akademie 
der  Wissen^chaften,  1907. 


La  chimica  degli  albuminoidi  ed  i  fermenti 

Io  forme  possibili  di  transizione.  Pei 
riproduzione  artificiale  degli  albumi 
essere  risolto  che  per  un  caso  alla 
del  successo  sembra  ormai  fuori  di 
sforzi  tentati  per  realizzare  queste 
fondire  le  trasformazioni  chiniicho  < 
che  hanno  e  non  possono  avere  pei 
puramente  scientifico.  Il  brillante 
raggiunto  le  industrie  chimiche,  gra 
delle  sintesi  organiche,  nella  fabbrit 
coloranti,  dei  medicamenti,  dei  profi 
degli  zuccheri  ecc.  da  oltre  50  anni 
considerare  più  nulla  d' impossibile, 
la  speranza  che  l'albumina  artifìci) 
un  alimento  popolare  buono  e  poco 
anche  si  fosse  riusciti  a  preparare 
gli  albuminoidi  contenuti  negli  alime 
todì  di  sintesi  straordinariamente  se 
ancora  ben  lontani  da  una  applica: 
ragione  semplicissima  che  il  costo  d 
elevatissimo. 

Pel  momento  dunque  onesti  studi 
altro  scopo  se  non  quello  ai  dare  alla 
meglio  appurare  i  fenomeni  chimici 
organismi  animale  e  vegetale.  Le 
infatti,  non  formano  soltaictn  una  pu 
del  protoplasma  vivente,  ma  costitnia 
cui  r  organismo  trae  gli  agenti  più  pò 
e  per  la  sua  conservazione,  vogliamo  e 
sostanze,  che  agiscono  in  modo  speci 
piccolissime  bastano  per  determina 
chimica  di  grandi  masse  di  altre  i 
meravigliose  trasformazioni  che  tutti 
loro  influenza  si  producono  t  feiio 
ossidazione,  riduzione,  condensazion 
.  geno,  dissociazione  di  acido  carboni 
Si  conosce  già  un  gran  numero 
fermenti,  ma  un  numero  di  gran  lu 
conosciuto ,  poiché  è  assai  probabi 
albuminoidi  complesse,  che  formane 
palo  dei  tessuti,  siano  prodotte  da 
azione  sintetica,  come  a  fermenti 
devonsi    attribuire    le    numerose  sin 


n 


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Hi  5:  5.» 


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;'4  '.  ';   .     -1  ';      '-...'      ":    *.    .   — •.     ..    i*!!*  vita  pratica, 
r.' ;   '-•    ,'   ';    ',,'.,•     ^:';^,*'     .     :-..-.    -..--iiciria.  Sf  si  arri- 

.M-.*';i  /.',',;.'>:  <■  i:".:.--,d  ;,-.  **.  ;—r  trasr"nijazi'>no  degli 
a.'/.rr,  'I,';,.  'j -;  :*-::!. "t.\  .:*:/. ci  "  arialr.;»'hi  a  quelli 
/'f,'-  hì>"fAiff  h'  *i;i-l"r.'rMz,o:.;  cni'Licht^  dell*?  fermenta- 
/.o;»j.  I  'jsaJ  .  ('/,tfn-  **  noto.  v**:. l'alino  secn;ti  «la  speciali 
ir^j^Toof  ;/afi!- fju,  ii  r>tt^-r'r'*f>J**TM  c»TtaiDente  riHiiItati  mi- 
j/ìihti  Mi  tiìftlu  ìnuit  (icW  ìfìi]*nviiìnU*  industria  delle  fer- 
thftiUi'Ai'tfii.  \\  ìnr^i'  H<'trnen«io  questa  via,  si  potrà  un 
j/iorno  r/'oK-'n»  un  ]»rol>lenwi  economico  della  più  ^-rande 
jnqjor  tan//i,  eio*-  quello  della  utilizzazione  della  cellulosa 
e  MOk',t/Mi/.<"  /inalo^lie  p(T  T  alimentazione  de^li  animali; 
riMiliz/Jindom  eemiornicarnente  la  trasformazione  della 
MiaMK/i  iMioiirio  di  e^illidosa  li^'nificata  de^-li  organismi 
ve^nlidi  in  prodotti  Holuhili  ed  assimilabili  si  creerà  una 
Ionie  pressoché  inesanrihile  di  nutrizione  organica. 


Lo  zolfo  nelle  sostanze  albuminoidi  189 


X.  —  Lo  zolfo  nelle  sostanze  albuminoidi. 

Di  tutti  gli  eleineuti  che  compongono  le  sostanze  albu- 
minoidi, lo  zolfo  rappresenta  la  frazione  più  piccola;  però, 
mentre  la  percentuale  degli  altri  oscilla  sempre  entro 
limiti  assai  ristretti,  quella  dello  zolfo,  al  contrario,  pre- 
senta differenze  assai  iiotev^oli.  Nella  scissione  della  mo- 
lecola albuminoide  si  formano  talvolta  da  una  parte  pro- 
dotti di  decomposizione  a  struttura  assai  complessa  affatto 
privi  di  zolfo,  dall'altra  prodotti  analoghi  contenenti 
questo  metalloide,  il  quale  ora  è  impegnato  nella  mole- 
cola in  combinazioni  da  cui  può  essere  separato  assai 
facilmente,  ora  invece  vi  è  solidamente  legato.  Le  inda- 
gini dirette  a  stabilire  in  quale  stato  si  trova  lo  zolfo 
nella  molecola  albuminoide,  essendo  ancor  prematuro  di 
parlare,  come  abbiamo  detto  precedentemente,  di  una 
vera  sintesi  delle  sostanze  albuminoidi,  non  possono  ne- 
cessariamente riguardare  che  i  prodotti  solforati  di  decom- 
posizione. Finora  si  è  trovato:  la  cistina,  la  cisleina, 
l'acido  tiolattico,  T acido  tioglicolico,  il  solfuro  d'etile,  il 
mercaptano  etilico  e  V  idrogeno  solforato.  A  questi  corpi 
devesi  aggiunger^,  secondo  Drehesel,  la  dietiletina,  che 
contiene  un  atomo  di  zolfo  tetravalente.  Dalla  struttura 
dello  combinazioni  solforate  appare  che  esse  devono  essere 
considerate  come  derivati  immediati  dell'  idrogeno  solfo- 
rato, per  cui  dovrebbesi  concludere  elio  lo  zolfo  non  è 
in  combinazione  diretta  coir  ossigeno.  Tuttavia,  se  una 
parto  dello  zolfo  deir albumina  può  essere  messa  in  libertà 
sotto  forma  di  idrogeno  solforato,  trattando,  ad  esempio, 
l'albumina  con  gli  alcali,  il  rimanente  non  si  scopre  se 
non  colla  combustione  completa  dell'albumina.  Non  essen- 
dosi trovato  finora  fra  i  prodotti  di  decomposizione  del- 
l'albumina né  acido  solforico,  nò  anidride  solforosa,  an- 
corché cogli  alcali  non  si  possa  mettere  in  libertà  lo 
zolfo  totale,  si  doveva  ammettere  col  Colniheim,  che  lo 
zolfo  si  trova  nell'albumina  sotto  forma  di  due  combi- 
nazioni differenti,  T  una  bivalente,  l'altra  bitetravalente, 
ma  che  lo  zolfo  in  combinazione  con  l'ossigeno  manca 
affatto  nella   uìolecola  albunìinoid(\ 

Ora,  recenti  esperienze  di  Haikow  mostrano  che  (juestn 
asserzione,  che  si  ritenne  come   defìnitivaniente  provata. 


non  è  esatta.  Infatti,  nel  coreo  di  ricerche  dirette  a  scin- 
dere le  sostanze  albiimìnoidi  con  l'acido  fosforico,  allo 
scono  di  esaminare  i  orodotti  dì  decomposizione,  in 
la  purissima,  quest'autore 
seconda  della  durata  dei- 
si  svolge  un  odore  più  o 
o.  Questo  odore,  che  già 
può  percepire  con  certezza, 
mano  procede  l'attacco  da 
laudo  la  libra  ò  completa- 
e  dopo  un  paio  di  mesi, 
ìue  acutissimo.  Ciò  dimo- 
i  ammesso  fino  al  presente, 
I  sostanze  albuminoidi,  iu 
a  combinato  dirattajnente 
parlare  a  buon  diritto  di 
;i  ossidato  uell' albumina. 
iianto  avviene  colla  lana, 
jue  dell'acido  fosforico  è 
I  dopo  due  mesi  di  con- 
iitu  l'odore  di  acido  solfo- 
10  a  disciogliersi  nell'acido, 
■ecisato  se  fra  le  varie  eo- 
ente  ijuclle  contenenti  che- 
iccennatc,  sono  capaci  di 
neppure  sono  stati  studiati 
erivaiio  da  (jnesta  decom- 
dat»  clic  non  si  l'orma  uè 
to.  Ciò  dimostra  che  nella 
liuminoidì  alla  temperatura 
1  provoca  nella  loro  mole- 
nda, e,  non  potemio  osso 
evidentemente  una  parte 
'e  essere  immediatamente 
è  stato  ancora  dimostrato 
ittina  che  il;ì  origino  alla 
I  che  non  si  tratta  di  un 
;ido  l'osforicn,  reagendo  a 
ido  solforico,  iippnrc  col 
ilio  solfanilico  o  coli' acido 
inìmu  ([iiantiti'i  di  nuidridii 
i}»ra  dei  20(1"  che  questa 
ce  assai  proliiibile  che  una 
ina   si    trovi   allo   stato  di 


^ 


^^  ■  .■    J"'  I  ■      Il     ^.        I  ,^ay^^^gggS5:= 


SuW  azione  chimica  delle  spore  191 


combinazione  solfitica^  oppure  una  tale  combinazione  si 
formi  nello  sdoppiamento  della  molecola  àlbuminoide  e 
venga  scomposta  per  azione  dell'acido  fosforico,  dando 
origine  air  anidride  solforosa  libera. 

XI.  —  Suir  azione  chimica  delle  spore. 

Se  si  riscalda  a  110*"  C  per  due  ore  una  soluzione  di 
amido  solubile,  ottenuta  per  azione  dell' acido  cloridrico 
sulla  fecola,  con  albumina  d'uovo  coagulata  e  conve- 
nientemente liberata  dalle  sostanze  riduttrici  solubili,  e 
la  si  tiene  in  seguito  a  45**  per  alcuni  giorni  in  un  pal- 
loncino ben  chiuso  con  un  tampone  di  ovatta,  si  osserva 
che,  dopo  questo  tempo,  il  liquido  ha  accjuistato,  in  grado 
assai  pronunciato,  le  proprietà  caratteristiche  degli  enzimi. 
L'amido  si  è  trasformato  in  sostanze  riduttrici  e  l'albu- 
mina si  è  convertita  in  prodotti  azotati  solubili  che  non 
precipitano  colla  soluzione  satura  di  solfato  di  zinco.  Se 
al  liquido  si  aggiunge  dell'acqua  ossigenata,  dopo  pochi 
minuti  di  riposo  si  nota  uno  sviluppo  d'ossigeno  che 
continua  per  qualche  tempo,  e  se  vi  si  aggiunge  della 
tintura  di  guajaco,  esso  colorasi  in  bleu.  Questa  rea- 
zione è  caratteristica  degli  enzimi. 

L'amido  e  l'albumina  possono  subire  adunque  in  un 
mezzo  sterile  un'  idrolisi  profonda,  con  formazione  di 
zucchero  riduttore  e  di  peptono.  La  saccarificazione  e  la 
peptonizzazione  sono  dovute  ad  enzimi  che  appaiono 
nella  soluzione  d'albumina  soltanto  dopo  che  essa  è  stata 
mantenuta  per  più  giorni  in  presenza  di  aria  sterilizzata 
ed  umida  alla  temperatara  di  45"*. 

Questi  fatti  si  trovano  in  completo  disaccordo  con  le 
nostre  conoscenze  attuali  sulla  natura  e  sulla  provenienza 
dei  fermenti  solubili,  i  cjuali,  infatti,  sono  considerati 
come  prodotti  di  elaborazione  delle  cellule  viventi,  sotto 
l'influenza  di  un'attività  vitale,  il  cui  meccanismo  sfugge 
alle  nostre  indagini. 

L'apparizione  delle  diastasi  in  un  liquido  sterile,  se- 
condo le  esperienze  del  sig.  Eff'ront,  è  legata  ad  un  lavoro 
particolare  delle  sporo  batteriche  che,  malgrado  la  steri- 
lizzazione, conservano  la  facoltà  di  produrre,  sotto  l' in- 
fluenza di  certo  condizioni  fisiche  e  chimiche,  delle  so- 
stanze attive,  benché  abbiano  perdute  le  proprietà  essen- 
ziali delle  cellule  viventi. 


192  Chimica 


Il  lavoro  chimico  che  si  produce  col  tempo  nel  latte, 
nel  vino  e  nella  birra  dopo  sterilizzazione  è  da  attribuirsi 
probabilmente,  almeno  in  parte,  alle  spore  batteriche 
arrestate  nel  loro  sviluppo. 

Il  microorganismo  che  produce  la  saccarificazione 
deir amido  e  la  peptonizzazione  dell'albumina  nelle  con- 
dizioni sopra  accennate,  appartiene  alla  classe  dei  batteri 
aerobici,  che  vivono  alle  spese  della  materia  azotata,  ed 
è  una  specie  particolare  del  fìacillus  »uhtili8^  che  vive 
di  preferenza  sull'albumina,  le  cui  spore  sono  suscettibili 
di  produrre  una  grande  quantità  di  amilasi  e  di  peptasi, 
e  quindi  di  provocare  una  profonda  azione  diastatica  e 
saccaraficante.  È  notevole  il  fatto  che  la  produzione  di 
enzimi  da  parte  delle  spore  è  in  ragione  diretta  delle 
difficoltà  che  si  oppongono  al  loro  sviluppo  normale,  e 
raggiunge  il  massimo  al  momento  in  cui  la  cellula  passa 
alla  completa  sterilità. 

Anche  l'azione  liquefacente  e  saccarificante  che  l'al- 
bumina acquista  quando  viene  trattata  con  un  acido 
minerale  si  spiega  con  la  presenza  costante  delle  spore 
del  hacillus  suhtiìw  sull'albumina,  non  già  coli' appari- 
zione di  diastasi  artificiali,  come  si  è  cercato  di  dimo- 
strare in  questi  ultimi  tempi. 

Il  grande  potere  diastatico  delle  spore  del  bacillus 
subtilis  e  la  loro  presenza  costante  negli  alimenti  animali 
inducono  ad  ammettere  che  queste  spore  compiano  un 
ufficio  importante  nei  fenomeni  della  digestione. 

XII.  —  SuUe  lecitine  vegetali  (^). 

La  preparazione  dello  lecitine  vegetali  si  effettua  col 
procosso  studiato  da  Schulze,  Steiger  e  Likiernik,  secondo 
il  quale  le  sementi,  finamente  polverizzato,  vengono  dap- 
prima esaurite  con  etere,  che  discioglie  le  materie  grasse, 
poi  spossate  con  alcool  bollente;  il  liquido  filtrato  viene 
evaporato  ed  il  residuo  trattato  con  etere,  addizionato  di 
una  piccola  quantità  d'acqua,  il  quale  scioglie  la  lecitina; 
la  soluzione  eterea  viene  agitata  con  acqua  in  un  sepa- 
ratore, in  presenza  di  alcuni  cristalli  di  cloruro  di  sodio, 
che  servono  a  rompere  l'emulsione:  lo  strato  etereo  lascia, 
doi)o  eva])orazione,  la  lecitina. 

(^)  Zeifschr,  Fisìol.  Ch&m,,  t.  LII,  pag.  54. 


Sulle  lecitine  vegetali 


1»3 


La  determinazione  del  contenuto  in  fosforo  delle  leci- 
tine così  isolate  ha  condotto  a  classificare  le  lecitine 
estratte  dalle  sementi  dei  vegetali  in  due  gruppi  r  al  primo 
Appartengono  le  lecitine  estratle  da  certe  sementi  {Vida 
saliva,  LupinuB  luteus  ecc.),  le  quali  contengono  una 
proporzione  di  fosforo  che  oscilla  da  3,70  a  3,81  "A. 
corrispondente  a  quella  della  lecitina  pura,  cioè  alla  dio- 
leillecitina  ed  alla  distearilleeitina  ;  al  secondo  gruppo 
appartengono  le  lecitine  separate  dalle  sementi  delle  gra- 
minacee (segala,  orzo)  che  non  contengono  una  propor- 
zione di  fosforo  superiore  al  2  %.  La  minore  quantità 
di  fosforo  contenuta  in  queste  ultime  rispetto  alle  prime, 
dipende  da  ciò  che  non  sono  lecitine  propriamente  dette, 
ma  combinazioni  di  lecitina  con  altre  sostanze,  soprattutto 
con  idrati  di  carbonio.  Infatti  Wiuterateiu  e  Hiestand, 
idrolizzando  le  lecitine  delle  graminacee  con  una  solu- 
zione di  acido  solforico  al  6  "/„  all'ebollizione,  hanno 
potuto  ottenere  uno  zucchero  riduttore  che  in  alcuni  casi 
raggiunge  la  proporzione  del  Iti  '/„  circa,  l'er  contro,  le 
lecitine  a  tenore  elevato  di  fosforo,  estratte  dalle  sementi 
della  Vida  satira  e  del  Lupìnus  ìuteiis  hanno  fornito 
costantemente,  come  prodotto  d'idrolisi,  una  piccola  quan- 
tità di  idrati  di  carbonio;  la  lecitina  del  Lupinus  luteus 
non  ha  fornito  che  l'I  "/,  di  zucchero,  quella  della  Vida 
Satira  il  3  °  „,  quella  del  Lupiitus  albux  il  4  "/„.  Uua 
sola  lecitina,  quella  estratta  dai  semi  del  Piims  Cembro, 
non  ha  fornito  alcuna  traccia  di  sostanze  ridnttricì,  e 
ciò  dimostra  che  le  lecitine  vegetali  non  sempre  sono 
accompagnate  da  idrati  di  carbonio. 

Le  lecitine  estrattc  finora  dai  vegetali  non  possono 
essere  considerate  come  formato  di  lecitina  pura;  spe- 
cialmente per  ciò  che  riguarda  la  lecitina  dei  cereali,  è 
certo  che  è  mescolata  o  combinata  con  altri  prìnclpii, 
oltre  agli  idrati  di  carbonio,  perchè  la  pi-oporzione  di 
questi  ultimi  è  troppo  tenue  )>or  spiegare  il  piccolo  con- 
tenuto di  fosforo  di  queste  lecitine. 

I  prineipii  fosforati  estratti  dai  vegetali,  trattati  con 
alcool  bollente,  lasciano  quasi  sempre  un  piccolo  residuo 
insolubile,  che,  secondo  Kchulze  e  Wiuti^rstein,  contiene 
inia  proporzione  di  fosforo  del  i{,(i4  "o,  comparabile  a 
(piella  delle  lecitiup,  e  fornisce  dei  prodotti  di  decompo- 
sizione analoghi  a  qnetli  che  danno  questo  ultime  sostanze. 

Le  lecitine  vegetali  estratte  fin  tini  non  si  possono 
dunque  considerare  come   prodotti   assolutamente  puri,  e 


urificazione   in   modo  di 
one  e  la  natura  dei  pro- 


mti  nuovi. 

ippio  proveniente  dalla 
letiloiitetraiuina  con  due 
■v  prepararlo  si  evapora 
dei  due  corpi,  presi  in 
iperatura  di  45", 
lina,  bianca,  di  sapore 
pglie  in  0.19  d'acqua:  è 
Bo  115°  con  piii'ziale  de- 
lidae  non  subisco  alcuna 

ile  malattìe  dell'  appa- 
ella  cistite,  nella  pielite, 
I  2  jr^ainmi  pìfi  volte  al 

me  la  fabbrica  di  pro- 
lebeul -Dresda,  ha  posto 
;h<>  si  avvicina  all' ittiolo, 
bituminoso  abbondanti»- 
miei.  Sella  distillazione 
olio,  che  si  purifica  e  si 
i  liciilo   solfnrato,  [wi  in 

i  soluzione  al  50"/,  di 
!  bruno  rossastro,  odoro 
te.  K  sohibilissiuia  nol- 
tol  e  nell'etere.  La  soln- 
nercialo  è  perfeltaiuente 
olmoute  acida.  Secondo 
rsità  d'iiuispruck,  la  sua 
quella  dell'ittiolo:  corno 
od  antiiiarassitarico,  e 
orjfanico,   cho  contioiio 

dinretiuo  è  una  conibi- 
i  lattato  di  sodio.  I*]  una 
ile  neir  acqua,  di  sapore 


Medicamenti  nuovi  196 


amaro.  È  un  diuretico  potente,  però  non  privo  di  incon- 
venienti (provoca  il  vomito  e  la  perdita  di  appetito),  che 
del  resto  si  possono  evitare  somministrando  il  medica- 
mento per  la  via  del  retto. 

Paraxina.  —  Sotto  questo  nome  i  signori  Forschbach 
e  Weber  designano  la  dimetilamino  paraxantina,  che  si 
presenta  sotto  forma  di  lunghi  aghi  bianchi,  leggeri,  poco 
solubili  nell'acqua  fredda,  più  nella  calda  e  nelle  solu- 
zioni alcaline.  La  paraxina  fonde  a  125'*  sublimando  : 
con  r  acido  nitrico  dà  una  debole  reazione  della  mu- 
resside. 

S' impiega  alla  dose  di  1-4  grammi  al  giorno  ed 
agisce  come  diuretico  energico,  con  azione  per  lo  meno 
eguale  alla  diuretina. 

Jodofane.  —  Si  è  proposto  con  questo  nome  un  nuovo 
antisettico  che  sarebbe  un  prodotto  di  condensazione 
dell'  aldeide  formica  con  la  resorcina  monoiodata,  e 
che  costituirebbe  per  conseguenza  una  nionoiodo-diossi- 
benzol-formaldeide.  È  una  polvere  di  colore  rosso  aran- 
ciato, senza  odore  né  sapore,  insolubile  nell'acqua,  de- 
composta a  caldo  dai  liquidi  alcalini  con  formazione  di 
ioduro,  parzialmente  decomposta  anche  dall'  acqua  bol- 
lente. Con  una  semplice  agitazione  con  cloroformio  o  con 
alcool  o  con  una  soluzione  di  ioduro  di  potassio  si  può 
mettere  in  evidenza  l'iodio  libero.  E  stato  indicato  in 
sostituzione  all'  iodoformio  nelle  diverse  applicazioni  di 
questo  medicamento  e  le  sue  proprietà  terapeutiche  risul- 
tano dalla  facile  decomposizione  in  iodio,  formaldeide  e 
resorcina. 

Formami nt.  —  E  un  i)rodotto  considerato  come  una 
combinazione  di  fornjaldeide  e  di  lattosio,  che  si  presenta 
in  piccoli  cristalli,  facilmente  solubili  nell'acqua  e  molto 
igroscopici.  Ha  sapore  dapprima  debole,  ma  che  ben 
presto  diventa  bruciante.  Dopo  perfetta  essiccazione,  fondo 
a  88^. 

La  dose  della  (jnantità  di  fiU'inaldeide  che  contiene, 
permette  di  attribuirò  a  (juesto  prodotto  la  composizione 
rappresentata  dalla  formula:  {\^  II,.,  (),,  {^'ILO)-. 

Eucodiiia.  —  E  un  bromomctilato  di  codeina.  Si  pro- 
senta in  prismi  brillanti,  senz'acqua  di  cristallizzazione: 


IBI,  si  di  scioglie  facilmeote 
lieo  caldo,  più  difficiìmeute 
»  insolubile  uel  cloroformio 
forico  couceiitrato  discìo^lie 

f'ìalla  verdastra,  mentre  la 
data  con  acido  solforico  ed 
forro  forma  una  mescolanza 
addizionato  di  formolo  dà 
bleii-nera,  poi  verde.  Una 
eiitie-tetramiua  fornisce  (mi- 
lieu verde.  I.'eucodina  non 
ilei  nazióne. 

I  mentol  e  dell'acido  etilgli- 
reagire  il  cloniro  dell'  acido 

distillando  nel  vuoto.  È  un 
sensìbile,  che  bolle  a  155°, 

[bile  nell'alcool  e  nell'etere. 

?d  è   facile  di  caratterizzare 

ilg^licolico  sotto  forma  di  sale 

.utti  j  Cii3i  ili  cnì  è  indicato 
.  Al  contatto  della  pelle  e 
imposta  lentamente,  e  ben 
analj^sica  del  mentol. 

tinasi  l'etere  disalicilic^  del- 
l'azione del  percloruro  di 
;rico  si  ottiene  un  dicloruro 

0  salicilico,  dà  la  tiovaspi- 
unca,  senza  odoro,  di  sapore 
)  uell'  acqua,  solubile  nel- 
ilorofonuio  e  nciretore.  I.a 
i  acido  salicilico:  esiia  viene 
icqna  noi  simi  elementi,  più 
azione  del  caloiv  da  ilolla 
la  saponificano  dainlo  dol- 
lirina  t'  indicatjt  in  tutti  i 
>  salicilico,  h^ssendo  deconi- 
isinio,  Ila  un'azione  blanda, 
icon venienti    dei    salicilati   e 

1  certi  casi,  dell'  aspirina. 
iframmo,   pareccliìr   volti'   Il 


MedicavientL  nuovi  Vdl 


Monotal.  —  E  l'etere  dell'acido  etiglieolico  e  del 
gaiacol  :  liquido  oleoso,  incoloro,  bollente  a  170"  alla  pres- 
sione di  25  nim.,  di  odore  debolmente  aromatico.  In 
certe  condizioni  il  prodotto  diventa  solido  -e  fórma  dei 
cristalli  bianchi  fusibili  a  BO*".  Il  monotal  è  poco  solubile 
nell'acqua,  più  facilmente  neirolio  d'oliva  (29  p.  100 a  19**). 
Viene  assorbito  facilmente  dalla  pelle  ed  è  meno  cau- 
stico del  gaiacol  :  esso  possiede  le  proprietà  analgesiche 
di  questo  prodotto  senza  presentare  gF  inconvenienti  ine- 
renti al  suo  impiego. 

Bvomural.  —  E  un  ureide  dell' acido  bromo-isovale- 
rianico  e  di  urea:  si  presenta  in  piccoli  cristalli  bianchi, 
poco  solubili  nell'acqua  calda,  nell'alcool,  nell'etere  e 
negli  alcali. 

%  un  ipnotico  di  azione  sicura  e  senza  inconvenienti 
derivanti  da  azioni  accessorie;  il  suo  impiego  è  consi- 
gliabile pei  malati  nevrastenici  od  epilettici,  pei  vecchi 
e  pei  bambini. 

Vlsipirina  —  p]  stato  così  chiamato  l'etere  acetico 
del  salolo,  preconizzato  recentemente  come  antireumatico 
e  disinfettante  dell'orina.  Esso  non  presenterebbe  alcuno 
degli  inconvenienti  dell'acido  salicilico  e  del  fenolo.  È 
una  polvere  bianca  cristallina,  senza  odore  uè  sapore 
sensibile,  che  fonde  a  97';  insolubile  nell'acqua,  solubile 
negli  altri  solventi. 

La  visipirina  non  deve  contenere  né  acido  salicilico 
né  fenolo  libero,  a  non  deve  cedere  nulla  all'acqua  alla 
ebollizione. 

Borovertina,  —  Si  designa  sotto  questo  nome  una 
combinazione  di  tre  molecole  di  acido  borico  con  una 
molecola  di  esametilentetramina.  È  una  polvere  cristal- 
lina, solubile  neir  acqua,  poco  solubile  nell'  alcool,  al 
quale  non  cede  l'acido,  insolubile  nell'etere.  È  stato 
vantato  come  rimedio  efficacissimo  contro  tutte  le  ma- 
lattie dell'apparato  urinario,  dovute  a  microbi:  sarebbe 
superiore  all'  urotroprina  perchè  sotto  la  sua  azione 
l'orina  assume  una  reazione  leggermente  acida,  ciò  che 
in  molti  casi  è  un  vantaggio  serio.  È  consigliato  alla 
dose  di  1-2  grammi  al  giorno. 

Solfogenolo,  —  Il  punto  di  partenza  per  la  prepazione  di 
questo  medicamento  è  un  olio  proveniente  da  uno  schisto 


La  quantità  di  zolfo  allo  stata 
dono  di  zolfo  è  vaiiabile,  si 
ovt  una  certa  quantità  di 
l'olio  greggio  coiitione  lo 
Quest'olio  solforato  viene 
)oi,  dopo  una  purificazione 
li  odore  e  6a{>ore,  si  tra- 
,le  d'aninioniaca,  È  questo 
nome  di  aolfogenolo. 
ropposo,  chiaro,  di  colore 
^ducendo  soluzioni  neutre. 
i  indefinitamente  e  che  ri- 
e  dopo  essiccamento. 
■opri età  terapeutiche  ana- 
'esentn  il  vantaggio  di  nou 
itilizza  sotto  tutte  le  forme 
ecc. 

o  eccipiente  per  pomate, 
'olii,  di  grassi,  di  resine  e 
lastro  ed  odore  non  disag- 
ili agenti  chimici  più  ener- 
be  acqua  di  modo  che  le 
sorbite  rapidamente.  I-' ira- 
raccomandato  pel  tratta- 
oni,  specialmente  nel  caso 
re   e   dello   piccole   piaghe 


1  ottenuto  facendo  reagire 
rpcni  o  derivati  analoghi 
,  poi  sciogliendo  nell'  alcool 
ne.  Il  lisano  si  mescola  in 
,  all'alcool  od  alla  glìce- 
Mare.  Ila  odore  aggrade- 
,  nou  intacca  gli  strumenti 
isiede  accentuate  proprietà 
i  in  soluzioue  concentrata, 
porzioni  differenti  secondo 


idotto  risulta  dalla  combì- 
col  limolo  e  col  tannino, 
idt,  mescolando  una  solu- 


' -v  «^- «Mt^^MMM^^i^Ha^^^iMa^iVMarihaa^te^   ^■m'— * 


V 


Medicamenti  nuovi  199 


ziono  alcoolica  di  timolo  con  una  soluzione  acquosa  di 
tannino  ed  aggiungendovi  una  quantità  calcolata  doppia 
o  tripla  di  una  soluzione  di  formalina  al  40  V„.  Si  versa 
questa  mescolanza,  avendo  cura  di  agitare  continuamente, 
in  20  volte  il  suo  peso  di  acido  cloridrico  concentrato  e 
si  lascia  riposare.  Dopo  un  riposo  sufRciente,  si  stem- 
pera il  precipitato  con  acqua,  si  filtra,  si  lava  e  si 
essicca. 

Si  prepara  così  un  tannintimolmetano  sotto  forma  di 
una  polvere  biancastra,  insipida,  solubile  nell'alcool  e 
negli  alcali,  che  fonde  a  235**.  Questa  sostanza  avrebbe 
dato  eccellenti  risultati  nelle  diarree,  preso  alla  dose  di 
gr.  0.50  in  un  cucchiaio  da  caffè,  più  volte  il  giorno. 

Teoforina,  —  Sotto  questo  nome  la  ditta  Hoffmann- 
la-Roche,  di  Basilea,  ha  messo  in  commercio  un  nuovo 
diuretico  formato  di  una  combinazione  di  teobromina 
sodica  e  di  formiato  di  sodio.  È  una  polvere  bianca,  di 
sapore  dolciastro,  leggermente  alcalina,  facilmente  solu- 
bile nell'acqua,  specialmente  a  caldo. 

Dalla  soluzione  acquosa  T  acido  solforico  precipita  la 
tetrobromina.  Contiene  il  62  Vo  di  quest'ultima  sostanza. 
È  un  buon  diuretico  e  deve  essere  impiegato  per  gli 
adulti  alla  dose  di  1  grammo,  tre  volte  il  giorno. 


VI.  -  Agraria 


del  prof.  A.  Sbrpieri  e  dei  doli.  E.  Grùner,  A.  Moreschi,  P.  Vknino 
della  R.  Scuola  Superiore  d'Agricoltura  di  Milano. 


I.  —  Sulla  fissazione  di  azoto  nel  terreno 
per  opera  di  bacteri. 

Descrizione  delle  ricerche  di  H.  Wilfarth  e  di  O,  Wim- 
mer.  —  Gli  AA.  pubblicarono  g*ià  nel  1897  (Zeitschr. 
des  Vereins  der  Deutscheu  Zuckerind  :  Beitrage  zar  Stick 
stoffrage.  Kap.  8,  s.  163-189)  un  lavoro  sulla  fissazione 
deir  azoto  atmosferico  da  parte  degli  organismi  inferiori 
del  terreno.  Le  ricerche  vennero  condotto  in  vasi  da  cul- 
tura riempiti  di  sabbia  pura.  La  sabbia,  4-8  chilogrammi 
per  vaso,  veniva  trattata  con  la  solita  soluzione  nutiù- 
tiva  impiegata  per  V  orzo ,  parte  con  aggiunta  di 
nitrato  (calcico  o  ammonico),  parte  senza;  il  contenuto 
in  acqua  del  materiale  di  cultura  era  in  media  del  14  Vo- 
I  vasi  vennero  in  parte  inoculati,  in  parte  trattati  con 
infusi  di  terreni  di  diversa  provenienza.  Tua  parte  dei 
vasi  stessi  rimase  sempre  esposta  alla  luce,  una  parte  si 
tenne  air  oscuro.  Da  queste  ricerche  risultò  che  in  tutti 
i  vasi  inoculati  ed  esposti  alla  luce  si  sviluppava  una 
ricca  flora  di  alghe,  tanto  alla  superfìcie  che  sulle  pareti, 
mentre  in  quelli  inoculati  e  no,  tenuti  air  oscuro,  Io  svi- 
luppo mancò  totalmente  o  quasi. 

Per  Tanalisi,  al  fine  della  prova  venne  separato  il  nucleo 
interno  della  sabbia  dalla  porzione  esterna  occupata  dalle 
alghe,  onde  fossero  possibili  ricerche  sulle  due  porzioni. 

Risultò  che  nei  recipienti  inoculati  e  no,  ma  tenuti 
air  oscuro,  come  nel  nucleo  interno  privo  di  alghe,  dei 
vasi  inoculati  ed  esposti  alla  luce,   non  vi  era  stata  una 


itf 


Fissazione  dì  azoto  nel  terreno  per  opera  di  hactert     201 


fissazione  di  azoto  apprezzabile.  Nello  strato  esterno 
invece,  ricco  di  alghe,  fu  trovata  una  considerevole  quan- 
tità di  azoto  :  50  mg.  per  vaso.  Per  aggiunta  di  crescenti 
quantità  di  nitrato  fu  di  regola  osservata  una  perdita  di 
azoto,  certo  in  seguito  a  parziale  decomposizione  del 
nitrato. 

Da  questi  dati  si  può  dedurre  che,  esclusivamente  da 
parte  dei  bacteri,  non  e'  è  stata  una  fissazione  apprezza-y 
bile  di   azoto  libero,  giacché  la   porzionp    interna   della 
sabbia  priva  di  alghe  e  tutta  la  sabbia  tenuta  air  oscuro 
fu  trovata,  anche  dopo  le  prove,  quasi  priva  di  azoto. 

Un  aumento  di  azoto,  e  abbondante,  fu  riscontrato  solo 
nello  strato  esterno  occupato  dalle  alghe,  dunque  vi  venne 
fissato  dalle  alghe  o  da  bacteri  in  simbiosi  con  le  alghe. 
Non  potendo  risolvere  quest'  ultima  questione  per  man- 
canza di  culture  pure,  gli  AA.  rivolsero  i  loro  studi  alla 
Hifluenza  dei  concimi  minerali  sulla  fissazione  dell*  azoto, 
e  specialmente  all'azione  dell'acido  fosforico 

Ogni  2  kg.  di  sabbia  di  quarzo,  passata  ad  uno  staccio 
di  0,5  mm.  vennero  uniformemente  mescolati  con  le  quan- 
tità convenienti  di  sostanze  nutritive,  con  l'infuso  di  ter- 
reno necessario  per  Y  inoculazione-  e  con  850  ce.  d'acqua 
distillata,  poi,  secondo  il  metodo  della  cultura  in  sabbia, 
ne  vennero  riempiti  dei  vasi  di  vetro  trasparente  dopo 
aver  disposto  sul  fondo  dei  vìisi  stessi  nno  strato  di 
ghiaia  lavata. 

Nelle  prove  senza  acido  fosforico,  N.**  1  e  2,  nei  primi 
mesi  del  periodo  di  vegetazione  non  si  svilupparono  alghe; 
più  tardi  se  ne  produssero  alcune  colonie  piccolissime. 

Nei  vasi  trattati  con  acido  fosforico  si  sviluppava 
invece  un'abbondante  fiora  di  alghe,  tanto  alla  superficie 
come  sulle  pareti  laterali  (cloroficee,  nostoc,  oscillarle). 
Non  si  osservò  alcuna  notevole  differenza  di  sviluppo 
dello  alghe  col  variare  della  quantità  e  della  forma  sotto 
cui  si  somministrava  l'acido  solforico  (('a  IIPO^  e  KJIPO^). 

Per  la  raccolta  si  procedette  in  questo  modo  :  Nella 
sabbia  di  cultura  al  termine  dell'esperienza  si  poterono 
distinguere  tre  strati:  l."  Il  superiore  ricopertoci  alghe. 
2.**  I^  strato  esterno  aderente  alle  pareti,  pure  ricco  di 
alghe.  H."^  Il  nucleo  interno  privo  di  alghe.  Questi  tre 
strati  vennero  raccolti  separatamente  por  poter  stabilire 
il  punto  dove  era  maggiore  la  concentrazione  dell'  azoto 
nei  vasi  ed  avere  modo  così  di  riferire  con  maizoiore 
probabilità  la  fissazione  di  azoto  alle  sue  vere  cause. 

Akxuario  sci  KHTi  fico  —  XLIV.  14 


■»( 


202  Ayrarld 

A  questo  scopò  ^i  asportò  lo  strato  superioi-e  della 
sabbia  per  uno  spessore  di  2-3  em.,  poi  venne  introdotto 
nella  sabbia  in  direziono  centralo  e  verticale  un  cilindro 
di  zinco  di  10  cm.  di  diametro  sino  a  toccare  il  fondo, 
separando  così  il  nucleo  interno  della  sabbia.  Si  lascia- 
rono asciugare  all'aria  le  tre  frazioni,  poi  le  si  passarono 
ad  uno  staccio  di  0,5  unn.  allo  scopo  di  separare  la  inog-- 
jjrior  parte  delle  alg-ho  por   maggior  comodità  di  analisi. 

Risultati  delle  esperienze.  —  I  numerosi  risultati  sono 
raccolti  in  una  tabella  in  cui  con  parte  I  e  parte  II  dei 
singoli  strati  sono  indicate  rispettivamente  la  sabbia  pas- 
sata allo  staccio  quasi  priva  di  alghe  e  le  alghe  rimasto 
sopra  con  poca  sabbia.  In  una  delle  colonne  delle  ta- 
belle ò  indicato  quanto  X  era  contenuto  al  principio 
della  esperienza  noi  singoli  strati.  Por  il  calcolo  del- 
l' azoto  fissato  si  è  preso  a  base  il  peso  trovato  al 
momento  del  raccolto.  Mentre  nelle  prime  due  prove 
senza  concimazione  fosfatica  1'  N  fissato  è  di  soli  9  mg., 
dopo  somministrazione  di  acido  fosforico  questo  valoi*e 
aumenta  notevolmente,  però  sempre  in  niisura  alquanto 
diversa  a  seconda  che  l'acido  fosforico  è  somministrato 
come  fosfato  bicalcico  o  bipotassico.  Poiché  senza  acido 
fosforico  lo  sviluppo  delle  alghe  era  quasi  trascurabile, 
si  conclude  che  le  alghe  possono  prosperare  solo  in  pre- 
senza di  acido  fosforico.  Un  aumento  di  30,5  mg.  di  acido 
fosforico  su  142  mg.  determinò  appena  sensibilmente  un 
maggior  svilu])po  delle  alghe. 

In  seguito  ad  aggiunta  di  14  mg.  di  azoto  vennero 
ottenuti  come  azoto  fissato,  quando  si  sonnuinistrava 
r  acido  fosforico: 

come  ('a  IIPO^  mg.  45,435  di  N  (solfato  ammonico) 

»  41,204   »  *    (nitrato  »         ) 

*     KjHPU^       *  54,749   »  »   (solfato  annnonico) 

»  53,765    »  »    (nitrato  »         ) 

Senza  somministrazione  di  azoto  si  aveva  una  media 
di  circa  65  mg.  di  N  fissato,  dunque»,  por  nini  concima- 
zione azotata  TN  fissato  diminuisco  notevohnento.  Anche 
riferendo  l'N  ottenuto  a  quello  somministnito,  non  si 
raggiunge  la  ([uantità  di  \  elio  si  sarebbe  ottiMuita  senza 
la  concimazione  azotata.  E  probabilo  quindi  che,  come  in 
ricerche  procedenti,  sia  avvenuta  una]nccola  pcM-iUta  di  X, 
foi^e  per  denitrificazione. 


e  lU  listalo  nel  (erixHO  per  opera  di  bariei 


l'er  rispondere  alla  (jiiestioiie  se  la  fissazione  ti 
tiia  avvenuta  solo  de  parte  delle  ulg'ho  o  anche  d 
ti.TÌ,  jtli  AA,  hanno  calcolato  anche  l'azoto  fisa, 
singoli  strati.  I^o  strato  superiore  senza  ac.  fosfori 
contiene  quasi  N  fissato;  per  agg:iunta  di  concime 
tico,  specialmente  .sotto  forma  di  fosfato  bipotassi< 
fissato  e  lo  sviluppo  delle  alghe,  aumentano  notevo 
Nello  strato  esterno,  senza  concimazione  fosfatica 
.  varono  solo  mg.  &,261  di  N,  mentre  già  per  la 
aggiunta  di  mg.  35,5  di  I^O^  l' N  trovato  amir 
mg.  43,9t)H  e  49,7:ì0.  Pei-  aggiunta  di  azoto  l'azoto 
diminuisce. 

Nello  strato  interno  della  sabbiti,  privo  di  alghi 
senza,,  quanto  con  la  concimazione  fosfatica,  non  ì 
'  che  una  quantità  Irascurabile  di  azoto. 

Raffrontando  (jnesti  risultati  gli  AA.  concludo 
che  r  N,  per  lo  meno  in  massima  parte,  è  fìssat 
alghe  e  non  dai  bactei-ì,  Però  questa  afferc 
non  vuol  essere  accettata  senza  riservo,  giacché 
sìbile  che  i  bacteri  tu  questione  non  siano  capaci 
Inpparsi  da  soli  nello  strato  interno,  ma  vivano  : 
biosi  con  le  alg'he  che  crescono  alla  luce,  e  pr 
parte,  forse  importante,  alla  fissazione  dell'  azc 
ricerche  lasciano  insoluta  questa  questione,  ma 
altri  risultati  sicuri. 

Anzitutto  in  nn  terreno  privo  di  acido  fosfori 
avviene  una  fissazione  dell'azoto  libero,  giacche  gì 
iiismi  inferiori  che  compiono  questo  ufficio  hanno  ) 
dì  acido  fosforico  per  esplicare  la  loro  attività, 
ricerche  non  risulta  quanto  acido  fosforico  occoi 
una  data  quantità  di  azoto,  poiché  questo  valore  ti 
anche  liaìla  presenza  od  assènza  di  diversi  org 
inferiori. 

I  processi  che  avvengono  noi  vasi  di  cultura 
rebbero  certo  anche  nei  campi  quando  fossero  sodi 
lo  medesime  condizioni,  e,  siccome  1'  N  non  può 
utilizzato  dalle  piante  superiori  nello  stesso  per 
vegetazione  in  cui  è  stato  (issato  dulie  alghe,  pe 
trova  sotto  forma  >irganìCH,  ma  solo  lentamente,  ai 
anno,  (piesto  azoto  cos'i  llssato  viene  a  costituire  u 
tale  fisso  del  terreno,  una  parte  della  così  detta 
Krnft  >,  sorgente  inesauribile  di  initrizioiie.  Ili  |nii 
alghe  .sono  di  grainli.ssima  importanza,  giacché,  s 
nendosi,  oltre  l'azoto,  forniscono  anche  lo  altresì 


204  Agraria 

• 
inorganiche  sotto  una  forma  assimilabile  e  contribuiscono 
alla  formazione  àoXY  humus. 

Gli   AA.  riassumono    i   risultati   del   loro  lavoro  con 
qeste  conclusioni: 

1."  In  presenza  di  sufKciente  quantità  di  potassa, 
calce  e  magnesia,  gli  organismi  inferiori  non  fissano  azoto 
libero  quando  manchi  Tacido  fosforico.  Questa  fissazione 
è  abbondante  in  presenza  di  P?0.  : 

2."  La  produzione  di  sostanza  organica  in  forma  di 
alghe  av-viene  nelle  stesso  modo  che  la  fissazione  di  X, 
perciò  senza  acido  fosforico  non  si  forma  sostanza  orga- 
nica: se  ne  forma   invece   quantità  notevole  in  presenza 

di  1V>:.: 

W,""  In  media  su  1  parte  di  azoto  fissato  si  fqrmano 
20  parti  di  sostanza  organica.  {Die  Landwirt,  Vevs,  Stai, 
Band  LXVII  Heft  1-2). 

A.  M. 


La  fissazione  rf'  azoto  nel  terreno  per  opera  di  bacfer/ 
fu  studiata  anche  dal  prof.  Alfredo  Koch  dell' Università 
di  (ìottingen  (Mitteil.  der  deutsvh.  Landtrirt.'Geseìl. 
X.  12:  riass.  in  lioìleitino  della  Società  degli  Agri^ 
coltori  Italiani),  Egli  ha  voluto  studiare.  T  azione  dei 
bactorì  nello  loro  condizioni  naturali,  cioè  nel  terreno, 
anche  per  verificare  l'azione  complessiva  invece  che  quella 
delle  siu^iole  specie  isolate.  Egli  ha  aumentato  T energia 
vitale  e  peiHjiò  il  lavoro  dei  bacteri  aggiungendo  al  ter- 
reno soluzioni  zuccherino.  Trattando  ogni  chilogrammo 
di  terreno  con  20  grammi  di  zucchero,  si  fissarono  10  mg. 
di  azoto  per  ogni  grammo  di  zucchero,  lo  zuccheramento 
più  abbondante  abbassò  la  quantità  d'azoto  fissata.  Zuc- 
cherando replicatamentc  il  terreno,  la  qiuintità  d'  azoto 
fissata  dai  bacteri  andò  successivamente  diminuendo,  sia 
perchè  T  azione  di  questi  è  ostacolata  dalla  presenza  di 
notevoli  quantità  di  azoto  fissato,  sia  perchè  può  esserlo 
stata  o  dalla  presenza  di  zucchero  come  tale  o  di  suoi 
prodotti  di  (lecoinposizione.  Poiché  h\  quantitii  massima  che 
si  riusfjì  a  fissare  fu  di  10  mg.  per  1  grammo  di  zucchero, 
che  corris[)onde  ap|)uiito  a  (pianto  si  ottenne  colle  colture 
pure  in  soluzioni  nutritizie  di  azotobacter,  nessinio  dei 
probabili  bacteri  lissiitori  d'azoto  ancora  incogniti  ha  azione 
])ìii  energica  dell'  azotobacter.  La  (piantità  d'azoto  fissato 
nel    terreno    zuccherato    diminuì    per    una    aggiunta    di 


L_ 


CotitroUo  ÌHicterioloyifo  di  rtiUiire  h/ir,tp,rir 

piitassa  o  Ji  ealce  o  per  iiyjfiuiita  di  solfuro  di 
iiumeiitò  per  effetto  di  mm  crtiici inazione  fosfa 
trattamento  col  solfato  ferroso.  Natiiralineiite  n 
pensare  iid  usare  iiGira^ricottiira  lo  zucchero  | 
r  azoto,  poiché  no  occorrerebbero  14  Cg.  pe 
tanto  quanto  ne  contiene  1  C^-  di  nitrato  di  s 
altri  idrati  di  carbonio  sperimentati  da  Koeli,  1 
ebbe  azione  sfavorevole  :  paglia  e  cellulosa  fur 
l'ffotto. 

Precedenti  esperienze  hanno  dimostrato  ehi 
viventi  nel  terreno  forniscono  zucchero  ai  bai 
tori  d' azoto  intensificandone  il  lavoro.  Kreh 
erronea  l'opinione  di  coloro  i  quali  ritengono  i 
fissato  dai  bacteri,  essendolo  in  forma  di  albo 
sia  ntilizzabilfl  dalle  piante:  egli  infatti  ha  tro> 
terreno  si  arricchisce  di  nitrati  per  opera  1 
l'albumina  si  trasforma  in  questi.  Secondo  poi  i 
lavoro  di  Heinge  una  coltura  di  azotobacteri  ht 
piante  agrarie  discreti  risultati  corno  concima 
tata.  Ognuno  pui%  persuadersi  di  quanto  lo  zucc 
ad  nnia  pili  ellìcaeo  lissa^ione  dell'azoto  in  for 
zabile  dalie  piante,  basta  perciò  una  coltura  ii 
ila  iinri. 

IL  —  Sui  controllo  hactPi-iolo(fic>  di  culture 
per  leijitminosr. 

Si  è  giii  altre  volto  parlato  in  (piosto  Aiimi 
culture  bacteriche  per  le  leguminose;  nel  N 
1'  Ai/ricottnra  Moderna  di  queat'  anno  il  pr< 
riferisce  sulla  necessità  di  un  controllo  di  ta 
controllo  suggerito  da  osservazioni  sue  e  di  a 
montatori.  Dal  prof.  Oorini  furono  constatati  i 
campioni  dì  culture  nuove  provenienti  da  Wi 
Il  dott.  Harding  della  Stazione  Sperimentale  i 
New-York  riferisce  nei  Science  del  luglio  liMX 
solo  nel  suo  laboratorio,  ma  anche  nei  laboral 
riologici  delle  Stazioni  Agrarie  di  Delaware 
Virginia  e  >y'orth  Carolina  furono  esaminati 
pacchetti  di  cotone  inoculato  coi  bacteri  radicìc 
quei  prodotti  furono  trovati  completamento  si 
■  culture  di  controllo.  Nessuna  meraviglia  duii 
giunge  i'  .\.,  se  le  prove  eseguite  in  vasi  e  in  cai 
mentali  dalle  Stazioni  Agrarie  di  l'ensylvauia,  < 


2(K>  Agraria 

Georgia,  Maine,  Cornell  o  Wisconsin  sono  termijiati  con 
insuccessi. 

Kollerman  e  Bekwitli  avrebbero  verificato  che  i  bacteri 
delle  leguminose  muoiono  tanto  più  rapidamente  quanto 
più  lentamente  vengono  essiccati,  oppure  se  vengono  esposti 
all'aria  umida  dopo  essere  stati  essiccati. 

Dalla  descrizione  che  il  Moore  e  il  Sprague  danno 
del  metodo  di  preparazione  e  di  conservazione  del  cotono 
inoculato,  parrebbe  che  esso  metodo  sia  difettoso  e  per 
troppo  lenta  essiccazione  e  per  insufficiente  difesa  dal- 
umidità.  A.  M. 

III.  —  Ohimì'ra  agraria. 

K  noto  in  tesi  generale  che  le  leguminose  e  le  gra- 
minacee mostrano  una  singolare  differenza  riguardo  alla 
loro  nutrizione. 

Quasi  tutto  le  ricerche  fatte  riguardando  il  loro,  com- 
portamento di  fronte  all'  azoto.  Si  sa,  segnatamente  per 
i  lavori  di  Ilellriegel,  che  le  leguminose  come  le  grami- 
nacee possono  mitrirsi  delle  combinazioni  azotate  -del 
terreno  e  che  le  leguminose  possono,  oltre  a  ciò,  al  con- 
trario delle  graminacee,  utilizzare,  per  la  loro  nutrizione, 
con  r  aiuto  di  alcuni  bacteri,  V  azoto  libero  dell'  aria.  Ma 
le  leguminose  e  le  graminacee  si  comportano  in  modo 
diverso  anche  di  fronte  ad  altre  sostanze  nutritive,  poiché 
le  une  sono  capaci  di  assimilare  più  facilmente  dello 
altre  i  componenti  più  difficilmente  solubili  del  terreno. 
Con  questo  diverso  comportamento  delle  leguminose  o 
delle  graminacee  di  fronte  alle  sostanze  nutritive  si  col- 
lega probabilmente  il  fatto  che  le  stesse  piante,  quando 
vengano  coltivate  promiscuamente,  mostrano  un  compor- 
tamento affatto  diverso  di  fronte  ad  una  sostanza  fer- 
tilizzante, a  seconda  delle  circostanze.  É  già  un  fatto 
ben  nolo  che  le  leguminose  e  le  graminacee  costituenti 
un  prato  sono  assai  influenzate  a  seconda  che  si  con- 
cima con  scorie  Thomas  e  kainite  oppure  con  nitrato. 
Se  si  concima  con  scorie  Thomas  e  kainite  si  ha  un 
aumento  nelle  piante  leguminose,  concimando  con  nitrato 
invece  aumentano  le  graminacee  e  possono  anche  scom- 
parire le  leguminose.  Le  prime  dimostrazioni  furono  date 
da  Lawes  e  Gilbert  (Centralblatt  fiìr  Agrikulttwrhemie^ 
X.  Jahrg.,  S.  808)  e  confermate  poi  da  molte  altre  osser- 
vazioni. 


Niih-iziom  dfi/h:  li'niiuiinoKe  •-  ih-lle.  i/r. 

Furono  inoltro  istituito  riceroiie  mid 
fosse  iiiaf^^iorraento  iufliienzato  l' accresci 
^nmiiioBe  da  mi  coticlnio  contenente  ficidr 
mio  potassico.  Non  si  è  ancor»  giunti  i 
liefìiiitìvo,  perù  pare  che  dalle  divei-se  rie 
trarrò  la  conseguenza  che  con  una  cone 
lica  la  vogetazione  delle  leguminose  è 
misura  maggiore,  sebbene  anche  i  sali  pc 
zino  in  modo  sijrnìfìcanlo  l' accrescimenti: 
uose  nei  prati. 

Rimane  sempre  da  ÌTidagare  la  causa  di 
comportamento.  Come  avviene  che  le  leguni 
alle  graminacee  si  comportano  in  guisa 
utilizzare,  oltre  che  le  combinazioni  azoti 
anche  I' azoto  libero  dell'aria,  si  comporta 
poter  assimilare  più  facilmente  delle  gran 
menti  minerali  del  terreno  più  diflficilmen 
inodo  infine  da  risentire  nn' azione  tanto 
stesso  concime?  Nella  letteratura  dell' arfj 
trova  nessuna  spiegazione  a  tali  fatti. 

Interessanti  ricerche  furono  istituite  dn 
mann,  ricerche  iniziate  nel  1902  in  lem 
tarmine  nella  Stazione  di  ricerche  chiii 
Berlino. 

L'A.,  ad  indagare  le  probabili  cause  il 
portamento  delle  graminacee  e  delle  legnn 
all'assunzione  dello  sostanze  nutritive,  ritie 
attento  di  alcnni  fatti. 

Ricordata  la  dimostrazione  risultante  d 
Dietrich,  di  Schreiber,  di  Prianisehniliow, 
rielle  leguminose  di  assimilare  in  misura 
non  le  graminacee  gli  elementi  minerali  dif 
bili,  l'A.  esamina  i  caratteri  morfologici  e 
organi  di  assunzione  dei  nutrimenti,  com 
delle  leguminose  a  quelli  delle  graminacei 
gli  ultimi  lavori  di  Prianisebnikow,  Molis 
confermano  lo  osservazioni  di  Becquerel, 
o  Knop  sulle  sostanze  aci<lc  emesse  dal 
piante  olirò  l'aoido  carbonico,  ed  in  baso  ( 
vazioni  e  ad  osservazioni  del  Dyer  dimos 
gior  grado  di  acidità  nelle  sostanze  emes 
delle  leguminose  che  non  in  quelle  omes 
delle  graminacee,  pone  in  relazione  tale  fu 


208  Agraria 

coinportaineiito  di  queste  piante  di  fronte  all' assunzione 
dello  Hostanzo  nutritive. 

Considera  poi  ^li  organi  della  traspirazione  e  il  pro- 
cesso stesso  nelle  duo  piante^  istituendo  ricerche  che  por- 
tano alle  seguenti  conclusioni: 

1.*^  Le  graminacee  consumano  una  magi'iore  quan- 
tità di  acqua  che  non  le  le^inninose,  consumo  che  è  ìu 
rapporto  con  la  mancanza  di  separazione  di  acqua  allo 
stato  liquido  in  quasi  tutte  le  leguminose. 

2."  In  seguito  a  tale  forte  corrente  di  acqua  le  gra- 
minacee che  crescono  mescolate  alle  leguminose  sono 
avvantaggiate  riguardo  all'assunzione  dell'acqua  e  delle 
sostanze  nutrienti  disciolte  nel  terreno. 

8."  Le  leguminose  riparano  in  diverso  modo  a  questa 
circostanza  onde  assicurare  la  loro  nutrizione: 

a)  Sono  provvedute  di  disposizioni  speciali  onde 
favorire  la  traspirazione; 

h)  Si  sono  rese  indipendenti  mediante  la  simbiosi 
coi  bacteri  radicicoli  dal  contenuto  in  azoto  del  terreno. 
e)  Ksse,  mediante  un  sistema  radicale  molto  pro- 
fondo, sono  in  grado  di  trovare  il  loro  nutrimento  in 
quegli  strati  del  terreno  dove  non  arrivano  gli  altri  veg(v 
tali  a  radici  superficiali; 

d)  Le  loro  radici  emettono  licpiidi  fortemente  acidi 
e  perciò  hanno  la  facilità  di  assorbire  lo  sostanze  nutri- 
tive che  non  sono  assunte  dallo  graminacee  o  lo  sono 
solo  in  parte  perchè  difficilmente  solubili,  e  molte  papi- 
lionaceo  posseggono,  oltre  alla  simbiosi  baeterica,  anche 
simbiosi  di  micorize. 

4.*"  Con  r  aiuto  di  queste  proprietà  si  può  dimo- 
strare in  misura  soddisfacente  la  diversa  azione  di  una 
concimazione  con  nitrato  di  sodio,  con  kainite  o  con 
scorie  Thomas  sulla  composizione  della  flora  di  un  prato. 
(Die  Lamie   Vev.^.  Stai,,  Band  LXVII,  Ileft  III,    und  IV|. 


Oli  sperimentatori  Voli  e  (Jrone  istituirono  indagini 
sui  rapporti  fra  lo  sviluppo  delle  cellule  ed  il  fosforo, 
allevando  le  piante  in  soluzioni  nutritive  in  parte  conte- 
nenti fosforo,  in  parte  senza.  Le  piante  coltivate  in  solu- 
zioni prive  di  fosforo  si  sviluppavano  sempre  con  foglio 
verdi,  mentre  cpielle  coltivate  in  soluzioni  fosforate  si 
mostravano  clorotiche.  Gli  autori  supposero  che  il  fosfato 


-J 


^  '  .  •  I 

I 


Nutriziono  delle  leguminose,  e  delle  grami ìmcee        209 


cou tonato  nella  soluzione  precipitasse  o  rendesse  insolu- 
bili 0  non  assimilabili  i  sali  di  ferro,  causando  così  la 
clorosi;  ma  ulteriori  osservazioni  dimostrarono  che  la 
supposizione  non  ora  sostenibile  e  che  si  doveva  piut- 
tosto ritenere  che  la  clorosi  dipendesse  dal  fosfato  diret- 
tamente. Come  piante  da  esperimento  servirono  il  mais, 
la  segale,  il  grano  saraceno,  le  rape,  la  senape,  il  tabacco, 
i  piselli,  la  mimosa  pudica  ecc.  Germogli  di  alcuni  giorni 
allevati  in  acqua  distillata,  uniformi,  si  posero  nei  rispet- 
tivi liquidi  nutritivi.  Questi  contenevano  isoluzione  di 
base)  1  gr.  di  nitrato  potassico,  5  gr.  di  solfato  di  calcio 
e  0,5  gr.  di  solfato  di  magnesio  in  1  litro  di  acqua  (solu- 
zione di  Sachs).  Il  ferro  si  introduceva  sotto  forma  di 
solfato  di  ferro  (gr.  0,005  ^<y)  ;  si  usò  come  composto 
fosforato  una  miscela  di  fosfato  monopotassico  e  fosfato 
bipotassico.  Si  osservò  che  nella  soluzione  priva  di  fosforo 
e  contenente  ferro  l'accrescimento  delle  radici  era  forte- 
mente ostacolato,  e  le  radici  stesse  si  coloravano  in  giallo, 
fenomeni  che  non  si  osservavano  quando  mancava  il 
ferro.  Con  aggiunta  di  un  fosfato  cessava  l' azione  carat- 
teristica, ma  presto  si  sviluppava  la  clorosi.  B]sperimenti, 
fatti  con  piante  di  segale,  dimostrarono  che  come  il  fosfato 
monopotassico  agiscono  diversi  altri  fosfati  solubili.  Il 
fosfato,  anche  in  dose  minima,  esplicava  il  suo  effetto. 
Anche  in  presenza  di  molto  ferro,  se  vi  era  del  fosfato 
disciolto  si  aveva  clorosi. 

Gli  autori  vollero  indagare  se  il  fenomeno  si  poteva 
invertire.  Gli  esperimenti  furono  fatti  in  soluzioni  conte- 
nenti fosfati  e  prive  di  ferro,  e  i  risultati  furono  diversi 
a  seconda  delle  piante.  Quando  le  piante  venivano  colti- 
vate in  terra  non  potè  constatarsi  l'effetto  dannoso  tlei 
fosfati  disciolti.  Le  sostanze  minerali,  per  il  potere  assor- 
bente del  terreno  vengono  ridotte  in  combinazioni  in'so- 
lubili  neir  acqua. 

L'A.  studiò  ancora  sotto  un  altro  aspetto  il  compor- 
tamento dei  fosfati  insolubili.  Ottenne  ampio  sviluppo 
radicale  e  foglie  verdi  oscure  introducendo  nella  solu- 
zione nutritiva  una  miscela  di  fosfato  di  ferro  con  fosfato 
tricalcico  (solubile  in  traccio  neir  acqua).  So  però  si  ado- 
perava fosfato  bicalcico,  tosto  appariva  la  clorosi  e  lo 
sviluppo  radicale  rimaneva  limitato. 

Furono  iniziate  nel  1901  ricerche  sopra  l'  azione  reni- 
duale  di  alcuni  concimi  fosfatici  coltivando   in   vasi  del- 


-j. 


t  ■  ■• 


210  A  gigari  a 


y  avena.  Si  compararono  il  perfosfato  di  calce,  il  fosfato 
bicalcico,  il  fosfato  tricalcico,  il  fosfato  precipitato  e  la 
farina  d*  ossa.  Ne^li  anni  snccessivi  al  primo,  in  tutti  i 
vasi  furono  dati  nitrato  sodico  e  solfato  potassico  con  o 
senza  aogiunta  di  carbonato  di  calcio.  1^  prove  durarono 
(juattro  anni.  II  maggiore  prodotto  complessivo  nei  4  anni 
si  ebbe  con  l' impiego  del  perfosfato  e  del  fosfato  bical- 
cico, e  r  azione  di  tali  concimi  apparve  indipendente  da 
quella  della  calce. 

L' azione  fertilizzante  del  fosfato  tricalcico  e  della 
farina  d'  ossa  fu  ridotta  della  metà  circa  dall'  aggiunta  di 
calce.  La  superiorità  del  fosfato  su  la  farina  d'ossa  nei 
vasi  trattati  con  la  calce,  e  la  superiorità  della  farina 
d' ossa  sul  fosfato  nei  vasi  che  non  ricevettero  calce 
andarono  gradualmente  sparendo,  così  che  il  prodotto 
totale  dei  quattro  anni  risultò  il  medesimo  nelle  due  serie 
di  ricerche. 

L'  azione  della  farina  d'  ossa  (senza  aggiunta  di  calce) 
risultò  decisamente  inferiore  a  quella  del  perfosfato  anche 
dopo  il  4.**  anno. 

Furono  pure  istituite  ricerche  allo  scopo  di  appurare 
(piale  influenza  può  avere  sulT  effetto  dei  concimi  potas- 
sici il  carattere  dei  concimi  azotati  impiegati  simultanea- 
mente. La  questione,  già  prima  studiata,  fu  nuovamente 
sottoposta  a  ricerche  durante  gli  anni  1902,  1903  e  1904. 
In  provo  eseguite  con  avena  Ligowo  il  perfosfato  e  le 
scorie  Thomas  in  mescolanza  con  nitrato  sodico  diedero 
un  prodotto  superiore  a  quello  che  si  ottenne  mescolan- 
doli con  quantità  corrispondenti  di  nitrato  ammonico;  si 
ebbero  risultati  opposti  con  V  apatite  e  la  polvere  d'  ossa. 
Studiata  particolarmente  la  concimazione  dell'avena  Li- 
gowo con  polvere  d'.ossa  mescolata  a  vari  concimi  azor 
tati,  si  potè  accertare  un  notevole  incremento  di  prodotto 
con  la  mescolanza  di  polv^ere  d' ossa  e  solfato  ammonico  ; 
un'azione  più  debole  esercitala  mescolanza  di- solfato 
ammonico  e  nitrato  sodico;  mescolando  polvere  d'ossao 
nitrato  sodico  si  ebbero  i  peggiori  risultati.  Il  colaticcio 
in  mescolanza  con  nitrato  sodico  diede  risultati  alquanto 
inferiori  a  quelli  avutisi  con  la  mescolanza  di  nitrato 
sodico  e  solfato  ammonico. 

Dalle  ricerche  appare  che  1'  azione  dei  concimi  fosfa- 
tici dipenda  per  molta  parte  dal  carattere  dei  concimi 
azotati  che  si  portano  o  si  trovano  già  nel  terreno. 


Azione  ri-niiliialf  di  coiicinn  foKftiiici 


Allo  scopo  di  slmiiai-e  i  metodi  di  sperimeli  lazi 
vfi^i,  si  istituirono  prove  ciilttirali  con  concimi  a; 
fosfatici  ili  dosi  crcscoiilì.  Hi  coltivò  dell'  avena  in 
vetro  cilindrici  firolondi  cm.  2)t,  con  diiimetro  di  ( 
con  terra  sabbiosa  (Kg.  2rt.ri},  puvera  di  azoto  (0,f 
e  (li  acido  fosforico  (0,04  '/,}  di  acido  fosforico  E 
a  caldo  in  HCl  d.  =  1.15). 

In  una  prima  storie  si  agginnse  in  tutti  i  vasi  ni 
riale  basico  (polvere  di  marmo),  del  perfosfato, 
(lotassico,  con  una  pìccola  addizione  di  solfato  di  mi 
0  di  cloruro  di  sodio,  indi  in  ogni  vaso  del  nitrato 
in  dose  variabile  fra  gr.  I.B  e  gr.  6  per  ciascuno.  1 
i  casi  la  concimazione  azotata  determinò  mi  incr 
nella  produzione,  incremento  massimo  con  la  dose  u 
minimo  con  la  dose  massima.  Con  l'aggiunta  del 
si  aumentò  il  peso  del  prodotto  ;  il  rapporto  |)iù 
fra  paglie  e  granelli  si  ebbe  con  l'impiego  delle  d 
alte  di  nitrato.  Si  è  accertato  che  la  dose  di  Kg.  1 
ettaro  (gr.  0,026  per  Kg.  di  terra)  dà  alle  i)ianto 
lappo  più  prospero,  e  che  le  piante  cresciute  con 
nitrato  corrispondenti  a  Kg.  50  per  ettaro  mostrai 
nette  le  caratteristiche  di  nna  insufficiente  nut 
azotata. 

In  una  seconda  serie  le  prove  vennero  dispi; 
modo  analogo;  in  gruppi  di  3  vasi  ciascuno  si  ii 
il  perfosfato  a  dosi  variabili  fra  gr.  11.7!  e  0.71  pc 
corrispondenti  a  Kg.  "25  a  2(H)  per  ettaro. 

Il  maggiore  incremento  di  prodotto  si  ebbe 
dosi  comprese  tra  Kg.  25  e  50  per  ettaro;  con  do;- 
a  1"2!)  Kg.  per  ettaro  1'  aumento  di  proilotto  In  lii 
ebbe  invece  un  aumento  notevole  con  la  dose  di  K 
e  il  prodotto  inassitno  fu  ottenuto  con  Kg.  17.'>  < 
fosfato. 

Interessanti  ricerche  sullo  sviluppo  della  vegc 
in  atmosfera  ricca  di  anidride  carbonica  furono  ci 
a  termine  da  K.  iJcmoussv  (Compie»  remlug  <le  . 
de»  Kciencfs.  1!K)5,  V.  139,  pag.  '28.^).  Le  ricerche 
eseguite  in  due  casse  di  vetro  di  circa  1  m'  dì  eaiiat 
cassa  di  controllo  aveva  tu  modo  uniforme  un  coi 
in  anidride  carbonica  che  si  aggirava  intorno  ai 
millesimi. 

La  seconda  cassa  riceveva  anidride  carbonica  n 
dal  riscaldameiito  del  licurboufit'»  sotlico  in  Cjuanl 


iiiillesiiiii,  (jiiantità  elio 
tu  modo  da  portarsi  al 
inedia  dì  15  inìllfìsimì, 
a  ntiiiosfericH.  l.'  eepe- 
ni  dalia  lino  di  Mtig:gin 
ialite  furono   tag'liato  e 

esposti  in  una  tabella 
n   dell'  aria  in   anidride 

raccolto,  aumento  che 
itnra  fu  più  jireooco  e 
■a  pili  ricca  in  anidride 


ipel,  Wilfarlh,  Frank, 
ostrazionc  clic  le  piante 
lento  le  sostanze  erga- 
li A.  Merger.  Laurent, 
ostrato  che  Io  zncchcro  o 
i  e  assimilati  dallo  piante 
ile  nei  ('ompte»  reudus 
to  che  la  pianta,  in  rom~ 
tea,  può  vcfretare  iior- 
iitesi  degli  albuininoidi 
iti  i>d  organi  solo  con 
vndo  «jiiesti  siano  con- 
ritivo  9i  adopen»  sabbia 
afHamento  dei  vasi  ste- 
lla boilitji  e  contenente 
ido  Detiner.  Ofrni  vaso 
ca  la  seguente  quantità 
irosina,  gr.  0.4  di  gli- 
dì  ossamide,  gr.  0,1  dì 
e  di  portare  a  completo 

0  artilicìale  addizionato 
ta  assenza  di  anidride 
)oraneaiiiente  l'anidride 
Il  avviene  alcuna  vogo- 

1  nella  neutsrhf  Landu-. 
snltatì  di  prove  istituite 
Consorzio  por  la  colti- 
Svezia,  sulla  eonciinn- 
itrato  di   calcio.   L'au- 


Lii  I-ita  ilella  pianta  in  er.ceiDioc  m  iiK-^eiiza  ili  ailid.carb.  213 

tore  rileva  cho  la  calce  azotata  ha  spiegato  un'  a?"""" 
vantaggiosa  in  terroni  silicei  e  argilloso-si licei  sull'ai 
sull'orzo,  sul  grano  marzuolo  e  sulle  patate,  quanto 
KOto  ammoniacale,  nieriti'c  è  rimasto  molto  al  di 
dell'azoto  nitrico:  in  terreni  torbosi  della  migliore 
lità  ha  pure  prodotto  buoni  effetti,  mentre  in  torbe  i 
composte  ha  dato  cattiva  prova. 

Il  nitrato  di  calcio  invece  spiegò  un'  aziono  com 
siva  sui  due  tipi  di  terreni,  sabbioso  e  torboso,  ugui 
(|nclla  del  nitrato  di  sodu,  detona ìnando.  a  dilfercni 

auesto,  una  maggiora  pi-oduziono  di  granella  e  una  mi 
i  paglia,  dimostrandosi  quindi  atto  a  sostituire  con 
lamento  il  nitrato  di  sodio. 


Intorno  al  metodo  proposto  dallo  Stutzero  gonei 
zato  dal  Dyer  per  In  det<^TminazÌone  delle  sostanze  r 
rali  del  terreno  atte  a  servire  di  alimento  alle  pi 
metodo  che  si  basa  sull'  estrazione  del  terreno  con  i 
citrico  air  1  %•  furon  fatti  da  Herbert  Ingle  iJourn.  C 
Soc.j  alcuni  csperimojiti  culturali  per  la  durata  di  due  i 
Fnrono  estratti  10  Kg.  di  terreno  omogeneo  contei 
ILG"  ,  dì  umidità  con  litri  UHI  di  acido  citrico  all', 
tenendo  conto"  dell'  acqua  rimasta  nel  terreno.  I^'  l 
ziono  si  fece  tenendo  rimossa  la  massa  terrosa,  e 
7  giorni. 

Il  terreno  primitivo  conteneva  gr.  0.14  "  „  di  pot 
0.16  di  Anidride  fosforica,  0.259  di  azoto,  U.Hl  di  e 
delle  quali  sostanze  furono  sottratti  rispettivamente 
acido  citrico  gr.  O.OII  "  „.  gr.  0.06-2,  gr.  O.Oll,  gr.  t 

In-  alcnni  vasi  dì  cultura  si  aggiunsero  al  tei 
estratto  ({uantità  dì  calce,  potassa  e  anidride  fosl' 
corrisponiienti  a  inieJlc  sottratte  con  acido  citriet 
riconobbe  die  l' estrazione  con  acido  citrico  deprìi 
fortemente  lo  sviluppo  dello  piante  e  d'  altra  parte  e 
sost^inze  minorali  ai>'giunte  venivano  assimilate  piii  ] 
lamento  di  quello  presenti  in  origine. 

riteriori  ricerche  eseguite  dall'autore  coltivando 
e  fagioli  e  impiegando  solo  terreno  naturale  e  tei 
estratto,  dimostrarono  il  maggior  contcnulo  nei  si 
componenti  nellt'  piante  cri-solute  nel  suolo  natura 
confronto  u  quelle  cresciute  nel  suolo  estratto. 

L'acido  fosforico  e  la  potiiwna  furono  nelTorzo,  i 
fagioli  ci-esciuti  in  terreno  naturale,  in  quantità  <|uadi 


314  Affraria 

i>  i-isi)eUirai»oiite  doppia  di  fronte   alle  stesse   sostanze 
■         "e  piante  cresciute  in  terreno  estratto. 

Uova  il  fatto  che  in  tutti  i  casi  le  piante 
tratto,  in  confronto  alle  altre,  mentre  svi- 
tameute  in  un  primo  periodo,  tendevano  poi 
alla,  vegetazione  normale,  e  questo  fatto  l'A. 
0  alla  rapida  riformazioue  di  sostanze  assi- 
PTotlo  di  agBnti  atmosferici.  A.  M. 


'aio  aiitmonico  dato  in  coperturn  al  ttrri-iw 
•erdite  in  ammoniaca  f  —  Il  prof.  Wagner, 
,    in   base    alle   sue    esperienze,  proseguite 
i  anni,  lo  afferma  in  modo  assoluto. 
le  nelle  condizioni  ordinarie  quando  il  sot- 
>  sia  dato  in  copertura,  esso,  a  contatto   del 
iileio  del  terreno,  subisce  una  trasformazione- 
.mmoiiico,  sale  molto  volatile:  si  hanno  così 
rilevanti  in  aniEuoniaca. 
iano  delle  perdite  egli  lo  deduce  nnicamcnlc  - 
uelle  sue  provo  il  solfato  ammonico  ha  dato 
ita  dì  altre  condizioni,  un  prodotto  iniuore 
dal  nitrato  sodico.   Ma   basta  «juesto  fatto 

I  che  vi  siano  coli'  uso  del  solfato  ainmo- 
lito  per  volatilizzazione  d'ammoniaca?  ICvi- 
tri  fattori  possono  aver  iulLnìto  sui  risultati 
ti  coi  due   concimi  :  ricordiamo    infatti    die 

molto  piti  solubile  del  solfato  ammonico,  si 
o  nel  terreno,  arrivando  a  contatto  di  un 
ro  di  radici,  mentre  il  solfato  dato  In  copcr- 
Itenuto  nello  strato  superficiale  del  terreno, 
ha  subita  la    nitrificazioiie   potrà  inlesso 

ti'  altra  parte  sta  il  fatto  che  la  triiaforraa- 
reiio    del    solfato   in    carbonato   ammonico 

lentamente,  ed  il  carbonato  è  poi  subito 
eno.  Il  Ijilieiithal  I  Landw.  Illugt.  /Mt.,  1900) 

per  (i  anni   esperienze  tli   confronto  tra  il 

II  ed  il  solfato  ammonico  ed  è  giunto  a 
i]>ostc  a  quelle  del  Wagner.  Kgli  escludo 
ìhino  perdite  notevoli  di  aininoniaca,  ed 
laggior  parte  delle  sue  piove  il  solfato  si  è 
porioiv  o  eguaio  al  nitrato,  in  alcune  ò 
,  ma  a|i|iena  sensibilmente,  dimostrando  un 
incacia   di    ì)rs  :  UH).  Il  l'atto    poi   citalo   dnl 


Solfato  arnmon.  in  copertura  e  perdita  in  ammoniaca    216 


Wagner  a  conferma  della  sua  tesi,  che  cioè  il  solfato 
aininonico  dà  risultati  superiori  incorporata  nel  terreno 
piuttosto  che  in  copertura,  il  Lilienthal  lo  spiega  con 
questo:  che  incorporato  nel  terreno  T  azoto  ammoniacale 
si  distribuisce  per  uno  strato  mag-giore  di  terreno,  di 
modo  che  T  azoto  si  mette  alla  portata  di  un  numero 
maggioro  di  radici.  La  conclusione  pratica  delle  ricerche 
è  che  è  preferibile  incorporare  il  solfato  ammonico  nel 
terreno  piuttosto  che  darlo  in  copertura. 


(lià  avemmo  occasione  di  parlare  Tanno  scorso  di  un 
nuovo  concime  simile  alla  calciocianamido,  sia  per  il  modo 
di  preparazione  sia  per  le  proprietà. 

La  8tick$toffkalk\  come  viene  chiamata,  si  ottiene 
facendo  passare  una  corrente  di  azoto  su  un  miscuglio 
molto  intimo  di  carburo  e  di  cloruro  di  calcio  riscaldati 
a  750^  ed  è  una  polvere  nera  come  la  calciocianamide,  e 
come  questa  ostacola  la  germinazione  dei  semi  e,  data  in 
copertura,  danneggia  le  piante. . 

Le  esperienze  di  Hardt  con  questo  nuovo  concime 
dimostrarono  che  la  sua  azione  è  molto  migliore  sulle 
torre  da  lungo  tempo  coltivate  che  sulle  torre  vergini, 
specialmente  se  le  prime  furono  trattate  con  letame  Tanno 
precedente  o  nelT  aiuio  stesso,  causa  la  loro  conseguente 
maggior  ricchezza  di  microrganismi  e  la  più  facile  decom- 
posizione che  essa  subirà.  Sulle  praterie  ha  aumentato  il 
raccolto,  perhno  in  terre  paludose  quando  siano  state  cor- 
rette con  calce  o  con  marna. 

Sulle  colture  ortìve  abbiamo  le  ricerche  del  dott.  Neu- 
mann  il  quale  trovò  il  luiovo  concime  di  grande  efficacia 
per  esse.  Forse  si  deve  attribuire  (piesto  fatto  anclie 
alT  aziono  fertilizzante  della  calce  contenutavi,  giovando 
essa  molto  agli  ortaggi.  Poiché  la  sua  azione  si  basa 
sulla  decomposizione  delT  aimnoniaca,  per  utilizzarla  nel 
miglior  modo  possibile  converrà  sotterrarla  nel  suolo 
da  6-10  giorni  avanti  la  semina.  Lo  spargimento  prima 
ò  indicato  specialmente  per  la  coltura  delle  rape.  La 
stikstofTkalk  si  prepara,  eoi  le  è  noto,  a  Westeregeln. 


Il  prof.  Schwappach  ha  iniziato  nel  1901  una  serie 
di  esperienze  nella  Stazione  sperimentale  forestale  prus- 
siana di  Lberswald  allo  scojm   di   vedere  (puile   fosse   la 


21i;  Agritria 

concinmzitme  pifi  conveniente  por  lo  piauto  rorestali  uell» 
cotlui-n  csloiisiva.  Fra  i  concimi  vennero  cspeiimentati 
le  scorie  Thomas,  In  kainite,  il  nitrato  sodico,  il  solfato 
ainmnnico  ;  fn  pnro  i>ruvat»  la  concimazione  organica  con 
Inpini,  terra  da  palude  t'cc.  IjO  esperienze  durarono  Quo 
111   lìHH'i. 

rivo  Va.  liaiino  un  iote- 
rendoBi  ai  terreni  ovo  le 
critano  invece  di  esser 
è  giunto  il  prof.  Schwap- 

lli!  piante  si  riconoblxii-o 
ti  azoto  e  precìsameli  te 
in  una  forma  lenta  riiii 
)iiii  ell'ettuarsi  o  contoiii- 
nni  anni  dopo  la  pianta- 
ilare  ; 

convenienti  :  la  coiiciina- 
lii  coltura  precedente  tli 
emettono   nuovo  radici  : 

salare  può  effettuarsi  col 
fra  lo  piante  o  coltivaudo 
■verse  sorta  di  trifoglio, 
i  ciò  possono  venire  in 
ni  di  pianto  :  ad  esempio 
la  :  cotica   erbosa,   foglio 

seorio  Thomas  e  solfalo 
atta  di  accelerare  la  ci-e- 
niezzo  C-  vantaggioso  ])er 
lì  ;tll  anni  ; 

errano  erboso  è  giovevole 
taglio  della  cotica  erbosa 

inni>  il  fusto  della  gi-os- 
:  la  lavorazioni'  del  tcr- 
inuninislrazioni  dì  manie 

iducano  jioca  ombra  \»ifi 
nte  se  la  fcrtilitil  del  ti'r- 
'eutacfirii    Laiuìii:    UencU- 


Ceneri  ve.sttr/intP  217 


Sulla  composizione  delle  ceneri  cadute  durante  V  eru- 
zione del  VesuìHo  dell'  Aprile  190()  abbiamo  una  j)ubbli- 
eazionedel  dott.  Luigi  Bcruardiui,  assistente  della  cattedra 
di  Chimica  Agraria  della  li.  Scuola  Superiore  di  Portici. 
L'  esame  chimico  delle  ceneri  del  Vesuvio  raccolte  in  loca- 
lità molto  lontane  fra  loro  (i  campioni  provenivano  da 
Cerignola,  da  Foggia,  da  Bovino  e  da  Portici)  dimostiò 
che  si  tratta  di  un  materiale  di  discreto  valore  fertiliz- 
zante. Le  quantità  di  ossido  di  potassio  solubile  in  acido 
cloridrico  fu  di  (J.IO  e  G.r)7  pei  campioni  di  Bovino  e  Por- 
tici, di  2.05  e  2.01  pei  campioni  di  Foggia  e  Cerignola; 
oltre  air  ossido  di  potassio  le  ceneri  contenevano  pure 
dell'  anidride   fosforica    in    (] nauti tà  variabile   da   0.54  a 

o.r>4  y.. 

Siccome  le  ceneri  eruttate  dal  Vesuvio  avevano  eser- 
citata un'  azione  caustica  sui  germogli,  era  interessante 
studiare  quest'azione  nei  semi  germinanti.  Le  prove,  sulle 
disposizioni  delle  quali  non  ci  intratterremo  per  brevità, 
dimostrarono  che  elTettivamente  le  ceneri  contengono  dei 
principi  che  impediscono  la  germinazione  dei  semi  e  arre- 
stano lo  sviluppo  dei  giovani  germogli,  ma  tali  principi 
sono  eliminati  con  un  semplice  lavaggio  e  la  loro  dan- 
nosa influenza  non  si  fa  sentire,  se  la  cenere  è  mescolata 
con  la  terra  anche  in  proporzioni  di  parti  uguali  o  se 
forma  un  piccolo  strato  sul  terreno.  La  sua  velenosità 
deve  esser  dovuta  certo  al  contenuto  in  cloruro  sodico,  il 
quale  per  la  sua  solubilità  verrà  facilmente  eliminato 
dalla  pioggia  dallo  strato  coltivabile.  Di  fronte  all'  incon- 
veniente della  causticità  del  materiale,  non  va  dimenticata 
la  sua  ricchezza  in  elementi  utilissimi,  a  dar  un'idea  della 
quale  basterà  dire  che  ammesso  su  un  terreno  uno  strnto 
di  10  centimetri,  esso  viene  arricchito  per  Kttaro  di  ben 
77  quintali  di  anidride  fosforica,  e  di  una  quantità  infi- 
nitamente superiore  di  potassa. 

E  del  resto,  a  conferma  dell'  eccezionale  efficacia  con- 
cimante delle  ceneri,  si  sono  avuti  nei  terreni  ove  cadde 
la  cenere  prodotti  notevolissimi.  K.  (1. 

IV.  —  Per  il  miglioramento  delle  sementi 
e  delle  varietà  di  piante  coltivate, 

L' importanza  massima  di  questo  argomento,  così  come 
gli  splendidi  risultati  che  dal  suo  studio  si  sono  otteiuiti, 

AXVTTARIO   SCIKXTIFICO  —   XLIV.  15 


Af/rarin 

anche  quest'anno  a  dire  brovi  jtsrole  intorno 
ono  od  alla  ibridazione.  Con  febbrile  lavoro  scien- 
idiosi  d' ogni  paese  ricercano,  modiiìcano,  creano 
'Rrietà  meritevoli  per  bellezza,  qualità,  altìtii- 
ittivc,  si  clie  raramente,  come  tu  questo  cam|m, 
i  ha  avuto  nella  pratica  la  piena  coufenna 
induzioni.  K  se  ancora  molti  feitomeni  della 
ale  riiiiaiifi'Oiio  oscuri,  lo  studio  completo  della 
à  e  dello  niiitaKÌoiii,  è  (giunto  a  tal  punto  da 
tgittimamente  si>crarc  cbe  la  luco  completa  sarà 
Il  periodo  di   tempo   assai   più    breve  di  quello 

Iljainmr  Nilssou  ha  ormai  del  tutto  abbando- 

solezione  i  sistemi  sinora  usati,  e,  come  osservò  , 
ii-ìainente  alla  credeuza  comune  le  diverse  piante 
;sìma  varietà  non  presentano  uniformità,  con- 
tivare  separatamente  i  senii  miglior!  di  ciascuna 
■Ita  per  assicurarsi  e  della  fissazione  del  loro 
ispettivi  e  del  loro  valore  colturale.  I  lavori 
in  sono  perfettamoule  d'accordo  colle  teorie 
te  espresse  dal  I>e  Vries  o  per  le  quali  la  teoria 
Il  della  evoluzione  delle  specie  vegetali  per  gradi 
n  dubbio.  Il  prof.  F.  \Vohltmanii,  {Deutsche 
chaftlirhe  PreMse,  N.  t)(),  lffl)7),  seffueudo  lo  atesso 
ottato  dal  direttore  dolio  Istituto  di  Svalos,  ha 
n  frumento,  Blatir  Dame,  ottimo  per  bellezza, 
roduzione.  U.  Kraus,  iEep»,  Staf.  lite,  2, 1907),  ha 

nei  culmi  lunghi  gli  iulcmodi  lunghi  e  grossi 
I  maggior  peso  di  quelli  dei  culmi  eorti  ad  ognal 

nodi,  e  che  sembra  esistere  una  più  stretta  rela- 
a  hnighezza  e  la  grossezza  dogli  tntoniodi  in 
(li  quella  che  si  rileva  tra  la  grossezza  od  il 
irciò  concluso  che  le  spiche  più  pesanti  di  orzo  e 
i  ottengono  dagli  steli  di  peso,  lunghezza  e 
maggiori.  Ad  essi  dunque  sì  deve  ricorrere,  a 
3   altre  condizioni,   per    la  selezione  e  la  ibri- 

izioiie  delle  sementi  di  \ois,v-le-lio,v  il  profos- 
)aux  vide  che  negli  incroci  di  diverse  varietà 
D  i  prodolti  della  prima  generazione  avevano 
%  grande  uniformità  o  rilevavano  i  caratteri 
Incrociando  nn  frumento  a  granello  bianco 
i  granello  rosso  si  hanno  cariossidi  rosse; 
I  uno  a  spighe  rade   con  uno  a  spighe  dense 


Miglior,  delle  .semeufì  e  delle  varietà  di  piante  coltirate  219 


il  prodotto  (loir  incrocio  porta  spig-he  denso  ;  fecondando 
un  frumento  aristato  con  un  nuitico  alla  prima  genera-, 
zione  si  hanno  tutte  spighe  muticho.  1  lavori  dello  Schri- 
beaux  confermano  duncpie  le  teorie  geniali  di  Gregorio 
Mendel,  che  corrispondono  perfettamente  coi  risultati 
degli  studi  del  nostro  Strarapelli.  Il  dott.  N.  Strampelli, 
della  cattedra  di  granicoltura  di  Rieti,  ha  iniziato  impor- 
tanti lavori  di  ibridazione  e  di  selezione  sul  frumento  e 
sul  mais,  allo  scopo  di  avere  col  primo  nuove  varietà  più 
resistenti  air  allettamento  ed  alla  ruggine,  e  col  secondo 
varietà  produttive  e  precoci  ad  un  tempo. 

Lavori  pregevoli  hanno  compiuto  sui  cereali  i  fratelli 
Garton  di  Acton  (ìrange.  Non  per  la  pratica  i  Gartou  si 
allontanano  di  molto  dagli  ibridatori  valenti  che  li  hanno 
preceduti,  ma  il  loro  metodo  soprattutto  si  differenzia  per 
il  numero  delle  varietà  messe  fra  di  loro  in  presenza  e 
i)er  r  aiuto  richiesto  alle  pfente  selvatiche.  Gli  ibridi 
Garton  hanno  i  caratteri  di  due  pregevoli  varietà,  modi- 
ficati ancora  per  successive  ibridazioni  con  altre  buone 
varietà,  e  dalle  piante  selvatiche,  che,  è  noto,  hanno  una 
rusticità  a  tutta  prova,  hanno  acquisito  questa  impor- 
tante dote  che  li  rende  sopra  tutti  meritevoli  di  conside- 
razione. 

Sul  mais  in  special  modo  vertono  gli  studi  dell'ame- 
ricano Funk  e  del  prof.  Blaringhem.  Il  Funk  (Italia 
Agricola^  n.  17,  1907),  scelte  rigorosamente,  sopra  circa 
20.000  spighe,  le  spighe  madri  (quelle  atte  cioè  a  dare 
magnifici  raccolti),  ne  semina  le  cariossidi  meglio  costi- 
tuite e  impedisce  alla  nuova  pianta  di  autofecondarsi  : 
vale  a  dire  le  spighe  di  allevamento  appartengono  esclu- 
sivamente alle  piante  cimate,  debitamente  scelte.  Il  Funk 
ha  costituito  così  dei  tipi  specializzati,  gli  uni  in  vista 
della  percentuale  in  olio,  gli  altri  della  ricchezza  in  pro- 
teina o  nelle  due  sostanze  insieme,  altri  infine  rispetto 
alla  resistenza,  alla  siccità  ed  al  vento. 

Una  recentissima  pubblicazione  del  prof.  L.  Blarin- 
ghem rende  noto  come  mutilando  opportunamente  delle 
piante  di  mais  a  maturazione  tardiva  si  possano  ottenere 
delle  vere  nuove  varietà  precocissime  e  più  produttive. 
Il  Blaringhem  aveva  notato  che,  quando  si  tagliano  i 
fusti  aerei  di  piante  erbacee  nel  momento  di  rapido  svi- 
luppo e  accrescimento,  nascono  dei  germogli  laterali  che 
hanno  qualche  anomalia  (sdoppiamento  di  fiori,  trasfor- 
mazione di  fiori  maschili  in  femminili,  di  sterili  in  erma- 


& 


!l^l 


220  Agraria 

froditi  ecc.  ecc.).  Quando  in  tali  coudizioni  .si  riescono  a 
ottenere  semi  maturi  le  anomalie  contiiuiano  nelle  piante 
figlie  anche  per  più  generazioni.  Partendo  dal  nvais  di 
Pensylvania,  il  Blarintzhem  ha  ottenuto  {Cnmpfes  rendus 
de  V Acadcmie  dea  Scienrcs^  N.  (>,  19()7|  una  varietà  precoce 
che  matura  alla  fine  di  arrosto  e  che  si  differenzia  netta- 
mente dalla  pianta  oriafinaria.*  Insomma  le  mutilazioni 
violente,  fatte  ad  ej)oca  o|)portunamente  scelta,  costitui- 
scono un  mezzo  potente  per  determinare  variazioni  bru- 
sche ed  ereditarie. 

Sul  tabacco  ha  operato  il  dott.  Leonardo  Ang-eloni. 
Le  varietà  coltivate  dei  tabacchi  (tranne  T  A  vana)  deri- 
vano dair  incrocio  di  razze  diverse  e  si  verifica  talora  il 
caso  che  un  carattere  dell'  uno  o  dell'  altro  progenitore 
vada  affievolendosi  :  si  rimedia  operando  fecondazioni  arti- 
liciali  col  polline  di  cpiel  progenitore  che  tende  a  far  sentire 
meno  la  sua  azione,  cioè  rinsanguando  e  poi  selezionando. 
Infatti  i  caratteri  dell'una  o  dell'altra  razza  si  manifestano 
più  o  meno  intensamente  a  seconda  del  clima  e  del  terreno, 
cioè  si  manifestano  prevalentemente  i  caratteri  della  razza 
por  la  quale  1*  ambiente  è  più  favorevole^,  e  solo  nuovi 
meticciamenti  possono  mantenere  le  condizioni  costanti 
e  migliorarle.  Varietà  di  tabacco  di  alto  valore  indu- 
striale sembrano  già  sin  d'ora  felicemente  conseguite  dal- 
l' Angeloni  :  nomineremo  ad  esempio  V  Italia  ed  il  Cat- 
taro.  Un'  osservazione  interessante  è  questa  :  in  tutti  gli 
incroci  il  sangue  predominante  che  si  voleva  conferire 
al  meticcio  è  andato  affermandosi  maggiormente  nella 
parte  più  bassa  della  pianta,  degradando  successivamente 
col  salire  verso  V  infiorescenza,  di  modo  che  questa  è 
sopraffatta  dai  caratteri  della  pianta  maschile,  e  spesso 
neppure  completamente,  soltanto  dopo  un  secondo  riporto 
di  sangue.  (Dott.  Anceloni  :  Costituzione  e  fissazione  dei 
tabacchi  a  mezzo  di  meticciamenfo). 

La  selezione  della  barbabietola  da  zucchero,  è  noto, 
si  fa  sul  campo  durante  il  periodo  vegetativo  e  al  mo- 
mento della  raccolta,  poi  ancora  basandosi  sul  valore 
intrinseco  della  radice.  Questo  valore  che  per  i  selezio- 
natori esteri  è  quasi  esclusivamente  in  funzione  della 
ricchezza  in  zucchero  è  determinato  da  noi,  e  precisa- 
mente a  I^3ma,  facendo  entrare  in  funziono  anche  V  ele- 
mento peso.  Si  tendo  alla  stazione  di  selezione  di  Homa, 
sorta  per  iniziativa  privata  collo  scopo  di  migliorare  i 
caratteri  della  varietà  italiane  dello   bietole   da    zucchero 


Miglior,  delle  piante  coltivate  -  Fienagione  Martin      221 

c  diretta  dal  dott.  De  vecchia,  ad  avere  col  maggior  peso 
la  Riaggiore  ricchezza  in  zucchero.  Xolla  scelta  delle 
radici  non  si  dimentica  poi  di  fare  anche  un  esame 
istologico,  allo  scopo  di  scartare  quelle  con  tendenza  alla 
biforcazione  e  quelle  che  presentano  segni  di  lignifica- 
zione. (//  Coltiiatore,  X.  14,   1907). 


Volendo  accennare  anche  alla  parte  teorica  dell' ibri- 
dazione e  della  selezione,  ricorderemo  la  relazione  del 
prof.  Erich  von  Tschermak  al  (Congresso  di  Vienna 
(maggio  1907)  che  dimostra  ancora  una  volta  come  la 
via  ora  cominciata  per  il  miglioramento  dello  piante  col- 
tivate sia  quella  indicata  dalla  scienza  e  quindi  la  più 
sicura.  Affermava  il  Tschermak  al  Congresso  che  la  for- 
mazione delle  razzo  in  base  ai  caratteri  individuali  è  la 
sola  razionale  e  che  il  principio  dell'  isolamento  è  molto 
importante  per  la  formazione  delle  nuove  specie,  soprat- 
tutto ottenute  per  mezzo  dell' ibridazione.  Johannsen,  in 
una  dotta  relazione  pure  fatta  al  Congresso  di  Vienua, 
non  ha  dimeuticato  di  considerare  il  fatto  se  col  mutare 
delle  condizioni  di  vita  i  caratteri  delle  piante  a  poco  a 
poco  vengono  a  unitare  oppure  saltuariamentt^  oppure 
ancora   d'un  tratto. 

Non  manca  nello  studio  delle  teorie  della  selezione 
e  della  ibridazione  chi  teme  dei  risultati  pratici,  ed  il  pro- 
fessore Th.  Remy  {Deutsche  Landtcirtschaftliche  Presse^ 
II."  87,  1907)  ultimamente  denunciava  come  non  sia  lecito 
sperare  eccessivamente  dalla  ^elezione  individuale  che, 
d' altra  parte,  presenta,  secondo  lui,  dei  pericoli  punto 
trascurabili.  P    V. 

V.  —  Fien<(gione   Martin. 

11  nuovo  metodo  di  fienagione  Martin  ha  avuto  il  plauso 
della  maggior  parte  degli  agricoltori.  Il  voltafieno  che  carat- 
terizza il  lavoro  (è  d'  uopo  dirlo  subito)  non  può  essere 
adoperato  (piando  si  falci  a  mano,  perchè  è  necessario  che 
l'erba  sia  falciata  da  una  buona  falciatrice  la  quale  la.sei 
r  andana  uniforme  sul  |)rato.  L'andana,  che  si  lascia 
intatta  sino  a  comjdeto  essiccamento,  viene  poi  dal  volta- 
fieno rov^esciata  delicatamente  in  modo  che  uè  steli  uè 
foglie  siano  menomamenh»  rotti.  Perchè  la  parte  essiccata 
non    rinrrnga    a    contatto    del    j)rato    falciato,    l'andana, 


222  Agraria 

prima  di  essere  rovesciala,  deve  ossero  completamente 
essiccata,  anzi  un  poco  di  più  di  (juanlo  si  fa  per  il  fieno 
ottenuto  col  sistema  solito.  Quando  anche  la  seconda 
parte  dell'andana  è  essiccata  si  adopera  il  ranghinatore 
Martin,  che  prepara  rapidamente  il  fieno  per  essere  poi 
caricato  sui  carri,  e  dà  maggiore  uniformità  alla  massa , 
mescolando  le  jìiccolissime  porzioni  non  ancora  essiccate 
e  completandone  V  essiccamento.  Dallo  prove  fatte  si  può 
affermare  che  la  durata  della  fienagione  non  è  superiore 
a  quella  del  sistema  ordinario,  che  anzi  nelle  migliori 
condizioni  ne  è  sensibilmente  inferiore. 

Anche  con  tempo  sfavorevole  e'  è  la  possibilità  di 
fare  del  buon  fieno.  Infatti,  quando  gli  steli  e  le  foglie 
sono  rotte  dai  piedi  dell'  uomo  o  del  cavallo,  dalle  ruote 
della  macchina  o  dagli  urti  delle  forche,  il  fieno  resta 
inzuppato  dall'acqua  piovana,  tanto  che  facilmente  può 
marcire:  col  sistema  Martin,  invece,  il  sottilissimo  strato 
ceroso  che  ricopre  foglie  e  steli  non  spezzati  uè  piegati 
resta  intatto  e  l'inzuppamento  impedito.  La  qualità  del 
fieno  ottenuto  col  metodo  Martin,  perchè  contenente  tutte 
le  foglie,  i  fiori,  i  semi  delle  diverse  essenze  foraggiere, 
risulta  di  gran  lunga  superiore  per  il  profumo  e  le  qua- 
lità nutrienti.  E  per  quel  che  riguarda  la  quantità,  diverse 
prove  di  confronto  hanno  dato  come  media  un  aumento 
del  20  "  '„  sui  raccolto  medio  normale.  Da  ultimo,  pregio 
punto  trascurabile,  la  fienagione  Martin  porta  un'  eco- 
nomia di  circa  il  50  ^  „  sulla  spesa  in  confronto  del 
metodo  ordinario.  {Agricoltura  moderna,  X.  18,  1907). 

P.  V. 

VI.  —  Tahacchicoìhira, 

\j  importanza  che  questa  branca  dell'  agricoltura  va 
prendendo  sempre  più  da  noi  e  la  possibilità  che  l'Italia 
diventi  una  grande  produttrice  di  tabacco,  obbligano  ar 
far  parola  anche  in  qxx^^io  Annuario  dei  lavori  più  impor- 
tanti che  si  sono  compiuti  da  noi  neir  annata. 

Non  dimenticheremo  certo  nella  breve  scorsa  gli  studi 
importanti  ed  i  brillanti  successi  ottenuti  dal  dott.  Ange- 
Ioni  circa  la  costituzione  e  la  fissazione  delle  razze  dei 
tabacchi  a  mezzo  del  meticciamento.  In  via  di  esperi- 
mento sono  adesso  otto  promettentissimi  meticci  Avana, 
quattro  Sumatra,  undici  Kentucky,  ed  altri  ancora  di 
Virginia,  Avauou'o  etc.  su    razze   nostrane   o  da    noi  già 


idi 


Tabacchicoltura  2 

ucci  imatate.    Delle   molle   prodotte   ed  esperimeutate 
Italia  la  Kentucky  è  assai  produttiva. 

('irca  l'azione  dei  vari  concilili  xouiuiiiiistrati 
piairtiiie  in  semenzaio,  sciolti  nell'  acqua,  il  dott.  Pac 
riferisce  che  i  migliori  risultati  sì  lianuo  dalla  conci 
zione  completa  (1  ",00  perfosfato,  0,ó  "/„,  nitrato  sod 
0,5  Vo^  solfato  potassico)  con  aggiunta  o  senza  di  sol. 
di  ferro  (1  Vo^J  e  di  solfato  di  ferro  più  solfato  di  n; 
ganese  (1  '/oo,,,).  Nella  pratica  ci  si  potrebbe  limitari 
(jualche  irrorazione  con  nitrato  sodico,  il  qnale,  ancht 
solo,  dìi  risultati  soddisfacenti,  quando  i  concimi  fosfe 
avessero  a  trovarsi  noi  semenzaio  prima  della  semini 

M.  Wuiovich  volle  determinare  la  quantità  di  terrii 
da  mescolare  alla  terra  nella  formazione  dei  semenzi 
confrontare  il  terriccio  semplice  con  quello  riscaldato 
alta  temperatura  Constatò  che  nelle  aiuole  costituite 
tiitta  terra  ed  in  quelle  di  cui  la  terra  sì  trovava  in  ] 
porzioni  elevate  in  confronto  del  terriccio,  si  ebbe  i 
terminazione  precoce  e  più  uniforme.  La  causa  dì  qn< 
è  probabilmente  dovuta  al  fatto  che  In  (erra  aderisce 
intimamente  al  seme  e  gli  comunica  più  rapìdame 
r  umidità  necessaria  alla  germinazione  :  le  rastrellati 
inoltre,  nel  semenzaio  costituito  con  terra  e  terric 
meno  coerente  e  tino,  pongono  i  semi  a  diversa  [ 
fondita,  il  che  influisce  sulla  rapiditii  della  germinazic 
Ma  successivamente  lo  piantine  progredendo  nello  i 
luppo  trovano  nel  terriccio  maggiori  sostanze  fertilizza 
e  crescono  meglio  dì  quelle  in  semenzaio  di  pura  tei 
Il  terriccio  riscaldato  ha  dato  poi  migliori  risultati 
le  modificazioni  fisico-chimiche  apportate  dal  riscal 
mento  e  per  l'assenza  assoluta  della  Tkletavia  l/asict 

Praticamente  i  semenzai  dovrebbero  essere  costiti 
da  50  parti  di  terra  e  ">0  di  terriccio  o|)pnre  da  25  pi 
della  prima  e  75  del  secondo  :  mai  il  tetTÌccio  dovrei 
poi  essere  inferiore  al  25  ",'„,  {fìolletiiiio  Tecnico,  Ift 
Istituto  tìperim.  Tabacchi  Scafati). 


l'uà  buona  pubblicazione,  della  (jiuilc  diamo  voi 
lieri  notizia,  è  quella  del  dott.  lienincasa  sulla  colti 
nioiie  del  tabacco.  (Ministero  dolle  Finanze  -  Ironia,  19 
Ksaminuta  la  coltivazione  nei  suoi  rapporti  col  moi 
l»nlio,  r.\.  riporta  ndla  prima  parto  lo  priuciimli  dis 


!oltivu/.ioiie,  sia  che  il  pi-o- 
lUiire  dello  Stato,  sia  alla 
iito.  Tratta  poi  I'  A.  i  parte 
apiantiimeiito,  liollti  sosti- 
delle  codioni  nemiche.  Tu- 
ia g^iiidii  per  l'agi-icoltori- 
ta  iiitcì-crisantc  o  riniiiiiora- 
P,  V. 

tholUn-n. 

('i/rlupnlin,  Missouri  Cap. 
itìca,  coiisigiiabilo  per  pm- 
li  efTotti  dannosi  del  freddo, 
anicnle  con  latte  di  calce 
rami  della  pianta.  1^  fio- 
fi  frioriii  (cifi  clie  può  e.saere 
basse  temperature  prima- 
tive   della    |>ianta   si  com- 

Id  terreno  o  della  conci- 
le indagini  compiute  alla 
L-a  nello  Stalo  di  New-York. 
K  reso  noto  clic  il  massimo 
ivi  utili  alli'  piante  si  trova 
Iti,  la  media  nelle  frettate 
■ieco  della  polpa  del  frnlto: 
or  <piajitità  di  potassa,  se- 
i'osforica,  dalla  calce.  Nelle 
Il  calce:  in  misura  senipre 
a  potassa,  l'anidride  fosfo- 
tiene  la  maggioro  quantità 
!clii  ne  sono  quelli  del  sti- 
/olinente  minore  è  la  ealce 
■    del    melo.    l,e    foglie  del 

calce:  lo  più  |»oviTe  sono 
zoto  ricche  sono  lo  fojflio 
te  nominiamo  poi  ipielle  del 

del  pei-o.  Uiyniu'do  all'aiii- 
n-inio  poKio  le  foglie  del 
leseo.  Dalle  indagini  fatte 
ssiniii  (|Uiiritilà  di  sostansta 
.  che  peK.  esporta  dai  ter- 

dà  hi  metà  di  prodn/.ione 


FruttieoUura 

veg:etale.  La  maffgiore  esigenza  del  pesco  è  dovut 
ciitìmciite  alla  sua  rapida  crcscitji. 

W.  D.  nigelow  0  H.  (ìoi-e  hanno  sottoposto  ali' 
chimica  ed  allH  più  accurata  osservazione   pareccl 
lieta  di  frutta   di   diverso   specie   allo   scopo  di 
qualche  dato  rolatìvo  alla  loro  conscrvnbilità. 

IjO  pesche  scelte  a  inatnraziouo  cuinmerciaic 
tenute  parte  in  ambìeuti  a  temperatura  ordinaria, 
alla  temperatura  32°  F,  e  parte  ancora  in  un  e 
refrigerante.  Constatarono  per  tutti  e  tre  i  lotti  i 
iniuuzionc  di  peso  dovuta  nou  soltanto  all' evapor, 
ma  alla  diiuinuzioue  delle  sostanze  solide  nella 
Alla  temperatura  ordinaria  (stagione  estiva)  le 
snbiscono  alterazioni  notevoli  nei  corso  di  duc-tro 

La  composizione  dello  pesche  a  32°  F.  è  ca 
juolto  loiitaraento,  ma  al  termine  di  3-4  settini 
frutto  perdo  nel  cnloi-o  e  rn'l  profumo.  Lo  modilii 
nella  composizione  delle  pesche  nei  refrigeranti  i 
sono  calcolare  intermedie.  La  maturità  dei  fruiti  i 
vati  si  compie  lentamente  all'  uscita  dai  frigoriferi  : 
d'estate,  messi  in  frigoriferi  8-10  giorni  prima  de 
turanzii  e  conservati  1-2  mesi,  riprendono  poi  g 
giorni  per  maturare  completamente.  I  frutti  d'( 
ijumagazzitniti  jii  giorni-l  mese  priuni  della  loro 
ranza,  possono  essere  conservati  sino  in  die 
geiniaio. 

Fra  lo  pere  la  l^ouise  Benno  d'Avranclies,  la  Di 
d'Angouléme,  la  Alexandrine  Uouillard  hanno  imj 
10-15  giorni  per  maturare  dopo  l'uscita  dalla  i 
fredda,  mentre  i  frutti  tardivi  Beurivd'HardenpoiiI 
Ballet  sono  maturati  dopo  circa  1  mese. 

Delle  frutta  raccolto  dal  25  luglio  al  lU  sottei 
tenute  iu  camere  a  1°,  umidità  78  "'„,  dalle  qnali 
asportate  due  volte  per  un  periodo  più  o  meno 
lo  Benrrés  (iiffard,  Williams  Snpri-mo  de  (ìuimper,  ( 
favourite,  in  novembre  erano  iu  ilecomposizione  (m 
luglio-fiuc  agosto).  I.*  pere  Beurn'-  Diel  Charles 
non  |)ivssarono  il  dicembre,  ma  maturarono  e  si  , 
posero  nel  frigoriferi)  malgrado  la  bassa  temperati 
[>ouìse  Bointo  d'Avranches  al  2li  gtniiniio  si  con:' 
perfettamente  molto  zuccherina  con  bella  colorazic 
priva  totalmente  di  profumo.  1^  pera  Alexandrino 
*lard  il  23  febbraio  era  ottimamente  conservata,  m. 
di  profumo.  Il  22  niaL'-gio  ancora  Ili  varietà  potevi 


0  e   di   sapore   buono. 

1  migliore;  i  frutti  in 
tti  sino  al  limito  mas- 
tra di  legno  le  altera- 
Jon   è   coiiaigliabile  af- 

dal   frigorifero   in    un 

passarli   in   una  tem- 

averli  lasciati  alquanto 

ni  (loir  umidità.  (Pumo' 


'assonomiii  Pomirìiiffica, 
'idonza  come  per  risoU 
Itura,  a  torto  trascurato, 
i  delle  piante  da  frutto 
jfgorli  nei  loro  interessi, 
ardantì  la  coltivazione 
riguardo  alle  migliori 

Ire  lo  opportune  consi- 
.ndoci   che  si   inizi   nn 
tutta   la   frutticultura 
I'.  V. 


im|ii  degli  interessanti 
tti.  Itammontiamo  quelli 
inferrato)  di  incoltura 
'filare.  (Il-  VoUìvatorr , 


■  di  i 


.  vg.  ;wi.r,r, 
.  .  4^l:^.7(i 
.    .    ;t97.6n 


'g.  ;tu4.i 
.    ;t2n,8 


Viticoltura  227 


Il  si^.  Veronese  {Nuota  Rasseffìuty  N.  16,  19()7)  Im  pure 
gtteiiuto  da  pari  numero  di  viti  dal  vigneto  incolto  un 
maggiore  prodotto,  il  mosto  del  quale  dotato  di  un  mag- 
giore grado  zuccherino. 

Il  prof.  Guillon  di  Cognac  [Journal  d"  Agrindtuve 
prati<fue^  N.  19,  1907),  deduce,  in  seguito  a  numerose 
esperienze,  che  il  rendimento  sia  inversamente  propor- 
zionale al  numero  dei  lavori. 

Riportando  le  ultime  notizie  in  tema  di  incoltura  dei 
vigneti,  aspettiamo  che  nuovi  risultati  ci  mettano  in  grado 
di  definire  esattamente  la  questione. 


(  leorges  Bordi  Le  progi-ès  agricole  et  viticole^  N.  4(),  1907  ), 
Montpellier)  scrive,  a  proposito  dell'  influenza  dell'innesto 
sulla  qualità  del  vino,  che  la  maggior  parte  dei  jmrtain- 
nesti  hanno  una  capacità  produttiva  variabile  a  seconda 
degli  innesti.  Non  ci  sono  portainnesti  costantemente 
superiori,  ma  ci  sono  delle  combinazioni  tra  portainnesti 
e  innesti  press' a  poco  costantemente  superiori.  La  po- 
tenza produttiva  non  esclude  la  ricchezza  del  mosto  in 
zucchero;  dalla  maggior  parte  delle  piante  innestate  stu- 
diate si  è  ottenuto  del  mosto  ben  più  ricco  in  glucosio 
che  non  dalle  viti  di  confronto  franche  di  piede.  L'aci- 
dità dei  mosti  è  inferiore  alla  normale,  ma  esistono  delle 
combinazioni  di  innesto  offrenti  mosti  ricchi  di  zucchero 
ad  acidità  normale.  Appare  nettamente  la  superiorità 
sia  dal  punto  di  vista  della  produzione,  sia  da  quello 
della  bontà  del  mosto  di  alcuni  ibridi  e  segnatamente 
delle  Riparia  x  Rupestris  ;i306  e  3309,  di  qualche  franco 
Rupestris  e  infine  della  Riparia  X  Cordifolia  e  Riparia  X 
Berlandieri. 

ri 

Sulla  resistenza  dei  diversi  vitigni  al  «  Uot  gris  »  Adrien 
Berget  (Rerue  de  Viticulture^  \.  72(),  Taris)  riferisce 
qualche  risultato  debile  sue  indagini  comparative.  Varietà 
che  sono  pressocchè  ugualmente  affette  dal  Mildew  sulle 
foglie  e  sul  frutto  sono  i  Gamay,  specialmente,  i  Tein- 
turières,  il  Kniperli,  Riesling,  Madeleino  royale,  Ver- 
delho  ecc.  (»cc.  Molto  resistenti,  per  riguardo  ai  fruiti, 
meno  per  le  foglie,  sono  TAligoté  (Carcarone),  la  Mal- 
vasia dorata,  Frankcnthal,  Moscatella,  Bianchetti^  Veltli- 
ners  o  Putzcherre. 


rossa  del  Fo,  niciiti-e 
1  fojKlie  (serve  da  av- 
lUi,  che  conserva  iu- 
one  del  male,  mntu- 
lolto  colpiti  sili  frutti 
ra  di  Marsif^lia,  Bel- 
potè  notare  quei  vi- 
sisteiiti  al  •  lìoi  gfris  » 
lido  gli  acini  hjiinio 
loro  (^rossezza.  Sono  : 
rena,  lìourgeois   bleu, 


tori  diretti  alla  siccità, 
ita  iiltiinamonte  fatta 
iforisoe  il  dott.  K.  Pt*e- 
oiido  l'autoit;,  t  danni 
^  cogli  il>ridi  che  non 

soITntno  ugnai  mente 
iiatcuno  come  il  2<H)7 
arda  la  cochylis,  g;li 
ilio  degli  ibridi  è  da 
che  vino  di  consuiua- 
li,-bel  UHI?  od  il  Coii- 
ritirolr,  N.  11.  1111)7). 
F.  V. 

"'••l'I'"- 

•  Aitiinai-iii  poche  pa- 
ltò  tempo  dimenticati 

receiitcmenle  attratta 
I  t'Hlledra  Ambulante 
,;'iieli  sono  iiiidati  man 
MG.  non  ultima  la  com- 

la  miiUtli,,  livir  in- 
li  limiti  di'l  possibile,  i 
'ssai'iamenle  incontro 
liistria,  elle  jiortann 
)er    non    recar   danno 

l'oii.  dott.  K.  (Itliivi 
;hp  si  jibl.iii  da  esten- 


"T^ 


(\istn<fiio  e  pioppo  22i* 

(lere  il  vincolo  forestale  a  tutti  i  castag'iieti  che,  a  u-iii- 
tlizio  dell'Autorità  forestale  e  delle  locali  Cattedre  Am- 
bulanti, siano  preferil)ilment(»  atiatti  a  tale  coltura,  non 
permettendo  che  T abbattimento  delle  ^piante  mature,  e 
facendo  obbligo  di  sostituirle  con  altre  giovani. 

Per  ricostituire  i  castagneti  distrutti  dalla  malattia 
dell  inchiostro  pare  consigliabile  Y  innesto  dei  castagni 
indigeni  su  castagni  esotici,  le  radici  dei  ipiali  resistono 
alla  malattia.  Esperienze  di  tre  anni,  istituite  alla  Scuola 
di  V^illorabits  {lUiìletin  de  la  Hociété  Nationale  d' Agri- 
culture^  UH)7),  nelle  (piali  vennero  adoperati,  come  porta 
iiniesti,  castagni  d'America  e  del  (Giappone,  confermano, 
almeno  nei  riguardi  dei  castagni  giapponesi,  il  consiglio 
di  cui  sopra. 

J.  Billon  [Bulletin  de  la  Société  des  Agriculteurs  de 
Fraine)  1907,  all'erma  di  ottenere  buoni  risultati  inne- 
stando il  castagno  sulla  (luercìta  pedunculata.  Impiegando 
la  quercia  come  portainnesto,  si  può  tentare  il  casta- 
gneto in  terreni  aventi  più  del  4  ",/„  di  calcare. 


Sul  pioppo,  che  va  assumendo  nell'economia  agraria 
ed  industriale  sempre  maggiore  importanza  e  per  il  suo 
rapido  sviluppo  e  per  il  suo  legno,  atto  a  sostituire  in 
molti  casi  l'abete,  e  fattore  importantissimo  della  fabbri- 
cazione della  carta,  hanno  scritto  recentemente  il  dottor 
Oliva  ed  il  sig.  V.  Fedele.  {Il  Pioppo  -  Biblioteca  Ottavi, 
19()7j.  Nella  sua  pubblicazione  il  Fedele,  dopo  aver 
trattata  la  cpiestione  dal  punto  di  vista  botanico,  viene 
a  parlare  della  riproduzione,  consigliando  piantoni  di 
circa  1  m.  di  lunghezza  e  non  più  di  7  cm.  di  cir- 
conferenza. Tratta  poi  del  clima  e  del  terreno,  no- 
tando che  poche  piante  possono  crescere,  come  il  pioppo, 
nelle  più  disparate  condizioni,  ed  in  terreni  anche  inuti- 
lizzabili da  altre  piantagioni;  del  piantamonto  (a  m.  2-2,50 
in  quadrato);  della  consociazione;  della  concimazione; 
dei  lavori  colturali.  Dopo  un  rapido  cenno  alle  malattie 
crittogamiche  ed  ai  diversi  nemici  del  pioppo,  in  Italia 
fortunatamente  poco  estesi,  ma  in  ogni  modo  economi- 
camente non  facili  a  combattersi,  l'A.  viene  a  parlare 
della  resa,  da  ritenersi  in  media  di  un  valore  lordo  di 
12-1()  lire  per  albero  di  12  anni:  circa  L.  M^CKK)  ad  Ha. 

Circa  al  peso,  il  Populus  tremula  ed  il  V.  alba  pese- 
rebbero mediamente,    il    P.  nigra  un  po'  meno;   buono  il 


2!t()  Agraria 

P.  cnnadoiiRÌR.  Di  quosta  spociu  si  la  intonsa  coltivazione 
da  qualche  anno  n  Santeua  (Torino)  in  terreno  sabbioso  ; 
i  risnllati  sono  ottimi  (Prof,  ('hiei  fiamncchio  G.  -  I^e  rni- 
ture  industriali  dì  f'iitnterna.  MHI7).  1^  ]>ÌantG  ni  trovano  a 
111.  4,ri((,  o  io  571»  piante  elio  coprono  nti  otturo  dì  tonvno 
rnppresontano  al  decicno  anno  lui  valore  dì  L.  TólMI,  senza 
che  dopo  l'impianto  si  siano  incontrato  nitro  speso. 

I^  coltivazioni  del  pioppo  {il  danno  l'ii  notato  nel 
Piemonte  e  nel  (Cremonese)  sono  state  in  ([uestl  ultimi 
tempi  attaccate  dal  Dothichiza  populea,  fungo  sottoepi- 
dermico che  colpisco  i  rami  giovani  destinati  alla  pro- 
[>agazione  ed  i  tronchi  di   1-2  anni. 

Il  prof.  Voglino  suggerisce  di  combattere  la  malattia 
«..,.  .,„.., .„ru..„..,  ,ii  .„ir„.„  ,ii  r..,.,...  „i  loy„  e  calce  (r,''  „). 

P.  V. 


notizia  dei  risultati 
nbardi,  in  base  alla 
contenente  notìzie 
Da  allora  altri  fasci- 
quali  il  II  e  il  III, 
iinjB^'oli;  vallate  della 
ne  della  Inchiesta  : 
irenlpi  ber/^aniasche, 
Società  agraria  di 
iniziativa  o  la  conti- 
amo   brevemente    il 

izie  analitiche—  do- 
ìascoli  delle  sin^role 
feconda  riassume  la 
t  bergamasca,  così 
imo  sotto  l'aspetto 
i  del  miglioramento 
Dmuoverlo,  in  rola- 
'stiame  latlifero.  In- 
ludio  botanico  sulla 
seeoiidn  parte  indi- 
cale —  togliamo  le 


tura  bergamasca  ha 
Ilio   speciulniento  la 


JH^^eag^i-^^MajMp^il^^n^  ,-T  I  I    ^iwi 


Pascoli  e  boschi  231 


viabilità,  le  costruzioni,  la  buona  provvista  di  acqua  po- 
tabile. Sotto  ({uesti  aspetti  i  pascoli  berg'aniaschi  sono 
del  tutto  primitivi:  e  indenti  capitali  si  richiedono  per 
provvederli  soprattutto  di  buone  costruzioni  per  il  rico- 
vero degli  animali  e  per  il  caseifìcio.  Quanto  a  quei  mezzi 
che  tendono  ad  elevare  la  quantità  di  erba  prodotta 
—  rinettamenti,  concimazioni,  irrigazioni,  costituzione  di 
prati  falciabili,  lotta  contro  le  erbe  di  minor  pregio  pa- 
bulare  —  le  condizioni  sono  un  po' meno  primitive,  spe- 
cialmente in  riguardo  alla  concimazione:  tuttavia  i  pro- 
gressi economicamente  conseguibili  sono,  anche  qui,  enormi. 
I  soli  rinettamenti  da  cespugli  infestanti  potrebbero 
riconquistare  al  pascolo  superfìci  estesissime.  In  condi- 
zioni, invece,  abbastanza  progredite  trovasi  Talpicoltura 
bergamasca  per  quanto  si  riferisce  al  buon  uso  dell'erba 
prodotta,  mediante  un  regolare  turno  di  pascolo. 

A  tutti  gli  altri  difetti  sovrasta  poi  quello  gravissimo 
di  un  carico  di  bestiame  sproporzionato  alla  capacità 
produttiva  dei  pascoli.  Nelle  195  alpi  studiate,  con  una 
superficie  di  pascolo  e  incolto  produttivo  di  circa  Ha. 
27.20(),  si  alimenta  oggi  (o  digiuna)  tanto  bestiame  bovino 
quanto  può  ragguagliarsi  a  circa  18.()00  capi  grossi,  per 
una  diu^ata  media  di  80  giorni  all'anno.  Secondo  le  ricerche 
fatte,  il  carico  normale  non  dovrebbe  oltrepassare  i 
15.()0()  capi.  Perciò,  almeno  nell'avvenire  non  troppo  re- 
moto, i  progressi  dell'  alpicoltura  bergamasca  non  tanto 
dovranno  indirizzarsi  a  permettere  un  aumento  nella  quan- 
tità di  bestiame  pascolante,  quanto  a  permettere  una  mi- 
gliore alimentazione  di  quello  esistente. 

Ma  ottenere  questi  progressi  costituisce  un  problema 
di  una  gravità  e  difficoltà  imponenti.  Vi  sono  ostacoli 
gravissimi  da  rimuovere,  consistenti  soprattutto  in  con- 
dizioni di  proprietà  e  di  godimento,  inconciliabili  con 
un' alpicoltura  intensiva:  si  richiede  inoltre  l'investimento 
di  forti  capitali,  per  migliorie  di  indole  fondiaria,  reddi- 
tive  solo  a  lungo  termine.  Perciò  il  volume  che  esami- 
niamo sostiene  che  un  ampio  e  reale  miglioramento  dei 
nostri  pascoli  alpini  non  potrà  ottenersi,  finché  non  inter- 
venga un'  azione  di  Stato,  forte,  continuativa,  bene  adat- 
tata ai  bisogni  speciali  della  nostra  alpicoltura.  Questa 
azione  di  Stato  non  dovrebbe  essere  in  fondo  che  una 
parte  di  quella  politica  per  la  restaurazione  delle  mon- 
tagne che  da  tante  parti  si  invoca  e  si  attende:  la  stessa 
rigenerazione  forestale  dei  monti,  che  costituisce  uno  dei 


2Bt> 


Agraria 


più  irravi  prohkMiai  (lolla  oconoraia  italiana,  non  si 
terrà,  fìiiehò  le»  popolazioni  locali  non  possano,  neiì 
inteusivaziono  della  pastorizia,  trovare  adog^nati  coiuj)ei)i 
alle  restrizioni,  cui  ivsse,  per  il  prosperare  del  bosco,  dt*;) 
bono  essere  sottoposte.  La  questione  forestale  e  quelli] 
della  pastorizia  alpina  non  sono  insomma  cbe  duo  as|>et!iÌ 
inscindibili  di  una  stessa  e  più  vasta  questione,  quelia,! 
di  dare  più  razionale  assetto  alla  economia    alpestre. 

Il  volume  che  esaminiamo  contiene  una  dettag-liata 
esposizione  dei  principali  ostacoli  che  si  opponp^ono  al  mi- 
^•lioramento  dei  pascoli  e  dei  metodi  di  intervento  dello  Stato 
per  superarli.  K  s|)ecialmeute  notevole  il  fatto  del  ^an 
numero  di  pascoli  che  sono  in  comproprietà  di  molte  persone 
fìsiche  o  morali:  in  queste  comproprietà,  che  mancano 
(piasi  sempre  di  cpialsiasi  elementare  organizzazione  dei 
comproprietari,  che  mancano  di  ogni  organo  amministra- 
tivo e  direttivo,*  non  pu(*)  esistere  alcuno  stimolo  al  mi- 
glioramento dei  pascoli.  11  numero  di  gran  lunga  mag- 
giore dello  malghe  bergamasche  è  inoltre  dato  in  affitto, 
per  breve  serie  di  anni,  senza  alcuna  clausola  di  inden- 
nizzo per  migliorie  eseguite  dai  fìttaioli:  altra  grave  ra- 
gione di  immobilità  per  queir  alpicoltura.  Questi  sono 
ostacoli  che  un  opp(^rtuno  interv^ento  dello  Stato  potrebbe 
togliere.  Ma  inoltro  occorre  che  lo  Stato  italiano  si  metta 
arditamente  sulla  via  seguita  ormai  da  tutti  i  paesi  che 
hanno  voluto  accelerare  i  progressi  della  pastorizia  di 
monte,  dalla  Svizzera  alla  Francia,  air  Austria:  occorre 
cio(^  che  esso  organizzi  un  servizio  di  sussidi  a  questi 
miglioramenti  e  fors' anche  appropriate  forme  di  credito 
per  migliorie. 

Sul  contributo  che  le  alpi  bergamasche  potranno  por- 
tare air  allevamento  indigeno  del  bestiame  lattifero,  vien 
posto  in  evidenza  che  tale  contributo  dovrà  soi)ratutto 
ottenersi  mercè  la  diffusione  e  il  progresso  dell' alleva- 
mento presso  i  piccoli  profìrietari  delle  vallate. 

Oirgi  il  maggior  numero  dei  pascoli  bergamaschi  sono 
utilizzati  dai  malgkesi,  proprietari  di  mandre  che  sver- 
nano nelle  basse  pianure  lombarde  ed  estivano  sui  monti: 
i  piccoli  proprietari  delle  vallate  sono  quindi  in  gran 
parte  esclusi  dall'uso  degli  altipascoli.  Ma  ormai,  e  cer- 
tamente più  neir  avvenire,  si  va  manifestando  in  essi  la 
tendenza  ad  allargare  nelle  loro  piccole  proprietà  la  col- 
tivazione foraggera,  a  mantenere  una  maggior  quantità 
di  bestiame;  e  (picsto  bestiame,  che  nel  fondo  delle  valli 


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Pascoli  e  boschi  233 


trova  alimento  iieir  inverno,  dovrà  trovare  sulle  alpi  Tali- 
mento  estivo.  Così  è  da  credere  che  i  piccoli  proprietari 
locali  andr£tnno  via  via  sostituendosi  ai  inàlghesi  neiruso 
dei  pascoli,  e  che  essi,  legati  in  salde  associazioni  di 
allevamento,  potranno  provvedere  buon  bestiame  lattifero 
alla  pianura  lombarda.  Ma  una  condizione  essenziale  si 
pone  al  verificarsi  di  questo  augurabili  trasformazioni, 
che  i  pascoli  vengano  migliorati,  che  se  ne  sappia  uti- 
lizzare, nel  grado  economicamente  più  intensivo,  tutta  la 
capacità  produttiva 

Segnaliamo  anche,  nella  letteratura  italiana,  una  me- 
moria del  Dott.  C.  Hemondino:  /  pascoli  alpini  (To- 
rino, Bocca,  1907),  che  si  riferisce  specialmente  alla  pro- 
vincia di  Cuneo,  e  due  scritti  popolari  del  Dott.  E.  Mar- 
chettano:  Miglioriamo  le  nostre  malghe  (Udine,  Scitz, 
1906),  e  di  C.  Dapples  :  Miglioramenti  dei  pascoli  alpini 
(Genova,  1907). 

• 

È  stato  pubblicato  qucst*  anno  un  volume  di  grande 
importanza  per  V  economia  alpestre  dair  ispettore  fore- 
stale francese  F.  Briot  (Nouvelles  études  sur  V  economie 
alpestre,  Paris,  Berger-Levrault  1907).  Il  Briot  è  assai 
noto  a  tutti  gli  studiosi  di  questa  materia  per  un  prece- 
dente volume  sullo  stesso  argomento,  che  si  segnalava 
soprattutto  per  la  molta  luce  proiettata  su  (juci  vincoli 
strettissimi  che  legano  sulle  Alpi  la  economia  forestale  e 
r  economia  pastorale,  vincoli  ai  quali  già  più  sopra  ab- 
biamo accennato.  Il  volume  ora  pubblicato  contiene  inte- 
ressantissime monografìe  sulle  alpi  francesi  della  Savoia, 
del  Delfinato  e  della  Provenza  :  alcuni  capitoli  sono  inoltre 
dedicati  alla  trattazione  di  talune  questioni  generali.  Il 
volume,  nel  suo  insieme,  conferma  e  rafforza  i  concetti 
direttivi  di  economia  al[)estre  già  prima  espressi  dall'An- 
si può  dire  che  esso  è  quasi  una  rivendicazione  della 
pasto:  izia  alpina  contro  le  troppe  accuse  delle  (piali  essa, 
da  parte  degli  unilaterali  fautori  del  bosco,  è  stata  og- 
getto. K  riconforma  come  una  saggia  politica  forestale 
non  debba  giammai  fare  astrazione  dagli  interessi  e  dai 
bisogni  della  pastorizia:  solo  cercando  di  armonizzare  gli 
interessi  di  (piesta  con  (pielli  della  selvicoltura,  si  può 
sperare  di  ottenere  la  restaurazicnio  dei  nostri  monti. 

Notevole  l'affermazione  delTA.  che  la  degradazione 
dei  pascoli  comunali,  lamentata  dappertutto,  non  tanto  si 
deve,  come  spesso  viene  affermato,  a<ili  abusi  della  popo- 

AH.NUAKIO  SUIKIITIKIOO   —    XLIV.  16 


-^   n 


2U  Agraria 

laziuuc,  qiiantn  a  condizioni   naturali  sfavorevoli,  coiisi- 
slonti  nella  natura  del  terreno. 

Il  Briot  ai  intrattiene  con  particolare  cura  e  compe- 
tenza su  quei  modi  che  possono  rendere  più  produttivi  o 
per  ci6  stesso  più  rispettati  i  boschi,  e  che  rendono  pos- 
sibile la  loro  coesistenza  con  una  estesa  pastorizia.  Poiio 
in  luce  la  importanza  che  lia  la  pratica  della  soppres- 
sione delle  branche  inferiori  nei  boschi  di  resinose,  sia 
per  l'ar  luogo  a  unii  più  abbondante  prodwziono  di  erba, 
sia  per  fornire  alla  popolazione  un  materiale  che  può  in 
parte  servir  da  lettiera  per  il  bestiame.  Illustra  i  van- 
taggi di  un  buon  sistema  di  strade  o  di  opportuni  sistemi 
dì  acarico  del  bosco,  per  dare  al  legname  un  maggior 
valore.  Espone  fatti  nuinerosissinii  dai  quali  risulta  che 
il  rimboschimento  con  resinose  e  il  pascolo  sono  bene 
conciliabili,  e  che  non  è  neppnr  indispensabile  sottoporsi 
a  grosse  spese  di  chiusura  del  bosco,  quaudo  la  quantità 
di  bestiame  non  sia  sproix>rzionata  a  quella  dell'erba 
disponibile;  poiché  il  bestiame,  finché  ha  erba  a  |>n>pria 
disposizione,  non  cerca  foglie  né  gemme  impregnate  di 
resina.  Ciò  può  dirsi  non  solo  dei  bovini,  ma  anche  delle 
pecore  o  delle  capre,  specialmente  per  talnne  essenze  fore- 
stali (larice,  pini  ecc.).  Più  ancora:  il  pascolo,  in  certi 
lìmiti,  può  esser  utile  alla  rigenerazione  del  bosco,  di- 
struggendo molta  vegclazioue  infestante  che  opprime  lo 
giovani  piantine  forestali,  disaggregando  col  calpesta- 
mento gli  strati  più  superficiali  del  terreno  e  determi- 
nando infine  l'aderenza  dei  semi  alla  terra.  Il  lìriot  ci  dà 
quindi  una  minuta  analisi  dell'opera  di  un  forestale  sviz- 
zero, vissuto  nella  prima  metà  del  secolo  scoi'so,  il  Kast- 
hofcr,  opera  aniuiata  bensì  dal  più  vivo  amore  per  il 
bosco,  ma  anche  ispirata  inces:jante mente  al  desiderio  di 
sodisfare  ai  vitaJi  interessi  delle  popolazioni  di  montagna,  . 
specialmente  col  concedere  ad  essa  un  appropriato  uso  dì 
tutti  i  prodotti  secondari  del  bosco. 

Notevole  il  consiglio  di  adottare  per  tutti  Ì  boschi 
resinosi  un  assestamento  forestale  con  tagli  rasi,  a  strisele 
successivo  od  alterne,  Kssi,  oltre  a  diminniiT  la  spesa  di 
utilizzazione  ilei  taglio,  permettono  di  dure  costantemente 
al  pascolo  da  sotte  a  nove  decimi  del  bosco. 

lu  montagna  il  bosco  lui  spesso  poco  valoiv.  l'ei-  con- 
tro i  foraggi  e  il  pascolo  sono  ricercatissimi.  11  meglio  è 
dunque,  afferma  il  Kasthofer.  creare  boschi  radi  che  forni- 
ranno anche  nn  buon  pascolo,  e  creare  prati-lxtsclii. 


Pascoli  e  boschi  235 


Il  Briot  si  dichiara  contrario  al  sistema  proposto  da 
altri  di  affoitager  i  pascoli  comunali,  cioè  di  concedere  a 
ciascun  abitante  il  diritto  di  condurre  al  pascolo  un  nu- 
mero eguale  di  bestie,  determinato  dalla  potenzialità  del 
pascolo  stesso,  con  facoltà  di  cedere  ad  altri,  in  tutto  o  in 
parte,  tale  diritto.  Secondo  il  Briot  questo  metodo  è  in 
contrasto  con  la  tradizione  e  coi  bisogni  economici  del- 
r  agricoltura.  Il  pascolo  comunale  è  infatti  un  comple- 
mento dei  beni  d*  inverno  :  così  sul  pascolo  si  sono  stabi- 
liti, e  devono  stabilirsi,  diritti  di  uso,  non  eguali  per  i 
singoli  abitanti,  ma  proporzionali  all'estensione  dei  beni 
d'inverno  da  ciascuno  posseduti.  Meglio,  ad  evitare  gli 
'abusi  del  sovraccarico,  imporre  tasse  d'erbatico  progressive 
col  numero  delle  bestie.  Il  Briot  difende  anche  la  pratica 
della  transumanza  dei  greggi  ovini  nei  pascoli  della  Pro- 
venza. Essa  viene  accusata  di  essere  la  causa  principale 
della  rovina  dei  pascoli  :  invece,  afferma  il  Briot,  le  mon- 
tagne a  transumanza  sono  in  assai  buono  stato,  e  non  sono 
ormai  più  sovraccaricate  di  bestiame.  Infine  il  nostro  A., 
dedicando  un  capitolo  alla  correzione  dei  torrenti,  com- 
batte il  sistema  delle  grandi  dighe  in  muratura,  del 
quale  espone  i  numerosi  insuccessi;  afferma  che  si  esa- 
gerano i  danni  della  torrenzialità  ;  si  dice  fautore  dei  pic- 
coli mezzi  e  dei  piccoli  lavori  in  legname  e  in  muratura 
a  secco,  eseguiti  nei  rami  originari  dei  torrenti. 

Questo  rapido  esame  dell'opera  del  Briot  ne  dice  tutta 
l'importanza,  specialmente  nel  combattere  jnolte  idee  che 
si  accettano  tradizionalmente,  con  troppa  facilità,  senza 
discussione  e  senza  spirito  critico. 

La  trattazione  coordinata  delle  questioni  forestali  e 
pastorali  va  acquistando  in  Francia  sempre  più  numerosi 
proseliti  :  e  ne  è  prova  anche  la  letteratura  popolare  e 
di  propaganda.  Segnaliamo  due  buone  operette  recenti 
di  questo  genere  :  di  A.  Fron  :  Economie  sylvo-pastorale, 
Fortss ^  pùturages  et  prés-hois  ^^  Paris,  Hachette,  1907  - 
e  di  Cardot  e  Dumas  Mannel  de  sylviciilture  et  amélio- 
ration    pastorales ,    à    V  usaye    des   instituteurs  ,    Paris, 

Alcan. 

* 

La  economia  iU[)estre  fu  oggetto  di  notevoli  relazioni 
e  discussioni  anche  al  congresso  internazionale  di  agri- 
coltura di  Vienna.  Un  tema  sul  quale  molti  riferirono  è 
di  importanza  più  che  altro  locale,  relativa  cioè  alle  alpi 
austriache,  dove,  ìii  alcune  vallate,  e  specialmente  in  quelle 


236  Agraria 

Salisburghesi,  avvengono  in  misura  rilevante  vendite  di 
pascoli  a  grandi  proprietari  che  li  sottraggono  alla  loro 
naturale  destinazione  per  farne  luoghi  di  caccia.  Questo 
fatto  ha  ben  posto  in  evidenza  quanta  importanza  abbia  il 
pascolo  nella  economia  agraria  e  quanto  la  sua  scomparsa 
danneggi  gli  interessi  generali. 

I  danni  furono  così  sentiti  che  il  Parlamento  locale 
Salisburghese  ha  promulgato  nel  1906  una  legge,  del 
resto,  disputabile  nei  suoi  particolari,  la  quale  proibisce 
di  mutare  Y  attuale  destinazione  dei  terreni,  passando  da 
una  ad  altra  qualità  di  coltura,  senza  F  autorizzazione 
deir autorità  politica;  e  sottopone  alla  son'eglianza  della 
autorità  la  conduzione  delle  malghe,  con  larghissimi  poteri 
di  obbligare  i  proprietari  ai  necessari  miglioramenti. 

Ma  altri  temi  d' importanza  più  generale  furono  discussi  : 
in  particolare  quello  della  esatta  delimitazione  fra  pascoli 
e  boschi  nella  montagna,  problema  fondamentale  per  il 
buon  assetto  dei  monti.  Assai  notevoli  specialmente,  su 
questo  argomento,  furono  le  relazioni  del  Goethe  e  dol- 
I  Hiibner,  che  illustrarono  ampiamente  i  criteri  coi  quali 
dovrebbe  esser  fatta  detta  delimitazione.  L' Hiibner  affer- 
mava doversi  nei  territori  alpestri  delimitare  quelle  super- 
fici  che,  per  giacitura,  natura  di  terreno  ecc.,  esigono 
assolutamente  il  bosco,  e  quelle  che  devono  essere  asso- 
lutamente destinate  alFuso  pastorizio.  Per  queste  duo  cate- 
gorie di  terreni  la  legge  dovrebbe  proibire  di  modificarne 
la  destinazione.  Fra  le  due  categorie  indicate  ve  ne  do- 
vrebbe poi  essere  una  terza  di  terreni  j)resen temente 
boschivi  o  pascolivi,  ma  per  i  quali  nessuna  ragione  di 
interesse  pubblico  impone  quella  destinazione  ;  per  i  quali 
quiudi  dovrebbe  lasciarsi  piena  libertà  ai  proprietari.  Altri 
sostiene  invece,  e  forse  con  maggior  ragione,  doversi 
solamente  imporre  un  minimo  di  coltura  boschiva  in  quei 
terreni  che  esigono  assolutamente  il  bosco  protettivo,  senza 
limitare  ulteriormente  la  libertà  dei  proprietari  nel  mutare 
la  qualità  di  coltura  dei  loro  terreni. 

Una  notevolissima  relazione  del  Posch,  di  Villach,  fa 
conoscere  l'azione  del  governo  austriaco  in  favore  della 
pastorizia  alpina,  azione  fondata  essenzialmente  su  una 
buona  organizzazione  di  sussidi  ai  miglioramenti  delle 
alpi  pascolive  e  sul  contemporaneo  riordinamento  dei 
diritti  d'uso  sui  pascoli,  i  quali  oggi,  nelle  loro  forme 
primitive,  sono  spesso,  in  Austria  come  Italia,  il  prin- 
cipale   ostacolo    ai    miglioramenti    desiderati.    Il    Posch 


Pascoli  e  boschi  237 


illustra  anche  alcune  Alpi  Gamiche  mig-liorate  con  ottimo 
successo. 

Citeremo  anche  la  relazione  del  prof.  Moos,  del  Poli- 
tecnico di  Zurigo,  intorno  ai  mezzi  di  rinettaraento  e  di 
concimazione  dei  pascoli  alpini.  Notevoli  i  risultati  spe- 
rimentali brillantissimi,  eh'  egli  riferisce,  di  concimazioni 
fosfatiche  e  potassiche  su  pascoli  anche  di  grande  alti- 
tudine. 

E  infine  non  possiamo  omettere  di  far  cenno  di  una 
relazione  del  dott.  Leithe  —  Alpwirtschaftspolìtik  —  la 
quale  tratta,  con  brevità  e  chiarezza  ammirevoli  e  con 
grande  profondità,  i  vari  aspetti  dell*  azione  dello  Stato 
relativa  air  economia  alpestre. 


Una  nuova  prova  della  fondamentale  importanza  per 
la  economia  pubblica  dei  problemi  cui  abbiamo  accennato 
in  questa  rubrica,  e'  è  data  dalla  freijuenza  dei  congressi 
dedicati  al  loro  studio.  Quest'  anno  avemmo  a  Firenze  un 
importante  Congresso  forestale,  dove  non  si  mancò  di 
trattare  anche  di  alcuni  argomenti  pastorali  :  e  un  altro 
Congresso  internazionale  sulla  sistemazione  dei  monti 
ebbe  luogo  a  Bordeaux.  Quest'  ultimo  mise  in  bella  luce 
l'azione  della  «  Associatioa  centrale  pour  V  aménagement 
des  montagnes  »  fondata  nel  1904 ,  la  quale  tende ,  con 
un'azione  pratica,  a  dare  buoni  esempi  di  razionale  assetto 
forestale  e  pastorizio  dei  monti ,  sopra  terreni  presi 
all'  uopo  in  locazione.  Ricordiamo  che  qualche  anno  fa 
il  llanuzzi-Segni  sosteneva  la  opportunità  di  seguire 
anche  in  Italia  questa  via  {^  Bonifica  silvana^  pastorizia^ 
lattiera  nelle  terre  incolte  cV  Italia  »,  Bologna,  1908). 

A.      K>. 

« 

Suirinerbimentoed  il  rimboschimento  dei  terreni  argil- 
losi scrisse  recentemente  il  prof.  L.  Piccioli.  (Studi  sul- 
r  inerbimento  e  il  rimboschimento  dei  terreni  argillosi  - 
Tip.  Agostiniana  -  Roma,  1907).  Il  grave  e  difficile  pro- 
blema è  affrontato  in  questa  pubblicazione  colla  scorta  di 
notizie  sperimentali  e  di  pratico  interesso  che  lasciano 
chiaramente  comprendere  che  anche  le  fredde  e  brulle 
terre  argillose  sono  suscettibili  di  miglioramento  e  pro- 
duzione. L'A.,  dopo  aver  parlato  esaurientemente  della 
stratigrafia  e  della  litologia  delle  plaghe  dove  si  rinven- 
gono  le   argille  sin   qui    ritenuto   assolutamente   sterili, 


2n8  Agraria 

espone  i  risultati  delle  sue  ricerche  ed  esperienze  circa 
l'adattamento  in  esse  delle  specie  legnose  capaci  di  dare 
un  discreto  reddito.  Per  ciascuna  regione,  per  ciascuna 
qualità  di  argilla  poi  dà  esempi  di  miscugli  di  piante 
erbacee  le  più  consigiifìbili  per  quelle  date  condizioni. 


Neir  Italia  Meridionale  si  sono  fatte  esperienze  di  rini- 
boschimento  anche  per  superfìci  relativamente  esteso  con 
pino  domestico  marittimo  e  di  Aleppo  e  colla  Robinia 
pseudo-acacia,  I  risultati  {Bollettino  della  Sor..  Agr.  Ita- 
liana^ N.  12-13)  ottenuti  sui  colli  di  Messina  sembrano 
oltremodo  soddisfaceuti.  Il  prof.  Inferrerà  poi  (Italia  Agri- 
cola, N.  20,  1907),  specialmente  per  il  litorale  del  Mezzo- 
giorno d' Italia  e  della  Sicilia,  raccomanda  una  Bigno- 
nacea,  la  Jocaranda  mimoaae folla.  Don.  il  cui  legno  ha 
valore  elevatissimo  e  che  si  ha  motivo  di  credere  che 
raggiunga  la  sua  maturità  economica  fors'  anche  prima 
dell'arerò  pseudo-platano  che  è  delle  stazioni  alte  della 
nostra  flora.  P.  V. 

XI.   —  /  nemici  delle  piante. 

Mokrzeski  ha  ottenuto  la  guarigione  di  piante  soffe- 
renti di  clorosi  introducendo  nei  loro  tronchi,  in  fori  del 
diametro  di  1  cm.,  del  solfato  di  ferro  in  polvere  in  dose 
da  4  a  12  gr.,  a  seconda  della  grossezza  dell'  albero.  Il 
trattauiento  deve  esser  fatto  da  marzo  a  maggio.  (Bollet- 
tino della  Società  degli  Agricoltori,  N.  16  -  1907). 


Il  prof.  G.  Cuboni,  della  R.  Stazione  di  Patologia 
vegetale  di  U^ma,  ha  riscontrata  una  nuova  malattia  sugli 
agrumi  della  Grecia.  Essa  è  dovuta  al  Colletotrichum  gìo- 
eosporoldes,  un  fungillo  parassita  che  trovasi  in  quantità 
enorme  nella  corteccia  dei  giovani  rametti  e  anche  sulle 
foglie.  Si  tratterebbe  quindi  di  un' antracnosi  dei  limoni 
sino  a  poco  fa  sconosciuta  in  Europa.  Una  delle  conse- 
guenze più  funeste  della  malattia  può  essere  la  mancata 
fioritura.  Bisogna  staccare  e  bruciare  subito  foglie,  rami 
e  frutti  infetti  (macchiati),  irrorare  con  poltiglia  bordolese 
in  primavera  (una  volta),  e  più  tardi  con  una  soluzione 
ammoniacale  di  carbonato  di  rame  (parecchie  volte),  diri- 


/  nemici  delle,  piante  239 


^ndo  Io  spruzzo  specialmente  sui  giovani  frutti  ;  iudi  pol- 
verizzare solfo  nelle  serre  di  maturazione.  (Agricoltura 
Moderna,  N.  4  -  1907). 


U  prof.  Carré  pubblica  nel  Progrès  Agricole (S. -7  1907) 
un  nuovo  sistema  per  combattere  il  punteruolo  del  grano. 
Si  prende  una  trentina  di  teste  di  aglio  rosso  (il  più  forte), 

10  si  stritola  e  sulla  poltiglia  formata  si  versano  10-12  litri 
di  acqua  bollente.  Due  o  tre  minuti  dopo  si  passa  il  liquido 
ad  uno  staccio  e  si  polverizzano  col  filtrato,  per  mezzo 
delle  comuni  pompe  da  peronospora,  il  pavimento,  lo 
porte,  le  finestre,  i  muri,  il  soffitto.  Si  lascia  seccare  e  si 
distende  il  grano,  servendosi  di  pala  di  legno  soffregata 
ogni  8-4  minuti  con  dell'  aglio.  Il  paleggiamento  deve 
essere  fatto  con  piccolo  quantità  di  grano  per  volta  e 
ripetuto.  L' odore  agliaceo  molto  forte  che  si  sviluppa  dal 
grano  COSI  trattato  scompare  dopo  qualche  tempo  ed  il  grano 
acquista  per  la  vendita  un  miglior  colpo  di  mano.  Resta 
a  vedere  se  il  rimedio  agisce  come  insetticida  o  come 
insettifugo. 

Il  prof.  Krassilchtchit  ha  fatto  delle  esperienze  i)er 
precisare  la  dose  dei  diversi  veleni  che,  senza  nuocere  ai 
vegetali,  sia  maggiormente  efiicace  contro  le  diverse  specie 
d'  hisetti.  Notò  che  V  aziono  del  veleno  ò  estremamente 
modificata  dalla  metamorfosi  degli  insetti  ;  è  sospesa  durante 
la  muta,  ma  riprende  con  più  intensità  appena  terminata. 

11  passaggio  allo  stato  di  crisalidi  dimiiuiisce  di  circa  Vs 
razione  del  veleno.  L'azione  del  veleno  si  individualizza 
al  3."  giorno  e  collo  dosi  ordinario  il  massimo  della  mor- 
talità si  ha  tra  il  If^  e  1'  8.**  giorno.  Il  cloruro  di  bario  in 
doso  dal  2^/q  al  6  Vo  niaggiore  dei  composti  arsenicali  è 
un  buon  insetticida:  al  (>%  ha  azione  violenta. 

L'  arseniato  di  piombo  0,28  yo-2,o  "  <;  agisce  più  debol- 
mente che  il  verde  di  Parigi  (acetato  di  rame  -  arseniato 
di  rame)  al  0,25  y, -0,5  "/q.  Ma  T  arseniato  di  piombo  reca 
la  paralisi  dell'  insetto  molto  più  rapidamente  che  il  verde 
di  VdLVÌgì, (Bollettino  degli  Agricoltori Italiani^^.  18  -  1907). 

I  dottori  Aderhold  e  Ruhland  hanno  studiata  la  can- 
crena bacterica  che  attacca  le  giovani  piante  di  ciliegio 
in  vivaio,   i  rami  o   i    tronchi  delle   piante  adulte   e   gli 


240  Agraria 

albori  a  friitti  acMcUì.  Im  malattia  è  dovuta  al  Jincitlut 
spongiosus,  clic  Hi  inoltiptioa  ra|>idflmento  o  cho  ha  una 
i.  I>a  malattia,  che  rasaniui^Iia  per  qualche 
la  provocata  dalla  Monilia,  è  di  questa 
a  e  eminouteuietite  coutag^iosa.  Si  combatte 
taudo,  con  strumenti  diij infettati  volta  per 
ìohizinno  ^assa  di  ci-eosolo  al  "i  '/«  t"'te 
!,  che  devono  essere  snbitn  bruciate.  Si 
ferite  con  catrame.  {ììfutgchf  land'ilrt- 
Mc,  N.  41  -  l!l()7). 


nsetti  che  danneggiano  l'olivo,  con  spp- 
1  Daciig  oieae,  hanno  ini/.iato  studi  interes- 
pn)fos8ori  flih'ostri  e  IJorloso.  DoÌ  risid- 
enme  in  merito  alla  jmltìglia  Do  ('oills, 
na^giorì  e  piii  Inniiuosi  saranno  i  risultati 

K  V. 
XII.  —  lì  l>f»tia>m. 

lo  «  Un  problema  zootocuico  urgente  >  il 
capo  dell'  ispettorato  zootocuico  al  Miui- 
Itura,  ha  quest'aiuio  riferito  alla  Società 
i  Ilalinni  (HoìMUnti  della  Sot-ietù,  1907, 
cento  sproporzìoue  fra  la  produzione  e  il 
;anic  in  Italia. 

colti  presso  le  direzioni  dei  macelli  nelle 
d'Italia,  appare  iu  generale  mia  eerta 
mento  del  consumo  della  carne,  aumento 
casi  è  marcatissimo.  E  in  misura  forse 
libile  questo  aumento  pare  si  sìa  verificato 
itriali  o  rurali.  La  carne  di  bovini  entra 
I  liirgamonto  nella  mensa  dell'operaio  e 
lor  le  migliorate  condizioni  economiclip 
10  abbienti. 

to  consumo  nou  è  con  pari  intensità 
:  raumoutn  della  produzione  di  carne.  Cii'i 
Ila  rliniinuìta  nosù'a  esportazione  iu  aui- 
e  dai  tentativi  fatti  por  la  importazione 
Ruineriia,  dalla  Serbia,  dall'Argoutiua,  dal 


//  heiftìtime  iMl 


Non  è  che  iu  Italia  iiou  sia  aumentato  e  migliorato  il 
bestiame.  Sebbene  i  ma^iori  miglioramoiiti  si  siano  foixo 
avuti  nel  bestiame  da  latte,  anche  hi  produzione  delhi 
carne  ha  manifestamente  progredito.  In  ciò  si  sono  spe- 
cialmente distinte  le  razze  della  Val  di  (Mìiana,  di  Hon^a- 
gna,  del  Friuli,  del  lieggiano,  del  Piemonte,  di  Louibiuniia. 
Dire  quanto  il  bestiame  sia  in  Italia  annientato  e  miglio- 
rato,  non  è  per  ora  possibile.  Lo  sarà  fra  non  molto, 
quando  sai'à  condotto  a  termine  il  nuovo  censimento  ilei 
bestiame  (T  ultimo  è  del  ISSI  I),  ordiimto  (piest*anno  per 
legge.  E^so  sarà  non  soltanto  una  raccolta  di  cifre,  nm 
anche  una  copiosa  messe  di  notizie  lumeggianti  i  vari 
aspetti  della  nostra  pastorizia. 

Ma  per  intanto  si  può  senza  dubbio  alTernmre  che 
r  aumento  di  produzione  non  ò  stato  pari  ali*  aumento  di 
consumo  :  gli  alti  prezzi  della  carne  ne  sono  una  con- 
ferma. Occorre  quindi  che  la  nostra  agricoltura  si  orienti 
più  decisamente  di  (juanto  finora  è  avvenuto  verso  una 
più  intensa  produzione  di  carne,  (ili  sforzi  in  (puvsto  senso 
non  mancano,  come  già  si  accennò:  ma  si  rivolsero  spe- 
cialmente a  migliorare  T  attitudine  alla  carne  di  razze  a 
duplice  o  triplice  scopo. 

Il  Moreschi  consiglia  di  spingersi  oltre:  «  oggi,  j>er  la 
produzione  dei  foraggi  aumentata,  per  l'uso  dei  cascami 
alimentari,  per  i  maggiori  prezzi  realizzabili,  io  \hhìho 
che  r  allevamento  dei  bovini  specializzati  per  la  carne 
debba  essere  fonte  di  guadagno  sicuro,  là  dove  siano 
proprie  le  condizioni  di  ambiente  ».  K  aggiunge:  «  Dove 
e'  è  la  stabulazione  permanente  e  V  agricoltura  intensiva 
offre  risorse  foraggere  di  ogni  maniera,  ivi  non  e'  è  che 
da  intensificare  l'allevamento  per  aumentare  il  numero 
degli  animali  da  destinarsi  al  macello.  Non  inoppcfrtuni 
si  paleseranno,  in  questi  luoghi,  i  premi  ai  vitelli  di  alle- 
vamento, perchè  bisogna  adoprarsi  in  tutti  i  modi  a  infre- 
nare la  naturale  tendenza  di  disfarsi  degli  innocpull  per 
trar  profitto  dal  latte.  E  qui,  senza  riservo  di  .sorta,  io 
raccomando  l'impiego  dei  riproduttori  di  razze  specializ- 
zate per  la  carne,  sia  per  la  produzione  in  purezza,  sia, 
e  meglio,  per  quella  dei  meticci,  che  sembrami  la  me- 
glio conveniente....  E  dove  non  si  è  nelle  condizioni 
di  agricoltura  intensiva,  che  si  dev^o  fare  V  Tua  cosa  sola, 
appressi marvisi  gradatamente,  cercando,  innanzi  tutto,  di 
trasformare  r  allevamento  brado  in  semi-brado,  e  lasciando 
il  resto  della  trasformazione  al  tempo  e  ai  posteri  ». 


■ovvigioiiaro  di  ctinie  i 
iiizzazioiio  dei  trasporti 
Qodiario.  O^pfi  gli  inter- 
no ad  elevare;  osagera- 
Moreschi  ha  ]»ortato  ad 
ione  della  ('entrale  fiir 
le  società  di  agricoltori 
ira-vendita  del  bestiniue. 
roprio  a  Berlino,  per  il 
aia  i  capi  di  bestiame: 
ati  tedeschi,  dove  essi 
azioni  :  agli  interessati 
I  dati  sempre  imparziali  : 
e  verso  In  località  dovo 


i  disse,  è  notevole  il  ten- 
ll'Argentiiia,  fatto  qne- 
stari  macellai  di  Milano, 
modalità  e  ne' suoi  risul- 
deir  Istituto  zootecnico 
Ito  di  Agi'ÌRoltura.  {Boi- 
Agricoltura  ,  anno  VI, 

Il  bordo  568  buoi  dnr- 
s  Ayros  e  giunto  a  (ìo- 
Non  si  può  dire  elio  il 
nimaii  !  Durante  la  tra- 
dteplici  osservazioni  to- 
rof.  Pirocchi  sugli  ani- 
concludere  non  essere 
io  continuo  e  sicuro  un 
loi  vivi  dair  Argentina 
67.7.0  relativamente  alto 
catl  italiani,  vengono  a 
n  bue  di  fi-?  Q.,  acqui- 
venga  a  costare  intorno 
i  guisa  die,  supponendo 
il   prezzo  di  ognuno  di 


iano    prof.  Baldassarre, 
nte  nello   Istituto  agra- 


//  hentiame  243 


rio  di  Huciios  Aires,  ha  pubblicato  in  volimio:  La  zoo- 
tecnia nelV  Argentina  (Napoli,  Cooperativa  tipografica, 
1906),  alenai  suoi  studi  o  considerazioni,  di  grande  inte- 
resse scientifico  e  pratico.  Quest'opera  ha  importanza  non 
solamente  sotto  Taspetto  zootecnico,  ma  anche  sotto  quello 
economico-rurale.  Le  prime  due  parti  di  essa  ci  fanno 
passar  rapidamente  sotto  gli  occhi  le  vicissitudini  della 
industria  pastorale  argentina,  nelle  sue  connessioni  col 
regime  economico  e  politico,  dalle  forme  primitive  di  essa, 
fondate  sulla  caccia  e  cattura  degli  animali  selvaggi  o 
inselvatichiti.  Uno  alle  formo  attuali,  lo  quali,  coir  uti- 
lizzazione delle  acque  sotterranee,  colla  chiusura  delle 
singole  proprietà,  coli' ammansamento  del  bestiame,  col 
miglioramento  dei  prati  e  pascoli  e  la  enorme  diffusione 
della  coltura  dell'erba  medica,  hanno  dato  luogo  alla 
creazione  di  grandi  aziende  pastorali  {le  estancias)  bene 
organizzate  e  progressive.  L' ordinamento  di  esse  ci  è 
dal  Baldassarre  descritto  con  molti  particolari  e  con  belle 
illustrazioni:  e  noi,  del  vecchio  mondo,  ne  riceviamo 
un'impressione  di  grandiosità  che  ha  del  meraviglioso. 
T^  estancias  di  mezza  lega  quadrata,  pari  a  1250  ettari, 
sono  noverate  fra  le  piccole:  quelle  medie  misurano  10,000 
ettari  :  ve  n'  ha  che  sorpassano  i  .'iO,000  ettari.  Tali  am- 
plissime aziende  si  dedicano  esclusivamente,  o  quasi,  al- 
l' allevamento  del  bestiame,  specialmente  bovino  e  ovino, 
usando  del  terreno  in  gran  parte  a  pascolo:  vi  si  asso- 
cia talora  la  coltivazione  del  suolo,  ma  col  precipuo  in- 
tento di  migliorare  i  pascoli,  o  di  impiantare  prati  arti- 
ficiali o  di  produrre  semi  di  cereali  usati  nell'  alimenta- 
zione del  bestiame.  È  notevole  il  modo  tenuto  negli  im- 
pianti di  erba  medica,  utilizzata  anch'essa,  per  la  mas- 
sima parte,  col  pascolo.  Si  pensi  che  in  un  solo  anno, 
nel  1903,  un  grande  proprietario  della  Pampa  seminò  ad 
erba  medica  25  leghe  quadrate,  cioè  62,5(K)  ettari!  Un 
medicaio  di  5(K)  o  1000  ettari  si  può  dire  un  piccolo  me- 
dicaio! Ora,  per  ridurre  a  medicaio  così  vaste  estensioni 
di  terra,  si  ricorre  alla  colonizzazione  nomade.  Si  aflìt- 
tano  poderi  di  2(K)  a  500  ettari  a  coloni  ad  un  tanto  j)er 
cento  sulla  raccolta,  e  per  4  a  6  anni,  col  patto  che  nel- 
r  ultimo  anno  si  semini  la  medica,  il  cui  seme  è  fornito 
dal  proprietario. 

Ma  partidolare  interesse  hanno  i  metodi  seguiti  j)er 
il  miglioramento  del  bestiame,  cui  è  dedicata  la  parto  III 
dell'opera  che  esaminiamo.  Allo,  razzo   di  bestiami    indi- 


Agmrù. 

''o(t,  rustiche,  di  basso  valore,  adatte  a 
Ilio  mi  co-agrario  primitivo,  si  vciiiroiio 
)  forestiere  lìcrfezionate.  A  ciò  si  dove 
1SO  progresso  raggiunto  oggi  dalla  zoote- 
lO  studio  dei  fattori  di  questo  progresso, 
loco  di  aniniaestraineiiti,  perchè,  ira  le 
Ila  nel  modo  più  evidente,  non  essere 
io  ehe  il  miglioramento  delle  risorse 
a  il  miglioramento  del  bestiame,  e  che, 
eiizo,  gli  animali  perfezionati  costitui- 
l>iù  potenti  stimoli  pel  miglioramento 
foraggera  e  del    bestiame  di    un   dato 

ui  ad  alcune  osaei'vazioni  snì  bovini, 
Argentina  rappresentano  il  bestiame  più 
jportazione  del  bestiame  vivo  in  Europa 
Ila  conservazione  delle  carni  col  freddo, 
[npnlso  alla  introduzione  di  razze  perfc- 
In  conseguenza  di  questa,  l'antica  razza 
il  posto  ad  una  popolazione  bovina 
in  piccola  parte,  da  mandre  di  razza 
a  ricchi  armenti  derivanti  dall'  incrocio 
:ito  colle  anzidette  razze.  La  razza  per- 
samente importala  è  stata  la  Shorthorti, 
mtina  la  razza  miglioratrice  per  eecel- 
)ramento  mediante  essa  ottenuto  è  stato 
tale  da  costituire  uno  del  più  Inmipiosi 
iti  meravigliosi  che  si  possono  raggìun- 
iiia  di  un  paese,  quando,  in  condizioni 
evoli,  si  segue  con  costanza  un  indi- 
e  si  adopera  mia  snfHciente  larghezza 
)7  fu  fondata  presso  la  Società  rurale 
l-book  argentino,  riservato  alla  iiiscri- 
ttori  della  razza  S/iorthorn,  e  delle  altre 
3,  la  cui  introduzione  ha  acquistato  una 
iza,  cioè  della  Hereford,  Pnlled-Angus, 
'ed  poi! ed. 

te  dell'opera  del  Baldassarre  è  dedicata 
rincipali  industrie  dipendenti  dalla  zoo- 
ente  a  quello  relative  alla  conservazione 
'olc  importanza  conserva  tuttora  la  pre- 
ajo,  carne  essiccata  e  salata;  industria 
ialmeute  ad  utilizzare  la  parte  più  sca- 
iti,  mentre  gli  animali  migliori  vengono 


LI  bestiame  245 


piuttosto  utilizzati  dall'  industria  frigorifera.  A  questo 
due  industrie  principali  si  aggiungono  quelle  dell'estratto 
di  carne  Liebig  e  delle  conserve  di  carni  cotte  col  sistema 
Appert.  Nel  1905,  nella  sola  Argentina,  furono  macellati 
283,200  bovini  per  la  preparazione  del  tasajo^  127,901)  per 
estratto  e  conserve  di  carne:  la  esportazione  di  carni 
congelate  raggiunse  il  numero  di  1,922,757  quarti  di  bo- 
vini e  3,325,124  ovini.  11  principale  mercato  di  consumo 
delle  carni  congelate  d'oltre  mare  è  il  Regno  Unito,  unico 
Stato  di  Europa  che  ha  risoluto  quasi  completamento  ii 
problema  della  deficenza  delle  carni,  mercè  l' importazione 
di  carni  congelate  e  di  bestiame  vivo.  Dopo  quest'esem- 
pio non  è  più  lecito  di  ripetere  la  vecchia  accusa  sulla 
insalubrità  delle  carni  refrigerate  e  congelate.  Né  hanno 
fondamento  i  timori  dei  partiti  agrari  europei,  intorno 
ai  danni  che  potrebbero  derivare  da  detta  importazione 
di  carni  alla  zootecnia  europea.  Coi  mezzi  di  cui  attual- 
mento  si  può  disporre,  la  quantità  di  carne  che  si  potrà 
importare  d' oltremare  sarà  certamente  per  molto  tempo 
una  piccola  frazione  di  quella  di  cui  i  vari  stati  europei 
abbisognano,  ed  essa  non  eserciterà  che  un'influenza  mi- 
nima sui  prezzi  del  bestiame.  Anche  l'industria  del  casei- 
ficio ha  avuto  nell'ultimo  decennio,  in  Argentina,  un 
rapido  incremento,  tanto  che  la  esportazione  del  burro 
salì  da  195  Q.  nel  1894,  a  54,24(»  nel  1905. 

I  progressi  zootecnici  dell'Argentina,  illustrati  in 
questo  bel  volume  del  Baldassarre,  sono  veramente 
notevoli.  E  non  bisogna  dimenticare  che  attualmente 
poco  più  del  4  per  cento  del  territorio  vi  è  colti- 
vato, e  circa  il  20  per  conto  vi  è  utilizzato  dalla  pasto- 
rizia estensiva.  ^  Quando  si  pensi,  dice  il  nostro  A.,  che 
gli  Stati  Uniti,  a  causa  dell' aumento  della  popolazione  e 
del  maggior  consumo  relativo  di  carne,  potranno  fornire 
ai  mercati  europei  una  quantità  sempre  minore  di  code- 
sto prezioso  alimento;  che  l'Australia,  a  causa  di  avver- 
sità naturali  ed  umane,  ha  perduto  molto  d' importanza 
come  esportatrice  di  carne  e  di  burro;  che  la  nuova  Ze- 
landa e  il  Canada  non  dispongono  più  di  un  palmo  di 
terra  per  aumentare  la  loro  produzione  animale,  resta 
quasi  sola  nel  mercato  mondiale  la  Repubblica  Argen- 
tina che  j)otrà  provvedere  sempre  largamente  ai  bisogni 
di  altri  paesi.  » 

L' ispettorato  zootecnico  del  Ministero  di  agricoltura 
ha  richiamato  quest'  anno  1'  attenzione  sulla  necessità  di 


>   v^»»    -. 


Sili  Agraria 

procedure  a,  uno  studio  metodico  delle  razzo  dì  bostiaiuc 
itiiliaiio.  Infatti  noi  coiiosciaiuo  ancora  assai  poco  la  no- 
stra ricchezza  zootecnica.  Mentre  il  censimento  del 
bestiame  già  ordinato  ci  darà  una  parte  di  teneste  cono- 
scenze ora  mancanti,  ottima  cosa  sarebbe  di  integrarle 
con  stndi  monogratici  sulle  slugole  razze.  Intanto,  per 
parte  di  privati  studiosi,  vanno  qua  e  là  apparendo  ri- 
cerche e  studi  di  questo  genere.  Segnaliamo  quest'anno 
nna  buona  monografia  del  Dott.  Vittorino  Vezzani  su  La 
razza  bovina  Modenese  i>  Carpigiana,  pubblicata  per  cura 
della  Società  degli  allevatori  di  Correggio.  I^a  monografia 
passa  in  diligente  rassegna  l'origine  della  razza,  il  suo 
habitat,  le  condizioni  della  regione  di  allevamento,  t  ca- 
ratteri etnici,  le  funzioni  econòmiche,  i  metodi  di  alleva- 
mento e  di  riproduzione  :  dà  importanti  notizie  statistiche, 
desunto  dai  ruoli  della  tassa  bestiame,  e  notizie  sul  com- 
mercio di  ([nel  bestiame.  È  iuteressante  notare  che,  men- 
tra  il  censimento  del  1881  dava  presenti,  nell'area  di 
questa  razza,  62.70.')  bovini,  lo  spoglio  dei  ruoli  della 
tassa  bestiame  pel  l*Mò  no  ha  dati  presenti  11)8,708. 
È  questo  un  indice  del  grande  incroineuto  ottenuto  nella 
nostra  ricchezza  zootecnica,  negli  ultimi  decenni. 

Segnaliamo   anche   la  monografia  della  Razza  bovina 

Homagiioìa   dell'  azienda    Torre  S.  Mauro,   la   notissima 

j_.in        •>,_.-    _,       ,_    .■    trionfi   conta  in   Italia  e 

)vuta  air  Ing.  Tosi  stesso 
occasione   della   esposi- 

ene  un  gran   numero   di 

loteonica  e  zooeconomica 

B). 

Agrario  di  gran  lunga  pii"! 

nso  di  esso  ha  quindi 
■  l'agricoltura.  Ora,  esso 
jlenii  importanti  insoluti, 
ttacco  j>iù  conveniente  è 
lente;  l' agricoltore  seguo 
isuetudinc.  Non  mancano 
[)ne  del  problema:  que- 
bblicato   un  volumetto  di 

<1.  B.  Riccio:  /  mi()linri 
lalo.  Ottavi),  il  quale  non 
te  pratiche  iiolrvoli.  Mn 
^omento  manca  ancora. 


-s 


Il  bestiame  247 


Un  altro  problema  importante  è  questo,  se  un  sistema 
elastico  di  trazione,  già  sperimentato  in  Francia  con  ot- 
timi risultati  per  i  cavalli  da  Ferus  et  Machart  {Augmen- 
tation  du  travati  utile  dea  attelages  par  V  emplol  des 
appareiU  élastiques  de  traction,  Comunic.  à  T  «  Ac.  d. 
Sciences  »,  8  janvier  1904)  e  adottato  successivamente 
per  le  artiglierie  in  Danimarca,  Svezia,  (  iermania*  e  Au- 
stria, possa  portare  un  vantaggio  anche  nel!'  attacco  dei 
buoi,  cioè  possa  determinare  un'economia  di  lavoro  e  un 
risparmio  di  dolori  e  di  fatiche.  L'argomento  ostato  co- 
scienziosamente studiato  nel  laboratorio  di  zootecnia  del 
R.  Istituto  sup.  agrario  di  Perugia,  sotto  la  direzione  del 
Prof.  E.  Marchi,  dal  Dott.  Tito  Franchini,  con  una  serie 
notevole  di  esperienze  {Contributo  sperimentale  allo  stu- 
dio della  trazione  elastica  applicata  ai  bovini.  Staz.  spe- 
rim.  agr.  ital.,  voi.  XXXII,  1907).  Le  esperienze  non  pos- 
sono dirsi  esaurienti;  ma  portano  un  contributo  notevole 
alla  questione. 

L'elasticità,  nell'attacco  di  uno  o  più  animali,  si  può 
ottenere,  quando  negli  ordinari  arnesi  da  tiro  —  tirelle,  ca- 
tene o  bure  di  un  veicolo  o  di  un  istrumento  qualsiasi  — 
venga  inserito  un  organo  elastico,  che  renda  deformabili 
quelle  parti  dell'attacco  che  normalmente  sono  rigide. 
L'organo  elastico  può  essere  una  semplice  molla,  a  spi- 
rale o  di  altra  forma,  o  meglio  si  può  far  uso  di  appro- 
priati apparecchi,  i  così  detti  ammortizzatori^  costituiti 
essenzialmente  da  un  sistema  di  molle  che  agiscono  con- 
temporaneamente e  danno  un  maggior  effetto.  Nelle  espe- 
rienze in  discorso  si  fece  uso  deìV  ammortizzatore  Bajac 
e  delle  molle  Georgi.  Per  giudicare  dell'effetto  della  trazione 
elastica,  si  partì  da  queste  principio,  che,  se  la  trazione 
elastica  procura  un'  economia  nel  lavoro  motore  che  agli 
animali  si  richiede,  se  risparmia  ad  essi  dolorose  ripercus- 
sioni degli  arnesi  di  attacco,  procurerà  altresì  un  rispar- 
mio fisiologico.,  e  1'  organismo  loro  ne  risentirà  una  fatica 
minore.  Bisogna  dtinque  misurare  l' affaticamento  pro- 
dottosi nei  buoi  in  conseguenza  di  un  determinato  effetto 
utile  da  essi  ottenuto.  Per  questa  misura  si  ricorse  ad  in- 
dici fisiologici,  dati  dalle  funzioni  del  cuore,  del  respiro 
e  del  calore  animale.  Queste  funzioni  si  modificano  in 
conseguenza  della  fatica:  e  le  modilicazioni  più  o  meno 
intense  e  più  o  meno  durature  possono  misurarsi.  Duu- 
(pie  dall' intensità  e  dalla  durata  della  reazione  iisiologica 
verificatasi  in  conseguenza  di  un  medesimo    lavoro  ese- 


n 


attacco,  elastico  e  rigido, 
B  elastica.  Non  è  il  caso 
tspositivi  sporimoiitalt  e 
'elidiamo  nota  solamente 
riguarda  la  durata  della 
16  dell'attacco  elastico  fu 
casi  esaminati.  Ma  aiiclie 
te  intensità  e  durata  della 
la  maggioranza,  cioè  16 
liologico  apportato  dalla 
1  alcuni  casi  sfavorevoli. 
e  perturbatrici  nell'atida- 
3  non  sono  detiiiitivo;  ma 
le  che  esse  siano  prose- 
mozzi  di  indagine, 
segnaliamo  anche  alcune 
onc  della  quantità  di  la- 
e  di  esplicare  nella  glor- 
ili Francia,  prosegue  dn 
isitivi  itiMirimentali  iiigc- 
egli  fece  conoscere  :  que- 
vi  risultati  alla  Acadrmit 
maggio  !!H)7).  Anche  in 
di  questo  genero  per  i 
itt.  Majocco  (Vontribnto 
<ro  dì  trazione  dei  boriili 

dei  metodi    di   eseguirle, 
liei   concorsi  di  buoi  da 


di  agricoltura  di  Vienna, 
prcseiilate  varie  relazioni 
ontuasc  corno  zone  dì  al- 
iinportimza  è  orinai  rico- 
IO  anclie  non  poche  cifre 
(vedi  )i.  US.  (]uelle  recenti, 
il  l>eiitschr  ijàndir.  Thìer- 
caso  di  insistervi  ancora 
lire  a  un  aspetto  speciale 
molti  insistito  a  Vienna: 
itai*»  per  l' allevamenti)  la 
le  aljiestri.  Uno  dei  ri'la- 
inisch,  concludeva  la  sua 


relazione  così  :  la  pmiiu/Jono  ìiiteiimvn  dct  latlo  e  i  ca- 
seifici, nelle  regioni  dove  il  bostiamo  noti  ì>  ancbra  mi- 
gfliornto,  esercitano  mi'  influenza  favorevole  sLill'alleva- 
mento  (li  qnesto  Itostianii',  dando  luogo  a  una  miglior 
scelta  dei  ri|)Vodiittori,  a  maggiori  cnre  di  man  lenimento 
ecc.  Ma  nelle  regioni  a  bestiame  già  migliorato  e  dove 
si  pratica  l'alto  allevamento,  gli  stessi  fattori  sopra  men- 
zionati condncono  facilmente  a  una  esclusiva  utilizzazione 
del  latte,  e  danneggiano  l'allevamento  per  la  poca  cura 
della  forma  nella  scelta  dei  riproduttori,  per  l' indeboli- 
mento degli  organismi  dovuto  a  un  eccesso  di  cure,  per 
troppo  scarse  quantità  di  latte  date  ai  vitelli,  per  un  im- 
piego prematuro  degli  animali  nella  riproduzione.  K  un 
altro  relatore,  il  Kubat,  ispettore  zootecnico  in  Tirolo,  pro- 
poneva il  voto  clic,  per  la  conservazione  e  lo  sviluppo 
delle  buone  razze,  i  caseifici,  nelle  zone  tV  allevamento, 
siano  creati  con  molta  prudenza,  ben  considerando  le 
condizioni  locali,  senza  forzarne  la  diffusione  con  premi 
e  sussidi.  Aggiungeva  essere  desiderabile  che  le  latterie 
alpestri  indirizitate  alla  produzione  del  burro  restituiscano 
il  latte  scremati)  ai  fornitori  di  latto,  in  guisa  che  siano 
garantite  le  quantitii  di  latte  necessario  ai  vitelli.  Anolie 
in  molte  delle  nostre  alpi  italiane  il  problema  di  mante- 
nere il  dovuto  equilibrio  fra  caseificio  e  allevamento,  In 
rola/.iniio  con  le  condizioni  locali  e  di  mercato,  i-  certo 
fra  i  più  vitali  della  economia  alpestre. 


L'opera  di  miglioramento  delle  nostro  razze  di  be- 
stiame è  iit  grandissima  parto  opera  di  organizzazioni 
degli  allevatori.  La  provincia  d'Italia  die,  sotto  questo 
aspetto,  marcia  alla  testa  del  progresso  è  il  Friuli.  L'  ot- 
timo Bollettino  dell'  Associazione  agraria  friulana  con- 
tiene sempre  una  folla  di  dati  e  notizio  intorno  all'orga- 
nizzazione di  quegli  eccellenti  allevatori.  Ma  anche  in 
altre  provinole  si  lavora  in  questo  senso;  segnaliamo 
quest'anno  l'esempio  di  Hologna,  dove  quel  Comizio  agra- 
rio, per  opera  principalmente  del  suo  consigliere,  signor 
Ciro  Kiguzzi,  ha  impiantato  il  libro  genealogico,  per  u.so 
pubblico.  Come  esso  sia  stalo  organizzato,  è  ampiamente 
detto  in  una  pubblicazione  del  Riguzzì  stesso  :  /  libri 
genealogici  del  bestiame  agricolo,  (Hologna,  Società  tip, 
già  Compositori,  1906).  A.  S. 

AiiDiBTo'iciiiMTirico  -  SLIV.  *  IT 


250  Agraria 


XIII.  —  BachicoUnra, 

Due  studi  ìnteressaiili  sono  stati  compiuti  quest'anno 
in  Italia.  Il  prof.  Quajat,  della  il.  Staziono  Bacologica  di 
Padova,  ha  condotto  a  termine  lo  ricerche  comparative 
suir influenza  deiralimentazione  con  Morus  Alba  e  3A.  Nigru 
nel  baco  da  seta.  La  (juostione  è  importantissima  per  la 
bachicoltura  deir  Italia  Meridionale.  Nello  tre  razze  :  Istria, 
Majella,  Tropez,  il  numero  dei  bozzoli  necessari  per  for- 
mare 1  Cg.  ò  di  poco  superiore  a  quello  ottenuto  coir  ali- 
mentazione del  gelso  nero,  il  che  trova  conferma  nelle 
piccole  differenze  riscontrate  nei  diametri  longitudinali  e 
trasversali. 

La  quantità  serica  contenuta  in  1  Cg.  di  bozzoli  è  di 
poco  superiore  coirallevamento  col  gelso  bianco,  e  la  diffe- 
renza va  accentuandosi  allorché  si  prenda  in  considera- 
zione detta  materia  serica  noi  bozzoli  secchi.  Il  titolo  della 
bava  è  maggiore,  cioè  la  bava  è  più  grossa,  nei  bozzoli 
provenienti  dalTallevamento  col  M,  Nigra,  La  tenacità  e 
la  elasticità  sono  uguali  o  di  poco  superiori  nei  bozzoli 
dal  M,  Nigra,  La  greggia  proveniente  dai  bozzoli  ottenuti 
con  M,  Nigra  ha  un  titolo  superiore  di  circa  I  denaro  a 
quella  dei  bozzoli  da  M,  Alba,  La  tenacità  è  di  poco  supe- 
riore sulla  greggia  proveniente  da  M,  Nigra;  la  elasticità 
delle  due  greggio  è  quasi  del  tutto  identica.  (Ricerche 
comparative  sulV  inftnenza  della  alimentazione  con  M, 
alba  e  M,  nigra  nel  Bombice  del  gelso  -  Padova,    1907). 

Il  prof.  Lenticchia,  della  Scuola  di  Setificio  di  Como, 
studiando  gli  effetti  delle  solforazioni  del  letto  dei  bachi 
colla  polvere  di  solfo,  è  giunto  a  (jnesti  risultati  pratici  : 
le  solforazioni  non  nuociono  alla  vita  dei  bachi,  specie 
nelle  ultime  età,  e  neppure  al  rendimento  e  alla  qualità 
della  seta  che  forniscono;  le  solforazioni  permettono  di 
diminuire  i  mutamenti  del  letto  con  notevole  risparmio  di 
mano  d'  opera.  {Agricoltura  moderna^  N.  38  -  1907). 

P.  V. 

XIV.  —  Macchine  agrarie. 

Si  disse  lo  scorso  anno  della  grande  importanza  cho 
potrebbe  avere  por  noi  la  fondazione  di  un  istituto 
sperimentale  di  meccanica  agraria.  La  pubblicazione  allora 
esaminata  dell' ing.  Giordano,  del  Politecnico  Milanese, 
dava  ampi  ragguagli  intorno  alle  funzioni  di  esso.  Qua- 


Bachicoltura  -  Macchine  agrarie  251 


st'aiiiio  lo  stesso  iiig.  (liordaiio  ha  voluto  portare  un  altro 
notevole  contributo  all'  idea,  col  pubblicare  un  completo 
progetto  dell'  Istituto  medesimo  (Per  un  Istituto  speri- 
mentale  di  meccanica  agraria  in  Italia  —  Necessità  e 
intento,  fondazione  e  ordinamento  —  Disegno  di  massima 
delV  impianto^  Milano,  Beretta,  1907).  Non  è  qui  luogo 
adatto  per  entrare  nei  particolari  del  progetto:  certamente 
esso  è  studiato  con  grande  serietà  e  competenza.  La  spesa 
di  impianto  dell'  Istituto  ascenderebbe,  area  esclusa,  a 
L,  240.000  :  la  dotazione  annua  dovrebbe  elevarsi  a 
25-80,000  lire. 

Queste  cifre  potranno  spaventare  solamente  coloro  che 
della  utilità  di  un  Istituto  sperimentale  di  meccanica  agraria 
in  Italia  non  hanno  ben  chiara  idea. 

Inoltre  lo  stesso  ing.  Giordano,  sotto  gli  auspici  della 
Federazione  dei  Consorzi  Agrari^  ha  pubblicato  un'  altra 
interessantissima  monografìa  su\Y Insegnamento  della  mec- 
canica agraria^  corredandola  del  disegno  di  massima  e 
ordinamento  di  una  scuola  italiana.  (Piacenza,  Stabili- 
mento tipografico  Porta,  1907). 

L'ordinamento  della  scuola  è  progettato  in  guisa  che 
essa  possa  servire  per  le  diverse  classi  di  persone  inte- 
ressate ai  problemi  di  meccanica  agraria.  E  così,  accanto 
a  un  corso  inferiore,  destinato  a  formar  capi  tecjiici  in 
meccanica  agraria  e  conduttori  di  caldaie  a  vapore,  e  a 
soddisfare  ai  bisogni  di  chi  intende?  semplicemente  di 
apprendere  a  ben  condurre  le  macchine  agrarie,  vi  sarebbe 
un  corso  superiore  inteso  a  completare  gli  studi  normali 
di  ingegneria  meccanica  e  industriale^  svolgendo  quanto 
si  riferisce  come  specialità  alla  costruzione  e  alle  appli- 
cazioni della  meccanica  all'agricoltura,  e  inteso  insieme, 
introducendo  le  opportune  varianti,  a  fornire  le  cogni- 
zioni volute  a  laureati  in  scienze  agrarie  e  in  ingegneria 
civile. 

Anche  questo  progetto  dell'  ing.  Giordano  richiede, 
non  v'ha  dubbio,  grandi  mezzi  finanziari;  ma  egli  ha 
ben  ragione  di  ritenere  che  vana  sarebbe  la  fondazione 
di  istituti  di  ricerca  e  di  insegnamento  condannati,  per 
delìcenza  dei  mezzi  necessari,  a  una  vita  rachitica  e  ste- 
rile, come  tanti  purtroppo  ne  esistono  in  Italia.  Meglio, 
piuttosto  di  mettersi  su  questa  via,  attendere  tempi  migliori  ; 
attendere  che  l' opinione  pubblica  più  informata  e  gli 
organi  direttivi  della  agricoltura  più  solleciti  del  bene 
di  questa,  intendano   che  l' investimento  di  forti  capitali 


252  Agraria 


in  Istituti  ili  questo  genere  è  uno  degli  investimenti  piìi 
redditivi  nella  economia  della  nazione. 


I  problemi  del  controllo  delle  macchine  agrarie  sono 
stati  oggetto  di  notevoli  relazioni  e  discussioni  al  Con- 
gresso internazionale  <V  agricoltura^  tenuto  a  Vienna  nel 
maggio  scorso.  Fra  gli  altri  temi,  era  all'ordine  del  giorno 
questo  :  «  Determinazione  di  regole  uniformi ,  internazio- 
nali, per  r  esame  delle  macchine  agricole  ».  I  più  noti 
cultori,  specialmente  tedeschi,  della  meccaiìica  agraria  —  il 
Nachtweh,  il  Fischer,  il  Rezek,  il  Puchner,  TFòbsecc. — 
vi  portarono  un  notev^olo  contributo  di  proposte  e  di 
osservazioni  sui  principali  gruppi  di  macchine  agrarie.  Fra 
i  vari  rapporti,  particolarmente  importante,  per  la  fonte 
dalla  quale  deriva,  è  quello  presentato  dalla  Unione  degli 
Istituti  di  prova  delle  "tnacrhin e  agricole  (Verhand  land- 
icirtschaftlicìier  Mascliinenprii fungsanstalten ) ^  unione  re- 
contemente  fondata  in  Germania,  le  cui  Mitteilungen,  che 
si  pubblicano  dall'aprile  di  quest'anno,  vanno  certamente 
a  diventare  uno  degli  organi  più  importanti  degli  studi 
di  meccanica  agraria. 

II  citato  rapporto,  ricordata  la  importanza  che  va 
acquistando  in  un  gran  numero  di  Stati  agricoli  la  costru- 
zione delle  macchine  rurali,  afferma  la  utilità,  per  i 
progressi  di  questo^nuovo  ramo  d' industria,  che  esso  siano 
oggetto  di  ricerche  tecniche.  In  Inghilterra  ed  in  America 
queste  ricerche  si  compiono,  è  vero,  specialmente  nei  labo- 
ratori delle  singole  ditte.  Ma,  se  possiamo  conoscere  i 
risultati  ultimi  di  tali  ricerche,  non  è  possibile  invece 
conoscere  i  procedimenti  costruttivi  ed  esser  messi  a  parte 
di  molte  esperienze  e  cognizioni.  Per  V  interesse  generale 
ò  assai  più  utile  che  le  ricerche  tecniche  compiute  siano 
accessibili  a  tutti.  V  è  chi  afferma  che  la  ricerca  scien- 
tifica poco  contributo  può  portare  alla  costruzione  delle 
macchine;  che  questa  deve  completamente  appoggiarsi 
alla  grande  esperienza  empirica.  Ciò  non  è  impossibile, 
ma  anche  non  è  economico,  quindi  non  tecnico.  L' industria 
non  può  rifiutare  la  collaborazione  scientifica,  non  per 
ragioni  ideali,  ma  perchè  questo,  in  certe  circostanze,  è 
il  procedimento  più  economico  per  raggiungere  la  meta. 
Se  negli  ultimi  anni  il  desiderio  degli  agricoltori  di  uti- 
lizzare lo  spirito  per  i  motori  è  stato  soddisfatto,  ciò  si 
deve  al  fatto  che  gli   ingegneri  hanno  bene  utilizzato  le 


Macchine  agrarie  263 


cognizioni  della  teoria  meccanica  del  calore,  e  fecero 
lavorare  il  motore  a  spirito  a  molto  alta  compressione 
della  miscela.  Così  pure  gli  studi  fondamentali  di  Paul 
la  Cour  sui  rapporti  fra  la  pressione  del  vento  e  la  sua 
velocità  e  direzione,  determinarono  grandi  progressi  nella 
costruzione  dei  motori  a  vtjuto.  La  prova  empirica  delle 
singole  ditte  fa  affidamento  sul  caso  favorevole  e  cerca 
sempre  il  vantaggio  privato  ;  la  ricerca  scientifica  va  logi- 
camente dal  noto  ali*  ignoto  e  persegue  vantaggi  generali, 
che  spesso  anche  raggiunge. 

Ma  un  altro  aspetto  della  questione  va  posto  in  evi- 
denza. Il  fabbricante  di  macchine  industriali  costruisco 
spesso  in  base  a  precedente  ordinazione  e  adatta  in  tal 
caso  le  suo  costruzioni  alle  speciali  circostanze  del  caso. 
Al  fabbricante  di  macchine  agricole  è  possibile  invece  di 
costruire  determinati  tipi  di  macchine  e  lanciarli  a  cen- 
tinaia e  migliaia  di  esemplari  sopra  il  mercato.  L'  agri- 
coltore ha  da  scegliere  fra  i  vari  tipi  presentati  sul  mer- 
cato, e  manca  spesso  delle  cognizioni  tecniche  ed  econo- 
miche necessarie.  Kgli  si  rivolgerà  più  volentieri  per 
consiglio  a  istituti  indipendenti  che  ai  fabbricanti  inte- 
ressati. Ecco  quindi  un  nuovo  compito  degli  istituti  di 
ricerca  sulle  macchine  agrarie  :  studiare  sotto  V  aspetto 
tecnico  i  vari  tipi  di  macchine  e  giudicare  del  loro  valore 
economico.  , 

Ora  in  queste  ricerche  e  in  questi  giudizi  sul  valore 
delle  macchine  agrarie  è  utile  che  tutti  gli  istituti  seguano 
procedimenti  uniformi,  (.'osi  solamente  tali  metodi,  colla 
collaborazione  di  tutti  gli  studiosi  della  materia,  potranno 
diventare  sicuri  ed  esenti  da  ogni  obbiezione.  Inoltre  i 
risultati  dei  singoli  istituti  diventeranno  confrontabili  fra 
di  loro  e  quindi  valevoli  per  tutti.  Potranno  infine  gli 
istituti  stessi,  nella  pubblicazione  dei  risultati  ottenuti, 
ommettere  la  descrizione  dei  metodi  seguiti,  guadagnando 
cosi  la  letteratura  doli' argomento  in  brevità  e  contenuto. 
Sono  gli  stessi  vantaggi  che  si  sono  già  ottenuti  in  altri 
campi,  [)er  esempio  nel  controllo  dei  materiali  da  eostru- 
zione, dello  caldaie  e  macchine  a  vapore  ecc. 

Possiamo  qui  onunettere,  data  T indole  di  (juesta  rubrica, 
lo  norme  generali  che  il  Vcrband  ha  proposto.  Il  rapporto 
esaminato  continua  osservando  che  occorre  anche  miglio- 
rare la  organizzazioni»  d(M  pubblici  concorsi  di  niacchine 
agrarie.  Il  giudizio  conipaiativo  sul  valore  (^cononìieo  delle 
macelline  -eoneorrenti    può    averci    nn    signilicato  solo  in 


^ 


254  Agraria 

relazioue  a  quello  detcrminate  coudizioni  che  furono  posto 
a  base  del  giudizio  e  che  occorre  sempre  dichiarare:  e, 
anche  in  tal  caso,  può  accettarsi  solo  quando  esso  si  fondi 
sopra  il  controllo  tecnico  delle  macchine  in  concorso. 

« 

Anche  in  Italia,  nelle  molte  prove  di  aratri  che,  assai 
disordinatamente  per  vero,  si  sono  andate  eseguendo,  è 
diventato  d'  uso  comune  il  dijiamometro,  per  misurare  lo 
sforzo  medio  di  trazione.  I  dinamometri  da  noi,  come 
altrove,  più  comunemente  usati  sono  quelli  a  molla. 
L' ing.  Giordano  ha  iniziato  uno  studio  circa  l'esattezza 
dei  dati  ohe  se  ne  ottengono  e  ha  costruito  altri  dina- 
mometri, praticamente  anelastici,  i  quali  assai  meglio 
dei  primi  rispondono  alla  loro  funzione.  Intorno  ai  risul- 
tati delie  sue  ricerche,  T autore  ha  pubblicato,  in  occa- 
sione del  Congresso  di  Vienna,  una  comunicazione  preli- 
minare (Circa  alcuni  nuovi  dinamometri  particolarmente 
adatti  allo  studio  delle  macchine  agrarie^  Milano,  Be- 
retta,  1907).  L*  A.  è  stato  spinto  a  questo  studio  dalla  con- 
siderazione che,  nello  stesso  modo  dei  dinamometri  a 
molla,  funzionano  i  così  detti  ammortizzatori^  coi  quali 
si  cerca  di  diminuire,  mediante  Tattacco  elastico,  Taffati- 
camento  degli  animali  traenti.  Se  tale  diminuzione  di 
afifaticamento  realmente  avviene,  ciò  che  è  provato,  e  se 
essa  è  causata  da  una  diminuzione  dello  sforzo  medio  di 
trazione,  deve  apparire  assai  strano  che  a  misurare  lo 
sforzo  di  trazione  si  debba  usare  un  istrumento  clie  altera 
lo  sforzo  stesso.  Qualcuno  afferma,  è  vejo,  non  essere 
provato  che  gli  ammortizzatori  diminuiscano  veramente  Io 
sforzo  medio  di  trazione,  per  quanto  possano  in  deter* 
minati  casi  diminuire  V  affaticamento  degli  animali.  Ciò 
afferma  V  ing.  Castelli,  discutendo  deir  argomento  che  ci 
interessa.  (Italia  agricola^  1907,  N.  11).  Il  Giordano  tut- 
tavia inclina,  in  base  a  osservazioni  e  considerazioni  varie, 
0  anche  a  qualche  risultato  sperimentale,  a  ritenere  l'op- 
posto. Intercalando  un  organo  elastico  (molla  del  dina- 
mometro) in  un  attacco  rigido  fra  attiraglio  o  macchina 
trainata,  si  cambia  la  legge  di  movimento  del  sistema  e 
quindi  si  altera  il  valore  (lolle  resistenze  che  dipendono 
dalla  velocità  con  cui  le  stesse  sono  vinto  (attriti,  urti, 
tenacità  ecc.).  La  macchina  è  posta  in  condizioni  diverse 
da  quello  della  pratica:  il  risultato  sperimentale  non  f* 
più  riferibile  al  j)ratico  funzionamento.  Ora  (juel  che  più 
importa,  dice  il  (Giordano,  r  appunto  la  necessità  di  non 


Macchine  agrarie  265 


alterare  la  legge  del  moto  con  la  inserzione  del  dinamo- 
metro, in  particolare  la  necessità  che  lo  macchine  agricole 
vengano  sperimentate  nelle  condizioni  vere  in  cui  real- 
mente lavorano. 

Perciò  il  Giordano  ha  costruito  un  dinamometro,  anela- 
stico, basato  sul  principio  che  i  liquidi  sono  praticamente 
incompressibili.  Si  tratta  appunto  di  un  dinamometro  con 
trasmissione  a  liquido,  collegato  con  un  manometro  regi- 
stratore ;  il  Giordano  lo  ha  costruito  in  varie  forme 
particolarmente  adatte  alle  ricerche  sullo  macchine  agra- 
rie: come  dinamometro  registratore  di  trazione;  come 
bilancino  dinamometrico ^  sostituibile  ai  bilancini  ordinari 
e  alle  traverse  dei  timoni,  come  articolazione  dinamo- 
metrica sostituibile  alle  articolazioni  di  timoni,  agli  attac- 
chi a  bilancino  e  a  forca  rovescia  di  certi  maneggi  ecc. 
Infine,  seguendo  gli  stessi  principi,  il  Giordano  ha 
costruito  anche  dinamometri  di  rotazione^  adatti  ai  vari 
bisogni  della  pratica. 

Per  intendere  la  importanza  di  questi  studi,  occorre 
ben  avere  presento  che  i  progressi  della  meccanica  agraria 
sono  strettissimamente  collegati  colla  perfezione  degli 
strumenti  di  misura,  dei  quali  essa  potrà  servirsi. 


Da  pochi  anni  alcune  case  americane  hanno  posto  in 
commercio  aratri  di  tipo  affatto  diverso  dair  ordinario.  In 
essi  r  organo  principale,  che  dà  il  carattere  particolare 
allo  strumento,  è  un  disco^  il  quale  da  solo  sostituisce  il 
vomere,  il  coltro  ed  il  versojo.  Il  disco  è  di  forma  con- 
cava, e  inclinato  in  modo  che,  col  movimento  di  trasla- 
zione, taglia,  solleva  e  rivolta  la  fetta  di  terra.  T^  notizie 
giunte  in  Europa  su  questo  nuovo  strumento  sono  favo- 
revolissime {Coltivatore^  1907,  N.  41  —  Annales  de  Gem- 
hloHx^  1907,.  fase.  8.**).  I  vantaggi  riflotterebbero  special- 
mente la  facilità  del  lavoro,  quindi  Y  economia  delle  ara- 
ture. Nei  nostri  aratri  la  terra  è  sollevata  e  rivoltata 
sfregando  su  una  superficie  metallica,  spesso  sporca  di 
terra  che  vi  aderisce,  di  guisa  che  V  attrito  vi  è  conside- 
revole. Negli  aratri  a  disco,  la  terra,  invece  di  sfregare 
sulla  parto  del  disco  che  la  distacca,  è  sollevata  e  rivol- 
tata :  essa  accompagna  questa  superficie,  perchè  il  disco 
è  mobile,  e  non  Y  abbandoiui  più  che  al  momento  della 
caduta  :  inviìce  di  un  attrito  di  sfregamento  si  ha  un 
attrito  di  rotolamento,   milito    minore.   Si  dico  anche  elio 


j 


266  Agraria 

r  aratro  a  disco  valga  non  solo,  come  vicn  fatto  di  pen- 
sare, per  le  terre  sufficientemente  leggere,  ma  anche  in 
terre  di  grande  consistenza.  Sarà  bene  in  ogni  modo 
accogliere  con  riserva  questo  notizie,  le  quali  mancano 
ancora  di  rigorosi  controlli  scientifici  e  tecnici. 

A  proposito  deir  aratro,  vogliamo  fare  un  cenno  del 
fendizolle  Ferro.  Nelle  arature,  specialmente  di  terreni 
compatti,  avviene  spesso  che  T  aratro  sollevi  grosse  zolle, 
le  quali  poi  devono  essere  frante  con  successivi  lavori 
costosi  e  di  non  sicura  riuscita.  I  signori  Alessandro  o 
Oliviero  Ferro  di  Adria  hanno  perciò  applicato  all'aratro 
un  apparecchio,  costituito  da  lame  d' acciaio,  ordinaria- 
mente tre,  alte  10-12  cm.  e  lunghe  B()  circa,  poste  a  cava- 
liere della  inserzione  del  vomere  coir  orecchio,  equidistanti 
fra  loro  e  dai  lembi  dell'  orecchio  stesso,  ortogonali  alla 
superficie  di  questo  e  seguenti  la  linea  della  direttrice 
secondo  cui  è  originata  la  superficie  elicoidale  dell' orec- 
chio :  posteriormente  le  lame  sono  staccate  dall'  orecchio 
e  più  elevate  che  non  sul  davanti,  ove  sono  fermate  alla 
superficie  dell'  orecchio  :  il  loro  lembo  esterno  è  convesso 
e  tagliente,  di  modo  che  le  lame  rappresentano  tanti  col- 
telli che  tagliano  parallelamente  al  coltro  la  fetta  di  ter- 
reno lavorata  dall'  aratro  in  altrettante  striscio,  senza 
intralciare  il  lavoro  di  sollevamento  e  rovesciamento  della 
terra.  Le  prove  pratiche  in  Polesine  pare  abbiano  dato 
ottimi  risultati.  E'  da  augurare  che  essi  siano  confermati 
da  prove  rigorose  (Agricoltura  moderna^  1907  -  N.  41). 


L'aratura  a  vai)ore  va  diffondendosi  assai  lentamente 
in  Italia  (poche  regioni  eccettuate)  soprattutto  per  cause 
economiche,  perchè  cioè  nelle  medie  e  piccole  aziende  da 
noi  prevalenti  il  numero  di  giornate  lavorative  relativa- 
mente scarso  innalza  eccessivamente  il  costo  unitario 
dell'aratura  stessa.  Hanno  quindi  piena  ragione  d'essere 
tutti  i  tentativi  di  trovare  sistcMui  di  aratura  a  vapore 
richiedenti  spese  d' iuipiaiito  non  elevate,  e  atti  ad  utiliz- 
zare la  locouiobile  di  O-H  cavalli,  quale  di  frequente  già 
si  trova  neir  azienda  agraria  [)er  la  trebbiatura  dei  cereali. 

Fra  questi  tentativi,  quello  recente  della  ditta  Violati 
Toscari  merita  di  essere  conosciuto,  poiché,  perfezionato 
in  alcune  parti,  esso  potrà  probabilmente,  in  certe  non 
rare  condizioni,  avere  un  avvenire.  Il  sistema  Violati 
Tescari  fu  pr(\s(Mitat<»    audio   al   (concorso   per  aratura  a 


i 


Macchine  agrarie  257 


vapore,  touuto  a  Milano  in  occasione  doli'  Esposizione 
del  1906  ;  e  la  giurìa  lo  trovò  degno  di  incoraggiamento. 
Si  tratta  di  un  apparato  per  aratura  funicolare,  a  motrice 
tìssa,  sistema  round-about  o  Howard  :  consiste  in  un  argano 
a  doppio  effetto,  con  fune  di  trazione,  5  puleggie  di  rinvio 
con  altrettante  àncore,  ed  aratro  monovomere  a  bilancere. 
L' attacco  dell*  aratro,  speciale,  a  squadra  zoppa  e  prisma 
a  cassetto,  permette  di  effettuare  il  ribaltamento  del  bilan- 
cerò e  la  ripresa  del  lavoro  per  il  ritorno  pressoché  senza 
perdita  di  tempo.  E  questa  la  parto  più  caratteristica 
deir  apparato,  per  la  quale  i  costruttori  lo  hanno  battez- 
zato col  nome  di  apparato  a  trazione  continua. 

Altre  particolarità  del  sistema,  di  fronte  ai  congeneri, 
sono  queste  ;  V  argano  a  doppio  effetto,  ad  asse  orizzon- 
tale, viene  fissato  sul  terreno,  dopo  levate  le  ruote  di 
trasporto,  indipendentemente  dalla  locomobile,  dalla  quale 
riceve  il  movimento  mediante  cinghia.  L'arresto  ed  inver- 
sione del  senso  di  trascinamento  si  ottiene  mediante  spo- 
stamento di  cinghia.  Le  puleggie  di  rinvio  sono  semplici, 
portate  da  telaio  in  legno,  fissate  ognuna  alla  rispettiva 
ancora  e  spostate  a  mano.  Tutto  V  apparato,  escluso  il 
motore,  costa  circa  L.  6000.  La  velocità  media  dell'aratro 
risulta  assai  forte,  per  la  soppressione  dei  perditempi  al- 
l' estremità  dei  solchi  e  per  la  forte  velocità  effettiva 
durante  il  loro  tracciamento.  In  terreni  sciolti  e  di  consi- 
stenza uniforme  si  può  ritenere  che  si  arino  2  ettari  per 
giorno  di  10-12  ore.  Il  costo  dell'ettax'o  arato,  supposte 
100  giornate  lavorative  all'anno,  sta  intorno  alle  24  lire. 
Perciò  l'aratura  con  l'apparecchio  Violai i-Tescari  sì  pre- 
senta,  in  condizioni  che  si  possono  frequentemente  verifi- 
care nelle  nostre  aziende,  decisamente  vantaggiosa  in  con- 
fronto dell'  aratura  a  buoi  ;  più  ancora  potrà  diventarlo, 
ove  si  diminuisca  il  costo  dell'  impianto,  ciò  che  sarà 
possibile  specialmente  mediante  modificazioni  all'  argano. 

Rimandiamo  per  maggiori  particolari  alla  relazione 
del  prof.  ing.  M.  Castelli  sul  citato  concorso  di  aratura  a 
vapore,  relazione  che  sarà  pubblicata  insieme  con  le  altre 
riguardanti  l'esposizione  di  Milano.  Una  buona  descri- 
zione illustrata  del  sistema  trovasi  nella  Rivista  agraria 
polesana,  1907,  N.  2  e  8.  À.  kS. 

♦ 

Il  dott.  X.  Novelli  descrive  xuA  Bollettino  della  Cat- 
tedra ambulante  d' agricoltura  della  Lomellina  una  nuova 
macchina  poi  risicultori.  Si  tratta  di  un  «  pulitore,  wisu- 


258  Agrama 

ratore,  insaccaiore  e  numeratore  per  risoni  »  macchina 
ideata  da  un  intelligente  risicultore.  Con  questa  macchina 
sono  soppresse  tutte  le  operazioni  lunghe  e  laboriose  che 
il  riso  richiede  una  volta  trebbiato,  sia  per  la  pulitura  sia 
por  l'insaccatura,  operazioni  che  durano  in  aziende  impor- 
tanti, molti  giorni.  Troppo  lungo  sarebbe  dare  una  descri- 
zione minuta  dell' apparecchio  :  ci  limiteremo  a  dire  che 
esso  si  compone  di  un  elevatore  a  catena  con  secchielli 
il  quale  porta  il  risone  ad  un  crivello  rettangolare  oriz- 
zontale dotato  di  movimento  oscillante  continuativo.  Per 
esso  il  risone  viene  pulito  dalla  terra  e  dai  semi  di  erbe 
infestanti  che  scendono  in  uno  speciale  recipiente:  esso 
poi  passando  attraverso  i  fori  della  lamiera  cade  su  un 
piano  inclinato,  pure  dotato  di  movimento  oscillatorio,  ove 
por  mezzo  di  un  ventilatore  vien  separato  dalle  pagliuzze 
e  dai  semi  vuoti. 

Infine  il  risone  va  in  una  coclea  che  lo  accompagna 
ad  un  altro  elevatore  e  da  questo,  dopo  esser  passato 
attraverso  ad  un  misuratore,  va  a  finire  nel  sottoposto 
sacco.  Il  lavoro  della  macchina  è  di  121)  Ettolitri  all'ora. 
La  si  può  far  funzionare  mediante  una  trasmissione  a 
fune  derivata  dalla  ruota  stessa  che  aziona  la  trebbiatrice; 
la  forza  ch(^  si  richiede  è,  del  resto,  pochissima. 

Nella  macchina  è  regolabile  il  lavoro  per  rendere  più 
o  meno  accurata  la  pulizia.  Disponendo  di  una  forza 
motrice    mobile  anche   la  macchina   può  essere   mobile. 

I  pregi  della  macchina  consistono  pure  in  ciò,  che 
con  essa  ai  evita  lo  sbianchimento  cui  va  soggetto  il  riso 
quando  vien  palato  suir  aja,  è  pure  evitata  la  formazione 
(li  tutti  quei  cascami,  la  cernita  dei  quali  è  poi  si  lunga 
e  laboriosa  :  sono  resi  impossibili  gli  errori  nella  nume- 
razione dei  sacchi.  E.  G. 

XV.  —  Caseificio. 

II  prof.  Pirocchi,  direttore  dell'Istituto  Zootecnico  della 
K.  Scuola  Superiore  di  Agricoltura  di  Milano,  ha  com- 
piuto esperienze  interessanti  per  la  soluzione  del  problema 
«  qual  sia  per  la  regione  lombarda  il  miglior  modo  di 
tit aizzare  il  latte  scremato  nelV alimentazione  dei  vitelli  ». 

Ed  in  proposito  ha  compiuto  duo  serie  di  esperienze: 
la  prima  nella  stalla  deir  Istituto  zootecnico  e  Y  altra  in 
quella  dei  signori  fratelli  Vittadini  in  (iambaloita,  e  su  di 
esse  ha  riferito  nel  voi.  VI  ìXqW  Annuario  delV  Istitu- 
zione Potiti. 


CaJteificio 

I  vitelli  in  numero  di  24  sono  stati 
di  4  capi  ciascuno  ;  nei  primi  Ti  gruppi 
tata  la  somministrazione  di  latte  scrom; 
farina  di  riso,  con  farina  di  granoturco, 
olooniargarina:  nel  quinto  è  stata  speri[ 
lanza  in  diverse  proporzioni  di  latte  in 
mate;  l'ultimo  gruppo  ha  servito  a  din 
nienza  o  mono  dell'  ingrassamento  pi 
mento  con  latte  intero,  li^on  possiamo  q 
modo  di  somministrazione  dei  singoli 
dire  che  la  farina  di  riso,  quella  di  gran 
furono  date  alio  stato  di  pappina  e  cotti 
r  oleomargarina  si  aggiunse  al  latte  me 
Bozzi  ;  le  pappino  ed  il  latte  si  som: 
temperatura  di  34-35  C,  usando  il  poppi 
ficato  dal  prof.  Pìrocchi. 

Questi,  nella  sua  pubblicazione  ha  < 
tamente  tutti  i  dati  che  si  obbeiM}  da  < 
riguanlo  allo  stato  di  saluto  dei  singoli 
lo  prove,  riguardo  al  rendimento  netl( 
caratteri  della  carne  da  essi  forniti, 
mediante  accurato  esame  degli  animali  ma 
comparativo  dello  carni  stesse  dopo  aver 
diversi  modi  di  eottura. 

N'ei  riguardi  fisiologici  i  risultati  si  ] 
duare:  ottimi  allorché  ì  vitelli  sono  sia 
latte  scremato  e  fecola  o  con  latte  sere 
granoturco:  buoni  quando  i  vitelli  iiaun 
garinato:  disnn>ti  quando  hanno  ricovu 
e  farina  di  riso  n  mescolanza  di  latte 
intero.  N'ei  riguardi  economici  invece 
dire  sono  stati  sempre  ottimi,  e  a  dim 
basta  citare  i  seguenti  dati:  i  jirczzì,  ai 
toposti  agli  os{)orÌmenti  hanno  pagato  i 
haunii  oscillalo  fra  un  minimo  di  I..  H,( 
di  L,  |.j,;u  al  (j.le,  inoltre  le  medie  di 
colate  nei  diversi  gruppi  di  vitelli  hii 
L.  il,'iT  e  L.  \2,T1  al  q.le  di  latto  scrom 

|ji  (juestione  della  riiri'oHii  e  'ti-nu 
Intlr  /mni  ari  ifiilri  iiopnìoai  ò  sempre 
atteiizinni<  da  parie  degli  ifrionisti.  In  i>c( 
sizione  ili  Milano  rj<-l  \'MW,  fu  l>;nidili>  m 
nazionale  al  premio  It^alo  indivisibile  il 


300  Agraria 

inìg-lioro  organizzazione  dimostrata  efficace  dall'esperienza 
tunque  i  coiicorreiili  fos- 
due  tedeschi,  un  danese, 
la  Corainissioue  giudiea- 
seg;uaro  il  premio  a  nes- 
:r  varie  ragioni  esposte 
sua  relazione,  ed  in  que- 
lli deve  informarsi  un  or- 
ttivamonte  ai  requisiti  del 
)  cosi  riassumere:  1."  la 
ève  esser  fatta  con  latte 
a  avuto  bisogno  di  essere 
amonto  (  pastorizzaziono, 
ato;  2."  si  deve  conside- 
ibile  per  assicurare  latte 
ito  a  tale  stato  di  purezza, 
ng'ìtura  filtrato  cosi  radi- 
:|ualunque  filtrazione  ix)- 
ioni,  e  soprattutto:  a)  per- 
che i  microrgrauìsmi  in- 
pecialmento  insediati  ed 
iiuie,  le  quali  consistono 
*olidi  delle  vaccine.  Que- 
abili  scuotimenti  del  latte 
la  alla  latteria  venj^no 
Ifoiidouo  nel  latte  e  non 
[unlsiasi  filtro  adatto  per 
insa  qualunque  la  teuiito- 
[lasso  si  ilnvease  elevai-e, 
ria  ilovesse  essere  ritar- 
ffio  di  moltiplicarsi  e  di 
otti  di  ricambio.  Se  real- 
lopo  la  mungitura  ò  ese- 
do completo,  allora  una 
considiTata  uoji  solo  su- 
ari  di  <iualuuque  manipo- 
quiisi    i  nevi  labi  bidente  a 


i   rnitti  dHIo  hi] 


Caseificio  261 


portanza  ha  assunto  la  bacteriolo^ia  casearia,  e  vanno 
citati  a  questo  riguardo  gli  esperiraenti  compiuti  a  IVenno 
dal  prof.  Gorini  por  introdurre  nella  fabbricazione  del 
formaggio  di  grana  lodigiano  V  uso  dei  fermenti  selezio- 
nati. Lo  esperienze  ebbero  esito  felice  ed  oggi  una  So- 
cietà in  forma  cooperativa  distribuisce  da  Milano  fermenti 
a  quanti  fra  i  soci  ne  facciano  richiesta.  In  Svizzera  pure 
si  ò  iniziato  in  questi  ultimi  anni  la  fabbricazione  indu- 
striale del  formaggio  Emmenthal  coi  fermenti  selezionati 
del  Freudenreich.  Nel  laboratorio  di  Liebefeld  presso 
Berna  si  ha  a  fianco  di  un  vero  caseificio  una  stalla  con 
animali  e  foraggi,  e  si  adotta  su  larga  scala  1'  aggiunta 
in  caldaia  (ìì  fermenti  selezionati  lattici  speciali,  quegli 
stessi  che  il  Freudenreich  aveva  riconosciuto  predomi- 
nare nella  pasta  tutte  le  volte  che  la  fabbricazione  pro- 
cede regolare  e  la  maturazione  ha  esito  felice.  Ora  il 
laboratorio  di  Liebefeld  mette  giornalmente  in  commercio 
una  discreta  quantità  di  flaconcini  di  coltura  pura,  e  in 
pratica  si  va  sempre  più  assodando  ^  la  convinzione  che 
il  loro  impiego  riesce  veramente  di*  sensibile  aiuto  al- 
l'opera  del  casaro.  In  Francia  è  il  prof.  Mazé  dell'Isti- 
tuto Pasteur  che  compie  importantissimi  studi  in  questo 
campo  della  bacteriologia  casearia,  selezionando  ed  espe- 
rimentando presso  un  industriale,  fabbricatore  di  formaggi 
molli  Camembert,  tutta  una  serie  di  fermenti  lattici,  onde 
riconoscere  le  varietà  meglio  atte  a  ripristinare  la  flora 
bacterica  buona  nel  latte  pastorizzato.  I  risultati,  se  non 
ancor  decisivi,  sono  già  molto  incoraggianti,  quantunque 
adottando  la  pastoriz/azione  del  latte  nell'intento  di  di- 
struggere i  fermenti  buoni  ed  i  fermenti  cattivi,  per  ag- 
giungervi poi  i  fermenti  selezionati  buoni,  si  porti  la  fab- 
bricazione in  un  campo  affatto  nuovo  e  quindi  irto  di 
difficoltà.  Già  però  due  allievi  del  Mazè  si  sono  dati  allo 
sfruttamento  del  metodo  e  hanno  fondata  una  latteria, 
ove,  pare,  si  fabbricano  correntemente  Camemberts  e 
Brie  con  latte  pastorizzato  e  fermenti  selezionati.  Al- 
l'opera poi  degli  scienziati  nord-americani  è  dovuto  il 
metodo  della  maturazione  dei  formaggi  nei  frigoriferi  : 
metodo  che  colà  è  già  entrato  nella  pratica  comune.  È  in- 
fatti dimostrato  che  i  formaggi  canadesi  tipo  Cheddar 
matiu*ano  regolarmente,  sebbene  più  lentamente,  tenuti  a 
zero  gradi;  ora  a  questa  temperatura  si  evitano  il  gon- 
fiore e  tanti  altri  malanni  che  colpiscono  nel  cuore  della 
stagione  calda  i  nostri  formaggi,   poiché  colla  conserva- 


Caseificio  -  Enologia 


2G8 


■•  * 


invece  in  putrefazione.  I  mierorg'anismi  della  putrefa- 
zione, in  notevole  quantità  nel  latte,  vanno  gradatamente 
diminuendo  nel  formaggio  perchè  in  ambiente  acido  non 
possono  svolgere  la  loro  attività.  Del  resto,  anche  il  pra- 
tico può  esperimentare  questo  fatto,  impoverendo  il  coa- 
gulo di  zucchero  di  latte  in  modo  da  ottenere  una  specie 
di  formaggio  costituito  solo  da  grasso  e  caseina;  esso 
non  tarda  ad  entrare  in  putrefazione,  specie  se  la  tem- 
peratura si  aggira  fra  i  25-80*'  C.  Ciò  vale  ad  illuminare 
intorno  agli  agenti  del  tanto  lamentato  guaio  del  gon- 
fiore, perchè  nel  mentre  appaiono  nella  pasta  i  caratteri 
della  putrefazione,  viene  questa  anche  invasa  da  vacuo- 
sita  dovute  a  germi  produttori  di  gas  i  quali  in  pratica 
per  fortuna  agiscono  assai  raramente,  essendo  ostacolati 
dai  fermenti  lattici  che,  rendendo  acida  la  pasta,  vi  creano 
un  ambiente  ostile  al  loro  sviluppo. 

Del  fatto  adunque  che  la  fermentazione  lattica  costi- 
tuisce un'ottima  arme  contro  i  fermenti  gasogeni  dovrebbe 
saper  trar  profitto  il  casaro,  assecondando  i  fermenti  lat- 
tici nelle  loro  esigenze  di  vita.  Così  si  opera  nella  con- 
fezione della  pasta  filata  per  fabbricare  il  cacio  cavallo 
ed  i  provoloni.  Il  casaro  napoletano  li  prepara  sempre 
in  tini  vecchi,  in  cui  abbondano  i  fermenti  acidi,  poi  fatta 
la  pasta,  cerca  d'assecondare  al  massimo  le  fermentazioni 
acide,  mantenendo  quella  sotto  siero  caldo.  I  fermenti  lat- 
tici che  all'inizio  si  sviluppano  spesso  a  fianco  dei  gaso- 
geni capaci  di  occhiare  nella  prima  ora  la  pasta,  pren- 
dono poi  il  sopravvento  sopra  tutti,  ed  impregnano  la 
caseina  di  tale  dose  di  acidità  che  in  essa  non  troverà 
più  facile  vita  la  parte  maggiore  dei  microorganismi  pro- 
duttori di  gas. 

Riconosciuta  alla  fermentazione  lattica  così  capitale 
importanza  nella  fabbricazione  dei  formaggi,  segue  logica 
la  conclusione  che  un'  adeguata  aggiunta  di  speciali  fer- 
menti lattici,  dovrà  dare  sicuro  vantaggio  nella  pratica. 
Puri  fermenti  lattici  sono  infatti  le  culture  che  in  Sviz- 
zera e  Francia  si  mettono  in  commercio  per  migliorare 
la  fabbricazione  dei  formaggi  duri  tipo  Emmenthal  e  dei 
formaggi  molli  tipo  Camembert,  e  con  ottimi  risultati. 

E.  (J. 

XVI.  —  Enologia, 

Il  dott.  Eurico  Pantanelli  ha  pubblicato  uno  studio 
sulla  vinificazione  al  bisolfito  con  fermento  puro  del  Lam- 


~*  «1 


•Y^' 


^L 


'    .«r. 


204  Agitiria 

hriisco  i^iaz,  eperimenlali  Agrarie  Italiane,  fase.  VI- VII, 


I.  — 

Holto  qi 
lenza  dell': 
il  quadro, 
*  trasformi 
delle  epecii 
(i.  Boriniei 
inauifcata  : 
ed  opinion 


Inii  tomenti; 
Flatumario 

Notianii 
fra  1'  altro 
tfinazioiie  < 
tutto  una  < 
luzione  nel 

Venotid 
ai  uoalri  k 
scomparsa 
ili  epoca  a 
quale  appu 
numero  di 


zherodo,  carnivoro  le  cui  zanne  erano  tre 
i  di  quelle  della  tigre,  e  molte  altre  specie 
si  trovano  commiati  ai  residui  umani  nelle 
intissima  della  contemporaneità  dell'uomo 
.itinti  ci  è  offerta  dai  disegni  e  dalle  »cu1- 
'o,  ili  corno  di  reniin,  e  dalle  pitture  poli- 
elle  grotte,  che  gli  animali   stessi  rappre- 

e  altre  forme  si  estinguono  successiva- 
Ili  giganti  e  senaa  ali,  gli  epionii  del  Ma- 
delia  Nuova  Zelanda,  i  terribili  inoa  le 
I  oggi  ancora  si  celebrano  nei  canti  popò* 
li.  Altro    iicello    scomparso,   il    aingolar» 

isola  Maurizio,  che  ne  ospitava  ancora 
;idui  nel  secolo  XVI;  oggi  non  ve  n'  ha 
zione  fu  dovuta  per  la  maggior  parte 
^ani  nt-ir  isola.  L'uiv)  od  auroch,  il  gran 
in  tutta  [■  Europa  centrale  6no  al  Medio 
<  quasi  pili,  essendo  appena  rappresentato 
!  nel    Caucasi    ed    in    certe    foreste  della 

mt*desimi  assistiamo  ad  una  rapida  dimì- 
dei  rappre.seu tanti  dì  molte  forme  animali. 
Pica,  il  leone,  V  ele/'anle,  il  cantoro,  e  di 
il  tasso  xel'milco  e  le  gigantesche  sequoie 


ipi  bastano  ad  attestare  ohe  non  ò  raro 
I  specie  ;  ma,  —  si  doinaiuia  !' A.,  — 
assistere  alla  fiirmazioiio  d'  una  specie 

iiiimette  l'A.  sulla  base  delle  uotc  espo- 
—  che  la  ^oncniziono  spoutanea  non 
pnre  che,  —  come  dimostra  la  paleon- 
.  esseri  viventi  nelle  antiche  epoche 
'ersi  dagli  esseri  attualmente  viventi, 
dell'ammettere  che  ffli  organismi  si 
discendendo  gXì  uni  dagli  altri.  Ma 
le  del  trasformismo  è  in  qualche  modo 
per  assurdo  :  i  <  naturalisti  attuali  sono 
(ed  in  altro  punto:  «  si  può  dire  che 
>  pochi  naturalisti  che  non  siano  più 
i  »:  avviso  a  (jnclli,  naturalisti  o  no, 
naturalisti,  che  vanno  predicando  la 
lenza  essere  detìnitivamcntc'  tramon- 
■cli('   non    possono    immaginare   altro 


Trasformazione  e  formazione  di  specie 


267 


/ 


modo  di  spiegare  la  successione  delle  faune  e  delle  flore 
diverse,  che  hanno  occupato  di  volta  in  volta  la  super- 
ficie del  nostro  pianeta;  perchè  non  possono  concepire 
altrimenti  resistenza  dei  legami  multipli,  delle  transi- 
zioni numerose,  che  si  stabiliscono  fra  tutte  le  forme 
animali  o  vegetali  ».  Ma  «  lo  spirito  non  sarà  soddisfatto, 
se  non  quando  si  saranno  trovate  le  cause  e  si  sarà  spie- 
gato il  meccanismo  di  queste  trasformazioni;  se  non 
quando  sarà  stato  possibile  provare  sperimentalmente 
come  i  discendenti  di  esseri  simili  pervengano  a  differire 
gli  uni  dagli  altri  in  guisa  da  costituire  delle  specie  di- 
stinte, i  cui  caratteri  ereditari  si  mantengano  per  un 
lungo  periodo  ».  Onde  si  è  ripetuto  incessantemente  ai 
trasformisti  che,  mentre  si  vede  come  e  perchè  una  specie 
sparisce,  non  si  vede  come  e  perchè  sorga.  Ed  è  noto 
r  appello  di  qualche  avversario  del  trasformismo:  «  fateci 
assistere  alla  creazione  d'  una  specie  e  noi  saremo  piena- 
mente convinti  ». 

Ora  negli  ultimi  tempi  si  è  potuto  rispondere  a  queste 
domande  non  più  con  «  ipotesi  fondate  su  ingegnose 
osservazioni  »,  come  quelle  di  Lamarck  o  di  Darwin,  ma 
con  vere  e  proprie  esperienze  che  ci  fecero  assistere  alla 
«  trasformazione  di  una  specie  in  un'  altra  »  ed  alla 
«  creazione  di  specie  nuove  ».  Comunque  compiuto  e  da 
chiunque  e  sotto  la  luce  di  (jualsivoglia  ipotesi,  queste 
esperienze  costituiscono  «  un  insieme  di  fatti  dimostra- 
tivi »,  che  r  A.  vuol  riuniti  sotto  il  titolo  di  trasformismo 
sperimentale. 

Siffatte  ricerche  presentano  nel  campo  zoologico  dilìicoltà 
di  gran  lunga  maggiori  che  nel  campo  botanico.  Per  esempio^ 
è  più  malagevole  allevarejgli  animali  di  quello  che  i  vegetali 
in  un  ambiente  determinato,  essendo  più  facile  per  le  piante 
che  non  per  gli  animali  stabilire  e  controllare  le  condizioni 
di  vita  e  seguirne  gli  eftetti  suir  organismo.  «  Cosi  si  spiega 
perchè  le  ricerche  di  biologia  vegetale  intorno  a  questa  que- 
stione sono  più  numerose  delle  ricerche  zoologiche  ».  Ad  ogni 
modo  non  mancano  interessanti  esperienze  condotte  su  specie 
animali. 

Gli  animali  più  elevati  per  organizzazione  costituiscono  gli 
oggetti  di  studio  più  diiHcili,  onde  si  hanno  pochi  r  sultati 
positivi  concernenti  i  mammiferi  e  gli  uccelli.  Pei  primi,  T  A. 
ricorda  alcune  esperienze  atte  a  dimostrare  che  il  freddo  svi- 
luppa il  pelame  nelle  capre,  nei  gatti  e  in  diversi  altri  ani- 
mali tenuti  in  frigoriferi.  Per  gli  uccelli  esperienze  più  impor- 
tanti sono  state  fatte  con  certe  specie  di  gabbiani.   L^  inglese 


268  Storia  naturale 


Huuter  è  riuscito  a  nutrire  per  tutto  un  anno  un  Larus  tri- 
dactylus  esclusivamente  di  semi,  mentre  gli  animali  di  questa 
specie  vivono  esclusivamente  di  pesci:  il  cambiamento  del  re- 
gime alimentare  ha  prodotto  la  modificazione  anatomica  del 
gozzo,  che  ha  acquistato  alcuni  dei  caratteri  distintivi  del 
gozzo  dei  granivori.  Ma  esperienze  ancora  più  dimostrative 
furono  fatte  sugli  ùhsetfi:  fra  le  quali  notevoli  quelle  di  Standfuss 
e  Weismann,  in  parte  da  noi  già  riassunte  in  precedenti 
Annuari.  Cosi,  raffreddando  le  crisalidi  della  Vantsita  prorsa, 
per  farle  sfarfallare  ad  una  temperatura  media,  si  ottiene  la 
V.levana;  reciprocamente,  facendo  schiudere  crisalidi  di  questa 
specie  ad  una  temperatura  elevata,  si  ottengono  farfalle  iden- 
tiche agli  esemplari  di   V,  prorsa. 

Altri  esperimenti  sono  stati  fatti  con  i  crostacei^  i  molluschi 
ed  altri  animali  inferiori  acquatici,  tentando  di  modificare 
la  loro  forma  col  farli  passare  dall'acqua  salata  del  mare  nelle 
acque  salmastre,  poi  nelle  acque  dolci  e  viceversa.  Impressio- 
nanti a  tal  proposito  le  esperienze  di  Schmankewitsch,  che 
sono  state  condotte  su  tre  crostacei  fillopodi;  Branchipus 
staffilai is,  delle  acque  dolci,  —  Artemia  salina,  delle  acque 
salmastre,  —  A,  Milhauseni^  del  mare.  Partendo  dalla  specie 
delle  acque  salmastre,  Schmankewitsch,  mediante  allevamento 
in  acque  sempre  meno  salate,  ha  potuto  assistere  alla  trasfor- 
mazione graduale  dei  diversi  organi,  finché,  dopo  poche  gene- 
razioni, VA,  salina  si  cangiava  completamente  nel  B.  stagn<ilis, 
che  vive  nelle  acque  dolci.  In  quella  vece,  elevando  a  poco  a 
poco  la  salsedine  dell'acqua,  ò  riuscito  a  trasformare  la  stessa 
specie  delle  acque  salmastre  nelP  A.  Milhauseni,  che  vive  nel 
mare.  E  giova  notare  che  questi  cambiamenti  investono,  non 
solo  la  forma  dell' animale  in  tutte  le  sue  parti,  testa,  antenne, 
zampe,  branchie,  segmento  caudale,  ma  anche  la  struttura 
interna.  Locard,  Whitfield.  Baudon  hanno  osservato  trasfor- 
mazioni consimili  in  molluschi,  per  effetto  di  cambiamenti 
nella  pressione,  nell'agitazione,  nelPest4^»nsione  dell'ambiente, 
in  cui  vivono. 

Vanno  infine  ricordati  gli  sperimenti  relativi  alle  trasfor- 
mazioni degli  animali  sotto  l' iniiuenza  della  ?;/7«  /ie//'o«c?<re7à 
o  nella  luce.  Sono  noti,  ad  esempio^  i  lavori  in  proposito  del 
Viré,  da  noi  già  riassunti  nelJ'  Annuario.  Prima  ancora  del 
naturalista  francese,  l'americano  Packard  constatava  i  cam- 
biamenti avvenuti  in  animali  c^verniroli  allevati  alla  luce; 
cosi  certi  protei,  scolorati  nel  loro  ambiente  naturale  oscuro, 
acquistano  il  pigmento  in  acquario  alla  lue;  certi  crostacei 
del  genere  (lammarus,  privi  degli  occhi  nellecaverne,  lorodimora 
abituale,  li  riacquistano  a  poco  a  j>oco,  se  tenuti  alla  luce. 

Come  si  è  accennato,  nel  mondo  delle  piante  la  messe  di 
questo  «  trasformismo  sperimentale  »  è  ben  più  copiosa  e  signi- 
ficante, e  r  A.  ne  offre  un  vasto  (juadro,  ricordando  molte  espe- 
rienze, che  noi  stessi  abbiamo  riassunto  man  mano  in  prece- 
denti volumi  dell'  Annuario. 


Trasfonnazimie  e  formazione  di  specie  2(59 


Alcune  di  esse  sono  già  abbastanza  vecchie:  per  es.  quell'i 
del  russo  Lewakoffski,  un  precursore  di  circa  trentanni  fa, 
il  quale,  costringendo  un  tralcio  di  rovo  a  restare  immerso 
neir  acqua,  metteva  in  evidenza  le  modificazioni  ii  struttura. 
che  si  producono  in  piante  aeree  messe  a  vegetare  nell'  ani 
biente  acquatico.  Un  naturalista  irlandese,  di  pochi  anni  più 
recente,  Rauwenhoff  rivelava  i  profondi  cambiamenti  nella 
t'orma  e  nella  struttura  delle  piante  determinati  dallo  sviluppo 
air  oscuro. 

Un  bel  contributo  a  questo  genere  di  studi  ha  recato  il 
francese  Costantin,  che  ha  indagato  la  trasformazione  dello 
piante  sotto  l' influenza  di  diversi  fattori,  come  1'  aci^ua  e  la 
luce.  Tutta  una  serie  di  ricerche  di  questo  naturalista  versa 
suir  anatomia  sperimentale  delle  piante  acquatiche.  Modificando 
r  ambiente,  da  aereo  ad  acquatico,  egli  ha  provocato  mod idea- 
zioni di  forma  e  d'  organizzazione,  non  solo  nelle  foglie,  iii:i 
anche  nei  fusti  e  nelle  radici;  e  queste  metamorfosi  dei  tessuti 
sono  a  volte  cosi  complete  che  tra  i  fusti  sommersi  di  due  piante 
differenti  e'  è  molto  maggior  somiglianza  di  quello  che  tra  iJ 
fusto  sommerso  ed  il  fusto  aereo  della  stessa  pianta.  Infatti 
non  soltanto  la  forma  esterna  della  pianta  o  dei  suoi  organi 
diviene  diversissima,  quando  si  faccia  crescere  il  vegetale  nel- 
r  acqua,  invece  di  lasciarlo  svilupparsi  neiraria;  ma  anclit- 
la  natura  dei  tessuti  e  fin  V  elemento  organico  più  microscopito 
acquistano  caratteri  nuovi  Cosi  nelle  foglie  cresciute  sot 
t'  acqua  si  osserva  la  scomparsa  degli  stomi,  tanto  numerosi 
nelle  foglie  cresciute  in  seno  all'  aria;  lacune  aeree  si  formano 
nelle  piante  terragnole  tenute  sommerse,  mentre  scompaiono 
nelle  piante  acquatiche  esposte  all'  aria  libera:  ad  es.  nel- 
r  Ifottonia  paluatris.  Si  realizzano  anche  fatti  curiosi:  per  es. 
una  foglia  di  Ranunculus  aquatiliSy  cresciuta  col  lembo  metà 
fuori  e  metà  defitro  V  acqua,  presenta  la  metà  emersa  lami- 
nare, larga,  dentata,  e  la  metà  sommersa  divisa  in  sottili  frastagJ  i. 
Lo  stesso  Costantin,  facendo  vegetare  fusti  ordinari,  aerei,  in 
larghi  tubi  pieni,  di  terra  e  ricoprendoli  sempre  di  terra  al 
disopra  dell'  apice,  è  riuscito  a  convertirli  in  organi  aventi 
tutti  i  caratteri  dei  rizomi. 

Lothelier,  allevando  piante  in  aria  umida,  ha  potuto   dinio 
strare  che  V  umidità  atmosferica  riduce  o  sopprime  la  forni;i 
zione  delle  spine  e  degli  aculei:  cosi    il    crespino   diventa   nn 
arbusto  con  le  foglie  tutte  normalmente  sviluppate,  cioè  senza 
foglie  convertite  in  spine;  i  cardi  diventano  quasi  inermi,  ec< 
Viceversa  lo  stesso  autore  ha  provo<*.ato  la  formazione  o  Far 
centuazione  delle  spine  in  piante  allevate  nell' aria  mantenuta 
secca  dall'  acido  solforico. 

Lesage  ha  impreso  lo  studio  comparato  dei  vegetali  lit  » 
ranei.  crescenti  in  suolo  salino,  e  dei  loro  analoghi  continen 
tali;  inoltre  con  appropriate  esperienze  di  culture,  è  riusci t 
a  far  crescere  piante  continentali  in  terreni  sempre  più  rìc(  !i 
di  sale,  giungendo  fino  a  dar  loro  tutti  i  caratteri  delle  piani 


o 


270  Stona  naturale 


marine.  Notevole,  ad  es.,  la  riduzione^^della  clorofilla  in  granuli 
meno  verdi,  più  piccoli  e  meno  numerosi.  E  qui  ricordiamo  le 
belle  ricerche  del  Diels,  che  abbiamo  estesamente  riassunte  a 
suo  tempo  neW Annuario^  sulle  piante  dei  terreni  salini.  Mol- 
liard,  i  cui  studi  sono  pur  noti  ai  nostri  lettori,  ha  messo  in 
evidenza  1*  azione  dei  parassiti  sulla  forma  e  sulla  struttura 
delle  piante,  e  quella  particolarmente  delle  soluzioni  organiche. 
Egli  è  riuscito  a  far  sviluppare  completamente  una  fanero- 
gama, dal  seme  al  frutto,  alimentandola  con  glucosio  o  sacca- 
rosio ;  e,  ad  es.,  il  ravanello,  allevato  cosi,  in  ambiente  precluso 
alle  comunicazioni  coir  aria,  perde  la  facoltà  della  tuberizza- 
zione  della  radice. 

Altri  autori  ed  altri  lavori  cita  il  Bonnier:  Gain,  che  ha 
indagato  l' influenza  del  suolo  umido  o  secco  sull'  epoca  della 
fioritura;  Lloyd  e  Griffon,  Fazione  del  sale  su  IP  organizzazione 
e  sulla  vita  delle  piante;  Jaccard,  T  influenza  delle  variazioni 
della  pressione  dell'aria;  Dufour,  Fazione  della  luce  sulla 
struttura  delle  foglie,  Curtel  sui  fiori,  Maige  sui  caratteri  dei 
fusti  striscianti  o  rampicanti,  ecc. 

Naturalmente  non  manca  T  A.  di  citare  V  opera  propria, 
che  in  questo  dominio  del  trasformismo  vegetale  è  stata,  — 
com*  è  ben  noto  anche  ai  nostri  lettori,  —  assai  considerevole 
Cosi  egli  ricorda  le  proprie  curiose  esperienze  sulla  sensitiva, 
che,  fatta  sviluppare  sott'  acqua,  perde  a  poco  a  poco  la  sua 
facoltà  caratteristica;  onde  non  è  dubbio  che  di  generazione 
in  generazione  si  finirebbe  con  V  ottenere  sensitive  sommerse 
di  forma  e  struttura  affatto  modificate,  in  guisa  da  esservi 
assolutamente  aboliti  i  noti  movimenti  di  reazione,  insomma 
delle  «  sensitive  in.sensibili  ».  In  un  capitolo  speciale  del  libro 
sono  esposte  estesamente  le  note  esperienze  dell'  A.  intorno 
air  influenza  del  clima  alpino  o  di  pianura,  del  clima  setten- 
trionale o  meridionale  sulla  conformazione  e  sull'  anatomia 
delle  piante:  dall' insieme  delle  quali  esperienze  risulta  che, 
cambiando  di  clima  ai  vegetali  od  anche  realizzando  intorno  ad 
essi  artificialmente  le  principali  condizioni  di  un  clima  dato, 
si  può  modificare  la  loro  forma  ed  anche  la  loro  struttura 
più  intima,  in  guisa  da  far  loro  acquistare  tutti  i  caratteri 
delle  specie  consimili  che  crescono  naturalmente  in  quei  dati 
climi  o  regioni. 

'  Tutto  il  vasto  ed  intenso  lavorìo,  che  negli  ultimi 
tempi  si  è  andato  accentuando  nel  campo  del  trasfor- 
mismo sperimentalo,  ha  servito  segnatamente  a  dimo- 
strare fuor  d' ogni  dubbio  la  variabilità  delle  specie^ 
facendo  vedere,  come  osserva  V  A.,  che  i  cosidetti  «  carat- 
teri specifici  >  non  sono  punto  così  fìssi  da  essere  immu- 
tabili; e  di  questa  variabilità  si  sono  svelati  alcuni  fat- 
tori, come  le  condizioni  dell'  ambiente.  Ma   ad   una  vera 


Trasformazione  e  formazione  di  specie  271 


creazione  di  specie  nuove  ci  ha  fatto  assistere  il  De  Vries 
con  le  sue  ormai  celebri  mutazioni:  e  dolT  opera  del 
botanico  olandese  il  Bonnier  tratta  estesamente,  metten- 
done in  degna  luce  la  grande  importanza.  Di  quest'  opera 
avendo  noi  stessi  parlato  diffusamente  e  ripetutamente 
neir  Annuario^  qui  ci  basti  richiamare  che  la  mutazione 
è  una  variazione  brusca  della  specie,  per  cui  essa  si 
fraziona,  a  cosi  dire,  improvvisamente,  senza  graduali 
passaggi  e  modificazioni,  in  più  o  meno  numerose  specie 
nuove;  esempio  tipico  V  Oenothera  lamarckiana^  da  cui 
il  De  Vries  ha  veduto  sorgere  bruscamente  V  ().  rubri- 
nervis^  V  O.  nanella^ed  altre  forme,  che  da  molti  anni  si 
mantengono  immutate,  trasmettendo  ereditariamente,  per 
seme,  i  loro  caratteri.  Un  rilievo  del  Bonnier  in  proposito 
merita  d'essere  accennato:  a  suo  parere,  le  nuove  specie 
così  ottenuto  dal  De  Vries  non  sono  vere  «  specie  lin- 
neane  »,  ma  piuttosto  €  piccole  sj>ecie  »  o  «  specie  ele- 
mentari »,  dette  anche  «^specie  jordaniane  »,  dal  nome 
del  Jordan,  il  famoso  frazionatore  delle  entità  stabilite  da 
Linneo.  Questi,  per  es.,  nel  solo  ciclo  della  Draba  verna^ 
aveva  riconosciuto  oltre  200  specie,  distinte  da  caratteri 
in  apparenza  insignificanti,  come  i  peli  bifidi  o  trifidi,  i 
petali  più  o  meno  stretti,  i  frutti  più  o  meno  lunghi  in 
confronto  dei  pedicelli,  ecc. 

Come  rientrante  nella  medesima  sfera  di  ricerche,  il  Bonnier 
non  manca  d'illustrare  l'opera  del  Nilsson,  che,  lavorando 
per  un  obbiettivo  di  grande  importanza  pratica,  ha  ottenuto 
per  mutazione  alcune  varietà  di  cereali,  particolarmente  van- 
taggiose per  r  agricoltura.  Ma  anche  di  questo  noi  abbiamo 
già  parlato,  onde  rimandiamo  il  lettore  air  Annuario  pel  1906 

Infine  il  Bonnier  non  dimentica  di  accennare  alle  ricerche, 
coronate  da  si  splendidi  successi,  del  suo  compatriota,  il  Bla- 
ringhem.  È  cosa  affatto  recente  e,  per  la  sua  importanza, 
merita  che  ne  diamo  anche  noi  un  riassunto.  Il  Blaringhem 
ci  fa  assistere  alla  comparsa  di  specie  nuove,  che  egli  pro- 
duce mediante  il  traumatùnno:  le  sue  esperienze  infatti  con- 
sistono neir  infliggere  alle  piante  torsioni,  contusioni,  tagli, 
insomma  «  traumi  »  in  un  certo  momento  del  loro  sviluppo, 
producendo  cosi  «  anomalie  suscettibili  di  dar  origine  a  specie 
nuove  ».  Una  delle  piante  sottoposte  a  siffatte  esperienze  è  il 
granturco.  Blaringhem,  sia  tagliandone  i  fusti  per  traverso  o 
per  lungo,  sia  attorcendoli  su  se  stessi,  ha  prodotto  delle  forme 
anomale  di  granturco,  per  es.  individui  con  spiche  ramificate, 
aventi  ad  un  tempo  fiori  maschili  e  fiori  femminili.  Racco- 
gliendo i  semi  di  queste  anomalie  o  mostruosità  e  seguendo 
le  generazioni  successive  che    ne    sono    scaturite,    V  autore  ha 


272  Storia  ìiatuvale 


veduto  comparire  un  gran  numero  di  forme  nuove:  fra  le 
([uali  tre,  che  pei  loro  caratteri  distintivi  spiccati  e  per  la  loro 
ereditarietà  sono  da  considerare  come  tre  specie  nuove,  —  e 
sia  pure  «  specie  elementari  ».  Due  di  queste  specie  poi,  —  cosi 
«  create  »  per  mezzo  del  traumatismo  dui  Blaringhem,  —  sono 
interessantissime  dal  punto  di  vista  pratico,  ^iaccliè  hanno 
chicchi  farinosi  e  possono  maturare  nei  dintorni  di  Parigi, 
nel  Nord  della  Francia  e  fin  nel  Sud  della  Svezia,  vale  a  dire 
in  regioni  dove  tìnora  non  si  poteva  coltivare  il  granturco 
altro  che  per  foraggio. 

Ma,  dopo  av^er  tracciato  il  vasto  quadro  delle  ricerche 
sperimentali  in  ordine  al  problema  della  trasformazione 
delle  specie,  quali  conclusioni  no  trrffe  il  Bonnier,  quali 
qoncetti  mostra  egli  di  possedere  suir  arg'omento  di  capi- 
tale importanza  per  la  biolog'ia  moderna  ? 

Prima  di  tutto  V  A.  considera  come  assodate  e  poste 
fuori  d'  oi^ni  dubbio  la  trasformabilità  delle  specie  e  la 
creazione  di  specie  nuove:  queste  non  sono  più  ipotesi, 
ma  sono  fatti  d' osservazione  e  fatti  d' esperienza.  Ma 
quali  sono  le  cause  ed  i  processi  delle  variazioni  delle 
specie  ?  come  e  perchè  si  producono  le  modificazioni  negli 
organismi,  tanto  profonde  da  potere  essere  ereditarie  e 
da  cambiare  quindi  una  specie  in  un'  altra  o  in  più 
altre  ? 

L^  A.  delinea  le  tre  correnti  principali,  secondo  le  quali 
si  è  tentato  di  ris^pondere  a  queste  domande.  La  prima  è  il 
lamarckismo^  che  attribuisce  alle  coudizioni  esterne  dell'am- 
biente tutti  i  cambiamenti  che  si  producono  negli  organismi; 
in  altre  parole,  un  essere  si  modifica  esclusivamente  per  adat- 
tamento, ed  un  adattamento  prolungato  può  fargli  acquistare 
caratteri  ereditari.  Un'altra  scuola,  il  iiaegelismo^  ammette 
invece  che  T  adattamento  non  rappresenti  alcuna  parte  nella 
produzione  delle  specie  nuove;  tutti  i  mutamenti  delle  specie 
sono  dovuti  alla  tendenza  a  variare  insita  negli  organismi,  si 
producono  nella  formazione  stessa  dell'uovo,  e  l'ambiente  non 
ci  ha  nulla  a  che  vedere.  La  terza  corrente  è  il  darwinismo^ 
che  ammette  la  variazione  lenta,  graduale,  continua  e  la  sele- 
zione con  la  sopravvivenza  del  più  adatto;  l'accumulazione 
delle  variazioni,  il  perfezionarsi  degli  adattamenti  determi- 
nano di  generazione  in  generazione  il  differenziarsi  delle  forme, 
e  quindi  la  formazione  delle  nuove  specie.  Nel  darwinismo 
c'è  in  fondo  anche  il  lamarckismo,  ma  c'è  di  più  la  selezione 
naturale.  Altre  ipotesi,  che  collegano  le  variazioni,  per  es., 
con  l' influenza  del  parassitismo  o  gli  effetti  del  traumatismo, 
si  possono  far  rientrare  nel  lamarckismo. 


Li. 


17*^ 


Ti^sfonnazìone  e  formazione  dì  specie  27B 


L'  A.  mostra  di  propendere  verso  una  larga  compren- 
sione eclettica,  conciliante,  nei  riguardi  di  queste  e  di 
altro  ipotesi  immaginate  per  spiegare  la  trasformazione 
delle  s[)ecie,  —  non  dissimile  in  (juesto  dallo  zoologo 
Oiard,  di  cui  già  altra  volta  abbiamo  qui  fissato  le 
vedute  non  ristrette  nei  limiti  d'  una  scuola.  Riconosce, 
è  vero,  che  la  selezione  naturale  è  insufficiente  a  spie- 
gare l'origine  delle  specie,  ma  non  le  nega  ogni  effi- 
cacia, come  fanno  oggi  molti;  è  partigiano  del  lamar- 
ckismo,  nel  senso  del  ritenere  che  nella  influenza  deir  am- 
biente stia  il  determinismo  di  gran  parte  delle  variazioni, 
ma  non  pare  ricusi  assolutamente  la  causa  interna  della 
tendenza  a  variare  insita  negli  organismi. 

Quanto  alla  teoria  delie  mutazioni^  Y  A.  ne  riconosce 
la  straordinaria  importanza,  ma  non  crede  possa  bastare 
da  sola  a  spiegare  V  origine  delle  specie.  Egli  intanto, 
pure  in  questo  a  somiglianza  del  (liard,  non  manca  di 
tentare  di  conciliare  la  variazione  brusca  con  V  evo- 
luzione o  variazione  lenta  e  continua:  il  che  del  resto 
non  ò  neppure  lontano  affatto  dal  pensiero  dello  stesso 
De  Vries. 

Secondo  l'autore  della  teoria,  infatti,  nella  mutazione  si 
rendono  manifesti  caratteri  che  esistevano  già  allo  stato 
latente  negli  organismi.  Ora  si  può  ammettere  che  i  ca- 
ratteri latenti  si  formino  a  poco  a  poco,  per  un  vero 
processo  di  evoluzione,  sia  sotto  l' impulso  della  tendenza 
innata  a  variare,  sia  anche  per  influenza  delle  circostanze 
d'  ambiente,  acqua,  cibo,  condizioni  climatiche,  luce,  ecc. 
La  comparsa  brusca,  improvvisa  dei  caratteri  latenti,  il 
loro  estrinsecarsi,  avrebbe  luogo  quando  i  caratteri  stessi 
hanno  raggiunta  una  certa  intensità:  ed  allora  si  realiz- 
zerebbe la  mutazione.  Così  la  mutazione  non  escluderebbe 
r  evoluzione  propriamente  detta:  Giard  ha  paragonato 
tutto  ciò  al  prodursi  improvviso  d'  una  reazione  chimica 
in  una  soluzione,  nella  quale  si  è  aggiunto  il  reagente  a 
goccia  a  goccia,  fino  air  ultima  che  ha  dato  il  tracollo  ; 
Bonnier  lo  paragona  ad  una  bilancia,  sulla  quale  da  una 
parte  sono  dei  pesi,  e  dall'  altra  si  mette  della  sabbia, 
aggiungendola  ed  accumulandola  granello  su  granello 
fino  air  ultimo,  che  rompe  bruscamente  V  equilibrio. 

Del  resto,  la  comparsa  brusca,  la  estrinsecazione  im- 
provvisa di  caratteri  latenti,  ormai,  per  così  dire,  maturi, 
potrebbe  avvenire  sotto   l' influenza   di  cambiamenti   nel- 


274  Storia  naturale 


r  ambiente:  in  tal  caso  T  adattamento  si  riconnetterebbe 
anche  per  questa  via  con  la  mutazione. 

E  la  selezione  stessa  infine  potrebbe  ancora  interve- 
nire per  la  conservazione  od  eliminazione  dei  caratteri 
nuovi,  quindi  delle  nuove  specie,  formatesi  per  mutazione, 
in  ordine  alla  loro  maggiore  o  minore  corrispondenza 
d' adattamento  con  l' ambiente.  Per  lo  meno  la  selezione 
farebbe  sparire  le  forme  meno  adatte. 

Abbandonando  ora  il  libro  del  Bonnier,  dopo  averne 
spremuto  il  «  succo  trasformista  »,  e  se  non  proprio 
«  darwinista  »,  certo  sempre  «  evoluzionista  »,  crediamo 
utile  dare  qui  alcuni  cenni  intorno  Y  opera  singolare  di 
un  altro  ormai  famoso  «  creatore  di  specie  »,  T  americano 
L.  Burbank:  sul  quale  riferisce  G.  Cuboni  in  una  confe- 
renza, tenuta  a  Koma,  col  titolo:  Le  nuove  forme  di 
piante  ottenute  da  L.  Burbank  {Conferenze  e  Prolusioni^ 
nuova  rivista  che  si  pubblica  a  Roma  dalla  Soc.  Editrice 
Laziale  ). 

€  Da  qualche  anno  i  giornali  e  le  riviste  di  coltura  gene- 
rale e  speciale  del  mondo  intero  narrano,  con  parole  della  più 
entusiastica  ammirazione,  —  cosi  il  Cuboni,  —  i  prodigi  che 
Lutero  Burbank,  nei  suoi  grandiosi  vivai  della  California,  ha 
saputo  compiere,  ottenendo,  anzi  (  come  dicono  i  suoi  ammi- 
ratori) creando  nuove  forme  stupefacenti  di  piante  adatte 
alla  coltura  nei  giardini,  negli  orti,  nei  campi  ». 

Il  fatto  è  che  si  tratta  davvero  d'  un'  opera  meravigliosa, 
—  non  nel  senso  di  quei  miracoli  che  succedono  soltanto  in 
America.  Infatti  V  opera  del  Burbank  ci  è  ormai  nota,  —  e  noi 
possiamo  giudicarla,  —  in  tutta  la  sua  singolarità  e  in  tutta 
la  sua  importanza,  «  non  solo  per  le  notizie  dateci  dai  perio- 
dici e  dai  libri  americani,  ma  ]>er  una  dotta  relazione  che  ne 
ha  pubblicato  il  più  illustre  dei  botanici  viventi,  Ugo  De 
Vries,  V  illustre  professore  di  anatomia  e  tisiologia  vegetale 
dell'università  di  Amsterdam  ». 

La  citata  relazione  del  De  Vries  è  il  risultato  di  una 
visita,  che  egli  ha  fatto  ai  vivai  del  Burbank  in  California; 
e  ne  emerge  che  il  Burbank,  se  non  è  il  mago,  «  il  tauma- 
turgo del  mondo  vegetale  »,  come  taluno  lo  ha  proclamato,  è 
pero  certamente  «  il  più  grande  e  il  più  esperto  coltivatore 
vivente  ».  Il  quale  si  può  dire  che  ha  ottenuto  prodigi,  appli- 
cando «  metodi  molto  semplici  e  punto  nuovi  »,  quali  la  ibri- 
dazione e  la  selezione,  ma  €  con  tale  intensità  e  vastità  di 
lavoro,  con  tale  genialità  di  osservazioni,  che  veramente  ha 
superato  di  gran  lunga  tutto  ciò  che  era  stato  fatto  finora 
in  questo  genere  di  ricerche  ». 

Il  Cuboni  ci  dà  anche  uno  schizzo  biografico  del  Burbank, 
che,  nato  da  famiglia  eletta,  ma  povera,  in  origine  garzone  di 


Trasformazione  e  formazione  dì  specie  276 

fattorìa,  poi  nettatore  di  pollai  presso  un  allevatore  di  gal- 
line, può  acquistare  uu  piccolo  terreno  per  impiantarvi  un 
giardino  e  un  vivaio,  e  si  eleva  a  poco  a  poco,  tino  ad  essere 
oggi  possessore  dei  più  grandiosi  vivai  del  mondo,  dove  può 
fare  le  sue  esperienze  sulla  produzione  di  nuove  piante  in  una 
si  larga  scala,  come  non  furono  mai  fatte  da  nessuno  e  in 
nessun  luogo.  Si  pensi  che  egli  opera  su  piante  di  tutto  il 
mondo,  facendole  raccogliere  fin  nelle  più  lontane  regioni,  e 
che  le  sue  selezioni  si  operano,  ad  es.,  su  60,  60  e  sin  lOO  mila 
individui  d' una  stessa  specie  o  varietà.  Ogni  anno  sono  cataste 
immense  d' individui  scartati,  —  per  es.  di  20  metri  di  lar- 
ghezza per  10  di  altezza,  —  che  vengono  bruciate! 

Nessun  coltivatore  ha  mai  esteso  le  sue  ricerche  sopra  un 
numero  cosi  grande  di  specie,  come  ha  fatto  il  Burbank,  e 
nessuno  ha  mai  ottenuto  un  numero  cosi  insperato  di  prodotti. 
«  Alberi  fruttiferi,  alberi  ornamentali,  piante  di  bosco,  arbusti, 
piante  agrarie,  piante  industriali,  piante  da  orto,  piante  da 
giardino,  tutto  ha  formato  oggetto  di  osservazione,  di  studi, 
di  ricerche,  di  esperienze  da  parte  di  Burbank,  in  trent'anni 
di  lavoro  assiduo  nei  suoi  vivai  di  California.  Ammontano  a 
2500  lo  diverse  specie  di  piante  sopra  le  quali  egli  ha  fatto 
esperimenti  per  tentare  di  migliorare  in  un  modo  o  nell'altro 
la  produzione  ». 

Cosi  egli  è  riuscito  ad  ottenere  alberi  da  frutto,  special- 
mente peschi,  albicocchi,  sasini,  resistenti  alle  gelate  prima- 
verili tardive  ed  al  caldo  eccessivo,  ai  venti,  alle  pioggie,  alle 
prolungate  siccità,  oltre  agli  attacchi  di  crittogame  ed  insetti. 
Ha  ottenuto  di  più  pregevolissime  qualità  di  frutta,  come  la 
prugna  zìj^cherina,  la  pi^ugna  pera,  la  prugna  albicocca^ 
—  risultato,  quest'  ultima,  dell*  incrocio  del  susino  con  V  albi- 
cocco. Altre  novità  singolari  e  preziose:  un  castagno  che  frut- 
tifica già  all'età  di  18  mesi  e  può  dar  frutti  due  volte  Tanno; 
un  noce  di  rapidissimo  sviluppo,  il  cui  frutto  ha  il  mallo 
dolce,  privo  di  tannino;  la  patata  zuccherina,  resistente  alla 
peronospora  e  ad  altri  nemici,  le  patate  aeree,  il  frutto  squisito 
di  un  ibrido  fra  la  patata  e  il  pomidoro.  Nel  dominio  dei 
fiori  il  Burbank  si  è  preoccupato  specialmente  di  conseguire 
varietà  più  brillanti,  a  fioritura  di  più  lunga  durata,  più  facili 
a  coltivare  e  meno  costose,  ed  ecco  dei  LUium  tigrinum  con 
odor  di  viola  mammola,  bellissime  rose,  margherite,  come  la 
candida  Shasta  Daisy,  con  le  calatidi  di  10  a  16  centimetri. 
Infine  il  fico  d' India  senza  spine  sembra  destinato  a  popo- 
lare i  terreni  più  aridi  e  i  deserti,  fornendo  un  cibo  buono, 
sostanzioso  e  quasi  di  nessun  costo,  alP  uomo  nel  frutto,  al 
bestiame  nei  fusti  carnosi. 

Da  questi  cenni  emerge  che  le  ricerche  e  gli  esperi- 
menti del  Burbank  hanno  essenzialmente  un  obbiettivo 
pratico,  in  quanto  egli  si  propone  di  ottenere  piante  che 


21 G  *Sf  or  ia^na  turale 


j 


soddisfino  ai  bisogni,  magari  anche  estetici,  dell'uomo; 
e  questo  fa  sì  che  i  processi  medesimi  messi  in  opera 
dal  Hurbank  siano  poco  scientifici  e  conducano  a  risul- 
tati di  non  troppo  valore  scientifico,  a  giudizio  anche 
del  De  Vries.  Ad  ogni  modo  questo  si  può  ritenero  che 
r  opera  del  Burbank  serve  a  dimostrare  l' importanza 
delV  ibridismo  nella  variazione  delle  piante^  notando  che 
in  molti  casi,  come  per  gli  ibridi  fra  rovi  e  lamponi,  i 
/  prodotti  d*  incrocio  «  si  riproducono  per  seme,  conservando 

i  loro  caratteri  costanti  ».  Di  più  abbiamo  la  dimostrazione 
per  mezzo  di  fatti  sperimentali  che  T  ibridismo,  —  come 
anche  V  innesto,  —  ha  esito  felice  pur  fra  specie  note- 
volmente lontano  nel  sistema  botanico. 

Del  resto,  V  opera  del  Burbank  fu  variamente  inter- 
pretata dal  punto  di  vista  scientifico.  Il  De  Vries  giudica 
che  «  lo  cosiddette  nuove  specie  ottenute  per  ibridismo 
in  realtà  non  sono  che  nuove  combinazioni  di  caratteri 
che  già  preesistevano  noi  genitori»;  cosicché  nessun  ca- 
rattere nuovo  si  sarebbe  prodotto  artificialmente  nel  campo 
sperimentale  del  Burbank.  Altri  invece  annunziano  addi- 
rittura che  il  grande  coltivatore  americano  ha  conseguito 
sperimentalmente  «  la  creazione  di  specie  nuove  »,  dimo- 
strando la  variabilità  indefinita  delle  specie,  T  ereditarietà 
dei  caratteri  acquisiti,  la  quasi  onnipotenza  della  sele- 
zione e  della  ibridazione. 

Quanto  al  Cuboni,  nei  suoi  commenti  ali* opera  del 
Burbank,  egli  si  mostra  posseduto  dalla  sfiducia  che  ha 
invaso  parecchi  naturalisti  o  no,  e,  mentre  accetta  sen- 
z'altro il  giudizio  del  De  Vries  sulle  nuove  piante  del 
Burbank,  concludo  malinconicamente  che  «  dopo  tanti 
studi  e  tante  ricerche  noi  dobbiamo  confessare  che  il 
problema  della  origine  delle  specie  ci  appare  oggi  più 
diffìcile  e  più  oscuro  che  mai  ».  Pare  che  anche  la  «  mu- 
tazione »  non  trovi  grazia  presso  il  Cuboni,  il  quale  esce 
pure  in  questa  affermazione:  «  la  teoria  che  ammetto  una 
evoluzione  lenta,  continua,  graduale,  che  sale  ininterrotta 
dal  microbo  all'  uomo,  è  accettata  come  un  dogma  asso- 
luto dai  profani  della  biologia^  ma  non  può  essere  più 
sostenuta  dal  naturalista  vero  che  basa  le  sue  induzioni 
sui  fatti  e  non  sulle  idee  preconcette  ». 

È  probabile,  —  e  certe  frasi  della  sua  conferenza  ren- 
dono legittima  la  supposizione,  —  che  il  Cuboni  obbedisca 
dal  suo  canto  ad  altre  idee  preconcette,  le  quali  lo  abbiano 
reso  sempre  poco  incline  ad  ammettere  la  teoria  doirovo- 


Trasformazione  e  formazione  di  specie  211 

luzione  per  ragioni  d' indole  morale  e  filosofica;  altrimenti 
come  non  si  accorgerebbe  che  questo  suo  giudizio  è 
oltremodo  avventato,  dal  momento  che  numerosissimi  sono 
sempre  i  veri  biologi  e  veri  naturalisti^  che,  come  il  Bon- 
nier,  mantengono  fede,  —  e  fede  scientifica,  — nell'evo- 
luzionismo, ed  ammettono  concordi  la  trasformazione  delle 
specie,  pur  non  essendo  d'accordo  sulla  natura  dei  fat- 
tori che  ne  sono  la  causa? 

Non  diversamente  dal  Bonnier,  con  fede  non  minore 
neir evoluzione,  parla,  —  per  citare  un  altro  esempio,  — 
C.  C.  Schneider,  nella  sua  Introduzione  alla  teoria  della 
discendenza  (Jena,  Fischer).  Il  professore  di  zoologia  al- 
l' Università  di  Vienna,  —  al  quale  il  Cuboni  non  vorrà 
certo  negare  d'essere  un  «  naturalista  vero  »,  —  afferma 
nel  suo  libro  essere  ormai  fuori  di  dubbio  che  gli  orga- 
nismi siano  derivati  gli  uni  dagli  altri  e  specialmente  i 
superiori  dagli  inferiori. 

Di  ciò  adduce  prom  indirette  e  prove  dirette.  Le  prime 
sono:  prove  morfologiche^  desunte  dal  progresso  evidente  nel- 
r  organizzazione  quale  si  manifesta  nelle  diverse  serie  degli 
organismi  ;  prove  paleontologiche,  attestate  dal  progresso  degli 
esseri  scomparsi,  come  sono  distribuiti  dal  basso  all'alto  nella 
crosta  terrestre;  prorm  embriologiche^  cioè  le  note  somiglianze 
tra  gli  stadi  embrionali  di  un  dato  organismo  e  le  forme  adulte  di 
organismi  inferiori;  prove  geografiche^  cioè  fornite  dalla  distribu- 
zione degli  organismi  alla  superficie  del  suolo  Mavì  sono  ancora 
le  prove  dirette^  che  furono  offerte  negli  ultimi  tempi  dal  tra- 
sformismo sperimentale,  il  quale,  secondo  PA.,  ci  fa  assistere 
alla  creazione  di  vere  specie,  almeno  con  le  mutazioni  del  De 
Vries. 

Indipendentemente  dalla  circostanza  che  lo  Schneider  non 
riconosce  più  nella  selezione  naturale  un'efficacia  nella  forma- 
zione delle  specie,  questo  è  il  linguaggio  di  un  vero  evoluzio- 
nista ortodosso:  un  linguaggio  che  secondo  alcuni  nessuno 
oggi  parlerebbe  più,  mentre  T  A.  ritiene  di  poter  affermare 
che  tutte  queste  prove  concordanti  costituiscono  un  insieme 
tale  da  ottenere  1  assentimento  della  quasi  totalità  dei  natu- 
ralisti ! 

Solo  che  in  conformità  ai  nuovi  orizzonti  lo  Schneider,  come 
non  crede  più  nel  valore  della  selezione  naturale,  cosi  crede 
che  le  variazioni  brusclje  costituiscano  Punica  fonte  delle  formo 
nuove.  Ma,  mentre  opina  che  V  ipotosi  di  un  impulso  interno 
a  variare  in  determinate  direzioni  non  costituisca  una  spiega- 
zione, ritiene  si  debba  ammettere  che  anche  le  mutazioni  ab- 
biano da  avere  in  ultimo  analisi  la  loro  origine  in  stimoli  del 
mondo  esterno,  cioè  in  influenze  dell' ambienta. 


278  Storia  naturale 


Neir  orbita  della  teoria  dell'  evoluzione  rientra  pure  un 
saggio  di  T.  Vignoli  intorno  a  De  Vries,  Specie  e  vaHetà 
e  loro  genesi  per  mutazione  (R,  Istituto  Lombardo  di 
Scienze  e  Lettere), 

L^A.  ammette  «  la  veracità  del  trasformismo,  quale  metodo 
in  natura  »,  riconoscendo  che  «  la  scienza  moderna,  certamente 
non  quale  legge  matematicamente  assoluta,  V  accetta  come 
ipotesi  inevitabile  »;  ma,  se  ritiene  essere  un  fatto  certo  che 
le  specie  siensi  mutate  o  trasformate,  poiché  tutta  la  paleon- 
tologìa V  afferma  »,  non  si  nasconde  che  «  quello  che  è  per  ora 
ignoto  è  la  causa  di  questi  mutamenti  ».  Crede  del  pari  che 
si  debba  ormai  abbandonare  P  ipotesi  delle  lente,  insensibili 
variazioni,  come  la  formulava  il  Darwin,  e  fa  adesione  invece 
alla  teoria  delle  mutazioni  o  variazioni  brusche,  come  è  stata 
immaginata  dal  De  Vries,  quale  risultato  di  investigazioni 
<  eseguite  con  metodo  rigorosamente  scientifico,  avvalorate  da 
esperimenti  e  schive  di  audacie  trascendenti  e  di  voli  spe- 
culativi ».  Delle  mutazioni  però  riconosce  la  preparazione  lenta. 

Un  autore,  —  e  valentissimo  e  celebrato^—  che  conserva 
sempre  i  vecchi  entusiasmi  per  la  scienza,  alle  cui  con- 
q|uiste  anche  nel  campo  filosofico  non  crede  siano  da  porre 
limiti,  è  G.  Ciamician,  che  nei  suoi  Problemi  di  chimica 
organica  (Rivista  di  Scienza)^  dopo  avere  esposto  in  un 
quadro  luminoso  i  trionfi  della  sintesi,  così  conclude: 

«  Senza  impiego  di  mezzi  energici,  col  solo  aiuto  di  blandi 
enzimi  biologici  noi  siamo  ormai  in  grado  di  ripetere  in  vitro 
varie  sintesi  seguendo  fedelmente  la  natura.  Inizio  assai  pro- 
mettente che  ci  incita  a  proseguire  per  questa  via  II  compito 
deir  avvenire  sarebbe  di  riprodurre  con  simili  mezzi  tutte  le 
diverse  sostanze  del  regno  biologico  e  particolarmente  del  vege- 
tale. Noi  potremmo  allora  accostarci  di  più  alle  manifestazioni 
della  vita  vegetativa  e  comprenderle  nella  loro  essenza.  Se  ciò 
possa  un  giorno  riuscire  anche  per  quella  sensitiva  non  si 
può  ora  decidere.  Una  volta  si  scorgeva  qui  una  barriera  in- 
sormontabile al  potere  umano,  ma  chi  saprebbe  porre  un  limite 
ai  voli  della  ricerca  scientifica?  Come  la  natura,  la  scienza  è 
senza  fine  né  confine  ». 

A  proposito  della  teoria  delle  mutazioni^  non  possiamo 
esimerci  dall' additare  un  brillante  e  acuto  scritto  del- 
l'economista  A.  Loria,  La  botanica  rivoluzionaria  (Nuova 
Antologìa)^  ohe  dell'idea  del  De  Vries  fa  una  molto  atten- 
dibile applicazione  alla  sociolog-ia. 

«  Le  mutazioni  di  De  Vries  trovano  il  più  preciso  riscon- 
tro nell'orbita  dei  rapporti  sociali,  dacché  in  questo,  esatta- 
tamente  come  nel  campo  biologico,  V  evoluzione  si  compie  per 


\u  i|  ■muMji.i  i  I  \ ■ -^-,.^^_  „ 


La  rigenerazione  nella  natura  279 


bruschi  trapassi,  lentamente  e  silenziosamente  preparati  da 
una  vicenda  di  latenti  trasformazioni  ».  Quindi  nella  socio- 
logia, come  nella  biologia,  la  mutazione  o  trasformazione  bru- 
sca si  associa  air  evoluzione  o  trasformazione  lenta  e  graduale: 
per  evoluzione  si  formano  a  poco  a  poco  i  nuovi  caratteri 
allo  stato  latente,  per  mutazione  essi  si  estrinsecano  a  un 
dato  momento,  improvvisamente.  E  come  nella  natura  vi  sono 
specie  in  un  certo  tempo  immutabili  e  periodi  d*  immutabilità, 
mentre  successivamente  la  specie  si  cambia  per  mutazione  e 
seguono  periodi  di  variazione,  cosi  «  l'evoluzione  sociale,  che 
non  si  esaurisce  in  una  graduale  e  mansueta  ascensione  a 
forme  sempre  più  raffinate  e  complesse,  consta  di  una  serie 
di  assetti,  apparentemente  immutabili  durante  un  lungo  pe- 
riodo, i  quali  ad  un  certo  punto  iniziano  una  brusca  discesa 
coronata  da  una  radicale  rivoluzione,  onde  emergerà,  attraverso 
un  lavorio  tormentoso,  una  forma  di  convivenza  sociale  più 
squisita  e  superiore  ». 

Così  la  biologia,  —  per  opera  di  un  botanico,  —  «  ap- 
porta, senza  volerlo,  il  più  formidabile  contributo  alla 
tìlosofia  sovvertitrice  »,  sempre  però  nel  senso  delle  rivo- 
luzioni o  mutazioni  sociali  precedute  dalla  lunga  e  lenta 
preparazione  dell*  evoluzione. 


IL  —  La  rigenerazione  nei  tre  regni  della  natura. 

Questo  argomento  sempre  interessante,  —  che  tanto 
più  lo  diviene  quando  se  ne  allarghi  il  campo  fino  a  com- 
prendervi il  mondo  minerale, —  fu  trattato  con  sintesi  felice 
dal  Przibram,  che  ne  fece  oggetto  di  comunicazioni  al 
Congresso  dei  Naturalisti  e  Medici  tedeschi  a  Stuttgart  e 
ne  riferì  ampiamente  sulla  Naturivissensehaftliche  Rund- 
schau. 

Gli  esempi  di  una  rigenerazione  delle  parti  distrutte 
non  sono  rari  pur  nel  regno  minerale,  che  sotto  questo 
punto  di  vista  offre  una  marcata  analogia  col  mondo  or- 
granico.  Così  un  cristallo  d'allume,  se  venga  mutilato  d'un 
vertice  e  poi  immerso  in  soluzione  della  stessa  sostanza 
o  d' altro  allume,  riacquista  la  parte  perduta  ;  e,  se  la 
soluzione  è  di  un  allume  colorato,  per  es.  quello  di  cromo, 
il  vertice  rigenerato  spicca  per  la  sua  tinta  sulla  massa 
incolora  del  cristallo  sottoposto  ad  esperienza. 

Il  campo  classico  della  rigenerazione  è  naturalmente 
il  mondo  organico. 


\ 


\ 


\ 


ì^*>  X%>  'ì  i  mitu  r  ìU 


P.  .  r*rl  so-O'  :or>e  i  rA>i  i:  un*  vera  rigenerazione  nel 
T^irn-^  r^^r^Tile.  >e':  .*rae  i  primi  >f;ii  ciro«  Fattività  ripara- 
:r.,**  ir  /:  Tir*- -"j^ ::.•'>  niìtiAto  >;auo  stati  fatti  proprio  sulle 
;  -ki.T-»  11^..  r  v-r-r  m  •-  i-?^:*^  :*  ps  *  dA\e  volte  si  tratta  di  feno- 
r--*-.-  i:r^r^i  dir,*  ri^^i^trrA.-i.-i.e  propriamente  detta,  come  sa- 
•vr  ier>^  i  vA-ì  ^<.  rr^'.ven:;.  n»*!  •{.:  »ìi  Tablazione  parziale  o 
T  TA>  i'  'M.  ^r^^Ar.r  i  i^r  r.^n Irato  la  produzione  d'  un  certo 
:.  ..ii^ro  i*  rcAiv.  d-v^-r^i  Nrl'.' àii.^'ito  invece  della  vera  rige- 
li*^4^:"rL1^  r.r-„ir*t:,"  ^..^taato  q.ieì  casi,  —  e  non  sono  punto 
t'-^f ::■*!. ti.  —  V.  r*  ì  ::  ^-.t-  ri:*uno  la  loro  estremità  o  di  fo- 
^  .r  :r-e  ^:  r..  :-r..f  .rijLi^o».    rippxi  l'^snio  la  metà    perduta  delle 

r  :jì-  r-r  :  :  .  rA<:c^  pi",  vario  ed  anche  più  singolare  alla 
r  cr:i^rAj*.;i:-  t»  vt^ertc  vÌa:    r^^iào    anitnale.    Nel    quale,    se    si 

■  r-  :--»r.'  :  j^r-ii  vi  »  ^'-l>*a:i  ^ui  gradini  diversi  della  scala 
r  «•  .x.  -*  ^  :v.r^'.v>  >.;:  ra:-.;  iivcr^i  dell'albero  genealogico 
"f-  T^C-"  '  A^:r.  A>,  >:  >.:.^i^rv  *  iec-re  che  «  la  facoltà  rigene- 
ra" *  i  ~  '  . ^  «^  ."  :.  r  vlev.*r<i  dei  tipo  d'organizzazione  ». 
T:  i:,-  :;  .^  :»::o  ^■^i.rrAe.  ia  o  ;i  con<epie  che  questa  facoltà  è 
;*  ^Tt-^^*  -  ■  A^i  uec-:  ari":  ili  ]K>^ti  aììo  stesso  livello,  men- 
::v  t    i,\r-^*     r.  -;,;e  1:  :■:--•:  a  -li verso  livello  zoologico. 

I  A.  >:.\.  !:<>»  se;  ^:.*ì:  di  ri  £rr  ne  razione  nel  regno  ani- 
"".>  v,  *  i**-:'ry    ìac'ì  ^'a  *tii  p:'ù  bassi. 

Ne-  :  r  •:  <.  a  li  !a  r:;  ArArix>ne  è  completa  a  partire  da  una 
•^  I w  '  f  ..-*    r -itrATr  *    <i  va  dai    protozoi  ai   celenterati  e 

^  ■  "  A  ^  T*  .'.  .le  ■■  i.  a*,t'.;ì:.  tunicati  Ma  t;ià  molluschi,  cro- 
^*A-^_  **--"',  u:vi-i.  o':rv*iio  un  pv»tere  di  rigenerazione  molto 

■  .xvv  :  <-\^  i  , V  ;  or>r-»r.:  -i  riprod'i-ono.  come  coda,  zampe, 
*:t    -r  ;*i   \*:ri  or^Au;    <'n<ori,    u^.eiitre    per    es.    l'ablazione 

*  ;v's,A  ;^-tA  v*»^!*  <i^  ÌA  i:i.^r:e  dell'animale.  Più  in  alto 
-*-  :^  \  •.  M  \  ';  *  I;'ert.»lo  e  o.^vvoiriili,  l'he  sono  appena  in 
^  .1^  ;  r  y.vl  ir,v  ìa  OvVÌa  fx^rduia,  mentre  non  rifanno  più 
e  jv*  -iv  l.  a't-v.^.ì  iTTAviv^  dì  ri^enerAzione  iiitiue  è  posseduto 
:*  ^  '-  .:  *'^"\^*'t  <  .i^»r;v>ri.  nei  «juaH  la  riijenerAzione  consiste 
..v:v*  A  *u-''a  v*>v\i:ri 'iA.-i.>U'\  drlle  ferite,  cioè  di  le*<ioni  più  o 
:.  cr.,>  l'x^ù^nlo  vìi  tessuti.  F.  il  oaso  deffli  uccelli  e  dei  mani- 
"•*--r;:  .' v^  u.u  'v.ar.oAno  pt*r\>  dì  presontare  qualche  eccezione, 
0  ^r..e  '.a  r^prv^l^.'unie  vh  r.ieta  del  becco  in  un'anitra,  della 
v*v\;a  Ili  un  r\^lì:*^re,  ecc. 

A  vv^iitVtro  ^ìeTte  K\;;;i  da  lui  stabilite,  TA.  adduce  non  po- 
V**  1  tA!:i  n.iovì  lu  matf^rìa  dì  rigenerazione,  facendo  vedere 
^x^"-.e  .ut<tA  <ì  \»vin*"hi  in  non  pochi  tipi  tinora  ritenuti  refrat- 
t.vru  Kuoricreiì;  ^  al  es.  qualcne  sanguisuga  che  rigenera  la 
te<:A  e  '.A  e^r  e*ivta  po-^teriore:  molluschi  dei  generi  Planorbis, 
.**:  f. ..'/*' I,  r,"ȓ,,  oho  riproducono  un  tentacolo  col  rispet- 
t.\v^  vvo'.'v^  |M<to  .Uhi  ha<e  od  all'apice  del  tentacolo,  ecc. 

N' '.  ror<o  d'ile  <iie  e>|>erìenze   T  A.  ha  potuto  anche  dimo 
^trai\    v'hr*    I^  i^jiM^ltà    riparatrice   si    attenua    con    1*  età   ed  è 
u\trv.  tuìoito    cv>nues>a    coi    proces^i    dell' accrescimento:    co$i 
j;.'m'-oiti   ci  i  cro'-tAcoi,   che   hanno    cessato   di    crescere,  non 


Lea  partenogenesi  sperimentale  281 

ouo  pili  in  grado  di  riprodurre  le  parti  perdute;  cosi  le  fo- 
;lie,  che  crescono  normalmente  per  la  punta,  come  nelle  felci, 
tossono  riacquistare  l'apice  reciso,  mentre  non  lo  possono 
quelle,  in  cui  V  accrescimento  è  basale. 

Li'A.  ha  indagato  infine  alcuni  fenomeni  particolari  di  com- 
pensazione, come  il  caso  del  gambero  nel  quale  V  ablazione 
r  una  pinzetta  provoca  lo  sviluppo  smisurato  dell'  altra,  che 
normalmente  è  più  piccola  d«lla  prima.  Esempi  analoghi  sono 
offerti  dal  regno  vegetale:  cosi  certi  rappresentanti  della  fa- 
miglia delle  gesneriacee,  dopo  l'ablazione  del  più  grosso  dei 
:*,otiledoni  del  seme,  presentano  il  più  piccolo  straordinaria- 
mente sviluppato. 

L' insieme  delle  sue  ricerche  conduce  FA.  a  formulare 
queste  conclusioni  :  «  la  facoltà  della  rigenerazione  è  una 
proprietà  primaria  e  generale,  che  si  manifesta  nei  tre 
regni  della  natura,  la  quale  non  cessa  se  non  col  ces- 
sare deir  accrescimento  del  corpo,  ed  essa  consiste  in 
un'accelerazione  dell' accrescimento  normale  dovuta  alla 
tendenza  verso  uno  stato  d'equilibrio  da  conseguire  col 
minimo  sforzo  possibile:  un'autoregolazione  con  la  messa 
in  opera  dei  mezzi  più  semplici  ». 

A  proposito  della  riproduzione  delle  parti  perdute  od 
asportate,  qui  è  da  ricordare  un  pregevole  contributo  di 
un  italiano:  K.  Pardo^  Sulla  rigenerazione  del  cristal- 
lino {R.  Accademia  dei  Lincei).  Secondo  le  esperienze 
dell'  A.,  il  cristallino  si  riproduce  nei  tritoni  adulti  anche 
dopo  la  «ezione  del  nervo  ottico,  ed  ha  luogo  la  riprodu- 
zione anche  dopo  l'ablazione  del  cristallino  rigenerato.  La 
rigenerazione  della  lente  dell'occhio  si  ottiene  anche  nel 
ramarro. 


rU.  —  La  partenogenesi  sperimentale. 

E  noto,  —  e  noi  stessi  non  abbiamo  mancato  di  segna- 
larne neW Annuario  gli  episodi  più  salienti,  —  che  negli 
ultimi  tempi  la  scienza  sperimentale  è  riuscita  a  ripro- 
durre un  fenomeno  biologico  dei  più  importanti  :  lo  svi- 
Zuppo  di  uova   non   fecondatCj   sotto   V  influenza  di  vari 

'  eccitamenti  artificiali.  Yves  Delage,  —  uno  degli  autori 
che  più  largamente  e  felicemente  hanno  coltivato  questo 
campo    di    ricerche,    —    ci    presenta    un    vasto    quadro 

^  sintetico  di  tutto  il  movimento  scientifico  che  si  è  andato 
svolgendo  in  tema  di  partenogenesi  sperimentale.  Questa 

Akmuario  sciKNTirico  —  XLIV.  19 


sintesi  oltrenioilo   interessante   è   comparsa   nella  nuova    ' 
Ricista  di  Sc.ifmo,  elio   io   Zanichelli  pnbblica  nell'edi- 
zioiiG   italiana,   —    e    noi   crediamo    ittile   damo   qni   un 
lar^o  riassunto. 

4  11  fatto  brutale  che  serve  di  base  Hlla  questione  della 
parteiiogoiiesi  sperimentale,  —  dice  l'A.,  -^  è  questo:  certe 
nova,  tenute  lontane  dagli  spermatozoi  ed  incapaci  di 
svilupparsi  da  sé  nelle  condizioni  ordinarie,  si  svilup- 
pano nondimeno  so  sì  sottopongono  a  certe  condizioni 
sperimentali  -. 

Si  tratta  dunque,  —  tió  è  necessario  rilevare  subito,  —  di 
casi  ben  diversi  da  quella  iHirteiiOi/eitesi  nnfttraté,  che  è  slatti 
constatata  segnatamente  in  alcune  piante  e  che  può  esaere 
anche  normale,  come  nelle  api,  presso  le  quali  i  maschi  na- 
scono dalle  uova  non  fecondate.  Per  dir  meglio,  onde  sì  possa 
parlare  realmente  di  part«nogouesi  sperimentale,  bisogna  esclu- 
dere dal  campo  delle  esperiemse  quelli  animali  e  quelle  piante 
i  cui  germi  abbiano  già  l'attitudine  a  «  sviluppai'sì  da  sé  nelle 
condizioni  ordinarie  >. 

Cosi  l'A  trova  assai  contestabile  l'itsserita  partenogenesi 
sperimentale  del  Thalictmin,  che  senza  l' intervento  del  polline 
si  sai-ebbe  sviluppato  sino  alla  formazione  del  seme  t'ertile.  Nel 
1302  Over'on  avrebbe  ottenuto  questo  bei  risultato,  inafKaudo 
la  pianta  con  certe  soluzioni  saline',  ma  già  nel  18£H>  Day 
osservava  la  partenogenesi  naturale  nello  stesso  Tlialictrum, 
in  modo  da  dover  sospettare  che  l'intervento  spei'imentale 
possa  benissimo  non  es-ter  la  causa  del  risultato  ottenuto. 

Per  ijuesta  e  per  altre  ragioni  l'A.  esclude  dal  numero  dei 
casi  di  partenogenesi  sperimentale  gli  esempi  di  piante,  come 
quello  citato  del  Thalictriim  e  quelli  del  pari  di  alcune  alghe; 
ad  esempio  11  caso  del  gen  Spirogyra,  in  cui,  per  opera  del 
Klebs  (1836).  facendo  agire  su  cellule  in  via  di  conjugazione 
una  soluzione  di  saccarosio,  si  ù  vista  la  coojugaaione  inter- 
rompersi, e  le  cellule  dare  ognuna  una  parte nospoi-a.  Insomma 
pei  vegetali  i  fenomeni  riferiti  alla  partenogenesi  sperimen- 
tale sono  troppo  diversi  da  quelli  osservati  negli  animali,  per 
essere  autorizzati  a  metterli 


Lasciate  «linicjue  da  parte  le  piante,  gli  animali,  nei 
quali  la  partenogenesi  sperimentale  è  stata  osservata,  sono 
i  sejfuenti,  secondo  remunerazione  che  ne  fa  l'A. 

Nei  vertebrati  :  la  ratid  è  stata  spinta  fino  allo  stadio  di 
blastula  (Dewister,  sottoponendo  le  uova  all'azione  del  subli- 
mato corrosivo;  Bataillon  e  Rondeau-Louzeau  con  soluzioni 
di  mercurio  e  di  cloruro  di  sodio);  fra  i  pesci  il  Leiieincus  è_ 
stato  spinto  allo  stesso  .«tadio  (con  lo  stesso  mezzo,  ad  opera' 


La  partenogenesi  sperimentale  28B 


di  Bondeau-Louzeau)  ;  il  Fundulus  sino  allo  stadio  di  due 
blastomeri  (Loeb)  e  cosi  la  lampreda  (Bataillou).  Quindi  nei 
v'erteUrati  non  si  è  andati  più  in  là  di  una  segmentazione  pi  Vi  o 
meno  avanzata,  e  nulla  autorizza  ad  affermare  che  sarebbe 
possibile  raggiungere  la  line  dello  sviluppo. 

Negli  iìisetti:  nel  bombice  del  gelso  (Sericarìa  o  Bombyx 
viari)  le  uova  non  fecondate  si  sviluppano  talvolta  spontanea- 
mente sino  al  bruco  perfetto.  Quindi  è  difficile  dire  in  qual 
misura  l'intervento  sperimentale  ha  contribuito  a  questo  svi- 
luppo (Tichomirov,  1886:  spazzolatura  delle  uova  od  immer- 
sione temporanea  nelP  acqua  addizionata  d' acido  solforico). 

Molltischi  :  il  bivalve  Mactra  sino  allo  stadio  di  16  bla- 
stomeri (Kostanecki  per  mezzo  di  cloruro  di  potassio,  cloruro 
di  calcio  ed  acqua  di  mare  concentrata». 

Vermi:  tino  ad  uno  stadio  avanzato  di  segmentazione  {es. 
Phascolosomaj  30-60  blastomeri,  per  Loeb  a  mezzo  del  cloruro 
di  potassio;  o  addirittura  sino  alla  larva  (  Thalassema^  Léfèvre, 
con  acidi  organici  ed  inorganici;  Chaetopterus,  Loeb,  col  clo- 
ruro di  potassio;  Amphitrite,  Loeb,  Fischer  e  Neilson,  col 
cloruro  di  calcio;  Ophelia^  Bullot,  col  cloruro  di  potassio; 
Nereis,  Loeb,  ecc.) 

Ma  gli  echinodermi  sono  quelli  che  hanno  dato  i  risultati 
più  notevoli.  Questi  risultati  sono  stati  ottenuti  con  vari 
mezzi  :  stricnina,  calore,  scuotimento,  e  sopratutto  anidride 
carbonica  per  le  stelle  di  mare,  soluzioni  ipertoniche  addizionate 
di  varie  sostanze  coadiuvanti  pei  ricci  di  mare,  —  coi  quali 
Loeb  è  pervenuto  sino  allo  stadio  di  pluteo  ^  ottenendo  larve, 
che,  del  resto,  non  sopravvivevano. 

Ed  è  questo  il  tipo  degli  animali,  su  cui  ha  lavorato  par- 
ticolarmente VA.  Rispetto  Me  stelle  di  mare^  egli  ha  ottenuto 
con  razione  delP anidride  carbonica  una  tal  percentuale  di 
riuscite  che  il  numero  delle  uova  non  segmentate  era  insigni- 
ficante e  minore  che  nelle  fecondazioni  artificiali  con  lo 
sperma:  praticamente  il  100 'lo  Lo  stadio  larvale  era  rappre- 
sentato da  bipinnarie  e  brachiolarie  assolutamente  normali, 
alcune  delle  quali  sono  vissute  sin  4  mesi  ed  hanno  rag- 
giunto lo  stadio  della  metamorlbsi  caratterizzato  dalla  for- 
mazione del  disco  apicale  con  le  sue  spicule  e  P  indicazione 
della  forma  pentagonale  e  delP  apparecchio  acquifero.  Rispetto 
ai  ricci  di  mare,  PA.,  per  mezzo  di  una  soluzione  ipertonica 
alcalinizzata  da  solfito  di  sodio  e  addizionata  di  quantità 
minima  di  cloruro  di  nichel,  ha  ottenuto  dei  plutei,  che 
hanno  pure  vissuto  parecchi  mesi  ed  alcuni  dei  quali  hanno 
raggiunto  lo  stadio  della  metamorfosi  mostrante  il  disco 
apicale,  i  tentacoli  terminali  e  persino  i  primi  pedicellari. 

Come  si  sviluppano  le  uova  così  fecondate  artificial- 
mente, o  meglio  eccitate  a  svilupparsi  senza  essere  fecon- 
date? Nello   linee   fondamentali,    —    secondo  che  risulta 


2&4  Storia  ìiaturale 


dallo  ricerche  di  Morofan,  Wilson  e  dell' A.,  —  dopo 
razione  dei  reattivi  appropriati  e,  generalmente,  dopo  che 
Tnov^o  ò  stato  rimesso  noi  suo  elemento  naturale,  nel 
citoplasma  appaiono  numerosi  aster^  che  si  dividono  i 
cromosomi,  ma  ben  presto  si  dileguano;  è  un  aster  nuore, 
situato  presso  il  nucleo,  che  determina  la  divisione  di 
questo.  La  divisione  avviene  non  per  un  solco  circolare, 
ma  per  una  insaccatura  che  si  approfondisce  progressi- 
vamente. IjQ  segmentazioni,  dapprima  più  o  meno  anormale 
si  regolarizzano  a  poco  a  poco,  formandosi  tanto  cellule 
nuove  con  la  relativa  membrana  di  rivestimento. 

Quanto  agli  agenti  della  partenogenesi  sperimentale, 
—  già  in  gran  parte  indicati  più  sopra,  —  si  possono  col- 
legare in  tre  gruppi. 

Af/enff  meccanici:  spazzolatura;  scuotimento:  —  agenti 
fisici  :  calore;  —  agenti  fisico-chimici  :  stricnina,  siero  antidifte- 
rico, benzolo,  acqua  di  mare  concentrata,  anidride  carbonica, 
e  specialmente  soluzioni  elettrolitiche,  saline,  acide  o  talvolta 
basiche,  aggiunte  alF acqua  di  mare  ed  ipertoniche  rispetto  a 
questa,  addizionate  o  no  di  sostanze  coadiuvanti. 

Ma  oscuro  e  controverso  è  il  problema  del  modo  di 
operare  di  siffatti  agenti,  mentre  la  loro  azione  è  fuor 
di  dubbio. 

L'A.  esclude  che  si  tratti  di  una  fecondazione  artificiale: 
le  soluzioni,  fanno  sviluppare  V  uovo,  ma  ciò  non  prova  che  lo 
fecondino.  E  una  vera  partenogenesi  cìie  viene  provocata,  cioè 
sviluppo  di  uova  che  non  sono  state  fecondate.  E  V  A.  vuol 
chiedere  piuttosto  la  spiegazione  del  fenomeno  alle  leggi 
della  fisico-chimica,  ed  egli  propende  ad  ammetterne  qualcuna 
che  si  basi  sulle  cariche  elettriche  dei  joni  e  sulle  proprietà 
delle  soluzioni  colloidali.  In  poche  parole,  FA.  riconosce  che 
«  la  condizione  essenziale  della  divisione  cellulare  è  una  bipo- 
larità riposante  sulle  cariche  di  segno  contrario  del  centro- 
soma e  della  massa  cromatica  ».  Ora,  €  l'uovo  maturo  ha  una 
sola  polarità,  ed  è  per  questo  che  non  può  dividersi  ».  La  fecon- 
dazione ha  per  effetto  di  portare  alPuovo  la  polarità  che  gli 
manca:  «  l'uovo  fecondato  ha  la  doppia  polarità  che  gli  per- 
mette d'effettuare  la  serie  di  divisioni  successive  costituenti  la 
segmentazione  ».  Secondo  l' A.,  precisamente  quello  che  fa  lo 
spermatozoo,  —  però  in  guisa  molto  diversa,  —  fanno  gli  agenti 
della  partenogenesi  sperimentale:  «  essi  comunicano  all'uovo 
vergine  la  seconda  polarità  che  gli  manca  »;  e  ciò  per  le  loro 
proprietà  elettrolitiche  e  colloidali. 


w    ■ 

ff 


La  partenogenesi  sperimentale  285 


Comunque,  certo  è  che  qui  vediamo  un  fenomeno  dei 
più  singolari,  misteriosi  e  importanti  fra  quanti  si  svol- 
gono nel  campo  d'attività  dell'organismo,  il  quale,  in 
via  naturale  provocato  dall'azione  di  sostanze  che  l'or- 
ganismo elabora,  nella  partenogenesi  artifìcial-e  viene  de- 
terminato dall'  azione  di  sostanze  e  processi  estranei 
all'organismo,  sotto  l'impero  delle  forze  fisico-chimiche. 

Il  quadro  ora  esposto  sarebbe  troppo  incompleto,  se  non 
vi  aggiungessimo  un  conno  riflettente  le  ultime  ricerche 
compiute  dal  Delage  e  da  lui  esposte  b\V  Avadémie  des 
Sciences^  qualche  tempo  dopo  aver  pubblicato  l'articolo, 
ora  riassunto,  della  Rivista  di  Scienza. 

Intendiamo  alludere  agli  splendidi  risultati  conseguiti 
dall' A.  nel  campo  della  partenogenesi  sperimentale  con 
l'uso  di  soluzioni  non  più  concentrate,  ma  isotoniche 
all'acqua  di  mare,  e  sopratutto  con  l'uso  dell! ammo- 
niaca e  del  tannino,  due  sostanze  che  si  sono  dimostrate 
«  le  più  utili  nella  produzione  del  fenomeno  »,  almeno 
per  quel  che  riguarda  i  ricdl  di  mare. 

Con  questo  procedimento  TA.  è  costretto  a  sconfessare  le 
precedenti  ammissioni,  in  quanto  qui  si  tratta  di  provocare  lo 
sviluppo  partenogenetico  «  con  una  soluzione  che  non  deter- 
mina alcuna  pressione  osmotica  superiore  a  quella  dell'uovo 
stesso  e  non  contiene  alcuno  dei  costituenti  dell'  acqua  di  mare 
ne  alcun  altro  elettrolito  ».  Dopo  ciò,  r-  egli  esclama,  —  «  che 
rimane  delle  teorie  che  fanno  consistere  il  fenomeno  nella 
azione  degli  elettroliti,  agenti  o  per  via  delle  cariche  dei 
loro  joni  o  come  ossidanti  o  i>er  la  loro  pressione  osmotica?» 

Come  abbiamo  accennato,  con  questo  metodo  l'A.  ha 
conseguito  1  più  brillanti  risultati:  infatti  egli  è  riu- 
scito a  far  sviluppare  le  uova  di  riccio  di  maro  sino  ad 
attravei'saro  tutti  gli  stadi  della  metamorfosi  o  raggiun- 
gere lo  stadio  perfetto. 

<  Ho  ottenuto,  —  cosi  egli  annunciava  alP  Accademia  in 
data  26  agosto.  —  dei  veri  ricci  muniti  di  tutti  i  loro  organi 
caratteristici:  aculei,  pedicellari,  ambulacri.  Io  ne  ho  attual- 
mente quattro,  tre  dei  quali  si  sono  arrampicati  sulle  pareti 
di  vetro  dei  vasi  d'allovamento.  sullo  quali  si  mantengono 
tissati  per  mezzo  dei  h>ro  ambulacri,  il  die  dimostra  che  essi 
hanno  abbandonato  detinitivaniente  la  vita  larvale  ])elagica.  Il 
più  avanzato,  lungo  più  di  2  mm.,  proviene  da  una  esperienza 
del    17    giugno;   gli    altri    sono    del    4    luglio.   Altri   plutei    e 


V. 


286  Storia  naturale 


parecchie^  brachiolarie  di  stelle  di  mare  sono  sulla  buona 
strada;  e  tutto  permette  di  sperare  che  supereranno  essi  pure 
il  periodo  difficile  della  metamorfosi  ». 

L'A.   conclude:   «    non  è  più  permesso  di    dire  che 
manchi  qualche   cosa   d'essenziale   a   questi    esseri,   pei 

anali  l'intervento  del  genitore  maschio  è  stato  sostituito 
a  una  pura  azione  chimica  ». 
Così  la  partenogenesi  sperimentale  è  pienamente  riu- 
scita, e,  come  abbiamo  accennato,  segna  un  nuovo  passo 
verso  la  spiegazione  fisico-chimica  della  vita. 


IV.  -  Le  grandi  divisioni  del  regno  animale. 

D.  Carazzi  presenta  una  prima  nota  per  affacciare 
alcune  Proposte  di  modificazioni  alla  classificazione  siste- 
matica del  regno  animale  (R.  Istituto  Veneto  di  Scienze^ 
Lettere  ed  Arti)  :  della  quale  nota  noi  e  per  V  importanza 
deir  argomento  e  \ier  V  indole  dello  argomentazioni,  cre- 
diamo utile  (jui  dare  un'  idea. 

«  La  classificazione  dei  gruppi  animali,  —  osserva  l'A.,  — 
è  la  rappresentazione  sintetica  di  tutte  le  nostre  attuali  cogni- 
zioni sugli  animali  stessi  ;  è  perciò  necessario  modificarla  di 
continuo,  col  progredire  delle  nostre  conoscenze.  Il  risultato 
di  questo  progresso  si  rispecchia  nelP  aumento  delle  grandi 
partizioni  sistematiche;  perchè  conoscere  vuol  dire  sovratutto 
distinguere,  e,  per  conseguenza,  via  via  che  procediamo  nello 
studio  ci  si  svelano  differenze  prima  non  avvertite  ». 

Osserva  poi  V  A.  che  «  la  sistematica  sente  V  influsso  delle 
teorie  dominanti,  in  un  dato  periodo  scientifico,  sull'origine 
della  specie  ».  Per  questa  ragione,  ad  es.,  *  nelP  ultimo  quarto 
del  secolo  scorso,  la  teoria  monistica  delP  albero  genealogico, 
mentre  dava  un  valore  dei  tutto  secondario  alle  grandi  divi- 
sioni, esagerava  la  tendenza  a  riunire  i  gruppi  maggiori, 
appena  mostrassero  qualche  carattere  di  somiglianza,  per 
trarne  la  conseguenza  d'  una  più  stretta  parentela,  cioè  d'  una 
comune  discendenza  ».  Osservazione  questa  non  del  tutto  sto- 
ricamente esatta,  ])erchè  nelT  ei>oca  accennata  non  è  vero  che 
non  si  desse  valore  alle  grandi  divisioni  e  si  esagerassero  le 
afiinità,  obbedendo  alla  teoria  moniatira  dell'  albero  genealo- 
gico, che  più  propritimento  si  dovrebbe  dire  monogenetica  o 
monofilefica,  in  quanto  il  monismo  è  ben  altra  cosa,  indicandosi 
con  tal  nome  il  sistema  filosofico  che  nega  i  dualismi  in 
natura,  come  creatore  e  creato,  forza  e  materia  e  sopratntto 
anima  spirituale  e  corpo  materiale. 


/v€  divisioni  del  regno  animale  287 

Infine  V  A.  ammette  che  la  classificazione  dominante  del 
re^no  animale  è  4  in  ritardo  rispetto  allo  stato  attuale  della 
scienza  »,  anche  per  un^  altra  ragione,  e  cioè  per  «  quel  senti- 
mento complesso,  fatto  di  rispetto  alla  tradizione  e  di  miso- 
neismo (questo  forse  effetto  di  stasi  intellettuale),  che  induce 
lo  zoologo  ad  adagiarsi  nel  dogma  dominante  e  ad  infastidirsi 
delle  innovazioni,  contrastanti  con  idee  accettate  per  vere  e 
intangibili  ».  Constatazione,  che,  per  esser  giusta,  dovrebbe 
completarsi  con  V  altra,  che  taluni  vorrebbero  modificare,  con 
V  idea  di  aggiornarla,  non  la  classificazione  zoologica  soltanto, 
ma  la  scienza  stessa  nelle  sue  grandi  linee,  proprio  per  una 
opposta  condizioue  di  spirito,  e  cioè  per  il  desiderio  o  la 
mania  di  cambiare,  per  non  far  solo  quello  che  hanno  fatto 
gli  altri,  per  fare  qualche  cosa  di  nuovo  o  di  diverso.  Esempi 
dì  cosiffatti  «  innovatori  per  partito  preso  »  non  sono  oggi 
infrequenti  in  biologia  fra  coloro,  che  hanno  assunto  una 
posizione  assoluta  di  combattimento  contro  le  teorie  ancora 
tanto  in  voga  sulP  origine  delle  specie  ! 

Ad  ogni  modo  V  A.  stesso  riconosce  più  sotto  che  vi  sono 
anche  gli  zoologi,  i  quali,  —  come  egli  li  qualifica  con  parole 
dell'  Emery  (Proj)osta  di  una  nuova  partizione  generale  dei 
metazoi,  -  R.  Accad.  delle  Se,  di  Bologna^  1904),  —  «  non  si  sof- 
fermano agli  schemi  tradizionali,  e  convinti  deir  insufficienza 
delle  classificazioni  esistenti  si  sforzano  di  migliorarle,  non 
rifuggendo  da  mutamenti  radicali,  ove  questi  si  rendano  neces- 
sari ».  E  questi  zoologi  V  A.  spera  €  vorranno  prendere  in 
considerazione  le  proposte  discusse  in  questa  Nota  ».  Speranza 
tacito  più  attendibile,  in  quanto  le  proposte  dell'  A.  non  sono 
poi,  come  vedremo,  né  cosi  radicali  né  anzi  cosi  nuove,  come 
si  potrebbe  credere,  a  giudicare  dalle  riferite  premesse. 

Ma,  venendo  alle  proposte  dell' A.,  tendenti  a  modifi- 
care il  sistema  zoologico,  esse  si  riferiscono  innanzitutto 
alle  mag'g*iori  divisioni  del  reg*no  animale,  cioè  ai  sot- 
toregni Di  questi  T  A.  credo  opportuno  stabilirne  due, 
mesozoi  Q  parazoi^  da  collocare  fra  i  soliti  altri  due,  pro- 
tozoi e  metazoi, 

I  mesozoi  comprendono  i  diciemidi  e  gli  ortonettidi,  paras- 
siti quelli  di  cefalopodi,  questi  di  echinodermi  e  turbellari  ;  ma 
se  ne  debbono  escludere,  secondo  FA.,  Salineìla^  che  non  esiste, 
Kunstleria^  che  è  1'  urna  ciliata  dei  sipuncoli,  Pemmatodiscus^ 
che  è  una  gastrula  di  scifozoo,  i  Physemaria,  che  sono  fora- 
miniferi,  ecc.  Cosi  ridotti,  i  mesozoi  non  si  possono  conside- 
rare uè,  con  Leuckart,  platelminti  degenerati  dall'abito  paras- 
sitario, ne.  con  Hatsohek  e  (rrobben,  cnidari  formanti  la  classe 
dei  planuluidei.  Non  sono  vermi  degradati  dal  parassitismo, 
perchè  la  storia  del  loro  sviluppo  non  dimostra  «  assoluta- 
mente »    la   riduzione    o    la    scomparsa    di    qualche    organo    o 


7 


288  Storia  naturale 


sistema  d^  organi ,  e,  del  resto,  «  il   parassitismo  non  conduce 
necessariamente  alla  regressione,    e   Io  prova   la  strattura  del 
maggior  numero  dei  nematodi  ».  Non  sono  cnidari,  perchè  fra 
r  altro  per  ascriverli   a  questo    tipo    bisognerebbe  considerarli 
come  larve  sessuate,  mentre  "Wheeler  ha  dimostrato  che  sono 
«  adulti  veri  e  propri  ».  In  tutti  i  modi  poi  V  A.  sostiene   con 
Hon  minore  assolutezza  che  i   diciemidi  e    gli  ortonettidi  non 
sono    animali    diblastìci ,    ma    monoblastici,    giacché    «   nulla, 
assolutamente  nulla,  nello  sviluppo  giustifica  la  supposizione 
deir  esistenza  di  un  endoderma,  precedente  alle  cellule  germi- 
nali »,    e   queste    non   rappresentano   punto    V  endoderma    allo 
stato  adulto,  perchè   non   sono  da  ascriversi   a  cellule    soma- 
tiche. Il  loro  corpo  insomma  è    molto   semplice:  costituito    di 
un  solo  strato   cellulare,    T  ectoderma,   che   racchiude   nel    suo 
interno  una   (diciemidi)  o    più  (ortonettidi)    cellule  germinali. 
Sotto  il  nome    di   parazoì^    a    parere    dell'  A.,    le  spugne  o 
poriferi  andrebJt>ero  separate  dai  metazoi,  per  farne  un  sotto- 
regno a  parte.  Infatti  i  loro  caratteri  sono  tali  che  non  basta 
staccarle  dai  celenterati  per  farne  un  tipo  a  parte  dei  metazoi. 
Già  solo  per  il  modo  di  svilupparsi   le   spugne   meritano   una 
collocazione  affatto  speciale  nel  sistema  zoologico.  Per  un  feno- 
meno,   che    fu    detto    inversione   dei    foglietti,    nelle    spugne, 
quando  la  larva  cessa  di  nuotare  e  cade  al  fondo  per  trasformarsi 
e  fissarsi,   le    cellule  dello  strato  interno  diventano   esterne,  e 
quelle    dello    strato    esterno    finiscono  per    diventare    inteme  : 
onde,  secondo  il  Carazzi  «  non  è  razionale   voler  omologare  i 
foglietti  dei  cnidari  a  quelli  delle  spugne  ».  Oltreacciò,  <  tutte 
le  osservazioni  più  accurate  sulP  istologia  delle  spugne  hanno 
concluso  per  una  completa    assenza  di   cellule  e  di   fibre  ner- 
vose ».  Cosi  esse  mancano    di   organi    dei   sensi  e   di  im    vero 
tessuto  muscolare. 

«  In  conclusione,  —  così  termina  V  A.,  —  la  mia  tesi 
che  i  poriferi  e  mesozoi  non  possano  rientnire  nel  sot- 
toregno  metazoi,  ma  debbano  essere  innalzali  a  sottoregui 
indipendenti,  mi  pare  giustificata,  perchè  essa  ragffiunge 
lo  scopo  di  mettere  in  evidenza  V  abisso  che  divide  i 
metazoi  dai  parazoi  e  dai  mesozoi  e  V  isolamento  di  questi 
due  ultimi  tipi  ». 

Noi  crediamo  che  la  tesi  sostenuta  dal  Carazzi  possa 
essere  accolta  :  essa  intanto  non  è  nuova,  che  già  i  dicie- 
midi furono  chiamati  mesozoi  ed  elevati  a  sottoregno 
dal  Van  Benoden,  e  le  spugne  furono  chiamate  parazoi 
dal  Sollas  o  collocate  fuori  dei  metazoi  dal  Metschnikow 
e  dal  Hiitschli.  Del  n^sto  ;  (pianto  ai  mesozoi,  il  relativo 
sottore^no  da  un  p<'zzo  è  penetrato  persino  nvi  manuali 
scolastici  (lo  io-iiora  il  Carazzi  V),  e  molti  professori  di 
storia  naturale  espongono  nelle  scuole  secondarie  la  tri- 


*— I 


Le  divisioni  del  regno  animale  289 

plice  ripartizione  del  regno  animale  in  protozoi,  mesozoi, 
metazoi;  quanto  alle  spugne,  non  c'è  che  da  fare  un  passo 
di  più,  giacché  ben  pochi  sono  oggi  gli  zoologi  che  non 
le  considerino  come  un  tipo  a  parte,  distaccato  da  quello 
dei  celenterati. 

Ma  non  crediamo  che  la  tesi  del  Carazzi  metta  in 
evidenza  «  V  abisso  »  fra  i  sottoregni.  È  vero  eh'  egli  si 
studia  in  tutti  i  modi  di  fare  una  dimostrazione  contro 
la  «  teoria  dei  foglietti  »  e  contro  la  nota  legge  dell'on- 
togenesi raffrontata  alla  filogenesi,  ma  è  certo  che  le  sue 
stesse  argomentazioni  si  possono  ritorcere  contro  il  suo, 
assunto.  Si  accetti  pure  tutto  quanto  egli  asserisce,  e  che 
i  mesozoi  constano  di  un  solo  foglietto  e  che  anche  nelle 
spugne  mancano  l'endoderma  e  il  mesoderma,  si  riconosca 
con  lui  che  i  cnidari  constano  di  due  soli  foglietti  :  resta 
ancora  tutta  la  graduale  seriazione  dai  protozoi  ai  me- 
tazoi attraverso  i  mesozoi  e  i  parazoi.  Il  passaggio  dai 
protozoi  ai  metazoi  appare  egualmente  ininterrotto  dal- 
l' unicellulare  al  pluricellulare  monoblastico,  al  diblastico, 
al  triblastico.  e  (juesta  concatenazione  morfologica  può 
ancora  formare  la  base  della  concatenazione  filogenetica 
e  persino  giustificare  la  famosa  legge  dell'  ontogenesi 
che  ripete  la  filogenesi  !  O  per  lo  meno  è  giuocoforza 
riconoscere  che  qui  si  è  tutti  nel  campo  delle  interpretazioni, 
e  che,  se  è  vero  che  i  fautori  dell'  evoluzione  dei  tipi  pro- 
pendono ad  ammettere  o  magari  esagerare  fra  essi  le 
somiglianze,  è  vero  del  pari  che  i  fautori  della  polifilo- 
genesi  o  gli  avversari  addirittura  della  discendenza  pro- 
pendono ad  ammettere  o  magari  esagerare  gli  «  abissi  » 
fra  i  tipi  e  fra  i  sottoregni  I 

La  stessa  diagnosi,  che  dei  tre  sottorogni  degli  animali  plu- 
ricellulari dà  il  Carazzi  e  noi  qui  riferiamo,  è  la  conferma  di 
quanto  abbiamo  ora  osservato. 

Diagnosi  dei  mtisozoi:  auimaH  pluriceUulari  formati  da  nno  strato  cel- 
lulare ciliato  estt^rno  (ectoderma)  involgente  una  o  più  cellule  germiimli 
interne  ;  con  generazione  alternante.  Mancano  di  endoderma,  di  meso- 
derma, di  tessalo  muscolare,  di  organi  di  senso  e  di  sistema  nervoso. 
Tutti  marini:  almeno  durante  una  parte  della  loro  vita  parassiti. 

Diagnosi  dei  varazoi :  animali  pluricellulari  e  di  Molito  formanti  delle 
colonie,  gli  adulti  privi  di  locomozione  e  (con  rare  eccezioni)  fissi,  (^uasi 
sempre  provvisti  di  scheletro  calcareo,  siliceo  o  fibroso.  Neil' interno  del 
corpo  vi  sono  cavit/i  rivestite  da  cellule  con  collaro  e  flagello.  Anche  i 
paruzoi  mancano  di  f»iuloilermH,  di  mesoderma,  di  tessuto  muscolare,  <li 
organi  di  senso  e  di  sistemu  nervoso.  Si  rij»roducono  per  cellule  sos-simli 
o  per  gemmazione  ;  in  mag|noranza  marini,  pochi  d'  acqua  dolce. 

Diagnosi  dei  metazoi  :  animali  pluricellulari,  provvisti  di  endoderiiiu, 
di  mesoderma  fad  eccezione  dei  cnidari)  di  tes-suto  muscolare,  di  ovirani 
di  senso,  e  di  sistema  nervoso. 


t 


290  Storta  iiaturale 


Abbaudonando  i  mesozoi  e  i  parazoi,  anche  iieir  orbita 
dei  metazoi,  il  Carazzi  trova  che  si  debba  modificare  il 
sistema  zoologico;  ma  si  tratta  di  modificazioni  sempre 
meno  importanti  delle  precedenti  e  per  lo  più  sono  ade- 
sioni a  proposte  già  avanzate  da  altri. 

Così  TA.  accetta,  benché  «  con  tutte  le  riserve  »,  lo 
sdoppiamento,  già  proposto  da  Emery,  dei  celenterati  in 
due  tipi  :  cnidari  e  ctenofori^  e,  ad  es.,  poi  primi  accetta 
la  classificazione  del  «  vecchio  Claus  »  in  idromedvse 
(idrozoij  sifonofori,  scifozoi)  e  ant-ozoi  (aìcionari,  zo- 
anturi). 

Pei  rimanenti  metazoi  (epineuri  dell' Emery),  <  alcune 
divisioni  sono  abbastanza  precise  :  come  echinodermi^  mol- 
luschi, artropodi,  cordati  ;  altre  molto  confuse,  tanto  che 
più  d' uno  zoologo  propose  collocare  i  rimanenti  metazoi 
in  un  grande  magazzino,  o  provincia,  dei  vermi  ».  E  que- 
sta pare  alTA.  «  per  adesso  la  soluzione  provvisoria  più 
ragionevole,  perchè  i  tciutativi  di  raggruppamenti  vecchi 
e  nuovi  (molluscoidi,  ambulacrali,  prostopigi,  vermidei, 
ecc.)  sono  tutti  troppo  artificiali  ». 

Notiamo  infine  che  V  A.  non  riconosce,  come  fanno  i 
più,  negli  echinodermi  una  simmetria  raggiata  apparente; 
egli  li  ritiene  per  dei  veri  raggiati,  nonostante  resistenza 
della  eccentrica  piastra  madreporica,  del  canale  petroso, 
ecc.,  e  la  larva  bilaterale,  che  tenderebbero  a  farli  con- 
siderare di  simmetria  bilaterale.  Anche  questo  non  par- 
rebbe in  fondo  che  del  «  vecchio  Claus  »;  ed  anche  in 
questo  non  è  esclusa  Tiufluenza  di  vedute  teoriche,  es- 
sendoché agli  occhi  d'un  poligenista  o  antievoluzionista 
ad  ogni  costo,  per  gli  echinodermi  c'è  da  combattere  l'as- 
serita discendenza  «  da  un  ipotetico  antenato  bila- 
terale »  ! 

V.  —  Alcuni  saggi  sulV  uomo. 

Uno  studio  di  C.  Foà  ci  riconduce  in  qualche  modo 
in  piena  <  ortodossia  »  evoluzionista,  con  uno  di  quei 
classici  raffronti  fra  l'uomo  o  gli  animali,  da  cui  l'incal- 
zare della  critica  ci  ha  in  parte  disabituati.  Infatti  la  nota 
in  discorso,  Analogia  fra  il  movimetito  degli  arti  sn- 
periori  delVuoiiio  e  f/ttello  degli  arti  anteriori  di  alcuni 
mammiferi  nella  marcia  (lì.  Accademia  delle  Scienze  di 
Torino),  —  porta  nella  sua  essenza  un  contributo  a  quella 


..^a hA. 


^À^_ 


Saggi  sull'uomo  2i)l 


che  si  potrebbe    dire  la  <  dimostrazione  del  quadrupede 
nel  bipede  »I 

KA.  si  vale  degli  studi  del  Marey  sul  movimento  degli 
animali  a  base  di  cronofotografìe,  e  di  quelli  di  Braune  e  di 
Fischer  sulla  marcia  delPuomo,  e  presenta  ad  un  tempo  i  ri- 
sultati di  proprie  ingegnose  osservazioni  ed  esperienze. 

Egli  per  prima  cosa  respinge,  come  insufficiente  e  non  ri- 
gorosamente esatto,  il  dato  ammesso  da  parecchi  autori  che 
nella  marcia  dell'  uomo  «  i  movimenti  dell'arto  superiore  sono 
inversi  a  quello  dell'arto  interiore  dello  stesso  lato  e  avven- 
gono simultaneamente  e  nello  stesso  senso  di  quelli  dell'  arto 
inferiore  del  lato  opposto  ».  Riconosce  poi  con  Duchenne  che 
«  i  moti  delle  braccia  nella  marcia  dell  uomo  non  sono  sem- 
plici moti  pendolari  passivi  dovuti  allo  spostamento  del  tronco, 
ma  sono  invece  movimenti  attivi  determinati  da  contrazioni 
muscolari  ».  Ne  è  prova  il  fatto  che  in  caso  di  paralisi  le 
braccia  non  compiono  i  pretesi  movimenti  passivi;  e  ne  son 
prova  «  le  ritmiche  contrazioni  muscolari  »,  che  accompagnano 
i  movimenti  delle  braccia  nella  marcia  dell'uomo. 

Dopo  un*  accurata  analisi  ed  una  completa  comparazione 
dei  movimenti  del  cavallo  nel  passo  e  nel  trotto  e  di  quelli 
dell'uomo  nella  marcia  lenta  o  affrettata,  l'À.  conclude:  «  la 
successione  dei  movimenti  dei  quattro  arti  dell'  uomo,  a  seconda 
della  rapidità  dell'  andatura,  si  compie  con  un  ritmo  che  s'av- 
vicina o  a  quello  del  passo  o  a  quello  del  trotto  del  cavallo. 
Neil'  andatura  lenta  l' appoggio  di  un  arto  inferiore  cade  quasi 
nel  punto  medio  dell'appoggio  dell'arto  inferiore  opposto,  av- 
vicinandosi cosi  al  passo  del  cavallo;  nell'andatura  rapida  gli 
appoggi  degli  arti  superiori  ed  inferiori  opposti  tendono  a 
sincronizzarsi,  avvicinandosi  cosi  al  tipo  del  trotto  del  ca- 
vallo ». 

L' A.  si  propone  di  studiare  con  lo  stesso  metodo  e  lo 
stesso  intento  gli  animali  rampicanti,  i  quali  nella  scala  zoo- 
logica stanno  «  tra  i  mammiferi  che  camminano  a  quattro 
gambe  e  1'  uomo  che  cammina  eretto  ».  Sarà  interessante  ve- 
dere se  nell'  arrampicamento  «  è  conservato  lo  stesso  ritmo  di 
movimenti  che  vedemmo  essere  comune  al  cavallo  ed  al- 
l' uomo  ». 

Intanto  V  attuale  contributo  del  Foà  viene  a  sostegno 
di  quanto  dice  il  Luciani  nel  suo  Trattato  di  Fisiologia  : 
«  la  oscillazione  in  senso  opposto  degli  arti  superiori  e 
inferiori  dell'uomo  ricorda  perfettamente  il  funzionamento 
alterno  dei  quattro  arti  nel  cammino  ordinario  dei  qua- 
drupedi ».  In  altre  parole,  l'analisi  dei  movimenti  delle 
braccia  e  delle  gambe  nella  marcia  dell'  uomo  fa  ritro- 
vare, come  abbiamo  dotto  «  il  quadrupede  nel  bipede  ». 


Numerosi  studi  di  naturalisti,  di  psicologi,  di  medici 
riguardauo  invece  nell'uomo  quello  che  lo  singolarizza 
nel  regno  animale,  pur  senza  fai-nelo  uscire,  l'intelligenza 
e  il  suo  organo.  Cosi  J.  Draeseke  si  occupa  dei  rapporti 
fra  il  Peso  del  cervello  e  l'intelligenza  (Arehir.fiifRas- 
sen-und  Qeaellschafts- Biologie),  offrendo  un  gran  numero 
di  cifre  provenienti  da  numerosi  osservatori,  ed  una  ricca 
bibliografia  dell'argomento.  Nel  mondo  degli  uomini  illu- 
stri troviamo  ricordati  come  eilremi:  Tourgeuiev  con 
2012  g.  di  cervello  e  Gali  con  1198,  molto  al  di  sopra  il 
primo  e  molto  al  di  sotto  della  media  il  secondo.  Un  aua- 
tomìco  giapponese,  Taguchi,  che  fra  l'altro  ha  pesato  il 
cervello  di  600  dei  suoi  compatrioti,  figura  dal  suo  canto 
con  la  bella  cifra  di  1920  g. 

O.  Schwalbe  è  uno  di  quegli  autori  che  negli  ultimi 
tempi  hanno  rimesso  agli  onori  del  mondo  la  vecchia  fre- 
nologia, che  voleva  vedere  alla  superficie  esterna  del  cra- 
nio rivelata  la  conforuiaziono  del  cervello.  Una  sua  me- 
moria tratta  la  cosa  in  generale  sotto  il  titolo  Vecchia  e 
nuova  Frenologia  (Korrespondem-Blatt  der  d&uttcheii 
Gesellschaft  fiir  Antltropologie)^  ed  un'altra  svolge  un 
argomento  particolare,  concernendo  //  rilievo  cerebrale 
della  regione  temporale  del  cranio  umano  (Zeitschrift 
fiir  Morphologie  nnd  Anthropologie). 

E  certo  che  oggi  tende  a  farai  strada  mi'  o])iiiio«e,  la  quale 
concorda  fondamentalmente  con  quella  prof>*><sata  dal  Gali  e  che 
è  il  fondamento  della- sua  frenologia:  la  forma  del  cranio  è 
determinata  e4.ie:i£Ìalmeiite  da  c|iielln  dell'encefalo,  mentre  i 
muscoli  non  rappranentano  che  una  parte  subordinata  nella 
niorfogenesi  crnuìca.  Anzi  i  iniiMcoli  formerebtiero  quasi  come 
uno  strato  protettore  sotto  il  quali:  il  cranio  ni  adatterebbe 
alla  conformazione  del  cervello.  Infatti  dove  il  disegno  delle 
circonvoluzioni  si  riconosce  meglio  alla  supei-licie  esterna  delle 
Hcatola  ossea  della  testa,  è  negli  animali  che  hanno  la  mag- 
gior parte  del  cranio  rivestita  di  potenti  masse  muscolari  ; 
menti'e  nell'  uomo  il  rilievo  è  limitato  alla  part«  ricoperta  dal 
muscolo  temporale  e  manca  a»isolutaniente  in  tutta  la  parte 
mediana  della  calotta  cranica. 

Quanto  alla  regione  temporale,  l'A.  I' ha  csaminatA  in  crani 
d' aisn/.iaiii.  ud  ha  trovato  che  una  ]jrotul>eraii:!ii  cj>rrispou- 
dunte  alla  tinnii  circunvoluKÌonc  frontali'  (la  sede  del  linguag- 
gio, almeno  a  siniKtra,  «econili.  Hi-oca)  sì  osserva  nell'HO  per 
cento  dei  <'asi.  lisscudo 
ìn-u  marcata  a  destra  e  i 


Saggi  sulVuomo  293 


gr^do  di  sviluppo^  la  inedia  generale  è  1,89  ;  su  10  crani  d'  uo- 
mini distinti  è  2  ;  su  4  crani  di  musicisti  è  3  a  destra  e  2  a 
sinistra;  su  B  crani  di  matematici  2,66  a  destra,  3,33  a  sini- 
stra La  protuberanza  è  arrotondata,  allungata  o  diffusa  ;  la 
parete  cranica  in  corrispondenza  è  assottigliata  e  trasparente. 
Questa  protuberanza  pare  esista  nel  cranio  fossile  di  Neander- 
thal  ed  e  ben  marcata  in  quello  di  BrUx.  La  protuberanza  della 
seconda  circonvoluzione  temporale  è  spesso  ancor  meglio  svi- 
luppata della  precedente.  La  protuberanza  temporale  superiore 
manca  nel  54  per  cento,  dei  casi  esaminati  ed  è  poco  svilup- 
pata nel  27  per  cento,  mancando  pure  nella  maggior  parte  dei 
crani  d'  uomini  superiori.  La  protuberanza  della  terza  circon- 
voluzione temporale  manca  il  più  spesso;  è  un  po'  più  fre- 
quente nella  donna  che  nelP  uomo,  più  a  sinistra  che  a 
destra. 

A  giudicare  dai  quali  risultati,  e*  è  da  concludere  che 
la  frenologia  moderna,  —  come  bene  osserva  un  critico,  — 
si  riduce  finora  a  ben  poca  cosa! 

Per  di  più  il  prof.  Stieda  (Congresso  di  antropologia 
di  Strasburgo)  mette  in  dubbio  i  tanto  spesso  e  con  tanta 
sicurezza  asseriti  Rapporti  fra  V  intelligenza  e  le  circon- 
voluzioni  cerebrali:  il  che  toglierebbe  ancora  significato 
al  loro  eventuale  rilievo  alla  superficie  del  cranio. 

Secondo  lo  Stieda,  sarebbe  inesatto  affermare  che  P  intelli- 
genza deir  uomo  è  proporzionata  allo  sviluppo  delle  circonvo- 
luzioni del  suo  cervello.  Egli  cita  in  proposito  il  caso  di  un 
famoso  poliglotta,  lo  svedese  Sauerwein,  che  sapeva  parlare  e 
scrivere  64  lingue,  nelle  quali  persino  sapeva  far  versi  :  que- 
sto prodigio  avrebbe  dovuto  avere  la  circonvoluzione  del  lin- 
guaggio straordinariamente  ricca  di  pieghe:  ebbene  neanche 
a  farlo  apposta  il  suo  cervello  era  dei  più  ordinari.  Secondo 
FA.,  il  cervello  dei  sordomuti  non  differisce  in  nulla  da  quello 
degli  uomini  normali. 

Lo  Stieda  .conclude  che  a  giudicare  deir  intelligenza  dal 
numero  e  dalla  complicatezza  delle  circonvoli^zioni,  sarebbe 
quasi  come  giudicarne  dalle  linee  della  mano:  ciò  che  conta 
veramente  è  la  sostanza  grigia  del  cervello.  Le  quali  asser- 
zioni sono  almeno  esagerate,  in  quanto  la  sostanza  grigia  forma 
la  corteccia  del  cervello,  onde  il  complicarsi  delle  circonvo- 
luzioni vorrà  sempre  dire  una  maggior  e.stensione  di  materia 
grigia. 

Altre  ricerche  ed  altri  dati  verrebbero  invece  a  con- 
validare la  dottrina  dell'  intimo  legame  fra  lo  stato  del 
cervello  da  una  parte,  il  grado  dell'  intelligenza  e  le  qua- 
lità morali  dall'altra,  suonando  del  pari  in  senso  favore- 


2H4  Storia  naturale 

vole  alle  localizzazioni  cerebrali.  Cosi  nel  decorao  anno 
fflcero  il  giro  ilei  giornali  le  cure  prodigiose  di  dottori 
americani,  come  <i.  Ownsby,  che  guarivano  la  delinquenza 
precoce  e  la  pazzia  con  semplici  operazioni  chirurgiche. 
Ma  positive  iu  tal  senso  sono  le  esperienze  di  B.  Hollauder 
attestanti  la  Dipendenza  di  disordini  della  psiche  da  le- 
sioni cerebrali  (Bullettìn  of  the  Britisk  Phrenological 
Society),  G  nel  tempo  stesso  la  localizzazione  di  questo 
in  rapporto  con  la  speciale  natura  di  quelli. 

L' A.  infatti  ha  potuto  accertare  che  liei  casi  di  malattie 
mentali  e  degenerazioni  morali  non  è  tutto  intero  il  cervello 
che  é  colpito  da  alterazioui,  ma  solo  determinate  parti  di  esso, 
8  che  viceversa  secondo  la  diversa  localizzazione  delle  lesioni 
cerebrali  variano  i  sintomi  morbosi  della  psiche:  onde  la  pos- 
sibilità di  curare  e  guarire  questi  con  appropriate  operazioni 
chirurgiche.  Così  Ìd  50  casi,  osservati  dall'  Hollauder,  le  alte- 
razioni di  una  determinata  parte  del  cervello  furono  segulM 
da  gravi  sintomi  di  depressione  mentale  e  mania  di  persecu- 
zione-, e  in  25  di  questi  casi  si  ottenne  la  completa  guarigione 
con  una  semplice  trapanazione  del  cranio  eseguita  in  corri- 
spondenza al  punto  lesionato  del  cervello.  Tipico  il  caso  di  un 
ragazzo  di  .sedici  anni,  bugiardo,  eccitabilissimo,  violento,  ma- 
nesco, ladro  precote  e  pervertito  al  punto  da  non  avere  ombra 
di  pudore,  sino  a  farsi  arrestare  per  oltraggio  alla  decenza. 
Orbene,  sottoposto  alla  trapanazione  del  cranio,  si  poli:  eatrar- 
gli  una  scheggia  ossea,  che  gli  comprimeva  e  feriva  il  cer- 
vello in  un  punto:  tolta  la  scheggia  e  sanata  l'alterazione  al 
cervello,  il  suo  quadro  psichico  cambiò  dì  punto  in  bianco,  es- 
sendo ridiventato  il  la^azzo  un  tipo  intellettualmente  e  mo- 
ralmente normale. 

Ed  a  conferma  delle  localizzazioni  cerebrali  va  qui 
ricordato  che  iiell'  Ospedale  di  Brescia  il  prof.  Mori  ha 
ripetuto  l'esperienza  classica  del  Rroca:  un  giovane  con- 
tadino, che  in  seguito  ad  una  potente  bastonata  al  capo 
aveva  perduto  la  favella,  fu  sottoposto  alla  trapanazione 
del  cranio"»  sopra  l'orecchio  sinistro,  ed  essa  portò  alla 
acoperta  d'  un  coagulo  di  sangue  che  comprimeva  il  cen- 
tro del  linguaggio;  rimosso  il  quale  coagulo,  il  paziente 
riacquistò  subito  la  parola. 

Questi  rapporti  materiali  fra  il  cervello  e  la  psiche 
valgono  ancora  fra  gì'  indizi  più  impressionanti  che  in- 
ducono almeno  a  dubitare  della  natura  spirituale  del- 
l'anima. Ed  uno  stesso  ordine  di  prove  si  traggono  da 
quella  psicologia  sperimentale,  che  assoggetta  i  fenomeni 
dello  spirito  alle  leggi  del    tempo  e  dello  spazio  ;  quella 


Saggi  sull'uomo  29B 


psicologia  sperimentale  che  oggi  in  Italia  ha  il  suo  rico- 
noscimento ufficiale,  come  scienza  biologica  e  non  filoso- 
fica, nelle  cattedre  universitarie  aggregate  alla  Facoltà 
medica  ed  alle  quali  furono  nominati  finora  due  medici 
ed  un  filosofo-biologo. 

In  relazioni  sui  relativi  concorsi,  firmate  da  uomini  come 
Mosso,  Morselli  e  Golgi,  si  riconosce  che  V  aggregazione 
della  psicologia  sperimentale  alla  Facoltà  di  Medicina  «  in- 
dica ed  impone  anche  più  strettamente  il  carattere  tecnico 
sperimentale  che  si  dovrà  dare  a  tale  insegnamento,  cosi  d:i 
collocarlo  e  da  mantenerlo,  nelP  economia  degli  studi  univer- 
sitari, in  diretta  continuazione  ed  in  mutua  relazione  con  le 
scienze  fondamentali,  che  mirano  a  conoscere  e  ad  investi&^are 
r  organismo  e  gli  apparati  organici,  pei  auali  e  dai  quali  si 
manifestano  i  fatti  psichici,  ossia  oltre  alle  scienze  fisiche  e 
chimiche,  la  biologia  in  generale,  T  anatomia,  T  istologia,  la 
fisiologia,  la  patologia  e  la  clinica  del  sistema  nervoso  in  par- 
ticolare ». 

£  si  dice  ancora  che  «  nello  stesso  tempo  la  cattedra  di 
psicologia  sperimentale  dovrebbe   costituire  un    nesso  o  ponte 

'  tra  la  Facoltà  medica  e  la  Facoltà  filosofica,  rendendosi  obbli- 
gatorio il  frequentarne  i  corsi,  agli    studenti    in  filosofia,   per 

'  modo  da  indurli  per  tempo  ad  una  comprensione  meno  astratta 
e  speculativa  delle  funzioni  psichiche  ». 

Né  diverso  è  V  indirizzo  imposto  al  famoso  Istituto 
Solvay  di  Sociologia  di  Bruxelles,  sebbene  il  suo  fonda- 
tore, B.  Solvay,  nella  sua  Nota  sulle  formule  <V  introdu- 
zione air  Energetica  fisio-psicosociologica  (Memorie  del- 
V  Istituto)^  si  mostri,  come  lo  dice  lo  stesso  titolo,  seguace 
di  quella  nebulosa  scienza  dell'  Ostwald,  che  in  qualche 
modo  sembra  sostituire  un  nuovo  misticismo  al  vecchio 
della  metafis  ca  e  del  dogma,  col  suo  concetto  della  non 
esistenza  della  materia  e  della  riduzione  di  ogni  cosa,  di 
ogni  fenomeno  a  forma  di    energia,   anzi  «  energetica  ». 

Pare  adunque  che  anche  in  questo  campo  V  indirizzo 
dominante  non  sia  punto,  come  vorrebbero  far  crederò 
taluni,  un  abbandono  del  monismo  per  un  ritorno  ai 
vecchi  principi  della  concezione  vitalistica  e  spiritualistica. 

Nel  dominio  della  psicologia  sperimentale,  che  non 
appare  punto  debellata,  accenneremo  ad  un  lavoro  di 
Jung  e  Petersen:  Sulla  misura  della  intensità  dei  feno- 
meni psichici  (Brain). 

Gli  autori    sarebbero    riusciti    a    misurare    V  intensità  delle 
sensazioni  e  delle  emozioni  ;  e  ciò    con  un    metodo   semplicis- 


Htfrin   natHTaU. 


r  iiM>  del  ^Ivanomptra.    M«9éo    qd    individuo 
e  con  questo    )>en    noto   sppsrefchio.  alle    -ra*? 


spODderebbero  devìazio 


I  Dumero^i  indiriiluL. 
normali  o  no.  nefla  Clini'*.»  Psichiatrica  di  Zurìgo.  Si  dJrebW 
persino  che  con  '(oesto  metodo  si  possano  m>^iten:  a  ondo  i 
Hpntinienti  rìposti  e  le  iDcIinaziotii  degli  uomini  :  giaoobè. 
proferendo  davanti  a  un  individuo  parole  prese  a  caso  d&I 
vocabolario,  la  reazione  al  ^1  t-ano metro  è  tanto  più  intensa, 
qnaDto  più  la  parola  pronunziata  risvegli  ricordi  o  si  associ  in 
qualebe  modo  ad  abitudini,  tendenz*^.  desideri  del  soggetto. 

Un'opera,  che,  trattando  rucIic  arpomcnli  di  alta  psi- 
cologia, resta  ncmpre  nel  campo  delle  nasenazioni  e  deeli 
eflperimenti  ed  onchi'le  in  via  assolnla  gli  elementi  tuì- 
stici  0  metafisici  delle  spiegazioni,  è  la  ^(«l'jJojin  mmpa- 
rnia  drl  r/rrello  e  pniroJogin  roninnrnla  ili  I.  I./>eb.  tra- 
dotta in  italiano  da  F.  KatTaele  (Palermo,  li.  Sandron): 
nella  quale  le  varie  categorìe  di  Tenomeni  della  vita  di 
relazione  defili  animali  sono  prese  in  esame,  a  partire 
dai  tropismi  e  da^li  atti  riflessi  per  ginngere  agli  istinti 
ed  alla  complessa  attivila  intellettuale  degli  animali  supe- 
riori e  dell'uomo. 

Ma,  tornando  alla  parte  pii'i  indubbiamente  materiale 
dell'  nomo,  il  nuorn  rnelodo  iMle  preiipitiiie  drl  sanguf 
ha  avuto  nell'anno  decorso  qualche  curiosa  non  meno 
ohe  interessante  applicaziotie  allo  stu<)io  della  specie 
umana. 

Nei  volumi  precedenti  AaìV Annnnrio.  compreso  quello  del 
IW!  (pag,  289),  non  abbiamo  mancato  di  far  conoscere  questo 
cbe  fu  detto  eKamr.  bioloi/ìco  del  mingili',  mediante  il  quale  si 
misero,  per  en,,  in  evidenza  affinità  e  gerarchie  fra  gli  ani- 
mali. Ora  accenneremo  agli  scudi  del  Bruck  'Saturiria»en- 
Hnhaftlir.lii:  Wor:heii»rhrift  j,  il  '(uale.  dopo  aver  confermato 
rigultati  gi^  noti,  come  ad  eis.,  che  la  distanza  fra  1'  uomo  e 
l'orangutan  è  minore  di  qti-jlla  fra  questo  e  un  macaco,  trova 
nel  metodo  delle  precipitine  un  carattere  aMKolutamente  distin- 
tivo per  differenziare  le  razze  umane,  le  quali  losl  verrebbero 
ad  acquistare  un  vnlore  sistematico  che  i>er  lo  innanzi  mal  si 
sapeva  assegnar  loro.    Di    più    l'esame    biologico    del    sangue 

Sermette,  secondo, il  Bruck,  di  stabilire  la  gerarchia  delle  razze. 
imoHtrsndosi  ad  es.  la  superiorità  degli  olandesi  sui  cinoKÌ  e 
di  quenti  sui  malesi. 


La  composizione  chimica  del  sangue,  nei  ri^uar< 
suo  contenuto  salino,  e  le  note  deduzioni  di  R.  Qv 
sui  rapporti  fra  il  sangue  e  1'  acqua  del  mare  hann 
uiato  il  punto  di  partenza  ad  una  pubblicazione,  d 
così....  allegra,  la  quale  dimostra  a  che  grado  di  f 
dita  si  può  giungere,  partendo  magari  da  gualche 
supposto  plausibile:  è  La  nirena  vmana  di  G.  C 
(Milano). 

Questo  signore,  basandosi  sulle  note  affermazioni  del 
ton,  assume  come  tesi  dimostrata  che  la  specie  umani 
origine  marina.'  Poi,  basandosi  sul  fatto  ohe  scheletri  d' 
si  rinvennero  in  roccie  formatesi  in  seno  al  mare,  coni 
che  quelli  eclieletri  dovettero  essere  d'  uomini  vissuti  nel 
erano  gli  uomini-nireiie  !  t  Dopo  questo  fatto,  —  egli  di 
una  logica  feroce,  —  non  vi  ha  più  duboio  che  1' uomo  I 
sirena,  poiché  tutti  possono  capire  che  questi  schele 
deposito  marino,  su  cui  si  è  perfino  formato  un  deposito 
lifero,  non  possono  es'Sere  di  uomini  terrestri  >.  E  non  I' 
soltanto,  ma  <  tutti  i  mammiferi  suoi  contemporanei,  e 
in  sedimenti  vergini  e  talora  a  coiisiderevole  profom 
dovettero  essere  sirenojdi  come  l'uomo.  E  l'uomo-sireni 
aveva  <  le  dita  palmat«  come  la  foca  •,  che  e  non  aveva 
nalità,  perchè  il  mare  universale  non  ammetteva  cor 
che  aveva  una  lingua  universale,  1»  quale  <  ai  parlai 
mare  dall'uno  all'altro  polo  >,  —  e  di  questa  lingua  « 
atre  prof  Trombetti  ha  trovato  i  ruderi  presso  tutti  i  pò 
—  r  uomo-sirena  a  poco  a  poco  abbandonò  il  mare  per 
tare  un  animale  d'acqua  dolce  e  finalmente  un  animale 
gnolo,  trasformandosi  da  sirena  in  uomo  ! 

Del  resto,  che  <  tutti  i  mammiferi  terrestri  ebbero 
antenati  mariui  »,  lo  <  ammette  implicitamente  anche  la 
di  Darwin,  poìcbè  essa  spiega  come  per  la  trasformasic 
una  specie  in  varietà  e  viceversa,  dal  protoplasma  si  f 
all' anfibio,  da  questo  al  marsupiale,  da  questo  alla  scim 
da  questa  all'  uomo  » 

E  dire  che,  questo  portentoso  scrittore  dichiara  di  ave: 
tante  opere  !  È  probabile  però  che  non  abbia  letto  Dar 
nemmeno  qualche  ...  libriciattolo  elementare  di  storia  nai 

Chiudiamo  con  un  cenno  bu  La  zoolo</ia  nella  ce 
moderna  di  E.  Setti  (Drucker,  Padova),  prolusione 
corso  libero  -uni  versi  tarlo  di  storia  delia  zoologia, 
quale,  illustraudo  il  programma  di  questa  scienza, 
lumeggiano  le  applicazioni  alla  sociologia.  È  ancori 
studio  sulla  specie  umana  considerata  nella  sua 
sociale,  di  cui  si  dolinoa  come  un'interpretazione 
log^ica. 


21)8  Storia  nnfurale 


U  A.  sì  propone  di  dimostrare  «  la  straordinaria  impor- 
tanza della  zoologia  nella  coltura  moderna  »,  facendo  vedere 
come  «  fra  i  grandi  problemi,  che  hanno  agitato  e  agitano  la 
mente  dell'  uomo,  pochi  sono  quelli  che  possono  completa- 
mente sottrarsi  alla  competenza  più  o  meno  diretta  dello  zoo- 
logo, mentre  quelli  più  generali  e  di  maggiore  importanza  si 
riducono  essenzialmente  a  problemi  zoologici  ». 

E  TA.  raggruppa  in  tre  ordini  siffatti  problemi,  passando 
in  rassegna  successivamente  i  problemi  pratici,  relativi  alle 
«  infinite  forme  di  animali  che  interessano  V  uomo  per  i  van- 
taggi o  per  i  danni  che  egli  ne  può  avere  »,*  -  i  problemi  di 
filosofia  generale,  come  quello  massimo  deir  origine  delP  uomo 
ed  in  genere  dell'  evoluzione,  —  i  problemi  sociologici. 

A  proposito  dell'  evoluzione,  non  possiamo  a  meno  di  rile- 
vare che  1'  A  non  mostra  }>unto  d'essere  di  quelli  che  negli 
ultimi  tempi  si  sono  affrettati  a  ritornare  sui  propri  passi  : 
egli  non  manca  di  riconoscere  l'importanza,  la  tondatezza  ed 
anche  1'  utilità  di  certe  critiche,  ma  non  manca  di  riconoscere 
del  pari  e  biasimare  «  le  nuove  esagerazioni  dblla  nuovissima 
critica  »,  e  risponde  alle  principali  obbiezioni,  che  si  vanno 
affacciando,  magari  rivestendo  a  nuovo  appunti  vecchi,  contro 
le  dottrine  evoluzioniste. 

Quanto  alle  applicazioni  sociologiche  della  zoologia,  1' A. 
accenna  al  fatto  che,  mentre  numerosi  sono  i  sociologi,  scarsi 
invece  sono  gli  zoologi  che  se  ne  sono  occupati:  il  che  non  ha 
contribuito  certamente  a  far  progredire  questo  genere  di 
ricerche,  per  quanto  interessantissimo  Delinea  poi  rapida- 
mente alcune  questioni  sociali,  mostrando  come  j^ossano  affac- 
ciarsi al  naturalista,  ad  es.,  la  questione  se  la  società  umana 
sia  o  no  da  considerarsi  come  un  vero  organismo,  e  se  quindi 
la  sociologia  ha  da  avere  o  no  una  base  biologica,  —  la  ten- 
denza dell'  uomo  al  progresso,  dimostrata  o  no  dalla  tendenza 
dell'  evoluzione  nella  natura,  —  1'  applicazione  del  darwinismo 
con  la  sua  lotta  per  1'  esistenza  e  la  sua  selezione  ai  rapporti 
fra  gli  uomini,  ecc. 

Notiarao  che  lo  stesso  Setti  già  fin  dal  1896  contri- 
buiva con  pubblicazioni  a  svolgere  questo  lato  sociolo- 
gico della  zoologia. 


VI.  —  Situi f  sui  vertebrati, 

L.  Frédéricq  ha  tentato  di  scoprire  il  Meccanismo 
della  pulsazione  del  cuore  nel  cane  (Archiies  interna'- 
tionales  de  Physioloyie) ,  sacrificando  sulT  altare  della 
scienza,  nell'Istituto  di  fisiologia  di  Liegi,  numerosi 
rappresentanti  dell' amico  dell'uomo,   per  studiare  come 


_mK  f 


Studi  sui  vertebrati  299 


si  comporti  il  cuore,  artificialmente  irrigato  o  no  e  dopo 
sezioni  diverse  effettuate  nelle  sue  pareti. 

Lie  teorie  attuali  sui  movimenti  del  cuore,  che  si  disputano 
il  terreno  in  nome  d'esperienze  interpretate  contraditto  riamente, 
mirano  a  spiegare  i  fenomeni,  sia  con  una  regolazione  ner- 
vosa affatto  analoga  a  quella  che  governa  i  movimenti  respi- 
ratori (teoria  neurogeuau  sia  con  una  propagazione  di  onde 
puramente  muscolari  (teoria  miogena). 

L' importante  contributo  arrecato  dalT  A  sembra  risolvere 
il  problema  almeno  in  parte,  senza  però  attaccarsi  in  modo 
esclusivo  air  una  o  alP  altra  delle  teorie,  ma  facendo  volta  a 
volta  intervenire  l'una  o  l'altra  per  spiegare  i  movimenti  del 
cuore. 

Cosi  la  contrazione  fra  le  orecchiette  e  i  ventricoli  si  pro- 
paga assai  lentamente,  impiegando  nel  cane  un  decimo  di 
secondo  (intervallo  fra  la  sistole  auricolare  e  quella  ventrico- 
lare) per  un  tratto  di  1  cm  ,  il  che  rappresenta  una  velocità 
di  propagazione  di  10-16  cm.  al  secondo:  ne  consegue  l'impos- 
sibilita di  ammettere  siffatta  propagazione  per  via  nervosa. 

D'  altra  parte  la  trasmissione  quasi  istantanea  dell'  eccita- 
zione sistolica  nelle  due  orecchiette  e  nei  due  ventricoli  deve 
effettuarsi  per  via  nervosa,  e,  se  non  proprio  per  tronchi  ner- 
vosi, certo  per  la  rete  nervosa  diffusa  nelle   pareti    cardiache. 

Un  argomento  singolare  è  quello  trattato  da  L.  Cué- 
not,  nella  nota  L  autotomia  caudale  in  qualche  mammi- 
fero  del  gruppo  dei  roditori  (Société  de  Biologie)^  —  della 
quale  non  possiamo  dare  che  il  titolo. 

Passando  agli  uccelli,  crediamo  doveroso  a  titolo  d'onore 
fare  innanzitutto  menzione  d'uno  splendido  lavoro  di 
M.  de  Marchi,  /  trocìiilidi  delV  Argentina  (Atti  del  don- 
gresao  dei  Naturalisti  Italiani  del  1906),  che  tratta  de- 
gnamente un  soggetto  assai  iuteressante,  offrendo  non 
pochi  dati  rari  o  nuovi. 

La  memoria,  di  oltre  100  pagine,  è  illustrata  con  dieci  bel- 
lissime tavole,  le  quali  rappresentano  la  testa,  la  coda  e  l'ala 
delle  varie  specie  e  riproducono  magnitìche  fotografie  di  nidi, 
di  esperimenti  con  individui  in  cattività,  ecc. 

L'A.  avverte,  incominciando,  che  la  sua  pubblicazione  trae 
origine  da  osservazioni,  che  egli  stesso  ha  fatto  in  parecchi 
viaggi  ed  in  una  sua  permanenza  di  alcuni  anni  nelT  Argen- 
tina: sicché  il  materiale  illustrato  nella  memoria  è  in  gran 
parte  originale  e  di  provenienza  diretta 

Dopo  un*  introduzione  critico-bibliogratìca,  dove  prende  le 
mosse  dalla  vecchia  opera  di  F.  de  Azara  del  18' '2-05  e  va  fino 
alla  Ornitologia  Argentiìia  di  Hudson  e  Sclater  del  1889,  l'A. 


300  Storia  naturale 


ì 


offre  una  minuta,  completa  descrizione  delle  yarie  specie  di 
questi  bellissimi  uccelli  mosca  o  colibrì,  descrizione  notevole  per 
la  ricchezza  dei  dati,  fra  cui  quelli  relativi  alle  dimensioni  di 
tutto  il  corpo,  delle  ali,  della  coda,  del  becco.  Gli  elementi  de- 
scrittivi, desunti  in  parte  dalla  bibliografia,  sono  per  la  mag- 
gior parte  rilevati  su  materiale  raccolto  dalPA  e  su  quelk> 
della  collezione  Turati  presso  il  Museo  Civico  di  Storia  Na- 
turale di  Milano  Notiamo  che  la  lunghezza  totale  dei  trochi- 
lidi  descritti  va  da  un  minimo  di  8  ad  un  massimo,  raramente, 
di  20  cm.,  della  qual  lunghezza  oltre  una  metà  va  ripartita  fra 
la  coda  e  il  becco.  Le  specie  ammesse  dalPA.  per  r  avifauna 
deir  Argentina  e  qui  descritte  sono  16,  con  un  aumento  quindi 
di  5  su  quelle  annoverate  da  Hudson  e  Sclater. 

Alla  parte  descrittiva  segue  una  estesa  relazione  intorno 
la  vita  e  i  costumi  dei  trochilidi,  vera  miniera  di  dati  inte- 
ressanti e  curiosi,  che  concernono  degli  uccelli  iu  discorso  la 
cattura,  il  volo,  le  abitudini  e  gli  atteggiamenti,  il  canto,  la 
nutrizione,  la  vita  iu  cattività,  il  carattere  e  le  tendenze,  T  in- 
telligenza, la  nidificazione,  P  alimentazione,  ecc.  La  solita  ti- 
rannia dello  spazio  non  ci  consente  di  saccheggiare,  come  vor- 
remmo, questa  parte  brillante  della  memoria;  dobbiamo  limi- 
tarci a  riferire  alcune  delle  conclusioni  che  V  A.  presenta  come 
principali  risultati  del  lungo  studio  e  del  grande  amore  con 
cui  si  è  occupato  delP  argomento. 

Cosi  leggiamo  ohe  i  trochilidi  della  avifauna  ar«;eutina  non  possono 
conniderartii  come  apparteneuti  parte  alla  provincia  Ohileno-Pata^^ontca, 
parte  alla  provincia  Sud-Brani  liana,  come  sostenne  il  Ridgway,  ma  essi 
costituiscono  in  parte  una  fauna  autoctona,  con  le  loro  specie  esclnsive 
del  paese,  in  parte  una  fauna  di  penetrazione,  con  specie  provenienti 
dalle  citate  plaghe  finitime. 

L'  A.,  riicrondosi  particolarmente  a  tre  specie,  Chlorostilbon  aureo- 
ventris,  llylocharis  ruftcollis,  Ileliomnster  furcifer.  sulle  quali  più  propria- 
mente ha  portato  la  sua  attenzione,  conferma  «  la  realtà  di  un  volo  re- 
troj^rado  nei  trochilidi  »  e  «  la  perfetta  attitudine  per  la  caccia  degli  in- 
sotti al  volo  ».  —  asserisce  che  il  canto  è  «  costituito  da  vari  suoni  con 
.significazione  determinata,  sebbene,  in  (generale,  limitati  e  poco  cospi- 
cui >,  -  che  «  contrariamente  all'opinione  dell'Hudson  1* intelligenea  dei 
trochilidi  ra^giun^e  un  alto  c^rado  certamente  superiore  al  medio  degli 
uccelli  ».  Infine,  «  in  modo  certo  per  le  citate  npecie,  e  con  probabilità 
di  massima  generalizzazione  .  . ..  ,  risulta  che  l'alimentazione  d'  insetti 
i»  assolutamente  necessaria  ai  trochilidi,  mentre  la  zuccherina,  f^ebbene 
■possa  ammettersi  come  accessoria,  da  sola  riesce  non  pure  insufficieute. 
ma  anche  dannosa  ». 

G.  Zodda  ci  parla  Dell'  attittuiine  melìisìtga  della  ca- 
pinera (Avicvla), 

17  A.  ricorda  come  Jo  stesso  Delpino.  il  ben  noto  botanico 
il  quale  affermò  che  V  Europa  manca  di  uccelli  mellisugi  e  di 
piante  omitotìle,  citava  le  visito  di  Fanis  atsr  e  di  Certhia 
ai  fiori  dell*  Agave  vivipara.  Labilliardiòre  dal  suo  canto  os- 
servava il  Parus  afer  quale  visitatore  àeìV  Jgave  americana; 
più  tardi  il  Cavara  illustrava  le  visite  della  capinera  (Silvia 


'•--      \ftr 


studi  SUI  vertebrati  301 


atrìcapilla)  ai  fiori  del  Melianthus  major.  Ora  FA.  reca  un 
notevole  contributo  confermando  T attitudine  mellisuga  della 
capinera  ed  illustrandone  Fazione  pronuba  nei  riguardi  dei 
liori  àeWAntholyza  aethiopica. 

Ad  ogni  modo  si  tratterebbe  sempre  di  pronubismo  di  uc- 
celli nostrani,  ma  esercitato  verso  piante  esotiche. 

Nel  dominio  dell^  faunistica,  G.  Mari  ci  dà  una  ela- 
borata Avifauna  del  circondario  di  Viterbo  (Società  Zoo- 
logica Italiana), 

Il  jcircondario  di  Viterbo,  —  avverte  V  A.,  —  «  vasto,  mon- 
tuoso, con  molti  boschi,  con  due  bacini  lacustri,  uno  dei  quali, 
il  Vulsinio,  di  ragguardevole  estensione,  confinante  ad  O.  in 
parte  con  una  zona  marittima,  sì  trova  in  condizioni  tali  da 
albergare  o  da  attrarre  svariate  spècie  di  uccelli  ».  £  PA.  ha 
fatto  quanto  ha  potuto  per  riuscire  a  conoscere  la  ricca  popo- 
lazione orniti ca  del  paese,  formandone  una  importante  colle- 
zione pel  gabinetto  di  storia  naturale  delP  Istituto  Tecnico  di 
Viterbo,  nel  quale  egli  insegna.  Ora  di  tal  raccolta,  come  di 
quella  custodita  presso  quel  Seminario  Vescovile,  egli  pubblica 
V  elenco  ofirendo  per  ogni  specie  la  località,  il  nome  volgare  e 
per  le  meno  comuni  la  data  della  cattura.  Si  tratta  ai  195 
specie,  cosi  distribuite: 

Rapaci  23  —  Rampicanti  6  —  Passe racei  90  —  Colomba- 
cei  4  —  Gallinacei  7  —  Trampolieri  36^—  Palmipedi  29. 

L'avifauna  bresciana  è  stata  illustrata  in  un  modo 
ben  diverso,  però  anch'esso  interessante,  da  G.  Carini,  che 
ha  pubblicato  i  suoi  Appunti  per  un  vocabolario  ornilo- 
logico  bresciano  (Apollonio,  Brescia). 

L*A.,  vero  tipo  di  bresciano  per  la  gi*an  passione  alla  cac- 
cia, ha  raccolto  direttamente,  nelle  sue  peregrinazioni  cinege- 
tiche, la  quasi  totalità  dei  nomi  vernacoli  degli  uccelli,  che 
ora  pubblica  in  ordine  alfabetico,  recando  un  contributo  che 
interessa  cosi  la  scienza  ornitologica  come  la  filologia  ed  il 
folk-lore.  Di  quasi  tutti  i  nomi  dà  V  etimologia  e  P  origine 
«  nella  speranza  d*  interessare  gli  studiosi  di  filologia  romanza 
e  di  farli  maravigliare  innanzi  a  tanti  nomi  pittoreschi,  armo- 
niosi, pieni  di  fine  e  geniali  osservazioni  d'  ornitologia  popo- 
lare, nei  quali  brilla  tutto  il  sangue  della  nostra  razza  di 
cacciatori  ».  Il  nome  volgare  bresciano  è  accompagnato,  ben 
8^  intende,  dal  nome  scientifico  e  dal  volgare  italiano. 

Il  lavoretto,  —  vera  miniera  di  dati  interessanti  e  curiosi,  — 
è  di  tal  natura  che  non  se  ne  può  fare  un  riassunto. 

P.  Paris  ha  fatto  oggetto  di  trattazione  speciale  La 
glandola  delV  uropigio  degli  uccelli  (Société  zoologique 
de  France), 


302  StoHa  naturale 


È  la  nota  glandola,  che  con  la  forma  e  la  grossezza  ordi- 
nariamente di  un  grano  di  riso  sta  alla  base  della  coda,  e  di 
cui  si  ritiene  comunemente  che  con  la  sua  secrezione  oleosa 
serva  a  lubrificare  le  piume  e  renderle  impermeabili  al- 
Pacqua. 

L^  A.  osserva  essere  questa  V  unica  glandola  sebacea  cono- 
sciuta negli  uccelli.  Essa  è  biloba,  ma  a  lobi  più  o  meno  coa- 
lescenti,  ognuno  munito  di  un  canale  escretore  spesso  dilatato 
in  serbatoio.  Quanto  air  uificio,  VA  asserisce  che  la  glandola 
deve  avere  una  funzione  poco  importante,  giacché  sparisce  in 
certi  tipi,  che  non  sono  punto  inferiori  agli  altri 

T.  Lisiui,  nel  suo  Abbozzo  dell'  occhio  parietale  in 
embrioni  di  uccelli  (Monitore  Zoologico  Italiano)^  descrive 
la  comparsa  di  formazioni  fugaci  in  embrioni  dì  galliua 
e  di  colomba,  le  quali  per  la  posizione  e  la  struttura  cor- 
risponderebbero al  famoso  occhio  parietale  dei  rettili. 
L'esistenza  di  esso  negli  uccelli  sarebbe  quindi  affatto 
rudimentale  e  transitoria. 

Lo  studio  di  quesf  organo  singolare  ci  conduce  ai 
rettili. 

Sotto  il  titolo:  L'occhio  parietale  di  alcuni  rettili  e  le  sue 
funzioni  (Ibidem)^  R.  Staderini  sostiene  che  nel  Gongylus  ocel- 
latus^  anche  in  stadi  avanzati  di  sviluppo,  il  nervo  parietale 
non  sparisce  e  che  si  può  metterne  in  evidenza  le  estremità 
distali  e  prossimali.  Egli  crede  quindi  che  il  terzo  occhio  nella 
citata  lucertola  sia  ancora  dotato  di  potere  funzionale,  come 
è  in  altri  sauri  e  nei  ciclostomi. 

Air  incontro  A  Giannelli,  trattando  Ancora  sulV  occhio  pa- 
rietale dei  rettili  {Ibidem^,  oppone  allo  Staderini  che  i  fatti 
da  lui  addotti  circa  il  nervo  parietale  nel  Gongylus  ocellatus 
possono  essere  interpretati  come  atrofia  incipiente  del  nervo 
stesso. 

Una  polemica  vivace  troviamo  impegnata  prò  e  con- 
tra  r  esistenza  di  un  diaframma  negli  anfibi^  mentre  abi- 
tualmente si  ammette  che  questo  sepimento  muscolare  fra 
il  torace  e  V  addome,  esercitante  una  parte  cospicua  nella 
funzione  respiratoria,  non  esca  dair  àmbito  dei  mam- 
miferi. 

D.  Bertelli,  in  una  nota  Sul  diaframma  degli  Anfibi 
{B.  Istituto  Veneto  dì  Scienze,  Lettere  ed  Arti),  ritornando 
suir  argomento  già  da  lui  ampiamente  trattato,  in  completa 
confutazione  agli  asserti  di  E.  Giglio-Tos,  sostiene  e  dimostra 
che  nella  classe  degli  anfibi  non  esiste'  un  vero  diaframma, 
un   sepimento   omologo  a  quello   dei    mammiferi   fra  torace  e 


Studi  sui  vertebrati  803 


addome,  giacché  le  formazioni  muscolari  additate  come  dia- 
framma non  sono  che  parti  dei  muscoli  obliquo  interno  e  retto 
deir addome;  esistono  tutt'  al  più  e  soltanto  delle  pieghe,  omo- 
loghe alle  membrane  pleuro-peritoneali  dei  mammiferi. 

Sugli  anfibi  citiamo  una  nota  di  A.  Magnati  concer- 
nente le  Proprietà  dei  pigmenti  nei  batraci  (Académie 
des  Sciences), 

L'A.  distingue  cinque  pigmenti  cutanei,  che  separa  in  or- 
dine alle  loro  proprietà  chimiche:  pigmento  verde^  solubilis- 
simo in  alcool  a  50",  in  potassa  e  soda  al  3  per  cento,  un 
po' solubile  in  acqua,  discretamente  in  benzina;  — pigmento 
giallo,  poco  solubile  in  acqua  e  in  alcool  a  50**,  solubilissimo 
in  alcool  assoluto,  etere,  potassa,  soda,  poco  solubile  in  ben- 
zina; --  pigmento  bruno  giallastro,  solubile  soltanto  in  acido 
acetico,  e  rosso  in  ammoniaca;  —  pigmento  nero,  attaccabile 
soltanto  dall'acido  nitrico,  che  lo  scioglie  in  liquido  rosso  a 
caldo  e  giallo  per  diluizione 

Tutti  questi  pigmenti  hanno  però  qualche  relazione  fra 
loro:  i  più  cupi  possono  progressivamente  passare  ai  più  chiari 
sotto  diverse  influenze.  Non  ha  luogo  però  la  trasformazione 
inversa. 

Sui  pesci  troviamo  un  saggio  curioso,  che  rientra  nel 
lugubre  per  quanto  interessante  argomento  della  soprav- 
vivenza dei  decapitati.  Il  saggio  è  del  dott.  Kouliabko,  che 
al  Congresso  di  Fisiologia  di  Heidelberg  ha  esposto  al- 
cune sue  ricerche  sulla  Reviviscenza  dei  pesci  decapitati. 
L'autore  è  un  russo,  cioè  di  quel  paese  dove  le  morti 
violente,  per  «  alta  opera  di  giustizia  »,  sono  sempre  al- 
r  ordine  del  giorno. 

Le  citate  ricerche  dimostrerebbero  che  la  testa  continua  a 
vivere  o  si  può  far  rivivere  per  lungo  tempo  dopo  essere  stata 
distaccata  dal  tronco.  Cosi  una  lampreda  è  stata  tagliata  in 
due  parti,  1' una  comprendente  la  testa  e  il  cuore,  l'altra  il 
resto  del  corpo  con  la  coda.  Dopo  alcuni  movimenti  convulsi 
le  due  parti  sono  divenute  inerti  e  sono  state  lasciate  cosi 
per  un  ora  o  due.  Poi  s'  è  iniettato  nel  cuore  e  nei  vasi  un 
siero  artificiale  composto  di  alcuni  sali  Allora  la  testa  e  la 
parte  del  tronco,  che  vi  aderiva,  si  sono  rianimate  e  si  son  ri- 
messe a  vivere.  Applicando  contro  le  pareti  del  cuore  l'appa- 
recchio registratore  di  Marey,  si  è  ottenuto  sulla  carta  un 
tracciato  identico  a  quello  che  danno  le  contrazioni  cardiache 
di  un  pesce  vivo  e  intero.  Le  branchie  volta  per  volta  si  sono 
rimesse  a  funzionare,  a  sollevarsi  e  ad  abbassarsi  alternativa- 
mente, appunto  come  nei  pesci   che    respirano    nell'acqua.    Se 


■  •• 


304  Storia  naturale 


prima  dell'  iniezione  si  aveva  cura  di  fendere  il  cranio  del  pe- 
sce in  modo  da  scoprirne  il  cervello,  si  constatava  che  questo 
aveva  egualmente  ripreso  tutte  le  apparenze  della  vita.  Se  sì 
arrestava  V  iniezione,  il  pesce  moriva  una  seconda  volta.  Il 
cuore  può  battere  delle  intere  giornate,  a  condizione  che  sia 
sempre  irrigato  dal  siero.  La  stessa  cosa  accade  con  tutti  ^li 
altri  organi,  ad  eccezione  del  cervello,  la  cui  risurrezione  non 
dura  più  di  due  o  tre  ore. 

J.  Pelleg^rin,  occupandosi  di  pesci  nella  pienezza  delle 
loro  forze  e  compiutezza  del  loro  corpo,  fa  conoscere 
L  incubazione  beccale  in  due  Tilapia  dell'  Ogoou  (Con- 
greaso  delV Associazione  francese  per  V  avanzamento  delle 
Scienze). 

Un  certo  numero  di  P«sci  teleostei  esotici  ha  un  modo  dei 
più  curiosi  e  dei  più  efficaci  di  protezione  delle  uova  e  dei 
giovani:  V  incubazione  buccale.  Dopo  V  emissione  e  la  fe- 
condazione le  uova  sono  collocate  ora  dal  maschio  ora  dalla 
femmina  nella  cavità  bucco-branchiale,  e  là  trovano  eccellenti 
condizioni  di  sviluppo.  Questa  pratica  singolare  è  delle  più 
frequenti  nella  famiglia  dei  ciclidei,  pesci  acantotteri  faringo- 
gnati,  che  contano  numerosi  rappresentanti  nelle  acque  dolci 
africane  ed  americane.  L' A.  nota  V  incubazione  buccale  in  due 
specie  dell' Ogoou,  Tilapia  melanopleura  e  T.  flavomarginata. 

Il  compianto  prof.  P.  Pavesi,  —  e  fu  forse  questo 
r  ultimo  lavoro  deir  illustre  zoologo,  —  ha  dissertato 
intorno  Gli  acipenseri  nostrani  {R,  Istituto  Lombardo 
di  Scienze  e  Lettere)^  cioè  intorno  gli  storioni,  che  si 
rinvengono  nello  acque  italiane. 

L'  A.,  prendendo  le  mosse  da  un  quesito  di  pesca  proposto 
dal  Ministero  di  Agricoltura,  fa  un  esame  critico  delle  specie 
e  forme  note  di  storioni,  e  quelli  che  si  pescano  nei  nostri 
fiumi,  massime  nel  Po,  riduce  a  3  specie:  Acipenser  huso, 
A.  sturio,  A.  baccarà,  h'  A  Heckelìi  e  1'  A,  nasus,  insieme 
con  A.  Nardoi,  non  sarebbero  che  forme  dell'io.  Naccarìi. 

Dì  tutte  le  specie  e  forme  l'A.  dà  i  caratteri  distintivi  ed 
indica  la  distribuzione. .Accenneremo  in  proposito  che  VA,  huso 
è  per  r  A.  meno  raro  di  quanto  si  crede;  più  raro  1'  A.  nasus\ 
vien  dopo  1'  Heckelìi  ;  più  comuni  sono  il  Nardoi,  il  Naccarii 
e  lo  sturio.  L'  A.  sturio  fu  tiovato  in  fiumi  di  tutte  le  parti 
d' Italia,  ed  «  è  la  sola  specie  del  nostro  Mediterraneo  dal 
mar  Ligure  al  capo  Passero  >. 

L'A.  accenna  alla  coltivazione  artificiale  degli  storioni, 
quale  si  pratica  in  Germania,  in  Russia,  negli  Stati  Uniti, 
e  deplora  che  non  si  faccia  altrettanto  in  Italia,  dove  pure 
un  principio  di  allevamento  si  praticava  in  qualche  «  valle  > 


■w»*^  ^>T  ■  : 


Dai  molluschi  ai  protozoi 


305 


nel  Veneto.  Nota  in  proposito  che  la  storionicultura  ha  por- 
tato anche  a  scoperte  scientifiche  sullo  sviluppo  degli  storioni, 
che  nei  riguardi  dell'  .1.  stìirio  riassume  dalla  esposizione  del- 
l'Eh  renbauni. 

Fra  le  particolarità  cosi  messe  in  evidenza,  una  delle  più 
interessanti  è  la  esistenza  transitoria  di  denti  nei  giovani  sto- 
rioni, mentre  gli  adulti,  cx)m'è  noto,  ne  sono  privi.  I  denti  dei 
giovani  storipni  sono  disposti  in  più  serie  e  somigliano  a 
quelli  dei  pescicani. 


VII.  —  Dai  molluschi  ai  protozoi. 


P.  Carles  assoda  V  esistenza  del  Fluoro  nelle  conchiglie 
dei  molluschi  {Académie  des  Sciences). 

Premesso  che  il  Huoro  si  sprigiona  facilmente  dall'acqua, 
quando  sia  mescolato  ad  acido  cloridrico  ed  a  carbonati,  e  che 
i  fluoruri  terrosi  sono  solubili  nell'  acido  acetico  più  di  quanto 
si  creda,  ne  dimostra  la  presenza  nei  molluschi  marini,  come 
V  ostrica  e  il  mìtilo,  che  lo  assorbono  dall'  acqua  del  mare.  I 
medesimi  tiuoruri  terrosi  fanno  parte  anche  dei  molluschi  non 
marini,  ma  in  quantità  minore  :  es  2-3  m ili igr.  per  100  grammi 
in  limnee,  planorbi  o  chiocciole,  B-4  milligr.  per  100  grammi 
in  mitili  del  Tarn  Secondo  l' A.,  i  tluomri  terrosi  sarebbero 
un  fattore  generale  di  formazione  e  consolidamento  delle  parti 
scheletriche  degli  animali,  compresa  la  conchiglia. 

Le  chiocciole  hanno  fornito  ad  E.  Yung  il  materiale 
di  studio  per  dimostrare  che  esisterebbe  non  un  vero 
senso  olfattivo,  ma  un  Senso  delV  umido  nei  gasteropodi 
(Congresso  delV  Associazione  francese  per  V  avanzamento 
delle  Scienze). 

E  notevole  infatti  che  i  frutti  e  i  legumi  odorosi,  i  quali 
esercitano  sulle  chiocciole  e  lumache  una  manifesta  attrazione, 
sebbene  solo  a  piccola  distanza,  sono  tutti  umidi,  mentre  i 
frutti  secchi  non  esercitano  alcuna  azione.  D'  altra  parte  i  fe- 
nomeni d' attrazione  si  ottengono  per  mezzo  di  tela  umida 
non  meno  che  per  mezzo  dei  frutti,  onde  è  assai  probabile  che 
r  influenza  di  questi  sia  da  attribuire  più  all'  acqua  in  essi 
contenuta  che  non  all'  aroma  da  essi  emanante. 

Anche  O.  Polimanti  riconosce  nel  filugello  piuttosto  un 
senso  chimico  che  un  vero  senso  olfattivo  o  gustativo; 
del  quale  senso  chimico  parla,  come  del  meccanismo  dei 
movimenti  dello  stesso  animale,  in  tre  note  da  lui  pub- 
blicate quale    Contributo  alla  fisiologia    della  larva  del 


f  ■ 


noe  storia  naturalf. 

bombice  del  gelso  |U.  Tessitori,  Hcansaiio;  riast^unto   dal- 
l'A.  iit  Archives  Haliennes  de  Biologie). 

Una  curiosa  polemica  si  è  svolta  la  Francia  alla  A'o- 
ciélé  de  Biologie  intorno  Jm  /isgaziaue  del  carbonio  tuf 
opera  delle  crisalidi:  foiiomeno  che,  ove  si  verificasse 
realmente,  sarebbe  dei  piti  interessanti  e  d'nna  novità, 
quasi  diremmo,  inaudita  ! 

La  signorina  M.  Von  Linduti,  tempo  tu,  ba  anDUnzìato  dì 
avere  scoperto  ette  la  crisalide  di  Papilio  podalyriua  possiede 
una  funzione  analoga  alla  funzione  clorobllica  :  essa  det^om- 
pone  I'  anidride  carbonica,  fissando  il  carbonio  e  cosi  conae- 
guendo  un  aumento  in  peao  del  25  "  ^  Ma  U  Dubois  ed  E  Cou- 
vreur,  per  veviticare  questi  straordinari  risultati,  hanno  fatto 
delle  ricerche  su  crisalidi  dì  P/ei'ìji  &ra»Hica«.  ma  senza  ottener 
nulla  di  simile.  Successivamente  la  Von  Liiideu  ha  confermato 
che  in  due  crisalidi  di  farfalle  appartenenti  a  ■  generi  assai 
lontani,  si  ha  aumenta  di  peso  quando  esse  si  trovano  in 
un'atmosfera  ricca  di  anidride  carbonica,  mentre  il  loro  peso 
dimir.uÌBce  se  respirano  in  aria  atmosferica..  L' A  aggiunge 
anche  che  le  crisalidi  non  solo  tissauo  il  carbonio  deU' ani- 
dride carbonica,  ma  anche  l' idrogeno  e  l' ossìgeno  dell'  acqua 
e  1'  azoto  dell'  aria  !  Avverte  però  che,  perchè  avvenga  assor- 
bimento di  anidride  carbonica  nelle  crisalidi,  è  d'uopo  che 
l'aria  sia  umida,  essendo  l'acqua  indispensabile  al  compierei 
di  siffatta  funzione. 

In  uno  studio  dì  entomolo^fia  generale,  il  Uock  illustra 
//  linguaggio  dfgV  insetti:  lìnguagr^io  a  cui  manca,  n 
dire  il  vero,  una  lingua,  anzi  un  qualsiasi  organo  vocale 
per  esprimersi,  non  emettendo  gì'  insetti  per  comunicare 
fra  loro  che  ronzii,  strepiti  per  sfregamento,  ecc. 

L.  A.  distingue  cinque  mezzi  di  comunicazione  o  cinque 
sorta  di  linguagi^ìo  negl'insetti,  che  in  qualche  modo  debbono 
pur  intendersi  Ira  loro,  se  tanti  contraggono  fin  rapporti 
sociali.  Sarebbero:  il  linguaggio  mimico,  cioè  espresso  con  gesti 
ed  atteggiamenti  del  corpo,  ad  es,  nello  formiche  allarmate 
o  spaventate  da  qualche  causa  pterturbativa  in  mezzo  al  loro 
lavoro;  —  pferatico,  cioè  espresso  mediante  vibrazioni  delle 
ali,  ad  es.,  nella  mosca  e  nell'ape  che  ronzano  volando;  — 
^tpìracolare,  cioè  con  suoni  emessi  dalle  trachee  attraverso  le 
stimme.,  es  nelle  mosche  che  ronzano  ad  ali  ferme:  —  -tfri- 
dulatorio,  cioè  con  la  frizione  dì  organi  fra  loi-o,  ad  es.  ala 
rontro  ala  nella  locusta,  cosci  e  sulle  ali  nelle  cavallette,  ecc.;  — 
infine  antennale.  cioè  linguaggio  espresso  mediante  il  reci- 
proco toccarsi  delle  antenne,  per  es.,  nelle  fonniche  qunndo 
s'incontrano  e  si  comunicano  la  scoperta  di  cibo  od  altre... 
novità  del  giorno  ! 


Dai  mollicchi  ai  protozoi  307 

Un  lavoro  di  molta  importanza,  che  meriterebbe  una 
ampia  recensione,  è  quello  di  W.  L.  Tower,  Ricerche  evo- 
lutive sui  crisomelidi  del  genere  Leptinotarsa  (Carnegie 
Institi! tion  of  Washington). 

Il  grosso  volume  di  oltre  300  pagine,  con  molte  illustra- 
zioni, offre  i  risultati  dei  lunghi  e  assidui  studi  delP  A.  sulla 
biologia  d*  un  gruppo  di  coleotteri  fìtofagi  molto  interessanti 
anche  dal  lato  pratico,  perchè  fra  essi  si  annovera  il  flagello 
della  patata:  la  Leptinotarsa  (Doryphora)  decemlineata. 

E.  r  A.,  —  già  noto  per  un'  accurata  monografia  sulla  evo- 
luzione del  colore  negl'  insetti,  —  in  questa  nuova  opera  dà 
prova  della  sua  pazienza  ed  ingegnosità  e  dello  spirito  affatto 
moderno  che  lo  fa  ascrivere  a  quella  schiera  sempre  più  nu- 
merosa di  zoologi,  i  quali  mirano  a  gettar  nuova  luce  sui 
misteriosi  problemi  dell'  evoluzione  per  mezzo  di  osservazioni 
ed  esperienze  su  animali  vivi. 

Il  primo  capitolo  tratta  della  distribuzione  geografica  del  gen.  Lejf 
tinotarsa,  ed  a  questo  proposito  assai  interessanti  informazioni  e  speou- 
Iasioni  sono  offerte  nei  ritardi  della  terribile  L.  decemlineata.  Carovane 
•ipagnaole  e  strnpi  erranti  di  bisonti  si  considerano  come  gli  agenti,  por  ^ 
mezzo  dei  <iaali  i  fratti  nncinati  e  spinosi  del  Solarium  ro$tratum,  la  ^ 
caratteristica  pianta  alimentare  della  leptinotarsa,  farono  traspor- 
tati dal  Messico  al  Texas,  all'  Arizona,  al  pendio  orientale  delle  Mon- 
tagne Rocciose;  gl'insetti  tennero  dietro  alla  pianta  nelle  sue  emigra- 
zioni e  si  stabilirono  nelle  stesse  aree.  Con  1'  avanzarsi  della  oiviltÀ  verso 
ovest  alla  metà  del  secolo  decimonono  si  diffuse  la  patata  coltivata,  che 
si  rivelò  un  tradito  alimento  pei  coleotteri;  tutti  gli  ostacoli  all'espan- 
sione orientale  dell'insetto  devastatore  furono  allora  rimossi;  nel  1872 
esso  aveva  raggiunto  le  rive  dell' Atlantico  e  in  meno  di  50  janni  si  era 
generalmente  diffuso  negli  Stati  Uniti  e  nel  Canada  meridionale.  i 

II  secondo  capitolo  tratta  della  colorazione  d^gli  insetti.  L'  A.  sta- 
bilisce una  completa  serie  di  formale  di  colorazione  e  dà  le  percentuali 
degl'individui  nei  quali  le  singole  si  verificano,  in  ciò  1'  A.  manifestando 
però  poca  simpatia  per  la  biometrica. 

Nel  capitolo  terzo  si  discute  la  natura  della  colorazione  e  la  sua 
ontogenia  nelle  larve  e  negli  adulti.  Un  gran  numero  di  esemplari  in 
tutti  gli  stadi  di  sviluppo  vennero  sottoposti  alle  più  diverse  condizioni 
di  temperatura  ed  umidità  per  determinarvi  modificazioni  nel  colore^ 
r  A  ,  in  base  ai  suoi  esperimenti,  ritiene  che  variazioni  ereditarie  si 
ottengano  solo  qunndo  gli  animali  sono  nello  stadio  in  cui  le  loro  cellule 
germinali  possono  risentire  gli  stimoli,  mentre  le  variazioni  non  sono 
ereditarie,  se  gli  stimoli  affettano  soltanto  le  cellule  somatiche.  Quanto 
al  significato  delle  colorazioni,  V  A.  dimostra  ohe  esse  sono  protettive. 
Del  resto,  negl'  insetti  esistono  glandole  che  secernono  un  fiuido  oleoso 
e  disgustoso,  il  quale  allontana  gì'  insettivori.  Cosi  dei  giovani  polli, 
spinti  in  un  campo  di  patate  dove  abbondava  L.  decemlineata,  si  attac- 
carono subito  agi'  insetti  per  cibarsene,  ma  ben  presto  impararono  ad 
evitarli  eausa  il  loro  sapore  disgustoso. 

L'  A.  ha  fatto  anche  esperienze  di  allevamento  con  selezione  degl'in- 
setti, continuandole  per  degli  anni  ;  ma   i  risultati  non  sono  ancora  bene  j 
stabiliti.  Ad  ogni  modo  lo  studio  accurato,  minuto  della  vita  di   questo                                1 
gruppo  d'  insetti  ha  confermato  1' A.  nella  sua  fede  evoluzionista.  Egli                               I 
anzi  mette  in   evidenza  «  il  lato  debole  »  della  teoria   del    De  Vries,  e                                ^ 
si  domanda  qual'  è  la  sorte  serbata  alle  mutazioni    in   condizioni   natu- 
rali: la  sua  esperienza  delle  leptinotarse  gli  mostra  che  esse  sono  rigo- 
rosamente sterminate.  Per  lui,  le  variazioni  sono  epigenetiohe,  non  pre- 
determinate, —  r  evoluzione  ò  continua  e  diretta,   —  e  le    nuove   specie 


N 


308  .Sfuria  naturate 

■ardono  nelle  razie  emigranti  per  dlrstU  riipsata  kII«  condiiioni  dal- 
l'eBiiteniB,  la  aeleiion»  nuturBla  operaodu  come  aii  agente  di  conaert»- 
EÌons  della  ntiia  col  liniitHro  te  variacinni    in    un    an^ciiHiu   fnnine    ili 

D' insetti  dannosi  a  coltirtizioni  di  primaria  impor- 
tanza, —  e  questi  operanti,  ahimè,  anche  nel  nostro 
paese,  —  ai  occupano  F.  Silvestri  ed  i  suoi  oollabonitori 
G.  Martelli  e  L.  Masi,  pubblicando  memorie  e  note  pre- 
gevolissime nel  Bollettino  del  Laboratorio  di  Entomo- 
logia Agraria  di  Portici.  Sono  lavori  condotti  con  i  me- 
todi moderui  dell'  indaghine  biologica,  onde  contengono 
risultati  interessanti  anche  per  la  scienza,  e  noi  siamo 
dolenti  che  lo  spazio  non  ci  consenta  di  riferirne  con 
qualche  larghezza  almeno  le  parti  più  propriamente  natu- 
ralistiche. 

Accennei-emo  appena  che  F.  Silvestri  ci  dà  una  splendida 
monografia  intorno  La  tignola  dell'otioo,  svolgendo  in  un  cen- 
tinaio di  pagine,  con  numerose  illusti-azioni,  i  seguenti  aog- 
getti  ;  Cenni  storici  —  Descrizione  dell'  insetto  nei  suoi  vari 
stadi  —  Biotjratia  della  larva  e  dell'  adulto  —  Danni  causati 
all'olivo  —  Nemici  della  tignola  (lepidotteri,  ditteri,  imenot- 
teri) —  Metodi  raaionali  di  lotta  —  Bibliografia. 

Un'altra  serie  di  memorie  si  riferisce  alla  moaca  delle  olive; 
6  qui  ricorderemo:  G,  Martelli",  -Vo/e  dietologiche  nulla  mosca 
delle  olive;  —  F.  Silvestri,  Generazioni  della  mosca  delle 
olive:  —  F.  Silvestri,  6.  Martelli  e  L.  Masi,  Sugli  imenotteri 
parassiti  ectofagi  della  mosca  delle  olive  fino  ad  ora  onservati 
neW  Italia  meridionale  e  sulla  loro  importatita  nel  combattere 
la  mosca  ntessa. 

Sempre  nel  campo  degli  insetti  abbiamo  una  impor- 
tante nota  di  M.  Bezzi  intorno  le  Mosche  ematofaghe 
(B.  Istituto  Jjombardo  di  Scienze  e  Lettere). 

E  ben  noto  che  gl'insetti  negli  ultimi  tempi  hanno  acqui- 
stato un'  importanza  nuova  in  ordine  ai  loro  rapporti  con 
l'uomo,  essendosi  trovnto  che  molti  fra  essi  sono  agenti  di 
trasmissione  di  malattie  parassitarie  od  infettive  dell'uomo  e 
degli  animali  domestici  :  cosi  la  malaria^  il  carbonchio,  il  co- 
Sotto  questo  punto  di  vista,  it  primo  posto  fra  gli  insetti  si 
deve  assegnare  ai  dìtterì,  come  le  ricerche  moderne  hanno  am- 
piamente dimostrato;  e  fra  ì  ditterì  sì  segnala  un  gruppo  che 
vn  indicato  col  nome  di  mosche  ematofaghe,  cioè  succnìatrici 
di  sangue.  Le  quali,  oltre  a  poter  riuscire  dannose  ed  assai 
moleste  per  sé  stesse,  recano  grave  nocumento  con  la  trasmis- 
sione di  malattie,  come  il  carbonchio  e  varie  forme  di  tripa- 
\  le  ijuali    la  malattìa  del  sonno,   la  nagana  ecc. 


.»  '   * 


k 


Dai  molluschi  ai  protozoi  309 

Queste  mosche  appartengono  tutte  al  gruppo  delle  stomo- 
xidynae,  che  si  distinguono  dagli  altri  muscidi  principalmente 
per  la  proboscide  rigida  e  diretta  orizzontalmente  in  avanti, 
con  la  quale  pungono  e  succhiano  il  sangue,  inoculando  even- 
tualmente germi  di  malattie.  Fra  le  specie  si  annoverano  la 
nota  Stomoxys  calcitrans^  che  tormenta  il  nòstro  bestiame,  e 
la  famosa  tse-tsè  o  Glossina  morsitans  che  in  certe  plaghe  del- 
r  Africa  rende  impossibile  la  vita  agli  animali  domestici. 

UÀ.  intomo  a  queste  mosche  appartenenti  ai  generi  Sto- 
moxys^ Glossina^  Glossinella,  Lyperosta,  raccoglie  una  quantità 
dì  notizie  critiche,  bibliografiche  e  cronologiche,  dando  V  elenco 
completo  delle  specie  fino  ad  ora  osservate  in  tutto  il  mondo, 
con  particolare  riguardo  a  quelle  della  Colonia  Eritrea. 

Delle  mosche  e  dei  loro  affini  si  occupa  ancora  Q.  Tuc- 
cimei,  che  pubblica  il  Saggio  di  un  catalogo  dei  ditteri 
della  Provincia  Romana  (Società  Zoologica  Italiana), 

UÀ.  premette  una  breve  e  rapida,  ma  interessante  descri- 
zione topografica  e  fisica  della  provincia  di  Boma,  destinata  ■^-^^" 
specialmente  a  far  «  comprendere  le  ragioni  della  distribuzione  '  :^.i 
della  sua  fauna  entomologica  ».  Riferisce  poi  «  le  osservazioni 
d' indole  generale  che  gli  è  accaduto  di  fare  nelle  lunghe  caccie, 
e  che  possono  dare  unMdea  della  distribuzione  per  località  e 
per  epoche  dei  ditteri  contemplati.  A  queste  note  segue  infide 
la  prima  parte  dell*  elenco.  Dolenti  che  la  mancanza  di  spazio 
non  ci  consenta  di  parlarne  per  ora  più  a  lungo,  ci  auguriamo 
che  PA.  conduca  quanto  prima  a  termine  V  importante  lavoro. 

Dagli  insetti  saltando  agli  echinodermi,  C.  Vaney  illu- 
stra Due  nuove  oloturie  incubatrici  (Congresso  delV Asso- 
ciazione francese  per  V avanzamento  delle  Scienze). 

Le  due  oloturie  furono  raccolte  nei  mari  antartici  dalla 
spedizione  Charcot.  Sono  le  seguenti  :  Cucumaria  lateralùt, 
cne  ha  due  tasche  incubatrici  interne,  ai  due  lati  del  muscolo 
longitudinale  del  raggio  dorsale  destro,  ogni  tasca  aprentesi 
per  un  poro  all'esterno;  —  Psolus  granulosus,  che  porta  le 
uova  custodito  in  verruche  cutanee  sulla  suola  ventrale,  ed 
inoltre  presenta  fenomeni  di  abbreviazione  embriogenica 

La  memoria  di  M.  Rizzi  Sulle  attinie  della  laguna 
di  Venezia  (R,  Istituto  Veneto  di  Scienze.,  Lettere  ed  Arti) 
è  una  importante  illustrazione  di  un  gruppo  d'  animali 
abbastanza  trascurato  e  riesce  sopratutto  a  darci  Telenco 
distinto  delle  specie,  che  vivono  nel  mare,  e  di  quelle 
che  Vivono  nella  laguna. 

Premesso  un  cenno  storico,  l'A.  pas^a  allo  studio  degli 
esemplari  di  attinie  da  lui  raccolti  nella  laguna,    confrontan- 


310  Storia  naturale 

doli  con  le  specie  descritte  dai  predeceaaori.  Afferma  la  grande 
variabilità  delle   specie  nelle    attinie  e  prende  in  esame  nccit- 
rato  le  diverse  varietà  di  ogni  specie.  Cosi  stabilisce  una  dif- 
ferenza abbastanza  notevole  tra  la  fauna  sttìnica  della  laguna 
Imo.    Le  varietà,  per  ei.,  dellMcania 
e  del   tipo,  e  questo  si  trova  solo  in 
e  due  famiglie  con   numerose  specie 
no  rapprese Dtik te  in  laguna,  ed  altre 
iiitnero  dì  specie  lagunari  inferiore  a 
ne    Un  altro    carattere  proprio  dellii 
.Ila  frequente  presenza  della  Aiptatia 
a  neir  Adriatico,  ma  in  tutto  il   Medi- 


attiiiie  e  di  altri  animali  che  pos- 
t  periodiche  emersioni  e  sommer- 
marea,  sì  sono  fatti  recentemente 
oro  modo  di  comportarsi  verso  il 
[le  modifica  le  loro  condizioni  di 
n  evidenza  che  siffatti  animali  pos- 
ttamentì  relativi  alle  modlGcazioni 
ipazioiie,  cioè  prima  che  il  feno- 
lìzzì,  quasi  in  previsione  di  esso, 
^roii,  quando  parla  Dei  fenomeni 
0  per  anticipazione  ritmira  /Aca- 


egge:  gli  organismi,  a  '(ual.titisi  grado 
nti,  quando  l'ambiente  esterno  o  in- 
,zioni  per  odiche.  tendono  a  seguire 
moditìcazioDi  parallele,  in  una  indi- 
inde  di  fronte  all'ambiente,  in  seguito 

completa, 

jdouo  e  si  contraggono    con    qualche 

i  del  mare  pei'  la  bassa  marea. 

ai  basso  della  scala  organica  tro- 
ino  dei  quali,  —  se  pure  è  un  ani- 
formazione  p  la  vita  F.  Cavara  con 
Ila  Dunalìella  salina  <  H.  Acrade- 
'sirlir  r  Mateinatirfif  di   Napolil. 

e  conclusioni  dell'A,  ìm  D  .ialina.  ~ 
ne  di  Cagliari,  —  sempre  organismo 
lisce  a  dare  la  colorazione  ros-«  alle 
■■resenta  una  certa  «  capacita  di  ai- 


i.Hip-rf'-.i^i     1  pialli  *.!•—— -«r      ■         f    t  I  ■    w   f    ■        I  Mp 


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Botanica  311 


comodamento  fìsìologico  a  soluzioni  anisotoniche  >.  Le  solu- 
zioni saline  più  adatte  al  suo  sviluppo  sono  quelle  la  cui  con- 
centrazione va  dai  IO**  ai  Ib^  B.  Oltre  i  20^  e  i  25**  seguono 
fenomen'  di  regressione  e  stasi  di  processi  vitali.  Alle  varie 
concentrazioni  si  adatta  gradatamente,  ma  non  può  resistere  alle 
variazioni  brusche  A  difesa  contro  una  concentrazione  troppo 
elevata  la  Z2.  salina  passa  a  vita  latente.  Del  resto,  si  molti- 
plica per  zoospore  e  per  conjugazione. 


G.  B.  De  Toni  pubblica  appunto  ed  illustra  un  Frammento 
epistolare  di  Giacinto  Cestoni  siilV  animalità  del  corallo  (Ri- 
vista di  Fisica j  Matematica  e  Scienze  Naturali).  La  lettera, 
inedita,  fa  parte  del  carteggio  scientifico  che  il  Cestoni  man- 
tenne coi  Vallisnieri,  carteggio  durato  un  ventennio  e  che 
contiene  una  vera  miniera  di  cose  e  notizie  curiose  e  inte- 
ressanti. 

Ha  ragione  di  notare  il  De  Toni,  —  appassionato  ed  eru- 
dito cultore  della  storia  delle  scienze  naturali,  —  che  è  «  de- 
gno d' essere  posto  in  luce  il  fatto  che  appunto  nel  periodo 
della  seconda  epoca  (1706-22j  in  cui,  seguendo  le  notìzie  for- 
nite dal  Marsigli,  si  credeva  che  il  corallo  fosse  una  pianta. 
Giacinto  Cestoni  aveva  precorso  il  Peyssonel  e  riconosciuto  in 
modo  perspicuo  la  natura  animale  del  corallo  stesso  ».  Natu- 
ralmente ciò  non  toglie  nulla  iil  merito  del  Peyssonel  che  per 
il  primo  ha  divulgato  per  la  stampa  il  riconoscimento  della 
natura  animale  del  corallo,  mentre  T  osservazione  di  Giacinto 
Cestoni  rimase  sepolta  allo  stato  di  semplice  manoscritto. 

Da  notare  che  in  quel  torno  il  Cestoni  riconosceva  anche 
essere  animali  le  spugne. 

Botanica. 

Giunti  a  questo  punto  della  nostra  annuale  rassegna 
del  movimento  scientifico  nel  campo  della  storia  natu- 
rale, un  gentile  richiamo  deir  illustre  direttore  dell'  An- 
nuario ci  obbliga  a  non  varcare  quei  limiti,  che  J' editore 
impone  al  volume,  benché  la  scienza  sia  ben  lontana  dallo 
imporli  alla  sua  sterminata  attività:  onde  siamo  costretti 
a  ridurci  ad  un  resoconto  affatto  sommario,  quasi  un 
indice  di  titoli,  per  i  contributi  die  hanno  per  oggetto 
il  mondo  veg'otale  e  quello  inorganico  Nella  speranza  di 
poterci  «  rifare  »  V  anno  venturo,  chiediamo  intanto  venia 


'  ■>  -r 


*% 


t 


Chiudiamo   con   un  cenno   storico  che  fa  onore  a  un  * 

vecchio  naturalista  italiano.  Si  tratta  del  Cestoni,  che,  a 
differenza  di  quanto  credevano  i  suoi  contemporanei,  in 
una  lettera  del  1717  affermava  T  animalità  del  corallo. 


.1 

/ 


t 


ci  haimo  spedito   i   loro  lavori,  se 
lel   largo   conto   cbe   essi    merite- 


luugo  riaHsunto  meriterebbe  il  bel 
dlla.  solenne  ìnaugurazioDe  dell'anno 
i  di  Napoli,  nel  quale  si  delineano 
■tanica  (A  Tessitore,  Napoli):  discorso 

faremmo  conoacere  al  piibblico,  in 
I  lo  ha  pronunziato,  è  dì  quelli  che 
>  posto  di  scienziati,  con  tutta  la  loro 
nxa,  aperti  alle  vecchie  e  nuore  cri- 
ctl'  evoluzione,  ma  a  questa  sempre 
scientifica  per  la  spiegazione  dei  leno- 
•amma  per  un  corso  Ubero  iH  Biologia 
xietà  cooperativa  tipografica,  Padova) 
vastitA.  e  della  novità  d'intenti^  che 
lenza  delle  piante. 

mica  vegetale  accenniamo  appena  : 
/  le»   chforophylles    (Masson,  Paris), 

a  fondo  1'  intricata  e  per  gran  parte 
)nio  la  natura  della  aostausa  verde 
t  fa  conoscere  j  Principi  costituenti 
Vile  xcìentifique;,  passandone  in  ras- 
i;  —  Jamieson  torna  sul  problema 
zoto  dell'aria  per  oj>era  delle  piante 
"},  sostenendo  che  la  fissazione  avviene 

più  diverse  famiglie  per  mezzo  di 
ici,  come  peli,  nei  quali  avviene  del 
ecutiva  della  sostanza  nlbuminoide  ; 
■ta  Stilla  scoperta  dell'  aldeide  for- 
-.ademia  dei  Lincei),  riassume  i  più 
in  materia  e  conclude  <  essere  ormai 
avariate  ricerche  di  differenti  autori 
ste  nelle  piante»;  mentre  in  altra 
anicn  dì  l'avia)  sottopone  a  critica 
lizza,  che  vorrebbe  negare  la  presenza 
i  organi  verdi  delle  piante  e  quindi 
endenza    del    processo    dell'assimila' 

L.  Usber  e  J.  H  Priestley  si  occu- 
)roces30  nella  notevole  memoria  sul 
zione  dei  carlmnio  nelle  piante  verdi 
p),  nella  quale  confermano  la  forma- 
i  come  prodotta  inteiinedio  e  dimo- 
ri produrre    la   t'otosiiitesi    fuori  del- 

imente  iiUa  tisiologia  propi'iameute 
dobbiamo  innanzitutto  far  menzione, 
plendida  pubblicazione  di  O.  Pollacci, 


Fisiologìa  e  Bìologiit   vegetale 

che  tratta  ampiamente,  con  novità  e  felicità  di  ) 
rapporti  fra  Èlttincith  e  Vegetazione  [Atti  R.  Ist 
nico  di  Pafia\:  grossa  memoria,  riccadi  dati  intere 
belle  tavole,  nella  quale,  come  prima  parte  dell' arj 
Studiata  l'influenza  della  elettricità  sulla  fotosinh 
liana,  venendo  alla  conclusione  che  ■  deboli  correnti 
le  quali  attraversano  foglie  verdi,  aumentano  1' att 
sintetica  di  tali  organi  *.  Ma  su  questa  memoria, 
altre  che  ci  auguriamo  abbiano  a  tenerle  dietro  circ 
soggetto,  non  mancheremo  dì  ritornare  per  parla 
larghezza  che  merita  —  J  Dumont  mette  in  ra 
radiazioni  luminose,  e  la  rirchezza  in  azoto  del 
{Aeadémie  des pcienr-es).  —  ha  memoriadi  W.  J  Eusf 
L' azione  delle  piante  sulla  lastra  fotografica  ne 
\  Rogai  Society  of  -London)  non  è,  come  si  potrebi 
un  capitolo  del  tema  sempre  all'ordine  del  giorno, 
tività,  giacché  l' azione ,  che  ie  piante  esercitane 
r  A.,  sarebbe  dovuta  alla  presenza  in  esse  del 
d' idrogeno  od  acqua  ossigenata  —  Di  molto  int< 
pubblicazione  di  L.  Dielw,  Jiii/endform  vnd  Bliit 
Vflanzenreich  (Borutraeger,  Berlin),  stabilisce  i  rt 
la  maturità  sessuale  e  lo  stadio  raggiunto  dagli  or 
tatìvi.  —  L.  Scotti  prosegue  te  sue  preziose  Conlrib 
Biologia  fiorale  (Annali  di  Botanica),  con  gran  i 
colte  dalla  ricca  bibliogralìa  contemporanea,  pubbli 
VI  parte,  che  si  riferisce  aìle  pemoiialae,  e  la  VII 
concerne  la  myrtifiorae. 

Ma  per  le  piante  oggi  si  va  mettendo  sempre 
denza  che  esse'  pure  sono  dotate  di  sensibilità  e 
agli  stimoli.  Elico,  ad  es.,  G.  Haberlandt,  che  riton 
favorito  degli  organi  dei  sensi  nelle  piante,  pubi 
2,"  edizione  ampliata  del  suo:  Sinìtesorgane  im  Pfl 
zur  J'erzeplion  mecìuiniseìier  Reise  (Engalmann,  I 
Un  autore,  che  ha  scoperto  la  sensibilità  sin  nei 
quali  «  reagiscono  agli  stimoli  »,  è  J.  C.  Bose:  in 
voluminosa,  l'iaiit  reponse  an  a  meaim  of  physiolo- 
.itigationx  (Lougmans  Green  and  C,  Tjondon},  dà  i  i 
ingegnose  esperienze  volte  a  constatare  e  misurare 
nelle  piante,  venendo  alla  conclusione  che  *  tutl 
viventi,  fusti,  stili,  stami,  si  accorciano  quando  siano  i 
—  E^  un  nostro  botanico,  L.  Montemartini,  pubblici 
che  siamo  assai  dolenti  di  potere  appena  acceni 
IrasnuMione  degli  stimoli  nelle  foglie  e  in  modo  ■ 
nelle  foglie  delle  leguminose  {Atfi  K.  Mifuto  l 
Pania),  dove  dimostra  e  descrive  il  fatto  della  tr 
degli  stimoli  e  conclude  col  ritenere  probabile  uu 
i  fenomeni  di  sensibilità  e  la  struttura  e  disposiz 
elementi  vt-nli,  promettendo  di  eviscerare  in  questo  : 
gomento  in  altro  lavoro. 


314  Storia  naturale 


Alle  mostruosità  del  corpo  vegetale  ha  dedicato  uno  studio 
il  Goebel  :  La  teratologia  vegetale  (riassunto  in  Archive^  des 
Sciences  Physiquea  et  Naturelles):  dove  delinea  specialmente 
il  significato  delle  formazioni  anomale  nella  botanica  antica  e 
moderna,  esponendo  cosi  quasi  V  evoluzione  della  teratologia 
vegetale. 

Più  o  meno  irregolari  e  strane  formazioni  determinano 
nelle  piante  i  parassiti.  Così  N.  Jacobesco  disserta  Su  un  feno^ 
meno  di  pseudomorfismo  vegetale,  analogo  allo  pseudomorfismo 
minerale  (Académie  des  Sciences):  si  tratta  di  certi  tumori 
sulle  quercie  di  Valachia,  dove  ha  luogo  la  sostituzione  di  un 
organismo  vegetale  a  un  tessiito  vegetale  con  la  conservazione 
della  forma,  del  volume  e  delP  aspetto,  quasi  per  una  sorte  di 
epigenesi  vegetale.  —  G.  Bordelli  illustra  le  strane  Flores  de 
Palo  {Atti  Società  Italiana  di  Scienze  Naturali):  che  non 
sono  punto  fiori  di  legno  o  d'  albero,  come  suona  il  nome,  ina 
produzioni  legnose  in  forma  come  di  calice  aperto.  L' A.  fa 
vedere  come  si  tratti  qui  pure  di  deformazioni  dovute  al  paras- 
sitismo di  una  lorantacea.  Si  raccolgono  nel  Guatemala. 

Della  «  creazione  »  di  specie  o  forme  nuove  ci  siamo  già 
occupati  in  un  precedente  paragrafo  :  qui  torniamo  un  istante 
^uir  argomento  per  ricordare  L.  Blaringhem,  che  illustra  la 
Produzione  per  traumatismo  e  fissazione  d*  una  varietà  nuova 
di  granturco  {Académie  des  Sciences ì;  e  F.  E.  Clements,  che 
tratta  della  Produzione  di  forme  nuove  per  adattamento  {Bota- 
nical  Gazette  U  S.)^  dimostrando  che  su  oltre  cento  specie  di 
piante  osservate  e  sperimentate  V  adattamento  viene  in  prima 
linea  per  la  produzione  di  forme  nuove,  poi  viene  la  muta- 
zione e  da  ultimo  P  ibridismo. 

Nel  medesimo  campo  sperimentale  trasformistico,  come  nel 
campo  biologico  in  genere  investigato  con  l'osservazione  e 
V  esperienza,  belli,  accurati,  interessanti  lavori  ha  intrapreso 
A  Béguinot,  che  intanto  riferisce  i  Primi  risultati  della  col-: 
tura  di  una  forma  singolare  di  Stellaria  media  (L.)  Cyr. 
{Accademia  scientifica  veneto-trentino-istriana),  e  le  Osserva- 
zioni intorno  alla  biologia  della  germitiazione  e  dello  svi- 
luppo nel  genere  Plantago  L.  {Ibidem).  Riserbandoci  di  ritor- 
nare su  questi  e  consimili  altri  lavori  delP  A.,  qui  ora  ci 
limitiamo  a  rilevare  che  essi  rientrano  in  quelP  ordine  affatto 
nuovo  di  contributi  volti  fra  V  altro  a  stabilire,  con  la  coltura 
ed  altri  sussidi  sperimentaci,  il  reale  valore  sistematico  di 
entità  che  possono  essere  «  varietà  nel  senso  di  variazioni,.... 
varietà  in  preda  a  mutazione  saltuaria,....  varietà  che  non 
variano,  e  cioè  specie  ». 

Nella  parte  sistematica  ricorderemo  dello  stesso  A.  Béguinot 
le  Notizie  critiche  intorno  ad  alcune  Pedicularis  della  Flora 
italiana  (Atti  H.  Istituto  Veneto  di  Scienze,  Leti  ed  Arti)  e 
le  Osservazioni  su  alcune  Cardamine  nella  Flora  italiana 
{fìoì lettino    delia    Società  Botanica    Italinna)  ;    una    elaborata 


^m 


Sistematica  e  Fitogeografia  315 

monografìa  di  R.  Pampaninì  smW Astragalus  alopecuroides 
Linneo  (em.  Pampanini)  (Nuovo  Giornale  Botanico  Italiano)^ 
studiato  sopra  un  ricco  materiale  d^  erbario,  con  ogni  sussidio 
di  dati  mortologici  e  biologici  Una  interessante  nota  di  G.  Negri 
illustra  la  Forme  piemontesi  del  genere  Ephedra  L.  (Accademia 
Reale  delle  Scienze  di  Tori  fio).  —  Nel  mondo  delle  crittogame 
citiamo:  P  A.  Saccardo  e  G.  B.  Traverso,  Sulla  disposizione 
e  nqmenclatura  dei  gruppi  micologici  da  seguirsi  nella  Flora 
Italica  Cryptogama  (Bullettino  Società  Botanica  Italiana)  :  pro- 
spetto di  classifìcazione  della  serie  dei  funghi,  rispeccniante 
lo  stato  attuale  delle  conoscenze  in  micologia,  che  gli  autori 
propongono,  onde  vi  si  attengano  i  redattori  della  flora  crit- 
togamica italiana.  —  F  Cavara  e  N.  Mollica  pubblicano  Ri- 
cerche intorno  al  ciclo  evolutivo  di  una  interessante  forma 
di  Pleospora  herbarum  (Pers.)  Rab  (Aniiales  Mycologici, 
Berlino):  bel  lavoro  a  base  di  colture  sperimentali,  la  cui 
importanza  generale  risulta  anche  dalle  parole  degli  autori 
che  «  la  successione  delle  fasi  quali  abbiamo  delineate  nella 
Pleospora  herbarum  farebbe  riattaccare  viemmaggiormente 
questi  pirenomiceti  alle  alghe  carposporee,  e  fors'anco  alle 
embrionte  potendosi  annettere  allo  sclerozio  il  significato  di 
un  organo  omologabile  all'  embrione  ».  —  A.  Guilliermond, 
nella  sua  Citologia  dei  batteri  {Bull,  de  V  Institut  Pasteur)^ 
passa  in  accurata  rassegna  gli  ultimi  lavori  in  materia  e 
ammette  come  V  ipotesi  più  verosimile  che  il  carioplasma  esista 
diifuso  nel  citoplasma.  —  G.  B.  De  Toni,  ben  noto  per  la  sua 
grande  competenza  in  algologia  parla  Intorno  al  ('eramium 
pallens  Zanard,  ed  alla  variabilità  degli  sporangii  nelle  cera- 
miaceae  (Mem,  R.  Accademia  di  Scienze ^  Lettere  ed  Arti  in 
Modena). 

Nella  fitogeografia  troviamo  un  vero  modello  di  memoria 
intorno  agli  ospiti  nuovi  di  una  data  flora:  Heckel,  Ambrosia 
artemisiaefolia  e  sua  naturalizzazione  in  Francia  (Soc.  bota- 
nique  de  France)  —  Una  nota  del  Fliche,  L^  origine  del  ca- 
stagTW  (Ibidem),  sulla  base  di  un  avanzo  fossile,  darebbe  per 
provata  l'esistenza  del  castagno  nella  Francia  sud-orientale 
all'epoca  maddaleniaua.  —  A.  Béguinot  e  G.  B.  Traverso  addi- 
tano Azolla  filiculoides  Lam.  nuoro  inquilino  della  Flora 
Italiana  (Bull,  Soc  Botanica  Italiana)  —  A  Goiran  (Ibidem) 
annunzia  ospiti  nuovi  pel  M  Baldo  (Asplenium  fontanum)  e 
pel  Nizzardo  (Oìnfza  clandestina^  Bromus  Schraderi).  —  Per 
la  storia  delle  flore  e  per  altre  ragioni  riesce  assai  interes- 
sante la  memoria  di  P.  A.  Saccardo:  Tu  manipolo  della  flora 
di  Monte  Cavallo  desunto  dalle  icnografie  inedite  di  G.  G, 
Zannichelli  (Atti  R.  Istituto  Veneto  di  Scienze^  Lett.  ed  Artlj. 
Si  tratta  di  81  specie  rafligurate  in  tavole  dallo  Zannichelli 
e  da  lui  raccolte  in  una  gita  al  M.  Cavallo  nel  1720,  della 
quale  qui  è  riprodotta  la  relazione  originale.  —  J  Maheu,  che 
aveva  già  illustrata  La  flora  sotterranea   della   Francia^    ora 


«^•^ 


310  Storia  naturale 


illustra  in  particolare  La  fl4>ra  delle  catacombe  di  l^arigi 
(Conyrès  de.s  Soc.  Sarantes  h  Montpellier j  —  F.  E.  Cleinents. 
alla  domanda  Perchè  le  piante  alpine  sono  nane  (Botanical 
Gazette  U  S.j^  risponde  attribuendo  questo  nanismo  non  alla 
luce  contìnua  od  alla  aridità  del  clima,  ma  alla  depressione 
che  fa  aumentare  la  traspirazione  —  A  Bianchini  offre  Note 
ed  appunti  intorno  alla  Flora  Reatina  (Bit.  ital,  di  Scienze 
Naturali j^  dando  T  elenco  delle  specie  e  raggruppandole  in 
riparie,  palustri,  igrofite,  xerotite,  sciafite,  ruderali,  rupestri, 
pratensi,  coltivate.  —  Importanti  contributi  alla  fiora  nostrana 
recano,  fra  gli  altri,  G.  Negri  e  A  Béguinot.  Il  primo  studia 
Le  .stazioni  di  piante  microterme  della  pianura  torinese  (Atti 
Coìnjresso  dei  Naturalisti  Italiani  a  Milano),  offrendo  un 
bellissimo  saggio  del  come  dovrebbe  essere  studiata  la  fiora 
della  pianura,  che  qui  viene  illustrata  in  cinque  stazioni  o 
formazioni,  brughiera,  boschi  d'alluvione,  acquitrini,  greti,  ter- 
reni aridi  e  incolti  Deploriamo  che  tirannide  di  spazio  c'im- 
pedisca di  dare  un  largo  riassunto  di  questa  memoria,  come 
delle  due  seguenti  di  A.  Béguinot.  Questi  nella  memoria  in- 
torno Ija  regetazione  delle  isole  liguri  di  Gallinaria^  ^^rgeggi^ 
ralmaria.  Tino  e  Tinetto  (Res  Ligusticae)  ci  dà  uno  studio 
fioristioo  e  biogeografico,  redatto  con  la  solita  ampiezza  d'in- 
tenti e  modernità  di  metodi.  All'elenco  delle  445  specie  se- 
guono interessanti  considerazioni  fìtogeo^rafiche,  concernenti 
il  numero  delle  specie  e  le  proprietà  delle  aree  distributive, 
i  caratteri  generali  del  paesaggio  botanico,  l'infiuenza  della 
natura  chimica  e  fisica  del  suolo,  l'azione  dell'uomo,  la  genesi 
della  fiora,  ecc.  Più  vasto  campo  e  sopratutto  più  nuovo  ab- 
braccia lo  stesso  Béguinot  nell'altra  sua  memoria  intitolata: 
Le  attuali  conoscenze  sulla  Flora  Lagunare  ed  i  problemi  che 
ad  essa  si  col  legano  (R  Lstitutn  Veneto  di  Scienze^  Leti,  ed 
Arti:  lì* f cerche  Lagunari).  Questo  lavoro  appare  come  una 
prefazione  od  una  nota  preliminare,  destinata  a  riassumere 
l'opera  dei  predecessori  in  materia  e  fissare  le  linee  di  un 
programma  di  studio:  non  mancherà  quindi,  e  ci  lusinghiamo 
sia  prossima,  l'occasione  di  fare  conoscere  ampiamente  anche 
questa  parte  dell'attività  botanica  del  Béguinot.  --  Due  la- 
vori da  ultimo  ricorderemo  coucernenti  un  interessante  e  cu- 
rioso problema,  l' infiuenza  di  un'  eruzione  vulcanica  sulla 
vegetazione.  Sono  di  F.  De  Rosa  e  ne  diamo  i  titoli:  La  flora 
nesuri(tna  e  V  eruzione  dell'aprile  1900  (  Boi  letti  nolSocieth  dei 
Naturalisti  di  Napoli/,  —  Le  comuni  colture  e  r  eìmziofie 
dell'aprile  1906  (Atti  li.  Istituto  d^ Incoraggiamento  di  Napoli). 
Per  la  storia  della  botanica  meritano  di  essere  segnalati 
con  intenzione  di  grande  elogio  i  contributi  di  G.  B.  De  Toni, 
della  cui  opera  molteplice  nell'anno  decorso  citeremo  in  primo 
luogo  le  Spigolature  Aldrovandiane,  pubblicate  in  Atti  del 
Congre.s.so  dei  Natiiralisti  Italiani,  Annali  di  Botanica,  /»*.  Ac- 
cademia   di    Modcìia,    ecc.,  che    illustrano    vari    aspetti  della 


Paleontologia  317 


grande  tìgura  di  Ulisse  Aldrovandi.  Ricorderemo  poi  che  lo 
stesso  A.  ha  pubblicato  e  illustrato  /  placiti  di  Luca  Oh  ini 
intorno  a  piante  descritte  nei  Commenta  ri  i  al  Dioscoride 
(Memorie  fì    fstituto   Veneto  di  Scienze,  Le.tt   ed  Arti), 


Paleontologia,  (Jkologia,  Mineralo(jl\. 

Anche  per  queste  parti  della  storia  naturale,  come 
abbiamo  accennato,  ci  è  giuocoforza  procedere  quest'anno, 
eccezionalmente,  ad  unti  rassegna  sommaria,  la  quale  riesca 
poco  più  d'un  indice  di  nomi  d'autori  e  di  titoli  di  opere. 

Per  cominciare  dall'  uomo,  ferve  tuttora  in  Francia  la  que- 
stione degli  eoliti,  a  cui  abbiamo  accennato  Tanno  scorso:  di 
quelle  pietre  che  presenterebbero  i  segni  d'essere  state  scheg- 
giate intenzionalmente  e  che,  t'ormando  parte  di  depositi  ter- 
ziari, riporterebbero  sulle  scene  del  mondo  scientifico  V  uomo 
terziario,  che  pareva  ne  fo^se  stato  bandito  per  sempre.  Nuove 
obbiezioni  contro  la  realtà  degli  eoliti  muove,  fra  ^li  altri, 
L.  Mayet  nello  scritto  La  questione  dell' uomo  terziario  (L*An- 
tìiropologiej. 

Sullo  stesso  argomento  si  è  discusso  al  A7//  Congresso 
internaziotiale  d' Antropologia  ed  Archeologia  preistorica,  a 
Monaco,  con  la  peggio  dei  sostenitori  degli  eoliti,  come  Rutot, 
combattuti  da  una  schiera  di  avversari,  come  Obermaier,  Boule, 
Hamy.  Allo  stesso  Congresso,  Boule  espone  La  stratigrafia 
e  la  paleontologia  delle  grotte  di  Grimaldi  (Balzi  Rossi), 
presso  Monaco,  facendo  vedere  che  con  quei  depositi  si  risale 
ai  tempi  pleistocenici,  e  Verneau  illustra  L\in tropologia  delle 
grotte  di  Grimaldi,  notando  che  negli  strati  inferiori  si  trova 
un  tipo  negroide,  a  cui  succede  il  tipo  di  Cro-Magnon,  mentre 
la  razza  più  recente  s'incammina  verso  il  tipo  dolicocefalo 
neolitico.  Nuesch  dimostra  che  certi  depositi  della  Svizzera  se- 
gnano Il  passaggio  dal  paleolitico  al  neolitico. 

E  Salinas  des(  rive  degli  Avanzi  preistorici  nel  trarertino 
del P  Acqua  dei  Corsari  presso  Palermo  ('H,  Accademia  dei 
Lincei),  che  apparterrebbero  ad  un'alta  antichità.  A.  Favrand 
descrive  una  Mascella  umana  del  paleolitico  (Académie  des 
ScienceSj,  trovata  in  una  bieccia  quaternaria,  la  quale  si  di- 
stingue per  il  mento,  che  non  è  sporgente,  ma  cade  in  linea 
retta,  come  oggi  si  riscontra  soltanto  in  razze  inferiori,  per 
es.  negli  australiani  e  nei  negri. 

Un' opera  interessante,  specie  per  noi,  è  la  se'guente,  di 
un  russo,  nella  sua  traduzione  in  francese:  B.  Modestov,  In- 
troduction  h  Vhistoire  romaine  (Alcan,  Paris):  tratta  dell'età 
delia  pietra  in  Italia  e  della  storia  antica  sino  agli  etruschi 
ed  ai  primi  abitanti  latini  del  Lazio. 


B18  Storia  ìiaturale 


Passando  agli  animali  fossili,  C.  Deperet  delinea  L'evo- 
luzione  dei  mammiferi  terziari  (Académie  des  Scieiiceìf),  rile- 
vando la  grande  importanza  delle  migrazioni.  —  V.  Simonelli 
illustra  i  Mammiferi  fossili  del  quaternario  dell'isola  di  Candìa 
(H.  Accademia  delle  Scienze  di  fìologìia)^  e  G.  Capellini  de- 
scrive i  Mastodonti  del  Mnseo  geologico  di  Bologna  (Ibidem)  ; 
mentre  Osborne  disseppellisce  nel  deserto  libico  gli  avanzi  del 
Moetherium^  l'antenato  dell'elefante.  —  E.  Trouessart  compara 
/  lemuri  fossili  e  i  lemuri  attuali  (JSociété  de  Biologie),  sta- 
bilendo una  figliazione  diretta  fra  le  specie  terziarie  d'Europa 
e  quelle  attuali  di  Madagascar.  —  J.  C.  Ewart  stabilisce  L'ori- 
gine del  cavallo  domestico  (Rogai  Society  of  Edimburg),  fa- 
cendolo discendere  da  tre  tipi:  il  tipo  selvatico  del  deserto  di 
Gobi,  il  tipo  celtico,  il  tipo  delle  foreste 

G.  Dal  Piaz  pubblica  una  importante  monografìa  Sulla 
fauna  liasica  delle  Tranze  di  Sospirolo  (Mémoires  de  la  Soc. 
paléontologique  suisse),  comprendente  una  quarantina  di  bra- 
chiopodi  dei  generi  Spirifer,  Jihync/ìonella,  Terebratula^  Wal- 
dheimia:  11  forme  o  varietà  sono  nuove  per  la  scienza. 

Alla  geologia  contribuisce  con  un'importante  memoria  L. 
De  Marchi,  esponendo  lo  stato  presente  della  questione  intorno 
La  struttura  interna  della  terra  (Rivista  di  Scienza)*,  la  ipo- 
tesi più  probabile,  secondo  l'A.,  è  che  la  terra  sia  completa- 
mente solida,  con  un  nucleo  metallico. 

Terremoti  e  vulcani  hanno  fornito  materia  di  studio  a 
numerosi  naturalisti.  E.  Gua»'ini,  che  vede  dappertutto  l'azione 
dell'elettricità,  presenta  un'ipotesi  ingegnosa,  stili' origine  elet- 
trica dei  terremoti  nella  memoria:  Les  tremblements  de  terre, 
leur  origine  électrique  possible  (Dunod  et  Pinat,  Paris),  giun- 
gendo fino  a  ritenere  che  i  binari  ferroviari  potrebbero  costi- 
tuire un  mezzo  di  protezione  contro  i  terremoti.  —  Mi  Mar- 
chand  invece  indaga  i  rapporti  eventuali  fra  /  terremoti  e  le 
pioggie  (Annuaire  de  la  Soc.  méthéorologique):  ma  non  si  trat- 
terebbe che  dei  terremoti  di  sprofondamento,  dovuti  all'espor- 
tazione di  materiali  interni  ed  alla  conseguente  formazione  di 
vuoti  per  opera  delle  acque  sotterranee.  —  U.  Pagani,  abbrac- 
ciando un  campo  assai  più  vasto  di  relazioni,  benché  nell'àm 
bito  ristretto  di  una  piccola  plaga,  illustra  Linea  di  faglia  e 
terremoti  del  Pesarese  (Bollett.  della  Soc.  Geologica  Italiana)^ 
e  dimostra  lo  stretto  legame,  che  unisce  le  scosse  con  i  dis- 
sesti tellurici  della  crosta,  complicati  da  anomalie  gravime- 
triche e  magnetiche  Dello  stesso  A.  ricordiamo  ancora  I  tuoni 
della  montagna,  brontidi  sismici  in  Basilicata  {Congresso  dei 
Naturalisti  Italiani),  curiosa  non  meno  che  interessante  me- 
moria, —  ed,  in  via  di  parentesi,  per  la  diversità  del  soggetto, 
il  pregevole  scritto:  Nuoti  metoai  ed  indirizzi  nella  piasti- 
grafia  moderna  (Opinione  Geografica).  —  I.  Galli  raccoglie 
studiosamente  da  vecchie  e  recenti  cronache  esempi  di  Feno- 
meni luminosi  nei  terremoti  (Congresso  dei  Naturalisti  Ha- 
liani),  come  fiamme  e  fiammelle,    lampi   e  vampate,   luci   dif- 


^k*. 


(IfOloyia 

l'use  o  fosforescenti,  travi  o  colonne  luminose,  globi  dì 
osservati  iu  qntixi  un  rontinaio  di  cadi.  Lo  stesso  A.  de 
un  TurbiìtK  grandiotio  r  retri  fornii  n  Velie/ri  l'onli/ii 
cademia  Roo,uim  dei  Xiiori  LincKÌ\,  ravviciiiando  il  te» 
dei  fori  circolari  in  vetri  per  turbine  a.  quello  identico 
raliosi  nell'ultima  eruzione  del  Vesuvio.  —  F.  Carvés, 
nota  intomo  /  vulcani  e  ì  lerrrmoti  dal  punto  di  rista 
coKtitueione  del  globo  (Société  Anfronomique  de  France), 
ÌQ  rapporto  «cosse  ed  erusioui  con  la  natui-a  del  nucle 
restre.  —  A.  Lacroix  illustra  la  Litologia  del  M.  •*> 
{Académie  dea  ScienceaU  mentre  Stoklasa  determina  le 
solubili  delle  lare  rtgitviaiie  f  Bull,  de  la  Socif.lé  de  Chim. 
Q  Kernot  offre  una  nuova  Aaaliiti  chimica  delle  cfneri 
riane  dell'aprile  ISOtì  (Hotielh  Ilenle  di  Sapoli),  —  e  ? 
serini  del  pari  ci  dà  la  Compoeizione  delle  ceneri  e  dei 
dell'eruzione  reunriatia  dell'aiirile  lUW  {Ae-M'lemia  dei 
gofili  dì  Firenze:. 

Altra  manifestazione  della  attività  endogena  della 
Htudia  A.  Gaiitìer,  indagando  \'tlrigin«  delle  acque  t> 
{Académie  dea  Snienren  :  esse,  secondo  l'A-,  sarebbero  « 
nuove  di  origine  ignea,  dovute  alla  ossidazione  dell'idi 
«elle  profondità  sotterranee  », 

Ma,  venendo  ad  altri  movimenti  della  crosta,  il  già 
dato  L.  De  Marchi  espone  una  Teoria  eUmtiea  delle  d, 
eioni  tectoniche  (li  Accademia  dei  Lincei/ ;  mentre  Hi 
conoscere  un  muo  processo  di  Riproduzione  sperimenta 
ripiegamenti  litosferici  ( Acadr mie  dea  Sciences j,  fondati 
riproduzione  delle  condizioni  naturali  de)  rafl'reddanien 
pianeti. 

Di  un  movimento  locale  del  suolo  si  occupa  ¥  Salmo! 
che  illustra  L' acvallamento  di  Tavernola  sul  lago 
(Atti  della  Soc.  italiana  di  Scienze  Naturali],  in  una 
rata  memoria,  ricchissima  di  dati,  eiì  illustrata  con  spi 
tavole,  piante  e  profili,  che  siamo  proprio  dolentissimi  • 
poter  riassumere  a  lungo. 


Lo  stesso  F.  Salmoii-agbi 
versante  SuW origine  padana  della  sabbia  di  Snrsego  i 
luto  Lombardo  di  Srienze  e  Lettere,:  la  quale  sabbia 
tuente  l' isoletta  del  Quarnero,  che  fu  detinita  un  *  v. 
geologico  > ,  non  ])uò  essere  stata  deposta  che  dal  l'o, 
Po  pleistocenico,  che  si  spìngeva  appunto  lino  al  CJuan 

Fra  le  numerose  illustrazioni  locali,  che  certo  non 
aeggiano  anche  in  Italia,  ne  ricorderò  segnatamente  di. 
espongono  la  costituzione  e  la  storia  di  due  antiteatri  hi'j 


320  Storia  naturale 


La  prima  è  di  P.  L.  Prover,  intitolata  Sulla  costituzione  dell' av/i- 
teatro  morenico  di  Hivoli  in  rapporto  con  successive  /osi  glaciali  (R.  Acc^b- 
(lemia  delle  Scienze  di  Torino).  X  risaltati  d*  nuo  studio  accurato  portano 
r  A.  a  riconoscere  le  prove  di  tro  glaciazioni  sucoesskve,  dimostrate  dftllA. 
disposizione  particolare  e  dal  diverso  stato  Hi  alterazione,  che  preseti- 
tano  i  vari  depositi  morenici  e  quelli  iutermorenici,  collegati  alle  fa»i 
interf^laciali. 

L'altra  memoria  ^  di  O.  B.  Cacciamali  e  concerne  ì/ anfiteatro  ma-' 
renico  sebino  (Commentari  Ateneo  dì  Brescia):  accurata  e  dotta  pubblica- 
zione, illustrata  con  carte  e  prolili,  la  quale  del  pari  conclude  in  favore 
della  p  uralità  delle  glaciazioni,  con  l'avvertenza  che  sarebbero  quattro, 
anziché  tre,  avendo  il  Cacciamali  potuto  riscontrare  le  traccie  di  tutti 
quattro  i  periodi  glaciali,  che  recentemente  il  Penck  riconosceva  nel 
versante  settentrionale  delle  Alpi,  dal  più  antico  o  Knnziano,  al  minde- 
liano,  al  rissiano,  fino  al  più  recente  o  wurmiano.  La  memoria  in  esame 
è  ricca  ancora  di  altri  risultati  interessanti,  ma  tirannia  di  spazio  ci 
obbliga  a  non  dirne  altro. 

Lo  stesso  A.  ha  preso  occasione  da  questo  suo  studio  per  parlare  in 

fenerale  Sulle  glaciazioni  quaternarie    (Bollett.   della   Soc.    Geologica  Ita- 
iana),  esponendo  le  nuove  idee  del  Penck.  che  noi  stessi   abbiamo  fatto 
conoscere  ai  lettori  nell'  Annuario  pel  1905. 

Infine  un'  interessante  scoperta  è  quella  annunziata  da 
M.  Gortfl-ni  nella  sua  nota  Sopra  V  eslstei^za  del  devoniano 
inferiore  nel  versante  italiano  delle  Alpi  Carniche  (R.  Acca' 
demi  a  dei  Lincei). 

Un  pug-illo  di  mineralogia: 

"  E.  Glaser  annunzia  Un  minerale  nuovo  (Académie  des  Sciences):  la 
nepouite,  silicato  idrato  di  nichel  e  magnesio; 

—  O.  Maderna  reca  un  Contributo  sperimentale  alla  conoscenza  dei 
bitumi  (R.  Istituto  Lombardo  di  Scienze  e  Lettere).  Sono  ricerche  prelimi- 
nari sui  bitumi  contenuti  nei  calcari  solfiferi  di  Romagna,  essenzial- 
mente costituiti  da  idrocarburi  non  saturi  e  ricchi  di  solfo; 

—  E.  Brest  ha  una  curiosa  Contribuzione  allo  studio  della  Mineralogia 
(Bollettino  del  Naturalista):  nella  quale  dimostra  con  molti  esempi  che 
esiste  un  rapporto  fra  la  durezza  dei  minerali  e  quella  dei  loro  com- 
ponenti ; 

—  G.  Tuccimei  versa  Sulla  presenza  del  Manganese  nei  dintorni  di 
Roma  (Boll,  delta  Soc.  Oeol-ogica  Italiana),  annunziando  e  descrivendo 
«  un  vero  deposito  di  noduli  di  manganese  (perossido)  immediatamente 
sotto  i  terreni  vulcanici,  e  in  quel  livello  che  costituisce  il  passaggio 
dal  pliocene  al  quaternario  »  ; 

—  G.  Spezia  dà  notizie  e  fa  considerazioni  Sulle  inclusioni  di  anidride 
carbonica  liquida  nella  calcite  di  Traversella  (R.  Accademia  delle  Scienze 
di  Torino); 

—  L.  Colomba  espone  accuratissime  Osservazioni  mineralogiche  sui 
giacimenti  auriferi  di  Brusson  in  Val  d'Aosta  (Ibidem).  L'oro  è  in  filoni, 
disseminato  nella  ganga  quarzosa,  associato  a  pirite  e  molto  raramente 
anche  a  galena  e  tetraedrite;  è  in  patine  sottili,  in  dendriti  filiformi, 
in  grumi  ed  anche  in  cristalli  piccolissimi; 

—  G.  Escard  disserta  Sulla  genesi  naturale  e  sulla  preparazione  arti' 
fidale  del  diamante  (Revue  scientifique) ,  facendo  considerazioni  teoriche 
anche  in  rapporto  alla  costituzione  interna  del  globo,  le  quali  lo  con- 
ducono a  preconizzare,  per  la  riproduzione  del  diamante  in  cristalli 
anche  grossi,  la  soluzione  del  carbone  in  bagno  metallico  ili  ferro  o 
d'una  lega  di  ferro.  Altri  due  autori  invece  procedono  addirittura  a 
fabbricare  il  diamante:  A.  Chaetté  annunzia  d'esser  riuscito  nella  /Vc- 
parazione  artificiale  del  diamante  f Académie  des  Sciences),  ricorrendo  alla 
decomposizione  del  solfuro  di  carbonio  (il  qual  metodo  non  ha  nemmeno 
il  pregio  della  novità  ;  Burton  avrebbe  fatto  un  passo  innanzi  nella  RiprO' 
duzione  artificiale  del  diamante  (Nature  inglese),  ottenendo  gli  stessi  risul- 
tati del  celebre  Moissan,  ma  con  mezzi  assai  più  semplici  e  meno  costosi, 
ricorrendo  a  una   lega   di  piombo  e   calcio,   nella   quale    il   carbonio  si 


Mitteralogla 


321 


..    A 


scioglie  e  poi  sì  solidifìca  e  cristallizza  con  la  rimozione  del  calcio 
mercè  aua  corrente  di  vapore  acqnoo;  ci«'*  a  temperatura  relativamonte 
baAJta,  arce.ssibilo  agli  nsuuli  mctr>di  indntitriali. 

Cosi  finiamo  con  la  menzione  di  due  elementi,  che 
rappresentano  duo  potenze  nel  mondo,  e  sono  '  anche 
ambedue  così  scientificamente  interessanti:  Toro  e  il  dia- 
mante. Ma  r  uno  non  accenna  per  ora  nemmeno  alla 
|>ossibilità  di  perdere  il  valore  di  rarità  che  gli  assegna 
la  natura,  perchè  noi  non  facciamo  che  ricercare  e  sfrut- 
tare quello  che  ci  offre  la  natura.  L' altro  si  può  dire 
una  potenza  che  sta  per  essere  debellata,  perchè  V  uomo 
riuscirà  certo  a  riprodurre  artificialmente  il  diamante  :  se 
il  regno  di  questo  cadrà  allora  come  gemma,  resterà 
sempre  il  suo  inestimabile  pregio,  per  quanto  basso  il 
prezzo,  per  il  taglio  del  vetro  e  per  la  perforazione  delle 
rocce  attraverso  i  monti. 

In  tutti  i  modi  con  la  riproduzione  artificiale  del  dia- 
mante si  sarà  risolto  un  bel  problema  di  scienza  sperimen- 
tale e  forse  sciolto  un  enigma  di  minerogenesi  naturale. 

U.  U. 


"r  ; 


vili.  -  Medieiaa  e  Cbipapgia. 


ilei    Jolt.    Al.KSSANDHQ    Cl.EHIC't 

Medico  CuosulenU  ilello  SUbillmeatu  '  l«  Terme  >  ii 
e  del  dott  Ernesto  (javazia  di   llulogna. 


I.  —  Sutla  struttura  delta  cellula  wprrosn  durante  i  di/fe- 
renti slati  dì  funzione. 

Lo  studio  dello  modìfic azioni  istologiche  delta  cellula 
nervosa  nei  differenti  stati  funzionali  è  di  data  relativa- 
inento  reconte,  ma  tuttavia  è  già  considerevole  il  numero 
dei  lavori  pubblicati  in  argomento:  fatto  del  quale  non 
è  eerto  a  far  meraviglia,  dato  il  grande  interesse  legato 
agli  studii  stessi. 

Ogni  qiial  volta  una  tecnica  nuova  fu  insegnata  e 
grazie  ad  essa  si  poterono  dimostrare  negli  elementi  ner- 
vosi delle  disposizioni  nuove,  gli  osservatori  ricercarono 
quali  modifìcazioui  la  funzione  della  cellula  generasse  Jn 
queste  disposizioni  nuove.  Bene  spesso  anzi  su  basi  neces- 
sariamente fragili  ed  incompleto  furono  create  delle  ipo- 
tetiche teorie  che  durarono  per  quel  breve  tempo  che 
potevano  durare,  ossia  fin  quando  un  nuovo  progresso 
di  tecnica  faceva  la  sua  comparsa  e  le  faceva  tramontare. 
Ciò  dicasi  ad  esempio  AbW  amehismo  nervoso,  teoria  oggi 
defili  iti  vamen te  sepolta. 

L'  ultima  scoperta  istologica  importanti*  fn  la  dimo- 
strazione in  ogni  elemento  nervoso  di  neuro-fibrille, 
dimostrazione  precisa  e  facile  col  metodo  di  Ramon  y 
Cajal.  E  numerosi  furono,  dalla  scoperta  delle  neuro- 
fibrille  in  poi,  i  lavori  che  si  occuparono  delle  modifica- 
zioni di  queste  neuro-fibrille  durante  la  funzione  della 
cellula,  tra  i  più  recenti  dei  quali  meritano  speciale  con- 
siderazione quelli  di  Dnstin,  fatti  all'  Istituto  Solvay  di 
Bruxelles. 

Come  in  ogni  questione  <li  isto-fìsiologia  fa  d'  uopo 
fare  netta  distinzione   tra  il  fatto  e  la  teoria,  tra  quanto 


Im  sti-iUtiira  della  cUiila 


ai  vede  o  quanto  si  pensa:  e  in  una  scienza  in  piena 
evoluzione,  qual'è  la  cilolojfiii,  convieuo  essere  estrema- 
mento  prudenti. 

È  opportuno  esaminare  snceessivamento  : 
1."  I  fatti  di  osservazione. 
2."  Il  loro  meccanismo  fisico-chimico. 
3."  [>a  loro   importanza   fisiologica  e   il   loro   signi- 
ficato. 

1.  /  fatti.  -  Le  neuro-fthrille  sono  elementi  di  vna 
variabilità  eccezionale.  —  N'elle  lucertole  Cajal  e  Tello 
hanno  messo  in  evidenza  il  fatto,  che  il  reticolo 
neuro-flbrillaro  è  composto  durante  T  attività  estiva  di  ■ 
fibrille  numerose  e  assai  sottili,  dnrunto  il  sonno  inver- 
nale di  fibrille  assai  spesse,  ma  poco  numerose.  Se  si 
prende  una  lucertola  in  pieno  sonno  iemale  e  la  si  pone 
in  una  stufa  a  25",  in  un'ora  Io  neuro-lìbrille  sono  pas- 
sate dalla  loro  condizione  ibernante  allo  stato  d'attività: 
in  un'ora  la  cellula  nervosa  si  è  nettamente  trasformata. 

Queste  osservazioni  di  Cajsl  e  Tello  sono  state  piena- 
mente confermate  da  Dustin,  che  altre  ne  fece  di  simili 
nei  mammiferi.  Egli  ha  stabilito  che  le  neuro- fibrille  pos- 
sono addimostrare  due  sorta  di  modificazioni. 

Una  disintegrazione  granulosa,  fenomeno  nettamente 
patologico,  del  quale  non  ci  occuperemo  qui; 

Delle  modificazioni  da  ritenersi  come  fisiologiche,  in 
quanto  che  sono  regredibili,  e  che  consistono  essenzial- 
mente nei  fenomeni  seguenti  : 

Quando  l'attività  della  cellula  nervosa  diminuisco 
(freddo,  inanizione,  fatica,  ecc.)  le  neuro-fibrille  si  ispes- 
siscono,  €i  fanno  più  colorabili,  diminuiscono  di  numero. 
Questi  fenomeni  appaiono  nell'ordine  seguente:  Ai  pri- 
missimi inizii  aumento  dell'affinità  delle  neurofibrille 
per  l'argento  (modificazioni  chimiche  della  loro  sostanza). 
IjO  stadio  seguente  è  caratterizzato  dalla  comparsa  di 
rigonfiamenti  fusiformi  lungo  il  tragitto  delle  fibrille 
(ftisi  primarii)  :  tra  i  rigonfiamenti  le  fibrille  conservano 
il  loro  calibro  normale.  In  altre  cellule  ques'.o  stadio  è 
un  po' ditTerente ;  le  fibrille  non  si  gonRano  a  tratti  ma 
uniformemente  in  tutto  il  loro  decorso  e  ne  risultano  dei 
rordonrini. 

Questi  due  stati  delle  fibrille  —  ipertrofia  locale  a 
fuso  e  ipertrofia  totale  a  cordoncino  —  hanno  esito  en- 
trambi in  un  medesimo  stadio  seguente,  che  è  la  forma- 
zione di  fusi  uniformi,   spessì,    molto   argentofili.  Questi 


ìipio  abbastanza  mimerosi,  seiu- 
luiro  <ii  miniero  menine  il  loro 
Ittà  aumentano.  In  ijiiosto  stadio 
lìssetuinati  un  piccolo  numero  di 
nessuna  fibrilla  per  quanto  sot- 
o.  È  lo  sitilo  grumoto  di  queste 
sione  usata  da  Cajai  che  Io  ri- 
ta  negli  animali  neonati.  Queste 
esito  ultimo  delle  modificazioiii 
leurolìbrille  per  la  diiuinnzione 
ittivitù  cellulare,  ft  uno  degli  esiti 
ni  runzìonali. 

ttività  cellulare  hÌ  esagera  (calore, 
,0  i  fenomeni  seguenti:  le  fibrille 
sottili  e  numerose;  incorporano 
anza   argontolìla   sembra   essere 

)no  essere  riassunti  nella  tabella 


Hiionc  di  ÌMe\  ]>rìinit: 
iitnpiirn  H  <'or<loncÌni>. 


lui    meccanismo    possono    essere 

fsie  disposizioni  morfologiche.  — 
jecondo  DlisIìii,  concorrere  alla 
ille  fibrille  colossali  delle  cellule 

;o  neuro-fibrillare  e  condensazione 
jalche  fibrilla  (ipotesi  già  emessa 

0  a  fascio  e  fniiione  di  parecchie 

dividiiale  autogeno  di  certo  libre, 
è  particolarmente  evidente   nello 

puramente  morfologici  di  questo 
fisico-cbim ielle  che  li  l'eggono  ci 


La  HtnUInra  ihlla  i-ellnla  iteroona 

sono  assolutamente  oscure.  Dustiii  ritiene  che 
modificazione  del  reticolo  neuro-fibrillare  dipei 
variazioni  della  tensione  snperfieiale  connesse  allt 
fìcazioni  locali  del  cliimistno  cellulare;  è  iin'ipote 
sibile,  ma  tuttavia  ancora  da  dimostrare. 

3.  Significato  fisiologico.  —  Dustin  emetto,  ri 
al  significato  fisiologico  di  queste  variazioni,  un' 
interessante  e  curiosa. 

Se  è  vero  che  l'attività  del  sistema  nervoso  pi 
più  che  una  analogia  con  le  manifestazioni  eletti 
se  riconosciamo  alle  neuro-fibrille  il  compito  dì  con< 
le  modificazioni  di  esse  avranno  una  grande  impo 

Come  è  noto,  l' intensità  di  una  corrente  eletti 
pende  dal  rapporto  tra  la  forza  e  lettre  ino  trieo  e 
sisteiizB. 


Perchè  I  sia  costante  se  E  diminuisco  deve  Hii 
parallelamente  anclie  K. 

Nella  cellula  nervosa  che  cosa  constatiamo?  ( 
l'attività  dello  cellula  dimiimisce,  per  ipotermia  ac 
pio.  E,  l'energia  liberabile,  diminuisce;  ed  allora 
resti  normale  la  funzione,  bisofi^na  che  diminuisca 
K,  che  è  la  resistenza  dei  conduttori  neuro-fibrillari 
nuircbl>eper  il  fatto  dell'ispessimento  delle  fibrille  ch< 
rebbero  meno  resistenti  al  passaggio  della  corrente, 
essendo  che  la  resistenza  d'  un  conduttore  elettric 
nuisce  coir  aumentare  de!  suo  diametro.  Ive  modifì 
di  forma  notate  nella  fibrille  sarebbero  dunque  dei  fai 
pensatori.  La  cellula  funzionerebbe  dunque  come  ut; 
a  resistenza  varial>ilo.  K  sì  può  andare  anche  più  ii 
sotto  l'influenza  di  cause  |)ertui-batrici  appare  Io 
di  frammentazione  dello  neuro-fibrille:  il  circuito  i 
interrotto. 

Ma  si  tratta  pur  sempre  di  ipotesi,  por  quanti 
guose.  U»  interesse  più  positivo  hanno  le  inoditi 
istologicamente  dimostrate,  cui  vanno  soffirotte 
neuro-fibrille,  perchè  <jueste  modilicaxioui  costiti 
un  reporto  orgjinicn  di  varianti  funzioniili. 

IL  —  /.«  devimioìir  di-l  romiilrmeitlo  e  fu  flia</iiinil 
ìonirn  delie  mnhilli^  infrtlin: 

La  diagnostica  delle  iiuilattie  iulcttive,  che  si  ù 
fino  a  poco  tempo  fa  sui    melodi   dell'esame  din 


326  Medicina 


da  qualche  tempo  chiedendo  degli  aiuti  ad  altri  rami  delle 
scienze  mediche,  e  specialmente  alle  discipline  di  labora- 
torio. Si  comprende  come  —  essendo  acquisito  alla  nostra 
scienza  il  fatto,  che  alcune  malattie  infettive  dipendono 
dair  invasione  neir  organismo  nostro  di  certi  microrg-a- 
nismi,  alla  cui  presenza  V  organismo  stesso  reagisce  in 
modi  intimi  peculiari  — ,  sorrida  il  concetto  di  legare  la 
^  diagnosi  delle  singole  infezioni  alla  constatazione  appunto 
di  questi  modi  intimi  peculiari  della  reazione  dell'  orga- 
nismo più  che  sulle  manifestazioni  più  grossolane  del- 
l'accaduta  infezione  —  manifestazioni,  le  quali  hanno 
assai  meno  di  caratteristico  e  di  specifico.  A  questo  nuovo 
indirizzo  della  diagnostica  già  vennero  aperte  tre  vie. 

Una  di  esse  si  fonda  sulla  determinazione  della  sovra- 
sensibilità  specifica^  che  T  organismo  assume  rispetto  a 
certi  prodotti  dei  batteri,  che  l'hanno  invaso.  Di  essa  si 
è  valso  il  Koch  pel  primo,  allorché  escogitò  l'impiego 
clinico  della  tubercolina:  più  tardi  il  Pirquet  escogitò 
nello  stesso  ordine  di  idee  la  reazione  cutanea,  e  il 
Calmette,  lo  Chan temesse,  il  WolfiF-Eisner  V  oftalmorea- 
zione  per  la  diagnosi  della  tubercolosi  e  del  tifo.  Gli 
studii  di  questo  genere,  già  abbastanza  avanzati  per  ciò 
che  riguarda  la  reazione  alla  tubercolina,  sono  appena 
al  loro  inizio  per  ciò  che  riguai*da  le  altre  reazioni  sud- 
dette, sicché  avrà  bastato  qui  1'  avervi  accennato. 

Una  seconda  via  consiste  nella  diagnosi  batteriologica 
propriamente  detta,  che  si  raggiungo  mediante  l'esame 
microscopico  e  i  metodi  di  cultura:  così  nello  sputo  di 
un  malato  di  tubercolosi  pohnonare  noi  dimostriamo  la 
presenza  del  bacillo  della  tubercolosi,  nel  sangue  di  un 
malato  d'ileotifo  noi  riscontriamo  i  bacilli  di  Eberth. 
Fino  a  poco  tempo  fa  questa  fu  1'  unica  via  nostra  per 
la  diagnosi  esatta  delle  malattie  infettive. 

Ma  allorché  il  Behriiig  scoprì  che  all'istituirsi  d'una 
infezione  batterica  corrisponde  nell'  organismo  la  produ- 
zione di  certe  sostanze,  che  sono  specifiche  per  quella 
data  infezione,  si  aprì  un'  altra  via  ancora  alla  diagno- 
stica, la  via  che  si  potrebbe  chiamare  della  diagnostica 
biologica.  Questa  denominazione,  che  fu  proposta  dal 
Wassermann,  si  riferisce  essenzialmente  al  fatto,  che  i 
dati  relativi  ci  possono  essere  forniti  solo  da  organismi 
viventi. 

Il  principio  direttivo  della  dìaofnostiea  biologica  delle 
malattie  infettivo  é  il  seguente. 


■J  "II" 


■^M^m   *    "  *^w^ 


Diagnosi  biologica  delle  infezioni  327 

I  succhi  org'anici  d'un  malato  (fuua  certa  malattia 
infettiva  contengono  i  prodotti  delle  reazioni  specifiche 
in  quantità  maggiori  che  non  facciano  i  succhi  organici 
d*un  individuo  sano:  e  tali  prodotti,  com'è  noto,  hanno 
la  proprietà  di  influenzare  in  modo  speciale  i  microbi 
specifici  deir  infezione  in  corso.  Quindi  se  nel  siero  del 
sangue  d'un  malato  noi  troviamo  che  son  contenute  in 
quantità  maggiore  del  normale  certe  sostanze,  di  cui  si 
sa  che  svolgono  sui  bacilli  del  tifo  una  certa  azione  spe- 
ciale, noi  saremo  per  ciò  solo  in  grado  di  far  diagnosi 
di  tifo  purché  sia  escluso  dall'  anamnesi,  che  lo  stesso 
malato  già  ha  sofferto  di  tifo  non  molto  tempo  prima. 
Di  tali  sostanze,  prodotte  dalla  reazione  specifica  del- 
l' organismo,  quelle  che  hanno  la  maggiore  importanza 
negli  studii  pratici  sono  le  agglutinine  e  gli  amhocettori 
contenuti  nel  siero  del  sangue. 

Le  agglutinine  sono  sostanze,  che  hanno  la  proprietà 
di  far  rapprendere  visibilmente  fra  loro  in  masse  com- 
patte i  batterii  di  quella  specie,  la  cui  invasione  ha  pro- 
dotto la  infezione  in  corso.  Quindi  se  ad  una  sospensione 
di  bacilli  d'  una  certa  specie  nella  soluzione  fisiologica 
si  aggiunge  un  po'  di  siero  di  sangue  di  un  individuo, 
che  sia  in  corso  di  un'infezione  da  parte  dei  bacilli  di 
quella  specie,  si  vedono  i  batteri  agglutinarsi  fra  loro: 
se  si  adopera  il  siero  del  sangue  di  uomo  sano  l'agglu- 
tinazione dei  bacilli  non  accade  o  accade  solo  se  il  siero 
è  impiegato  in  una  concentrazione  molto  maggiore.  Per 
tal  modo  ogni  volta  che  si  constati  che  il  siero  del  sangue 
di  un  malato  ha  verso  i  bacil^  di  una  data  specie  un 
potere  agglutinante  maggiore  del  normale,  ciò  basterà 
perchè  si  possa  affermare  che  quel  malato  è  sotto  l' azione 
infettante  di  quella  specie  di  bacilli.  È  questo  il  principio, 
su  cui  si  fonda  la  sierodiagnosi  di  Gruber-Widal  mediante 
le  agglutinine.  Per  ottenere  l'agglutinazione  dei  bacilli 
col  siero  del  sangue  di  un  uomo  sano  bisogna  impiegare 
il  siero  in  concentrazione  rispetto  alla  sospensione  bat- 
terica dell'  1 :  50  o  in  una  concentrazione  anche  maggiore. 

Un'  altra  classe  di  sostanze  immunizzanti,  che  sono  il 
prodotto  di  reazioni  biologiche  della  stessa  specie  delle 
agglutinine,  e  quindi  strettamente  specifiche,  sono  gli  ambo- 
rettori.  Gli  ambocettori  sono  sostanze  le  quali  hanno 
r  ufficio  di  attaccare  singolarmente  le  molecole  dei  corpi 
a  composiziono  colloidale,  i  quali  sono  penetrati  nell'or- 
ganismo provenendo  da  organismi  stranieri.  L'  ambocet- 


328  Medicina 


ì 


tore  non  è  in  grado  di  attaccare  codeste  singole  molecole 
da  solo  ;  bensì  esso  vi  riesce  mediante  il  concorso  di 
un'altra  sostanza  circolante  nei  succhi  normali  deir or- 
ganismo, la  quale  ha  i  caratteri  di  un  fermento  e  fu 
chiamata  dall' Ehrlich  complemento.  Per  tal  modo  la  mo- 
lecola della  sostanza  colloidale  straniera  viene  scomposta  : 
a  seconda  dei  casi  i  residui  di  questa  scomposizione 
saranno  utilizzati  per  la  nutrizione  dell'organismo,  ovvero, 
se  si  tratta  di  sostanze  venefiche,  verranno  eliminati. 

L'ufficio  dell' ambocettore  quindi  è  simile  a  quello  dei 
mordenti  in  arte  tintoria  :  come  il  mordente  si  getta  sulla 
fibra  vegetale,  e  per  tal  modo  rende  possibile,  che  vi  si 
getti  e  vi  si  fissi  più  tardi  anche  la  sostanza  colorante, 
così  r  ambocettore  si  getta  sulla  molecola  colloidale  e  per 
tal  modo  rende  possibile  che  vi  si  getti  il  complemento  e  la 
scomponga.  Fra  l' ambocettore  e  la  molecola  colloidale 
esistono  dei  rapporti  di  affinità  o,  come  si  suol  dire,  di 
avidità  specifica  ;  per  ricordare  il  paragone  di  Ehrlich, 
un  certo  ambocettore  collima  colla  molecola  d'  una  certa 
sostanza  colloidale  come  una  certa  chiave  si  adatta  ad 
una  certa  serratura. 

Si  noti  inoltre,  che  allorché  entra  in  circolo  la  sostanza 
colloidale,  con  cui  un  certo  ambocettore  collima,  l' orga- 
nismo è  stimolato  a  produrre  codesto  ambocettore  in  quan- 
tità maggiori  dell'usato. 

In  genere  le  sostanze  colloidali,  che,  introdotte  in  un 
organismo,  sono  in  grado  di  -provocare  l'aumento  di  pro- 
duzione dei  rispettivi  ambocettori,  si  chiamano  antigeni. 
Quindi  ogni  ambocettore  è  un  prodotto  di  reazione  spe- 
cifica di  un  determinato  antigeno  e  nello  stesso  tempo  è 
in  grado  di  neutralizzarlo  e  di  neutralizzare  quello  sol- 
tanto. Per  dare  un  esempio,  i  bacilli  del  tifo  e  risp.  la 
sostanza  dei  loro  corpi  sono  gli  antigeni  rispetto  agli 
ambocettori  del  tifo;  e  questi  costituiscono  gli  anticorpi 
rispetto  adessi.  Gli  ambocettori  posseggono  dunque,  rispetto 
alla  diagnostica  delle  malattie,  la  stessa  significazione 
delle  agglutinine.  Ma  la  dimostrazione  di  essi  è  assai  meno 
facile. 

Non  è  qui  il  caso  di  insistere  sui  varii  metodi,  che 
furono  proposti  all'  uopo,  come  il  metodo  di  Pfeiffer,  del- 
l'esperimento  sugli  animali,  e  il  metodo  delle  piastre,  per 
cui  ò  valutato  il  potere  germicida  di  un  siero,  cui  sia  stato 
aggiunto  l'ambocettore:  questi  metodi  sono  inapplicabili 
alla  pratica  clinica,  inoltre  i  loro  risultati  non  sono  supe- 


JÉJ 


ItiagnoKi  biologica  tìeile  infezioni 


riori  a  quelli  che  si  ottengono  colla  ricerca  delle  agglii- 
tiiiiue.  Invece  assai  piò  praticn  è  il  metodo  che  fu  pro- 
posto più  roeentomeiite  da  Bordel  o  Gongoli.  Questi  duo 
scienziati  partirono  dal  principio  seguente.  So  un  anti- 
gene e  l'ambocettore  e  il  complemento  relativi  sono  posti 
in  presenza  fra  loro,  l'ambocettore  da  un  lato  lega  a  sé 
l'antigeno  e  dall'altro  lato  lega  a  sé  il  complemento 
(Ehrlich).  Quindi  se  noi  poniamo  in  presenza  fra 
loro  r  autigano  noto  proprio  di  un'  infezione,  un 
complemento  (e  cioè  del  siero  normale  reconte)  e  una 
terza  sostanza  di  cui  importi  determinare  se  o  no  con- 
tenga l'ambocettore  relativo  a  queir  antigene,  e  consta- 
tiamo che  nella  miscela  cosi  risultante  il  complemento 
vien  legato,  potremo  dedurne  che  la  sostanza  in  esame 
contiene  realmente  l' ambocettore  spocitìeo.  So  poi  la 
sostanza  in  esame  è  un  liquido  proveniente  dal  corpo  di 
un  individuo  sospetto  di  essere  all'etto  dall'infezione,  cui 
si  riferisce  l' antigeno  usato,  il  sospetto  diventerà  certezza, 
poiché  abbiamo  avuto  la  prova  che  il  liquido  in  esame 
conteneva  l'ambocettore  relativo  in  quantità  maggiore  del 
normale.  Il  perno  del  problema  consiste  dunque  net  riu- 
scire a  determinare,  gè  nella  miscela  sperimentale  sud- 
detta il  complemento  è  stato  legato  o  no. 

Ed  ecco  come  il  Bordot  e  il  Qengou  praticano  una 
tale  determinazione.  Alla  miscela  essi  agg'iungono  dopo 
alquanto  tempo  un  ambocettore  di  altra  specie,  e  cioè  un 
ambocettore  che  ha  la  proprietà  di  sciogliere  i  globuli 
rossi  ;  per  di  piìi,  aggiungono  anche  una  certa  quantità 
di  globuli  rossi. 

Perchè  questo  ambocettore  spieghi  sui  globuli  rossi 
la  sua  azione  specifica  bisogna  che  anche  esso  sìa  messo 
in  presenza  del  complemento,  il  quale  pure  è  in  tal  caso 
rappresentato  dal  siero  del  sangue  normale  recente.  Ed 
allora  delle  due  1'  una.  O  nella  miscela  primitiva  esisteva 
r  ambocettore  specifico,  et!  esso  avrà  legato  antigeno  e 
complemento,  ed  allora  di  complemento  libero,  disponibile 
nella  miscela,  non  ne  esista  più;  in  tal  caso  l'ambocet- 
tore aggiunto  più  tardi  non  trova  complemento,  con  cui 
legarsi,  e  quindi  esso  non  può  spiegare  la  sua  azione 
solvente  sui  globuli  rossi  :  risultalo  :  i  globuli  rossi  restano 
inalterati,  il  loro  pigmento  resta  legato  e  quindi  la  miscela 
eh'  è  prima  iiicoloi-e  resta  incolore.  Ovvero,  al  contrario, 
nella  miscela  primitiva  non  esisteva  1'  ambocettore  spe- 
cifico, ed  allora,    malgrado   della  presenza  dell'antigcnn. 


330  Medicina 


il  complemento  resta  libero;  no  segne  che,  allorché  più 
lardi  viene  agginnto  V  altro  ambocettore  e  con  esso  i 
globuli  rossi,  quest'  altro  ambocettore  trova  disponibile 
nella  miscela  il  complemento  cui  legarsi,  vi  si  lega  ed 
allora  può  spiegare  la  sua  azione  solvente  sui  globuli 
rossi:  risultato:  i  globuli  rossi  si  sciolgono,  il  loro  pig- 
mento si  libera,  e  la  miscela,  da  incolore  ch'era  prima, 
diventa  di  color  sanguigno. 

Nel  primo  caso  il  risultato  della  reazione  è  positivo 
rispetto  alla  presenza  delT  infezione  sospetta,  nel  secondo 
caso  esso  è  negativo. 

Il  Bordet  e  il  (lengou  applicarono  questo  metodo  allo 
studio  di  diverse  infezioni  e  specialmente  del  tifo,  usando 
per  secondo  ambocettore  il  siero  di  un  animale,  che  aveva 
subito  prima  una  serie  di  iniezioni  di  emazie  di  altra 
specie  animale,  ad  esempio  di  bue,  e  che  quindi  aveva 
acquistato  delle  proprietà  emolitiche,  nel  quale  cioè  s' era 
formato  V  ambocettore^  il  cui  antigeno  è  costituito  dalle 
emazie.  I  risultati  concordarono  colle  premesse  teoriche: 
nei  casi,  in  cui  il  liquido  in  esame  proveniva  da  orga- 
nismi non  infettati,  l'emolisi  finale  avvenne. 

Poiché  in  questa  specie  di  reazioni  V  ambocettore  spe- 
cifico allorché  esiste  lega  il  complemento,  sicché  questo  non 
può  più  venir  legato  dall' ambocettore  emolitico  che  viene 
aggiunto  più  tardi,  nel  caso  di  reazione  positiva  (•)  si 
parla  di  deviazione  del  complemento^  in  realtà  questo 
viene  dall' ambocettore  specifico  deviato  verso  l' antigeno 
già  presente  nella  miscela. 

Ma  Bordot  e  Gengou  si  valevano  per  antigeni  delle 
sospensioni  di  culture  dei  bacilli  delle  varie  infezioni  : 
quindi  il  loro  metodo  era  applicabile  solo  alla  diagnosi 
delle  infezioni,  dei  cui  bacilli  specifici  noi  possiamo  diporre 
in  colture  pure.  Per  tal  modo  il  loro  metodo  non  pre- 
sentava dei  vantaggi  pratici  su  quello  delle   agglutinine, 


(•)  Il  lettore  noterà  che  la  reazione  positiva  nel  senso  pato- 
logico in  tal  caso  è  negativa  nel  senso  sperimentale,  e  cioè  se 
il  liquido  in  esame  proviene  positivamente  da  un  organismo 
infetto,  r  aggiunta  ulteriore  dell*  ambocettore  e  del  complemento 
ha  sulla  miscela  in  esame  un' azione  we^aZ/wa  poiché  T emolisi 
non  accade  e  quindi  la  miscela  resta  incolore  come  prima. 


Diayrìosi  hiologir,a  delle,  i 

sobbolle  avesse  servilo  di  argomentc 
favore  della  realtà  delle  teorie  di  1 
state  lo  ispiratrici  dìrctle. 

Ma  più  reco II temente  si  è  tentalo  di 
diagnosi  dollc  infezioni,  delle  quali 
{ili  agenti  e  delle  quali  quindi  non  pò 
antigeni  in  forma  dì  culture  bacillar 
nella  nuova  direziono  fu  fatto  da  V 
allorché  essi  constatarono,  che  la  de 
lueut»  accadpva  anche  ao  invece  de 
si  vale  degli  estratti  bacillari  :  evidc 
doli'antigono  non  è  legala  csclnsiv 
batlcrii,  ma  valgono  a  realizzarla  ai 
loidali,  che  costituiscono  i  corpi  di 
altro  passo  fu  fatto,  allorché  il  Wa 
considerare  come  contenenti  l'antigei 
della  presenza  dimostrabile  o  no 
anche  gli  estratti  dogli  organi  di  prc 
quali  era  clinicamente  e  sperimentai 
tenevano  il  virus  specifìcn.  Por  tal  n: 
nell'ambito  della  diagnostica  biologie 
la  sifilide,  la  lebbra,  il  vajolo,  lo  ][i^ 
tozoica,  le  quali  finora  da  queir  àmbi 
Il  metodo  di  prova  è  simile  a  que 
gitalo  da  Bordet  e  Oengou,  eccettoc 
posto  di  una  cultura  bacillare,  si  ade 
organo  o  tessuto  umano,  di  cui  si  f 
già  la  sede  dell'  infezione  in  queslic 
tal  modo,  che  i  globuli  rossi  non  si  si 
anche  qui  che  il  complemento  fu 
liquido  preso  in  esame  esisteva  ir 
l'amboceltore  specifico  per  quel  co 
quindi  porre  la  diagnosi  positiva. 

Il  Wassermann  in  unione  col  H 
questo  metodo  anzitutto  allo  studit 
aveva  scoperto  nei  liquidi  organici 
colosi  una  sostanza,  che  egli  chiama 
che  essa  costituisce  l'anticorpo  dell 
Kock.  L'autitubercolina  esiste  nel 
furono  trattati  colla  tuhercolina:  i 
genere  provano  ad  evidenza  che  es 
produzione  spontanea,  prodotta  cio( 
e  quindi  a  vero  caralterc  d'  anti< 
come  in  molti  casi  di  tubercolosi  a^ 


332  Medicina 


tubercolina  Koch  non  sono  seguite  da  alcuna  reazione  ; 
gli  è  che  nel  corso  doir  infezione  si  è  formata  neir  orga- 
nismo del  malato  una  discreta  quantità  di  autitubercolina, 
sicché  al  momento,  in  cui  vien  fatta  T  iniezione  di  tuber- 
colina, r  autitubercolina  già  pronta  neutralizza  tutta  la 
tubercolina  dell' iniezione ,  e  quindi  non  resta  in  circolo 
della  tubercolina  a  sufficienza  per  provocare  nei  tessuti 
tubercolizzati  la  reazione  clinica  nota. 

La  presenza  adunque  dell' antitubercolina  nei  liquidi 
organici  ha  un'importanza  diagnostica  reale:  ogni  volta, 
che  essa  sia  constatata  mediante  la  ricerca  della  devia- 
zione del  complemento  col  metodo  suddescritto,  si  potrà 
affermare  che  è  in  torso  la  tubercolosi.  Ciò  ha  un'  impor- 
tanza pratica  specialmente  per  la  diagnosi  di  natura  di 
certi  essudati  delle  cavità  sierose. 

Il  Wassermann  ha  applicato  il  metodo  suddescritto 
anche  alla  diagnosi  della  sifìlide.  Nei  casi  sospetti  egli 
adopera  come  antigeno  l' estratto  di  un  tessuto  umano, 
di  cui  sa  già  con  certezza  che  alberga  il  virus  sifili- 
tico (ulcera  primitiva,  condiloma,  visceri  di  feto  affetto 
da  lue  ereditaria,  ecc.).  Gli  studii  di  controllo  cogli  ambo- 
cettori  furono  praticati  con  materiale  proveniente  da 
scimmie,  che  erano  state  infettate  sperimentalmente  dal 
Neisser,  e  il  cui  siero  rivelò  infatti  coi  metodi  di  labo- 
ratorio una  ricchezza  insolita  dell'  elemento  capace  di 
legare  da  un  lato  1' antigeno  sifilitico  e  dall' altro  il  com- 
plemento. Avutasi  così  la  cortezza,  che  i  concetti  teorici, 
che  avevano  servito  finora  per  le  infezioni  a  virus  vivo 
coltivabile  valevano  anche  per  queir  infezione  a  virus  non 
coltivabile,  che  è  la  sifìlide,  si  procedette  senz'  altro  a 
controllare  nei  varii  casi  il  valore  diagnostico  del  metodo 
della  deviazione  del  complemento.  Iti  questo  campo  le 
ricerche  più  interessanti  furono  fatte  a  proposito  dei  rap- 
porti fra  paralisi  progressiva  e  sifìlide.  Il  Wassermann 
in  unione  al  Plaut  esaminò  il  liquido  cerebro-spinale  e  il 
siero  del  sangue  di  parecchi  individui  affetti  da  paralisi 
progressiva, presi  senza  scelta  rispetto  a  che  l'anamnesi 
fosse  o  no  positiva  rispetto  ad  un'  infezione  sifilitica  pre- 
gressa. I  risultati  del  metodo-  della  deviazione  del  com- 
plemento in  questo  campo  furono  molto  notevoli,  poiché 
nel  70  y„  circa  dei  casi  la  reazione  riuscì  positiva  quanto 
alla  sovrabbondanza  dell'  ambocettore  nel  siero  del  sangue 
e  nel  liquido  cerebro  spinale  e  quindi  quanto  alla  natura 
sifilitica  deir  infezione  originaria.  Questi  risultati  furono 


/  linfati-- 

confermati  da  Lovaditi  i 
e  Stertz  in  Berlino.  Fu 
paralisi  progresaiva  più 
che  in  quelli  recenti, 
stata  espressa  da  alcuni, 
sì  tratterebbe  esseuzialm 
cellula  del  sistema  nervi 
processo  incessanlo  di  p 
fìcì  per  ia  siQltdc. 

Aualogamoiitc  lo  Set 
di  risultati  positivi  nelle 
lui  praticate  in  parecchi 
il  Citron,  il  Invaditi  col 
sta taz ioni.  Sicché  il  meti 
mento  apporterebbe  un 
condo  la  quale  la  parali 
sono  in  molti  casi  di  or 

Per  quanto  interessai 

auesti  autori,  pare  tuttai 
el  complemento  non  al 
ztone,  cbe  riconoscorebbi 
contare  che  contro  il  ve 
elevato  vigorosamente  il 
r  hanno  applicato  invanì 
della  rabbia,  Schultze  n( 
distinguere  i  vibroni  cole 
e  lieibmayer  non  riuscir 
varie  specie  di  bacilli 
conto  del  numero,  già  a 
cui  esso  avrebbe  dato  df 
diosi  provetti,  è  d'  uopo 
limiti  dell'applicabilità  e 


111.  —  Il  tistema  linfatic 

In  inoralo  nel  ria£ 
germi  e  delle  sostiinzo  t 
tanza  ai  vasi  sangui;>'ni. 
personali  e  col  conforto 
viene  invece  alla  conclui 
tocca  ai  linfatici,  ai  qua 
zione  delle  prime  difese. 


aW  Medicina 

Kcco  le  conclusioni  a  cui  arriva  il  Boeri: 

i."  I  batterìi,  come  i  veleni,  comunque  penetrati  nel- 
]■  organismo,  tendono  sempre  a  raggiungere  il  circolo 
sanguigno  trasportativi  dalle  correnti  del  liquidi  dell'  or- 
ganismo. 

2."  Dal  connettivo  sottocutaneo,  dalle  cavità  sierose, 
dal  parenchima  degli  organi,  in  generale  da  tutti  gli 
spazi  interstiziali  dei  tessuti,  i  batterli,  comunque  capita- 
tivi, non  penetrano  direttamente  attraverso  ì  capillari  nel 
circolo  sanguigno,  ma  pervengono  in  quest'  ultimo  tra- 
spo  lati  esclusivamente  dai  linfatici,  eli'  essi  percorrono 
sino  allo  sbocco  dei  grossi  tronchi  rispettivi  nelle  vene 
del  collo. 

3.°  8e  si  introducono  negli  spazi  anzidetti  delle  dosi 
anche  enormi  di  batterli,  e  si  pratica  la  listola  del  dotto 
toracico  al  collo,  ch'ò  l' unico  punto  donde  la  linfa  si  svuota 
nel  sangue,  il  sangue  rimano  sempre  sterile,  mentre  nella 
linfa  che  thiisce  dalla  listola  si  rinvengono  quasi  tutti  i 
batterli  introdotti  nell'organismo.  Questa  esperienza  di- 
mostra la  verità  della  conclusione  precedente, 

4.'  Le  dosi  relativa  mente  piccole  di  batterìi  intro- 
dotte neir organismo  possono  essere  tiattennte  lungo  Ìl 
loro  cammino  attraverso  i  linfatici,  o  quindi  non  raggiun- 
gono il  torrente  sanguigno:  infatti  la  linfa  raccolta  dal 
dotto  toracico,  come  nell' es|iorienza  precedente,  in  tali 
casi  rimane  sempre  alerilc. 

5."  L'azione  difensiva  del  sìstcìini  linfatico  contro 
le  iniezioni  già  da  tempo  studiale  è  spiegala  appimto  da 
ciò,  che  il  trasporlo  ilei  battorii  si  fa  esclusivamente  \)ei 
iiuj'atiei;  tale  lìil'esii  consisto  ni'l  ritardo  dei  batterli  e 
nella  via  lunga  da  ensi  sognitn  per  raggiungere  il  sangue, 
noi  loro  Mrrosto  nei  gangli,  nella  liltrazione,  ncll' attenua- 
zione (Manfredi,  l'urcz.  Viola,  Friseo,  Labbé,  Evoli,  ed 
altri j,  nell'an'ivo  dei  bulìerli  nel  sangue  alla  spicciolata 
anziché  tumniluoNamerite.  Tale  difesa  è  tesa  possibile 
soltanto  da  siflutta  modalità  di  tras]>orto,  ossia  dalla  im- 
possibilità della  penelnizione  diretta  dei  batti'rii  attraverso 
i  cajìillari  nel  siiugiie  e  dalla  interi  tosi  niou  e  delle  lunghe 
e  aceid<'ulatc^vii'  linl'alielu'  tra  la  loro  jioila  d"eutnitii  e 
il  sainrue. 

SilTatta  modalità  di  tntyprul"  . ielle  infezioni  trova  una 
riconfermn  clinica  neH'o.sservazionc  delie  linfiingioiti  tì 
degli  ingorghi  glaniloiui'i  prossiuiiorì  alla  porta  d'entrata, 
e  della  esistenza  di   un   periodo   inlernicdiii,  a   localizza- 


\ 


n 


/  linfatici  nelle  infezioni  336 

zione  prevalentemente  glandolare,  tra  la  lesione  primaria 
iniziale  e  quella  degli  organi  in  alcune  infezioni  (sifilide, 
tubercolosi). 

6.<*  Dal  connettivo  sottocutaneo,  dalle  cavità  sierose, 
dal  parenchima  degli  organi,  in  generale  dagli  spazi 
interstiziali  dei  tessuti,  lo  sostanze  chimiche  in  genere, 
e  quindi  i  veleni,  disciolti,  non  sono  trasportati  al 
sangue,  come  i  batterli,  soltanto  pei  linfatici,  ma  per- 
vengono nei  circolo  sanguigno  anche  direttamente  attra- 
verso i  capillari  sanguigni. 

7.^  Se  si  introduce  negli  spazi  anzidetti  una  solu- 
zione di  ferrocianuro  di  potassio  e  si  pratica  la  fistola 
del  dotto  toracico,  la  caratteristica  colorazione  bleu  col 
percloruro  di  ferro  si  ottiene  altrettanto  presto  dalla  linfa 
dei  dotto  toracico  che  dal  sangue,  ove  il  ferrocianuro 
in  questo  caso  ha  dovuto  penetrare  dirottamente,  poiché 
non  può  esservi  pervenuto  colla  linfa  a  causa  della  fistola. 
Questa  esperienza  dimostra  la  verità  della  conclusione 
precedente. 

S.''  Questa  penetrazione  di  sostanze  chimiche  solu- 
bili nel  sangue,  non  solo  pei  linfatici,  ma  anche  dirotta- 
mente attraverso  i  capillari  sanguigni,  trova  riconferma 
nella  rapidità  dell'  azione  dispiegata  dai  farmaci  intro- 
dotti per  la  via  ipodermica  e  dalla  dimostrazione  dell'  as- 
sorbimento della  bile  anche  pei  vasi  sanguigni  neir  itte- 
rizia (Queirolo  e  Benvenuti). 

9.**  Quindi  i  capillari  sanguigni  non  sono  permea- 
bili ai  batterli  da  fuori  in  dentro,  malo  sono  alle  sostanze 
chimiche  disciolte.  Questa  differente  permeabilità  verso 
i  batterii  e  i  veleni  solubili  trova  riconferma  nell'osser- 
vazione che  in  so«>uito  alle  inoculazioni  sottocutanee  di 
colture  tubercolari  r  infezione  tubercolare  rimane  lieve  e 
locale,  mentre  l' intossicazione  tubercolare,  la  cachessia, 
sono  rapide  e  marcate  (Maffucci,  Oavagnis,  Del  Corda). 
La  ragione  della  impermeabilità  ai  batterii  e  della 
permeabilità  ai  veleni  disciolti  è  tutta  fìsica,  e  va  riferita 
al  volume  delle  particelle  rispettive,  per  cui  i  capillari 
sono  attraversati  dalle  sostanze  granulari  (cinabro,  car- 
minio, inchiostro  di  china)  o  dalle  sostanze  corpuscolari 
quali  gli  stravasi  sanguigni  (Mascagni,  Ludwig,  Hizzozzero 
e  Sai  violi,  Foà  e  Pellacani,  (ìolcri,  MatTucci,  Muscatello, 
(Jabbi,  Muoller,  ecc.). 

10."  Dal  torrente  circolatorio  del  sangue  i  batterii, 
che  vi  siano  stati  introdotti,  anche  se  in  quantità  enormi, 
non  passano  più  nei  linfatici. 


386  Medicina 


11.**  Introducendo  quantità  anche  straordinarie  di 
batter ii  nel  sangue  per  una  vena,  e  praticando  la  fistola 
del  dotto  toracico,  mentre  i  batterli  si  rinvengono  a  lungo 
innumerevoli  nel  sangue  stesso,  la  linfa  del  dotto  toracico 
rimane  sempre  sterile.  Questa  esperienza  conferma  la 
proposizione  precedente. 

12.*'  Una  riconferma  clinica  di  questa  impermeabilità 
dei  vasi  sanguigni  da  dentro  in  fuori  pei  batterli  è  data 
dair  osservazione  che  il  siero  degli  edemi  si  è  riscontrato 
sempre  sterile  (Loeper  e  Laubey).  La  ragione  di  questa 
impermeabilità  è  analoga  a  quella  dianzi  esibita  per 
r  impermeabilità  da  fuori  in  dentro. 

13.**  Dal  torrente  circolatorio  del  sangue  i  veleni  o 
le  sostanze  chimiche  in  genero,  disciolte,  che  vi  siano  ca- 
pitati o  vi  siano  stati  introdotti  e  anche  in  quantità  enormi, 
non  passano  più  nel  torrente  linfatico. 

14.**  Infatti  introducendo  quantità  straordinarie  di 
sostanze  chimiche  disciolte  nel  sangue,  ad  esempio,  bleu 
di  metilene,  per  una  vena  e  praticando  la  fistola  del  dotto 
toracico,  esse  non  si  rinvengono  affatto  nella  linfa  rac- 
colta dal  dotto  stesso. 

15.°  Una  riconferma  clinica  di  questa  impermeabilità 
dei  vasi  sanguigni  da  dentro  in  fuori  alle  sostanze  di- 
sciolte, è  data  dalla  osservazione  che  anche  nelle  più 
gravi  intossicazioni  dell'  organismo  (uremia)  il  siero  degli 
edemi  si  è  dimostrato  ipotossico  (Loeper  e  Laubry,  Lesné, 
Baylac). 

Va  ancora  notato  che  al  passaggio  così  dei  batterii 
come  dei  veleni  dal  sangue  nei  linfatici,  seguirebbe  poi 
il  ritorno  di  tali  sostanze  di  nuovo  al  sangue  (vedi  sopra)  ; 
(quindi  riuscirebbe,  por  quanto  da  un  punto  di  vista  alquanto 
telec^ogico,  ozioso. 

16.**  L' impermeabilità  dei  vasi  sanguigni  ai  veleni 
disciolti,  da  dentro  in  fuori,  va  ritenuta  apparente  e  attri- 
buita specialmente  ai  veleni  esogeni  e  alla  rapidità  note- 
vole con  cui  essi  abbandonano  il  sangue  per  altre  vie, 
come  è  detto  nella  conclusione  seguente. 

17.**  Nel  sangue  esiste  una  proprietà,  direbbesi  me- 
ravigliosa, por  la  quale  non  solo  i  batterii,  almeno  in  dosi 
limitate,  ma  lo  stosse  sostanze  v^ouofiche,  tanto  più  com- 
plotamonte  quanto  più  estraneo  all'  organismo,  scompaiono 
rapidainonto  dal  sangue  stosso  non  appena  vi  siano  in 
qualche  modo  porvonute. 

18.^  L'azione  dei  linfatici  verso  i  batterli  ed  i  veleni 


^ 


^ 


Mestruazione  e  gravidanza  337 

è  complessa  :  essa  comprende  insieme  dei  mezzi  di  difesa 
e  delle  insufficienze. 

Tra  i  mezzi  di  difesa  sono  già  noti  contro  i  batterii 
la  filtrazione  o  l'arresto  di  questi,  la  loro  attenuazione, 
l'azione  immunizzante  contro  di  essi  (Manfredi,  Perez, 
Viola,  Frisco,  Labbé,  Evoli,  ecc.). 

Oggi  si  tende  ad  aggiungere  tra  i  mezzi  difensivi 
dispiegati  dai  linfatici  quello  contro  i  veleni,  o  azione 
antitossica  (Ascher  e  Barbera,  Gabritschewski)  :  questa 
però  risulta  dalle  esperienze  del  Boeri  essere  lieve,  e  in 
ogni  caso  poco  efficace  a  causa  della  penetrazione  diretta 
dei  veleni  nel  sangue,  senza  T  intermedio  dei  linfatici,  da 
lui  constatata. 

Tra  le  insufficienze  poi  che  bisogna  attribuire  ai  linf|itici 
riguardo  le  infezioni,  accanto  alla  mancanza  di  potere 
battericida  della  linfa  (Castellino,  Pagano),  al  microbismo 
latente  (De  Renzi,  Manfredi,  Pusateri,  ecc.),  il  Boeri 
crede  si  debba  annoverare  il  compito  esercitato,  secondo 
le  sue  ricerche,  esclusivamente  dai  linfatici,  di  traspor- 
tare i  germi  al  sangue  provocandone  la  disseminazione, 
laddove  senza  di  ciò  molte  infezioni  rimarrebbero  locali, 
data  la  impermeabilità  ai  batterii  della  rete  sanguigna  da 
fuori  in  dentro  (v.  s.  9."). 

19.**  Anche  il  sangue  presenta  dei  pericoli  e  delle 
difese  verso  i  batterii  ed  i  veleni.  Tra  i  pericoli  sono  noti 
quelli  riferibili  alla  presenza  di  germi  e  di  veleni  nel 
circolo,  data  la  velocità  con  cui  dal  circolo  si  fa  poi  la 
distribuzione  di  tali  elementi  patogeni  agli  organi. 

Tra  i  mezzi  di  difesa,  accanto  a  quelli  già  noti,  come 
il  potere  battericida  e  (luello  anti tossico,  il  Boeri  crede  do- 
versi collocare  quella  proprietà  già  segnalata,  per  cui  non 
solo  i  batteri  ma  anche  più  marcatamente  le  sostanze  ve- 
nefiche, tanto  più  rapidamente  quanto  più  sono  estranee 
all'organismo,  scompaiono  dal  sangue  circolante  non  appena 
vi  siano  in  qualunque  modo  pervenute.  (Rivista  Medica)', 

rV^.  —  La  mestruazione  ed  il  principio  della  gravidanza 
nella  donna. 

Il  Fusari  ha  studiato  rocoutonionte  la  (jiiestionc  assai 
controversa  dei  rapporti  cho  esistono  fra  la  mestruazione 
0  il  principio  delhi  <»Tavi(lanza  nella  donna.  La  determi- 
nazione del  momento  in  cui  nello  vie  genitali  della  donna 


340  Medicina 


Concludendo  in  base  a  questi  casi  tipici  si  pos- 
sono ammettere  le  due  eventualità  che  formano  la 
base  delle  due  teorie  ora  dominanti  circa  il  principio 
della  gravidanza.  Può  cioè  essere  fecondato  sia  Tuovo 
che  è  eliminato  dall'ovario  durante  T ultima  avvenuta 
mestruazione,  sia  quello  che  si  è  maturato  colla  prima 
mestruazione  mancata.  In  ambedue  i  casi  gli  ovuli  pos- 
sono trovare  condizioni  favorevoli  per  annidarsi  nella 
mucosa  uterina  ed  ivi  continuare  il  loro  sviluppo.  (Regia 
Accademia  Medica  di  Torino^  1907). 

V.  —  La  colina  nella  neuropatologia. 

Il  prof.  Halliburton  recentemente  ha  comunicato  nella 
Oliver-Sharpey  Lecture  il  risultato  di  numerose  sue 
ricerche  sul  valore  della  co/tna  in  neuropatologia.  Secondo 
lui  la  colina  è  un  prodotto  costante  e  caratteristico  della 
degenerazione  dei  tessuti  nervosi,  in  quanto  che  deriva 
dalla  scomposizione  d'uno  degli  elementi  essenziali  di 
questo  tessuto,  e  cioè  della  lecitina.  Infatti  la  lecitina 
trattata  coir  idrolisi  dà  luogo  a  varii  acidi  grassi,  fra  i 
quali  r  acido  oleico,  T  acido  glicerofosforico  e  ad  una  base 
azotata  eh' è  appunto  la  colina.  Com'è  noto,  è  sulla  com- 
parsa dell'acido  oleico,  eh' è  colorabile  dall'acido  osmico 
in  presenza  dei  sali  cromici  (mentre  la  lecitina  in  tali 
condizioni  non  è  colorabile),  che  si  fonda  la  nota  rea- 
zione di  Marchi  caratteristica  del  tessuto  nervoso  dege- 
nerato. Secondo  T  Halliburton,  allorché  un  gruppo  di  ele- 
menti nervosi  sta  degenerando,  la  colina,  che  per  tal 
modo  si  libera  dalla  lecitina  di  essi  in  via  di  distruzione, 
si  può  dimostrare  nel  sangue  circolante  e  nel  liquido 
cerebrospinale.  Per  tal  modo  mediante  semplici  reazioni 
chimiche  si  avrebbe  il  modo  di  distinguere  i  casi  di  ma- 
lattie nervose  funzionali  da  quelli  dì  malattie  nervose 
organiche:  basterebbe  infatti  far  la  ricerca  della  colina 
nel  sangue  o  nel  liquido  cerebrospinale.  Da  principio  lo 
Halliburton  per  la  ricerca  della  colina  aveva  proposto 
l'impiego  del  cloruro  di  platino  per  cui  si  avrebbe  noi 
prodotti  in  osarne^  la  produzione*  di  cristalli  caratteristici 
di  cloruro  doppio  di  colina  o  di  platino:  il  valore  jira- 
tico  di  questa  reazione  hi  contestato:  però  più  tardi  il 
liosenheini,  in  una  serie  di  ricerche  fatto  sotto  la  dire- 
zione deir Halliburton  stesso,  ha  escogitato  un'altra  rea- 


•* 


Puntura  esplorativa  del  cervello  341 

zione  con  una  soluzione  concentrata  iodo-iodurata,  il  cui 
valore  è,  si  può  dire,  assoluto.  Un  altro  metodo  per  sco- 
prire la  presenza  della  colina  nel  sangue  circolante  o  nel 
liquido  cerebrospinale,  consiste  nel  praticare  ad  un  ani- 
male r  iniezione  d' una  certa  quantità  del  liquido  sospetto  : 
se  questo  contiene  della  colina  si  vede  seguire  neir  ani- 
male un  abbassamento  notevole  della  pressione  sanguigna. 
D'altra  parte  il  Reid  Hunt  ha  dimostrato,  che  un  deri- 
vato artificiale  della  colina,  T  acetil-colina,  produce  sulla 
pressione  sanguigna  un  abbassamento,  che  non  solo  può 
neutralizzare  ma  anche  superare  l'elevazione  prodotta  da 
una  uguale  dose  d'adrenalina. 

VI.  —  La  puntura   esplorativa  del  cervello. 

La  proposta  di  esplorare  la  cavità  cranica  attraverso 
un  forellino  praticato  con  un  trapano  sottile  nella  calotta , 
non  è-  nuova. 

Piti  recentemente  essa  fu  avanzata  da  A.  Kocher  (1899) 
0  da  E.  Neisser  e  Pollack  (1904).  Ciò  nullameno,  a  giudi- 
care dagli  scarsi  contributi  finora  seguiti  anche  a  queste 
reiterate  proposte,  a  tale  procedura  non  sembra  arridere 
miglior  fortuna  di  quella  toccata  in  passato. 

Neir  anno  scolastico  1905-1906  V  Ascoli  ebbe  occasione 
di  praticare  12  volte  tale  puntura  esplorativa  in  6  malati, 
si  servì  di  un  motore  a  pedale  da  dentista,  al  quale  furono 
adattati  i  sottili  trapanini  a  facce  piane  parallele  sugge- 
rite da  Neisser  e  Pollack:  così  la  procedura  è  messa 
anche  alla  portata  di  quei  medici  ed  istituti  che  non 
hanno  a  disposizione  il  motore  e  la  corrente  elettrica  che 
esige  la  tecnica  di  Neisser  e  Pollack. 

La  trapanazione  va  eseguita  esercitando  leggera  pres- 
sione col  trapano  sul  punto  prescelto;  il  trapano  va  con- 
dotto perpendicolarmente  all'  osso  ;  si  perforano  in  un 
tempo  parti  molli  e  calotta.  Il  momento  in  cui  la  parete 
ossea  è  superata,  è  avvertito  pel  cessare  di  ogni  resistenza  : 
si  arresta  allora  il  movimento  del  trapano  dando  la  voce 
all'assistente  che  sta  al  pedale  e  si  stacca  il  braccio  mobile 
del  motore  dal  trapano  che  va  tenuto  in  sito. 

Nella  sostituzione  del  trapano  coli' ago-cannula  esplo- 
rativa occorre  evitare  lo  spostamento  delle  parti  molli  che 
maschererebbe  il  foro  praticato  ;  alla  fissazione  colle  dita 
è  opportuno  aggiungere  quella  ottenuta  annodando  in  pre- 


cedeuza  (ino  boiidercllo  iittoi-no  al  capo  del  malato,  por 
modo  clic  il  imnto  in  cui  s' iiitcn'ienc  BÌa  fra  esso  com- 
pro so. 

Riguardo  alla  scella  del  punto,  criterio  sovrano  è  quello 
d'evitare,  nchiainaiido  L  rapporti  anatotiiìci,  quel  territori 
[uali  si  corro  pericolo  di  produrre  lesioni  vasali,  fug- 
0  seguala  monte  le  arterie  superficiali,  la  meniugca 
a,  i  seni  venosi,  le  grosse  vene  cerebrali. 
er  buon  iiujnero  dì  punti  ci  guidano  i  trattati  di  chi- 
ia;  altri,  dai  quali  è  agevole  raggiungere  certe  sedi 
ezìoite  dei  processi  morbosi  (ascessi  cerebellari,  ecc.) 
IO  precisati  da  Xuisser  e  Pollack  ;  dì  nuovi  non  sarà 
govole  rhilracciarne,  previo  studio  anatomico  e  pre- 
lari  prove  sul  cadavere  quaudo  la  sintomatologia  ne 
a  preciso  invilo.  Por  la  topografìa  cranio-cerebrale 
)uo  egregiamente  i  melodi  in  uso  di  Koelier,  Durante, 
er. 

irca  la  profondità  alta  quale  è  lecito  spingere  senza 
o  l'ago  esplorante  non  è  possibile  stabilire  norme 
:  fa  d'uopo  rei;(nlarsi  caso  per  caso  a  seconda  degli 
i  forniti  dalla  sintomatologia  o  dalla  regione  nella 
>  si  interviene. 

'altronde,  a  bene  riflettere,  il  valore  delle  punture 
inde  è  più  apparento  che  reale,  perchè  le  punture 
inde  non  potrebbero  preludiare  ad  interventi  chirur- 
radicali;  meglio  in  questi  casi  assicurarsi  con  ripe- 
punture  superficiali,  cliè  la  lesione  non  risiede  in  tor- 
io accessibile  al  coltello. 

ra  i  casi  caduti  sotto   l'osservazione  dell'Ascoli  due 
)no  stare   a   panidigma  della   precisione  di  diagnosi 
sde  e  natura,  raggiungìbile  colla   procedura  che   ci 
3a. 
i  uno,  l'esame  microscopico  dei  frustoli  di  tessuto  e 

0  chimico  del  liquido  estratto  condusse  a  diagnosti- 
una  cisti  dell'  emisfero  cerebellare  destro  di  proba- 
natiira  gliomatosa.  L'autopsia  dimostrò  l'esistenza 
n    ttimiire    gliosarcomatos»    foiifeiiente    tina    cavità 

1  un  altro  caso,  la  puntura  esploi'ativa  confermi"!  la 
accusata  dalla  sintomaloiogia ,  cioè  l'emisfero  cere- 
re destro.  Per  esclusione  poi  si  giunse  ad  ammettere 
raccolta  di  natura   probabilmente   tubercolare:  giu- 

apparso  vendico  pienamente  al  tavolo  anatomico. 
ulla  guida   di    questi  duo  casi  ci  si  può  formare  un 


Le  cause  dei  calcoli  hititirì 

concotto  adeguato  del  valore  della  pulitura  a 
scoprire  tumori  veri  e  propri:  i  fraininenti 
ostratli  uel  primo,  le  tfoccn  di  pus  ricavalo  ui 
da  uu  tubercolo  che  atl'aiitoptjia  apparve  più 
che  t'ammollilo,  aflidauo  che  il  melodoè  ici  grado 
dere  alle  più  rigoroso  esi|fenzo,  consentendo  non 
constatazione  di  raccolle  liquide,  ma  bonanchf 
tumori  solidi. 

In  altri  Ire  casi  la  puntura  esplorativa  d( 
servì  invece  col  suo  esito  negativo,  a  faro  oaeli 
lo  diagnosi,  che  parevano  imporsi  alla  sti-egi 
sintomi  presenti. 

Poiché  in  codesti  generi  di  malattie  corcbrt 
di  regola  di  situazioni  gravissime  o  disperato, 
unico  sollievo  può  riescire  I'  intervento  chiri 
metodo  di  imlagine,  che,  come  la  pratica  espli 
cervello,  pufi  servire  a  (issare  e  la  natura  e  li 
focolare  cerebrale,  costituisce  nella  pratica  din 
quisizione  di  un  valore  reale. 


VII.  —   U  canne  dei  calcoU  biliari. 

I  calcoli  biliari  —  col  loro  sintomo  più  impoi 
noto,  la  colica  biliare  —  sono  fra  le  malattie  più 
specialmente  fra  le  donne.  Lo  studio  dello  cau 
oltre  che  ad  avere  una  grande  importanza  prat 
ass^i  interessante  anche  perchè,  per  quanto  he 
studii  più  recenti,  è  connesso  intimamente  non 
patologia  del  fegato,  ma  anche  con  quella  dell 

Si  ritioae  universaJmento  oggidì  che  la  prodi 
calcoli  biliari  è  secondaria  all'  infiammazione 
delle  vie  biliari,  o  cioè  dei  canalicoli  che,  Inter 
fegato,  trasportano  la  bile  da  esso  nel  r.ofedi 
poi  essa  delhiisce  nell'intestino.  L' infìanimazii 
rale  di  essi  ai  ritiene  essere  prodotta  da  mìcrobi 
in  questione  sono  il  più  spesso  il  bacillo  di 
bacillus  coli  comm'tnis.  L' infezione  delle  vie 
parte  di  questi  microbi  può  accadere  mediai] 
vie,  delle  quiili  ì-  bene  conoscere  la  relativa  ii 
Esse  sono  la  via  intestinale  o  duodenale,  la  v 
4a  via  del  circolo  generale,  la  via  linfatica. 

Si  ritiene  generaUnonte,  che  la  via  più  fr 
infezione  sia  in    tali   casi   la  via  in(oslin;i]e  o 


344  Medicina 


V'è  fra  la  mucosa  del  duodeno  (eh' è  la  porzione  più 
superiore  dell'  intestino)  e  la  mucosa  del  coledoco  tin  rap- 
porto di  continuità;  inoltre  T  intestino  è  la  sede  solita 
delle  due  specie  microbiche  in  questione  ;  infine  V  aper- 
tura di  comunicazione  fra  duodeno  e  coledoco  durante 
certi  periodi  della  digestione  resta  aperta.  Sicché  da  tempo 
immemorabile  si  è  ritenuto,  non  solo  che  le  calcolosi 
biliari,  ma  anche  V  itterizia  comune  dipendessero  dal  propa- 
garsi dei  processi  intiammatorii  dal  duodeno,  e  cioè  dal- 
l'intestino,  al  coledoco  e  quindi  al  fegato. 

Ma  contro  questa  vecchia  opinione  stanno  non  pochi 
argomenti,  e  cioè  : 

1.**  I  microbi  virulenti,  che  si  trovano  neir  intestino, 
producono  di  regola  delle  forme  infiammatorie  di  tipo 
diverso  da  quelle  che  dàn  luogo  alla  colelitiasi;  e  cioè 
queste,  come  ha  dimostrato  il  Mignot,  sono  delle  forme 
catarrali  miti  ;  quelle  sono  forme  piuttosto  acute,  che 
assai  facilmente  mettono  capo  alla  colecistite  flemmonosa, 
alla  cangrena  della  vescica  biliare,  alle  ulcerazioni  e  alle 
perforazioni,  come  ha  dimostrato  V  Owald. 

2*  Sebbene  i  microbi  in  questione  abbiano  sede  in 
varie  parti  deir  intestino,  essi  proprio  nel  duodeno  non 
si  riscontrano  se  non  in  casi  d'eccezione. 

3.**  Nei  periodi,  in  cui  la  comunicazione  fra  coledoco 
e  duodeno  resta  aperta,  attraverso  ad  ossa  ha  luogo  il 
deflusso  della  bile;  ora,  sebbene  i  microbi  delle  specie 
suddette  nella  bile  possano  continuare  a  svilupparsi  (le 
proprietà  antimicrobiche  della  bile  furono  molto  esage- 
rate), tuttavia  dal  punto  di  vista  meccanico  riesce  evi- 
dente, che  per  la  direzione  della  corrente  biliare  i  microbi 
da  questa  corrente  verranno  piuttosto  ricacciati  a  va|le 
entro  il  tubo  intestinale  che  trasportati  nel  coledoco.  Che 
se  i  microbi  riescono  a  risalire  la  corrente  biliare  attra- 
verso r  orificio  del  Vator,  eh'  è  1'  entrata  comune  dal  duo- 
deno nelle  vie  biliari  e  nelle  vie  pancreatiche,  come 
si  spiega  che  attraverso  ad  esso  essi  non  penetrino  tanto 
spesso  nelle  vie  pancreatiche  quanto  nelle  vie  epatiche? 
e  come  dunque  le  forme  infiammatorie  del  canale  pan- 
creatico sono  enormemente  più  rare  di  quelle  dei  canali 
biliari? 

Questi  argomenti  sono  certamente  assai  gravi.  E'  vero, 
che  il  Lippmann  e  il  Kelly  in  alcuni  casi  sono  riusciti  a- 
constatare  la  presenza  di  batterii  nelle  porzioni  inferiori 
del  coledoco,  ma   si    tratta  di  reperti  isolati,  i  (juali  non 


'^■_  ^"i  .V  ■ — -  -  -    P  -   * ^^-i r^ 


Le  cause  dei  calcoli  biliari  345 


bastano  a  controbilanciare  il  peso  degli  argomenti  nega- 
tivi addotti  testé  e  degli  argomenti  positivi,  che  stiamo 
per  esporre  a  favore  ai  altre  vie  d'infezione. 

Fra  Queste  è  certo  che  tanto  le  vie  linfatiche  quanto 
le  vie  ael  circolo  generale  sono  fuori  di  questione  : 
già  contro  la  partecipazione  lord  parla  la  lentezza  del 
processo,  con  cui  s'infettano  le  vie  biliari  in  questi  casi, 
d'altra  parte  a  favore  di  essa  manca  ogni  evidenza  di 
carattere  clinico  o  sperimentale. 

Resta  la  via  portale.  Su  di  essa  è  andata  concentran- 
dosi in  questi  ultimi  tempi  V  attenzione  degli  studiosi,  e 
l'importanza,  ch'essa  merita  nella  patogenesi  della  cole- 
litiasi, è  andata  apparendo  tanto  maggiore  quanto  più 
importante  risultava  la  funzione  antitossica  e  antimicro- 
bica del  fegato. 

Si  sa  oggidì  che  il  fegato  è  incaricato  di  neutralizzare 
la  maggior  parte  del  materiale  tossico,  che  viene  appor- 
tato ad  esso  dalla  rena />or<a,  costituente  la  grande  comu- 
nicazione venosa  fra  l' intestino  e  il  fegato,  materiale  che 
proviene  appunto  dalla  scomposizione  e  fermentazione 
del  contenuto  intestinale,  sia  desso  di  natura  alimentare 
0  sia  di  natura  microbica  :  inoltre  si  sa  che  il  fegato  è 
capace  anche  di  distruggere  o  di  rendere  innocui  la 
naaggior  parte  dei  microbi,  che  giungono  in  esso  in 
unione  al  materiale  tossico  di  provenienza  intestinale.  Ana- 
logamente, il  sangue  che  venga  estratto  dalla  vena  porta, 
e  cioè  che  entra  nel  fegato  per  esservi  elaborato,  risulta 
assai  più  tossico  di  quello  che  venga  estratto  dalla  vena 
cava  inferiore,  e  cioè  che  esca  dal  fegato  per  risalire  al 
cuore,  avendo  subite  le  modificazioni  prodotte  in  esso  dal 
lavoro  disintossicante  del  fegato  stesso:  così  pure  l'aspor- 
tazione o  l'uscita  di  funzione  del  fegato  è  seguita  dallo' 
scoppio  d'  una  sindrome  tossica  ad  esito  rapidamente 
fatale;  nell' iperemesi,  e  nell'eclampsia  della  gravidanza, 
in  cui  si  tratta  di  un'  insufficienza  della  funzione  antitos- 
sica del  fegato,  gli  elementi  cellulari  di  questo  presen- 
tano r  intorbidamento  granuloso,  la  degenerazione  grassa, 
l'atrofia.  Infine  l'azione  microbicida  del  tessuto  del  fegato, 
assai  maggiore  di  quella  del  liquido  di  secrezione  di  esso, 
e  cioè  della  bile,  fu  dimostrata  dal  Wolch    direttamente. 

E'  facile  comprendere ,  come  por  tal  modo  lo  cellule 
epatiche  vengano  di  quando  in  quando  sovraccaricate  di 
materiale  tossico,  e  quindi  la  bile,  eh'  esse  secornono, 
contenga  dolio  tossine  e  fors'  anche  dei   microbi  di  viru- 

AmITUARIO  8CIRHTIPI0U    —    XLIV.  23 


:U*^  yfedìciiìa 


lenza  attenuata,  i  quali  danno  luogo  nelle  vie  biliari  ad 
(lu  intìanimaxione  di  grado  ììeve^  catarrale  :  lo  altera- 
zioni delle  cellule,  che  tappezzano  queste  vie,  e  cioè  degli 
endotolii  delle  vie  biliari,  provocano  la  precipitazione  della 
colost farina  della  bile,  non  altrimenti  che  certe  altera- 
zioni deirli  endotelii  dei  vasi  sanguigni  provocano  la  pre- 
cipitazione delle  piastrine  dal  sangue.  Si  spiega  così  la 
difìorenza  di  frequenza  fra  la  colecistite  e  la  pancreatite 
fra  la  oaloolosi  biliare  e  la  calcolosi  pancreatica. 

(^he  i  microbi  piìssano  realmente  risalire  la  via  portale 
e  ridiscendere  poi    le    vie   biliari   in  unione  alla  bile,  fu 
pn^vato  da  Lartigau  ;  egli  praticava  la  legatura  del  cole- 
doco, e  inquinava  poi  col  (k  pyoeyanetm  gli  alimenti  del- 
l' animale  in  esperimento  ;  riti-ovava   poi   nella  cistifelJea 
il  h,  pt/o<\t/tinr9t4t  e    talora  anche  il  ò.  communis  coli,  L*e 
alterazioni  delle  vie  biliari  si  hanno  anzitutto  nella  cisti- 
fellea, j>oichè  in  questa  vescica,  che,  attaccata  al  fegato,  fa 
da  ileposito  della    bile  in  certi  periodi   della  giornata,  i 
ballerii  e  le  tossine  soggiornano  più  a  lungo,  colla  bile 
di  riserva.  Quivi  essi  producono  da  prima  la  desquama- 
THone  deir  epitelio  e  poscia  penetrano  nelle  pareti  stesse 
della  cistifellea,  dando  luogo  ad  un'infiammazione  subacuta. 
\a>  tossine,  che   si    accumulano  nelle  cellule  epatiche,  in 
parte  vengono  riassorbito  direttamente  dal  sangue  e  pro- 
ducono  quindi   la   cefalea ,    la   dispepsia  e  gli    altri  pili 
noti  disturbi  di  fegato. 

In  molti  casi  dopo  alquanto  tempo  il  contenuto  alimen- 
tai*e  ridiventa  normale,  le  cellule  epatiche  finiscono  intanto 
di  smaltire  le  tossine,  che  vi  erano  arrivato  col  sangue 
portale,  la  bile  vsecreta  ridiventa  normale  :  e  quiudi  il 
processo  di  infiammazione  della  cistifellea  o  colecistite  ha 
modt>  di  guarire  per  proprio  conto.  Ma  in  certi  casi  le 
condizioni  morbose  iniziali  permangono;  ed  allora  la 
colesterina  continua  a  precipitare  senza  venir  ridisciolta 
dalla  nuova  bile  ;  frattanto  il  materiale  albuminoso  prove- 
niente dagli  epitolii  scollati  provoca  dalla  bile  la  preci- 
pitazione anche  del  bilirubinato  di  calcio:  questo  fa  da 
cemento  alle  goccioline  di  colesterina,  e  il  calcolo  epa- 
tico è  pronto.  Parimenti  Ih  produzione  di  questi  calcoli 
si  può  avere  in  via  sperimentale  aggiungendo  dcH'albume 
d'uovo  alla  bile. 

Ma  anche  in  questo  stadio,  se  il  processo  di  coleci- 
stite subacuta  cessa,  non  si  forman  più  altri  calcoli,  e 
(pielli  già  formati  non  danno  più   alcun  disturbo,  poiché 


Febbre  da  canapa  347 


r  infiammazione  della  colecisti  essendo  cessata,  T  epitelio 
normale  neoformato  tollera  la  presenza  dei  ealcoli  benis- 
simo. Una  gran  parte  dei  casi,  in  cui  si  scopre  all'autopsia 
la  calcolosi  biliare  mentre  intra  vitam  essa  non  aveva 
figurato  neppure  neir  auamnesi ,  sono  appunto  di  questa 
natura.  Ma  se  le  condizioni  oxtraepatiche  non  migliorano 
e  quindi  intrattengono  di  riflesso  la  colecistite,  le  pareti 
infiammate  della  colecisti  si  contraggono  in  modo  spas- 
modico sui  calcoli  sotto  la  stimolazione  degli  spigoli 
acuti  di  essi,  e  quindi,  mentre  i  calcoli  vengono  spinti 
fino  all'orificio  della  cistifellea  od  oltre,  si  svolge  il  quadro 
doloroso  della  colica  biliare. 

In  sostanza,  adunque,  i  calcoli  biliari  dipendono  indi- 
rettamente da  un'  alterazione  di  composizione  del  sangue 
portalo.  Sicché  la  causa  di  essi  è  pur  sempre,  come  ave- 
vano intuito  gli  antichi,  da  ricercarsi  nei  disturbi  della 
funzione  intestinale.  Ma,  mentre  gli  antichi  pensavano 
ad  una  trasmissione  diretta  di  un  processo  morboso  del- 
l' intestino  al  coledoco  e  quindi  al  fegato,  la  via  che 
segue  r  alterazione  causale ,  appare  più  tortuosa,  poiché 
passa,  col  sangue,  a  traverso  il  complicato  sistema  della 
vena  porta.  A.  C. 

Vni.  —  Febbre  da  canapa  e  febbri  estive. 

Il  dott.  G.  Mendini  di  Bologna  ha  trattato  con  parti- 
colare larghezza  di  queste  note  affezioni  morbose  che 
presentano  pure  un  notevole  interesse  pratico,  perchè 
verrebbero  a  costituire  un  nuovo  gruppo  di  malattie 
dipendenti  dal  volo  del  polline.  Di  queste  malattie  la  più 
nota  è  la  febbre  da  fieno;  ma  altro  molte  ne  esistono, 
meno  note  eppure  assai  interessanti,  come  si  vedrà  nel 
presente  articolo. 

Anche  la  storia  di  codeste  febbri  da  canapa  forma  un 
capitolo  interessante  di  ep.idemologia,  poiché  dimostra 
che  nelle  vie  di  diffusione  che  tiene  una  infezione,  quelle 
più  evidenti  e  banali,  e  che  perciò  vengono  incolpate  per 
le  prime,  non  sono  sempre  quello  vere. 

Alcuni  anni  addietro  ò  stata  segnalata  in  Bologna 
una  malattia  che  fu  designata  come  febbre  estiva  appunto 
perché  fa  la  sua  comi)arsa  in  estate.  Il  suo  apparirò  é 
saltuario:  colpisco  ogni  classe  di  persone,  ma  attacca  di 
preferenza  i  giovani  e  i  lavoratori  all'aperto.  E  più  fi-o- 


»i8  Medicina 

queote  uegli  uoiuini  che  nelle  donne;  ma  fra  i  contadini 
colpisce  presso  a  poco  ugualmente  i  due  sessi. 

Il  dottor  C.  A.  Durelli,  che  ha  osservato  la  malattia 
air  Ospedale  Maggiore  di  Bologna  e  nella  pratica  privata, 
ne  ha  lasciato  una  buona  descrizione; 

•  In  particolar  modo  non  si  dimostra  periodo  d'incuba- 
zione, al  pili  un  indeterminato  malessere  ed  un  insolito 
lieve  disordine  delle  funzioni  gastro-enteriche.  La  febbre 
insorge  all'improvviso,  sorpassa  talvolta  i  40",  si  accom- 
pagna ad  intensissima  cefalea  e  ad  eruzione  cutanea, 
sparsa  in  tutto  il  corpo,  senza  tipo  costante,  talora  con 
forme  di  semplice  eritema  diffuso,  quasi  scarlattinoso, 
tal' altra  invece  ha  forma  di  orticaria,  in  ogni  modo 
fugace,  scomparendo  anche  prima  che  cada  la  febbre. 
Questa  dopo  24  ore  al  massimo  rimette.  Costantemente 
si  associa  uu  dolore  continuo,  intollerabile  come  di  sbarra 
alla  legione  lombare  e  dorsale,  cui  risponde  altro  vivis- 
simo senso  dì  dolore  alla  regione  epigastrica,  ricordante 
il  caratteristico  dolore  xifoìdeo  dell'ulcera  rotónda.  Si  ha 
contemporaneamente  vomito  e  diarrea:  qualche  volta 
faringo-amigdalite.  lu  Ire  o  quattro  giorni  la  malattia 
passa  in  convalescenza  ;  rimangono  una  ostinata  ano- 
ressia ed  una  prostrazione  generale  di  forze  di  cui  assai 
si  lagnano  gli  infermi  ». 

Analogamente  ne  scrìsse  net  1^88  il  medico  Saggini, 
già  direttore  del  servizio  sanitario  di  lìologna. 

La  malattia  dunque  non  è  importante  per  la  sua  gra- 
vità: in  generale  si  risolvo  presto  e  senza  retiquati;  ma 
è  importante  per  la  sua  diffusione. 

Ad  esempio,  il  dott.  Astegìano  ha  calcolato  ohe  in  mi 
decennio  si  siano  avuti  a  Bologna  12.000  ammalati  mili- 
tari, con  una  media  di  piii  di  mille  casi  all'anno,  mentre 
ij  presidio  estivo  della  città  non  oltrepassa  ì  4000  uomini. 
È  evidente  adunque  che  si  tratta  di  una  epidemia:  la 
quale  colpisco  in  larga  misura  la  popolazione  bolognese, 
non  solo  militiire,  ma  anche  civile,  come  anche  il  Men- 
liini  ha  avuto  occasione  dì  constatare,  osservando  i  fatti 
e  raccogliendo  notizie  da  colleghi  esercenti  in  città  e  nel 
suburbio. 

Donde  pfovieue  questa  malattìa  V  (ìli  osservatori 
innanzi  citati,  tanto  militari  che  civili,  l'hanno  attribuita 
alle  esalazioni  che  sì  hanno  in  Hologna  nel  cuor  del- 
l'estate per  il  ]>roscÌuga mento  del  Canale  di  Reno,  pro- 
seingaraento  fallo  a  scopo  idraidico  per  pulire  il  fondo  e 


Febbre  da  canapa 


mantenere  al  canale  la  sua  sezione  normale.  Mal  della 
secca  rha  detta  il  popolo. 

Il  prosciugamento,  si  è  detto,  mette  allo  scoperto  una 
quantità  di  detriti  organici,  donde  sviluppo  di  miasmi  e 
febbri  infettive.  A  questa  interpretazione  diede  suffragio 
il  fatto  che  moltissimi  ammalati  si  osservarono  nei  fabbri- 
cati lungo  il  Canale  di  Reno  e  si  ritenne  di  aver  notato 
anche  ima  coincidenza  fra  T espurgo  di  alcuni  fognoni 
in  altri  quartieri,  espurgo  che  si  fa  pure  in  grande  estate, 
e  la  comparsa  della  malattia  in  caserme  vicine.  Ma  tutto 
ciò  è  per  il  Mendiui  una  semplice  coincidenza:  il  pro- 
sciugamento del  canale  è  innocente,  come  pure  non 
e'  entra  il  cattivo  stato  della  fognatura  generale  di 
Bologna. 

11  Canale  di  Reno  non  è  dunque  per  sé  la  causa  deir  epi- 
demia. Esso  va  in  secca  per  13  giorni  fra  V  ultima  setti- 
mana di  luglio  e  la  prima  di  agosto.  L'amministrazione 
del  Canale  una  mezza  giornata  prima  di  mettere  il  fiume 
in  secca,  aprendo  alcune  paratoie,  determina  nel  fiume 
una  corrente  assai  veloce,  appunto  per  purificarne  più 
che  sia  possibile  il  fondo.  D  tratto  del  Canale  dove  sono 
gli  Ospedali  Maggiori  e  Militare  ha  un  fondo  artificiale 
liscio  con  mattoni  cotti,  disposti  in  taglio,  ciò  che  rende 
molto  difiRcile  il  ristagno  delle  materie  organiche,  e  chi 
osserva  quel  tratto  durante  la  secca,  altro  non  vede  che 
un  grosso  strato  di  sabbia.  Non  sussistono  dunque  con- 
dizioni favorevoli  per  la  produzione  di  miasmi. 

La  patogenesi  della  malattia  in  parola  sarebbe  ben 
diversa.  Essa  dipende,  crede  il  Mendini,  dalla  coltura  della 
canapa,  che  nel  Bolognese  si  fa  in  larghissimia  misura. 
Ne  si  creda  dipenda  dalla  macerazione  della  pianta  :  la 
macerazione  della  canapa  è  quasi  innocua.  Intorno  alla 
influenza  della  macerazione  sulla  salute  si  sono  scritti 
dei  volumi.  In. generale  i  vecchi  autori  francesi  erano 
proclivi  a  ritenere  la  macerazione  dannosa;  anche  il 
llamazzini  ed  altri  presso  di  noi  le  avevano  attribuito 
gravi  danni,  ma  un  gruppo  di  autori  italiani,  in  special 
modo  bolognesi,  come  il  Zacchiroli,  il  Piovene,  il  Berti- 
Pichat,  il  Predieri  dichiararono  quasi  affatto  innocua  la 
macerazione.  Il  Mendini  che  ha  fatte  delle  minute  indagini 
in  proposito,  sottoscrive  alla  opinione  di  questi  ultimi, 
pure  riconoscendo  che  i  gas  che  si  sprigionano  sono 
molto  puzzolenti.  I  pesci  muoiono  avvelenati  nelle  acque 
della  canapa,  perchè   realmente  la  corteccia  contiene   un 


voloiio  potente,  ma  questo  resta  nell'acqua,  la  quale  non 
deve  servire  poi  che  ad  usi  di  irrigazione. 

La  maciul  iasione  poi  iioii  è  ìtninciia  perchè  6  accom- 
paj^riata  dalla  polvere  irritaiito  composta  da  flbrille  di 
canapa  e  da  miliardi  di  bacteri,  portati  fuori  dal  macero 
e  disseccati.  Fra  i  bacteri  prevale  il  bacterium  termo,  il 
quale  però  non  ha  molto  potere  patogeno  per  l' uomo, 
anzi  vivendo  talvolta  in  simbiosi  con  germi  patogeni  ne 
attenua  e  ne  distrugge  la  virulenza.  La  maciullazione  pen~> 
come  la  si  fa  oggi,  cioè  con  mezzi  meccanici  più  perfetti, 
è  meno  nociva  dì  quello  che  fosse  uu  tempo;  essa  deter- 
mina qualche  catarro  delle  mucose,  non  dà  quasi  mai  una 
forma  febbrile  e  mai,  credo  il  Mendinì,  la  malattia  spe- 
cifica di  cui  è  qui  parola.  Tutt'al  più  potrà  produrre 
qualche  caso  della  così  detta  fflibre  da  scardasso. 

Ciò  che  secondo  il  Mondìni  produce  la  malattia  è  il 
volo  della  fecnndaztomf..  È  il  pollino  della  canapa,  che  al 
momento  della  fioritura  si  spande  nell'aria  e  penetra  nel 
nostro  organismo,  esercitandovi  tanta  inalefica  influouza 
da  produrre  la  sintomatologia  innanzi  descritta. 
Ciò  egli  crede  per  queste  ragioni: 

I.*  La  fioritura  delia  canapa  coincide  con  la  comparsa 
dell'epidemia. 

2."  Per  sua  osservazione  personale,  nelle  annate 
in  cui  la  coltivazione  della  canapa  è  pìiì  rigogliosa,  la 
epidemia  è  più  forte.  Ha  visto  intere  famiglie  di  conta- 
dini colpite. 

3."  Ad  una  vegelaziono  più  rigogliosa  corrispon- 
dono casi  di  febbre  più  gravi,  in  ragione  della  maggiore 
tossicità  del  polline. 

4,"  A  differenza  della  febbre  da  fieno,  che  è  stata 
detta  malattia  aristocratica,  perchè  colpisce  persone  intel- 
lettuali 0  di  condizione  sociale  privilegiata,  questa  è  ma- 
lattia del  popolo.  È,  come  la  malaria  e  la  pellagra,  la 
malattia  professionale  del  contadino.  I  cittadini  pen")  elio 
soggiornano  in  campagna  bassa,  non  isfuggono  alla  ma- 
lattia. Essi  vengono  attaccati  meno,  solo  perchè  si  tro- 
vano meno  a  contatto  della  pianta  e  vivono  in  condizioni 
di  predisposizione  pifi  vantaggiose. 

5."  I  reggimenti  di  stanza  a  Kologna,  quando  vanno 
ai  tiri  dì  combattimento,  fuori  della  zona  canapifera,  ces- 
sano di  dare  ammalati  di  febbre  estiva. 

6."  Durante  la  fioritura  della  canapa,  anche  gli  ani- 
mali domestici  soffrono  iti  naso;  i  bovini  tentano  pulirsi 


Febbre  da  canapa  351 


con  la  lingua  le  narici,  e  gli  equini  fanno  continue  espi- 
razioni rumorose,  indicanti  in  modo  indubbio  le  loro 
sofferenze  nasali. 

7.**  La  febbre  estiva  è  stata  osservata  in  varie  città 
d' Italia,   ma  la   prima  segnalazione  della  forma  epide-   • 
mica  (1888)  viene  da  Bologna,   che   è  centro   di  grandi 
culture  canapine. 

Tutto  ciò  non  è  ancora  la  prova;  ma  questa  si  desume 
dalla  osservazione  diretta  del  malato.  Osserviamolo  dunque  : 
aperta  la  bocca  ed  abbassata  la  lingua,  vi  colpisce  una 
forma  manifesta  di  faringo-amigdalite,  non  qualche  volta^ 
come  dice  il  Durelli,  ma  sempre,  p]saminate  il  naso  e  tro- 
vate nna  intensa  rinite,  mentre  T  infermo  vi  dice  che  ha 
avuto  frequenti  starnuti,  secrezione  abbondante  e  spesso 
epistassi.  Vi  è  intensissima  cefalea  più  forte  cioè  che  non  si 
trovi  nei  febbricitanti  comuni.  Questa  intensissima  cefalea 
è  caratteristica  delle  malattie,  che  penetrando  per  il  naso 
inducono  iperemia  notevole  del  labirinto  etmoideo,  dei  seni 
frontali  e  delle  porzioni  anteriori  delle  meningi  (influenza, 
ecc.).  La  respirazione  è  affannosa,  spesso  asmatica,  tanto 
che  voi  vi  affrettate  ad  ascoltare  il  petto.  Ma  T  ascoltazione 
vi  dice  che  il  polmone  è  sano  ;  la  turba  respiratoria  non  è 
che  un  fatto  riflesso  da  stimolo  delle  vie  nasali.  Vi  è  tma 
eruzione  cutanea  con  V  aspetto  di  roseola  (Saggini),  con 
aspetto  di  eritema  quasi  scarlattinoso  (Durelli),  o  a  forma 
di  urticaria  (Durelli,  Cevaschi,  Mendini). 

Questo  sintoma  è  della  massima  importanza.  Il  Men- 
dini ha  osservato  la  roseola  nei  casi  leggieri  e  T  urti- 
caria nei  casi  gravi.  Gli  stessi  malati  di  febbre  da  fieno 
o  asma  da  fieno  hanno  qualche  volta  T  urticaria.  Queste 
eruzioni  vanno  interpretate  come  angioparesi  cutanee 
dipendenti  da  avvelenamento  dei  nervi  vaso-costrittori 
che  dominano  le  arterie.  Sono  quindi  eruzioni  analoghe 
a  quelle  prodotte  da  intossicazioni  per  germi  patogeni, 
quali  si  hanno  nell'influenza,  nel  morbillo,  nella  scar- 
lattina e  nelle  forme  tifiche,  il  che  spiega  come  molti 
medici  davanti  al  canapismo  abbiano  potuto  pensare  a 
vere  infezioni. 

Altri  sintomi  notati  sono  il  vomito,  la  diarrea,  i  dolori 
lombari.  Questi  sintomi,  comuni  a  tante  malattie,  sono 
tuttavia  più  frequenti  negli  avvelenamenti  da  sostanze 
virose.  Il  viso  sparuto  e  la  fiacchezza  stanno  ad  indi- 
care che  la  malattia  non  è  completamente  finita,  dopo 
superata  la  crisi   febbrile,   perchè    il    veleno    si   elimina 


352  Medicina 


lentamente,  e  perchè  col-  suo  passaggio  attraverso  V  orga- 
nismo ha  influeinzato  .  sinistramente  il  sistema  nervoso 
centrale. 

L'attacco  febbrile  dipende  nei  malati  in  questiono 
dalla  ilogosi  acuta  di  tutta  la  mucosa  naso-faringea  e 
in  particolar  modo  delle  tonsille.  È  la  stessa  febbre 
che  si  ha  nella  notissima  forma  di  rinite  o  asma  da 
fieno  e  nella  cosidetta  trifoliesi  e  specialmente  nel  fa- 
vismo. 

Il  favismo  è,  come  è  noto,  un  avvelenamento  prodotto 
dal  polline  delle  fave  comuni,  quale  si  osserva  in  Sar- 
degna, Sicilia,  nel  Napoletano,  e  qualche  volta  anche  da 
noi.  Esso  si  presenta  con  coloramento  itterico  della  pelle, 
cefalea  intensa,  fotofobia,  naysea,  dolore  epigastrico, 
febbre,  ecc.,  e  colpisce  le  persone  che  vivono  o  transi- 
tano in  mezzo  alle  coltivazioni  di  fave  in  fiore.  Il  fa- 
vismo ha  potuto  essere  determinato' artificialmente  dallo 
Stofani,  facendo  annasare  polline  fresco  raccolto  in  una 
scatola.  Il  polline  vecchio  invece  perde  il  suo  potere, 
come  lo  perde  quello  della  canapa. 

Del  resto,  come  il  polline  di  canapa  e  di  fava,  possono 
produrre  fenomeni  analoghi  i  pollini  di  altre  piante,  specie 
nelle  persone  predisposte.  Hlackley,  citato  da  Gradenigo 
e  da  tutti  quelli  che  hanno  scritto  sull'asma  da  fieno, 
che  era  affetto  egli  stesso  da  tale  malattia,  è  riuscito  a 
determinare  che  ben  76  specie  di  piante  hanno  il  polline 
capace  di  ingenerare  la  corizza  nervosa.  Del  resto,  il  fieno 
stesso,  non  è  composto  di  10  o  12  qualità  di  erbe?  Il 
polline  è  diffusibilissimo,  tanto  da  essersi  accertati  dei 
casi  di  febbre  da  fieno  nel  centro  di  Parigi  e  di  Berlino, 
dove  certamente  non  si  coltiva  del  fieno.  Nei  nostri  paesi 
si  può  osservare  del  polline  nel  pulviscolo  atmosferico 
anche  d'inverno  e  questo  deve  essere  polline  pervenuto 
da  regioni  assai  lontano.  Il  polline  della  canapa  poi  è  fra 
i  più  leggieri,  perchè,  come  è  noto,  la  pianta  è  dioica  e 
la  natura  ne  ha  voluto  assicurare  la  fecondazione,  me- 
diante il  trasporto  aereo,  anche  quando  il  maschio  stia 
lontano  dalla  femmina. 

La  durata  breve  della  febbre  da  canapa  è  in  relaziono 
con  la  labilità  del  potere  venefico  del  polline  (e  con  la 
reazione,  che  offre  l'organismo  tendente  a  impedire  suc- 
cessivi inquinamenti),  mentre  questo  breve  decorso  mal 
si  concilierebbe  con  una  infezione  di  germi  patogeni  già 
passati  in  circolo.  La  malattia  penetra  per  le  vie  nasali  : 


■  ri  .I»  ■■'    u^^\nr*ii  v.g 


-fl^^*^ 


Febbre  da  canapa  368 


il  polline  si  deposita  sulla  mucosa  e  la  irrita  (starnuto), 
si  macera  e  si  discioglie  noi  succhi  nasali,  e  per  le  vie 
sanguigne  e  linfatiche,  almeno  la  parte  più  solubile  (tos- 
sialbumina),  entra  noli' organismo  e  produce  i  suoi  male- 
fici effetti.  Questi  effetti  bono  sensibilmente  diversi  da 
quelli  che  provano  le  persone  che  fumano  la  canapa  o  ne 
mangiano  l'estratto,  che  corre  in  Africa,  in  Persia  e  nelle 
Indie  col  nome  di  haschisch  e  di  churrus^  ma  ciò  non 
deve  far  meraviglia,  A  noi  non  è  .ben  noto  quali  mani- 
polazioni subiscono  V  haschisch  e  il  churnts  prima  di 
essere  ingeriti  e  quindi  quali  trasformazioni  subiscano  i 
veleni  originari  della  pianta.  Anche  il  tabacco  fumato  ha 
un'azione  esilarante,  mentre  la  nicotina  è  uno  dei  più 
potenti  veleni.  E  poi,  ritiene  il  Mendini  per  lunga  osser- 
vazione, le  sostanze  introdotte  per  la  via  del  naso,  hanno 
un'  azione  molto  più  potente  che  non  introdotte  per  la  via 
dello  stomaco  e  paragonabile  solo  con  la  iniezione  ipo- 
dermica e  la  iniezione  endovenosa. 

Profilassi.  -  La  vera  profilassi  della  febbre  da  canapa^ 
da  quanto  sopra  si  disse,  importerebbe  la  soppressione 
della  cultura  della  pianta  incriminata.  Ma  ciò  è  assurdo. 
Poiché  il  canape  bisogna  coltivarlo,  si  tengano  almeno 
presenti  le  seguenti  norme. 

1.^  Chi  può,  stia  lontano  dalla  pianta  in  fioritura. 

2.'*  Chi  deve  soggiornare  in  mezzo  alle  piantagioni, 
sappia  che  nel  momento  della  fioritura,  la  pianta  è  più 
pericolosa  e  non  si  addormenti  mai  alla  sua  ombra.  Non 
accadrà  che  egli  muoia,  ma  si  s veglierà  con  forte  dolor 
di  capo,  e  se  appena  vi  sarà  predisposto,  avrà  la  febbre 
dalla  canapa. 

3.^  Nel  taglio  della  pianta,  si  faccia  uso  di  batuf- 
foli di  cotone  nelle  aperture  nasali,  perchè  il  polline 
non  ancora  del  tutto  secco  scende  a  nembi  ed  entra  a 
fiotti  nel  naso. 

4 Z"  Si  studino  i  mezzi  per  fare  il  taglio  meccanica- 
mente; ciò  potrà  essere  un  po' difficile,  ma  non  è  impos- 
sibile e  deve  essere  economicamente  vantaggioso. 

5.^  Quando  ragioni  particolari  non  lo  esigano,  i 
soldati  siano  mandati  il  meno  possibile  a  manovrare  in 
vicinanza  dei  canapai  in  fioritura. 

6.**  In  territorio  coltivato  a  canapa  si  dorma  con 
finestre  chiuse. 

La  profilassi  più  speciale,  nella  quale  l'arte  medica 
può  porgere  direttamente  il  suo  aiuto,  riguarda  lo  stato 


■f%4  Medicina 

della  mucosa  iiaBalc;.  Questa  devo  esaere  in  ogni  persona 
o  in  ogni  luogo  in  istato  di  [lorletto  funzionamento;  ma 
tanto  più  lo  deve  essera  per  ehi  sia  obbligato  ad  esi>orai 
conti  ima  mente  a  cause  morbose  diverse  ad  azione  elet- 
tiva. (Hoc.  Med.  Chir.  di  liologna).  A.  0. 

IX,  —  La  terapia  specifica  della  tubercolosi. 

Il  Maragliano  fu  il  primo  a  tentare  l'applicazione  alla  cura 
della  tubercolosi  di  quei  concetti  che  lianno  dato  così  buon! 
risultati  pratici  nella  cura  della  difterite  e  di  altre  malattie 
infettive.  E  —  mentre  le  sue  idee  furono  poi  riprese  sotto 
varii  punti  di  vista  da  altri  —  egli  resta  lo  scienziato, 
che  ha  studiato  e  studia  la  questione  dal  punto  di  vista 
più  generale  e  complesso,  pure  non  trascurando,  ì  tenta- 
tivi di  applicazioni  pratiche. 

D'altronde  i  germi  di  tutte  le  applicazioni  pratiche 
possibili  soi:o  già  riposti  nella  teorica  giunta  ormai  ad 
un  alto  grado  di  sviluppo.  Così,  ad  es.,  nel  comma  IV 
e  comma  Vili  seguente  è  già  inclusa  un'idea  che  fece 
assai  rumore  recentemente,  quella  cioè  di  nutrire  i  tuber- 
colotici colla  carne  muscolare  proveniente  da  bovini 
tubercolotici. 

Le  conclusioni  seguenti  fanno  parte  d' una  conferenza 
letta  dal  Maragliano  nella  Conferenza  internazionale  per 
la  tubercolosi  all'Aia  e  pubblicata  nel  novembre  liMX» 
dalla  Berline*  Klin.    W oihensr.hr ift. 

I.  Visto  lo  stato  attualo  delle  nostra  conoscenze,  la 
possibilità  di  una  terapia  specifica  della  tubercolosi  deve 
essere  ammessa  per  ragioni  di  ordine  sperimentale  e 
clinico. 

II.  La  ragione  d'ordino  sperimentale  consiste  nel  fatto 
che  i  bacilli  della  tnbercoiosi  viventi  oppure  morti,  ed 
anche  i  loro  veleni,  determinano  la  produzione  di  mate- 
riali difensivi  specifici  nell'organismo  animale.  SI  tratta 
di  materiali  antitossìci,  batteriolitici  od  agglutinanti,  che 
possono  venire  dimostrati  e  persino  dosati  approssimati- 
vamente nel  mezzo  organico  degli  animali  sottoposti  a 
questo  trattamento. 

III.  Questi  materiati  difensivi  e  specifici  possono  otte- 
nersi in  varii  modi,  ma,  e ionon pertanto,  essi  esprimono 
sempre  la  risultante  d'un  unico  processo  di  difesa;  ossi 
possono  variare  por  quanto  riguarda   la  loro  forma,  ma 


Terapia  xpecifica  della  iubercoloti  %6 

non  diPforiscoiio  mai  tra  di  loro  in  modo  sostanziale,  qua- 
lunque aia  il  nome  con  cui  po3souo  dosìgnar^i. 

IV.  Questi  materiali-si  riscoutrauo; 

1/  Noi  siero  di  sangue.  2."  Nei  leucociti.  3."  Negli 
elementi  dei  tessuti.  4."  Noi  prodotti  delle  llogosi  spe- 
cìfiche provocate  sperimentalmente  per  mozzo  di  materiali 
tubercolosi.  5."  Nel  latte.  G.°  Nelle  uova. 

V.  Queste- sostanze  difensive  possono  essere  —  mediante 
varie  vie  d' introduzione  —  trasportate  dall'organismo  ani- 
male, nel  quale  si  sono  prodotte,  all'organismo  d'un  altro 
animale.  In  questo  nuovo  ambiente  organico,  la  loro  pre- 
senza produce  nuovi  materiali  difensivi.  Cotcsta  proposi- 
zione viene  assodata  in  modo  inconfutabile  dal  fatto  elio, 
30  questo  secondo  animale  vieue  sperimentalmente  e  spon- 
taneamente infettato  dalla  tubercolosi,  la  presenza  in  esso 
<li  questi  [nateriali  difensivi  può  esercitare  un'azione  cura- 
tiva, ed  anche  condurlo  alla  guarigione. 

VI.  Le  ragioni  che  debbono  farci  accettare  la  possi- 
bilità di  una  terapia  specifica  della  tubercolosi  sono  lo 
seguenti  ; 

a)  l'introduzione  nell'organismo  di  un  nomo  sano 
di  materiali  difensivi  fabbricati  dall' organismo  d'un  ani- 
male trattato  in  modo  conveniente,  vi  determina  la  pro- 
duzione di  nuove  antitossine  e  di  nuovi  anticordi  suscet- 
tibili di  dimostrazioni  e  di  dosaggio; 

b)  V  introduzione  di  questi  stessi  materiali  difensivi 
uoir  organismo  di  un  uomo  affetto  da  tubercolosi,  può 
esercitare  un'  azione  curativa,  la  quale  può  essere  spinta 
tanf  oltre  da  portare  l' individuo  stesso  a  guarigione. 
E'  necessario  però,  per  arrivare  a  questo  risultato,  che  i 
materiali  difensivi,  una  volta  introdotti  uell'  organismo 
ammalato,  possano  determinarvi  la  produzione  di  nuovi 
materiali  difensivi  specifici.  l'erchè,  quando  l'organismo 
dell'ammalato  trovasi  in  condizioni  anormali  tali  da  non 
poter  pili  partecipare  attivamente  a  questa  produzione, 
r  azione  curativa  di  quei  materiali  non  può  piìi  mani- 
festarsi. 

VIL  II  processo  curativo  è  pienamente  dimostrato  dai 
fenomeni  di  attenuazione  lenta  ma  progressiva  -  e  che 
può  giungere  fino  alla  scomparsa  —  dei  sintomi  fisici  e 
funzionali  caratterizzanti  il  focolaio  morlwso,  dei  fenomeni 
tossiemici  e  delie  loro  conseguenze;  la  febbre,  la  dimi- 
nuzione di  peso,  ecc. 

I   migliori    risultati    nella   cura   dei    focolai    locali    si 


izioiic  diretta  di  inatormli  difensivi 
o  ni  fenomeni  tossicmici  ed  allo  loro 
tri  successi  spettano  alle  iniezioni 
ssi  in  atonali. 

)  tunto  più  facili  quanto  più  il  pro- 
oseritto,  qnauto  più  sono  assenti  le 
le,  ed  infine  quanto  più  sono  atte- 
iemici,  con  tutto  il  sejj^uito  delle  loro 
le. 

>ercolarì  introdotti  nell'  organismo 
,  in  modo  conveniente,  possono  pro- 
materiali  difensivi,  esercitando. una 
sino  producendo  la  guarigione.  Ma 
ossano  avei-si,  è  necessario  che  l'or- 
ì  BTicora  capace  di   produrre  mate- 

so  individuo  affetto  da  tubercolosi 
)  organismo  do'  materiali  difensivi 
e  dosabili,  e  tal  produzione  è  dì 
quanto  sono  migliori  le  condizioni 
izioni    igieniche    dell'  ambiente    in 

)sì  il  maialo  pratica  un' autosieroto- 
veiiire  che  è  proprio  tale  il  pro- 
ciii  si  produce  la  guarigione  spon-' 
o  in  tal  senso  bisogna  interpretare 
ire  igieniche  che  contribuiscono  a 
ioni  della  resistenza  organica. 
3  d"  una  terapia  specifica  della  tuber- 
colarmente della  tubercolosi  polmo- 
-estrizioni,  e  non  è  effettuabile  che 
;oci  del  morbo.  L'infezione  bacillare 
quest'  organo  delle  condizioni  pato- 
se,  in  cui  la  tubercolosi  atessa  non 
tentare  altro  che  la  circostanza  di 
diviene  allora  un  pi'oblema  essen- 
i  non  può  essere  risolto  semplice- 
laboratorio. 
isari  per  risolvere  questo  problema 

a  dell'organismo,  alla  esistenza  ed 
trofia  organica  ; 

delle  alterazioni  locali  dei  tessuti, 
li  tubercolosi  polmonare; 


Cura  /litica  della  stipsi  367 


e)  air  estensione  ed  alla  natura  delle  associazioni 
microbiche  ; 

d)  alla  tossiemia  tubercolare,  alla  tossiomia  batterica 
ed  a  tossiemie  d'altra  natura. 

XI.  La  terapia  specifica  della  tubercolosi  umana  non 
troverà  credito  nella  pratica  finché  i  medici  non  si  saranno 
convinti  che  è  assurdo  l'aspettarsi  da  essa  un'azione  cura- 
tiva sui  tessuti  distrutti  dal  processo  patologico,  in  organi- 
smi intossicati  dai  veleni  batterici.  La  terapia  specifica  non 
troverà  credito  finché  i  medici  non  si  saranno  abituati  a 
scoprire  in  tempo  i  focolai  tubercolari  neir  organismo,  ed 
a  curarli  in  tempo. 

Insomma,  finché  si  pretenderà  di  ottenere  nei  tisici, 
ciò  che  non  si  pretende  per  alcun'  altra  malattia  micro- 
bica, neppure  pei  metodi  curativi  specifici  ormai  consa- 
crati, i  pratici  non  potranno  che  gettare  lo  scredito,  la 
diffidenza  sopra  tutti  i  mezzi  di  terapia  specifica  della 
tubercolosi. 

XII.  Dobbiamo  concludere  che  allo  stato  attuale  delle 
nostre  conoscenze  noi  possiamo  affermare  la  possibilità  di 
una  terapia  profilattica,  vale  a  dire  preventiva,  della  tuber- 
colosi umana,  immunizzando  V  uomo  mediante  una  vac- 
cinazione specifica,  e  che  tale  vaccinazione  può  venire 
praticata  sull'uomo  senza  bisogno  di  ricorrere  ai  bacilli 
viventi  ma  col  solo  mezzo  di  materiali  tubercolari  morti, 
semplici  od  elaborati  nell'  organisno  animale.        A.  C. 

« 

X.  —  Cura  dell' atonia  intestinale  cronica. 

Come  la  nevrastenia,  come  la  paralisi  progressiva, 
come  ormai  la  tubercolosi,  anche  la  atonia  intestinale 
cronica,  il  cui  sintomo  banale  è  la  stitichezza  abituale,  conta 
fra  le  cosidette  malattie  della  civiltà. 

Nello  stadio  presente  della  evoluzione,  l'uomo  si  trova 
in  una  posizione  molto  infelice;  esso  ha  adottato  la  sta- 
zione eretta,  mentre  i  suoi  visceri  interni  sono  ancora 
adattati  per  la  stazione  orizzontale.  Quindi  esso  è  in  grande 
svantaggio  per  ciò  che  riguarda  il  compimento  regolare 
di  certe  funzioni. 

La  civilizzazione  moderna  ha  già  alterato  i  caratteri 
e  i  metodi  della  preparazione  del  cibo  in  modo  tale,  che 
r  apparato  digestivo  dell'  uomo  si  trova  mal  conformato 
per  compiere  la  digestione  dei  cibi  così  preparati. 


30  (lì  qualche  metro  dì  intestino 
del  quale  è  inutile,  ma  che  tut- 
rga  misura  a  renderlo  soj^getto 
no  crasso  i  resìdui  deg:lì  alimenti 
anere  piìi  a  lungx)  del  normale. 
!zza  bisogna  anzitutto  ricercare, 
la  porzione  dell'intestino,  in  cui 
causati.  Quando  si  è  accertata  la 
,ta  sopratutto  a  regolare  in  modo 
I  abitudini  di  vita  del  paziente. 
>esso  e  una  maggior  quantità  di 
ito  dall'economia  dell'organismo, 
t  tende  a  somministrare  dei  cibi 
possibile  molle;  manca  quindi 
ane  meccanica  che  indurrebbe  la 
>i  residui  del  cibo  segue  poi  la 
.inali,  e  cioè  la  stitichezza.  Uno 
consiste  neir incitare  l'intestino 
alla  stessa  ora,  preferibilmente 
il  primo  pasto;  durante  la  notte 
sizione  supina,  quindi  le  materie 
indente  non  hanno  avuto  bisogno 
ravità  por  passare  nel  colon  tra- 
.rovano  accumulate  in  onesto  od 
ite.  Per  di  più  la  presa  del  primo 
la  sui  nervi  dell'intestino,  sicché 
si. 

ierà    ai    malato   di    dormire   sul 
dire  alle  materie  di  accumulai'si 

ititichozza  può  essere  distinta  in 
innin. 

è  di  natura  fisioterapica,  e  enui- 
lorcizio  nuiscolare,  attivo  e  pas- 
>liti  (passeggiate,  ciclismo,  ecc.), 
Ila  ginnastica  attiva.  Quanto  alla 
coincide  in  questo  caso  col  nias- 
lassaggio  addominale  sarà  pruti- 
iiiipnlando  solo  il  tessuto  solto- 
nminciando  nella  re^'ioni'  iiijfiii- 
poi  la  direzione  naturale  della 
trasverso  e  il  colon  discendente:  ' 
ino  in  precedenza  la  situazioiLo 
idomr,  poiché  net  casi  di  vccehiji 


^W^ 


Questioni  d' opotempia  85i» 

data  accadoho  talora  degli  spostamenti  molto  forti  spe- 
cialmente al  colon  ascendente  e  al  colon  trasverso.  Il 
massaggio  dell'addome  ha  per  iscopo  dì  stimolare  diret- 
tamente i  muscoli  dell'addome  e  solo  indirettamente, 
attraverso  le  vie  nervose  riflesse^  la  tonaca  muscolare 
intestinale  Un  grave  errore  consiste  nel  praticare  V  impa- 
stamento col  disegno  di  agire  direttamente  snl  materiale 
accumulato  nell'interno  dell'intestino. 

Molto  utili  sono  in  alcuni  casi   anche  la  vibroterapia  >J 

e  V  elettroterapia  :  in  qualche  caso  conviene  applicare  uno 
degli  elettrodi  nel  retto. 

II.  Cura  interna.  —  Può  essere  distinta  in  cura 
dietetica^  cura  coi  rimedii  interni^  uso  dei  clisteri.  Noi 
ci  occuperemo  qui  solo  della  prima  di  esse. 

A)  Verranno  proscritti;  1.**  i  cibi  che  contengoiu) 
delle  sostanze  astringenti,  ad  esempio  il  tainiino  (quindi 
poco  thè  e  pochi  vini  rossi);  2.^  i  cibi  poveri  di  cellu- 
losa, come  le  patate,  il  riso,  il  sagou,  la  tapioca;  B.**  il 
latte;  4.°  le  acque  dure  e  cioè  contenenti  dei  sali  di  calce 
(anche  se  soltanto  per  la  preparazione  dei  cibi). 

D'altra  parte  il  malato  sarà  incoraggiato  a  mangiare 
i  cibi  che  contengono  molta  cellulosa,  come  i  cavoli,  gli  k^ 

spinacci,  gli  asparagi,  le  carote,  le  cipolle,  l'avena,  la 
crusca;  quelli  contenenti  zucchero  e  dei  sali  aperitivi, 
come  le  mele,  il  rabarbaro,  le  prugno,  i  fichi,  il  miele,  la 
marmellata   d'arancio;   i    cibi    che   stimolano   la   secro-  \ 

zione  epatica,  e  cioè  l' insalata  ;  i  cibi   ricchi  di  gras.so,  ^ 

burro,  ecc. 

Utile  è  puro  la  somministrazione  di  modiche  quantità 
di  liquidi  —  acqua  con  un  po'  di  zucchero  —  al  di  fuori  dei 
pasti  :  un  bicchiere  la  mattina,  o  la  sera,  calda  o  fredda, 
a  seconda  dei  gusti.  A.  C.  ^ 


XI.  —  (Questioni  d' o  poter  a  pia. 


%  ^-* 

9'  ' 

V. 

1-.0  Horst  fa  notare  che   un   nuovo  campo  all'organo-  \ 

terapia  è  aperto  dalla  concezione  moderna  dello  azioni 
correlativo  interviscerali.  Si  sa  ora,  che  duranti)  la  fun- 
zione specifica  di  mi  organo  possono  formarsi  d(»llo 
sostanze  di  rifiuto,  ma  che  ad  uno  studio  più  [)ro fondo 
risultano  essere  dotato  della  proprietà  di  influenzare  la 
nutrizione  o  la  funzione  di  altri  organi.  Quindi  l'organr»- 
terapia,  oltre  che   alla  cura  delle   malattie   d<»gli  organi 


360 


Medivirui 


omologhi  alla  sostanza  che  vieae  iatrodotta  per  uso 
terapeutico^  può  essere  applicata  anche  alla  cura  di 
organi  eterolc^hi. 

Lo  Horst  cita  a  tal  proposito  un'osservazione  di  Star- 
ling  :  quando  i  nostri  muscoli  funzionano  producono 
deir acido:  questo  è  a,,  sua  volta  lo  stimolo  adeguato  per 
la  funzione  dei  centri  del  respiro;  quindi  all'esercizio 
muscolare  segue  T  acceleramento  del  respiro.  Affine  a 
questo  genere  di  applicazioni  dell' opoterapia  è  quello 
aéiruso  terapeutico  degli  estratti  di  certi  organi  a 
secrezione  interna,  come  le  ghiandole  surrenali.  L'opo- 
terapia  tiroidea  applicata  al  mixedema  e  alla  cachessia 
strumipriva  è  ormai  accettata  da  tutti:  meno  nota,  ma 
meritevole  di  studii  ulteriori  perchè  basata  su  i  dati  di 
esperimenti  fisiologici,  è  la  applicazione  della  tiroidina 
alla  cura  delF  obesità 

Le  nostre  cognizioni  sul  valore  della  opoterapia  ova- 
rica  e  testicolare  sono  meno  precise.  Che  le  ovaie  e  i  testi- 
coli siano  organi  a  secrezione  interna  è  certo;  il  Loewy 
e  il  Richter  hanno  constatato,  che  negli  animali  castrati 
r  energia  complessiva  degli  scambi  molecolari  diminuisce 
del  30-50  per  100:  mentre  T  introduzione  di  sostanza  testi- 
colare riporta  anche  in  essi  il  tasso  dell'  energia  organica 
alla  norma.  Colon  e  Renzi  all'iniezione  di  succo  testico- 
lare hanno  visto  seguire  l'aumento  dell'energia  musco- 
lare. Il  Salomon  ed  altri  autori  ebbero  dalla  spermina  Pohol 
dei  buoni  effetti  terapeutici. 

Invece  la  cura  coli'  adrenalina,  che  è  un  estratto 
delle  ghiandole  surrenali  dotato  di  proprietà  fisiologiche 
assai  interessanti,  rimane  inefficace  contro  il  morbo  di 
Addison. 

Molto  importanti  sono  gli  studi  ancor  oggi  in  corso 
sulla  secrezione  interna  del  pancreas.  L'introduzione  di 
tessuto 'pancreatico  non  basta  ad  impedire  la  comparsa 
del  diabete,  che  in  certi  animali  segue  regolarmente  alla 
asportazione  del  pancreas.  Probabilmente  si  tratta  di  ciò, 
che  il  pancreas  secerne  delle  sostanze  che  in  via  normale 
si  oppongono  alla  produzione  del  diabete  solo  transitoria- 
mente, sotto  certi  stimoli  che  riescono  inefficaci  sul  tessuto 
pancreatico  introdotto  dall'esterno.  Si  pensi  alla  secre- 
zione del  succo  gastrico,  che  accade  dietro  certe  stimola- 
zioni sensorie  (dei  nervi,  del  gusto  o  dell'olfatto)  o  chi- 
miche o  meccaniche  (della  mucosa  duodenale).  Parimenti 
la  produzione  dell'acido  carbonico   da  parte  dei  muscoli 


U Oìdcomalacia  umana  B61 

è  intermittente,  legata  alla  contrazione  muscolare,  tantoché 
l'introduzione  di  tessuto  muscolare  dalT esterno  non  riesce 
a  produrre  la  stimolazione  del  centro  del  respiro.  Starliiig 
ha  dimostrato,  che  pel  contatto  della  nnicosa  duodenale 
con  certi  acidi  si  forma  nella  mucosa  stessa  una  sostanza 
—  la  secretina  —  che  il  sangue  trasporta  poi  nel  pan- 
creas e  nel  fegato,  e  la  cui  presenza  serve  da  stimolo  per 
la  secrezione  del  succo  pancreatico  e  della  bile:  la  som- 
ministrazione della  secretina  per  bocca  è  invece  inefKcacc. 
La  secretina  e  le  altre  sostanze,  che  si  producono  in  certi 
organi,  dotate  di  proprietà  stimolanti  [)er  le  funzioni  di 
altri  organi,  dallo  Starling  vengono  dette  ormoni  (da 
onnaino  )o  stimolo).  Lo  studio  speciahì  di  esse  sarà  certo 
di  graude  utilità  per  l'opoterapia  avvenire.  (Allg,  Wien. 
Med.  Ztg.i,  .  -  A.  C. 

XII.  —   Un   nuora  rimedio  anliepHettico. 

Dihrik  ha  i)reconizzato  la  parnassiu  palitstris  contro 
le  crisi  epilettiche,  e  in  base  a  numerose  osservazioni 
asserisce  di  averne  ottenuto  incoraggianti  risultati.  Più 
recentemente  K.  Moravcsik  di  Budapest  ha  ripreso  lo  studio 
deir  azione  di  questa  pianta  contro  V  epilessia,  ottenendo 
per  mezzo  di  t*«sa  una  notevole  diminuzione  del  numero 
degli  accessi.  Secondo  quest'  ultimo  autore  i  migliori  ri- 
sultati si  ottengono  associando  la  parnassia  alla  paral- 
deide.  La  tecnica  di  preparazione  e  la  modalità  di  som- 
ministrazione sono  le  seguenti:  Due  cucchiaini  di  par- 
nassia vengono  infusi  i)er  ([uindici  minuti  in  mezzo  litro 
di  acqua  a  temperatura  poco  inferiore  a  quella  di  ebol- 
lizione: dopo  filtrazione  vi  si  aggiungono  due  grammi 
di  paraldeide.  L'  ammalato  deve  consumare  la  detta  quan- 
tità di  infuso  (alla  temperatura  ordinaria)  in  tre  volto 
durante  le  24  ore. 

La  parnasifia  palftstris  si  trova  abbondante  presso  i 
ruscelli  delle  regioni  montana  e  subalpina    in    Piemonte. 

A.  Clerici 

XIII.  —  Lo  stato  attuale  delle  conoscenze  sulV  osteoìnalacia 
umana. 

In  una  l'onnuiicazione  alla  R.  Accademia  Medica  di 
Roma  (aprile  1907)  il  prof.  Uberto  Arcangeli  tratta  dif- 
fusamente di  questo    importante    argomento,  riferendo  lo 

Annuario  hcikmtikico  —  XLIV.  24 


3(>2  Madiciiui 

stato   attuale   delle   nostre    conoscenze    su   questa  entità 
morbosa  a  cui  egli  ha  portato  il  più  largo  contributo. 

L' osteonialacia  (mollities  ossium)  ò  neir  uoiuo  uiui 
malattia  meno  rara  di  quello  che  generalmente  si  creda: 
spesso  non  è  diagnosticata,  malgrado  che  la  diaguosi  sia 
il  più  delle  volte  facilissima. 

Ij' Italia,  tra  le  nazioui  civili,  ha  il  triste  priiuato  per 
questa  malattia  che  ù  particolarmente  frequente  in  Cala- 
bria, nel  Lucchese,  in  Louibardia,  ed  in  una  parte  della 
provincia  di  Roma. 

Sulla  natura  di  questa  lualattia  sono  state  fìuo  ad  ora 
euiesse  parecchie  ipotesi:  si  è  attribuita  a  doficieuza  di 
sali  calcarei  nell' alimentazione  (cibi,  acqua  [>otabile);  alla 
produzione  di  acidi  auormali  od  in  quantità  auormalo 
neir organismo;  ad  uua  trofoneuroRi  di  origiue  ovarica 
(Fehling)  e  più  recentemente  ad  un'  iutossicazioue  per 
i])erfunzione  della  glandola  tiroide  (Uoeuicke)  ;  e  ad  iusuf- 
licienza  delle  glandolo  surrenali  (Bossi). 

Specialmoute  la  teoria  di  Fehling  ha  avuto  ed  ha 
gran  credito  per  riufluojiza  benefica  che  la  castrazione 
esercita  sulla  malattia  nelle  donne  :  ma  tutte  queste  teo- 
rie sono  soggette  a  gravi  obbiezioni,  non  spiegauo  i  fatti 
clinici  e  debbono  essere  ripudiate. 

L'Arcangeli  si  è  occupato  dell'argomento  fino  dal 
1895:  ha  notata  la  frequeuza  della  uialattia,  [)rima  di  lui 
nou  sospettata,  nelle  malate  dell' Ospedale  di  S.Giovanni 
in  Roma;  la  j)revalenza  della  uialattia  uella  parte  orieh- 
tale  montuosa  del  Lazio  (circondario  di  Frosiuoue)  e  si  è 
dichiarato  convinto  della  natura  iufettiva  della  uialattia, 
ed  ha  proposto  di  far  colture  da  pezzi  d'osso  presi  intra 
vitam. 

Kgli  iutraprese  queste  ricerche  iusieme  al  dottor 
N  Fiocca  nel  1901  e  le  ha  proseguite  fìuo  ad  ora,  ed  ha 
potuto  così  coltivare  da  piccoli  fraiumenti  di  osso  (costole, 
creaste  ilìache)  presi  da  donne  viventi.  IG  volte  su  19, 
un  diplococco  speciale,  da  loro  chiauiato  «  diplococcus 
osteomalaciae  hoiuinis  »  somigliantissimo  al  diplococco 
scoperto  dal  Morpurgo  nel  19(M)  in  uua  forma  infettiva 
di  osteouialacia  spoutauea  dei  topi  albiui.  Lo  stesso  di- 
plococco fu  coltivato  un'altra  volta  dall'osso  di  uua  osteo- 
malacica  morta  (Nazari-Fiocca),  un'altra  volta  dall'osso 
di  uua  vivtMite  (Dott.  Biuaghi):  vi  sono  tluiupie  liuo  ad 
ora   18  reperii  positivi  su  21  ricerche. 

I  teutativi  (l' iuoculazione  sugli  auiuiali  uoii  hauuo 
dato  lino  ad  ora  risultati  sicuri  :  ciò  non  uieraviglia  vista 


U  offteomalacia  umana 


363 


la  specificità  del  diplococco  deir  osteoinalacia  dei  topi  al- 
bini che  non  è  patogeno  per  altri  animali:  non  furono 
ancora  latti  tentativi  sullo  scimmie. 

Frattanto  (  11*04}  dalle  ricerche  di  Charrin  e  Moussu 
risultava  che  Tosteomalacia  si  può  riprodurre  negli  ani- 
mali (capra,  porco,  coniglio)  inoculando  ai  sani  pezzetti 
tli  osso  o  di  midollo  osseo  di  animali  malati,  e  che  le 
inoculazioni  restavano  senza  effetto  se  le  colture  fatte  dai 
l)ezzetti  di  osso  erano  sterili:  gli  autori  che  non  cono- 
scevano le  ricerche  del  Morpurgo  e  dell'Arcangeli  e  Fiocca 
non  posero  troppa  attenzione  ad  un  «  cocco  »  che  puro 
talora*  coltivarono,  e  non  dicono  quale  sia  T  agente  del- 
r  infezione.  Resultava  perciò  dalle  esperienze  suddette  e 
dall'osservazione  clinica  che  la  malattia  doveva  ritenersi 
come  contagiosa. 

L'Arcangeli  pensò  che  il  germe  patogeno  (il  dipto- 
cocco)  si  eliminasse  con  le  urine  come  avviene  por  altri 
germi  (ad  es.  microccoccus  melitensis,  bacillo  del  tifo  ecc. 
ecc.)  e  che  in  tal  modo  si  diffondesse  e  potesse  conta- 
giare; ed  in  collaborazione  col  Prof.  De  Blasis  isolò  dalle 
urine  di  un' osteomalacica  un  diplococco  identico  a  quello 
trovato  nelle  ossa. 

Da  tutti  (piesti  fatti  conclude  che  l'osteomalacia  è  in- 
fettiva e  contagiosa  e  che  il  contagio  avviene  per  mezzo 
delle  urine  delle  persone  malate. 

Questo  concetto  è  convalidato  dai  dati  epidemiologici 
che  egli  ha  desunto  da  una  larga  esperienza. 

Come  già  risultava  dall'  esperienza  di  altri,  così  ri- 
sulta anche  dalle  sue  osservazioni  che  Tosteomalacia  non 
è  ugualmente  distribuita  in  tutti  i  paesi,  ma  mentre  in 
alcuni  è  rarissima,  è  frequentissima  in  altri. 

Roma,  con  450,783  abitanti,  in  0  anni  ha  dato  alla 
sua  statistica  H  casi  di  osteoinalacia  (la  più  gran  parte 
leggera),  cioè  1  ogni  57,598  abitanti,  mejitre  20  comunelli 
del  Lazio  (quasi  tutti  nella  vallata ^dell'Aniene),  con  42,(K)0 
abitanti  circa,  ne  hanno  dati  21),  cioè  1  ogni  1450  abi- 
tanti; senza  tener  conto  della  maugiore  facilità  per  le 
malate  romane  di  venire  all'ospedale. 

La  malattia  predilige  i  piccoli  villaggi  di  montagna 
freddi  ed  umidi. 

Altro  dato  importante  è  l'umidità  dell'abitazione:  essa 
figura  in  [)iù  del  53  per  cento  dei  suoi  casi,  nei  quali 
questo  dato  fu  ricercato  :  ma  se  si  tiene  conto  anche  del- 
l'ambiente  in  cui  vivevano  al)itualmente  le  inferme  (ad 
es.  il  negozio),  il  dato  dell'umidità  è  più  frequente. 


^'■' 


f\ 


364  Medicina 


La  malattia  si  vede  sposso  in  più  persone  della  stessa 
famiglia;  6  volte  su  89,  cioè  in  più  di  un  settimo  dei 
casi,  la  madre  dell'  inferma  ne  era  stata  affetta  e  5  volte 
no  era  morta;  altre  volte  le  sorelle,  le  cognate,  la  suo- 
cera, il  marito,  il  figlio;  così  che  in  un  terzo  dei  casi 
almeno  si  può  dire  che  Ja  malattia  colpisce  più  persone 
che  abitano  la  stessa  casa,  non  importa  so  dello  stesso 
sangue  o  no  :  cosi  una  donna  di  lioma  ammalò  di  osteo- 
malacia  un  anno  dopo  andata  a  Marano  Equo  in  una 
casa  dove  era  morta  di  questa  malattia  sua  suocera. 
E  dunque  Tosteoraalacia  una  malattia  che  si  prende  nelle 
abitazioni  umide,  dove  vivono  od  hanno  vissuto  altre  ma- 
late di  osteomalacia. 

Importantissimi  risultano  anche  dalle  sue  osservazioni, 
per  lo  sviluppo  della  malattia,  i  momenti  predisponenti. 
Friucipalissimo  il  sesso;  TA.  che  ha  visto  certamente 
più  di  ()()  osteomalaciche  ;  non  ha  visto  un  solo  uomo 
certamente  osteomalacico  ;  dall'  inchiesta  fatta  presso  i 
medici  condotti  dei  paesi  ha  avuto  (juasi  sempre  risposte 
negative  per  1'  uomo. 

L'  età  più  colpita  è  quella  tra  i  36  e  i  45  anni.  L'età 
media  in  88  sue  malate  all'  inizio  della  malattia  era  32 
anni:  la  più  giovane  aveva  12  anni,  la  più  vecchia  58. 
Molti  dei  casi  della  così  detta  «  osteomalacia  sonilo  » 
sono  incominciati  nell'età  sessuale  (intorno  ai  4i)  anni): 
la  malattia,  con  soste,  miglioramenti  e  peggioramenti,  si 
è  protratta  talora  fin  dopo  i  70  aiuii. 

Tre  volto  ha  visto  le  malattie  in  ragazze;  una  di  12 
e  due  di  18  anni. 

La  maggior  parte  delle  malate  erano  contadine,  ma 
r  Arcangeli  ha  visto  la  malattia  anche  in  donne  della 
borghesia  e  benestanti. 

(Josì  in  molte  il  regime  alimentare  era  scarso  e  «piasi 
esclusivamente  v^egetariano,  ma  ha  visto  la  malattia  in 
donne  ben  nutrite,  e  perfino  troppo  nutrite  e  polisarciche. 

Predisponenti  alla  malattia  sono  la  gravidanza  e  l'al- 
lattamento; queste  cagioni  erano  pn^senti  in  29  su  88 
donne  maritate  che  si  ammalarono  nel  periodo  sessuale 
della  vita:  di  queste  in  17  la  malattia  si  sviluppò  in  gra- 
vidanza, in  11  durante  l'  allattamento,  e  in  una  ambedue 
(juesli  momenti  etiologici  erano  presenti  nello  stesso  tempo. 

Nella  gravidanza  la  malattia  si  sviluppa  in  ispecie 
dopo  il  7."  mese,  nell'  allattamento  dopo  1'  anno  ;  ciò  si 
spiega  facilmente  })ereliè  dopo  il  7."  mese  la  donna  ])erde 
ogni  giorno  per  la  gravi<lanza  circa   gr.  0.580  di  CaO  e 


L*  oafeomalacia  uimina  BG5 

gr.  0.50  di  PH)',  e  dopo  il  l).*"  mese  di  iillattamento  gT.  0.350 
di  CaO  e  gr.  0.354  di  PO'  al  giorno  almeno  con  il  latte. 
Secondo  ogni  probabilità  ha  molla  più  importanza  la 
perdita  di  calce,  che  viene  con  qualche  dieta  introdotta 
ili  quantità  inferiore  alla  perdita  sopra  calcolata. 

Ha  influenza  la  stagione:  la  maggior  parto  delle  ma- 
late ammalano  nelT  autunno  inoltrato  o  neir  inverno 
(meno  spesso)  e  migliorano  nell'estate. 

L'insorg-ere  della  malattia  è  talora  brusco  con  febbre 
e  dolori  nelle  ossa  ed  anche  nelle  articolazioni,  da  simu- 
lare un  reumatismo;  la  febbre  dura  per  solito  pochi  giorni 
ed  è  leggera:  torna  nei  periodi  avanzati  della  malattia. 

Tra  le  malattie  più  frequenti  nelle  famiglie  delle  osteo- 
malaciche  è  la  rachitide  grave,  che  ò  causa  frequentis- 
sima di  morto  nei  figli,  ed  assume  talora  i  caratteri  che 
Rehn  ha  dati  per  Tostoomalacia  infantile. 

L'Arcangeli  con  Aiorpurgo  la  credono  dovuta  alla  stessa 
infezione:  l'Arcangeli  non  ha  peraltro  potuto  fare  studi  etio- 
logici.  Anche  la  cosidetta  rachitide  tardiva  l' ha  vista  svilup- 
parsi nello  stesso  ambiente  della  osteomalacia  tipica. 

L' infezione  può  rimanere  latente  più  anni,  vale  a 
dire  svilupparsi  più  anni  dopo  il  soggiorno  in  una  casa 
umida,  in  un  i)aese  dove  l'osteomalacia  è  frequente.  Causa 
occasionale  della  malattia  sono  la  gravidanza,  1'  allatta- 
mento o  la  vecchiaia.  Al  pari  degli  stafilococchi  piogeni, 
il  diplococco  dell' osteomalacia  può  dar  luogo  a  ricadute 
a  grandi  distanze,  fino  a  50  anni  dopo  l'attacco  primi- 
tivo:  la  vecchiaia  predispone  a  questo  ricadute.  Ha  col- 
tivato il  diplococco  in  donne  malate  anche  da  8  anni. 


Ecco  in  poche  parole  il  concotto  della  malattia  quale 
risulta  dalle  sue  ricerche  od  osservazioni. 

La  malattia  è  dovuta  all'infezione  per  il  diplococco 
osteomalaciae  hominis. 

Questo  viene  eliminato  con  le  urino:  con  questo  passa 
noli'  ambiente,  dove  sopravvive  come  saprofita  delle  pa- 
reti e  dei  pavimenti  delle  case  umide  e  .sporche. 

Le  vie  di  penetrazione  possono  essere  varie,  come 
sono  vario  per  i  piogeni:  la  pelle  lesa,  le  tonsille,  il 
tratto  hitestinale  e,  nelle  donno,  forse,  l'utero  puerporale. 
Perchè  il  diplococco  attecchisca  sono  importantissime  le 
circostante  predisponenti;  questo  possono  riunirsi  in  un 
solo  concetto:  la  minorata  nutrizione  del  tessuto  osseo, 
quindi  l'alimentazione  scarsa  e  povera  di  calce,   la  gra- 


3(>(;  Medicinn 

vidanza,  rallatiameiito  protratto,  Tetà  avanzata;  la  prima 
infanzia  e  la  pubertà,  cioè  il  periodo  di  più  attiva  ossi- 
ficazione. 

m 

Questo  concetto  ci  rende  raofione  di  tanti  fatti  che 
invano  da  soli  sono  stati  invocati  a  spie^rare  la  ma- 
lattia. 

Ohe  il  sesso  femminile  sia  predisposto  all'  infezione, 
risulta  chiaro  dalle  seguenti  considerazioni. 

Le  piandole  sessuali  hanno  un'  azione  limitante  lo 
sviluppo  scheletrico;  secondo  ogni  verosimiglianza  que- 
st'azione è  maggiore  per  le  ovaie  che  per  i  testicoli: 
essa  infatti  ha  lo  scopo  di  mettere  a  disposizione  del  fu- 
turo essere  i  materiali  nutritivi  (tra  i  quali  la  calce  ed 
il  fosforo,  che  in  cosi  grande  quantità  sono  contenuti 
nelle  ossa):  questo  bisogno  è  certamente  molto  superiore 
nelle  femmine  dei  mammiferi  che  nei  maschi:  ecco  por- 
che le  ovaia  debbono  rallentare  molto  più  la  nutrizione 
ossea  che  i  testicoli. 

Nella  donna  si  aggiungono  la  gravidanza  e  T  allatta- 
mento. Secondo  ogni  probabilità  quest'  azione  inibitrice 
sulla  nutrizione  ossea  è  dovuta  ad  una  secrezione  interna 
della  glandola  interstiziale  dell'ovaio:  ciò  spiega  perchè 
la  castrazione  può  essere  utile  (come  egli  stesso  ha  vi- 
sto) anche  in  donne  entrate  nella  menopfiusa  In  (pianto 
al  meccanismo  di  azione  del  diplococco  nella  produzione 
delle  alterazioni  ossee,  l'Arcangeli  pensa  che  esso  agisca 
alterando  la  funzione  degli  osteoblasti,  dando  luogo  nei 
tessuti  viventi  alla  pro<Ìuzione  di  un  fermento  proteoli- 
tico  che  dissolva  la  sostanza  intercellulare  delle  ossa  ed 
impedisca  agli  osteoblasti  di  attrarre  e  1  issare  i  sali 
di  calce. 

In  quanto  alla  cura,  l'Autore  ha  visto  chela  castra- 
zione è  il  rimedio  più  sicuro  :  che  la  narcosi  profonda 
cloroformica  dà  spesso  ottimi  resultati  immediati,  fre- 
(pientomente  però  seguiti  da  ricadute;  che  la  sterilizza- 
zione dell(^  donne  coi  raggi  Rontgen  sembra  poter  gio- 
vare: che,  tra  i  rimedi  di  farmacia,  il  fosforo,  la  calce 
(fitiiui)  sono  i  più  raccomandabili. 

Le  nuove  conoscenze  etiologiche  possono  poi  essere 
fondamento  sicuro  j)er  una  utile  profilassi.         K.  Gavazza 


Retrazione  dell' (tponevrosi  plantare  B07 


CHIRURGIA 

(le!  dott.  KtìiDio  Secchi 

Cliirur^lO  primario  tlelT  Ospedale  M.ii;«;ior<'  di  Milniio 

e  del  dott.  Krnksto  Cavazza  di   Holo«,'na 


1.  —  Della  retvaTione  dell' aponevrosi  plantare  (^  Rovuo 
(rorthopédio  »,  N.  2,  1907). 

La  rotrazionc  deir  aponevrosi  plantare,  che  rassomiglia 
in  molti  pnnti  alla  retrazione  dell' aponevrosi  palmare  di 
Dupuytren,  è  stata  rilevata  e  studiata  nella  sua  manife- 
stazione gìh  da  tempo,  per  opera  di  (Jerdy,  Jaceoud, 
Smith,  Madeluni**,  Franke,  ecc. 

Ma  dobbiamo  al  Ledderhose  di  averla  illustrata  più  par- 
ticolarmente sullo  studio  di  cin(]uanta  casi  da  lui  raccolti. 

La  retrazione  delP aponevrosi  plantare  può  essere  uni- 
laterale o  bilaterale,  quest'ultima  molto  più  rara. 

Ivssa  consiste   in    una  retrazione,   con   indurimento  o 
ispessimento    dell' aj)onevrosi    plantare,  specialmente   dal 
lato  interno  del  pic^de   dove   si   localizza  (piasi  esclusiva- 
mente; dando  luo^o,  secondo    il    ofrado,  ad  un  piede  eh(» . 
ra.ssomi^lia  al  piede  varo  e  cavo  d'altra  origine. 

Si  distinguono  della  deformità  tre  forme  o  «-radi,  che 
possono  anche  considerarsi  praticamente  come  tre  stadi  pro- 
t^ressivi.  E  cioè:  I.  Una  forma  aponevrotica  pura;  IL  lina 
forma  cntanea-aponevrotica  ;  IIL  Una  forma  arileolare^ 
ma  più    propriamente   cutaneo-aponevrotica-articolare. 

(gualche  volta  la  retrazione  dell' aponevrosi  plantare 
è  stata  rilevata  coesistente  a  quella  ])almare  o  di 
Dupuytren.  Tanto  secondo  Franke,  come  da  più  minuti 
esami  del  Ledderhose,  risulterebbe  essere  questa  defor- 
mità prodotta  i)er  l'azione  di  un  processo  infiammatorio 
cronico  dell' aponevrosi  e  dei  tessuti  adiacenti. 

Fra  le  cause  fif^urano  anche  l'ori^'ine  conijenita  e 
V ereditarla^  um  più  di  tutto  si  crede  all'orii^ine  trauma- 
tica.  Tuttavia,  ({uando  sia  escluso  assolntamente  il  trauma, 
allora  si  deve  pensare  ad  una  causa  o-onerale  sia  da 
reumatismo,  o  da  artritismo,  o  da  alcolismo,  o  da  tuberco- 


:5r,8  Chirurgia 


losL  Quest'ultima  vonue  ^ià  diraostnvta  corno  causa  pato- 
g'onetica  nella  retrazione  delT  aimnevrosi  palmare  dal 
Poncot;  quindi  con  tutta  probabilità  può  essere  ammessa 
anche  nella  retrazione  dell' aponevrosi  plantare. 

Questa  deformità  si  manifesta  specialmente  nell'  età 
adulta;  ed  in  modo  lento,  subdolo,  quasi  indolore,  tanto 
da  risvegliare  l'attenzione  del  paziente  solamente  (piando 
^•li  comincia  a  dare  disturbi  nel  camminare.  Essa  aumenta 
per  gradi  —  ed  alla  palpazione  viene  più  o  meno  avver- 
tita colla  estensione  della  pianta.  Anche  la  cute  partecipa 
dell'alterazione,  mostrando  indurimenti  od  aderenze  ai 
piani  profondi. 

La  forma  in  cpiestione  deve  naturalmente  non  essere 
confuseli  collo  retrazioni  plantari  che  si  riscontrano  nei 
piedi  cavi-talo  paralitici  —  o  piedi  cavi  detti  idiopatici 
degli  adolescenti  —  oi)pure  colle  retrazioni  j>er  atrofìe  mu- 
scolari generalizzate  per  effetto  di  malattie  nervose  da 
vario  cause  (tossiclie,  diabetiche,  <la  alcoolismo,  difteriche, 
tabetiche). 

Riguardo  alla  cura,  (piando  si  tratta  di  casi  di  grado 
h^ggero,  pu('>  essere  tutta  incruenta;  a  base  cioè  di  mas- 
saggio, apparecchi  modellanti,  bagni  caldi,  fanghi,  unita- 
mente alla  cura  generale  a  s(^conda  della  supposta  causa 
generale  determinante.  Ma  pur  troppo  questi  mezzi  in- 
cruenti, il  pili  sp(»sso,  (piantun(pie  logici,  non  raggiun- 
gono la  guarigione. 

Anche  lo  operazioni  sonijìlici  di  aponevrotomie  e  di 
raddrizzamento  forzato  del  piede  danno  un  risultato 
buono  al  primo  momento  ed  m  qualche  caso  soddisfa- 
cente; ma  si  sono  anche  avute  delle  recidive. 

Per  cui  il  processo  più  sicuro  di  guarigione  si  è 
l'asportazione  totale  dell' aponevrosi,  perfettamente  come 
si  pratica  per  l'aponovrosi  palmare. 

Certamente  in  qualche  caso  più  grave  saranno  ne- 
cessarie anche  altre  operazioni  complementari.      E.  S. 

II.  —  Insuvcessi  del  siero  aìitiUtaniro.  (  F.  Fkrrikr  et 
S.  Mehcadk:  Xote  à  propos  de  den.r  cas  d'  ivsuccèa  du 
sérum  antitrtanique  en  injection  preventive.  -  «  li^vue 
de  Chirurgie  »,  1007,  N.  1,  10  gennaio  1907). 

Nell'ultimo  Congresso  di  chirurgia  tede.sco,  Pachham- 
mer  si  pronuncit)  contrariamente  alle  iniezioni  profilat- 
tich(»  di  siero  antit(»tanico,  osservando  egli  che  queste  non 


SfPi'O  antitetanico  ^09 


arrestano  la  marcia  doir  infezione,  avendo  tutt*al  più  una 
lieve  azione  moderatrice. 

Nel  Congresso  di  chirurgia  francese  del  19()(),  Krafft 
di  Losanna  affermò  in  contraddizione  che  gli  insuccessi 
non  si  dovevano  al  metodo,  bensì  alle  condizioni  della 
ferita;  corpi  estranei  in  essa,  e  associazioni  microì)iche 
sono  le  due  condizioni  che  si  oppongono  al  successo 
della  sieroterapia  antitetanica:  e  in  appoggio  a  tnle  tosi 
erto  le  osservazioni  di  Vaillard  e  Houget  dimostranti  che 
la  presenza  di  un  corpo  straniero  nella  forita,  mettendo 
ostacolo  alla  fagocitosi  favorisce  Io  svilujiparsi  del  tetano: 
e  altresì  diede  importanza  al  fatto  delle  associnzioni  mi- 
crobiche come  possibile  causa  di  insuccesso. 

Gli  Autori,  in  base  all'esperienza  di  due  casi  clinici 
ben  studiati  nei  quali  erasi  praticata,  come  di  norma, 
una  sola  iniezione  di  10  cmc.  di  siero  sotto  cute,  per 
quanto  le  ferite  anfrattuose  fossero  in  preda  ad  abbon- 
dante suppurazione,  certamente  dovuta  ad  associazioni 
microbiche,  assicurano  che  il  trattamento  delle  ferite  fu 
dei  più  accurati,  venendo  le  ferite  lavate,  deterse  e  pulite 
ogni  giorno;  ciononostante  l'esito  non  fu  soddisfacente. 
Questi  insuccessi  si  debbono,  secondo  gli  Autori,  al  fatto 
che  r  iniezione  unica  o  anche  ripetuta  fatta  sotto  cute 
non  è  sufficiente:  conviene  iniettare  il  siero  in  punto  tale 
ove  si  incontri  più  celermente  colla  tossina  tetanica:  sono 
i  nervi  il  luogo  di  elezione.  Meyer  e  liansom,  esperimen- 
tando sugli  animali,  ottennero  difatti  i  seguenti  risul- 
tati: iniettando  il  virus  tetanico  nel  tessuto  cellulare  lo 
ritrovarono  nel  sangue  e  nel  nervo  sciatico  della  [)arte 
omonima  e  qualche   volta  anche   nello   sciatico  opposto. 

Iniettando  l'antitossina  nel  nervo  sciatico  corrispon- 
dente alla  parte  ove  era  stata  fatta  l'iniezione  del  virus, 
si  aveva  per  effetto  di  arrestare  l'azione  del  veleno  teta- 
nico che  non  durava  che  qualche  giorno.  Sapendo  che  la 
tossina  tetanica  mira  al  sistema  nervoso  centrale  non 
attraverso  il  sistema  vasaio  sanguigno  o  linfatico,  bejisì 
attraverso  i  nervi:  conoscendo  .sperimentalmente  che  in 
un  animale  tetanizzato  nel  treno  posteriore  si  può  arre- 
stare la  marcia  dell'infezione  sezionando  il  midollo  spi- 
nale, come  vogliono  Houx  e  Hanel,  il  solo  unico  mezzo 
(li  neutralizzare  la  tossina  è  cpiello  di  iniettare  diretta- 
mente l'antitossina  nei  nervi. 

Ma  stabilito  questo  principio,  urtiamo  contro  difficoltà 
non  lievi:   l'incisione  nei  nervi,  mentre  non  può   essere 


370  Chinirgia 

alla  portala  di  ogni  pratico  è  una  vera  operazione,  e  però 
come  poter  convincere  a  subire  T  operazione  persone  che 
spesso  vediamo  ribellarsi  alla  semplice  iniezione  preven- 
tiva sottocutanea? 

Il  problema  è  arduo:  da  una  parte  la  iniezione  sotto- 
cutanea facile,  semplice,  alla  portata  di  tutti,  ma  spesso 
insufliciente;  d'altra  parte  la  iniezione  intranervosa  attiva, 
efRcace,  ma  non  semplice,  non  alla  portata  di  tutti,  non 
scevra  di  complicazioni.  , 

In  tale  alternativa,  sembra  agli  Autori  che  il  tratta- 
mento più  logico  sarà:  lavatura  ofiicace  delle  ferite  con 
acido  fenico  ed  acqua  ossigenata,  sbrigliamenti  e  contro 
aperture  sì  da  togliere  ogni  anfrattuosita,  indi  applica- 
zione di  uiedicazione  profilattica  a  mozzo  di  siero  anti- 
tetanico secco  e  polverizzato,  facendo  in  modo,  come  vuole 
Cai  ni  ette,  che  esso  venga  a  contatto  diretto  delle  termi- 
nazioni nervose  lacerate  o  comunque  maltrattate.  Ancora 
nel  contempo  l' iniezione  sottocutanea  di  10  o  20  cmc.  di 
siero  che  potrà  esser  richiesta  dopo  otto  giorni. 

Che  se,  malgrado  tutto  questo,  il  tetano  apparisco  colla 
sua  marcia  progressiva,  cosa  molto  dubbia,  converrà  ricor- 
rere al  trattamento  chirurgico,  ma  sovvenendosi  che  il 
virus  tetanico  tiene  esclusivauiente  la  via  nervosa  per 
arrivare  al  sistema  nervoso  centralo,  anziché  ricorrere» 
airam])utazione,  sì  potrà  legare  o  sezionare  molto  iu 
alto,  alla  radice  dell'arto,  il  nervo  o  i  nervi  die  seguo 
la  tossina  nella  sua  diffusione,  e  ciò  come  vuole  Parter: 
si  potrà  così  metter  Tanunalato  in  grado  di  ricuperare  più 
tardi  l'arto  mercè  una  sutura  nervosa,  pur  arrestando  iu 
modo  sicuro  r  radicahncMit(^  la  marcia  dolT  infezione 
tetanica.  K.  S. 


Ili.  —  Ij  azione  delle  scintille  ad  alta  frequenza  e  ten- 
sione nella  etira  del  cancro.  (Pozzi,  Accademia  di 
Medicina  francese.  -  *  Clinica  (,'hirurgica  >»,  N.  1), 
1907). 

Il  prof.  Pozzi  riferisce  sull'azione  dello  scintille  ad 
alta  frequenza  e  tensione  nella  cura  del  cancro.  Dallo 
sue  osservazioni  è  tratto  a  concludere  che  l'azione  delle 
scintilh*  è  emostatica  ed  analgesica  \  dimostrando  anche 
mi' aziono  modificatrice  s])ociale  od  immediata  sul  tessuto 
canceroso.  Parrebbe  che  dette  scintille  abbiano  anclie  una 


Tumore  dot  pneumogaatrico  371 

azione  eliinhiiitrico  e  cicatrizzante.  I  fatti  di  aver  otte- 
nuto la  scomparsa  di  un  cancro  per  un  certo  tempo;  di 
aviere  ottenuto  pure  un  esito  simile  su  un  cancro  della 
fronte;  e  di  aver  fatto  scomparire  pure  un  encefaloide 
ulcerato  della  mammella  aderente  alle  coste  ed  ai  mu- 
scoli, lasciano  certamente  un'impressione  favorevole  e 
lusinghiera  per  continuare  le  esperienze  che  il  tempo 
solo  potrà  ^'iudicare  jj-iustifìcate  e  benefiche  a  poveri 
pazienti.  K.  S. 

IV.  —  Tumore  primitivo  del  pneumogastrico  -  liesesioue 
del  pneìiniogastrico  -  (luarigioue.  (M.  Vknol,  de  Bor- 
deaux -  'Tnmeur  primitive  du  pneumogastrique  -  7iV- 
section  du  pneumogastrique  -  Guérison.  —  Raj)port 
de  M.  Fauro,  «  Revue  de  Chirurgie  »,  HK)7,  X.  S. 

M.  Venol  praticò  in  un  uomo  di  82  anni  l'estirpa- 
zione di  un  tumore  del  collo,  che  si  era  sviluppato  pro- 
gressivamente in  seguito  ad  un  accidente  di  caccia  nel 
(piale  l'ammalato  era  stato  colpito  da  un  proiettile  X.  H 
chi!  era  penetrato  alla  parte  antero-laterale  del  collo. 
(Questo  tumore  si  accompagnava  ad  afRevolimento  della 
voce  dovuto  a  paralisi  della  corda  vocale  sinistra,  a  do- 
lori nell'orecchio  sinistro,  a  disturbi  cardiaci  consistenti 
in  palpitazioni  e  dolori  lancinanti  al  pericardio,  disturbi 
che  andavano  aumentando  sotto  fatiche  e  sforzi.  Durante 
r operazione  M.  Vonol  constatò  che  il  tumore  era  inca- 
psulato e  che  in  alto  ed  in  basso  si  continuava  al  tronco 
nervoso  del  pneumogastrico.  (ili  stiramenti  fatti  sul  tu- 
more determinarono  uno  spasmo  glottidco  violento,  che 
non  cessò  se  non  quando  il  pneumogastrico  fu  sezionato 
in  alto  ed  in  basso.  Xon  venne  tentata  la  sutura  del 
nervo,  a  tumore  asportato,  per  la  troppa  distanza  esi- 
stente fra  i  due  monconi.  Il  malato  guarì  e  scomparvero 
tutti  i  sintomi  patologici,  persistendo  solo  considerevole 
raucedine  della  voce.  L'esame  istologico  diede  per  reperto 
trattarsi  di  un  fìbro-sarcoma. 

Questa  osservazione,  unica  nella  scienza,  è  importan- 
tissima perchè  dimostra  nini  volta  di  più  che  la  eccita- 
zione del  nervo  pneumogastrico  è  più  grave  che  la  sezione: 
l'A.  stesso  ebbe  ad  osservare  un  caso  di  morte  per  irri- 
tazione del  pneumogastrico  durante  un'  operazione  <li 
estirpazione  del  simpatico  cervicale.  K.  S. 


TT- 


M'2  •  Chinirgìa 


V.  —  Pseadoar Irosi  del  radio.  (M.  Dklacìrnikre,  Lo  Maus  - 
Pseif doari rhose  da  radius  -  Enchevillement  ot  greffe 
pèrlostique^  amputée  aif  tibia,  «  lioviio  do  Chiniri*'io  », 
N.  8,  nM)7). 

L' A.  iu  uu  ammalato  affetto  da  pseiidoartrosi  al  terzo 
inferiore  del  radio  praticò  la  seguente  operazione:  inci- 
sione di  5  o  ()  cm.  a  livello  della  psendoartrosi  sulla 
faccia  dorsale  del  radio.  Scoperti  i  due  capi  ossei  ed 
isolati  dal  periostio;  apertura  del  canale  midollare;  ridu- 
zione dei  due  frammenti  che  si  comjn  facilmente  mante- 
nendoli in  posto  mercè  un  chiodo  infìsso  nei  due  canali 
midollari  corrispondentisi  a  mo'di  perno. 

Ciò  premesso,  dalla  faccia  anteriore  interiore  della  tibia, 
con  un'incisione  di  7  cm.  scoprente  il  periostio,  prese  un 
l<Mubo  osteo-periosteo  della  lunghezza  di  5  cm.  su  1  cm. 
'li  larghezza,  dello  spessore  di  un  grosso  foglio  di  carta; 
(|uesto  lembo  venne  trasportato  nella  ferita  dell' avani- 
Kraccio  facendolo  girare  a  spira  attorno  al  vecchio  foco- 
laio di  pseudoartrosi  di  recente  cruentato.  Il  lembo  rimase 
in  posto  da  se,  la  ferita  venne  suturata  e  T avambraccio 
venne  fissato  in  apparecchio  a  gesso,  l^a  consolidazione 
In  j)erfetta  e  la  radiografia  mostrò  la  perfetta  estetica 
della  parte  operata.  E.  S. 

\'l.  —  Inffueìiza  dello  coste  vervicali  sulla  circolazione 
sanquigua  del  collo.  («  Hrit.  med.  Journ.  »,  5  mag- 
irio'lim  «  Revue  de  Orthopédie  »,  N.  .1,  1907). 


Hroadbent  —  osservò  che  una  giovane  siguora  non 
poteva  mettersi  in  toilette  dì  società  per  una  tumefazione 
{)nlsante  che  era  andata  manifestandosi  alla  base  del  collo. 

Dall'esame  istituito  si  rilevò  al  <li  sopra  dello  sterno 
r  all'estremità  sternale  della  clavicola  destra  un  tumore 
pnlsante,  somigliante  in  tutto  ad  ini  aneurisma  del  tronco 
l)rachiocefalioo. 

La  carotide  e  la  succlavia  si  staccavano  dalla  parto 
superiore  e  anteriore  del  tumore. 

11  medesimo  stato  di  cose  si  verificava,  in  grado  mi- 
nimo però,  anche  a  sinistra. 

La  palpazione  profonda  permise  di  constatare  evi- 
'iontemento  d'ambo  i  lati  del  collo  due  })rotuboranze 
"ssee  che  certo  altro  esser  non  potevano  che  due  coste 
i  crtHcali. 


Chintryla  sui  nei^i  373 


Xoii  esistendo  fatti  di  compressione  sid  plesso  bra- 
cliiale  e  non  avendosi  disturbi  sensibili,  non  credette 
r  A.  di  dover  sottoporre  la  paziente  ad  operazioni.     E.  S. 

VII.  -  (^hlì'urgia  sui  neì'^'L 

Noi  non  sappiamo  ancora  che  cosa  sia  questa  conenle 
nervosa,  come  d' altronde  non  sappiamo  che  cosa  sia 
r  elettricità.  Pure  tanto  V  una  che  V  altra  hanno  le^fui  ben 
note  e  fra  loro  molti  punti  di  contatto. 

Per  un  filo  elettrico  conduttore  che  si  spezza  si  inter- 
rompe la  corrente  destinata  a  dar  vita  a  molti  apparecchi 
i  più  disparati  e  resta  [)aralizzata  la  vita  di  uno  o  più 
organismi  meccanici. 

Cosi  puro  se  un  filo  elettrico  stato  tagliato  viene  unito 
ad  altro  filo  per  cui  passa  la  corrente,  V  azione  del  primo 
vien  ristabilita  in  tutto  o  in  parte  pel  fatto  di  ricevere 
la  corrente  dal  secondo.  Uno  stesso  filo  può  in  alcuni 
casi  animare  molti  fili  che  si  suddividono,  e  così  una 
stessa  fonte  elettrica  può  animare  molti  fili  che  mettono 
capo  a  varie  funzioni. 

Il  paragone  calza  completamente;  e  se  sostituiamo 
alla  parola  filo  conduttore  la  parola  filamento  nervosft^  noi 
possiamo  constatare  gli  stessi  fenomeni,  questa  volta 
nervosi,  anziché  elettrici  ;  il  che  forse  in  fondo  ò  la  stessa 
cosa. 

Il  nostro  corvello  è  la  grande  fonte  nervosa,  una  specie 
di  stazione  generatrice  dell'elettricità,  dà  cui  si  dii)ar- 
tono  dapprima  in  grandi  fasci  poi  in  [)iiì  specializzati 
tronchi,  i  fili  conduttori  che  si  recano  alle  varie  parti 
del  corpo,  siano  questi  visceri  o  muscoli,  od  apparati 
delicatissimi. 

Nessuna  delle  parti  del  nostro  corpo  può  funzionare 
quando  sia  sottratta  all'azione  della  c^nrente  nervosa; 
ed  è  così  dosata  la  sua  influenza  che  si  possono  avere 
paralisi  complete,  come  semiparalisi,  come  disturbi  disor- 
dinati quali  espressioni  diverse  della  diversa  alterazione 
avveiuita  nella  corrente.  Lasciando  per  ora  da  parte  le 
alterazioni  che  si  possono  avere  alla  fonie  stessa,  altera- 
zioni che  interessano  più  da  vicino  la  ])sichiatria,  e  per 
le  ([uali  la  chirurgia  non  ha  ancora  potuto  spiegare  la 
sua  benefica  influenza  se  non  in  certi  casi,  richiamo 
r  attenzione  piuttosto  sulle  lesioni    che    si    verificano  sui 


374  Chinirgia 

fili  conduttori  nervosi  periferici  (lesioni  detto  appunto 
periferiche)  perc'hè  questi  conservano,  per  mezzo  del  loro 
moncone  centrale,  rapporti  normali  di  vitalità  col  centro 
d'  azione. 

La  chirurg'ia  moderna  è  riuscita  a  dimostrare  che 
questi  fili  conduttori  nervosi  poss(wio  in  molti  casi  aiutarsi 
e  supplirsi  vicendevolmente,  quando  sia  possibile  traspor-  l 

tare  i  loro  tronchi  a  contatto,  e  nella  direzione  della  cor-  I 

rente  nervosa  destinata  ad  animare  alcune  parti  state 
separate  dalla  corrente  per  interruzione  o  lesione  qual- 
siasi avvenuta  lungo  la  via. 

Questo  è  il  concetto  che  informa  la  chirurgia  moderna 
sui  tronchi  nervosi  —  ben  inteso  —  motori. 

Si  capisce  che  non  sempre  la  cosa  è  possibile,  pei'chò 
vi  fa  ostacolo  la  posizione  anatomica  delle  parti  in  cui 
stanno  posti  i  nervi  ;  come  pure  la  costituzione  del  nervo 
che  non  sempre  si  presta  ad  una  sua  suddivisione  o  tra- 
s[)orto. 

Ma  ad  ogni  modo  dove  le  condizioni  sono  favorevoli, 
si  possono  applicare  ai  tronchi  nervosi  le  stesse  opera- 
zioni che  si  praticano  sugli  altri  tessuti,  come  special- 
mente quelle  che  si  praticano  sui  tendini,  cioè  resezioni, 
trasporti,  divisione,  plastica,  ecc.,  ecc. 

(ili  iuterventi  chirurgici  principali  a  noi  oggi  più 
noti  sono  quelli  praticati  sui  nervi  degli  arti. 

Si  sa  che  alcune  volte  un  nervo  vien  reciso  da  un 
colpo  tagliente  o  contundente,  oppure  vien  schiacciato  e 
distrutto  dal  callo  osseo  di  una  frattura.  In  questi  casi 
per  ristabilire  la  corrente  nervosa  e  quindi  guarire  la 
paralisi  che  ne  era  conseguita  alla  ])arte  colpita,  si  va 
alla  ricerca  dei  due  monconi  del  nervo,  se  ne  ravvivano 
le  superfici  esterne,  e  si  pratica  la  sutura.  Dopo  poco 
tempo  si  vede  ristabilirsi  la  funzione  nei  muscoli  che 
erano  paralizzati.  Si  è  sempre  creduto,  e  molti  lo  pen- 
sano aucora,  che  questo  ritorno  della  funzionalità  sia 
dovuto  ad  una  auastomosi  normale  collaterale;  ma  recen- 
temente ò  stato  pure  dimostrato  (all'  ultimo  Congresso 
italiano  di  chirurgia  tenutosi  in  Koma)  come  possa  rista- 
bilirsi la  funzionalità  immediata  del  nervo  appena  dopo 
la  sua  cucitura. 

In  casi  di  paralisi  localizzate  ad  un  certo  gruppo  mu- 
scolare per  lesione  del  nervo  corrispondeuto,  e  dove  non 
S(^  ne  possa  ottenere  la  riunione,  por  troppa  distanza  dei 
monconi,  si  pratica    V  iìiursto    (fri    acri-o.  Cioè  il  tronco 


AfiportazloTie  delie  guaine  tendinee  B76 


periferico  del  uervo  paralizzato  viene  innestato  sopra  un 
nervo  vicino,  il  quale,  conducondo  alcune  fibrille  motrici 
al  nervo  reciso,  fa  sì  che  questo  ripiofli  in  tutto  o  in  parte  la 
sua  funziono.  In  tal  modo,  ad  esempio,  si  è  innestato  il  nervo 
radialo  sul  nervo  mediano  del  braccio.  Si  è  innestato  il 
nerv^o  settimo,  o  faccialo,  sullo  spinale  (XI);  oppure  il 
settimo  suir  ipo^losso.  Si  è  riuscito  anche  (Giordano,  di 
Venezia),  con  un  lombo  umscolo-nervoso,  a  trasportare  un 
filetto  jiervoso  del  nervo  otturatore  sopra  la  vescica  ed 
il  retto,  per  cui  questi  visceri  hanno  potuto  riacquistare  la 
loro  contrattilità  funzionale  che  era  rimasta  paralizzata 
antecedentemente  per  uua  lesione  del  midollo  spinale 
(spina  bifida). 

In  casi  di  paralisi  di  alcuni  <»'ruppi  muscolari  della 
<»:amba  innervati  dal  ramo  ischiatico  popliteo  esteruo  (o 
peroneo),  venne  innestato  il  tronco  periferico  di  questo 
nervo  sopra  il  ramo  ischiatico  popliteo  interno  (o  nervo 
tibiale). 

(ili  esiti  non  sono  tutti  favorevoli,  ma  alcuni  casi 
luinno  potuto  dimostrare  la  completa  o  parziale  traspor- 
tabilità della  corrente  uervosa  dal  nervo  sano  a  quello 
paralizzato. 

L'esperienza  ulteriore  iu(iicherà  (piali  sono  i  casi  più 
o])j)ortuni  per  poter  praticare  ([ueste  o[)erazioin*  ;  e  col  mi- 
trlioramonto  nelle  modalità  della  tecuica  si  potrà  audio 
contare  sopra  un  pronostico  più  favorevole.  K.  S. 

Vili.  -  ì^ulìe  modificazioni  dei  tendini  in  segni  io  aita 
asportazione  della  loro  guaina^  e  suiV  importanza  di 
essa  nella  rigenerazione  dei  tendini  stessi,  («  Atti  della 
Società  di  (Chirurgia  »,  1900). 

La  questione  controversa  circa  la  rig^enerazione  dei 
tondini  e  il  suo  intimo  processo,  e  più  ancora  la  (piestione 
rig-uardante  la  parte  dovuta  alla  guaina  ned  processo  di 
rig"encrazione,  è  stata  studiata  recontemonte  anche  dal 
prof.  Anzil lotti  di  Pisa,  e  riferita  'al  Congresso  di  Chi- 
rurgia. 

Kgli  praticò  diversi  esperimenti  sui  tendini  dei  co- 
nigli, specialmente  sul  tendine  d'Achille.  Anzitutto  studiò 
le  modificazioni  che  avvenivano  nei  tcudini  do{)0  1'  aspor- 
tazione della  loro  guaina. 

C/Ome  i)rimo  fatto  si  rilevano  fenomeni  regressivi  con- 
sistenti iu  aspetto  torbido    della   sostanza    fondamentale. 


370  Chirurgia 


senza  colorabilità  dei  mielei  delle  Qcllule  tendinee:  coii- 
teinporaneaiuente  il  tendine  è  coperto  da  una  membrana 
fibrinosa;  si  ha  quindi  prolificazione  del  connettivo  cir- 
costante e  di  quello  in  ter  ed  intrafascicolare  e  prolifera- 
zione degli  elementi  cellulari  periferici  del  tendine.  Va 
così  formandosi  uno  strato  spesso  di  connettivo  intima- 
mente adeso  al  tendine  stesso:  se^ue  la  formazione  di 
uno  spazio  fra  il  tendine  ed  il  nuovo  involucro  connet- 
tivo, avendosi  così  fra  9Ò-110  giorni  il  ripristinamentn 
della  guaina  solo  qua  e  là  parzialmente  aderente  al  ten- 
dine stesso. 

[j  \.  studiò  quale  ufìicio  sia  riservato  alla  guaina  nella 
rigenerazione  del  tendine  dopo  una  tenotomia:  infatti  pra- 
ticò delle  tenotomie  asportando  o  no  la  guaina  tendinea, 
e  trovò  che  nei  casi  in  cui  manca  la  g-uaina  il  tessntc» 
coiuicttivo  circostante  al  tendine  e  quello  inter  ed  intra- 
fascicolare proliferano  attivamente,  mentre  nello  stesso 
tempo  si  ha  eguale  prolificazione  negli  elementi  propri! 
del  tendine  sì  che  il  tendine  perde  l'aspetto  suo  primi- 
tivo: si  mostra  ricco  di  elementi  cellulari  che  sono  qnelli 
tendinei  ritornati  allo  stato  indifferente  per  proliferai^. 
(Questo  tessuto  neoformato  ricostituisce  il  tratto  di  tendine 
mancante  e  subisce  tutte  le  fasi  progressive  finché  doi>o 
120  giorni  ha  l'aspetto  di  un  tessuto,  che  salvo  l'abbon- 
danza di  elementi  cellulari,  ha  tutte  le  caratteristiche  del 
tessuto  tendineo. 

Che  so  la  guaina  è  rimasta  integra,  essa  si  salda  ai 
monconi  del  tendine  allontanatisi  e  da  essa  parte  inni 
proliferazione  attiva,  che  costituisce  il  nuovo  tendine,  alla 
costituzione  del  (piale  poca  parte  prendono  il  tessuto 
tendineo  preesistejite  e  (piello  inter  e  intrafascicolare. 

Anche  in  ([uesto  caso  si  ha  ritorno  delle  cellule  ten- 
dinee allo  stato  embrionale,  risolvendosi  nella  istogenesi 
secondaria  i  fatti  della  istogenesi   primitiva. 

Ancora,  nota  T  autori',  che  i  nniscoli  dei  tendini  ai 
quali  venne  asj)ortata  la  guaina  [)resentano  lieve  atroHa 
periferica  che  presto  scompare:  mentre  i  muscoli  dei 
tendini  recisi  hanno  notevole  atrofia,  prolificazione  dei 
nnchM  e  del  connettivo,  fatti  (piesti  che  scompaiono  dopo 
'Jo-ll?)  giorni. 

1/ Autore  conclude  che  la  guaina  tendinea  ha  impor- 
tanza non  j>iccola  sulla  nutrizione,  scissione  ed  intensità 
anatomica  del  tendinee  prende  parte  massima  alla  rig«»- 
nerazione  <hM   tendini  d<ìpo  la  tenotomia.  E.  8. 


DattiloplaHtica  377 


rX.  —  Sostituzione  di  dita  della  mano  con  un  dito  del  piede. 
Dattiloplastica.  («  Wiener  Kliuische  Wochonscrifft  », 
1896,  N.  4S. 

Il  dottor  Kraffte  della  Clinica  chirurgica  di  Vienna, 
diretta  dal  prof,  von  Eisolsberg,  riferice  un  nuovo  contri- 
buto di  dattiloplaMica, 

L'  A.  dopo  aver  fatta  brevemente  la  storia  delle  ope- 
razioni di  plastica  in  genere,  accenna  all'  iniziativa  del 
Nicoladoni ,  il  geniale  ideatore  del  trapianto  tendineo,  avente 
lo  scopo  di  sopperire  alla  perdita  di  sostanza  totale  o 
parziale  delle  dita  delle  mani  ;  la  prima  operazione  del 
genero  fu  dal  Nicoladoni  tentata  nel  1897  :  si  trattava  di 
sopperire  alla  perdita  di  uu  pollice  assieme  air  eminenza 
tonare  :  in  questo  caso  si  accontentò  di  plasmare  dalla 
cute  del  petto  un  lembo  cilindrico:  mentre  in  altri  tre 
casi,  nei  quali  pure  volle  provvedere  alla  sostituzione  del 
perduto  pollice,  al  lembo  cilindrico  avuto  dalla  cute  del 
petto  aggiunse  con  un  secondo  atto  operativo  V  inclu- 
sione di  un  pezzo  di  tibia  a  sostegno.        ^ 

Incoraggiato  da  questi  risultati  soddisfacentissimi,  nel 
19(K)  allo  stesso  Nicoladoni  capitò  Toccasione  di  sostituire 
in  un.  bambino  cinquenne  un  pollice  perduto  merco  il 
2."*  dito  del  piede,  e  per  quanto  successivamente  all'atto 
operativo  si  fosse  avuto  necròsi  della  falangetta  e  di  una 
parte  della  falangina,  tuttavia  dopo  un  anno  il  bambino 
era  capace  di  reggere  con  la  mano  un  i>e8ante  martello, 
e,  importante  a  notarsi,  il  dito  trapiantato  andava  via  via 
assumendo  conformemente  alla  funziono  sua  anche  lo 
forme  del  pollice. 

Nel  medesimo  anno  riuscì  air  Eiselsberg  in  un  fabbro 
diciottenne  di  sostituire,  con  pieno  effetto  cosmetico  e 
funzionale,  un  indice  perduto  col  trapianto  del  2.**  dito 
del  piede  e  senza  aversi  nel  processo  di  guarigione  alcuna 
necrosi  nemmeno  parziale. 

A  questi  casi  V  A.  aggiunge  ora  due  nuovi  casi,  rife- 
rendone minutamente  la  storia  e  portando  dei  radiogrammi 
assai  istruttivi:  nel  1."  caso  si  tratta  di  uomo  di  »56  anni 
al  quale  una  macchina  aveva  asportate  la  falangina  e 
falangetta  del  medio  della  mano  destra. 

Nel  secondo  caso  di  una  donna  di  42  anni,  la  quale  per 
diverso  vicende  venne  a  perdere  completamente  il  dito 
indico  della  mano  destra  :  in  ambedue  questi  casi  la  pla- 

AraUABio  SoiurriFico  —  XLIV.  25 


^78  Chirurgia 


stica  dello  mancanti    dita  mercè    il   trapianto  di  dita  del 
piede  riuscì  con  ottimo  risultato  funzionale  ed  estetico. 

L'  A.  dice  che  queste  operazioni  di  sostituzione  orgTi- 
nica  di  dit^  della  mano  mercè  dita  del  piede  apparteiig-ono 
alle  più  difficili  e  laboriose  operazioni,  e  si  fainio  non  solo 
allo  scopo  cosmetico,  ma  pure  a  scopo  funzionale.  <4Ii 
inconvenienti  a  cui  va  incontro  il  piede  per  V  asport^i- 
zione  di  una  delle  piccole  dita  sono  quasi  nulli  iii  con- 
fronto ai  benefici  che  acquista  la  mano  mercè  il  suddetto 
trapianto. 

Naturalmente  il  trapianto  si  fa  con  dito  del  piede 
possibilmente  della  stessa  parte,  poiché  le  dita  del  piede 
come  quelle  della  mano  hanno  uim  certa  simmetria  late- 
rale e  poi  è  così  anche  meno  complicata  la  posizione  da 
darsi  al  paziente  durante  la  cura.  Xon  ebbe  mai  pratica 
applicazione  il  trapianto  dell' alluce  perchè  male  si  presta 
alla  cosmesi  nella  mano,  e  poi  perchè  un  piede  può  ino- 
cuamente  o  quasi  venir  privato  delle  rimanenti  dita,  non 
deir  alluce,  senza  dare  disturbi  al  paziente  nella  deam- 
bulazione e  nella  stazione  eretta. 

Ed  ecco  come  FA.  descriv^e  minutamente  il  procosso 
operativo  : 

Preparazione  air  operazione  : 

Converrà  come  prima  misura  fare  una  prova  della  po- 
sizione che  sarà  necessaria  durante  l'operazione  e  nei  di 
seguenti;  i  bambini  e  g"li  individui  pfiovani  meg-lio  si 
addattano  alla  voluta  posizione  obbligata  e  sue  modalità. 
Converrà  poi  curare  a  tutto  rig-ore  la  pidizia  e  disinfc- 
zione della  mano  e  del  piede  prescelti  con  bag'ni,  pulizia 
delle  unghia  e  impacchi  antisettici. 

La  vera  e  propria  condotta  della  tecnica  del  trapianta- 
mento  del  piede  contempla  quattro  atti  condotti  a  termine 
in  due  tempi  : 

In  primo  Tempo:  l.**  (^ruentazione  del  moncone  del 
dito  leso  e  mobilizzazione  delle  singole  parti. 

2."  Mobilizzazione  del  dito  del  piede  e  cruentazione  sua. 

8.*"  Uiunione  dei  due  arti. 

In  2."  Tempo:  4."  Recisione  del  lembo  plantare. 

Tutta  Toperazione  per  essere  condotta  a  termine  bene 
esige  la  narcosi  onde  dare  la  immobilità. 

Primo  Tempo,  Un'Atto:  Allo  scopò  di  ritrovare  i  ten- 
«lini  spesso  avvilupati  da  tessuto  cicatriziale  o  scorsi  molto 
in  alto,  consigliasi  T  emostasi  prev^entiva  col  laccio  di 
Esmarch.  Por  ottenere  poi  lembi  della'ferita  ben  nutriti,  con- 


Datfilopìaxfica 

vurrii  eiirai')'  til  iiuissiiiio  rabliiziom,'  lolalu  tifi 
ciciiti'izialr:  set/omln  Nieolaiiniii  la  iiiijflior  Toriiia  t 
al  lembo  per  lo  cotniizioiii  di  mitrizioiio  sua  è  quel 
]>eKiJÌdalo  col  lato  maggioro  vhi-so  l'alto  fproasi 
oppiirn  disonnare  il  lemito  con  duo  incisioni  fatt 
raimente  in  modo  da  rispettare  assolrilamente  o  I 
1^  vasi  e  nervi.  Ondo  poi  cvilnre  ima  soverchia  te 
all'atto  dell' unione  dei  tendini  col  dito  dei  pici 
jiitiiitato,  conviene  spinjren;  la  preparazione  e  ci 
zione  doi  tendini  lino  a  qnalche  centimetro  all' 
(Iella  dito:  elio  se  un  tendine  risultasse  lacerato 
ili  alto,  si  può  allora  usufruire  per  iuterposiz.ìoi 
periostio  mohilizzato,  come  praticò  Voii  Riseisherjr  i 
primo  caso. 

Allontanato  quindi  il  laccio  d' fla march,  è  noe 
un'accurata  oniost^ì  affino  di  evitar» poi  nn  sollevi 
e  tensione  del  lembo  per  eiuatoinn. 

l."  Tempo,  2."  Atto:  Per  la  moliilizzazioiio  e  ci 
zione  del  dito  del  piede  valgano  le  norme  dette 
Nicoladoni  rende  attenti  spocialmeute  che  in  in 
ancora  in  via  di  accrescimento  si  debba  prendi 
dito  del  piede  da  trapiantarsi  un  pezzo  più  gra 
quello  che  realmente  basteiebbo  a  sopperii-o  al  h 
dato  dal  difetto  al  quale  si  vuol  riparare,  afiiii 
sognito  coir  individuo  cresca  anche  il  suo  nuovo 

1."  Tempo,  3,"  Atto;  l'rima  delia  riunione  di 
delta  mano  al  dito  del  piede  trapiantato  eoiiverr 
accertarsi  della  vitalità  dei  tessuti  ed  eventualmente 
tare  parti  dì  questi  divenuto  bluastre.  Sani  assai 
niente  procedere  prima  della  sutura  cutanea  alla  f 
posizione  della  mano  sul  dorso  dol  piede  come 
sella  sul  doi-so  di  un  cavallo  fissaiidoveia  perfett 
in  modo  che  abbia  a  rimanervi  immobile:  o  solo  i 
si  sia  ben  certi  della  possibilità  e  tolleranza  dell 
/.ione  obbligata  scelta,  procedere  alla  sutura  dclli 
a  tollerare  poi  vieppiù  la  ])osizione  incomoda,  sai 
pinata  ai  paziente  della  morfina:  converrà  qnlnd 
la  massima  attenzione  nel  sorvegliare  il  dito  de 
clic  si  va  trapiantando  e  per  attivarne  la  circo 
iipplioare  fre(i  non  temente  il  tainponaggio. 

li."  Tempo,  4.°  Attor  II  completo  distacco  del  pi 
■  nutrizione  plantare  sarà  compiuto  non  mai  prima 
settimane:  .Nicoladoni  la   levù  al  ìli."  giorno,  pori 


B80  Chinirgia 


nei  di  intennedi  interessare  pai-zialinente  e  gradatamente 
a  poco  a  poco  la  continuità  del  ponte  plantare. 

Il  colore  del  dito  del  piede  trapiantato  da[)prima,  in 
causa  della  incompleta  circolazione  arteriosa,  è  pallido 
specialmente  a  temperatura  fredda,  dimodoché  converrà 
mantenere  l'arto  bene  riguardato  dal  freddo. 

Ancora  pure  le  condizioni  di  pressione  e  circolazione 
sono  per  il  dito  del  piede  trapiantato  qui  ben  diverse  da 
quelle  verifìcantisi  nella  gamba,  dove  la  pressione  è  assai 
minore  ed  il  circolo  venoso  refluo  alquanto  lento:  il  dito 
del  piede  deve  dunque  pure  acclimatarsi  a  queste  varianti 
della  statica  circolatoria. 

1  movimenti  attivi  nei  primi  tempi  sono  impossibili  o 
assai  incompleti  in  tutte  le  articolazioni  in  genere,  ma 
in  modo  speciale  nelle  articolazioni  interfalangiche  :  però 
nel  corso  di  settimane  e  mesi  si  migliora  col  trattamento 
curativo  consecutivo  di  bagni  caldi,  e  movimenti  passivi, 
leggeri  massaggi  e  faraddizzazione  ;  il  movimento  va  dap- 
prima ristabilendosi  nell'  articolazione  metacarpo-falangea 
e  quindi  lentameute  lo  riprendono  le  articolazioni  interfa- 
langee:  tuttavia  per  lo  più  in  queste  rimane  permanen- 
temente una  limitazione  di  movimento.  Come  séguito  del- 
l' intervento  si  possono  avere  parziali  fissazioni  e  necrosi 
dei  tendini  o  di  parti  di  essi,  non  però  mai  nei  tondini 
del  lembo  plantare  ultimo  reciso  poiché  questi  sono  sempre 
nello  migliori  condizioni  di  nutrizione. 

Anche  la  crescita  del  dito  trapiantato  fa  nei  giovani 
considerevoli  e  visibili  progressi  per  quanto  inferiori  a 
([uelli  delle  altre  dita:  ed  ecco  come  torni  opportuno  curare 
nel  trapianto  di  asportare  il  dito  del  piede  in  maggior 
estensione  (nei  giovani  individui)  di  quanto  sarebbe  stret- 
tamente necessario  al  movimento  per  dare  una  cosmesi 
soddisfacente ,  venendo  la  esuberanza  opportunamente 
acconcia  in  seguito. 

Concludendo  l'A.  fa  rilevare  l'immenso  vantaggio  di 
questa  plastica,  specialmente  quando  si  pensi  ad  individui 
i  quali  per  la  loro  professione  siano  obbligati  assoluta- 
mento  a  servirsi  del  pollice  e  dell'  indice,  e  che  essendo  di 
questi  rimasti  privi  in  parte  od  in  totalità  sarebbero  asso- 
lutamente invalidi  al  lavoro  senza  (piesto  benefico,  oltreché 
cosmetico  intervento  che  li  renderà  ancora  capaci  al  loro 
lavoro  professionale,  come  é  chiaramente  dimostrato  dai 
casi  di  Nicoladoni  e  Von-  Eiselsberg.  E.  S. 


ii 


/  neoplasmi  e  i  raggi  X  381 


X.  —  Influenza  dei  raggi  X  sopra  i  tumori  neoplastici, 
(Dal  Congfrosso  di  Chirurgia  francese.  «  Semaine  Me- 
dicale »,  N.  41). 

Continuano  ancora  assiduamente  ^jtIì  studi  intorno  alla 
inlluonza  dei  rat»<ri  Hontgen  nelle  varie  malattie  più  o 
o  mono  ribelli  ai  mezzi  terapeutici  comuni;  ma  special- 
mente contro  (juello  malattie  di  indole  neoplastica  (tumori) 
che  ordinariamente  manifestano  una  caratteristica  ten- 
denza alla  recidiva ,  cioè  alla  riproduzione  del  tumore 
stesso  anche  dopo  la  sua  completa  e  ripetuta  asportazione. 

Al  Congresso  chirurgico  tedesco  questo  argomento 
venne  trattato  in  modo  speciale,  e  intorno  ad  esso  riferi- 
rono alcuni  autori  incaricati  (Béclère  e  Mauuoury). 

In  riassunto  venne  affermato  che  in  generale  Tazionc 
dei  raggi  Uiintgen  è  favorevole  contro  la  recidiva  dei 
tumori  in  genere,  ma  specialmente  pei  tumori  connettiva! i 
ed  epiteliali  delle  parti  molli  superficiali  (tumori  sarcoma- 
tosi  ed  epiteliali  della  cute),  ma  più  specialmente  pei  sar- 
comi cutanei. 

I  raggi  Ur»ntgeji  agiscono  in  generale  sui  tessuti  come 
un  agente  di  distruzione  cellulare,  ma  con  azione  elettiva, 
cioè  non  tutte  le  cellule  sono  egualmente  influenzate  dai 
raggi  X.  Le  cellule  componenti  i  tumori  sojio  pure  sen- 
sibili alle  radiazioni,  tanto  che  si  possono  distruggere. 

I  tumori  maligni  della  pelle  sono  quelli  più  favorevol- 
mente influenzati  ;  tanto  quelli  a  manifestazioni  fungose 
come  quelli  a  forme  ulcerose. 

Quando  il  tumore  non  ha  oltrepassato  i  limiti  del  derma, 
la  guarigione  è  la  regola  (sia  nelle  forme  a  tipo  spino- 
cellulare,  come  m»lle  formo  di  epitelioma  melanotico). 

Quando  il  tumore  ha  varcato  i  limiti  del  derma, 
Fazione  dei  raggi  X  è  favorevole  ancora,  (juantunque 
meno  certa. 

Neir  ulcera  rodente,  a  tipo  base-cellulare,  si  può  otte- 
nere la  guarigioiu»  completa  deirulcera. 

Anche  contro  gli  epiteliomi  delle  nuicose  superficiali 
esposte  (t unione  del  labbro  inferiore),  i  raggi  U/intgen 
hauno  dimostrato  in  molti  casi  la  loro  azione  distruttiva 
tino  ad  ottouon»  la  auarigiono,  non  (»seluse  le  ad(»ni)patie 
concomitanti.  In  gcMiorah»  h»  cellule  neoplastiche  d'origine 
mucosa  sono  altrettanto  sensibili  come  lo  cellule  malpi- 
y-hiano.  l'aie  clic*  aneho  fontro  V  epitelioma  \lella  lingua 
si  conti  qualeJK»  cììso  di  osito  favorevole. 


iìS2  Chirurgia 


Il  Béclòre  ha  constatato  la  scoinpai'sa  di  un  tumore 
opiteliomatoso  della  totalità  della  tonsilla,  tumore  che  era 
stato  giudicato  inoperabile. 

Anche  i  tumori  del  seno  hanno  dato  degli  esiti  vera- 
mente sorprendenti,  anche  quando  vi  sia  recidiva  con 
adenomi  circostanti. 

In  generale  la  H(uitgen-terapia  è  un  ottimo  ausiliario 
alla  cura  chirurgica  operativa;  solo  nei  tumon  cuUiiici 
può  ossero  applicata  favorevolmente  senza  T  operazione. 
E'  sempre  indicata  poi  nei  casi  così  detti  inoperabili, 
o  in  (pielli  in  cui  non  venne  accettata  la  cura  chirurgica 
cruenta. 

L' effetto  dell'azione  dei  raggi  X  è  diverso  nei  veri 
cancri  ;  esso  è  variabile  secondo  il  modo  di  sua  applica- 
zione, ma  sopratutto  secondo  la  natura  del  tumore  e,  fino 
ad  un  certo  punto,  secondo  una  certa  idiosincrasia.  In 
generale  Fazione  dei  raggi  X  va  diretta  sopra  la  suj)er- 
tìcie  cruenta  residua  dell'asportazione  del  tu  more,  con  sedute 
di  cinque  minuti  ogni  giorno  per  (piattro  o  cinque  giorni 
di  seguito,  e  con  successivo  intervallo  di  una  settimana. 
Fra  gli  accidenti  osservati  dall'  applicazione  dei  raggi 
Rontgen  si  nota  la  radiodermite  :  la  (juale  però  può  oggi 
essere  facilmente  evitatata. 

Si  sono  notati  invece  dei  fenomeni  di  intossicazione 
generale  dell'organismo  per  effetto  di  assorbimento  degli 
elementi  fusi  del  tumore,  noi  cancri  ancora  chiusi. 

In  qualche  caso  si  è  notata  una  generalizzazione  rapida 
dell'infezione  cancerigna  per  effetto  dell'azione  dei  raggi  X  ; 
ma  ciò  non  è  [)erò  del  tutto  provato,  perchè  può  avvenire 
anche  senza  la  radioterapia. 

Si  sono  notati  V  inlluenza  favorevole  dei  raggi  X  anche  . 
nello  forme  iperplastiche  delle  glandolo  linfatiche.  Alcuni 
casi  di   linfadenomi,   (|uantun({ue  avessero   presentata   la 
recidiva   tre    volte,  vennero   guariti   successivamente  per 
tre  volte  mediante  la  radioterapia  (Willelms,  Destet,  Tuffier). 

K'  riconosciuta  invece  V  inutilità  dei  raggi  X  nella  cura 
(lei  cancri  j)rofondi. 

Da  tutto  ((uello  che  ho  riferito  bisogna  concludere  che 
(pialche  vantaggio  è  assoltitamente  stato  riconosciuto;  ma 
per  ora,  allo  slato  attuale  dell'esperienza,  non  si  può 
fare  troppo  atlidanuMito  sulla  cura  dei  ragui  Rontgen  :  e 
sopratutto  non  si  deve  (»sag(M';u'n<'  V  imj>ortanza  col  pub- 
blicane solamente  i  Ciisi  f;iV(>r(*V(»li,  I'].  S. 


Architettura  del  callo  383 


XI.  —  Deir  architettura    del  callo.  (Caubet  -  «  Revue  de 
Cliinirgie  »,  N.  3,  1907). 

E  noto  che  l' architettura  delle  ossa  ha  dello  regole 
di  costruzione  tìsso  e  che  normalmente  il  tessuto  osseo 
ha  una  disposizione  costante  consecutiva  ad  una  deter- 
minata organizzazione  che  è  sempre  la  medesima  per  lo 
stesso  osso  e  per  lo  stesso  segmento  di  un  osso.  Questa 
struttura  dipende  solamente  dalle  condizioni  meccaniche 
proprie  ad  ogni  osso.  Moyer  fissò  che  le  trabecole  della 
sostanza  s])ongina  sono  sempre  dirette  nel  senso  dello 
sforzo  maggiore  che  V  osso  deve  sostenere:  cosi  come 
Wolff  dimostrò  che  la  forma  complessiva  dell'osso  è  sem- 
pre r  effetto  delle  eccitazioni  i'unzionali  che  ogni  osso 
riceve.  In  altre  parole  è  la  funzione  che  fa  l'organo  e 
così  la  direzione  delle  trabecole  ossee  indica  le  linee  di  tra- 
zione e  di  pressione  alle  quali  Tosso  è  sottoposto  funzio- 
nalmente, ossia  r  osso  ha  una  sua  propria  forma  fun- 
zionale. 

Secondo  V  autore  la  l'orma  generale  delle  ossa  è  tra- 
smessa per  ereditarietà  prima  che  sopravvengano  le 
diverse  eccitazioni  che  ne  determineranno  la  struttura  e 
la  forma  definitiva. 

Le  regole  generali  che  nelle  loro  grandi  linee  presie- 
dono air  architettura  normale  delle  ossa  sono  le  seguenti  : 
l."  Le  pressioni,  essendo  più  forti  alla  periferia  che 
al  centro,  il  tessuto  couipatto  è  distribuito  alla  periferia 
delle  ossa  lunghe,  egli  è  tanto  più  denso  quanto  [ùù  Tosso 
è  scavato  nel  suo  centro,  perchè  le  parti  ossee  che  occu- 
perebbero il  centro  non  riceverebbero  T  eccitamento  fun- 
zionale necessario  alla  loro  conservazione;  ne  risulta 
quindi  la  loro  atrofia  e  la  formazione  del  canale  midollare. 
2.'^  Quando  un  osso  presenta  una  curvatura  nor- 
male, la  pressione  è  più  forte  sulle  parti  concavo  che 
sulle  parti  convesse  ;  la  conseguenza,  secondo  (|uesta  legge, 
è  che  il  tessuto  compatto  presenta  sempre  uno  spessore 
più  grande  al  livello  della  concavità  della  curvatura.  La 
verifica  di  (piesto  fatto  è  facile  a  farsi  sul  collo  del  femore: 
la  lama  del  tessuto  compatto  della  sua  faccia  inferiore  è 
considerevolmente  ingrossata  ;  al  contrario,  essa  è  assotti- 
iifliata  sulla  convessità  del  collo. 

H,'*  I  tratti  ossei  trasv^^rsali,  sia  nelle  estremità,  sia 
nel  canale  midollare,  hanno  una  orientazione  definita,  la 
stessa  per  ciascun  genero  d'osso;  essa  indica  il  senso  di 


384  Chirurgia 


pressione  esteriore,  la  direzione  del  più  gran  sforzo  che 
si  rinnova  ad  ogni  movimento:  al  contrario,  i  tratti  osse 
che,  per  la  loro  direzione,  non  ricevono  che  un  eccita- 
mento e  un  impulso  funzionale  troppo  debole,  sono  col- 
piti d'atrofia.  La  disposizione  ben  nota  in  arcato  para- 
boliche dei  tratti  ossei  trasversali  spongiosi  neirestremilà 
superiore  del  femore  è  uua  conferma  particolarmente  evi- 
dente di  questa  regola  generale. 

Prendendo  punto  di  partenza  da  questo  regole  che  pre- 
siedono alla  formazione  normale  e  fisiologica  dello  ossa, 
l'autore,  richiamando  gli  studi  fatti  dal  Wolff  sul  mede- 
simo soggetto  si  propone  di  dimostrare  coir  aiuto  della 
radiogi^afia  stereoscopica  che  queste  leggi  fisse  si  ripetono 
anche  in  patologia  nella  formazione  dei  calli  ossei  succes- 
sivi a  frattura,  come  nell'adattamento  delle  deformità  ossee, 
quali  il  ginocchio  valgo,  le  scoliosi,    il    piede  piatto  ecc. 

Trattisi  quindi  di  ossa  normali  come  di  ossa  patolo- 
giche, la  forma  è  sempre  il  risultato  dello  funzioni  del- 
l'osso, ossia  la  risultante  delle  trazioni  e  pressioni  che 
l'osso  deve  funzionalmente  sopportare. 

Dallo  studio  delle  fratture  si  rilevano  (pieste  leggi  appli- 
plicato  anche  alla  formazione  dei  calli  ossei  di  ripara- 
zione spontanea.  Infatti  la  deposizione  della  sostanza 
ossea  di  nuova  formazione  si  verifica  più  intensa  dove  è 
maggiore  il  bisogno  :  e  se  l' osso  assumo  un  atteggia- 
mento curvo  od  angolare,  il  dei)osito  della  sostanza  ossea 
del  callo  si  fa  più  evidente  dalla  piirto  della  concavità. 

hj,  S. 

XII.  —  Subì HS8 azione  congenita  del  pugno  {malattìa  del 
Madelnng),  (E.  Kastor  -  «  licvue  de  (chirurgie  »  N.  8-9 
del  1907). 

L'A.  premette  che  questa  deformità  è  essenzialmente 
costituita  da  una  lussazione  più  o  meno  accentuata  del- 
l'uhm  air  indietro  e  da  una  curvatura  dell'estremo  infe- 
riore del  radio  a  concavità  anteriore;  sostiene  poi  che 
tale  deformità  non  curata  col  riposo  è  suscettibile  di  peg- 
gioramento progressivo  attribuibile  a  disordini  funzionali 
o  a  manovre  professionali. 

Dalla  rivista  sintetica  data  dall' A.  della  bibliografia 
concernente  lo  studio  di  (piesta  deformità  impropriamente 
dotta  malaltiii  di  Madolung,  esseudo  stnto  Jean  nel  1875 
il  primo  a  dare  hi  descrizioue  di  una  caso  di  doppia  lus- 


jfa- 


Malattia  di  Madelung  385 


sazìono  cougciiita  completa  del  radio  nelle  ossa  del  carpo, 
non  essendo  venuta  la  memoria  di  Madelung  che  nel 
1878,  vediamo  la  teoria  rachitica  del  carpo  curvo  nelle 
memorie  di  F'elix,  1884,  e  di  Duplay  nel  1885,  che  ne  pro- 
pone la  cura  mercè  l'osteotomia  lineare  del  radio,  teoria 
questa  che,  calorosameuto  sostenuta  da  Dellet  nel  1889  si 
trova  a  l'are  il  paio  colla  teoria  congenita  o  famigliare 
della  lesioue:  e  così  in  un  campo  e  neir  altro  si  segui- 
rono Redard  1892,  (Juépin  1892,  Malfuson  1894,  Ch.  Fere 
1896,  Jagot  1897,  Hoffa,  Clarko,  Hoyer  1899,  Gangol|)ho 
1899,  Max  David  1900,  De  Reyser  1901,  Kirmisson  1902, 
che  la  chiama  sublussazione  progressiva  del  polso,  rife- 
rendosi air  evoluzione  progressiva  della  deformità. 

Ardouin  con  un  caso  di  lussazione  congenita  del  polso, 
Charles  Rartkes  nel  1904,  Albcrtin  e  Ledere  nel  1905, 
Hauer  nel  1906. 

L'Autore,  richiamando  T attenzione  sul  fatto  che  ben 
11  casi  furouo  sicuramente  proclamati  di  origine  con- 
genita e  famigliare,  dice:  Io  credo  che  l'iiuportanza  del- 
l'influenza  ereditaria  s'imponga  dallo  studio  imparziale 
delle  accemiate  osservazioni,  certamente  che  questa  iu- 
llueuza  non  è  costante.  Ma  in  quale  malattia  congenita 
si  ha  l'eredità  come  costante? 

La  descrizione  delle  lesioni  proprie  costituenti  (|uesta 
deformità  è  dovuta  a  esami  necroscopici  di  Jean,  Dellet, 
Madelung,  Royet,  Berard  ed  a  esami  radiografici  di  Gan- 
golphe,  Ardouiu,  Aladie,  Poulsen,  Schultze,  Piollet  Sauer 
e  dell'Autore. 

IjC  maggiori  lesioni  sono  a  carico  dell'  ulna  e  riguar- 
dano la  lunghezza,  la  forma  ed  i  rapporti  suoi  col  carpo  : 
la  lunghezza  del  cubito  si  trova  diminuita  da  un  mezzo 
cm.  (De  Kerger)  a  8  cm.  (Aladies):  per  quanto  concerne 
la  forma  del  cubito,  in  tutti  i  casi  fu  osservato  sulla  fac- 
cia dorsale  del  polso  un  rialzo  considerev^ole  dovuto  ad 
ipertrofìa  e  lussazione  all' indietro  dell'estremo  inferiore 
dell'ulna.  Nei  casi  iu  cui  si  ha  considerevole  accorcia- 
mento dell'ulna  si  ha  pure  accorciamento  del  radio,  sì 
che  nella  malattia  di  Madelung  non  è  raro  esservi  diuii- 
uuzioue  di  lunghezza  dell'avambraccio  nel  suo  insieme, 
anzi  s])esso  (piesto  accorciamento  è  più  pronunciato  sul 
radio:  e  mentre  la  deformità  dell'estremo  inferiore  del- 
l'ulna si  risolve  iu  una  ipertrofia  più  o  meno  rilinaute, 
sull'estremo  inferiore  del  radio  a[)biamo  una  curva  a  con- 
cavità anteriore,  interessante  il  (piarto  o    terzo    inferiore 


B86  Chirurgia 


(leir  osso.  Discordi  sono  gli  autori  neirapprezzare  il  ^rado 
di  spostamento  o  lussazione,  mai  completa,  dell'  estreiuc 
inferiore  del  radio  sulle  ossa  del  carpo. 

Pure  minime  e  trascurabili  sono  le  alterazioni  di 
forma,  volume  e  ra])porti  dello  ossa  de)  carpo,  corno  pure 
quelle  delle  sinoviali  e  dei  muscoli;  piuttosto  rilevanti' 
può  essere  una  concomitante  deformità  della  mano,  che 
può  essere  ridotta  in  lunghezza  fino  di  2  cm. 

Hocentemente  Lenormant  (  Revue  d'  ()rtlwpédie^  1907, 
N.  l)dice,  parlando  della  malattia  di  Madelung:  indiscu- 
tibilmente l'incurvamento  del  radio  è  l'elemento  essen- 
ziale della  deformità:  tutto  il  resto,  protul>eranza  della 
testa  dell'ulna  o  deviazione  del  carpo  e  della  mano  dal 
lato  palmare,  sono  fatti  secondarii  a  questa  curvatura 
del  radio. 

Secondo  l'A.  -il  primo  fattore  etiologico  è  T eredità; 
e  infatti  (luesta  enunciazione  non  può  osseine  contestata: 
1."  Nel  caso  in  cui  più  membri  di  una  stessa  fami- 
glia siano  affetti  dalla  medesima  forma.  —  2."*  Nel  caso 
in  cui  la  deformità  apparve  senza  causa  tino  dalla 
prima  infanzia.  Su  85  casi  conosciuti  di  malattia  di 
.Madelung,  in  ben  5G  fu  riconosciuta  ereditaria  o  con- 
genita. Il  trauma  non  può,  secondo  V  A.,  essere  invo- 
cato come  fattore  etiologico  importante:  su  S5  casi  solo 
in  10  si  ebbe  un  trauuia  pregresso. 

Così  diciisi  circa  la  professione,  che  non  può  essere 
invocata  come  determinante  ;  su  85  casi  noti,  di  17  cono- 
sciamo le  professioni  esei*citate,  che  sono  le  più  di- 
si)arate. 

Duplay  e  Dellet  considerano  la  malattia  di  Madelung 
come  indubbiamente  di  natura  rachitica.  Fere  ne  dimo- 
stra la  singolare  frequenza  negli  epilettici,  28  volte  su 
148.  Circa  l'età,  secondo  l'autore  risulta  che  il  carpo  cur- 
vato è  una  malattia  dell'adolescenza.  Circa  il  sesso  la 
deformità  si  ha  quattro  volte  più  frequente  nelle  femmine 
che  nei  maschi. 

Circa  la  sede,  è  unilaterale  e  bilaterale  in  un  quinto 
dei  casi  unilaterali,  e  prevalentem(*nte  a  sinistra.  Se  bila- 
terale, raramente  simmetrica;  in  più  di  6  e  mezzo  dei 
casi  più  grave  a  destra.  L'A.,  pur  dicendosi  eclettico  nel- 
r  apprezzamento  delle  diverse  teorie  sulla  patogenesi  del 
cai'po  curvo,  ribadisce  l'origine  congenita  della  deformità 
e  pur  ainnietteudn  elic    possa  veuii*    posta  in  vista  o.  ag- 


—  _    i 


Malattia  di  Madelung.  887 


f-ravata  dal  trauma  o  dalla  speciale  attitudine  professio- 
nale che  viene  a  prendere  la  mano,  si  dice  in  certo  modo 
I)artigiano  della  teoria  traumatica,  come  non  disconosce 
la  proprietà  della  denominazione  data  da  Kirmisson  di 
siiblussazione  progressiva  del  polso,  ammettendo  che  la 
deformità  lasciata  a  sé  sia  suscettibile  di  progressivo 
peggioramento. 

Dà  poi  ragione  della  teoria  congenita  asserendo  : 
1."  La  deformità  non  è  che  la  esagerazione  di  una  dispo- 
sizione normale:  difatti  la  protuberanza  dell'ulna  nella 
faccia  dorsale  del  polso,  che  è  caratteristica  della  defor- 
mità in  parola,  è  più  o  meno  pronunciata  in  tutti,  e  [)er 
convincersene  basterà  guardare  un  polso  dal  lato  ulnare, 
e  ciò  spiega  come  spesso  tale  deformità  di  grado  non 
accentuato  possa  passare  inosservata;  dunque,  conchiude 
r  Autore:  la  sublussazione  del  cubito  all' indietro  che  si 
osserva  nei  casi  di  carpo  curvo  non  è  che  l'esagera- 
zione di  una  disposizione  normale. 

Ancora  la  curvatura  del  radio  in  avanti,  che  è,  dopo 
la  sublussazione  dell'ulna  all' indietro,  la  deformità  più 
importante  della  malattia  di  Madelung,  non  è  che  V  ac- 
centuazione di  una  disposizione  normale;  per  dimostrare 
ciò  r  A.  molto  ingegnosamente  sezionò  u\\  radio,  preso  a 
caso,  nel  senso  delle  lunghezze  e  sull'asse  anteroposte- 
riore  in  modo  di  avere  due  metà  del  radio,  che  applicate 
su  un  foglio  di  carta  per  la  loro  faccia  piana  e  disegnate 
davano  esattamente  il  contorno  del  radio  nella  parte  me- 
diana a  curvatura  anteriore  del  terzo  inferiore. 

2  **  La  malattia  di  Madelung  è  una  forma  congenita 
perchè  è  soventi  volte  ereditaria  Difatti  su  85  casi  rac- 
colti per  ben  80  volte  fu  riscontrata  nei  parenti  degli 
ammalati:  che  se  noi  poi  mettiamo  a  confronto  3  defor- 
mità congenite  frecpienti,  come  il  piede  torto  congenito, 
la  lussazione  dell'  anca  congenita,  il  labbro  leporino 
abbiamo  : 

Su  44  casi  di  piede  torto,  varo  equino  congenito,  si 
haiHio  2  soli  casi  nei  (puili  la  mahittia  venne  dnnostrata 
famigliare,  ossia  il  (4,4)  j)er  cento.  Su  27  casi  di  lussa- 
zione congenita  dell'anca  abbiamo  cinque  casi  noi  (piali 
si  può  invocare  la  malattia  famigliare,  ossia  il  IS  per 
cento.  Inline  su  15  casi  di  lubbro  leporino  al>biamo  un 
sol  caso  di  cui  può  venire  invocato  il  gentilizio,  (piindi 
il  (i  percento:  nella  malattia  di  Madelung  l'ere^litarietà 
può  essere  invocata  nel^U  per  cento  dei  casi. 


388  Chirurgia 


Ancora  nella  malattia  di  Madeluug  vediaiao  più  mciL- 
bri  di  una  stessa  famiglia  e  generazione  affetti  dalle  me- 
desimo deformità,  precisamente  come  si  ha  della  sindat- 
tilia,  che  è  una  forma  notoriamente  congenita. 

La  malattia  di  Madelung  è  dunque  veramente  una 
forma  famigliare  né  più  nò  meno  che  la  sindattilia;  cer- 
tamente che  in  un  buon  numero  di  casi  non  si  può  in- 
vocare r  ereditarietà,  ma  affinchè  una  deformità  possa 
essere  ammessa  nel  gruppo  delle  malattie  famigliari,  non 
è  poi  proprio  necessario  che  sia  fatalmente  ereditaria  : 
decisamente  però  se  vogliamo  ammettere  nelle  malattie 
famigliari  la  lussazione  congenita  ed  il  labbro  leporino, 
a  maggior  diritto  deve  trovarvi  posto  la  malattia  di  Ma- 
delung. 

Ji."*  La  malattia  di  Madelung  è  spesso  bilaterale,  in 
70  casi  su  85  osservati;  ossia  neir  8()  per  conto  il  car|>o 
curvo  aHligge  i  due  polsi. 

L' A.,   domandandosi   se  la  lesione   primitiva  iniziale 
caratterizzante  questa  deformità  sia  dovuta  ai  legamenti, 
alle  ossa,  od  ai    muscoli,    passa   in    rivista   le    differenti 
teorie  emesse  :   (juella  di   Busch  delle  contratture  museo- 
lari;  di  Malgaigne  del    rilasciamento   semplice  dei    lega- 
menti senza  altre  cause  organiche:  di  Rodard,  per  il  quale 
la  deformità  del  polso  ò  la  conseguenza  di  un  perturba- 
mento dell' accrescimento  e  funzioiuile  delle  cartilagini  di 
coniugazione  delle  ossa  dell'  avambraccio  alle  loro  estre- 
mità inferiori.    La    teoria    nervosa  di  Tripier  e  Felix,   la 
teoria  rachitica  di  S.  Duplay  e  Dellet,    la  teoria  trauma- 
tica propria  a  molti  autori;  viene  a  formulare  la  seguente 
conclusione:  1^  malattia  di  Madelung  è  costituita  danna 
lassezza  congenita  dell' articolazione    radio-cubitale    infe- 
riore che  appare  nella  prima  infanzia  senza  causa  occa- 
sionale o  al  momento    dell'  inizio    professionale  o  in  se- 
guito ad  un  minimo  traumatismo.  Quanto  ai  sintomi,  l'au- 
tore fa  notare  che:  osservando    un  carpo   curvo    mentre 
mano  ed  avambraccio  riposano  proni  su  di  un  piano,  fra 
la  superfìcie    superiore    della    mano  e  quella    dell'  avam- 
braccio esiste    un  disliv^ello  che    misurato  si  trov^a  oscil- 
lare da  1  cm.  a  2  e  mezzo  cm.    Di  più  il  diametro  aute- 
roposteriore    del    polso    è    considerevolmente    aumentato. 
L'asse  longitudinale  della    mano  può  non   ess<»r  deviato, 
ovv^ero  esserlo  ora  dal  lato  radiah^  ora  dal  lato  ulnare. 

Lsaminando  la  faccia  anteriore  del  jxjIso,  si  nota  gè- 


Atiilalfia  di  Madeluiiff 


jLL'ial monto  ima  spnrfjreiizn  ilei  tendini  Itcssnri,  coni 
pure  (iol  ^ando  e  i»Ìccolnj>alniare  o  dpi  cubitale  ai 
Irriorr.  * 

ÌjH  palpazione  non  fa  cho  conrermaro  qnantn  fn  fji 
rilevato  dall'ispezione.  Di  più  permette  di  apprezzare 
iiiotio  e  la   misura   secondo    i   quali    la   deformità  v-  coi 

I  sintomi  funzionali  possono  mancare,  come  posson 
ossero  rilevanti  si  <la  abolire  la  oapacitii  professional 
<]eli'  individuo.  (ìcneralniontc  si  ha  modificazione  do 
l'ampiezza  dei  movimenti  articolari:  la  llessinnc  pa 
mare  generalmente  mai  diminuita,  so  mai  aumentati 
e  per  le  medesimo  ragioni  spesso  ridotta  l'ostensioii 
dorsale. 

Intefrri  i  movimenti  di  lateralità  e  dì  pronazione,  <1 
miunita  lievomento  la  supinazione.  Si  possono  avere  dt 
lori  localizzati  spontanei  o  provocati  nei  tentativi  di  coi 
rezione  della  deformità.  Si  manifesta  talora  nella  prim 
infanzia,  rimanendo  stazionaria  per  tutta  la  vita,  alti 
volte,  come  Kirmisson  dimostrò,  apparo  nell' adoloscenz 
svìlnppandosi  per  ^adi  successivi.  La  prognosi  benìfiri] 
jier  i  casi  nei  quali  il  disturbo  funzionale  è  nullo  ò  d'n 
tra  parte  irrave  allorché  l' impotenza  funzionale  è  tu 
soluta. 

In  assenza  di  disturbi  funzionali  non  abbisofrna  1 
malattia  di  Madelnnif  dì  alcuna  cura:  quando  poro  i  <l 
sturbi  funzionali  esistano,  conviene  proporre  l'iutervenl 

dopo  avere  provato  i  metodi  palliativi,  ricorrere  sen; 
indugio  al  metodo  cruento,    tìeneral mente,  con  manovi 

<li  trazione  sulla  mano  e  di  coaptazione  sull' estremo  ii 
ferioro  dell'ulna  dall' indietro   all' avanti  e  sul   carpo   i 

senso  opposto,  riesce  facile  ottcnei-e  la  riduzione,  che  pei 

tosto,  cessata  la  pressione,  si  riproduce. 

Allo  scopo  di  impedirne  la  riproduzione  si  proposer 

diversi  apparecchi  a  {i^so,    im mobilizzando   la  mano  i 

llossione  dorsale,  (Madelunjf.  Kirmisson|. 

Tripier,    Hofl'a,    Hedar,    IJcIbet  si   scfirnirono  con  un 

serie  di  ap[>arecchi  ortopedici  diversi,  e  dei  più  in^o^nos 

ma  pur  sempre  palliativi;  cosi  il  massafrfrio,    l'elettricil 

trovarono  qui,  conio  rimcdii  coadiuvanti,  il  campo  a  larp 

npplicaziono,    specialmente    allorché    ora    preceduto    n 

trnitnia. 

Le  operazioni    proposte  sono;    la  tenototnia  (Muschj 


m)0  Chinirgia 


l'artrotomiìi  con  riduzione  a  cielo  aperto  (Berger);  Tosteo- 
tomia  lineare  obliqua  del  radio  (Poulsenj;  V  osteotomia 
cuneiforme  de»l  radio  (Delicati,  ed  ora  V osteotomia  lineare 
(ieir  ulna  proposta  dall'  F]astor,  della  quale  dà  niisiira- 
taniente  la  tecnica,  e  che  dichiara  preferibile  all'  osteo- 
tomia del  radio,  alla  (juale  potrà  i)ure  qualche  volt.a  as- 
sociarsi, quando  la  irravità  della  deformità  renda  necessaria 
l'osteotomia  delle  due  ossa  dell'avambraccio,  che  pure  viene 
ora  per  la  prima  volta  i)roposta  daH'A.acura  della  ma- 
lattia di  Madelung'. 

Kd    ecco    le    conclusi(nii  a   cui    sarebbero    venuti    ^li 
autori  : 

«  I.  La  malattia  del  Madelung*  è  costituita  da  una 
lassezza  consrenita  dell'articolazione  radio -ulnare  in- 
feriore. 

II.  Kssa  si  manifesterebbe  fin  dalla  prima  infanzia 
senza  causa  occasionale,  cioè  nell'occasione  di  un  nìiuinio 
traumatismo  accidentale. 

III.  Nei  casi  in  cui  essa  determina  un'impotenza 
funzionale,  è  indicato  di  intervenire  con  atto  operativo, 
e  dappoiché  la  deformità  interessa  più  particolarmente 
l'ulna,  è  indicato  di  praticare  l'osteotomia  dell' idna  a 
preferenza  dell'osteotomia  del  radio  ». 


XIII.      -   fjfissazioìif  (Ifir  osso    maìarr.    ('<    Kevue    de  (Chi- 
rurgie »,  11H)7,  \.  1^  10  Janvier  VMM). 

Partendo  da  un  caso  di  osservazione  personale,  nel 
(piale,  in  seguito  ad  un  trauma  della  faccia,  credettero 
poter  constatare  una  lussazione  dell'  osso  malare  con 
i  caratteri  propri  di  questa  rarissima  lesione,  asseri- 
scono il  Kiiss  ed  il  Okinczvc  che  il  caso  loro  è  ben  difl'e- 
rente  dalle  precedenti  osservazioni,  nelle  (|uali  si  tenne 
prevalentemente  conto  della  frattura  del  mascellare  supe- 
riore data  direttamente  da  infossamento  dell'osso  malare; 
essi  pensano  che  possa  esistere  una  vera  e  propria  lussa- 
zione dell'osso  Mìalare  caratterizzata  dalla  disgiunzione 
di  tutte  le  sinoviali  che  l'uniscono  al  cranio  da  una  parte 
ed  all'assieme»  della  faccia  dall'altra,  ma  che  questa  lus- 
sazione è  necessariamente  complicata. 


Kitioni  iiVi  Autori  si  pruoccupaniiio  s(;iii]n-i',  > 
torto,  dello  lesioni  <lpl  iiiascpllnre  superiore,  stantf 
(Ielle  oasorvRzioiii  del  gi'urrp  ili  'inesln  e  la  sCiirsji 
taiiza  attribuita  ai  traumi  di'll'osHo  iiiaNirc.  Dift 
iitiltoii  0  Lcforl  descrivono  so])rntiitto  le  losioiii 
scollare  siipcrìoni  successivo  a  traiiinfl  adenti 
tameiito  sulla  snporltcie  dell'ossn  malare,  t)ub: 
caso  simile  si  preoccitpa  sopratntto  delle  |xissil>ili 
del  nervo  soitnrhilario  successivo  a  questo  <[(•, 
trauma. 

Saiisoii,  linux,  Mal^ai^'ic  descrissero  le  fratt 
lussazioni  dell'osso  zigomatico:  alle  osservazioni  < 
si  a^giuiijfe  ofTgi  il  Cìiso  deg'li  Autori. 

Malgai^iie,  contro  l'opinione  di  Sansoit  clie  i 
una  vera  e  propria  lussazione  dell'osso  inalare,  i 
che  ogni  lussazione  di  quest'  osso  doveva  noe 
mente  essere  accompa^rnata  da  frattura,  ed  ii 
l'orzata  dis^iunzione  di  quest'osso  dal  mascellai 
l'iorc,  oonsegnenza  della  quale  è  la  penetrazione 
dal  seno  mascellare  nel  eelhilare  sottocutaneo,  pei 
in  realtà  la  frattura  possa  esser  limitata  a  picco 
menti  a  livello  delle  suture  disunite,  potrebbe 
annoverata  fra  le  iVatture.  Ma  queste  jesloni 
importanza  por  i  rapporti  assai  intimi  che  i] 
l'osso  inalare  al  mascellare  superiore  ed  all'antn 
o^uioro:  gli  .\utori,  quindi,  tenendo  conto  di(]uesta 
vogliono  dare  a  questa  lesione  il  nome  di  lui 
complicata.  Il  meccanismo  di  questa  lussazione  ! 
cbiaro  considerando  la  situazione  ed  i  rapporti  cb 
malaro  contrae  colle  ossa  orsive  e  col  resto  dellf 
unito  per  tre  apofisi  al  temporale,  allo  sfenoid 
frontale,  ha  delle  connessioni  abbastanza  estese 
sceliare  superiore,  conneasionl  che  occupano  la  i 
parie  della  sun  faccia  interna;  ma  questo  cout 
mascellare  superiore  riguarda  solo  la  metà  a 
della  faccia  inlerna,  rtuianendo  libera  la  metà  pc 
che  trova  solo  appoggio  con  un'npofisi  sull'eslren 
riore  dell'arcata  zigomatica.  Da  tali  cnusiderazii: 
toiniche  emergono  le  seguenti  deduzioni  patologi 
1."  L'infossamento  in  massa  del  malare  pe 
diretto  siUIa  sua  faccia  esterna  si  estri  use  choWi  i 
•  lontemente  dalla  risultarne  deformità  con  pun 
rosi  a  livello  di  ciascuno  dei  tre  angoli  articolari 


392  Chinirgia 


2."  Il  trauma  portato  sulla  metà  anteriore  delTosso 
malare  darà  sintomi  di  affondamento  con  frattura  del 
mascellare  superiore;  che  se  il  trauma  interessi  la  metà 
posteriore  oppure  Tan^Io  zigomatico,  il  malare  oscil- 
lerà secondo  il  suo  asse  verticale,  la  fnetà  posteriore  si 
affonderà  nella  fossa  temporale,  mentre  la  metà  ante- 
riore, staccandosi  dal  mascellare  superiore,  si  porterà  in 
avanti  ed  air  infuori,  ne  risulterà  una  proiezione  in  avanti 
ed  infuori  dell'angolo  anteriore,  od  orbitario  inferiore  del 
malare,  l'apertura  mag'g'iore  o  minore  del  seno  mascel- 
lare al  suo  apice  e  T abbassamento  dell'arco  zigomatico 
all'  indietro. 

ii.""  Il  trauma  può  colpire  l'osso  malare  non  paral- 
lelamente alla  sua  faccia  esterna,  ma  può  aversi  il  mas- 
simo di  pressione  all'angolo  suo  inferiore  e  all'angolo 
suo  posteriore  o  zigomatico. 

Allora  al  movimento  oscillatorio  si  può  aggiungere  un 
lieve  movimento  di  rotazione  sull'asse  perpendicolare  alle 
sue  faccio:  allora  l'angolo  anteriore  orbitario  non  sarà 
solo  proiettato  in  avanti  ed  infuori,  ma  pure  leggermente 
in  alto  o  in  basso;  uno  psostamento  simile  si  avrà  a 
livello  dell'angolo  posteriore  zigomatico,  che  sarà  depresso 
ma  nello  stesso  tempo  spostato  in  alto  o  in  basso.  Infine 
pure  l'angolo  superiore  od  orbitario  esterno  sarà  spostato 
sia  in  avanti  che  all'  esterno.  Tali  spostamenti,  interes- 
santi il  bordo  orbitario  inferiore  ed  esterno,  potranno 
essere  esattamente  misurati  per  le  modificazioni  corri- 
spondenti nelle  dimensioni  dei  due  grandi  diametri  della 
base  dell'orbita. 

Ebbene,  gli  Autori  trovano  la  conferma  di  questi 
differenti  modi  di  spostamento  tanto  nei  casi  di  lloux  e 
Malgaigne  come  nel  proprio. 

Sintomi:  Sintomi  comuni  ad  ogni  trauma  faccialo  o 
craniense  che  si  estrinsecano  con  i  segni  ordinarii  di 
una  commozione  cerebrale  più  o  meno  intensa,  stordi- 
menti, vomiti  al  momento  del  trauma  o  anche  nei  dì 
successivi  ;  vertigini,  coprostasi,  e  ritenzione  d' urina, 
come  osservarono  gli  Autori  nel  loro  caso.  All'  ispezione, 
i^razie  all'ecchimosi  esistente,  si  potrà  precisare  il  punto 
sul  quale  agì  il  traumatismo,  cosa  questa  importante  per 
differenziare  il  meccanismo  della  lussazione,  importante 
è  la  simmetria  facciale  risultante  da  cambiamenti  di  forma 
dell'orbita;  ancora  potremo  avere  delle  ecchimosi  sotto- 
congiuntivali. 


Calcificazione  della  pleura  393 


La  palpazione  ci  darà  conto  dei  punti  dolorosi,  del 
grado  di  spostamento  dell'osso  e  della  possibilità  o  meno 
di  una  mobilizzazione  e  riduzione  del  medesimo.  I  punti 
dolorosi  risiederanno  principalmente  ai  3  angoli  dell'osso 
nialare  che  hanno  perduto  i  loro  normali  rapporti  colle 
ossa  vicine:  dolore  che  si  avrà  puro  alla  pressione  diretta 
sull'osso  malare  per  i  movimenti  che  avrà  a  compiere 
su  esso:  ancora  [)otreuio  avere  dolore  spontaneo  nella 
masticazione  a  livello  del  massetere  e  del  muscolo  cro- 
tafiie,  dovuto  sia  alla  contusione  come  pure  ai  movimenti 
di  oscillazione  latti  fare  al  malare  per  la  contrazione 
specie  del  massetere.  Il  dolore  accusato  alla  pressione  del 
sottorbitario  è  dovuto  all'interessamento  del  mascellare 
superiore  per  l'incuneamento  in  esso  dell'osso  malare, 
per  il  quale  pure  successivamente  potremo  avere  enfisema 
sottocutaneo  da  lesione  del  seno  del  mascellare  superiore. 
A  questi  sintomi  primitivi,  oltre  l'enfisema,  possono  sopra- 
giungere iu  seguito  sintomi  di  infezione  per  propagazione 
di  germi  dalle  fosse  nasali. 

La  diagnosi  si  impone  quando  non  venga  mascherata 
da  preponderanti  lesioni  concomitanti  del  mascellare  su- 
periore, dovute  a  incuneamento  dell'osso  malare  in  esso. 
La  prognosi  sarà  legata  alle  concomitanti  lesioni  del  ma- 
scellare superiore  e  dell'antro  d'IIigmoro  più  che  proprio 
alla  lussazione  del  malare. 

Circa  la  cura,  sarà  semplice  se  subito  al  momento  del 
trauma  si  potrà  ottenere  la  riduzione  :  del  resto  in  tesi 
generale  è  escluso  ogni  intervento,  essendo  pericoloso  ogni 
atto  operativo  che  possa  aprire  l'antro  d'IIigmoro  o  au- 
mentare la  lesione  per  la  possibile  infezione  successiva: 
in  prevenzione  di  ogni  infezione,  andrà  curata  l'igiene 
delle  fosse  nasali  con  «lavature  antisettiche  ripetute  e 
sorvegliare  la  parte.  E.  S. 


XIV.  —  Della  calcificazione  della  plctwa  (Thvwiku  et  Uy, 
«  Revue  de  Chirurgie  *,  1907,  n.**  3). 


Una  recente  osservazione  diede  occasione  agli  Autori 
di  studiare  1' argomento.  Tratta  vasi  di  un  individuo  affetto 
da  empiema  cronico,  nel  quale  si  ebbe  uiui  pietrificazione 
completa  della  pleura  coqie    esito   della  jìrolungata  suj)- 

Ahnuakiu  dciisNTiKico  —  XLIV.  lMi 


H^A  Chirurgia 

purazioiio.  Louis  et  Ilayer  per  i  primi  parlarono  di  con- 
crezioni calcareo  nella  pleura;  Andrai  e  I^olstein  studian- 
done il  meccanismo  di  produzione,  parlarono  di  ossifica- 
zione morbosa  ;  Cruveilhicr  nel  1856  sostiene  e  dimostra 
la  differenza  esitente  fra  Tosso  o  lo  placche  ossifornii, 
linchò  Talamon,  in  una  preg-evolissima  memoria,  noi  1877, 
sostiene  :  trattarsi  di  una  infiltrazione  del  tessuto  di  gra- 
nulazione più  o  meno  rilev^ante  di  fosfato  tribasico  di 
calce  e  di  carbojiato  di  calce.  Talora  le  false  membrane, 
divenute  fibrose  e  perfino  cartilaginee,  possono  rivestire  tutUi 
la  pleura,  formando  una  specie  di  sacco  o  di  cavità 
inclusa  nella  sierosa.  Si  tratta  (jui  delle  cisti  pseudo-pleu- 
riche di  Valmant. 

Alle  volte  si  trova  (Ponsalion)  un  vero  cappuccio 
fibroso  applicato  sulla  faccia  esterna  del  polmone,  la  cui 
faccia  esterna  o  parietale  presenta  delle  doccie  e  rialzi 
obliqui  nel  senso  delle  coste  o  deg-li  spazi  intercostali: 
mentre  dalla  faccia  interna  o  sierosa  si  staccano  dei 
sopimenti,  vere  stalattiti  che  si  insinuano  poi  nei  lobi 
polmonari,  praticando  una  sezione  verticale.  Sulla  calcifi- 
cazione si  nota  neir  interno  una  cavità  costituita  dalle 
duo  parti,  la  quale  a  tratti  è  vuota  o  ricoperta  ijua  e  là 
da  tessuto  fibroso,  calciforme  o  gelatinoso.  1/ esistenza 
di  questa  cavità  è  ammessa  da  parecchi  autori  :  così  da 
Cornil,  Ramier  e  Senas. 

Altre  volte  la  calcificazione  non  interessa  tutUi  la 
pleura  localizzandosi  solo  a  certi  punti  della  sierosa  sotto 
forma  di  [dacché  salienti  multiple,  varie  |)er  dimensione, 
in  superficie  e  per  forma,  a  bordi  irregolari  dentellati  e 
sporgenti  oltre  1  cm.  dal  livello  della  suj)erficie  plenrale  : 
la  consistenza  di  queste  concrezioni  è  ragguardevole,  para- 
gonabile a  quella  dell'  osso,  e  danno  crepitazione  quando 
vengono  sfregate,  come  risuonano  sotto  i  colpi  di  uno 
specillo. 

Altre  volte  ancora  la  pietrificazione  si  presenta  sotto 
r  as])otto  di  aghi  o  stalattiti  calcaree  ap[)ese  alla  pleura 
ispessita  e  fibrosa.  Ancora  la  neoformazione  calcarea  può 
giacere  nel  mezzo  della  cavita  pleurica  (piasi  uno  pseudo 
seciuestro. 

Il  colore  delle  placche  è  vario  :  sui)erfìcialmente  sono 
()I)aline,  più  o  meno  opache  in  ragione  del  loro  spessore. 
Liscie  e  brillanti  nella  su[)erlicie  esterna,  sono  al  con- 
trario irreii'olari  dal  lato  dello  sierose. 


Cilidficazione  della  pi 

Ijo  sedi  <li  prcililuzìone  delle  forn 
il  diafcamiua  od  ii  centro  frenico, 
vicinanza  della  colonna  vertebrale  < 
costo  diaframmatico  :  solo  eccezìonal 
eapu ce i amento  di  tntto  il  polmone.  T 
t^eiiesi  della  calciticazioiie,  gli  autori  e 
r  una  dell' ossi  li  dizione  vera,  e  I'b 
dell' oi'g'anizzazione  delle  fosse  meuib 
e  invero  ogni  pleurite  cronica,  allon 
gione,  lascia  dietro  a  sé  dolio  traccie  d 
tessuto  iibroao  a  scarsa  vitalità  può 
certe  volte,  sotto  l' inllueiiz»  dj  causi 
sua  può  ancora  diminuire,  i  vasi  sci 
rii-c  od  il  tessuto  diventa  allora  sinii 
ginoso  che  si  nutre  per  imbibizioiio. 
secondario  delta  lesione,  ossia  carlil 
medio,  ai  quale  segue  il  terzo  stad 
dei  sali  calcarei,  cho  avviene  senza 
Come  avvenga  la  disposizione  dei 
stiono  controversa:  secondo  Unbler, 
la  calcificazione  è  un  deposito  fatto 
traverso  tessuti  iu  stato  necrobiotico  ; 
i  «ali  di  calce  si  depongono  aia  che  tre 
cellulare  delle  sostanze  eho  si  unisce 
tessuti  attraversati  dal  saujrne,  ossent 
non  siano  piti  sede  di  nnn  circolnzioii 
mitriti  vi. 

M.  fìautluoi'  studiò  ])in  da  vicino  il 
dolo  a  lincilo  che  avviene  nella  ealci 
osseo  ijorniale.  (Jlt imamente  gli  stud 
Schmiedeberg  e  (Ihahrié  dimostrare 
fondamentale  doli'  osso  e  della  carlilaj 
lidie,  salvo  la  presenza  in  quest'  ull 
droitiu-snlforico:  la  scomparsa  del  qua 
(Iella  cartilagine  ialina  può essercdiah 
cbimi^lKt  favoitiiili  ìl  deposito  dei  su 

Hiassumoudo,  ad [[mj uè, certe  modifi 
vitalità  del  tessuto  ]>m'o  siano  la  causi 
taziouo  dei  sali  di  calce. 

He  coudizìout  simili  si  riscontran 
dell'  organismo,  anche  là  si  faranno 
ed  eccii  come  possiamo  trovarli  nel 
od  e])atico,    nel    pericarditi,   nella   di 


■*•▼ 


B96  Chirurgia 

fatti  fecero  parlare  di  una  vera  e  propria  diatesi  cal- 
carea, d' un'anomalia  della  nutrizione  deviata  (I^bsteini. 
M.  Talamou  circa  la  produzione  dei  depositi  di  sali  di 
calce  concede  eg-uale  importanza  alle  cause  locali  e  g^ent»- 
rali  :  diminuzione  e  scomparsa  di  vitalità  dei  tessuti, 
eccesso  di  sali  di  calce  nei  liquidi.  Tali  sembrano  esser» 
le  due  condizioni  intime  più  importanti  della  calcifica- 
zione neir  economia  animale. 


Sintomi  e  diagnosi.  —  Le  piastre  calcaree  pleurali 
fiu'ono  finora  clinicamente  confuse  colle  pleuriti  croniche. 
Spesso  la  diagnosi  non  si  potè  compiere  che  grazie  a<l 
un  atto  operativo  o  alla  specillazione  di  una  fìstola: 
spesso  adunque  rimangono  latenti  e  vengono  sotto  il 
coltello  anatomico  per  decessi  dovuti  a  malattie  intei*cor- 
rent'  (Poubilon).  Da  ciò  emerge  la  possibile  esisteuzu 
di  alterazioni  ben  gravi  della  pleura  senza  che  alcun 
segno  acuto  richiami  (piivi  V  attenzione  del  clinico,  e  la 
maggior  parte  delle  osservazioni  sono  dovute  al  coltello 
anatomico.  A  volte  le  lesioni  della  sierosa  rimang-ono 
latenti  fnichè  una  malattia  intercorrente  viene  a  rive- 
larla air  osservatore,  provocando  un'  insufficienza  respi- 
ratoria. Da  tutto  questo  emerge  il  più  sovente  la  tra- 
sformazione calcarea  latente  o  pressoché  tale  ;  i  sintomi 
funzionali  e  fisici  che  si  possono  constatare  sono  quelli 
di  una  banale  pleurite  cronica  e  nulla  più:  il  malato 
l)rova  una  pena  alla  parte  i)reventiv^amente  lesa,  la 
dispnea  è  variabile,  spesso  anche  non  esiste  in  riposo, 
apparendo  solo  sotto  sforzi  violenti  ;  all'  esame  del  torac<' 
si  nota  una  retrazione  ed  una  immobilizzazione  più  o 
uKMio  accentuata  della  parete.  A  (piesto  livello  le  vibra- 
zioni sono  abolite  o  smorzate  ed  il  murmure  vescicolare 
assai  diminuito,  se  non  completamente  abolito. 

f^ronostiro.  —  Da  quanto  fu  detto  risulta  chela  calcifi- 
cazione è  lesione  liliale  alla  (piale  tende  la  sclerosi,  la  quale 
non  aggrav^a  il  pronostico  di  una  pleurite  cronica  comune, 
tanto  piiì  ([uando  la  cavità  sierosa  rimane  chiusa.  Lo 
stato  del  polmone  sottostante  è  afflitto  da  un  disturbo 
meccanico  di  grado  vario  che  può  dar  luogo  a  disturbi 
di  iudohi  circolatoria  :  che  se  al  contrario  per  una  intra- 
presa   toracotomia    la  sierosa   è  aperta,   ne    risulta    ima 


filiazioni  infraarficolari  Bl)7 


lìstoUi  in»»'uaiibile  fino  a  tanto  che  rimanga  il  minimo 
frammento  calcareo.  La  prognosi  è  in  ogni  modo  sotto- 
messa alla  dnrata  della  pregressa  snppnrazione. 

Cura.  —  Di  quante  osservazioni  gli  Antori  poterono 
raccogliere  tre  sole  furono  potute  osservare  in  vita  :  Pozzi, 
(jalszavicz  e  una  propria:  di  questi  tre  ammalati,  due 
sono  morti  in  seguito  all'intervento  operativo,  solo  T am- 
malato degli  Autori  sopravvisse,  ma  non  guarito,  l^o  scopo 
da  raggiungere  sarebbe  la  estirpazione  totale  della  ptarto 
calcificata,  qnal inique  no  sia  la  estensione.  Tale  compito 
sarà  facile  per  piastre  limitate,  facili  ad  essere  aggredite 
e  disimpegnate.  L' allnrgamento  della  parte  operativa 
parallelamente  e  perpendicolarmente  alle  coste  sarà  Tunica 
modificazione  da  apportarsi  alla  solita  toracotomia.  In 
presenza  di  una  corazza  involgente  tutto  il  polmone  si  può 
forse  parlare  di  un  intervento  totale  di  un  tratto?  Oli. 
autori,  prendendo  per  base  quanto  venne  da  loro  prati- 
cato nel  caso  riferito,  ritengono  consigliabile  e  preferi- 
bile a  grandi  atti  operativi,  quale  il  metodo  di  Schedo 
che  già  fallì  in  simili  casi  .nelle  mani  di  Qalszewicz,  di 
procedere  a  tappe,  asportando  di  volta  in  volta  (pianto 
è  possibile  e  quanto  venga  reso  accessibile  dalle  diverse 
traccie  aperte,  notan^lo  poi  che  *negli  intervalli  fra  le 
diverse  sedute*  d' interv^ento  operativo  andrà  molto  curato 
(»  controllato  lo  stato  generale,  la  nutrizione  del  paziente 
per  prevenire  e  curare  le  possibili  complicazioni. 

E.  Secciiu 


XV.    —    Le  iniesinn^fintraartlcolari  ed  i  punii  di  prurfra- 
zione  nelle  diverse  articolazioni. 


G.  Nardelli  sul  Policlinico  riassume  1<»  seguenti  con- 
clusioni di  (^(iìoi  {Joiirn.  deb'  Pratiriens}^  che  per  la  loro 
importanza  pratica  riportiamo: 

Articolazione  delV  anca.  —  Per  penetrare  nella  grande 
cavità  sinoviale  il  punto  d'elezione  si  trov^a  in  avanti,  al 
di  sotto  dell'arcata  crurale,  fra  il  muscolo  sartorio  e 
l'arteria  femorale.  Bisogna  infossare  l'ago  contro  il  bordo 
interno  del  sartorio  sulla  orizzontale  che  unisce  la  spina 
dól  pube  all'angolo  antero-superiore  del  gran  trocantere. 


3t)8  Chirurgia 


(rinocrfn'(K  —  Si  può  peiietmri?  sia  direttamente  nel- 
r  interlinea  da  og-iii  lato  della  punta  della  rotula  e  del 
legamento  rotuleo,  sfa  più  in  alto  nel  gran  cui  di  sacc»i 
sotto-rotuleo.  Si  ricordi  che  T  interlinea  corrispondo  ad 
un'  orizzontale  che  passi  per  la  punta,  chiamata  aiic))»> 
«  auarolo  inferiore  della  rotula  ».  Altri  due  punti  d'ac- 
cesso risiedono  ini  centimetro  al  disopra  ed  alT  esterno 
dei  due  angoli  superiori  della  rotula:  infossando  T  agn» 
in  questi  punti  si  cade  sul  prolungamento  sotto-tri  e  ipi  tale 
della  cavità  sinoviale.  K  precisamente  su  questo  ]iroliin- 
gamento  che  TA.  consiglia  di  fare  delle  iniezioni. 

Nel  caso  che  la  cavità  articolare  non  sia  libera,  ma  sia 
occupata  da  vecchi  tumori  bianchi,  può  accadere  che  il 
cui  di  sacco  sotto-tricipitale  sia  scomparso;  in  questo 
caso  bisogna  scegliere  come  via  d'accesso  l' interlinea 
articolare  a  lato  <lel  legamento  rotuleo. 

Collo  del  piede.  —  I^  vie  d'accesso  stanno  sulT  in- 
terlinea articolare,  sulle  facce  laterali.  Bisogna  adoperare 
degli  aghi  sottili  e  lunghi  per  raggiungere  l'articolazione. 

Per  facilitare  T introduzione  dell'ago  si  può  far  pi'o- 
tendere  l'angolo  interno  od  esterno  della  cavità  sinoviale 
portando  il  piede  risi>ettivamente  infuori  od  indentro. 

Spalla.  —  Vi  si  può  penetrare  per  due  vie: 

1.''  Dal  di  fuori,  caden<l(>  sul  cui  di  sacco  bicipitale 
delln  grande  sierosa; 

2.'  Dall' innanzi,   tra  i'ajiofìsi   coracoide  ed  il  capo 
lungo  del  bicioite. 

Là  via  dell' innanzi  è  preferibile;  l'apofisi  coracoide  si 
percepisce  facilmente  alla  parte  autero-interna  della  spalla. 
Dall' apolisi  coracoide  si  proceda  orizzontalmente  infuori, 
e  a  mezzo  centimetro  di  distanza  da  essa  nel  fanciullo  e 
ad  un  centimetro  nell'adulto,  si  conficchi  l'ago  dall' in- 
nanzi indietro  e  dall'alto  al  basso  lino  a  raggiungerò  la 
t(^sta  dell'omero  colla  punta  dell'ago:  la  testa  dell'omero 
si  sentirà  facilmente  facendo  muovere  il  braccio. 

(romito.  —  Vi  si  penetra  per  l' interlinea  radio-omerale 
(che  si  i)ercepisce  sul  bordo  esterno  del  gomito  impri- 
mendo dei  movimenti  di  roteazione  all'  avambraccio).  Vi 
si  penetra  anche,  e  di  preferenza,  infiggendo  l'ago  3-4 
millimetri  al  di  sopra  del  becco  dell' olecrano,  poiché 
questa  via  è  più  larga  e  piò  accessibile  e  si  riconosce 
con  certezza,  perchè  al  <li  sopra  di  esso  si  sciite  il  trici- 
pite teso. 


L'ernia  mntrale  mpfÌMììa  B99  - 

Pugno.  —  La  via  d'accesso  è  la  parto  mediana  del- 
l'interlinea.  Il  punto  medio  dell' interlinea  nell'adulto  si 
trova  a  6-7  millimetri  al  di  sopra  di  una  linea  diritta  che 
riunisco  le  due  apofisi  stiloidi  del  cubito  e  del  radio. 
Assai  spesso  in  caso  di  tubercolosi  si  percepiscono  sulla 
faccia  dorsale  della  mano  dei  rilievi  fungosi  sviluppatisi 
nel  cui/ di  sacco  della  sinovia:  allora  si  penetrerà  diret- 
tamente nella  cavità  infiff^endo  Ta^'o  su  tali  rilevatezze. 

E.  0. 

XVI.  —  fJ  Praia   più   frequente    ne W  infanzia   e  sito  si- 
(/ni/irato. 

Secondo  una  statistica  di  2600  casi  raccolti  dal  Corner, 
(American  Journ,  of  the  Medie.  Sciences)  la  varietà  più 
frequente  di  ernia  nelT infanzia  sarebbe  presentata  dal- 
l'ernia ventrale  mediana,  cioè  quella  compresa  tra  le 
porzioni  superiori  dei  retti  divaricati.  Essa  è  quasi  sempre 
acquisita  e  dipende  direttamente  dalla  pressione  dei  f^as 
sviluppatisi  per  la  fermentazione  intestinale. 

Più  il  bambino  è  giovane,  e  minore  è  il  tempo  ri- 
chiesto per  lo  sviluppo  di  un'ernia.  La  mera  presenza 
di  un'ernia  poco  tempo  dopo  la  nascita  non  sta  ad  indi- 
care che  l'ernia  sia  necessariamente  di  orio-ine  congenita; 
infatti  è  noto  che  nell'adulto  un'ernia  può  manifestarsi 
entro  lo  spazio  di  poche  ore  o  giorni. 

La  frequenza  dell'ernia  ventrale  mediana  cresce  con- 
siderevolmente dalla  nascita  per  raggiungere  il  suo  ina- 
ximuni  al  secondo  anno  di  età,  poi  diminuisce  fino  a 
divenire  rara  nell'età  adulta. 

(Qualsiasi  varietà  di  ernia  è  più  frequente  quando  è 
accompagnata  dall' ernia  ventrale  mediana,  che  (piando 
è  sola  o  associata  ad  altra  varietà. 

L'ernia  nndtipla,  sempre  secondo  la  statistica  riferita 
dal  (/orner,  sarebbe  più  fretpiente  nel  bambino  che  nel- 
l'adulto. E.  n. 

XVIL  —  (fura  chirurgica  dell'  enfisema  polmonare 

secondo  Freund. 

Il  dott.  C.  Brunetti  pubblica  nel  Policlinico  (Sezione 
lunatica,  1908  -  Fase.  ()|  su  questo  nuovo  quanto  interes- 
.sante  argomento,  una  importante  rivista  sintetica  che  ci 
sembra  qui  opportuno  di  riportare  integralmente. 


400  Chinirgia 


Verso  la  fine  dell'  anno  decorso  in  (xerinauia  e  in 
Francia  sono  stati  pnbblicati  alcnni  stndi  e  articoli  sulla 
possibilità  e  importanza  della  cnra  chirurgica  dell'  enfi- 
sema polmonare,  e  si  comnnicavano  inoltre  alcnni  risultati 
ottennti  sulF  nomo  con  detto  intervento. 

Oredo  (piindi  opportnno  esporre  in  breve  i  dati  e  le 
rag-ioni  che  hanno  sn^gerito  qnesto  atto  operativo  nella 
suddetta  affezione  di  pertiiìenza  medica. 

Il  Frennd  fin  dal  lHr)8-5*.),  in  seguito  ad  alcune  sue 
osservazioni  e  ricerche  sulle  cartilagini  costali,  attribuì 
alle  anomalie  o  alterazioni  di  esse  una  grande  impor- 
tanza nella  patogenesi  della  tubercolosi  apicale  e  di  alcuni 
casi  di  enfisema  polmonare. 

Nel  1901,  innanzi  la  Società  di  medicina  berlinese,  U 
Fremid  riprese  la  questione  dell'  importanza  della  stenosi 
del  l'apertura  superiore  del  torace  come  predisposizione  mec- 
canica alla  tubercolosi  degli  apici,  insistendo  sulla  rese- 
zione delle  cartilagini  costituenti  la  sommità  del  torace. 

Nel  ÌSHWì  l'autore  tornò  suU' argomento,  e  pubblicò 
un  caso  di  enfisema  operato:  nello  stesso  anno  venne 
alla  luco  un  lavoro  di  i\  Hart  in  seguito  a  ricerche  su 
cadaveri  nell'  Istituto  di  anatomia  patologica  di  Berlino. 
Con  quest'o  studio  sidle  cartilagini  costali  e  i  disturbi 
provenienti  dalle  loro  anomalie,  venivano  confermate  le 
ipotesi  sostenute  dal  Freund,  per  cui  V  argomento  si 
difTuse  e  non  tardarono  nel  ll)i)7  ad  aversi  pubblicazioni 
di  interventi  con  risultati  se  non  brillanti,  per  lo  meno 
soddisfacenti. 

Ma  prima  di  parlare  di  questo  voglio  esporre  lo  idee 
fondamentali  del  Freund.  Secondo  questo  autore  un  certo 
numero  di  enfisemi  non  sono  di  origine  polmonare,  ma 
parietale,  perchè  la  cassa  toracica,  alterata  e  deformata 
in  corrispondenza  delle  cartilagini  costali ,  ostacola  o 
impedisce  il  movimento  dei  polmoni  in  essa  contenuti. 
Le  cartilagini  in  tali  casi  si  presentano  ingrossate,  defor- 
mate, di  colorito  giallo  sporco,  con  delle  cavità  più  o 
meno  grandi,  indurite  in  modo  tale,  da  perdere  totalmente 
la  loro  elasticità.  Infiggendo  in  esse  un  ago  si  senio  una 
crepitazione  speciale. 

So  le  alterazioni  sono  unilaterali,  lo  sterno  verrà  spinto 
in  fuori  e  verso  il  lato  sano;  se  iuv^ece  sono  bilaterali, 
esso  verrà  sollevato  in  fuori  e  in  alto,  perdendo  i  movi- 
menti normali  respiratori.  Le  coste  vengono  (juindi  a 
trovarsi  tra  due  punti  fissi  :  la  cartilagine,  divenuta  rigida, 


J  *■  I 


Cura  chii'Hrfjica  deli'  enfisema  401 


anteriorineiite,  e  la  colonna  vertebrale  indietro,  perciò  si 
sollevano  e  si  mettono  in  attitndine  inspiratoria,  fissan- 
dosi sempre  più  in  qnesta  posizione  viziata:  il  torace 
prende  allora  la  forma  a  botte  presentando  nno  stato  di 
dilatazione  inspiratoria  permanente  e  ridncendo  al  ììììnÌ' 
mitm  ì  movimenti  respiratori. 

Qnesta  deformità  cartilaginea  soprairgiainge  a  tntte  le 
età  dopo  i  10  anni,  colpendo  innanzi  tntto  la  seconda  e 
terza  cartilagine  destra  più  frequentemente  che  a  sini- 
stra, estendendosi  poi  progressivamente  alle  restanti  :  la 
prima  cartilagine  in  genere  ò  colpita  per  ultimo.  Lo  alte- 
razioni dette  possono  os.sero  circoscritte  hnigamente , 
«landò  luogo  a  deformità  localizzate,  (V  apparenza  scolio- 
tica,  per  poi  diffondersi  (forma  parziale  proffressiva  del 
torace  rigido)^  e  questo  si  osserva  specialmente  nei  sog- 
getti giovani.  In  altri  casi,  e  sopratutto  negli  anziani,  le 
cartilagini  si  alterano  tutte,  o  quasi,  allo  stesso  tempo, 
dando  il  torace  rigido  totale. 

In  seguito  a  tali  alterazioni  i  muscoli  espiratori  acces- 
sori, specialmente  il  triangolare  dello  sterno,  si  ipertro- 
fizzano  e  disegnano  sotto  la  cute  il  loro  profilo  in  ciascun 
atto  respiratorio:  il  diaframma  perde  la  sua  tonicità, 
diviene  meno  convesso  e  a  lungo  andare  si  atrofizza  e 
degenera. 

In  queste  casse  toraciche,  dilatate  in  tutti  i  sensi,  che 
non  si  prestano  più  al  giuoco  del  ritmo  respiratorio,  i 
polmoni  si  distendono  a  poco  a  poco,  producendosi  1'  enfi- 
sema alveolare.  Esso  si  mostra  prima  ai  bordi  e  sulla 
faccia  esterna  del  polmone,  località  ove  si  esercita  più 
attivamente  l'inspirazione.  Mediante  T  esame  radioscopico 
è  permesso  di  constatare  sul  vivo  le  deformità  delle  car- 
tilagini, r  immobilità  relativa  della  parete,  V  indebolimento 
e  la  scarsa  tensione  del  diaframma. 

Ma  non  tutti  gli  enfisemi  polmonari  ripetono  questa 
origine,  perchè  ve  ne  sono  di  quelli  che  attivamente 
dilatano  il  torace  e  lo  fissano  in  posizione  inspiratoria. 
In  tali  casi  all'  autopsia  si  osserva  che  i  polmoni  ven- 
gono fuori  e  sporgono  dall'  apertura  del  torace  :  tale  fatto 
è  stato  riscontrato  dal  Fround  allorquando  esistevano 
alterazioni  nell'albero  bronchiale  tali  da  costituire  una 
valvola  che  permetteva  V  ingresso  e  non  la  fuoriuscita 
dell'  aria,  producendosi  ini  enfisema  interstiziale  da  rot- 
tura del  parenchima. 


■L' 


402  Chirurgia 

Invece  neir  enfisema  da  rigidità  toracica,  i  polmoni, 
quando  la  gabbia  toracica  viene  aperta,  si  afflosciano  pin 
o  meno. 

Secondo  Freund  dette  alterazioni  cartilaginee  sareb- 
bero r  esponente  di  una  senilità  precoce. 

La  conclusione  pratica  di  queste  osservazioni  è  che 
sezionando  sui  cadaveri  queste  cartilagini,  le  costo,  dive- 
nute libere,  si  abbassano  mettendosi  in  attitudine  espi- 
ratoria: eseguendo  lo  stesso  sul  vivo  e  per  un  numero 
sufficiente  di  cartilagini,  il  torace,  da  prima  dilatato  e 
rigido,  si  renderà  di  nuovo  mobile  e  gli  accidenti  della 
dilatazione  secondaria  dei  polmoni,  si  attenueranno. 

Tale  è  il  principio  fondamentale  dell'  operazione,  la 
(|uale  indubbiamente  è  razionale  e  logica,  ma  è  ben  noto 
che  l'applicazione  delle  formule  più  razionali  e  logiche 
non  sempre  acquista  neir  nomo  quel  valore  che  da 
essa  si  aspettava.  Per  la  questione  presente  non  si  cono- 
scono che  (juattro  casi,  del  tutto  recenti,  i  quali  i>ertanto 
forniscono  dei  dati  molto  interessanti  per  giustificare  altri 
interventi  sulT  uomo. 


Il  primo  caso  è  stato  pubblicato  dal  Freund  stesso 
nel  UMKi;  si  trattava  di  un  uomo  ili  4G  anni  la  cui  capa- 
cità vitale  era  ridotta  a  S(M)  cmc,  aveva  inoltre  accessi 
dispnoici  intensi,  abbondantissimo  espettorato  muco-sali- 
vare, oitopnea,  edemi,  dilatazione  cardiaca,  irregolarità 
del  polso,  albuminuria,  cianosi  intensa;  neir  inspirazione 
forzata  il  torace  si  dilatava  di  soli  2  centimetri. 

Il  prof.  Hildebrand  praticò,  con  V  anestesia  locale,  la 
resezione  delle  2-8  cartilagini  costali  destre:  le  parti 
asj)ortate,  della  lunghezza  di  circa  un  centimetro  e  mezzo, 
erano  voluminose,  giallo  brunastre.  Le  coste  corrispon- 
denti si  posero  in  posizione  espiratoria,  muovendosi  com- 
l)letamente  negli  atti  respiratori,  di  modo  che  i  fenomeni 
gravi  asfìttici  per  cui  si  intervenne,  scomparvero,  e  circa 
un  mese  dopo  V  ammalato  stesso  richiese  la  medesima 
operazione  anche  dal  lato  sinistro. 

Infatti  venne  eseguita  la  resezione  della  seconda,  terza 
e  quarta  cartilagine  costale,  dopo  di  che,  circa  due  mesi 
dopo,  il  paziente  presentava  respirazione  profonda  e  tran- 
(piilla,  edemi  notevolmente  diminuiti,  capacità  vitale  salita 
a  1400  cmc.  ;  stato   generale    migliore,    V  infermo  poteva 


Cura  chinirgirn  doW  PTìfiseina  40R 


riposare»  nel  lotto,  mentre  da  10  anni  era  costretto  a  pas- 
sare le  notti  sn  una  poltrona.  Con  la  radioscopia  si  pote- 
vano osservare  i  movimenti  delle  coste  operate. 

La  riuscita  di  questo  caso  non  poteva  essere  molto 
brillante  a  causa  della  dilattizione  del  cuore  e  delle  altre 
complicazioni  già  esistenti.  Invece  nel  caso  del  Mohr 
(1^M)7),  i  risultati  furono  migliori  per  le  condizioni  del 
soggetto. 

Si  trattava  di  un  individuo  di  40  anni,  lavoratore  di 
vetro,  il  quale  da  cinque  anni  soffriva  di  un  enfisema  di 
alto  grado,  con  dispnea  intensa  e  rumorosa,  per  le  quali 
condizioni  le  cure  medicamentose  Jion  avevano  alcun 
effetto. 

A  quest*  individuo  neir  aprile  furono  asportate  prima 
a  destra,  e  qualche  settimana  dopo  a  sinistra,  le  cartila- 
gini dalla  seconda  alla  quinta.  Tale  resezione  estesa  per 
circa  8  centimetri,  fece  riconoscere  la  sostanza  fonda- 
mentale torbida  ed  alterata.  In  seguilo  a  tali  operazioni 
il  respiro  riprese  il  tipo  normale,  gli  accessi  di  dispnea 
e  di  soffocazione  scomparvero,  il  torace  nell'  inspirazione 
si  ampliava  di  5  centimetri.  Alla  fine  del  giugno  il  pa- 
ziente fu  presentato  alT  Associazione  medica  di  Halle  evi- 
dentemente in  discrete  condizioni  di  salute. 

11  terzo  caso,  pubblicato  da  Paessler  e  Seidel  (H)()7) 
era  nelle  condizioni  \m\  favorevoli  per  V  intervento,  non 
presentando  ne  dilatazione  cardiaca  uè  albuminuria;  me- 
diante r  oi)erazione  il  paziente,  da  una  invalidità  per- 
manente» è  tornato  alle  sue  occupazioni.  Il  torace»  era 
assolutamente  rigido  e  immobile,  il  minimo  sforzo  o  la 
deambulazione  di  5-10  minuti  gli  provocavano  una  dispnea 
così  intensa   per    cui    era   obbligato  a  fermarsi  e  sedere. 

Air  esame  obbiettivo,  con  la  palpazione  si  sentivano 
le  cartilagini  costali  incurvate  in  fuori,  fisse,  senza  la 
minima  elasticità;  i  limiti  inferiori  dei  polmoni  scorrevano 
appena  di  un  centimetro.  Con  la  narcosi  cloroformica, 
me<lìante  un'  incisione  verticale  parallela  al  bordo  destro 
dello  sterno,  dalla  clavicola  alla  sesta  costola,  furono 
resecate  le  prime  cinque  cartilagini  costali,  per  1  \/\  2  cm., 
servendosi  della  sega  di  Gigli.  In  tal  modo  le  coste  cor- 
rispondenti si  abbassarono  e  ripresero  il  giuoco  del  ritmo 
respiratorio:  il  gran  pettorale,  che  era  stato  sezionato, 
venne  suturato  e  la  ferita  cutanea  chiusa  per  prima  inten- 
zione. Air  uscita  dair  Ospedale  il  paziente  presentava 
appiattimento  della  metà  destra  del    torace,    con    depres- 


iinistorimli- :  il  lattj  siiiititni  ni  iiiik)vi.'v«  poco,  il 
invece  ftiupiHnieiile,  aiiiiicntaii<lii   <li    ~t  centimetri 

r  inspipiizione  n  livello  ileija  circonferenza  ilellii 
Ila.  I  limiti  inTerinri  del  polmone  ciirris|)(>ndevan(> 
ti  al  bordn  superiore  della  setlimti  cosln,  in  dietro 
9cima  vertebra  dorsale,  essi  risalivano  di  I  |/,  cm. 

r  espirazione. 
■iturbi   pospiratori   ccssanmo   del   tutto,    l' operato 
salire   fino   al    terzo    piano   wenza    fatica   e  senzi» 
:  in  mia  parola  l' individue  fu  in  ^ado  di  toninro 
•n  0  r  invalidila  seomparvo. 

juarto  caso  i;  stato  pubblicato  dallo  Stieda  Idìcem- 
7):  la  storia  riguarda  nn  individnn  di  51  anni, 
circa  3  anni  sì   lagnava   di    brevìlà   di    respiro  e 

di    dis]niea,  per  cui  ora  costretto  a  sospendere  il 

nel  tfi'i^'io  "■  ^-  l' infermo  si  trovava  a  tal  punto 
I  poteva  compiere  piò  di  "20  possi  senza  fermarsi 
,  le  scale  con  grandi  sforzi  e  stenti.  La  loaeg-ior 
ella  notte  era  coslrello  a  passarla  seduto  su  una 
eiiza  die  alcun  niedieantento  potesse  alleviare  i 
iturhi.  Air  esame  ilei  paziente  sì  osservava  che  i 
liti  l'espiratori  erano  ridolti  al  minimum,  io  carti- 
ostali  si  palliavano  inirrossafe,  convesso  ed  ìnela- 
inarfì'ini  polmonari  abbassati,  aia  cardiaca  coperta, 
allo  estremità,  non  eiloiiii,  urine  normali, 
luglio,  sotto  narcosi  clomformica,  vennero  resecate 
destra  clie  a  sinistra  la  2."  il."  e  4'''  cartilagine  per 
ijiliezza  di  2-H  cni.  :  nei  triorni  snccessivi  il  respiro 
ormale,  il  torace  si  espauilisva  notevolmente,  l'opo- 
sentiva  mollo  sollevato,  alta  fine  dell'agosto  i] 
)  presentava  escnrsioni    respiratorie  piiì    ampie,  i 

polmonari  si  erano  ridotti  e  ^i  sollevavano  di 
.'aia  cardiaca  tornò  iionnale,  durante  la  notte  il 
3  riposava  tranquillamente,  bi  deambulazione  di- 
lossibile. 


iene  il  tempo  trascorso  dall'esecuzione  di  cpieste 
)ni   sia  tropjio  breve  por  dm'ne  un  sereno  giudizio 

i  possa  parlare  di  jfuarigione,  tiitlavia  non  si  può 
ìcere  mi  miglioramentf)  dì  notevole  importanza,  in 
nii  di  specifile  gravila,  a  cui  la  medicina  non  ])nò 


Cura  chirurgica  delV  enfisemm  405 


E  fuori  dubbio  che  1'  escissione  delle  cartilagini  costali 
rende  la  mobilità  respiratoria  al  torace,  aumenta  la  capa- 
cità vitale,  fa  cessare  1'  angoscia  e  gli  accidenti  asfittici 
minacciosi  por  la  vita. 

Tali  sono  i  vantaggi,  per  ora  indiscussi,  otteiniti  me- 
diante un  atto  operativo  semplicissimo. 

Il  Klemperer  (gennaio  190S),  riassumendo  i  casi  sopra 
riportati,  li  fa  seguire  da  alcune  considerazioni  degne  di 
essere  conosciute.  P]gli  riconosce  il  merito  indiscutibile 
deir  operazione  del  Freund,  la  sua  facile  esecuzione  e  la 
completa  assenza  di  pericoli,  aiìcorchè  esistano  altera- 
zioni secondarie  del  cuore  e  dei  reni. 

I  buoni  risultati  ottenuti  però  non  provano  in  modo 
assoluto  la  teoria  del  Freund,  che  lo  enfisema  sia  conse- 
guenza di  alterazioni  primarie  del  torace. 

Per  il  Klemperer  V  enlisema  alveolare  essenziale  riposa 
su  cause  meccaniche  dipendenti  da  persistente  elevata 
pressione  inspiratola  o(l  espiratoria,  su  cause  dinamiche 
dipendendenti  da  alterazioni  primarie  del  parenchima 
polmonare. 

Non  è  in  v^«'run  modo  assodato  che  le  inspirazioni 
forzate  conducano  per  se  sole  a  enfisema,  infatti  è  messo 
in  dubbio  il  cosi  detto  enfisema  dei  suonatori  di  stru- 
menti a  fiato  e  dei  soffiatori  di  vetro.  Invece  più  dannosa 
e  più  evidente  risalta  V  importanza  delle  difficoltà  espi- 
ratorie come  neir  asma,  nelle  bronchiti  croniche,  ecc.  A 
(pieste  condizioni  vainio  aggiunti  i  disturbi  nutritivi,  le 
lesioni  del  parenchima  [mlmonare,  V  eredità  ecc.  che  con- 
tribuiscono a  dare  la  dilatazione  e  rigidità  del  torace. 

Riguardo  le  modalità  operative,  si  può  adoperare  l'ane- 
stesia locale,  o  meglio  T  anestesia  g(»nerale,  (piando  sia 
permessa  dalle  condizioni  del  cuore.  L' incisione  cutanea 
va  fatta  parallela  al  bordo  sternale,  distante  da  esso  un 
dito,  estendendosi  dalla  clavicola  in  giù,  più  o  meno  in 
basso,  a  seconda  del  numero  delle  cartilagini  che  si 
vogliono  resecare.  Invece  di  incidere  il  muscolo  pettorale, 
si  possono  dissociare  le  sue  fibre  in  corris])ondenza  delle 
cartilagini,  mettendole  a  nudo  per  una  larghezza  sufTì- 
ciente.  Poi  viene  inciso  il  pericondrio,  lo  si  scolla  con 
molta  cura,  specialmente  alF  indietro,  per  non  ledere  la 
pleura  e  V  ai*t(M"ia  mammaria  interna.  (Questi  sono  i  soli 
pericoli  (Iella  operazione.  Il  Seidel  ha  adop(»rato  la  sega 
di  digli,  (m1  infatti  i^ssa  risponde;  bene  al  caso,  sia  perche' 
le  cartilagini  spesso  sono  ossificate,  sia  perchè  esegue 
rapidamente  ed  elegantemente  il  suo  compito. 


Mi  Chirurgia 

1,0  eoslolc  non  vanno  toccato  perchè  sulla  faceiii  pn>- 
fondu  di  C8B0  si  inserisce  il  muscolo  triang:oliirc  dello 
sturilo,  die  è  nn  muscolo  eapiratorc. 

l'I  sperabile  che  o^^i,  in  grazia  dei  casi  noti,  tale  intur- 
otti  favorevoli, non  presentanti 
;e  n  ili  alti'i  orfani,  per  |>nler 
di  questo  intervento. 
>isofi;iia  assicurarsi  elio  vora- 
1  torace  mediaiito  la  misura- 
vi siano  le  alterazioni  carat- 
e  elio  sia   oscillila   l'esistenza 


riiicipio,  il  Fri'iind  accusa  le 
'.t'.  prime  coste  come  elementcì 
3Ì  degli  apici  polmonari.  Infatti, 
te  una  rigidità  o  aiif^ustia  del- 
ce,  per  cui  la  cnpola  del  pol- 
eramenti',  si  aerea  male  e  la 
lille.  Per  impedire  questo  locus 
iiisiglia,  alle  prime  minacce  e 
i  di  Kncb,  la  resezione  e  la 
cartilagine  costale,  di  modo 
ì  nutrirsi  meglio.  Queste  idee 
elio  in  un  altro  lavoro  rccoiito 
ìsa  opinione  si  dichiara  anche 
ali    di    (jinwto   intervento  non 


.ceinhre  m07),  ha  comunicato 
aver  eseguito  per  primo  la 
costola  ili  un  caso  di  tubei-eo- 
>a  di  tornare  suU' argomento 
•:  ì  risultati.  K.  V. 


Irri.  itjilm'iii-ift  roor  geiittcìt- 
nllimi  giurili  una  importanti 
'o  melodi)  di  esame  delle  vie 
imo  lieti  di  puter  tenero  conto 
ipicst'niiii». 


■»■  Il 


Nuovo  esame  del  tubo  digerente  407 


È  noto  che  corpi  estrauei  anche  voluminosi  possono 
senza  danno  attraversare  noir  uomo  e  negli  animali  (tranne 
i  ruminanti)  V  intero  tubo  gastroenterico,  anche  all'  infuori 
dei  residui  e  delle  scorie  che  si  trovano  negli  alimenti. 
(  aggetti  sottili  e  flessibili  (ad  esempio  un  pQzzo  di  corda) 
possojio  percorrere  il  tubo  digerente  in  grazia  dei  movi- 
menti peristaltici. 

Sopra  tale  concetto  è  appunto  basato  il  nuovo  metodo 
a  cui  accenniamo,  e  che  lo  Scheltema  chiama,  ^  metodo 
della  permeazione  ». 

Egli  prende  un  sottile  tubo  di  gomma  elastica  a  cui 
applica  inferiormente  un  pozzo  di  alluminio  o  di  altro 
metallo,  che  egli  chiama  guida  o  pilota,  e  che  può  essere 
seguito  lungo  il  suo  decorso  per  mezzo  dei  raggi  X, 
ovvero,  adoperando  un  pilota  di  ferro,  por  mezzo  di  un 
ago  magnetico  assai  sensìbile. 

Dopo  numerose  esperienze  fatto  su  animali,  egli  sta- 
bilì i  fatti  seguenti: 

1."  Qualunque  tratto  del  tubo  gastroenterico  è  acces- 
sibile per  mezzo  di  un  tubo  di  gomma  a  liquidi,  gas  e 
medicamenti,  che  possono  esservi  trasportati; 

2.''  Misurando  il  tubo  di  gomma  introdotto  e  con- 
tiM^llando  la  posizione  occui>ata  dalla  guida,  si  })uò  deter- 
minare il  tratto  a  cui  è  giunto  il  tubo  di  gomma; 

3."  Il  contenuto  dell'  ileo  è  spesso  spinto  dal  basso 
in  alto; 

4."  Lunghi  tubi  o  cordicelle  pobte  lungo  V  intero 
canale  intestinale  non  vi  producono  inconvenienti. 

La  tecnica  indicata  dallo  Scheltema  è  la  seguente:  si 
unge  con  olio,  vaselina  o  glicerina  un  tubo  lungo,  sot- 
tile e  flessibile  che  porta  ogni  50  centimetri  una  lista- 
rella  di  taffetas  e  che  viene  introdotto  nel  faringe  pel 
naso,  dopo  avervi  praticato  qualche  i)iccolo  foro.  Per 
mezzo  di  una  pinza  o  con  uncino  smusso  il  capo  intro- 
dotto dal  naso  viene  estratto  dalla  bocca  per  infilarvi  un 
pezzo  di  alluminio  (servendosi  poi  dei  raggi  X)  o  qualche 
sfera  da  bicicletta  (servendosi  dell'  ago  magnetico).  Dopo 
di  ciò  lo  si  introduce  nell'  esofago  Anche  esso  giunge 
nello  stomaco,  ed  in  questo  momento  si  fissa  il  tubo  al- 
l' ala  del  naso  per  mezzo  di  talfetas.  Trascorse  circa  sei  ore 
si  dà  all'  infermo  cibo  voluminoso,  durante  la  digestione 
del  (piale  il  tid)o  scende.  (Qualora  si  debbano  fare  iikhIì- 
cature  in  una  porzione  del  canale  gastroenterico,  si  intro- 
ducono le  sostanze  medicamentose  con   una  siringa   per 


.'crso  del  quale  sì  avrà  cura  di  fiir 
.aiitn   dal   liquido  onde   [uautencrli' 

to  curativo  si  toglie  il  tubo  in  pros- 
ià  ini   purgante,  che   trascina   spc<> 

\ov&ì  dell' intestino  si  inti-oduci-  nel 
iiì}ia  una  poltiglia  di  bismuto,  <ira- 
ponuudo  poi  il  paziento  alla   radio- 

)  .Schcltuma  è  riuscito  a  dcteruiiuar*- 
ari  traiti  del  tubo  digerente;  a  pov- 
la  sedo  precisa  ove  essi  debbou" 
ice  la  situazione  o  le  anomalie  di'l 
iclio  a  constatare  la  presenza  e  Iased>' 
tostino,  che  tubi  con  guido  di  dìa- 
3  crescente  possono  anche  curare. 
ntTerti  dal  metodo  (assai  facile  ed  albi 
IO  secondo  l'Autora)  alti'ì  )iossuni> 
ad  va.  inni  esatta  localizzazione  di 

E.   t!AVAZ)!A. 


IX.  -  Ingegnerìa  civile  e  lavorì  pubblici 

deiring.  Cbcilio  Arpesani  in  Milano 


I.   —  Il  Palazzo  della  Ragione  in  Milano, 

Le  condizioni  statiche  dello  storico  palazzo,  nel  quale 
ha  sede  attualmente  V  Archivio  Notarile,  da  qualche  tempo 
destano  apprensione,  così  che  si  credette  necessario  ap- 
plicare ad  alcuni  archi  delle  armature  in  legname,  nel- 
1^ attesa  di  più  stabili  e  definitivi  provvedimenti  che  si 
stanno  ora  studiando  dall' Ufficio  tecnico  del  Comune,  e 
dall'Ufficio  Regionale  dei  Monumenti.  Una  monografia 
in  argomento,  pubblicata  da  quest'ultimo,  riassume  le 
vicende  del  prezioso  edificio,  e  i  fatti,  le  constatazioni,  i 
voti  che  vi  si  riferiscono. 

Il  palazzo  della  Ragione,  che  sorge  isolato  in  Piazza 
dei  Mercanti,  collegato  solo  air  edifìcio  occidentale  della 
piazza  dal  corridoio  che  mette  al  piano  superiore,  venne 
eretto  nel  1228  dal  Consiglio  (ìrenerale  del  Comune,  per 
le  proprie  assembleo,  ed  ora  costituito,  come  il  suo  coevo 
di  Monza,  V  Arengario^  da  un  porticato  aperto  a  terreno, 
e  da  un  solo  piano  superiore.  Nel  1771,  all'epoca  di 
Maria  Teresa,  V  edificio  venne  sopraelevato,  per  aumentare 
la  capacità  del  grande  salone  destinato  agli  archivi, 
creando  una  goffa  e  stridente  stonatura  col  piano  infe- 
riore, e  vennero  pure  sostituite  le  attuali  volte  a  vela, 
alla  robusta  travatura  in  legno,  che  prima  reggeva  il 
pavimento  superiore,  simile  a  quella  che  ancor  oggi  si 
trova  neir  Arengario  di  Monza. 

Fin  dal  1905,  togliendo  i  cartelli  reclame  qW  QYQ,no 
applicati  ai  piloni,  si  erano  avvertite  le  condizioni  poco 
rassicuranti  di  questi  ultimi,  e  ciò  venne  confermato  dalle 
indagini  fatte  dal  Comune  per  consiglio  dell'Ufficio  Re- 

Arhuario  scientifico  —  XLIV.  27 


410  Ingegneria  civile  e  lavori  pubblici 

giouale,  indagini  che  condussero  a  riconoscere  nella  base 
di  un  pilone  le  tracce  del  disgregamento  e  delle  mano- 
missioni subite.  La  struttura  mista  di  ceppoj  sarìzzo,  e 
materiali  frammentarj  provenienti  d^  altri  edifìci,  pre- 
senta per  la  ineguale  loro  resistenza,  una  condizione 
poco  favorevole  alla  statica;  condizione  resa  più  gravo 
dall'aggiunta  di  carico  sui  piloni  in  conseguenza  del  so- 
pralzo e  della  costruzione  della  vòlta,  e  dalla  contempo- 
ranea diminuzione  di  sezione  resistente  sia  dei  muri  che 
dogli  arconi,  in- causa  delle  breccie  per  F imposta  delle 
vòlte  e  por  le  incassature  dei  condotti  pluviali.  A  queste 
condizioni  gravi  si  aggiunse  l'azione  disgregante  sulle 
malte  e  pure  sul  sarizzo  portata  dall'umidità  penetrante 
nelle  commessure. 

In  conseguenza  di  tali  constatazioni,  nell'ottobre  del 
1005,  si  riunirono  in  Municipio,  sotto  la  presidenza  del- 
l'Assessore dei  lavori  pubblici,  i  rappresentaiàti  dell'Ar- 
chivio Notarile,  della  Camera  di  Commercio,  e  dell' Ufficio 
Regionale  dei  Monumenti,  e  deliberarono  di  proseguire, 
a  carico  del  Demanio,  nell(5  indagini  e  nelle  opere  neces- 
sarie (li  puntollazione,  e  di  studiare  una  diversa  instaJla- 
ziouo  dell'  Archivio  Notarile.  Nel  medesimo  senso  si 
esprimeva  la  Commissione  del  Collegio  degli  Ingegneri 
ed  Architetti,  e  la  Commissione  provinciale  per  la  con- 
servazione dei  monumenti. 

Limitandoci  alle  cifre  più  significanti  alle  quali  con- 
dussero le  indagini  eseguite,  accenneremo  solo  che  dai 
rilievi  e  dai  computi  eseguiti  dall' ing.  Mazzocchi  (rap- 
presentante dell'Archivio  Notarile)  sopra  uno  dei  piloni 
perimetrali  verso  la  Piazza  Mercanti,  il  carico  alla  base 
risulta  di  Kg.  ±2,4  por  centimetro  cpiadrato  il  quale  non  sa- 
n^bl)e  eccessivo  se»  la  struttura  del  pilone  fosse  ancor 
sana,  ma  data  la  disgregazione  subita  dalla  malta,  e  rag- 
giunta progressiva  dei  pesi,  è  da  ritenersi  eccessivo  e 
pericoloso.  (Hi  scandagli  poi  ed  i  calcoli  istituiti  dall' Uf- 
ficio Regionale  condussero  a  conclusioni  ancor  più  gravi, 
risultando  di  Kg.  39  per  centimetro  quadrato  il  carico  unita- 
rio, sempre  alla  base  dei  piloni;  alla  (pialo  soverchia  fatica 
possono  attribuirsi  i  cedimenti  denunciati  dai  crepacci 
che  solcano  la  muratura,  fin  presso  la  cornice  di  gronda. 

Sono  invece  «assai  solido,  e  por  la  struttura  e  per  la 
conservazione,  lo  fondazioni,  costituito  di  buona  muratura 
laterizia,  e  di  l)anehettoni  di  sarizzo. 


Palazzo  della  Ragione  e  ponte  Umberto  I  411 


Come  si  è  più  sopra  accennato,  le  condizioni  statiche 
deir edificio  vennero  ancor  peggiorate  dall'aggiunta  di 
peso  pel  sopralzo  e  per  le  vòlte,  le  quali,  oltre  al  danno 
della  diminuita  sezione  resistente  per  la  breccia  all'imposta, 
portarono  quello  della  spinta,  non  sufficientemente  con- 
trastata dalle  chiavi  di  ferro,  così  che  si  provocarono  dei 
rilevanti  strapiombi  nei  piloni. 

E  poiché  è  evidente  la  necessita  di  togliere  l'enorme 
carico  degli  archivj  per  assicurare  la  stabilità  dell'  edi- 
fìcio e  procedere  al  ristauro,  è  pur  necessario  provvedere 
ad  una  nuova  sede  per  l'archivio.  L'Ufficio  Regionale 
ne  ha  fatto  uno  studio,  sull'area  limitrofa  alla  Chiesa 
delle  Grazie,  predisponendo  un  progetto  di  massima  degli 
edifici  che  comprendono  il  grande  fabbricato  speciale  per 
l'archivio  —  da  costruirsi  in  cemento  armato,  e  con  tutti 
i  provvedimenti  di  sicurezza  richiesti  dalla  sua  destina- 
zione -  e,  prossimo  e  comunicante,  un  edifìcio  minore 
destinato  agli  uffici. 


n.  —  //  nuovo  ponte  Umberto  /,  sul  Po  a  Torino, 

La  grandiosa  opera  d'arte,  eretta  in  sostituzione  del 
vecchio  ponte  sospeso,  ormai  cadente  e  traversante  il 
Po  in  prolungamento  del  Corso  Vittorio  Emanuele,  venne 
inaugurata  il  26  maggio  del  1907.  Tale  costruzione  era 
da  gran  tempo  reclamata  e  dalle  condizioni  statiche  poco 
rassicuranti  del  vecchio  ponte  in  ferro  Maria  Teresa^  e 
dalle  aumentate  esigenze  del  traffico,  in  relazione  allo 
sviluppo  edilizio  della  città. 

Fin  dal  1882  le  Ofticine  di  Savigliano  e  l'Ufficio  tec- 
nico Municipale  di  Torino,  pi'esontarono  dei  progetti  di 
massima,  che  figurarono  anche  all'Esposizione  torinese 
dell' H4.  In  seguito  molti  studj  vennero  fatti,  molti  pro- 
getti furono  presentati,  sui  quali  si  discusse  molto,  però 
senza  giungere  a  risultalo  definitivo,  finche  nel  1901  il 
Consiglio  comunale  della  Città  deliberava  di  bandire  un 
concorso,  con  premi  di  lire  lo  mila,  per  il  progetto  di  un 
ponte  monumentale  a  tre  arcate,  tutto  in  pietra  da  taglio, 
fissando  il  limite  massimo  della  spesa  in  lire  l.S(MUKM); 
inoltro  si  assegnavano  lire  :{(K).(KM)  pei  gruppi  statuarj 
da  collocarsi  sul  ponte.  Nel  maggio  del  1901  venne  pub- 
blicato   il    concorso,    e    noli'  ottobre    successivo    vennero 


412  [ngegfwria  civile  e  lavori  pubblici 


presentati  quindici  pro^tti.  La  Commissione  nominata 
dal  Municipio  col  mandato  di  esaminare  e  riferire  sui 
progetti  —  costituita  da  ingegneri,  architetti  e  scultori, 
scelti  fra  le  notorietà  cittadine  più  spiccate  —  desigrnò 
alla  Giunta  i  due  progetti  d' Aronco-Ferria  e  Micheli-Ri- 
stori come  i  migliori,  e  degni  di  esecuzione.  Fra  i  due 
r Associazione  degli  Ingegneri  ed  Architetti  di  Torinesi 
pronunziava  favorevole  al  progetto  Micheli-Ristori,  a  tre 
arcate  eguali  —  al  quale  dava  finalmente  la  sua  approv^a- 
zione  il  Consiglio  comunale  nella  sua  seduta  30  marzo  1903. 

Per  provvedere  alla  continuità  del  transito  veicoli  e 
trams,  venne  anzitutto  costruito  un  ponte  provvisorio  in 
legno  pitch-pine,  della  lunghezza  complessiva  di  160  metri. 
e  largo  7,'25  fra  i  parapetti. 

Il  20  settembre  dello  stesso  anno  1903  fu  posta  la 
prima  pietra  del  nuovo  ponte,  alla  presenza  dei  Reali 
d'Italia;  nel  successivo  ottobre  si  diede  mano  alle  fon- 
dazioni. 

Per  le  due  pile  si  seguì  il  metodo  dei  casseri  ;  le  pa- 
lificazioni, eseguite  con  pali  di  larice  muniti  di  puntazza, 
che  vennero  infissi  col  mezzo  di  battibasi  a  mano  da  22 
uomini  ciascuno,  vennero  spinte  alla  profondità  massima 
di  6  metri  sotto  il  livello  medio  delle  acque  del  fiume; 
tolta  l'acqua  dai  casseri,  con  pompe  elettriche,  vi  si  gittò 
del  calcestruzzo  di  cemento  fino  alla  profondità  di  4  metri 
per  le  pile  e  di  3  metri  per  le  spalle,  al  disotto  della 
massima  magra,  impiegando  complessivamente  4800  me. 
di  materiale.  Le  pile  e  le  spalle  vennero  rivestite  di 
gneiss  delle  cave  di  Borgone. 

I  volti  interni  dello  tre  grandi  arcate  sono  in  mattoni 
forti  e  malta  di  cemento,  od  hanno  spessori  che  variano 
da  ni.  2.30  a  m.  1.30,  con  armille  in  grossi  conci  di  gra- 
nito di  Alzo:  vi  si  impiegarono  circa  un  milione  e  mezzo 
dì  mattoni  e  28^)0  me.  di  granito. 

Superiormente  alla  cappa  di  cemento  e  asfalto  ven- 
nero disposti  sette  condotti,  così  ampii  da  potervi  passare 
un  uomo,  e  destinati  ad  accogliere  le  varie  condutture 
del  gas,  dell' accjua  potabile  e  dell'energia  elettrica.  I 
condotti  vennero  ricoperti  con  lastroni  sui  quali  si  dispose 
il  pavimento  di  granito  nero  della  Halma. 

II  ponte,  della  totale  lunghezza  di  m.  130,  compresi  i 
risv^olti  alle  testate,  misura  120  metri  nella  sola  sua  parte 
rettilinea;  ha  una  larghezza  di  22  metri  fra  i  parapetti, 
e  di  24  metri  misurata  all'esterno.   La  carreggiata   con- 


Ferry-hoats  sul  Lago  d' Iseo  413 


vessa  misura  ima  larghezza  di  15  metri;  i  marciapiedi 
rialzati  son  larghi  metri  3.50  ciascuno. 

L'altezza  del  pavimento  sul  pelo  dì  magra  del  fiume 
è  di  metri  11.48. 

L'arcata  centrale  ha  la  corda  di  metri  82  e  la  saetta 
di  metri  6.55;  le  due  laterali  la  corda  di  metri  30  e  la 
saetta  di  metri  6.30. 

Le  fondazioni  a  cassero  delle  due  pile  misurano  alla 
base  metri  35  per  mfetri  8.90,  con  una  profoìidità^di 
metri  4.50  sotto  il  pelo  della  massima  magra. 

I  lavori  di  costruzione  furono  eseguiti  dall'Impresa 
Allegri  e  C.  ed  ultimati  nel  termine  contrattuale  di  tre 
anni  e  mezzo. 


III.  —  Ferry-boats  sul  Lago  d*  Iseo. 

La  Società  Alti  forni  tìregorini,  che  ha  un  grande 
stabilimento  a  Lovere  sul  Lago  d'Iseo,  ha  recentemente 
inaugurato  un  servizio  di  Ferry-boats  fra  Paratico  e  Lo- 
vere, per  soddisfare  in  modo  conveniente  alle  esigenze 
del  suo  traffico  giornaliero,  rappresentato  da  una  media 
di  trenta  carri  fra  arrivi  e  partenze. 

Il  tipo  speciale  adottato  costituisce  il  primo  tentativo 
fatto  in  Italia  per  tali  trasporti. 

Un  pontile  costruito  alla  stazione  di  Paratico  conduco 
i  carri  dai  binarj  della  staziono  al  binario  della  chiatta 
destinata  al  trasporto,  la  quale  viene  rimorchiata  a  de- 
stinazione. 

Il  pontile  di  Paratico  è,  come  al  solito,  costituito  da 
due  travi  metalliche  reggenti  le  rotaje,  e  intestate  a  cer- 
niera alla  banchina,  mentre  all'estremo  libero  sono  sor- 
rette da  due  catene  che  passando  su  grandi  carrucole, 
montate  su  torrette  metalliche,  portano  dei  contrappesi 
capaci  di  equilibrare  il  peso  del  ponte,  che  è  di  circa  3 
tonnellate  e  mezzo,  e  la  cui  inclinazione  si  regola  mano- 
vrando due  arganelli  fìssi,  posti  sulla  banchina. 

Due  colonnette  poste  in  prossimità  dell'estremo  libero 
del  ponte,  sorreggono  per  mezzo  di  aste  a  vite  una  trave 
metallica,  disposta  al  disotto  e  in  senso  trasversale  al 
ponte,  la  quale  può  alzarsi  o  abbassarsi,  secondo  lo  esige 
il  livello  del  lago,  manovrando  opportunamente  le  aste  a 
vite  :  è  su  questa  trave  che  viene  ad  appoggiarsi  la  punta 
della  chiatta  che  si  deve  caricare,  mentre  su  quest'ultima 


»  • 


\^f'j^ji*i  i  ^'*xr*-Tìt:*^    !»-I  ji^>i.t.!t^-  —  fino  a  the  il 
n  ♦•  *''{'i..,:ft^*o  ••  ..,A  e.'i.at-a    —    prurve«Jendr» 
n'jita  ri*-), a  Via  fra  piiit.!»,*  f  chiatta  due  rolaje 

(>•  crii/it*#*  -vTtr.»  jn  f^^rro.  hanno  la  lunghezza  »ì.  S 
Uif'ivì.  t'  la  f>*/rtala  riia-f-^iraa  di  2*»»*  tounellate: 
HCChu'n^r**  <i'. atiro  carri;  munite  di  doppio  timone. 
j/ofio  nrnorctiìat/-  di  lìanco:  hanno  la  pop[Mi  fogE'iata  j 
•t(>cn>fi*;  e/^-i  da  adattarsi  alla  forma  del  pontile. 

()\Miu\t>  alla  «iur^ta  ed  al  c^^^to  del  trasporto,  si  noLi 
vM?'.  \M  tratritto  di  2^)  chilometri  da  Faratico  a  Lorere*  *; 
\\u\iU'\:»iutì  'jiiattro  on*.  e  i»jnii  chiatta  può  fare  LI  tra- 
M|;<H  io  di  otto  carri  al  ir  ionio.  I^iroa  dell'  adozione  «^i 
F<?rrv-boat-t  la  hpena  jud  tra^^porto  di  una  tonnellata  di 
ìmrvj'  <lal  va'/ruie  n«dla  stazione  di  Faratico  allo  stabili* 
UM'uUì  di  l>>vfM'«i  era  di  8  lire;  coi  Ferrj'-boats,  tennti'v 
conto  d'oj^ui  Hp«'Ha  d' f.»s4^;rcizio,  d'impianto  e  d*amiuorta- 
m**nto.  non  tocca  W  lire  l.o<»;  di  più  il  senrizio  procede 
con   inatrtrior  H'i/olarità  e  sollecitudine. 

I  buoni  rÌHultati  di  <jue>to  impianto  che  rappresenta 
il  primo  tentativo  di  (picsto  modo  di  trasporto  sui  nostri 
Ui\i\\\,  moHtra  T  ot)portunità  di  una  tale  adozione  in  pro- 
poi/ioni  asrtJii  ma^L'iori. 


IV.      .  //  danaio  doli  Erié   (Stati  Cnitif. 

l''ino  dal  HMKl  si  <»ra  avvisato  alla  necessità  di  miglio- 
iwjin  le  (jondi/ioni  del  ('anale  dell' Erié,  fra  Albany  New- 
N'ork  e  llulTalo,  il  (juale,  sia  per  l' andamento  planima- 
lri(!o,  Hia  per  lo  condizioni  e  il  numero  delle  conche  — 
Hi'llanladm'  Hopra  un  percorso  di  o07  chilometri  —  era 
divenuto  iiiHullIciente  alle  aumentate  esigenze  della  navi- 
WM/ione;  ed  nini  lt»^>re  (h^llo  stato  di  New- York  aveva 
ordinato  le  o|mm*(ì  di  approfoudamento  e  di  rettificazione 
del  canaio  operai  die  non  poterono  iniziarsi  immedia- 
t/imcMite  per  dillicoltà  finanziarie,  ma  che  ora  sono  in 
^raii  parte  appaltale. 

Il  nuovo  progetto  utilizza  in  ^au  parte  il  vecchio 
canale,  che  verrà  in  questo  reso  più  lar^o  e  più  profondo; 
il  numero  delle  conche  sarà  ridotto  a  89,  e,  per  servire 
i  (?enti'i  importanti  che  si  trovano  ad  una  certa  distanza 
dal  nuovo  tracciato,  si  faranno  delle  derivazioni  dal  ca- 
Jiiih»  f)rincipale.  Le  conche  avranno  ciascuna  la  lunghezza 


arramento  àel  Quatti  Marklista 


di  l(X)  metri,  la  larghezza  di  13.7(t,  o  la  profnntJit 
4.;t0  sopra  In  soglia. 

Le  oporu  d'nrte  dol  canale,  i  bacini,  le  conche 
verranno  costruito  in  cemento  armato:  la  sostituzion 
questo  materiale  alla  muratura  di  pietra  preventivati 
progetto  originario  rappresenta  un'economia  di  Sn 
ìioiii  sul  costo  couiplessivr  delle  opere,  nelle  qua 
comprende  anche  la  costruzione  di  porti  importanti 
solo  a  New-York  e  Buffalo,  ma  ancora  a  Rochester, 
raciisa,  Utlca  e  Troy. 

Dell'importanza  di  quest'opera,  dal  punto  di  \ 
della  spesa,  si  avrà  un'  idt^a  pensando  che,  per  una 
gliezztt  di  40  kilometri  i  sei  lotti  in  cui  i  lavori  ei 
divisi  vennero  appaltati  per  l'importo  di  i!0  milioni. 

V.  —  Sbarramento  del  Quais  Marklista.  (Alta  Slesit 

Fra  gli  sbarramenti  costruiti  in  questi  ultimi  tem 
notevole  quello  costruito  attraverso  il  Quais,  presso  I 
klista,  il  quale,  se  non  ra(fgiinige  l'altezza  massìm 
72  metri  toccata  dallo  sbarramenlo  sul  Croton,  pel 
batolo  che  fornisco  l'acqua  potabile  a  New  York, 
senta  però  delle  speciali  disposizioni  per  lo  scarico  i 
piane,  che  sono  di  rilevante  interesse. 

11  liume,  sul  quale  venne  costruito  lo  sbnrramentc 
soggetto  nell'estate  a  piene  improvvise  e  gravissime 
da  elevare  a  parecchie  centinaia  di  metri  cubi  la  poi 
che  normalmente  sta  nei  limiti  di  qualche  metro  e 
Allo  scopo  d'impedire  i  danni  gravissimi  prodotti  tn 
spesso  da  tali  piene,  si  trovò  consigliabile  la  costruz 
di  un  serbatoio  capace  di  trattenere  temporaneam 
l'eccedenza  di  portata,  che  potrebbe  riuscir  daniios 
la  sicurezza  potrebbe  raggiungei'si  —  come  i  calcoli  hj 
dimostrato  —  immagazzinando  al  momento  della  p 
da  IO  a  12  milioni  di  metri  cubi,  che  verrebbero 
scaricati  in  modo  graduale:  l'altezza  dello  sbarrami 
per  una  tale  capacità,  è  di  45  metri. 

All'uflìcio  d'immagazzinare  le  piene  è  destinata 
la  parte  superiore  del  serbatoio,  per  l'altezza  di  < 
10  metri,  corrispondente  alla  capacità  dei  10  mi 
accennati;  la  parte  inferiore,  capace  di  circa  5  mi 
di  me,  provvede,  come  riserva,  ad  aumentare  la  pò 
del  ìiume  nei  tempi  di  siccità  eccessiva,  e  serve,  con 


41fi  Ingegneria  civile  e  lavori  pubblici 

caduta  di  3()  metri,  ad  attiv^are  la  turbina  di  una  st^ 
zione  idroelettrica  posta  a  valle  del  serbatoio,  la  qualn 
col  iKMietìcio  che  ne  deriva,  compensa  in  irran  parte  k 
spese  per  la  costruzione  del  serbatoio. 

Alla  base  lo  speséore  della  di^  è  di  m.  37,64,  in  cresta 
è  di  m.  5,70.  l^a  diga  si  sviluppa  in  pianta  secondo  una 
curva  di  125  metri  di  raggio.  Due  gallerie  longitudinali 
collejrate  da  pozzi  attraversano  la  diga. 

Ver  la  costruzione  della  diga,  il  fiume  venne  deviato 
coir  aprire  sui  fianchi  della  montagna  due  gallerie  del 
del  diametro  di  7  metri,  ad  un  livello  alquanto  inferiore 
al  Ietto  del  fiume,  le  cui  acque  vi  erano  avviate  da  una 
traversa  provvisoria  di  calcestruzzo. 

Provvedono  allo  scarico  normale  del  serbatoio  cinque 
gruppi  di  condotti,  e  cioè: 

a)  le  due  condotte  di  presa  che,  attraversando  la 
diga  nella  sua  ])arte  inferiore,  portano  l'acqua  alla  turbina. 
(A  due  terno  di  condotti,  della  complessiva  portata 
di  110  me,  disposte  nelle  due  accennate  gallerie  costruite 
per  la  deviazione  del  fiume  ;  le  quali  cominciano  a  funzio- 
nare (juando  Taccpia  arriva  a  10  metri  sotto  la  cresta  dello 
sbarramento,  alla  quota  270.6,  ossia  quando  l'invaso  su- 
pera i  5  milioni  di  metri  cubi  ; 

e)  due  scaricatori  situati  sulle  rive  del  fiume  alla 
quota  270.0,  comunicanti  colle  gallerie  già  sopra  accen- 
nate per  mezzo  dei  pozzi: 

d)  altri  due  scaricatori,  superiori  ai  precedenti  — 
posti  alla  quota  2S0.8,  ossia  presso  la  crosta  della  diga, 
coir  ufficio  d'impedire  che  l'acqua  ne  tracimi; 

e)  finalmente  una  galleria,  alla  quota  259,  destinata 
a  completare  l'alimentazione  delle  turbine. 

L'opera  grandiosa  ha  raggiunto  il   costo  complessivo 
di  L.  2.460.000. 


X.  -  Ingegneria  industriale 
Applieazieni  scientifiche 


I.  —  Impiego  del  vapore  ad  altissima  pressioni 

La  Società  francese  dei  motori  ad  alta  pressione 
duce  od  utilizza  del  vapore  surriscaldato  a  600°  e 
a  pressioni  che  arrivano  lino  a  100  Kg.  per  cui.'  in 
daìe  e  motrici,  di  sua  particolare  costruzione,  ch( 
peso  0  dimensioni  Bono  di  gran  lunga  inferiori  a  <; 
delle  comuni  caldaie  e  motrici  ordinarie  della  s 
potenza,  ottenendo  una  marcia  regolare  ed  economie: 

Riassumiamo  brevemente  come  si  ottenga  questo  va 
in  modo  semplice   e    rapido,   senza   alcun  pericolo 
dispositivo  che  permette  ai    motori   di    funzionare  a 
inconvenienti  a,  temperature  così  elevate. 

J  ^(«neratori  souo  del  tipo  a  vaporizzazione  istanta 
ma  formano  un  genere  a  sé  per  le  seguenti  due  o 
teristiche. 

1."  L'acqua,  alla  sua  entrata  nel  generatore,  i 
per  orifìzi  sottili,  polverizzandosi,  ed  è  lanciata  poi 
stato  di  minute  goccioline  in  tubi  di  diametro  int 
grande,  relativamente  a  quello  degli  orifizi,  e  riscaldi 
rosso  nascente. 

2."  L'acqua  di  alimentazione,  spinta  da  una  pò: 
arriva  con  pressione  di  2  a  4  Kg,  superiore  a  quella 
esiste  neir  interno  del  tubo  vaporizzatore.  Le  goceii 
lanciate  con  grande  velocità  in  tutte  le  direzioni,  ur 
le  pareti  del  tubo  suddividendosi  ulteriormente  e  v 
rizzano,  assorbendo  calore  per  irraggiamento  e  per  cont 

Conviene  che  le  gocciole  minute  non  abbian( 
urtarsi  fra  loro  ed  agglomerarsi,  affinchè  la  somma  < 
loro  supcrfìci    sia  la   più   grande   possibile,  ed    è   pi 


418      Ingeynevia  industriale  e  Applicazioni  scieìitifiche 

che  ai  tubi  vaporizzatori  si  assegna  un  diametro  relativa- 
mente grande.  I^'  esperienza  ha  condotto  a  preferire  tubi 
con  ahneno  20  millimetri  di  diametro  interno.  Con  minor 
diametro  può  avvenire  che  si  formino  veri  filetti  d*  acqua 
che  sarebbero  trascinati  dal  vai)ore  e  non  avrebbero  tempo 
di  vaporizzare  completamente,  cosicché  si  otterrebbe  del 
vapore  ora  nfliido  ed  ora  secco. 

La  lunghezza  assegnata  ai  tubi,  circa  30  volte  il   loro 
diametro,  è  tale  che   T  acqua    ha   tempo    di   trasformarsi 
completamente  in  vapore  saturo  mentre  percorre  il  priojo 
tubo  (tubo  vaporizzatore).  Da  questo  il  vapore   passa  nei 
tubi  surriscaldatori,  in  numero  dì  tre,  ed  identici  al  tubo 
vaporizzatore;  comunicanti  fra  loro  per  mezzo  di  g-omiti 
a  tenuta  metallica.  Solo  il    tubo   vaporizzatore  è   esposto 
air  irraggiamento  diretto  del  focolare:  ma  la  sua   tempe- 
ratura non  s' eleva  mai  di  troppo  a  cagione  della  grande 
quantità  di'  calore  che  cede  air  acqua  per  vaporizzarla,  e 
d'  altronde,  durante  gli  arresti,  si  può  evitare  un  soverchio 
riscaldamento,    abbassando    il    registro    del    fumo    ed,   al 
caso,  aprendo  la  porta  del  focolare. 

L' insieme  del  tubo  vaporizzatore  e  dei  tre  surriscal- 
datori forma  un  elemento,  e  parecchi  di  questi,  disposti 
verticalmente,  costituiscono  la  caldaia. 

I  tubi  vaporizzatori  sono  in  comunicazione  col  tubo 
d' alimentazione  d' acqua  ed  i  tubi  surriscaldatori  sboc- 
cano in  un  collettore,  nel  quale  si  raccoglie  il  vapore 
prodotto  da  ciascun  elemento. 

Con  (juesta  disposizione  i  tubi  vaporizzatori  che  for- 
mano il  cielo  del  focolare,  sono  tutti  mantenuti  alla 
stessa  temperatura  essendo  il  loro  funzionamento  iden- 
tico: ossi  si  conservano  perciò  tutti  egualmente. 

La  velocità  del  vapore,  nei  tubi  è  piccola,  da  m.  0,50 
a  0,90  al  secondo,  cosicché  è  poco  temibile  il  trascina- 
mento d' acqua  e  la  temperatura  del  vapore  non  può 
subire  variazioni  brusche. 

In  caso  di  rottura  di  un  tubo  è  facile  isolare  T  ele- 
mento che  lo  contiene  e  continuare  il  funzionamento 
cogli  altri,  in  attesa  di  poter  sostituire  il  tubo,  operazione 
presto  fatta. 

In  seguito  air  esperienza  di  diversi  anni  si  è  consta- 
tato che  non  e'  era  convenienza  a  fare  gli  elementi  con 
più  di  quattro  tubi,  e  che  la  disposiziono  di  questi  a 
uninconce  in  modo  da  lasciare  fra  essi  intervalli  assai 
stretti  era  quella  che    meglio    utilizzava  il   calore  svolto 


Ingegneria  industriale  e  Appli 


urientific  he 


a  in  lina  caldaia  che  produce  Ut)  Kg. -ora  di  vapore 
1)0"  e  a  Wt  Kfr.  di  iircssioiie.  D'altronde  l' autoritii 
ornativa  ha  dispensato  questi  (feiioralori  dall'  obblì^^ 
ivcrc  appai-ecchi  di  sicnrozza,  ad  eccezione  di  una 
rola  di  sicnrozzH  sulla  condotta  di  atiuentazioiio. 
Nella  seguente  tabella  sono  segnati  i  consumi  d'  acqna 
i  carbone  per  cavallo-ora  di  motori  funziODanti  con 
ore  saturo  a  10  Kg.  e  altri  con  vapore  a  30  Kg.  sur- 
aldato  a  411" 


.  7.61» 
10,000 
15.000 


>om6  si  vede,  il  consumo  di  vapore  e  dì  carbone 
vaporo  a  3)1  Kg.  q  a  411"  è  di  gran  lunga  inferiore 
jollo  con  vapore  saturo  a  IO  Kg. 
''inora  malgrado  i  noti  vantaggi  che  presenta  il  sur- 
ildamento  del  vapore  non  si  oltrepassarono  i  350°  in 
iti  della  impossibilità  di  otlìcacemente  lubrifìcare  le 
srtìcie  in  inovimonto  ed  in  contatto  col  vapore.  Ed  in 
là  i  lubrilicanti  usati  ordinariamente  si  alterano  a  tali 
aerature  in  contatto  del  vapore  o  dell'aria.  Ma  se 
ito  contatto  è  impedito  resistono  a  temperature  molto 
elevate.  Il  dispositivo  usato  dalia  «  Società  dei  motori 
ilta  pressione  »  è  applicabile  a  ogni  specie  di  motori 
ipore  o  a  espansione  gasosa. 

.e  prime  prove  furono  fatte  su  motori  a  valvole  a 
tufo  fissi  e  cilindri  mobili  articolati  direttamente  sulle 
aste  di  biel- 
la (fig.  18). 
L'olio  spinto 
da  un  ali- 
mentatore 
a  u  tom  atJcfl, 


percorre     u 

eanale  a  nel- 

"^'  '"  la    m  as  sa 

)  stantuffo  ed  arriva  neiia  scanalatura  circolare  66', 

mia  piccola  parte  dell'olio  lubrifica  la  parete  interna 


Impiego  del  vapore  ad  altissima  pressione 


421 


del  cilindro,  mentre  la  rimanente  parte  è  a  poco  a  poco 
portata  dalla  parte  opposta  a  quella  ove  si  esercita  la 
pressione  del  vapore  e  si  raccoglie  nella  scanalatura  ce' 
dalla  quale  esce  pel  canaletto  d,  Quest*  olio  raccolto  e 
raffreddato  può  essere  riutilizzato.  Molte  esperienze  furono 
eseguite  con  questa  disposizione,  anche  con  vapore  a 
oltre  700^,  con  motori  che  si  ritenevano  sacrificati,  ma 
che  funzionarono  invece  sempre  bene. 

Questa  temperatura  fu  sovente  mantenuta  per  una 
mezz'  ora  di  seguito  e  sempre  allorché  si  esaminò  lo  stan- 
tuffo lo  si  riscontrò  perfettamente  lubrificato ,  però  in 
capo  a  qualche  istante  1'  olio  si  carbonizzava  in  contatto 
coìr  aria. 

Nei  motori  a  stantuffo  mobile,  (fìg.  19)  questo  ha  delle 
scanalature  bh*  e  cc\  che  in  fin  di  corsa  sono  di  fronte 
a  due  condotti  circolari 
aa'  dd'.  L*olio  spinto  da 
aa  passa  per  diversi  fo- 
rellini  in  W  e  l'eccesso  è 
ricuperato  attraverso  al 
condotto  dd\  analogamente 
a  quanto  detto  si  è  sopra. 

Il  medesimo  dispositivo 
si  applica  ai  motori  adoppio 
effetto,  coir  avvertenza  che 
l'oliatore  automatico  dev'essere  posto  sull'asta  dello  sta- 
ntuffo e  entro  questa  dev'  essere  praticata  la  condotta 
d'olio. 

La  facilità  colla  quale  si  può  variare  la  potenza  del 
motore  risulta  dalla  manovra  della  valvola  di  sicurezza 
applicata  sul  tubo  premonto  della  pompa  d*  alimentazione. 
Questa  valvola,  a  molla  o  a  peso,  può  essere  più  o  meno 
caricata  facendo  girare  una  manovella.  Ad  esempio,  se  il 
motore  funziona  con  vapore  a  HO  Kg.  di  pressione  e  si 
vuol  ridurre  la  potenza  ad  esKcro  un  decimo  di  quella 
normale,  si  gira  la  manovella  nel  senso  di  scaricare  la 
valvola  di  sicurezza  di  una  quantità,  nota  in  precedenza. 
Una  parte  dell'acqua  d' alimentazione  sfugge  dalla  val- 
vola e  ritorna  nel  serbatoio  ;  la  pressione  scende,  ad 
esempio,  a  H  Kg.,  mentre  la  tefnperatnra  ha  tendenza  ad 
aumentare,  ciò  die  si  inipediscM»  inodenindo  la  combu- 
stione. Hastano  pochi  secondi  per  ottenere  tutto  riuesto. 
In  una  lunga  serie  di  eHp<*rienze  su  un  motore  si  e  con- 
statato che  esso  può  funzionane  parecchie  ore  senza  che 


Fig.  Vé 


422      Ingegnevia  intiiMtrlate  e  Applicazioni  scifiniifiche 


la  temperatura  e  la   pressione   del   vapore   variassero  di 
più  del  10%. 

Come  è  prevedibile,  questo  tipo  di  caldaia  e  motrice  a 
vapore  ha  dimensioni  e  peso  ridotti  in  confronto  con  quelli 
ordinari.  Un  motore  da  25  cavalli  può  essere  contenuto  in 
una  cassa  di  m.  0,28  x  0,58  x  0,55  e  pesa  150  Kg.  Una  cal- 
daia che  produce  180  Kg.  di  vapore  a  500**  e  a  100  Kg*,  di 
pressione  pesa  Kg.  600,  e  può  essere  contenuta,  una  volta 
smontata,  in  una  cassa  di  m.  0,50x0,50x0,70. 

Come  risultato  di  numerose  prove,  fatte  su  questi 
gruppi  di  motori  e  caldaie,  posti  in  condizioni  diverse  e 
spesso  svantaggiose,  possiamo  ritenere  come  cifre  massime 
di  consumo  le  seguenti:  9  Kg.  di  vapore  alla  pressione 
di  80  Kg.  e  a  450'*  per  Kg.  di  petrolio,  consumato  come 
combustibile  ;  invece  bruciando  a  tiraggio  forzato  matto- 
nelle d'^nzin:  5  Kg.  di  vapore  a  65  Kg.  di  pressione  e 
a  5(X)'',  per  Kg.  di  mattonelle. 


II.  —  Macchine  per  la    filatura    e    torcitura  della    seta. 

Fra  i  vari  tipi  di  macchine  per  la  filatura  e  torcitura 
della  seta  che  figuravano  nella  passata  Esposizione  a 
Milano,  ò  degno  di  particolare  attenzione  uno  esposto 
dalla  ditta  Battaglia  (liovanni  di  Luino,  e  precisamente 
la  bacinella  speciale  per  la  filatura  a  8  capi,  con  4  aspi 
indipendenti  e  getto  por  ogni  aspo  ;  appai'ecchi  attacca- 
bave,  brevetto  Weber,  a  movimento  simultaneo  di  2  fusi 
col  corrispondente  aspo,  banco  centrale  delle  «  batteuses  > 
arresto  degli  aspi  mediante  4  pedali,  manovrabili  dalla 
filatrice  e  dalla  aniiodatrico. 

Viene  a<l  assumere  una  particolare  importanza  la  fila- 
tura semi-automatica  dei  bozzoli,  dopo  le  prove  eseguite 
su  questo  tipo  di  bacinelle  e  dopo  i  risultati  ottenuti  e 
confermati  dall'  esito  dell*  impiego  al  telaio. 

L'  attacca-bave  Weber,  colle  modificazioni  introdottevi 
dal  Battaglia,  ha  parecchie  caratteristiche,  delle  quali  la 
più  importante  è  la  bussola  fissa  D  su  cui  si  avvolge  la 
parte  di  bava  che  il  disco  E  taglia  ad  ogni  trotto. 

L'apparecchio  comprentle  inoltre  il  fuso  Bài  bronzo, 
ii  tubetto  A  di  vetro  e  la  carrucola  C'che  riceve  il  movi- 
mento me<liante  una  cordicella  F. 


\ 


\ 

^ 


424       Ingegneria  mdiistriale  e  Applicazioni  acienti/ieh< 


maggiore  produzione,  che  gli  consenta  anche  di  meglio 
rimiinorare  l'operaia  e  di  supplire  alla  penuria  di  operaie 
abili. 

Fra  gli  impianti  di  filatura  recentemente  eseguiti  è 
notevole  uno  di  120  bacinelle  per  la  filatura  a  6  capi 
con  2  aspi  indipendenti  ed  una  <  batteuse  *  ogni  baci- 
nella. Il  meccanismo  è  suddiviso  in  8  sezioni  in  un  locale 
avente  lo  dimensioni  interne  di  m.  18  X  30,  Lh  caldaia 
ha  una  superficie  riscaldata  di  m.*  52  e  la  motrice  è 
di  10  HP. 


ni.  —  L'  impiego  dell'  ossigeno  per  tagliare  i  metalli  ('). 


Di  tutte  le  applicazioni  dell'  ossigeno,  una  delle  più 
importanti  e  delle  più  curiose,  è  nel  tagliare  i  metalli. 

Fin  dal  19<H  fa  applicato  nelle  Raffinerie  Sav,  il  g«tto 
d'ossigeno,  non  per  tagliare  propriamente,  ma  per  demo- 
lire delle  vecchie  tubazioni  di  ferro  e  delle  poutrelles.  Si 
scaldava  il  metallo  alla  temperatura  di  fusione  mediante 
un  chalumeau  e,  sospendendo  l'arrivo  del  gas  combu- 
stibile, si  proiettava  sul  metallo  dell'  ossigeno  puro  ;  la 
operazione  avveniva  cioè  in  due  tempi  ;  riscaldamento 
dapprima  e  successiva  combustione. 

Si  raggiungeva  lo  incapo,  ma  si  produceva  un  taglio 
molto  largo,  grossolano,  con  numerose  sbavature  e  non 
si  poteva  ottenere  un  taglio  sottile  e  netto. 

Nel  1904  Jottrand  e  l.ulli  hanno  proposto  un  metodo 
tutto  diverso  :  1' ap])arRCcliÌo  ha  due  citai umeaux  che  fun- 
zionano simultiiueamonte  ;  l'uno,  riscaldatore,  porta  il 
metallo  alla  voluta  temporaturn,  mentre  l'altro  che  *'• 
situato  a  qualche  millimetro  dal  primo,  proietta  un  dardo 
di  ossigeno  sotto  pressione.  In  ijuosto  modo  il  metallo 
brucia.  Si  forma  un  ossido  più  fusibile  del  metallo  stesso 
e  che  è  espulso  dal  getto  d'ossigeno  lasciando  un  taglio 
perfettamente  nelto,  senza  alcuna  sbavatura. 

I)' altronde  ai  due  chalumeaur  possono  es^re  date 
disposizioni  differenti  d'insieme.  Così  nel  brevetto  fran- 
cese n."  34HIi)2  preso  il  19  novembre  1904  dalla  Società 
V*  Oxydrique  Fraufaise  »  è  detto  che  l'invenzione  com- 
prende : 


ly  ìmpìei/o  dtir cssiyeno  per  tagliare  i  metaUi         425 


«  l.*»  Un  processo  per  tagliare  gfli  oggetti  inetallioi, 
»  i  tubi,  le  lamiere,  ecc.,  consistente  nel  riscaldare  V  og- 
»  getto  a  temperatura  conveniente,  secondo  la  linea  da 
»  tagliare  e  a  dirigere  simultaneamente  sulla  linea  di 
»  taglio  un  getto  d*  ossigeno  in  pressione  che  opera  il 
»  taglio  propriamente  detto  dell'oggetto  riscaldato  lungo 
»  il  contorno  determinato,  per  mezzo  dello  spostamento 
»  opportuno  dolP  apparecchio  riscaldante. 

»  2."  Un  a[)parecchio  per  realizzare  il  processo 
»  descritto,  caratterizzato  dalla  combinazione,  con  nn 
»  rhalumeau  di  riscaldamento  qualunque,  quale  uno  a  gas 
»  ossidrico  o  ossi-acetilenico,  per  esempio,  di  un  becco 
»  d'  arrivo  dell'  ossigeno  in  pressione,  disposto  sia  ester- 


*  namente,  sia  internamente  al  becco  del  rhalumeau  di 
»  riscaldamento,  in  guisa  da  dirigere  un  getto  d'ossigeno 
»  in  pressione  sulla  parte  riscaldata  dal  chalumeau  di 
»  riscaldamento. 

»  a.**  Vjw  dispositivo  di  questo  apparecchio  nel  quale 
»  il  chalnmeau  di  riscaldamento  ed  il  becco  dell'ossigeno 
»  sono  montati  sopra  un  sopporto  mobile  verticalmente 
»  e  che  può  girare  intorno  a  un  asso  conveniente  ». 

La  Società  T  «  Oxydrique  Fran^aiso  »,  che  si  ò  spe- 
cialuiente  occupata  tli  questo  argomcMito,  ha  costruito 
tutta  una  serie  di  apparecchi,  che  possono  servire  nelle 
div^erse  applicazioni  del  metodo. 

Le  lig.  20  e  20'"'  mostrano  due  sezioni  dell'organo  essen- 
ziale, il  chalameau  con  bruciatore  a  ossigeno  ;  la  miscela 
ossi-acotilonica  (')  arriva  in    m    ed   il    getto    di    ossigeno 

(*)  Vedi  anche  Annuario^  190B. 

AnMUAKM»   84'IKIITIKIOO  XLIV.  IM 


4-_''l       Iiti/e.ffllKriit   iiiiluntrùile  e   .ijiplìcfizioni  srieilti fiche 

ili  <K  11  tubo  interno  h  è  gnidatu  da  nervature /'nel  lutxi 
ostcnio  a  ed  il  pozzo  f  serve  a  regolatore  la  distanza 
dei  due  coni  ostrouii  da  cui  dipende  il  coiisnino  di  fra:? 
da  part<ì  dei  cbalumrtiu. 

ì'na  delle  caratteriiiticlie  salienti  del  processo  è  ìa 
rapidità  con  cui  l'operazione  si  compie.  Ad  esempio,  ntia 
lamiera  d'acciaio  dello  ijpessore  di  IIK)  min.  è  tag^iiata 
per  la  Innghezzti  di  un  metro  in  dieci  luinnti  :  i]  tag-lio 
di  uu  passo  d'  uomo  di  300  x  4IKt  mui.  in  una  lamiera 
di  3(1  mm.  di  spessore  richiede  ([uattro  o  cinqne  minuti. 
In  una  stazione  ferroviaria  un  arilo  operatore  Ini  tagliato 
in  ti-e  ore  centotrenta  ferri  a  T  di  20()  min.  di  altezza. 
Questo  processo  lu  impietrato  nei  lavori  di  riparazione 
della  corazzato  «  Jena  »  a  Tolone. 

A  Itrema  fu  utilizzato  per  la  demolizione  di  navi. 
Ivi  una  corazza  dello  spessore  di  WKI  mni,  fu  iutaccata 
sulla  lunghezza  di  un  jnetro  alla  profondità  di  4  a  6  ciu. 
in  7  minuti.;  mentre  per  essere  intag-liala  su  una  lun- 
g'tiezita  di  m.  l.ló  od  alla  profomlità  di  un  centimetro  e 
mezzo  nsiiiulo  lo  scal|)e)Io  pneumatico  occorse  un'  ora. 
In  meno  di  Ì2  secondi  si  brucia  la  testa  di  un  chiodo  di 
'12  uim.  senza  clic  la  himiera  nella  quale  è  fissata  sia 
deteriorata  ;  con  un  pmizonu  poi  si  espello  il  chiodo. 

Lo  spessore  massimo  tagliato  finora  è  di  210  mm. 
nello  corazzo  ;  prm  si  è  arrivati  a  '-WO  mm.  con  alberi 
cilindrici. 

La  tabella  seguente  indica  il  consumo  di  gas  i>er 
metro  di  lamiera  d'  acciaio  tagliata. 


Coimumo  t.-tf 

lo  in 

Si,OH,.   lau.«r^ 

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4' 13" 

40 

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415 

4'  26" 

60 

5170 

550 

4'  45" 

75 

itiO 

STO 

5' 52" 

100 

liHO 

1450 

a- 48" 

l:<0 

«50 

2160 

10"  45" 

Processo  Cotvper  Coles  per  la  zincatura  .  427 


La  pressione  delT  ossigeno  è  di  Kg.  4,5  ed  è  da  notarsi 
che  invece  dell'  idrogeno  si  pnò  usare  il  gas  ilhiminaute. 
I^a  larghezza  del  taglio  è  di  mm.  1,5  fino  allo  spessore 
di  20  mm.  ;  di  mm.  2,5  fino  a  40  mm.  di  spessore  e 
mm.  4,5  per  spessori  maggiori. 

Dalle  ricerche  fatte  snlie  modificazioni  di  struttura  e 
resistenza  del  metallo  lungo  le  superfìcie  di  taglio  è 
risultato  all'esame  micrografico  che  T acciaio  era  rimasto 
dolce,  normale,  con  un  tenore  di  carbonio  di  circa  0,15  "/„. 
Cosi  le  provo  all'urto  e  di  lavorazione  hanno  dimostrato 
che  il  metallo  non  è  alterato  col  tagliarlo  col  getto  di 
ossigeno. 

I)a  (pianto  Un  (pii  venne  sommariamente  esposto  si 
vede  quale*  grande  interesse  può  presentare  questo  metodo 
in  molte  industrie.  Le  sue  a{)plicazioni  già  numerose,  au- 
menteranno, senza  dubbio,  data  la  semplicità  e  la  rapidità 
del  lu'ocesso,  il  poco  costo  ed  il  fatto  di  lasciar  inalterate 
le  qualità  meccaniche  del  metallo. 


IV.     -   Processo  Coir  per  (Udes  per  la  zincatura, 

* 

Fu  nel  1904  che  l'illustre  elettrochimico  Cowper  (-oles 
presentò  alla  Società  Reale  di  I^ondra  un'  importante 
memoria  su  di  un  nuovo  metodo  da  lui  ideato  per  gal- 
vanizzare i  metalli. 

Secondo  (piesto  processo  gli  oggetti  da  zincare,  pre- 
viamente puliti  e  leg-germente  ingrassati,  venivano  deposti 
in  una  cassa  di  ferro,  insieme  a  polvere  di  zinco  com- 
merciale, alla  quale  veniva  aggiunta  della  polvere  finis- 
sima di  carbone  nella  proporzione  del  'ì\  'X.-  La  cassa, 
ermeticamente  chiusa,  veniva  scaldata  in  un  forno  a 
815**-360'*,  cioè  un  poco  al  disotto  della  temperatura  di 
fuzione  dello  zinco  (419**).  L' aggiunta  di  carbone  era 
fatta  solo  per  impedire  l'ossidazione  dello  zinco;  la  cassa 
poi  era  internamento  rivestita  di  piombaggine  per  impe- 
dire che  sulle  sue  pareti  venisse  a  depositarsi  un  troppo 
grosso  strato  del  metallo.  Lasciato  raffreddare  il  reci- 
piente, se  ne  estraevano  gli  oggetti  ricoperti  da  uno 
strato  chiaro  e  lucente  di  zinco. 

Notizie  interessanti  ed  estese  sulla  teoria  del  processo, 
sugli  apparecchi  e  sul  procedimento  industriale  ideati 
dair  illustre  inglese,  vennero   date    poi    dal   sig.    Alfredo 


428       Intjeynerla  indìtstriale  e  ApplifUizioiìt  Hch.ììtìfiA'he 


Saiig'  ili  un  numero  della  Electrochemieal  and  meta f In r- 
ffical  industri/  dello  scor^  anno. 

È  noto  che  per  formare  una  lega  metallica  non  è 
necessaria  la  fusione,  e  che  essa  si  può  ottenere  a  qua- 
lunque temperatura. 

Il  processo  di  zincatura  del  ( Jowper  si  basa  principal- 
mente sulle  speciali  proprietà  della  polvere  di  zinco. 
Questo  ò  un  prodotto  secondario  dei  forni  di  fusione 
dello  zinco;  quando  si  distilla  questo  metallo  dalla  blenda 
(sfalerite)  si  forma  della  polvere  metallica  nella  propor- 
zione del  5  al  10  "/,  dello  zinco  i)rodotto.  Essa  è  costi- 
tuita da  goccioline  di  zinco  puro,  da  una  piccola  percen- 
tuale di  ossido,  da  tracce  di  cadmio,  ferro,  piombo  ecc., 
e  specialmente  da  {)articelle  impalpabili  aventi  un  dia- 
metro da  ' '',(,00  a  y?ooo  ^^^  millimetro  e  di  un  colore  grrig'io 
azzurrastro. 

Lo  zinco  fonde  a  419*^  e  volatilizza  a  94(PC.;  ma  può 
fornire  vapori  alla  temperatura  di  200''  C.  ;  il  vapore  pro- 
dotto dalla  polvere  di  zinco  è  così  fine  che  il  deposito  tla 
esso  lasciato  internamente  sulle  })areti  di  una  provetta  è 
iridescente,  ha  cioè  delle  dimensioni  di  struttura  di  ordine 
inferiore  a  quelle  delle  lunghezze  d'  onda  della  luce. 

Ora,  se  un  recipiente  chiuso,  parzialmente  riempito 
con  polvere  di  zinco  nella  quale  sono  immersi  oggetti 
metallici,  viene  scaldato  a  200"  0.  o  più,  la  polvere  si 
trasforma  in  gas  o  vapore  sotto  una  considerevole  pres- 
sione, (ili  oggetti  elle  sono  rimasti  sotto  Fazione  di  questo 
vapore  i>er  almeno  o  minuti,  rimangono  coperti  da  uno 
strato  aderente  di  zinco,  che  si  è  condensato  alla  loro 
superficie  e  nei  loro  pori.  Se  lo  strato  deposto  in  questo 
modo  è  leggero,  esso  appare  lucente,  se  invece  è  piut- 
tosto grosso,  ha  un  secondo  rivestimento  di  particelle  dì 
zinco  leggermente  ossidate 

Il  processo  pratico  di  Cow])er  (^oles  è  il  seguente:  si 
mettono  in  un  tamburo  di  ghisa,  chiudibile  ermeticamente 
ai  fondi  con  due  s{)ortelli  serrati  con  viti,  i  pezzi  da  zin- 
care ricoprendoli  con  polvere  di  zinco  commerciale,  si 
colloca  in  un  fornello  e  si  scalda  a  300"  o  poco  più,  per 
un  periodo  di  tempo  che  varia  con  lo  spessore  che  si 
desidera  abbia  lo  strato.  Durante  il  riscaldamento  al  tam- 
buro può  essere  impresso  un  movimento  di  rotazione 
continuo  o  intermittente;  ciò  non  è  però  necessario. 

Lo  zinco  che  viene  a  depositarsi  sulla  superficie  del 
metallo    forma   con   esso    una   vera    lega,  e   non  si  può 


Prorettso  Cotrper  (^olea  per  La  zincatura  4*2ì) 

asportare  se  non  portandolo  a  940'*.  Con  metodi  micro- 
grafici  si  constati)  che  avviene  una  vera  miscela  dei  dne 
metalli  e  che  l'antica  superficie  è  perduta,  e  non  può  più 
essere  restaurata  uè  con  mezzi  chimici,  nò  meccanici  ;  ciò 
che,  del  resto,  non  costituisce  un  inconveniente;  perchè 
non  si  dà  mai  il  caso  di  rivolere  la  vecchia  superfìcie, 
mentre  è  necessario  che  la  nuova  formatasi  resista  ad 
azioni  corrosive. 

Quanto  più  è  prolungata  V  operazione  e  tanto  raag- 
g-ioro  è  la  profondità  a  cui  penetra  lo  zinco;  è  da  notarsi 
però  che  oltre  alla  formazione  della  lega  si  avrà  quella 
di  uno  strato  granuloso  di  zinco  condensato. 

(ili  oggetti  galvanizzati  con  i  metodi  ordinari  si  la- 
scian  brunire  con  facilità,  ma  diventano  pure  con  facilità 
ancora  opachi,  perchè  lo  zinco  presto  si  ossida:  e  la  rapi- 
dità di  (piesta  ossidazione  è  funzione  diretta  della  poro- 
sità dello  zinco  deposto,  s' intende,  a  parità  delle  altre 
condizioni.  Nel  jnetallo  zincato  col  processo  (^owper  non 
si  hanno  pori,  e  se  la  brunitura  è  difficile  come  per  i 
metalli  nichelati,  è  in  compenso  assai  durevole  e  bella, 
d'  un  colore  azziuTastro  simile  alT  argento  e  di  un  potere 
riflettente  superiore. 

(commercialmente  quindi  (piesto  processo  di  zincatura 
a  secco  presenta  rilevantissimi  vantaggi  rispetto  agli 
antichi  metodi.  Il  costo  (rimpianto  ^  minore;  assai  pic- 
colo il  deterioramento  degli  apparecchi;  il  processo  è 
assai  sem{)lice  e  non  richiede  una  mano  d' opera  spe- 
cialmente addestrata.  Lo  zinco  adoperato  costa  meno  e 
protegge  più  efficacemente.  I  pezzi  di  forme  le  più  irre- 
golari ricevono  \n\  egual  rivestimento  di  quelli  di  forma 
regolare.  Non  si  hanno  perdite  di  zinco,  come  ceneri, 
zinco  duro,  schiuma,  residui  di  anodi  ecc. 

Il  lavoro  di  carica  è  breve  e  non  faticoso;  l'operaio 
che  sorveglia  T  andamento  dell'operazione  non  è  neces- 
sario che  abbia  speciale  abiliti».  :  basta  che  sappia  leggere 
un  pirometro  e  che  impedisca  oscillazioni  di  temperatura 
superiori  ai  50' (\  La  pulitura  degli  oggetti,  prima  della 
zincatura,  non  occorre  sia  troppo  accurata  ;  la  presenza 
di  grassi,  anziché  dar  luogo  alla  formazione  di  bolle  rende 
più  bello  l'aspetto  del  deposito,  (ili  oggetti  possono  esser 
messi  nel  tamburo  ancora  umidi;  viti  bulloni,  chiodi  non 
hanno  più  bisogno  di  ricottura.  Il  processo  può  essere 
anche  intermittente  e  data  la  bassa  temperatura,  il  periodo 
di  avviamento  è  breve.  Non  sono  necessari  fondenti,  sol- 


tallio  ì'  consiiilia!»] II!  fijfjfiiiiijn'ri.'  ifellii  polvere  di  car- 
.  liniiG.  l-'ncciain  non  ponle  iiiciromiiinentp  In- sin»  teiii|>era: 
questo  filiti)  aH'K'i"'.T<'  ni  priKicssn  iiiia  iirrn  udissi  imi  ini|>or- 
taiìYM  in<!lI9lriaIl^  poiclit'  sarà  [ìossibilo  iralvaiiizzaro  raoln 
struineiiti  Usici  e  cliirLn'<irici  che  liiioi-a  non  ara  stato  jtns- 
siliili>  pi-ntcìriri'ro  con  III  ilciifisiziono  <ii  uno  strato  di  zìuci^ 

V.   —   l'iiiiiiHi  semii  ra/voìf. 

\jO  valvole  di'llt;  i)oin|)o  sono  fonte  di  continue  noie: 
o  perdono,  o  diUino  colpi  o  si  y-nastano  rapi  da  ni  ci  ite,  o 
s' incliiodimo.  inipcdriido  il  l'iinziojiamrnto  della  pom[ia. 
Se  poi  ipiostji    {■  n  irnmiio  velocità,  la  freipipirza   di    tali 


ineonvrniiMili  aniopritii  iH  molto:  all(n'a  so  le  valvole 
di'voMo  cliindr-ro  rnpidaincnlc  nel  punto  morto,  sì  proiln- 
eouo  col]ii  vidli'uli:  SI'  csstj  oliiudoiin  trnpjio  tardi,  s'hamio 
prTililo  d' aeijiia  e  consugur-jilt»  minor  ivndiinonto  della 
pompa.  Fra  i  diversi  sisli-nii  l'wcotritati  per  ovviare  a 
(jni'sta  condiziono  di  cose,  merita  particolare  cenno  la 
jiompa  Orro  coslniita  da  li.  (V,t;rinak  di  Teplitz  ('j,  la 
i|uaIo  è  semplico,  rolniHta  ^  dì  costo  poco  elevato.  Li  essa 
le  valvole  sono  sostituite  da  slanliifli  ciistributori,  e  come 
si  vedo  dalla  sezione  lii;',  '2Ì,  e  dulia  pianta  iig'.  22.  consta 

l'I  «  n,.-l,.n-.>ii-l. 's  Wollen   iiti.t   Leiiir,,   In.liistrin  .   Iff  mftfi- 


s<>uipre  (li  due  cilindri,  I.e  camere  .S'  sono  cnlIcgaUi  nilii 
tubazione  a-spìraiitc  e  <|uelle  D  alla   tubazione  promoiito. 

Cia^ictin  cìlìiiilro  ha  due  FttautnfTl  tnotitatì  aitila  stessa 
iiata,  cioè  min  staufufto  lavoratore  chi!  «jfiaco  eficliisiva- 
niciitc  sulla  faccia  rlvolla  in  fuori  ed  mio  stautiifFn  dislri- 
biitoro  che  è  più  piccolo  del  primo. 

Il  funzionamento  è  tale  clie  lo  utantiill'o  distribiitoro 
di  un  cilindro  fa  coiouuicaro  lo  stantuffo  lavoratore  del- 
l' altro  cilindro  univ  voJta  colla  camera  di  aspirazione  e<l 
lina  volta  collii  camera  [ireniento,  e  cosi  compie  la  fun- 
zione delle  valvoli-  aspiranti  e  di  (pHille  prementi  colla 
differenza  che  la  corna  dello  slautnlfo,  essendo  comandata, 
il  funzionamento  è  luuìoluta mente  sicuro. 


iJa  questo  eemio  apiiainno  evidenti  !e  prerogative  della 
pompa  Orvfi.  I,' assenza  di  organili  delicati  quali  le  val- 
vole, y:araiitisce  una  uiiiu'tiior  sicurezza  di  esercizio  e 
permette  di  funzionare  a  velociln  eiie  non  si  possono 
raggi» libere  colle  pompe  a  valvole.  Anche  alle  grandi 
velocità  essa  è  silenziosa,  senza  colpi.  In  conseguenza 
delia  marcia  |iìli  rapida,  a  parità  di  portata,  bastano 
dimensioni  molto  minori,  e  ijnjridi  la  pompa  risulta  meno 
costosa  e  meno  ingombranlc. 

\ji  pompa  Orvo  è  insensibile  all'  aria  eoutenuta  nel- 
r  acqua  e  prrciò  permette  le  miigsriori  altezze  di  aspira- 
KÌone.  1/ assenza  di  valvole  eia  procisioim  di-Ila  distribu- 
zione la  rendono  particolarmente  adatta  iier  liquidi  densi. 


/■frìii  iiKÌHiifriiiU-  e  .\jiiilìcazionì  ncìetltìfiche 

regolaro  la  portata,  in  nioilo  da  ridurla  anche 
i  questa  utile  s|>ecial mento  quando  la  pompa 
a  da  im  Jiiotore  elettrico  o  «  scoppio,  perchè 
e  avvijita  a  vuoto. 

svaiitagK'ìo  (iell)i  pompa  Orvo  è  ctie  non  si 
ro  con  un  solo  cilindro,  ma  (pieato  iuconvc- 
mpensiUo  dal  fallo  che,  por  In  maggior  velo- 
larcia.  Io  dimensioni  si  possono  ridurrò.  Sono 
i  delle    piccole  pompe  'li    questo   sistema  che 

a  f)(K)  jijfìri  al  minuto. 


-  Lii  iiro'Iuzioiif  mondiiile  dfU'  acciaio. 

'}  la  produziono  doli'  acciaio  in  tutto  il  mondo 
J.04.M  toiniellftto  f  noi  1!)(M>  sali  a  49.902.079 
riparlilo  pei  principali  paesi  produttori: 


!  LussomliurKo 
àf^nix 


\w. 

M-  u  m. 

2H.73H.587 

3.384.296 

11.130.085 

1.068.532 

(i.r.(}r..r>70 

581.979 

2.;S71.377 

ai.377 

1.7tW.O0(l 

113.000 

I.IWÒ.IKM) 

7.000 

I.IHR.OIM) 

102160 

r,ir5.2oii 

111.751 

409,00(1 

29I,7IKI 

;t.-.l.(HMi 

ll.'.H)0 

:Ì51.(KH) 

13.730 

420.(MÌO 

- 

0.0(HI 

Bhe 


2  la  produ/.ioiio  toljilo  noti  superava  13.000,000 
«  e  gli  Stali  Uniti  vi  parlocipavaiio  con  5.037,01X1 
i  ainii  la  produzione  è  auinonlata  di  37  milioni 

sia  del  2H7  "  „. 


APPENDICE 
air  Ingegnerìa  Industriale  e  Applicazioni  Scientifiche 


I  BREVETTI  D'INVENZIONE 

rilasciati  dal  Governo  Italiano 
dal  15  nosembre  1906  al  15  novembre  1907. 


BBSVETTX  D'XlfVENZIOirE. 


Elenco  di  attortati  di  privativa  industr'ale  rilasciati  dal 
Covorno  italiano  dal  16  novembre  19(X]  al  15  novembre  1907. 

I.  —  Agricoltura^  industrie  agricole  ed  affini.    ,^ 

Mtuchine,  shumenii  e  procedimenti  per  la  coltura  del  suolo  —  Sistemi  di  bonifica 
agraria  e  di  irrigazione  —  Apparecchi  e  strumenti  per  la  raccolta  e  la  prima  la- 
vorazione dei  prodotti  del  suolo  —  A p/ orecchi  e  mezzi  di  distruzione  degli  inselli 
nocivi  e  dei  parassiti  vegetali  —  Allevamento  ed  alimentazione  del  bestiame  —- 
Animali  da  cottile  —  Apicoltuta  —  Bachicoltura  —  piscicoltura  —  Latterie  — 
Caseifici  —  yini,  olii,  estratti  e  conserve  di  /rutta  —  Industrie  agricole  diverse. 

Albertin]  P.,  Binasco  (Milano).  (Concentrato  Sébastian»  (6).  Pro- 
Essiccatoio  per  cereali,  bozzoli  od  dotto  per  la  preserv.  delle  viti,  de- 
a'tre  sostanze,  ad  a'ta  e  bassa  tem-  noniin.  «Cupro-solforosa  Sebastiani* 
peratura.  e  suo  processo  di  fabbricaz.  (6). 

AUemaiMli    O.,    Torino.    Sist.    di  Baker  J.   M.,   Los  Angeles   Ca- 

sospensione  per  tubi  conduttori  di  li-  lifornia    (S.    U.    A.).    Macch.    au- 

quido  allo  scopo  di  facilitare  la  ma-  tom.    per   pulire   e   lavare   frutta   o 

novra  d'irrorazione  delle  piante  (3).  vecretali    (1). 

Anolcchino     0.    di    A.,     Napoli.  Basile  Claude,    Bordeaux   (Fran- 

Pompa  irroratrice  Annicchino  (i).  eia).    «Le    Moderne»    filtro    à    tissu 

Annonl    L.,    Milano.    Prep.    anti-  destine  à  la  clarifìcation  des  vins  et 

parassitario  per  le  malattie  delle  viti  autrcs   liquides    (i). 

detto  ctSolfeolo»  (1).  Battaglino    G.  di   V.,    Cerignola 

Antonlani  G.,  Milano.  Scatola  per  (Foggia).    Pompa  rotat.  equilibrata 

la  incubatura  del  seme  dei  bachi  da  per  elevare  uve  pigiate  (3). 

seta  (i).  BcrtolHSi    A..      Ripalta     Arp'na 

Arnonld    E.,    Naom^,       Gédìnne  <Cremona).    Nuovo  pulitore  da  fru- 

(Bclgio).    Ruche    perfectlonnóe    (i).  mento  per  piccoli  molini  e  per  agri- 

Arrigliini  A.,  Mi'ano.   Nuova  di-  coltori    che     intendono   vendere     il 

sposi/ione  di  torchio  a  dentiera  per  grano  mercantile  prepar.  per  la  ma- 


vmacce,  olive  e  simili  (j^. 

Astegiano  E.  fn  G.,  Monastero 
Bormida  (Alessandria).  Irrorat.  per 
solfato  di  rame  con  pompa  est.  (i). 

Asti  B.,  Milano.  Innov.  nella  co- 
struz.  dei  rastrelli  ranghinatori  (3). 

Asvanyi  M.  nata  Vavra,  Buda- 
pest. Perfez.  negli  appar.  sminuzza- 
tori  di  vegetali  d'ogni  specie,  prin- 
cipalmente steli  di  granturco  e  di 
ritagli    di    vile    (6). 

AusterNtz  A.,  CJyòr  (Ungheria). 
Telaio  premitore  per  torchi  d'olio 
idraulici  con  pareli  laterali  aperte  e 
guide,  con  dispos.  ritagliatore  dei 
pani  di  sansa  ottenuti  sul  nuovo  te- 
laio  premitore 


Autìieman 


•e   (6). 

m»  B»   Z«* 


Torino.  Nuo- 


cinaz.  (senza  crivellaz.  a  mano)  (3). 

Bertolaso  B.  fn  F.  Zimella  (Ve- 
rona). Perfez.  negli  erpici  (3).  — 
Nuove  modificazioni  e  dspos!zio- 
ni   per  solforatrici. 

Besse  E.  e  Lubin  L.,  Parigi 
Proc.  et  appareìl  pour  la  fixation 
des  bagues  ou  cadres  de  -soudure 
sur  Ics  fonds  ou  couvercles  des  boi- 
tes  de  conserves  ou  autres  recipiente 
analogues  (1). 

Bo'ttri  G.  Mi'ano.  Innovazione  a- 
gli    essiccatoi    per    bozzoli    (3). 

Bonaldi  D.  fu  Ant.  Crema.  At- 
lacco  automatico  a  conio  Villa- 
Bonaldi  per  manovella  di  fa'c'a- 
Irice.    (i). 

Bottero    G.    B.    Torino.    Porfoc. 


vo   mangime  pel    bestiame   denom.    dans  la  lance  et  le  becs  des  pulvé- 
])  Quest'anno  questa  parte  è  numerata  separr.tamente,  da  pag.  1  a  160. 
A.nxcario  sJCiESTirico.  XLIV.  a 


Brevetti  d* inveìizioìie 


risateurs  de  liquides  contre  les  ma-  Machine   à   bècher    «Stefanie»    (6). 
ladies  de  la  vigne  et  autres  p^ants       C«ppo  D.  fu  P.,  Torino.   aVi\it« 

(anni  3).  Coppo»,  ossia  polvere  per   la  prete- 

BoHyer*Foateaeaii  F.  Saint  Na-  zione  della  vite  dai  suoi  parassiti  e 
zaire-surLoire  (Francia).  Procède  de  specialmente  dalla  peronospora.  (6). 
culture  des  asperges  et  moyens  de  Corre  J.»  Neuìlly-sur-Seinc  (Fran- 
te réaliser.  (15).  eia),    e    PcBamboat    Y.    M.»    Guin- 

Bardluo  N.  La  Morra  (Cuneo),  ganip   (Francia).    Adaptation     san^ 

Tenaglia  per  castrare.  (3).  transmission,   aux  machines  h  bat- 

Cailcgari  S.  fa  L.  lx>reo  (Rovi-  tre,  des  nioteurs  à  essence,  à  gran- 

g:o).    Seminatrice    a    di^ribuzione  de  vitesse  (i). 

contemporanea    di    concinìe,    deno-        Dame    WilhelBl,    Berlino.     Proc. 

minata   la    «Rettinella»   (4).  et  appareil  pour  le  couvage  artìficicl 

Calvi  R.  di  A.  Castel  azzo  Bor-  des  oeufs  (6). 
mida    (Alessandria)    e    VogllBO    E.        Delleanl    P.,    Sant'Albano   Stura 

fu    G.    Alessandria.    Foraggio    me-  (Cuneo).   V^angatrice     meccanica   a 

lussato    denominato    «Zoon»     per  trazione  animale  od  altra  forza  mo- 

1  alimentazione    dei    bovini,      degli  ^f\^f.  qualsiasi   {2). 
equini,  dei  suini,  degli  ovini  e  de-        Dcntsche     Tiieraio?ii«r    A.     G.. 

gli    an.    da    cort.    (3).  Berlino.    Processo    ed    apparecchi» 

Candeo  A.  fn.  D.,  Roma.  Auto-  per   mantenere   ca'di   gli    alimenti, 

polverizzatore  «  Candeo  »  per  solfo-  (i). 
ratrici.  (i).  DI  Benedetto  S.  fu  O.,  Catania. 

Cantilli    C,    Bukarest.    Machine  Pompa  irroratrice   a  zaino    (3). 
agricole  pour  semer,  herser  et  rou-        Erede  G.,  Genova.  Seminatrice  a 

ler  simullanément  ou   non   (i\  pressione  (i). 

Carpi  L.  fn  A.,  Poviglio  (Reggio       Erlweln    G.    e     Marqnardt      E., 

Emilia).  Corpo  di  pompa  irroratrice  Charlottenburg    (Germania).    Proc. 

adattabile  a  qualsiasi  serbatoio  (3).  pour   la  régénération  dans  des   rè- 

Casall   A.,      Suzzara    (Mantova),  cipients  de  Teau  contenant  des  pois-- 

Sfogliatrice  e  sgranatrice  per  gra-  sons,    crustacés   et    autres    à   1  état 

noturco    (>)•    —    Decanapulatrice.  vivant   (6). 

Casali  F.  e  FlgU  (Ditta),  Suzza-         Pahr      J.      G.,     Gottmadingen. 

ra   (.Mortara).    Apparecchio  per  l'a-  Giunto  a  sfera  tra  l'asta  di  mano- 

ratura  funicolare  a  vapore  (3).  velia   e    la    testa   del    coltello    nelle 

Cctll   A.,   Pavia.    Apparecchio  ir-  niacchine  mietitrici  (i). 
roratore  montalo  su  carro  e  funzio-        Fantoni  E.  fn  V.,  Torino.  Misce- 

nante  per  il  movimento  delle  ruote  |a    antiperonospora     ed    anticritto- 

del  carro  stesso.  (2).  gama  (3). 

Cereia.Costa  P.,  Piacenza.     Ra-        parnetl   R.,    Pavia.    «Rubigine», 

strello   rotativo  ad  azione   contmua  ^^y^^^   resinosa       anticrittogamica 

^^\^''  »u  n?*!? *"  o^*^'''^'c  u,-^n«    1.,  «i   insetticida  (6). 
CerlbeUl  I^.  Roma.  Selez  one  elet-  ^         ^        S^^ 

trj>.magnetKa    dei    mater.ali    leuc-  (^,^„J^^)    tenaglia  per  castrazio- 

t  feri  e  di  sanidino  (1).  \^    .  .  .  '  •_;  /.  °        ^ 

Chrlft  L.  e  Megner  A..  Merchin-  "«„^^»  ^r^^.\'^'     v  f 

gen   (Germania).   Macchina  per   ta-        P^^^"  *^''^"*'-  ^''T  ^P/f^^S'^ 

Kliare  le  spighe  di  grano  dagli  steli  a  base  di  sangue  animale    (6). 

nel  campo,  (i)  ..^•»«'"«''  ^-  Augsburg  (Germania 

Ciarle!    D.,    Foligno      (Perugia).  Maceh.  impastatrice  per  il  burro  (3) 
Dischi  per  l'estrazione  dell'olio  d'o-        Flemming  R.,  Prettin  a/E.  (Ger- 

liva    in       sostituzione  dei    fìscoli    o  mania).  Proc.  per  distruggere  i  pa- 

sportine.  rassiti   degli    alberi    e   della    vite    e 

Colmégna  S.  di  F.,  Como.  Fusto  staccare   la   scorza   di    piante   vive, 

speciale   per   la  conservazione      del  (i). 
vino.  (1).  Fralpont  E.  di  A.  e  Bonzi  G.,  A- 

Constantinescu  ion  V..  Bukarest.  lessandria.     Farina     di      vinaccioU 


.  iSOe  al  15  liov.  1907 


Dielassata  per  alimenl 

Fral'pMtE.  di  A.  _  _      

S.,    Alessandria.    Farina   di    v.nac-  KMcrcr   H.,   Vienna.       Mélange 

cioli    melassata    per    alinirnlaz  one  pour      comballre    les  maladies   des 

del   besliame.  plantes.  (6). 

Finbi   A.  e   Fochi  H.,   Ginevra  Kcndrick  vaà  Bill  MunUcturlng 

(Svinerà).  l'roc.  de  (raitement  elee-  Conpanj',  Dtnv-er,  Colorado  (S.   H. 

irique  de$  planies  pour  dflruire  le  A.).       l'erlr/iona menti     nelle      lal- 

phjlloxira  el  uutres  parasiles.  (,i).  ciatfid.    (s)- 

Gamberi    ti.    F.    fu    F.    Ca.rè  Kl.iig   U.,      Heimsladt      tladm. 

(Cuneo).    Scuoi i-pa glia'  perlezionatj  (Germania),  l'iège  ù  réglage  aulo- 

applitabile    alle     trebbia  Ir  id,'.     (i).  matiaue.  (6t. 

Uandll  E.  Valdunu-,  Copenaghen  Ktucgl  K.,  Btbn  J.  e  Gelb  S., 

Macchine  per  mungere.  Budapest.    Machine    autoniotrice   i\ 

Giaaccl    L.    In    A.,    S'gna    (Fi-  travailler    et    en^emencer    la    terre 

renir).   Nuova  disposiìione  di  poni-  (b). 

pa    per    liquidi     anliperospor'ci     ed  Kanlck    G.    Proc.      d'homog^néi- 

inspiiic:di.    (.)).  sation  du  lail  et   aulres  gubslances 

GtrDlall  !■.,   Bologna  .  Apparec-  contenanl  en  suspension  de  la  gra- 

chio  speciale  per  la  pulitura  di  semi  isst  ou  un  corps  diUérent.  (fi), 

da    applicarsi    alle    trebbiatrici    per  KuDtl    E..    Marsiglia     (I-rancia), 

semi  minuti.  (3).  Treuil  ù  moteur  mobile  et  plus  sp.^- 

GcImI   O-,      Basilea     (Svizzera),  dalemenl   desliné   au    labourage  A 

Charrue  ì\  moleur.  (3).  distante.    (1). 

Gelici  O.,  Parigi.  Auloniobile  a-  JoU   A.,   Zurigo  (Svizzera).    Mu- 

gricole  combina  en  vue  des  iravaux  [ino  combinato  con  apparecchio  pr 

de  labourape.  (3)-  il  trituramento  e  la  macinazione  spe- 

Glllle*  A.  Gpelong  Victoria  (Au-  cialniente   ad   uso   agricolo,   (i). 

slrulia).    Imboccatura    perleiionata  LadJInU  T-,   Tunisi.       Tonneau 

per  coppe  pneumatiche  per  mungi-  pour      l'alimenlation   des   bestiaux, 

tura.  (6).  volaille*.  e(c.  (li) 

Golia  8.  fu  P-,  Slornarella  {Fog-  LardlntricPlgctHi  J.,     Daverdi«e 

già).       Equilibratore  per   macchine  presso  Vellin  (Belgio).   Eleveuse  de 

mietitrici.  (3).  «ussins.   (i)- 

GrMio   A.,   Torino.       Irroratore  La*wda    P.    fu    A.,    Breganza 

dopp-o  smontabile      «Esceisior»  ad  (Vicenza).    Movimento  o  due   pres- 

eflelto  variabile  nella  angolarità  dei  sioni    con    bracci    liberi    e    spine 

geni   e   soppressione   a   volontà  di  stabili  e  con  bielle  irrisallabili  per 

uno  di  essi.  (i).  toichio  da  uva.   (3). 

Gnmdinaiu  M.,  Wurzen,   Sasso-  LiMarliil  P..   l'orto  Valtravaglia 

ma  ((■ermama).  Macchina  spargitn-  (Como).   Nuova  pompa     irroratrice 

ce  di  conc-me  per  calce  e  concime  (uniionante  a  pressione  -"-n,-!,.  H^ii:. 

arlificiale.  (6).  „  v.^^^  imiia  n  (i). 

_  Gaudalùll'A.  I.  B.  e  Vucovlnl  \TÌL^  m..  i-in, 


I   per   la   distruzione  dei   bruchi 


LI  OolH  M.,   l'alenno.      Slaccio 
jer  erbaggi,  frutta  e  legumi.  (1). 

nr,    mr„     neiir   v,„    e   in    a  .re   ma,,  ^'■''    "^^    «    '«e-bey    O.    Duisburg 

"e    (3)  '*"'"■'"    ((iermaniu).    ..Allrapemou- 

Harimann  J.,  Ujverbàsz  (L'nghc-  '^*'V"-   *''„    .     -      ^        ■      vt 

ria).   Disp.  scaricatore  della  poltere  »■«""'•   C.  t>  C,  Catania    Nuo- 

per   le   trebbiatrici   (1).  **''    "■'8'"'.°    oper-"w=    a    rotatone 

UauplTltftd    B-,    Bruckhausen.  per  aratri   mcscilori   Uf, 

(Germania).    oTile   pour    la   récorie  Magyar  A..      De  Bir^Mff  T.  e 

des  fruits  (1).  TJrtk  J.,  Budapest.  Perf.  dux  char. 

HanUMuiB  C,  Uhibach     presso  nies.  (i). 

Stulfert  (Germania),      Sopporti   me-  MarOBe    A.,    Torino.    Appareil    \ 

lallici  per  vili,  (i).  marche   continue  pour  la   clariRca- 


Jìrevdii  d*inttnzione 


tion  des  vins  mousseux,  sous  pres-  apparecchio  rincalzatore  di  terra«  ^ 

Sion  d*un  gaz  inerte  et  à  Tabri  de  stema  Fratelli  Pari.  (3). 

l'air  (6;.  —  Procede  de  clarificalion       Pcratti  O.,  Cd'atìca  (Brescia)  Li- 

des    vins    mousseux   sous    pression  quido  Perotti  per  combattere   La  fi- 

d*un   gaz     inerte    et    à    1*  abri    de  lossera.  (3). 

l'air    («.).  Pira  A.  fu  F.,  Monfortc  d'Alba, 

Martim  W.  E.,  Stamford.  Lincoln  (Cuneo).  «Miscela  Pira»  preparalo 
(Inghilterra).  Perfezionamenti  nelle  contro  (e  malattie  crittogamiche  dei- 
macchine  per  rivoltare  latera'mente  la  vite.  (2). 

i    raccolti   e  formarne  manipo'i,    e        Priadic  W.  A.,  Merìllan,  Wlscon- 

nfgli     strumenti    o   macchine     si-  sin   (S.    U   A.).    Nuovo  attrezzo   a- 

mi  i   (6).  gricolo    orticolo    perfezionato.     (i>. 

Marzocchi  FraftcU  (Ditta).  Mez-        PiUiid  E.,  Magliano  Sabino  (Pe- 

zolara  (Bologna).   Disposizione  mec-  rugiaì.   Pompa  irroratrice     sistema 

Tanica  di  alimentazione  automatica  «   Pulifici   »  per   irrorare  le   piante 

e  di  prima  battitura  nelle  trebba-  con  i   liquidi  polverizzati,  ecc.    (j). 
trìti  da  risone-  (3).  Rabotfl  Gm  Mede  (Pavia).  Erpi'-e 

Maycr  G.,  Oflenbach  ^[Si  (Ger-  livellatore  per  le  seminagioni  ddle 

mania),  app.   automatique  pour  af-  risaie.  (3). 
fùter  Ics  méches  américaines.  (5).  Rabwl  G.,  Sartirana  Lomellina 

MeUchar   Fr.  (Ditta),      Brandeis  (Pavia).  Sarchiatrice,     sovesciatrice 

a/K    (Austria).    Macchina    semina-  per  risaie  (3). 
triie    (6).  Hcoaca  C.  E.  Oberhomburg,  Ix^ 

Miet   E.,   Carisruhe   (Germania),  thringen  (Germania),  e  Grciaer  io- 

Proc.  pour  la  destruction  életricque  •«?*»    Londra.    Outil   en    forme   de 

d'insect,    cn    particulier    du   pfiyllo-  h^he  pour  le  travail  simultané  du 

xcra    (6)  so!  et  du  bois  (6). 

Miglioretti    G.    fu    P..    M-  ano.        RiMidi  F.  e  C.  (Ditta),  Padova. 

Prodotto  per   combattere   le   ma  at-  Nuova  pressa  da  foraggi  (3). 

te   dele   piante,    (i).  ^  RUzo    V.    di    G.    Mestrino    (Pa- 

Milui   A.   fH  V..   Conselve  (Pa-  dova).   Suddivisore  di   polveri   ami- 

dova).  «Ihbert»  macchina  per  la  con-  cntlogamtchc    da    applicarsi     alle 

;.r:=,'  =^  s"-^  •°i'sr.."l,].,"Sx  iV 

Monte.  D.  e  Vi^à  G    B    V^  ^^^^^r^ec^^^^  ^"'^ 

dagno  (\  icenza).     lorch.o  rotativo        ^^^^^^   h.   P..  B^ford   (In- 

'^»««^]"^^M    ^r^  .  j  •  t-  1-  /       ir-  ghillerra).  Innov.  nei  veicoli  autom. 

MAI  er  H.,  Fnedr.chshafen  (Ger-  ^  j^  XTo!zxont  per  scopi  agricoli  ed 

manta).  Disp.  pour  cuire  du  lait  ou  ^jj^.  /g»  '^  r      o 

autres  liquides  formant  écume  lors        Schaper    A.,    Hannover   (Gernia- 

delourébulhtion.  (1).  „j^j     3^^^^,^    à    soupape    pouvant 

Nebio.o    G.    fn    L.    Tormo.    Ap-  servir  pour  la  fermentation  commc 

plìc.    di    un    motore    meccanico    in  ^^^    \^    soutirage    (i). 
sussidio    di    quello    anima'e    nelle        Schneider  P.,  Gross-Gerau  (Ger- 

macchine     agricole     operanti     sul  niania).  Presse  à  huile  (6). 
terreno   e    nelle   falciatrici    e   mie-       Société    Champenohi*Rambe«i    e 

titrici    in    ispecie.    (6).  e.,   Cousances-aux-Forges.    Ràteau 

NItz  G.,  Stettino  (Germania)  Ac-  à  cheval  (3). 
chiappa-mosche  conico  o   piramida-       Spalding   Robbim    Difc    Plongii 

le  estensibile  e  ripiegabile.  (6).  Company  Limited,  Ix)ndra.  Innova- 

Paaini   e   Figli,   Modena.    «L*E-  zioni  negli  aratri  (3). 
conomica».    Pompa     irroratrice    a       StoU  W.,  Torgau  s.  Elba.  Avan- 

grande   camera   d'ar'a.  treno  a  due  ruote  per  utensili  agri- 

Pari  Fratelli  di  Leopoldo  (Ditta),  coli  (Comp.vo). 
Isola    Dovarese  (Cremona).    Nuovo       Strafurini  G.,  CaslcHeone.  Treb- 


nlasciaii  in  Ilaliadal  IS  nov.  1906  al  15  nov.  1907 

biatrice  combinata  alla  a  bai  ter  e 
frumento,  segale,  avena,  ecc.,  non 
che  a  sfioccare  e  sgranare  i  pìccoli 
semi  rendendoli  puliti  (i).  —  In 
nov.  nelle  Irebbialrlci  e  simili  (t) 
TheodM  Unrath  C«mmudll-Uc 
icIlKhall,  Vysocau  presso  Praga 
Dispositif  pour  changer,  pendant  I: 

bre  du  distribuleur  dans  les  mach! 
nes  à  semtr,  pour  permellre  de  se 
mer  à  volante  par  le  haut  et  par  li 
bas  (6). 

Th«B<,  Malrcuc  •  CrrailMcl 
(Società),  Nouzon.  Raieau  mécani 
que  (6). 

TorlWU  Q.,  Sere^no.  Innov.  net 
le  pompi:  irroratrici  par  viti  e  si 
mili  (6). 

Twiaa  C,  Grasse.  Broyeur-prea 
soir  pour  la  fabricatìon  de  l'huili 
d-olives  (O. 

ToKtnl  D..  Rocca  Imperia'e.  Se 
minatore  di  grani  e  concimi  (a). 

TwI  R.,  Parma.  Dispos.  per  fa 
cintare  l'apertura  di  scatole  i 
"  prodotti  gastron 

II.  —  Alimenti 

iH  —  PiU  da  . 
Il  t  àitirii  - 

iiBw.aiirpandt'^Fiil 


grano  (i). 

Arcanui  Llmltcd  (Sociatì)  I.or 
dra.  App.  perfezionato  per  la  fabbi 
dì  acqui:  gassose  e  per  il  loro  scar 
co  pel  consumo,  applicabile  anch 
per  altri  scopi  (6). 

Bu-aTclU  £.  e  Flercntlal  O.,  Bi 
logna.   Forno  isotermo   per   la  co: 

Barbet  E.  A.,  Parigi.  Proc.  d 
sulìlatlon  et  de  désuIRtation  de 
jus  sucrés  et  scs  application}  au 
dìverses  induslries  de  ferment.  (6 
BatuBgartaer  R.  di  R.,  Tori 
Annunziata.  Congegno  r 
battitori-scuotitori  autom 
:1  (J). 
mburgc 
r  tes  bonbons  (6). 


8  Brereili  d*ìnvemicne 


lu)u.dcs   naturels   ou    dans    les    so-        ClMi    F.,   Boblingen.    Disp.    per 

lutions  et  utilisables  dans  ics  usa-  impedire  che  le  fette  di  barbabieto- 

ges    de    la    partie    pratique    et    en  la   si   pi^no   troppo  entro    i  diffu- 

paniculier  pour  la  production  le  la  sori  (6). 

podre  de  lait  et  Textractloo  de  su-       C— pigair  Fraa^aliC  ic  ptwémJU 

ere  de  jus  sucrés.   (i)«  FiiMtif ,  Parigi..    Capsule  destinée 

BJdUuM  Clu-.   e   C.  e   SUvaagcr  à  fermer  toute  espèce  de  flacoos  de- 

Prcscnriflg    C.   (Ditte),    Stavanger.  vant  contenir   des  liquides,    solides 

Innov.  nelle  scatole  di  conserve  (6).  ou    conserves    et   principalesnent    le 

Bliiarri  E.  di  L.»  Viterbo.  Proc.  lait  destine  à  la  stérilisation  (3). 
speciale  per  preparare  piccoli   spu-        Csiszar  S.t  Szilagysomhjo.  Pmc. 

manti  in  sostituz.  delle  acque  gaz-  et  dlspositìf  pour   la  fabrication   de 

rose,   birra  e  congeneri  (5).  boissons    mousseuses    (1). 

BÌ««B  J.   E.,   .Manilla.   Proc.   dfe        DckcMiettl  S.,  Torino.  Surrog^a- 

prc'paration    artificielle  de    graisses  to  di   caffè  (i). 
ronieitibles  i  compo^iiion  correspon-        Dettecchi  E.,  Torino.  Fabbricaz. 

dame    k    celle  de    la    graisse     hu-  istantanea  deiracqua  di   seitz  e   di 

niijine  (15).  ^  acque   gassose     direttamente     nelle 

BlHM    P.f    Roma.    Liquore    Gei-  bottiglie  comuni  a  sifoidi.  ed  appa- 

sha   (3).   —   Proc.   di   preparazione  recchio    relativo.    —    Nuovo    appa- 

della  carne  allo  scopo  di  conser\'ar*  ree.    per    la    fabbricaz.     istantanea 

la,  e  prodotto  cosi  ottenuto  (3).  delle  acque  di  seitz  e  acque  gassose 

B«ck  Walter,  Prinzenthal,  presso  dirett.  nelle  sifoidi  e  nelle  bottiglie 

Hromberg.    Imboccat.    per   le   nres-  a  pallottola   (3). 
se  di  ritagli  di  barbab.  e  sim.  (^).        Del  Prad«  y  Lisboa  Migaei,  Ma- 

Bordto   A.    e    Fratelli    CesUnza,  drid.    Proc.   dextraction  de  l*huiie 

(Ditta).  Torino.  Macchina  per  fog-  d*olive    et   autres   huiles    végétaux 

giare    le    pagnotte   nella    panifìcaz.  en  general  (1). 
(3)  De   Mattia   C.   di  G.   B.    Proc. 

Breda    HalYOr,    Berlino-Charlot-  per   la   torrefazione,    raffreddamen- 

tenburg.  Appareil  pour  le  déferrage  to  e  conserv.   del  caffè  natur.   (3). 
de   iVau   appllcable  aux   conduites        Diegei    D.    e    la    Ertte    Caiseier 

s(>us    pression    (óV.  FleischkoaserveB     Fabrik     Aktlea- 

BorgstròBi  A.   n..  Mango  (Fin-  GetelUcbaft.,    Cassel     (Germania), 

landia).    Proc.    pour    la    fabric.    du  Proc.  per  la  fabbricaz.   di  salsiccie 

l>ourre.    (lO.  e    salsiccie    in    conser\'a,    composte 

Breker  *n,.   Colonia   s/M.    (Ger-  di   carne,    legumi,    brodo   e   condi- 

mania).   Mélhode  de   travail   et   jn-  menti,    (i). 

stal'ation   pour  la   production   inin-        Diemer  G.i   Esbly.   Barre  de  le- 

terrompue  de  trempes  et  de  moùts  vagc  à  dócienchement  automatique 

de    hière    avec    le    concours    d'un  pour  la   dépecage  des  animaux   de 

procède    fournissant   du    moùt   con-  boucherie   (3). 
lenant  de  la  colle  d*amidon,   pour        Evangefisti  L.  fu  G.,  Sant*EIpì- 

des    brasseries    pourvues   d*installa-  dio  al  Mare.   Polvere  da  sciogliersi 

tion   de   brass.    doubles   (6).  nell'acqua  per  la  formazione  di  gas- 

Bnliler   F.  (Ditta).    Uzwìl.   App.  sose  (3). 
de    neltoyage    pour    tamis    animés        Fonderia   Fratte,  Fratte   Salerno 

d'un  mouvemtnt  de  va-et-vìent  (6).  ^Salerno).    Rullo   compressore    con 

Caimstatter  Mlsch  e  Knetmaschl-  voltapasta    per    gramole   da    paste 

nen  Fabrik  Caniutatter  Dampf'Ba-  alimentari  (3). 
ckofen>Fabrlk  Werner  e  Pfleiderer,        Foock    P.,    Berlino.    Proc.    per 

Cannstatt.    Machine  à  nouilles  (6).  la   depur.    dei    succhi  greggi    (3)- 

Che?  L.  e  H.  J.  West  e  Compa-        Camberà    G.   F.    fu    F.,  C  arrù 

ny  Limited»  Londra.   Proc.  et  app.  (Cuneo).    Impastatrice    «Gambera» 

pour  refroidir  et  saturer  de  gaz  la  per  fare   il   pane  (3. 
biére  et  autres  boissons  (6).  Gianoetti    C.    fu    A.    E.,    Geno- 


rilasciati  in  Italia  dal  16  nov.  1906  al  16  nòv.  1907        9 

va.    Nuova    applicaz.    della    impa-  parete   Laganà   per  abbrustolire   il 

statrice    pel    primo    impasto    del!e  caffè  (3). 

semole,    alla    pulitura    e    lavoraz.  Latscn    C,   Cleveland,   Ohio  (S. 

del    pepe    in    grano.    (3).  U.   A.,   App.   per  filtrare   il   brodo 

Ciobbl    E.,  Parigi.   Appareil   d'é-  (1). 

puration   de  Teau   et  autres  liqui-  Le      Grand    de    Mcrcey     René, 

des    (3).  Montbellet   (Francia).    App.  pour  la 

Cìolfieri    Ugo   di    C,    Bologna,  champagnisation    et    la    gazéifìca- 

Mannaia  aGolfìeri»  a  doppio  taglio  tion  eie  tous  les  liquides  et  particu- 

pt-r    macello   (3).  lièrement  des  vins,   lait,  ecc.  et  la 

Gnagnl  E.  fu  d  Genova.   For-  stériiisation    des    bouteilles     avant 

no    moderno  «Guagni»   per  la  cot-  Tintroduction    des  liquides    (6). 

tura  del  pane,   pasticc.   e  slm.  (O.  Le    Lait    (Società),    Parigi.    I.ait 

Hannovertche     Caketfabrìk     H.  malto-diastasé    pour   Palimentatiun 

Bahisen,    Hannover      (Germania),  des  enfants  ou  des  adulles  conva- 

Proc.    ed   dispositi!   pour   la    fabri-  lescents  et  son  procède  de  fabrica- 

cation    de   pàtisserle    soufflée   (3).  tion   (3). 

Hirtwig    E.,    Dresda    (Germa-  Leroux      J.,    Chlmay      (Belgio), 

nia).  Proc.  per  la  fabbricaz.   di   u-  Proc.    de   préparation   du   café  par 

na   conserva  di   limone  (6).  compression  et  produit  obtenu   par 

Hatmakcr   J.   R.,    Parigi.    Proc.  cette    préparation    (1). 

de   dessiccation   des   oeufs   et   sub-  LorloU    F.,  Milano.    Macch.   per 

stances    contenant    des    oeufs     (6).  cilindratura,    stampatura,   taglio    e 

—  Perfect'onnements  dans  la  des-  distacco    conlemporaneo    per    pasta 

sication   du    lait   et   autres   liquides  alimentare    (3). 

contenant  de  la  proteine  ainsi  que  Maardt   J.    ti.i    Hellerup  (Cope- 

les   produits   secs   obtenus   (6).  nagen)    Processo   per    preparare  il 

Heliwig    A.,    Belchatow     (Rus-  mosto  di   birra  secco  o  quasi   sec- 

sia).     Proc.    et    appareil    pour     la  co  (6). 

préparation  rapide  de  moùt  de  biè-  Maflel    G.    B.    N.    L.,    Torino, 

re  avec  du  malt  (1).  Proc.  di    fabbricaz.   di  un  surroga- 

Kowalski    M.,    Varsavia    (Rus-  to  speciale  ed  econom.  al  caffè  (0. 

sia).  Proc.  d'épuralion  de  jus  brut  MaaUchappll    tot  vervaardlg.ng 

des  sucreries  A).  I?«.  8«l»m*chinei    volgeng  «- van 

KrivAnek     1      KiA«r      /u..c«in\  Berkel'i   Patent  »  en  van   anderc 

Pr!L"'Sr'^  Ve.;ulf:Z    éiu^^  ^^'''1^"^'   ^^"S^.1^"  .  ^""'^r"^* 

roppo    ierde    o  della    chiara    nella  ^'^P^^l^'^   PO"*"   «^Jter   le   couteau 

fabbric.   di   piastre,   striscie  o  bloc-  ^'^culaire   et    rotat.f    des    mach     à 

chi  di  zucchero  mediante  Paspira-  ^*^^2"Cj!i'  'A^"^'  et  autres  (6). 

zione   (i).                                     ^  Melegatti     D.    fu     P..    Verona. 

v—k.     D         L? /  -*          i\ir  Proc.    per  la   conservaz.    del   burro 

(rf^ì^'  ^^p•I^          ''^^  /a^      '^^^  naturalV  per  mesi   dieci   alla   lem- 

^tZu^2    \  ul^'^    ^   inaffiamento  ceratura  di  dodici   centigradi   (14). 

seryibi.e   anche   per   acqua   potabi-  -^  m^„^,  5,   Company.  New-York. 

li'.-       ^^   _      ,  .         ,^        .  ^  Proc.    e   appar.    per    ricavar  corpi 

Ingelbrecht  J.,    Lione  (Francia),  so'idì   dai   liquidi   (lO. 

Machine  ou  appareil  pour  la  pré-  Meynien  V.  e  Darrlcan  8.,  Bour- 

paration  et  conservation  du  levain  ^eaux   (Francia).    App.    carbo-obtu- 

par    le   système   de    fermeture    hy-  rateur    destine    à    la    conservation 

daruhque    hermétique  (3).  rationelle   des   levains   (15). 

Joèl      A.,      Zurigo      (Svizzera).  Modena    U.,    Migliarino  (Ferra- 

Spazzolatrice    per    la   pulitura    dei  ra).  Appar.  per  la  preparazione  del 

cereali   e  Tassort.   delle  farine  (2).  caffè  (1). 

Lafllond  J.   B.,  Marsiglia  (Fran-  Monti     0.    B.    fu     A.,   Milano. 

eia).  Pétrin   mécanique  (^).  Macchina    per    fare    acque   gasso- 

Laganà  N.  fu  O.,  NaH'.  Tarn-  se  (3). 

burlano    (abbrustolitoio)    a    doppia  Mouncyrat    A,,   Parigi.    Procède 


10  Dreivfti  d'inveiizSoiU 

pour   la    préparaiion    d'un    liquide  Saattal   A.,   Tivoli   (Roma).    Ap- 

renlermanl,  sous  un   pelit  vatume,  parecchio  di   essiccamenlo   per   pa- 

toua  lea  prlncipes  de  la  chair  mu-  sie   alinientari    (io). 

KouVuire  (b).  Schmitt     L.,    IVaga    (Austria). 

NUlMB   F.    O.   e  Jouen   i.   A.,  Proc.    pour    la    (abricaiìon    d'  une 

Stoccolma.    Centriluga    per    il    mi-  pois    pour    bcasseurs,    absoluknent 

Rlior.  .del    vino,    dell»    birra,    ecc.  neutre  (6). 

(0).  SclweUcr,  Uqmtt  e  C.lc  (Ditta), 

Noiing    C,    Bruxelles.    Procède  Strasìbur);-Kòni(;sholen      (Cierma- 

pDur    ren'èveinrnt    du    produit   de  nia).   Macchina  agilalric«  a  cotort- 

lu   moulure  adhérent  aux  cylindres  na    di   pressione    per    sciogliere    e 

de$   moulins  de  minoterie   et   pour  rallentare    farine  rd   aUri    prodotlì 

la  d£>{a{>r/.galÌon   simuUanfc  de  c«  di   macinazione   (i). 

produit   (i).  Schacidcr,    Ja^acl  t    C.    G.    m. 

Novello  D.  e  Zamplcrì  G.,  Tre-  b.     H.,      Sirassburg-Konigshofpn 

viso.  Innov.  nelle  macchine  per  far  i/Els  (Germania).  Distaccalore   con 

taglialdle   (,i).  coclea  d'alimentaiione.   per  ia   ma- 

PllKhkc  H.  e  Beibimer  A.  M.,  cinazione  del    grano   {i|. 

Vienna.   Appar.   per   la   mallaiione  Schrtwdcr    J.,    Goediing,    Mora- 

ossia    per    far    tallire  l'orzo   (6).  via    (Austria).     Tanibour     iniérieur 

Plinalui  W.,   Pietroburgo,  l'roc.  tFanspoi  table  pl.-icé   dans   le   cylin- 

assurant     l'hcrnif licite      dcs    boilcs  dre  extfi'ieur  de  la  turbine  à  sucre 

de  conserves  ci  oulres,   et  maltère  et  son  mode  de  fonctionn.   (i)- 

sprvanl   h  sa   r<alisali<)n  d).  Schratn    0-,    Napoli.    Conserva 

Philipp   K.,   Magdeburg  (Uerma-  di     pomidoro    secca    (6). 

nla).    Proc.    et   oppareil    pour    m-  Sctiwan  K.,   Hainfeld  (Austria). 


I   della 
ne.    (61.       ■ 


par   dilfusion  (6).  di   altri   sughi  di   frutta  (i). 

RwpiHi    L„    UlenclBRBD    A.    e        Sehwtrta    B.,   Windenkoff   (Gei- 

Andrloi  C,  Tonno,   tiltro  per  ac-  mania).    Proc.   d'extracllon   du   su- 

''"WV.    R..  Sleepy   Eje,   Min-  "g,!^*"  w..  RUb«^  M.  e  Ym.« 

""'  ,V-   ^-y    ™-   P"  .P"-  1..   Glasgow     (Scoila).      Macchina 

I,   „.,n,.   H.lla   m..,r,n«.         f^^^   ^^^   manipolare  o  spianare 

Dlrri^pHi    c       m;i. c..!.,-,  '"  P^"^  "*""  '^bbrìc.  dei  pani  (6). 

Dlia.ll  V    f.'r'   Mil  „«    P    ,.  P"'   '''    f^l'u-^a   àA    pane   ed    altri 

Hi  wirv.      Hi      :'     t»       ;     <  commestibili    a    riscajdamenlo     e 

di  fabbricai,   di   una   bevanda   ter-  _  -■..  ■  i ._ -j^   ^    - 

mcn.ala   dal  frullo   dell'arancio   in  "■^'*^,'1^'^'"*°  „-HP''',k^„!?;'^^ 

modo  da   ricuperare   una   conserva  '°'^  'f"!"7  "P">o  (Comp.vo). 
dei    frutto,    nonché    l'eswnza    (z).  Società   Ilatlua   del   Forai,   Gè- 

Riva    A.,    Parma.    Metodo    spe-  "■>*'«)■    '«"""o   "  piatlaloniia   gire- 

clale  per  la  conserv.   in  genere  dei  *'°  ?  sospesa  con  movimento  di  n>- 

produtli   chimici   ed   aliment.  (i,).  taiione  meccanico  o  a  mano   ed   a 

RoUn-Lugloj  J.,  Parigi.  "Ma-  <^?"'f,''"  °'  "'""'■a  ad  a.iezza  va- 
chine rectiligne  à  mouvemenl  con-  "abile,  per  la  cottura  del  pane  (j). 
linu  i.  fiiire  les  plaqueties  ou  lin-  Soclell  Parmeate  per  la  ItMr. 
gols  de  sucre  avec  son  dispositif  delle  coaterve  allmeHlarl  (Parma), 
de   démoulage   (i).  Gelatina  d'uva   concentr.    nel   vuo- 

RlettK    W..    Basilea    (Svìzzera),  lo.    Pura.   nonché    agli    aromi    di 

Proc.    per   la  preparazione   di   una  cioccolato,   cacao,   vaniglia,  menta, 

farina  per   castagnacci   (i).  cedro,    arancio   e   simili   (6). 

Rntlen  L.,  I.ierre  (Belgio).  Proc.        SocMII  MBllalrc  da  twilerai- 

perlect.   pour  la  sléritisalìon   el   la  leu  Integrai,  Parigi.   Transforma- 

conservalion  du  poin  et  boìies  fj).  leur  biologique   destine  b,    l'epura- 


rilasciati  in  tlalia  dal  IS  i 


tion   des    eaux    risiduaires    conle-  tìonc   di   prodotti   olimenlari   solidi 

nani  des  niatiir«s  organiques   (6).  e  liquidi   (3). 

SoDHè   e,   Miluno.   Impaslairi-  Van  U.  A.  Emmerich  a/R  (Grr. 

ce   SoinarÈ  per   iuipastare   biscotti,  iiiaiiiu).   Appar.  per  la  torrefazione 

pane,  paste   alimenlari   e   auaUìuM  del  caflè  malto  e  limili  {Comp.vo). 

altra  materia  per  la  quale  occorra  Vcadcnimla    V.,    Bari.    Macch- 

U11   impasto  energico  ed  unit.   (i).  per   ta    fabbricaz.    automatica   del 

Stuf    R.,_  Poseo     (Germania),  decollo    di  carte    dal    caffè    crudo, 

Proc.    per    ricavare   in    (orma   di  denominata    «l'anta  pela  »    (2). 

polvere    secca    dagli   umori    come  Vlal  E.,   BiuKelle:!.    Ciarìfìcation 

san|>ue.  latte  e  simili.  1  corpuscoli  des  caux  de  villes  pour  les  rendre 

solidi   contenutivi    (ti).  potables   (3). 

SUBcn    C,    Vienna.    Proc.    per  Von    K.    F.,    Regensburg   (Ger- 

ricavare    dalle    barbabielule,    senza  mania),    e    Junger     h.,   KoeniKhl 

l'impiego  di   acqua,   sugli!  zucche-  Weinbcrge    (Germania).    Diffusore 

.    rini   purissimi  concenlrali   e  residui  per  barbabietole  od. altre   niat.   (li), 

ricchi   di    sostanze  nutrienti    e   pò-  Venula   N.,   Genova].    Filtro   di 

vere   d'acqua   (fa).  pietra   a   depurai,    multipla    (3). 

Sili»    N.    H..    landra.    Pcrfez.  Watlne    F.,    Stavunger    (Norve- 

negli  apparecchi   carbonalori  o  ae-  già).   Dispositivo  di   apertura  del'e 

ratori   di    liquidi   (6).  scato'e  per   conserve   (6). 

Stacchi  e  C.  (bitta),  Mi'ano.  Webrte  O.,  Emmendingen,  Ra- 
R  Sbramino  detto  il  'traversai  u  den  (Gerniania).  Armnt.  per  spcir- 
form^lo  di  matlonelle  fatte'  con  zare  e  rimuovere  i  residui  dì  mal- 
pezzetti  di  sughero  compressa  per  lo,  composta  di  coltelli  fissi  e  di 
modo  che  le  mattonelle  stesse  la-  pale  girevoli  interposte  debohnen- 
vorano  in  senso  perpendicolare  a  te  curvate  (61. 
quel'o  in  cui  avvenne  la  loro  coni-  WclohoM  E.  A.,  I.ouva'n  (Bei- 
prensione,  sistema   Telesio  (3).  gio),   Appareil   pour  le   lavage  des 

Sudali   S.,   Milano.    Nuovo  satu-  gralns,    etc.    avec    séparalion    dea 

rotore  istantaneo  per  produrre   be-  impuretés   d'un   autre   po:ds  sp^rì- 

t-ande   (;axose   (2).    -   Nuovo   sifone  tique   que   celuì   de   la   matière   la- 

idropneumalico  per   acque    di    selti  vee    (3). 

e   bevande   gasose   in   genere  (1).  WcilllDanil    N.    J.    H.,    Malmh 

Tavcmlcr      A^boate      Edouard,  (Svezia).    l'roc.    d'am<!lioration    et 

WcN   Daniel   e  Salomon   AlpbODM,  purificaiion   du   caf£   (6). 

Putcaui    (Francia).    Nouvelfe    ma-  Welter  C.  O-,  Schwerin  (Germa- 

cli'iie   ù   fabriquer    le  chocoiat  (1).  nia).   Filtro   per   l'acqua  degli   im- 

Tlbilctll  a.  fu   L.,  Milano.  For-  pianti  di  condottura  nelle  case  (1). 

no  doppio  econonilro  a  fuoco  con-        Venezia    M.,    '- ^-  ■-    -"' 

tinuo  iier  cuocere  il  pane  (1).  pietra  e  di 

Tennulol   V.,    Milano.    Applic-  Wirlfa 

industriale    per    ottenere    le    paste  nla).    Proc.  ed   apparecchio  per   la 

alimentari   in  diverse  forme,   tran-  preparazione    e    la    conservaz.    dei 

ciate,   compresse,  pressale  e  stam-  prosciutti    cotti    (d). 

pale    (3).    -    Applic.    di    venti  at ori  Zanardo   U.    B.,    Roma.    Proc. 

mento   delle   paste  alimentari,   con  mento  a  scopo  di  ozonizzazione  dì 

disposizioni     speciali    in    qua'siasi  liquidi   mediante  eletir.   statica  (ti). 

locale    (3).  Zaretiky    W.,   Londra,    l'ror.   et 

l'iplaìii  C,   Roma.   Proc,  econo-  appareil   perfectionné»  pour    classe- 


-  Arie  uinerakia  a  pkodvzi 

E   DI  METALLOIDI. 


i  -  Ti  •mummia  di  m-ii-ah  nl.alli 
■fiSi  —  fnnliiiimr  drlla  /*«a,  lUt 
m,  ttrIKvMìca  <<<n  <-,lalli  -  Kn^itt- 
h-oiiaflailica  —  Lrgki  m.lailii)u. 

enti  nelle  relle  dei  forni  pel  tral- 
mento  dello  zolfo  (i). 
CapMC  F.  e  MmicM  R..  Rom.-t 
uovo   (orno  per  l'fslrazione  e  pu- 
ìrazione  dello  zolfo  (5). 
CwIbdU    F-,   Roma."     Sezione 
■tiro-magnetica      dei       molerìali 
jciliferì  e  di  sanidino  fi). 
ClaTtM    Adua,    Londra.    Dispo- 
if   de    r^g'age    aulomulique    pour 
ur    i.    soufre.    (6). 

C«w^-Crie«     Sbcrird  Otb*ni, 

indra.     Perfect.    duns    la    produ- 
lon   du    cuivre   par   dfpAt   é.eciro- 
tique    (h). 
Crìipo   D.,      Anversa     (Be't^iol. 

sWus    cu"Te''ux!™(s)."  """' 
LuralSlB    MaiM    b.,  Caltanissel- 
.    Forno    ricuperalore   dello    in'fo 
e  si  disperde  sotto  forma  di  ani- 
ide   Milforosa   (1). 
CnrU    C,    Milano,    rerforalrlre 

De  BmL  '  a."'^  Skkw  V-. 
'ynn  Londra,  rerfertionniments 
ins  le  traitement  des  mi  nera 's 
ilfurés  niijctes  (ij). 
Dcncnge  E.,  Purif;!.  Traiie- 
>nt  dcs  minerais  de  zinc  (11). 

EdlMB  O  .H.  S.  L..  landra. 
>parec.  per  la  scparaz.  dei  nia- 
■\a.'.i   lege^rmenCe   magnetici   dal- 

^cklTMlaiu  O.  ■.  b.  H.  Rem- 
leid-lfaslen        (Germania).    Pror. 

ossidi  melai lioì  nella  produiio- 
di  ferro  colalo  (ferro  omogeneo, 
:iaio  dolrc)  sul  forno  a  suo'a 
veibero)  (o). 

Fabbri  E.,  Tiziana  (Firenie). 
«tema  per  estrarre  dal  terreno  i 
Ili  di  ferro  che  vi  sono  siati  =n- 
idolli  per  (ormare  dei  pozzi  arte- 

FaMan)   F.  di  Tito,  Spem  (Gc- 


Hlasciati  in  Italia  dal  16  mv.  1006  al  15  nov.  1907       13 

nova).    Nuova    lega    metallica    de-  Herreiuchiiildt    H.    L.,   Parigi, 

nominata   «  Metallo    Irir  »   (i).  Proc.    de   traitement   des   minerais 

Fauck    A.,    Marcinkowice    (Au-  antimonieux    (3). 

stria).   Perforatrice  per  roccia  (6).  Kello    Penrhyndendraeth    M.    I.t 

Fonderia      Milanese      d'Acciaio,  Mcrioneth    (Inghilterra).    Innovaz. 
Milano.      Trasformazione      diretta  nelle   perforatrici  meccan.    (6). 
della   ghisa  in   acciaio   o    ferro  o-  KJellin  F.  A.,   Stoccolma.    Proc. 
moaeneo,    operata    nei    convertito-  e    forno   perfezionati    per    la    ridu- 
ri A).  zione  dei  metalli  o  metalloidi  dal- 

Franke  R.   e  Gflnthcr   E.   EsV  le    loro    combinazioni   (6). 

t)en   (Germania).    Procède   et   appa-  Kflhne    K.   A.,   Dresda    (Gernìa- 

reil  pour  Toblention  du  soufre  (15)-  nia).    Proc.    per  la   produz.    o   iso- 

Frlediielm  E.,   Parigi.    Perf.  ap-  lamento    di    metalli,    metalloidi    e 

portés  aux   moyens  employés  pour  loro   leghe  (1). 

effectuer  des  dépots  électrolytiques  Jacobs  P.,    Maréchal    H.,    Rouf- 

métaHiques   sur   parois   ou   moules  fn^    e.   e    Haardt    G.,    Bruxelles, 

creux  (3).  Proc.    d'application   directe  de  mà- 

Frith     W.      Frederick    Lowndei  taux   sur   d*autrcs   métaux  notam- 

Londra.   Procède  perfectionné  T>our  ment   sur   le    fer,    la  fonte   et   l'a- 

raffiner  ou  recuire  l'acier  et  les  au-  cier    (6). 

tres   métaux   (i).      ^^  ,   _    ^  JnUien    e    Desiose   (Soc.).    Le- 

Gathy  J..    Mons   (Belgio).   Proc.  vallois-Perret    (Francia).    Proc.    et 

pour   la   metallurgie  du    cuivre   et  gppareil   pour  rendre   homogène   le 

du  plomb.  (i).    ^        .      _^        ^,  cuivre    électrolytique    (3). 

tfanntlett  F.  W    e  la  Sherardi-  j„„,„    ^      I^arigi     Proc.    me- 

zing    Syndacate,    Limited,   Londra,  lan^rgique    et     électro-métaJlurgi- 

Proc.       perfactionné    pour    déposer  /extraction   du   cuivre   de   ses 

les   combinants      des      métaux  sur  ^jinerais    (3).    —    Proc.    méla'lur- 

d  autres   métaux  ou   objets  en   me-  ^j^^^  ^^  éìectro-métallurgique  d'ol- 

taJ  (6).      „  _     .           -      T    j  •!  tention   de   cuivre   pur   (3). 

chaufte  o^Ia   fS  des'^b  e  s  T^"   P^<^-   «l'é'ectroly*.  pour  l'ex- 

,;.  •;,     _„.  j.  "i,„u..,  „,^.'.:,„  traction  de»   métaux  de   leurs   im- 

par  1  influence  de  chaleur  produ.te  ^^^^j^  ^^   ^^   traitement  de  déchels 

par  combustion  (6).  ^^_   ^..:„-^   „„    «..;,,,-*  «....   /,\ 

^  Ginther  E.  e  Franke  R..  Eisle-  '^^^.^"l'Ll    ^"^^'^  P"'  ^'^-    , 

ben  (Germania).  Proc.  d'extraction  Lamargeie     C.,    Roma.     Perfez. 

du  soufre  (6)  nella  cementazione  del  ferro  e  del- 

Gntehoffnnngshillte    Aktlenvereln  l'acciaio  (3).                   .     ,   ^. . 

fflr  Bergban   nnd      Hfittenbetrìeb,  ^  Lm»>    H-   ^-^    Cleveland   Ohio. 

Oberhausen    (Germania).    Proc.    et  (S.   U.  A.).   Proc.  di  riduzione  de- 

disposilif   de  chauffage   des  queues  gì»  ossidi  di   ferro  (15). 

de  coulée  des  lingots  en  acier  (i).  Le    Gallai8«Metz    e   C.le    (Soc.), 

Heberlein    F.,    Ix)ndra.    Procède  Lich    (Gran     Ducato    di    Lussem- 

d*agclomération    des   minerais    de  burgo).  Proc.   et  appareil  pour  l  è- 

fer   et  de  manganése   pulvèrulents.  puration    des    gaz    de    hauts-four- 

de  cendre  de  pyrites,  poussiéres  de  neaux    (5). 

haut  fourneaux  et  produits  ana!o-  Leoschner  C,  Friedrichssegcn 
gues  (15).  a  Lahn  (Germania).  Proc.  elettro- 
Herman  e  C.  (Ditta).  Anversa  magnetico  di  separazione  ad  umi- 
(Belgio).  Machine  élévatrice  pour  do  dei  minerali  (1). 
opèrer  le  chargement  des  mine-  Lombard  E.,  Marsiglia  (Fran- 
rais  ou  d'autres  matières,  svste-  eia).  App.  pour  la  fabncation  de 
me  Park  (i).  —  Perfectionné-  soufre  radine  en  fleurs  dune  ma- 
ments  au  machines  automatiques  nière  continue  (q). 
;*.  chartr^r  es  minerais,  systeme  Luserna  di  Rorà  E.  fn  Vittorio 
Park  (i).  e   Lucchelli   G.   di   Gerolamo,   To- 


14  lìrtrttti  J'ÌHtttuhtie 

riaa.   Nuova  «aldatura  per  «'liuni' 
Qto  e  sue  leghe  (3). 

Hala^taa    L.    e    Fa^tfin     A.. 

Gcnoia.    Suova   lega    meuUica  de-  Ptnt^-LWjà    M,,    I*    Tréport 

nominata    uBronzo    bianco»    (1}-  fE'rancia),   Uu4»tt  A.   M.,    Parici. 

MucUaesbam   ■    AbsUII    Bk«-  ÌVoc.    pour    l'eilraction    éleciro  iih 

toUI.    Kalk,   Colonia    (Germani;.!,  que   de»   métaux   (1). 

-Appateil   pour    la    commande    des  PelcriMa    A.  i.,    Alby   (Sve^a). 

lab:es   à   KFcoussei  (6).  Proc.    per   l'esecuzione   di    ridiuio- 

MuctalKabii    •    AwtaH    !!■■■  ne    Tnelallurgica    e    fusione    in     via 

baUI.  Kalk.  Colonia  >^,'R  e  Metal-  eletirìca   (6). 

larglKke    GeMlluhalt   A.    C    a  PlaccaU^    A.   lu    fi.,    Taranto 

netti   ed  accessori   di   niacrhi- 
ioKK»"i   =   sfregamenlo  (4). 
Ihjr    A.,    Erkelcni   (Cermania)- 
pour   les   soiidages  i  grande 
)ndeur   (6). 

igaletti  A.  di  O.,  Trabia  Soni- 
no (Caltanissella).  Forno  «Ri- 
tti» ad  irradiazione  dì  arii 
I,  per  il  tratiani.  degli  sierri 
ininrrnle  di  Jtolfo  (.1). 
ivlire  L.,  Parigi  uEm|do:  de< 
claves  en  méta  Ilo  rei  e  pour  Ir 
tment  des  minerale  (3). 

I'<>ur  amovible  à  bsivule 
la  fu*ion  de  l'acier  el  aulres 
lux   (Comp.vo). 

ilbtBbvrK  H.,  Londra.  Perl. 
melodi    ed   apparecchi    per    la 

lyder  F.  T.,  Òak  Park,  Ilii- 
(S.  U.  A).  Proc.  et  appareil 
rcs    au    traitement    des    minc- 


.  iKDéliqup  des  minerais  (6). 
«rerj  B.  C.  C,  I^ncaster 
hillcrral.  IVrIect.  relatifs  au.t 
line»  de  d.'i^aRrégalion,  lava- 
ci cnb:age  (6). 
■■crbrer  W.,  Cunneredorr 
mania),    Proc.   el   appar.   pour 

cbmMt  F.  bamplkeucllabrlk 
Igaicdcfluiung  der  Sutfcr- 
r  Adita  ItlaKbiacBfabrìk  n. 
iglcuercl  vorma:!  Uerannit  e 
1.  Halle  n/S  (Germania).  Pro- 
j  ppr  roltegare  iniimamenle 
o  simili  con  un  manlelio  o 
una  fodera  di  rame,  oliane, 
ibo    od     altro     metallo    o    con- 


rilasciiiH  in  Italia  dal  16  »ov.  1906  al  là  noi:  1907     15 

temporaneamente   con    un    mantel-  (Budapest   (Ungheria).    Proc.    pour 

Scbwart   A.,    New-York.    Proc.  Tiylar   A,   Londra.    Pertec.    aux 

e    impianto    per   concentrazione    di  secoueurs  ou  app.   pour  concentrer 

minerali    (6).  et  Javer  les  matiè: es  minérales  (i;). 

Slcneu   e  HaUke    Aktlea    Ge>  Thlrol  Adolphe-JwufHuIe.  Mi- 

Mlbcball,   Berlino.    Dispositivo  per  gc   LoaliAaguMv   detto   Noagnler, 

la  verifica  di  misuratori  di  corren-  Avignon.       Vaiicluse       (Francia). 

le   alternala   ds).    -   Proc.    per   la  Proc.    de    régénération    de    l' ilee- 

produuone  detttoliticn  di  zinco  trolyse  servant  à  Textractlon  par 
metallico  m  forma  compalla  me-  voie  éleclrolytique  du  cuivre  con- 
diamo l'elettrolisi  di  soluiioni  di  tenu  dans  Ie5  vieni  bronies  (i). 
solfalo  di  lineo  senza  luso  di  dia-  Thlrol  A.  Jean  M.,  Bourges  e 
framma  (ij).  Mage  L.  A.,  deito  Nongnier,  A- 
S*ckli   UMioii   degli   alti   tor>  vignon    (trancia).     Proc.    de    pro- 

Bt,  londerìa,    acciaieria,     terrieri  duction     élecirolviique   de    l'éiain 

hGI*.    Asdrca    Urcg«rliri«,    Lovere  niétalliuue  pur,   ;^hérent   el    cohé- 

(Bergamo).      Proc.    per     ottenere  reni  (3). 

Khisa    di    altissima    resistenza   per  Ttxler  A.   Billancourt   (Francia). 

artiglierie    (cannoni    e    proietti)    •  iVoc.    pour   l'cxtraclion   du    ruivre 

pn^otlo   con    esso   ollenibi  e   (3).  „    d'autres    mélaux    des    résiducs 

81K.      ABWfyMe      d'EipMIallOD  jes  pyriies   grillées   qui   en   renfer- 

dea    Brtvet»   CaMI«4    A.    Bafllot.  meni    (6). 

rarljji.   Perfectionnemenis   aux   ap-  Tropenai     Atcìaodrc,     MonUM- 

pareils     métallurgique»     à     veni  mar    (Vrancia).    Proc.    de    produc 

soufflé  (6).  lion   d'acier  en"  peliles   masses  (1). 

Soc.    ABOnyiiie      d'Etnlei    Eie;.  Ubaldl   G.   B.,   Roma.   Separato- 

trochlnilqae*,  Ginevra  (Svizzera). 
Pcrfeclionnements  dans  le  traile- 
inent   des    minerais    de    plomb    et 

pour  d'obtenlion  du  plomb  mé- 
latlique    (8). 

Soc.  de  Coattrnclloo  Micanl- 
qaei  d'Alali  (Francia).  Machine 
à  agglomérer  à  doublé  compre^- 
sion  simultanee,  A  action  direste 
et    régulaieur    hvdraulique  (6). 

SoDBlecbDcr    O.,    Vienna.    Cri- 
vello a  scossa   pel  trattamento  dei  . 
minerali    con    superficie    I 
scanalala    (6).  l'aiuto    della    core  busi  ione   di    una 

Solo   Ma^aav   F.,   A^ilas   (Spa-  parte  del  solfo,  e  per  ottenere  l'a- 

gna).  Proc.  chimique  méta.lurgique  cido  solforoso  in  una  forma  adalla 

pour    tirer    profit    des       calamines  ^Va      fabbricai,      dell'acido      solto- 

pauvres  moyennant  l'cslraction  de  rico  (i) 

Icur  zinc   ù    l'^tat    d'oxvde    (lO-  Vacblcr  0.  di   S.,  Catania.    Nuo- 

Storev     Chailci     Blodci     Cever-  vo    apparecchio   per    la    eslrazione 

dalc,    Lancaaler    (Inghilterra,      e  dello   zolfo  dapli   sterri   zolfiferi,   a 

Waachope  Joba   A.,   SchuII   (Irlan-  mezzo       dell'acqua        Boprar:scal. 

da).    Bhroyeur    de   minerais   (ti).  data  (,1). 

Sir*yckl   S.,  Varsavia   (Russia).  Wlel   E,  Rennes  (Francia).   Pro- 

Adaptation   des   fours   Marlin  ordì-  ciiè    et   apparci!    pour    l'oblenlion 

naires    au    procède    de    fusion    de  par   riduclion   do  leurs  oxydes   ou 

Tarier  d'une  manière  continue  fi),  de  leurs  coniposés,  de  tous  mélau:t 

Sitrmay   1.   e   VOB   KoCerlch   L.,  «t   alliages,   en   particulìcr   de   l'a- 


re    elellro-n 

lagnelico    a 

1    movimento 

elicoidale  e 

^a   prod^uzij 

ine    continua 

per    separa 

i    poco    ma- 

f-netici    da 

non     magne- 

"■VS-.. 

0.,    Alta- 

/illa      Irpina 

fAvellino).  1 

Metodo  per 

la    polveri!- 

zazione   dell 

0  zolfo.    Pi 

roc.    e   forno 

ner    separai 

-e    per  fusi 
li    h). 

one  lo   lo'fo 

Urbaieh 

0.,     Firc 

per    separar 
Il    solfo   dei 

:    la    fusione 

minerali   i 

sollorosi  col' 

.  du   magne-  tamenle  dal  iiiinersle  di   zolfo  l-. 
■    (})■  Wotokl   W,    Schodnica.     CaìUi 

Metodo    ed  (Austria).    Appare!]   à    forer    à   a- 

di   solo  su-  grandes    profondeurs    (g). 


ME  DEI  METALLI,  DSL  LEGNO  E  DELLE   PIKTKE. 


•lUrui  —   Mimtlt  t   midagiù   —  Bmiitara,  vtr-nniatmiK 
a  dti  mttalli  —  ColltB^tntu  rfi*  mtlalli  am  mtlalb    r  (.1 

mi  t  dtUe  fùlr,  —'  M^uchimi  fa  icnUnra. 

I,  Torino.  Pro-  nia).    Machine    à    lailler    les    rouf 

alluminio    puro  deniees,    notanini«)t   Ics    rours.   — 

o   per    la   fab-  Machine  à  taler  les  roues  deniff^ 

per   cucina    ed  notaniment   les   roeus   coniquesfbi 
e  a   lefhe   con         Baicoal     L.,    Milano.    Innot^,.' 
"fi   mezzi   e   proc.   per   la    forma' 

«Brlk    Gontea-  e  fusione   degli   elenienli    radiatori 

GontCTischwii  di    Rhisa   (3). 
ouple    d'alumi-        Bané   J.    B.,    rarigl.    VL«    pouf 

lur   sa  fabrica-  boi«  de  \\t  (3). 

.    u...   ^  Bateliekr  J..    Londra.     Innova/ 

Mi    MUl   Cobi-     negli    arcolai    per   avvitare      lubi 

Proc.    et   lami-  flessibili    (6). 

es  fers  nrofilés        Baad    E.,    Villeurbsnne    fFrait- 

(1).   -   Perfecl-  eia).    Perfect,    dans    la    fabricntion 

„  ..   ,        .  des   bagues  de   joinis  métall.    (1). 
Fabbrica   j  an-        Bclloil   E.  L.,   Milano.    Pro<^s,.o 

I  orino.     Alo-  p^,    ig    coloraiione    inteerale    dei 

tipo    ..Aquila  n,„rini    (3). 

iil»i.^    r^  ™   apparecchio    per     a    (uc  natura 

hi^a^nn        .  =    P^*"    '"    pressatura,     tranciaCat 

.•»JHri>.,''r»''  1  sagomatura   ecc.    dei   metalli    e   di 

r    a  U    ìé  ro  l"^'*'"''   "-«'^rì-le   0)- 
'iravi'd ime-        ■"«"    *"■    Losanna    (Svi«era). 
Lime  i   dossier,    perreclion.    (i). 

Tegcl    (Berli-        Bernard   C,    Nantes    (Francia), 

cation   de    tu-  Machine    à    serlìr    (3). 

la   presse  (6).         BofiW     FrUdll    (Dit(a),    CanliV 

nctloai    méca-  (Como).    Dispositivo   per   macchine 

Duceminnn    e  dn    Tare    i    chiodi   a    lorma    appun- 

Mùlhausen,  lita  piramidale  (3).  —  Innov.  nella 

Proc.    et    di-  fabbricai,    meccanica   dei   chiodi   a 

nande  de  ma-  Rambo    quadro    piramidale    da    le- 

:ia1ement    ma-  g""  o  ita   muro  (3). 
).    —   Ate'iers       Boltri    Fralelil    (Ditta),    Milano. 

leronigueo      ci-  Nuova    fucina   portatile  o   fissa  (4). 

Nardin   Geor-       Bonarda  G.   tu  C,  Roma.  Nuo- 

azia    (Gorma-  vo   materiale   ra-pantc   per  la  pulì- 


ì 


rilasciali  in  Italia  ilnl  16  nov.  1906  al  lo  nov.   1907      17 

tura,    raschiatura    dei    metalli,    le-  Catelli    G.    di     Q.,     Camajore 

gni,    pietre,  cereali,    ecc.    (3).  (Lucca).    Sistema    pei;    la  segatura 

Bono,     P.,    Torino.    Maglio     o  e  lavoraz.   del  marmo   e  delle  pie- 
martello   meccanico  regol.    (3).  tre    mediante    Turto    prodotto    da 

Boatenakels    P.f    Heerdt^.    Dus-  rotelle  dentate    giranti    (15). 

seldorf   (Germania).    Macchma   per  Chamband  A.,    Parigi.    Metal  à 

praticare  buchi  oblunghi  ossia  fes-  base    d*aluminiun   (6). 

sure   (lì.  Charles    A.,    Worcester    (Inghtl- 

Bonvinaln     P.»    Parigi.     Presse  terra).    Perfez.    nelle   macchine   per 
Kydraulique     à      mouleur  (6).      —  fare   chiodi,    bolloni  ed  articoli    si- 
Machine  pour  assembler  et  demot-  mili,   o  per  fare  le  teste  agli  steli 
ter  les  moules  de  fonderie  (3).  —  delle    viti    (i). 
Presse  hydraulique  à  mouleur  (3).  Chemlscn  -  Technlsche      Fabrik 

Bonvlilaln   Ph.,  e  E.   Ronceray,  Dr.  Alb.  R.   W.   Brand  e  Co.  G. 

(Società)    (Parigi)    Proc.    et    appa-  M.    b.  H.,    Char!ollenburg     (Ger- 

reìl  pour  le  moulage  des  pièces  à  mania).    Proc.    per    la    produz.    di 

grande  saillie  {2).  una    marmorizzazione    del    marmo 

Borgmann      Wilhelm      (Diissel-  ed    altre    pietre    in    generale,    me- 

dorf   (Germania).  Congegno  di   ri-  diante   la    colorazione    in     diversi 

cambio    per   quadri    d  orario,    car-  punti,    senza    l'impiego    di    mezzi 

telloni   da   listino,    prezzi  per   trat-  di    copertura    (i). 

torie   e   simili    tavo'e    con   diciture  Clamer    A.,    Amburgo    (Germa- 

a  caratteri     e  ,  numeri     ricambia-  nia).    Proc.    e    macchina   per   l'ar- 

bili  (i).  rotatura  automatica   di    perforatori 

Brackenburg    H.   I.,   Newcast!e-  a  spirale  (.^). 

on-Tvne      (Inghilterra)    e    Tlemey  Climax   P.    Limited,   Manchester 

J.     W.,    Ashlree,    Surrey    (Inghil-  (Inghilterra).     Perfect.    aux    outils 

terra).    Innov.    relative    ag'i    uten-  percuteurs  à  mains,   marleaux  mé- 

sìli    pneumatici   di    oercuss.    (6).  caniques    et    autres.  outils    analo- 

Brejcha    J.    V.,    Neudorf    ^Ger-  gues    actionnés    par    l'air    compri- 

mania).    Machine    à    enchdsser    les  me  (6). 

riìalières   dures   (i).  Conti   V.     G.,    Roma.    Iniez'one 

Brejcha  J.   V.,   Slrassburgo,   Al-  di    sostanze    antisettiche    nel   legno 

sazia    (Germania).    Proc.    et    appa-  mediante  la  circolazione  dei   bagni 

reil.pour  le   forage  des   trous   (i).  di     vaporizzazione    e    di     assorbl- 

Brlan    C.»  Genova.   Nuova   chia-  mento   (1). 

ve  «Rap'd»  oer  chiudere  ed  alien-  Conti  J.  T.  F.,  Système  de  ron- 

tare    dadi    (i).  del'e    de    sureté   empé    {\). 

Briede    O.,    Beurath    Dusseldorf  Costa  G.  e  Girando  E.,  Torino. 

(Germania),    Proc.  et  app.   pour   la  Macch.   per  allicciare  le  seghe  ^V 

.  formation    des   tétes    de    rivets   et  Conlois  G.   F.,   Parigi.   Machine 

autres  piCces  analogues  (6).    Proc.  à  poncer  et  vernir  (3). 

de    laminage    des    tubes  sans  sou-  Crawford    R.,    Parigi.    Proc.    de 

dure    par  élira^e   des    b'ocs  creux  fabric.  de  tubes  en   bois  durci  (6). 

(0).  Crittail    F.    H.,    Braintree    (In- 

Brown    J.     H.,    West-Hoboken  ghilterra).   Machine  à  fabriquer  le 

(S.    U.    A.).    Perfect.    apportós   aux  metal    dép'oyé   (6). 

appareils  servant  a  enrouler  les  fìls  Cnmmingg    Machine     Ccmpa  y, 

m^talligues  (6).  New- York.     Proc.    per    filettare    a 

Bunning  G.  E.,  Delveen,  Qucen-  vite   i   tubi   di   metallo   e  meccani- 
stand    ([Australia).     Barre    metalli-  smo    per    ottenerlo    (6). 
que  mortaisée  pour  la   fixation  du  Dandcr    O.,    Konigsberg    (Ger- 
fìl  de  fer  formant  c'òtures  (6).  mania).    Macchina    per   lustrare    il 

Carro   R.   di   G.,   Spezia   (Geno-  legno    (i). 

va).    Macchina    e    proc.    per   rime-  Dedltlns    C.,   Friednau  (Berlino), 

scolare  ed  elevare  liquidi  e  m'scu-  Proc.    per    l'impregnazione   del    le- 

gli   d'acqua   e   arena   e   simi'i    (1)..  gname    (i). 

ASMUÀRIO  SCIEKTIJrtCO  XLIV,  ò 


=.-r?s 


fÌ!i.V"S>. 


rilasciati  in  Italia  clal  16  noi:  19()6  al  15  noi\   1901       19 


t  I  J-i 


4  -  >  •> 


'ect.  dan  les  tours  aii'omatiques 
.andrins  multiples  (6). 
rossweiler  K.,  Vienna.   Perfcc- 
jrtés  aux  mairices  d  étirage(x  ). 
Ilbrel    C.   (Ditta),    Gotha   (tier- 
^     *_  _    *^ia).    Manteau   à   pedale   (6). 
*-  r-r.r     ,yj|fnlerl   G.    G.,   Mi  ano.    Inno 
,     ■  oni    nel  a    fabbricazione    m^'cva- 
'     "    ,  i  delle  lamine  per  striglie  da  ca 
•  -  .  «-  * o    e   simiii    (3).    —    Impiego   ai 
j.  *  Tm"-  lina   o    foglia    metallica    per    ri- 
-  ^  -  tire   le   parti    in    legno  o   di    al- 
'-.^*^"-     inateriali    isolanti    degli    appa- 
.  *  jr  *'-  -chi    per    i  luminazione    e'ettrica 
■-    utte  le  applicazioni  elettriche  in 
•!>   .^nere  (2). 
.    .  :r     Outmann    A.    Actiengcsenschaft 
i-rr    Maschioenbau,    Aitona-Otten- 
-.    /••!    (Germania).    Proc.    et   instaKa- 
^  '-  '  »n   pour  évacuer  la   poussiére  pen- 
•*-'■    nt    le   décapage  au   jet   de   sabe 
ii»'  ì    locai   clos  (6). 
.^  ..^     Hansen  J.   Morlstou,   Pittsburg, 
-^      a.     (S.     U.    A.).    Pro?,    et    appa- 
ia »il    pour    forger   des   roues    metal- 
.,.  y-ques   en   partant  de  flans  polygo- 
,\,,-aux  (6).  —  Proc.  et  appareil  pour 
..  JJ  -,  A     fabbrication    de    roues    méta  li- 
'  I^l  jues   forgées  (6). 
'  Tcr     Hasenkamp    Lncas   P.,      Heerdt 
„_     (iermania).     Dispositivo    per    pro- 
**ì^'lurre   matrici   da  getto  (1). 

Heinifch  Valdemar  R.  L.,  Fu- 
j?!ebakken,  Frederiksberg  presso 
^^  pCopenagen.  Proc.  et  machine  pour 
.  .  -  la  fermeture  de  tubes  remplis  de 
^ ^:  "*  matières  diverses  (6). 
tL^^  IIelb«rgcr  U.»  Monaco  Baviera 
^^;,;?' (Germania).  Macchina  elettrica 
^  j  j'.  per  saldare  catene  (3). 
'\  y  Hcnschei  e  Sohn  (Ditta).  Cassel 
,  (Mi  (liermania).  Pressa  fucinatrice 
per  la  fabbricazione  dei  dadi  e  si- 
nii'i  (6). 

Herbert   A.    Kehilworih    (Inghil- 
terra),  e   Vernon    P,    V.,    Penvorn, 
Coventry,    Warwick    (Inghilterra). 
Perfezionamenti    nei   torni    e    mac- 
chine,       utensili    e    simili    (6).    — 
Perfezionamenti    nei    toppi  dei    tor- 
ni   (b).    Perfezion.    nei    movimenti 
conduttori    di    macchine    a    fresare 
verticali    e    simili    (6).     Perfezion. 
nelle      teste    a    cunei    o    sopporti, 
per    le    macchine    a    filettare    (6). 
Perfe/.     nei    meccanismi    d'avanza- 
qicrito   per   torni  automatici    (6). 


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Herbert  A.,  Kenilworth  (Inghil- 
terra), e  Milburn  J.,  Coventry  (In- 
ghilterra). Perfez.  negli  apparec- 
chi a   tagliar  viti   (6) 

Herbert  F.,  Uirtiey  (Inghilter- 
ra). Machine  à  conlectionner  les 
moules  de  sable  (6). 

Heynau  H.,  Dotzheim  presso 
W'iesbaden  (Germana).  Perfec.  ap* 
portés   au.\    porteforets    (b). 

HoUer  W..  New-York,  e  Frith 
W.  F.  Lowades,  Londra.  Nuovo 
processo  per  indurire  e  tenìperare 
metalli  (1). 

Hooker  L.  E.,  Binghamton  (S- 
U.  A)  e  Clowney  A.  M.,  New. 
York.  Metodo  per  fabbricare  arti- 
coli  metallici   tubolari   (1). 

HQIscnbuftch  H.,  Va  sum  (Ger 
mania)  e  HartAeld  S.,  Marxloh 
(Gernìania).    u    Coupe-tubes    »i    (i). 

Klapper  A.,  Dittersbach  presso 
Waldenburg  ((iermania).  Mario'- 
lo  da  muratore  con  taglio  ricam- 
biabile (1). 

Klein  J.,  Bres'av!a  ^Germania). 
Grappa  di  coflegamento  protetta 
contro   la   ruggine  (i). 

Koepfer  t.,  Vienna.  Proc.  ed 
apparecchio  per  impregnare,  colo- 
rare integralmente  o  immunizzare 
legnami   d*ogqi    specie    (6). 

Kolb  A.,  Basi'ea  (Svizzera).  Pin- 
ce  auxiliaire   pour  étaux   (6). 

Jamieson  W,.  Londra  Perfezio- 
namenti nelle  macchine  per  con- 
nettere insieme  pezzi  di  legno  o  di 
altro   materiale    (6). 

Jamieson  W.  e  Barn  R.,  Lon- 
dra. Perfec.  dan  es  machines  pour 
cercUr    les    fùts    ou    barils   (6). 

Jeanrenand  E.  e  Cransaz  A., 
Losanna  (Svizzera).  Pince  pour 
tuyaux    (3). 

LampUgnani  E.,  Legnano.  Ap- 
plicazione alle  pia'le  di  utensili  re- 
go' abili  a   vite  (3). 

Lang  A.,  Carlsruhe  (Germania). 
Proc.  pour  l'oxydation  et  la  co'o- 
ration    de   l'aluminium    (1). 

Lauer  B.,  Pargi.  Perfec.  aux 
mach'nes    à    tourner    !es    bouchons 

(6)- 

^  Lefebvre  L,  A/'^ervilliers  (Fran- 
cia). Tonneau  mélallique  biconi- 
que  r<^s5stant,  indéformable  en 
qua  tre    plèces    (3). 


20 


lìreveiti  d*inveiìzioìie 


Lehaert  C,  Ober  Marxoh  (Ger- 
mania). Grattoir  pour  travaiUer 
les   coussinets  de  paliers  (i). 

Loeb  I.  A.,  VVorms  a/R  Germa- 
nia). Manico  da  utensile  con  av- 
volgimento di   filo  metallico  (i). 

Lorocb  J.,  Heidelberg  (Germa- 
nia). App.  per  saldare  seghe  a  na- 
stro (i). 

Lovenich  F.,  Francoforte  sfSi. 
((Germania).  Mandrino  per  coNe- 
gare  cacciaviti,  chiavi  per  viti  e 
simili  colPalbero  di  trapanatrici, 
tornii  o   simiU    (ò). 

Lukacs  A.,  V'ienna.  Proc.  de 
métajlisation,  de  bronzage  ou  de 
colorai  on  d*ornements  de  bois  en 
relief  sans  danger  de  gonfiement 
(6). 

Land  J.  G.  F.,  Christiania.  Clef 
à   érrous   (6). 

Madten  P.  M.  Christiania.  Fre- 
sa per  piallatrici  (6). 

Mafigi  L.,  Alessandria.  Nuovo 
sistema  Maggi  per  la  fabbricazio- 
ne delle  lamiere  decorate  in  cro- 
molitografìa per  usa  di  testiere  e 
piedi  dei  Ietti  in  ferro  e  dei  mobili 
m   genere  (3). 

Magoua  d'Ital!a.  Firenze  In- 
novazioni nelle  forme  per  getti  e 
specialmente  in  quelle  destinate 
alla  colata  di  lingotti  metallici 
(lingottiere)    (6). 

MalignanI  A.,  Udine.  Processo 
per  la  conservazione  del  legna- 
me (2). 

Marino  Q.  e  Barton-Wright  E. 
H'illiam,  Londra.  Perfezionamenti 
nel  trattamento  del  legno  da  esse-' 
re  usalo  negli  apparecchi  elettro- 
chimici  (1). 

Martina  E.  fu  G.,  NapoU.  Proc. 
per  la  fabbricazione  di  pomi  di 
piombo  senza  saldatura  per  guar- 
nizioni di  mobili  (6). 

Martinez  G.  e  Cassini  G.,  Fi- 
renze.  Apparecchio  per  la  lavora- 
zione e  pulitura  degli  specchi  nìe- 
tal'ici    (3). 

Martil  O.,  Berlino.  Vaso  di  le- 
gno con  fondo  superiore  sagoma- 
to obliquamente  (1). 

Masti  C.  Roma.  Macchina  per 
fabbricare   tubi  di    getto  (3). 

Meialipapier,  Bronzcfarben-nnd 
|$l{it(nietal-Werke  vorm  Leo  Haen- 


le,  E.  Sclioa,  Lindner  e  Voit»  vmà 
i,  H.  G.  m.  b.  H.  Monaco»  Ba* 
viera  (Germania).  Manlio  a  cusci- 
na  d'aria  con  dispositivo  per  la 
battitura  di  metallo  laminato   (15). 

Me  Tear  Balfonr  Frascr  e  01- 
biOfl  Henry  CecU  WUiiaiB,  Lon- 
dra. Perfez.  nella  fabbHcaz  one  -di 
tubi  o  corpi  tubolari  di  accìa'o  o 
di   metallo   indurito  (2). 

Minimax  Consolidated  Limited, 
Londra.  Appareil  à  jet  de  sab!e 
s*employant  à   la  main  (6). 

Monnet  e  Moyne  (Soc.),  Pari- 
gi. Machine  à  cintrer  les  tubes 
métulliques  (x). 

Monti  G.  B.  ffn  A.,  Milano. 
Macchina  per  fare  acque  gasso- 
se (3). 

^  Namias  R.,  Milano.  Decarbura- 
zione e  affìnazione  dei  getti  di  ghi- 
sa per  trasformarli  in  metallo  mal- 
leabile, mediante  cottura  in  pre- 
senza di  una  speciale  miscela  ossi- 
dante  affinante    (i). 

Nicolai  Fratelli  (Ditta).,  Domo- 
dossola. Nuovo  incatenamento  in- 
trencato  metallico  o  prodotto  de- 
stinato alla  confezione  diretta  di 
gioielli  od  alla  ornamentazione  di 
oggetti   artistici   (5). 

Nofle  E.,  Weissenfels  a/S.  (Ger- 
mania). Dispositif  pour  le  cour- 
bage  ou  l'enroulemenl  sur  un 
mandrin  de  barres  métalliques,  de 
flls,  de  bandes  de  tóle  ou  autres 
préces  de  m<^tal  analogues  (6). 

Norma    Compagnie    G.    m.    b. 
H.,    Cannstatt    (Germania).     Ma- 
chine à  meuler  les  biUes  (6). 

Nnti  O.  fu  R.  e  Garagnani  G., 
Bologna.  Processo  oer  la  salda- 
tura deirallmninio  (i). 

Paffrath  T.,  Duisburg  Me:de- 
rich  e  Schuen  G.,  Duisburg  (Ger- 
mania). Machine  à  travaiUer  les 
tubes   de   chauffe   (i). 

Pedersen  Miliael.,  Durslev  (In- 
ghilterra). Macchina  perfezionata 
per  tag'iare  ruote  dentate  per  in- 
granaggi  e   simili   (6). 

Peirce  John  Roydeok,  .Ke\v,-< 
York.  Perfez.  ne-!e  macchine  spia- 
natrici per  p'etre  (6). 

Perrins,    Limited.,    Warrin^ton 
(In^jlii! terra).    Perfc^;.    nel«a    prò- 


rilasciati  in  Italia  dal  i6  nov.  1906  al  ili  nov.  Ì9Ó1      2i 


du2Ìone  di  tubi  da  caldaie  o  altri  parecchio  di  essiccamento  per  pa- 

tubi   di   metallo  (9).  ste  alimentari  (10). 

Pctracchi    Adriano    fu    Giovan-  Satlier    Cari.,    Stegljtz    (Germa- 

Blf    Milano.      Impiego    di    doghe,  nia).    Apparecchio    automatico   per 

lastre   o   occhi   di   cemento   (arma-  macchine   da   inchiodare   (i). 

to    e  non    armato)    per   la   costru-  Schtapp  Wilkelm,  Berlino.   Mac- 

zlone     di   recipienti     di     cjualsiasi  china    per    arrotare    le    punte    da 

forma  e  capacità  (botti,   tini,  cas-  trapano    e'icoidali    (6). 

soni,    ecc)  (1).  ^cmid    Moriz   e    Schar   C,   \Vi- 

Pravettonl    Giacomo    fu    Luigi,  Ihelmsburg    (Austria).      Proc.      et 

Milano.    Mandrino    vuoto    cilindri-  machine    pour    la    fabrication    de 

co   porla!ame,   a   nervature  compo-  chaìnes   forgées   et   soudées   (9). 

st&  con   viti  di   giunzione  a    testa  Schwieger  A.»   Her.ino.    Presa  i- 

incassata    per     piallatrici     da    le-  draulica   per   tubi   ed   aste   r'cavati 

gno   (3).  da    lingotti    vuoti   o   pieni    (6).    — 

Rambuox    Isiior.,       ErqueKnnes  Pressa  per  ricavare  tubi,  aste  e  si- 

(Belgio)  Procède  pour  le  sciage  du  mili  da  lingotti  di   metal'o  (1). 

marbré   et   de   la    pierre   dans    les  Sclple  H.  M.  e  Ross  Monroe  L. 

armures     (chàssis)     et        débiteu-  I-ondra.   Perfec.  aux.  proc.  de  pro- 

ses  (1).  duction    d*art:clc5    cou^és    en    mou- 

Read    WflUam    A.,     Liverpool  les    (i). 

(Inghilterra)    Per/ect.    de    machi-  Scuoppo    D.    fu    P.    Spezia   (Gc; 

nes  pour   la    fabrication   de   boites  nova).    Macchina   per    tornire    gli 

en    metal    (i).  oggetti    che    possono    difficilmente 

Ricci  C,  Londra.  Macchina  per  lavorarsi   col   tornio  comune  (i). 

smerigliare     e  rettificare    i     denti  Sheward   Hubert    Edward.»    Up- 

degli    ingranaggi    (6).  per    Norwood,    Surrey    (Inghilter- 

Rldley.,    Coventry    (Inghilterra),  ra).   Perfez.   nella   fondita  delle  in- 

Perfez.    relativi    alle  macchine   per  cudini    (3). 

smerigliare  le  valvo'e  (6).  Simpfon    William    Speirs.,    Lon- 

Romaucllo    F.,    Merano    sul    Po  «'•'a.    Processo  perfezionato    per    u- 

(Alessandrta).    Crivello    per    s«pa-  "'re  o  saldare  per  sovrapposizione, 

rare    la    sabbia,    ghiaia   e   ghiaiei-  a  caldo,  parti  metalliche  (3). 

ta  (io)  Società  auoo.   Ital.   G.  Ansaldo, 

Rotanof  N..  Shìtonir  (Russa).  ^'.f^^K^.  «  .^-  55"9^^-  ^fT^^^' 
Trivella  specialmente  adatta  ai  "^"^  fabbricazione  d.  piastre  di  co- 
lavori    forestali   (i).  razzatura  per  navi  ed  atri  oggetti 

H '^^""nSLV'^l'.n^'R^*"    '"J-  ''soc?«orde  la  uouyelle     LI- 

dor   e    MAller    Armin.    Budapest.  p^^j  ,     ^                        ,j^^ 

Arpione    per    impedire    il    fendersi  3^0,.^,,,^   corrigeant    les   variations 

JfL"''"'^    V*          4  *i     ^      r.  de  longueur     provoquées     par     la 

Ritgertwerke          Acticngeien-  trempc  (1)        ^     ^           *^ 

scbaft.,    Berlino.    PiaHatrice-perfo-  gp^^    ^^^^^    POxIiydrique    Inter. 

ratrice  combinata  per  traverse  fer-  nationale.,   Bruxelles.    A»^oar.    pour 

roviane   (i).  1^  couoace  des  tóles  ou  autres  piè- 

Sack    Hugo.,   Rath  presso   Dus-  ees   méta'Jiques  (6). 
sf<!dorf    {Germania).     Procède    de  Soc.  anon.  Officine  di  Netro  g*à 
laminage    de    poutrel!es-à    (15).    —  G.    B.    Rubino.,    Netro    (Novara). 
Innovazioni  nei  laminatoi  a  soppor-  Nuova   chiave  ad  apertura   regola- 
to universale   (1).  bile  (3). 

Salernl    D.,     Taranto     (Lecce).  Soc    anon.    rOzbydriqne    Inter* 

Proc.   per   saldare  a   freddo  ottone  national.,    Bruxelles.    Proc.    et    ap- 

ed  altro  in  lamiera  e  oggetti   con  pareil  de  dénvetage  (6). 

essa    fabbricati    (1).  Soc.   degli   Alti  Forni,   Fonderie 

Santini  A.,  Tivoli  (Roma).   Ap-  ed  Acciaierie  di  Terni,  Roma.  Si- 


24 


tìrevetfi  d*  inveii  Zi  òììé 


sterna    di    formatura    speciale    dei 
tubi    in    ghisa  (15). 

Soc.  l*Aiito-Clé.,  Leval'ois  Fer- 
rei (Francia).  Vilebrequin  arti- 
cM    (3). 

Spencer  Christopher  Mioer.,  a 
W.ndsor,  Conneciitur  (S.  U.  A  ). 
Innovazioni  in  un  meccanismo  fi- 
lettatore per   macchine  da   viti    ((> 

Stadler  e  C,  (Ditta)  Losensteìn 
(  Austria  ).     Tour       ù       plus'eur 
points    (6). 

Tannett-Walker  F.  W.,  Hun- 
slet  Leeds,  York-shire  (Inghilter- 
ra). Per  fez.  nei  magli  a  forza  mo- 
trice   (s). 

IhioMier  Jean  Vincent  Ema- 
nuel., Parigi.  Moyen  de  tìxation 
de  tirefonds,  crampons  bou'ons  et 
VIS  dans  des  malières  tendres  ou 
ahcrables   lelles   que   le   bois  (1). 

Thomas     A.,    Clabecq     (Btigio) 
Perfeit.       epportós      aux       lami- 
noirs    ((>). 

Thomé  Jnilen  E.,  Nouzon  (Fran- 
cia). IVrfect.  dans  les  machines  à 
pcrcer  {\). 

Ihuilìier  G.,  Parigi.  (ìenre  de 
cisailles  à  main  pour  couper  les 
métaux  et  autres  matières  dures 
en    fcuilles   (3). 

Trottet  A.,  Losanna  (Svizzera). 
Pince    pour  tuvaux  (6). 

Uhiliorn  Ùiederlcli  AlUbclm 
Hermann,  Aquisgrana  (Germania) 
Dente  da  carda  curvilineo  e  suo 
pr<M<sso   di    fabbricazione    (1). 

t'nhersal  Nut  Machine  Co  Li- 
mited, Montreal  (Canada).  Proc. 
et  machine  pour  fabriquer  des  é- 
crous   et    des    rondelles   (1). 

Vallet-Lassalie  Anf^nste  e  Chan\ 
Etienne,  Lione  (Francia).  Mach'.ne 
à   cannetiller    ((>). 

Valobra  V.,  (ienova.  Cesoia  a 
leva  articolala  con  banchetto  por- 
tabile  V3)- 

Vernet  A.,  Digione  (Francia). 
Poinconneuse  à  poincons  et  h  ma- 
trìces   multip'es  (comp.vo). 

Villa  B.,  Milano.  Catena  a  tor- 
tig'ionc    piaUa    per    gioielleria    'n 


genere    e    per    applicazioni     indu- 
striali  (2). 

VUintlni  D.  fu  C,  Toscolano 
(Brescia).  Macchina  per  la  fal>- 
bricaz.  di  un  nuovo  tipo  di  seghe 
per  traforo   (1). 

Von     Pfeif  e     Klein   •    Ellgoth 
Friederich  Wilhelm    (Deutsch-Kra. 
warn    (Germania).     Perfez.     negli 
utensili  di   lavoro  (6). 

Walenta  F.,  Be:linzona  (Svizze- 
ra). Processo  per  fare  modelli  da 
getto  (1). 

Wanner  e  C.  (Società),  Horgan 
(Svizzera).  Perceuse-tour  niultx> 
pie   (ft). 

Wattne  F.,  Stavanger  (Norve- 
gia). Innov.  nelle  giunture  delle 
latte  (6).  -  Machine  k  replìer  les 
boiies   en  fer   b'anc»   ecc.   (6). 

WeiU  E.,  Postyén  (Ungheria). 
Sist.  per  costruire  mediante  pezzi 
smontabili  telai  di  tende,  impal- 
cature, mobili,  giuocatioli,  rinfor- 
zi di  scatoloni,  cassette  ecc.,  per 
imballaggi   (1). 

Wenzeì  Gottlieb,  (Berlino).  Per- 
fec  aux  machines  à  cop'er  la 
sculjpture   et    Tarchitecture   (i). 

n  er  iizeu  g  Matchiaenf  rahrik 
Berner  e  C,  Nurnberg  (Germa- 
nia). Marteau-pi!on  manoeuvré  ù. 
laide  de   l'air  (13). 

Miliin  A..  Clichy  (Francia). 
App.  permetlant  de  garnir  les 
fonds  ou  couvercles  de  bottes  mé- 
talliques  d'une  pàté  ou  mastic  de- 
stine à  assurcr  rétancliéìté  des 
joints  (3). 

W indecer  O.,  Strasburgo,  Alsa- 
zia ((iermania).  Proc.  d'étirage  de 
blocs  de   metal  (i). 

Winkelstroter  Mai,  Hannover 
(Germania).  Proc.  et  dispos'tlf 
pour  la  fabrication  d'enseignes  en 
tò'e  recou verte  d'une  couche  de 
crUu'otd,  de  papier  ou  autre  ma- 
tière   (ti). 

Winter  EmU,  Pittsburg  Pa.  (S. 
V.  A.).  Perfect.  apportés  aux  la- 
m'noirs   h    tubes   et   autres   (6). 


intoBciaii  in  Italia  dal  16  nov,  1906  al  16  nov,  190l      2ft 
V.  —  Generatori  di  vapore,  macchine  diverse  ed  organi 

^  DELLE  MACCHINE. 

Caldaie  —  Surriscaldatori  —  Apparecchi  d*alimeHlaxióHe  —  Econcmiutatori  -* 
CondAté  e  recipienti  per  fluidi  diversi  —  Valvole  —  Rubinetti  —  Regolalot  i  di 
pressione  —  Organi  di  chiusura  (vedi  anche  per  le  condotte  dei  freni  :  Classe 
Vi;  per  le  pneumatiche:  Classe  VII;  per  le  condotte  d'acqua:  Classe  XIII  — 
Motoria  vapore  e  a  gas  compressi  o  liquefatti,  con  stantuffo  a  movimento  reti//- 
Meo  —  Condensatoti  —  Sistemi  di  distribuzione  —  Regolatori  di  velocità  ^  Mo- 
tori a  vapore  e  a  gas  compressi,  con  stantuffo  a  movimento  rotativo  ->  Turbine  a 
vapore  e  a  gas  —  Motori  a  combustione  e  ad  esplosione  —  Motori  ad  accumula- 
tori idraulici  —  Motori  mossi  dalle  onde  e  dal  vento  —  Pompe  per  liquidi  e  per 
/iuidi  aereiformi  —  Altre  macchine  per  il  sollevamento  dei  liquidi  (vedi  anche  per 

le  pompe  irroratrici). 

Abrate    A.,    Torino.   Motore    ro-    linois  (S.   U.  A).   Perfec.  dans  les 
talivo    ad    eccentrico    con    cassetto    soupapes  (6). 

a    scatto,   sistema   «Abrate»   (x).  AUgemeine    Elecktricitilg   Gesell- 

Ackermaiin  Hugo,  Berlino.  Val-    schaft,    Berlino.    Perno   d  appoggio 

vola  di  ritegno  con  due  o  più  mol-  con    una   sfera   come   superficie    di 

le    a   nastro   radiali    trattenute   nel  rotazione  (6). 

mezzo  sui   seggio  della   valvola   e  AIUop  Motor  Syndlcate  Limited» 

sorreggenti    la    piastra    della   vai-  Cardiff   (Inghilterra).    Perfect.    aux 

vola  (6).  moteurs   à    pétrole   (6). 

Adanoli  F.  fu  A.,  Sellano  (Co-  Andcrton    L.»    New- York.    >fo. 

mo).    Cuscinetto  a  rulli  per  alberi  teur   à   hydrocarbure    (6). 

di    macchine    e    trasmissioni»    con  Aagelini    0„    Roma.    Motore    a 

applicazione  agli  alberi   dei  veicoli  spinta   idraulica   ed   a   coipo   di   a- 

ferroviari,    mediante    sostegni    in-  riete  (i).   -   Motore   idraulico  «Du- 

terposti  ad  aria  compressa  (i).  p'ex»i  (14). 

Adler      Falirradwerke       vormalt       Aquila   Italiana,    Fabbrica   d*au- 

Heinrich   KLyer,   Francoforte  s/M,  tomobili    (Società),    Torino.    Moto- 

(Germania).     Système    d'enve'oppe-  «e  a  sei  ci.indri,   tipo  «Aqu'la  Ita- 

ment  pour  joints  articulés  en  croix  liana»    (3).    —   Cuscinetto   «   sfere 

ou   jo'nts   universels   (15)  comb  nato   normale   e   reggi-spinta, 

Adler    I.,    Susine-Gjurgjenovac,  sistema   Bazzani  (3). 

(Ungheria).    Apparecc.    per   proteg-  Appiogedammer      Bronsmctorcii- 

gere  le  caldaie  a  vapore  (1).  fabrick.      Appingedam      (Olanda). 

A.    E.    G.    Thomfon       Honstoil,  Innovazione  nei  motori  a  esplosio- 

Società  Italiana  di  Elettricità,  Mi-  ne  a  quattro  tempi  (1). 

lano.    Disposizione   per  regolare   la  Aragnetti    E.   di   F.,    Brusnengo 

pressione  nelle  turbine  a  vapore  (6)  Nuovo    regolatore    Parabolico    (3). 

Agnelli  G.  e  Incerti  R.,  Torino.  Agkling  Cari  Willielni,  Stoccol- 
Perfezionamento  nella  costruzone  nia.  Invertitore  per  motori  a  esplo- 
de! cuscinetti  a  sfere  (3).  sione,    a    combustione    o    a    ca  o- 

Aktiese'gkabet       Burmelster       e  re  (6). 

Wains      Maskin-og    Skiksbuggerì,  Astfalck    Wiland,    Tegel    (Berj- 

Copenhagcn.     Palier-support    pour  no).    Proc.    et   disposìtif   pour   rem- 

corps    tournant    à    grande    vites-  plir  et  vider  sous  pression  le  ou  les 

se  (6).  cylindres  de  press'.on  de  presses  hy- 

Albini    t.   e   C.   (Ditta).   Milano,  draulioues  (6). 

Manometro        vuotometro,        tipo  Ateliert  de   Conttrnctions  Méca- 

Bourdon  modificato  Ab'ni,  con  ac-  niqnes  ci  devant  Dncommnn,  Miil- 

coppiuniento    di    più    moUe    e    più  hausen,     Alsazia.     Dispositif     ser- 

movimenti    indipendent*,    sopra    un  vant    a    maintener    en    position    le 

solo  perno   (3).  champignon    d*une    soupape     dotit 

Allea    Everct    Ph.,  .Chicngo.    Il-  la    tige   est   cas«!ée   (i). 


24  Drcveiti  dHnvenziùìte 


AtcUers    de    Coiutrnctloii    Méca-  operatrici     idrauUche     e    a    vapo 
nlqnes  ci*devaiit  Dncommun  e  Lnt-   re  (6). 

t.nauer    Carlos,    Mùlhausen,    Aisa-  Beaarride  Pani  e  Dondoa,  Mar- 
zia.    Commande    à     ressort     pour  siglia.       Transporteur,       élevateur 
mécanismés    avéc    changement    du  mécanique  (6). 
sens  de  rolatioii  (6).  fieJcHer   u.      Gresham.    Londra. 

Aterc.s    de    Coiutrnct.Oii    CerL-  Disp.    per   impedire   nei    motori    a 

kon    (Ditta).       Ocr.ikcn    (Zurigo),  siantufto    la    perd.ta    di    pressione 

Turbine    d'action    à    étages    et    à  al    termine   deildT  corsa   delio   stan- 

introducton   partielle   pour   vapeur  tuffo  (i). 

ou     autres     fluides     moteurs     ga-  Bcldam    P.    CampaDy,    Ix)ndra. 

zeux  (6).                                  , ,    ^  ^  Guarnitura    perfezionata    per    tnò- 

Austin  Motor   Company   Limted  trici  e  macchine  (2). 
e  Austin   Herbert,   Northfield,    Bìr-  Behr    Hermana,    Magdeburir.Su- 
mmgham    (Ingh  llerraj    Perfezion.  denburg.   Molin  à  pendue  à  joint 
nei   cilindri  a  camicia  d'acqua  dei  élastique  entre  le  plateau  du  com- 
motori  a   combustione   interna    (»  mande    et    Tarticu'ation  univcrse;- 

fiachmann   A.,   Stockach      (Ger-  le  (i). 

mania).    Giunto    per    tubi    a    chiù-  Belirens    Wilhelm,    Nienbourg    a 

sura  istantanea  e  con  chiusura  er-  S.    (German'a)    Moulin    à    meu^es 

melica   automatica   (i).  verlicales   operane  la   mouture   sur 

Badois    L.,    Parigi    .Système   de  divers    chemins    de    roulement    di- 

changement   de  vitesse  autorégula-  sposés  à  des  hautres  d;fférents  (6). 

'^"»  ^3).      ^      ^    .        ,,  Belluno   O.,  Milano.   Turbina   a 

Bagniti  A.,  Tormo.  Meccanismo  fluido   elastico   utilizzante    un   nuo- 

per   il    cambiamento   di    velocità    e  vo  ciclo  (3). 

frenamento  di  alberi  dì  trasmissio-  Benedetti  V.,   Mi!ano.   Dispositi- 
ve di  forza  (i).  vo    per    produrre        Tautoaderenza 

Bailey   Frank  e  Jackson   Prede  nel'e  trasmissioni  per  frizione  (i). 

rick    Henry,    Londra.    Innovazioni  Benrather      Maschlnen      Fabrm 

neg!i    apparecchi    d'innesto    desti-  A.   G.,   Benrath,   Dusseldorf.   Grue 

nati    a    comunicare    il    mov'mento  tournante    flottante    (6).    —    Grue 

rotatorio    e    per    regolarne    la    tra-  tornante    à    colonne    (6). 

smissioìic   (6).  Beresteyn  van   Ungo,   Bruxe'Ies. 

Bardy    P.,    Parigi.    Proc.    et   d  -  Chaudière   à   vapeur   à   circulation 

spositif   pour   le   réglage   du    debit  rationelle  (6). 

dans   les  apparei's  distributeurs  de  Bergin    A,    J.,^      Rozelle    press^o 

liqu'des    el    substances    analogues  Sydney,    (Australia).    Courroie    de 

(3).  transmission    (6). 

Barigoztl  T.,  Milano.  Pompa  BerHet  M.,  Lione.  Moteur  fon- 
centrifuga  aspirante  e  premerne  ctionnant  à  l'essence  el  à  l'air 
nd  alta  pressone  e  getto  cont.-  comprime  avec  démarrage  auto- 
nuo  (3).  matique  et  marche  dans  les  deux 

Barthel    H.,    Schweinfurt    (Ger-  ^^'J?  i^)*         4      ^              ^ 

mania).   Gabbia  per  cuscinetti   cir-  Bevilaqna    A.,    Genova.    Genera- 

coari  a  palline  (?)  ^^^®  ^*  vapore  a   tubi  d  acqua  per 

Banmes  Cliaries  e  Bondin  Emi-  «"^o'po.^»"    «d    altro,    sistema    Re- 

le,    BeausDleil    j(Francia).    Règula-  ^  nf*  ;LV  n«fc--i  •  K.rh.i  m«f,\ 

teur  de  pression  pour  gaz  à  basse    m?         if^     '      *  ^    f  ^^      ) 
tension  (i)  "«««e    M,iano    Motore  a  gas  a  doppo  ef- 

r.?K?'7^    *'••    ^"''*Ì"'    (?'^"^\^)  ^'bUimÌì  0.,  Firenze.  Nuovo  mo- 

Carburateur  pour  moteurs  à  explo-  tore  ad  aria  calda  e  compressa  (i). 

^^lJ^\  ""   .^««•bi^-ajeur       pour  Blscardlni    G.    E.    Legnano   (Mi- 

moteurs   à    exp!os.ons   (i).  i^no).    Giunto   a    frizioni   riduttore 

Becker    Jacob,    Kalt.     Colonia,  o  moltiplicatore  di  ve'ocJtà  (3). 

Apparato    motore    per    macchne  Blake  and  Knowles  Steam  Pnmp 


rilasciali  in  Jlaìia  dal  IG  non.  1906  al  15  mv.  1901      29 

Worlu,   Nen-Yorki.   Pompe  a  air.  pes   des    moleurs   à   explos;on$    da 

(l)-  touta  genr«s  ei  scs  applica t:on«  (q). 

Blue  t.,  Parigi.   Tuyaux  incas-  Brillìi    A.    E-,    Parigi.    Reguia- 

iab!es    uColbit»    'il.  teur   autonialiqiw   de   point   d  allu- 

,    Broo-  mage     pour     moleurs      à     espio- 

lei  mec  sions  (3). 

curezza  Browtwiy   e   Cr*lt   (Dina),    B  r- 
m'ngham    (Inghi  lerra).    MotEur    à. 
I    (Mila-  combu^tion   inierne  <6). 
aisposizione    meccani-  Bmn    F.    A.,    Trablaine    (Fran- 
lissione   di    mov.menio  eia).   Proc.  de  fabbrieatioo  à  ehauJ 
ghia   o   corde    (ra   al-  des   roues   d'engrenages   bar   lami- 
vicini   e  sono  un  un-  nage  et  imprcssion  e  rculaires  (6). 
i  (3)-  «rtnkr    O.    H.      U..      Lepzig 
tn.    e    E.    RnccTij  Gohlis,    e    Ectllcr    0,    H.,    Osien- 
(Socielù),    Parigi.    Proc.    ei    appa-  burg    (Germania).    Ca'daia    a    va- 
reil  pour  le  moulage  des  p'tces  à  pore  con   riscaldam.   inlerno  (6). 
grande  saillie  (3).  Braniicr   e   u-»ruig,    Mannheim 
Boavlllaln    tu.,    Parigi    Brojeur  (German  a).   Uisp.   per  separare   li- 
pour   Iravuiller   le   sabJe   de   (onde-  quidi   dai    gas   o   vapori    mediante 
rie    par    voie    humtde    sana,  divi-  bastoni    vuoti      d'sposti    Irasverwil- 
seur   (3).  mente  alia   direzione   della   corren- 
BsncbaTer    J.,    Grenoble,     Pom-  le  (i).   ~  Sjparaleur  à   force   ccn- 
pe  à  purin   i   vidange   instanlanée  trifuge   pour   séparer  l'huile  et   lei 
(3).  autres   liquides   de   la   vapeur   viva 
Bonehcr    L.    A    B.,    Bourge»  ou  de  la  vapeur  d'ichappement  (1) 
(Francia).  —  Bou!on  de  sflrcté  à  é-  Bacherei    M.,       Elberfeld    (Ger- 
crous    ind£vi95able!>    (1).  manìa).   Machine  à  vapeur,   à  gai 
BoBdrcani   L.  e  Vcnlcl   L-,   Pa-  ou  à  combuslibles  liquides,  etc,  à 
rigi.   Dispos.  de  montage  de  cous-  cyiindrea    tournanls   (i). 
sinets  à  bi  lea  pour  arbres  vilebre-  BBcU   A.,   Winterthur.    Iiulalla- 
quins   (3).    —    Disposilif   de   com-  tion   motrice  à  hydro-carbure  com- 
mande  des  soupap^  pour  moteurh  porlant   un   système   de   moleur' à 
H  explosions  (3).  p'ston    et    une     turbine      utillsant 

Banrdan    Charlu.    Parigi.    Ra-  'eurs    gaz    d'échappement    (6). 

dio  réfrigéranl    multicellulaire    pour  BBchler     H.,     Zurigo.        Caldaia 

refroidir    les    liquides    et    en    parli-  tubolare    verticale    per    l'utiJiziazio- 

culier  les  eaus  de  condensacion  de.  ne  del  ca'ore  di  gas  combusti  rha 

luach'nes   à   vapeur    (3).  trasportano    res'dui    polverosi    16). 

Banrac  I.   C,   Rmì   G.   Hughei  BuBalo   Carburetor  Co..   BuBalo. 

e    TomlUom    W.,    Londra.    Perfez.  (f.   U.   A.).   Carburateur   pour  ma- 

nelle  valvole  per  motori  a  combu-  '^"'"^ .  •*    "plosions    (1). 

•^  Bflbkr    Frirc*    (DiUa),        Uzwil 


BoiicU  T.,  Torino.   Supporlo 


Macchini 


BriBley-MMie    Swlrnlca,    Len- 


ii).  Motore  s 


»  (For- 


r,    f             II          II                   I  '^}'    niolure  a   ira^niissione  prr   un- 

PtrfM.   nd  I  viM.   i»r  ra  ■  |i,„„  „  ,„„,  j,,,,  „^,  J^,  „^. 

— e    a    combustione    mlerna    (6).  ^^  /,\ 

Brailer   H.   C,   Parigi.    Mécan  -  Cafcaiyei    I.,    Escoriai.     Moteur 

sme    dalhimage    éiectrique   pour  aclionné      par    un    courant      d'air 

nKiteurs   à   eiptosion»   {3).  rhaullfi    direclement    par    le    lolfil 

BranB    O.,    Saint-Mandé    (Fran-  (6). 

eia).   Syst.   de   rerroìdissemenl,   par  Catow  Th.   C   C.   (Dilla).    Biele- 

circulation    i    Ire»    grande    vilesse  feld.    Mortella   di    serramento   au- 

d'air   soua   pression   ou   dépression,  tomalica   per   aste  di    metallo   (fi). 

des  cylmdres  el  des  boile»  ik  soupa-  Clapa   P.   la   N.,  Genova.   Mo- 


26 


BreveiU  d* invenzione 


tore  costituito  da  una  so.'a  came- 
ra per  navi  e  veicoli  terrestri  (2). 
Nuovo  cilindro  a  vuoti  in  serie  per 
motori  a  combustione  interna  (i). 
Caorti  e  Caluoghl  (D.tia).  Mi- 
lano. Nuovo  tipo  di  ca  daia  a  va- 
pore orizzontale  cilìndrica  con  uno 
o  due  focolari  interni,  camera  di 
combustione  conica  eccentrica  con 
tubi  Galloway  e  fascia  tubolare  (3) 
Cappello  F.,  VogUotti  P.,  Fnbi- 
ni  L.,  Fablnl  G.,  Fara  A.,  Olttl 
V.  e  Racca  C,  Torino.  Mecca- 
nismo di  trasmissione  con  cam- 
biamento di  veloc  tà  per  gradi  in- 
fìnites  mi   (6). 

Capillcry  A„  Le  Vigan.  Pom- 
pe aspirante  et  fou'ante  à  doublé 
eflet    pour    liquides    (6). 

Caprota  A.  di  U.  e  Mnsantc  F. 
di  G.,  Genova.  Dispositivo  di  co- 
mando automatico  di  organi  agen- 
ti su'la  distribuzione  dei  motori  a 
combustione  interna  allo  scopo  di 
ottenere  l'invers  one  del  senso  del- 
la !oro  marcia  (i). 

Caramelli  G.  e  Mett  er  G.  Mo- 
tore rotativo  ad  az  one  indiretta 
per  la  utilizzazione  delle  basse 
temperature  montane,  del  ca'orico. 
delle  acque  termali,  dei  combusir 
bili  ed  esplosivi  e  dei  gas  lique- 
fatti e  compressi  (1). 

Carboae  A.  di  S.»  Milano.  Cam- 
b'o  di  velocità  gradua'e  da  zero 
at  massimo  effetto,  sistema  Anto- 
no  Carbone  (1). 

Carpeotier  R.,  S.  Denis  (Fran- 
cia). 3ougie  dlalìumage  pour  mo- 
teurs    à    explosions    (3). 

Cazzamalll  A.  fu  C,  Vercelli 
(Novara).  Po  ver  izza 'ore  a  percos- 
sa per  materie  umide  ed  e  ast  che, 
spec  almente  superfosfati  e  casca- 
mi  di    unghie   torrefatti    (3). 

Centrabtelle  fdr  wlisenscliaft  i- 
che  techniflche  Untersachnogen  G. 
m.  b.  H,.  Neubabeisberg,  (Berli- 
no). Perfezionamenti  ai  cuscinetti 
a  palle  (i). 

Cerniti  F.  di  P.,  Cernobbio.  In- 
granaggo  con  denti  a  rul  i,  per 
viti    senza    fine,    sistema    «Ceruti» 

Chenivesse  M.,  Parigi.  Perfec. 
dans   Ics   palicrs   et    autres   parties 


de    transniiss'on    avec    mouvement 
de  rouleaux  (3). 

Charch  Meivtng  Batdilor,  Grand 
Rapida,  Michigan  (S.  U.  A).  Mé- 
canfsme  de  transmission  de  for- 
ce (6). 

Cicali    G.»    Torino.    S'stema    d 
trasmissione   del   moto    fra   due   al- 
beri  (2). 

CipolliBa  G.  fn  F.,  Genova.  Ap 
parecchio  per  rilevare  gli  elemen- 
ti pel  calcolo  del  lavoro  nelle  mac- 
chine a  stantuffo  (a). 

Clarke,  Chapmaa  e  Conpaay 
Limited,  Gateshead  (Inghilterra), 
e  Robson  J.,  Walisend  (Inghi.- 
terra).  Perfec.  dans  les  apparei  s 
continus  utilisanl  le  gaz  ammonia- 
que,  comme  agent  moteur  ou 
pour  la  production  du   froid  (15). 

Clarke,  Chapman  e  Compaay 
Limited  ed  il  sig.  WoodesM  W. 
A.,  (iatesheadlon-Tyne  (Inghilter- 
ra). Innovazioni  nei  congegni  per 
distribuire  il  fluido  motore  ne.  e 
macchine  o  nei  motori  (6). 

Claytoj  Herbert  Fitzroy,  llud- 
dersfield.  Yorkshìre,  e  Wild  W. 
J.  Calne,  Viltshire.  Perfec.  appor- 
tés  à  la  construction  des  compres- 
seurs  dar  (6). 

ClerLi  G.,  Milano.  Gasogeno  e 
depuratore  a  gas  povero  e  loro 
applicaz.  alle  locomobili  a  gas  po- 
vero   1). 

Clift  Eric  HoUocombe,  Londra. 
Perfez.  nei  motori  a  combustione 
interna  (i). 

Clonard  M.  E.  D.,  nata  BallouJ 
Caen,  Calvados  (Francia).  Perfec- 
aux   frein   amortisseurs  (1). 

CoUon  A.,  Buffalo,  New-York. 
Innov.  nei  metodi  e  negli  app.  pei 
staccare  le  sostanze  granu  ari  3). 
Conte  L.  fn  G.,  Piombno  (Pi 
sa).  Disposizione  per  ottenere  del- 
la forza  idraulica  dovunque  vi  sìa 
abbondanza   d'acqua   (2). 

Conti  J.  T.  F.,  Parigi.  Syste- 
me  de  rondelle  de  sOreté  empè- 
chant  le  desserage  des  écrous,  de 
vis,    tire-fond,    etc.    (3). 

Cordonnler  L.,  Li  la.  Moteur  à 
deux    temps    sans    soupape    1). 

Cornlllean  G.,  Parigi.  ^Dispos- 
tif  de  rógulation  de  l'admìssion  et 


rilasciati  in  tlaìia  dal  16  nav.  1906  al  lo  nov.  1907      27 


de  dècompression  dans  les  moteurs 
à    explosion    (3). 

Cosci  L.  di  L.,  Livorno.  Trom- 
ba   idraulica    automatica.     (1). 

Craig  A.,  Coventry.  Perfez  ona- 
menti  riguardanti  i  motori  a  com- 
bustione interna  o  a  press  one  di 
altri    fluidi    (1). 

CroclLtord  a  H.,.  Dartford  (In- 
gh  Iterra).     Machine    motrice    (o). 

Cronc  F.  G.,  Buffalo.  Appar. 
roder  les  soupapes  et  leurs  s'è* 
ges   (6). 

Croflslcy  WUIiam  J.  e  AtliiiisoD 
J.,  Manchester.  Perf.  apportés-  au 
sysième  de  régulation  des  moteurs 
à    combustìon    interiejure   (6). 

Commln^s  'Machine  Com^anv* 
New-York.  Tubo  con  filettatura  a 
vite   forgiata  (6). 

Dalie  C.  W.,  Grand  Rapid 
Michigan  (S.  U.  A.).  Perfec.  ap- 
portés  aux  turbines  à  fluide  éla- 
stiques  (6).  —  Perfec.  apportés 
aux  turbine  à   fluide  élasiique  (6). 

Daimler-  Motoren  Gesells^iiait, 
Unterliirkheim  e  Cannstatt  (Cier- 
maniaj.  Carburateur  automatique 
pour  moteurs  à  explosions  (6).  — 
Proc.  de  démarrage  des  moteurs  à 
explosion  (6).  —  Embrayage  à 
friction  comprenant  plusieur  pai- 
res  de  manchons  de  friction  dispo- 
sés  les  uns  à  l'intérieur  des  au- 
tres  (6).  —  Dispositif  de  gralssa- 
gè  centrai  (6).  —  Accoup'ement 
de  sùreté  pour  arbre  de  trasmis- 
sion  (6).  —  Dispositif  pour  le  ré- 
glage  automatique  du  point  d*al- 
lumage  des  moteurs  à  exp!osions 
(6).  —  V^ilebrcquin  pour  moteurs 
multicylindriques  (6).  —  Disposi- 
tif d'enclanchement  servant  à  em- 
p^cher  le  déplacement  des  paires 
de  roues  non  embrayées  dans  les 
chan^ements  He  v» lesse  à  roues 
dentées  (9).  —  App.  réfrigérateur 
et  condenseur  applicable  au  re- 
froidessement  de  l'eau  de  réfrigé- 
ration  des  moteurs  à  exp  osons 
(9).  —  Sistème  d*accouplement  ar- 
ticulé  pour  arbres  (6).  —  Carbu- 
rateur à  piston  avec  admis»ion 
d'air  auxiliaire  pour  moteurs  à  ex- 
plosion (6).  —  Perfec.  appòrté  à  la 
disposition  du  régulateur  dans  les 
moteurs  à  exp'osion  (6).  •—  Frein 


à  ressort  6).  —  Carburateur  auto^ 
matique  pour  moteurs  à  explo^ 
sion    (6). 

D^Aotooy  A.  E.  e  VaKl  G.  (Dit- 
ta), Tot  ino.  D. sposizione  da  ap- 
plicarsi  ai  motori  a  scoppio  per  u- 
tilizzare  le  calorie  perdute  nel  ci- 
lindro   e    nel    tubo    di    scappamen 

to    (I). 

Davidson  S.,  Belford.  Ventila* 
lore   o  pompa   centrifuga   (9). 

De  Caro.  G.  fu  V.,  Caserta. 
Meccanismo  a  leve  «De  Caro»  per 
trasmissione  di   forza   (comp.vo). 

De  CoUgny  F.,  Chicago.  Illi- 
nois, e  Germer  1:.  G..  l!,rie,  Va 
(S.  U.  A.).  Appar.  de  transm.ss'on 
de  force  motrice.  (15). 

De  Ferranti  S.  Ziani,  IxMidra. 
Perfect.  aux  turbines  à  combustion 
interne.    (6). 

De  Kanild  C,  Budapest.  Dispo- 
sitif pour  caler  plusieurs  appareiis 
dans  une  suite  déterminée  et  pour 
les  décaler  en  toute  autre  ordre 
voulu   (9). 

Deis  Pii.  H.  e  Gerstenberg.  Wa- 
sh'ngton.  Pompe  à  mouvement 
alternatif  (6)' 

Delannav- Belle  ville  L.  M.  G., 
St,  Denis  (Francia).  Perfect.  aux 
genérateurs    Belleviile    (9). 

De  Mocomble  C,  Parigi.  Treuil 
pour  Tentraìnement  d'une  piate- 
forme    roulante    par    frottoment  (9). 

Dénes  e  Frledmann  (Ditta).  Mi- 
lano. Perfezionamenti  nei  sopporti 
di  base  a  sfere  (6). 

Dentsciie  Sanggas-Lolioniobil- 
Werlie  Gesellscliaft  mlt  bescrAii* 
ter  HaftnnjS*  Hannover.  Perfec. 
aux  moteurs  à  gaz  a  asp'ration 
locomobiles   et   stationnaires  (1). 

Deutsche  Walfen  nnd  Mnnit  ons 
fabrilien,  Berlino.  Perfect.  appor- 
tés aux  coussinets  à  bil'es  sepa- 
rées.  —  Perfez.  nei  cusc  netti  a 
rulli.  (6).  —  Perfect.  apportés  ;u\ 
coussinets  à  billes.  (C).  (i).  — 
Pièce  intercalaire  pour  coussinets 
à  billes  à  doublé  rainure  et  anne- 
aux  le  roulement  non  coupés.  (  1  ). 
Perfect.  app.  aux  coussinets  à  bil- 
les (A),  (i).  Cage  à  billes  coulé  ou 
estampée,  pour  coussinets  à  bil!es 
et   son   procède   de   fabrication   (1). 


'revetti  d'invenzioni 

pa'lotto-  (ij).    —   Perlec.    aux   mochines    à 

combuslion  interne  (15). 

écanisine  IlJal    W.    5..    Pittsburg.     Perf. 

pour  ur-  apporti)    auz    chaudiirei    à    tubes 

deau.    (6). 

d  {Friin-  EJl»  feter.  lij  birnie  (Nuova  Ze- 

yags    et  landu).     Motore    perfczonalo.     (6). 

«e.     —  EhwHcr    Krattbud    GefcUcckaft 

et     de  Hit    betckrlBkrer    Haltaag,    Char- 

UJ-     —  loiitnburg.   Commande  pour  trans- 

i  hui  e  mission    de    force    (3). 

■ons  tjj-  Enplie    OÌI    EBg.M    Syndkala 

:e.    (3>-  Llmlttd,    Londra,     l'orfect,    conLCf 

Jlore   ad  nani  machines  i  combuslion  inter- 

la.    Mo-        Enrico    Glovaul,    Torino.    Inne- 
a  coin-    fto  a    liquido   per  .a  var  azione  del 
rapporto  di   velocità   fra  due  alberi 
•■P*lr,    Li). 

cosiru-  Erim'l  EDgiaccriifl  C«.  Li- 
te dele  nini,  Londra,  l'erfect.  apporlés 
(6J.  —  aux  mécanisnies  de  soupapes  str- 
B  bielle  vani  ji  regtcr  I  admission  d^un  flui- 
ta), de  sous  press  on.  (6). 
au  In-  EusBlI-Pelttrìc  R.,  Bou'ogne- 
I  terme'  sur-Seine.  Mouteur  extraléger  à 
en  cas  e.iplosions  pour  l'airostalion,  l'a- 
"^6).        viation.   e.c.    (6). 

EmlcUn   M.   A.,   Pangi.    Moleur 

■    à    e^plosions    équilibré,    à    viiesse 

.■^i-i^h..      .F    puissance     constante 


Londra,    „ 

'°"   h>-    variafi^e 
change-   ,^j. 


W.    H.,   Wimersdorf 
u   V.  "    Ber  ino.    Condenseur   de    vnpeur   à 
,f;  "'^:   surface  (6J. 
'"'    "^'        Fabbrica    ItalUaa    cMclacItl    a 

t.    Pare    ■'•''■    ^-    '•    *-■     *■*    Torino.     Per- 

iniiss  on  '**■  ""  cusc" netti  a  sfere  (3).  — 
Cuscinetto  di  sp  nla  a  sfere,  sisle- 

acchina   ""^    Bonetti. 

Irasmis-  Fabbrica  AnlomobiU  iMtta  Fra- 
■cblDl,   Milano.   Arresto  dì   s  curez- 

:',  Mo-  "  "'s''*'  aste  di  comando  degli  in- 
granaggi Ioli  per  cambi  u,  ve  o- 
Wood-    "^^   "   spostamento   assiale.    (3). 

.  nelle  FabriCDglabrlk  Eiieaach,  EJse- 
nach  (dermania).   Joint  de  Cardiin 

radicate    aiTto-graisseur.    (6J. 

ed    ap-       Fan»   F,,    Londra.    Perfect.    ap- 

le  pie-  porlés  aux  apparti I  de  transnu^ 
Sion  de  force  et  de  mouvoment. 
New-    W)J 

inismes        Farbcnlabrlkcn     v»rm.      Frlcdr. 

ile  pour    Bayer    t    C,    ElberUld.    Appar«il 

—  Per-    pour  mesurer  la  vapeur  (li). 

losions.         Faocbfii    A.,    Parigi      Carbura- 


rilasciati  in  Italia  dal  16  iiov.  1006  al  15  nov. 

teur    pour    moleur    à    explos'ons-  combinazione    con    dui 

(i).  vapore  concenlrici.  (6), 

Fai  T.  e  EUiwslh  J.  M.,  Broo-       Frlcdmwu    L.,    Ve 

kivn,     Perf.     bui    embrayages    (6).  à      f^raìssa^E      avec 

FcderuiMc  IIiIUdb  del   C«uar-  d  hui.e  visiblc.   (fi). 
l)  Agrari,  Piacenza.   DinamomeIrcH        Frlead    :    E..    Ve  I 

i;rafo    denom'nalo    uDinaRiomelro-  stralia).    Perlezionamei 

grafo    Federali  One  11.  tori    rolativi    a    vapore 

Ferrari    L.   In    F.,    Milano.    Ce-        Friend   J.    S.,    Ann. 

neralore   istantaneo  di   vapore  sur*  fect.    dans   Ics   macliin 

riscaldalo     «Ferrar»,     (i),  (6), 

F.    1.    A.    T.    Fabbrica    ItaHaia        FriUch    R.,    Oberli 

AatonoUli,  Torino.   Moreurs  à  ex-  so      Dresd^.      Compte 

p'c^ions   à   changement  de   marche  pour   liquldes,    pouvan 

ei    a    dimarrage    aulomatjque    {}).  ct-onner    comnie    mole 
—  Dispositivo  per  l'avv'amenio  au-        Frollili    G.,    Firenr 

tomatico  dei  motori  a  «coppo.  (3).  automatica   per   ocgan 

Florlna    E..    Milano.    Disp.    per  macchine   soggetti    ad 

:trti9mÌE¥one    di    movinento    fcori  menti   di   m^ttrie   eslr. 

damb.    di    ve'ocìtà    medjanle    ec-  ve    al    Nuon    funzionu 

centrici    ad    eccentricità    variabile,  lavorazione..  (3). 
(ì)  Gabel    C,    l'arigi. 

Fokv    N..      Posi  ìpo     (Napor)  automatique    pour    me 

App.   di   scarico  automatico  d,   ac-  piosiona.    (3)- 
que    di    condensazione,     (i).  Cade   W.,   Frelliurj 

Fonderla      Fratta,      Peieizano  mania).    Pompe   pneun 

(Salerno),    Meccanismo    di    distrib.  tive.    (15). 
d'acqua   per   torch'o    idrau'Ico   dif-        Caglio  Q.  e  VU:aiil 

(ereniiale    e    relaliva    pompa    per  Meccanismo      adoper 

pasle    alimentari    in    genere.    (3).  macchina      soffiim'e, 

Forccd    LabrilcallOH      Cenpaiy  propulsore,  aspiratore 

Llnllcl,     Londra.    Dispos'Iivi      per  —  Energia  (1). 
la    lubrificaz.    forzata    automatica        Gaadlai   B.   AkMani 

nei  cusc'netli  e  nele  altre  supci  liei  salmolore  Gandinlii   ir 

frizionali.     (6).  si  One    atmosferica    a    | 

Fraagloal    A,    !■    F.,    Livorno,  già- 
D  sposi lione    per    ottenere    l'inver-        Gancber    E.,    Parig 

pio    e   a    quattro    tempi    o    fasi    (3).  comnic  pompe  à   faire 
FranaaUt    O.     Edward.,      New-        Ganie   C.   e   Coarai 

York.    Enibrayage.   (6).  no.    Machine    motrice 

Praacbial  O.,   Miano.   Disposili-  «  avec  pision  ou   cyl 

vo   pel   cambiamento   di   velocità   e  ('.!;)-    —      D.sposilil 

per    l'inversione    di    marcia    appli-  compcnsant  la  pressioi 

cable    in    generale    fra    alberi    di  des    disques    glissanls 

trasmissione     in    movimento    e    in  hle    a    des    machines 

particolare  alla   propulsione  di   vcl-  C'5)- 
ture  e  carri   automobili,   {jt.  OelU  C,   Polonica 

Frledmann   A.,   (Ditta).    Vienna,  vo   giunto   per   condui 

Pompa   per  lubrificare  con  slanttif  acqua   e   vapore,   per 

fo    propu'sore    e    s'.antuffo    dislr'-  ed    in    generale    per 

biilore.    (ti).    —    Injecteur    à    deux  baziooe.    (i)- 
luyèrcs  de   vapeur.   (6).   —   Pompe        Gellr   J.-C,   Pargl 

de    K^i^saRe    sans    soupapes.    (6).  lomalique  pour_  Vi'.kva 


GcrhanK 


■es    lioui 

inl(  V. 


GùMtmtlt  B.  e  Pud  W„  Mur- 

oh      (GermaniaV       Dispoeit'(     de 

rrs  de  chpm'na  de  W.  (i). 
Cotllrled  ».,  Kmllghein,  e  A- 
■maniky  F-,  Lrnnen.  Dispo-i- 
ine  per  usufruire  della  pertug- 
ine de! le  ond«  per  aiiuno-e 
mpe    (.). 

GramUr)    L.,    Roma.     Mo  orr    a 
ippo    senia    punii    moni,     (i) 
(irltder    £.    O.,    Lp^ia.    Ktuthì- 
roiiipound  a   vapeur  (6). 
Grei»    J.,    Wiesbaden.       Appar. 
nlroduclion    d'air    et    de    vapeur 


Uroarene  J.  (Ditta)  e  Arq>ca- 
ir^  H.  «  C.ie.  Parigi.  Pri^ 
air  aulomatique  pour  carbura- 
irs  de  moteurs  j1  exp  o:>ion>t  (j). 
jrBaclKd  P-,  Mar:,  g  ia  (Kran- 
).  App.  iransformateur  de  vi- 
-e  progressif.  (6l. 
Satcrmatk  M.  F.,  Darmstadt, 
've  a  ressort  réBiab  e  (i). 
Itbkhl  P.  e  Hab.cht  C,  Srhaf- 
sen.  Moteur  à  qua  Ire  lemps. 
lancLe  U.,  Pargi.  Uarniiure 
jo  ut  pour  léles  et  lige!i  de  pi- 
is  et  autres  applirat  ons.  (il. 
llMl»   iiOitma.    .Monaco    Bavie- 


lie    pralicate    parallelamente    a  - 

'•e  con  fessure  praticate  su  tut- 
ta  lungheiia   (6).    —    Puleggia 


iHloch  J.,  Wic-jbailen.  Sliin- 
o  per  motori  termici  rispett:- 
lente  ad  esplosione  con  refri- 
aiione  nd  aria  inlentilìcata  (i)- 
lirlpaplcr  IndHtrlc  A.  G..  Mi- 
'  (Svizzera).  PuVgRie,  cilindri 
)tilii!i     termali    da    unu    ìlri»ci;i 


rilasciati  in  Italia  dal  IG  noe.  1906  ai  15  nov.  1907      31 

ear'a  indurila,  artolo-  gano  di  scarico  di  macchine  mo- 
lala su  se  slessa  ed  apparecchio  irìci  (ij).  —  Congegno  d  inverti- 
per    la  '  loro    fabbricatone    (3).,        mento    per    l'orf^ano    di    emissioni: 

HaMlwandcr    F.    A.,   Mannheim-   o   d'immissione   dei   niolori   (i)- 
Necharau.    Rotore    a    combustione        HolJBiadn   tt.,   Burgso.nis   (Ger 
ton  (unzionam.  a  spostaiore  (6).        maniaj.   Cuscinetto  a   palle  (ij. 

Hc^car    H.,    Bieefeld     (Uerma-        HSplIngcr   Wllbclm   e   S«l»   E. 
nia).    Lubrificalore   automatico   per    Schweinfun.      Coussinet      à    bi  les 
le  catene  motrici  di  e  evalori,  mac-    (6). 
rb:ne  agricole,   ecc.   (1)'  A.    Horch     e     C.     Motorwag  n- 

Helblg  A.,  Francoforte  s/M.  «crke  AkikagcM.Ucbalt,  Zwickau 
Proc.  et  ar-i.  de  blutage  pour  ci-  i/S-,  (Germana).  D-sposìlivo  d  in- 
luent    el   produits   anu  ogues   (6).  neslo    per    ailriio   {h}. 

Henmliig*  J.  F.,  Si.  Leoniirds-  Horicy  A.  W.  e  Vaagban  H. 
on  Sfa  (Inghilterra).  Perfez.  nei  H.,  Montreal  (Canada).  Surchauf- 
dadi  a  *ite  e  ne.le  chiusure  a  da*  leur  de  vapeur  pour  chaudiires 
di  di  vile  (1).  (6). 

UtaimoB  R.  I.,  Londra.  Per-  Dorilaiuii  S.  A..  HarilinaDD 
fez.  nei  supporti  a  rulli  (1).  A.,   Horlimaaii   ti.   O.   H..   Horia- 

Hcarisd    Ch.,    E.      NeuiKy-sur-    màam    E.    H.,    E.    W. 
Spine.       Enibarayage      hydro  pneu-    Batb,  e  R.   A.    L»ter  e 
iiiat'que      pi  anela  ire    3).    —    Me-    Llaltcd,       Durs'ey,    Gloucesinau.- 
canlsme    fuisant    varier    automati-    re.    Carburateur    pour    moleurs    à 
(|urment   la    course   d'une   soupape    com  busti  on    interne    (1)- 
ou   d'une   lige   quelconque   (j).  HowaN  Horace  i.,  Londra.  Mii- 

Hcnrv  L.,  Béziers  (Francia),  teur  à  explosion  it  deux  temps  ((■). 
Transmiss'on  par  prìse  direi. e  Hnbbird  C.  A.,  Chicago,  I  Ii- 
pour   toules   les   vitesse   [3).  nois.    Turbine   à   vapeur   (1). 

HcBKbe)  e  Saba  (Ditta).  Cassel  Hnatlkcr  E.,  Aarau  (Svizzera). 
(Germania).  Caldaa  a  tubi  ri«-al-  Ba^ue  de  guidage  des  billes  pour 
datori   e   r«n   soprarìsca 'datori    (<>).    icuss'nels  à  hil  es  (i), 

Hcrbcrl  A.,  Kenilwonh  (Inghi'-  HBKbbit  F.,  Harlesden  (Inglii!- 
tecra),  e  Verium  Pere;  Vcnablti,  terra).  Roues  et  cylindres  dentOi 
Coventry  (Inghilterra).  Perfez.  nel  cu  cannelés  (1). 
meccanismi  di  trasmissbne  a  ve-  Hatcblngt  J-,  landra.  Moleur 
locità  variabile  (6).  —  Dispositivo  A  combustion  interne  (6).  —  Per- 
di chiusura  ed  apertura  da  app'i-  foct,  aux  moleurs  à  combusl  on 
carsi  Fra  le  due  parti  di  uno  stun-  interne  et  turbines  coinbinés  (li), 
tulio  a  canna  per  innesto  a  frizio-  Moteur  à  explosion  et  turbine  loih- 
ne   od   altro   congegno,    per    impe-   binés   (6). 

dire  la  rotazione  di  uno  di  detti  Hb«M  H.  T.,  Betfasl  (Inghil- 
pe/.zl  relativamente  al 'a' irò,  Iran-  terra).  Silencieux  perfect  onné  pour 
ne   che   appositamente   disimpegna-   les  gaz  d'échappement  de  moteurs 

Hcy  J.  F.,  Strasburgo.  .App.  Keller- Dwlsii  A..  Lione.  Mo- 
de réglage  aulomatique  pour  re-  teur  à  exp'osion  à  soupape  uni- 
p'stre  de  la  cheniinée,  et  des  sou-  que   (6). 

papes   ou    valves   de    prise    de    va-        Kcrifaaw  Percy  Benitord  Wrlght 

peur  ou   autres   organes  (1).  FrcBCb    J.    e    Luca*    D,,    Londra. 

Hldebrand  n.  e  Hllddiraiid   H.,  Carburateur     tpfcialemenl     appii^ 

Deulsch-Wi'mersdorf.    Groupe    mo-  cable    aux    moteurs    à    combustion 

teur  dans   iequel   un   moteur  i,   pi-  interne  (li). 

Sion   est   arlionné  par  es   gaz  d'È-        KlcOcr    0.,    Wiesbaden    (Cernia- 

rhappemenl   d'un   moteur  a   e.iplo-  nia).    Appareil    d'armenlalion    au- 

sion    (6).  tomatique   ù   niveau   Constant   pour 

Hocke    E„   Cornigl-ano    Ligure,  chaud" 


lUklar    «Mrad.    Zi 


jl,^    Tk.    -.                .„j^^ 

^■MB     J».     W^MK.      Cni.^^ 

■"*-"'    ro-J!i: 

...i,. -.:.,,„    i.    c.-mi.ur.iODt     Mai=ra^ 

^  L;..-.,..;i,d: 

ilMÉM    i.    <    UB    £..    ÌtarTC=»-  - 

1-1     N-u4U".ì..    Umurt   i    lom    tu. 

»,-u'i.u^H^,     d,     i«-a 

iar*     '-     ìr  imtuur;     >i>nr-. 

....!     «     »-l« 

c  ur    fiiiiu-   uuei'-iniMiit       liaum-    n 

2«Mteà«*, 

C*..     Zv. 

idcn  J.  4.  »  *«Br?  a.   *-. 

..':'"ST«.'a 

1?;..,     I  •-.--...■.:...     t.ul-.u-TiaL      Jcr-. 

IFTM    P..     FiiiatHm.     C^Tlur- 

,  y-^.  i*.- 

j..rj;v  (il   i:.'-- 

W.     0-->-rB'tur    an'.oicta'nQE     i. 

««OfCKfejll. 

ìfirii  £■«■■■  i«<  r    1  1, 

LfaitfU^  L/jootiL  I'«i«i.  aiu.  lu:- 

1    Ot    ^u    rt 

A:.rt.j.    /I>a^:..«r.a,.     Mach  mr     a 

«T*       fl-..Vj- 

fxu.-"i-'n   ta   Ofui   t-Tjips  a  óuul  t 

AktMgcwlwksIt  fiÉiiinr    f.    t-    E..    Siorc.d- 

;"1.l,u.^  Ilu.k:.u-  ma.     Mw  hina     molrte    «m    clm- 

■■:,i,j'r   -l'I   4u:.(i-  d,i     niui'/ri     ditpwli     in'    parai  tla 

df    ii's'i'T"!    K'-*'  iiii'i'ii'i    ^d    un    a  bero.    (41. 

.O'il-i.fk    (i.j.  JafaHM    WUT.B    Serv-BT.   lli- 

l'rai^j,    M.,|.,fir    a  »auk«   (S.    U.    A.),    App.    pour   la 

'«i.l/u.'if/ili    ga-:VJ-  (./-n'.far  on   d"   vapmir   («>J- 

J«.iMl.a    Haward    Àà^ama,   To- 

I,     K.-n^lai»,     Ha-  „mto    Oniar'o    (Canada).     Pfric^io- 

.;./    d'ablilr^.1.    (.,.'  im-rna.     (C|. 

ii.jtM^O.     Supporlo  J*bM(Mi     J.     B«W«nl,     Talici. 

allx'ii   di   riiatihi  Catburalnir      automalique      pour 

'■'I-.    ('ij.  m'ii™ri  à  Mp'osion  {3). 

iiilK-rif.     J^vlpr    à  J«rdaa    F.,    Coihen    (Orrmania). 

ijurtu^'e    ù    gaVii  Frein    à    air    comprime    pour   (p- 

partli   de   IfiaRe.    (6). 

Moiinro,     navi^ra.  ulMlfin    Fabbrica    àì    AatoM*»! 

(Lrlri-.    pour    tour-  (Sorie(;i)    Torino.       Appar,    per  la 

iU  A  g'it,  "le.  ('>)'  metta   in  molo  autoniat'ca  di  itur 


rilascutti  in  Italia  dal  16  nov.  1906  al  15  not\  1907     88 


tori  ad  esplosione  (3).  Carburatore 
uutonial^co  per  motori  a  oeazina 
(3)'  Appar.  ad  eccentrico  pel  co- 
niando   di    organi    me<Tanici    (3). 

«Junior»  Fabbrica  Toriacae  éì 
AatoaMlili,  Torino.  Comando  di 
\  a: vola  mediante  sfera  per  motore 
a    scoppio.    (3). 

La£er£rcii    J.    E.,    Br'ooklyn 
Dispositi!  de   ca'age   (6). 

Laiie  S.,  Ber  ino.  Èmbrayage  à 
friction.   (6). 

Laoiptagh  F.  e  Tiiralfall  T., 
Londra.  Perfezionamento  nei  mo- 
tori   a   combustione    interna.    (6\ 

Lascia  e  C.  (Ditta).  Torino, 
l^ìstribiitore  automatico  di  o\io 
per  la  lubrificazione  dei  motori  i\), 
Ucftt  P.  E.  C,  Marsiglia 
Système  de  joints  pour  canaitsa- 
tìons  des  liquides.  de  vapeur  de 
f^az,   etc.    (6). 

Légé    A.    i.    !>.,    Lpndra.    Per- 

fectionnemments    dans    les    méca- 

nismes  de   transmission  de   mouve^ 

inent  pour  machines  motrices.   (6). 

Lehnuuui    E.,    MarcHìenne-air- 

•Pont!    CBelgio).     Èmbrayage.    (6). 

Dispositif    pour    faciliter    la    mise 

en    marche    des    moteurs    à    explo- 

s:on.   (6).    Èmbrayage  progressi f  à 

frottement    (6). 

Lchoert  C,  Ober  Marxloh  (Ger- 
mania). Dispositif  pour  empécher 
1  ouverture  des  portière»  d*un  train 
en    marche.    (1). 

Lei:^iigcr  Caoitaiiiidustrie  D.r 
fàmfmry  e  C.  (Società).  Markran- 
stad(.  Dispositivo  per  la  distribu- 
zione uniforme  di  sostanze  puve- 
rulente    e    poltigliose    (15). 

Lcati  H.,  Halensee  presso  Ber- 
lino, e  BaHens  Ch.,  Neu Ty  sur- 
Seine  (Francia).  Disposit'f  de  com- 
mande  des  organes  de  distr'bution 
pour    machines    à    vapeur.    (15). 

Leotz  H.,  Halensee  e  Vait  W., 
Berlino.  Dispos.  de  soupape  de 
distribution    a   douWe   sìège   (15). 

Lenti  H.,  Berlino.  Perfect.  aux 
machines,  avec  cyl'ndres  €n  tan- 
dem.   (12). 

le   Roné   L.   J.   J.    B.,    Parigi. 

Perfect.     aux     machines    rotatives. 

Levavasseur    L.    M.   J.    C,    Pu- 

teaux    (Ftancia).     Carburateur    p. 

moteur   (6). 

Annuario  scientifico.  —  XLIV. 


Lavi    S.,    Torino.     Apparecchio 
per   utilizare  la   forza   di   gravità» 

LietztBMayer  O.,  .Monaco  ((Ger- 
mania). Disp.  di  comando  per  mo- 
tori    a    espostone.    (15). 

LiacÌL  K.,  Homburg.  Congegno 
per  fermare  rapidamente  (fèle 
macchine  a  vapore  con  espansione 
suddivisa   in   diversi   sladii   (6). 

Llxioli  G  dt  O.,  Novara.  Mo- 
tore  «A  fa»  ad  aria  carburata  au 
esplosione!  drt  a  combustione  a 
stantuffi  opposti  funzionanti  a  dop 
pio  effetto  per  le  applicazioni  ai 
veicoli  automobili  in  genere  e  per 

tutte    le    altre    app!icazioni    imlu- 
striali.    (1). 

Loffredo  R.,   Napoli.   Apparecch. 
per    determinare    la    ve'ocilù    e    la 
direzione      di    un    asse    in    rolaz  o 
»e-    (3>- 

LoagMOiarc  L.,  ved.,  nata  Le 
chesne  A.  A.,  l'arigi.  DUpositif 
d  almeniation  et  de  puivérisation 
de  p!us:eurs  fluides  pour  carbura- 
teurs  à  exp  osion«.  (3).  Dispositif 
amoriisseur  pneumatique  pour  or- 
ganes mobiles  agissant  soys  1  ac- 
tion d'une  pression  ou  d  une  de- 
pression.    (3) 

Lonbiért  A.,  Raismes  (Franca). 
Appar.   éiévateur   d'eau.    (3). 

Ltfwentbal  P.,  Colon  a  a/R. 
\a!vo'a  di  chiusura  automatica 
per    pompe   e   compressori   (6). 

LiHkke  E,,  Merseburg.  (iru 
per  costruzioni,  combinata  come 
elevatore  e  trasportatore  per  lo 
spostamento  di  pietre  ed  il  tra- 
sporto di  materiali  da  costruzio- 
ne  (i). 

Lncke  C,  Lipsia.  Generatore 
di  vapore  senza  pro\'\'ista  d  ac- 
qua   (ò). 

LiifebriBk  G.,  Hagen.  Disposi- 
t'vo  di  scarico  per  l'acqua  di  con- 
densazione  (1). 

Macbetli  Nonnan,  Duna'lan, 
(Inghiiterra).  Moteur  à  qombu- 
stFon    interne   (6). 

Macqiialre  L.,  Parigi.  Perfect. 
aux  bougies  d'allumage  pour  mo- 
teurs à  gaz,  essence,  a'cool,  etc. 
(0. 


M  Brevetti  dHnvetiziofie 


f  Magai  G.  fu  P.»  Torino.  Moto-       MtfdUacalaMk     R^ckstrvli      e 

re  rotativo  a  scoppio  (i).  Sctacédcr  Nachfolgcr  A.   G.«    Dre- 

Magris    R.,    Firenze.    Live  lo   di  sden-Heidenau.    Dispositi f   de    coni- 
sicurezza  per  caldaie  a  vapore.  {2).  mande    par    friction    pour    presse^ 

Maiche      C.     Saint-Germain  en  de  tous  genres  (6). 
Laye    (Francia)    Embrayage    oen-        MaschiacsbaaaBStalt,    Elacagie:- 

iriiuge  à  v  tesse  variable.   (3).  scrd    and    Damfffkessclfakrik    H. 

Maier    C,    Stockarberg    presso  Panckich      Aktioi      QcscBsckaft , 

Sciaffusa.    Pompa    centrifuga    mu.*  Berino.    Tuyau    flambeur   ou    cax- 

ii)^ada    (6)-  neau    en    tO!e   ondulée   pour    chau- 

de      Maisoucave     A.,      Parigi,  dières   à    vapeur.    (5). 
Punipe    pneumatique.    3.  Maschlaca-e    Daaipfkessclfakrik 

Malogco    Levi,    C^nterv.l  e  Ten-  Gailleauie  Werkc  G.,  Neustadt  a. 

nessee.    Perfez.    nelle    macchine    a  d.    Haardt.      Chaudières     à    tube» 

vapore  o  ad  altro  fluido  ad  espan-  d'eau   (6). 
sione  (6).  MascUacabaa-ABStalt   Haai^lit, 

Marietti    E..    Roma.     Dispositi-  Ka  k  pres.  Colonia  s/R.  eSdiaiica 

vo  per  bruciare  nei  motori  a  com-  H.t   Essen  s/R.   Motrice  ad   espan- 

bustione  gli  olii  pesanti,   senza  al-  sione  a   più   gradi  a  vapore   <k1   a 

lontanarsi   di   molto  dalle   consuete  gas  con   rinnovazione  del   r'.sca'da- 

pressuni  di  lavoro  de  le  motrici  a  mento    delKagente    motore    prima 

\;t,or».     (j  delle    singole    gradazioni    dì     pres»- 

Marslià*!  J.   T.,   Leeds.    Mécanì-  sione  (15).   ■ 
sine  de  distribution  pour  machines       Mascliiaeafakrik  Aatolag   Gesd- 

ù   fluide  sous  pression   (6).  ichaft   aUt  bcsclirJUikter   Haltaag, 

Marsdea  i.»  Manchester.  Moteur  Karlsruhe.  Disposilion  de  cylindre> 

à   air  comprime  (1).  pour   moteurs   à   ejtplosion   (6). 

Martin  Fischer  e  C.  (Ditta)  U-       Masiey  H.   F.,  Openshaw.    Per- 

ster   presso   Zurigo.    Valvola   d*im-  fectionnements    dans    les    appare  Is 

uMssione    per    motori    a    esplosione  de  soulevements  et  de  traction   en 

(6).  rombinaison    avec    des    maiUets    à 

Martin  e  Letkimonnier  (Società)  chute,    marteaux   ou    machines    si- 
Par  tgi.     Embrayage      hydraulique.  milaires  (15). 

i\).    Disp.   de  conimande  combinée        Maarer    L.    Niirnberg.     Moteur 

|i.?.r  la  soupape  d'adipìssion  et   le  à    combustion    rotatif.    (6). 
rupteur    d'aJlumage    dcs    moteurs        Maasar    P.,    Oberndorf    Neckar 

i    explosion.   (1).  Mola    di    sospensione      sopcatutto 

Martinelli    P.,    Roma.    Motore  per   sforzi   di   compressione   agenti 

leggero  a   scoppio   e   a   doppio   ef-  per  urto  (i). 

fptto,    utilizzando    il    carter,    come        Mauoni    A.    e    Trombetti    D., 

tamera  di  scoppio  e  lo  stesso  sfan-  Firenze.    Nuovo    sistema    dì    SGl'e- 

luffo    per    la    espansione    di    gas-  vamento  dei  liquidi  servendosi  del- 

(1).  l'aria    compressa.    Nuovo    sistema 

Marx    W.    E.,    Lipsia.    Chargc-  di   sollevamento  dei   liquidi   ser\'en- 

ment  de  vitesse  pour  machines   et  dosi    dell'aria    compressa.    (3). 
véhicules.   (i).  M.    Intotli    A.    A.»    Alexandria 

Maschinen1>an-Ansla!t      Altenei-  ((^anadà).   Uncino  sganciabile.   (1). 
sen   A.    G.,  (Germania).   Couss'net        Me.    Lellan    H.    Rlchardt.    St. 

à   rouleaux  sans  frottemcnt.   (6).  John    (CanadàV      Perfezionamenii 

Matchlnenfabrik   Bnckan   Akt'ea  ne'i«   macchine   rotative.    (6). 
GeseUfcliaft  in  Magdebarg,   Mng-       Melma  e   Pfennlnger   G.   m.    b. 

deburg.    Distribution    pour    machi-  H.,    Miinchen-Hirschau.    Sen'omo- 

nfs   à   colonnes   d*eau   (15).  toro    sempl-ficalo    per    la    distribu- 

Maschlnenfabrlk    Bnckau    Aktiea  zione  ncMe  turbine  n  vapore  ed   a 

GeBellfchaft,    Magdeburg.    Distri-  gas  e  simili   (lO- 
bution    pour   machines   a    colonnes        Méraa    M.,     ì^arigi.     "Moteur    à 

d*eau.  explosions.   (3). 


rilasciati  in  Italia  dal  16  noi\  1906  al  15  noe.  1907      85 


Merk  K.  H.,  Wilmersdorf,  Ha- 
leiisee  presso  Berlino.  Nuova  cal- 
da a  tubo  are  con  surrisca  datore 
nel    mezzo,    (i). 

MetaUschlanch-Fabrik  Pforzheidi 
irorm.  Hch.  WUzcnmann  ti.  m.  b. 
H.*  Pforzheitn.  Baden  (Germana) 
Tubo  meta  lieo  llessibile  con  ar- 
matura di   te.a   metallica.  J io). 

Meyer  E.,  Duisburg.  Treni  di 
ru  li  per  trasportatori  a  nastro, 
ecc.    (i). 

Michelin  e  C.  (Società),  Cer- 
inone- Ferrand  (Francia).  Appa- 
reii  compresseur  d'air  combine  a- 
vec    un   moteur  à   exp'.osìons.    (6). 

Mfltrdl  E..  Terni  (Perugina). 
Dispositivo  da  applicarsi  alle  gri- 
j^lie  de  le  caldaie  a  vapore  per  e 
liminare  le  scorte  e  le  incrostazio- 
ni   formate    dal    combustibi  e.    (i). 

Miller  F.  di  N.»  Torino.  Accen- 
ditore per  motori  a  combustione 
interna,  (i).  Sistema  d'avviamen- 
to  per   motori   a   scoppio,    (i). 

Millou  Alme  e  Vlgonroax  F., 
Marsiglia.    Pétrin    mécanique   (3)> 

Mltne  C.  A.,  Detro't,  Michigan, 
e  Mac  Bean  Archlbald  Lewis,  Ann 
Arbor,  Michigan.  Dispositivo  di 
avviamento  per  motori  a  esp'osio- 
ne   (6). 

Minimax  Consolidated  Limited, 
Londra.  Pompe  centrifugo  pour 
le  débit  de  liquides  et  s'empoyant 
comme    condenseur.    (6). 

Mlnter  Henry  Layender,  Lon- 
dra.   Perfez.    nei    rub' netti.    (6). 

Mlot  Hubert  F.  H.  ti.,  Parigi. 
Moteur   à   air   carburé    (3). 

Mira?eix  F.,  Santander  (Spa- 
gna). Nouvel'e  forme  des  aubes 
directrices  pour  les  dislrìbuteurs 
radiaux  dans  les  turb'nes  mixtes 
à    réaction.    (i). 

Missong  J.,  Hoechst  a/M.  Pro- 
cède et  disposilif  pour  augmenter 
le  rendement  thermiques  des  ma- 
ch ines  à   vapeur   (6). 

Molas  J.,  Londra.  Turbine  ré- 
versible.    6). 

Molinard  T.  e  Moltnard  H., 
Marsiglia.  Outil  limeur  extensib'e 
pour  détartrer  les  tubes  des  chau- 
d'ères   (i). 

Molteni  U.,  Mi'ano.  Busso'a  a 
lubi «Reazione  automatca  per  pu- 
lpp.Re   folli,    (i). 


Monen  E.,  Parigi.  Perfectioiì- 
nemenis  aux  paliers  à  rouleaux 
et    disposìtifs   eie    roulement   anao- 

Kues.    (3)- 

Mona  R.,  Londra.  Perfect.  ap- 
poités   aux    nioleurs    rolalifs.    (15). 

Mounier  Joseph  e  Morin  Antoi- 
n?,  Boulogne-sur-Seine.  Carbura- 
teur   pour   moteur  à   explos.on   (1). 

Montenegro  y  van  naUn  A., 
Madrid.  Embrayage  graduei  éco- 
nomique    en    mariche   (3). 

Moonen  E.  e  Oumaue  A.,  Pa- 
rigi. Bougie  électrique  d'ahumagu 
pour    moieurs    ù    exp  osions    (3). 

Morlanl  C.  L.  nata  Liniueli, 
Spe'a,  e  Carezzino  ti.,  Genova. 
Disp,  per  trasformare  il  nìovimen- 
to  retti. ineo  di  uno  stantuHo  in 
movimento  rotatorio  senza  far  u- 
so   dì    biella   e   manoveUa   (1). 

Moriondo  B.,  Torino.  Li  velo 
costante  senza  meccanismi  ad  e- 
quilibr'.o  natura'e  per  motori  a 
benzina,    a  cool    e  petrol!o   {2). 

Mosca  M.  di  r..  Biella.  Ca- 
psula di  meta'lo  racchiudente  gas 
a  forti  pressioni  ed  applicabile  a- 
gli  app.  nei  quali  occorre  far  uso 
del   gas   {ij. 

Moser  r.»  St.-Aubin.  Moteur  à 
exp'osìons    à    deux    cylindres    (b). 

Motor werlie-Berna.  (v.  J.  VVyss) 
A.  ti.,  Olten.  Disposilif  pour  aug- 
menter aulomatiquement  l'arri- 
vée  d'air  dans  les  gazéificateur^- 
pulvérisateur  Apparell    pour 

régler  la  vitesse  des  moteurs  à  rx- 
plosion    (i). 

M&hlrad  J.,  Jaslo.  Graisseur 
automatique    (i). 

MAhIrad  J.,  Vienna.  Gra'sseur 
automatique    (i). 

MfiLer  E.  L.,  Strasburg.  Perf. 
nei   gaseifìcatori   per   motori    (3). 

Munch  J.  B.,  Parigi.  Perfect. 
app.  aux  changements  de  vites- 
se  (3). 

Nadrowskl  J.,  Dresda.  Turbna 
ad  aria  ca'da  con  rigeneratore  (1). 

Neal  H.  A.  e  Pye- Smith  A., 
r.ondra.  Perfez.  nei  generatori  di 
vapore   (6). 

Negro  E.  di  Z.,  A'essnndri.i- 
Doppia  leva  per  torchio  da  vi- 
narne  (3). 

Neiie  Betriebskraft  tiei.,  mit 
beschrinkter    H.,    Berlino.      Proc. 


Vinreitzione 

Papi  O.,  Spfz! 

a.    Aw>. 

dì 

»•, 

per    laida:»   (0- 

nrim  r»  ii 

ti.    Xu»< 

tfo 

nari.. 

AlgtTM*, 

Nt« 

casi  le  on-T]'ne. 

Per.ec.      ( 

bme^.     co<l>pre»>< 

li,      ri 

iiUichineb    anutoK 

UPS     (.iJ. 

l-Li^Hardl  O. 

e  RMia 

C. 

.,   T« 

rno,    Nuovo   sisH 

nn.  dina. 

Il   cu      pi' 

motore  lulle  le  Ki'aUazioni  ili  it- 
locilà    (i). 

Patqmtr  Abd,  Brànne.  Lia-^f 
siiif  de  «ùrèe  tuppvsant  su  cn 
serrage   accidente!    ucs   ócrous    (t>. 

pRWfbke  A.,  Diia^ldHrf.  'lue 
b'ne  à  p  us'mrs  étage  funtrltoir 
nani  i-omme  machine  nioir'CF  uu 
mai'li'ne   de    tiavu  I    {b\ 

Pavia  è*  Laiwgc  i.  e  A..  (S.i 
cielà),     Viviers.     Pi  oo    il  lobi  e     (,i 

PcarMtt    C.    F.,    Chicago.     IV  i 

Pcchb«B     E.,     Londra.     Terfet  |. 


se  jiour 


Pclllzuri  A.  dì  C,  Arrenami. 
Pror.  di  macinuz'one  auloiiialiid 
onlinua,  con  separazione  per  vm 
iaiìjnc  dello  IO  fo,  de  le  to^Uin 
■e  terrose  co'oranli.  delle  priii  e 
le'e    materie    (r'ubi  i    in    Ren.   (:ì. 

Pena  J.  A..  SmTrne,  leOcr  F., 
viivme,  e  Trypasl'  C.  G-,  Adana 

r  (6), 
Pcrkial    J.    A.,    Omaha.    SyMi- 

'"rtri   E.    fu    F..   r.enova.   l'ies  a 


1    tlge   de 


rilasciati  in  Italia  dal  16  nov.  1906  al  1%  nov.  1907      37 


cfPiceda»   di   distribuzione   per   mo- 
tori   a    vapore   (3). 

Plaard    C«,    Parigi.    Nouvel    or- 
bane   niécanique      dìt    étreignei^r 
automatique  et  app'.ications  de  cet 
organe    (b). 

Pftflkert  O.,  Hamburg.  Gu=da- 
f^e  rectiligne  pour  l'arret  tempo- 
raìre  du  inouvement  des  parties 
rommandées  en  I  gne  droite  sans 
inlerruption  du  mouvement  des 
parties    motrices    (6). 

Pino  Gimcppe,  Genova.  Appa- 
recchio Pino  per  e'evazione  e  ira- 
smissione  di  carboni,  granag'ie  e 
materiali    in    genere    (3). 

PUtelU  G.  N.  fu  S.,  P  sa.  Di- 
stributore di  olio  con  filtro  auto- 
nìatico  per  la  lubrificazione  dei 
pezzi  freddi  delle  macchine  a  va- 
pore   e   dei    motori    a    gas   (4). 

Pizzari  V.,  Roma.  Dispositivo 
per  cambio  di  velocità  per  motori 
e    veicoli,    sistema    Pizzari    (i). 

Pizzi  E.,  Torino.  Régulateur 
automatique  de  la  pression  dans 
les  générateurs  de  vapeur  réchauf- 
fés  par  des  gaz  combust»b'es  (3). 
Sistema  di  regolatore  automatico 
di  pressione  e  di  rifornimento  di 
acqua  per  caldaie  a  vapore  a 
piess:oni    minime   (3). 

Poietto  F.  di  M.,  Livorni.  Bi- 
lanciatore del  peso  e  del  e  forze  di 
inerzia  degli  organi  de* la  distri- 
buzione delle  macchine  a  vap.   (n). 

Pomini  O.  fu  A.,  Legnano.  Di- 
stribuzione .'1  scatto  combinata  per 
inotoii  a  gas  con  \alvo'a  di  in- 
troduzione e  misce'a  ed  accensio- 
ne   a    tacchetti    sfreganti    (2). 

Poppe  P.  A.,  Coventry,  War- 
wick'?hire.  Pcrfec.  dans  les  carbu- 
ra tcurs  à  pulverisation  pour  mo- 
teurs    à    combustion    interne    (6). 

Poron  H.,  Troyes.  Col'ecteur 
de   houes   pour    chaudières    (3). 

Vònckt  R.«  AMbar|2o.  Turbi- 
na  a   vapore   (1). 

PmIIìvc  Rotary  Pnmps  Llnt  • 
Londra.  Perfec.  aux  pompes  pour 
liquides  ou    fluides    (i). 

Pr*llf    L.    V.,    Toiino.    Applica- 
zione de:   gas   idro,^rno   ed   oss'ge- 
nn   n  ri    ai    motori    a    scoppio,    m 
generale,  ed  in  particolare  a  qu'l 
It    per    automob'Ii,    tramways,    lo- 


comotive   ferroviarie,    motori    fissi 
e   mobUi   e  motrici   navali   (3). 

Priotto  Ri»  Torino.  D. stributo- 
re  ed  otturatore  per  turbine  siste- 
ma Francis  ed  americano  per  a* 
zionare    le    palette    mob  li    (3). 

Prodi  W.,  Dresda.  Regoatore 
assiale  con  due  «pendo  i  accoppiati 
mediante  molla  di  trazione  e  con 
eccentrici  girevo!i  {^).  Rego'atore 
assiale  con  due  pcndo'i  accoppiali 
mediante  molle  di  trazione  e  c(t]i 
ec'.'jitrici    girevoli    (1). 

ProiLop  J.,  Pardub  tz.  Procedi- 
mento e  dispositivo  per  Taspira- 
zione  nelle  casse  dei  cilitidri  e  nei 
mulini    (0). 

ProiKof  B.  A.  O.,  Copenhagen. 
Système   de   fìxation   de   pièces   in- 
termédiaires  aux  p  ateaux  de   gar- 
niture    des    tambours    centrifuges 
(6). 

Patato  £.,  Busto  Arsizio  e  Cr^ 
spi    A.,    Legnano.    D'spositivo    pei 
comando    a    distanza    di    valvo'e    a 
vapore   e   di    sicurezza    per   rottura 
di   tubazioni   (1). 

Oaillct  F.-E.,  Chemillé.  Appa- 
reil  de  changement  de  vitesse  par 
enibrayage    progress» f    (^). 

Radtc  U  R.  e  C.  (Di.ta)  Mi  ano. 
Carrucola  a  lubrificazione  automa- 
tica con  serbatoio  per  il  lubrifi- 
cante   (14). 

RadcUlfc     Carltoa      R.,      New 
York.    Lubrificateur    automat.    (6). 

Rancliiaz  CE-.,  Colombes.  Sy- 
stème et  dispos:tif  de  fixaton  ìn- 
dérégab'.e  de-»  écrous  à  démontai^e 
fréquent    (15). 

Ranzl  R.  G.,  Sestri  Ponente. 
Motrice    rotativa    Ranzi    (i). 

Rappold  J.,  Al  schwi*.  Presse  h 
voie  sèche  (6). 

Rateau    A.,    Pargi.     Perftction- 
nements    dans    les    compr(*»seurV- 
ventilateurs    polycellulaires    (6). 

Rces  E.  Scott  G.,  Wo'verhamp- 
ton.  perfec.  app.  aux  pompes  ro- 
tatives  et  aux  lurbines  pour  flui- 
des   non   compressibles   (15). 

ReliHl  P.  V.,  Quincy  Ma«8. 
Moteur    à    mé'ange    tonnant    (6^. 

Rclirachiitz-Gescls.haft    nit    be 
sclirialiter     Haftioif,      Breslavia. 
Valvola   per   proteggere   condutture 
tubolari  contro  rotture  prodotte  da 


RollM    G.    d>    P.,    Al(>£sandri 


RMt«    R.,    Genova.     Acrumu - 

lore    idraulu-o    specialmente    appT: 

I    rubile  alla   navigazione   sia    acqui-.. 

distri  bullone    ap)riicabi'e    in     i;en' 
rale    ai    hmMotì    a    fluido    u     ni»: 
!   nlternalivo    (61. 

RoM  VacBHH  Pbhp  l.imi:t*.  , 
I.ondrn.  Perfeiionamenti  f»ell-. 
inipe   pn-    (are   il    vuoto    e    s 


li    16). 

HoiÉ 


Hoiil  B.,  Taranto.  CalJui.i  i 
vapore   (i), 

RomIoI  D.  e  Tacchi  D.,  Ronu 
IWspositivo  meccanico  per  for  va 
riare  la  corsa  de^Ii  stantufti  di 
pompe,  compressori,  motori  e  •> 
mili    (i). 

RovUa  A.  t  AmwtSm  O.,  Mi 
lano.    Locomob'le  a   C"*   P****-    (.1' 

Rnppe  O.  BcrtkMi,  Apo'da. 
Rélrigération    par    l'air    pour     rri  .     I 

dr»s.    disposés    en    V.    (6).        '  l 

Sabaibf  L.  0.,  Parigi.  Mitho^ 
de  de  produrlion  de  iravail  ino- 
leur  utilisant  un  cvcle  A  deuN 
lemps  (6). 

SaccblBl  E.  di  C,  Genova.  Di- 
sposi ijone  per  il  cambiamento  di 
velocilà  degli  alberi  di  Ira-ms- 
sione  (.). 

Sscb*  E.,  Scb*uinfor(.  Anneau 
de  guidage  pour  tou'emenl  a  bi- 
ìf,    (6), 

Sichtltcbt  BanbgeicU.  Oaell- 
aiu  e  C.  In  KoBkurt,  Dre^a. 
I'rps~c  i  leviers  coudòs  et  à  deux 
poi  neon  s  presseurs  mobile*  l'un 
^«s    lautre    (.3). 

de  Salat-RonalB  A.,  Parigi. 
Magnélo  d'allumage  pour  mo- 
fcur<   à   explosions   fj). 

Suaa  L-i  BuKserru.  Macina 
a  cilindri   equilibrali  e  sospesi   (3). 

SHMmaa  A.  H-,  Mcrcr  A.  O-, 
New-Y..  Koeiaer  0.  W.  e  K«tf- 
ncr  W.  F..  Brooklj'n.  Botie  de 
fi;raissage  pour  essieux  de  vébi- 
cules   (0. 

Sanrcr  A.   (Ditta),   Arbon.   Perf. 


rilasciati  in  Italia  dal  ì6  Hov.  1906  al  15  nov.  1907     89 

siux    carburateurs   pour   moteurs   à  vapore  senza   vo'ano  abbinate  con 

explosions   (6).  i  stantuffi  a  movim.   rettilìneo  (i). 

S«arer    U.,    Zurigo.    Tiroir    de  Scoccimarro      G..      Alessandra, 

distrìbution  pour  ia  m'se  en  mar-  (Egitto).    Motrice    rotativa    o    mo- 

che   automatique  de  moteurs  à  ex-  tore  a  turbina  perfezionata  (6). 

plosion   à  quatre  cylindres  (6).  Scott    W^    Aiedford.    Carbura- 

Sanr      G.|       Esch  sur-l*  A'zetle.  teur  pour   moteurs   (6). 

Robinet    antibélier   equilibrò    (i).  Scitz    Theo,    Kreuznach.     Syst. 

Savio    A.,    Sampierdarena.    Ku-  de    distrìbution    pour    pompes    (ò). 

binetto   a   perforazione   a   vite   per  Scllgmana    P.»    Hannover.    Mo- 

vast   metallici  (i).  teur    à    expiosion    à    deux    pistons 

Schcben  e  Krndcwig  GetcU.  mit  (i). 

b;;aclariiiktcr   Haftimg,   Hemcef  a.  Semmler    C      Dortmund.    Ugel- 

d.   Sieg.  App*  à  mesurer  les  forces  lo  dì  atabile  per   le   turbine  a  va- 

sans   polds   ni   ressorts   (6).  porè  surriscaldatp  e  a  gas  (15). 

Scbclbert   A.,    Vienna.    Carbura-  Serafini  P.   fu  P.,   Vodo  di  Ca- 

teur    automatique    pour    moteurs  dort.    Conp^eeno    per    trasm  ssione 

ù   exp!osion  (6).  di    forza    ctSerafini»    (i). 

Scherf    C.»    Saarburg.    Torchio  Sercnyl   A.   e   Gcbrttdcr   (Ditta), 

a   vite  (i).  Berlino.    Dispositif   pour   introdu  re 

Schmid!    Q.i    Clieve^and.    Mec^  de    IVir    dans    les    récip.    remp  ìs 

can'smo    commutatore    per    motori  d'eau  (i). 

u    scoppio    (6).  Ssfia  S.,  Guida  C.  e  Gambar- 

Scbmldt   H.t   Amburgo.    Dispos.  della    F.,    Napoli.      Fasciatura     di 

per    la   filtrazione   del  'acqua   d  a  i-  bronzo   al    manganese   per   cil'nun 

mentazione    (4).  a  vapore  (i). 

Schmid- Roott  J.f   Oerlikon.    Ba-  Servadio    G.,    Firenzet.    Motore 

gue   de   roulenient   pour   couss-ine-s  a    essenza    policilindrica   a   ci  indri 

ù   billes.   (6).  separati  e  riuniti  in  blocco  (i). 

Schmidt      W.,      Wilh«lmshòhe.  Scubert      L.    H.,      New    York, 

Chaudière   tubulaire   à   surchaufTa-  Mendel    William     Hirih,      Mount 

gè   rég'ab'e  de   la   vapeur   (6).  Vernon.  e  Licbteahan  V.  F.  New 

Sdinizer    E.,    Spltzcr   K,    e   A<a-  Vork.   Coussinet  de  friction  (6). 

blick   H.,   Vienna.   Aspirateur   (òj.  SkmciiÉ>^ScbHckcrt    Werkc    Ge- 

Schoedclia   G.   e   Schocdclin   t'.i  tellicbaft    mit    betchriikter    Haf- 

Parigi.    Appareil    dému  tJplicateur  tnng,    Berlino.    Pompa    con    ruota 

permettani     d'obtenir      une     très  ad  ali  (iqV 

grande     réduction    de     vitesse    au  Simoa     Frèrct     (Ditta),     Cher- 

moyen  de  deux  roues  dentées  seu-  bourg   (Francia).    Moteur  à   explo- 

lement    (6).  sions  (6). 

Schreiber    R.,    Dortmund.    Perf.  Simon     Hngo    e    Co.      (D  tla). 

aux   coussinets   à   billes   (6).  Colonia    s/R    (Germania).     Dispo- 

Schnlc    F.,    Amburgo.    Machine  sitif    d'attaché    garanti    contre    le 

pour   trier    les    matières    granuleu-  détachement    accidenlel,    mais    fa- 

ses   et    lamelleuses    et    les    séparer  cilement  détachab'e  à  volonté  (15) 

des  mélanges  hélérogénes  (9).  Skodawarkc       Actiengcsd  Bphaft 

Scbniz    Richard,    Berlino.    Piar  in    Pilsen.    Pi'isedl,    Boemia    (Au- 

teau  directeur  pour  turbìnes  à  va-  stria).    Roue  à   aubes   pour   turbi* 

peur  et  à   injection   axia'e  (15).  nes  à  vapeur  (6). 

Schnmann    P.»    Berl'no.      Becco  Sheppee  F.  H.,  Bracknell,  Ber- 

iniettore  regolabile   ad   orifizio  ca-  kshire    (Inghilterra).    Soupape    de 

pillare   (i).  sùretè  (6). 

Schitte    J.,    Bremerhaven.    Cai-  Smith    Eimcr    Stillman,    Bound 

daia  a  vapore  (i).  Brook,     New-Iersey     (S.     U.    A). 

Schwade    O.,    l^rfurt.     Distrìbu-  Perfec.    apportés   aux    mach'nes    à 

zione    di    vapore    per    macch'ne    a  combustion   interne  (6). 


Brmtiti  d'itmetaione 

l.ondr3.     Indicatrur    I\)nmte,    Vgtl)o  po'verìcKarorc    pf 
liquidi   surrisca'dati   (5). 
(D'ttn>,    Schìr-       S«c.  Aa.  Ital.   Eacrtlag.     Scs-.- 
1    (Olanda).    Pom-   Ponmt«.    Condensatore   a    getto    e 
le  grais«age   forc#    acqua  is). 

rìnes  r(  aurrp5  c  W.    Culterì      StToU      Pa'M. 

w^i    ci:..!.^!.     ''onigliano  (Genova).  App.    di    wnr-~ 
1    in    itiutD   a   due   Ifmpì     di     mi^ 
—   "   -ombuslione  inlL^rna    a    t|u3i 
n    (6). 

larìcHl  e  C,  Xai>o  i.  Mo 
re  a  cilindri  contrapposti  iiAtes» 
Sk.  ita  EtabttncBCBti  MaHcM 
BDm,  Aubervìlliers  (Franr=A.i. 
ì>^p.  de  montage  de  rou'emenl- 
inuVres  à  bi  le«  <3). 


Sa:,   kmt 


catf  Cali).  l'uri);!  r  Ltmb  Rag*. 
alt n set    (Bonino).    Soupape    com- 

sV 

Ssc  dei  Guaget  KrUgcr  e  Br»- 

»,     Parifri.     D  sp.    d'alluntojje     à 
lule  lension  par  ma;;rU'lD  <|   tran- 


bdfi.-a2lone    de  le    reste   di    b'e'a 

S«c.   MiluKtc  M   latMtrie  Mcc- 

iDlcbe,  Milano.  Nuovo  disposili 
1  di  iocomobtie  a  ga«  povero  (3). 
Sm.     NeochlIcMM  d'AataMH- 

I,  Bomir>'  (Svinerà).  Moli  ur  à 
ploslon  avec  disp.  de  relroidi.-ae- 
enl  du  me  ange  explosible. 
Soc.  PkBomcM  A«tmi«Mt  Ab 
MI  Celmo  |S.  P.  A.),  Tor:no. 
jovo  apparecchio  dislrihulor»  per 
viamenlo    automa!  co    dei    motori 

eia   esplosi\-a   e   pel   comando  del 

r  auiomobilì  od  aire  amili  ap- 
icaiionì   (3). 

SnUgmtiC,  Grillc  e  C.le  (5ocie^'<). 
irigi.  Svsiènie  de  g^nirtieur  de 
peur   (9). 

SsBikwirk  Fo«B<ry  e  MkH  e 
>npu;,  Filadrllia.  Syhl^nip  dr 
(■pape  d'admission  pour  molrurs 
gaz  (b).  Mode  de  montale  ()l■^ 
upape»  d'échnppeineni  pour  ma- 
urs  à  gaz  (6).  Moteur  i  gai  {6). 


riiaKÌati  in  Italia  dal  16  ttov.  1906  al  15  nov.  1907      41 

MéranHinc  de   commande  de<i  vul-  Tarlili    E.,    Torino.    Dispoaitivo 

ve*     de     rffoulpmenl     de    compres-  per    la    Irasfomaiione   di    un    meno 

seurs    ft    marhinfs    soufflanlps    (6).  anfiolare    alterno    in    un    molo    cir- 

Mócanismc  de  chanK'innt  de  mai-  col.-u-e   continuo,    (i). 

che  pour  rrarhmes  ù  vap*ur  coni-  Temperie^    J.      K.i       Tewpertey 

pound    (6).     Disposìtìf    intercpptanl  J.,    e    Alnnder    W.,    Londra.    Ap- 

iiutomalitiUMnmt     la    vapeur     lors  parrii  pour  lever,  abaisser  et  Iruns- 

du    fhangement    de    marche    d  une  porter   des    (ordraux.    (6). 

machine   k    renversemenl    (d).    Di-  Thell    W.,    Diisse  Oorf .    Rubìnel- 

spositif    de    miw    en    marche    pour  lo    per   vapore    ed    a  tri    liquidi    bol- 

mMeiirs    A  j»ai    (6).  lenti    (i). 

Spencer  Chrittopfeer  Mlaer,  Wi..-  Thelia    W.,    e    TSwc    M.,    Iln  le 

dsor,   t'onneclirut.    Innovuwoni   nei  Proc.    et    d  sposiiif    de    production 

meccanismi    a    velocità      variabile  de   mélange   gaieux   pour   moleur- 

(1).  i\   e-vplOTÌon  (4). 

Spici    L-,    Wissen   (Germania)   e  Tkoaiu    G.,    Breslav:a    (Germa- 

Uli  W.,  S'ein.  B'ankenberR.  Roue  nia}    e    Herkcr-Ofauilch    R.,    Pe 

hj'drau'ique  il  aubes  en  (orme  d'en-  ruwhen,     Brc-^lavia.       Pjtrascintillle 

tonnoirs  (i),                                     ■  per    macchine      a    vapore   o   aire 

Sldnsrl    0.,     Roma.     App.    per  macchine    industr'ali    a    combu^li(^ 

elevamento    di     liqudi     ned'ante  ne   (ii). 

l'aria  compressa,  applicabile  'spe-  TfcMau  RoblatMI  e  Sm  Llml- 
ciiilmenle  ne!  caio  di  liquidi  che  tei.  Rochda'e,  Lanraiiler.  Perfei. 
non  debbano  avere  cont:ilto  con  il  nelle  macchine  uer  sepacare  poi- 
vetro  (j),  vere  o  altre  parlife''e  da  le  soslan 

SlCwarl    Mone,    Detroit,    Michi-  ze   granulari   ((>).. 

gan  (S.   U.  A.).  Gaiiifieateur  pour  Tlianpfsa  TImbh,  Londra.   Per- 

moleurs  et  idairage  (6).  fectionnemenls   aux    pompes    .'i    !i 

Starr    Fred,    San    Francisco   Ca-  qu'des.  {6). 

],i{ornia.    Motore    per    l 'utilizzalo-  TbompMn  W.  B.,  Idaho  (S.  U. 

ne   deT energia   delle   onde    marine  A.).      Per'eclionnements     apportai 

(6).  i.us    moleurs    rolatifs,     (i). 

Sion  C.  A.  a.  Francofone  s/M  TlbaMI,   Cnpptal  e  Bodlol.  sue 

.Vcopplamenii   di   tubi   con   ch'usu-  cesari    di    F.     Benfenati,    (Ditta) 

ra    a   baionetta   (i).  Bologna.   Macchina  doppia  per  pu- 

Steleai  F.,  Aachen  (O.rman'a).  Ire    seaiolelle   di    latta    contenenlJ 

Turbine    i    gat    avec    chambre    à  conserve   alimentari   od   altro.    (3). 

cKplosion    rotative,    ptston    ù    com-  Tsiar*    F-,    Mi g'i crina    (Ca1:m- 

pression   el   dis'ribution   ù   soupape  zaro).    Nuo\-o   motore   ba-^alo   m  a 

uutomatique  (t).  forza   d'ascensione   dei    gal'egginn- 

StlM     C,     Strasburgo,     Alsazia  li.    (1). 

Disposiiif    d'un    nioieur    hjdraul.  T«nelK  T,,   Spezia.   Contatore  i- 

dans  un  siphon  (.1).  stantaneo  del  numero  dei  giri  e  in- 

StdnarilOcr    L.'   «    C,    (Società)  dicalore    del    senso    di    mo\'rmenio 

Gunimersbach.    Soupape    de    stìreté  dcl'e     macchine,    (j). 

a  grande  levée  (6).  TowlfM    E,    Challerìs    Cambri- 

Snalberg    A.,      Slocco'ma     Mi  dge   e   Mmllon    E.,    [^ndra.    Pcr- 

canisme   de    renversemenl    de    mar-  fez,    nelle    motrici,    jjompe    e    com- 

che    pour    acbres    (15).  pressori  d'aria,  rotativi  a  pres^'one 

Tabonlcvllch    V.,'    Pietroburgo,  di    tluido.    (6). 

Perfect.    aujt   chaudières   à   vapori-  Trccn      leflcnMi,      Nen- -  York, 

sation    instanlanée.    (14).  Perferl.  aus  moteurs  à  eombustion 

Taglllferrì     M..     Tagliaferri     E.,  inlerne.    (6). 

TagUatcrH    C.    hi    Q.,    Piacenza.  Trotticr    R.    E.,    Hussem-    Bey 

convertire  un   mn-  (.-Vlgeria),   App.   pour  te  clas^Jemenl 


à  b'i:es  unnulaires.  (6/  Proc.  pour 
l'iniroduciion  du  dernier  organe 
d  jcartemenc  dans  des  cous»invts 
unnu'aires  à  bllles.    (6). 

Vra  Plttcr  J.  W.,  Berlino.  Ma- 
chine   rolative.    (15). 

WMlitcl  W.  A..  Welìnglon  (N- 
7.c'anda).  Motrice  a  turbina  per 
Irzionat»  (6). 

WagMr  M.,  Wie^baden.  Cuvri- 
I»  de  couss'nets  ou  plaque  compo- 
9Pé  de  instai  résistant  M  de  inelal 
doux  (15). 

Wallol  e  Krflgcr  G.  tu.  b.  B., 
Co'onia  s/R.  Motrice  a  pompa  con 
slantuRo  ad  ali  rolanti  tangente 
ul  manteilo  del  cilindro  (6). 

Wallol  e  Eriger  0.  m.  b.  H.. 
C«!a,  FUIale  Hauover.  Hanno- 
ver. Matrice  a  pompa  a  stantuf- 
fo ad  al]  rotatorie  (6).  Aia  di 
i-tantufTo  di  più  par.i  munito  d'-n- 
caisa  da  cuneo  per  macchine  a 
stantuffo    rotatorio    (6). 

WarrCB  W.  T.,  Wairea  E.,  Ips- 
wich,  Suflolit,  e  Mulard  D.,  Eut 
Bergho's.  Suffolk.  Vfrin  pneuma- 
tique    (6).  , 

WbUm  C.  H.  e  Edward!  A.  B., 
Londra.  Ferlez.  nel  meixanisiiii 
flessibili  per  la  trasmiss' one  di  (or- 
la bbricaiione  di    tali   meccanìimi. 

WakaBald  C.  C.  e  JiuM  R., 
Londra.    Moleurs  à  eip'otiont  (6), 

Weber  Kart,  Riga.  Perfect.  aux 
volanls  et  poulies  à  diamttre  'é 
Klable  ([). 

Weber  O.,  Halle  a/S.  Innova- 
zione nela  fabbricaz*one  di  calibri 
di  misura  ptr  bolloni  e  lori  (1). 

Wedeklad  C,  St.  Jean  sur  Mtr 
l'urbine   i    fluides    eaieui  (})■ 

Wegener  C,  Charloltemburg, 
Sysiime  de  chaudière  à  vapnir 
(6). 

WeUhclt  C,  Zeh'endorl.  Pnl 
nei  canali  di  turbine  s  sfiione  r- 
stretla    (1). 

WelKU    n.,    Veltheim.    Moleur 


commandées  par  la  pression 


rilasciati  i«  Italia  dal  16  nov.  1906  al  l'i  noi:  1907      48 

menti  nelle  gru 
relativi.     (15). 

wci.i  a:,  s 

(Ge.-nianiaJ.  Sol 
pour   rf^uiaieur 

Weadlcr    F., 

WM    C.    Oli 

stente  de  rondel 
et     boulons.     (i) 

WciliaghMiM 
Limited,  Londr 
nei  regoalori  . 
pompe,  (is).  I 
regolatori  di  pr< 

P*.  Cs)- 
W««(lBgbon*e 

IVrfez.  nrtle  tu 
Mifo     ds). 

WeUlnghoHM 

ny  l'ittibitrg  1', 
bine  a  fluido  e 
ne  le  turbine  a 
Regolatore  perf 
ne  a   fluido  eia: 

Wcrtingbaue 
Turigi.   e   LcbUl 
rigi).    Perfect. 
■ours.    (isi. 

Wlart   E.,   F< 

c'a).  l'erfect.  di 
production  du  v 


Cislm'ioni  fin 


AUgcndnc    E 
i:hatl,      Berlino 

qua'e    la    durala 


sicurezza  pr\  raccordo  dHle  vot- 
re  iraniviarie  accoppiate  (j>. 
••gdaaiU  J.,  Nowy  Tatg.  Di 
losilif  d  accoupleiriHit,  dtcoup  e- 
ent  ri  freinapie  au  omaliques  de 
oBons  sur  chemins  de  fer  (b), 
BargU   C.,   Mi  ano.    Frvno    del 

p  elellrichc   (5). 
B«t.Ml     1:.,    Boo^na.      fui  10.  e 


Mtulla     a.,  Torino.     Vc'e    ^ 

blesi   porleurs    (j). 

Brill   J.    A.,    FiJadellia.    Sospen 

me  per   freno  di   ^-aeani   e   tram 

I.     Perfcc.      iiux    %^h4^ul«    Imi, 

K-inables    rau'ant    sur    mi  '<    (')|. 

Brockcibuk  T.  A-,  l.ondra.    Di 

osili!  d'alte'aKe  pouf   vo  lur»   d.- 

eniin*   He   (er   il], 

Ilrawii    H.     E.,    Londra.     Pcife 

inamente      nei     (reni     ppr     vpicoJi 

-roviari    ed    altri    (6;. 

BrowB    R.,    WeniminMer.     Inno- 

I  a   coniati!    superi  eia  i   (<i). 
Bluimg  e   Sol»  G.  m.   b.   H.. 
raunschweiK'     Zocco'l)    Hi    ffrri) 

II  maniglia  di    presa    vuoeu,    p<v 
icoli    ferroviari    (6). 

Calile    C,    l>ari|{i.    UUpos'iif 

ur   l'ul  lisalion   daiis   un   réchauf- 
tr  des  vapeurs   d'éch.-ippeinent   d<' 

€■■■■,  (ìlàluwl.  TarlMU  e 
.  Sesto  S.  Giovanni.  Aggancia- 
■nto  iiilemo  nelle  leve  control  n- 
dpgli  apparecchi  cetilra  i  di 
inmTa  del  lipo  Blandii -Serve! - 
E  per  impedire  l' inconvenlenie 
no  doppia  manovra  (4). 
Capeloli  N.  Ib  C,  Ch  eri.  Di- 
qualunque  dela  strada  terra  .1 
i  due  stazioni  conseculive.  11  n 
no  in  viaggio  od  anche  due  ite 
cnnlemporaneaniente  in  molo 
!o  steiwi  binaro  (jj. 
Calcetti  V.,  Torino.  Sislema 
-  prevenire  g'.i  accidenti  ferro- 
:ri     CQUiati     da     linee     ingombre, 


rilasciati  in  Italia  dal  16  nov.  1906  al  lo  nov.  1007      45 


mediante  c^rreUl  esploratori  au- 
tomatici e'ettrici  aderenti  al*a  lo- 
comotiva nelle  fermate  e  nelle  ma- 
novre e  che  la  precedono  in  corsa 
di  un  tratto  proporziona  e  aHa  ve- 
locità. 

Ccatome  £.•  Napoli.  Nuovi 
scambi  automatici  aerei  per  tram- 
ways  elettrici,  sistenia  E.  Centon- 
ze   (2). 

Ceretti  e  Tanfanl  (Otta).  Mi- 
lano. Scambio  fisso  per  rota'a 
dopp'a   per   linee  pensili   (i). 

ChaiMHBt    A.,    Bruxelles.    Proc. 
et    disposttifs    de    réglage    et    de 
vcrìfication      immédiats      du      fon- 
ti ionnement  des   frcìns  à  air  coin 
prime  et  autres  analogues  (i). 

Ciraolo  A.,  Regj^io  Calabria. 
Nuovo  s'st.  di  dischi  di  segna  az. 
per    ferrovie    e    tramvie    (15). 

Clark  A.  C,  Chicago,  I  lino'». 
Appareil  pour  fac  liter  Tenlève- 
ment  des  dépòts  dans  le  chaudiè- 
res   de    locomolives    (6). 

ComptLgt^  Ceatrak  et  Cen- 
stractlóa,  Maine  S.  Pierre.  Su- 
spension  radiate  pour  véhicules. 
6). 

Compagnie  Intematienare  des 
Wagons-Lits  et  dei  Grande  Ex- 
presa Enrepéens,  Parigi.  IMspo- 
sitifs  de  ventilatìon  pour  voitures 
de    cheniins    de    fer    et    simi'aires 

Cempagnie  penr  la  fabr!catk>n 
dea  cemptenrs  et  matérial  d*u- 
^Ines  à  gas,  Parigi.  Su^fpens'on 
é'astique  pour  compteurs  de  tram- 
wavs  (6). 

Continental  Hall  Signal  Com- 
panY*  Bruxelles.  Dispw^t'f  d'ai- 
guillage  pour  voles  de  chemins 
de    fer    (3). 

Cord:nons  F.  fu  ?..  Padova.  Si 
stema    di    blocco    ferroviar'o    auto- 
matico   Cordenons    (1). 

Cordenons    G.    fu    P.,    Padova. 
Dispos'zìone   per   rendere    facilmen 
te    trasportabili    sui'e    strade    ordi- 
narie   le    merci   da    scaricare    o   ca- 
ricare  sul   vagoni    ferroviari    (2). 

Comaglia  A.,  Torino.  Tomaio 
di  sicurézza  per  trasporto  di  bot- 
tiglie, latte  o  recipienti  consimili 
a  mezzo  carri,  ferrovie,  automo- 
bii,   ecc.   (3). 


Cumont  F.,  Parigi.  Disposi  li  f 
de  contro  e  permanent  des  aigu  1- 
les   è   manoeuvre   électrique    (ò). 

Oaelii  C.  fu  Pm  Como.  R  paro 
laterale  salvagente  da  disporsi  fra 
carrozze  o  materiale  ruotabiic 
qualsiasi  ferroviario,  tramviartu  u 
automobilistico,    ecc.      accopp  alo. 

(i.S). 

De  Biasio  D.  di  V.,  Sottoguda. 

Avvisatore  elettrico  per  evitare  ^li 
scontri    ferroviari    (1). 

De  Felice  M.  T.,  Roma.  Sis  e 
ma  di  sospens'one  con  interruttori 
automatici  per  linee  aeree,  di  fc  r 
rovie  e  tramvie  e  ettriche,  evitan 
te  la  discontinuità  del  servizio  ed 
accidenti  di  persone  in  caso  di 
rottura   della   linea   stessa   (1). 

De!erè  H,  e  Leygraf  H.,  Mar 
x'oh.  Dispositif  protecteur  app  i 
cable    aux    voitures    de    tramwa\> 

(1). 

De  Mattcls  L.  fn  F.  e  Perocchlo 
L.  di  G.»  Torino.   Ferrovia  e'e  iri 
ca     senza     fili    con    alimentaz'on  ■ 
ad   intervalli,   sist.    De   Matteis  P»- 
rocchio   (}). 

De  Mòcomble  C,  Parig .  Dì 
spositif  de  freinage  pour  p  atcfor 
mes    mobiles    (3). 

De  PaoUs  Vi,,  Roma.  Traver>a 
in  cemento  armato  con  altaccu 
metallico    per    armamenti    ferrovia 

ri   (.1). 

Diatto    A.,    Torino.    Distribution 
souterraine   du    courant   au.x   tram 
ways  électriques   (3). 

Uunltel  J,   Langfuhr  pres.    Dan 
zica.   Tuyau   métallique   flexib'e   d<' 
chauffage     ou     de     freinage     pour 
véhicules    de    chemins    de    fer    n 
véhìcules    similaires    (6). 

Elflein   G.,   Marktschorgast.    .\r 
rangement  de  sùreté  pour  voiturr- 
à   chemin  de  càbles  et  du   cha'nrs 
sur  un   p'an   incline   (1). 

Elliot  H.  Wm  Prescott.   Syst.  d. 
lubrification    pour    réduìre    au    mi 
nimum  le  frottement  des  roues  d'" 
véhicules    lorsqu'ils    passent    im«- 
courbe  de  voie  ferree  (6). 

Espa   M.   fn    F.,   Cagliari.    Con 
Regno  per  evitare  il  deragliampiro 
dei    treni    in    moto. 

Falli  H.  W.,  Milwaukee,  Wi 
sconsin.    Méthode   pcrfect.    de   jon 


lìi-evetti  d'iitveittione 


cliuii  de  lungueurs  de  ralìs  de  che- 
min  de  fer  et  de  tramway  (3J. 

Falk  MunfuiarlBg  Cam  puf. 
Mivaukee,  Visconsin.  Perfec.  dans 
]ps  Joinis  des  ruils  de  chemins  de 
(cr  (.1). 

FcItcB  e  auHleaHBic  Lihaicjer- 

wcrke   ActkB    Getcl:*chain,    Fran- 

l'ufurte   s/M.    Disposi tif   pour   faci- 

■    Il  ter    la    descenle    dea     toyiigeurs 

dcs  tramways  (i.s). 

Fcul  P.,  Milano.  Sistema  mi- 
stu  di  Iraiionc  eletlrìcu  trìfase-nio- 
nuruw   e    sistemi    derivali    (6). 

FIckcItcbMT  C.  e  BcfglielMr 
W-,  L'asse!.  Apparecchio  di  pro- 
Iciione    roniro    l 'in vestì metiVo    di 

^^^"l  simili   U).  """ 

Flcmmlag    C.    F.,    Washington. 


cerchione   di    ferro   < 


FpMriBi 


Il    C,    Napoli.    ii.\sori>    ( 
larocchio    destinalo   ad    e 
i   scontri    ferroviari   (3!. 
C.   (Dita)   e   Bcllu 


vapore 


IV-rlf^. 


per 


;;oiii    ferroviari    (6). 

Fonda   C,   Vilvorde.    Perfect  on. 

vuitures  de  chemins  de  ter  et  au- 
Ircs  serrures,  chassis  mobi  es  cn 
utuminium  et  slores  (4).  Noveaus 
sv>lèmes  de  fernielure  de  sQre'é  et 
accessoircs  pour  voilure  de  chemin 
de  (cr  et  iramways  (3).  Serrure 
de  sùreli  ì  arrèts  multiple^,  ap 
plicables  aus  portières  des  vihi- 
cu'e?  de  chemin  de  (er  et  aulres, 
l'inpòchunt  l'ouverture  intempesti- 
vp   de  la   portière   (6). 


;tta  dFl  trolley  dal  filo  di  linea 
e  tramvie  elettriche,  fri-.  {}). 
Forti!   C.    Milano.    A^r; 


■    autonialici 
i    (•)- 


per    I 


FroBcardl  D.  fu  F.,  Poriori 
raio.  Freno  automalico  di  1  curt 
/il  per  carrel'i  di  (unico'ari  a  i 
tale    (.s). 

Frénoat  C,  ParÌRi.  Cormère 
laslique    serva  nt    £1    monler    élas 
iguement   les  plaqucs  lubola 
1  h;iud'ÌTr-'    •]<•    locomotivei    iur    11-, 
rorps    fvlndrqurs    <\rs    di  es    chau- 
diires    (i). 

Fraod  H.  e  Holmci  D.  G.. 
Chappl-on-leFrilh,  Derby.  Pertei. 
negli  loccoli  dei  (reni  per  ruote  a 


des 


G.,    Mi'a 

applicai  Ione    di    turbini 
alle    locomotive    (O, 

Guu  e  Comr.  Elica gktMTd  a. 
MucklncB-Fabriki  Acttea-Oocn 
Khaft,  Budapest.  Dispositivo  di 
comando  per  vetture  ferroniaric 
automotrici  con  a'bero  a  guato 
cardanico  disposto  in  direzione  lon- 
gitudinale  (6). 

GaroIU  A.,  Torino.  Dispostiionc 
per  il  comando  degli  scambi  di 
linea  dal  veicolo  in  moto,  sislemn 
>iGareUi>i    (i). 

ùAt'Kkt  F.  e  Bollnaaa  F.. 
Kerlino.  Disponiti!  de  patins  poui 
train   de   chemin   de    fer   (i). 

Geocral  Scattag  Co.  Llallcd, 
Londra,  Perfect.  aux  sièges  *l 
dossi  ers  é'asliques  pour  wuijuns. 
voilures,  banci.  canapés,  chaises, 
eie.   (6). 

GikC  F.,  Essen.  Dispositivo  per 
accoppiare  vagoni  ferroviari,  az'o- 
nabile  da  un  fianco  del  vagone 
(0- 

Gola    G.    Jl    L-,    Tofi^no.    Presa 

Orabaal  J.  E..  Salem.  VirRi- 
nia.v  Coeur  de  troisement  pour 
voies   de    cheinins    de    fer   (6). 

Grou  V,,  Schneidemuht,  Pcr- 
fec,  aux  dalle»  pour  passages  à 
niveau   de   clieniins   de   ter   (1). 

Hallot  P.,  Vincennes,  Perfect, 
aux  (reins  (i),  Perfect.  aun  (rcns 
de  rheniins  de  fer  (3). 

Hart  H-,  Cliicago,  Illinois-  Per- 
fez.  nei  carri  ferroviari  Ira-iforma- 
bili.  aventi  di-lle  sezioni  di  fondo 
osrillanti   (6). 

HeadCMoa  R.  I.>  Toronto.  Mi- 
Clioramenti  tii;uardanli  i  movi- 
menti a  rulli  da  app'icarsi  ai  vci- 
m'i     delle     ferrovie    (1), 

HCBWood  E.  N.,  landra,  Per- 
fect, à  la  construrl^on  de  toufi 
Kcnres   de    roues   dcsiinées    à   Et  re 


■*^ 


^^ 


rilasciati  in  Italia  dal  16  nav.  1906  al  15  noi\  1007     47 


eniployées  sur  des  rai!s  de  che* 
mins  de  fer,  de  tramways,  sur 
des    routes    ordinaires    et    aU'eurs 

(5). 

Rermaiia  H.  Bdkci'  e  C.,  Rem- 
scheid.  Dispositivo  per  ch'udere  'o 
spazio  intermedio  fra  due  carri 
tramviari   attaccati    (6)^ 

Retsler  N.  e  icUch  J.,  Ragusa. 
Dispositif  électrique  émettant  des 
sifs^naux  optiques  et  acousttques 
pour  éviter  les  acc  dents  de  che- 
mins  de  fer  (i)* 

Heyvaert  r.t  Anversa.  Appar. 
d'aiguiilage  automatique  pour 
voics  férrées  (i). 

Horvatek  A.,  Obdach,  Stria. 
Sistema  di  agganciamento  di  va- 
goni  ferroviari  (i). 

HndsoB  e  Bowring  Limited, 
Manchester.  Salvagente  perfezior 
nato  per  tram  vie  (6). 

Kaeferle  F.,  Hannover.  Eément 
de  chauffage  pour  le  chaufTagepar 
la  vapeur  à  basse  pressicm  dans 
les  voitures  de  chemm  de  fer  (i). 

Kaminsky  J.  F.,  MUdred.  Pa. 
Traverse  de  chemin  de  fer  (6). 

Killintf  E.,  pavenport»  Jowa. 
Rideau  pour  lampes  de  plafond 
des  voitures  de  chemins  de  fer, 
etc.   (6). 

Kinitsland  W.,  Londra.  Nou- 
veau  procède  et  dispos'tif  perfec- 
tionnés  pour  fixer  aux  véhicules 
automobiles  marchant  sur  rails  de 
taquets  pour  actionner  mécanique- 
mcnt  des  commutateurs  élcctrl- 
ques   (6). 

Knorr-Bf^fe  G.  m.  b.  H.. 
Berlino.  Fre»n  à  air  comprime  de- 
stine   aux    trains    de    marchandises 

(I). 

Krimer      W.,      rie!|senWrchen. 

Frein  pour  wagons  de  chemins  de 
fer    dO. 

Jacobs  C.  M.  e  Insc'l  R.  J-, 
Readìng.  Pèrfect.  apporlés  aux  s*- 
gnaux  de  chemins  de  fer  (i^). 

Johnstoa  0.,  T^iverpool.  Perfert. 
dans  les  organes  d*accouplement 
des  chemins  de  fer  et  tramvvavs 
f6ì. 

Lakhovfky  G.,  Parigi.  Syst.  d-- 
garniture  pour  la  fixa4ion  des  ti- 
re fond    (12). 

Lamb  Vaa   Bofen,   New-Haven. 


Frein  pour  voitures  de  chemins 
de  fer  et  de  tramways  et  autres 
véhicules    (6). 

LanteiiKlilllitcr  W.,  Pinerolo. 
Dispositif  effectuant  le  rappel  à 
la  position  mediane  des  bogies  nio- 
bi es  ou  chàssis  ana!ogues  (6). 

Lavlzzari  G.  di  D.,  Como.  Ap- 
parecchio di  blocco  per  tramvie 
elettriche,    sistema   «Lavizzar  »   (^). 

Laycock  W.  S.,  Sheffield.  Per- 
fezionamenti nei  contrappesi  dei 
fine^rinì  di  carrozze  (ferroviariVi 
e   nei   ripari   delle   infi  trazioni   (3). 

Lec'ercq  C,  Liegi.  System  e  do 
aiguiilage  automatique  pour  voies 
ferrées  (6). 

Lettifl  A.,  Foia.  Appareil  d  af- 
telage  pour  wagon  de  chem!n  de 
fer   (i). 

Levilly  O.  E.,  Parigi.  Appar. 
de  réfrigération  pour  wagons  do 
chemins   de   fer.    (3). 

Llechty  H.,  Berna.  Pare-étincel- 
les    pour    locomotives    (6). 

Loem  B.,  Colon'a.  Carrello  di 
trasporto  a  scarico  rjipido  auto- 
matico  (lì. 

Machctti  E.,  Savona.  Apparec- 
chio idraulico  per  pesare  g  ì  assi 
delle   locomotive   e  dei   veicoli   (2). 

Maglietta  L.,  Torino.  Sistema 
di  appar.  di  segnalazione  o  di  ar- 
resto automatici,  o  di  ambedue  a 
un  tempo,  da  applicarsi  al'e  lineo 
ferroviarie,  bloccate  o  no,  e  a  casi 
simili   (i). 

Mallcgorl  P.,  Mi'ano.  Innova- 
zioni nelle  Ijraversine  metalliche 
per    ferrovia    (i). 

Mancini  J.,  Roma.  Distribuì lon 
à  air  comprime  pour  trains  électri- 
ques  (1). 

Marelli  M.,  Alessandria.  Siste- 
ma elettro-magnetico  per  evitare 
gli    scontri    ferroviari    (2). 

Martlgnonl  C.  fu  G.,  Mi'aihK 
Segnalatori  dì  blocco  tramvi.:n'o 
e   ferroviario   (4). 

Massarani  C,  Milano.  Disp(ir:i- 
zione  per  e'iminare  la  caduta  ds'- 
le  condutture  elettriche  negli  im- 
p'anli  di  trazione  a  tro'ley  e  per 
evitarne   la   rottura   (2). 

Mattalia  F.,  Roma.  Poltroncina 
senza  sedile  per  viaggi  in  ferrovia 
(3)- 


on*    e    ci>prÌK.unlo    per    co 

PUavaal  A. 

({Ola    con    slecca    a     iunK<> 

Appurato    avvìi 

ìncUBlra    ne  la    superfirìc    dì 

ditasiri    lutiRu 

tento  delle  ruole  (i). 

(■)- 

Mr    M.,    Zurigo.     D'sposii  ( 

FagU.  k.  i. 

letlion  pour  portes  de  voilu- 

ruttore  eleitC'Ci 

chemins  de  (er,   iinpichanl 

manovre   dei   << 

:cmenl   do    parlies  du    corp» 

vèlemenls  (6). 

Fucile   P. 

Bitvetli  d'ÌHveitzioHe 

Mugh  A.  WcUiaglsa  e  sler.  l'erfcz.  nel  uietodo  di  fissa- 
R.,  Si.  Culherines,  Onta'  re  ricoprimenti  rìcanibiab  Ii  su 
ipareil  pour  signaux  é^ectri-  rotaie  metsllicliB  portanti  ieit.-ui> 
e  cheniins  de  iw  (b),  a  ruole  od  aliri  carichi   niobi. i    (t>). 

■U  L.  e  RommU  J.,  X'ene-  paclnl  O.  !■  T.,  Pistoia.  Siste 
iatetna  automatico  ii.Medail-  ma  di  xambio  a  rotaia  mob  le 
il)  per  la  s  curezza  dei  treni  inarrestabile  dagli  ingombri  coii 
ircia    (i).  congegno    per    la    manovra    dulia 

■■■      r.,     Charkillrinburg.     vettura   ìn   moto   (.t). 

Mag'iano  Veneto, 
itore  per  evitare  i 
le   linee    lerroviar^e 

A.,  Torino.  Inter- 
pel  conlrol'o  delle 
■ichl    che    prole  Kgo- 

■    (I,,    Napo'i.    Ak; 

'ori   di    remi,    ad    aria   coni-  ferroviari    ed   altri   veicofi    (t). 

Pivi!   N.  e   CauU*  G.,  Torino, 

leti!    0.,    Mi'ano.    Meccani-  Systètnè    d'accoup'eni.    de    wagons 

T  la  manovra  riimbinata  do!  de  chemins  de  fer. 
!   del   clindro  del   ciiniroller        picklMa    E-,    Londra.     Pertect. 

■elture    tramviarie   rlellrìche  apportai    aux   chAisìs    pour    voitu- 
IFS    de    Iramnavs,    de    chemins    de 

iKomb'c   C,   Parigi-   Sysli-  fg,   et   aulres   véhicules   scmb'ablei 

roucs  ù  dogbie  bodin  sur  es-  (e). 

n<l^penduiit     pour     p'ulefor-        PclHUMl    G.,    Milano.    Sistem.-i 

lobiles   (<i).  di   avvisatore   automatico   per    pre- 

Itllg  S.  di   F..   Padova.   Ap  venire  gli   scontri   ferroviari  (i). 
lio  per  l'agganciunipniti  ati-        portai  L.  tu  C.  •  PfUcW  C.  lo 

■o   di    vaKoni    ferrovari,    da  q_^    Breicìa.    Agfianciamenlo    per 

irsi  dui  di  fuori  dei  repulso-  vagoni   ferroviari   pan'atmenle  au- 

^uale  permette  l'allacco  au-  toniatico    sistema    uFerini- Franchi" 

■o   anche   con   vagoni    munì-  ^,■^, 

agganclatore.  a   vile   nonché        pu^r  H.,   Liegi   e   L'HmiI  G.. 

'o  a  respingente  unico  ceiv  B,uselle5.    Syslinie    d'*cta'rape    f- 

i).  lectriqu*   dp9   ira'n&  de  chemin  de 

Mal      MiUwblc      Cutiail*  fer  (;)). 

ny.    Ccveland,    Ohio.     Per-        ph»    0-,    Genova.    Sistema    dì 

lement-i    .mnortf'S    aux    alle-  trasporto  di  treni  mediante  fumco- 

de    voitures   de   chemins    de  i.,rj    per   superare   montagne,    ecc. 

Ine   FuMwall   per  ciulruzla-  '  FlHiKf    J.,     Norimberga.     Cr'c 

:cuilclic   e   lODdtrla,   Roma,  pour  rails  avec  crochet  k  p'vot  ci 

o    specia'e    "-r    tramv'e    ur-  uppareil    de    d^sembravage    (61. 
i).  Flttalyfli     0..      Campomoronc. 

r    L.    fu    S.,    Bologna.    In-  Ruota  elastica  con  sostegni  elaslt- 

mi    nel    sistema    di    esercizio  ri    per   trol'evs    e   vecoli    in    genere 

iree    ferroviarie    a    semplice  (j)_    Avvisatore    nRolandoii   per   e- 

basaTe   su'l'uso  del  o  «staff»  vi[.-,re    gli    scontri    ferroviari. 
:>  di  Webb  e  Thomson  o  di         PtlInkanKawtiuia*    T..    Siom. 

]ue   altro    s:stcma    a    pilota  V^hicu'e   a  .deplacement   automati 

co    M.  que   des   ralls    (.,0. 
Ige    0.    J.,    Eccles,    Lanca         P«||i*    F.    J.,    Amburgo.    Gusci- 


1 


rilasciati  in  Italia  dal  16  nov,  1906  al  lo  noe.  1907      49 


netto  per  asse  di  ruota  per  veicoli 
ferroviari    (6). 

PrìniaYera  M.,  Torino.  Lampa- 
da elettrica  a  incandescenza  per 
illuminazione  di  vetture  ferrovia- 
rie   (i). 

Kagagnlno  L.  fn  G.,  Genova. 
Salvagente    trainvìario    {2). 

Haiiway  SappUei,  Limited,  To- 
ronto. Eclisse  de  joncfion  pour 
rails   (6). 

RavclU  A.,  Arenzano.  Meccani- 
smo destinato  a  rejfo'are  la  velo- 
cità dei  treni  producendo  dellV 
lettrcità    (3). 

Ravcn  V.  Litchfierd.  Darlington 
Appareil  à  signaux  pour  chemins 
de  fer  (6). 

Reevet  W.  R.,  Londra.  Appa- 
reil enregistreur  pour  chemins  de 
fer  propre  à  ótre  utilìsé  avec  des 
app.  signaleurs,  a'nsi  qu'à  d'au- 
trcs    usages    (6). 

Rcvelll  B.  A.,  Roma.  Gancio 
automatico  «Revelle»  per  vagoni 
ferroviari  e  tramviari  (15). 

Rhoécs  E.  e  Romapac  Tram- 
way  Contsruction  Company  Limi- 
ted, Lceds.  Appar.  pour  fhter  par 
press'on  et  enievcr  par  decoupage 
les  parties  supéricures  usantes  des 
rails   de   tramways   composés   (6). 

Rizzi  L.,  (Ditta),  Modena.  App. 
metti  petardi   multip'o  a  mano  (3). 

Kolamio  A.,  Aurigo.  Avvsatoro 
«Rolando»  per  evitare  gli  scontri 
f*»rroviari  (1).  Ruota  elastica  con 
sostcorni  elastici  per  trolleys  e  vei- 
co'i  in  srenere  (i). 

Roy  H.,  Ottawa.  Chemin  de  fer 
de    sùreté    (6). 

Sacripanti  0.,  Genova.  Salva- 
giunte  automatico  per  tramways. 
ferrovie,  aulomobi'i,  ecc.  (i).  - 
Nuovo  chiusura  laterale  del'o  spa- 
z'o  tra  le  vetture  tramviarie  matri- 
ci  o  simili   e  que'le   ad   esse   acco- 

Jalp    (1). 

Sani  B.,  Valmontonc.  Traversa 
in  cemento  armato  con  spec'ale  dì- 
sposi  >j!one    per    fissarvi    le    rotaie. 

Scharfenber({  K.,  Kònigsberg. 
Système  d'attelage  à  tampon  cen- 
trai avec  annenu  et  croche^s  articu- 
lés  commc  éìéments  d'attelage 
(i.O. 

Schcib  L.  sen.  e  Sckclb  L.  jun., 

AICIIU.UIXO  5CIKaTIFiCO.  —  XLIV. 


Kaiserslautern.  Giunto  a  denti  nel 
centro  del  respintore  di  veico  i  fer- 
roviari (6). 

Schllhan  i.,  Nagykanizsa.  Con* 
Kegno  per  impejire  deviameiill 
quando  gli  scambi  sono  semiaperti 
ed  il  treno  si  muove  contro  le 
punte  degli   aghi   (C). 

Schlichter  i.  e  Frankò  i.,  Ny- 
regyhaza.  Appareiis  urotectcurs 
pour  vthlcules  aulomobiles  rou- 
liint    sur    rails    (i). 

Sclimidt  W.,  VVi.iielmshòhc  pres 
so  Ca!»sel.  Surriscaldatore  a  tubi 
doppi  per  caldaie  iubolari  di  loco- 
motive  locomobili   e  simi.i   (6). 

Schnltz  C.  A.,  Berlino.  S  slema 
per  impedire  la  fot  inazione  di  fu- 
mo   nei    fornelli    del'e     locomotive 

(i). 

Schwelz,    Loliomotif   e    Masclii 

nenfabrik,  Winterthur.  Locomoti- 
va a  funzionamento  n:isto,  cioè 
ad  adesione  e  ad  ingranaggi  (6). 
Scotto  Q.,  Genova.  Carrello  au 
tomatico     trasportatore      elevatore 

(4). 

Servettaz    0.,    Savona.    Pulsatore 

unico    per    consensi     elettrici    per 

ferrovia,    sistema    Corvino    (5). 

Sgardelll    L.,    Fiume.    Accouplc 
ment  automatique  pour  wagons  di* 
chemins  de   fer   (i). 

Siemens  e  Haltke  Aktien  Gè 
sellschaft,  Berlino.  Meccanismo  di 
comando  per  apparecchi  segna'a- 
torì  ferroviari  (15).  Se'ettorc  d'ac- 
coppiamento per  segnali  ferrovia- 
ri   (15). 

Siemens-Schnckert  Werke  ^e 
£e*lschaft  mlt  beschrinkter  Haf 
tang,  Berlino.  Disposiz'one  di  si- 
curezza per  il  sottopassagtjio  di 
conduttori  dì  linea  per  ferrovìe 
elettriche  sotto  ponti  od  altre  co- 
struzioni      metalliche      sotterranee 

(15) 

Smith    E.    Wytbe,    Acton,    Md 

dlexes.  Miglioramenti  negli  appa- 
recchi adatti  a  consegnare  oggetti 
a  veicoli  in  moto  ed  a  ricever- i  da 
essi   (6). 

Soc.  An.  industriale  «Vnlcania», 
Genova.  Traversa  'n  remento  ar^ 
mato  per  armamento  di  binari  dì 
ferrovie. 

Société   anonymc   Westlaghonic, 


60  Brevetti  d'invetuiane 

l'ariKÌ.    Perfezionamenti    neVe    co-        Si.    Clalr   Air   Br*kc    COHpaaj, 

tiruiioni     aeree    ner    ferrovie    alet-  Indianopolìs,    Indiana.    Frein   à    air 

iriche  (is).   l'arigi.   Perfez.  nei  vei-  pour    voilures   de   chemins    de    (ei 

coli   a   pco|>u1sk>ne   meccanica   (i5(.  et  aulres  (15). 

SoclcU    tMHt.  .ncccuKa    Lmb-  Str.ckniMhlacBlabilk      TeiLi 

barda,    Monza.     Carro     ferroviario  Hayn  e   LclUch,  Chemnitz.   Di»»' 

refrigerante   con    impianto   frÌ|;ori-  sìiìvo  indicatore  di  stazioni   di   (er- 

(ero    interno     ad     ammoniaca    (3).  mala,    direzioni,    réclames    e    sim.- 

Perfei.   dei   dispo*.    di   regolazione  li  (6). 

0   comando   per    presa   di   corrente        Solter    FrérM    (Ditta),    Winter- 

pneumaticamente       az'onata       per  thur.    Locomotive   avec   conimande 

Iramvie   ii;).  Perfez.   nei  freni  clet-  par    moteurs    à    combustion    (is)- 
troniagnetici    per   veicoli    ferroviari        SlMialIt    P,    e    Hnld    A.,    u*u 

ed  altri  (15).  mitz.    Indicuteur   de   slotions    (1). 

SocUlé    anoBync    de    TraTaux        Sayar     Robert    Cooke,    Bristo'. 

Dyie     et     Bacalan,      Parigi,    Nou*  Système  de  Iraclioo  éiecir'que  (6). 
veau    lype   de   wagon    à   marchan*         Tedwclil    A.,    Milano.      Scaitria 

dites   (3).  di    protezione    e   lu  bri  Reazione    pei 

Soc.' d'Elodea   di!   Brevcli   Boi-  gli   ingranaggi   dei   motori   deitri- 

raalt.    Parigi.    Anelale   pour   l'ac-  ci    applicati    ai    velcoU    ferroviari, 

crochage   autoinatique  de«   wagon»  tramviari  e  simili  (3). 
et   voiiures  de  chem'ns  de  ter  (9).        Temnrky  I.   R.,   Teaipertey   1., 

Soctetà    ItalUna    per     l'appSct  e  A.  W.,  Londra.  Sysljme  de  tran- 

ihne   del   frcai   Icrrovlarì,   brevetti  sporieur  à  cable  (3). 
i.lphowikl,    Houple'B   el   Cbapiat,       ThemMn  Houetui  A.  E.  G.  So- 

Roma.   Appar.  de  manoeuvre  pour  Cleti    ItiUana    di    Elettrìclli,    M- 

freins   à  air   comprime   (it.  lano.    Dispositivo   per  diminuire   ta 

Socleti  Italiana  Giù  di  Elei  caduta  di  tensione  nella  conduttu- 
trlcllà,  Milano.  A|^>arecchin  per  ra  di  4-ilorno  delle  ferrovie  e'ettri- 
camblare  automaticamente  la  pò-  che  a  corrente  a'iernala  (6). 
sizione  dell'apparecchio  di  presa  TlberU  G.  di  G.,  Genova.  Sai- 
di  corrente  al  momento  dciil'ln-  vagente  «Tìbertiu  automatico  da 
versione    di    marcia    (6).  applicarsi      ai      tramways      etettri- 

Soc.  IB  accoaudlta  per  la  ili-  ci  Vi). 
lUzailwe     delie     lavciiiloal     lag.        Tlicber    O.,     Pasaau.     Apparec 

Bccr,  Venezia.   App.   di  segnalazio-  chio  di  accoppiamento  lalera  e   per 

ne  per  la  rego'are,   celere  e  sicura  vetture  ferroviarie  con  apparecchio 

Soc.  In  Accomandila  UUHiza-  TrantnaoB  B,,  Dresda.  Appo 
tiene  InTenilool  lag.  Bccr  per  e-  recchio  etettritfo  per  contrudlare 
vllare  dUaiIrl  lerrovlarl  ed  al'ac-  il  movimento  dei  treni  ferrovia- 
lei    vagMl.  ri   (1). 

ingegni    di  Traverto   B.   la   G-,   Sampierda- 

blocco   per   evitare   automattcamen-  rena.    Difesa    ad    angolo    per    vci- 

1;    i    disastri    sulle    lerrovie    e    si-  coli  (1). 

iiiili_  (1).    Apparecchio   elettroauto-  Tatì    A..    Milaiio.    Apparecchio 

ro'viari   (T).                  ■      1         1  ^.^^..    ^^^^^    ^\„^c^    ;„    ^oto    (1). 

Socletl   per  la   Trazione   E'ellrl-  Apparecchio     per     manovrare     gì 

ca,   Milano.    Nuovo   tipo  di   trolley  scambi   tramviari   dalla   vettura    in 

(0-    Nuovo    dispositivo    mobile    di  moto  (3). 

liresa    di    corrente    elettrici    per    H-  UOV^rlchl    E.,    Altoiia    e    Bock 

nee   a   due   conduttori   (3).  C,   Lipsia.   Dispositivo  automatico 

Sta»    Edore,    Torino.     Sistema  di    sicurezza    per    treni    ferroviari 

di  collegamento  di  segnali  e  scam-  (1). 

er  coord-narc  le  loro  manovre  Vacnia    Brake    Ceaipany    Liml- 

'   itaiioni.  t«l  la  Undw,  GMcral  BefracKa 


"elie^  lU 


nlasciati  in  Italia  dal  16  nov.  1906  al  15  nov.  1907     61 


tanz  in  Wlcn,.  Venna.  DisposUit 
utilisant  l*air  d*échappeinent  des 
pompes  à  vide  pour  actlonner  les 
stg^naux  ou  avertisseurs  acousti- 
ques. 

Viotto  M.,  Oderzo.  Congegno 
per  evitare  gli  scontri  ferrovia- 
ri  (i). 

Von  Kraljevic  Ladisav,  e  Ga- 
vranic  Pero,  Agram.  Traverse  en 
beton  arme  et  dispositi!  de  fìxa* 
t'on  des  rai!s. 

WcngeUn  J.  V.  Gothenborg. 
Dispositif  dans  les  appareils  de 
transport  travai^lant  avec  des  so- 
lénoldes   (is). 

Wcstingnoofe  Bralic  Company 
Limited»  Londra.  Perfect.  au.K 
freins    pour    chem'ns    de    fer    (15)- 

Weitinglioase  G.,  Pittsburg  Pa. 
Perfez.  nei  congegni  di  traz  one, 
ossìa  d'attacco,  dei  veicoli  ferro- 
viari  e  simili   (15). 


Wild.  A.  G.,  Shefiìeld.  Perfez. 
negli  apparecchi  di  riscaldamento 
a  vapore  dei  vagoni  ferroviari  (15) 

Wlllic  C,  Braunschweig.  Cavi- 
glia di  legno  duro  per  fissare  le 
viti  alle  traverse  ferroviar.e  di  le- 
gno dolce  (6). 

Woodf  AL,  Carlton,  e  Gilbert 
T.  J.}  Brunswick.  Machine  mo- 
bile perfectionnée  pour  trai  ter  les 
déformalions  des  voies  ferrées  ou 
autres    rails    sans    les    en'ever    (3)* 

Zaesdike  F..  Fre)burii  i/B. 
Commande  pour  freins  à  niain 
des   tramways,    eie.    (i). 

Zara  G.,  F  renze  Bi'anciere  a 
spostamento  multiplo  per  sale  co- 
niugate  di    locomotive    (1). 

SLtelinslil  C,  Budapest.  Systènic 
de  superstructure  pour  voies  ler- 
lées  récouvrant  le  tcrassement  ou 
infrastructure  (6). 


VII.  —  Carrozzeria  k  veicoli  diversi. 

CatfOMÉ^,  carri  —  Portantine  ed  altri  wuzxi  di  trasporto  —  Freni  ed  accessori 
per  caì-rozxe  —  Apparecchi  di  sicutexza  —  Contatoti  —  Automobil',  motori,  loro 
parS  ed  acceisori  —  Velocipedi  e  motocicli  e  loro  accessori  —  Cctchiom  elastici 
per  tu. te  di  veicoli  in  genere  •—  Bat dature  per  cavalli  e  Per  animali  da   soma  € 

da  tiro  —  Mascalcia  —  Srl.'e. 


Adamt  A.  H.,  Londra.  Innova- 
zioni nei  meccanismi  per  cambia- 
re la  velocità  e  per  fermare,  ap- 
plicati ai  veico'ì  automobi-i  da 
strada   (6). 

Adamollo  O.  A.,  Torino.  Coper- 
tone metallico  elastico  per  ruote 
di   veicoli   (1). 

Agaiteo  D.  e  Serafini  A.,  Mi- 
lano. Automobile  mosso  da  turbi- 
na a  vapore  (3). 

Allea  A.  J.,  Londra.  Mécanisme 
de  transm'ssion  à  trois  vitesses, 
pour  b'cydes,  automobiles  et  au- 
tres véhicu!es  (6). 

Alloatti  J.,  ChamaKeres.  Perfec. 
aux  jantes  de  roues  de  véh'cules, 
assurant  une  très  grande  adhé- 
rence  au  sol  (12). 

Altholl  B.  e  Deppner  P.,  Gel- 
senkirchen.  Carapace  antidera- 
pante pour  roues  de  véhìcules  à 
moteurs    (i). 

Am^icao    CeP|l*ar     Tire    Com- 


pany,  Ch'cago.    Bandage   pneuma- 
tique  pour   roues  (6). 

Andreini  L.  fu  E.,  Genova.  Cer- 
chione con  fasciatura  e'ast'ca  per 
automobili,  vetture,  ecc.  (1).  Cer- 
chione elastico  metallico  per  bici- 
c'ette,   automob.,   carrozze,   ecc.  (i)- 

Angst  G.,  Marsiglia.  ChàssifT 
hasculant  pour  camions  ou  au- 
tres   véhìcules    automobiles    (6). 

Attselmi  £.,  Viterbo.  Apparec- 
chio pneumo-riparatore  portatile 
per  ruote  di  automobili  e  proces- 
so per  eseguire  riparazioni  me- 
diante  detto    apparecchio. 

Apparateban-Getellscbaft  m.  b. 
H.,  Bingerbruck  a/R.  Plaqui; 
roulante  pour  le  transport  de 
charges,  à  deux  rouleaux  princi- 
paux  latéraux,  et  rou!eaux  air 
xiliaires  avant  et  arrière  (6) 

Archer  James  e  Three  S?eed 
Geir  Syndicate  Ltd.  Nottingham. 
Ingranaggio    perfezionato    per  cam- 


biam^iiio    <]i    v&ocità    e    frenatura        BccnBU   G.    la    DHta    C.    Bcct- 

^lf■r   velocipedi   (6).  fliaaB    Berlino.    Veicolo    con    avui- 

Arta    a.,    diario' te  ti  iburg.    Ta'  (reno  iierzab.le  (i|. 
ximètre    pour    voituretj   (6).  BcB   G.    W.   e   ScbdBMrdtee    A., 

Auterl    Maruual    S.,    Palermo.  Lìverpoui.     I>i>p<»iiir    antivibrateur 

Meccanismo  per  il  cambìamenlo  di  pour    aiitomobi  es    {■\). 
velocità      pro|;res>Ìvo     per      vetture         Ball    W.    E.,    Dodge.    Perfection 

automobili    (i).     t'oraiia    uAuleriii  nements    tlans    les    mécanismes    de 

|irr    la    protezione   dei    copenonì    di  tranintission    de     la     force     motrite 

)joiiima   delle   ruote   di   aulomobi.i,  potir    véhiruies    automobiles    (o). 
vpii-oli   in  genere,   ed  attacco  del  a        Bcrctlortf    R.,     Newca$lle-on-T> 

medesima   (i).  ne.     Perfezionamenti     nel.e     corone 

Bachctoal   A.    Ib    Callbreii,    Ru  delle   ruote    per    pneumatiche    (i) 
ma.    Nuovo   tipo  di   ruota  per   au-        Bcrg  C,  Kilade  lia.  Vihicule'au 

(omobili.     cisterna     CaabreKl     (i),  lomob  le   (n). 

BKkBi  J.,   ClaytM  e  HU.on  R.        Bergnau   E.   Gaggenau.    Tran 

W.,    Smethport    P.     Perler.     nelle  smissions   à    Iriciion    pour    : 

BKlgalBF' 
\ìi),     (ienovu.     Ruota     per 

bili   (i),  pio  impiegati   nelle 

Boleri*   F.  di   C,   Milano.    Cer         Berteli  C.   E.,  U 
(hione    a    sptliiri    elastici     d'acciaio  Mec<(ai  " 
iier    automobili     (i).     Cerchione     e-  veicoli    automotori    (6). 
la-ilifo  ni  anelli   loncenlriii   di   ac-        BcrUct    M.,    Lione.    Vo  ture    au 
l'iato   aup  i('abi*e   a    qua'unque   vei-  lomobile   ù   essence  et   à   air    coni- 
colo  (>).                    ^  prime    (6).    Systéme    de    graissaRe 

Barde!  G.  >tla  Bon,  Saint  Leu  des    chaines    de    voitures    automo- 

Tuvernv.    Roue   ù    bandage    élasli-  biles  (6). 
que.  Bianca  F.  t  Ferrera  E.,  Torino. 

Bardimi    L.       Milano.       Nuova  Radiatore    per    automobili    (j). 
ruota    e'asiica    ad    ara    compressa        BlboUn)    A.    il    G.    e    Segrc    M. 

(ienza    gomma    per    veicoli   di    qual-  d|     A.,    Ca'tanìssetta.     Disposizion'' 

siasi    genere   ed    in    parlicolar   mo-  per    smorzare    pneumaticamente    le 

do  per  automobili   (i).  vibrazioni    che    si    generano    nel'a 

Barlkal    H-,    Schweinfurt.    Gab-  marcia   di    un    veicolo,   senza   l'uso 

bla    per   cuscinetti   crco'arj    a    pai-  del   pneuiiiutici   Sila    periferia  de'lc 

'"saiUBaB    W..     Mosca.     F<r    i\  "^"^1   W.  B.,  Wanganui.   Coper- 

cheval   il   fermeturc   (is)-  Ione    perfezionalo    di    cerchioni    per 

Balie    e    Selve    (Ditta).    Allena,  automobili,    cicli   e  simili   (6). 
Radiatore    a    tubi    per    aulomobi-         BIrkigt,    Barcellona.    Perfeclon- 

li    f6).  nements       dans       la       conslniction 

Balaail    E..    Ginevra.    Rous   éa-  de    voitures    automobiles    (t).     Per- 

Miuue   pour   v^hicu'es    (li).  fection nements    dans    la    construc- 

Baaca     E.     Roma.     Cerchioni    a  liun  d'aulomobiles  (i). 
s'stemn    idropneumatico    per    ruote        Bbi   J.    R'<    Mandelbum    M. 

"  Bàitcr  WU  lan  H. 

razionamenti     nelle     e 
automobìli    ed    a 'tri    v 


Bloch     H..     VleBM.     Roue     iasti 

.,   Leeds.    Per- 

quc   pour   vébicules   (0. 

■arrnzzerie    da 

Blaac    C,    Lilla.    Armaiure    m<-- 

L-eicoli    (M. 

lai  ioue    (lexib'e    pour    chambre    li 

.fidati.     Roue 

air  (ro- 

.le* (61. 

sole    A.    e    Hencr    E-,    Dresda. 

over.     Dsposi 

Si*ge   i   pivot   raballable   pour   ™i- 

uole  di   ster7o 

ture«   de   tous    genres   (6). 

ri    a    telaio    di 

BelMc   A.   Pére.   Le   Mans.   Tran 

smisìion      par      courroic      systimc 

64  Brevetti  dHnvemione 


sticità    nel    senso    orizzonta-e    per  speciale    applicazione    agli    omni- 

ve.coli  (i).  bus,    camions   e   veiture   autocnobr 

Carboae  T.,  Berlino.  Bandage  li  (i). 
élasiique  pour  roues  (15).  Compagnie  Belge  de  tcenstrac- 
Carrozzeréa  Italiana  J.  Rotb-  tlon  d'antomobiles  e  Ptaender,  Cu 
SJbikI  e  Mis,  'I  orino.  Pcrfez.  ai-  renghem.  Sysleme  de  tendeur  for- 
I  inte  aiatura  delie  cuflìe  o  cappot-  mani  monture  de  carter  pour  fra- 
ti per  automobili  (3).  sm;S!.ion  par  chalnes  avec  dispo- 
CasslnelU  Pericle,  Milano  Auto-  sitjf  de  tension  par  excentrique  à 
d  sgiuntore   per   automobili   (i).  rolu  e    (1). 

caubert    J.,    Comniercy.    Dispo-  Coiiiie.1    JR.,      Westport.      Mezzi 

sitif     d'attaché     de      I  enrénement  perfezionati    per    gonfiare    autooia- 

pour   chevaux   attelés   (3).  licamente    cerchioni    pneum.     (31. 

Cazzaaiga,  Motta  e  C,  Milano.  Corlao    L.    fn    F.,    Torno.    Co- 

Innovaz  oni  nei  sottopiedi   in  cauc-  razza   m  metaLo  per  proteggere  le 

ciù    da   applicarsi    in    combinazione  gonmie    che    circondano    le    ruote 

coi    ferri    ai    piedi   dei    cavai  i    (3).  in   genere,   sia   pneumatiche,    tubo- 

Centonze    fc,    Napo.i.    App.    per  lari    o    massiccie    per    evitare    che 

la    stabilità    delle    b  e  dette,    siste-  vengano  a  contatto  col   suolo,    pe/ 

ma   Centonze   (2).  impedirne    la    logorazione,    conser- 

CbaUlner    C.    S.    e   CbalUner   J.  vandone  Teasticità  (2}. 

A.,    Manchester.     Perfezionamenti  Corii    A.    di    P.,    Palermo.    Di- 

nelle    pneumatiche   de  !e   ruote   per  sposizione    per    il    cambiamento    di 

veicoli   (6).  velocità    per    automobi.i    (a). 

Cbamberlain  W.  e  Cbamber-  Cortesi  ?.,  Casola  Valsenìo. 
lain  A.,  Leicester.  Perfez.  nei  fre-  V'e'coo  sorretto  durante  il  moto 
ni  per  bic  elette  e  veicoli  conge-  da  una  sola  ruota  motrice  poste- 
neri   (1).  riore   (1). 

Cbambert    J.,    Torino.    Envelop-  Cosa    C.   di    G.,    Possano,    Sup 

pe   élastique   et    imperforable   pour  porto    semi-automatico    per    moto- 

vélocipèdes,      motocyc'ettes,      auto-  cìcletta     denominato     «  L'ind  spen- 

mobiles   et    autres   véhicules    (6).  sabi  e>»   (3). 

Cbaravet  V.  F.  G.,  Parigi  Ban-  Cosset  Mt,   Parigi.   Roue  élasti- 

daije    pneumatique    pour    roues    de  que   sans   ressorts   pour   tous    véhi- 

véhicules    (3).  cules   (3). 

Cbary    F.    J.,    Parigi.    Bandage  Costantini   D.,    Firenze.   Cuopri- 

i^'lastique    pour   roues   de    véhicules  catene   per  automobili   (2). 

(6).    Bandage  élastique  pour   roues  Cow   P.   B.   e   Sm'.tb   W.    S.    H. 

de   véhicules  (6).  Londra.  Moveux  pneumatiques  pout 

Cbevillard  E.  e  Kucbarek  J.,  Pa-  roues  (6). 

rigl.     Roues    à    moyeu    élastique  Croizat   V.   e  Goria   C,  Torno. 

raoutchouté    pour    tous     véhicu  es  Nuovo    congegno    di    trasmissionQ 

(3)  dell'energia    generata    da    un    ino- 

Cbristie  W.,  New  York.  Perfez.  tore    (o    gruppo    di    mo4or  )    a£le 

nelle  ruote  per  veico'i  (6).  ruote  motrici   posteriori   di   un   àu- 

Cbristopbe    A.    e    Menteyne    P.,  tomobile  (3). 
Neilly-sur    Seine.    Suspension    e'a-  Cnccottl    G.,    Milano.    Radiatore 
stique    avec   amortìsseur   de    vibra-  per   vetture   automobili    (2). 
tions    pour    voitures    (1).  DabI  H.  e  Martin  M,.   Berlino. 
decotti  G.,   Milano.   Giunto  dif-  Disposit'vo  di   indicazione  a   grup- 
ferenziale    per    vetture    automobili  pi  J)er   indicatore  di    veloc'tà   (5). 
e  cimili  (7)  uaimler     Motoren     GesellKhaft 
Ci^ersa    A.,    Monza.     Cinr»h'a  Untertiikheim.       Conimande      Ao< 
meccanica    per    inse'lare    i    cava!-  roues   d*automobiles    ayant    de    Té- 
li ii\.  cuanter    (6).    Système    de    fi.xation 

Clerici   0.,   Milano.   Gasogeno   e  de  la  chape  de  ressort  sur  les  es-        • 

depuratore    a    gas    povero    per    la  sieux    ou    les    fourreaux    d'essieux 


rUaaciaii  in  Italia  dal  16  nov.  1906  al  15  nov.  1907     55 


d'autpmobiles  (6).  Frein  pour  véhi-        De  Santts  S.  di  A.,  Napoli.  Nuo- 

cules*  automobiles,  agissant  pour  la  vo  sistema  dì  propulsione  con  mo- 

marche   avant   et   pour   la   marche  tore  a  scoppio  applicabile  a  qua!- 

arrière   (9).    Amortisseur   de   chocs  siasi  veicolo  semovente,   come  bat- 

dcstiné  à  sou^ager  les   rassorts  de  telli.    automobìli,    slitte,    macchine 

suspension  des  voitures  (6).  Perfec.  voganti,    ecc.    utilizzante    per    pro- 

dans  la  coramande  des  automob  les  pulsione   interamente   il   lavoro   dì- 

(ò).    Roue    motrice    pour    véhcu  es  sponìbile    sull'asse    motore    (i). 
automobiles  (6).  Système  de  g  aces         ,j,^^     j^        j^^^^^^     Baviera, 

à   bascule  po«r  voitures   (6).    Gar-  ^^^  ^j  ^.^^^^^^  ^^j^^.j  ^^^^. 

f  IT'?      /ST^ ''?1^"''^%  ^ /5f  ^"^     ^^.,j    spostabile    nella    direzione 

latcrales   (6).    Svstèine   de   différcn-  \^^„u,,a\J7ì^    f,^\ 

tiel  pour  Vessieu  moteur  des  véhi-  »^nij;t"dinale   (15). 

cues  automobiles  (6).  Changemenl  ,  ^^tztmuuk   0.,    Hoboken.    New- 

de  vitesse  à  engrenage  pour  auto-  l^^^^y-    Dispositivo   di    atlu  imento 

mobiles,    avec    commande   de    Par-  ^^eg.i  urti  mserito  fra  il  ce r pò  e  le 

bre  du  differentìel   par  prisc  direc-  ^^i^  ««'   vejcoli   (6). 

te  (6).  D.    Giampietro   A.   fn   P.,   Atri. 

DaH'OgUo    0.   di    A.,    Bologna.  App.   di  accoppiamento  per  veocì- 

App.   per  il  cambiamento  di   velcK  pedi    (1). 

cita    nei    motocicli,    motocic'ette    e     ^  Di  Pralormo  V.,  Cliirìiiirl  A.   e 

vetturette  (2).  TolottI  O.,  Torino.  Sistema  di  ap- 

Darbetio     F.,     Torino.     Essieu-  poggio  sfencc  dello  sncdo  di  stcì- 

moteur   à   commande   du    type   dit  zo  delle  ruote  anteriori  di  automo- 

«CardanoM     et     avec     différentiel,  bili  (3). 

pour    automobiles    et    application^        Do!tcr  H.,  Parigi  e  Mertens  G. 

semblab!es  (i).  Dresda.     Fre«n    életiro-magnétique 

Darracq  A.  e  C.ie  (IM5)  Limi-  à    bande    agissant    dans    les    deux 

(ed,  Suresnes.   Mécan'sme  de  tran-  cens  de  mai  che  de  la  volture  (6). 
smission    de    mouvement    à    chan-        Doolittie     Perrv     E.,     TorciUo, 

gemenl    de   vitesse    et    de    marcTie  Ontario.      Perfectìonnements     app. 

pour    véhicues    automobiles    (O-  aux  bandages  pneumatiques  (6). 

Danglierty  Alvin  A.,  New  York        oorgao   W.   T.,   Saginaw.    Fro- 

Perf.    apportés    aux    roues    de    ve-  j^^j^„^  bandages    pneumati- 

hicules      du    type     amortisseur    de  ^^^^   ^^^^  ^        ** 

'^dSuiÌSì    O,.     Parigi.     Amortis-  ^^^V    ^'     T"     ^°'»l»f "P^^"' 

seur    pour    suspensionf   à    ressorts  Periectionncments     apportés     aux 

des   véhicules   (\).  bandages    pneumatiques    (6). 

Davles  T.  Morris  e  Davlei  W.,  ^.Dring    J..    Londra.    Perfez.    nei 

Londra.  Disposizione  per  ricambia-  Cstanz'ometn,    contatori    e    simili 

re  con  facilità  i  cerchioni  pneuma-  apparecchi  per  veicoli  propu  si  mec- 

ticì    di   ruote   per   automobili,    me-  rancamente  e   a   trazione   animale 

diante    ruote    ausiliari    (6).  o   per   macchine   in   generale   (6). 

Davi!  B.   W.,  Phillips.  Wiscon-        Ducco  0.  e  Colombatto  G.,  To- 

sin.    Perfei.    nei    sopporti   dei    vei-  fino.    Avvisatore    acustico    p3r    se- 

coU  (6).  gnaJare  la  depressione  nei  pneuma* 

Deditius    W.,    Bres'avia.    Strato  liei  applicati  alle  ruote  dei  veico'ì, 

protettore  per  pneumatiche  di  ruo-  denominato    Pyros    (3). 
te   (i).  EUii   A.,   New  York.    Roue   éa- 

Delacroix      R.-J.-A.,     Besan^on.  sliquc   pour   véhicules.    (6). 
Pignon  ovale  de  pédalier  pour  bi-       Emaniieie  U.  e  Màggiorotti  A., 

cyclette    (3).  Torino.    Cerchione  deformabi'e  ap- 

Deliioiiime  J.  L.»  Parigi.  Exten-  plicato  a   ruote  elastiche  per  carri 

seur  pour  roues  de  véhitu'es  quel-  o  vetture  (3). 

conques,  cn  vue  de  les  rendre  ser-        Erbe  J.,   Schmalkaden.    Striglia, 

rables  et  desserrab'es  à  volonté  (3).  (6). 


66 


Brevetti  dHnvenzione 


Ernst  H.  Geist  ElektrizitMU- 
Akticn  GesellKbaft,  Colonia  s/R. 
Dispositivo  dì  sterzo  e  freno  riu- 
nito per  automobili  (6). 

d  EsUinvUk  C,  Paris.  Frein  de 
suspension    pour   véhlcu'es   (3). 

Fabbri  S.»  Roma.  Ruota  elasti- 
ca   per    veico'i    (i). 

Fabbricatore    M.,    Napoli.    Ruo 
ta    a    cerchione    tubolare    interno 
per  automobili   o  aUri   ve'coli  (1). 

Fabbrica  AntomoblU  Isotta  Fra- 
Schlni,  Mi'ano,  Dispositivo  per 
rnmbio  di  velocità  a  p'ù  rapporti 
ih  fasmissioni  diflerenti  con  i  due 
r.i.i<«Mni   ri  presa  diretta  (  ;ì 

Fabbrica  automobili  Padns.  To* 
ri.io.  Voture  automobl  e  avec 
transmission    par    frìction    (3). 

Faccloll  M.  di  Am  Tot  no.  Nuo; 
vo  processo  di  fabbricazione  dei 
refrigeranti    per    automobi.i    (4). 

Fahrzcugfabrlk  Eisenach,  Eise- 
nach.  Suspension  par  ressorts  sur 
essieux  pour  véhicu'es  de  tous  ^en- 
res  (6).  Dìspositif  pour  verrouil  er 
les  tiges  de  commande  non  em- 
brayóes,  des  changements  de  vi- 
tesse   pour  automobi'es   (2). 

Fare  C.  e  Sntean  C,  Parigi. 
Chape  caoutchoutée  à  une  ou  più- 
sieurs  toiles  débordantes,  pour 
bandages    pneumatiques    et    autres 

(.V). 
Farkas  A.  e  Kleffer  J.,  Parigi. 

Mode   de   déniarrage    pour    véhicu- 

les    automobiles    et    disp.    le    réali- 

sant    (^). 

Federici  G.  di  P.  e  Laini  S. 
fu  A.,  lireno.  Ruota  a  pneumati- 
co imperforabile,  appUcabi'e  a  bi- 
ciclette, automobili  e  vetture  a  trai- 
no animae   (1). 

Feldbaus  F.,  Dusseldorf.  Ban- 
dage  é!astique  applicable  aux  ro- 
ues  d'automobiles  et  autres  véhi- 
(uies   (6). 

FeUen  e  GulCeaume  Labmeyer- 
werkc  Actlen  Gesellscbalt,  Fran- 
cofort^  s/M.  CommanJe  pour  yó- 
hìcule>  automobiles  et  appare i's 
aiaogues.  (15).  Chàssis  à  ressorts 
pcur  vóhicules  automobiles  (15). 
Dìspositif  de  propulsion  pour  ve- 
bicules.    baleaux    et   aun'es   (15). 

Feroldl    E.,    Torino.    Radìateur. 


ronde!»s^eur     pour     automobiles     rt 
autres    (3). 

Ferraììdo  G.»  Genova.  Cercho- 
ne  elastico  a  molle  oscillanti  per 
ruote  di   veicoli   (3). 

Ferrarotto  F.,  Torino.  Cerchio 
ne  amovibile  da  applicare  al'e  ruo- 
te dei  veicoli  stradali  specialmen- 
te pel  traino  sui  campi,  rJsa>, 
marcite    e    simili    (3). 

Festucci  E.,  Roma.  Ruota  ela- 
stica a  raggi  ad  aria  compressa, 
o  a  liqu'do,  con  rego^tore  di  e- 
qu*  ibrio  ne'le  oscillazioni,  per  au- 
tomobili   od    a' tri    veicoli    (1). 

Fieri  Flcrll  Zlanl  U.,  Cortona. 
Copertura  a  mag'ia  meta'lica  per 
ruote  di  automobili,  motociclette, 
ecc.   fiì. 

Flnnell  A.  L.  e  Scbernlkow   E., 
New-Yorlc     Perfeie.    ncfi    V'operto- 
^i    per    ruote   dì    veico  i    (6). 

Florina  E.,  Milano.  Moz7.o  ela- 
stico «De'izia»  per  ruote  di  bici- 
c'etle,  motociclette,  autonwb'li  e 
di   veicoH   in   genere   (3). 

Fiorini  F.  di  G.,  Novara.  Ruo- 
ta elastica  metallica  «Fiorini»>  per 
veicoli   {2). 

Fischer  M.  e  C.ie  Antomobil 
fabrik  Turlcum  (Ditta),  Uster. 
Roue  pour  véhicules  (6). 

Flecbtcr  R.  P.,  Prenton  Bir- 
kenhead  e  Morao.  F.  J.,  Bìrken- 
head.  Garnltures  protectrices  pour 
pneumafques   (6). 

FJegel  J.,  Mallmitz.  Ruo'a  e'a 
stica  per  veicoli   (6). 

Fontana  A.,  Sarti  V.  e  Manga- 
nelli Lm  Milano.  Carrozza  imper- 
niata ad  un  carrel'o  e  mantenuta 
in  posizione  orizzcMila'e  mentre  il 
carrello  percorre  un'elica  cilin- 
drica (3). 

Fontanllle  E.  e  Bonrrln  A., 
Sant'Etienne.  Pignon  à  roue  libre 
et   à   frein   par   le   contrepéda'age 

Ford  Motor  Company,  Detroit. 
S.  U.  A.  Mécanisme  de  direction 
pour    automobiles    (3). 

Foresti  A.,  Milano.  Cerchione 
metallico  elastico  per  ruote  di  vei- 
co'i   (3). 

Poster  C.  H.,  Cleveland,  Ohio. 
Perfectionnements      apportés      aux 


DB  JJrtVétti  «  tftvsnKTitftt 

Qrouo  Ctmpani     G.,      Torino,  cambiameli  di   vplocUà  per   ino'« 

Periez,   net   (reni  d'oscillazioni  del-  ri   d'automobili   (3). 
le  auiomobili  (3).  HepbHra  t.  T.,  Braehead  Loch 

UBerrlnl     Q.     d)     C,     Maronc.  winnoch,    Renfrpwshire.    Perfezlon. 

Spuzzalrice   autumobi  e   0)'  negM    automobili   (6). 

tiuclloa    J-,    La    Tour  de  Mille-        Heriag   K.,   Celle.   Contatore    di 

ry.    Uonda^e   é  astique   pour   roues  conlrollo   per    veicoi,    specialmente 

de   lous   sysièmes   (6).  barocci  a  Brosso  carico  (1)- 

GnldetU  Serra    F.    d|    E.,    Tori-        HodgMa  J.  H.  e  Tolc  0.,  \\o'- 

no.     Sistema     di     sospensione    dei  verton.     Ter  fez.     negli     ingranaggi 

gruppo    eleitrogeno    nelle    vellure  epicicloida'i   per   auloniobili   ed   ai- 

il    trasmissione   e'etlrica    (3},  tri   servizi   ((j), 

GnUlcaamc    R.,    Mùlheim    a/R.        g,^,   a.,    Belino.    Voiure   au 

Arcon    de    sete   en   acier    feud.ard  tomobiles   (1). 

iiverdes    supporti    pour    'e    s-*B'  HoadCt     E.<,     NeuillysurSri™. 

sur    les   paques   lalérales   (6).    .Ar-  j^  ,     ^f,a,ijq„e   «monlable   pour 

^on  de  selle  eo  aner  (euillard  avec  ^ga,„i,„„s   pneumaliques   de   r^« 

des    bourre'eis    (fij.  /,\  ^ 

Oummlwefk.    Fuld*    0.    m.    b.  "  ii»l.taghtw«  P.  J.  D.,  Londra. 

H.,    tu  da      Bandage    pour    roues  Rajjaieur  ou   réfrigéram  pour  au- 

des    véhKules    de     Iute    consistanl  ,„n,ob4es  (6). 

de    rubans    móta'liqups    "'""^s.^"*^*  „  «."■"^   p-    •  ,B««g"M    C.  J. 


ii    ti   noe    ^^^    aulomohiLt 


ilomobiles    et    autres 
-    .J. 
Klllca    E.    BrlM,    Londra. 


Hall*    Sprìag    Wh«d    Sradktta    *;?'"  innovata  per  gonfiare  ■  cerchi 
Limited,   llondra.   Costruzione   per-    l^l J.'"Tt;,''"<T'"-Lt!Ì,f™-*  Vti 


BeHoD     Tannali 


.   des    rhocs 


rnminande    d'aulomobi'e 


""Coi^enhag™.'  .  ^^^''.  .*-    Mulhausen,    A'sa- 

pétrole    à    pli^er    dans  J^-a.   Disposi.if  prolégeant  les  voya- 

les  à   bougie  de  bicycTet-  e^"^^    ^,"7    ""=    automobile    par 

,      /gj  rapport  à  leur  atleint  par  des  pro- 

riaii    E.    W..   Lulon   Belford.    e  J«-J;l''    "e    toule   espice   <,)-      . 

DurtnaH    W.    P.,    Brocklev,    Keni.  ,    '''*'    *^-'^-.   ^''"f^'     Suspens.on 

Mode   de   propulsion   des  \iW-^x>'^s  f  ^«"■'"'   coniugués   pour   voitures 

Pi   des   bateaux   ((6).  ^'ir„.._.i.   i  T_.,b    d      m» 

HcMildfl    K..    Weissensee    Berli         So«l"i»Ìr   L.   e  Zwaek   R..   Mo 

no.   Corona  di  ruota   bipartita  per  naco.    Bandage    pour   ammaux   de 

veimi;    con    anello    latera'e    amovi-  **"*   ^'   "**   '™"   '^'- 
bi'e).   Chiave  ^t^ontare^ro-         Kri.SrtechnIK  -  a«.«».ck.l(    mt 

ne   smontabili   di  Vuote  per  veicoli  **«'".'""•'.   ""*"?8'      B'^."""- 

(1  *^  Harnais  de  tMe  de  cheveau^t  (1). 

HearlMI    C.    E..    Neuilly  sur  Sei         K'OBeiil«r((    R..    Ohigs      Inno; 

—    •^-••rayage  plan#tairc  progres-  vazioni    nelle   rosette   per   fissare   i 

aulomobi'es.  faRK'  "«'  cerchion.  di  ruote  di  vt- 


lin: 


ICBfcmbcriter    S.,    Roma.    Mec     ioripedi    ,  , 

"     doppio     innesto     con         Krflger    A.,    Grò 


rrr  -or 


-  "> 


rilasciati  in  Italia  dal  i6  rum.  1906  al  i5  nov.  1907      59 


par    rétro-pédalage    pour    bicyclet- 
ips   à   rouc  libre   et   sìmiiaìres   (6). 

«Itala»  Fabbrica  di  Antomobili 
(Soc  età),  Torino.  Innesto  a  frizio- 
ne ameilare  per  automobili  e  si- 
mili. 

Jacona  Gnccia  Della  Motta 
Camastra  N.  fu  S.,  Palermo.  Nuo- 
vo cerchione  elastico  Jacona  a  set- 
tori amovibili,  per  ruote  di  veicoli 
(i).  Cerchione  «Jacona»  a  settori 
f'iastici  rimpiazzabili  per  ruote  d 
veicoli  (i).  Cerchione  elastico  «Ja- 
cona» a  settori  amov'bili  per  ruo- 
te di   veico'i   (i). 

Janiscns  A.  M.  P.,  Saint-Nico- 
las.   Roue    à    jante    é'astique    (6). 

Jansteo  E.,  Parigi.  Handage 
antidéparant  et  inextensìble  pour 
voitures  automobiles  et  autres  (3). 

J«  Lenaa  e  Wllcgbe  (Ditta). 
Roubaix.  Suspension  app*icable  ;\ 
tout   genre  de  véhicule  (i). 

Jouglet  J.  e  Sncbaiiek  V.,  Pa- 
rigi. Dispositif  pour  obten'r  en 
tout  moment  sur  une  carte  topo- 
graphique  Tindication  de  l'endroit 
où  se  trouve  une  voiture  en  mar- 
che  (3). 

Jnooghaiu  A.  e  Jungbans  O., 
Schramberg,  Wurtemberg.  Dispo- 
sitif enregistreur  de  courbes  etc. 
pour  indicateurs  'automatiques« 
spéoialement  pour  ceux  destinés 
aux    véhicu'es    automobiles    (i) 

Laganà  N.  e  Fiorentino  A.  di 
Ci.,  Roma.  Ruota  elastica  per  vei- 
co  i  (1). 

Lamargese  C,  Terni.  Freno  per 
b'occare  istantaneamente  automo- 
bili   e   ruotabili    in   genere   (3). 

Lancia  e  Co.  (Ditta),  Torino. 
Regolatore  per  motori  da  auto- 
mobili azionato  dalla  pompa  per 
la  circolazione  deTacqua  di  raf- 
freddamento  (1^. 

Lancia  V.,  Torino.  Asse  diret- 
tivo per  automobili  formato  con 
lamina    foggiala    al'o    stampo    (3). 

Langlais  L.  e  Vemet  A.,  D!- 
gione.  Guidon  articulé  pour  cyc'es 
(6). 

Lansade-Deflprez  P.,  Lione.  En- 
\r!oppe  pour  bandage  pneumatìque 

Lante  della  HoTcre  P.»  Bagna- 


la. Meccanismo  per  trazione  e  ve- 
locità progressiva  senza  ingranag- 
gi   (6). 

Larliin  G.  F.  e  la  E.  M.  Bo- 
wden*s  Patenti  Syndacate  Limi- 
ted, Londra.  Perfez.  nei  disposi- 
tivi di  comando  e  di  arresto  più 
specialmente  applicabili  alle  leve 
di  comando  dei  motocicli,  veico  i 
automotori    e   simili    (6). 

Lari  P.,  Firenze.  Perfezilonfti- 
menti  ai  fascioni  per  biciclette  e 
simili    (3). 

Latlmer  A.,  Londra.  Perfezio- 
namenti   nei    cerchioni    pneumatici 

(6). 

LatzeI  Jm  Londra.  Proc.  et  di- 
spositif de  commande  par  chatne 
pour   les   voitures   automobiles   (6). 

Laviota  C.  di  L.,  Salsomagg  o- 
re.    Autocic-etta   Laviosa   (3). 

Lelebvre  L.,  Levallois  Perret. 
Syst.  de  monlage  des  blocs  mo- 
teurs  sur  les  chAssis  de  voitures 
automobiles   (3^ 

Lehmann  E.,  Marchienne-au- 
Pont.  Amortisseur  de  chocs  pour 
voitures    automobi'es    (6). 

Lemolne  J.,  Parigi.  Protecteur 
pour  bandages  pneumatiques  de 
roues  de  véhcules  (3). 

Leoni  A.  M.  di  C,  Milano.  Ra 
diatore  per  automobili  e  pel  raf- 
freddamento di  liquidi  in  genere 
(3).  Aspiratore  automatico  di  aria 
per  radiatori  di  automobi  i  con 
utilizzazione  de'lo  scappamen  o  del 
motore    (3). 

Lcopo!d  Salvator  Arciduca  d* Au- 
stria, Vienna.  Meccanismo  moto- 
re per  automobili   ((6). 

Leplow  R.,  Stralsund.  Frenb 
per   veicoli    (i). 

Les  Etabllssements  Lemolne 
(Società)  Parigi.  Dispositif  de  sé- 
curité  empéchant  Ics  roues  d'au- 
tomobiles  de  se  séparer  accidentel- 
lement    de    leurs    fusées    (6). 

Letombe  L.  A.  C.,  Parigi.  Di- 
spositif pour  la  m'se  en  marche 
automatique  des  moteurs  d'auto- 
mobiles   ou   autres.    (3). 

Levi  E.,  Parigi.  Jante  suspen- 
due  à  son  cercle  de  rou'ement  (i.s). 

Lbnillery  G.,  Bonneval  e  Marx 
F.,    Parigi.    Raccord    universel    in- 


;i.    Bandage  &  é         Nub    M.,    Valdabbiadene.    Au- 

pour    roues    de  tlsdrucclo'evole    iiMarinn    per   auto- 

ques    (3).  mobili,    ecc.    (,i). 
i.,    Novara.    Mec-        Mirrtl   J.,    Lione.    Dispo^titif    de 

imbiamento    gra-  sièges    mobiles    pour    voiiures    (6). 
per    trasmissioni         Marti  J.,  Milano.  Copertura  per 

r  veicoi  aulomo-  ruote  d'aulomobili,   cidi   e   rotabili 

imo    di    comando  in    genere    di    stoffa    imperforabi  e 

moto    per    auto-  (-^) 

„     .  ..  .  ^    .,  **«"'■     FlKJitr    e    C.     (Dilla). 

MMUhal  a.  F.,  Zurigo.    Diflérenliel    pour    uutomo- 

.ne    e  astica    Mai-  bilcs  (6). 

e    e    bicirldle    a        MirtlD;     G.      L.,     Martlay    E., 

„    .   .      ^  Marllnr   V.  e  Marliajr   F.  !■   F., 

•      latigi.  ^ysl.  Tta-ino.    Valvola    per    ruote    pneu- 

lable    simple    ou  maliche,   sistema    «Tribuiiou   {6). 
age   pneumatique        Marrul    S..    Roma.    Ruota    ela- 

,  .,  stlca  Marvasi  per  automobili  e  vei- 

mdro.  AppareJ  ^^y,  aflini  (.if. 
pal.nage  el  le  m„„I1I  U.  di  P.,  Mìziana. 
Pllloy  L.  di  A.,  Ferrara.  Conge^ 
gno  atto  a  rendere  le  ruote  e'astì- 
che  da  applicarsi  a  veicoli  di  qual- 
siasi tipo  (it- 

Liverpoo'.  Roue        ***'^  «:  ^'  «•  »-  ,"<""»,  ^a--   , 

ihiculea    circu'an.  ""<>   "''"""^  ""    '"".fr^  ^^  "'■ 

,  j     j  ture     ordmarie    a     Cavalli,     sistema 

il  fornai  L'one  ^-    """'  <■> 


I    d'automobi'e: 
Brunswick. 


Marznttlal    G.    B..     Udine.     Di- 

E.,   Angers.    Sup  "?,!"*"'"  ^?'    marcia    nelle   aulomo 

i     ou     de     phares  '"'■■     "Pedianle     I  acqua     compressa 

quement  dans  le  W-                             „      „                . 

pour    véhicules  Mtllicr   Alonta  C,   Chicago,    Il- 
linois.    Suspension    élastiqtie    pour 

Halaadrone  U.,  automobiles      el      aulres      app'ica- 

:ambiano  e   fiw-  t'Oi"   (6)- 

>    Chieri.     Ruota  MalhkD   D.,  Thu'n,   e  A.   Cliar- 

a'e    per    biciciel-  NI  e      CU.,   Bruxelles.    Roue   éla- 
slique   pour   véhicules    (t). 

Ci.,    Firenze.    A-  Malici    D.    fu    L.,    (ienova.    In- 

1    elastico    per    il  novazioni   ne!:e  ruote  elastiche  per 

P  dei   veiro'i   (1).  veicoli    (j). 

i^assel.     Aniìdéra-  Maarclll    E-i    Roma.    «    Aulopn- 

;es    de    véhicules  grafo  n   ossia   apparecch'o   niìsura- 

lulres    (3).  tore    della    percorrenza    e    registra- 

,  Monacò,   Bavie-  lore    della    situazione     topografica 

tlure   con    mozzn  di    un    automobile    viaggiante    ()). 

corona   (1).  Mauri    H.    fi.,    Napoli.    Visterà 

ghem,    Bruxe'les.  sporgente    con    o    senza    mantice    e 

locs   pour   v^hicii  par.igambc     da     appMr.-irsi     ai     vei- 

'   (i).  coti   od   a   costruzioni    fisse    per   ri- 


riiasciati  in  Italia  dal  16  nov.  1906  al  15  nov.  1907      61 


parare    le    persone    dalle    intempe- 
rie. 

de  MaxarakI  J.,  Etterbeek.  Sy- 
steme  de  démarra^e  automatique 
pour   automobiles,   etc.    (i). 

MauarcUi  E.,  Torino.  Freno 
di  sicurezza  «  Mazzarellì  »  per 
ve: coli   (i). 

Me.  Carthy  T.  J.,  Los  Angeles. 
California.  Bandage  pour  roues  de 
véhicules   (6). 

Me.  Kay  P.,  Day  Dawn,  Mur- 
chison,  Confgfe^no  ripu'sore  per 
molle  di  veicoM  (6). 

Me.  Namara  M.  P.,  Far  Ro- 
ckway.  Perfez.  nei  mezzi  per  la 
riparazione  dei  cerchioni  pneuma- 
tici (6). 

Mckarskl  L.  J.,  Parigi  Roue  à 
rais   flexibles   encastrés   (3). 

MéraavUIc  de  Saiate  Claire  C, 
Parigi.  Mécanisme  de  change- 
ment  de  vitesse  pour  voiturcs  au- 
tomobiles   (3). 

MkheUn'e  C.  (Società),  Cler- 
mont-Ferrand.  Pneumatique  anio- 
vible  pour  voitures  automobi'es  ou 
tous    autres    véhicules    (6). 

MiUer  C,  SibleJ,  Franklin.  Pa. 
Perfez.  nei  dispositivi  di  segnala- 
z'one  per  veicoli  (15). 

Miller  F.  di  N.,  Torino.  Freno 
a  fluido  in  pressione  per  vetture 
automobili   (3). 

Moiteni  U.,  Milano.  Nuova  ruo- 
ta e' astica  per  au'oniobi  i  e  altri 
veicoli  (2).  ^ 

Monteiro   de    Brito    J.,    Rio    de 
Janeiro.    Couronne    en    liége    com 
prime  dans  des  tubes  de  tissus  de 
chanvre     remplacant     la     chambre 
à  air  des  pneumatiques  (i) 

Moralt  A.,  Bad  Tòlz,  Baviera. 
Dispositivo  frenatore  fissabile  al 
posto  mediante  attrito  per  veicoli 
stradali    (6). 

Moretti  L.,  Udine.  Congegno  e- 
lastico  perfezionato  «  Moretti  >} 
per  ruote  di  automobili,  motoci- 
clette,   vetture   a    cavalli,    ecc.    (i). 

Moriondo  A.  e  Sardi  V.,  lo 
rino.  Ruota  elastica  leggiera  per 
vfiroli    (3). 

Montemeuo  A.»  Ferrara.  Dop- 
p'a  camera  d'aria  per  velocipedi 
ed  automobili  {2). 


Morsier  (de)  E.  In  A.,  Bologna. 
Bahdage  feutre  pour  roues  de  vé- 
hicules (3).  Transmission  pour  au- 
tomobi!es  par  disques  de  friction 
à  pression  automatique  (i). 

Muggia  D.,  Milano.  Copertu- 
ra chiusa  per  pneumatici  da  vei- 
coli (3). 

Neckarsulmer  Fahrradwerke-Ak- 
tìtm  -  Gesellschaft,  Neckarsulm. 
Mozzo  di  ruota  1  bera  con  freno 
per    ve!ocipedi    (i). 

Nenfcdd  R.,  Vienna.  Cerchiatu- 
ra elastica  per  ruote  di  veicoli  (6)- 

New    Arrol-JohBfton    Car    Com 
pany,  Limited  ed  il  signor  Napier 
J.  S.,  Paislev,  Scozia.  Perfec.  dans 
les   bottes   d  essieux    et    roues   puur 
automobiles    (6). 

Nflroberger  Motorfaiirteiige  Fa 
brik  ce  UnioB  »  G.  m.  b.  H.. 
Nurnberg.  Système  de  commandc 
à  friction  pour  automobiles  (3). 
Systéme  de  commande  à  friction 
pour    automobiles    (2). 

Ohmer  J.  F.  e  Breen  J.  P., 
Montgomery.  Compteur  avec  in- 
dicateurs  de  prix  pour  le  conlrò- 
le  des  recettes  dans  les  omnibus, 
traniways.    ecc.    (1). 

Oppenheim  P.  e  Schmidt  C, 
Liibeck.  Freìn  de  sùreté  pour  au- 
tomobiles (i). 

Onradou  B.  C.  B.  e  Dumas  F. 
Perpignan.      Ba4idage     métalliquc 
pneumatique    et    dómontable    appli 
cable  aux   roues   de   tous   véhicu'rs 
(6), 

Pagani  E.  fu  G.,  Torno.  Raf 
freddatore  ad  a'veare  con  e*eni«^n 
ti  policellulari  in  lam'era  per  v«'t 
ture    automobili    (2). 

Pagani   G.  fu   M.,   Genova.    D 
sposili\X).     cnniplrtanientb    meri-a- 
nico,    par/ialniente   automatico,    prr 
la    mossa    in    moto    del    motori    .1 
scoppio    app'icati    alla    carro;:zerì;i 

(i). 

Palladinm      Antiderapante     Im 

perforabie    (Società).     Parigi.     Ri 

vel    à    téte    creuse    formant    aug«i 

antidérapant,    pour  bandages  pnrti 

niatiques    et    autres    (3). 

Papone    D.,      Roma.      Collegi 

mento    per    trasmissione    di     inol» 

nei   veicoli   le  cui   ruote   haniiu   so 


che  ira  la  bronzina  e 
delia  strasa  ruola(i)' 

R..  ■  Neuilly    s/Seinr. 

de   changcment   de   vi- 

marche  pour  \-éhk'uVs 

tt    nulres      applica- 

>tspositi(    d'embrayage 

de  dfbrayaKe  instan- 
ihicu!«s  auUmiibilcs  el 
ratlons   s)- 


!.,  Southampton.  Rive- 
letlore  pw  i  copertoni 
di    automobili,    cicli    e 

ptr  impedire  che  es- 
forati, sdrusdli  o  che 
eriilmenle    (15). 

,   Londra.    PerF.   app. 


résist 


|)plicalio 


véhi- 


(6). 


tlMOl    J.,    T( 

if   de   chHngemenl   de 

automobi  es    (3). 
i.,    Torino.     Dìsposili- 
ilare    l'accensione    du- 
menlo  dei   motori  nel- 

i  (.0- 

t.      fu    A.,     Bolc^na. 

■(ri  *'vei'^"i'(jr''  '""^ 
.,  PariRi.  Nouveau 
jante  démonlable  (.1). 
A-,    Marburg.     Ban- 


automobili  e  biciclclle  sìslema  iiA. 
Pelucchiu    (2). 

Peradallo  V.  fu  A-,  Va'pecga- 
Cerchione  smontabile  di  acciaio 
fuH)  applicabi  e  alle  ruote  dei  vei- 
co.i  (i).  Sislema  di  copertura  di 
cuoio  per  le  camere  d  aria  delle 
ruote    dei    (e itoli. 

PéritUrd  J.-E.,  Ginevra.  Roue 
motrice    pour    vdlocpèdes    (B), 

Pernul  P.,  Firenze.  Nuovo  cer 
chio  in  legno  a  forma  di  spirale 
per    ruote   di    veicoli    (1). 

Penti  A-i  Hannover.  Corona 
metal  ica  ela&lica  per  ruote  dì  vei- 
coli  (.). 

P^chard  e  C.  (Società),  Parigi. 
\'atture  aulumobi  e  avec  carosse- 
rie   à   tran  sforma  lion   (6|, 

Plcper  n.,  Lie^i.  Ditipositif  de 
propuls-on  nii:ile  pour  véhicues 
(6).  Di&posltif  de  coup'age  pour 
véhicules  mixies  assuranl  le  dé- 
iiiarrage  simuli  ané  des  moleurs 
coup!es  (6).  Diiposilion  de  grou- 
penient  des  or|{anes  moteurs  sur 
un  véhicu*e  à  propu'sion  mille. 
(6). 

PUaln    F.,    Lione.    Sysième   d'es- 

automobili    (.1).   "^        "' 

PUtoy    A-,      Coral-St,      Eiicnnc 
■  ■       i   suspendu    l 


horii 


vibici 


Piaci  M.    A.    ¥.,   Beimi 


rales 


.    Su- 


Lione.    Sys  tèrne 

d'im  mobili  sat  ioli 

icyc'ettra,    motocy- 


auiomobiles    supprimant    les    pneu- 
matlques    autour   des    roues    (3). 
pAtrm   E..   Parigi.   Easieu  à   fu 

PralU  L.  V.,  Torino.  Ruota 
Pratis    a    mole    circo'ari    e    veni- 

cli   ed   altri   veicoli   in   genere   (1). 

Pridcaai  Bf  une  O.  E.,  Gleu- 
lorr,  Bidelord.  Devon,  Perfeifiona- 
nlenli  relativi  ai  cerchioni  del  e 
ruote    per    veicoli    (.1). 

Prtnavcra  M.,  Torino.  Perfe- 
zionamenti alle  ruote  stradali  per 
uso  apccialmente  nelle  automobi- 
li    (■). 

Proctdé  Erìftfer,  Puieaux.  Di 
aposilif    de    suspensi on    des    or^a- 


Bretetli  d'invenaotie 

T„    Torno.    Kre'n   à  nrati  Pukliri  •  Utumt,  Parigi. 

pour    pou'lcs,    pari  leu-  5}st.    de   dé|;aj;emenl   aulomatìque 

iplicablc   au\   véhkulcs  d»  outi!s  dans  Ics  machincs  à  cha 

i^t   autres   (3).  Hot»   (6). 

Q.,    Limburg.    Roue   à        Soc.  Ab,  de*  AntOMoHIci  D^n- 

essorts    pour    véh'cules  Bay  BcllevJle,    5t.     Denis.     Dispai. 

nouvelte  de  support  du  ressort  tran- 

K.    F.,    Vienna.    Seria  sversai    arrière   de    chassis    d'uuio- 

m.,t..i«  (6). 
,   Vienna.    Système   de        Soc.    Ab.   det   Aderlc»  e    Forgcf 

«jur    ajloitinbi  es   (i).  de  Flmlnjr,  Pirminy,   Essieu  ù  fu- 

..    Torino,    Ruota   a  set    arlicu'ée    pour    voitures    aulo- 

ica  ptc  veicdi  stradali,  inobiles  (,{). 
«Ruota  Schiesarin  (3).       Soc.  \n.  dct  ElBb.'lMtincBt  BbI 

,    Chicago.    Perfez  ona-  chlBMO,  Parigi.    Disposi!  f  de  futa- 

inuranagRÌ  di  trasniis-  lion   des    bandaRcs   en    caoulrhuui; 

utoniobili   ed   atlri   vei-  sur  roues  de  voitures  (j). 
tCcc.    app.    aux    mica-        -'uc.    Ab.    dei    ABlvnoMlet    Pcb- 

ransmiìsion    pour    véhì-  gcol,     Parigi.    Dispositif    de    Irans- 

Dbilrs  et  autres  (6).  mission    pour   voitures   el   cam  ons 

C.|    C.eveland,    Mecca-  autoniobiles  (.1).    Disposili   tendeur 

iefio    e   di    regolazione  de  chatnes  pour   véhicu'es  automo- 

per    automobi  i    {(<).  biles  (i),    Dispositi(  de   pédales   tè- 

\.,    Marsiglia.    I>«c  en-  Krablcs'  applicab'e  aux  voitures  au 

iWale  et  à  roi-hels  avoc  lomobiles    et,    en    gónéral,    à    toul 

sùrelé   pour   fre  ns  de  upparril    coniporlant    àes    nianoeu- 

l    autres    vt^hicules    (.il.  vres  hu    p'ed   (iV 
A-,  Berlino.  Compieur       Soc.   ABlolBClte,  Puteaux.   Dispo 

our  voitures   (i).  siili    hydraul'que    pour    embraya^r 

W.     E.,    Washington,  et    changemenl    de    vitrssc    pouvant 

ca  perfezionata  per  vel-  fgaiement  servir  de  dinéremìel  (b). 
(6).  S«c.    AnlvMobUci    ChairM,    Gl- 

lley    W.,    Hobenniauih.  rardot  e  Volgt,   Puteaux.   Mode  dr 

t  tacco    per    hi  ci  e' et  la    a  application    (Tun    carter    de    chat  ne 

.,   Bruxelles.    Dispos:tÌ(  Iransportable  pct^iettanl  aux   i-^lii 

■   pour   b'cyc'elles,   ino-  cules  de  fraiiehìr  lei  fossés  (3). 
eie.    (t).  Soc.    Baclgalupo,    Ma«M    e    C, 

e    C.    (Ditta).    Berlino.  C.enova.  Ruota  per  automobile  (14) 
drucciolevole  per   i  cer-        Soc.    dei    AntamoUltt    TniBaBll. 

tomobili,  celi  e  sìm'li.  Parigi,    Volture    automobi  e    (j). 

Soc.  ilci  hievclt  Le  ù'bbI.  M. 
Biella.  Trasmissioni;  SaaioB  e  C,  P.irÌHÌ.  Systèrie  di- 
to con  cambiamento  di  piotect'on   dcs   bauda^es   ó'nst'que;, 

(3).  ar<m''e   de    hmiellrs   mólalMaUFs   (il. 


,    Milar 

uote  di   qualunque   gc 

c  Shper  R-,  Dcvizes. 


'.'il; 


lur   les   bandages   pneu-  Soc.    If.      tercbloal 

).  p.  autom,  Milano.  Cerch'one  smon- 

E.  J.,  Londra,   Pirfez,  Mbile    Petrai-rhi.    tipo    B.    per   au- 

astici  per  le  ruote  d'au-  lomobili    ed    altri    veicoli.    Bullone 

altre   (i).  per    Rasare    le    guarhiiioni    -AiHf. 

én   Andcat   EtabUuc  ruote    e    per    altri    usi    siuil    (3). 


riìasdaii  in  Italia  dal  16  nov,  1906  al  15  nov,  1907      65 


Cerchione      smontabile       Petracchi 
per  automobìli  ed  altri  veicoli  (13). 

Soc.  Officine  di  Sesto  Sai  Gio- 
vanni già  Camona,  Gliiitanl,  Tur- 
rinelU  e  C,  Sesto  S.  Giovanni. 
Perfectionnements  aux  roues  mo- 
teurs   (6). 

Soc.  Torinese  automobili  c<Ra 
p**),  Torino.  Differenziale  a  gran 
velocità  impiegato  nelle  trasmis- 
sioni flessibili  a  giunti  cardanici 
degi  automobili,  s  stehia  ìng.  Ber- 
toldo (3). 

Soler  y  Soler  R.»  Barce  Iona. 
Nouveau  système  de  véiocipèdc  dit  : 
«Andromobile»!    (i). 

Sommariva  L.,  Casalpusterlen- 
go.  Finimento  per  cavallo,  siste- 
ma Sommariva  (3). 

S.    P.    A.    An8a!dlCeirano,    To- 
rino.   Nuova  disposizione   negli   or- 
gani di  comando  del  camb'o  di  ve 
loc'.tà    nelle    vetture   automobi  i 
altre    simili    app'icazioni    (3) 

Sprung    F.,    Lione, 
é'astique  pour   roues  de 
et  motocyclettes  (6). 

Stoll  L.,  Wiener  Neustadt.  Ten- 
deur  de  càb'c  pour  voitures  é!ec- 
triques  à  conduite  aérienne  bipo- 
laire    (6). 

Straticd  S.,  Napoli.  Disposizio- 
ne per  ottenere  nei  ferri  da  caval- 
lo una  guarnizione  di  gomma  e'a- 
■tica  a  camera  d'ar'a  o  senza  (i). 

Stroia  tì.,  Torino.  Nuovo  radia- 
tore  per  automobili   (3). 

Stromel  J.  e  Oreiff  G.  F.,  Mo 
naco.  Transmission  à  friction  pour 
automobi'es  (i). 

Snbi'a  G.  E.  N.  I.,  Pargi.  Ban- 
dage  élastique  pour  roues  de  ve- 
hcules   (6). 

Sylva  G.  fu  L.,  Bergamo.  Ki  ota 


a  qualunque  automobile  con  moto- 
re pò  icilmdrico  (2). 

Terzi  G.  fu  C,  Degli  Esposti 
A.  di  E.  e  Cattabriga  R.  di  D., 

Bo  ogna.  Mozzo  in  lamiera  conia- 
ta per  ruote  di  veico  i  a  leggera 
trazione   (3)- 

Theis  11.,  Case',  R'vestimento 
di  acciaio  elastico  per  copertoni  di 
camere   d'aria   (6). 

Thévenon  C.  e  Loste  C,  Saint 
Et'enne.   Ciu'don  élastique  pour  cy- 
c'es   (6). 

Thomas  J.  E.,  Londra.  Perfez. 
nei  mezzi  per  sollevare  i  corpi  de- 
gi, automobili,  carri  di  trasporto 
o   simi'i   i\). 

Thomson  J.,  New  York.  Banda- 
gè    pneumatique    (6). 

Thuner  J.,  Detroit.  S.  U.  A., 
C'ousiin  pneumatique  jjjur  véhi- 
culf  s. 

Tortarolo  E.  di  G.  e  Parodi  0. 

fu    N.,    Sanipierdarena.    Ruota    e  a- 

Suspension    *'t Va  per  veicoli,   sistema  Tortaroo 

^bicyclettes    e    Parodi    (»)•  ^       ^,         .        ^ 

'  TosatiO   G.   fu   G..   Venezia.    Ap 

parecchio    da    app'ixart^i    agli    auto 
mobili    e    molocirli    per    impedln*    il 
sollevamento  della  pt)lvere  strada  i-, 

ToscaneU  WW.,  Milano.  Ruota 
e'astica  con  gunti  elast'ci  interni 
a  rego'azione  simultanea  per  vi-iro- 

li  (I). 

Trlbuzlo    C,    Torino.    Nuova    bi 
cidelta    perfezionata    sistema    «Tri- 
buzio».    (4). 

Tuchler  E.  e  Motti  P.,  Vienna. 
l're'n  p!us  particulièrement  drsli- 
n«^  aux  automobiles  et  aux  au  re», 
vóhirules     routier!»    (6). 

Vadam  O.,  Parigi.  Pompe  à  air 
pour    pneumatique    (3). 

Vadon   C,   La  Clayette.    Roue  {> 


ed 


•jt    periferia  elastica   per  automobi  i,    last'ique   pour   véhicu  vs   et   en    par 


motociclette,   biciclette  ed   ali  ri   vei- 
co'i    in    genere   (3). 

Tarag'io  G.,  Roma.  Ruota  ela- 
siira  autopneumatica  per  automo 
bili    e   per   veicoli    in    genere. 

Tas    Herman,    I^ondra.     Innova- 
ndone   nei    dispositivi   di    sejijnalazio-    pr 
ne    per    automobili    ed    a': ri    veicoli    m    genere    ed    in 
^^).  degli    automobìli 

Terenzio  A,  fu  A.,  Fondi.  Freno 


ticulier    pour    automobiles    (3). 

Van  der  Sticbeien  A.,  <iand. 
Bandage  pour  roues  de  véli!cu'(  s 
(ò). 

Vanni  P.  G.  fu  C,  Mi'ano.  Ap 
da    applicarci    ai    giunti    di    frìz'(me 
er    renderne    progressiva    l'aziono 

ispecie    a    que  !e 

(1). 
Veith      F.,      Willìwerk       presso 


r  cuperatore    regolabile    applcabile    Hòchst.   Matrice  riscaldabile  di  più 
Aknuauio  scientifico.  —  XLIV.  e 


66 


Brevetti  dHnvenzioìie 


parti  con  anima  vuota  riscaldabile 
per  la  fabbricazione  dei  manteUì 
protettori  per  le  pneumatiche  del  e 
ruote   (15). 

Verocal  F,,  Brescia.  Ingrana^:- 
jjio  con  pedivella  per  bicic  eiia  a 
razze,    modello   «Verocai»    (3). 

Verscbave  E.  C.  F.,  Parigi.  Fa- 
brìcation  par  emboutissage  ou  éti- 
rage  de  motures,  cadres  et  tubes 
renforcés   pour   cyc'ts   et  automob. 

de  VeuUe  F.  If.,  Birmingham. 
Dispositif  de  changement  de  vites- 
se  graduellenient  variable  pour  vé- 
locìpèdes   et    Icur   équivalent   (6). 

Villa  U.  fu  F.,  Milano.  Appa- 
recchio colliiudatorc  per  veicoli  au- 
tomobili  «Giovanni  Villaw   (i). 

Vincent  A.  E.,  Noisy-'e  Sec.  Ma- 
chine à  confectìonner  les  bandages 
piieumat'^ue  par  roues.  —  Presse 
à  vulcaniser  les  bandages  pneu- 
mafiques   (^). 

Vining  R.  WUlonghby,  I^ondra. 
Pcrfez.    negli    automobili    (6). 

Vinten  H.  B.,  Ramsgate.  Mo- 
difìcation  aux  bandages  pneuma- 
tiques  et  à  ce  qui  s'y  rattache  (i)- 

VirateUe  M.  N.,  Parigi.  Móca- 
nisme  de  changement  de  vitesse 
applicable  particu'ìèrement  à  1  au- 
tomobilisme  (3). 

Volpicelli  Z.,  Roma.  Specchio  di 
sicurezza    per    automobili    (2). 

van  Volscm  V.,  Bruxelles.  Jan- 
te  un'tverselle  pour  tous  bandages 
i\os  véhicules  automobiles,  dénom- 
mée  Jante  universelle  «Victor»   (i). 

Von  Bernd  M.,  Vienna.  Embra- 
yage  par  freinage  destine  plus  spé- 
cia'ement  au-\  automobiles   (6). 

de  Vottderweid  G.»  Genova. 
Ruota  soffice  senza  cerchione  per 
vi'icoli  (3). 

Youngiove  T.  J.  e  Hlcks  T.  B., 
Richmond,  Virginia.  Dispositivo  di 
chiiì^ura  automatica  per  sportelli 
di  carrozze,  automobili,  vagoni  fer- 
roviari e  s'mi  i  (1). 

Wallenberg  V.  H.,  Stoccoln'a. 
Disp.  dans  Ics  leviers  de  comman- 
dc  et  d'autres  organes  analogues 
pour  varicr  les  commandes  varia- 
blos   (15). 


Watklns  J.  L.  e  Claytoo  E.  J., 

Londra.  Perfect.  aux  avant  trairu» 
des    voilures    automobi'es    (i). 

Weaver  G.  A.,  New-port.  Rhode 
Is!and.  Perfez.  ne'le  sale  dei  ve  co- 
li  {6). 

Welsz  L.t  Budapest.  Cerchione 
ebstico  pcryuote  (i). 

Welt  Kandarea  Fabrik  Sixt  e  C, 
Amburgo.   Mors  de  cheval    (3). 

Werner  C.  (Ditta).  Willingen. 
Dispositivo  di  azionamento  per  i 
tassametri  delle  carrozze  pubbli- 
che   (6). 

Wickstced  C,  Kettering,  Nor- 
thampton.  l'erfect.  dans  les  appa- 
reil^  de  changement  de  \Htbss.e 
<»pécia'ement  applicables  aux  au- 
tomobiles (6).  Appareil  de  chan- 
gement de  vitesse  principa'emcnt 
applicab*e   aux  automobiles. 

Williams  Richard  C,  Toronto. 
Ecrou  réglablc  pour  fìxer  une  roue 
sur   Tessieu   du   véliicule   (6). 

Windham  W.  G.,  Londra.  Per- 
fez.  nei  ve* coli  automotori   (6). 

Wlnters  C.  N.  e  Magie  Mor- 
ton  H.,  Los  Ange'es,  California. 
rerfez'onam»;nti  nel  congegno  mo- 
tore e  di  marcia  pei  veicoli   (6). 

Wippcrmann  W.  Jr.,  Hagcn- 
Deislt^rn,  West  falla.  Pedale  per  ve- 
locipedi con  pani  di  appoggio  fìs- 
sati sui  lembi  r  piegati  de. le  fian- 
cate  (1). 

Wood  Cu»Lìon  Whc<:l  and  Tire 
Company,  r>e\v-Vork.  baodage 
pour   roues  de   \éhicules  (6;. 

Woodward  B.,  Paiigi.  Pare- 
chocs   pour    automobiles    (6). 

Zanfl  G.  fo  A.,  Bologna.  Freno 
i.Rex»  per  bicicletta  (3).  D  sp.  di 
chiusura  per  va'voia  per  pneuma- 
tici, da  automobili,  motocic  ì,  cì- 
c'i  e  vetture  in  genere,  denomi- 
nata   «I/Ermetica»    (3). 

Zimmermann  E.»  Parigi.  Enre- 
g'strcur  de  vitesse  avec  totatisatcur 
kilon\étrique  pour  automobiles  et 
autros    vóhicules    (3). 

Zavagno  A.  di  G.,  Termini  Ime- 
rose.  Ruota  flessibile  per  automo- 
bili  ed   altri   veicoli   (1). 


rilasciati  in  Italia  dal  16  noi\  1906  al  15  noi\  1907      67 


Vili.  —  Navigazione  ed  aereonautica, 

Costt-uzione  di  navi,  di  barche  €  di  galleggianti  diversi  —  BaUelli  sottomarini  — 
Macchine  marine  e  propulsori  —  Attrezzatura  ed  equipaggiamento  delle  navt  — 
Strumenti  nautici  —  Fari  e  segnali  marittimi  —  Apparecchi  di  sicurezza  contro 
grin/ortuni  di  mare  —  Apparecchi  di  ricupero  di  oggetti  sommersi;  apparecchi 

da  palowibaro  —  Aeteonautica. 


Adami  B.  A.,  Venezia.  «Idroci- 
clotia»  ga  lej»gianle  che  può  met- 
tersi in  moto  mediante  un  mecca- 
nismo analogo  alla  bicicletta  o  mo- 
tocicletta   (i). 

Akt:cboIaget      Aviatorer,      Gote 
borg.    Kk\    per    macchine    volanti' 
(6). 

Aktiengesellscbaft  der  Maschl- 
nenfabrikcn  von  Escher,  Wyss  e 
C.lc,  Zurigo.  Perfez'onamenti  nei 
sottomarini  (j). 

Andreonl  E.  fu  C,  Novara,  Ap- 
par.  a  cacciata  di  un  prefisso  vo- 
lume d*acqua,  applicab  le  in  ispe- 
•cie  ai  water  c'osets  delle  navi  a  va- 
pore  (y) 

Angelini  O.,  Roma.  Congegno 
per  utilizzare  il  beccheggio  ed  il 
rullio  di  una  nave  per  ottenere 
forza   motrice   (i). 

Antoni  G.  e  Antoni  U.,  Peccioli. 
Macchina    per    volare    (i). 

Atteridge  A.  H.,  Londra.  Perf. 
£ux    bateaux    sousmarins    (6). 

Baldisserotto  A.  e  Ceriani  N., 
Napoli.  Indicatore  dei  mov'menti 
del    timone   delle    navi    (i). 

Beedle  W.,  Cardiff.  Perfez.  rea- 
tivi  ai  propulsori  per  navi  o  si- 
mili (i). 

Beelendorf  Jiirgen  T.,  Suderen- 
de.  Isola  di  Fòhr.  Dispositivo  per 
pu'ire  il  corpo  esterno  o  scafo  del 
bastimento    (i). 

Benratiier  MascHnenfabrik  A. 
G.,  Benralh.  Grue  flottante  à  con- 
trenoids.    (6V 

Berg  G.  C,  San  Francisco.  Ca- 
lifornia. Plaque  de  navire  et  proc. 
de   fabr'cation   de  la   méme  (6). 

Bibolinl  G.  B.,  Taranto.  Ap>)nr. 
per  ricuperare  To' lo  di  lubrifirnrio- 
ne    del'e    marchine    marine    fu) 

Bildlianer  M.,  Kiel.  Signal  d*a- 
larme    pour    navires.    (i). 

Binazzi  G.,  Frenze.  Nuova  ap- 
p'icaz'one  industriale  del  carburo 
di    calcio,    idrogeno,    anidride    car- 


bonica,  pel  ricupero  deKe  navi  (i). 
Nuovo  sottomarino,  (i). 

Biiven  A.  P.,  Brookyn  Pa.  Ba'- 
lon    dirigeab'e    (6). 

Bottari  A.,  Livorno.  Poltrona- 
branda  contro  il   mal  di   mare  (i). 

Brandt  L.,  Harburg  a/Elbe. 
Nuova  disposizione  e  costruzione 
de'la  camera  posta'e  nei  bastimen- 
ti (i). 

Brendel  K.»  Gonorowka.  Proc. 
et  d'spositif  pour  empécher  le  mal 
de   mer  (i). 

Broch  A.  T.,  Alameda,  Califor- 
nia. Appareil  pour  Id  mise  à  flot 
des  bateaux  particulièrement  des- 
bateaux   de   sauvetage   (6). 

Brunel  i  Brunone  fu  A.,  Livorno. 
«.\eropolielice»,  ossia  macchila 
per    volare    (i). 

Campa  P.  fu  N.,  Roma.  B'occo 
motore  per  la  propulsione  di  navi, 
veVo'i   e   mobili    in    ef^iere   (6). 

Capone  F.,  A'tavilla  Irpina.  Vo- 
llero» Aeroplano  ad  ali  battenti 
(5).  «Aeriero»,  aerop'ano  con  alet- 
te  rotanti   ad   asse   vertica'e   (5). 

Cardosa  G.,  Roma.  Nuovo  prò* 
pulsore   per   navi   (5). 

Carletfi  G.  di  C.  e  Scetti  F.  fu 
D.,  Civitavecchia.  Propulsatore  u 
niversale  atmosferico  a  reazione  a 
"irioppio  efTdto.  (2).  Propu^satore 
univprs.ale  atmosferico  a  reazione  a 
doonio    effetto    (iV 

Cecciii  L.  di  M.,  Genova.  Appa- 
recchio atto  a  sol'evare  pesi  dal 
fondo  dei  mari,  laghi  ed  altri  s'r- 
batoi  d'acqua  (1). 

Ctiristensen  J.  P..  Copenac^hen- 
Bn^    ou    poni    lóger    flottane    (6V 

Coates  A.  e  Hackett  H.  W., 
V'Ctoria.  R(^£yu'ateur  pour  machi- 
nes    marines    (^). 

Con^e  L.  di  T.,  Ven'^zia.  An- 
narecchio  idro  eletiriro  Indicatore 
di    velocità    per    navi    fi). 

Crocco  G.  A.,  Roma.  Perf.  ap- 
portali   nei    battei  i    slittanti    (j). 


68 


B Inveiti  d* invenzione 


Daimlcr-Motorcii  -  GeMlbchalt» 

l'nterturkheim.  Syslème  de  connc- 
xion  des  barres  de  poussée  dans 
Ics    automobiles    (6). 

De  Hàry  J.,  Budapest.  Pa'ette 
ou  aube  servant  au  déplacemcnt 
de    fluides    liquides    ou    gazeux    (i)- 

De  Maria  E.,  (jenuva.  Appar. 
di  segnalazione,  sa'vataggio  e  ri- 
cupero  dei    sottomarini    (i). 

Di  Lorenzo  C.  fu  G.,  Nòto.  Sot- 
tomarino d  rigibi'.e  e'ettricaniente, 
senza    fili    (i). 

DoBiiely  W.  T.,  Brookivn  New 
York.  Bacino  asciutto  galegg  an- 
te   (1). 

Dowaie  T.,  Liverpool.  Pcrfect. 
d'ancres    (i). 

Doiford  C.  D.,  Sunderland  Dur- 
ham.  Perfect.  apporlés  dans  les 
navires  de  commerce  (6).  Perfect. 
dans    les   co<ques   de    nav'res. 

Duff  E,  J.,  l^iverpoo'.  Perfect. 
à    a    propulsion    des    navires    (o). 

Electric  Boat  Company,  New 
"N'ork.  Perfez.  nei  battelli  sommer- 
g  bi  i  e  mezzi  di  conservare  il  pe- 
so specifico  ed  equilibrio  dei  me- 
desimi   (3). 

Engelhardt  V.,  Copenhagen.  Ca 
not   à   p'ier   (6). 

Erede  G^,  Genova.  Vele  quadre 
a    coppie   (i). 

Fauber  W.  H.,  Parigi.  A<^rop  a- 
ne    (.0. 

Fayol  A.,  Bordeaux.  B.Ttcìu 
à    propulseur    {\). 

Fiorini  A.  di  G.,  Genova.  Nuo 
vo  appareichio  per  dirìgere  gli 
aerostati    (2). 

Foote  T.  M.,  AlUion,  Mass. 
Wolle  WilUle  Fiiller.  Kil.idHfia, 
Pa.  e  Young  Ammi  Vin'ng,  B.r 
li-no.  App.  indìcateur  et  enregi- 
streur  de  roule  et  de  vitesse  pour 
iiavires   (6). 

Por  anini  E.,  Mi  ano.  Appar. 
per  navigare»  sull'acqua  e  nell'aria 
detto     «Idrovolante».     (15). 

Gadda  e  C.  (Ditta)  Mi  ano.  In- 
novazioni nello  turbine  a  vapore 
per   navigazione  (^). 

Gardner  A.  M.  nata  B.,  Parigi. 
Di'^po^ìtif  de  manopuvre  pour  gou- 
vernail     {\). 

Gayctti   L.  fu   F.   0   Laganà   N. 


fu  G.,  N'apoi.    Propu'satori   mar'.ni 
flessibili   Laganà  (3). 

Gimete  B.,  Genova.  Zattera 
insommergibile  dì  salvataggio  ad- 
diziona'e  marino,  con  sganciamen- 
to automatico  e  lancio  meccan  co 
in    tempo    minimo   (i). 

Gianoli  G.,  Torino.  Afotore  nau- 
tico a  gas  povero  con   speciale   ap- 
p  icaz'one    alla    navigazione    fiuvia- 
e  e  maritt'ma  (2). 

Gronwa!d  H.,  Berlino.  Metodo 
e  disposizione  per  prevenire  e  per 
estinguere  eventua'i  incendi  nel  ca- 
rico delle  havi  (9). 

Guadagnila  A.  fu  G.,  Bo'ogna. 
«Libra  o  tnlancia  aerea»  specie 
di  aereonave  della  classe  degli  ae- 
recp  ani,  che  ha  'a  proprietà  prin- 
cipa  e  di  1  brarsi  all'aria  autoniat  - 
camente  (2). 
Gutelioffnangfiriltte,  Alitlenv^reia 
fiir  Bergban  nnd  Hitteabctrieb, 
Oberhausen.  Dock  flottant  pneu- 
matique  (6). 

von  Hemolt  G.,  Brema.  Disp. 
permettant  la  créat'on  à  bord  de 
places  de  stationnement  abrì-ées 
pour    les    passagers    (15). 

Henze  P.,  Lehe.  Scandagl'o  per 
la  misurazione  delle  profondità  del- 
l'acqua (i). 

Hepburn  G.»  Liverpool,  Fktcbcr 
J.  E.,  Dudley.  PerLct.  aux  an- 
cres    (i). 

Hetmann  J.  M.  W.,  Amburgo. 
Defense    pour    embarcations    (i). 

Kelvin  e  James  Wliite  Limi  ed, 
(ì'asgow.  Innovazioni  nella  busso- 
la   lìiarina    (0). 

Kretfclimer  O.,  Berlino.  Nou- 
veau    type   de    navire    (1). 

Imoda  E.,  Torno.  .Aeroplano  ri- 
pieghevo'p   (^). 

John  Jacobsen  e  C.  (Ditta)  Frie- 
den.iu,    Berlino.     Innesto    lameUate 
frizionale,      specia-menle     adattato 
pr   veicoli   automotori   (5). 

Lalie  $.,  Ber  ino.  Appar.  per 
fare  osservazioni  da  un  batte  lo 
sottomarino  (6).  Istruments  d'opi.- 
que  à  bord  des  sousmarins  pour 
obsprver  l'horizon  (6).  Proc.  et  ap 
pareil  pour  le  rrnfìouage  des  vais- 
se.iux    couli^s.    ((>). 

I^ampmann  E.,  Berlino.  Bouóe 
de    sauvatage    dans    laquelle    l'uc^ 


riìnmall  in  Italìu  tlal  16  nov.  1S06  al  15  tu 

[   alluma   par  àes   Hnmiii^s    SIM.    Apparpil   de   i 


f   pliosphiire  d'hidrORÉne 


^MgM  1  MasciMl    H.,    Roma.  PMiitUchI 

Nuovo   Kist^ma   di   elirn   (i).  rciin.    Sortomi 

UbMrt    C,   Ober  Murx'oh.    Ba-  con    s^iec'u'e   i 

Lw>M  C.  In  C,  Drucnt.   RÌRal- 

nitri   ORK^IIi   a    mezzo  di   f-ai   svnl-  iHIo    i 

Kpnlcsi  a  contatto  dell'acqua  e  pe-  peri    sottomarini    (i), 

nHranli   o  coiiiuntcnn»!   in   rerLpien-  Panoa    C.    AlgtfBI 

ti    impermeabili    e   dilatab-li    (2),  onTyne.  Pertei.  n*i 

MackaBcn   O.   e  Btrau  J.,    Sy-  pu^s'one   delle    navi 

d'irv.    Propulseur    à    he  in.    (6|,  Pcago  L.  !■  T.,  ( 

Maw  J.,    Herseaux.   Aéros  al  di-  p'anon  ossia  barca  ( 

rlgeabie    par    une   spiru'e   aclionnée  lorempnte  sull'acqua 

p:ir    un    moieur    Queiconque    (■)-  Perivi   0.,   Milano 

Marui   lì.   e   C.   (Ditta),    l'aler-  p„  l'applicazione  del 

nio.    Perfezionalo   riacqulBlalore   di  hale  da  turbine  a  vi 

i.'ln    iMT    navi    iit.  vi.     allo    scopo    di 

Apparec-  velociti    (1)- 

...._   ,        I  sollecita  manovro  delle  p^,    a.,    Aufisbur 

liincie   di    bordo,    sistema    «Marinel-  natation    (1). 

lo"   (i).                                                  ,  Pitti     t.,     Parigi. 

ManAviky   et    Maratealva    H.   e  n^vires   h). 

FeUbaam   Oeia,    Bud.-ipeM.    Banda*  p)ao    C,    nata    D 

j-r  irlasiiiiue   pour   roues   (6).  E'cvateur   sousmarin 

MaiMa    E.,    C.ravelines.     Tube  p[„^  q  ^   Genova 

Ifnaot    U«*u    de    presse  óloupe    arnè-  p,^    imbragare    autor 

re    pour    canois    et    baleau^    i    va-  joU^varc   fuori   acqua 

peiT    U)'                                      „.         .  te  (i).  App.   «Pino»  ( 

MaH<ili-l     O..     Roma.     Dv^pos.-  aelle  navi  e  per  la  la 

zane    meccan  ca    a    comando    per  ^^   (,j    Olficina       ■■ 


icanienle    porle,    bocraporl 
e   (li    navi    e    fiorle   di    veitu  1    jn- 

Meb-bora  A.  t  volt  K  lUag  P., 


Ip  per  lavori  subacqi 

pubb'ico.   lì). 

PIh«    G.    e    Kunkl 

App.  dirigibi'e  per  d! 


&er   >es  ror'nics   flotlantes  (5). 

eseguire    ricercne    e 

HoacU  V.,  Roma.  Appar.  di  sai- 

nort    (1). 

vi,i;,KKÌo   e  di    ricupero  di   un   bat- 

foKtMi G.  di  e:, 

tello    «inimerfiibile    affondato    (,il- 

sposi ùone  per  pitene 

Marray    W.     E.,     Los    Angeles. 

Cu  ifornia.     Dlsposition    pour    ren- 

caduta     del'e     morse 

dre    plus    stables    les    constn.clions 

imbarcazioni    ())■     I^ 

floilamea   (6). 

NalclofT  M..   Pietroburgo.   Corps 

bordo    delle    imbarcai 

NoveS  T.,   Spciia.    Gavitello  lu- 

't.;,ì"t. ..  F.. 

minoso    "Sp'endori.    per    salvagente 

comune    (1). 

china  marina  compoi 

ti     a     dve     ci.lndri, 

no.    Perlez.    alle   dis[m5Ìz.    per   vuo- 

liire     i     bacini     Rareggianli     (5). 

Oakmkr    0.    A.    C.,     WitbN 

Meme    funzionano    e. 

a   quadrupla  espansli 

70 


Brevetti  (Vinveìisùone 


RMgener  H.»  Amburgo.  Voile 
cairrée  pour  hunier  et  perroquet, 
pouvant  é>re  repHée  sur  son  nulìeu 
(ò). 

Ravaschio  N.,  Genova.  Elica 
senza   regresso   (i). 

Ravelii  A.,  Roma.  Meccanismo 
per  utilizzare  il  moto  ondoso  del 
mare  nel  comprimere  l*aria  in  ap- 
positi   recipienti    (i). 

ReiDicr  B.,  Vidauban.  Caisson 
il  sy*«t^me  d<f'nommé  siphon  pour 
!«'  renllouement  des  épaves  et  de 
tous  corps  immergés  ((>j. 

RestHCci  G.,  Napoli.  Veste  co- 
razza per  pa.ombaro  a  grandi  pro- 
fondità con  raccoglitrice  a  denti 
per  la  pesca  di  per  e,  coralli,  ecc., 
nonché  ricupero  di  qualsiasi  og- 
j^eito  esistente  nel  fondo  del   mare 

Kestncci  G.,  Roma.  App.  per 
sollevare  navi  od  a'tri  oggetti  esi- 
stenti nel  fondo  del  mare  (i).  Cap- 
pa-rogistro  a  chiusura  ermetica 
rog  strabile  per  fumaioli  di  navi, 
locomotive,    ecc.    (i). 

Rimlni  G.,  Pasteur  E.  e  Sacri; 
panti  G.,  Genova.  Apparecchio  di 
niessa  in  marcia  dei  motori  a  scop- 
pio   per    automobili,    battelli,    ecc. 

(•). 

Ronco  R.,  (ienova.  Metodo  per 
dirigere  gli  aereostati  sferici  e 
mezzi   per  attuarlo  (6). 

Rnthenberg  H.,  Grunewaci- 
Berlino.  Ailc  pur  aviateurs,  ballons 
et    analogues   (i). 

Salvi  A.,  Termoli.  App.  per  pre- 
venire l'afTondamento  delle  navi  e 
per  ricuperare^  quelle  sommerse, 
detto  uAnaspanaon,  e  procedimen- 
to per  l'app  icazione  dell'apparec- 
chio stesso  (i). 

Saplo  L.,  Roma.  Aereostato  d'- 
rìgibile    a    involucro    metallico    (6). 

Sannders  S.  E.,  Cowes  Wight. 
Perfcct.  dans  la  construction  de  ba- 
teaux,   canots  et  similaires  (6). 

Savanl  E.,  Milano.  Propulsore 
per  navi  e  per  aereop'ani  (i). 

Schmidt  G.  C,  Stoccolma.  Ap- 
pare! I  pour  la  mise  à  l'eau  rapide 
des   lanots  de   sauvetage   (i). 

Scbmidt  W.,  VVilhelmshòhe,  p. 
Cassel.    SurchaufTeur    à    chaufTage 


direct  (particulièrement  applicab!e 
aux  chaudières  marines)  (ò|. 

Smiildert  A.  F.»  (Ditta)  Schie- 
dam.  Perfect.  apportés  aux  bateaux 
servanl  au  déchargement  de  la 
houille,  des  minerais  et  autres  sub- 
stances  similaires  dans  )es  soutes 
ou   cales  des  navires  (6). 

Spalazzl  F.,  Roma.  Autoplugra- 
fo  elettrico  ossia  aulotractìatore 
elettrico  della   rotta  delle  navi   (a). 

Specla'e  P.  di  O.»  Palermo.  Di- 
sposizione delle  pa*e  per  una  tur- 
bina reversibile  (i). 

Sposato  D.«  Spezia.  Apparecch'o 
d'allarme  e  di  soccorso  dei  som- 
mergibili durante  l'immersione  (i). 

Soc.  A.  I.  G.  Abs.  Arautroag 
e  C,  Genova.  Fanale  e'.ettrico  dop- 
piamente stagno  trasformabile  per 
tutti  gli  usi  e  serv'zi  a  bordo  delle 
navi   (a).    . 

Soc.  Aaoa.  Ital.  per  arretfameatl 
Navali*  Genova.  Sistema  pieghe- 
vole per  cuccetta  per  uso  dì  bor- 
do   (2). 

Sola  A.  Forteza,  Barcellona.  Sy- 
stème  de  propulsion  de  bateaux  par 
des   energies   expansives   (i). 

Sonlas  C,  Jerusa'em,  Wangan- 
ni,  Wellington.  L't  à  bascule  per- 
fectionné    pour    bateaux    (i). 

Stand  y  X.  F.»  Chicago  Illinois. 
Système  de  coufTre  submersiblc 
pour  rc'ever  ou  renflouer  les  ba- 
teaux coulés  (6). 

Tarantini  G.  B.  e  Becchi  A., 
Genova.  Taupe  mécaniqute  90us^ 
marine   (i). 

Tedoldl  jE.,  vu^go  Minar!,  Ge- 
nova. Bacino  di  carenaggio  ad 
intromissione  d'acqua  s-stema  Mo- 
nari  (3).  Meccanismo  motore  per 
navi  (3). 

TomuKhat  H.,  Russ.  Kuwro  si- 
stema di  locomozione  per  le  navi 
consistente  in  eliche  asptranti  e 
prementi  ordinate  od  isolate  nel- 
l'interno dei   tubi   (i). 

Trama  S.,  Restnccl  G.»  Napoli, 
e  Sacripanti  G.»  Roma.  App.  atto 
a  far  ritornare  a  galla  i  corpi  som- 
mersi di  qualsiasi  grandezza  e  ad 
eseguire  i  lavori  subacquei  (i). 

Ullana  B.,  Genova.  Apparecchio 
per    la    navigazione   aerea    (1). 

Vilinger   G.    F.,    Londra.    Perf. 


rilasciati  in  Italia  dal  IG  nov.  190S  al  15  nov.  1907      71 

ipi  propulsori  ad  inversione  per  na-  Whllc    J.    S.    e    Conpiiif    Llml- 

/i  e  battelli  (i).  I«d,    Carni    E.    C.    e    Farstet    A., 

Von   HoVniMiii   G.   C.   e  Mut'en  Isola  di  Wieht.  l'erfetionam.   nelle 

I.    J.,    ChicaRo,    Illinois.    Appareil  turbine  di  manna  (6). 

>^»r    le    iivHuv^iDn    ùrs.    rouiK^s    de  Willkl  J..    Markardl    R.   e  I«a. 


tltllrica  —  Apt 


Alwl  K.   C  I 

Conimu'.alore 
Akllcngcicll 


'  AMtgler'j. 

porle  ólfctrode 

tjMème^"?"' 

Allgemcltu 

■cbalt,     Berlii 


le    (6).    Collej 

"^Aiiwr'a 


72 


Brevetii  d* invenzione 


tìco'are  correnti  telefoniche  e  cor- 
renti indotte  usate  per  scopo  me- 
dicale ;  e  per  rivelare,  misurare  e 
re«^istrare  onde  hertziane,  ed  '  in 
genera'e  onde  elettromagnetiche 
usa" e    nel'a    telcgratia   senza    fili. 

ArnoM  E.,  Carsiuhe  Buden. 
Disposiiif  pour  "ja  commutation, 
sans  étinceiles,  dans  les  dynamos 
b'polaires  et  mu.tipoiaires  à  cou- 
rant  continu  ou  a  ternatif  et  pour 
vufs  d'une  enroulenient  en  tam- 
bour  doni  lV*tendue  des  sections 
est  é^ale  ou  approximativement 
ó^a'e  au  pas  po.'aire  (6). 

Aron  H.,  Charlottengurg.  Con- 
tatore-motore per  corren  e  alter- 
nata (i). 

Artom  A.,  Torino.  App^  tra- 
smettitore donde  e'ettriche  (6). 
Appareil  récepteur  pour  signala- 
lions  électriques  à  travers  ! 'espace 
((>).  Perfez.  relativi  agli  apparati 
per   telegrafia   senza   fili   (6). 

Audibert  L.  A.,  I.odève.  Per- 
fert.  aux  lampes  électriques  ù  va- 
peurs    (3). 

AutolTeil  GeseUschaft  m.  b.  H., 
Berlino.  Processo  ed  apparecchio 
per  regolare  mediante  corti  e  rcui- 
ti  periodici  l'a  imentazione  od  il 
rafforzamento  del  a  scimi  a  accen- 
ditrice  nelle  macchine  accenditrici 
m.'jgneto  elettriche    (5). 

Badische  Ani  in  e  Soda  Fabrik, 
I-udwigshafen  sul  Reno.  Produc- 
tion d'arcs  vo'talques  stables  de 
grande  dimensicMi  (15).  Produc- 
tion d'arcs  voUaìquos  «Tlables  de 
grande  dimen&ìon  (15).  Producr 
tìon  d'arcs  voltalques  stab'es  de 
grande   dimension.    (15). 

Balducd  C.  e  Ba'ducd  A.  di  V. 
Senigiillia.  Limitatore  elettro  ma- 
gnetico a  relais  per  corrente  con- 
tinua ed   alternata  (3). 

Banzati  0.,  Milano.  Motore  re- 
go'alore  per  apparati  te'egrafici  a 
sincronismo  (3). 

Baronio  A.  C,  Londra.  Perfez- 
nfl'a   telegrafia  elettrica  (6). 

Barr  A.,  Glasgow,  e  Stroud  W. 
Leeds.  Innovazioni  neg  i  appari c- 
chi  per  trasmettere  e  per  riceve- 
re   i    segnali    (6). 

Bassompierre  L.  T.,  Parigi  e 
Dardeau   L.  J.  M.,   Evry  par   Pon- 


tesur  Yonne.  Système  de  micro- 
phone  pour  appareils  téléphoni- 
ques  (6). 

Batau!t  £.«  Ginevra.  Conipteur 
d'éléctricité    (6). 

Banmann  A.,  Zur'go.  Contatore 
re!ettricità  per  diverse  tariffe  uni- 
tarie   (6). 

Becca.ossi  G.,  Spoleto.  Sistema 
economico  di  alimentazione  dei 
circuiti  elettrici  a  corrente  conti- 
nua (3). 

Berardi  G.  di  M.,  Genova.  Ap- 
parecchio per  far  funzionare  mac- 
chne  e'etlricbe  e  suonerie  elettri- 
che comuni  col  a  corrente  a  100 
e  più  volt  (2). 

Berry  A.  F.,  Ea  ing  NLddlesex. 
Innovazioni  nel  a  costruz  onc  degli 
elettromagneti    (6). 

Bettetti  G.  fn  G.,  Milano  e  Spi- 
nel.i  F.  fn  A.,  Lecco.  Nuova  mac- 
china atta  a  funzionare  tanto  co- 
me motore  a  corrente  alternata 
monofase,  quanto  come  dinamo  o 
motore   a   corrente   contnua   (3). 

B!dwell  BenaoB,  Chicago,  Mt- 
no5s.  Apparecchio  per  refr  gerare 
motori    elettrici. 

BlalLe  L.  L,  Boston,  Mass. 
Perfez.  negli  apparecchi  e  nei  me- 
todi per  le  segnalazioni  sottoma- 
rine ((>). 

Blalie  L.  I.,  Lawrence,  Kansas, 
e  Morscher  L.  N.,  Meodeshn, 
Kansas.  Processo  ed  apparecchio 
per  la  separazione  di  materiali 
buoni  conduttori  deire'ettricità  da 
materiali  cattivi  conduttori  di  elet- 
tricità (3). 

Bdlun  0.,  Berlino.  Système  de 
distributton  de  courant  cont'nu 
pour  l'utilisation  de  sources  de  for- 
ce variables  (6). 

Boitsiiauser  A.,  Basilea.  Isola- 
teur  à  haute  et  à  basse  tension, 
pour  conducleurs  destinés  à  trans- 
porler  l'é'ectricité  à  des  grandcs 
distances  (1). 

Bonelli  O.»  Torino.  Radio  se- 
gna'atore  e'ettrico  senza  fili  sot- 
tomarino per  evitare  disastri  ma- 
rittimi (i). 

Bonflglietti  A.,  Budapest.  Ac- 
cumulatore e'ettrico  con  massa 
suddivisa     in     elementi     indpenden- 

ti   (I). 


rilasciati  in  Italia  dal  16  nov.  1906  al  15  nov.  1907      78 


Rorgnet  P.,  Ue^\.  Appareil  d'é- 
lectrolyse   (6). 

Britifh  lasalatcd  e  Heliby  Ca 
bei,  Limited,  Prescoi,  Lancaster. 
l'erfezionanienti  negli  apparecchi 
di  commutazione  dei  telefoni  (6). 
Brown  Hittlng  Machlaery 
Company,  Ceveland.  Ohio.  Sup- 
port  de  couronne  ou  d'antennes 
pour  màis  de  lélégraphie  sans 
ft  s  (6).  Isolaleur  pour  haubans  de 
tens.ob  (6).  Màis  pour  le  égraphie 
sans  fil  (6). 

Bman  O,  A.,  Copenhagen.  In- 
terupleur    é!éclrìques    a    temps    (6). 

Bnckingham  C.  L.,  New  York. 
Perfect.  aux  appareils  pour  perfo- 
rer  les  bandes  de  papier  et  autres 
nialières  emp!oy6es  dans  a  léló- 
graphip    (o). 

Barry  J.,  New-York.  Perféc. 
aux   té  égraphes   imprimeurs   (i). 

Bnsfclioti  G.,  Liverpool.  Perf. 
dans  la  manufaclure  daccumu'a- 
teurs  é!eclriques  (i). 

Caballcro  E.,  Ponte  vedrà.  Li- 
m'tateur    de    courants    éx^ctrlqAics 

(I). 

Gabella  B.,  Milano.  D  sposizio- 
ni per  impedire  g  i  inconven  enti 
dipendenti  dal  contatto  fra  le  spi- 
re del  primario  e  quel  e  del  secon- 
dario di  un  trasformatore  o  di  ap- 
parati   in    cond  zioni    ana'oghe   (i). 

Canale    Gio.    BatU   41    A.,    (ie 
nova.    Suoneria  a   tenipo  rego'abilfiw 
con    comandi    muUip  i    indipendenti 
a    distanza    (3). 

C antimo  £.,  Roma.  Nuovo  com- 
plesso e'ettrco  meccanico  per  tra- 
zione (3). 

Cappellini  L.,  Lugano.  Avvisa- 
tore e!etlrico  automatico  per  al- 
berghi, o«»ped^i,  co'legi,  scuo'e, 
stabilmenti,  staztont  ferroviarie  e 
s'mili   (3). 

Carbonelle  H.,  l'ccle-Bruxelles. 
Proc.  el  appareil  pour  la  téléau- 
fo-trasmii»sion  électro  -  mécanique 
d'imagc^  à  demi-leintes,  portraits 
et  autres  photographies,  de  gra- 
vurei?,  de  manuscrits,  de  typogram- 
nics.  eie.  avec  utilisat'on  du  té  é- 
phone  de  Bel  lou  d'é!ectro  aimants 
polarisés  ou   non  (1). 

Can4eray  J.»  l.o«^nna.  Appareil 
pour    fermer    et    ouvrir    un    circuii 


électrique  à  desumeures  détermi- 
nées   (3). 

Celano  A.,  Rooia.  Accumulato- 
re elettrico  con  elettrodi  irasporta- 
bi.i  a  secco  dopo  la  carica  e  utriiz- 
zabile  anche  in  serie  in  grandi  di- 
stanze d*acqua  (3). 

Cerri  L.,  Milano.  Innovazioni 
nelle   pile    elettriche    a   liqu  do    (^). 

Cbapman  W.  H.,  Porto  aiid. 
Maine.  Dispositivo  per  neutraliz- 
zare l'e'eUricità  statica  nella  fab- 
bricazione de  la  carta,  ecc.  (1).  Di- 
spositivo per  neutralizzare  l'elet- 
tricità statica  nella  fabbricazione 
del'a  carta,  nei  a  !»tampa  dei  tes- 
suti,  ecc.    (i) 

Cbemische  Fabrìk  Bnckan,  .Ma- 
gdeburg.  Procède  de  rendre  plus 
durables  les  é.ectrodes-  en  charbon 
ou  graphile  enip  oyée»  de  solutions 
aqueuses  (6). 

Chemiicbe  Fabrik  Grieshelm- 
£:ektron.  Francoforte  s/M.  Proc. 
de  fabricatton  d'électrodes  à  laide 
d'oxyde  de  fer  fondu  de  toute  prò* 
venance    (15). 

'  Clark  E*.  J.,  landra.  Elettrodo 
nuovo  o  perfezionato  per  trai  tene- 
re ossidi  di  piombo  negli  accumu- 
lìtlori  al  o  scopo  di  impedire  la  di- 
sintegrazione durante  la  carica  e 
scarica    (5). 

Compagnie    ponr   la    fabrication 
dea   Comptenn  et   Matériel  4* L'ai 
net  gaz,   l^arigi.   Baiai  pour  comp- 
teur-moteur    d'électricité    (6). 

ConsIgJere  S.,  (Genova.  Indica- 
teur  de  tension  et  de  couranl  é  ec- 
trique  dans  un   conducteur   (1), 

Corteggianl  G.,  Napo  i.  Serra- 
tura elettrica   «   Corleggiani   »   {2). 

Conade  M.,  Tolone.  Servo- mo- 
teur  é  ectriquc  (^). 

Crepaldi  E.  e' Tolnsso  G.,  Mi'a- 
no.  (iiunto  per  unire  meccanica- 
mente, senza  sa'dalure,  i  capi  del- 
le corde  metalliche,  specialmente 
de"e  corde  di  rame  conduttrici  d'e- 
nergia  e'eltrica    (3). 

Da!la  Zonca  G.,  Venezia.  Auto- 
generatore  e'ettrico   (1). 

Decker  Electrkal  Mannfactnrìng 
Company,  Filadelfia,  Pa.  Batterie 
primaire  (6). 

De  Forest  Wireless  Telegrapb 
Syndicate,   Limited,  landra.   Perfi-- 


74 


Brevetti  dHnvemione 


zionamenti  ne^Ii  apparecchi  per 
spfjna'azioni  inediantc  onde  elettro- 
magnetiche  (6). 

Dealny  Patrlch  Beroard,  New- 
York.  Système  de  tólégraphie  dans 
lequel  les  signes  conventionnels 
transinis  sont  transformójs  auto- 
matiquement  au  recepteur  (15). 

Deutsche  Tachometerwerke  G. 
m.  b.  H.,  Berlino.  Tachìmetro  con 
magneti  giranti  ed  ancora  serven- 
te da  indicatore  influenzato  oa  cor- 
renti  parassite  (i). 

Deutsche  Telephonwerke,  Gè- 
sellschaft  mit  beschrXnkter  Haf- 
tnng,  Berlino.  Disposition  pour 
bureaux  téléphoniques  avec  divi- 
sion du  service  des  fiches  (6).  Di- 
sposition pour  boureax  téìéphoni- 
ques  pourvus  du  système  de  coni- 
mutatJon  multiple  (6).  Montage 
des  boureaux  léléphoniques  à  bat- 
terie centrale  (6).  Instaliation  pour 
les  bureaux  téléphoniques  avec  di- 
stri bution  du  service  (6).  Lampe- 
signal  pour  installations  télépho- 
niques (6).  Appareil  pour  a  produ- 
ci ion  d'un  courant  allematif  a\ec 
interrupteur  automat'que  et  ma- 
yau  en  fer  complètement  fer- 
me (6).  Système  pour  la  tran- 
smission  de  signaux  au  moycn 
de  récepteurs  commandés  par  voie 
é'ectromagnétique  de  la  station 
transmettrice  (6).  Transmetteur  de 
signaux  pour  appareils  de  signaux 
à  distance  avec  organe  de  contact 
actionné  le  long  d'une  voie  de 
conlact  (6).  Trompe  é'ectr'que  (6). 
Trompe  électrique  à  forme  ramas- 
sée  (6).  Dispositif  pour  "la  com- 
mande  à  distance  des  signaux  à 
aìgui  les  et  touts  autres  signaux 
analogues  (6).  Relais  pour  ap'li- 
catìons   té'éphoniqucs   (6). 

Dncretet  E.,  Parigi.  Dispositf 
de    microphonographe    (6). 

Duda  R.,  Sesto  San  Giovanni. 
Va'vola  di  sicurezza  per  impianti 
di  illuminazione  e'ettrlca  e  simi- 
li fi). 

Duo  C,  Buenos  Aires.  Apparrc- 
ch'o  px'»r  nroteggere  i  telefoni  con- 
tro gli   effetti  elettromagnetici   (15) 

Edison  T.  A.,  New  York.  Sy- 
stème perfectionné  d*accumu'a- 
teur  (9). 


Edison  T.  A.,  Liewryn  Park. 
Accumulateur  électrique  perfection- 
né (9). 

Egnir  C.  £.,  Stoccolma.  Cha- 
peau  pour  lìxer  les  iso!ateurs  pour 
lignes  é!ectriques  sur  leurs  sup- 
ports  et  pour  iso'er  les  isolai eurs 
des  supports  raémes  (6). 

Ehrhard  W  .,  RonsscUe  J.,  e 
Schafer  J.  C,  Francoforte  s/M. 
Résistance  variabe  liquide  électri- 
que (6). 

Etectric  Boat  Company,  Ne^^-- 
York.  Perfec.  dans  les  réc'pients 
ou  compartiments  pour  batteries 
d'accumulateurs  électriques  (9). 
Proc.  et  dispobitif  de  régulation 
des  machines  dynamo-électriquoì» 
(15).  Perfec.  dans  les  machines  dy- 
namo  électfiques   (15). 

Endrnweit  C,  Beri  ino.  Spazzo- 
la per  dinamo  composta  di  strati 
alternati  di  sottili  foglietti  meta>'li- 
ci  e  un  materiale  non  metaUico, 
elasAìqo  e  conduttore  di  corren- 
te  (1). 

Faconeisen  Wa!zwerk  L.  Mann- 
staedt  e  C.ie  Act.  Ges.,  Kalk. 
Chevaet  porteur  pour  conducteurs 
électriques  (6). 

De  Farla  O.,  Parigi.  Transfor- 
mateur  de  courants  alternatus  en 
courant   continu   (6). 

FaiJa  G.  fu  G.,  Firenze.  Dispo- 
•  sizione  o  congegno  che  permette 
la  regolarizzazione  economica  del- 
la corrente  continua  (3).  Interrut- 
tore a  grande  frequenza  per  otte- 
nere la  chiamata  fonica  mediante 
corrente  di  macchinetta  magneto- 
elettrica   (3). 

Fe!ten  e  Guilleaume-Lahmeyer- 
werke  Actien-Gesellachaft,  Franco- 
forte s/M.  Dispos'zione  de  ravvol- 
gimento dei  poli  di  compensazio- 
ne ('5)'  Proc.  d'augmentation  du 
coup'e  de  démarrage  des  alterna- 
moteur  à  co'lecteur  (15).  E'ectro- 
aimant  à  courant  alternatif  (15). 
Moteur  sèrie  compensò  (15).  Di- 
spositif pour  a  suppression  des  é- 
tincelles  aux  balais  dans  les  mo- 
teurs  compensés  à  collecteur  à 
courant  alternatif  monphasé  (15). 
Dispositif  pour  la  suppress'on  de 
étince'.lcs  dans   la   marche  des  ma- 


rilasdaH  in  ìlnlin  dal  16  noi:  19Ù6  al  tH  nov.  J907      75 

fhines   à   courunt   allernalif   a    co-'-  sisfema    Garassino    (3).     Innova/o- 

Wtpur  (is).  ni    nelle    pilE-accuiimìalori    deslina- 

Fercbland    P.,    Berlino.  F.'ectrodc  te   ad    usi    tcrapeu'ìd    (i). 
destinile    pariiculièrempnt    à    la    de-        Uattaronchlerl    A.     <      BUtdoal 

.omposdon   des   soutiuns  dft  clilo-  c„    Milano.    Nuovo    tipo    di    accu- 

rurps    de    sod'um    et    de    potassiiim  mulalore     e'eltrico     dclto     Accumu- 

(1)  latore    Audax.    (1) 

Ferrar]     E.,      Milano.      Apparpc-        Gcbrfldcr    Stencm    *    C.    (Sorie- 

rh  o    per    evitare    i    per.roli    prove-  ,i)_    ChorlollenburR.     Proc.    pir    la 

menu   da   un   contano   fra   primario  produiìone   di    spazzole   da   dinamo, 

e    seeundario    in    un    trusforn latore  ronlalli    striscianti    e    simili     n.irJi 

dellrito   (1).  ^\     carbone     frizionali     destinali     a 

FcMCBden     R.     A..    Washington,  prendere    e      condurre     la    corrente 

FiTfect.    opportés    à    la    transmis-  (,^).     Eleltrodi    per    riflellori    (15). 

Sion    éleclrique    des    nignaux    (is).  Processo      per     la      produzione  "di 

Feucbtacycr  e   KSnlticr  (Dita).  „n(a(ri  striscianti  a   press on e   fat- 

Monaco,     Baviera.      Disposavo    di  ,;  jj    |„i,e  di   melalo  e  di  carbo- 

commutazione    impiegabi  e    coolem-  „^  (,j), 

piriineamenie     come    commutatore        General      Electrolytlc    Campanr. 

de  la    corrente    forte    e    debole    (i).  Llmltol,    Middlewich.     Perfeiionu- 

Fimi  G.,  M.lano.  l'erfez.  nei  re-  menti    ncRli    elettrodi    (f>). 

^  Ftlck     O.,    Stoccolma      nispos-  pa„„|,io    per    togliere    le    influen- 

lyo    ne,    form    trasformatori    Hef  ,^      perturbatrici      sulla     direzone 

Fjm''v>:.re  A..  Londra.  Perfee.  I'^^^,'-!;;;  ,tl\ZVro   di  r'^slclua 

rflaiif^    aux    nioteurs    et    Rénératri-  j[     masneli     (1). 

TJ*    ^hl'""'*    "'"'■"'"''*   '™'"'''       GcKlUcbatt    tar    Drabllosc    Te- 

'    Gaàl  S.,    Budapest.   Transforn.a-  '*f"P*'^.    ":    '*■    «-    «" -".^    «i' 

t     r  à  cour-    1         tjn      (  )  slema    di    leleiiraiia    sema    fin    per 

0.01.  o.  .  vii!.iii  'i..  Mi ,  "':\'",'°i'"l  ''■'':  „      . .,  ^ 

..o.    Nuovo   tolorrullw.   ol.ilrco   .        "I'"'  ^-   Po'id     D;,po„l,l  do 

l.-mpo  (i),    Commulatore  automati-  ^^'^'^^^    1?°"^    "l'I"    ^lrctriqu"s    ati- 

'"ojrWirifrC.'''Ro,"  'lìuovo  '''mÌ  l.  l..  On,^t^,ì,  api. 
tiiotlo  <li  produrre  osciHazioni  èlet-  I^^ix-.  et  appare.l  [lour  mesurer  le. 
triche  continue  anche  ad  alo  pò-  surfaires  au  inoyen  de  rfsislamrtt 
tenzae  fi)  Nuova  disuosizione  ileclriques  (i). 
per  la  più  io»nt.  Ira.mi.Sone  ra-  ,  Or.,  l).U.i„0  Tél.ul.gr.pll 
dioleeijraBca  eoo  K'oppi  di  o^e  I-  Com,..).  New  York.  Perire,  ap 
laz'oni  p'eltriche  con  liti  uè  di  du-  porles  aux  iclautographes  et  me- 
da la  o  ad  intervallo  convenienti  thode  de  transmission  l^laulof^ra- 
per    ottenere    la     maègiore    for^a  phique    (9). 

dei    segni    nella    lelegraiia    senza         Grcenwood     e     Balky     Linllcd, 

fili   f,).  Londra.       Perfecliunnemenls      aii\   - 

Gaoi    e      Csmp.      Eliendleaierei  machines    dynanm    électriqiies    (1). 
md      MatchlBtntabtlki     AkHenge-        Grab    Max,    Winterthur.    [>erfec- 

le'lKhalt,       Raiisbor.        Dlsposìtif  tionnements    aux    installalions    é- 

pour   le    régtage   de   la    tensìort   des  leclriques     ù     turbo-dvnamos     «t     à 

générutrces    de    courant    allernalf  accumulaleurs    (6). 
(f.)-  HtckelbaI    L.,    Hannover.    Proc- 

flaraiiln»    0.,    Torino.    Pila    ac-  per  sopprimere  l'efteito  di   induiio- 

nlmu'atore    Garassino    per    polenti  ne   nei   conduttori   d'elettricità    me- 

srariche.    Innovazioni    nella    coslru-  diante   un    metodo    specia'e   di   cn[- 

zione    di    placche    di    accumu'alnri  Iflc.imcnio  e  di   isolamento  del   me- 

e'ettrici    lepfiieri    a    forti    scariche,  des'mi    (cj). 


riti  d^ìuf«itzioNe 


inir        Kach    E-,    Parigi.       Réguìairu.- 

dc    vimx    panicu:  èrtnwnt    app'i 

ifn.    tiihlt    aux     apparti  s      té  égraphi- 

1   a-        K«ka    A..    Apparecchio   automa- 
lieo    per    siabìlre    o    inlerrompfre 
F.,     un    cirruilo    elplirico    durame     un 
|ij.    [rmpo   drlcrminalo    n^cli    tmpianli 

ithp       Ktnlag   t    MaihicHB   A«t)Mge- 
du    Mibchalt,    l.ruuu-h  l^ipiig.    Pror. 

erse  é  efirode  de  lampr  à  are  ei  I A- 
iiip    mctaliique    i     disposée    (l>). 

spo         Krtégcr    L.    e     U      CNUiigak 

'rio  ParilUnc  «(*  Voilvc*  QMtri- 
4BC*     (Ptm.      Krie^),    Puieaux. 

i7Ìo-    I)  ■.jonrlfur    à    dcclenchement 


I   (15).    Di-^'iiiif   de   ronne- 
au    ro/erieur    drs    indu'U    de 

Bala'«  équilibrés  pour  nio- 
'  flertriqufs  (i,(.  Perfert.  au\ 
Tleur^    el    porte-bai  a  is    de    ma- 


rru  t  pe»    fleclriqups      à      incandescenrf 

ranis  un    raruclère    nièlatlique    entre'  le* 

Cu-  filaiijrnts    el    ]>■«    coiidui-ieur»    d'ur- 

■i.u  i-  riii*    du    couraiil. 

ir<:it  iMriaZUlcrWerkc    (Dina),    a 

>sle  Monaco.    Ila v  era.    Conia  ore  di   e 

Jacob!    C.    M.,    Si.    Cuihbmt. 

'PP'y  Si-Irma    e    di-p<>sinone    perleili* 

.npji.  naii    per    eliininarc    o    ridurre    l'in- 

rU-c.  Juovlcllo   F.   lu    V.   A..   Roir». 

!ctri-  Indotto  per   macrhine   ee  Iriche  a- 

lenls  cicliche    (1). 

Ifst  -  JukcMwiU    H.,    Cera.    Riverii; 

■   ces  nii'c"ofoni    dei'  telefoni    (1). 

n    é  rdvortky      Poplo      M.,      Jonkri« 

W-itchcsler,     Nciv    York.     Perfetln- 

riai-  n  a  menti     rei' a     cosi  ru  rione    ed    in- 

ps    li  slullazione      di      condullori     per    l.i 

Mcur  Ira-^m  issi  ime   della    enervili    niedlun- 

ic    le   oiiduaiioni    ilelltldie    (y)- 


rUasciaii  in  licUia  dal  16  nov.  1906  al  15  not\  1907      11 


JcBCUch  R.  B.,  Vienna.  Poste 
lélèphonique  à  encai&semcni  au- 
toniat'que    (6). 

Johanoet  M.,  Par'gi.  Transmis- 
son     mixte     à     embrayage     auto- 

excUateur    h).  ,r     ■     u  a 

Jongncr    ÌE.    W.,    Kneippbaden. 
Svezia»     Pile    él^Otrique    pr^ma'-lv? 

'  Yabor alorio  E  ettrotecnico  log. 
L.  Magrtai  t  C,  Bergamo.  L - 
niitatore  di  corrente  «Eureka»  per 
impianti  d'illuminazione  elettriya 
a  cottimo  (a  forfait)  (3).  Inter- 
ruttore sottolio  con  coniando  a  di- 
stanza funzionante  anche  come  m- 
t.rruttore    a    massmo    e    segna  a- 

torc    (3). 

Lacy  H.,  Carshalton,  Surrey. 
Perfectionnements  à  'a  constru- 
ct  on    des    é  cctroaimants    (15). 

Lake  S.,   Berlino.    Batterie  d  ac 
cumulateurs    (6). 

Laod-ttnd  Seekabelwerke  Ak- 
tiengetcUtchalt,  Nìppes,  Kòln. 
cable  de   sOreté  électrioue   (6)    . 

Lanfranco   M.,   Torino.    D.sposi 
tivo    di    controllo    per    riconosce:e 
le  frodi  nei  misuratori  c!ettr  ci  (i» 

Latonr  M.,  Parigi.  Dispositif 
de  transformation  en  vitesse  d'un 
moteur  à  collecteur  à  couranis 
ulternatifs  à  caractéristiqu;  s  se- 
rie en  un  moteur  à  caraclérisii- 
ques  shqnt  (3).  Alternateur  à  col- 
lecteur   (^).  ^     ,^     . 

Lavallette  e  C.le  (Ditta),  Pun- 
gi. Perfect.  aux  appareils^  télépho- 
niques    (3)- 

Leitnef  H.,  Maybury,  Waking, 
Surrey.  Innovazioni  ne|  mezzi  per 
regolare  la  corrente  nel  s  stenii  di 
i.  um  nazione    e'ettrica  .  (<)). 

Lemoinc  A.,  Bruxelles.  Appar. 
de  distribution  automatique  des 
télégranimes  aux  porteurs  et  de 
préparation  automatique  des  dif- 
férentes    caté^ories    de    télégram- 

mes    (6). 

Lenner  R.,  Roma.  Sistema  d» 
va'vole  automatiche  ele'tromagne- 
tiche  e  loro  uso  come  lim  tatori 
di  corrente  in  unione  ai  contatori 
(j^).  Limitatore  di  corrente  auto 
iiiatico   per    lampade   e    motori    (^)- 

Li   Gotti   O.   di    C,    Napoi.    Di- 
spositi pour   róduire   Ics   flux  tran- 


sversaux    dans    les    machines    óle- 
ctriques    (j). 

Londei   L.   fu   A.,    Papigno.    Ap- 
parecchio per  Telelirolisi   dei   liqu  - 

di  (\). 

Lori  F.,  Roma.  Sist.  di  radio- 
te' egrafia    sintonica    (i). 

Mackie   Matthew    W.    Walbank, 

Ea  ing,  Middlesex.  Perfect.  aux 
machines  dynamo  éectriques  ci 
moteurs  électrìques,  en  vue  de 
maintenir  une  force  éectromoiri- 
ce  constante  sous  des  var!alions 
de    vitesse    ((>). 

Magini  0.,  ..Monlepu'cano.  Per- 
fezionamenti nvfTÀ  impianti  di-  li- 
nee   per    comunicazioni    teTefon'che 

(^). 

Magrini    L.,    Mi'ano.    Raddrizza; 

tcre  di  correnti  alternate  semplici 
e  poifasi  senza  co. lettori  e  sua 
appicaz.  a'ia  costruz.  di  converii- 
tori  rotanti  da  corrente  alternata 
in  continua,  e  v  ceversa,  di  gene- 
ratori a  corrente  continua  e  mo- 
tori a  corrente  continua  senza  col- 
lettore (3).  .App.  fungente  da  in- 
terruttore a  mano,  da  limitatore 
di  corrente  e  interruttore  a  mas- 
simo  (in    so>tituzione   dele   va  vole) 

(')• 
Maiclie    L.,    Parigi.    Sysième    de 

ix>mmunication  te  egraphique  et  té 

léphonique    (6). 

Majorana  Q.»  Roma.  l)is|K>sitif 
pour  moduer,  au  moyen  des  san> 
et  des  paro'es  l'intensitó  drs  o- 
scillations  e'.^ctro-magnétiques  ir- 
radiées  dans  Tespace  (1).  Micro- 
fono   elettro  idrodinamico    (1). 

Majrano  C.  e  Figli  (Ditta).  S. 
Quir'.co.  Moore  azionato  da  ra'a; 
mite,     eeltro    calamite    o    magneti 

(»). 

Man^ey   J.    W.    e    E  ectric   Sale 

ty    Appliances    Company    Limited, 

Londra.  Perf.  aux  apparrils  ser- 
vant  à  indiquer  ri  mésurer  les 
perles  de  courant  dans  les  condu- 
cleurs    ólectriques    (3). 

ManttH-idge  Ci.  F.,  Croydon. 
Surrey.  Méthode  et  appareil  |X)ur 
traitei-  des  matériels  tels  que  du 
piipier  mélallisó,  du  parchemin 
mótaUisé  et  semblabes  de  fa^-on 
à  Ics  rendre  plus  adapirs  à  drs 
buts    c'cctriques    (<>)• 


Mar^hed     D.     Bjiziano.     Elellro-    clellrolitiro    di     oscil'aiionì     e'eHi 
^uno   sulare   III).  magnelktie     (i).     Ampi  iti  calore 

u — -..il-    ka        « ._  ._       ¥  _j.jj.^    deboli    correnti    leiefoniche    ed 


uà-    ispccie    rad  i  erte  legra  fiche    (i). 

Motbach  A.,  Uerohn.  U^p<».i- 
fez.  Ilvo  di  proleiimie  per  i  tubi  aiu- 
one  siici  dei  telefoni  (i|. 
tori  MofclU  J.,  Cambach  Frciburi;. 
one  Appareil  de  sOrelé  destine  à  en- 
trer  en  fonciion  en  cas  d'èxi.'«< 
Ri-  momenlanf  de  (ehsion  paur  cou- 
si  rants  électriquPS.  (6).  Inslallation 
pour  déterminer  un  poniate  con- 
iota    linuel    d'un    espace   entre  des   t'.er- 

de  tension  non  sulfisanle  pour  l'a"- 
onc    luniage    (b). 
it'i-'         Mur^u    J..    Witkes-Barre.     In- 


lore    antenne   per  la   Iclecrafio   sen^a   fi- 

li   (f.)- 
i   di        Negro    L.,    Torino.     Sistema    dì 

re  su  di  «M  una  iTlocilà  costati- 
ez'a  te  quando  l'orbano  che  lo  coman- 
inzc  da  ha  velocilù  variabilissima  (,1)- 
Nolll  B.  fu  G.  e  fìKÌa  F.  fu 
Sy-  C.,  BorRomanero.  Rompi  arco  i'- 
:oÌn    stema   ..Noli^»   W- 

NnlU   E.   e  Luil  T.,   Roma    Ac- 
rps.     rumu'oloTP    a    spire    a    grande    ca- 
rr;i-    parità    -    sistema    Nu  li  Luzi    (D- 
imi-         Nya     AckanuUIor      Acktkbol*- 
ftd   iungner,    Stoccolma-    Pro.-,    uè 
[.e-    lubrication    de    subslances     cimrn- 
iiiif     leuscs    éleclro-aclives    dps    hydra'ps 
u'a-    de    fer   e   de    nichel    dest'nées   i    la 
production   des  f'ectrodcs  pnur  ac- 
ires-   cuniulaleurs    ^'ectr'ques    (lì), 
ione        Oliva    A.    S.    e    Conitg  IcK    S, 
idu-    Genova.    Chirodinamo.    os'iia    mac- 
L-hio     chine4la     niugnelo-blettrica      tasca- 
dei    bile  ad  aiionamenlo  a  mano  (1). 
iirzc        Olivelli    C,    MHano.    Innm-azio- 

iire    Irici    con    ridui-ionc    allo    zero    (0- 

Inspritott.    elettrco    a    tempo    (.() 
ìov.        Papatella   I;.   di    D.,    Roma.    Di- 
!    di     sposiltvo    per    fintor/are    rt>rremi 

teli  ■fon  ielle    (.'). 
ap'        PardlDi    G.    la    D.,    Milano.    I.i- 
-afi-     niitatore      di      corrente,     raziona'e, 
ri-    con    spegniscintille    {;). 
in  ParMMl     C.     A.,     Ncn'cnEttetiin- 

Tvne.     Perfcct.    uus    machines    dv- 
lore    nàmo  é'eclrlques  (15), 


rilasciati  in  Iltilia  dui  16  noe.  1906  ni  ir>  noe.  1901 

PcJencn     P.     O-,    CopenhaRcn.  fili    ((,).    Sistema    di    segna 

Trasm  et  inoro    per    iclcgrafia    scn-  senza   fili   mediante  Onde  eli 

sa   fili   (6),  -  (61- 

Pelagolll  a,  di   R.,   Spezia.   Ap-  Raventhaw   B.,   Wllock    1 

parecchio    moltiplicatore    della    pò-  lon    V.    G.,    I-ondra    e    To' 

icnia  di  una  corrente  elettrica  (i).  W,    E.,    Edimburgo.    IWfer 

PeuMe    A.    Wy brani,    Londra,  menti    dans    les    embrayage 

Perfezon.    negli    ascensori    e'etlr  ci  gn-^tiques    (6). 

'.(•')■        _      .      ,,.,            _  Rlpw  M.  P.  e  Mantigu 

Pereti»    A,    Milano.    Generatore  Londra.    l'ertect.    relmifs   ai 

>    motore   magnelo-eleltrìco   a    fer-  biayages    magnétiques    (6) 

■o^  rotante,   sistema   uPerego   Arto-  m,,„    g._    Stuttgart.    Di 

"pwUy    J.,    Cliak    1.    .   SuiM-  p'àmMllefonfcf  (T ''''""   " 

■?^r    ^'    l\^??-    **?" ""1-    ''"'"';  «■»•""»    J-    I-    I-io"".     K 

*,tif  pour  itaWir   autpmatiquenicnt  teur   elee  roniécanique   pour 

iiu     bureau     centrai     La     comunica-  j,„    a  eclrogènes. 

.a:.    ttr^phon^ue^O)  -n!!'':'^   Te^Ar.pWc  ^C«. 

Ptailipparl    G.,    Parigi,     rerfcct. 
l    l'élablissenient    des    pile: 

'"Pkrlil'p.    tu    O.,    Pisa.    Si,te,  \'>»'^'"    F"    l'-^i^i-    »>« 


Baltimora    M'arila 
fpctionnÉ   de   té  egra 


e    C.      (Ditta), 
elettrico    isolato 

:    dei    motori    a 
cavi    semplici    percorsi      . 
""""'""    _'  (   éléctriqi 

do    «Hiranls     aftnr- 


d'induil  pour  machine  ... 
ou  dynamo  életlriquc,  rdc 
ou   generatrice   (.). 

Salpeleraiiire  -  Induttrte- 
I  Klialt  U.  m.  b  H.,  Gei 
j  chen  i/W.  Proc.  pour  aci 
^    en  siirie  des  ilammes  à  hau 

I    (i).    l'roc.    pour    produi 

E.,    Parigi.    Aulo-  "''"   •:-lfc';;l;i'-s   desliiiÉs   au 

dB    coorants    aftnr-  '"*"'''«„ '^"'  f"   ^--s   gai   ( 
fonclionnant    «il  Sc^mU  (..,    landra.    l'.Ie  . 

comme  Iransformateur  de  ces  cou-  '*"ì  '"'■  ,      „    , 

rants    en    courant    contunu    de    ten  Scherblui     A.     Baden.     Ma 

son    égale    ou    dif<^rent.    soit    con.-  ,'';f'"^    "      collettore      comp 

me   moteur   (fi).  l"'- 

Piva    A.    C.    fu    L.,    Mi^mo..         Schorn    H..    St.Morit^  Doi 

Limitatore    di    corrente    a    doppio  *lalÌaiion   *e.(r:t,iic   de  signi 

traferro    con    ritorno    automatico  ^  P'"'*i?i""s    posles   d  appel    l 
indipendente    {\).  Uìaiàtt    P..    StuitHiri. 

Plallnnai    Snbtlllulc*,    LlmUed,  ''i^one    di    attacco    per    can<l 

Londra.     Metodo    e    meizo    pi-r    s-  ad .  alla    tensione    l\). 

pillare   < _ 

tro    o   attraverso    il    vetro   o    simile  ha. 

PilMon  J,    B..    Lione.    Posle   ti-  no   fuse  le   va^-ole   di   sicure. 

K-phonique    inlermfdiaife    (6).  ima    rete    distr  biilrice   di    ce 

PariellaaUbilk      Kahla      FlIUIe  elcilrica   (ij. 

HcmtdDi'liKlMtcrlanaaili,    I^lcrm-  SMeclmarra   G.,  Ale.'i.sandr 

sdorf    s/A.     Isolateijr    pour    Jigncs  gitlo.      Pertcctionn.     apporlf 

i^leclriques   (i).  boltes    de    coupecircuit    et    i 

Poabcn    V.,    Copenhagen.     Per  strìbution   £Ieclrique   (3). 

Itz.    nei   ricevitori    per   segnali   ne-  Scollo   ii   MaM    L-,    Romi 
g.i    impanti    di      telegrafia     stnzagnalalorc  cktlrico  per  indici 


operlum  no»   {3).   Ai.umulatore   elettrico   sì- 

Bo^gie  S«c.   A'iaclnu*  d*  .coalIrncllOBS 

[3).  mienaìifatt,     Belfort.     AllernoiDO- 

ic,    Syst.  icur  pdyphasi^   à   colleclcur   à   ren- 

Dur    chr-  dem^nt   maximum    (i). 

étlairage  Soc.   Aa.    WcvtlnglioiiK.    Piirig;. 

hon  qui's  l'erfezioilaiiienli    nei    siatemi    di    di- 
stribuzione   eiettrka    [15).     Perf^. 

D,    Limi-  iiei'e    matchine    dinamo  -  eletlriche 

,    e    Die-  ds).   Perfei.   nei  dispositivi  di   prc- 

jn-     IVr-  Sii  di  corrente   per  apparerchi  ple«- 
Ii  ici  (i,i).   Sopporto  per  molori   p- r 

ICBgMcll-  ieicoli  'ferroviari    e    per    altri    sci  p" 

di    ro  le-  (15).    Di^p■    per   refjolarc   le   varia- 

conver-  zioni   di    velocità    dei    motori    clot- 

>1ci   i's)-  'rici    a    seconda    dei     vari    carichi 


di   lu 

Ihii     alla  la    corrente    io    uno    o    p  il    circuiti 

ai    iiiet-  {1^).     l'crfei.      neRli      avvolRÌmenii 

coniuiii-  d'aruiatura    per    macchine    dinamo 

chiamato  -eleltrirhe    (ij).    Nuovo   disposilìio 

enlo   per  protettore  per  circuiti  elettrici  (i.s). 

anici    ne-  SiK.   Aa,  (C.   G.   S.)  per  lattru- 

Sis'.    di  meati    Eldlrld  gìk   C.    OUvellI   e 

miissio.ie  Ctt..    Milano,    ioaicatore     per    cor- 

oppie    li-  renti    eletlrii'he    a    moss'ino    (3). 

miuo   a  SiK.  Aa.  In^.  V.  Tedeichl  e  C, 

ispoilivo  Milano.      Manicotto    di      giuoiione 

lur  ei     di  per   tavi    di    pieco'o  diametro  desti- 

S«c.  Aiwaymc  it*  Andeas  Etn- 

e  Q.  n.  bKitemetiti     Puibard    e    LevaMor. 

re  di  fa-  l'nrigi.  Dlsjonctpur  aulomaiique. 
che  per-  Soc.  An.  OIBdna  Elettrica.  M - 
-i  mono-  lano.  Rcceplrur  léléphonique  (lì- 
di   linea  Soc.    Aa.    La    Pile    N..    Tariffi. 

l'inser-  Pile    Élerlriqtie    (i). 

esistenze  S«c.   Aa.   CaràtCM   per   Inplanll 

notori    a  Elellrlcl,    Caralc    Brian^a.     Limi- 

ineamen-  lettrici    detto    «Lini" latore    Largii" 

I   e  ouel-  (il. 

Amildo 


(i,).  C.    ti.    S.    Soc.    Aa.    p<r    Iilru 

imulitorì   mcnil    clellrid    gli    C.    OlivctU   1 
ì.     l'ert.-    C..    Milano.     Innov.iiionl     nei     tra 


Soc.    Ad.    ladaMr.    «VukaaJan, 


rilasciati  in  Italia  dal  16  nov.  1906  al  15  nov.  1907      81 


Genova,     l'alo*  te'e^rafico    te'efoni-  la    protezione  delle   macchine   dna- 

co    in     cemento       armato     sistema  mo  e:ettriche    generatrici    e    ricevi- 

uVulcania»  (i).  trìci,    dei    trasformatori    e    niotori 

Soc.    Ceramica     Richard-Ginorl,  dale  sovratensioni  dovute  ale  sca- 

MHano.    Isolatore    tenditore    a    fi  o  rjche   elettriche   atmosferiche   (3) 
protetto  (3).   Isolatore  per  alto  pò*        Stolz    e    C.le    Elektricititf    Gc- 

tenziale  a  schermi   multipli   (3)  sellscbaft   m.    b.     H.,     Mannheim. 

Soc.  d*appareilage  é.ectriquc  et  ilsolateur  pou,r  poteaux,  permet- 
industrìel,  Ginevra.  Coupé  circuit  tant  de  faVe  pénétrer  les  conclu- 
de sùreté  (q).  Interrupteur  électri-  /cteurs  électriques  dans  les  édi- 
que    facilement    démontable.    .  fices  (1) 

Soc.     d^Etudes     Hydro-^ectri-        e.    C.    H.    Syndlcate     Limited, 

linea,    Lione.    Regulateur    d'absor-  (Società),      Londra.     Soupapes     é- 

ption  à  récupération  pour  groupcs  lectro-magnétiques    actionnées    par 

électrogènes   (6).  „      .     .    «  l'élcctricité    (6). 

.  .f^l  '^"S"*  **  «PpUcailoBi    E         x^j|,e„  V.,  Ares  s/Rhóne.  Pro^ 

iettrlche, -Tonno.    Nuovo     s  stema  ^édé    et    appoareil    pour    transmei- 

di   attacco  di   hnee   aeree   per   pre-  tre    des    sons    distinctement    et    à 

sa   mobi  e  di   corrente  (3).  grande  distance  (1). 

*J!^^}\^'  P*'p'"""!!!''*^''j?5       Tedeachi  ing.  V.  e  Ci  (Società 

trici.    Milano.    Proc.    ed     apparec;  .anonima).    ToTino.    Cavo   per   lìnee 

chio    per    trovare    1    corti     e  rcuili  teìetrraiKhe    (\) 
nelle  batterie  elettriche  (i).    Dispo-        ^,^j,  ^    Mòl  ire  Ch.    e     Dénard 

s.tivo    appl.cabiVe    agli    accumula-  j^     j      ^ìone.    Perfect.    aux   accu- 

'"""l  M^rT^nS^n   hlT/rhl''^vf".1  "lu^ateurs   dénergie  électrìque   (6). 
ivi- nnnlnn  ^^^           ^  Thomaon-Hourton    A.      E.     G., 

siSr  Ital^Lampade   ad    arco   e  Società  Italiana  di  Elettricità.  Mi 

impianti      elettrici,      accomandita  '^"^'   Apparecchio  di  messa  a  ter- 

semplicc,   ing.   R.    Colombo  e   C.  ''^  ^  ^f^'  ^  ^^'«"^  ^^ì'^  protezio- 

Roma.    GaJvanometro     telegrafico  "«    .^"'''o     f    sopra    e.evaz.oni    di  ^ 

tino  Castelli  (iS  tensione    nelle    condutture     eleltn- 

^oc.     dei     Microfoni      Angelini,  ^^e  (6).  Metodo  per  la  produz.   di 

Roma.    Microfoni    dì    grande    pò-  corrente  contmua  pulsante  per  le- 

tenza   e   di    grande   chiarezza    (14).  ^^''?'''!?.    f\   P^^f^ratrki    elettriche 

Imboccatura    igienica    in    porcella-  e  s,mth   (0).    Disp.   per  la  soffoca- 

na   o   materie   analoghe   per   appa-  ^'^n?    delle    correnti    di    equilibrio 

recchi    telefonici    (6)  "^K^'   avvolgimenti   chiusi   di   mac- 

Soc.  Officine  di  Sesto  San  Giov.  ^^tne   ed^  appar.    a   correnti    mono 


Sokal  E.,  Chicago-,  lUinois,  té  éphonique  (9). 
Bloomfield  S..  Elkhart  Lakc.  Wi-  Tdrley  J.  e  Benkd  E..  Buda- 
sconsin,  Wolf  S.  B.  e  Wolf  C,  pest.  Proc.  et  appareil  pour  la 
Chicago,  Illinois.  Perfect.  appor-  production  de  rólcctricité  (6). 
tés  aux  accumulateurs  (6).  Trafelli  L..  Roma.  Macchna  di- 
Solari  L..  Roma.  Automobi'e  o  namo  e'ettrlca  (2). 
altro  veicolo  con  antenna  smonta-  Triquet  P.  G.,  Parigi.  Pie  6- 
bile  per  stazione  radiotelegrafica  lectrique  (6).  Perfect.  apportés  aux 
mobile    (5).  accumulateurs    (6). 

von  Sonnenthal  S.,  Vienna.  Per-  Trulfet  A..   Mi  ano.    Indotto  por 

maglio  per  fissare  i  fii   conduttori  piccole    dinamo,    specialmente    per 

suffli    isolatori    (6).  dinamo    ricevitrici    (3). 

Spinelli  F.  fu  A.,  Lecco,  e  Can-  Venturini  S.  fu  S.,  Roma.  Con- 

tani    C.    Milano.     Dispositivo    per  gegno    e     disposizione     meccanica 

AN5CAmO  «CIEKTiriCO.  —  XLIV,  / 


n revelli  d'invenzioni 

di  alberi    rad'o-  rarigi.     Sislcma    di    co!legain«nio 

Ule|;>'afici  (5V  Tier      macchine      dinamo  elettriche 

Vcrdw    E.,    Yverdon.      Inrerru-  (i.O- 
pteur  électritiue  {1}.  WhltMrMi    Coapuj    UnUc4   e 

V«r(t*    A-,    Kircuze.    Linutalorc-  B«cw    W.,     WuniiiRton,      L.imca- 

I  eKalataie      aulomalico     a      l«n>po  ,ter.    Pprfeiionamenli    nf i    cavi    r- 

pcr   corrente    elettrica    conlinua    ed  idirici    e    corde    di    filo     metallico 

allernata    (1).  (i). 

Von     BrKkdorB     R.,    Bregeni.         WU'aMdt  A.,    Bruxel'es.    Démar- 

Eoment     de     résistance    éledriquc  „^r    au^omatiue    pour    inoteurs    à 

(^)-      ^  „  _,  _,  .  courant»  allernalifs  (6). 

W«Htof    COW.W    Kleoey,    Ch.  ^^^    „       Inn.bruck.      Wgula 

cago.       IIIÌ110.S.    ,  l'erfM>onanienli  ,^,  maintenir    constante     la 

net;l>    alternatori    indullon    (6),  rharprd'une    dvnamo    fi) 

Wedekiad  G.  A.,  Amburgo,  Cas-        w^,."    Fi„h      C.iL™ii       *-».! 
setta    da    accumula-ora    di    bromo.         ^f     ^^'H"    >*?l^'-.r^?^ 

raine     ghisa   o   acciaio   fo.so     le   cui  -.«-J^ ^--atict    """'"" 
rtp^rlo'^ìa    m'eria    attiva.        «,«*««    R..  .Diiss.ldorf.    _A™.r. 

per   es    ossido   di    ron.e   (1).    Proc.  P"   '^   irasmissmne  di   »egn,  T«or- 

per    trattare    ossidi    o    polvere    di  se    (o).      ,,,„,_. 
metairo  in  maniera   lae  da   poterli        Tf»tW  J-.   New  \ork.   C.nient    1- 

adoperare    per    la    fnbbricaione    di  solunl   au    pomi    de   vueéectrque 

elettrodi  duri  porosi  non  sciogibi  i  e"    son   proc.    de    (abncation    (6). 
in  so'ui'oni  alcaline  (1).  Zchadw    L.,    Berlino.    Te'egralia 

WeMlagbonM    9«clèté    AB<»]raie<  sema   fi  i  con  correnti   terrestri  (0- 

X.  —  Meccanica  minuta  e  di  precisioub,  strumbnti 

SCIENTIFICI  B  STRUMENTI  MVSICAI-I. 

Oiolartiia  —  Bilattcit.  V   '  ' 

lemetii  -  Affar,. 

proiettori:  C1ms«  JIVIJ  —  j»h.»m»"  mmiian  —  rmff.a,,   --  J-™  .-  -.^.  ..- 

ginnuimi  atuil-c*t  —  Sti-umenfi  di  milfù,vlof<a.  iitm^lrt.  "'"^^^^^'^ 

calart  —  C<mU/9ri  t  tigiilntlari  iÌJtui  («ctl  anche   p*t   coniatoli   di  «n«  e: 
Clasie  VII-  pM  contMDrl  eleitrld:  CliHc  IX;  petconiwori  d'Mquar  CImwXHI  : 

e  pei  conUlori  del  ■*■:  Classe  XVI)  —  Congrmi  dirtrti JMaiataiiti  wa  fàUr*- 

Ach   N.,   Berlino.    C)roscop«  (6).  "y,    Bridgiport,    Connecticut.    P(*r- 

Adlx  CoBpaay  Piilwebw  •  Ba.A  [«K^tionnpini'iiis   dans    la    labr  caiion 

Mannheim.    Machine    ù    oddilioner  de-    disijues    enregìstreurs    de    sons 

a\er    nu^canisine   de   commande   si-  (b).     Bnregistreur     de     $ons     pour 

IrncieuK    par    clìqurC    et    avec    g  is-  machines   parlantes  (6). 
^ière    de    commande    deniéc    repu-        Bikcy  My   A.,    Porrentruy.    Ma- 

^ant    sur    un    gill-pr    (1).  ch'ne    ù    tuurner    les    pierres    fines 

AkUeitUkilMl     VcrmabNU     Re-  dninrrotierie   [b). 
gncnuklncr,      ileleiup.      Prrrect.        Badgalapl   A.    E.,    Genova.    Di- 

uu\    machiiies    A    culcu^er    (t>).  srhi    in    cpllulo'de    p-r    grammofo- 

Aktleiebkabet    V.    R.,    Copenha-  ni,     croniofoni,      f:rafufoni,      mac- 

gpn.    Machine   A    calculer    (9I.  chine    parlanti,    ecc.     (1). 

AllgcMlae     Eltcliicititi    Gmir-       Bftclttalap)  A.  E.  In  G.  B.,  Ge- 

KfaaK,    Berlino    Appar.    automatico  nova.     Appi  raziona    det'a    cet  u'o  dt> 

per    la    vendita    di    cle<lric'<ìk,    gas  per    la    produzione    dei    disebi    per 

ed   acqua   (6).  grafoFoni    e    macchine    parlanti  (1). 

Anerlcu   Gtapbophtiic    C»nipa-      9*rt  \-  e  attimi  W-,  tj'asgoiv- 


ìiliuciati  in  ItaUa  dal  16  noi\  1906  al  15  noi\  1907      83 


Innovaz.  nei  telemetri  a  osserva- 
tore   unico   (6). 

Bmuì  £.  e  Biandil  A.,  Firenze. 
Fenendoscopio,  nuovo  apparecchio 
per  Ì*ascolt azione  del  'suono  tra- 
smesso   nei    corpi    (3). 

Beaiaiiiiao  C.,  Torino.  Dispo- 
sizione per  incidere  sul  cilindro 
del  fonografo  una  comunicazione 
telefonica    (1). 

Bereslord  W.,  Livcrpool.  Per- 
fectionn.  aux  appareils  de  pesage 
automatiques   (6). 

BeMZzl  £.,  Milano.  Congegno 
atto  a  produrre  Timpronta  del  e 
indicazioni  relative  a' la  data  e  ad 
altri  contrassegni,  tanto  sui  bi- 
glietti a  cartoncino  d'ingresso  in 
stazione  che  sui  b' gì  ietti  in  gene- 
re d'uso  ferroviario  e  d'uso  vario, 
posti  in  distribuzione  a  mezzo  di 
apparecchi    automatici    {\). 

Bofem  E.  (Ditta),  Milano.  O- 
ro'ogio  tascabile  per  il  control.o 
delle    guardie   (i). 

Certbotani  L.,  Monaco  Baviera, 
{nstrumcnt  mééureur  universe*, 
dit  uTé  émètre»  tant  pour  les  u- 
sages  géodés'ques,  que  pour  les 
Uì»ages  mil  taires  et  de  la  marine, 
et  en  particulier  un  d  s  anc'mé- 
tre  pour  les  poànts  inacessibles, 
servant  aussi  bten  pour  les  po'nts 
fì.xes  que  pour  des  objets  mobiles. 

Chiossl  F.  fu  4.  e  Ferrari  G. 
fu  C,  Genova.  Nuovo  istrumento 
mus'cule     denonìinato     «Nosofono» 

(i). 

ClntsaiB    F.,    Melbourne.    Irmo- 

vazioni  nei  p'anoforti,  negli  orga- 
ni  e»  simili   istrumenti   (6). 

CoaMMipiia  Anon.  ContlBcnlale 
già  J.  Bmat  t  C,  Milano.  Nuovo 
apparecch'o  misuratore  di  distan- 
ze   (,0- 

Compagoie  Generale  Fran^aUe 
dei  dlstribuleiirs  Aat^Matiguf», 
Parigi.  Perfectionnements  nux  *di- 
stributeurs    automatiques   (1) 

CMipagnie  Generale  de  Phoao- 
graphes,  CiaématagMpbet  et  App. 
de  prechion,  Parigi.  Parleitr  à 
air  comprime  pour  phonographes 
gramophones  et  autres  machines 
parlantes  (3).  Appar.  reproducteur 
de  sons  pour  phonographes  et  au- 
tres  mjichines    parlantes    (3). 


Conrad  C,  Wiesbaden.  Horlo- 
ge  automatique  pour  la  cuisson 
des    oeufs    (i). 

ContreHmeteritab-Gesellscli.  nUt 
bescJirànkter  HaftaAg,  Bamicn.  A- 
ste  metriche  con  più  dischi  conta- 
tori   per    misurare    stoffe    e    simili 

(0. 

CoUereau  A.  L.,  Parigi.  Perfec. 
dans  les  anches  pour  Instrument  à 
vent   (i). 

Cranner  B.,  Kongsberg.  App. 
compteur   de   monnaie   (6). 

Dubs  £.,  Oerlikon.  Orologio 
con  dispositivo  elettrico  permet- 
tente di  azionare  in  tempi  prede- 
terminati appositi  apparecchi  elet- 
trici, per  es-  :  suonerie,  lampade, 
re'ais,  ecc.,  per  un  da'o  periodo 
di    tempo   (1). 

Eckeimann  M.,  Dresda.  Appa- 
reil  totalisateur  avec  di&qu  s  à 
(jrémaillères  commandés  par  un 
levrier   à   cliquet   (1). 

Elsd  Magyar  Antométer  Térsa- 
ség,  Budapest.  Bilancia  autom. 
f«er  merci  in  pezzi  o  versabiiì  ed 
anche  per   liquidi   (i). 

Engel  Em  Crementsthuk.  Perf. 
nelle    membrane    dei    grammofoni 

(i.S). 

England  J.  R.,  Rein  C.  M.  e 
KIrby  J.  H.»  Galveston,  Texas. 
Orgue    ik    anches    perfectionné    (j). 

csmaolt-  PeNerie  R .  >  Boulog  ne 
sur  Seine.  Lunettes  d*automobile 
^.  doublé  vcrre  empéchaiH  la  for- 
ma tion  de   la   buée  (6). 

Fawns  K.  E.  e  Kcrmode  G., 
Ross  Tasmania.  Distributeur  au- 
tomatique de  timbres-poste,  tickets 
et   artic'es   similaires. 

ferrarl  C.  fn  C,  Fabbrico. 
«  Prospettografo  Ferrar j  »s  istru- 
Vuento  per  ritrarre  giafìcamentc 
una  prospettiva  (i).  Telemetro 
senza  stadia,  sistema  MFerrari»  (i). 

Ferrer  S.  A.,  Valenza.  Système 
d'horloge  combinée  avec  tableau x 
indicateurs    (i).  — 

Fett  B.v  Dembica,  Gaizia.  Re- 
veil    électrique    (i). 

Finger  ft.,  Praga.  Exercis^ur 
pour  récartement  des  doigts  oour 
niusiciens   (6). 

Fischer  A.,  Londra.  Joint  uni- 
verse! nejLLl^lc  et  ^tanche  pour  ma 


84  DrtvtUi  d^inrenzione 


chin«s   par!antes   et   autres   usages  parlanti    (t>).    Machines    parlante^ 

(6).  (3). 

FlaUa   T.    S.   e   Schel.honi   F.,       Gratzc   E.   V.,   Leytonstone.    In 

Berlino.    Fojg^lio    elastico    in    forma  strument   indicaleiir   de   vitessr,    dt 

piatta   o   cilindrica   afo   a   ricevere  d'stances    parcourues,    etc.     (b). 
e   riprodurre  i  suoni   per  macchine        Haar   J.,    Bielitz.    Apfaieil    pow 

parlanti    e    suo    modo    di    prepara-  ìa   réproduciion   |3^aph:que    .!«    te  ns 

zione  (6).  et   de   sons,   et  de   leurs   coinbìnaì 

Fletcher  E.  O.,  Riversdae.  Cais-  sons   (6). 
Se    enregistreuse   perfectionnée    (i).        Hafca    A.    e    R.    (Ditta),    Casj^H- 

FoKhà   E.  fn   0.,   Parma.   «Gen-  Cannocch'ale    per   determinare  ^n 

ciclogonit)metro    (modello    B)  »    i-  go  i   di   quals'asi   specie   ne  Io    spa 

strumento  che  indica   il  raggio,   la  zio  (6).  — 

misura    degli    angoli    al    cenro    di        Halnei    R.    T.,    Londra.    Métho- 

un  cerchio  mentre  lo  si  descrNe(^).  d-  et  appareil  pour  indiquer   e:  en 

Frede'J  J.    C,    Pocatel  o,    Idaho.  registrer  les  viiesses  (6). 
Instrument  d*optique  à  contróle  é-        Bukìi  H.   F.  L.,  Parigi.    Instai- 

lectrkjue    {\).  lation    pour    la    reproduction    élrr 

Frey  A.  "e  C.  (Smielà),   Berlno-  tf-que   et   mlensive   des   sons    enre 

Machine  à  compier  la  monnaie  et  R'strés  sur  les  cyhndres  ou  disques 

à  la   mettre  en   rou  eaux  (i).  de   phonographes   (3). 

Oai.Iar4    0.,    Parigi.     Disposi»if       .nirtli    A.,    Cannstatt.    App.     por 

optique   pour   instrument   de   mesu  m  sure  di   precisione  di   spessore   o 

re    (1)  di   piccole   lunghezze   (6). 

Garfoii   VeadiBg   Machine   Cam  „  ^J!^ ,  J'^^^^^l ,  ^/^^ 

pany,   New-York.   App.   automatico  5yndicate  Limited,  Auck'and.    Pen 

distributore   per   la   vendita   dei    s.-  "«^'^    maccMne    a    funJznonamenio 

.r...-:   /t^\  automatico    mediante    introduzione 

tiaulticr    P..    Versailles.     Instru-  ^i    monete   (3).     .    ^  ^      „ 
ment    de    topografie    dit    «Topomé-        "?>«  A.  e  lUckert  A.,.  Zug.    Ap 

tiographe»    H).  P^^^/l  P«"/   «"«^   les   aiguiUes    de 

Gaavin  C/.  Cartler  H..   Bruxel-  "'^i^'^ISLS  ^'^v^.ii^^int.^rntnr. 
les  e  Brnnel  E..  I»ar  gi.   Bascu  e  à      ,  *f""^.   ^-    ^."^^^^  Integratore 

■       '..     ^^/.\  p'animetrico  a   disco   (i). 

curseur    automatique    (i).  ^  irA««*ii«*-iii*-    v      V;<»n««      a« 

Gelaf    L..    Pré  -  Saint  -  Gervais.        Koppenfteliier    K.,    Vienna.    Ap- 

IVrfect.   aux  instruments  à  cordes,  P^»*^^'    électr.que    pour    cnregistrer 

guitares,    mandolines.   vioons.    har-  ^"''  .^^^    P^'^^^^   ^^^.    morceau.x    de 

^"      .       /  \  musique  joués  sur  des.  irstruments 

pOS     etc.     ti).  ;     r-'-ìvìe^r    {fk\ 

Gebr.     Blankenagel    Commandit  ^   Rriipl  ^  p      Ak^leititcseUscbafft 

Gefellfchaft,     Bie'efeld.      Cassa    di  j.^^^^  «'Fr    '  i^^nette     à     prisme^ 

control©    ('5)-  niontóe   oscil'ante   avec   chambre    à 

Glening    O.    M.,    Copenaghen,  prismes    cvlindriques    (15). 
Mach  ne  à  additioner  (6).  ^^^^    jJ.^    New-York.    Mgliora- 

Gioy    O.,    Gollnow.     Bilanc'a    a  menti   nelle    tastiere   per   pianoforti 

bilico    a    fissazione    automatica    del  ^5) 

ponte  *o   piano   durante   Io   scarica-        imperi  G.  di  L.,  Roma.  «Violor- 

mento   del    medesimo    (1).  gano»,    cioè    organo    di    istrumenti 

Gonzalez   L.    E.   fa   P.,    Napoli,  ad   arco   (i). 
Tacheometro    a    lunghe    disianze.  Uaria    Zfihier    Werlte    Geseflsch. 

Gottfnrcht   M.,    Berlino.    Casset  mìi   beschrinkter   Haftung,   Mona- 

ta   per   fonografi   (i)-  co    Baviera.     Meccanismo     motore 

Gramophone  e  Typewriter,  Ltd.»  per    congegni    numeratori    (6). 
Londra.     Perfect.    dans    les    boltes        Johantgen     O.      D.,     Filadelfia, 
de   r<Jsonnance   pour   machines   par-  Machine    a    calculer    (15). 
lantes    (6).     Perfezionamenti     nel  e        Junghans    O.,    .Schiamberg.    In- 
cosse di  risuonpnza  del  e  macchine  d'caleur  de  vite^se^  a\^  tonimuii^ 


rilasciati  in  ttalia  dal  Ì6  nov*  1906  al  i5  nov.  1907     85 


de  par  friction,  pour  mouvements 
rotatlfs    (i). 

JLayolo  A.,  Torino.  App.  appli- 
cabi  e  ai  pianoforti  per  ottenere 
la  scritturazione  e  la  ripetizione 
meccanica  di  pezzi  musicali  prece- 
dentemente suonati   a  mano   (i). 

Leyhaufen  W.,  Mannheim.  Di- 
spos.  di  arresto  nei  distributori  au- 
to:ii«itici  a  p'atto  girevole  per  le 
mercanzie    (i). 

Liebmann  £.  E.  (Ditta),  Cera- 
Reuss.  Disp,  per  suonare  Tarmo- 
ntuni     (i). 

Liaan  y  Tavàra  F.,  Madrid. 
Nouveau    cadran   d  hor.oge   (i). 

Ldw  J.,  Munsier  i/\V'.  Dispo- 
sitivo per  il  cambiamento  dì  tono 
ne^li    strumenti    a    fiato    di    ot  one 

(«)• 

Lutz  L.,  Monaco  Baviera.  Ma- 
chine  à   additioner   et   à   soustraìre 

(>)•  — 

Lyon    G.,    Parigi.    Dispositif   so- 
nore   applicable    aux    instruments 
de    musique    (12). 

MarcilJiacy  C,  Parigi.  Machi- 
ne à  imprimer,  découper  et  déli- 
vrer  avec  contróle  les  billets  de 
chemìn   de   fer  (3). 

Martin  W.,  Berlino.  Transpor- 
teur  de  monnai^  pour  caisses  enré- 
l^istreuses    (6). 

Martz  A.,  Stuttgart.  Regolo 
ca'co  atore  per  predeterminare  le 
proporzioni  defi'.e  installazioni  di 
turbine  essendo  data  la  forza  d  ac- 
qua e  l'altezza  del  a  caduta   (i). 

Mdssner  A.,  Charlottenburg. 
Compteur  enregistrateur  de  vites- 
ses   (i). 

Mendel  0.,  Parigi.  Dìspos'tif  de 
parleur  à  air  comprime  pour  pho- 
nographes    et    gramophones    (3). 

Monti  D.,  Roma.  Contatore  u- 
niversale  automatico  con  tasto  e 
messa  a  zero,  denominato  «Datti- 
loautopantologista»    (2). 

Morse    E.    P.,    Cox    J.    D^    e 

Prcntiss    F.    F.,    .New  York.    Perf. 

dans  les  appareils  de  mesurage  des 

•  t?mpératures    (4).  — 

Mailer  Schlenker  (Dit.).  Schwen- 
ningen.  Dispostivo  per  il  carica- 
mento simultaneo  a  va  e  vieni  del 
movimento  d'oro' ogeria  e  del  mec- 


canismo   di    sveglia    negli    orologi 

Munoz   E.   J.   e   Garda  M.   A., 

Madrid.  Procède  et  appareil  pour 
l'enregistrement  et  rimpression 
des  bandes  ou  rubans  phonographi- 
ques    continus    (6). 

New  Jersey  Patent  Company;  O- 
range.  Procède  et  appareils  pour 
l'obtention  de  copies  d'enregistre- 
ments    phonographiques    (6). 

Noa  J<.,  Milano.  Dispositivo  per 
evitare  correnti  d  aria  quando  si 
aprono  le  porte  (3).  — 

Norbis  F.,  Bergamo.  Strumen- 
to musicale  in  forma  di  pianofor- 
te  e   suono   d'arpa   (3). 

Olimcr  J.  F.,  Dàyton.  Perfez. 
nelle  macchine  per  emettere  e  re- 
gistrare  biglietti   (6). 

O.lvetti  C.,  Milano.  Smorzatore 
per  istrumenti  a  equipaggio  mo- 
bile  (3). 

OptiKhe  Anstalt  C.  P.  Goerz 
Aktiengesellschaft,  Friedenau.  Sy- 
sième  optique  rcdresspur  d'imagfs 
(6).  Lunette  d'approche  à  systcme 
inverseur    dépla^able    (6). 

OptUchc  Werke  Casse]  Karl 
Schtitz  e  C.  (Ditta),  Cassel.  Ca- 
nocchiale   a    prismi    (6). 

Orlandi  L.,  Roma.  Macchina 
ca'colatrlce  sistema  «Lu'gi  Orlan- 
din    (i). 

Ossart  G.  A..  Rueìl,  e  Vergè 
A.,  Vincennes.  Verre  d 'optique  et 
son    procède    de    fabrication    (6). 

Parollnl  C.  di  A.,  Viadana.  D  a- 
framma      per     macchina     par  an:e 

Patterson  J.  W..  New  York. 
Dlstributeur  à  paiement  préa!able 
perfectionnè    (3). 

Petit    A.     N.,    Newark.     Disque 
pour   machines   par.antes   à   disqut 
enregistreur   et    procède   de    fabbri- 
cation    (3). 

Pietrasanta  E.,  Lucca.  Sistema 
di  tasti  a  stantuffo  per  strumenti 
musicali    di    ottone    (2). 

Pionzio  E.,  Torino.  Carrucola 
ppsatrice  per  la  pesatura  accelera 
ta   dei    sacchi   (i). 

^^M'^  ^»9  Poppi.  Segnalatore 
di  perturbazioni  sismiche  detto 
«Micros'asmoscop'o»  (i).  Ca'endu- 
rio  perpetuo  (i). 


J 


8d  Brevetti  dHnvensdcné 


Postini   A.    I.,    Londra.    Perfec-  ne   e   la   r'produzione   di    spettacoli 

dans   les   machines   è   calcu'er   (6).  cinematografico  grafofonic4    (i). 

PupMcbl    P.,      Firenz?.      Nuovi  Salcbcr   A.   Jr.,    Innsbruck.     Ma 

meccanismi    applicati    al    clarinet  o  chine/  à  ca  culcr  (i). 

e  in   tutti    gli    strumenti  a  fiato:  Schaafdbcrger        W.,      ZmHg: 

saxofoni,    flauti,    oboe,    ecc.    (15).  Compteur  de   vitesse   à   commandf 

Qninticrl   M.,    Napoli.    «Neaton»  mócanique    (6). 

ovvero    oroogìosveg  ìa,    gran    so-  ScUatel    E.,    Vienna.    Hrdrom^ 

nora   ad   ore   e   quarti   a    ripet  zio-  tre  à   capsule  et  à  man  ve '.e    (10). 

^^^^L       ^     .,.,           V,             ..  Schnelder    e    C.      (Società).      I^ 

Radice    F.    Milano.    Nuovo    da  Creusot    e    Rlmailho    E.,    N.uil.v 

framma    specia'e     con     punta     vi-  sur-Seine.    Teodolite    de    t^itnpà 

branle  per  ine  sioni  di  dischi  o  ci-  ^n^   /-\ 

lindri    fonografici.  ScImDert    e    Salzer,    Maichteea 

Ratfke  G.   e  Raéice  F.   Milano,  f^brik    Alitieflge*clltclia!t,       Chwn 

Di'^o    infrangibile    per    grammo-  ^ìtz.    Caisse    enregistreuse    (9). 

foni    e    macchine    consimi  i    aventi  ScMtte   J.,    Bremerhaven.    Com- 

incisione    speciale    ondulo  sussii  to-  jp^.^    enregistreur    de     vibrai  ons 

ria    per    renderli    indistruttibili,    e  /,v 

p^r    essere    cantati    col    diaframma  Scudder  H.  e  Hohmaiin   R.    K.. 

vertica  e    a    punta   fissa    e    processo  g^^    j^j           pj„^^              g^^   ^     ^ 

P^'o  '^  A*"?-   fabbricazione    (3).  ,„onture   les   lenii  les   de   pince  nez, 

Rak  A.  Cesky  Brod.  Bascu  e  hy-  ^t^.    /,) 

draulique    pour    pesnge    automati-  è^l.-    r.     aì    m      ti     ' ^       t  *. 

a2  r.«.!^4^o   /A\  5e«a   0.   di   B.,   Bari  e.    «Lilon- 

"' R.-»g2tal    O     *Ì-     F.    Torino.  '-?'--,.   «■■"--'»  ,""0  »   ^i^"- 

ADDarecih=o    oer    trasformare    au-  ^^  *"   polvere   i  calcoli   vescicali    li 

,  ^*^^.     _     ,  *^  ' ...   ^^    «'/«u»  mandoli  entro  la  vescica  stessa  (i). 

tomaticamente    in    scrittura    a  f abe-  «^^     -.      «^.«i     <-                  i>     ' 

^  •    „^*:     !-*•    «r«    ««^.^  S^C»    "•    rOfoI,    Genova.    «Pori- 

tica    i    suoni    articolati    al  a    paro  .  „      .           v»            -,•     ^-.-. 

I                    •       j      •               „  .♦„„  drometro».    Nuovo    istrumento    p- r 

la   e   per   nprodur.i,    pure   automa-  .  ,.                      .          ^.. 

^    P  •       ^^  ^,"     •  J^  pesare    carichi    sopra    ga  legg  anti 

t'camente,    a    distanza,    a    voce    e  *\    .                 f^^^wT  /,\ 

•  '           _  . ' ^^.^.^^^  od    m    terra    lerma   (2). 

per    iscritto      contemporaneamente,  ^^       ^.          ni                     *-. 

medwnte   linee    telegrafiche   con    fi-  ,,J^^'       n'*^     x*     u-  ^^*  ^     ' 

lo    e    senza    filo    (i)  trd.ews.    Parigi.    Machine   portati- 

RcchDltzer    A.,    Berlino.    P.rfec.  ;^?„  f    »niprimer.    à    contro  er    des 

app.    aux   machines  à   ca'culer   (h).  ^l''^'*   ^«   ^^^^f  ^«^^  de   catégories 

Appareil   controleur  pour  machines  d'fférentes    et    à    totaliser    automa- 

act  onn^es  par  des  touches  ou   par  tiquement    les    recetles    (3). 

des  leviers  (6)  aoulie    de    Cesac    J.-J.,    Lione. 

Reithoffer    M.    e    Morawetz    F.,  ^-«^fi^"®",^   "l»'*^»'*  i^)-     ,     . 

Vienna.     «Commande    des    horolo-  Spltz    L.,    Berlino.    Perfect  onnc 

ges  par  ondes  électriques»   (6).  "lents  à  la  machine  à  calcu  er  sy 

Remedio    V.,    Brescia.    Obbietti-  stèrne   «Thomas»»    (i). 

vo    mu'tiplo    per    cannorchiali    (2).  Stoppa    L.    fu    C,    Milano   «Au- 

Rittneyer   F.,   Appenze  I.    Dispo-  fonopiano»»    apparecchio    da    app  i- 

sitlf    pour    indiquer    à    distance    le  carsi  ag'i  istrumenti  a  tastiera  per 

n'veau   des   liquides   (5).  suonar.i    meccanicamente    med  ante 

RMer  R.   E.  A,.  Chemnitz.   Di-  Timpiego    di    cartoni    forati, 

sposìtif    pour    régler    la    force    du  Templetoa    W.      G.t       Colorado 

son   dans   les   appareils   pour   jouer  Springs.    Perfec.    app.    aux    balan- 

mécaniquement    des    instrumenls    à  ces  (6). 

touches   (1).  Tetta   A.,    Milano.    Sveglia  elet- 

Rusznyik    L.,    Fé' so  Oszko.    Per-  trica    a   ripetizione   con    accens  one 

fec.    des   app.    automatiques    (i).  automatica    di    lampadi!na    e'eltri* 

Sala  C.  la  De  Catte.U,  Torino,  ca  (^). 

Sistema   di   collegamento   per   ren-  TMapfOn    H.    F..    KewVorlc. 

dere   contemporanea   la   regislrazio-  Perfec.    dans    les    pointes    de   gra- 


^ntasciatl  in  Italia  dal  i6  non.  Ì9Ó6  al  16  nòv.  1901      87 


pho^hones  et  autres  machines  sèm- 
blab  es    (i). 

TlncaDa  M.  fu  T.,  Bologna. 
Occh-ale  per  ottenere  la  correzio- 
ne   della    vista  df  et  tosa  (i). 

TrevelUan  F.  H.,  Wellington. 
Reg'.slratore   di    cassa    perfezionato 

(6)- 

Trlnks  F.,  Braunschweig.  Ma- 
chine h  enregìstrer  et  à  addìtion- 
ner    (i). 

Triulzl  P.,  F'renze.  Periscopio 
composto  per  battelli  sottomar.ni 
torrette  di  comando,  batter  e  ma- 
scherate, ecc.,  e  osservatori  (3). 
Unione  elettricisti  (Ditta),  Mi  a- 
no.  Cronometro  comandato  e'et^ 
tricanienle    a   distanza    (3). 

Van  Houten  J.  W.,  Amsterdam. 
App.  pour  tendre  Ics  cordes  des 
instrumenls   de   musique   (i). 

Vedasi  F.IU,  fu  A.  (Ditta),  Le- 
gnano. Nuovo  meccan'.smo  per 
mettere  rapidamente  a  riposo  le 
stadere  a  ponte  in  bi.ico  (9). 

Verde  F.,  Spezia.  Giroscopio  a 
camera  oscura  "per  m'surare  le  di- 
s.aiize    zenitali    degli   astri    (3). 

VoIpkelH  ZanoBi,  Roma.  Lenti 
di    ce  lu'oide   trasparente   (2). 

Velt-Ampère  GeseUtcbaft  Flei- 
sctanann  e  C,  Francoforte  s/M. 
Instrument  de  mesure  des  vltesses 
et    compteur   de   tours   (6). 

Von  Bomfdorff  E.,  Bres'au.  Ap- 
pareìl    d'orientat  on    (15). 


Walker  H.,  Jones  A.  M.  e  Me. 
Coy  H.  W.,  Sistersville.  Machine 
à  p«rcer  Ics  feuil  es  de  notes  pour 
Instruments  de  musique  automa- 
tiques    (6). 

Wanten  J.,  e  Harris  L.  H., 
Bìnghamton.  Perfez.  negli  appa- 
recchi per  suonare  meccanicamen- 
te   il    volino   (6). 

Wawrina  E.,  Vienna.  Disp.  ri- 
cevitore e  r.produttore  per  fono- 
grafìe e  grammofoni  (i). 

Woliheim  H.,  Benino.  Appa- 
recchio automatico  per  la  vendila 
di  articoli  in  striscic  o  nastri,  co- 
me  francobol.i,    marche,'  ecc.    (1). 

Vormser  A.,  Parigi.  Kaleido- 
scope  (i)- 

Zeiss  C,  (Società),  Jena.  Ocu- 
laire  de  Ramsden  a  verre  d  oeil 
compose  d*une  lentille  collectrice 
simple  et  d'une  lenti  le  doub'.e,  di- 
vergente ou  convergente  (6).  Lu- 
nette monocula.re  doub'.e  avec 
deux  champs  al'ongés  dans  une 
direction  (6).  Objectil  simple, 
compose  de  tro!s  lentilles  accolées, 
avec  une  surface  de  contact  di- 
spersive, concave  vcrs  le  diaphrag* 
me,  et  une  surface  de  contact  col- 
lectrice, convexe  ver»  le  diaphrag- 
me  (6)..  Objectif  doublé  asyrtiét 
trique   (6). 

ZigBoai  T.  fn  A.,  •  Tregnano. 
Guìdadita  Zignoni  per  lo  studio 
e  ementare  del  meccan'smo  piani- 
stico  (2). 


XL  —  Armi  e  materiale  da  guerra,  da  caccia  fi  da  pesca. 

Ai-mì  da  fuoco  portatili  —  Armi  bianche  —  Affusti  per  artiglierie,  montature 
diverse  per  cannoni,  apparecchi  di  caricaménto  —  Cannoli  divetst,  apparerckt  tlt 
Puntamento  ^  Cannoni  e  cariche  grandinifughe  —  Cartuccia,  inneschi  e  p-^Juttxli 
dwersi  —  Materiale  per  la  marina  da  guetra  —  Egmipaggiamento  delle  truppe 
—  Trasporti  militari  —  Corazee,  opere  coraxxate,  foriificauioni  ed  altri  lavori 
militari  —  Tiro  a  segno  —  Attresxi  da  scherma  —  Arnesi  per  caccia  e  pesca. 


d*Adda  L.,  Torino.  Sistema  di 
protezione  del'.e  navi  da  battaglia 
mediante   calcestruzzo   (^). 

Armslreiig  W.  G.  Whilwortli  e 
Company  Limited,  Newcastle-upon 
Tyne.  Perfezion.  nelle  spolette  da 
proiettili  (15).  Perfez.  nei  pro'et- 
tUi  (g).  Perfez.  nei  mezzi  di  sicu- 
rezza per  le  spolette  di  percus- 
sione per  le  arligl'erie. 


Bang  Sdren  If.,  Copenhagen. 
Mécanisme  de  charge  par^  la  cu- 
lasse   pour    fusi  s   à   répetition    (9). 

Bastrnp  C.  G.  e  Mentz  J.  n., 
Copenhagen.  Fusée  percutan^e  de 
sùreté  (6). 

Basilone  R.  M.  di  F.,  Napoli. 
Congegni  di  sicurezza  per  fu  ci.  i  da 
caccia    e    da    tiro    al    piccione    (i)- 

Behr     Burliand,     SuhI.     .Vrrc^to 


88  .  Èrevt'ili  d* invenzione 


de  la  «anna    per    armi    da    tiro    di  armi  da  fuoco  lustrazione   dej    bt^ 

o^ni   genere   (6).  soli    di    cartuccia    fatti    con       Jegb* 

Berti   S.,   Kimini.    Macchina  per  d  a  luminio    (i). 
caricare    cartuccie    da    caccia    (3).         Civran    C.    di    D.,     Pordenone 

Bethlebem   Steel  Company,  Sout  Applic.    separata   del  a   pa'a     e    dei 

lieth'ehem.    Mécanisme    de    pointa-  picix)ne     al      ca'cio    del     fuoile    dj 

j^e    et    de    mise    de    feu    pour    ca-  guerra.    (2). 
nons  (6).  Colt  Giin  e   CarrUge    Compiwy 

Biche!    C.    E.,    Amburgo.    Proc.  Limited,    Westminster.    Perfe<:tÌon. 

per    dare    maggior    resistenza    alle  app.   aux   fusils  aulomatiques    {isì- 
cariche    esplosive     ricoprendole    di         Cowper-Coles    Sherard     OsÌN»ra« 

un    tessuto    adagiantesi    suFTa    loro  Londra.   Perfectionnements  dans    la 

forma  (1).  fabrication   des  dou  l'es  de   cartou 

Bliss    E.     W.     Company,    Broo-  ches   et   autres   anaolgues    (6). 
klin,   New- York.   Perf.  negli  appa-        Damancler   M.   e   Tardy    IH.    J. 

rocchi  di  sterzo  per  le  torpedini  au-  v.    Alme    Dalzon,    St.     Chatnond. 

tomobi  i  (6).    Perf.   nelle  valvole  di  Perfectionnements    au.\    bouches     à 

riduzione  della   pressione  ne  le  tor-  feu    de    tous    calibres    réculant    sur 

pedini   automobili   (6).  leurs  affùts  (14). 

Bon  J.  A.,  Vincennes.   Projoc  ile        Davey    A.    J.,    I.ondra.    Perfect. 

pour   armes   à   feu    (15).  relatifs    aux    óuuìpements     militai- 

Botti  B.  fn  B.,  Lumezzano  Pie-  res  et  autres  (6). 
ve.    Pisto'etta  «Bottii)   (4).  Dawson   A.    T.   e   Bucl&hain    G. 

Briinning   K.   A.,  Zaandam.   Fu-  T.,   VVestm'nster.   Londra.    Perfect. 

sii   de   guerre  automat  que   (6).  aux  appareils  de  pointage  pour  ca- 

Broayèrc   J.    e    Spaak    L.,    Bru-  nons    (15).    Perf<'zionamenti    negli 

xelles.    Pe'le   de   campagne   à   usa-  apparecchi    di    mira    (congegni    dì 

ges  divers  (6).  punteria)   per  armi  da   fuoco   (15). 

Browning  J.  Moses,  Ogden.  Delport  J.,  Parigi.  Frein  ré- 
Arme  à  chargement  par  le  recul  cupérateur  à  air  comprìme,  sup- 
à  canon  fixe  et  ferme'ure  non  ver-  plimant  IVmploi  des  freins^  hy- 
rouillable    (1).  drauliques  dans  les  alTùts  de   bou- 

Bruno  G.  fn  G,   Palermo.   Con-  ches  à  feu  (15). 
gegno   da    sparo    per    lo    scatto    i-        De    Romedi    V.    di    G.,    M'iano. 

stantaneo  dei  cannoni  app  icato  ad  Lanca  siluri  aereo  (3). 
uno  dei    volantini   di   manovra   per        De   StefMio   A.,    Roma.    S  s  ema 

la   punteria  dei   cannoni   stessi   (2)  per    limitare    la    corsa    di    rincu'o 

Bucciantini  E.,  Roma.  Tendi  da  d'una   bocca  da   fuoco   e   per  far!a 

campo    «Bucciantini»    mod.      1907  ritornare    in    batteria    (3). 
(3).  Deutsclie    Waflen-und    Mnaitions 

Burean  A.,  Domain  de  ^a  Feui!-  -fabrllien,     Berlino.       Proietlle    a 

lade,    Nimes.    Turplle    marine    au-  punta  per  armi  da   fuoco  a  mano 

tomotrice  à  propulsion  réactive  (3)  (6).    Perfez.    apportato   al    griretto 

Calderara    M.,    Wrona.    Conge-  delle    mitragliatrici    (6). 
gno  di   tiro  ridotto  per  artiglierie         Duisburger      Masdiinenban- Ali- 
navali   (2).  tien    Geseirschaft   vorm    Bechem  e 

Camet    Blaise,    Lione.    Sys*^.    de  Keetman,  Duisburg.  Disposit  on  de 

obus  à  p'ombs  pour  le  t*r  de  chas-  soutes  à  charbon  dans   les  navires 

se    aux    grandes    portées    (6).  de   guerre  (6). 

Carminati    G.    fu    V.,     Verona.        Erste    Ungarìsclie    Conserveoff- 

(«Alzo   cerchio»    apparecchio  per   il  brili    und    Metallwaarenfabrilt   des 

puntamento    de'le    artiglierie    (i).  M.    Weiss,    Budapest.    Pro'ett  le   a 

Centra^Btelle   ffir   Wissenscliaft   -  camicia    (6). 
fieli  -  teclinisclie,      Untersnchungen       E.    W.    BUss    Company,     Rroo- 

G.  m.  b.  H.,  NeubabHsberg,   Ber-  klyn,    New   York.    Mezzi    perfezo- 

lino.   Proc.  per  rendere  facile  ncMe  nati    per    la    propu's'one   di   torpe- 


rilasciali  in  Ilaìia  dal  iG  nov.  ISOG  al  15  uov 

lini   e   filili  i   meccanismi   medianic    culatle   dei   pezzi   d'a 
ir  a  compressa  (6).  Perfpct.   aux  appareil 

FahriCD^Iabrlk    ElMnach,    EUe-    Itu   d«s  canons  (6). 
luch   AftQc   sur   roues   pour   pitces        HMcbklH    OrdM» 
le   campagne  L   llr   rapide  (9),  Limited,    Londra-    Sy 

Farquhar  Moabray  Gare,  Aboy-  lionné  de  mitraìlleuii 
le  e  Hill  A.  H.,  Kiimin^li^iiii.  me  de  canon  srmi  aul 
Vrfpcr.  dans  les  armes  ù  Feu  auto-  RoiJc  G.  Huillt 
naiiques   (6).  Clinois.    Projectile    p< 

Freddi   U.,   Milano.    Nuovo  fuci-        Klrcùol    J.,    \Vi  me 
e  ■il-'rwldu  a  rTpetizione  ed  a  cari-    rotore   a    blocco   pei* 
o  (2).  .ragra.rici   e   armi   d 

'     lat  li   di   qua  siasi   tip 
KloM    G.,    Duss«l< 
e   de    leu    aver    meiit    pour    fourreauj 

- :    (is).  mftalliqups    (1). 

Fullan  J.    Duncu    Bcrllc,    New-        Krnpp     F.,      Akti< 

bridge.   Appareil   perlecComié   3  ar-    Essen   a/R.    Pièce  d'i 

*■■'  ■       ■'■        ■     '■        de    iiflila   il   porle-bouche 

lant  et  ligne  de  mire 

Sem-    (i.';).  Uispoìtif  pour  li 

hauleur  d^s  pitces  d'^ 

E.,    Belh'ehem.     Pn-    Affùt  i  WFpse  avec  | 

qui"  de  blindaRe  (6).  i'tée   i    une   loilure   ci 

GcnovMl   F.   fu  F.,  Roma,   ('.ir-    .Svslèmc  de  gargoussi 

luce'e   per   liri   ridoni   e  da   eserci-    d'artill^rie  (n;(.   Sysiè 

l:iz'o>ii    (1).    Fuci'c    aulomalico.  le    dispone     sur    le    b 

Giacchetti    V.    C,    Roma-.    Co-    piices  d'arlilerie  ave< 

razza   Giacchetli   per    il   deviampnlo    bouche   à    feu    sur   l'a: 

dei    proietlili    al    moinento   de  l'i m-    sposilif  de  stirene  des 

[Killo   (3).  cher   l'ouverture  du   r 

Gramard    E.    L.,    Orleans.    Pio     culasse    des    pièce»    d 

che  pel  e   porcative   (6)-  ras   de   rati^s    (15).    li 

GraUl    G.,   Torino.    Equipaggia-    pointa^e    pour    pièce* 

mrn'o  perfezionato  per  armi  a  pie-    (15),   Pi^ce  d'arlillerie 

di    (1).  ne  de   puinlajje   en   h. 

Grnnwald    C,    Bredeney   Projec-    dente,    munie   d'un   ti 

tile  de  ruptiire  À  novau  d  ac'er  p'a-   diaire  coinprenant  une 

c6    contee    le    tond 'd'une    chemise    e'  une  hélicoidalc  (i^l 

(1.0-  fili,    riislafie    de»    fuE 

Hale  F.  M.,  Caiford  Kent.   Co-    corps   de   réglage   eoa 

struzione    perfezionata    di    granala    sceptibles  -d'èlre    touri 

esp'osìva  a  mano  (i),  r.-ipport  à  l'autre  (i.l) 

Hanlltoo    Beltoii    Taltnall,    Fin-    tillerie  à  recul  de  la  I 

chley,  M*ddle!ies  e  Stroad  L.,  l.on-    sur   l'aFTùt   uvee    rerm. 

dra.    Perfect.    axix    hausses    de    ca-    et     syslème    d'ouverlu; 

nona   ((>).  que   de   la   ferm eture. 

Herrmana    G.    H.,    Schwe'dnilz.         Imperlali    R.,    Ror 

Involufro  fallo  di   pei   animali   per    carica    per    granale    pi 

produrre  cartucce  per  fuochi  di  «i^        Jobnion   E.   MattliiM 

gnalailone  di-i  bersaf;li  neg^i   iser-    Perfez.    nei    proiettili 

c;>^;   di   tiro   delt'art'glieria   (i).  Lauro  F.  Iti  A.,   Ite 

HUM    P-,     Oosteldorf,    I.aminoir    ranisnio  di   punteria  p 

automatiqiie   pour   canons   de    fiisils    navale  (i). 

(!).  Leon  K.  O.,  Karl* 

Halniitrom  C,  Londra  e  Mld-  pfr  regolare  la  pos'zii 
dlcIUB    E.,   Sbedic^d.    Perfei.    nelle    !»i   di    m* 


90 


Brevetti  dHn veiìzicmé 


mina,  gavitelli,  segnai  marmi  o 
altri  galleggianti  ancorati  nell  ac- 
qua (6).  Disp.  nelle  mine  sottoma- 
r.ne  per  l*abbassa mento  automa- 
t.co  e  rispettivamente  lo  scoppio 
del  a  mina  qualora  eventualmente 
essa  si  strappi  dal  punto  in  cui  è 
ancorala    (6). 

LHizatti  A.,.  Ravenna.  Sega  mi- 
litare  a    telaio   scomponibile   (3). 

de  Macar  J.,  Embourg,  e  D^lat- 
trc  S.,  Angleur.  Projeclile  à  téle 
déformable  (6). 

Marolda  À.,  Cuneo.  Goniome  ro 
diagramma  graduato  pel  punta- 
mento de  le  artiglierie  (1). 

Marrel  Frères  (Soc.),  Rivede- 
Oer.  Proc.  de  fabrication  des  p  a- 
ques  de  blindage  (^). 

Martin  l.,  St/ Etienne.  Plsto- 
let  automatique  (^). 

Marzarì  E.  C*  L.,  Parigi.  Sy- 
stèine  de  refoulement  des  projec- 
ti!es  pour  pièces  d'artillerie  de  gros 
ca  libre    (6). 

Westminfter  M.  C,  Maunsell 
Londra.  Perf.  nei  proiettici  esplo- 
sivi (15). 

Mauser  P.,  Oberndorf.  S  stema 
di  otturazione  per  arma  a  canna 
scorrevole  che  si  carica  per  effetto 
del  rincqlo  (i).  Perfect.  aux  armes 
à  feu  spécialement  aux  armes  à 
chargement  par  le  recul,  avec  ca- 
non   mobile    (i). 

Me  Comble  T.  G.-F.  Gibbon, 
Monkstown,  e  Me  Ilwalne  J.  B.  S. 
Foxrock.  Perfez.  nelle  miniera o 
proiettili   esplos'vi    (2). 

Minetola  P.,  Pulsano.  Nuova 
m'tragliatrice  a   fuciliera  (2). 

Màtchcll  F.,  Londra.  Tiro  a 
bersaglio   automatico   (6). 

Moser  J.   U.,  Tlionne.   Appui  de 

fu^l    (3). 

Nemeth     A.     e     Strohbach    O., 

Raab.  Perfect.  apportés  aux  appa- 
reils  de  pointage  pour  fusils  (6). 

Nenbaeber  F.,  Gumbinnen.  Per- 
fez. nelle  brande  militari  chiud- 
bili    (1). 

Normand  J.  A.  e  Normaiid  F. 
E.  e  Normand  M.  E.,  Havre,  Per- 
fect. aux  canons  poisités  k  lY*paule 
sans  intermódiaire  de  vis  et  eu- 
grenage    (o). 

Novero  T.  e  C.  (Dltta>,   Spezia. 


App.    di    d'sattivazione   a    distanza 
per  le  torpedini  vigilanti. 

Obry  L.,  V.enna.  Perfect.  ap- 
portés à  Tappareil  pour  le  tir  au- 
tomatique de  canons  de  marine 
(6). 

Pagani  G.  In  M.,  Genova.  Pa- 
ra siluri  a  rete  metallica  (1). 

Parise  M.  e  Pecoraro  S.,  Roma. 
Nuova  sciabola  per  ufficiale  model- 
lo   «Parise- Pecoraro»    (i). 

PasqnaUB)  L.  e  Martintz  G., 
Firenze.  Dispos]zione  per  la  ma- 
novra a  d:stanza  di  proiettori  e 
artiglierie   (3). 

Ferino  Gà,  Roma.  Perfez.  nelle 
mitragliatrici  (1).  Tramoggia  per 
l'alimentazione  multip'a  detle  car- 
tuccie  alle  mitragliatrici  e  armi  a 
tiro  rapido  (3).  Mitragliatrice  au- 
tomatica perfezionata  (1). 

PI22I  E.  e  Plzil  D.,  Torino. 
Bersaglio  meccanico  volante  per  e- 
sercitazioni  di  tiro,  in  forma  di 
piccione  od  altra» 

Folte  E.,  Sudenburg-Magdeburg 
Proc.  per  trasformare  prò  et  ti  li  e- 
sistenti    a    camicia   per   la   fanteria 

(1). 

Puff    e,    Spandau.    Spoletta    a 

percussione  o  spoletta  a  doppio  ef- 
fetto (i).  .Spoletta  a  doppio  effe  to 
per    proiettili    esplosvi    (13). 

Pnrgottl  A.  e  Purgoftl  L.,  Pe* 
rugia.  Dischi  paraffinati  per  car- 
tuccie  (3). 

Racle  A.,  Pola.  Correc'eur  d'in- 
cl'na'son   pour   torpilles. 

Reardon  R.  E.,  Ottawa.  Perf. 
negli  -alzi  di  m'ra  dei  fucili  o  di 
altre  armi  da  fuoco  (6). 

Renfors  H.,  Kajana.  Congegno 
per  fissare  pistole,  rivoltelle  0  s  • 
mili  armi  su  bastoni,  ombrelli, 
bastoni  alpini,  fodere  di  spade  od 
altri    s'mili    oggetti    retti    e    curvi 

(1.0. 

Rhein:sche  Metallwaaren  and 
Mascliinenfabrik,  Dusseldorf  -  De 
rendorf.  Régulateur  de  llau  de 
pour  pièces  d'artil'erie  à  recul  du 
canon  (15).  (irenade  à  main  (15). 
Dispos'tion  pour  assurer  l'iissem- 
blage  exact  des  organes  servant  à 
transmettre  le  mouvement  d'élé* 
vation  au  mécanisme  de  frein 
dans  les  pièces  d'art'llerie  à  regia- 


rilasciali  in  Italia  dal  16  noti.  1506  al  Hi  nov.  1901      91 

Re   outomatiques  du   recul.   —  Di-  iil    datfùl    à    li.-Ceons    iniérltures 

sposili!   pour   te   lir   aulom.   àt   pie-  ussurani   la   torreclion   uulomaliijuii 

'ces     d  arti  Ieri  e    avèc    (eritielure    d«  dr    i 'Ìn<:linai«tn   de    l'egijieu    (j). 
culasse  à   vis  ou   à   con    (ij).    Di-        SchoubM  J.  T.  S.,  Copenhagpn- 

spositif  d'ouverture  automatique  de  Arme  à  (eu  porlative  auloinalique, 

la    cubasse  des  pièces  d'artil.erie  à  inodile      lyoi,     sysième     Si-houbou 

recul  du  canon   (.5).    Hausse  aveo  (y). 

lit^ne  de  mire  indfpendanle  et  com-        Scbonboc    J.    T.    S.,    RunRstrd- 

pensul  on  autamtiiique  de  la  devia-  I-adegaHrd,      Kungsled,      Nouvi-iiC 

lion    lalArale   pour   pièce   d' arti  lene  disposition    pour   les   arme-,   ù   rikul 

ù     haute    élévation     (1.5).     Projeclile  avec     culassr     oscillarne    ('jj. 
UTtitatre    à    Charles    exp]o»ves     il:  Selbacll     P.,     Colonia     s/K.     Vt- ■ 

par^es   d'obui   el   de   ahrapnell   (15).  tard    (1). 

KMb     a.     (D  tia),      Vienna,      e        SmuJtn    A.    F.    (Dia).    Schie- 

Kraka   K.,    rrag-Weinberg.    Nuovo  dam,   App.    lance-lorpille  pour  sou:*. 

proiettile    (i).  marìns    et    Mibiner^:ible:i    (6). 

Rolh  G.  (Ditta),  Vienna.  Vaste  Soc.  Abod.  Joka  CtKkerUI,  Se- 
de fond  à  explosion  sùre  pour  obus,  raing.  Sysiènie  de  coupoles  cuiraK- 
destinlSs    à    Iranspercer    la    cuirasae  sées   (1). 

des    navires'(i)-      Proiettile    fatto        SocUté      aDlomabDc*      Charroa, 

con   un.i  lega  di   vo  framio  forgia-  Girard*!  e   Volgi,   l'uieaux.    Sys  e. 

b*le  (1).  me  de  coupole  destìni^es  à  de»  piè- 

Rnultuka  P.,  Wets,  AntM  Kel-  ces    d'ariLllcrie    Ifgère    (3). 
I«r    Mclallwcrk   tmi     MnaltloBita-       Scclélé  Marre)  flint,   Rite  dc- 

brlk,    Eniesfe:d.     Congegno     di    a-  (ììer.     Proci^f    de     (abriratioii     Ues 

vaniamento  delle  cartuccie  ppr  ni  -  plnque*   de    blindage. 
iraffliatriri    e    pe^zj    d'ani  RI  leria    a         Santoni  LclelUcr   A-,    Parigi.    Tir 

laricamento   automatico   (b).  à    but   mobi'e   et   ù   project. 'e   guide 

Sala   A.,    Me'zo.    App.    da   sparo  (,)). 
per   fugare   i   cani   ()).  *■■>   Stockna   A.   J.,   Amsterdam. 

SalBOlragU    A.,    Milano.     Sist.  App.    à    gouverner   les    lorpi.les    et 

di   punteria  ottica  con   lanocchiule  sous-maring    (15). 
per  a'iX  di  cannone  ()).  Snh-Targcl    Gnn    C*apa«;,    Bo- 

Satamoac     P.,     Kom.i-      Fiocina  s-.on.    Mass.    Dispositivo    di    ber.a- 

(rrnata    app'icabile    ai     fucili     ordi-  glio   per   e^rcitaiione   (t;). 


caccia  U). 
lUcr  •   C.le 


Taddcl    G.,    Roma.      TrlrpediVi 


SchaaUcr  •   C.le  (Soc.),    Parig*. 

DispoMlil     d'uffùt      pour     muctfriel  motore  rotat!\-o  (1), 
d'artillerie  de  bord  de  moyen  et  de         Tetta    A.,    Ronia.    Tamburo    da 

petit    ca'ibre.  rìvoitella   per  cariche   senza    proiet- 

SchaeMcr  e  C.le  rSoc-],  Le  Creu-  li'e    (0- 
sol    e     Rlnaflho     E-,     Neuilty  sur-         Toicbl,      Ca(te!U     e      Mkke'ont 

Seine.    Affflt    A   long   recul    pour   le  (Diliu),    Brescia.     Carub'na    pT    ti 

tir  10US  de  grands  angles  (i).   Pro-  ro   da    sala   delta   Teronomica    (1). 
ciàt    et    dispositi!    permettani    de         Ulirkh  L.,  Vienna  e  Vealer  W. 

faire  passer  un  canon  de  son  affùl  Wediing.    FusiU  sans  chien  à  mi- 

sur    une    rature    porte  canon    (.i).  se   de   feu   électrique  (d). 
.Appareil    de    polntage    en    hauieur         Veriocckl    A.,     TsK^a    del     I.ìri. 

et  en  direction  pour  bouches  6  feu  Pistola  aulomalica  a  leva,   sistema 

de    tous    calìbres    (.i).    t'ulasse    ser-  \'er?occhi    (1). 

vunt    à    rharger    un    canon,    m^me        VIckeri  Smh  e  Malta   LinNed, 

de  gtos  ca  ibre,   soits  le  plus  grands  Londra.     Perfez,     negli     apparerrhi 

angies  de   t're   (■]).    Support   pl'ant  elettrici    di    trasmissione    e    rlrr7Ìo- 

,'1  dressage  rapide,  parliculiiremenf  ne  dei  segnali  per  dirgere  lo  spa- 

npp  ieub'e  conime  observatoire  pour  ro  dei   cannoni   (is).    Miglioramenti 

les_    manoeuvres_  d'nrtillerie_    (,i).  nelle    armi    automatiche    (,i).    Inno- 


Jh-ewlii  d' 


lomaliche  e  ai   loro  affusti  o  sup-  uilluge  de  la   f^rmeiure  (i).    Arme 

porti   (3).    Pcrfect.   sux  conons   ou  u   Itu  auiomatiquc   av«c   fermeture 

fusìls    automaliques    (15).     Perfez-  à  bk>c,  uliMsable  lunt  comme  amie 

n,"gli    apparecclii    di    mira   {conge-  ù   charg-^menl   automalique   par    te 

gn\  di   punteria)  per  armi  da  fuo-  recul,  que  comme  arme  à  charger 

i-O   Os),  coup  par  roup  (1). 

V«    Krattfl   C.   i:r.,h-.     A„p.    à  WhiUhMd  eC.  (Società).   Fiume. 

r    le  Appàreil    dìreileur    pour    lurpilk-s 

feX  'Whiltog     W.     J.,      Handsivorlh- 
l'erd'fìunampnti  nelle  armi  da    fuo- 

itunt  WIckcra,  Som  è  Maxim,  Limited 

urna-  landra.    Perfert.   au    mécanisme   de 

1   tir  "culasse    des    canons    (is)."   Verlei.t. 

li).  nux  atfùU  ou  montures  des  canone 

■tert.  (lO. 

utilii  Wlcbc  $.,  Brooklyn,  e  Laewea- 
thll  E.  H.,  Rockaway.  Sous  ma. 
f  al  fin  torpilleur  (6). 
prò-  Zlronl  B.,  Terni.  Disposiz'one 
sii  à  per  trasforjnare  un  lui'ile  a  ripeti- 
ne à  tìone  con  chiusura  a  cilindro  scor- 
p  re-  nuvole  in  Tue  le  automalico  imira- 
>l)ile,  Ka/zinando  la   for?a  dovuta   al   r  n- 


-  Stpfta.Hit-lo  f  c«Hsr^ 
ah'alititiii  t  mini  Ili  SI 
:t   Et  (ppirerchl  di  s 


Proc.  vugenle  da  applicarsi  'sotto  le 
,bles-  piailafornie  dplle  vetture  automo- 
!>  en  triti,  agente  automa  i.  cameni  e  per 
contado  col  corpo  .  investito,  ed 
sedi-  anche  per  manovra  dd  conduttore 
a  la'  Birgclwer  H..  Wunslorf.  App. 
oste  rico  per  u^evulare  i  parti  tid- 
lova.    le  vai-che  ()). 

tuia        Bufoni  C.  In  G.,  Genova.  App. 
lei/o    per   ipoUoclisì   (1). 

va  Bliua  F.,  1-irenze.  Proc.  ed 
i).  app,  per  la  sleril  zzazione  elrllrìia 
App.  dr  liquidi,  cibi  liquidi,  seiiiiliquidi, 
1  di  slolTe  per  fa.'-ciature  ch'rurglrhe  e 
M    (0... 


rìlamuU  in  Ilii/ia  dal  16  ìicv,  iOlitì  al  lo  noi:  1907      03 

C-o  alla  a  produrre  il  gonRainenlo  de   sBirUisution   ci  Jc   L-onscr valiteli 

de^li     apparecchi     di     salva  aggio  des  cured^nls  (<)). 

quando    sono     immersi    nell'acqua  CbemlKbe    Fabrlii    •■!    Acttco 

(.!)■  (v«iD    E.    ScherliiA),    llerlinu.    Ap- 

Blrtwlale  J.,   Ftndeton.    l'erfeci-  parecrho   di   dlsìnleione   con    for- 

aux   apparcils   à   extrajre   la   pous-  nialdride  ({), 

sière   acs   lapis,    rideaux,    teniures  Chiarella    G.    In     ti-,      Genova. 

BoUoal    L.,    Parma.    Nuovo   ap-  grae  dei  cadaveri  (15) 

purpcchlo    per   la    vuotatura    e    di-  ClaaK   P.   e   LewJÙon   L-,   Brr- 

s'nfeiione   dei    pozzi    d'acijua    viva  lino.    Procède   et   dtsp.   de   remplis- 

(j)-  sane,  de  conservnlion  el  de  vidaii- 

BorctlHf    R.,    Alstaden.    Appar.  «e  de  lt<|uides  intìammables,  ù  l'ai- 

pour    bain-dourhe   (1).  de  d'un   liquide   neutre  d'un   poiils 

Brandcaberger      R.,      Mtenn»,  supi^rieur  (i). 

App-  pour  produire  des  vapeurs  de  ClaylDH   T.    A.,    Londra.    Pcrfp- 

suufre    (1).  clionnemenls    aux    valves    A    vuir» 

Brest   C,   BufFulo.    Proc,    et   di-  mullipleii   pour   apparei's   ù   gaz   e- 

spus  tir    pour    l'extinclion    des    in-  xtinteurs  d'incrndic  n  jHiur  .a  fu- 

cendes    (6).  migalion    d'endroils    cins    (D). 

Brcycr      O.,      Bad      Kisaingen.  Darbeilo  F.,   Obcrt   E-,   CcIraM 

Salva^entp  per  nuoio  e  per  salva-  G-,    e    Marini    (i.,    Turino.    Ap|iu- 

tUKKio    (*>)-  rell   à   Iraction,   anima  e   ou   n)£i-u- 

BrìMcbl  A.   t     C.  (Dilla),    Mia-  nlque,     pour     balayer    apr^     urru- 

no.    Pompa   per   ia   polveriz/airione  sage,   el   pjur   recueiliir  et   cniiviT 

di   sd'uzioni  d'sinlellanti   e  di   alLri  les  lordures  des  rups  ()). 

liquidi  (t).  Ke  Brilla  J.  R-,  Milano.   Ustm- 

de  Brillo  J.   P.   R.,   Rio  de   Ja-  si'f^   de   heltojafre.    piiur   IVncvr- 

neiro.   Crachoir  sanitaire  (6).  "'^"t   des   poussières   saiis   p<«rnu'l- 

Brwattc    F.,    Amburgo.    Grille  're  leur  dissémmalion  dans   la   air 

tl'exlrarlion    fiour   élo'gner   des   é-  C")- 

poOis   iM   corps     floltants    et    en-  Decolland    E.   t.,   Parigi,    App:i- 

irHfnds    (i^j.  reil  pour  la  dislribution   a  d  slanci: 

Bmdt   H-,   Suest,    Incastelatura  des   anesthésiques   en   ampoules   el 

per  sorregRere  barelle(i).  à   faible  dose  (6) 

Bik:er   Mi!   (Dilla),    Uzwil.    Ap-  Degola    E.,    Firenze    Separale 

pnroìi    pour     nettoyer     les     luyau.t  automatico  Degola  per  tubi  di  sca- 

duns   les  fillres   multliubulaires  eiiv  rico   de  le    materie    solide    e    liquide 

plovès   pour   flspirer   les   pouss'ères  de:ie  latrine  in   generale  (i). 

(fì).'  De    lìrandl,    ZwliigaDer    e    Ce- 

BalgheroBl  F.,  Monaco  (Prinri-  sclilna  (Dina),  Milano.  Srato'n  lu- 
paio). Vaschetta  igienica  per  cfssi  botare  <Mn  coperchio  agli  estremi 
o  latrine  tipo  unico  a  doppio  u^o,  e  con  (ori  ai  bordi,  per  imniagaz- 
tiraggio    ed    intermillenza    (i).  zinare  e  slerlliziare   il   coione  idro- 

Burìan   H.,  Gerhardl   V.  e   Poi-  fio    od    altro    materiale    da    nicdi- 

let    L.,   Parigi.    Syst.   de  curedenls  ciizione    (1).    Scalo  a    a    doppio    to- 

Icur  proc,    ds  fabbrication   (3).  perchio  per  confezione  di   ^atr.a  da 

Carrier    M.,    Lione.    Dispositiim  medicazione  (,i). 

d>-    ri>»e  d'aisances  assuranl  la  de-  Dabolf  U.,  Londra.  Machine  p  r- 

struclion    des    mallères    (écalps(i).  fectonn^e    pour    puritìer,    di's  nf.c- 

Ccfllonic    V.    E.,    Napoli.    Carri  ter   et    parfumer    l'air   (1). 

per   servizio   della  spazzatura  de'le  Emge     Weadel,      Hohenie.igpn. 

immondizie    nelle   vie.    sist.    iiCen-  Support   pour   le   irailement    faci  e 

lonze   (z).    Spazzatrice    f.   rafcogli-  de  jambes  blessfes  (i). 

trice  a   mano  (j).  Eaiplre  InvenliMi*  Com|iaBy   LI- 

Cbaravei    V.    ti-i   l'arlgi.    Prog.  nlled.    Sidney.    Apparecchio    perf^- 


94 


Bi^evetti  d'invenzione 


z'onato  di  saIvataji^|,^io  per  gl"n- 
cendì  (6). 

Fackealicia  S.,  Cassel.  Cintura 
per    le    reni    (i). 

Focketyn  J.,  Anversa.  Ceinture 
de   sauvetaft^e   (i). 

FrCMler  K.,  Zurigo.  Portantina 
o   barella   ripiegabi  e   (i) 

Fried  Aloys,  Barmen.  Proc.  et 
dispositif  pour  brù'er  les  immondi- 
ces  (6). 

Casca  M.  di  C,  Genova.  Pol- 
vi re  a  secco  per  l'estinzione  degi 
incendi    (2). 

Gesellicliaft  fir  Abwiiaerkll- 
ritiig  mit  beschrteklcr  Haltnag, 
Berlino.  Proc.  et  appareil  pour  sé- 
parer  les  matières  sol'des  conte- 
nues  dans  les  eaux  ménagères  (6). 

Ghialdi  G.,  Legnano.  Carrel  o 
specìa'e  per  raccogliere  e  traspor- 
tare  le   immondizie   (3). 

GhircUI  G.,  Milano.  Apparec- 
chio per  Tapplicazione  della  cor- 
rente elettrica  ai  rinvigor'tori  ed 
a  c^ualsiasi  apparato  congenere  (i) 

GlaaaolU  A.,  Roma.  Stufa  di  di- 
sinfezione a  vapore  so  to  pressio- 
ne accopp'ata  a  ca'da  a  di  bassa 
pressione  (6). 

Glrerd  L.  D.  J,  Parigi.  Systè- 
mé  d*épuration  des  eaux  résiduai- 
res  au  moyen  de  hamacs  aérobi- 
gups  ou  lits  suspendus  d'oxyda- 
tion    (6). 

Graafl  W.  e  Co.  Gesclbcluft 
nU  bescfcriokter  Haftung,  Beri - 
no.  Extincteur  chimiquè  d'incen- 
d'e  (ò).  Perfect.  aux  tubes  éjec- 
teurs  pour  extincteurs  d 'incendio 
(i).  Mezzo  resistente  al  geo  per 
spegnere    il    fuoco   (6). 

Oraftoa  W.  P.,  Londra.  Ptrfe- 
ciionnements  apportés  aux  ther- 
momètres   et  à  leurs  étuis   (6). 

Grasayofkl   P.    H.,   Berlino.    Di 
sposi  ti  f    de    proteclion    contre    l'in- 
rondie    pour    théatres    et    salles    de 
concert,  de  fétes  et  de  réunions  (1) 

GuttermuUi  J.  e  Sxabo  S.»  Bu 


dapetit.    Spazzo'a  per  denti   (6). 
GiiZMloiU  R.  e  Trevflsan  A.,  Mi 

lano.  Composto  ign'fugo  atto  a 
rendere  ìnconibustibiU  i  legnam». 
1  tessuti,  le  carie,  linoleum  ed  o- 
giii  materia  conibMstìbile  per  (guan- 


to composta  di   mater'e   in6aninia- 
biii  0). 

tlartwlch  A.,  Vienna.  Charrettc 
à  bras  pour  le  transport  d  un  ré- 
cipìent  à  ordures  {9). 

tlniby  A.  e  Brlclita  8.,  Pozega. 
Appareil  à  jet  d'eau  pour  IVxtin- 
ction  des  incendies  ou  l'arrosai^e 
(6). 

Httllncr  O.,  Berlino.  Pessaire 
pour   le   soutien   de   l'uérus   (6). 

Kassel  S.,  Vienna.  Capsule  di 
ostia  con  vuoto  anu'are  ed  appa* 
recchio    per   chiuder'e   (i). 

Kaysan  E.  A.,  Cassel.  Testa  ài  • 
siringa    per    il    lavaggio    delle    ca- 
vità del  corpo  o  simili  (6). 

Kneckt  H.  e  C.  (Ditta),  Mo- 
naco, Baviera.  Procède  pour  .'a 
préparation  d'un  absorbant  pour 
la   pouss!ère   (q). 

Uisdika    H..    Grosse-Lichterfel 
de.    Ceinture    de    sauvetage    et    de 
natation   pliab'e,   avec   fermeture  k 
soupape,     dispositif     d'attaché    et 
s.fflet    d'alarme    (i). 

KoUer  Stanber    V.,     Borschach, 


Schwaricr    if.,    Altstet  en    e    Gè, 
ke«    O.,    Aarau.    Appareil    de    sau- 
vetage   (6). 

Kohloi  B.,  BruxH'es.  Appareil 
avertisseur  contre  le  voi  et  l'in- 
cende (6). 

Kranie  E.,  Ste^litz.  Berlino  e 
Max  BhuBgart  e  C.  G.  a.  b,  H, 
Berlino.  Spazzolino  da  denti  con 
sefo'e  ricoperte  di  uno  strato  sot- 
ti'e  ed  aderente  di  acido  atto  al'a 
pulizia   d«    denti    (i). 

Johasteo  J.  C,  Copenhagen. 
Dispositi  à  régler  des  appareils 
de    massement    vit>ratoire    (6). 

JHd€X  J.,  Stock  A«.  Slcber  O., 
e  Raaach  C,  Vienna.  Apparecchio 
per  aspirazione  de  la  polvere  (1). 
ialliea  J.,  Joyeuse,  Ardèche. 
Boi  te  À  pansement  asep'ique  (6). 
LedermaflM  L.,  Breslavia.  Ap 
parecch'o  di  sa'vatagg'o  servente 
anche  per  l'insegnamento  del  nuo- 
to  (i). 

LefamaoB  E.  e  C,  (Ditta).  Nur 
vo  apparato  di  disinfezione  (3). 

Leai  e  C.  (Ditta),  Basica.  Si- 
fone inodoro  ad  o'io  per  orinato*, 
latrine,  lavand'ni  e  impianti  di  fo- 
gnatura   in    genere   (3). 


rititsciali  ili  Italia  dal  16  hov.  i906  al  15  noe.  1907      95 

L.Hcaa      G-     A..    Levai loisP^rret.  IUIfs  pour  (aire  le  mou'age  de  la 

Appareil     pour   délruire    les   niatiè-  bouihc   (6)- 

rea     fécalr^i-.    eaux    m«naKères     et  MlaliBH    CouolUilcd    LMIcd, 

fuux    vanne»  et  les  trunsfomier  en  Londra.   Disposilif  prò  erleur   pour 

u:i     liquiile    incolore,    inodore   et    i-  extinclcur^   d'  iiicendie   chargé^   de 

noffensif    (6).    A"oareÌI  pour  le  Irai-  subslances    chmiques    (6).    Ejectfur 

tem«nt     bactértn   dea   mat  ères    té-  à    gaz    avec     tuyuu     d'icoulfinent 

ca'es,      eaux    ménagires    et     eaux  fraclionné  (fì). 

vannes    (6).  Moatgonerlc  Nb1:*h  e  C.  (D't- 

LMSUft    X.   e   GnUI   I.,   Firenze,  la)   SoclcU   Uotoglco-MDHarla,    Fi- 

\lecodo   aereo-an aerobico  per  la  de-  tenie.    C  oaoa    a    vuotatura    aulo- 

purazione   biologica   dei   rifiuti,    !.i-  matira    (3), 

sterna    «l.ustÌK-Gui<J  »   (<;).  Moica  M.  di   P.,   Biel'a.   Fasciu 

Maggiorili    A.,    KoiTia.    Appar.  r:ducib:le    a    RUtle|;g  ante    di    sa'- 

specìale   per  bagni  e'ettrici  da  eer-  \ataggio    mediarle    cspans'one    di 

vire    anche  ad  applicazioni  di'  e'el-  jjaa   contenuto   in    capsu'e   melali!- 

iricità    a  secco  con   bagnarola   spe-  che    (1). 

e  ale     ed    apparecclii    per    maniluvi  MoiidbI   A.,    Parma.   Cln  o   uni- 
fi    p-edi'uvi  eettrici  (a).  versale    (4 

MamM  D.,   Njirbàtor.   Four  sur  Ma.ler   F.,   De'lbriìck  e   Elbaca 

roues   pour  l'incinération  des  cada-  O.,  Vrenna.   Pomme  d'arrosoir  au- 

vres    <1  animaux   (6).  tomatique  pour  I  extinclion  dcs  in- 

Muk   M.,   Voitsberg,   Stira.   Al-  cendies  (6). 

trape-ntouches   (i).  Mia»    P.    ta    Q.,    Sassari.    Av- 

MarclU  G.   Ih  C,  Milano.   D  la-  viiatore  automatico  telefonico  d'ìn- 

latore    u'erino,    mode  lo    Bossi-Ma-  cindìo   (  0' 

relli    (4)'                        *  Nlluoii  A.  R.,  Stoccolma.   Proc. 

Harr»    A.,    Torino.     D  sposHivo  pour  dfsinfecin-  diver»  obje  s  (i:). 

per        fissare     automaticamente     le  Oriudlnl    I.       lu      L-,      Pistoia, 

punte   delle   pinze   più   specialmente  •cDatlilupcro»    (aprì  dita)    ossia    ap- 

usule   in   eh  turjiia   (ì).  parecchio  per  facilitare  i  movinien- 

MMcUncahM  GcMdKtaall    Mar-  ti   delle  dita. 

Uni    t    Hfinckc    mK    bcickriakler  Pcdetsolf   A.,   Napoli.    Barella   a 

Hanaag,    Hannover.    Proc.    et   d-  zaino  (s)- 

spo^il  f    de    SLlrrtó    pour    garder    en  PHIU»la    G.,    Callagirone.    Me- 
di p6t    et    salimenter    de     lìquides  ningoclisnia,    osa' a    lavatore    de' le 
presentant    des    dangfrs    d'incendie  meninRÌ     (■»)- 
(b).  PmrtU    C,    Milano.     Portasluz- 

Maltarclil   E.,   f.erco.    Innovaiio-  ziradenti   igienico  «Perolla.i   (z). 

ni    netjli    estintori    da    incendio    a  PlcUa  A.,  Roma.  Apparecch.  de- 

reaz'one    chmica    (^'^.  nomina'o     «L'EcooomiioB    per   le- 

MatUra    R.,    Zizkov.     Four    de  vare  la  povere  dai   lappeli,   Sede, 

déanfenion    (1).  lende,     ere,     ecc.     (i). 

Me<UlBg«  W.  a.,  R^^muera,  Au-  P'uvìm    FcacrlSicher    Gcid^Mbatt 

rkland.    Dispositivo    d  al  arme    per  mlt    buchrlnklcr    HarinBg,     Ani- 

«.'•lintori   d'incendio   aulomalTcl    con  burgo.    Estintore   d'incendi    (6). 

getti  a   piogeia  di   acqua   (6).  Poma    C.    fa    G.,    Milano,    Cas- 

McUger    F.,    FeueAach    S  ult-  setta  per   la:rina  «Poma», 

garl.    Frottoir   hygifnique   (0-  PoalBoarl   A.   la    R.,   e   Abkale- 

Mc;«r   A.   C   Kagcn   F.   Nalloo,  cala   L.   di   A.,   Firenze.    Macchina 

Seattle,     Washington,     Lancia    sa-  elettro  est  ratlora    delle    niatere    f.;- 

go'e,    oss'a    proietto    per    lanciare  cai  dai  poni  neri  o  r'oache. 

corde  di   salvataggio  ai  bas  imenti  Regglarl   B..  Germi^naga.   Cor- 

(fi).  done   per  cingere   la   via  onde   ini- 

Mlller   J,,    Bexi'l  onScv.    In.stru-  ped're    la    stiratura     dei     muscoli, 

nient  pour  ammollir  Ics  p'aques  de  dello  <iCordone  della  saluleu   (1), 

cnipreifiie  doiit  se  scrvcnt  ]cs  din  Rtlbt(uiU    R.,    WiUcakurg    i 


1 


96 


Brevetti  d' Invcìizioue 


Schlesien.    Proc.    pour   plunibcr   les 
dents  (i). 

Rhode  S.,  Berlino.  Maschera  dì 
respiraz.  coprente  bocca  e  naso, 
con  d'spos.  regoatore  de  l*afflusso 
d'aria    (i). 

Ricciardi  F.  In  F.,  Mi'ano.  Ap 
parocchio  per  raccogliere  e  tra- 
sportare la  polvere  e  i  residui  pro- 
venienti dall'uso  delle  macchine  in- 
dustriali   (i). 

Rota  C,  Fabriano.  App.  di  si- 
curezza per  dementi  furiosi  od  ìn- 
dv'dui    per    altre    cause    pericolosi 

(0. 

Rnata   F.,  Torino.   Ina  atore  per 

la    respirazione    continua    di-    aria 

medicata   (ì). 

Scarpa  L.  G.t  Torino.  «Emi-e- 
sotorace  pneumatico»,  apparecchio 
medico  per  in:b  re  nell  uomo  la 
funzionalità  dì  una  del'e  metà  del 
torace. 

Schaner  P.,  Berlino.  Aspira' eur 
de    poussière    (6). 

Scherrer  F.,  Schweidniz.  Echel- 
le    de    sauvetajje»    (^). 

Sclimidt  F.,  Schreiberhau.  Ap- 
par.  di  massaggfio,  prnc'pa'mente 
per  il  basso  ventre  (6). 

Scllinidt  If.,  Mannheim.  Proc- 
de    stérilisation    des    fils   de    catgut 

ScIibIi  F.,  Albany.   Cvsso  ad  ac 
qua   automatico  (i). 


Sciiultz  L.,  Tilsìt.  Appareccli'o 
di  salvataggio  per  calare  persone 
dal'e  finestre,  provvisto  d  una  dop- 
pia regolazione  della  velocità  e 
freno  (i). 

Scliweickiiardt  A.,  Tuttlin^en. 
Perfect.  aux  dav'ers  (i). 

Soc.  B.  e  T.  Grégori  Frèrcs, 
Mustapha-Alger.  Appar.  à  chasi>c 
d'eau  pour  water-closets  à  ferme- 
ture  automatique  par  pression 
d'eau   i\). 

Staubtcliatz  G.  m.  b.  H.,  Ber- 
lino. Dispositif  pour  rtcueil  ir,  sans 
répandre  de  la  poussière,  les  dé- 
tritus    domest'ques    (i)- 

Vercelloiil  C,  Lecco.  Cassa  au- 
to-conservatrice Verce Ioni  per  tra- 
sportare, conservare,  imbaJsamare 
e   mummificare  i   cadaveri   (15) 

Vial  If.  C.f  Bourgoin.  App.  ro- 
tatif   pour   frictions  (3). 

Vittori  C,  Roma.  Innovazioni 
nei    vasi    per   cessi   (j). 

Wecli    J.     Geseasciiaft    mlt  be- 
iciirinliter  Haftung,  06fiigen,   Ba 
den.    Dispositivo  a  mole  per  man- 
tenere chiusi  i  coperchi   dei   barat- 
toli  di   sterilizzazione  (6). 

WUh,  Anhalt  G.  m.  b.  H.,  Kol- 
berg.  Appareil  de  gymnastique  (1). 

Winilier  F.,  Berlino.  Capo  e 
pour    c'vières    et    objets    analogues 


XIII.  —  Costruzioni  civili,  stradali  ed"  opere  idrauliche. 

Macchine  ed  attrexsi  per  cosltun'oni  ctvilt  —  Lavori  di  fonécuiome  —  Af  mature 
e  coperture  —  Pareti  e  soffitti  —  Pavimenti  civili  e  stradali  —  Finestre,  serra^ 
menti  e  imposte  —  Latrine  e  fogne  —  'Scale  —  Ascensori  —  Accessori  diversi  delle 
costruMioni  —  Costruzioni  traspot  tatili,  provvisorie  ed  altre  costruzioni  spectaH  — 
Costruzioni  in  cemento  e  in  calcestruzzo  ai  moto  —  Costruiioni  e  manutenzione 
di  strade  —  Perforazione  di  gallerie  —  Condotte  e  distribuzione  di  acque  —  Con- 
tatori per  acqua  —  Pozzi  e  fontane  —  Opere  di  costruzione  per  fiumi,  porti,  ca- 
nali —  Escavatrici  del  fondo  delle  acque  —  Fondazioni  ad  aria  compressa. 


Abzng    A.,    Bres'axMa.    Porla    a 
pribìle   a   destra   ed    a   sinistra    (3). 

Acquadro  G.,  Torino.  Nuove  d  • 
sposìzoni  meccaniche  ne'le  persia- 
ne scorrevo  i,  sistema  «Acquadro» 
{\).  Nuova  disp.  meccan'ca  nfl'e 
persiane  scorrevoli,  sistema  «Ac- 
quadro»  senza   scanalature   (\). 

Ad«ini  B.,  A.  G.  fu  E.,  Pàdmn. 
«Crotochrave»   ossa   serrata   di    si- 


curezza ad  esplosione  o  scoppio  (1). 

Amei  R.,  Londra.  Appar.  per- 
fez'onato  ptT  incatramare  le  stra- 
de (6). 

Antonelli  G.  B.  fa  E.,  Genova. 
Nuovo  procedimento  avente  per  i- 
sropo  di  trasportare  immersi  i 
massi  destinati  a'ie  costruzoni 
marittime  r  di  affondarli  impir- 
gOndo\n«  apparecchi   dì   so'  evanveii' 


to  di   imrfala  inferiore  al   peso  d 

Bacb  M.,  Or^Mtu.   Sedile  di  ces-        CsHlnada    P.,    Roma, 

so    di    mussa    simile    al    sughero,    e  a    conca    luboLUre    pneuiiial  ca    piT 

processo   per   la   sua    tabbricaiione  vincere   i. dislive  li  dei  canali  navi- 

(6).  «abili  (o). 

BirloU   E.,   Roma.    Nuovo  sisie-        CMlig.toie    T.    V.    e    Sagaterba 

ma   di   pavimenlo   in   legno   (i).  *■>  "-^^nma.   Soffmi  siMema  C'as  i- 

Bava    M.,    Torint».     l'crfciona-  tjl ione-Sega  erba   (i)- 
ijietilo  a'ie   cremonesi    (b).  Caveglla   C,    Rena.    Nuovo   si- 

Bayef  H.,   Bresluvia.   .Sudilto  di  strma  di   composizione  di   cemeii  o 

Vi"dTcenfen"o 'arnf^lo  niesse^le  '^u-         Cetchettt    A.,    BdoKiia.    Sislema 

ne    accanto    alle    a. Ire,    nonché    da  di   coperluru   a   velri   per  lucernari, 

(6)°   "  ^''^°   ^"^""^     '      '^""''"  CcJiMZlI   V.;  Roma.   Serba  o  o   i- 

Berardi  F.,  Roma.  Congejrno  di  KÌ™i«>   sislcnia   «Vinceo™   (Jt-l.ui- 

lica   per  disir  buiio-  ''"   pw   "'H";'   poUbile   [!)._ 

potabile,    effeiiuaia        CenlOMS    V.    E.,    Napoi.    App- 

.  in.  vasi-he    igieniche    (i).  ^i    segnalazione    e    d.    r.cup,-r«    d. 

Rcilctll    C.,    Milano.    Movimenlo  ■>");'    affondale    {i\.      • 

a   sfere  ad  al.rilo  minimo  per  gri-        CwiitH   B.    "   *-       '—     '    ■ 

Xli'    e    porte    si-orrevo  i    (6|.  "?"   <•'   '^<f^' 

Bolzc    H.,    Worms    n/R,     F  lire  ''' /^IJl,''""'  ' 

domesti^ue    il    couran.    de    rin^-age  ,   ".V«Dm  *..    Taf  gì-    t'i 

contraire  pour  conduites  sou.  pres-  •l""!' e    ^e    platani     .ndifffremmen 

ions  (di  a  gauche  ou  a  droite  d  un  ventai! 

Eni    i.    di     A.,     r.iu»ci,e«.no.  '''j.,,,,,,     „  ,  „„„„i  j.  „,  ^l... 

M,-(i:ma  ai  cosiruzione  ui  muri  con        ciurielli    L.    di    P.,    Roma.    Si- 


ChavaaaM  i.,   l'ar  gì.    Pautiie 


monaco   idrofugo  disinfcllnnie   (,ìt-  ColtfBel     E.,     farlgl.     .Svs 

^uovo  tipo  di   piivimento  ni  legno  rnn>:lrucI*ons   cn   e  mcìu   arii- 

"■|  I," T    "^i     ^'"•'''''■"'"'    *    ^^'-"^^  vaillant    ù    "la     flexion     à    f.ù 

'  BMl'^ai'  E.  J.   a.  .   F.g<>   E.  ^;t,*Ìrel"  llt^'armatur^   dX' 


A.   O.,   Soulh<ea,    In- 


C»iBa;ll'  B.,    Milano.    Ponte   per 

rostrupioni    edilizie    nComoliii    (0- 

ConM  t.  di  E.,   Firenic.   Di-iVi- 

jroeedimenlo    indiietlo   per   la    mi- 
nora   delle     quanliià     d'un     fluido 


98  Brevetti  d* invenzione 


sistema    «Cugnollo»    da    applicarsi  geramento    e   per    alnientare    boc- 

più  specia' mente  ai  cessi  con  acqua  che  da  incendio, 

ed    altri    apparecchi    d'p^iene,    ecc.  Fuori    L*i    Ferrara.    Ferma    pie 

funzionante   per   depressione   d  ar  a  tre  a  cassette  ricambiabili  per  ca- 

(2).  na  i   d'acqua    sistenia    «Fumi»    (i). 

De  Muralt  R.  R.  L.,  Z»?rikzee.  Gaensflcn    F.,    Schwab    Gmiind, 

Rev6tement  en  beton  arme  pour  la  Wiirttemberg.     Va' vola     di     presa 

protection  des  talus  de  digues,   de  d'acqua   (i). 

berges,  etc.  (15).  GlMlU    0.,    Limona.    Giunto    a 

D'Havé   A.,   Gand.    Nouveau   di-  morsetto  «Garolla»  per  tubazioni  i- 

spositif    des    armatures    en    fi  s    de  drauliche.    Apparecchio  per   'a   ma- 

mnstructions    en    bé  on,    etc.    arme  novra  di   paratoie  idrauliche  (3). 

(-^Y  Ghel  i    P.,    Avellino.    Sistema   di 

'  biat    A.,   detto    Dlai,    Bruxe  les.  costruzioni  in  cemento  armato  (3). 

Chass  s    incombustibles    et    indéfor-  Glaaottl  P.,  Vevey.  Construction 

mabes  pour  fenétres  (1).  pri'-sentant   une  couche  ìsolante  au 

Dierlckx    J.,    Uccie.     Dispositif  PO'^t  de  vue  de  la  chaJeur  et  du 

de   ca'age   pour   portes,    etc.    (6).  ^*'HÌJ  ,0-l* ,    ^      ^ 

Eciéry     L.,     Budapest.     Disposi-  UiulUfti   E.,   Genova.    Nuovo   si- 

tif  d'arrét  pqiir   serrures  de  portes  «tema  di   pm   pachi  scenici   mobj  1 

/(j\  meccanici  (1). 

Ègberts   H.,   Brema.   Latrina  e  ^raaii   L.,  Torino.   Ponte  in  ce- 

apparecchio    spruzzatore    (6).  "?^"'o  armato,  sistema  Lu  gì  Gras- 

Eschenbrenncr      C,      Oberlahn-  ^*  y\    »    ,    4     •»      „             » 

Stein.   Canal  dalle  forme  de  pièces  „  Gue'rlerl   A.    B.,    Buenos   Ayres. 

moulées  en   beton  (1).  Perfez:onamenlo    nella    costruzione 

Ferrante    E.,    Vicenza.    Apparec-  ^'  ^'^f»'   J'^''S£^^%f  ^^'"^  \'   ('Is- 
chio per  fissare  con  segni   conven-  "««■"«    J.    W„    Montrea .    App. 
zionali   tutte  le  condizioni   di   fatto  sbavatore  a  gru  con  secchia  a  ga- 

rhe  giornalmente  servono  a  giusti-  "^ij^.  "]^Vw  •**';»     v         n    .•   e 

tìcare  e  controliare  l'opera  dei  can-  ,    Harwood  W.   C.   V.   e  Reed   S., 

tonieri    delle    strade    prov  nciali    e  Londra.  App.  perfectionné  pour  in- 

naziona'i   ii)  troduire  automatiquement  du  dis  n- 

12-™^-.    E       xfi              T     *  •  fectant   liquide   dans   des   réservoìrs 

Ferrario    F...  M.lano     ..lantao..  j     ^hasse  ou  aulres  (6). 

Ferrerò  Ph.,  lup-tmn,prs    Si-  ^^^               .          „ 

phon  augmentant  la  puissance  des    ^^^,„„^   jT^     -* a-aJT^^      a^ 

chu.es    hydraul^ques   (.).  ^^"^^A^^  ^^  ^^                     ' 

Ferrler   P.    Toulouse.    IVoc.   de  ^-^'^^^'  ^^ ,  ^%^,^   ^^«mifU- 

construct^n  de  I  armature  des  pou.  ^^^^    SJrlkmaicWnen.     Eiten     und 

^'%i^.,^%^    H,  .t.r^-    <:    .    -»,  MeUUwaren  Fabrik    W.    F.    (I):t- 

Flche(et   E.,   Bruxelles    Sv^t    de  ^^^     f.           chiusura    per    finestre 

retement   de   talus   et   de   herpes  ^^ji„„,      ^^.^^.^    ^    ^„  ,    „,„^^^ 


rev 

(0). 


ganci 
da   un    eccentrico   (6). 


Filippi  D.  e  BcUionl  G.,  Roma.        Henneblque    F.,      Parig  .     Nou 

Scaricatoio  a  chiusura   idraulica  p.  ^^.^^    svstème    de    cons  ruction    ei 

orinatoi.   lavandini  e  simili   {^).  i.^.^^^    ^^mé    pour    murs    de    qua^s, 

hippard   A.    J..    Londra.    I  erfez.  j^^rs  de  soul(^nement.   barrages   et 

ne*    giunti    idraulici    (6).  .^^^j^es      ouvrages    ù    dtablir     dans 

Fornarl  G.  fu  F.,  Milano.  Sca'a  leau   (i).    Proc.   de  fabiicat'on  dt^ 

unica    a      mano     trasformabile    m  tuyauxj       condui  s,      coonnes      ou 

scala  ponte  a   sbalzo  (3).  manchons  en   Ix^on   de  ciment,   ou 

Forte   M.,   Roma.   Appar.   di   d  •  autre    acrglonn'TÓ,    armés    ou    non 

str  buzione    di    acqua    potabile    con  arm^s   {t,).    Svstème  de   fabricalion 

serbatoi    a    chiusura    idraulica    che  de  murs  en  beton  arme  pour  fon- 

tH>ssono    anche    servire    per    refri-  dations,    soutènemen's,   éc'uses,    pi- 


riliisciiilì  ili  Itiilia  diil  16  noe.   1906  al  15  nov.  1907      99 

les   ou   culées   de  ponls.   digues  el  derp   ed  aprire   i   suoi   singoli   spor- 

aulrea    travaux   hydraul  que»    (,l).  tolli    (j). 

He»   J.,     Sonnenberg.      Tenie-  Miyar    S-,   Wu-idsH-huh,    e    Ifgo- 

mar4Uise   avec   eadre   prolecteur   y  Ulsch    B.,    NikloMiorf.     Finestra    i- 

re:ié,    et    à    porle-à-faux    régluble  (;Ìpn[oa   per   sporteli   d'ufficio,    ron- 

((>)-  fessiona  I   e  simUì  (6). 

Bftlctcn    P.    F.,    Molenbcelc    S-  Mtmàt,    M«MMta    A.,    Turino. 

Jean.   Système  de  suapension   pour  Serrare  aver  barre  à  mur  pour  se 

p<)rtes  Rlissantes  (6).  Rarontir     contre     l'eflrattion     tles 

Hniarbrlu    G.    E.,    UVlin^ton.  portes   (i). 

Mcnsoa   per  pomi  da  cosiruiione.  Merlcu    E..    GroosLi-hterfedc 

'*''»   .      ^    ..       ,-.      .           t             ..  P"W    l'è    pbolonioletrane    (15I. 

KalwcU    F.,   (.har.otlfnburg.    E-  m«B  A.,  ParKÌ.  Svstème  de  pa 

lememo   arcliilettonico  da  sopporto  vages,   dallafies   et   revfi  emenis   en 

tonsistente    m    un    corpo  ,d.    metal-  asphalte    armi    a    ossature    lóranu- 

lo     vuoto    (i).  qup.    avec    surface    durcie    (15). 

KlBiwHaiiA    C,    Stellino.     Hll-  Miluo  A.   fu   H.,  Torino.   Uica 

iru    per   acqua   con   regolatore   del  mobi'e  a  ponte  levalo'o  (6), 

KHto   d'acqua   (])■  MlniiMX    CoonUatcd    LlnHcd, 

KfWll  T.  e  ZwaUu  S.,  Menin-  Londra.  Dìsp.  récupèraleur  de  cou- 

Hen.   Guérite   de   plage  (6).  teurs    ciriu'ant   dans    des    conduils 

lagiHl    A.,    l'erugia.    Fontanel-  d'appel  dans  In  opérat.oiis  de  mi- 
la   con   chiusura     automa  ica     the  se  en  peinturc  (6). 
impedisce    il     congeramenlo     (i). 

Jaeger    P.,   Esslingen   a/N.    Per-  , 

liana   arrotolabile    (■).  j 

Joy     E,,    Clarens-Montreux.     E- 

lendPur  pour  stores  (ii).  , 

--•■'-■  1  GMcIlKh.   ■!(  , 


LaHb  W.  W.,  San  ]o»^.  Di-  serva^ioiie  dai  co-pi  d'ariete  (1 
sposil  I  pour  brùler  les  »-égélatÌons,  Maggia  A.,  BoloKna.  SÌ>ti. 
londre   la   neìRe   et     a   g.ace,    e  e.    di    travi    e    nervature    proli  a  e 


Laaiml   A.   fu    L-,   Cura   (':< 

gnano.   Serramenli  in  compo; 
mcnliilo   e  nieta'lo  (,ìt- 
LarlDl    Nathaa    e    C,    M 

Regolatore  di  li  ve' lo  per  ro 
a.qua,  spccialmen-e  per  qm 
dibili  alla  produzione  di  for; 
•  r  (j). 


malo  portatili  (1). 
Nailoaal   Water   Maln   CleanJag 


100 


Brevetti  dUn renzione 


Perret  M.,  Parij;i.  P  afond  hour- 
dis    arnie    en    briques    (3}. 

Pcrrier   A.    A.,    Parigi.    Jaou>ie 
à   lanies  verticales  avec  circulation 
Torma'e  de   Tar   (3). 

PolJanoffRowtunoff  T.,  Ijora. 
Machine  pour  les  travaux  de  ter- 
ta^seinent  (15). 

Pittss  E.,  Berlino.  Paroi  inter- 
media ire  et  de  parenient  rendue 
nitide    par    un    treìl  is    (3). 

PugolottI  L.,  P  acenza.  Serra- 
tura di  sicurezza  con  rela'iva  ap- 
posita (ch'ave   (3). 

Ramarinl  O.,  Roma.  Tubo  di 
ctMiicnio  meccanicanìcnte  compres- 
ilo por  condotta  d  acqua  con  giunto 
a  bicchiere  o  con  giunto  ausi;  ar  o 
ind'pendtnte    (2)- 

Rasch  R.,  MCi  heim  s/Ruhr. 
Per  fez.  nel'e  cassette  d'acqua  a 
s'fone   per  latrine  (i). 

HeUf  E.,  Dusseldorf.  Finestra 
disposta   a   persiana   (i). 

Relierfmalerei  G.  m.  b.  H., 
Magdeburg.  Proc.  per  ese^u  re 
p'Kure  in  rilievo  su  pareti  d  ogni 
specie   (i). 

Rieter  Bodmer  E.  H.,  de  Ky- 
bourg.  Proc.  pour  la  fabr.cation 
d'objets,  tels  que  tuyaux,  poulres, 
briques,  p  aques  ondulóes  et  unics, 
pièccs  en  relief,  récip.ents,  etc,  en 
pierre    artificiere. 

Rlizl  G.  e  C.  (DUla),  Porgine 
Trentino.  Meccan.  per  porte  a  sa- 
racinesca  delle    botteghe   (i). 

Roccas  S.  fu  S.,  Roma.  C'remo- 
ne>Fe   a   scambio   (1). 

Koesflnger  A.,  Tso'a  del  Lin. 
Diga  mob  le  a  rampa  per  cor^i  di 
acqua   (3). 

voa  Rfigeo  A.,  Mosca.  Basa- 
mento |>er  macchine,   colonne,   ecc. 

(1) 

Sacchetti   D.,   Genova.    App.    per 

esirarre  dal  fondo  del  mare  sab- 
bia,   ghiaia   ed   altro   (1). 

Sandri  A.  fu  N.,  Bo'ogna.  Ser- 
ratura   invertibile    «Sandr  »   (3). 

Saur  G.,  Ksch  sur  A  zette.  Ré- 
srrvoir  de  chasse  a  débit  d'eau 
faru'latif    (1). 

Savio  L.,  Torino.  Ca'enaccio  a 
hna  per  porte  interne  di  alloggio 
(;).  Saliscendi  automalico  da  per- 
siana  a  cassetta   (3). 


Savoye  E.,  Parigi.  Fenètre  per 
mettant  d'acrer  la  pièce  sans  <»r 
vrir   les   vantaux   (3). 

Scheurea  J.  P.,  Mag:onza.  Ap- 
poggiatoio per  davanza  i  dì  fine- 
stra   regolabile    in    posizione    (i)- 

Schlnd'er  A.»  Basilea.  Sisten^a 
di  consolidamento  de  l'alveo  dei  fiu- 
mi e  dei  torrenti  mediante  pali  t 
fascine  (i).  Apparecchio  per  egua- 
gliare ii   fondo  del   letto  dei    fiumi 

(i). 

Schwauda  J.,   Prerau.    Inferrata 

da    finestra   (6). 

Serrazauettl  G.,  Castenaso.  Si- 
stema di  imbrigl  amento  dei  ni 
montani  con  dighe  insomnierjfib:li. 
canali  orizzontali  e  pozzi  verticali 
di  scarico  (8).  Traverse  o  br  glie 
montane  insommergibi  i,  per  col- 
mata e  ritenuta  d'acqua  (8). 

Sipari  E.,  Roma.  Grig.ia  g:iran- 
te  per  l'estrazione  automat  ca  del- 
le fog'ie  e  altri  gal'.eggianti  dai 
canali   di   derivazione   (i). 

Smitli  T.  L.,  Milwaukee,  Wi- 
sconsin. Mó'angeur  roatif  pour 
beton   (6). 

Soc.  Generale  de  G«odroiiiiage 
dei  Routts.  Syst.  d'app.  pour  le 
goudronnage  des  roules,  place», 
chaussées,    etc. 

Somma  R.,  Napoli.  Nuovo  app. 
adescatore  per  sitoni  lavatori  au- 
tomatic',  senza  alimentazione  ini- 
ziale e   senza   va'vo!a  (3). 

Soncini  G.,  Lodi.  Snora'.ore-sca- 
ricatore  derivatore  a  stramazzo  e 
sifoni    mu  tipi    (2). 

Spangher  U.,  M  lano.  SofKtti 
asfaltici  (2).  Processo  per  fabbri- 
care delle  tavole  incombustibi  i  per 
la  costruzione  dei   soffitti   (3). 

Stabi  imeoto  Gabei:ini  di  C.  Ga- 
be!lini  e  C,  Roma.  Nuovo  sistema 
di  costruzioni  idrauliche  a  tenuta 
eseguile  in   cemento  armato  (2). 

Steplian  P.,  Diis'ieldorf.  Cen  ina 
por  tetti  a  grande  campata  e  pro- 
cesso per   la   sua   fabbricazione   (i). 

Stoppa  G.,  Cattaneo  A.  e  Giu- 
lini-Neri  P..  Mi'ano.  Rubinetto  a 
prensione  per  acqua,  perfezionato 
contro    il    colpo   d'ariete    (3). 

Stratsenwalzen  Betrieb  vorm.  H. 
Reifenrath   G.   m.   b.   H.,   Nieder- 


rilasciati  in  Italia  dal  16  nov,  1906  al  lo  noiK  1907    101 

lahnste'n  Colonia.   App.  per  scava-  Vorat    H.,    Berlino.    Garde-loquet 

re    strade   (6).  pour  portes  et  fenétres  (i). 

Strauber   II.,   Norimberga.    App.  Waag   H.,   Francoforte  s/M.   Si- 

pour  ouvrir  les  serrures  à  Taide  de  stema  di  pavimentazione  senza  c,m- 

cordons     ou      d'autres     equivalenti  mettiture  (3). 

(6)-         ,          ^  Warrcn  Brothers  Company,   Bo- 

Tfaeyfkent    A.,    Bruxeles.    Porte  ston,    Mass.    Perfezionamenti    nel  e 

a   deu.x  vantaux  conjugués  et  èqui-  pavimentazioni    delle    vie    e    strade 

librés.  carrozijabili    (6). 

Tiretti  M..   Piacenza.   Congegno  ^ehrle    E..   Freiburg   Ì./Br.    Tn- 

in    metallo  da  applicarsi  agli   spor-  novazioni    negli    ascensori    per    let- 

teli  a  vasistas  per  la  loro  chiusura  ^ere.  giorna  i,  ecc.  (i). 

ed  apertura  a  mezzo  di  una  unica  WemUngcr    J.     R.,     New  York, 

funicèlla    (3).       ,     ^      ,^^.         „  ,.  Palplanches     métallìques      profilóes 

Tomadloi  L.  fa  G..  Udme.  Pa  i  J,      ^^^^  ^  ) 

in   cemento  con   armatura  di   ferro  wittgack    À.     e     Westphal     W.. 

per  sostegno  d.   vigneti,   d.   fili   te-  j  j     j^    Charnière  dont  le  pivot  e^ 

%''JlZ^,^ltlrr'   p        .    r  s"^   le  coté  du   bois  avec  di.posii  f 

*  •".     z^?*"^  •   ^'»  ^^T^'  ^^"^  permetlant    un    dccrochage    fTc  le 

vre-puits  élcvateur  d  eau  a  mouve-  r.                                   •       t> 

ment  inoteur  continu  (i).    .  '    t««i«*#4J   f     #«  n      \fi .««    n^ 

\Tmm,^^^t  1      \fì          A •     ^ Aaniocttl  L.  la  r.,  Milano.  C  a- 

Vanossi   L.,  Milano.   Cana  e  ser-   .,„ii^».^   ^^. •.  .     /,\ 

.....         '               ....            .,  ,  valletto   eslens:b  le   (i). 

batolo  disposto  per  utilizzare  il  la-  -             __       f    i*    nr          mx    i 

voro  totale  disi>onibile  in  un  corso  „  ^*""**'    "•..V,*^**"  ^^- .f    ^*''" 

d'acqua    con    sviluppo    di    potenza  ^'\  Grundmuh.en.    Charnière  pour 

variabile    in    modo    qualunque    col  P^^^^,   fenétres  et  ana  ogues   (i). 

tempo  (3).  ZlyttO    Chiodo    A.,    Cairo,    Egit- 

Vìnì  E.,  Bruxeles.  Poche  à  boue  to.   Syslème  de  consiruction  armce 

pour  bassins  de  dar  fication   (i).  (^.O* 

VlUa  G.  fa  F.,  Mi  ano.  Trave  ^«P»  A.  fu  S..  Mi.'ano.  Mano- 
armata  «Villa»  per  mezzo  di  un  velia  di  sicurezza  a  disgrano  auto- 
unico filo  metallico  (i).  malico  per  ascensori  ed  altri  appa- 

Vismara    B.,    Mi'ano.    Nuovo   sì-  rati   di    sollevamento   (3). 

stema   per  la   costruzione  di   ga!le-  ZubliB      Ed.     e     Conp.    (Di  ta). 

rip   in    terra   (i).  Strasburgo.   Telaio  o  staffa  di   filo 

Vollbehr    E.,    Dresden-Rackn'tz.  metallico  ritorto  per  il  coUegamen- 

Composition    destinées    à    aggluti-  to  delle  armature  di  ferro  d^-Ue  co- 

ner  la  poussière  sur  les  routes  (i).  struzloni  di  cemento  armato  (6). 

XIV.  —  Materiali  LATEirtzi,  cementi,  calci  ed  altri 

MATERIALI   DA  COSTRUZIONE. 

MaUHali  latfn'xi  "  Calce,  cemento,  asfalto,  gesso  —  MaieHah  cementin  e  in 
cemento  armmto  (vedi  anche  per  costruzioni  in  cemento  armalo:  Classe  XI II)  — 
Pietre  i  marmi  artificiali  —  Intonaci  e  titestimenti  dwersi   —   Materiah   rejrat- 

tari  —  Materiali  diversi  per  costt~uMiont. 

Alpflteg    C,    Durrenaesch,    Aar-  Proc.    de    fabrication    de    malières 

gan.   l-alerFzio  di  sughero  a  prova  réfractaires  à  base  d'amiante  (6)   . 

di  fuoco  e  di  muffa,  nonché  isola-  Barbagelata  G  di  G.,  Quarto  al 

tore  del  calore  e  del  suono  (i).  Mare.    Proc.   per  ottenere   un   into- 

Appiani  G.,  fa  tì.,  Treviso.   Pa-  naco   ad    imitazione   dei    granii   e 

vimento  a  mosaico  composto  di  de-  pietre  colorate  (5). 

triti    ceramici    greggi    o    sma'tati,  Bianchi    E.,    Pa'lanza.     Sistema 

di  detriti   di   cemento,   ecc.    (15).  di  fabbricazione  di  monoliti  in  cal- 

Asiietos     Wood     Co.,     Portìand.  cestruzzo  dì  cemento  armalo  e  non 


102  UrtveiH  d^hiveìtzion^. 


armato^    per    costruzioni    fediliz$e  de   fubrlcation   des   poutres    en   he 

(.^).  ton   arme   (9). 

Blilo  S.,  Tortona.   Pudin^a  arti-  Dttrr  C,-  Germersheiin,   Bav-iera. 

fìciale    e    presa    e    folcizzactone    i-  Perfectionncments      apportés      aux 

stantanea  per  la  sostituzione  del  ce-  moyens   el   proc.    pour   obten'r   de» 

mento  sisteniti  Salvatore   Bisio  (1).  corps   durs   (1). 

Bokn   M.v    Nagy-Kikifìda.    Proc.  FergMdn   J.    A.,    Denver,    Colo- 

et    appareil    paur    trier    et    purifier  rado.   Óonci   per  costruzioni    e   mu- 

Tarpile  (6).  ri   (^). 

Bokr    N.    V.,    Reìms.    Machine  Fessia  F.  di  G.,  Casa'e  Monfer- 

à    fabriquer    les    briques    (1).  rato.    Sistema  di  strutture   fesiona- 

Bol^erool    A.»    Novara.    Aggio-  te    resistenti    a    pressione    esterna 

meramento  costituito  da   scorza  dì  (1). 

riso  compressa  utilizzabile  come  Fro]!o  G.  e  C.  (Ditta),  Milano- 
materiale  isolante  e  di  rivestimen-  Cemento  idrofugo  impermeabile 
to   per   sottotetti,    soffitti,    ecc.    (3).  (6). 

Bonoa   Aimé    G.,    Par' gì.    Syst.  GMieral  Ccscat  Comyaay  UmI- 

da   fabrlcatìon   de   tuyaux   en   aci«r  tcd,    Londra.    Proc.    de  fabrxation 

soudé    avec    doub'e    revèttment    en  de  ciment  (6). 

riinent  arme  (6).  Ge«llray   Jacqtiet    €    GaUerBlB 

Bougteax  E.  fu  E.,  Napoli.  Pro-  (SocietiM.   Lione.   Proc.   d'agglomé- 

cesso   industriale   per   la    lavorazio-  ration  des  ponces  naturelles  ou  ar- 

ne   della   pozzolana   ed    a'tri    mate-  tificielles   (^). 

riali  vulcanici  per  facilitarne  la  Gravicela  C,  Roma.  Metodo  e 
miscela  e  la  presa  con  calci  e  ce-  apparecchio  per  il  riempimento  de- 
mentì ed  ottenerne  prodottii  più  g.ì  stampi  col  materia  e  che  de\'e 
resistenti   (6).  essere  modellato  per  pressione  (9). 

B«yi€    J.      Mnrray,     New-York.  GuatelJ  G.,   Napoli.   «Lìocotruc- 

Appareil    pour    la    fabricat'on    de  ciù»»    ossia    tela    metarica    elastica 

conduites  d'une  s?u'e  p'èces  en  ci-  mt  i*ri»r"ala.    per   coperture   in    ge- 

ment,   pietre,   etc.   (6).  nere,    resistente    ag'i    urti    ed    a»lc 

Bnsfe    O.,    Duisburg-Meiderich.  variazioni   atmosferiche  (3). 

Dispositf   de    comande    des    tables  Habay  P.»  Parigi.  Syst.  de  mou- 

h   mou'er  des   presses  à   brìquettes  les  pour  la  fabrication  des  poutres 

et   leur  óquiva'ent   (6).  tt    et    doublé    té   ou    autres    pièces 

Campagnoni  A.,  Roma.  Piastrel-  en  beton  de  ciment  armi  ou  autre 

la  con  rivestimento  dì  cemento  per  produit   aggloméré  quelconque   (3). 

pavimenti   di    legno   (iK  Haltenbach    E.,   Stuttgart-Hedel- 

,     Cannovale     G.     di     T.    Genova,  fingen.    Poutre  arme  pour  la   con- 

Nuovo  tipo  di  tavel  onì  per  costru-  $truction  de  p'afonds  (3). 

y.ìone  dì   solai   in   cemento   armato  H&ndle  K.  e  Séhne  (Ditta)  Muh- 

a  camera  d'aria  (i).  lacker.     Disp.    à    plusieurs    trains 

CoHoieus    E.,   Wilmersdorf  pres-  broyeurs   superposc-e   et   à   chemins 

so   Berlino.    Proc.    per   la   fabbrica-  de   broyage   un's  et  perforés,   pour 

zione    del    cemento    trattando    con  diviser    et    préparer    Ì*argile    fé), 

latte   di   ca'ce   le   scorie   degli    a  ti  Htlblng    E.,    Wandsbek.     Proc. 

fornì    in    istato    liquido    di    fusione  per  Ja   preparazione  di   legno   arti- 

(1).  lìciale   (5). 

Cork   Asphalt    Limited,    Londra.  Hemnao  W.,  Birmingham.   Per- 

Machine    pour    la    fabrication    de  fez'onamenti    ne'rìnlV>iego    del    me- 

b'ocs,    p'aques    ou    autres    artic'es  tallo  espanso  nel'e  strutture  dì  ges- 

(6).  so,  calcestruzzo  o  cemento  armato 

Czlgler    P.,      Szekes  -  Fejerar     e  /•,) 

Eòtvds       J.,       Mezé-Szent-Gyòrgv.  '    Hnlot    H.,    Par*gi.    PAte   combi- 

Fornace  per  la  cottura  di  mattoni,  née    ou    non    avec    un    support    et 

calco   e   simili    materiali   (6).  susceptible  de  durcir  Ou  de  rester 

De   Valllère   L.,   Lo«;a>nna.    Proc.  flexible  en   séchant   (3). 


nlascìaii  in  tfatia  dal  16  nov.  1906  al  15  nov.  1907    103 

^i^—  — ^-^^                    ■ 

Horo  if.,  Gòrjtz.  Catena  a  stra-  Manacorda  C.  A.  fu  E.,  Casa'e 

scico  per   il   trasporto  di   materiali  Monferrato   e    Barbcrit    E.    fn    B  , 

fastosi  e  attaccateti  a  porzioni  u-  Tortona.  Nuovo  impasto  da  adope- 

guali  (<)).  rarsi  nelle  costruzioni  di  qualunque 

Kahn  J.,  Detroit,  Mich'j^an.  Ar-  sorta    in    sostituzione    di    cemento, 

n^'atura   di    metallo   sagomato   prò-  ca'ce  e  simili   (3). 

dote'   mediante  stiramento  a  cado  Mariani    B.,      Milano.     Mattone 

per    rinforzare    lastre     di     cemento  speciale  per  murature  curve  e  .oro 

(♦  ).  collegamento  (3). 

KcHen    F.,     New- York.     Nuova  Mauohrio  0.  e  Berando  di  Pra- 

ci.mposizione    di     pietra    art.fìciale  formo  E.,  Roma.  Proc.  industriale 

(6;.  per  utilizzare  le  schiume  di  defeca- 

Kobl  M.»   Breslavia.   Proc.   pour  zione  per  la  formazioìie  di  un  ce- 
la fabricaiion  de  tuyaux  en  ctment  mento    Portland   (3). 
et  d'autres  artides  de  mème  natu-  Mnggla    A.,    Bologna.    Sistema 
re  (i).  di  conci  cementizi  per  costruire  so- 

Isolatorcn  Fabrlk   «Pulvolit»    Gè-  lai.    impalcati,    soffitti   e  tetti   (3). 

aellachaft   mlt    bctchrinkter    Haf-  MiNer  C,  Dusseldorf.   Proc.   p. 

tnntf,  Francoforte  s/M.  Proc.^  pour  la  fabbricazione  di  pietra,  artificiale 

la  fabrication  des  p'errés  artìficiel-  per  oggetti  d'arte,   ecc.    (6). 

les.  MiUer  J.,  Lachen-Vonwyl,  Saint 

Jagger    P.    Burd,    Londra.    Ma-  Gallen.   Macchina  mescolatrice  per 

chine    à    fabriquer    les    tuyaux    et  calcestruzzo  (6). 

autres  objets   en   beton   (15).  Negro  G.,  Torino.   Nuovo  mate- 

Lannzzl   C,   Malo.   Nuovi  perfe-  riale    per    costruzione,    ornamenta- 

z'onamenti    ai    forni    continui    per  zione,  usi  chimici,  industrali  e  si- 

Ial«»rizi  e  ca'ce  (15).          .  miii  chiamato  «Aedesw  (i). 

Latin    Conntries    Cemènt    Com-  Neuburger   B.,   Niìrnberg.    Perf. 

pany    Limited.    Londra.    Disp.    per  nel'a  fabbricazione  dei  cementi  (3). 

polverizzare   scorie   d'a'to   forno   in  Ottminn    H.,    Monaco,    Baviera, 

istato  di  fusione  mediante  un  tam-  Materiale    da    costruz'one    e    d*iso- 

buro  rapidamente  rotante  sul  quale  lazione   fatto   di   scoria   gonfiata    e 

si   dirige   la  scoria   liquida  (i).  processo    e   dispositivo    per    fabbri- 

Lefranc  L.,  Losanna.  Proc.  per-  cario  (6). 

fect.   pour  la  fabrication  de  pierres  Patena    G.    e   Pa!ena    F.>    figlio, 

artificielles    imitant    le    marbré,    le  Casale  Monferrato.   Forno  per  cot- 

granit,  etc.                              •  tura  cemento  ad  aspirazione  d'aria 

Lienlng  J.,  Leer.  Machine  pour  con  p'ano  di  caricamento  automa- 
la fabrication  des  tuilés  en  ciment  t'co  del  crogiuoli,  sistema  Palena 
(6).  Callo  e  Figlio  (3). 

Locher   e    C.ie    (Ditta),    Zurigo.  Paparozzi    F.,    Roma.     Processo 

Appareil   servant   à   enlever   le   no-  per  la  fabbricazione  di  un  cemento 

yau    hors   de   la   colonne   dans   les  idraulico  a  lenta  presa  (1). 

moules  pour  la   fabrication   de   co-  Paitorino     R.*      Samp'erdarena. 

lonnes  creuses   en   beton   (6).    App.  Macchina    per    fabbricare    piastre- 

à  fabriquer  les  co'onnes  creuses  en  le  di  cemento  per  pavimenti   (3). 

beton    (6).  Pastorino    R.    di    R.,    Genova. 

Maccaferri  R.  e  F.,- (Ditta),  Zo-  Macchina  per  fabbricare  piastrel- 
la Predosa.  Tego'a  di  cemento  ar-  le  da  pavimenti  di  cejnento  o  di 
mato   (5).  qualsiasi   altro  materiale. 

Mack  A.,  Cannstatt.  Tavo'ette  Pavin  de  Lafar^e  J.  A.  (Socie- 
di  gesso,  cemento  o  sirtiili  con  a-  tà)  Viviers.  Machme  à  fabriquer 
sticelle  di  legno  visibili  diretta-  les  tuyau.x  en  mortier  ou  beton 
mente  da  una  parte  delle  tavolette,  de  ciment  et  sable  (6).  .  Machine 
ed  incavi  per  irtdcare  la  posizione  pour  la  fabrication  des  tuyaux  en 
dì  dette  asticelle  dniraltra  parte  cin\enl  comprimo,  dite:  «machine 
del'e^ tavolette  (i).  Girardot»    (3). 


PCKC    P.f      Casale      MonCrrralo.  prepara  lion    de    plaquas    composiVv 

riTfpi.  nplla  costruì  nne  e  nel  mon-  de   niatières   fibreuses   avpc   agii  u- 

l.-if»gÌo    dei    rcc'p'eoti    in    cemento  tinaiils   hydrau'iquPs   (6). 
iirni:il«,    in   prxzì   smontabili   per   li-         Schomburg     R-,     Deutsrh-     WiU 

quicli  (3).  mersdorf,   Kerlino.   Proc.  e  d  spos-- 

Pctricchi  A.  tu  G.,  Milano.   Ini-  livo  per  la   labbri c-az-one  dì   runa  i 

p't'KO  di  doghe,  lastre  e  boccili  di  a    tubi    ìntPi;ra1i    di    ogni    spec  e. 

rcnientu  per  la  costruzione  di   rrci-  nonch*   di    peMÌ    vuoti    per    soffitti, 

pienti   di   qualsiasi    lorma   e  capaci-  pareti,    ecc.     dì    cemenlu    o    s  m  le 

li    (14)-  co.np.«iloiic   (6). 

Pianini  R.,  Roma.   Processo  per        Scliadt      H.,       Char'olleniburt(. 

rampone     un     imji.isto     argi.liwo  Proc.   de  préparalJon  dune   ninlii- 

speciale     p*r      la     fabbricazione    di  re  plastìque  pouvant  servir  pour   In 

muteriail    lateriiì    leggieri    e    qua-  décoration.   Ics   rev*tenients  arli.sli- 

luiwue    ailro    pi-iro    per    le    rostro-  qucs  ou   isolants,    eie.    {»)) 
inni  e  decorazoni  di  edifici  (i).  Sclltlltcn   W.,   Zuri£o.    Proc.    et 

Rallbcl   F,,   Wiiidsheini.    Appar.  appareil    pour    la    production    de 

jv-r    1.1    coltura    del    gesso    (5).  chaux  hydralt'e  siche  (<».) 

RHUKb  H.,  MHssen,  Sassonia.         Scbunachcr      W.,      Osnabruch. 

Corpi  di   forma   lubo'are  di   male-  proc.   pour  augntenler   la  forre   de 


iiruzione  (6).  ''"Scw""a'.^  'À'ndt 

RIuarai    E.,    Torino.    Blorco    o    irailement   de   T 
niitlnne  da_  costruzione  perfeziona-    p-astiqucs  anale 
o^  e   suo   sistema   di    fabbricazione    tatìon  de  brique 
naiogues  (1). 


arRi  e 


Sabroe   A.,   Aaaslrup,    Iladers  e-  Swena  0.  B.  di  P.,   Brusnporco 

ben.  Separatore  per  liberare  largii,  j;    Resana.    Taglìalricc    meccanica 

la  dai  corpi  estranei  (1).  automatica    per    laterizi    (1). 

Sacrez   È.  J.,  Wyneghem.   Sv«t.  3,,^  y,  ,„   q      v  cenM.   App. 

I„ ,....„„„    „„    K*.„„    ..„.A    ,.  _    j^    fabbricai,    di    cornìc  ,    meu. 

Saadri'c.,  Monza.  Pressa 


I    beton 
I  droites  de   traci! 

«.-^.l'r      M r., ,  .,,.  >">.  e  mallonL  a  base  di 

™i;ré""fl,rb™iZ™'a"i"to  '".""!"■•   Barallona.    BIoc  ; 

astrellc  di  arRllia,  di  «mento  ^^  inclinie  |)our  diKues.  eie.  (i) 

„eria11  affiai.  e  ^r  Ja  labbri-  *»«   E.   h^  Z.,   \ma.a.   r..i 

"cli'eJiì'S"  «"f'eivSe"!  "s"'-  Aa°"lMÙnUi.  .Vtì.a.to 

due  alzale  per  la  (abbricaiio-  -"""'"'        '"*'   '"   '■'""•"  " 


.- ,,,  (14)- 

Scblkkeyiea     C.     F..     Sieg'iii,  *«■  Cwauika  ToKana  per  ter. 

'rllno     Presse  £1   argile   (6)  recMte  arlitUchc   e   pavlmcalaiioal 

ScbmaloDa    E.,    Berlino.    Forno  «tradall   i:itciBa   .cPolvanln.    I-iviir- 

(■eneratore    per    la    coltura    della  no.     Processo    di     fabbricazione    di 

Ice,    dolomite    e    slmili    (1).    Four  mattonelle   di    pietra   ar(ificÌB:e   per 

ruve  à  fover  gazoginc  pour  cai-  pavimentazioni    strada  i    (fi), 

ner    le    calcaire,    le   dokiniile,    le  Steiner  A.,  Zurigo.   Forno  a  ti- 


lOG 


BreveiH  d^hiveìitione 


dans  le  mode  d'étirage  du  verro  en 
feuilles   (6). 

Corti  F.,  Milano.  «Vctrocromoi) 
nuovo  procedimento  per  imprimere, 
meccanicamente,  drcoruzioni  sul  ro- 
vescio del  vetro  (3). 

Garntl  O.,  Milano.  Forno  fuso- 
rio a  bacino  ed  a  lavoro  contìnuo 
pr»r  vetro  a  fifasogeni  aderenti  ed  a 
r  cuperatori   del    caforco   (3). 

Giat-uMi  Spiegcimaaiifactur  N. 
Kinon,  Aachen.  Carrello  di  arrota- 
tura, levigatura  e  mo'atura  di  la- 
stre di  vetro,  marmo,  ecc.  con  un 
sopporto  spostabile  trasversa' mente 
al  carrello,  e  orizzontalmente  rego- 
labi'e  per  reggere  il  pezzo  in  lavo- 
razione (6). 

Groke  W.,  Merseburg.  Presse 
continue  pour  le  moulage  des  po- 
trries,   des   agglomérés,    etc.    (6). 

Hassaft  E.  F.,  Londra.  Pertect. 
aux    verres   prismatiques   (1). 

Haufer  H.    e    Megel    W.,    Ma 
drelsch   presso   Biel.    Macchina   per 
farp  i  co  li  delle  bot ligie  (f). 

Holfmailli  O.,  Mannheim.  Proc. 
et  dispositifs  pour  la  fabrication 
d^s  robinets  en  matières  céram*- 
ques,  telles  qu'argile,  grès,  porce- 
laine,  etc.  (i.s). 

KarazeJ  E.  e  Rcgal  A.,  Banja- 
luka.  Bosnia.  Proc.  et  machine 
pour  la  fabrication  automatique  des 
travaux  en  mosaìque  (6). 

Jahnke  A.,  Stett'no.  Tappo  di 
vetro  per  bottiglie  e  sim'li  (i). 

JSrgensen  H.,  Copenhagen.  Pro- 
c^óó  pour  l'imitai ion  du  verre  mo- 
saìque (i). 

Lecomte-Fallcur  J.  e  C.  (Ditta). 
Jumet.  Système  de  four  pour  la  fa- 
brication du  verre  compose  de  p  u- 
»Vurs   bassins   monolithes    (6). 

Mary  L.,  Tegersheim,  Alsazia. 
Macchina  formatrice  per  stoviglie 
(1).  Macchina  per  fare  pento'e  con 
forma  divisa  e  guida  obbl  gata  del 
sopporto  della  forma,  per  'a  fab- 
bricazione di  oggetti  rotondi  dì  ^- 
stanze  plastiche  (i). 

Mazza  C,  Voghera.  «  Corazza- 
tura del  vetro  ».  Metodo  per  aumen- 
tare !a  resistenza  dei  recip'enti  di 
vetro  a'ie  pressioni  ed  agli  urti  'fi- 
terni  ed  anche  esterni,  e  per  otte- 
nere che  in  ca^  di  rottura  dH  ve- 


tro il  liquido  possa  ancora  restale 
per  un  certo  tempo  nel  recipenii 
Slessi  (i). 

Meicel  G.,  Lommatzsch.  Proc. 
et  disposi tif  pour  fabriquer  le  wr- 
re  à  NTtres  et  le  verre  en    feu  lles 

(1). 

Méraa   Frèret  (Società),    Parigi. 

Produit   céramique  (6). 

OOettbacher  E.,  Nùmberg.  Car- 
reaux  et  da  les  en  verre  à  surface 
ondulée  pour  donner  du  jour  à 
p!omb. 

Papa  G.  F.,  Sarzana.  Marchina 
rotativa  orizzontale  a  doppia  presa 
di  vetro  per  la  fabbricaz  one  de  le 
bottiglie  e  boccette  di  qua'siasi  for- 
ma  (i). 

PeretU  F.,  Torino.  Sist.  per  d':- 
pingere  le  piastrelle  di  vetro  tra- 
sparente da  applicarsi  ai  muri  (1). 

Philippotcanx  A.,  Reìms.  Machi- 
ne pour  la  fabrication  des  bouteìl- 
les  en  verre. 

Pick  E.,  Vienna.  Proc.  de  retor- 
dage  et  de  fabrication  de  fils  de 
vef're  (i). 

Profili  A.,  Roma.  Sistema  di  so- 
spensione dei  vasi  da  cesso  nel  pro- 
cesso di  seconda  cottura,  per  evi- 
tare sul  bordo  il  difetto  dei  tre 
punti  di  coltura  (1).  — 

Rembaux  L.,  Moustier  s/Sam- 
bre.  Disposition  d*une  table  de  cou- 
iée  des  glaces  à  refroidissement  in- 
térieur  par  c'rculation  d'eau  conti- 
nue et  multiple  (6). 

Riiler  €  C.  (Ditta),  Freiburg. 
Proc.  pour  former  une  nouve>!  e 
masse  céramique  et  en  fabriquer 
des  objets  en  poterle  de  tout  genre 

(1). 

Schiller  A.,   Berlino.   Machine  h. 

souffler  le  verre  (6). 

Sevcrlol  H.,  Achern.  Mach'ne 
servant  à  fabriquer  du  verre  à 
bouteilles   (5). 

Sievert  P.  T.,   Dresda.   Proc.   et . 
d'sposiiif  pour  polir  au  feu  les  pla- 
ques    de    verre    (6),     Machine    de 
moulage  à  pressìon  et  de  soufflage 
du  verre  avec  tambour  à  feu  (6). 

Smltll  T.  L.,  Milwaukee,  Wis- 
consin. Perf.  apportés  aux  itiach*- 
nes  à  malaxer  le  mortier  et  le  be- 
ton  (6). 

Società    Ceramica    ToKana    pe^ 


vilasciaH  in  llalM  (lai  16  nov.  1906  al  15  nov.  1907   107 

terrecotte    artlftiche    e    pavlnenta-  di  pavimentazione  con  cascami  di 

stoni    firaéatf,    aèttMia    «Polvaai»,  lej^no  compressi  (3). 

Livorno.    Nuovo  processo  per  dare         Timoffcfl*    Pietroburgo.    Ciment 

aj^li   oggetti   di    ceramica   l'aspetto  réfractaire    pour    constnictions,   ,u- 

di  pietra  naturale,  legno,  bronzo  e  sages  decoratifs.   etc.   (15). 

ferro  (6)  TolCil«    Gian    Company,    Toledo 

Società  Macario,  Scaverò  e  C.ia,  Ohio.  Perf.  aux  machines  ^  1  sser 

Torno.    Fuor   à   moufle   continu   à  les   bouleilles  par  le  feu   (6). 
gaz,  spécialement  destine  à  la  cuis-        Vcrcinigtc    Zwiescltr    e    Pimaer 

son  à  grand  feu  de  vitrages  peints  Farbenglaswcrlic    Akilengeiellsch., 

ou   émaillés,   mais  applìcab  e   aussi  Monaco    Baviera.    Processo    per    la 

à  tDUS  autres  buts  ana'ogues  (3.)  fabbricazione  di   piastre  le  di   vetro 

Società  Veneziana  per  l^lMliutri^  (i). 
Me     GonteHe,      Venezia.     Nuovo        Virgiii  F.,  Genova.   Forno  cera- 
processo  per  la  tiratura  del?a  can-  m!co  a   fiamma   rovesciata   (1). 
na  di   vetro  per  conterie   med  ante        Wagret    P.,    Escautpont.    Appa- 
pastone  a  stampo  (io).  reil   distributeur  de   scmre  de   bois 

Soclété    Anonyme   des    Manufac-  pour  verreries  (i).  Transporteur  de 

tures  de  glacet  et  prodniti  citimi-  bouteilles    à    Tusage    de    verreries 

qnes  de   Saint  Gobaln,   Clianny   et  (i). 

Cirey,    Parigi.    Proc.    de    moulage        Wieltschttig  F.,  Hrastugg.  For- 

des  tuiles  en  verre  (3).  Proc.  et  ap-  no  da  vetri  con  locale  per  il  raffred- 

pareB  de  réglage  de  la  pression  des  damento  (i). 

moellons    pour    le     doucissage     de  '     Wolf   J.,    Brihl   presso   Colonia- 

verre   (6).  Machine    pour    presser    et    souffler 

Spangher    U.,    Milano.    Sistema  des  objets  en  verre  (6). 

XVI.  —  Illuminazione. 

ProHuzioHé  di  sai  iUumìnanU  —  Condotte,  lampade  e  contatori  —  Appai  t echi  e 
matet  tale  per  incandescenza  a  gas  —  Apparecchi  di  accensione  e  spe^mmento  — 
Illuminasione  etettncà  a  incandescenza  e  ad  arco  —  Lampade  ad  olio,  pet$olio, 
alcool,  ecc.  -*  Qasogeni  a  liqnìdo  —  Cafbnratori  —  Candele  —  Ffammf/et  i  -  Ap- 
parecchi divet  si  per  illnminaziome  —  Sefnmlaztoni  luminose  —  Pioiettoti. 

Abel  R.  e  Perves!er  F.,  Vienna,  du   mélange  d'air  et  de  gaz  pour 

Accenditore  a  distanza  de!  gaz,  a-  l'édairage  (5). 

zìonato    elettromagneticamente   (1).  Agoftlni   G.,   Roma.    Perf.   ne  la 

Acétyiène  Lamp  Company,  New-  fabbricazione    delle    cande  e. 

York,  [.ampe  portative  à  acétyène  Angeli   G.,  Milano.   App.   per  la 

lenfermant  sa  provision  de  carbure  decorazione   e   stampa   sulle  cande- 

ti  d'eau  (0).  le  di  cera  (3). 

Actien-GeMlljjcliaft   vorm    C.    H.  Aublant  J..   Massav.   App.   pour 

Stobwasser  e  C.   Ber.mo.   Gazéiti-  l'aHumage  et  rextìmrVon  des  becs 

cateur  pour  lampes  de  toute  natu-  ^^            ^   distance  (3). 

re   a  mien  ées   par   des   yapeurs   de  ^^^^^   ^    ,„   D.,'Napoi.    Lam- 

Alirendt   e    C.    (Ditta),    Benmo.  ^  n..-|-i  1  f    ^  MniifMi  F     Rom-i 

Lampade   a   gas   ad    incandescenza  ^."*-™-*  ^-  «  ^?f  !^^.  ^Ln.  h  ?: 

drette   in   basso   (1).  D.sposrz  one  P^^.  °«^"f.»^,^f"\»"f^ 

Aktiengesellscliaft  fir  Selaa-Be-  ^\\'^^'  (magnesio,  .«l  ummio  ere  ) 
leuclitung,  Berlino.  Proc.  et  dispo-  f  tta  a  fare  fotografie  5"  ^^"«/""^l"^ 
sitif  permettanfdobtenir  un  me-  «"«RO  illuminato  o  al  buio  (3). 
lange  à  teneur  constante  en  gaz  Barablni  A.,  Spezia.  Nuovo  lu- 
ci en  air  (6).  Lampe  h  incandescen-  me  a  petrolio  ad  accens  one  ester- 
ce  par  le  gaz  avec  bec  renversé  na  (i).  «  •  *.  « 
(6).    Disposiiif  pour  la  product'on       Baranovitt  Gé«a  e  Lossinszity  I., 


108  Bievetli  d'inveiiaoiit 

Biitlupest.    Brùlrur   pour   combusilì.  ii tea nde prence  pnr  le  gaz  et  aulrr<: 

blfs  liquidps  ((>),  ['CTS  !i  Dij'an^e  de  gaz  et  d'air  (6). 

BaroB   R.,  PurRi.   NduviI  apna-        BrUlenln  J.   B.   dl|   H-,   PuriKi- 

rei  lage  des  tainpFS  fleclrlquc^  (,)).  -Lampe   inlen»\e   A   manthon    ren- 

BanmtUB   P.,   Kusnaiht.    Dispo-  tci^  et  it  tìraei-  (i). 
sitìf  é'crir'que  pour  ouvrir  la  con-        Brini  U.  ài   G.,  Gentna.   Rub[- 

diiile     d'alimenlation     de     ea?.,    de  redo  di  sicurezza  nBr'zzin   per  ijas 

nninmes  Écairarirs  (.,).  illuminante  (.1). 

BeBllMgIt*    C,    e    Sici:ia>l    E.,        BaUnaiu  G.,  Gross-I.idilrrfr'd. 

M.luno.    K:slema   di   avvicinnineiiln  Proc.  pour  la  fabricalion  des  inim- 

i>  di  al  lontana  Mipn  lo  delle  punte  di  rlions    à    incandesrence    plats    nnn 

due  o  pifi  carboni  tra  loro,  per    a  hyi;ro«copÌques  el  ne  devenani   pus 

regnluiinne    K-obale    dell'ari-o    voi-  fiìables   (5). 

t.'iiro,  tenuto  fìsso  in  un  punto  qual-        Climi   li..   Seslo   Sun   Giovanni. 

siasi  dello  spazio  |.,V  t.eneratorc    di    gas    aceti-ei.e    auio- 

BcritmaBB- EkkIrkIIItt -  Werke  niutlro  a  doppia  re);''l!'2'one,-^i->ie- 

AktlNI^eMllKhalt,     Hej-:ino.     Proc.  ni,i    «Caimiu   d). 
àf   fixage  de   fiU  mfuiliques   dan^i        Ca'4erwil  e  ÀrviUI  (Ditta),   Mei- 

les   lanipes  ^lertriques   inrandescpn-  va.   Nuovo  fennu-candele  ((1). 

{(il.  Case  A.,  Onieena,  Cande  ierr  a 

To  7"sim'iii°  (6).  """'"  '"' 

Cwboae-Llcbt-GeMnachalt'  nlt 

roinpresMiri   di    impianti   di   dÌKirì^  bctchriakler  HalluB|t.  B  riino,  Sy- 

buxinn«  di  gas  sotto  pressione  dopi  slèiiie  de  serrage  pour  les  charbons 

che  i   gasomeiri  sono  riempili   (6).  aes  lampes  à  are  (1), 

Bertaol  A.  !•  F.,  MìJana.   Niio-        CarboK  T.   L.,   Belino.   Lampe 

in   ^'Hola  da  fìa.im.ikri   ■  d.ippi-^  à  .ire  triphn<iiJ  (3). 
iT-to   II)  Cvroll  J.  B.,  Chicafjo.   Proc.   et 

Blmach    H,,    Vienna.    Dlspos'tif  brùleur  pour  brùler  l'acótylène  (i). 
po..r  t'tilluvìUKi  gì   r<M  rc'tiin  dei        ChemUal    ladnilrlai    SyBdkatc, 

>ifri  de  l'i:!!  (>,)  Limited,  Londra.   PeH.  dans  la  (a- 

Blantkcniee  F.,  M.-  Mu'.lcii  Q.  e  bKration   de   compositlons    endam- 

MOMV  F.,  Per'li.   I  imipe  élrrliiquc  mables    sans    emp'oi    de    phosphore 

!i  are  fonr.ijrnarl  par  la  pesanlrur  (6), 

t\)  Cbicotneao  M.  C.  P.  e  Dman- 

BlaiMtd  A.,   P,t'^ì,  ^ouvi-a.i  di-  dre  G.  P.  H.,  PuriKÌ.  Bec  h  iilcan- 

rpositif  de  lampes  A  aro  pou-  il.ar-  dcsconce  pour  l'ócIairaRe  fi   l'essen- 

bnn^   min£ralis(!s   (i)  re  de  pi^trole  (,i>. 

Bolletta   N.,   Milano.    Mlh-v..   d'-        Ciani   V.   di   ¥.,   Pavia.    Dispos.     ■ 

sposidone  dei  sifoni  per  iiii|"dire  il  delle    valvo'e    elettriche    da    R.is    e 

s  (onafigio  e  le  Irodi   nei  contatori  dcKli    accenditori    a    incandesci'nz;i 

di   cas  (3).  sopra  un  circu'to  elettrico,  per  l'a"- 

Boncbaad-Praceiq    E.,    Angnulé-  eensìone  e  lo  sppf;nimentn  simu'i.')- 

me   e   Recd   E.   J.,   landra.    Rèe'-  neo  dei  f.ina'i  a  ga^  (r,0.   Va-vola 

p'cnt      tinnsporteur-rarbuialeur      i-  a  mercurio  per  c"^  (it). 
nnsplosible    à     liquide     immobilisé        Clert   E.   e   Bldan'.l   E.,   Parigi. 

(1).  Alkimeur.extincleur    pour    le    gaz, 

Bonchet  A,   l.  P.,  Parigi.   Perf.  tonctionnant   fi   dstance   (6). 
aux    appareils   pour    la    production        Clerici  C,  Milano.  Supporlo  eta- 

de   l'acelylène,   lanlernes,   c'c.   (i).  slieo    per    filamcati    ilicandesfenti 

Bourdoi    A.    e    Rolhichiid    R.,  nelle    lampade    eleltriehe,    spericd- 

I^ndra.    Perfert.   aux   fi  aments  de  men'e   adulto   per   lampade   a   fila- 

lainpes   fleciriques  A    jncandcscrncr  menti   composti    e   metallici    (i)- 
(<i).  CoHMObit  R.,    Roma.     Dispo<A- 

Brajr  J.  W.,  Leeds.  Perfift.  .inx  iloni  speciali  per  lampade  ad  arco 

r^gu'alrurs   de   déb!t   pour   bcrs   A  {^). 


rilasciati  in  Italia  dal  16  noi\  1906  al  15  nov.  1907     109 


Colonnese  U.  di  L,  Napoli.  Sca- 
tola da  cerini  con  tiretto  a  fondo 
curvo,    tascabile   (2). 

ConpagBle  Generale  des  Boltes 
Lamière,  Parigli.  Sy stèrne  de  ré- 
gulation  de  la  production  du  gaz 
dans  les  appareils  générateurs  d'a- 
cétvlène   (5). 

Coi  F.  J.,  Londra.  Améliora- 
tions  dans  la  machineric  pour  la 
fabricalion  du  gaz  (i). 

Da  Corte  R.»  Roma.  Appar.  a 
chiusura  idraulica  con  depuratore 
per  la  produzione  del  gas  aceti  ene 

(1). 

Darwin    H.,    Erdinghton    presso 

Brminghain.  Perfezionamenti  ne- 
gli apparecchi  di  illuminazione  e 
di  riscaldamento  con  becchi  a  me- 
scolamento d'aria  (3). 

De  AlbertU  G.'  M.,  Torino. 
Per  fez.  nei  rubinetti  o  va'vo'e  a 
ch'usura  automatica  applicabili  ai 
becchi  a  gas  (6). 

De  Franceschi  A.  fa  R.,  Bologna 
Contatore  per  gas  non  soggetto  a 
so'^trazioni   (3). 

Degen  C,  Zurìgo.  Dispositivo 
di  sostegno  per  le  campane  delle 
lampade  elettriche   (i). 

Dessaur  Vertilia  -Ofen  G.  m.  b. 
H.,  Berlino.  Four  à  cornues  verti- 
cales  pour  la  fabrication  du  gaz 
d'éc'airage  (15). 

D'Estonrmel  J.  M.,  San  Mauri- 
zio Canadese.  Regolatore  a  sfera 
della  discesa  e  delfarresto  del  car- 
bone per  lampade  ad  arco  (3). 

Deutsche  Becli  -  Bogenlaìnpcu- 
G.  m.  b.  H.,  Francoforte  s/M.  Pro- 
cède pour  protéger  le  support  dans 
les  lampes  à  are  dont  les  é  ectro- 
des   sont   appuyées   sur   le  còlè  (6). 

Deutsche  G.  A.  (Anergesellschalt), 
Berlino.  Lampada  per  luce  a  gas 
a  incandescenza  a  fiamma  rove- 
sciata con  più  becchi  raggruppati 
intorno  ad  un  camino  centrale  (15). 
Accenditore  per  lampade  a  gas  con 
due  o  pili   becchi  principali  (15). 

Donati  L.,  Bo'ogna.  Rego'atore 
di  luce  per  lampade  e'ettriche  nel  e 
distribuzioni    a    corren  e     alternata 

Drahonowsliy  W.  J.,  Miròschau 
e  Lentschat  G.,  >Iohenschdnhau- 
ben.    Dispositif    permettant    d'allu- 


mer  ou  d'éteindre  k  distance  les  ré- 
verbères  de  roues  quel  qu*en  soit 
le  nombre  (6). 

— DucelJer  G.,  Par' gì.  Perfection- 
nem.  aux  lanternes  à  pétro  e. 

Dugdili  J.,  Failsworih.  Perfect. 
aux  supports  pour  lampes  éleciri- 
ques   (6). 

Ehrich  e  Graetz  (Società),  Ber- 
lino.  Bec  à  fiamme  renversée  pour 
Tèclairage  au  gaz  à  basse  pres- 
sion  (6). 

Eitie  C.  (Ditta),  Stuttgart.  Ap-" 
parecch'o  lanciatore  per  granaglie 
e  specialmente  per  alimentare  ri- 
torte a  gas  (i).  Macchina  per  ca- 
ricare le  ritorte  (i).  Macchina  di 
caricamento  per  storte  da  gas  (1). 
App.  per  estrarre  il  coke  da  le  ri- 
torte   orizzontali    (1). 

Electr.  Bogenlampen  e  Appara- 
te-Fabril(  G.  m.  b.  fi.,  Norimber- 
ga. Saliscendi  per  lampade  con  at- 
tacco conduttore  della  corrente  (^). 

Feld  W.,  Hònningen  a/R.  Ré- 
gu'ateur  de  press'on  dans  les  con- 
duites  à   gaz   (i). 

Feroci  C.,  Firenze.  «La  Mondia- 
le» apparecchio  atto  a  produrre  a 
accensione  e  istantaneo  innalza- 
mento alla  superfìcie  della  scatola, 
tìe'la  parte  posteriore  di  un  cen- 
no o  fiammifero,  senza  b'sogno  di 
impiegare  per  servirsene  ambo  le 
mani,  come  occorrono  nele  attua- 
li scatole  da  cerini  (i). 

Ferrari  L.,  Bologna.  Disp.  per 
impedire  le  irjyd'x  nei  contatori  a 
gas  (i).  Contatore  a  gas  a  siste- 
ma non  frodabile  (i).  Sistema  di 
valvole  sferoidali  per  il  live  lo  co- 
state nei  contatori  a  gas  (i). 

Fortuny  M.  fu  M.,  Veneza. 
Syst.  d*ècla:rage  scénique  par  lu- 
mière indirecte  (9). 

Gaibara  S.  di  L.  e  De  France- 
schi A.  fu  R.,  Bologna.  Contato- 
re per  gas  a  consumo  non  froda- 
bile (6). 

Garuti  e  Pompili  (Ditta),  Tivo- 
li. Luce  ossidrica  ottenuta  coi  con- 
gegni,   sistema    P.    Garuti   (3). 

Gasspar-Unternehmnng  nach  Sy- 
stem Wouwermans,  nabmayr  e 
C,  Vienna.  Perfect.  au  brùleur 
Bunsen  pour  l'éc'aìrage  et  le 
chauflage  (6). 


no 


Ditveiti  d*iuveìteione 


Gtmdìm  A.  e  Teliicr  E.,  Douai. 
Dispositif  pour  Tallumage  des  becs 
et  apparei-s  divers  à  gaz  de  houil- 
le,  aeétviene  ou  autrcK  (i). 

General  Electric  Gmd^.,  Sche- 
nectady.  PerfeatTonamenti  nei  me- 
todi e  negli  apparecchi  per  pro- 
durre  luce  e'ettrica  (q). 

Georii  E.,  Charleroi.  G^nérateur 
d'acétylène   (i). 

Gesellfchaft  tir  Maschiaeoban 
nnd  Elektrische  Neuheiten  m.  b. 
H.,  Berlino.  Sopporto  multiplo  per 
lampadine    e'ettrìche    (i). 

Giovara  N.,  Torino.  Perfez.  nel- 
le lampade  ad  incandescenza  a  gas 
a    grande    tiraggio   (\). 

Uiraréet  M.  A.  nata  Dumas, 
Ktampes.  Dispositif  d'alluinagc  et 
alimentation  des  brùleurs  à  incan- 
(lescence  et  des  appareils  de  chauf- 
fage  à  alcool,   lusol   et   autres  (3). 

GlaSKoe  T.  if.»  Wanstead.  Per- 
fect.  aux  gazogénes  et  brùleurs  à 
air  carburé  (6). 

Gatta  J.  £•»  Oudenbosch.  App. 
automatique  pour  produire  le  gaz 
acét viene  (6). 

Gotombek  E.,  Berlino.  Extin- 
clpur  pour  lampes  à  pétrole  (1). 

Hardt  J.,  Amburgo.  Lampe  à 
gaz  à  incandescence  pour  éclalra- 
ge  diflus   (6). 

Hegner  I.  H.,  Bois-Co'ombes. 
Lampes  à  are  pour  charbons  mi- 
nt^ralìscs    (6). 

Helllt  0.,  Berlino.  Lampe  in- 
tensive de   combustiljlc   liquide   (6). 

Heody  J.,  West  Smelhwick. 
Perfez.  nei  lumi  a  vapore  di  pe- 
troso (6). 

Hertz  M.,  Copenhagen.  Dispo- 
s'zione  per  apparecchi  inser'tori  e- 
lettrici  a  chiusura  automatica  per 
accendere  e  spegnere  lampade  à 
gas   (i). 

Hcymanir  G.»  Rappolthweìler. 
Dispositif  servant  à  Tallumage  ei 
{\  rextinction  des  róverbères  à  gaz 
et  fonctionnant  par  augmentat  on 
ou  rt^duction  de  la  pression  dans 
la    conduite   (1). 

Hm  H.,  Nottingham.  Dispos. 
per  accedere  faivili  di  automobili 
o  di  altri  veicoli,  senza  che  il  con- 
ducente scenda  dal  ve  co'o  o  ne 
arresti   la  corsa   (6). 


Himari  G.,  Tiibingen.  Disponi- 
tif  d'al.umage  à  distance  pour  lam- 
pes  à   gaz   (6). 

HIrfck  F.,  Stoccolma.  Apo.  per 
la  pulitura  del  tamperone  delle 
lampade  a  petrolio  (15}. 

Hopfelt  R.,  Beri  no.  Lampadi- 
na elettrica  ad  incandescenza,  il 
di  cui  filamento  è  incande$»cente 
nel  vapore  di  mercurio  o  simili  (6). 

Hoalon  G.,  Reìms.  Système 
d*app.  dit  «Hydrocarburateur»  pour 
la  production  de  gaz  carburés  (1). 
Oazogène  pour  la  carburation  de 
l'a'r  ou  au'res  gaz  (6). 

Howell  H.t  Londra.  Innov.  nei 
becchi  incandescenti  per  luce  in- 
vertta  (6). 

Hngertkafl  F.,  Lipsia.  App.  de 
carburation  pour  buts  d  irumina- 
tion  et  pour  racttonnement  de  mo- 
teurs  à  gaz  (6). 

Huga  Schnaider  AktieageseU- 
schaft,  Leipzig.  Lampe  sans  mè- 
che  pour  combust'>bles  liquides  (6). 

Kohn  A.,  Napoli.  Apparecchio 
di  controllo  per*  impedire  le  frodi 
negli  impani i  d'Illuminazione  e'et- 
trìca  a  cottimo  (^). 

Kdnitzer  O.,  Berlino.  Lampada 
ad   arco  (6). 

Imperiai  Aatamatic  tight  Limi 
^ed,    Londra.    Perfec.    dans  la   pro- 
duction  du   gaz  acci  viene  (15). 

Jabnrg  J.  J.  ir.*  Amsterdam. 
T^mpe  à  are  à  charbons  indmés 
Tun   vers  l'autre  (6). 

Johnson  H.  H.,  Forbes  ^  Moia 
E,.  Sydney.  Appareccho  perfezio- 
nato per  accendere  e  spegnere  lu- 
mi  a   gaz   (6). 

Jnakert  H.,  Aachen.  Réchauf- 
feur  de  liquides  (1). 

Lcvy  J.i  Berlino.  App,  pour  Ve- 
clairage  de  Icttres-enseignes  et 
pour  la  production  d'effets  lumi- 
neux   similaires   (6). 

Lied  O.  S.,  C'hristiania.  Perfrc- 
t'onnement  dans  les  dispositif  d  al- 
lumagc  et  d'extintìon  des  brùleurs 
a   gaz  (1). 

London  Wax  Vetta  Company 
Perfect.  dans  ou  re'at'fs  aux  ai- 
lumettes-bougìes  Co). 

Long-DelOB  e  C,  Milano.  Nuo- 
vo regolatore  di  pressione  d'efflus- 
so per  gas  i\). 


i 


Magi 


'  Muu 
dea  e 


pida  n« 

"Sii. 

Pietrobi 


nel   arce 
Puk( 


libdcno    mflallici    o    con    leghe  di 

questi    metal!    (6). 

Sm  a  a.  dei  ACnoicnn-Estisc- 
tenrf  Mfomallqne»,  Zurìgo.  App. 
fifT  accendere  fiammelle  di  gas  me- 
diante sclnlillle  etetlrictie  (3). 

S*c.  Ad.  det  AllBnctl«t  et  Frat- 
tD:ri  lani  pbMphMC,  Paritri.  Proc- 
pour  la  fabricalion  des  alluniHtes 
[6)- 

Soc.  Frao.  da  Chalear  ef  La- 
nièrt,  Leva  lois-Perrct.  Injecli-ur 
ile  gaz  à  seclion  variab'e,  pour 
appareils  d'éc'airage  ei  de  chouRa- 

Soc.     Ah.     Belge     d'Eclalragc, 

Bi'uxel'es.  Lampe  à  Inrandpsrence 
[K>ur  hydrocarbiires   lìgu  des    (1). 

Soc.  Ad.  La  Washlntfloa,  Bru- 
selles.  Lampe  à  incandcsccnct  à 
liydrocarbiire   (6). 

'  Soc.  An.  des  AOiimeiir*  Eitloc- 
tenn  Aniomatlquci,  Zurigo.  D  sp. 
Dcr  lo  spostameitlo  aulomatico  nei 
iipccanismi   de.lo   scappamento    che 

dell'ora  nei^ij  app.  per  l'accrnsio- 
ic  e  spegnimento  automalico  dei 
Fanii'i   a  gas  O). 

Soc.  ■ceiUenolecalca  IlaHuia, 
Roma.  GaBSoernnmetro  a  imnier- 
jìonc  per  iicelilene  (1). 

Soc.  Frutaiee  de  cha?car  et  fai- 

■lèr«,  Levallois-Perret.  BrQIrur  h 
Zaz  renversé  avec  chapeau  ondu  6 
i^jiarant  les  produÌI<i  de  la  combu- 
'tion  de  l'air  qui  alimenle  le  Bun- 
ien    (,5). 

Soc.  Int.  d'Eclalraite  par  le  gai 

ibnUc,  Parigi.  Lampe  à  gaz  k 
nrnndP^rence  à  brc  renvers*  (t5>. 
Soc.  Lacarrlère  pear  ta  fabrica- 
lion dei  laupei  electrìqnei  i  In- 
laadeiccnce,  Parigi.  Dì^posit'l  de 
lampe  ólecirque  à  incandFsoenie 
i    fì'amenls   m^ta'liqiiPK   (15). 

Spccbt  F.  e  Schnarr  T.^  L'psin. 

^pp.  per  es-aporiiiare  inlernami'ii- 
p  ad  unn  relicera'ad  inraìidmrpn- 
la  II  gas  di  combustibili  liquidi 
lotlo  prpssone  (i). 

SKiilncr  Chamolle-Fabrìk  Ac- 
:leB-UeiclÌicliatl     vormal)     Didier. 

ìlettino.  App-irpcrhio  di  carica  per 
■torte   verticali    f<i}.    Apparecchio  di 

'  Slricker    W.,    Monaco,     Rom^m- 


riiasciafi  hi  Italia  dal  16  nov.  1906  al  15  nov.  1907  -113 

shorn.   Générateur  d'acéty  ène  avec  ad   incandescenza  a   tungsteno  (6). 

dégagement     automaiiquement    rC-  Lampada  ad  incandescenza,  con  fì- 

glable  du  gaz  (15).  lamenti  di  tungsteno  (6). 

Syfsoyell  M.  nata  Fischer,  Lio-  .   Yon  der  Heyde   E.  J.»   Ber  ino. 

ne.    Bec  renversé  intensif  à  incan-  Sostegno   per   lampadine   e!ettr  che 

descence  par  le  gaz  (i).  (6). 

Tanczer   E.,    Budapest.    Becco  a        Walther    R.    E.,    Verdau.    Brù- 

gas   per   incandescenza   (6).  leur  à  fiamme  bleue  pour  combusii- 

Tatum    C.    A.,    New^York.    Ma-  b'es    liqu'des   destine    a    l'éclairage 

chine  à   couper   ics  aMumettes   (6).  et  au  chautfage  (6). 

Terrei  T.,  Londra.   Perfec.  dans        Welnmaas  G.,  Zurigo.   Appareil 

la   fabrication  des  manchons  à   in-  pour  l'allumage  à  distance  du  gaz 

candescence   (6).  par  pression  (i). 

ThaMig    P.,    Vienna.      Brùleur        WeailieB      e     Bleriot,     United, 

pour  édairage  et  chauffage  (i).  Londra.   Abat  jour  pour  les  lanter- 

ThomsoB-lfoiistoB     A.      E.    0.,  nes  pu'ssantes  de  véhicules  sur  rou- 

Soc.    Ita!,    di    Elettricità,    Mi*ano.  te  destine   à   augmenter   la  portée 

Corpi  incandescenti  per  scopi  di  il-  effective  de  ces  derniéres  et  à   les 

luminazione    e     riscaldamento    (6).  empécher    d'étre    un    danger    pour 

Proc.   per  la  produz.  di  corpi  elet-  les  passants  (6). 
trici    ad    incandescenza    contenenti        Werwath    E.,    Linden.    Perfezio- 

principalmente  metalli  ad  alta  tem-  namenti   nei   becchi   a   gas   ad   in- 

peratura  di  fusione  (6).  candescenza  (6). 

Toccaceli    T.,    Roma.    Torce    a       Westiaghome     Metal     Pllaflient 

vento   di    straordinaria   potenza    il-  Lamp   Company    Limited,   Londra. 

Juminanti  senza  fumo  e  senza  sco-  Perfez.    nelle   lampade   elettriche   a 

li  (2).   Processo  di  fabbricazione  di  incandescenza  (15).  Perfez.  nei  sop- 

fiammiferi  resistenti  al  vento  (i).  porti   dei   fì'amentì    metallici   a   in- 

Toerring  C.  J.,  Fi'ade'fia.  Lam-  candescenza  (15). 
pada  elettrica  ad  arco  (3).  Westfaighonse    Metalfadea    GMh- 

Tognoni   A.,    Buenos   Aires.    In-  lampcnfalMlk     GeselUchaft    m.    b. 

novazioni    nei    dispositivi      per    la  H.,  Vienna.    Proc.   servant  à  éga- 

produzione  di  aria  carburata  desti-  liser   des   filaments   à    incandescen- 

nata  a  servire  come  gas  illuminan-  ce  de   tungstèno  ou   de   molvbdène 

te  (\).  (15).    Perfezionamenti   ne- le  lampa- 

Troilo    V.    fu    B.,    Archi.    Gazo-  de  elettriche  ad  incandescenza  (15). 
metro  a  gas  acetilene  a  caduta  di        Wobbe    G.    G.,    Pisa.    Lampada 

carburo  (3).  ad   incandescenza  a   gaz  (6). 

Vanino  L.,  Monaco  e  Lambrectat       Zlckwolfl  E.,  Siegen.  Accend'to- 

R.,    Vienna.    Processo   per   la    fab-  re  automatico  del   gas  a  distanza, 

brlcazione    di    materie    illuminanti  con  dispositivo  di  arresto  e  di  scat- 

polverose  e  pietrose  di   una   inten-  to,    azionato    mediante    il    cambia- 

sità    il'uminante   speciale   (i).  mento    della    pressione    nella    con- 

Vereinigte    Gtihlampen    nnd    E-  dottura  del   gas  (^). 
'lectrlcitUtf   Actien   Geselbchaft.  Uj-       Zwicky  J.,    Mol  is.    Carburata  ur 

pest,   Budapest.    Perfezionamenti  ai  pour    toute    application    technique  : 

sostegni   dei    filamenti   di    lampade  écJairagc,    force    motrce,    etc.    (6). 

XVI L  —  Riscaldamento,  ventilazione  b  apparecchi  di 

RAFFREDDAMENTO. 

Pieparasione  e  distiUaxiont  dei  combustibiK  —  Focoìari  divet ai -^  Fofiteiti  -  Con- 
dotti dét  fumo  —  Forni  divèrsi  —  SinTe  é  caloriferi  —  Temwsifoni  —  Sùtemi  di 
trasmisstùHé  di  calore  per  appUcuMioni  diverse  —   Cahrifughi  —   Gasogeni  (vedi 

anche  per  g:as  illuminanti  ;  Classe  XVI,  e  per  carburatori   da  motori  in  genera  : 

A^^fARio  bciKììTirico.  JiWV,  A 


114 


Brevetti  d'invenzione 


Classe  V)  —  Essiccatoi  —  Macchina  ed  apparecchi  di   ventilazione    —     Vmidtji' 
catari  dell'aria  —  Produzione  del  ghiaccio  ed  altri  refrigeranti  —   Sistemti  di  9  r- 

frigerazione  —  Ghiacciaie, 


Acétylène    distout    dn     Sud-Etl 

(Società),    Marsiglia.    Chalumeaux 

(6). 

Alfer  D.,  Milano.  Trasmissione 
di   veocità  per  ventilatori   a  mano 

(i). 

Altea    E.    Ph.,    Chicago.    Va've 

d*échappement  d*air  pour  systèmes 

de   chauffage  à   la   vapeur   (6). 

Allgcmcine  T.  G.  m.  b.  H.,  Ber- 
lino. Proc.  per  carbonizzare  la  tor- 
ba   asciugata    all'aria    (i). 

Arato  E.,  Tor  no.  Forno  ad  aj 
zione  continua  per  la  cottura  di 
materiali  in  genere  e  del  gesso  coi 
suoi  derivati  in  ispecie  (3).  — 

Arduino  P.  T.,  Torino.  «La  Vic- 
toria», rksca'datore  istantaneo  per 
liquidi  (-)). 

Arndt'H.  e  Nfirnberg  A.,  Berli- 
no. Dispositivo  per  la  distribuzione 
dell'aria  compressa  per  iscopi  di 
ventilazione   (1). 

Andllfrcn  M.,  Gelbev  presso  Epi- 
nal,  e  la  Soc.  des  Etablitsementt 
Slngrfin,  Epinal.  Perfect.  aux  ap- 
pareils    frigorifìqucs    rotatifs    (15)- 

Audouin  P.»  Parigi.  Nouveau 
disp.  d'app.  condensateur  dit  uCon- 
densateur    Paul    Audouin»    (i). 

Balconi  L.»  Milano.  Nuova  cal- 
daia in  ghisa  per  riscaldamento  a 
termosilone  ad  elementi  sovrappo- 
sti (1). 

BàUerlo  M.  e  Maffel  M.,  Mi'ano. 
«Economizzatore»  caricatore  di  car- 
bone intermittente,  a  tamburo, 
regolabile  con  spia  di  controllo  (i). 

Bambergcr  M.  e  B5ck  F,.  Vien- 
na. Proc.  de  fabrication  et  d'uti  i- 
sation  d*un  combustible  pour  le 
chauffage  du  contenu  de  vases  de 
tout   genre   (1). 

Bandow  D.  nata  Janke,  Lnng- 
fuhr.  App.  refrigerante  per  botti- 
glie  e    simili    (1).  — 

Baravclll  E.  e  Fiorentini  O.,  Bo- 
logna. Impiego  delPalluminio  su- 
perficialmente ossidato  ne'la  fab- 
bricazione di  apparecchi  di  r  scal- 
damento   elettrici    (i). 

Barker  A.  H.,  Woodcroft  Trow- 
bridge,  Wilts,  App.  per  il  riscalda- 


mento de'l'acqua  e  per  far  circo- 
lare Tacqua  riscaldata  in  un  siste- 
ma di  tubi  qualunque  (4). 

BarulfoI  A.,  ì^e  tre.  Nuovo  tipo 
di  camera  refrigerante  (3). 

Batsanete  F.f  Roma.  Forno  con- 
vertitore c'ettrico  a  corren'e  trifa- 
sica  (6). 

von  Baucr  T.,  Berlino.  Perfect. 
aux  fours  à  coke  fonctionnant  de 
manières   diverscs    (6). 

Bautch  e  Fcmpel,  Karlsruhe.  Di- 
spositif  permettant  de  réaliser  une 
combustion  comp'ète  dans  les  fo- 
yers  de  chaudières  à  vapeur,  fours, 
etc.   (i). 

Behr  J.  F.  e  Zotlcr  G.,  StutN 
gart.  Tubes  lamel'aires  pour  le 
chauffage,  la  refrigerai ìon  et  la 
condensation  (6). 

Bcndcr  O.,  Treptow,  e  Beiiig  r 
F.,  Andernach  a/R.  Proc.  per  ot- 
tenere la  combustione  senza  fumo, 
mediante  l'introduzione  di  combu- 
stibUe    liquido    (i). 

Bcnnct  H.,  Londra.  Moyens  per- 
fect. de  brùler  la  fumèe  dans  'es 
foyers  de  chaudières  et  autres  (6). 

Bergmann  T.,  Gaggenau,  Ba- 
den.  App.  de  refroidissement  et  de 
chauffage   (6). 

Billct  J.,  Baint-D'é.  Barreau  de 
grille   économique    (^). 

Btrkciand  K.,  Christiania.  For- 
no  elettrico  (6). 

Blanc  P.,  Bruxelles.  Surchauf- 
feur  d'eau  (1). 

Blasberg  E.,  Diisse'dorf.  Mar- 
mite  de  réchauflfage  avec  d  sposi- 
tif    calorifuge    (i). 

Blàthy  O.   T.,   Budapest.   Forno' 
elettrico   ad   induzione   con   e'ettro- 
di  (6). 

Board  H.  C,  Highmead.  Perf. 
aux  chicanes  pour  les  flammes  et 
la  cha'eur,  dans  les  chaudières  à 
eau   chaude  (6). 

Boggiali  A.  e  Recalcati  G.,  Mi- 
lano. Scaldabagno  a  gas  di  sp'ri- 
to,  con  tubi  radianti  p  forne  lo 
perfezionato  con  tubi  d'alimenta- 
zione (3). 

9ohon  B.,  Pargi.  Proc.  et  app. 


nlasciatl  in  Italia  dal  16  noe.  1906  al  15  nov.  1907    115 

de     combuslion      intégrale     et   de  tore   per   raffreddare   l'acqua   circo 

chauttage  intensif  (i).  Lante    net      motori     d'aut^iniobij/^ 

BoltrI    G.,    Milano.     Magazzino  chiamato   «Refrigerium»    (i). 

essiccatoio   per   bozzoli   detto   «Are-  Cccchl   L.   e   Rosfi   G.,   Genova. 

se».  -  Movimento  per  venti  atori  a  Ventola   meccanica  (i). 

mano  (i).  Ccreta    C,    Torino.    Sistema    di 

Boutillicr    L.»    Orléans.    Gazogè-  fabbr'.caziune   dei    radiatori   special- 

ne  perfectionné  pour  la  production  mente  per  automobi.i  (i). 

de  gaz  pauvre  exempt  de  goudrons  Cemttl   T,  fu   A.,  Genova.   App. 

(12).  frigorifero    con    ventilazione    (i). 

Bouvlcr  A.,   Lyon  e   Collon   E.,  Chaplct  F.  M.,  Lavai  e  La  Nco 

Cannes.      App.      doseur-mé  angeur  Metallurgie,    Parigi.    Dispositif    de 

pour  corps  gazeux  et  souffleur-car-  four    électrique    (b). 

buratpur   (6).  Chicta    C,    Milano.    Séchoir    à 

BrltUh    and    Forcign    loYcntlons  tambour    rotatif.    démontablo   ^t 

Limited,  Londra.  Proc.  et  appareil  trasportable     et     fonct^onpant,    a 

pour  la  fabrication  de  giace  (9).  ciel   ouvert,    pour   cocons,    céréales, 

Broadbent    J.    C,    lludderstìeid.  etc.   (1).    Nuovo  ess  ccatoio  a  tanr 

Appar.    nuovo    o    perfezionato    per  buro  rotante  per  bozzoli  e  per  ce- 

rinfrescare,    scaldare,    prosciugare,  reali,    sistema    Chiesa    (3). 

impregnare  o  in   a  tro   modo   trat-  Ciinch-J.     F.     J.,    Leamington, 

tare  alcuni  prodotti  (1).  Warwick.     Proc.    perfezionato    per 

Brossc    R.,     Marsig  ia.    Four    à  riscaldare    m'Mallt    senza    psiiida- 

feu   continu   au    gaz   pour   ca  ciner  zione  (6). 

Talumine  et  produìts  simi'aires  (6).  Cole    T.    H.,    Southsea.    Appar. 

Bficlcr  de  Florin  H.,  Zurigo,  perfectionné  pour  produire  et  em- 
Forno  crematorio  per  le  immondi-  magasiner  les  produits  de  la  coni- 
zie,  spazzature,  cascami  di  cucina  bustion  d'un  gaz  ou  vapeur  sous 
e  industriali  (6).  pression    (15). 

Burcl  M.,  Lione.  App.  de  chauf-  Colonna  '  L.,    Chiari    e    RedaeUi 

fage  à  gaz  (3).  C,    Milano.    Nuova    va'.voa    auto- 

Bnsch  R.  e   Lampe  T.,   Hanno-  matica  per  scaldabagno  a  gas  (^). 

ver.    Impianto    generatore    di    gas  Cotogna    L.,    ChiarL    Apparèc- 

d'aria  (6).  chio    a    gas    per    il    riscaldamento 

Bnfse     O.,     Dusburg-Meiderìch.  dell'acqua  per  bagni  (3). 

Séchoir  à  plateaux  chaufìfés  par    a  Compagnie    Francoife    de    TA- 

vapeur  (6).  cetUène     Dissoni,     Parigi.     Proc. 

Busa   J.»     Monaco   e     Fohr   C,  pour    entraver    la    propaga^ion    de 

Schloss-Wa'lenburg.    Proc.    de    fa-  l'onde  cxplosive  dans  les  récipients 

brication  de  briquettes  de  charbon,  chargés    de    gaz    exp!osif    compri- 

tourbe  et  houille  limoneuse  (6).  me   (9). 

CaUgarit  e  Piacenza  (Società  A-  Compagnie    dn    gaz    H.    Riché, 

nonima),    Torino.    Perfez.    nei    d*-  Parigi.     Système    de    gazogène    à 

spositivi  per  la  rapida  circolazione  p^z    mixte    (système    «H.    Riché» 

negli   apparecchi    di    risca  damento  (<j). 

a  termosifone.  Composite  Fuel  Syndlcate   Llmi- 
Calliano   C,  Torino.    Nuovo   tpo  ted,    Londra.    Perfez.    nella    fabbri- 
di    evaporatore    dott.    Galliano    per  caz^one    di    combustibile    artificiale 
bocche  a  calore  a   scopo  di   riscaJ-  (6). 

damento    igienico    degli    ambienti  ComoH    G.    B.    fu    L,    Genova, 

di    abitazione    (^).  Calorifero   a   gas   (^). 

Canevari  G.  fn  R.  e  Marchetti  Concentrie    Condcnsers    Limited, 

V.    fu    A.,    Roma.    Proc.    per    la  F^ondra.  App.  d'cchangc  de  chaleur 

fabbricazione  di  nìattonel'e  da  ma-  .1). 

teriali    polverulenti    con    l'impiego  Conti    U.,    e    Conti    E.,   Torno, 

della    sansa    esausta    d'olive    (2).  Ventilatore    automatico    per    veicoli 

Catagrand^  G.,  Mi'ang.   Hudia-  in   moto   (2). 


116  Hrevttli  d'ìi 


CorasHu       E.,      Trullhiètlan      \  le     Pa      Coniposiliun     pouvant     ser- 

Ftta   L.,  Giìlebori;.    Ptrl.    nei   for-  vi-    conime    cocnbuttìble,    et     prcc. 

ni    elettrici    a    ress lenza    (6).  patir    pr^ai*er    cette    oompoBit'on 

CMc    E.    F.    e    Pkirra    P.    R.,  cn    vue    de    u    transformatTon    tn 

l.ione.    Sysième  de    (oor   électrique  «imbuii  ibi  e    (6). 

(6).  TM     Dmlumà     W.,      Witaschuu 

CmM  J.    R.,  Chirago.    Proc.    et  presiso    Jarotschin.     Prue,     ei     app. 

appareii  pour  la  produrlion  de  gaz  pour  la   production   de  gaz    ht'dru- 

combustible    (is).                    ,  tarbonis   pour   moleurs  (6). 

CuloAlt    A.;    Diis^eldorr,     Proc.  Eckirl  F.  «   nermara   F..    Hr« 

pft   la   fubbricaxione   o    il    migliora'  sra.    App.    pr    la    produzione    so  ìc- 

menlo   del   roke  (6).  cita   di    ghiaccio  (i). 

DaUa  Yalta  V.  la  C,  Itolo^"».  Edl(M  Ore  MUlkmg  5nid:cit( 
Troc.  di  trasformaz  onc  di  lignite  tlBllcd,  Londra.  PerCrz.  nei  Ste- 
in carbone  allo  a  bruciare  nei  (or-  raloi  (i). 
ne:ii  comuni  da  cucina  come  il  car-  FArtk  IBr  1 
bone  di    legna   ({).                                  ElMakMCtniktloi             

Uamet    P.,     Berlino,     Proc    .p»r  Niederjenti.      Nouv-eau     d)spov<if 

rinfrescare    i    liquidi    ed    ali  re    su-  pour    le     chargentrnt     des     hauij 

slanié  (i).  (uurneaui    (i). 

DiMcrt    F.,     UpTlino.     Processo  FivrttH  U-,  Tarino.   Nuovo   for- 

cd    ap5>arecchia    per    la    produzione  neiio  a   gas  (ì). 

d:  uas  d'acqua  Ut.  Fcldncyw   Ì.,    Monaco    Bavera. 

De   FrancMclil  ti.,   Milano.    Per-  Fornp^lo    per    combusiibìli     liquidi 

fei.     agH     scaricatori     delle     acque  da   cucina    o   da   riscaldamenlo    (iJ. 

cundeniate    applicali     ai    riscalda-  Fcll    G.    N.,     Londra.     Disp(K.i 

menti  a  vapore  1 0.  zione    per    imped're    la    produzione 

Ued'Orta    F-,    Mi:ano.     Caldaia  di    fumo   nei    forni    delle    calda'e   a 

lerino-micro-sitone      per      riscalda-  vapore    e    simili    (i). 

mento   (f).  F«rruB«ta    F.     la     O.,    ^qnoi. 

De  Rlg«  A.,  Marsiglia  e  Da  Ria  Carbone    cosiituitu    da  -po' veri     cc- 

V,,    Napoli.    Innovazione    nel'e    ca-  meniate  (si. 

ii.err    refrigeranti    (  t).  Pcmn  y  Dcftrie  A.  e  i<  Lai;(r- 

Deadche    Biake  Gai    fittcHtcb.  le    y    PchIdo    J.    M..    Barcellona, 

m.  b.    H..  Berlino.   Proc.  de  fabri-  Proc.    pour   assurer   le   tirage    dan< 

cutioii  d'un   gaz  pour  mnteurs  (6).  les  fovers  au  il  peul  «tre  contrarie 

De   Ve?M«  0.,   Parigi.    Proc.   d  u-  par   Tanion   du   vent   (6). 

tili^^.-il'on     des     pnu'siers      maiRrcs  Por*  l  E.,  Colonia   s/R.   blacière 

pour  former  du  colie  m<!tol!urgique  poriative  (i). 

ou    non    (t).  Franco  G.   lu    G-,  Genova.    Fot. 

DlMIa    W.    J.    e    Wollcrcck    H.  no  a   carbone   vegetale   per   uso   di 

Ch.,   Londra.    Proces»>  per  la   prò-  famiglia    sistema    Franco    (3). 

duiione  di  un  gas  di   ri^ca  damen-  FreaadJkk   A.,    Dusseldorf.    S^g- 

to    e    di    un    gas-luce    p:rmanenti  p'f.1   di    valvo'a    e   coperchio   da    li- 

(1).  lindro  per  compressori  di  macchine 

Dla^kr  H..  Angsburg,   Baviera,  da    ghiaccio  |t). 

Proced. mento    per    generare    ed    u-  Prkk   0>.  Su'tsjobaden,   Storcol- 

sare  un  gas  d'ar'a  sotto  pressione  ma.    Fourneau    électrique    transfur- 

adnlto    al    trasporto    (6).  mateur  dans   lequcl   la   charge    est 

DI    Paola   C,    Napoli.    Depurato-  chauffée   par  un   courant  é'eclrique. 

re    di    carbone    dai    corpi    estranei  iiiduil    dans    la    charge    elle.mème. 

(0.  GaanMl    C,   Stuttgart.    Essicca- 

Uoaard    E-,   Parigi.    App.   à  des-  loio  con  ventola  per  il   movimento 

((■■cher  dans  le  vide  et  i  basse  lem-  dell'aria     in    due    direzioni    opposte 

sofides   (8).  ((., 

np  Hill  Pa.. 

Puuniansdii- 


rilasciati  in  Italia  dal  16  nov.  iùO^  al  i5  nòv.  ÌÙ07    117 


composti  di  fossili  od  altre  sostan-        H«ri  C,  Vienna.   Forno  da  im* 

ze   minerali  e  vegetali,   ad  uso  do-  mondizie  (6). 

nwstico  e   riscaldamento   (i).  Hildebramlt    G.,    Berlino.    Corpo 

Gas  -  Generator    G.    m.    b.    H.,  refrigerante    ad    espansione    (i)! 
Dresda.     Perfezionamento    nei    gè-        IIoerÌaf(     P.     e     Wiclandl     W., 

neratori    a   gas   per    usi    industriali  Berfino.    ÌVoc.    ed   app.    per   la   ga- 

(i).  sificazione    di    combustibili    greggi 

Gerard  L.   F.   E.,  Parigi.   Retre-  (i). 
ri     radiateur    pour    l'utilisation    dvs        Kaefer!e    F.,    Hannover.    Soupa- 

cheminées    ordinaires    au    chaulTa-  P^s   d'admission   de   la    chaleur   ac- 

Re    à    la    vapeur    (3).  tionnó?s  par  un  éieclro-aimant  (1). 

Getto    F.,    Ivrea.     Innov.     nelle        Keller-Kuri   F.,   Lucerna.    Dispo- 

^riglie  dei   focolari   (1).  s'tìvo    per    la    carburazione    del  'a- 

GiordaiM    F.,   Torino.    Radiatore  »"'a   mediante   un   idrocarburo   liquir 

in   lamierino  stampato  (Sideros)  da  do    (6). 

servire  per  riscaldamento  ad  acqua        KJcl.iii    F.    A.,    Stoccolma.     D'- 

ca'da    e    vapore    a    bassa   pressione  sposiz.    perfezionata    per    produrre 

(2).  il   movimento   del   materiale    tratta- 

Glrod    P.,    Parigi.    Four    éleclri-  ^^    nei    forni    a    resistenza    e'ettrica 

que    (i).  *  (^)'     Forno    elettrico    a    resistenza 

Glenk    W.,    Norimberga.    App.  ^^L     ,.       -.      ,^    .   .     „  .. 
de  charge  pour  foyers  de  fourneaux        *«""*«'   R-.  .^?r*«^*'    ^rù  eur   va- 

(f>).   Chargeur  de  combustible  pour  PO'-i'^affur    a    débit    variable    pour 

foyers   de   fourneaux,    etc.    (6).  ""^i'il't-^!,  %  ""'t^^^r^^^' .     .,.. 

Gobbe  O.,  Jumet.   Four  pour  la  .  ^^^T    p'***"^   ^^  "^^'     -^'^ 

distillation  de  la  houi  le  et   la  prò-  ";?,  ^  ^T'V.  T?"^^*    ^""-    """*    ^^" 

duction  du   coke  (3).  kL^L^  1^^'r  i     •       /d     a 

riAMAii.    A       D  r«  .  ikOOTinaoii   B.,  colonia  s/R.   Ap 

GooeUa    A..    Roma.    Cassa    ter-  p^^.    ù   produire   le   froid   par   l'em- 

m.ca    pel    mantenimento    di    alte    e  ^,^ì    de    l'acide    carbonique    (i). 
fi^/kTff'^'M''^  ^^^'                 u  Krag    C.    Wevelìnghoven     Bec- 

Inn     V^!J?;*  "*  ^""^*^  P'*^'°  ^'J.'  co    per    combustibili    liquidi    (6). 

irs  Hq^eTrc  ^^;os^tT'^"r  ^^f^^z^r  r.^^r  Vv  ^^  '^ 

surchauVr    les    vapeur^  produ^tes  ^^^c^^iX^nt'WiAS^^    LI 


(6). 


mited    e    Smallwood    A.,    Londra. 


Goy  W.,  Anversa    Corde  isolan-  Perfezionamenti    nei    fornì    per    fu- 

te  ou   calonfuge  (6).  ^ione,   riscaldamento  di  crogiuoi   e 

Ki-S    4  ^,   o  ^"  ci;!?'    ^;*    t"^"  cottura    di    laterizi    applicabili    ai 

biad  Axel  R.  e  Staihaoe  O.,  Lud-  forni    per   sma'tature   a    fuoco   per 

yika.    Four  é  ectrique  (6).    Disposi-  stoviglie,    terraglie   e    simili    (6). 

tivo    per    forni    ad    mduzione    elet-  jacobi    A.,    S^ifeo    e    Chemische 

tnca    (6).     Perfectionnements    aux  Fabrik,    Darmstadt.    Plaque  de   re- 

fours  é  ectriques  à   fondre  (6).  frodissement    pour    appareils    réfri- 

Grdndal   Kjellla   Company   Limi-  gerants     applicables    aux      savons, 

ted,    Ix>ndra.    Four    d  Induction    é-  beurres  de  coco,  margarines  et  au- 

lectrique    (6).  tres    substances    analogues    (6). 

On^eUiio    A.    e    Paraisoni    S.,  jahn  A.,  Olmutz.  Chapiteau  piur 

Tonno.   Radiatore  a  sene  di  lami-  cheminées  et  fuyaux  de  ventilation 

ne  per  autom.  ed  a  tri  app.  di  tra-  /(^^ 

zone   denominato    «Eurekaii    (3).  jeakiiii   F.    C,   Amburgo.    Perf. 

Guidetti-Serra  F.  di  E.,  Tonno,  nei  ventilatori  da  camera  (1). 

Sistema   di   ventilazione   del    moto-  Junker    e    Rnh    (Ditta).    Cars- 

re  a   benzina,    de.la  dinamo   e   dei  ri,he.   Becco  un  versae  Bunsen  per 

motori    elettrici.    n«lle    veùture    a  fornelli  e  cucine  a  gas  con  fessura 

trasmissione    elettrica    (3).  registrabile    e    piastrine    con    stelo 


J 


^m 


^r 


118  Urevetiì  dHnvenzIoné 


cambiabili,  per  la  produzione  a  vo-  fs^biaccìare    o    riscaldare     i     liqui<i: 

lontà    di    una    fiamma    rotonda,    a  (2). 

stella,   a   punta  oblunga  o  d'ago-        MaschlBeabananstalt»    Biogetse- 

nale  (12).  rei     niid      Dampfkettclfsbrik    H. 

Jankcrt    H.,    Aachen.    Réchauf-  PaackKh,  Actien-Gese  Iscbaft,   Ber 

feur   de   liquides   (i)-  ^'"<'-    Sécheur   à    lambours    mobìlr-. 

LamplOBgli  F.  e  la  Albany  Ma-  chaufTés  (6). 
nnfacturing      Company      Limited.       Masciiinen    e    Dampfkeaselfabrik 

Willesden.    Middlescx.    Rr.dia»ore   o  Gulleaume   Werke,    G.    m.    b.    H  — 

refrigeratore    perfezionalo    per    ac-  Neustadt   a.    d.    Haardt.    Corps    de 

qua   e  simili   (ó).  tuyère  de   forme  discoide   pour    fo 

Lang  A.,  Karlsruhe.   Pi  ce.  pour  yers   à    tirage    inférieur    (6). 
cLtenir     de     hautes     tempcrutures        Mascliinenban-Aiistalt    Humboldt 

ji'squ'à    rébul.ition    et    vaporìsation  Kalk   presso   Co'onia   s/R.    BrarcUi 

de   liquides  ou   de  mélanges  de   li-  di  rimescolamento  per  forni   di    tor- 

quides   et   de   corps   solides   au   de-  refazione  (6). 
dons  de  vases  fermós  (1).  Masnata  V.  di  L.,  Genova.   Scal- 

Laycock    W.    E.,    Shrnìe'd.    Per-  dabagno  conico,  funzionante  a    g^as 

fczionamenli    relativi    alle    bocche  legna  e  carbone  qualsiasi   (i). 
dei   ventilatori   (6).  Meldrum    J.       J.,     Manchester. 

Levilly  O.  E.,  Parigi.  Rc^gu'a-  Perfez.  nei  distruttori  di  rifiuti  (O). 
teur  de  détente  pour  machines  fri-       Merz  A.  fu  B.  e  Massa   Pescas- 

gorifìques   {1,).  seroli   G.    M.,    Napoli.    Agglomera- 

Lévy    S.,    Parigi.     Barreaux    ei  to  di  carbone  coke  artificiale  attra- 

entretoises    amovibles    pour    grille  versato  da  fori  e  senza,  per  uso  di 

de  foyer  (1).  industria,    domestico    e    altro^     dì 

Lindbiad  Axel  R.  e  StMlliaiie  O.  quaisi^si   forma  geometrica   (15). 
Luciv'ika.    Nucleo  da   trasformatore        Messinger   A.    H.   e   Popper    V., 

per  forni  elettrici  ad  induzione  (6).  \'»enna.   Proc.   et  appare. l  pour   sé 

de  Loewenstein  Ch.,  Chùteau-  cher  des  déchets  industriels  te:s 
du-Rouze  par  Aries-sur-Rhóne.  que  tranches  de  belteraves,  vinas- 
Perfec  aux  disp.  pour  surchauffer  se,  pupe,  melasse,  engra  s  chimi- 
la  vapeur  (1).  ues,    matières    fécales,    résidus    de 

Lombardi  G.,  Rovigo.  App.  per  eaux  perdues  de  sucreries,  etc  (i). 
riscaldare  in   breve  tempo  sostanze        Mewes    R.,    Berlino.     Mode    de 

alimentari  (i).  frabrication  de  refraìchissoirs,   con- 

Luserna  di  Rorà   E.   e   Lucchel-  denseurs,    ou   rdchaufleurs  à   1  aide 

li  G.,  Torino.   Nuova  forma  ed  ac-  de    tubes    réunis    en    faisceaux       cr 

coppiamento  degli  elementi  per  ap-  ondulés    (6). 

parecchi   refrigeranti   per   motori   a        Modiano    E.,      Trieste.    Fornello 

scoppio   e    per   altri    usi    industriali  per   idrocarburi   liqu  di   (6). 

(3).  Moreux     G.,     LevaUois  -  Perrct. 

Maginot    A.,    Dampierre.    Yen-  Radiateur    (3). 
ti'ateur    centrifuge    policellulaire    à         Mor&son      D.      B^      Hartlepool. 

haute  pression   (6).  Perfect  aux  appareils  pour  conden- 

Mallory   H.    C,    New-York.    Me-  ser  la  vapeur  et  refroidir  Teau,  de- 

can'sme  de  régage  pour  le  passa-  stinés   au   refroidissements  de   Tair 

gè  de  fluide  chaud  dans  les  radia-  à   la   condensation    (6). 
t(urs  (6).  Merton  G.    L.,   Sutton   Coldfìe'd 

Manzoni    A.,    Mars'glia.    Radia-  Warwick.     Perfez.    nei    generatori 

teur  h.  ailettes  iixes  et  éléments  a-  di   gas   (6). 
movbles  (6).  Mnnk   J.   e   Pick   e   Winterstein 

MarazeI    E«,    Montpellier.    App.  (Ditta),    Yienna.    Appareil    humec- 

à   rafraichir   les   liquides   (3).  teur,      refralchisseur     et     purifìca- 

Marinelli  A.»  Roma.   Appar.  per  teur  d'air  (1). 


ì-ilasdati  in  Italia  dal  16  rùv.  1908  al  15  nov.  1907    119 

Ne:MH   G.   Napier.    Perfect.   aux   de  clrculation  des  moleurs  k  explo- 
appareiU    i^frìgérunlj    (i).  «on   (6)- 

Omklty  Slecf  FoHBdry  C,  Limi- 
ted,  Loildra.  Four  porteti,  poui 
lu    fuslon  du   mélul  fu  creuset  (6)- 

ObcrbiTcriickc  Kokiwc/kc  nad 
Fabrik  ChcnUchcr  Prodackte  A. 
«.,     Mimacn,    Baviera.    Procedd    et 


POHOU  F.,  Erba  Inclno.  StuFa- 
calorifero  perfezonala  denoniinalii 
la   ..Brianzoai.   (s). 

RauchfCTMliKBdc  Spar-Fcacnag 
Bender  G,  m.  h.  H.,  Andernnch 
a/R.  Tuyère  pour  l'imroductìon  rt 
la   d'slribuikm   de 


•urbe   et  : 
r-s,   riches 


.  (1).  —  Per-    (61- 


.   fo>et 


negli   il  , 
carbonizzazione  della  torba  (i). 

Oder«  A.,  Genova.  Innovaiioni 
nei  riscalda  lori  dell'alimento  per 
tfìi  evaporatori  dell'acqua  di  mare 
(.!)■ 

OdUU  a.,  Parigi.  Procèdo  d'ag- 
Klonióration  de  pouisière  de  coke 
■lu  d'anlhrac'le  pour  obtenir  des 
briyueues    {.). 

Pagaol  A.,  Uull  E.  e  Ta- 
gllabuc  L.,  Mitanv.  Cas«efta  a 
valvola  'speciale  moderalitce  ddl 
tiraggio  per  stuie  a  fuoco  continuo 
(.1). 

Paa)  Wilhelm,  Schiltigheim.  Ap- 
pare il  pour  améliorer  la  cuuiDu- 
Mion    dans    les    tojers    (■). 

Pellegria*  F.IU  (Dilla).  Torino 
Forno  essiccatoio  ad  a2iane  con- 
lìnua,  per  cereali  ed  altre  materie 
(Jt. 

Percgo  A.,  Mi'ano.  Pa'e  per 
iTnlilaiore  a  dislribuiione  razio- 
nale «sistema     l'erego»     (j). 

PclcriaBD  A.  1.,  Alby.  Forno  b 
leltrico  per  il  liailamenlo  dt  gas 
med  ante  archi  voltaici  elellrodina- 
micamenle  o  elettroniagneticamen- 
(6).  Proc.  ed  inslallazkme  di 
no  per  la  r'duzione  dì  minerali 
ossidati  o  simili,   nonché     allri  os- 

via  elettrica  (6), 

Pielock  E.,  Berlno.  SurchaufTer 
pour    chaudières    tubulaire*    (15). 

PUH  E.  la  C,  Tw-ino.  Perfe- 
ziona menti  nei  dispositivi  per  la 
ripida  circolaz'one  negli  apparec- 
chi  di    ri  scaldamento    a    termos  ifo- 

Poautl  L.  E.  e  Blanclict  C 
Puleaux.  Radiaieur  nid  d'abfilles 
four    le    rcfroidisicmenc    de    l'cau 


Reali  L.  Id  C.  Bologna.  For- 
no a  piano  isolalo,  sospeso  od  ap- 
poggialo, con  disposizione  relrige- 
ranle,  girevole  o  non  e  registrabi- 
le per  la  cottura  de]  pane,  biscot- 
ti, carni,  ere.  come  torrefazione  di 
legumi,  caffè,  epe.  essiccazione,  ri- 
uttlura  di  vetri,  cristabL,  porrel- 
lane.  terraglie,  vernici,  dissodu- 
^ioni.    tempere,    ecc.    (3). 

Reck  A.  B.,  Helierup.  Grillc  ìi 
- »   (6). 


rigi.  Foyer  à  méJangeur  automa- 
lique  pour  hydrocarbures.  alcoo's 
et  autres  combustibles  liquides  (9). 

Riipoll  S.  la  O.,  Napoli.  For- 
nello a  tiraggio  naturale  con  ri- 
sca'damento  a  carbone  ed  a  gas, 
con  relativi  congegni  per  la  cot- 
tura de  le   conserve   alimentari   (1). 

Robgrcy  e  Co.  Limited,  Londra. 
Perfect.  dans  la  production  du 
rombustìble  artiRciel  et  du  coks 
(6). 

RlkUlag  H.  e  Rodcnhaaier  W.. 

Saarbrùcken.  Four  élecJrique  (6): 
Roggtra  E.,  Genova.  Nuova  cal- 
daia per  termosifoni  e  applic.  ana- 
loghe detta  «Thermos,!  tipo  B  (6). 
Nuo'.'o  tipo  di  radiatori  per  riscal- 
damento di  locali,  asciugatoi,  ecc. 
(6),  Caldaia  per  cucina  uTermosu 
combinata  con  caldaia  a  termosifo- 
ne pel  riscaldamento  degli  appar- 
tamenti (6).  Caldaia  a  tubi  concen- 
trici verticali  per  il  riscaldamento 
di  locali  con  vapore  a  bassa  pres- 
sione   od    acqua    calda    (5). 

Itagkr  L.   fu   C.  Cagliari,   Ap- 


parffchlo   pn-    tu   disiil'aiione    ciin-  le    un    canale    elicoidale    nel     <n>^ì- 

liiiua    dd    IfKno    (15).  l'arìu   è    liberata  dulia    poivrre     pr- 

Rawj    F.,     M  laiw.     Auto-ltrmo-  l'aiion»    della    Sana    cenlrifuea     - 

rr^o  atore    (1)-  deirinumidìmenro   del'a    polvere     '-' 

Km*I   Q.    fu   M.   e   MarchdU    G.  està  contenuta  (6). 
di   F.,   Uenovn.   \>ntilali>re  a  mano  Schwdi     LmsbMI*     «     MucU 

piT    urcendrre    ìl    tuoi-u    a    larbone  ■cnlibrlk,    Winlerthur.       Appare  . 

o  a  li^BOU  (1).  producleur  de   Raz   pauvre    (q). 

HBMler    M,.    Monaco.     Baviera-         Se-n»    V.    fu     L.,    Va:  (abbrii-a. 

Raccogli    (Kiivere   con   ruote   spruZ'  Stufa  economica  per  uso  di   curim 

autrici  d'acqua  rotami   In  una  M:a-  e    r  scaldamento    di    anibienli    (5J- 
In'a     completamenle     chiu^     ((>).  Swpalkt     L.,     Parigi!     SyC^^no 

Rmc    H-,    Barletta.    ANclugaliHO,  de    chauHage    dei     gfntrsleurs      d' 

^i^l<■ma    Henri    Rote    (t,).  vupeur,    ecc.    Bu    moyen    des     cocn 

Rhho    S.    di    G.>    Milano.    App-  buitibes    liquide^    pour    auioniob- 

ron     l*1ui    «rlj^inniali    per    es!<iccare  \n   wagons,   auloiiioleurs,    balFaus. 

;.l|-i,perCo    (i|,    ■  ecc.    (jT- 

SMlmUB    F.     W.,      (.har:eroi.         Sbcdbck    J.    J.,    Londra.     App- 

.^(■purell    de    ^rhat^e    el    d'absorp-  per    la    fabbricazione    di    un    coni- 

lion   annu  a  re  avrc   cbariots   mon'  busllbìle   agglomerato   (6). 
ii's   en   plusieurs  {tages  et   circulanl  SlchCTl     A-,     KarUbad.     Sy<itèmr 

sur    des    rails    annulaìres,     chaque  de    luver    compklenient      fumìv-orc 

charlul    <^lanl     consiltiié    par    diift-  (6). 
rrnle^    p'aques    rad  ales    (f>).  Shnieai    F..     Londra.      Pe*-rec- 

SIchilKha      BankgCMll.      Ondi-  tlonnements    aui    lours    à    gaz     A 

■alt  e   C,   l'roc.   pour  rendre   Inai-  ri^cu  pera  don   pour   rdchuuRagc   {i;t- 
t^rablei    à    l'air   dis    briqiieltes    fa-        Slcnciu    Fricdr.     Fahrik     k.     k. 

briqii^es  avec  une  ni  a  t  tre  collante  prlv.    Bc>Dcbtang    e    Beli-Appara- 

Milubk  dans   l'eau   (6).  U,    Vienna.     Lanterne    de    chenii- 

Sauangclv    A.,    Milano.    Appar.  n£c   {6). 
rplrlgeraiite     per     la     con^ervaz  one         Sire   da   VWar   H.,    Parigi.    Gazo- 


dei    generi    aliinentari    {1). 

gèno     ulilisani     tous     «Jmbustlbles 

Schcboi  t   Knitwig   G.   m.   b. 

et  sp*cialenient  les  déchets  ligneux 

H.,    Hennef   an    der    Sleg.    Henera- 

(l). 

SnUth    F.     L.    a    C.    (Società). 

vero    dai     combustibili     agglomera- 

Copenhagen,     l'roc.     el     d'spositit 

li    (>). 

Scbdbe   R.,    Lips'a.    App.    pour 

si^parer    des    par  liei    solides,     licfut- 

avanl  subì   un  rérliaufllemenl  préa- 

de<    ou    Razeuscs    de    corps    gawux 

làble  (6). 

(*')- 

Sm.     Ab.    It.     KMTtlBg,    Sestri 

SchcrlcDbcrg    R..     Ber;ino.     Di- 

spo-^ition    int*rieurp    pour    colonn.-s 

acqua  a  getti  multipli  (5).   Cong.^ 

il    r^artifin.    appareils   d  ^chance   de 

calorique   et    lllialosues    (,). 

menti    a    vapore   (5). 

Soc.    apparcccbl    ■oderai   H    ti- 

Kaidamni*.    C.    ValteuU   e    C, 

.Mi'ano.    Pinslra   irradiarne   per   cu- 

For- 

Cina,    denominata    uVulkan»    (il. 

>    di 

Socldi   Nat.   Cathoallcra,   Mi  a- 

no.     Nuovo     combustibile     impeciale 

L.  e 

Ba- 

bone  iiTrì«.  per  uw  dometlico  (1;). 

>  ed 

Soc.   Itallaaa   del    Forni,   Ceno. 

va.    Sistema    rombnato    di    sospen. 

>nu- 

sione,    rotazione    ed    el  evalione    del- 

lian- 

le   piatluforme    nei    forni    in    gene* 

rilaaciati  in  Italia  dal  16  noi:  1Ù06  al  15  nov.  ISff} 

rp    (i).   Gentralore   nereotermo   pei  traina   el   aulres   instnrationi 

il    pronto    inna'zamFnla   de.  la   tpm-  lai  rea   (15). 

paratura    ndla    camera   di    cottura  Staau    E.,    BeKiiio.    App 

(lei     forni    p«r    loslanze    alimentari  la    production    d  euu    chaude 

u   riscaldamento  indiretto  (i).   Nuo-  a'r    chaud   (1). 

vo    dispositivo    per    l 'al imer tallone  SUIw    W,,    (.udwigahafer 

(lei   focolari  in  genere  con  aria  ri-  App,     lumi*-oro    per    l'inlrot 

scaldala  e  per  ^  distribuzionp  del-  d'aria   nei   focolari    mediante 

la  stessa  (1).  Nuovo  sistema  di  co-  lore   sopra    RrÌRiia    a    getto 

siruiione   economica  delie   barre  di  SWill  C,   Milano.    Kornel 

«r  Kiia   tubolari   (2).  fp7Ìonato   a    gas   acetilene   ( 

S0(.    It.    del    Farai    Kkltrid    e  Slerkel    O.,    Ravensburg. 

Paoloal    A.,    Roma.    Four    f  ectri-  P^   raffreddare   l'aria   (1). 

i|ue   à   résistance   ulilisanc   le   cou-  Stewart    A.    W.,    Glasgow 

rant   é.eclriuue   trjphasé   (5).  àe    chauffage.     rerroidissem^ 

S«c.    IlaltHa    xVnIcaaoii.    Tori-  venlilalion    pour    l'usage    i 

no.      Nuoto     sìsieina     di     decarbu-  des    navires- 

razione    automatica   dei    gas    coni-  Staim   B.,   Le   Perreux, 

buslibili,    mediante    fornti)/o    s^^-  «eur  de   tempéralures  éìtme 

i-iae    denominalo     «Vulcano»     con  ■>  grande  circulalìon  el  à  sui 

rc-irolalore    automatico     dell'eroga-  'e   intense   fi).         _ 

^i.me   del    gas   (1).  SuliM    Frtru    (Dilla),    \ 

Soe.    AnoayHc    ile    l'Airame-Fen  'hur.     Radia  lei-    -^     "— 

■•■      Gai,       Anversa.       Ins.allation  '^''2"^"   ""    "'' 

p,iur    l'alumage    au    cai    de    char-  Jaltewall 

««■s    combuslibles    solide»    diffide-  «hede.    Innovazioni 

.i,«U   innammables   (0.  "'^T^^-tT^"»    " 

Proc.    P.    Girod,    Ugine.    Proc.   de  iHummare   avvisi   di 

Librication    dii    gaz    ù    l'eau    (ij).  "P™"    su    pa  vi  meni, 

tour  éleclriijue.  '  '^'   ■"""    ■<■•■■'•■""■ 

S«E.  Aa.  dea  Hlnci  de  Ma^Ua- 

M,    Parigi.    Co^lec.eur  de   poussi^^  '-^-^    anche'aTia"  ma'no! 

l'ar   et   dans    les   garen    general  ;,el',a%?ro%ci;i''ca *"( 0.   '"    ^' 

boe.    Aa.    rOihydrlqae   Inlcr-a-  p„,„     '„     ,.    ^      ^^^    , 

tlaaak,      llru.«lles.      App,    nrflan-  ^^^■   adatti  Vaiamente  pei 

geur  d  un  fiai  conibustible  et  d  un  ^^    ;,    ,„n,bu'„iblle    liquido 

gaz     combura nt    (6).     Chalumeau-  „„-,:    /^i                            ' 
V  lebrequin    pour     le    coupage     d 
iflle!'   (ti).   Chatumeau   pour  le   ce 
page    de     lóles,     tuyaux    et    obji 

mfl;.  liques    quelconques    (h).  ■   y,^^^^    j    g     e    la    S«:.    I 

Sm.  Aawilyoie  dei  AntanaMlei  Cfclmlqiw     dn    GlKre,     St. 

de   la    BhI».    Lione,    «Carburaleur  01^^;,^  àe  four  électrique 

pour   moteurs   d  auiomobiles   (C).  Troelltr    W.,    Francofort* 

Soc.    panr    l'Explall.    dea    Proc.  Disposiiif  d'accouplemeoi  d» 

de   Pradnclloa  de    Gai   Induitrlelt.  remueurs   dans   l'arbre   poui 

Parigi.       Gazogéne       pour    gaz     à  de   grillage    m^caniques   (61. 

i'^au   (:,).                                            .  Trttnplcr    W.    E.,   Zurigc 

S«C.    dei     Proc.    Gin.,     Parigi,  pò    dì    risca'damento    eletirii 

Forme    nouvelle      d'exécution    des  Tark    D.,    Neunkirchen. 

fours   ÉlerlriiiUPS    à    tnduelion    [isl.  vaiion;    nei    peneralnrì    dì    a 

Sarei    A.,    Bru; 

perleclionnfe  poui 


Teadarl  G.  In   F.; 


DrereUi  d'ime)i!àone 


ap 

pour 

limenler    les    lo> 

ers    de 

Wagaer 

B.,     Stellino. 

Processic» 

cumbuslible 

par  endessous  e 

t  pour 

per   facilita 

e  la  slSKional 

di 

trìbuer 

ce    combustible    (o).' 

combusti  on 

di    mattonelle    torma- 

Vacuam 

K*cbapp«r«t  G. 

M.  b. 

le    con    un 

aeeiut  nanle 

so"ubÌl« 

H 

,    Berlin 

0.    Froc.    fi    disp 

pour 

ut  l'acqua   (n). 

ih 

luffer    D 

pour    ru're    ni 

mporle 

Wat^g» 

MaalicliapBlJ 

SrsiMM 

fWts    nin 

ières    (6). 

Dr.     Krugeri    en    Aarìa, 

dam,     Proc 
tionnés   pou 

ed     appareils 
r   la   (abricalion 

du    Bar 

l'ci 


(>). 


Weber  ti..  Sliigen.  Eluve  à 
gaz  pou  vani  servir  au  chaulfage 
et   il   la   cuisson   dcs  alimenta    (3). 

Welter  C,  SiuUgart.  App.  di 
fisca  Ida  men  tu  rapido  per  ir  ri  g's  to- 
ri ed  allri  piccoli  rccipienli  str- 
verni  per  la  produz.  rapida  di  ac- 
qua   calda    (■)- 

WlndhiUCH  F.,  Berlina.  Ma- 
chine ù  acide  curbonique  pour  la 
production    du    froid    (j), 

Wlticfal  A.-G.  lOr  Heratelluag 
entlcucbtcler    NabrungiulKCI    Z»- 

Tlch.  Zurigo,  App.  per  I  essicca- 
zione di  prodotti  macinali  pro\-e- 
nienli  dalle  diverse  specie  di  gra- 
■     ■   "■;   (.il. 


va/i /hM/ici  (vedi  ai 


isleoe  delle 
.1  -  vt//ii. 


.    blement  chaufT^s   (iV 

Aliarla   L.   di   F.,  Gennv 
.    va    chiusura    per    bottiglie 
pienti    simili   (1). 

Baccl    G.    M.    fu    S., 
Coperliiiu   per   quinterno  ci 


.     Di*po- 
iler,   rft. 


J 


rilasciali  in  Italia  dal  IG  noi:  iPOtì  al  iS  nov.  190"!    129 

assorbente  disposla  in  modo  da  pò-  Nuovo   fornello   per   uso   domei>lÌca 

ter   asciugare   tulte   le   pagine   (3).  dello   «Cubilol.i   (i). 

BarMcri     G.    di    F.,      Bologna.  Boulcmpl   A.   fu   G.,   New-York- 
Congegno    Hpri-scalole       metalliche     Serratura     a    ae^relo     perfezionati! 

chiuse   con   sistema   di   aceratliilu-  rhiainata   uFarrand   Key  ess  Lock» 

ra    (3).  (0. 

BullaalDl    A.,    Roma,    Travasa-  Bora   H.,   Berlino.    Pinza   ferma 

tore    a    apparecchio    per    trai-asare  carie   (1). 

liquidi    che    lasciano    posa    (i).  Bowen  A.   F.   W.,   S.   Francisco- 

Baamann'i    Job    W.we    (Dilla),  Porte-gomme    pour    crayons    (1). 

Aml>erg.    Cliarnìère    pour    couvcr-  BraadoH    Frèni   (Società).   l'ari- 

cles   de   caléllères  et   de   pots   ana^  gi.    (ienre   de   coussin   élast  que   ^ 

logueg    (6)-  ressorts.    pour   sièges   (6). 

BMDicr  F.  (Dieta),   V'enna.   Di-  Brann    J.,    Auckland.    Machine 

Sposilif   de    pressìon    pour    mainle-  pour  nrttoj-cr  les  couleaus  (li), 

nir  les  coiivercles  sur  les  rérip'ents  Brano    V.,    Novara,    l'enaglia    e 

ou    flacons   pour   conserves   (6).  congegno    per    la    piombatura    dei 

Bell   A.   M.   e   Beli   C,   Denver-  carri  ferroviari     e  merci  in  genere 

Perfezionamenti   nelle  macchine  da  (.1)- 

:  (6),  Bruucbtrjler     J.    L.,      Zurigo. 

■     ■   ■■      -            ...       _  Fornero  da  cucina  provvisto  dì  cai 
duia    per    il    r. scaldamento   ad    ac- 

,.L,.^e(orti,'"  ècc-    (1).                      '  «lu^  ca:da  (3), 

BHvcHtl   U..   Roma.    App.    pel  ,  ""?"    f'"'-    Kònigsberg     Qua- 

ccnlrollo  di   esazioni   con   serbatoio  ^"'  sinottico  per  controllo  del  per- 

■*   segreto   (<;)-  ^"^T'^  •"   'a^bnche,  officine  e  spe- 

BlUcbi    C.,    Firenze.    Caffettiera-  talmente   pj-r    corpi    miliari    (1). 

lazza     per     distribuzione    ài    caffè  „  B«k  "«hooi    B.    J.,    ChU-ago, 

caldo  nelle  stazioni   ferroviarie  (1),  Porle-^;É'emenls  (6(. 

Bianchi     Salerl     e    C.     (Ditta.  «"M'"»    A.,    lonno.    Romp  fa. 

Milano.      Tavolino   ad     elevaz  one  !,?„P!!;..^P:::r„^..'''l^L""?."l..^l"t.? 
meccanica    per    uso    do  mesi  co    (3)- 

Blnl    U.,    Firenze-    Banco   scola- 


toi lo.    lasci  e   od    invi 
racchiudano  i 


.Uro   a   .pollammo   .reincdmze         ,    j,,,.       „„, 

urv?  ,"'o.:"'si™..  v™i-  B.„.g,'"u.  p.;so.,o„.  r„t,- 

tura    speci.ile   con    vimini    di    dami- 
giane  di    vetro,    con    imbouilura    e 

lura  delle  stesse  in  caso  di  caduta 


nickendorf. 


la  (6)- 
Bartarl    H.    J.,    Parigi.    Rfsei 

.'oir  muni  d'un  lolalisateur  e!  d  ur 
ndicateur   de  niveau   (3). 
CanfleM  R.  A.,   New-York.   Per- 


lìrtvtiti  d'mvmtìtmt 


mUtut    V.,    Zurìgo,      rvn- 

cucina  (,,). 

I  U.,  Munnheìm.  Spai 
ire  per  lucido  da  scarpr,  cera 
Mvimen'o  «  limili  «oslanze  (  i  ). 
UlIUcr    A-,    Vienna.      Salvada- 

KcMII   a.   E.,   Roma.    Capnu- 
«r  |>aranlire  la  chiusura    o   lu 
iolo   dpi    lìasrhi,    LKilt'|;lir,    d^- 
lane   od   allri    rtcipienli    <j). 
«■■e)'    J.      H.,      Birmingham. 
[ezJonanienlì       nei     puntali     di 
rimenlo   a    sfere    per    supporlo 
nobili   e   simili   (6). 
crraHM    C,    Torino.     Lucida- 
:   a   peda'e   per   scarpe   (3). 
err«rì     0.    fu    C.      Vigevano. 
co  binalo  per  scuoce  elemenlB- 
:on    Eedile    e   coperchia    mobile 

uia    L.   di    E„    Intra.    Graltu 


Isilìciizione  di  liquidi  in  genere 

Irpo    R.,    Alessandria,    Goral 

Di  dì  B.,  ÀMIulno  lu  A.,  Fi- 
fi   e    DcOa   Ghervdcwa   Ù.   di 

Bol^tieri.  Macchinetta  per  ap- 
icare    francobolli    sulle    buste. 

ftlgne  L.,  Trojres.  Bouchon 
ralion  et  robinet  de  soutirage 
ontable  pour  bonbonnes  &  dou- 

tubulure  (1). 

MIMI  L.  e  C.  [Ditta).  Mita- 
Specchio  panprcupeltico  (3). 
omara  E.,  Milano,  Macchina 
li  se  iva  re,  sciacquare  e  sprc- 
e  la  biancheria, 
rclmon  n.,  Fort-Wadswnrth. 
liappa-moschc  perfezionalo  (6). 
NdlarcU   C,   Roma.   Congegno 


a   per   adoperarsi   iw- 

suddeiti  (1)- 
Latte    P.    E.    M..   I. 

,    Mé'an);eur    I.afile    à    hélice 

llBul  A.  di  0-,  Genova,  Bot- 
«peciule    per    reliniinozionc 


rilassali  in  Italia  dai  16  tiov.  i006  al  ir,  uor.  1907    125 

de'le    contralTuzion;    ed    allerazioni  (ìniadi^    C,   Sorau   Ì/L.   Appar. 

nei   liquori  e  vini  (i).  refio'atore  per  l'avunzamento  e  (■- 

tiaalMl  C.  e  C.  (Società),   Asnii-  cile   dislacco   di   slriscie   senza   fine 

rfs.    Bouthon   à   mise   en   pace   H  costiluite  du  carlellini   (i)- 

à     enièvement    Uh    rapides,    pouf  fìraan    P..    Oziano-Taro.    Misu- 

réservoir   (il,  ratore  per  liquidi  uSimplrXH  (5). 

Gaadcul      E.    fu    B.,     Vaàava.  Gagl.elmottl    L.,    Roma.    MeccT 

"Sulus  ■     ■■       ■   ■     ■  


lovo  elastico 

igienioo  ed 

, 

leve    azionabile 

ad    uso    degli    ospeda'i. 

cjniche. 

alberghi    e 

alti 

ri   ORKetli   cont 
la  in  modo  da 

polerne  esamina- 

r  PMUgen 

AktiM   Oc- 

il    drillo    od    i 

li    rovescio    senzu 

Raih    presso 

DussHdorf. 

tos 

rllerli    dalla    vei 

Irina    (>). 

.    .rtdci 
•cIlKlialt, 

l'ressa    per    stirare   i    panni    (1). 

GcbrUcr   With    e   C,    Kranc< 
forte   WM-    Fermelure  de   récip'ei 
avet    couvercle    à    bascu  e    se    ter-        Hai,    C.    C.    e    OIBatd    F.    W.^ 
mant    sous    presslon    élasllque    (6)-     Kansas    \'ille.     Perlect.     aux    app. 

UcUaler     R.,     llunnover.     Mar-   pour   produire  l'iUusion  d'un   vuya- 
niUla   a   doppio   fondo   per   bagno-   ^e   pn   volture   (1). 
"•^ra  (6).  HariMberg     F.     «     Beler     O., 

Gelu   VeB»e   A-,   Parigi.    D.spo-     ortde,    Wesrtalia.     Macchina    da 
sitit    pour    rilun  r    et    esposer    a    la    lavare    (15) 

1.™.    Nu«».      m.tch,W    l,,,.f,.,        n.Jtoll     »,     H.,     Chri.lm,,.,. 

j    rovesciamenlo   e    lutlamenlo   al-  ^        conlrùlcur  de  caisse  (6). 

(HMIIdM  ut  V.rw,tlll.g  .01        «•«■■"■  »■•  CSl.vNIpp,,.   s,v 

Paiolo   ■.   ».    a..   Mona™    B..  ."Tj''^; '.".'"."".rS  ?;,""""•■  ''- 

viera.    Couvert    de    poche 

.   — . (ourchetle  ei   tun  ci  _ 

Reuist.a» 

Hcrbttli    A.,    Blelefeld.    Oitoma- 
na    trasformabile    in    leiio    a    due 
"otagill^nF.  «T'eVii^  I.    P'"^'*''^',      ,      ,      „    ... 

fu    F.,    Norera    Inferiore.    Chiusura  ^  .""'«»»•'■     »",    '■'     Neuu^.v-sur- 

di   bolllRlB   (i)  Seme.    Mach. ne   ù   moteur  pour   le 

0»ck   M.  e  Click   A..  Gòding.  "^Hovage    et    poUssage    des    cou- 

Service    hvcienique    k     cure-dettts  """JX    (.0- 

(i)               -SI  Hewllt    i.    .H.,    Birniinsham    e 
GMdU     A.,     Vifievano.     Cassa  Walker    J.    ir.,    Londra.     Perfect. 
conservatrice   del    calore     con    rea-  dans  les  clajseurs  pour  cahiers,   fe- 
ti va    marini  tta    e    fuocone    per    la  u  il  Ica    scparées,    rellurrs    lemporal- 

■  J„  Stee:e  a/R.  Vasc 
(file,  avec  rfclpient  à 
lour  le  d^jeuner  (i). 
tr  O.  W-,  Si.'  Moritz, 
rvanl  à  servir  les  vin-i 
:  qui  ne  dolvent  pas  è- 
.  (61. 
P-,  Chemnltz,  Fermagl  o 


(.0- 


E.     (Dilla).    Diif 

rtalìle    per    l'app  i- 

colori.     Iucca   ud 


Szenirak       App.       pf 

É.'  W.,     Westminslct 
bagli  PC  ualc    (3). 
Ih.,     Pitrigi.     App.    ! 
ffr   Its     fenétres,    e' e 

A-,    Poschiiivo,    Ut  i- 

■  )■  ■ 

L.     GaiilMldl.     Broo- 
aifialcctlBg  Conpaar 
'erfei.     nei     recip  enti 
liquidi     (6). 

iciay  Co  .Ll»l(cd, 
tMO  AklIeatfcMllKA. 
clbUiig    e     C.,     Kus- 

lite    «,). 

C,    Dresda.     Innova- 


I   U.,   Fircn».    BoOi 


si  ione    per    bollici  a 


a\   mobili    (6). 
I.  M.,  Parigi.    E 
I  pliiqties  lourn; 


i 


I   fer- 

lenuli  nella  lavola  Slessa  {3). 

Mirtini  Bnnardl  N.,  Borgo  San 
l.oren/o.  Nuovo  congegno  mtcca- 
niro  di  cambiamento  di  velocità 
i\ti   girarrosli    e    apparecchi    simili 

Murrl  P.,  Firenze.  Nuova  pom- 
pa a  sifone  per  estrarre  il  liqu  do 
M  liasclii,  boiliglie,  (usti  ed  al- 
[ri   recmienlì   quals  asi    (ì). 

Me  Clprg  R.  O.,  Baltimora,  Ma- 
ryland. Sistema  di  chiusura  per 
bottiglie  che  impedisce  di  riem- 
lir'e  una   seconda  volta   (6). 

Me  Lughlla  J.  R.,  Camandai- 
•ua.    New-York.    Marmìtc    (6). 

Me  NpK  W.  H.,  New-York. 
lidon    pour    liquides    inflammables 

Mirabella  A.,  Roma.  Porta-ma- 
lie, porta-penne  e  sìmìii,  con  d- 
positjvo    per    pesare    lettere,     mo- 

Mona  Strvkc  VeMcl*,  I.IniIed, 
.andrà.  Vaso  di  carta  Innovato 
"r  distribuire  il  latte  ai  clienti  e 
T  nitri  scopi  (6). 

Manti  C.  tu  U.,  Milano.  Cal- 
ila semicirco'are  a  doppia  parete 
'r  uso  lavatoio  cucina  di  alberghi 

ristoranti    (4). 

Morbon*  J.  L-,  Anversa.  Ma- 
line  il  laver  (15). 

MMhy  A.  M.,  Gue'ph,  Ontar'o. 
ipunta   lapis  (is). 

Mnller  E.  e  Klappcr  A.,  Ditter- 
;it-h  presso  Wa'denburg.  Soste- 
■   palchetti   delle   tende  (i)- 


I  Ilaìia  dal  16  nov.  1906  al  15  uor.  1907    127 


O'  Briea  P.  J-,  Mobile.  Chiusu- 
ra per  bottiglie  da  non  potersi  più 
r;empire  (1). 

Onaul    C    landra.     Macchina 


OvUi  A./ Milano.'  Battiliquido 
lecca  ni  co,  apparecchio  per  batte- 
e  ed  agitare  i  liquidi  meccan'ca- 
it.ile   (j)- 

PBraaiatll  A-,  Torino.  Cesello 
iprl-scalole    di     latta  .destinate    a 


ParrMchettl    C.    e 

C,    Napoli.     Cassetta    automal 
per    impostazione    della    corrispi 


P«lMr  E.,  Brcsiavia.  Nuovo  si- 
stema   attaccapanni    (i), 

Pellctlcr  J.  E.  L.  e  Manlcr  G. 
F.,  Parigi.  Perfec.  aux  ha  lèrcs 
(j)- 

Pcnolti  G..  Torino.  App.  a  chiù- 
sura   aulomat'ca   per   bagni   a   doc- 

acqua  calda  e  fredda  graduato 
con  o  sema  tcrmomrtro  per  uso 
di  slabtlimenti  pubblici,  popolari, 
idroterapici    ((), 

Pcrotta  C,  Milano.  Innovazio- 
ni nella  slruclura  delle  casselline 
e  specialmente  di  que'le  impief^atc 
come   salvadanai    (6). 

Plaiu    B..    Peitenasco.    Salici 


perfezi 


1    (.ì). 


IO  p«-  1  palchetti  delle 
Mailer    f.,    Scherweile 


Malici  J.  e  eie  (Soc.).  Schaf. 
lus^n.  Disp,  d'introduclion  de 
quets  ile  billets  de  chemin  de 
ou  autre  dans  les  casiers  clas- 
ir.j     (6). 

NewUt  J.  H..  Birmingham  e 
*lker  J.  ÌM.,  Londra.  Perlerl. 
11    Ics   dNpositif'!  de  srrrage  des 


PlrlovH  E.,  Milano.  Grata  smal- 
tata igienica   per  confessionali   (3). 

Poggi  D.,  Poppi.  Nuova  gral- 
lugia  nl.a  Mondiale»  (i).  Appar. 
per  la  dislribuzione  automatica  del- 
l'acqua benedetta  delle  pllr-tte  o 
acquasantiere    (1). 

Poni  E.  e  C.  (D*tta).  Milano. 
Tende  a  tapparelle  a  catene  me' 
lalliche  e  freno  automatico,  con 
giuoco   di   rh^aro-osruro   (0- 

Prnnkr  E.  A.  e  Hertenbcla  L., 
Neuilly.  Machine  automa  t.  pour 
le  netioyage,  le  rim^age  e(  l'essu- 
yajie   des    atslMlcs   {.1), 

QBaltrOCCllt  V.  fu  F.,  Acirealr. 
Apparecchio  per  la  rapida  mi  su  in 
del    vino    ed    altri    liquidi    (1). 

Rnvcrl    lì.,    Torino,     Arnesi    da 


':'j|. 


c 


^ 


Bitceiti  d'invenzione 


Feuerbach. 
à   cbuuHa^e   diteci    (6). 
egei  F..  Lipsia,  App^ir.    prr 
:    e    tenere    i    coprivivande 

Biadi  H-,  Hannover.  Mac- 
ir  tagliare  il  pane  con  nia- 
dì   conservaz  one   chiudibt- 

I  G.,  Basica.  Rfcip'cnI  1 
le  avec  d  sposilif  puur  en 
dcs  porlioiia   par  des    pns- 

un  levier  (6). 

J.  B.,  Newark.  e  ^M>d- 
I.  E..  -Summil.  Pfrfpzion. 
itiiraccioli    per   turaccioli    di 

(o). 
Iva  J.  C.  Porcuilioia.  Nuo- 
ma   di   chiusura   per    bi.>lti- 
migiane   e   fiaschi   dì    vdru 

i  la  iuoaaadiU  «HapUce 
'fi.  TcMpIal,  Roma.  Chiu- 
iielica  (li  recipietili  meliitli- 

rnia  tonda,  quadra,  retimi- 
ovale,  parujlclepipida,  pu- 
od  altra,  mediante  lo  coiit- 

lo  o  di  una  romice  di  k'O'"- 

lella    forma    approssimati  vìi 

ellaiifio'are  od  allra  Cd  al- 
n  una  camera  speciale  (q). 
la  U.  di  p.,  Padova.  Ela- 
Ltra  igienica  nSordina»  in 
leinperalo  per  lei  li  (3). 
r    Brothen    Llmlled,    lAm- 

rlez.  nei  rooKegni  per  ic- 
ili  dei  fogli  sciolti,   formaii- 

c('G.  di  C,   Napoli'.   <.Ex- 


gytrjlyt  L.,  Samobor.  Ap- 
indiiitiant  Ics  places  ore  11- 
us   les   IhWtres.   ou   autr"s 


V^A» 


lilascilUi  ili  Italia  dal  16  tiov.  1906  al  là  ho. 

Taragl-LaaoHlé    (Socieli),    Mi-  pò   per   bollirne   pfi 

Inno.    Disp.    per   astrarre   da    rer'u  contenuto  (i). 

pienli   n   scatole   li   conlenulo   allo  Vendlltl    A.,      R( 

sluto   di   coiiaerva,    salsa,    estrado,  rrcccanica   diniposli 

crt-nia,    unEuenlo,    grassi,    vernici,  «Vcnditliu    (i). 

colle,    colori,    paste.    paslHIi,    laite  Veriter  H.   A.     P 

condensalo    e    sini  li,    e    liquidi    in  ponali!   pour  déVcul 

Toamaiinl    E.,   Genova.    Nuovo  ii'iguido  contenuto' 

suKKelo    di     sicurejia     in     piombo  VitU  M.   A.  di   I 

per    spediiioni    (r).  ou.Tantìpra    i.r'pnlra 

d.  ^™„Ki  .„.,.,.,.  .„  cm„-  *■;:?«£•;»-' 

Unml*   L.   dì   0.,  Caslellainiiio-  parecchio  coniatore 

re    di    Slabia.    Macchina  Ida    caffi  «-on   relè   nielaliica   i 

ad    evaporazione     diretto!  sistema  WeyermMB   J.,   1 

«UssorioH   (i).  ble  à   dessm   a\ec   p 

VadM    C,    La    Clayelle.     Bou-  ^le  et  pouvant  Slrp 

chon    à   clef   centra'e   conique   (3),  Wrenles  manières  (( 

Tire-bouchon    pour    bouchon    com-  WIUIb    A.,    Sa'ni 

portanl    une    def    centrale    (0-  ^'    capsulatje     pour 

V«U   R.    W..   New.York.    Mìrìo-  tous    «enres   (3). 

ra.nento    al'a    scurezza    delle    buste  Zm«IccUì     $.,     1. 

(1).    l'cirezioniiinenti   alta   sicurezza  rhio    per    spandere 

delle    bufle   (1).  sostanze    in    polvere 

VanmclU  A,  di  A.,  L  »-orno.  Tap.  zuichero  e  simili  (y 

XIX.  —  Filatura,  tessitura  e  industrie  comi 

JtUrtuioiu  e  primo   Iralla-unio  dtBi  fibr,  Usiili  -   Trellamn 


tuia  di  /tkUi  t  di  ItiiKii  —  Stampa  dei  Itsiuli  —   Tilt  arati  i 
Appaircehi  piT  miinrart  r  impaccali  filali  t  leiiuli  td  aUri  api 
pir  filalHra   t  ItisiUra  —  Matheiic  —  Fanamaiu  —  UtacchÌH, 
Macchint  da  ricamo  -  Rfli  t  coi  dami. 

Acllcn-Guclbctaali  der     K.     K.  ntlt  ZwelgmederUu 

rrlv.    Teppkb    *»à    MStw:tl«ff    Fa-  Harnien.     Machine 

briken     vormal*     PhI  Ipp     Ha*t    e  dispositif  pour   arr£^i 

SUm,    Vienna.    Proc.    el    d  spositif  (b). 
puur    la    labrcalion    d'un    tissu    à        BaaB  F.  C  C.IC, 

pliiiìeurs    sysltmcs    de    chainrs    (6).  binruse  autoniaiique 

AkHea^cKlbcliaR    tir    Sdu-Bc-  Baanirall  ■  Splimc 

leachCHB^,   Berlino.   Proc-  et  dispo-  KitMcr  e  Rdchd,  \ 

sitif   pour    produire    le    ni£lan|;e    et  nppareìl      |>our      hui 

le  refouement  de  gaz,  avec  rJg'n  (ti).    IVoc.    de    prod 

j;e   de    l'iidniission    |(V),  f.renant   (ncilement   I 

Barrii:»!    E.,   Lione.    Proc.    pour  Bdtrana   D.,   1'o 

la   rharc-e  des   soies   (6).  vo    per    fare    i    tuisl 

GMcnicb.  stoffe    (0- 

Bcmberg  J.  P.  A 


Drevelii  d'invenzioiie 


tr  U.  m.  b.  H..  Nru-  (i'&pr  mécaniqup  (ó). 

Apparecchio    d'arro  Cbapnun      W.    H.,      Porilund. 

-datrid  (i).  Maine.   Dispos.   p«r  la   iiFulralixira- 

llelU    (Dilla),    Lerro.  ziune  dell'e  Ptlr'ciU   statica  su   les- 

a  di  l'DcvhcUo  per  fi-  suli   e  simNi   (i)- 

Cbwpcntler    E.    e    Rkhclle    J.. 

F.,  \Vie!>buden.  Proc  \>rviers.    Machine  à   fabriquer    lea 

;e   drs  matières   fìbrr-  liiises   iiiétalliqucs   (i). 

En    dVaux    rÉsiduaires  C«JI     G.,     Milani).     Allarcabuvf, 

j  lannin  (i).  sistema   Coli    (,i). 

u  J.  F-,  Zurìgo.  I.ÌIV  CorrM  C,  I.ione.   Proc.  et  il'sp. 

a  perfeiionala  per  le-  d  aiimenlal  on  des  barques  de  tein- 

■a   (:().  (are  (6). 

Villeurbonne.    Appii  CoMlkyM    N.,   New-York.    P-rf. 

■rès    artificiel    sur    fi's  nella    conleiione    dei    tessuti    pelusi 

>ule   nature   (6).  latti  con   materie  librose,   lana,    co- 

H.,   Manchester.    De  'one  od  altre  (b). 

ochea  de   filature   (6}.  CmirtecBllie   V.,   Lil  a.    Proc.    i- 

Noniexy.    Mécanisme  Ifctrique  de  gaiage,  de  roussiasage 

continue    de    la    Ira-  àes  Rls  et  des  lissus  (13). 

ni  aui   miliers   ordì-  ,    C«py  E.  e  Frenati >  L.  Si.  Gii- 
les.  aysieme  de  mouvemeot  de  bar- 

ikry   ud    Elcctrriytle  'eUes.  para  lé.ip'pédiHue    oppllcable 

mpMy   United,   ifon-  f"  P=iB';"ee  «  à  iétirage  de  lous 

dans    k   banchimenl  ''.*   lextiles  végétaux  et  ^K^    a   soie 

du   co'on  et  d'ou're»  "'"''  "l"*  ^^  '^  '"'"*  *'  ^  Uchar- 

ific  irs    ininrBil.  V  i-B  donnage  de  retlp  dernière  (1). 

.ns  ks  .ippareiU  j  re-  crnmière   E.   PariRÌ.   rri>c.   pour 

m    C       (Dlitnì      Rir  '■'   '"l""''^"'''"'   ""e  '^   ="'«   artificiel  e 

e    i>.,    (Ditta),     l*jr-  „, 

re    pour    1  apprét    des  jj,    F.rrtati   S.    Zlattl.    Londra. 

Machine   il   filer,   doub'er   et   rptor- 
>do 

delti  di  doppio  difillo  , 

.n   j;ariali,   di   lana   e  PelCtte  E.,  Lure.   Pert.  aux  pei- 

e  processo  di  ^lamp.1  oneiises   (6) 

■a  volta  sola,  su  mac-  Dcilrée.   WIcKlicr  e   C.   (Ditta), 

n  ordinane  (j).  Haren-ieiVilvorde.    App.    de    trin- 

ilB,   Rio   de   Janeiro.  ,ure  sp.'ciolcmenl  di-st.n*  i,  la  tpin- 

per   separare    le    fibre  ture  continue  des   écheveaux   rH"és 

Stigliare)  ((.).  m   bande  continue  (■). 

0.    e    F<gll    (ir.ita),  Diamanti    H-    t    Lanpcrtl    Ch- 

Disp.  per  il  cambia-  Parigi,    Proc.    et   appareil   pour    là 

dei  cilindri  di  arma-  récupi^ralion  des  dis*o'vants  i.'olali  s 

1    alla    Kiilières.     me-  pniplovt's  dans  la   fabriralion   de   la 

"  si  Hiiiinano  lutti    i  soie  ii'rtiRc'elle   (l'i). 

li   al   piede  del   li-^aio  DuMbì    E.,    Milano.    Innovaz'oni 

onamento    de|    eletta  negli    apparecchi    per   t'incannnf^^io 

indri  di  armatura  (5).  r   stracannaggio   d'-l'a    seta    e    ali  re 

Caslellanza,.   Proc.  di  fibre  lessili   (i). 

intura  in  lima  unii^  DaMn)  L.  lu  B.,  Urcsiia.  Riscul- 


riliisciitli  in  Italia  dal  16  nov.  1906  al  13  itov.  1007 

dulore  ad  uso  li'anda  e  relativo  mec-  tiiie   à   trailer   et   s'fcoulant   lì 

cunsmo   per   filatura   (j).  meni    (■) 

Dydyaiki    H.,    VVhaJey    Bridge.  Qminitt    £.,    Reutlinger.    F 
l'roc.   pour  produire     des  eilels  de  automalique  .pour  l'ensouple  de 
décliaree  dans  l'iiTipression  dts  tex-  rière  des  méliers  à  lisser  fol- 
lile^  (b).  G*chcr   UeUaflUB   QcbrUcr 

Fvbcalabfikeii  nrai.  Fried.  Ba-  den  Bxck,  Goch.   Disp.  de  HI 

yer  e  C,  Elbertrld.   Proc.  de  le'ii-  pour  la  fabncal'on  de  lils  arlifit 

ture    uu    nio\en    de    couleurB-sulfine  isolés   (15).    l'roc.    de   fabrjcalion 

(IS).     IVoc.    'pour    la    produflion    de  fils  artific.els  (15), 

leintes  pour  lisauii  de  colon  et  bine  Goldmaa    G.,    Londra.     Proc, 

('$)-  apparcil  pour  la  fabrìcation  de  ) 

Farbwcrke  f*rin.  Melticr  Laclua  mtures  rembourrées  puur  v0(e(ni 

«    Braaing,   Itorhst  a/M.   Proc.   de  (6). 

trinlure  au  iiioyen  de  matières  co-  G«IIaad  H.  S-,  Manchester.  I 

ioranlf*   souWps   (15).  (ecl.   dans   les   mule  jennys   (ti). 

FarBwortk  F.,   Nlam-hester.   Per-  Graaqaltl  C.  A-,  Dùren.  Dis] 

fect.  nppQrtf;    aux  machine;  à  ra-  per  la   formazione  di   fili  artìfii 

FelU  E.,  C'aMi^lione  Olona.  Pro-  Groulaub      C.     R.,     KainicI 

I-esso  per  tìngere  in  colori  allo  lol-  Proc.  di  tesatura  e  te'a'o  per  | 

fo    mediante    la    corrente    eleltrca  durre  tessuti  di  crine  (0). 

(3).  GaadagDl    G.,    Kivizzano.    > 

Ferrerò    G..    Monralieri.    Ccmte-  vo  metodo  per  ottenere  fili  bri 

impili  di  spessore  e  larghezza  qu;il-  chi    dalla    cellulosa    del    comme 

Pith  Cb.  B.,  Doi-er,  New-Hnmp-  Gotte     F.     (Dina).      Rekher 

shire,    Tfrli-ct.    upporl^s    aux    app:<-  Machine  ù   pller   les      tissu^  (1). 

rrìi  de  sÉchage  pour  lissus  de  toi-  lo   Haack   M.   e   KnoUaach 

le     papier  ou  autres  analogufs  (,i).  Zyrardow    presso    \'arsavia.    Aii| 

Friedrkk    E.    W.,    Blaton,    Hai-  de   era^ssage  pour  broches   (1). 

miul.    Tror,    d'augmrntation   de   la  Habcrcr    H.,   Rodewìsch    l/V< 

sol  dite  des  fibres  arlìfifielles  et  spé-  tland.   Proc.  per  ricamare  a  gic 

cialemcnt  de   leur   résistance  conlre  (ic). 

Tai-tion   de   l'eau   (6).  Habn   P.,   N:eder'ahn Stein.    N 

FHrtI  G.   DoancrlBiark',  Slellin.  china  per  la  mercerizzazione  de! 

Pioc.  de  (abrication  des  fils  éasti-  |o  in  matassa  (4). 

ijues  (15).  Handc'iBod  indnstrlc  GcicUi 

Gabler    J.,    Miilhaiisen,    A'sa/ia.  mll    beicbrinklcr    Hallnng    (S<i 

Boitp  à  navette  pour  méfiers  A  tis-  là).    Berlino.    Macchina   intreccii 

ser    h    rhangemtnt    de    bobine*    se  ce  per  il  riiestimento  di  cavi,  e 

zontule  (i).  lazione  contraria  (6), 

GagcdeU  A.,   Don.   presso  I.i  le.  Hanairt  Fr.,   Roubaix.   Mucl 

PerfiTt.    dans    le    blanchimenl    des  digraisseute     es-orruse      i,     su( 

inaliÉres  texi  es  végélales  teli'":  que  pour  les  lissus  en  large  (i.O. 

lin.   chaovre,    ramie.    jule,     roton,  Hant   H-,   I.e  Val-.^jol.   C.àA 

eie.    (<i).  pcur  bobineuws  et  outres  mach 

GcrMa    S.    e    Aliati    G..    Milano.  A    tension    variable    (i). 

Tessuto  di    sxiirezza   per   ìmba  l.ig-  Hauf  M.,  St,  Quentiii.   Disp. 

gi,  invo'urri,  fodere,  ecc.  (1).  stiné  à  taire  des  pia  tissés  de  f 

GlHler  H.,  Molshcrm.  App,  pnur  genres  et  de  toutes   grandeurs. 

\e  tr.ìilenient  de  In  laine,  de  la  mi-  travers  dei  lissus  de  n'importp  i 

laine,    dc<i    Tils    et    autres    matières  le    nature    et    npplicab'e    &    lout 

tfililes  au   moyen  d'un   liquide  en-  stime   de   uiélier   mfcanique   k 

vojd  sous  press'on  à  travers  la  ma-  ser  (6). 


132 


Brevetti  d' inveìizioiie 


HaHVCttC  i.  Em  Clemiond-Fer- 
rand.  Navelie  à  regulateur  auto- 
matiqiie  pour  le  deb  t  et  la  ten- 
bion  du   hi  de  trame  (6). 

Hcberiete  e  C  (Società).  Watt- 
wil.  l*roc.  pnur  mcrcórisér  les  ma- 
tìères  textUes  végétales  sous  toutes 
fornies  et  en  particulier  à  l'état  de 
bourres  ou  de  fk>con8  (6). 

Hofer  G.t  Torino.  D!spositif 
pour  la  substitution  des  navette*» 
dans  les   tissage  à  coukurs  (3). 

H^ffliaM  P.  e  Fischer  A.,  Bar- 
men.   Macchina  per  intrecciare  (i). 

HefOMUi  Fm  Torino.  Procède 
pour  le  séchage  rapide,  après  tein- 
ture,  des  rubans  de  coton,  ou  au- 
tre  matière  texstiie,  obtenus  à  la 
carde  (3).  —  Perfectionnements 
dans  les  ourdissoirs  (3). 

HMMgger  W.  J.,  Dresden  Plau- 
en.  Proc.  de  fabrication  des  douil- 
les  einployóes  en  hlature,  au  mo- 
ven  d'une  machine  à  deux  broches 

05). 

Hntcklas  F.,  Harlesden.  Svstè- 
me  de  rouleau  pour  machine*»  à 
préparer,  peigner,  filer,  doubler, 
retordre,  et  autres  destinées  au 
traitement     des     mat'ères    fibreuses 

(0. 

Hntcklof   F.    e    P.   VllUim   A., 

landra.  Méthode  et  appareil  pour 
la  couverture  d  Anies  en  fis  métal- 
lique,  ou  autres,  avec  des  matières 
fibreuses.  ( 

Raitser  Cff  Lil'a.  Appare!  tor- 
réfacteur     pour     l'industrie     textile 

Kassacr  J.,  Reichenbach.  Soste- 
gno  per   rocchetti   da   tessitura   (i). 

Kcttliag  e  Braua  (Otta).  C'rim- 
mi>chau  i/S.  Clindro  per  la  di- 
slustratura dei   tessuti   (2). 

Klani  F.,  Xeu-Rettendorf.  Sy- 
stèrne  de  traction  par  fils  méta  li- 
ques  puor  la  commande  du  chas- 
seur centrai  des  m^'tieres  ù  tisser 
doubles  par  les  deux  chasse-navetle 
pxtórieurs   (6). 

Klein,  nnnéi  e  C,  DUs^^eldorf. 
Macchina  .filatrice  con  dispos  tivo 
unìettalore  per  confezionare  da 
striscie  di  carta  be'Ia  e  fatta,  hli 
atti  alla  preparazione  di  tessuvi 
di  caria  (6). 


Kolttcl  B.,  Dresda.  Navette  à 
pince  pour  tissage  de  crin   (6). 

Kel.aiaaa  A.,  Trieste.  Macchina 
per  tessere  reti  (1). 

Karaelt  £.  e  ThOBMS  A.,  Gand 
Proc.  de  fabrication  de  fils  et  tiì»> 
sus  par  une  utilisation  speciale  de> 
déchets  de  iin  lavés  provenant  de 
la  filature  (6). 

Kawaifcl  M.,  Varsava.  Proc- 
per  la  produzione  di  una  nias&a 
d  appret lamento    (1). 

Kraeaer  e  vaa  £lsherg  GeacU- 
ichaft  wàX  Ktdutakter  Haftaag, 
Colonia  s/R.  Proc.  pour  Pimpré- 
gnation   des   tissus   (1). 

Kranat  A.,  Ronneburg  s/A.  I^ro- 
cède  et  d i sposi tf  pour  la  confec* 
lion  de  lisses  en  tìl  metal. i<]ue  pour 
lames  de  métiers  à  tisser-  nìacht- 
nes   Jacouard,    etc.    (i). 

Kreaxler  ti.  (Ditta),  Bannen- 
Unterbarmen.  Macch  na  per  la  con- 
fezione ai  fusel  i  delle  trine  a  due 
fili  (6).  Macchina  a  fusellr  per  U 
confezionamento  di  trine  a  due  fili 
con  portate  parziali  consistenti  di 
due  doppi  piatti,  ciascuno  con  un 
fusello   (6). 

Krupp  F.  Aktlcngeselltcliaft,  Es- 
sen.  Demarreur  automalique  pour 
électromoteur    à     courant     contìnu 

fuiagwarth   R.,   Maicy  J.    T.    e 

Naylar  G.,  Manchester.  Perfect. 
apportés  aux  apparei!s  emp'.oyès 
pour  faire  sub'r  les  op(h*ations  de 
teinture  ou  autres,  aux  matières 
textiles  en  fìl  ou  sous  un  autre 
état    (i). 

Ininicr  A.,  Su'zern.  Changement 
de   navettes    pour    mètiers   à    tisser 

(•)• 

Jackson  A.  J.,  Ashton-on  Mer- 
ser  et  dans  les  d's-positifs  pour 
changer  automatiquement  les  can- 
nettes  dans  les  navettes  emplojèes 
avec  ces  nìètiers  (6). 

Jucker  C.  e  Vlmcrcati  P.  T., 
Castellanza.  Stribbia  universale  per 
la  pulizia  ed  il  controllo  dei  fì  ati. 
(12). 

Jucker  C,  Vlnercati  T.  e  Zan- 
niai  G.,  Castellanza.  D'sp.  pel  ta- 
giio  delle  agugliate  estreme  del'e 
bobine  in  uso  nei  le'ai  automatici 
(3). 


rilageiaH  in  Haliti  dal  16  uov.  1906  al  15  mv.  100' 

J«t«   e    Stai    ladattrk    AcU»-  Nogaro.    Macchina   a   tnici 

Qet€Ìitck»U,  BudulKSI.  Proc.  elap-  t  cci   di   canna   palustri   (i). 
Iiareil   pour   oblenir   les   (ibr»   ita-        MauM    C.    H.,   Oaklan 

'i  es   d*s   roseaui,   jonc»   et   ana  u-  tìfr  perleclionné  pour  lis»*r 

Laager  E.,  Breisach.  Tube  pour  j 

ciirouler  la  soie  k  brodcr,   le  fiJ,   la  I 

Itiine,    e(r.    —    Rucchriio    per    l'av  (0)- 

voiKimeiilo    dcllu    seta    da     ricamo         M«iluii   W.,  Allrincham 

(i).  W.    H.,    HeaLon    Mrriey.    1 

Lcorenl   E.,  Turcoing.   Nouvtau  app.    aux   sy^ièmes    d'ép.ssi 

tìssu  de  flanelle  (il.  ciblps  (6). 

L-HBUUcr  H.,  fariRÌ.  Garnissa-  Miti*  R.-H.-D.,  Roufn. 
f;e  de  cadres  pour  la  Icinlure  des  veau  pror.  pour  laire  sur 
i   (3)-  des  carreaux  ou  auttes  dess 


.    Proc.    per    inipression    (4). 
1  smaelìun<        MI " 


Utdltcs  S.  A.,   Barmer 


Pi-oc.  (1,0. 

a  pr^paraiion  d'un  prò-  Miller  A.,  Georgswade. 

I    à    parer    le*    liU    de  so   di    labbricazioiie    di   cing 

uColton-I'asleu  (r),  paci  di  es>iere  adoperale  coi 

Fibra   ISoc.),    Mon-  cedan«>   ale   cinghie  di   cui 

za.   innov.  nella  cMlruzione  dEi  va-  Mtlter      F.     (Uilla),      M> 

5^i    da    carda   (d)-  Gladbach.    Dis^itivo   di    li 

Maalfaltura    Hai.    Ctagblc   Mai-  '  <>"«  p«r  i  rulli  curdalori  mi 

(ani  <  Mwoal,   Mi  ano.    Lmghie  di  le  delle  macchine  cardatrici 

riÌLip    di    cammello    con     bordi     in  '""'   (')■ 

cuoio  intrecciti  tì^suti  assiemi  al-  »">-'«   0-   *•    f-    B"-:i"< 

le    cinghie   {2).    Innnvaz  oni     nel  e  f"   laminage   pour   filament 

cinghie  tessule  per  trasmissioni  {]).  '"(')■ 

Maanlaclure   de    MatKrci    Colo-  "«""MB    i-,      New-York 

ranlti    antt.    L.    H.    Dnraad    Hh  """  V9^^_,  •'^  "■","'""'."    "' 

««ala   t   C,    BasHra  e   Huningue.  P°y'    t"'    ■)"<'"«    ^    hnllam 

Proa    de    teinture    qn    cuve    drs  *■"*   (','■     ,     ,      _      .     . 

,0  orini.,    d.    la    *i.   dn    gnl  o-  "•"»  '■  '-  C™  ^  App 

rviininps   M   de   Inirs   dérivis   (6).  P^°^-   nouveau  pour  I  itoufi; 

MmMl.    C,    Ch.UK.    R.«l.....o  '°fSltoi£«.  "wuIhJÌ 


Kamn  ganuplaatrcl. 


,   secondo  il 

a  al  capo  ìnierio- 

lenu.o    (ermo   da    appòsita'  a"ma'ù"  °„^„J^I^\    mosen.isi    fra 

léi'tTLve'iVes   cfrculavÌ»"h^  '^'' «^t^Ì^^T.  W.ri^lon: 

ri'onTaJe»   (")""""■    """""'      "^  nelle  macchine   per   far  funi 

MatliM  e  P:ai)  Llnlted,  Londra.  Noiibrap  Looai  CoMpaav 

Pi^rfwlionnements   app.    aux   chas-  Pertecl.    app.    et   relallfs   a< 

se-chaine   mécaniqucs  pour  mi-itrs  ranismes     làcheurs   des    nU 

ù  lisser.   oudissoirs,   etc.  fsser  (ol.    MécaniFime  de  re 

HathkMB   N.   M.,   Copenhagen,  meni  automaiique  du   lil  d< 

Traltemenl      pour     augmenter     la  pour  métiers  à   lisser  (q). 

flotlabililé  des  (ibrei  v«gjtales  gar-  ObwMahr    J.    O.,    I.arr 

nissant    les    vElenienls,     ceìntures,  DispositiF  destine  au  iraiten 

clr.  de  sanvclage  (i).  fibres   lpiti!es   par   des   gaz 

Maara  V.  fu  C,  S;in  G'orgio  (Ti  liquides   {{•). 


1B4  Bret^tti  d* invenzione 


Ogdicfl   J.   e    HilJ   J.,    Bradford.  les  métiers  oontinus  à  filer   ou  Jk  r< 

Pèrlez.    nelle   macchine    per    fi  are,  tordre  (3). 

torcere  e   raddopp  are   i   fili  di   so*  RmtA    Q.,    Portici.    Processo     ci 

btanze  fibrose  (b>.  macerazione      industriale    mìci^obio^ 

VMi   OnMy    !..   e   Wcttdentache  logica  di  piante  o  frammenti   veg*. 

TkoBCspliMpiuU-Werfce    G.    v.    b.  ta  i,   per  mezzo  di  fermenti    pect  ci 

M.t   Berl.no.  Congegno  per  il  trai-  aerobici   in  corrente  gassosa    (2). 

lamento   delie    corteccie    di    verghe  R«tli    M.,      Li. la.      Perfectionne 

di  salice  o  di  altre  parti  di  piante  ments  dans   les  peigneuses    (6). 

provviste  di  libro  per  ricavarne  del-  R^asscan    A.    £.      M.,      F*ari|;i 

le    fibre    lunghe    alte    a  la    filatura  Mode  de  traitement  des  fibres    te.\- 

(1).    Trattamento    della    scorza    dei  ti  es  végétales  telles  que   le    lin,    le 

vimini  o  rami  di  sai  ce  e  altre  par*  chanvre,   la  ramie,   etc.   (15). 

ti    vegetali     fibrose   per    ricavarne  RnMai   B.   e   Grìtti   A.,    Torino, 

lunghe  fibre  cafKici  di  subire  le  o-  Nuova  pompa  per  estrarre  Polio   d. 

perazioni  di   filatura  (1).  lubrific.    e    specialmente     dai      fusi 

OrtluBaMi  A.,   E  berfeld.    Métter  de  le  filature  (3). 

à    tresser    pour    la    fabricatìon    de  RbkabÌ  V.  fu  N.,  Alzano   Mag- 

tres<es   à   dess'n,   de   ganses   et   de  giore.    Nuovo   attaccabave    elettrico 

iressfs  du  genre  dentei.e  (i).  con   motorino  a  sfere  (4). 

Patchtocr    L.,    Ix>ndra.    Proced.  Roth   F.   J.,   New- York.    App.    h 

per    la     preparazione     d*una    salda  ornementer  les  tissus  (6). 

per  lati  ed  altre  mater  e  tessili  (6).  Siy|«   M.,    Ramboldo.    Forchetta 

Palacr  I.  £.,  Middleton.  Perfec.  elettromagnetica    per    l'arresto    del 

app.  aux  guide-fils.  telaio   da    tessitura    (^). 

Parks  E.  F.  e  Wardwcn  S.  W.,  Sandbcrgcr  F.,  Freystadt.   Ru*'o 

Provìdence.    Tresseuse    rapide    (b).  per   filatolo   per   macchina   tipogra- 

de  Perlai  V.  A.»  Rio  de  Janeiro,  fica,  e  per   laminatoio  con  guam  - 

Perffzionamenti     ne  la      produzione  tura   di    alluminio   (6). 

di   fibra   tess  le  e  di   po'pa  di   car-  SchielUbaam      R.,     Manchester, 

ta   (6).  Perfectionnements  app.   aux  grille^ 

Pnchert     F.    (D'tta).     Rupperts-  des  ouvreuses,   batteuses  et  autres 

grùn-W'erdau.     Battitoio    a    spirale  machines  à  préparer  le  coton  et  le* 

per   fibre   tessi  i   (6).  matières  fibreuses  (1). 

QnlgnOQ    0.4.    B.,    Parigi.    Di-  Schcwczik    S.,    San    Remo.    Pia- 

spositìf    poufv   le    tìssage    rapide    à  que   de   chaufìTage   pour   sécher    les 

plusìeurs  navettes  (6).  tissus  (6). 

Ritlgoicr   e    ClercRcaiad   (D  t-  ScUefaer  T.   E.,   Ber'ino.   Proc. 

la),    Lione.    Machine   à    biaiser    les  de  désagrégation  des  fibres  de  jute 

fils  des  tissus  (9).  (6). 

Rebba  A.,  Oslo  Sotto.  App.  per  Schmldt    E.,    Colmar.    Perfccl. 

levare   le  coste  alla   seta   filata  de-  aux   métiers   contlnus   à   filer  et   à 

stinata    airincannaggio    (3).  retordre  (6). 

Reaard     Frères     (Società).    St.-  Schmitt  J.,  Belfort  e  Handschia 

Luhin  des  Joncherets.    Métier  pour  E.t    Masseveaux.    Appareil   à    teìn- 

la   fabricatìon   mécan'que  des  tap's  dre   déinontable   (3). 

à    polnls   d'orient,    persan,    enrou  é  Schaek  H.,  Vienna.   Proc.  et  di- 

et    autres   (15).  spositìf    pour    introduire    des   crin^ 

Ringenbach  E.  Remiremont.  Pro-  ou  autres  fils  de  trame  dans  le  pas 

cesso  per  candeggio  (1).  (6).    Aiguille  de  prise  pour  métier 

Rogcrs  C.  R.,  Melbourne.  Proc.  à    tisser    pòur    lever    les   difìTérents 

ed     apparecchio     perfezionato     per  crins  ou  simila'res  de  leur  botte  (6). 

macerare,    sgommare   e   quindi    ri-  Scliopp*s   E.   SAhne  e   Reichert's 

pulire    e    essiccare    materie    fibrose  Sdhne  (Ditte),  Vienna.  Systènie  de 

per  ottenerne  le  fibre  (6).  tissu    à    dessin    ou    ornamentation 

die  Rossetti  C,   Parigi.   Disposi-  (6). 

lìf  d'entrafnement  du  curseur  dans  Schnbert    B.,    Zitiau    i/S.    Proc. 


riliKiali  in  Haìla  dal  IS  nov.  id06  al 


rocchi   per  ùngere  le   bobine  (i).  niatières   cou 
ScbnMrl  M.  e  Recfatilti  O.  KoU-        SoMtt   tu 

hu-.    Kubaniiiesure   ^'enruuNini   a-  de    Fllalatc, 

vec  les  rubans,  les  Étofles,  les  den-  porl^  aui  ; 

te!les  fi  les  R.ilons  (j).  (6), 

SMlCMaiiH  G.  •  Sflhae  (Diia).       Soc.   Ah. 

Neiisiadu    a.    d.     Orla.     Prq.iesiq  SBOeck,    tii^ 

ed    iipparFrchio    por     l'indurimenlo  piai 


:i   (6).  SMlélé  Ah 

:el,   Schi        " 


Sleber  M.   naia   Ftailel,   Schon-  Basilea.    App 

brunn.    Mélier   à   tìsser   pour   prò.  à  lisser  à  eli. 

duire  des  tìssus  à  lisière  courbc  (i).  de   cannettes 

Slnw  Ch.,  Pallerson,  New-Yer-  pour   niétieri 

sey.  Proc.  pour  charger  la  soie  (è),  rient    auloni 

SlMM  E.,  Villatranca  e  Wcckcr-  produisant  d 

Ila  J.   B-,   Lione.   Proc.   et  appar.  zontale  <i).  J 

pour   le   vap^risage  des   libres  lex-  <e  dei   telai 

tiles  à  la  continue  k  haute  tempé-  per  inserire  i 

ra'ure  el   eii   volume   réduil   (14I.  vetta   duranl 

Spati    E.,    New-Yorlt.    Prot.    de  (1). 

leiniure   des   iis^us   (6^  Soc.  Aa.   1 

S|Kr,liig    {■„    Neunkirchen.    Di-  graad  e  Ce. 

s-pusiiif    d  impression    de    divisions  Soc.    Fraii 

de   mesures  sur  des  bandes  d'itol-  PariRÌ.  Fiiléi 

ri"  ou  siniilaire  (1).  arlificielie    (( 

SpUgler   B.    e   Sflknc   (SocieU).  Soc.  dei  t 

Vienna.  Proc.  et  dìspositrf  pour  re-  tograpklqnti 

parlir   rjgul  .èrement   les   batns   de  lll(,   Lione. 

leinture  tt  Ics  ({ai  djms  ta  teinlure  lion    de   lext 

et    le   blanchinient    suivanl    le    sv-  de  colon  niti 

»[ènie  en  paquet,  de  fìlés  en  bob'l-  SUaUI   H. 


1  dispositivo  tosatore  au- 

SocletA    Anon.    Cooperativa    per 

la  tladIoiiaiBra   e   l'uMgglo  delle  chard,   Mass. 

«le   ed   aUnl,    Milano.    Perfez.    nei  corde    tnlreci 

processi    di    carica    delle    sete    coi  Slrltcr    J. 

composti   di   stagno  (1).  canneto  di  e 

Soclcli   Adob.    Cuteoilcio   L)|(u-  bobine  o  tck 

re,  Genova.  Telaio  a  battente  broc-  Siaceli)  L. 

calore    (spolinatore)    (3).  Innovazioni 

Soc.   Ab.   fabbriche   rloBlIc   For  tìiande  da  si 

Mcall,    Curale    Briania.     Innovai.  Tetteuolre 

nelle    navette    per    telai    meccanici  de    ferme! uri 

(t).  tuves  empio) 

Soclcli    II.    per    l'iBduilrla    del  nement   des 

leitutl  (tauipali,   Milano.   Proc.  per  Tbielc  E-, 

lingere  su   macchina  contìnua  arti-  la    produzion 

coli   in  bleu  indaco  riservati  (6)>  ciali    niedrar 

Appar.    pel   candeR|;>o   continuo   di  (ii). 

I»«uii   in   larRo   (1).  Thlele    E., 

Società      G.     Jòtepky'i     Erbcn,  d'apparcll     p 


Dieveili  d'invamime 


«)i»  arlificiel:e  (i).  —  Ptoc.  per  la 
produz.  di  fibre  tessili  ariiUciali  da 
soluzioni    di    ce'Iulosa    (14). 

Thkie  R.  «  LlnkMeyer  R..  Bru 


il  guida-cinghie  di  un  banco  a    fu- 

V«igt  P.  R.,  CliemniU.    Rotel'a 

di     pressione    per     il     sollevanienlo 
ella    bobina    nelle    bobinatrici    (6). 


Wd*  A..  Worcester.  Perielio- 
amen  ti  nei  macchinari  per  fare 
k)  di  crini  di  cavalo  (is). 

WcbcNi  S.  A.  O.  (Ditta),  Già- 
Mia.  Carde  -  cbaines  inócanique- 
lent  aclionnés  pour  méli«rs  à   tis- 

r   nuìcaniques  (3). 

Wcycri    e    C.     (DUIa)     e      N«n- 

■■B  E.|  Crefeld.  Ròcrpteur  pi 
ansiiietteur  autonialique  applica- 
le en  parliculier  aux  machines  à 
onstruire  les  lìsses  (2). 

Wojair  E.,  MonUgnana.  Aletta 
ei-  fusi  da  filare  (>)- 

ZlaaermuB    W.    P.,    Schiine- 

erjif.  Dispos  Ilvo  per  fabbricare  ì 
astri   di  velo   cuciti   (6). 

Ztfftr  E.i  Vienna.  Machine 
our  mesurer,  cnrouler  et  couper 
E  lonuuer  les  pìécet  d'ftoDes,  eie- 
S). 


USO  PERSONALE. 


Batc»  PtTcy  A.  C,  landra.  Dì- 
|>osilif  d'attaché  perfectionnf  pour 
bjets  d'habii  einent    [n). 

Bavulro    ti.    B.,    Uenova.    Re;- 

i    mutande    Ul 

atttUKl  e.  San  Cresci  a  Cum- 
li.  Sistema  d'innalzainenlo  meC' 
Bilico  del;a  formu  della  lesta  ne;- 
!  macchine  per  cappelli  di  pan  ia 
1'- 


Bingcs   1., 

/M.    Bottone 

(Ditta)    l-'rancoforlp 
ricambiabi  e    per    11- 
e  nei   vesl  ti    Q. 
Hohcnems,     ft'oral- 

"fiCk^T" 

erR.    Nuova 

crai-atla     a    rete   d 

rilngctaii  in  Italia  dal  16  noi).  1906  al  15  nov.  1S07 

recchio  per  infilare  gVi  aghi  da  cu-        Fedcrcr    S.,    Praga.    Attar 

ciré    (i).  eravate  pour  cola  rabaltus  li 

Bouwdcl   B-,    Ncuchltlrt.    Dispo-        FUugH    D.,    Clayton'lc-I 

sitif    de     ttxacion      ars    manchettes  Lancaster.    l'eriez.    nelle    ma 

aux    nianches  de  vttements  (6).  da  cucire  con  due  rocchelti  < 

BStKk    J.,    Wiirzburg.     Bolttne  uno  superiore  ed  uno  inferioi 
h    ('las^iqups  (i).  Fklicbet    U.,    Milano.    C< 

Bonlln     E.,    St.     Claude,     Jura-  con    ^iurreUiere    allacrale    a 

Dispositif    pcrmeltunt   de    varier    ie  stremilii  superiori  delle  strccl 

tour   de   r£[e  de  casquelles  (6).  corbello    e  .pendoni!    lungo 

Boaqnla   A.,   Blnche   Devanis   et  detto  iiBIandom  (.i). 
revers  pour  vèlenienls  (5}.  Fscflcr    e    Barfli    (Ditta), 

BrcMlng  C,  e  S^d  (Dilla,   Sol-  zheim.     Bracelet    -    cliainette 

Inu,     Hannover.    Macchina    per   di-  chainons    reliés    par    des    eh 

stendere    il    cuoio    sulle    forme    per  (6). 

„Li   ^     _   »„..-    .       „     .  Milano.    Cerniera    per    la    fat 

zione   di    borsette   (1). 

Fowatl   E.,  Milano.   Contrt 

BarrM^ìit    R.    E.    0.,    New-Li-  P^r   tornio  a   ritornire   boHoi 

shenrd,  Ontario.   Proc.  ed  apparec        Friedll«def    A.,    Zurigo. 

chto   per  pulire  i  cannelli   da   pipa  l'onomenti    neeli    o.iibref.i    (i 

(,).     "^      "^  '^^  0.    Pvavktal,    Milano.     ] 

Cm«[    D.,    Roma.     Sistema    di  '"  diminuente  biforcata  (3). 

fabbricai,    di    scarpe    (3).  Utrbtol   P.,   Como.   Telo   d 

CastlgUMU    0.    rn     L.,    Roma,  da    trasf^tnabite    a    mantello 

.;„„,   ."^vibile  e  di   ricambio  per         OMp«riBl    F.,    Milano.     P 

[■alzature    in    genere    (t).  ^  P*'  ""'^  ^'   bottoni   1 


?,Wa  b^r'-     ''"'e    '"f"''    'l''l'''« 


lerali  (3).   Gancio  appendiborsa  per    '^f  togliere  al  ferro  la  sui 
borsetta    da    signora,    da    appi  car-    ''''i*  '-}'■      _       „    ,.  _.. 

s=  alla  cintola  (1).  «•"'«"    ^'    ^"1  "."■    ^"^ 


DcdHlat  W.,  Breslavia.  Tacco 
elastico   per    calzature    (i). 

EcUrl  F.,  Hesien.  Suola  per 
scarpe  con  anima  a  spirale  elastica 
di   acciaio   (1). 

Edfclu  W.  J.,  Btrtiiingham. 
Metodo  per  fez.   per  fissare  bottoni, 

prtni,  dispositivi  di  fissazione  e  si-    froì'teTÌM  ...„^„„.   .„,. 
nii.L  oggetti  picco.i  su  cuoio  e  al-         H«deMoa    D.     Ebcncter. 


'a  allungabile   pei 
ìcìbk' M.,    Guben.    Mach 


H.     •     C..      (Dit.a).  gambale   (,). 

Ch;m«ure     "lournee    uvee    senu  le  Uttm.   Jortl   t   C,   Solinge. 

e-Meneure   doublé    (o).  spoJtif    ^^^    regler    la    haute 

Enic  OeMarrckUsclM  Jole  Spio-  coupé   dans    les   tondeuses   (6 

■erti  Ud    Weberfi,   Vienna.    Scar-  HaUniuB-i      Slaerkcrril 

pn  con  suo'a  rivestita  (6)  AkUcagtfdbcbatt,    Salzuflen. 

Flklala  G.,  Milano.  Cordone  di  chine  à  aniidonner  (g). 

sicurezza    per    cappelli,    dello   ocor-  Hniteildubcl     E.,    StuUgarl 

done  Rlovian  (2).  lacco  mobile  per  copertura  d 

FiMU    ForchcrU»   <    C.    (Ditta).  brelK  (1). 

Alessandria.    Scarpa    leggiera     con  Kaaplc  F.,  Kaaipfc  R.  ( 

tomaia    di    tela    e    fondo    di    cuoio  pie    O.,    New-York.    Svsl,    d 

(i.i)'  solr  de  siireti  (>>), 


MulfatlDra  di  pellami   e   uL 

Inrc,    (Sue.    an.),    Totìno    Sistea 
jì  rinforzo  delle  cuciture  fra  le   ■ 
Lcrr^e  punì   del   loniaio  (6). 
MarchMl    1.    N.,    l'arma.    Bu^ 


■]-         Mukc     F.,    Schneidrniuhl.     Pax-- 
ie    (ebillM    avec    bracelec    li). 

Mclilcr  J.,   Lione  e   Kcy  J.    M.. 
□-    RiHinne.   Troc.   et  appareìl   pour   •  ^ 

frage    simullané»    ilcs    e  oches    J« 
e-    ihapillerif. 
u-        Mtriet   A.,    PurlRi.   Vèiemvnt    p. 

aulamobiliste    (i). 
>i.       Meucra   ti.  e  Mcucra  M.,   Àc- 
;1-    quaserìa    Sani 'Abbondio.     Macchi— 

na  per  piegarp  e  tontlere  le  lese 
a-  dei  cappelli,  gli  orli  delle  bprrcli* 
>i>    e  simili  (6). 

u.       M«lraar*  T.,  Im>U  Belb.  Si^ic- 
ma     mobile     per     sostituire    ne  le 

1:-    (ilo   ale   comuni   spoktle   (i) 

a-        Itm  E-,  Zurigo.  Chambre  noire 

e-    portatile   U). 

M«orc   M.    RkhardfOB,    Londra. 
ne    Metodo   perfezionalo   di    confezione 
vesiill   (.il. 
"— aeW,     " 
(Diu, 

«■    .,. a  (5). 

MMkovltt  Fukai,  Bcrkóritt  B. 
o.    «   Uflaibcrgcr   E..  NaRivarad.   t.s 
ur    tenella    di    sicurez7a    per    capi    di 
vesliario    ed    altri    ORReltl    (1). 

,c-       NobU  J.  H.  e  TltMn  a.  m.  b. 

le    H,  ■■ 

bai 

o.      Nclkichc   Werke,    E.   NsOe.Weis. 
0,    Rpnfels  a/S.   Machine  à  mnnter  les 

chaussures  munie  d'un  méruni&me 
>1-  Bulnmalique  servant  à  allarher 
T-  tempora! rement  la  pointe  de  l'cm- 
ii.  peiK"».  pour  sa  mise  en  forme  (6|- 
I*-  Montrute-senienceuses  pour  fa  bri - 
in    qurr   les    cliaussures    (6). 

Nwzl  M.  lu  M.,  Vercelli.  Atr 
et  par.  net  la  slampa  simultanea  di 
>r.  pili  di  due  bottoni  dì  corno  di- 
nt  sposti  in  più  colonne  indipendenti 
Ju    (>). 

Orlandi    L.   di    V.,   Ruma.    Bul- 


ana.   Macchina   per   la 
iroduzione    completa    di    spi!  e    da 


rilafKÌati  in  tlalfa  ^hl  IG  nov.  1906  al  i5  nov.  idffì    189 


ppi-lalmente  i   co!  etti   inar 

Pap  B.,  \'ifnnH.   Di-f>(»itivo  por  Singer   Mina  faci  or Jig   Conp^BT 

irare  su   le  vcsU   dcl'e  signore  (d).  Kilborrie.      Syal.      perfectioniié     de 

ParMMt     A.,     Newton,     Lrwton  machine  ù  coudre  (i|). 

.cnts;    M«rt«B    J.    A.,    I.eirpiter  ;  Spaulnger    F.,    Siuitgart.    Con- 

■'    '"--' " ■     ■'.  RPRno  per  alzare  le  vfMi  composto 

d;   due   pPzKi    scorrevoli   uno   tlenlrn 

■   la   (orme  des  bo'lines  l"a  irò   ad   arresto   autoiitalico    (d). 

ei   cnuiisGurcs   (6).  SpircUa     Company,      Mendv  Nf, 

Pcarcoa     H.     P.,    Aberjslwylh,  Filadcllia.  Pa.   Dispos  livo  per  ren. 

riatles.    PerCez.   nei  cappelli  dì   pa-  dere  rrgrdì  i  busti  o  vei^litì  (6). 

^lia,   foglie  di  palma   e  nimili   (6).  Sjribt  P.,  Schmiìl'.n.   IVoc.  per  il 

Perai»    C,    Milano.    Scalca   p<i'  iBe'io    deH'avorl»    ve^elale    per    la 

(tiinalori   (i).  fabbricazione  dei  bottoni   (i). 

Perrìa    A.,    Saint  Caudc.     Per/.  Tagliabuc     C.     J.,     New-Vork. 

Poh*   ÌF.    e.,   c   Vlal   L,   NtineE.  niécanluues   ou   de   ^iHreld   (6). 

Frr    k    coulisse    pour    curdonniers  Thltrlag      MaachlnenbaH-U.     n. 

(()■  b-   H.   O.   Helkr,  Weissenfe's  a/S. 

Prlnlz  t.   C,   Lussemburgo.    Di-  Oispos.   de  cloua|;e  applicable   uu\ 
spnsitivo    per    protrgi^tre    gli    orli  macliines    pour    la    fabricutìon    des 
infpriori   dei   pantaloni   dal   logorar-  chaussures   (61. 
M    e    la    ca'zatura    dallo    sporrarsi  Tlbaldl,  Cupplai  e  Bcadlal  (Dit- 
ti), la),     IloWna.     Spilli    con    lesta    di 

Pryia   A.,  Stoiberf;.    Machine  de-  vetro  a  foriua  di  dtamanle  {iV 
stinte    à     fabr'.quer     auloinalique- 
menl    les    «léments    inférìeurs    des 

bouions   press:on   avec   ressorls   ae  de   formalion   des   points   dans   les 

leniieture    passe»   dans    le^i    entaìl-  machines  A   coudre   (t>). 

les   de   ces   ftémenis   (6).    Machine  *M    TrEtkaw    O.,    l'iirKtenwal- 

pnur     fabrìquer     au tomai Iquement  de  a/Spree.    Appui   de   dos   pouvnnt 

ks  iMt^iiients  Inférìeurs  des  boutuns  se   monter   sur   les   canne»,    biìlons 

pression    avec    ressort    de    fermetu-  ferrei,    etc.    (i). 

re   passò  dans   les   enluii:es  de  ces  Tarnet    H.    H-,    Torner    A.,    e 

Wments    (6).  T»Tl«r    A.,     Denlon.       Perfeziona- 

RappcnUKcr  C-,  Frlburco.  Nou-  menti   nelle   macchine   per   applicn- 

veau  sysi.  d'acrafe  pour  i-etcìiienls  re  la  salda   al  corpo  dei   cappelli  e 

ou    objels    quelconques    (i).  specialmente    alle    tese    dei    medesi- 

Roc  A.  J.,  Dieppe.   Sysi.   de   (a-  mi    (h). 

bricatìon    de    chaussures    (6)  Uaitcd    SbOC    MachlBCrjr    Coupi- 

Sslvuccl  O.  M.  e  Glrota  C,  Mi-  aji   Boston,   Mass.   Perfect.   appor- 

lano.    Pantaloni   di   speciale   confe-  tés   aux   machlnes   destinées   A   as- 

zione  che  permeile  di  usarli  a  due  sembler  enlre   elles  des   parties   de 

diritti   (.1).  chaussures  (6). 

Sattlcr    C,    Steglitz.    Macchina  Unlttd  Sboe  Macblncry  Conpa- 

per   fissare   la   parie  superiore  delle  oy    de    France,      Parigi.      Machine 

srarpe  alte  suole  di  legno  o  di  con-  combinée   à   coudre   el   à   niarquer 

simile   maliT^ale   (i).  les   poinls   (6).    Machine   ù   ìnsérer 

Sctaatl   K.,   Hanau.   M.    Bottone  les   attaches   (6).    Machine   servant 

rnniposlo  dì   due  parli,   una   supe-  à  tacer  les  empeignes  (6).   Perfect. 

rinre    e    l'altra    inferiore    (i).  apportés    aux    semelles    int^rleures 

Scha:i     R.,    l'forzheim.    Bouton  ou    premières   pour   chaussures,    et 

de    manchelle    (6).  '■>    leur    (abrication    (6).    Svit.    Ber. 

Schabtrl      O.,      Charlwienburg.  vant  it   produire  une  liRne  de 

Cculisseau    <It    piirapluic    (i)-  vai!  de  ce  sysiimc  i  i 


lìreveUi  d'inventiotie 

d'arrft    au-        Wdbel  A.,   Bprna.    Disposirif   de 

el    appareil  r^;-|.„-    nour   craval«    (Oj. 
n  des  chaus-        Werner    H.,    Pirmaaens.     Tacco 

B  Ire  inachi-  p„    cazalurc    con    stralo    inln-ine- 

(b).    Lu.  à'-o  elastico  e  foRllo  di  ricoprìinfn- 


pour   machi 

„  Wheerer  ~t 

™   riyg    Coinpaay, 


„        .     „  Wbecrcr    e    WllioB    Mwmtacta- 

TìÌBianii   ™    ''"^    Comptoy,    Bridgcpori.     Mac 


Rì^.i'r'a  ™"    '"  WWaer  B.  e  WkdoKr  M.   m. 
te     con    laslre    Mincr,      Druchsal,     Baden.     Mac- 

rina    da    si-rivere    tascabile    con    dì- 
Ubcuipa    M.,    ^iposiz.    coiTipatla    delle    ieie    de  U 

t.     d'appareils    tasliera   e    con    sopporlo   del    rullo 
'S     rhauM^ures.    della    caria    sollevab  Ip    (fi). 


XXI,  —  Pelli  e  cuoi. 


abtMì  —  Utilù 


tamtioiu  iU:it  felli  t  é/i  mei  — 
•  cmoio  —  Itaiterrit  (vedi  anche 
ClaM*  XXi;-  Choì  arlifeia/i  e 


I   F.,   Genova.  Miller  P.  la  G.,  Berj^amo.  Nuo- 

e.eltrita  de  le  vo   prodollq   chimico   dello   «Sole.i 

Tharax»   per   prolungare  la  durala 

lerland.   Lvee-  «  rendere  im|>rrme.ibile  il  cuoio  Ria 

acchinario    per  concialo    in    genere,    ed    in    sper  .il 

cuoio  {il).  modo  le  suoie  delle  calzature  (0. 

no.    Macchina  Nnreld  R.,  Vienna.   Processo  di 

-    ^    ■y.'^""    •''  "-"Ha    (6). 

a    raglio   seni  OetterrelcliiMli*      Plavlntfal     Ae 

i    molo    a.ter-  tIeBgeMibchilt,     Vienna.      Produil 

■    ^^J""™   P""?-  proc.   de   fabricalion   {^)!°'*       **" 

"P'm  "If  ".''  Ro-efc  W.  Grani,  Cincinnati,  O- 

hlo,  e  Roach  A.  C,  New  pori  Ken- 

lek    O..     Tra-  J"'"p-''„S^'''J^;    '**  '""""Be  des  cuirs 

;^ant'"'e"V^t  Rtt"'"'»  ti-  '«  li.  B..  Torino, 
ts  d'animaus,  "«todo^  perteiionato  per  la  depila- 
nte   de    chien  ""."^   °^"''    P*'!'    lanute   di   piccoi 

(6).  Sm.  An.   de  Cnln  e  Cwirtlu 

■witig    *orn.  ''  Aiulcnarde,   Beveria   -   .Audcnardi*. 

,  AkttengCKll-  r'roc.   de  fabricalion  de  cu'r  arlifi- 

Proc.    per    la  ='*■  et  produils  approchanls  (i). 

Wda«    R.,    PoKgibonsi.    Nuovo 

Gaatcr   (Dil-  sislema  per  fermare  [e  pelli  su  al- 

iio.   Pr<M.   per  cune  macchine  per  conceria  (i). 

lezza  del  cuo-  Zatfalo  V.  In  L.  e  LeoUa  G.  la 

iabililà   al.'ue-  P..    Odine.    Sistema    per    fornure 

:..■  (is).            '  cilura   (]).■ 


..^.\ 


I  HalM  dal  16  nov.  1906  al  15  i 


XXII.  Industria  della  carta. 

la  —  Faitricaiùnu  della  ca-la  e  dil  carlont  — 

-  Calla  da  palali—  Ritalura  r  lierialtàia  della 
ra  Itllirt  e  ea'loliHi  —  SaceAelli,  icaloU  ed  al- 

XtìuXm  F.  (D  Ila),   Ber  ino.   M<^  chine  ù  fu^onner  Irs  bords  ita  nia- 

lels    conslilulits    drs    culpndries   i-  (euilles  (.-{). 

phémeridw.  drs  blocs  de  rn,U5.  de  EIbct  "W..  .Rhinelander,   \Vis««i. 

pillets  el  uulres,   iiiiprimés  au  prt.  sin.    Perfccl.   aus   muchines   à   pii- 

alable    sur    une    leuille    de    pap  er  p\er  continu,  dilps  mach^n»  i<I''uur' 

sang  fin  (i).   MÉcunisme  M'rvanl  k  drinin'n   (b). 

réunir   lea  feui.lets  consiitutifs  des  Erfarl    M..    Slruupi».    Proc.    et 

rulendries    Éphémérides,    des    blor:>  :ippareil    pour    la    rÉcupéralìon    des 

di-    re\u9,   de   billels   et   aulres,    im-  maliirps    résiduaires    et    la    c'iiriH- 

prinics  au  préalab^e  sur  une  feuil-  ralion  des  eaux  d'écoulement  dans 

le  de  papier  sans  fin  (s).  les   papeteries   (j). 

ABKber  P.  e  Soc.  dw  Afpirdii  Erkeni  J.   w".  {Ditta),   Niederau 

dt    CoaIrAle  ti    Camptablifté   Anto-  p^p^^  Durm.   ria  a  cilindro  olun- 

BIII^M,     l'arici.     Disp.    de    carnet  ^„g           ,3  [àbbri.-aiione  della  (ar- 

"làictgatapfA.  E.,  Genova.   Perf.  '"f'^JÌ,,,    e..    Berlino.    Pile    d.;fi. 

nelle    buste   da    lettere    0(.  ip„,e  ^^^  piUc  a  papier  {(.). 

Butte!    t..    Parma.    Copertina    a  U,l|l    A.    lÌ»    V.,    Milani.    Busta 

pari,    staccabili    le    quali    p«.s«i«  j^   ,p„p„  sicura  contro  qua  unque 

servire   «ime    rarto.ine   poaa  1    (j).  „ianomis-ione    (i) 

MgelKril     T.,     Mila,»      Disposi-  q,„„,    ^    'j,'    q        p„,drn„,r. 

zione  per  teiiere  arro  olate  e  poter  s,^„„,     |i„   applicabile   ale    niac 

svolRere  faclnjente  s^is,-,e  di   rar-  ^^^.       ji"  ,abbrkaiione   della   carta 

la,  tessuti,  pe.li  ed  aftini  (j).  .  > 

Bsriykaw^l  B.,  Berlino.   Papiei 


'  ""       V  F-rpiri 


Brlon    A.    Ei.    New-Vork.    Ma-    M^frl'ina  per^la«1iareja  caria  (>). 


chine  à   enveloimer  (6)  '"    '^"""'-    -naccnina   per 

Carp^Ikr     t"   Zurigo.     Feuille  "'«^'•fgare    caria,     nastri      tessuti    K 

de   rabVica^on  de  dos  à  ^«lets  (6).  ™ì,':;i^Ì!^'""rt  P*"^""'    O). 

Ctrtr..     Marrrt    e     CI?   (So,!;.  ,,"^7^^  nour  Vend;e  u'ìl^l^ 

ti).    Parigi,    Kabricat^on    de    boites  "*'"=*■    •  C"^"    POV"^   "    ,.f  '*  P"'*"^'^ 

cn   canon   emboulies   et   estampies  "    '"    ""*"»   P'"*    ««''d".    ""P"" 

.  .  nitìables    el    iiiallai|uables    au\    ac - 

CoHlBiI*    W.    R.,    Wimbledon,  <!<■*  *5Ì-  _       ..  ^      ^ 

Surrev.   l"r(.  dans  ies  machines  et        .0«);    0.,    Neustadt.    Cassa    da- 

Ifurs  "  an-essoires    i    fabriuuer    les  spira^lone    senza    pareti    scorrevoli 

boites  (l>)  P"^   macchine  di   fabbricazione  del- 

D«\iei'D.   E.,  Londra.   F.nvelop-  '^   ^"*^   ('>■ 
p«  fabriquécs  eii  bandcs  (h).  fiB«k»  F.,  Roma.  Calla  armala 

DlM«     A-,     Livorno.     Busta     per  siMf.iia    (jualco    (1). 
rorr  spnnden/a    con   orchio    (raspa-        Hullnck   Cdrt   A.,   Manchester. 

reme   per  cvilare   lo   M-rittura   del.  Perfez.    nei   meccanismi   per   ppriw- 

rind^riiTo    su"la    medesima    (i).  ^are  fluidi  sulla  superfìcie  di  caria, 

DHWtlad  BrMhcn  Uè.  (Soc).  e  te>sii(i  o  simili   (b). 
Mickay  J.  Hiyward,   Londra.   Mii-        Kahle    W.,    Boston,    Mass.    Ma- 


Bit  velli  d'hivtìuione 


SaraiOB    D.,   Iter:ino.    Blocco    d 

caria    per    apparecchi    da    aSc:uKa 
re    l  inchiostro,    sedie   da  operaiion 
e    polsini    (i). 

ScllBlUt    0.,    Berlino.     Troc.      e 
macchina    per    U    fabbricazione     di 

"3'd,iridt'W..''schwerte  a.   d.    R. 
Proc.    pour   rendre    impermfsb'es    ii 

les   carlona 
et  d'aukes 
Machine     ; 

la  graisse,   les   papipr-^. 
(les   tisius,   des   étofTì^ 

iervant     a     produr*       la 

prtiiaration  à  i 

imperni  tables 

SelTatk*  e 

no.   Bulla  di  i 

Iroid  des  jiapiers  Rra» 
et    mod..re«    (61. 
Muli   (Dilla),    Mira- 

nie  (6). 

du'é   aRBlo 

C. 

.  l'arigi.  Cartoli   on- 
ré   pour   dlverses    u\t- 

Trtika  V..  Kolozsvàr.  Innovaz. 
rH  ■    t.,=te  da  lelirra   ((■). 

UJIakl   A.,    Stegcd  e   UJIakl    G., 

Kudapest.  KorIìo  per  stamparvi  aii- 
nun'i.    [ormalo   con    parti    slarrabi- 

W  (6). 

Viulh  E.  ra  E.,  \apo'l  e  Ma- 
théai  G,  J.,  Epstein  presw  [-Van- 
coforle  s/M.  Metodo  speciale  di 
estrazione  della  cellulosa  e  pasta  di 
\esina  dalla  pianta  del  r'cino  arbo- 
reo per  la  fabbricai  ione  della  curia 

Zuardo'  G.  B.,  Roma,  l'erfei. 
nelle  buste  da  leltere  (i). 

ED  ARTI   GRAFICHE. 

iiartt  di  caialltri  —  Slrrral/fir  JUsc- 
■h.  t  ÌUouafiil,^  -  PrsdimcHli  fyl«. 
diirgn,  a  una  ttik  colati-  faUfiaga; 
■wrtt  —  Maechmt  ftr  copian  —  Piver- 
«a  -   C<frala,i    ,    i,ci/,ol<.,i  ~   Atmt,i 

(i).  Troc.  per  la  produzione  di  cal- 
chi   meUianrp    impressioni    panali 

Badutcln    R.    e    Engc    B.    E., 

Dresda.  App.  (o[n|-rufico  sierico 
per   fare   più    (ologriilie   cniuenipo- 


BàcBlo    V.,    Roma. 
roiita);ne(ico   per    le 

"  b\hV.  e'^BVe!^" 


rilasciati  in  Italia  dal  16  nov,  1906  al  15  not\  1907    143 

Proc.  de  fabrication  de  clichés  pho-  Perfect.  aux  machines  à  écrire  (9). 

totyoographiques     à     demi-telntes  Cattaneo   De   'Capitanci  d*Arza- 

(6).                  •  ^o  C.,   Mi  ano.   D.sp.  per  ottenere 

Bennati   de    Baylon    C,   Torino,  n  sincronismo  del  fonografo  col  ci- 

Compasso    meccanico    per    il    trac-  nematografo    nella    registrazione    e 

ciamer>to  delle   figure   policentriche  riproduzione  di  suoni  e  vedute  (i). 

(1).  Cavestrl  A.,  Milano.   Tavolo  per 

Berthold   H.   Metsinglinienfabrlk  disegno  «Eureka»   {\). 

und    Schriftgiefferel    A.    G.,    Ber-  Compagnie   Gén.    de    Phonogra- 

lino.  Macchina  per  fondere  i  carat-  phei,  Clnematographes  et  App.  de 

teri  da  stampa  (6).  l'récision,     Par*gi.     D.sp.    pour    le 

Berthon  R.  e  Gambi  J.,  Lione,  centrage  des  images  dans  .es  app. 

Per/ect.    aux    proc.    d'héliochromie  de    projectioms    cinématographìques 

composite  en  vue  de  la  fabrication  (3)-    Machine    pour    colorier    meca- 

industrielle   des   produits   (3).  niquement   les    films    (images   ciné- 

Berti    C,    fu    P.,   Vignola.    Dìsp.  matographiques)    (3). 
di  trasporto  e  distacco  di  fogli  dal-  Compagnie      Internationale      de 
la  manomacchina  al  feltro  esscca-  T Electro-'l ypographe  Méray  e   Ro- 
tore  (3).  *■'»    Joinv.lle.    Machine    à    fondre 

Bettoncelll   F.,   Milano.   Modo  di  les  caractères  (1). 

fondere    i    caratteri    tipograf  ci    a  Conza    C,    Mars'glia.    Machine 

mezzo  di  compressori  d'ara  (i).  à    imprimer    des    annonces    ou    ri- 

Binder  F.,  Dornach  i/EIs.   Disp.  clames  sur  les  oeufs  (3). 
de   nettoyage  continu  des  rouleaux  Cotillon     A.,     Amières,     Parigi, 
d'impression    durant    leur    rotation  App.    pour   le    tirage   autonìatiquc, 
(1).  rapide  et  uniforme,   réglable  à  vo- 
Bianchi    E.,   Torino.    Trasforma-  lonté,    des    photographies    positìves 
zìone  delle  matrici  calcografiche  in  au   gélatino-bromure  (3). 
matrici    eliografiche    atte    a    ripro-  Dal    Pozzo    C,    Suno.    Macchina 
durre   infiniti   trasporti   su   una   su-  da  scrivere  (i). 
perficie    litografica,     in    modo    da  De  Andreis  G.  (Ditta),  Sampier- 
non    richiedere    l'ulteriore    impiego  darena.    impiego   del   sistema    lito- 
delie  lastre  calcografiche  stesse.  grafico  per  la  decorazione  a  colori 
Blanpain    F.,    Bruxelles.    Appar.  delK  lamiere  per  Ietti  di  ferro  (1). 
photographique  a  miroir  avec  souf-  De   Luca   D.,  Napoli.   App.   por- 
flet  (6).  fatile  per  lo  sviluppo  delle  negati- 
Bower  G.»  Saint  Neots  e  Gaun-  ve  fotografiche  in  p'eifa  luce  natu- 
tlett    F.    W.,    Londra.    Perf.    nella  rale  od  artificia'e  (i). 
fabbricazione  di  sostituti  alle  pietre  Drewell  H.,  Charlottenburg.  Ma- 
litc^rafiche  (^^).  chine    à    perforer    pour    la    fabr  ca- 
Braiienr  Ch.   L.  A.,  New-York,  tion  de  bandes  régistreuses  servant 
Perfect.    apportés    à    la    photogra-  à  la  commande  de  machines  typo- 
phìe  des  couleurs  (6).  graphiques   (is).    Disp.    de   coupla- 
Breitner  E.,  Vienna.   PAte  à  co-  gè  pour  l'actiònnement  des  machi- 
pier  pour  duplicateurs  de  toute  sor-  nes  ^  composer  au  moyen  de  cou- 
te,   et   procede  pour   sa   fabrication  rants    électriquQs    réglés    par    des 
(6).  bandes    perforécs   (15).    Disp.    pour 
Browne    E.  J.,    Liverpool.    Proc.  la  perforation  des  bandes  registreu- 
ppr    ottenere    fotografie    policrome  ses    pour    la    distribution    dans    les 
(6).                                          •  machines  à  composer  (15). 

Barg    H.,    Mollkirch,    Alsaz'a    e  Ducos  du  Hauron   L.  e  de  Ber- 

VOO  Jannez  M.,   Remelfingen  pres-  cegol    R.,   Joinville-Pont.    Mode   de 

so    Saargemijnd.    Proc,    et  appareil  fabrication    autofnatiquie    d'écrans 

pour  la  composiiìon  et  la  dlstribu-  à    divisione    polychromes    pour    la 

tion   mécaniques  des   caractères   de  photographie   d«   couleurs   permet- 

imprimerie  (6).  tant   la    multiplication    d'un    m6me 

Barg     H.,     Mollkirch,     A'sazia.  sujet  (3). 


t^a — 


144 


Brevetti  d^ invenzione 


Daplex  Prlattag  Press  Cmmftmj 

Battle  Creelc,  Michigan.  Presse  en 
continu,  imprimant  seize  pages  à 
à  la  fois  (6).  Machine  à  fondre  les 
plaques  stéréotypes  (6).  Creuset 
pour  appare!  Is  à  fondre  les  carac- 
tères  d'imprimerie  et  les  plaques 
stéréolypes  (6).  App.  à  couler  le 
metal  à  caractères  (6).  Disp.  en- 
creur  pour  presses  à  imprimer  (6). 

Dii^aesae  e  Dockès  (Soc.).  e 
Pastew  Ch.  D.  A.,  Parigi.  App. 
avertisseur  à  débit  réglé  automa- 
tiquement  pour  le  gonflement  des 
articles  en  caoutchouc  dilaté  (3). 

ElektrUiats  AktlMgcscUschatt 
v«rm.  Schackert  e  C,  Norimberga. 
Disp.  pour  la  m'se  en  position  des 
matrice»  dans  les  machines  à  fon- 
dre et  à  composer  les  caractères 
mob'les  (9).  Proc.  de  réglage  des 
dispositifs  de  justifìcation  dans  les 
machines  à  fondre  et  à  composer 
les  caractères  niobiles  actionnées 
par  des  bandes  perforées  (6). 

Fischer  F.  A.  O.,  Genova.  Proc. 
per  decorare  oggetti  di  porcellana, 
smalto,  vetro,  maiolica  o  qualun- 
que altro  oggetto  ceramico  con 
riproduzioni  fotografiche,  dì  bella 
e  vera  tinta  fotografica,  cotte  al 
fuoco,  ecc.  (i).  App.  per  collocare 
i  fogli  nelle  macchine  a  rotaz'one 
(6). 

Fossati  E.,  Milano.  Disp.  per 
contare  rapidamente  piccoli  ogget- 
ti uguali  fra  loro,  di  forma  rego- 
lare (sferica,  cilindrica,  o  qualsia- 
si) a  grosse,  a  centinaia,  ecc.   (^). 

Frey  J.  H.  e  Frey  E.,  Schafif- 
hausen.  Proc.  héliographique  pour 
reporter  des  décorations  et  inscrip- 
tions  qui  doivent  étre  gravées  sur 
verre  ou  sur  pierre  au  moyen  d'u- 
ne soufflerie  à   sable  (i). 

Garbsch  A.,  Friedenau.  Appar. 
pour  représenter  des  images  reflé- 
tées  de  dessi ns  (i). 

Gaaltier  P.  L.  V.,  Versailles. 
Proc.  de  reproductìon  photo-litho- 
graph'que  (6). 

Geiser  K.  e  Kehrll  H.,  Berna. 
Nouveau  rou'.eau  encreur  pour  im- 
primer (1).  Plaque  pour  impres- 
sion**  à   teintes  (^V 

Graalf  W.  e  Co.  GeseHscliaft 
mlt    beschrftnkter    Haftmig,    Ber- 


lino.   Proc.   de  préparation  de  m\ 
chés  (i). 

Graphlsche  Kanstlatalt  M 
Rlchter,  GescHschaft  tth  bcschrii 
kter  Haftwig,  Barmen.  Méthol 
pour  obtenìr  des  négatifs  aurotTpi 
ques  avec  Texposition  à  la  lumlèr 
au  moyen  de  deus  chissis  d  fli 
rents  (i). 

Gassosi  G.,  Milano.  Proc.  p^ 
produrre  su  cartoni  figure  in  rìi^ 
vo  ricoperte  parzialmente  con  ca 
ta  imitante  la  stoffa  (3). 

Hansea-EdekamMer    I,     C. 
Land    E.    A.    P.   R.,   Copenhagf>i 
Machine   à    imprimer   et   à    estai 
piller  (6). 

Holfortf  I.  C,  Buckland-NVwt) 
Perfec.    apportós    aux    machines 
écrire  (15). 

Hopktas  C.  E.,  Londra.  Ap 
à  finir  les  p'aques  stjéréotyji 
courbes  (6).  App.  à  fondre  les  pi 
ques   stéréotypes  courbes   (6). 

Hopkins     C.      E.«     Worche^t* 
Macchina    per    gettare    e    finire 
piastre  di   stereotipia  (6). 

Hopkins  C.  E.,  Londra,  e  Bt 
nison  W.  E.f  Bmadheat.  Appar 
A  finir  les  plaques  stéréotypes  soi 
bes  (6). 

Kinetoplane  D.  C,  New-W 
Appareil  pour  l'observation  -  dì'^ 
te  d 'images   (6). 

Klenk  L.,  Francoforte  s/M.  M 
china  per  riprodurre  dei  rilic 
incisioni,  riduzioni  e  figure  pia 
che    (corporee)    (1). 

Rratz  F.,   Mannheim   e   Rath 
ber    A.,    Oppenheim    a/R.     Pìm 
per    riprodurre    lampi    di    luce 
scopi    fotografici    (i). 

Rrieg  Chs.  e  C.le  (Soc'età), 
sunna.     Instrument    pour     murq 
des   signes   conventionnels    bur 
tains   desstns   (3). 

KAsteraann   e   C.   (Ditta).    I 
lino.    Machine   à    fondre    en    en 
les    caractères    (d).    Macchina 
ditrice   di    lettere   di    caratteri 
sivi   (6). 

Raastdruck  and  VerSngsnas 
Roudnitz.  IVoc.  foto-meccan  ce 
WezeI  e  Neamann  A.  O.,  Lo'p 
stampa   a  colori  (ò). 

Lampa gnani   I.,   Milano.    Ci 


rilasciati  in  Italia  dal  16  nov,  1906  al  là  nov»  1907     145 


1 


; 

ri 


r 


p. 


no    a    varii    colori    per    timbri    a 
mano   (3). 

Laagc  F.  H.,  Berlino.  Di«pos-- 
tif  pour  tirer,  développer,  fixer,  la- 
ver  et  sécher  les  rouleaux  de  papier 
photofi^aphique  (i). 

Lebeb  M.,  Kalk.  Appareil  ìx 
imprimer  et  contróler  les  biilets 
de   cheniins  de   fer  (i). 

Leipiigcr  SchneUpressenfabrik 
A.  G.  vormals  Schmicn  Weroer  e 
Stein»  Lipsia.  Perfec.  dans  les  ma- 
chines  à  bronzer,  poudrer,  talquer, 
épousseter,  etc.  (6).  Proc.  et  disp. 
pour  épousseter  des  feuilles  de  pa- 
pier de  tous  fii^eiires,  carton,  tò  e, 
celiulofd,  gelatine,  etc.  sur  une  cu 
deux    faces  (6). 

LeipzigerStelo  Holz  Werke  G. 
m  b.  H.,  Leipzig-Kleìnzschocher. 
Procedimento  per  costruire  le  ta- 
vole  da   stamperia   (6). 

Lemblé  J.,  Cernay.  Machine  à 
«'•crìre  électrique,  à  navette  porte- 
caractères  (6). 

Linotype  and  Machlnery,  Limi- 
ted, Londra.  Perfec.  app.  aux  ma- 
ch ines  à  composer  et  a  dìstribuer 
\e^  caractères  d'imprimerie  (i). 
Perfec.  aux  machines  lìnotypes 
(6).  Perfec.  app.  aux  machines  li- 
notypes  (9).  Système  de  chariot 
fivre-ligfne  et  d'assembleur  pour 
machines  linotypes  (6).  Apparei'  de 
retournement  des  feuilles,  pour 
rr.achines  à  imprimer  (6).  Perfe^. 
dans  les  machines  à  imprimer  (6). 
Perfec.  app.  aux  machines  linoty- 
pes   à   plusieurs   magasi ns   (6). 

Ludlow  Company,  Cleveland. 
Machine  a  imprimer  typoj^raphi- 
que   (6). 

Lumière     A.  Lamière    L., 

I^yon-Monplaisir.     App.    photofii^ra- 
phique  panoramique  reversib'e  (q)- 

Mallinder  L  G.  (Ditta),  Cann- 
statt.  Pressa  rotatoria  a  cilindri 
di  zinco  o  alluminio  per  la  stam- 
pa   su    legano    o    metallo    (6). 

Margonari  V.,  Milano.  Proces- 
«jo  per  ottenere  sulla  j^omma  (cauc- 
ciù) vulcanizzata,  impressioni  fo- 
toincise atte  a  servire  come  tim- 
bri per  le  riproduzioni  sulla  carta, 
tessuti,  legano,  metalli,  porcellane, 
vetri,  ecc.  di  qualsiasi  sogi^etto 
fotof^rafìco  (14).    Proc.   per  ottene 


re  cartoni  atti  a  ricevere  impres- 
sioni, da  servire  come  matrici  per 
le  r  produzioni  multiple  in  metal- 
lo, lega  piombo,  antimonio  e  sta- 
gno, dalle  fotoincisioni  a  mezze 
tinte,  a  tratto  e  composizioni  ti- 
pografiche  (i). 

Matcbinenfabrik  Rockstroli  e 
Sciinelder  Naclifolger  A.  G.,  Dre- 
sden-Heidenau.  Dispositif  d'embra- 
yage  pour  presses  et  autres  ma- 
chines ana.ogues  (6).  Perfec.  aux 
platines  des  presses  à  imprimer  à 
cylindre  (6).  Presse  à  imprimer  à 
platine  (6).  Dispositif  de  commen- 
de de  la  chaise  à  rou.eaux  dans 
les   presses   à    imprimer    à   platine 

Maiirer  F.,  Norimberga.  Ma- 
chine à  coiifectionner  les  matrices 
stéréotypiques   (6). 

Me  Glnty  B.,  Doylestown.  Per 
fez.  alle  macchine  tipografiche  (i). 

Mela  S.,  Genova.  Tela  o  «Tan- 
dem>i  per  caricare  e  scaricare  le 
lastre  fotografiche  di  vetro  o  cel- 
luloide in  piena  luce  e  relativo  si- 
stema di  impaccatura  delle  lastre- 
(6). 

Molt  E.,  Zurìgo.  Armadio  per 
utensili    fotografici    (2). 

Mttller  F.  J.,  Francoforte  s/M. 
Machine  à  écrire  des  types  et  syl- 
labes  (i).  Nouvelle  machine  de 
composìtion   et  de  distr  bution  (i)* 

iHBIIer  H.,  Heidelberg.  Appa- 
recchio  copiatore  combinato  con 
un  telaio  copiatore  per  copiare  fo- 
tografie con  luce  artificiale  (1). 

Mosclike  A.,  Mainz.  Apparec- 
chio per  regolare  a  posizone  de'- 
la  camera  fotografica  relativamen- 
te  all'oggetto   da   fotografarsi   (i). 

Nacliet  C,  Parigi.  App.  photo- 
graphique  destine  à  obtenir  les 
trois  images  monochromes  au  mo- 
yen  de  glaces  réfléchissantes,  avec 
mise  au  point  simultanee  de  ces 
trois    images   (3). 

Namlas  R.,  Milano.  Proc.  ptr 
ottenere  bassorilievi  utilizzabili  per 
scopi  decorativi  (ceramica,  bigiot- 
teria, stampa  in  rilievo),  nonché 
fotografie  o  stampe  con  effetto  dì 
bassorilievo. 

Nene  Pbotograpiiitclie  Geseli- 
tciiaft  AktiengeselUciiaft,   Steglltz. 


Annuario  scientifico.  —  XLIV. 


146  Brevetti  dHnvenzione 


Proc.    et   dispositif   pour   la   trans-  presses    à    platine    mécaniques     et 

formation    des   imag^es   argentiques  machines   una.ogues   (6). 

en  images  platiniques  càtalvseuses.  ScluieJpresseiuabrik  A.   Q.    Hei- 

Optische-AnsUlt    G.    Rodenstock  delberf^,    Heidelberg.    Processo   per 

(Ditta/,    Monaco    Bav  era.    Obbiet-  slampare  le  carta  mossa  con  moto 

tivo  fotografìco  doppio  corretto  dal  uniforme  per  mezzo  di  piani  mossi 

punto   di    vista    de  Taberraz^one   di  avanti  e  indietro  (6). 

sferic.tà,  del  cromatismo  e  del  co-  Scbram  J.   N.»   Vienna.   Cuvette 

matismo   (aureola)   con   spianamen-  pur  buts  photographiques  (i). 

to   anastigmatico   del    campo   della  Schiler   F.,   Berlino.    Machine    à 

immagine  6).  écrire  (6). 

Pantrlero    A.,    Verce ili.    Compo-  Schuster  R.,  Beriino.  Proc.  pour 

sitoio    per    matr'colare    gli    oggetti  reporter   des   surfaces   d'impress  on 

di  corredo  de. la  truppa  (3). .  k  l'aide  de  papiers  de  couleurs    et 

Penza   P.   e   Cavalieri   E.»   Bolo-  de  papiers  chromés  (6). 
gna.    Meccanismo   a   scatto   per   e-  Schwartz   Y.,   Hannover.   Tratte 
sporre    succes^vamente    avvjsi    dì  meut    préparatoire    du    papier    de- 
pubblicità  (i).  stiné  à  recRvoir  une  émuls  on  pho 

Perini   P.    fu   G.,    Pisa.    «Isosin-  tographique  à   base  d'argent    (6). 

cronizzalore  »      ossia      apparecch'o  Proc.    photcgraphique   de   prépara- 

per    il    funzionamento    sincrono    di  tion   d'une   emulsion   au    phosphate 


un    cinematografo   con   uno   o   più  d'argcnt  (6). 

grammofoni   fi).  Sm.tb  J.  H.,  Zurigo  e  Merckeas 

Peroccbio    A.,   Alessandria.    Tor-  W.,  Mii  hausen,  Alsazia.  Film  pho- 

chietto   fotografìco  senza  telaio  (i)-  tographique  consistant  d'une  ou  dr 

Philbrook  B.  S.,  Brooklyn.   Per-  deux-  couches  déco!orabIes  et  proc. 

fezionamenti    nei    metodi   ed    appa-  de   fabrication    (6). 

recchi   per  riprodurre  quadri   e  fo-  Smith   J.    H.,   Zurigo.    Proc.    de 

tografìe  nei  colori   naturali   ^6).  fabrication    de    peli  cules    pour     la 

Prata   A.    e   Mosca    P.,   Torino.  '  photographìe  et  autres  applica  ions. 

App.    universale    trasportabile    per  Soc.    An.    Internaziooale    per     i 

disegnare   «Parallegrafo»   (i).  clicbét     in     celluloide     Baciga'api, 

Prlntlng      Macblnery      Company  Genova.    Perf.    nella    fabbricazione 

Limited»       Londra.      Perfec.    app.  di    clichés   o    matrici    in    celluloide 

aux  appareils  à   fondre   les  stèreo-  (3). 

typps  courbes  (6).  Perfec.  aux  ma-  Soc.  des  Etablissement  Ganmottt 

chines  pour   planer   par   gravite   et  Parigi.    Disp.    pour    le    fonctìonne- 

pour    refroidìr    les    plaques    stèreo-  ment    en    syncronisme    de    cinénia- 

tvpps   (6).  tographes    et    phonographes    com- 

Rbelnische   Gesellscbaft  far   Me  biiìes  (i<;). 

tali    Industrie    Greve    Herzberg    e  Soc.  des  plaques  et  papiers  pbo- 

Co.,  Berlino.   Machine  à  écrire  (i).  tographiques    A.     Lumière    et    ses 

Rogers  J.   R.,  Brooklyn.   Perfec-  Fils,  Lione.  Nouvelle  pellicule  pho 

app.    aux   machines   linotypes   (15).  tograph'que   (3). 

Sistema  di  guida  per  caratteri  nr'-  Sproehnie    G.    W.    e    Taylor    D. 

lo    macchine    compositrici    a    righe  L.,    Filadelfìa,    Pa.    Margeur   auto- 

(i).  matique    pour    presses    à    imprimei 

Rossi   E.,   Genova.    Processo   per  (6). 

esecuzione    di    fotografìe    a    smalto  Stange   e    Wagner   (Ditta),    Ber- 

su   porcellana  o  metalli  (i).  lino.    Disp     umettalore    per    la    'a- 

Savarese  A.,   Parigi.    Machine   à  slra   d'impressione   nelle   presse   ro- 

composer   perfectionnèe   (3).  tografìche   celeri    (1). 

Scacchi     G.,    Codognò.     Defor-  Strecket-Anfermann    H.»    Mona- 

matore    fotografìco    «Scacchi»»    {2).  co,    Baviera.    Proc.   pour   la   prèpo- 

Schelter  J.   G.  e   Giesecke  (Dit-  ration    de    planches    d'iinpres^n 

taX    Lipsia.    Disp.    pour    imprimer  par   morsure  électrolytique   (6). 

'es    tr.inches    des    Hvres    avec    des  Streilf    E.»    Parigi.    Chàss  s    me- 


rilasciati  in  Italia  dal  16  tiov.  1D06  al  15  iiov,  1907    147 


taliiquc  à  volet,  à  répélition,  pour  pour  réxéculion  sur  plaques  pho- 
app.  photoj?raphicRies  (6}.  ti  graphiques  ou  similaires,  d  ima- 
Strina  G.  L.  e  Bonn  E.  G.,  Mi-  pes  composées  de  beaucoup  de  pe- 
lano. Tayo!iiK>-sopporto  girevole  tites  parties  adjaccntes  et  d  vi*fes 
per   macchine  da  scrivere  (i).  aans  les   couleurs  spectrales  (i). 

StilMgen    C.,    Halle    a     d.    S  Ventura  L.  fa  D.,  Roma.   App. 

App.    compositore    Upograf  co      i.  per  rappHcazione  della  scrittura  col 

App.    scompositore    tipografico    (i).  castro  policromo  alle  macchine  da 

Siczepanik  J.,   Vienna.   Proc    de  scrivere   del    sistema    «Underwood» 

fabricatK>n    de    plaqii^    sen^oTea  /^\ 

pcur   la   photoRraphie   en   couleurs  '  V^,,   g_^   w^^na.    Proc.    per   la 

'  'Synolold.  LimUed.  Londra.   Per-  sÌ^'^MT'""'    *"    foto^Hevi    durs- 

fez.     nello    slampare    e    sviluppare  \iil%Il   n     nut^^        r*  t      ^c      x 

fotografie  su  carta  a  cloruro  d'ar-  „  X^let    ».    Gilles   e    C.le    (Soc). 

cento  (6)  Pari^^i.  Presse  automatique  à  gran- 

Thllrcy*  SchreibmaKhInen-G.    m.  ^^  vitessc  pour  impression  en  tail. 

b.    Hm   Colonia.    Mach  ne  à   écrlre  *^  ^^"^®  ^^^   ^      „    .    ,.    .      . 

à  ci  indre  (q).  walton  J.  A.,  Hu  1,   \ork.  App. 

Topi  L.  di  C.  e  Laurenzi  F.  fu  P^^^^^-  applicabje  per  slampare  da- 

P..    Roma.    «Cinetofonio»    disposi-  ^^  o  altro  su   biglietti   (ò). 

zione  per  ottenere  il  funzionamen-  Wiedmcr  E.  e  Wledmer  M.  nata 

to   sincronico  di   un   cinematografo  Mfiller,  Bruchsal,  Baden.  Disp.  p -r 

con    una   macchina   parlante   (i).  togliere    il    nastro    allo    scopo    di 

United  Slioe  Macliiaery  Co.,  Pa-  rendere  visibile  lo  scritto  nelle  mac- 

r*gi.    Machine  destinée  à   la   fabri-  chine  da  scrivere  a  percussione  dal 

cution    des   chaussUres   (6).       •  davanti    (ó). 

\on    Unrub    C,    Dctmod.    Cadre  Ziegler    H.,    Stuttgart.    Macchi- 

ò   poignée  pour  manipoler  les  pia-  na  a  rotazione  per  la  stampa  del  a 

ques  phot<^raphiques  (i).  prima   e   della   seconda   pagina   del 

Urban   F.,  Hotzenplotz.   Dispos.  foglio  (i). 

XXIV.  —  Industrie  chimiche  diverse. 

Co/oranti  diversi  —  EspiotUnti  —  Grassi  —  Saponi  —    Glicerina  —   Pìofumerie 

—  Colle  e  gelatine  —  Concimi  —  Resine  —  Vernici  e  inchiostri  —  Oli  minerali 

—  Lubrificanti  —  Amido,  destrine,  ecc.  —  Cellulose  e  derivati  —  Fermentasioni 
diverse  e  prodotti  ottenuti  per  rattività  dei  microrganismi  —  Apparecchi  e  proce- 
dimenti di  elettro-chimica  —  Procedimenti  e  prodotti  diversi  di  chimtca  inorganica 

—  Frocedimenti  e  prodotti  diversi  di   chimica  organica  —  Apparecchi  per  opera- 

zioni chimiche  lUvetse. 

Acbeson  E.  G.,  Stamford.  Proc.  Air  Kqu!de  (Soc.  pour  l'étude  et 

de   désintégration    de    corps    amor-  l*exp!oitation   det   procèdei    G.    C, 

phes    (6).    Graphite    défloconné    et  Parigi.    Manoindicateur  de   niveau 

son  proc.   de   fabrication   (6).  pour  appareils  contenanl  air  liquì- 

Aclier  C.  E.,  New-York.  —  Pro-  de    (6).    Proc.    pour    la    séparat'on 

c/dé   de    préparaton    de    combinai-  de    l'air    en    ses    costituants    (6). 

sons   du    chlore   et    de   Pétain    (i).  Air   Liquide  (Soc.   An.   pour  l'E- 

Actien-Geteliscbaft     f&r     Aniiin  tude    et    PExp'.oitation    des    proc. 

Fabriliation,     Berlino.      Proc.     de  George  Claude)  ed  ì  sig.  Helbron- 

production    de    nouveaux    colorants  ner    A.»    et    Le?y    R.    J.,    Parigi, 

bleus    sulfurés    (15).  Proc.    de     séparation     des     consti- 

Adamucci    E.,    Milano.    Bombet-  tuants   de   Tair   atmosphérique   (6) 

la  per  gas. sotto  forti  pressioni  (3).  Allgemeine    Elelitricltllts^lesell- 

Agostini   E.,   Asnières.    Proc.   de  schaft,    Berlino.    Proc.    pVr'  oibniz- 

obtention  de  savons  d'apprét   (3)  zare   gjas   ossigenati    (6). 


:i46 


DreveUi  dUnvenziofte 


Alvisl  V,  e  Mva  A.,  Roma.  Pre; 
parasione  diretta  d|ei  c&oruro  di 
potassio  dalia  leucite  e  dai  mate- 
riali   leucitiferi   (i). 

Aaglo  C— tiiiff^falc  (v«r«ab  Oh- 
kadorll*schc)  6iiaao.Werà«,  Am- 
bur^o.  Proc.  pour  décharger  n.é- 
caniquemenc  les  chambres  de  de- 
safi;;régation  de  superphospbates, 
(6). 

Badlsche  AaJln  e  Soda  Fabrìk, 
Ludwi^shafen  a/R.  Proc.  de  pro- 
duction d'vdrosulfites  fornialdéhy- 
des  15).  i^roc.  de  production  de 
cyanure  de  baryum  (15).  Proc.  de 
production  d*hydrosulfìte  zincique 
solide  et  stable  (15).  Proc.  de  pro- 
duction d'hydrosulfite  sodique  hy 
draié  cristailisé  (15).^  Proc.  de  pro- 
duction de  sds  ulcolins  de  Tindij^o 
blanc  secs  et  stab  es  (15).  Proc.  de 
pioduction  d'oxyde  de  baryum  et 
de  i-^^anures  (ij?).  Production  d*hy- 
drosulfìles  secs  parfaitement  sta- 
bles.  —  Production  d'hydrosu  fìtes 
pxempts  d'eau  et  parfaitement  sta- 
b  es.  —  Proc.  pour  la  production 
de  matières  colorantes  de  la  sèrie 
de   l'anthracène   (i^;). 

Baflotta  G.  fa  £.,  Genosa.  Po'- 
vere  pirica  per  capsule  Flobert  (^). 

Bamberger  M.,  Bdck  F.  e  Wàox 
vo  per  la  rijjeneraz  one  dell'aria 
F.,  Vienna.  Processo  e  dispositi- 
vo per  la  rijjenerazione  delPar-a 
aspirata  a  fine  di  renderla  adatta 
alla   respirazione   (1). 

Barabteo  S.  fa  G«,  Sampierda- 
rena.  Telaio  perfez.  per  il  raffred- 
damento e  la  marmoratura  dei  sa- 
poni  (3). 

Bariiè  P.  A.,  iìarelU  F.  e  De 
Tao!l  G.,  Roma.  Sistema  per  la 
trasformazione  de^li  ol  i  vegetali 
liquidi,  t>assi  prodotti  deJ'indui^ria 
olearia,  oleine  provenienti  daTin- 
dustria  steariniera,  e  dell'acido  o- 
IWco  in  genere  in  acidi  grassi  ad 
alto  punto  di  fusione  adatti  alla 
fabbricazione  delle  candele  steari- 
che ed  apparecchio  relativo  (i). 

BasdUcrì  S.  fu  P.  e  Pdiagri  G. 
fa  C.«  Bologna,  «.\nigrina»  nuova 
polvere  da   caccia   senza   fumo. 

Bortotti  G.  fa  S.»  Cervarese 
Santa  Croce  e  Adami  A.,  Bastia  dì 
Rovolon.    Nuovo    processo   di    raf- 


finazione dei  tartari  greggi,  Rru- 
me,  poltoni  e  feccie  di  v.no,  bA*»«i- 
to  sui 'azione  del  ca'ore  ad  alta 
temperatura  per  distruggere  le 
materie  coloranti  contenute  nelle 
sopra  nominate  materie  iatrtari^ 
che  (15). 

Balia  £.  V.  0.,  ChAteau-de- 
Chambry.  Trattement  ìnduaeriel  de 
la  tourbe  pouf  oblenir  rau^men* 
tation  de  sa  teneur  en  aiote,  en 
vue  de  son  application  comme  eo- 
grais  (6). 

Baakarg  J.  P^  Baroem  Rìt- 
tershausen.  Proc.  per  la  prefiaro* 
z'one  del   formìato  di  celluloaa  (1). 

Bendar  O^  Ber.  ino.  Proc.  et  di- 
spositif  pour  l'obtefit'on  À  hauces 
tempóratures  de  combinai«ons  oxy- 
génées  (6). 

BaaJier  F.,  Clichy.  Pulvérisa. 
teur  en  platine  ir  dium  pour  cham- 
bres de  plomb  (12).  Proc.  de  fa> 
brication  d'acide  sulfurique  libre 
et  de  su 'fate  de  tonde  neutre  par 
tiaitement    du    bisuiCate    de    soude 

M  ' 

Bcrnla^haaf  K^  Duisburg.  Oì- 
sposit.  di  protezione  contro  TeéTet» 
to  nocivo  de  le  basse  temperature 
negli  apparecchi  per  liquefazioni 
dei  gas  (1). 

BIchel  C.  E.,  Amburgo.  Proc. 
ed  apparecchio  per  aumentare  la 
densità  dei  corpi  nitrici  esp  osivi 
fusibili   (16). 

Blelafeld  M.,  Berlino.  Proc.  p«r 
la  preparazione  di  uà  esplosivo 
dirompente  in  sostituzione  del*e 
po'veri  da  mina  (5). 

Bimtxcr  J.f  Vienna.  Proc.  ed  ap- 
parecchio per  l'eleltrolisi  dei  clo- 
ruri  d'alcali   (i). 

Boari  M.,  M  lano.  Filtro  per  u- 
si  industriali  e  domestici  tunz  o- 
nante  per  dislivel'o  net  UquMo  che 
si    vuol    filtrare. 

Bdhrlager  C.  F.  e  Séluia  (Dit- 
ta), Waldhof,  Mannheim.  Proces- 
so per  la  produz'one  e  lavorazione 
di    ossidi    d^alluminio    combinati. 

Bottara  G.,  Genova.  Innovazio- 
ni nella  fabbricazione  degli  acidi 
grassi  (i). 

Bozaao  P.,  TardlH  A.  a  Rfarial 
G.,  fu  L.  Genqva.  Proc.  per  otte- 
nere dag.i  alcool  ed  eteri  vtn  tino- 


riìasciaii  in  Italia  dal  iB  not\  1906  al  15  nov.  1907    U& 


vo  l'quido  carburato  per  {'lumina- 
zione  e   forza  motrice  (i). 

B#ll^à  (K.A«t  Galliate.  Lisciva 
p«r  bucato  anUsettica  detta  («Clean- 
linees»   (5). 

Brogl-  S.,  Prato.  Composto  chi- 
mico colorante  per  tingere  in  seta, 
cotone  ed  altre  materie,  denomina- 
to «Ir 9»  (3). 

BriHi  F.,  Pietroburgo.  Appareil 
pcur  la  préparation  de  la  déco- 
ction  de  j^raines  de  'in  pour  l'en- 
tietien  des  chaud  ères  à  vapeur 
(6). 

Brattlol  A.  di  G.,  Roma.  Proc. 
per  la  fabbricazione  elettrosinteti- 
ca  dell'acido  nitrico,  dei  nitrati  e 
del    solfato    ammonìco   (2). 

Bnrkert  A.»  Monaco.  Processo 
ed  apparecchio  per  munire  dì  r  ve- 
stimento rinterno  di  recipienti. 

Caoéla  C,  Milano,  Proc.  di  pu- 
rifìc.  e  utilizz.  dell'azoto  atmosferi- 
co, residuo  della  fabbric.  industria- 
le dell'acido  carbonico,  medante 
combustione  di  sostanze  carbonio- 
se    in   presenza   d'aria   (ì). 

Caadtwri  Ce  C,  (Ditta),  Bovi- 
sa.  Nuova  macchina  disintejjratri- 
ce  per  concimi  artific*ali  (3). 

warcUM  F.,  M  lano,  Proc.  di 
fabbricazione    del    nitrato    d.    bario 

hi 

Carrara  G.,  Mi'ano.  Proces.  per 
la  preparazione  del*  cloruro  di  zin- 
co dai  minerali  ossijifenati  e  dalle 
ceneri  di  zinco  per  azione  del  cloro 

(3). 

CtMliUl    G.    fs    G.    B.,.    Udine. 

Modificazioni  a^ll  attuaK  alam^ 
biechi  di  d'stillazone  a  fuoco  di- 
retto (3). 

CJi«ib:tche  FabHk  Pbdirii  Roh- 
leéer  e  COi,  Danzig.  Proc.  d'e- 
xtr.iction  du  soufre  contenu  dans 
les  so'utions  de  solfure  de  carbone 
ou   autres   solutions   analogues   (1). 

Cbcmitclic  Fsbrik  Bachan»  Ma- 
gdeburg.  Proc.  pour  réjfénerer  1  a- 
cide  chromique  par  l'électrolyse  du 
sulfate  chroinique  (6).  Proc.  pour 
fabriquer  des  composés  de  l'azote 
par  l'air  (6). 

CheariMlie  Pakrlk  Griathite  E- 
lektraa,  Francoforte  s/M.  Proc.  de 
fabrtcation  de  compose»  chlorés  de 
la  chaux  (15).  Processo  per  la  pro- 


duzione dell'acido  cromico  (15). 
Proc.  d'eliminalion  de  Tarsenic  de* 
liquides  et  f^az  (15).  Proc.  d  èli- 
mìnation  de  1  arsenic  des  l'quides 
et  gaz.  —  Proc.  de  préparation  du 
tétiachlorure  d'acrtyléne  (15).  Froc. 
de  preparai  on  de  Ciiloi^rc  de  chaux 
riche  (15). 

CkooÌMhe  Faèrik  Actiea-Gctcn- 
acbalt  vorm.  Mariti'  M.  e  C.  Zwd- 
gniadcrlaasaBg  fhmztg,  Danzi g,  e 
OHefal  F.,  Schetlmuhl,  Danz  g. 
Système  de  viclange  des  chambres 
de  réaction  des  superphosphates 
(6). 

Ckemtsche  Fabrik  Scklenipe  G. 
m.  b.  If.,  Franroforte  s/M.  Proc. 
de  fabrication  de  cyanures  alcalins 
stables  pour  le  Iransport  et  JVm- 
magasinage   (i^). 

Cbemtscbe  I^abrikea  worm  Wei- 
kr-ter-Mecr,  Uerdingen  a/R.  Proc. 
de  fabrication  de  nouvelles  combi- 
naisons  des  matières  colorantes  à 
base  de  soufre  (1).  Proc.  per  la 
fabbricazione  di  un  coorante  nero 
di  zolfo  (i). 

Cbcoiitche  Werkc  Haara  G.  m. 
b.  II.,  Heiiielingen,  Brenia.  Proc. 
et  disposiiif  pour  la  preparai  on 
des  amides  des  acides  gras  supé- 
rieuis  (6). 

Cirooc  R.  fa  F.,  Roma.  Nuova 
polvere  pìrica  da  m'na  e  da  cac- 
cia   (1). 

Claassca  C,  Ber  ino.  Processo 
per  la  produzione  di  po'vere  pirica 
per  fucili  e  cannoni  con  l'uso  della 
qua'e  si  evita  il  fuoco  alla  bocca 
della  canna  (6). 

Clande  G.,  Parigi.  Proc.  pour 
la  séparation  de  I  oxygène  et  de 
l'azote  de   fair   liquide   (6). 

Compagnie  Fraa^ake  dee  Pro- 
daits  Tartriqaee,  Réziers.  Proc.  de 
traitement  des  matières  tartreuses 
brutes  ayant  pour  but  d  insolubi  i- 
ser    les    matières    corantes    {%). 

Compagnie  des  Prodnlt»  Chimi* 
qnet  d  Alalset  de  la  Camargae,  Sa* 
Imdre.  Pcrfec.  dans  !a  cale  nat  on 
de  l'alumine  hydratée.  Proc.  de 
dèsilicutation  de  l'aluminate  de  sou* 
de  dans  la  fabrication  de  1  alumi- 
ne  (6). 

Carrara  G.,  Torino.  Uso  di  me- 


150 


Brevefii  d  invemiùné 


■«. 


tal  i  in  polvere  ne  la  confezione  di 
esplosivi   (i). 

Corti  (ì.,  Firenze.  Nuovo  appa- 
recch  o  per  la  concentrazione  nel 
vuoto  (3). 

Costantini  V.,  Roma.  La  «Fle- 
xeuspM    pomata    nera    per    cuoiami 

(0. 

CoterJio  y   OJcda   F.   e   Quesa- 

da  H*  J*f  Algeriìras.  i^erfez  ona- 
menii  negli  inchiostri  copiativi  (5). 

Cotoniocio  FratcJi  Poma  fu  F.» 
Torino.  Syst.  de  recuperai ion  des 
co  orunts  sulfureux  des  bains  de 
te  nture  usagés  (3)   . 

Couleni  M.,  Ùinard.  Electrode 
pour  la  fabrìcation  électroiytiqùes 
dt's    chlorates    et    perchlorates    (6). 

Dawson-Smitli  C.  C,  Stony 
Stratford,  Londra.  Perfez.  negli 
esplosivi  per  armi  da' fuoco  (6). 

iie  Fe.ice  M.  T.,  Roma.  Proces- 
so chimico  industriale  per  la  di- 
saggregazione dei  s  Icaà  di  al  u- 
mina,  del  silicati  complessi  di  a:- 
lumina  e  dei  meta.li  alcal  ni,  al- 
ca!ino-terrosi  o  terrosi,  allo  sco- 
po di  ottenere  cloruro  di  al  u- 
minio,  idrato  di  a'iuminio,  allume 
ed  altri  sa.i  di  al  um  nio,  cloruri 
ed  altri  composti  dei  metalli  al- 
calini, alcalino-terrosi  e  terrosi  si- 
l.ce  o  cloruro  di  sii  ciò  (1). 

I)e  Hemptlone  A.,  Gand.  Proc. 
pour  roxydaf.on  des  liquides  par 
l'pffluve  électrique  (6). 

De  Rofmini  E.  fu  A.,  Flaiba- 
no.  Sapone  a  sabbia  (3). 

Dentsclie  Gold-und-  Silbcr  Sclici- 
de-Anttalt  vorm  Roetsler  (Ditta), 
Francoforte  s/M.  Proc.  per  la  pre- 
paraz  one  dei  derivati  dell  indossi- 
Ima  partendo  dal  e  glicine  aroma- 
tiche e  dai  composti  di  simile 
comportamento   (13). 

Diamanti  H.  e  Lambert  C,  Pa- 
rigi. Proc  de  récupération  des  va- 
ppurs  issiK^s  de  liquides  volatils  (6). 

Donnertmarcli    G.,    Neudecli. 
Processo    per    la    preparazione    di 
celluosa  acetilata  (6). 

D'Onofrio  O.,  Àgnone.  App.  e 
proc.  per  estrarre  olii  e  grassi  dal- 
ie materie  che  li  contengono  per 
fabbricare   vernici   (1). 

Donge  J.t  Besan^on.  Proc.  de 
r^générat^on    des    dissolvants    vola- 


tils  répandus   en   vapeurs  dans   les 
usines  (15). 

Dubois'  C,  Marsiglia.  Mode  de 
préparation  des  peintures  pour  pre- 
s.rver   la   carène  des   nav*res   (15). 

Dufonr  L.,  Genova.  Nuovo  com- 
posto riducente  e  decolorante  deno- 
minato uCliiriteM   (i). 

Effront  J.,  Bruxelles.  Proc.  pour 
Tutilisation  de  l'azote  des  vintiv- 
ses  de  distillerie  (6). 

Erfurt  M.,  Straupitz,  Hirschberg 
Proc.  et  appareil  de  coction  de  à- 
qu  des  bouillonnants,  notaminent 
de  savons  résineux  (5) 

Erste  Trictter  ReUachJU  Fabriks 
A,  O.,  Trieste.  Proced.  per  la  pro- 
duzione di  un  mezzo  di  appretta- 
tura (1). 

Escnalicr  X.,  Vi  leurbanne.  Pro- 
cède de  renforcement  des  corps 
cello  osiques    et   aibum'.noides    (3;. 

Fabriqnc  BàloIiM  de  Prodòlts 
Cbimiqnef,  Basilea.  Perfect.  dans 
la  fabrìcation  de  l'isobornéol  (6). 

Farbenfabi^liei)  vorm  Friolcr, 
Bayer  e  C.  Elberfeld.  Proc.  de 
production  de  nouveaux  dér.vés  a- 
cétiles  de  la  cellulose  (15).  Proc. 
de  production  de  colorants  azoiques 
(15).  Proc.  de  production  de  co- 
lorants azoiques  noirs  (15).  Produ- 
ction d'un  nouveau  coiorant  de  la 
sèrie  des  oxazines  et  oc  son  deri- 
ve leuconique  (15).  Proc.  de  pro- 
duction de  nouvelles  matières  co- 
loranles  monoezolques  teignant 
sur   mordant  (15). 

Farbwerke  vòrm  Meltter  Lncins 
e  Brilning,  Hòchst  a/M.  Proc.  de 
fabrìcation  de  matières  colorante» 
contenant  du  soufre  (15).  Proc.  de 
fabrìcation  de  nouvelles  mafères 
colorantes  formant  cove  (15).  Proc. 
de  fabrìcation  de  dérivés  leuco  con- 
tenant du  soufre  (15).  Proc.  de 
fabrìcation  de  matières  colorantes 
rouges  formant  cove  (15).  Proc. 
pour  extraire  l'eau  des  matières 
minérales,  végétales  et  aniraales 
et  pour  les  séparer  s'multanément 
(15).  Proc.  de  fabrìcation  d'alpha- 
oxythionaphtènes  (15). 

Feld  W.,  Hònniiigen  a/R.  Pro- 
cedimento  per  il  ricavo  di  combina- 
zioni dì  ferro  e  cianogeno  da  gaz 
illuminante  (1).  Proc.  per  il  r  cavo 


ntaaciaii  in  llatia  dal  i6  nov.  1903  ed  J6  nov.  i9Ó1    151 

del  nitrato  d'ammonio  (i).  Proc.  de  pour    l*enrichis$ement     des    huiles 

lavale    de    l'amnioniaque    contenu  mlnéra'.es   lef^eres  a  Taide  d  huiles 

d^ns  le  gaz.  de  distrllation  avec  ré-  minérales  lourdes  ou  auttes  hydro- 

j^énérateur  des  mat  èros  de  lavage  carbures  (i). 
(I).  Guillaume    E.,    Parigi.    Perfect.  ' 

i-rank   A.,  Charlottenburg.   Proc.  apportés  à   la  rectificaiion   de  l'aj- 

de   producfion  d  hydrogéne  pur  au  coól   ou   de   tout    produit   se   recti- 

iiioyen  du  gaz  à  1  eau.  —  l'roc.  de  fiant   comme  Valcool   (3). 
production  a  hydrogéne  pur  au  mo-        Guittet    G.,    Parigi.    Siccatif    in- 

yen  du  gaz  à  IVau  (15;.  colores  pour  les  peintures,   les  vcr- 

Friednch  Curtius  e  co.  (Ditta),  nis  et  ks  huiles,  et  proc.  pour  sa 

Duisburg.    Procedimento    per    pre-  fabrication   (6). 

parare    J  ossido     d'atluminio    daila         Hall    Cll.    M.,    Niagara    Fa!ls. 

bauxite  (6).  Proc.    pour    obten  r    de    1  alumine 

Gafbio  £.  fu  A.,   Gerard  C.  fu  pure  de  la   bauxite  (9). 

M.,   Genova.    Procedimento  ed  ap-       Harbnrger  StllrlLe-Fabrik  Friede- 

M.  e  Gerard  G.,  Genova.   Procedi-  ,ich  Thdri,  Harburg.   Proc.  de  fa- 

mento  ed  app.  per  Tutìiizz.  dei  ca-  brication  de  Tamidon  de  grains  en 

scarni    di    celluloide    e    d'a  Ire    so-  niorceaux  ou  en  baguettes  (6). 

stanze    a    base    di    cellu  osio    nitri-        Helbig    D.,    Roma.       Proc.    por 

c^   (^3)-  l'utilizzazione  dei  vapori  nitrosi  al- 

Oarea   C.   t  PeUon   L.,   Mi  ano.  j^   ^  dell'ottenimento   di    m- 

Nuova   vernice   antioss.dale   per   h-  j^ati   metallici   (3). 

h    e    tubi    conduttori    di    detincità        Helbronner   A.   e   Vallèe   E.   A., 

in   rame,   ottone,    ecc.    (3).  Parigi.    Proc.    pour   la  transforma- 

GarziJio    L.,    Saiuzzo.    Inch  ostro  jj^^  ^^  l'osseine  et   produìts   indu- 

crittografico     cop  ativo,      rivelabile  ^^^-^x^   résultant   de   cette    transfor- 

tanto    sull  origina  e    che    sulla    co-  n^atio,^   ('>) 

p:a   mediante  un   liquido  sviluppa-        nix^fx  H.  e  la  Bayerifclie  A.  G. 

^''^'•;I.li..i,.fé     fn.      Akva«««.rkiM  '•*«•  Chemiache  Fabrikatc,  Henfed. 

(lefcllfchaft     far      AbYtoo-kW-  p  appareil  pour  extra  re   la 

rung    nilt    beiciirinkter    HaWuiig.  ^^„^  ^^  la  gelatine  des  os  (i). 
Berlino     Appareil   pour   la   récupé-        mw^ri  h.   e  Bayeritche   A.    G. 

rat  on  des  graisses  contenues  dans  ^^   Cheailaclie  und    Laoéwirtbscb- 

r!fL"LSl?fS,^?h-.«i..h*  i.a„  afUich-Chenriwhe    Fabrlkate,    Mo- 
Gese  tecbaft  fttr  ChemiKhe  ladu-  Baviera.   Proc.  pour  extraire 
strie    In    Base!,    Bas.lea.    Proc.    de           ^j^^j^^  ^^  ,^  colle  des  os  (1). 
préparation    de    colorantes    mono-        mi«..i«„.    m     4     n      w;oo»>:««. 
azoìques,    susceptib.es    d'étre    chro-  ^    ^^'^'^^^^' ^' jì:^Ji^'f^^^' 
més.    à  Vaide  d'acides  orthodiazo-  ^n-   ^^^'  ^T^  }^t  .^^P'^«'^^^  t^)' 
naphtolsulfoniques   (6).    Proc.   pour  l'erf     dans   la   fabrication    des   ex- 
la    production    de    coorantes    halo-  P'^"^,,  (5'*   .       ,  .  ir»/* 
génés   teignant  en   cuve  à  la   ma-        HoJlng»  A.,   Liverpool     Perfect. 
nière  de  Pindigo  (6).  apportés  aux  presses  à   fulmicoton 
Gesellschaft    !.    Stlckitolldanger  et  autres   matières   semblables   (6). 
G.   m.   b.    H.,   Wesieregeln.    Proc.  ,    «"^to    V..    Lilla.    Perfect     dans 
pour    la    fabr  cation   d'ammon  aque  J»  distillation  des  hui  es  lourdes  et 
r^\                                    ^  résidus  du  pétrole  (3). 
•  GlorgU  G.,  GaUo  G.,  e  Pi?a  A.,        KaOe    e    C.    AktlengeseUschaft, 
Roma.  Trattamento  industriale  de!-  Biebrich  a/R.   Nuovo  composto  co- 
la  leucite   e  materia!!   leucitiferi   e  lorante  ottenuto,  mediante   la   con- 
alluminiferi,   con   o   senza   potassa,  densazione   della   tioindossilina   con 
in   forno  elettrico,   per  ottenere  di-  risatina  (15).  e    •      e 
rettamente    cloruro    di    potassio    e        Keferstein  L.»  Berlino,  Smith  E. 
cloruro  d'aMuminio,  o  l'uno  o  l'ai-  J.,  Charlottenburg  e  Huth  G,,  Lo.> 
tro   di    detti    cloruri    (1).  dra.    Perfect.   au   procède  de  fabri- 
GrlH  Caussen    F.,    Parigi.    Proc.  cation    de    savon    résineux,    conte- 


152 


Dreveiii  iV intenzione 


nant    de    la    rósine    non    saponacee 

0). 

Kent  T.  O.,  Londra.  Proc.  pour 
la  production  d  une  hui!e  de  lubri- 
tication   (b). 

Kestner  P.,  Li  la.  App.  à  con- 
centrer    les    liquides    (i). 

Kllnger  G.,  Lipsia.  Processo  per 
compr.uiere  s.anghe  di  sapone  (6). 

KnolJ  e  C.ie  (Ditta),  l.udwigs- 
hafen  a/R.  Proc.  de  préparation 
des  estcrs  (éthers  composti»)  d'aci- 
des  à  l'aide  de  la  ce.lulose  ou  d'au- 
trt's  produìts  de  transformation  si- 
milaires    (6). 

KdJle  W.,  Stuttffart.  App.  pour 
prcparer    Tozone    (6). 

Kdnlgswarter  e  Ebell  (DittaV 
Linden  presso  Hannover.  Envelope 
vn  forme  de  cartouche  pour  la  con- 
scrvation  de  peroxydes  a  calins  (6). 

Rrcbitz  P.,  Monaco,  ^Baviera. 
Proc.  per  produrre  un  sapone  in- 
solubile, la  costttuz  one  del  quale 
permette  una  facile  separazione 
dalla  glicerina  {i^).  Proc.  per  la 
trasformazione  di  sapone  ca'care  in 
sapone  sodico  o  potassico  (6). 

Krefelder  Selfenfabrik  Stockban* 
sen  €  Traiscr,  Krefeld.  Proc.  ed 
apparecchio  per  il  raffreddamento 
di    soluzioni   di   sapone   (5). 

Krupp  Frled.  A.  G.  Grascnwerk, 
Maj^deburfT-Uuckau.  Proc.  et  ap- 
pareil  pour  la  transformation  de 
farine  de  phosphate  en  superpho- 
sphate   (6). 

Kuess  V,  J.,  Tunisi.  Proc.  pour 
la  solidification  du  petro'e  et  d'au- 
ties  huiies  minérales  et  la  tran- 
sformation en  savon  de  l  hydrocar- 
bure  so  idifié  {ì^). 

Kuzel  II.,   lìaden.   Proc.   pour  la 
conversion    des    é  éments    a    l'état 
ti/.loìdal   et   pour  la  fabrication  des 
tbjets  de  tous  genres  en  employant^ 
d(s    ^'iéments    colloidaux    (6). 

Imbert  G.,  Norimberga.  Proc. 
de  préparation  de  dich  orélhoxyé 
thylène  (6).  Proc.  de  préparation 
dVther  et  d'acide  chloracétiques 
((>).  Proc.  de  préparation  de  dérivés 
aromat'aues   de   la   glycine   (6). 

Imperlali  R.»  Roma.  Polvere 
sonza  fumo  detta  uPerfecta  Inìpe- 
riali»  C^).  Allo  esplosivo  «Imperia- 
li». 


Irclaad  G.  W.  e  Sugdea  H.   S., 

Londra.    Proc.    per    la    produzione 
del/ammoniaca  (1). 

Jaabert  G.  F.,  Parigi.  Proc.  de 
décomposition  par  combustion  et 
d*allumage  des  chlorates  et  per- 
chlorates  (15).  Proc.  de  fabrication 
de  peroxyde  de  potassium  ou  d  un 
me  ange  riche  en  peroxyde  de  pò 
tass  um  (15).  Proc.  pour  la  pré- 
paration de  peroxyde  de  sodi  uni 
comprìme,  seul,  ou  avec  addìtion 
d'autres  sels  (q).  Perfect.  dans  la 
préparation  de  l'hydrogène  au  nio- 
yen  des  dérivés  du  calcium  (12). 

Janins  G.,  Parigi.  Proc.  pour  la 
production  d'un  colorant  sulfuró 
noir   (6). 

La  Gratta  F.,  Torino.  Metodo 
ed  apparecchio  per  aumentare  il 
titolo  alcoolico  nelle  sostanze  spi- 
ritose mediante  conge^jMmenlo  e 
conseguente  disgelamento  frazic^- 
nato  col  ricupero  completo  del  e  ca- 
lorie di   conge!azionc  (i). 

Leaf  E.  H.  e  Feldman  B.,  I-on- 
dra.  Composition  pour  nettoyage 
de  la  peinture,  du  papier  et  des 
produits    ana'ogues    (6). 

Leclalrc  Cb.  C,  Parigi.  F  Itre 
à  formation  et  évacuation  automa- 
tiques  et  continues  de  dépdts  90- 
lides  {\). 

Lecocnr  A.,  Rouen.  Prpc.  de  pu- 
rìfication  de  solution  d'amnionìure 
de  cu'.vre  (6). 

Lecontc  ^.  e  Loltclet  J.»  Parigi. 
Perf.  à  la  fabrication  de  Pam  don 
et  en  general  des  matières  àniy- 
lacées   (9). 

Lederer  L.,  Su'zbach.  Proc.  pour 
la  fabrication  de  laques  ou  vernis 
(6).  Proc.  pour  La  séparation  d  é- 
thirs  composés  de  la  cellulose  de 
kurs  so'utions  (6).  Proc.  pour  as- 
surer  la  conservation  et  l'emploì  de 
soIutions  de  celluloses  acidvleés  (6). 
Proc  .pour  la  préparation  de  nitro- 
cellu  ose  acétviée  (6). 

Leoni  A.  fu  P..,  Leoni  L.  fa  P., 
e  Banfi  P.  In  L.,  Livorno.  P  ttura 
o  vernice  colorata  a  base  d  olio  di 
ricino  per  preservare  il  ferro  traila 
ruggine    ed    il    legno    dall'  umidità 

Leoni  F,  fu  A.,  Genova.  Vernice 


rìlar,ciaii  in  Italia  dal  16  nòv.  1906  al  15  WM?.  1907    163 


per    le    costruzioni    in    ferro    sotto- 
marine (5). 

Levi  A.,  Milano.  Preparato  spe- 
da e  per  Tadesione  delle  cinghie 
in  genere  e  spec.alinente  quelle  Li 
tessuto  di  pei  di  cammello,  deno* 
minuto   uFrictor»)    (3). 

Levi  C,  Roma.  Proc.  per  l'u- 
tilizzazione dei  s  licati  ailumino- 
pDtassici  e  di  un  sale  di  sodio  al  o 
scopo  di  produrre  nitrati  alcalini 
ed  allumina,  tenendo  in  circolazio- 
ne  l'ac  do   nitrico   (2). 

Levi  G.,  Garelli  F.  e  la  Soc.  It. 
dei  Forni  Elettrici,  Roma.  Utiiiz- 
zazione  con  processo  elettrotermico 
del  e  schiume  di  defecazione  delle 
melasse  mediante  preparazione  di 
ossido  di  bario,  sia  di  carburo  di 
bario,  sia  del  miscuglio  di  ossido 
f.  di  carburo  di  bario,  con  succes- 
s.va  produzione  di  acetilene  e  di  i- 
drato  di  bario  (2). 

Levi  M.  G.  e  MigUorini  E.,  Pa 
dova.     App.    per    la     preparazione 
sintetica    de.Tacido    clor  drico    puro 
mediante     combustione     del     cloro 
neli 'idrogeno  (3). 

Levia  E.,  Stoccolma.  Proc.  per 
la  produzione  dtello  zucchero  di 
latte  (5). 

Levy  René  J.,  Parigi.  Proc.  et 
dispositif  pour  séparer  les  mélan- 
ges   gazeux  en   leurs  é  éments  (6). 

Levy  Reoé  J.  e  Helbronner  A., 
Parigi.  Proc.  et  appareil  pour  la 
sóparation  des  mèianges  ìgazeux 
(6).  Perfect.  à  là  séparat  on  des 
niólanges  gazeux  (6). 

Llnsert  E.  nata  Leitzmann,  Am- 
burgo. Proc.  pour  préparer  des 
romposés  solubles  dans  I  eau,  avec 
des  dioxybenzois,  de  la  forma  dé- 
hyde  et  de  l'ammoniaque  et  pro- 
dui  Is  qui  en   résultent   (i). 

Ldffler  R.,  Warnsdorf,  Boemia. 
Proc.  e  apparecch'o  per  l'estrazo- 
ne  di  ammoniaca  e  sali  ammonia- 
cali deile  vinacce  e  residui  della 
fabbricazione  del/a  birra,  carbo- 
nizzate (1). 

Lorantif  (Società),  Milano.  Proc. 
ed  apparecchio  per  lestrazione  ed 
il  trattamento  della  gomma  dai 
frutti  delle  lorantacee  (2).  Proc. 
per   l'estrazione  delie   sostanze   ela- 


stiche e  delle  sostanze  tanniche  dai 
flutti   de.le   lorantacee   (2). 

L^riucz  feitelLgyar  (Topp)  besé- 
tit^rsatag    (Ditta),    Budapest.    Pro- 
esso  per  la  fabbr'cazione  di   ti4ite 
e  d*    o-ori  per  la  dipintura  delle  pa- 
reti  (6). 

Lotbaamer  F.  J.,  Parigi  e  Troc- 
qaenet  C.,  Colombes.  Proc.  de  sa- 
ponifìcatìon  du  pétrole  et  de  ses 
homologues  (12). 

Louis  E.,  Houilles.  Perf.  appor- 
tós  aux  explosifs  chloratés  et  ni- 
tratés    (5). 

Magnani  O.,  Milano.  Esp'oden- 
le   «.Mbite»   (1). 

Manufacture  de  Matières  Color, 
anc.  L.  Duraud,  Hugnenin  e  C, 
liasilea.  Proc.  de  preparation  d  u- 
ne  leucogallocyanìne  dérivée  du 
pyrogallol  (6).  Proc.  de  production 
de  nouveaux  priduits  de  condensa- 
tion  des  ac  des  alkyldiamido  ary- 
thiolsufoniques  avec  l'acide  ga»li- 
que  et  ses  dérivés  et  transforma- 
de  noveaux  produ'ts  de  condensa- 
tion  en  gallothicmines  (6).  Produc- 
tion de  nouveaux  co'orants  bleu- 
vert,  par  condensation  des  gallo- 
c>anines  a\ec  Ics  dianiines  aroin.i- 
tiques  et  transformation  des  dits 
colorants  en  dérivés  leuconiques 
(b). 

Marchinl,  Mariani  e  C.  (Ditta), 
Milano.  Cieneratore  automatico  di 
ossigeno  a  funzionamento  conti- 
nuo, caricatore  e  lavatore  (3). 

Martinati  D.,  Roma.  Proc.  per 
utilizzare  i  tuberi  delle  aroìdee  per 
la  produzione  de  la  fecola  per  uso 
industriale  ed  alimentare  (2).  IVoc. 
pe-  .1  ii:zzare  1  tubeti  delle  ^roidce 
pf^r  Ia  pioduzione  della  fecola  per 
uso  industriale  ed  alimentare  (i). 

Maschinenbau-Gesellscb.      Marti- 
ni e  Hflneke  m.  b.  H.,  Hannover. 
Proc.    et  disposilifs  pour   emmaga- 
siner  et  reofu!er  ou  soutirer  les  li 
qu'des    ìnflammables    (6). 

Mathesius  W..  Hòrde  iAV.  Proc. 
per  lo  sminuzzamento  deJe  scorii* 
Thomas   (i). 

Mazza  E.,  Torino.  Separatore 
centrifugo  di  miscugli  gassosi  ca- 
pace Rincora  di  estrarne  e  ricupe- 
rarne   gli    elementi    separati. 

Meyer  J.  C.  A.,  Lione.  Proc.  de 


154 


Bi^etetii  d*inveìUtion« 


fabrlcation  du   sulfure  de  z'nc  (6). 

MÌche<erio  G.  fu  G.,  Alessandria 
App.  Giovanni  Michelerio  per  la 
disijllazione  e  resirazìone  del  cre- 
nu>re  dalla  vinaccia  mediante  e  r- 
cola/ione  forzata  d'acqua  in  cbol- 
ji/iuiìe  e  funzionan>ento  d  autocla- 
ve   (2).    . 

Mi.lf  W.,  Londra.  Proc.  de  fa* 
bricaiion  d  une  cou  e  ur  bianche  au 
nio\en  de  niinerais  de  plomb  (i). 

Mosciki  1.,  Cjaniback  Fribourg. 
App.  pour  la  prtxiuclion  doxydes 
d  a/ote   par   voie   Clectr.que   (15). 

Mulltr-Jacobs  A.f  Arniand  • 
Heights.  Proc.  per  fabbricare  es- 
plodenti (1). 

MUotzing  A.,  Stoccolma.  Proc. 
e  apparecchio  bollitore  per  la  fab- 
bricaz  oi>e   di   ce  lulosa   (O). 

iSf iuaii  F.  L.,  ThonuoD  J.  M., 
Riariiul  >V.  e  Scott  A.,  Londra- 
irti,  de  fabricat.on  de  la  niiro- 
ti  \'  ti  ine   {(}). 

Naville  A.  A.  (iuye  Pb.  Ch.  e 
Guyc  C.  E.,  Ginc\ra.  Proc.  et  di- 
sposiiif  pour  la  production  de  réac- 
lion  chinilt^ues  uans  cs  gaz  à  la 
t.-mperature  de  l'are  elecirique  (15). 

Oderò  A.,  Genova.  Evaporatore- 
distillatore  sistema  «  Bonsignori- 
Spampani»    (3). 

Ozonair  Limited,  Londra.  App. 
pour    ozoniser    l'air    atmosphérique 

l'agé»  Camns  e  C.  (Soviet à),  Pa 
rig'.     Proc.    et    disposit  Is    d'obten- 
l  («n    dirt-cte    des    piroligntii.x    (15). 

Palamideie  A.  fu  M.,  Padova. 
Mescolatore  «Palamidese»  per  li- 
quidi densi  e  sciro(  |H)v,ì  e  riscalda- 
ti  (i,i). 

Paicstlni  L.,  Roma.  Proc.  di 
trattamento  chimico  industriale 
della  leucite  e  dei  materia. i  Icuci- 
tiferi  (4). 

Palmaer  W.,  Stoccolma.  Proc. 
de  fabrication  au  moyen  de  l'apati- 
te ou  de  tout  phosphates  minerai 
du  phosphate  bicalcique  destinò  à 
Otre    empioyé    comnie    engrais. 

Patent  X,  G.,  Budapest.  Proc. 
per  la  separazione  elettrolitica  dei 
metalli    (i). 

Paterne  E.  e  Al  visi  U.,  Roma. 
Nuovi  cono" mi  chimici  a  base  di 
niateriale  potassico  (i). 


Perren-Lloyd       M.,       BruxeJ'es. 

Proc.  d  électro  yse  de  solutions  de 
sels  métailiqu€«  en  présence  de 
produits  empyreumat'.ques  de  com- 
bustion  et  exiractìon  électro .ytiq uè 
des  metaux  de  leurs  mineraJs*(i). 

Perrier  O.,  Parigi.  Perfect,  ap- 
porti^s  aux  appareìls  à  dìstiller  (^). 

Perzinal  Pviicrmittel  G.  a.  b. 
H.,  Monaci,  Baviera.  Substance  tri 
procède  pour  polir  les  pìanos,  les 
meubles,  eie.   (6). 

Peter  Speacc  e  Soos  Ltaltc^, 
Manchester.  Perfezionamenti  nella 
fabbrlcaz'one  del  bicarbonato  di  so- 
d  o  e  del  bicromato  di  sodio  (6). 

Petcrssoa  A.  J.,  Alby.  Proc.  per 
la  fabbricazione  del  carburo  di  cal- 
cio (6).  Proc.  a  forno  elettrico  per 
la  fabbricazione  del  carburo  di  cal- 
cio (6). 

Pezzolato  A.  e  De  Felice  M.  T., 
Roma.  Proc.  chim'co  industriale 
per  preparare  da  la  leucite,  o  da- 
gli altri  silicati  similari,  a  mezzo 
deli'ac':do  solforoso  i  solfiti  d'a'- 
lumin'o  e  di  potass'o  e  da  questi 
ì    relativi    sa' fati    ecc.    (1). 

Pezzoli  G.  R.,  Bologna.  Proc- 
per  la  fabbricazione  biologica  di 
salì  n'trici  (2).  Proc.  di  fabbrica- 
zione del  carbonato  di  soda  dalle 
materie  organiche  (2). 

Pictel  R.  P.,  W  ilmersdorf ,  Ber- 
lino. App.  per  la  separazione  dei 
costituenti  dell'aria  atmosferica 
med'anle  disti  lazione  frazionata 
continua  dell  ara  liquida  (1).  Ap- 
par.  per  la  liquefazione  deH'aria 
impiegando  più  liquidi  refrigeran- 
ti (i).  Perf.  negli  apparecchi  de- 
stinati alla  produzione  di  ar-a  li- 
quida (1).  Proc.  ed  apparecchio  per 
la  produzione  di  aria  liquida  (0- 
App.  per  la  separa/,  di  miscele  di 
gas  nei  loro  componenti   (i). 

Piva  A.,  Roma.  Nuovo  processo 
per  la  disintegrazione  del  a  leucite 
e  materiali  leucit  feri  per  mezzo 
degli   alcali   (i). 

Pldnnis  R.,  Ber  ino  Proc.  de  fa 
brlcat'on  d'une  peinture  au  verre 
so'uble   (6). 

Poliacci  E.  fa  L.  e  PoUacd  G. 
di  E.,  Pavia.  Proc.  per  produrre 
colla  ca'ciocianamide  una  sostan- 
za adatta  ud  uso  di  concime  e  per 


rilasciatì  in  Italia  dal  16  liov.  Iù06àl  15  nov.  idOl    loff 


r estrazione    di    solfato    d'ammonio 

(I). 

PombU  P.  e  C.  di  EJsa  Casall- 
Pombia  di  E.  Galante  (Ditta;,  No- 
vara. «Conig^rina»  liscivia  liquida 
pe.    bucato  a  freddo  (12). 

Pradel  G.  J.  L.,  Marsiglia.  Proc. 
de    traitement  de   la   tourbe  (3). 

HalitJeD  A.,  Amburgo.  Proc. 
pour  la  fabrication  de  Tindigo  au 
moven   de    isatinani  ide   (6). 

Jftambaldiiii  G.  B.,  Mi  ano.  Proc. 
ed  apparecchio  di  elettrolisi  a  due 
liqu  di. 

Handi  P.  fa  G.,  Lugo.  iddea'» 
polvere  da  caccia  senza  fumo  (6). 
(cFulmin»  polvere  da  caccia  senza 
fumo  (6).  Povere  da  caccia  detta 
(iKand  te   Impermeabile»  (6). 

Hapfl  G.,  Stolberg.  Mélangeur  à 
tambour  conique  vide  à  palettes  de 
mélangement  hélicoidales  dans  le 
quel  le  mélangement  et  le  déchar- 
gemcnt  ont  lieu  en  des  directions 
de    rotation    dififerents   (12). 

Reschke  B.  G.,  Amburgo.  Proc. 
per  la  preparazione  di  esplosivi  di 
sicu  rezza  (6). 

RIedcl    J.    D.    A.    G.,    Berlino. 

Proc.   pour  la  fabr.  de  silicates  hy- 

dratés  d'aluminates  ou  de  zéolithes 

artifiQée\(5    soius    forme    cristalline 

(ft).  . 

Rivière  L.,  Parigi.  App.  et  proc. 
de  fabrication  des  savons  de  toute 
espèce  (3).  Proc.  de  fabrication  de 
1  acide  hydrofluo  silicique  et  des 
flousilicates  principalement  par  u- 
tirisation  des  résidus  fluatés  des 
labriques  de  superphosphates  (3). 

Rodella  A.»  Padova.  Proc.  per 
la  produzione  di  una  attiva  azoto* 
fagina,  cioè  coltura  di  speciali  bac- 
teri  radica  i  delle  4eguminose  (3). 

Rohncr  J.,  Basilea.  Proc.  de  pro- 
duction des  formaldéhydesulfoxy- 
lates  et  des  forma'déhydehydrosul- 
fiies  alcal'ns  (6). 

Romeo-M agflio  A.  fa  M.,  Mar- 
sa'a.  «Antignite)),  preparato  per 
rendere  ininfiammabili  ogni  genere 
di  tessuti,  carta,  legno,  ecc.   (i). 

Rotenberf^  A.,  Londra.  App.  gè- 
nérateur  de  gaz  (6). 

Ronxeville  E.  A.  L.,  Parigi. 
Proc.  de  fabrication  d*un  produit  h 
tise    de    cellu'ose    (6).      Proc.    de 


transformation  de  certains  carbures 
d'hydrogène   (i). 

Kotli  ù.  (UittaX  Vienna.  A« 
morce  ou  détonateur  de  projectile 
(  1  ).  Proc.  d  ame.ioration  des  explo- 
sits  d  aluminium  (1).  Composition 
fulminante  de  sùreté  en  remplace- 
ment  des  fulminats  mercuriels  (1). 

Rotli  I..,  Castrop  i/W.  Proc. 
pour  fabriquer  des  azotures  au  mo- 
yen    de   Tazote   atmosphérique    (1). 

Rabert  S.  e  Robert- Laporta  P., 
Barcellona.  Produit  pour  enléver  et 
év.ter  les  incrustations  dans  les 
chaudières,     etc.     (i). 

Salpetersftare-Inaaftrie  Gesellsc. 
G.  m.  b.  H.,  Berlino.  Proc.  pour 
le  traitement  des  gaz  par  l'are  vol- 
ta !q  uè  par  passage  de  corp$  con* 
ducteurs  sohdes  entre  des  éleclrodes 
immobiles  (i).  Proc.  pour  fabri- 
quer Tacide  azotique  pur  à  i  état 
concentrò  du  commerce  (1).  Proc. 
pour  produire  l'acide  azotique  ou 
l'anhydride  azotique  de  l'air  atmos- 
phér.que  (i).  Mode  d*obtention  de 
réactions  gazeuses  endothermiqui  s 
à  1  aide  d'arcs  voltaiques  jallissant 
er  mi  ieu  oxygéné  entre  des  oxy 
des  métalliques  en  fusion  (i).  Proc. 
électrolityque  pour  la  concentra- 
tion  de  1  acide  azoUque  (i). 

Samuel  M.  R.  A.,  Londra.  Per 
fezion.  ne!la  fabbricazione  dei  sa- 
poni, sostanze  smacchiatrici,  lubri- 
ficanti, materiali  da  candele  e  si- 
mili   (15). 

SaoHUppo  L  di  L.,  Castelternii- 
ni.  Utilzzazione  dell'anidride  sol- 
forosa proveniente  dai  forni  pel 
trattamento    dei    minerali    zolfìfcri 

Schmitz  A.,  Heerdt  a/R.  Proc. 
pour  préparer  des  composés  gras 
pour  Pusage  dans  la  teinture  en 
rouge  ture  (6). 

Srhmidt  F.,  Schreiberhau.  App.' 
per  il  mescolamento  '  di  liquidi  e 
gas  (6). 

Scboeider  O.,  Gern  presso  Mo- 
naco, Baviera.  Proc.  ed  apparec- 
chio per  fabbrcare  colla  e  ge'at'- 
na  da  materiali  grezzi  in  forma  di 
polvere  o  granulosa  (6). 

Scbioesing  J.  J.  T.,  Parigi.  Pro 
oédé  de  fabricatiorr  des  phosphates 
bibasiques  au   moyen  des  phospha- 


iiiicati  alluminici  similari  per  mtz- 

lo  alcalino  a  della  calce  (i). 
SaclÉU  Ah.  hLc  flirt Iiim       Pa- 

Ca'oliìo.  rigi.      l'rac.      d'imperméabilisaiion 

indualriale    p«r    la  di-s    récipienlc    ou    conduiri    conie- 

labbricu2Ìone     dall'ac  do     lanurico  noni  de»  ti»^  o»   liquides  (6). 
<.t)-  S«JiM  M   CaflD,«fd.  iaéMMBM*- 

SMltwrg   L.,    Monaco,    Baviera,  ble,  tu^.  Crilulold  sane  camphre 

rroc.    pmr    la    Irasf ormai ion    de   >a  d    ininnammable   (b). 
taldrhine  en   acide  lannanl  au   ca-        Soc.     CWWtaiM  ««•    UitBW    4h 

cl.au  ei  la  préparation  de  produils  BUM,    •KlHiMiacM   OUriart,    f. 

uu  cachou  ne  coloroni  pas  ìrs  derils  MaanU   e  HmHu,   Parigi.    Ferme- 

(l>).  ture    pour     récip  ents     remplìs    de 

ShacoB  A.  A.,  Pietroburgo.    Pro-  suWancFs    vo.al.ln    (6). 


«pènf 


production    de    derivi»      hatog^nAs 


Jer-^v.    l'roc.    prr    la    lubbricatione  S«c.     «e    prateU     ihtnllM»    c> 

<li  acido  nitrirò  puro  (i).  d'exflMib:  Bcrgte,    CmMb   •   CJb, 

Sl.berf«d    O.,    Ulackhealh.    Proc.  Grenoble   (fmncia}.    Nauv«)tu  proc. 

pour  lu    lubrìcation  dea  exp  osifs  i  de    préparuiiuii    de    inaljères    expiu- 

bute  de   nitroftl vibrine  d  une   puis-  sivn  I9). 

>ance    ei    dune'viteite    de    detona-  SomigMUa  Val.,  Milano.  Appar. 

lion   données   (6).  separalore    di    mÌ5c»lr    gatMM*    (jl. 


Nanfce  Soc.  de  proda»  « 

AktliMiMab    lor    Hloktr.,    CriHiu-  expiMlfi  Bcrgèi,  Corbla  e  C.   Pi- 

nia,    Proc.    per    fì»are    gas    motori  rigi.    Pfrfeci.    upp.  à  la   fabricaliiM 

rortpmenlF   diluiti    (6).  dc^    explonlt    (b). 

S«e.    ladno.    Elmro-otalBka    il  Sopnad  A.  M  L-,  Roma.    Pro- 

Pont   Salai  Marita,   Milano,   e   Pie-  cesso   industriale  e:et(roterm.co   prl 

cintai   A.,    Pont  Saint- Manin.    Pro-  traltamemo    deLa    leucite     per     la 

cMé    de    préporaCliHi     des     su  furra  fabbricazione    dei    carburi     di     sili- 

dts  métaux  alcalini  en  partant  de  ciò,    di    alluininio,     di    potassio   e 

Icurs  suKales  (i>.  dell'alluminio    metikllco    (3).     Pro- 

Socteti   Ilallàaa  iì   Ehltroolilial-  «sso  e   'orno  per  la  scissione   con 

ca,    Itonia.    Processo   catalitico    per  iner/o    elMtro-lermieo    detta    leucite 

l.-i   (al>brÌcaEÌone  dell'acido  clorìdri-  (1). 

IO,   sistema   Crudo  (;{).  iMufla  L..  Aachen.   Perfect.   ap- 

9ac.     il.    4clla   PataMa,    Roma,  portés   aux   sppareils   à   concentref 

Proc.    induslriule    per    preparare    i  l'aride   suUurique   (6). 

carbonaii  di  soda  e  di  polafisa  me-  Slraach    M*.,    Ne.sxe.     Proc.     ed 

dianle  il   solfato  di  soda  ed  il   gra*  iipparecchio   p«r   la   separazione   diri 

niio,    od    atro    s  tirato .  potassico    o  prtiflotti    dì    testa    e    di'  coda    d«4lo 

■  oniposto  potassico,   come  il   solfa-  spirilo  (grezzo  (6). 

to,  ecc..  suscettibi:*  dì  poterai  tra-  T«B«aw    B.,    Nieòersadlhj,    Dre- 

sfnrmare   in   carbonaio  (i|.  sda.    Proc.  p«r  In  produzione  di  al- 

Soclcti   Ramaoa   Solfati,   Roma,  lume    EHidico,    potaseli»   ed    ammo- 

Proc.    industriale    per    l'estrazione  niaralF    microc  ristaiti  no    lil>rro    di 

dell' uUumina  e  dei  sali  di  polam  a  ferro  (6). 

diilla  leucite  per  azior)F  elftiralilit-a  Tata  A.,  Oronzo,   Ai^ureil   pour 

su'le   soflizinni    che    si     otiengono  l'é'utrolyse  des   liquido»   (6). 

iraiii.ndo   lu    leucite   con    g^i   aridi  TcoerelH    I..    la    M.,    Catania. 

Ili    separuiione    dell'a'lunie    e    d»llH  per    filtro   di    ciirlu    ed    a    pressione 

polussa  data   leucite,  o  dagli  altri  ())-  « 


ritasciaii  in  Italia  dal  16  nov.  1906  al  lo  noi\  1907    157 


TINrto  "L*,  Firenze.  Nuova  lu- 
brtficante  per  locomotive,  veicoli, 
ferroviari,  macchine  marine,  mec- 
canismi a  filande  velocità  in  ge- 
nere. 

T«WMMd  Cli«(M  P..  Washin- 
gton.    Proc.    et   app.    électrolytique 

T«rc#  M.f  Tor'no.  V^oftametro 
perfezionalo  per  la  scomposizione 
dell'acqua  (i). 

Ulptaal  C,  Portici.  Processo 
per  la  preparazione  industriale  del 
nitrato  di  li^uanidina  dalla  dicia- 
nodiamide  (i).  Processo  per  la  pre- 
parazione  industriale   del  a    tiourea 

(«) 

Valllt   R..   Parìffì.    Di«p.   de   ré- 

fr'ijération  et  de  condensation  pour 

les    p'ateaux    des    colonnes   servane 

à   distiller   ou   rectifier   les   alcools, 

pétrole,    benzine,    ou    autres    liqui- 

des   (i). 

Vilmeri  D^  Firenze.  «Nigroei- 
na»»,  inchiostro  indelebile  per  l'o- 
bliterazione di  francobolli,  l'annul- 
lamento dì  carte  valori  ed  ogni  al- 
tro impiego  mediante  timbri  di 
qualsiasi   specie  (i).  . 

VaMCX  A.  E.,  Ha!.  Proc.  per- 
mettant  l'obtentìon  avec  les  vinas- 
s€^  de  mélasses  d'engrais  azoté  e 
de  produits  potassiques  à  haute  te- 
neur  en  éléments  fertilisants  et  mo- 
yens  de  le  realiser. 

VcUmann  C.  e  CUytM  AaHlM 
CmmptOÈy  UaMtd,  Clayton.  Man- 
chester. Perfect.  dans  la  fabrica- 
tion    du    camphène    (3). 

Vercte  ChoaisclMr  F^brlkcii, 
Mannherm.  Proc.  <de  pur'fficatioii 
des  gaz  et  des  Hquides  contenant 
des  decomposés  chlorés  de  l'arse- 
nic  ou  autres  impurilés  (15Ì. 

Vergè  A.»  Vincennes.  Proc.  de 
fabricatìon    d*alumìne    pure    (6). 


VUkurd  J.  F.,  Rexton.  Perfezio- 
namenti  nella  composizione  delle 
sostanze  usate  come  colori  (6). 

VHaIc  -a.  ék  Jt.,  Aversa.  uSa- 
vonina»  preparato  per  fare  il  bu- 
cato (i). 

V«gel8tBg  Am  Dresda.  Filtre  é- 
purateur  pour  la  clarUlcation  des 
eaux  d'égoust  et  de  semblab  es  li- 
quides    impurs    (ir). 

W«4eldiid  R.  e  Co.  «tMllstiliaft 
Bit  b.  H.,  Uerdingen  a/R.  Proc. 
de  fabrication  du  nttrate  d'ammo- 
niaque  au  moyen  de  nttrate  de 
soude  et  du  sulfate  d'ammonta» 
que    (15). 

Wekhcr  1:.^  Augsburg,  Bav'e- 
ra.  Appareil  pour  1  6'ectrolyse  des 
liquides    (\). 

W^temiuMi  if.,  Zurigo.  Agglo- 
mérés  de  carbure  de  colcium  com- 
prime avec  de^  substances  gou- 
dronneuses,  ainsi  que  proc.  pour 
les   fabriquer  (6). 

WctMcaÉfdie   TkumtÈfkufèuA' 
Werke     Gcsollsohaft      mìt   ècKh 
Ttaktor    Haftamg,     Berlino.     Proc. 
de  fabrication  de  composés  oxygé- 
nés  de  l'azote  (6). 

Wogfllgesong  A.,  Marktbre  t. 
Baviera.  Proc.  de  fabrication  d*un 
isolani  compose   de   poix   stéarique 

Twbtì  O^  Langenbi^u.  D^r 
flemmatore  per  apparecchi  distil- 
latori e  rettifìcatori  (6). 

Zaacaa  L.,  Padova.  Processo 
di  trasformazione  delle  materie  fe- 
cali ed  altri  rifiuti,  in  un  ingrasso 
por  usi  agricoli,  denommato  «con- 
cimina».    (3). 

Zlauncr  C.  L.  V.,  Amburgo. 
Proc.  per  la  production  d*une  sub- 
stance  Ì9o!ante  faci'evnent  applica- 
ble  et  parfaitement  imperméable 
à  Thumidlté  (5). 


XXV.  ^  Industrie  diverse  e  buscellanea. 

Concimi,  guttaperca,  celhtìoide  tee.  ^~  Marni/attuta  di  tabacchi  —  Lavati  in  /a- 
glta  ed  affini  —  Spazzole  e  pennelli  —  App.  di  pubbhciià  —  Sistema  di  imbaUag- 
gio  —  Recipienti  diversi  per  traspot  li  —    Lavati  plastici  ed  artistici  diversi  — 

Prodotti  e  procedfmenti  di  industrie  diverse. 


F.«  Milano.  Spilli  di  AgaciMri  Q.,  Reggio  Emi  la. 
sicurezza  per  chiusura  di  sacchi  Impiego  della  bassina  nella  fabbri- 
(S)-  VW'oi»    deUe    spazzole    (5!.    Peo- 


158  .  Brevetti  d'invenzione 


ne:io  di    fibra   animale  o  vegetale  ClicaUfche  Fibrlkui  Tora.   Wei|. 

per   pittori,    imbianchini,    ecc.    (3).  IcMer-Mer,   Uerdingen   a/R.    Proc. 

Armaal    P.    A.    fa    C,    Mi*ano.  pour    la    fabricatìon      de    produìts 

Cornite,   materiale  per  la  fabbrica-  semblables  au  ce  lu!oid  (1). 

zionle    di    manopole    per    fjastont,  Clacssca    C,    Berlino.    Processo 

ombrelli,   portasigari,   bottoni,   cas-  per  la  preparazione  di  una  sostan- 

sette    per     accumulatori,     pettini,  za  s'mi  e  alla  celluoide  (1). 

forcelle,  rilegfature  di  1  bri  ad  imi.  Detgeorge   R.,   Lione  e   DebrcU 

tazione   tartaruga   ed   avorio,   ecc.,  F.,   Villeurbanne.    Proc.    de   tra  tc- 

ecc.   (2).  ment  de  matières  albuminoides  IH- 

Baggnlcy  V.  e  Ditta  R.  Morton  les  que  la  caseine  pour  en  obtenir 

e  Sons  LlmltMl,   Belhaven  Works,  des    produits    ininf1ammab*es     im'- 

Wishaw.   Innovazioni  nelle  macchi-  tant    la    come,    Tébaille,    etc.     (6). 

ne  per  fare  sigarette  (i).  Dnqaesne  e   Dockèf   (Società)    e 

Bartier   J.    w.,    Newton    Mass.  Pattcar    C.    D.    A.,    Parigi.    App. 

Perfecl.  aux  bohes  servant  à  Tem-  avertisseur  à  détib  réglé  automatì- 

ballage  et  à  Tétalage  des  marchan-  quement    pour    le    gonflement    drs 

dises  (ò).  articles  en  caoutchouch  dilaté    {\). 

BarUcri    G.    A.,    Ferrara.    Nuo-  Ekcrt  F.  M.,  Akron,  Ohio.   Pro- 

vo   linoleum   economico   a   base   di  cède    de    fabricatìon    de    mélan|;;es 

canapuli  (3).  de  caoutchouch  et  de  fìbres   orjsfa-          J 

BeriiBcr  Autstel'^wgs  -  GallerìcB  niques  ou    inorganiques   (6).                     | 

G   m.   b.   H.,   Berlino.   Appar.   per  EUcI  A.,  Iselohn.   Disposit.   pour         • 

pubblicità  con  nastro  di  avvisi  gui-  la  fixation  des  manches  sur  !es  ba-         I 

dato   sopra   due    tamburi    con   mo-  lais^  les  brosses  à  froiter,  etc  (6).          I 

vimento  intermittente  (1).  Erlweio    G.     e     Marqaardt    £.,          ) 

Betti   C.   e  Brocchi   P.   V.»    Mi-  Charlottemburg.      Proc.     pour      le 

lano.    Appareccho    per    esporre    al  transport  à   Tétat  vivent,   de   poì*- 

pubblico    periodicamente    ed    auto-  sons,    crustacé   et   autres,   dans    un 

maticamente    cartelli    di    pubblicità  emballage    tenant    Thumidité    (o). 

(3).  Flngcrhnt  II.,  Bres*avia.   Stuo-a 

Bono  U.,  Bono  E.,  e  Bono  G.f  a  maglie  dì   treccie  di  pa^'ia   per 

Firenze.    Sistema    di    fabbricazione  proteggere   oggetti    fragili,    per    e- 

di    scatole    con    strisele    di    truc'oli  semo'o  uova  (6). 

di  legno  o  di  altre  materie  {^).  Finteitl    F.,    V'enna.    Plombs    à 

Bracciallnl    G.,    Napoli,     Carro  sceller  (1). 

per  esporre  avvisi  di  pubblicità  (5).  FoeUftng    A.,    Oflfenbach'  *  a/M. 

Brion    A.    E.,    New-York.    Perf.  Proc.  de  préparation  de  caoatchouc 

apportés  aux   machines  à   enve'op-  pur  (6). 

per  des  objets  ou   artxles  et  fixtr  Friedrich    E.    W.,    Blaton,    Hai- 

des  étiquettes.    (ó).  naut.   Proc.   de  fabricatìon  de   fils, 

Biirnstenfabrik     Erlagen    Action  fìlms  et  autres  produits  analogues 

•Getellfchaift    vorm    E.    Krinzieln,  artiticiels   (6). 

Erlagen.    Congegno   per   raddrizza-  Frost    H.    II.«    Londra.    Perfect. 

re  le  setole  adoperate  nella  fabbri-  aux  apparei'sà  vulcaniser  (6). 

cazione   delle   spazzole   (1).  Galeatl  D.,  Narni.  Linoleum   iiv 

Casalc    G.f    Saltino.    Ca'endario  combustibile    (1). 

lunare    rappresentante    in    suddivi-  Gare   Th.,    New    Brigton.-  Proc. 

sioni  di  differenti  colori   i   vari   pe-  de  fabricatìon  et  de  réparatìon  des 

riodi  del  mese  reativo  al   mestruo  objets   en    caoutchouc   (i). 

delle  donne  (1).  GentzKh  A.,  Pernitz,  Gutenstein 

Catorati    F.,    Napoli.     Apparec-  Proc.    pour   rendre   de   nouveau    u- 

chio   portatile   per   esporre   iscrizio-  tilisable   le   vieux  caoutchouc   (15). 

ni.   avvisi  di   pubbl  cita,   ecc.    (2).  Graf  O.  e  Gra!  A.,  Boehringèn. 

Cavargna  J.»  Birmingham.   Per-  Machine  à  enfìler  Ics  féu'lles  de  ta- 

fpzìonamenti   nei   bocchini   o  batuf-  bac   (6). 

(oli    assorbenti    per    sigarette   (6).  Griincb€r|{    C.|    Pre$sbgrg,    Per* 


riloKiati  in  Italia  dal  16  f, 


fectionemenU  aux  machlnei  à  (ai-  aura  o  de.Ja  piombatura  dei  sac- 
re Ics  brosses  (i).  Dispositivo  per  chi  ed  altri  recipienti  usati  pel  Ira- 
ti ssare  i  mazzetti  di  setole  ne^'i  sporto  delle  corrispondenze  postali 
spaziolini   dì   osso   o  di   a.tro   ma-  o  dei   valori. 


Hacb 


ladelicai 
Impasto  p 

boi  e,    kÌoc 


la    fiibrical 
sriKblant  a 


160  Brmttti  d'iitotiiztoìt 

Seri  F.,  Firenze.  Tessuto  a  stuoia        VcMilaal   F.,   Milano.     Heccan: 
i-olornlD   |icr   ipdill    e   pannelli   (4).    smo  automatico  avvolgente   e   «*!>' 
&IK.     »     accvBWHllUl    fcapHcc     ««ite    ìnttmiiltcnttBienta     tele    por 
Meiallnrgki       Tcaplal,      Romu.     tanii   avvisi  di   pubbtiàtà    (!>. 
Chioiura     sp«|iale     pfr     cane     di  Voer>cr  R,,  Mannhciin.    Caosetu 

iraspotlo    e    di    corspivaiione    {9).     per  sigari  (i). 

Soc.  Wlntcr  e  Adler,  Vienna.  Vm  5c]<crllU  t.  B..  Panne 
l'bnib   à   scFlIer   (1).  Monaco,    Baviera.    Quadro    per    <■- 

aictcrt     G.,      Freiburg,      Baden.     imporre    at-visi    nei    veicoli    fwrcn-U' 
Trolloir    ou    aulre    broase    à    porle-    aiionato  dai  movimenti   d«]    v»tct* 
inatirhe     susceplib'es      d  Stre     finis    stesso    (1). 
dans  des  positions  différenles  (6)  Wer    W,,    Subingen.    Appareil    j 

Slarr   W.    H.,    Londra.    Proc.    de    nertnyt-r   le»   pinceaux   (6). 
(ubrication   d'un   succMan.^   du   cel         WmltOD    F.    J-,    c    R*gcn     !.■■- 
luiold  de  In  corne,   de  l'ébonile  r\    gblM    V.,    l.ondni.    Tableau     ind: 
d'auires   substances   analogues   (1).    cnfu''  1.   changemrnl  autfMnatqw- 

Strappa  F.  tu  P„  Roma.   Cassa    {t,). 
Iirtle^ionata     »Slrappa.>    da     imbai.  WelbCTIBlOer       H.,       Niimber^. 

Ingaio  (1).  Proc,    et   appareil    poiu"    la    labric^ 

TlckDer  Q-,  Londra.  Perfeclion-  tion  de  brosses,  de  pinceaux,  df 
nrmrnt  aiix  miichines  ou  apparells  balais  et  d'autres  artietes  s'milai 
;i   fnire   lei;  rVaretl^s  (fil  res    ((.).  I 

Well  n.,  Parigi.  Perfect.  au^ 
marhines  à  cì|;arettn   (6). 

Weeraer  R.,  Mannheim.  Proc 
ed  api>areccTiio  per  compri  mer»  - 
sigari  in  pacchi  (1). 


Triwai    A. 

StuUgart.     M 

1  (6). 

ire ira     per     eh 

(0- 

II.  -  Beogpafia 

del  prof.  Attimo  Brunialti 
Consigliere  di  Stato»  Deputato  al  Parlamento. 


I.  —  Parte  Generale. 

1.  /  progressi   della    Geografia.  —  Un    altro  anno  è 
passato,  durante  il  quale  la  geografia  ha  potuto  compiere 
pacilìcamente  notevoli  progressi.  Nessuno  di  essi  è  dovuto 
alla  guerra,  e  sembra  attenuata  anche  la  gara   di    com- 
petizioni coloniali,  che  alla  guerra  poteva  condurre.  Tutte 
le  nazioni,  specialmente  quelle  che   hanno  colonie,   pro- 
curano di  studiare   e   conoscere  sempre    meglio   il    loro 
territorio;  la  geografia  occupa  posto   sempre   più   degno 
nei  convegni  scientifici,  e  sempre   più    affollate   sono   le 
sue  solenni  assemblee;  V  insegnamento  della  scienza   si 
diffonde  e  si  eleva,  ed  aumenUi  cosi  il  numero   dei  suoi 
cultori,  di  coloro  che  seguono  con  interesse  le  pubblica- 
zioni geografiche,  le  quali,   anche   per   corrispondere   ai 
nuovi  gusti   del    pubblico,   aumentano   di    numero   e    di 
valore. 

Grande  vantaggio  non  ha  potuto  ritrarre  la  geografia 
esploratrice  dalle  nuove  invenzioni.  Noi  abbiamo  veduto, 
è  vero,  una  gara  di  automobili,  la  quale,  dal  cuore  della 
Gina,  attraverso  le  sue  difìRcili  montagne,  via  pei  deserti 
e  le  tundre  siberiche,  si  affacciò  air  Europa  russa  e  la 
attraversò  tutta  quanta,  per  riuscire  alla  mèta  prefissa 
nella  più  civile  delle  metropoli.  Xoi  abbiamo  la  gloria  di 
aver  veduto  primo  in  questa  gara  il  principe  Scipione 
Borghese,  insieme  ad  uno  dei  nostri  più  valorosi  gior- 
nalisti, Luigi  Harzini,  sopra  una  macchina  italiana.  Le 
narrazioni  che  i  vincitori  e  gli  altri  hanno  già  pubbli- 
cato appartengono  precisamente  alla  geografia  dell' Asia; 

Annuario  sciBirTirico  —  XLIV.  29 


4;U  Geografìa 


ma  vo^rHono  essere  qui  ricordate  come  una  applicazi'tc^ 
del  nuovo  mezzo  di  locomozione  alle  esplorazioni  sf-^ 
t^rafiche,  anche  h\  dove  fanno  difetto  le  buone  strade,  »  ! 
è  necessario  che  la  gran  macchina  moderna  si  inerpici 
su  pei  vertici  dei  monti,  sia  trascinata  a  spalla  d'  uoiW 
per  forre  e  burroni,  trasportata  attraverso  Jiunii  senu 
ponti,  per  affondarsi  (puilche  volta  nello  paludi,  e  pn*^ 
pitare  persino  nelle  ac(iue.  Ancora  invece  non  siami 
riusciti  ad  applicare,  come  pur  parecchi  si  pro|>ongfOivj 
la  diricribilità  dei  palloni  all'  esplorazione  delle  calore 
polari,  le  (piali  però  non  potrainio  ormai  più  a  Inna-- 
slidare  la  nobile  curiosità  della  scienza. 

2.  Congressi  geogra/icL    -  Le  Società  geografiche  frai 
cesi  tennero   il   loro   XXVIII   Contfresso   nazionale    nei; 
splendide  sale  dell'  Esposizione  di  Hcn'deaux.  Il  Cou^»Te5-> 
venne  or^ranizzato  a  cura  della  Società  di  geografia  coiiì 
merciale  di  quella  città,    fondata   sin    dal   1874.    L.' Itali  i 
venne  menzionata  nel  Congresso  soprattutto  per  la  mani  i 
dei  suoi  diboscamenti;  si  paragonò  la  nostra  incuria  ali- 
premure  rivolte  a  (piesto  problema    dalla   Francia,    dov- 
si  sono  fondate  prospere  società    per  comperare    terreii 
in  montagna,  piantare  alberi,  migliorare    pascoli,    trattt- 
nere  i  detriti  del  suolo. 

Un'  altra  importante  questiono  trattata  dal  Congressi 
fu  (juella  di  una  organizzazione    internazionale    per    cir- 
cuire le  calotte  polari  con  una  serie  di  posti    d'osserva- 
zione,   dai    (piali    si    possano    seguire    i    movimenti    dv; 
ghiacciai,  i  mutamenti  dei   climi,   e    raccogliere    tutte    h 
indicazioni  più  necessari*^  ayli  esploratori  polari. 

Le  Società  geografiche  tedesche  hanno  tenuto  il  lor- 
XVI  Congresso  dal  21  al  25  maggio  a  Norimbergii 
insieme  ad  una  mostra  ueogralica  e  con  interessanti 
escursioni  in»l  (liura,  nel  Hiess,  nella  Svizzera  stissoii* 
e  nei  Kiechtelgebirge.  Fra  h^  principali  comunicazioni 
riuscirono  notevoli  (pielle  di  Filchner  sulla  grande  opera 
cartouTalica  risultante  dalle  sue  «'splorazioni  nel  Tibet: 
«lei  Sieger  sulla  distribuzione  geograllea  delle  sedi  abi- 
tate temporaneainent(»  nelle  Alpi,  e  dcd  (iasser  sulla  carta 
della  Baviera.  Xel  (  'ongresso  funìuo  trattate  alcune  ([uo- 
stioui  di  metodo;  il  dottor  I(\ssen  consitlerò  la  geografia 
dal  punto  di  vista  dell'  osservazione  e  <l(dla  descrizione 
retrionale;  Tlh^tner  e  lo  Schiitter  trattarono  dello  stiidio 
dei  rapporti  fra  la  terra  (»  1'  uomo,  «»  furono  discusse  !»■ 
più  gravi  questioni  relative  all'  insegnamento. 


Congresso  geografico  italiano  435 


8.  Congresso  geografico  italiano.  —  Il  VI  Congresso 
ireografìco  italiano  tenne  le  sue  adunanze  a  Venezia  dal 
"24  al  31  maggio,  e  sebbene  non  vi  partecipassero  tutti  i 
651  iscritti,  riuscì  assai  più  notevole  dei  Congressi  i)re- 
cedenti.  Il  Presidente  senatore  Treves,  nello  inaugurarlo, 
ricordò  T  importanza  degli  studi  geografici,  e  ne  rias- 
sunse i  progressi  nel  nostro  paese;  ma  il  lavoro  più 
profìcuo  venne  compiuto  nelle  Sezioni,  né  ci  è  possibile 
di  darne  anche  la  più  sommaria  relazione.  Importanti 
furono  le  conferenze  del  tenente  Tanca  sul  Benadir,  di 
Leonardi  Cattolica  sui  fari  e  i  segnali  marittimi,  e  del 
I^evi  Morenos  sulle  valli  da  pesca.  Importanti  escursioni 
furono  compiute  nei  canali  del  Po,  nella  valle  da  pesca 
del  Cavallino,  ed  in  altri  punti  importanti  dell'  estuario 
veneto. 

La  prima  Sezione  si  occupava  della  geografìa  mate- 
matica, fisica  ed  antropologica  In  essa  riferirono  Attilio 
Mori  sui  lavori  dell'Istituto  geografico  militare;  A.  Toniolo 
sulla  necessità  di  curare  maggiormente  alcune  partico- 
larità scientifiche  nelle  carte  geografiche;  Carlo  Errerà 
sulla  convenienza  di  ordinare  un  archivio  fotografico  della 
regione  italiana  a  servizio  degli  studi  geografici  ;  O.  Mari- 
nelli, a  nome  del  prof.  G.  Grablowitz,  sulla  diffusione  del 
sistema  dei  fusi  orari i  ;  Arriao  Lorenzi  presentò  una 
raccolta  di  termini  geografici  dialettali  del  Polesine,  e 
P.  Hevelli  riferì  intorno  ad  alcune  voci  di  terminologia 
geografica  siciliana.  Giotto  Dainelli  fece  alcune  proposte 
per  r  organizzazione  d(01o  studio  dei  ghiacciai  d'Italia, 
ed  anche  più  importanti  furono  quelle  di  (i.  Magrini 
sullo  studio  dei  bacini  idrografici  dei  fiumi  veneti,  che 
diedero  luogo  ad  una  importantissima  discussione.  Ne 
meno  interessanti  riuscirono  la  relazione  di  R.  Almagià 
sulla  distribuzione  delle  frane  nella  penisola  italiana,  di 
(}.  P^eruglio  sulla  importanza  della  speleologia  nello 
studio  della  geografia,  di  S.  Crino  sulle  dune  agrigen- 
tine. ^I  mari  italiani  diedero  occasione  a  studi  e  relazioni 
importanti  dei  prof(*ssori  L.  Marini,  (liavotto,  Ricchieri, 
Alessio  ed  altri.  A  not(?voli  relazioni  diedero  pure  occa- 
sione i  nostri  terremoti  e  h»  condizioni  della  colonia 
Eritrea. 

La  seconda  Sezione  si  occupò  della  geografia  eco- 
nomica, commerciale  e  coloniale,  recando  nuovi  contri- 
buti allo  studio  del  problema  dell' emigrazione  con  le 
relaziom'  di  Attilio  Mori,  Egisto    fiossi,    Luigi    Hodio,    e 


^ 


430  Geografia 


con  lo  importanti  discussioni  che  le  seguirono.  Notevo^ 
le  proposte  sui  rapporti  economici  dell'  Italia  con  V  altra 
sponda  dell* Adriatico  del  prof.  Maranelli,  le  comunica^ 
zioni  del  Frescura  sulla  necessità  di  una  nuova  luostrtl 
degr  Italiani  air  estero,  e  le  discussioni  che  seguirono  i 
queste  relazioni. 

La  terza  Sezione  si  occupò  della  diffusione  della  col- 
tura e  dello  conoscenze  geografiche,  e  sulla  g^ograiì* 
neir  insegnamento,  riuscendo  a  proposte  degne  d*  atten- 
zione. Il  tema  intorno  al  quale  la  discussione  fu  più 
ampia  e  vivace  è  quello  della  riforma  dell' insegnamenti' 
geografico  nelle  scuole  medie;  ma  si  trattò  altresì  del- 
r  insegnamento  geografico  nelle  Università,  e  vennero 
presentato  numerose  proposte,  lo  quali  meriterebben» 
anche  qui  un  più  ampio  esame. 

Nella  quarta  Sezione  -  storia  della  geografia  e  della 
cartografia,  geografia  storica,  toponomastica  —  il  pro- 
fessor V.  Bellio  propose  la  formazione  di  un  dizionari" 
geografico  dell' Italia  nel  Medio  Evo:  F.  Musoni  discuKS' 
i  criteri  ai  quali  dovrebbero  informarsi  i  geografi  nell« 
ricerche  toponomastiche;  e  non  parlo  delle  numerose  eti 
importanti  comunicazioni  intorno  a  punti  speciali  della 
storia  della  geografia,  e  specialmente  della  geografia  ita- 
liana. Chi  sia  vago  di  più  minute  notizie  può  leggere  il 
giornale  del  Congresso  che  venne  pubblicato  per  cura 
della  «  Rivista  geografica  italiana  »,  od  attendere  gli  atti 
che  del  Congresso  medesimo  saranno  dati  alla  luce  ir. 
un  termine  non  molto  lontano. 

4.  Trascrizione  dei  nomi  geografici,  —  La  commis- 
sione incaricata  di  riferire  sul  modo  di  trascrivere  nei 
nostri  libri  e  nelle  nostre  carte  certi  nomi  geografici 
stranieri,  esaminò  i  vari  metodi  proposti  a  quest'  uopo 
o  seguiti  in  Italia  e  fuori,  e  venne  ad  importanti  con- 
clusioni. 

Per  tutti  i  paesi  abitati  o  dominati  da  popoli  che 
usano  alfabeti  latini,  i  nomi  propri  geografici  si  dovreb- 
bero scrivere  con  le  stessa»  lettere  con  cui  sono  scritti 
dai  ])OpoIi  cui  essi  ap[)artengono,  quindi  i  nomi  francesi 
alla  francese,  gli  olandesi  all'  olandese,  e  via  dicendo. 
Questo  con  una  [u-inia  eccezione,  perchè  noi  scriveremo 
sempre,  per  esempio,  Inghilterra,  Vienna,  Danubio,  e  non 
Eìigìand,  Wien^  ìhtnaif.  Un  altro  inconveniente  si  ha  ne) 
fatto  che  i  nomi  xum    italianizzati,   e    perciò    scritti   con 


studi  oceanici  4B7 


ortoi^Tafìa  straiiiei-a,  sono  pronunciati  dai  lettori  in  modo 
erroneo,  perchè  le  idoiitiche  lettere  dell'  alfabeto  latino 
non  sono  lette  nelle  varie  lingue  con  lo  stesso  suono. 
Ma  in  pratica  sarebbe  più  dannoso  se  volessimo  trascri- 
verle con  la  nostra  pronunzia,  e  scrivere,  per  esempio, 
Xiucastle  e  (lersi^  invece  di  Newcastle  e  fJerse^'. 

Per  i  paesi  ed  i  nomi  geografici  delle  regioni  i  cui 
abitanti  usano  un  alfabeto  diverso  dal  latino,  o  non  pos- 
siedono alfabeto  di  sorta,  i  geografi  si  propongono  sem- 
plicemente di  riprodurre  il  suono  dei  singoli  nomi  coi 
mezzi  più  o  meno  perfetti  forniti  dai  segni  delF  alfabeto 
latino,  applicati  o  pronunciati  secondo  V  uso  di  ciascuna 
nazione.  Ne  deriva  V  inconveniente  che  questi  nomi  sono 
scritti  in  modo  diverso  dalle  varie  nazioni;  per  poter 
leggere  tutti  Scebeìi,  noi  dobbiamo  così  scrivere,  mentre 
gV  Inglesi  scrivono  Shebeli,  i  Francesi  Chebeli,  i  Tedeschi 
Scheheli,  e  così  via. 

In  altri  casi  bisogna  scrivere  i  nomi  geografici  locali, 
cercando  di  prenderli  per  quanto  è  possibile   dalla   viva 
voce  delle  persone,  o  sopprimendo  lettere  o  terminologie 
inutili.  Così  noi  abbiamo  finalmente  imparato,   a   quanto 
pare,  a  scrivere  Cina^  invece  di  China,    ma   non   ancora 
a  chiamare  Cile  il  Chili,  e  solo  da  poco  abbiamo  smesso 
di  scrivere  Ankobeì%  Kassala^    Kheren,    senza    quelT  inu- 
tile A-,  che   non    è   della   nostra   lingua.   Vero  è   che    in 
qualche  caso    i   segni   deir  alfabeto  nazionale    non   sono 
sufTicienti  ad  esprimere  qualche  suono,  ma  in  questi  casi 
si  rimedia  come  si  può,  ed  è  quello  che  sempre  ha   cer- 
cato di   fare   la   Società   geografica    italiana,   come   è    il 
metodo  al  quale  anche    noi    abbiamo   procurato   di    atte- 
n(MCÌ  sempre,  in  queste  ammali  rassegne. 

5.  Studi  oceanici,  —  Il  prof.  Lodovico  Marini  ha  pre- 
sentato una  importantissima  relazione  su  lo  sviluppo,  lo 
stato  presente  ed  i  moderni  problemi  della  talassologia. 
Il  primato  in  questi  studi  spetta  alla  Germania,  ma  anche 
altri  Stati  tengono  in  essi  un  posto  notevole.  Così  vennero 
rilevate  e  discusse  le  causo  delle  correnti,  è  stato  rico- 
nosciuto il  nesso  tra  i  fenomeni  talassologici  e  i  fenomeni 
biologici  e  metereologici.  Ora  le  varie  nazioni  stanno 
ricercando  quali  sieno  gli  elementi  talassologici  che 
influiscono  direttamente  sulla  vita  degli  organismi  marini, 
in  quale  maniera  ed  in  quale  misura;  come  le  oscilla- 
zioni delle  condizioni  meteorologiche  agiscano  sulle  oscil- 


488  (Jeografia 

lazioiii  (kn  moli  ocfniniei,  t*  questi  su  quelle,  ed  anc-i»ra 
si  (iovoiio  (Miiinciaro  h»  leiaf^i  generali  e  particolari  dei 
movimenti  del  mare.  E  necessario  raccogliere  misure 
sempn»  più  esatte,  e  studiare  i  vari  bacini  nelle  loro 
variazioni  in  senso  orizzontale  (»  verticale,  il  cho  sarà 
possibile  solo  quando  si  abbiano  migliori  apparecchi 
re^ristratori  per  la  temperatura,  por  la  densità,  per  la 
direzione»  e  velocità  delle  correnti.  Xon  sono  ancora 
abbastanza  studiate  le  trasformazioni  chimiche  che  haiiii*» 
luo^'-o  per  effetto  degli  organismi  esistenti  nel  mare,  ma 
questi  ed  altri  problemi  della  moderna  talassolog*ia  p<^- 
tranno  risolversi  soltanto  con  metodi  rigorosamente  scien- 
tifici, e  con  una  sapiente  ed  efficace  cooperazione  inter- 
nazionale. 

Allo  studio  deir  oceanografia    ha    portato    un    grande 
contributo    il  Mammle  pubblicato  quest'anno  dal   profes- 
sor Otto  Kriìmmel,  opera  veramente  classica,  che  riassume 
le  c(nidizioni  presenti   della   scienza.   1/ opera  si    occupa 
anzitutto  degli  spazi  marini,  studia  i  sedimenti  del  fondo 
sul)ac(iueo,  e  finalmente  esamina    le    proprietà    fìsiche    e 
chimiche  dell'acqua  del   mare,    tenendo    conto    esatto    di 
tutte    le    importanti    esplorazioni    compiute  negli    ultimi 
anni.  \\\  uno  speciale  [)aragral'o  sui  ghiacci  marini,  si  stu- 
diano la  struttura,  le    qualità,  le    proprietà    fisiche    e    la 
distribuzione    di    questi    ghiacci,   con    speciale    riguardo 
air  origine  ed  alla  formazione  degli  icebergs, 

b.  IjH  direzione  dei  corsi  d*  acqua.  —  Il  prof.  A.  Issel, 
dopo  aver  studiato  il  concetto  della  direzione  dello  mon- 
tagne,   si    occupa    di    quello    della    direzione    dei    eorsi 
d'  ac(pia.  Kgli  indaga  come  debbano  cercarsi  praticamente 
nei  corsi  d'acqua  le  varie  maniere  di  direzione  possibile, 
con  alciuie  rappresentazioni  schematiche,  relative  special- 
mento  al  corso  delT  Arno.  I   dati    relativi    alle    pendenze 
d(M  corsi  d' acqua  si    possoiui   ricavare   direttamente   sul 
terreno  o  dalle  carte  fornite  di  curve    orizzontali.    L'  au- 
tore raccomanda  che,  ogniqualvolta  si   parla   della   dire- 
zione di  un  corso  d'acqua,  si    specifichi    se    si    tratti    di 
direzione  assoluta,  dominante,  o  media,  e  si  dica  a  quale 
media  si  alluda,  (piai'  è  la  scala  delle  carte  che  forniscono 
tali  dati,  quale  il  metodo  adoperato  per  ricavarli. 

7.  Istituto  scientifico  al  Colle  d'Olen.  -  Il  27  agosto 
venne  inaugurato  con  grande  solennità  questo  Istituto, 
che  meritamente  porta  il  nome  del  suo  autore,  il  professor 


/  morti  della  geografia  4B1> 


-Vu^elo  Mosso.  Vi  salì  quel  giorno  con  una  schiera  eletta 
111  regina   Margherita:    vi    salirono   jmco   dopo   tutti   gli 
alpinisti  che  si  erano  raccolti  in  Varallo  al  consueto  con- 
ja^resso  annuo.  Questo   Istituto,  oltre    ad    avere    carattere 
essenzialmente  internazionale,  è  un  vero  laboratorio  scie'n- 
tifìco,  provveduto  di  mezzi  adeguati   j)er  indagare   razio- 
nalmente i  fenomeni  d' indole  svariatissima  che  si  mani- 
festano neir  alta  montagna,  e  che  prima  d'  ora    non    era 
possibile    studiare,    o    si   studiavano    con    ogni    sorta    di 
disagi    e   di    faticose   escursioni,   soggiornando    sotto    le 
tende  o  in  poveri  casolari  alpini,  sempre  per  un  periodo 
di  tempo  insufficiente. 

La    fondazione  di    un    laboratorio   scientifico   a   >iOOO 
metri  sul  livello  tlel  mare  è  vanto  della  scienza  moderna, 
ed  è  anche  v^anto  italiano.   11   prof.    Mosso,   neir  inaugu- 
rare r  Istituto,  ricordò  come  sulle  Alpi,  dopo   il   lungo  e 
grave  sonno,  è  più  intensa  la  vita  delle    piante;  la  flora 
(*  la  fauna  polare  si  possono  studiare  su  queste  cime  più 
comodamente    che    nei    viaggi    tragici    del    Polo,   specie 
negli  esseri  più  piccoli    e    negli    organismi  microscopici. 
Kd  accennò  al  problema  delle  [)iante  alpine,  e  della  loro 
adattabilità  ai  diversi  ambienti  :    agli  effetti  della  rarefa- 
zione dell'aria  e  alle  modificazioni  che  essa  produce  nel- 
r  organismo  umano;  agli  studi  sulla  fatica  e  le  sue  leggi, 
sui  fenomeni  dell'  allenamento,  e    tutti  gli  altri  che  inte- 
ressano la  metereologia    e    la   fisica    terrestre,   alla  cura 
della  tubercolosi    ed    a    quella    dell'  anemia.    L' ambiente 
poetico,  la  solitudine,  le  facilitazioni  economiche  saranno 
un  grande  allettamento  per  gli  studiosi  non  solo  d'Italia, 
ma  altresì  di  altre  Nazioni. 

Senonchè,  come  si  è  fondato  (juesto  osservatorio  sulle 
Alpi  occidentali,  dobbiamo  ora  provvedere,  con  affetto  di 
scienziati  e  con  amore  di  Italiani,  a  fondarne  anche  un 
altro  sulle  Alpi  orientali.  L'  idea  è  stata  lanciata  da  me, 
ed  accolta  con  grande  entusiasmo  nel  Congresso  tenuto 
quest'anno  dagli  Alpinisti  Tridentini  in  Primiero,  ed 
intendiamo  di  dedicare  ad  essa  tutta  la  premura  neces- 
saria perchè  T  impresa  riesca  a  buon  fine.  Il  nuovo  osser- 
vatorio dovrebbe  sorgere  presso  la  vetta  della  Marmolada, 
od  essere  insieme  un  nuovo  trionfo  della  scienza  ed  una 
nuova  affermazione  di  italianità. 

8.  /  morti  della  geografia.  —  Hicordiamo,  come  ci  si 
presentano  all'  intelletto    ed    al    cuore,    i    principali   lutti 


440  (Ifografin 

clit'  ia  (^oojfnUìa  )ia  sopporUito  iiiicho  in  i|uest'  ai. 
[jiin  degli  iittimi  fu  quello  di  Alfonso  ^lla,  ma.iicnt< 
Itrtma  il  'l't  novetiibre.  Fì|rlio  iIcH'  illustre  fondatore 
Club  Alpino,  egli  era  uno  dei  nostri  fisici  piii  valei 
ed  i  suoi  viagi^'i  sulle  Alpi  nostre  lo  avovano  reso  c: 
Il  tutti  i  genj^rafi.  1/  ingegneri!  Fedele  Salvadori  [x 
pei"  molti  anni  a  servizio  della  Società  (ìeografica  1 
liana  la  sua  attività  e  la  sua  vasta  coltura,  e  [x>dovi 
Tumiiiello,  morto  a  Hlì  anni,  era  stato  aggreg-nto  h 
nostra  prima  spedizione  negli  .S'ciof/ delia  Tunisia.  Nic 
l'oliati  fu  imo  dei  nostri  migliori  geologi,  e  le  sue  pn 
blicAzioni  nel  •  Bollettino  :lel  Club  Alpino  »  e  in  (|u<-l 
del  «  Comitato  geologico  »,  uoncliè  la  sua  cooperazioj 
alta  formazione  della  nostra  carta  geologica,  lo  resti 
caro  alla  scienza.  K  cari  specialmente  a  tutti  gii  anm 
delle  Alpi  erano  Paolo  Prudenzini,  illustratore  dei  moii 
della  Valcamonica,  ed  alpinista  infaticabile;  Vico  Sai. 
guinetti,  noto  per  la  sua  brillante  campagna  nello  dolo 
miti  Cadoriue  e  su  altre  cime;  (iiacomo  Hey,  uno  degi 
amministratori  pii'i  autorevoli  ed  antichi  del  nostro  Clul 
Alpino:  Kmilio  Questa,  le  cui  ascensioni  non  si  coiilnm 
e  la  cui  •  tiuida  delle  Alpi  liguri  »  è  un  gioiello.  Scom- 
parvero vecchi  alpinisti  come  l'abate  A.  Gorret,  Pici 
Ottavio  Strambio,  .\dolfo  Kiud.  Quest'ultimo,  nato  a  Coiia, 
ma  vissuto  sempre  in  Italia,  dove  fu  il  promotore  dell" 
Sky  Club,  morì  travolto  da  una  valanga  ai  piedi  del  Ber- 
nina; soccombettero  del  pari  alla  loro  audacia  Francesca 
Hcrtani  e  Moraschìni  in  una  salita  alla  Meije,  (liuseppr 
De  Gasperi  sul  versante  meridionale  della  Civetta, 

Tra  i  geogi-afi  stranieri  si  è  perduto  Giorgio  Grenfell, 
missionario  inglese,  nato  nel  1(^4!),  che  fondò  sin  dal  1^"^ 
numerose  stazioni  nel  Congo,  del  cui  bacino  si  deve  n 
lui  ia  miglior  caria  che  esista  sinora.  Alfredo  Kirchhof 
era  uno  dei  maggiori  geografi  della  Germania  per  In 
vastità  della  coltura  e  per  l' influenza  che  egli  osercili'i 
sull'insegnamento:  nato  nel  IRIti^,  non  lasciò  alcumi 
imporlaiite  opera  geografica.  A  74  anni  mori  a  Copen- 
hagen A.  F.  Paulseii,  che  diresse  duo  spedizioni  Danesi 
nella  Groenlandia  e  nell'Islanda  allo  scopo  specialmente 
di  studiare  le  aurore  boreali.  Il  17  luglio  morì  il  natu- 
ralista Angelo  Heilprin,  originario  dell'  Ungheria,  iita 
vissuto  quasi  sempre  in  America,  dove  fu  a  lungo  pre- 
sidente della  Società  (ìeografica  di  Filadelfia.  In  Ame- 
rica (■  morto  del  pari  l'amin.  inglese  John  MacleAf,  iioln 


An^nimettti  d' infemxKf  i/efigrttfico  44 

Mpotsialnioiite  |»vr  il  nieiiiMi-Jiliile  viafrtr'"  scteiiliJico 
"  ChalloiiffOf  ».  Il  liì  murili)  morì  ìn  (ioriiiaiiìa  Arti 
tlacsslor,  csploratoi-o  tìeììc  Indio  olamlosì,  e  ili  altrei  ìs 
dol  Facilico,  ma  ppecialmoiihr  noto  |>or  la  sua  grai 
opera  ili  dieci  voKuni  Ìii  folio  sulle  aiitieliilà  penivia 
n  15  aprile  moli  farlo  [..  (iriesbacli,  che  dircase 
itiolti  anni  il  •  (ipological  Survoy  »  ilcll' India,  e  coi 
iiiiportaiiti  lavori  sulla  frpografia  dell' Afiiraiiistan,  1 
liitirc  del  luglio  è  morto  Kilmoudo  Dosmolins,  il  l'ondati 
«lolla  geogratia  sociale,  celobrn  special  mente  per  i  s 
studi  sulla  3uperÌoriti\  ilogli  Anglosassoni  e  per  l'op 
sulla  influenza  della  strada  nel  crnaro  il  tipo  sociale, 

II.    —    liuitOPA. 

1.  Avvenimenti  d'  interesse,  {/eogi-nflrn.  —  Segnalia 
anzitutto  alcuni  fatti,  i  quali  hanno  un'attinenza  con 
{j:oografia,  e  si  compirono  nei  vari  8tati  d'  Kuropa  anci 
>ml  1900,  mentre  non  ne  aliliìamo  data  notizia.  A  qui 
fatti  appartcntfono  la  ca<iuta  abboudantìssìnm  di  polv 
nioteorica  in  ^ìiciiia,  la  creaziono  dell'Istituto  Coloni 
Italiano,  la  fondazione  di  due  iniove  sezioni  della  Soci 
Mfoogratìca  italiana,  a  Tunisi  e  nella  Kepnbblicn  .\rg 
tina,  e  la  riunione  in  Itoma  di  una  conferenza  inter 
itionale  per  coordinare  le  osservazioni  e  le  rìcerclie 
torronioti. 

tjono  del  pari  a  segnalarsi  alcune  importanti  n\y 
pubbliche,  le  quali,  trasformando  notevolmonto  le  con 
zioni  naturali,  non  possono  essere  trascurate  dalla  g 
tfrafia.  Presso  Krefeld  venne  costruito  un  nuovo  \^a 
sul  Keno,  il  quale  ha  ^ià  attratto  a  se  una  imporlnn 
sima  zona  di  commerci.  Venne  aperto  presso  Berlino 
nuovo  canale,  il  quale  unisce  ('oponick  a  Potsdam,  n 
sando  per  varie  città  che  si  possono  dire  sobborghi  ili 
grande  metropoli  tedesca,  e  toccando  specialmente  Tclti 
città  dalla  quale  trae  nome  il  nuovo  canale,  che  utili; 
appunto  anche  le  acque  del  lago  di  ugual  nome.  L 
linea  di  navigazione  anche  più  importante  venne  ape 
tra  Herlino  e  Stettiuo,  prollttando  in  parlo  dei  corsi  t 
l'IIavel  e  dell' Oder,  che  vennero  uniti  fra  loro;  il  can 
[u-osegue,  con  opportuni  scavi,  attraverso  le  lagune  cIk 
trovano  tra  ^tettino  ed  ìl  mare,  e  sbocca  presso  Mwi 
miinde,  dove  poderose  dighe  consentono  facile  l' ingrei 
«Ile  navi  del  maro  del  Moni. 


442  Geografia 


V^^niio  studiato  un  nuovo  progetto  per  superare,  con 
una  ferrovia  sotterranea,  il  canale  della  Manica,  e  gìh 
sono  stati  fatti  numerosi  scandagli,  i  quali  diiuostrauo 
che  r  opera  è  possibile.  11  sotterraneo  sarebbe  lung-o  .V> 
km.,  dei  quali  poco  più  di  85  quasi  in  linea  retta  da 
Saragatte  a  Dover  traverso  il  passo  di  (^alais.  Dopo  il 
tunnel  del  Sempione,  del  quale  si  tratta  ora  di  costruirv 
la  seconda  galleria,  si  è  aperto  un  altro  importantissimo 
tunnel  che  unisce  a  Berna,  per  via  diretta,  la  valle  del 
liodano.  La  nuova  importantissima  linea  trae  il  suo  nome 
dal  Weissenstein,  ed  è  interessante  anche  perchè  attra- 
versa una  delle  più  importanti  regioni  alpine  della  S\nz- 
zora.  Assai  notevoli,  anche  nei  rapporti  geografici,  sono 
la  ferrovia  dei  Karawanken,  che  unisce  direttanienU* 
Klagenfurt,  per  (lorizia,  a  Trieste,  passando  accanto  al 
mal  difeso  confine  italiano,  e  la  nuova  ferrovia  orientale 
della  Bosnia,  che  da  Serajevo  raggiunge  con  una  doppia 
biforcazione  i  confini  della  Serbia. 

Una  pittoresca  ferrovia  elettrica  attraverso  la  Valle 
Maggia  venne  aperta  al  pubblico  il  24  agosto.  E  luug^ 
27  km.,  con  una  massima  pendenza  del  88  per  mille,  e 
passa  sopra  cinque  ponti  e  dentro  a  quattro  gallerie.  La 
linea  costò  L.  2,()44,00(),  somma  alla  (piale  contribuì  per  un 
quarto  il  (Janton  Ticino;  oltre  al  vantaggio  economico 
che  reca  nd  uiui  valle,  la  quale,  per  ampiezza,  è  la  seconda 
del  Cantone,  agevola  la  visita  dei  gruppi  del  Basodino  e 
di  Campo  Tancia,  e  le  traversate  alla  Val  Bedretto  e 
ali*  alta  Valle  Levantina. 

2.  Carta  del  Monteblanco.  —  La  pubblicazione  della 
carta  del  Montebianco  alla  scala  di  1:20,000  continua 
regolarmente.  Essa  venne  iniziata  sin  dal  1890  per  cura 
dei  fratelli  Vallot,  ai  quali  si  deve  V  impianto  dell' Osser- 
vatorio sul  Montebianco.  La  triangolazione  fondamen- 
tale può  dirsi  ultimata  sin  dal  1897.  Essa  comprendeva 
da  prima  257  punte,  ed  i  vertici  determinati  a  tutto 
(piest'anno,  ascendono  a  410  sopra  una  superfìcie  di 
150  kmq.  Le  quote  alti  metriche  sono  derivate  da  quella 
di  un  caposaldo  della  livellazione  di  precisione  francese, 
presso  (yhamounix.  Un  ottimo  accordo  si  è  verificato  con 
le  (piote  trigonometriche  italiane  lunghesso  la  linea  di 
frontiera,  e  per  i  punti  comuni  le  discordanze  non  supe- 
rano un  metro.  L' intera  carta,  limitata  al  solo  versante 
francese,  si  conij)orrà  di  22  fogli  di  0,25  per  0,35. 


T^o  sviluppo  della  Dohrugia  -  Ija perdita  del  Danubio  '  41B 


li.  Lo   sviltcppo   della    Dobritgia.  -—  Da   27   anni  che 
la   Dobrugia  si  trova  unita  alla  Romania,  essa   ha  fatto 
notevoli  progressi.    La  po|)olazione  è    raddoppiata,  rac- 
cog-liendovisi   ora  3(K)  mila  abitanti;   la  superficie  colti- 
vata aumentò  in  ventanni  da  252  mila  a  <)08  mila  ettari.  La 
pesca  negl'immensi  stagni  lungo  lo  rive   del    Danubio  e 
^lol  Mar  Nero,  invece  di  un  quarto  di   milione,  ne  rende 
ora  quasi  due,  ed  il  commercio,  che  era  dapprima  (|uasi 
iiisig-nilìcante,  ha  acquistato  un'immensa  importanza.  La 
costruzione  di  un  ponte  sul  Danubio,  il  compimento  della 
ferrovia  Cernavoda-C^ostanza,   i   miglioramenti   introdotti 
ili    quest'  ultimo   porto   hanno  contribuito  assai    al    pro- 
gresso del  paese.  Il  Governo  riformò  il  regime  fondiario, 
e  creò  una  classe  numerosa  di    piccoli    e    medi    proprie- 
tari, vendendo  a  prezzi  molto   bassi    le   proprietà   nazio- 
nali. Che  se  per  ciò  si  dovettero  sostenere  gravi  sacrifìci, 
aumentarono  anche    notevolmente    le   pubbliche    rendite, 
da  tre  ad  oltre  15  milioni. 


t< 


4.  La  perdita  del  Danubio.  —  Il    Danubio    in    alcuni 
punti  del  suo  corso  presenta  un  fenomeno  simile  a  quello 
del  Rodano  presso  Bellegarde  :  una  parte  delle  sue  acque 
sparisce.  Ciò  avviene  specialmente   a   Frid inveii,  dove  il 
iìumo  entra  nel  Wiirttemberg,  e  sino  ad  ora  si  era  cercato 
invano  di  conoscere  quale  direzione  prendessero  le  acque 
sotterranee.  Nel  maggio  del  15)07, alcuni  scienziati  versarono 
a  Fridingen  una  soluzione  contenente  120  kg.  di  uranina, 
e  dopo  otto  giorni   di   aspettativa,   la    colorazione   verde 
apparve  nelle  acque  dell'Aach,    piccolo    torrente   badese 
che  si  versa  nel  lago  di  Costanza.  Per  conseguenza  resta 
dimostrato  che   il   Danubio   manda   una  parte   delle   sue 
acque  anche  al  Mare  del  nord,  e  che  sotto  la  parte  meri- 
dionale della  Foresta   Nera  esistono  vaste  caverne  piene 
d'  acqua. 

5.  La  costa  del  Murman  e  le  nafte  di  Udita.  —  La 
citta  di  Alessandrowsk,  inaugurata  con  gran  pompa  otto 
anni  or  sono,  sulla  costa  di  Murman,  non  ha  dato  i  risul- 
tati che  se  ne  attendevano.  Vi  è  tuttavia  una  importante 
stazione  scientifica  che  attende  specialmente  a  far  cono- 
scere ai  pescatori  i  migliori  metodi  di  pesca,  ed  a  met- 
terli in  grado  di  sfruttare  la  grande  ricchezza  di  pesce 
di  quelle  coste.  La  popolazione  di  quella  costa  va  note- 
volmente diminuendo,  e  si  invocano   perciò   nurvi    prov- 


444  Geografia 


vodiineiiti  governativi    a  favori*   dell'  unica   industria    «ì 
questa  regione. 

Attraggono  invece  sempre  più   V  attenzione  i   doposit 
di  nafta  presso  il  fanno  Uchta,    nel    circondario    <li    Ust 
Sissolk  del  governo  di  Arcangelo,   specie    dopo   il    rialz  i 
dei  prezzi  del  petrolio.  Il  fiume  Uchta,  lungo  circa  ceiitn 
verste,  è  un  affluente  deirishma,  e  per  una  lunghezza  di 
oltre  25  verste  si  versano   nell'  acqua  copiosi    ruscelli  tii 
nafta,  i  cui  depositi  occupano  una  superficie  di  1820  km»| 
Ad  agevolarne  lo  sfruttamento  già  incominciato,  si   pr<>- 
pone  ora  la  costruzione   di    una   ferrovia   dalla   città    di 
Vologda   al    fiume  ;   lungo   la   medesima   si    collocherel>- 
bero  due  tubi,  uno    per   l'olio   di   illuminazione,    l'altro 
per  Tolio  di  riscaldamento,  e  si   scaverebbero  sul    luog*- 
stesso  dei  depositi,  cento    fori   della   profondità  di  4(M>  ;i 
5(K)  metri. 

G.  Le  coste  della  Danimarca.  —  Continuano  le  più 
accurate  osservazioni  scientifiche  sulle  variazioni  doì 
livello  del  mare  sullo  coste  della  Danimarca.  Questo  lireil*» 
va  aumentando  dal  nord  al  sud  ;  il  livello  del  Baltico  ^ 
più  elevato  di  0  cm.  circa  di  quello  della  parte  scttentrii»- 
nale  del  Kattegat. 

Questa  differenza  non  può  essere  attribuita  al    vento. 
e  lo  è  solo  in  parto  alle  tempeste.  Così  durante  la  grande 
tempesta  del  25  e  26   dicembre    1902    il  mare   inondò  la 
costa  nord  dell'  isola  di  Zelanda,  e  produsse  nello  stesso 
tempo  un  forte   abbassamento   di    acque   sul    litorale  del 
Haltico  ;   questa   tempesta   spinse   l'acqua   del   mare   del 
nord  nel  Kattegat,  in  uiodo  che  il  livello  crebbe  dal  nord 
al  sud;  a   Frederikshavn    il    massimo    dell'altezza   fu  di 
m.  1,11  sul  livello  medio;  ad   Aarws  l'altezza   passò  un    i 
metro  e  21  cm.  e  a  Copenhagen  m.  1,57.  Durante  il  mare 
grosso  a    Copenhagen  seguiva  a  Cogo  un  opposto  feno- 
meno  di   abbassamento    straordinario    delle    acque,    che 
l)rosso  la  città  raggiunse  i  tre  metri  sotto  la  media  ordi- 
naria, per  guisa  che  fra  Copenhagen  e  Cogo   vi  era  una 
differenza  di  m.  4,6().   Questo   osservazioni    ed   altre  che 
continuarono  anche  negli  anni  successivi,  hanno  eviden- 
temente una  grande  importanza  per  lo  studio   dei   venti 
e  delle  correnti  di  quella  importantissima  regione. 

7.  L' Isola  di  Valentìa.    —    Il    signor  Mac   Stuart  ha 
esplorata  con  molta  diligenza  l' isola  di  Valentia,  che  si 


Altri  .itiidi  hhW  Europa 

può  diro  la  sentiuelln  avanzata  dell'Europa  sulle  " 
d' Irlanda.  L' isola  è  unita  a  Terranova  da  qnattro 
tclegratici  e  bu  di  essa  sor^e  ora  uno  dei  più  iinpo 
osservatori!  meteorologici  dell'  Inghilterra.  Il  climi 
r  isola  è  straordinariamente  mite,  sicché  vi  alligni 
magnifica  vegetazione,  e  caile  assai  raramente  la 
I^'  isola  ha  una  forma  allungata  gonfiata  verso  il  i 
da  due  colline  aguzze;  1' uniformità  del  suo  suolo  è 
dalle  vasto  macchie  di  verdi  fucsie  che  coi  loro  fior 
gnigni  gettano  dappertutto  nn  allegro  ridesso  Inui. 
Vi  sorgono  due  sole  città,  o  piuttosto  villaggi,  Kn 
town,  la  cosidetta  capitalo,  che  si  compone  dell' Oss 
torio,  della  stazione  doÌ  cavi,  di  uu  albergo  e  di 
e  povere  caso,  o  piuttosto  atiimberghc,  o  il  viliag) 
Cahercivcen,  Verso  il  larg'o  mare  l' isola  si  inasprii 
rocce  e  di  nidi  scogli  di  un  coloro  ferrigno,  sul  qu 
onde  si  scagliano  furiosamente,  e  termina  col  mai 
promontorio  di  Hray  Head,  che  domina  un  vasto 
zoiite. 

(lencralmcnte  a  Valentia  piove  nove  mesi  »n  li 
e  quattro  giorni  della  settimana  su  sette  anclic  negl 
tre  mesi,  e  vi  domina  qunsi  perpetuamente  la  ni 
1/  isola  serba  ancora  traccio  del  dominio  spagnuolo, 
mantiglia  andalnsii  delle  donne,  nei  nasi  larghi  e  si 
eiati  e  nollc  labbra  tumide  e  grosse  dì  alcuni  no 
che  ricordano  il  passaggio  dei  Slori  in  quoll'  isola. 

H.  Altri  atudi  sttìl'  Eurupa.  —  Ricordiamo  somn 
mente  altri  studi  pubblicati  nel  corso  dell'anno  su 
regioni  d'  Kuropa.  Birkenmayor  ha  compiuto  impo 
osservazioni  sopra  la  temperatura  e  le  condizioni 
logiche  di  varii  laghi  del  Tatra;  L.  Hrict  percorse 
gione  poco  conosciuta  dei  Pirenei  fra  il  rio  Cinca 
rio  Ara,  per  studiare  le  gargaiitas  o  i  barranroa  del 
regione  aragonese;  W.  E.  C'iarkc  visiti)  l'isola  di 
allo  scopo  principalmente  di  studiarne  l' avifnni 
Duparc,  insieme  al  Pearce,  pubblicò  una  intere» 
narrazione  degli  imj>ortanti  suoi  viaggi  iioHa  regione 
Urali. 

Sì  ebl)ero  ì  primi  risultati  degli  studi  falli  dalla 
missione  inglese  sulle  erosioni,  sui  rialzi,  e  sulle 
modificazioni  di  quel  litorale.  K.  (Jagel  esplorò  le 
ili  l'alma  e  di  .\laileira.  e  *'.  M.  Kassner  llescri^ 
Itulgaria,   faceudu  tesoro   dei^^l' importanti    viaggi   d 


iiiti  in  quella  regione  tra  il  lìKXI  e  il  19(15.  (i.  Klemm 
l'f)  lo  Alpi  Tieiuesi,  lì.  Marek  qiiolle  doll'Aiistria, 
auiisoll  i  monti  di  Hodnpe   e   specialmente   ìl    Rilo- 

Itri  aludi  notevoli  veniieni  pubblicali  da  ìi.  Kì- 
Ison  sull'isola  di  Malta,  da  Scbwarzlose  sulla  Serbia, 
A.  Shnrawski  sulla  vasta  tundra  clie  si  e8ton<le  tr» 
>taciora  e  gli  Orali. 

ni.  -  Italia. 


A'woid  '-aria  d'  Italia.  —  Abbiamo  jflà  parliito 
nuova  carta  d' Italia  pubblicata  dal  Touring  Club 
no  a  cura  dell'  Istituto  (ìeografico  diretto  dal  dottor 
inni  Uè  Agostini  in  Koma.  La  carta  è  alla  scala  di 
UKM)  e  consterà  di  38  fogli  in  formato  di  e. 0.52x0.395. 
un  loglio  ha  un  proprio  indico,  al  quale  seguirà  mi 
3  generale. 

esecuzione  è  assai  netta  ed  elegante,  tenuto  conto 
ilmente  dei  molti  colori  adoi>eratÌ,  nero  per  i  nomi 
;omunicazioni,  bistro  per  i  monti,  bistio  più  cai-ìco 
s  curve  di  livello,  verde  per  i  boschi,  coleste  ])er  le 
I,'  rosso  per  le  distanze,  carnicino  per  il  fondo,  avana 
3  strade  principali,  rosso  o  bruno  per  la  cliviomelriu. 
E<  disegnata  sn  pietra,  ma  incisa,  con  le  montagne 
:.tegKÌo;  il  terreno  è  liìse^rnato  con  minuziosa  cura 
linciali'  con  la  curva  di  50  metri,  poi  di  100  in  lOU 
li  WHI  e  di  2Ó0  in  li'iO  per  le  altezze  superiori.  Anche 
im:  sono  rese  nello  loro  più  minute  ramiKcazioni. 
stanze  chilometriche  segnate  lungo  lo  strado  indi- 
i  punti  di  partenza  e  lo  pendenze;  i|uesle  strade 
indicale  con  segni  iliversi  secondo  la  loi-o  reale 
■taiiza.  I  centri  di  abitazione  sono  segnati  con  le 
prineipali  della  loro  pinntii,  sicché  il  viaggiatore, 
ì  nel  dedalo  delle  viuzze  dei  paeselli  o  fra  le  agglo- 
lioni  cittadine,  può  sceiilicre  la  via  eerta.  E  così  i 
marinimi  hanno  segnato  tnttf  le  particolarità  della 
I'  si  scorgono  chiaramente  le  foci  dei  Hnmi,  1  porti 
ni  altro  tratto  della  costa. 

lesla  carta  del  'l'ourìng  t.'liib  contribuirà  certo  uote- 
nte  lilla  coltura  geogralica,  essendo  posta  nelle  mani 
re  centomila  persone.  I  Cogli  ])ubblicati  o  già  pre- 
i  sono  i  seguenti:  'l'orino,  Milano,  Venezia,  (leuovn, 


/  noatri  vulcani 


447 


f"-" 


Civitavecchia,  Roma,  Frosinone,  Napoli,  Como,  Brescia.. 
Pisa,  Firenze,  e  si  spera  che  sarà  poi  posta  mano  di  pre- 
ferenza ai  fogli  della  rejarione  alpina.  Ma  si  spera  anche 
che  il  Touring  porrà  un  po'  più  d' attenzione  ai  nomi 
delle  regioni  di  confine,  perchè  è  semplicemente  vergo- 
gnoso che  una  grande  istituzione  italiana  faccia  gli  inte- 
ressi del  Volkshicnd  e  degli  Slavi ,  scrivendo  in  tedesco 
e  in  altre  lingue  nomi  di  luoghi  italiani  e  dove  si  parla 
la  lingua  nostra. 

2.  /  nostri  vulcani.  —  K  stata  pubblicata  una  bellis- 
sima carta  altimetrica  e  fito-antropica  doir  Etna,  a  cura 
del  signor  S.  Crino,  complemento  di  un  saggio  antropo- 
geografico su  (juesto  nostro  vulcano.  L' autore  riassume 
graficamente  i  varii  elementi  geografici  della  regione 
Etnea,  mettendoli  in  relazione  con  la  distribuzione  e  con 
la  densità  della  popolazione. 

Mario  Baratta  ci  dà  importanti  considerazioni  sul 
nuovo  rilievo  del  cono  Vesuviano.  Quello  eseguito  nel 
giugno  19<M)  presenta  alla  sommità  una  interna  voragine 
di  l'orma  quasi  circolare,  col  diametro  maggiore  della 
lunghezza  di  180  metri,  il  minore  di  1()4,  ed  un  circuito 
totale  misurato  sull'orlo  pari  a  m.  54().  L'interno  sembra 
una  grande  voragine,  con  le  pareti  di  ponente  quasi  a 
picco,  mentre  fra  XE  a  SE  degradano  meno  rapidamente  ; 
sul  fondo,  a  r>5  metri,  si  scorgono  tre  bocche. 

I  fenomeni  successivi  hanno  [)rodotto  nuovi  e  sensi- 
bili cambiamenti  nella  parte  terminale  del  gran  cono, 
primo  fra  cui  la  formazione  all'  interno  di  un  nuovo 
cono  eruttivo.  Il  rilievo  del  cono  vesuviano  ha  mostrato 
come  sia  stata  nnitata  specialmente  la  parte  superiore 
del  vulcano,  in  seguito  all'ultima  eruzione  che  tanti 
danni  e  tanto  sgomento  ha  causato  nelle  popolazioni  cir- 
cumvesuviane. Lo  esplosioui  determinarono  la  formazione 
di  una  vastissima  voragine,  di  forma  elittica,  con  1'  asse 
maggiore  in  senso  NXE-SSO,  lungo  circa  725  metri,  tra 
X-S  raggiunge  metri  (U)5,  ira  XE  e  SO  W^)^  fra  E  ed  ()  HOO 
ed  infine  fra  SSE  e  X()  (U-").  L'interno  ha  per  buon 
tratto  le  pareti  a  scar[)a,  in  modo  da  presentare  l'aspetto 
di  un  imbuto  colossale,  solcato  da  grandi  ed  irregolari 
canaloni  prodotti  da  franamenti,  da  acfjue  dilavanti,  dal- 
l'azione  dell*»  fumnrole.  Xel  fomlo  si  apre  un  condotto, 
di  diametro  incomparabihnente  minoi-e  rispetto  ì\  quello 
dell'orlo,  [)er  guisa  dn  fornuire  nini  vera  raìdciva.  1/nttuale 


V*J 


448  Geografia 


cavità  craterica  comprende  non  soltanto  il  piccolo  cono 
eruttivo  sorto  entro  il  cratere  di  sprofondamento  rimasto 
dopo  r  eruzione  del  1903,  ma  eziandio  la  porzione  della 
impalcatura  del  cratere  del  1872  e  le  località  dove  sorgfe- 
vano  i  due  casotti  delle  guide  a  metri  1225,  e  1193.  La 
distrutta  stazione  superiore  della  funicolare  verrebbe  a 
trovarsi  a  brevissima  distanza  dall'  orlo  stesso  la  cui 
altezza  varia  da  1103  a  1123  metri.  Nel  suo  complesso, 
il  cono  non  solo  ha  perduto  notevolmente  di  altezza,  ma 
sombra  più  sciatto  e  più  largo  alla  base  di  quello  che  fosso 
prima;  inoltre  si  è  venuto  accentuando  maggiormente  il 
processo  naturale  di  fusione  del  moderno  Vesuvio  col 
vecchio  monte  di  Somma. 

Connessi  ai  fenomeni  vulcanici  sono  quelli  delle  salse 
6  dei  fuochi  dell'  Appennino.  Nuove  illustrazioni  ebbero, 
a  cura  di  (i.  Magri,  i  fuochi  di  Barigozzo,  che  erano  stati 
già  illustrati  da  A.  Stoppani  e  studiati  da  Govi,  Fouqué, 
Oorceix.  Il  Magri  studiò  specialmente  i  gas  che  escono 
dal  suolo  e  ne  fece  V  analisi  chimica.  Il  gas  esce  dalle 
fessure  della  roccia,  dove  scende  a  picco  in  un'antica 
fornace,  sicché  questa  viene  a  far  circolo  intorno  alle 
fiamme  che  bruciano  anche  oggi  giorno  e  notte  inutil- 
mente e  divampano  lungo  il  brecciato  che  rendono  riarso, 
rossiccio,  talvolta  affumicato.  Oltre  che  dentro  la  fornace, 
il  gas  esce  anche  dalla  roccia  a  monte  di  essa  sopra  uno 
spazio  di  circa  un  mq.  I  gas  constano  per  65  parti  su  10(> 
di  metano,  per  22  di  azoto  atmosferico,  per  6  di  ossi- 
geno, per  '1  di  idrogeno,  e  per  quantità  trascurabili  di 
anidride  carbonica,  olefìne,  benzolo,  ed  ossido  di  car- 
bonio. 

.*i.  Nuovi  studi  sulle  monUigue.  —  La  Rirista  geogra- 
fica ha  iniziato  un  importantissimo  supplemento  il  quale 
comincia  col  pubblicare  alcuni  studi  sopra  i  limiti  alti- 
motrici,  0  precisamente  con  lo  ricerche  di  Olinto  Mari- 
nelli intorno  a  (|uelli  del  (Jomolico.  Premessa  una  intro- 
duzione sui  limiti  altimetrici  dei  fenomeni  fisici  e  biolo- 
gici e  sul  loro  studio  con  metodo  cartografico,  con  la 
osservazione  dirotta  noi  loro  rapi)orti  con  la  distribuzione 
alti  metrica,  il  Marinelli  si  fa  a  studiare  la  regione  geo- 
gralica  dol  Cornei ieo,  una  delle  più  isolate  e  caratteri- 
stiche d' Italia,  coi  suoi  cinijuf^  comuni  di  Santo  Stefano, 
Danta,  San  Nicolò,  Candido  o  San  Piotro.  Quando  si 
pensi  elio  il  Comolieo  manca  persino  di  una    descrizione 


Nuovi  studi  Hulle  montagne  44U 

g'eo^ralica  l'atUi  con  criteri  inodorili,  si  coiiipreiido  l' ini- 
j)ortaiiza  di  queste  ricerche,  soi)ra  una  reg*ioiio  di  circa 
150  kmq.  a  non  computare  una  parte  della  valle  supe- 
riore del  IVidola,  e  compresi  due  frammenti  del  bacino 
del   liio  di  Sesto  che  manda  le  sue  acquo  alla  Drava. 

Premèsse  alcune  generalità  sulla  distribuzione  della 
popolazione,  sulla  sua  densità,  e  sul  suo  riparto  altime- 
Irico,  r autore  studia  anzitutto  i  limiti  delle  dimore  [)er- 
manenti,  poi  (piello  de^li  stavoli,  dei  fenili,  delle  casere, 
delie  baite.  Successivamente  esamina  i  limiti  delle  colti- 
vazioiii,  dei  prati,  dei  boschi,  la  linea  delle  fronti  dei 
ghiacciai  e  quella  delle  nevi  persistenti,  riuscendo  per  le 
massime  elevazioni  alle  segueuti  cifre:  ^ra u turco  m.  952, 
ciliegio  130(),  abitazioni  permanenti  KUU,  coltivazioni  1410, 
stavoli  1419,  fenili  lf)S(i,  case  17.r»r,,  boschi  1980,  balte  1993, 
alberi  2054,  arbusti  2102,  fronti  dei  ghiacciai  2237,  linea 
delle  nevi  persistenti  24(M)  circa. 

Importanti  descrizioni  delle  nostre  montagne  troviamo 
nella  rivista  mensile  del  Club  Alpino,  dove  l 'go  De  Amicis 
illustra  la  cresta  sud  e  la  parete  italiana  del  Cervino, 
N.  Tofani  il  monte  Aemilius,  A.  (inocchi  i  campanili  delle 
granate  nel  gruppo  deirAdamello,  M.  Horelii  i  denti 
(rAmbin.  Così  D.  Herti  illustra  le  pareti  Est  e  Sud  del 
Bachettone,  E.  Diressi  il  Charbonel,  (i.  Andreoni  la  roccia 
Viva,  A.  Mars  i  monti  bergamaschi,  (J.  Cibrario  la  Corna 
uieridionale  nel  bacino  di  f'sseglio,  V.  Costa  le  dolomiti 
di  Schio. 

Importantissima  è  la  pubblicazione  del  primo  volume 
della  nuova  (iuida  dette  Atpi  italiane,  affidata  a  (iiovanni 
Hobba  per  deliberazione  del  (Congresso  alpino.  II  nuovo 
volume  illustra  solo  le  Alpi  marittime  strettamente  intese, 
dal  colle  di  Tenda  a  quello  deir  Argenterà,  ed  è  vera- 
mente tutto  ciò  che  di  più  completo  si  può  immaginare 
in  questa  materia.  Parecchi  volumi  saranno  necessari  ad 
illustrare  tutta  la  cerchia  delle  Al|)i  e  si  alterneranuo 
con  la  pubblicazioìie  deìV  Annuario^  che  diventerà  ora 
biennale. 

Non  lascieremo  le  nostre  montagne  senza  parlare  delle 
proteste  sollevate  dal  progetto  di  costruire  una  ferrovia 
funicolare  sino  alla  v(»tta  del  Cervino.  Sin  dal  2S  giu- 
gno 1892  TAsseuiblea  federale  svizzera  ne  dava  la  cou- 
cessione  e  da  [)arecchi  anni  fu  costruito  il  tratto  da  Zer- 
iiiatt  al  (Jornergrat,  che  riuscì  anche  un  ottimo  all'are 
finanziario.  Si  tratterebbe    ora    della  concessione   di  una 

AlirVARIO    SCIENTIFICO    ~    XLIV.  X» 


450  (Geografia 

ferrovia  elettrica  a  dentiera  da  Zermatt  al  lago  Xero 
(m.  2508)  per  il  vallone  di  Smnth,  proseguendo  poscia 
verso  la  cresta  dell'  Hornli,  sino  alla  capanna  del  Cervino 
(m.  3052)  ;  dalia  capanna  due  funicolari  elettriche  rag- 
giungerebbero un  punto  a  venti  metri  sotto  la  cima,  con 
percorso  in  galleria  a  fortissima  inclinazione.  Una  salita 
al  Cervino  costa  oggi  non  meno  di  200  lire  ed  è  una 
delle  più  ardue  delle  Alpi,  sicché  può  compiersi  soltanto 
da  pochi  eletti  ;  con  la  nuova  ferrovia  potrebbero  salire 
il  Cervino  con  50  lire  di  spesa  anche  banchieri  poda- 
gròsi  e  donnine  isteriche  ;  ma  non  so  davvero  che  cosa 
ne  guadagnerebbe  il  senso  della  montagna,  per  cui  giova 
sperare  che  le  proteste  raccolte  dovunque  riescano  ad 
impedirne  la  profanazione. 

4.  /  nostri  corsi  d*  acqua.  —  (Giuseppe  Canestrelli  ha 
pubblicato  una  memoria  sugli  elementi  areometrici  rela- 
tivi ai  bacini  dell'  Arno  e  del  Serchio.  La  superficie  dol 
bacino  dell'Arno  risultò  di  kmq.  8247,  ai  quali  si  deb- 
bono aggiungere  296  kmq.  per  il  bacino  del  Bientina, 
quello  del  Serchio  risultò  di  1404  kmq. 

Più  tardi,  in  seguito  a  nuove  indagini,  si  ebbero  invece 
le  cifre  seguenti  :  per  il  bacino  dell'  Arno  8278,  per  quello 
del  Serchio  1428.  Giova  notare  che  il  bacino  del  Bientina, 
che  ha  ora  uno  sfogo  a  parte,  non  deve  essei'e  compreso 
nel  bacino  dell'Arno,  come  gli  sono  sottratti  i  bacini  del 
Fosso  dei  Navicelli,  522  kmq.,  del  lago  Trasimeno  307,51 
e  del  Borro  Ripi  2,94.  Vi  è  poi  il  bacino  del  fiume  Morto 
di  118  kmq.,  sottratto  per  opera  dell'uomo  in  parte  all'Arno 
e  in  parte  al  Serchio  ;  il  bacino  della  Chiana  1375,  gua- 
dagnato in  parte  artificialmente,  in  parte  naturalmente 
dall'Arno,  il  bacino  di  Ripafratta,  8  kmq.,  scolante  natu- 
ralmente nel  Serchio,  ma  guadagnato  artificialmente  dal- 
l'Arno,  e  il  bacino  del  Pian  del  Lago,  di  24  kmq., 
portato  artificialmente  nell'Orabrone  grossetano.  Final- 
mente il  laghetto  di  Sibolla,  di  0,45,  viene  assorbito  dal- 
l' Arno. 

Una  nuova  memoria  illustrativa  della  carta  idrografica^ 
d'Italia  comprende  i  corsi  d'acqua  dell'Appennino  meri- 
dionale, dell' Antiappennino  adriatico  a  Sud  del  Scie  e  del 
Sangro.  Lo  studio  è  opera  del  Perrone,  che  segue  lo 
stesso  metodo  tenuto  nei  volumi  i)recedenti,  esaminando 
dapprima  lo  montagne  nelle  quali  i  fiumi  hanno  origine, 


o  calcolandone  i  dati  principali.  I  valori  così  deto 
sono  stati  riuniti  net  seguente  quadro. 


npparCe  Odono 


o  ':  Aleuto  .  . 
i'  Minga  rdo.  ' 
Bu  ssento . 

..  Noce    .  .  . 

'  Savuto  .  . 
;  Amato  .  . 

MeaiinA.  . 

Petrace  .  . 
''  AurinaU  . 

''  Tacina   .  . 

Neto.  .  .  , 
li  Grati  .  .  . 


''  Bradaiio  . 
,  Ofauto  .  . 
l'  Portone.  . 
Biterno .  . 
I  Trigno  .  , 


:  1070 

. ,2440 
.  1424 
,  1678 
.!l&08 


lisi' 

IH 


m  24,861 

37  26,671 

37  45,94 1 

46  !31,(J4l 

51  30,3i)| 

65  23,68 

56  26.29 

50  16,-1 

27  1 87,04 

34  191,03 

48  '26,04' 

58  2»,24| 

84  1 22,02 

81  |20,0ai 

94  I 14,30 

111  |10,3fi 

130  1 10,38 

134  I  6,33! 

118  i  «,59 'i 

86  <  8,37  II 

83  ;tó,72 

83  ;  13,86  ij 


.Segnaliamo  ancora  una  monografìa  di  Angelici 
sul  bacino  snp<TÌoro  ilei  liumc  Brenta.  L' autore  ci 
ifli  studi  proposti  dal  Battisti,  dal  Fnllè,  dal  Rice 
terzo  Congresso  geografico  italiano,  recando  mioi 
Iribnto  geoi  10 mastico  al  bacino  superiore  di  questo 
taiilissiino  liunie  italiano.  Alcuni  termini  si  fife 
.alili  geografia  generale  od  a  fenomeni  meteorologie 
ton,  tuono,  siisio,  tempesta,  saetn,  fulmine,  neven 
navicata,  ecc.  Altri  sono  termini  orografici,  come 
roi/olo^  ermo,  xhoa,  aìariita,  ecc.  Altri  infine  si  rifa 
alla  gi'ologia,  all'  idrografìa,  alle  colture,  alle   aliit 


452  Geografia 

V  importanza  dello  studio  sta  in  ciò  che  tiene  conto  anche- 
di  parole  usate  nei  territori  confinanti,  confrontaiulole 
con  (luelle  del  bacino  preso  in  esame.       ^  ,,,  ^ , 

Ferruccio  Tolomei  illustrò  li»  valli  dell  Alto  Adig-e 
che  appartengono  al  Regno  dMtalia,  specie  le  sormonti 
della  Ilienza,  e  le  valli  di  Landro,  Hin  nero,  Rni  bianco, 
e  Popena.  Lo  studio  è  notevole  non  solo  per  la  esatUi 
descrizione  della  catena  si)artiac(pie  delle  Alpi  dal  incute 
Pater  al  passo  di  Toblaco,  ma  per  la  esatta  ricerca  della 
nomenclatura  italiana  quale  si  usa  dai  montanari  ampez- 
Zani  e  cadorini,  ma  che  nella  toponomastica  geografica 
è  stata  (piasi  dovuncpio  malamente  sostituita  da  denomi- 
nazioni tedesche. 

5.  Altri  studi  ed  ilìmtvazioni  d'Italia.  —  Allo  studio 
e  alla  illustrazione^  dei  nostro  paese  attendono  ora  con 
mirabile  gara  non  solo  il  ( -lub  Alpino,  la  Società  geogra- 
fica il  Touring  Club,  ma  anche  l'Associazione  per  il 
movimento  dei  forestieri,  che  ha  iniziata  la  pubblicazione 
di  una  serie  di  guide  monografiche  illustranti  i  luogrhi 
più  notevoli  d' Italia.  La  Società  ligustica  ha  aperto  un 
iiuportante  concorso,  con  un  premio  di  8()0  lire,  a  chi 
pubblicherà  il  miglior  lavoro  sulla  stona  naturale  o  sulla 
geografia  della  Ligiu-ia.  Lno  studio  del  dottore  Franco 
Bianchi  si  occui)a  della  distribuzione  della  popolazione 
della  provincia  dì  Como,  esaminando  F  influenza  che 
hanno  su  di  essa  i  laghi  e  Y  altimetria,  nonché  la  distri- 
buzione dei  fabbricati  rurali.  L'  importanza  dell  azione 
attraente  che  i  laghi  esercitano  sulle  popolazioni  risulta 
evidente,  come  evidente  è  la  legge  naturale  del  dirada- 
mento della  popolazione  con  l'altezza.  . 

Roberto  Almagià  ha  studiato  del  pan  la  distribuzione 
della  popolazione  in  Sicilia  secondo  la  costituzione  geo- 
logica del  suolo,  completando  così  gli  studi  di  Olinto 
Marinelli,  che  esaminava  tale  distnbuzione  in  ordine 
all' altimetria  e  alla  distanza  dal  mare.  Nota  l'autore  il 
o-rande  spopolamento  dei  terreni  argillosi  e  marnosi,  la 
scarsa  abitabilità  dei  terreni  gessosi  e  schistosi,  mentre 
abbastanza  elevata  appare  la  cifra  della  popolazione  resi- 
dente  su  terreni  di  natura  dolomitica,  specie  quando  si 
tenga  conto  della  loro  altimetria.  Assai  diversamente 
popolati  sono  i  depositi  alluvionali,  mentre  imjwtantis- 
•j^imi  centri  di  popolazione  si  trovano  sui  calcari  cnstal- 
lini,  semicristallini  e  compatti. 


Altri  sfinii  ed  illustrazioni  iV  Italia  453 


Le  sabbie  plioceiliche,  le  lavo,  le  breccio  conchigliari 
sono  i  terreni  che  accolgono  la  grande  massa  della  popo- 
lazione dell'  isola,  in  ragione  appnnto  delle  loro  ottime 
qualità  agricole.  In  conclusione,  noi  abbiamo  in  Sicilia 
un  alto  grado  di  popolosità  noi  terreni  di  breccio  con- 
chigliari,  di  lave,  di  sabbie,  di  calcari  concrezionarii  con 
1.808.469  abitanti;  un  grado  medio  di  popolosità  negli 
altri  calcari,  ciottoli,  arenarie,  dolomie,  graniti,  schisti, 
tufi,  con  1,822.781,  e  finalmente  un  grado  basso  di  popo- 
losità nei  terreni  di  gessi,  argille,  marne,  con  887,654,  e 
rispettivamente  con  una  popolazione  relativa  di  340,5  nel 
primo,  188,6  nel  secondo,  e  84  nel  terzo. 

Il  prof.  P.  Gribaudi,  in  una  memoria  pubblicata  nella 
Ni  vista  Geografica^  ricerca  V  origine  del  nome  di  Terra 
di  Lavoro.  L'autore  segue  lo  sviluppo  storico  di  questo 
nome  che  comprendeva  una  volta  parecchie  provincio, 
ed  era  perciò  nome  di  regione  come  quelli  di  Calabria 
o  di  Puglia,  mentre  a  poco  a  poco  si  ridusse  alle  attuali 
Provincie  di  Napoli  e  di  Caserta.  Con  la  logge  del 
l.''  maggio  1816  la  provincia  di  C^aserta  venne  divisa  da 
(jneila  di  Napoli  ed  ebbe  per  se  sola  il  nomo  di  Terra  di 
Lavoro,  mentre  il  uomo  di  Campania  raggiunse  un'esten- 
sione che  non  ebbe  mai  noli'  epoca  medioevale  e  servì 
appunto  ad  iudicare  tutta  la  regione  che  i  normanni 
chiamarono  Terra  i\i  Lavoro. 

La  signora  Augusta  ('anipajiclli  ha  illustrato  la  regione 
del  Monte  Feltro.  Kssa  ricerca  anzitutto  l' origine  del 
nome  nel  Mons  Fractns^  che  corrisponde  alla  morfologia 
spezzata  e  frantumata  del  paese,  ed  i  confini  corrispon- 
dono a  (juelli  della  diocesi  feretrana.  La  descrizione 
attinge  un  po'  troppo  ai  lavori  anti(juati  dello  Scarabelli 
ed  a  quelli  affrettati  del  Sacco,  tuttavia  costituisce  una 
buona  descrizione  di  (piesta  regione.  L'  autrice  ha  certa- 
mente visitati  i  luoghi  e  li  descrive  secondo  esperienze 
ed  osservazioni  personali,  il  che  contribuisce  certamente 
Il  diminuire  le  mende  <li  (|uest' oj)era. 

Il  capitano  Aristide  (Jarelli  pubblicò  un  volume  di 
(locinnenti  e  di  ai)i)nnti  storici  snll' isola  della  Maddalena. 
Dopo  avere  accennato  brevxMnente  alle  iiotizie  che  intorno 
ad  essa  ci  tramaiularono  i  classici,  si  occupa  j)rincipal- 
inente  delle  sue  vicende  dal  172S,  quando  ad  essa  rivol- 
Liova.il  pensioro  il  Vicrrò  di  Sardegna,  sino  all' ej)oca 
moderna.  Allora  la  Ma<ldal(Mia  av(»va  appena  114  abi- 
tanti, Capnu'a  71,  mentre  Huecessivamente  vi    si    c«>strui- 


464  Geografia 


roiio  forti,  vi  si  promossero  colture,  crebbero  gli  abitanti^ 
sino  a  che  a  nel  1887  V  isola  diventò  una  piazza  fortiti- 
cata  di  prima  importanza,  e  su  di  essa  si  formò  V  atten- 
zione del  Governo  italiano. 

Notiamo  ancora  !e  ricerche  iniziato  dalla  Commis- 
sione nominata  dair  Istituto  Veneto  per  studiare  lo  con- 
dizioni della  laguna  di  Venezia.  Se  ne  ebbe  qualche 
traccia  nel  Congi*esso  geografico  tenuto  in  quella  città^ 
e  i  suoi  componenti,  profossori  I.  Magrini,  L.  De  Marchi 
e  T.  Gnesotto,  si  occupano  attivamente  di  tutto  quanto 
concerne  la  laguna  ed  il  problema  importante  e  delicato 
dei  fiumi  che  entrano  in  essa. 

IV.  -'-  Asia. 

1.  Studi  general L  —  Il  colonnello  Bruco  e  il  capitano 
Lavard  attraversarono  tutto  il  continente  Asiatico  par- 
tendo da  Leh  il  2U  agosto  lOOo  ed  arrivando  a  Pechino 
il  5  maggio  1^K)6.  Kssi  illustrarono  specialmente  il  lago 
di  Tanggongpagar,  i  deserti  del  Tarim,  il  Ix)b-nor  e  le 
steppe  di  Lob.  Importante  è  anche  il  viaggio  compiuto 
dal  conte  De  Lesdain  insieme  alla  moglie,  toccando 
Pechino,  (lobi,  langtsciu,  Cucunor,  Tsaidam,  le  sorgenti 
del  Fiume  (ìiallo,  che  vennero  riscontrate  a  »]4,58."  Nord 
e  91,10;^  Ovest,  poi  il  Tengrinor.  Scigatse  e  Dargiling. 
Diremo  parlando  del  Tibet,  al  (piale  specialmente  si  riferi- 
scono, delle  esplorazioni  di  Swen  Hedin  ;  ma  ricordiamo  qui 
ancora  le  trav^ersate  dell'Asia  compiuto  in  occasione  della 
gran  corsa  Pechino-Parigi.  Le  comunicazioni  già  fatto 
per  illustrarla  e  quelle  che  ancora  si  attendono  recarono 
certamente  un  notevole  contributo  alla  geografia  gene- 
rale dell'Asia. 

2.  IjH  nuova  frontiera  turco-egizia.  --  La  Commis- 
sione incaricata  di  determi Jiare  i  contini  tra  V  Egitto  e  i 
possedimenti  turchi  nella  penisola  del  Sinai  ha  terminato 
i  suoi  lavori,  i  quali  hanno  condotto  a  qualche  risultato 
importante  anche  dal  punto  di  vista  geografico.  Dal 
(iolfo  di  Acabah,  la  nuova  frontiera  si  mantiene  per 
circa  20  miglia  sullo  spartiacque  tra  T  ITadi-el-Acabah 
ad  Est  e  i  tributari  dell'  Uadi-el-Arisc  ad  Ovest,  indi 
traversa  un  altopiano,  solcato  dagli  affluenti  dei  suddetti 
corsi  d'acqua,  per  seguire  poi  nuovamente  lo  spartiacque 


b«i 


Turchin  AHÌaticn  ed  Irmi 

tra  r  Uadì-fll-Arsc  e  i  letti  asciutti  della  Giudea  dei 
i:<ino  a  Biriti;  di  qua  si  dirige  quasi  ìli  linea  rei 
Kafalj  sul  Mediterraneo. 

Mentre  nella  parte  meridionale  da  Acabah  a  Na 
la  linea  di  frontiera  attraversa  una  regione  monti 
arida,  popolata  da  pochi  Beduini  e  quasi  priva  d'  ac 
<la  Mayeiu  a  Kafah  invece  la  regione  è  meglio  foi 
di  acqua  e  capace  di  qualche  sviluppo  agrìcolo.  L' 
è  piantato  dai  Beduini  in  più  luoghi,  e  le  Borgcn 
Ain-Kadcis,  Ain-el-Gedairat,  e  sopratatto  quelle  di 
ol-Coasima, forniscono  una  discreta  quantità  d'acqua 
tutto  r  anno.  Anche  Kl-Auja,  che  si  trova  in  terri 
turco,  è  ben  fornita  d'acqua,  e  tra  questo  posto  e 
Cadeis,  in  territorio  egiziano,  su  una  distanza  di  ap 
25  miglia,  si  calcola  che  lo  scavo  di  poche  cisl 
potrebbe  fornire  acqua  sufhciente  a  circa  7(MlO  pon 
l,a  costruzione  di  dighe  attraverso  alcuni  torrenti 
metterebbe  ai  Beduini  coltivazioni  più  importanti  diq 
alle  quali  ossi  ora  attendono. 

;(.  Turchia  Asiatica  ed  Iran.  —  Da  cpialche  ami 
Hbrei  vanno  ripopolando  la  Palestina,  per  sfuggir 
persecuzioni  russe,  le  campagne  antisemitiche  di 
mania  e  di  Francia  e  forse  anche  per  un  nobile  a 
monto  che  li  spinge  a  tornare  alla  terra  dei  loro  p 
Veni' anni  or  sono  la  l'aleslina  non  seduceva  affatti 
Ebrei:  accanto  ad  alcuni  con  vinti  pellegrini,  appenasi  il 
Irava  qualche  mendicante  ebreo  che  strisciava  nll'oii 
chiedendo  la  pubblica  carità.  Uà  un  anno  all'  altr 
colonie  Israelitiche  si  moltiplicano  e  sono  ora  più  d 
che  formano  centri  dì  popolazione  organizzati  e  pro^ 
di  tutto  quanto  occorre  per  l' utilizzazione  agricoli 
industriale  del  paese.  Nel  distretto  di  Giaffa  più  de 
per  cento  delle  terre  sono  state  acquistate  da  Ebi 
noi  dintorni  del  lago  di  Tiberiade  più  di  tre  quarti 
in  loro  possesso,  (ili  altri  immigranti,  non  escli 
Tedeschi,  non  possono  resistere  alla  concorrenza  ebri 
i  nuovi  venuti  traducono  in  lingua  ebraica  i  princ 
classici  del  mondo,  pubblicano  giornali,  manuali  s 
stici,  ed  ormai  Gerusalemme  è  abitata  in  maggiorati: 
ebrei  e  si  può  prevedere  non  lontano  il  giorno  nel  ( 
essi  costituiranno  anche  la  maggioranza  della  pò 
/.ione  della  l'alestina. 

Il  dottor  Ugo  (Irotlic  di  Monaco  ha  fondalo  uell' 
Minore  una  rete  di    [Stazioni    meteorologiche  elio    ii 


450  Geoi]  rafia 


roiio   importanti  osservazioni.  Il    clima    dell*  interno  dH- 
TAsia  anteriore  è    nno   dei    più   estremi    del   continente 
asiatico.  Le  osservazioni  che  sinora  si    possiedono    sulle 
temperature,  sui  venti  e  sulle  precipitazioni   dei   pianori 
e  delle  conche  del  sistema  del  Tauro,  delle   zone  di  alti- 
piani e  delle  steppe,  corno  pure  delle  regioni   alluvionali 
deir  Eufrate  e  del   Ti^ri,  sono    estremaniente    scarse    per 
una  accurata  elaborazione  scientitica,  e  neppure  possono 
servire  di  fondamento   ad    utili   imprese  economiche.   Le 
nuove  stazioni    di   l'rfa,    Diarbekir,   Mesereh,   Babilonia, 
registrano  le  temj>erature,  la  forza  dei  v^enti,   le   precipi- 
tazioni, lo  stato  idrometrico,  (pielle  di  Marash   e   di  Cala 
Scergat  aggiungono  anche  osservazioni  barometriche. 

Il  dottor  Ugo  (irothe   ha   pubblicato   anche  i  risultati 
del  viaggio  da  lui  compiuto  nell'Asia  Minore  a  scopo  dì 
studi  geografici  e  commerciali.  Da  Kregli,  egli  attraversò 
le  catene  montuose  del  Tauro  Cilicio,  sino  ad  Ak-kcìpru, 
(piindi  per  diflicili  sentieri,  lunghesso    le    falde   orientali 
deir  Aladagli .   si    spinse  a  Farash  e  poi  sino  a  Fractiin. 
Dopo  una  sosta  di  due  settimane   sugli    altipiani   di   Ch'e- 
sarca, esplorò  Io  catone  centrali  e  meridionali   dell'  Anti- 
tauro,   attraversando    por    il    primo    da  Ovest   ad   Est  la 
valle  del  Saris  da  darj)us  ad  Albistan  ;  sali  la    vetta    del 
Piubugliadagh,  alta  .'J-J(M)  metri,  od  il  Bachirdagh,  di  poco 
inferiore.  I  Circassi  \'(\    i    Curdi  sono    in    forte    aumento 
nello    valli    doli'  Anlitauro,   mentro   lo    tribù    turcomanne 
degli  Avsciari,    ancora    ncìiiiadi    al    tempo    di    Moltke,   si 
stanziarono  in  j>iec()li  villaggi  fortiiicnti  nella  media  valle 
del  Saris  o  sugli  altipiani  fra  il    Samantissu  e  le   catene 
centrali  occidentali  doli' Antitauro. 

Le  condizioiìi  politiche  di  (pK^sti  torritorii  sono  però 
assai  tristi.  La  proj)otenza  dolio  tribù  Arabe  impedisce 
r  ostendorsi  dolio  colture,  o  i>or  conseguenza  la  steppa  si 
allarga  sempre  più.  Il  Grotho  visitò  il  Capo  dei  Millicurdi, 
Ibnihim  pascià,  elio  lui  raccolto  nelle  sue  mani  la  sovra- 
nità di  (juasi  tutto  lo  tribù  dolla  Mesopotania,  ed  accom- 
pagnato dai  suoi  onvaliori  foco  uiui  escursione  lungo  il 
Cabul,  dov(^  abbondano  lo  actpH*  anche  noH'  ostato,  notando 
[)orò  che  anclH»  là  la  |)opolaziouo  dimiiniisco  e  le  colture 
sono  abbandonato. 

Si  assicura  ohe  vorranno  invoco  compiuti  i  progetti 
da  tanto  tempo  discussi  |)or  1'  irrignzioiu^  dolla  pianura 
di  C(ìnia.  Si  tratta  di  tnisrornuiro  in  area  coltivabile 
di  'M  milìi  ettari,  con  opportuno   oj>oro    tli  irrigazione,  la 


^  ■   ■"  ■*■ 


Indili  inglese  ed  isole  457 

pinuuru  IL  sud  di  Conia,  sin  verso  Caraiuftii.  ìjc  acquo 
necessarie  sarebbero  derivate  dal  Lago  Chiiili,  ed  i  lavori 
comprenderebbero  la  costruzione  di  un  canate  di  scolo, 
la  correzione  dei  fiumi  Beiscehir,  e  Ciarsceiube,  per  una 
lungtiezza  di  circa  175  ktii.  ;  In  scavo  di  un  canale  lungo 
21)  km.,  nella  gola  di  Balicova,  per  collegare  quoi  due 
Kumi  che  scorrono  iji  opposte  direzioni,  la  costruzione 
di  chiuse,  di  serbatoi,  di  canali  dì  distribuzione,  e  di 
numerosi  edifici.  I^e  spose  sono  valutate  a  iìO  milioni  di 
lire  che  la  Società  delie  ferrovie  dell'Anatolia  anticipa 
alla  lista  civile  turca,  ed  ì  lavori  saranno  eseguiti  dalla 
stossa  Ditta  che  ha  costruito  la  ferrovia  per  l'orila  od  il 
tronco  Kagdad-Conia-Caraman-Tanro. 

Sono  stati  pubblicali  ì  risultati  degli  scavi  compiuti 
ad  Kfeso  da  Otto  Honndorf  per  conto  dell'Istituto  Archeo- 
logico austriaco.  H.  Hurkhardt  descrisse  l'Arabia  orien- 
tale da  Bassra  a  Museale  secondo  i  risultati  dei  viaggi 
da  Ini  conii)iutÌ  in  quella  regione.  F.  (ialloìs  esplorò  la 
Siria,  e  specialmente  i  dintorni  della  città  di  Aleppo,  od 
K.  Mac  .\l»hon,  capo  della  Uonimissione  inglese  che  deter- 
minò i  confini  fra  lii  i'ersiti  e  1'  .\fgaiiistan,  pubblicò  i 
suoi  importanti  studi  muI  Seistan.  1^  Società  orientale 
tedesca  continuò  gli  scavi  nella  Mesopotamia.  meltendu 
in  luce  nn  palazzo  di  Tuculli-Niiiiv  I"  ed  altro  aniicliità 
importanti.  P.  Molesworth  Sykes  esplorò  (piasi  Intta  la 
Porsia,  e  specialmente  la  linea  che  da  Vezd  per  Mcsce<Ì, 
Lntfabad,  Turbat  conduce  a  Khaf,  K.  Oswald  pubblicò  un 
trattato  sulla  geologia  <lcir. Armenia,  e  H.  Wincklor  riferì 
alla  Società  Asiatica  di  Merlino  intorno  al  suoi  scavi  nel 
Hoghaz-Kòi,  circa  2()(l  km.  ad  occidente  di  .\ugora,  dove 
egli  scoprì  alti-e  iacriKioni  ed  oggetti  interessanti  per 
ipiella  civiltà,  die  Mori  specialmente  fra  il  lòiKloil  IHKI 
a.  e.  quando  quella  città  era  la  capitale  del  liegiio  <iegli 


4.  Indili  Inyleai-  ni  Inoli'.  --  .\.  Browii  lia  inlrajii'CS" 
iik-nue  importanti  ricerche  fra  gli  abitanti  delle  isole 
.\ndamane  e  NicobaR'.  Il  natiu-alista  K.  N.  llavydov  lia 
vigilalo  ^li  arci|><'laL>'hi  Indo-australìaru  e  sì  è  trattenuto 
Hpi>cialni('ii1<'  a  lìiava.  donde  ci  reca  importanti  studi 
botanici.  .\.  Dckuatt'l,  eou  ciinpie  ii'iiidc,  raggiunse  in 
quest'isola  la  vetta  del  vulcano  Hceriuiai,  die'  era  stata 
lino  iid  lira  t.icenlii  snltnnto  tre  volle.  Tu  viiiggio  di 
Ha;;eii  u  Siiiuntruci  iimeurn  nuov<' nolÌj;Ìi' su  l'ali'iidinM!;', 


458  Geografia 


importanti  ricerche  sugli  antichi  popoli  Malesi  dell'  Orang-- 
Hubiis,  ed  alcuni  nuovi  dati  naturali  suir  ìsola  di  Banca. 

Nuove  ed   importanti   salite   vennero  compiute  sulle 
alte  vette  dell'  Imalaja,  o  se  ne  ebbwo  nell'  anno  le  prime 
notizie.  W.  H.  Workmaiin   narra   l' ascensione   al    passo 
di  Bhayaccara  La  (m.  5870)  nel  Baltistan,  compiuta  insieme 
alla  niog-lie,  colla  guida  di  Mattia   Zurbriggen.   Il  signor 
Douglas  Freshfield  narrò  le  escursioni  compiute  alla  più 
alta  vetta  del  mondo,  il  Ficco  XV  della  carta  Inglese  ;  al 
nome  di  Everest  preferirebbe  quello  di  Chomo  di  Cancar, 
che  significa  re  delle  nevi.  II  nome  di  Gaurisankar  viono 
dato  dai  nativi  del  Nepal  alle   montagne   che  si  trovano 
in  direzione  del  Picco  XV,  appena  visibile  da  Catmandù, 
e  che  formano  tuttavia  con   questo   un  solo  gruppo.  I^ 
stesso  Worknian,  sempre  insieme  alla  moglie,  il  30  luglio 
del  1906  riuscì  a  raggiungere  una  vetta  anche  più  5ta, 
il  monte  Nun-cun  a  sud    ovest    di    Leh,  che    misurò  in 
7(K»()    metri.    Il    maggioro   Chenevichs-Trench,  con    altri 
compagni,  salì   il   Takti-Suliman,  la   più   alta    vetta    dei 
monti  (li  Solimano  sui  confini  occidentali  dell'  India. 

Segnaliamo  ancora  le  esplorazioni  compiute  da  O'  Brion 
per  studiare  il  corso  superiore  del  Campar  Ghiri,  e  il 
territorio  che  si  estende  tra  Bassalah  ed  il  fiume  Kwantan, 
del  quale  ci  dà  per  la  prima  volta  una  esatta  carta.  Il 
signor  A.  De  Righi,  proprietario  di  un  grande  albergo  a 
Dargiling,  ha  compiuto  un  importantissimo  viaggio  nel- 
l'Alto Sichim,  raggiungendo  la  vetta  di  parecchie  impor- 
tanti montagne.  C.  White  percorse  una  via  assolutamente 
nuova  per  recarsi  dal  Sichim,  dove  rappresenta  il  Governo 
inglese,  attraverso  il  passo  di  Natliu-la,  e  per  la  catena 
dei  Massong-Sciangdong  nella  valle  di  llat  sino  al  capo- 
luogo di  Poonacha. 

5.  Esplorazioni  e  trattati  pei  confini  nel  Siam,  — 
Abbiamo  notizia  degli  importanti  viaggi  compiuti  nel 
Siam  dal  dottor  K.  Ilosseus  a  precipuo  scopo  di  studi 
botanici,  ma  recando  altresì  notevoli  contributi  alla  geo- 
grafia e  all'  etnografia.  Egli  ci  procurò  una  prima  esatta 
descrizione  della  città  di  Scieng-Mai  e  dei  monti  che  la 
circondano.  Esplorò  le  più  alte  montagne  del  Siam,  e 
raggiunse  per  la  prima  volta  la  vetta  del  Doi-Intanon  a 
2575  metri,  che  egli  chiamò  Monte  Uichtofen;  come  diede 
il  nome  di  Hismark  all'  altro  monte  Doi-Scieng-Dao. 
Esplorò    poi    i    confini  settentrionali    ed   occidentali   del 


a^^&h 


Alia  orientali:,  Cina,  Afanciuria,  Giappone 

Siam,  e  per  l'estremo  appostamento  francese  ■*' 
Sai,  ritornò  a  Scieug-Mai.  Nell'anno  siiccesi 
du  Bangkok  un  secondo  viaggio  allo  scopo  p 
osplorar«  il  Laos  orientale.  Anche  l' ingegue: 
{tnbblicù  ima  intoi'essanto  descrizione  dei  si 
nel  Siam. 

Un  trattato  di  vera  importanza  geografica  è 
clnso  tra  la  Pranciacd  il  Siam  il  23  marzo  di  q 
Con  osso  vengono  restituite  al  Camboge,  slat 
dalla  Francia,  le  ire  Provincie  di  Hattambang, 
0  SisoCon,  che  gli  erano  state  tolte  dal  Siam  mi 
addietro,  facendo  così  rientrare"  quel  Regno  ii 
di  tutto  il  bacino  del  Gran  Saio,  eccettuata  un 
di  terra  ad  ovest  di  questo  bacino  lunga  circa 
tra  provinole  restituite  hanno  una  supcrticic  di  i 
o  sono  ricche  e  fertili,  coperte  da  risaie,  da  ft 
tci'ruui  a  varia  coltura.  Vi  sono  miniere  d'  ora 
Katig',  e  di  zaffiri  a  Pailin,  nelle  quali  sono 
più  di  50,0U()  minatori.  I^a  popolazione  compii 
.'tlH,000  abitanti.  I^a  provincia  di  Hattambang  ha 
(li  superficie,  con  mia  popolazione  di  'JW^IHH 
cui  5(l,00()  noi  capoluogo:  quella  di  Sisofon  i 
da  una  pianura  generalmente  piatta,  coperta 
di  pianto  resinose,  abitata  da. una  popolazioni 
sparsa;  la  provincia  di  Siem-Réap  è  priva  di  ( 
pochi  abitanti,  dominata  dal  gran  massiccio  ti 
Culen.  La  cessione  di  questi  distretti  è  importi 
perchè  la  Francia  si  impadronisce  del  bucine 
Iago  TonlO-Sap,  la  cui  pesca  rappresenta  nn  vn 
di  lf>  milioni  di  lire,  assicura  i  confini  della  f 
ed  assicura  alla  Francia  le  celebri  rovine  di  A 
formano  uno  dei  piìi  giganteschi  monumenti  i 
Come  compenso,  la  Francia  retrocede  al  Siam 
di  Crai,  con  alcune  isolo,  comprese  quelle  di 
di  Dan-Sai,  in  tutto  poco  più  di  41100  Kmq.  Esi 
inoltro  al  protettorato  di  tutti  gli  abitanti  del 
lo  era  diventato  onnai  piuttosto  di  peso. 

6.  A»tn  -ìi-ie.ntah;  Cina,  Manciin-ia,  Ci,. 
Cesare  Puma  ha  tenuto  a  Roma  una  coiifcrenzfl 
ed  i  Manciìi  nella  Mancinria;  illustrò  sjìccÌi 
città  di  Mukden  o  i  suoi  dintorni,  con  alcuni  i 
rici  ;  e  con    notevoli    considerazioTii    economici 


4G0  Geografia 


\ 


rizzò  quella  reg-ione,  sulla  quale  V  ultima  guerra  ha  richia- 
mato in  modo  così  intenso  V  attenzione  universale. 

L' ingegnere  W.  B^'iquet   pubblicò   la   narrazione   del 
ì  suo  viaggio  dal  Tonchino  al   Yunnan.  Il  console  iiig-Iese 

Glenell  risalì  il  Yang-tse-chiang  fino  al  lago  di  Poyaii^  ; 
\  del  quale  ci  dà    una   esatta   e   completa   descrizione.    Il 

j  dottor  Doflein,  pubblicò  un'  opera   nella   quale   riassume 

i  suoi  viaggi  oceanografici   e    geologici    nel   Giappone  e 
specialmente  nel  Golfo  di  Sagami.  J.  Edelsteius  pubblicò 
del  pari  i  risultati  delle  sue  ricerche    geologiche  nei  di- 
stretti di  Sin-dzin-tin,  Fyn-quan-scien   e   Liao-yang,  che 
hanno  tanta  importanza  per   la   conoscenza   della   Man- 
ciuria.  Si  ebbe  pure  notizia  delle   esplorazioni   compiute 
dal  luogotenente  Franpois  nel  Quang-si  e  da  W.  E.  Geil 
nella  provincia  del  Cansu    e    nel    deserto    di   Gobi.  Così 
T.    I^renz    pubblicò    i    risultati    delle    sue   esplorazioni 
geologiche    ixéiV  hinterland    di    Chiao-sciau    ed   il   conte 
ì)o   Marsay  quelli    del   viaggio    compiuto   nel T  occidente 
del  Szet-Scevan,  dove  superò  un  passo  di  oltre  4()0()  metri, 
per  discendere  nel  regno  Tibetano  di  Muli,  e  alle  miniere 
d'  oro  di  Uali. 

Un'opera  di  gran  valore  è  quella  pubblicata  sul  Gia|>- 
pone  da  Edmondo  Thorry,  che  ne  studia  })rincipalmente 
la  situazione  economica.  Il  Giappone  conta  ora  60  grandi 
cittH,  1125  borghi  e  12,;5()4  villaggi.  Nel  19(Xì,  10  citUi 
avevano  |)iù  di  ÒO.lKJO  abitanti,  9  j)iù  di  1(H),0(K)  e  la 
capitale,  Tochio,  raccoglieva  una  popolazione  di  1,818,055 
abitanti.  Il  costo  della  vita  è  molto  cresciuto  col  rapido 
aumento  della  popolazione;  nondimeno  le  classi  operaie 
viv^oiìo  in  condizioni  migliori  che  nei  paesi  d' Europa. 
La  loro  estrema  sobrietà  consento  ancora  al  (iliappono 
salari 'che  a  noi  sembrano  impossibili  ;  la  media  del  salario 
degli  agricoltori,  tessitori,  filatori  di  seta  è  di  L.  0.50  per 
giornata  di  lavoro.  I  meglio  i)agati  che  lavorano  alle 
lacche  e  ad  altri  oggetti  artistici,  hanno  L.  1.55  per  12 
ore  di  lavoro;  il  salario  medio  dei  .domestici  è  inferiore 
a  5  lire  mensili,  e  le  ragazze  di  campagna  si  pagano 
da  5H  a  7.-{  lire  all'anno. 

7.  Si'eìè  lledììi  rd  alivi  etipìttvatori  nel  Tibet.  Il 
21  gennaio  il  dottor  Sven  Hedin,  continuando  la  sua  esplo- 
razione nel  Tibet,  si  trovava  a  Ngangon  Tao  e  sperava 
di  riuscire  verso  la  (in«^  di  febbraio  alla  città  di  Shigatse, 


t^ven  Hedin  ed  altri  e.»ploratoH  nel  Tibet  461 


a  IHO  miglia  da  Lhassa.  E<^li  aveva  esplorate  840  miglia 
di  regioni  affatto  sconosciute,  rilevandole  in  184  fogli, 
sui  quali  segnò  laghi,  fiumi,  catene  di  montagne,  giaci- 
menti auriferi,  che  erano  affatto  sconosciuti.  Ad  onta  del 
divieto  del  Governo  Inglese,  egli  attraversò  diagonalmente 
tutto  il  Tibet  da  NO  a  SE,  evitando  per  quanto  possibile 
gli  itinerari  percorsi  e  rilevati  da  precedenti  viaggiatori. 
Raggiunse  V  alto  {)ianoro  delF  Asia  centrale  per  un  valico 
di  6825  metri,  e  pervenuto  nella  pianura  di  Lhing-si-thang 
e  neir  Ak-sai-cin,  potè  viaggiare  con  minore  difficoltà, 
essendo  il  suolo  buono  e  non  mancando  d'  acqua  e  d'  erba. 
Il  paesaggio  era  meraviglioso:  a  nord  si  estendevano 
le  potenti  catene  parallele  del  Kuen-lun,  a  sud  le  non 
meno  enormi  diramazioni  del  sistema  dei  Caracorum.  Così 
pervenne  al  lago  Lughten,  uno  dei  più  grandi,  pittoreschi 
e  profondi  del  Tibet,  perchè  in  qualche  punto  lo  scan- 
daglio giunse  a  G8  metri.  Due  altri  laghi,  il  Plu-tso  e 
IMeschil-cul,  sono  invece  molto  bassi  ed  in  alcuni  punti 
palustri.  Penetrata  nelle  vaste  regioni  inesplorate  fra  gli 
itinerari  di  Bower  e  di  Diltreuil  De  Rhins  e  superate  alte  mon- 
tagne, la  carovana  fu  sorpresa  da  violente  bufere  di  neve 
e  gli  animali  le  morirono  in  gran  numero  per  mancanza 
di  erba.  Por  83  giorni  1'  audace  esploratore  non  incontrò 
un  solo  abitante;  poi  alcuni  nomadi  gli  furono  ottime 
guide  sino  al  Bogciang-Sangpo.  Passò  il  Natale  a  Dunbok- 
tso,  con  un  freddo  di  35  centigradi  sotto  zero,  tra  fre- 
quenti burrasche  di  vento  e  di  neve,  e  giunse  quasi 
esausto  alle  rive  settentrionali  del  lago  Nyen-tsen-tso 
coperto  di  ghiaccio.  Sven  Hedin  lo  percorse  per  cinque 
giorni  in  slitta,  e  rompendo  la  grossa  crosta  trovò  che 
la  profondità  dell'  acqua  non  è  superiore  a  10  metri.  La 
regione  fra  Ngante-tso  e  lo  Tsan-Po  è  molto  difficile; 
Sven  Hedin  dovette  superare  cinque  passi  superiori  ai 
5800  metri;  il  principale  è  quello  di  Soia-la  nella  gigan- 
tesca catena  che  forma  lo  spartiacque  tra  il  Nyen-tsen-tso 
e  il  Dangra-jum-tso  da  una  parte  e  il  Brahmaputra  dal- 
l' altra.  Fra  questi  passi  quasi  impossibili,  la  spedizione 
varcò  fiumi  che  scorrono  ad  occidente  e  vanno  ad  ali- 
mentare il  Mitsampo  che  poi  si  versa  nel  Sangpo.  Dal- 
l' ultimo  passo  di  La  Roc,  Sven  Hedin  discese  al  villaggio 
di  Je,  dove  gì'  indigeni  gli  si  mostrarono,  come  ovunque, 
ospitali  e  benevoli  e  gli  diedero  le  più  minuto  notizie 
sulle  strade,  sul  clima,  sui  movimenti  delle  tribù  o  su 
ogni  altro  argomento  delle  sue  ricerche. 


\!i-2  (!f,og  rafia 

In  «{uosto  viaggio  e^li  raccolse  prezioso  materiale  e 
(lise^^iiò  7U<I  pivnorniuì,  alcuni  dei  quali  a  colori,  che  ìllu- 
KtroraiiiK)  una  nuova  opera  ilei  più  alto  interesse  geo- 
grafico. 

Ancora  \Viii  ^rtniAì  furono  i  risultati  raccolti  nel  viag'^jo 
compiuto  <lal  febbraio  all'  agosto.  Ha  Scigatse  a  Tok-cen 
sul  lago  Manasarowar,  studiando  e  rilevando  un  altro 
jfrandc  lago,  l' Amciok-tso,  determinando  le  altezze  di 
varii  picchi  e  di  eccelsi  valichi,  u  correggendo  molti  par- 
ticolari delle  carte  esistenti.  Attraversò  setto  volto  l' iti-, 
norario  del  maggiore  Itvder  o  del  capitano  Ilawling,  ma 
soltanto  por  tre  giorni  lo  segui,  riscontrando  sempre? 
esattissimi  1  loro  rilievi  cartografici.  Seguendo  la  riva 
destra  del  Saiig'-po  e  poi  il  Hagha-Tsampo,  ildott  Mediti 
attraversò  la  gigantesca  catena  che  forma  In  spartiacque 
fra  il  Brahmaputra  e  i  laghi  del  Tibet  centrale,  e  pas- 
sando per  il  Ciaug-lung-podla,  pose  i)  campo  alle  falde 
del  Targu-gauibi,  una  delle  più  splendide  montagne  nevose 
del  Tibet,  venerata  al  pari  del  Oangri.  In  vista  del  Uangra- 
jnm-tsr)  gli  fu  impedito  di  avvicinarsi  al  Lago  Sangpo  e 
quindi  dovette  dirigersi  a  SO,  verso  lo  sorgenti  del  lìagha- 
tsampo.  Potè  tuttavia  correggere  importanti  errori  nella 
carta  di  questa  regione.  Il  ^lun-tso  si  trova  ad  U,  anziché 
a  tì  del  Ùangra-jum-tso,  ed  a  quattro  giorni  verso  SSO, 
giace  un  ampio  lago,  lo  Shuru.  Al  pari  dell'alta  catena 
montuosa  che  si  eleva  a  80  di  esso,  non  era  siuora 
segnato  dalle  carte.  L' esploratore  ■  rilevò  il  Uok-ciu,  jl 
Mi-cin,  ed  il  Bu-ciu,  dandoci  così  una  chiara  idea  della 
posiziono  e  della  portata  di  tutti  i  varii  fiumi  di  questa 
parte  del  Tibet.  Da  Haca-dzong,  il  viaggiatore  prese  la 
strada  settentrionalr,  molto  frequentata  dai  briganti,  che 
conduce  a  Tradun,  e  di  là,  dopo  una  lunga  divoreiouo 
a  S,  HI  recò  a  Tuc-stun,  ed  a  Shamsang.  Inviato  il  grosso 
della  carovana  a  Tokcen,  risalì  il  <'ub  sino  al  punto 
dove  il  fiume  viene  formato  da  tre  rii  minori  che  diseen- 
ilonn  ila  enormi  ghiacciai,  fronteggiati  da  morene  vera- 
mente gigantesche:  una  regione  la  quale  offre  in  una 
pnrola  il  più  grande  interesso. 

Altri  viaggi  degni  di  nota  vennero  compiuti  nel  Tibet 
da  (.'alvert,  l^eder,  Tafel,  Zugmayer.  Il  Calvert  visitò 
specialmente  (lartok,  cho  per  nove  mesi  dell'  anno  è  la 
capitale  della  provincia  di  \arÌ-chorsum,  e  ritornando 
verso  i  enniìui  inglesi  per  una  via  non  ancora  segnata 
sulle  carte,  scopri  notevoli  caiupi  auriferi.  Anche  il  capi- 


F.Hplorazhìii  nel  Tiirehexlnn  li 

Uno  Fitz-fierald  e  David  Frascr,  co!  topografo  ìndi-- 
Sayad  Mir,  haiiiin  compiuto  neil'  India  importauti  ril 
topografici  tra  Chamba-Tsiaiig  e  Scigatse.  ì\.  l^edero 
\\  erchtieudiiisk  per  Chiaclita  raggiunse  la  vietata  hlia 
dove  studiò  pazien temente  ÌI  lìuddismo  ed  ebbe  in  d 
dal  Ualai-Lbania  preziose  opere  ohe  regalò  alla  IMt 
teca  di  Vienna.  11  dott.  A.  Tal'el  percorse  il  fiume  I 
fino  a  Yiing-Vang-fu,  donde  raggiunse  l'Hoango  f 
segui  sino  a  Tung-cuaii-ting.  AttraverBii  poi  la  sto 
degli  Ordos,  la  catena  dell'  Alascian  e  raggiunse  le  i 
del  Cucunor.  Dal  sacro  monte  dì  Amne-mascìii,  pei 
catena  di  -Wahn,  egli  si  recò  alla  valle  di  Tsang-ussi 
per  essa  al  Hhaurdi-Zaidam.  ha  spedizione  da  Ka 
penetrò  finalmente nellacateiia  delCueii-Jun.II  dott.  E.  Z 
mayer  attraversò  anch'  egli  ÌI  Tibet  da  Cotan  per  il  pn 
di  Chisildavan  al  lago  di  Sagiis  che  giace,  gelato 
gran  parte  dell'anno,  all'altitudine  di  $H>0  metri:  i 
giunse  finalmente  Loh  nel  Cascemir,  senza  essere  r 
riuscito  a  penetrare,  come  si  proponeva,  nella  città  sn 
di  Lhassa. 

8.  Esplorazioni  nel  Tttrchegtan.  —  11  viaggiatore  n: 
A.  Calin  ha  compiuto  vario  escursioni  nel  Turchos 
russo,  specialmente  iulorno  al  lago  di  Issik,  allo  se 
di  compiere  esplorazioni  archeologiche.  A  Coi-Sary  tr 
molli  avanzi  di  utensili  domestici,  stoviglie  di  terra  ci 
decorate  con  lince  rette  e  a  spiralo,  i)iattoiit  di  tr 
indurita,  avanzi  di  ossa  d'  nomo  e  di  animali  domesi 
Dicono  che  quando  1'  acqua  ò  chiara  si  scorgono  gì' 
certi  contorni  di  mura,  di  edifici,  e  di  altre  costruzi 
che  datano  forse  dal  tempo  degli  Ussuni,  Altro  rov 
sono  state  trovata  uell'Alatau,  che  sembrano  fortifica?,! 
alpine,  e  pre^^so  il  villaggio  dì  l'reobrascciiski  vi  è 
sistema  di  forti  angolari,  circondati  da  fossati  ora  i 
niati  dalle  acquo  del  lago,  cretti  forso  da  Tinnir; 
contro  sono  allineate  sculture  granìtiche,  simili  a  fig 
di  pietra  comnni  nella  Russia  meridionale,  che  rapi 
sentano  esseri  umani  giacenti.  Una  casa  di  pietra  i 
linigi  dal  Cìatir-cul  è  costrutta  con  blocchi  di  basi 
collegati  da  strati  di  cemento,  e  consìsio  in  4tl  ambi< 
disposti  simmetricamente  in  giro  ad  una  sala  conti 
che  ha  una  copertura  a  forma  di  cupola;  altrove  si  f 
prirouo  duo  lastre  di  granito  con  iscrizioni  arabe,  teu 
in  grande  venerazione  dai  Chirgisi   che  fanno  sedere 


tleografin 

le  iloiniu  (jiiitttdn  nnit  Imniin  li(^li  e  vi  lasciftim 
l't'i-tii  If  conia  e  lo  iiiiglito  degli  aniiniUi  uccisi  f 
i.  1-ji  loffgeinla  (li  questo  rovine  è  accresciuta 
all' fsislniizn  di  certi- CoUiiie  erose,  elio  a  distniiza 
ino  a  torri  gotlcln'. 

loniielln  Kiirien  Mac  Mahoii  pubblicò  i  risultati 
iportanto  iiiÌssÌoih!  compiuta  noi  Seistan  per  conto 
■^nio  (leir  Indili  allo  scopo  di  regolare  la  frontiera 
dia  e  la  Hersia,  rcria  confusa  per  lo  spostamento 
ce  dell'  llillniond  e  dai  lìtici  coiitinni  |>er  la  distri- 

delle  ac<jito  di  ijiiesto  tiiime.  1^  spedizione  coai- 
a  lÒlHI  persone  con  l'2  utHciali,  con  nn  immenso 
cor  iid  S  mila  camelli,  i^  spedizione  esplori') 
0  di  Zarangi,  ili  Sarotar  ed  altre  città  vetuste  che 
dono  sopra  nna  superfìcie  di  "ìiM)  km.  lìilevò  la 
;l  paese  con  jiericoio  di    vita,  pei-chè  infatti  sette 

della  spedizione  morirono  nelle  torride  zone  del 
-Margo.  Il  lago  Ilamnn  viene  ora  raj) presentato 
rta  coiiie  nn  solo  bacino  lacustre  snlle  oni  rive 
la  strana  popolazione  indigena,  i  Saiad,  che  vive 

e  di  nccclli  acquatici  e  lras])orta  le  sne  capanno 

crescono  o  calajio  le  ticqiie.   L' liamnii    accog^lie 

l'ostale  la  piena  di  nu  immenso  hocino  di  825  mila 
.limentnto  da  parecchi  tinmi,  ma  specialmente  dal- 
nd  o  llelmand.  Il  lago  si  è  spostato  come  quello  di 
ad  ogni  spostamento  corrisposero  la  formazione  di 
'80  della,  e  la  costmzione  delie  successive  capitali  di 
■egione,  Harolar,  Af^riaspa  e  Xaranjfi. 
It.  rilein  ha  compinto  una  esplorazione  geograTica 
ìologica  neir  Asia  centrale.  Nel  deserto  a  nord"  di 
prì  ogg'Otti  ed  utensili  domestici  vecchi  di  17  secoli, e 
'  di  legno  scrilte  in  lingua  sarosfi  e  in  un  antico 

indiano,  già  commisto  ad  elementi  sanscriti,  Ix) 
traversò  il  deserto  tra  il  fiume  Nija  e  Gereen,  e 
lescrizioui  ci  permettono  di  controllare  anche  più 
5nte  parecchie  notizie  a  noi  già  date  da   Hnang- 

Marco  Polo. 

dicembre  l!«>fi  lo  Stein  parli  per  it  lago  I>jb  o 
*'i  arrivò  il  i;t,  constatando  che  l'aspetto  fisico 
gione  è  assai  modificato  da  qnando  lo  visita»  Sven 
L'  acipia  delle  lagune  e  delle  pozze  è  molto  aee- 
sono  aumentate  ìe  incrostazioni  saline.  Anche  iu 
ioserto  lo  Htein  scopri  fucili,  oggetti  dell' età  della 
rozzi  vasi  di  terra  e  buon  numero   di    documenti 


Esplorazioni  nel  Turchestan 

scritti  su  carta  e  su  legno.  Compiuta 
r  esplor&zioiie  delle  rovine,  continuò  il  vi 
il  deserto,  riuscendo  il  fi  gennaio  1!I(I7  fi 
Dopo  aver  rilevato  alcune  localilì)  d' intere 
sul  basso  Tarim  e  sul  Crecen  ,  riprese 
Miran,  dove  scopri  avanzi  di  saiitnarii  l 
rifievi  in  stucco,  ed  affreschi  bellissimi  ce 
vallette;  vi  raccolse  pnre  iscrizioni  e  pe 
leggende  in  lingua  mirasrlii.  Anche  il  pr 
tou  esplorò  nel  liKMì  la  regione  ilei  la( 
penoso  G  diffìcile  viaggio.  Perceutiuain  di  i 
indizio  di  vita  nell'ampia  steppa,  trovò  i] 
di  pivieri  morti  da  centinaia  di  anni  e 
di  canna  palustre.  A  differenza  di  (juanti 
vaiski  e  Sveu  Hodin,  l'odiorua  palude  di 
mi  piccolo  avanzo  dell'  antico  ed  ampio 
il  secondo  o  1'  ottavo  secolo  di  Cristo  il 
nella  posizione  che  gli  assegnano  le  anti 
Hecondo  Huntington,  il  clima  anche  in  ep 
rilucenti  era  assai  [liìi  unitabìle  di  ([nauti 
scoprì  sei  diverso  linee  ili  costa  a  diverse 
buìsce  i  mututnouti  di  posizione  del  lago 
avvenuto  nel  corMo  del  Tarim,  (.'ontrarii 
Hedin,  ritiene  che  il  lago  l.op  sia  stato 
motto  più  esteso  di  adesso. 

Lo  slesso  esploratore  ha  mosso  in  ni 
importanza  della  depressione  di  Turfan  ji 
civilli\.  Jl  Turfan  è  una  pianura  desolatti 
e  larga  la  metà,  circondata  da  alti  inoi 
nel  punto  più  depresso  ihi  un  lago  sai; 
sotto  il  livello  del  niaré.  Nelle  poche  cii 
una  popolazione  di  ól)  mila  abitanti  utili! 
giioso  sistema  d' irrigazione,  le  acque  di 
\m  rovine  di  tem|>li,  di  monasteri,  le  isc 
scritti  raccolti  in  ijuestu  regione  ed  a|)|))i 
a  dieci  lingue  diverse  dimostraJio  iiuai 
passati  per  i|uesla  regione.  Ancora  alla 
secolo  di  nostra  èra,  il  clima  di  tutta  (ju 
fi-osco  e  piovoso  e  vi  si  potè  perciò  svili 
vaia  civiltà  che  ì-  pni  iutoranionte  scom; 
dono  notizie  anche  dui  viaggio  coui]>intii 
lìrnce,  che  arrivò  a  Pechino  a  mola  del 
iittravei-salo  il  Turchosluu,  il  Tibet  e  i 
Cina.  La  spedizione  arelieohigiea   priisMÌi 


A.  Leeoq,  BartiiH  o  flrLÌiiwedol  intraprese  con  hiioii  siie- 
cusso  numerosi  scavi  nei  diiilnniì  di  (,'iitsciar,  (Inmlc 
potè  ii]»it(liire  iiuporlaiiti  e  preziosi  cimcliì  al  museo  di 
llerlìiio.  Anche  una  spi-tiizioue  francese  iliretta  ila  P,  Fel- 
liot  ha  raccolto  tesori  nelle  rovint'  <ti  quoi  chiostri  bud- 
distici e  di  (pielle  antiche    e   scomparse  civiltà  asiatiche. 

9.  S'ell'  Asiti  riinisa.  —  IO  stata  pubblica  a  la  relazioiK' 
delle  esplorazioni  compiute  da  \V.  Hichnier-Hichmers  nella 
Suanezia,  iiisieme  a  tedeschi,  inplesi  e  svizzeri,  dodici 
alpinisti  in  lutto,  tra  i  (piali  nnii  signorina.  La  spedi- 
zione compì  trenta  ascensioni,  la  juctà  delle  quali  sopra 
cime  vergini,  jiotevole  fra  esse  l'I'shlia  iiieritlionalo,  elio 
chiamarono  il  Cervino  del  Caucaso,  din)  dei  membri  deUii 
spedizione,  II.  ^^'.  Wii^ner,  descrisse  le  accensioni  ai 
monti  llewai,  Hack  o  Charendà,  Slitavler  ed  Klbruz.  Rol- 
leston  e  Umiistjiff  salin>no  per  la  prima  volta  il  TietengX'ii, 
poi  il  Lacra,  il  Tetnuld,  il  Lalsacii,  il  Hasci~schil-tau  e 
la  punta  occidentale  dello  Scara,  .\nclie  nel  1907  mime- 
rosi  alpinisti  seg'uiroiio  l'esempio  di  questi  precursori, 
reeainlosi  in  ferrovia  a  t'nta  e  poi  per  Orbeli,  Tiageri, 
Leiitccchi  ed  il  ]iasso  di  Leiila,  a  Hessn,  dove  sorgono 
gik  alber^'hi,  sicché  viene  chiamala  la  Zermatt  del  Can- 
case.  Il  governo  russo  ha  deliberalo  rii  costrniro  il  doppio 
binario' sulla  ferrovia  attraverso  la  Siberia,  ed  esso  è  già 
un  fatto  compiuto  da  Acinsknd  Ircutsk.  CosV  potrà  essere 
dato  nnuvn  e  ]>iii  vigoroso  impulso  all'importazione  del 
bestiame  dalla  Siberia,  dove  sor^fono  sempre  iniovi  contri 
coiumerciiili.  In  (jiiesti  ultimi  tempi  acquistò  grande  ini- 
purlanza  la  città  di  Xovo-N'icolajewmi  ed  altri  centri  sor- 
trerHrnin  se  [lotrà  essere  nie^rJio  sviluppala  la  navigazione 
sul  latro  ili  .\ral.  I,a  ferrovia  da  Oranburg  a  Tasohend 
piissa  ora  a  |ioc!i  disianza  dal  lago  a  si  (ratta  di  pro- 
muovere unii  rei>'olare  coinnnicaziouo  con  vapori  tra  lii 
stazione  ilei  lai^n  e  hi  foce  del  tinuie  Mamuii,  più  tardi 
forse  sino  a  Chiva. 

Un'altra  ferrovia  si  vorrebbe  costruire  dal  liume  Olì 
all'Oceano  artico,  allacciandola  co!  sistema  fluviale  del- 
l'Obi  e  del  .leiii.ssei.  l  principali  centri  connuerciali  della 
Siberia  orientale  saranno  imiti  ai  porti  europei  |)er  mezzo 
di  mia  ferrovia  che  partirà  ila  Siili,  sidla  riva  dell' (Jb, 
e  riuscirà  alla  baja  di  Varaudiii.  sulla  civsla  Sumoieda 
dr-ir  Oceano  artico.    La    niiovii    ferrovia    sarà    lunga   20.5 


NeìV  Asia  russa  4(>7 


miglia  e  la  via  fluviale  dalla  staziono  di  (  )b  alla  stazione 
(li  Sob,  1600  miglia,  per  cui  riuscirà  molto  più  facile 
r  esportazione  dello  merci  di  questa  vasta  regione  della 
Siberia.  Una  importante  serie  di  esplorazioni  scientifiche 
viene  promossa  dalla  Russia  per  meglio  sfruttare  le  ric- 
chezze minerarie  della  Siberia  ed  accrescere  V  importanza 
economica  di  quella  vasta  regione.  Il  maggiore  Belinski 
lia  iniziato  nel  maggio  un  viaggio  che  durerà  sei  anni  ; 
ila  Semiriecensk,  attraverso  la  Mongolia,  si  recherà  negli 
Aitai,  visiterà  il  distretto  di  Mercinsk,  il  territorio  oltre 
r  Hamur,  il  paese  degli  Jacuti  ed  il  Camsciatca. 

La  parte  settentrionale  di  Saccalin  rimasta  ai  russi  * 
porse  materia  ad  importanti  studi  geologici  dell'  ingegnere 
nioiitanistico  K.  N.  Tulcinski.  Altri  esploratori  attendono 
a  mettere  in  evidenza  ed  a  sfruttare  le  ricchezze  del- 
r  isola,  e  specialmente  i  (le[)Ositi  di  nafta,  il  carbon  fossile, 
i  boschi  che  ricoprono  quasi  tutta  la  parte  settentrionale 
dell'isola,  ora  completamente  inutili  a  cagione  della  impos- 
sibilità di  trasportare  il  legname. 

W.  A.  Dubjanski  |)ubblicò  la  relazione  del  viaggio 
compiuto  specialmente  per  studi  botanici  nella  regione 
degli  Urali  e  nel  territorio  di  Turgai,  visitando  le  steppe 
di  Bolsje-Harsucchi  sulla  riva  settentrionale  del  lago 
d'Arai  e  (pielle  di  Ust-urt.  (V)sì  Edelstein  pubblicò  final- 
mente i  risultati  delle  esplorazioni  da  lui  compiute  nelle 
montagne  di  vSichota-Alin,  nella  provincia  dell'  Amur,  e 
Foewk  quelle  delle  ricerche  archeologiche  fatte  nella 
stessa  regione. 

Il  milionario  F.  1*.  Ujabusinskij  ha  destinato  la  somma 
di  500.0(K)  lire  per  una  spedizione  russa  nel  f^amsciatca, 
che  sarà  intrapresa  nei  primi  del  1908.  A.  pstrumofT  ha 
pubblicato  i  risultati  delle  sue  ricerche  sul  mar  (^aspio, 
ed  il  luogotenente  .1.  Pariski  (juelli  dei  rilievi  da  lui  com- 
piuti sulla  ferrovia  Transcaspiana,  dei  (piali  si  hanno  tra 
altri  i  dati  seguenti:  Kysyl-Arwat  101  m.,  Aschabad 
225  m.,  Merkw  225  m.,  Huchara  224  m.,  Sanuircanda  690  m., 
Taschkent  749  m.  Stagnai iamo  ancora  le  spedizioni  com- 
piute dal  tenente  Sergeev,  lungo  il  tliun(^  Jenissei,  dal 
medico  W.  Tjucev  nel  Camsciatca,  da  Tolmasciev,  nel 
bacino  del  Chatanga,  e  iìnalmente  da  X.  Tulsinski  nello 
stretto  (li  Bering. 


408  Geografia 


V.  —  Africa. 

l.  /  monti  dell  Africa.  -  La  spedizione  scientilie:. 
compiuta  dal  Duca  degli  Abruzzi  al  Ruvenzori  o  Riiu- 
soro,  ha  risuscitata  la  controversia  intorno  ai  monti  dei- 
r  Africa,  che,  secondo  la  legg-onda,  dovrebbe  contenere  !♦• 
più  alte  vette  del  mondo,  mentre  quelle  deirAfrica  sono  d: 
molto  superato  negli  altri  continenti.  La  più  alta  vetta  del 
Ruvenzori,  secondo  le  ultime  misure  di  precisione, ragfg-iunjr** 
5125  m.,  e  tiene  appena  il  terzo  posto  fra  le  montagfne  del- 
l'Africa.  Il  primo  posto  spetta  al  Chilimangiaro,  vulcani 
spento  che  ha  il  profilo  di  un  Vesuvio  ingrandito  e  si  trova 
ora  intieramente  su  territorio  germanico,  per  quanto  viciun 
ai  confini  inglesi.  La  punta  più  alta,  il  Chivo,  è  un  v^ast^ 
cratere  pieno  di  ghiaccio,  e  raggiunge  V  altezza  di  6()10  m., 
mentre  sino  ad  ora  era  stata  variamente  misurata  tra 
5960  e  (UBO  m.;  la  sua  minor  vetta,  il  Mawensi,  ra^»- 
giunge  i  5805  m.  Il  secondo  posto  spetta  al  Chenia,  un 
altro  vulcano  spento,  che  sorge  più  a  nord  in  territori»» 
britannico,  presso  la  linea  deir  E(iuatore,  e  secondo  !•' 
misure  più  degne  di  fede  raggiunge  i  5340  m.;  esso  f\\ 
salito  la  prima  volta  il  18  settembre  1900  dair alpinista 
inglese  H.  Mackinder.  Il  Ruvenzori  per  mole  ed  esten- 
sione è  molto  più  importante  di  quei  due  vulcani  isolati. 
costituendo  una  catena  cristallina  originata  da  pieg-he  e 
sprofondamenti,  mentre  gli  altri  due  monti  sono  origi- 
nati da  eruzioni  vulcaniche,  ed  il  ('henia  si  ergo  sopra 
un  arido  e  (juasi  deserto  altipiano,  come  il  Chilimangiaro 
in  una  regione  di  aperte  savane. 

Cosi,  mentre  sul  Ruvenzori  vennero  osservati  nevai  e 
ghiacciai  simili  a  quelli  delle  Alpi,  sulle  altre  due  mon- 
tagne più  alte  prevale  il  tipo  della  nei^e  penitente^  osser- 
vata nelle  Ande  dall'  K(juatore  al  Cile,  caratterizzata  da 
una  superfìcie  irregolarissima,  che  ricorda  le  roccie  dei 
('arsi,  con  .«guglie  e  gobbe  paragonato  appunto  a  proces- 
sioni di  penitenti.  Anche  per  (pu^sto  tutto  il  mondo  scientifico 
apprezzò  V  importanza  della  spedizione  com]>iuta  dal  Duca 
nostro  al  Ruvenzori  :  (piesto  monte,  per  la  ricchezza  della 
vegetazione  e  per  le  caratteristiche  della  natura  alpina, 
sebbene  sia  il  terzo,  è  di  gran  lunga  il  più  importante 
deir  Africa. 


•J.  La  tiialatfia  tiri  souiiii.  —  Le  poten/.f  troloii 
(loirAIViea  si  HDiii»  iiliannali'  dai  terribili  proj^n-sai  f 
iii'gli  iiltiini  anni  diiUii  iiialtittiti  di'l  sonno,  e  so  non  i 
liti  t'splieito  iiccordii,  ciu'cnrotio  Iirtte  dì  studini'c  il  fp 
iiiDiio  per  ti'ovarne  i  nmeitì.  L' Inyliilterra  aveva 
itiviiktii  uim  missione  diretlit  dal  dolt.  Diittoti,  clie  rini 
ne!  bacino  del  UontìO  per  'l'I  iiiosi,  percorrendo  o 
:t(RHt  kiu.  11  Hno  capo  socco  mi  tette  al  proprio  zelo  »ci 
litico,  ed  il  di  lui  assistente,  doti.  John  Todd,  pulddicò  i 
relazione  snì  risultati  della  aialaltia  ed  i  suoi  progri 
dal  11*^4  al  lfl04.  La  missione  dimostrò  die  il  (lajfi 
setT'ic  le  principali  litit>c  di  comunicazione  o  si  estcì 
sempre  più,  fncL-iido  miifliala  e  mijrliftia  di  vittime. 

La  lienitaiiia  ha  mandato  nna  luisslojie  ufficiale  j 
sieduta  dal  dottor  Koberlo  Koch,  e  questa  perco 
l'Africa  orientale  tedesca,  l'in^jlese  e  le  isole  di  Se 
sul  laf^'O  Vittoria,  alcuna  delle  quali  sono  letteralme 
spopolalo  dalla  terribile  malattia.  Il  i-e  Leopoldo  del  Hcl 
stanziò  una  spesa  di  mezzo  milione,  lilM)  mila  por  i 
diare  la  malattia,  :Ì00  mila  per  un  premio  a  chi  scopri 
un  rimedio  atto  a  iruarrrln.  La  Francia  inviò  una  spi 
xione  che  parti  il  25  ottobre  l'.KMi  ed  ha  già.  compi 
stu<]Ì  Importanti  sulla  difTnsione  delle  Irlpanosomiasi  nm. 
0  dello  iflossine  dei  Conn^,  sulla  dilTusione  delle  trìpa 
somiasi  animali,  sulle  infezioni  mìci-obiche  seconda 
sulla  inlluenza  della  glossina  nella  propag'azione  d 
tripanosomiasi;  pubblicò  infine  una  Importante  ino 
yrafia  delle  glossine  e  dei  tripanosomi. 

Il  dottor  Koch  fece  molte  esperienze  sugli  effetti 
una  sostanza  arsenicale,  ratoxyl.  che  esperimento 
liir^a  acala  fra  i  negri  dell' IJgaiìda.  Studiò  le  condlzi 
di  esistenza  della  glossina  palpalis,  assai  dilTusa  nel 
ritorio  tedesco  e  specialmonte  nollo  Isole  disabitate  d 
iibbondano  eocoodrllll  e  rinoceronti  od  è  poco  folla 
vegetazione  delle  rive.  Il  dottor  Koch,  muovendo  d: 
itsservazioue  che  la  glossina  si  mitre  di  sangue  viv 
ne  ha  bisogno  almeno  ogni  due  giorni,  Itovò  che  e 
abbonda  special  mei  ite  dove  sono  numorosj  i  coccodr 
La  lualattia  intìerisco  specialmente  nelle  isolo;  in  ijiii 
di  Sesse  ha  fatto  stragi  incrodìbiii,  diminuendo  in  ({ua' 
anni  la  popolazione  da  -Kl  mila  a  10  mila  abitanti, 
sud  dell'arcipelago  un  gruppo  di  isole  già  popolatissi 
("■  ora  deserto;  un  villaggio  di  {luecento  abitanti  è  rid( 
lì  ■"),  <|uasi    tulli    ammalati   di  tripanosomlnsi.  Secondi 


470  Geografia 

Koch,  non  si  può  più  dubitare  della  efficacia  dell'atoxvL 
ma  il  dottor  Ross  di  l.iverpool  afferma  cfie  per  Io  men**» 
se  ne  deve  dubitare,  come  si  dubita  della  influenza  del 
chinino  sulla  febbre  malarica. 

11  dottor  Martin,  capo  della  missione  francese,  appena 
giunto  al  Congo,  informava  che  la  malattia  fa  stragi' 
in  tutta  la  regione,  eccettuato  nei  paesi  montuosi  e  bo- 
scosi del  Bidè  N'  Tangu,  situato  tra  le  valli  superiori 
dell' ()gouè,  del  Giuè  e  del  Xiari.  I.e  popolazioni  piìi 
colpite  sono  (pielle  di  razza  Baconga.  Anche  la  missione 
inglese  riscontrò  che  il  Mauiema,  paese  che  aveva  susci- 
tato gli  entusiasmi  di  Livingstone,  ò  oggi  ridotto  ad  ui*. 
vero  deserto,  essendo  stato  ruinato  dalle  vessazioni  dei 
mercanti  di  schiavi,  dalle  guerre  degli  Arabi,  raa  sopra- 
tutto dagli  orrori  della  malattia  del  sonno.  Quasi  tutti  i 
villaggi  presentano  un  doloroso  spettacolo,  perchè  gli 
abitanti  scacciano  gì'  indigeni  colpiti  dal  morbo  così 
che  essi  errano  qua  e  là  e  cadono  esausti,  senza  il  più 
lieve  soccorso. 

8.  Esplorazioni  Alej'ander^  Hall^  S.  Landor,  —  La 
misurazione  del  gra<lo  in  Africa  continua  od  è  ormai 
presso  alla  fine.  La  Compagnia  del  Sud  Africa  ha  ^ìh 
presentati  i  risultati  delle  misure  fatte  sul  80**  meridiano 
a  sud  fino  a  Guelo;  e  l'Inghilterra  ha  assicurato  il  colle- 
gamento di  questo  punto  con  la  triangolazione  del  Trans- 
waal  che  già  raggiunge  il  fiume  Limpopo.  Dal  canto  suo 
r  Egitto,  sotto  la  guida  di  li.  Lyons,  contiinia  le  misure 
verso  il  sud,  e  spetta  ora  alla  Gerraania  la  uobile  mis- 
sione di  collegare  tra  loro  questi  risultati.  La  spedizione 
B.  Alexander  ha  compiuto  la  traversata  dell'Africa  dalle 
rive  della  (iuinea  sino  all'Egitto,  arrestandosi  special- 
mente intorno  alle  rive  del  Ciad  e  nel  bacino  dello  Sciari. 
La  spedizione  ha  però  perduto  non  solo  il  fratello  de! 
suo  capo,  Claudio,  ma  anche  il  capitano  Oosling,  che  ne 
era  uno  dei  più  autorevoli  membri. 

Un'altra  traversata  dell'Africa  ha  compiuto  la  signora 
Maria  Hall,  che  dallo  Zarabesi  riusci  al  lago  Niassa,  attra- 
versò le  regioni  dellaTanganicae  del  Vittoria,  e  per  TUganda 
Niniale  e  (Jondocoro  riuscì  a  Cartum.  Un'  ultima  importante 
traversata  venne  compiuta  da  Savage  Landor,  il  quale  da 
(iibuti  raggiunse  le  rive  del  Sobat,  attraversò  le  grandi 
foreste  interne  e  riuscì  alla  colonia  francese  del  Congo, 
illustrando  specialmente  le  stazioni  di  I)em-Ziber,  Giima, 


/'  Uiyo   Merlile  -   AiiU--bit:,  niiAv/H-- 

Zeiiio  fi  Uafai,  Uà  i|iiHst'iilliiiin,  per  il  la^r»  Ciiid  p  1 
biittù,  rajrifiiiiise  Imalineiitt'  In  Sciicirnml>ia, 

4.  Il  lago  Mrride  e  In  itìi/a  i/i  Asmian.  —  li  ual 
lisln  Cuiiiiiii^lon  Ita  compiuto  unii  spndizioiio  noi  F£ 
per  esplorare  le  coiidizìntii  del  Bircket-el-Kcruii,  il 
Morìde  dcirii  Antichi.  11  bacino  i'  Uttìgtì  circa  òli  k 
largo  10,  e  net  punto  più  proTondo  non  siiperH  i  II  ui 
parecchi  ^cìenKìati  credono  però  che  osso  non  e 
sponda  inlerflinenle  al  lago  Meride  degli  antichi.  Lo  Bl 
della  vita  organica  del  lago  e  dei  dùitorni  potrà  foi 
i  dati  per  ilecidfire  t'importaiito  questione,  alla  q 
sono  coiitiosHÌ  numerosi  ed  importanti  problemi  di  are 
logia  egiziana:  lm.sli  che  verso  il  iKXMl  a,  C.  tino  i 
antichi  Faraoni  foce  colà  raccoglierò  le  acque  di  f 
per  poterlo  utili^izare  a  vantaggio  delle  irrigazioni. 

Il  ("ìoverno  egiziano  ha  deliberato  di  elevare  la  | 
diga  di  Assuan,  in  modo  che  il  vasto  serbatoio  p 
contejiere  mia  (pianlità  di  ac<]ua  dne  volte  e  mezza 
grande  con  una  spesa  di  un  milione  e  mezzo  di  lire 
ziano.  La  diga  sarà  innalzata  di  otto  metri,  con  g 
danno  dei  inonnmenli  dell'isola  dì  File,  o  dei  templi 
si  trovano  Ira  Assuan  è  l'adi  llali'a.  La  niaggii)r  | 
di  (pipste  classiche  rovine  è  destinata  a  sconq)arÌre 
il  governo  n<in  ha  esitato  dt  fronte  alla  redenzioii 
9Ó0.O0O  acri  ili  juiove  terre,  ai  vantaggi  economici 
ne  deriveranno,  e  sono  davvero  impòrlaiiti,  giaccl 
potranno  avere  4  milioni  di  lire  all'anno  di  tna^ 
reddito  per  la  sola  coltivazione  del  cotone. 

."(.  AnlMiità  abisnine.  -  M  dottor  Francesco  (la 
e  il  dottor  Roberto  l'aribemi  hanno  compiuto  vari 
cerche  archeologiche  pi-esso-  Zula,  nel  luogo  dell' a 
.\dnlis.  Il  luogo  offre  ora  l'aspetto  dì  nna  ondula 
sabbiosa  pianura,  dove  cumuli  di  pietre  e  di  roi 
attestano  la  presenza  di  immergisi  edilici  in  rovini 
numerose  trincee  aporte  nel  corso  di  i|Uost'  anno 
mostrarono  però  alcuna  traccia  di  nna  cinta  di  ni 
alla  periferia  gli  odifiei  si  fanno  più  rari  ed  al  S0| 
suolo  di  rottami  seguono  avanzi  di  jiovere  e  Icp 
abitazioni  di  legno,  paglia  e  fango  di  cui  uniche  Ir 
sono  il  focolai'c  ed  il  letamaio.  Un  gruppo  di  caso 
vate  venne  posto  in  luce  nella  jiarte  S.  (  ).  (lolla  città,  e 
parte   settentrionale  si   trovò  quasi    a   lior   di   terra 


472  (ieografia 

chiesa  cristiana  a  forma  basilicale  con  absiiFe,  presbitericx 
e  tre  navate  distinte  da  colonne.  Un  altro  grande  edificio 
lungo  25  metri  e  largo  10,  dedicato  forse  a  culti  precri- 
stiani, valine  scoperto  all'estremo  levante  delia  citta  : 
aiujhe  su  di  esso  venne  eretta  una  chiesa  cristiana  più 
grande  dell'altra,  a  forma  basilicale  con  tre  poi  te. 

L'esame  di  questa  antichità,  come  i  resti  degli  editici 
di  Cohaito,  di  Tocouda  e  di  Aratii,  ci  dimostrarono  ad 
evidenza  la  grande  prosperità  economica  di  cui  godevu  il 
paese.  Alcuni  ediiici  erano  rivestiti  di  grandi  lastre  dì 
eccellente  alabastro  e  di  altri  marmi  rarissimi;  molte 
supellettili  domesticlie  erano  in  bronzo,  ed  abbomia- 
vano  i  vetri  iridati,  le  ambre,  le  madreperle  ed  anche 
gli  oggetti  d'oro.  CJià  da  Adulis  si  trassero  42  monete 
dei  Re  Axumiti,  croci  d' oro  con  iscrizioni  greche,  ed 
altri  oggetti  di  ornamento. 

11  signor  De  Castro  ha  esplorato  un  curioso  convento 
trogloditico  ad  Kcca  press<ì  Addis  Abeba.  La  grotta  arti- 
ficiale di  I^^cca  ricorda  mia  delle  impronte  di  quel  primo 
sprazzo  di  civiltà  europea,  che  i  Portoghesi  recarono  in 
Abissinia;  essa  è  una  vera  fortezza,  sebbene  abbia  la 
forma  delle  basiliche  cristiane,  distinta  da  un  triplice 
Ordine  di  archi  che  formano  insieme  nove  navate.  Siffatte 
caverne  abbondano  in  Abissinia  :  in  quelle  di  Gilogow 
e  di  Acachi  il  cardinale  Massaia  celebrò  più  volte  la 
messa. 

().  Ordinamento  del  Sttdan  Ei/iziano.  —  Il  Sudan,  se- 
condo il  nuovo  ordinamento,  è  stato  diviso  in  tredici  Pro- 
vincie, cioè  Bahr-el-Gazal  (capoluogo  Wau  alla  confluenza 
del    Sobat  nel   Nilo),    Berber   (el    Damer),   Nilo  Azzurro 
(VVad  Medam),  Dongoia  (Meroe),  U.  llalfa  (Halfa,  Cassala 
(Cassala',  Cartum    ((>artum),   Cordofan   {FA  Obeid),  Mou- 
galla    (Mougalla),    Mar    Rosso    (  Port    Sudan),    Sennaar 
(Singa),  Alto  Nilo  (Kodoki,  Nilo  Bianco  (El  Duein).  Ognuna 
«li  queste  provincie  è  n'tta  da  lui  governatore  inglese,  cui 
sottostanno  alcuni  ufficiali  egiziani,  comandanti  dei  sin- 
goli distretti.  La  popolazione   del   Sudan   egiziano  è  sti- 
mata tra  ini  milione  e  mezzo   e  due  milioni  di  persone; 
quella  di  ( -luu'tnm  coi  sobborghi  somma  a  74.504  abitanti, 
più    della    metà   dei   quali   abitano   iieir  antica   residenza 
del  Mahdi,  Omdurmaiui.  Il  governatore  generale  del  Sudan 
è  Wingate  pascià,  e  gli  sta  a  fianco   in   qualità  d'ispet- 
tore generale  Slatin  ptuscià,   che   visse  dieci  anni  prigio- 


PHhhlirnzioni  suW  Africfi   italiaix 

iiioro  (tei  Mahdì,  e  |>oi 
l^'uiiuiiiiiiyU'Ai'.iotic  <IgI  : 
ropoo,  è  divisa  in   14  riiiiit. 

1.  PiihlMeazioni  miU  Africa  italiana.  — 
<feoyrali'-a  ilaliaiiii  ha  iniziato  un  lavora  ver 
zioso  raccog;lioiid()  iuta  biblingrafia  ffeogratit 
Ionia  Eritrea,  l'ii  primo  •sngg in  compilato  d( 
O.  DaiiiGili,  0.  Marinelli,  ed  A.  Mori,  comprei 
pubblicate  dal  18!1!  al  liUMi,  ed  i  titoli  nei  qii 
simo  si  riassumono  dàiuio  appena  mi' idea  d 
(lucsto  dotto  rictTChe.  Dopo  una  parte  introdii 
1  eiiumerazioiH'  sintetica  delle  vario  opere, 
storia  della  conoscenza  {reoi^riitiea  dell'Eritrei 
idrografiche,  detenni  nazioni  astrnnomielio  e 
operazioni  trigonometriche  e  topograliehe,  car 
e  rilievi  itinerari,  determinazioni  nltinietrich 
scrittive  di  viaggi  o  relazioni  ili  una  parte  n( 
colonia,  doscrizionì  regionali  ed  itinerarie,  st 
logiche,  vulcani,  terremoti,  morfologia  terre 
zioiii  idrogralìclie,  climatiche,  igìpniche,  ■ 
opero  relative  alla  geografia  delle  pianto,  de 
dell' nomo,  alla  storia,  archeologia,  toponom 
popolazioni  eritree,  all'etnografln,  alle  Ungi 
tislica  della  popolazione.  I.o  successivo  ope: 
scono  a  miniere,  boschi,  agricoltura,  besti 
caccia,  commei-cio,  viabilità,  mezzi  di  cot 
colonizzazione,  storia  politica  e  militare,  coni 
namento  amministrativo,  discussioni  ]>oliticl 
religiose, 

Il  Ministero  degli  Esteri  ha  pubblicato  ii 
volume  il  riassunto  di  tutte  le  discussioni  a 
l'ariamento  italiano,  dt-lle  interpellanze,  del 
interrogazioni,  disegni  di  logge,  bilanci  e  d 
ogni  sorta  su  argomenti  riguardanti  le  coln 
d'Africa.  La  voluminosa  pubblicazione,  ricca  d 
documenti,  è  stata  dirotta  <lal  eomm.  G.  Agi 
guita  da  B.  Pellegrini. 

Essa  piglia  le  mosse  dall'  opera  da  me 
sulle  colonie  degli  Italiani  p  riesco  agli  ulti 
l!H)-"i,  no»  senza  tradire  spes.so  il  |)artito  prei 
a  qualunque  costo  l' opera  compiuta  da  luti 
che  sì  siono  succeduti  al  potere.  Lo  stess 
pubblicò  in  tre  volumi   una  raccolta   di   Iralt 


litri  documenti,  relativi  all'Africa  dal 
trp  indici  e  due  carte,  ed  è  pubblica- 
ni iri'ii  lidi  sai  mn  valore,  non  solo  per  in 
iziniii  Africane  e  per  Ih  diploinflticn. 
reofrrafift  eaplornlrice. 

fj/li  Abi»*ÌHÌ.  ~  Uiui  delie  Jiiil  iiite- 
p  pubblicato   Fieli' anno  sull"  Africa  ita- 

L|iii'lla  dol  capitano  A.  M.  Tancredi. 
lugiaiio  ali  Abissini  dell'Eritrea.  Xoii 
in  tutti  i  particolari  che  egli  dà  della 
;omiiieiandn  dai  vasi  nei  quali  le 
ilcniite,  prosetrueiido  a  narrare  della 
IIP  nelle  sue  varie  specie,  dei  condi- 
razinne  s])eciale  di  alcitne  farine,  delie 
,  L'autiiro  descrive  con  molta  proci- 
'  ha  fatto  un  lunfr')  osperiinento.  tutte 
ni^ii  Abissini,  da  quelle  senza  carne,  a 
por  fondamento  altri  elementi  che  nnn 
11  carne. 

naniere  divei«e  si  preparino  le  bevande 
l  una  iartra  raccolta  illustrata  dì  iit^n- 
i^'one  in  terra  cotta,  in  legrno  o  materie 

corno,  come  puro  di  utensili  e  Stovi- 
ìiato,  in  piifrlie,  fibre,  ed  altri  vejfetali 
impastati  di  fango  o  di  boviu».  o  non 


'rei.  —  I  professori  G.  Dainelli  od 
cano  nnovi  studi  sui  vulcani  attivi  della 
onlributo  alla  grande  o])era  di  Hans 
li  attivi  doli' Africa.  I  nostri  autori  de- 
o  Vulcano  di  Bdd,  fatto  conoscere  la 
spe<IÌ2Ìnne  tedesca  inviata  in  occasione 
ne  nel  1871;  questo  vulcano  si  trova 
urico,  mentre  l' Erta-ale  è  un  vulcano 
>nfano  lia  incerta  attività.  \  dire  il  vero, 
iclndouo  che  il  Dubbi  non  è  mai  stato 
europeo  e  l' Krta-ale  lo  fn  soltanto  nel 
,  notizia  la  quale  costituisce  veramente 
vergogna  per  la  scienza  italiana. 
'i  descrivono  un  altro  vulcano  della  dc- 
:  il  Maraho,  Ne  diede  prima  notizia  il 
ilfanto   i   nostri  autori  ebbero  l'agio  di 


esploriirlr»  (■  ili  ilHnie  CDinplL'tH,  deacrizioiie.  Sebi 
pi'i'^enti  iilciiiiA  rcsiilnii  niaiiifestfuiione  di  vili 
tuttavia,  liftlii  la  setii|>licitìi  e  l'evidenza  della  s 
tura,  come  mi  modello  di  viilcaim,  è  parajronabìle 
Monte  Nuovo,  dal  quale  però  differisce  Hoslaiii 
pfT  le  condizioni  lìei  eratei-o,  ])ep  lo  lave  che  lo  o 
per  i  picchi  cho  ne  rompono  i  flaochi  e  per  le 
ristiche  forme  di  deyntdazionf  dipendenti  dal  i 
tleserto. 

Un  terzo  vulcano  .venne  esplorato  dagli  slei; 
ziati,  l'Alid;  esso  venne  per  la  prima  volta  descr 
carta  pubblicata  nel  liWÒ  per  illustrare  le  spedi 
capitano  Bongiovanni  e  del  lenente  De  Vita  fra 
Adi-Oaiè.  Ilainelij  e  Marinelli  lo  visitarono  il  fi  ireii 
e  no  raggiunsero  presto  la  vetta  a  21't  metri.  I 
il  cratere  e  rilevata  la  forma  del  vulcano,  esai 
suo  principali  fumarole,  essi  descrissero  i  camp 
ed  i  piccoli  coni  che  circondano  l' Alid,  o  rilevar 
le  tracoie  dei  minori  vulcani,  lungo  la  via  fra  1 
e  Arafali.  Le  notizie  da  essi  raccolto  dimostrau 
palmente  ipianto  sieno  ancora  ìncouiplote  e  «piai 
terebbero  di  essere  perfezionate  le  nostre  cofani 
vidcaui  di  tutta  «piesla  zona. 

10.  Lingue  eritree.  —  Il  ItolleUiiio  della  Soc 
^rrafica  italiana  aveva  già  pubblicato  una  cai 
liu^e  parlate  dalle  popolazioni  indigene  della 
eritrea,  o  ci  dà  ora  Lino  studio  di  Michele  Chec 
stesso  argomento.  Le  popolazioni  che^  occupc 
l'Kritrea  possono  essere  distinte  in  Abissini 
abitano  l'Amassou  e  rOculè-Gnzai.  Il  Serrac  e 
Tesfa;  in  Abissini  alterati,  i  Heni  Amor  del  Sa 
Sam  Har;  infine  in  popolazioni  Camitiche  che  so 
doi  Hogos,  Beg-ia,  Saho,  Dancali,  lìaria  e  Hazi 
genti  parlano  il  tigrai,  ed  il  tigre,  lingue  der 
trarabe  dall'antico  (ìheez;  l'arabo,  il  begia,  il 
dancala,  il  baria,  il  baza,  il  bileno,  il  giain,  ed  i 
Il  nostro  autore  [)ubblica  una  accurata  statistici 
questi   linguaggi,   o   delle    varie   tribù  che    pari 


11.  Altri    viiiggi    ed    e.»/ilor(i 

lenente  Oollat,  continuando   i   li 
chi-.-iue-Ilourriet.    pubblicò    Ì    ris 


fra  I>ir«-.iau3  e-l  Addis  Al>el»a.  Il 
>  zoii'-  U'ii  ilifiMiili.',  la  regione 
con  |iiiscn]i  ct^pinsi,  ìibJlata  <iiii 
ìnlit<niii.  <Juesta  è  abitata  ]>riii- 
Ila  il'-L'li  Ittii.  di-irli  l'oberra.  i> 
1  da  una  fitta  vcgc'tiLzioiio. 
di  {licTola  ]H>rt;iia  e  bastano 
'Ilo  rivi",  il  clima  (■  talvolta 
itvei'^ala.  nltiv  che  ttalle   strjuie 


I  consentito  che  alla  spediz 
briganti  clie  infestavano  la  r^- 
il  lairo  Rodolfo,  si  unisse  uno 
inuncia  [jerciò  ima  nuova  ptit»- 
lueJla  importante  regione.  (V)sì 
{.  Khnidoll  sul  bacino  del  fìuuie 
llr>  rebrintii  abissine  che  sì  esteti- 
i:  di  Faitlovitcli  sui  Falascia  e<l 
uinaic  nNla  Palestina:  di  Ai'iio 
lU'ìcamenle  nn  vasto  bacino  di 
;o  tra  i  tinnii  liang:i,  Ham,  iiibir 
iuuzìoiio  tra  le  sorgenti  del  Oaba 
<>  conilotla  (tal  prof.  Littmaiiii 
<li  Acsnm  e  ci  lecrt  iuta  nuova 
ortiuiti  rovine.  Anche  la  spedi- 
schilil  ì^  i>ra  compiuta,  per  cui 
(piestii  rcgiono  sia  conosciuta 
nttc  (pK'lìe  (Iella  nostra  Kuropa 


r;iih:  11  \'iaa'jf'**oro  tedesco 
viaffifio  (la  Tripoli  a  Mui-ziik 
a  lift  ([iiellf  sino  ad  ora  per- 
oiisi  di  palmo  presso  a  Tripoli, 
pa  ili  (icliira,  risali  la  valle 
no  stretto  valico  riuscì  all'al- 
lonti  di  (ìariaii.  Quel  territorio 
ir  oasi  che  dn  il  nome  a  questi 
numerosi  avanzi  di  costruzioni 
(ti  vÌKÌtari>  l'antica  città  ro maini 
ile  avvicinare  jier  il  contegno 
icpio  jj;iorui  attravers<)  it  deserto 
Frequenti  fenomeni  di  miraggio 
.di    Scinti,   poi    <iur 


'  itaili 


Viaggi  neW  Africa  mediterranea  -  Nel  Sahara        ili 


Gherbi,  e  riuscì  finalmente  a  Murzuk,  dove  non  trovò 
alcuna  novità,  salvo  il  predominio  dei  Tuareg:hi. 

Una  nuova  opera  sulla  Tripolitania  venne  pubblicata 
da  H.  M.  de  Mathuisieulx,  il  (juale  percorse  in  tutti  i 
sensi  quella  reg-ione,  penetrando  anche  dove  altri  non 
erano  pervenuti,  col  fine  principale  di  studiare  i  risultati 
delle  antiche  colonizzazioni,  e  metterle  al  confronto  con 
le  condizioni  presenti.  Ey^li  trovò  traccie  di  antichi  abi- 
tanti in  vari  punti  della  zona  marittima  e  del  (lofara, 
ci  diede  qualche  notizia  sul  paese  dei  misteriosi  (lara- 
raanti,  e  confermò  il  fatto  già  noto  che  i  Rouiani  trova- 
rono la  Tripolitania  completamente  arida,  e,  col  mezzo 
principalmente  deir  irrigazione,  ne  fecero  un  territorio 
florido  ed  abbastanza  popolato  dove  stamparono  orme 
indelebili. 

Un  altro  viaggio  ha  compiuto  in  queste  regioni  Felice 
Hosazza,  che  visitò  le  rovine  di  Cartagine,  T  Atlante  alge- 
rico  e  il  deserto  di  Sahara.  Egli  raggiunse  anche  taluni* 
vette,  segnalando  specialmente  il  monte  Tuggur  (M.  2l(M)| 
neir  Atlante  sahariano,  e  il  monte  Murgiagio  sopra  Orano. 

13.  Altri  viaggi  e  lììihbUc azioni  sulV  Africa  mediter- 
ranea. —  Emilio  Bianchi  ha  pubblicato  i  risultati  degli 
studi  fatti  nel  10(W)  j)or  determinare  più  esattamente  la 
posizione  di  Triimli.  Del  pari  G.  Huchet  ha  pubblicato 
i  risultati  dei  suoi  viaggi  nel  Marocco  settentrionale,  dove 
determinò  egli  pure  numerosi  punti  geografici.  IVesso 
Tetuan  scoprì  un  ricco  giacimento  di  piante  fossili  e  di 
animali  preistorici;  intra}>rese  [>ure  scavi  archeologici  che 
il  Cio verno  francese  ha  deliberato  di  continuare. 

Altri  studi  vennero  pubblicati  dal  luogotencuite  fran- 
cese Dyé,  che  es[)lorò  le  coste  del  Marocco;  dn  Teobaldo 
Fischer,  che  percorse  i  litorali  della  grande  Uabilia,  dalle 
foci  del  S<»l>ù  fino  a  Tizgi«nH,  a  scopo  principal menti» 
di  studi  gooloo'ici.  Il  capitano  Mougon,  capo  della  mis- 
sione militare  incaricata  di  determinare  i  confini  del 
Marocco,  ci  d'uMÌc  uno  studio  sulla  città  di  Uydji,  e  T  in- 
gegnere E.  Pobeiruin  pubblicò  il  rilievo  esatto  del  corso 
inferiori^  del  Sebù.  \n  nuovo  viaauio  ha  compiuto  ncl- 
r  Oasi  di  Siuali  il  ca[)itano  De  Saint-Exupery,  aceoini)a- 
gnando  a  quei  santuari  il  Ulunlivr  d'  Euilto. 

14.  Kaplorazione  l>uh(>(s   mi   Sahara.  -      l^a   missiouo 
condotta  da  Felice  Dubois  partì  da  (  )rano  nel   novembri» 


478  Geografia 

ilei  lOOfi,  allo  scopo  (li  studiare  le  oasi  algerine  e  sahariaitt'. 
e  dopo  un  Rimo  di  viaggio  giunse  a  Gao  sul  Xijfer.  Il 
Dubois  visse  durante  quest'  anno  insieme  ni  nomadi,  ser- 
vfiidosì  dapprima  dì  Arabi,  poi  di  Tuareghi;  trovò  fra 
altra  elio  la  regione  del  .SahariH  centrale  è  assai  meno 
desolata  e  monotona  di  ijuanto  si  crede,  e  vi  scopri  le 
rovine  di  una  importante  città  con  pitture  ed  iscrizioni 
ramane  ed  arabe.  A  quaulo  pare,  il  metodo  dì  questo 
viaggiatore,  non  è  privo  di  vantaggi,  perchè  egli  giunse 
a  (lao,  a  4Ó(>  km.  da  Timbuttù,  senza  tirare  un  solo  coigto 
di  fucile. 

15.  La  ritUi  di  (ìanua.  —  Il  tenente  Deaplagnes  ci 
lia  procurate  esatte  notizie  sulla  città  di  Oanna  o  (ìaii- 
luitlia.  una  delle  antiche  capitali  del  Sudan,  distrutta 
verso  il  principio  del  secolo'  XIII.  La  acoperta  conferma 
le  indicazioni  rtei  geografi  Arabi  che  la  collocavano  nel 
paese  di  lìaglienii ,  ad  una  certa  distanza  dal  Xiger. 
Infatti  a  circa  40  km.  da  questo  Un  me,  a  nord  ovest  da 
Miamìna,  fra  Tanamba  e  Tuba,  sulle  rive  di  una  piccola 
palude,  si  elevano  le  rovine  dell'  antica  metropoli.  In 
mezzo  ad  una  vegetazione  mollo  sviluppata  dalle  piog^ic 
invernali,  sorgono  numerosi  lestai-ri,  formati,  come  il 
monticello  romano,  da  cunuili  di  pietre  e  da  rlButi  di 
ogni  sorta.  Le  traecie  delle  abitazioni  e  i  detriti  si  esten- 
dono molto  lontano  nella  macchia,  sulle  rive  della  palude, 
e  Noinbrano  indicare  sobborghi  un  tempo  molto  popolati. 
Fra  le  ravine  si  trovano  traccie  di  un  villaggio  che  vi 
costruì  due  secoli  or  sono  una  famìglia  dì  Fraosi,  con- 
giunta col  clan  dì  Kambara  nel  Hegu. 

Ili.  Altre  espluffi~ioni  net  Suliaru  e    neW  Afriva  itevi- 
licntale  franrrsr.  —  li.  Arnaud  pubblicò    le   osservazioni 
da  lui  raccolte,  accompaginindo  la  spedìziono  ('oppolanis, 
sugli  abitanti  della  Mauritania  che  sì  nutrono  esclusiva- 
mente dì  caccia  0  <iì    pesca.   In  seguito  alla   confereusa 
tenuta  nell'aorile  del  l!H)li  a  landra,  vennera  determinati 
possedimenti  inglesi  ed  i  fraii- 
deUa  Nigeria,  e  vennero  inviato 
'ottobre  llHMl,  due  cununissioni: 
itta    dal    capitano   Tilho,  V  altra 
la  O'  Shee.  La  missione  friinccse 
jlie  a  oompìeiv    le   esplorazioni 
te  da  altri  viaggiatori  por  pul>- 
rta  del  lago  Oiad. 


EaploriizioiiK   1 

11  geologo  K,  Chudeau  coi  '  ' 
territorio  dei  Tuaregh!,  e  per  1' 
rive  dol  lago  Ciad,  dandoci  così 
usattt*  uotizie  geologiche  di  que 
veniatore  francese  sulla  Costa 
blicò  i  riSLiltati  dolio  esplornz 
lineila  regioite.  K  basti  mm  aen 
zioiii  relative  a  viaggi  dei  quali 
anni  passati,  come  quelle  di  De 
tale,  dì  Deaplagnes  sulla  Nigcri 
confini  del  Camerini,  di  N.  (ìciig 
di  (ìruvel  sidle  città  della  cos 
sulla  produzione  delle  gomme  ìii 
l'ino  nel  suo  viaggio  da  Tuat  a 
1/  aunuiiiistratore  Laurent  o 
•  icterminalo  astronomicamente  I. 
parecchie  looilità  del  Sudan: 
Culicom,  Chila,  Moliti,  Tueoto, 
ii  capitano  Hnue  oil  i  toiien'i  S' 
misurato  i  primi  triangoli  di  uni 
topograficamente  la  n^gioue  di  ' 
]  lavori  del  capitano  Kouru,  pc 
una  carta  provvisoria  del  biissó 
acala  di  1  :  l(KI.(HMì.  Il  servizio  gè 
dentale  Irancewi',  oltre  al  dirige 
attende  alla  pubblica/.ione  della 
fogli  alla  scala  dì  1:  KHUKXi  << 
l'Africa  occidentale  alla  scala  d 
logli  che  comprendono  lui' area 
nord  e  ai  estendono  in  luiigitud 
diano  est. 

17.  lùsi-lorazumi'  Tilli».  -  I 
If  suo  ricorelii'  nella  Nigeria  la 
lane  Tillio.  Noli'  flfi-osto  osna  av. 
sini)  all' altezza  di  Ziiiiler  e  li  ( 
riaii.  Il  primo  dislnceaiiionto  d.i 
Ingo  iilricario  sollo  gii  m-dini  de 
A.  Aiidouin  versi>  la  iiu'là  ^M\^ 
riunito  all' altro  huMi-  rive  dol 
hraio  <lel  1^1')^.  Si>e<indo  le  iilli 
una  relativa  Iranqiiillilà  reu'iia 
ud' indigeni,  i  quali  giù  si  eli 
villaggi,  creando  l'rn    loro    vaste 


ilate,  coltivando  anche  torroni  incolti, 
issi  non  penaiiio  più  n  muover  ifiierra 
Steno  disposti  persitio  ad  iiiti'iidersi 
li  modo,  la  missione  Tilho  giovù  come 
iifjione  0  al  coEisolida mento  dell'  in- 
|iiostft  re^rione. 

(JheiaHer  nella  CosUt  <t'  Avirto  e 
rovornatore  generale  dell'  Artica  occi- 
affidato  al  dott,.  Angnsto  Ohevalirr 
li  botanici  che  avrebbe  domto  diiran' 
or  doveva  recai-sl  alla  Costa  d'Avorio 
di  tutte  le  specie  arboree  che  costi- 
esla  vergine  africana,  viaitai-o  le  iiriii- 
l'osla  ed  esplorare  il  gruppo  di  mon- 
dine il  fiume  Kavalli.  Di  lA  doveva 
Oiiinea  e  nel  Futa  Uiallon,  anclie. 
le  più  adatta  alla  fondazione  di  un 
iservatorio  meteorolog'ico.  Il  Chevalior 
continuò  per  parecchi  mesi  l'esplo- 
>  foresta,  ricca  di  tante  risorse  natu- 
alberi  di  caucciù,  noci  di  kola,  e  ri 
lovii  specie  di  caffè.  Avendo  dovuto 
iiii-e  il  suo  viaggio  nella  foresta  per 
ti  |ini<si',  piegò  verso  Sequela,,  poi  su 
tndra  si  recò  sul  coi-so  medio  de! 
il  territorio  iulierainonte  acouoseinto 
.  I)ji  Ubi  volse  ail  oriente  e  >rinnse 
'  e  il  M  Bffosto  il  Merby.  Il  bacino 
.'gìone  solcata  da  valli,  bene  irrigata, 
anilicbe  dalle  iniali  sì  domina  unti 
icoiuparnhile  bellezza,  che  forma  un 
dnni.  I.e  gomme  in  ({uesta  regione 
i<^  ed  appena  ora  sfruttale  da  qualche 
valicr  doveva  imbarcarsi  il  2!i  agosto 
ido  attorno  alla  Liberia,  ma  fu  dap- 
|i(isarsi  a   llabala,  presso  Timbo,  poi. 

mHlnlliii.  si  ricoverò  a  <'onacr,V,  odi 
iiropii. 

iip/  ('niii'-rrni.  —  La  misdinno  Moli, 
iLiuire  r  cnniini  Ira  il  l'ongo  francese 
ornata  in  Franciii  dopo  aveiT,  non 
la    ]n-inei]>ale    missione,    ma   esplorali 


.^ 


vjisti  ti'pritorii  ppessiichi-  Hcoiioaciiiti.  La  frontiera 
(ioteniiiiiari'  aveva  itiui  Hviliippo  di  21MHI  km,  ila  IJes 
ili  Iiign  Ciad,  mi  i  l'ujrlì  di-yrli  itirieravi  sfiniti  ilalla  appt 
ziono  olTroiiii  |iìù  <li  iO.IMXI  km.  con  la  di'termiiiazio 
jistntnoinicìi  di  l'2<i  posizioni.  L'esplorazione  jreojrrafl 
onmpretido  lutto  il  bacino  del  Hanglia  sn|>ci-iore  con 
valli  ik'l  radei,  dt'l  Miimbi-io,  del  Nana  e  doi  lom  aflhieii 
A  nord  del  li'  la  coininissiono  lia  rilevato  sino  al  Logo 
lii  zona  l'rontiera  sopra  ima  lai'a'hezza  di  circa  l"i()  k 
tra  lo  (Ine  Htratle  die  da  '.'aniot  conducono  a  Lai  ed 
Ng'aiindero.  Si  ottenne  nini  carta  compiota  e  partico 
rog^iata  del  paese  di  l.<aca,  venne  rilevalo  il  coreo  i 
fimne  Logone,  snl  (jiiale  furono  trasportati  i  convoprli 
viveri  sino  a  Lai  a  pi>j  sino  al  foi'te  I.amy.  Nello  stes 
t<*nipo  si  intraprese  mio  studio  ck-lla  vallo  del  Maio  l.'heli 
titilla  reifionc  del  Tiibnrì  o  <li  ipiolla  compresa  tra 
Tuburi  e  il  Logono.  Hi  riconol>bt!  la  zona  di  dilticile  acce! 
fra  il  Lo^oiiG  o  lo  Soiari;  fn  eseii'iiita  In  coi i^'i unzione  g* 
(letica  fra  Coca  e  la  foce  dello  Seiari,  perjinisa  da  as 
curarci  ormai  un  completo  col  lega  mento  iislronomico  i 
il  Niger  e  il  ''ungo,  ha  commissiniio  lasciò  il  lafff>  Ci 
il  \(>  dicembre  e  risalendii  lo  Sciari,  il  Lojroiic,  Lrinnsi 
l,eri',  e  |)..i  per  il  Henne  ed  il  Ni^er,  allii  costa.' 

I  lavori  di  ipiosta  spedizione  ebbero  tiua  durata 
sedici  mesi  e  colmeranno  parecchi  s|ia/.i  bianclii  dì  quei 
parte  dell'Africa.  Importtmti  sono  i  Mnoi  sduli  elnoiri 
liei  ijnllo  popolazioni  dei  liaitii,  dei  linm,  dei  Laca,  < 
Mnndae  o  altre,  del  pari  che  le  collezioni  botaniche,  z< 
logiche  e  mineralogiche.  Vennero  fatti  esperimenti 
coltura  del  coione,  ricerche  snlle  piante  utili  della  regio 
0  specialmente  sn  quelle  che  producono  la  gomma,  none 
stndi  sulla  malattia  <lel  sonno  che  inlierlsce  ancbe 
questi  paesi. 

II  tenerne  Striimpell  ha  eseguito  una  ricognizione  < 
linine  t'aro  per  studiare  se  possa  essere  utilizzato  per 
navigazione.  Il  linme  ha  un  letto  per  Io  piti  sabbio 
largo  sino  ad  >tlKI  moiri  con  parecchie  isolo  che  muta 
pofiizione  in  seguito  alleanninili  pione  del  fiume.  I.espoii 
sono  in  generale  piatte,  cosiccliè  la  nomi  iiiondabilc 
estende  molto  su  oiitrambo  le  rive.  Il  liumo  è  navif^ah 
in  tutto  il  corso  inferiore  sino  a  nord  di  Ciainba, 
territori  delle  sue  rive  non  sono  infestati  dalla  ino; 
lse-t.se.  Il  cm-so  inferiore  si  oatende  dal  coiiflneiitc  ■ 
Henne  presso  Tepe,  sino  a  quello  del  Mao  I)eo  nel  Fa 


-  XLiv  la 


»tì2  llMymfia 

il  corso  tncidid  va  <la  ifimsto  |iiiut<i  a  [(nello  nel  quale, 
dopo  lina  tratta  di  144  km.,  il  superiore  corso  torroiitizio 
assume  aspetto  di  liiimc.  In  questo  tratto  le  s|>oiK)e  sono 
per  lo  più  ripide,  alte  Inlvolta  sino  a  IO  metri,  e  le  acque 
sono  seminate  di  roccic  <>  di  massi  che  costituirebbero 
per  sé  nii  rorinìdabile  ostacolo  alla  navìf^nzioiie  se  questa 
non  dovesse  ^ià  ari-estarsi  alle  rapido  che  si  trovano  al 
confluente  del  Mao  Kel,  le  quali  non  possono  essere  stq>e- 
rnte  né  da  vapori,  uè  da  canotti. 

■20.  Esplorazioni  nel  Togo.  —  Il  27  gennaio  è  stata  inau- 
gurata la  nuova  ferrovia  da  IjOino  a  Palime,  lunga  122  km., 
costruita  in  poco  piii  di  due  unni  dalla  compagnia  Lenz. 
La  linea  attraversa  ima  zona  di  palmizi  e  penetra  siuo 
alle  rogimii  meglio  adatte  alla  coltura  dei  cotone;  ai  due 
lati  di  ossa  si  estendono  grandi  piantagioni  di  mais,  la 
cui  esportazione  potrà  ora  essere  profìcua.  SÌ  continuano 
gli  studi  per  il  prolungamento  della  linea  da  Palime  ad 
Atacpanie. 

Il  dott.  li.  Maurer  pubblicò  il  risultato  dei  suoi  studi 
sul  clima  di  questa  colonia.  A  di  lui  avviso,  il  Togo  si 
suddivide  in  tre  diverse  regioni  climatiche.  Lu  pianura 
costiera  è  povera  ili  pioggie,  con  due  decisi  periodi  asciutti 
da  novembre  a  marzo  e  dal  luglio  all'agosto.  1^  zona 
montuosa  mediaiui  ha  pioggie  violente  meglio  distribuite 
neir  anno,  perchè  manca  il  periodo  asciutto  della  sua 
metà,  e  uuu  è  cos'i  esteso  ed  intenso  quello  della  line 
dell'anno.  L'altipiano  interno  ha  una  quantità  annua  di 
pioggia  alquanto  minoi-e  ed  un  solo,  ma  molto  lungo  od 
intenso,  periodo  asciutto. 

21.  Mimione  l.enfant  nel  Sanga  e  nei  lagone.  —  Una 
missione  diretta  dal  comaudanto  Lenfant  o  compósta  dei 
capitani  'loaunard  o  Periquet,  dei  dott.  Kérandel,  del- 
l'ing.  Ilastet  e  di  alcuni  sott'iifHcialì,  hacoinpletatoall'est 
del  C'amcruii  tedesco  l'opera  della  Missione  Moli.  Essa 
esplon'i  i  tributari  del  Ixigone  e  dei  Bahr  Sahara,  fiumi 
originari  del  Saiigha,  gli  affluenti  di  destra  dell' Ubaughi 
e  altri  corsi  d'  acqua  di  questa  regione,  il  cui  tracciato  è 
molto  indeciso.  La  missione  attese  a  rilevare  la  carta  dei 
paese,  a  studiare  la  navigabilità  dei  suoi  fiumi,  a  inda- 
gare quali  sieno  i  prodotti  del  suolo  e  le  altro  risorse 
cconomiclie.  Partita  nell'agosto  del  lilOO  da  Bordeaux, 
giunse  il  20  settembre  a  Brazzaville,  e  il  29   incominciò 


MÌ.-Ì.1Ì0IIK   Lpiifaiìt  Hi'l  S/i»i/,i  f,  nel  Imi/ow  ll^ 

;i  risiilirc  il  <'oiigo.  Toecaiidn  Ueaso,  Noia  ed  altri  puuti 
conosciuti,  si  addentri^  nella  foresta  che  si  estende  tra  il 
Mambere  e  il  Cfidoi.  I)Ì  là  esploKi  il  gruppo  del  Monte  De, 

donde  scendono  i    tiiiuii    IJam,  Mambere   r    ■ '*"■ 

])er  I-ifti   e  Lcre   si    spinse   Ouo    al    Forte 
incontrò  ivi  noTi  lievi  difficoltà  tra  le  beliit 
-Jaiigheri,  puF  procnrando  di   completare 
di  Clozel,  Perdrizet,  llnet  e  Bernard,  ed  in 
tntto  se  r  Uan  si  possa  identificare  col  1^ 

La  spedizione  si  divisi^  poi  in  due  , 
comando  del  Lenfant  o  del  l'erìqnet. 
l^enfant  ■studiò  il  territorio  del  l-ogoue  e 
esperimenti  di  allevamento  del  bestiami' 
augii  altipiani  situati  ad  ovest  di  Bania. 
il  15  aprile,  arrivò  a  Cariiot  1'  11  giugii 
l'Bgrgiunse  l'altra  colonna,  per  tracciare  ii 
delle  zone  attraversate;  egli  accertò  Trattante 
via  di  comunicazione  per  passare  dal  \m% 
è  quella  di  l'cunde-Lai-Carnot.  Il  distacc 
dato  dal  Periquet  studiò  il  fiume  Peun 
nome  di  N'ioye  lia  oriprine  a  sud-ovest  di 
nel  [jOgone  col  nome  di  Bandoul  a  50  ki 
Lni.  Il  Peiuide  esce  dai  monti  ingrossati 
iiflluenti,  fra  i  quali  il  Lecctie  ed  il  Xya:  p 
nella  pianura  none  navigabile,  perchè  ing 
e  di  rapide;  ma  ])resso  al  villaggio  di  Uè 
un'  ultima  rapida,  scorre  in  un  letto  molti 
a  picco,  e  dopo  ìilM)  km.  raggiunge  il  L 
perciò  altro  non  è  che  il  Njoye-Peunde. 
è  molto  popolata,  ricca  di  prodotti  natura 
i  suoi  abitanti  hanno  statura  atletica  e  » 
tali.  Il  Periquet  ritiene  che  il  paese  di 
piipolazione  di  circa  un  milione  di  abitali 

Il  tenente  P.  Lancreuon  ebbe  rincari 
le  migliori  vie  di  comunicazione  fra  l'ai 
bacino  dello  Sciari.  Presi  seco  i  due  serg 
coloniale  Chevrieaux  e  Delanéf,  giunse  al. 
jrno  19(H1.  Ottenuta  mia  scoria  di  IH  soli 
I'  di  un  centinaio  di  indìgeni,  per  l'alta 
giunse  al  fiume  Mambere.  Questo  corso  d' 
vaio  uu  solco  larghissimo  nei  contrafforti 
bangidda;  i  loro  fianchi  sono  incisi  da 
scorrono  gli  nfUnenti  che  precipitano  in  ca 
di  granito;  al  nord  si  elevano  picchi  alti 


481  (ìtog  rafia 

Il  paeso  t'  molto  pittoresco;  il  tiume  Kirn,  poco  prima 
(Iella  coufliioiiza,  t'orma  una  helliissima  cascata  di  150  m. 
che  precipita  fra  giganteschi  blocchi  di  grnnito.  Durante 
l'agosto,  tra  Maibocoini  e  Lai,  la  spedizione  dovette  soste- 
nere sanguinosi  combattimenti  co^rl  indigeni  Laca,  i  quali, 
continuamente  vessati  dalle  razzìe  dei  P'ulbe,  ritenevano 
che  anche  i  Francesi  appartenessero  a  queste  genti. 
A  tali  difficoltà  si  aggiunse  la  necessità  di  attra- 
versare il  fiume  Nja,  largo  oltre  30  m.,  con  una 
forte  corrente,  mentre  anche  V  altra  riva  era  inondata 
per  r  estensione  di  parecchi  chilometri.  Attraversato  il 
fiume  Lini,  e  quando  i  Laca  si  erano  ormai  calmati,  la 
spedizione  trovò  nella  regione  di  l)è  una  popolazione 
bellicosa,  che  non  soltanto  si  ricusò  di  rifornirle  guide 
e  viveri,  ma  1'  assalì  apertamente.  La  missione  procedette 
alla  bussola,  percorrendo  fra  erbe  altissime  e  senza  alcuna 
traccia  di  sentiero  circa  70  km.  sino  a  (inala,  e  poi 
a  Nola,  dove  incontrò  il  comandante  Moli.  Continuando 
suir  itinerario  già  percorso  dal  capitano  Loefies  da  Barn 
riuscì  a  Ria,  e  passato  il  fiume  Tahm,  giunse  ad  una 
profonda  gola  occupata  dal  villaggio  di  Jauja  e  difeso 
da  numerosi  guerrieri,  i  (juali,  tuttavia,  con  le  loro  indi- 
cazioni, aiutarono  la  njissione  a  trovare  la  strada.  Si 
inoltrò  così  in  un  paese  del  quale  nessun  interprete  co- 
nosceva la  lingua,  scoprì  il  Pennde,  che  identificò  col 
Handul,  o  lx)gone  orientale,  e  passato  a  guado  il  fiume 
Lim,  riuscì  al  monte  Bumbabah*  quindi  a  l^aibocon. 

22.  Esplorazione  Sacerdote  sul  Luama.  —  Il  tenente 
Amedeo  Sacerdote  narra,  nella  Rivista  geografica  italiana^ 
r  es})lorazione  da  lui  compiuta  sul  Luama,  uno  dei  più 
importanti  affluenti  del  Congo.  Egli  riuscì  a  risalire  per 
cinque  giorni  il  corso  del  fiume  sino  alla  regione  di  Chi- 
tete,  trovando  sempre  una  corrente  fortissima,  che  si 
opponev^a  ai  più  gagliardi  sforzi  dei  suoi  rematori.  Infatti, 
appena  venti  neri  vigorosi  a  ciascuna  delle  due  piroghe 
riuscirono  a  vincere  la  forza  delle  acque,  e  molte  volto 
lo  [)iroghe  dovevano  essere  trasportate  a  dorso  d'  uomo, 
ì)er  superare  le  rapide  od  evitare  gli  alberi  che  in  qualche 
punto  intercettano  il  fiume,  e  costituiscono  dovunque  un 
pericolo  per  le  barche,  essendo  trasportati  dal  fiume  con 
vertiginosa  rapidità.  Il  Sacerdote  conclude  che  la  con- 
sueta via  seguita  dalle  carovane  è  ancora  la  meno  diffi- 
cile. Egli  ci  recò  tuttavia  importanti  notizie  sulle  regioni 


Lo  sfi-atlamento  del  Congo 


attraversate.  Il  clima  è  insalubre,  sebbene  iiieno  perico- 
loso per  mi  Kui-opeo  iii  riuello  della  costa.  L'anno  si 
(livido  in  due  stagioni  :  la  xecca,  che  dura  da  uii 
ottobre  ed  ù  la  stagione  meno  calda,  e  la  piovo» 
dura  da  ottobra  a  febbraio  od  è  aecoui pagliata  dt 
tidiaiii  diluvi  con  brevi,  ma  spaventosi  uragani.  GÌ 
tanti  della  regione  appartengono  ai  Haiigo-Han^ 
Wullegft  e  ad  altre  razze  dei  Hanli'i.  I  loro  vìllagg 
agglomerazioni  di  grandi  capanno  di  terra  ricopi 
orbe,  a  forma  cii-colare,  abitato  ciascuna  da  una  fan 
la  più  spaziosa  è  riservata  al  capo  del  villaggio,  nnict 
rità  riconosciuta.  I  Mango-Hai>go  si  coprono  appena  (. 
brevo  lenzuolo  tessuto  di  fibre  vegetali  o  con  pe 
leopardo  o  di  scimmia,  alle  quali  attaccano  denti  e  i 
di  lìore,  anelli,  conchiglie  od  altri  gingilli.  Alcun 
si  drappeggiano  in  tele  a  vivaci  colori  e  le  doi 
coprono  con  due  striscio  di  tessuto  cbe  lasciano  a 
ipiasi  tiitlo  il  corpo,  tinte  generalmente  in  rosso.  i'< 
anelli  o  conchiglie  alle  labbra,  alle  narici  e  special 
alle  gambe,  (jnesti  nllimi  di  rame  massiccio  o  di  f 
tantn  pesatili  che  rendono  dillicile  la  marcia.  Il  pr 
più  importante  della  rcgiono  è  il  ciinccii~i;  i  neri 
a  raccoglierlo  eomplelamente  nudi  e  senza  alcun 
piente:  incidoni)  la  pianta  e  quando  uè  cola  il  1 
lo  ricevono  con  le  marti  e  se  lo  applicano  sulla 
dove  forma  ntiii  pasta  abbastanza  consistente.  T 
nel  villaggio,  raschiano  la  pelle  con  sabbia  o  ottcì 
il  caucciù  già  pre])aralo  in  piccole  palle.  Il  suolo  pr 
anche  eaR'è,  tabacco  e  la  palma  dà  all' indi(4'eno  le 
per  coprire  le  capanne,  le  libre  per  i  tessuti,  1'  ol. 
la  cucina,  la  linfa  per  t'arne  utia  bibita  saporita  e  il 
elle    cucinano    a  mudo    di     legume.     \el    paese    ab 

i-i.  f^i  afriiffiiìiti-iil'nli-l  I  ■iiiiijo.  —  Contitniarono  e 
uravarono  anzi  le  jiolemiche  rflativc  al  mudo  come  il  I 
viene  afrnttato  dal  IJoverno  rli  \W.  Leopoldo  e  da 
agonli.  1/ iiriroiiK'uto  eec'de  i  limiti  di  una  li'irinli 
!/rii/ìi-ii,  !■  d'altra  jiarti',  nidla  vivacilfi  dei  conlrasti  ( 
iucertez/M  delle  nnli/,ie.  non  witisenic  forse  un  i 
/iale  ifiiidrzìo.  Tanto  jiii'i  hi'iii-meriti  devono  consid 
eolni-o  i  ipmli  iltustrauo  quella  n-^none.  e  tra  es! 
lianio  line  lenenti  ÌUììv.uù  AninMo  <'i]>o|ln  e  V 
Lipt-audi. 


48(>  Geografìa 

Il  volume  da  e^si  pubblicato  a  iMilauo  sullo  Stato  del 
Congo  non  ap-g-iunge  per  verità  notizie  rilevanti  alla 
geografìa  e  air  etnografia  di  questa  importante  regione, 
ma  ci  aiuta  a  risolvere  appunto  il  problema  delle  condi- 
zioni economiche  e  civili  di  quello  Stato.  Nel  tracciare  i 
loro  quadri,  i  due  scrittori  non  obbediscono  ad  alcun 
partito  preso,  ma  esprimono  sentimenti  ed  impressioni 
con  militare  franchezza.  E  purtroppo  l'impressiono  che 
si  ricava  da  questo  volume  Jion  è  favorevole  a  quel 
sistema  di  avida  burocrazia  e  di  spietato  sfruttamento 
che  in  questa  immensa  regione,  come  forse  in  nessuna 
altra,  abusa  del  nome  della  civiltà. 

24.  Il  il  levo  del  Vlttorla-Nlanza.  —  E  ritornato  ili 
Inghilterra  il  commodoio  Whitehouso,  dopo  aver  com* 
piuto  il  rilievo  to})ogratìco  di  tutte  le  coste  del  Vittoria- 
Nianza.  Il  lavoro  durò  sette  anni,  e  venne  determinato 
dalla  necessità  di  riordinare  la  navigazione  del  lago,  dopo 
il  compimento  della  ferrovia  dell' Tganda.  Il  rilievo  della 
parte  inglese  dimostrò  tante  inesattezze  delle  carte  sino 
ad  ora  esistenti,  che  d'accordo  fra  i  governi  inglese  o 
tedesco,  venne  proseguito  anche  nel  territorio  tedesco.  Il 
viaggio  sul  lago  ò  ora  perfettamente  sicuro;  le  isole  del 
medesimo  sono  più  numerose  di  quelle  registrate  dalle 
carte,  e  tra  esse  (?  le  rive  fanno  ora  un  servizio  quasi 
regolare  (piattro  vapori.  Si  tratta  di  costruire  una  ferrovia 
fra  il  lago  Vittoria  e  il  lago  Alberto,  traendo  l'energia 
necessaria  alla   trazione  elettrica  dalle  cascate  di  Ripon. 

25.  Esplorazione  dell'  Uganda.  —  Vennero  pubblicati 
i  risultati  dogli  studi  fatti  sulle  colleziojii  botaniche  re- 
cate dall'Uganda  dalla  spedizione  affidata  nel  19()5  a 
M.  T.  Dawe.  Egli  esplorò  dapprima  la  regione  costiera 
occidentale  di  Buddu  e  di  Cocchi,  ricca  ili  boschi,  e  di 
là,  seguendo  la  frontiera  tedesca,  giunse  nella  regione 
di  Ancole  e  ai  piedi  del  Ruvenzori,  in  un'altra  regione  co- 
perta di  dense  foreste  con  una  interessante  fh)ra  alpina; 
esplorò  poi  le  foreste  dell' Cnioro,  e»  flopo  avere  rapida- 
niente  attraversata  la  provincia  del  Nilo,  arrivò  a  (ion- 
docoro.  Il  Dawe  studiò  s|)ecÌHlniente  le  piante  gommifere 
ed  i  legnami  da  costruzione,  e  ci  recò  nuovt^  specie  per 
la  sciiMiza  che  sono  anche  di  gran  valore  dal  punto  di 
vista  economico. 


Ae/  Htivemori  -  Neil  Africa  orientale  int/lene         4b7 


Anche  il  colonnello  C.  Deliné  Radcliffe  esplorò  per 
parecchi  anni  V  Uganda,  dove  venne  inviato  a  reprimere 
una  insurrezione,  e  fu  poi  confermato  come  governatore. 
Egli  potè  mostrare  il  suo  grande  valore  scientifico  com- 
piendo la  triangolazione  ed  il  rilievo  di  tutta  la  regione 
che  si  estende  ad  occidente  del  lago  Vittoria,  e  tracciò  i 
confini  fra  i  paesi  soggetti  alla  influenza  inglese  ed  alla 
tedesca,  (-ompì  importanti  ricerche  antropologiche,  etno- 
grafiche 0  naturali  ed  arricchì  di  preziose  collezioni  il 
museo  di  Ijondra.  Fu  sopratutto  un  grande  cacciatore,  ed 
oltre  ad  una  incredibile  quantità  di  bufali,  giraffe,  ippo- 
potami, elefanti  e  rinoceronti  uccise  circa  80  leoni. 

20.  L*  esplorazione  del  Ruvenzori,  —  Il  Bollettino 
della  Società  geografica  ha  pubblicato  il  testo  integrale 
della  conferenza  letta  da  S.  A.  Ileale  il  Duca  degli 
Abruzzi  a  Roma  il  7  gennaio  1907,  e  ripetuta  pochi 
giorni  appresso  nel  Kings  Hall  di  Londra.  Quella  Reale 
Società  Geografica  deliberò  di  dare  il  nome  dell'Augusto 
esploratore  alla  vetta  più  meridionale  del  gruppo  che  egli 
aveva  denominato  monte  Thomson. 

Si  ebbero  notizie  della  spedizione  incontrata  dal  Duca 
e  condotta  dal  dott.  Wollaston,  insieme  al  signor  Carru- 
thers.  Il  dottor  Wollaston  lasciò  Entebbe,  capitale  del- 
l' Uganda,  nel  settembre  1900,  attravei'sand(»  la  provincia 
di  Ancoli  e  poi  la  frontiera  tra  l'Uganda  e  il  Congo. 
Constatò  che  i  vulcani  della  regione  di  Mfumbiro  sono 
quasi  tutti  estinti  e  lo  loro  cime  co[)erte  da  fitte 
macchie  di  bambù.  Raccolse  la  voce  che  tra  esse  vivano 
tribù  di  pigmei,  che  scendono  spesso  a  saccheggiare  i  vil- 
laggi inferiori,  ma  il  Wollaston  non  potè  entrare  con  essi 
in  alcuna  relazione.  Penetrò  fino  alle  rive  del  lago  Chivu, 
fitte  di  abitanti,  e  per  la  valle  del  Rugigi  si  recò  ad 
Uviri,  all'estremità  settentrionale  del  Tanganica.  Tanto 
in  questo  paese,  (pianto  nel  Maniema  fa  strage  la  ma- 
lattia del  sonno;  gli  abitanti  muoiono  a  migliaia  senza 
alcuna  assistenza  medica,  abbandonati  lungo  le  strade 
dagli  stessi  parenti.  Nel  feb!)raio  del  1^K)7  il  Wollaston 
toccò  il  Congo  a  Casongo,  discese  il  fiume  in  canotto 
fino  alle  cascato  di  Stanley,  poi  per  ferrovia  si  recò  a 
Stanlevville. 

27.  NelV  Africa  orientale  inglpse,  -  Secondo  le  ìio- 
tizie  pubblicate   nel   corso   dell' anno,   la   popolazione  del 


•18»  Gtoiftafia 

protcUomto  iiiglcso  ctelP  Arricci  oriontalc  ù  aseni  rna^^JDi'e 
di  quanto  sì  credeva,  e  cio^  |iii'i  vicina  ai  quattro  che  ni 
due  milioni;  special  monte  in  alcuno  parti  della  provincia 
dei  (Micnia  si  ii  truvuta  una  jii)])ola/.i(>]i<-  molto  densa. 
Gli  Knropoi  al  'M  initrxo  MKHi  erano  1S1.1,  dei  quali  204 
impiotì'ali  del  (ìoverno.  iJiiranlo  il  l!i()-"i  immigrarono  nel 
protettorato  1S(>I  KnmpcH  e  (i4ri4  asiatici  ed  africani;  eini- 
;fravono  I4:ì7  dei  primi  o  i'ui\  dei  secondi.  Il  lavoro  è 
abbondante  r  la  vita  u  ju-czi'.o  n'Iativainmito  mite.  Nello 
stesso  anno  Inrono  Calie  concessioni  di  terreui'per  ■'i49,8'2S 
acri  e  nel  snccessivo  venne  rilevata  carloirra  fica  monto  una 
snperlicie  di  74"i,VJU  acri,  ed  ora  il  rilievo  del  hiffo  Vit- 
toria è  praticamente  completo,  i.e  linee  lelei^i'aticlio  sono 
lunjriie  2lli7  niifrlia. 

Cu  docretn  lia  proibito  di  possedere  e  mettere  in 
commercio  avorio  di  elefanti  femmine  e  zanne  di  masclii 
H'iovani.  Iji  pin  elevata  temperatura  ilo"  ('.,  si  ebbe  il 
;i  aprile  a  Maeliìndu,  la  i>ìii  bassa,  4,44'  ('.,  a  Naivascia. 
La  media    annuii    di    piojfjj'iu    ned' ultimo  decennio    fu    di 


2H.  Xfìl' Af'ricii  oririilah:  ti-tU/tra.  —  Nel  passalo  anno 
abbiamo  <lulo  notizia   della   esploraxionc   Wenle    e   Jiigt^r 

nel  jiHOse  del  \'amuera  e  del  Vnliiao.  dove  essi  fecero 
l)re>iÌ0HÌsHÌme  raccolte  ehiojrraliclie.  Continuando  le  loro 
esploriixioui,  vtsilai'oiio  nel  l'.HiT  V hiuUrìomi  di  Michiti- 
'  danì,  la  step]>a  <lei  Massaie  la  re^iene  .le]  rhilimaji^'iaro. 
Il  dollor  K.  I''iillel)nrn  Ini  percni-sn  per  Ire  anni  lutili 
r.M'rica  orienliilt^  tedesca,  premlendo  parto  ad  esplora- 
zioni militari  e  scieutiliclie,  e  visitauilo  anclic  i  bacini 
dello  Seirè  e  dello  /Cainbesi.  K<rli  Ita  pubblicato  un  volume, 
nel  quale  reini<>  cinito  dei  risultati  delle  sue  esplorazioni, 
Bpecialmente  dal  piniln  di  vista  etneiiratico.  Ci  dfi  però 
anche  importanti  noli/.ìe  u'<-oifralicbe.  Il  la^ro  Ntassa  è 
hiJiL''0  ÒIM)  km.,  liirj-'O  .V>  e  ha  una  massima  jii'ofomlitii 
di  ysò  )][..  scendendo  cioè  mollo  al  disotto  rlel  livello 
dell'Oeeaun  Indizino.  Anclie  \n  vi  sarebbe  ailunqno  una 
profonda  depi'i-ssione.  In  (]iiale  costiliiisct-  il  piiese  ili  ('onde 
e  la  fossa  <iì  liidiahd.  die  continua  eoi  nome  di  Uucuha, 
sempi'e  nella  medesima  dire/ione,  sino  al  Tan^anìca. 
Quando  si  s|n-nl'onilò  il  terreno  dnl  Ninssa  ni  Hiicuha, 
rimase  in  piedi  un  isolotto  formato  'lai  monti  Misucco. 
Tmlali,  rraml.iii,  Mnlila  e  Tniilen,  che  conserva  la  ,«im 
nltitudiue  i.rimilivn. 


II'-' 


Neil'  Africa  orientale  tedesca  481) 


III  realtà  la  fossa  del  Niassa  non  comunica  diretta- 
mente con  (luelle  del  Rucuha  e  del  Rnaha,  perchè  nei 
punti  di  contatto  di  queste  fosse  seg-uirono  eruzioni  vul- 
caniche, onde  furono  in  parto  colmate,  (ili  orli  della  fossa 
del  Niassa  sono  più  elevati  alT  estremità  nord  est  del 
lago  coi  monti  di  Livingstone,  che  formano  una  muraglia 
alta  circa  2000  metri  dallo  specchio  del  lago. 

11  ramo  occidentale  della  fossa  del  Rucuha  è  limitato 
a  sud  dai  monti  di  Umiica,  ed  a  nord  continua  con  T  alti- 
piano di  Uconongo.  Dove  le  foiose  del  Rucaha  e  del  Ru- 
cuha si  uniscono,  il  pianoro  termina  con  la  catena  del 
Beja,  alta  2900  metri.  Il  lago  di  Rucuha,  a  800  metri  sul 
livello  del  mare,  occupava  una  volta  tutta  la  fossa  sino 
al-  Tanganica,  uientre  oggi  ò  lungo  soltanto  40  chilo- 
metri. Pare  non  al)bia  alcun  emissario,  ed  i  suoi  affluenti 
gli  recano  acqua  soltanto  nella  stagione  delle  pioggie, 
mentre  nelle  altn»  si  p^nnlono  nella  steppa  vicina  ;  la  pro- 
fondità del  lago  è  perciò  molto  varia  e  tende  piuttosto 
a  diminuire.  Anche  il  Xiassa  è  diminuto  di  volume;  il  suo 
emissario,  lo  Scirè,  attraversa  il  lago  Malomba,  profondo 
poco  più  di  un  metro  e  che  una  volta  era  certamente 
unito  al  Niassa. 

I  vulcani  principali  del  j)aeso  del  (-onde  sono:  il 
Rungue  (8001)  metri),  il  ('hiejo  (2800  metri)  e  Io  Ngosi. 
Il  cratere  di  (piest' ultimo  è  occu{)ato  da  un  lago  lungo 
due  chilometri  e  largo  uno,  con  bolle  isolette.  11  i^^iilleboru 
studiò  specialmente  gli  abitanti.  Le  loro  ca])auue  sono 
rotonde  o  rettangolari,  con  tetto  spori»ente  a  forma  di 
veranda,  T  interno  è  diviso  in  due  camere.  SuUe  rive  del 
Xiassa  si  vedono  gli  avanzi  di  numerose  palafitte,  ed  il 
villaggio  di  Mbamba  è  costruito  su  [)alatìtte,  sebbene 
sorga  in  mezzo  ad  enormi  blocchi  di  granito.  I  negri  del 
Niassa  non  sanno  congiungcM^e  i  pezzi  di  legno  e  noìi 
couoscono  r  uso  della  sega.  L'agricoltura  ò  Tunica  loro 
risorsa,  ma  è  cagione  di  un  continuo  e  dannoso  dibosca- 
uiento.  L'industria  del  ferro  è  molto  svilupj)ata  e  si  può 
dire  la  principale  di  (juesti  abitanti. 

II  \V(»ule  ritornò  in  (lermania  con  una  ricca  colle- 
zione etnoii-i'alìca  di  materiali  illustranti  gli  usi,  i  costumi 
e  la  coltura  iuti»Netlual(»  (l(»i  poj)()li  dol  basso  liovuma  e 
dei  pianori  vicini,  e  con  una  unm(»rosa  serie  di  fotogralic», 
vedute  cinematoiiraliclH»,  e  discorsi  fonognifati.  Ritorna- 
rono [nwo  il  dottor  Fritz  diig«»r  ed  Kdoardo  ()«»hlcr,  tlopi) 
un' acciugata  es))lorjizion(»  del  Ijigo  Vittoria  ('d  alcuni  studi 


4fM)  Geografia 


per  la  costruzione  di  una  nuova  linea  ferroviaria  tra  il 
lago  e  la  costa.  L'ufficio  coloniale  tedesco,  che  aveva 
sussidiate  queste  spedizioni,  ne  ha  ora  inviate  altre  per 
completare  T  esplorazione  della  colonia. 

29.  Neir  Africa  orientale  portoghese,  —  Migliorarono 
alijuanto  negli  ultimi  anni  le  condizioni  di  questa  regione. 
La  città  di  Beira  venne  abbellita  e  difesa  con  una  grande 
diga  dalla  irruenza  delle  onde.  Venne  compiuta  la  ferrovia 
Heira-Mascionaland,  che  per  Macequece  e  Umtali  conduce 
a  Salisbury.  Essa  attraversa  una  delle  regioni  più  pitto- 
resche deir  Africa  e  si  eleva  sino  a  1400  metri  sul  livello 
del  mare.  Aumentarono  le  compagnie  industriali  che 
attendono  all'estrazione  dei  minerali,  e  si  fecero  nuove 
scoperte  aurifere.  Nella  valle  del  Revue  venne  esplorata 
una  grande  cascata  di  80  metri  che  sarà  utilizzata  come 
forza  motrice  per  le  miniere.  Anche  le  condizioni  degli 
indigeni  vennero  migliorate.  Essi  furono  ripartiti  in 
s(|uadre,  le  quali  per  turni  regolari  attendono  ai  lavori 
dei  campi,  con  una  paga  di  dieci  lire  al  mese  oltre  al 
vitto.  I  Negri  portano  tutti  i  prodotti  alle  stazioni,  dove 
sono  comperati  a  basso  prezzo  dallo  compagnie,  quasi 
tutte  troppo  povere  di  capitali  per  tentare  profittevoli 
speculazioni. 

Jj' esplorazione  delle  miniere  di  Tete  continua  a  de- 
stare il  più  grande  entusiasmo  e  dà  prodotti  sempre 
maggiori.  A  Chifumbaze  si  vedono  le  traccie  delle  antiche 
od  estese  ricerche  fatte  dai  Portoghesi,  ed  esistono  depo- 
siti considerevoli  di  detriti  alla  superficie  del  suolo,  pro- 
venienti senza  dubbio  dalla  parziale  erosione  di  impor- 
tanti filoni,  ancora  visibili  sopra  un'estensione  di  parecchi 
ciiilometri  ;  si  scoprirono  nuove  vene  di  malachite,  azzu- 
rito,  marcasi  te,  e  calcopirite,  insieme  a  rame  aurifero  e 
nativo,  fjo  condizioni  del  lavoro  sono  ottime,  il  carbone 
abbonda,  \(^  cascate  di  Coroabassa  potranno  dare  tutta 
r energia  elettrica  desiderabile,  ed  il  fiume  Zambesi  si 
presta  meravigliosamente  ai  trasporti. 

8(1.  1m  avihippo  di  Zanzibar.  —  In  (piesti  ultimi  anni 
si  è  notevolmente  sviluj)pata  l'isola  di  Zanzibar,  che  è 
ormai  il  gran  dej)osito  e  il  centro  di  distribuzione  di 
tutta  (piella  eosta  orientale.  La  sua  poj)olazioiie  è  calco- 
lata Ira  200  e  8()0.tM)(»  abitanti,  dei  quali  appena  5(K)  bianchi, 
cjuasi  tutti  funzionari  civili    o    militari,  (ir  indigeni  lavo- 


Xetr  entitmo  AìaKC/i  -li' 

ruiio  alle  [tÌuntu<rioiiì,  il  ^vcnio  è  in  mano  do^'I'Imlìi, 
liivori  domestici  sono  compiuti  da^lì  nliiiiLiiti  Hi  (i<ii 
e  dii  iiidig'eiii.  Il  coni  mere  io  iiiimialc 
lioni  di  esportaziunu  o  di  ni  trottali  to 
Poelif!  notizia  si  ebt)ero  sullo  altr 
(Joliii  pubblico  i  i-iaiiltnti  dello  trianji' 
guite  nel  Madaurusear,  e  il  prof.  A. 
jtltre  iintizio  sui  ])orti  dell'isola  i-  sul 
sue  lajfuiio.  T.  (.'.  Kerry  esplorò  l'i 
Oiiiiha,  dove  ejfli  ebbe  importanti  coi 
così  ai  propone  di  sfruttare  specialme 
circondano  l'isola  principale. 

VI.  -   Ahiìeuc.x. 

l.  XeU'fSt retini  .ìlasca.  —  L'Alasci 
diti  ^lolio  cbe  nell'ultimo  decennio  ha 
intensi  progit.'ssi  cconoiniei.  L'atteuzii 
si  ù  perei"  rivolta  con  straordinario 
siiif;i>lnr('  paese,  e  per  iniziative  pub 
sono  intraprese  nninerosc  indagini  ei 
l'intento  di  conosceriiL'  cmi  ogni  pò 
coiiilizioni  sieojf  l'ali  clip  e  L'eolofriclie  e 
0  induslriali.  Il  sroverno  ÌU-^ìi  Stali  1" 
regione  con  una  serie  ini  portai)  tissim 
nltima  tra  le  (inali  una  vera  monotrriilii 
si  occupa  della  froof.rratia  r  dolili  ffvo 
A.  (nuvelaml  del  clima,  i-  H.  l\  (ioi 
il'oo.LrratiCii  e  liellissimc  illustra/ioni.  K) 
ì'  stala  larirami'Lite  riassniila  dal  d 
1,'ià  noi  lini ti-ll ilio  lìfllii  S'u'ìi'lii  ili-n 
marzo  U)07|.  tenondo  Conto  a-nclie  di 
relative  alle  eondizionj  eroiioiuicln'  di 

Xell'anno  si  intrai)resiTo  n'^H'Alai 
cerelii-  scientiliclif  .-d  ceiniomiclie.  ti. 
il  bacino  del  Vucoii,  a  sud  est  d,-l 
reirioiie  <]<-!  Knclvland  a  sud  esl  del  can 
Uniendr.  Ir  ricerche  latte  dal  Miidren 
dove  si'ià  .■ratio  st;ili  .•ii'o|)erli  nv;iiiy 
bìsonli  e  di  (-av.illi  <li  mi  ti]>i>  S])i-cia 
nienle  il  pi.,!'.  '1'.  .\.  .binar  sludiò  le 
e  vulcailidnu'ielie.  ed  il  dHlti.r  liini 
prese   altre   ri.reirhe  .ill.i   seopo    di    eoi 


# 


lì.  Stii|iHi't  [lubblicò  i  risultati   delle  osservazioni  me- 
li'oro  loffie  In;  raccolto  nel  territorio  dell' Yucoii,  che  si  cou- 
tiiitmiio  da  dodici  anni  a  Forte  Costantino,  Uawsoii,  Zel- 
kirk,   Whileliorse,    Atlin,   v   sul  lago  Tagish.  Le  regioni 
m-ttmit rionali   ni   orientali   dell' Yucoii    hanno   estati   piii 
ciilde  dnlle   meridionali,   forse   perchè  si   trovano  ad   mi 
livella  nifi  hjiHso.  sono  jiiii  lontane  dai  venti  del  Pacifico, 
moliti   che  raggiungono  per- 
on   la   temperatnra  media  del 
C,    il   minimo  assohito  e   ili 
temperatura  media  di  ló,7°  '- 
klberta  meridionale.  Nel  terrì- 
unnalmeiite  circa   13^   mitii- 
fgia. 

•  l.e  Ire  isole  conosdnto  con 
superfìcie  del  mare  <la  |)oco 
cnnteinporaneaiDoute  al  gran 
o  di  ('iilifornia,  sebbene  la 
ir  Oceano  interposto  non  con- 
feiioineiii.  Lo  alti-e  due  isole 
il  ITHC.  la  seconda  nel  1883. 
rvelte  iul  un  rapido  disfaci- 
l'gcvn  (hil  inaiv  in  luezzn  ad 
iparsii.  1,11  marina  inglese  ha 
le  isole  <'.l  lino  scliizzo  dolio 
)  sin  dal  1k;!(ì:  l'nUima  venne 


:/".  ~  Le  e  spili  razioni  del  Gft- 
si  osleseii)  nel  lÌMMi  sopra 
e  linee  lerroviurie,  la  Irascon- 
aift  di  Uiidson.  Il  professore 
ì  elle  dovrà  essere  attraver- 
tru  l'oitiige  La  l'rnirioeil  Kd- 
e  manchino  ancora  le  enniii- 
iiimerosi  coloni,  in  un  suolo 
i  ciinijii  di  frumetito.  Le  esjilo- 
la  prri|ti>stii  liiicii  ferroviaria 
basso  Siiskiitclii'wun  gli  sug- 
une  in  tre  zoiie  <lisliii1e;  In 
lalcari  imi^'iiesiiici    nri/zonliili 


,,l,|U,,„l.,    .»,„■ 


Nuove  hetUzge  naturali  ìifyìì  St.ili  l'iùh 

(■stt'iidc  dall' orli!  sf^tU-iilnimali'  lit'lla  scnrpatn  calon 
ai  sediiiieiit.i  dcihi  \vi-7.n  iii-oa  ai'<;'illn.sa.  Solo  i|iu'st' 
('  |)ro|iiiiÌa  alla  ctiltiviiKÌoii<',  rssoiidn  i  tcnviii 
risirelti  priiicipalmciili'  all'  mitico  Imciiio  dt'l  lai 
ciale  Ayaasiz.  Il  imrsi;  ì*  Ìii  ffimcrali'  co|iorio  di 
con  albei'i  piccoli,  elio  danno  Icgiiiiiuc  furie  e  n's 
O'  Htillìvaii  studiò  la  rcjriodP  l'm  il  iajro  .Splilli  e 
Churchill,  0  crede  non  vi  saranno  grandi  liifliculti^ 
tracciato  ferroviario  snlla  linea  da  Ini  segnila. 
eaplon")  la  Unoa  transcontlncntalo  tra  il  hijro  Nij 
l'altipiano  ai-caico  della  rojrioiic,  dove  trovò  roccìi 
]mtlc  o  qualche  ti-accia  aiirif'oi'n  ;  pln  a<l  oriente  la  i 
k  aspra  0  di  scarsa  importanza  economica.  Il  H 
scoitrì  un  vasto  bacino  cariìonifern  che  fli  estrudo 
del  Saskatchowan  sino  al  di  là  di  Brn/.on,  e  nei 
tlell'AIberta  inpridioiialc  si  ottennero  importanti 
pi'troliferi. 

4.  Nnofp  bellrszr  ili  naturn  uf/li  Stufi  f  nifi d' A: 
—  Le  quattro  o  cinque  Hoolelà  alpine  esistenti  ag 
Uniti  hanno  incominciato  a  dare  qualche  sej^no 
C'in  l'esplorazione  ilei  Monte  Baker  (m.  32!MI|  ili 
da  H.  Landes  e  da  (_'.  Soles:  ma  è  siiiffolare  ci 
assieme  questi'  Hocifrtà  alpine  della  grande  Hep 
iìieuo  ben  lonlaiie  dal  raii'K'io'^^i'c  >  risiillati  i 
iuo<lesto  <!lub  Alpino  iri^uropa.  I  ^>olo^i  .1.  Spi 
(j.  Uilbcrl  lianno  ristudiato  jl  l'enoineao  della  n 
sìone  delle  Cascato  del  Niau'ara,  tanto  importante 
conclusioni  ^l'olofticlio  elio  se  no  possono  trari-e.  L" 
dello  cascate  «i  modilioa  sempre  più,  sebbene  l'oi 
distruzione  del  plano  calean'  vada  pintlosio  dimii 
Il  volume  del  Niaf^ara  nel  febbraio  del  l!IH."i  wu» 
rato  41)00  me,  corrispondenti  ad  una  for/a  ili  tre 
di  cavalli:  noi  maifgio  era  invece  di  T.-iiHi  mc- 
(piasi  cinque  milioni  di  cavalli. 

I  nove  decimi  delle  acipie  del  N'iagara  passaiu 
canale  (-anadose:  verso  la  parte  americana  la  mas: 
;;c(;',!e  è  relativamente  iusi^nilicante  o  le  modifi 
della  soglia  quasi  inavvertite  l,a  Cascala  del  F 
l'avallo  dal  IH^T  è  relroccdiita  di  circa  nn  metro  e 
inerilro  la  cascata  americana  nel  medesimo  perio( 
mia  rettressione  uifuale  appena  ad  iiu  ventesimi 
precedenle. 


4!i!  (.>o,,,-a/i(i 

Il  presìdoiiln  •Jeu'li  Stuli  l  filiti,  vnleiidni^i  UHlii  le^^ 
dell' «  luglio  ItKM!  .  l'er  la  preservazione  delle  aiiticliità 
americane  »,  im  dìcbiiirato  luoiiii  menti)  nazionale  tutta 
l'area  della  foresta  di  hdssen  l'eak  nella  California,  in 
iiidpr  Cono,  i  campi  di  lavn  ed  i 
arca  è  situata  presso  il 
ti  delle  l'ascate:  il  Ciiider 
1  piantila  (Inviale  ed  ha 
fondo  lu.  ^.'t.  Il  la^o  Hiia^ 
:iiento  [ler  opera  delle  lave 
"SO  hi  pianura,  e  il  lafi^i 
■le  delle  lave.  In  (;|uesto 
udi  scientifici  rivolti  spe- 
i  vulcanica  della  regione, 
si  avevano  sulla  profon- 
la  ('alifornia,  erauo  molto 
metri  sotto  il  livello  del 
imo  data  uua  profonditi^ 
iifffrinnfrorohhp  il  suo  mas- 

V  origine  biologica  della 
■me  costituente  il  Cannon 
Lrizona  ;  i  suoi  studi  ci  per- 
esta  dopi'o&sioiio  aia  stata 
■eisloricn,  dall'urto  di  una 
nico,  o  dn  altre  cause  II 
iri'sta  fossile  scoperta  noi 
ik.  Auclie  ipiesta  rofrioiio 
inoiuimonto  nazionale.  In 
trificntì,  ma  qui  vi  ò  nna 
udo  di  una  vallata  lunga 
,  e  profonda  dai  1">  ai  20 

ogni  grossezza  e  di  tutto 
)  veri  montieelli.  Ln  petri- 

nocchin  degli  alberi  si  è 
ionia.  1^  ricerche  recenti 

altresì  che  (juesla  valle 
i  (piale  aveva  raggiunto  un 
,  se  vi  si  scoprono  persino 

azioni  del  Kio  Colorado, 
i  geografìa.  Xcl  1907  il 
irle  inferiore,  e  invece  <1Ì 
,   si   getta    in    nn    bacino 


Vìilravi  e  ferrovie  nel   Afes'siro  il>5 

chiuso  dove  sta  formando  un  nuovo  lago.  Per  aver  avuto 
la  potenza  di  formai'e  il  celebre  cannon  deirArizona,  si 
può  facilmente  immaginare  quale  enorme  quantità  di 
detriti  debba  portare  questo  fiume;  A.  Dawis  calcola 
che  le  materie  solide  da  esso  tras[)ortate  o^ni  anno 
coprirebbero  all'altezza  di  80  centimetri  una  superficie 
di  182  kmq.  Nel  1900  il  i'olorado,  che  era  stato  deviato 
per  irrigare  il  deserto  che  circonda  Saltou  Sink,  riprese 
il  suo  antico  letto,  cosi  quelle  terre  rimasero  nuovamente 
deserte.  11  4  novembre  19(M)  il  Colorado  venne  ricondotto 
neir  antico  letto,  dopo  alcune  settimane  si  apriva  una 
nuova  breccia  riprendendo  la  sua  corsa  verso  il  Salton 
Siuk,  e  soltanto  il  IO  febbraio  si  i)otè  un'  altra  voIUi 
padroneggiarlo. 

II  lago  Salton  venne  esplorato  nel  1907  e  si  trovò 
lungo  HO  km.  con  18(R)  di  superfìcie  ;  ma  date  le  condi- 
zioni del  fiume  che  lo  alimenta,  si  comprende  di  leggieri 
come  esso  debba  essere  soggetto  alle  piìi  grandi  e  peri- 
colose variazioni. 

5.  Vulcani  e  ferro  rie  nel  Messico,  —  Il  prof.  H.  Ole- 
land  ha  illustrato  i  vulcani  di  Colima,  Nevado  de  Toluca 
e  Valle  de  Santiago.  Il  Tolima  è  situato  ad  occidente 
della  città  di  Messico,  a  50  miglia  dal  Pacifico,  e  forma 
un  perfetto  cono  simmetrico,  con  una  protuberanza  costi- 
tuita da  un  cono  secondario  sul  pendìo  di  NE.  I  due 
coni  hanno  l'altezza  di  8880  e  8598  metri,  e  l'orlo  del 
cratere  principale  ha  una  depressione  dalla  quale  sgorgò 
la  corrente  di  lava  nel  1885  e  Jiel  1908.  Dopo  quest'  anno 
il  vulcano  gittò  soltanto  copiosi  vapori  a  gas  dalle  sue 
fumaruole.  Il  Nevado  de  Toluca  sorge  a  4510  metri  sul 
mare  ed  a  1824  sulla  circostante  pianura,  ed  è  circondato 
da  minori  vulcani  ;  per  l'  accumularsi  delle  ceneri  e  delle 
lave,  la  pianura  forma  un  bacino  quasi  chiuso.  Il  cratere 
si  raggiunge  facilmente  a  cavallo  in  cinque  ore,  e  Hum- 
boldt vi  salì  da  oltre  un  secolo.  Il  vulcano  Valle  de  San- 
tiago ha  undici  crateri  che  occupano  una  superfìcie  quasi 
circolare  :  quattro  di  essi  sono  colmati  da  laghi. 

Il  23  gennaio  venne  inaugurata  la  ferrovia  che  attra- 
versa r  istmo  di  Tehuantepek.  La  linea  parte  da  Coatza- 
coalcos  sull'Atlantico,  piccola  città  di  4(X)0  abitanti,  attra- 
versa le  grandi  e  fertili  pianure  del  versante  atlantico  e 
i  principali  affluenti  di  sinistra  del  rio  Coatzacoalcos.  Il 
terreno  è  leggermente    mosso  con  piccole   colline  e  rico- 


\v}.\ln  (ili  iitia  t'aiibd'ftiilo  veKi'tii.zioiu'  trn|iieiilr,  e  noi 
liiniThi  più  i-lovHli  (III  bt'i  jmscoii.  \.a  linea  atlniversa  poi 
111  if^idiie  coiiti-ali-  ileir  ìhIiiio  fra  il  rin  .Ialto])ec  e  il  rio 
.M<i Intendi),  dojin  il  ijiikIl'  uscitiidc  1' ultimo  scagliono  |iei' 
iittravoi-san'  lo  Njiai'liucqiio  liolla  Siorrii  Mailre.  Iit  ijiiel 
pillilo  l<<  catone  li!  Masalidila,  l'rielii  oil  Espiiioza  no» 
superano  pun")  i  cini|iic  o  seicento  nietri  ani  livello  del 
mare,  p  la  linoa  ra^triuii^e  il  kuo  pnnlo  [)iù  allo  a  m.  2(ÌH 
presso  Miza  l'ntiojo.  Ui  là  la  fcrfo.via  si  <iiripc  verso  le 
gole  di  Tarifa,  nella  Sierra  de  t'Invola,  che  discende  in 
profonde  trincee  11  versante  del  l'aoifico  è  secco,  caldo, 
con  scarsa  vo^'elazione  et!  iinpetnosi  torrenti.  Al  km.  29ti 
dall'Atlantico  la  ferrovia  passa  per  l'antica  città  che  dà 
nonio  all' istmo,  od  accoglie  ojftri  14  mila  abitanti,  per 
riuscirò  al  porto  in  costrnzione  di  Salina  ('ni/.,  wni  Pa- 
citico- 

On'altra  importante  ferrovia  vennn  a])erla  fra  l'nerto 
Harrios  ed  l-'.l  Manolio,  donde  sarà  presto  compiuta  sino 
alla  città  di  (ìnalcmala.  Il  tratto  che  ancora  manca  pi-o- 
senla  nnmerose  dìfRcoltà,  dovendo  attraversare  vasto  t- 
profonde  vallale;  ma  si  ritiene  cite  sarà  costrnito  al  più 
presto  per  ajrovolarc  ai  ricchi  americani  la  visita  dello 
liollo  regioni  montuose  che  circondano  i  latrhi  dì  Alitlan 
0  Amalitlan,  le  quali  dovrebbero  diventare  uno  dei  pifi 
preferiti  sofrgiorni  invernali. 

li.  f/ui/nim  fi'iniergf.  —  La  Società  jreograflca  di 
l'ariffi  Ila  inviata  nella  (luyana  una  missione  scicntitica 
ed  economica  affidata  al  dottor  Kaillard.  Kssa  dovrà  stu- 
diare la  costituzione  idrografica  del  paese  e  costruire  una 
carta  della  sua  rete  fluviale;  il  dottor  Oaron,  che  accom- 
pagna la  spedizione,  farà  osservazioni  meteorologiche  e 
raccolte  di  minerali,  il  dottor  Tripot  ai  occuperà  delle 
rjcorclic  di  storia  naturale  ed  i  lenenti  <li  vascello  Delteil 
e  hutertre  attenderanno  alla  costruzione  della  carta. 

Un'altra  spedizione  partì  da  Ca.vonna  il  lo  agosto  ÌW-\ 
e  rilevò  il  corso  del  fiume  Cointé  sino  al  confluente  del 
Mrodel  a  ITI)  km.  da  t'ayeiina.  La  missione  al  comando 
del  capitano  Refroijrney  e  del  capitano  Dewnlf,  compren- 
deva due  tonciitì,  dieci  sottufficiali,  con  un  centinaio  dì 
portatori  Mult^asci  ed  aveva  lo  scopo  di  giungere  all'  Inini 
per  la  via  dell' Aprouague ,  studiando  la  regione  per 
costruirvi  una  linea  ferroviaria.  La  missione  rilevò  il 
fiume  ISiunco,  valicò  il  massiccio   granìtico  che  forma  lo 


,Vwoi;a  aiiia  ■linlV  Kquiifore,  41t7 

Spartiacque  fra  il  bacino  del  Comtp  e  quello  dell' Aprouaguc, 
e  giunse  a  questo  ulUnio  lìuraie  socruciido  il  torrente 
Ipouciii.  Ma  la  stagione  (lolle  pioggle  eil  una  epidemia  di 
beri-beri,  decisero  il  capitano  Uefroijrney  a  proseguire  solo 
con  una  dozzina  di  Malji^asci  per  la  regione  inesplorata. 
In  venti  giorni  il  piccolo  gruppo  percorse  in  linea 
retta  85  km.  sino  iii  primi  placerg  dell' Iniui.  Da  questi 
si  avanzò  sino  all'alto  Apronagup  e  ritornò  alla  eosta  in 
battello.  Rimase  lix'  <,i'ÌoriiÌ  interi  nel  fango  e  nell'  acqua 
sino  al  ventre,  superò  muraglie  di  granito  clie  gli  pare- 
vano dapprima  inaccessibili,  attraversò  foifsto  vergini 
con  difficoltà  enonni,  compì,  a  dir  breve,  una  delle  pili 
difficili  spedizioni  che  abbiano  illiistriila   questa  regione. 

7.  Xitova  curia  ilrll'  Equatore.  —  Il  signor  E.  Vacaa 
(ìalindo  ha  pubblicato  una  caria  t^ogralìcn  storica  della 
Repubblica  dell'  Equatore,  in  scala  d<'ir  1 : 1.'>IHI,IH)1K  I  ;  cli- 
niento  più  originale  di  ipiestu  cartii  i'-  il  traccialo  abba- 
stanza comiilicatii  dei  limili  delle  juvli'sc  e  delle  rivendi- 
cazioni   di    territorio   che   1'  Kipiatnre    ha   nics^f  ìniuiiixi 

dal  Hfcolo  XVI  Bino  ari  oggi,  .\ppeni 1    \W\    l' lùpi.-i- 

toro  si  accordò  eoi  lìrasile  si>guandii  ìl  smi  coiitino  oeei- 
dciitale  con  una  lìnea  reità  da  ■labaclitiica  siili'. \iiiii.' .-.ine 
verso  il  nord,  lino  al  Salto  de  Cupali  sul  Ihnuo  Va|iiu'a. 
Così  tra  il  l'erfi  e  l' Equatore  è  lullum  eniiti-sa  nini 
tale  estensione  di  territoriii.  chi-  si'  il  l'ero  nvosm- 
ragione,  l'Equatore  si  iloviebbe  limitari'  ad  una  Ihm'm' 
striscia  di  territorio  fra  il  mare  e  1' orlo  nceiilentali' delln 
(,'ordigliera  assai  lontano  dal  bacino  dell'. \uia/ziine.  I.a 
cai'ta  ha  il  pregio  di  segnare  tulle  le  ferrovie  deirKqmi- 
lore,  compresi;  quelle  in  progello.  fra  li-  quali  iuta  da 
.\mbalo  a  Sant'Anloiiio  sul  rio  Ciirarv,  idllueule  di  de.itr» 
del  rio  NajKi,  che  mirerebbe  appunlo  a  daiv  all' Equa- 
tore uno  siioceii  verso  l'Atlantico  ]ier  vie  lluviali.  I.a 
carta  ha  però  anche  vari  difelli,  specie  ui'llii  segimlazioue 
delle  montagne,  che  manca  (jiiasi  coinpielameii 

S,  Il  l'nrltd'i  tli  Vi/Ma.  —  Il  conte  Enrico  ; 
esplorate,  ed  oi'a  descrive  il  l'artido  di  Villela,  e 
a  quelli  di  Oliva.  Villa  Franca,  e  Sant' Antonio 
dei  14  disti'elli  della  repubblica  del  l'ai^agun 
l'arlido  è  coin|>oslo  tu  [larte  di  colline,  in  parte 
pianiu'i'  spesso  simntiersi',  iiitei'i'olle  da  boschi  i 
e  le  cui  acque  vanno  a  eonfoudersi  con  la  gl'ai 


4J«  Geografia 

(li  Ipoà,  a  45  km.  ad  est  del  Rio  Paraguay,  l^n  laguna  tro- 
vaci in  direlta  comunicaziouo  col  Rio  Paraguay  a  mezzo 
del  Rio  Negro,  e  s|>eeialniento  nelle  epoche  di  maggio, 
rioche  di  pioggia,  forma  una  ìtnmensa  esteiEsione  dì  ac<iut) 
interrotta  <|Uà  e  là  soltanto  da  boschi  di  copemiria  rr-ri- 
fera,  e  di  eoros  aifxlralt».  Il  legname  di  questi  bosclii 
e  degli  altri  del  l'artido  forma  una  delle  prjiici|)ali  ric- 
chezze del  Paraguay;  tra  easi  sono  notevoli  il  legno  di 
ferro,  che  si  può  lavorare  soltanto  quando  è  verde,  il 
lecoma  curìalis.  che  nei  mesi  di  agosto  0  settembre  sì 
copre  di  splendidi  fiori  rossi,  ed  il  cni  legname  è  iucur- 
nittibile  anche  sotto  terra.  Fra  lo  piante  crescono  le  più 
vaghe  specie  di  sensitive  e  di  verbene.  Il  capoluogo,  unica 
agglomerazione  urbana,  è  una  graziosa  città  con  le  caso 
a  un  solo  piano;  tra  gli  nitri  centri  di  popolazione  meri- 
lano  ap|)ena  di  essere  segnalati:  Ità-vbelé  e  Yquiti.  1^ 
abitazioni  di  ijuesti  ed  altri  l'iieOli,  sono  circondato  dn 
campì  coltivati.  I.o  StiUella  ci  dà  importanti  notizie  sulla 
alimentazione  dei  ('ttiii]ìesini,  sulle  loro  relazioni  di  famì- 
glia, su  la  lingLUk  che  parlano  e  sulle  principati  colture 
del  loro  suolo,  ai  ipiale  egli  ritiene  sìa  serbato  un  grande 


9.  Esploriizi'iiiP  (lei  Hiii  FH'niaaijit.  —  li,  Lauge  ha 
pubblicato  uno  studio  sulla  niivigabìlìtà  dì  ({uesto  gran 
fiume,  che  nella  parte  inferiore  del  suo  corso,  per  una 
lunghezza  di  circa  (HK)  km.,  separa  il  Parnguay  dalla 
repubblica  Argentina.  La  navi^iabilità  di'l  fiume  era 
stata'  studiata  già  dal  (.'revaux.  che  fu  assassinalo  sulle 
sue  rive  con  17  eonipagnì  dagli  Indiani  Toba  nel  IHW. 
Il  rilievo  del  corso  dei  Pilcomayo  venne  iniziato  dal 
Lange  ad  nini  distanza  di  lem.  21>S  <la[la  conlhienza  col 
Paraguay,  cioè  dal  punto  sino  al  quale  ei'ano  arrivali  i 
suoi  pj'cdecessori  ;  egli  contiiniò  senza  interruzione  in 
battello,  a  piedi  o  a  cavallo,  rilevando  tpiasì  S(M)  km.  e 
costruendone  la  carta  alla  scala  di  l:lìil.(MiU,  ridotta  poi 
al  quinto  per  la  pubblicazione.  Questa  esplorazione  dimo- 
strò che  il  Pilcornayo  in>n  è  inivigidiile  tutto  ranno  per 
la  poca  profondità  e  i)er  gli  animassi  vet-etalì  che  lo 
ingombrano  a  monte  della  -liiiita  Kontaiia.  Questi  osta- 
coli potrebbero  essei'C  facilmente  rimossi,  ma  la  naviga- 
zione è  ugualmente  resa  difficile  dai  nninerosi  meandri: 
tuttavia  r  ing.    Lange   opina    che  con    lavori    non  molto 


L' Aujftralìa  e  i  suoi  progressi  4^H 


costosi  il  Pileoraayo  potrebbe  essere  reso  navigabile  sino 
a  5(M)  km.  dal  suo  sbocco  nel  Paraguay. 

10.  Esplorazioni  di  R.  Hauthal  nelV  altipiano  ilei 
Perù  e  della  Boi  ir  tu,  —  Questo  altipiano  è  lungo  circa 
2500  km.  e  largo  al  massimo  600  con  un'  altezza  media 
sul  mare  di  3500  metri.  La  parte  centrale  dell'  altipiano 
ha  grandi  laghi,  i  quali  in  epoche  anteriori  avevano  una 
estensione  molto  più  v*asta;  il  maggiore  di  essi  è  il  Titi- 
caca,  sulle  cui  sponde  gflnca  fondarono  il  loro  impero. 
Il  lago  è  ora  [)ercorso  soltanto  da  miserabili  canotti, 
e  coloro  che  visitano  V  altipiano  non  riescono  a  com- 
prendere come  in  mezzo  ad  una  così  sterile  natura  abbia 
potuto  svilupi)arsi  una  delle  più  grandi  civiltà,  a  giudi- 
care dalle  traccio  che  se  ne  disseppelliscono  continua- 
mente. La  capitale  della  Bolivia,  La  raz,  è  dominata  dalla 
vetta  deirilimani  e  giace  fra  ricche  miniere  aurifero  che 
per  ora  non  si  possono  esercitare  convenientemente  per 
le  condizioni  della  viabilità.  Si  stiinno  però  studiando 
(juattro  nuove  ferrovie,  e  principalmente  quella  che  con- 
giungerà la  capitale  col  porto  di  Arica,  e  permetterà  di 
sfruttare  anche  la  celebre  miniera  di  rame  di  Coro-coro. 


Vn.  —  Oceania. 


1.  IJ  Australia  e  i  suoi  progressi.  —  Sono  appena 
137  anni  che  il  capitano  Cook  toccava  il  continente  Au- 
straliano, e  120  anni  dacché  V  Inghilterra  ne  prese  pos- 
sesso con  un  convoglio  di  forzati,  e  già  questo  continente 
accoglie  ora  3  milioni  e  mezzo  di  abitanti  in  sei  fiorenti 
colonie,  le  quali  hanno  città,  come  Melbourne  e  Sidney, 
superiori  a  500.(KK)  abitanti.  1/  allevamento  del  bestiame 
dà  un  reddito  di  930  milioni,  con  72  milioni  di  montoni, 
S)  di  bestiame  bovino,  e  Lr)2r),000  di  cavalli.  L'oro  dà  un 
prodotto  di  350  milioni  all'  anno,  e  col  earbon  fossile,  il 
rame,  l'argento  e  lo  statino  si  ha  uji  prodotto  industriale 
su{HTÌore  al  l2tH)  milioni  all'  anno.  Sebbene  il  paese  sia 
per  tre  (piarti  deserto,  esso  ha  imuK^nse  fattorie  che  pos- 
sono considerarsi  tra  le  più  grandi  del  mondo,  come  le 
sue  miniere  d'  oro  sono  tra  1(*  più  importanti.  La  razza 
indigena  è  ormai  prossima  a  scomparire:  nell'interno  si 
trova  a[)pena  qualche  selvaggio  di  bruttissime  forme  e  di 


500  Geografia 


intelligenza  scimmiesca*;  da  200.()(K)  anime  è  ridotta  a  meno 
di  4(),0(K)  e  i  coloni  fanno  loro  la  guerra  più  accanita, 
nonostante  la  tutela  delle  autorità,  spingendosi  sino  ad 
avvelenare  le  acque  e  le  farine.  In  questi  ultimi  anni 
r Australia  è  diventata  il  paradiso  degli  operaia  cagione 
della  sua  legislazione  sociale,  che  ha  realizzati  quasi  tutti 
gli  ideali  del  socialismo:  riposo  settimanale,  chiusura  dei 
magazzini  alle  6,  imposta  progressiva  sulla  rendita,  otto 
ore  di  lavoro,  assicurazione  di  Stato,  pensione  agli  operai 
sul  bilancio  del  medesimo,  arbitrato  "  obbligatorio,  voto 
alle  donne,  ecc.  Questa  legislazione  è  però  mantenuta 
soltanto  con  una  politica  di  isolamento  e  di  esclusivismo 
che  impone  enormi  diritti  doganali  sulle  merci  europee, 
vieta  le  immigrazioni  dei  gialli  e  dei  neri,  e  mette  osta- 
coli quasi  insu[)erabili  a  quella  stessa  dei  bianchi. 

I^  ferrovie  dell'  Australia  hanno  uno  sviluppo  «li 
25,840  kmq.  cioè  un  km.  di  ferrovia  per  174  abitanti: 
mentre  in  Italia  ne  abbiamo  uno  per  circa  200().  Le  fer- 
rovie dei  vari  stati  Australiani  non  sono  però  tutte  col- 
legate fra  loro;  quelle  dell'Australia  occidentale  sono 
isolate.  La  linea  piò  lunga  è  quella  da  Adelaide  a  Oodna- 
datta(ll07  km.),  che  costituisce  ravviamento  per  la  futura 
linea  transcontinentale,  già  segnata  dal  telegrafo  e  il  cui 
tronco  settentrionale  esiste  da  Porto  Darwin  a  Pinecreek. 
Lo  scartamento  delle  varie  linee  non  è  uniforme,  il  che 
costituisce  una  grande  difficoltà  per  il  traffico. 

2.  Eupìo razioni  varie  nelV Australia.  —  Allau  A.  Da- 
vidso])  dà  alcune  notizie  sulle  catene  Murchison  e  Daven- 
port,  le  quali  si  eleva?io  a  45()-6()0  metri  sul  livello  del 
mare.  Un  tratto  caratteristico  di  (queste  forme  è  la  con- 
tinua serie  di  lunghe,  uniformi  groppe  di  (piarzite  e  di 
arenaria,  separate  da  strette  valli  parall(»le.  I^e  catene  di 
colline  sono  attraversate  da  numerosi  corsi  d'accpia,  alcuni 
(li  notevole  dimensione,  con  banchi  bassi  e  canali  sab-  J 
biosi  :  questi  ruscelli  muoiono  però  tutti  dopo  breve  corso 
nella  pianura  o  si  allargano  in  pantani  nel  suolo  argil- 
loso. I  soli  serbatoi  permanenti  d' jicqjia  si  trovano  in 
poche  cisterne  naturali  scavate  nc^Ua  roccia  dura,  e  con- 
tengono varie  specie  di  pesci.  I  pochi  indigeni  scom- 
paiono rapidament»*;  il  Davidson  nota  lo  strano  costume 
delle  donne  cho  non  possono  parlare  per  un  anno  dopo 
la  morte  del  marito,  per  cui  si  è  colà  sviluppato  un  curioso 
linguaggio  di  segni. 


i 


Exiiloraziiiiiì  iii-l/ii   Suni'it  fiiiiiie 

A.  \V.  Ciiuniiig  f'S|itor^)  it  deserto  di  " 
care  ima  via  pnitìca  fni  i  campi  aiiitfei 
nccident;ile  o  la  Divisione  di  Kimbei-le.v. 
del  maggio  l!IIHi  da  Wiliina,  attravorsc'i  i 
iiicìdeuti,  occupaudo  nel  viaggio  parecch 
lago  Nabeni,  il  lago  del  llisiiigAiino  o  il 
risali  lo  Stuart  's  L'reek  hìiio  alla  sua  coufli 
attraversata  la  valle  Klora,  riuscì  alla  sta 
di  Hall  's  Creek,  Nel  conti-o  del  deserto 
masaa  d'  acqua  a  poca  profondità,  por 
ritiene  che  si  potrà  f nei! mente  coatniire  ii 
verso  il  medesimo. 

Il  dott.  II.  Klaatscli  ha  compiuto  i 
viaggio  di  tre  anni  a  precipuo  scopo  di 
od  antropologici.  Visiti)  quasi  tutte  ]e  e 
cialmeute  il  (jneotisland  settontrìoiialo,  It 
di  Oarpeiitaria.  i  monti  Kelloiidon  Ker, 
cialiiipute  le  relazioni  degli  aborigeni  d 
Malesi  V  eoi  l'apiia,  relazioni  che  egli 
pinttosto  a  smonliro. 

;i.  Esidnrazioni  ufiUn  Xnofii  (fuinr- 
hro  IHiHi  mi  vaporo  olandese,  accouipag 
r<cialiippe,  fece  nna  ricognizione  sui  lìun 
■  si  gettano  nella  Haia  orientale  della  eosti 
Nuova  (ìuitiea,  corcando  specialmente  se 
si  possa  penetrare  noli'  interno  dell'  ist 
moi'idionalo  vonne  risalito  sino  a  òO  mi 
vapore  e  per  altre  2H  coti  una  harca  :  l' i 
nimo  venite  risalito  por  01  miglia  col  va 
21  con  mia  barca  II  bacino  dei  due  fiumi  si 
monte  popolato;  le  navi  passarono  dava 
rtimpiinfi  di  40  a '111  capainie,  situati  gene 
lliuuite  dei  fiumi.  Al  loro  arrivo  i  nativi 
terribili,  baltovano  con  i  remi  i  canol 
calce  e  eoiiere  con  le  loro  cerbottane.  M; 
esitanze,  offrivano  viveri  ed  anni;  erano 
liei,  sebbene  gli  esploratori  poterono  ^ 
ancora  diffu.so  l' uso  di  tagliare  le  tosti 
teschi  sui  pali.  (ìli  abitanti  hanno  statuì 
dei  L'aja-caia.  sebbene  sieno  slanciati,  i 
Portano  i  capelli  mollo  corti,  ma  nessun 
mento,  eccetto  piume  e  braccialolti  lessul 
tane  un  perizoma,  gli  nomini  vanno  ass< 


50*2  Geografìa 

Lo  case  sono  costruito  su  pali,  alti  tro  o  quattro  metri 
da  terra;  lo  scheletro  è  di  tronclii  d'albero,  il  tetto  o  i 
muri  in  foglio  di  sagù.  I^'  case  hanno  un  solo  vano  con 
varie  porte,  die  è  occupato  da  più  famig-lie.  Air  estremità 
del  villaggio,  vi  è  un  posto  di  vedetta  alto  tre  o  quattro 
metri.  Or  indigeni  provvedono  al  loro  vitto  con  sagù, 
casoari  e  pesce,  e  le  rive  del  fiume  sono  coperte  da  una 
fìtta  v<ìgetazione.  XolT  estremo  ])unto  raggiunto  gli  esplo- 
ratori poterono  scorgere  a  distanza  di  appena  20  km.  le 
falde  dei  monti,  dominati  da  vette  nevose. 

A.  E.  Pratt  ha  visitato  la  stazione  di  F'ak-fak  sulla 
costa  meridionale  della  Nuova  Guinea,  nella  quale  risiede 
nn  funzionario  olandese  con  pochi  commercianti  cinesi 
ed  arabi.  Le  case  sono  costruite  molto  bene,  e  nella 
foresta  crescono  noci  moscato,  gomme  ed  alberi  utili.  La 
fauna  comprende  tra  altre  specie  gli  uccelli  del  paradiso. 
Una  gigantesca  farfalla  nera  ed  oro  che  misura  otto  pol- 
lici da  un'  estremità  all'  altra  delle  ali  ed  un  piccolo 
cacatoa  lungo  solo  due  pollici  e  mezzo  compresa  la  cresta. 
Sugli  scogli  si  trovano  oloturie  e  ostriche  j)erlifere,  ma  la 
baia  è  anche  infestata  da  grandi  cefalopodi  che  attac- 
cano anche  i  canotti. 

Altre  spedizioni  sono  in  corso:  una  diretta  da  H.  Lo- 
rentz,  che  risalì  il  fiume  Utumbuve,  scoperto  nel  1905; 
r  altra  diretta  da  H.  Sehlechter,  che  da  Bongu  {)enetrò 
verso  la  sella  che  è  fra  i  monti  Oertzen  e  Finister,  e  di 
là  contava  esplorare  la  v^alle  del  Ramu,  i  monti  Bismark, 
ed  attraversare  tutta  T  isola  sino  al  golfo  di  Huon. 

4.  Nella  Nuora  (ruinea  tedesca  e  nelV  arcipelago  di 
Bismark,  --  Le  isole  di  Matty  e  di  Durour  a  nord  di 
Herlinhafen  hanno  un' estensione  di  1386  e  di  510  kmq. 
A  Matty  vivono  527  indigeni,  e  la  mortalità  è  molto  ele- 
vata; Durour  è  abitata  da  475  persone. 

Il  Vice  Goverjiatore  del  Protettorato  tedesco  nel  Paci- 
fico esplorò  i  piccoli  gruppi  insulari  che  giacciono  ad 
ovest  deir  arcipelago  di  Bismark,  visitando,  oltre  alle  due 
isole  sopraricordate,  anche  quelle  di  Hermitt,  e  dello  Scac- 
chiere. La  popolazione  del  gruppo  dello  Hermitt  sta  per 
estinguersi  ;  a  Luf  vivono  ancora  35  abitanti,  a  Maron  15,  le 
altre  isolette  sono  completamente  deserte,  ed  in  gran  parte 
palustri.  I^'  arcipelago  dello  Scacchiere  si  compone  di 
50  isole  quasi  tutte  assai  basse,  e  tra  esse  sono  notevoli 
Hehna,  Pelleluhn,  Ninigo,  Sama,  Hani,  Avin  e  Liot,  Nel- 


L' isola  lìennelt  e  le  ìsole  Key  603 


r  isola  di  Loii^-ara,  appartenente  al  «iruppo  delle  Liuigo, 
esisto  una  stazione  commerciale,  dove  si  scambiano  grosse 
oloturie^,  copra  e  conchiglie,  con  prodotti  europei.  Or  in- 
digeni, dì  tinta  bruno-chiara,  sono  appena  200.  I  villaggi 
(li  questo  e  delle  altre  isole  si  compongono  di  poche 
capanne  ben  costruite  con  tavole  ;  gli  abitanti  si  nutrono 
di  pesci,  di  noci  di  cocco,  e  sono  tranquilli,  laboriosi 
e  buoni. 

Nel  mese  di  settembre  una  nuova  spedizione  mosse  ad 
esplorare  Y  arcipelago  di  Bismark,  con  a  capo  Emilio 
Stephans,  che  già  pubblicò  due  importanti  studi  su  quel- 
r  arcipelago.  Egli  ha  per  collaboratori  Edgard  Walden, 
e  il  dottor  Schlaginhauser;  una  nave  della  marina  impe- 
riale segue  la  spedizione,  che  si  tratterrà  nel  Pacifico  sino 
al  11)09.  Essa  dovrà  anche  mettersi  d'  accordo  con  la  spe- 
dizione inglese  che  partirà  da  Ix)ndra  nel  1908, 

K.  llammer  ha  studiata  la  distribuzione  geografica  dei 
vulcani  di  questo  arcipelago,  2S  dei  quali  formano  come 
un  grande  arco  che  si  estende  da  ovest  ad  est.  I  vulcani 
della  i)enisola  dell' Ammiragliato  sembrano  appartenere 
ad  un'  altra  frattura  ch(^  taglia  trasversalmejite  V  arco 
principale  e  trova  forse  la  sua  continuazione  nelle  isole 
francesi,  in  quella  dell'  Ammiragliato  e  nelle  Hermitt. 
Numerosi  vulcani  sorgono  pure  nella  parte  sud-est  di 
Bougainville,  neir  arcipelago  della  Nuova  (ieorgia,  ma 
r  unico    monte   che  si  può  dire  ora  attivo   è  il   Bagana. 

5.  L'isola  Rennell  e  le  isole  Key.  -  L'isola  Ren- 
nell  è  stata  visitata  e  descritta  da  C.  M,  Woodford.  Essa 
è  lunga  45  miglia  inglesi  e  larga  oltre  5,  alta  circa 
180  metri  e  composta  di  rocce  coralline  coperte  di  boschi. 
I  pochi  abitanti  sono  Polinesiani  puri,  venuti  certo  da 
qualche  isola  lontana.  L' isola  è  chiamata  da  alcuni  indi- 
geni Fenuanala,  da  altri  Totohuke.  Il  Woodford  ebbe 
qualche  contatto  coi  pescatori  della  costa,  dove  trovò  pic- 
coli giardini  di  cocchi,  taro,  e  palme  areca.  GÌ'  indigeni 
conoscono  il  ferro  soltanto  per  i  furti  compiuti  su  bat- 
telli inglesi,  ignorano  il  tabacco  e  si  tatuano  tutti. 

Il  capitano  l^im  ha  visitate  le  isole  Key,  seguendo  la 
barriera  corallina  dei  loro  litorali,  dalla  quale  potè  scor- 
gere molti  piccoli  villaggi,  congiunti  tra  loro  da  buone 
strade.  Le  colline  e  i  monti  sono  coperti  da  una  lussu- 
reggiante vegetazione.  Ad  Ellatt  vi  è  un'  importante  indu- 
stria di  stoviglie  indigene,  e  la  popolazione  è  prevalente 


60t  Geografìa 

mento  di  sangue  malese.  Il  capitano  Pim  visitò  il  vii- 
la^g'io,  e  lungo  la  via  trovò  molti  segni  di  tabù,  muri 
paralleli  di  pietra  e  rozzi  gradini,  alcuni  di  grandi  dimen- 
sioni. Il  villaggio  è  circondato  da  un  muro  alto  da  4 
a  0  metri  e  vi  si  entra  soltanto  da  un'  apertura  alla 
quale  bisogna  risalire  per  una  scala  di  legno.  La  maggior 
parto  dei  nativi  vestono  di  stuoie  di  fabbricazione  localo 
e  portano  molti  ornamenti  della  più  bizzarra  fattura. 
Hanno  i  capelli  lunghi  e  acconciati  alla  moda  della  Xuova 
(luinea,  alcuni  corti  e  crespi,  altri  più  lunghi. 

Vili.  —  Regioni  polahi. 

1.  /  problemi  deìV  Oceano  Artico.  -  Il  dott.  Nansen 
ha  tenuto  uu' importante  conferenza  sui  problemi  del- 
roceano  Artico.  Descrisse  1' aspetto  geoiuorfologico  della 
regione  artica  ;  notò  che  1'  eruzione  dei  basalti  giurassici 
della  terra  di  Francesco  ()iusep|H*  e  dello  Spitzberg  può 
aver  avuto  qualche  connessione  con  lo  sprofondamento 
del  letto  deir  Oceano  glaciale  artico.  1/orlo  dello  zoccolo 
continentale  artico  è  conosciuto  esattamente  soltanto  a 
nord-est  delle  isole  della  Xuov^a  Siberia  ed  a  nord  delle 
Spitzborghe  ;  dell' altra  e  ben  più  vasta  parte  dell'Oceano 
Artico  nulla  sappiamo  stili'  orlo  dello  zoccolo,  od  è  pro- 
babile che  ci  sieno  riservate  diverso  sorprese.  Presso  la 
costa  settenti'ionale  dell'  Alasca  \o  zoccolo  continentale 
sembra  più  stretto  :  ma  qui,  come  altrove,  si  hanno  gravi 
dubbi,  perchè  considere\'oli  profondità  di  vallate  e  di 
canali  sottomarini  nou  provano  la  relativa  strettezza  dello 
zoccolo  in  regioni  dove  ha  agito  l'erosione  glaciale,  come 
noi  canaio  i\i  Norvegia,  nel  Baltico,  nel  mar  Bianco  e 
nel  mar  di  Cara.  Le  correnti  marine  e  il  movimento  dei 
gliiacci  indicano  che  un  grande  mare  si  estende  a  setten- 
trione della  (ìroonlandia.  Il  Nansen  esamina  tutte  lo  ipo- 
tesi relative  all'  esistenza  di  torre  o  di  mari  nella  regione 
inesplorata  del  Polo  Artico,  tenendo  conto  di  tutte  le 
osservazioni  degli  esploratori  e  persino  delle  leggende  degli 
Eschimesi,  senza  riuscire  ad  alcuna  precisa  conclusione. 
Egli  ritiene  soltanto  che  la  determinazione  dello  zoccolo 
continentale  e  le  osservazioni  di  temperatura  e  di  salinità 
degli  strati  d'  acqua  inferiori  nel  mare  profondo  al  di  là 
di  tale  orlo  hanno  una  grande  importanza,  ed  a  questo 
titolo  ne  raccomanda  lo  studio. 


TH"^ 


massammm 


Negli  estremi  arcipelaghi  artici  505 


A.  Faustini  raccolse  tutte  le  notizie»  sino  ad  ora  pub- 
blicate sui  giacimenti  di  combustibili  l'ossili  nella  reg-ione 
artica  ;  esamina  l'ubicazione,  T  estensione,  l'importanza 
geologica  ed  il  conseguente  valore  economico  di  tali  gia- 
cimenti, ricorda  i  tentativi  compiuti  per  una  sistematica 
estrazione  del  minerale,  ed  accenna  alle  vie  d'accesso, 
alle  convenienze  economicbe  ed  a  tutti  gli  altri  problemi 
che  si  collegano  al  probabile  sfruttamento  di  una  miniera 
artica.  Il  Faustini  ci  dà  cosi  importanti  notizie  sommarie 
sulla  distribuzione  dei  giacimenti  carboniferi  ;  ne  esamina 
r  importanza  ed  il  valore  economico,  prevedendo  che 
verrà  giorno  nel  (piale  la  diminuzione  del  combustibile 
che  ora  esiste  nel  mondo  ci  costringerà  a  sfruttare  anclie 
(piello  delle  regioni  polari. 

2.  Negli  estremi  arcipelaghi  artici.  -  -  l'na  relazione 
di  Sir  William  Macgregor,  (ìovernatore  di  Terrai) uova,  ci 
dà  interessanti  notizie  sulla  popolazione  del  Labrador,  che 
neir  inverno  non  supera  le  4<HM)  j)ersone,  mentre  di  estate 
varia  da  20  a  %\  mila  per  la  grande  aftluenza  di  [)escatori  e 
di  commercianti.  L'agricoltura  in  queste  regioni  è  (piasi 
nulla,  ed  a  grandi  difficoltà  i  missionari  Moravi  coltivano 
pochi  cavoli,  rape  e  patate,  proteggendo  le  pianto  con  stuoie. 
I^a  parte  interna  della  regione  è  ancora  sconosciuta,  prin- 
cipalmente per  la  piaga  delle  zanzare  e  delle  mosche  nere, 
e  le  carte  presentano  tnttora  gravi  errori  nella  delinea- 
zione delle  coste,  che  sono  molto  più  ricche  di  lìordi  e 
senza  paragone  più  frastagliate. 

Il  capitano  J.  L.  Bernier  partì  nel  Inglio  del  HKKl  per 
prender  possesso  di  varie  isole  artiche  in  nome  del  Canada, 
con  la  nave  Are  tic.  Il  18  agosto  giunse  all'  isola  di  Hylot 
ed  entn)  nel  canale  di  I^ancaster.  Visit()  le  isole  di  Corn- 
wallis  e  Bahui^t,  dove  eresse  segnali  e  lasci(»  ricordi 
della  presa  di  possesso.  Il  JH)  dello  stesso  mese  raggiunse 
r  isola  Melville  e  prese  del  pari  possesso  di  (piesta  e  delle 
isole  Principe  Patrizio,  Eglinton,  Emerald  e  di  altre 
adiacenti.  Nel  viaggio  di  ritorno  toccò  le  isole  Lowther 
e  Russell,  poi  entr()  Jiello  stretto  di  Beel,  e  dopo  aver 
ristanrato  il  monumento  di  Franklin  nella  bt^a  di  Krebus, 
salp()  per  lo  stretto  dell*  Ammiragliato,  lasciato  il  (juale 
il  9  settembre  riuscì  allo  stretto  di  Pond. 

Harrison  continuò  la  sua  esplorazione,  iniziata  nel  lUOr», 
neir  America  artica.  Xel  primo  inverno  egli  sopportò  tem- 
l)eratiire  che  disc(^sero  sino  a  —  0,1//'  (\  Rilevò  le  carte 


> 


50^)  Geografia 

(Ielle  isole  Haillio  e  ilorschell,  e  constatò  l'esistenza  di 
una  corrente  dalla  |Kinta  Harrow  verso  nord-est  che 
incontra  le  arjque  a  nord  dell'isola  Herschell.  Nel  1906 
svernò  alla  foce  del  Mackcnzie. o  nella  primavera  del  1907 
intraprese  un  viag-gio  verso  T  Kst,  ritornando  [)oi  sul 
"hiaccio  Inn^o  la  costa.  Egli  prose  seco  non  solo  taluni 
eschimesi,  ma  anche  le  loro  donne,  perchè  migliori  degli 
uomini,  che  d'altronde  si  erano  rifiutati  di  viaggiare  senza 
di  esse. 

^ 

:j.  Nella  Groenlandia  orientale.  -  K  ritornato  a  Copen- 
haghen,  dopo  duo  anni  di  assenza,  il  dott.  W.  Thalbitzer, 
che  esplorò  la  (h'oenlandia  orientale  insieme  alla  propria 
moglie,  la  scnltrice  danese  Ilellen  Lochier.  Il  viaggio  era 
stato  compiuto  per  incarico  della  Commissione  danese  per 
lo  studio  geologico  e  geografico  della  (iroenlandia  ;  e  ven- 
nero infatti  studiati  gli  usi,  i  costumit  la  lingua  di  quegli 
Eschimesi.  Venne  accertato  che  il  porto  di  Angmagsalik, 
a  ()5,5  di  latitudine  nord,  è  uno  dei  più  inaccessibili  del 
mondo,  perchè  appena  una  volta  all'  anno,  alla  fine  di 
agosto  o  al  principio  di  settembre,  una  nav^e  può  tentare 
di  oltrepassare  la  barriera  eli  ghiacci  dalla  «puile  è  quasi 
sempre  rinchiuso. 

4.  Xelle  Spitzherghe.  —  La  compagnia  norvegese-ame- 
ricana che  aveva  esplorati  i  giacimenti  carboniferi  della 
baja  dell' Avvento,  ne  ha  incominciato  nel  corso  dell'anno 
Io  sfruttamento.  Altri  lavori  consimili  vennero  iniziati  da 
due  altre  spedizioni,  alle  quali  si  unirono  ninnerosi  pesca- 
tori di  balene.  Altre  spedizioni  attendono  a  studi  scienti- 
fici, e  fra  esse  quella  diretta  dal  principe  di  Monaco  col 
capitano  Isaksen.  Essa  trovò  nell'  estate  le  condizioni  dei 
ghiacci  assai  diffìcili,  «^  perciò  non  potè  visitare  la  parto 
settentrionale  dell'  arcipelago  come  si  era  prefìssa,  ma 
dov^è  ai)pagarsi  delle  osservazioni  compiute  nella  baja, 
Cross,  e  sui  ghiacciai  che  la  circondano. 

T).  /  vulcani  delV  Islanda.  —  Il  prof.  Knebel  ci  dà 
nuovi  studi  sui  vulcani  dell'Islanda,  che  distingue  in  due 
tipi  :  gli  uni  a  forma  di  scudo  con  larga  baso  piana  e 
scarsa  di  elevazione,  e  gli  altri  che  sono  semplici  espan- 
dimenti di  lava.  Alla  prima  categoria  appartengono  lo 
Skjaldbreid  con  un  diametro  di  12  chilometri  ed  un'al- 
tezza assoluta  di  780  metri  ;  esso  non  ha  un  vero  cratere 


Speifishni  artica  ficoetsexe.  e.  ilei  dura  f'' 

ma  sòlUtnto  lum  cavità  lìi  atTruidainentn 
sono  ]|  risultalo  di  niitìclie  eini^^ioni  «lì 
(|itLiuli  in  relazioni'  con  l'rattiire  :s<tile  qiial 
(orinati  pili  crateri  ordinati  a  serie.  Il  sol 
cani  ddll' lalanila  è  costituita  da  nn'enoni 
tica,  nella  quale,  a  grandi  )>i-ofnndità, 
'■adiee  i  loro  focolari.  ^\i  attuali  vulcani. 
I/aroa  dell'Islanda  ì-  stata  di  recei 
ITi  mila  IftiK).,  dei  ({iiali  soltanto  la  mot 
lina  scarsa  popolazioiir  di  78,iKXI  abitanti. 
pale,  Hoykaìwìk,  ha  appena  4IXXI  abitai 
di  1(HK>  ne  hanno  le  città  di  Isafjonlnr,  ^ 
distjordur.  \À  Islanda  alimenta  48,IKll)  cav. 
mali  cornuti  o  circa  r)(Xl,0(KI  pecore:  molti 
di  pesca,  alla  «pialo  atlcndono  20(Ki  batit 
a  vela. 

(i.  Si>i-itìzi'>uf  artieii  xco^zpsr.  —  La  S 
quale  facevano  parte  il  dott.  William  Bri 
Mmdoh,  Stewart  Hoks  e  Ciilberl  Kerr,  ^  rito 
noi  settPinbi-e,  dopo  tiver  coin|)into  l'esplor 
liei  Priiici[)e  Carlo.  I/isola  è  hin^'a  circa (ì 
da^iaT:  i  due  terzi  settentrionali  sono  ini 
tiiosi,  con  picchi  che  si  elevano  sino  a  ci 
liigTtidaiio  a  snd  in  una  terra  bassa,  che  : 
staccala.  Lo  catene  montuose  del  centro  pr 
rosi  (ghiacciai  specìahnentc  sni  liauclii  ori 
eccessi  va  me  II  te  burrascoso  rese  assai  diffi 
la  navigazione  della  spedizione;  tuttavia  ( 
la  costa  orientalo,  attraversò  J' isola  varfe 
CDlIezioiti  di  nccelii.  di  minerali,  di  pianti 
ritiene  di  poter  completare  in  nn' altra  e 
zinne  dell'  isola. 

r.  ha  spedizione  -M  duca  d'  Itrìrinif. 
'liijilio  salpò  da  Vardo  il  principe  d'Orlén 
le  coste  settentrionali  ed  orientali  della  ] 
La  spedizione  si  imbarcò  sulla  •  Itelgic; 
dallo  stosso  capitano  F.  l>e  flerlache,  e 
liotlo  questa  nave  sulle  coste  della  (ìroen 
Snd.  I.A  spedizione  passò  il  14  Inolio  lo  : 
scliliin,  e  fn  subito  circondata  dai  ghia 
d' agosto  venne  spinta  alla  deriva  dal 
vei'sn  il  mare  di  Harent,  poi  esplorò  le  ci 


•  'm 


/ 


508  (ìe<t//r<t/ia 

(Iella  Xovaia  Zeiiilia,  e  subì  notevoli  avarie.  Ad  onta  di 
esse  [)otè  spinp-ersi  sino  al  7H'  i)arallelo,  (?  ritornare  il 
15  settembre  a  Hamnierfest,  recando  importanti  osserva- 
zioni snl  clima,  snlle  correnti  (»  sni  movimento  «lei 
«rhiaeciai. 

S.  Esplorazione  all' isola  Benueti,  —  L' isola  Bennett, 
scoperta  nel  18HI,  ò  stata  ora  esplorata  dalla  spedizione 
inviata  alla  ricerca  del  barone  Toll,  comandata  da  A.  Col- 
ciak;  risola  ba  la  forma  di  nn  triangolo  retto,  e  una 
superficie  di  20i)  kmq.  Le  coste  meridionali  e  orientali 
hanno  ciascuna  una  lun^bezza  di  15  km.,  quella  di 
nord-ovest  è  lun<^a  23. 

\j  isola  si  eleva  molto  rapidamente  ad  un'  altezza  di 
3(H)  metri;  il  monte  Toll  occupa  tutto  il  N.  E.  e  il 
X.  dell'  isola,  e  forma  una  cresta  ripida,  rotta  da  pro- 
fonde valli,  nelle  quali  scorrono  i  torrenti  generati  dai 
nevai  e  dai  ghiacciai:  il  monte  l^on^*,  nelT  ang'olo  SO 
deir  isola,  ne  è  il  punto  più  ulto,  rag-^iun^^ndo  e50() 
metri.  Sulla  costa  meridionale  scendono  dai  nevai  del 
monte  Toll  vasti  ghiacciai,  che  però  meritano  appena 
(piesto  nome,  essendo  piuttosto  anch'  essi  veri  nevai,  e 
non  presentando  alcuna  traccia  morenica.  I/orlo  orien- 
tale dell'  isola  forma  una  serie  di  colline  alte  150  meti'i, 
e  coperte  da  una  inaura  tundra. 

L' isola  Hennett  è  costituita  da  strati  cambriani,  sor- 
n'iontati  da  effusioni  di  basalto,  specialmente  sulla  costa 
meridionale.  Nelle  valli  si  trovano  ossa  di  mammuth,  di 
bisonti  e  di  altri  mammiferi  quaternari.  La  selvaggina  è 
relativamente  scarsa:  (jualche  orso  bianco,  alcune  foche, 
una  trentina  di  renne  e  molti  uccelli  marini. 

0.  Spedizione  Mikkelseii,  —  Il  20  luglio  19(M)  partì 
dalla  Columbia  Britannica  una  spedizione  artica  condotta 
dal  capitano  Mikkelsen.  A  \VA)  km.  da  Punta  Barrow, 
neir  Alasca,  la  nave  rimase  chiusa  fra  i  ghiacci;  poco 
dopo  potè  però  proseguire  e  porre  i  suoi  cpiartieri  d' in- 
verno presso  r  i.sola  di  Fluxman.  Ivi  si  ebbe  notizia 
della  esistenza  di  inni  nuova  isola  che  non  era  affatto 
.segnata  sulle  carte.  Nel  febbraio  il  signor  Leffìnguell  e 
un  altro  membro  della  spedizione  lasciarono  la  nave  con 
provviste  per  (>0  giorni  in  cerca  di  questa  terra.  Giova 
ricordare  che  il  Mikkelsen  è  stato  compagno  del  tenente 
Amdrui)  nella  (troenlandia,  e  fece  parte  della  spedizione 
Baldwin  nella  Terra  di  Francesco  Giuseppe.  Più  tardi  si 
seppe  che  la  nave  *  Duchessa    di    Bedford  ^,    non    resi- 


Spedizione  Welhnann  509 


stondo  alla  pressione  dei  ghiacci,  naufragò  dove  aveva 
posto  i  suoi  quartieri  d'  inverno;  si  seppe  però  anche 
che  la  spedizione  era  salva,  e  che  alcuni  dei  suoi  membri 
avevano  già  compiuta  una  escursione  in  slitta  di  oltre 
8()0  km.,  attraversando  tutto  V  orlo  dello  zoccolo  conti- 
nentale. Nel  maggio,  quando  fu  evidente  V  impossibilità 
di  riparare  i  guasti  della  nave,  essa  venne  demolita: 
tutte  le  provvigioni  erano  già  poste  in  salvo.  Gli  scan- 
dagli dimostrarono  che  lo  zoccolo  continentale  giunge 
sino  a  70  km  circa  dalla  terra.  In  seguito  a  queste  ed 
altre  ricerche,  il  cap.  Mikkelsen  inclina  ora  a  ritenere 
che  le  notizie  dogli  Eschimesi  snlT  esistenza  di  mia  terra 
a  nord  della  punta  di  Harrow  derivino  dall'  aspetto  del 
ghiaccio  antico,  e  ritiene  che  la  stessa  spiegazione  valga 
anche  per  lo  isole  che  si  dice  esistano  a  nord  e  a  ovest 
della  baja  llarrison.  NelT  autunno  e  nell'inverno  di  que- 
st'  anno  il  cap.  Mikkelsen  si  proponeva  di  continuare  lo 
osservazioni  sulla  costa,  per  intraprendere  poi  nella  pri- 
mavera del  \^){)S  un  nuovo  viaggio  in  islitta  partendo  da 
Demarcation  Foint,  e  si)ingendosi  a  nord  per  seguire  [ìoì 
Torlo  dello  zoccolo  continentale  sino  all'isola  (iross,  e 
tornare  in  patria  nelT  autunno  del  1909. 

10.  Spedizione  Welhnann.  -  Walter  Wellmann  pre- 
parò nella  primavera  una  spedizione  con  35  nomini,  i 
quali  dovevano  r(?carsi  sulla  nave  «  Peithiof  »  nell'isola 
dei  Danesi,  e  armare  colà  un  pallone  per  muovere  verso 
il  polo  in  luglio  o  in  agosto.  Le  spese  di  tale  spedizione 
sono  a  carico  dello  stesso  Wellmann,  del  Lawson  e  della 
Società  geoo-rafioa  americana.  Come  Nansen  e  come  il 
Duca  degli  Abruzzi,  egli  curò  le  più  piccole  particolarità 
della  spedizione,  e  si  ass^icurò  chn  il  pallone  da  lui  scelto 
fosse  in  grado  di  |)ereorrere  uno  spazio  tre  volte  maggiore 
della  distanza  che  separa  le  Spitzberghe  dal  polo.  Una 
stazione  telegraiìca  senza  fili  dal  pallone  doveva  tenersi 
in  comunicazione  costante  con  le  stazioni  polari.  Insieme 
al  Wellmann  dovevano  partire  il  maggiore  Hearsey  per 
le  osservazioni  scicMitifiche,  V  ingegnere  Vannermaini,  il 
medico  Fowler  e  Taereonauta  (ìastone  Hervieux.  Senonchè 
durante  gli  ultimi  giorni  di  luglio  e  j)er  tutto  V  agosto 
la  spetlizion(»  attese  invano  che  cessassero  i  venti  del 
nord  per  cimentarsi  col  suo  pallone  alla  conquista  del 
polo.  1  venti  soffiarono  contiiniament(*  e  con  estrema 
violenza,  per  guisa  che  *  1/  America  *  neanche  potè  fan» 


i 


510  Geografia 


Ja  più  piccola  prova.  Appena  nel  settembre  si  potè  far 
uscire  il  pallone,  e  compiere  un'  ascensione  di  prova,  ma 
in  questa  sbattè  contro  un  iceberg:,  e  subì  qualche  avarìa 
che,  unita  al  ritardo  della  stagione,  costrinse  gli  audaci 
aeroonauti  a  rimandare  la  spedizione  al  prossimo  anno. 

11.  Altre  spedizioni  artiche^  Peary  e  Amundsen.  — 
Appena  toiMiato  dalla  sua  spedizione  artica,  il  comandante 
Peary  si  accinse  ad  allestirne  una  nuova  per  raggiun- 
gere il  Polo  australe.  Anche  questa  volta  egli  si  propo- 
neva di  scegliere  la  via  dello  Smith  Sound,  spingendosi 
più  ad  ovest  sulla  costa  settentrionale  della  Terra  di 
(ìrant,  per  iniziare  la  marcia  a  nord  <*ft  un  punto  più 
occidentale  del  capo  Sheridan.  Egli  spera  di  evitare  così 
la  corrente  che  nel  1906  lo  spinse  tanto  oltre  a  levante, 
e  di  avere  anzi  in  suo  favore  una  corrente  occidentale, 
la  ([uale,  anche  con  un  largo  giro,  lo  conduca  al  Polo. 

Il  capitano  H.  Amundsen  presentò  una  relazione  in- 
torno al  suo  viaggio  di  navigazione  sulle  estreme  coste 
seltentriojuili  dell' America.  La  spedizione,  come  si  ram- 
menta, toccò  l'isola  Heechey,  attraversò  il  canale  di  Peel, 
forzò  l'entrata  dello  stretto  di  Bellot,  ed  ebbe  una  navi- 
gazione estremamente  difficile  lungo  la  costa  della  Boo- 
thia  Felix.  In  un  viaggio  in  islitta  rilevò  la  costa  orien- 
tale della  Terra  Vittoria,  e  per  circa  20  mesi  si  fecero 
notevoli  osservazioni  astronomiche  e  meteorologiche  a 
cura  specialmente  di  Joell  Wiik,  il  quale  soccombette 
allo  fatiche  della  spedizione. 

12.  Al  Polo  antartico.  --  K.  Anunidseii,  che  ha  deter- 
minato il  Polo  magnetico  boreale  e  forzato  il  [)assaggio 
di  nord-ov^est,  ai)pena  ritornato  si  propose  di  intrapren- 
dere una  nuova  spedizione  per  accertare  la  posizione  del 
Polo  maii'iietico  australe,  che  si  suppone  a  78"  e  39**  lati- 
tudine S.  e  a  14r»"  e  1»V  O.  L'esecuzione  di  questo  pro- 
getto è  però  assai  più  diflìcile,  perchè  il  Polo  australe  si 
trova  lontano  da  ogni  mare  accessibile,  in  mezzo  alle 
sterminate  ghiacciaie  del  continente  antartico.  Per  rag- 
giungerlo è  necessario  fare  dalla  Terra  Vittoria  un  lungo 
percorso  in  slitta,  senza  trovare  quasi  mai  selvaggina,  e 
fra  cicloni  di  neve  che  raggiungono  talvolta  una  terri- 
bile violenza. 

Parecchi  membri  dell'osservatorio  di  Beh  Xewis  sono 
partiti    r  11    dicembre    19(M3   per   continuare    nella   baja 


Al  Polo  antartico  511 

Scozia  delle  Orcadi  meridionali  le  osservazioni  meteoro- 
log-iche  e  magnetiche  iniziate  nel  marzo  19()3  da  W.  S. 
Hruee.  La  nave  «  Uruguay  »,  che  trasporta  la  spedi- 
zione, reca  abbondanti  provvigioni  per  il  caso  di  una 
possibile  svernata  in  quelle  latitudini,  e  per  provvedere 
alla  stazione  della  Georgia  australe. 

Una  spedizione  inglese  al  Polo  Sud  partì  neir ottobre 
sotto  il  comando  di  E.  H.  Shackleton.  Passando  dalla 
Nuova  Zelanda,  la  spedizione  si  proponeva  di  raggiun- 
gere a  IV  5()*'  lat.  S.  il  punto  dove  aveva  svernato  la 
«  Discoverv  »,  per  studiare  durante  V  inverno  le  condi- 
zioni più  favorevoli  che  consentono  di  riuscire  al  Polo 
australe.  Frattanto  una  i)arte  del  personale  della  spedi- 
zione, sbarcando  a  Monte  Melbourne  nella  Terra  Vittoria, 
iniziò  gli  studi  per  riconoscere  il  Polo  magnetico  australe. 
La  spedizione,  oltre  ai  cani,  portò  seco  anche  alcuni  ca- 
valli siberiani,  ed  un  automobile  con  speciali  coperture 
che  si  credono  adatte  ai  ghiacci  sui  quali  dovrà  servire. 

Anche  il  Belgio  ha  inviata  una  nuova  spedizione 
antartica  diretta  da  K.  .VrtoWski,.  che  già  prese  parto 
come  geologo  alla  ])rima  spedizione.  Egli  cercherà  sopra- 
tutto di  esplorare  i  contorni  del  continente  antartico,  e 
compiere  dai  punti  più  vicini  al  Polo  escursioni  con 
slitte  automobili,  per  scegliere  i  punti  più  favorevoli  alla 
fondazione  di  nuove  stazioni  circumpolari.  C'osi  si  può 
dire  che  anche  il  Polo  antartico,  assalito  da  più  parti,  e 
col  mirabile  concorso  di  tante  nazioni,  non  potrà  più  a 
lungo  opporre  i  suoi  misteri  alle  nobili  ed  avide  curio- 
sità della  scienza. 

È  api)ena  credibile  come  talune  regioni  possano 
opporre  ancora  tanta  resistenza,  dopo  che  noi  dispo- 
niamo deir  automobile*,  possiamo  compiere  viaggi  aerei 
con  palloni  dirigibili,  e  trasmettere,  almeno  sino  ad 
una  certa  distanza,  le  notizie  col  telegrafo  senza  fili. 
Ui  è  ormai  permesso  di  credere  che  (piesti  ultimi  tratti 
bianchi  della  carta  del  (ilobo  non  tarderanno  ad  essere 
riempiti,  e  chiudiamo  (piesta  rivista  con  l'augurio  che  a 
tanti  audaci  esploratori,  che  atteiulono  a  risolvere  cosi 
importanti  problemi  scientifici,  pari  al  valore,  sorrida  la 
Fortumi.  A.  HRrMALTi 


i 


XU.  -  Esposizioni,  Congeessì  e  Coneopsi. 


e  rcntfnari  del  1W)7. 

tii  Itnlliiiia  per  11  |tro;rpM<i 

Av\  iHItti  al  CougresHO  iWi 
iiiio,  un  gruppo  di  dotti  l'ec* 
n,  di  costituire  frn  noi  iiim 
le  suieuze  ;  e  nel  IWT,  a.  set- 
ine  Il  Panna  per  gettare  le 
rinularp  lo   statuto  e   i  rego- 

e.  Dr  molto  tHuipo  aasocia- 
oazioui,  riituhiNHÌme  di  ade- 
■  r  HttivH  ed  etticnce  opera 
\Ksii    nostro,   clie   iSIrt  unni  or 

,;ulìi  di  teii.iw,  iino  al  1875. 
icnza  <^  voleuturosì  vogliono 
Illa  ditt'uHlone  della   scienza 

studiosi  e  amici  del  pro- 
I  jiiii  lieto  successo  arrida  nd 

può  Meuipre  meglio  far  cono- 
ile  s' interessano  al  ])ro{;reaso 
ria  che  si  rannoda  alle  coii- 
u-e  interessante;  mentre  fni 
i-iose  e  patriotti.Tlip  vicende 
■■    e    viiiw   nelle    aspre   lotte 


Itori  di  altre  disellili  ne, 


Coyigreasi  del  1Ù07  513 


il 


^»* 


tre  anni  or  sono  annoverava  2910  membri.  L'Associazione  bri- 
tannica per  l' avanzamento  delle  scienza  venne  fondata  da 
Brewster  nel  iHiU  ;  essa  ebbe  in  quell'  anno  371  aderenti,  che 
oggi  sono  saliti  alla  cifra  considerevole  di  4500;  ed  è  la  più 
fiorente,  la  più  potente  di  tutte  le  associazioni  consimili, 
anche  per  i  larghi  mezzi  di  cui  dispone.  Questi  le  pennettouo 
di  destinare  ogni  anno  50  mila  lire  ad  incoraggiamenti  e  sus- 
sidi in  prò*  della  scienza  e  delle  sue  applicazioni  ;  e  varie 
iniziative  da  lei  prese  ebbero  risultati  pratici  di  grande  ira- 
portanza. 

Altra  associazione  che  primeggia  pur  essa  fra  le  sue  con- 
simili, sebbene  più  recente,  è  quella  francese,  la  quale,  fon- 
data nel  1871,  si  fuse  coli'  Associazione  scientiiica  di  Francia, 
costituita  da  Le  Verrier  nel  18*U  :  TAssociazione  francese  per 
r  avanzamento  delle  scienze  novera  pur  essa  quasi  4000  soci, 
e  dispone,  anche  per  cospicui  lasciti,  di  un  reddito  annuo 
superiore  alle  90  mila  lire,  di  cui  una  parte  è  destinata  a 
sussidiare  indagini  scientifiche.  A  questo  scopo  T  Associazione 
aveva  già  consacrato,  sino  al  1900,  V  egregia  somma  di  400 
mila  lire.  Anche  T America  seguì  ben  presto  il  vecchio  mondo 
in  quest'  ordine  d' idee  ;  ed  essa  pure  vanta  dal  1853  una 
Unione  per  l' avanzamento  delle  scienze  e  delle  arti  ;  come 
un'associazione  analoga  ha  ora  l' Au.stralia  con  mille  soci,  i 
quali  si  riuniscono  ogni  due  anni. 

Tutte  le  a.ssociazioni  sopra  ricordate,  pubblicano  atti  e 
rendiconti  delle  loro  adunanze  ;  interessanti  volumi,  dove  si 
trova  raccolto  tutto  ciò  che  in  un  breve  periodo  di  tempo 
passò  in  dominio  della  scienza  nei  campi  più  diversi,  e  si  può 
dire  in  ogni  ramo  della  scienza.  Perchè  dotti  eminenti  pren- 
dono parte  a  queste  riunioni  e  vi  espongono  i  risultati  delle 
loro  ricerche,  delle  loro  osservazioni,  o  discutono  quelli  otte- 
nuti da  altri.  Di  modo  che  gli  atti  delle  varie  associazioni 
formano  una  serie  di  documenti  attraverso  alla  quale  sì  può 
seguire  passo  a  pa.-^so  il  progresso  umano,  colle  sue  conquiste 
nel  campo  tecnico  o  in  quello  vastissimo  e  l)enefico  delle  appli- 
cazioni pratiche. 

Nel  nostro  paese  V  esempio  dato,  colle  loro  associazioni, 
dalle  altre  nazioni  fu  ben  presto  imitato,  e  il  primo  Con- 
gresso degli  .scienziati  italiani  si  tenne  in  Pì.sa  nel  18;i9;  tut- 
tavia, per  le  condizioni  dell'  Italia  allora  divìsa  ed  oppressa, 
questo  Congresso  e  gli  altri  che  seguirono,  ebbero  in  parte  un 
carattere  .scientifico,  ma  nascostamente  servirono  invece  ad 
uno  .scopo  politico.  Ai  dotti  univansi  patrioti  ardenti  che  si 
preparavano  a  conquistare  la  libertà  della  patria;  talché 
Marcò  Minghetti  scriveva  nel  1841  che  se  i  risultati  delle 
adunanze  sarebbero  stati  di  mediocre  valore,  in  esse  appariv^a 
infine  qualche  segno  di  nazionalità,  e  non  vi  si  parlava  ne  di 
Provincie,  né  di  municipi,  ma  dell'Italia. 

La  prima  idea  di  preparare  il  Congre.sso  del  1839  devesi  a 
Carlo  Bonaparte,    figlio    di    Luciano,   che,    avendo    assistito  a 

Ansuabio  scientifico  —  XLIV.  *  34 


514  (■ongriussi  del   1007 

quello  di  Friburgo  dell'anno  precedente,  tanto  ne  era  favore- 
vohnente  impressionato,  da  (-hiedere  al  Granduca  di  Toscana 
il  permesso  di  tenere  un  congresso  in  Pisa.  E  il  Granduca, 
senza  pensare  a  male  e  forse  per  amore  di  i)0])olarità,  con- 
cesse volentieri  il  permesso;  mentiv  il  male  Io  previdero  i 
governi  di  Homa  e  di  Napoli,  che  proibirono  ai  loro  sudditi, 
non  solamente  di  prender  parte  alle  riunioni,  ma  )>er8Ìno  di 
avor  con  esse  corrispondenza.  In  un  interessante  opuscolo  del 
Linaker  e  in  un  più  recente  e  completo  studio  di  Elisa  Tacchi, 
si  trovano  raccolte  ampie,  accurat-e  e  spesso  curiose  notizie  su 
questo  primo  Congresso,  al  quale  intervennero  421  scienziati, 
e  che  fu  presieduto  da  Ranieri  Gerbi  ed  ebbe  per  segretario 
generale  il  Corridi.  Quest'  ultimo,  nella  s»ia  relazione  sui 
lavori  dei  congressisti,  scriveva  liberamente  che  V  argomento 
da  lui  trattato  doveva  riuscir  dilettevole  *  per  gP  Italiani 
tutti,  ai  quali  ogni  cosa  che  torni  ad  onore  della  patria  che 
ci  è  comune,  deve  e  per  sentimento  e  per  debito  riuscire 
carissima  ». 

Simili  manifestazioni  d' italianità,  vivissime  nella  mente  e 
nel  cuoi'e  di  tutti,  appariscono  di  rado,  è  vero,  nelle  pubbli- 
cazioni del  Congresso,  che  (Censura  e  Polizia  tacevano  ben 
d'  occhio,  esercitando  una  sorveglianza,  come  volevano  ordini 
superiori,  «  attiva,  etHcace*  e  nel  tempo  stresso  cautissima, 
decente,  impenetrabile»;  tanto  che  il  capo  della  polizia  di 
Livorno  assicurava  che  non  sarebbe  ricorso  ai  modi  «  dei 
birri  dozzinali  ».  Perciò  era  stato  affidato  ai  relatori  (vulgo 
spie)  di  sorvegliare  i  congressisti  in  particolar  modo  a  tavola, 
dove  in  una  confidente  intimità  potevano  trapelare  i  senti- 
menti veri  di  quei  troppo  numerosi  «  pretesi  scienziati  »  che 
con  entusiasmo  sempre  crescente  accorsero  alle  riunioni  di 
Pisa  e  a  quelle  successive. 

Ma  il  riserbo  dei  dotti  riuniti  a  Pisa  non  tutti  persuadeva 
o  acquietava;  e  il  maresciallo  Radetzki  scriveva  chiaramente 
che  trattavasi  di  «  una  istituzione  destinata  a  travagliare  gli 
animi  in  segreto,  per  gettare  le  fondamenta  dell'  opera  infer- 
nale della  rigenerazione  italiana  ».  Non  pertanto  le  cose  a 
Pisa  procedettero  tranquillamente,  senza  crear  grattacapi  al 
Buon  Governo  impensierito;  e  nei  banchetti  non  saltarou 
fuori  che  dei  giuocni  di  parole  innocui  ed  abbastanza  ingenui, 
come:  «  Pi-sa  è  la  metà  della  sapienza  »  ;  oppure  «  senza  Pi-sa, 
la  sapienza  perde  la  testa  ». 

Il  secondo  Congresso  degli  scienziati  italiani  sì  tenne 
Tanno  dipoi,  1840,  a  Torino,  dove  (^arlo  Alberto  approvò  ed 
incoraggiò  i  suoi  lavori;  Tanno  successivo  la  riunione  ebbe 
luogo  a  Firenze,  e  in  tale  occasione  il  Ridolti,  nelT  inaugurare 
il  Congresso,  inneggiò  alla  scienza  e  ai  congressi,  i  quali,  in 
mancanza  di  una  patria,  aftVat^llano  le  genti  de'  piccoli  Stati 
italiani.  Da  questo  punto  il  riserbo  di  Pisa  andò  sempre  affie- 
volendo; e  fu  anzi  nel    terzo    Congresso    che    cominciarono  a 


Conyreasi  del  1907  515 

far  capolino,  non  una  proposta  di  riforma  carcerarla,  argo- 
menti estranei  alle  si'ienze  naturali,  aventi  attinenza  colle 
scienze  morali  e  sociali.  Padova  accolse  gli  scienziati  nel  1842, 
e  nella  discussione  vennero  meglio  coordinate  le  sezioni  cor- 
rispondenti alle  varie  materie  scientifiche.  Il  quarto  Con- 
gresso si  tenne  a  Lucca  Panno  dipoi:  ed  in  esso,  mentre  il 
Parrà  vicini  insisteva  sulla  necessità  di  risvegliare  il  sentimento 
della  potenza  tecnica  ed  industriale  degli  italiani  onde  far 
rifiorire  gli  antichi  commerci,  il  marchese  Pareto,  discutendo 
di  questioni  geologiche  e  considerando  V  Italia  sotto  T  aspetto 
orografico,  diceva  arditamente  esser  questa  terra  «  destinata 
per  certo  più  d'ogni  altra  a  rappresentare  una  unità  ». 

Al  sesto  Congresso,  in  Milano,  il  numero  degli  intervenuti 
era  aumentato  in  modo  da  raggiungere  i  1169;  gli  argomenti 
relativi  ad  ai-gomenti  politico-morali,  che  il  presidente  conte 
Borromeo  a vrebhe. desiderato  fossero  esclusi,  vennero  invece 
largamente  trattati,  colle  Casse  di  Eisparmio,  colle  scuole, 
col  lavoro  dei  fanciulli,  ecc.  Seguirono  le  riunioni  di  Napoli  (1846) 
e  di  Genova  ''1846)  ;  (piesf  ultima  ri  usci  in  particolar  modo 
solenne,  favorita  da  Carlo  Alberto,  e  non  più  contrastata,  per 
l'avvenuta  sua  morte,  da  Gregorio  XVI,  che  dei  congressi 
degli  scienziati  era  stato  un  tenace  oppositore.  I  tempi  muta- 
vano ;  si  avvicinava  il  '48,  e  lo  stesso  Pio  IX,  nelle  sue  prime 
manifestazioni  liberali,  ai  congressi  degli  scienziati  aveva 
promesso  il  suo  favore,  riconoscendone  1'  utilità. 

A  Venezia  si  riunì,  nel  1847,  il  nono  Congresso,  di  cui  per 
le  vicende  politiche  di  (jueir  anno  si  pubblicò  un  Diario,  ma 
non  apparvero  gli  Atti  ;  dal  quale  Diario  risulta  che  fra  inter- 
venuti e  aderenti  furono  quasi  1500,  e  che  le  comunicazioni, 
numerosissime,  trattarono  dei  più  svariati  soggetti  Bologna 
era  stata  designata,  nel  Congresso  di  Genova,  come  sede  della 
riunione  consecutiva  a  quella  di  Venezia  ;  ma  dovettero  tra- 
scorrere ben  quattordici  anni,  il  fortunoso  ed  agitato  periodo 
che  condusse  all'agognata  conquista  della  libertà  e  delV unità 
della  patria,  prima  che  di  congressi  di*  scienziati  italiani  .si 
tornasse  a  parlare  Invece  che  a  Bologna,  il  decimo  Congresso 
si  riunì  a  Firenze  nel  1861,  in  occasione  della  Esposizione 
italiana  ;  1'  undecima  riunione  si  tenne  a  Roma  nel  1873  e  fu 
presieduta  dal  conte  Mamiani,  il  quale  nel  suo  discorso  inau- 
gurale, ricordando  come  dodici  anni  innanzi  si  fosse  ardita- 
mente e  quasi  profeticamente  deliberata  a  Siena  l' adunanza 
in  Campidoglio,  parlò  della  convenienza  di  approfittare  di 
così  acconcia  occasione  per  provvedere  «  ad  unificare  meglio 
le  menti  e  gli  animi  degli  scienziati,  se  unificare  la  scienza  è 
impossibile  ». 

Finalmente  il  dodicesimo  Congresso  ebbe  luogo  a  Palermo 
nel  1876  ;  fu  questa  l'  ultima  riunione  degli  scienziati  italiani. 
e,  da  quel  momento,  di  congressi  non  si  udì  più  parlare.  Già 
r  idea  di  chiudere  la  serin  delle   riunioni   era   stata   dibattuta 


51(5  Congressi  del  i907 


dagli  iutervemiti  alle  adimauze  di  Honia,  poi  a  Palermo,  dove 
7H8  congressisti  si  trovurou  raccolti,  parve  che  la  Società  ita- 
liana per  il  progresso  delle  scienze  dovesse  riprendere  nuova 
vita  e  consolidarsi  su  nuove  basi.  ^la  ci'>  non  avvenne 

Come  apparisce  dalle  notizie  più  sopra  riportate  e  costi- 
tuenti la  nuissima  parte  di  un  l>eir articolo  dell' iug.  Mancini 
nella  Nuova  Antologia^  il  Congresso  della  Società  italianir 
per  il  i>rogresso  delle  scienze,  tenutosi  a  Parma,  non  è  il 
primo.  E'  il  primo  della  società  rinnovata 

L' inaugurazione  si  lece  nel  teatro  Farnese. 

Il  «  magnum  theatrum  orhis  »  come  venne  \^y  V  antico 
chiamato  il  Teatro  Farnese,  per  la  sua  capienza  straordinaria 
potendo  contenere  oltre  50(M>  persone,  nella  seduta  inaugurale 
rigurgitava  di  vita,  dojx)  tanti  anni  passati  in  sonnolenza  di 
arte  gloriosa. 

Questa  nuìravigliosa  costruzione,  abhandouata,  minacciava 
di  andare  in  rovina  per  avere  la  co])ertura  sfasciata,  onde 
dopo  molt^»  ditìicoltà  le  autorità  competenti  si  commossero  e 
si  indussero  a  trovare  i  t'ondi  per  rifare  il  tetto  :  ma  i  prege- 
volissimi dipinti  sovrastanti  alle  logge  erano  ricoperti  da 
strati  di  calce  e  da  polvere  cosi  da  essere  scomparsi  dal- 
l' onore  del  giorno,  e  delle  statue  equestri  di  Ottavio  ed  Ales- 
sandro III  T< arnese  più  non  rimanevano  che  gli  scheletri  in 
legno. 

Ettore  Ximenes  profferse  tosto  la  sua  opera  gratuita,  pur 
di  non  veder  andar  distrutto  tanto  patrimonio  artistico,  e  per 
r  interposizione  del  senatore  Marietti  e  le  cure  delT  architetto 
marchese  Lamberto  Cusani,  i  lavoi*i  di  ristauro  procedettero 
alacri  e  di  pari  passo  con  quelli  di  addobbo  per  la  seduta  inau- 
gurale del  Congresso  pel  progresso  delle  scienze  II  Teatro, 
adornato  di  drappi,  di  fiori  e  di  fronde,  aveva  persa  la  tri- 
stezza deir  abbandono  e  sembrava  ritornato  a  rivivere  negli 
andati  tempi  di  gloria. 

Neir  ampio  anfiteatro  circoscritto    dalle  scalinate,  signoi'e  e 
congressisti  erano  affollati. 

Era  venuto  il  Ministro  dell'  Istruzione  on.  Eava. 

Parlò  il  Sindaco  della  città;  poi  il  senatore  prof.  Volterra, 
presidente  del  Congresso,  lesse  un  bel  discorso,  che  verrà 
pubblicato  dalla  Rivista  di  Scienza.  Indi  parlò  il  Ministro 
on.  Rava. 

Nei  giorni  seguenti  si  iniziarono  e  procedettero  alacremente 
i  lavori  delle  varie  Sezioni  della  Società. 

La  Sezione  II  di  Fisica  e  Fisica  terrestre  si  conglobò  colla 
Società  italiana  di  Fisica,  delle  cui  riunioni  diamo  più  oltre 
notizie 

Degne  di  menzione  sono  state  le  tre  seguenti  conferenze 
a  Sezioni  riunite  : 

Prof.  Giacomo  Ciamician:  La  chimica  organica  negli  orna- 
nismi. 

Prof.  Pio  Foà  :  Sul  significato  biologico  dei  tumori. 


^ 


Conyressi  del  1907  617 


Prof.  M.  Pantaleoni  :  Qtiaranf  anni  di  studi  ecoiwmici. 
Il  Congresso  non  poteva  avere  esito  migliore. 

IX  assemblélt  generale  della  SocietH  Italiana  di  Fislea, 
tenuta  in  Parma  dal  24  al  27  settembre  1907.  —  La  Sezione 
si  riunisce  neir  antiteatro  di  Fisica  della  R.  Università  di 
Parma.  Dopo  brevi  parole  di  caldo  saluto  e  di  grazie  del  pro- 
fessor Cardani,  si  sono  iniziati  i  lavori  con  un  discorso  del 
prof.  Righi  sulle  «  Vedute  moderne  intorno  alla  costituzione 
della  materia  »,  già  pubblicato  dalla  Ditta  Zanichelli. 

Essendo  stati  nominati  per  acclamazione  a  presidente  della 
Sezione  il  prof.  Righi,  a  vice  presidente  il  prof.  Sella  ed  eletti 
a  segretari  "i  professori  Àraaduzzi,  Bartorelli,  Blanc  e  Umani, 
il  prof.  Majorana  tiene  una  conferenza  sperimentale  sullo 
«  Stato  attuale  della  telefonia  senza  fili  ». 

In  una  comunicazione  fatta  al  ("ongresso  di  Fisica  del- 
l' anno  scorso  V  A.  indicò  le  linee  generali   del   metodo  da  lui 

seguito  nel  risolvere  il   problema  della 
.1     telefonia  senza  tìli. 

In  quella  occasione  presentò  uno 
spinterometro  rotante  capace  di  fornire 
10,000  .scintille  ogni  minuto  secondo,  ed 
un  microfono  idraulico  col  quale  la  in- 
J^  ^  tensità  delle  onde  elettro-magnetiche  ge- 
nerate dalle  scintille  ed  irradiate  da 
un^  antenna  poteva  essere  modulata  in 
-      •'       •  corrispondenza  della   vibrazioni   acusti- 

I  '  o  M    che  dei  suoni  o  delle  parole  da  trasmet- 

tere.  In   sostanza,   già  allora  FA.   disse 
che   lo  schema   di   un   apparecchio   tra- 
^'    smettente  per   telefonia    senza    fili    po- 
„.^^  23  teva   esser  quello  indicato    nella   figura 

'^*     '  qui  annessa,  dove  S  rappresenta  lo  sca- 

ricatore ad  elevata  frequenza  (10,000  al  sec.)  tacente  par4l9  di 
un  circuito  oscillante  #S»^7',  (^  una  spirale  inserita  fra  l'an- 
tenna J  e  la  terra  7',  e  che,  essendo  posta  in  vicinanza  di  /*, 
pone  in  vibrazione  elettromagnetica  l'antenna  stessa.  M  ra|>- 
presenta  in  fine  un  microfono  destinato  a  far  variare  la  resi- 
stt*nza  ohmica  del  circuito  delPantenna.  L'  A.  ricorda  come  non 
sia  ])ossibilc  costituire  il  microfono  M  con  i  soliti  granuli  di 
carbone,  giattchè  questi,  sotto  V  azione  delle  elevate  differenze 
di  potenziale  in  giuoco,  facilmente  si  )>ruccrebbero.  Il  micro- 
fono idraulico,  dunque,  costituito  da  ac(|ua  in  movimento,  che 
si  rinnova  cioè  in  ogni  istante,  non  liscaldandosi,  si  ])resta 
mirabilmente  iM»r  le  attuali   ricerche. 

Nella  tigura  il  microfono  idraulico  M  è  stato  collocato 
fra  l'  autoinduzione  ♦»  la  terra,  ma  è  evidente  che  la  indicata 
disposizione  può  aven*  num»*rose  varianti.  lutine  V  A.  ricorda 
ancora    che    T  ap]>arec«hio    rictventt»    ])uò    esseie  costituito  da 


518  Congressi  del  1907 

uuo  dei  soliti  ricevitori  acustici  di  telegratìa  senza  fili ,  come 
un  detector  magnetico,  una  cellula  elettrolitica  ecc 

La  disposizione  descritta  permise  alPÀ.  già  altre  volte  di 
eseguire  nette  trasmissioni  telefoniche  senza  iilif  ma  queste 
non  presentavano  quel  carattere  di  sicurezza  e  di  precisione 
indispensabile  in  tutti  i  mezzi  di  segnalazione  a  distanza. 

La  difficoltà  proveniva  essenzialmente  dalla  delicatezza 
costruttiva  del  microfono  idraulico,  il  quale,  cimentato  alle 
alte  differenze  di  potenziale  generate  dallo  spinterometro 
(10,000  scintille  al  sec.)  veniva,  in  breve  tempo,  posto  fuori 
di  uso. 

L'A.  era  intento  a  perfezionare  il  metodo  descritto,  quando 
fu  annunziata  la  scoperta  del  modo  di  generare  onde  persi- 
stenti mediante  Parco  voltaico,  in  una  atmosfera  di  idrogeno 
(Poulsen).  L'  assoluta  sicurezza    con  cui    queste  onde  vendono 

fenerate  lo  spinse  a  servirsi  di  esse,  abbandonando  cosi  1  uso 
elio  spinterometro  rotante.  La  nuova  disposizione  si  diffe- 
renzia dalla  vecchia  solo  per  aver  cambiato  il  metodo  di  gene- 
razione delle  onde.  Allo  spint<?rometro  .V,  basta  sostituire  Parco 
nell'  idrogeno,  e  moditicare  opportunamente  le  costanti  elet- 
triche delle  varie  parti  della  tìgura.  11  microfono  idraulico 
resiste  benissimo  alle  differenze  di  potenziale  generale  dal- 
r  ureo  Poulsen,  e,  a  causa  della  persistenza  delle  onde  gene- 
rate, può  essere  ottenuto  un  grado  di  sintonia,  tra  le  stazioni 
poste  in  comunicazione,  assai  notevole. 

L*  A.  ha  eseguito,  con  la  indicata  dis})osizione,  esperienze 
in  Homa,  tra  l'Istituto  Telegraiico  e  la  stazione  radiotelegrafica 
di  Montemario  (distanza  5  Km.  ):  è  a  notarsi  che  questi  due 
punti  della  città  di  Roma  non  si  reiloiio  reciprocamente,  es- 
sendo separati  dalla  collina  del  (tìruìcoIo.  Al  principio  degli 
esperimenti  (Febbraio  1907y,  pliche  le  due  stazioni  non  erano 
accordate,  la  recezione  a  ^(onteniario  fu  assolutamente  nulla. 
Ma  in  successive  prove,  avendo  intonato  esattamente  il  circuito 
del  detector  magnetico  alle  lunghezze  delle  onde  trasmesse 
dall'Istituto  Telegraiico  i600  metri',  le  j)arole  ])ronunziate 
dinanzi  al  microfono  idraulico  vennero  nettamente  percepite 
air  altra  stazione.  Da  un  rapporto  ufficiale  redatto  dai  tun- 
zionari  della  Marina  ad<ietti  alla  stazione  di  Montemario, 
risulta  che: 

1,"  potevasi  facilmente  comprendere  le  singole  parole  di 
una  frase  anche  lunga,  ma  che  tuttavia  era  bene  alla  stazione 
trasmittent^ì  ripetere  fi  uè  volte  la  frase  stessa,  i)er  farne  affer- 
rare con  assoluta  sicurezza  il  senso. 

*2."  La  recezione  era  tanto  netta,  «'he  assai  facsilmente 
pot^vansi  distinguere  i  cambiamenti  di  voce  o  di  persone  al 
microfono. 

H.'^  Piccolissimi  cambiamenti  eseguiti  sulle  costanti  del 
circuito  di  recezione  annullavano  «juasi  com]>letan)ente  le  inten- 
sità dei  suoni. 


Congressi  del  1907  519 


Questi  primi  risultati,  per  vero  assai  confortanti,  inducono 
ad  allargare  le  basi  delie  singole  esperienze ,  ed  è  a  credersi 
elle  mediante  essi  la  telefonia  senza  fili  potrà  in  breve  entrare 
in  un  camix»  veramente  pratico. 

Nella  seconda  Seduta  il  prof.  Civita  legge  il  suo  rapporto 
«  sulla  massa  elettromagnetica  » 

Il  prof.  Puccianti ,  riferendosi  a  ciò  che  il  prof.  Bighi 
aveva  detto  nel  suo  discorso  inaugurale,  sui  cristalli  liquidi 
—  che  cioè  le  loro  proprietà  «-onducono  alla  ipotesi  dell'esi- 
stenza in  essi  di  elementi  cristallini  dotati  di  forze  di  orien- 
tazione, ma  non  di  coesione,  e  che  questi  elementi  cristallini 
presentano  analogia  colle  particelle  dei  colloidi  —  dice  che  in 
questo  concetto  sarebbe  da  aspettarsi  che  un  fascio  di  luce 
convergente,  ditt'rangentesi  sopra  questi  elementi  cristallini, 
dovesse  produrre  un  cono  di  illuminazione  nettamente  delimi- 
tato. Ora,  alcune  esperienze  che  il  Puccianti  ha  in  corso  .sopra 
questo  argomento,  con  una  disposizione  non  dissimile  da  quella 
di  Siedentopf  e  Zsigsmondy,  gli  hanno  permesso  di  osservare 
appunto  questo  cono  di  illuminazione  «nel  paraazossianisolo, 
ma  non  di  distinguervi  le  particelle  :  e  ciò  non  deve  fare 
meraviglia  se  si  pensa  che,  vista  Talta  birìfrangenza  della 
sostanza,  gli  elementi  cristallini  dovrebVjero  in  essa  costituire 
una  parte  importante  della  massa  totale,  e  quindi  essere  molto 
più  vicini  tra  di  loro  che  non  le  particelle  dei  colloidi  ;  ma 
tutto  questo  deve  essere  oggetto  di  ulteriore  studio 

11  prof.  Puccianti  espone  poscia  il  suo  rapporto  sulla  spet- 
troscopia, trattando  in  ispeeial  modo  «  degli  spettri  di  righe  ». 

Indi,  innanzi  alle  se/ioni  di  Fisica,  Chimica  e  Mineralogia 
riimite,  il  prof.  Bruni  ]>arla  «  sui  limiti  dei  vari  stati  di  aggre- 
gazione e  specialmente  dello  stato  solido  ». 

La  conferenza  del  prof.  Bruni  è  stata  corredata  da  una 
serie  di  proiezioni  microcinematogratìche  ottenute  colT  appa- 
re«-.chio  testé  ideato  dai  signori  Siedentopf  e  Sommerfeldt. 

Nella  seduta  antimeridiana  del  *26  settembre,  Volterra,  pre- 
sidente, ricorda  il  concorso  bandito  dalla  Società  \yeT  una  me- 
daglia d'oro  da  conferirsi  alla  migliore  esperienza  di  scuola, 
o  dice  che  il  15  luglio,  dopo  la  chiusura,  il  Consiglio  di  Pre- 
sidenza del  concorso  ha  nominato  una  Commissione  composta 
dei  soci  Bonacini,  Ròiti,  Sella,  colT  incarico  di  scegliere  le  tre 
esperienze  da  dimostrarsi  pubblicamente  all'Assemblea,  e  fra 
le  quali  questa  sarà  chiamata  a  fare  la  scelta  definitiva. 

Le  tre  esperienze  scelte  dalla  Commissione  .sono: 
1),  A.  È,  e.  —  Stato  vai'iabile  della  corrente, 
1).  A.  (f.  Itossi.  —  Onde  sopra  uno  specchio  di  mercurio. 
3).  .4.  (^.  Itossf.   —  Diajiason  elettromagnetici  ad  altezza 
variabile. 

I  soci  Pochettino  (che  risultò  essere  V  autore  della  espe- 
rienza indicata  col  motto  A.  li.  C)  e  Rossi  dimostrano  le  loro 
(»s])erien/e  ;  ma  il  ]»remio  non  viene  assegnato. 


520  tong l'assi  del  1907 


Nella  seduta  pouieridiaua  del  20  s^ettembre  A.  G.  Ros^i. 
et^poue  la  sua  comunicazione  «  nuovo  sistema  di  rivelatori  d. 
onde  elettromagneticìie  fondati  sulla  magnetizzazione  ». 

A.  Fochettino  legge  il  suo  rapporto  sulle  «  onda  e  sess©  ». 

G.  Platania  tratta  delle  *  sesse  marine  »  o  librazioni  del 
mare.  Espone  anzitutto  i  notevoli  risultati  di  un  esteso  lavoro 
dei  signori  Honda,  Terada,  Yosida  e  Isitaui  su  questo  argo- 
mento, lavoro  anc^ora  inedito,  il  cui  manoscritto  fu  gentil- 
mente comunicato  al  Platania  dal  prof.  Honda. 

Finalmente  il  prof.  Chistoni  annunzia  che  egli,  guidato 
da  una  notizia  data  nel  18V>H  dal  prof.  Luigi  Finto,  in  una 
necrologia  del  Palmieri  tenuta  all'  Accadeuìia  Pontauiana,  si  è 
recato  a  visitare  la  tomba  di  Mactnlonio  Melloni,  che  si  trova 
nel  Cimitero  dei  Colerosi  presso  S.  Aniello  (Comune  di  S  Gio- 
vanni a  Teduccio;;  dopo  avere  esposto  le  coudizioni  di  abban- 
dono in  cui  trovasi  la  sepoltura  stessa,  nonché  i  pericoli  che 
vi  sono  che  la  tomba  possa  eventualmente  venire  manomessa, 
egli  propone  che  la  Sezione  emetta  un  voto  aiMnchè,  almeno 
in  via  provvisoria,  siano  presi  i  provvedimenti  atti  a  scongiu- 
rare simih*  pericolo. 

Il  prof  Bartorelli  vorrebbe  che  i  resti  del  Melloni  venis- 
sero restituiti  a  Parma. 

Su  proposta  del  prof.  M urani,  la  Sezione  prega  il  sena- 
tore Volterra  e  l'on  Cardani,  presenti,  di  interessarsi  perchè 
la  proposta  del  Chistoni  venga  sollecitamente  accolta  dal 
Ministero  della  Pubblica  Istruzione.  Volterra  e  Cardani  danno 
r  assicurazione  formale  di  int^nv^arsi  della  (juestione,  ed  il 
Cardani  in  particolare  aggiinige  che  sarà  sua  cura  d' insistete 
acciocché  le  ossa  di  Melloni  non  sulo  vengano  meglio  custodite, 
ma  siano  delinitivamente  trasferite  a  Parma. 

Nella  seduta  autimerid.  del  27  settembre,  l' ing  E.  Mancini 
eseguisce  alcune  ])roiezioni  di  fotogratie  a  colori,  esponendo  il 
principio  su  cui  è  basato  il  processo  Lumière. 

11  prof.  Lo  Surdo  legge  una  sua  comunicazione  ^sulla  i*adia- 
zione  notturna. 

Il  prof.  Puccianti  parla  sulla  comunicaziune  del  Lo  Surdo. 
Egli  ritiene  che  la  disposizione  sperimentale  da  lui  seguita 
segni  un  notevole  progresso  risi)etto  alle  prei-edenti.  Però  in 
linea  generale  egli  si  dichiara  scettico  su  tutte  queste  misure 
della  l'adiazione  notturna,  che  ritiene  difettose,  di  base  teorica 
tinche  per  il  corpo  radiante  non  si  adotti  una  delle  dispo- 
sizioni che  permettono  di  ap]>rossimarsi  al  caso  teorico  del 
corpt)  nero.  La  incertezza  a  cui  si  va  incontro  ("olP  uso  del 
nerofumo  leggero  per  la  misura  «Ielle  radiazioni  notturne, 
sta  in  ciò  che  in  esse  predominano  le  grandi  lunghezze  d'onda  per 
cui  il  nerofumo  come  è  noto  si  allontana  assai  dall'  essere 
nero.  Consiglia  quindi  il  Lo  Surdo  a  proseguire  le  sue  espe- 
rienzi'  cercando  ni  perfezionare  l'  apparecchio  con  queste 
vedute. 


Coii'jrexjii  del  l!/07 

11  {irot  Marcolougo  legge  il  suo  rapporta  si 
stilili  tatti  in  Italia  intorno  all'elasticità  dal  It 

Nella  -rtHiuta  dtl  27  st-ttetnbre.  il  prof.  C 
clie  h  o  dal  lUW  eblK  inianco  dalln  Società  Iti 
di  provvedere  alla  co  II  oca  7  ione  di  liiiiuigra 
Garda,  pei  constatare  se  vi  si  veriticasse  il  1 
^esse,  e  dato  the  si  \eritirasse  di  studiare  o  ti 
il  fenomeno 

Per  iftgiotii  ili«  egli  La  riferito  alla  So 
impianto  si  lece  a  Salo,  collocandovi  un  mi 
ridotto  a  Immigrato 

Non  passo  un  mese  e  si  ebbero  indizi  cert 
'delk-  leste  Si  prOLedetti.  allora  all'impianto  i 
di  Tobcolano  1  risultati  finora  ottenuti  sono  se 
pi-e  ben  notati 

Il  prof.  Cliìstoni  jiropone  il  seguente  ord: 
<  La  Società  fa  voto  rhe  ni  confidino  per  un  ai 
a  per>!ona  dipendente  dall'  Istituto  Idrografico  di 
c^omauda  aiielie  lo  studio  delle  onde  marine,  s 
derio  esi»osto  dai   Pocliettiuo  nel  suo  rapporto  ; 

L'  a.-(.4eniblea  approva. 

Il  sig  Mazisolo.  coniandantel'Istìtuto  Idi'ogr 
presente  alla  .teduta.  con  cortesi  parole  pi-eii 
adoperarsi  per  il  soddisfacimento  dei  voti  d.'ll. 

Il  prof.  Chistoni  ricorda  in  seguito  die  la 
di  Fisi.a,  culi  voti  emessi  a  Pisa  nel  -M  mai-zu 
il  24  nnvi-ml>i-u  lìXll  ed  a  Bresi-ìa  il  T  setlemb' 
tati  aiiilic  dall' ordine  di'!  giorno  della  Soci 
Italiana,  emesso  puri'  il  i  siatembra  VMÙ.  si  è 
ottenpie  I' ÌstÌtiiKÌoiii-  dell'Osservatorio  maguet 
Sewtola  nel  Frignano.  Itipetu  per  quali  l'agioui 
pi-eferiie  Seslolii.  o  i>er  meglio  dire  la  plaga  rirci 
Ciinone,  per  stabilirvi  l'Osservatorio  magneti 
ciw'  In  iin|H>ssibilità  >lella  (collocazione  in  tale  li 


in/e    II 

igiietii-li«> 

<■    la    centrali 

l'i   . 

1    Sest< 

li  Ueiiova 

Pavia,  Parma 

Mo 

ena.  » 

a  e  E'i> 

i.  iionclu' 

agli 

Istiti 

stillino 

a  hivorn 

ed  a  Spei^ia. 

Il  pmt 

A    Kisic 

Cliistuiii 

aggiungo  rhv 
ai  giovani    la 

Iren 

'.d'i   i«" 

Ide.aiv 

l' fsìiTiitò 

sci"utiti<-o  ini 

-iiatodalT. 

1  Cimoi 

...  i},„-sl^> 

lstilut<..  iiisi.. 

..Meli. 

1   alt  IO 

ivi-i'i    ucrfSsiiri 

melil.-   eri 

iilioii:il 

.    ClWtìllii 

Il    un    insieme 

clii. 

iwrm. 

1   Fisi.-ii 

i  studiare  pra 

i  di  r 

•<icii  t.'rre 

tre  e  di  Met<- 

voi. 

^in.  \' 

532  Conyrexni  del  1007 

Ville  di  tJextola  è  stato  cedtito  al  prof.  Piillè  dell'Uiùvei'sità  dì 
Bologna  coli'  intento  t'he  egli  pi'ovveda  a  che  nel  forte  stesso 
sorga  l'Osservatorio  magnetico  nazionak.  inizio  di  una  Scuola 
iinzionale  estiva  di  Fisica  terrestre  e  Meteorologia. 

Il  prof.  Chistoni  ritiene  rhe  ora  sia  il  momento  di  uscii-e 
dai  voti  platonici  ed  in<^oiiiiiiciai'e  a  studiare  etlettìvamente  la 
questione,  e  propone  che  la  SocietA  ;^i  interessi  con  un  voto 
perchè  nella  plaga  ciri-o»taiite  il  Cìinuiie  si  studino  le  linee 
ì  soma  gnatici)  e.  cosi  da  potere  concludere  se  detta  plaga  sin 
veramente  adatta   all'  impianto    ilell'  Osservatorio    magnetico 

L'assemblea  fa  suo  il  vot«  ilei  prof.  Chistoiii 
Il  prof.  Rizzo,  plaudendo  all'  inÌKÌativa  di  Cliistoni  ])er 
l'Osservatorio  magnetico  nasionale.  dice  di  aver  ottenuto  dalla 
Università,  dal  Consiglili  pi-ovinciale  di  Messina  e  da  altri  enti 
lo<'ali,  mezzi  e  sussidi  per  la  fondazione  di  nn  Osservatorio 
magnetico  local>>,  il  cui  suopo  precìpuo  sia  lo  studio  del  nui- 
gnetismo  terre-jlre  in  correlazione  ai  fenomeni  sismici.  Cbiedf 
lilla  Società   di  appoggiare  col  suo  roto  tale   promettente  ini- 

L' assemblea  voIa  Ih  proposta  del  Rizzo. 
Nell'ultima  seduta  il  prof.  (ìarbnsKO  espone  il  suo  rap- 
porto <  sul  miraggio  >.  disi'Orrenilo  nel  tempo  stesso  di  alcune 
ricei'chi'  intraprese  col  prof.  Fubiui  .s^ill' ottica  <lei  mezzi  non 
omogenei  e  non  isotropi,  e  di  una  uoniunicaxioue  del  dottor 
Rolla  dal  titolo  ■  Un  teorema  sull'ottica  dei  mezzi  non  omo- 
Stante  l'ora  HvanKiita,  it  doti.  Btau<-  prega  il  Presidente 
di  dare  i>er  letto  il  suo  rapporto  «  su  iilruni  problemi  attuali 
della   rndioiUtivit;,. 

Viene  luindi  tolta  la  seduta  ed  il  Presidente  dii-hiara  chiusi 
i  lavori  della  Se/.ioiie. 

Il  XIV  Congresso  Inlernazlonale  d'Iglt-ue  e  <H  deinografla, 

si  teinif  a  Berlino  dal  33  al  29  settemln-e  1W7.  PrsHidente  il 

prof.  Cl.an  temessi.. 

Esso  venne  divi.'^o  in  olio  iSc/ioni: 

1.   Mii-robiologiii  e  parassitologia  applicata  all'igiene: 
li.  Igieni'  iilimeutare  e   hsiologia  applicata  all' igiene; 

III.  Igieni-  dell'infanzia   e  della  scuola: 

IV.  Igiene  professionale  ed  assistenza  alle  elassi  operaie  ; 

V.  I^.tta   .■oiitr.i    1-    nuilattie    infettive    e    assistenza   »ì 
malati  : 

VI.  l>rien<'  dell.'  abitazioni,   delle  località   e  delle  acque. 

VII.  Igiene  niilitai'e,  .oloniii'le  .."navii'ie; 
Vili.   l).-mogratÌ!.. 

Il  primo  (Itingri'sno  di  XinlgttxlAne   liitorna   iii    Kraiiela. 

si  ;■.  tenuto  a  Kordeaitx  dui   Ibi  al   2i    luglio,.-   ha   slndiiito    un 


Premi  aggiudicati  52.S 


certo  numero   di   questioni   interessanti   al    pii\   alto    punto  lo 
sviluppo  e  la  prosperità  della  rete  francese  di  navigazione. 

Hanno  partecipato  con  interessanti  comunicazioni  alla 
liuona  riuscita  del  Congresso:  Laflfite,  De  Mas,  Mallet,  Taver- 
nier,  Fabre,  Schwob. 

11  Congresso  di  Fisio-terapta  a  Koiiia.  —  Il  primo  Con- 
gresso internazionale  di  Fisio-terapia  tenuto  a  Liegi  nel  1905 
aveva  messa  in  evidenza  l'importanza  degli  agenti  fisici  in 
medicina. 

Il  secondo  Congresso  si  è  aperto  a  Roma  il  IB  ottobre  1J>07. 

Congresso  internazionale  di  Igiene  a  Berlino*  —  Si  è  riu- 
nito dal  23  al  29  settembre  1907. 

L'Associazione  francese  per  T Avanzamento  delle  Scienze 
ha  tenuto  il  Congresso  a  Reims  dal  1.^  al  0  agosto  1907. 

IH.  Centenario  di  Ulisse  ÀldroYandi.  —  Nel  giugno  1908. 
Bologna  ha  tributato  feste  grandiose  alla  memoria  di  Vlisse 
Aldrovandi  in  occasione  del  terzo  centenario  della  sua  morte. 
Vi  parteciparono  scienziati  di  tutto  il  mondo. 

II.     -   Premi  aggiudicati, 

I  premi  reali  dei  Lincei.  —  I  premio  per  le  matematiclie 
tu  diviso  tra  il  prof.  Cesare  Arzelà  dell'  Università  di  Bologna 
e  il  prof,  (illido  Castelnuovo  dell'Università  di  Roma. 

II  premio  per  la  Chimica  è  stato  diviso  fra  il  prof.  Angelo 
Angeli  dell'  istituto  Superiore  di  Firenze  e  il  prot.  Luigi  Bal- 
biano  dell'  Università  di  Roma 

Fra  i  premi  ministeriali  per  i  profes.sori  delle  scuole  secon- 
darie segnaliamo  con  vivo  piacere  quello  di  un  nostro  antico 
«•ollaboratore:  il  pi'of.  Ugolino  Ugolini,  a  proposito  del  quale  la 
relazione  della  Coiìunissione  si  esprime  nei  termini  più  lusin- 
trhieri. 


& 


1  premi  del  R.  Istituto  Lombardo  di  scienze  e  lettere.  — 

Vinse  il  premio  Cagnola  *  Sulla  scoperta  della  radioattività  > 
la  memoria  del  prof.  Angelo  Battelli  e  dei  dottori  Augusto 
Ocfhialiui  e  Silvio  Chelhi.  che  è  apparsa  ili  ultissimo  interesse 
sia   dal   punto  di  vista  teorico  come  da  (.jut^llo  sperimentale. 

Vinse  il  premio  Seceo-Commeno  «  Sulla  natura  del  virus 
della   rabbia   »   il  dott.   Adelchi   Negri 

Sulla  tonduzione  Brambilla  ottennero  un  premio  di  ])rimo 
i^rado  con  medaglia  d'oro  le  ditte:  Società  elettrica  ed  «det- 
trocl'imica    dei    CaH'aro    di     Rusconi,    Fraschiui    e  (',:    Società 


524  Premi  aggiudicati 


anonima  Tenti  ;  Cartiera  Pirola  e  C,  ed  un  premio  di  secondo 
grado,  pure  con  medaglia  d'oro,  le  ditte:  Strafurini  Giuseppe 
e  Siogmund  Strauss. 

Fu  accordato  il  premio  Pizzamiglio  sul  tema:  «  Influenza 
delle  moderne  dottrine  socialistiche  sul  diritto  privato  >  alla 
memoria  del  prof.  Gioele  Solari. 

Il  premio  triennale  Ciani  «  Per  il  miglior  libro  di  lettura 
per  il  popolo  italiano  di  genere  narrativo  o  drammatico  », 
pubblicato  dal  1.®  gennaio  1898  al  31  dicembre  1906,  fu  con- 
ferito a  G.  C.  Abba,  autore  del  volume  e  La  storia  dei  Mille  ». 
Ebbe  i>oi  sulla  fondazione  (Gagnola  un  assegno  d' incoraggia- 
mento il  sig.  Biagio  Biggiogero  per  le  sue  ricerche  e  sul  modo 
d' impedire  la  contraffazione  di  uno  scritto  ». 

Per  Augusto  Kight.  —  Il  12  aprile  ebbero  luogo  le  solenni 
onoranze  al  prof.  Righi  in  occasione  del  suo  venticinquesimo 
anniversario  di  insegnamento  e  della  sua  prima  lezione  nel 
nuovo  Istituto  di  Fisica  dell'Università  di  Bologna.  La  Società 
Italiana  di  Fisica  vi  era  rap]) resenta ta  dal  presidente  Volterra, 
dal  vice-presidente  Battelli,  dai  consiglieri  Bonacini  e  Car- 
dani, dal  segretario  Sella.  Dopo  la  lezione  del  prof.  Righi 
dal  tema  «  Sulla  ipotesi  della  natura  elettrica  della  materia  », 
il  prof.  Blaserna,  Presidente  del  Comitato  per  le  onoranze,  gli 
presentò  il  busto  in  bronzo  offerto  da  amici  ed  ammiratori: 
vennero  lette  numerose  adesioni  nazionali  ed  estere,  fra  le 
quali  a  notai*si  quella  dell'Università  di  Erlangen,  che  nominò 
il  Righi  dottore  «  honoris  causa  »:  il  rettore  dell'  l'niversità  di 
Bologna  annunciò  la  notizia  della  nomina  del  Righi  :i  grande 
utticjale  della  Corona  d'  Italia:  il  Sindaco  di  Bologna  gli  pre- 
sentò una  medaglia  d'  oro  offerta  dalla  cittadinanza,  e  linai- 
mente  il  prof  Volterra  gli  fece  dono,  a  nome  della  Società 
Italiana  di  Fisica,  della  prima  copia,  elegantemente  rilegata 
in  pergamena,  della  conferenza  del  Dessau  sull'opera  del 
Righi,  tenuta  a  Roma  per  iniziativa  della  Presidenza  della 
Società  il  giorno  IB  marzo.  A  tutti  rispose  il  Righi  con  nobili 
parole  di  ringraziamento. 

La  conferenza  del  Dessau  è  stata  mandata  a  tutti  i  Soci 
della  Società  Italiana  di  Fisica 

Per  rilsso  IHni  furono  celebrate  feste  giubilari  dai  colleghi 
della  Università  <H  Pisa  e  delle  altre  Università  italiane.  Par- 
teciparono numerosi  gli  scolari  dell'  illustre  matematico. 

Festeggiamenti  giiibiliari  per  i»aite  di  «ulleghi  e  .scolari 
si  fecero  anclie  al  prof.  Edoardo  Maragliano,  al  prof  (xiro- 
lanjo  Caruso  e  ad  altri 

Società  Italiana  dei  XL:  La  Società  Italiana  delle  Si^ienze 
detta  dei  XL,  ha  conferito  la    medaglia    Matteucci    a  Sir.  AV. 


^^aa^L^b^ 


Premi  agtjiudìcaft 


525 


Ramsay  e  la  medaglia  d'  oro  per  la  mateniatica  al  prof.  G.  Lau 
ricella  in  Oatauia. 

Società  Geografica  Italiana:  La  Società  Geografica  Ita- 
liana ha  conferito  al  Duca  degli  Abruzzi  la  medaglia  d'oro 
Umberto  1:  ed  ha  nominato  membro  d'onore  Peary  e  socio 
corrispondente  Amundsen.  entrambi  per  le  loro  esplorazioni 
polaii. 

Societìi  Geografica  Inglese:  Le  due  medaglie  d'oro  della 
Società  Geografica  Inglese  sono  state  conferite  quest'  anno  al 
dott.  Moreno  per  le  sue  esplorazioni  nell'America  del  Sud  ed 
al  capitano  Amundsen  per  le  sue  esplorazioni   polari. 

Medaglia  ltamfoi*d:  La  medaglia  Rumford  per  scoperte 
riguardanti  la  luce  ed  il  calore  è  stata,  dalla  American  Aca- 
demy  of  Arts  and  Sciences,  assegnata  al  prof.  E.  F.  Nichols 
dell'  Università  di  Columbia. 

Medaglia  Symong:  La  «  lloyal  Meteorological  Society  » 
ha  conferito  al  Teisserenc  de  Bort  la  medaglia  d'  oro  Symons 
pei  suoi  lavori  sulla  metereologia  dell'alta  atmosfera,  dei  ouali 
spesso  ebbe  a  parlare  V  Annuario. 

Medaiclia  Faraday  :  La  Società  Chimica  di  Londra  ha  con- 
ferito tale  medaglia  al  prof.  F.  Fischer  di  Berlino. 

La  Società  Meteorologica  Francese  ha  conferito  al  Conte 
d'  Oultremont  la  medaglia  di  premio  alla  migliore  memoria 
di  Meteorologia  Aereonautica. 

Società  reale  di  Londra:  La  Royal  Society  ha  conferito 
quest'  anno  la  medaglia  Copley  al  prof.  A.  A.  Michelson  (Chi- 
cago r,  la  medaglia  Davy  al  prof.  E.  W.  Marley  (Cleveland. 
Ohio);  la  medaglia  Hughes  al  prof.  E.  H.  Griftiths;  e  la  me- 
daglia Sylvester  al  prof.  W.  Wirtinger  ''Vienna). 

Premi  Nobel  per  la  Fisica,  la  Gliimica  e  la    Medicina:  I 

premi  Nobel  per  la  Fisica  e  per  la  Chimica  vennero  as.segnati 
quest'  anno  rispettivamente  ai  professori  A.  A.  Michelson 
''Chicago)  e  Buchener  (Berlino):  quello  per  la  Medicina  al 
dott.  Laveran 

Premi  dell'Accademia  delle  Scienze  di  Parigi:  Nella  sua 
seduta  del  2  dicembre  1907,  l'Accademia  delle  Scienze  di  Parigi 
ha  conferito  i  seguenti  premi: 

(geometria:  Premio  Francoenr  al  sig.  I^moine  (Belatore 
Darboux».  Premio  Bordiu  ai  signori  F.  Enriques   (Bologna    e 


-  J 


520  Premi  aggiudicati 


F.  Severi  (Padova)  (Relatore  Humbert).  Premio  Vaili ant  ai 
signori  J.  Hadainard  (Parigi)  (Relatore  Painleué)  :  G.  Lauri- 
cella  (Catania)  (Relatore  Picardi;  A.  Korn  (Monaco)  (Relatore 
Picard);  T.  Roggio  (Torino;  (Relatore  Poincaré). 

Meccanica:  Premio  Montyoìì  al  nig.  Cuenot  (Parigi;  Rela- 
tore M.  Levy).  Premio  J*oncelef  al  tu  Colonnello  Renard  (Rela- 
tore M.  Levy) 

Astronomia:  Premio  La/ande  al  sìg.  Th.  Lewis  (Oreen- 
wich)  (Relatore  Bigourdan).  Premio  iValz  al  sig.  Giacobini 
(Nizza)  (Relatore  Loewv  >.  Premio  de  Pontècoulant  al  sig.  Gail- 
lot  (Relatore  Loewv). 

Geografia:  Premio  Gay  al  sig.  J.  Charcot  (Relatore  E.  Per- 
rier).  Premio  Tchihatcheff  ti\  signori  .7  De  Morgan  e  P.  Crépin 
de  Beauregard  (Relatore  de  La  Grye). 

Chimica:  Premio  Jecker  ai  signori  Blaise  Relatore  Mai- 
ler ,  M.  Delépine  Relatore  A.  Gauthier)  e  M.  Hamonet  (Rela- 
tore G.  Lemoine). 

Storia  delle  Scienze:  Premio  liinoiu'  ai  signori  G.  Loria 
^Genova),  e  F.  Brunet    Relatore  Darboux'i. 

Ha  inoltre  conferito  i  seguenti  premi  generali: 

Medaglia  Lavoisier  al  prof   A.  von  Baeyer  (Monaco). 

Medaglia  fìerfhelot  ai  signori  Blaise,  Delépine  e  Hamonet. 

Premio  Wilde  ai  signori  C.  Nordmann  e  .1,  Brunhes. 

Premio  Petit  d'  Ormoy  al  prof.  P.  Duhem. 

Premio  Pierson-Perrin  al  sig.  A    Cotton. 

Fisica:  Premio  llebert  (lOOC)  franchi)  a  Luciano  Poincaré 
por  il  suo  lavoro  sulla  Physique  Moderile. 

Premio  Hughes  (2500  franchi)  a  P.  Langevin  per  T insieme 
dei  suoi  lavori  relativi  ai  fenomeni  di  ionizzazione  dei  gas. 
alla  diffusione  delle  molecole  gassose  e  alle  proprietà  degli 
elettroni. 

l*remio  (iasione  Pianti^  (HOOO  franchi)  a  Mathias  per  l'in- 
sieme dei  suoi  lavori  ed  in  particolare  per  le  ricerche  relative 
al  magnetismo  terrestre  eseguite  dal  18i>B  sino  a  questi  ul- 
timi anni. 

Premio  La  Case  flOOOO  franchi)  a  Paolo  Vi  Hard  per  V  in- 
sieme dei  suoi  lavori  nel  dominio  della  tìsica. 

Premio  Kastner-fìoursault  2000  franchi  a  Pietro  Weiss, 
prof,  al  Politecnico  di  Zurigo,  per  le  sue  ricerche  sul  magne- 
tismo. 

Premio  Petit  d"*  Ormoy  (10000  franchi)  a  Pietro  Duhem. 
corrispondente  dell' Accademia,  per  l'insieme  dei  suoi  lavori 
di  tisica  matematica. 

Premio  Pierson-Perrin  (5(X)0  franchi).  Questo  nuovo  premio 
è  stato  conferito  al  Cotton  per  le  sue  scoperte  nel  campo 
della  fisica,  ed  in  particolare  per  le  sue  riceiche  sui  mezzi 
colloidali. 


j^a^^^a^^lBM 


Kttpoitizioìu  e  Congressi  che  si  faranno  527 


111.  —  Esposizioni  e  Congressi  che  si  faranno. 

Per  il  IH  Centenario  della  naisclta  di  EYangelista  Torri- 
i*elli.  —  Faenza,  la  città  natale  di  Evangelista  Torricelli 
prepara  solenni  onoranze  per  celebrare  nel  1908  il  III  Cente- 
nario della  nascita  del  (-rrande  Scienziato.  A  questo  scopo,  il 
Comune  di  Faenza  ha  intrapreso  la  pubblicazione  delle  Òpere 
complete  di  lui. 

L'  esecuzione  di  tale  disegno  fu  impedita  Mno  ad  oggi  da 
molteplici  contrarie  vicende;  essa  però  aveva  già  avuto  un 
periodo  di  preparazione  per  opera  dei  contemporanei  del 
Grande,  —  amici  e  condiscepoli  —  tutti  della  Scuola  Gali- 
leiana, e  specialmente  di  Vincenzo  Viviani.  Ora  quel  lavoro, 
da  quasi  tre  secoli  interrotto,  è  stato  affidato  al  dottor  Giu- 
seppe Vassura,  professore  di  Fisica  nel  Regio  Liceo  Torricelli 
di  Faenza,  che  lo  ha  ripreso  con  vigore,  e  lo  porterà  conve- 
nientemente a  termine. 

La  collezione  delle  Opere  di  Evangelista  Torricelli  com- 
prenderà anche  quelle  già  edite,  che  sono  ormai  divenute  rare, 
e  il  carteggio  scientifico. 

Per  renderla,  più  che  sf  può,  completa,  il  Comune  di 
Faenza  si  è  rivolto  a  tutti  coloro  che  riconoscono  l'utilità  e 
V  importanza  universale  di  questa  pubblicazione,  e  ne  ha  otte- 
nuta una  notevole  cooperazione. 

Le  feste  che  si  faranno  in  Faenza  in  onore  del  Torricelli 
saranno  coronate  da  una  visita  che  faranno  nella  graziosa 
città  romagnola  i  soci  della  Società  italiana  per  il  progresso 
delle  Scienze  convocati  a  Congresso  in  Firenze.  Questi  stu- 
diosi avranno  modo  di  osservare  una  mostra  di  apparecchi  di 
fisica,  e  di  ascoltare  una  solenne  commemorazione  di  Evan- 
gelista Toricelli,  della  quale  il  Consiglio  Municipale  Faentino 
aveva  dato  incarico  al  senatore  Augusto  Righi,  che  fu  per»'» 
costretto  per  le  molteplici  occupazioni  a  rinunciare.  Dietro 
designazione  del  prof.  Righi,  il  Consiglio  Comunale  di  Faenza 
pregò  della  commemorazione  1' on.  prof  Angelo  Battelli  della 
R.  Università  di  Pisa,  che  accettò. 

Per  1a  Esposizione  interna/lonnlo  di  Torino  nel  1911.  — 

La  sì  terrà  in  commemorazione  del  cinquantenario  della  Lenità 
italiana.  L'organizzazione  è  stata  affidata  alTon.  Villa,  che  fu 
commissario  generale  della  Sezione  italiana  all'  Esposizione 
francese  del  li»00. 

Esposizione  di  elettiieiU  applicata  all'  agricoltura  in 
Lione.  —  Xel  mese  di  maggio  del  1908  si  aprirà  a  Lione  una 
esposizione  delle  applicazioni  della  elettricità  alT  agricoltura 
sotto  gli  auspicii  della  Società  di  Agricoltura  delle  Scienze  e 
deir  Industria  di  Lione.  Il  suo    programma  si  estende  a  tutte 


528  KKposizioni  e  Congressi  che  si  faranno 

lo  applicazioni  delP  elottricit/t  all'agricoltura  e  alle  arti  indu- 
striali. Comporta  le  seguenti  sette  classi:  1."  Applicazione 
ili r  agricoltura;  2.^  all'industria  tessile;  ^\.°  alla  meccanica; 
4.*  alla  illuminazione  elettrica;  5.**  applicazioni  termiche  e 
«himicbe;  (>.<*  produzione,  trasforma/iione  e  canalizzazione  della 
elettricità:  7.**  applicazioni  diverse.  tel<^ fonia. 

I/A8SociA%ione  britannica  per  l'avanzameuto  delle  Sciente 

terrà  il  Congresso  del  1908-90^  a  Dublino,  e  sarà  presieduto 
dal  botanico  F.  Darwin,  tiglio  e  biografo  di  Carlo  Darwin. 

1/ Esposizione  internazionale  di   elettricitji  a  Marsiiclia 

si  aprirà  nelT  a])rile  1908. 

IV  Congresso  internazionale  dei  matematici.  -  Roma  1008. 

—  Il  Comitato  organizzatore  del  IV  Congresso  internazionale 
dei  Matematici,  composto  dei  professori  :  P.  Blaserna,  presi- 
(lente,  i^.  t^astelnuovo,  set^ reta  rio  generale^  V.  Reina,  tesoriere, 
V.  Cerutti,  A.  Di  I^gge,'(;.  Pittarelli,  A.  Sella,  A.  Tonelli, 
\'.  Volterra,  ha  diramato  la  circolare  seguente,  che  intei*essa 
tutti  i  cultori  delle  discipline  matematiche: 

Il  Comitato  Organizzatore  si  onora  di  invitare  la  S.  V.  a 
prender  parte  al  IV  Congresso  internazionale  dei  Matematici 
clie  si  terrà  a  lìonui  dal  0  all'  Il  aprile  i90S. 

I  Congressi  precedenti,  com'  Ella  sa,  ebbero  luogo  a  Zurigo 
(1897),  Parigi  (1900),  Heidelberg  (19(»4);  ed  appunto  in  questa 
ultima  riunione  fu  scelta  Roma  come  sede  del  .successivo 
(  'ongresso. 

II  nostro  Comitato  ha  voluto  porre  il  prossimo  Congresso 
sotto  gli  auspici  di  una  larga  rappresentanza  internazionale 
«Iella  R.  Accademia  dei  Lincei  e  del  Circolo  Matematico  di 
Palermo;  ed  ora  si  adopera  con  ogni  cura  aflinchè  il  Con- 
ii:resso  riesca  degno  degli  illustri  scienziati  che  vi  interver- 
ranno, e  possa  recare  utili  servigi  alla  Scienza 

Inspirandosi  ai  tini  in  vista  dei  quali  questi  Congressi 
Internazionali  furono  particolarmente  istituiti,  il  Comitato 
ritiene  che,  nelle  condizioni  presenti  della  Matematica,  dopo 
un  secolo  di  ricerche  intense,  possa  riuscire  utile  e  gradito 
di  gettare  uno  sguardo  sui  principali  resultati  ottenuti  sin 
<|ui,  e  sui  grandi  problemi  che  attirano  ancora  l'attenzione 
«lei  matematici. 

Ci  siamo  adoperati  perciò  ad  organizzare  una  serie  di 
conferenze  atte  a  dare  una  idea  dello  stato  attuale  dei  prin- 
«ipali  rami  delle  scienze  matematiche  e  delle  loro  applicazioni. 
Siamo  lieti  di  annunziare  che  i  signori  0.  Darhoux,  A.  R.  For- 
syth,  D  Hilberth,  F.  Klein,  H.  A  Lorentz,  (1.  Mittag-LefHer, 
S.  Newcomb,  E.  Picard,  H.  Poincaré,  accogliendo  i  nostri  pro- 
positi, hanno  aderito  a  tenere  in  seduta  plenaria  discorsi  sopra 
temi  che  verranno  indicati  in  seguito. 


Concorsi  a  premi  da  at/t/ÌHiìicar.KÌ  5:ft> 


I 


Con  altra  circolare  potremo  precisare  il  prograiuniA  del 
Congresso  e  dire  quali  accoglienze  saranno  offerte  agli  scien- 
ziati che  interverranno.  Oggi  vogliamo  soltanto  richiamare 
l'attenzione  della  S.  V.  su  questo  avvenimento  scientifico,  ohe 
avrà  luogo  nelF  aprile  1908. 

Il  Congresso  verrà  diviso  in  quattro  sezioni  : 

I.  Aritmetica^  Algebra,  Analisi. 

II.  Geometria. 

III.  Meccanica j  Fisica  Matematica,  Applicazioni  'm/t 
della  Matematica. 

IV.  Questioni  filosofiche,  storiche,  didattiche. 

Congresso  delia  Societfi  italiana  per  il  Progresso  dell^ 
Scienze.  —  Si  terrà  a  Firenze  nel  settembre  1VM>8. 

Esposizione  internazionale  di    Brnxelles.  —    Avrà    hiogo 
nel  11)10  sotto  il  patronato  del  Re  dei  Belgi. 

Esposizione  internazionale  nlP  Alaslta.  —  Sarà  organiz- 
zata a  Settle  per  il  giugno  1909  sotto  la  denominazione 
«  Alaska-Yukon-Pacilic  Exhibition  ».  Essa  occuperà  1*25  ettari. 

Esposizione  internazionale  noi  Giappone.  —  Si  terrà  nel 
1912,  e  per  la  sua  buona  riuscita  il  Governo  ''giapponese  non 
esiterà  a  fare  tutti  quei  sacrifìci  che  saranno  necessari.  Intanto 
nella  attesa  di  questa  grande  manifestazione  industriale  e 
commerciale,  i  giapponesi  hanno  una  serie  di  esposizioni  pre- 
liminari, la  prima  delle  quali  è  stata  fatta  a  Tokio  con  ottimo 
successo. 

IV.  —  Concorsi  n  premi  da  aggiudicarsi. 

Concorso  per  V  agganciamento  antonintico  dei  veicoli 
ferroviari.  —  A  favorire  la  riuscita  dell'  Esposizione  tenutasi 
in  Milano,  vennero  istituiti  premi  per  concorsi  diversi:  tra 
questi  ne  figurava  uno  con  premio  di  L.  5000  da  destinarsi 
al  migliore  agganciatore  automatico  per  veicoli  ferroviari. 
Ad  esso  parteciparono  circa  20  concorrenti,  che  aumentarono 
il  valore  pecuniario  del  premio  con  le  loro  quote  di  ammis- 
sione, stabilite  in  L.  20. 

La  Giuria  non  credette  di  assegnare  alcun  premio  in 
danaro,  e  la  Commissione  pei  trasporti  terrestri,  che  orga- 
nizzò appunto  il  concorso,  mentre  prendeva  nota  del  verdetto 
pronunciato  dalla  Giuria,  e  si  dimostrava  spiacente  di  non 
poter  dividere  tra  i  due  apparecchi  migliori  il  premio,  poiché 
a  ciò  si  opponeva  il  programma,  fece  voto  che  il  concorso 
fosse  ripreso  dal  Collegio  Nazionale  degli  ingegneri  ferroviari 
italiani,    proponendo    al    Comitato    esecutivo   di    concedere   al 

Annuario  8cikntific«>  —  XLIV.  85 


J 


530  Concorsi  a  premi  da  aggiudicami 


detto  Collegio  la  somma  rimasta  disponibile  per  tale  stato 
di  cose. 

Il  Collegio  degli  ingegneri  ferroviari  nominò  subito  una 
speciale  Commissione,  dandole  T  incarico  di  fare  le  pratiche 
necessarie  per  ottenere  la  somma  in  paì-ola,  e  per  aumentarla 
con  altre  oblazioni  di  Enti  e  Stati  interessati. 

Il  Ministero  dei  LL.  PP.  ha  già  posto  a  disposizione  del 
Concorso  stesso  la  somma  di  L.  5000,  ed  altre  se  ne  attendono 
ancora  per  dare  al  Concorso  quel  carattere  d' internazionalità 
che  la  soluzione  del  problema  esige. 

Concorso  per  la  liforma  della  legge  sng:!!  infortuni  del 
lavoro  —  Nel  marzo  liK)8  avrà  luogo  in  Roma  un  Congresso 
degli  Industriali  italiani  allo  scopo  di  invocare  una  sollecita 
e  razionale  riforma  della  Legge  sugli  infortuni  del  lavoro,  e 
di  concretare  e  coordinare  i  desideri  delP  industria  nazionale 
in  ordine  a  tale  riforma. 

Potranno  partecipare  al  Congresso  le  Camere  di  Com- 
mercio, i  Sodalizi  Industriali  e  le  Ditte  soggette  alla  Legge 
sugli  Infortuni  del  lavoro.  Le  Camere  di  Commercio  ed  ì 
Sodalizi  parteciperanno  al  Congresso  per  mezzo  dei  loro  dele- 
gati, che  non  potranno  essere  più  di  cinque  per  ogni  Camera 
o  Sodalizio. 

Concorso  internazionale  per  la  difesa  contro  gli  incendi. 

—  La  Commissione  Esecutiva  della  Esposizione  Intemazionale 
di  Torino  ha  assegnato  1000  lire,  due  medaglie  d' oro  e  due  d'  ar- 
gento ai  premiati  per  i  preparati  più  adatti  a  rendere  non 
combustibili  o  almeno  non  infiammabili  i  legnami  ed  i  tessuti 
da  impiegarsi  nelle  costruzioni  dell'  Esposizione. 

I  preparati  proposti  dovranno  potersi  applicare  ai  legnami 
ed  ai  tessuti,  senza  alterarne  il  colore,  la  resistenza  e  la 
morbidezza. 

Gli  ignifughi  dovranno  pervenire  franchi  di  spesa  entro 
il  mese  di  settembre  lii08  alla  Direzione  del  Laboratorio  di 
Chimica  Docimastica  del  Regio  Politecnico  di  Torino,  in 
quantità  sufficiente  per  proteggere  almeno  cinquanta  mq.  di 
legname  e  di  tessuto. 

La  Commissione  Esecutiva  ha  la  facoltà  di  acquistare 
quel  preparato  che  sarà  giudicato  meritevole  di  premio  in 
quella  quantità  che  le  potrà  occorrere  per  tutti  gli  edifici 
dell'  Esposizione. 

Per  maggiori  schiarimenti  su  questo  Concorso  rivolgersi 
alla  Commissione  Esecutiva  dell'  Esposizione,  via  Po,  n.<»  2, 
Torino 

Un  premio  per  invenzioni  in  favore  della  salnte  degli 
operai.  —  Il  Comitato  che  si  è  costituito  fino  dall'aprile  del- 
l'anno  scorso  per  le  onoranze  al  sen.  E.  De  Angeli,  deliberò 
di  fondare  un  premio  perpetuo  al  nome  di  Ernesto  De  Angeli 


Concorsi  a  premi  da  aggiudicarsi  531 


da  conferirsi  periodicamente  ad  invenzioni,  studi  o  disposi- 
zioni pratiche  aventi  per  iscopo  la  sicurezza  e  l'igiene  degli 
operai  nelle  industrie;  ad  opere,  cioè,  di  progresso  umanitario 
e  civile,  in  quel  campo  medesimo  al  quale  il  De  Angeli  dedicò 
tante  cure  etìicaci,  ottenendo  risultati. cospicui. 

Questo  del  premio  sembrò  il  modo  più  degno  per  ricor- 
dare una  delle  facce  più  luminose ^e  meritorie  dell*  attività 
multiforme  del  compianto  sen.  De  Angeli  ;  questa  idea  troverà 
appoggio  particolarmente  presso  V  Associazione  degli  indu- 
striali italiani  per  prevenire  gli  infortuni  del  lavoro,  la  quale, 
sorta  per  iniziativa  del  De  Angeli  stesso,  e  guidata  da  lui 
fino  agli  ultimi  giorni  di  sua  vita  con  sagicia  ed  entusiasmo, 
crebbe  e  prospero  in  guisa  da  superare  ogni  altra  del  genere 
esistente  in  Europa,  annoverando  ora  quasi  4000  soci  rappre- 
sentanti più  di  5000  stabilimenti  con  500  mila  operai. 

Un  concorso  internazionale  per  1*  illuminazione  degli 
automobili.  —  Il  Consiglio  dell'Automobile  Club  di  Milano 
ha  deliberato  di  bandire  nei  primi  mesi  del  1908  un  concorso 
internazionale  per  l'illuminazione  dell'Automobile.  La  Com- 
missione Esecutiva  è  composta  del  Presidente  on  comm.  Silvio 
Crespi»  nob.  Fazio  Dal  Pozzo,  dott.  Alberto  Pirelli,  Luigi 
Brigatti  e  conte  Carlo  Sormanni,  ed  ha  già  concretato  il 
rogramma. 

Il  concorso  sarà  per  il  miglior  generatore,  per  il  miglior 
faro  e  per  il  miglior  complesso  di  illuminazione  d'automobile. 

Quasi  tutte  le  case  italiane  e  diverse  case  estere  hanno 
dato  affidamento  di  partecipare  a  questo  importante  concorso, 
che  sarà  dotato  dall'Automobile  Club  di  ricchi  premi. 

Premi  per  dirigibili  o  macchine  per  yoLire.  —  250,000 
lire  per  il  premio  Parigi-Londra  in  24  ore  (del  «  Matin  »  di 
Parigi). 

250,000  per  il  percorso  Londra- Manchester  (del  «  Daily 
Mail  »  di  Londra). 

100,000  marchi  per  il  percorso  Parigi-Ostenda  in  24  ore 
(della  Società  dei  bagni  di  Ostenda). 

La  Societiì  di  incoraggiamento  in  Padova  ha  aperto  un 
concorso  ad  un  premio  di  lire  10,000  per  una  memoria  sul 
tema:  «  Considerare  con  uno  studio  completo  tecnico  pratico 
quali  sieno  allo  stato  attuale  i  risultati  dell'impiego  del- 
l' energia  elettrica  alla  trazione  ferroviaria  e  congeneri  nei 
diversi  paesi,  indicando  dal  punto  di  vista  tecnico  ed  econo- 
mico il  modo  migliore  per  giungere  ad  utilizzare  a  questo 
scopo  le  forze  idrauliche  inoperose  esistenti  in  Italia  ». 

Premio  Vallanri.  —  Di  28,000  lire  a  quello  scienziato 
italiano  che  dal  1."  gennaio  1907  al  31  dicembre  1910  avrà 
pubblicato    il    lavoro   migliore    e    più   apprezzato   nel   campo 


532  Concorsi  a  premi  da  aggiudicanti 


(Ielle  Scienze  fisiche,  intesa  questa  locuzione  in  senso  lato. 
Sarà  conferito  un  anno  dopo  la  scadenza,  ma  non  potrà  venire 
assegnato  a  membri  residenti  o  no  della  Accademia  delle 
Scienze  di  Torino. 

Concorgo  per  nna  esperienza  da  lezione.  —  l.<^  È  aperto 
fra  i  membri  della  Società  italiana  di  Fisica  un  concorso  per 
un^  esperienza  da  lezione 

2."*  Il  premio  consisterà  in  una  medaglia  d*  oro  del  valore 
di  lire  200.  Potrà  anche  eventualmente  venir  assegnato  un 
secondo  premio  consistente  in  una  medaglia  a'  argento. 

3."  I  concorrenti  dovranno  inviare  per  iscritto,  non  più 
tardi  del  30  giugno  1908,  al  Presidente  della  Società  (R.  Isti- 
tuto Fisico  di  Roma)  una  descrizione  particolareggiata  delle 
esperienze  colle  quali  intendono  partecipare  al  concorso.  Le 
esperienze  dovranno  essere  originali  ed  inedite.  Gli  scritti 
inviati  potranno  portare  il  nome  dell'Autore,  oppure  un  molto 
ripetuto  sopra  una  busta  suggellata  contenente  il  nome  del- 
l' Autore  stesso. 

4."  Una  Commissione,  che  verrà  nominata  dal  Consiglio 
di  Presidenza  della  Società,  sceglierà  fra  le  esperienze  i  tenendo 
anche  conto  dei  mezzi  impiegati)  quelle  che  dovranno  essere 
pubblicamente  eseguite  ed  illustrate  durante  il  prossimo  Con- 
gresso della  Società,  in  Firenze,  dagli  autori  o  da  persone  da 
loro  designate. 

La  scelta  dell'esperienza  (o  eventualmente  delle  espe- 
rienze), a  cui  verrà  conferito  il  premio,  sarà  fatta  da  una 
(  ommissione  di  tre  membri  eletti  dai  soci  presenti,  la  quale 
Commissione  poi  riferirà  in  un'ulteriore  seduta  del  Con- 
gresso stesso. 


j 


XIII.  -  Necrologia  scientifica  del  1907 


1 
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1, 


Atwatbr  (W.  O.)^  professore  all'Università  wesleiaiia  di 
Middletown  (Stati  Uniti),  morto  il  22  settembre  1907,  si  è 
principalmente  occupato  di  questioni  di  alimentazione.  Fu  lui 
che  fondò  nel  1888  l'ufiBcio  delle  esperienze  sulla  nutrizione, 
dipendente  dal  2ilinistero  di  Agricoltura.  Gli  ultimi  anni  della 
sua  vita  furono  quasi  interamente  consacrati  a  ricerche  spe- 
rimentali sugli  enetti  delP  alcool  sull'organismo.  Il  principio 
del  metodo  consisteva  in  un  dosamento  metodico  dei  guadagni 
e  delle  perdite  effettuate  dai  soggetti  in  esperienza.  Egli  con- 
cluse finalmente  per  il  valore  alimentare  dell'  alcool,  ragione 
per  cui  dovette  sospendere  le  sue  ricerche  avendo  incontrato 
una  forte  opposizione  da  parte  del  pubblico,  che  a  torto  l'ac- 
cusava di  propagare  scientemente  1'  alcool ismo. 

Baessler  (Arturo),  valente  etnografo  e  viaggiatore  nel  iPa- 
cifico  e  nel  Perù,  m.  a  Neustadt   Eberwalde  il  31  marzo  1907. 

Beromann  (V.  E.),  n.  a  Riga  (Livonia)  nel  1836  e  m.  a  Wies- 
baden  il  26  marzo  1907.  (  hirurgo  insigne. 

Berthelot  (Marcellino).  Il  Berthelot  ebbe  una  carriera 
scientifica  assai  lunga  e  feconda  e  non  fu  estraneo  alla  vita 
politica.  Egli  era  nato  a  Parigi.il  25  ottobre  1827,  ed  è  quindi 
morto  ottuagenario.  Era  figlio  di  un  medico,  e  già  da  fanciullo 
mostrò  una  disposizione  di  grado  eccezionale  per  lo  studio 
delle  scienze  naturali.  In  seguito  fece  i  suoi  studi  al  liceo 
Enrico  IV,  a  proposito  dei  quali,  Fouqué,  ricordando  in  occa- 
sione del  cinquantenario  scientifico  del  grande  scienziato  la 
relazione  di  condiscepolo,  aggiungeva:  «  Già  a  quell'epoca 
voi  avevate  coscienza  dell'avvenire  scientifico  elevato  che  vi 
era  riserbato.  I  vostri  professori  ed  anche  i  vostri  condisce- 
poli ne  erano  egualmente  persuasi,  e  più  di  ogni  altro  io  avevo 
fede  in  voi  ». 


I    ' 


6H4  Secroloyia  ne  lenti  fica  del  1907  , 

Nel  184(>,  Berthelot  ottiene  il  premio  di  onore  di  Filosofia 
al  Concorso  Generale  e  finisce  per  consacrarsi  alla  scienza 
senza  passare  attraverso  a  scuole  di  sorta. 

Nel  1861  entra  nel  Collège  de  France^' in  qualità  di  prepa- 
ratore Tre  anni  dopo,  nell'età  di  27  anni,  pubblicò  un  lavoro 
sulla  riproduzione  dei  corpi  grassi  neutri  naturali,  che  fu 
assai  lodato,  e  che  conteneva  in  germe  le  idee  scienti ficheiil 
cui  sviluppo  doveva  procurare  più  tardi  al  Berthelot  una 
fama  mondiale.  Professore  alla  Scuola  di  Farmacia  nel  1869, 
professore  al  Collegio  di  Francia  nel  1866  dietro  creazione  di 
una  cattedra  speciale  fatta  dal  ministro  Duruy  per  sollecita- 
zione di  un  certo  numero  di  professori  del  Collegio  di  Francia 
<'apitanati  da  Balard;  membro  delT  Accademia  di  Medicina  nel 
18fìB,  membro  dell'Accademia  delle  Scienze  nel  1873  Già  nel 
18(J5  egli  aveva  ricevuto  da  quest'Accademia  il  premio  Joecher, 
per  i  suoi  studi  sulla  riproduzione  artificiale  per  via  sinte- 
tica di  un  certo  numero  di  sostanze  chimiche  esistenti  negli 
esseri  viventi.  Durante  la  guerra  del  1870,  chiamato  al  servizio 
del  suo  paese  e  eletto  presidente  della  sezione  scientifica  del 
Cam  ite  de  défense^  si  occupa  della  chimica  degli  esplosivi, 
e  dirige,  durante  l'assedio  di  Parigi,  la  preparazione  della 
nitroglicerina  e  della  dinamite,  che  dovevano  servire  agli 
assediati 

Eletto  nel  1876  ispettore  generale  dell'  insegnamento,  si 
occupa  zelantemente  della  riorganizzazione  degli  studi  in 
Francia;  nel  1877  è  nominato  i)residente  della  Commissione 
delle  sostanze  esplosive,  cui  si  deve,  fra  l'altro,  l'introduzione 
nella  balistica  moderna  della  melinite. 

Nel  1881  fu  eletto  senatore  inamovibile,  e  ne  profittò  per 
perorare  in  numerose  circostanze  la  causa  dell'  insegnamento 
superiore  e  delle  ricerche  scientifiche.  Entrò  nel  1886  nel  mi- 
nistero (ioblet  come  ministro  dell'istruzione  pubblica,  e  durò 
come  tale  fino  al  maggio  1887.  Nel  1889  VAcadéniie  des 
Sciences  lo  eleggeva  segretario  perpetuo;  nel  novembre  18^)5 
fu  ministro  degli  afi'ari  esteri  nel  ministero  Bourgeois,  per  un 
quadrimestre  circa,  con  poca  fortuna.  Frattanto  la  sua  atti- 
vità indefessa  di  scienziato  gli  aveva  guadagnato  una  fama 
grandissima  in  Francia  e  fuori  ;  allorché  fu  celebrato,  nel  1901, 
il  suo  giubileo  scientifico,  esso  riusci  una  serie  di  manifesta- 
zioni grandiose  cui  parteciparono  tutte  le  nazioni  civili. 

A  trentatre  anni  il  nome  di  Berthelot,  conosciuto  dai  chi- 
mici di  tutto  il  mondo,  penetra  anche  nei  salotti  parigini, 
come  tes*^imoniano  le  lettere  dirette  nel  1860  e  1861  dalla 
signora  Didier  alla  signora  Edgar  Quinet  :  «  .Je  ne  veux 
oublier  de  vous  faire  part  d'un  savant  très  savant  qui  a  noni 
Berthelot.  On  ne  iure  que  par  lui  rue  de  l' Guest  (casa  di^Mi- 
chelet).  M.me  Micnelet  m'a  dit  qu'il  irait  à  la  postérité  et 
qu' il  ne  s'en  tenaìt  pas  au  genie.  Il  est,  de  plus,  plein 
d'esprit  et  d'une  société  charmante.  Elle  m'en  a  tait  un  por- 


Necroloijia  svientiflca  del  1U07  635 

crait  d'homiue  accomplì  ;  ,)e  suis  curìeuse  de  ce  prodiga,  je 
deraaude  à  le  conuaitre  et  à  vous  en  dire  inon  impreaaìon  *. 
Questa  il  2C  ottobre  18C0.  Dopo  averlo  conosciuto,  la  stessa 
signora  scrive  in  data  Vd  gennaio  18(!1.  «  Il  parait  timide,  il  a 
«ne  figure  très  douoe  et  très  intOressante.  J'ai  beaucoup  goùté 
la  conversation  de  M,  Bertbelot.  Sv.j'ai  un  regret,  e' est  de  ne 
pouvoir  le  suivre  sur  le  terrain  de  la  science;  il  a.  i'ait  de  gran- 
de» découvertes  en  chimie  et  publié  deux  volumes  au-dessus  de 


Marcellino  Berthelol  nel  ano  laboratorio.^  .SW 

ina  poi'tée:  J'en  ignorerai»  ju?qu'à  la  langue.  Maisl'on'  dit 
[|iie  l'expoiition  du  livra  est  abordable.  et  donne  lea  coiiclu- 
sions  de  l'ensemble  de  ses  travaux.  Je  tiit^herai  de  m'en  faire 
tme  idée.  A«  reste,  il  ii'  est  ('tranger  à  rien,  il  a  i-epu  une 
rducation  très  littéraire  ». 

La  gloria  scieutitica  del  Bei'thelot  ù  legata  a  due  grandi 
gruppi  di  scoperte;  quella  sulla  sintesi  dei  composti  organici 
e  ranella  sulla  termochimica. 

Gli  studi  sulla  sintesi  dei  corpi  organici  t'urono  iniziati 
dal  Berthelot  circa  mezzo  secolo  fa:  un  modesto  premio  di 
8500  franchi,  aggiudicatogli   dall'Accademia  delle  Scienze  ni^l 


536  Necrologia  scientifica  del  1907 


1861,  ricompensava  «  le  sue  ricerche  relative  alla  riproduzione 
per  via  sintetica  d'un  certo  numero  di  specie  chimiche  esi- 
stenti nei  corpi  viventi  ».  Su  questa  strada  egli  fu  il  pioniere, 
e  la  gratitudine,  che  gli  devono  perciò  V  industria  e  il  benes- 
sere materiale  delP  umanità  civile,  non  è  certo  minore  di  quella 
che  gli  devono  le  scienze  pure.  Infatti,  il  Berthelot,  cresciuto 
fra  una  generazione  di  chimici,  che  si  preoccupavano  sopra- 
tutto  di  analisi,  fu  il  primo  ad  intuire  i  vantaggi  che  non  solo 
la  scienza  ma  anche  V  industria  avrebbero  ottenuto  se  i  chi- 
mici si  fossero  occupati  anche  della  sintesi:  e  cioè  si  fossero 
accinti  —  coi  mezzi  di  laboratorio  dapprima,  coi  metodi  indu- 
striali più  tardi  —  a  formare  artificialmente  certe  sostanze 
organicne,  di  cui  l'analisi  aveva  svelato  con  precisione  la 
oomposiziont*. 

Il  Borthelot  si  attaccò  dapprima  alla  riproduzione  dei  corpi 
grassi,  e  le  sue  scoperte  in  proposito  ebbero  subito  un  con- 
traccolpo benefico  sulT industria  dei  saponi:  più  tardi  applicò 
lo  Htt*HH0  ordine  di  ricerche  a  corpi  assai  più  complessi,  e  spe- 
cialmente alle  sostanze  coloranti  contenute  in  certi  vegetali; 
p(M'  tal  modo  egli  scopri  la  somiglianza  di  composizione  che 
qu(»st«»  sostanze  avevano  con  certi  carburi  M  idrogeno,  che  si 
potevano  ottenere  facilmente  trattando  chimicamente  i  pro- 
dotti di  distillazione  del  carbon  fossile:  e  cioè  egli  intuì  che 
colla  itintetfi  di  questi  prodotti  si  potevano  ottenere  dei  corpi 
assai  simili  od  anzi  identici  a  quelle.  Ebbene,  V  industria  mo- 
derna della  tintoria  deve  il  suo  immenso,  meraviglioso  svi- 
luppo all'applicazione  in  grande  di  queste  idee:  che  se  gli 
scienziati  tedeschi  ebbero  il  merito  di  approfondir  meglio  le 
applicazioni  pratiche  della  teoria,  è  certo  che  il  merito  di 
avere  sviluppato  i  punti  essenziali  della  teoria  appartiene  al 
Berthelot 

Più  tardi  ancora  il  Berthelot  sperò  di  poter  applicare  gli 
stessi  metodi  alla  ripi'oduzione  artificiale  di  sostanze  di  una 
importanza  anche  più  grande  per  l'umanità,  e  cioè  alla  ripro- 
duzione artificiale  e  in  forma  concentrata  degli  idrati  di  car- 
bonio e  dei  composti  azotati  contenuti  negli  alimenti:  è  questo 
ordine  di  ricerche  che  fu  riassunto  in  una  formula  diventata 
celebre  e  di  cui  si  attribuisce  la  paternità  appunto  al  Berthelot: 
«  I  nostri  nipoti  pranzeranno  con  delle  pillole  ». 

Ma  in  qt^esta  direzione  gli  sforzi  del  Berthelot  ebbero  dei 
successi  scarsi,  certo  enormemente  minori  di  quelli  ottenuti 
nello  stesso  tempo  in  Clermania  dal  Fischer,  dall' Abderhalden, 
e  da  altri. 

Per  ciò  che  concerne  la  termochimica,  il  Berthelot  ebbe 
campo  di  esplicare  ampliamente  la  propria  attività  sia  col- 
l' invenzionf  di  apparecchi  (bomba  calorimetrica),  sia  con  deter- 
minazioni dalle  quali  scaturirono  leggi  semplici  ma  molto 
interessanti. 

L'utilità  pratica  di  siffatte  ricerche  è  altissima  e  tocca  si 
può  dire  ogni  parte  della  chimica  industriale.  Ma  ne  è  parti- 


Necrologia  scientifica  del  1907  537 

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colarmente  beneficiato  il  capitolo   che   riguarda  gli  esplosivi. 

Il  Berthelot  apparteneva  a  numerosissime  Accademie. 

La  sua  morte  avvenne  in  Parigi  il  18  marzo  1907  in  con- 
dizioni quasi  drammatiche.  Egli  aveva  assistito  nella  giornata 
ad  una  seduta  daòW  Académie^  ed  era  ritornato  a  casa,  al  capez- 
zale della  moglie,  che  da  alcuni  giorni  era  ammalata  di  pneu- 
monite.  Lo  stato  della  signora  Berthelot  era  grave  ma  non 
allarmante.  Ma,  nella  serata,  mentre  il  Berthelot  stava  lavo- 
rando in  una  sala  attigua  alla  sua  camera,  ella  tu  presa  da 
un  peggioramento  improvviso  e  soccombette  dopo  pochi  minuti 
I  famigliari  accorsero  a  chiamare  il  Berthelor,  ma  questi  non 
arrivò  al  letto  della  moglie  se  non  dopoché  questa  era  già 
spirata.  Alla  vista  del  cadavere  il  Berthelot  cadde  all' indietro, 
tra  le  braccia  dei  figli,  esanime.  Tutte  le  cure  prodigategli 
furono  inutili:  anch' egli  era   spirato,  colpito  da   una  sincope. 

Il  Berthelot  aveva  presentito  di  morire,  e  appunto  in  queste 
circostanze:  infatti,  il  giorno  stesso,  allorché  era  ritornato  a 
casa,  aveva  detto  ai  suoi  figli:  «  Se  vostra  madre  morisse  io 
non  saprei  sopravviverle  ».  Poche  ore  dopo,  il  lugubre  presen- 
timento si  avverava. 

Bertrand  (Marcello),  n.  nel  1847  e  m.  a  Parigi  nel  1907. 
Distinto  geologo,  ingegnere  capo  delle  Miniere  e  professore 
alla  scuola  delle  Miniere.  Era  figlio  dell'  illustre  matematico 
Giuseppe. 

Von  Bbzold  (J.  F  W.),  n.  nel  1837  a  Monaco,  studiò  a 
Gòttingen,  ove  prese  nel  1860  il  grado  di  dottore  in  filosofìa 
Successivamente  libero  docente  e  professore  di  fisica  alla  Uni- 
versità di  Monaco,  venne  chiamato,  nel  1878,  alla  direzione 
della  stazione  centrale  meteorologica  bavarese.  Nel  1885  fu 
posto  alla  testa  dell'  Istituto  meteorologico  di  Berlino  e  inca- 
ricato di  un  corso  di  meteorologia  in  quella  Università.  Hior- 
ganizzò  il  servizio  meteorologico  prussiano,  che,  come  è  noto, 
è  oggi  fra  i  più  importanti  del  mondo  intero 

Casali  (Osvaldo),  n.  il  20  agosto  del  1824  a  Camerino.  A 
soli  22  anni  conseguiva,  il  14  luglio  184(i,  la  laurea  ad  honorem 
in  filosofia,  matematica  e  fisica,  presso  la  patria  Università, 
nel  1851  quella  in  teologia  e  nel  1854  quella  in  ambo  le  leggi. 

Vera  tempra  di  scienziato  —  ha  scritto  il  prof.  Gallerani, 
suo  degno  successore,  in  una  notizia  dalla  quale  riassumiamo 
questo  cenno  necrologico  —  dal  perspicace,  lucido  pensiero, 
rivolse  gran  parte  del  suo  fervore  alla  scienza  a  Lui  predi- 
letta, la  fìsica  medica. 

Nel  1851,  a  27  anni,  veniva  nominato  Membro  del  Collegio 
filosofico-matematico  nell'  Università  di  Camerino,  e  nel  1862, 
professore  di  fisica  medica  e  quindi  Direttore  dell'  annesso 
Gabinetto. 


i8tì  yecroloyia  .icientifiea  del  lit07 

K  la  fisica  e  le  matematiche  pure  insegnò  dal  1865  al  1883 
leir  Istituto  tecoico. 

a  lucidità  della  ^ua  mente 
I  1878  dalla  ditta  Paravia. 
studi  delle  scienze  bìolo- 
)  attinge  la  mèta  se  non 
ioni,   a   finalità    mediche  e 

ìdillicoltA  iinponeiiti  dì  uu 


ammirazione   > 


i  quella  del  Casali  formavai 
a  dei  cultori  della  scienza  ; 
navn  una  intuizione    pro- 


ispondenti    all'  Importanna 

avere  iniziato  in  Italia 
K  la  Incuoia  lìsica-iuedicB 
mostrano  appunto  le  sue 
applicazioni  della  liaicn 
ir  epi^i:ate  *  Scìentianim 
ne!  1880  al  Concorso  Que- 
Stieiize,  Lettere  ed  Arti, 
eferenza  fra  cinque  aspi- 
■m  uno  di  Uei-mania.  <Fra 
}  l'anonimo:  Scientìai-um 
demente  gli  altri  per  chia- 
srudìzione  »  ;  e  sì  trovava 
«l'apertura  della  scheda, 
noine  di  un  egregio  cultore 

aiLieriiio,  perché  il  Casali 
,  è  ini  Trattato  di  mecca- 
[i  molto  ho  appreso,  è  Inr- 
^on  la  rompetenzadi  tifico 


uo  zelo  di  insegnante.  I^a 
ante.  Alle  lezioni  dedioav», 
de  la  chiarezza,  il  colorp, 
ito  efficaci. 

nia,  riflesso  della  sua  siti- 
a  rendere  efficace  il  .suo 
e  erano    i  .«uoi   prediletti, 


Necfoloyia  ncientifiea  del  1907 


Cl.ERCKE  (Miss  AgnesMaryJ,  notissima  ed  apprezzata  vol- 
gari zzatrice  dell' Astronomia,  D.  il  10  febbraio  1842  in  Iilandu 
e  morta  il  20  gennaio  1»0T. 

Crova  (A.),  Prot'esaore  alla  facoltà  di  Scienze  di  Montpellier 
dal  18T0  e  corrispondente  nella  Sezione  di  Fisica  dell'Acca- 
demia delle  f-cienze  dal  1886. 

Era  nato  nel  1833  a  Perpignon.  Lascia  importanti  lavori, 
in  particolare  sulla  costante  di  radiazione  notare  Gli  si  deb- 
bono ingegnosi  apparecchi  come  il  suo  attinometro,  il  ano 
spettrofotometro  e  il  suo  pirometro  ottico. 

D.VNIBLSON  (E.)  era  uno  dei  più  distinti  ingegneri  svedesi. 
Nato  a  Varsavia  nel  18*!G,  dopo  seri  stadi  divenne  nel  ISIM) 
ingegnere  della  •  'W'enBtrom  Consolitated  Dynamo  and  Motor 
Co.  di  Lynn  »  (S.  V.  à'A).  poi  della  .  Thomson  Houston  Co. . 
che  si  fuse  poco  dopo  colla  «  Edison  Company  di  Schent'ctady  > 
per  formare  la  <  General  Electric  f'o.  *.  Durante  i  due  anni 
che  passò  in  America,  Danìeison  ebbe  ad  intraprendere  lavori 
importautissìAii  e  acquistò  nozioni  assai  estese  sulla  costru- 
zione delle  macchine. 

Dopo  avere  visitate  le  principali  officine  europee,  entrò  nel 
1893  come  ingegnere  capo,  poi  direttore  tecnico,  di  una  imper- 
li Danielsou  ha  avuto  una  parte  importante  nello  svi- 
luppo delle  correnti  polifosiche,  e  le  prime  installazioni  e^^e- 
fuite  da  luì  funzionano  ancora  nel  modo  più  soddisfacente, 
ra  altre  notevoli  invenzioni,  gU  si  deve  la  generalizzazione 
del  montaggio  in  cascata  coli' impiego  di  motori  a  numero  di 
poli  differenti.  Infine,  durante  questi  ultimi  anni  si  era  molto 
occupato  della  questione  della  trazione  per  corrente  monofase. 
ed  ha  pubblicato  interessantissimi  studi  sui  motori  ntìlizza- 
Ijiti  ])er  questo  genere  di  trazione. 

Fesciier  'Luigi),  Botanico  di  alto  ^ 
&5  anni  nella  Università  di  Berlino.  : 
maggio  liWT. 

Gandini  (Giovanni),  morto  il  10  ottobre  1SK17.  Insegnava  la 
tisica  net  liceo  di  Lodi,  ed  aveva  acquistato  una  certa  noto- 
rietà per  una  forma  semplice  ed  economica  di  accumulatore 
elettrico. 


Gkal'ihek  f.ì.  J.).  Ni 
per  le  sue  ricerche  stili 


640  Necrologia  scientifica  del  iifOl 


di  clinica  delle  malattie  dell'infanzia.  Era  stato  uno  dei  col- 
laboratori di  Pasteur  nei  suoi  lavori  sul  vaccino  della  rabbia. 
Membro  delP  Accademia  di  medicina  dal  1882. 

Hanbury  (Tommaso),  inglese,  auiante  degli  studi  e  del- 
l' Italia.  Mecenate.  Dotò  V  Istituto  botanico  di  Genova  e  Ven- 
timiglia  di  un  giardino  di  acclimatazione.  M.  a  75  anni  il 
10  marzo. 

Heilprin  (Angelo),  n.  il  *òl  marzo  185B  nella  piccola  città  di 
Satoralja-Ujhely  (Ungheria),  da  un  intimo  amico  di  Kossutli 
che  fu  uno  dei  capi  dei  Polonesi  nella  lotta  di  questi  per  Tindi- 
pendenza.  Non  aveva  che  tre  anni  quando  la  sCia  famiglia,  esi- 
liata dalla  Polonia,  si  rifugiò  in  Inghilterra  e  di  là  in  Ame- 
rica Avendo  dedicato  il  suo  spirito  alle  scienze  naturali  e 
particolarmente  alla  Geologia,  venne  di  nuovo  in  Europa 
per  completare  la  propria  istruzione  a  Londra,  a  Ginevra  ed 
a  Vienna. 

Ritornato  in  America,  fu  professore  di  Paleontologìa  e  di 
Zoologia  air  Accademia  delle  Scienze  naturali  di  Philadelphia, 
poi  di  Geografia  fisica  all'  Università  di  Yale  a  Newhaven. 

In  numerosi  viaggi  che  fece  ebbe  occasione  di  eseguire  im- 
portanti investigazioni  nel  dominio  della  Geografìa  e  della 
Geologia  Nel  188H  fece  uno  studio  approfondito  della  peni- 
sola della  Florida. 

Due  anni  più  tardi  esplorò  la  regione  centrale  del  Messico; 
nel  181)0  fece  un  viaggio  alle  isole  Bermude;  nel  1892  con- 
dus.se  una  spedizione  di  soccorsi  inviati  a  Peary. 

Fondatore  e  primo  presidente  della  Società  di  Geografia 
di  Filadelfia,  ha  .scritto  numerose  memorie  nel  bollettino  di 
essa. 

Hercjott  (G.).  Professore  alla  facoltà  di  Medicina  di 
Nancy,  era  uno  dei  trasferiti  dalla  Università  di  Strasburgo. 
Insegnante  dei  più  stimati  ed  amati,  sapeva  porre  al  servizio 
del  suo  insegnamento  una  larga  e  profonda  e  geniale  eru- 
dizione. 

Heuzé  (Luigi  Gustavo).  Nato  a  Parigi  il  18  settembre  1810 
è  morto  a  Parigi  il  18  aprile  11)07,  lasciando  in  tutti  coloro 
che  lo  conobbero  il  migliore  ricordo. 

•Professore  di  agricoltura  a  Grandjonau,  dirigeva  la  fattoria 
annessa  alla  scuola  ove  insegnava,  dividendo  cosi  il  suo  tempo 
fra  1'  insegnamento  e  la  applicazione  delle  sue  cognizioni  teo- 
riche alla  pratica  della  grande  coltura. 

Tutta  la  sua  vita  fu  una  esistenza  di  lavoro  e  di  aposto- 
lato per  la  propagazione  delle  buone  e  sane  dottrine  agricole. 

Dalla  prima  giovinezza,  dall'inizio  della  carriera  nella 
quale  e.sordi  come  insegnante,  sino  all'epoca  in  cui  a  forza 
di  lavoro  e  di  perseveranza  e  per  suo   solo    merito   potè  arri- 


Necrologia  Hcienttfica  del  1907  541 


vare  alle  funzioni  più  elevate,  ali*  ispezione  generale  delPAgri- 
coltura,  ad  una  cattedra  all'Istituto  agronomico,  non  ha  4nai 
deviato  dalla  linea  che  si  era  tracciata. 

Collocato  a  riposo  per  avere  raggiunti  i  limiti  di  età,  si 
consacrò,  con  forte  attività  alla  redazione  di  numerose  mono- 
grafie agricole,  che  gli  valsero,  ovunque  l'agricoltura  è  in 
onore,  ottima  riputazione. 

Egli  ha  lasciato  in  tutti  i  suoi  allievi  il  ricordo  di  eccel- 
lente professore:  dotato  di  forte  memoria,  mantenutasi  sem- 
pre inalterata,  non  vi  era  per  cosi  dire  questione  alcuna  ri- 
guardante la  pratica  agricola,  sulla  quale  egli  non  potesse 
fornire,  senza  ricorrere  ad  alcuna  ricerca  bibliogratica,  gli  in- 
segnamenti che  gli  si  richiedevano 

La  Società  nazionale  di  Agricoltura  di  Francia  lo  aveva 
chiamato  nel  18^55  a  succedere,  nella  sezione  della  grande  cul- 
tura, a  de  Tracy;  poi,  nel  1898,  ad  occupare  lo  scanno  della 
presidenza  Cavaliere  della  legione  d'onore,  aveva  molte  ouo- 
rilicenze  nazionali  ed  estere  ed  apparteneva  a  numeroso  So- 
cietà ed  Accademie. 

HoUDAiLLE  (Francesco).  Professore  di  tisica  alla  Scuola 
nazionale  di  agricoltura  di  Montpellier,  morto  sui  primi  di  aprile 
1907,  dopo  lunga  malattia.  Non  aveva  che  quarantasei  anni, 
ma  si  era  acquistata  già  larga  reputazione  j)er  diverse  opere 
generali  sulla  meteorologia  e  la  mineralogia  agricola  e  per 
numerose  memoiie  sulla  meteorologia,  scienza  da  lui  stMiipre 
prediletta. 

Janssen  (P.  G.  C.Per  il  progresso  della  Scienza  alla  quale  si 
era  dedicato,  disse  il  presidente  dell' Accademia  di  Parigi,  nella 
commemorazione  .della  quale  ci  serviamo  per  questo  cenno, 
Janssen  sviluppò  una  attività  ed  una  energia  che  erano  di- 
venute leggendarie.  Lo  si  vede  accettare  o  provocare  mis- 
sioni che  lo  conducono  nelle  due  Americhe;  in  Asia,  dall'India 
al  Giappone;  in  Oceania;  dalle  Caroline  alle  Sandwich:  in  Al- 
geria, alle  Azzorre,  in  Grecia,  in  Italia,  in  Svizzera.  Egli  non 
rifiuta  le  ascensioni  di  montagna,  nonostante  che  sia  claudi- 
cante: e  tutti  ricordano  la  salita  sulla  cima  del  Monte  bianco 
in  sedia  letto.  Non  temè  le  ascensioni  in  pallone,  tanto  che 
nel  1870  fu  trasportato  in  areostato  fuori  di  Parigi  assediata 
perchè  doveva  andare  ad  Orano,  ad  osservarvi  una  eclisse 
di  sole 

Fibra  tenace,  dovè  compiere  sforzi  vigorosi  per  ottenere  e 
realizzare  la  creazione  dell'Osservatorio  di  Astronomia  fisica 
di  Meudon  e  di  quello  del  Monte  bianco 

E  quanta  fecondità  ebbe  la  attività  sua  prodigiosa  aiutata 
da  una  penetrante  intelligenza,  per  il  progresso  della  Astro- 
nomia in  generale,  dell'Astronomia  fisica  in  particolare! 

Dall'analisi  spettrale,  inaugurata  ad  Heidelberg  da  Kir- 
chkoff  e  Bunsen,  nelle  sue  applicazioni  allo  studio  della  Chi- 


542  Necrologia  Hclentifica  del  1907 


mica  solare  Janssen  seppe  trarre  la  memorabile  scoperta  delle 
righe  telluriche  che  si  aggiungono  alle  righe  aolari  propria^ 
mente  dette  per  il  passaggio  della  luce  del  sole  attraverso  al- 
l' atmosfera  terrestre.  Le  ricerche  di  Janssen  su  questa  impor- 
tante questione  rapprasentano  una  somma  enorme  di  lavoro. 
Egli  ha  moltiplicato  non  soltanto  le  sue  osservazioni,  ma  an- 
cora le  sue  esperienze,  poiché  seppe  fare  della  astronomia  spe- 
rimentale variando  le  condizioni  di  osservazione.  Tutta  la  pre- 
cisione desiderabile  è  stata  data  alla  conoscenza  dello  spettro 
tellurico  ed  alla  dimostrazione  della  realtà  della  sua  origine 
terrestre.  Gli  è  sopratutto  sull'azione  considerevole  esercitata 
dal  vapore  dell'acqua  sulla  formazione  di  questo  spettro  tellu- 
rico che  Janssen  si  è  appoggiato  e  che  ha  fatto  le  sue  osser- 
vazioni e  le  sue  esperienze  più  notevoli. 

Munito  di  queste  preziose  nozioni,  Janssen  potè  affermare  che 
non  esiste  nel  sole  uè  ossigeno  né  vapor  acqueo.  E  stabilendolo, 
avrà  preparato  il  confronto  della  composizione  della  nostra 
atmosfera  con  quella  degli  altri  corpi  planetari  :  tali  V  atmo- 
sfera di  Marte  e  quella  di  Saturno,  ove  Janssen  ha  constatata 
r  esistenza  del  vapore  acqueo. 

Il  compianto  illustre  astronomo  scopri  anche  il  modo  di 
far  servire  1'  analisi  spettrale  allo  studio  delle  protuberanze 
e  dei  fenomeni  circumsolari,  indipendentemente  dalle  rare  e 
fuggitive  occasioni  di  osservazioni  fomite  dagli  eclissi.  Lo 
stesso  metodo  gli  ha  permesso  di  dimostrare  più  tardi  che  il 
superbo  fenomeno  della  corona  delle  eclissi  totali  è  dovuto 
air  immenso  sviluppo  gasoso  del  quale  egli  ha  dimostrato  la 
esistenza  ed  al  quale  Janssen  ha  dato  il  nome  di  atmosfera 
coronale, 
^,  Un  altro   dei    grandi    titoli    scientitici    che    si  è  acquistato 

Janssen  è  l'immenso  progresso  realizzato  in  Astronomia  colla 
iscrizione  fotogratica  delle  diverse  fasi  del  passaggio  di  Ve- 
nere sul  sole,  per  mezzo  dell' istrumento  che  ha  chiamato  re- 
rolrer  fotografico. 

A  Meùdon,  ove  dirigeva  quell'Osservatorio,  Janssen  si  era 
particolarmente  dedicato  alla  fotografìa  solare  ed  alla  deter- 
minazione delle  condizioni  che  permettono  di  ottenere  delle 
immagini  che  diano  tutti  i  dettagli  della  superfìcie  dell'astro 

Pietro  Giulio  Cesare  Janssen  era  nato  il  23  febbraio  1824 
a  Parigi.  Dapprima  si  dedicò  alla  pittura  che  doveva  poi  es- 
sergli utilissima  specialmente  nei  suoi  viaggi  quando  la  foto- 
grafìa non  era  ancora  cosi  facile  e  cosi  diffusa.  Si  dedicò  alla 
scienza  solo  nel  1852  e  cominciò  la  carriera  di  insegnante  come 
supplente  al  Liceo  Carlo  Magno. 

Kelvin  f^Lord)  v.  Thomson  (William). 

Kerr  (John).  Nato  ad  Ardrossan  nel  1824,  studiò  all'Uni- 
versità di  Glascow.  Kel  1857  divenne  professore  al  Free  Church 


Neerologiti  ncìentiftcu  <M  1907 


mal  Training  College  e  occupò  questo  posto  sino  a)  e 


Il  Kerr  era  principalmente  noto  per  la  celebre  scopertn 
del  fenomeno  che  porta  il  suo  nome  (1877),  e  che  i'u  il  punto 
di  partenza  delle  ricerche  elettro-ottiche  e  id 
durante  questi  ultimi  trenta  anni.  Come  si  sa,  e) 
primo  che,  quando  sì  fa  cadere  un  raggio  di  lui 
una  elettro-calamita,  il  piano  dì  polarizzazione 
rotazione  di  un  certo  angolo  in  senso  inverso  ali 
convenzionale  della  corrente  che  percorra  l'avvo. 
elettro-calamita. 


Kleis  (Carlo),  morto  il  23  giugno  1907.  A] 
r  Accademia  dei  Lincei  come  socio  straniero  pe 
grafia  e  Mineralogia  sin  dal  i)  agosto  1899,  Al  i 
sua  morte  era  professore  di  Mineralogia  alla 
Berlino.  Si  era  aopratutto  specializzato  nello  sti 
prietà  ottiche  dei  minerali  Su  tale  soggetto  g 
anzi  numerose  e  pregevoli  nionogi'alìe, 

Krbittz  iH.j,  direttore  della  celebre  raccolta 
sche  Naclirichten  >,  alla  pubblicazione  della  qui 

LAFt'AKQUB  (J.).  Nato  nel  lti64,  segui  i  cora 
di  Fisica  e  Chimica  della  città  di  Parigi  ed 
r  iniziativa  di  creare  per  la  Federazione  dei 
corso  di  elettricità  pratica.  Queste  corsp  venn 
dalla  Città  di  Parigi  in  corso  pubblico  e  il  L&fft 
ad  esso  sino  gli  ultimi  momenti  di  sua  vita. 

Nel  1899  pubblicò,  in  collaborazione  con  Bos 
tolata  t  Distribuzione  dell'energia  elettrica ,in  Oer 
risultato  di  una  missione  in  Germania.  E  ancl 
trattato  conosci  u ti ssimo  «  Manuale  pratico  del  li 
tricista  >,  la  cui  prima  edizione  costituisce  ui 
genere.  Nominato  segretario  della  redazione  del 
1888,  ne  divenne  condirettore  nel  1896. 

Lanino  iGiuseppel,  n.  a  Torino  I'U  giugno 
Bardouecchia  1'  8  agosto  1907.  Già  Direttore  dei 
Rete  Adriatica,  fu  uno  dei  più  eminenti  ingegn 
e  di  quella  schiera  di  ingegneri  piemontesi  — 
comni.  fiinaldi  —  che  col  traforo  del  Frejus, 
zione  ed  esercizio  della  classica  linea  Torino-A 
nova  e  delle  ferrovie  meridionali  seppero  emanc 
ter  vento  straniero 


544  Necrologia  arientifica  del  1907 


Laussedat  (Aimé),  distinto  scienziato  francese  che  aveva 
percorsa  la  carriera  militare  sino  al  grado  di  colonnello,  e 
che  aveva  assunta  nel  1881  la  direzione  del  Conservatorio  di 
arti  e  mestieri  a  Parigi  ;  era  nato  a  Moulins  (Allier)  il  Ve 
aprile  1819.  L'opera  che  gli  ha  valso  la  maggiore  notorietà 
è  quella  che  riguarda  i  rilievi  topografici  colTuso  della  foto- 
grafia. Egli  chiamò  questa  arte  Metro  fotografia.  Ora  la  dicono 
fotogrammetria. 

LoBWY  (Maurizio).  Nato  a  Vienna  il  16  aprile  1833,  iniziò 
la  sua  carriera  scientifica  come  aiuto  aspirante  nell'  Osserva- 
torio di  quella  città,  e  non  tardò  a  farsi  distinguere  per  i  suoi 
primi  lavori,  a  tal  punto  che  la  sua  notorietà  raggiunse  Pa- 
rigi, ove  r  illustre  Leverrier,  allora  direttore  dell'  Osservatorio, 
lo  chiamò  presso  di  lui  Da  quel  momento  sino  ad  oggi,  vale 
a  dire  durante  quasi  un  mezzo  secolo,  il  Loewy  rima.se  in  quel 
grande  Istituto  percorrendo  grado  grado  tutti  i  gradini  sino 
alla  direzione.  Divenuto  francese  a  trentun  anni,  quattro  anni 
dopo,  cioè,  che  era  andato  presso  Leverrier,*  fu,  come  ufiìciale 
del  genio,  incaricato  di  un  servizio  telegrafico  e  di  segnali  du- 
rante l'assedio  di  Parigi 

Sino  dal  1872  il  Loewy  entrava  come  astronomo  titolare 
all'utìicio  delle  longitudini  e  prendeva  una  parte  attiva  ed 
ininterrotta  sino  alla  sua  morte  alla  redazione  dell'Annuario 
dell'  ulìicio  e  della  «  Connaissance  des  Temps  »,  lo  strumento 
indispensabile  di  tutti  i  navigatori. 

Nel  187j{  fu  eletto  membro  dell'Accademia  delle  Scienze  in 
sostituzione  del  De  Cannay.  Nel  18i»3  fu  chiamato  alla  presi- 
denza di  questa  Accademia  e  nello  stesso  tempo  a  quella  del- 
l' Istituto  intero. 

Nel  1876,  da  vice  direttore  che  era  sino  dal  1878,  viene 
promosso  direttore  dell'Osservatorio  di  Parigi  in  sostituzione 
del  Tisserand. 

Alle  funzioni  di  direttore  che  adempieva  con  scrupolo  ed 
intelligenza  esemplari,  egli  accoppiava  un  pertinace  lavoro  di 
ricercatore  assiduo,  tanto  che  di  lui  si  ebbero  ad  ogni  mo- 
mento importanti  memorie  scientifiche. 

Citeremo  i  suoi  studi  sulla  costante  dell'  aberrazione  e 
della  rifrazione;  sulla  determinazione  degli  errori  di  divi- 
sione di  un  cerchio  meridiano.  Questo  ultimo  lavoro,  in 
particolare,  comunicato  recentemente  all'  Accademia  delle 
Scienze,  dà  la  soluzione  di  una  questione  capitale  per  le  ope- 
razioni astronomiche,  e  che  era  stata  cercata  prima  di  lui  in- 
fruttuosamente da  un  gi*an  numero  di  studiosi. 

Maurizio  Loewy  ha  immaginato  un  celebre  apparecchio, 
conosciuto,  in  causa  della  forma,  sotto  la  denominazione  di 
equatoriale  ."^pezzato  (coudó)  ed  al  quale  per  grande  modestia 
egli  non  aveva  voluto  dare  il  proprio  nome. 

Con  siffatto  strumento  di  dimensioni  considerevoli,  l'astro- 
nomo può  oggi  eseguire  facilmente  con  rara  precisione  osser- 


Necroiogia  scientifica  del   i907  545 


vazìoui  estese  di  immagini  ingrandite  notevolmente.  Tanto  è 
ciò  vero,  che  la  maggior  parte  degli  Osservatoli  cosi  francesi 
come  stranieri,  ne  hanno  adottato  Puso 

Fra  i  lavori  del  Loewy,  degno  di  nota  ed  eseguito  colPequa- 
toriale  di  sua  invenzione,  deve  citarsi  V  €  Atlante  fotogratìco 
della  luna  »,  all'esecuzione  del  quale,  coir  aiuto  di  P.  Puiseux, 
si  consacrava  da  parecchi  anni,  e  le  cui  ammirabili  prove 
hanno  permesso  di  cominciare  uno  studio  del  satellite  del  no- 
stro pianeta  sotto  il  punto  di  vista  cosmogonico. 

E  in  gran  parte  sotto  la  sua  attiva  direzione  che  fu  ese- 
guito il  grande  lavoro  della  nuova  osservazione  e  riduzione 
delle  stelle  di  Lalanc^  al  cerchio  meridiano,  comprendente 
circa  900000  osservazioni  singole;  o  grandissima  parte  egli 
ebbe  nella  determinazione  delle  differenze  fra  Parigi  e  Marsi- 

flia,  Marsiglia  e  Algeri,  Algeri  e  Parigi,  Parigi  e  Berlino, 
arigi  e  Roma,  Parigi  e  Bregenz,  Parigi  e  Vienna, 

Alla  sua  grande  iniziativa  devesi  la  memorabile  impresa 
intemazionale  dello  studio  della  parallasse  solare,  mediante 
osservazioni  fotografiche  e  visuali  di  Kros^  la  conferenza 
per- l'unificazione  delle  principali  costanti  astronomiche  da 
usare  nei  diversi  annuari,  e  inline  la  felice  prosecuzione  dei 
lavori  del  «  Catalogo  »  e  della  «  Carta  fotografica  del  cielo  », 

Dopo  Bessel,  il  Loewy  fu  uno  di  quelli  che  maggiormente 
centribuirono  ai  progressi  dei  metodi  di  alta  precisione  nelle 
osservazioni  astronomiche. 

Dotato  di  una  perseveranza  che  non  si  lasciava  scoraggiare 
da  alcun  ostacolo,  aveva  la  gran  forza  di  sapere  concentrare 
la  propria  attività  intellettuale  su  di  un  solo  argomento  sino 
a  che  non  aveva  raggiunto  il  fine  che  si  era  proposto 

Egli  era  stato  eletto  successivamente  membro  dell'Accade- 
mia delle  Scienze  di  Vienna,  di  Berlino,  di  Pietroburgo,  della 
Società  delle  Scienze  di  Harlem,  di  quella  di  Albany,  della 
Società  finlandese  delle  Scienze,  dell'  Accademia  dei  Lincei. 
Aveva  ottenuto  la  gran  medaglia  della  Società  Reale  di 
Londra. 

Era  presidente  del  Comitato  internazionale  della  carta  fo- 
tografica del  cielo,  e  venticinque  anni  fa  era  stato  uno  dei 
primi  presidenti  della  Società  internazionale  degli  elettricisti. 

Mascari  (Antonino),  ingegnere,  astronomo,  era  aggiunto 
air  Osservatorio  astrofisico  etneo  Lavoratore  attivo  e  intelli- 
gente, m.  il  18  ottobre. 

Maxnvbll  (T.  Masters).  Redattore  capo  del  Gardener's  Chro- 
nicle  di  Londra,  è  morto  nel  giugno  1907  all'età  di  74  anni. 
Era  un  botanico  eruditissimo  ed  una  alta  intelligenza  aperta 
a  tutte  le  grandi  idee,  tanto  che  godeva  nell'  Inghilterra  intera 
e  nel  continente  di  una  grande  riputazione  e  della  stima 
più  rispettosa.  Era  succeduto    nel    1805  al  Lindley  nella  dire- 

ASMUAHIO  80IKSTIFICO   —   XLLV  38 


546  .    Necrologia  scientifica  del  1907 


zione  del  grande  giornale  inglese,  la  cui  influenza  è  conside- 
revole nel  mondo  intéro.  Gli  si  debbono  importanti  lavori  ed 
un  autorevole  trattato  di  Teratologia  vegetale.  Era  membro 
della  Società  Reale  d^  Inghilterra  e  deirAccademia  delle  Scienze 
di  Parigi. 

Mendélkbff  (D.  I.).  Dmitri  Ivanowitch  Mendéléeff,  nato 
il  7  febbraio  1834  a  Tobolsk  in  Siberia  e  morto  a  Pietroburgo 
il  2  febbraio  1907,  era  professore  di  Chimica- alP  Università  di 
Pietroburgo  dal  1858,  da  due  anni  dopo  cioè  che  aveva  abban- 
donato r  insegnamento  secondario 

La  sua  fama  era  universale  ed  i  suoi  lavori  hanno  toccato 
tutti  i  rami  della  Chimica,  oltre  .che  egli  fu  maestro  vero 
nella  scuola  e  coi  libri.  Il  suo  trattato  di  Chimica  organica 
fece  epoca,  ed  i  suoi  Principi  di  Chimica  portarono  una  vera 
rivoluzione,  perchè  ricchi  di  idee  nuove  e  suggestive.  Basti 
dire  che  fu  in  questo  libro  che  Mendéléeff  sviluppò  la  grande 
generalizzazione  conosciuta  sotto  il  nome  di  Legge  periodica 
ed  alla  quale  egli  deve  non  piccola  parte  della  sua  fama.  Sul- 
V  argomento  presentò  anche  una  memoria  alla  Società  chimica, 
intitolata:  «  Sul  rapporto  delle  proprietà  e  dei  pesi  atomici 
degli  elementi  ».  Nel  trattato,  Mendeléeff"  ìndica  che  quando 
formò  il  sistema  periodico  fece  uso  delle  precedenti  ricerche 
di  Dumas,  Gladstone  e  Pettenkofer  senza  conoscere  i  lavori 
di  Chaucourtois  e  di  Newlands.  Come  è  noto,  quest'  ultimo 
aveva  cinque  anni  prima  attirata  V  attenzione  sulla  periodi- 
cità delle  proprietà  degli  elementi  disposti  nell'ordine  dei  loro 
pesi  atomici  ed  ancora  suggerito  che  gli  spazi  vuoti  nella 
tabella  potessero  corrispondere  ad  elementi  ancora  sconosciuti 
i  cui  pesi  atomici  non  fossero  stati  determinati  esattamente. 
Ma  il  lavoro  di  Newlands  era  stato  ricevuto  con  incredulità 
e  anche  con  qualche  derisione,  e  fu  appunto  il  Mendéléeft*  che 
svogliò  sull'argomento  l' attenzione  del  mondo  scientifico.  Tanta 
era  la  convinzione  posseduta  dal  Mendéléeft*  sulla  bontà  della 
idea  che  non  esitò  a  predire  e  la  esistenza  e  le  proprietà 
generali  e  il  comportamento  chimico  di  nuovi  elementi  sino 
allora  sconosciuti,  e  ciò  in  corrispondenza  dei  vuoti  della 
tabella  da  lui  costruita.  Quando  si  isolarono  il  gallio,  lo 
scandio  ed  il  germanio,  si  riconobbe  che  essi  realizzarono  in 
modo  sorprendente  le  predizioni  del  Mendéléeif.  Anche  la  esi- 
stenza dei  gas  inerti  dell'  atmosfera  era  predetta  dalla  legge 
periodica. 

Il  Mendeléeff  non  si  limitava  a  predire  la  esistenza  di  ele- 
menti nuovi  e  le  loro  proprietà.  Correggeva  pesi  atomici  fino 
allora  accettati  per  metterli  in  armonia  colla  sua  tabella.  Le 
ricerche  di  Roscoe  e  di  Zimmermann  hanno  difatti  mostrato 
che  il  chimico  siberiano  aveva  ragione  di  ridurre  il  peso 
atomico  dell'  uranio  a  120,  mentre  che  era  stato  fissato  in  240. 

Mendeléeff  fu  scrittore  molto  prolifico  e  ricercatore  inde- 
fesso. Aumentò  le  nostre  cognizioni  nel   campo  della  Minerà- 


Xecrotoffia  scienti/ica  del  1907 


logia  e  delln  Geologìa  chimica,  ed  intraprese  diverse  ricerche 
di  grande  importanza  pertinenti  alla  Chimica  organica.  Pub- 
blicò nel  IStiS  la  prima  enciclopedia  russa  di  Chimica  tecnica 
ed  esercitò  una  influenza  considerevole  sull'industria  del  petrolio 
russo.  Acquistò  poi  grande  riputazione  per  i  suoi  contributi 
alla  Chimi  co -fi  sica,  e,  come  già  in  parte  abbiamo  detto,  alla 
Filosofia  chimica.  Fra  le  più  importatiti  si    possono    citare  le 


sue  ricerche  sui  voium 
di  Kopp  mentre  era  i 
.sino  al  1870. 

L'ultimo  lavoro  del  chimico  russo  fu  la  sua  «concezione 
chimica  d^' etere  ». 

Moiss.»N  (Enricol,  distintissimo  chimico  francese  del  qunle 
avemmo  occasione  di  parlare  nel  precedent*  Annuario,  a  pro- 
posilo del  premio  Nobel  ad  esso  conferito.  Era  nato  a  Parigi 


648  Necrologia  nctentifica  del  Ì907 


il  28  settembi-e  1862.  DelP  opera  di  lui  vasta,  varia  e  profonda, 
basta  ricordare  V  isolamento  del  fluoro  e  la  costruzione  del 
primo  forno  elettrico  che  fu  mezzo  validissimo  per  lui  a  note- 
volissime ricerche.  E'  morto  in  marzo  del  1907. 

MuRBT  f Enrico),  morto  il  24  aprile  a  Parigi  nell'età  di 
77  anni.  Agricoltore  dei  più  ^istinti  della  Francia.  Era  membro 
della  Società  Nazionale  di  agricoltura  di  Francia  ove  aveva 
sostituito  il  marchese  de  Vogui^. 

OrDBMANS  (J.  A,  e.)  di  Utrecht,  ha  consacrato  i  più  belli 
anni  della  sua  vita  alla  esplorazione  dell'arcipelago  Malese. 
Le  determinazioni  geodesiche  che  la  scienza  deve  alla  sua 
prodigiosa  attività  sono  delle  più  abbondanti  e  delle,  più 
prerise. 

Paulsbn  (A.  F.  W.j,  nato  nel  18iJ3  e  morto  V  11  gen- 
naio 1907.  Fece  i  suoi  studi  all'  Università  di  Copenhagen  e 
divenne  professore  di  Fisica.  Dal  1884  dirigeva  l'Istituto  me- 
teorologico danese. 

La  sua  attività  scientifica  venne  spiegata  specialmente  nello 
studio  delle  aurore  boreali,  ma  contribuì  anche  a  completare 
la  organizzazione  del  servizio  meteorologico  danese,  special- 
mente per  la  installazione  di  stazioni  di  osservazione  in  Groen- 
landia ed  in  Islanda.  E  gli  è  appunto  in  grazia  di  questo  che 
c^uest'  ultimo  paese  può  trasmettere  attualmente  un  dispaccio 
meteorologico  quotidiano  a  certi  istituti  europei. 

PRRKIN  (William).  Distìnto  chimico  il  cui  nome  è  legato 
alla  scoperta  del  primo  colore  di  anilina  nel  1856.  Nel  1906 
si  era  celebrato  con  un  giubileo  il  cinquantenario  della  sua 
Hco])erta  che  ha  preluso  ad  una  trasformazione  dell'  industria 
della  tintura. 

Era  stato  scolaro  di  Hofì'mann  a  Oxford,  e  sino  al  1874  aveva 
diretta  la  fabbrica  di  colori  di  anilina  da  lui  impiantata  ad 
Hanow. 

Mori  nell'età  dì  «9  anni  il  14  luglio  1907. 

RoozKBooM  (Backuins),  professore  di  Chimica  inorganica 
all'  Università  di  Amsterdam,  fu  uno  dei  migliori  cultori  della 
chimica  fisica.  M.  r8  febbraio  1907.  Era  nato  ad  Alkniaar 
nel  1854. 

HussBL  (H.  C.)  m.  il  22  febbraio  1907.  Membro  della  So- 
cietà Jleale  di  Londra,  successe  nel  1870  a  Smalley  come 
astronomo  del  Governo  della  Nuova  Galles  del  Sud  e  direttore 
del r  Osservatorio  di  Sidney.  A  lato  dì  ricerche  astronomiche 
assai  apprezzate  eseguite  in  questo  Osservatorio,  egli  compiè 
un  forte  lavoro  di  organizzazione  per  dotare  la  colonia  di  un 
servizio  meteorologico  bene  organizzato,  e  specialmente  d'  una 


«■V 


yecroloyia  acientìfica  del  1907  640 


completa  rete  di  stazioni  pluviometriche.  Numerosi  sono  i 
lavori  suoi  sulle  condizioni  cliroatologiche  della  Nuova  Galles, 
tanto  più  interessanti  in  quanto  prima  di  lui  quasi  nessuno 
si  era  occupato  di  siffatto  argomento,  e  le  indicate  condizioni 
climatologiche  erano  quasi  completamente  ignorate 

ScHLAuDENHAiiFFEN  (G).  N.  a  Strasburgo  nel  1830.  Chimico 
e  tossicologo.  Era  uno  degli  ultimi  professori  dell*  Università 
francese  di  Strasburgo  ora  trasportata  a  Nancy. 

Sella  (Alfonso).  Nato  il  15  settembre  1865  in  Biella  dallo 
statista  Quintino  e  dalla  signora  l'iotilde  Re^i  si  addottorò 
in  Fisica  nell'Università  di  Torino  nel  1887  e  nello  stesso 
anno  si  recò  a  Gottinga  a  perfezionarsi  sotto  la  guida  dei 
professori  Hiecke  e  Voigt.  Andò  a  Koma  nel  1889  e  nel  1890 
fu  nominato  assistente  del  prof.  Blasema.  Consegui  la  libera 
docenza  nel  1894  e  nel  1899  fu  nominato  professore  straordi- 
nario di  Fisica  sperimentale  complementare. 

Dal  1903  impartiva  anche  le  lezioni  di  Fisico-chimica  e  da 
molti  anni  ebbe  pure  V  incarico  dell'  insegnamento  della  Mate- 
matica ])er  i  chimici. 

L'attività  scientifica  del  Sella  si  è  svolta  principalmente 
nei  seguenti  campi:  fisica  dei  cristalli,  raggi  Rontgen,  radio- 
attività, ricerche  magnetiche»  azione  delle  onde  elettriche  sui 
cicli  d' isteresi  magnetica  per  trazione  e  torsione 

TI  Sella  prese  sempre  a  cuore  lo  sviluppo  delle  scienze  in  genere, 
della  fihfica  in  ispecie.  Fu  promotore  e  poi  segretario  della 
nuova  Associazione  per  il  progresso  delle  Scienze  ed  era  segre- 
tario della  Società  italiana  di  tisica. 

Buono  e  valoroso,  la  sua  perdita  prematura  fu  vivamente 
sentita  da  quanti  lo  conobbero. 

Sbrfollbt  Leone),  distinto  ingegnere,  costruttore  di  vet- 
ture a  vapore,  m.  a  Parigi  il  10  febbraio  1907  a  47  anni. 

SiACci  (Francesco,,  n.  nel  1839  a  Roma  e  m.  il  31  mag- 
ici© 1907  a  Napoli.  Prima  colonnello  di  artiglieria,  poi  pro- 
fessore di  Scienza  militare  a  Torino,  poi  professore  di  mecca- 
nica suj)eriore  nella  Università  di  Torino  e  finalmente  professore 
di  meccanica  razionale  in  quella  di  Napoli.  Era  Senatore  del 
Regno  ed  ascritto  alle  principali  Accademie  ed  istituti  scien- 
tifici d'  Europa. 

TAMrF:LiNi  (Giuseppe).  Professore  di  igiene  e  di  zootecnia 
alla  Univer.NÌtà  di  Modena.  Aveva  fondato  un  importante 
Museo  zootecnico  e  pubblicate  diverse  opere.  Mori  nel  marzo 
del  1907. 

TuiEKKY  Augusto.  Emilio,  Lticiano  .  Nato  a  Tonnerre  il 
9  marzo  WiVò  e  morto  a    Parigi    il  22    giugno  li>07,  era  figlio 

A.N.M'AUIO   (♦CIKKill-irtl    —    XLIV  B6* 


550  Necrologia  scienti  fica  del  1007 


di  un  distinto  veterinario  d»  cui  ereditò  la  passione  per  la 
zooiatria,  tanto  che  nel  1801  usci  diplomato  dalla  Scuola  vete- 
rinaria di  Alfort. 

Dopo  qualche  anno  di  esercizio  della  professione  ebbe  l'in- 
carico di  fondare  la  scuola  pratica  di  agricoltura  di  La  Brosse 
e  poi  ebbe  la  direzione  di  quella  di  agricoltura  e  di  viticul- 
tura di  Beaune.  Ma  nel  190;i  abbandonò  tale  incarico  per 
andare  a  Parigi  a  dirigere  un  giornale  agricolo  ed  a  collabo- 
rare in  altri. 

Ha  pubblicato  numerose  monografie  e  molti  articoli,  mostran- 
dosi studioso  dotato  della  bella  facoltà  di  mettere  la  scienza 
alla  portata  dei  campagnuoli. 

Aveva  numerose  onorificenze  ed  era  membro  di  numerose 
società  agricole  e  veterinarie. 

Thomson  (William).  Grande  mente  è  questa  che  quest' anno 
scomparve,  mente  pronta  alle  considerazioni  più  astratte,  cosi 
come  alla  soluzione  dei  problemi  che  meglio  ravvicinano  il  mondo 
pratico.  «  Questa  alleanza  della  teoria  e  della  pratica  —  ha 
scritto  H,  Poincaré  —  è  (certamente  il  carattere  distintivo  del 
genio  di  lord  Kelvin.  Io  lo  vedo  ancora  sfogliare  dinanzi  a 
me  i  suoi  scartafacci  nei  quali  ricerche  sulla  teoria  cinetica 
dei  gas  si  trovavano  mescolate  a  calcoli  relativi  ad  un  cavo 
sottomarino,  e  cosi  bene  mescolati  che  lui  solo  poteva  racca- 
pezzarvici  ». 

Sempre  giovane  nonostante  la  sua  età  avanzata ,  nulla 
aveva  perduto  dell'ardore  giovanile,  nulla  della  sua  forza  di 
entusiasmo,  non  la  facoltà  di  adattarsi,  di  cambiare,  di  bru- 
ciare ciò  che  aveva  adorato.  Fui  molto  sorpreso  —  scrive 
ancora  il  Poiucan*  —  nel  mese  di  aprile  ultimo  quando  ebbi 
r  onore  di  vederlo  a  Glascow,  di  sentirlo  parlare  di  idee  che 
gli  erano  state  un  tempo  care  ed  alle  quali,  mi  disse  egli, 
aveva  rinunciato.  Lo  stesso  linguaggio  da  lui  usato  verso 
certi  suoi  discepoli  determinò  in  essi  una  costernazione.  Essi 
non  poterono  seguirlo  nella  evoluzione,  erano  meno  giovani 
di  lui. 

Sempre  giovane  e  sempre  imaginoso.  Ripetiamo  ancora  una 
osservazione  del  Poincaré.  Dove  si  debbono  cercare  le  sue  idee 
più  profonde?  Nelle  sue  Pojmlar  Lectures.  Queste  lezioni  non 
sono  dunque  delle  semplici  volgarizzazioni  per  le  quali  egli 
avrebbe  sacrificato  con  dispiacere  più  o  meno  grande  delle 
ore  destinate  ad  un  lavoro  più  serio.  Egli  non  si  abbas- 
sava per  parlare  al  popolo,  poiché  gli  era  sovente  dinanzi 
al  popolo  e  per  il  popolo  che  il  suo  pensiero  nasceva  e 
rivestiva  la  sua  fonna  più  originale.  Gli  e  dunque  sulle  me- 
desime pagine  che  il  lettore  novizio  e  lo  scienziato  potranno 
cercare  e  trovare  un  alimento.  E  come  avveniva  ciò?  Evi- 
dentemente dalla  natura  del  suo  spirito  che  non  pensava  in 
formule  ma  in  imagiui:  la  pre.senza  dell'  uditorio  popolare,  la 


ytcìolor/ia  :<eieiiti/ii-a  del   t!f07  551 

necessità  di  farsi  tu  in  prende  re  gli  Miggerivn  natura  Imeiite  Y  ìtd- 
luagiue  che  era  i>ei'  Ini  In  generatrice  abituate  del  pensiero. 
WjllÌBin  Tlioiiison  nacque  a  Belfast  il  2«{  giugno  1824  Suo 

iMidre,  James  Tlioinsoii  era  un  distinto  matem  ' 
1832  divenne  inoftssorc  dell'  l'niversiti  ili  Glas 
insegnante  insuperabile  e  lasciò  andie  dei  lavori 
di  analisi  algelirica.  Ma  —  osserva  il  Bituseni 
disse  di  Hiimphrev  Uavy  rispetto  a  Faradav, 
)>riucipale  fu  il  suo  figlio'  Williniii. 


William  Thomson  fu  quinili  lo  scohito  di  suo  padre,  e  dopo 
aver  frequentato  1'  Università  di  Glasgow  entrò  nel  Collegio 
di  St.  Peter  di  Gambridgc,  dì  cui  divinine  nienibi'o  nel  1845. 
Durante  il  suo  sog^'O'""  '"  'luestii  liltà  dedicava  il  suo  tempo 
anche  alla  letteratura  e  all' arte,  e  vi  divenne  presidente  del- 
l'Associazione  nnisicale  universitaria.  I^ra  compagno  di  kuo 
fratello  James,  egli  pure  giovane  distinto.  Prese  parte  al  Cou- 
l'.orso  per  il  gra(U>  di  Srii/or  Wi-iuiiflfr,  ma  non  otlenni!  l'.he  il 
sei'ondo  rango.  Ìai  sle.sso  anno  perù  ottenne  un  /Hlotruhjp  e 
andò  a  Parigi  a  lavorare  con  Itegnault  quando  questi  lavorava 


552  Necrologia  .scietifìfica  del  1907 

cor  massimo  vigore  alle  sue  ricerche  di  precisione.  Nel  1846 
William  Thomson  fu  nominato  professore  di  filosofìa  naturale 
nella  Università  di  (llascow  e  divenne  così,  giovanissimo  ancora, 
il  collega  di  suo  padre  e  più  tardi  anche  di  suo  fratello 
James. 

Dire  dell'  opera  'scientitìca  del  Thomson  è  impresa  ardua 
per  molte  ragioni.  Accenneremo  ai  punti  pnncipalissimi. 

Dopo  studi  puramente  matematici,  si  occupò  della  teoria 
del  calore  di  Fourier,  della  teoria  del  potenziale  e  della  elet- 
trostatica, lavori  questi  che  lo  condussero  al  noto  metodo  delle 
immagini,  tanto  fecondo  in  applicazioni  scientifiche  e  a  pro- 
posito del  quale  il  vecchio  Liouville  ebbe  parole  molto  lusin- 
ghiere per  il  giovane  studioso.  Ma  gli  studi  che  richiama- 
rono alta  la  sua  attenzione  furono  quelli  di  termodinamica  pura 
e  di  termodinamica  applicata:  la  nozione  della  dissipazione 
deir  energia,  lo  studio  dell'  eletto  che  porta  il  nome  Jonle- 
Thomson,  quello  dei  fenomeni  termo-elettrici,  della  elettricità 
(li  contatto,  e  cosi  via. 

Non  esiste  regione  nel  dominio  della  elettricità  e  del  ma- 
gnetismo che  non  sia  stata  da  lui  esplorata.  La  teoria  della 
scarica  oscillatoria  di  un  condensatore  e  quindi  dell'  eccitatore 
hertziano  v  sua.  Son  suoi  numerosi  strumenti  utilizzati  dagli 
elettricisti:  basterebbe  citare  T  elettrometro  assoluto  e  l'elet- 
trometro a  (juadranti  E  forte  fu  1' 0])era  da  lui  spiegata  per 
l'adozione  del  sistema  assoluto  C,  (i    S. 

Che  dire  di  ciò  <'he  fece  a  vantaggio  della  telegrafìa  sot- 
tomarina V  E' storia  di  ieri  e  non  vai  ripeterla.  Dal  Slphon 
rcrortler  ai  sondaggi  in  mare,  alla  bussola  marina,  alle  onde 
del  mare,  alla  costruzione  dei  fari,  alle  maree  coli'  Harmonlc 
tiììdhfsiT  e  col  Tldes  pri'dirtei\  sono  per  la  sua  mente  brevi  i 
I}assi. 

Del  celebre  trattato  di  meccanica  che  gV  inglesi  chiamano 
ti  (imi  ti  perchè  scritto  dal  Thomson  col  Tait  e  nel  quale  son 
contenute  idee  oi'iginali  e  nuove,  tutti  conoscono  1' alta  impor- 
tanza. 

Come  son  note  le  idee  che  Kelvin  manifestò  sulla  cosmo- 
gonia e  sulla  tìsica  del  globo  e  ]>er  le  quali  egli  è  in  disac- 
cordo colle  due  scuole  classiche  della  geologia  Ai  partigiani 
delle  cause  attuali  oppone  i  dati  relativi  al  grado  geotermico 
e  al  raffreddamento  graduale  del  globo.  Agli  altri  nega  l'esi- 
stenza dell'Oceano  in  fusione  al  centro  della  terra.  Non  sol- 
tanto la  terra  non  è  internamente  liquida,  ma  è  venti  volte 
^iix  rigida  dell'  acciaio,  dice  Kelvin.  Esperijuciuti,  che  pur  con- 
termano  le  idee  generali  del  Kelvin  dimostrerebl>ero  una  rigi- 
dità della  stessa  misura  di  quella  dell'acciaio 

Dalla  terra  il  Thomson  levò  lo  .sguardo  all'universo  ed  ebbe 
i'iee  fecoiìde  (^d  apprezzate. 

Ma  quale  è  il  campo  nel  quale  egli  non  abbia  ]K)rtata  la 
>*ua  intelligenza? 


Necrologìa  scientifica  del  1907  553 

Particolare  interesse  ebbe  per  lui  il  problema  della  costi- 
tuzione dell*  etere  e  della  materia,  ma  noi  dobbiamo  fermare 
la  nostra  breve  enumerazione  dell'opera  del  Kelvin  a  questo 
punto. 

La  vita  del  Thomson  fu  felice,  ma  non  ebbe  invidiosi,  ed 
égli  fu  amato  da  tutti.  Invecchiò  il  grande  tìsico  nella  Uni- 
versità di  Glascow  ove  era  stato  immatricolato  a  10  anni,  ove 
aveva  scritto  a  16  anni  le  sue  prime  memorie  matematiche, 
ove  era  divenuto  professore  a  22  anni.  Non  lasciò  la  sua  cat- 
tedra che  dopo  più  di  50  anni  di  insegnamento,  e  qualche  mese 
prima  della  morte  presiedeva  come  cancelliere  una  cerimonia 
deirUniversità.  Aveva  l'animo  pieno  di  fedeltà  e  non  volle 
mai  lasciare  i  luoghi  che  aveva  amati. 

Sposò  nel  1852  miss  Margaret  Crum  che  perde  nel  1870,  e  si 
riammogliò  nel  1874  con  miss  Frances-Anna  Blandy,  di  Madera, 
che  incontrò  per  la  prima  volta  andando  a  Pemambucco,  sul 
bastimento  nel  quale  fece  i  suoi  celebri  sperimenti  di  son- 
daggio. Lady  Kelvin  fu  per  lui  una  compagna  deliziosa  nello 
stesso  tempo  che  devota  e  premurosa,  tanto  che  la  grave  malattia 
che  sette  mesi  fa  la  rese  immobile  in  un  letto  di  dolore,  acce- 
lerò senza  dubbio  la  fìne  del  marito. 

Nel  mondo  scientifico  era  tanto  stimato  che  naturalmente 
apparteneva  a  tutte  le  Accademie. 

L'  ammirazione  per  il  genio  di  Lord  Kelvin  fu  generale  ed 
anche  il  nostro  paese  che  pochi  anni  or  sono  egli  visitava  con 
grande  soddisfazione  volle  dimostrargli  quell'alta  deferenza  che 
a  lui,  stella  di  prima  grandezza  nel  tìrmamento  scientifico, 
dovevano  i  cultori  della  intelligenza. 

L'Accademia  massima  dei  Lincei,  la  Società  italiana  delle 
Scienze  ed  altre  minori  lo  chiamarono  nel  loro  seno.  E  la 
Associazione  elettrotecnica  italiana  con  ottimo  pensiero  gli 
conferi  il  titolo  di  socio  onorario  estero,  mai  prima  né  dopo 
ad  alcun  altro  conferito  La  seduta  solenne  tu  del  15  mag- 
gio 1906  e  la  proposta  felice  venne  dall'attuale  presidente  gene- 
rale ing.  Jona. 

La  consegna  del  diploma  avvenne  il  2  luglio  in  occasione 
di  una  gita  che  gli  elettrotecnici  italiani  fecero  in  Inghilterra 
dietro  invito  della  Institution  of  Electrical  Kìigineer.s  dì  Londra. 
E  il  diploma  venne  associato  ad  una  copia  del  Codice  Atlan- 
tico di  Leonardo  da  Vinci 

Quando  nell'aprile  del  1889  visitando  l'Italia  Lord  Kelvin 
fu  a  Roma  e  si  recò  all'Istituto  Fisico  e  determinò  il  rapporto 
dell'intensità  luminosa  del  sole  a  quello  dell'azzurro  del  cielo 
e  volle  vedere  le  officine  elettriche  di  Porta,  Pia  e  di  Tivoli 
e  l'  ufficio  tecnico  dei  telegrafi,  prese  parte  anche  alla  seduta 
che  il  23  aprile  tenne  l'adunanza  dei  Lincei.  Eugenio  Beltrami, 
il  presidente  di  allora,  gli  rivolse  nobili  parole  e  chiuse  il  suo 
saluto  col  ripetere  quanto  era  scritto  nella  chiusa  di  un  indi- 
rizzo   che    la    Società  Italiana   delle   Scienze   inviò    al   grande 


554  Necrologia  Hcientifica  del  1907 


scienziato  iu   occasione  delle  teste    giubilari    per  lui  celebrate 
in  Glascow  nel  1896. 

«  Delle  manifestazioni  moltissime  del  vostro  ingegno  — 
disse  —  non  si  potrebbe  decidere  chi  possa  meglio  avvantag- 
giarsi, se  il  tilosofo,  il  geometra,  il  fisico,  il  geologo  o  V  inge- 
gnere. Voi  avete  saputo,  con  esempio  quasi  unico,  alleare  insieme 
le  speculazioni  più  alte  della  scienza  astratta  colle  applica- 
zioni teniche  più  utili  al  civile  consorzio.  Per  tutti  questi 
titoli,  nonché  ornamento  della  vostra  patria,  Voi  siete  gloria 
del  genere  umano,  e  testimonio  vivente  che  la  scienza  non  ha 
tallito  al  suo  mandato  ». 

Geniale  pensiero  e  gentile  omaggio  al  creatore  della 
telegrafia  transatlantica  fu  quello  di  inviargli  nel  1896,  in 
occasione  della  celebrazione  giubilare  alla  quale  partecipa- 
rono amici  e  discepoli  venuti  da  ogni  luogo  e  riuniti  a  Glascow, 
un  telegramma  da  Glascow  a  Glascow.  Tale  messaggio  impiegò 
sette  minuti  perchè  avviato  per  una  strada  alquanto  tortuosa. 
Da  Glascow  a  Glascow,  ma  per  Terranuova,  New  York,  Chi- 
cago, San  Francisco,  Los  Angeles,  Nou velie-Orléans.  Wha- 
shington. 

Stranezza  eloquente,  che  allo  scienziato  severo  piacque  e 
ri  usci  non  poco  gradita. 

Appena,  dopo  una  malattia  di  pochi  giorni,  si  ebbe  notizia 
della  morte,  il  decano  di  Westminster  deliberò  di  accogliere 
nella  celebre  Abbazia  di  Westminster  i  resti  mortali  del  grande 
tisico  inglese.  Così  il  corpo  di  Lord  Kelvin  raggiunse  quella 
nobile  compagnia  che  lo  spirito  suo  in  vita  aveva  cercato  nel 
campo  deir  intelligenza  :  Newton,  Herschel.  Lyell,  Spottiswoode, 
Darwin. 

Solenni  funerali  si  fecero  il  23  dicembre,  ai  quali  parteci- 
parono le  più  eminenti  personalità  dell'  alta  gerarchia  della 
Scienza  e  le  più  elevato  cariche  della  vita   pubblica.^ 

Era  rappresentato  anche  il  Ile  d' Inghilterra.  K  cogli  amba- 
sciatori di  varie  nazioni  di  Euro])a,  di  America  e  di  Asia,  si 
erano  fatte  rappresentare  le  migliori  Accademie  scientifiche 
del  mondo  intero.  Non  ultima  la  Reale  Accademia  dei  Lincei, 
la  Società  Italiana  di  Fisica  e  V  Associazione  elettrotecnica 
italiana 

L'  Accademia  dei  Lincei  era  rappresentata  dai  soci  stra- 
nieri Huggins,  J.  Thomson,  Sir  Lockyer,  Sir  Gill,  Lord  Ray- 
leifjh.  Sir  Darwin.  Quest'ultimo  era  stato  delegato  ad  accom- 
pagnare la  salma  sino  alla  tomba,  situata  accanto  a  quella  di 
Carlo  Darwin  e  ai  piedi  della  statua  di  Newton.  E  un  tale 
grande  onore  non  è  immeritato.  Bene  ha  scritto  H.  Poincaiv  : 

«  Cette  facon  de  penser  en  voyant  la  réalité  en  face,  sous 
»  forme  d'image  concrète,  sans  que  cette  vision  vivante  cesse 
y>  d' ètre  assez  précise  pour  que  Iqs  calculs  mathématiques 
•>  puissent  s\y  appliquer  avec  rigueur;  en  un  mot,  ce  doublé 
»  genie  mathématique  et  physique  avait  appartenn  à  Newton 
»  et  on  ne  V  avait  plus  revu  depuis  » 


Necrologia  scientìfica  del  1907  555 

• 

Trépied  (Carlo),  distinto  astronomo  francese ,  Direttore 
dell'  Osservatorio  di  Algeri,  morto  in  ancor  giovane  età  ed  in 
modo  inatteso  la  sera  del  10  giugno  1907. 

Ungarelli  (Luigi).  Nato  in  Bologna  nel  1837  e  morto 
pure  in  ^Pologna  il  7  febbraio  del  1907,  compianto  da  tutti  per 
la  bontà  d'  animo  che  tanto  bene  si  associava  alla  erudizione 
sua  larga  ed  alla  sua  attività.  Dirigeva  il  Collegio  dei  Belgi 
e  si  curava  con  interesse  deir  Osservatorio  che  il  14  novembre 
del  1881,  sul  Monte  della  Guardia  presso  Bologna,  si  inaugurò 
per  la  munificenza  del  conte  Antonio  Galeazzo  Malvasia. 

Lfa  sua  passione  per  gli  studi,  ha  scritto  il  P.  Costanzo  suo 
successore,  non  venne  meno  neppure  negli  ultimi  anni  della 
vita,  e  ne  diede  prova  ancora  iielV  aver  concorso  anche  finan- 
ziariamente all'  incremento  del  suo  Osservatorio  che  dirigeva. 
A  sue  spese  collocò  una  coppia  di  pendoli  orizzontali,  che  sono 
ai  nostri  giorni  indispensabile  suppellettile  per  un  Osserva- 
torio sismico.  Preferi  il  tipo  dello  Stiattesi,  ed  adottò  il  mo- 
dello grande  che  ha  una  massa  pendolare  di  500  kg.  Anche 
nelle  ore  estreme,  il  pensiero  suo  correva  all'  Osservatorio  di 
S.  Luca,  e  ne  parlava  con  i  presenti. 

Era  membro  della  Società  Astronomica  di  Francia,  della 
Società  Geografica  italiana,  della  Società  Sismologica  italiana. 

Collaborò  in  molti  periodici,  dettando  pregiati  articoli  di 
divulgazione  scientifica. 

Yo(»EL  (H.  C).  Astronomo  distintissimo,  che  si  era  fatta 
una  larga  riputazione  nel  dominio  della  astronomia  fisica.  Si 
era  soprattutto  consacrato  a  ricerche  spettroscopiche  sui  pia- 
neti, sulle  comete,  sulle  nebulose,  sulle  stelle  variabili,  sul 
sole.  ecc.  ecc.  Egli  era  direttore  dell'Osservatorio  Astrotisico 
di  Potsdam  ed  è  morto  il  13  agosto  1906  dopo  lunghe  sof- 
ferenze. 

Era  nato  a  Lipsia  il  3  aprile  1841;  compì  gli  studi  al 
Politecnico  di  Dresda  ;  nel  18<)5  tornò  in  Lipsia  e  divenne 
secondo  assistente  nella  Specola  di  Johannistal,  ove  spiegò 
una  grande  diligenza  nelle  osservazioni  e  nei  calcoli. 

In  Lipsia  si  laureò  in  Filosofia  con  un  lavoro  sulle  nebu- 
lose ed  ebbe  1'  occasione  di  conoscere  il  Z5llner  che  lo  istradò 
negli  studi  astrofisici  e  spettroscopici. 

Nel  1870  passò  all'  Osservatorio  privato  di  Bothkamp  appar- 
tenente al  mecenate  dell'  astronomia  F.  von  Billow,  ciambel- 
lano, il  quale  possedeva  il  più  grande  cannocchiale  della  Ger- 
mania: un  rifrattore  di  lì  pollici  di  Schroeder.  Con  questo 
strumento  il  Vogel  intraprese  quei  lavori  di  applicazione  ^ 
controllo  del  principio  di  Dòppler  alla  determinazione  della 
velocità  degli  astri  nella  direzione  del  raggio  visuale,  che 
resero  meritamente  celebre  il  nome  di  lui  e  dell'  Osservatorio 
di  Bothkamp. 


556  Necrologia  scientifica  del  1907 

Nel  1874  il  Vogel  fu  chiamato  a  Berlino  per  fondarvi  un 
Osservatorio  solare  che  venne  eretto  nel  bosco  reale  di  Potsdam 
e  del  quale  divenne  direttore  nel  Ì87H. 

Egli  e  i  valorosi  scienziati  (O  Lohse,  G.  Spòrer,  Kempf, 
Muller,  Scheiner,  Wilsing)  suoi  collaboratori  compierono  nel 
nuovo  Osservatorio  una  lunga  ed  importante  serie  di  lavori 
che  sono  specialmente  comparsi  nei  i5  volumi  delle  rinomate 
Pubhlicationen  des  astrophyaikalischen  Observatoriumit  zu 
Potsdam  e  negli  Atti  della  R.  Accademia  Prussiana^  e  che  si 
spingono  anche  ai  4  volumi  del  Catalogo  fotografico,  poiché 
r  Osservatorio  di  Potsdam  è  uno  dei  partecipanti  air  impresa 
internazionale  della  Carta  e  catalogo  celeste. 

Era  membro  dell' Accademia  reale  delle  Scienze  di  Berlino 
e  di  tutte  le  principali  Accademie  e  Società  scientifiche  del 
mondo,  fra  le  quali  la  nostra  degli  Spettrostopisti. 

Wagner  (J.  J.)-  Morto  a  Strasburgo  ad  bO  anni.  Agronomo 
di  merito  che  godeva  di  una  grande  notorietà.  Ogni  anno  pub- 
blicava delle  statistiche  agrarie  che  fornivano  importanti  no- 
tizie sulle  culture  dell'Alsazia. 

Zachauie  (Vou  Giorgio»,  morto  il  15  giugno  1H07.  Era  socio 
della  Accademia  dei  Lincei  per  la  geogralìa  matematica  e 
ti.sica  dal  settembre  1904. 

Zeunek  (Gustavo  Antonio),  morto  il  17  ottobre  1907  a 
Dresda.  Era  socio  straniero  dell'  Accademia  dei  làncei  per  la 
Meccanica  sino  dal  20  sett-embre  1887.  Nato  a  Cheumitz  nel  1828, 
fu  allievo  dell'Accademia  di  Freiberg  e  nel  1855  fu  nominato 
]>rofessorf»  al  Politecnico  di  Zurigo,  ove  rinuise  sino  al  1808 
dopo  essere  stato  direttore  dal  18<>5.  Nel  1871  ritornò  all' Ac- 
cademia di  Freiberg  di  cui  divenne  direttore.  Nel  1875  passò 
il  Dresda  per  riorganizzare  la  Scuola  tecnica  superiore  della 
«[uale  divenne  rettore  nel  1890  e  nella  tpiale  rimase  sino  a 
(juesti  ultimi  tempi. 

Zeuner  è  autore  della  celebre  opera  sulle  distribuzioni 
delle  macchine  a  vapore  Schieber.steneruììyen  pubblicata  nel 
1858,  del  trattato  intitolato;  Grundziiye  der  Mechanischen 
Wannefheoriey  della  Technische  Thermodynamiky  e  di  nume- 
rosi studi  concernenti  le  applicazioni  più  importanti  della 
termodinamica. 

Nel  1857  fondò  il  Civil  biyenieur  colla  collaborazione  di 
AVeisbach  e  di  Bornemann. 

Zeuner  fu  uno  degli  scienziati  che  hanno  esercitato  la 
maggiore  influenza  sulla  costruzione  delle  macchine  durante 
la  seconda  metà  del  secolo  pa.ssato. 


INDICE  ALFABETICO 

DH   PRINCIPALI   NOMI  DI   SCIENZIATI    CITATI    IN    QUKSTO   YOLUMK   (1). 

Aeckerleiu,  102.  Bonnftr  G.,  265,  26(5,  DelageYves.281,982. 
Aldini,  38,  39.                   267,  268,  269,  270,        283,  284,  285,  286, 

Alfani,  79.  271,  272,  273,  274,  Denning,  18. 

Amaduzzi  L.,  40,  81.       277.  Doslandres,  3,  23. 

Amundsen,  510,  525.  BriotF.,233,234,235.  Desraolins  Ed.,  441. 

Angelitti  F.,  37.  Broglie  (de),  107,  108,  Dessau  B.,  139. 

Angeloni  L ,  220,  222.       109.  De   Vries,    271,   273, 

Ang8tr5ra  K.,  11.  Bmce  W.  S.,  507,  511.       274,  276,  277.  278, 

Arcangeli  U., 363, 364,  Briick,  331.  307. 

866,  366,  367.  Brunialti  A.,  433.  Dini  U.,  524. 

Arrheniiis,  5,  16.  Burbanck  L.,  274,  276,  Duca  degli  Abruzzi  (il) 
Ascoli,  341,  342.                276.  468,  487,  509,  525. 

Arpesani  C,  409.  Carazzi  D..  286,  287,  Duca   d'Orléans   (il), 
Baldassarre,  242,  243.       288,  289,  290.  507. 

244,  245.  ♦Casali  ().,  537,  538.  Ducos  de  Hauron,  121. 

Baroni  G.,  169.  Cavara  F.,  312.  Dunér  N.  C,  10. 

Baschieri,  362,  363.  Gavazza  E.,  322.  Dustin,  322,  323,  324, 

Battelli,  126,  126,127,  Celoria,  69.  325. 

128,  129,  130.  Cernili,  29.  Fenyi,  13,  67. 

Becquerel   I.,  98,  99,  Chistoni,620,521,522.  Fischer,  186,  188. 

100,  101.  CiamicianG.,278,616.  Foà  C,  290,  291. 

Behring,  326.  Clarke  F.  W.,  119.  Foà  P.,  517. 

Bemporad,  11,  33.  Clerici  A.,  322.  Funk,  219. 

Benincasa,  223,  224.  Coggia,  21.  Gambioli  D.,  36. 

Berry  A.,  33.  Compagnia   Marconi,  Giacobini,  22. 

♦BerthelotM.,212.533,       158.  Giard,  273. 

534,  535,  536,  537.  Conti,  159,  160,  165.  Gilardi  Alfredo,  377. 

Besson,  71,  72.  Gerbino,  146, 151,152.  Ginzel  F.  K.,  37. 

Bianchi  E.,  21,  22,  30,  CowperColes,387,388,  Giordano,   230,    251, 

31.  389.  254.  256. 

BlancG.  A.,  59,60,63.  Crone,  208,  209.  Giorgi  G.,  139. 

Blaringhem    L.,  219,  Cros  C,  121.  Goldsteiu,  81,  82,  83, 

220.  Cuboni   G.,  274,  275,       84,  85. 

Blaserna,  72.  276.  Gorini,  205. 

Boccardi  G.,  22,  89.  Curie  (madame),  118,  Grigg,  22. 

Boeri,  333,  334,   336,       119,  120.  Grothe  T.,  455,  466. 

836,  337.  Daniel,  22.  Grttner  E„  200. 

Boffito  G.,  36.  De  Agostini  G.,  446.  Guilbert,  64,  65. 

(1)  Sono  da  aggiungersi  i  nomi  già  messi  per  ordine  alfabetico  nell'elenco  dei 
brevetti  d'invenzione. -I  nomi  segnati  con  •indicano  persone  morte  entro  l'anno. 

Annuario  scientifico.  —  XLIV.  37 


r>',»i 


Indice  cUfaf/etico 


Tiak  (l  K..  'J,  »,  7. 

IMìu  Hviitì,  4in,  4^2, 

4ft0» 
H«r((*j«eIJ,  «7. 
lioldam  R.  D.,  16. 
Horn  <i.,  23. 
Ufi  luto  Oftogr,,  44^i. 
JaoMen  J.,  3. 
Janfi^n  T.  (ì.  ('.,  541, 

042. 
Kiiiahn^  112. 
•K«*Ivinnonl  1,41.  551. 
Kelvin    (lonJ;,    va  di 

ThoniHon  Willlara. 
Kcmpf,  20. 
K«irr  ni  O'iiomenodn, 

102. 
KitwHhiiti  H.,  91. 
Koch,  :r^<},  B:n,  :{:J2. 

Korh   A.,  204,  205. 
Ko.',h  II.,  HìU,  AIO, 
KrIlinmoI  o,  4:ih. 
J>5miti«rmann  O.,  207. 
LIIIenf*lri,  loa,  104. 
Tilll^inthal,  214,  215. 
Locky<!r  N ,  4,  8. 
Lorkyor  W.,  4. 
*Lo«\vy  M.,  544,  545. 
Lowith,  17,  21. 
Liim  i^i-fl,   121,  122, 

I2:i.  124,  125. 
MaiorAna,  96, 1 55, 1 56. 

157,   lOH,  517,  518, 

519. 
Marajfliano,  354. 
Mascari  .T.,  19. 
Massaia  (il  cani  inalo), 

472. 
Maunder  E.  W.,  4,  5, 

9,  17,  41. 
Mazzi  a  U.,  H6. 
Mellish,  22. 
♦MoncK^lreff  D.  I.,  646, 

547. 
Mendini  0.,  347,  348, 

349,  350,  3')!,  353. 


Mptralf,  21. 
JIillo«€TÌeb,  1,  21,  22, 

23,  24,  26,  27,  2*^, 

m,  36. 
•Moi«»an  E.,  547,  548. 
Moissan  IL,  119. 
Molinari,  181. 
Monti  V.,  40. 
Moore,  16:),  166. 
Moreschi  A.,  2W,  240, 

241,  242.       • 
Morpurj^o,  3fj7. 
3fosHO  A.,  439. 
Mliller,  25. 
Nansfn,  504,  509. 
XaHtoukoff,  184. 
National  Pilfìctric  8i- 

lirnallint(  Co.,  154. 
Ni'-liols  E.  F.,  12. 
NilsHon  Ujalmar,  218. 
Noda  T.,  109. 
Nordmann,  12. 
Oddono,  42,  43. 
Ohrwald  W.,  119. 
Palazzo,  55,  56. 
Tantilooni  M.,  517. 
IVrrine,  18. 
Pi  rocchi,  242,  258, 

259. 
Poul8ftn,145,146, 149, 

150,  151. 
Principe  di  Monaco  (il) 

506. 
Przibram,    279,   280, 

281. 
Radio-Telophone-Com- 

pany,  154. 
Ilanisav  William,  169. 
Riero  *A.,    1,   26,   27, 

33,  41,  42,  57. 
Righi,   82,   89,    119, 

131,  132,  133,  134, 

135,  136,  137,  138, 

617,  519,  524. 
Rizzacasa  G.,  38. 
Rutherford,  83,  84. 
8almoirai;hi  F.,  319. 


Schiaparelli,   17,   28, 

32,  37. 
Schwalbe  G.,  292,  293. 
Schwappach,  215.  216. 
Schwarzschild,  8. 
Secchi.  19,  20. 
ScUaA.,127,128.180. 
Serpieri  A.,  200. 
Setti  E.,  297,  298. 
Slipher,  V.  31.,  20. 
::focietà  Jou^la,  122. 
Stark,  89,  90,  91. 
Stefanini,    125,   126, 

127,  128,  129.  13a 
Strampelli  N.,  219. 
Stroolant,  37. 
Strutt,  16,  61,  62. 
Teisserenc    de   Bort , 

48,  49,  51,  68. 
Tosta  O.,  23. 
Thomsun  J. .?.,  85,  86, 

87,  88,  89. 
♦Thomson  (William), 

650,  551,  552,  563, 

554. 
Thorpe  T.  E.,  119. 
TowiT   Vi.    L.,    307, 

308. 
Ti  insali,  23. 
Ififolini  l'j^olino,  265. 
Vonino  P.,  200. 
Vinci'nt  I„  70,  71. 
♦Voi^ol  U.C.,  555,556. 
Voli,  208,  209. 
Wagner,  214,  215. 
Wassormann, 331,332, 

333. 
Wollraann  W.,  509. 
Wion,  81,  88. 
Wilfarth  fi.,  200, 204. 
Wimmer  O.,  vOO,  204. 
Wolf,  18,  24. 
Wood  R.  W.,  91,  92, 

93. 
Zammarchi,  23. 
Zappa,  21,  22,  23. 
Zemow  W.,  111. 


INDICE   DEL    VOLUME 


ASTRONOMIA 

dal  FroL  A.  Bloo4 

Direttore  dcirOsearvatorio  di  Cut&niit. 


1.  Studii  solari    .    .  Pag. 

2.  Attività  solare  e  pertur- 

bazioni magnetiche.    . 

3.  Tentativi  per  osservare 

le  protubei'anze  e  la  co- 
rona solare  diretlamen- 

4.  Eclissi  totali  di  sole    . 
u.  Rotazione  del  sole   .     . 

6.  Badiazione  solare    .    . 

7,  Limiti  delle  radiazioni 
solari 

e.  Pianeti   .    . 

Viileano  .     . 
Meri  orlo-     . 


10.  Pianetini     .    .    .  Pag. 

11.  Comete  (coti  inciìione). 

12.  Stelle  filanti    .    .    -     . 

13.  Stelle  variabili     , 

14.  Cataloghi  fotometrici 
delle  stelle.    .    . 

15.  Fotografia  stellare.  -  Ca- 

talogo fotografico  d    " 
tania 

16.  Geodesia.    ,    .    . 

17.  Ricerche  teoj'iche. 


Sttiono  .    . 

9.  Osservazioni 

dei  pianeti . 


1.  Lipertufhazio 
tic»  del  9-1 C 
190".  Perturl; 
Siniche  e  teli 

S,  Terremoti  e  in 
lari    -    ■    . 


660 


In  lice  del  volume 


7.  Esplorazioni   notevoli 
dell'alta  atmosfera.  Pag.    47 

8.  Progetto  di  organizza- 

zione di  una  rete  me- 
teorologica mondiale    .    49 

9.  Un  netto  fenomeno  ot- 
tico nell'Atlanti  co  .    .    51 

10.  Sulla  radioattività  della 
pioggia 52 

11.  Notizie  di  Osaervatorii 

(con  incisione)    .    .     .ivi 

12.  Terremoto  nel  Messico.    53 

13.  Il  terremoto  della  Gia- 
maica 54 

14.  Stazioni  sismiche  nel 
Chili ivi 

15.  La  prima  assemblea  ge- 

nerale deirAssociazione 
internazionale  di  sismo- 
logia   ivi 

16.  L'attività  dello  Strom- 
boli     67 

17.  Influenza  delle  foreste 
sulla  velocità  del  vento,    ivi 

18.  Il  mare  colorato  in  rosso.    68 

19.  Sul   materiale  radioat- 

tivo esistente  nell'  at- 
mosfera   ivi 

20.  La  radioattività  delle 
rocce  ed  il  problema  del 
calore  terrestre   ...    60 


21.  Sulla  previsione  del 
tempo     ....  Pag.    68 

22.  La  grande  inversione 
della  temperatura    .    .    66 

23.  La   nuova  rete  di   Os- 

servatorii  per  lo  studio 
dell'alta  atmosfera  .    .    67 

24.  L'estate  di  San  Martino.    68 

25.  Sulla  relazione  tra  la 
temperatura  dell'aria  e 
la  sensazione  di  caldo 
0  di  freddo  percepita 
dall'uomo 69 

26.  Il  bilancio  della  circola- 
zione acquea  sulla  terra.    71 

27.  Il  nefomctro  Besson.    .    ivi 

28.  La  fine  del  tiro  grandi- 
nifugo     72 

29.  La  pioggia  artificiale   .    73 

30.  Climatologia  Eritrea    .    74 

31.  Di  un  effetto  nefasto  pro- 

dotto da  una  brusca  di- 
minuzione di  pressione 
atmosferica 75 

32.  I  "  brontidi  „  in  Italia,    ivi 

33.  Nuovi  Osservatorii  geo- 
dinamici in  Italia  .     .     78 

34.  Il    terremoto    calabrese 

del  23  ottobre  1907.     .    79 


FISICA 

del  Prof.  Zi.  Amadozzl  in  Bolofinia. 


1 .  I  raggi  canale  ed  i  rag- 
gi a  (con  incisioìie),     .     81 

2.  La  fluorescenza  ed  il  po- 

tere  rotatorio    magne- 
tico del  vapore  di  sodio.    91 

3.  Fenomeni  magneto-otti- 

ci  nei  colloidi.    ...    95 

4.  Fenomeni  magneto-otti- 

ci  nei  cristalli    ...     98 

5.  Il  fenomeno  di  Kerr  nei 

liquidi 102 

6.  L'elettrone  positivo  .    .  103 


7.  Grossi  ioni  e  centri  neu- 
tri. La  ionizzazione  è 
una  azione  addittiva?  104 

8.  La  fotografia  dei  raggi 

ultrarossi 109 

9.  Di  qualche  nuovo  lavoro 

nel  campo  dell'acustica.  IH 

10.  I  più  recenti  progressi 
nel  campo  delle  opera- 
zioni per  rarefare  i  gas 
(con  incisione),    .     .    .114 


Indice  del  volume 


561 


11.  Salle  leghe  magnetiche 

di  Heusler  (ine).  Pag.  117 

12.  Il  peso  atomico  del  radio.  118 

18.  L'unità  di  lunghezza 
d^onda  per  gli  astrofi- 
sici     

14*  La  fotografia  dei  colori 
(con  incisione)    .     .    . 

15.  Tensione  superficiale  e 
pressione  osmotica  (con 
3  incisioni) 125 


120 


ITI 


16.  Deyiazione  elettrostati- 
ca dei  raggi  catodici  nel 
tubo  di  Brann.    .  Pag.  130 

17.  Sulla  deviazione  dei  ioni 
generanti  le  scintille, 
dovuta  ad  un  campo 
elettrico  trasversale 
(con  incisione),    .     .    .  184 

18.  Un  metodo  semplice  per 
presentare  in  iscuola  le 
esperienze  fondamentali 

di  radioattività  ,    .    .  138 


ELETTROTECNICA 

dell'Ing.  O.  CHorffl  in  Roma, 
e  del  Prof.  B.  Dessav  in  Perugia. 


1.  Trazione  elettrica    .    .  189 

Risultati  della  trazione 
elettrica  salla  ferrovia 
Lancasllire-Yorkshire    .     ivi 

La  lìnea  ijiterarbana  della 
Ohio  Valley   ....     ivi 

Lavori  del  Congresso  in- 
ternazionale della  tra- 
zione elettrica  a  Milano.     140 

La  New  York  Central  Rail- 
road 141 

La'  elettrizzazione  della 
Stadtbahn  di  Vienna    .    142 

La  trazione  elettrioa  sulla 
Pennsylvania  Railroad .    143 

Nuove  locomotive  trifasi 
per  la  Valtellina.  .     ivi 


Ferrovia  Philadelphia- 
Western 144 

L'elettrizzazione  della 
West  Shore  Railroad    .     ivi 

2.  Telegrafia  e  telefonia 
senza  filo  (con  4  ine),  145 

8.  Sul  disegno  di  legge  per 
le  derivazioni  di  acque 
pubbliche 159 

4.  Illuminazione  per  lumi- 
nescenza  165 

5.  Le  Centrali  con  turbine 

a  vapore 166 

6.  L'elettricità  generata 
con  motori  a  vento.    .  167 


CHIMICA 

del  Dott.  O.  Baroni  in  Milano. 


1.  La  trasformazione  degli 
elementi 169 

2.  Sulla  preparazione  e 
sulle  proprietà  dei  me- 
talli alcali  no-terrosi    .  170 

3.  Utilizzazione  dell'azoto 
atmosferico  per  la  pro- 
duzione dei  cianuri.    .  173 

4.  Nuovo  metodo  per  gal- 
vanizzare i  metalli.    .  176 

5.  Sulla  preparazione  elet- 
tro-chimica delle  so- 
stanze organiche.     .    .  177 

ASNCARIO  saENTIFICO.  —  XLIV. 


6.  Azione  dell'ozono  sui 
composti  benzinici  ed 
alifatici 181 

7.  Sulla  formazione  degli 
alcool  amilici  nella  fer- 
mentazione alcoolica   .  182 

8.  Condensazione  degli 
idrocarburi  aromatici 
colla  cellulosa  e  col  glu- 
cosio   184 

9.  La  chimica  degli  albu- 

minoidi  ed  i  fermenti.  186 

37' 


i 


662 


Indice  del  volutne 


10.  Lo  zolfo  nelle  sostanze 
albuminoidi    .    .  Pag.  189 

11.  Salivazione  chimica  delle 

spore 191 

12.  Sulle  lecitine  vegetali .  192 

13.  Medicamenti  nuovi  .    .  194 

Cistopurina ivi 

Ictinato ivi 

Teolactìna ivi 

Paraxina li^r> 

Jodofane ivi 


Form&mljit  .     .     .    Pa«.  196 

Eacodiua ivi 

Confina 196 

Novaspirìna ivi 

Monetai l^ 

Btomural ivi 

Visipirina ivi 

Borovertina ivi 

Solfo£:enolo ivi 

Viscolano 196 

Lisano ivi 

Taunotimal ivi 

Teoforina m 


AGRARIA 

del  Prof.  A.  Berplerl  e  dei  dott.  S.  Orttner,  A.  Horasolil,  F.  ▼•nino 

della  B.  Soaola  Soperiore  d'Agricoltura  di  Milano. 

1.  Sulla  fissazione  di  azoto  5.  Fienagione  Martin  •    .  221 
nel  terreno  per  opera  di  g.  Tabacchicoltura  ...  222 

bacteri 200  ^    t,    ...    ,.                         oo^ 

Descrizione  dell©  ricerche  '•  rruttlCOltura   ....  2124 

diWilfarthediWimmer.     ivi  o    Vifi<»ftlfiira                            QQfi 

Risultati  delle  esperienze.    i02         O.    Viticoltura :«0 

2.  Sul  controllo  bacteriolo-  9.  Castagno  e  pioppo    .    .  228 

gico  di  culture  bacte-  io.  Pascoli  e  boschi  ...  230 

riche  per  leguminoso  .206  ,.    ,         .  .  ,  .,      .     .        «gg 

3.  Chimica  agrarU  ...  206  ^^'  ^  "®™^^^  ^^^^^  P^*^^®   •  ^^^ 

Paó  il  solfato  ammonirò  12.  Il  bestiame 240 

dato  in  copertura  al  ter-  ,„    t»     u*     i*    -^                          ne/* 

reno  dar  luogo  H  perdite  Id.  iiacniCOltura     .     .     .     .250 

.    T.  ì"*"k''"'*''*''   *  j'iì'    '^^  14.  Macchine  agrarie.    .    .    ivi 

4.  Pel  miglioramento  delle  . 

sementi  e  delle  varietà  16.  Caseificio 258 

di  piante  coltivate  .    .217      16.  Enologia 263 


STORIA   NATURALE 

del  Dott.  Ugolino  Ugolini 

Professore  di  Storia  Naturale  nel  R.  Istituto  Tecnico  e  nella  K.  Scuola 

d'Aerricoltura  di  Brescia. 


Biologia  G£:4£ralb  e  Zoologia. 

1.  Trasformazione  e  forma- 
zione di  specie    .    .    .  265 

2.  La  rigenerazione  nei  tre 

regni  della  natura  .    .  279 

3.  La  partenogenesi  speri- 

mentale   281 

4.  Le  grandi  divisioni  del 

regno  animale     .    .    .  286 


5.  Alcuni  saggi  sull'uomo.  290 

6.  Studi  sui  vertebrati.    .  298 

7.  Dai   molluschi   ai   pro- 

tozoi   806 

60TA17IOA 311 

Paleontologia,  GEOLooLài 

MiNBBALOQIA    .      .      .      .317 


Indice  del  volume 


563 


MEDICINA  E  CHIRURGIA 

del  Dott  Alessandro  Olsrlol 

Medico   Consalente  dello   Stabilimento  **Le  Terme  «   di  Milano 

del  Dott.  Bffldlo  Beoohl 

Ctiirnrgo  primario  all'Ospedale  Magrgìore  di  Milano 

e  del  Dott  Bmesto  Gavazza  di  Bologna. 

Medicina.  3.  L'azioue  delle  scintille 

1.  Sulla  struttura  della  cai-  *?  ^^^  frequenza  e  ten- 

lula  nerTOsa  durante  i  s^^^e    nella    cura    del 

differenti,  stati  di  f un-  cancro    ....  Pag.  370 

zione Pag.  322  4.  Tumore    prìmitivo    del 

2.  La  deTiazione  del  com-  pneumogastrico  -  Kese- 

plemento  e  la  diagno-  zione    del    pneumoga- 

stica  biologica  delle  ma-  strico  -  Guarigione.    .  371 

lattie  infettive    ...  326  5.  Pseudoartrosi  del  radio.  372 

8,  Il  sistema  linfatico  e  le  e.  Influenza  delle  coste  cer- 

infezioni  e  le  intossi-  vicali  sulla  circolazione 

nazioni 333  sanguigna  del  collo     .    ivi 

4.  La  mestruazione  ed  il  7.  Chinirgia  sui  nervi.    .  373 

principio   della    gravi-  q   s^^^  modificazioni  dei 

danza  nella  donna  .    .  337  ^^^^-^^  .,^          -^^  ^^ 

6.  La  colina  nella  neuro-  asportazione  della  loro 

patologia    .     .....  340  .^^      ^   ^^jp  j         . 

6.  La  puntura  esplorativa  ^^^^^  ^j  ^^^  neìirvi^ 

del  cervello         ...  341  generazione  dei  tendini 

7.  Lejìause  dei  calcoli  bi-  ^^^  ^^^^^j 375 

o   17  1.1.   *  j*    '    *    '    l^'  9.  Sostituzione  di  dita  della 

8.  Febbre  da  canapa  e  feb-  ^^^^  ^^,^  ^^  ^-^^  ^^^ 

bri  estive  .    :    •    •     •  ^^  piede.  Dattiloplastica  .  377 

9.  La  terapia  specifica  della  ,  «   v  «              ,  .           .   ^ 

tubercolosi 354  10.  Influenza  dei   raggi  X 

10.  qura  dell'atonìa  intesti-  «opra  i  tumori  neopla- 
naie  cronica    ....  357  ^^^^^  .......  381 

11.  Questioni  d'opoterapia  .  359  I^-  Dell'architettura  del 

,0   TT  •      T        .•  callo 383 

12.  Un  nuovo  rimedio  anti-  ,      r>  , . 

epilettico 361  12.  Sublussazione  congenita 

13.  Lo   stato   attuale   delle  5lÌddung)^!"'^''"'\^^!  384 
conoscenze  sullosteoma-  ,      ^          .        1  ,1, 

lacia  umana   ....    ivi  1^.  Lussazione  dell'osso  ma- 

lare 390 

Chirurgia.  ^4   Dg^^  calcificazione  della 

1.  Della  retrazione  dell'apo-  pleura 393 

nevrosi  plantare.    .    .867  sintomi  e  diagnosi.     .    .    896 

2.  Insuccessi  del  siero  an-  Pronostico ivi 

ti  te  tanice 368  Cara 397 


664 


Indice  del  volume 


15.  Le  iniezioni  in traartico-  16.  L'ernia  più  frequente 
lari  ed  i  punti  di  pene-  nell'infanzia  e  suo  si- 
trazione  nelle  diverse  gai  fica  to.  .  .  .  Pag.  399 
articolazioni  .  .  Pag.  397  17.  Cura  chirurgica  dell'en- 
Articolazione  dell'anca  .  ivi  fisema polmonare  se- 
Ginocchio    396             condo  Freund.    ...  ivi 

CJolio  del  piede .    .    ,    .  ivi      jg  Nuovo  metodo  per  eaa- 

Ko  :    :    :    :    ;    :    m             ^^^^^^^  '^  ^^nale  intesti- 
Pugno 399  naie 406 

INGEGNERIA  CIVILE  B  LAVORI  PUBBLICI 

dell'Ing.  0«ollio  Arpesanl  in  Milano. 

1.  Il  Palazzo  della  Ragione  3.  Ferry-boat«    sul   Lago 

in  Milano 409  d'Iseo 413 

2.11   nuovo  ponte   Um-  4.  llCanaledeirErié(S.U).  414 

berto  I,  sul  Po  a  To-  5.  Sbarramento  del  Quais 

rino 411  Marklista  (Alta  Slesia).  415 

INGEGNERIA  INDUSTRIALE 
E   APPLICAZIONI   SCIENTIFICHE 

de]l'Ing:.  Altfdo  OUardl  in  Milano. 

1.  Impiego  del  vapore  ad  4.  Processo  Cowper  Coles 

altissima  pressione  (can  per  la  zincatura.    .    .427 

5  incisioni)     .    .     .     .417 

2.  Macchine  per  la  filatura  5.  Pompa  senza  valvole  (con 

e  torcitura  della  seta  .  422  ^  incisioni) 430 

3.  L'impiego  dell'ossigeno 

per   tagliare  i  metalli               6«  ^^  produzione  mondiale 
(con  incisione)     ,    .    .  424  dell'acciaio 432 

Brevetti  d'invenzione.  Elenco  di  attestati  di  privativa  indu- 
striale rilasciati  dal  Governo  italiano  dal  16  novembre  1906 
al  15  novembre  1907  (con  numerazione  separata,  pag.  1  a  160). 

GEOGRAFIA 

del  Prof.  Attuto  Brunlaltl 

Consigfliero  di  Stato,  deputato  al  Parlamento. 

I.  —  Parte  generale.  6.  La  direzione  dei  corsi 

1.  I  progressi  della  Geo-  d'acqua 438 

grafia.    ......  433        7.  Istituto  scientifico  al 

2.  Congressi  j^eografici'  .*  434  Colle  d'Olen    ....    ivi 

3.  Congresso  geografico  ita-  8.  I  morti  della  geografia.  439 

liane 435  li.  —  Europa. 

4.  Trascrizione    dei    nomi  1.  Avvenimenti  d'interesse 

geografici 486  geografico 441 

5.  Studi  oceanici.    .    .    .  437        2.  Carta  del  Montebianco.  442 


Indice  del  volume 


665 


3.  Lo  sviluppo  della  Do- 

brugìa    ....  Pag.  443 

4.  La  perdita  del  Danubio,    ivi 

5.  La  costa  del  ^lurman  e 

le  nafte  di  Uchta    .    .    ivi 

6.  Le  coste  della  Danimarca  444 

7.  L'Isola  di  Valentia.    .    ivi 

8.  Altri  studi  sull'Europa.  445 

IIL  —  Italia. 

1.  Nuova  carta  d* Italia    .  446 

2.  I  nostri  vulcani  .    .    .  447 

3.  Nuovi  studi  sulle  mon- 

tagne  448 

4.  I  nostri  corsi  d'acqua  .  450 

5.  Altri  studi  ed  illustra- 
zioni d'Italia  ....  453 

IV.  —  Asia. 

1.  Studi  generali.    .    .    .  454 

2.  La  nuova  frontiera  tur- 
co-egizia  ivi 

3.  Turchia Asiaticaed Iran.  455 

4.  India  Inglese  ed  Isole .  457 

5.  Esplorazioni   e   trattati 

pei  confìni  nel  Siam    .  458 

6.  Asia   orientale,   Cina, 

Manciuria,  Giappone    .  459 

7.  Sven   II  ed  in  ed  altri 
esploratori  nel  Tibet  ,  460 

8.  Esplomzioni    nel    Tur- 

chestan 463 

9.  Nell'Asia  russa    ...  466 

V.  —  Africa. 

1.  I  monti  doli' Africa  .     .  468 

2.  La  malattia  del  sonno.  469 

3.  Esplorazioni  Alexander, 
Hall,  S.  Landor  ...  470 

4.  Il  lago  Meride  e  la  diga 

di  Assuan 471 

5.  Antichità  abissine    .    .    ivi 

6.  Ordinamento  del  Sudan 
egiziano 472 

7.  Pubblicazione  sull'Afri- 
ca italiana 473 

8.  La  cucina  degli  Abissini.  474 

9.  Vulcani  eritrei     ...    ivi 
10.  Lingue  eritree.    .    .     .  475 


IL  Altri  viaggi  ed  esplora- 
zioni in  Abissinia.  Pag.  475 

12.  Da  Tripoli  a  Murzuk  .  476 

13.  Altri  viaggi  e  pubbli- 
cazioni sull'Africa  me- 
diterranea   477 

14.  Esplorazione  Dubois  nel 

Sahara ivi 

15.  La  città  di  Ganna   .    .  478 

16.  Altre  esplorazioni  nel 
Sahara  e  nell'Africa  oc- 
cidentale francese    .    .    ivi 

17.  Esplorazione  Tilho  .    .  479 

18.  Esplorazione    Chevalier 

nella  Costa  d'Avorio  e 
-nella  Guinea  ....  480 

19.  Esplorazioni  nel  Came- 

run ivi 

20.  Esplorazioni  nel  Tago  .  482 

21.  Missione  Lenfant  nel 
Sanga  e  nel  Logone    .    ivi 

22.  Esplorazione    Sacerdote 

sul  Luama 484 

23.  Lo  sfruttamento  del 
Contro 485 

24.  Rilievo  del  Vittoria- 
Nianza 486 

25.  Esplorazione  deirUjranda  ivi 

26.  L'esplorazione  del  Ru- 

venzori 487 

27.  Nell'Africa  orientale  in- 
glese   ivi 

28.  Nell'Africa  orientale  te- 
desca  488 

29.  Nell'Africa  orientale  por- 
toghese   490 

30.  Lo  sviluppo  di  Zanzibar,    ivi 

VI.  —  America. 

1.  Nell'estremo  Alasca.     .  491 

2.  Isole  di  Bogoslow     .     .  492 

3.  Esplorazioni  nel  Canada,    ivi 

4.  Nuove  bellezze  di  natura 
ai^li  Stati  Uniti  d'Ame- 
rica     493 

5.  Vulcani   e   ferrovie  nel 

Messico 495 

6.  Guyana  francese  .    .     .  496 


Indice  del  volume 


TA  caria  dell'Equa- 
I Fag.  4 

'artido  ài  Villeta    .    . 
lo  razione  del  Rio  Pil- 

lorazioni  di  H.  Hau- 
I  nell'altipiano  del 
ù  e  dolila  BaliTia   .  4 


loiazioni  varie  nel- 

tatralia 500 

nellaNuoTa. 


.  Nuova  Guinea  te- 


VIII.  —  Bboiobi  folabi, 
t.  I  problemi  dell'Oceano 

Artico    ....  Fagr,  m 
3.  tiogli  estremi  aroipela- 


•.  Nelle  Spitzberghe  .  .  ivi 
I.  1  vulcani  dell'islaLda  .  ivi 
I.  Spedizione  artica  icoz- 

lese 607 

'.  La  spedizione  del  duca 

d'Orlóans ivi 

>.  Ksploraziune   nll'ieola 

ISenuet &08 

I.  Spedizione  Mikkelsen  .  ìtÌ 
I.  dpedizioue  Wellmann  .  60» 
.  Altre  spedizinui  artiche, 

Pairy  e  Amuiidsen.  .  610 
'..  Al  Pulo  aiitarlico     .     .    ivi 


KSrosiZiOXI,  CONGRESSI  e  CONCORSI. 


3.  Eaposizioui  e  Congressi 

che  si  faranno.    .    .    .52' 

4.  Concorsi  a  premi  da  ag- 
giudicarsi   53! 


NECROLOGIA  SCIENTIFICA  DEL   1007 
Ì<r<i»i 


lunari  del  1907  . 
ni  aggiudicati    . 


alfabetico  dei  principali  nomi  di   scienziati   citati    in 

sto  volume 557 


INDICE  DELLE  INCISIONT. 

Astronomia* 
La  cometa  di  Daniel tra  le  pag.  22  e  28 

Meteorologia  e  fisica  del  Oloho. 

Istituto  Scientifico  Internazionale  Angfelo  Mosso  al  Ck)l 

d'Olen  sul  Monte  Rosa 52  e  53 

Fisica, 

Apparecchio  per  la  determinazione  del  rapporto  fra  carica 
e  massa  e  della  velocità  delle  particelle  costituenti 

i  raggi Pag.  86 

Pompa  meccanica  e  a  mercurio,  sistema  W.  Gaede  ...  116 

Carcassa  della  pompa  Gaede 117 

Apparecchio  per  la  fotografia  dei  colori 122 

Sistema  per  la  pressione  osmotica  e  tensione  superficiale  .  126 

Apparecchio  per  avere  il  dislivello  senza  la  distillazione  •  128 

Altro  schema  per  la  tensione  di  vapore 129 

Aspetto  della  scintilla  nella  ionizzazione 136 

Elettrotecnica. 

Disposizione  dell'apparecchio  ricevitore  delle  onde    .    .    .  148 

Circuito  oscillatorio' 149 

Schema  dell'apparecchio  ricevitore 150 

Apparecchio  generatore  delle  onde 153 

Ingegneria  industriale  e  Applicazioni  scientifiche. 

Rondella  di  rame  scanalata  per  l'impiego  del  vapore   .    .  419 

Ultimo  tipo  del  rigeneratore  (nell'impiego  del  vapore).    .  419 

Motore  a  stantuffo  fisso 420 

Motore  a  stantuffo  mohile 421 

Due  sezioni  del  chalumeau 425 

Sezione  e  pianta  di  stantuftb  distributore 430431 

Esposizioni,  Congressi  e  Concorsi» 

Apparecchio  trasmettente  per  telefonia  senza  fili .    .    .    .  617 

Necrologia  scientifica  del  1907, 

Marcellino  Berthelot  nel  suo  laboratorio 535 

Enrico  Moissan  al  forno  elettrico 547 

Lord  Kelvin 551 


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