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141*1
FOR THE PEOPLE
FOR EDVCATION
FOR SCIENCE
LIBRARY
OF
THE AMERICAN MUSEUM
OF
NATURAI HISTORY
:
ATLANTE ORNITOLOGICO
Uccelli Europei
1. Aquila reale (rf- semi-ad.). 2. Aquila reale (2 giov.). 3- Aquila imperiale (ad.). 4. Aquila imperiale feiov.).
5. Aquila reale (e? ad.).
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
Atlante ornitologico
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UCCELLI EUROPEI
cox Notizie d'Indole Generale e Particolare
PEI,
D.K E. ARRTGON1 DEGLI ODDI
Professore pareggiato ili Zoologia nella R. Università <li Padova,
Membro <lii Comitato Ornitologico Internazionale, dell'Unione Ornitologica Inglese e Americana,
della Società Ornitologica Tedesca, della Centrale Ornitologica Ungherese, eie.
CON 50 TAVOLE COLORATE
E DUECENTODIECI DISEGNI INTERCALATI NEL TESTO
rCO HOEPLI
0 DELLA I'KAL CASA
ANO
:_ -_- -.
Dedico questo volume a' genitori miei, rammaricandomi di non
saper commettere a ben più degna opera il carissimo nome e i.a
imonjanza \>ya. mio affetto, della mia gratitudine per i
li esempi da essi offertimi. per la tenerezza prodigata al-
l'unico figlio in ogni ora della vita. oh 5si, miei adorati,
ear palese ed eterna la vostra virtù, il cuob vostro!
13 Otì
E. aeeh;o.vi degli Oddi.
<g&m*3g*^ì&*S&rt ! i^ *+t \ ?&*+l ì)+b®rt i >+x .
TPrefa^zionje
Nel settembre /DUO il nostro valoroso Editore comm. lirico Hoepli m'invitava con h
più cortesi parole, a compilargli un lavoro siili' Ari/aiuto Europea, che illustrasse le specie
ili uccelli elie vivono od appariscono entro tali confini, serbando perii un'impronta che ren-
desse il libro accessibile a' pili e ili uso popolare. A questo uopo egli acquistarti il diritto
di riprodurre le tavole dell'opera « Die Vogel Europasn del signor Arnold, le quali, te-
nuto anclie il debito conto dell'esiguo prezzo del volume, sono in generale belle e somi-
glianti; <l queste io ne aggiungevo due altre, raffiguranti uccelli poco noti o rari e non
illustrati dall'Arnold ; e ne affidavo l'eseeniione al mio amico Prof. />'. Lara, della Scuola
degli Artigiani in Padova, la cui arte di disegnare s'armonizza alla piò scrupolosa esat-
tezza. Il comm. Hoepli poi, vigile sempre a mantenere l'alta reputazione meritata dalle sur
pubblicazioni, mi autorizzarli ad ornare il lesto di mi merose figure schematiche, che furono
pure commesse al sullodato Prof. Lara.
Mi accinsi tosto all'impresa con grande ardore, sennonché un viaggio scientifico in
Sardegna, Che durò oltre due mesi, la sospese: ed altra sosta ebbe a subire, quando reca-
tomi a prender parte al Congresso Zoologico Internazionale di Berlino ed imbattutomi nei
Colleghi delle precedenti Adunanze di Cambridge, Parigi, Serajevo etc. con alcuni di essi
peregrinai a risilarc i Musei e Ir Raccolte prirate della tierinnnia. Perciò non mi fu pos
sibile conseguii re il manoscritto prima del Xorcmhrr IDDI . dopo oltre sei mesi di faticoso
lavoro, che tale infatti può. senza iattanza, giudicarsi per l'enorme letteratura sull'ar-
gomento e il numero delle specie e delle sottospecie, (oltre 600), che ducetti illustrare e som-
Diariamente deserirere.
Mi agevolarono questa impresa, soverchiamente ardita, è mestieri confessarlo, e le
ricche mie Collezioni e la mia biblioteca, le quali io cominciai a mettere insieme, con cero
entusiasmo, fin da qua mio non coniarti che quindici anni, e seguitai poi pazientemente ad
accrescere per più che tre lustri, lino ad oggi; mi aiutarono ancora le visite fatte ai mag-
giori Musei d'Europa; i parecchi miei viaggi scientifici ; la corrispondenza coi più noti Or-
nitologi, a molti dei quali sono legato di cordiale amicizia; una fila insomma (mi si lasci
correr la frase) quasi esclusivamente vissuta mi .Mondo Oniitico.
;•/,'/:; izione
Certamente è lungi da me la presunzione di aver fatto ninni completa, ma è altret-
tanto viva la speranza ili aver fedelmente rappresentato' a qual punto oggi si trovi V Ornito-
logia Europea e d'aver impresso al mio lavoro un carattere, quanto almeno ho più saputo,
moderno, sì che esso apparisse ni corrente della Scienza.
Non seguì una classificazione affatto recente e ne esposi le ragioni nel relativo Capi-
tolo ; omisi per brevità i nomi classici delle lingue più note i dialettali italiani <■ In sino-
nimia scientifica, limitandomi a citare quando diversificavano, i nomi adottati nelle Open
sull'Avifauna locale dal Conte Salvadori e dal Prof. GiglioU, due astri fulgidi del sapere
ornitologico.
Molti Ornitologi mi hanno grandemente aiutato, sia coll'invio delle loro pubblicazioni,
sia colla loro autorevole panda o colf illuminato consiglio; in mando a tutti una viva pa-
rola di ringraziamento; ma doveroso e gradito mi torna ricordare in modo speciale i seguenti:
Inghilterra : //. E. Dresser; E. Hartert; A. Newton; Udii. W.Rothschild;R. B.Sharpe.
Norvegia: K. Collett.
Francia: L. Bureau: f Barone d' Hamonville ; Oh. r. Kempen; A. Suchetet.
Austria-Ungheria : S. Brusina; C. Hellmayr; L. Lorenz con Libumau; -/. von
Madaras:; 0. Eeiser ; V. Tsclvusi zu Schmidhoffen.
Germania: Conte di Berlepsch; /«'. Blasius; <>. Kleinschmidt ; A. Eeichenow.
St;iti Uniti d'America: L. Stejneger.
Italia: (/. Damiani; E. 11. GiglioU; G. Martorelli; Conte V. Salvadori; G. Valimi.
Termino quindi col rivolgere le espressioni della mia ricoiiosccir.a al solertissimo
coni m. Hoepli, clic ha in ogni inailo, con ogni largliezza cooperato alla fortuna del libro.
Se questa non sarà per corrispondere a' comuni sforzi, la colpa non sarà eerto di Ini : sarà
tutta mia.
e, militi: (Moìiselice), lo gennaio 1!>0'J.
E. Akrigoni degli Oddi.
INDICE (tEXERALE DELLE MATERIE
Dedica
Prefazione
Posizione delle tavole colorate
Indice delle figure intercalate nel testo
A. - Struttura esterna degli Uccelli
B. - Penne e loro struttura .
a) Aberrazioni di colorito
b Muta ....
e) Pterilografia
Mimetismo ....
Dimorfismo ....
Ibridi .....
Femmina in abito di maschio.
Teratologia ....
Lunghezza della vita negli Uccelli
PARTI'
c.
I).
E.
F.
e;,
il.
La Distribuzione Geografica degli Uecell
<di Uccelli e l'Agricoltura
Le Migrazioni degli Uccelli
Il ( 'auto degli Uccelli
Notizie snlle Uova e sulle Nidificazioni degli
Descrizione delle Caccie maggiormente usate
('accie di Sardegna. ....
Classificazione degli Uccelli
Sguardo storico-bibliografico sull'I Ornitologia
Materiali per una Bibliografia Ornitologica E
« Europa in generale .
5) Isole d'Islanda e Far Oer
cj Scandinavia e Danimarca.
d\ Isole Britanniche
e) Francia ....
i i Olanda e Belgio
g Svizzera e Savoia
h) Penisola Iberica
i Germania e Austria-Ungheria
V) Penisola Balcanica .
ni) Russia ....
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ATLANTE ORNITOLOGICO
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Italia in generale
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Dalmazia
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Veneto
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PARTE SECONDA.
Indice Sistematico dogli I cecili Europei descritti nel presente lavoro
Cenni descrittivi ed osservazioni sugli Uccelli Europei .
Indice generale ..........
Errata-Corrige ..........
l'ini. III-XXV
1-547
549
567
POSIZIONE DELLE TAVOLE COLORATE
Tavola I
Pag. Frontispizio
li
8 Parte II
]]] .
16
IV .
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V .
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VI .
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IX .
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XI .
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XIV.
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XV .
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XVI
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XVII
. 128
XVIII
» 136
XIX.
114
XX .
152
KXI.
160
XXII
168
XXIII
17»;
XXIV
181
XXV
192
Tavola XXVI Pag. 200 Parto I]
XXVII 208
XXVIII 216
XXIX 224
XXX 2:;2
XXXI - 240
XXXII 248
XXXI II 256
XXXIV 264
XXXV 272
XXXVI 280
XXXVII 2Ss
XXXVIII » 296
XXXIX 304
XL 312
XLl 320
XLII 328
XLIII 336
XLIV 344
XLV 352
XLVI 360
XLVII » 368
XLVIU 376
XLIX » 384
1 392
[NDICE DELLE FIGURE INTERCALATE NEL TESTO
PARTE PIUMA.
1. figura schematica del corpo di un uccello, per mostrare cenni' le sur parti sou
nella terminologia .......
2. forme principali ili becchi ......
'■'. Tarli del becco. ........
1. Ala <li mi Uccello ........
5. Principali l'orine dulia coda di un Uccello (da Coues). Sulla curva a-c tra le
deve mettersi la lettera il. .... .
li. Piede siiiilattilu lli-iilo) .......
7. Piede di Marena penelope Anatinae ....
8. Piede di Fnligula fuliyula iFuiigulinae) ....
U. Piede totipalmato (Phalacrocorax) .....
10. Piede lobato iSrnsso). .......
11. l'ielle pettinato (dallo cedrone). .....
11'. Diagramma del rivestimento cutaneo del tarso (da Coues)
13. Diagramma di una penna. ......
14. Diagramma delle parti di un Vessillo ....
15-16. Pterilii della superiice dorsale e addominale di un Rondone (Apus apus). V
pertico addominale. Pig. 6-Superfiee dorsale (da Vitzseh)
17. Il Mondo (da Silurili) .......
18. Gli Uccelli attorni) al Fani d'Helgoland, in una notte durante lo iniziazioni
19. Nido di Gazza
20. Nido di Balestracelo. .......
21. Nido di Scricciolo ........
22. Nido di Codibugnolo .......
l':i. Nido di Cannareccione .......
L'4. Nido di Zigolo giallo .......
25. Nidificazioni di Aironi in Ungheria (da Seebohm |
26. Nido di Cicogna, bianca .......
27. Lago della Passaura (Valle Zappa) .....
28. Hotte detta Puntale della Passaura nell'omonimo lago (Valle Zappa)
29. t'asoli di Valle Zappa .......
30. Gruppo di Uomini di servizio, in un giorno di caccia
31. Barca da caccia ........
32. Grappo di Uomini di servizio, ritornando a casa dopo la cucili
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VII. \ N I 1 ORNITOLOGICO
33. Camminando sul ghiaccio in Vallo Zappa nel gennaio L893 ......
34. (' ilo ili ghiaccio formatosi nel gennaio 1889 in Valle Zappa .....
35. I.a Guida del Capo Mannn ............
36. L'Autore cou due Guide alla caccia degli Avvoltoi nei dintorni ili Capo Caccia (Alghero)
."7. L'Autore e Vittorio l'ai Nero ritornando dalla Barbagia Ollolai, dopo d'aver ucciso l'Av-
voltoio degli agnelli .............
38. Recandoci allo Stagno di Sassu, noi carretto sardo ........
Pag.
68
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72
73
74
B. - PARTE SECONDA.
39. Testa di Neophron percnopterus ......
10. l'iedo dello stesso .........
41. l'iede di Accipilrr nistts, gr. uat. .....
II'. Ala di Circns macrurus, '/ gr. nat. .....
13-44. Testa ili Circns cyaneus, vista di fianco e di faccia. ' gr. nat.
45. Ala dello stesso, '/, 8T- ""■*• .......
Hi. Ala di Cirviis pygargus, '\ gr. nat.. .....
17. lesta di Buteo buteo, ' gr. nat. ......
48. Tarso ili Archibuteo lagopus, ' gr. nat. .....
IH. lesta (li Aquila chrysaètus .......
50. Piede della stessa .........
51. Becco (li Aquila maculala. '/ gr. nat. .....
52. Becco ili Aquila orientalis, ' gr. nat. .....
53. l'iede ili Ifaliai/iis ulliìcilla, gr. uat. .....
54. Testa di Circaetus gallicus, ' gr. nat. .....
55. L'iede dello stesso, ' gr. nat. .......
56. Becco di Milvus milvus, ' '., gr. nat. ......
57. Apice della coda di Milvus milvus, ' , gr. uat.
58. Apice della coda di Milvus korschun, ' , gr. nat.
59. Testa di Pernia apivorus, ' gr. nat. .....
fio. Testa di Hicrafalco cherrug, '/, gr. nat. .....
(il. l'iede di Hicrafalco Feldeggi, ' , gr. uat. .....
02. l'iede di Falco peregrin us, '/., gr. nat. (nel testo per errore tu stai
Gii. 'lesta dello stessa, ' e,r. nat. .......
64. l'iede di Pandion haliaetus, /cp gr. nat. .....
65. Sterno di Asia otus Bnlioiiillai' nel testo per errore fu stampalo
ili'.. Sterno di Strix flammea Strigidae ......
67. Nidiacci di Jiubo hubu ........
li*. Testa ili l'isarhiua scopa, gr. nat. .....
00. Testa di Carini uncina, ' gr. nat. ......
70. l'iede della stessa, l/3 ti''- »at. .......
71. Ala di l'urini- uncina ........
72. Ala ili Alitene Chiurailiac ........
73. l'iede di (Hauciilinin jiusscrinum, un po' ingrandito .
74. Piede di (lluuciiìium setipes, un [io' ingrandito.
75. Testa di Asia uccipilrinns, ' gr. nat. .....
76. Piede di Asia alus, al vero .......
77. l'iede di Asia capensis, al vero ......
78. festa ili Si/rniuin aluca, ' gr. nat. .....
70. l'iede ili Nyctala Tengmalmi, al vero .....
80. Testa di Strix flammea, ' s gr. nat. ......
si. Ala di l.unius excubitor, gr. nat. ......
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82. Ala «li Lanius excubitor major, gr, nat. ......
83. Testa ili l'uni* communi), gr. nat. .......
XI. Testa di l'itrns ittunltiiius. gr. nal. ......
85. Testa o collo di Saxicola melatioleuca, mas. ad. in prim., gr. nat.
86. Testa e collo di Saxicola melanoleuca occidentalis, mas. ad. in prim.,
87. Becco Muscicapino (da Sharpt .......
^ Hocco Irrticefttlino (ila Sharpt i ...... .
89. Becco Filloscopino (da Sharpe). .......
90. Becco Locustellino ..........
91. Testa 'li Icrocephalus aqiiaticus. gr. nai. .....
92. Testa di dcrocephalus sohoenobaenus , gr. nat. ....
93. Testa ili Motacilla citreola, gr. nat. ......
MI. Testa ili Motacilla campestris, gr. nat. ......
95. Piede ili Antimi pratensis, gr. nat. ....
96. l'iede di Aniluts triviali», gr. nat. .....
M7. Groppone e sopracoda di Antlius pratensis, ingrand.
ms. Groppone e sopracoda di Anthus cervinus, ingrand.
99. Parte apieale di una lunga cuopritrice inferiore della coda dell' Anthus
100. Piede di Anthus Eichardi, gr. nat. ......
101. Piede di Anthus campestris, gr. nat. ......
102-103. Cranio di Bmberiza, a) visto dal disopra - b) visto lateralmente
104-105. Cranio di Fringilla, a) visto dal disopra - b) visto lateralmente
1 oti-107. Cranio di Coccothraustes, a) visto dal disopra - b) -visto lateralmente
108. Testa di limheriza schoeniclns palustri), mas. ad. gr. nat.
10M. Testa di Embirìza schoeniclns intermedia, mas. ad., gr. nat. .
110. Testa di Emberiza schoeniclns tValloni, mas. giov., gr. nat..
111. Testa di Pyrrhula pyrrhula, gr. nat. ......
112. Testa di l'urrlttila pi/iihiiln tttropaea, mas. ad. ....
113. Ala di Coccothraustes coccothraustes, gr. nat. .....
114. Testa di I. uriti curvirostra, gr. nat. ......
115. Testa di Loria curvirostra pityopsittacus, gr. nat. ....
116. Becco di Corvus frngilegus, circa ' gr. nat. .
117. Becco di Corvus corax, circa " gr. nat. .....
118. Becco di Corvus corax tingitanus, circa '/ gr. nat.
110. Becco ili Corvus cornix, circa '/o gr- Ullt. .....
120. Becco di Nucifraga caryocatactes pachyrhynchus, circa ' , gr. nat. .
121. Faccia inferiore della coda della strssu. per mostrare l'estensione del
delle timoniere, circa '/, gr. nat. ......
122. Becco di Nucifraga caryocatactes leptorhynehus, circa lL gr. nat. .
123. Faccia inferiore della coda della stessa, per mostrare l'estensione del
delle timoniere, circa '/a gr- nat- ......
124. 'Testa di Garrulns glandarins, tipo chiaro), circa ' gr. nat.
125. Testa di Garrulità glandarius, (tipo scuro), circa '/., gr. nat. .
126. Testa di Syrrhaptes paradoxus, circa ! gr. nat. ....
127. Piede dello slesso, circa ' , gr. nat. ......
128. Testa di Caccabis saxaiilis, circa "'/;, gr. nat. .....
129. Testa di tur, uhi* ìaxatilis chukar, circa gr. nat.
130. Testa di Caccabis rufa, circa '/ì gr- na*- .....
131-132. Cuopritrice mediana alare di Perdix perdix, gr. nat. a) mas. ad. - !>)
testo furono omesse le due lettere a e 6) .
133-134-135. Fig. 1. Coda (parte apieale) di Tetrao hybridus (femmina). - Pig
apieale) di Tetrao urogallus (femmina). -Fig. 3. Coda (parto apieale 6
femmina), per mostrare la differente forma (da Xttnnitinu'
136. Testa di Tetrao urogallus, mas. ad., circa '/j K1'- ":lt-
137. Gallo cedrone (maschio), durante la sua estasi voluttuosa
138. Meleagris gallopavo, mas. ad. ........
rvinus. ingrand
bianco ali
ali
apice
apice
femm. ad. (nel
2. Coda (parte
i Lyrurus letrix
Pag.
112
136
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ATLANTE OKNITOLOGII 0
139. Testa e collo <li Otis tetrax, mas. ad. in prim., circa '/, gr. nat. . . . . .
140-141. Piede ed unghia di Cursorins gallicua, - a] Piede - b) Unghia del dito mediano del
piede destro, vista dal lato interini per mostrare le intaccature (ingr.)
142-143. Piede di Baematoptts ostrilegus, - a) per mostrare l'articolazione del tarso e La mem-
brana del piiil« - b) per mostrare la reticolazione della pianta tarsi (da Sharpt nel
lesto vennero omesse le due lettere a e fti
144-145. l'ieile di Nmnenius phaeopus, - a) per mostrare l'articolazione del tarso e hi mem-
brana del piede - b) per mostrare la reticolazione della planiti lai-si i circa gr. nat.)
146-147. l'iede di Totanns littorens, per mostrare le scalette del tarso, visto sul davanti e il
Banco ..............
148-149. Fig. 1. Timonieri ntrale di Totanns oehropns. - Fig. 2. Penna ascellare dello
stessa, gr. nat. .............
150-151. Fig. :;. Timoniera centrale di Totanns glareola. - Fig. I. Penna ascellare dello
ttteSSO, gr. nat. .............
152-153. Prima remigante primaria di Scolopax rusticula. - a) ad. - /" gior.
154. Limnocryptes gallinula, metanica, '/■• Sr- "ar- .......
Idi. l'iede di Phalaropus, - in per mostrare l'articolazione del tarso e la membrana de
piede -in per mostrare la reticolazione della pianta tarsi (da Sharpe)
157. Testa di Ardea rimi-,,,, gr. nat. .........
158. 'Testa di Botatimi stellarle, '/, gr. nat. .........
159. Testa di Oiconia 'ironia, ' ( gr. nat. .........
160. Testa di Piatale» leucerodia, ' \ gr. nat. ........
161. Testa di Phoenicopterus roseus, '/., gr. nat. ........
162. Becco di Cygnus cygnus, circa '/, gr. nat. ........
n;;;. Becco di Cygnus Beioicki, circa ' gr. nat. ........
164. Becco di Cygnus olor, circa '/, gr. nat. .........
165. Testa ili Anser aneer, '/, gr. nat. ..........
liiii. Cecco di Anser albifrons, gr. nat. ..........
167. Becco ili Anser erythropus, gr. nat. .........
168. Becco di Anser fabalis, gr. nat. ..........
169. Becco di Anser neglectus, gr. nat. ..........
170. Becco di Anser brachyrhynchus , gr. nat.. ........
171. Testa di Branta bermela, ' , gr. nat. .........
172. Testa ili Maina priirltqif, mas. ad.. ' , gr. nat. .......
173. 'Testa di Fuligula fnligula, mas. ad. .........
174. Testa di < languiti islandica, mas. ad.. ' ( gr. nat. .......
175. Testa di Barelda hyemalis, mas. ad.. :/è gr. nat. .......
176-177. a) Becco ili Sminili ria spectabilis, femm. L'estremità anteriore dello spazio pennuto
sulla fronte arriva all'angolo posteriore delle narici (1, 1); le penne delle redini (2, 2
terminano molto prima del detto angolo. - h) Becco di Somateria moUissima, temili
La linea centrale delle penne sulla mandibola superiore 11, 1 si estende solo a metà
lunghezza tra la regione posteriore delle narici (2,2) e la posteriore degli angoli frontal
nudi : le penne delle redini si estendono oltre l'angolo posteriore delle mirili .
178. Becco di Somateria umilissima, mas. ad. visto di Banco, cin a ' gr. nat.
179. Becco di Somateria spectabilis, mas. ad. visto di fianco, circa ' gr. nat.
18d. 'lesta di Merganser serrator, mas. ad. '/. gr. nat. ......
181. Testa di Phalacroeorax graculus, ad. in febbrajo Isole Far Oer), circa gr. nat.
L82, Testa di Phalacroeorax graculus Desmaresti, ad. in dicembre (Isola d'Elba), circa gr. nal
1S3. 'l'està di l'Iuilacroconu graculus Desmaresti, ad. in febbrajo (mare di Venezia . , gr. nat
184. 'Testa di Sula bussanti, giov., ' , gr. nat. ........
185. Testa di Pelecanus crispus, ' , gr. nat. .........
L86. Testa di Pelecanus onocrotalus, ljt gr. nat. ........
187-188-189. l'arte apicale della prima remigante primaria - ma paradisea, giov. -
li; stima hirundo, giov. - e) Sii ina Dougalli, ad. ......
190. Testa di I.arns gelaste», ad. in prim., /, gr. nat. ......
191. 'Testa di I.arns ridibundns, ad in prim., : gr. nat. ......
Pag.
360
363
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493
195
195
500
508
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INDICE DELLE EIGURE INTERCALATE MI :
r.'_'-i!'.;. l'arte apicale (lolla prima remigante primaria, 7b ì?1- na*- " "' l-"r"- ridibnndua,
ail. - b Larua gelaatea, ad.
194. Testa ili Larua argentatili cachinnana, ' , ut. nat
l'.'.'. l'iodi- ilello s/c*.*», ni. nal.
196. Piede ili i:i*sn tridactyla, gr. nat.
L97, Becco 'li Stercorariita crepidatua, mas. ad.
198. Becco ili Stercorariua paraaiticva, mas. ad.
199. Testa ili Oceanodroma caatro, gr. nat.
200. Testa ili Puffinua h'iihlì, ' , gr. nat.
201. Testa ili Buliveria Bulweri, gr. nat.
202. Becco di Colymbua glaciali), gr. nat.
i;o:ì. Becco ili Colymbua arcticus, gr. nat.
204. Becco di PoeKcipes ««ri/«.*, gr. nat.
205. Becco ili Podtctpes iityrtcoZHt, gr. nat. .
l'im:. Testa ili rotitiijHs crietatne, , gr. nat.
207. Becco ili Fruii ri itlu arctica, mas. ad. in prim
da Hiiniiii) .....
208. Becco «Iella stesso, mas. ad. in aut. o do[io la stagione delle cove, gr. nat. (da Bureau
209. i'riitirciilii arctica ad. che assume le appendici nuziali, gr. nat. (da Biirenu)
210. Appendici nuziali del becco della steaaa, che cadono dopo la stagione delle
nat. [da Bureau) ..... ....
. o durante la stagione delle i'iiy
e, gr. na1
ro\.. gr
Pag. 508
512
ili
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519
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522
528
in
536
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ivi
ivi
Parte Prima
l'arie I.
A. - Strali uva esterna.
(ili uccelli sinici animali vertebrati a tempe-
ratura costante, coperti di penne, cogli .aiti
anteriori modificati a tipo di ala, nel pia dei
casi atti al- volo e bipedi. La pelle è coperta
di penne, le quali sono produzioni cornee di
struttura complicata. La testa, e ili solito ro-
tonda; le mascelle sono modificate in un becco
ili varia forma, coperto da uno strato corneo,
che costituisce due astucci detti ranfoteche; gli
arti anteriori sono trasformati in ali e quindi
gli uccelli hanno soltanto due zampe, queste
(arti posteriori) terminano in un piede con i
diti che variano da due a quattro, e clic sono
muniti di unghie.
Lo scheletro è molto leggero, essendo le
ossa in gran parte pneumatiche. Le ossa del
cranio negli adulti si saldano in modo, che non
rimangono traccio di suture; la mascella infe-
riore è articolata sull'osso quadrato, il quale è
mobile, ed il cranio è articolato colla colonna
vertebrale per mezzo di un solo condilo occi-
pitale; le vertebre sacrali sono immobili e
spesso saldate tra loro ; la coda scheletrica è
corta, con le ultime vertebre ancliilosate a
costituire una lamina ossea verticale, ditta pt-
goslilo, che sostiene comunemente la coda del-
l'uccello, le cui penne sono inserite a semicer-
chio; il tronco e ovato; le clavicole sono per
lo più unite in un pezzo impari (furcula) ; il
coracoidc raggiunge lo sterno, il quale è ili so-
lito fornito di carena; il bacino è molto allun-
gato; i pubi uon si uniscono tra loro (tranne
nello Struzzo), e nei membri posteriori i pezzi
distali del tarso si fondono con quelli del me-
tatarso e formano un pezzo unico, il tarso-me-
tatarso.
Il cervello è bene sviluppato, e nel cervel-
letto si trova distinta la porzione mediana,
detta il « verme ».
I denti mancano in tutti gli Uccelli viventi,
la lingua è per lo più stretta e dura; in ge-
nerale l'esofago si allarga per formale il gozzo;
nello stomaco si distinguono due parti : parte
anteriore ricca di ghiandole (ventricolo suecen-
Eigura schematica del corpo ili un accollo,
per mostrare come le sue parti Bono chiamate oella terminologia.
1. ltedini - 2. Fronte - 3. Tempia - 4. Vortice - 5. Cer-
vice • fi. Auchenio - 7. Nuca - s. Alto dorso - i). Spalla -
10. Dorso - 11. Scapolari - 12. Groppone - 13. Sopracoda -
14. {Branca superiore) lati della mandibola inferiore ; (Inaura
inferiore) caopritrici auricolari - 15. Mento - 16. Gola -
17. Collo - 18. Gozzo - ld. l'elio - 20. Addome 21. Centro
dell'addome - 22. P.asso addome - 2;;. Sottocoda - 24. Timo-
niere laterali - 25. Timoniere mediane 26. I|"» Ilio
27. Ascella.
(urtato), e parte posteriore (ventriglio) musco-
lare e spesso rivestita di una meni brami cor-
nea; il fegato e il pancreas sono presenti;
nella cloaca sbocca una ghiandola detta bursa
Fabricii.
La trachea è munita di una laringe (supe-
ATLANTE ORNITOLOGICO
riore) e ili una sh'inge [inferiore); i polmoni
sono schiacciati contro le costole e si allun-
gano in sacche aerìfere.
Il cuore ha «lue ventricoli e duo orecchiette,
tutti e quattro perfettamente divisi; la circo-
sinistro; tutti e due i testicoli sono sviluppati,
i loro condotti sboccano separatamente nella
cloaca, nella parete della quale, in alcune
forme, si trova il prue.
Tutti gli Uccelli sono ovipari.
Forme principali <1 lucrili,
i. Beccaccia 2. Smergo - 3 Frosone i. Ballerina -5. Ur lenerino 6. Chiurlo -7. Codibugnolo - 8. S incapre -9. Picchio-
lo. Anitra • 11. Gabbiano (abito ili no7./.e) - 12. Crociere ■ 13. Zigolo ■ 14. Avocetta I i aquila (dall Aquila [1901] poi-Km).
la/ioni' è doppia i' completa; l'arco dell'aorta
presente e sempre il destro.
L'apparecchio urogenitale s'avvicina a quello
dei Rettili; i reni [metanepliros) sono per lo
più trilobati e shoccano separatameli te nella
cloaca: la vescica urinaria inanca; e cosi man-
cano di solilo l'ovario destro e l'ovidotto
destro, essendo soltanto presenti quelli del lato
Gadow definisce cosi gli Uccelli: Ver-
tebrati ovipari, di sangue caldo ed a iotici,
colle estremità anteriori trasformate in ali ; il
metacarpo ed i diti portano penne o remiganti;
esiste una giuntura intertarsale ; i diti presenti
non sono mai più di quattro, dei quali il primo
è il pollice.
K\ ans dice : L'uccello è un bipede pennuto.
\ 1 1 . \vi i. ORNI km OGICO
Considerando anzitutto un nccello, troviamo
la Testa. che può essere piatta o globulare,
od a piramide quadrata; essa è terminata an-
teriormente ila un arto speciale detto becco
(rosi ri mi. che è formato dall'unione della man-
dibola superiore o mane/Ila (mandibula supe-
riob o MAxn.i.A) e della mandibola inferiori <>
minili limiti (MANDIBULA INFERIOR O MANDIBULA),
lo spazio intercedente tra le due mandiboli
dicesi fessura della bocca <> boccale, o apertura
iltl liccro (hiatus rostri) e va dall'apice del
becco all'angolo t'orinato dalla base delle due
mandibole : esse talora sono ambedue mobili
i Pappagalli), ma di solito ciò non si avverte
che nell'inferiore. Il becco (importantissimo per
la sistematica i serve come bocca e come organo
prensile (mano), cioè per prendere il cibo, in-
trodurlo nella cavità boccali', spelarlo, infran-
gerlo, inoltre in talune specie, come la lìec-
caccia, agisce anche (piale organo de] tatto,
mentre in altre, che lo hanno finissimo e sottile.
la. si può dire, la funzione di ago per cucire
ed intessere i materiali filiformi, con i quali
compongono l'artistico nido (Basettino); esso
è più o meno conico e termina in punta, di
solito corneo o duro, in un solo od in più pezzi
i Procellaria) e questi pezzi in dati generi (Fra-
tercula, etc.) cadono parzialmente nella inula
.autunnale delle penne, venendo riassunti in pri-
mavera, formano quindi parte della livrea nu-
ziale e costituiscono un carattere sessuale secon-
dario, questi becchi si chiamano caduchi o
decidui. Talora il becco è di costituzione molle,
come il cuojo, e termina in dati generi in
un' « unghia » cornea, più 0 meno distinta e
curvata (Anitra, Pellicano, etc.), od è rivestilo
da una pelle molto vascolare, nervosa e sen-
sibile alla sua estremità, nel «piai caso serve
quale organo del tatto per cercare i vermi
sulla terra i Beccaccia), o può presentarsi duro
e resistente all'apice, mentre la sua base è
molle, tumida e carnosa, come nei Piccioni e
nei l'i\ ieri.
1,'ti li fnlecii (raMPHOTHECA) è il totale integu-
mento del becco, che può essere intero od a
a pezzi; rìnoteca (rikhotheca) <• quello della
ma mi il iola superiore e ij li il li il ini (gnathothei I
l'altro dell'inferiore. Gero (cera, ceroma), chia-
masi la cute di solito colorita differentemente,
che riveste la base della mandibola superiore
I Rapaci), e un integumento simile ad una grossa
membrana e può essere talora fittamente copei ta
di penue (Pappagalli) : nello Stercorarius si noia
una falsa cica, (piando non esiste celti si dice
che il becco è nudo .albi base; essa non è mai
presente nella mandibola interiore. Tornio, (TO-
mii m) e il margine delle due mandibole, quello
della superiore detto tornio mascellare (tomium
maxillare), quello dell'inferiore tornio man-
dibolare (tomii u mandibi i w;i Angolo della
bocca o punto commessurale (commissura), è
il punto ove si uniscono le due mandibole
alla base lateralmente; il margine della supe-
Partì del bi eco.
<e Mandìbola Bnperiore b, calmine - e, fossa nasale -
d narice - e, tornio < margine inferiore della mandibola -
g, rictus * angolo della ' ca <■ punti» di commeBsnra -
i, branca della mandibola inferiore - in, tornio della mandibola
inferiori angolo della gonide n j, gonide ossia Io Bpazio
della mandibola inferiore intercedente n:i l'angolo del]
niilr e l'apice del beerò) - o, p, lati della mandibola inferiore
- >/. apice del l" i co
riore da alcuni viene chiamato RICT1 - e tomia
quello dell'inferiore, sicché dal loro complesso
risulta la commessura della lincea o angolo <lcll<:
bocca, che può essere diritto, curvato od ango-
lare a seconda che RICTUS e TOMIA t'ormano
nel loro punto di contatto una linea diritta,
sinuata, od un angolo. Colmo, culmine o dorso
(CULMEN o notisi M |, e lo spigolo dorsale della
mandibola superiore, che è distinto se giace tra
due solchi longitudinali; talora però esso si pre-
senta da solo come un solco longitudinale, senza
che possiamo distinguere un vero culmine e in
questo caso chiamiamo con tale nome la linea me-
dili un longitudinale del becco (Anitra). Mesorinio
(mesorinium), è la parte del culmine che giace
tra le narici. Gnatidi o rami (gnathidiao rami),
si dicono le due bianche della mandibola in-
teriore, le quali Si fondono in un dato punto
variabile detto myxa, lo spigolo prominente
che ne deriva e che si estende lino all'apice
del becco dicesi gonide (genys) ; talora per go-
nide s'intende anche il punto di fusione o in \ \.
e dicesi angolo della gonide; in generale però
dobbiamo ritenete che per gonide s'intende il
profilo inferirne del becco parlando in senso lato,
essa può essere molto estesa, come nella /■'/«-
trinila o assai breve, come nel Pellicano, ed è
lauto piti lunga (pianto e più cotto lo Bpazio
esistente tra i due rami, delio spazio interra-
miilr : la porzi • estrema anteriore del becco
ATLANTE OKNITOI.I » ! [I ' l
dicesi apici (apex i, la posteriore che si attacca
al cranio base (basis), lo spazio intermedio con.
tinuità, e dietro (dertri mi è l'apice della man-
dibola superiore, quando presenta struttura spe-
ciale e risulta distinto dalle parti circostanti.
Talora il becco è caruncolato, ossia fornito di
grandi processi molli e carnosi, detti caruncole,
od è papilloso, se munito di piccole papille si-
mili a tubercoletti.
Lunghezza del becco. Brevissimo (brevissi-
mum), lungo circa metà della testa; breve (breve),
alquanto più corto della testa; mediocre (me-
diocre), lungo circa come la testa; lungo
(longum), alquanto più lungo della testa : lun-
ghissimo (longissimum), lungo almeno il doppio
della testa: subeguale (Subaequale), tintale
(aequale), lungo come, o (piasi come la testa.
Figura del becco. Depresso (depressum), più
largo che alto (Mestolone); compresso (com-
pressosi), più alto che largo; piano (planum),
di altezza minima; angoloso (angulosum), con
più di due solchi angolosi e longitudinali ; po-
liedro (poltedrum), che ha più lati piani; te-
tragono (tetragonum), che ha quattro lati
piani e quattro spigoli (Ticchio); rotondo o te-
rete (teres), senza spigoli e leggermente ap-
puntito; cilindrico (CYT.INDRICUM), a forma di
cilindro (Picchio muraiolo); spatolato (SPATO-
latum), depresso ed allargato all'apice (Spatola);
filiforme (filiforme), quasi ovunque egualmente
sottile e molto allungato; acuminato (ACUMI-
NATOSI), se intermedio tra filiforme e subulato
(subui.atum), fatto a volta (fornicatum), con
la mandibola superiore tondeggiante come a
calotta (Perdix); inline sredi a pag. 5 e 6 pelle
parole conirostre (conirostrum), ftssirostre (fis-
SIROSTRUM), coltelli/o rmeo culi iato (CULTRATUM);
conico (conicum), eie
Direzione del becco. Diritto (RECTUM), uè pie-
gato in basso, né in alto, ma a forma di una
linea retta (Beccaccia) ; ncurvo o curvato (cur-
vatosi), diritto alla base e curvato verso l'apice ;
ascendente o subulato (ascendens), diritto alla
base e piegato in su all'apice, a l'orma di lesina
(Avocetta) ; discendente (dkscendens), diritto
alla base e piegato all'ingiù verso l'apice, in
modo da formare col rimanente un angolo acuto;
arcuato o falcato (ARCUATOSI), inarcato dalla
base (Chiurlo) ; rollo (infractum), diritto sino
circa a meta lunghezza, quindi nettamente
piegato in modo da l'ormare superiormente un
angolo acuto ed inferiormente un angolo ottuso.
Man/ine del becco. Intero (iKTEGRUM), senza
solchi, nò intacchi, né denti (Corvo); smargi-
nato (emarginatici), con una o più curve si-
nuose, che ili solito si trovano verso l'apice : in-
taccato (crenatusi), con una tacca protuberante
ed una opposta rientrante sulla parte laterale
apicale dello mandibole (Averla); festonato (si-
NUATUM), con un fac-simile di dente ottuso che
fa una curva dolce a guisa di festone sul mar-
gine(-Frtteo); dentellato (dentici i, a ri mi. quando
presenta un fac-simile di piccoli denti aguzzi
verticali (Mergus) ; seghettato (serratum), se
con processi simili a denti inclinati verso la
parte anteriore, od intaccature come una sega ;
lamelloso-dentato (laminoso-dentatum), se con
laminette trasversali o spigoli paralleli, piantati
sugli orli della mandibola superiore (Mestolone).
Apice del becco. Ottuso (obtususi) ; aguzzo,
(acutusi) ; uncinato od adunco (adunci mi. che
finisce con un uncino rivolto all'ingiù (Ra-
paci) ; unguicolato (unguiculatum), se fornito
all'apice di una sorta di « unghia » rivolta al-
l'ingiù e talora uncinata (Anitre, Marangoni).
Superficie del becco. Liscio (I.AEVE) ; solcalo
(si i< vii m), se con solchi di varia forma e di-
mensioni ; coincidalo (caniculatum), se i solchi
sono allungati e simili a canaletti, che possono
essere longitudinali e profondi su ogni lato della
mandibola superiore ed estendersi anche nel-
l'inferiore, se il becco è molto compresso (Fra-
tereula); rugoso o corrugato (rugosum, corru-
gatosi), se gli spigoli sono prominenti e più
a tubercoletti, che a spigoli; a spigoli o strialo
(striatosi), se gli spigoli sono abbastanza di-
ritti.
La differente forma dell'apice del becco nitri
nei tempi passati importante carattere di classi-
ficazione, egli uccelli furono divisi in quattro
categorie principali, cioè:
A - Hpìgnati. Mandibola superiore più lunga
dell'inferiore e curvata al suo apice (Falchi).
B - Ipognati. Mandibola inferiore più lunga
della superiore (Sincopi).
C - Paragnati. Mandibole pari, o quasi in
lunghezza e la mandibola superiore non cur-
vata sulla, inferiore, come nella gran parie degli
Uccelli.
D - Melagnati. Mandibole incrociate ai loro
apici, come nei Crocieri.
Le forme B e /' sono molto rare.
La forma del becco, inoltre, fornì altri dati
per classificazione, che Ora sono quasi affatto in
disuso, ma che, siccome si sentono spesso ci-
tare, credo utile ricordale nei tipi principali :
I - Uccelli di terra.
1. Tipo fissirostre o latirostre, dal becco
piccolo, corto, diritto, ed a larga spaccatura
(Rondine, L'ondane. Succiacapre).
2. Tipo dentiroslrc o dentato, nel quale
si trova una << sorta di dente » nella mandibola
\ l l. \s l l. ORNITOLl >GI< 0
superiore ed un intacco corrispondente nell'in-
feriore (Averla, Tordo. Rigogolo).
3. Tipo leu il irosi re 0 sottile, CO] beCCO
piccolo, sonile ed una apertura boccale poro
estesa (Picchio imi nitore).
\. 'Tipo curvirostre o curro, col becco
di tipo tenuirostre, ma curvato (Bampichino),
5. Tipo acutirostre o acuto, col becco
piccolo e molto appuntito ( Fiorrancino) .
6. Tipo conirostre o conico, co] becco
fatto a cono (Passero).
B - Uccelli d'acqua.
7. 'Tipo longirostre o lungo, becco lungo,
molle e con spaccatura poco estesa (Beccaccino).
8. Tipo pressirostre o compatto, becco
duro, leggermente analogo al conirostre (Pi-
viere) .
9. Tipo cultirostre o tagliente, becco duro,
appuntito, col dorso grosso e rotondo ed il mar-
gine tagliente (Airone).
10. Lamellirostre o lamelloso, becco tor-
nito di dentellature simili a denti, o di lamelle
sui lati del becco (Anitre).
Tale classificazione è però affatto artificiale,
ed a questo proposito ricordo, come cultrato
possa dirsi tanto il becco dell'Airone, quanto
quello dello Storno, e come quindi convenga
indicare la precisa forma del becco sotto i
relativi gruppi e non attenersi alle grandi
linee generali, che possono svisare facilmente
la verità.
11 becco ofl're casi di dimorfismo sessuale in
riguardo alla sua forma (Pellicani e Poldnella
ili unirci: così le caruncole o rigonfiatine nelle
Galline sono proprie ai maschi soltanto e man-
canti nelle femmine e le differenze sessuali di
colore sono in generale comuni (Merlo, Ger-
mano reale).
(Mi-Uccelli non offrono un naso propriamente
detto, esso è rappresentato dalle narici (nakes),
che internamente si aprono nella superficie su-
periore della bocca, mediante due fessure, e ta-
lora una soltanto; le narici si trovano inserite
sulla, mandibola superiore, talora nella mem-
brana cerosa, ma in generale sono collocate
plesso alla base ed allora sono basilari o sub-
basilari; laterali, se sui lati, mciliinie, se circa
sulla metà del becco; terminali, se all'apice
i Ipterige): superiori, se sulla parte superiore
del becco; mari/inali, se presso il tornio; cul-
minali, se sul culmine, noi qual caso possono
essere riunite in un solo tubo (Procellaria).
Sono situate in una depressione rotonda (fossa
nasale) od allungata (solco nasale), di solito si
presentano aperte, o talora chiuse, o semichiuse
da una membrana. Possono essere nude (nudai;).
ovvero più 0 meno nascoste I il' IAK| da penne
molli, o seiolo>e e rìgide, clic proiettano nella
stessa direzione delle penne della testa od in
si oso opposto, antrorse, ad esse si dà il nome
di auto i VNTIAE) e possono l'ormare due ciuffi
sui due t'ori nasali, o abbracciare con uno solo
per intero la base del becco; le narici sono
•pervie (nares perviae), quando la loro apertura
è esterna; impervie (NARES IMPERVIAE), (pianilo
non ne presentano; talora, uccelli della stessa
specie lianno le due l'orme a differenti età (Ma-
rangoni). Se sono comunicanti ed offrono un
solo t'oro, che attraversa il becco, si dicono per-
forate, ed imperforate, se tra esse esiste un setto
nasale. La loro apertura esterna può essere ili
l'orina lineare o intonila ed allora si presentano
Oblunghe, elittiche, orali ed orale: talora sono
concave o prominenti; se olirono un orlo molto
prolungato o soprastante si chiamano tabulari.
e duplicate se. essendo tubolari, lianno due aper-
ture all'estremità ili ciascuna, l'aloni osservasi
una scala nasale, che sovrasta l'omonima aper-
tura (Gallina), o che presenta uno spazio piatto
come un tetto ('Torcicollo): considerale in di-
rezione del culuiiiie, le narici possono dirsi J)n-
rallele od oblique. Una membrana ne restringe
l'apertura, e la cinge da tutti i lati, o po-
steriormente, o la sovrasta; essa può presentarsi
nuda (Bigogolo), pennuta (Merlo d'acqua), fatta
a colta (Fagiano) o piami (Cicogna), se è ri-
coperta da una polvere bianca dicesi farinosa
( Piccione).
Entro il becco troviamo la lingua, organo di
grandezza e di forma assai variabile.
Consistenza della lingua:
Carnosa (Anitra), molle O cartilaginea (dallo),
scuriosa ( 'l'orilo).
-Figura della lingua :
Depressa: cilindrica: tiilailare (TUBULOSA); htm-
brieiforme (lumbriciformis) ; rotonda .• filiforme.
"Estremità della lingua:
Acuta (ACUTA); lanceolata (LANCEOLATA), Se
foggiata a lancetta; bifida (bifida), se l'apice
è diviso iu due da una intaccatura (Corvo);
setolosa (setosa), se fornita di setole, (piando
queste sono curvate all'indietro dicesi uncinata
(uncinata), e «piando disposte a ciutt'etto pen-
nelliforme (pennelliformis), se dirette all'in-
nanzi e parallele pinniforinc (pennacea); la-
cerata (lacera), se divisa in più strie longi-
tudinali (Pecca fichi ') ; saclliforntc (SAGITTATA),
se a triangolo; rotondata ; troncata : smarginala,
se presenta intaccature.
Dimensioni della lingua:
Prece, se più corta del becco ; mediocre, lunga
e lunghissima (cfr. becco).
VII, w tNlTOl 0G1I 0
Movimenti dritti lingua:
Per i movimenti, la lingua si distingue in
estendibile (extensilis), se può essere iu parte
protesa inori della bocca; vibratile (vibratilis),
quando pini venir spinta con forza fuori della
bocca.
Superficie della lingua :
\ii'lu: papillosa, gè fornita di papille; ner-
vosa (nervosa), >-e spigoli prominenti corrono
pei unta la sua lunghezza; lacera, se tagliata
irregolarmente e piumata; ciliare (cimata), se
fornita «ti peli rigidi <> di setole; dentellata, se
Cini lamelle 0 proiezioni, simili il (lenii, nelle
sue parti laterali e l'apice conico (i,amelli-
ROSTRES).
Nella testa ilo^ii uccelli distinguiamo le se-
guenti parti: Pileo (pileus), la parte superiore
dalla base del becco alla mica, diviso a sua
volta in fnmir (frons), parte anteriore del pileo,
vertice (vertex), la pane media dello stesso;
occipite (occiput), la posteriore: nella regione
laterale della testa noto, le ritinti (lores), lo
spazio tra l'occhio e la parte laterale basilare
del becco, che può essere nudo (Podicipes),
coperto di setole [Falco) <> di penne (Pemis);
la regione oftalmica o periorbitale o perioculare
phthalmica), lo spazio d'attorno l'oc-
chio, diviso in regione sopra-orbitale, r. post-
orbitale, r. ante-orbitale, r. in/ra-orbitale ; lo
Spazio Orbitale (ORBITA), lo spazio circolare del
tutto prossimo all'occhio sia. pennuto [penne
ciliari), sia nudo; la regione auricolare o paro-
lirti (regio parotica), lo spazio d'attorno l'o-
recchio, che e di solito situato un po' al disotto
ed ali 'indietro dell'occhio : le tempia (TEMPOR l ),
lo spazio tra l'occhio, il vertice e l'orecchio,
non ben distinto dallo spazio post-orbitale : le
guancie (GENA), lo spazio tra la base del becco,
la fronte e l'occhio.
Nella parte laterale della Icsla s'aprono n'ii
occhi, essi si dicono laterali se sono situati sui due
lati della stosa, cioè uno sul sinistro e l'altro
sul destro, come nei Falchi e nella massima
parte degli I cecili, talora sono inseriti mollo
all'indietro I Beccaccia), sono anteriori, se aperti
sul lato anteriore della testa, e se guardano
quindi ambedue in avanti come nei Rapaci
notturni e nelle Miitnitlli. Come prominenza,
diconsi incassati mici u cavi) nei Rapaci diurni;
sporgenti (eminentes), se sporgono molto -ni
pia Iella testa, come nei Rapaci notturni n
incassati o superficiali (si perfn iales), se allo
-lesso livello (Iella lesta come negli A titillili, (ic.
L'occhio ha ire palpebre, l'ima superiore, l'altra
inferiore, la terza detta membrana militante
(membrana 8X< citans), es^a e trasparente e
biauco-avgentina, per mezzo di contrazioni del
muscolo piramidale viene spinta obliquamente
-lilla superficie .'intcriore dell'occhio, ed in dati
casi serve a moderare l'eccessiva luce solare
| Rapaci notturni).
(■li Uccelli non hanno orecchie esterne a
padiglione, come quelle dei mammiferi : ma
esiste un t'oro auricolare, aperto di solito in si-
tuazione postero-inferiore all'occhio e coperto
in generale di penne con struttura speciale, a
barbe molli e decomposte (cuoprilrici aurico-
lari), certamente così formate per non intral-
ciare di troppo la percezione dei suoni : il
meato auricolare è nudo negli avvoltoi e nello
si ruzzo: la Beccaccia ed i Beccaccini hanno
il t'oro auricolare sotto gli occhi o non all'in-
dietro di essi, ed alcuni Rapaci notturni of-
frono padiglione esterno, cioè una ripiegatura
più o meno prominente, che agisce come una
valvola.
La testa ed il collo di molti ucci Ili >i presen-
tano nudi del nulo o parzialmente, ma ciò non
significa che manchino all'atto le penne, bensì
che la copertura e t'ormala di filopiume, e •
degli Avvoltoi; anche la gola olire nudità . che
alle volle l'ormano sacchi golari (Marangoni)
0 borse mollo estese (Pellicani). Talora le an-
zidette parti sono ornato di ciuffi t'orinati di
penne, semplici. 0 speciali. 0 sono fornite di
creste, di coma, di verruche e di caruncole.
che costituiscono le parti aecessorù della testa
e del collo, tra le quali distinguiamo le seguenti :
Ciuffo, detto anche impropriamenteerestejè un
complesso di penne pili lunghe delle altre cir-
costanti, che -i trovano sul pileo 0 sulla nuca
e che possono venir rialzate dalla volontà del-
l'animale, e qui incidentalmente nolo. come tutti
e,ii uccelli nei II enti di eccitamento possono
ci igere le penne della testa cono a piccolo cintili,
anche se esse non sono allungate; le penne
del ciuffo ponno essere di struttura connine,
od allargate ed allungate, o presentare una tes-
situra speciale, i ciuffi possono essere aperti o
chiusi a gUÌBa di ventaglio e le penne sparse
qua e là irregolarmente od in file mediane e
trasversali od a complesso globulare, situate
nel mezzo della lesta come nella Cincia col
ciuffo, sul vertice, sulla fronte o sulla nuca ; la
loiiua più comune e quella di tipo occipitale ;
se il ciuffo e pieghevole dicesi pi.icatilis ; nel
pili dei casi esso e semplice e tilt riti it ni, ma
in alcuni uccelli caduco e temporaneo offrendo
un carattere tli stagione I Phalacrocorax gracu-
Uis); alni sono doppii e temporanei e costi-
tuiscono carattere di livrea o di sesso, come i
.< cornei li » nel maschio dell'Allodola gola gialla,
mi w :\ ICO
il collaretto esteso sulla gola e sul davanti del
collo eil i ciuffi auricolari «lei Combattente <■
così via; i dopiti ciuffi laterali non sono però
Sempre decidui, come osservasi nei cosi delti
«corni» (PENNAE AURICOLA tMES) dell' Al-
locco selvatico, e speSSO sin (imposti di penne,
ulne che allungate, singolarmente > liticale
quanto a struttura. Così negli Uccelli di Rapina
notturni ed in qualche alno genere, la parte
anteriore della testa ha le penne molli foggiate
in modo da tonnare un cerchio tacciale del lo
disco o cerchio (ZONA I Ai lAI.Is), esso è com-
pleto se è tanto alto al disopra die al disotto
degli occhi (Syrnium), incompleto nel caso op-
posto {Curine), tali piume sono molli, decom-
poste i' setolose: altre volte le. penne della,
gola e del davanti del collo l'orinano compiei i
collaretti elle sono temporanei (Combattente).
Mustacchi o baffi o basette (MTSTACES), sono
penne di tipo ordinario o setole rigide inse-
rite sui lati delle guancie verso lineili del collo
(regione o linea inalarci, anche a ino' di due
macchie (viTTAJB GENALEs), e che danno lisio-
noniia speciale all' uccello (Basettino, Fal-
cone). Barba (barba), ciuffo di peli (penne
modificate e ridotte) o di penne pendenti in-
serite alla base della mandibola interiore (Av-
voltoio degli agnelli), o sulla gola, o sulla
parte anteriore del collo e del petto. Conni
(COKNU), processo corneo di una qualsiasi parte
della testa, p. es., il corno frontale della Pa-
lamedea, o lo scudo o placca frontale del l'olio
sultano e della Folaga. Verruche o papille (pa-
im i. lai;), piccole escrescenze carnose nude si-
tuate (pia e là sulla testa ; caruncola (< \uuncula),
pure escrescenze carnose di varia forma e con-
sistenza, che si trovano sulla cera, sulla parte
superiore della testa, sul le palpebre, sul collo,etc;
barbiglioni (p alea), caruncole allungale e pen-
denti, attaccate sulla mandibola interiore e sulla
gola {Calli/*).
Cavezza (capistri ih), è la parte anteriore
della lesta tutt'attorno al becco, così distinta
quando presenta tinte che si staccano notevol-
mente dalle circostanti e formano uno spazio
differenziato (Cardellino), come la parte supe-
riore della testa (pileo) può offrire uno spazio
scuro e di tinte differenti dalle circostanti, che
si dice calotta e che forma un carattere dia-
gnostico importante (Capinera). Sopracciglio o
/'amia sopracciglia/re (supercilium o fascia si -
PERCILIARIS), si chiama una banda, di solito
di tinta chiara, che dalla base del becco, passa
sull'occhio e termina sull'orecchio, ossia costitui-
sce il bordo laterale del pileo ( Lui). Nella testa,
oltre al sopracciglio, notiamo talora anche làscio
mediane e laterali e piii precisamente ricordo:
la linea mediano longitudinale, che corre sulla
parie mediana del pileo. dal culmine alla nuca.
eche spesso è colorita vivacemente ( Fiorrancino)
e le linee longitudinali laterali, cioè quella tra
il sopracciglio e la mediana (Pagliarolo) e la
stria laterale che può essere lorale, se e sulle
redini, trasversale, se attraversa gli occhi, post-
orbitale, se -i estende solo al di là di essi ■. le
dette fascio, se strette, diconsì Strie 0 strisci, , gè
larghe haiitlc o l'osi ie.
Il Collo sembra un cilindro ; esso varia gran-
demente in lunghezza, a seconda del numero
delle vertebre «die lo formano, non è mai molto
cono, ma almeno abbastanza lungo pei toccare
co] becco la glandola uropigea (efr. p. 12) e sem-
bra che la sua proporzione stia in rapporto
colla, lunghezza delle gambe, e chi' tale dimen-
sione sia necessaria per poter con esso toccar
terra per procurarsi il cibo: pelò vi sono ec-
cezioni, come nel Citino che ha collo lunghissimo
e gambe molto corte. 11 collo e assai mobile.
esso imo essere contratto e spinto all'innanzi
con mirabile forza e celerità, in grazia di spe-
ciali muscoli e di ossa particolarmente costi une.
talora è in parte nudo o coperto di penne filiformi
e setolose, 0 fornito da altre piume orna meli tali,
come ciuffi lineali (Serpentario), od allungale,
oil a barbe disunite, che si riscontrano sulla
regione della gola, del collo e dell'alto petto
(Garzette); di rado il collo è caruncolato.
Nel collo distinguiamo: la -parte anteriore e
la posteriore; ed in quest'ultima la cerner (CER-
vix) o parie superiore del collo, la parte più
alta del collo che confina coll'occipite e si dice
anche regione cervicale; la nuca o rei/ione mi-
etile (mia) detta anche alto collo, la parte del
collo che confina col dorso; aiuhcnio > w i in -
Min), è la mediana tra la nuca eia cervice. I .a
porle anteriore del collo: si divide in inculo (MEN-
IMI), che è la parte nuda o pennuta, situata
tosto all'indietro dei due rami della mandibola
inferiore: lo spazio tra esso e la gonide (punto di
congiunzione dei due rami) è dello spazio in-
tcrrainalc (cfr. pag. '■'■): gola (GULÀ), e la por-
zione inferiore del collo, che conlina col inculo ;
gozzo (.in.ri.iMi, la. parte pili bassa de! collo
che sta tra la gola od il petto e dicesi anche
doranti del collo, come alla, gola ed al gozzo
sì da il nome generale di gola, da ciò macchia
o spazio giugulare gola.
Il Tronco è di forma ovata, talora si pre-
senta, molto compresso (Aironi) o assai de-
presso (Anitre); in esso distinguiamo una re
i/ione dorsale o Superiore (NOTAEUM) ed una
reni ni le od inferiore m. \ mi: ali li) . Comunemente
Atlante ornitologico. — hiu I
10
\ Il \\ tNl rOLOGK "
parlando, si dice il disopra ed il disotto o ;/«-
streo, intendendo col primo le parti superiori
e coi secondi le inferiori e. quantunque arbi-
traria, e divisione affatto indispensabile; so noi
immaginiamo una linea che dall'angolo del
becco corra sui lati del cullo e sui Banchi lino
sui lati della base della eoda, la parte del
Corpo clic sia al disopra di tale linea, com-
presa la superficie superiore delle ali e della
coda costituisce le partì superiori od il cosi
delio disopra, mentre quella che sta al disotto.
compresa la superficie inferiore delle ali e della
coda, costituisce le parli inferiori od il così
deito disotto e gastreo. Né il notaeum, né il
GASTRAEl M sono mai nudi, soltanto il ( . \ > ri: \ i i m
in certi uccelli, durante l'epoca delle cove. pre-
Senta qualche ]iaile nuda o semi-nuda, dovuta
al l'alto clic i delti uccelli si strappano il piu-
mino e le penne pei nascondere le uova o pei
rendere morbido il nido, lalma invece sono le
penne che si consumano sull'addome pei- lo
sfregamento palilo indio stare accovacciati a
covare: lauto il GASTRAEUM, che il NOTAEUM
presentano treni anteriori e posteriori di penne
ornamentali o porzioni coperte di penne em-
bricate, eie. Nella regione dorsale ad pie tro-
viamo: il dorso (dorsum), che sarebbe
lo spazio 'dal collo alla base della coda,
ma propriamente s'intende la porzione
alla del tronco, che confina col collo;
la schiena o regione interscapolare (in-
i i i:-i miiii m), la regione del tronco
(die giace Ira le ali; tergo (TERGI MI. o
basso dorso, la regione tra la schiena
ed il groppone; groppone (i rofygii m),
la parte estrema posteriore del tronco
(die confina col sopracoda, i suoi fian-
chi, detti lati del groppone, talora pre-
sentano penne specialmente modificate;
sopracoda è la parie più est rema del
tronco, che confina colle cuopritriei su-
periori (lilla coda, eolle ((itali spesso si
confonde o s'immedesima, e risulta con-
tiguo alla base della eoda; per munitilo
s'intende il dorso, le scapolari e le ali
piegate, specialmente quando tali parti offrono
tinte unite e speciali come uei Gabbiani, ma
talora invece mantrUti è sinonimo di tlnrsa ;
sjHilUi (humerus), e la regione laterale del
tronco contigua al collo, alla schiena ed al
petto; davanti alle spalle si trovano talora
gruppi di penne detti spallacci (hTJMKRALIA),
che sono collocati propriamente sui lati del
petio e coprono l'angolo dell'ala, quando essa
è aderente al corpo, ma si riscontrano in poche
specie di uccelli (.1 rrfi
Nella regione ventrale troviamo anzitutto : il
GASTRAEl M. (die, oltre ad essere lo spazio in-
feriore del tronco (dal collo alla coda), si consi-
dera anche per tutta la faccia inferiore del
corpo, dal mento alla coda; il petto (pectus), la
parte che copie in sterno e giace tra il collo e
l'addome, diviso in alto petto o parte anteriore
tiri /itili), ed in liasso petto o parte posteriore
od inferiore del petto; ascelle • \\n i \i . i due
lati del petto, cioè la parie sii nata presso la base
dell'ala; ipocondrio (hypochondrh m), la parte
la lei. ile del tronco situala tosto al di sotto dei lati
del tergo e del groppi e (die arriva sino alla
parie posteriore del petto e dell'addome; ad-
dome (abdomen), la regione media del gastreo
tra il petto ed il sottocoda; èpigastro (epiga-
stri! mi, la pane alta dell'addome contigua al
l'eli": ventre (venter), la parte media dell'ad-
dome contigua al sottocoda ; sottocoda (i rissi « .
la parte estrema del gastreo contigua alla base
della coda, e che confina colle cuopritriei in-
feriori della slessa, con le (piali talora si con-
fonde e corrisponde al sopracoda ; lati della testa,
tirili! titilli. i'lr.. sono le parli laterali di tali
regioni; fianchi (ima), pure gli spazii laterali
tra la regione dorsale, il petto e, l'addome;
A Li ili un I Ci'ello.
1. Remiganti primarie - 2. Remiganti secondarie - 3. Penna spuria
l. Cuopritriei primarie superiori - "•. Ala bastarda ■ n Grandi cnopri
trici secondario - 7. Cuopritriei mediane se iarie superiori - s. Piccole
cuopritriei secondarie superiori ■ 9. Remiganti cubitali o terziarie.
calzoni (femorali a), quelle lunghe penne, pen-
denti e pili lunghe (lidie altre, piantale sul lato
esterno delle ".ambe di eerti uccelli, ed in al-
cuni gruppi molto sviluppale (Falchi, l'urlili).
I.e Ali degli recelli rappresentano in essi gli
aiti anteriori, ossia il braccio umano e come
esso orinino la parte prossimale (braccio), il
cui osmi dicesi murra, la parie media (avam-
braccio), con due ossa che sono il radio e Vitina,
e la parte disiale (mano) con varie ossa, e che
e una mano imperfetta, ove notiamo, a varii
ITLÀNT] "KMTOLOGICO
11
gradi <li sviluppo, i diti indice, medio e pol-
lice rivestiti di pelle e poi di penne in modo,
che non sono visibili esternamente, nei diffe-
renti tipi ornitici essi si riscontrano più o
meno Dettamente distinti, come l'ala è svilup-
patissima nei grandi volatori ed è piccola ed
imperfetta nello Struzzo ed affini e rappre-
senta Vorgano essenziale del volo; ma negli uc-
celli che non volano serve ad altri usi. così nello
Struzzo quale aiuto alla corsa, nei Pinguini an-
tartici come paletta pel nuoto, ciò clic osservasi
aneli e nelle nostre Suolatile, che sono però anche
atte al volo: L'ala è sempre presente e perfetta
nella massima parte degli Uccelli viventi ed
imperfetta solo in pochi di essi (Apteryz, Stru-
i/iin e l'orme affini, Pinguini propriamente detti,
Ucù impennis, però quest'ultima sembra oramai
del tutto estinta .
Le penne delle ali si distinguono in tre ca-
tegorie: 1° uhi bastarda o spuria (alui.a) ;
2° remiganti (remiges), clic corrispondono
alle timoniere (cfr. pai;. 13); 3° euopritrici (li i -
rBICKS . ili' corrispondono in qualche modo
alle euopritrici della coda (cfr. pan. 13); inoltre
notiamo la faccia superiore ed inferiore del-
l'ala. La faccia superiore dell'ala presenta l'-l-
littu. ula bastarda o spuria o falsa (ai.ula),
clie è un gruppo di penne piantate sul pollice
dietro l'angolo dell'ala, in modo che giacciono
lungo il bordo esterno e frontale della -tessa,
non so la confondersi con la penna bastarda
o spuria (cfr. pag. 12), sono importanti dal
lato morfologico e talora offrono un carattere
esterno di qualche valore, presentandosi con
tinte speciali o sostenendo uno o più tuber-
coli (pollice armato) di forma più o meno
aguzza, che alle volte sono a struttura ili sprone,
in numero di uno o due e dicesi allora a Strut-
tura CAI.CARATA. I.e remiganti sono grosse penne
più o meno robuste, resistenti e lunghe, inse-
rite sull'avambraccio e sulla mano (il pollice
eccet i nato) e formano il principale strumento
del volo. Sono di forma, di struttura e di nu-
mero Variabile, COSÌ si presentano poco svi-
luppate negli Unni e mi Casoari, rudimentali
aélVApterige, molli e piumose nello Struzzo,
ridotte a coiti scalette sulla palella alare del
Pinguino antartico; variano pel numero da 1G
Uccelli ni" < n a !" I immillili . I.e remiganti
si dividono in tre categorie: Eemiganti primarie
dette anche solo primarie i rkmiges primari m
remiganti secondarie o secondarie (remiges se-
cundariae) ; remiganti cubitali o remiganti ter-
ziarie 0 terziarie 0 seemiilurie interne (RKMIGES
CUBITALE* O REMIGES TERTTABIAE). 11 loro ves-
sillo esterno è sempre più stretto dell'interno,
tranne in pochi casi nelle terziarie: le penm
Mino inserite in modo che il vessillo (•-terno
sta al disopra dell'interno di ogni remigante,
quello essendo rigido, questo più molle. È ora
provato che nel volo hanno luogo moti rota-
torii nei vari movimenti di battuta e di ripn
nei quali l'aria può passare liberamente tra li-
penne: le remiganti sono di solito lanceolate,
cioè decrescono gradualmente restringendosi e
terminano in punta, sedi un tratto divengono
strette si dicono smarginate, se presi ntano una
incisione intaccate, se tagliate nettamente tinn-
ente, se obliquamente e con margini obliqui
sinuate. I.e remiganti primarie -uno le esterne
attaccato sulle due ultime articolazioni ossa
della mano e dei diti, eccettuato il pollice . di
regola s le piii lunghe, le più forti e resi-
stenti e sempre in numero da nove a dieci, lo
Struzzo ne ha -edici : l'apice delle più lunghe
remiganti primarie costituisce in generale la
punta dell'ala, e la sua lunghi zza e data, di so-
lito, dallo spazio intercedente tra la parte ba-
silari- della mano (piniom all'apice o cima di-
stale della penna più lunga : le remiganti se-
condarie sono quelle attaccate sull'avambra
. flessibili, déboli e cedevoli; le remiganti
cubitali, terziarie, o più semplicemente dette
Secondarie interne s'attaccano sull'omero, esse
e le vele secondarie variano in numero da sei
a trenta, le terziarie non esistono veramente
in tutti gli uccelli, ma si da tal nome a due
0 in- secondarie interne di tinta differente, ta-
lora vanno confuse colle scapolari, quantunque
il pterilio (cfr. pp. 24-25) ne sia differente,
1 38e sono, come dissi, poche ed in generale in-
distinte, ma in alcuni generi, come aé\V Allo-
dole, sono molle lunghe, talora forniscono ottimi
caratteri specifici e assomigliano alle grandi
CUOpritrici in quanto a colore; come pure lum-
ie secondarie, prese in senso lato, possono avere
grande sviluppo, talora e ine (Argo) e sor-
passare le primarie in lunghezza, offrendo ca-
ratteri diagnostici importanti. La proporzione
delle remiganti primarie, specialmente, presenta
un ottimo carattere per riconoscere date specie
di uccelli, nonché per distinguere generi e fa-
miglie; ma questi (lati devono verificarsi su nu-
merosi soggetti, ne -ono sempre del mito ap-
prezzabili, giacché lo sviluppo delle penne può
riuscire incompleto pei- la muta o p088 iSSBl
consunte, spezzate od accorciate dalle intem-
perie o dall'uso diuturno, sicché per accertarsi
di un carattere differenziale conviene possedere
più esemplari e presi in epoche differenti. Altro
carattere ottimo è quello offerto dalla la remigante
primaria 0 la 10'. come altri dicono, hi (piale
12
ATLANTE ORNITOLOGICI >
varia assai nelle dimensioni, si dice penna
spuria o jiniiid bastarda 8e misura un terzo o
meno della -J , talora è metà (li essa, tal'all la
molto lunga o invece rudimentale, piccolissima,
imperfetta (obsoleta) e può confondersi con
una cuopritrice, tal' altra sarebbe mancante. A
distinguerla, il Savi dice, che, se è una cuopri-
trice, avrà la sua pagina inferiore appoggiata
sulla pagina superiore della seguente remigante;
che se invece è una remigante, avrà la sua pa-
gina superiore appoggiata sulla inferiore della
più prossima remigante, ina a me pare che
non si possano mai confondere. Alcune famiglie
di Passeracei (Fringillidae, Motacillidae. Hirundi-
nidae) sono caratterizzate da nove remiganti 1"'
(Oscines novempennatae - Passeresfringilliformes).
ammettendosi che la penna spuria o 1 ' remi-
gante primaria manchi; in realtà però sembra
ch'essa sia sempre presente, ma si offra affatto
rudimentale, imperfetta, stretta, rigida, e del
tutto nascosta dalla sua più lunga cuopritrice.
ciò che renile impossibile vederla dal di sotto,
ed il carattere così enunciato sorse in l'ausa
dei pochi individui osservati dagli Autori, come
accade sovente; sicché di regola, in quelle fa-
miglie, nelle quali si suppone manchi, invece
nove sarebbero le primarie con completo svi-
luppo e la spuria, o 1", o 10a sarebbe ridotta
ad una penna di minime dimensioni, nascosta
dalle 1'' cuopritrici e dal vessillo esterno della
2a remigante primaria e talora misurerebbe
meno di ni. 0,UI003 in lunghezza totale; ed in
generale si intenderebbe significare ciò, quando
si dice che la penna spiniti è mancante.
Le Cuopritrici (tectrices) sono le penne de-
stinate a coprire e rafforzare la faccia superiore
ed inferiore dell'ala, e si possono paragonali'
alle cuopritrici della coda, ma ne differiscono,
essendo di regola forti e resistenti; esse si sud-
dividono in cuopritrici superiori ed inferiori,
e quelle in due gruppi, cioè (A) quelle che
s'inseriscono sulla mano ornitica (PINION) e
coprono le basi delle primarie remiganti, e (JS)
quelle che coprono la base delle remiganti se-
condarie, e la parie dell'ala, sovrastante, quindi
abbiamo : A -Cuopritrici primarie superiori, dette
anche cuopritrici superiori licite remiganti pri-
marie, o cuopritrici maijijìori esterne, s'inseriscono
sulla mano ornitica. coprono la base delle pri-
marie remiganti e sono in due serie, la seconda
delle (piali più piccola e sempre nascosta dall'ala
bastarda. />' - Le cuopritrici della seconda ca-
tegoria, del te cuopritrici seco mia rie superiori s'in-
seriscono sull'avambraccio e sono divise in tre
categorie: a) - grandi cuopritrici secondarie su-
periori (tectrices m ijores o pteromata), dette
anche semplicemente grandi, maggiori o pri-
marie cuopritrici, sotto il quale ultimo nome pos-
sono confondersi con le cuopritrici del gruppo
-I. sono le più grandi e posano in gran parte
sulla base delle remiganti -' . offrendo caratteri
speci liei importanti per le tinte e perle fascie api-
cali e basilari, che talora presentano: />) - cuo-
pritrici Mediane secondarie superiori (TECTRICES
mediae o pula), dette anche semplicemente
cuopritrici mediane, o cuopritrici secondarie sono
quelle che coprono le grandi cuopritrici e stanno
tra esse e le piccole : e) - piccole cuopritrici secon-
darie superiori (tectrices parvae), dette anche
cuopritrici piccole, o minori, sono più serie di
piccole penne inserite in modo da coprire la base
delle cuopritrici secondarie e la porzione più an-
teriore dell'ala : le cuopritrici dell'omero I termine
poco usato) sarebbero serie di piccole penne in-
serite al di so; ira dell'omero, non sempre presenti,
molto sviluppate nelle Anitre, nelle quali pos-
sono facilmente distinguersi dalle scapolari, con
le quali vanno sovente confuse; il paraptero
(PARAPTERUM) o penne scapolari, sono lunghe
penne che originano dall'omero e si dirigono
verso la parte posteriore del tronco, sono più 0
nicno allungate, e coprono in varia misura l'ala.
quando è chiusa; per eamptei'io (camptekium),
si intende quella rivestitura di piccole penne
che nasconde il margine anteriore dell'ala, spe-
cialmente sull'angolo anteriore (lidia stessa ; an-
golo dell'ala (flexura alae), è l'articolazione
del cubito col cor] io ; margine dell'ala (margo
alai.), è la serie di piccole penne che coprono
il solo spigolo anteriore dell'ala ; specchio (spe-
COLUM), è una. serie di penne sopra e sotto
l'ala, che offre, nella parte esposta, colore ben
distinto dalle circostanti e più che altro si ap-
plica allo spazio lucido, metallico, e talora a
riflessi che giace, a forma di parallelogrammo,
sulle remiganti secondarie delle Anitre; ditto
spazio può essere anche di colorazione ordinaria.
ed esteso pure sulle stesse porzioni, o su parti
leggìi incute più larghe (Averla maggiore) o
sulla base delle remiganti (Stercorario), ed in
altre parti delle ali. tanto nella faccia superiore
che nell'inferiore; nella superficie inferiore delle
ali troviamo le sue cuopritrici inferiori (TEC-
TRICES INFERIORES), che si dividerebbero in
primarie e secondarie, come per la faccia supe-
riore, iliache per maggior comodità si chiamano
cuopritrici inferiori delle ali, faccia inferitile
dille ali. o disotto delle ali; ascellari (axillares),
si dicono quelle penne inserite presso l'artico-
lazione dell'ala col corpo, sono le più interne,
le più lunghe e relativamente rigide, ed in alcuni
gruppi (Anitre) presentano speciale sviluppo.
Ul.wil ORNITOLOGICO
L3
('unir forma, le Ali (remiganti) possono essere
appuntite (aci i ae), quando alcune remiganti
-olio assai piu lunghe delle altre; rotondi
(rotundatae), quando esse decrescono gradual-
mente in lunghezza; pinniformi (pinniformes),
cioè molto compresse a guisa ili paletta e co-
perte ili penne ili apparenza squamosa : come
dimensioni, brevi (bretes), Be chiuse e piegate
(st;itn ili riposo) giungono con l'apice sui lati
del groppone (Strolagfte) ; mediocri (mediOi ki - .
quando raggiungono la base della coda : lunghe
(longae), quando ne sorpassano la base; lun-
ghissime (longissima e), so ne oltrepassano l'a-
pice <• talora anche notevolmente I Fregata i : inol-
tre possono essere larghe .1 irgae); ristrette (an-
GUSTAe), etc. ; come superficie, quasi piane
(fere n.AN \k), convesse superiormente (superne
C0NVE3 \i:), concave inferiormente ( inferne con-
1 lvae), quando le remiganti sono formate in
inolio elio l'ala ne risulta fortemente convessa
al disopra e concai a al ili sotto, onde gli Uccelli,
elevandosi a volo, fanno uno strepito sensibile
come nelle Staine. Si dicono ali volatili (vo-
latii.es), se le remiganti sono lunghe ed atte
al volo, inette (ineptae), se imperfette, molli
e non adatte al volo: tubercolate (tuberco-
LATAE), se fornite di uno o più tubercoli nel-
l'angolo anteriore; spronifere (calcaratae), se
nella stessa regione hanno due 0 più sproni.
La coda ornitica nulla ha da che fare con
quella dei mammiferi, sempre parlando degli
uccelli viventi; essa non ha scheletro osseo,
nò rivestimento cutaneo, e non è organo prensile
0 adattato pel nuoto, ma risulta semplicemente
composta di penne sostenute dalle ultime ver-
tebre anchilosate dette il portacoda e fornita
alla sua base di una gianduia speciale, delta
uropigea (elaeodochon). Tale glandola semina
a due lobi od a t'orina di cuore ed è costituita
da molti follicoli, 0 tubetti contorti, che si riu-
niscono assieme, l'ormando all'esterno una pic-
cola, apertura fornita di uno o più pori come
t'ossero piccoli capezzoli, questi pori secernono
un ti nido grasso che può o essa dare nat m allunile
od essere spremuto, anzi, quando gli uccelli vo-
gliono rendere impermeabili le loro penne pre-
inolio col becco la glandola e ne levano delle
goccio con le quali ravviano, spalmano e lubrifi-
cano le loro penne, in modo che ha luogo il fe-
nomeno dell'acqua che non bagna, ma che <• corre
giù .>. La detta glandola e mollo s\ iluppata negli
Uccelli aquatici e nel gen. Pandion, è piccola
negli reeel li terrestri ed, a quanto pare, manca
negli 8truzei, nelle Otarde, nei Pappagalli, etc;
essa è talora esternamente fornita di un anello
pennuto, alla cui presenza o mancanza si diede
notevole calore, anche pei glandi divisioni or-
nitiche (cfr. Olassifieaeione .
Nella cnda troviamo le cuopritricii ri
e le timoniere ri i i ri< i s . Le cuopriMci difen-
dono e proteggono la base della coda, Bono
molli, ed in ciò differiscono da quelle delle
ali: vengono divise in superiori ed inferiori, a
seconda che sono inserite nel notaei u 0 sul
CASTRA KUM; le ciiupril riti inferiori ditta inda
o sottocaudali (tei crii er si bi m uai.es) sono
di solito piii molli e più grandi, in generale 1
arrivano alla metà della coda, ma talora toc-
cano quasi il suo apice, si chiamano anche
alle \niii-. pei- brevità, sottocoda ; le cuopri-
ina superiori dilla coda 0 sopracaudali
un 1- SUPERCAUDALES), sono più resistenti,
talora molto culle, lal'allta enormemente svi-
luppale, come nel Pavone, nel quale le penne
maestose, che si chiamano di solito coda, altro
non sono che le cuopiitiici superiori assai al-
lungate e ehe coprono la colla in limilo che que-
sta appare nulla, anche esse >i chiamano talora
sopracoda e non si distinguono dalle penne
del groppone, però tanto le cuopriMci inferiori
che le superiori variano notevolmente di forma.
ili dimensioni e di struttura, «rune nelle cuo-
pri Ilici, cosi nella vera coda 1 timoniere) abbi.-
una faccia superiore ed una inferiore, che ta-
lora non hanno eguale colore. l'ano eri 0 (PA-
RACERC1 M) e il complesso di penne inserite
sulla parte bassa del groppone, quando esse
coprono del tutto, o «piasi la superficie >upe-
riore della coda.
Le timoniere o uh ici ( 1:1. n.-n 1-:. dette anche
penne della eotla. sono penne grandi e robuste,
Ialina rigide, o molli e piccole, il cui vessillo
esterno è più stretto dell'interno, con l'ecce-
zione delle due mediane nelle quali talora e I
eguali : esse Mino inserite a paia uno sull'altro
in modo che il centrale è il più alto e giace coi
suoi vessilli sulla prossima penna <li ogni lato
e cosi successivamente, a modo di piramide,
come dice il Coues; il loro numero è vario, in
generale è di li paja 12 penne 0 di 4 paja
8 penne, il massimo e. di regola, di 1:1 paja:
quando le penne sono meno di dodici, manca
il pajo o le paja esterne; le timoniere possono
essere molto corte, come nella Quaglia, quasi
nulle, rudimentali ed a piumino (Svassi), ri-
gide e l'orti (Picchi), lunghissime (Cuculo), 1 te
La coda si presenta di solito a ventaglio e
quando e semichiusa può a\eie le seguenti
forme: eguale 0 troncata (tri m ita, lequalis,
INTEGRA), se le timoniere sono di pari lun-
ghezza e presentano all'apice una linea retta,
(piando la linea è rotondeggiante dicesi rotonda
14
ATLANTE ORNITOLOGICO
(rotondata) ed è la forma più comune; sub-
troncata (subtrdncata), se le timoniere diven-
gono gradualmente, ma di poco più lunghe
quanto più ci avviciniamo alle mediane; gra-
duata (graduata), se le timoniere est e me sono
gradualmente, ma ili mollo più lunghe quanto
Principali forme della coda di un Uccello (Da C 8).
ade, rotonda; aect graduata; aie, cuneato-graduata; ale, cuneata:
aie, doppiamente rotonda; /e g, quadrata; fqg, smarginata ;/» eo g, dop-
piamente smarginate; p ì m, forcuta; pem, fortemente forcuta; pbmì
forficata.
più ci avviciniamo alle centrali : appuntita,
quando la coda cuneata presenta timoniere
strette ed mine; cuneata (cuneata), una coda
graduata colle timoniere mediane mollo allun-
gate; /ornila (FORFICATA), una coda colle ti-
monieri' esterne molto più lunghe delle interne,
e queste gradualmente più corte, mano mano
che ci avviciniamo alle due centrali ; se la
coda è poco forcuta dicesi leggermente forcuta;
se lo è molto profondamente forcuta, forficata,
questo essendo il limiti' estremo di biforcazione,
talora il pajo esterno ha prolungamenti filamen-
tosi : biforcuta (bifurca), colle timoniere esterne
di poco più lunghe delle interne, che sono eguali
tra loro, però forcuta e biforcuta si scambiano
a vicenda e si usano reciprocamente: smar-
t/inala (EMARGINATA), se le timoniere sono gra-
dualmente, ma di poco più corte «pianto più ci
avviciniamo alle centrali : doppiamente rotonda.
quando, invece d'avere la linea apicale roton-
deggiante, presenta un'intaccatura mediana
con un orlo convesso, ma rotondo su ogni lato
dell'intacco, cioè quando la coda e forcuta nel
cenilo e graduata sui lati; è invece dopjiia-
mente smarginata o doppiamente forcuta, quando
osservasi una proiezione mediana con conca-
vità laterali sul margine posteriore (lolla coda:
code speciali sono quelle di alcune varietà
domestiche del (latin.* bankiva e quella del-
l' Uccello lira: la coda può ossele compressa
(compressa), quando le timoniere esterne sono
verticali e lo interne oblique, inserite queste
su di un piano superiore, e quelle su di uno
inferiore; navicellare (navicularis), se colle
timoniere esterne oblique situate in liasso in
modo, die la coda superiormente è cava ed
inferiormente carenata: può essere larga od
aperta I vri ih \. expansa), quando le timoniere
sono tulle visibili, ristretta o chiusa i \m;i sta,
il, ai -ai, quando non lo sono che in parie;
dilatabile (expansilis), quando da
chiusa può essere aperta lincili' ;i
forma di ventaglio (flabelufor-
mis); oscillante (oscillans), se può
avere movimento oscillatorio ; vei'li-
mie: Orizzontale; ascendente | ISCEN-
dens); tJ«scen<?e«<e(DisCENDENS), etc;
le penne (timoniere) poi si presentano
lineari, se mollo strette ; filamentose,
se multo lunghe e sottili ; lanceolate.
se larghe alla base e strette all'a-
pice; acute, se molto appuntite : acu-
minale, se ad un tratto divengono
appuntite verso l'apice; spati/late,
se mollo larghe all'apice; mucro-
nate o spinose, se il rachide si pro-
ietta nudo al di là del vessillo; troncate se
tagliate trasversalmente idi' apice; incise si-
col bordo apicale concavo, etc. La lunghezza
relativa della coda ed il numero delle timo-
niere, che la compongono, sono buoni caratteri
di classificazione, beninteso quando lo sviluppo
è completo. Così per coda eguale o subeguale
alle ali non si intende che le dimensioni reci-
proche sono pari o quasi, ma si vuol significare
che le ali chiuse col loro apice toccano o quasi
raggiungono l'apice della coda, quando lo sor-
passano, si dice che le ali sono più lunghe
della colla, e così via, ciò che è naturalmente
di poco valore in uccelli preparati o di sviluppo
incompleto.
Dobbiamo ora considerare le estremità po-
stilimi, che servono per camminare, salterel-
lare, nuotare, appollaiarsi sugli allieti, rampi-
care sugli stessi, con o senza l'aiuto del tarso
o della coda, e che talora rappresentano un
organo prensile (Rapaci, Pappagalli), si chia-
mano anche estremitàpelviche, perchè si attaccano
alla pelvi (bacino); variano mollo come struttura
e lunghezza, sono cortissime nel Rondone e
lunghissime nel Fenicottero, e si suddividono
in tre parti: la. prossimale (coscia, comunemente
detta anche femore), il cui osso dicesi femore,
la parte media (gamba, comunemente detta an-
che tibia) con due ossa, che sono la tibia e la
fìbula, e la parte distale i piede, nel quale nel
linguaggio comune distinguesi il tarso e le
dita), formato in realtà di un tarso-metatarso
e di serie di falangi costituenti lo dita : la tibia.
il tarso ed i diti soggiaciono a grandi va-
\ 1 i \ N I I ORNITOLOGICO
15
riazioni. Il /'emine o coscia mimi r i sempre
carnoso, molto grosso e relativamente to;
la tibia (tibia) esternamente appare ili un solo
osso, è la inule che si articola sul femore
e sul tarso, è grossa e carnosa, del tutto
od in parte coperta ili penne, diviene sot-
tile e contratta verso il ginocchio, e volgar-
mente si scambia per la coscia ; ginocchio
(geni | è la giuntura del femore colla tibia
e forma un angolo, ili solito, nascosto dalle
penne dell'addome e rivolto ali1 innanzi, cioè
verso la lesta, come nella specie umana : il
tarso (tarsbs) è subcilindrico o circolare ed
è la parte tra la tibia ed il podio, non è car-
noso, ma coperto di integumento, di solito
corneo, molto spesso nudo, talora piumato in
]iarte o nel tutto e comunemente si prende
per la tibia; quando la regione più bassa della
tibia presso il garretto non è carnosa, ne pen-
nuta si dice che è seminuda e tale parte porta il
nome di cnemidio (CNEMIDIEM) ed è coperta
dalla podoteca : se sul cnemidio \i è un cerchio
colorato, questo dicesi anelili o armilla (ak-
mii.i.a) e talora è ornamento temporaneo ; gar-
retto (suffrago) è la giuntura della tibia col
tarso, che tonila un angolo rivolto all' indietro.
cioè verso la coda, in senso opposto a quello
che osserviamo nella specie umana ed a cui,
del resto, corrisponde solo in parte ; piede
(pes) è chiamato il complesso del tarso e dei
diti, quantunque nel comune linguaggio indichi
solo questi ultimi, ed il tarso si prenda per
gamba; podio (podium) è il complesso dei diti,
che posano più o meno del tutto sul terreno;
linda lini (l'ODARTHia )l) è la giuntura del podio
col tarso: podalica (pODOTHEi \) è l' integu-
mento corneo modificato (Uccelli di terra) o
coriaceo (Uccelli aquatici) del tarso e del podio,
che non è mai contiguo, ma suddiviso in seg-
menti quasi scalari; quando la podoteca offre
molte suddivisioni (scudetti, reticolati) dicesi
sckisoteca (schizotheca), oloteca (olotheca)
quando la podoteca è a lamina intera (squa-
mata, laminata). Il tarso consta delle parti
seguenti: acrotarso i lcroi lrsitjm), che è la su-
perficie anteriore del tarso tra il garretto ed
il podartro, paratami (pakatarsium), la super-
ficie laterale della stessa porzione ; jiinnta o
pialliti del tarso (et. anta, ri. anta tarsi), la
superficie posteriore della stessa; se il para-
tarso risulta rivestito di una sola lamina con-
tinua, che si unisce all'opposto sulhi parte me-
diana della PLANI \ i IRSI in modo da formare
colla congiunzione uno spigolo prominente, si
dice che il paratarso è laminipliinlare e LaMI-
NIPLANTARES gli uccelli che presentano tale
particolarità (molti Osi li Uccelli nei
quali la PLANTA TARSI e invece rivestila ili
scudetti si dicono Scutelliplantares (Alau-
didae); calcinimi (cali \\m - è la prominenza
inferiore e posteriore del tarso, prossima al
garretto; sprone (calcar) e un processo corneo
situato nella pianta del tarso, di ligula conica,
più o meno allungato ed appuntito, quando e
unico il tarso si dice spronato n ih n:\n-.
quando è doppio bispronato (cu ili iratus),
però talora se ne osservano anche più ili due
(Ithaginis); lo spume e organo sessuale ma-
schile, ('mar Jiiinra. il tai'SO può essere intonilo
o tenie (teres), cioè quasi cilindrico; com-
presso (COMPRESSUS), eoi lati quasi inani: ca-
renato (< >. rinati - . con uno spigolo sulla su-
perficie anteriore, sulla posteriore od in una
delle laterali: per V integumento, mulo (\i pi - .
86 I \i Sono ne peli, ne penne: coperto
(TECTUS), se rivestito di peli 0 di penne più o
meno perfette, se queste sono Setolose si dice
irsuto (niK-i rus) ; se lanuginose e molli, la-
noso (LANUGINOSTJS), Il Podio consta di aero-
podio i M ROPODI1 Mt. che e la superficie supe-
riore di tutto il podio, di solito scudettata ; la
palma I PALMA | ne e l'inferiore; pici no PTERNA),
la porzione della palma sotto il poliamo ed è
spesso prominente. Negli Uccelli viventi i diti
non sono mai più di quattro, e questoè il caso più
comune, talora ve ne sono tre. due nel solo
Struzzo: però nelle specie Europee il loro nu-
mero va da tre a quattro e gli uccelli tutti
sono digitigradi, cioè camminano esclusivamente
con i diti, eccello il Pinguino che tiene il tarso
a terra ed è il solo planHijnnlo. (sembra che
lo siano talora anche le Strolaghe e gli Svassi);
quando manca un dito, esso di tegola è il po-
steriore, eccetto nel gen. Geyx ed Alcyon, nei
quali il dito interno è rudimentale e cos'i di-
cesi per quello interno nel gen. Ckolomis; nello
Struzzo manca il posteriore e l'interno. I diti
sono composti delle seguenti parti: acrodattilo
(ACRODACTYLUM), è la superficie superiore di
cadaun dito; ipodattilo (hypodactylum) ne è
l'inferiore, e si presenta a granulazioni picco
lissime e talora anche a tubercoletti o /ilari;
paradattilo (paradacttlum), ni' è la parte la-
terale, se e distinta per qualche particolarità
dall' ipodattilo ; le falangi (phaj lnges), sono
gli articoli dei diti; il ri:oiiie!iin (RHIZO-
nii ini M), e la falange estrema che porta l'un-
ghia e lilari (TYLARl), si dicono le piccole ri-
gonlintiire, come a tubercoletti. che SÌ trovano
stili' ipodattilo sotto le falangi dei dil i : per la
direzione i diti sono anteriori, posteriori. 0
salili: anteriori (ANTICl), quelli diretti all'in-
Ili
vi [.ANTE ORNITOLOGI! 0
Piede Bindattilo ( 1
Danzi, talora Io Simo timi (Rondone) ed il pol-
lice è il più interno, altre volte due sono ri-
volti all' innanzi e, (lue all' indietro (Picchi) e
costituiscono il piede sigodattilo, i due rivolti
all' indietro sono il pollici' e l'esterno, tranne
nel gen. Trogon (pollice ed interno), il più
cl<lle volle tre sono anteriori ed imo posteriore
(pollice), quando vi sono tre diti sono lutti an-
teriori, eccetto nel gen. Picoides, nel quale
l'esterno e volto all' indietro ed il pollice
manca; sindattilo, anisodattilo o singeniesio
dicesi il piede
quando il dito
mediano e l'e-
sterno sono riu-
niti per quasi
tutta la loro lun-
ghezza e sonori-
vestiti dalla pel-
le, come fosse un
unico dito (Alcedo) ; posteriori (postici) s
i diti rivolti all'indietro ; rosa/ili (versatiles),
quelli clic poss esser rivolti tanto all' in-
nanzi, quanto all'indietro (il pollice dei Rapaci
nottanti). Ter situazione, i diti si suddividono
in: u) dilli posteriore, pollice o primo dito
(iiai.i.ux) collocato e guardante all'indietro, se
non è versatile, ha quasi sempre due falangi,
esclusa la basilare, esso varia assai di dimen-
sioni, può essere basilare (Procellaria), lungo
(pianto uno degli anteriori o più lungo di
lutti: dicesi incombente (inCUMBENS), quando
è inserito sullo stesso livello dei diti anteriori,
elevato <> insistente (insistens), quaudo è inse-
rito sul tarso al disopra del loro livello, nel
piinio caso tocca terra anche per tutta la
sua lunghezza, nel secondo col solo suo apice,
(piando non la tocca adatto dicesi remoto.
(rEMOTUS), masi usano anche i molli elee, ilo
mi insistente ; li. dito interno, indice 0 seeonilo
dito (internus, index), ha sempre tre giun-
ture (tranne nel gen. Ceyx ed Alcyon) ed è
quello situato sul lato inter lei piede: e) dito
mediano o terzo dito (medius), ha di solito
quattro falangi, talora tre [Rondone), è quello
che sta tra, l'esterno e l'interno ed è in ge-
nerale il più lungo di tutti : ti) dito es'ei no.
anulare o quarto dito (externus, anularis)
ha di solito quasi sempre cinque falangi, può
averne (piatirò (Succiacapre) otre (Rondone),
ed e quello che giace sul lato esterno del
piede, esso e l'interno sono in generale sub-
eguali od eguali, ma. quando non lo sono, di
solito l'esterno è il maggiore dei due: il dito
mignolo umano non è rappresentato nella classe
Ol'nitica. Riguardo a lunghezza e grossezza i
(liti si distinguono in brevi (BREVES), se più
(•orli del tarso; mediocri (MEDIOCRES), se sub-
eguali; lunghi o lunghissimi, se più lunghi di
esso; deludi (ni cu I - i, -e molto più sottili del
tarso; robusti ;\ w.inii. sedi poco più sottili;
sono liberi ( ricini i. se separati dalla base al-
l'apice; collegati (colligati) o riuniti, se i diti
sono legali assieme da una membrana estesa
uà gli anteriori, dicesi allora che il piede
e palmato (Anitre) ed in tal caso il dito po-
steriore può essere libero (ANATINAE) o munito
Piede «li Man ca >■
l.\\ V11XJK).
l'ini.- ili Fuligula fuligxila
(Fri. ii. i i.i\ u i.
di un lobo membranoso (Fuligulinae), talora
la palma di un dito è più eslesa che quella di un
altro (Sterna); se il posteriore s'attacca anch'esso
con membrana agli anteriori, dicesi che il piede
è totipalmato o stegano (Phalacrocorax), le mem-
brane o palme pos-
Pied< totipalmato
( Phalacrocorax).
sono avere il loromar-
gine apicale munito
di intaccature ed al-
1 loia diconsi incise ;
gei»lJCOÌ%rttó,SEMICOL-
LIGATI, sono i diti
(piando parzialmente
muniti di membrane,
che se sono estese solo alla base del piede,
esso dieesi pohnolo allo base e se sino a metà
lunghezza semipalmato; abbiamo inoltre che i
diti olirono talora membrane laterali espante
sui lati soltanto e che lasciano i diti semi-
liberi, quando esse hanno intaccature presso a
poco eguali in numero
a quelle delle falangi
diconsi piedi fessolobatì
o piiiniiti Folaga); quan-
do non hanno smargina-
tura, lobati i Svasso); nei
diti dei Galli di mon-
tagna troviamo come
frangie tagliate a den-
tellatura acuta, che sono
prodotti di sostanza cornea e si trovano inseriti
sui lati dei diti e questi premi i allora il
nome di peninoti o seghettati (serrati). Ri-
guardo la podoleeo od integumento i piedi ed
il tarso possono essere: sendeltiili (SCI TEIXATl),
se coperti di lamine abbastanza grandi, qua-
!
Piede lobato
I Si -ISSO)
\ Il INTE ORNI rOLOGK 0
17
tirate e talora embricato, cioè .soprapposte
le uno allo altro collo estremità e coi margini
laici ali ; (niellati (anulati), quando hanno una
fila longitudinale ili scudetti, ognuno dei quali
k
Piede pettinato [Gallo cedrone),
cinge il tarso; clipeati^ ctpeati), quando coperti
di lamine abbastanza grandi di figura pentagona
oil esagona; squamosi (sqi unni, quando co-
perti ili piccole lamine, di solito rotonde e
squamiformi ; reticolati (reticolati), quando
rivestiti di piccole lamine disposte come le
maglie di una rete, non embricate e di solito
trS ...... _ &}
3tcl
i ; \\t \ i irsi degli Svassi. Il tarso può essere
scudettato anteriormente, reticolato sulla por-
zione laterale e posteriore o interamente reti-
Colato e COSÌ via, come pure può presentare inte-
gumento differente da quello del piede,
cioè questo BCUdettatO, quello retico-
lato, eie. le espressioni anellati, clipeati,
Stivalati si usano poco nella terminologia
italiana e si dice piuttosto tarso coperto
di scudetti esagonali, pentagonali, lami-
nari, ite., adoperando il significato, an-
ziché il nome che lo designa. L'inte-
gumento delle appendici pelviche è in
parte nudo ed in parte piumato, e le
penne hanno Struttura dilli unti' da quella
del petto, raramente sono lunghe [cal-
zoni) ; la tibia è in generale piumata nella
parte alta, e talora anche in tutta la sua
lunghezza, il tarso di solito e nudo, ma
talora può essere piumato (pLUMOSl S , CO
me nell'Aquila, anche sul piede, ed allora
si dicono calzati (densi pennati) come nel-
l'Allocco e nel Lagopus; calzarli rni), sono
penne lunghe, simili a quelle dell'ala, cui so-
migliano in struttura, in grandezza e nel lato
di inserzione, che crescono sui piedi ili certi
uccelli, come il Piccione trombettiere e la Gal-
lina di Bantam, e che S inserite sul lato
esterno di quelli. Per l'e-
quilibrio, i piedi si pos-
sono dividere: in centrali
ed eccentrici, sono centrali
od in equilibrio (i entrali,
AEQUILIBRES) , quando so-
no situati nel mezzo del-
l'addome, in modo ehi- il
tronco vi stia sopra «piasi
orizzontalmente ; sono 1 1
centrici o non in equili-
brio (EXI I VI RII I, \\ ERSI .
quando si trovano inseriti
molto all' indietro \ cimi
il sottocoda, in modo che
Diagramma del rivestimento cutaneo del tarso (da ', non potrebbero sostenere
a, Forma reticolata [Piviere) - 6, seudettata e reticolata [Piccione) - <■. a squammee il tronco se cs>o, il collo
a lamine [PetUroeto) • d, tarso scodettato, laminiplantare (Mimi mie) • lt-4t diti - „ i.. .,,♦.. ,.,.,,
.... ..,.. jt* ni jii. ,' e i.i loia iioii.i\*s,Mio
'/■*, laiso - Mei, .', ' dito (tal tarso ;ill apice dell mietila.
posizione verticale.
I Piedi negli Uccelli s > costituiti favore-
volmente alle loro abitudini, e come li/iu si
possono così scindere :
Tipo Accipitrino, piede potente, con unghie
torti, acute e curvate ( Astore).
Tipo Rampicante oscansorio, piede zigodattilo,
con ipiattroditi.o tre, mancando il pollice, allora
il dito anteriore esterno e invece posteriore e Ver-
satile, unghie bene sviluppate e curvate (JPiechio).
esagonali; stivalati (caligati), quando coperti
di grandi lamine senza frequenti divisioni,
perciò né scudettati, nò reticolati; granulati
(granulati), quando le reticolazioni hanno la
l'orina di prominenze, che sombrano gl'anellini
e che rendono talora ruvida la superficie dei
piedi, se tali ruvidezze sono molto palesi si
dicono scabrosi (scariosi) e se raggiungono un
grande sviluppo, seghettati (SERRATI), come la
Atlante ornitologico. — Parto I.
18
Ali. ANii ORNITI ILOGICO
Tipo Insessore o appollaiatore, pollice lungo
e bene sviluppato, gli altri «liti sono liberi dalla
base i Passeracei).
Tipo Ttaszolatore o rasore, piede grosso, con
pollici- elevato ed unghie corte e poco appun-
tite t Gallinacei).
Tipo Grallatore •> cursorio, piede con minimo
potere ili prensione, pollice ridotto od elevato,
(arso allungato (Grallae).
Tipo Natatorio o nuotatole, piede palmato
del latin (stegano), semi-palmato o fesso-pal-
mato (Uccelli acquatici); vi sono inoltre le sud-
divisioni in ambulatorio, gressorio, etc, tutte
distinzioni die un tempo offrivano grande va-
imi- pilla sistematica, ma che oggi sono quasi
completamente abbandonate.
Unghie (unguis); ciascun dito è terminato
ila un' unghia che è cornea, più 0 meno ap-
puntita e curvata all'apice, talora, il pollice uè
è privo od essa è rudimentale; sono ottuse negli
Svassi, poco appuntite nei Gallinacei, assai adun-
che e talora per dir così retrattili nei Rapaci,
straordinariamente allungate nei l'olii sultani;
lineila del dito pollice è spesso la più grande :
prendono il nome dal dito cui appartengono,
cioè: 1.' unghia = unghia del l.°dito; 2." un-
ghia unghia del '-'." dito, etc. D'inverno
in certi Gallinacei (Lagopus), esse raggiungono
grande sviluppo, questi allungamenti s pero
perduti per cambiamento di stagione e si può
dire per effetto meccanico.
fonie forma, le unghie si distinguono in de-
presse, compresse, rotonde, bislunghe, lesini/ormi,
cilindriche, cioè cave internamente, convesse o
tubuliformi esternamente. Ter direzione, esse
sono diritte, adunche o curiate [adunci (')];
se terminano in un uncino rivolto all'ingiù,
ricurve, che si usa anche nel significato di
adunco, ma. nel vero senso della parola, quando
l'uncino è rivolto all'in su. Per Vapice pos-
sono essere aguzze, acute ed ottuse. Talora
presentano uno spigolo dorsale; quando il mar-
nine è distinto dal resto della loro superficie,
si dice che sono marginate (marginati) e
crenate (crenati), se il margine è intaccato;
pel margine interno l'unghia del terzo dito
può essere dentellata <> pettinata, serratus
(Suiti. Anl<<t), canicolata ( caniculatus ) o
solcata (sulcatus), quando i due margini sono
molto vicini inter se e ne deriva un canaletto.
beninteso nella superficie interiore delle unghie;
sono infine pinne se non lo presentano.
B. - Penne e loro struttura,
muta, aberrazioni di colorito, pterilografia.
L'indumento (l) degli Uccelli consiste, nella
sua massima parte, di penne; come è noto, un
uccello può definirsi «animale coperto di penne»
e nessun altro essere ha alcuna struttura para-
gonabile ad una. penna ilei tutto sviluppata,
le filoplume sono [loco pili che peli, ma i pro-
cessi di sviluppo servono a nettamente sepa-
ramele. Sembra che alcuni Decolli t'ossili, come
VArchaeopteryx, non avessero che penne salit-
ali e sulla coda, di altri non conosciamo che
lo scheletro, 'l'auto i peli, che le penne sono
prodotti dalle cellule epidermiche della pelle
ed appendici tegumentari, le penne presentano
un rivestimento ed un contenuto, quello è l'as-
sieme di depressioni concentriche di cellule
cornee, questo è una derivazione del derma
e consiste di tessuto connettivo. Quanto allo
sviluppo, un pelo s'inizia con un ingrossamento
dello strato malpighiano, elio cresce entro il
derma; una penna invece è anzitutto una pic-
cola scaglia, che è piantata colla base in una
depressione cutanea e circondata da una de-
pressione circolare. Questa papilla gradualmente
si profonda nella pelle ed assume una t'orma
cilindrica follicolare. Le cellule dello strato
malpighiano cominciano a produrre vigorosa-
mente e formano una serie di grosse ripiega-
ture disposte radialmente all'asse longitudinale
della papilla della penna e \elso la polpa celi-
li.ile; queste masse di cellule disposte radial-
mente subiscono un processo ili cornilicazione,
(') Noi capitoli riguardanti le penne, la muta .-il il colore
mi i uniti grande aiuto gli ottimi artlooli del Dictionary
oj /.'//,/., del Newton che in parte ri] luco tostualmento.
i'i r,i:vns. in latin. i .- maschile (PABim, G Vocab, Hai.-
i ,<< 3.0 edizióne, pag, 3 iE 1869)
\ I I \\ il ORNITOLOGI! 0
19
si liberano dalle cellule incrostate dello strato
corneo dell'epidermide <■ producono un fascio
ili libre cornee, elle costituisce il piumino em-
brionale; le penne possono ritenere tale carat-
tere per tutta la vita, come nei Rath u ed in
molti Palmipedi, o posa a\ venire nuovi cam-
I liagramma 'li una penna.
ii'oii LUostrazione «li tre sole delle rae barbe).
i. Scapo - ", ('alani'» - lì. Rachide ■ «. Vessillo « pò-
g FV, Bieca anteriore o esterna del vessillo esterno
nv, Metà posteriore " interna del vessilli» interno - /•' 1"'
barbe o rami • /<, Barbole " radii - SRt Iporacliide.
I Ha Mivart).
biamenti. Questi consistono nella formazione
di un secondo follicolo in continuità col primo
della penna, nel quale essa si sviluppa con lo
sii isso processo e può essere una seconda, penna
a piumino, come la prima formata, o può ria-
1/
b'
Diagramma delle parti «li un Vessillo.
/;/:. Due barbe in posizione verticale ■ &'&', Barbolean-
tei invi - ìiU', Barbole posteriori - <\ Barbicelle o cigu'a.
scile una delle tante varietà di penne, clic de-
scriveremo in seguito. In qualunque caso, la
penna crescente spinge il piumino innanzi, e
quest'ultimo è il piumino embrionale ( Beddard).
Le penne si sviluppano con una grande ce-
lerità e talora raggiungono la lunghezza di
60 cui. e più in pochi giorni. La prima indi-
cazione della penna apparisce nel 5.u e 6.°
giorno di incubazione, come una leggera pusto-
letta sulla pelle ancor trasparente dell'embrione.
Dna penna tipica consta di uno stelo assile
o scapo (scapus), la cui parte inferiore, infos-
sata nella cute, è nella penna completa un
cilindro vuoto e trasparente, detto calamo
iwn-i, e la superiore esterna una porzione
assile, quadrangolare, solida e riempita di so-
stanza midollare, detta rachide (sachis) e costi-
tuisce, coi processi divergenti, la \ ci a penna.
Il calamo ha una apertura in basso, cioè l'om-
belico inferiore (i ìibilicus lnfkriok . mercè la
quale la penna comunica coll'orgauismo del-
l'uccello ed una in alto, ove confina col ra-
chide, detta <iml><rt<;, superiore il MHJI.n DS su-
perior), il rachide porta processi divergenti a
(lesila ed a sinistra, i vessilli O pogonii, che
Mino composti di barbi (rami), il loro com-
plesso forma il vessillo esterno, che è quello
rivolto verso l'esterno, e l'interno che -
verso il corpo dell'animale, le barbe, alla loro
volta, pollano altri processi laterali divergenti,
le barbole (radii), che hanno appendici sei
dalie microscopiche o quasi dette barbicelle o
ciglia (olia) e gli amidi 0 uni-ini (Hamuli).
Le barbe (rami) constano di una striscia as-
sottigliata, la cui parte più lina è rivolta verso
il corpo; le esterne, quantunqe più coite, s
più robuste. 11 numero dipende naturalmente
dalla lunghezza della prima, sul vessillo interno
di una primaria di Gru di 0,m380, il Newton
ne contò 650. Le barbole (radii) sono inserite
nei due ordini opposti sul grosso margine su-
periore delle barbe, e come quelle guardano
verso l'apice della penna. Ciascuna barbola è
una striscia lunga, circa, un nini., la cui parte
alia non e ingrossata come quella delle barbe,
ma doppiata all' insù. Il loro Damerò è cuoi ine:
ciascuna barba. (ramUS) di (ini ora accennala.
sempre secondo i calcoli del New t ne porta
circa (iUll paja, l'ormando (piasi sili). (100 barbi-
celle soltanto pel vessillo interno e certamente
piit di un milione per ambedue (penna intera),
Le ciglia o barbicelle con gli uncini, come di-
cemmo, sono derivazioni delle barbole. Le ciglia
non l'ornile di uncini sono importanti pclla
classificazione di certi gruppi; e gli uncini ri-
dondano di molta utilità pel volo unendo le
barbe alle ba/rbole, ciò che dà coesione ed ela-
sticità all'alio speciali alla superficie del ves-
sillo, h'ipnrai/iiilc è un terzo vessillo inserito
sul calamo (Casoaro), di solito e un semplice
ciuffo (li barbe, però può essere completo,
manca sempre di ciglia e le grandi penne delle
ali e della coda non lo presentano mai. Nel
comune linguaggio piume sarebbero le penne
molli e non resistenti, penne le resistenti e
l'orti; si scambiano però vicendevolmente nel
parlare, sebbene non si chiamerà piuma una
rigida timoniera, ma si dice indifferentemente
le piume o le penne della lesta, del collo, ite.
L'I»
ATI.ANTK ORNI I GICO
La struttura delle penne non è sciupio cosà
complicata ; le grandi alari del Casoaro hanno
solo rachide, le filopluwe poche barbole, com-
poste quasi solo ili rachide e di calamo; gli
uncini mancano nello penne a piumino o piu-
mino; quando non havvi rachide le barbole
s'insilisi' sul calamo. l\ piumino polveroso,
detto anche pulviplume, è una modificazione
delle pe ; n piumino, nella quale l'apice con-
tinuamente si corrode iu una materia polve-
rosa; osso varia assai ili t'orina, di struttura
e di situazione e la sua esatta natura non è
nota, è però ili solito distribuito in regioni
speciali. Il detto piumino polveroso presen-
terebbe, secondo alcuni Autori, poteri lumi-
nosi nell'Airone e servirebbe per attrarre In
preda, ciò che è del mito immaginario. Tali
spazi di penne sono enormemente sviluppati
ni 'j;li Aironi, ove ne troviamo due serie o paja,
l'una su di un largo spazio pettorale e l'alila
sulle coscio: e. quando l'uccello è spellato, si
presentano come aree scure, beninteso sulla
superficie interna ; ne presentano ancora i ge-
neri HMnoeJietes ed Eurypyga, i Grypturi,
i Pappagalli, alcuni Rapaci (Circus, Elanus,
Gypaètus, etc), i generi Podargus e Leptosoma,
sembrano mancare nei Passeracei, eccetto il
gcn. A ria ni us.
Come tonila, le penne si dividono in penne
iìi eonlmno (I'knn ai-:), piumino (ri.r milae),
semipiume (semiplumak) e filopiume (filoplu-
mae); alcuni Autori vi aggiungono anche il
piumino dei nidiacei, e tutte queste varietà sono
connesse da numerosi stadi intermedi.
Le penne ili contorno, le più altamente ca-
ratterizzate, coprono tutto il contorno o pro-
filo esterno dell'uccello, sotto di esse, in molti
gruppi, troviamo strati di piumino. Hanno ves-
sillo esterno ed interno completo, e raggiun-
gono il massimo sviluppo nelle remiganti e
nelle timoniere. Ina categoria di esse, le cosi
dette penne d'ornamento, mancano di ciglia,
spesso di uncini e talora, presentano pochissime
barbe, ionie nelle penne dorsali e pettorali delle
Egrette (tremi posteriore ed anteriore), nei ciuffi
delle Crii pavonine, etc.
Le pinne metalliche hanno le ciglia formate
di compartimenti grossi e di altri piani, e la
parte distali- delle barbe è spesso allargata e
modificata in una struttura priva di ciglia e di
colui blu. Le modificazioni delle penne di con-
torno sono infinite, vi appartengono quelle con
apparenza di scaletti- del Pinguino, quelle a
scaglie luccicanti degli Uccelli mosca, i ciuffi
e collaretti d'ogni genere, le timoniere mediane
e poste di solo stelo degli Uccelli del Paradiso
e di molli altri, le setole diritte di parecchi uc-
celli, le grosse penne nere alari del Casoaro.
l'apice allargato corneo e colorito di alcune
penne speciali del BeccofrOSOne, clic seminano
essere soltanto barbe conglomerate, etc.
Il piumino e quasi sempre nascosto dalle
penne di contorno, o è visibile, come nel collare
del Condor, talora qui sic strutture mancano di
uncini o di rachide, ed in questo caso le loro
coite barbe partono da un calamo pure breve,
tal' altra sono costituite perfettamente, ma
hanno apparenza molle: assomigliano molto
alle pinne dei nidiacei, mentre invece il piu-
mino polveroso sarebbe una loro modificazione.
Le semiphime sono intermedie tra le penne
ili contorno ed il piumino, hanno lo stelo re-
sistente di quelle ed i vessilli molli di questo,
sono (piasi sempre coperte dalle penne di con-
torno e possono offrire un iporachide.
Le filopiume hanno calamo corto ed un ra-
chide cosi lino che sembra un pelo, le barbe
mancanti del tutto o quasi : di primo acchito
sembrano fini peli e non piume. Alcune sono
a setole, si dicono setolose, e si trovano sulle
narici e talora sulle gambe, alcuni uccelli hanno
un fascio di peli o vibrissi attorno all'apertura
boccale ( Caprimulgus) ; esse sono sempre asso-
ciate alle penne di contorno, e nascono in nu-
mero di una o più alla loro base, quanto a svi-
luppo sono piume degenerate, e non primitive.
Talora vediamo filopiume che si proiettano sotto
le penne del collo (geu. Sylvia e Fringilla), e
secondo il Nitzsch, le piume di un bianco de-
licato del collo e dei calzoni del Marangone
sono filopiume semplici e caratteristiche.
Le penne degli Uccelli, riguardo la loro vita,
si suddivisero in due grandi tipi, detti NEOS-
SOTTILI e TELEOTTILI; le prime costitui-
scono il loro primo abito non appena sgusciati
dall'uovo, sono penne molli e piuminose, si-
mili al piumino degli adulti, ma sempre di-
stinte per speciali caratteri da questo e da
quelle, che compaiono dopo col processo della
miitii, che con successione costante si perpe-
tuano per tutta la vita dell'animale e che ven-
go lette 'leleoltili. I .e Xeossottili sono così
caratterizzate: a, da. un calamo molto corto:
h, da un rachide, che quando esiste, è imper-
fettamente sviluppato; e, da barbe lunghe e
sottili ; </. dall'assoluta mancanza di ciglia e
di iporachide, eccetto nel gen. Dromaeus, nel
quale questo esiste. I.e Teleottili, siano penne di
contorno, o piumino, sono egualmente in origine
precedute da una Neossottile, la base della
(piale si trova in diretta continuila cogli apici
dello barbe della penna liliale, che succede;
\il \VI I ORNI rOLOGII 0
21
ina, facendo attenzione al processo accorciato
di svilupjm, molte ed anche tutte le Neossottili
possono occasionalmente venir soppresse, cosi
che gli apici «Ielle prime penne, che appaiono,
sono allora quelli della seconda generazi >.
Ciò succede nei Passeres ed in molti altri
Nidicolae, cioè in lineile specie che nidificano
in lincili e clic quindi non abbisognano di un
abito di nido. In generale si può dire che negli
Uccelli die costruiscono nidi imperfetti, i gio-
\ ani sono coperti di piumino caldo e fitto,
in quelli che costruiscono nidi più adatti,
i piccoli sono in gran parte nudi, ma il letto
su ini giacciono è morbido e caldo. Nei Pas-
seres e negli PsiTTACl specialmente, le Neos-
sottili, per quanto strutture complicate, cre-
scono soltanto in poche regioni, più che altro
sulle parti della testa e sui tratti delle spalle
e di Ila colonna dorsale. Snsseguentenientc. esse
appaiono all'estremità dell'ala futura e delle
timoniere, e sono largamente distribuite sulla
regione ventrale. Nei Martini ■pescatori, nei
Picchi, e probabilmente in altre Picarie, le Neos-
sottili sono quasi del tutto mancanti, l'er re-
gola tale piumaggio è più distintamente svi-
luppato nei NlDIFUGAE e, come e naturale, si
mostra più resistente in quelli che di buon'ora
sono adatti ad una vita aquatica, esso risulta
sviluppato al tempo della nascita nei Ratitae,
(!.m. linai;, Spheniscidae, Anseres. Pai.mii'k-
DES, PhOENICOPTERIDAE , COLTMBIDAE, La-
RIDAE, LlMICGLAE, PlEROCLIDAE e CtRALLAE,
come negli ÀCCIPITRES o StRIGIDAE tra i Nn>i-
COLAE, mentre del resto è molto scarso o man-
cante nei Pelarci, negli Herodii e negli Ste-
GANOPODES, lilialmente nei Megapodiidae le
Neossottili cadono piima che gli uccelli sgu-
scino dall'uovo, cos'i che essi nascono co-
perti di un piumino di seconda generazione.
Non vi è dubbio che le abitudini dei nidiacei,
ed altre circostanze, sono strettamente connesse
con la condizione del primo piumaggio e che
questo considerato come generalità, può essere
solo usato con grande riguardo quale carattere
tassonomico, mentre le parti che lo costituiscono,
le stesse Neossottili. sono di gran lunga meno
adulto e quindi occorr caratteri più sicuri
( Newton \.
Le penne degli uccelli, tranne poche ecce-
zioni, sono colorite o per semplice pigmento o
per tinto ottiche, che riflettono contro una base
di pigmento scuro 0 per lineilo e per queste :
di regola gli uccelli meridionali sono ili tinte
più vivaci dei settentrionali, come i diurni dei
notturni. I colori si dividono in tre gruppi :
a) calori chimici <> ili assorbimento .■ &) coloii
di struttura obiettiva : e) calori ili struttura sog-
gettiva a metallici.
1. / calori chimici o di assorbimento sono
sempre dovuti a materia colorante, clic può
esistere in forma di pigmento, o di soluzione
dilt'usn. e -olio colori clic non cambiano per
effetto di luce; cito i principali: la zoomela-
nina, cioè il nero animale ; la eooneritina, cioè
il rosso della ('minga, del Fenicottero, del-
l'Ibis, delle pelli nude attorno agli occhi dei
le ti annidi, et e: la Xoo.raiitinta. il giallo : la Tura-
rimi fu scoperta nel 1867 (l) da ('lunch nelle
penne delle Musopaghae, che se bagnate dalla
pioggia o messe in bagno perdono il color
rosso, ma lo guadagnano quando sono asciutte;
il color bruno è composto di l'OSSO e di nero,
il bianco non e colore : le penne sono opache
se la superficie è ruvida, lucide se e piana e
ripulita.
2. 1 calori di struttura obiettiva sono quelli
prodotti dalla combinazione di un dato pi-
gmento con la speciale struttura ili parti senza
colore soprapposte. Vi appartengono il violetto
ed il blu. quasi sempre il verde e spesso il
giallo.
'■'■. / colori metallici, prismatici o di natura
soggettiva, hanno le stesse variazioni di quelli
dell'arcobaleno, cioè variano a seconda della
luce e dello sguardo dell'osservatore. Si tro-
vano sulle barbole senza ciglia e mai nelle penne
nascoste da altre.
Le aberrazioni di colorito sono casi semi-
patologici, nei quali il colorito si stacca dal
tipo normale, che offre ordinariamente la specie :
essi si presentano ad epoche indeterminate della
vita dell'animale e durano tutta la vita del-
l'animale stesso, o un periodo più o meno lungo.
Si chiamano anche TSterocrosi e possono essere
simmetrici ed asimmetrici riguardo alle aree oc-
cupate, intaccando sempre le porzioni eguali
o differenti nelle singole specie. Eccone le mo-
dificazioni principali :
Albinismo, bianco, causato dall'assenza di pi-
gmento colorato e prodotto sempre da una lesione
locale della sostanza delle penne, infatti le barbe
e le barbicelle si presentano svasate e la loro so-
stanza col tirale 1 ut la . contoi la ed acca\ aliala qua
e là, sicché le penne appaiono consunte e rovi-
nate. Leucoeroismo, è l'albinismo perfetto con
l'iride rossa; geraiocroismo, è l'albinismo per
effetto di età; allocroismo, <■ l'anomalia che
offre il bianco a disegno di tratti o macchie:
clorocroismo, Cioè il bianco è a tinte -lavate o
sbiadite ; spesso l'albinismo quando e parziale
i'i fi, il. franti., pp. 027 0 Ili L8«fl
22
ATLANTI". ORNITOLOGI! 0
può cessare e L'animale ritorna al tipo di co-
lore Dormale, o d'un Matto, o per il leu to effetto
delle mute, come nelle nro- ed uropterozona-
lurr da me osservate uei giovani della Menda
menila.
Melanismo, e causato da una sovrabbondanza
di pigmento nero e L'animale perciò diviene
di tinta mia o più cupa dell'ordinario; può
essere completo, o parziale ed essere combinato
colla varietà albina. Talora si presenta con
tipo costante, come nel Beccaccino comune
(Gallinago Sabinei) , nella Quaglia (Synoecus
Lodoisiae), nell'Allodola, etc., alle volte si ot-
tiene artificialmente nutrendo Cardellini, Ciuf-
folotti, etc, con canapuccia, pepe di Cajenna, eie.
Aeianismo, è l'anomalia nella (piale le penne
da velili divengono gialle, è spesso accompa-
gnato dall'albinismo, come nel Parus major <•
/'. caeruleus, ebe si presentano del tutto bianchi
anche sulle ali e sulla coda, eccetto sul tronco
clie è di un liei giallo canarino (anomalia com-
pleta).
Eritrismo o isabellismo, e l'anormale tinta
iiissigna od isabellina, parziale o totale, che
colora le penne, talora si ottiene mediante
la somministrazione di cibi speciali, o per la.
materia colorante della Rubici tinctoria, etc.
Nel Brasile si usa tingere le parti verdi della
testa delle specie del geli. GhrySOtiS con le se-
crezioni cutanee del Bufo tinctorius, in tal
modo esse divengono gialle, talora si nutrono
uccelli con sangue di qualche pesce siluroiile
o con radici colorate di date piante (Danein) ,
ed in tale modo si ottengono altre variazioni.
Questecontraffazioni non sono ignorate in Europa,
a tutti è, nota la famosa Emberiza scoiata, Bo-
iiiniii in Bp., le varie colorazioni dei Canarini ot-
tenute nei più differenti modi, alimentandoli
con pepe di Cajenna. la cui capsicina li rende
aranciato-cupi. Colorazioni accidentali transi-
torie sono le tinte aranciate die si trovauo
sulle parti inferiori delle Anitre e che sembrano
essere effetto di bagni in acqua ferruginosa o
di sfregamento contro erbe sulle quali si po-
sano, Od una delle tante a/ioni dei pigmenti
ordinari ; la tinta gialla del mento e della gola
nella Sylvia atricapilla dovuta al polline dei
fiori che sfrega, volando, etc.
Muta o cangiamento dell) penne, è la perdita
delle vecchie penne, Bpesso consunte ed inde-
bolite dall'uso e dal tempo, e la crescita di
altre all'atto nuove, che le rimpiazzano ed al
quale fen eno ogni uccello va soggetto almeno
una volta all'anno ; è un fatto della più alta im-
portanza, della più vitale conseguenza ed il più
pericoloso sforzo al (piale la vita di ciascuno
e esposta. Quantunque gli uccelli, pel processo
della muta, siano dotati di una grande energia
fisica, pure talora riesce loro fatale ed e più
facile, come molti Autori asseverano, ch'essi
stiano più giorni senza cibo, piiillostochè pos-
sano superare il pericoloso stadio. Le penne,
in casi che vedremo più avanti, cadono un po'
per volta, e gradualmente sono rimpiazzate, di
modo che l'uccello e sempre coperto e può
\ olare.
idi uccelli che cambiano una volta all'anno
si dice che hanno muta semplice, quelli che
cangiano due volle clic la loro muta e doppia.
Muta semplice o autunnale, e la più completa
e generale: quasi lutti gli uccelli ne vanno
soggetti ed essa di solito comincia appena ter-
minata l'epoca delle cove ed ha periodo vario
di un mese o più. La muta autunnale ha luogo
di solito in agosto; un caso isolato e quello
offerto dalle Rondini e dai Rondoni, i quali,
(dine e da gran tempo noto, mutano una sol
volta nel nostro mezzo-inverno (febbraio), e
ciò succede anche nei Rapaci diurni, general-
mente parlando.
Muta ■primaverile, è il secondo cambiamento
delle penne, che avviene prima della, stagione
di primavera ed avanti l'epoca delle cove; non
pochi uccelli vanno soggetti a tale muta, che
può essere completa, (piando si cambiano tutte le
penne, 0 parziale, se la muta è estesa a regioni
parziali soltanto, come la Tic hodroma, che cangia
le penne della gola da bianche in nere, le penne
speciali ed i collaretti dei Combattenti, i treni
anteriori delle Herodias, ed altre penne piti 0
meno ornamentali, che costituiscono caratteri
sessuali maschili e che si rannodano coi pro-
blemi della selezione naturale. Molti sono gli
Uccelli che hanno doppia unita, più o meno
totale, e. talora indio stesso genere, una specie
ha semplice muta ed un' altra doppia, ad
esempio la Sylvia simplex, la .V. curruca e la
N. Sylvia dicesi l'abbiano doppia e la S. atri-
capilla semplice; sembra che anche parecchie
specie di EMBKRIZINAE presentino muta, sem-
plice ed altre doppia, ma il problema è in gran
parte ancora un'incognita.
Muta regressiva, e il cambiamento di penne
che offrono i maschi di molte specie di Aualiuac
e di alcuni altri gruppi, mediante il quale, al-
l'epoca delle cove e di solito durante le Stesse,
si BVestonO dell'abito brillante, assumendone
uno fosco, molto simile a quello delle fem-
mine; questo fenomeno viene spiegato dal l'alto
che le Anitre, le, (lidie ed i Cigni perdono
d'un tratto le remiganti e divengono impotenti
al volo, mentre negli altri uccelli ciò avviene
MI \\ I I "KN ,OGH ' '
23
di solilo gradualmente e senza togliere questa
importante funzione all'animale, quindi, se u\ es-
sero il piumaggio brillante usuale, sarebbero
esposti a molti pericoli, mentre invece pelle loro
tinte passano inosservati; le femminenon hanno,
come si capisce, tal muta. Il periodo della mula
regressiva dina un paio di mesi nel Germano
e fino a sei nella Marzajola, e gli adulti, che
« vanno in una eclisse » come dice il Water-
ton, vengono di solito ritenuti giovani dell'anno
e sono generalmente rari nelle Collezioni ; altri
invece ritengono che questo abito particolare
sia una livrea [indetti va pei loro viaggi ili ritorno
verso il sud, cosa poco probabile, perchè al-
lora anche nel viaggio di ritorno verso il nord
per la stessa ragione, dovrebbero riassumerlo.
I.a muta regressiva delle Anitre è un accenno
alle Mute addizionali, di cui il più bell'esempio
è offerto dalla Pernice bianca o Lagopus mutus
il quale presenta una muta dopo la stagione
delle cove (grigia), una verso l'inverno (bianca)
e finalmente una terza di primavera nella «piale
l'abito è più distinto, ma tutti questi cambia-
menti non riguardano sempre le remiganti e
le timoniere.
Muta ruptila, è il fatto mediante il quale
cadono i margini consunti e disseccali delle
barbicelle che frangiano le barbe, rimanendo
sulle stesse i soli segmenti basilari e dando
così un'apparenza più vivace alle penne che
colorano, ciò succede di primavera in molte
specie come nel Fringuello, nella Passera, etc;
«piesto è un fatto di muta addizionale, come
pure il fenomeno dell'intensificazione del co-
lorito, che avviene senza mutamento delle penne
stesse.
Lasciando da parte la questione dei piumaggi
incompleti, e guardando alle leggi che gover-
nano le mute in quegli uccelli, che presentano
abito primaverile distinto dall'autunnale, noi
troviamo (coli' esclusione degli Tnsessores) che
il cangiamento ha luogo in tre modi, cioè:
1.° Per una muta quasi completa.
2.° Per una muta parziale, nella «piale le
vecchie penne d'autunno sono rimpiazzati' dalle
nuove primaverili e da molte di quelle autun-
nali, che cangiano colore.
3." Per un nuovo e completo ricolorimento
delle penne di tutto il piumaggio, poche di
esse essendo mutate o rimpiazzate dalle nuove
primaverili (').
Riguardo agli abiti, abbiamo i seguenti tipi
principali :
(') Millaib, I. «;.. On ih, ehangeof Birdt ta Spring Più-
maye without a MouU, with pi. Dell'I&ùr, L8ft6, pp. 451-457.
Unto, o piumaggio, o livrea da nido, si dice
quella Che riviste l'uccello sino a che è rimane
nel nido negli inetti, <> sino all'epoca che spun-
tano le vere pinne nei precoci.
Primo abito è quello assunto appena caduto
il piumino da nido.
Abito d'autunno è quello rivestito d'autunno.
Abito di primavera o di nozzt ì- quello as-
sunto in primavera o per muta ruptila o per
mula primaverile, o per intensificazione di co-
lme, molli uccelli però non hanno abito di nozze
speciale.
Abito d'estate, o post-nuziale, o estivo tempo-
raneo è quello assunto dai maschi delle Anitre
per mula regressiva o quello dio offrono le Per-
nici bianche dopo l'epoca delle cove; talora si
chiama cosi anche l'abito primaverile consunto
o prossimo a venir cambialo, perchè alle volte
il logorìo delle sue penne modifica distintamente
il colorito ordinario.
Tra gli uccelli, alcune specie impiegano pochi
mesi a rivestire l'abito degli adulti, che vieni
assunto nella loro prima muta autunnale; altre
invece lo rivestono nella, pi ima primaverile;
mentre altre ancora non lo raggiungono che
nel secondo o terzo anno od in un numero
maggiore di anni, nel qua! caso abbiamo tanti
abiti differenti quanti sono gli anni nei quali
hanno luogo questi cambiamenti, e quante le
mute, cui la specie va soggetta (abito incom-
pleto, di semi-adulto, di nozze nel 1° anno,
ad. di' 2 anni, ili .'.' anni, e cosi via). Alcune
specie nou nidificano che a sviluppo completo,
la maggior parte nella primavera susseguente
alla loro nascita, altre nidificano ancora nel-
l'abito semi-completo, come il Codirosso spaz-
/.acumino (Buticilla titis) ed il Ciuffolotto roseo
(C. roseus), altre finalmente dopo qualche mese
dalla nascita : però si osservano nei Palmipedi
(Anatidae) e nei Trampolieri (Numenius e
Tringae) numerosi branchi composti di soli
maschi adulti, che risiedono durante i mesi
estivi lontani dai loro sili di riproduzione e che
non nidificano, come avviene anelli- nell'Estuario
Veneto d'attorno a Venezia polla Manin pe-
nelope, pel Numenius arcuatus e per la Tringa
minuta. '/'. alpina, etc.
1 giovani di molte specie non cangiano le
penne delle ali nel 1 ' anno di età e quindi
presentano muta parziale nello stesso periodo,
però nelle tipiche GrALl invi , che volano molto
precocemente, le remiganti primitive Bpesso
vengono mutate, prima che siano cresciute di un
terzo, e prima che l'uccidili abbia raggiunto la
Statura completa sono rimpiazzale da altre, che
sono quelle dell'adulili. Se il piumaggio dei due
24
\ I I IUTE ORNITOLOGI! 1 1
sessi differisce, il giovane assomiglia alla madre,
.-«■ questi) è più vivacemente colorita del padre,
il giovane ass iglia a questo : se gli adulti sono
eguali, il giovane è differente, ad es. il Cigno
bianco ha i giovani semi : ma vi sono eccezioni
come il Corvo nero, i cui giovani sono nevi;
quando gli adulti all'epoca delle nozze offrono
colorito differente da quello invernale, i gio-
vani di solito sono intermedii; a ciò fa ecce-
zione il Fanello. 11 maschio è in generale più
grande della femmina, però in molti gruppi
questa ha dimensioni maggiori ed i giovani
sono più piccoli degli adulti.
Un tempo si credeva che le penne fossero
le sole parti dell'integumento soggette a can-
4.
affatto differente (Bureau), fatti osservati anche
nei gen. Ghimerina, Ombrìa e Simoì-Jiynchus.
Finalmente sono casi a tutti noti, quelli delle ap-
pendici frontali della Folaga crestata e della
Volpoca che sono più grosse e sviluppate di
primavera, che d'autunno.
Salvo rari casi, le penne in generale non
crescono ovunque egualmente sul corpo or-
nitico, ma su alcuni tratti definiti, oltre i
quali ve ne sono altri nudi o coperti di piu-
mino, e queste forme ed il loro sviluppo sono
differenti e di vario genere. Lo studio di
tali fatti dicesi pterilografia ed il processo in
se stesso è detto la pterilosi ili una data specie;
da ciò si esclude allatto quanto riguarda il piu-
l'terilii della superficie dorsale e addominale di un Rondone {Apui apuft).
(Da Nitach).
Fig a - Superficie addominale. Fig. /' - Superfìcie dorsale.
1. Pterilio dorsale o spinalo - -. Pterilii dell'omei Iella spalla 3. Pterilii del femore o della coscia - i. Pterilio cra-
niale o della testa - 5. Pterilii alari <> dolio ali • ti. Pterilii caudali o della onda ■ 7. Pterilii ormali o delle gambe - 8. Pte-
rilio addominale o dell'addome.
giamenti regolari e periodici, ma già il Nilsson
(182S) fece conoscere che, in date epoche, le
unghie di alcune specie di Tetraouidi si allun-
gavano smisuratamente! (inverno) per cadere o
consumarsi in altre (primavera), ciò che si ac-
certo avvenite regolarmente (Bresser); cosi fu
osservato che all'Organetto cresce straordina-
riamente il becco d'estate, raccorciandosi d'in-
verno, quando cioè si ciba, di semi duri | Gloger);
il Pellicano bianco dell'America settentrionale,
durante la primavera, per circa due mesi, polla
una strana appendice cornea sul culmine, che
poi perde (Palmer e Eigdway), e finalmente ab-
biamo il fatto notevolissimo del l'olcinella ili
mare che dopo l'epoca delle cove perde la
guaina cornea del becco, le escrescenze sotto
e sopra, l'occhio, meni re altre parti si atrofiz-
zano e tutto il becco assume una lisonoinia
mino. 1 tratti definiti sui quali crescono le
penne furono detti pterilà dal Nitzsch(l) o
« foreste di penne » 0 tratti 0 pterilii, e APTERIA
apterii, quelli nudi e clic separano i tratti tra
essi, l'ochi uccelli hanno il loro corpo parimente
ed ovunque piumato, come il Tucano, il Pin-
guino e lo Struzzo, sui quali i tratti non esistono
0 sono assai difficili a trovarsi, però gli embrioni
di Stilizzo strano pterilii bene definiti; essi
sono sempre più distinti, quanto gli uccelli sono
più altamente caratterizzati. I tratti sempre
pie. senti negli l 'cecili sono i seguenti:
di II tratto illusili,' o spinale, esteso dalla.
I i Pttrilographiae t viuin, pars prior, p. 11, 1833 ; lo stesso,
n det Pterjtlographie, hrsg. v. Burheistbr i.to m, 10
Kplil. Balle, 1840. Pterylography, franti, by P. 1. Sclatek,
fTith appendice by Bartli i i (wwi Si latbh Gol. LO plat,, I
don. Ra\ Sor.. 1807.
\ I I Wll. ORNITOLOGICO
25
parte posici ime del collo (nuca) alla glandola
uropigea, la cui forma varin grandemente.
h) Il tratto dell'omero o della spalla, è pic-
colo, con poche modificazioni ed attraversa
L'omero, comic una l'ascia di penne rigide.
<■) il tratto addominale, diesi estende dalla
gola alla base della coda e varia .-issai nella
l'orma.
il ) Il lr<itio del /'nuore o della coscia, clic
l'orma due bande oblique, una esterna ed una
interna, che variano assai.
Altri tratti, più o meno presenti, sono:
11 tratto craniale o della testa, clic copre la
testa con varia contiguità e s'unisce al dorsale.
Il tratta caudale o dilla coda, esteso sulla
superficie dorsale <■ addominale prossima alla
coda, ove s'inseriscono le timoniere e le cuo-
pritrici della stessa.
I tratti alari o delle ali. clic corrono dalla
parli' superiore del braccio alla mano ornitica.
1 trulli erurali o delle gambe, che coprono le
por/ioni delle estremità pelviche sotto al gi-
nocchio.
Sembra clic la l'orina di questi tratti sia tanto
costante, che gli < (mitologi possono sicuramente
asserire a (piale gruppo un singolo uccello ap-
partiene, e pare anche che siano ristretti a
singole parti per lasciare eli arti più liberi nei
loro movimenti. Le penne a piumino coprono il
corpo indipendentemente dai tratti come inum-
ili contorno, ma talora possono mancare, come
nei ricchi.
C. -
cllSDW.
\t\hirr anffers nothing in remain in her
Kingdoms which cannot help itsel)
Emerson.
Mimetismo, dello anche Colorazione imitativa,
o mimetica, e il fenomeno pel (piale un animale
assomiglia talmente in colore a speciali oggetti
anorganici o ad esseri organizzati, che in qualche
caso può facilmente scambiarsi con essi, quan-
tunque tra, loro non esista alcuna affinità ; ovvero
Mimetismo è il nome dato in biologia ad una somi-
glianza vantaggiosa, e di solito protettiva, che
una specie ili animali spesso mostra con un'al-
tra specie o con altri oggetti, somiglianza che.
per (pianto è noto, non serve ad alcuna fun-
zione. Quando gli animali non imitano soltanto
il colorito di speciali oggetti naturali, ma ras-
somigliano loro anche nella t'orma, rendendo
pin facile la confusione, si dice, che abbiano
mimetismo ili /urina e ili colore. La specie ap-
parentemente « minielaiite » e quella « mime-
tata » talora non abitano nello stesso distretto,
o non presentano relazioni di sorta, e la somi-
glianza allora e dovuta a singolare adattamento,
od a circostanze speciali ; invece nel caso di
vero mimetismo, la specie mimetante riceve
un diretto vantaggio dalla sua somiglianza colla
specie mimetata ; la somiglianza inganna e
giova, e ciò è egualmente vero, tanto se sup-
poniamo il mimetismo prodotto da fenomeno
creativo, quanto da selezione naturale. Nel-
l'altra ipotesi, e sempre in grazia della sua so-
miglianza, la specie « mimetante » sfugge a
certi pericoli, o a certi nemici, e si procura date
sorta di cibo in virtù della sua somiglianza con
qualche altra, specie. Conviene aggiungere che
la parola mimetismo, come si intende in questo
caso, ha un scuso soltanto metaforico. Cioè il
fenomeno non implica alcuna imitazione conscia,
o volontaria di una specie coli 'apparenza esterna,
o coli' abitudine dell'altra. Tutto ciò invece
significa il fatto di una vantaggiosa somiglianza,
di una somiglianza che delude, che dà all'a-
nimale <■ mimetante » una eccezionale prote-
zione e mezzi speciali di inocularsi una qualità
di cibo, che non avrebbe potuto procacciarsi
se non avesse avuto nini meravigliosa somi-
glianza colla, specie « mimetata ».
Il mimetismo è un fenomeno taro, tanto negli
Uccelli, (pianto negli altri Vertebrati. La gene-
rale somiglianza del < luculo, gruppo dcboleed in—
(') Alla compilazione di questo articolo mi Euronodi grande
aiuto le seguenti opere: Eneycl, Brit. \vi. m». :;4i-:i!.">
■ !■>•.. V Dict. oj Birdt, \i]>. 572 575
Ficaliii E., Zoologia g parto I. pp, 697-734 (1
Distant, L„ Mimicry nello Zoologici, L899 e 1900.
Atlante ornitologico, — Parto I.
26
ATLANTI-; ORNITOLOGI" 0
difeso. agli Sparvieri <■ ad alcuni Gallinacei è,
in qualche modo, un fatto di vero mimetismo.
Ma il più convincente, tra i pochi conosciuti,
è quello ricordato <l:i 0. Salviti e da lui os-
servalo tra i Rapaci di Rio Janeiro. Uno Spar-
viere insettivoro, V Harpagus diodon, è per-
fettamente simile allo Sparviere carnivoro Acci-
piter pileatiis. Ed il vantaggio sta nel fatto,
che siccome pare che gli Uccelli abbiano ap-
preso a non liniere VHarpagus, perchè si ciba
ili soli insetti, così VAccipiter, pella sua somi-
glianza, riesce a prenderli indifesi ed incuranti
del pericolo, entrambi gli uccelli essendo bruno-
rossicci, se visti dal disotto. Ma VAceipiter
carnivoro ha una distribuzione più estesa e
dove non troviamo lo Sparviere insettivoro,
quello non gli assomiglia più, e la tinta
delle sue cuopritrici inferiori delle ali degrada
sino al bianco. Qui adunque la somiglianza.
benché vantaggiosa, non è protettiva.
Una teoretica spiegazione del mimetismo su
principii evoluzionisti può essere meglio con-
siderala in connessione, col soggetto generalo
della colorazione protettiva e della variazione
nella forma, delle quali è un caso affatto spe-
ciale. Vi sono due modi, nei quali la colora-
zione protettiva può riescile vantaggiosa ad
una specie. Essa può aiutare i suoi membri a
sfuggire a un pericolo e a un nemico, o può
giovai- loro nella ricerca della, preda. Nel primo
caso, le tinte imitative fanno sì che l'animale
possa evitare di essere divorato, nel secondo
10 rendono capace di assicurarsi più facilmente
la preda, e così una quantità di cibo mag-
giore di quella che comporterebbe una livrea.
od una forma meno deluditrice (JEncycl. Brit.).
Moltissimi animali terragnoli od acquatici pos-
sono presentare delle colorazioni così fatte o
delle forme, clic sono id e, tanto si confon-
dono colle apparenze generali dell'ambiente, 0
con speciali corpi a -gallici o organizzali.
a fai passare inosservato l'animale, o a farlo
confondere con specie in qualche modo temi-
bili. Tutto ciò, dal punto di visln dielologico.
e ila quello anche della lolla per l'esistenza.
chiamiamo colorazione e forma protettiva, elio
si possono trovare in tulli gli stadi dall'inno
all'embrione, alla larva, all'individuo adulto...
11 fatto più generale e poco specializzato e
questo: die moltissimi animali (ed e cosa noia
da tempo agli osservatori della Natura) hanno
una colorazione gennai. COI rispondente a quella
dell'ambiente terrestre od acquatico, nel quale
vivono abitualmente, tanto che, essi possono,
per ciò solo, confondendosi con le apparen e
dell'ambiente, passare inosservati all'occhio al-
trui; questa maniera di colorazione protettiva
chiamasi omoeromismo . Esso può essere fisso e
variabile. È Osso quando la colorazione dell'a-
nimale non cambia mai, è variabile quando
essa può cambiare, in modo che l'animale pol-
laio da un ambiente con date tinte ad un alno
con tinte diverse, ad esso può adattare la co-
lorazione sua [Ficalbi). Tra i casi di Omocro-
mismo fisso, cito gli animali del deserto di tinte
rossigne, quelli artici di tinte bianche, la lepre.
alpina bianca d'inverno, bigia di estate, in
analogia coll'ambiente nel quale vivono questi
animali. Tra i casi di Omocromismo variabile
o mollile, ricordo la nostra Raganella verde
(Ili/la arborea), che e verde se vive in mezzo
al fogliame, ma se la ponete su fonilo ili altro
colore, la vedrete piano piano adattare ad esso
le suo tinte.
Il colore è sempre soggetto a variare da in-
viduo a individuo, come chiaramente vediamo
negli uccelli da cortile, nei cani, nei conigli, eie.,
ma se ciò e di poca entità pcgli animali do-
mi-liei, nei selvatici invece certe colorazioni
cospicue riescono svantaggiose alla incolumità
dell'individuo per la troppa visibilità che of-
frono; mentre d'altro lato altri colori sicura-
mente agiscono per selezione naturale e giovano
alla sicurezza dell'individuo, armonizzando colle
tinte di contorno. Quando l'aspetto generale del-
l'ambiente è in generale uniforme, e dine una
piccola e \ aga impressione di colore senza forma
individuale può rendersi apparente, le tinte degli
animali sono pure uniformi per corrispondere a
quelle dell'ambiente circostante e non si trovano
speciali adattamenti di forma. Così, tra le eterne
nevi artiche un animale bruno o nero sarebbe
facilmente scollo e se indifeso potrebbe venir
distrutto ben facilmente, menile se trattasi di
un carnivoro di rado o mai avvicinerebbe lauto,
non veduto, la preda da farla sua. Quindi
cola mancano tulle le variazioni ili colore e
gli animali artici sono bianchi. E quando l'am-
biente si modifica, con un regolare cangiamento
da stagione a stagione, il colore della fauna
varia con esso. E la Volpe artica, il Lagopede
ed altri animali sono variamente coloriti sul
verde tappeto circostante, e ritornano bianchi
di neve tra le nevi invernali. Il colore del de-
serto è di un grigio-rossigno (piasi uniforme, e
uli animali del Sahara hanno eguali tinte gri-
gio-rossigne uniformi. Quando l'ambiente è al-
quanto pin diverso, le rassomiglianze cominciano
a mostrare forme più specializzate; qiuinilo
esso è mollo variato, come nelle foreste tropi-
cali, noi troviamo le più grandi diversità di
colini, l'attuale sviluppo di l'orme speciali, e la
VI I l\l I I IRN1 lol.i m.[. il
27
somiglianza protettiva risalta più prossima e
pin comune. Molti uccelli che abitano lo foreste
hanno fondo di colore verde che non si trova
:ii tropici, niellile le tinte brillanti dei tropici
mancano nelle zone temperate.
Il mimi tixiin> rurale, che si trova in alcuni
uccelli come lo Storno, il Pappagallo, il ciuf-
folotto e l'Uccello motteggiatore, deve necessa-
riamente esser collocato in una categoria del
tutto differente da questi casi biologici. Esso
è un risultato diretto e volontario ed appar-
tiene al mimetismo in senso letterale e non
figurato. Tale facoltà semina esser dovuta
all'istinto del diletto particolare, e non allo
scopo di qualsiasi funzione vantaggiosa < Encycl.
Brit.).
D. - Dimorfismo,
Dimorfismo, è il fenomeno pel quale indi-
vidui della stessa specie olirono differenze di
colore costanti e più o meno considerevoli,
tali differenze non obbedendo a coudizioni lo-
cali od accidentali. Questo fenomeno si pre-
senta sotto due aspetti, cioè le differenze sono
dipendenti dal sesso ed in questo caso i carat-
teri sessuali secondarii del maschio e della
femmina possono essere differenti sotto molli
aspetti ed abbiamo il dimorfismo sessuale, o
questo fenomeno si svolge indipendentemente
dal sesso, ed allora si chiama dimorfismo spe-
ri lira propriamente detto.
I casi di dimorfismo sessuale negli Uccelli
sono tanto comuni, che si può dire costitui-
scano la regola. Questa forma di dimorfismo
si manifesta sotto vari aspetti, il più frequente
e (piello della colorazione generale, i cui casi
si presentano in (piasi tutte le specie, poi nelle
differenze della forma e dello sviluppo di certe
parti del piumaggio come ad es. nelle penne
del dorso dei maschi del Pavone, nelle timo-
niere del Fagiano di monte maschio, ctc. Sono
poi casi di dimorfismo sessuale gli sproni sul
tarso o presso l'angolo dell'ala, le appendici
e caruncole del becco, le borse primaverili del-
l'Otarda, etc. ; infine noto il dimorfismo ses-
suale dovuto alla stalura. In generale il maschio
è più grande della femmina, però in alcuni
gruppi di Gallinacei e di fiatiti questa è mag-
giore di quello, ciò che si volle spiegare col
t'aito che tali uccelli sono poligami ; cosi è ben
conosciuto che nella gran parie dei Rapaci le
femmine sono di statura più elevata dei ma-
schi, ciò che non si sa come spiegare; mentre
invece eguale fatto viene offerto da varie Li-
mici >i, ai: [Limosa, Phaìaropus , etc), dalle
Rhynchaee, dalle Tiirui.r, le femmine delle
(piali sono anche più vivamente colorite dei
maschi, e ciò si vuol spiegare coli' asserto
che questi ultimi attendono (piasi completa-
mente alle cure dell' incubazione a preferenza
di quelle.
I casi di dimorfismo specifico sono in gene-
rale poco comuni e punto accertati. Citerò come
il piti noto quello del Labbo, nella (piale specie,
il maschio scuro si trova appajato colla femmina
chiara o la femmina è scura ed il maschio
chiaro, e piti raramente ambedue i genitori
sono eguali di colorito; poi l'altro dei Corvi
neri e cenerini, che si appaiano in quei distretti
frequentati da entrambe le forme, ma molti
Autori li considerano invece buone specie, e
quindi ne ritengono ibridi i prodotti.
E. - Ibridi.
fluido, è l'animale nato dall'unione di due selvatico» sono molto rari e quasi sempre
individui appartenenti a specie differenti inter infecondi, si riscontrano più facilmente nei
se e talora, ma più raramente, appartenenti Palmipedi (Anatidae), nei Passeracei i Frin-
a due generi, anche molto disparati. In generale ijilla eoelebs /■'. montifringilla, fli'rundo ril-
essi assomigliano ai genitori ed allo « stato stica X Cheliilmi urliica, etc.) e nei Tetiaonidi
28
\ i i \M I ORNI COI.OGII "
Cetrao urogallns < T/yrwrv» tetrix, etc). A
parecchi ili essi fu dato rango e Dome spe-
cifico, così dicasi del Teirao medius t T. wro-
gallus o /,. tetrix), della Fuligula Homeyeri
(Nyroca ferina e X. nyroca, etc.). Il loro
immero non è molto elevato, tanto più che pa-
recchi uccelli, che si ritengono ibridi, non lo Bono
ail'aiiD. affatto I- che non è sempre facile il deter-
minarli esattamente. [1 signor A. Suchetel (')ha
pubblicato un importante lavoro sull'argomento,
lavoro informato a larghe vedute, ma le cui
deduzioni non .sono sempre le più accettabili.
F. - Femmina in livrea di maschio.
In parecchie specie di Uccelli, ma special-
niente nei Gallinacei (Tetrao urogallus, Lyrurus
tetrix, l'iiAsiAMD ai . etc.) e nelle Asaiihai:
(Anas boseas, etc.), si osserva il fatto notevole
che le fémmine, invecchiando, divengono inette
a generare ed indossano, in questo caso, una
livrea eguale, in tutto od in parte, a quella dei
maschi, modificando anche la voce, ciò che
succedo soltanto in quelle specie, nelle quali
essa è differente, a seconda del sesso. Questi
uccelli si riconoscono tosto all'esame anatomico,
esternamente in alcune specie ( V. urogallus,
/,. tetrix) la slatina è ottimo carattere; altre
volte non è facile identificarli, perchè lo stesso
piumaggio che partecipa dei due sessi si po-
trebbe scambiare con livree incomplete e gio-
vanili, sicché conviene tare un esame acculalo.
Però questi casi sono piuttosto rari negli uc-
celli domestici e rarissimi in quelli che vivono
allo stato selvatico ; oltre clic nelle specie già
citate, l'osservai anche nella Passera {Passer
Italiae) ed il soggetto e nella mia Collezione
G. - Teratologia.
La Teratologia e lo studio che tratta delle
deviazioni dello sviluppo normale dell'embrione,
ovvero è la scienza che Concerne le anomalie
e le mostruosità, le quali sono sempre dovute
a modificazioni dello sviluppo embrionale (').
Per citare qualche esempio, dirò coinè il feno-
meno delle ire gambe sia piuttosto frequente,
il terzo arto soprannumerario non e completo,
uè presenta diti perfetti ed è inserito sulla.
colonna vertebrale, sulla pelvi, usui femore di
una delle gambe normali (.1 nitrii , Gallina, Pas-
sera, ite); quello delle quattro gambe si pre-
senta ben piii di rado {Gallina. Piedone, Ora.
Passera, Cardellino, etc.), come pure si riscontra
assai raramente l'anomalia delle quattro ali
(Rondone). Ricorderò ancora pulcini di Gallina
con due becchi, tre ali e quattro gambe, di
dea, di 'Piccione e di Fagiano con due becchi
" con due teste, etc. ; s'intende però sempre
che le mostruosità si riscontrano piii facilmente
negli Uccelli domestici che in quelli selvatici,
ciò che e troppo naturale.
ii Dareste, C sur i" production artij
dee monatmiosité», Patìs, is~7. Gerì ich i. ì>ie Entete-
dei /'"/>/>< i>" /":' den h'òht '
n Stuttgart, 1883 Batrson, Material» /"/■ '/<< study
i i 'i
(') Les hybrid. à Vétat muvage (1890 1897) e stigli ibridi
italiani \i Bono parecchi lavori miei o ili nitri Ornitologi
(Moschen, lini Fiume, Ninni E., Martorelli
I i Vedi min memoria in proposito, Atti Soc. lini. Se \"i.
Milano, 1888.
vii \M I ORNI I ÌI( 0
29
H. - Lunghezza della vita negli Uccelli.
Circa la lunghezza della vita degli Uccelli,
poco o nulla sappiamo «li quelli che vivono
allo sialo selvatico, ma molti ili cs>i clic si ten-
Cacatua 81 anni
Oca 80 »
Cigno 70 »
Corvo imperiale CO, 50 »
Gufo reale iìs »
Airone (i0 »
Helotarsus 55 »
Coracopsis 5 1 »
(iunior 52 »
Diomedea 4G »
Gabbiano reale 44, 21 »
Pellicano 41 »
Tortora e Gru 40 »
Beccaccia di mare .... 30 »
Gallo 30, 25, 24 »
gono in domesticità, ci offersero i limiti d'età
piii 8 variati, e qui ne cito alcuni:
Germano 29, 22, 10 anni
Eni lì 28 »
Nibbio 27. 21 »
Rusignolo L'."> »
Passera solitaria. 24 »
Marangone e Cardellino 23 »
Fischione 23, 18 »
Cazza 21 »
Canalino e Merlo 20 »
Ciuffolotto 19 »
i rracchio 17, 18 »
Moriglione 17, 13 »
l'anello 17 »
Tordo bottaccio . . 17. 1 5 »
Combattente .... 10 » etc.(l).
(') Glumi J. II., Un the comparative (igea io nhich Birds live, IbU, 1899, pp. 19-42.
'AA"-V,«(
La distribuzione geografica degli Uccelli.
Per distribuzione geografica degli organismi
e nel caso nostro degli Uccelli, s'intende il
modo secondo il quale le specie i generi, etc.
sono distribuiti nei vari paesi del Mondo e lo
studio della distribuzione geografica, detta an-
che Geografia o Corologia zoologica o Zoogeo-
grafia o C'oro/oologia, mira a far razionalmente
conoscere come le specie si diffondono da plaga
a plaga, o sono disseminate nelle varie parti del
Mondo all'uopo diviso in Zone, Regioni, Sot-
II Mondo (da Sharpe).
toregioni, Provincie, etc: ma non fissando tali
porzioni geograficamente parlando, cioè a base
di latitudine 0 di longitudine, di palli acquee
o di terra ferma o di divisioni politiche, ma
solo dal punto di vista zoologico, cioè guar-
dando e determinando le varie Regioni del
Globo in conformità ai varii aspetti della vita
animale, che in esse si agita ed a tutte le que-
stioni che con essa hanno attinenza.
Si devono a Buffon le prime argomentazioni
in proposito, ma esse sono cosi vaghe da non
potersi oggi seriamente considerare.
Per trovare un serio conato di Geografia zoo-
logica conviene salire al 1858, nel quale anno
\ [ I \M | 0RNIT01 OGK 0
:;i
P. L. Sclater pubblicò uno schema, che se-
condo me è il più semplice, ma il più completo
ed il più aduno di quanti vennero dopo. Egli
(livide il Mondo in sci Regioni Zoogeografiche
dette A : licione Paleartica; B) Regione Etio-
pica; I Regione indiana; l'i Regione Austra-
liana; E) Regione Neartica; F) Regione Neo-
tropica; ciascuna di esse si differenzia in un
modo affatto marcato, quantunque le distinzioni
non si eguaglino e non siano sempre ili eguale
importanza. Senza entrare nel dettaglio della
questione, ricorderò solo i lavori di tic insinui
Naturalisti inglesi, l'Huxley, il Wallace ed il
Newton, spiegando poi dettagliatamente il piano
dello Sclater.
Il Prof. Huxley ( ) divise la Terra latitudi-
nalmente e non in senso longitudinale, conio
aveva fatto lo Sclater. ed anziché sei. 6ssò
quattro Regioni Zoogeogratiche, clic sono:
r - Regione Arctogaea (Regioni Indiana.
Etiopica. Paleartica e Neartica di Sclater,.
2" - Regione Austro-Col umbiana (Regione
Neotropica).
3'' - Regione Austràlasiana.
4:' - Regione tltHu Nuova Zelanda (Porzione
della Regione Australiana di Sclater).
Il Wallace nel suo lavoro principe (') seguì
le vedute dello Sclater con lievissime modifi-
cazioni.
Il Prof. Newton ('), preoccupato dal fatto
che l'Avifauna della Nuova Zelanda offre fot ine
della più alta importanza, la staccò come zona.
e osservando che nell'Alaska, di area Neartica,
d'estate arrivano numerosissimi Passeracei di
assoluto tipo Paleartico, riunì le due Regioni
Neartica e Paleartica di Sclater in una sola
delia Holartica, proponendo le seguenti sei
grandi divisioni :
ì. 'Regione della Nuova Zelanda \ dette comples-
•_'. Regione Australiana i sivamente
; Notogaea
:;. Regione Neotropica
4. Regione Holartica
."i. Regione Etiopica
(i. Regione Indiana
I dette comples-
sivamente
1 Arctogaea
Egli notò poi come le differenze offerte dalla
Regione della Nuova /.elauda con tutto il resto
del Mondo non sono soltanto piii notevoli, ma
assai più essenziali di quelle presentate da tutte
' 6 voi. II. pp. 130-H5 :
lì,. Ibis, L891, pp. .M4-557.
i i /'/"•-. / !. Soe., 1868, pp. 313-319.
p) The Geografi ; vnl. Lon-
don, ì -;>;.
i Dictionary o/ flirds, pp. 313-31
le altee Regioni componenti il Mondo i
insieme.
Tornando al piano di Sclater, dirò in qua]
modo egli divida le sei Regioni Zoologiche da
lui lissatc notando anche i tipi principali dai
(piali \ anno caratterizzate e fermandomi spi
mente sulla Paleartica, che e la piii importante
pei noi. racchiudendo L'Europa. Ricorderò prima
come altri, accettando pure queste divisioni, pro-
posero [Trouessart) di completarle, aggiungen-
dovi altre due Regioni, cioè la Polare Artica
e la Polare Antartica, che in realtà si mollo
razionali, ma non dal lato ornitologico.
I. Regioni Paleartica (Europa compren-
dendo anche L'Islanda e le Spitzbergen, le Isole
Atlantiche dille Azzorre, delle Canarie e di
Madera, l'Africa al nord del Sahara (eccettuato
Tripoli e l'Egitto), l'Asia al nord dell'I inalaia
e dell'Oceano Indiano, comprendendo L'Afga-
aistan, gran parte del Baluccistan, l'Asia Minore
e la Siria (eccetto la Valle del Giordano) ; dal-
l'Imalaia, dirigendosi verso est, abbraccia la
Cina al nord del Bacino dello .lang-tse-kiang,
il Giappone settentrionale e le Isole Kurilii.
Questa, che è la piti grande delle Regioni
Zoogeografiche, è per noi la più importante,
comprendendo essa L'Europa e gli animali che
più ci interessano : e si divido in tre grandi
sotto-regioni :
a) Sottoregione Europea \ Europa al nord
dei Pirenei, delle Alpi, dei Balcani sino al
Caucaso e L'Asia al nord delle sue parti cen-
trali sino al mare di Bering, le Isole del Giap-
pone e le Kurili); colle due Provincie "Europea
e Siberiana orientale.
tt) Sottoregione Mediterraneo-Asiatica detta
anche Mediterraneo-Persica (Europa al sud dei
Pirenei, delle Alpi e dei Balcani sino alle Pro-
vincie dell'Amili-, le Isole Atlantiche sopram-
menzionate e l'Africa settentrionale, eccetto
Tripoli e l'Egitto); colle provincie Mediter-
ranea, Mediterraneo-Persica . Imalaiano-Oauca-
<ic<t e Mongola.
e) Sottoregione Manciuriana (Dalla Vallata
dello Jang-tse-kiang verso nord circa al 55 di
hit. N. e verso est fino al 100° di long.).
Non è cosa molto facile l'offrire dati caratte-
ristici bene accentuati pilla Regione Paleartica,
perchè quantunque essa non possegga Uccelli
Mosca 0 del Paradiso. Tucani, Pappagalli, Poi-
ceri, Pinguini, etc, pure è intimamente legala
colla Neartica per l'annuale ricambio degli Te-
celli migranti, che si effettua tra L'Alaska e Le
ultime parti nord-orientali dell'Asia. Sembra
elio una sola famiglia sia propria alla Regione
32
ATLAN II. 0UN1 l'OLOGICO
Neartica quella dei Chamadeidae, mentre la sot-
tofamiglia Pannrinae lo sarebbe della Paleartica
col tipo Panurus biarmicus, che è largamente
distribuito tanto verso est, quanto verso ovest.
l.° La Sottoregione Europea ha di spe-
ciale i seguenti generi : Eurynorhynchus o Pio-
vanello a becco a spatola, Lagopus, Tetrao,
Lyrwrus, Tetrastes, molti Zigoli, Fringuelli e tra
<|iu-sii il Goceothraustes, e Uccelli di distribu-
zione geografica larghissima quali il Rusiguolo, il
Corriere piccolo ed il Germano.
2.° La Sottoregione Mediterraneo-Persica
offre Allodole, Silvie, Avvoltoi, Pellicani, Fe-
nicotteri, Coturnici, mentre nei terreni sabbiosi
della costa Africana vi sono speciali forme de-
serticole di Agrohates, Allodole, Culbianchi e
Ganghe; verso il Caucaso e l'Imalaia Lerwa, Te-
traogalli, Fagiani, Ciuffolotti, Pigliamosche,
Podoces, etc.
3.° Sottoregione Manciuriana. Qui tro-
viamo molte torme orientali, come Halcyon,
Eurystomus, Pericrocotus, SutJiora, mentre Uc-
celli di specie puramente Europee sono rap-
presentati da t'orine affini, come il Corvns pasti-
nator in luogo del nostro C. frugilegus, il Corvus
dauricus invece del C. monedula, etc.
II. Regione Etiopica (') (L'intera Africa al
sud della Regione Paleartica, compreso Tripoli
e l'Egitto, le Isole Atlantiche del Capo Verde
e Sant'Elena, .Madagascar, le Isole Mascarene
di .Maurizio, Riunione e Rodriguez, le Ami-
ranti e le Secelle, Socotra, l'Arabia e la Valle
del Giordano). Si divide nelle cinque seguenti
sottoregioni :
a) Soitoregione della Libia (parte setten-
trionale della. Regione Etiopica ed Abissinia).
b\ Sottoregione della Guinea (dalla. Sierra
Leona al Congo, verso est fino allo spartiacque
del Nilo).
e) Sottoregione della Caffreria (Africa me-
ridionale al sud del Congo, Sanf 'Piena e lo
spartiacque, settentrionale dello Zambesi).
ili Sottoregione del Mozambico (Africa orien-
tale tra l' Abissinia e lo spartiacque dello
Zambesi).
e) Sottoregione del Madagascar (Madagascar
e le Isole adiacenti i.
Tipi speciali : Strutllio (vera pallia). Muso-
PHAGIDAE, [RRISORIDAE, <'<iinls. .Xiimhlit . .!»('/-
diits} Balaeniceps, Serpentarius , Rhynchaea,
Aegialitis Sanctae-Helenae. etc,
E qui non posso passare sotlo silenzio la
| Seguii i «lati oli. iti .lai Mivarl, Elem. oj Ornith,
pp. 238 --ali (1892).
sottoregione formata dal Madagascar e dalle
Isole adiacenti; dobbiamo dire che. eccettuando
la Nuova Zelanda, non \i è parte del Mondo la
i|uale possa paragonarsi ad essa per l'interesse
e la varietà della sua vita ornilica. E trala-
sciando il t'ossile Aepyomis . ricorderò come
delle 238 specie proprie alla granile Isola. 129
siano ad essa del tutto speciali con non meno
di :;."> genci i aitano indigeni, ed alcuni di questi
potrebbero innalzarsi al giusto grado di famiglia
[Euryceros, Phìlepitta, Mesites).
III. Regione Indiana o Orientale (l'India
al sud dell'Imalaia e l'Asia orientale al sud
dello Jang-tse-kiang con le Isole meridionali
del Giappone, l'Arcipelago Indiano e le Isole
di llalì. di Borneo e le Filippine), si divide
in due grandi sottoregioni:
a) Sottoregione Indo-Cinese (Penisola del-
l'India, ossia la Regione Indiana al nord della
Penisola Malese).
h) Sottoregione Malese o Indo-Malese (La
Regione Indiana al sud del Tenasserim, con le
Isole dilla Sonda e le Filippine, eccettuato
Celebes e le Isole ad est della linea di Wal-
lace, che corre tra Bali e Lombock).
Tipi speciali: Pavone, Argo, Polypectron ed
altri Fagiani, Buceri Asiatici. Martini pescatori
dai brillanti colori, LlOTRICHIDAE, PrCNONO-
T1DAI'.. EURYI.AEMIDAE, PlTTIDAE, Ile.
IV. Regione Neartica (l'America setten-
trionale circa sino al Tropico del Cancro in
pianura, ina molto più all'in giù verso sud
nelle Montagne dell'America centrale, le P.ei-
niuile e le Aleutine, però queste, Come anelli
l'Alaska, si riannodano molto da vicino alla
Regione Paleartica).
Non si potè razionalmente dividere questa
Regione in sottoregioni e perciò si fissarono
sette provincie, che SODO così stabilite:
a) Provincia /Iella California (California,
Oregon e lo stretto tratto tra la Sierra Nevada
ed il Pacifico).
I>\ Provincia degli Alleghany (Stati Uniti
ad est del Texas e quindi verso nord più o
meno vicino alla linea ilei 100° di long. OCC
e la regione sud-occidentale del Canada.
e) Provincia délV Uaska (America Russa).
i/i Provincia del Canada (Canada, eccello
la regione sud-occidentale).
e) Provìncia ilei Texas (Texas e le parli
adiacenti della Regione Neartica. tra. le pro-
vincie della California e dei Monti Alleghany).
/') Provincia della Groenlandia,
a) Provincia delle Bermude.
\ Il INTI ORNITOLOGICO
33
La regione Neartica è molto povera in fatto
di Uccelli ad essa speciali, ha rilevanti tratti
ili somiglianza culla Paleartica e possia dire
che circa un terzo «lei suoi generi (unitici
sono comuni ad ambedue, Qui le Mniotiltidae
rappresentano le Sylviidae del Mondo Amici
e clinic tipi speciali abbiamo l'Uccello motteg-
giatore, il Piccione migratore e pochi Uccelli
Musei, e mentre L'Alaska ha grandi affinità
coli' Avifauna Paleartica, la Groenlandia ofl're
l'ornic del tutto circumpolari e le Bermude mino
frequentatissime come stazione di passo e ili
riposo pegli Uccelli, che, dal Labrador e dalla
Groenlandia, vanno ;i svernale in paesi più tem-
perati.
V. Regione Neotropica (Tutta l'America
meridionale, l'America centrale, il Messico me-
ridionale [escluso l'altopiano centrale], le An-
tille, le Galapagos e Isole Falkland).
Questa Regione si suddivide in sei sottoregioni,
che non sono del tutto bene distinte, ed esse
sarebbero :
a i Sottoregione della Patagonia (La Terra
del Fuoco ed il continente verso nord un ]>(>'
più a settentrione di Bahia Bianca dal lato
orientale, e a una linea clic corre quindi il
nord-ovest, ad est di Mendoza fino alle Amie;
comprende anche le più alte giogaje delle Ande
a nord dell'Equatore e le pianure ad ovest
delle Ande, da Truxillo verso sud e le isole di
Chiloe, Wellington e le altre situate dietro la
Terra del Fuoco).
b) Sottoregione ilei Brasile (Il continente
.•ni oliente della sottoregione della Patagonia
sino ;i Foiosi e quindi il nord-est, a sud ed a
est del versante delle Amazzoni sino alle (bei
del Paranahyba).
n Sottoregione delle Amazzoni (Bacino delle
Amazzoni verso est sino al suo tributario Ilual-
laga, dalle loci del quale i suoi confini passano
obliquamente ed irregolarmente alle boccilo
dell'Orenoco).
</) Sottoregione del Perù (La parte tra le
Ande e le sottoregioni del Brasile e delle Amaz-
zoni, Comprendendo il resto del Continente .il
nord di Truxillo e dell'* 'remico, le isole Ga-
lapagos e quella di Trinità e Tobago).
e) Sottoregione dell'America Centrale (Le
parti dell'Istmo di Panama fino ai contini della
regione Neartica).
/' i Sottoregione delle An/illc (\.c Indie Orien-
tali, escluso Trinità e Tobago).
Ornitologicamente parlando, questa è la più
ricca delle sei Regioni noie, anche pel fatto
dei generi che le sono proprie, poi basterà ac-
cennare alle seguenti caratteristiche famiglie
Eamphastidae, Galbulidae, Momotidae, Todidae,
Bueconidae, Tinamidae, Opisthocomidae, Pso-
phiidae e Palamedeidae, quindi ai Nandù, ni
veri Pinguini, al gruppo degli Uccelli Mosca
con circa 150 generi, al Condor, eie.
VI. Regione Australiana (Australia, Ta-
smania, Nuova Zelanda, Arcipelago delle Mo-
lncclie lino all'isola di Lombock con Celebi .
e le Isole de! Pacifico sino alle Sandwich verso
nord).
Essa si divide in quattro sottoregioni:
il) Sottoregione della Papuasia (La Nuova
Guinea, e tutte le Noie appartenenti a quella
regione, lino a Celebes, la Nuova Irlanda e le
Isole Salomone).
/i) Sottoregione dell'Australia propriamente
della (Australia e Tasmania).
e) Sottoregione ili Ila Polinesia (Le isole
della Nuova Caledonia, le Figi, le Nuove Ebridi
sino alle isole Sandwich e della Società'.
d) Sottoregione della Nuova Zelanda (Nuova
Zelanda con le isole Norfolk, di Lord Bove,
Kcrniailec. Chatham, Aukland, Macquerrie e
degli Antipodi).
Questa Regione presenta tipi assai caratte-
ristici ed importanti e se è rimarchevole per
questo latto, lo è anche per l'altro che \ i man-
cano del tutto forme notissime.
Fra i più speciali noto gli Uccelli del Para-
diso, i Ptilonorhynchidae, le Meuphagidae,
l'Uccello Lira, i Cacatua, lo Stringops, il Ne-
Stor, le Gourae, gli Finn, i Casoari, gli J/i/r-
ri/r, il Kagu ed il Wotornis. Quantunque rap-
presentati anche altrove, sono qui molto più
abbondantemente distribuiti i Campophagidae,
i DlCAEIDAK, gli ARTAMIDAE, i PODARGIDAE,
i Piccioni ed i Martini Pescatori, etc. Mentre
mancano del tutto i Fagiani, i Vulturidae
ed i Megalaemidae e sono scarsamente rap-
presentati i Tordi ed i Picchi.
L'Avifauna della Nuova. Zelanda presenta
l'orme così strane e meravigliose, (die molti
Autori la separano quale Regione distinta. V.
patria ieìV Apteryx, del Notomis, deWHetera-
locha acutirostris, dei Cerihipharus, dei Cren-
iIìdii, etc.. ed :i ragione il Wallace (') chiamò
questa « la fauna più rimarchevole ed interes-
sante tra le insulari ».
ri Talami l {/•«, p. 1 1 ì.
Atlante ornitologico. — Parie I.
34
HI. \N II. ORNITOLOGICO
Gli Uccelli e P Agricoltura.
L'AgrieóUura vernini degli lucrili.
Gli Uccelli urinici dell'agricoltura (')..
Strani aforismi) il cui semplice annunzio de-
sta, lo immagino, la unanime commiserazione ;
io non li giudico tali e ne espongo le ragioni.
Il ninnerò degli uccelli è straordinariamente
diminuito? In teorica, generale ciò è falso; lo
provano, a citare, un fatto recente, le prodi-
giose prese delle uccellande Lombarde nel 1889,
le (piali superarono tutte quelle, che hi memo-
ria, gli scritti, la tradizione ci narrano del
passato; scendendo al particolare è vero clic
scemarono assai le specie stazionarie, e (piali
le cause .' Non potendo tener conto di talune.
benché efficacissime, prodotte da fenomeni est ra-
nci all'azione e perfino al volere dell' uomo.
dovremo riconoscere che la precipua basa nel
progresso agrario.
Retrocediamo appena mezzo secolo, ritrove-
remo le nostre campagne iu uno stato di vero
abbandono. Confinate da folte siepaglie, ove
sui virgulti del sanguinello, del ligustro, del
pruno selvatico, dell'alno nero, insieme confusi
si attortigliavano i tralci dei rovi e della rosa
selvat ica, disordinatamente attraversate da doppi
filari di piante (il salice, il pioppo, la quercia,
l'olmo, il noce) delle, (piali sull'altissima chioma
Lussureggiavano i grappoli dell'uva, appezzate
da larghi t'ossati di acque stagnanti, con pochi
e sparsi casolari per l'abitazione del colono e
con mal tenute strade, per hi, maggior parte
in sabbia, per accedervi. Unica coltivazione i
cenali; mietuto il frumento, le Stoppie non si
rompevano chi! nel tardo autunno e nella suc-
cessiva primavera, vale a dire la vigilia delle
nuove seminagioni; nei granturchi abbandonato
lo stocco a, marcire sul terreno: un aratro pri-
mitivo fungeva da semplice seminatore, soltanto
ad ogni triennio si capitozzavano gli alberi.
Questo stato semiselvaggio confacevasi agli
istinti ed alle abitudini selvaggie degli ucci Ili;
era una natura pittoresca, i cui silenzi allietava
la poesia dei loro canti.
.Ma (piando suono l'ora del progresso acce-
lerata da uno stimolo poco pietoso, ma pre-
I i (> AniL'iMii Degli Oddi, Oli Uccelli e V Iffricoltura,
1892.
potente: l'aumento delle imposte; e il rettilineo,
le livellazioni, gli atterramenti, i sovesci die-
dero aria, luce, orientazione, fecondità al terreno;
(piando l'ontano, la glediscia, o il bianco spino
continuamente potati, sostituirono le fitte siepi
e gli alberi a mezz'aria successero a quelli di
alio fusto per sostenere la vite : quando dap-
pertutto si aprirono ampie strado, si diffusero
lo strepito delle vie l'errale e il ronzio delle
macchine agrarie, e si costrussero nuove case;
(piando finalmente la facilità delle comunica-
zioni e l'applicazione costante di rimedi a in-
sorti flagelli e la coltura intensiva spinsero le
accresciute popolazioni rurali nel turbinio della
vita e del lavoro, è naturale che i nostri ospiti
alati abbandonassero stazioni, che più loro non
offrivano copia di alimento, tranquillità di di-
mora, agi per la, riproduzione.
Scendiamo a qualche esempio.
Abbondavano le quaglie; foriere della pri-
mavera, dopo il lungo tragitto arrivavano e
disperdevansi nel verde dei nostri frumenti. Là,
ne interrotte, né molestate si compivano le
lotte dei loro amori, le cure della nidificazione
e degli allevamenti. Ora il rullo per compri-
mere il terreno e l'erpice per agevolare le con-
cimazioni chimiche scorrono >u quei campi, pili
tardi una turba di fanciulli intenti alla, cima-
tura o alla, .scerbatura, li attraversano e se oggi
la l'alce o la mietitrice recide quel grano, do-
mani l'aratro ne disfa le stoppie. Il povero
uccello si rifugia nel vicino medicaio o nei
granii urrhi, ignaro che la persecuzione non
cessa perché la falce sega periodicamente il
primo ed è continuo l'accesso dell' uomo per
1. sfioriture e le sfogliature nei secondi. Cos'i
all'apertura della, caccia poche (piaghe ci e dato
ritrovare nelle limitate coltivazioni del miglio
e del panico.
Altrettanto avviene alla capinera, all' usignolo,
al canepino, alla sterpazzola e a quella miriade
di beccliilini, insettivori per eccellenza. Stalle
le antiche siepi, non opportune le sostituite
ceppaie, perche rade o tosato dal l'orbicione.
cercheranno un asilo sull'acero e sui tralci delle
viti ohe ad esso si maritano; asilo che loro
renderanno impossibile le ripetute solforazioni
per l'oidio, cui si avvicendano le irrorazioni
delle miscele cupriche per la peronospora . Ter-
VI l \\ l i I iRNITOLOGICO
35
ciò troveremo questi sublimi cantori rifugiati
nei giardini delle nostre ville e ne avvertiremo
un numero maggiore fino in quelli delle città.
Manca al tordo il folto cespuglio, alla tor-
tora t'eccelso frondeggio, l'annoso tronco al
picchio, alla starna la bassa macchia, al pas-
sero il muro diroccato, alla rondine la tranquilla
trave, mancano a tutti La pace e il riposo.
In tali circostanze, io non vedo speranza di
rimedio. Non lo cercherei in fatto nelle tilan-
tropiche proposte di alcuni ninnolili ; mentre
riterrei poro saggio seguire il consiglio della
Soeieia Agraria di Gorizia di conservare gli al-
beri cavi perchè vi nidifichino gli uccelli, o
l'alno del Dott. Carlo 1,'uss di piantare fruttai
per attrarre gli inselli e tornir loro copioso cibo.
o quello del Prof. Aitimi, che, anche non am-
messa l'utilità, trova doverosa la conservazione
di questi esseri pel pregio estetico, pel piacere
che ci procurano col canto, coi costumi, col
vago loro aspetto ; sublime poesia che si schianta
davanti l'arida prosa dei multiformi balzelli.
Ed ora. se siccome spero, valsi a convincere
che la diminnizione dei nostri uccelli stazionali
debba ascriversi più che altro alle mutate con-
dizioni, nelle quali noi li costringiamo a vivere,
spero mi accorderete elie sarà vano il chiedere
al rigore delle leggi i provvedimenti ; mentre
e assurda ritenere che le leggi umane possano
alterare l'ordine della natura.
Veniamo alla seconda tesi: gli uccelli sono
i nemici dell' agricoltura.
Qui gli agricoltori concordi grideranno all'e-
resia e dopo (pianto si è detto e si è scritto,
questo grido sembrerà giusto. Ma l'opinione
generalmente invalsa, contro la quale oggi io
lotto, ha un fondamento positivo 1 E dessa il
risultato di ripetute osservazioni, di ponderate
meditazioni del naturalista spassionato, che in-
terroga la natura per strapparne i secreti ; o
non e piuttosto una teoria, che emerse spon-
tanea dalle prime e superficiali osservazioni .'
Diradati gli uccelli, aumentati gli insetti;
dunque utili i primi, non c'è dubbio! Questo
concetto nelle appendici dei giornali, nelle pub-
blicazioni d'occasione svolto sotto le t'orine
più vaghe, s' insinui) facilmente nella molti-
tudine che preferisce il dilettantismo alle aride
verità della scienza e in quella degli agricoltori,
sollecitandone la proverbiale inerzia. Nulla di-
l'atti rimane loro a l'are; il Governo, il solo
Governo possiede il talismano. Promulghi una
legge di caccia improntata a generale e indi-
stinta severità ; protegga tutti gli uccelli, ces-
seranno tutti i flagelli, che stremano o annien-
tano i prodotti del terreno; forse le crittogame
-ti --i . gli -tessi oidii. la peronospora, la rug-
gine, il carbone, la bolla e perchè non aggiun-
gono le gragnuole, lo spossamento del Minio e
per ultimo le ta-se ,'
(ih! se il Governo l'accogliesse quest'idea;
meglio ancora se abolisse tutte le reti, se vie-
tasse almeno per un dato corso d'anni tutte
le eaccie, anche quella del fucile, la fertilità
delle line sarebbe assicurata e non ne risen-
tirebbero danno che quei pochi, i quali sprecano
tempo e forze in un esercizio crudele, strascico
di antichi tempi: la violenza del folle.
l'ilo ragionare in lai guisa chi ignora che il
lagno della diminuizione degli uccelli data dai
tempi più remoti, dacché esso provocò in Fran-
cia le leggi eliciate di proibizione abolite
dall'Assemblea Nazionale e nello BteSSO Pie-
monte quelle di Carlo Emanuele (1660), che
vietavano perfino il tiro al volo: chi non ri-
flette che se la comparsa degli insetti dipen-
desse da questa diminuizione. dovrebbero au-
mentale costantemente, anziché variarea seconda
degli anni in Egitto, in Persia, in Sardegna,
nei paesi insomma, ove sempre vissero e vivono
numerosissimi e non molestati gli uccelli, non
abbonderebbero quanto, e inolio più che da
noi, di ogni sorta gli insetti, ripetendosi pe-
riodicamente le più grandi devastazioni ; chi
non considera che le uccellande Italiane acca-
lappiano in maggior parte i migratori, per cui
sopprimendole noi faremmo l'esclusivo vantag-
gio dei nostri alleati e non alleati ili oltr'Alpe
e di oltre mare, ammettendo l'assurdo che gli
uccelli di passo siano una ricchezza, anzi una
proprietà internazionale: privando le nostre
mense di un cibo eletto, e ciò che è più, i
meno abbienti di un Alimento carneo sanissimo
a teuuo prezzo: spegnendo un'arte che occupa
molte braccia, che anima varie industrie: chi
dimentica che la caccia, e maggiormente quella
col fucile, è un esercizio igienico, ricreante,
che aumenta la vigoria, strappa alla vita molle,
effeminata, oziosa della città la nostra gioventù,
che essa data in Italia da epoche antichissime,
coinè ne fanno fedi- gli storici colle descrizioni
dello sterminato numero d'uccelli che si im-
bandivano nei pranzi Romani ; chi insomma
con imperdonabile leggerezza si arrabatta in
una questione complessa, in cui la scienza, il
commercio, l'igiene, il diritto pubblico, il di-
ritto privato, l'agricoltura, l'estetica confondono
problemi ardui a risolvere.
-Meraviglia che uomini seri siansi lasciati
travolgere in quella corrente d'idee e non solo
scrittori, ma benanche osservatori, giova però
rimarcare che questi ultimi erano ornitologi,
36
ATLANTIC ORNITOLOGI! ' I
per cui il soggetto fu considerato in modo
unilaterale. Ma quando se ne occuparono gli
entomologi, vale n «lire quella classe di natu-
ralisti, che devono considerarsi i veri compe-
tenti in argomento, la cosa unito totalmente di
aspetto. La memoria pubblicata nel Bollettino
del Comizio Agrario di Parma nel dicembre
1868 dal Prof. Camillo Rondani fu un avve-
nimento, essa contendeva la decantata utilità
degli uccelli.
Venne alla luce sotto i più infausti auspici.
Le Associazioni agrarie sorte appena, propu-
gnavano presso il Governo coll'entusiasmo della
gioventù, col fervore della convinzione questa
utilità; i naturalisti raccolti nel Congresso di
Vicenza (') tacevano voti acciocché pel vero
interesse dell'agricoltura si prendessero in seria
considerazione quegli aspiri, confortava l'affi-
damento clic lo stesso Ministro avrebbe acce-
duto a quel voto.
Stesa da tu tt' altri, quella memoria sarebbe
passata conio una leggerezza, o piuttosto come
un'assurdità; ma il nome del valentissimo au-
tore, noto per gli studi profondi sui ditteri, si
impose; sorse il dubbio e si procedette ad un
esame coscienzioso dell'invalsa dottrina e nei
lavori accuratissimi dei più noti naturalisti, tra
i quali emergono quelli del Lessona, del Ca-
merino e del Passerini, l'asserto del Rondani
trovò conferma; su questo risultato io chiamo
l'attenzione.
Cominciamo dagli uccelli.
A circa 130 sale il numero delle specie ila-
liane, dal quale detratte le accidentali 14ti. ri-
mangono -N4, o sedentarie o estive, o invernali
0 di passaggio, divise nei seguenti ordini; 28
Rapaci, 14 Picarie, 129 Passeracei, 4 Colombe,
1 •_' Gallinacei, 52 G ralle e 45 Palmipedi.
Ammessa pel momento la teoria dell'utilità,
mi conforta il rilevare che nemmeno i suoi
più convinti e fieri segnaci la sostengono in
via generale ; per cui a rendere breve e chiaro
il uno contraddittorio procederò per esclusione
e la fonderò sopra solida base, prendendo a
guida le più diligenti analisi sul contenuto dei
ventrigli.
Dei Rapaci nei Diurni si comprendono i cru-
deli divoratori di animali utili e degli stessi
uccelli, né il Biancone che distrugge gli Ofidii,
il Falco grillaio. o il falco cuculo clic si nutre
r i L:i n 'si che iost* d ■. iì li- -< < pi i circostanze personali
ululili ingrata. Giovane ;n>|ii»LrL'i:iin su l:ìh<1ì/ì. anziché su ratti,
al Congresso di Vicenza e parlai e scrissi in senso oppnsto.
mi simli e l'esperienza posteriori mi convinsero dell' errore.
A solo scopo iti bene, por quanl i costi, compio il dovere
di confessarlo.
quasi esclusivamente di Acridii basteranno a
convincere che questo sottordine debba essere
protetto. Fra i Notturni, non trovo die l'As-
siolo asserito insettivoro per eccellenza, del
resto questi abitatori delle tenebre e pei loro
costumi e pei" la pessima qualità delle carni
si Intelailo da loro stessi. E qui ricordo un
fatto sul Barbagianni, il decantalo ingoiatore
delle talpe e dei topi. Vedutolo confitto stilla
putta di una stalla, mossi osservazione su ipic-
sto vestigio di barbarie, mi fu risposto die
quel predone aveva in poche notti distrutto
pressoché tulli i Piccioni di una prossima co-
lombaia e die si erano quasi esauriti tutti i
mezzi di pazienza e di astuzia prima di giun-
gere ad ucciderlo. L'anno dopo, un eguale
massacro si ripeteva a mio danno.
Né le quattro specie (di cui una sola stazio-
naria) delle Colombe, né le dodici dei Gallina-
cei, talune razzolai rici. tutte cibantisi a pre-
ferenza di grani, di frutti, di erbe o di gemme,
giovano alle coltivazioni.
Abitatrici dei paduli e delle riviere, le dalle
prendono svariatissimo il nutrimento, alternando
pesci e loro uova, rettili, molluschi, crostacei,
erbe, vermi acquatici e insetti: ma tanto questi
molti, ciune quei pochi, quali : la Pernice ili
mare, il Cavaliere d'Italia, la Pavoncella, la
Squatarola, il riviere, il Corriere, il fratino,
il Croccolone, il Beccaccino, il Frullino ed altri,
maggiormente insettivori, nessuno o scarso van-
taggio ponno portare all' agricoltura pei luo-
ghi ove abitualmente dimorano.
Per lo stesso motivo non interessa l'ordine
dei Palmipedi, particolarmente acquatici ; dove
fra i Marangoni, le Berte e le Polcinelle di
mare: fra gli Smerghi, i Beccapesci, le Ron-
dini di mare, i Mignattini e i Gabbiani che
alimentassi i primi esclusivamente, i secondi
preferibilmente di pesci ; fra gli Stercorari e i
L alibi, che assalgono anche i giovani uccelli,
annoveriamo le Oche granaiuole dannosissime
per le notturne devastazioni dei frumenti e non
degna di speciale riguardo, la Gavina, che.
sballata dalle burrasche, svolazza sui campi
lavorati per beccare i lombrici nei ri -centi sol-
chi dell'aratro.
Or dunque circoscritto il tenui a due soli
ordini : le Picarie e i Passeracei, osserverò che
fra le Picarie devono eccepirsi il Gruccione,
che distrugge e il Picchio, che perseguita le
tipi; e fra i Passeracei: il l'xccofrosone, i Tordi,
il Rigogolo, che preferiscono le frutta e prima
di tutti gli Storni, i cui branchi devastano le
vigne: perché prediligono le gemine, le bacche
ed i semi: il Frosone, il Crociere, i Ciuffolotti,
ai i. \vi i: iiiini fOLOGICO
17
l'astuta Gazza sturbatrice dei nidi, la G-hian-
daja ed i Coivi, pertinaci razzolatola uri semi-
nati: perchè abitano lo paludi: la Cannatola,
il Cannareccione, le Salciajole, i Forapaglie, i
Pagliaroli e il Beccamoschino.
Ed ora ci avviluppiamo in una (lolle più acri
contese, trattando ilei granivori: lo Lodole e
lo Fringillide (Alaudae e Vringillae) . I pro-
tezionisti, non paghi (li notale elio saziano ili
insetti i nidiacei (ciò che è un fatto), esagerano
asserendo clic i semi che beccano siano d'erbe
infeste ai campi. Me ne appello al giudice più
competente e imparziale quel villico che, sva-
niti tutti i mezzi, smette la coltivazione del
frumento nel (-.-impiccilo aderente allo stallile
padronale 0 alla chiesa pel danno che le chias-
sose inquiline di quei tetti uli apportano quando,
presso alla maturazione, che (' anche l'epoca
più fervida delle loro riproduzioni, spiccano le
[•ranelle e piegano i culmi su cui si posano.
Ma sarà inutile; tni ripeteranno i racconti su
Federico 11, che sprigionò legioni di passere
nella guerra ai nemici (lei suoi fruiteti, sulla
introduzione e sulla protezione del vivace uc-
cello in tanti paesi, (piale prezioso alleato;
ritornelli che si abusano per rendere brillante
la questione a tutto scapito della sua serietà.
Quantunque sia insetticida, nella sola epoca
delle nidificazioni ed abbondi di specie stazio-
narie, io voglio molto concedere ammettendo
che questo gruppo di uccelli colla vicenda delle
due nutrizioni vegetale e animale adegui la sua
azione in guisa da renderne, sotto il punto di
\ isla agrario de' miei oppositori, inditierento l'ef-
fetto. Eccoci ridotti ad un numero limitato d'uc-
celli veramente insettivori, vale a dire a poche
l'icario e dei Passevacei alle varie specie dei
Becchi-gentili. Considerato che non forniscono
certo il maggior contingente alla stazionarietà,
essendo molti di passo e parte estivi o inver-
nali soltanto, che parecchi non sono incolpevoli
perchè ghiottissimi di frutta, conchiuderemo
che questa utilità, in tante lingue sublimata,
dovrebbe per lo meno rimettersi nei suoi giusti
confini. Ma per provare che non utili, ma danni,
all'agricoltore ne ridondano passiamo a parlan-
dogli insetti.
È sbagliata la credenza che l'equilibrio nella
serie dei viventi debba mantenersi colla lotta
di due classi ; ciascuna (è legge di natura) lo
trova in sé stessa e 1" intervento dell'essere
estraneo sbilancia questo equilibrio. Nel caso
nostro esso basa nella grande divisione degli
insetti in erbivori e carnivori ; mentre se lo
Sviluppo degli erbivori è legato si rettamente
colle vegetazioni, per cui l'aumento delle specie
nolo, o la comparsa delle sconosciute si sp
colla estensione e colla intensità delle coltiva-
zioni in uso. e colla introduzione di nume, la
diffusione dei carnivori è in L'apporto diretlo
col numero di questi erbivori. Ignara o in-
curante la generalità non bada all'accennata
divisione e tanto meno ai grandi benefici del
parassitismo; quindi, considerando indistinta-
mente nemici tutti gli insetti, ritiene non poter
trovar*! che fuori di questa classe, in quella
degli uccelli, il provvido, il potente ausiliario
per contenderne i danni e per distruggerli. Sarà
facile dimostrare che s'inganna.
L'insetto litofago o erbivoro nelle sue me-
tamorfosi vive pressoché sempre occulto, co-
stretto a cercare i mezzi di esistenza o sotterra
nelle radici e nei germi, o nel gambo e nel
seme della pianta, 0 sotto la corteccia dei tron-
chi e delle ramificazioni degli alberi, o nella
corolla del fiore, o nella polpa del frutto ;
1' insetto carnivoro spazia, assiduamente inse-
guendolo e cacciandolo dovunque. I. 'uccello.
per (pianto sia penetrante il suo sguardo, per
(pianto siano potenti i suoi modi di locomo-
zione e di preda, non può servirsene general-
mente che all'esterno e quindi nei voraci suoi
pasti ingoierà un numero assai superiore di
insetti carnivori che di litofagi, e a presceglierli
assieme ai parassiti, lo persuaderanno inoltre
il sapore delle carni, la mancanza di potenti
difese, quali gli involucri, le squame, quei
l'orli aculei, quella facoltà di schizzare umori
viscidi e fetenti che proteggono questi carni-
vori. Ripetuti esami sul contenuto dei ventrigli
degli uccelli constatarono che (piatirò quinti
degli insetti, che si rinvennero, appartenevano
ai parassiti e solo un decimo agli erbivori. In
insigne naturalista, il Canterano, vi trovò sem-
pre numerosissimi i coleotteri, l'ordine che
fornisce i maggiori e migliori alleati all' agri-
coltura, e in relazione considerabile le larve dei
lepidotteri. Ora se noi dovremo occuparci (piasi
esclusivamente dei Becchifini che non razzolano,
e, come si asserisce, per legge di conservazione
devono giornalmente ingoiare una quantità di
insetti eguale al peso del loro corpo, enorme
sarà il danno che nelle proporzioni suindicate
da tanta ingordigia deriverà ai prodotti del
terreno. È una verità che trova conferma in molti
l'alti. Quell'attento e coscienzioso osservatene,
che è il prof. Mariacher. il quale per formarsi un
esatto criterio del soccorso degli uccelli osò re-
carsi, all'apparire insolito di un insetto, nella
regione infestala, (piando nel Issi, a Ca\a-
zuccherina in Provincia di Venezia la Pirale
invase le vigne, di dueceiitoquaTantasei stoma-
38
\1 I \NTK ORNITOLOGICO
clii esaminati, appena in trenta rinvenne, e in
esigua quantità di quei bruchi e si elie vi aveva
Compresi, olire lo Passere, alile Specie e che
correva l'epoca delle nidificazioni.
Allorché un eguale flagello Ini colpito la
Francia puossi ritenere che sii uccelli contra-
starono ad arrestarlo : mentre durò eguale tre
anni, scorsi i quali, la sparizione del lepidottero,
avvenuta ad un tratto, si attribuì alla inaspettata
comparsa di numerosi parassiti elle lo aggredi-
rono. ■< Quando due o tre rondini (li. rustica),
« scrive il dott. Antonio Roster, girano tutto il
« giorno attorno ad un granaio ingoiando centi-
« naia di Bruchiti, che uscendo dalle faseolacee,
« ivi raccolte, minacciano la campagna, si l'en-
« dono senza dubbio utilissime, ma se una di que-
« ste rondini, strisciando sulla via polverosa, in-
« goia un Ophion, un Ielineumon, un Campo-
<• plex od un Mierogaster si oppone cnergica-
« niente coi fatti a coloro die la chiamano
« utile e questo accade si può dire giornalmente,
« perchè dove sono battaglioni di larve dau-
« uose, ivi accorrono numerosi gli Imenotteri
« parassiti per deporre le uova su quelle larve
« e gli uccelli, non mancando mai a quei son-
« tuosi banchetti offerti con tanta frequenza
« dalla natura, con due colpi di becco fanno
« e distanno la loro riputazione.
E più sotto « Dove non sono che Effìmere
« e Tipularidi e Coretre e sciami di minuti
« Ditteri, che salgono con una danza continua
« fra i salici e i tamarici delle praterie, accor-
« reranno e Rondini e Mignattiui e Muscicape
« ed Usignoli ; ma le medesime Rondini deci-
« meranno il giorno dopo gli Apiarj i più for-
« niti e i Mignattini rovineranno diecine di
« larve di Odonati, e le .Muscicape e gli Usi-
« gnidi si ciberanno di ragni utilissimi e di
« Imenotteri parassiti. Così il Merops e il Cypse-
« Iits colla medesima voracità colgono al volo
« le vespe, le api ed i Philantus e le varie
« specie di tignuole | Tinnì, Galleria) che colle
« loro elaborate gallerie minano gli Apiari ».
Nell'Ausilia, inferiore, dove una legge rigo-
rosa impone al frutticoitore di sbrucare ogni
anno le piante, sono copiosissimi gli uccelli
insettivori ; mentre scarseggiano in altre parti
dell'Impero, nelle quali è parimente diffusa la
coltura dei pomari e quella legge non è in vigore.
La natura governa forse con eguali regole i
passaggi e le soste, degli uccelli e la comparsa
e lo sviluppo degli insetti, od è in potere del-
l'uomo ordinarli in maniera che dalla loro
coincidenza derivino i benefici vantati ! Astruso
è il tema delle migrazioni, sono instintive e
qualunque si addentri in questo studio ricono-
scerà che lo stato meteorico e termico influi-
scono potentemente e, più che il cibo, la sicurezza
del riposo. Se il vento e le pioggie continue
obbligano i pennuti a mutare sovente le linee
di passaggio, quale fidanza potrà riporsi nel
loro intervento?
Quanto meglio che gli agronomi convertis-
sero questo patrocinio a favore di alcuni mam-
miferi e di alcuni rettili : i pipistrelli, il topo
ragno, il riccio, le lucertole, il rospo, le sala-
mandre, la raganella ed altri, la cui opera
proficua si ricambia con innavvertita o barilaia
persecuzione.
Termino con una spiegazione : io non sono
il nemico degli uccelli; tutt'altro, ne riconosco
i ineriti e i pregi ; quindi difenderò sempre e
premurosamente le restrizioni che si propo-
nessero per tutelare la loro conservazione. Ma
non è in nome dell'agricoltura che le invoco e
lo scopo che mi prefiggo, è di rimuovere il le-
gislatore da questo falso concetto, preoccupato
dalle tristi conseguenze .1 cui esso trascinerebbe.
Sapendo come il mio amico Prof. Alessandro GMgi, nome noto favorevolmente
agli studiosi, si era in modo particolare occupato, con intelligenza ed amore
di Naturalista, sulle relazioni tra gli Uccelli e l'Agricoltura, Io pregai di
stendermi mi articolo col risultato delle sue ricerche, articolo che rispecchia
la posizione scientifica odierna dell'importante questione e che sono ben
lieto di riprodurre nella sua integrità, mandando, anche pubblicamente, i
mici vivi ringraziamenti al gentile Autore.
Su//' azione degli Uccelli in rapporto alV Agricoltura.
Se gli uccelli siano 0 non siano utili all'uomo ragione dol prolungato (libali ilo stia nel fatto,
nei riguardi dell' agricoltura, è questione da che le due parti hanno lino ad ora discusso
lungo tempo dibattuta. Io credo però elio la sopra un falso terreno.
ATLANTE ORNITOLOGI! 1 1
39
Da uu lato ehi non possiede L'abitudine della
osservazione accurata propria del naturalista,
vedendo i propri campi devastati dagli insetti,
e vedendo come questi siano divorati dagli
uccelli, per una serie di grossolani ragionamenti
giunge a chiedere L'abolizione della caccia.
D'altro canto L'entomologo, rinchiuso nella cer-
ehia di studio dei suoi piccoli favoriti, vede
nell'uccello che li divora un odiato nemico
e nel parossismo dell'entomofilia, ritiene che
gl'insetti siano sufficienti a mantenere in natura
L'equilibrio degli organismi.
Vi è chi ha recentemente alleluialo die ove
tulle le specie di uccelli sparissero ad un trailo
dalla superficie terrestre, il numero degli in-
selli litofagi non risentirebbe che un aumento
poco notevole e forse insensibile, perchè al dif-
fondersi di una specie nociva segue il diffon-
dersi di altre specie d'insetti parassite di «niella,
che la riducono in breve periodo al primitivo
sialo d'indifferenza nei rapporti colla vegeta-
zione.
Fino a che la questione si dibatte fra or-
nitofili ed entomotìli, fino a che si deve giu-
dicare in modo assoluto se gli uccelli siano
utili o dannosi, e se gl'insetti parassiti di altri
insetti siano sufficienti ad impedire o ad arre-
stali' la diffusione di specie nocive, la risposta
non solo non è facile, non solo dipende dal
punto di vista dal quale si parte, ma essa è
necessariamente erronea.
Nel congresso Zoologico nazionale tenutosi a
Napoli nell'aprile del 1901, la questione fu
trattata in modo elevato; vi presero parte al-
cuni fra i più emenenti zoologi italiani, i quali
alleluiarono solennemente trattarsi di una que-
stione biologica complessa, a risolvere la quale
occorre tener conto di un numero grandissimo
di fatti, spesso in apparente coutradizione fra
loro. Se io volessi anche brevemente tratteggiare i
complicati rapporti che esistono fra le piante e le
loro clientele di animali, uscirei certamente dai
limili impostimi, ma non posso fare a meno
di ricordare qui il classico esempio di Darwin
sul cielo biologico svolgentesi attorno al trifoglio.
Fecondato dai bombi il trifoglio ha un mor-
tale nemico nel topo campagnuolo che di-
struggo i nidi dei suoi pronubi ed ha dei potenti
alleati nei falchi, nelle civette e nei gatti che
mangiano i topi. Il lettore acuto comprenderà
senz'altro che simili cicli si svolgono intorno a
ciascuna delle piante coltivate, e che la utilità
indiretta di un animale dipende non soltanto
dalla eliminazione che egli fa di puri e sem-
plici litofagi, ma dalla protezione involontaria
ed indiretta esercitata sui pronubi.
Un altro esempio di mollo interesse atto a mo-
strale la complicazione di questi rapporti, ci è
dato dal inolio eoi quale bì propaga il vischio.
In raccoglitore di rischio vede facilmente mila
tOl'dela (Turdms VÌSCivorus) un nemico che man-
gia le bacche «hi lui cercate: non pensa pero
elle senza quegli uccelli il vischio perirebbe,
poiché sono essi che lo propagano a glandi
distanze, mediante la defecazione dei semi in-
digeriti, che restano attaccati ai rami per opera
degli escrementi liquidi.
ciò premesso, passo a riferire le principali
obbiezioni portate dagli entomologi particolar-
mente, contro gli uccelli.
Se si dà uno sguardo alle specie che vivono
in Italia, si troverà, essi dicono, che molle
sono granivore e perciò dannose, alcune vivono
nelle paludi e sono indifferenti; fra le specie
insettivore molte sono di passo eil hanno
scarsa importanza e le altre... che l'anno lo
altre? Mangiano spesso insetti utilissimi, ento-
niofagi come i mantidi, endofagi ed entomopa-
rassiti come gVicneumoni. In una recente in-
chiesta sul contenuto degli stomaci di alcuni
vertebrati è fatto carico ad una rondine, se non
erro, di avere mangiato un icneumone, insetto
utile. Non pensava forse lo zoologo scrivente che
gl'icneumonidi sono fra i più frequenti e nume-
rosi imenotteri e che troppo sarebbe che a queste
velocissime bestiole, le sclilupfwespen dei te-
deschi, non capitasse mai di rimanere preda «li
un uccello.
Inoltre, quando uu uccello mangia un insetto
carnivoro, prima di affermare se il primo ha
fatto un'opera buoua o cattiva, bisognerebbe
sapere se l'insetto era a sua volta divoratore
di insetti utili o nocivi. E «piando si pensi che
la mantide per esempio, dopo le nozze divora
il proprio marito, sarà permesso all'ornitologo
di dubitare che un uccello compiti grave danno
ingoiandola.
Ma oltre agli insetti, l'agricoltura ha molto,
anzi moltissimo a temere dalle chiocciole e dai
topi : quelle sono raccolte con cura dai galli-
nacei e dai piccioni, questi sono preda dei ra-
paci e dei corvidi.
La distinzione degli uccelli in insettivori e
granivori è un errore. Uccelli assolutamente
granivori non ve ne sono, giacché il regimi'
alimentare varia col variare dell'età e delle
stagioni e nel periodo giovanile tutti gli uccelli
esclusi i colombi, compresi i gallinacei ed i
passeri, sono eminentemente insettivori, sia
perchè grani non possono ancora digerire, sia
perchè abbisognano di sostanze animali per
sviluppare il loro organismo.
iO
MI. w I I OKNITOI.OGICO
Stabilito che tutti gli uccelli divorano insetti,
chiocciole <• topi quando possono, restano due
obbiezioni principali da risolvere ancora.
Quali sono i rapporti fra gli uccelli insetti-
vori ed i pronubi delle nostre piante coltivate,
dei quali pronubi è oggi indiscutibilmente rico-
nosciuta l'enorme importanza? La risposta è
facile. So nella natura selvaggia, troviamo clic
molle piante annoverano i loro pronubi fra i
coleotteri, i (litteri. i rincoti ed alcune anche
fra le chiocciole e gli stessi uccelli, è certo che
la grande maggioranza «lei fiori sono visitati e
fecondati dalla famiglia dolle api, antoflle e
pronube per eccellenza, munite d'organi speciali
per la raccolta del polline. Ma le numerose
specie di apiarii sono provviste altresì di par-
ticolari organi di difesa ed offesa ; clii abbia
una certa, pratica di questi animali, sa come sia
cosa tutt'altro che agevole avvicinarle e come
siano temute dai nostri volatili domestici. In-
fatti uccelli eminentemente api veri costituiscono
eccezioni: il gruccione (Merops apiaster) ed il
falco pecchiajuolo (Pernis apivorus) . Queste spe-
cie sono inoltre divoratrici di vespe, annoverate
fra gli insetti dannosi .
Ma gli uccelli insettivori sono dannosi par-
ticolarmente (piando distruggono insetti nocivi.
Questa obbiezione è seria, considerando l'au-
torità di chi la sostiene; nondimeno essa e pa-
radossale. Trae origine dalla considerazione
che al diffondersi eccessivo di una qualunque
specie d'insetti, corrisponda, analoga diffusione
di specie parassite di essa. Poiché i parassiti
sono generalmente più prolifici delle vittime,
alcuni entomologi affermano che quel preda-
tore, uccello, rettile o carabo, il quale non
distinguendo fra vittime immuni ed infettate,
sceglie una, di queste, reca, un gravissimo
danno, perchè per ogni insetto nocivo che di-
strugge, ingoia con esso tutte le larve di pa-
rassita die contiene. A questa obbiezione fu
risposto da altri non meno autorevoli zoologi.
che tenuto conto delle uguali probabilità che ha
il predatore di divorare insetti nocivi immuni
od infettati, non è a, temere clic l'azione del
predatole intralci quella del parassita, ma piut-
tosto le siti di efficace aiuto. Inoltre se vi
sono casi in cui sarebbe assurdo contrastare
la glande efficacia dell'azione dei parassiti. \<-
ne sono altri molti in cui l'azione di questi e
nulla, perchè essi stessi non scelgono sempre
vittime immuni : quando più di un individuo
depone le uova sulla stessa preda, questa e
insufficiente ad alimentare tutti, determinan-
dosi in tal modo eolla morte dilla vittima,
quella dell'intera colonia parassita.
A molte obbiezioni risponde l'esempio della
biologia del Leucospis giga*. K questo uno fra i
più grossi endofagi ed e parassita della Gka-
licodoma mura/ria, frequentissimo ed utilissimo
pronubo, il (piale depone le uova ili una
cella piena di miele. p( 11 tei lamento chi lisa da,
un grosso strato di fango. 11 parassita colla,
potente lerelua perfora, la cella, della vit-
tima e \i depone un uovo. E assodato clic
molte uova possono essere deposte, forse da
più di un Leucospis, nella medesima cella della
Chalicodoma, ed è altrettanto assodato che la
prima operazione eseguita dalla larva di Leu-
cospis schiusa prima delle altre, è di distrug-
gere tutte le uova, della, sua specie dalle (piali
nascerebbero dei terribili concorrenti.
Appare dunque chiaramente come sia mal
basato un dibattito consistente nell'affermare
da un lato l'utilità dei predatori negando quella
dei parassiti, dall'altro l'utilità dei parassiti
negando quella dei predatori.
Ambedue queste categorie di animali possono
recare grande aiuto all'uomo nella lotta contro
gl'insetti nocivi. La schiera dei predatoti, co-
stituita, in grandissima maggioranza dagli uc-
celli, per le considerazioni esposte più su. riesce
di incalcolabile aiuto all'uomo nel periodo pri-
maverile, quando cioè la. vegetazione è nel suo
pieno sviluppo, (piando gl'insetti che vivono a
sue spese sono nella maggiore atti\ ita. e (planilo
gli uccelli nidificando sono costi etti a man-
giare inselli, non solo perche questi sono ne-
cessari all'alimentazione della prole, ma, anche
perchè frulli e semi non ve sono ancora.
A questo punto peto gorge un'ultima obbie-
zione. A (piai proposito parlare di utilità agri-
cola degli uccelli, (piando la loro protezione
è resa impossibile dall'agricoltura stessa, (die
ne impedisce la nidificazione e li rende più fa-
cilmente preda del cacciatore.' quando l'uòmo
reso arbitro dell'equilibrio della natura, può
a, suo talento modificarlo senza intervento di
alile forze organiche naturali !
Queste obbiezioni mostrano solamente che
le condizioni dell'avifauna son rese tali dal-
l'agricoltura, da. esigere una protezione più ef-
ficace di quanto sarebbe necessario in luoghi
ancoia, incolli e disabitati.
È mio profondo con\ incimento (die non l'agri-
coltura, ma l'agricoltore siano nemici della sel-
vaggina, (ili uccelli si adattano facilmente alle
modificazioni dell'ambiente e ne abbiamo prove
nella rondine, nel passero, nelle ci \ il le ed altri,
che i dovevano cerio nidificare nelle case
(piando queste noti esistevano. Non dirò che
l'agricoltura sia proprio tale da favorire l'ao-
ATLANTE ORNITOLOGICO
II
crescimento dell'avifauna, ma anche ni i terreni
coltivali vi restano abbastanza olmi, pioppi e
quercie a disposizione degli uccelli che amano
nidificare in alto, ed abbastanza siepi e fossetti
per quelli che nidificano in iena. E con tutta
la distruzione che se ne fa oggi, sono convinto
che la selvaggina sarebbe ancora numerosissima
se contadini e ragazzi non guastassero siste-
maticamente le nidiate.
Quanto all'equilibrio della natura, mi preme
osservare che l'uomo agisce molto moderata-
mente su di esso. L'uomo modifica, estendendo
una coltura, la qualità della vegetazione, fa-
cendo prosperare una sola pianta dove prima ne
venivano cento. Egli favorisce indirettamente
tutta la clientela di parassiti e niufualisti della
specie coltivata, ma su queste clientele egli
non ha che un'azione molto limitata. Provveda
adunque a che sia mantenuto nell'agricoltura
L'equilibrio speciale occorrente alla prosperità
di una data pianta e poiché le circostanze vo-
gliono clie l'uomo, predatore per eccellenza,
eserciti una azione notevolissima contro i pre-
datori, mentre poca ne ha contro i Litofagi,
moderi quella sua azione nel proprio interesse.
Per concludere, io credo che nella questione
della protezione degli uccelli, sia non solo
permesso ma doveroso l'opportunismo. Oggi
l'uomo renile nulla eil inefficace L'opera dei
predatori schiacciando il carabo, impalando il
rospo, uccidendo la serpe e gli uccelli. Que-
sti costituiscono, come ho detto, un'enorme
maggioranza fra i predatori, ed il loro numero
è al disotto di quanto sarchile, necessario a
mantenere l'equilibrio in quella categoria di
organismi ohe immediatamente ne dipendono.
Nel senso di permettere che i predatori, ossia
gli uccelli in prima linea, i rettili e gli anfibi
poi, possano raggiungere nuovamente lo stato
di equilibrio, io intendo la protezione degli uc-
celli. Oggi dunque io mi sento ornitoiilo. pronto
a passare all'altro partito quando per i tsulte
disposizioni eccessivamente restrittive, dovesse
verificarsi l'eccesso opposto.
Dal Laboratorio di Zoologia dell' f'nìvrixifii <iì lìoli><iini
13 Gnniili; Ì902.
Alessandro Ghigi.
Le Migrazioni degli Uccelli.
Per migrazioni intendiamo quei viaggi rego-
lari e periodici che gli Uccelli imprendono e
compiono ogni turno in determinate epoche e
con eguali direzioni; sono eminentemente mi-
granti quelle specie che nidificano molto al
Nord nell'Emisfero settentrionale e più nordico
che è il loro estremo limite di distribuzione,
più luughi sono i viaggi che imprendono re-
golarmente. Emigrazione è invece l'esodo par-
ziale o totale di una o più specie da una data
regione fino allora abitata, fatto che viene pro-
vocato da cause eccezionali, spesso ignote, su-
bitanee o lente, e persino secolari. Le escur-
sioni poi sono quei parziali spostamenti da una
località all'altra, determinati più che altro da
speciali fattori, (inali il nutrimento, il clima,
la riproduzione, etc. Incursione è l'immigra-
zione di numerose bande di Uccelli, che sono
stazionari nei loro paesi di origine. E l'esempio
più luminoso di questi ultimi anni si deve alla
comparsa del Sinatte che prima del 1863 era
noto soltanto quale abitante della Tartaria e
che ad intervalli invase, quale orda barbaresca,
più paesi d'Europa, ove anche nidificò ed ove
sembra essersi stabilito, lasciando in parte le
natie contraile.
Riguardo alle migrazioni gli Uccelli si divi-
dono in :
n) Uccelli stazionari, detti anche sedentari,
che sono quelli che nascono, crescono e rauojono
nel loro paese di origine, o tutt'al più impren-
dono escursioni. Però, nel senso stretto della
parola, quasi ogni uccello od in un paese o nel-
l'altro della sua distribuzione e migrante, e
può dirsi che tale fenomeno è universale e che
non esistano uccelli generalmente .stazionari .
sicché questi potrebbero piuttosto dirsi « specie
parzialmente migranti ».
b) Uccelli ili passo, cine quelli che impren-
dono ogni anno viaggi: che se tali viaggi sono
regolari e periodici si dice che la specie é di
passo regola/re, se invece essa non si presenta
regolarmente in un dato paese, si dice ehi- è
di passo irregolare} quando le sue apparizioni
Atlante ornitologico. — l'urto I.
42
\ I I w 1 I ORNI rOLOGICO
non sono regolate da alcun fatto ed accadono
solo come fenomeno straordinario ed a larghi
intervalli indipendentemente da qualsiasi ra-
gione conosciuta, si dice che la specie è acci-
dentale od avventizia e quantunque sembri die
nessuna legge governi tale « erratismo » degli
Uccelli, pure pare indubitato clic anche esso
in qualche modo sia governato da principi fis-
sati, perchè se noi non possiamo stabilire in
quale anno arriverà dalla, Siberia in Italia un
uccello accidentale, siamo però in grado di
conoscere relativamente in quale epoca dell'anno
potrà giungere.
Uccelli <li semplice passo o di passo, parlando
delle zone temperale, s > quelli elio (lassano
due volte all'anno in determinate epoche {autunno
e prima/oera) e per determinati paesi, soffer-
mandosi o punto o poco e ben inteso senza
nidificare, uè svernare in tali distretti ; uccèlli
invernali sono quelli clic non nidificano in un
dato paese, ma arrivano nell'autunno per pas-
sarvi l'inverno e partire a primavera, mentre
yli estivi sono quelli che giungendo di prima-
vera, nidificano e ci lasciano all'avvicinarsi
dell'autunno.
Naturalmente le specie che frequentano d'in-
verno le zone temperate sono quelle che nidi-
ficano molto da vicino al polo, e ritornando
laggiù di primavera fanno perfettamente ciò
clic compiono quelle specie che, svernando molto
da vicino all'equatore, vengono da noi in pri-
mavera; mentre gli Uccelli di passo propria-
mente detti, come i nostri invernali, nidificano
assai assai da vicino al polo, ma come i nostri
estivi cercano il soggiorno invernale molto da,
vicino all'equatore, e quindi e piono più lun-
ghe migrazioni.
di /'cecili ili passo parziale, sono quelli che
non compiono vere migrazioni, ma semplici
escursioni in grado più o meno visibile, peni
se una specie è migrante parziale non tutti i
i suoi individui si presentano tali e la ragione
di questa diversità di contegno non ci è nota.
come anche alcune specie sono migranti in un
paese e non lo sono in un altro. Alcuni' specie
hanno passo primaverile iti date regioni, mentre
l'autunnale si effettua per via differente e vi-
ceversa, cosi dicasi per l'Italia àeìVHirundo
nifuìa, della Glareola pratincola, etc. che sono
molto rare d'autunno, mentre compaiono con
una certa frequenza di primavera.
La migrazione, come dice il Newton, è uno
di quei fenomeni che maggiormente eccitano
la nostra curiosità e la nostra meraviglia ed
è forse il più grande mistero che si affacci nel
Regno Animale, mistero che attirò sempre l'at-
tenzione dei più antichi scrittoli e che, nelle
sue grandi linee, pilo essere egualmente spie-
gato dal più moderilo uomo di scienza, (pianto
da un ignorante selvaggio o da un profeta 0
da un poeta dei tempi antichi, tanto e cosi
immensa è la nostra ignoranza a tale proposito.
Le cause principali che si adducono per le
migrazioni autunnali, cioè per quelle dirette
al sud. sono la mancanza di cibo e l'inclemenza
delle stagioni: in quelle primaverili cioè, nel
senso da sud a nord, si vuol vedere un ardente
desio di litorno alla vecchia patria ed il bi-
sogno della, novella vita. Ed il Wallace (') tentò,
in qualche modo, di spiegare come sarchile stala
contratta l'abitudine delle migrazioni ed io ne
cito le sue stesse parole:
«Mi sembra probabile che qui, come in molti
altri casi, gli individui più adattati tra i so-
pravissuti ( ) mostrino (pianto grande fu la loro
influenza. Supponiamo che una data specie di
uccelli migranti non possa sicuramente nidi-
ficare di regola che in un'area prestabilita e
che in seguito, durante una gran parte del-
l'anno, essa non possa trovare nell'istesso paese
il cibo sufficiente e necessario alla sua esistenza.
Ne seguila che quegli uccelli, che non abban-
doneranno tale area, soffriranno e poi mori-
ranno, ciò che avverrà anche degli altri che
non abbandonarono quella località, cui erano
giunti pello scopo dol nutrimento. Ora, se noi
supponiamo che queste due aree fossero (per
alcuni vecchi antenati delle specie ora esistenti)
coincidenti, ma die si fossero gradualmente
staccate l'una dall'altra per cambiamenti geo-
grafici o climatici, noi potremo facilmente ca-
pire in quale modo sia al line divenuta eredi-
taria, l'abitudine di migrazioni parziali ed in-
cipienti in stagioni fissate, e come in tal modo
sia venuto a Stabilirsi ciò che noi chiamiamo
l'istinto. E facilmente si troverà che ancora
esistono varie graduazioni nelle diverse l'arti
del Mondo, da una completa coincidenza ad
una, completa separazione delle aree di nidili-
cazione e di nutrimento e (piando la, conoscenza
naturale di un sufficiente numero di specie di
uccelli sarà completamente studiata, noi po-
tremo trovare i varii anelli che collegano quelle
specie che non abbandonano mai una ristretta
.ina. nella (piale si riproducono e vivono tutto
l'anno e quelle che hanno due aree all'atto se-
parate ».
Le migra/ioni degli Uccelli hanno luogo anche
digiorno, ma precipuamente di notte, special-
| i Vat V W9.
i i « Survival of (he (Utest ■■■
VII.AS I i: ORNITOLOGI! 0
l::
niente se queste sono seme o burrascose; alcuni
si riuniscono in grandi branchi, altri soltanto
appajati ; i maschi talora precedono le femmine,
e «li solilo i giovani partono prima dei vecchi,
eccettuando il Cuculo. Circa al fatto che gli
Uccelli siano gli araldi ilei tempo buono o
cattivo, ciò è più teoria, che realtà. Pro-
babilmente essi abbandonano d'autui paesi
già divenuti freddi per le abbondanti nevicate
e violenti burrasche, e quindi non è impro-
babile ehe questo inilusso -i ripercuota anche
in lontani paesi ; quindi se anche dobbiamo
ammettere, elio tali grandi movimeuti-
siano in parte governati da fenomeni me-
tereologici, non ci è giuocoforza presumere
elie gli uccelli servano di sicuro baro-
metro. Ed è un tallo clic sia bello o
sia brutto, sia freddo o caldo le specie
partono od arrivano ad epoche lisse e
strettamente determinate e se. lo studio
delle migrazioni l'osse completo, si po-
trebbe stabilire quasi matematicamente
il giorno di all'ivo delle singole specie,
non di tutte però, e cito pel primo caso
il Rondone ed il l'ideine Ila di mare;
mentre altre die vengono da più lon-
tane regioni non offrono eguale esattezza.
Da tempo pure venne notato elle, spe-
cialmente nei passaggi di primavera, i
brandii composti esclusivamente di ma-
schi arrivano prima di (pulii delle fem-
mine, cosa facile a spiegare, perchè
certamente in epici viaggi di qualche
migliaio di chilometri i maschi, come
pio fortemente costituiti, potranno attra-
versare queste distanze con maggiore fa-
cilità ed impiegando quindi tempo più
breve. Come è un fatto che gli individui di
maggiore statura e robustezza della stessa
specie raggiungono il limite più nordico, cui
la specie stessa arriva; ed a convalidare ciò
cito il fatto dei grandi esemplari di falcone
clie si predano da noi soltanto all'epoche dei
passi e nell'inverno e che collimano per di-
mensioni con quelli clic \Tivono d'estate nella
Russia settentrionale, mentre i soggetti che ni-
dificano tra noi non offrono le dette dimensioni.
Molte osservazioni sulle migrazioni furono
lavorile da studi fatti su (pianto accade attorno
ai fari. E questo si deve specialmente notare
circa i fari delle Isole Britanniche e dell'isola di
Helgoland, un'isola remota e meravigliosamente
adatta pei osservazioni di tal genere. Queste
notizie, le più complete che mai siano stale
raccolte, le dobbiamo al signor Giitke, che
passò la piii gran parte di una lunga ed utile
esistenza in questa piccola località. Egli studiò
con la maggior cura i movimenti degli ucci 111
durante il passo ed il ripasso a seconda delle
stagioni; a citare qualche l'atto, dirò come egli
assc\ eri che talora essi \ ola \ a no in enormi (pian-
tila attorno al faro: e in una notte di oltobi e,
p. e i Fiorrancini volteggiavano cosi numerosi
come i fiocchi di neve in una abbondante nevi-
cata... sicché alla mattina seguente formicola-
va lappertutto nell'isola; e miai dopo le
allodole a miriadi si affollarono per (piani..
notti consecutive d'attorno ai brillanti raggi
eli uccelli attorno ni Faro d'Helgpland,
in una notte durante lo migrazioni.
uhi Qàtke).
del l'aro, assieme a quantità non minore di
storni ( l'i/rinft).
Parecchi Autori (') parlarono diffusamente
delle, cosi dette vie seguite dalle colonne mi-
granti e le principali pirla Regione Paleartica
furono l'issate dal l'almèn in numero di nove
e cosi dettagliatamente stabilite:
Da prima (A), lasciando le coste Siberiani' del
Marc Polare, la. Nuova Zembla e la Russia
l'I Palméti, "./. Foglamea fiyttningtvàlgar , ETeleingfoi
1874, colla traduzione in tedesco, Ueber die Zugstrassen der
Vogtl, Leipzig, 1876; Eneycl Britann. ..I. D,a III, p. 708;
ETomoyer, E. v. . Journ. fiir Ornith. 1876, pp. 387-391 .
p, 113; !.. Bteeao, /'.'. Wanderungen der I i 1881;
r ,i in ii \ utworl :... Serra E. I'. \ .... II.. ...... i
der « Zugttrassen dei' r<: . ' , Blolsingfore a Leipzig, 1882;
S,.\ , i |/.iu , /
| ,'/'..
>...■ ;,„,,. Voi I/i I I, pp. 234-387) : Ui
Zuggtrassen der V'ògel vm euroj Hschen Riti island, II. pp. 291-
::.'.:i (1886), etc
H
ATLANTE ORNITI >!.< Mi 1< '< i
settentrionale, corre lungo la costa occiden-
tale della Norvegia fino al Mare del Nord
ed alle Isolo Britanniche.
La seconda (B), partendo dalle Spitzbergen e
dalle adiacenti isole, segue la stessa strada.
ma si prolunga sino alla Francia, alla Spa-
gna, al Portogallo, giungendo alla costa oc-
cidentale dell'Africa.
La terza (C), parte dalla Russia settentrionale.
attraversa il Mar Bianco ed i grandi Laghi
di Onega e I. adoga, corre lungo il Golfo di
Finlandia e le parti meridionali del Baltico
sino allo Holstein ed all'Olanda, ove si di-
vide — un braccio unendosi alla seconda via
principale (B), mentre l'altro, correndo lungo
la Valle del Reno ed attraversando quella
del Rodano, si divide ancora, giungendo al
Mediterraneo, ove una strada passa lungo
le coste occidentali dell'Italia e della Sicilia,
una seconda prendendo invece la direzione
della Corsica e della Sardegna ed una terza
seguendo le coste meridionali di Francia, e
le orientali di Spagna, tutte e tre terminando
nell'Africa settentrionale.
La quarta (I>). la quinta (E) e la sesta (F) delle
linee principali partono dall'estremo Nord
della Siberia.
La quarta (D), seguendo Lobi, si divide presso
Tobolsk, un tratto, divergendo al Volga, di-
scende per quel fiume e così passa al Min
di Azov, al Mar N'ero, e quindi pel Bosforo
e, pell'Egeo giunge all'Egitto, un altro tratto
giunge al Caspio pella via del fiume Trai e
per di là si porta al Golfo Persico, mentre
altri due tratti si perdono nelle steppe.
La quinta (E), rimonta lo Jenissei, attraversa
il Lago Baikal ed arriva alla Mongolia.
La sesta I 1'). rimonta la Lena e, toccando l'alto
Amar, arriva al Mar del Giappone, ove si
unisce con la Kiitinia (G) e V ottava (0) che
partono dalle regioni orientali della Siberia
e dal Kamciatka. Oltre questa, la nona (X).
partendo dalla, Groenlandia e dall'Islanda,
passa per le Far Oer alle Isole Britanniche
e fusa nella seconda (B) e india terza (C)
giunge alle costo Francesi.
Queste, secondo il Prof. Palmèn, sarebbero
lo principali vie di migrazione, tutti i corsi
d'acqua servirebbero però quali vie secon-
darie.
Quantunque noi dobbiamo ammirare questi
sforzi intelligenti, sentiamo però che sono in
gran parto sogni di fantasie immaginose, e che in
realtà poco o nulla vi si trova di positivo, e qui
tra quegli Autori che, con maggiore assiduita e
larghezza di mente, studiarono il complesso
problema delle migrazioni degli Uccelli cito il
nomo di fàllico Giitke e della sua grande
opera (').
L'altezza e la celerità di volo dipendono
da molti fattori, quali lo stato dall'atmosfera
e del vento, e nolo però che lo colonne mi-
granti compiono i loro viaggi ad altezze che
l'umano pensiero non creilo possibili e cito il
fallo di Tennant ( '), che guardando il sole con
un telescopio, vide uccelli che parevano Nibbi,
ad un'altezza di parecchie miglia e quello di
Sooit ii olio, osservando nella notte del 1!) ot-
tobre ISSO la luna con un telescopio, vide
colonne di uccelli migranti, che egli presume
fossero ad un' altezza varia di uno a due mi-
glia inglesi ; tralascio altri fatti che non cito
a titolo di brevità (').
Riguardo la velocità di volo degli Uccelli
conosciamo ben poco. Una rondine mandata
da Roubais a Parigi — 160 miglia — impiegò
novanta minuti, ciò che darebbe 106 miglia
all'ora! Si citano esempi di Piccioni, che sii
traiti di qualche lunghezza, teunero velocità va-
rianti da trentasei a ottanta miglia all'ora! il
Piviere dorato americano in una sola notte var-
cherebbe una distanza pari a 1700 miglia od a
questo proposito il signor Ileadle\ dice: « Anche
arguendo una velocità di 60 miglia all'ora, gli
uccelli dovrebbero volare per 25 ore. ciò che
e troppo senza prender cibo » ed ha più che ra-
giono!! Giitke, il benemerito ornitologo tedesco,
che passò la sua vita nello studio dei costumi
dogli Uccelli ad Helgoland , credeva che il
Tot t'azzurro orientale potesse lasciare l'Africa
sull'imbrunire ed arrivare ad Helgoland nove
oic dopo, facondo 1600 miglia durante la stessa
notte, come lo Sharpe dice « la quasi mi-
racolosa velocità di 1S(I miglia all'ora» [Py-
vraft).
Circa la, direzione, cioè al modo con cui si
orientano le colonne migranti, furono messo in
Campo lo ipotesi dell'istinto, di un innato senso
di direzione, dell'esperienza, etc ; ma se la
migrazione è ancora un mistero, il fatto por
cui gli uccelli trovano sempre la loro strada,
sia essa attraverso fitte boscaglie, o lande de-
serte o mari sconfinati, è ancora il mistero dei
misteri.
l'i Vie VogehoarU Helgoland, Brannschiroig, 1891, 2ft edi-
sione, 1900.
i Stray Feathert, III, pag. Ì19.
I , Bull, Ruttai a,,, Uh. Chili. VI. pp. 97-100
l , Alien, Bull. Vuttal Ornith. Club, TI, p. 188 : Clmpnian,
!.</.. 1888, o 37-39; .'■ mrn. de Phyt. I.I.X. p. 31 Vatuiv
XIX, p. i::i, 13 March L879.
\ I I \\ I 1 ORNI i"l .' "■!' 1 1
15
// canto degli Uccelli.
È noto die tutti gli uccelli hanno una voce
speciale che si dice canto, quantunque questa
parola nel suo vero senso denoterebbe solo un
suono modulato. E ad indicale le varie mo-
dulazioni che olire tale fenomeno, si dice che
il Merlo lischia. clic il Corvo gracida, che il Ru-
BÌgnuolo gorgheggia, che il Tordo gquittisce e
co~i via, come pure varie denominazioni souo
usate pei differenti suoni emessi dai Mammi-
feri. Alcuni Uccelli hanno canto melodioso
(Rusignolo), altri, pure avendo bellissime note
(Cuculo), non hanno un vero e proprio canto. La
voce di un uccello può esprimere ira, avviso di
pei icolo o dolci note d'amore e di ardente desio,
ma non tutti i suoni si possono classare sotto
il titolo di canto. E più volte il Naturalista
si e domandato perche l'uccello canta .' La più
probàbile interpretazione è quella che un uc-
cello canti per innamorare la compagna e pro-
curarle diletto durante le gravi cure dell'incu-
bazione. Ed infatti, assai di sovente, il maschio
cania col piìi grande trasporto, sinché la com-
pagna cova e termina di cantare (piando sgu-
sciano i piccini, che se questi siano distrutti
e la femmina deponga nuove uova, esso prin-
cipia nuovamente a far udire le sue note d'a-
more. Alcune specie (Pettirosso, Lodola, Tordo)
cantano tutto l'anno, eccetto durante la muta
o nelle giornate burrascose d'inverno, ma di
primavera le loro melodie sono piii attraenti,
il canto più intenso e più sviluppato, il gor-
gheggio più modulato.
Semina certo che esiste rivalila tra i maschi
di date specie, nel senso di «piale di questi canti
più soavemente e che le femmine scelgano il mi-
glior cantore, lasciaudo gli altri a sforzarsi per
guadagnare la simpatia di qualche al tra compagna
od a rimanere celibi. Alcuni Autori asseriscono
che il canto è l 'espressione di un eccesso di
energia, di superflua vitalità e che l'uccello
«aula per semplice diletto. Ed il fatto, ehe
tutti i Intoni cantori hanno opachi colori,
tornerebbe in parte a conferma della prima
ipotesi. E si nota che gli uccelli ili brillanti
colori o di canto melodioso rappresentano la
più alta perfezione nella lotta per l'esistenza
e che possiedono qualche cosa di eccedente
nella loro vitalità da consumale 0 nella soa-
vilà del canto o nello splendine delle belle
penne, ma non in ambedue di queste prero-
gative. È indubitato che il canto e anzitutto
un modo di corteggiamento. Ed e un fatto che
quelle specie, nelle quali i maschi non hanno
un tal potete musicale da innamorare le fem-
mine, adottano altri sistemi, sia il combatti-
mento, O evoluzioni, danze, lotte, ite. e questo
è un fattore potente di selezione naturale.
L'organo della voce «lenii Dccelli e allatto
loro speciale e vieti detto siringe od anche
bassa laringe, perchè è situata molto piti al-
l'ingiù del nostro organo vocale, e perchè è
una modificazione degli tinelli terminali, della
trachea e degli adiacenti superiori «lei bronchi.
Questi ultimi sono incompleti nella loro parete
interna, di modo che i lati dei bronchi che
guardano oppositamente e che sono «lei tut io
membranosi, formano la così «letta membrana
timpani/orme, mentre che il timpano della trachea
sarebbe costituito dagli anelli della parte in-
feriore della detta porzione. L'osso trasversale
o pessulus è quello che divide la siringe inter-
namente e per maiilo-aiia semilunarc s'intende
quella ehe parte dal margine superiore del
pessulus e che termina in un margine concavo
nella cavità del timpano della trachea; «piando
il pessulus manca, la membrana si attacca di-
rettamente sugli angoli illusali e ventrali del-
l'ultimo o degli ultimi anelli tracheali. Grli or-
gani vocali, propriamente «letti, sono «ptelli
che si inseriscono sulla parte terminale della
trachea e sui bronchi e variano all'infinito,
tante sono le modificazioni che possono offrire.
11 loro suono è simile a quello di un oboe o
di qualsiasi altro istrumento a fiato ed i muscoli
speciali, che agiscono nelle parti adiacenti, mo-
dificano l'azione dei detti organi. Questi muscoli
si dicouo estrinsici se passano tra il tubo re-
spiratorio e le parti esterne di esso e sono «li
solito in numero di due paja, intrinsiti se pas-
sano soltanto «la timi patte del tubo respiratorio
trachea e bronchi) ad un'altra e di questi ne
esiste in generale un pajo, ma possono pre-
sentarsi in numero di cinque o sei paja e [las-
sano dal disotto della trachea agli anelli bron-
chiali. Questi muscoli addizionali sono presenti
precipuamente negli Uccelli Cantori, ma si tro-
vano tinche in altri che non cantano, come ad
esempio nella Cornacchia e nel Corvo imperiale.
Hi
ATLANTE ORN ITOLO! i |( u
Questa sarebbe la Dormale costituzione del-
l'organo del canto, ma vi possono essere spe-
ciali modificazioni, come la mancanza <li mem-
brana semilunare, ciò che si verifica anche negli
Uccelli Cantori più altamente caratterizzati ; la
siringe può venir formata dalla sola trachea
(gen. Thamnophilus) o «la un solo bronco
(Steatornis) ed i muscoli mancare del tutto,
cioè nella trachea e nella siringe (gen. Struthio
ed atlini. Cathartidae) ; la siringe poi di so-
lito è tracheo-bronchiale, ina può essere tra-
cheale e bronchiale. 1 pappagalli non hanno
osso trasversale e presentano tre sole paja di
muscoli intrinsici, semina ch'essi parlino con
l'aiuto della lingua e del becco. Noi però non
sappiamo come agiscano le membrane vibranti,
uè in (piale modo venga modificata la loro ten-
sione dai muscoli speciali dei (piali parlammo,
quantunque sia certo che le varie dilatazioni
della trachea e della laringe superiore agiscono
sulle diverse modulazioni della voce, che sono
dovute agli anelli, ai semianelli, ai muscoli ed
alle membrane che costituiscono l'organo detto
Siringe.
Il numero dei muscoli vocali o il loro luogo
di inserzione fu usato nelle classificazioni Or-
nitiche per caratterizzare alcuni gruppi di Uc-
celli, e qui cito alcuni nomi adoperati nella ter-
minologia ed il cui significato non è molto noto.
a) Mesomyodi - quando i muscoli sono
inseriti sulla parte centrale o laterale dei semi-
anelli bronchiali (forme primitive delia gran
p;n te degli Uccelli).
b) Acromyodi - quando i muscoli sono
attaccati sulla parte terminale di «pici semi-
anelli, ove passano nella membrana timpani-
forme (Oscines).
e) Anacromyodi — (piando i muscoli sono
inseriti sulla parte dorsale dei (letti semianelli.
ti) Catacromyodi — (piando i muscoli sono
inseriti sulla parte ventrale dei detti semi-
anelli.
e) Diacfomyodi -quando i muscoli sono
insiliti su entrambi gli apici dei detti semi-
anelli.
■y) OlygOMYODAE — se esistono pochi mu-
scoli del canto.
/3) Poi.YMYODAK — se esistono molli mu-
scoli del cauto.
A. Newton così divide i Passeracei :
1) Passeraeei diacì'omyodi, nei quali alcuni
dei muscoli della siringe sono attaccali alla
palle terminale dorsale ed altri sulla, ventrale.
queste parti terminali riuscendo eguali : la
detta, t'orma comprende i Sub-OsCINES e gli
I ISCINES.
2) Passeracei anisomyodi, nei quali i mu-
scoli sono differentemente inseriti, gli uni sul
centro o solo sull'una o sull'altra delle parti
terminali dei semianelli ; questa torma com-
prende i SUB-CLAMATORES ed i Cl.AMATORES.
Uova e Nidificazione,
v Oology takerj alone provos i" '»' a snido
as misleading as an\ othei arbitrar^ mothod
of classiflcation, bui combined wìtb bhe evi-
donce afforded i>\ dne study of otber partloa.
hiriiirs. whether superficial or deop-eoatod,
it cali BCarCely fall in tini)' tu cornimi Ufi I"
an ornithological arrangement asnearlj trae
to Naturi1 as we inay expOCt to aobiOVC ■>.
Nl;w min.
Gli Uccelli sono ovipari, cioè le uova, lasciano
il corpo delle femmine e sgusciano fuori di esso.
E novo è il nome dato al gamete femminile
che si forma nell'ovario, il quale (uovo), dopo
la fecondazione, dà origine ai giovani degli
animali. Il numero dello uova, che può deporre
un Uccello, è estremamente variabile. Fra essi i
più prolifici sono le forme domestiche, clic fu-
rono accuratamente selezionate dall'uomo per
secoli ed allo scopo di aumentare la. loro ca-
pacità ti prolificare numerose uova. Fra queste
primeggiano le Anitre domestiche e certe razze
di Galline, che da marzo a luglio depongono non
meno di 120 uova. Come e nolo esse e quelle
di altre specie, (piali il Tacchino, la Gallina fa-
raone, la Pernice ed altre, sono grandemente
i Il IMI ORNITOLOGI! 0
4 7
ricercate per cibo e rappresentano un rilevante
articolo <li commercio. Dall' enonne quantità
che può deporne una Gallina, noi arriviamo ;il
numero pure considerevole del Fagiano e del
Germano, i piccoli uccelli depongono da otto a
dieci uova, talora cinque o sei. duo i Piccioni
e gli Uccelli Mosca, ano la Procellaria, il Pin-
guino e l'Avvoltoio. E cosi varia è la loro rela-
tiva grandezza, quello dello Struzzo equivale in
peso a 36 uova (li Gallina, quelle di Moa, che
furono trovate sotterrate nella. Nuova Zelanda,
erano più grandi, l'altro di Aepyornis del Ma-
dagascar bì eguaglia a 148 uova ili Gallina
nostrale; da questi estremi discendiamo a quello
dell'Uccello Mosca, che è di minime dimensioni!!
l'ero la loro grandezza è in generale, ina non
costantemente, relativa all'animale e la ragione
che talora troviamo femmine molto più grandi
dei maschi è dovuta anche al tatto che de-
pongono uova di rilevanti dimensioni ; osservo
però che il Corvo e l'Uria di circa eguale sta-
tura depongono uova molto dissimili e che stanno
nel rapporto di imo a dieci e quello di Uria
è grosso quasi quanto l'uovo dell'Aquila; il
Beccaccino ed il Merlo quasi di pari grandezza,
depongono uova ben differenti in dimensioni.
Ed a questo proposito cito le parole di He-'
Wilson (') : La ragione di questa grande di-
sparità è, del resto, ovvia; le uova di tutti
quegli uccelli che abbandonano il nido appena
sgusciati e clic sono quindi più completamente
sviluppati alla loro nascita, sono molto grandi.
Le uova variano notevolmente di forma, sono
sferiche nell'Allocco (Strigidae), piriformi in
quasi tutte le Limicolae e in molte Alcidae
ed in questo caso se le uova deposte sono quattro
si tocci coll'estremità più stretta ed occupano
quindi uno spazio minore nel nido; le uova
ancora sono allungate negli Aironi (Ahdeidaj i,
di apparenza quasi biconica negli Svassi (Po-
dicipedidae) etc. Ma poche sono quelle vera-
mente simmetriche, presentando in generale di-
mensioni differenti nell'una o nell'altra delle due
estremità. Cosi varia è la loro superficie, o tra-
sparente ad iridescenza opalina (Picariaei od
opaca o lucida, quasi come la porcellana verni-
ciata (Tinamiiiae), cosi la superficie può essere
liscia come nei Gabbiani e nei l'asseiacei, smal-
tata e ripulita come nei Gallinacei, o granulosa
ed a fossette ' ( Hcogna i. ocon concrezioni calcaree
di considerevole grossezza come negli Stega-
NOPODES (eccetto il Phaeton), negli Svassi, etc:
sembra che le uova di Struzzo del Sud- A dica
presentino granulazioni di straordinario svi-
luppo, mentre sarebbero liscie quelle dello struz-
zo delle parti settentrionali del detto conti-
nente (')!
Talora si osservano uova anormali e ielle forme
più strane e ciò si rinviene non raramente negli
animali domestici, come i l'olii e le Anitre, ove.
(lice il Newton, la eccessiva produzione di uova
tende a sforzare ed esani ire l'ovidotto. La man-
canza di cibo calcareo può spiegare il fenomeno
delle cosi dette uova « molli » o di guscio molle.
Si trovano talvolta uova con d tre tuorli.
che produssero poi gemelli, ciò che venne com-
provato inditi il ii amen te.
Le uova variano molto di colorito, ma hanno
un fondo di tinta speciale. 1' intensità del quale
sembra aumentare colla vigoria dell'animale.
Sopra di questa tinta può sovrapporsi una quan-
tità variabile di macchie, di chiazze, di toppe
o rotonde, o allungate od a ziz-zags più o
meno spirali o lineari, 'l'ale quantità di ma-
teria colorante, depositata e secreta, semina
essere in generale abbastanza costante, special-
mente per quegli Uccelli che depongono molte
uova, mentre in altri clic ne depongono due
soltanto, spesso succede che uno è vivamente
colorito, e l'altro pallido od incolore ed è noto
che quest'ultimo venne depositato per primo. Più
volte si parla nei trattati ornitologici di « uova
« doppie macchie o a </<>i>i>in segnatura (2) ».
Questa è una delle caratteristiche più notevoli
nello studio dell'Oologia e si riferisce alla, di-
rei quasi, prevalenza delle toppe e delle mac-
chiette sottoposte (di solito grigie o porporine),
che in quelle uova dove rappresentano una
particolarità, sono talora tanto evidenti quanto
le toppe sovrapposte e più scure del guscio.
Così, ad esempio, pel solo fatto di una tale di-
versità delle uova, noi possiamo separare gli
Aironi dalle Giti, quantunque in passato fossero
sempre classificate assieme, mentre invece i primi
depongono uova blu o biancastre immacolate, e
nello Gru l'uovo è sempre scuro e « a doppie
macchie» Nella massima parte dei PaSSERIFOR-
MES od Uccelli appollajatori si deve sempre
osservare che, quando le uova sono macchiate,
queste macchie sono di doppio genere [Sharpe). Il
colore, non è invariabilmente eguale in tutte
le uova deposte dalla medesima specie nella
stessa stagione, ciò che succede specialmente,
come già dissi, in quelle specie che ne depon-
gono poche; mentre nelle altre, che ne di pun-
gono parecchie, il disegno se non è perfettamente
eguale, pure è del medesimo tipo, a ciò però fa
(') Coloni, TUuttr. Eggt Brìi. Birda, Imi. p. X, (1856,).
I1) Ibi», IsTO. p. 74.
l 'all' inglese « iluuble-epottcd eggs » Sharpc).
18
Ali. ANI'ls ORNITOLOGICO
eccezione tra altre specie la Passera mattuggia
che depone cinque o sei uovi, uno dei quali dif-
ferisce sempre assai dai rimanenti della covata.
Le uova di talune specie variano di colore al-
l'infinito. E l'esempio più luminoso l'abbiamo
nell" Uria che depone il suo unico uovo fatto
a pera sulla banchina «li una roccia. Dif-
fìcilmente due uova di Uria sono eguali in co-
lore, il fonilo di tinta varia dal bianco al fulvo-
gialletto, al verde, al falvo-rossiccio, unicolore,
o più o meno fittamente coperto di macchie e
macchioline di varia forma e colore (mia Gol-
legione), sicché è impossibile darne un'esatta
diagnosi. Il pigmento delle uova eccitò lunga-
niente la curiosità dei Naturalisti riguardo alla
sua composizione, e generalmente si riteneva
una secrezione del saugue o della bile. .Ma nel
1875 il signor Sorby (') trovò, col metodo del-
l'analisi spettrale, che esistono sette differenti
sostanze coloranti, alla cui mistura in date
proporzioni si devono le varie tinte e queste
sostanze sono strettamente connesse tanto con
l'emoglobina, quanto coi pigmenti della bile.
In generale le uova bianche o senza macchie
sono depositate nei nidi aperti, ma le eccezioni
a tale regola sono così numerose, che nulla di
positivo può stabilirsi. Così mentre troviamo
elio le Anitre e molli Gallinacei depongono
uova uniformi e spesso bianche in nidi aperti,
ciò che fanno i Piccioni che hanno pure uova
bianche e il Tarabusino e la Quaglia della Vir-
ginia, d'altra parte gli Allocchi hanno uova
bianche tanto se nidificano nelle cavità, quanto
sul nudo terreno o sugli alberi in nidi aperti.
Le uova a macchie sono di solito deposte in
cavità o nei nidi coperti e ciò a scopo di pro-
tezione, ma anche qui abbiamo l'eccezione delle
uova blu pallide della Taccola e di tante altre,
che infirmano la tesi generale.
Le uova per svilupparsi hanno bisogno di un
certo grado di temperatura, per mantenere il
(piale gii uccelli si posano sopra di esse e
fanno ciò che si dice covare. Il periodo dell'in-
cubazione varia ed è in relazione con lo stato
di perfezione, nel quale nasce il pulcino, quindi
massimo pei N'idifughi e minore pei N'idicoli.
colla grandezza e vitalità dell'uccello e col
clima die con gli abbassamenti di temperatura
può ritardare lo sviluppo dell'embrione, special-
mente mi primi giorni dell' incubazione. Sembra
però che gii Uccelli della Me-sa specie che uidi-
licano e presso al polo e presso i tropici
abbiano eguale periodo di incubazione. Lo Struzzo
cova le sue uova da cinquanta a sessanta giorni,
mentre lo Scricciolo dieci giorni soltanto, 36
L'Uccello dello tempeste, 23 la Pettegola, (la
21 a 2:: la Rondine di mare, da L3 a II la
Lodola. l.'i la Rondine, Il la Ballerina, da L3
a 1 :< il Pettirosso, 11 il Codirosso. 1 ."> il Merlo.
20 l'Avvoltoio degli agnelli, ete.; secondo
Evans (') il minimo sarebbe di 10 giorni (Sylvia
Sylvia) il massimo da 50 e 60 (Fitlmarux <//»-
vialis).
In generale è la femmina che cova ed il ma-
schio l'assiste e lo porta il cibo, ma, talora cova,
invece il solo maschio (Quaglia tridattila, Oa-
soaro, Emù, Struzzo, etc), od anche ambedue
prendendo ciascuno il suo turno.
11 Cuculo è parassita, cioè ambedue i sessi
evitano di covare e depongono le uova nel nido
di altri uccelli, ciò che viene facilitato dalle
piccole dimensioni delle loro uova e dall'estrema
variabilità di colorito, essendo questo l'uovo più
variabile che si conosca. Per parassita adunque
s'intende, nel nostro caso, quell'uccello o quelle
specie di uccelli, che non fanno nido proprio,
ma approfittando di quello di altri, affidano
loro la cura di covare le uova e di allevare
i piccoli. L'esempio più luminoso è offerto
dal Cuculo, le cui abitudini, quantunque molto
'studiate, sono ancora in parte avvolte mi mi-
stero. Le più strane teorie furono avanzale
per spiegare le rimarchevoli sue abitudini, la
più certa è quella del gran numero di maschi
in rapporto alla scarsità di femmine, che di
necessità sono poliandre. Non sembra pero
esatto il computo di venti maschi per ogni
femmina, è più prossimo al vero quello di
cinque o sei. È pure un fatto assodato che i
genitori non solo non curano la propria prole.
ma imprendono regolarmente le loro migrazioni
prima dei giovani e questi completano la muta
prima della partenza. Ciascuna femmina de-
posita circa 20 uova nel corso della normale
stagione a giorni alternati e ogni femmina di
Cuculo sembra deporre uova dello stesso tipo
per tutta la vita. Ogni Cuculo è parassita di
una data specie di uccelli e depone le sue, uova
nel nido di un uccello differente solo quando non
trova quello della sua balia favorita o esso non
è in condizioni di riceverlo; depone un uovo
soltanto per nido. e. quando se ne rinviene un
secondo, esso è opera di altra femmina. Quan-
t umiiie le uova di Cuculo che non si avvicinano
a quelle delle loro halic sia molto grande, pure
la .somiglianza con quello degli uccelli, nel cui
nido viene collocato, è sempre rimarchevole,
ed in alcuni casi assoluta, quantunque finora
(') Pine. tool. S„r. l*7f,, pp. 351 365.
('1 //,;«. 18D1, |.]'. 52 ■'■; « 1882, pp.
\ii.xmi ORNITOLOGICO
19
non abbiamo esempi «li uova di Cuculo simili
ii quelli di Scricciolo, di Passere Bcopajole, etc. :
e quasi seni pie l' UOVO depositato nel nido di Co-
dirosso fu rinvenuto blu, e i quello di questo
Ultimo uccello. Le specie nel nido delle quali
si trovò l'uovo di Cuculo sommano a 1 15 I Wells
Bladen, 1896) o a 119 [Skarpe, 1898), -emina
però che i|uelle trovate nel nido del Tuffetto e
della Gallinella d'acqua non fossero autentiche,
ma dovessero riferirsi a due piccole uova anor-
mali delle predette specie. L'uovo di Cuculo è
sciupìi' notevole per le >ue piccole dimensioni,
pella sua estrema variabilità di colore, perla
grossezza ed il peso del suo guscio, fatti che
(osto lo distinguono dalle uova degli altri uc-
celli, nel cui nido giace. Semina che ogni
Cuculo abiti un' area di distribuzione locale
assai limitata e che \i ritorni di anno in anno.
Altri uccelli parassiti sono quelli del genere
americano Sfolothrus e sembra il Cassidi* orysi-
vorus del Brasile. Però, parlando -empie dei
Cuculi, non tutti i inombri di questa famiglia sono
para-siti, mentre il nostro Cuculus canorus lo
è eminentemente, altri costruiscono i loro pro-
pri nidi, allevano la prole e si mostrano parenti
affettuosi.
Un altro fatto strano è lineilo che ci oltre un
Cuculo del Nuovo Mondo la Crotophaga ani di
Griamaica. Molti individui (probabilmente dello
stesso branco) lavorano assieme nella costru-
zione di un grande nido, nel quale tutte le
femmine della compagnia depongono le loro
uova. 11 detto numero è in generale da sei a
otto, ma varia grandemente a .seconda degli indi-
vidui di cui è formata la compagnia; il signor
YV. E. Scott trovò fino a ventuno uova, e
sembra che di solito ogni femmina ne deponga
due, ma ciò che è ancora più strano è che le
uova sono deposte a strati regolari e clic cia-
scuno strato è diviso dall'altro da un letto di
foglie. Fu osservato come gli strati sono di so-
lito due e che il sottoposto è formato di uova
infeconde, alle quali gli uccelli col becco uri-
navano le concrezioni calcaree da una o da
ambedue le estremità. Io ho citato questo fatto,
che sembra strano anche tra i più strani.
I Megapodi della Regione Australiana nò co-
vano le loro uova, nò s parassiti. Essi invece
innalzano grandi citinoli di sostanze vegetali e
di terra e sotto \i depongono le uova, le quali
sgusciano non pel calore sviluppato dal corpo
dell'animale, ma per quello che si sprigiona
dalle materie che si trovano ammassate nei detti
ctunoli, ove fermentano e si decompongono.
E siccome i genitori non emano i piccoli nem-
meno appena nati, cosi la provvida natura ha
fatto in minio che nell'uovo, molto rol inoso,
essi possa aggiungere già un tale sviluppo
che, quando ne escono, sono del tutto coperti
di penne, possono volare per brevi tratti e
sembra che. prima di abbandonare il cumulo,
godano anche di una considerevole statura.
Alcune specie poi depongono le loro uova
sulla semplice sabbia calila del lido e di solito
sopra il più alto livello comune delle acque
ove le alte maree di solito non giungono . i
semina che i raggi del sole col loro calore
le facciano sgusciare.
C e talora i genitori aiutano i piccini, non
ancora sgusciati, a rompere le scorze delle uova
quando sentono il pigolio dei giovani che vi
stanno rinchiusi.
In generale i piccoli sono amorosamente nu-
triti dai genitori ed è a tutti noto il cosi detto
« latte dei Piccioni » che ò un fluido nutriente.
- lall'ingluvie simmetrico che questi uc-
celli rigettano dal loro esofago e che i nidiacei
succhiano 0 introducendo il becco nella bocca
di uno o dell'altro dei genitori o viceversa.
Di regola gli uccelli allevano una sola covata
all'anno, ma altre specie ne fi lue o tre e
sembra che le quaglie ad es. nidifichino anche
in Africa, dopo di aver passato qui da noi
l'estate (').
l'uò dirsi che la costruzione del nido sia come
il reale principio della stagione delle cove,
dolce lavoro cui non tutte le specie si sobbar-
cano con eguale maestria o con pari amori-.
Come si sa hi forma del nido ed i materiali
adoperati nel costruirlo sono differenti nelle
singole specie.
Alcune fabbricano nidi chiusi di straordina-
ria bellezza artistica, altre piti costruendoli
artistici li lasciano aperti, altre non intessono
alcun nido o esso ò molto rozzo.
Cos'i le Urie (Vriae) s'accontentano di de-
pone l'unico novo, senza tetto, nò copertura
alcuna sulla nuda superfìcie di un orlo di roc-
cia, ove però la sua forma conica gli permetti
quell'appoggio necessario per non precipitare. Si
(') Consulta in argomi i. Fortpfianxungt-
geschichu der gè nmten I Lt i|,/l- 1845; Lefèvre,
l '/*,.. des " w/a dei lux d'I ; Hi
ivitsrm I lllvstrations oj tt UM Birdi.
X'". Kit. :> '. London
t , Washington, I ifnrs, Ti aiti
• gr. Paris, 1880 Ci
PolxHch, ■ ■ a, 1862; Bfidi tei />
lol. Leipzig, 1863 : Wolli ■ "
m ■ ■. London, 1864; Seobohm I iure» <>/
■!•: : molli ai
ed illustrazioni di uov&comparver i Proa
urlili Xaumannia, uri J
nell'iota, nell'opera in corso di stampa Oates,
British M"."i>'ii. di cui già ose) ili
Atlante ornitologico. — Parte I.
ATLANTI-: ORNITOI.OCKXI
dice «-In- il Pinguino (Aptenodytes) porti seco l'u-
nico uovo in una borsa sotto la pelle del ventre,
ricordando quanto avviene nei Kangurù tra i
Mammiferi, il Succiacapre (Caprimulgus) e l'Oc-
chione (Oedicnemuè) depositano leloro uova sulla
iena senza alcuna previa preparazione por pro-
teggerle, ma esse sono abbastanze nascoste per
l'accurata sedia dell'ambiente e pel loro colorito.
Molli Gabbiani e Pivieri depositano le loro
uova in una buca poco profonda ed i Piccioni
l'anno un nido di stecchi e fuscelli, rozzamente
connessi ed intrecciati, (ili Svassi [(Podicipe-
/ u
cementare insieme i fuscelli e le paglie del nido,
i nidi glutinosi ilei Balestruccio sono noti a tulli.
Alcuni Rondoni, delti Salangane (Collocaliae),
però secernono una saliva che s'indurisce rapi-
damente e cosi costruiscono unti sorte di nido a
coliti di pesce, che è il materiale col quale si
tanno «le zuppe di nidi d'uccelli ». Di questi
nidi vien tatto un gran commercio tra le Isole
dell'Arcipelago Malese e la Cina, ed almeno un
tre milioni e mezzo di nidi sono annualmente
importati da Borneo in quest'ultimo paese, ove
le zuppe di nidi d'uccelli sono considerate una
vivanda deliziosa. A Borneo ed in altre loca-
lità le caverne, nelle quali le Salangane (Collo-
caliae) nidificano, sono affittate agli incettatori
per somme considerevoli : ma hanno grande
valore i soli nidi bianchi, l'alti cioè di pinti
secrezione delle sciandole salivari, I nidi di
Nido «li l ras .'
Nido ili Balestracelo.
imi ai.) radunano vegetali che ammassano ed
innalzano su erbe acquatiche nascenti e \i de-
pong sopra le uova. Le Gazze (Pica) co-
struiscono un nido a cupola, clic intrecciano
con spine. Alcuni uccelli tanno uso di lincile
mi terreno o ili piccole gallerie (Speotito <■»-
nicularia e Topino), cosi il Manin pescatore
fodera Iti sua galleria con le spina di pesce che
vomita dal suo stomaco, tali gallerie sono pra-
ticate non lontano dalle acque, ma talora de-
pone le sua uova nelle buche degli alberi disco-
sti dalle acquo, come assicura loSharpe; menile
il Topino fa come un letto di piume alla line
della galleria, ove giace il suo rozzo nido. Il
Picchio usti una buca, cito esso stesso perfora
in un tronco d'albero. Molti piccoli uccelli sem-
brano umettare colla loro saliva, e direi quasi
quelle specie, elio frammischiano (nei loro nidi)
penne ed erbe non sono apprezzati in commercio.
Le glandolo elio forniscono tale secrezione sono
collocato come due guancialetti sui Ititi della
lingua; queste glandolo non si modificano che
nella stagione nella quale gli uccelli fabbricano
il nido e la secrezione è un fluido denso e
adesivo, come la gomma arabica (Sharpe).
Il Fringuello ed il Cardellino fanno nidi aperti
mirabili e lo Scricciolo uno a cupola. Alcuni
nidi a cupola hanno un tibo cilindrico pendente
e cavo internamente e elio l'uccello attraversa
per arrivare al fondo dello slesso. Il nostro Bec-
camoschino (Oisticola cisticola) scoglio un piccolo
lascio di canno clic riunisco, fabbricando nella
cavità formatasi il suo piccolo nido di orbe
e di piccole canno e foderandolo interamente
aitavi i: oi:x li ii
51
di piumino e di pappi limosi; ma tauta mae-
stria viene Buporata da quella dell'indiano Or-
tìtotomus longicauda che separata una larga
foglia, ne cuce mirabilmente insieme i bordi
con fibre filiformi e piumino vegetale. I Buceri
appartengono a quella categoria di Picarie che
di regola non l'anno nido, ma che invece gene-
ralmente scavano una galleria nel terreno al-
l'estremità della ciuale depongono le loro uova
bianche, o le depositano in una cavita degli al-
beri. Ora la femmina del lincerò si ritira nella
cavita di un albero, l'apertura della quale viene
suo ventriglio, questo strato riuscendo formato
da una secrezione che proviene dalla glandola
del proventricolo o da qualche altra parte del
canale alimentare. L'epitelio è spinto fuori in
forma di sacco od involucro, la bocca del quale
e perfettamente chiusa e riempita col frutto che
l'uccello ha mangiato. Questo fatto cosi strano
parve a tutta prima anche poco verosimile, ma
venne confermato di poi dalle migliori Auto-
rità ('). .Semina anche che il maschio dima-
grisca per tale fenomeno e non raramente muoia,
mentre il piccolo diviene molto grasso ed è
V
#
rl
Niilo di Scricciolo.
\ ido ili i todibngnolo
in gran parte chiusa dal suo compagno con
fango, che seccandosi forma un muro solido
ed attraverso ad una stretta fessura essa ed i
piccoli vengono nutriti dal maschio. Semina che
la femmina assista il maschio nel cementare
la cavità e nel farsi rinchiudere dentro, come è
certo che, se il maschio è ucciso o viene a morire,
altri compagni s'incaricano di nutrire la fem-
mina ed il piccino. Nella cavità essa può di-
fendersi agevolmente dagli attacchi dei ser-
penti, che continuamente tentano al nido e
nello stesso periodo ha luogo la sua muta,
durante la quale essa limane impotente avo-
lare, sicché il suo volontario imprigionamento
agisce da fattore protettivo. Ma ciò che è più
notevole è che il cibo, ossia il frutto, che le
vien portato dal maschio, è chiuso in una spe-
cie di luista o involucro, che consiste dello strato
epiteliale del ventriglio del maschio stesso. Il Bu-
cero, a vari intervalli di tempo, non si sa se perio-
dici o irregolari, rompe lo strato epiteliale del
grandemente ricercato dagli indigeni, come cibo
saporito.
I Fenicotteri fanno grandi nidi circolari
di fango che collocano nelle larghe ed estese
paludi ove l'acqua è poco pro-
fonda, e la femmina cova le
uova accovacciata colle gambe
ripiegate (') e non a cavalcioni,
coinè si credeva. Anche le ///-
rundinidae fabbricano i loro nidi
in gran parte col fango, ponen-
doli nelle più svariate località.
In generale gli uccelli, nei
quali la femmina è di colori
opachi, fanno nidi aperti, men-
tre gli altri che li presentano brillanti od
opachi in ambedue i sessi (Marlin pescatore e
Nidi» ili
("ann;ii l
(') BarUett. rroc. Zani. Sur. l*Ki!>. ime. 14J : Newton, A.,
Diet ■ ■_* tardi pag. 133 1893-96); Sharpe R. B., Il
Bird H -././, pag. iti (1898) . etc.
i Chapman, lìrit, 1883, p. 897 i- 1884, p
52
ATLANTE ORNITOLOGICO
Rondone costruiscono nidi coperti o fabbricati in
<-:i \ i t;i : ialina anche le Bpecie nelle quali la
;/"
V.
^£>
Nido di Zigolo
allo.
femmina è di tinto più cupe li fanno coperti,
come nel gen. Malurus.
Si dice clic la Crotophaga ani fabbricbi
nidi in società e che parecchi uccelli
posseggano un nido in comune. 1 Tessitori
dell'Africa infine presentano il più curioso
fenomeno di nidificazioni in massa. Essi
formano nidi congregati assieme in gran
numero, talora a centinaia, pendenti e
con un'apertura simile a quella delle
calze per meglio difendersi dagli attacchi
dei serpenti. Questi uccelli costruiscono
un tetto geuerale che è comune a tutti
e protegge 1' insieme dei nidi. Quindi
sotto questo tetto e sospeso ad esso for-
mano separatamente il loro nido indivi-
dualo, collocandoli assai da. vicino reci-
procamente. < Igni anno costruiscono nuovi
nidi al disotto sospendendoli ai vecchi,
sinché il tutto diviene così pesante da
cedere ed allora il lavoro viene inco-
minciato in una nuova località. I detti
nidi servono pelle nova nel periodo degli
amori e di appollatojo nel usto dell'anno,
essendo anche impermeabili e ben protetti
contro il velilo.
Come tulli sanno il Cuculo non fabbrica
nido, ma depone le uova in quello degli
altri. Lo stesso avviene nel Molothms
pecoris, mentre il .'/. bonariensis è as>ai
irregolare nel suo modo di nidificare.
Allo volle alni uccelli presentano lo
Btesso fenomeno, e non se conosce la vera
causa; così talora si trovarono uova di Fagiani
e di l'ernici nello stesso nido (Mirali). In ge-
nerale, ma non di regola, ogni specie sempre
nidifica alla stessa maniera. Ma sappiamo che
gli Aironi (Ardeidak) nidificano
sugli alberi 0 sulle canne e
negli aperti pantani secondo le
circostanze; i Falchi e le Aquile
nelle sbalze scoscese od in pia-
nura, mentre la Gallinella d'ac-
qua (Gallinula chloropus) fab-
brica il nido sugli alberi soltanto
in quei distretti che facilmente
si sommergono. 11 nido più sin-
golare è quello dello Scoptts
umbretta, una specie di Cicogna
di color luuuo che si trova in
Africa. Essa fabbrica il nido di
stecchi sugli alberi, o più di
frequente sulle roccie e talora
più nidi si trovano nelle vici-
nanze o l'uno presso l'altro. È
spesso molto glande e costruito
assai solidamente, ogni anno viene aggiustato
\ i'iilìcazioni iti Aironi in Influì ■ iti),
e. come si direbbe, decoralo dei più svariati
materiali e consta di ire camere comunicanti
l'ima con l'altra per un sirena porta, nell'ul-
MI \\ 1 I ORNITOLOGI» 0
:,::
tima delle quali depone le sue nova, cementando
queste camere prima con fango e foderandole
con erbe acquatiche, quella di mezzo serve pei
piccini quando sono nati e la prima come posto
«li guardia pel maschio!
(ili assembramenti ili alcuni Uccelli marini
o pelagici ('), allo scopo ili nidificare, furono
descritti da molti scrittori e costituiscono uno
ceano meridionale e nidificano in società : ma
probabilmente uno degli esempi più meravi-
gliosi di questi assembramenti nel tempo delle
cove, è quello che >i nota nelle ]>iniucdce (Dio-
medeae). Sulla mula isola di Laysan nel Pacifico
il Sii;. Palmer, che si trovava colà allo scopo di
raccolte zoologiche pel .Musco Rothschild, trovò
la «i ;<>one\ »> di I.a,\ san ( Dionu dea immutabilis) a
ìit
Nido di Cicoy.ua bianca.
stiano fatto della vita ornitica. Le Fregate, ad
esempio, che amano il mare aperto, e sono uc-
celli di straordinario poterò di volo, si riuni-
scono nella stagione delle cove, nidificando in
colonie in alcune isole dei Tropici. I nidi sono
collocati sugli albori o sui cespugli, ed ambo-
due i sessi partecipano alle cure dell'incuba-
zione. 1 Pinguini pure si riuniscono assieme in
grandi quantità sulle isolctte rocciose dell'O-
(') Uccelli pelagici 0 marini per eccellenza sono quelli elio
frequentano la regiono dotta Volto mare <> il maio aperto, o
man- oceanico <> pelagico, cioè la regione marina propriamente
dilla, ad acqua limpida con salsedine gridali mari costante:
va dal i li. ovel'acqna ba l'altezza di ebrea 400 metri e pre-
senta, considerando la sua superfìcie, li' i i intermedie e il
fondo mi abisso.
migliaia in modo che coprivano completamente
l'isola, i giovani in alcune località « erano tanto
fitti e numerosi quanti ne potevano stare in
piedi ». Questi uccelli erano straordinariamente
domestici ed avevano deposte le uova ovunque
dintorno. Qualche idea approssimativa della
scena presentata dalla Diomedea bianca a Laysan,
può aversi dalla fotografia donata dal Sig. Roth-
schild dal Museo Britannico.
11 Sig. Palmer osservò pare una meravigliosa
quantità di Rondini di mare scure (Sterna fu-
ligi/uosa) all'isola della Fregata Francese presso
Laysan, di cui fu pure donata una l'otogralia
al Museo Britannico dal Sig. Rothschild. Que-
sta stessa specie di Rondine di mare si riunì-
54
ATLANTE ORNITOLOGICO
scc in quantità innumerevoli nell'isola Ascen-
sion e la •• Wide-awake Fair ». conio è chiamata
la località ove nidificano, è stata spesse volte
citata nei libri ili Ornitologia. Una delle mi-
gliori tela/ioni date in proposito è quella del
defunto Comandante Sperling, che trovò come
la << Fair » consisteva «li una pianura di 15 acri
nell'interno di questa aridissima isola. Egli ilice
che nessuna parola può dare un'esatta idea
dell'effetto prodotto dalle migliaia e migliaia
di questi uccelli ili mare che volavano e gri-
llavano sull'arido Ietto ili cenere, i giovani o
gli uovi ciano cos'i l'itti sul terreno da essere
spesso impossibile il camminare senza pestarvi
su, e questi uccelli non depongono che un uovo
e lo difendono molto coraggiosamente [Sharpe).
11 mio ottimo amico lì. 15. Sharpe ha proposto (') una classificazione degli Uccelli,
nella quale offre una rapida rivista sulle forme del nido, sul numero e sul
colore delle uova e saìVTiaMtat ed io Lo trovato interessante il riprodurla:
Sottoclasse RATITAE.
Nido sul terreno, in una buca poco profonda.
Incubazione sostenuta dal solo maschio.
Sottoclasse GARIN ATAE.
Ordine TINAMIFORMES (Tinami). Nido, una
linea sul terreno rozzamente foderata di erbe.
Uova straordinariamente lucide e di tinta venie,
blu, porporina o bruna. Incubazione sostenuta
dal maschio.
Ordine GALLIFORMES (Gallinacei).
Sottordine Mkgapodii (Megapodi). Nessun
nido. Le uova abbandonate sotto cumoli di
terra e lasciate sgusciare da se stesse. Austra-
lasia.
Sottordine Ckaces (Oraci). Nido sugli alberi.
Due uova bianche. America meridionale.
Sottordine I'iiasiani (Fagiani e Pernici). Nido
in una depressione sul terreno rozzamente fo-
derata di erbe. Cova numerose, uniformi o con
piccole macchie o lineette neve, talora bianche
Cosmopolita. Incubazione sostenuta dalla, fem-
mina.
Sottordine Hkmipodii (Emipodi o Quaglie tri-
dattili). Nessun nido. Uova deposte in una de-
pressione del terreno. Incubazione sostenuta dal
maschio. Europa meridionale, Africa ed India.
Sottordine Pterocletes (Ganghe). Nessun
nido. Cova in numero di tre, egualmente ro-
tonde alle due estremità e a doppie macchie.
India. Africa. Asia centrale tino all'Europa me-
ridionale.
Ordine COLUMBIFORMES (Piccioni). Nido,
una rozza piattaforma di stecchi su un ramo
e raramente in uu buco o in una fenditura.
Due uova bianco-pure. Cosmopolita.
Ordine OPISTHOCOMIFORMES (Opistocomi).
Nido di stecchi in un cespuglio sopra l'acqua.
Quattro uova, fulve, con macchie e macchiette
di un bruno-rossiccio, simili a quelle dei Balli.
Regioni settentrionali dell'America del Sud,
Amazzoni, Guiana, ete.
Ordine RALLIFORMES (Balli). Nido di giunchi
sulle canne o presso la riva delle acque. Cova
da cinque a dieci, giallette o fulvo-giallette.
con macchie brune e macchiette sottoposte gri-
gie. Cosmopolita.
Ordine PODICIPEDIDIFORMES (Svassi). Nido
di canne galleggianti sull'acqua. Cova bianche
in numero da tre a cinque. Cosmopolita.
Ordine COLYMBIFORMES (Strolaghe). Nessun
nido. Due uova di un bruno-oliva -cupo o
bruno-gialletto, con macchie indistinte nere ed
altre sottoposte grigie : deposte sulla terra presso
l'acqua. Regioni settentrionali d'Europa, del-
l'Asia e dell'America del Nord.
Ordine SPHENISCIFORMES (Pinguini). Nido,
una ruvida costruzione di erbe su di uno scoglio
od in una tana. Due uova bianche. .Mari me-
ridionali.
Ordine PROCELLARIIFORMES (Procellarie).
Nido, nessuno, o uno grosso di erbe. In uovo
soltanto, bianco, di solilo deposto in una buca
O sotto una roccia. Cosmopolita.
(<) Wonderi oj ih, Bird World, pp. 146-159(1898).
ATI. W ;SI I. li li
53
Ordine ALCIFORMES (Alche). Nido, nessun,,.
1 ih, o due uova deposte nella spaccatura <li
una roccia o in una lana, o sulla nuda ban-
cliina di una roccia. Mari settentrionali.
Ordine LARIFORMES (Gabbiani). In nido roz-
zamente costruito su di una roccia o nelle paludi.
Ialina sopra un albero, l'uva, due 0 tre. a
doppie macchie di solito bruno-gialletto con
macchie nere. Cosmopolita.
Ordine CHARADRIIFORMES.
Sottordine Ari m.iiu - Beccaccini delle canne).
Nido sul terreno, rozzamente foderato di erba,
l'uva giallette con macchie brune. America me-
ridionale.
Sottordine Chionides (Chionidi). Nido nelle
limile o sotto le roccie. Uova bianco-fulviccie,
e iiiineiose Siettature porporine. Mari meri-
dionali.
Sottordine Dromades (Dromadi). Nido nes-
suno. In solo novo bianco, deposto all'estre-
mità di una lunga galleria nelle eoste sabbiose
dell'Oceano Indiano.
Sottordine Cuitsoiui (Corrioni). Nido, una
buca nel terreno. Due uova, a doppie macchie,
l'ulve, coperte di numerosi e finissimi zig-zags
nerastri. Deserti dell'Africa e dell'india.
Sottordine GLAREOLAE (Pernici di mare). Nido
ed nova coinè i Corrioni, ma gli zig-zags sono
cosi densi da nascondere la tinta di fonda. Eu-
ropa meridionale, Africa, India. Australia.
Sottordine Parrae (Jacane). Nido di canne
ed erbe palustri, fluttuante sull'acqua. Dova pi-
riformi, numerose, bruno-oliva o manate di li-
neette nere. Africa, India. Australia. America
meridionale.
Sottardine Charadrii (Pivieri e Beccaccini).
Nido, di solito nessuno, o una depressione nel-
l'erba Leggermente foderata. Uova quattro, pi-
riformi, collocate colla punta contro la punta,
a doppie macchie, giallette, più o meno marcate
con macchie e linee nere. Cosmopolita.
Sottordine Oedicnemi (Occhioni). Nessun nido.
Due uova, color gialletto, con macchio o linee
nere. L'intero Mondo Antico, America meri-
dionale.
Sottordine Otides (Otarde). Nessun nido, o
una depressione nel terreno leggermente lode-
rata. Cova da due a quattro, a doppie macchie
oliva, con una leggiera sfumatura bruna o mac-
chie grigie. Africa. Europa meridionale e cen-
trale lino all'Asia centrale e l'India.
Ordine GRUIFORMES.
Sottordine < ■ e « es (Gru). Nido sul terreno
nelle pabuli, l'uva da due a tre. a doppie mac-
chie, brune cu macchie rossiccio-scure o grigie.
Cosmopolita. (Mancante nell'America meridio-
nale .
Sottordine Arami (Arami). Nido di giunchi
nelle paludi. Ima numerose, a doppie mac-
chie, bianche con macchie bruno-pallide e
porporine. Parli meridionali degli Stati Uniti
sino all'America meridionale.
Sottordine Rhinoi hi riDES (Ragù). Nido sco-
nosciuto. Cova fulvo-rossiccie, macelliate di
bruno e di grigio. Nuova Cahdonia.
Sottordine Mesitides (Kagù del Madagascar).
Nido ed uova sconosciute . Madagascar.
Sottordine Eubtpygae (Euripighe). Nido di
stecchi sugli alberi. Cova due, grigiastre con
macchie rossiccie. America meridionale.
Sottordine Psophiae (Psofie). Nido sul ter-
reno. Cova bianche. America meridionale.
Sottordine Dietim. unii (Seriame). Nido in
un cespuglio basso. Cova due, bianche COI!
macchie rossiccie. America meridionale.
Ordine AROEIFORMES (Aironi, Cicogne e
tbidi).
Sottordine Ardeae (Aironi). Nido di stecchi
sugli alberi o su di un lotto di canne. Cova
da tre a nove, blu o bianche. Cosmopolita.
Sottordine Ciconii (Cicogne). Nido di stecchi
sugli alberi, o su di un letto di canne. Uova
da tre a cinque, bianche.
Sottordine'BAi.AEmciPiTiKv.s (Uccelli a stivale).
Nido sulle canne, composto di giunchi. Uova,
bianco-giallette o bianco-bluastre. Africa nord-
orientale.
Sottordine SCOPI (Scopi). Nido di stecchi,
molto grande, con camere separate. Uova da
tre a cinque, bianche. Africa.
Sottordine Pi.atai.eae (Spatole e Ibis). Nido
di stecchi sulle canne 0 sugli alberi. Cova blu
0 venie-bluastre, o bianche, macchiare di bruno-
nissiccio. Cosmopolita.
Ordine PHOENICOPTERIFORMESFeniciieii.
Nido di fango. Un solo uovo bianco-gialletto.
Europa meridionale, Africa. India, America.
Ordine ANSERIFORMES (Uccelli nuotatori).
Sottordine AHSEEES (Cigni. Oche, Anitre).
Nido in una depressione nel terreno, foderalo col
piumino che l'uccello stesso si leva dal petto, o un
56
ATLANTE OKNITnl.i h.;k <)
grande nido di musco, «li stecchi e di giunchi.
Dova numerose, <la sei a dodici, di colóre ver-
dastro ti bianco, sempre uniforme. Cosmopolita.
Sottordine Pàlamedeae (Palamedee). Nido di
giunchi nelle paludi. Uova sei, bianche. Ame-
lie:! meridionale.
Ordine PELECANIFORMES (Pellicani e Uccelli
affini).
Sottordine PhAÈTHONTES (Fetonti!. Nessun
nido. Un uovo soltanto, deposto nella lutea di
una roccia, bianco con macchiette bruno-ros-
siccie. .Mari tropicali.
Sottordine Sulae (Siile). Nido di erbe o di
alghe marine sulle roccie. Un uovo soltanto,
bianco, con concrezioni calcaree. Cosmopolita.
Sottordine PhalacroCORACES (Marangoni e
Aninglie). Nido di stecchi o di erbe marine
sulle roccie o su letto di canne o sugli alberi.
Uova da due a quattro, bluastre o verdi con
concrezioni calcaree. Cosmopolita.
Sottordine Pelecani (Pellicani). Nido di
stecchi o giunchi sugli alberi o sul terreno.
Un uovo soltanto, bianco con concrezioni cal-
caree. Regioni tropicali e temperate di ambedue
gli Emisferi.
Sottordine Fregati (Fregati-). Nido di stecchi
sulle roccie, sugli alberi o sui cespugli. Sol-
tanto un uovo bianco. Mari tropicali.
Ordine CATHARTIDIFORMES (Avvolto.) ame-
ricani). Nido sulle roccie o sul terreno. Uovo
bianco o con poche macchie. America setten-
trionale e meridionale.
Ordine ACCIPITRIFORMES (Uccelli rapaci).
Sottordine SERPENTARI! (Serpentari). Nido di
stecchi nei cespugli o sugli alberi. Due uova,
bianche con macchiette brune. Africa.
Sottordine ACCIPITRES (Avvolto), Falchi, A-
quile, etc). Nido di stecchi, sulle roccie o sugli
alberi, o sul terreno nelle paludi. Uova varia-
mi lite colorite, dal bianco-puro al rossiccio più
vivo. Cosmopolita.
Sottordine PANDIONES (Falchi pescatori). Nido
grande, di stecchi sugli alberi o sulle ro-
viue. Uova da tre a quattro, vivamente colo-
rite, in gran parte rossiccie. Cosmopolita.
Ordine STRIGES (Allocchi). Nido, nessuno,
nelle buche degli alberi o sul terreno, o quello
di qualche altro uccello sugli alberi. Cova ila
quattro a Dove, bianche. Cosmopolita.
Ordine PSITTACIFORMES (Pappagalli). Nido,
nessuno, nelle buche degli alberi. l'uva da
due a quattro, bianche.
Ordine CORACIIFORMES (Picarie).
Sottordine Steatornithes (Steatorni). Nido.
una struttura solida collie di tango in una grotta.
Quattro uova, bianche. America meridionale.
Sottordine PODARGi (Podargi). Nido di stec-
chi, etc. sugli alberi. Cova due, bianche. Au-
Btralasia e Regione Indo-Malese.
Sottordine Leptosomati (Leptosomi). Nido,
di giunchi nelle buche degli alberi. Un uovo
bianco. Madagascar.
Sottordine CORACIAE (Cazze marine). Nido di
poche erbe nelle buche degli alberi. Uova da
quattro a cinque, bianche. Mondo Antico, ge-
neral mente distribuite.
Sottordine HalCTONES (Martini pescatori).
Nido, nessuno, o un rozzo ammasso di ossa
di pesci all'estremità di una galleria scavata
dagli stessi uccelli, talora nei cumoli delle for-
miche o nelle buche degli alberi. Uova da
quattro a sette, bianche. Cosmopolita.
Sottordine BuCEROTES : Buceri). Nido, nessuno.
Cova da due a tre, bianche deposte nello bu-
che degli alberi, nelle quali la femmina viene
imprigionata. Africa. India, Regione Indo-
Malese.
Sottordine V vi r\v. (Upupe). Nido, nessuno,
o malamente foderato di erbe, nelle buche degli
alberi. Uova da cinque a sette, oli va-bruno-
chiare, bluastre, o bianco-verdastre. Europa e
Asia. Africa.
Sottordine Meropes (Gruccioni). Nido, nes-
suno. Cova da tre a sette, bianche, deposte
in una camera all'estremità di una lunga galleria
scavata dagli uccelli stessi. Europa meridio-
nale sino all'Asia centrale, Africa. India, Re-
gione Australasiana.
Sottordine MoMOTl (Momoti). Nido, nessuno.
Cova quattro, deposte in una camera all'estre-
mità di una galleria scavata dagli uccelli stessi.
America meridionale.
Sottordine Toni (Todi). Nido, nessuno. Uova
quattro, bianche, deposte in una camera al-
l'estremità di una galleria scavata dagli uc-
celli stessi. Isole delle Indie occidentali.
Sottordine Caprimulgi (Succiacapre). Nido,
nessuno. Cova di solito due, bianche, macchiati'
di linee a zig-zags, deposte sul terreno. Cosmo-
polita.
Sottordine CrpsELi (Rondoni). Nido di varie
costruzioni, cementato dalla saliva stessa degli
uccelli. Una rozza struttura di stiacci e vecchi
materiali sotto un tetto, o un artistico nido
ui.wn ullN .«"ili o
57
pendente o a tazza, ed attaccato al muro ili
una grotta, l >>\;i da ano :v quattro bianche.
Cosmopolita.
Sottordine Trochili (Uccelli Mosca). Nido
generalmente ili musco, a tazza o sul ramo ili
un albero. Dova due, bianche. Principalmente
nell'America meridionale, pochi migrano nel-
l'America del Nord nell'estate.
Sottordine COLII (Colli). Nido, a tazza, ili
stecchi, nei cespugli, Cova tre, bianche. Africa.
Ordine TROGONES (Trogoni). Nido, nessuni),
l'uva da due a quattro, deposte in una linea
degli alberi. Africa. India, Regione Indo-Malese.
Ordine COCCYGES (Uccelli simili ai Cuculi).
Sottordine Musophagi (Musofaghe). Nido di
stecchi nei cespugli. Uova tre, verdastro o
bianco-bluastre. Africa.
Sottordine Cuculi (Cuculi). Nido, nessuno, o
uno rozzo di stecchi sugli allieti o una strut-
tura a cupola sul terreno. Molte specie paras-
site. Cosmopolita.
Ordine SCANSORES (Uccelli rampicanti).
Sottordine Ramphastides (Tucani). Nido, nes-
suno. Cova bianche, due, deposto in una linea
dogli allieti. America meridionale.
Sottordine Capitones (Capitoni). Nido, nes-
suno. Cova da tre a cinque, deposte in una
lutea degli alberi o delle sponde. Africa, India,
regioni Indo-Malesi, America del Sud.
Sottordine Inihcatores (Indicatori). Nido,
nessuno. Cova bianche, che si dice siano de-
poste nei nidi di Capitoni o di qualche altro
Ideilo. Africa, Imalaia. Montagne della Pe-
nisola Malese e Borueo.
Ordine PICIFORMES (Picidi).
Sottordine Pici (Picchi). Nido, nessuno. Uova
bianche, lucide, che variano di numero a se-
conda dei generi, da uno a dieci, deposte nelle
fenditure degli alberi all'estremità di un buco.
o nei cumoli delle formiche od anche nei nidi
delle vespe. Cosmopolita.
Sottordine BUCCONES (BucCOni). Nido, nes-
suno. Due uova bianco-lucide, deposte nelle
buche delle sponde. America meridionale.
Sottordine GALBULAE (Galbule). Nido, nes-
suno. Uova quattro bianco-lucide, deposte nelle
litiche delle sponde. America meridionale.
Ordine EURYLAEMI (Eurilemi). Nido, pen-
dente dall'estremità di un ramo, di glande di-
mensione, composto di foglie e di ciba. Uova
bianche i> fulvo-rosBiccie, fittamente macchiate
di bruno-rossi, -rio opaco 0 di nero. India, le-
gione Indo-Malese
Ordine MENURAE (Uccelli Lira). Nido, una
grande costruzione a forno di stecchi e di mu-
sco. Un ulivo soltanto, di un grigio-porporino,
con macchie di un bruno-porporino più scuro.
Australia.
Ordine PASSERIFORMES (Uccelli appollaja-
tmi).
Si ZIONE A. I i-i 1M -
Famiglia 1. Corvidae (Corvi). Nido di slecchi
ed erbe in un albero o nelle buche. Cova bian-
che o verdi-bluastre, con macchie e macchiette
nere. Cosmopolita.
Famiglia II. Paradiseidae (Uccelli ilei Para-
diso). Nido di stecchi su di un albero. Cova
simili a quelle del Coivo, ma la tinta di fondo
fulvo-rossiccia. Regione Australiana.
Famiglia III. Ptilonorhynchidaef Ptilonorinchi |.
Nido di stecchi su di un albero. l'o\a verda-
stre o bianco-porporine, con molti zig-zags neri.
Regione Australiana.
Famiglia IV. Sturnidae (Storni propriamente
detti). Nido di paglie e di stecchi in un buco.
Uova bianche o bluastre. Europa, Asia e Attica.
Famiglia V. Eulabetidae istoriti degli allievi).
Nido una leggera costruzione di erbe nelle buche
di un albero o nei fabbricati. Cova blu-ver-
dastre, con macchie porporine. Africa. India,
Australia.
Famiglia VI. Eurycerotidae (Becchi-blu). Nido
ed uova sconosciute. Madagascar.
Famiglia VII. Dicruridae (Dronghi). Nido di
sottili fuscelli ed erbe nella biforcazione di un
ramo, come una culla. Cova bianche o colui
salmone, con macchierossiccio-brunastre. Africa,
India e regione Australiana.
Famiglia VIII. Oriolidae (Rigogoli). Nidi di
erbe e di striscio di corteccia, sospesi alla bi-
forcazione di un ramo, come una culla. Uova
bianche, macchiate di bruno-rossiccio. Mimilo
Antico in generale.
Famiglia IN. Icteridae (Itteri). Nido spesso
molto grande, pendente, di foglie ed erbe, col-
locato sugli allieti, nei mucchi di erbe, nelle
canne o sul terreno, l'uva bluastre, <> bianche,
ti zig-zags e macchie nere e grigie. Alcune
specie parassite. America settentrionale e me-
ridionale.
Atlante ornitologico — Parto I.
58
\ 1 1 wri; ORNITOLOGI! 0
Famiglia X. Ploceidae ( Plocei). Nido, un sacco
tonnato di striscio ili foglie ili [ialina e ili erbe,
fortemente intessute dagli uccelli, sospeso ai
rami degli alluri o fabbricato oei cespugli presso
il terreno. Dova bianche, grigie, o porporine,
ron macchie verdastre o brune. Africa. India
e regione [ndo-Malese.
Famiglia XI. Tanagridae (Tanagre). Nido in
situazioni svariate, a tazza, di fibre di erbe o
licheni, negli alberi o noi cespugli, talora a
cupola, o nelle, erbe delle paludi. Uova bianco-
bluastre, o verdastre, con macchie e macchiette
lirune. America settentrionale e meridionale.
Famiglia XII. Coerebidae (Rampichini ame-
ricani). Nido, a cupola, di peli e tele di ragno
tra due ramoscelli. Uova bianche o blu-verda-
stre, con macchie brune o rosse. America me-
ridionale.
Famiglia XIII. Fringillidae (Fringuelli). Nido
di varia forma, di ramoscelli, foderato di penne
e spesso di licheni e di musco, in ogni genere
di situazione, l'uva varie, generalmente bluastre
o bianche, con macchie e linee nere o porpo-
rine. Cosmopolita.
Famiglia XIV. Alaudidae (Allodole). Nido sul
terreno, l'uva bruno-scure o bianche, macchiate
di bruno. Cosmopolita.
Famiglia XV. Motacillidae (Ballerine e, Pi-
spole). Nido sul terreno o sulle sponde o sulle
mura. Uova bianche o grigie, con macchie più
o meno accentuate brune o bruno-porporine
e con macchiette più scure. Cosmopolita.
Famiglia XVI. Mniotiltidae (Becchi-fini ame-
ricani). Nido, a tazza, di musco, capelli, tele
di ragno, etc. Uova gialliccie, con macchie brune,
rossiccie o grigie, o con strie, nere. America
settentrionale o meridionale.
Famiglia XVII. Certhiidae (Rampichini). Nido
ili fuscelli con erbe e musco, lana, ite.. Delle
lincile, nelle fenditure delle corleccie, etc. Uova
bianche, con macchie rossiccie e raramente ne-
rastre. Quasi cosmopolita (eccetto l'America
meridionale).
Famiglia XVIII. Meliphagidae (Succhiatori di
miele). Nido di fuscelli o radici, tra le erbe,
nei cespugli o sugli alberi. Uova fulve o color
di salmone, con macchie e lineette bruno-ros-
siccie. Regione Australiana.
Famiglia XIX. Nectariniidae ( Net I ari nie). Nido,
a borsa, di erbe e radichette, con una cupola
proiettante sopra l'apertura. Uova verdastre o
grigiastre, con macchie porporine o rossiccie
o bianche o con strie e macchie nerastre. Regioni
Africana, Indiana ed Australiana.
Famiglia XX. Drepanidae (Succhiatori di miele
delle Isole llawui). Nido di radici e foglie.
Uova non ancora descritte. Arcipelago delle
Ilawai.
Famiglia XXI. Dicaeidae (Diceidi). Nido, a
borsa e a cupola, o di radici e erbe nelle buche.
Uova bianche, o rossiccie con macchie brune.
Regioni Africana, Indiana ed Australiana.
Famiglia XXII. Zosteropidae (Zosteropidi).
Nido, a tazza, profondo, di erbe e musco, su
di un ramo sottile. Uova di un blu-pallido. Re-
gioni Africana. Indiana e Australiana, sino alla
Cina ed al Giappone.
Famiglia XXIII. Paridae(Cincie). Nidogrande,
e, di regola, abbondantemente foderato di penne,
nelle eavita degli alberi o dei fabbricati ; in
alcuni generi a borsa. Uova numerose, bianche,
o bianche macchiate di bruno-rossiccio. Quasi
cosmopolita (tranne l'Australia e l'America
meridionale).
Famiglia XXIV. Sittidae (Picchi muratori).
Nido, un rozzo ammasso di erbe, lana, etc,
nelle buche degli alberi, generalmente intona-
cato dagli uccelli stessi, l'uva da cimine a olio,
bianche con macchie bruno-rossiccie. Europa e
America settentrionale, India, Cina, regioni
Indo-Malesi e Australia.
Famiglia XXV. Regulidae (Regoli). Nido di
musco sospeso sotto un ramo. l'uva numerose.
da cinque a dieci, bianco-fulve, talora con pic-
cole macchie rossiccie. Europa, Asia settentrio-
nale. America settentrionale e centrale.
Famiglia XXVI. Laniidae (Averle). Nido di
stecchi, erbe e fibre con lana, grosso di di-
mensioni, usualmente negli alberi spinosi o nei
cespugli. Cova grigiastre o bianco-verdastre,
con macchie e macchiette grigie e nerastre.
Cosmopolita.
Famiglia XXVII. Artamidae (Artamidi). Nido,
una ciotola profonda di fuscelli ed erbe sugli
alberi. Uova bianche O verdastre, macchiate di
porporino o di bruno-rossiccio, con macchie
grigie più chiare. India, regione Indo-Malese,
Australia.
Famiglia XXVIII. Ampelidae (Iìeccofrosoui).
Nido piatto, di ramoscelli e di erbe. Cova
bluastre 0 grigie, con macchie grigie o di un
In uno-cupo. Regioni settentrionali d'Europa e
dell'Asia, America settentrionale e centrale.
Famiglia XXIX. Vireonidae (Vireonidi). Nido,
una copi>a profonda di foglie, di erbe e muschi
in un ramoscello biforcuto. Cova bianche, mac-
chiate di nero e di bruno attorno all'est rem ita più
larga. America settentrionale e meridionale.
\ Ll.AN I I ORNITI ILOGII 0
Famiglia XXX. Sylviidae (Silvie). Nido «li \ arie
t'oline, il! erbe, ramoscelli, etc. dova ili diversi
colori, un it'orm i o macchiate o marmorizzate.
Generalmente ne] Mimilo Antico.
Famiglia XXXI. Turdidae (Tordi). Nido ili
\ ari materiali, a tazza, sugli alberi o Delle buche.
Uova variate, ili un blu opaco o bluastre con
macchietto rosse o bruni'. Cosmopolita.
Famiglia XXXII. Cinclidae (Merli d'acqua).
Nido il Cupola, ili musco, sotto le roccie. 0
alle radici di un albero, dova bianche. Europa,
Asia settentrionale e l'Imalaia, Montagne del-
l'Anime:! settentrionale e centrale e le Amie.
Famiglia .XXXIII. Troglodytidae (Scriccioli).
Nido a cupola e rotondo, con apertura laterale,
fatto di musco e tappezzato di foglie, in un
buco degli alberi o ilei fabbricati, o contro gra-
ticci o siepi : in alcune specie sospeso alle canne.
Uova bianche, o bianche leggermente picchiet-
tate di rossiccio e di grigio. Europa, Asia set-
tentrionale e Imalaia, America settentrionale
e meridionale.
Famiglia XXXIV. Mimidae (Uccelli beffeg-
giatoli). Xido di ramoscelli o radiehette, nei
cespugli o negli alberi. Uova opache, verde-
bluastre, o verdi picchiettate di rossiccio. Ame-
rica settentrionale e meridionale.
Famiglia XXXV. Timeliidae (Timelii). Nidi
variati, o un rozzo nido a eupola di foglie ed
erbe sul terreno, o a cupola di musco, etc.
Uova uniformi blu-verdastre o fulvo-giallette
od oliva, con macchie e chiazze bruno-rossiccie,
oliva e grigie. Africa, India, regione Indo-
Malese, Australia.
Famiglia XXXVI. Pycnonotidae (Picnonoti).
Nido di fuscelli, erbe, e musco, fabbricato negli
alberi e nei cespugli. Uova bianche, o bianco-
verdastre, o rossiccie, macchiate di porporino
e di biuno. Africa. India, regione Indo-Malese.
Famiglia XXXVII. Campophagidae (Campo-
faglie). Xido. una coppa poca profonda, di ra-
dici od erbe ed imbottita con fibre vegetali e
musco o licheni, l'uva bianche 0 bianco-ver-
dastre, con macchie e macchiette brune o por-
porine. Africa. India, regione Indo-Malese.
Australia.
Famiglia XXXVIII. Muscicapidae (Pigliamo-
sche). Xido, una rozza struttura di erbe o musco
in un buco o sul terreno, o sul ramo di un
albero; talora una coppa bella e piccola sopra
un ramo. Uova bianche, macchiate di bruno
o di rossiccio. L'intero Mondo Antico.
Famiglia XXXIX. Hirundinidae (Rondini).
Nido di -fango o pagliuzze, sotto i cornicioni
0 nelle soffitte, ritolto e l'alto di creta ; 0 un nido
rozzamente tolleralo di erba nelle binile delle
grondo 0 sopra u. I i alberi. Uova bianche. 0
bianche con macchie rossiccie. Cosmopolita.
Sezione B. Oligomyodae.
Famiglia I. Tyrannidae (Tiranni). Nido di
varia forma e materiale, ili erba 0 museo,
a]ierto o a cupola, sospeso ai rami, o nelle
buche, etc. Uova color salmone, con macchie
rosse o brune, di un verde-blu uniforme o a
zig-zags bruno-rossicci o porporini. America
settentrionale e meridionale.
Famiglia II. Oxyrhamphidae (Ossiranfidi).
Nido ed uova sconosciute. America meridionale.
Famiglia III. Pipridae (Pipre). Xido di erbe.
capelli, foglie, etc.. sospeso ai rami bassi. Uova
due, bianco-giallastre, con chiazze rossiccie o
brune. America meridionale.
Famiglia IV. Cotingidae(Cotinghe).Nido vario.
di stecchi o di erbe nelle buche degli alberi,
o di fango e stecchi nelle grotte. Uova di dif-
ferenti colori, blu-verdastre o brune, con mac-
chie rossiccie, bianche, etc. America meridionale.
Famiglia V. Phytotomidae (Fitotomi). Nido
di fuscelli e di fibre erbacee nei cespugli. Cova
verdi-bluastre, macchiate di bruno. America
meridionale.
Famiglia VI. Philepittidae (Filepitte). Nido
ed uova sconosciute. Madagascar.
Famiglia VII. Pittidae (Fitte). Nido globulari'
0 a l'orno, di erbe ruvide e di foglie sul ter-
reno, o ili un cespuglio presso questo. Uova
bianche, con macchie rossiccie, in numero da
quattro a cinque. Africa, India, e Cina, re-
gione Indo-Malese, Australia.
Famiglia Vili. Xeniscidae (Scriccioli della
Nuova Zelanda). Nido a cupola, di musco, tra
le radici, o nel buco di un albero, o a bottiglia
nelle cavità di un albero o di un edilizio. Uova
bianche, o bianche con macchie rosse. Nuova
/.elanda.
Sezione C. Teacheophonae (').
Famiglia I. Dendrocolapticlae (Dendrocolapti).
Nido di varia forma, di fango o di stecchi 0
di altri materiali, spesso di glande dimensione
(') Vrackeophonae (o nei o Fratheophoni) è il
Dome dato da Giovami] blùller i ibhandl. ET. Ikad. Berlin,
Phy$. Kl. 1847, p. 387) al secondo it<i >n"i tre gruppi dei
Pabskrim i-I h. hanno la trachea fornita soltanto ili uno o di
iluc paja ili muscoli vocolij e di quelli laterali.
60
ATLANTE ORNITOLOGICO
su di un ramo, con passaggi ; talora sospeso
ad un ramo, o a cupola in un letto ili canne.
Uova bianche, fulve o blu-verdastre. America
meridionale.
Famiglia II. Formicariidae (Formichieri). Nido
di radici o fibre e musco collocato nei bassi
cespugli, Uova bluastre o bianche o bruno-
rossiccie, striale o macchiate di bruno-rossiccio.
America meridionale.
Famiglia III. Conopophagidae (Conopofaghe).
Nido ed uova sconosciute. America meridionale.
Famiglia IV . Pteroptochidae (Tapacole). Nido
di erbe o musco nelle buche del terreno, o di
stecchi ed erba nei bassi cespugli. Uova bianche.
America meridionale.
Sezione D. Atrichornitidae (') (Atricorniti).
Nido ed uova sconosciute. Australia.
Lo Sharpe poi osserva che una classifica-
zione basata sulla colorazione delle uova, sulla
fonila e sull'ubicazione del nido è, del tutto
ipotetica, tanto estreme sono le variazioni in
molle famiglie ed anche nei generi più affini
itilo- se. E ad illustrare tale fatto egli cita quanto
presentano le Rondini paragonate coi 'l'opini
e coi Balestrucci, i Corvi colle Taccole e varii
altri.
Notizie sulle Caccie maggiormente usate in I /alili.
Le caccie j > i Ti usate in Italia sono le se-
guenti :
1 . Caccie colle reti :
1) Il diluvio, rete a sacco di grandi di-
mensioni per le Passere, i Merli, i Fringuelli,
etc. Essa produce assai usata sul far della notte,
lina sola preda imo superare il migliaio.
2) La ragna portatile usata dall'agosto
all' ottobre in ispecialità pegli uccelli dal becco
gentile (insettivori).
?,) Il paretaio o irli api ile : Reti che sten-
donsi nelle praterie aperte per le Pispole, i
Fanelli, le Ballerine, le Lodale, etc. In al-
cune delle nostre Provincie (Bergamo) si giunge
anche ai 4 o 500 uccelli in un giorno, in altre
località come nei Patriarcati (Bovolenta, Pa-
dova) esse sono pure rimunerative, però raramen-
te si arriva ai duecento. Usasi anche sui colli
presso i vigneti o tra le piante ombrose in
pianura, o in una ricurva aperta montana, non
però dominata dai venti, per dove siano soliti
a passale gli stormi di uccelli. In quasi tutte
le uccellande ni paretajo si pongono altresì dei
panioni. E in causa dell7 abbinamento del pa-
retajo coi panioni, il Governo suole aggravare il
prezzo delle licenze, che di solito concedonsi pel-
le semplici uccellande a paretajo. situate lungo
i (ìlari e fiancheggiate da pianticelle di gira-
sole o di canape, colgono Fringuelli, Fanelli,
Verdoni e Cardellini, e nei primi giorni, se
I utlo ò bene disposto, si raggiunge tino il cen-
tinaio e spesso la cinquantina di individui; in al-
tre località, come a Borgoforte sull'Adige, usan-
si pelle Rondini e pei Topini, e nell'epoca dei
maggiori passaggi si arriva e prenderne anche
centocinquanta al giorno. Si adopera pure il
paretajo pei Chiurli, por le Pavoncelle, pei Pi-
vieri e per i Combattenti, breve la durata del
loro uso e ristretto ai siti acquitrinosi. E ri-
marchevole come gli astuti Falchi attratti dagli
zimbelli che svolazzano, si gettino furiosamente
loro addosso e senza accorgersi nò del caccia-
tore, né delle refi, si lascino spesso cogliere a
questa uccellanda.
4) Lnpantera, colla quale si colgono molte
[.oilole e pochi Beccaccini.
5) La ragnaia sui colli ed in pianura, più
generalizzata; anche questa presenta il massimo
della produttività in Lombardia e sui valichi
alpini, ove le prese sono talora favolose. Al-
cune di esse (da 5 a 6) che sono nelle più
adatto posizioni della provincia di Verona cattu-
rano in una stagione circa 5000 uccelli per ca-
dauna, dei quali circa 1500 sono 'l'orili, Lunarini,
Fanelli, Fringuelli, Tordele, etc, e molti altri
uccelletti dal becco gentile, come Beeeajiehi etc.
completano il numero. Nella Provincia di Como
il Nessi colse nella sua uccellanda 4330 uccelli
nel INNI!, 4262 nel 1SS4, 4358 nel INS.", e
3727 nel ISSO ed il Brambilla, offrendo i dati
delle ]irese della sua uccellanda in Gallarate (Mi-
lano), nota come nel periodo 1792-1886 l'anno
(') Questa seziono di Passeracei presenta due paia di eorti
muscoli trarltoo-lnonc liliali, cioè un paio infierito sul dorso,
l'altro dal lato ventrale e sono quindi àiaerùmyodi.
atlanti: ohm ii ii.mai • •
GÌ
più proficuo M.-i stato il 181!» con 2451 uccelli,
ma dalle cifre date .si capisce che o la tesa non
eia ben curata <> la posizione infelice; cosi le
prese offerte dal Turati pei roccoli e paretaj
in Lombardia non oltrepassano i lumi uccelli
all'anno, e ciò in un lungo periodo di anni ;
mentre il Marchese Honorati a .lesi nel periodo
L 843-1885 dà i massimi di 3659 (1851), 3950
(1859), 3845 il sui) o 4888 (ISti:.) uccelli al-
l'anno etc. (').
Parecchie di queste ragnaie hanno a qualche
distanza disposte delle passate, ossia reti a pa-
retaio. La ragnaia generalmente dura fino alla
prima metà di novembre.
(i. La brescianélla (analoga alla ragnaia),
dove usasi lo spauracchio che si innalza e che
ha la disposizione della rete, anziché ridonda
in quadrilatero col capanno basso, usata in
pianura e colla quale si accalappiano in molta
parte gli stessi volatili della ragnaia. Essa e
poni praticata da noi.
7) La stantia alle quaglie produttiva a se-
conda delle località, il cui uso ha principio
nell'agosto e dura a tutto settembre; è assai
vantaggiosa nei terreni bonificati, ove coltivassi
il grano turco ed il sorgo. Oscilla il prodotto
annuo dai 500 ai 1000, raramente nei grandi
passaggi supera i 1500 individui.
8) Il cerchiello, barbaro sistema adoperato
in primavera pei maschi delle Quaglie. Si può
calcolare che nella sola Provincia di Padova
da dieci a quindicimila covate vadano distimie
da questo aucupio e dall'altro della paratella,
usato in alcuni circondarii nell'epoca del divieto.
2. Le cacete colla pania.
Sono molto usale sia in collina che al piano
dai ragazzetti, perchè uniscono hi poca spesa al
diletto. Il vischio si estrae dalla corteccia del
Viburno del Mattinoli, pianta che trovai cre-
scere spontanea tra altro nella zona montana
del Veronese e più precisamente a Cavalo di
Fumane. I'run, presso Grezzana ed altrove. Le
principali caccie colla pania sono:
1) Col palinone, che va unito quasi sem-
pre al paretaio.
2) Coi pontoni, usasi colla Civetta per le
cimic. i Pettirossi, Codirossi, etc.
?>) Colle frasconaie, pei Tordi.
Speciali frasconaie si tendono, quantunque
non di frequente, nelle montagne per prendere
con lieve spesa buon numero di Tordi ed a
questo genere di caccia, pello scopo cui mira.
si dà il nome di tordàre al rischio (Veneto).
(•) A clii volesse maggiori notizie vedi Giglioli, E. II..
Primo Betoe. etc. III. pp. 41S-WJ (1691).
:!. Le caccie ini Inni lungo l< siepi ed i bo-
schetti anch'esse pegli insettivori.
11 laccio è un cappio di crine. Usasi nel
Trentino, nel Veronese, nell'Udinese etc. e
tendisi pei- Uccelletti di piccola mole, pei 'lordi,
le l'ernici. le I leccaccie, i Beccaccini eie. men-
tre i lacci di ferro si adoperano per acchiap-
pare le Volpi, i 'l'assi, le Faine, le l'uzzoli-
eie. e pur troppo le povere Lepri, ad onta della
proibizione di legge Le uccellande al boschetto
usansi di frequente nell'alto Friuli e nel Tre-
visano lungo la Piave etc. Sono lacci di crine
(die si collocano sopra due fronde o verdi mac-
chie di piante potate in forma rotonda e non
più alte di due metri. Vi si strangolano gli
uccelletti richiamati dal canto degli zimbelli o
dallo zufolo dell'uccellatore nascosto.
1. Le /accie colle tagliuole, cogli archetti ed
alni ordigni per le Averle e più specialmente
nel verno con trappole, tjahhic a scatto (fra le
(piali la ritrosa), strage del Eusignolo adope-
rata in primavera ; la gagg'ia del I'ettirosso ed
altri uccelli, i trabocchetti, le stiaccie, i cuba-
toli, usati questi ultimi quasi esclusivamente
nel verno se la terra è coperta di neve, e
quando il povero stazionario paga colla vita la
soddisfazione del più pressante bisogno, il cibo.
I montanari Veronesi collocano gran copia
di archetti sulle cime degli alberi. Coni] ssi
questo barbaro ingegno di un vermene di noc-
ciuolo, di sanguine o d'olmo piegato ad arco
alla cui estremità si lega una funicella che passa
dal lato opposto e finisce a modo di laccio.
Vi è inserto un piccolo legno detto ciliare, che
lui ficcata in una fenditura una locusta, un
bruco od altro. Su di esso l'uccello incauto si
posa per beccare e così fa scattare l'arco e vi
rimane preso colle zampine. Lo si raccoglie
consunto o morto fra i tormeuti. Ben a pro-
posito scrive il Tirabosco :
Villana invenziun. nli! pio assai
Che piacevol e juata a un coi gentile.
Con questo modo si fa strage in montagna di
Pettirossi, di Codirossi, di varie Silvie o indie
pianure di Averle ed altri uccelli di piccola
mole.
E giacché siamo sul tema della crudeltà, pro-
seguiamo segnalando un'altra strage, che si pra-
tica anche nel Veneto ai poveri uccelletti. È do-
vuta alla gazàra 0 casato da merli, la predi-
letta occupazione dei giovani cainpagniioli.
Quantunque le prede siano limitate nella par-
ticolarità, salgono ad un numero considerevole
per la grande diffusione. Durante il verno e
maggiormente (piando la tei ra è coperta di neve.
62
ATLANTI (>UXIIuì.u.;i( «i
se ne spazza una piazzetta e s' intesse coi vi-
mini una rozza gabbia a scatto che vi si so-
prappone. Merli. Tordi. Ghiandaie, Fringuelli,
Passere, Pettirossi ed altri affamati vi cercano
il cibo e vi trovano la prigionia e la morte.
Che l'unico mezzo a combattere questi crudeli
ÌDganni, la parola del maestro elemeutare uè
dissuada l'uso. Guadagneranno l'educazione e
l'agricoltura, tanto più che le vittime sono in
gran parte uccelli stazionarli.
Sono quasi smessi i passerai, quelle pareti
bucherellate delle colombaie o delle torrette,
che sorgono sui tetti costruite appositamente
per attraivi a prolificare le Passere e rapirne
poi i nidiacei dall'interno.
5. Le cacete col fucile che si esercitano:
1) Con anni di calibro ordinario per qua-
lunque uccello o coli' aiuto delle Civette, dei
Falchi e dello specchietto per adescare i pic-
coli, o col cane ammaestrato, che è in generale
un incrocio fra il barbone ed il bracco, per
frullare la selvaggina più grossa. Fortunata-
mente è poco in uso nell'ardore dell'estate la
caccia crudele all'acqua od abbeveratoio, mentre
invece è praticata quella all'aspetto, che si fa
alle Tortore sul tramonto nei boschetti, ove si
osservò che vanno abitualmente a dormire ed
ai Germani ed altri palmipedi dal far della sera
fino ad un'ora e mezza dopo il crepuscolo sul
margine delle Valli.
Una caccia nella quale fanno il proprio no-
viziato quasi tutti i cacciatori è quella col ri-
chiamo. È un /ischio circuitile o chioccolo, con
cui si imitano i cauti del Merlo ed il garrire
della Ghiandaia.
Questi uccelli non solo, ma tutti gli altri
silvani vi accorrono, dando tempo al tiratole
cautamente nascosto di colpirli posati sul ramo.
2) Con archibugio da posta o spingarda,
canna di calibro grosso che si colloca in appo-
sito barchette Caccia vagantiva che si esercita
anche di notte, specialmente nei laghi aperti
dell' Estuario Veneto.
3) La coccia <li Valle. Nelle località più
aperte di una Valle dove di preferenza frequen-
tano le Anitre, si infiggono nel terreno alcuni
pali, sui quali si soprappone per circa tre metri
un tavolato rivestito e contornato in ogni dove
di erbe palustri, in modo da nascondere anche
a breve distanza l'inganno ed il cacciatore colà
appiattato. È questo il cosidetto postino. Alla
mattina il valligiano vi accompagna in leg-
nini barchette prima dell'alba e colloca d'at-
torno al postino tre 0 quattro Anitre vive da
richiamo e d(f;li zimbelli di legno dipinto, che
galleggiano smossi alla più piccola brezza.
senza allontanarsi perchè attaccati ad una fu-
nicella, cui si annoda una pietra. Verso l'al-
beggiare le Anitre si levano a stonili dalle
valli ed allettate dagli zimbelli e dai gridi delle
compagne di richiamo volano o si posano sul-
l'acqua vicino al posiino. offrendo così bersa-
glio al cacciatore nascosto, che ad ore stabilite
od a suo agio fa raccogliere le morte dal val-
ligiano e ricercar le ferite Coll'aiutO del cane.
Tal genere di caccia è però poco fruttuoso,
difficilmente facendosi una bella preda, come
avviene nei grandi laghi dell'Estuario, ove la
cacciasi fa ogni otto giorni, con regole speciali
e col conforto di grandi prede di Anitre.
La caccia suddetta dura da novembre a marzo.
io ebbi agio di osservarla nel Veronese e spe-
cialmente nella Valle Arpa, tra Belfiore, Al-
cole, Avesa e Albaredo, con circa quattro po-
stini, altri pure se ne trovano nella Valle della
Pellegrina e nei dintorni di Xogaié e Ronco
all'Adige.
4) La caccia di Botte od anche di Valle.
La caccia detta di L'otte od anche di Valle
si ] natica nelle Valli salse da jtcsca e da lac-
cio dell' Estuario Veneto. Sono esse grandi
tratti di laguna di proprietà privata, nei quali
l'esercizio della caccia e della pesca, che ne
formano la principale e quasi l'unica rendita,
è riservato.
Le costituiscono laghi più o meno estesi, di-
visi fra di loro da bassi fondi o da ridossi di
natura arenoso-cretosa (barene), sparsi di piante
erbacee quali Volitene portulacoides v. olive, \o
scirpus niaritimits v. stranie, tagiòn, quarèlo,
lo jiinciis nitiriliinus v. brulo, la glycerìa J'c-
stucafoiiiits v. otji salsi etc, inondati dalle
acque marine solo nelle alte maree {colme).
Piccoli canali e rigagnoli (ghebi) li intersecano.
formando pel dislivello tratto tratto delle poz-
zanghere (mantlràci) che emergono solo nelle
basse maree (sedie). Se la vegetazione è lilla
e lussureggiante diconsi barene forti; dove
manca e l'acqua ristagna pontière, e finalmente
dossi quei punti maggiormente depressi quando
si scoprono.
Le Valli più importanti dintorno a Venezia
sono: nella Laguna Superiore: Cà Zane, Doga,
Draguièsolo, Grassabò ; nella Laguna Media :
Avèrto, Conta/fina, Corniti, TPighèri, Piervmpiè,
Prime Poste, Barenòn o Bìola, Val de Bon,
'/.aita; nella Laguna Inferiore; Qhcbo Storto,
Milccanijii, Morosina .
Sono tutte Valli chiuse (cinse) o compieta-
niente da argini (arseràde), (piali la Morosina
e Draguièsolo o intieramente da cannici (v. da
grisiole O de pare), ([itali Zappa, Val de J!on
vi i \\ ri ORNI roi OGICO
e Barenòn i> in parie da argine ed in parte
da cannicci [semiarzeràde) come tutte le altre.
Ilannnvi pure altre Valli tutte aperte {verte,
avèrte), ma non trovo di occuparmene, attesa
la loro poca importanza in rapporto alla caccia.
l'n lino in figura di cono colla punta recisa,
il cui diametro da cent. 80 in bocca, scende
allargandosi sino ad un metro, si sprofonda nel
fango, assicurandone l' immobilità mediante
ferri zancati ad angolo rotto che ne abbrac-
ciano l'orlo, infissi in alcuni pali piantati d'at-
torno. Si circuisce con un breve tratto di terra,
a pia lolcemente inclinato o perso il centro
0 viceversa, dì l'orina rotonda od ovale, pre-
munito siigli orli dall'urto continuo del fiotto
con pareti di cannicci e che copresi [s'inibari-
see), per colare V inganno, di zolle con erbe
palustri, tra le quali sono preferite le olive.
vendo pel peso fondarle sopra piani e palafitte,
pericolo di screpolature nei l'orti ghiacci che
Succedono ad alte maree: ecco i danni; ini sono
convinto che è preferibile il sistema antico.
In quasi tulle lo Valli e' è posto con contro-
botte {potè e controbòte), vale a dire clic nello
stesso tombolo, (piasi aderenti fra loro vi sono
due botti, anziché una. Serviva quesf ultima
noi tempi scoisi quando asavnosi i vecchi fu-
cili ad una canna od a bacchetta per un cac-
ciatore che doveva caricarli e passarli al pa-
drone, nonché dargli l'ali' erta. Serve Oggi
raramente pei più quando vogliasi godere la
buona compagnia di un ospite, sempre per al-
cuni onde collocarvi un tiratore di mestiere:
nel primo caso 1' amico della controbòte è di
continuo esposto al tormento dello incappel-
late, vale a diro di vedersi uccidere dall'altro
Lago 'l'Ila Passaùra (Valle Zappa), nel cui centro dietro
la [ingaa di torni e collocata una botte in mezzo al lago (detto
posto ni l(lijo).
(Da una fotografia dell'Autore).
Botte detta Puntale della Passaùra Doll'omonimo Iago.
I Valle /appai.
(Da una fotografìa uVU'Autore)
Questa isoletta improvvisala che sorge più
o meno sul livello dell'acqua a seconda della
marea, porta il nome di tómbolo, dall'antica
voce IiiìiiÌiii, che significa cumulo o mucchio di
terra ; il tino chiamasi botc, ed a preferenza si
fa di quercia, di moro o di larice, abbenchè
adoperinsi in maggior numero degli arnesi u-
sati. fra i quali adatto le botti da olio. Ester-
namente si spalmano tutti' di pece.
Pochi anni or sono io ho tentato una modi-
ficazione in proposito, cioè di sostituire, al le-
gno, il cemento; e feci nella mia Valle Zappa
una botte di tale impasto. Minore umidità
mentre lasciasi sempre asciutta, quando le al-
tre devonsi empire almeno per un terzo d'ac-
qua, perchè vuote si stapperebbero [saltar sii)
nelle frequenti burrasche ; nessuna Spésa di
manutenzione, mentre nello altro la durata è
limitata e le riparazioni annuali necessarie :
ecco i vantaggi; maggior freddo, impossibilità
di trasloco, superiore costo d' impianto. Ac-
quasi sempre gli uccelli ch'egli ha sbagliali,
nel secondo la valentìa del servo mantiene la
fama usurpata dall'inesperto padrone (s'et'òpa)!
Se in luogo di un' isoletta in mezzo al lago,
l'apparecchio sopradescritto si appoggia all'orlo
di una barena dicesi puntale, punta, i>mita, e
talora botàsso, preferito il primo nelle giornate
calme e sereno od anche di Leggero vento con
bassa marea [acquarèla); il secondo nelle bur-
rasche e nello alte maree {aequa alta) od in
circostanze speciali.
Ogni posto di caccia ha una appellazione
sua propria, talora strana od indecifrabile.
{Guzzo de Itatelo, Tajàe, Quarèi) tal'altra traila
dalla condizione dei luoghi | Lai/o seco, Seche,
l'ali, Tombolili ila giàzzo), o da osservazioni
speciali, come la linea abitualmente prescelta
dagli uccelli nel passaggio i Passaùra) o dai
nomi del sito [Padovana, Oaòma, Manzi, Sa-
line), degli uccelli [Oche, Tressòn, Fòfani) o
ili pesci [Oràé), del cacciatore 1 Pisani, Haiti-
lìl
ATLANTE OKNITOU (GICO
stella, Labia, Nardin) o da altre circostanze
quali il t<'in|><> (Messa di notte), la vegetazione
iCaih. Spin, In), la qualità del sito (Gorgo,
('andini. Mandràcio, Gatoléto) e via via. Né
è lare che alla 1 1< » t ( o siasi imposto un batte-
simo d'affetti (Margarita, Contessa, ete.) deli-
cato pensiero che. col risveglio di dolci me-
morie, rende j > i 1 1 gradito il divertimento, quasi
augurio di successo.
Siccome tutti gli uccelli si porterebbero ove
non si tira con danno generale, così tutte le
Valli della Laguna inedia ed inferiore cacciano
in un determinato giorno; esso è fissato, tranne
in tempo di ghiaccio, di solito il lunedì ed in
tempi eccezionali anche di sabato e dicesi
:mno de Irata ; questo però non vale per le
Valli della Laguna superiore, ove si caccia più
volte nella settimana ed ove trota significa
determinate porzioni di Valli. Così ad esempio
in Boga vi sono le seguenti Irate : Tómboli.
Brusàdi, Toròndole, Piombìse, Marno de canài,
Oràe e Conche. In queste si tira per turno
lungo la settimana ed è ritenuto dannoso cac-
ciare contemporaneamente in tutte, giacché i
selvatici se ne andrebbero in mare, non ritor-
nando se non dopo il tramonto.
Le nostre Valli della Laguna media od in-
feriore si dividono, in alte, quelle appoggialo
al Novissimo, canale rettilineo che sconfina i
paludi salsi dalla terraferma, ed in basse, quelle
più vicine alla laguna aperta: sono Valli alte:
i Figheri, Pieiim/iii . Ari riti, Morosina etc. :
Valli basse: Zapa, Val de Bon, Barenòn etc.
Il Cornio, quantunque addossato al Novissimo,
protraendosi molto verso la laguna offre i van-
taggi delle Valli alte e delle basse. I selvatici,
quando il clima è più mite, come nella prima
stagione (settembre-ottobre) e neW ultima (mar-
zo-aprile) preferiscono le Valli alte, le quali
hanno il bitsano o busene, che è una chiavica
che dal Novissimo introduce l'acqua dolce per la
qualità e freschezza tanto loro accetta, e per
dissetarsi e per nuotarvi; negli impaludamenti
circostanti sorgono i canneti (vanii) di Annido
pliragmitis.
Mano mano che il freddo cresce di intensità
(novembre-febbraio), gli uccelli si trasportano
per la maggior patte nelle Valli basse e vi
dimorano. Fino all'ottobre e talora nel marzo
od aprile le Valli titano il salpato, del resto il
lunedì; in ricorrenza di leste (Natale. Capo
d'Anno, Pasqua eie.) si prendono accordi spe-
ciali. Nei tempi eccezionali di agghiacciamento
(l'acqua salsa, gela- con temperature inferiori
a — 4°), lo Valli eli*; hanno sbòe o sbòine, os-
sia tratti ove l'acqua non gela (no se ciàpa) o
per la correntìa o per un gran numero di uc-
celli che coi loro movimenti la tengono con-
tinuamente mossa, i cacciatori, per approfittare
della singolare fortuna, tirano a volontà, spesso
di sabato e poi di lunedì, lasciando in riposo
la Valle nella domenica, porcile si ripopoli di
selvatici. Il busene è la ricchezza delle Valli
alte, la sbòa quella delle basse.
Il venerdì o la domenica precedenti, sui
porti (passi) del Novissimo si vedono giungere
dopo il mezzogiorno le carrozze dei cacciatoli,
che là le abbandonano e, scesi nelle rispettive
gondole o barche, si sparpagliano per le Valli.
Dopo un tragitto che varia da mezz' ora ad
un'ora o due secondo le distanze, l'acqua od
il vento più o meno favorevoli pei canali elio
dividono fra loro le Valli, si giunge al tcrra-
Oaeòn di Valle Zappa (proprietà A>>> • D Oddi).
(Da una fotografia dell'Autore).
pieno (mola) su cui trovasi il fabbricato detto
easòn; conservano quest'antico nome, oggi im-
proprio, le comode case che albergano i cac-
ciatori, in alcune delle quali trovi perfino le
stufo, il letto clastico, un bigliardo con piano
di lavagna per passare allegramente lo lunghe
serate invernali, come in Zappa, e tante altre
comodità. Ciascun cacciatore tiene una o più
camere, la saletta da pranzo è comune
Toccata terra, cominciano le preoccupazioni,
dall'una all'altra finestra è un accorrere solle-
cito, uno squadrare col canocchiale tulli gli
spazi, per capacitarsi quale sia il luogo prefe-
ribile pel domani, un assediare di interroga-
zioni l'oracolo (omo de easòn, quest' importante
personaggio cui ò affidata la custodia e la pu-
lizia della casa ove dove rimanere stabilmente,
anche per sorvegliare che non si commettano
abusi nella settimana o dagli estranei e dagli
stessi pescatori, si paga di solito con cinquanta
o sessanta lire mensili e qualche incorto) ; con-
trollarne con altri il verdetto. Sono un paio
1 I I w I I ORNI fOLOGII 0
ti.",
d'ore nelle quali la gelosia senatoria ci opprime.
Ma essa svanisce del fcntto all' allegro desco
della sera, dupli il pranzo mi il giuoco od alla
conversazione, quando lo scilinguagnolo si scio-
glie nel miraggio delle dorate illusioni.
idi! la cania del domani. Oh! questo cento
colpiti ! eterno sogno di rado raggiunto e die
domani si compirà ; mentre domani alla stessa
tavola, alla stessa ora si lambiccheranno i cer-
velli i»i giustificare L'insuccesso, dandone colpa
talvolta a tutti, fuorché ai veri colpevoli: L'oc-
chio ed il braccio del tiratore.
E in quelle valli, e sono le più, dove il
Casone dei Pescatori è vicino o promiscuo a
quello dei Cacciatoli, vi sono maggiori attrat-
tive di svago e maggior vita. Fino a Natale
vediamo succedersi e gustiamo anche i va-
riati prodotti di pesche stupende, poi godiamo
la compagnia dei chioggiotti, questa balda
gente di mare. Si scende nella vasta cucina
pei sederci sulle banche circolari al camino
ad udire le romantiche storie dalla viva voce
di Bdilm Nane \ Barba è zio, così poi si chia-
mano tutti i vecchi). Si è avventurato nel mare
per mezzo secolo, pescandovi per starnare la
sua famiglinola, ne ha stidato le più fiere bur-
rasche; quante notti, sbattuto in un turbine di
venti, di nulli, di onde, solo col suo legno
sconnesso lottò per la vita, (piante volte ha
provato l'ebbrezza dei ritorni nelle braccia della
moglie e dei tìgli, che lo avevano già pianto
perduto ! Quale arditezza di similitudini, quanta
poesia in quelle descrizioni ! e come è accen-
tuato il corruccio che la tarda età gì' impe-
disca di riaffrontare quei perigli e lo condanni
alla vita per lui tanto arida del cogolante di
valle. Che se dispenserai qualche pipa di ta-
bacco o qualche litro di vino, Gambiera scena;
la giovane ciurma intuonerà i cori interrotti
dalle canzonette popolari, dagli inni patriottici
e dalle austere cadenze della Norma o del-
l' lumini.
Ma l'ora tarda t'impone il riposo, ed il si-
lenzio, rotto soltanto dal fiotto dell'acqua, re-
gna sovrano nelle celle.
Qualche ora prima dell'alba, l'assordante
tintinnìo della sveglia richiama alla vita e cia-
Miino si veste e si appresta. In questo momento
avviene la scelta del posto. Due sono le con-
dizioni delle affittanze di caccia sopra questo
oggetto: 0 giusto fisso o posto in giro. Della
prima è inutile occuparsi, la seconda si spiega
così che per turno spetta la precedenza della,
sciita a ciascuno, la (piale naturalmente si
lega alla speranza di indovinare il migliore.
E un quarto d'ora di trepidazione generali'.
dà ciò dipendendo l'esito della giornata. E la
scusa di aver errato (sbaglia posto è la co-
moda difesa di cui si abusa per giustificare
perfino gì' insuccessi dei tiri.
«■li uomini di servizio vanno a preparare il
posto, il che consiste nel levar L'acqua dalla
Inule con la inastila (piccola mastella di le-
gno cerchiata di solito in ferro e provvista di
lungo manico), poi pulire il fango con lo seo-
rullili ed asciugare perfettamente l'interno con
una spugna, nel distendervi attorno a conve-
niente distanza gli zimbelli di legno dipinto
Gruppo di Uomini di servi/io in un giorno di caccia.
(Da una fotografia dell'Autore).
{stampi) o di tifa palustre (s. de pavèra) >■ due
o più anitre vive (ziògoli vivi, tinnii- ila siògolo,
miai ile amare) che legati ad una funicella alla cui
estremità è tissa una pietra galleggiano i primi.
nuotano le seconde, illudendo quasi fossero
stormi di uccelli. Ciò eseguito se uè ritornano al
Casone a levare il loro padrone. Fatta caricare
la eenìa, una tela di grosso tessuto con saccoccie
che porrai a mezzo di uncini nella parie interna
all' ingiro della botte per riparare dall' umido
le spalle e per comodità del cacciatore, il
tanibucchio (stambùcio), una eassetta di varia
forma, talora girevole che serve da sedile e
dove sono rinchiuse le munizioni di caccia e
di bocca, il backetòn, bacchetta diesi usa per
far uscire dal fucile qualche cartuccia od altro
e i due fucili, scendi allegro in barchetta {siin-
iliila o barca <la cazza), ed abbenchà il terni o-
Atlante ornitologico. — Parto I.
66
ATI. AMI oKMTOLOUICO
metro segni alcuni gradi sotto lo zero, trascuri
di abbottonare la pelliccia, tanto è L'orgasmo
che ti agita; ed il barchette attraversa celere
l'omla; mentre l'aria d'attorno è agitata dal
fruscio delle ali <li tornio ili uccelli, clic l'oc-
chio invano va cercando nell' oscurità del cielo.
Giunto al tómbolo ed accomodato nella botte.
gli inservienti si allontanano per nascondere in
un ghebo la barca, i cani e loro stessi. Di là
spaziando l'occhio nell'intero orizzonte, daranno
l' all'erta, cioè preavviseranno il cacciatore
dei volatili e quindi all'erta a destra, all'erta
a sinistra {a zanca), ili dietro, davanti, basso
l'occhio agli slamili, etc.
Barca da caccia. (Sandalo o Barca da cazza).
Da una fotografìa dell'Autore).
Questo avvertimento, utilissimo al provetto
cacciatore, annienta, la confusione del novizio :
fa l'effetto, secondo me, del suggeritore in
teatro: per cui si; dal primo senti rimprove-
rare un ritardo od uno sbaglio commesso nel-
l'indicazione, dall'altro odi spesso scongiurare
il silenzio. l'ero molti cacciatori non mandano
a l'arsi preparare il posto, ma vanno in persona
a collocare gli zimbelli (metter :ò i stampi)
come sembra loro più opportuno. Questi si
dispongono in vario modo cioè :
1) l'iiio mono litti, a seconda della mag-
giore o minore intensità del vento, rimanendo
i selvatici molto riuniti (ingropài) quando l'onda
è agitata.
2) Allargati e disuniti (larghi), per tare
meno spauracchio quando sia nebbia (calìvo,
calubèrna, nìbia, ga/rbìn, sisaro), ingrandendo
esso tutti i corpi galleggianti sui vasti specchi
d'acqua.
3) A duo, a quattro, a piccoli branchetti,
se di prima o di ultima stagione, quando gli
uccelli innamorati si appaiano o risentono de-
gli amori passati.
4) Larghi e disuniti {eiàri, larghi) quando
il cielo è senno, l'acqua è tranquilla come se
gli uccelli prendessero cibo o guazzassero.
5) A due. a quattro, in tempo di ghiaccio,
(a (lì>, a quatro, imparisài, a mucièti, a grò-
péti) giacché allora, abbondano i Germani (Ma
sonni), die di solito non vanno in grandi
truppe.
si collocano in generale sui due Banchi del
t bolo, lasciando libero il lato verso mezzodì
e l'opposto, ove si distribuiscono gli zimbelli
vivi. Ciò si fa. per lasciare libera agli uccelli
la vegnìia (il sito dal quale di solito vengono
gli uccelli). La vegnùa varia di posizione, da
posto a posto. Dalla parte ove i selvatici
stanno generalmente più lontani, si mettono
pochi zimbelli, concentrando maggiormente la
loro attenzione sul lato più stretto, por farli
maggiormente piegare da quello. Quanto agli
zimbelli vivi, essi consistono in duo o più ani-
Ire allevate in domesticità, di solito due fem-
mine (ànare) ed un maschio (masorìn), dette
complessivamente m/ua de ànare. si tengono
nel tassilo (specie di gabbia da trasporto ad
una o più sezioni) durante il tragitto dal ca-
sone alla botte: qui giunti e legate le gambe
con cordila di canape, la si attacca a, corda
forcina, cui è annessa una grossa pietra che
scende nel l'ondo e si lanciano in acqua ; può
sostituirsi la. pietra, infiggendo un lungo palo
che sostiene un ovale di legno (cròzzola), su
cui riposano quando sono stanche di nuotare.
Qsansi solo masorìni e non ànare quando:
1) Vi sono in Valle molte Folaghe o Mo-
riglioni o Fischioni, i (piali se sentono il loro
grosso e nasale qua, qua, qua sfiancano ed
evitano le botti.
2) Nell'wfttnui stagione se vi sono special-
mente Folaghe o Fischioni, etc.
Si adoperano maschi e femmine in (piantila
preferibilmente:
1) In temilo di ghiaccio, se abbondano i
Germani e le Alzavole, porcile vi si lasciano
allettare (i glie erede).
2) Se vi sono molti Germani, etc.
Nelle caccie primaverili non adoperansi molti
zimbelli e sempre in maggior numero noi la-
ghi di glande estensione.
Sulle Folaghe fanno miglior effetto:
1) Cli zimbelli di tifa palustre [slamili de
pavèra) coperti di pece (pégola).
l'i l'olii di folaga infilzate su di un pic-
colo palo, poste in modo che raffigurino l'uc-
cello che posa sull'acqua.
3) Anitre vive (sempre maschi), dette
l'aliarti ile Labrador (vai: domestica nera del
< rerroano).
l'or le Anitre in genere (Osèì de Julia) e le
Fnligule (Mollassi, anello Osii de pena).
Al I AMI l'I.MTOI.OC.ICO
67
]) Gli zimbelli di legno dipinti (stampi,
si . <lr legno) a vari colori ad olio ed imitanti
le specie ili Anitre più comuni.
Del rimanente tutti i dati qui esposti sulla
collocazione degli stampi sono opinioni mollo
discusse dai cacciatori; L'importante è di avere
ni I proprio lago qualche migliaio di osèi fati
(uccelli che da molto tempo vi praticano e
non quei branchi avventizi che illudono colla
loro presenza ed ingannano nella scelta del
posto, delti onci depinti, che la giornata sia
favorevole alla caccia e Bopratutto tirar drito,
vale a dire essere valenti cacciatori.
Spunta L'alba : è indescrivibile la poesia di
quest'ora! Rosseggia il crepuscolo, branchi di
uccelli fendono l'aria; altri gridano, altri fi-
schiano, il colpo del primo [insto (') ha
tuonato e continua il succedersi di fuci-
late d'ogni parte, d'ogni dove stigli
uccelli che. attratti dagli zimbelli, volano
attorno le Imiti. La caccia di botte è dif-
ficilissima; la varietà del volo e delle
abitudini dei differenti uccelli, non che
ragioni atmosferiche, rendono impossibile
dettarne regole costanti. Pei novizi poi,
quegli immensi spazi senza un punto fisso
che l'ermi rocchio, quegli spiccili d'acqua
che avvicinano gli oggetti e li ingrandi-
scono, l'aceiecante raggio del sole che
tremola sull'onda, il vento che può dirsi
o-piie stazionario nelle nostre Valli, quel
noioso giudice ch'è l'uomo di servizio.
seduto sul vicino barchette, L'orgasmo
fra tanti gridi e tanti voli, sono diffi-
coltà, le quali finiscono col persuaderli
che colla migliore volontà del inondo i nostri
Selvatici si lasciano piti facilmente sbagliare
che uccidere !
Generalmente la caccia migliore si fa di mat-
tina, ma in alcune valli editi alcuni posti in-
fluisce il calale delle acque e là continuano ad
affluire i selvatici anche nelle ore pomeridiane,
ciò che si dice i/rar de semàda. Dappertutto
il fuoco, nutrito ad intervalli, dura dal primo
albore al tramonto e le grida dell'aderta \i
si immischiano. I laghi s più o meno se-
minati di morti, alle bareni si rifugiano nuo-
tando i feriti, e raccoglie gli uni e va cercando
fra l'erbe pazientemente col cane gli altri l'uo-
mo nei momenti di sosta. I ili ! Come è celere
il fuggire dello oro ! Come talora arriva troppo
sollecito quest' inesorabile ed imprecato tra-
monto! Usavasi prima del cader del sole di
chiudere la caccia dietro il segnale del primo
posto e dicevasi Iminr In mustèla, perchè si
.ano alcuni tocchi sulla mastella; oggi lo
si è Smesso, 'lutti, quando credono, se ne ri-
tornano al Casone, spesso lieti, talvolta con-
fusi, sempre spossati, mai sazi. Ed e là dove
questa valanga di carne si accomuna e -i ab-
bandona al commercio con grande vantaggio
dell'igiene, fornendo principalmente alcune spe-
cie, p. e. le Folaghe, una alimentazione carnea
a lui. in prezzo.
La sera stessa della caccia una barca a due
remi approda ai Casoni di Valle; e la barca
del postièr, un impresario che acquistò gli uc-
celli assumendosi l'obbligo di venirli a pren-
I1) È costume nello Valli bene organizzate, che il
dell'apertura del fuoco lo dia chi occupa il o\ que«
Luogo che nella giornata si presenta pio
i.i\ orei oh :ili.i cai e i
Grappo ili Uomini ili servizio, ritornando a casa dopo lacaci
(martedì mattina).
(Da una fotograna dell'Autore).
dere sopraluogo. La media degli accordi può
precisarsi in L. 2,50 al mazzo o paio (per).
Avviene la consegna da patte dell'uomo di ca-
sone, ma i cacciatoli escono lo stesso per in-
vestigare la preda delle altri Valli : e quante
volte l'oracolo ha schiantato le spavalderie di
ceni tiratori su piede bugiardamente asserite
od esagerate !
Il martedì mattina ciascuno ritorna alla pro-
pria casa, sempre colla speranza di miglior
sorte nella ventura settimana e ciò continua
senza interruzione dall'ottobre sino ai primi di
aprile d'ogni anno. In talune Valli, come già
ilis-i, si fanno anche alcune caecie nel settem-
bre e più di rado nell'agosto; molti cacciatori,
Specialmente se la caccia fu scarsa ed il viag-
gio breve, se ne ritornano a 'casa il lunedi
sera. Nei tempi eccezionali di agghiacciamento
la nonna del giorno lisso si abbandona, come
già narrai, gli uccelli rendendosi quasi stazio-
nari nei pochi tratti sgelati (sbòe, sin, imi. E
68
ATLANTE ORNITOLOGICO
l'epoca del botano, il trionfo dell'utile sul di-
lettevole.
Precisato il luogo che da vari giorni è fre-
quentato dai selvatici, «li nottetempo o prima
dell'alba, nella prossima barena si colloca alla
meno peggio uti piccolo tiro (potassa); là biso-
gna dimenticare le comodità della botte; d'at-
torno i soliti zimbelli e sul ghiaccio li sosti-
tuiscono alenili fastelli d'erbe palustri legate
con vimini e detti baròcoli, che meglio raffi-
gurano il selvatico intorpidito. Le mattine di
ghiaccio poeo si uccide, ma quando dopo il
tocco l'aere intiepidisce, avviene spesso una
vera strage, specialmente se la giornata è
Camminando *nl ghiaccio in Vallo Zappa nel gennaio 1893.
(Ma mia lotngialìa lU-ll'Aiitoi-p).
bella ed allietata dal sole. Talora, con tempe-
rature molto basse ( — 10° fino a — 15°) e pro-
lungate, il ghiaccio si fa consistente in modo
che non si può rompere; allora conviene ado-
perare il così detto saltafossi (piccolo sandolo
foderato di zinco) ed anziché remi, langhièrì
(pali l'errati in cima a grosso uncino). Che se
anche il saltafossi non funziona, sarà gioco-
forza rassegnarsi a camminarvi sopra. Si pre-
munisce, il cacciatore, applicando alla suola
della calzatura dei grossi ramponi (grapèle)
per non sdrucciolare. Non è raro il caso che
al solito sistema di locomozione se ne sostitui-
sca improvvisamente un altro molto incomodo,
vale a dire le parti antartiche ai piedi. Pazienza!
(piando tutto finisce lepidamente ed in una ri-
sata! Ma la farsa si converte pur troppo in tra-
gedia se, come avvenne al cav. E. de Blaas
nel rigido inverno 1889 nel lago del Patron
in Valle Figheri, il ghiaccio si rompe (se sbòa),
stante una località ove non poteva avvertirsi il
suo tenue spessore causato dalla profondità e
dalla coi lente dell'acqua. È una triste nota nelle
liete memorie delle mie eaccie di Valle, l'am-
bascia «he divisi con mio padre pel pericolo
corso da quell'ottimo amico di entrambi. Però
il botazZO si adopera spesso anche senza ghiac-
cio, calandosi con profitto in quelle Valli ove
i selvatici mutano facilmente di stazione, pa-
sturando di sovente in siti lontani dalle botti,
come saccede spesso in Valle Prime Poste.
Ciascuna Valle è maggiormente frequentata da
qualità speciali «li selvatici, ad esempio:
In Valle Avèrto predominano i Fischioni e le
Al/avole.
» C'òrnio » i Germani.
» Figheri » le Alzavole, i Fi-
schioni, i Moriglioni e meno i
Germani.
» Pierimpiè predominano i Codoni, i
.Mestoloni e di prima stagione
i Germani.
» Soia predominano le Folaghe ed i
Moriglioni.
» Val de lìon predominano i Fischioni
e le Alzavole.
» Zappa predominano sempre i Fischioni
e nel freddo anche i Germani e le Alzavole.
etc; i singoli posti di caccia uccidono pure di
preferenza dati uccelli; nei laghi spaziosi tutte
le qualità in maggior numero, ad eccezione
però dei Germani e delle Alzavole. che frequen-
tano i laghi meno estesi e frastagliati da ha-
rene e mandraei.
De] resto la caccia di Valle è assai fruttuosa,
potendo un sol cacciatore in un giorno ab-
battere cento caiii ed anche più. Nel passato
di felice memoria si giunse talora ai trecento;
ma oggi, che pur troppo il selvatico è dimi-
nuito ed i cacciatori aumentati, anche le prede
scemarono ; non può precisarsi la rendita di
una buona Valle, perchè essa dipende da va-
rie cause ; può darne un' idea il Atto annuo
che da lire mille arriva lino alle cimine ed alle
sei. Furonvi cacciatori che spararono più di quat-
trocento tiri in un giorno, in epoche non molto
lontane, nelle Valli Figheri, Morosina, Zappa,
etc., ma m'impedisce di l'arno i nomi la circo-
stanza della scarsa potenza mortale del loro
piombo (ballili storti) ! Or non è mollo il signor
Ferruccio Gallo di Monselice in Vallo Morosina
arrivò ai trecento e dodici capi in un dì ((piasi
tutte folaghe) e nella stessa Valle il signor liei-
nardo Duse di Padova ai duecento e trenta.
Nelle caccio settimanali dell'inverno 1886-87
(sei mesi, ottobre a marzo), le prede di quest'ul-
timo salirono a duemila ed ottocento selvatici;
in buona parto Folaghe; il massimo da me rag-
giunto in un giorno fu ili cento e ottantuno (80
Germani, 72 Fischioni e 29 Moriglioni) il 2:» no-
atlanti: oknitoi.ogico
60
vernine del 1896 nel lago della Ci 'iil issa della
mia Valle Zappa, e molte volte mi avvicinai
a questo ninnerò senza mai superarlo. Del vesto
t'n superato e talora di molto il centinaio da
vati dei nostri più distinti cacciatori, fra i
quali i signori conti Labia e Cornelio di Ve-
nezia, il signor Edgardo Bertolin ili Polo, il
signor Ferruccio I>e Lotto di Mita, il signor
Bernardo Unse di Padova, il signor Aitino
Veronese di Codevigo e molti aldi.
I.e giornate più favorevoli alla caccia sono
quelle ehe precedono e susseguono unti grande
burrasca (òrdene, fortuna), le piowigginose
(lispio, lispièto, I. da dossi), di nebbia leggera
\ t
£9MBi
Cumulo »li ghiaccio formatosi nel seminio lss'.i in Vallo Zappa (La«;<
della ' tonteasa) por L'aminoatàccbiarBi «li unissi' lastre di ghiaccio sbat-
tute <"titro un ridosso da vento molto impetuoso.
Ma ima fotografìa dell'Autore).
I locatari sono chioggiotti, i quali .alla loro
volta tengono in conduzione la Valle dai
proprietari (di Venezia o ili Chioggia per la
maggior parte) per la pesca e per la, caccia,
esercitando direttamente hi prima e sublo-
canilo la seconda. <> tino solo assume L'affli
tanza e poi cede un numero di posti ad altri,
o essa viene Stipulata da vari amici associali;
le condizioni reciproche differenziano sempre
regolandosi secondo i casi, in alcune Valli
tirano anche tersanti, cacciatori da mestiere,
cui si accordano dei posti rimasti disponi-
bili, coli" onere di contribuire volta per volta
il terzo della preda.
Originale, caratteristica è la pena
che si infligge in Valle pelle contrav-
venzioni. Abbenchè differisca allatto
nell'applicazione ai cacciatori e agli
uomini di servizio porta eguale nome:
la tara. Merita davvero descriverla.
Quando uno di questi uomini di ser-
vizio ommette o trascura qualunque
sua incombenza gli si intima ineso-
rabilmente la luca. La sera della
caccia giù in cucina si colloca in
mezzo alla tavola una grossa spugna
inzuppata d'acqua. Calati i calzoni al
paziente, due suoi colleglli, l'uno so-
stenendolo per le braccia, l'altro per
le gambe, gli l'anno battere per tre
volte sulla detta spugna la tramontana
del ventre denudata ! Vi assistono i
((■alitilo), di sereno e sole (lustro) specialmente cacciatori, gli inservienti ed i pescatori, tutti
in tempo di ghiaccio, quiete (de calma) pelle e tutti sganasciano dalle risa. Il cacciatore
folaghe, volando esse a stento col vento; per
le Falli liassc di vento mediocre (ventesèlo,
mezzo nulo) e acqua bassa (aqvisiòla, aqua-
rèla), per le ali»- quelle di vento forte (òrdene)
e grossa marea iaqita alta).
Generalmente ogni cacciatore tiene al servi-
zio due uomini retribuiti con quattro o cinque
lire per Irata e qualche incerto (cena a San
Martino, mancia di Capo d'anno, etc). Se si
cala un bottazzo percepiscono un soprassoldo
(una lira circa), se il cacciatore arriva ai cento,
cinque lire (dopar ti ducato), se ai cinquanta,
in alcune Valli, due lire (dopar ti int:o du-
cato). Varia la durata nei contratti d'affitto e
così variano le condizioni. Semino la mercede
è in denaro, talvolta con piccole appendici di uc-
celli o di polli per feste di Natale. Al cacciatore
la nuda abitazione ed i posti, le manutenzioni
a suo carico, ed a suo carico il rimanente im-
pianto comprese le barche; in generale la forni-
tura della legna da fuoco e del vinello pei di-
pendenti, dietro un compenso pattuito a parte.
invece non incorre nella Ima. che. nel caso
che ritorni dalla caccia dopo aver fatto anche
un sol colpo di fucile senza un selvatico molto
(et xe boaro), un selvatico quindi né un gab-
biano, ne un tòtano, un selvatico od una
pojana. L'uccise, ma il cane non lo rinvenne,
ma l'uomo l'Ita perduto (et sa imbarenà « /<> gò
perso), Io ferì, ma fuggì nuotando soli' acqua
ni xe andà a beehèto), tutte asserzioni inutili,
se non c'è il cadavere ostensibile, se manca il
corpo del delitto, taea. L'entità materiale è
[loca cosa, limitandosi alla bottiglia da far
bere agli amici ed al fiasco (bocdl) di vino
pegli uomini, ma l'importanza morale è grave:
come quelle macchie congenite che riappariscono
tratto tratto, lo sventurato, ritorni in Valle o
s'imbatta soltanto nei compagni, è sempre l'a-
mico della tata. Quante volte al desco della \ igi-
lia l'invitato racconta enfaticamente tutta una
leggenda delle sue prodezze e la sera dopo \ i
si asside disfatto, meditabondo su questi amari
disinganni della vita !!
\ I I ,ANTE ORNITOLOGICO
I fucili («' «dpi (i s' ci<>]H de Vale) si ado-
perano di qualunque fabbrica, ili solito ;i fuoco
centrale del cai. 12 a due canne e lunghi
(in. 1.40 di cui 0,m80 o 1 m. di canna), per la
sicurezza potendo cadere nell' interno della
botte e mettere a rischio la vita del caccia-
line, perfetti quelli di fabbrica inglese, prefe-
riti però i beisi di Inuma riuscita e di costo
minore. Le polveri nitro-composte non corri-
spondono perchè troppo sensibili all'umidità,
eccetto la YValsrode che è eccellente anche pel
poco strepito dello sparo; le polveri nazionali
più usate sono le seguenti : Vittoria, Milano
eoiinoie, polverificio di Tirano e sopratutto il
tipo /■'ossami a. 1, etc, la carica da gr. li a s,
in generale 7 con gr. 35 di piombo (baimi)
comune od inglese temprato del n. 5 ovvero
fi, in maggior consumo la cartuccia (cartìieia,
fissela, filzèta) rossa della S. F. I. M. di Mi-
lano.
I selvatici si nutrono di un'erba detta vol-
garmente magnaùra (Zostera marina e /. nana),
di chioccioline, di semi e le Fuligulinae anche di
piccoli pesciolini, si dice, che la magnaùra è
la dote delle Valli, perchè ove cresce rigoglio-
sa, il selvatico è assai abbondante ; talora i
grandi calori estivi od il ghiaccio forte e per-
sistente o le balate (valonéa — Vaiolila ntii-
cvilaris (Roth.) Ag. forma aegagropila, Agi
I laudi) che occupano il fondo di estesissimi
tratti lagunari, ne fanno morire una grande
quantità.
Oli uccelli acquatici si vendono a mazzo o
paio (per) che e composto di un numero di-
verso di individui, a seconda della grandezza
e com'è indicato dallo specchio più innanzi.
Sono esclusi all'atto i Gabbiani (gei). Larus)
o le Sterne (gen. Sterna ed Hydrochelidon),
II prezzo del mazzo che era di Austriache
lire 2, salì gradatamente alle 2 italiane e quindi
all'odierno da L. 2,30 a L. 3,25. Si calcola
che nelle Valli dell' Estuario della provincia
di Venezia e di Padova (ettari 30,000 circa) si
uccidano dai 25 ai 30,000 mazzi di selvatici
all'anno.
Anche pei coloro che non sentono questa
passione incomprensibile e per inoli i ingiusfi-
ficata della caccia, una partita in Valle è di-
vertentissima. Signore della, buona, società, gio-
vanotti dediti agli ozi cittadini, ricordano con
desiderio di presto ritorno la gita in Valle, que-
sti specchi d'acqua e questi spazi di cielo in-
terminati, le prodigiose piede di pesci e di
uccelli ; i modesti convivi, la ospitalità spi-
gliata, ma cordiale del cacciatore, i suoi briosi
discorsi, le allegre sciate dei nostri Casoni.
Specchio degli uccelli componenti il mazzo o
paio. — 11 numero scritto a parole indica il
numero dei capi delle singole specie occorrenti
a l'orinare il mazzo ; ne susseguono i nomi scien-
tifico, italiano e volgare veneto; intino è in-
dicato il grado di frequenza, beninteso che
quest'ultimo s'intende sempre in riguardo alle
Valli Salse del nostro Estuario.
Ino. Anser anser (L.) — Oca selvatica -
Oca gronda — Raro.
l 'no (con un 'Alza vola i. Alisei l'abalis ( I. albani)
- Oca granajola — Oca, 0. faraonzìna
Raro.
Due. Anas boscas, L. — Germano reale — Ma-
turili [mas.], Auara {fi'iinn.)— Connine.
Due. Gen. Urinator (') — Strolaghe /•'"-
jouli — Poco comune.
Due. Tadorna tadorna (L.) — Volpoca —
Chi rso — Raro.
Due. Merganser merganser (L.) — Smergo
maggiore — Scrotali — Raro.
Tre. Dalila acuta (L.) — Codone — Asia (m.),
Asiàda (/.), Colami — Comune.
Tre. Numenius arcuatus (L.) — Chiurlo mag-
giore — Arcana — Comune.
Tre. Podicipes cristatus - Svasso maggiore
— Carriòla, Cavriòl — Poco connine.
Tre. Mareca penelope (L.) — Fischione —
dòsso (ni.), Ciòssa (f.) — Comune.
Tre. Merganser serratili (L.) — Smergo mi-
nore — Sèrola, Speì'ga Poco connine.
Tre. Clangala clangula il,.) — Quattrocchi —
Campanàio (m.), Qua trini [m.) Poco co-
mune ().
Tre. Ardea cinerea. L. — Airone cenerino —
Sgarzo, Silurilo, Airòn — Connine.
Tre. llerodias alba (L.) — Airone bianco mag-
giore — Sgarzo bianco — Raro.
Tre. Nyroca ferina (L.) — Moriglione — Ma-
i/asson, M. dal /'ero. Monàro — Connine.
Tre. Fuligula fuligula (L.) Moretta — Pe-
iiarui. Hfagàsso penaciòlo (ih.) — Comune.
Tre. Fuligula inalila (L.) - Moretta grigia
— Mori tini, Magàsso bastardo Raro.
Tre. Chaulelasinus streperne (L.) Cana-
piglia — Pignòlo (m-), Pignòla (/'). Tresso
l'oeo comune.
< i i tra completi) nte e adusi.
| tu alcune specie, nelle < i nuli le dimensioni dei soggetti
maschi offroni tevoli differenze <"n quelle dello femmine e
dei giovani, varia il quantitativo per mazzo in rapporto al
i o Dette specie sono : Clangula clangula, Fuligula fuligula
<■ Mriijiis dlbilìiis l 'oiiie si \ i-ile «tallii specchio della e. clan-
gula e della P. fuligula, bc maschi, ne occorrono tir a for-
mare il mazzo, se femmine o giovani, quattro ; nel flf. albdlus
quattro se maschi, sei Invece so femi bimani.
v 1 1 \\ 1 1 ulivi l [CO
lic Botaurus stellaris (L.) Tarabuso —
Tarabuso, Osilo cavalàro — Poco comune.
Quattro. ciangola clangala (L.) - Quattr'oc-
chi Campartele [fem.egiov.) - Poco comune.
Qnattro. Spatula clypeata (L.) Mestolone
Wòfano, Palato Comune.
Qnattro. Fulica atra, I.. (') - - Folaga
Fòlega < lomune.
Quattro. Fuligula fuligula (L.) Moretta
Vonii, MagassèU (/. e g.) Comune.
Quattro. Mergua albellus (L.) — Pesciajola
Muneghète, Ansateti, Pisagù [m.) - Poco
comune.
Sci. Xottium crocea (L.) - Alzavola ■— Sar-
sègna, Sarsegnòla — Comune.
Sci. Querquedula circia (L.) - Marzajola
('ripulii, Roclièto — Comune.
Sii. Mergus albellus (L.) Pesciaiola
.1 n rolèti, Muneghète, Pisagù piccoli < few,. <• giov.
— Poco connine.
Sci. Squatarola squatarola (L.) — Pivieressa
— Sarùsola Poco connine.
Sci. Vanellus vanellus (I,.) — Pavoncella -
Paonsìna Poco connine.
Otto. Himantopus himantopus (L.) — Cava-
lier d'Italia — Sgambarlo Poco comune.
Dodici. Totauus calidris (L.) Pettegola
Tòtano, Totanòn — Comune.
Ventiquattro. Tringa alpina. !.. Piova-
nello pancia nera Bisegliìn Connine.
Nelle Valli a canna ed in parte in quelle
d'acqua dolce, che ora eanno scomparendo
per le bonifiche, in luogo delle botti, la caccia
-i esercita nelle eovègie. Sono nascondigli ili
canne palustri, in cui il cacciatore occulta la pic-
cola barca, offrono il vantaggio ili buone caccie,
uni nessun comodo pel tiro. Non raramente si
aspi tta pure il selvatico ni capanno od all'acqua.
Caccia alle Folaghe a rastrello o tela.
Quando un largo spazio d'acqua è frequen-
tato dalle folaghe ila parecchio tempo, vi con-
viene nini brigata ili cacciatori. Ciascuno lui
il proprio barchette con due uomini, un rema-
tore ed un caricatore pel secondo fucile. Si
circonda il gruppo degli uccelli e chiudendo
sempre più il circolo, vengono costretti a, le-
varsi, per passare, o di fianco o sulla testa
dei cucciatoli. E un fuoco continuo, perchè le
folaghe si rimettono più volte e la manovra si
replica. Esige poi molta prudenza e cautela,
essendo facile il ferirsi e per la confusione e
per la vicinanza delle barelle. Si fanno talora
grandi prede e, se la tela è bene organizzata e
le folaghe abbondanti, non è raro che comples-
sivamente si uccidano più migliaia di uccelli.
Cacete di Sardegna.
ì. La gita alle Isole ili Mai ili Ventre e Ca-
talano (Sardegna occidentale).
Trascrivo dal Giornale La Provincia ili Pa-
lloni n. 85, 27-'-'S marzo 11101, il racconto, da
me steso, della gita che feci alle Isole Mal ili
Ventre e Catalano nel mar di Sardegna, dove
ebbi la fortuna di uccidere due Gabbiani corsi.
« l'n giorno che col mio preparatore Vitto-
rio Dal Nero passavo a cavallo nei pressi di
Capo Mannii, scorsi un Gabbiano di mediocre
grandezza, il cui volo lo differenziava dai tipi
piii noti ; esso era ad una lontananza non minoro
di treccili Iri ed io gli inviai un colpo a pal-
lottola che riuscì a vuoto, ma. esso per l'emo-
zione provata schermendosi di qua e di là
nell'aria mi lasciò travedere il colore scuro
delle zampe e. offrendomi agio di osservarlo
(') Cimi sei folaghe si forma il <<<" i Ile <i paga e i
il mazzo. Poi mazzi da qnattro ^i fa spocialo contratto.
più accuratamente col binoccolo, lo riconobbi
per un Gabbiano corso, specie molto rara e
mancante nella maggior, parte delle Collezioni.
« Sono quelli i Gabbiani che cerchiamo ! » dissi
io alla nostra Guida, che mi rispose: <• Vaili a
.Mal di Ventre e colà Vossignoria ne troverà
molti ».
Così fu determinata la gita, che poteva riu-
scire fatale. Recatici ad Oristano, ne assunsi
vaghe informazioni. Fui sconsigliato a tentarla
e polla distanza e pel mare allora sempre mosso
e (iella mancanza di approdo e per non so
quante altre ragioni. Ma il vivo desiderio di
procurarmi una mezza dozzina di Gabbiani
corsi ha preponderato. D'altronde il mio viag-
gio aveva scopo Scientifico, investigando luoghi
meno esplorali. La sicurezza personale in al-
cuni deficiente, i molli disagi, i naturali peri-
coli mi erano noli dapprima, ma non erano
argomenti validi a tenermi a casa.
ATLANTE ORNITOLOGICO
Recatomi dalle pani d'Alghero, a fatica no-
leggiai un grosso barco clie non era precisa-
niente del sito, ma il cui equipaggio conosceva
bene i paraggi. Chi fossero o chi siano quei
quattro rematori uon so, ciò che confesso si è
ehe furono uomini preziosi, ai quali unicamente
dobbiamo la nostra salvezza. La gita si pre-
parò di nascosto : agli amici di Oristano di-
cemmo di dirigerci su Iglesias per una caccia
grossa. Partimmo alla cheta diretti a Nord,
giungendo di buon mattino alla costa, ove la
barca ci attendeva e ci imbarcammo. Dopo
La Guida del Capo Marnili.
(Da una fotografia iteli' Autore),
brevi ore eccoci a Mal di Ventre ovo salendo
eoo disagio sugli scogli, scendemmo a terra,
trai tenendoci poco tempo, e rimontati, passam-
mo a Catalano sempre con mare tranquillo.
Ma giunti colà, esso già cominciava a rumo-
reggiare nelle insenature e tra gli scogli e gli
uomini colla barca si ritirarono prudentemente
un mezzo chilometro al largo, mentre io con
Vittorio Dal N'ero ed un marinaio esaminavamo
le grotte col fattalo a sorprendervi i crepusco-
lari Uccelli delle tempeste ed uccidevamo
gran copia di Conigli selvatici, di Marangoni,
di Gabbiani etc. Senonchè il barco avvicina-
tosi, fummo invitati a tosto ripartire: il cielo
si era fatto cupo, il mare burrascoso colle
verdi onde a cavalloni. Lo affrontammo sotto
violenti raffiche di vento; però si proseguiva
bene, sedo si ballava allegramente, quando, gi-
rando all'infuori, subimmo un urto tremendo.
La poppa aveva battuto fortemente contro uno
scoglio semicoperto dalle onde accavallatesi
ed il timone era perduto.
Allora i nostri uomini fecero consiglio. Che
fare.' tornare a Catalano, impossibile: le onde
salivano alte, alte sugli scogli, rompendosi
fragorosamente e la barca si sarebbe infranta
contro le roccie; non ci restava che tentare il
largo. E lo tentammo: la memoria di un lungo
giorno e due notti passate in balia delle onde,
di onde che salivano parecchi metri, che toc-
candosi e frangendosi rumoreggiavano come
tuoni, non è delle più facili a dimenticarsi.
Si navigava, uè i marinai sapevano dirci dove.
quando e come questa danza macabra sarebbe
finita! Asserivano vagamente che ci aggirava-
mo verso sud e che poche ore di diritta navi-
gazione ci separavano dalla spiaggia sarda,
tanto invocata. Previdentemente provvedutici
anche di viveri e di coperte quando ci era-
vamo imbarcati, le sofferenze tìsiche erano at-
tenuate ; mai però le apprensioni morali, il
pericolo essendo giunto al punto di ritenerci
perduti. Più che a noi, il pensiero rivolto ai
nostri cari ci schiacciava! I rematori con sforzi
erculei ed abili manovre cercavano mantenere
la barca in modo da evitarle il cozzo troppo
violento delle onde; tutti vegliavano a che il
vento non ci spazzasse via, e le onde si ac-
cavallavano altissime e irose, aprendosi tratto
tratto come a ricevere nel morbido amplesso
la piccola imbarcazione. Così queste ore di tre-
menda trepidazione si successero eterne, lino
al declinare del secondo giorno, che quietò il
vento ed apparve un raggio di sole ed in noi
un raggio di speranza.
All'alba successiva il vento di ponente ci
permise di spiegare le vele per avvicinarci alla
costa. Dopo quattro ore di navigazione vedem-
mo terra Eravamo salvi!!! Tuttavia, si
procedeva a rilento ed è stiano che quantun-
que cessato il pericolo, il desiderio di affrettare
lo sbarco tanto ci preoccupasse che scorta una
grossa barca peschereccia, la quale navigava
poco lungi, ripetemmo segnali e segnali per
avvicinarcela e vi salimmo a bordo. Ciò non
tolse che a mezzo chilometro dalla sponda
preso il fucilo e qualche preda, saltai in acqua
per guadagnare più sollecitamente terra ! ! !
Ora che tutto è passato e che certamente
non provo il desiderio ili ritentare una simile
escursione, senio però una certa compiacenza
di averla fatta; essa mi mantiene la rie i-
seento memoria dei quattro arditi e robustis-
simi naviganti, della cara compagnia e delle
cure scambiateci col mio lido compagno Vitto-
ATI. AMI. ORNITOLOGICO
73
rio Dal Nero; l'impressione delle forti «-n i< >-
/.ioni provale mi ha procurato il compenso di
arricchire la mia Collezione (li abbondante ma-
teriale pei prediletti miei stadi ».
2. Le iticele ali' Avvoltoio (').
Gli Avvoltoi, sempre molto rari nel Conti-
nente, trovansi frequenti e numerosi in Sarde-
gna, ove stazionano e nidificano : tftaasi sempre
nelle mie escursioni li ho raffigurati eoi binoc-
colo in quei punti neri roteanti a grandi alte/./.e
nell'azzurro del cielo. Seppi a Nuoro che una
località da essi preterita era la zona clic attor-
nia il monte Ortovene alto 1 IH Mi metri e che
dista circa quattr'ore a cavallo. Non volli per-
dere questa occasione singolare di avvicinarli
e cacciarli. Feci il mio piano di battaglia;
spedii duo uomini, consegnai loro un cavallo
morto coll'incarieo di deporlo sulla spianata di
un monte accosto all'Ortovene e vegliarlo lino
al mio arrivo contro gli attentati famelici delle
volpi, dei cani vaganti dei pastori e dei cor-
vi; inoltre commisi loro di costruire alla di-
stanza di circa 200 metri un capanno, 0 per
meglio dire di avviluppare poche frasche che
mi servissero di nascondiglio.
11 di seguente di buon mattino mi vi recai
col lido Dal Nero e una guida. Arrivati al
piede dell'erta, legammo i cavalli. Dal N'ero
prese altra via per cacciare e noi la salimmo.
Entrai nello sconnesso capanno, pagai e con-
gedai i guardiani della carcassa del eavallo e
ordinai alla guida di appostarsi in distanza,
pronta ad accorrere tutte le volte che avesse
udito un mio liscino di appello.
Eccomi solo in quel deserto ! Una carabina
Winchester a otto colpi, una rivoltella cari-
cate a palla e il cavallo morto miei muti com-
pagni ! ! !
Che uggiosa giornata! Finn, lina, ma pene-
trante insisteva, lenta come un pianto, la
pioggia ; ravvolto nella pelle di capra, inti-
rizziva dal freddo; una leggera nebbia velava
il panorama. Mi si stendeva dattorno un anfi-
teatro di colline; a sinistra accusava appena
Illune e Lollove, dall'altro lato più al basso
la foresta di Morgoliai; le aride balzo graniti-
che celavano le loro cime nelle nubi : nereg-
giavano le foreste impenetrabili, ove si all'oliano
il noce e il castagno. Nessun pennello può
riprodurre l'imponente spettacolo di questa
natura, vergine e sei vaggia, nessuna penna de-
scrivere le impressioni provate da chi trovossi
solitario nella immensità di quei silenzi. Quante,
quali svariate idee si successero nella mia
mente in quelle quattro eterne ore bo quel
greppo contate !
I.a Sardegna, questa nobile iena schiacciata
dall'accidia, propria e dall'abbandono altrui:
1' ospitalità COSÌ espansiva de' suoi abitanti.
effetto di un carattere ardente che sfrenalo in-
duce spesso al sospetto, talora trascina al de-
litto, donde lauti sbandali ; la miseria che
affligge le stesse zone ov' è mite il clima e le
coltivazioni sarebbero riiiiuneratrici, ove i pro-
Ci Intondo di parlale del Grifone e dell'Avvilii.. in degli
agnolli.
L'Autore con due (laide alla cacoia dogli Avvoltoi
nei dintorni di Capo Caccia (Alghero).
'I'a una fotografìa dell'Autore).
dotti stessi del suolo : l'olio, il vino, il legna-
me e (pielli dell'industria : eaccia e pesca, non
trovano esito per la mancanza delle comuni-
cazioni ! Provava un rivo muso di compas-
sione...
Volto il guardo alla prossima foresta di
Morgoliai, ricordando il racconto recentemente
udito dell' uccisione là avvenuta dei famige-
rati briganti Sauna e della morte di due sol-
dati, ignorate vittime del dovere. - ispezionava
le cariche della mia Winchester e della rivol-
tella...
Indi un pensiero ai diletti parenti e agli
.•unici mi rasserenava l'umore. Ma a svagarmi
questo Avvoltoio non giungeva mai : COSÌ so-
pravvenne la sera e. richiamata col fischio la
guida, assieme discesi il munte, spossalo e de-
luso, per ritornare dove avevamo lasciati i
cavalli e dove trovai il mio padre laico Dal
Atlante ornitologico. — Parte I.
ATLANTI'. ORNITOLOGICO
Nero, che mi attendeva. Egli aveva visitato i
dintorni ed ucciso alcuni ('ovvi e parecchi uc-
celletti interessanti. Cercammo un posto ìipa-
rato, vi alzammo la tenda e accendemmo un
buon fuoco per sgranchire le membra indolenzite
dal freddo. Riscaldati o rifocillati abbiamo ce-
duto alla stanchezza : ci sdraiammo vestiti e
il sonno ci colse.
All'alba eravamo desìi, l'na giornata fredda,
ma splendida; le creste delle montagne illumi-
nate dai colori metallici del sole nascente ;
argentate, le cime degli alberi dai cristalli della
brina. Lasciato il Dal Nero, mi ridussi al ca-
panno colla guida, che retrocesse alla nota
consegna. Eccomi di nuovo solo a far la guar-
dia al cavallo morto. Ma lo spettacolo oggi era
smagliante e apriva il mio animo ai più lieti
presagi. Infatti, scorsa appena un'ora, mentre
stava rosicchiando un pezzo di galletta e del
cioccolato, un liscino attrasse la mia atten-
zione. Fu l'avvertimento della guida che un
Avvoltoio era in vista. Volava lento lento colle
lunghissime ali distese e il capo rientrante fra
le spalle. Sopra un picco alla distanza di mezzo
chilometro, si alzò e mi passò quasi sulla testa,
volgendosi in continui giri, ma altissimo. Io
non battevo palpebra, stava accoccolato colla
carabina pronta nella più ansiosa attenzione.
La manovra continuò mezz'ora, egli a roteare,,
io a torcermi il collo per seguirne le mosse.
Mi si affievolì la speranza. E d'altronde? Ti-
rargli no, distava troppo, non 1' avrei colpito
e la giornata sarebbesi perduta ; mi armai di
pazienza e attesi. Ad un tratto osservandolo
in una sua svolta col cannocchiale, m'accorsi
che lentamente scendeva, dopo pochi minuti
(iilo e con tardi movimenti sceso sulla carogna
del cavallo, volto l'occhio irrequieto dattorno,
si pose a mangiare. Era un precursore, so-
praggiunse tosto un secondo, indi un terzo, un
quarto e nel volgere di un' ora ben otto Av-
volto] dilaniavano avidamente, contendendo-
selo, il carcame.
Volli divertirmi qualche tempo, assistendo a
quel vorace banchetto, prima di puntar l'arnia
sull'individuo più adulto, che colpito stramazzò,
e di diriger altri due colpi ai suoi compagni
fuggenti, elio per la lontananza riuscirono due
salve di buon viaggio. Fui pago: avevo ucciso
uno stupendo soggetto, una rara, una inspe-
rata ventura mi aveva permesso di avvicinare
laiiio questi sospettosi rapaci da poterne osser-
vare con tutta calma e attenzione il contegno
e le mosse.
Montai il balzo e mi avvicinai al morente,
che subito mi si rivoltò contro. A schermirmi
da quella pericolosa attestazione di gratitudine,
che mostrava l'intenzione di darmi, e per non
rovinarlo gii sparai a bruciapelo un colpo di
rivoltella nell'orecchio »■ cadde. Pesava 15 chili,
aveva la lunghezza di un metro e venticinque
centimetri e le ali spiegate oltrepassavano quella
di tre metri e mezzo. Lo caricai sulle spalle
della guida : tornati al posto dei cavalli e le-
gatolo alla sella, ritornammo gloriosi e trion-
fanti a Nuoro.
Altre due volte ho insidiato gli Avvolto]: a
Capo Caccia (Alghero) e sui Monti Sinnai nella
L'Autore e Vittorio Dal Xero ritornando dalla Bai
bagia Oriolai, dopo d'aver ucciso l'Avvoltoio degli agnelli.
1 1 i;i una fotografia dell'Autore).
Regione dei Sette, Fratelli (Cagliari). Attratti
col solito sistema della carcassa, in entrambi
i luoghi prontamente convennero ; per cui se
queste, caccic riuscirono per me fortunate, at-
tese le prede che ne feci, non mette conto de-
scriverle, poco interesse offrendo al lettore.
Parimenti dicasi dell'altra al Gypaetus, l'Av-
voltoio degli agnelli, specie molto rara e dif-
ficile a cogliere, e che io, nascosto sotto un
burrone, ebbi la buona sorte di uccidere a volo
a Mainogada nella Barbagia Ollolai (Nuoro).
;;. /.e cacete ai Fenicotteri.
11 Fenicottero, all' infuori della Sardegna, in
Italia e assai raro. Ignoto quindi a molti, sento
il dovere, come usasi in società fra persone
civili, di farne la presentazione. Questo uccello
bianco, più o meno tinto di roseo, col grosso
becco e le lunghissime gambe rosse, colle ali
marginate di un rosso sfavillante è il più alto
Ali WI'K ORNITOLOGICO
75
dei nostri trampolieri, dacché si eleva perfino
a in. L,50. Appartiene alla fauna africana; del-
l'Europa non frequenta che le lagune alle boc-
che del Rodano in Francia «■ le marismas del
G-uadalquavii' in Spagna e vi nidifica.
Le femmine depongono due uova sopra un
cninolo ili terra, la « - 1 1 ì altezza, a seconda del
livello dell'acque, sale anche a 70 cui.: covano
posando sul nido colle zampe addoppiate e non
a cavalcioni e tuffate in acqua, come general-
mente si ritiene, e che constatai erroneo nella
\ i-iia che feci loro in Andalusia nel maggio
del ISilS. La carne salata, grassa, oleosa non
è commestibile; una vera rinomanza gastro-
nomica è attribuita alla larga e grossa lingua;
essa data dai tempi più antichi e ne troviamo
conferma nella descrizione delle isole del Capo
Verde (1699) del Capitano Dompier.
In Egitto i Fenicotteri forniscono utile og-
getto di commercio. Nelle isole dei laghi di
Mcnznleh e Matoeotis e nei bassi t'ondi circo-
Stanti si stendono delle grandi reti a larga
maglia. !'l a le quali se ne collocano alcuni im-
balsamati colla lesta sotto l'ala per illudere
sulla sicurezza della località ed affidare i bran-
chi ad appollaiai visi. Arrivano sul calar della
notte e le prese sono copiose^ se questa è senza
raggio di luna e tenebrosa. E l'Arabo prole-
tario usa altra industria raffinatagli dalla po-
vertà: solo, senz' alcun apparecchio, sommer-
gevi nottetempo fino alla bocca e copresi la
testa d'erbe, indi procede con cauta lentezza
tino a raggiungere la. sentinella avanzata (è il
fenicottero di vedetta), gli abbranca le gambe
e celeramento 1' affonda per impedire clic col
grido svegli ed allarmi i compagni.
Così avanzando si impossessa d'altri, prima
clic la moltitudine si desti impaurita e fugga.
E una lotta di dabbenaggine fra assalitore e
assalito, cui non si saprebbe dar fede se non
ne asserissero la. verità osservatori autorevoli,
quali il compianto mioaniicoMacpherson ed altri.
I predati o s' ingabbiano per spedirli a rifor-
nire i Giardini Zoologici d'Europa 0 si com-
pongono eolle ali incrociate sul dorso per esi-
tarli ai mercati di Damietta, Materieh e l'orto
Said. Ma ho troppo divagato e torno in Sardegna.
(ini i fenicotteri arrivano in settembre per
riparlile nell'aprile, pochi restano all'estate e
non nidificano. Presso Oristano o dattorno a
Cagliari la loro prediletta dimora sono quegli
stagni, dove l'acqua salata o salmastra costi-
tuisce quasi dei piccoli mari di poca eleva-
zione e soggetti i più alla marea, o l'acqua
dolce espandisi in laghi non profondi e in gran
parte ingombri d'erbe o a canneto. È il regno
della malaria << intemperia ■> come la dicono i
sardi, i quali però confondono colle febbri alile
malattie; i dolori reumatici, le congestioni, le
dissenterie etc. e narrano che il forestiere col-
pili può facilmente soccombere in pocl
ma che, superato l'assalto, si acciaia a modo
da non temerlo più o in forma molto blanda.
Ringrazio vivamente la Provvidenza che mi ha
risparmiata l'occasiono di appurare la verità
dei due asserii!
È uno spettacolo sempre nuovo, sempre at-
traente, cui avviene spesso di assistere, il pas-
Saggio dei Fenicotteri sulla città di Cagliali.
lU-ranilnri allo Stagno ili Sa&su. n< 1 ranvtln -alili.
a caccia ili Fenicotteri.
(Ila una luti. filini ih 11 Aulinii,
quando dallo stagno di Quarta si portano a
quello di Santa Grilla od al mare cacciati dal-
l' innalzamento delle acque. Sono enormi torme
di centinaia, alle volte di migliaia dal volo a
cuneo, come quello delle oche, ma meno alto
e meno rapido; è un immenso nastro che svol-
gisi lento nell'ampiezza del cielo, alternandosi
ora bianco niveo, ora roseo, ora rosso sfavil-
lante, in guisa da raffigurare una striscia di
fuoco. E che tale apparizione torni gradita
agli stessi sardi, me lo provano quei famosi
fanciulli del tralariliolà, tralai-iliolà che oziano
sulla piazza di Cagliari col cestino in testa,
in attesa di una commissione e di un soldo,
i quali alla vista della (lente tinnitili jCente
rossa, come sono chiamati in Sardegna i Fe-
nicotteri) si entusiasmano, e prorompono in
grida festose.
76
ATLANTI'. ORNITOLOGICO
Ma veniamo alle caccie. Si fanno «li giorno
o di notte, volli goderle tutte due.
('uccia di giorno.
Partii da Oristano eoi fedele l>al Nero, erano
le dieei del mattino, l'equipaggio modesto: un
carretto, l'unico veicolo adatlo per attraver-
sare quelle grandi estensioni paludose ingom-
bre di cisti, sopra così dette strade perdentesi
qna e là nella campagna, o in terreni inondati
d'acqua piovana, nei «inali le ruote si affon-
dano fino all'asse; il ligneo sedile, la mancanza
di molle, quell'incessante strabalzameli to con-
vertivano questo mozzo di locomozione in un
vero antidoto contro le indigestioni. Dopo due
ore di tale trattenimento, pesti come due mer-
luzzi, ci scaricammo in una barca sullo stagno
«li Sassu. Era una chiatta con fondo piano per
poter tragittare su quei bassi l'ondi. Avevamo
sterminati branchi di Fenicotteri schierati da-
vanti per oltre un chilometro, il luogo era
spianato ed aperto, non un albero, non un
ramo. Ai raggi di uno splendido sole meridio-
nale, era un arcobaleno dai colori smaglianti,
che il continuo movimento rendeva ondeggiante
sulle acque glauche dello stagno, camminavano
perlustrando i posti meno profondi in cerca di
chiocciole, non avvedendosi di noi o non cu-
randosene. Ci accostavamo a rilento, attoniti
davanti a quella scena, colmo l'animo di stu-
pore, di speranza, di trepidazione. Ma giunti
a circa 400 metri da essi notammo che la loro
quiete turbavasi, a un tratto coi lunghi colli
drizzati l'esercito inglese (come qui anche li
appellano) s'era messo in allarme; non un mi-
nuto da perdere, punto la Winchester su quello
clic eccede e lo freddo. Tiro poscia tutti i sette
colpi disponibili ; ma senza risultato, abbenchè
il Dal Nero e i compagni vogliano assicurarmi
che altri ne ho feriti. L'alzata fu generale,
strisciarono sull'acqua colle gambe e le ali,
come i cigni e le folaghe, ed elevaronsi gra-
datamente a grandi altezze per recarsi all'altro
lato dello stagno, emettendo rauche grida e
volando col lungo collo e le lunghissime gambe
distese. Una nube infocala si agita e dilegua
nel cielo. Non rimase altro a fare che racco-
gliere il morto, un esemplare adulto in superba
livrea e riprendere la via di Oristano.
Due giorni dopo partimmo perCabras; questa
volta a cavallo. La giornata era splendida,
soffiava da scirocco un' aria spossante, sul
meriggio (piando tutto tace e la natura stanca
sembra addormentarsi. Avevamo percorso o
piuttosto i nostri rassegnati bucefali aveano
calpestato il fanno e l'acqua di mezza strada,
che e' imbattei > in una allegra brigata di
pescatoli; vestiti alla foggia del paese canta-
vano in coro, ora debili ora sonore quelle
melodie si spendevano nell'aere senza eco; mi
arrestai, contai loro alcune monete invitandoli
a replicarle. Era questa la canzone Sarda:
Candoa :i sos pes de una roca umbrosa
M' incontresi unii dio appoggiatili,
Tanti' io una Ae chi testai e festosa
Su olo in una valle liat ispiccadu
Si parat poi in sa si Iva orrorosa
Io su iililn i ' 1 1 osi propaiadu
Ispooiomlo B'&uegra congiuntura
Pro fogliar d'issa una grata pastura
Crederei tradurla così:
D'ombrosa roccia al piodo un di sodalo
Spiccare il volo fra restosa e Usta
Nella valle una silvia eldii io veduto;
Poi internarsi nell'orrida foresta,
Ove il talco attendea la congiuntura
Di far d'essa ghiottissima pastura.
Proseguii e giunsi a Cabras, un paese che
si presenta pittorescamente con uno sfondo di
montagne e rinomato per la bella e robusta
popolazione e pel vino prelibatissimo. Simile
imbarcazione, eguale manovra, medesima preda:
un fenicottero colpito a palla oltre ai 500
metri di distanza.
In queste due escursioni quanto mi sono au-
gurato il barchette colla spingarda delle nostre
lagune !
Caccia di notte.
Mi trovava a Cagliari, dalla cui piazza ve-
devansi nel prossimo stagno di Quartu San-
t' Elena allineati i Fenicotteri. Feci la gita
in barca ; giunsi al posto due ore dopo il tra-
monto, scesi nei bassi fondi, io munito di cal-
zettoni impermeabili, le due guide, che mi
accompagnavano seminude : tutti vestiti di
bianco, e con benclto bianco del pari. Pazienti,
immoti, attendevamo il ritorno dei Fenicotteri,
che qui convengono nella notte a pascersi di
crostacei, di venni e di sostanze acquatiche :
avevamo l'umidità latente sulle gambe, ci cir-
condava un'atmosfera mefitica, 'fratto tratto
un fruscio d'ali ci scuoteva, vane speranze !
erano oche, moriglioni, morette, anitre d'ogni
specie, che a migliaia giungevano, continui
tonfi in acqua e l'ischi, sibili, gridi in ogni tono.
Pioveva a dirotto. Udii un gracidare pari a
quello delle oche, e il sommesso avviso della
nitida: Vossignorìa stia attento, arrivano. Dopo
brevi istanti due enormi croci si disegnavano
nell' aria sulla mia testa, prima che si sper-
dessero nel buio del cielo colla maggiore ce-
lerilà sparai due colpi a pallottola, sentii lo
strepito di (lue cadute, aveva colpito nel segno.
ATLANTI'. ORNITUI.IX.ICO
77
Le due guide arditamente si slanciarono nel-
l'acqua, raccolsero il primo morto, e durai
molta Fatica dal dissuaderle ad inseguire il se-
condo che, ferito emettendo grida e sbattendo
l'ali, si allontanava, nel dubbio che in luogo
del fuggitivo avrebbero preso un bagno che
per la stagione <• per l'ora poteva riuscire loro
fatale; buona gente che non se ne preoccupava,
meno «•erto pel compenso clic per hi soddisfa-
zione di fainii cosa gradita !
Col trofeo rientrai a Cagliari.
Un'altra spedizione l'ho filila a lìiòla con
eguale risultato, impossessandomi di un Feni-
cottero. Ina terza a l'ontis fu invece infrut-
tuosa. La pioggia e la marea coli' insistente
scirocco avi mio alzato il livello dell'acqua, i
fenicotteri clic, in onta alle asserzioni di ta-
luni Autori, sono poco atti al nuoto continuato
non comparvero. Dopo quattro ore di attesa,
dovetti persuadermi all' increscioso ritorno.
Per altre sei notti ho ritentato la prova, in
una sola mi tornò favorevole, anzi con largo
ed insperato compenso, avendone ucciso due.
fu un brilante doppietto del mio Scott.
Conchiudendo rimasi soddisfatto, essendo otto
i Fenicotteri che io ho abbattuto e che. pre-
parati dal diligente Dal Nero, riportai ad an-
niento della mia Raccolta.
4. Cacci*- varie di Sardegna.
Innumerevoli i palmipedi in Sardegna, biso-
gna vedere per credere ; dattorno a Cagliari
e a Oristano in quelle distese, che 1' acqua
stagnante sommerge o che ingombra il canneto
si odono da ogni parte voli, tonti, alate, ca-
priole, grida, mentre nuvole viventi adom-
brano il cielo sviluppandosi, attraversandosi,
confondendosi, roteanti nell'aria in continue e
strane evoluzioni : <■ il carnevale degli acquatici.
Transitando una mattina in carrozza col Dal
N'ero pel paese di Santa Giusta, avvedutisi del
nostro equipaggio, ci rincorsero tre ragazzi
gridando : « Vossignoria vuol fare la caccia
delle anitre coi /assoni! » Al mio «sì» irrup-
pero in un urlo di gioia, in meno che noi dico
uno era già salito a cassetto, due appiccati
dietro al nostro veicolo, meno male che la
mancanza di molle toglieva il pericolo che
scattassero; quanta vita traboccava in quei tre
diavoletti impregnati d'argento vivo ! In breve
ora giungiamo allo stagno di Santa Giusta, un
largo specchio d'acqua monotona, stanca, ove
pare si rifletta in pieno giorno la luna, presso
al mare, però non comunicante con esso, a
differenza di quello di Sassù e di Merceddi da
un lato, di Mistrcs e di Pontis dall'altro:
copiose le anitre, abbondantissime alcune spe-
cie: il Moriglione, la Moretta ed altre. Il cir-
cuito, costituito da terreni acquitrinosi, e il
paradiso delle Pavoncelle, dei Beccaccini, di
tutti i Ripari, contermina il lago un fittasi
canneto alto olire due metri; è qui che le
anitre diguazzano, uscendo sul far di scia quando
il lago è tranquillo, avendo sgombrato i pe-
scaioli di muggini e di lupi di mare, che tulio
il giorno lo solcano sui harchelti o sui fasSOTlì.
Mi raggricchiai dietro un grosso cisto. Mon-
tati su fasci ili caline e tife palustri intrecciale
in maniera da formare una, zattera (sono i fas-
soni), quei fanciulli si avventurarono ove l'ac-
qua sormonta il metro e, associandosi due
cacciatori, penetrarono fra le canne e sparvero.
Là con uno strepito indiavolato, con qualche
sparata all'aria continuarono a disturbare i sel-
vatici per obbligarli a levarsi o shoccare fuori.
Si udivano lo schiamazzo e le schioppettate
intermittenti, si scorgeva l'agitarsi, il piegarsi
delle cannelle e qualche anitra o qualche fo-
laga uscire siili' attenti spaurita ed incerta.
All'improvviso un forte fracasso manifesta l'al-
zata di un centinaio di Morette che si dirigono
alla mia volta; sparo, ma le legioni si succe-
dono alle legioni, sono parecchie migliaia di
volatili, che mi offrono il destro di tirare di-
speratamente per oltre un'ora. Il tardo Ger-
mano precede il velocissimo Moriglione, le al-
legre brigate di Alzavole crepitando seguitano
i Fischioni, vengono tutti coscienziosamente
a ricevere da me il battesimo di fuoco, indi
ronzano ad ali spiegate sullo stagno e si ca-
lano nell'acqua morta, ho davanti a me uno
strato smagliante direi quasi metallico, i cui
variati colori irraggiati dal sole scintillano pel
continuo movimento. Fu disdetta che un osti-
nato liheccio abbia impedito il volo delle fo-
laghe, toltomi quindi il piacere di ucciderne e
di adornare lo strato col morbido velluto della
loro livrea.
Cogli stessi uomini ci portammo a battere
collo stesso sistema i piccoli stagni dolci di
Palmas e Ponti-flgus. Qui i ragazzi, faceva caldo,
gettati gli indumenti e rimasti nel tout-de-
méme ereditato da Adamo, si tuffarono lino al
petto, era l'unico metodo per avvicinare le
folaghe quasi a tiro di bastone e cosi costrìn-
gere le riottose a prendere il volo e, trapas-
sando le brevi lingue di terra che intersecano
il lago, esporle al ben nutrito mio fuoco. Ciò
compito, li congedai. Addio bravi ragazzi preoc-
cupati più che della misurata mercede, che vi
ho concessa, dal desiderio di tentale liuti i
mezzi per completarmi il divertimento!
Siamo all'atto terzo del dramma, cambia
Ts
ATLANTE ORNITOLOGICO
scena; i tre cacciatori rimasti mi appalesano
il loro piano, che accolgo. A scia inoltrata far
la posta alle Oche al sud di Santa Giusta verso
Sant'Anna in una località, ove ne pascola abi-
tualmente un certo numero, e nell'intermezzo
cacciare le Pavoncelle.
Questi eleganti uccelli smettono la innata
diffidenza se avvicinati da una carrozza ed è
quindi con tale sistema che nella mia coi due
arditi ed infaticabili cavallini, internandomi fra
gli sterpi, tirai loro a volo ed a termo. Quale
divertimento ! Talora sbuca dal piede del clia-
maerops una lepre o un coniglio, talora grida
un beccaccino e coi rapidi zig-zags sublima il
tiro, e s'ingrossa il carniere, ove il pelo e la
penna trovano comune ricetto. Ilo arrischiato
anclie un colpo di carabina a 400 metri su
cinque Gru, che se ne stavano immote presso
un piccolo specchio d'acqua, ma senza risul-
tato e intanto annottò.
È il momento della posta, la caccia serale
al passo, (piando le oche dal mare vengono
alla palude in cerca di cibo. La nostra truppa
componesi di tre cacciatori, due uomini di
scorta e il cocchiere. Mi nascosi fra i giunchi
su una prominenza, due cacciatori ai fianchi
ma molto scostati, uno dappresso, Dal Nero in
calessino a mezzo chilometro di distanza. 11
cielo era sereno, limpidissimo, brillava d'inso-
lita luce la costellazione dell'Orsa Maggiore,
lontano lontano il cupo rombo del mare, una
di (ptelle notti d'inverno delle quali solo i climi
meridionali hanno il privilegio, non tirava vento,
l'umidità penetrava nel mio abito e mi scor-
reva un brivido per l'ossa. Quell'isolamento,
quella taciturnità, l'ora m'ingolfarono nella
percezione tormentosa del passato: i ricordi di
una gioventù ordita di sogni e di speranze, le
infauste delusioni che la schiantarono, l'alta
sventura che ha tollerato il mio cuore, la con-
siderazione che da vario tempo mi aggirava
Ira queste arie metitìclie, regno delle febbri le-
tali, la carità dei miei Genitori, il conforto di
poche, ma provale amicizie, la pace della mia
home, il diletto dei miei studi, tante e così
svariate memorie rattristavano il mio pensiero.
Per scuotermi scambiai alcune parole col cac-
ciatore, quando udimmo un fruscio d'ali spe-
dito, fu un volo di morette che quasi ci stri-
sciarono sulla testa, poi un secondo, poi un
terzo e via via, ma l'ordine era il tiro alle
oche, non poteva trasgredirlo. D' intorno l'acqua
veniva agitata dal piombare delle anitre e grida
e liscili, rimanere spettatoli inerti era un vero
tormento, <■ in quel tormento ho passata un'ora,
(piatilo eterna quell'ora ! È pur vero che la du-
rala ilei tempo si misura dalle impressioni che
ci colpiscono: mi è volata in un baleno tutta
lina vicina notte nel Casino di Sassari in quella
festosa ospitalità, tra quelle Donne dai modi
squisiti, dagli occhi stellanti, tra quei nobili
Sardi, nei (piali ogni gesto, ogni discorso svela
L'influsso del loro clima, (pianto più lunga è
questa sola ora in maremma! Il cacciatore
sonnecchiava, manna forte detonazione ci scosse,
sentii tirarmi la l'alila del vestito e sussurarmi
<• i CCO le «clic ».
Girai l'occhio, nulla vidi, sentii però (pici
grido particolare: chec, cine, elice farsi sempre
più chiaro e distinsi una nuvola oscura che si
avvicinava: una dozzina di oche. Tirammo i
«piatto colpi, due tonti in acqua e poco dopo
un terzo. Il cacciatore accorse e ne raccolse
due, che si dibattevano nell'agonia, l'altra
sbattendo l'ali s'involò fra le canne. Mi sono
impossessato di due stupendi soggetti dell'Oca
granaiola. Sparammo replicatamente ad altri
due branchi, ammazzando però un solo maschio.
La notte avanzava, erauo le dieci, la mano
mi si irrigidì sul fucile, mi colsero la stan-
chezza ed il freddo, diedi fiato al corno per
chiamare a raccolta. Presso la carrozza trovai
i due cacciatori, i quali mi attendevano e mi
consegnarono altre tre oche, che avevano uc-
cise. Sciolsi la compagnia e tornai col Dal Nero
a Oristano, arrivandovi a mezzanotte intronati
dai gridi delle anitre. Feci l'inventario: Sei oche.
cinquantasette fra anitre e folaghe, una trentina
di beccaccini, frullini, pavoncelle, una beccac-
cia, un coniglio, due lepri : ecco la preda di
questa impressionante e faticosa giornata!
La Gallina prataiola, questo saporito selva-
tico, oltreché nelle Puglie e in Sicilia abbonda
discretamente in Sardegna e predilige i con-
torni d'Oristano, ove vive, in branchi di trenta
e piìi individui ove staziona, ove nidifica; nella
rimanente Italia è rara, di passo regolare nel-
l'autunno o nel verno. Ha lento il volo, il nero
più o niello intenso si avvicenda col bianco e
col lionato a venderne speciosa la livrea: abi-
lissima alla corsa, salvasi spesso dall' insidia
colla fuga e rende così difficile l'avvicinarla.
Un giorno che cacciava nei piani depressi e
acquitrinosi dello stagno di Santa • ìiusta le l'n
uno dei tanti giorni nei quali ebbi la ventura
di ammirare i costumi bizzari di pescatori dalle
faccie abbronzate, dalle forme atletiche, di
pastori ravvolti nelle pelli e incappucciali, di
donne colle ceste in testa di legna affascinata;
un nuovo mondo che retrocedeva lamia fantasia
lontano lontano in altri temili, in altri luoghi)
vidi un gruppo di circa quaranta Otarde minori.
ui.wii ORNI i n <>
79
La guida mi disse: «sodo Pidragias • •. che
è il nome sardo e aggiunse : «non si abbordauo».
Ricordai allora un metodo già adoperato in Al-
geria, e volli applicarlo anche qui. Diressi i ca-
valli al galoppo in maniera da formare un angolo
acuto col punto dove si trovavano gli uccelli e
senza perderli di vista, lusingandomi che si na-
scondessero nel folto dell'erbe, come aveva letto
avvenire. Ma tristo ohe rimanevano immobili,
cangiai tattica ed a trecento metri ili distanza
descrivemmo un cerchio, restringendolo gra-
datamente per chinderli nel mezzo. Neanche
questo partito portò l'effetto ; nel secondo giro
uno, poi due, indi tutti si levarono a tardo
volo per rimettersi ad un chilometro di di-
stanza sopra un'altura. Tre volte replicammo
il tentativo, tutte tre volte con pari insuccesso;
mi accorsi però che era sistematico il loro tra-
sferimento da questa a quella località, sempre
presso a poco le stesso. Famoso strategico,
mutai piano di battaglia: le canne non man-
cavano, appiedai, e. occultato di presso al sito
donde erano partite, commisi alla guida di re-
carsi a cavallo dietro il branco là dove erasi
rimesso e con abili e pazienti mosse rilevarlo,
dirizzandomelo incontro. «Ho inteso l'ordine
di Vossignoria », fu la risposta e s'involò. Da
un pertugio, che aveva aperto nel mio agguato,
sorvegliava queste otarde ad occhio nudo,
prima tranquille e accovacciate, dopo qualche
tempo agitate, a rincorrersi, finalmente levarsi,
dirigendosi al primitivo punto, precisamente
ove io era nascosto ; passarono a trenta metri
e due caddero estinte dal mio piombo. Udii
uno strepitoso battere d'ali simile al suono di
un filo metallico vibrato dal vinto, e questa
volta si perdettero nelle nubi. I due esemplari,
spellati colla solita accuratezza da Dal N'ero,
arricchiscono la mia Collezione.
Il giorno dopo mi riportai sul sito; aveva
divisato di fare l'esperimento della vacca ar-
tificiale per accalappiarne altre : un piano stu-
pendamente immaginato e industriosamente ap-
parecchiato; sogni dorati, che dileguarono per
una semplicissima ragione: mancarono le otarde:
la storia del famoso intingolo di lepre che un
cuoco, per quanto capace egli sia, non sa ac-
conciare se non ha il lepre ! !
I tordi, segnatamente il bottaccio, invadono
l'isola; negli oli veti, nel bosco ceduo, negli
alti fusti trovansi dovunque ; spaventati si al-
zano a centinaia per rimettersi davvicino: si
uccidono col fucile: le reti, gli altri sistemi di
aucupio ponno dirsi ignoti in Sardegna. All'a-
spetto, la sera quando vengono ad appollaiarsi,
è la caccia, che prediligono gli isolani.
Siede Sassari, ridente citta, nel cenilo di uno
sterminato bosco di giganteschi olivi : si parte
sul tramonto in allegra brigata, lo schioppo ad
armacollo, alla cintura una trentina di cartue-
cie e l'impermeabile arrotolato sulle spalle.
indivisibile compagno in un clima spesso umido
in questa stagione e si mpre incostante. Va-
riato, pittoresco il panorama; il glauco degli
alberi, 0 si confonde 0 licitino nasconde l'az-
zurra volta del cielo: lontano, lontano il maro
di l'orto Torres corona e contermina mug-
ghiarne l'infinito orizzonte: variato pine il sen-
tiero su nuda balza, su viottolo montano.
Frequente è 1' incontro di pastori che recansi
a passare la sera in città in carretto, a ca-
vallo, a piedi, nei nazionali costumi colle Imo
donne dai corsetti a color; diversi, ina sempre
brillanti e dagli occhi fulgenti, e cani, e man-
die di pecore, che ingombrano la via. Ma voi
dovete proseguire il cammino, non curanti che
di giungere in fretta ove l'uliveto si all'olla ;
la via principale fu abbandonata da un pezzo;
da una proprietà privata, scalando muretti di
contine costruiti a siero, siete passati in una
seconda, in una terza fra gli sterpi, sulle spine
dei fichi d'India, sempre avanti: l'ansia di
giungere a tempo, il continuo tzik, tzik dei
tordi vi metton l'ali al piede. Finalmente, ec-
coci giunti! Sotto un'annosa pianta o dietro
un cespuglio, col guardo vagante sugli olivi
dattorno ad attendervi i sopravvenienti. Il sole
declina, cominciano gli spari, aumentano, di-
venta un fuoco nutrito di fila. Il colpo è dif-
ficile : al ramo, attesa la tinta verdognola del
tordo confondentesi con quella delle foglie del-
l'olivo; al volo, quasi impossibile per la grande
rapidità: ostacola in entrambi i casi l'incerta
e scarsa luce. Spesse volte un tordo dà celere
la rassegna alla lunga stilata dei cacciatori, e
Ira la salva dei molteplici tiri, prosegue inco-
lume e s'invola, destando il generale stupore.
Abbenchè ai soli esperti sia dato raccogliere.
e di rado, una dozzina di prede e i più deb-
bano accontentarsi di una o due ogni sera, il
convegno dei cacciatori è numeroso.
Il complesso attrae, affascina ; piacevolissimo
poi è il ritorno aggruppati, così i racconti
delle singole avventure, e l'ingenua ostinazione
di tutti nell' affermare la propria abilità, con-
trastata da particolari accidenti. La buona com-
pagnia del doti. Ignazio l'iras Solinas. un per-
fetto gentiluomo, un apprezzato amico, del
quale e della leggiadra sua Dama non dimen-
ticherò mai l'accoglienza festosa e cordiale, lar-
gamente mi compensò del risultalo di quota
parlila di caccia ai tordi, che forse anche per
80
atlanti; orni kh.ogico
hi notte nebbiosa e fredda, si compendiò in un
unico colpo, che rese vittima un novero mer-
lotto! D'altronde, i ioidi sono grassi, bene
pasciuti «li mirto e di ginepro, saporitissimi e io
feci un bel tratto (forse non volontario) di ca-
valleria lasciandoli tutti ;i disposizione dei mici
linoni ospiti di Sassari.
Ina seconda prova la tentai a Osilo, il
paese rimarchevole pei ricchi abbigliamenti
delle donne.
Partimmo da Sassari in carrozza, ciano meco
Dal N'ero, l'auriga cuna guida. Per via quest'ul-
tima si rivolge a Dal N'ero e gli dice: « Sci
veronese, ti conosco» Dal Nero strabilia. «Molto
spesso ti vidi, prosegue, e ammirai i tuoi uc-
celli >>. l'ai Nero scoppia dalla curiosità.
Allora gli spiega che aveva prestato servizio
nella Cavalleria, che era stato di guarnigione
a Verona e ricordava quei tempi felici del suo
(lassalo. Questo simpatico giovinotto, più ma-
gro del veni, ci confessò che trascinava una
vita di tartaruga inutile e misera colla pesca
vagantiva <• che si era risolto a recarsi nelle
miniere d' Igloias per migliorarla, se gli sarà
concesso. La caccia fu fortunata per la presa
di dodici lordi, ma le mancò il contorno esi-
lararne e poetico: la, compagnia dell'amico
l'iras Sali il as e l'allegro cicaleccio del ritorno.
11 racconto delle mie caccie in Sardegna è
finito; lo suggello ringraziando i linoni Amici,
che col consiglio e gli aiuti agevolarono il mio
compito ed esprimendo la riconoscenza più
viva al mio caro Vittorio Dal Nero, il fido.
L'inseparabile compagno nelle ardite avventuro
delle mie escursioni (').
Quanti aneddoti avrei potuto narrare, se non
avessi temuto di rendermi lungo e noioso !
Quando, percorrendo a cavallo quelle ster-
minate lande, per chilometri e chilometri af-
fano deserte, incontravamo brigate più o meno
numerose di paesani, pur essi montati ed ar-
mali tino ai denti, che appena ravvisati ci
muovevano incontro, rispettosamente salutan-
doci e ci dicevano: «Fa buon viaggio, hai un
po' di tabacco?» io rispondevo spiacente di
non avere L'abitudine e tiravo innanzi il più
delle volte seccato, ma Dal Nero, abbenchè
astemio anch'esso, si all'iettava a tornirli di
sigari toscani, dei quali precauzionalmente te-
ueva piene le tasche e non appena s'erano al-
lontanati con alia trionfale, dicevami : <• Anche
questa è passata ».
i Noi Giornale /--' Provincia di Padova dol marzo*aprile
1901 ho parlato diffusamente delle Caccie al Cervo al
Chi^liiale, al Mulìmir r\<.
E quella notte, l'ultima di carnovale, che
passeggiavamo oziando la deserta piazza di
Oristano e fummo avvicinali da Ire pescatori
clic ci dissero: « Eh ! venite a liere la Vernac-
cia! ». I.i seguimmo, era buio pesto; a poca
disianza ci fecero entrare in una cantina sot-
terranea, ove erano radunate altre persone e
chiusero dietro a noi la porta a catenaccio.
Si dovette tracannare qualche bicchiere del
vino prelibato e fra gli evviva vollero ricon-
durci in piazza. Dal Nero replicavami il ritor-
nello : « Anche questa è passata ! ».
In famiglia si volle festeggiare il nostro ri-
torno in una brigatella d'intimi amici: mio
Padre chiese a Dal Nero quale fu l'occasione
più emozionante del viaggio. N'ebbe hi pronta
risposta: « Non posso dirle la più emozionante,
ma posso assicurarla che la più ricreante fu
quella di sentirmi, non con uno. ma con tutti
due i piedi nel ritorno sul porto di Civitavec-
chia ! ».
.Ma basta; mi manca 1' ardire di sommini-
strare altre dosi del mio sonnifero ai lettori.
Finalmente a titolo di curiosità cito la Cac-
cia che si pratica ai Falchi col (Info reale,
metodo che ora si usa più che altro in Ger-
mania e (die nei tempi nudali fu in grande onore
in Francia ed in Italia. Allora si usava invi-
schiare dei grossi rami d'albero, ed i Rapaci,
i Corvi, le Cornacchie, che accorrevano ad am-
mirare il Gufo, se ne impiastravano cosi Le
ali da cadere a terra impotenti a volale, e in
tal modo divenivano facile preda del cacciatore
nascosto nelle vicinanze.
Oggidì invece si fabbrica una capanna dili-
gentemente nascosta e fornita di spiragli per po-
ter cacciare fuori il fucile e si ha la cura di sce-
gliere unalocalità bene aperta e sforni la di alberi,
il cacciatore vi colloca vicino un albero morto
e coi rami senza foglie o pianta la capanna
nei pressi di quello, il Gufo è legato su di
una crocetta alta circa mezzo metro e si porta
sul luogo in una gabbia scura. Se non lo si
ha vivo, si usano anche uccelli preparati, ma
ciò è meno attraente pei Rapaci o meno di-
vertente pel cacciatore. In tal modo si uccidono
in gran copia Averle maggiori. Corvi, Ghian-
daie e Rapaci di ogni genere, eccetto Le Alha-
nellc le (piali non sembrano ventre al Culo che
sul far di scia.
I Culi giovani sembrano più adalli perchè piii
vivaci, pili attenti e quasi terrorizzali all'at-
tacco del Falco, mentre i suggelli vecchi sono
quasi indifferenti e si portano presso le ca-
panno (piando s'avvicina il nemico. 1 Rapaci
tentano colpire il Gufo sulla schiena, di ferirlo
\ I L v\u-. ORNI rOLOGH 0
SI
cogli artigli e talora gli colano così dappresso
che non si possono accidere senza tema ili ro-
vinare il Grafo. In tal modo si catturano Astori,
Nibbi, Pojane, Aquile; sembra però che gli
A \ voltoj non si lascino tentare dalla presenza del
fililo reale. K una caccia assai divertente, ma
poco usata chi noi pella grande difficoltà di pro-
curarsi i Gufi (').
Classificazione degli Uccelli.
Si chiama Tassonomia o sistema quella parte
della Biologia, clic cerca di dividere L'insieme
degli esseri viventi in raggruppamenti.
Il raggruppare idealmente degli esseri dicesi
classificare, il risultato del classificare chiamasi
classificazione, e i raggruppamenti, che risultano,
diconsi classi (in significalo generico) o (jritjijii
o assembramenti, si classifica in base a qualità
degli esseri classificati e tali qualità, di cui ci
serviamo, diconsi genericamente caratteri che
significa segno, impronta (Ficaxbi).
Gli uccelli noti si aggirano circa sulle tredi-
cimila specie e naturalmente si dovettero di-
videre in gruppi morfologici, tale fatto si chiama
classificazione ornitologica. Nel coordinarli si
ricorse ai caratteri esterni ed interni, cercando
(pianto piti era possibile di rendere logici quoti
gruppi. Noi includiamo il complesso di tutti
gli uccelli noti nella sottoclasse Uccelli (Aves)
compresa nella classe dei Sanropsidi (SAUROP-
sida), che è formata dai Elettili e dagli Uccelli. La
sui rodasse è divisa in « ordini », questi in «fa-
miglio ». le famiglie in « generi », i generi in
« specie»; quando le famiglie sono parecchie
si raggruppano in un « sottordine », più sot-
tordini in « sezioni », le famiglie in « sotto-
famiglie », i generi in « sottogeneri ». Il con-
cetto di « specie » fu introdotto nelle scienze
biologiche da i • . lìay (inglese, n. 162.S, in. 170E .
che fu il primo a precisare i gruppi, a usare
un'esatta terminologia e a prendere per base
della classificazione zoologica l'Anatomia. Una
specie zoologica, è un « gruppo di organismi vi-
venti, die differiscono soltanto per caratteri
incostanti e sessuali -, questa la definizione;
possiamo dire che la specie nel vero senso della
parola non esiste, ina ebe noi raggruppiamo
sotto questo nome soggetti clic presentano in-
ter se gli stessi caratteri, tanto interni chi'
esterni, cioè l'insieme di quelle cose che pre-
sentano le stesse qualità, ovvero che hanno
iìiler se qualità comuni, che possono pro-
durre individui simili tra loro, i (piali alla
loro volta sono fecondi. Alle piccole variazioni
dipendenti da abitudini, ambiente di vita, lo-
calità od altro clic emanano da un ceppo pros-
simo e, se non del tutto, nel complesso costante
e al (piale si connettono con individui intermedi]
si diede il nome di « sottospecie », adottando
la dicitura trinomia. Oggidì però si moltipli-
cano così le distinzioni sottospeciliehe da in-
generare gravi confusioni, rendendo meno serie
le ricerche scientifiche. E si proposero nomi
differenti per indicare le varie modificazioni,
che la specie tipo subisce nei varii paesi e si
fissarono caratteri troppo fantastici e di lieve
momento. « La qual cosa a parer mio (2) non
si può coscienziosamente intraprendere, perchè
queste modificazioni passano impercettibilmente
dall'una all'altra, e per infiniti piccolissimi
cambiamenti si svolge e si sviluppa una catena
composta di una quantità di piccoli anelli tutti
tra loro collegati ». Ed una gran parte di queste
moderne distinzioni furono talora stabilite su
di un solo soggetto, confrontandolo con qual-
che altro analogo di provenienza molto distan-
ziata, senza porre attenzione che nei paesi ili-
ci A Olii Volesse IlKlL'lii'Ui ci , • 1 1 IJ H 1 ì sulle valli- cat'l
sicriio lo seguenti opere: Sforzino da Carcano, F., Tre libri
degli Uccelli da preda, nei quali iti contiene la vera ■
Umt dell'arte de? Stroeeieri, 12.° Venezia, 1687 e \-2." Vi-
cenza, ltì-"-; Schlegel et Verstor v. Wulverhorst, Traile de
Fauconnerie, in-tol. max., avec 17 piche, dont 14 ooloriées,
Leiden, imi 1853] Payne-Gallwey, R., il,, Fowleì in Ir.
(1882); Bacchi della Lega A.. Cacete e continui degli Uccelli
Silvani (1892); Maophereon, II. A. Hiet. > 1897);
(miiì r.. cnrri,i. Falconeria, Uccella — u (1901); UillaisJ.G.
The Hi/./ Fowlet in Scottano", (1901), et e. Riguardo ai libri
ohe trattano Balia Falconeria si imi., dire ohe abbiamo lina
vera biblioteca; Schlegel nel buo classico Praia &u l i
nerie (1853) enumera 157 lavori scritti in diciannove lingue e
l'Harting nella sua Kibliotheca I pitraria (1891), che è m.
paziente ed eruditi. Catnloeo dei lil.ti antichi e moderni re-
lativi alla Falconeria, quota IV me numero di ;;7s pubbli-
cazioni in argomento. A i|uost'nltimo lavoro rimando illettore,
che irolesse approfondire le mi. cognizioni in proposito; rie-
weirà interessante anche per eli italiani, nmlti dei -inali pro-
babilmente ignorano ionie imi pure abbiamo una Biblioteca
Aecipitraria, che comincia da Brunetto Latini (147-1) e con
tinna -tini ai giorni nostri.
t3) M. Pai LUCCI, Fami. Malaeol. Calabro, p. 78 (1879).
Atlante ornitologico, — l'arte 1
li
SI'
vi I \\ ih ORNITOLOGICO
termedi si potevano trovare i vari anelli di
coDgiunzione e senza riflettere che è colle grandi
serie che si devono stabilire le specie. Se molti
Naturalisti tenessero a mente il comune detto :
■■ No being on tln's earthly ball
ls like another, ali in ali. »
noi non avremo a lamentare tante suddivisioni
specifiche in gran parte insussistenti, fondate
sulle parole jiare, sembra ed altre analoghe e
che mettono in non lieve imbarazzo il sistema-
tico d' ogni paese.
Per la natura generale e ristretta del mio
lavoro, io non posso fare uno studio partico-
lareggiato e tipico sulle varie classificazioni
mano mano proposte dagli Autori, e mi limi-
terò solo a citare le principali dai primi tempi
sino ai giorni nostri.
ARISTOTILE (350 anni prima dell'Era Volgare)
nella « Storia degli animali » divise gli uccelli
in due grandi gruppi : a) Uccelli dalle dita dis-
tjiniite; b) Uccelli dalle dita rìwaite e poi po-
nendo attenzione al cibo che mangiano . alla
conformazione del piede, del becco od altro,
ne fece otto gruppi, cioè :
1. Gampsonyches, corrispondenti ai nostri
Rapaci.
'1. Scolecophaga, corrispondenti agli Oscines
o Cantori, eccettuati il Cardellino, il Lucarino
e pochi altri detti Acanthopìiaga e costituenti
il 31J gruppo.
4. Senipophaga o Picchi.
5. Perìsteroidi o Piccioni.
6. Schizopoda o Trampolieri.
7. Steganopoda o Palmipedi.
8. Barca o Galline.
Aristotile col suo mirabile libro può bene
chiamarsi il « Padre della Zoologia ».
Plinio (1° secolo dell' Era Volgare) nella
sua « Historia naiuralis » adottò in parte la
classificazione d'Aristotile, in (pianto riguarda
la stinti ma dei piedi, ma s' interessò vivamente
dell'ambiente nel (piale gli uccelli vivevano.
Divise gli uccelli nei seguenti tre gruppi :
a) « Uccelli dalle unghie uncinate » — i
Rapaci.
b) <• Uccelli dalle unghie lunghe e ro-
tonde » - i Gallinacei o coi piedi larghi,
piatti e del tutto palmati, come le Anitre e
gli acquatici in generale.
e) Gli Uccelli non palmati e che hanno
potere di canto, li chiamò Oscines, suddividen-
doli in Alili* cioè di grande statura e collo-
candoli parte i Pappagalli egli Uccelli imitatori.
Pur riconoscendo il grande merito di Plinio,
dobbiamo dire che il suo celebrato lavoro ha
più valore letterario, clic scientifico. Da Plinio
tino a Pietra Beton poco o nulla troviamo in
fatto di classificazione.
Pietro Belon (') divide gli uccelli in sei
ordini :
n) Rapaci diurni e notturni.
b) Uccelli di ripa coi piedi nuotatori.
e) Uccelli di ripa coi piedi non nuotatori.
d) Uccelli di campagna, che fauno il nido
a terra.
e) Uccelli che non hanno stabile dimora,
ma vaganti.
/) Uccelletti che nidificano sulle siepi e
nei boschetti.
Ulisse Aldrovandi (2) nel primo volume
della sua grande opera parlò degli « Uccelli
che vivono di rapina », indi dei Pappagalli, dei
Corvi e degli Uccelli arlini posti poi da Linneo
nel suo ordine delle Piche ; nel secondo tomo
trattò dei «Granivori», degli «Onnivori», dei
« Verniivori », dei « Baccivori » e dei « Can-
tori », chiamò « Polveratori » i Granivori che
amano spolverarsi : nel terzo volume infine si
occupò dei « Palmipedi » e degli Uccelli di
Ripa ».
WiLLUGHHY (J), avendo a compagno di studi
e di ricerche il Ray, divise gli Uccelli in due
grandi categorie a) Uccelli terrestri — b) Uc-
celli acquatici e quelli in a1) uncungues (un-
ghie e becco adunchi) e a') reotungues (uli-
gine e becco diritti), gli uncungues in « frugi-
vori», distinguendoli come statura in «grandi»,
in « piccoli », in « medi » , i rectungues furono
suddivisi in riguardo alla forma e struttura
del becco, la natura del cibo ed il colore della
carne ; da ultimo stabilì due gruppi di Uccelli
acquatici, cioè i «palmipedi che nuotano», e
quelli delle rive o che se ne stanno non lon-
tano dalle acque, dividendo questi e quelli in
piii sezioni, delle quali diede le chiavi carat-
teristiche.
Carlo Linneo (1707-1778) può ritenersi il
fondatore della Storia Naturale nel senso mo-
derno della parola, ed il suo tempo assunse
fisonomia così speciale, che si foggiò all' im-
portanza di periodo e fu chiamato « Epoca
Linneana », essa va dal 1735 al INDO e com-
prende anche i lavori di Daubenton, Brisson,
Buffon, Patinilo eie. lutti basati più o meno
l'i o/wrr. </l- pinti siati, trmiv. en Grece, Arie, Znd.Parìs,
1553 o Hiat. ilr In imi- dea Oie. 1555 o Pourtr, d'Oya. etc.
Paris, 1559.
O Biat. \iiinniiuini. in Lfl'vol. Murili miil'U Decolli com-
parvero tra il 1590 <•<! il 1603.
(') Ornitholog. Iil> :. t.ondini, 1676, in Ibi.
vi I. ivi 1 ORMTOI.OGIi 0
sul pintio lamicano. La Bua grande gloria con-
giste nell'aver «lai <> ordine al caos che regnava
a quei tempi, e nell'aver mostrato che an nome
non era una definizione. Egli segui il piano Wil-
lughby-Ray, migliorandolo notevolmente quan-
do se ne dipartì : può considerarsi il fondatore
della dicitura binomia; nella quale hawi due no-
mi, il primoè il generico, il secondo lo specifico,
cioè 'l'urtili* viscivorus, Turdus significa il nome
ilei genero ossia del piccolo gruppo cui l'uc-
cello appartiene, viseivorus indica quale specie
è esso del genere del Turdus. Ciò è simile al
nome di battesimo ed al cognome di un nonni,
solo die il cognome deve nominarsi pel primo
nel tipo ornitico.
La prima edizione della sua opera principe, da
lui chiamata Systema Naturae, apparve nel 17:;.".,
ma quella cui si riferivano iu generale gli Au-
tori era la dodicesima che comparve nel 1766
o la XIII ' edita nel 1788 a Lipsia sotto la
cura di Gio. Federico Gmelin ; ora il punto di
partenza pella priorità del nome vien dato dalla
X (1758). Nel metodo di classificazione seguì
in gran parte il piano Willughhy-Ray, che,
come dissi, migliorò d'assai, stabilendo i se-
guenti sette ordini (ed. 1735) :
1. Accipitres — Uccelli a becco uncinato,
vi iucluse anche i Pappagalli (Uccelli di Preda
e Pappagalli).
2. Piene — Piche, uccelli colla mandibola
superiore compressa e convessa (Uccelli .Mosca.
Upupe, Corvi).
3. Macrorhgnchae — Macrorinchi, uccelli
dal becco molto lungo ed appuntito all'apice.
-1. Anseres — Oche, uccelli col margine la-
terale delle mandibole fornito di dentellature.
5. Scolopaces — Beccacele, uccelli col becco
cpiasi diritto.
6. Gallinae — Galline, uccelli col becco
curvato a volta.
7. Passeres — Passeri, uccelli col becco
conico ed appuntito.
Nelle ulteriori edizioni del suo lavoro abolì
i Macrorinchi e li riunì agli Seolopaces, for-
mando il così detto ordine delle Grallae o
Trampolieri.
Linneo adottò, in complesso per classificare,
i caratteri delle forme senza escogitare il si-
gnificato di essi e nemmeno il concetto di clas-
sificazione, se ne togli quello di specie, questa
rappresentando per lui le unità primordiali ed
invariabili del complesso dei viventi ed il si-
stema dovendo alla fine arrivare a denominare
ed elencare queste singole opere uscite dalle
mani del Creatore. Linneo in generale si con-
tentava di prendere (piale baso uno o pochi
caratteri comi' si sia e. a seconda di essi, ripar-
tire in gruppi i viventi. Il su lodo fu dello
a ragione metodo artificiale.
Buffon (') pubblico, con L'assistenza di Gue-
neail de Montbeillard. la -na --tenia Naturale,
ove sebbene seminasse spregiare ogni idea di
classificazione regolare, pure lascio un monu-
mento letterario imperituro. Tei primo ebbe
qualche idea della Distribuzione Geografica de-
gli Animali e sulla variabilità della specie, in
contrasto con le vedute di Linneo, che la lite-
in \ :i costante.
MOEHRING () divise gli Uccelli in (piatilo
classi :
1. Hymenopodes, [menopodi, cine Uccelli
colle tibie piumate, coi piedi coperti da una
membrana sottile e con alcune dita collegate
( Passeres e Piene).
2. Dermatopodes , Dermatopodi, cioè ec-
celli colle tibie piumate, coi piedi coperti di
una cute coriacea e rugosa (Accipitres e Gal-
Unni).
3. Brachypterae, Brachitteri, cioè Uccelli
colle tibie seminude e le ali inette al volo
(Struzzi. l>iili. Otarde).
i. HydrophyUie, Idrofili, cioè Uccelli colle
tibie seminude e l'integumento tarsale fornito
di una cute molle e coriacea (Orbi e Trampo-
lieri linneani).
M. A. Brisson (3) diede anzitutto gran peso
al fatto se le dita erano o no collegate in tutta
la loro estensione, poi alle dimensioni, fin ina
e figura del becco, alla sua nudità alla base.
al tarso nudo o piumato, alla distribuzione
delle dita etc. e ne formò 26 ordini così
chiamati.
Ordine 1.° (Colitmbae).
» 2.° (Gallinae).
» 3.° (Accipitres).
» 4.° (Corvus, Pica, Uteri e Uccelli del
Paradiso ptni.).
» 5.° (Lanius, Turdidae, Cotingae).
» 6.° (Buphaga, Stumus).
» 7.° (Upupa, Promerops).
» 8.° (Gaprimulgus, Hìrundo).
» 9.ù (Fringillidae).
» 10.° (Alauda, Motacilla, Panisi.
» 11.0 (Sitta).
» 12.° (Gerthia, Uccelli Mosca).
» 13.° (Picus, Psittacits, Tucanus).
» 14.° (Rupicola, Merops, Alcedo).
» 15.° (Struthio, lìln'ii. Oasuarius).
(') Hist. iiat. ginér. et partirvi. 1749-1770.
(■') Ariani genera, Bremae, 1752,
(■•I limiti,. ,1. inm. e Paris, 1760.
84
Al I.WI I. ORNITOLOGICO
Ordine 16.° {Ctis, Cìiwadrius, Haematopus)
>> 17.' [Vanellus, Tringa, Platalea, Ardea,
Porphyrio).
» 18.° (Gallinula, FuUca).
» 19.° (Podieeps).
» 20. {Uria, Fratercula, Alca).
» 21. (Spìtenisous, Oolymbus).
» 22.° (Diniiictlea).
» 23." [Liirit/ac. Sternidae).
» 2i." (Merganser, Anser, Arias).
» 25.° {Phalacrocorax, Peleeanus).
» 2(>." (Phoenicopterus, Becureirostra).
11 lavoro di Brisson è certamente di grande
merito, considerato come di ornitologia descrit-
tiva ; ma dobbiamo osservare che le sue cono-
scenze si limitavano però soltanto ai dettati
dei libri ed alle parti esterne del corpo degli
Uccelli. Nella moderna sistematica non si ac-
cettarono i nomi specifici del Brisson, quantun-
que la sua opera sia posteriore alla X ed. del
Systema naturae, pel l'atto che non è Autore
di regola binominalista ; sono però general-
mente usati i nomi generici da lui proposti,
cosa che seguii io pure.
G. C. Schaekfer (') divise gli Uccelli in
due grandi famiglie.
a) Nudipedi, cioè Uccelli colla tibia se-
minuda.
b) Plumipedi, cioè Uccelli colla tibia del
tutto piumata ; suddivise quelli {Nudipedl) in
sette ordini, il primo dei quali pello .Struzzo
[Fissipedi didattili), il secondo pegli uccelli
simili allo Struzzo e pei Trainpolieri a tre dita
(Fissipedi tridattili), gli altri ebbero pure per
base il numero delle dita e la forma delle
loro membrane. Divise i Plumipedi in undici
ordini, regolandosi oltre che sui caratteri enun-
ciati anche sulla forma del becco, il primo chia-
ino col nome di Fissipedi isodattili e vi com-
prese i Rampicanti; scisse in otto ordini i due
liuneaui dei Passeri e delle Piche.
Scotoli (2) studiò l' integumento dei tarsi
(podoteca) e separò gli uccelli in due grandi
divisioni, cioè quelli che presentano :
«) Tarsi (da lui detti Tibie) reticolati.
b) Tarsi (Tibie) scudettati.
Scisse ciascuna di esse in nuove suddivi-
sioni e queste in ordini, mantenne quello lin-
neano delle Galline e vi comprese i Colombi,
chiamò Breripedi le Rondini ed affini, assem-
brò i Buceri ed i Tucani ai Rapaci.
LESKE (;| segni Linneo, fondando l'ordine
degli / ocelli ad ali piccole coi Brachitteri di
Moehring.
LATHAM ( ) agli ordini Linneani aggiunse
quelli dei Colombi, degli Strussi e dei Pin-
natipedi.
Ilnwni bre (J) distribuì gli Uccellini dodici
cliixsi, mise i Colombi colle Galline, lasciò le
Rondini coi Passeri linneani.
(imitino Cuvier (l) non solo tenne a base
indiscussa i caratteri delle forme, ma iniziò per
così dire, la critica dei caratteri stessi. Egli
insegnò che i caratteri per classificare non de-
vonsi scegliere a caso, come faceva Linneo; ma
che vanno prima vagliati e poi considerati, e
stabili, ciò che chiamo la subordinazione dei
ai intieri e questi distinse in dominatori e su-
bordinati; servono i primi, disse, a stabilire
i gruppi maggiori e gli altri via via per quelli
minori. Insegno inoltre che ì caratteri non de-
vono essere soltanto esterni, ma contemplare
ogni parte dell' organismo, l'intiero essere;
quindi ecco l'Anatomia comparata, che deve
considerarsi la base della classificazione ed in ciò
consiste il grande progresso, che Cuvier porlo
alla sistematica. Egli seguì il piano Linneano,
però abolì l'ordine della Picae ed adottò quello
dei Rampicanti (Qrimpeurs) proposto da Brisson,
collocando le rimanenti Picae nei Passeracei. E
nel suo successivo e grande lavoro (6), basan-
dosi sui caratteri del becco e dei piedi, divise
gli uccelli in sei grandi ordini, cioè :
a) Oiseaux tic proie, Rapaci con due fami-
glie : a - Rapaci diurni, a - Rapaci notturni.
b) Passera ii. e, Passeracei con quattro fa-
miglie :
1. TJentirostres, Denti rostri (becco intaccato sui
lati dell'apice: Lanius, Tanagra, Tur dm, Syl-
via, etc.
2. Fissi rostres, Fissirostri (becco eorto, largo,
senza inlacco, fesso profondamente: Rondini,
Rondoni, Succiacapre, eie).
3. Oonirostres, Conirostri (becco forte, più o
meno conico e non intaccato : Allodole,
FriNGILLLDAE, Storni, Corvi. Uccelli del Pa-
radiso, etc).
-1. l'ciniirtisircs, Tenuirostri (becco debolo, al-
lungato, diritto o curvato, senza intacco:
Bitta, ('iiiliia. Uccelli Mosca, Upupa, l:)ii-
iiiachiis. etc.) cui tiene dietro la piccola di-
1790.
(l) Avfemgtgr. dei Waturgeich. Lipsia, 177U.
i | Qen. >i". ttf Birds, Lumi. 17S1 e Index Orn. Londinl,
(') 1 litri"! . in/ li>*t_ uni. Pragae, 1777.
Iti' i'l. I hintli"! [{ali -lmu:ii\ 1771.
i » l'ur>i<i. un ili. jmrt. Ornith., Parìa, L701
ri i uiii. ilfm. dea a ninni u.i. Paris, L798
/,'. jn, Alimi. Bruxelles, voi. i '. 1836.
ATLAN I ! ORNI ".!' "
85
\ ieione dei Syndaeiyles, sin, intuii (dito esterno
subeguale al mediano e riuniti) allo stesso
sino alla penultima falange: Mrropn. Aleeilo.
Buceros, etc.).
e) Olimpi ni*. Rampicanti.
<ì) Gàllinacés, Gallinacei.
ii Evhassiers, Trampolieri, suddivisi nelle
famiglie seguenti :
1 . Brévipennes, Brevipenni [Stmthio^asuarius \.
2. Pre88vro8tres, Pressirostri (Otarde, Pivieri,
Owriama).
3. Oultirostres, Cultirostri (Gru, Aironi. Cico-
gne, Spatole).
I. Longirostres, Longirostri (Ibis, Cliiurli, Bec-
caccini, Piovanelli, Avocette).
."p. Macrodactyles, Macrodattili (Folaghe, Bah
l'ulne. Gallinelle d'acqua).
Collocò in line ai Trampolieri, come tipi d'in-
certa sede, i generi Ghionis, Glareola e l'Imi -
nieopterus.
f) Palmipédes, Palmipedi, con quattro fa-
miglie :
1. Plongeurs, Tuffatori (Svassi, Alche, l'in-
guini).
2. Longipennes, Longipenni (Procellarie, < -:i 1 ■-
biani, Diomedee).
:'.. Totipalmes, Totipalmati (Pellicani, Maran-
goni, Pillili*'.
4. Lamellirostres, Laniellirostri (Anitre, Oche.
Cigni. Smerghi).
Il metodo Cuvierano e ([Hello della sua scuola
furono di grande importanza per la classifica-
zione sistematica, e tale epoca (1800-1860) è
nota sotto il nome di « periodo Cuvierano »,
cui fa seguito il così detto « periodo Evolu-
zionista ». Ed il fatto che la classificazione del
Cuvier fu lungamente adottata, quasi sino ai
nostri giorni, si deve principalmente all' essere
stata seguita da Roberto Gray nel suo celebre
lavoro « The Genera of l'.irds ».
Lacepkdk (') divise gli Uccelli in sottoclassi.
que8te in divisioni, suddivisioni ed ordini : le
due sottoclassi sarebbero corrispondenti alle
due dello Schaeller e gli ordini sono circa qua-
ranta; distinse gli Struzzi dai Casoari e fece
sei ordini pei soli Rampicanti.
Blumembach (*) segui il metodo Linneano,
ma divise lo Piene in tre ordini, detti dei Le-
riroslri, dei Picchi e dei Cornei e formò un
online anche pegli Struzzi.
Miii'Kii & Wolf (s) pure seguirono il metodo
Linneano, ma fondarono 1' ordine dei Colombi,
distinsero le Pica* in due ordini, dando valore
ai caratteri del becco, Inno detto ilei Cornei
e l'altro dei l'ieilii. l'ondarono pelle Rondini
quello dei Chelidonii, chiamarono Cantori i ri-
manenti l'asserì linneani e le Anserei, Natantes.
li. i.n ai: (') riunì in un solo ordine tutti i
Rampicanti e così fece per tutti i Corridori.
Chiamò Baptvres i Rapaci. Ambulatores i Pas-
seracei , Grallatores i Trampolieri, Basores le
Oche.
Egli deve calcolarsi il fondatore della No-
menclatura purista e diede intatti eccellenti
caratteri diagnostici dei generi e delle specie,
determini» con speciali nomi scientifici le varie
partì esterne degli Uccelli, Spiegandone esat-
tamente il significato.
Ti mmim'K (2) ammise tredici ordini europei,
suddividendo in tre ordini le l'ime linneane
(N. 2, 5, 6) e pure in tre quello dei Passeri
(X. 3, 1. 7). in due le An8eres, ammise quello
dei Colomlii e l'altro degli Uccelli Corridori.
Ecco i suoi ordini :
1.
2
:;.
4.
Ordine Bapaees, Rapaci.
» Collins. Coracie (Gorws, Bomby-
cilla, Orioli/*, etc).
» Ciianleiirs. Canori (TCEDIDAE, Svi.-
VI1DAK. MoTACII.LIDAe).
Passi reau.r. l'asseracei (Ai.aididae,
Parus. Emberiza, Passer, etcì.
5. » Grini jiiins , Rampicanti (GueuUis,
l'i, iis. Bitta, etc).
fi. » Alei/ons, Alcioni (Alcedo, Jlerops).
7. » Ghélidons, Chelidoni (Mirando, Oyp-
sei as, Caprini ulgus).
8. » Pigeons, Colombi (Oohimba, Twrtii/r),
9. » Gàllinacés, Galline (comprende an-
che il gen. Tu mix).
10. » Coureiirs. Corridori (Otis, Cliara-
drius, Ciiisoriiis).
11. » Grolle» , Trampolieri.
12. » Pinantipèdes, l'innatipedi i l-'nlira.
l'Iinìaropiis, Podiceps).
18. » Palmi/iiiles, Palmipedi.
E nella nuova edizione del suo Manuale (')
ananise sedici ordini sul vecchio piano sistema-
tico, ne crei) però tre di nuovi ; e oltre gli Eu-
ropei, contemplò in generale anche gli Uccelli
esotici. Questi sono i nomi delle sedici sud-
di\ isioni :
I1) Tabi. d. mammif. rt .'e* ot»., Paris, 1798.
('-) Handb. ■>. Natvjrgesch. Gofctingen, L803.
(3) Tasch. deviseli. v'ógelkuncU Frank. A. M., 1 810.
(') Prodromi'*' Byti. Manin: et Ivivm, Berillio, 1811.
i i Man. d'Orntt. Amsterdam. 1815.
i i !/..„. d'Orn. '.'.'il Paris, 1820-40.
86
ATLANTE ORNITOLOGICO
I ." i ardine Rapaces, Rapaci
_." » Omnivores, Onnivori = Coraees.
3.° » Tnseetivores, Insettivori.
4.° » Granivores,GrTaiiìvovi=:Passereaux.
5. ■> Zygodactyles, Zigodattili \ Grim-
6.° » Anisodaetyles, Anisodattili ( peurs
7. » Alcions \'). Alcioni - Alcyons.
8. » Ohelidons, Chelidoni.
il." » Pigeons, Colombe.
10." » Gallinacea, Galline.
11." » Alectorides, Alettoridi. = Gralles,
partim.
12.° » Coureurs, Corridori.
13.° » Gralles, Trampolieri.
14. » Pinnatipèdes, Pinnatipedi.
15." » PaVmipèdes, Palmipedi.
16. » Inertes, Inetti (Apteryx, Dvonte).
Il manuale del Temminek, sebbene non privo
di molti difetti, rimane uno dei migliori la-
vori Bull' Ornitologia Europea.
De Blainville (2) ammise nove ordini, ba-
sandosi più elie altro sul carattere delle intac-
cature (echancrures) dello sterno, carattere già
enunciato da Willughby, ma poi abbandonato
dai successivi Autori. Questi sono i nomi dei
suoi ordini :
1. Prehensores = Pappagalli .
2. Raptatores = Rapaci.
3. Scansores = Rampicanti.
4. Saltatores Passeracei con due sezioni a)
veri, l>) falsi, questi secondi in parte ar-
bitrariamente separati dai Rampicanti.
5. Giratores = Colombi
6. Gradatores = Galline.
7. Gwrsores = .Struzzi.
8. Grallatores = Trampolieri / con quattro
9. Natatores = Palmipedi ) sezioni.
Questo metodo per quei tempi fu di grande
valore e gettò le basi per studi ulteriori e più
vasti .
Vieii.lot (') adotlò cinque ordini liuneani,
riunendo i due delle Pieae e AeiPasseres nell' u-
nico detto dei Sylvani (Silvani).
15. MERREM (') studiò accuratamente la ca-
(') Neil' edizione del 1815 è scritto llcyotu <* Binanti-
ptdes in laogo ili Alciòni e Pinnatipèdet,
(-) Prodr. d'une douv. classi! dn Bégn. A nini. Journ. de
Phye. LXXXXIII. pp. 252-53,58, 59 (181B) e Bullet. Soe.
Phil. Pari» 1816, pag. 110.
P) Anali*, ti' un*' nouv. Orn. élém. L816 i- Wouv. Diet.
m»i. Nat. 2a ed. art. Ornithologie, 1818.
(*) XeBtam. Byet. Nat. Aviinii. dead. BeroHnensi pp. 287-
859, 1812-13 Berlino, lslii.
renatura dello sterno, ed il suo tentativo rappre-
senta il prillili sforzo latin in analogia cogli si udi
moderni, sebbene alcune delle sue divisioni non
si possano oggi seriamente accettare. I nomi dei
generi sono in gran parte quelli usati da Linneo.
ma ne ommise qualcuno (Buceros, Haematopus,
Merops, etc). Chiamò Aves cauinatae quegli
Uccelli che presentano una carena longitudi-
nale e Aves ratitae o Ratiti quelli che hanno
lo sterno senza carena, cioè gli Struzzi e simili.
Ed i primi (Aves caiunatae) divise in aerei
(Aves aereae), terrestri (Aves terrestres),
acquatici (Aves aquaticae) e palustri (Aves
PALUSTREs) coi seguenti ordini o gruppi :
I. AVES CARINATAE.
1 . .1 ves aereae.
A) Rapaces — a) Accipitres, Vultur, Falco,
Sagitiarius.
6) Stri.,-.
B) Htmenopodes — a) Chelidones:
a) Chelidones nocturnae,
Caprini ubjus.
h) Chelidones diuknae, Hi-
rundo.
b) Oscines :
a) Oscines conirostres —
Loria, Fringilla, Emberiza
etc.
b) Oscines tenuirostres —
Alauda, Motacilla, Lamine,
Turdvs, Paradisea, Oriolus,
Gorvus . siila e Certhiae
PRT. etc.
G) Mellisugae, Trochilus, Certhiae e Upu-
pur PRT.
1>) Dendrocolaftae, Virus, Yunx.
E) BREVILINGUES, a) Upupa ; 6) Ispida.
F) Levirostres, a) Bampìiastus; b) Psittacus.
G) Cocctges, Guculus, Bucco etc.
2. Aves terrestres.
A) Col li lidia.
B) Gallinae.
3. Aves aquaticae.
A) Odontorhim in ; a) Boscades — Anas ;
b) Mergus ; <•) Phoenicopterus.
B) Platyuhynchi — Pelecanus, Phaèthon .
I'IiiIiis.
C) Aptenodytes.
1)) I'kin Aliai i - : a) CEPPHI — Alca, Collimili
PEDIBUS l'M.MATIs ; 6) Podiceps, Columbi
PEDIBDS LOBATIS.
B) Stenorhi m hi.
4. Aves palustres.
\ 1 I INI K "UNI Tlll.iillll (I
*7
A) Hi -in "i w -. a) l'n u iridi - Rallus,
Fulica, l'arni: V) LlMOSCGAl — Xu-
menius, Scolopax, Trmga, Oharadrius,
Eeeurvirostra.
B) Gkau.ak : (i) Erodii — Ardeae angue in-
termedio sellato ; 6) PeLABGI — Cicouia.
Mycteria, Tantali pbt. Platalea : e) GrE-
iìaxi — Ardeae ceistatae, Gruea etc.
0) 0TI8.
II. AVES RATITAE. -- Struthio.
Giiavenhorst (') divise gli Uccelli in dieci
ordini :
1. Spatriai = Accipitres.
2. I,i rirostri (Tucani, Buceri e Pappagalli).
3. C'araci ,
4. Picchi , l'irac linoeane.
5. Tciiiiirastril
6. Passeracci.
7. Gallinacei.
8. Struzzi.
9. Trampolini.
IO. Oche.
C. Ranzani (2), in un' opera poco nota, imi
pure molto esatta e di indiscutibile valore,
sulle orine di De Blainville e di Mei-rem e basan-
dosi principalmente sulla carenatura dello sterno,
divise gli Occelli in due sezioni ed in sette
ordini :
a) Uccelli aventi lo sterno non carenato.
Ordine 1. Ratiti (Eatitae).
b) Uccelli aventi lo sterno carenato.
Ordine 2. Galline (Gallinae).
» 3. Rampicanti (Scansores).
» 4. l'a sseri (Passerei).
» 5. Rapaci (Eapaces).
» li. Gralle (Grallae).
» 7. Nuotatoli (Natatores).
E nello stabilire ciò, studiò i caratteri dei
tarsi, dei piedi e delle unghie, della positura
del corpo, dell'impennatura delle tibie etc.
L' Heemlniee (;) seguì il suo maestro De
Blainville, studiando la struttura dello sterno e
occupandosi soltanto di ciò nel classificare gliUc-
celli senza curarsi dei caratteri di secondaria
importanza sin allora tanto apprezzati; in questa
considerazione superò di gran lunga (pianto
aveva fatto il De Blainville. Come il Merrera di-
vise gli Uccelli in due glandi gruppi OlSEAl \
Ch I ìigé dot tyttem. natwrg. Broslan, 1817.
i'i i;i>-m. di Zoologia, tomo III. parto 1.. Bologna, 1821.
(l) Rech. Min- Pappar, sttm. dei Oieeaux, v t ti Sor. Lino, di
Parigi, VI. pp. 3-83 (1K27).
NOEMAUX e OlSEAUX i\n\lir\ t'aiinalar e Bo-
titele di Merrem). Divise gli uccelli normali in
trentaquattro famiglie cioè.
1. « Accipitres » Accipitres, Linnaeus.
2. « Serpentain Oypogeranus, Illiger.
3. « Chouettes » — Strix, Linnaeus.
4. « Touracos » - Opaetus, Vieillot.
5. « Perroquets » — Psittaeus, Linnaeus.
6. « Colibris » — Trochitiin. Linnaeus.
7. « Martinets » - Oypselas, Qliger.
8. « Engoulevents » - Gaprimuhjus, Lin-
naeus.
9. « Coucons » - Oucuhis, Linnaeus.
10. « Couroucous » — Trogon, Linnaeus.
11. « Rolliers » -• Oalgubis, Brisson.
12. « Guèpiers » - Merops, Linnaeus.
13. « Martins-l'iclieiiis » — Alcedo, Linnaeus.
14. « Calaos » - linci ras, Linnaeus.
15. « Toucans » - Rhamphastos, Linnaeus.
16. « Pics » Ficus. Linnaeus.
17. « Épopsides » — Epopsidex, V'ieillot.
18. « Passereaux » — Passeres, Linnaeus.
19. « Pigeons » — Columba, Linnaeus.
20. « Gallinacea » — Gallinacea.
21. « Tinamous » -- Tinamus, Latbaiu.
22. « Foulques » — Fulica. Linnaeus.
23. « Grues » — Grus, Pallas.
24. « Hérodions » -- Herodii, Illiger.
25. « Les ibis et les spatulos » (senza alcun
nome).
26. « Gralles » -- Grallae.
27. « Mouettes » -- Larits, Linnaeus.
28. « Pétrels » — Procellaria, Linnaeus.
29. « Pélicans » — Pelecanns, Linnaeus.
30. « Canards » — Anas, Linnaeus.
31. « Grèbes » — Podiceps, Latliam.
32. « Plongeons » — Oolymbus, Lathain.
33. « Pingouins » — ^4/c</, Latliain.
34. « Manchots » — Aptenodytes, Forster.
L'ordinamento delle vario famiglie non cor-
risponde invero alle migliori regole della uo-
men datura, ma il tentativo dell' Herminier fu
certamente di grande valore e purtroppo ri-
mase frainteso ed in gran parte ignorato.
Poco dopo il Nitzseli, illustre investigatore
del sistema vascolare, propose (') una classi-
licazione basata sugli studi deirilerminier, ma
ila un punto di vista affetto differente, cioè
basandosi sulla varia struttura che presenta
l'arteria carotide. Ecco lo specchietto di quanto
egli ebbe a stabilire; tra parentesi misi lo fami-
glie corrispondenti dell' Herminier, come sono
desunte dal Newton (*).
C) Obeerv. de Avium arteria carotide communi (1329).
t i ZHct a) Birdt, Inti-od. pag. 54 (1893-86).
SS
ATLANTE iPI!M 1 li ci
I. Aves Carinatae [Fi' II. « Oiseanx Normaux»].
.li Aves Carinatae aereae.
1. Aecipitres [L'H. 1. 2 partim, 3]; 2. Pas-
seraio* [L' II. 18] : 3. Macroehires [L'H. ti. 7] ;
4. Cuculidae [L'H. 8,9, 10 (qu. 11. li' .' | :
5. P«ci»ae [L'H. 15, 16] j 6. Psiitacinoe [L'H.
.")] : 7. TApoglossae [L'H. 13, 14, 17]; 8. Jro-
phibolae [L'H. 4].
U) Aves Carinatae terrestres.
1. Columbinae [L'H. 19] ; 2. Gallinaceae
[L'H. 20].
0) Aves Carinatae aquaticae.
(1 ialine.
1. Alectorides (= Dìclwlophus -\- (His) [L'H.
2 partim, 20 partim]; 2. Gruinae [L'H. 23];
Fulieariae [L'H. 22]; -1. Herodiae [L'H. 24
partim]; 5. Pelarci [L'H. 24 partim, 25];
6. Odontoglossi (= Phoenicopterus) [L' IL 20
partim]; 7. Limicolae [L'H. 20 paene omnes] .
Palmatae.
8. Longipennes [L'H. 27]; 9. Nasutae [L'H.
28]; 10. Unguirostres [1/ IL 30]; 11. Stega-
nopodes [L'H. 29]; 12, Pygopodes [L'H. 31,
32, 33, 34].
II. Aves Ratitae [L'H. « Oiseaux Anomaux »].
Il Nitzsch, come si vede, oltre la. struttura
dell' arteria carotide, studiò anche la gene-
rale conformazione degli Uccelli ed in questo
punto sta il distacco delle sue ricerche da
quelle dell' Herininier.
Il Gloger (') trattò solo dei Passeracei, di-
videndo in due sottordini i suoi Aves Passe-
rinae, cioè Passerini cantori (melodusae) e Pas-
serini senza apparato del canto [anomalae) ;
per primo apprezzò le differenze tra Rondini e
Rondoni, sicché riunì nel suo ordine anche
alcune Picariae. Sfortunatamente tale suo la-
voro rimase incompleto.
Il Sundevall ('), prima di qualsiasi altro
Autore, divise gli Uccelli in Altrices e Prae-
COCES, collocando nella prima sezione quelli che
nel primo periodo di età vengon nutriti nel nido
dai genitori e nella seconda gli altri che sono
atti a muoversi ed a cibarsi da se, non ap-
pena sgusciati dall'uovo. In una scala orui-
tica da lui ideata stallili nel primo posto i l'as-
seracei, che chiamò VoVacres, staccando i Tordi
e le- Silvie che pose nel centro; il suo lavoro
è informato, come al solito, alla struttura
estcriia degli Uccelli.
Quantunque questa classificazione semini a
prima vista assai ragionevole, pure non si può
adottare seriamente. Senza dubbio i primi Uc-
celli (nano Precoci ed i più moderni Inetti; e
così può spiegarsi il fatto di tante forme in-
termedie con caratteri differenziali del tutto
validi. Considerando tali circostanze ('), gli Uc-
celli vennero così divisi in riguardo al loro
primo sviluppo :
1. Precoci o NIDI FUGAE — nascono con occhi
aperti ; coperti di fitto piumino ; atti a correre
tosto o quasi subito ; ed aventi una tal quan-
tità di tuorlo a .issato nel loro addome da
renderli per qualche tempo in vario modo non
bisognosi di altro cibo: — Ratitae, Crypturi,
Gtaixinae, Laridae, Limicolae, Pteroclidae,
Grallae, Anseres, Pygopodes.
2. Inetti o NIDICOLAE. -
a) Nidicolae inferiori — alcuni nascono con
occhi aperti, altri ciechi ; coperti di piumino o
nudi ; incapaci a lasciare il nido : vengono nu-
triti dai genitori ; quantità di tuorlo molto li-
mitata: — Spheniscidae, Steganopodes, Tu-
binares, Herodii, Pelarci.
/)) Nidicolae superiori nascono allatto
incapaci a muoversi e ciechi ; in gran parte
nudi e vengono per un lungo tempo nutriti dai
genitori nel nido, il tuorlo essendo stato consu-
mato prima della nascita: — Coi. UMBAE, Stri-
ci ss, Accipitres, Psittaci, Coccyges, Epopes,
Halcyones, Cypselqmorphae, Pici, Passeres.
La due serie a e 0 sono filogeneticamente
parallele (').
Bi.ytii (J) studiò i caratteri del gruppo In-
sessores e Raptokbs di Vigors ed in questo
rapporto oltre usare i caratteri sino allora.
noti, diede speciale importanza all' anatomia
come la piit sicura base di classificazione; e
noi dobbiamo notare che le ricerche e le pro-
poste del Blytli s'accordano con le più moderne
conclusioni.
BRANDT (') illustrò il gruppo delle Anseres
(Linneo) 0 NATATORES (Illiger), considerando
piii che altro i caratteri osteologici , ammise
gli Urinatores (Pinguini, Alche, Strolaghe e
Svassi), riunì i PyGOPODF.8 e gli IMPENNES ed
Potutami. Handb. dir Vaturg dei I og Europat' a
(1834).
(') Rcmdlingar pp. 13-130 il«)6).
i i Jenaiaeh. Zeitschrift, 1870, p. 385 e Bromi, Fhierreieh.
I in , p, 7U1.
, Newton, Diciion, <■/ Bird», pp. 10-11 (1893-1890).
. i U.i.i. Bist. Vat. Ni« Siili» II. pp. 256-268, ;si4-3 1 0,
351-361, 420-426, 589-601] III. |>p. 70
(*) Beitràge tur Kenntnisi ■ Yatttrg', <ì. V'igei (1839).
VTI.ANTK lilìMliil.i»;[l o
89
Assimilò alle Anseres il gen. Podoa e Fulica,
«■««sì prossimi ai li vii. in vi., rivelò infine le af-
finità tra i Phalaropi e le Tringae. 1 lavori del
Brandt Mimi i 1 1 1 1 » ■ n ( : 1 1 1 1 i per avere «3gli lissato.
quale base principe, li- ricerche osteologiche.
Il Nitzm ii ('), «li cui già parlammo, nella
sua mirabile Pterylogi'aphie propose una classi-
ficazione basata siigli studi pterilografici. Di-
vise gli Accipitri s in « diurni >> e « notturni ■■,
ed i primi in tre sezioni « Avvoltoj del .Mondo
Nuovo» « Avvoltoj del Mondo Aulico » e fieli.
Falco «li Linneo. Divisi- i Passeres (« Passeri-
na*») in otto famiglie] associò nelle Picariae
le seguenti divisioni: Mai IROCHIRES, CuCUUNAE,
PlCIN VI , PSITTACINAE, AmPHEBOLAJ . CaPRIMUL-
i.invk. TOD1DAE e Lipoglossae ; fece della
sottoclasse Ratitae (MeiTein) l'ordine dei Pl.A-
irsTERNAE etc. L' opera del Nitzsch fu «Iella
piti grande importanza, e possiamo dire che
sulla sistematica è imo dei migliori libri che
siano stati scritti, ma purtroppo come di tanti
altri è un lavoro assai poco conosciuto.
MiilXER, il grande anatomico tedesco, stu-
diò (') gli organi del canto nell'ordine dei l'as-
seracei, che divise in parecchie tribù, e se la sua
classificazione oggi non è piatici, ciò non toglie
che egli trattasse l'argomento molto profonda-
mente e con l'innata perspicacia.
Il Cabanis può dirsi l'ultimo sistematico
della vera scuola Cuvierana. Egli (3) seguì le,
ricerche del Mailer sulla siringe, cui aggiunse
quelle sul differente integumento della pianta
laisi, che gli sembrava fosse in correlazione
coll'organo del canto e del numero delle re-
miganti primarie, che crescono sulla « manus »
ornitica. Così la « sottoclasse degli Insessori »
che era composta di tutti gli Uccelli che si ap-
pollaiano sugli alberi, eccettuati quelli di Ra-
pina e le Colombe, fu divisa dal Cabanis in
quattro « Ordini » cioè :
1. Oscines = Oscines (Miiller).
2. Clamatores = gran parte delle Picariae
(Xitzsch), cioè uccelli con piedi di struttura
normale e di tipi molto eterogenei Inter se.
3. Strisores, cioè uccelli con piedi di strut-
tura anormale.
i. Scansores = Grimpeurs (Cuvier) e Zygo-
dacti/li (Auct.).
Il Cabanis, specialmente con l' istituzione
CI Pterylographie, (1840).
i i r,h. die bisher vnbekan. typUehen Vertchieden. der
Sti/mmorgcme der Paeterinen, 4", Berlin, (1847r
i ) «irnitbolog. Notizen, Archic fiir Vfaturgeech, XIII
1, pp. 186-256, 308-352 (18471.
dell'i li-dine l >-< ini-, lece opera «li grande valore.
«■« iotevole acume calcoli» caratteri che prima
d'allora ciano rimasti ignorali o negletti.
Tralasciando ora molti alni sistemi di clas-
sificazione proposti «la chiarissimi Autori, come
il Bonaparte, il Blanchard, il Wagner, vengo
senz'alno all'epoca così detta Evoluzionista,
cominciando dall' Huxley.
Questa «plica, detta anche darwiniana dal
principale innovatore e caposcuola, ebbe prin-
cipio nel 1858 e perdura ancora. K per mag-
giori ragguagli sull'importantissimo tema, con-
siglio di leggere gli eloquenti e mirabili capitoli
del Professore Newton, che io ho specialmente
Studiati e in parte riprodotti. Non è qui il
luogo di entrare in dettagli sulla storia del-
l'Evoluzione: malo storico di qualsiasi bianca
della Biologia deve ricordare la fausta data
dell' 1 luglio 1858, nel «piai giorno furono
per la prima volta comunicate al Mondo scien-
tifico le vedute, ora così celebrate, di Darwin «
di Wallace e deve pure rammentare che verso
la fine dell'anno successivo comparve la granile
opera, detta 1' «Origine «Ielle specie» di Carlo
Darwin, che apportò la più grande rivoluzione
del pensiero umano nei nostri tempi o forse
in qualsiasi altro secolo futuro. La gran parte
dei biologi, che erano imbevuti di altri prin-
cipi, furono invero e naturalmente incerti ad
abbracciare la nuova dottrina, ma la loro esi-
tanza fu solo naturale conseguenza «Iella cautela.
che ammetteva il loro metodo scientifico. Pochi
erano quelli che ritenevano mirabile pensiero
l'idea racchiusa nella nuova frase famigliare « se-
lezione naturale »; ma anche quelli che avevano
fino allora creduto e che ancora credevano nel-
l'assoluta santità della «specie », tosto compren-
devano che i loro diuturni studi avevano subito
un cangiamento, che le loro vecchie posizioni
erano minacciato da un pericoloso nemico e che
per sostenersi dovevano trovare nuovi mezzi di
difesa. Molti coraggiosamente mantennero i loro
principi, e per essi non deve esprimersi alcuna
parola di rimprovero. Altri pochi pretendevano,
quantunque fosse noto il contrario, «die essi
avevano sempre parteggiato per la nuova fi-
losofia, così completamente essi assentivano che
ciò fosse del tutto filosofia e per questi anche una
sola parola di rimprovero sarebbe troppo. Altri
ancora con seria deliberazione, come tanno gli
nomini che desiderano onestamente la verità e
null'altro se non la verità, acconsentivano in-
tieramente o quasi del tutto ad argomenti, che
essi gradualmente trovavano irresistibili. Ma
lasciando ila parte le generalità e restringen-
doci a- ciò che è nostro argomento, non vi fu
itl/iul,' i>niitob>:tic<K l'.n l. !.
12
90
ATLANTE OUN1TOLOI ìli ì( >
certamente alcun ramo della zoologia come
questo, nel quale i migliori ingegni e di con-
seguenza i più eruditi lavoratori tosto accet-
tassero i principi dell'Evoluzione dell'Ornito-
logia e naturalmente l'effetto sul suo progresso
fu nettamente marcato ed essa ricevette un
nuovo indirizzo. (ìli Ornitologi ora compresero
che essi avevano qualcosa dinanzi che era
veramente degno di investigazione. Le que-
stioni <li affinità ed i dettagli della Distribu-
zione Geografica furono affrontati con reale inte-
resse, al cui confronto qualunque studio intrapreso
sino allora sembrava un nonnulla e la Classifi-
cazione assunse un indirizzo del tutto differente
dal passato. Essa era stata sino allora come un
artifizio di parole, l'ingegnosa successione di fi-
gure in un bel disegno. D'ora innanzi essa doveva
rappresentare invece il serio studio dei lavori
della Natura nel produrre gli esseri che noi ci
vediamo d'attorno da esseri più o meno dif-
ferenti da essi , che erano esistiti nell1 età
passate e che erano stati i genitori di proge-
nie variate o variabili — i nostri confratelli
dell'oggi. Classificazione fu per la prima volta
qualcosa di più che il significato dell' imma-
ginazione. Non che essa fosse ora priva del
suo lato immaginativo, ma la inente degli no-
mini cominciava a fissare nella fantasia i
tipi originali di generi o di famiglie di uccelli
così bene caratterizzate. Noi potevano anche
oscuramente discernere alcuni generali caposti-
piti da cui erano discesi interi gruppi, che ora
differiscono stranamente per abitudini e per ap-
parenze ; il loro discernimento, cioè, veniva
aiutato da alcune forme isolate che ancora
ritenevano traccie innegabili di strutture pri-
mitive. Più oscuramente ancora potevano es-
sere direttamente ricercate le. idee di ciò che
doveva essere stato il primo stato Ornitico, e
ritornando anche alla più lontana antichità il
patente Ketliliano. dal quale tutti gli Uccelli
derivarono, fu imitato entro il dominio dell'u-
mano pensiero. E rilevate queste e consimili
riflessioni, o sogni come alcuni vogliono ancora
chiamarli — lo studio dell'Ornitologia divenne
più arduo e più serio; ed un cambiamento nel ge-
nere delle ricerchescientifichesi appalesò tanto vi-
sibile, tanto immediato e così necessario (Newton).
Ammessa come verità la teoria dell' evolu-
zione, ed ammesso come verità che le varie
forme dei viventi, nel caso nostro animali, de-
rivino le une dall'altre, noi vediamo «piale
saia l'ideale delle classificazioni, che allo stesso
tempo rappresenterà la classificazione la più
naturale; l'ideale della sistematica moderna è
che le classificazioni rispecchino le filogenie, e
con i loro diversi gruppi rappresentino le di-
versi stirpi, o i diversi pìii/la evolutivi, delle
quali cioè ciascuno scompartimento rappresenti
un raggruppamento monofiletico, mentre l'in-
sieme rappresenti l'albero genealogico dei phyla.
In altri termini l'ideale della sistematica odierna
è che le classificazioni siano lo specchio del
modo come si è svolto, nei suoi tronchi, rami,
ramoscelli e fronde l'albero animale, e rappre-
sentino nelle singole parti e nei singoli gruppi,
i singoli tronchi, ramoscelli e fronde medesimi
(Fiealbì).
Nel 1867 il Prof. Huxley pubblicò la sua
celebre « Classificazione degli Uccelli », della
quale dò qui per sommi capi lo specchietto
schematico. Secondo tale sistema gli Uccelli
vennero divisi in tre grandi ordini e questi
in sottordini, gruppi, famiglie, etc.
ATLANTE ORNITOLOGICO
91
ORDINE
S( ) I l'ORDINE
GRUPPO
FAMIGLIA
FORME
IN TKRMEOIE
i.i.\i:i:i.
Saururae, Haeckel
Ratitae, Merrem
I. Cariiiatac-, Mer-1. Droiiiaeognathae
rem
II. Schizognathae
III. Desmognathae
IV. Aogithognathae
I. Gruppo
II. Gruppo
III. Groppo
IV. Gruppo
V. Gruppo
1. Charadriomorphae
2. Geranomorphae
3. Cecomorphae
4. Spheniscomorphae
5. Alectoromorphae
6. Turnicomorphae
7. Pteroclomorphae
8. Heteromorphae
9. Peristeroiuorphae
1. Chenoraorphae
2. Amphiniurphae
3. Pelargomorphae
4. Disporoiuorphae
(— Totipalme9, tur.;
St .-omi](i| >i hilcs. l'ur.
5. Aetomopbae
( Raptores, Cav.)
6. Psittaeomorphae
7. Cocoygoiuorphae
1. Tinamidae
1. Charadriidae
2. Scolopacidae
1. Gruidae
2. 1,'allidae
1. Laridae
2. Procellariidae
3. Colymbidae
4. Alcidae
1 . Arcliaeopterix
1. Struthi.!
1. Rhea
1. Casnariufl
2. I irouiaeus
1. Dinoinia
1 . Api
Psophia, Rhi-
nochetus
Otis, Cariama
1. Auatidae, con l'a-
lamedea
1 . Ardeidae
2. Ciconiidae
3. Tantalidae
1. Strigidae
2. Cathartidae
3. Gypaetidae
4. Gypogeranidae
Gruppo intermedio :
Celeomorpbae (Picidae)
Gruppo 1. Cypselomor-
phae
Gruppo 2. Coraconior-
phae ( Passeros)
1.
Coliidaè
2.
3.
Mnsophagidae
Cuculidae
4.
Bucconidue
5.
6.
7.
lìliamphastidae
Capitonidae
Galbulidae
8.
Alcedinidae
9.
Bucerotidae
10.
11.
12.
Upupidae
Meropidae
Moraotidae
13.
Coraciidae
14.
Trogonidae
1.
Trochilidae
3!
Cypselidae
Caprimulgidae
(Phoenicopterns)
ATLANTI-: ORNITOLOGICO
La classificazione dell'Huxley, fondata prin- Lo Sclater senni i lavori dell'Huxley con
cipalmente sulle forme del palato, segnò un notevoli miglioramenti ed aggiunte, ed il se-
passo importante nella Storia della Classifica- guente è lo schema «Iella classificazione da lui
zione ed i suoi studi furono continuati dal proposta (') :
G-arrod e dal Forbes.
Classe AVES.
Sottoclasse CARINATAE.
ORDINE
SOTTORDINE
FAMIGLIA
I.
Passeres
I.
Oseines
a.
b.
e.
<J.
e.
f.
ih
i.
}•
l.
m.
ii.
0.
1>-
</•
r.
s.
t.
Turdidae
C'iuclidae
Sylviidae
Paridae
C'erthiidae
Troglodytidae
Motacillidae
Mniotiltidae
Hirundinidae
Vireonidae
Laniidae
Ampelidae
( 'oerebtdae
Tanagridae
Pringillidae
Alaudidae
Icteridae
( 'orvidae
II.
Oligomyodae
a.
b.
e.
(1.
i .
/•
9-
i.
Oxyrhampbidae
Tvrannidae
Pipridae
( 'otingidae
Phytotomidae
l'iti idae
Pbilepittidae
Eurvlaemidae
Jll
Tracheophonae
a.
b.
e.
Dendrocolaptidac
Formicariidae
Pteroptocbidae
IV.
Psendoscines
a.
b.
Atricbiidae
Menuridae
II.
Picariae
1.
Pici
a.
Picidae
2.
Cypseli
a.
b.
e.
Troohilidae
i !j pselidae
Caprimulgidae
3.
Anisodactylae
a.
b.
e.
d.
e.
/•
g-
( ioli idae
ìlcedinidae
Bnoeiotidae
dpupidae
Irrisoridae
Meropidae
Momotidae
(') The Ibis for 1880.
ATI. asti: ( h:\mtologico
98
ORDINE
III. Psittaci
IV. Striges
V. Accipitres
VI. Steganopodes
VII. Herodiones
Vili. OdontogloBsae
IX. Palamedeae
X. Anseres
XI. Coluiubae
XII. Pterocletes
XIII. Gallinae
XIV. Opisthocomi
XV. Hemipodii
XVI. Fulicariae
XVII. Alectoridos
SOTTORDINE
4. Heterodactylae
5. Zygodactylae
6. Coccyges
l'AMKil. IA
i. Todidae
j. Coraciidae
l. Loptosomidae
ni. Podargidae
n. Steatornithidae
a. Trogonidae
a. Galbulidae
b. Bucconidae
e. Rhamphaatidae
d. Capitonidae
e. Indioatoridae
a. Cuculidae
6. Musophagidae
a. Cacatuidae
b. Stringopidae
e. Palaeoruithidae
d. Psittacidae
a. Strigidae
6. \-:.innl n
a. Falconidae
b. Cathartidae
e Serpentariidae
e.
Plotidae
a.
b.
e.
Ardeidae
Ciconiidae
Plataleidae
Plioenieopterus
Palamedeidae
I. Columbae
II. Didi
a.
b.
e.
d.
Carpophagidae
Coluuibidae
Gonridae
Didunculidae
Pteroclidae
I. Peristeropodes
a.
b.
Cracidae
Megapodiidae
II. Alectoropode8
a.
b.
Phasianidae
Tetraouidae
Opisthocomidae
llcmipodiidae
a.
b.
Rallidae
Heliornithidae
a.
b.
e.
d.
e.
f.
Aramidae
Euryp.v.gidae
Gruidae
Psophiidae
Cariamidao
Otidae
a.
b.
e.
Fregatili:!. ■
l'iiarlhnntidae
Pelecauidae
d. Phalacrocoracidac
9i
ATI.ANTK ORNITOLOGICO
ORDINE
SOTTORDINE
FAMIGLIA
XVIII
Liniicolae
a.
b.
e.
(ì.
e.
/■
Oedicnemidae
l'arridae
Cbaradriidae
Cbionididae
Tbinocoridae
Scolopacidae
XIX.
XX.
Gaviae
Tubili ares
Laridae
Procellaridae
XXI.
Pygopodes
a.
b.
Colymbidae
AU'idae
XXII.
XXIII
Impennes
Crypturi
Spbeniscidae
Tinamidae
Sottoclasse II. RATITAE.
XXIV. Apteryges
XXV. Casuarii
XXVI. Strutbiones
Il Newton (') divide la classe degli Uccelli la seconda pelle forme recenti e esistenti, e la
in tre sottoclassi, una delle quali pegli estinti, terza comprende parte di queste e di quelli.
1. SAURURAE. Haeckel. Archaeopterìx, la sola forma nota.
2. RATITAE, Merrem
a Con denti
a1 Con vertebre biconcave . . . Fino ad ora sconosciuto
bl Con vertebre a forma di sella . Hesperornù
b Senza denti Forme recenti ed esistenti
3. CARINATAE, Merrem
a Con denti
«' Con vertebre biconcave . . . IcMhyornis
6l Con vertebre a forma di sella . Finora sconosciuto
b Senza denti Forme recenti ed esistenti
I RATITAE sono divisi in sci Ordini :
1. Aepyornithes Famiglia Aepiornithidak
2. Apteryges » Apterygidae
\ 1 . Dinornithidae
3. Immanes » |2. Palapterygidak
\ 1 . Casuariidae
4. Megistanes » )2. Dbomabidak
5. Rheae » Rheidae
6. Struthiones » Stbuthionidae
(') Artide « Ornithology » aeVL'Eneyelopafdia Uri/unnica. Voi. XVIII (1884).
VII. AMI ORNITOLOGICO
95
I CARINATAE sarebbero da lui ilivisi in l'v-
GOPODES, GrAVIAE, I.IMHul \l, GALL1NAE, Co-
LUMBAE, ÀNSI RI S, HeBODIONES, STEGANOPODES,
A.CCIPITRES, poi altri due gruppi che presen-
tano oaratteristiehe assai differenti Inter se,
cioè Picakiak e Alectorides ed infine i Pas-
sivai i i : qnesti grappi sono alla lor volta sud-
divisi in ordini, sottordini, etc.
Il Dr. Reichenow di Berlino nel 1882 (')
ebbe a proporre una nuova classificazione degli
Uccelli, che si può così riassumere:
SERIE
ORDINE
SOTTORDINE
FAMIGLIA
SOI rOFAMIGLIa
SEZIONE
I.
I. Brevipennes
1.
Struthionidar
II. Natatoreg
II. Urinatores
III. Longipennes
IV. Steganopo-
des
V. Lamelliro-
stres
2.
5.
8.
11.
Spheniscidae - 3. Alcidac -
4. Ciilsiiilihi.il-
Proeellariidae - ti. Lariihu- -
7. Sternidae
Graculidae - 9. Sulidae - 10.
Pelecanidac
Mergidae - 12. Anatidae -
13. Anseridae - 14. Cygni-
dae - 15. Palamedeidae
III. Grallatores
VI. Cursores
A. Limicolae
/;. Arvioolae
16.
19.
Charadriiilae - 17. Droraadi-
dae - 18. Scolopacidae
Otididae - 20. Gruidae
A. HLmantopodinau
li. Totauinae
C. Scolopacinae
C. Calaraocolae
21.
22.
Rallidae
Eurypygidae
A. Rallinae- li. Gal-
linulinae - C. Par-
rinae
I). Deserticola!-
23.
Thinocoridae - 24. Turnici-
dae - 25. Pteroclidao
VII. Gressures
26.
Ibidae -27. Giconidae - 28.
Phoenicopteridae - 29. Sco-
pidae - 30. Balaenioipidae
31. Ardeidae
IV.
Vili. Gyrantes
32.
Dididae - 33. Didunculidae
34. G'arpophagidae - 35.
Geotrygonidae - 36. Co-
lumbidae
V. Captatores
IX. G'rypturi
X. Kasores
37.
38.
42.
43.
Crypturidae
Megapodidae - 39. Cracidae
40. Opisthocouiidae - 41.
Phasianidae
Perdicidae
Tetraonidae
A. Pavouinae
B. Phasianinae
A. Perdicinae
B. Odontophorinae
•
XI. Raptatores
44.
45.
46.
Vulturidae
Faloonidae
Strigidae
A. Sarcorhaiuphinae
B. Vulturinae
0. Gypaetinae
A. Polyboriuae
B. Àccipitrinae
C. Buteoninae
D. Falconinae
A. Buboninae
B. Ululinae
C. Striginae
a. Asturinae
b. Spizaetiuae
a. Milviuae
b. Buteoninae
(') Die Yùgtl dar ZoologUchen niirlen (1882).
96
ATLANTE OHN1TOI.OGICO
SERIE
VI. Fibulatofea
ORDINE
XII. Psittaci
XIII. Seaneoree
SOTTORDINE
TAMIL 1.1 \
VII. Arboricolae XIV. Insessores
XV. Strisorea
XVI. Clamato-
res
XVII. Oseiues
47. Stringopid.ie - 4s. Tlissolo-
phidae - 49. Platyceroidae
50. Micropaittacidae - 51.
Trichoglossidae - 52. Pa-
laeomithidae - 53. l'sit-
tacidae - 54. Conuridae -
5."'. Pionidae
56. Musophagidae - 57. Coliidae
- 58. Crotophagidae -59.
Cuculidae
60. Indicatoridae - 61. Bueconi-
dae - 62. Trogonidae - 63.
Galbulidae - 64. Rhampha-
stidae - 65. Capitonidae
66. Pioidae
67. Bncerotidae - 68. Alcedini-
dae
69. Meropidae - 70. Upupidae -
71, 72. Coraciidae
73. Caprimulgidae - 74. G'ypse-
Iidae - 75. Trochilidae
76. Ampelidae
77. Tyranuidae - 78. Anabatiuae
79. Eriodoridae
80. Hirundinidae - 81. Muscica-
pidae
82. C'arupephagidae
83. Laniidae
84. Corvidae
85. Paradiaeidae
86. Oriolidae - 87. Sturnidae -
88. Icteridao-89. Ploceidae
90. Fringillidae
SOTTOFAMIGLIA
SI /li 'NE
A. Zancloatominae
B. Coceystinae
C. Cucolinae
A. Picumninae
li. Dendrocopinae
C. Psilorhinae
D. Picinae
A. Haleyouinae
B. Alcedinidae
./. < oraciinae
/>'. Podarginae
A. Phaethornitliidae
B. Trochilinae
A. Phytotoruinae
B. Anipelinae
C. Lipauginae
A. Dendrocolapti-
nae
/;. Auabatinae
C. Furnariinae
A. Hylactinae
B. Eriodorinae
A. Bombyoillinae
B. Muacicapinae
C. Myiagrinae
A. Laniidae
/>'. Malaconotinae
A. Gynmorinhae
B. Corvinae
C. ftarrulinae
IL Dendrocittinae
/.'. Fregillinae
A. Paradiseinae
B. Tectonarchiuao
C. Glaucopinae
A. Ploceinae - B.
Spermestinae
A. Fringillinae
B. Pyrrhulinae
O. Coceoborinae
li. Emberiziuao
a. Geococcyges
'). Zanclostominae
a. Specie americane
b. Specie asiatiche
e. Specie africane
Al I.AN I 1 <>l;s '.,,|( i,
SKKIH
oniuM-:
SOTTORDINE
FAMIGLIA
91. Sylvioolidae
92.
Alaudidae - 93. Hrachypo-
didae - 94. Meliphagidae
- 95. Nectarinidac - 9ti.
Dacninidae
97.
99.
Certhiidae
Timeliidae
98. Paridae
100. Sylviidae
SOTTOFAMIGLIA
.(. Arremoninae
/>'. Tlir;iii|iiii:n
C. Sylvicolinae
/'. Motac-illiiiac
«. FormedelNuovo
Mondo {Dumi*,
etc.)
b. Forme del Mon-
do Antico (IH-
eaeum, etcì
.1. Timeliinae
/■'. Cisticolinae
C. Troglodytinae
I). Miiuinae
E. Copsychinac
A. Sylviinae
B. Turdiuae
sezioni;
ii. Turdiformes
b. Lueciniformes
Questa è una pallida idea della classifica-
zione proposta dal valente prof. Reichenow, che
incontrò il favore degli Ornitologi tedeschi e
che è fondata su mirabile senso pratico e studio
analitico profondo.
In America abbiamo la classificazione dello
Stejneger, che ebbe a collaboratori l'Elliot, il
Barrows ed il Kingsley ed è lavoro affatto ori-
ginale, differente da quello dello Sclater, ma
non meno ricco di deduzioni nuove e profon-
damente studiate. Ecco lo schema dettagliato ('):
OTTOCLASSE
fcaurtirae
Odoutotormae
I. Odontohol-
cae
'. Eurhipidurae
SOPRAORDINE
I. l'romaeogna-
thae
II. Impennes
III. Euornithes
ORDINE
I. Ornithopappi(.4r-
chaeopteryx, Laop-
teryx 1)
I. Pteropappi (Ich-
thyornis, Apator-
nis)
I. Dromaeopappi
(Hesperornis, etc. i
I. Struthiones
II. Aepyornithes
III. Apteryges
IV. Crypturi (ordi-
ne Gastornithes)
V. Ptilopteri
VI. Cecomorphae
SOPRAFAMIGLIA
I. Strnthioideae
II. Rheoideae
III. Casuaroideae
IV. Dinornithoideae
I. (.'olymboideae
FAMIGLIA
1. Dromaiidae
2. Casuariidae
Spheniscidae
( lo] vmliidae
(Podieipedidae, anct.)
SOTTOFAMIGLIA
ii sin intani Maturai Eittory «Avea» IV., Boston, 1885.
Atlante ornitologico — Parte I.
98
ATLANTE ORNITOLOGICO
SOTTOCLASSE
SOPRAORDINE
ORDINE
VII. Grallae
Vili. Chenuiiiur-
phae
IX. Herodii
X. Steganopodea
SOPRAFAMIGMA
\ l . i ipisthocomi
XII. Gallinae
Sottordine I. < rft]
linae Alectoro-
podes
Sottordine II. Gal-
linae Peristero-
podes
XIII. Pterocletes
XIV. Columbae
XV. Aecipitres
II. Beliornithoideae
(Beliornìs
III. Alcoideae
IV. Laroideae
V. Proccllaroideae
VI. Chionoideae
VII. Scolopacoideae
VIII.Eurypygoideae
IX. Cariamoideao
X. Gruioidae
XI. Aiihimuideui-
XII. Anatoideae
XIII. Phoeuicopte-
roideae
XIV. Ibidoideae
XV. Ardeoideae
XVI. Pelecanuiduait
XVII. Fregatoideao
XVIII. PhaStontoi-
deae
FAMICI.I \
1. Urinatoridae
2. Alcidae
1. Stercorariidae
2. I.aridae
1. Diomedidae
2. Procellariidae
3. Pelecanoididae
1. Chiunidao
2. Thinocoridae
1. Glareolidae
2. Dromadidàe
3. Charadiiidae
4. Jacanidae
5. Scolopàcidae
6. Oedicnemidae
7. Otididae
1. Enrypygidae
2. Rhinoohetidae
3. Mesitidae
1. Psophiidae
2. Gruidae
3. Aramiilat-
4. Rallidae
1. CnemioTiiithidae
2. Cereop8Ìdae
3. Anseraiiatidae
4. Plectropteridae
r>. Anatidae
1 . Palaelodontidae
2. Phoeuicopteridae
1. Cieoniidae
_. Scopidae
3. Balaenicipitidae
4. Ardeidae
1. Pelecanidae
2. Sulidae
3. Phalaciocoraoidae
4. Anliingidae
1. Tetraouidae
2. Phasiauidae
1. Megapudiidae
2. Cracidae
1. Dididae
2. Didunouiidae
3. Gouridae
1. Columbidae
5. Carpophagidae
1. Gypogeranidae
2. Cathartidae
3. Faleonidae
SOTTOFAMIGLIA
\ I 1 \\| E ' IRN1 rOLOGII • I
99
3TTOCLASSK SOPKAORDINE
ORDINE
XVI. Psittaoi
XVII. Picariae
XVIII. Passere»
1
SOPRAFAMIGLIA
I. Cuculoideae
II. Coraeoideae
III. Colioideae
IV. Alcediuoideae
V. Upupoideao
VI. Pieoideae
VII. Trogonoideae
I. Menuroideae
II. Eiirvlaiinoideae
III. Tyranuoideae
IV. Forniicaroideae
V. Passeroideae
i \mic;i.i \
I. Strigidae
1. Stringopidae
2. Plictolophidae
3. Platycercidae
1. Pali rnitliidac
5. Psittacidae
6. Conuridae
1. Mnsophagidae
2. Cacnlidae
1. Steatornithidae
2. Podargidae
3. Caprimulgidae
4. Coraciidae
5. Leptosomatidiic
Moropidae
Todidae
Momotidae
Alcedinidae
Bucerotidae
Upupidae
Irrisoridae
BneconidiK*
Galhulidae
Rhamphastidac
Megalaemidai'
Indicatori dae
Picidae
1. Cypselidae
2. Trochilidae
1. Monuridae
2. Atricliornithidae
Xeniscidae
Philepittidae
Pittidae
Tyrannidae
Pipridae
6. Cotingidae
7. Phytotomidae,
1. Conopophagidae
2. Pteroptochidae
3. Formicariidae
4. Dendrocolaptidae
5. Furnariidae
1. Alandidae - 2. Motacil-
lidae - 3. Enionridae -
Timaliidae - 5. Liotri-
cbidae - 6. Mascicapidae
- 7. Turdidae - 8. Cin-
clidae- 9. Troglodytidae -
10. Chamaeidae - 11. Mi-
midae - 12. Hirnndinidae
- 13. Campephagidae -
1 1 . Diomridae - 15. Ani-
soi roj wim.i.ia
1 . Vultnrinae - 2.
Aqnilinae - 3. Pan-
dioninae - 4. Cir-
oinae - 5. Milvinae
6. Polyborinae - 7.
Accipitrinao - 8.
Falconinae
1. Asioniuae - 2. Stri-
li ■
1. Picunminae- 2.Pi-
cinae -3..Iynginae
1. Chaeturinao - 2.
Micropodinae
100
ATLANTE i UiNITOI.OGICO
SOTTOCLASSE SOPRAORIUXE
ORDINE
SOPRAFAMIGLIA
FAMIGLIA
pelidae - 16. Artamidae
- 17. Laniidae - 18. Vi-
reonidae - 19. Paridae -
20. Oriolidae - 21. Para-
diseidae - 22. Corvidae -
23. Sturnidae - 24. Me-
liphagidae - 25. Nectari-
niidae - 26. I licaeidae -
27. Certhiidae -28. Coe-
rebidae - 29. Mniotil-
tidae - 30. Tauagridae
-31. Plooeidae - 32. Icte-
ridae - 33. Fringillidae
SOTTOFAMIGLIA
Nel 1888 il Prof. Fiivbringer (') propose una
classificazione, che si può più o meno adottare,
ma che è mirabile lavoro e per indagini e per
la sottile analisi. Io la riproduco come le altre.
servendomi del riassunto offerto dal Gadow (')
ed osservando che il 1888 ha t'ormato epoca
nella storia della .Sistematica Ornitica:
Classe AVES.
I. - Sottoclasse SAURURAE.
Ordine
Archoruithes . .
Sottoriusv:
Archaeopterygiforiiies.
Stirpe
Arehaeopteryges
Famiglia
Arehaeopterygidae
II. - Sottoclasse ORNITHURAE
Ordine
Struthiornithes . . .
Rheornithes
Hyppalectryoruithes
Sottordine
Struthioniformes .
Rheiformes ....
Casuari ifornies . .
Sottordine intermedio :
Aepyornithiforuies
Sottordine intermedio :
Palamedeiformes .
[ Anserifonnes . . .
Pelargornithes
Podicipitiformes.
Stirpe Famiglia
Struthiones Struthionidae
Rheae Rbeidae
Casuarii Dromaeidae, Casuarii-
dae, Dromornithidae
Aepyornithes Aepyornithidae
I'ahuuedeae Palaniedeidae
\ Gastornithes Gastormtbidae
/ Anseres o Lamelliiostiea Anatidae
Eualiornithes Enaliornithidae
Hesperornitlics .... Hesperornithidae
r, , u t> t . ^ Colvmbidae
Colymbo-Podioipites j Po/ioipiaidae
(') Untersuchungeii zur Morphologie unti Sistematila der V'ùgel, Amsterdam (ISs^i.
(-) Nature, Voi. XXXIX, pp. 150-152, 177-181 (die. 1888).
ATI.ASTK OKNITQ] i".l( il
1(11
Ordine
Classe AVES (Continua).
I. - Sottoclasse SAURUKAF. (Contìnua).
SOTTOR DI N E S l 1 1 : P E
Phoenicopteri
Polargomithes - Ciconiil'ormee
(Continua)
Sottordine intermedio :
Procellariiformes .
Sottordine intermedio :
Aotenodytiformes .
Sottordine intermedio :
Ichtliyornithiforme
Charadriornithes .... Charadriiformes.
(Aegialornithesi
Sottordine intermedio :
Gruilbrnies
Sottordine intermedio :
Ralliformes
Pelargo-Herodii.
Accipitres
//( merohaì pages, Pelar-
gokarpages)
Steganopodes .
Famiglia
Palaeodidae
Phoenicopteridae
Plataleidae o Hemiglot-
tides
Ciconiidae o Pelargi
Scopidae
Ardeidae o Herodii
Balaenicipitidae
Gypogeranidae
Cathartidae
Gypo-Falcouidar
Phaetontidae
Phalaoroeoracidne
Pelecanidae
Fregatidae
Prooellariae o Tubinares Procellariidae
Aptenodytes o Impeunes Aptenodytidae
Ichthyornites
\ Iclithyornithidao
) Apatoruithidae
Chara-
drii
Laro-Limicolae .
l'arrae
Otides.
Enrypygae
Grues. . .
( Charadriidae
' Glareolidae
( Dromadidae
Cbionididae
Laridae
Aleidae
Thiuoeoridae
Parridae
l Oedicnemidae
/ Otididae
i Enrypygidae
} Rhiuochetidae
( Aptoruithidae
i Gruidae
i Fulicariae.
Hemipodii
!
Alectorornitbos
(G'hameornithesi
Apterygiformes Apteryges
Crypturiformes Crypturi .
Gallitbrmes
Gallidae
Opisthocomidae
< Psophiidae
f Cariainidae
Heliornithidae
Kallidae
\ Mesitidae
; Hemipodiidar
) Apterygidae
/ Dinornithidar
Cryptnridae
ÌMegapodiidae
Cracidae
Gallidae o Alec-
tiinipodes
102
ATLANTE ORNITOLOGICO
Ordine Sottobdink
Sottordine intermedio :
Coliimbiformea . .
Stirpe
Sottordine intermedio :
Psittaciformes.
I Pterocletes
J Colnmbae .
Famiglia
PtcToclidae
l'sittaci
ÌDididae
Colninbidai
Psittacidae
Coracornithes . . . .
(Venflrornilhes)
Coccygiformes Coccyges \ MMophagidae
• ° j Cnoulidae
Stirpe intermedia.:
Galbulae
Pieo-Passeres ,
Pico-Passeri f brmes .
Makrochires.
[ Colii ....
Stirpe intermedia:
I Bucconidae
) Galbulidae
Capi fon idae
Rharaphasti-
Pici . . ì dae
! Indicatoridae
Picidae
l Pseudoscines
Passeres ! Passeridae o
( Passeres
\ Cypselidae
/ Trochilidae
Coliidao
Halcyonifbrmes .
Trogone» Trogonidae
Halcyones ) Halcyonidae
) Alcedmidae
Bncerotes J Dpnpidae
I micerotidae
Meropes Meropidae
Stirpe intermedia:
Todi
Coraciiformes .
\ Momotidae
/ Todidae
\ Coraciidae
) Leptosomidae
l Caprimulgidae
, . . I Steatornithidae
( Podargidae
Striges Strigìdae
( 'oraria»
Caprimulgi .
ATLANTE ORNITOLOGICO
in:;
E finalmente qui offro la classificazione proposta per la Classe Aves dallo Sharpe nel 1891 ('
sottoclassi:
I. Sauroxae
li. Eatitae
III. C'arinatae
OKI 'INI
I. ArcbaeopterygesfFos-
sile)
II. Rheiformes Neotro-
pica)
III. StruthioniformesfE
tiopica)
IV. Casuariit'ormes (Au-
stralasiana)
V. Apterygif'oriues (Au-
stralasiana)
VI. Crypturiformes
VII. Gallii'orines
VIII. Columbil'onnes
(Cosmopolita)
IX. Opistbocomit'urincs
(Neotropicii i
X. Ralliformes (Cosmo-
polita)
XI. Heliornitbifomies
(Neo tropica)
XII. Podicipcdiformes
(Cosmopolita)
XIII. Colymbiforrnes
(Artico o sub-Artico)
XIV. Sphonisciformes
XV. Procellariiformes
(Cosmopolita; Pela-
gico)
XVI. Alciformes (Cir-
cumpolare)
XVII. Laril'ormes
sul TOKDINE
I. Dromeae
II. Casuarii
III. Apteryges
IV. Tinami (Neotropica)
V. Megapodii (Austra-
l asiana e Indo-Malese)
VI. Craces(Neotropiea)
VII. Phasiani
VIII. Hemipodii (Parti
sub-temperate e tro-
picali del Mondo An-
tico)
IX. Pterocletes (Parti
sub -tropicali delle
Regioni Paleartica ,
Indiana ed Etiopica)
X. Geophapes (Austra-
lasiana)
XI. Columbae
XII. Didi
XIII. Opistbocomi
XIV. Halli
XV. Heliomithes
XVI. Podicipedides
XVII. Colymbi
XVIII. Impennes
XIX. Tubinares
XX. Alcae
XXI. Lari (Cosmopo-
lita)
SEZIONE
FAMIGLIA
1. Pbasiauidae (Palear-
tica e Indiana)
2. Tetraonidae (Palear-
tica e Neartiea)
3. Perdicidae (Cosmo-
polita)
4. Numididae (Etiopica)
5. Meleagridae (Near-
tiea e Neotropica)
Turuicidao
Opisthocomidae
1. Gallinnlidae
2. Kallidae
3. Ortygometridae
4. Podicae
Heliornithidae
Podicipedidae
Colymbidae
Aptenodytidae
1. Diomedeidae - 2. Pro-
cellariidae - 3. Pele-
canoidae
Alcidae
1. Stercorariidae
2. Laridae
SOTTOFAMIGLIA
l.ariuae
Sterninae
Rhynchopinac
I1) Vlaseit. Birdt | L891).
104
ATLANTE ORNITOLOGICO
SOTTOCLASSE
ORDINE
XVIII. Cbaradriiformes
(Cosmopolita)
XIX. Gruitbrmes
XX. Pelargiformes
XXI. Phoenicopterifor-
mes (Parti temperate
e tropicali di ambe-
due gli Emisferi)
XXII. An 8eriformes(Co-
smopolita)
XXIII. Peleeanii'ormes
( losmopolita)
SOTTORDINE
XXII. Dromades (Etio-
pica e Indiana]
XXIII. Chionides (An-
tartico)
XXIV. Attagides (Neo-
tropica)
XXV. Charadrii (Co-
smopolita)
XXVI. Glareolae (Etio-
pica ; Mediterraneo-
Persica; Indiana e
Australiana)
XXVII. Cursorii (Etio-
pica; Mediterraueo-
Persica; Indiana)
XXVIII. Parrae (Neo-
tropica ; Etiopica ;
Indiana; Australiana)
XXIX. Oedicnemi (Qua-
si Cosmopolita)
X XX . Otides ( Parti tem-
perate e tropicali del
Mondo Antico)
XXXI. Grues (Quasi
Cosmopolita , però
mancante nella Re-
gione Neotropica)
XXXII. Arami (Neo-
tropica)
XXXIII. Rbinochetides
(Confinato alla Nuo-
va Caledonia)
XXXIV. Mesitides (Con-
finato al Madagascar)
XXXV. Eurypygae
(Neotropica)
XXXVI. Psophiae(Neo-
tropica)
XXXVII. Dicholophi
(Neotropico)
XXXVIIII.Ardeae(Co-
smopolita)
XXXIX. Ciconii (Quasi
Cosmopolita)
XL. Balaenicipitides
(Etiopica)
XLI. Scopi (Etiopica)
XLII. Plataleae (Co-
smopolita)
XLIII. Phoeuicopteri
XLIV. Anseres
XLV. Palamedeael Neo-
tropico)
XLVI. PhaSthontes
SEZIONE
FAMIGLIA
SOTTOFAMIGLIA
Droniadidae
Cbiouididae
1. Attagidae
2. Thiuocoridae
1. Haematopodidae
2. Charadriidae
3. Scolopacid; e
1. Plataloidae
1. Ibididae
1. Cnemiornitbidae
2. Anseranatidae
3. Plectroptoridae
I . Anatidae
Auhimidae
Phaetontidae
Anserinae
Cygninae
Anatinae
Mergiuae
\ i i \M i ORNI rOLOGICO
105
rTOCLASSE
OKDINE
XXIV. Catbartidiformes
Neoge;
XXV. Xecipitriformes
XXVI. CoraciiformeB
XXVII. Trogones (Neo-
tropica ; Indiana ; E-
li"!'
XXVIII. Cocoyges
X.XI.X. Psittaciformos
Si 'i n >i:i>i\r,
XI. VII. Sulae
XLVIII. Pbalacroco-
races
XLIX. Pelacani
L. Fresati
1,1. Pseudogrypbi
1.1 1. Serpentari i i Etio-
pica)
LUI. Accipitres (Co-
smopolita
l.l\'. Pandionea Quasi
Cosmopolita
l,V. Striges (I losmopo-
lita)
LVI. Steatornithes
(Neotropica)
LVII. Podargi (Austra-
lasiana)
LVIII. Leptosomati
(Lemuriano)
1.1 X. Coraciae (Paleo-
geno)
LX. Halcyones (( ìosmo-
polita)
LXI. Bucerotes (Etio-
pica; Indiana; Au-
stro-Malese
LXII. Upupae (Palear-
tica ; indiana ; Etio-
pica i
LXIII. Meropes (Paleo
geno)
1.X1V. Momoti (Neo-
tropica
I.XY. Todi (Antille
LXVI. Caprimulgi : Qua-
si Cosmopolita
l.XVll. Cypseli (Co-
smopolita)
LXIII. Trqohili (Neo-
geno)
LXIX. Colii (Etiopica)
LXX. Muaophagi I Etio-
pica)
LXXI, Cuculi
L.X.Xll. Psittaoi
SEZIONE
FAMIGLI \
SOTTOFAMIGLIA
Sulidae
l 'nalacrocoracidae
Plotidai
l 'elei lao
Fregatidae I Mari tem-
pri iti e tropicali ili
ambedue gli Emi-
sferi)
Cathartidae
1. Vulturidae Mediter-
raneo-Persica ; Etio-
pica ; Indiana)
2. Falconidae
1. Bubonidae
2. Strigidae
1. Nyctibiidae
2. Caprimnlgidae
Polyborinae
Accipitrinae
Buteoninae
Aquilina*
Falconinae
1.
Nestoridae
2,
Loriidae
3.
( iyclopaittaoidae
i.
i lacatuidae
5.
Psittacidae
6.
Stringopidae
Atlante ornitologico.
Tallo I.
106
Al I. VNTE ORNITI ILOGK I I
SOTTOI LASSI)
ukuim:
-( ITTI >KDINE
XXX. Scansorea
XXXI. Picifonues
XXXII. Eurylaemi (In-
diana e Austro-Ma-
XX.VIII. Menurae (Au-
straliana
XNX1V. Passeriformes
(< losmopolita)
LXXIII. Rhamphasti-
des (Ncotropiea)
l.\ \ I V. Capitonea Neo-
tropica; Ktiopica ;In-
diana)
I.XW. Indicatori-* (E-
tiopica; Indiana)
LXXVI. Pici (Cosmo-
polita, ma è mancan-
te nelle Regioni Au-
straliane)
I. XXVII. r.nccones(Neo-
tropica)
LXXVIII. Galbulae
i Neotropica)
SEZIONE
A. i Iscinea
B. Oligomyodae
C. Tracheopho
uae
D. Atriohiidae
FAMIGLIA
l , ( in \ idae - 2. Para-
diseidae - :). Ptilono-
rhynchidae - 1. Stur-
nidae - 5. Eulabeti
dae - li. Euryceroti-
dae - 7. Dicruridae
-8. Òriolidae -9. Ic-
teridae - 10. Plocei-
dae - 11 . Tanagridae
- 12. Coerebidae- 13.
Fringillidae - 11. A —
land idae - 15. Mota-
cillidae - 16. Mnio-
tiltidae - 17. < Vrtliii-
il.ir - 18. Meliphagi-
dae - 19. Neetarinii-
dae - 20. Dicaeidae
- l'I . Zosteropidae -
22. Paridae - 23. Re-
gulidae - 24. Lanii-
dae - 25. Artamidae
- 26. impelidae- 27.
Vireonidae - 28. Syl-
viidae - 29. Turdidae
- 30. Cinclidae - 81.
Troglodytidae - 32.
Mimidae - :ì;>. Time-
liidae -34. Pycnono-
tidae - 35. Campo-
phagidae - :>(i. Mu-
scicapidae - :>7. Hi-
rundinidae.
1 . Tyrannidae-2. < >xj -
rbampbidae - 3. Pi-
pridae - I . Cotingi-
dae - 5. Phytotomi-
dae-6, Philepittidae
-7. l'illiilae - 8. Xe-
niscidae
1. Dendrocolaptidae
2. Forniicariiilae
:s. Pteroptochidae
SOTTOFAMIGLIA
ATI.AMI ■•RMIoI.OGICO
HIT
Lo Sliarpe, ì t ■ an recentissimo lavoro (') non
ancora compiuto, ha modificato un po' tale
classificazione elevando qualche sottordine a
ordine, ma le l>asi sono sempre le stesse.
La Classificazione qui citata è certamente <li
grande importanza, l'Autore \ i ha lavorato d'ai
torno si può diro trent'anni passati uella più
ricca Raccolta del Mondo elicila Libreria più
l'ornila, olire a ciò il sapere, l'analisi fine e
ponderata e le molte pubblicazioni diedero
allo Sliarpe il titolo di Principe dei moderni
Ornitologi. I. a detta ( lasMtìen/ione SÌ basa prin-
cipalmente sulle particolarità anatomiche, sul
colore delle nova, sull'ubicazione del nido,
sulla pterilosi, sui pulcini inetti <> precoci etc.
Infatti si nomina spesso il palato egi cognato (*),
saurognato | . schizognato i | e desmognato
le narici scliizoi inali | i ed nlorinali I i e molti
altri termini osteologi ed anatomici, che trovano
spiegazioni Dei testi speciali.
Non posso lasciare sotto silenzio la grandiosa
opera del Catalogo degli Uccelli del Museo 1 "> i i -
tannico, ma siccome essa fu compilala da molti
Auioii [Shai-pe, Sclater, Gadow, 8alvadort.
Hargitt, Ogilvie-Grant, Saunders), così la Clas-
sificazione, che ne risulta, non è opera di uno
solo e non è animata dallo stesso spinto.
Degli Italiani citerò i lavori faunistici gene-
rali del Prof. Ciglioli e del Conte Salvadori.
Il primo n ha così divisi gli Uccelli, in un
libro (dio tratta però la zoologia in tesi ge-
nerale.
ORDINE
SOTTORDINE
TRIBi
FAMIGLIA
GENERE
ì Sanrnrae
Archaeopteryx
t Odontotorinae
Ichtbyornis
Baptornis
Apatornis
i tdontolcae
1 [esperornis
Eatitae
Struthionidae
Rheidae
Dromaeidae
t Dinornithidae
1 Aepyornithidae
Apterygidae
Strinino
Rhea
I iroraaeus
( 'asnai ni-
1 liiinrnis
Palapterj s
Aepyornis
Aptci\ \
t Megalaptoryx
Carinatae
1 Iromaeognathae
< r> pt uri
rinamomorphae
Tinaiuidao
Tinamus
Scbizognathae
[mpennes
Spheniscomorpbae
I'\ gopodes
Spheniscidae
SpllCIlisCIIS
Aptenod] ics
t Colymboides
Cecomorphae, pt.
Podicipedidae
(oh mbidae
Alcidae
Podiceps
Colymbus
i Alca
Utamannia
l 'ratercula
Tubinares
Procellariidae
Pelecanoides
( 'ecomorphae, pi.
l'iltlinus
Procellaria
Thalassidi a
i iceanites
Oeatrelata
(') Hand-list of ti, Bi I ' voi. London, 1899-1902 In eorso di stampa).
ato, cenando i proci o palatini sono liberi eil il vomere è troncato sul davanti, come la modi-
Reazione dell'osso del palato noi Passeracei, negli Eurylaemi etc.
nato, quando il vomere consta «li due parti laterali, come la modificazione dell'osso del palato dei Picchi.
i , Palato ìehizognato, quando i processi mascello.palatini sono separati «tu una fenditura «lei lelli ed il vo-
tii«i«' terminano in punta anteriormente, come la modificazione dell'osso del palato nei Gallinacei, Pivieri, Gabbiani eto.
^ ) /'.//. ito dosmognata, quando i processi mascello'palatlni sono uniti nel centro, direttament 1 indirettamente -il il
vomere è talora rudimentale o inolio piccolo, come la modificazione dell'osso del palato nei Bapaoi, Pappagalli, ^u
\ rinati, quando le ossa nasali sono ù**t' profondamante, come ai i Pappagalli, Piccioni etc.
i i Varici '■ rinati, quando le ossa nasali sono riunite assieme o leggermente Borente, come nelle Galline, Pi
{*) Zoologia, U. pag. 59-110 (1886). Le divisioni ohe non sono precedute da alcuna ossei ■ anere famiglie,
lineile precedute ila a, b, eie. sezioni.
L08
\ ri imi ORKITOLOGICO
ORDINE
SOTTORDINE
1 RIBÙ
FAMIGLIA
GENERE
l'ricm
] >iomedea
( !a\ iao
Stercorari idae
Lestris
( tecomorphae, ]>i . i
Laridae
Sternidae
l.arns
Rissa
i ielastes
l 'bcoocephalus
Sylochelidon
Tbalasseus
Gelocbelidoo
Onychoprion
Sterna
Sternula
1 [j drochelidon
Rhynchops
Limicolae
( llareolidao
( ìlareola
il iharadriomorpbae)
Scolopacidae
Thinocoridae
Chionididae
Charadriidae
Parridae
< ledicnemidae
Numenius
Limosa
Scolopax
Gallinago , Terekia, Totanns,
Actites, Bartrainia, Calidris,
Machaetes, Tringa, Actodro-
mas. Pelidua, Limicola, Pha-
laropus, Himantopus, Recur-
virostra
Attagis
Cbionis
Haematopus, Strepsilas, Vanel-
lus, Hoplopterus, Cbettusia,
Aegialites, Eudromias, Squa-
tarola, Cbaradrius, ( ursorius
l'arra
< ledicnemus
Alectorides
Otidae
otis. Houbara
(Geranomorphae)
Cariamidae
Psophidae
Gruidae
Eurypygidae
Aramidae
Cariama
Psophia
Grns, Autbropoides
Eurypyga
Aranius
Fulicariae
Rallidae
i Gypsornis, f Aphanapteryx,
li ìeranomorphae. pt.)
Heliornitbidae
Rallus, Ortygometra, Cres,
Gallinola, Efydrornia, Por-
phyrio, Notornis, | Leguatia,
Fnlica
Heliornis
1 [emipodii
Turnicidae
Turili \
Turnicimorphae)
Opiathocomi
< Ipistll Hlli(l:l<>
< Ipisthocomns
i Heteromorphae)
< ìallinae
Cracidae
Penelope, i ireopbasis, ( Iras
Alectoroniorphae)
Megapodidae
Phasianidae
Meleagridae
Numididae
Perdicididae
Tetraonidae
Megapodins, Talegallus
l'iiasianns, PaVO, (Ialina,
Meleagris
Numida
r.ilaoorlvx, | Palaeoperdis,
Francolinus, Perdix, starna.
Coturnis
Tetrao, Lyrurus, Bonasa, La-
gopus
l'trrorli-ti'S
Pteroclidae
Pterocles
i Pteroclomorphae)
Syrrbaptes
( iolnmbae
< lolumbidae
Columba, Tnrtur
1 Peristeromorphael
Carpophagidae
( ìouridae
1 lidunculidae
( larpophaga, Treron
Goura
1 lidlllll'lllllS
mi w 1 1. oimi roLOGii M
109
OEDINE
801 CORDINE
I '■ smognatbae
TRIBÙ
Anseres
Cbonomorphae, ;>i.
Palamedeae
(Chenomorphae, pi.
< >dontoglosaae
i Amphimorpbae
Kerodiones
(Pelargomorphae)
Steganopodes
(Dyspoiomorpbae)
Accipitrea
i Aetomorphae, pt.)
Striges
(Aetomorpbae, pi.
Paittaci
Psi1 tacomorphae)
Anisodactylae
( loccygomorpbae, ;//. i
l' AMl'.l.l A
i Dididae
ttomitbidao
Anaeridae
Anatidae
Mergidac
< lygnidae
Palamedeidae
Phoouicopteridae
Plataleidae
Ibidae
I iconiidae
Ardeidae
Plotidae
I >\ sporidae
Pbalacrocoiacidae
Pelecanidae
Pbaetbontidae
Fregatidae
Serpentariidae
l 'atbartidae
Vnltnridae
Falconidae
Bubonidae
Strigidae
Stringopidae
Palaeornithidae
Cacatuidae
Paittacidae
Steatornithidao
Podargidae
Leptosomidae
( loraciidae
Todidae
Momotidae
Meropidae
Irrisi. liil.id
l pnpidae
GENERE
Didns, Pòzopbapa
a nia
A 1 1 -< i anas, ( !< 1 1 . .|i-i -■ . Bernicla,
Ans< i-
ca, Tadorna, Anas, Chan-
Irlasinns. Spalili;!. Dalila.
Mareca, Marmaronotta, Quer-
quedula, ( !j anopterua, l-'uli-
gnla, Pulix, Bucepbala, Ha-
relda, < lidemia, Somati i ia
Erismatura
Morgue, Mergellua
i osco: oba i | gnus
Palamedea, Chauna
f Palaelodus, f Agnopterns,
Phoenicoptcì ns
Platalea
'li g .IN. Tantalus
i iconia
Nycticorax, Botanms, Ardetta,
Ardeola, Bubulcus, Egretta,
Axdea, Cancroma, Balaeni-
ceps
PlotllS
Pelagornis, Siila
Microcarbo, Phalacrocorax
Pclei'anus
Phaethon
Fregata
Serpentarina
Sarcorhamphns
Neopbron, Gyps, \'nlinr, Gy-
paetus
1 ircaetua . Nisaetua , Aquila ,
llali.irtns. Archibuteo, Bnteo,
Pernia, Milvns. Cerchneis,
Erythropns . Hypotriorcbis ,
Falco. Gennaja, Astar, Ac-
cipiter, Circns, Pandion
j Palaeociicus
I'hiIi". Asio, Scopa, Athene,
Glancidium, Nyctala, Syr-
niiiiii. Surnia
Strix
Stringops
Palaeoruis, Dorina-, Trichoglos
sns. Eelectus, Melopsittacua,
Eupbema, Pezoporus, Aga-
pornis
Cacatua. Calyptorhynohna, Mi
oioglosaa, Calopsitta
Platyeercus, Paephotea, Psitta-
cnla, Coracopsis, Paittacna,
Nestor, Ara. < 'onrjrrjs, ( liry-
sotis
Steatornis
Podargns
Leptosomna
i loracias
Todns
Momotns
Werops
Irrisor
Laurillardia
110
ATLANTE OKNITOI.IN UCO
ORDINE
SOTTORDINE
Saurognatbae
TRI HI'
Fleterodactylae
(Coccygoraorphae,jjt.
Zygodactylae
(Coccygomorpbae, pi.
Coccyges
(Coccj gomoiphae,j>t.
Pici
l 'eleomorpbae
Macrochires
(( \ aelomorphac)
Pasaeres
(Coracomorphae)
FAMIGLIA
Bucerotidae
Aleedinidae
Trogonidae
Galbulidae
Bucconidae
Rhamphaatidao
Capitonidae
[udicatoridae
( luculidae
Miisiipliagidar
Picidae
Iyngidae
Caprimulgidae
Cypselidae
Trochilidae
Hinmdinidao (')
Muscicapidae i
Laniidae
Ampelidao
Vireonidae
Mniotiltidae
Chaniaeadae
Aegithinidae
< (riolidae
Ptilonorhynchidae
Artamidae
Dicinridae
Certhiidae
Sitti dae
Paridae
\ccentoridae
Eupetidae
Cinclidae
Tronglodytidae
I >r\'I ridai-
Pycnonotidae
Sylviidae
Xnrdidae
GENERE
Upupa
;' i ( irj ptornis
Buceros, Bucorvua
Alrrdu
Trogoli, 1 [arpactea
Calurus
(.alluda
Bucco
Rbampbaatoa, Pterogloaaua
.' Homalopu8,Pogonorhyncbu3,
Megalaima, Capito, Indicator
Cnculus, Coccyatea, Coccyzna,
Centropua, Crotophaga, Sau-
rotbera, Coua, Pboenicopbaua
ffNecrornis.Turacus,Mu8ophaga
Dryocopu8 , Piena, Picoidoa,
Geciuus, Picumnua
Iynx
Nyetibius, Caprimulgus, l'o-
da ger
Cypselus, Collocalia, Chaetura
Pbaethoinia, Troohilus, Oreo-
trocbilus, Polytmua, Topaza,
Docimaatea, Saphos
Hirundo, Cbelidon, Olivicola,
( 'utile
Muscicapa, Erytbrosterna, Un-
tali*
Laniiis
Ampelia
Vireo
Mniotilta
Cbamaea
Lciotbrix, Timalia
Oriolua
Clamydera, Amblyomis
Artamua
Diernrus, Irena,
Certhia, Tichodroma
Sitta
:'| Palaegithalua, Lopbopbanea,
P àie, Cyaniates, Parus,
Panurus, Acredula, Aegitba-
lus, Regulus
Accento!
Eupetea
Cinclus
Troglodytea
Ciaticola
l'\ 'cnonotua , Phyllornis, Po-
raatorhinua, Garrulax
Cettia, Potamodus, Locuatella,
Luaciniola . Calamodua, A-
crocepbalus,Hypolais,Phyllo-
scopus, Agrobates, Melizo-
philua, Pyrophtalma, Curru-
ca, Sylvia
Pratincola, Ruticìlla, Neraura,
Cyanecula, Eritacue, Oreo-
i a 0sciNK8 (Acromyody 1. Lutirostres.
(-) 2. Dentirostrea (lutto le famiglie Ikro al N\ :; i b! di Beguito).
\ I I \N TI. ORNI ["OLI li
111
ORDINE
SOTTORDINE
TKir.i
FAMIGLIA
GENERI
ciurla. Tnrdus, Menila, Mon-
ocola, 1 iromolaea, Saxicola
Motacillidae
Calobatee, Motaeilla, Bud
Ambii*, Corydalla
Alaudidae (')
i ìalerita, Alauda, A tmanes,
( lalandrella, < itocorj 8, i'alla-
sia. Melanocorypha
Kinlpcrìziilac
Calcarius, Emberiza. Miliaria,
Passerina
Fringillidae
Loxia, Pinicola, Pj rrhnla, Ery-
throspiza, Carpodacus, Ae-
giothus, Cannabina, Serinns,
( laxduelis, < Ihrysomitris, < 'hlo-
roptila, Ligurinus, C so-
thraustes, Passer, Petronia.
Montifcingilla, Fringilla
Ploceidae
Plocena
TaDagridae
Callisto
[cteridae
Cacicus, Vgelaeus, Quiscalus
sturiiiil:i.'
| Fregilupus, Falculia, Juida,
Euryceros, Bnphaga, Stnr-
iins. Pastoi
Paradiseidae
Xantbomelus, Ma sodia, Pa-
radisea, Epimacus
Corvidae
FxegihlS, l'yrrl ura\. Garru-
lus, l'ira. Nucifraga, Lycos,
Corvus
Promeropidae
Neotarinia, Promerops, Dre-
panis
( loerebidae
i loi reba, Certbiola
Meliphagidae
Myzomela, Meliphaga, Zoste-
rops
Pittidae (l)
Pitta, Philepitta
Oxyrbamphidae
i ixyrhampbus
Tyrannidac
Tyrannns, Muscisaxicola
Pipridae
Pipra
( lotingidae
Tityra, Rupicola, 1 loi inga, 1 >•-
phalopterus
Phytotomidae
l'bytotoma
Eurylaemidae
Eurylat'inus, ( 'alyptomoua
Dendrocolaptidae (6)
Geositta, Furnarius, Synallaxis
1 lendrocolaptee
Formicariidae
Thamnophilus , Formicn ora .
Grallaria
Pteioptocbidae
Scytalopus, Pteroptochus, Trip-
fcorhinus
Atriohiidae (°)
Atrichia
Menuridae
Menura, fOrthonys
{') 3. Conirostres.
(-) 4. Oultirostres.
( ■) .">. Tenuirostres.
O hi Oligomyodae ' Mcsomyodi, pt.).
(i e) T&acheophonae (Mesomyodi, pt.).
('■) d) Pai ìi Ines.
DI-
ATI.AVI E 0RNIT01 OGK 0
Il Giglioli seguì la sua elaborata classifica-
zione anche nei susseguenti lavori che riguar-
dano l'Ornitologia italiana ('), beninteso occu-
pandosi dei gruppi del nostro paese.
11 Conte Salvadori nel suo ottimo Elenco (:')
ha diviso nel seguente modo gli Uccelli Ita-
liani :
ORDINE
SOTTORDINE
SEZIONE
FAMIGLIA
SOTTOFAMIGLIA
GENERE
Accipitres
Vccipitres diurni
Vulturidae
Gypaetidac
Falconidae
Vultur,( >togyps, Gyps, Neo-
phron
( .\ paetus
aquila, Hieraetus, Nisae-
tns. Ilaliaetiis. Pandion,
( iircaetus, Archibuteo, Un-
ti... Pernia, Milvus, Ela-
nuH, Astnr. Accipiter, Mi-
cronisua, < ìennaja, Palco,
Aeaalon . 1 [ypotriorcliis .
Erythropu8, Tinnunculus,
( 'Il VHS
Àccipitres noc-
Strigidae
Stris
turni
Asionidae
Svin inni . Surnia, Nyctala,
( ìarino,Glaucidium, Bubo,
Aaio, Scop8
Picariae
Zygodactj lae
Picidae
Gecinua, Picus, Dendroco-
pus, Picoidea, Jynx
( 'uculidae
Cuculila, ( ìoccj atea, t loccj -
/US
Anisodactylae
( 'oraci idae
Meropidae
\ Icedinidae
1 Fpupidae
( loraciaa
Meropa
Alcedo, Ceryle
Upupa
Hiautes
( ìaprimulgidae
i !j pselidae
Caprimulgus
( lypaelus
Passeres
( lacinea
i isciuos latiro-
8trea
liirundinidae
Muacicapidae
Ampelidae
Cheli don, Hiruudo, Biblis,
Cotile
Muacicapa, Ficedula, Ery-
throaterna
Ampelia
i lacinea dentiro-
Laniidae
Laniua
strea
e lacinea acutiro-
l'aridae
Regulua, Aegitbalus, l'a-
atrea
Sittidae
uurua, Acredula, l'ani*.
Lophophanos
Sitta
i iscines curviro-
Certhiid i
Tichodroma, Certhia
atrea
( lacinea aubuli-
Troglodytidae
Troglodj tea
rostrea
( linclidae
( 'llirlns
Turdidae
Acceutoriuae
Turdinae
Syh iinae
Accentor
Tui'iliis. i ireocincla, Turdu-
lus, .Menila, Montieola .
1 iromolaea, Saxicola, Pra-
line. .Li. Ruticilla, Cyane-
eula. Calliopi' , Iantina ,
1 i'i oacus, | .iisriiiia
Sylvia, MelizophiluB, Pli.vl-
loscopus, Hypolals, Acro-
cophalus. Potamodus, Lo-
cnsiclla, < lalamodua, Lu-
sciniola, Cettia, Aedon
( ) i "'.. Ttal. 1886 .■ Pubi
( ) Elenco l'ec. Itul. 1887.
Oì nitologioo Italiano otc.
V I I AMI ORNI l"l "'.I' "
113
ORDINE
SOTTORDINE
SEZIONE
1 WIKU.IA
SOI rOFAMIGLIA
GENERE
< ìistioolinae
i liaticola
Motacillidae
Motacilla, Budj tea, Antboa
i iNfiiips amtelli-
Alaodidae
Alauda. Lulliila, (aderita.
plantarea
( Calandrella , Pterocorj ».
Melanocorj pha, < Itocorya,
Ammomanea , Alaemon ,
Certliilanda
i isciues coniro-
1 i ingillidae Emberizinae
l'I i-i't rupi lai ns. Plectrophe-
strea
nax. Enspiza , Miliana,
1. udienza
Fringillinae
Passer, Petronia, Cocoo-
thianatea, Montifringilla,
l'ri umilia, Liguri mis,( 'libi-
le >l itila. Cbry som i tris, Car-
dnelis, Scrinila, Canmt-
iiina. Aegiothoa
Loxiinae
Pyrrhnla, Bucanetea, Car-
podacua, Pinicola, Loxia
( laoinea cultiro-
[cteiidae
Lgelaena
Btrea
Sturnidae
i iriolidae
< 'orvidae
Stornila, Pastor
Oriolna
P.vrrbocorax, Corvua, C'o-
loena , Nooifraga, Pica.
Garrnlua
Colombaie
Columbidae
Colomba; Tortor
Gal li mie
Pteroclidae
Phaaianidae
Tetraonidae
Perdicidae
Syrrhaptee, Pteroclea
Pbaaianua
Lagopna, LJrogalIua,Tetrao,
Bonasa
Francolino», Caccabia. Per-
dix, Cut unii x
Grallatorea
l.imicolae
< nididae
Glareolidae
1 'liaradriidae
Scolopacidae
l Hi», Hoiiliara
Glareola, Cnrsoriiia
Oedicnemna, Vanellria, Ho-
ploptrrns. CI iettasi a. Scpia-
tarola, Cliaradrina. Eudro-
miaa, Aejjialitis. Strepai-
las, Haematopua
Kecurviroatra,Himautopua,
Lobipe9, Phalaropua, Ca-
lidris, Limicola, Arqua-
tella, Aucylocbeilua, Pe-
lidua, Actodromaa, Trin-
ca, Machetea, Bartramia,
Tringoidea , Bymphemia,
Helodroinas, Totaniia.Te-
rckia, Limoaa, Kunienius,
Sc'olopax, Galliuago, I.ini-
nocryptea
l'ulicariae
Rallidae
Palina, C'rex, Porzana, Gal-
linola, Jooocicca , Por-
phyrio, Eolica
Alectoridea
Gruidae
Gnia, Autbropoidea, Balea-
rica
Herodionea
Ardeidae
Ciconiidae
Ibididae
Anlea, Eerodiaa, Bnbnlous,
Ardeola. Ardetta, liotan-
rns, Nyotioorax
Ciconia, Leptoptiloa
Plegadia, Platalea
Phoeuicopteri
Phoenicopteridao
Phoenicopteriis
Ari aerea
Lamelliroatrea
Lnatidae
Chènalopex, Anaer, Branta,
Cygniis . 1 teiidrory ona .
Tadorna, Casarca. Anaa,
Chanlelaaiiuta , Mareoa ,
Datila, Spatula, Qoerqoe-
Atlante ornitologico, — Parte I.
15
in
\ l I INTE ORSITOl.OfilCO
ORDINE
SOTTORDINE
SEZIONI'.
FAMIGLIA
SOTTOFAMIGLIA
GENERE
dilla, Marmaionetta, l'ai
lichen, Nyroca, Euligula,
Aetbyia, Clangala, llarel-
da, Sninati-na, Oedemia,
Erisimi! ara . Mergellns ,
Mergus
Steganopodes
Polecanidae
Phalacrocorax, Microoarbo,
Pelecanus, Siila
Lougipennes
Laridae
Sterni nae
Larinao
Stercorariinae
Thalassens, Actochelidon .
Sicilia, Sternuta, Onycho-
prion, Gelochelidon, Hy-
drochelidon
Ailflariis , Hydrocolaeua ,
Gelastes, Larus, Rissa
Megalestris, Stercorariiis
Tubinares
Procellariidae
Piiftinus, Procellaria, Cy-
mochorea, Oceanites
Pygopodes
Alcidae
Colymbidae
Podicipedidae
Fratercula, Alca, Loinvia
Colymbus
Aechmopborns, Podivipes,
Tacbybaptes
Tale classificazione mentre ha il pregio di
essere consona all'attuale stato scientifico, si
presenta molto semplice ; io ammetto elio per
un lavoro eon speciali intenti anatomici ed osteo-
logie] siano preferibili classificazioni stretta-
mente basate sull'interna struttura degli re-
celli, ma per lavori d" indole generale e direi
quasi popolare o ohe illustrano Avifaune locali
quella del Conte Salvadori è di ginn lunga
ottima e preferibile per chiarezza e semplicità.
Ed è perciò che io l'adottai in questo la-
voro nelle sue grandi linee con lievi modifi-
cazioni riguardo le famiglie e le sottofamiglie,
ma tenendo fermi i sette ordini fondamentali
e, senza qui riprodurre lo schema, rimando il
lettore all'Indice Sistematico, ove il sistema è
del tutto sviluppato. Gli Autori italiani tro-
veranno che non tutti i nomi da me adottati
sono eguali a quelli adoperati dai nostri due
migliori Ornitologi; ho sempre cercato di
usare il nome che godeva la priorità e, se tal-
volta avrò errato, ciò de\esi attribuire alle
enormi difficoltà che si incontrano nello stabi-
lirla esattamente, ma non all'abbandono di ciò
che ogni Autore ha obbligo di scrupolosamente
osservare — la legge di priorità — . prendendo
come punto di partenza la X edizione del Systema
Naturae di Linneo (175S) e scegliendo Autori
costantemente binomiualisti ; come è noto, pei
nomi generici si scelgono anche quelli di Au-
tori non costantemente binominalisti , quali il
Brisson. Quando però tali nomi erano diffe-
renti da quelli adoperati nelle opere del Giglioli
e del Salvadori, li citai sotto quello da me
usalo chiudendoli tra parentesi, così i lettori
potranno facilmente comprendere di quale uc-
cello volevo parlare; nell'Elenco Sistematico
poi dopo ogni singolo nome collocai quello del-
l'Autore die per primo ebbe a stabilirlo e l'anno
nel quale ciò avvenne. Come di leggeri si com-
prende per l'indole del mio lavoro io non avrei
potuto arricchirlo, come sarebbe slato mio vivo
desiderio, di una estesa sinonimia, delle diciture
dialettali e di quelle delle lingue più note od
estendermi soverchiamente sulle diagnosi, sui
dati della distribuzione geografica ete., perchè a
tale scopo non sarebbe stato sufficiente un solo
volume, come desiderava il nostro editore, ma
un'opera di grande mole e quindi di costo rile-
vante, ciò die avrebbe svisato l'intento cui si
mirava da entrambe le parti. Pei nomi geo-
grafici mi sono attenuto alle diciture Italiane
dell'Atlante di Habenicht ('). pelle abbrevia-
zioni dei nomi degli Autori alla Lisia pubblicata
dal Museo di Berlino ( ) e per quelli degli IV-
celli Americani alla Lisia edita dall' Unione
Ornitologica Americana (').
t'f Habeiilclit, E., Atlante tateoAUe^ Gotha o TorÌDO, luuo.
'i Liste Autor, Zool. Art. dati. 2 ni. Musco »li Bertiiio,
6.
i i Inter, 'hit. Un. Check List. - <><!. 1806.
ATLANTE ORNITOl.OiiH 0
116
Sg nardo storico-bibliografico su IP Ornitologia Europea.
Ho creduto utile e doveroso ad un tempo di
stendere un breve studio bibliografico su lli<
Opere die maggiormente interessano l'Ornito-
logia Europea. Ripeto utile, perchè in Italia
tante opere eminenti e di grande valore scien-
tifico sono purtroppo poco note; doveroso,
perchè è giusto riconoscilo con quali pazienti
ricerche questi Autori hanno l'alio progredire
tali studi e quanto ci danno facilitato il com-
piti! di oggidì.
Mio Padre molti anni addietro ha pubblicato
alcuni capitoli di una « Storia dell'Ornitolo-
gia (') » che purtroppo non fu continuata. Issi
sono scritti con singolare compotenza e. ciò
che non guasta, col suo brio naturale e con
lingua purissima, e non sono certamente io il
solo, (') a rimpiangere che questo lavoro sia
stato troncato, si può dire, nei suoi primi
albori. Occupato in affari pubblici e privati,
ove la sua intelligenza e la sua capacità ciano
grandemente riconosciute ed apprezzate, Egli
dovette suo malgrado abbandonare uno studio
per il quale aveva grande trasporto e ciò fu
certamente una grave perdita nella patria Or-
nitologia. Ed io ho pensato che il più bell'o-
maggio alla sua opera ed il più bell'ornamento
per questo capitolo era quello di cominciarlo
colle sue stesse parole, per continuarlo poi con
le mie critiche più brevi e più disadorne.
A taluno sembrerà strano invero, che io, fisso
di tesservi la storia dell'ornitologia, incominci
a trattarne da epoche tanto remote. I moderni
hanno a vezzo insucidare la mano nella dotta
polvere dell'antichità; ebbene sarò per loro il
naturalista che stende una noiosa pagina d'ar-
cheologia. Opposto affatto al parere di coloro
che non ammettono il graduato progredimento,
per me la scienza è una fede, è un complesso
di verità, che insieme si appuntellano, si so-
stengono: è una catena che ogni di più s'ina-
nella. L'edifìcio, il monumento del progresso
non giganteggia, fattura dell'oggi : tulle, sì
tutte le generazioni, clic si successelo, affati-
cale da ignota pressione \ i recarono la loro
(') Lu Storia dell'Ornitologia, I IV, Atti Soe. Hai. Ss.
Nat. yoL X, pp. 136-144. Milano, 1867 ; id. VVI.. Ro-
vigo, 1873.
P) Ibi; 1x08, p. 312; etc. eU\
pietra per fondarlo, per ergerlo. Discepolo di
questa idea, reco ai grandi che impresero ad
aprirci il varco nell'intentato sentiero, il mio
debito di gratitudine; benemeriti della scienza,
essi ci legarono colle loro oliere il dovere di
rammentarli; io non so esimermi dal compierlo',
e. facendovi retrocedere ventiline secoli, vi con-
duco meco ai tempi di Aristotile.
ARISTOTILE.
Nella Grecia da trecento e cinquantanni
prima dell'Era volgare fioriva Aristotile di Sta-
gna. Versatissimo in lutto, di tutto così dif-
fusamente trattò, da sembrare quasi impossibile,
che, nella breve giornata di una vita umana,
potesse dar termine a tanto. Come filosofo non
è. mio sunto ragionarne ; vi dirò solo colle pa-
role di un sommo tedesco (') che il suo pen-
siero ha penetrato tutte le sfere delle coscienze
umane, e ch'egli fu per molti secoli di seguito
l'unico fondamento di tutto lo sviluppo del-
l'intelligenza. Ma tanto i contemporanei che
la posterità non furono giusti di premio al
naturalista. Il Greco, tiglio di una magica terra,
dove, o riposi lo sguardo nell'amenità dei
poggi, o lo spazii nell'ampiezza del mare, sotto
la curva di un cielo ridente, trova sempre
nuove ispirazioni alla poesia, naturalmente ri-
fuggo dai severi vincoli dall' analisi. Perciò
nessuno fra i suoi contemporanei, per (pianto ab-
biamo contezza, seguì Aristotile nello studio della
storia naturale, assoggettandosi ai contini del
metodo; e i suoi lavori di questo genere do-
vettero giacere obliati, tanto più che erano
stesi in uno stile conciso ed arido. Proseguendo
nel mio assunto, vedremo la varia sorte che
corsero nei tempi posteriori, investigandone,
per quanto sapremo, le cause; per ora ritor-
niamo all'autore, a quell'opera immortale che
è la Storia degli Animali.
Valendosi del dono di un'attenta ossei \ azione,
egli primo vi crea il concetto dell'Anatomia
comparata. Poi questi esseri culi assoggetta al-
l'esame il più diligente: ogni parte singolar-
mente ne analizza, imi capacitarsi quale sia la
(') Hegel, Stternmtliehe W«rke, T. XIV, pag. 418.
116
ATI.ANTK ORNITOLOGICO
funzione ch'essa adempie nell'ordine dell'in-
sieme, e questo insieme con accuratezza lo
studia, ne interroga il modo di vivere e di
riprodursi ; perchè la natura, così forzata dal-
l'incalzante lavoro dal genio, manifesti tutto
il segreto congegno dell 'esistenza e il compito
che a ciascuna parte ha la Provvidenza asse-
gnato nell'opera armonica della creazione.
Ma il pensiero dell'uomo non ha limite fisso,
l'idea è feconda d'idea; l'indefesso investiga-
tóre dalla conformazione interna ed esterna
degli individui e dai loro costumi riconosce il
costante concorso di eguali rapporti che costi-
tuiscono l'affinità fra taluni, e marcano nel
tempo stesso la totale segregazione da altri :
una nuova scoperta è fatta: si caratterizzano
le classi, si pianta il cardine sul quale sì aggi-
rano tutte le Classificazioni. Qui taluno potrà
darmi la taccia di metodista, non lo sono; ma
stimo folle del pari chi crede la natura preordi-
nata a sistema, come chi opina si possa coll'u-
niaua intelligenza comprenderla senza seguire un
sistema. Dell'avviso di un illustre italiano, mi at-
talenti! figurarmi il creato un' immensa rete, leciti
maglie hanno contatto ed intreccio da tutte le
parti fra loro ; e pure mi è d'uopo slacciarne i
nodi, disfarli uno ad uno, per conoscerne la tes-
situra. Aristotile stesso era penetrato di questa
verità, e me n'è garante il modo ch'ei tenne
costantemente nel suo lavoro, la comparazione.
Dal generale scendendo al particolare, meri-
tano menzione il Capo 111 del Libro Vili, ove
parla del cibo, costituendolo uno dei caratteri
per le divisioni, donde i carnivori, i frugivori,
gli onnivori, ed altri; e le dettagliate descri-
zioni racchiuse dal Capo VII al XXXVI del
Libro IX. Le memorie sullo penne, sul volo,
sulle abitudini, sulle nidificazioni, sulle uova,
sparse qua e là, fanno prova di un'analisi più
accurata, primo pregio di un naturalista. Lungi
da me 1' idea che gli studi del filosofo greco
debbano essere il manuale del zoologo odierno;
una giusta ammirazione non mi fa travedere
cotanto; io non m'ebbi altro scopo Dell'accen-
narne i molti pregi, che far conoscere quali
immensi vantaggi ne scaturirono alla scienza;
che cercare che tutti convengano con me averci
Aristotile fatta la via, steso un piano facile
da seguire. Nelle epoche passate si deviò; ma
oggi sembra che avvedutisi del fallo si rinsa-
visca, e si rinvenga alla sorgente, per cercarvi
quella limpidezza, che nella corrente dei tempi
è stata tanto intorbidata. Talora scorrendo a
caso i|Uelle opere, che circolano dappertutto,
mera speculazione libraria, voglio dire alcuni
trattati enciclopedici, ai (piali si affida la ver-
gine intelligenza dei nostri giovani nella folle
speranza die ricevano una coltura su tutto,
quando invece non ne ridonda che una confu-
sione generale, mi avvenne di leggervi malme-
nata la fama dello Stagirita. Facile compito
ergersi censore dille opere altrui, quant'ò dif-
ficile imitarle. Il (litico coscienzioso deve ri-
farsi all'epoca dell'Autore che analizza, stu-
diai nei costumi, immedesimarsi nelle abitudini
di quei tempi, respirarne persino l'aria stessa.
Scrittorelli Bapien tacci, che non sapendo creare
nulla del proprio, mordono continuamente le
fatiche degli altri, stendono lunghi articoli
frutto non della riflessione ma calcolo del de-
naro; questi scrittorelli considerano Aristotile
del secolo diciinono. E in fatti solo a chi vive
nella luce del progresso, colla facilità delle
comunicazioni, coi pronti espedienti per im-
padronirsi di ciò che desidera, coi mezzi sicuri
per conservarlo, col continuo scambio d' idee,
con musei quasi in ogni borgata, con mille
opere da consultare, si può rinfacciare l'asser-
zione non giusta di alcune abitudini degli ani-
mali, le nozioni non esatte sulle specie, la
ripetizione di favolose credenze tradizionali in
(pici giorni, e qualche altra ben piccola mac-
chia in tanta vastità di dottrina. Ma il vano
cicaleccio non trova eco; e voi tutti, che giu-
stamente retribuiste d'encomio D'Alembert e
Diderot, essi che incarnando un ardito conce-
pimento fecero uno e concorde il lavoro dei
grandi viventi e trapassati, compendiando nel-
l'Enciclopedia tutte le creazioni e tutte le sco-
perte, ammirerete con me Aristotile, quest'uomo
più unico che meraviglioso, che nelle molte e
svariate sue opere tutto l'ambito della scienza
umana abbraccia coll'individualità d'un ingegno
prepotente.
PLINIO.
Nel difetto di opere speciali sulla natura, o
perchè nessuno dopo Aristotile, siasene occu-
pato con un vero metodo scientifico, o perchè
la vicenda dei tempi ce le abbia fatalmente
involate, c'è forza trascorrere quattro secoli
di silenzio pei nostri studi, e dalla Crecia re-
carci a Poma, per trovarvi il secondo dei na-
turalisti dell'antichità, (aio Plinio il Vecchio,
Ilio sguardo ai numerosi e diversi suoi lavori,
a una vita indefessamente divisa fra i doveri
del magistrato e le fatiche del guerriero ; fra
le lucubrazioni del filosofo e gli studi del let-
terato, fra. L'amena coltura dei viaggi e lo spi-
noso arringo dell'oratore, e nell'ammirazione
di tanta operosità saremo (piasi trascinati nel
ATLANTE o I : N 1 rOLOGII 0
117
dubbio sconfortante, che successivamente de-
crescano le forze fisiche e inorali dell'umanità.
Alcuno nel discorrere 'questi monumenti, leci-
tici dal sapere degli antichi, che a Btudiare
basta appena la vita, si dà a crederli meglio
che L'opera «li uno solo, il successo riassunto
di dotte produzioni che smarrirono, o almeno
le fobiche ili molti contemporanei, sotto il nome
«li un grande compendiate; ma a combattere
quest' opinione, che la vergogna troppo facil-
mente persuade, basta la lettela «li Caio Plinio
Cecilio a Tacito, che e ad un tempo la BUC
cinta biografìa <■ l'esatta enumerazione dei la-
vori incredibili «li suo Zio. Il più prezioso «li
essi, l'unico che ci rimani', è la Storia Natu-
rale in IrentaseUe libri, dove con un 'erudizione
sorprendente, infinita, variata «piasi come la
stessa natura, sono trattate pressoché tutte le
scienze e le arti. Ma, nel ricchissimo manuale
della Lingua del Lazio, nell'inesausta miniera di
peregrine e svariate cognizioni, nella vivacità
di uno stile fantastico, nell' arditezza inaspet-
tata d'immaginosi pensieri, se è colpito di me-
raviglia il lettole profano della scienza, non
egualmente avviene al naturalista, che op-
presso dalle numerose favole cerca invano
quell'analisi, che paziente s' interna nei più
reconditi recessi, con ordine, e accurata per-
severanza li indaga, «^ coscienziosa reca alla
luce del giorno frutto di sudati, diligentissimi
studi la verità. Storico non fedele, osser-
vatore non filosofo, Plinio ha ideato un pro-
getto troppo vasto, perchè uomo lo potesse
compiere; è inesatto nelle descrizioni, nella
nomenclatura confuso ed incerto, om messi i
caratteri di classificazione, o se accennati che
non spiccano né stabili, né essenziali, pecca
«li credulità, «li superstizione, di panteismo.
Nei settantacinque capi del Libro X, egli si
occupa degli augelli ; e qui la vita secolare
della fenice, la nascita degli ossifragi, la me-
tamorfosi del cuculo e d'altri uccelli, il pas-
saggio del .Mar di Tonto, insomma un conti-
nualo succedersi di favolosi racconti, non una
storia. Dove lascia spaziare l'immaginazione,
poeta-, dettò superbe descrizioni come nel
Capo XXI sul gallo, nel Capo XXXIII sui nidi,
e sopratutto nel Capo XXXYIII sui mezzi di
locomozione.
Nella giusta severità della critica esaminale
Plinio, naturalisti, non vi rinverrete, come so-
pra accennava né osservazione, né coscienza ;
filosoli, vi troverete tessuta L'interessantissima
storia del progresso della specie umana, tutti
nieraviglieremo con Buffon dell'opera di questo
uomo inspirato, che semina abbia misurata la
natura e trovatala ancora troppo piccola per
l'estensione del suo ingegno.
La grandezza romana dilegua, il Cristiane-
simo oppresso assiduamente mina i fondamenti
del vecchio culto degli idoli e lo scrolla; in-
numerevoli orde di stranieri, varii di nome,
eguali di barbarie, franta ogni diga, inondano
L'Europa, e i popoli nel turbamento della lede.
nell'incertezza della minacciata esistenza, stanchi
subiscono un necessario sonno di torpore. COSÌ
ci è forza scorrere un lungo periodo, che colli-
sile liere burrasche non solo non ha concesso
che sorgano nuovi studi, ma impedito il pro-
gresso degli incominciati, ina travolto preziose
memorie degli antichi. Lo storico, che segue
il sentiero corso dalle generazioni che ci pre-
cedettero, improvvisamente arrestato innanzi a
quest'immense lacune, è colpito da meraviglia
e d'avvilimento ; ma il filosofo scorge il genio
dell'uomo, incatenato dalla forza degli eventi,
dibattersi ; questa fiamma, che il cielo ci ha
immedesimata coli' esistenza, per tanto tempo
non spenta, compressa, mandar tratto tratto
scintille ; una face italiana abbagliare il mondo
(l'Alighieri, il poeta dell'immortalità!); e an-
tivede il secolo di Colombo, di Leonardo «la
Vinci, di Guttemberg, quando le numerose sco-
perte tutto sconvolgono, ricreano, per così dire.
il creato. Circa quest'epoca esuberante di vita,
noi pure incominciamo lo studio storico della
nostra scienza con Uelon e (Jesner.
BELON PIETRO (1518-1564).
Se la memoria «li un uomo maggiormente si
raccomanda quando alle gloriose sue azioni
siasi fatta compagna indivisibile la sventura,
a Pietro Belon non sarà mai per mancare una
somma rinomanza. Nato nel Maine circa il
1518, da poveri e oscuri parenti, lottò fino dalla
prima sua età coll'indigenza. Ma i granili, che
indovinano nello sguardo dell' irrequieto fan-
ciullo balenare l'ingegno, gli si fanno mece-
nati ed egli usa dei potenti loro mezzi solo
per dedicarsi indefesso allo studio. Quell'ar-
dente smania d'imparare, che in lui fu una
seconda natura, lo spinse a perigliarsi in tempi
malsicuri in viaggi lunghi e disastrosi per la
Germania. A Thionville lo arrestarono, riscat-
tato, non gli venne meno il coraggio o la lena.
Riviaggiò la Germania, scorse Italia, lincia.
Turchia, Egitto, Palestina, Asia Minore e ovun-
que osservando e raccogliendo da per tutto,
tornò nel 1550 a Parigi a pubblicarvi le innu-
merevoli e svariate sue cognizioni, a coordinare
118
ATLANTE ORNITOLOGICO
i tesori radunati mi differenti pellegrinaggi.
Qui mi cade in acconcili fermare l'attenzione
sopra un curioso contrapposto. Versò la somma
occorrente pel suo riscaldi un ignoto signore
solo perchè lo seppe conterraneo del poeta il-
lustre Konsarcl : ora gli si contende ostinata-
mente dai suoi colleglli e compatrioti l'ammis-
sione nella facoltà di medicina in Parigi.
Sempre questa legge straziante, il pane della,
sventura bandito sul desco dal fratello! Nel
1564, attraversando il bosco di Boulogne, re-
duce da altri viaggi, fu morto per mano d'un
assassino a quarantacinque anni. .Ma l'invidia
non ha serbato rispetto nemmeno allo sue ce-
neri disgraziate. Si calunniò e la calunnia fu
con tanta insidia tessuta che anche uomini
grandi e creduti le tennero fedo e inconsape-
voli l'accreditarono. Lo si disse servitore di
Gillio, suo compagno di viaggio, furatole dei
suoi manoscritti, dopo la morte di quell'eru-
dito pubblicati — a rubar fama — col proprio
nome; tardi sì, ma finalmente gli fu resa giu-
stizia, e la Francia va. a ragione superba di
avere dato i natali a Belon, uno fra coloro che
maggiormente la illustrarono nel risorgimento
delle scienze. Di un'attività infaticabile, di una
vastissima erudizione, antiquario e geografo,
agricoltore e naturalista, commentò e tradusse
opere degli antichi, dei paesi visitati, descrisse
popoli, costumanze, monumenti ; lasciò sull'a-
gricoltura un trattato, e fu primo a suggerire
l'idea dei giardini pubblici pel coltivamento
d'alberi esotici, dettò sui pesci e sugli animali
in generale. Ma il lavoro che più d'ogni altro
gli sopravvive, secondo anche l'avviso dei piò
illustri zoologi, è la Storia (Iella natura degli
augelli, colle loro descrizioni e ritratti al na-
turale scritta in sette libri ('). Compreso delle
verità che ha palesato Aristotile, ne seguì il si-
stema coll'istituire anatomiche comparazioni ( ).
vi intravide il bisogno di un metodo per meglio
comprendere, per ritenere più agevolmente que-
sto numero straordinario di esseri, dei quali si
occupa l'ornitologia. Ed ecco il grande che af-
ferra un' idea, intimamente convinto si tor-
menta per mandarla ad effetto, ora con attenta
meditazione la studia, ora con fantastico sbalzo
la tenta, incapace a persuadersi che se alla
.-coperta di un veld spesso è chiamato uno sol-
tanto, quasi sempre la sua attuazione perfetta
è riservata al lavoro lento e paziente ili molti
uomini insieme. Bisogna dividere, smembrare
li Parigi 1655| in lui.
(-') Vedi Libro I o specialmente Cap. SII (Comparazione
dello scheletro d'un uccello con quello d'un nomo).
quest'immensa materia per ordinarla, e Belon
riconobbe la necessità di una classificazione,
ma non seppe eseguirla felicemente. Ter questo
egli aggruppa gli uccelli secondo i luoghi che
frequentano, o il nutrimento che prediligono,
talora per conformità di abitudini, tal altra
per somiglianza di forma, sempre perplesso in
diverso sistema, mai fermo, mai sicuro in al-
cuno. Fu tra quei fortunati ai quali la Prov-
videnza ha concesso aprire questo arcano vo-
lume della natura, e per facilità e robustezza
di stile, per osservazione diligentemente minu-
ziosa. per esattezza di racconto (che se spesso
è troppo breve, spicea però per quella franca
lealtà che sottomette lo straordinario ad esame,
che accenna l'inverosimile dubbiando), la sua
opera ornitologica oggi ancora volontieri si
legge come utile, attraente, curiosissima. Essa
va corredata di ligure intagliate in legno, in-
gegnoso ritrovato che avvantaggia d'assai i
lavori dei moderni su quelli degli antichi, fa-
cilitando coli' esposizione al senso il compren-
dimento dello intelletto; ma sfortunatamente
sono così male eseguite da non dare il più
delle volte nemmeno l'idea di ciò che dovreb-
bero rappresentare.
GESNEE CORRADO (1516-1565).
Contemporaneo a Belon è lo svizzero Gesner;
figlio di un' ignota famiglia che doveano illu-
strare le sue geste e quelle de' suoi nepoti —
martiri o eroi sui campi di battaglia, di quel
libero paese — sortì i natali a Zurigo nel 1510.
La fortuna gli arrise dalla culla alla tomba.
Protetto e soccorso, visitò varie città della
Svizzera e della Francia e fermò dimora in
alcune per coltivarsi. Fu uno di quegli uomini
straordinari non nati alla specialità, che tra-
vagliati dal bisogno di apprendere, afflitti per
dir così da una continua sete, cercano estin-
guerla ad ogni fonte si pari loro dinanzi, ed
è perciò che lo vediamo a\ viccndare i suoi
studi Sulle lettere e sulle scienze; il precettore
di lingua greca a Losanna trasformarsi in dot-
tore di medicina a Basilea; se oggi pubblica
un catalogo di botanica in quattro lingue, do-
mani dare alla luco brani di letteratura o di
filosofia; stendere la famosa Biblioteca Univer-
sale e lilialmente il grandioso lavoro della Storia
Naturale. La parte più considerevole di que-
st'ultima è indubbiamente quella che abbraccia
il regno animale, della quale il III volume
stampato a Zurigo ha per tema gli uccelli. Vi
segue l'ordine d'alfabeto premettendo il nome
latino, cui fa succedere quelli di moltissime
ATI AN .'N li"
119
altre lingue. QuesI etodo curioso di dispo-
BÌzione ingenera disordine raccostando specie
del tatto per naturale disuguaglianza lontane
e viceversa, come l'applicazione «li tante ap-
pellazioni, clie se antiche non ponno riuscire
che ambigue, se moderne equivoche, quando
ne è grande la varietà anelli' nella medesima
lingua, anzi nello stesso paese, è sfoggio di
una dottrina che in verità tocca al prodigio,
ina qui l>iii che superflua, dannosa. Ila nozioni
utili sulle malattie, sugli usi, sui nutrimenti,
aggiunge particolarità inutili sulle ispirazioni
elio fornirono ai poeti, varie citazioni dei passi
degli autori, ch'egli addine per qualunque
ragione ne abbiano molto o j>oco parlato, ar-
ricchisce la sua opera di tavole generalmente
scorrette. Se non si può negargli coscienza,
bisogna del pari confessare che non ha reso
alla zoologia i servizi che prestò alla botanica,
pose le fila di un immenso ordito, lasciando
ai posteri il pensiero della tessitura, lìeneviso.
colmato di onori, la morte lo colse non ancora
compito il decimo lustro di età, e fu degno
suggello di una vita attivissima spesa pel bene
altrui. Avea combattuto accanitamente la pe-
stilenza che afflisse la sua patria, prestandovi
la sua coscienza e la sua persona; ma in capo
a due anni ne rimase affetto egli stesso. Ac-
cortosene volle essere trasportato nel suo stu-
dio e là neir assettare i suoi libri soccombette.
Corrado Gesner è vantato il Plinio della Ger-
mania — a buon diritto! Entrambi oltrepas-
sarono la sfera dell'umana capacità nell'ideare
il progetto, entrambi sviarono nell'esecuzione.
ALDROVANDI (1522-1605).
Come il peregrino che s? imbatte in persona
del proprio paese, che dopo lungo spazio di
tempo risente il desiderato suono della patria
favella, ad una eguale compiacenza si schiude
il mio animo oggi, che nel rifare il cammino
precorso dai grandi naturalisti antichi m' in-
contro in un nostro Italiano: l' Aldrovandi.
Spero che non verrò tacciato d'esagerazione,
se asserisco che le opere lasciatili da questo
Sommo valgono a rassodarci nell'opinione, che
quando sorge un Genio nella nostra terra la
sua azione è arditamente spiccata cos'i da pre-
cipitare l'avanzamento della scienza o dell'aite
a cui si consacrò. L'epoca, sulla quale richiamo
la vostra attenzione, è una certo delle più
splendide del nostro passato, il secolo di
Leone X, allora che i Municipi] Italiani, go-
\ il mintisi col reggimento della vera libertà, Com-
battevano la lotta generosa del progresso. Quanto
tesoro di luminose memorie, quale esempio im-
ponente pei posieii! Perdonate questa digres-
sione, i'lie un giusto orgoglio Ila originalo.
Bologna ha il vanto ili essere siala pallia
ad llisse Aldrovandi. Vi nacque da illustre
famiglia nella prima mela del secolo XVI
(1522). l'i un carattere si latamente vivace,
ili una intraprendenza ardila quanto mai. do-
dicenne diserta il teiio natale, abbandonando
la madre vedova e solo \ iene a Roma. Espa-
triato dopo quattro anni, imprende un lungo e
disastroso viaggio a piedi per l'Italia, la ["ran-
cia e la Spagna. Studia poscia legge e lisiea a
Bologna ed a Padova, riede a Roma, coopera
Mauro nel lavoro sulle antichità, scrive un
Irai (alo sulle statue egli stesso. È un genio
che ossesso dal bisog lei lavoro, ansioso lo
rena, lo abbraccia con frenesia sotto qualun-
que forma gii venga innanzi, presente che un
posto insigne gli è riservato, ma quale, ma
dove lo ignora; è ciò che si affanna a ricer-
care. Lo prime orine nella carriera segnate
dagli uomini illustri marcano spesso questo
penoso ondeggiamento di spirito, che il con-
temporaneo, ignaro della febbre che li assale,
giudica erroneamente o pazzia o perplessità.
Ma avvicinato l'illustre Rondelet, coll'assìsterlo
nel trattato sui pesci Aldrovandi si sente pre-
dominare dalla passione per le discipline na-
turali; ecco finalmente lo ha trovato, è questo
il campo dove quel suo prepotente ingegno potrà
spaziare. A I'isa perfeziona sotto il Ghini
(grande come maestro, più che come autore)
lo studio della botanica intrapreso a Bologna,
ove appresso nel 1553, presa la laurea in filo-
sofia e medicina, diviene professore prima di
logica, indi di filosofia, alla fine di botanica.
Liberalmente prodigandovi le avite ricchezze,
sorretto dalla munificenza del Senato Bolognese
e dagli splendidi doni degli Ottimati Italiani,
piantò un giardino botanico, raccolse un granile
musco, mise assieme una copiosa biblioteca di
libri scientifici. Su queste salde basi ha fon-
dato un monumento : la sua Storia Naturale.
indici volumi in foglio. Quattro solo (i primi)
furono da lui pubblicati, gli altri nove sono
postumi, egli li aveva legati, grato delle bene-
merenze ricevute e della pensione ottenuta in
tarda età, al Senato di Bologna, assieme al
Museo, alla Biblioteca, e ad un numero stra-
grande di lettere, note, trattati e osservazioni,
die si conservano preziosamente in quell'insi-
gne Istituto. Discorrendo quii manoscritti ine-
diti di architettura, di pittura, di antichità, di
musica, di poesia, di arti meccaniche, di cri-
tica, di storiti, di geografìa, di proverbi, di
120
ATLANTE OKN] fOLOGICO
matematica, ili filosofia, «li medicina, di mo-
rale e perfino di teologia, bisogna confessare
elio nell'universo scibile Aldrovandi ha lasciato
una traccia profonda di una versatilità emi-
nente, di una infaticabile operosità, di una eru-
dizione prodigiosa, bisogna ammettere eoi Me-
rosio che egli fu l'Ercole degli scrittori.
È erronea l'asserzione di Lindenio e d'altri
sulla miseria che afflisse la sua tarda età, come
è falso del pari eh 'ci morisse eieco ricoverato
allo spedale. Vi sono biografi i quali, quasi
che a costituire la gloria abbisognino ingrati-
tudini e persecuzioni, svisano gli avvenimenti
a danno della verità, e credono avvantaggiare
la fama del lodato quanto più denigrano la
condotta dei contemporanei verso di lui. È un
tatto die Aldrovandi morì (1605) ricco e colmo
d'onori, come è un fatto che la sua figura si
rileva' abbastanza nello sfondo dei tempi per-
chè non sia d'uopo irradiarla davvantaggio col-
L'aureola del martirio.
Rare volte accade di poter formarsi un'idea
cos'i chiara, tanto esatta di un'Opera, come
dalla seguente leggenda dell'Ornitologia tV Al-
drovandi : Ornitologia, cioè Delia Storia degli
Uccelli Libri XI 1 nei quali si descrivono gli
Uccelli, descrìtti si sottopongono figurati agli
occhi dei lettori, la loro natura, i costumi e le
proprietà per modo si dichiarano, che facilmente
(jiii possa trovarsi ciucche occorra dire intorno
àgli Uccelli. Pazientate che io vi enumeri le
intestazioni di un Capo per provarvi la verità
del mio asserto, e precisamente del primo,
quello sulle Aquile. Genere, dignità, nomi, si-
nonimi, l'orma, sensi, sesso, scili, volo, costumi,
docilità, voce, coito, incubazione, generosità, tem-
peranza, liberalità, 'pugna, antipatia, predo, ma-
lattie, storia, ani/uri, ieroglifici, emblemi, /aride,
apologì, uso in medicina, nei cibi, nelle ciiciie.
nelle costellazioni, nelle insegne, nelle immagini,
negli scudi, nelle armi gentilizie. Novanta pa-
gine (formato in t'olio) trattano delle cose enun-
ciate. Ora quando vi avrò detto che con mag-
giore 0 minore prolissità tutti i capitoli abbrac-
ciano i soggetti suesposti, che la sinonimia, è
ricca di diciannove linguaggi, che cinqueceu-
toottantuno sono gli autori citati, io spero
avervi convinto essere compendiata l'opera in
quelle parole: che facilmente i/ui possa trovarsi
checche occorra dire intorno agli Uccelli. In un
lavoro così traboccante di erudizione, al cui
confronto la Storia di Plinio è un compendio,
nou è a meravigliarsi se abbondano gli errori.
Per questi studi giganteschi cusa è la vita ili
un Uomo? Per quanto si cerchi sopprimere le
lacune, non si vince un ostacolo insormonta-
bile: il difetto del tempo; per le condizioni
poi ilei secolo nel quale visse, il nostro Alitim-
ela impossibilitato di verificare tutto da sé,
dovette quindi valersi assai dei lavori altrui.
Scendendo al particolare, del Volume Primo
citerò a modo d'esempio nelle seicento pagine
degli otto Libri, che trattano sui Rapaci, gli
Avvoltoj pei falsi caratteri generici; le Averle.
questo anello di congiunzione fra due ordini,
confuse fra i Nibbi e le l'ojane; il Cuculo co-
mune non solo erroneamente specificato, ma ciò
che è stiano e che marcherebbe un'imperdo-
nabile trascuratezza di analisi, forse per leg-
gile somiglianze nell'abito, messo fra i Rapaci
diurni, come nei Rapaci notturni, perchè not-
turno, il Nottolone; ed il troppo agevole tro-
vato di designare coinè ibridi quegli uccelli,
che gli erano poco noti e che a prima vista si
avvicinano a due gruppi. Divide con altri Au-
tori antichi l'errore di ammettere i Chirotteri
fra gli Uccelli, abbenchè dia a conoscere di
dubitarne dal titolo imposto al Libro IN dove
ne tratta (Degli Uccelli di media natura cioè in
parte quadrupedi"! in parte uccelli) e dove com-
mette un nuovo sbaglio nel collocare lo Struzzo.
Fantastico è il Libro X, basta citare la indi-
cazione: Degli Uccelli favolosi. Neil Libro XII,
considerando clic fu falso il punto di partenza,
non dobbiamo meravigliare se è falsa la via
che percorse. Vi discorre dei Corvi e degli altri
Uccelli, che hanno il rostro duro e robusto, e
quindi considerandoli sotto quest'unico punto
di osservazione, unisce generi ben differenti,
come i Beccofrusoni, i Picchi, i Crocieri, i Ri-
gogoli etc. etc. A proposito anzi di questi ul-
timi falsifica anche la tavola del nido rappre-
sentandolo rotondo, quando invece è negli Au-
tori tutti e negli esami diretti, clic ini avvenne
di l'are, lo trovai sempre emisferico tessuto sopra
una biforcazione. Credetti bene segnalare questo
errore, perchè uno dei pochi che s' incontrano
nei disegni di Aldovrandi, i quali, inteso sem-
ine dogli Uccelli e nidi comuni, in generale
sono eseguiti con molta fedeltà.
Passando ora al Volume Secondo io mi devo
permettere egualmente di annunciare di volo
nel Libro XIII (Degli Uccelli polvei'izzatori sil-
vestri) quella bizzarra preferenza accordata alla
splendidezza delle penne o all'eccellenza delle
carni, dal che naturalmente origina un'immensa
confusione, quale l'agglomeramento dei l'olii
d'India, dei fagiani, degli Urogalli colle Otarde
e cogli Occhioni, delle Tei niei e delle Quaglie
cogli Ortolani a tacerne tanti altri, qui però
troviamo un compenso nella verità delle fa-
vole. Fra i Polverizzatori che si lavano (Li-
ATI. ANI I ORNITOLOGI) 0
Ili!
bro. XV) i Colombi sono assieme colle Passere.
Nei Baccivori (Libro XVI) coi Tordi,' gli Storni
ed i Prosoni. Noi Vermivori (Libro XVJI) alle
Rondini sono associate !<• Pernici ili mare, i
Rondoni olle Upupe, le Cincie alle Ballerine,
le Maciole alle Capinere, eciò cheè strano com
presivi perfino i Ciuffolotti. Chiunque poi esa-
ìii ini la disparità delle specie (Silvie, Fringille,
LodOle, eie. ele.i disdille nel Libro XVIII,
i Canori, dovrà concedermi che L'Autore lo
ideò (piale un ripostiglio acconcio a. radunarvi
quegli Uccelli che, in una classatone tanto ca-
pricciosa, inni aveano' trovato altro posto.
In sistema del tulio contrario a quello te-
nuto pei dui' primi, addotto l'Autore nella
classificazione pel terzo ed ultimo Volume. Si
direbbe che quella mente profondissima avesse
esaurita tutta la vena della imaginativa, 0 che
spossata dall'improbo sforzo di attenersi ad una
distribuzione cosi minuziosa e sconnessa, si
tosse lasciata vincete dal bisogno di affrettare
la line del grandioso lavino. È perciò die noi
troviamo due soli Libri: il XIX dei Palmi-
pedi o il XX degli Uccelli clic slatino presso
le acque. Prima però di emettere questa se-
conda opinione, io ho voluto sottopolla al giu-
dizio, che meritamente apprezzo, di due scien-
ziati miei amici i cui nomi la loro modestia
non mi permette di pronunciare". La piena con-
fermo., die n'ebbi, valse a diradarmi il sospetto
che travolto, come ero, dal vortice di una eru-
dizione esuberante e contusa travedessi in Al-
drovandi quell'ansia di venirne a capo, che
intieramente dominava il mio spirito. Difatti
il mio spirito si trovava in questo momento
nella condizione di un fanciullo, che dopo avere
errato a lungo negli ini ricali sentieri di un la-
birinto, siano pure ombrosi ed ameni, si sente
sopraffatto dalla penosa impazienza di uscirne.
Se fra i Palmipedi nel Libro XIX noi troviamo
inclusi dei lobi pedi e dei grallatori, come la
Monachina e il Suasso, e sci pei primi le pinne,
pei secondi le palme dei diti possono in qual-
che modo attenuare L'errore, il solo fatto che
abitano lungo le aeque non basta certo a giu-
stificare nel Libro XX fra, gli Uccelli di ripa
la collocazione del .Merlo acquaiolo, che abita
i monti, o di un Alcione o Passero che dire si
voglia., qual'è il Martin pescatore.
l'assali così in una rapida rivista i tre Vo-
lumi dell'Ornitologia, veniamo ad un cenno
sull'insieme dell'i Ipera.
f; facile, che chiunque interroghi, quanti eb-
bero a discorrere dell'Aldrovandi, non sappia
darsi ragione di tanta discrepanza nei pregiu-
dìzi!; io mi confermo in una osservazione che,
ripetutamente verificata mi ha adatto convinto;
ed è che la rinomanza degli nomi ni attraversa
sovente varie fasi; in vitti l'inviditi la rode;
Sopraggiunta la morte, quasi a compenso l'e-
sagerazione la ingigantisce: il tempo, quesiti
giudico tranquillo, la mette spassionatamente
nel vero suo posto, donde non viene tolta che
quando dopo molti anni L'esagerarla di nuovo
serve ad impicciolire a proprio vantaggio i me-
riti di un contemporaneo, o almeno di uno die
troviamo a noi più vicino per la via del pro-
gresso. Devo citarne un esempio.' Qui me lo
otite Buffon, il quale non è forse tanto parco
di encomio col creatore delle scienze naturali
Linneo, quanto è prodigo collo Aldrovandi ?
Dia non mi negherete che la pentiti dell'in-
signe francese (anche a sua insaputa, se così
vi piaci' ritenere) fosse, guidata da un ecces-
sivo amor proprio nel vergare quelle pagine,
che magnificando i meriti dei nostri Autori,
diminuiscono quelli assai maggiori dello •"sve-
dese. Amai inarcare il carattere per lue spic-
cante dell'elogio di Buffon, elogio tanto, anzi
troppo abusato dagli apologisti più fanatici di
Aldrovandi. Sotto l'impero di giudizi così
discordi, è ben difficile alla critica serbarsi
seria ed imparziale. <'iò premesso!, io entro
nieiio liiuliatite nell'argomento, confessando
che non intendo di esporre che modestamente
e in breve le mie impressioni.
È per ine Aldrovandi un pittore felice, ed
originale, non è uno scienziato ; perchè la sua
opera non è hi storiti dei fatti ; egli non inve-
stiga, non analizza, non medita, dipinge. Do-
tato di un ingegno multiforme, quindi vero
Italiano; non valse ad arginarlo, non seppe
dominarne la vasta comprcnsività; e se il genio
negli uomini eminenti non è che la pazienza ('),
questo dono gli e fatalmente mancato. Aderisco
a chi lo accusa di idee vaghe e indeterminate,
non però a chi me lo presenta come il sem-
plice plagiario di Aristotile, o quello che è
forse peggio, come un commentatore che l'o-
scura: respingo la taccia che mancante affatto
di giudizio e di critica, non avesse altro scopo
clic d' ingrossare hi sua opera. Io lo ritengo
più credulo che poco curante del vero; panni
che per l'analisi gli mancassero il tempo e
l'opportunità; alcune osservazioni alle quali
volle o potè applicarsi le trovo esatte, conio
ad esempio quelle sullo sviluppo del pulcino
nell'uovo; non vi vedo quell'abituale inesat-
tezza nelle citazioni di cui alcuno si piacque
addebitarlo. Finalmente quanto aliti classitìca-
(') Wauveuarguoa.
Atlante ornitologico. — Parto I
122
ATI.ANTK ORNITOLOGICO
zione. lodando i suoi sforzi per tentarla, am-
metto il fallo (e chi noi riconosce, e gravis-
simo?) di avella basata sopra principi che lo
trassero all'innaturale unione di generi dispa-
valissiini. ma non lo chiamo in errore perchè
in luogo «li attenersi ad un unico criterio, ne
ha seguiti diversi. L'accusarlo «li questo è per-
donabile appena a chi non vede nella natura
che un blocco di domabile argilla, che possa
l'uomo a suo talento plasmare, e che non co-
nosce quanto essa sia insofferente ai freni dei
sistemi scientifici.
Davanti l'opera dell'immortale Bolognese io
mi sento colpito di ammirazione, come davanti
ai nostri antichi monumenti: il tempo li rispetta.
scuola ai posteri ed eccitamento!
(•LINA (1684).
Abbenchè più cinegetica che ornitologica, io
non posso esimermi dal raccomandare all' at-
tenzione degli studiosi un'operetta divenuta
rara e ricercata: l'Uccelliera di Giovanni Pietro
Olina Novarese, edita in Roma nel 1684.
Le descrizioni delle varie caccie vi sono fatte
con molto chiarezza, e quantunque semplicis-
sime, la loro lettura non manca di amenità.
Da esse chiaramente traspare come gli uccelli
fossero allora più domestici che oggidì. La scar-
sità delle abitazioni, una popolazione meno fitta
nelle campagne e le campagne poco coltivate,
e perciò quasi deserte, dovrebbero a prima
giunta fai' credere che l'isolamento influisse
per rendere gli uccelli selvaggi: ma bisogna
invece convincersi che in essi, come in tutti gli
animali, predominando il sentimento della pro-
pria conservazione, il maggior contatto col-
l'uomo non fa che creare il sospetto, raddop-
piare l'astuzia, soltanto perchè vi avvertono un
nemico. Ho creduto fermarmi sopra questo
fatto, segnalato anche dalle osservazioni dili-
genti di moderni viaggiatori, che mi prova
all'evidenza come gli uccelli non temano la
novità, ma l'agguato; poiché è un fatto che
ha un'assoluta importanza per chi, al pari di
me, trova in loro un ausiliario potente all'a-
gricoltura, e cerca assicurarselo, oltreché eoi
frenarne la persecuzione insensata, circondan-
done di agi la vita. Quanti invece si schierano
nel campo contrario, e duolini vedervi natu-
ralisti d'altronde i aspettabilissimi, quanti so-
stengono essere gli uccelli non solo innocui,
ma perfino dannosi ai nostri raccolti, ne esa-
gerano la diffidenza, perchè ciò torna a loro
vantaggio per combattere, come inutili le ap-
plicazioni dei nidi artificiali e quant'altro stu-
diosamente si tenta, onde popolare i nostri
boschi e le nostre campagne di questi preziosi
alleati.
Ma io ritorno all'Uccelliera, dove l'i 'lina col
suo stile facile e piano piacevolmente m'istruisce
e l'occhio si allieta nelle venuste incisioni che
l'adornano. Infatti l'autore allo sfoggio di co-
noscenze estesissime sulle varie uccellagioni,
che con minuta accuratezza mi narra, sul go-
verno, sugli alimenti, siili' accecamento, sulle
mute, sulle medicine pegli uccelli captivi, sul-
l 'acconciare le pelli, nelle descrizioni delle
cinquantanove specie, che ha stese, aggiunge
osservazioni particolarissime e nuove. Analitica
è quella per l'appunto sul pigolìo del fior-
rancino, (piasi un ravvedimento dell' averlo
confuso col reattino, e fu guida forse ai recenti
ornitologi nel creare la tribù dei pigolanti ;
veritiera l'altra sull'agevolezza della capinera,
penetrante una terza sulla mobilità della man-
dibola superiore e sul modo con cui il pappa-
gallo si serve della zampa e del rostro. Se
addita attività terapeutiche, allora indisputa-
bilmente attribuite alle carni degli uccelli, lascia
spesso trapelare che dubita della loro efficacia,
talora perfino la nega, ciò che è notevole in
un giurista, (piale egli era. Davvero che ha
saputo spogliare il suo racconto dal prestigio
affascinante del soprannaturale, schermirsi dalle
attrattive del favoloso, due scogli pericolosi oggi
ipiasi inevitabili in quei tempi, nei (piali la
scienza era l'ambito retaggio di pochi, ed il
suo merito generalmente si giudicava non alla
stregua giusta della verità, macoli quella nebu-
losa del mistero. Ora devo aggiungere un'ul-
tima parola sulle stupende figure a bulino del-
l'Uccelliera. Le incisero il Tempesta e il Vil-
lainena; dei (piali se nell'ultimo il pregio de]
facile intaglio e dell'ottimo disegno rimane
alquanto ecclissato da un certo manierismo nei
contorni ; il primo si fa rimarcare per la si-
curezza del tratto, per la verità delle pose, per
una vivacità tale di tocco, che manca il colo-
rito, ma non manca la vita, anzi si direbbe
che (piasi no spicca anche il moto. Mi accu-
seran io lo prevedo, di essermi soperchia-
mente allungato nella critica di quel cimelio,
che è l'operetta di olina, ma io sono certo che
chi, invogliato dal mio elogio si farà a scor-
rerla, non troverà esagerato di troppo il biso-
gno che provai di renderla conosciuta, compa-
tendomi del resto: è nostro Nazionale.
GERIN1 GIOVANNI, Storia Naturale degli Ce-
nili, voi. 5, con tav. di S. Manetti, L.
Lorenzi e V. Vanni. Firenze 17(>7-177ti.
Mi Wli 0BNITO1 OGH '•
123
Opera considerevole più ohe :ili 1 <> pelle ta-
vole colorate dello quali va adorna <■ che pei
quei tempi ivano di rara bellezza, né si deve
far attenzione alla positura grottesca ili molti
uccelli, porcile in allora si usava prendere
come modelli animali imbalsamati e non sog-
getti viventi o bene itati. Il testo è in gran
parte quello di Urisson {Ornili/. lTiiOj. Diversi
Autori e tra questi lo Sliarpe ed il Madarasz
hanno accettato alcuni nomi proposti dal (Sc-
rini, come quello di Falco mirili US etc: ma io
non lio creduto di seguirli, non essendo il Ge-
rmi di regola Autore binominalista.
RANZAN1 CAMILLO, Elementi di Zoologia,
'Ionio III. contenente la Storia Naturale
degli recelli, nove parti. Bologna 1821-
1 s'->6.
Ottimo lavoro per descrizioni di livree e di
costumi e meno noto di quanto meriterebbe.
SAVI PAOLO, Ornitologia Toscana, voi. 3,
Pisa 1827-1831.
Possiamo dire clic anche oggi quest'opera
è la migliore del genere che abbiamo in Italia.
Le descrizioni degli abiti, dei costumi, delle
caccie etc. sono in gran parte originali, esatte
ed in generale inarrivabili per chiarezza e brio,
la distribuzione geografica, per sé stessa dilet-
tosa, dati quei tempi risulta molto accurata;
la classificazione è quella del Temminck [Man.
d'Om. 1815). Il Savi descrisse come nuovo il
Falco pojana che non è differente, dal /•'. buteo,
accennò ad una Sylvia Pajolae che è il gio-
vane della Sylvia nisoria, fece pel primo co-
noscere la Sylvia (Looustélla) luscinioides ottima
specie, hi MotaeiUa cinereocapilla che io misi
tra le forme delle M. flava etc. Sorpassando
ad alcune piccole mende, l'opera mantenne
sempre la sua grande riputazione ed essendo
divenuta assai rara, un provvido Editore, il
Lemonnier di Firenze, pubblicò un 2" edizione
col titolo di Ornitologia Italiana e con prefa-
zione del tiglio Adolfo Savi. Ma tanto la 2' edi-
zione che la ristampa del 1900 peggiorarono
la la, essendosi introdotte specie che non ven-
nero colte entro i confini italiani, eliminate
altre che dovevano esservi incluse e per nulla
corretti i pristini ertoti : fu nude che le nuove
edizioni di un'opera di tanto merito come
V Ornitologia Toscana di Paolo Savi non siano
state affidate a qualche distinto Ornitologo (e
non mancava in Italia) come opportunamente
fu fatto in Inghilterra pelle varie edizioni dello
Varrell, British Hinhed in altri simili casi, ove
le ristampe riuscirono sempre di \ ero miglio-
lamento.
BONAPARTE C. I... Iconografia della l'anna
Italica, Uccelli, t. I, pi. 2"; Soma ina-
imi, con tav.
Le tavole sono bellissime per esecuzione ,
per rassomiglianza e rappresentano uccelli rari
o poco noti. Il Bonaparte incluse tra gli Uc-
celli Italiani alcune specie che allora non erano
veramente tali, ma che però in parte lo furono
poi (Gerthilauda desertorum, Lomvia traile etc)
altre sono nominali {Alauda cantarella, Lanu
capislratus etc.), poi ad esempio la sua 7'.';»-
ber-iza Duraezoi è identica a certi individui
dell*/-.', pusilla e dell'/-.', sohoenichus ed il /.«™s
Lamìrnischinii al L. gelastes.
SALV ADORI TOMMASO, Uccelli nella pt. -
della l'anna d'Italia, Milano, 1n7'_\
i 'pera notevolissima, perche dà un quadro
(salto e veritiero dell'Avifauna Italica e credo
sia difficile condensare in un numero piuttosto]
list retto di pagine tutti i dati eccellenti che
questo noto Autore offre sulle livree delle
singole specie, sulla loro distribuzione geogra-
fica in Italia, sui costumi e sullo stato della
Scienza Ornitologica in quel tempo, per cui
panni indubitato che il lavoro del Salvadori
per rigore scientifico superi di gran lunga quello
del Savi. Le specie accettate come italiane sono
■ili, ma alcune di esse (Looustélla Jluviatilis,
Lotus leucophthalmus etc.) vennero poi susse-
guentemente cancellate dallo stesso Autore. E
qui sento il piacere di testimoniare il mio sin-
cero plauso all'ottimo amico Conte Salvadori,
che tra gli Ornitologi Italiani certamente ec-
celle per ingegno, per sapere e peli' imparziale
giudizio.
GIGLIOL1 E. II., Elenco delle specie di Uccelli
ehe trovami in Italia etc, Roma, 1881.
Lo stesso, Avifauna Italica (per servire all'In-
chiesta Ornitologica in Italia), Firenze,
1886.
Lo stesso, Avifauna Italica (Primo Resoconto
dei Risultati dell'Inchiesta Ornitologica in
Italia), Firenze. 1889, 1890, 1891.
L' Illustre, Direttore del 1!. Museo di Firenze
e Capo dell' Ufficio Ornitologico Italiano nelle
suesposte pubblicazioni ha estesamente parlato
sugli Uccelli Italiani, i primi due lavori sono
originali, nell'ultimo diviso in tre volumi rag-
gruppò, coordinandole diligentemente, le no-
tizie offerte dai Membri dell'Inchiesta Ornito-
logica in Italia, fili studiosi vi trovano molto
124
ATLANTE ORNITOLOGICO
o svariate osservazioni più die altro sulla di-
stribuzione geografica delle varie speeie e sulle
più notevoli catl me avvenute, e invero può dirsi
lavorìi completo, Se qualche inesattezza si av-
verte nei dati forniti, issa deve attribuirsi alla
difficoltà di trovar dovunque corrispondenti
coscienziosi e di vera competenza scientifica ed
alla quasi impossibilità di indagare in unni
singolo caso la verità delle provenienze. I >rl
resto l'Ufficio Ornitologico Italiano non avrebbe
potuto trovare un Direttori' così zelante ni
operoso come il Professore Giglioli e della cui
valentìa fa sicura prova 1' inarrivabile Colle-
zione t'entrale dei Vertebrati Italiani del R. Mu-
seo di Firenze, ove sono racchiusi tanti te-
sori e che venne compiuta in un tempo rela-
tivamente molto breve. 1/ Elenco comprende
412 specie (per mera dimenticanza venne ora-
messa la Terekia cinerea), V Avifauna 44:ì, il
primo ed il secondo volume dei Risultati del-
l'Inchiesta 450, nel terzo vennero aggiunte il
Palco barbarne, la Motacilla fava beano e
VApus affini*. Mi associo pienamente al parere
dell'Egregio Conte Salvadori nell'escludere dal
novero delle specie Italiane il Gaprimulgus
asiaticus, VAgelaeus phoenieeus, la Dendrocycna
javanica etc. E giacché mi trovo su questo ar-
gomento, non posso astenermi dall' accennare
a un fatto, che se fosse quale certi sospetti
indurrebbero a ritenere, meriterebbe severo
biasimo. In Italia ho osservato da vario tempo
che vi sono alcune località ove gli Uccelli cosi
detti rari siano settentrionali o meridionali,
siauo orientali od occidentali sembrano fare a
tiara per darsi convegno e queste località par-
ticolarmente benemerite sarebbero ad esempio
Nizza, Sarzana e qualche altra e tra queste
una situata nel bel mezzo della Valle Padana,
Non nomino persone, ma con la franchezza riu-
nii distingue e con quella pratica che acquistai
e come cacciatore e come ornitologo, dichiaro
che ho sempre avuto il sospetto che tali sog-
getti in quelle località siano bensì comparsi,
ma arrivandovi sempre o quasi sempre in pelle.
Così io diffido di tutti gli esemplari che vedo
nelle Collezioni con quelle provenienze direi
quasi prestabilite e ritengo che pur troppo per
essi siano stati introdotti nella Scienza errori,
che torna impossibile di correggere.
Il Griglioli ha pubblicato anche una'lcono-
yrafia dell'Avifauna Italica, della quale usci-
rono circa fio fascicoli Con 300 tavole colorate,
molte delle quali veramente buone, il lesto è
in gran parte quello dell'Avifauna Italica (18S6)
con l'aggiunta di brevi diagnosi; purtroppo
questo lavoro, che sarebbe riuscito un cimelio
per la Scienza e per l'Arte Italiana, è rimasto
interrotto, lasciando poeo speranza ohe venga
compiuto.
SALVADORI TOMMASO, Elenco degli Uccelli
Italiani. Genova, 1887.
Questo Elenco è fatto sul tipo delle Liste
pubblicate dall' Unione Ornitologica Inglese e
da quella Americana. Contiene brevi sinonimie,
il significato, l'origine, e. l'etimologia dei nomi
generici e specifici ed alcuni ragguagli sulla
distribuzione geografica delle singole specie.
La classificazione e affatto moderna e vi spicca
dovunque quella chiarezza e quell'esatto di-
scernimento scientifico che sono i pregi ili ogni
lavoro del Conte Salvadori. Neil 'Elenco il Sal-
vadori annovera 512 specie, delle quali 428 se-
condo lui appartengono veramente all'Avifauna
Italiana e 74, chiuse tra parentesi, egli dichiara
ammesse fra le Italiane per errine o senza prove
sufficienti.
MART0RELL1 GIACINTO, Monografia illu-
strati! degli Uccelli di Bapina in Italia.
con fotoincisioni e tavole sincromiche,
Milano, 1895.
Il diligentissimo Prof. Martorelli ha illustrato
con molti disegni e tavole da lui ottimamente
eseguite i Rapaci Italiani, servendosi del ma-
teriale della stupenda Collezione Turati di Mi-
lano. E un lavoro di grande utilità allo stu-
dioso, ed il miglior augurio si è che tale opera
venga, completata per tutti i rimanenti gruppi
degli Uccelli Italiani.
Queste sarebbero le opere più importanti
sull'Avifauna Italica in generale, nuove specie
furono aggiunte con semplici note, dal Salva-
dori quali il Falco punicus, la Menila torquata
al/iistris, VApus a/fnis, la- Motacilla fava
lncnm. VAegialitis asiatica, le apparizioni del
Sywhaptes pa/radoxuè etc, dal Ninni pella
Somalcria spectdbiUs, dal Ferragni pella Sylvia
ninni, da. me pella Calliope calliope, pel
Unico Unico ilcsertoriim , peli' Aquila rapax ,
pella. Motacilla citrulla etc. Per Regioni clic
quantunque non appartengano politicamente
all' Italia, pure da parecchi Autori sono am-
messe quali parti geografiche integranti, come
il Trentino e la. Dalmazia, abbiamo i lavori
dell' Althammer, dell'Unterstefner e di recente
gli accuratissimi del mio amico Prof. Agostino
Bonomi e ili Oraziano Vallon, pella Dalmazia
gii altri del Micliaelles, di Eggenhofifer, del
Washington, di Kolomhatovich, dello Scliia-
vuzzi e sopratutto del Brusina, che raccolse
preziosi materiali pel Museo di Zagabria. Se il
ATLANTI-'. ORNITOLOGI! 0
1 23
Trentino lui un'Avifauna prettamente Italiana,
la Dalmazia, secondo me, non mio compararsi
nei riguardi scientifici al nostro paese, poi solo
l'alio che pareccliie specie orientali vi sono fre-
ipienti o vi compariscono di tratto in tratto.
Il Veneto ciedo sia la regióne d'Italia meglio
nota. Quantunque non abbia una propria Avi-
fauna locale del tutto esauriente. Esso conta i
Cataloghi generali del Martens, del Contarmi,
del Nardo e del Ninni ed i parziali del Pollini,
del Baseggio, del Naccari, del Catullo, del Perini,
del De-Bctta. dell'Arnioni Degli Oddi, del
Dal l'ionie, del Valimi, del Tcllini e di pa-
recchi ancora.
E qui cito alcuni lavori che abbiamo sul Ve-
ronese, che è una delle provincie più interes-
santi del Veneto, ed altri che olirono speciale
importanza.
1. POLLINI CIRO, Maggio al Lago di Garda
e al molile llaldo etc, vedi Biblioi/r.
E uno dei primi lavori sugli Uccelli del Ve-
neto l'atto senza rigore scientifico; dopo i nomi
manca perfino quello dell'autore, che io sup-
porrei fosse lo Gmelin, dal l'atto che ne adottò
la classificazione pegli Insetti (pag. 29).
Annovera (pag. 23-24) specificamente diversi
il Coìymbus glacialis dal 0. immer, il C. cri-
stalli* dall' urinalo)-, scambia (pag. 2(5) il Te-
lino francolinus col T. bonasia, chiama il Tur-
ilns iliacus Tordo comune o Bottaccio, ed il
T. musieus Tordo sassello o Malvizzo (pag. 27).
.Non elenca fra gli Uccelli del Garda il Larus
riilibiinihis, il Colymbus arcticus e septentrionalis
e la sua lista comprende all' incirca 150 specie.
È invero l'elenco più misero dell'Ornitologia
Veneta, e la mancanza assoluta di notizie sulla
frequenza, sulla nidificazione, sul passo od altro,
la scarsità delle specie ammesse, lo scambio
di alcune lo rendono un lavoro poco apprez-
zabile.
Dopo questa pubblicazione, comparve un
opuscolo col titolo : « Osservazioni di Cenomio
Kiiganeo intorno al viaggio al Lago di (iarda
etc. del dott. Ciro Pollini. 1817». È un'acre
ed astiosa critica, vi si dice che l'opera del
Pollini è tutto un plagio; copiato il Catalogo
dei Pesci dal Tommaselli e le due specie
nuove determinate dal Kenier; quello degli ec-
celli compilato dal francese Lorrè e dal Conti etc.
E invero una critica poco opportuna e poco
commendevole, perchè sente troppo di pole-
mici. Nello stesso anno rispóse Deuterio Be-
nacense con lo scritto « Rispósta di Eleuterio
P.enacense alle osservazioni di Cenomio l'.u-
ganeo intorno al viaggio etc, del dott. Cito
Pollini. Timepoli, lslT » vivamente ribattendo
e contraddicendo le asserzioni del Cenomio.
Se trOTO doveróso attenuare il biasimo alle
molte imperfezioni del lavoro del Pollini, ri«
Sottendo .alle condizioni del tempo remòto in
cui fu steso, panni del pari inutile occuparci
degli scritti suaccennati che gli successero, nei
quali la polemica, anziché ispirarsi alla sco-
perta del vero in servizio della scienza, scese
nell'ingrato campo della personalità partigiana.
2. VOLTA n s. GIO. SERAFINO, Descrizione
<I<1 Lago ili (larda etc, vedi Bibliogr.
L'Autore dice che gli Uccelli del Lago con-
sistono (pag. 13): « in alcune sorte di Anitre
comuni nella stagione del freddo alla maggior
parte dei laghi e dei fiumi, in Merghi, Foli-
che, Colimbi. Lari, Fenicopteri, Ai-dee, Palli
ed altri simili generi di volatili acquatici ».
Introduce fra gli abitatori del Benaco anche
il Fenicottero, mentre vi è specie accidentale
e molto rara.
Poscia si dilunga a parlare (pag. 13-15) di
una specie di Motacilla, cui dà il nome di M.
montana e ne unisce la tavola col nome vol-
gare di Francolino. Il testo mi pare le assegni
caratteri che possono essere propri] ad una
Motacilla ed alla Frinijilla montifrinijilla, men-
tre la figura sembra rappresentare un Tordo
leucocrostico ! Né io so, né lo sa lo stesso mio
amico Amadei di Salò interpellato, che si ap-
plichi sulle rive del Garda il nome di Fran-
colino ad alcuna specie di piccoli uccelli.
Anche questa operetta, per la parte ornito-
logica, non ha interesse.
3. PEKINI GAETANO, Degli Uccelli Veronesi
e Manuali d'Ornitologia Veronese etc, vedi
BibUogr.
In questi due lavori, il secondo dei quali di
rilevante mole, l'Autore ha riunito una grande
quantità di nozioni per la maggior parte co-
piate qua e là, ripetendo gli errori, dando no-
tizie o poco attendibili o punto esatte su molti
Uccelli del Veronese, creando specie non rico-
nosciute come tali, fornendo dati di sovente
errati sulla distribuzione geografica, sulla ni-
dificazione, sul colore delle uova etc, ciò che
rivela a priori mancare nel Perini lo spirito
analitico, le cognizioni scientifiche adatte, anzi
necessarie per chi si prefigge di scrivere e dif-
fusamente sopra unti Ornitologia in ispecie
locale.
Non riporterò qui tutti gli errori nei (piali
incorse; basterà che accenni come scambiò pel-
individui del Falco l-'.leonorae soggetti da lui
1 -.'lì
ATLANTE ORNITOLOGICO
stesso in seguito detcrminati cmne Falco lana-?
rius = Henna ja Feldeggi, e che vennero rico-
nosciuti poscia per F. peregrinivi, come chiamò
col nuovo nome di Turdus Menegazzianus eerti
individui non completamente adulti della Me-
rititi inerititi, come classificò per Fringilla islau-
diea taluni soggetti in abito autunnale del
Serinus serinus, per Fringilla borealis esemplari
di maggiori dimensioni iélV Aegiothus linaria,
come ritenne V Alauda cantarella specificamente
diversa dallM. arrensis. la Limosa Mei/eri
dalla L. lapponica, lo Scolopax Bretoni dal Oal-
linago gallinago, conte inchiuse erronee notizie
sull'arrivo e stazionarietà del Gaprimulgus eu-
ropaeus, del Larvi atricilla cinque volte preso
nel Veronese, del L. eapistratits etc. etc.
Molti altri e gravissimi sbagli di vario genere
si palesano tratto tratto in questi volumi.
Del rimanente le notizie in generale non sono
né sicure, né interessanti, per cui non saia
tacciato di severità un giudizio sfavorevole su
queste due opere.
1. DE BETTA EDOARDO, Materiali per una
Fauna Veronese, etc., vedi Bibliogr.
— , Sulla straordinaria od accidentale comparsa
ili alcune specie di Uccelli nelle provincie
Venete etc., vedi Bibliogr.
— , Le Cavallette e lo Storno roseo in l'ine, di
Verona nell'anno 1875 etc, vedi Bibliogr.
- , Un nuovo Chirottero per Iti Fauna Venda
e trienni cani ili albinismo negli Uccelli del
Veronese etc, vedi Bibliogr.
— , Alcune noie in Appendice ai Mal. per una
Fauna Veronese etc., vedi Bibliogr.
Il torto più grave del De Betta fu l'essere
stato troppo ligio all'opera del Perini e quindi
aver ripetuti gli stessi spropositi. Ebbe a con-
vincersene egli stesso ed in l'atti scrisse (in
littl) nel 1885 riguardo ai Materiali: «È un
lavoro fatto già da oltre vent'anni e vi si tro-
vano alcuni errori di classificazione specifica,
essendomi allora fidato un po' troppo delle
determinazioni del Perini, elio passava per un
Ornitologo di vaglia». Così vi sono ripetuti
gli sbagli del Falco Fileonorae, Aquila Bonella,
Sylvia (.'elli e sericea. Fieedula reguloides, Alauda
cantarella. Limosa Mei/eri e riifa. Scolopax
Bréhmi e gallinago, Caria atricilla. (1 . capi-
slrala etc.
l'ili tardi l'Autore (Sulla slraorilinaria etc.
1805) ripetè quelli sul Falco Fleonorae, sulla
dacia atricilla e eapìstrata eil elencò tra le
nuove specie Veronesi Y Accentar iitonlauclliis
su dati di poi ritenuti erronei, la Limita bo-
realis su individui maggiori della linaria, la
FringiUa islandica su un maschio in abito au-
tunnale del Serinus serinus, il Lanius ineri-
dionalis probabilmente su soggetti fortemente
coloriti di rosa sul gastreo del X. minor etc.
Posteriormente pero se ne avvide {Alitine note
etc. 1S70), emendando le opinioni sul Falco
Eleonorae, sulla Sylvia tetti e sericea, sulla
Fieedula ielerina e siliilatri.c, Fr. islandica, Fm-
beriea Buraezi, Limasti Mei/eri e rtifa. Lotus
atricilla e sul solito scambio della Fr. incerta
col Carpoilaetts erj/thrinus, scambio ripetuto da
molti Naturalisti per un lungo seguito di anni.
La classificazione, cui si attenne l'A.. non
può considerarsi tra le migliori, quantunque
dica di essersi « accomodato ai più moderni
metodi di distribuzione di nomenclatura », sog-
giungendo « almeno per quanto lo comporta-
vano a mio modo di vedere la quantità nume-
rica ed i caratteri generici o specifici degli
oggetti rispettivamente compresi in cadauna
delle nostre divisioni zoologiche », né mi sem-
bra coerente a sé stesso quando dopo aver
detto di voler ridurre « a più rigorosi limiti
alcuni vecchi generi con non molto rigore cir-
conscritti, e quindi o troppo estesi o specie
troppo disparate fra esse riunendo », aggruppa
nel suo genere Luteo il latteo, V Arcltibuleo
lagopus ed il Fernis apivorus, uccelli tanto
differenti e ben meritevoli di formare tre ge-
neri distinti Inter se. Il De Betta, che rifulse
in altri rami della Zoologia, non seppe assi-
curarsi la fama di vero Ornitologo come il
suo ingegno, come la vastità del sapere glielo
avrebbero concesso. E strano che il valente
scienziato il quale impiegò la più minuziosa,
la più seria investigazione nelle osservazioni
personali, le cui notizie spiccano tutte per at-
tendibilità e per coscienza, abbia trascurata
qualunque analisi sugli asserti del Perini, al
cui l'atto devonsi attribuire la ripetizione di
tanti errori, e le conscguenti emende e i tardi
ravvedimenti che si succedono così spesso nei
suoi scritti.
Nell'opuscolo Bull'<iM>»n»8i»o(1883), il De Betta
descrive varii casi interessanti di anomalie di
colorito osservate in esemplari Veronesi, ed in
quello sull'apparizione del Pastor roseus (1876)
diede ragguagli dettagliati ed esattissimi su
quella straordinaria incursione ed è appena
degno di rilievo un errore di distribuzione geo-
grafica, laddove dice che é anche specie afri-
cana, ciò clic va rettificato nel senso che il
F. roseus non si trova che Ira gli uccelli ac-
cidentali di quel continente, come lo omette
anche lo Shelley nella sua recente opera Lirds
of Africa (1896).
vii \\ 1 1 cinsi ri un
L27
5. SQUARZ0N1 AUGUSTO, L'uccellagione etc.,
vedi Bibliogr.
In quest'illustrazione dell'opera del Tira-
boschi, l'A. ha corredato e ote illustrative
i imssi relativi agli uccelli, alle piante etc. 1.
un libro «*lio si legge volontieri, scritto più
pel dilettantismo che pella scienza. Intani con-
siderandolo sotto questo ultimo aspetto, si do-
vrebbero segnalare parecchi errori, quali ad
esempio che alla Cutrettola è riferita la J/<>/<(-
cilla alba, alla Calandra la Lullula arborea, che
è erroneo V habitat assegnato al l'ansa- monta-
mi», dacché tale specie non manca in Sicilia,
ed è soltanto rara in Sardegna, mentre che per
la Corsica non abbiamo positive notizie, che
il Beccafico è riferito all' ffypolais polyglotta,
mentre e vero che fra i Beccafici» troviamo
confuse varie specie conte le Sylviae simplex,
nis<niii, eurruca, Sylvia, l'Bypolais hypólais epo-
ly gioita, ma pel linguaggio scientifico il Becca-
fico è la 8. simplex, che parlando dell'Aliuzza
le «là il nome di Muscicapa collaris, offrendo
invece i caratteri' della Muscicapa atricapilla etc.
Utilissima è la serie delle note colle quali
il Conte Francesco Cipolla di Verona ha uso
di pubblica ragione alcuni fatti, illustrando
principalmente apparizioni di uccelli rari od
accidentali da lui depositati nella sua Colle-
zione, ed altrettanto dicasi dei vàrii Elenchi
stesi da Vittorio Dal N'ero degli uccelli avven-
tizi i o poco comuni comparsi nella regione e
da lui preparati, e da ultimo delle notizie che
il prof. Adriano Garbini, scrivendo sulle Faune
Atesina e del Lago di Garda, ha porto sulle
varie specie di uccelli di quelle località unen-
done gli Elenchi. Ho citato questi brevi la-
vori perchè meritano una lode speciale, for-
nendo larga messe di peregrine osservazioni al
Naturalista,
Finalmente anch'io scrivendo sul Milrus Icor-
srliiiii nel territorio Veronese, ho illustrato il
fatto importante della regolare sua nidificazione
in I Bosco del Grezzano, ed ebbi la compiacenza
di veder questa memoria inserita nel Journal
J'iir Omiihologie colla traduzione tedesca del
Sig. (). Haase; e colla collaborazione del Signor
Vittorio Dal N'ero compilai i « Materiali per
una Avifauna Veronese », ove ho cercato di rias-
sumere con brevi critiche quanto si conosceva
sull'Avifauna di quella bella Provincia.
ti. XACCAKI F. L., Ornitologia Veneta, ossia
Catalogo itegli Uccelli thila Provincia ili
Venezia etc. vedi Bibliogr.
Lavoro pubblicato nel 1823, se è ricco di
interessanti notizie non è punto scevro di molti
errori ; la classificazione seguita e quella di
Linneo ediz. di Gmelin.
(ita un Falco aeruginosus ed un Falcorufus
entrambi poco frequenti; un Mergus niinutvs
ed un .1/. albellus; la Fulica alni e la /*'.
iiliiiima, un' Manila arrensis ed Un'Alauda
italica eli-., attesta le niililicazioni del Mirijaii-
srr castor, della Ihijila aiuta, della < 'languii!
liani/ula ete. fatti poco probabili, descrive un
I'Iiasianns ailriatiius che è VOlis tttra.r.
7. C0NTAR1NI N'., Prospetto tirali Uccelti
Un'ara assentiti utile Vinile Provincie,
ite., vedi Bibliogr.
In questo lavoro il Conte Contarini si limita
«a presentare soltanto un'alfabetica disposi-
zione dei nomi che si danno agli Uccelli co-
nosciuti comunemente a Venezia e nei luoghi
circonvicini dai cacciatori e dai venditori, ap-
ponendovi il nome sistematico, seguendo il Ma-
nuel d' Ornithologie del Temminck, Parigi, 1820,
L835 e 1840».
Nota sotto il nome di <• Aquila a lesta bianca»
l' Iltiliaelus leucocephalus, specie Nord-Ameri-
cana mai finora comparsa in Italia e sulla cui
apparizione in Europa vi sono i più gravi dubbi,
giacché parcelle siansi scambiati per quella spe-
cie gli individui molto vecchi dell' M. albidUp,';
cita V Aquila heliaca, probabilmente basando
l'errore su qualche soggetto di A. chrysdètus,
enumera lo Scolopax Brehrni distinto dal (!al-
linago gallinago, il Larus capistratuè, il Larve
alritilla. il Telmo uragallus come «uccello di
semplice passaggio», il Totan un luiuularia come
di doppio passo etc.
Questi ed altri errori si rimarcano nel la-
voro del Conte Contariui, ma essi, siano di
distribuzione geografica, di difettosa classifica-
zione o di mancata frequenza, sono in massima
parte inerenti all'epoca in cui venne compilalo
e riuscirono più gravi pei la deficiènza di libri
indigeni iu materia e per lo studio semi-em-
brionale uel quale giaceva a quel tempo l'Or-
nitologia locale (1847). Del rimanente è un
Catalogo non certo privo di buone ed esatte
indicazioni, e tra i vecchi è quello che offre i
maggiori materiali all' Ornitologo Veneto.
8. SAVON G. A., I Cacciatori Trivigiani etc
vedi Bibliogr.
Mi occuperò dei due quesiti trattati dall' A.,
cioè 1.° Cenni sulle emigrazioni degli Uccelli;
2." Il colo degli Uccelli.
Nel primo divide gli Uccelli in Stazionari.
Cosmopoliti e Migratori e motiva tale classifi-
cazione, che è però troppo lata e generale.
128
ATLANTE ORNITOLOGICO
Assevera che causa delle lunghe peregrinazioni
ilei TrampoUeri, e di quelle dei Colombi e degli
AppoUajatori è la ricerca del cibo e ritìnta del
tutto le ipotesi sull'amore e sulla muta. Chiama
nomadi i Gallinacei, mentre certamente le Qua-
glie ed i Siri-atti sono veri migratori. Però
concludo dicendo di essere «impacciato» a spie-
gaie il fenomeno delle migrazioni !
Sul volo degli Uccelli fa molte osservazioni
in rapporto alle diverse forme delle ali e dà
un quadro delle velocità fissate in 101 miglia
pel Beccaccino, in liti pel Rondone, in 70 pel
Moriglione e cosi via. Ne deduce che un'Ani-
tra trapasserebbe la lontananza dalla Norvegia
alle Valli del nostro Estuario, da lui calcolata
in 1000 chilometri, in 12 ore! Sicché un Ger-
mano potrebbe pranzare nel fiord di Vardo e
far la successiva colazione nella laguna di Ve-
nezia!!! È inutile ripetere che il problema della
velocità di volo è oltremodo intricato e che vi
sono strettamente connessi lo stato dell'atmo-
sfera, delle temperature, la forza del vento, la
resistenza degli uccelli e così di seguito; ciò
uon toglie però che il Sig. Savon abbia scritto
un lavoretto cou passione di cacciatore e che
si legge volentieri.
9. DOGLIONI F., Catalogo della Baeeolta l)o-
glioni etc., vedi Bibliogr.
Cita e mediocremente abbondante» la Loxia
eurvirostra pityopsittacus, scambiandola colla
comune L. eurvirostra : parla di un Larus ca-
pistratus etc.; ma è un lavoro interessante, il-
lustrando una ricca Raccolta Ornitologica locale.
E qui non posso passar sotto silenzio gli
ottimi studi del Conte A. P. Ninni, rapito così
presto alla scienza ed agli amici, e le « Escur-
sioni Ornitologiche» del mio simpatico amico
daziano Vallon, ardente e distinto Ornitologo. I
« Materiali per una Fauna Veneta » del Conte
Ninni condensano con poche parole fatti inte-
ressanti e nuovi, rilevati con sano criterio cri-
tico e con una verità quasi ingenua, ma non
meuo reale ed apprezzabilissima. Questa pub-
blicazione che può bene chiamarsi un gioiello
è rimasta incompleta, la morte colpì inaspet-
tatamente l'illustre estensore nella giovane età
di 56 anni! Nel (onte Ninni tutti apprezzeranno
lo scienziato generoso di aiuti e largo di con-
sigli a chiunque, il Naturalista dotto e coscien-
zioso, che si era imposto come un doveroso
compito di asserire sempre la schietta verità,
documentandola su fatti da lui veduti od os-
servati da persone A1 indubbia fede.
Pel Piemonte abbiamo il Catalogo del Bo-
nelli che è un semplice elenco di nomi scien-
tifici, francesi e piemontesi, alla line vi sono
descritte con chiarezza alcune specie quali il
Fiorrancino, il Luì bianco, il Passero ed altre;
il tiene parlando su alcuni Fccelli del Museo
di 'l'orino illustrò un Turdus Werneri che è il
'/'. obscurus, ed iutìue il ('amusso pubblicò un
Elenco de/ili Uccelli del Basso Piemonte, lavoro
senza critica e che riesce incompleto, vi sono
citate 228 specie.
Pella Lombardia noto gli studi del Lan fossi,
del Balsamo-Crivelli, del Monti, del Brambilla,
del Pavesi, del Piada, del Mazza etc. E qui
devo ricordare la ricca opera dovuta ai Conti
Turati, che commisero al Bettolìi la illustrazione
degli Uccelli elie nidificano in Lombardia: Le
tavole colorate sono di grande valore e possono
gareggiale con quelle di Gould, ma il testo è
molto incompleto e vi mancano le illustrazioni
di specie note come il Lanius minor, V Aquila
chrysaètus ed altre. 11 Ferragni ha pubblicato
un"1 Ornitologia Cremonese, che è da registrarsi
tra le buone.
Bell'Emilia abbiamo V Avifauna del Modenese
e della Sicilia del Doderlein, lavoro esatto e
serio, il Catalogo anteriore del Bonizzi, puro
un Catalogo degli l'ecciti del Modenese del Pi-
caglia ed un lavoro del Carniccio sulla Impor-
tanza delle Collezioni faunistiche locali e contri-
buzione alla Fauna dell' Emilia. Da ultimo il
Calzolari pubblicò un piccolo studio sull'Avi-
fauna della provincia di Ferrara, oggi par-
ziale, ma che l'A. promette di completare con
successive puntate.
Pel Nizzardo contiamo gli scritti del Risso e
del Verany.ove rinveugonsi errori ed inesattezze,
parecchie specie descritte dal Risso non sono
riconoscibili (Curruca torquata, C. rubricala,
Totanus duìna), altre errate come la Fringilla
incerta che è una varietà del Carpodaeus erg-
ili rinus: possiamo concludere che tali scritti
sono di ben poco valore.
Pella Liguria abbiamo l'eccellente Catalogo
del Calvi, quello meno esatto del I Milazzo e
gli interessanti Materiali per una Avifauna di
Spezia del Carazzi.
Pelle Marche i notevoli lavori del Paninoci,
del Gasparini e del mio buon amico Conte di
Carpegna.
La Toscana ed il Veneto sono le due regioni
classiche dell'Ornitologia Italiana, colla diffe-
renza che quella emerge spiccatamente pell'Or-
nitologia Toscana di Paolo Savi cui fanno se-
guito, abbencbè con minore importanza, il Ca-
talogo degli Uccelli Pisani dello stesso A., quello
di Siena del Dei, della Val di Chiana del Conte
Arrigbi-Griffoli e recentemente gli accurati studi
vi I w IT. ORNITOLOGI» 0
1 29
del Damiani sull'Isola d'Elba, la così detta
Helgoland Italiana. In Toscana sono molle poi
le Raccolte che si ammirano, la grandiosa del
Et, Musco di Firenze, le altre ili Pisa, ili Siena
e ili l'in toforraio e parecchie private e tra eS8e
quella della Marchesa l'aulueci, ilei Marchese
Ridolfi, «Iella Contessa Larderei, del Conte
della Gherardesca, ilei fonie Arrighi-Griffoli,
della Signorina Picchi ed altre certamente no-
tevoli.
Del Romano si occupò anzitutto il Bonaparte
e cou quell'operosità che tutti gli riconoscono
e recentemente, a merito della Società Italiana
pegli Studi Zoologici della quale è anima e vita
il Prof. Carniccio ed il Conte di Carpegna, si
formò nella R. Università di Roma un'inte-
ressante Collezione locale arricchita dai muni-
tici doni dei Marchesi Lepri e Patrizi, ad essa
debbono aggiungersi le particolari del Principe
Chigi e del Principe Aldobrandino e nuove no-
tizie apparvero negli Atti della detta Società a
merito del Marchese Lepri, del Conte di Car-
pegna, del Prof. Angelini e di altri.
La parte meridonale d'Italia è poco nota, la
Fauna del Regno di Napoli del C'osta, ornitolo-
gicamente parlando, è opera di poco valore.
Bari invece è conosciuta pegli eccellenti studi
del de Romita; egualmente la Calabria per
quelli del De Fiore, del Moscbella e del Luci-
fero, le cui notizie sembrano esatte ed attendi-
bili. Noto però come il Falco barbarus, citato
da quest'ultimo Autore (') come preso a Capo
d'Armi (Spartivento) il 19 dicembre 1898 e
conservato nella Raccolta Arrigoni Degli Oddi,
sia un semplice /•'. pcrcyriiiux. L'antico Regno
di Napoli è ricchissimo dal lato Ornitologico e
non possiamo ebe augurare che qualcuno seria-
mente lo illustri. La Sicilia fu studiata dal Benoit
e dal Doderlein, nel cui importante lavoro si ri-
scontrano alcuni errori come l'ammissione del
Glaueidium passerinum e, dell'jHmwido cahirica,
quanto dice sul Dendrocopus nudius è invece ri-
feribile al />. major ed altro. Il Malherbe pub-
blicò un plagio dell'opera del Benoit per di più
mal copiato e coll'aggiunta di errori ed è spiace-
vole che, essendo scritto in lingua francese, gli
Autori di oltre Alpe lo tengano ingenuamente per
testo. Il Leonardi scrisse sugli Uccelli di Gir-
genti ed il Whitaker s'occupò pure di Ornito-
logia Sicilia e possiede un'importante Raccolta.
Malta fu studiata dallo Schembri e più re-
centemente dal YVright, il (piale diede le più
complete notizie.
La Sardegna infine ebbe una plejade di illu-
stratori dal Celti al Kusler, al ('aia. al La
Marni ora, al Salvadori, al Lepori etc., il la\
del Conie Salvadori è però sempre il migliore,
« Monografie più o meno interessanti, e descri-
zioni di specie i\i', o supposte tali, s
state pubblicate dal Savi, dal La Mai a. dal
(ieuè, dal Laul'ossi, dal De Filippi, dal Ile
Leila e da altri, e di tutte sarà l'atta menzione
nella Bibliografia.
Qui ricorderò le supposte nuove spelinogli
autori che le hanno descritte.
Il Rafinesque descrisse per nuove it specie
di uccelli : la massima parte non sono ricono-
scibili, le altre ciano già State descritte, tranne
forse una:
1.
2.
3.
4.
5.
li.
7.
(') Avicula, V. pag. 37 (1901).
Atlante ornitologico. — Parte I
Falco erythruros = F. vespertinus.
Ardea xanthodaetyla = 1 A. gargotta.
Ardea lucida = A. ibis.
Trinità pietà ! Totanus alareola.
Fmberiza atrata = 1 E. eia.
Friui/illa oli cacca = 1
Motaeilla erythrowrus = Buticilla tithys.
8. Sylvia fulva = .'
9. Sylvia juncidis. Credo di poter riferire que-
sta specie alla Cisticola schocnieola, e se
ben mi appongo il nome del Ratinesque,
che si dovrà scrivere junci, deve avere la
priorità su quello del Temmiuck.
10. Sylvia capinera = Pyrophthalma melano-
ccphala.
11. Sylvia xanthogastra = 1 S. hortensis.
12. Sylvia rhodogastra = 1 S. conspicillata.
LL Sylvia tordella = 1 S. subalpina femm.
li. Sylvia meleuca = ? Pyrophthalma melano-
cephala femm.
Il Bouelli denominò varie specie italiane, che
poi col suo nome furono da altri descritte, tali
la Sylvia subalpina, V Alauda calandrella, ed il
Turdus Werneri; quest' ultimo fu descritto e
figurato dal Gene, ma non è diverso dal T.
pallens, Pali. Il Bonelli denominò anebe, ma
non pubblicò, una Sylvia fuscieapilla, che poi
fu descritta dal Temminck col nome di S. me-
lanopogon.
11 Lamarmora ebbe la fortuna di scoprire
non poche specie nuove, cioè lo Sturnus uni-
color, la Sylvia sarda, la S. conxpieìllata, il
Falco (Aquila) Bonella, il Falca Eleonora* e
la Sylvia Cettii, ma soltanto quest'ultima egli
descrisse, mentre delle prime tre troviamo la
descrizione nel Manuel d' Ornithologie del Tem-
minck, che conservò il nome imposto dal La
Mormora; il Falco Bonella fu denominato e de-
scritto dal Temmiuck poco dopo il Vieillot, che
17
L30
A 1 I.ANTK ORNITOLOGICO
avevalo chiamato Aquila fasi tata, ed infine il
Falco Eleonorae fu descritto dal (iene.
Il Payraudeau ha descritto due specie ita-
liane: il Larus Audouinii, buona e rara specie,
ed il Garbo Desmaresti ('), identico col J'Ita-
lacrocorax graculus.
Nel 1839 il marchese di Brera e pubblicò la
descrizione di un Larus Genei, che circa nello
stesso tempo il Bonaparte descrisse col nome
di L. Lambruschinii, siuouimi ambedue di L.
gelastes.
Un Empieo, dolychonia fu descritta dal Bo-
naparte nel 1845, e pare che sia da riferire
all'i?, aureola, come pure ì'Emberiza Selysii del
Verany.
Il De Filippi fu tra i primi in Italia a rico-
noscere l1 esistenza di due specie del genere
Hypolais, confuse sotto il nome di Sylvia hy-
polais; egli ne dette buonissimi caratteri distin-
tivi, e credendo non descritta una delle due la
chiamò Salicaria italica, la quale invero non è
diversa dalla Motacilla hypolais, L.
Il Lanfossi ha descritto una Sylvia reguloides,
che pare riferibile alla Motacilla superciliosa,
Gm., ma sopra un individuo, che probabilmente
non era stato preso in Italia.
Il Contarmi fece menzione, al Congresso degli
Scienziati Italiani in Venezia, di un Numenius
hastatus, che è varietà del N. ai/piata ; pare
inoltre che distinguesse col nome di Larus af-
finis un gabbiano, la descrizione del quale e
stata pubblicata dal Nardo col nome di Gavia
affinis, e che, secondo il Ninni (in Hit.), è da
riferire al Larus melanocephalus in abito im-
perfetto » (Sedvadori).
Recentemente il Prof. Giglioli descrisse, non
senza riserve, una nuova specie di Civetta sotto
il nome di Alitene Chiaradiae su di un esem-
plare avuto dal Friuli e conservato al R. Museo
di Firenze e che io ritengo debba riferirsi ad
una rara e singolare varietà di colore della co-
mune Carine nociuti (').
Per lo studioso dell'Avifauna Europea la mi-
glior opera è. sempre 1' Ornithologie Europi \en ne
di Degland e Gerbe; certo buono è anche il
lavoro del Fritsch, VSgél Europa's; splendide,
ma troppo costose le tavole di Gould, Birds
of Europe. Così l'oliera del mio grande amico
H. E. Dresser, Birds of Europe, che è senza
dubbio la più colossale e la più completa, non
(') Secondo ino il 0, Desmaresti è la forma meridionale
del F. graculus o merita di essere distinta quale sottospecie.
(-) Di questa sU'wmìi i-pininne r puro il Chiarissimo Pro-
fessor G. Martorolli (Ulteriori ossorv. suir.4. Chiaradiae, Atti
Soc. it. Se. Nat. Voi. XLpp. 325-339 (1U02)).
e accessibile a tutti pel grave costo. Altri libri
utilissimi sono il Check-Lisi del Coues, 2aed.,
il lavoro dell'Evans Birds (Cambridge Nat.
Ilist. Series) The Royal Nat. llist, III e IV,
il Dictionary of Birds del venerando Prof. A.
Newton ed inlino gli Elementi of Ornitlwlogy
del compianto .Mivart.
Poi, tra i libri più utili nei riguardi dei vari
paesi d'Europa, noto :
Gran Bretagna : — Yarrell British Birds, I ' ed . ;
Seebohm, British Birds :
Sharpe, Handbooh of British Birds;
Saundeis, Manual of Jlritish Birds, 2a ed.
Norvegia: — Collett, liemarks on the Orniti/.
of Northern Xorirai/ ;
Collin, Skandinavien Futjle ;
Sundevall, Svenslca Foglarne (opera purtroppo
incompleta).
Russia: — Non esiste alcun lavoro completo ed
esauriente sull'Ornitologia di questo immenso
Impero, ma molte, pubblicazioni parziali di
grande valore come quella di W'right-Palnieii,
Finland Foglar (eccellente pelle diagnosi degli
abiti di muta estiva delle Anitre) ed altre.
Germania: — Naumann, Naturgeschichte der Vo-
gel Deutschlands (ottimo lavoro del quale ora
(dal 1897) si sta pubblicando in Germania
una nuova ed importantissima ristampa, ri-
veduta ed in gran parte rifatta dai migliori
Ornitologi Tedeschi).
Belgio: — Fallon. Oiseaux de la Belgique.
Olanda: — Schlegel, Vogels ran Nederlaud.
Francia: — Degland e Gerbe, Ornithologie Ftt-
ropéenne;
Bailly. Ornithologie ile la Savoye;
Crespon, Ornitlwlogie du Card e Faun. mè-
riti. eie., ilu midi ile la Frutice .
Italia: — Savi. Ornitologia Toscana: malgrado
i difetti, indietro accennati, anche la Orni-
tologia Italiana :
Salvadori, Uccelli, nell'opera Fauna ti' Italia .•
Giglioli, Avifauna Italica in varii volumi.
Spagna: — Arevalo, Aves de Espana;
Irbv, Ornithology of Gibi'àltar.
Portogallo: — Bocage, Lista de los Ares de
Portugàl :
Tait. A List of the Birds of Portugàl; Aves
de Portugàl,
Grecia: — Lindermayer, Vogel Griechlamls.
Penisola Balcanica: — Reiser, Vogel von Mon-
tenegro, Bosnicn unti Bulgarien (verrà pub-
blicato il resto in seguito).
Dopo tutto, è indubitato che per chi vuol
raccogliere cognizioni estese, per chi vuol fare
ATI.AN I 1 ORNI! i.K •'
i:;i
un importante lavoro conia necessario pò i
-cil.ic 1' Ibis ('), questo grandioso Giornale Or-
nitologico, il (inule purtroppo, olire alla ilitli-
coltà ili ritrovarlo completo, importa una spesa
gravissima, del pari può dirsi del Catalogni
of the Birds del Museo Britannico i ). Come
pine ricordo tra i più importanti periodici ili
Ornitologia, ed a titolo di < re e perchè con-
tengono articoli notevoli per l' intera Avifauna
Europea, i seguenti :
Agitila, Zeitschrift f. Ornithologie, Red. v. 0.
Herman gr. in 4" in. col. Kpfrt. Budapest,
1 89 i e Begg.
Bullettin de la Société Ornithologiqut Suisse,
2 voi. (il tutto pubblicato) 8°, av. plchs.
col. Genève, 1865-1871.
Bullettin of the British Ornithologist' s Club,
ed. by R. B. Sharpe. 8 . London, 1892 e segg.
Isis, Encyelopailische/eitsciil't ete.. von L.< >ken,
Leipzig, 1817-1848.
Journal fii/r Ornithologie, hrsg. v. Cabauis,
Baldamus u. A. gr. sJ mil col. Kpfrt.
1853 e segg,
Mittheilimgen des Ornithologischen Fereines,
hrsg. v. Pel/ehi. Hayek, Knauer, u. Palliseli,
I-MI. W'ien. 1877-1892 (il mito pubblio |.
.XaiuìKuntiii, Journ. f. Ornith. red. v. E. Bal-
daniits. Bd. 1-6 u. Reg. 8°, mit col. Kpfrt.
I-VI. Stuttgart uud Leipzig, L850-1856.
Qrnis, Zeitschr. fiir die gesam. Ornitb. hrsg.
v. lilasius u. Hayek, Band I-Y1II, 8°, ni.
Abbili). W'ien, 1885-1892; continuation :
Orni», Bull. il. Comité Ornith. intera. Pubi.
p. E. Oustalet et de Claybrooke, voi. 1X-XII.
uvee plchs. Paris 1897 e segg.
Ornithologische Monatsberiehte, hrsg. v. A. Rei-
chenow, Merlin, 1893 e segg.
Ornithologische Jahrbuch, hrsg. v. V. Tschusi
zu Schmidhoffen. Hallein, 1890 e segg.
lì/tea, Zeitsehrit't fiir die gesammte Ornitho-
logie, brsg, v. F. A. Thienemann, lleft 1
e 2 in 8°, Leipzig, 1846 e 1849.
Die Sehwalbe, Neue Folge, Wien, 1898 e segg.
Zeitschrift tur die Gesammte Ornithologie, hrag.
v. J. v. Madarasz, gì', in 8°, ni. 52 col.
Kpfrt. ii. •_' Karten. Budapest, 1884-1887.
The Zoologist, London, 1843 e .
Ricordo inoltre:
Centralblatt, Ornithologie. Hrsg. \. Cabanis u,
Reichenow. Jahr. 1876-1882 (tutto il pub-
blicato), gr. in 4°, Leipzig, 1876-1882.
Congress, Ornithol. Sitzunsberichte d. 1 internat.
Ornith. Congresses zu W'ien, 1884. gr. in 1 '.
Wien. 1884.
— II. Internat. Ornith. - Congress zu Bu-
dapest. 2Thle. Berichl u. wissensch. Abhandl.
gr. 1. ni. 2 col. u. si-liw. Kpfrt. Budapest,
L892. — III. Congr. Ora. Int. l'uri-. I' :
Paris. 1901.
Jahresberichi il. Beobachtungensstationen il.
Vògel Deutschlands f. 1882-1886. gr. 8 m.
Karte, Leipzig, L884-1888.
Jahresberichi L886. d. Comité 's f. ornithol.
Beobachtungsstat. in Oesterrecih. - lugani ,
hrsg. v. Blasius a. Hayek. 8°, Wien. 1888.
Jahresberiehte d. Ornith. Beobachtungs sta-
tion i. Konigr. Sachsen. Bearb. v. Meyer u.
llelni f. 1885-1894. 10 Abthlgn. g. 8 u.
gr. 4. Berlin, L886-1896.
Jahresberichi d. Ornithol. Vereins Miinchen l*.
ls. 17-1900, 2 voi. 8°. Miinchen, 1899 e 1901.
Monatssclirifi des deutsehen Vereins /.uni Sehutze
der Vogelwelt, redig. v. E. von Schlechtendal
u. W. Thienemann. Jahr. 3-12, gr. 8°, in.
zahlreich, 2. Th. col. Kpfrt. Halle. 1878-
L887, und Index v. P. Leverkiihn, HaUe,
1888. Dieselbe, Bd. 16-22. 8° ni. col. Kpfrt.
Merseb. u. Gera, 1891-1897.
Verhandlungen d. Zool.-Botan. Gesellsch, in
W'ien. Von Beginn.au: 1851-1901, incl. 51
Jahrg. nebst 3 Reg.-Bden., gr. in 8 mi!
vieleu Kpfrt. Wien. 1852 e segg.
Zoological Society of London, Transactions. roy.
4. \v. nuin. plat. London, 1 s:;."i e segg.
— Proceedings, roy. 8. w. very numerous
col. plat. London, 1830 e segg. (').
(') The Ibis, Quarterly Journal ut Oraithology, ed. by
s. laici, N.\\ h.ii, Saiindere, Salvin ete. w. col. plat. 8°, Lon-
don, 1859 o Boguenii (ainora r> voi mpresi tee indici).
(-} Catalogne 0/ the Jlìrds in th,1 lìrithh Mutì,'im\ l>\
Sliarpe, IJadou. Soebolmi, Sclater, Salvatimi, Saunders ete.
27 voi. 8°, w. uiany col. plat. London, 1874-1898 (non ancora
completo).
t1) Cfr. anclie per la Bibliografia la soguonto opera : Zoo-
i' \i. Rlcoiid from tho beginiiing in 1864 to 1900 incl,
:t7 voi. I. Imi 1864-1901.
L'Ornitologo italiano troverà inoltre notizie interi
angli Uccelli locali in iBpecial nh.i1.» nel Bollettino del
ralieta e mila Rivieta I arali del po-
riodo 1881-isyG e neH'Avteulà 1897 eeegg. Non bo creduto di
citare VAuk, notissimo Giornale Ornitologico Americano, che
non si è occupato che incidentalmente dell'Avifauna E
132
ATLANTE ORNITOLOGICO
MATERIALI
per una Bibliografia Ornitologica Europea
EUROPA IN GENERALE (').
Arnold F. - Die Vògel Enropas. Stuttgart, 1897.
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8°. w. platea, clotli. London, 1890.
Baedeker. - Eier ti. Europ. Vògel, fol. ni. 8°.
Kpfrt. Iserlolin, 1863.
Bonaparte. Principe C. L. - Revue critique de
l'Orn.Eur. de Degland, 12mo. Bruxelles, 1850.
Bree C. R. - llistory of the Birds of Europe
not observed in the British Isles, voi. 4, 8°.
London, 1857. Seconda ediz. voi. 5, 8". Lon-
don, 1875-1876.
Bniim C. L. - Lelirbuch der Naturgeschichte
aller europaisclien Vògel, voi. 2, Picc. 8°.
Jena, 1823-1824.
Degland C. D. - Ornithologie Enropéenne, etc,
voi. 2, 8°. Paris, 1849.
Degland etGerbe. - Ornithologie Enropéenne, etc,
voi. 2. Seconda ediz., 8°. Paris, 1867.
Dresser H. E. - The Birds of Europe, voi. 9.
4 . con 722 tav. col. London, 1871-1896.
Fritsch A. - Naturgeschichte der Vògel Euro-
pa'», voi. 1, testo 8°; voi. 1, tavole. Piagne,
18 70-1 871.
Gloger C. L. - Vollstandiges Handbuch der Na-
turgeschichte der Vògel Europa's (venne pub-
blicato un solo volume contenente gli Uccelli
terrestri). Breslau, 1834.
Gould J. - The Birds of Europe, voi. 5, fol.
London, 1832-1837.
Hartert E. - On some Paleartic Birds (Nor.
Zool., IV, pp. 131-147, 1897 e VII, pp. 525-
534, 1900).
Keyserling und Blasius. - Die Wirbelthiere Eu-
ropa's, voi. 1, 8°. Brunswick, 1840.
Murs des 0. - Description des Oiseaux d'Eu-
rope, voi. 4, gr. 8°. 1886.
Noble H. - A list of European Birds, S1. Lon-
don, 1898.
Prevost et Lemaire. - Ilistoire naturelle des Oi-
seaux de l'Europe, gr. 8°. av. 80 plclis. col.
Paris, 1864.
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eremita, a Europ. Bird, 4°, w. 3 col. plat.
a. pi, London, 1897.
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and Ornithology, transl. by C. Gr. Danford,
Londra, l,s!>9) Traduzione dall'originale te-
desco).
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Stuttgart, 1840.
Schlegel H. - Revue critique des Oiseaux d'Eu-
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Susemihl u. Schegel H. - Abbildgn. der Vògel
Enropas, 65 col. Kpfrt. (Lief. 1-24). Darm-
stadt, 1829-1835.
Temminck C. J. - Manuel d'Ornithologie, etc,
voi. 1, 8°. Amsterdam et Paris, 1815. Se-
conda ediz. voi. 4, 8°. Paris, 1820-1840.
Temminck et Laugier. - Nouvoau Ree. pi. col.
d'Ois. 5 vols. gr. in-4". av. 600 pi. col.
Paris, 1822-1838.
Temminck et Werner. - Arias des Oiseaux d'Eu-
rope, gr., 8°. av. 530plell8. col. Paris, 1848.
ThienemannF. A. L. -Syst.Darstell. d.Portpflan-
zuug der Vògel Enropas, ni. Abbild. d. Eier.
5 Hefte. 4°. in. col. Kpfrt. Leipzig, 1825-1838.
0) Non intondo di offrire una bibliografia complota doi lavori sull'Ornitologia europea, ma di citare quelli cho mi fu-
rono di a.juto e che potei esaminare.
\ I I \s I I I IKN1 GICO
ISOLE D'ISLANDA K FAK-OKK.
Andersen K. - Meddelelser ohi Faniernes Fugle
Mcil saerligt Hensyn tal Nolso; Efter skrif-
tlige Oplysningei fra P. I". Poterseli, Nolso,
Vidnish. Meddel. nat. Form, I, Klilion, (£98
e segg.
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gas, 8°. 1862.
Briinnich M. T. - Oraithologia Borealis, etc,
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thologie, 8°. Kopenhagen, 1822. Supple-
mento, Ibis, p. 792, 1824.
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Feilden H. W. - The Birds of the Faeroe Islands,
Zoologist, pp. 3201-3225, 3245-3257, 3277-
3294. lsTl'.
Graba. - Ornitliologisches Tasclienbucli einer
lìeise nacli Fàroe ini Jahrel828, Isis, p. 763,
ls63.
Kriiper T. - Der Myvatn und seine Uingebung,
Naumannia, VII, Heft, I, p. 33, Heft, II,
pag. 1, 1857.
— Die Inselli des Myvatn, Naumannia, VII,
Heft, II, p. 33, 1857.
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saerligt VordingDorgs. Aalborg, L891.
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bier och iìskar, voi. 1. s . Vesteras, 1852.
Cederstròm C. G. - Om de i trakten af Carl-
stad fòrekommande fogelarter, voi. 1, 8°.
L'psala, 1851.
Christiansen F. D. - Viborgs Omegns Fugle,
Viborg, 1890.
Colle» R. - Norges Fugle, 8°. 1868 e Supple-
mento, 1871.
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Norway, For. Selsk-, Christ., p. 1, 1872.
— Min die Meddelser vedrorende Norges Fu-
glefauna i Aaren 1877-1 8so, Nyt, Mag. for
Natwrvidensk, pp. 254-394, 1881.
— Tringa Temmincki und minuta, und deren
Briiten in Norwegen, Jonrn. fiir Ornith.,
pp. 323-332, 1881.
— Oreocinela earia (l'ali.), og Aegialites alexan-
drinus (Lin.), nye for Norges Fauna. Far.
Vid. Selsk. Christ. n. 10, pp. 1-6, 1881.
— Carpodaeus erythrinus (Pali.), og Botaurus
stellari* (Lin.), nye l'or Norges Fauna. Far.
Vid. Selsk Christ. n. 17, pp. 1-3. 1882.
— Ardetta minuta (Lin.), Sterno caniiaca(Gméì.),
og Larus minutus (l'ali.), nye l'or Norges
Fauna. For. Vid. Selsk Christ. n.15, pp. 1-6,
1883.
— Ueber Alea impenni* in Norwegen, Mittheil.
Ornith. Vereins Wien, u. 5-6, p. 22, 1884.
(') Le Spitzberghon non farebbero parto dell'Europa geo-
grafica, ma io le incinsi essendo esse strettamene collegato
all'Avifanna europea.
134
ATLANTE ORNITOLOGICO
Collett R. - Oni 5 for Norges Fauna nye Fugle,
fundne i 1883 og 1884, For. Vid. Selsk.
Ohrist. n. 12, pp. 1-14, 1884.
— Om 4 for Norges Fauna nye Fugle, fundne
i 1885 og L886, For. Vid. Selsk. Ohrist.n. 8,
pp. 1-11, 1886.
• — ■ On Lanius excubitor and Lanius major. Ibis,
pp. 30-40, 1S86.
— Further Notes on Phylloscopus borealis in
Norway, Ibis, pp. 217-223, 1886.
— On the Hybrid between Lagopus albus and
Tetrao tetrix, P. Z. S., pp. 224-240. isso.
— On a Breeding Colon] of Larus eburneus
on Spitzbergen, Ibis. pp. 440-443. 1888.
— Om 6 for Norges Fauna uve Fugle, fundne
1887-1889, For. Vid. Selsk. Christ. u. 4,
pp. 1-19, 1890.
— On the Immigration of Syrrhaptes para-
doxus into Norway in 1888, Ornis, Jahrg. VI,
pp. 155-159, Wien, 1890.
— Bird-life in Arctie Norway, tradotto da
A. Heanage Cocks, 8°. London, 1894.
— Mindre Meddelelser vedròrende Norges Fu-
gìefauna i Aarene 1881-1892, med Tillag og
Kegister, Nyt, May. for Naturvidensk. 35 Bd.,
pp. 1-387, 1893-1894.
— On the occurrente of Colymbus adunisi in
Norway, Ibis, pp. 269-283, 1894.
— A List of the Birds of Norway, arranged
according to the Rules of lì. 0. 1 . Bird-life
in Arctie Norway, Appendi:, pp. 1-10. Lon-
don, 1894.
— Oni 4 for Norges Fauna nye Fugle, For.
Vid. Selsk. Christ. n. 2, pp. 1-12, 1895.
— On a Hybrid Thrush fouiid in Norway (T.
iliacuset T.pilaris), Ibis, pp. 317-319, 1898.
Colliri J. - Skandinaviens Fugle, voi. 1, 8°. Co-
penhagen, 1875-1877.
— Bidrag till Kunaskaben on Dauinarks Fu-
glefauna, Kjòbenhavu, 1888.
— Faunestiske og biologiske Meddelelser om
Dauske Fugle, Kjòbenhavu, 1895.
Ekstrom CU.- Beskrifning ofver Morkò socken
i Sòdermanland, 8 . Stoekholm, 182s.
Esmark. - Optegnelser og Beniaeikningcr till
den Norske Fauna, Nyt, Mag. /. Natur.,
voi. 1. Christiauia, J838.
Evans E., and Sturge W. - Notes on tho Birds
of West, Spitzbergen, as observed in 1865,
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Faber A. H. - Morsò's Fugle, Viborg, 1887.
Gloger C. W. - Gottlands fogelfauna, ofv. Vet.
Ak. Fórh., p. 223, 1846, pp. 204-206, 1849.
Grieg J. A. - Lagopus urogallo-alòus ehi ueuer
Mooi'sclineehuhn-lJastarcl. Bergens Musewms
Aarsberetning, V, pp. 1-13, 1889.
Grieg J. A. - En Zoologisk Excursion til Husòen,
Bergens Museums Aarsberetning, VI, pp, 1-8,
1889.
Hagerup A. T. - Voikonimen der Secschwalben
und Moven in Jutland, Orn. Monatsschr. d.
Deutseh. Ver. Z. Schutze d. Vogelwelt, 1804.
Hartman C. - Stròdda bidrag till Skandina-
viens fogelfauna. 8°. Stoekholm, 1859.
Heiberg P. V. - Thylands Fugle, Viborg, 1886.
Helms 0. - Om nogle dauske Dglers Gylp,
Vid. Medd. fr. d. Nat. For. i Kjobenhavn,
pp. 55-65, 1001.
Herschend P. - Iagttagelser over Danmarks Fu-
glefauna med saerling Hensyn till egnen
mellem Horsens og Aarhus, Horsens, issi.
Holmgren A. E. - Skandinaviens Foglar, 8°.
Stoekholm, 1866-1871.
Kjellman A. F. - Svenska polar expeditionen
ar 1872-1873 under ledning af A. E. Nor-
denskjòld, 8°. Stoekholm, 1875.
Kjaerbolling N. - Danmarks Fughi, test. voi. 1.
8°, atl. ibi. Copenhagen, 1852-1S5S.
Kolthoff G.. and Jagerskiold L. A. - Nordens Fa-
glar, Parts 1-7, 4". Stoekholm. 1895-1896.
Korner M. - Skandinaviska Foglar tecknade efter
naturen. Lumi. 1839.
Lloyd L. - The Game Birds aud Wildfowl ofSwe-
deu aud Norway, voi. 1, s . London, 1867.
Liitken C. F., und Winge 0. - Jahresbericht iib.
d. Ornith. Beobaeht. in Dànemark 1884-1886.
thle, gr. 8°. ni. karte, Wien, 1885-1886.
Maini A. W. - Gòteborgs och Bohuslàns fauna,
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Malmgren A. J. - Anteckningar till Spetzber-
gens Fogel-Fauna, Òfv. Vet. Ah. Forlì, p. 87,
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wanych w ciagu ostatuich hit piedziesiecin
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Taczanowski L. - Liste des Oiseaux observés
depais cinquante ans dan le royaume de Polo-
gne, Ornis, pp. 141-516, 1888.
Tardetit Y. - Essai sur l'histoire naturelle de
la Bessarabie, voi. 1. 16°. Lausanne, 1841.
Teplouchoff T. A. - Beobachtungen iiber <li«'
Ankunfl und den Duxcnzug der Vògel, an-
gestellt ini Friihjahre 1873 ini l'hai des
Obwa-Flusses in der Gegend von Iljinskoje
ini Permschen Erose, Bull. Soc. Ouralienne
d'Amai, des Se. Nat., VII. pp. 38-59,
1883.
Tyzenhaus H. v. - Ornithologia powszechnia, etc.
voi. 3. 8°. con 2 tav. Wilna, 1848-1846.
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bitant in regionibns Europae positis inter
gradimi +(ì-C>7 hit . sept. et 35-56 long, a
Ferro, voi. 1, fol. Riga, 1848.
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Whright M. v. - Bidr. i. Prakt-Eiderns, 4°. ni.
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— Helsingfors traktens Fogel-Faima. 4 ". in. col.
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Kraya pod. red. Th. Pleske (Fauna ornitolog.
del Distretto di Oreuburgo), 8J. St. Peter-
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logitsheskoi Fanny Orenburgskago Kraya
(Note sull'Ornitologia del Distretto di Oreu-
burgo), Bull. Soc. Nat. Mose. pp. 658-681,
1888.
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scaspienne, 8°. Moscou : Bull. Sor. Sat. Mo-
scou , pp. 128-160, 1889; pp. 228-315,
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mejdou g. g. Tcherdjuein i Kalifoni (Orni-
tologia del Distretto tra Toherdjuem e Kalif,
Aniu-Darva). Bull. Sor. Nat. Mosc., pp. 1-41,
1890.
148
atlanti: ornitologico
ITALIA IX <i i:\T.RAI.K.
Aldrovandi U. - Ornithologia, siveAviumhistoria,
libri XX, t. 3. Bononiae, 1599-1603 (').
(Anonimo). - Osservazioni sull'Ornitologia To-
scana di Paolo Savi, nella Biblioteca Italiana,
t. 50, pp. 186-194 (182.8), t. 61, pp. 187-
201 (1831), t. 67, pp. 76-83 (1832),
Arrigoni Degli Oddi E. - Nota sopra un ibrido
artificiale (Turtur risorius e T. auritns (L.).
Rovigo, 1885.
— Catalogo della Raccolta Ornitologica Arri-
goni Degli Oddi in Ca' Oddo, I, Uccelli Ita-
liani. Padova, 1885.
— Di una femmina di Passera reale (Passcr
Italiae, Cab. ex Vieill.) che assuuse in parte
l'al>ito del maschio. Atti Soe. Ital. Se. Nat.
Milano, 1886.
— Osservazioni sul Germano reale (Anas bo-
seas). Bollettino ilei Naturalista, Anno VI,
n. 11, p. 1-16. Siena, 1886.
— Due ibridi ottenuti in domesticità nel mag-
gio 1885 {Anas boscas var. doni, e A. bo-
8ca8 fera). Boll. Soc. \'en. Tr. Se. Nat.,
t. IV, n. 1. Padova, 1887.
— Notizie sopra un uccello nuovo per l'Avi-
fauna Italica (Calliope camtsehatkensis), nel
Boll. Soe. Ven. Tr. Se. Nat., t. IV, u. 1.
Padova. 1887.
— Note ed osservazioni sopra un ibrido non
ancora descritto (Fuligula ferina e cristata)
e sull'ibridismo in generale, nell'Ateneo Ve-
neto, gennaio-febbraio 1887. Venezia, 18,s7.
— Notizie sopra un Ligurinus chloris (L.) ed
una Alauda arvensis anomali nel rostro, con
fig. Boll, del Nat., IX, pp. 21-22. Siena, 1889.
— Notizie sopra, un ibrido rarissimo (J)ajila
acuta e Querquedula entra), con tav. col.
Atti Soe. Yen. Tr. Se. Nat., voi. XI, fa-
scicolo II. Padova, 1889.
— Un ibrido nuovo nella famiglia delle Anitre
(Ma reca penelope e Querquedula erecea). Atti
Soe. Li. Se. Nat., voi. XXXIII. .Milano, 1890.
— Su di un maschio di Hirundo rustica, L.
colle timoniere esterne straordinariamente
allungate, con fig. , nel Boll, del \at.. X,
fase. V. Siena, 1890.
(') Sebbene 1 Ornithologìa del] Aldrovandi, <* la Storia Na-
turale degli Uccelli tratl I- li Ornitologìa in generale, tut-
tavìa drvmio essere qui annoverate, perone in osso eù la
particolare menzione dogli Uccelli d'Italia o cosi puro nelle
opero del Bernini, «tri Ranzani e del Geno (Salvadori).
Arrigoni Degli Oddi E. - Studi sugli Uccelli
uroptero-fasciati. Atti Soe. Ven. Tr. Se. Nat..
voi. XI, fase. II, con tav. col. Padova, 1890.
- Sopra un individuo femmina di Querquedula
erecea, anormalmente colorito. Atti Soe. Ven.
Tr. Se. Nat., voi. XII, fase. I. Padova, 1891.
— La caccia di Valle, brano p. nozze Lonigo-
De Zigno. Padova, 1891.
— Su di un ibrido di Lanopus mutus e Bo-
nasa betulina. Atti Soe. It. Se. Nat., con
tav. col. Milano, 1892.
— La Fuligula Momeyeri, lìaed. nel Veneto.
Nota, Ornitologica. Atti Soe. hai. Se. Nat..
voi. XXXIV, fase. II. pp. 179-193. Milano,
1S93.
— Un ibrido naturale di Mareea penelope e
Anas boscas preso nel Veneto. Alti Soe. Ven.
Tr. Se. Nat., ser. II, voi. II. fase. IL Pa-
dova, 1893.
— Anomalie nel colorito del piumaggio osser-
vate in 216 individui della mia Collezione
Ornitologica Italiana. Atti Soe. It. Se. Nat..
voi. XXXIV, pp. 193-255. Milano, 1893.
- Nota sopra cinque ibridi selvatici del ge-
nere Fringilla colti in Italia. Atti Soe. It.
Se. Nat., voi. XXXV. Milano, 1894.
— Nota sull'Agiata rapax e sul Buteo deser-
torum in Italia, Arieula. Ili, fase. 21-22,
pp. 125-12S, 1.899.
Arrigoni Degli Oddi E. & Leverkiihn P. - Die Orni-
tliologische Litteratur italiens wàhrend der
Jahre 1891 bis 1893, in Journal fiir Orni-
thologie, XLII. Berlin, 1891.
Arrigoni Degli Oddi 0. - Deviazioni delle ma-
scelle degli uccelli, con tig. Atti Soe. It.
Se. Nat., voi. XXV. Mila 1882.
Azzi E.. Delor F.. e Camusso N. - Manuale del
Cacciatore italiano. Milano, 1887.
Bacchi della Lega A. - ('accie e Costumi degli
I cecili Silvani. Città di Castello, 1892.
Bernini C. - Ornitologia dell'Europa meridio-
nale. Parma. 1772-1782, in foglio, con 25
tavole.
Besta R. - Sulla deformazione del becco in un
J'icus ri ridili. Atti Soe. It. Se. Nat., VO-
lumeXXVl, pp. 1 22-124, conflg. Milano, 1883.
Brehm A. E. - La vita degli animali. Tradu-
zione italiana, Uccelli, voi. Ili e IV. Milano,
1869-1870. (Vedi le note di M. Lessona e
T. Salvadori).
\ 1 1 \nti (H:\rriii. hck'o
l 19
Bolle C. - Bruchstiicke einigei Briefe, nel Jour-
nal f tir Ornithnltnjie. 1858, pp. !.".(»- KIT .
Bonaparte, Principe C. L. - Iconografia della
Fauna Italica per le quattro classi degli ani-
mali vertebrati. Uccelli, t. I. pt. 2'. Roma,
1832-1841, con tavole.
— Catalogo metodico degli Uccelli Europei.
Bologna, 1842. (In quest'opera le specie ita-
liane solici segnate con asterisco).
Canterano L. - Note Zoologiche. Unii. Mus.
Zoo/. AikiI. Torino, voi. IV. n. ti.".. Torino,
issi).
Carcano da, F. S. - 1 tre libri degli ('cetili da
Rapina. Vicenza, 1622.
Cattaneo G. - Iu torno ad un caso singolare «li
Orimi in uni. Atti Sor. 11. Se. Nat., voi. XXII,
pp. 66-78. Milano, 1N79.
Comalia E. - Sopra due casi (li albinismo negli
Uccelli. Atti Soc. 11. Se. Nat., voi. X,
pp. 449-45S. Milano, ISiiT.
Dal Fiume C. - Sopra un ibrido naturale ili
Murerà penelope e Untila arata (preso nel
Veneto). Atti Soc. 11. Se. Nat., < tav. col.
Milano, 1893.
Damiani G. - Sulla frequenza in Italia della
Rissa triiìaeti/la, L. Arirula. anno III, fasci-
colo 23-24. Siena, 1899.
De Filippi F. - Fauna d'Italia, nell'opera: 1
tre Retini delln Natura, Uccelli, pp. 271-272.
Milano, L852.
— Il Si/rrliaptrs paradoxus in Italia, nel (liorn.
Uff. del "Regno d'Italia, 9 marzo 18(14, e
nella Notizia storica dei larari fatti dalla
Classe ili Scienze Fisiche e Matematiche tirila
],'. Arr. tirile Scienze ili 'l'orino negli anni
isti! e L865, pp. 2 1-27.
Dei A. - Sulla possibilità che. le Quaglie covino
in Africa anco dopo aver nidificato nella
primavera in Italia, nel giorn. Il Libero Cit-
tadino, anno XXII. n. 49. Siena, 1887.
— Su cinque casi di Brachydactilia negli Uc-
celli domestici, nel giorn. L' 'Agricoltore Ita-
liano, anno XVI, fase. 195. Firenze, 1890.
Fiori A. - Alcuni casi di melanisnto in due
specie di Uccelli. Atti Soc. Nat. di Modena,
ser. Ili, voi. XIII, anno XXVIII, pp. 87-92.
Modena, 1N94.
Gene G. - Sulla Iconografia della Fauna Italica
di Carlo Luciano Bonaparte, Principe di
Musignano. Osservazioni, nella Bibl. Hai.,
t. 71, pp. 165-:i.">6 (1833), t. 75, p. 13 (1834),
t. 77, p. 59 (1835), t. 80, p. 22 (1835), t. 83,
p. 376 (1*36), t. 92, pp. 26-174 (1839), t. 95,
p. 50 (1839).
La stessa opera iu un volumetto. Milano,
1839.
Gene G. Storia aaturaledegli animali esposta in
lezioni elementari. Opera postuma. Uccelli,
voi. Il, pp. 1-230. Torino. L850. (\. Ila
parte ornitologica di quest'opera si parla di
quasi tutte le specie italiane, e perciò deve
essere qui menzionata).
Gerini G. - storia. Nat male degli Uccelli, voi. •"'.
con tav. col. Firenze, 1767-1776.
Giglioli Hillyer E. - Catalogo degli Uccelli os-
servati in Italia. Fase. I della Iconografia, etc.
l'iato. 1879.
— Iconografia dell' Avifauna Italica. Fase. 1-52,
con 265 tav. col. foglio, l'iato, 1879-1895.
(Quanto ne venne pubblicai pera incom-
pleta i.
— Elenco dei Mammiferi, digli Uccelli e dei
Rettili ittiofagi appartenenti alla Fauna Ita-
lica e Catalogo degli Anfibi e dei Pesci Ita-
liani. Firenze, 1880.
— Elenco delle specie di Uccelli che trovatisi
in Italia, stazionarie o di passaggio, colla
indicazione delle epoche della nidificazione
e della migrazione. Annali di Agricoltura,
n. .'iti. Roma, issi.
— Notes on the Avifauna of Italy, in Ibis,
ser. IV, voi. VI, pp. 181-222. London, Issi.
— Avifauna Italica. Elenco delle specie sta-
zionarie o di passaggio in Italia, colla loro
sinonimia volgare e con notizie più special-
mente intorno alle migrazioni ed alle nidi-
ficazioni. Firenze, 1S86.
— Primo Resoconto dei Risultati dell'Inchiesta
(•mitologica in Italia, l'i. I, Avifauna Ita-
lica. Elenco sistematico delle specie di Uc-
celli stazionarie o di passaggio in Italia con
nuovi nomi volgari, e eolle notizie fin qui
fornite dai Collaboratori dell'Inchiesta Or-
nitologica, con una carta delle Stazioni Or-
nitologiche Italiane. Firenze. 1889.
— Primo Resoconto dei Risultati dell'Inchiesta
Ornitologica in Italia. Pt. II, Avifaune lo-
cali, Risultati dell'Inchiesta Ornitologica nelle
singole provineie. Firenze, 1890.
— Primo Resoconto, etc. Pt. III. Notizie d'in-
dole generale, migrazioni, nidificazioni, ali-
mentazione, etc. Firenze, 1891.
— L'Attiene Cliiarailiar. sp. n. uell' Ariritla.
IV. fase. 29-30, pp. 57-60 (1900) e nell'Oro»,
tonieXI, n. 2-'.',, pp. 237-242, 1900-1902, etc.
Mauretti P. - Sopra alcuni casi di scoloramento
delle penne in Uccelli nostrali. Atti Soc. It.
Se. Nat., voi. XXII, pp. 292-300. Milano,
1879.
— Aberrazione nel colorito delle penne in Uc-
celli dell'Ordine dei Passeraeei. Atti Soc. It.
Se. Nat., voi. XXV. Milano, 1882.
150
ATLANTE ORNITOLOGICO
Martens G. V. - Iutieri. 8 Bde. Stuttgart, 1844-
isKi. [Die geografisclie Zoologie, pp. 253-502.
Vogel, pp. 268-311).
Martorelli G. - Sopra un Falco islandieus, Briinn.
(err. det.t annunciato per la prima volta in
Italia, nello Spallanzani di Roma, taso. V e
VI. Roma, 1887.
— Sopra alcuni esemplari del gen. Limosa.
Atti Soc. lt. Se. Nat., voi. XXXIII. Mi-
lano, 1890.
— Note Ornitologiche sopra osservazioni fatte
nell'anno 1894-95. Atti Soc. It. Se. Nat..
voi. XXXV. Milano, 1895.
— Monografia illustrata degli Uccelli di Rapina
in Italia. 4°. con 5 tav. col. Milano, 1895.
— Le forme e le simmetrie nelle macchie del
piumaggio, nel voi. VI, fase. II, delle Me-
morie della Soc. 11. (li Se. Nat. e Mus. Gir.
tli Stor. Nat. di Milano, con una tav. cro-
mol. e zincotip. Milano, 1898.
— UEmberiza luteola e la Menila Naumanni
in Italia, Arieula. V, fase. 45-46, pp. 131-
133, 1901.
— Ibrido probabile di Turdus obscurus e
T. iliacus, nell'Orafe, XII, n. 2-3, pp. 229-
231 (1901).
Olina G. P. - Uccelliera, ovvero discorso della
natura e proprietà di diversi uccelli, e in
particolare di quelli che cantano, con il
modo di prendergli e mantenergli, con figure.
Roma, 1622.
— Idem. Roma, 1684.
Parona C. & Grassi G. B. - Sovra alcune mo-
struosità di uova di Gallina. Atti Soc. It.
Se. Nat., voi. XX, pp. 103-124, con tav.
Milano, 1877.
Parona C. - Alcune particolarità di due indi-
vidui AelV Anas boschas. Atti Soc. It. Se.
Nat., voi. XIX, fase. IV. Milano, 1877.
— Due casi di deviazione nella mascella in-
feriore degli Uccelli. Atti Soc. It. Se. Nat.,
voi. XXIII, pp. 127-134, con tìg. Milano,
1880.
— La pigomelia nei Vertebrati. Atti Soc. II.
Se. Nat., voi. XXVI, pp. 211-326. con fig.
Milano, 1883.
Pavesi P. - SulF importanza del melauismo negli
Uccelli, negli Atti I. E. Acc. degli Agiati,
ser. Ili, voi. I, fase. I. Rovereto, 1895.
Pelzeln Aug. v. - (Due Cataloghi con cenni
sugli Uccelli Italiani), voi. XXI e XXVI,
delle Verhandhingen ilei- K. K. Zool. Bot.
Gesellsch. in Wien, 1871-76.
Ranzani C. - Elementi di Zoologia. Tomo terzo
contenente la Storia Naturale degli Uccelli.
Bologna. Pt. I eli (1821), pt. Ili e IV (1822),
pt. V, VI e VII (1823), pt. VIII (1825),
pt. IX (is-j(ì).
Salvador! T. - Lettera intorno al Syrrhaptes
paradoxus in Italia, neìVlbis. 1864, p. 228.
— Studio intorno agli scritti Ornitologici del
Prof. P. De-Pilippi, negli Atti della E. Acc.
di Torino, p. 263. Torino, 1868.
— Degli Uccelli avventizi in Italia, negli Atti
della Soc. Hai. di Scienze Nat., voi. XII.
pp. 544-547. Milano, 1869.
— Lettera (nella quale vengono contradette
alcune osservazioni del Sig. Saunders, rela-
tive all'Ornitologia Italiana), nell'i&fe, 1870,
pp. 153-154.
— Intorno alla Fringìlla citrinella, L., negli
Atti della E. Acc. Se. di Torino, voi. VII.
pp. 259-264 (1871) (').
— Fauna d'Italia, parte II, Uccelli. Milano,
1872.
— Intorno a una specie di Falco nuova per
l'Italia. Aiti dell' Acc. di Se. Torino, voi. XIX.
Torino. 1884.
— La Aegialitis asiatica (Pali.) trovata per la
prima volta in Italia. Atti B. Acc. di Se.
Torino, voi. XXIII. Torino, 1887.
— Elenco degli Uccelli Italiani, negli Annali
del Mus. Civ. di St. Nat. di Genova, ser. II,
voi. Ili, ed in voi. separato. Genova, 1887.
- Il Sinatte in Italia nella primavera del 1888.
Boll, dei Musei di Zool. Anat. della lì. Univ.
di Torino, n. 47, voi. III. Torino, 1888.
— Altre notizie intorno al Sirratte in Italia
nel 1888. Boll, dei Musei di Zool. Anat.
Camp. li. Univ. di Torino, u. 52, voi. III.
Torino, 1888.
— Le ultime notizie intorno al Sirratte in
Italia negli anni 1888-1889. Boll, dei Musei di
Zool. Anat. Oomp. E. Univ. di Torino, n. 70,
voi. IV. Torino, 1889.
— Il Cypselus affinis in Liguria. Ann. Mus.
Civ. St. Nat. di Genova, ser. II, voi. IX
(XXIX). Genova, 1890.
— Intorno a una Cutrettola nuova per l'Italia.
Boll. Mus. Zool. Anat. Oomp. E. Univ. To-
rino, voi. VI. n. 101. Torino, 1891.
Intorno alla Menila alpestris, Brehm, nel
Boll. Mus. Zool. Anat. Gomp. E. Unir,
di Torino, voi. VIII. n. 152. Torino,
1893.
(') Numeroso notizie intorno all'Ornitologia Italiana sono
registrate negli Atti tifila 2a. \illt 5a, 6a, 7a ed 8a Riunione
degli Scienziati Italiani, tenute in Torino (1840), in Firenze
(18-11), in Lucca (1843), in Milano (1844), in Napoli (1845),
ed in Genova (1846). I Sigg. Hollniayr e Tachusi zu S<'lnni-
«Uiuilrn (Oni. Jah.br, XI, pp. 5-G, 1900, etc.) parlarono delle
Cincie di padule italiano.
ATLANTE ORNITOLOGICO
151
Saunders H. - Notes od the Ornithology <if Italy
and Spain, Dell'Ito, L869, pp. 891-403.
— Lotterà (in risposta alle osservazioni «lei
dott. Salvadori); nell'Ito, L870, pp. 289-299.
Savi P. - Ornitologia Toscana, ossia I •(•scrizione
e Storia degli Uccelli ohe fcrovansi nella To-
scana, con l'aggiunta delle descrizioni di
tutti gli altri propri del rimanente d'Italia.
Pisa, t, I (1827), t. Il (1829), t. tll (1881).
— Quadri sinottici dell' Ornitologia Italiana.
Pisa, 1831.
— Considerazioni sul Fagiano che vive in
Italia, onde decidere se delibasi considerare
come animale selvaggio o come domestico,
scritte in occasione di un processo per tra-
sgressione di caccia e pubblicate in un opu-
scolo intitolato: Parole in difesa di Sabba-
Uno di (laddo avanti il Tribunale di Prima
Istanza di Pisa. Pisa. Isti:!, pp. 14-31.
— Ornitologia Italiana, tomi 3. Firenze, 1873-
1877, seconda ediz., 1900.
Settembri A. - Quadro geograflco-ornitologico,
ossia quadro comparativo le Ornitologie di
Malta, Sicilia, Toscana, Liguria, Nizza e la
provincia di Garda, Malta, 1843.
Selys-Longchamps E.. Baron de - Notes on va-
rious Birds observed in Italian Museums in
1866, Dell'Ito, 1870, pp. 449-455.
Sharpe R. B. - On Whitehead's Nuthatch. Proc.
Zool. Soc, 1884, n. 28.
Spallanzani L. - Opuscoli cinque sopra diverse
specie di Rondini, nell'opera: Viaggi alle
due Sicilie ed in alcune parti dell'Appennino,
Appendice. Pavia, 1792-97. (Milano, 1826,
t. Ili, pp. 369-470).
— Opuscolo sopra l' Uccello notturno da di-
versi naturalisti chiamato Strix scops ed in
alcune provincie d'Italia Chinino, 1. e. (Mi-
lano, 1826, t. Ili, pp. 471-500).
Tanara V. - La Caccia degli Uccelli, da ma.
inedito della Bibl. Commi, di Bologna, a
cura di A. Bacchi della Lega. Bologna, 1886.
Tschusi zu Schmidhoflen. Ritter V. von. - Vor-
laiifiges ii ber don Zug des Steppenhuhncs
(Si/rrhaptes paradoxus, P.) durch Oesterreich-
Ingani in Jahre 1888-1889 nel giorn. Die
Sclnralbc, Mittlicilung des Ornitliologischen Ve-
reines in Wien, n. 14, aprile 1889.
Valli A. - Il canto degli augelli. Koma, 1601.
Vallon G. - Die Samnilung italienischer Vògel
des Prof. Graf Arrigoni Degli Oddi in Caoddo
(Mouselice) bei Padua, nell'Orma. Jahrb.,
XII, Heft 2 e 3, pp. 89-97. Hallein, 1901.
Tradotto con aggiunte da G. Damiani. Avi-
dità, fase. 45-46, pp. 121-131 (1901).
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scoperta nella provincia del Friuli. Atti Ac-
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Zinanni Conte, G. - Orile Uova e dei nidi degli
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TRENTINO.
Althammer L. - Catalogo dogli Uccelli osservati
nel Tirolo. Padova, 1 *.">(>.
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Ambrosi F. - Prospetti! delle specie Zoologiche
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Scienze Naturali in Italia. Atti Soc. Ven. Tr.
Se. Nat., voi. V, pp. 234-274. Padova, 1877.
(Anonimo). - Catalogo di una Collezione degli
Uccelli del Trentiuo, s. a.
Azzolini L. - Elenco degli Uccelli esistenti nel
Civ. Mus. di Rovereto al 31 dicembre 1898.
Rovereto, 1899.
Bonomi A. - Notizie sugli Uccelli tridentini.
Boll, del Natur. e Rivista It. Se. Nat. (varie
comunicazioni), I-XIV. Siena, 1881-1894.
Idem, neWOrnithologisclies Jaìirbuch (Hal-
lein), s. a.
— Avifauna tridentina, nel Programma dell'I.
B. Ginnasio superiore dello Stato in Rovereto,
anno 1883-84. Rovereto, 1884.
— Ornituologische Beobachtungs. Stationen in
Oesterreich-Ungarn . Wien, 1884-1889.
— Calendario ornitologico Trentino, ne]V Agri-
coltura, Giornale pegli interessi della classe ru-
rale nel Trentino, ser. Ili, anno XVI, pp. 9-
10, 25-28, 42-44, 58-61, 74-76, 95-97,
123-124, 140-142, 153-155, 170-171, 187-
188. Trento, 1887.
— Nuove contribuzioni all'Avifauna Tridentina,
nel Programma dell'I. E. Ginnasio supcriore
dello Stato in Rovereto, anno 1888-1889.
Rovereto, 1889.
— Materiali per un'AvifaunaTridentina, nel Pro-
gramma dell'I. R. Ginnasio superiore dello 8ta-
toinRovereto, unno 1890-1891. Rovereto, 1891.
— Quarta contribuzione all'Avifauna Triden-
tina, nel Programma dell'I. lì- Ginnasio su-
periore dello Stato in Rovereto. Rovereto, 1895.
— Lo Zigolo dal collaro catturato per la prima
volta nel Trentino. Atti 1. R. Se. Lelt. ed
Ar., ser. Ili, voi. V, fase. IL Rovereto, 1899.
152
ATLANTIC ORNITOLOGICO
Garbari ti. - L'Uccellagione quale viene prati-
cata nel nostro Paese. Trento, 1897.
Untersteiner. - Aggiunta al Catalogo degli Uc-
l'i'lli osservati nel Veneto dal Sig. A. 1*. Ninni,
relativa agli Uccelli osservati nel Trentino,
nel Commentario della Flora, Fauna e (Ica
del Ventiti e dil Trentino, voi. I, pp. 252-
253. Venezia. 1859.
Vallon G. - Escursioni ornitologiche nel Tren-
tino. Boll. Soe. A, Ir. Se. Hat., voi. XIII.
pt. II. Trieste, 1892.
DALMAZIA (').
Brasilia S. - Motriocein Pticjega Svijeta. Soe.
Hist. Nat. Oroat., anno V. Zagabria, 1890.
- Sulle Alche, etc, Boli. Soc. Zoo!. Hai.
X. Roma, 1901.
Eggenhòffer. - Vogel uni Triest, neH'is/s, 1842,
pp. 296-298.
Kolombatovich G. - Osservazioni sugli Uccelli
della Dalmazia, nel Programma tirila I. R.
Scuola superiore. Spalato, 1880-1881.
— Catalogus Vertebratorum Dalmaticoruni.
Spalati, 1888.
- Novi Nadodatci Kraljesnjacima Dalmacije.
Spalato, 1S93.
- 0 njekim Kraljesnjacima. Spalato, 1895.
— Zoologiske Vijesti iz Dalmacije. Spalato,
is',16.
- Druge Zoologiske Vijesti iz Dalmacije. Spa-
lato, 1900.
Michaelles C. - Ueber das Winterkleid von
Larus atricilla, Temm. {plumbeiceps : Brehra)
nebst einigen Bemerkungen iiber die im J In-
feri von Triest bemerkten Movenarten, nel-
Vlsis, 1829, pp. 12(i'J-i270.
Schiavuzzi B. - Elenco degli Uccelli viventi
nell'Istria ed in specialità nell'agro pirauese.
Boll. Soc. Adr. Se. Nat., n. 1. Trieste, 1878.
— Sulla comparsa del Larus tridaetylus, L., in
volgare Gabbiano Terragnolo, nella rada di
Tirano. Boll. Soc. Adr. Se. Nat., voi. V,
n. 1. Trieste, 1879.
— Aggiunte e correzioni all'Elenco degli Uc-
celli viventi nell'Istria ed in specialità nel-
l'agro piranese. Boll. Soc. Adr. Se Nat.,
voi. V, p. 287. Trieste, 1880, voi. VI,
p. 165, 1881, e voi. VII, p. 13, 1882.
— Materiali per un'Avifauna del territorio di
(') Qualche notizia su^li rjooelli dalmati si trova anche nei
due seguenti lavori: Arrigoni Degli Oddi lì. Note Ornlt. sol
Muboo Noz. «li Zagabria, Boll. Soe. Zool. TttU. Voi. I, sor. Il,
fase. 1-2, pp. 69-81, 1900; Lo stesso Autore, Rimi. Orn. di
Serajevo, Orme, pp. 175-182, 1900.
Trieste tino a Monfalcone e dell' Istria. Boll.
Soe. Adr. Se. Nat., voi. VII, fasci. Trieste,
1888.
Schiavuzzi B. - Sulla comparsa di specie nor-
diche nella regione Adriatica settentrionale.
Zeitsehrift fiir die (itsiniinite Ornitlioloi/ic. I,
Jahrg. issi. Budapest, 1884.
- Alca tortiti, L. nel golfo di Trieste. Zeit-
seìirifl fiir die gesam. ornilh. von /'.' Mu-
darti*;. 1 Jahrg. p. 248, 1884, e Miltheil.
der ornilli. Verdina in Wien. p. 127. 1884.
Idem, Zeitsehrift, etc. Budapest, 1884.
— Osservazioni fenologiche e sui passaggi degli
Uccelli del litorale Austriaco durante l'anno
1884. Monfalcone, 1885.
— Anas boscas anom. Millheilungcn des oruilh .
Ver. in Wien. anno Vili. p. 38, 1884, e Zeit-
sehrift fiir die gesam. Ornith. di Madarasz,
II, p. 53, 1885.
— Materiali per un'Avifauna del litorale Au-
stro-Ungarico. Boll. Sur. A tir. Se. Nat.,
voi. X. Trieste. 1887.
Washington S. - Ornithologische Notizen aus
Istrici], Zeitsehrift fiir die gesam. Ornilh.
di Madarasz in Budapest, voi. II. pp. 341-
368, 1885.
VENETO.
(Anonimo). - Osservazioni intorno all' Ornito-
logia Toscana, etc. nella Bilil. Jtnl.. voi. L,
pp. 180-194, 1828, voi. LXI, pp. 187-202,
1831, voi. LXVII. pp. 76-83, 1832 (').
Arrigoni Degli Oddi E. - Lettera aperta al pro-
fessor E. II. Gigli. di. Padova, 1884.
- Note ed osservazioni fatte dall'agosto al di-
cembre 1885, specialmente in riguardo al-
la migrazione degli Uccelli nella provincia
di Padova e nell'Estuario Veneto. Boll. Soc.
Yen. Tr. Se. Nat., t. ITT, n. 4. Padova,
1886.
- Sul Codirosso nel Padovano, nel Boll, del
Nat., anno VI, n. 11, p. 146. Siena, 1886.
— Cicogna e Codirosso, nel Boll, del Nat.,
VII, n. 7. Siena, 1887.
— Sulla colorazione a fascio della coda in al-
cuni individui giovani del .Merlo nero (Me-
nda nit/ra, L. ex Schw.) della mia Collezione
Ornitologica Italiana, con tav., negli Atti
E. Afe. Se. Leti, ed Ar. di ì'titlortl. letta
nella tornata 22 maggio 1887, inserita nel
voi. Vili, disp. IV. Atti e Meni. Padova,
1887.
(') Ho creduto di dover menzionare anche questo la-
voro di anonimo Autore, giacché in esso si parla specialmente
degli Uccelli del Veneto.
\ n \M i I ii;\i imi 06ICO
153
Arrigoni Degli Oddi E. - Notizie su aldine cat-
ture di Uccelli. Boll, del Nat. Siena, 1887.
l'asso straordinario di Uccelli. Boll, del
Noi. Siena, 1887.
■ — La Lusciniola melanopogon, la Ceiiia Oettii
e la Oyaneoula Wolfi nel Padovano. Boll.
Nat., Vili. Siena. 1888.
— Notizie su alcune- catture di l'ccelli nel 1SSS.
Boll, del Nat., IX. Siena. 1889.
— Contribuzioni all'Avifauna del Padovano,
nel Primo "Resoconto dei Eisultati dell'Inchie-
sta Ornitologica in Ito Ho, l't. 1, li, III. Fi-
renze, 1889-91.
— Notizie sulle peregrinazióni della Ghiandaia
(Garrtilus glandarius) in un quinquennio di
osservazioni (1885-1889). Boll. Nat., fase. VI.
Siena, 1890.
— I Cigni del Veneziano. Gozzetta di Venezia,
due mini, del febbraio 1892.
— Catture di Uccelli negli anni 1890-1891 . Ri-
vista lt. Se. Nat. e Boll. Nat., XII. Siena,
1892.
-— Su di un Mónachus atricapillus a becco ano-
malo. Atti Soc. Yen. Tr. Se. Nat., ser. II,
voi. I. fase. I, con tav. Padova, 1892.
— La Branta leueopsis nel Veneto, rota orni-
tologica. Atti Soc. lt. Se. Nat., voi. XXXIV,
fase. I, pp. 117-123. Milano. 1892.
— Catture di Uccelli avvenute durante l'anno
1892. L'insta lt. Se. Nat., XIII. Siena, 1893.
— Note ornitologiche. Rivista lt. Se. Nat.,
XIV. Siena, 1894.
— La Tadorna cornuta nel Veneto. Spori Il-
lustrato. XIII, n. 595, p. 41. Milano, 1894.
L' Haliaètus albichila nel Veneto. Sport Il-
lustrato, XIII, n. 598, p. 77, 1894.
— Materiali per la, Fauna Padovana dei Ver-
tebrati, II, Uccelli. Atti Sor. lt. Se. Nat.,
voi. XXXIV, pp. 367-433. Milano, 1894.
— La Caccia ili botte o di valle nelle lagune
di Venezia. Sport Illustrato, ed in un Opu-
scolo separato di pag. 50. con fig. Milano,
1894.
— Le ultime, apparizioni dell' Actochelidon
sandvicensis (Lath.) nel Veneziano. Atti Soc.
lt. Se. Nat., voi. XXXVI, pp. 17-32. Mi-
lano, 1896.
La cattura di un Fenicottero nel Veneziano.
Atti Soc. lt. Se. Nat., voi. XXXVI, pp. 221-
223. Milano, 1896.
— Note ornitologiche per l'anno 1895. Atti
Soc. It. Se. Nat., voi. XXXVI, pp. 231-38.
Milano, 1896.
— Note ornitologiche, nella Eivista 11. Se. Nat.,
voi. XVII, n. 11. Siena, 1896.
— La nidificazione del Mibms migrane, I?. nel
territorio Veronese, atti /.'. Ist. IV».. eie.
t. IX. sei. VII. pp. 93-114. Venezia, 1898.
Arrigoni Degli Oddi E. - Eine Brutstàtte dea
schwarzeii Milans bei (Mezzano bei Verona.
Journal fur Ornith., XX.IV, pp. 524-587.
Berlin, 1898. Lo stesso, tradotto in inglese
nello Zoologist, 1898.
Notes on some specinicns of Anatidae in
the late Count Ninni's Collection in Venice,
in Ibis for Jan. 1898, pp. 67-74. London,
L898.
- Le recenti comparse del Puffinus 2T«/ift(Boie)
nel Veneziano. Atti Noe. //. Se. Nat., XXXVII,
pp. 21 1-218. Milano. 1898.
— Letter on the ocourrence of Skuas in the
monti) of Septemher 1898 on the Lake of
Garda, nell'Ibis, 1899. pp. 156-158. London.
1 899.
Arrigoni Degli Oddi E., e Sicher E. - Alcuni Uc-
celli anomali del Veneto, con tav. Atti Soc.
IV». Tr. Se. Nat., voi. X, fase. II. Padova,
1887.
Arrigoni Degli Oddi 0. - Uccelli stazionari, di
passaggio annuale o tenuti in domesticità
delle provincie di Padova e Venezia (class.
Temminck-Catal. Contarmi), s. a. (Mss. in
Coli, opusc. Prof. Canestrini).
Bagatta F. - La Provincia di Verona, voi. I.
Verona, 1865.
Baseggio G. B. - Degli l'ccelli dei contorni di
Bassano, nella Bibl. Ita!., t. XXVII. 1822.
— Catalogo degli Uccelli, classato secondo
Latham. Bibl. Hai., t. XXVIII, 1822.
— Ornitologia Bassanese (Mss. s. a. in Còli.
opusc. Prof. Saccardo).
Camerano L. - Il Co: Alessandro Pericle Ninni,
cenni biografici. Boll. Mus. Zoòl.Anat. Oomp.
B. Univ. di Torino, n. 113, 4 febbraio 1892,
voi. VII. Torino, 1892.
Canestrini G. - Commemorazione del Co: A.
P. Ninni. Atti E. Ist. IV». Se. Lèti., t. LI,
ser. VTI, voi. IV, disp. IL Venezia, 1892-93.
Canestrini R. - Il colera dei polli nel Pado-
vano. Padova, 1888.
Carraro G. B. - Raccolta degli Uccelli della
Provincia Vicentina da esso preparati, inse-
rita nel libro: Primo inoltrili dell'industria
e delle arti dello Provincia Vicentina, p. 11,
sezione IL Vicenza, 1855.
Catullo T. A. - Brano di lettera a Mous. Ran-
zani, Prof, di Storia Naturale nella Pontif.
Università di Bologna, nel (ìiorn. sulle Se.
e Leti, delle Provincie Venete, voi. XVII,
p. 189. Treviso. 1829.
Sulla Loria Infasciala, nel Qiorn. di Tre-
viso, voi. XVII, p. 186, 1829.
Atlante ornitologico — Parte I.
154
ATLANTE ORNITOLOGICO
Catullo T. A. - — Catalogo ragionato degli
Animali Vertebrati permanenti o solo di
passaggio nella Provincia Bellunese, pub-
blicato nelle fauste Sponsalizie Manzoni-Viil-
lestorf, Belluno, 1838.
— Animali <lel Canale di S. Croce, cui si ag-
giungono quelli che si reputano i più spe-
ziosi delle Alpi Bellunesi, nel Trattato sopra
la Costituzione Geognostico-fisica dei terreni
diluviali e postdiluviani delle Provincie Ve-
nete. Padova, 1838 (Uccelli, pp. 1652-194).
— La etessa opera, seconda ediz., note-
volmente accresciuta ed emendata. Padova,
1S44 (Uccelli, pp. 145-171).
Cipolla F. - Fenicotteri sul Benaco. Comuni-
cazione. Atti E. Ist. Yen. Se. Leti., voi. L,
ser. VII, voi. Ili, disp. IV e V, pp. 445-446.
Venezia, 1891-1)1'.
— • Il Beccofrusone nel territorio Veronese.
Atti E. Ist. Yen. Se. Leti., t. LI, ser. VII.
voi. IV, disp. X. Venezia, 1892-1893.
— Il Merlo nel canto XIII del Purgatorio. Atti
E. Ist. Ven. Venezia, 1894.
— Albinismo ed Isabellismo. Atti E. Ist. Yen.,
t. VI, ser. VII. Venezia, 1895.
— Metacromatismo di un' Fmberiza citrinella, L.
Atti E. Ist. Yen., ser. VII. Venezia, 1895.
— Due Corvi ed un Rondone. Atti E. Ist. Yen.,
t. VII, ser. VII. Venezia, 1895.
— Due parole sulla mia Emberiza citrinella, L.
Atti E. Ist. Ven., t. VII. ser. VII. Venezia,
1896.
— Del Metacromatismo degli Uccelli. Avicula.
L pp. 51-52. Siena, 1897.
- Tetraonidinel Veronese. Atti E. Ist. T"e».,etc.
t. IX, ser. VII. Venezia, 1898.
— Aquila reale. Atti E. Ist. Ven., etc, t. LIX,
pt. II, 1899-1900. Venezia. 1900.
- Cataloghi degli Uccelli e degli Insetti delle
Provincie di Padova e Venezia, in 4.° Bas-
sano, 1843.
— Sopra la muta degli Uccelli. Memoria letta
all'Istituto il 22 gennaio 1843, inserita nel
voi. I, II Atti, p. 265. Venezia, 1S43.
— Nozioni sopra la Plectrophanes calcarata
o Fringilla lapponica, lette all'Assemblea
Milanese degli Scienziati Italiani il 13 set-
tembre 1844, publi. per estr. negli Atti,
p. 344 1844.
— Nota sulla Fringilla incerta, letta all'I. R. Isti-
tuto di Scienze ed inserita nel voi. VI degli
Atti, p. 440. Venezia, 1846.
— Notizie sulla Fauna terrestre e particolar-
mente sull'Ornitologia del Veneto Estuario,
con cenni sul passaggio degli Uccelli e sulla
caccia, inserite nel voi. II, dell'opera: Ve-
nezia e le sue lagune, pp. 157-259. Venezia,
4°, tip. Antonelii. 1S47.
Contarini N. - Memoria sopra una nuova specie
di Numenius da esso chiamata Xumcnius ba-
stata, affine alla comune Numenius arquata e
frequentatrice al pari di questa dei lidi veneti,
letta alla Sezione di Zoologia del IX Con-
gresso il 22 settembre 1S47. inalilo.
- Memoria sulla Sterna aranea, Savi, imiti
ammessa prima nell'Ornitologia Veneta, letta
alla Sezione di Zoologia il 22 settembre 1847
del IX Congresso degli Scienziati Italiani.
- Prospetto degli Uccelli finora osservati nelle
Venete Provincie, con alcune notizie sopra
la comparsa, permanenza e partenza, se vi
nidificano o no, se vi siano stazionari o rari
e qualche cenno sui loro costumi, nell'opera:
Venezia e le sue lagune, voi. II, p. 193-
238. Venezia, 1847.
— Cenno sopra il passaggio degli Uccelli nelle
Venete Provincie, nell'opera: Venezia e le
lagune, voi. II, pp. 239-244. Venezia, 1847.
— Cenno sopra la caccia nelle Venete Pro-
vincie, nell'oliera; Venezia e le sue lagune,
voi. Il, pp. 245-259. Venezia, 1847.
— Osservazioni sui costumi della Fringilla in-
certa, Risso, comunicate da D. Nardo al
l'I. R. Ist. Ven. nella Seduta 4 agosto 1851,
Atti 1. E. Ist. Ven.. voi. Il, ser. II. Ve-
nezia, 1851.
Dal Fiume C. - 11 Syrrhaptes paradosus nel
Veronese, Boll, del Nat., Vili, n. 6, p. 89.
Siena. 1888.
— Il Calcarius lapponicus, nel Veneto. Atti
Soc. Ita}. Se. Nat. Milano, 1895.
- Contributo allo studio dell' Avifauna del
Polesine, Atti Soc. Ven. Tr. Se. Nat., ser. 11.
voi. III, fase. 1. pp. 3-40. Padova. 1896.
Dal Nero V. -Il Sym'haptes paradoxus, lllig. nel
Veronese, Boll, del Nat., Vili, p. 164. Siena,
1888.
— Ancora sulla comparsa dei Sirratti nel Ve-
ronese, Rivista It. Se. Nat., IX, p. 38. Siena,
1889.
— Cyanecula suecica albina, Bivista It. Se.
Nat., IX. p. 38. Siena, 1889.
— Note ornitologiche sul Veronese, nella L'iri-
stalt. Se. Nat., XI. pp. 43-44. 74. Siena, 1890.
— Note ornitologiche sul Veronese, nella Bi-
vista It. Se. Nat., XII, pp. 59-60, 121-122.
Siena, 1891.
— Varie note ornitologiche sul Veronese, Boll.
Agr. Veronese, I, pp. 331-332, 347, 362-363,
378-379, 393-394. Verona, 1891.
— Note ornitologiche sul Veronese, turista II.
Se. Nat., XII, pp. 59-60. Siena, 1893.
ATI.AN IK ORNITOT.OOICO
156
Dal Nero V. - Il Byrrhaptes paradomis nel Ve-
ronese, Boll. Agr. Veronese, n. 24. Verona,
1892.
— Varie note ornitologiche sul Veronese, Full.
Agr. Veronese, II. pp. Il, 68, 80, 102-104,
168-164, 235-286, 260, 284, 882, 341, 355.
Verona, L892.
— Vario noie ornitologiche sul Veronese, Unii.
Agr. Veronese, 111. pp. 629-631, 666-667, 690-
791, 726-727, 749-750. Verona, 1898.
— Proverbi Ornitologici Veronesi, nelle Me-
morie dell' Acc. d' Agr., etc, voi. LXX,
sei. 111. Verona, 1894.
De Betta E. - Materiali per una Fauna Vero-
nese, nelle Memorie dell' Acc. d'Agr. Ar. e
(Jomm. dì Verona, voi. XL1I, Aves, pp. 42-
110. Verona, 1868.
- Sulla straordinaria od accidentale comparsa
di alcuni Uccelli nelle Provincie Venete, Alti
dell'I, li. Tst. Veri., sor. Ili, voi. X. Venezia.,
1865.
— Alcune note in appendice dei Materiali per
una Fauna Veronese, Atti delVAcc. d'Agr.
Art. e Ciniini. ili Verona, voi. XLVII. Ve-
rona, 1870.
— Le Cavallette e lo .Storno roseo in Provincia
di Verona nell'anno 1875, Atti li. Ist. Yen.,
voi. Il, ser. V. Venezia, 1875.
Vedi anche t. I, ser. V, disp. 8, p. 836
(1875-76). Venezia, 1876.
— On the Appeaiance and Breeding of Po-
star roseus in the l'roviuce of Verona, tran-
slated liv W . Long, in Zoedogist t'or 1878,
pp. 16-22. London, 1878.
— Un nuovo chirottero per la Fauna Veneta
ed alcuni casi di albinismo negli uccelli del
Veronese, Atti II. Ist. IV». Se., voi. 1, ser. VI.
Venezia. 1883.
De Toni E. - Note sulla Fauna e Flora Veneta
e Trentina. Udine, 1898.
DÌSCOnzi D. F. - Catalogo degli Uccelli inset-
tivori, nella Entomologia Vicentina, pp. 260-
272. Padova. 1865.
Doglioni F. - Catalogo della Raccolta Zoologica
di Angelo nob. Doglioni, in-S". liclluno, ls71.
G. F. M. (Grimani F. M.) - Per li cacciatori,
uccellatori ed ornitologi. Almanacco per
l'anno 1825. Venezia, 1825. (La raccolta
comprende quattro volumi 1-IV e va dal
1825 al 1828, essi però vennero redatti da
varii Autori).
Garbini A. - Primi Materiali per una Monografia
Limnologica del Lago di Garda, nel Boll.
8oc. Entomol. lt.. XXVI, trini. I. Firenze,
1894.
— Distribuzione ed Intensità della Fauna Ate-
sina, nelle Mi nini n dell' Acc. d' \gr., vo-
li • LXXI. sei. Ili, fase. II. Verona,
IMI.").
Gemma G. - Catture interessanti nel Veronese,
Boll. Nat., XII, pp. 5-6. Siena. 1892.
Gianese M. - importanti cattare di eccelli,
turista II. Se. Xiil., voi. XI. pp. 18-19. Siena.
1891.
Giglioli H. E. - V Attiene OMaràdiaé, sp. o. nel-
VArìetila, [V, fase. 29-30, pp. 57-60 (1900)
éOrttis, Ionie XI, n. 2-3, pp. 237-242, 1900-
1901, etc.
L'Arena. - Il l'autor roseti.?, L. nel n. 147.
Verona, 4 giugno 1875.
La educazione ilei Fringuelli. Padova, 1817.
La Tribuna. - Sopra un' Aquila imperiale
(err.det.), anno XIII, 12, nov. 1895, 2a ediz.,
n. 314, Poma, 1895.
Lanzani E. - Saggio di una l'autografia Vi-
centina, Volatili, fase. II, pp. 67-82. Ve-
nezia, 1834.
Lioy P. - Sulle condizioni tisiche ed economiche
del Vicentino, Atti Hoc. lt. Se. Nat., voi. XI,
pp. 425-439. Milano, 1868.
Mariacher G. - Note Fenologiche, Boll. Soc.
Mei. It. Torino, 1885.
Mariacher G., e Dal Nero V. - Due Tetraonidi
Veronesi che scompaiono, Rivista lt. Se. Nat.,
IX, p. 23; Siena, 1889.
Martorelli G. - SulVAthene Chiaradiae, Gigi.,
Atti Soc. Hai. Se. Xat. Voi. XL, 1902.
Martens G. V. - Reise nach Veuedig. Ulm, 1824
(l'amia, voi. II, pp. 381-538).
— Reise nach Venedig, ediz. 2a Ulm, 1838
(Fauna, Vogél; voi. II, pp. 395-404).
Moschen L. - Sopra un ibrido naturale di Frin-
gilla coelebs con Fiim/illa nuintifringilla . Full.
Soc. Ven. Tr. Se. Nat., voi. I, pp. 99-105.
Padova, 1880.
Mugna P. - Della Collezione Ornitologica del
nob. Angelo Doglioni di Belluno, con osser-
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s. a. in Coli, opusc. Prof. Saccardo).
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156
ATLANTE ullXITiil.DClni
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delle Provincie Venete, Atti dell'I, li. Ist.
Ven.. sor. HI. voi. IV. Aves. pp. 1035-1070.
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Ninni A. P. - Delle emigrazioni degli Animali
nelle Provincie Venete, Pt. 1. Venezia, 1866,
cui fa seguito il Prospetto delle specie di
Mammiferi e di Uccelli fino ad ora osser-
vali nelle Venete Provincie, con cenni sul-
l'epoche nelle quali si fanno vedere, Bulla
loro frequenza, sui luoghi che prediligono, ete.
— Catalogo degli Uccelli del Veneto, con note
ed osservazioni; Rapaci, Rampicanti e Pas-
seracei nel Commentario, ete., voi. I, pp. 5-
20, 411-65, 136-149, 186-190. Venezia, 1869;
Colombe, Gallinacei, Gialle e Palmipedi pub-
blicati a parte. Venezia, 1870.
— Materiali per la Fauna Veneta, Vi, Aves,
Atti li. Ist. Ven, Venezia, 1879-1885.
— Sopra due rarissime specie di Uccelli pos-
sedute dal Civ. Museo di Venezia, Atti Soc.
Ital. Se. Nat., voi. XXVI. Milano, 1883.
— Sulle mute del Larus melanocephalus e del
Lai-us canus, Atti Soc. Ital. He. Nat.,
voi. XXVI. .Milano, 1883.
— I Merli urofasciati, Atti Soc. It. Se. Nat.,
voi. XXX. Milano. 1887.
- Sul passaggio straordinario della Querque-
dula ciicia nel marzo 1886 nell'Estuario Ve-
neto, Atti Soe. 11. Se. Nat., voi. XXX. Mi-
lano, 1887.
- La Cicogna nel Veneto, Boll. Nat., VII,
pp. 136-137. Siena, 1887.
— Sul passaggio del Codirosso nel Veneto,
Boll, del Nat. Siena, 1888.
— Sulle recentissime opinioni intorno alle, spe-
cie Venete del gen. Acredula. Venezia, 1889.
— Le Acredule Venete, con tav. Atti B. Ist.
Ven., voi. VII, ser. VI. Venezia, 1889.
— La Caccia degli Uccelli acquatici nelle valli
del Veneto Estuario, Lo Sport, n. 39, Mi-
lano, 15 febbraio 1890; con aggiunte. Ve-
nezia. 1890.
- Giunte e Correzioni al Dizionario del Dia-
letto Veneziano. Venezia, 1890.
— Nota sul Otreus ntjus (L.), Boll. Nat., XI,
pp. 15-16. Siena, 1891.
— Materiali pei un vocabolario della Lingua
Rusticana del Contado di Treviso, ser. I-III.
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coordinata dal Co: L. Sorniani-Moretti, R. Pre-
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Perini G. - Manuale di Ornitologia Veronese,
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(1873). Verona, 1874 (opera postuma in due
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l'Acc. d'Agr. Ar. e Connn. di Verona,
voi. XXX VII. Verona, 1858.
Pirona G. A. - Voci friulane significanti ani-
mali e piante. Udine, 1854.
— Lettera intorno al Tetrao paradoxus, Atti
dell'I. B. Ist. Ven., ser. Ili, voi. X, pp. 331.
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— La Provincia di Udine sotto l'aspetto stor.
nat. Udine, lf-7 7.
- Della vita e degli studi di G. D. Nardo.
Commemorazione, Atti li. Ist. Ven. Se. Lett.
eil Ar., voi. VI, ser. V. Venezia, 1878.
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fessor Giulio Pirona. Venezia, 1871.
Pollini C. - Viaggio al Lago di Garda ed al
Monte Baldo, ete. Verona, 1816 (Uccelli,
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Savon G. A. - Caeadori al fogJier che se la
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— Cenni intorno alle emigrazioni degli Uccelli
nell'opera: I Cacciatori 'Trevisani, pp. 203-213.
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— Il volo degli Uccelli, con tav. nell'opera:
1 Cacciatori Trevisani, pp. 214-226. Treviso,
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\ ! I \\ I I (>i:nit<)I.cm;icii
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lio Andrea l'irona. Odine, 1 x ì • 7 .
— 11 Gabinetto di Storia Naturale di Odine.
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con appendice ili notizie statistiche, geolo-
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Fratereula arctica sulla spiaggia di Mala-
mocco, Atti lì. Ist. Ven., sei. IV, voi. III.
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preso nel Veneto, Atti lì. Ist. Yen. Se. Leti.,
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— Sopra un esemplare di Utamania lorda presa
il 20 luglio L887 sulla spiaggia di Mala-
niocco, Atti lì. Jsl. Yen. Se. Lelt. Venezia,
1886-1887.
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Soc. Adr. Se. Nat., voi. IX, u. 2. Trieste,
1886.
— Escursioni ornitologiche nella Provincia del
Friuli, T' serie, Boll. Soc. Adr. Se. Nat.,
voi. IX. Trieste, 1887.
— Escursioni ornitologiche nella Provincia del
Friuli, 2'1 serie, Boll. Soc. Adr. Se. Nat..
voi. XII. Tiieste, 1890.
— Contribuzioni allo studio sopra alcuni dei
nostri Acroeephalus e Calamoherpe, con 6 tav.
col. Boll. Soe. Adr. Se. Nat., voi. XIII.
Trieste, 1891.
— Contribuzioni allo studio sopra alcuni Uc-
celli delle nostre paludi e marine (Ardetia
minuta), con tav. col., Boll. Soc. Adr. Se.
Nat., voi. XIV. Trieste, 1893.
— Alcuni Uccelli molto rari per la Provincia
del Friuli, Avicula, voi. I, pp. 81, 61, 102,
131 (1897); voi. II, pp. 7, 48 (1898). Siena,
1897-1898.
— Nota intorno ad una nuova specie di Civetta
scoperta nel Friuli (Attiene CliiaradiaeJ. Alti
Acc. di Udine, ser. III, voi. Vili. Udine,
1901, etc.
Volta Mons. G. S. - Descrizione del Lago di
Garda 6 ilei suoi dintorni con osserva/ioni
di Storia Naturale e di Belle Arti. Mantova.
1828, con tav.
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Arrigoni Degli Oddi E. - Nota sopra una specie
del gen. Perili.r nuova pei- l'Italia (Conio).
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— Sul Synoeeiis Lodoisiae (melanismo d. Co-
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Ven. Tr. Se. Xat. Padova, 1890.
— Bird Notes froni Rrein baua Valley, Zoologist,
.Jan. 1901.
Arrigoni G. - Notizie storiche sulla Valsassina,
con aggiunte di L. Arrigoni e di A. Stop-
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Atti della Giunta per l'Inchiesta Agraria, voi. V,
fase. IV, p. 657, articolo di Sandri, L., Il
Circondario di Chiari ed a p. 698 quello di
Erra C, Il Circondario di Verolanuova con
notizie ornitologiche, L882.
Balsamo Crivelli G. - Uccelli indigeni finora
osservati in Lombardia, nell'opera: Notizie
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— Prospetto ornitologico della Lombardia, in-8 .
Milano, 1848.
Berinzaghi E. e Lanza E. - Sopra alcuni albini
del Museo Zoologico di Pavia. Pavia, 1875.
Bettoni E. - Storia Naturale degli Uccelli che
nidificano in Lombardia, voi. 2, con tav.
col. Milano, 1865-1868 (').
— Prodromi della Faunistica Bresciana. Rrescia,
1884.
— Elenco dell'Ornito-fauna Rresciaua di L. Erra
a cura di E. Rettoni, Comm. dell'Ateneo.
Rrescia, 1899.
Borromeo C. - Osservazioni ed appunti di Or-
nitologia, Atti Soc. It. Se. Xat.. voi. XXIX.
Milano, 1886.
Brambilla G. - Elenco degli Uccelli che si tro-
vano nell'Agro Pavese. Al ninna ero Pavese,
ls.~>6; e nelle Notizie Nat. e Ohim.-.agr. Prov,
Pavia, pp. 45-57. Pavia, 1864.
Bossi L. - Trattato delle malattie degli Uccelli
e dei diversi metodi di curarle. Si aggiun-
gono alcune altre notizie utili e curiose di
ornitologia, con tre tav. in-8". Milano. 1822 (').
(') Venne ristampata nel 1807 in line edizioni, cioè in-4 '.
Verona, eredi il. Meloni ed in >". Vernini Tip. I*.ìs«-m1 i .
(') Sebbene il II volume di quest'opera abbia la data del
lsiis, tuiiavia la 8 uà pubblicazione ba continuato tino al 1871
Bai I 'KÌvrij.
(■') In quest'opera v'è un Catologo degli Uccelli di Lom-
bardia (Vedi lìihl. Hai., voi. I. p. 181
158
ATLANTE ORNITOLOGICO
Caffi E. - Saggio «li un Dizionario dell'Avifauna
Bergamasca. Bergamo, 1898.
Capoferri L. - Memoria sulla Valcamonica. Ber-
gamo, 1808.
Cornalia E. - Sopra «lue rasi ili albinismo negli
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lano, isti?.
De Carlini A. - Vertebrati della Valtellina, Aiti
Soc It. Se. Nat., voi. XXXI. Milano, 1888.
De Filippi F. - .Sul 'l'urdù* olivaeeus, L., e sul
T. Naumanni, Temm. presi nel Bresciano, Atti
VII Riunione degli Se. It. in Napoli nel 1845,
p. 739.
Erra L. - Sul Phalaropus platyrliynehus, let-
tera al Prof. Emilio Cornalia, Atti Soc. It.
Soc. Nat., voi. li, p. 58. Milano, 1860 (').
Ferragni 0. - Avifauna Cremonese. Cremona,
L885, e Suppl. 1886.
— Nuove specie di Uccelli per la Provincia
di Cremona, giorn. Lo Provincia, anno Vili,
n. 99. Cremona, 1886.
— La Sylvia inula e VAnser erythropus nel Cre-
monese, giorn. La l'rorineia, anno Vili,
n. 78. Cremona, 1886.
— Rassegna Urnitica Cremonese, giorn. Inte-
ressi Cremonesi, anno XIII, n. 128. Cremona,
1887.
— Annotazioni Ornitologiche per la Provincia
di Cremona, giorn. Interessi Cremonesi. Cre-
mona, 1890.
— Il Picchio murajolo sul Duomo di Cremona
e albinismo in una Cornacchia, giorn. In-
teressi Cremonesi, anno XXI, u. 149 e 14(i.
Cremona, 1895.
— L'Anthus lìichardi nel Cremonese, giorn.
La Provincia, anno XXVIII, n. 227. Cre-
mona, 1896.
Frate Gregorio (al secolo Brunelli). - Curiosi trat-
tenimenti contenenti ragguagli sacri e pro-
fani dei popoli Comuni etc. Venezia, 1698.
Galli V. B. - Materiali per la Fauna dei Ver-
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Lanfossi P. -Cenni sull'Ornitologia Lombarda,
Bibì. It., t, LXXVII, pp. 357-361, 1885,
t. LXXVIII, pp. 31-71, 1885.
— La stessa in un volumetto. Milano, 1835.
— Memoria sulla Storia Naturale dei Crocieri,
Bibl. It., t. LXXXV, p. 202, 1S37.
— Notizie riguardanti la Storia Naturale dei
Crocieri, Bibl. It., t. XC, pp. 236-247, 1838.
(') La specie <li <'ni bì tratta in questa lettera non è il
l'h. plaiyrhyiifhuK, uè L'altra dello steBso genere (Salvadori).
Lanfossi P. - Sopra varie Motacille appartenenti
al sottogenere Sudi/tes di t'uvier, Comm. del-
l'Ateneo, p. 91. Brescia, 1840.
— Notizie spettanti alla Storia di alcune Mo-
tacille e di alcune Emberize, Comm. del-
l'Ateneo, p. 76. Brescia, 1X45.
— Lettera intorno una Sylvia reguloides, n. sp.
Giorn. dell'I. E. Ist. Lomb., nov. ser. I,
pp. 268-270, 1847.
— Sopra l'albinismo e melanismo di una Loxia
curvìrostra e di una FrimjiUa cisalpina e sul-
V Emberiza rustica, Pali. Giorn. dell'I, li. Ist.
Lomb., nov. ser. II, pp. 111-113, 1850.
— Sopra varie Fringille appartenenti al sotto-
genere Linaria di Brehm, Giorn. dell'I. E.
Ist. Lomb., nov. ser. Ili, pp. 95-100, 1851.
— Intorno a varie sorta di Motacille, Giorn.
dell'I. B. Ist. Lomb., nov. ser. VI, pp. 224-
240, 1854.
— - Intorno ai Crocieri a doppia fascia. Giorn.
dell'I. 1!. Ist. Lomb.. nov. ser. IX, pp. 117-
127, 1856.
— Intorno ad alcune sorta di Pigliamosche o
Muscicapae. Atti Soc. It. Se. Nat., Voi. IV,
pp. 105-135. Milano, 1862.
— Intorno ad alcune specie di Silvine appar-
tenenti al genere Hippolais di Brehm ed al
genere Calamoherpe di Meyer, Atti Soc. It.
Se. Nat., voi. IV, pp. 105-135. Milano,
1862.
Maestri A. - Osservazioni intorno all'albinismo
e melanismo di diversi Uccelli raccolti nel-
l'Agro Pavese, B. Ist. Lomb. Se. e Lett.,
fase. XVII e XVIII. Milano, 1871.
Maironi da Ponte G. - Catalogo degli Eccelli del
dipartimento del Serio, in-8°. Bergamo, 1803
(190 specie).
— I Tre Pegni della Natura della Provincia
Bergamasca, Mem. Soc. It., t. XIX, 1822.
— Idem, in un volumetto, Modena, 1822.
Martorelli G. - Due nuovi casi d'Ibridismo negli
Uccelli (Menda menila e Turdus pilaris, Anas
bosCOS e Datila acuta). Atti Sue. 11. Se. Nat.,
voi. XL, pp. 129-151, con tav. Milano,
1901.
Masserotti. - Catalogo degli animali selvatici
finora osservati in Lombardia (lide Riva, Oru.
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Mazza F. - Note Faunistiche sulla Valle di
Staffora. Atti Soc. It. Se. Nat., voi. XXIV.
Milano, 1881.
Menis W. - Saggio di Topografìa statistico-me-
dica della Provincia di Brescia etc. etc., voi. IL
Brescia, 1837.
Micheletti F. - Viaggio attorno al Garda. Bre-
scia, 1878.
\ I ! \\ I i ORNITOLOGI! 0
l§9
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per In città ili <'miio. Como, 1844.
— Catalogo e notizie compendiose degli Uc-
celli «li stazione e di passaggio nella Città,
Provincia e Diocesi ili ('omo. Como, 1845.
Parona C. - Annotazioni ili Teratologia e Pato-
logia comparata. Pavia, 1879.
Pavesi P. - Lo StrepsUas interpres. Uccello nuovo
per la Fauna Lombarda. Eend. R. Ist. Lomb.,
ser. II, voi. XII, fase. XI e MI. Milano, 1879.
Dalle mie Annotazioni Zoologiche. Rendi-
conti del R. Ist. Lomb., ser. II, voi. XIV,
fase. XVIII e XIX. Milano, Issi.
— La Ilernicla leucopsis in Lombardia, Eeniì.
E. Ist. Lomb., sii. II, voi. XIX, fase. VII.
Milano, 1886.
— Catalogo Ornitologico Pavese in cinque parti,
1W,J.17. Atti Sor. lt.Sc. Nat., voi. XXXII,
1889 e Boll. Se. Ann., 1890, 1893, 1895,
1897.
— Di un altro Uccello nuovo per la Lombardia
e Calendario Ornitologico Pavese, 1897-98.
Boll. Svieni., voi. XX. Pavia, 1898.
Perego A. - Relazione sull'eclisse totale dell'otto
luglio 1842. Covivi. dell'Ateneo. Brescia, 1842
(rilevato dal ms. presentato all'Ateneo).
Pilati. - Saggio di Storia Naturale Bresciana,
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Prada T. - Elenco degli Uccelli che si trovano
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Ragazzoni G. B. - Dell' Ottarda maggiore, ma-
schio e femmina, Oornm. dell'Ateneo, p. 68.
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Raimondi E. - Caccie delle fiere annate e di-
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Riva A. - Schizzo Ornitologico delle Provincie
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Tiboni P. E. - Tremosino e suo territorio. Bre-
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Verreaux L. et des Murs 0. - Description d'une
nouvelle espèce de Ki/itnivus. Hwiiv et Magatili
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Zanni 6. B. - Vocabolario Bresciano Ornitolo-
gico, nella Strenna pel 1881 del giorn. //
Cittadino di Brescia. Brescia, 1880.
l'Olisi viatorie de Turin . 1811, pp.
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Camusso N. - (ili Uccelli del lìasso Piemonte.
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Gene G. - Description de qnclque espèces de
la Collection zoologique de Turin. Mém. Aee.
de Turin, t. 37, pp. 291-306, 1834, con fig.
Groma M. E. - Description du Phoenicopterus
tue en l'ii-nioiii le 31 Mai 1806, etc. Mém.
Acc. de Turin. 1 sur.- 1, sos, pp. 318-327.
Morozzo. Conte. Description d'un Cygne sau-
vage pris en Piémont le '_".• décémbre 1788.
Suivie d'une notice de quelques autres oi-
seaus étrangers qui ont parti dans l'Inveì-
de 1788-1789. Mém. Acc. de Turin, 1789,
p. 99.
Salvadori T. - Notizie intorno al Gypaètus bav-
liatus. /ioli. Mas. '/.ool. An. Comp. E. Univ.
di Torino, X, n. 207. Torino, 1895.
TICINO.
Pavesi P. - Su alcuni Uccelli albini osservati
a Lugano nel 1869. Atti Soo. It. Se. Nat.,
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— Materiali per una Fauna del Canton Ticino.
Atti Soo. It. Se. Nat., voi. XVI. Milano, 1873.
Riva A. - L'Ornitologo Ticinose, in-8°. Lu-
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NIZZARDO.
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du Corate de Nicc, avec trois pi. Mém. Acc.
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Moggridge Traherne J. - An Ornithological lettor
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Moggridge Weston M. - An Ornithological letter
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C) Il Bonetti, durante t:li anni l h lo- 1811 raccolse in Pio-
munte giornaliere osservazioni orjutolpgiohQ, ohe comò in uu
Calendario »i trovano registrata negli Ann. de VObiervatorie
'/• l'Ano, 'le Furi». Turni, 1810-1812 Saìvadori).
160
ATLANTE OKNITOLOUICO
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ou Catalogne des :iiiiiiinux observés dans le
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Issel A. - Il Museo Civico di Genova. Genova,
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Magni-Griffì F. - Di una specie d' Eij'polais
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Savi P. - Catalogo degli Uccelli della Provincia
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al Dr. Carlo Passerini, Xuoro Gwr. dei Lett.
voi. VII, pp. 341-343. Pisa, 1824.
— Osservazioni per servire alla Storia di al-
cune Sylvie toscane, Nuovo Giorn. dei Lett.,
voi. XI, pp. 1(5-30, con tav. Pisa, 1825.
Sul nido del Beccamoschino. Xuoro Giorn.
dei Lett., VI. n. XI. pp. 117-130, con tav.
del nido (1823), e Mnn. Scientifiche, Dee. I.
pp. 103-115, tav. Ili (1828). Pisa.
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(voi. I, 1827, voi. II, 1829, voi. IH.
1831).
Sopra due nuove specie di Motacillae non
per anche state trovate in Italia, una delle
quali inedita. Xuoro Giom. dei Lett. a. 57,
pp. 186-194. Pisa, 1881.
i . E V Accentar alpinus
.1 tktnù "i nUologieo l'arie I.
i1. Molti articoli relativi all'Orni» Italiana e toscana n
.., ,., ,,,;,,,■ sono contentiti ni I Bollettino <
nella Bt». Ital * Se. Voi 188»-1890) e nell'J
,1.-'.iT .- «».'«
21
1 62
\ 1 1 w 1 1 CHINI mi im, ii I.
Savi P. - Sopra tre specie di Falchi europei.
Xti,,n> (Unni, dei Lett. Pisa, 1S31.
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Idem, in opuscolo separato. Pisa, 1827.
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celli, Atti delVAcc. Se. di Nap., voi. IV,
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(') Tgnoro se in questa memoria *i imi ti degli Uccelli ili
Sardegna {Salvadori).
\ I I km 1 ORNITOLOGI! 0
1 65
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Gene G. - Nouvelle éspèce européenne da genre
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Magretti P. - Ina seconda escursione zoologica
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Katalog der Yiigel Sardinicns in i t N'olcn
und Beobachtungen von Tommaso Salvadori,
Aus tieni llalienisclien iibei tnigen dindi
Dr. Cari Bolle, Journ. fiir Ornith., pp. 15-
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Whitehead J. - O in ittiologica] Notes troni Corsica,
lbix. ser. Y, voi. II. pp. 24-4s. London, lss.">.
I1) Se la memoria non m'ingaiuin anche m-1 1.« Zoologitt
dell anno limi ii 1902 \i è un brevissimo Bcritto Bnil'Ornito-
logia Minila ili. Milo ail ini sottnfHcialc fittila Marina inglese.
Parte Seconda
Indici: Sistematico
unirne ACCII'ITKKS . . . .
Sottordine \< !< IIPITRES DIURNI
Famiglia Vulturidae
Genere Vultur, Brisson, L760 .....
1. Vultur monachus, Linnaeus, L766; Avvoltoio
i ., mi ii Gyps, Savigny, 1809 ......
•_'. Gyps fulvus (Gmelin), L788; Grifoni .
Genere Yeopkron, Savigny, 1808 .....
3, Neophron percnopterus (Limiaeus), 1758; Capovaccaio
Famiglia Gypaétidae
Genere Gypactus, Storr, 17M
l. Gypaétus barbatus (Linnaeus), 1758; Avvoltoio degli agnelli
Famiglia Falconidae
Sottofamiglia Accipitkinak
Genere Astur, Lacépède, 1801 .....
5. Astur palumbavius (Linnaeus), L758; Astore
6. Astur brevipes, Severtzow, 1850; J'-imi- levantino
i.i Aceipiter, Brisson, I7iiu .....
7. Aceipiter uisus (Linnaeus), L758; Sparviere
Genere Oircus, Lacépède, L801 .....
8. Circus aeruginosus (Linnaeus), 1758; Albanella .
9. Circus macrurus (S. Gmelin), 1777: Albanella pallidi
LO. Circus cyaneus (Linnaeus), 17ii(>; Albanella irate
LI. Circus pygargus (Linnaeus), 1758; All'aneliti minore
Sottofamiglia Bi tbonutae .......
Cenere Buteo, Cuvier, 1X00 ......
li'. Buteo buteo (Linnaeus), L758; Pojana
I2a. Buteo buteo desertorum (Daudin), 1799; Pojana minori
L26. Buteo desertorum Zimmermannae (Ebmcke), 1893; Pojan
nore dello Zim-mermann .....
13. Buteo feros (S. Gmelin), 1771: Pojana dalla coda bianca
Genere Archibuteo, Brenna, L828 ......
1+. Archibuteo lagopus (') (Gmelin), 1 7ss ; Pojana calcata
Sottofamiglia Aquii.inak. ........
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O Fata i'i anni* b Orti, boi ,, p I L764J
Atlante ornitologico.
23
\ I I. \N 11 ORNITOLOGICI l
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Genere
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Iquila, Brisson. min. .......
àquila chrj-saétii6 (Linnaeus), 1758; Aquila reale
Aquila heliaca('), Savigny, 1810; Aquila imperiale .
Aquila Adalberto', Brehra, 1860; Aquila dalle spalle Inanehe
Àquila rapax (Temiuinck), 1828; Aquila rapace.
Aquila orientalis, Cabanis, 1 s.", i ; Aquila orientale e formi
Aquila maculata (Guielin), 1788; Aquila anatrala maggiore
Aquila poraerana, Brehin, 1835; iquila anatrala minore
Nisaetus, Hodgson, 1836 .......
Nisaetus fasciatus (Vieillot), 1822; Aquila del Bottelli
Nisaetus pennatus (Gmelin), 1788; Aquila minore
Haliaetus, Savigny, 1809 .......
Haliaetus albicilla (Linnaeus), 175N; Aquila ili man .
Haliaetus leucorypbus (l'aliasi. ITTI: Aquila ili muri- di Pallas
Oircaetus, Vieillot, 1816 .
Circaétus gallicus (Gmelin), 17s,s; Biancone
Milvus, Cuvier, 1 800 ........
Milvus milvus (Linnaeus), 17">s; Nibbio reale
Milvus Uniscimi) {-) (S. Gmelin), 1771 : Nibbio Inumi .
Milvus aegpytius (Gmelin), 1788; Nìbbio egiziano
.Milvus tnelanotis, TemmincL & Schlegel, ?1845; Nibbio dalle
orecchie nere .... ...
Elanus, Savigni . 1809
Elanus caevuleus (Desfoutaines), I7s7: NibMo bianco .
l'cniis. ( luvier, 1 si7 .
Pernis apivorus (Linnaeus), 1758; Falco pecchiaiolo
Hierofalco, Cuvier, 1817
Hierofalco cherrug(') (J. E. Gray), 1833; Sacro
Hierofalco Feldeggi (*) (Schlegel), 1844 (B); 1, unni-in
Hierofalco candicans (Gmelin), 1788; Oìrfalco ili Groenlandia
Hierofalco islandus (Gmelin), 1788 1 ); Girfalco d'Islanda .
Hierofalco gyrfalco (') (Linnaeus), 1758; Girfalco
Falco, Linnaeus. 1758 .......
Falco peregrinus, Tunstall, 1771: Faleone .
Falco punicus, Levaillant, 1n.">o; Faleone minori
Palco barbari», Linnaeus. 1 7 ."> s ; Falcone ili Birberia.
Falco subbuteo, Linnaeus, 1758; Lodolaio .
Falco Eleonora*, Gene, 1839; Falco della regina
Falco aesalon (8), Tunstall, 1771: Smeriglio
Tinnuneuhi8, Vieillot, 1807 ......
Tinniinculus vespertillUS (Linnaeus,, 17(ili: Folio euculo
Tinnunculus tionunculus (Linnaeus), L758; Gheppio .
l'Oli.
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48
'Falco melanaetus, Linnaeus Syst. Vai., !. \>. ■- - i ileo impenalis, lieeli toiii Om. Vaseh., HI, 553, u. 3
(1803-1805).
i) Falco migram Boddaerl Cabl d. IM. Eni., p. 21 □ (1783).
(:1) Cfr. Dr. Reicheno^ \.. Syst Viste Vogel Deutechl n 33 (lfi I
i ■ | / aXco Feldeggii, Schlegel.
Pedi Kleinechmidt, O iquila, \ni, p. (1901)
■ i / ■ ' BrUnnich, Orn. bor. (1764).
i » Monili Latori dicono che Li nome «li F. I ■ ■■ ■ mimo di F. peregrinus, m.i basta vedore le dimensioni
offerte da Linneo (Faun. Suec, ed. r, p. 2] L746) pei convincersi che tale a orto
I i .'■ "■ '■- i erronoainonte stampato (cfr. pag IC).
ISIMi I -1-1 I M \ l'K 0
Hi. Tinnunculus Nauraanni (Fleischei . 1818; Falco gi-illajo
Sottofamiglin Pandionin le . . • •
i ienere Pandion, Sa\ ignj . L809 ......
IT. Pandion lialiaètus (Linnaeus), L758 ; Falco pescatore .
Sottordine \> CIPITRES N0CTURN1
Famiglia Bubonidae
Sottofamiglia Boboninai
Genere Bubo, Cuvier, isi?
|s. Bnbo bubo (Linnaeus), L758; Gufo troie .
Genere Pisoì'hina, Kaup, 1848 ......
4-9. Pisorhina scops (LinnaeuR), L758; Assiolo .
Genere Nyctea, Stephens, L826 ......
50. Nyctea nyctea(') (Linnaeus), 1758; Civetta delle nevi.
Genere Surnia, Duméril, 1806 ......
51. Surnia ulula (*) (Linnaeus), 1758; Ulula
aia. Surnia nlnla capameli (P. L. S. Miiller), ITTti; Ulula «mei
Genere Carine, Kaup, 1829 .......
52. Carine noctua (Scopoli), 1769; Civetta
52«. Curine noe tua glaux (Savigny), 1809; Civetta meridionali
Genere Glaucidium, Boie, 1826 ......
53. Glaucidium passerinum (Linnaeus), L758; Civetta minori
Sottofamiglia Syrniinae (s) ........
Genere Asio, Brisson, !7<io .... . .
54. Asio otus (Linnaeus), L758; Gufo comune .
55. Asio accipitrinus (Pallas), 1771: Gufo <li padule
:>G. Asio capensis (Smith), 1835; Gufo del Capo
Genere Syrnium, Savigny, Iso'.i ......
."p". Syrnium aluco (Linnaeus), L758; Gufo selvatico.
58. Syrnium oralense (Pallas), 1771; Gufo degli Urali
.">;>. Syrnium lapponicum (Retzius), 1800; Gufo ili Lapponia
Genere Nyctala. Brehro, 1826 ......
60. Nyctala Tengmalmi (') (Gmelin), 1788; Civetta eapogrosso
Famiglia Strigidae .........
Genere Strix, Linnaeus, 1758 ......
61. stri \ flammea, Linnaeus, I7(iii: Barbagianni
Ordine PICARIAE. . ...
Sottordine ZYGODACTYL1
Famiglia Picidae
Sottofamiglia Picinae .........
Genere Geeinus, Boie, 1831 .
62. Geeinus viridis (Linnaeus), 1758; Picchio verde .
62«. Geeinus viridis Sliarpei (Saunders), ls72; Picchio verdi
Olinolo ........
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ri Umili Anidri adottano per qnestn specio il 1 'li V*. scandiaca, e 1--1 » pifi .< p iccu< Linneo
chiamò Stria seandiaca l'adulto <■ Stria Yyctea il giovani ma siccome entrambi i nomi -1 trovano nella \ edizione (V3 ■ 1
-1 può usai e 1 ano 0 l 'ali ro indifl'ei entem< nte.
Surnia ulula (L 1 e S. funerea (L.) Bono sinonimi; Linneo [Syst. Nat, l p, 93, n. 7 ■■ LO, L758) dà loro ■■ 1
l'Eni-opa, pero il Naumann 1 1 -•■ h'.ff Eur.) dice «'li>' Linneo nella Faw diede per habitat alla S. funerea l'Europa
i' l'America, <■ che quindi il nome «li 8. ulula > da pn fi
(ili corrispondente italiano Barebbe Sirniini e non & eonn ?enno orroneamento stampato {cfr. pa|
11) in scrivo Tengmalmi >■ non tengmalmi, 0(1 in tata sauro va e >tto a pag. 68 iinoa I
VI t.ANTI ORNI rOI.OGICO
i ienere
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Genere
Sottofamiglia
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Famiglia
Sottofamiglia
Genere
Genere
Genere
Sottordine
Famiglia
Genere
Famiglia
Genere
Famiglia
Genere
Genere
Famiglia
i Ienere
Sottordine
63. Gecinns canus (Gmelin), lTss: Picchio cenerino.
Ficus, Linnaeus, 1758 .......
lil. l'icus 111:111 i us. Linnaeus, IT."1-: Picchio nero
Dendrocopus, Koch, 1816 .
iì.'i. Dendrocopus major (Linnaeus), 1758; Picchio rosso maggiori
65a. Dendrocopus major syriacus (Hempricli & Elirenberg), 1828
Picvliio rosso maggiore siriani .....
66. Dendl'ocopus leuconotus (Bechstein), 1802; Picchio a dorso bianc
66«. Dendrocopus leuconotus Lilfordi (Sharpe & Dresser), Isti ; Pie
chio 11 dorso bianco di Lilford .....
UT. Dendrocopus medius (Linnaeus), 1758; Picchio rosso mezzano
68. Dendrocopus minor (Linnaeus), 1758; Picchio rosso minore
68tt. Dendrocopus minor pipra (l'aliasi. 1831; l'ici-hio rosso minor-
silurili no .........
68&. Dendrocopus minor Danfordi (Hargitt), Iss:;; Picchio rosso mi
non di Danford. .......
Picoides, Lacépède, 1801 .......
69. Picoides tridactyliiB (Linnaeus), 1758; Picchio tridattilo
Iynginae ... ......
Ii/u.i, Linnaeus, 1758. .......
70. Iynx torquilla, Linnaeus, 1758; Torcicollo ....
Cuculidae
Cucolinae. .........
i'iiciilns. Linnaeus, 1758 .......
71. Cuculus canorus, Linnaeus. I75S; Cuculo ....
Goccystes, Gloger, 1834 .......
Ti'. Coccystes glandarius (Linnaeus). 17.">s; Cuculo dal ciuffo
Coccyzus, Vieillot, lslii .
73. Coccyzus americanus (Linnaeus), 1 7 r> s ; Cuculo americano .
"il. Coccyzus erythrophthalmns (Wilson), 1811 : Cuculo americani
dagli occhi rossi ........
ANISODACTYLT . ....
Coraciidae ....
CoraciaS, Linnaeus, 1 7 ."> s .......
75. Coracias garrnlusC), Linnaeus, 1758; Ghiadaja marina
Meropidae
Merops, Linnaeus, 1758 .......
7ii. Merops apiaster, Linnaeus, 17.">s: Gruccione
77. Merops persicus, Pallas, 177:; : Gruccione egiziano
Alcedinidae .........
Alcedo. Linnaeus. 1758
78. Alcedo ispida, Linnaeus, 17.VS
Ceryle, Boie, 1828 .
79. Ceryle rudis (Linnaeus), I7.">S;
Upupidae
Upupa, Linnaeus. 17.~>s
su. I pupa epops, Linnaeus, 175S; Upupa
HIANTES
Martin pescatore
Marlin pescatore bianco e nero
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(i) Coraciai garritivi, Llnnaens, Spit. Xal , l ]>. 107 (1'
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Famiglia
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Famiglili
Sottofamiglia
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98
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Caprimulgidae
Caprimulgus, Linnaeus, L758 .....
Caprimulgus enropaeus, Linnaens, L758; Succiacapre
Caprimulgus ruficollis, Temminck, 1820; Succiacapi-e dal collo
rosso ..........
Caprimulgus aegyptius(Lichtenstein), L823; Succiacapre algerino
Cypselidae. .......
Ci PSELINAE .........
[pus, Scopoli, 1777 .'......
A|piis melba (Linnaens), L758 ; Rondoni alpino,
Apus apns LinnaeuB . 1758 : Rondone ....
a. Apus apus ti i ii ìi ti 1 1 ^ (Brel 1855; Rondone pallido
Apus afSnis (J. E. Gray), L832 ; Rondone indiano .
('hai il i:in vie .........
Cimi Inni. Stephen s, L826 . ......
Chaetura caudacuta (Lathara), 1801 : Rondone dalla coda spinosa
PASSERES
OSCINES.
OSCINES LATIROSTRES
Hirundinidae
Clielidon, Unir. Ì822
. ( Ihelidon urbica i Linnaeus
lliriiiìilo, Linnaeus, 1758.
. Hirundo rustica, Linnaeus.
. Hirundo rufula, Temminclì
Olivicola, Forster, 1817 .
. Olivicola riparia (Linnaens), 1758; Topino.
Ootile, Unir. 1822
. Colile rupestri* (Scopoli). 1769; Rondini montana .
Muscicapidae
Muscicapa, Linnaeus, 1766 ......
. Muscicapa grisola, Linnaeus, 1766; Pigliamosche
Ficedula, Brisson, 1760 .......
. Ficedula atricapilla (Linnaeus), L766 ; Balia nera
a. Ficedula atricapilla semitorquata (Homeyer), 1885; Balia ean
casica .........
. Ficedula collaris (Bechstein), 1895; Balia dal collare
Erythrostema, Bonaparte, 1838. .....
. Erythrosterna parva (Bechstein), 1795; Pigliamosche pettirosso
Ampelidae ..........
Ampelis, Linnaeus, I7cti . ......
. Ampelis garrulus (Linnaeus), 1758; Beccofrusone
OSCINES ADUNCTROSTRES
Laniidae ..........
Lanius, Linnaeus, 1758 .......
. Lanius excubitor, Linnaeus, 1758; Averla maggiore.
a. Lanius excubitor major (' ) (Pallas), isll ; Averla maggiori ri
Pallas. . .
. Lanius meridionalis, Temminck, 1820; Averla meridionale
1 758 : Balestruccio
1 7nS ; Rondine.
1 835 : Rondine rossiccia
Pag.
92
»
93
»
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94
»
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»
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»
96
»
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(') Il Coni. Salvatimi od il l'ini', i figlioli adoperarono il nome ili ì . major poi nni tn Botfc
ATLANTI-: ORNITOLOGICI I
ino. Lanius algeriensis, Lesson, L839 ; Averla algerina
101. Lanius minor, Gnielin, 1788; Averla cenerina .
102. Lanius collurio, Linnaeus, 1 7 r. s : Averla piccola
103. Lanius senator, Linnaeus, L758 ; Averla capirossa
104. Lanius nubicus, Lichtenstein, 1823 ; Averla dalla maschera
105. Lanius isabellinus, Ehrenberg, 1828; Averla rossiccia
Sezione OSCINES A.CUTIROSTRES .... . .
Famiglia Paridae ........ . .
Sottofamiglia Regulinae ..........
Genere Beguine, Cuvier, 1800 ........
106. Begulus regulus (Linnaeus), 1758; Regolo. ....
107. Regulus ignicapillu8(Temniinclc ex C. L. Rrehm), 1820; Fiorrancino
Sottofamiglia Parinae ...........
Genere Bemieus, Stejneger, issi; ........
108. Remizus penduliuus (Linnaeus), l7."iS: Pendolino
108 a. Remizus penduliuus castaneus (Severtzow), ls7:l; Pendolino
castagnolo ..........
Genere Panurns, Kock, 1816 ........
109. Panarne biarmicus (Linnaeus), 1758; Basettino.
Genere Aegithalus ('), Hermann, 1804 .......
110. Aegithalus caudatus (Linnaeus), 1758; Codibugnolo testabianca .
110«. Aegithalus caudatus senes (Madarasz), 1900; Codibugnolo testa
bianca causasico. ........
Ilo//. Aegithalus caudatus dorsalis (Madarasz), 1900 ; Codibugnolo
caucasico <lal dorso nero .......
lille. Aegithalus caudatus roseus (Blyth), 1836; Codibugnolo rovo.
110 d. Aegithalus caudatus macedonicus (Salvadori & Dresser), 1892;
Codibiignolo macedonico .......
110 e. Aegithalus caudatus Irbyi (Sharpe & Dresser). 1 s 7 1 : Codibu-
gnolo grigio .........
110./'. Aegithalus caudatus caucasicus (Lorenz). 1887; Codibugnolo
caucasico ..........
110 gr. Aegithalus caudatus siculus (Whitaker), 1901; Codibugnolo
siciliano ..........
Ilo/. Aegithalus caudatus tephronotus (Giinther), 1865; Codibu-
gnolo Inno .........
Genere Parus, Linnaeus, 1758 ........
111. Parus caeruleus, Linnaeus, 1758; Cincioyrella ....
112. Parus Pleskei, Cabanis, 1 s77 : Cinciarella ili Pleske .
113. Parus cyanus, Pallas, 1770: Cincia/reila azzurra
111. Parus major, Linnaeus, 1758; Cinciallegra . . . .
115. Parus aler, Linnaeus. 1758; Cincin mora. . . . .
115 a. Parus ater britannicus (Sharpe & Dresser), 1872; cincia moni
Ini la ìi n ira ..........
116-118. Parus palustris, Linnaeus. 17f>s, e fanne affini .
119. Parus lugubris, N'aiterei-, 1820; Cincia dalmatina
ll'll. ParUS eineliis, Boddaert, 1783; Cincia siberiana
Genere Lophophanes, Kaup, 1829. .......
121. Lophophanes cristatus (Linnaeus), 1758; Cincia col ciuffo.
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I1) Il Salvador! Del il Giglioli cosi ohinmarono lo Irò voooliio l'ormo ilo! Codibugnoli Italiani: Aeredvla emulata (110),
A. rotea filmi 1. Trbyi (110.
IM'H I SISTEMA
Famiglia Sittidae ...........
Genera Sitta, Linnaeus, 1758 ........
122. Sitta caesia, Meyer >\ Wolf, lslo: Picchio muratore
123. Sitta europaea, Linnaeus, I T ."■ s ; Picchio muntimi nordico,
124. Sina Ne ayeri, Michaholles, L830; Picchio muratori dalmati no .
125. Sina YVhiteheadi, Sharpe, 1884; Picchio muratore còrso .
Sezione OSCINKS CDRVIEOSTRES
Famiglia Certhiidae
Genere Gerthia, Linnaeus, 1758 ........
126. Certllia familiaris, Linnaeus, 1758; Rampichino alpestri
126 a. Certhia familiaris brachydactyla (Brehm), 1831; Rampichino .
Genero Tichodroma, llliger, lsii ........
r_'T. Tichodroma muraria (Linnaeus), lTiiii: Picchio illuminiti .
Sezione OSCINES SUBULEBOSTEBS
Famiglia Troglodytidae ........
Genere Anorthura, Rennie, 1831 .
128. Anorthura troglodytes (Linnaeus), 1758; Scricciolo
128 a. Anorthura troglodytes liirtensis (Seebohm), 1884; Scricciolo ili
Situili Kilda .........
128 6. Anorthura troglodytes borealis (Fischer), 1861; Scricciolo
isltllltlifo ..........
Famiglia Cinclidae
Genere Cinclus, Bechstein, 1802 ........
li'it. Cinclus cinclus (Linnaeus), 1758; Merlo acquajolo .
129 «. Cinclus cinclus aquaticus (Bechstein), 1802; Merlo acquajolo
nordico ...... ...
1296. Cinclus cinclus melanogaster (') (C. L. Brehm), ls-j:ì; Merlo
acquajolo pancia nera .......
129 e. Cinclus cinclus cashmiriensis (I |d), 1859; Merlo acquajolo
asiatico ..... ...
Turdidae
\' < I \ CORINAK ..........
Accentor, Bechstein, 1802. ... ...
130. Accentili' cullali- (Scopoli), 1 Tli'.t : Snri/tnit ....
131. Accentor modulane (Linnaeus), L758; Passera scopajola
132. Accentor montanellus (Pallas), 177ti: Passera scopajola asiatica.
133. Accentor fulvescens, Severtzow, IsT.'l; Passera scopajola bruna.
134. Accentui- ai ri.uularis. Brandt, ls44 : Passera scopajola dalla gola
nera ...........
TUBDINAE. ........
Turdus, Linnaeus. IT.'iS ......
135. Turdus viscivorus, Linnaeus, 1758; Tordela ....
136. Turdus musicus, Linnaeus, 1758; Tordo .....
137. Turdus ustulatus Swainsoui (Cabanis), 1846; Tordo di Swainson .
138. Turdus aonalaschkae l'aliasi (Cabanis), ls4T : Tordo nano
139. Turdus pilaris, Linnaeus, 1758; Cesena .....
140. Turdus iliacus, Linnaeus. IT.'iS: Tordo sassella
1 •' neic Ma ulti. Leach, 1816
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i | i Profl Salvador] e Giglioli adopoi no U nome di i nu ■ ■ ■ ■. questa sotto
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111. Mei uhi obscura (Ginelin), 1788; Tordo oscuro .
142. Merlila fuscata (Pallas), L811; Cesena fosca
143. Merula Naiiinanni (Temminck), 1820; Cesena di Nanmann
144. Merula rufieollis (Pallas), 177H; Tordo dalla gola rossa
145. Merula atrigularis (Temniinck), 1820; 'l'arilo dalla gola veni
146. Menila merula (Linnaeus . 1758; Merlo nero
1 17. Menila, torquata (Linnaeus) 1758; Merlo dal collare.
I 17 a. .Menila torquata orientalis, Seebohm, 1888; Merlo ilul lollan
orientale ..... . .
117/'. Morula torquata alpestris (C. L. Brehm), 1828; Merlo dal col-
lare meridionale. ........
i, Micie Geociehla, Kuhl, anno? .......
148. Geociehla varia (Pallas), 1811; Tordo doralo . . . .
149. Geociehla sibirica (Pallas), 1776; Tordo siberiano
Genere Monticola, Boie, 1822 .......
150. Monticola solitarius (Linnaeus), L758 ; Passera solitaria
'.."il. Monticola saxatilis (Linnaeus), 17ii(i; Codirossone
Genere Saxicola, Bechstein, 1802. ......
152. Saxicola leucura (Gmelin), 1788; Monachella nera
153. Saxicola leucopyga (Brehui), 1855; Monachella testa hi, min
154. Saxicola leucomela (Pallas), 1770; Monachella dal dorso una
155. Saxicola melanoleuca (Giildenstadt), 1775; Monachella gola nera.
155 «I. Saxicola melanoleuca occidentalis (Salvadori), 1ss7 : Monachella
gola nera occidentale ........
156. Saxicola stapazina (Linnaeus), 17i;ii: Minute/iella
157. Saxicola oenaufclie (Linnaeus). 1758; Culbianco .
158. Saxicola isalielliua. Cretzschmar, 1826; Culbianco isabellhw
159. Saxicola deserti. Riippel in Temminck, 1825; Culbianco del
deserto ..........
Genere Pratincola, Koch, isiti ........
160. Pratincola rubetra (Linnaeus), 1 7 r> s : Stiaccino ....
161. Pratincola rubicola (Linnaeus), 17(iii; Saltinpalo
1(51 a. Pratincola rubicola Hemprichi (Ehrenberg), 1829; Saltinpalo
orientale ..........
ili-.'. Pratincola caprata (Linnaeus), 17(i(>; Sali in pala nera
i. cncie Ruticilla, C. L. Brehm, 1828 .......
16:.!. Kulieilla phoenicurus (Linnaeus). 17.~>N; Culi rossa
163 «. Ruticilla phoenicurus mesoleuca (Ehrenberg), 1829; Codirosso
ili Ehrenberg .........
164. Ruticilla tilis (Scopoli), 1769; Codirosso spazzacamino
165. Kulieilla ochvura (S. Gmelin), 1771: Codirosso ili Gould .
166. Kulieilla Moussieri (Olphe-Galliard), 1852; Codirosso algei-ino .
167. Ruticilla erythrogastra (Giildenstiidt), 1775; Codirosso ili Giil-
ilnishiill ..........
Genere Cyanecula, C. L. Brehm, 1828. ......
168. Cyanecula suecica (Linnaeus), 1758; Petf azzurro orientale
168 a. Cyanecula succici cyanecula (Wolf), 1810; PetV azzurro occidentali
Generi Calliope, Gould, 1836 ........
169. Calliope calliope (Pallas), I77ii; Calliope .....
Genere Nemura, Bodgson, 1845 .
17(1. Neiniira cvaniira (Pallas), 177:;; Cod'azzuìTO .
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Erithacus, Cuvier, Imni .......
iti. Erithacus rabecula (Linnaeus), L758; Pettirosso
171 a. Erithacus rabecula nyrcanus I BIau forti), ls7 1 : Pettirosso /» vaiano
l i limi, Forster, 1 si 1
172. Aitimi luscinia (Linnaeus), L758; Rusignolo
17l' a. Aèdon luscinia Golzi (Cabanis), 1873; Busignolo ■persiano
17:'.. Ai iiun philomela (Bechstein), 1795; Busignolo maggiore .
Svi. \ usai:. .........
Sylvia, Scopoli, 17ii!i .......
171. Sylvia simplex, Latbaui, 1787; Beccafici) ....
17."). Sylvia atricapilla (Linnaeus), 1758; Capinera .
I7ii. Sylvia ui Boria (Bechstein), 1795; IHijia padovana
177. Sylvia orphaea, Temminck, 1815; Bigia grossa.
17s. Sylvia eunuca (Linnaeus), 1758; Bigiarella
17:i. Sylvia Sylvia (Linnaeus), 1758; Sterpazzola
180. Sylvia conspicillata, La Marmora in Temminck, 1820; Steipaz-
sola ili Sardegna .......
181. Sylvia nana (Hemprich ov Ehrenberg), L828; Sterpazzola nana
lx'_>. Sylvia subalpina, Bonelli in Temminck, 1820; Sterpazzolina
182 a. Sylvia subalpina mystacea (Ménétriés), 1832; Sterpazzola il
Menci ri cs .........
183. Sylvia raelanocepbala (Gmelin), L788; Occhiocotto
183a. Sylvia melanocepbala momus (Ehrenberg), L829; Sterpazzola
ili Lmiimtn ........
184. Sylvia. Rueppeli ('), Temminck, 1823; Bigia del Riippel
Melizophihis, Leacb, 1816 .... . .
ls.'i. Mcli/cipliilus iinilaiiis (Boddaert), 1783; Magnanina .
186. Melizophilus sardus (La Marmora in Temminck), 1820; Magna
nina saniti ........
Phylloscopus, Boie, 1826 .......
Is7. Phylloscopus Eversmauni (Middendorff), 1851; Luì di Bversmann
188. Phylloscopus nitidns, Blyth, 1843; Lui giallo .
189. PhyUoseopus vi ridano», Blyth, 1S4:'. : Lui verdognolo
190. Phylloscopus sibilator (Bechstein), 17;»:;; Lui verde
191. Phylloseopns trocbilus (Linnaeus), 1758; Luì grosso.
192. Phylloscopus Bonellii (Vieillot), 1819: Luì Manico
193. Phylloseopns rufas (Bechstein), iso'^; Luì piccolo
194. Phylloseopns (ristia, Blyth, lst:ì; Luì sibcriano
195. Phylloscopus proregulus (Pallas), 1811; Luì ili Pallas
196. Phylloscopus SUperciliosne (((melili), 1788; Lui /mestieri! .
tìypolaia, e. !.. Brehm, 1828
197. Hypolais hypolaia (Linnaeus), 17.VS; ('tinnì, imi maggiore
198. Hypolais polyglotta (Vieillot), 1M7: Canapino.
199. Hypolais olivetorura (Strieklaud). ls:'.?: Canapino levantino
200. Hypolais pallida (Hemprich & Ehrenberg), 1829; Canapino ehiar
ellenico .........
201. Hypolais opaca (Licbtenstein), 1850; Canapino ciliare iberico
202. Hypolais caligata (Licbtenstein), ls'_':ì; Canapino asiatico.
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Atlante ornitologico.
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Acrocephalus, Xauniaun, IMI .......
Acrocephalus sckoenobaenus (Linnaeus), 1758; Forapaglie
Acrocephalus aquaticus (Gmeliu), 1788; Pagliarolo .
Acrocephalus arundinaceus (Linnaeus), 1758; Colmareccio ne
Acrocephalus palustri» (Bechstein), lst»2; Cannajola verdognola.
Acrocephalus streperus (Vieillot), 1M7; Cannajola .
Acrocephalus dumetorum, Blyth, 1849; Cannajola di Blyth
Acrocephalus agricolus (Jerdon), 1X44 ; Cannajola di Jerdon
Loeustella, Kaup, L829 ........
Locustella luscinioides (Savi), 1824; Salciajola .
Loeustella fluviatilis (Meyer & Wolf), 1810; Salciajola fluviatile.
Locustella certhiola (Pallas), 1811; Forapaglie ili Pallas .
Locustella naevia (Boddaert), 1783; Forapaglie macchiettato
Locustella straminea (Severtzow), 1873; Forapaglie siberiano
Locustella lanceolata (Temminck), 1N4H; Forapaglie lanceolato.
Lusciniola, G. R. Gray, 1841 .
Lusciniola melanopogon (Temminck), 1823 ; Forapaglie castagnolo ■
Lusciniola Sclrwarzi (Radde), 1863; Forapaglie di Eadde .
Ci Itin. Bonaparte, 1838 ........
Cettia Cettii (La Marmora), 1820; Eusignolo ili fiume
Igrobates, Swainson, 1837 .......
Agrobates galactodes (Temminck), L820; Eusignolo d'Africa
a. Agrobates galactodes familiaris (Ménétriés), ls.">2 : Eusignolo
levantino ..........
Cisticolinae ..........
Cisticola, Kaup, L829 ........
Cisticola cisticola (Temminck), 1820; Beccamoschino.
Motacillidae
Motacilla, Linnaeus, 1758. .......
. Motacilla alba, Linnaeus, 17.">N; Ballerina ....
. Motacilla lugubris, Temminck, 1820; Ballerina nera
. Motacilla melanope, Pallas, 1776; Ballerina gialla .
. Motacilla citreola, Pallas, I77ti; Cutrettola lenta gialla orientale .
. Motacilla campestri», Pallas, 177*5 ; Cutrettola testa gialla.
. Motacilla Bava, Linnaeus, 1 7 ."> s ; Cutrettola gialla
n. Motacilla, flava beema (Sykes), 1832; Cutrettola gialla orientale.
h. Motacilla Bava borealis, Sun de vali, IMO: Cutrettola capo scuro,
e. Motacilla flava cinereocapilla (Savi), ls:ìl ; Cui retiniti capo
cenerino . . . . .
. Motacilla melanocephala, Lichtenstein, 1X2;!: Cutrettola capinera.
a. Motacilla melanocephala paradoxa (('. L. Brehm), 1855; Cu-
trettola capinera a sopraccigli bianchi. ....
ti. Motacilla melanocephala xanthophrys (Sharpe), L885; Cutret-
tola capinera a sopraccigli gialli. .....
Aiilhiis. Bechstein, 1x07 ........
Antlius 1 1 i \ i.-i I i s. (Linnaeus), 1758; Prispolone . . . .
. Antlius Gustavi, Swinhoe, 1 sr>7 ; Prispolone di Swinhoe .
. Antlius pratensis (Linnaeus), I7r>s: Pispola . . . .
. Antlius cervinus (Pallas), IMI ; l'ispida gola rossa .
Autlius pennsylvanicus (Latham), 1787; Spioncello americano .
Antlius spipoletta (Linnaeus), 1758; Spioncello
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INDICI 5IST1 M vi h 0
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288 a. A ii ili iis spipoletta obscurus I I (Latbain), L790 : Spioncello marino Pag. 23 I
233 6. Anthus obscurus rupestris, Nilsson, 1 si 7 : Spioncello marino
scandinavo ..........
284. Anthus campestris (Lionaeus), 1758; Calandro.
235. Anthus Richardi, Vieillot, 1818; Calandro maggiori
Sottordine OSCINES SCUTELLIPLANTARES
Famiglia Alaudidae
Genere Mintila, Linnaeus, 1758 .......
236. Allunili arvensis, Linnaeus, 1758; Lodola
Genere Lulhila, Kaup, 1829 ..... . .
237. Lullula arborea (Linnaeus), 1758; Tottavilla ....
Genere Galerita, Boie, 1828 ........
238. Galerita cristata (Linnaeus), 1758; Cappellaccia
239. Galerita Theklae, Brehm, L858 ; Cappellaccia spagnuola
Genere Calandrella, Kaup, 1829 ........
240. Calandrella braebydactyla (Leisler), IMI: Calandrella
241. rullili. lidia pispoletta (l'allusi. L811 ; Pispoletta
241 a. Calandrella pispoletta minor (Cabanis), L850; Pispoletta minore.
2416. Calandrella pispoletta baetica (Dresser), 1873; Pispoletta spa-
gnuola. ..........
Genere Pterocoì'ys, Stejneger, 1884 ......
242. Pterocorys sibirica (Gmelin), 1788; Lodola siberiana
Genere Melanocorypha, Boie, L828 .......
243. Melanocorypha calandra (Linnaeus), 176IÌ ; Calandra.
244. Melanocorypha yeltoniensis (Forster). 17li7: t'uh, mini vera
Genere Otocorys, Bonaparte, L839 .......
245. Otocorys alpestris (Linnaeus), 1758; Lodola nula gialla .
24(5. otocorys peniciUata (Gould), 1837; Lodola gola gialla orientale
247. Otocorys bilopha (Temraink), 1823; Lodola gola bianca algerina
Genere Ammomanes, Cabanis, 1850 .......
2is. Ammomanes cinctura (Gould), IMI ; Lodala del deserto minore .
Genere Chersophilus, Sharpe, L890 .......
249. Chersophilus Daponti (Vieillot), 1820; Lodala del Dupont
Sezione OSCINES CONIROSTEBS
Famiglia Fringillidae. ........
Sottofamiglia Emberizinae ..........
Cenere Càlcarius, Bechstein, 1802 .......
250. Càlcarius lapponicus (Linnaeus). 1758; Zigolo di Lapponia
Genere Plectroplienax, Stejneger, lssu . ......
251. Plectrophenas nivaMs (Linnaeus). 1758; Zigolo della nere.
Genere Miliaria. ('. L. Brehm, 1828 .......
252. .Miliaria calandra (Linnaeus). 1758; Strilloeso ....
Genere lùtspha. l'.nnapai'te. ls:;2 .......
253. Euspiza raelanocephala (Scopoli), lTiiH: Zigolo capinero
254. Euspiza aureola (l'aliasi. 177:: ; '/.aiolo dal collare
255. Euspiza luteola (Sparrman), 17siì: Zigolo dalla lenta aranciata .
Genere Emberiza, Linnaeus. 1 7 r> s .......
256. Emberiza chrysophrys, Pallas, 177d : Zigolo ilal sopracciglio
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257. Emberiza citrinella. Linnaeus, 1 7 ."i s -, Zigolo giallo
258. Emberiza cirlus, Li leus, 17(>ii : Zigolo nero .
259. Emberiza hortnlana, Linnaeus, 1758; Ortolano.
260. Emberiza Buchanani, Blyth, 1844; Ortolano dal colli} grigio
261. Emberiza caesia, Cretzschmar in Ruppe), 1826; Ortolano grigi
262. Emberiza eia, Linnaeus, 17(i<>: Zigolo miniano.
263. Emberiza Leucocephala, S. Gmelin, 17 70 : Zigolo nota rossa
2(!4. Emberiza rustica, Pallas, 1 7 7 1 > ; Zi, /alo boschereccio
265. Emberiza pusilla, Pallas, 1776 : Zigolo minore .
266. Emberiza schoeniclus, Linnaeus, 17.">N; Migliarino <li padtde
L'ini a. Emberiza schoeniclus palustris (Savi), 1829; l'ossero ili padu
266 6. Emberiza schoeniclus pyrrhuloides (Pallas), IMI : Passera
patitile orientale ........
1 Ef!1NG1I.I.INAE .........
l'asser, Brisson, 1760 .......
Passer domesticus (Linnaeus), 1 7,">s ; l'ussero oltremontana
l'asser Italiae (Vieillot), 1817 : Passera ....
. l'asser liispaniensis (Temminck), 1820 ; Passera sartia
l'asser montanus (Linnaeus). 1 7 ."■ s : Passera mattnggia
Petronio. Kaup. 1829 .......
Petronia petronia (Linnaeus). 17(i(i; Passera logia .
Monti fringilla. C. L. Brehm, 1828
. Montifringilla nivalis (Linnaeus), L766 ; Fringuello alpino.
a. Montifringilla nivalis alpicola (Pallas), 1811 : Fringuello alpin
caucasico .........
Fringilla, Linnaeus, 1758 ......
. Fringilla coelebs, Linnaeus, 1 7.">s : Fringuello .
Fringilla spodiogenys, Bonaparte, 184] ; Fringuello algerino
. Fringilla montifringilla, Linnaeus. 175S; Peppola
Carduelis, Brisson, 17(10 ......
. Carduelis carduelis (Linnaeus). 1 7 ." n : Cardellino
Carduelis caniceps, Vigors, 1837, Cardellino dell'Imalaia .
Cltriisoinitris. Boie, 1828 .......
. Chrysomitris spinus (Linnaeus), 175* ; Liicarino.
Chloroptila, Salvadori, 1871 ......
. Chloroptila citrinella (Linnaeus). 1766 ; Venturone .
a. Chloroptila citrinella corsicana (Kònig), 1899; Venturone mi
ridionale .... ....
Serinus, Kocli. 1816 .......
. Serinus serinus (Linnaeus), 17-66 : Verzellino
Serinus canarius (Linnaeus), 1758: Canario
. Serinus imsillus (Pallas), IMI : Verzellino dalla fronte rossa
Ctinnaliìna, Brelim, 1828 ...-••
. Cannabina cannabina (Linnaeus). 1758 ; Fanello
Cannabina flavirostris (Linnaeus). 1758: Fanello nordico .
Aeanthis, Bonaparte, 1850 ......
. Acantbis linaria (Linnaeus). 1758; Organetto .
a. Aeanthis linaria rufescena (Vieillot), 1818; Organetto minori
l>. Aeanthis linaria exilipes (Coues), 18(11 : Organetto di Coues
Pijrrlinla, l'.vissiin. 17(10 .......
Pyrrhuln [(.urinila (Linnaeus), I75s; Ciuffolotto maggiwe .
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Sottofamiglia
Genere
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Famiglia
Genere
Famiglia
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286a. Pyrrhnla pyrrhnla enropaea (Vieillot), 1816; Ciuffolotto.
287. Pyrrhula Cassini (Kami). 1869; Ciuffolotto di Cassin
Erythrospiza, Bonaparte, 1888 .......
288. Erythrospiza githaginea (Lichtenstein), 1823; Trombettieri
289. Erythrospiza sanguinea (Gould), L837 ; Trombettiere dalle ali rom
Carpodacus, Kaup, 1sl".i ........
290. Carpodacus erythrinus (Pallas), 1770; Ciuffolotto scarlatto
291. Carpodacus roseua (Pallas), I77f>: Ciuffolotto roseo .
292. Carpodacus rubicillus (Giildenstadt), 1775; Ciuffolotto roseo cau-
casico ...........
Finirò!, i. Vieillot, 1807
293. Pinicola enucleator (Linnaeus), 1758; Ciuffolotto delle pinete
Uragus, Keyserling .^ Blasius, 1840. .....
294. Oragus sibiricus (Pallas). 1771: Ciuffolotto roseo siberiano
COCCOTHBATJSTINAK .........
Coecothraustes, Brisson, L760 .......
295. Coecothraustes coecothraustes (Linnaens), 1758": Frosone .
Chloris, Brisson, 1 7<>o ........
296. Chloris chloris (Linnaeus), 17:>s: Verdone ....
LOXIINAE ...........
Loria, Linnaeus, 1758 ........
•J07. Loxia curvirostra, Linnaeus. 17."is; Crociere ....
•_':i7 K. Loxia curvirostra pityopsittacus (Bechstein), L802; Crociere delle
pinete ..........
L'ii7 b. Loxia curvirostra rubrifasciata, Bonaparte ^\ Schlegel, 1850;
Crociere dalle /a.srie rosse .......
l'US. Loxia Rilasciata. Brehm, ls-_'7: Crociere fasciato
OSCINES CULTIROSTEES
Sturnidae
sturnus, Linnaeus, 1758 ........
299. Sturnus vnlgaris, Linnaeus, 1 7 ."• s : Sturilo. ....
299 a. Sturnus vnlgaris purpurascens (Gould;, 1868; Stormi porporino .
299 6. Sturnus vnlgaris Poltoratskii (Finsch), 1878; Storno •porporino
ili h'inseh ..........
•_'!(!! e. Sturnus vnlgaris caucasicus (Lorenz), 1887: Storno porporino
caucasico ..........
300. Sturnus unicolor. La Mannoia in Temminck, ÌSI^II; Storno nero
"Pastor, Temminck, 1815 .
301. Pastor roseus (Linnaeus). 17.">S; Storno roseo ....
Oriolidae
Oriolus, Linnaeus, 17tiC ........
302. Oriolus oriolus (Linnaens), 1758; Rigogolo ....
Corvidae
Corvus. Linnaeus, 17.">s ........
303. CorvuS frugilegUS, Linnaeus. 1758; Corro ....
:uil. Corvus corax, Linnaeus, 1758; Corro imperiali
304 a. Corvus corax tingitanus (Irby), 1874; Corro imperiale africano .
305. Corvus monedula, Linnaeus, 17.">S; Taccola ....
306. Corvus cornix, Linnaeus, I7."is : Cornacchia ....
:!07. Corvus corone. Linnaeus. 17."is: Cornacchia nero
Vucifraga, Brisson, 17(io ........
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ATI.ANTK ORNITOLOGI! 0
308. Nucifraga caryocatactes (Linnaeus). 1 7.">s : Nocciolaja
Genere Pica, Brisson, 1760 .........
309. Pica pica (Linnaeus), 1758; (!a::<i ......
Genere < 'i/iniopoliiis. Bonaparte, 1S4U .......
310. Cyanopolius Cooki, Bonaparte, 1849; <:<i::<i dalle ali a~:nrre .
Genere Garrulus, Brisson, 17HO ........
311. Garrulus glandarius (I.innacus). 1758; Ghiandaja
::i 1 a. Garrulus glandarius Brandti (Eversmann), lst:;; Ghiandaja dei
Brandt
311 fi. Garrulus glandarius Krinicki (Kaleniczenko), 1839; Ghiandaja
a testa nera .........
:'.l 1 e. Garrulus glandarius liyrcauus(Blanford), 1 s7:i: Ghiandaja persiana
Genere Perisoreus, Bonaparte, 1838 .......
312. Perisoreus infaustus (Linnaeus), 1758; Ghiandaja ili Siberia
Genere Pyrrhoeorax, Vieillot, 1X16 .......
313. Pyrrhoeorax graculus (I.innacus), 17li(>: Gracchio corallino
::1 1. Pyrrhoeorax pyrrhoeorax (Linnaeus), lTlili; Gracchio
Online COLUMBAE .
Famiglia Columbidae ..... ...
Genere Coluniba, Linnaeus, 1758 . . .....
315. Collimila livia. Bonnaterre, 1790; Piccione selvatico .
)!1(>. Columba oenas. Linnaeus, 17."is ; Colombella ....
MIT. Columba palumbus, Linnaeus, 1758; Colombaccio
Genere Turtur, Selby, 1835
318. Turtur turtur (Linnaeus), 1758; 'l'urloni .....
■ '■\\K Turtur orientalis (Latliam), 1790; Tortora orientali .
:'.'J0. Turtur douraca, Hodgson, 1N44: 'l'orioni dal collare
321. Turtur scnegalensis (Linnaeus), 170IÌ ; Tortora egiziana
322. Turtur cambayensis (Gmelin), 1788; l'orioni indiana
Ordine (fALLINAE ... . .
Famiglia Pteroclidae
Genere Syrrliaptes, Illiger, 1811 .
323. SyrrhapteB paradoxus (Pallas), 177)!; Siri-atte ....
Genere Pterocles, Temrainck, 1815 .......
:!'_'!. Pterocles alcliata setarius (Temminck), 1815; Grandula medi-
terranea ..........
325. Pterocles arenarius (Pallas), 1 7 7 ."> : Ganga ....
Famiglia Phasianidae ..........
Genere Tetraogallus, Cray, 1833 ........
.".'_'iì. Tetraogallus caucasicus (Pallas), 1811; Tetraogallo del Caucaso.
327. Tetraogallus caspius (S. Gmelin), 17*1; Tetraogallo del Caspio.
Genere Caccabis, Kaup, 1829 ........
328. Caccabis saxatilis (Wolf & Meyer), 1805; Coturnice.
328a. Caccabis saxatilis chukar (') (Gray), 1829; ('iiil.or
329. Caccabis ruta (Linnaeus), 1758; Pernice rossa ....
330. Caccabis petrosa (Gmelin), 1788; l'irniir sarda
Genere Francolinus, Stephens, 1819 .......
331. Francolinus francolinus (Linnaeus), 17li(i: Francolino
'mi.
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Perdix, Brisson, 1 7 »»o .......
Perdis perdis (Linnaeus), 1758 ; starna ....
Coturnix, Moehring, 17.">l'. ......
Coturnix coturnix (Linnaeus), 1758; Quaglia
Phasianus, Linnaeus, 1758 ......
Phasianus colchicus, Linnaeus, I7."is; Fagiano .
Turnicidae
Tumix, Bonnatorre, L790. .....
Turnix s\ h alien (Desl'ontaines), 17.s7 ; tanaglia tridattila .
Tetraonidae
Lagopus, Brisson, lTiio .....
Lagopus scoticus ( Lai liam ). 1783; Pernice di Scozia.
Lagopus lagòpus (Linnaeus). 1758; Perniee Manca nordica
Lagopus inittus (Montili). L776-1786 ; Pernice bianca
Lagopus rupestris (Gmelin), 1788; Pernice bianca delle roccie
Lagopus hyperboreus (Sundevall), 1838; Pernice bianca della
Spitzbergen. ........
Lyrurus, Swainson, 1831 . ....
Lyrurus tetrix (Linnaeus), IT.'ìS; Fagiano ili manie .
. Lyrurus Mlokosiewiczi (Taczanowski), 1 s 7 ."> ; Fagiano di monti
del Oaucaso ......
Tetrao, Linnaeus, 17.">s .... . .
, Tetrao urogallus, Linnaeus, 1758; dalla cedrane
a. Tetrao urogallus uralensis (Nazarow), 1886; dalla cedrini
degli l'rali. ......
Tetrastes, Keyserling & Blasius, 1850 ....
. Tetrastes bonasia (Linnaeus), 17.">N; Francolino di manie .
. Tetrastes griseiventris, Menzbier, 1880 ; Francolino di manie
orientale .........
(tRALLAK
ltmicolae
Otididae.
Otis, Linnaeus, 175S .......
. Otis tarda, Linnaeus, 17.~>S; Otarda .....
. Otis tetrax, Linnaeus, 1758; Gallina pratajola .
Honbara. ltonaparte, 1831
. Honbara andulata (Jacquin), 1784; Oubara
. Houbara Macqueeni (J. E. Gray), 1833-1834; Oubara asiatica
Oedienemus, Temminck, 1815 ....
Oedicnemus oedienemus (Linnaeus), 17,"j8; Occhione .
Cursoriidae
Pluvianus, Vieillot, 1816 .
Pluvi anus aegyptius (Linnaeus), 17.">S; Piviere egiziano
Cursarius, Latliam, 17110 ......
Cursorius gallicus (Gmelin), 1788; Corrione biondo .
Glareola, Brisson, 1760 .......
Glareola pratincola (Linnaeus), 17ti(i; Pernice di mare
Glareola melanoptera, N'ordinami, 1842 ; Pernice di mare orientale
Charadriidae
HaKMATOI'ODIN.W. ........
Ilaematopus, Linnaeus. I 7 ."• S ......
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\ l'I. \N I I. ORNI rOI.OGICO
355. Hacmatopus ostrilegus il). Linnaeus, 17.">s: Beccaccia ili mare
Genere Arenaria, Brisson, ITiiti .......
356. Arenaria interpres (Linnaeus), 17.">n: Voltapietre
Sottofamiglia Charadriinae
Genere Hoplopterus, Bonaparte, L830 ......
357. Hoplopterus spinosus (Linnaeus), 1758; Pavoncella armata
Genere Vanellus, Brisson, 1760 .....
.;.".s. Vanellus vanellus (Linnaeus), L758; "Pavoncella
Genere Chettusia, Bonaparte, 1841 ......
359. Chettusia gregaria (Pallas), 1771 ; Pavoncella (irei/aria
360. Chettusia leucura (Lichtenstein), ls2;i; Pavoncella <i coda bianca
Genere Squatarola, Leach, 1816 .......
361. Squatarola squatarola (Linnaeus), L758; Pivieressa .
Genere Charadrius, Linnaeus. 1758 ....
362. Charadrius apricarius ('). Linnaeus, 1758; Piviere dorato.
::ii:;. Charadrius dominicus il'. !.. S. &f filler) i lTTti; Piviere orientali
Genere Eudromias, C. 1.. Brehin, 1831
364. Eudromias morinellus (Linnaeus), L758; Piviere tortolino
Genere Oxi/echvs, Reichenbach, 1n."'J ......
:{ii."). Oxyechus vociferus (Linnaeus), 17.">s; Corriere americano .
Genere Aegialitis, lìdio, 1822 .....
:;iii;. Aegialitis asiatica (Pallas), 177:'>; Corriere asiatici)
367. Aegialitis hiaticula (Linnaeus), 1758; Corriere grosso
368. Aegialitis duina (Scopoli), 1786; Corriere /limilo
369. Aegialitis alexandrina (Linnaeus). 175S; Fratino
Sottofamiglia Himantopodinae ........
Genere Himantopus, Brisson, 1760 ......
:'.7(). Himantopus himantopus (Linnaeus), 17,".s; Cavalier d'Italia
Genere Eecurvirostra, Linnaeus, 1758 ......
371. Recurvirostra avocetta (Linnaeus), 1758; Avocetta
Sottofamiglia Totaninae .........
Genere Numenius, Brisson, 17(ii> .......
372. Numenius arcuatus (Linnaeus), 1758; Chiurlo maggiore
::7:'.. Numenius tenuirostris, Vieillot, 1 si 7 : CMurlotello .
:;7t. Numenius phaeopus (Linnaeus). 1758; Chiurlo pinolo
375. Numenius borealis (Forster), 1772; Chiurlo piccolo eschimese
Genere Limosa, Brisson, 1760 .......
376. Limosa lapponica (Linnaeus). L758; Pittima minore.
:\11. Limosa limosa (Linnaeus), 17."iS; Vittima reale
Genere Macrorhamphus, Leach, 1816 ......
378. Macrorhamphus griseus (Gmelin), L788 ; Piro-piro dal /ietti
rossiccio .........
i '■ lolaniis. Cuvier. 1800 ......
379. TotanUS fuscus (Linnaeus). L758 ; lutano moro
::si». Totanus calidris (Linnaeus), 17(Ui; Pettegola
381. Totanus stagnatilis, Bechstein, Ino:'. ; Albastrello
382. Totanus flavipes (Gmelin), I7ss: Albastrello americano
Pilli.
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Sottofamìglia
Genere
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Genere
Totai) U6 littoreus (Linnaeus), 1758; Pantana .
384. Totan uà glareola (Linnaeus), L758; Piro-piro boschereccio
385. Totanus ocbropus (Linnaeus), IT.".--: Piro-piro culbianco
386. Totanus solitariu8 (Wilson), 1813; Piro-piro solitario
Tringoides, Bonapai'to, 183] .....
387. Tringoides bypoleucus (Linnaeus), L758, Piro-piro piccolo
388. Tringoides maculari us (Linnaeus), 1766; Piro-piro macchiato
Terekia, Bonaparte, l vi--. ......
389. Terekia cinerea (Giildenstadt), ITTI: Terechia .
Pavoncella, I. cucii, 1816 .
390. Pavoncella pugnas (Linnaeus), 1758; Combattente
Bartramia, Lesson, 1831 .
391. Bartramia longicauda (Beckstein), L811; Piro-piro coda lunga
Tringinai ........
Tringites, Cabanis, 1856 ......
392. Tringites snb-ruficollis (Vieillot), 1819; Piro-piro fulvo
('tilii/ns. Cuvier, 1800 ......
:;:•:;. Calidris arenaria (Linnaeus), ITiiii; Piovanello intintalo
Tringa, Linnaeus, 1758 ......
394. Tringa minuta, Leisler, 1812; Gambecchio.
395. Tringa minutilla, Vieillot, 1819; Gambecchio minore.
396. Tringa Temmincki, Leisler, 1812; Gambecchio nano.
:;'.t7. Tringa maculata, Vieillot, 1819; Gambecchio dal petto fasciato
min ritinto .........
398. Tringa acuminata (Horsfleld), 1821; Gambecchio tini petto i>'
sciato siberiano .......
399. Tringa fuscicollis, Vieillot, 1819; Gambecchio americano
ino. Tringa maritima, Briinnick, 1764; Piovanello violetto
101. Tringa subarcuata (Giildenstadt), 1774: Piovanello .
Hi'.'. Tringa Canuti, Linnaeus. L758 ; Piovanello maggiore
103. Tringa alpina, Linnaeus, 175S; Piovanello pancia nera
(.cuci e Limicola, Kocb, 1816 ......
lui. Limicola pygmaea (Beckstein), 1802; Gambecchio frullino
Sottofamiglia Scolopacinae ........
i. cuci e Scolopax, Linnaeus, 1758. .....
105. Scolopax rusticula, Linnaeus. l7.Ys; Beccaccia .
Lenire Gallinogo, Leacli, 1816 ......
406. Gallinago inedia (Frisck), 17ii:;: Oroccolone
Ki7. Gallinago gallinago (Linnaeus). 17;.s; Beccaccino
Genere Limnocryptes, Kaup, 1829 .....
408. Limnocryptes gallinula (Linnaeus), 1766; Frullino .
Sottofamiglia I'iialaropixak . .......
(■cuore Phàlaropus, Brisson, 1760 .....
411'.». Pkalaropus lobatUS (Linnaeus), 17">s ; Fnltiro/io ti becco sottili
Genere Orymophihis, Vieillot, 1816 .....
410. Crymopkilus fulicarius (Linnaeus), I7.">s: Falaropo a becco largo
Sottordine ITLK'ARIAE
Famiglia Rallidae
Genere Eallus, Linnaeus. 1758 ......
111. liallus aquaticus, Linnaeus, I7.">s; Porciglione .
Genere Orex, Becbstein, 1803 ......
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412. Cres cres (Linnaeus), 1758; III- ili Quaglie
Genere Poi-zana, Yieillot. lsiu .......
413. Porzana porzana (Linnaeus), 1700; Voltolino
+14. Porzana intermedia (Hermann), L804; Schiribilla grigiata .
415. Porzana parva (Scopoli), 1769; Schiribilla
Genere Gallinula, Brisson, 17(i(i .......
410. Gallinula chloropus (Linnaeus), 1758; Gallinella d'acqua .
Genere Porphyriola, Blyth, 1N49 .......
117. Porphyriola Alleni (Thompson), 1842; l'olio sul/, ino dell'Alien
i ■ciicic Porphyrio, Brisson, 1700 .......
418. Porphyrio caeruleus (Vandelli), 1707: Pollo sulla no .
419. Porphyrio porphyrio (Latham), 1700; l'olio sultano dalla schiena
verde .........
420. Porphyrio poliocephalus (Latham), 1802; Pollo sultano indiano
Genere Fulica. Linnaeus, 175N ....
421. Fulica atra, Linnaeus, 1 75s : Folaga
422. Fulica distata. Ginelin, 17NX; lutinoti crestata
Sottordine ALECTORIDES
Famiglia Gruidae .......
Genere Grus, Pallas, 1760 .....
4l':;. Grus grus (Linnaeus), 1758; Gru
Genere Sarcogeranus, Sharpe, L893
424. Sarcogeranus leucogeranus (Pallas), 177:1: Gru b\
Genere Antigone, Reichenbach, 1S52 .....
425. Antigone collaris (Boddaert), 17s:i; Gru antigonc
Genere Anthropoides, Vieillot, 1816 ......
42li. Antliropoides virgo (Linnaeus), 1758; Damigella ili Numidia
Sottordine HERODIONES
Famiglia Ardeidae ..........
Genere Ardea, Linnaeus, 1758 .....
427. Arfea cinerea, Linnaeus. 175* ; Airone cenerino
428. Artica melanocephala, Vigors & Children, 1826; Airone i
collo nero .........
129. Arde;) pui'purea, Liunaeus, 1760; Aironi rosso
Genere Herodias, Boie, 1822 .......
430. Herodias alba (Liunaeus), I75N; Airone bianco maggiore .
431. Herodias garzetta (Linnaeus), 1706: Gai-setta .
Genere Bubulcus, Bonaparte, 1854 ......
L32. Bubulcus lucidus (Kafinesque), 1810: Airone guarda-bum .
Cenere Ardeola, Boie, 1822. .......
433. Ardeola ralloides (Scopoli), 1760: Sgarsa ciuffeito
Genere Ardetta. G. K. Gray, 1842 ......
434. Ardetta minuta (Linnaeus), 1700: Tarabusino .
Genere Botaurus, Brisson, 1700 .......
t35. Botaurus stellari* (Linnaeus), 175S; Tarabuso .
4:ì0. Botaurus lentiginoSOS (Montagu), 1813; Tarabuso americano
Genere Nyctieorax, Rafinesque, 1815 ......
437. Nyctieorax nyctieorax (Linnaeus), 1758: MHirora
Famiglia Ciconiidae
Genere Ciconia, Brisson, 1760 .......
138. Ciconia ciconia (Linnaeus), 175!S: Cicogna Manca
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139. < ' i«-<«n in nigra (Linnaeus), 1758; Cicogna nera .
Ibididae
Plegadis, Kaup, 1829
440. Plegadis faleinellus (Linnaeus), 1766; Mignattajo
Platalea, Linnaeus, 1 758 .....
441. Platalea leucerodia, Linnaeus, 1758; Spatola .
PH0ENIC0PTER1
Phoenicopteridae ......
Phoenicopterus, Liunaeus, L758. ....
4 il'. Phoenicopterus roseus, Pallas, isll : Fenicottero
ANSERES
Anatidae .... ....
Ctgninae. ......
Gygnus, Bechstein, 1809 ......
143. Cygmis cygnns (Linnaeus), I75s; Gioito selvatico
144. Cygnus Bewicki, Varrell, 1830; Ciano minore .
445. Cygnns olor (Gmelin), 1788; Ciano reale .
A\-l RINAE ........
ci,,,,. Boie, 1822
446. Clien byperborens (Pallas), ITiiT; Oca della neve minor
447. Chen nivalis (Forster). 1772; Oca della neve maggiore
Anser, Brisson, 1760 ......
Us. Anser anser (Linnaeus), 1758; Oca selvatica
t49. Anser albifrons (Scopoli), 17(i>»; Oca lombardella
450. Alisei- erythropus (Linnaeus). 1758; Oca lombardella mino
451. Ansei- fabalis (Latham), 1 7 s 7 ; Oca granaiola .
152. Anser neglectus, Sushkin, 1895; Oca granaiola orientale
t53. Anser brachyrhynchus, Baillon, 1833; Oca dalle stampe i
Branta. Scopoli, I7C1I ......
4.")4. Branta leucopsis (Bechstein), 1803; Oca faccia bianca
455. Branta bernicla (Linnaeus), L758; Oca colombaccio .
156. Branta ruficollis (Pallas), 1769; Oca collo rosso
A SATINAI".. ........
Tadorna, Fleming, 1822 ......
+57. Tadorna tadorna (Linnaeus), 1758; Volpoca
Casarca. Bonaparte, 1838 .....
458. Casarca casarca (Gmelin), 1788; Casarca .
Alias, Linnaeus, 1758 ......
459. Alias lioscas, Linnaeus, 1758; Germano reale .
lùniciia. Bonaparte, L856. .....
400. Eunetta falcata (Georgi), 1775; Ah, imi,, forestiera .
Chaulelasmus, G. K. Gray, 1838 ....
461. Chaulelasmus streperus (Linnaeus). 1758; CanapigUa
Marie,,. Stephens, 1n'_'4 ......
402. Mareca penelope (Linnaeus), 1758; Fischione
463. Mareca americana (Gmelin), 1788; Fischione americano
Xeiiiiiin. Kaup, 1829 .....
404. Xettium formosum (Georgi), 1775; Alzavola asiatica.
Ki5. Xettinm crocea (Linnaeus), 1758; Alzavola
166. Xettinm caiolinelise (Gmelin), 1788; Alzavola americana
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167. Datila acuta (Linnaeus), 17.">S; Codone ....
Genere Querquedula, Stephens, 1 S2+ .....
168. Querquedula circia (Linnaeus), L758; Marsajola
169. Querquedula discors (Linnaeus), ITiìiì; Marsajola dalle ali blu
Genere Spalala. Boie, 1822. ... ...
ITO. Sputala, clipeata (Linnaeus), 1758; Mestolone
Genere Marmar ometta, Reichenbach, 1852 .....
471. Marmaronetta angustirostris (Menéfcriés), 1832; Anatra manna
rizzata .........
Sottofamiglia Fuligulinae .........
Genere Netta. Kaup, isnv) .......
172. Netta ratina (Pallas), 177:ì; Fistiane turco
Genere Nyroea, Fleming, 1822 .......
47:!. Nyroea felina (Linnaeus), 1758; Moriglione
474. Nyroea nyroea (Giildenstiidt), 17(1!» ; Moretta tabaccata
Genere Fuligula, Stephens, 1824. ......
1 7 r> . Fuligula marila (Linnaeus), 1758; Maretta grigia
4711. Fuligula fuligula (Linnaeus). 17(i(i: Maretta
Genere Clangula, Leach, 1819 .......
477. Clangula clangula (Linnaeus). 17.">N; Quattr'occhi
478. Clangula islandica (Gmelin), 17ss; Quattr'occhi islandico .
479. Clangula albeola (Linnaeus), 1758;
Genere Harelda, Stephens, 1 sii 1 .
INO. Harelda liyemalis (Linnaeus), 17."iS
Genere Histrionicus, Lesson, 1828 .
4SI. Histrionicus histrionicus (Linnaeus).
Genere Oidemia, Fleming, 1S22 .
482. Oidemia nigra (Linnaeus), 1758
183. Oidemia fusca (Linnaeus). 1 7 r. s
4S4. Oidemia perspicillata (Linnaeus)
(/rande .........
Genere Heniconetta, G. K. Gray, isti». .....
tsr>. Heniconetta Stelleri (Pallas), 1769; Edredone di steller .
Genere Somateria, Leach, 1819 .......
486. Somateria moltissima (Linnaeus), 1758; Edredone
187. Somateria spectabilis (Linnaeus). 17,'iS; Uè degli Edredoni
Sottofamiglia Erismaturinaf. ........
Genere Erismatura, Bonaparte, ls;{2 ......
488. Erismatura leucocephala (Scopoli), 1769; <!ohha rugginoso
Sottofamiglia Merginae .........
Genere Mergus, Linnaeus, 1758 .......
189. Mergus albellus, Linnaeus, I7.">s: Peseiajola
Genere Lophodytes, Reichenbach, 1852 .....
490. Lophodytes cucullatus (Linnaeus), 175S; Smergo americana
Genere Merganser, Brisson, 1760. ......
491. Merganser merganser (Linnaeus), 1758; Smergo maggiore.
192. Merganser serrator i Linnaeus). 1758; Smergo minare
Sottordine STEGANOPODES
Famiglia Phalacrocoracidae
Genere Phaìaeroeara.i\ Brisson. 1760 ......
493. l'iialacrocorax carilo (Linnaeus). 17.".s: Marangone
Quattr'occhi americano
Marcita codona .
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Orchetto marino
Orco marino .
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194. Phalacrocorax graculus (Linnaeus), 1766 j Marangoni col ciuffo
settentrionale .........
194 a. Phalacrocoras graculus Desmaresti (Payraudeau), 1826; Maran-
gone col ciuffo meridionali .......
195. Phalacrocoras pygmaeus (Pallas), ITT:!: Marangone minori
Famiglia Sulidae .
Genere Sula, BrissoD, 1760. .... ...
196. Sula bassana (Linnaeus), 1758; Svia . ...
Famiglia Pelecanidae
Genere Pelecanus, Linnaeus, L758. ......
hit. Peleoanua onocrotalus, Linnaeus, 1758 : Pellicano
1:98. Pelecanus roseus, Gmelin, 1788; Pellicano minore
199. Pelecanus crispus, Bruch, 1832; Pellicano riccio
Sottordine LONGIPENNES
Famiglia Laridae
Sottofamiglia Sterminai ....... •
Genere ffydroehelidon, Boie, L822. ......
500. Hydrochelidon hybrida (Pallas), 1811 : Mignattino bigio .
501. Hydrochelidon nigra (Linnaeus), 1758; Mignattino .
502. Hydrochelidon Gssipes (Pallas), IMI : Mignattino ali bianchi
Genere Gelochelidon, Brehm, 1831 .......
503. Gelochelidon anglica (Montagli), 1813; Eondine di mare rampe
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Genere Hydroprogne, Kaup, 1829. .......
.".ni. Hydroprogne caspia (Pallas), IVVO; Eondine ili mare maggiore.
Genere sterna, Linnaeus, 1 7 r> s ..... .
.mi.".. Sterna hirundo, Linnaeus, 1758; Eondine ili mure .
506. Sterna paradisea, (') Briinnich, 1764; Eondine ili mare coda lunga
."■ut. Sterna Dougalli, Montagu, 1813; Eondine di mare di Mae Dovgall
508. Sterna cantiaca, Gmelin, 1788; Beccapesci . . . .
509. Sterna maxima, Boddaert, 17t;:i ; Eondine ili mure maggiwe
americana ..........
:>lo. sterna media, Horsfield, 1820; Eondine ili man- ilei Eùppel
.MI. Sterni) fuliginosa, Gmelin, 1788; Eondine ili mure scura .
512. Sterna minuta, Linnaeus, 1766; Frittiteli" . . . .
Genere Anous, Stephens, 1826 .......
513. Anous stuliilus (Linnaeus), 1758; L'inuline di mure stolida
Sottofamiglia Laminai-: ..........
Genere Xema, 1, cucii, 1819 .........
514. Xema Sabinei (.1. Sabine), 1818; Gabbiano ilei Sabine
Genere Eliodostethia, Mac Gillivray, 1842 .....
515. Rhodostethia rosea (Mac Gillivray), 1824; Gabbiano dalla
cuneata .........
Genere Larus, Linnaeus. 1 7.">s .......
."■li;. Larus ininiitus. Palina, iTTii: Gabbianello
MT. Larus ichthyaétus, l'allas. 177:'.; Gabbiano ilei Pallas
.Ms. Larus melanocephalus, Natterer, 1818; Gabbiano corallino
519. Larus philadelphia (Ord), 1815; Gabbiano ilei Bonaparte.
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(') Secondo SannAers (Cat. IKrdi Brit. llru. XXV. p 82.1! levi criversi *S mraih mieli, Ora. fior. p. -IH
i [ìornholni no. 152, adulto.
ATLANTE ORNITOLOGICO
520. Larus riilibundus. Linnaeus, ITtili: Gabbiano comune
521. Larus gelastes, Tbienemann, 1 s : : s ; Gabbiano roseo
522.. Larus marinila, Linnaeus. L758 ; Mugnaiaccio .
.">!':!. Larus fuscus, Linnaeus. 1 T.'.s : Zafferano ....
523><i. Larus fuscus aflìnis (Reinhardt), 1853; Zafferano siberiano
524. Larus argentatus, Briinnicli, litit: Gabbiano reale mudilo
524 a. Larus argentatus cacliinnaus (') (Pallas), 181J ; Gabbiano reah
525. Larus Audouini. Payraudeaa, ]N2(i: Gabbiano còrso
526. Larus canus, Linnaeus, 1758; Gavina ....
.v_'7. Larus glaucus, Briinnicli, 1764 ; Gabbiano glauco
528. Larus leneopterus, Fàber, 1822; Gabbiano islandico .
Genere. Pagoph/ila, Kaup, 1S29 .......
529. Pagopbila eburnea (Pbipps), 1774; Gabbiano tbwmeo
Genere Eissa, Stephens, 1N2(> ........
530. Rissa tridactyla (Linnaeus), 1758; Gabbiano tridattilo
Famiglia Stercorariidae
Genere Megalestris, Bonaparte, 1856 ......
531. Megalestris catari liactes (Linnaeus), 17lil>: Stercorario maggiore
Genere Stercorai'ius, Brissoo, 17(50 ......
532. Stereorarios pomatorliinus (Temniinck), L815 ; Stercorario me:
:<i)io ..........
533. Stcreorarius crepidatu-. (Banks), 177:'.; Labbo .
534. Stercorari us parasiticus (Linnaeus), 1758; Labbo ernia lumia
Sottordine TUBINARES
famiglia Procellariidae .........
Sottofamiglia Procella riinae ........
Genere Procella/ria, Linnaeus. 1758 ......
535. Procellaria pelagica, Linnaeus, 1758; Uccello delle tempeste
Genere Oeeanodroma, Reiehen bacìi, 1852 .....
536. Oeeanodroma leucorrhoa (Vieillot), 1817; Ueeello (ielle tempeste
a cmla forcuta ........
537. Oeeanodroma castro (Harcourt), 185] : l'eccito licite tempeste ili
Marititi .........
I >. l-.ANITINAE .........
Oceanites, Keyserling & Blasius, 1840 ....
538. <»eeanites oceanicus (Kuhl), 1820; Uccello tifile tempeste ame-
ricano .........
l'elatjoti roma. Reichenbacli, 1852 .....
539. Pelagodroma marina (Latham), 1790; Ueeello delle tempesU
fregata ........
Famiglia Puffinidae.
Sottofamiglia Pukiininak .........
Genere Puffinus, Brisson, 1760 .......
540. l'ulìinus gravis (0' Reilly), 1818; Berta dell'Atlantico
541. Puffinus Kubli (Boie), 1NX". : Berta maggiore .
r. 12. Puffinus anglorum (Ray), 171:; : Berta minore nordica
542 a. l'ulìinus anglorum yelkouaa (Acerbi), 1827; Berta minore
543. l'uttìnus aaglovom, Gould, ls:;7 ; Berta minore tosco
544. l'ulìinus grisella (Gmelin), 17SS : licita grigia .
Sottofamiglia
Genere
Genere
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I\|i|i I -l-IHIlllni
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Sottofamiglia
Genere
famiglia
Genere
Sottordine
Famiglia
Genere
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Genere Oeeirelaia, Bonaparte, 1855 ......
545. Oestrelata liaesitata (Kuhl), L820; Uccello delle tempeste <"l
cappuccio .........
."ili;. Oestrelata brevipea (Peale), ists; Uccello <l<ll< tempeste dalla
gola bianca ........
Bulweiia, Bonaparte, 1842
Bulweria Bulweri (Jardine & Selby), 1830; Uccello delle lem
peste <li Bulwer ........
1 i i M \m\ \i:
Fulmams, Stephens, L826 .....
Fulmarus glacialis (Linnaeus), lTiiii; Fulmaro .
Diomedeidae .........
THomedea, Linnaeus, 1758 ......
Diomedea melanopbrys, I !<>ii- in Temminck, L828; THomedea dalli
ciglia nere .........
PYGOPODES
Colymbidae
Colymbus, Linnaeus, L758 ......
Colymbus septentrionalis, Liunaeus, 1766; Strologa imi uhi
Colymbus arcticus, Linnaeus, 1758; Strologa mezzana
Colymbus glacialis, Linnaeus, L766 ; Strologa maggiore
Colymbus Adunisi. G. R. Gray, 1859; Strologa dat he<<u giallo
Podicipedidae
Podicipes, Latham, 1787 .......
Podicipes Buviatilis (Tunstall), 1771 ; Tuffetto .
Podicipes auritus (Linnaeus), 1758; Svasso cornuto .
Podicipes nigricollis, Brehm, \*:\\ : Svasso i>irr<>io .
Podicipes griseigena (Boddaert), L783 ; Svasso dal collo rosso
Podicipes cristatus (Linnaeus), 1758; Svasso maggiore
Alcidae
Ali inai: ..........
Alca, Linnaeus. 17.">S .......
Alca inipennis. Linnaeus. L758 ; .1/'" maggiwe
Alca torda. Linnaeus. 1758 : Gassa marina
Alle, Link, 1806
Alle alle (Linnaeus), 1758; Gassa marina minore
Uria, Brisson, 1760. .......
Uria trofie (Linnaeus), 17lit> ; Uria .....
l'via Bruennicbi, Sabine, 1818 ; Uria dal becco grosso
Uria grylle (Linnaeus), 1758; Uria nera ....
Sottofamiglia Fraterculinae ........
Genere Fraternità. Hrissou, 17tit). ......
."ili."). Fratercula arctica (Linnaeus), L758 ; Polcinella di mare .
Famiglia
Genere
Famiglia
Sottofamiglia
Genere
Genere
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545
Ordine ACCIPITRES - Rapaci.
Becco di tipo accipitrino perfetto, eorto, robusto, col culmine fortemente arcuato
in basso, tornito alla base di cera nella quale si aprono le narici; redini di solito
coperte parzialmente di setole e non di vere penne; ali grandi di dieci primarie
bene sviluppate; gambe coperte di penne; tarsi intieramente od in parte piumati;
forti, raramente molto lunghi, reticolati, scudettati o a granulazioni rugose; piedi
forti; diti grossi in numero di quattro, il posteriore più grande di tutti e rivolto
all' indietro, i laterali più o meno riuniti alla base col mediano, l'esterno riunito
e non versatile o libero e versatile; unghie acute, di solilo molto curvate, mira-
bilmente atte ad afferrare, offendere e difendere, mobili ed in generale retrattili.
Piumaggio rigido, talora molle, opaco o poco brillante: sessi con poche ec-
cezioni simili di tinta, la femmina di regola maggiore in statura del maschio, i
pulcini inetti e coperti di piumino, anche gli adulti hanno il corpo coperto di
piumino.
Si dividono in duo grandi sottordini: Rapaci diurni e Rapaci notturni.
Sottordine ACCIPITRES DIURNI - Rapaci diurni.
Manca il disco facciale completo; narici di solito nude. Becco col margine
della mandibola superiore intaccato o festonato, sinuoso, non intero; occhi laterali,
più o meno infossati; cera nel più dei casi molle e scoperta o in parte coperta
dai peli delle redini; orificio auricolare di solito piccolo; piedi editi in generale
nudi; tarsi talora intieramente piumati; pollice rivolto all'indietro, dito esterno
di solito non versatile; piumaggio in generale rigido e resistente, fornito di più
mino in ogni età. Hanno abitudini diurne.
Sono uccelli di grande potere di volo che in generale non compiono lunghe
migrazioni, ma più specialmente si spostano qua e là in cerea di cibo, i giovani
viaggiano più degli adulti, però molte specie sono essenzialmente migranti; il
loro piumaggio è oltremodo variabile, e vanno soggetti a numerose varietà
Atlante ornitologico, 1
ATI.ANTK 0KN1T< >I.< )< i l( '(>
locali, climatiche, melaniche ecc., sicché il gruppo è uno dei più difficili a stu-
diarsi: il loro nutrimento è quasi del tutto animale e di solito il rifiuto vieni' poi
ricettalo in t'ornia. di una pallottola. Sono cosmopoliti, risultano maggiormente
distribuiti nell'America meridionale, scarseggiando nello isole del Pacifico. Le
400 specie note si scindono in tre grandi famiglie ed in 80 generi, un quarto dei
quali è rappresentato in Europa.
Famiglia VULTURIDAE - Vulturidi.
Testa nuda o rivestita di piumino colla parte superiore coperta in parte di
rade piume rigide, giammai di vere penne; bordo della mandibola superiore
sinuoso; cera di regola nuda, non coperta di setole e generalmente molle e
carnosa; occhi laterali ed a fior di testa, coda di 12 a 14 penne; tarsi reticolati:
diti nudi, l'esterno non versatile, unito all'interno da una membrana; unghie non
aguzze e poco ricurve.
Comprende questa famiglia dieci generi con circa 2f> specie delle quali tre
soltanto si trovano in Europa. Vivono di solito in società, nutrendosi di animali
morti, di biscie, di lucertole e talora d'insetti di vario genere. Sono uccelli dal
volo lento, ma forte e resistente e possono imprendere lunghi viaggi in cerca di
cibo; frequentano le località montuose, le campagne alberate ed anche le pianure
sterili, s'internano entro le città dei paesi orientali, ove apportano notevole utile,
cibandosi di carogne e dei rifiuti abbandonati sulla strada. Fabbricano il loro nido
od area sugli alti alberi, sulle nude roccie o nei vecchi fabbricati, deponendo un
uovo o due di forma allungata, il cui colore va dal bianco al bruno-rossiccio-vivo
con o senza macchie. La questione se essi nella ricerca del cibo siano guidati
dal senso della vista o da quello dell'olfato fu per lungo tempo discussa ed ec-
citò sempre il più vivo interesse tra gli Ornitologi. Oggi però prevale l'opinione
che ciò sia dovuto alla loro acutissima vista.
Talune specie hanno abitudini sedentarie e se migranti, si presentano il più
delle volte erratiche; i giovani diversificano nelle tinte dagli adulti, ma i sessi
sono simili nel colorito e la loro muta è semplice, la femmina ha in generale mag-
giore statura del maschio, ma vi sono eccezioni a tale regola.
Genere VULTUR, Beisson,
Becco robusto, diritto alla base, subeguale alla testa, colla mandibola supe-
riore festonata sul margine e adunca all'apice; narici rotonde, aperte nella parte
anteriore della cera nuda; occhi mediocri, non infossati: ali lunghe, ottuse colla
.",' e 4 ' delle remiganti primarie le più lunghe, la la molte breve: coda rotonda
di 12 penne; calzoni mediocri; tarso robusto, subeguale o più corto del dito me-
diano senza unghia, piumato nella metà superiore, reticolato nell'inferiore; diti
quattro dei quali uno volto all'indietro, l'esterno unito col medio alla base da una
piccola membrana.
Testa piuttosto piccola, coperta in gran parte di lanugine e di fitte piume
setolose sui lati delle redini sino all'apertura auricolare e posteriormente oltre
VII VVI 1. IIIÌSITil K II
L'occhio, collo in parte nudo, colla pelle ('orinante pieghe trasversali; corpo mas-
siccio, voluminoso.
I. Vultur monachus, Linnaeus, Avvoltoio.
l'I'.w. Ili, &g. 2 o Tav. XLVIII, fig. 2].
Cera carnicino-cerulea; piumaggio bruno-nero-opaco o lucido più cupo sulle
remiganti e sulle timoniere; parti inule della testa e del collo carnicino-livide
coperte da una lami-ine nero-scura che forma un ciuffo sull'occipite; sui lati del
collo un collare di penne lunghe dirette all'infuori ed all'insù; spallacci grandi,
formati di penne lunghe ed acuminate; coda arrotondata; piedi celestognoli (ad.).
In generale più bruni cella regione lanuginosa della testa meno estesa (giov.).
Lunghezza totale da l."<><> a l,m20; becco da 0,"'088 a 0,m097; ala da 0,m760
a ii. 830; coda da 0,m355 a 0,'"410; tarso 0,m115; dito mediano senz'unghia 0,m125(1).
Questa specie abita l'Europa meridionale, l'Africa settentrionale-orientale e
l'Asia centrale sino all'India ed alla Cina. In Italia è discretamente abbondante
in Sardegna, manca in Corsica, molto rara si presenta in Sicilia, sul continente
è di accidentale comparsa e fu colta in Liguria, in Toscana, nelle Marche e presso
Piacenza, fu trovata in Gamia ed è specie rara, ma sedentaria in Dalmazia. Ni-
difica in febbraio sugli alberi, raramente sulle roccie, deposita un uovo e molto
raramente due, così fittamente macchiati di rossiccio-cupo da sembrare per intero
di questo colore.
(ili individui provenienti dalla Sardegna e riferiti dal Cara all'Africano Oto-
gyps auricularis (Daudin), altro non sono che V. monachus col meato uditivo dila-
tato soverchiamente per difettosa preparazione. Le affermazioni poi della cattura
di esemplari di quella specie nella Spagna e nel mezzodì della Francia meritano
conferma e non sono basate sufficientemente per ammetterla tra le Europee.
Genere GYPS, Savigny.
Becco forte e robusto, subeguale alla testa colla mandibola superiore unci-
nata; narici strette e verticali, mule, poste presso il margine anteriore della
cera, pure nuda; testa piccola, essa ed il collo in parte coperti di fitto piumino
bianco; collo ornato nella sua parte bassa da un collare di penne semi-lanose
(ad.) o di vere penne allungate (giov.); ali lunghe colla 4a remigante primaria la
massima, la la molto breve; coda leggermente graduata di 14 penne; calzoni me-
diocri; gambe e piedi molto grossi e forti; tarso reticolato nella sua parte supe-
riore e piumato nell'inferiore, più corto al dito mediano senz'unghia; diti lunghi,
(') Quando non è indicato, o non vi siano osservazioni in proposito, s'intende che la statura minore
e ilei maschi e la maggiore delle femmine e che la differenza tra le due ;■ data dai soggetti intermedi,
perchè naturalmente ne tutti i maschi, né tutte le femmine hanno dimensioni matematicamente identiche,
quanto dissi s'intende solo pei Rapaci; mentre del rimanente posi due dimensioni soltanto quando esse
variavano cosi tra individui della stessa specie, da tonnare duo estremi, come primo misi quel dato cui
giunjre il più ferali numero dei soletti della, specie della quale si parlava, ed è semplicemente per questo
che talora si trova indicata in primo luogo la lunghezza massima e talora la minima.
ATLANTE ORNITOLOGICO
l'esterno unito col mediano alla base da una piccola membrana; unghie forti, poco
curvate e quasi ottusi'.
Questo genere consta di sette specie sparse nel Mondo Antico e delle quali
una sola abita l'Europa.
2. GypS fulvus ((Ì.MELIN), Grifone.
[Tav. Ili, fig. 1].
Estremità delle penne arrotondata; testa e collo coperti di piumini) bianco che
sul collo forma un folto collare costituito di penne semi-lanose bianche legger-
mente isabelline; colorito generale di una tinta caffè e latte più cupo sull'alto
dorso, più chiaro sulle cuopritrici medie e piccole delle ali, le grandi colla base
scura ed un largo margine grigio-bianchiccio; parti inferiori più chiare, eccetto
il gozzo che ha piume fittissime marrone-cupo; remiganti e timoniere bruno-nere;
coda leggermente graduata (ad.). Estremità delle penne acuminata. Collare formato
di vere penne lunghe, acuminate bruno-fulve, bianchiccie soltanto nel loro centro;
tinta generale più accesa, colla parte mediana delle penne bianchiccia a guisa di
siria longitudinale chiara (giov.).
Lunghezza totale da 1,"'00 a l,m25; becco da 0,'"073 a 0,'"080; ala da 0,m720
a 0,n,750; coda da 0,'".'!00 a 0,m320; tarso 0,'"095; dito mediano s. u. 0,m125. La
femmina è di poco più piccola del maschio.
È specie accidentale nelle parti settentrionali d'Europa e ne abita costante-
mente le porzioni centrali e meridionali, nonché l'Africa settentrionale sino al
Sudan. In Italia è comune in Sardegna ed in Sicilia, trovasi pure sulle Alpi del
Nizzardo e del Friuli e sembra vivesse un tempo anche in quelle del Piemonte.
E di casuale comparsa nel resto della Penisola, credo però non vi sia provincia
d'Italia ove non siasi mostrata ed in generale le sue comparse avvennero dopo
violenti bufere.
Fabbricano il nido in febbraio sulle roccie, depongono un solo uovo bianco-
sudicio talora con grosse macchie fulviccie o vinate.
I soggetti colti in Sardegna ed attribuiti dal Temminck e dal Cara al 0. Kolbi
(Daudin) devono riferirsi a questa specie e cosi il G. occidentalis del Bonaparte e
del Salvadori altro non è che un sinonimo della presente. Come ben nota que-
st'ultimo Autore, l'Avvoltoio indiano del Savi è un semplice Grifone, sebbene non
vi corrisponda la sinonimia ed il (ì. occidentalis dello stesso Autore è l'adulto di
questa specie.
II (4rifone di Spagna infine fu distinto dallo Sharpe col nome di G. hispanìolensis,
ma gli Autori sono concordi nel non ammetterlo quale buona specie.
Genere NEOPHRON, Savigny.
Becco sottile più lungo della testa, rivestito sino a mela lunghezza della cera
nuda, coi margini della mandibola superiore leggermente sinuosi, uncinato alla
punta e coll'apice della mandibola interiore ottuso; occhi non infossati: narici
mediane, allungate, orizzontali; ali lunghe, appuntite, 1" remigante primaria molto
breve, la 4a la massima; coda cuneata di 14 penne; piedi piuttosto sottili; tarso
ATI. AMI. "i:\IHil.nGICO
ivii.-, .lato più corto del dito mediano; diti anteriori riuniti da una membrana;
unghie ottuse.
Parie anteriore della testa sino oltre l'orecchio e sola inule, la regione po-
steriore ed il collo coperti di penne lanceolate. Statura relativamente piccola;
corpo snello, colorito uniforme, biancastro negli adulti, bruno nei giovani. Si co-
noscono quattro specie appartenenti a questo genere, una delle quali è propria
anche all'Europa.
3. Neophron percnopterus (Ltnnaeus), Capovaccaio.
[TAV. Ili, 6g. 5 e 6J.
Biancastro più e meno gialliccio od isabellino; parte anteriore della testa e
gela nude e gialle, penne occipitali Lunghe e lanceolate; remiganti primarie nere,
le secondarie con la base cenerina, talora nerastra {ad.). Bruno cenerino uniforme;
parte nuda della testa e gola carnicino-livide qua e là coperte di lanugine ne-
rastra; cuopritrici alari marginate di fulvo (giov:). Nello stadio intermedio il piu-
maggio è fulviccio sul groppone e sulla coda, cioccolata-nerastro sulle lunghe
penne del collo, a tali tinte si mescolano sovente le incipienti penne biancastre
dell'abito degli adulti.
Lunghezza totale da 0,'"700 a 0,"800; becco da 0,'"058 a 0,'"06(.i; ala da 0,'"4GO
a 0,m498: ceda da 0,m200 a 0,m228; tarso 0,'"075; dito mediano s. u. 0,m085. La
femmina è più piccola del maschio.
#
r ' f f f f f ; ì J "x J*e,mrf*
Testa di N. percnopterus.
Piedi» di N. percnopti i ■«.«.
Abita l'Europa meridionale, l'Africa e la sottoregione Mediterraneo-Persica,
accidentalmente fu preso in Inghilterra, nella Norvegia ed in Germania. In Italia
è specie poco comune, ma sedentaria nel Nizzardo, nella Maremma Toscana, al-
l'Isola del Giglio, nella Campagna Romana ed in alcune provincie meridionali
come a Taranto, in Basilicata e finalmente in Sicilia ed è strano che manchi in
Sardegna. Comparve a Malta, in Calabria ed io ne ebbi uno dal Vicentino, l'unico,
a quanto sembra, preso nella Valle Padana.
Si riteneva fosse specie non migrante, ma ora è noto che in certi distretti
della Svizzera e della Savoja arriva di marzo, ripartendo nell'autunno dopo le cove.
ATLANTE ORNITI >!.' «i:li '■ >
5
Nidifica «la maggio a luglio sulle sporgenze delle roccie, nei vecchi fabbricati e
più di rado sugli alberi; deposita uno o due uova bianco-sudicie quasi interamente
rupi aie (li macchie rossiccio-vive.
Famiglia GYPAETIDAE. Gipaetidi.
Becco subeguale alla testa, robusto, col culmine rialzato, a margini diritti o
leggermente sinuosi, fortemente ricurvo all'apice della mandibola superiore, occhi
grandi, poco infossati; la cera, le narici, ovali ed allungate, la base della mandi-
bola inferiore e le rediui sono coperte di penne setolose, come grossi peli, che sotto
il mento si foggiano a pizzo diretto all'innanzi; ali lunghe ed acute colla .">' re-
migante primaria la massima; coda di dodici penne, lunga, cuneata; calzoni ampi
e pendenti: tarso robusto, più corto del dito mediano, piumato di solito sino ai
diti che sono squamosi coll'esterno riunito alla base col medio da una membrana;
unghie ricurve, ma poco adunche.
Testa e collo ricoperti di penne con quelle delle guancie e della parte ante-
riore della testa corte e quelle dell'occipite e della regione dal collo aU'ingiù lunghe
ed acuminate. Statura elevata; corpo allungato e massiccio; piumaggio forte e re-
sistente, ma poco variabile di colore; sessi eguali, adulti differenti dai giovani, il
piumaggio completo degli adulti viene assunto dopo vari anni di età.
Questa famiglia consta del solo genere Gypaetus ed è l'anello di congiunzione
tra i Vulturidi ed i Falconidi, se ne conoscono due specie, delle quali l'Europea è
ben nota col nome di Avvoltoio degli agnelli. Esso abita le più alte montagne, ove
si nutre di carogne, di ossa e meno comunemente di carne viva, sembra però che
molti fatti che si raccontano in argomento siano esagerati e che il medesimo attacchi
animali viventi solo se stimolato da una fame eccezionale. Vi sono però attesta-
zioni positive che esso talora assali fanciulli. Naumann ricorda il fatto avvenuto nel-
l'Oberland di Berna nella persona di Anna Zurbuchen di Hachbern, fanciulla di
tre anni, che venne salvata a tempo dal padre, però ferita al braccio ed alla mano
sinistra e che venne in seguito chiamata Lammergeier Anni. È notissima la sua
abitudine di prendere le ossa e lasciarle cadere da una grande altezza perchè si
frangano contro le roccie e poterle mangiare più facilmente (piando sono spez-
zate, ma non sembrano troppo veri i racconti che esso si getti contro gli animali
che si trovano sull'orlo dei precipizi per farveli cadere dentro. Non ha il volo
pesante dei veri Avvoltoj, ma invece esso è agile e leggero e si riconosce tosto,
quando rotea, pella coda lunga e cuneata. Voracissimo, mangia grandi (pian
tità di cibo in una volta, potendo poi rimanere digiuno per vari giorni; costruisce
il rozzo nido sui greppi più dirupati dei monti, nei siti più impraticabili e sel-
vaggi ; la femmina vi deposita un solo uovo, raramente due di un bianco-sudicio
con macchie gialliccio-rossiccie.
Genere GYPAETUS, Storr.
Ila i caratteri della famiglia.
A LI. A S I I OBN -'"■li O
4. Gypaétus barbatus (Linnaeus), Avvoltoio <l<t/li agnelli.
(Arpia).
[Tav. Ili, 6g. 3 o 4].
[ride bianca o bianco-gialla circondata di rosso vivo; becco avviluppato alla
base da grosse penne setolose che formano sotto il mento un ciuffo di peli ispidi
rivolti in avanti; sopra l'occhio una fascia nera che si unisce all'occipite; testa
e collo con penne lanceolate bianco gialliccie lavate più o meno intensamente di
rosso-rugginoso; colorito generale delle parti superiori grigio-bruno più o meno
nero con una stria centrale bianchiccia o bianco-fulviccia su ciascuna penna;
gastreo rosso-lionato più o meno biancastro. I soggetti molto vecchi presentano
fìtte macchie nerastre sulla testa, che si tanno rade sulle penne del collo e del-
l'addome [ad.). Iride di solito bruna: testa e collo nero-fuliggine o leggermente
lucido; colorito generale bruno-cinereo con penne bianco-fulviccie e come scolo-
rite sul dorso, sulle cuopritrici delle ali e sul gastreo; remiganti e timoniere ne-
rastre (giov.).
Lunghezza totale da 1,'"00 a l,m30; becco da 0,'"090 a 0,m105; ala da 0,m750
a 0,'"920; coda da 0,m550 a 0,m665; tarso da 0,m090 a 0,'"110; dito mediano s. u.
da 0,'"115 a 0,m122. La statura varia assai e giunge sino a l,m48, la femmina è
più grande del maschio.
Abita le montagne più elevate delle contrade circummediterranee, spingendosi
fino all'Europa centrale, al Caucaso, all'Asia centrale, all'Imalaia ed alla Cina
settentrionale. Per l'Italia è specie discretamente comune in Sardegna, fu rinvenuta
in Corsica e nelle Madonie in Sicilia, ove è molto rara. Sulla catena delle nostre
Alpi si può dire estinta, tranne pel tratto delle Marittime tra il Colle di Tenda
ed i monti sopra Valdieri, ove negli ultimi trenta anni se ne catturarono sette esem-
plari, viveva sulle Alpi del Bergamasco (min Culli1: ione) e sembra esistere ancora
su quelle sopra Chiavenna (Alpi Retiche), ma non su quelle del Bellunese e del
Friuli come, certo erroneamente, venne asserito. Si trova anche nelle montagne
della Svizzera, ma ovunque è in diminuzione.
Famiglia FALCONIDAE, Falconici/.
Testa e collo coperti di penne: becco in generale più corto della testa, co
perto alla base di cera nuda sparsa di peli e pennuzze, coi bordi interi od intac-
cati e L'apice ricurvo ad uncino; occhi infossati e protetti da una protuberanza
più o meno sviluppata dell'arcata sopracigliare; narici nude, di varia forma, aperte
verso la base del becco; redini di solito nude e raramente coperte di penne di
forma speciale; nessun collaretto distinto sul collo, un ciuffo di setole sotto il
becco; ali di varia lunghezza, acute, subrotonde; coda di varia l'orina, composta
di dodici timoniere; calzoni quasi sempre presenti e pendenti; tarsi scudettati o
reticolati, nudi o piumati; dito esterno libero o unito al inedia no da una meni
brana e di solito non versatile; unghie adunche, appuntite e molto retrattili.
vn.AVli: ORNI! [CO
Questa famiglia si suddivide in cinque grandi sottofamiglio, tutte rappresen-
tate in Europa, tranne l'Americana dei Poliborini (Polyborinae).
Si htokamiglia ACCIPITRINAE. Ai ri),, trini.
Becco piccolo o mediocre col margine della mandibola superiore sinuoso,
testa in generale piuttosto piccola: ali e coda lunghe, talora le ali in rap-
porto più brevi di questa; tarsi lunghi e sottili, dito esterno unito al mediano con
una membrana alla base ; tibie molto lunghe, eguali al tarso ; unghie molto acute.
Piumaggio talora molle, alle volte esiste un disco facciale incompleto che
si estende da una regione auricolare all'altra, sessi eguali o differenti; forma al-
lungata e spesso gracile; la femmina è nel maggior numero delle specie più
grande del maschio. Questa sottofamiglia consta di 13 generi con 147 specie, delle
quali sette ripartite in tre generi abitano l'Europa.
Genere ASTUR, Lacépède.
Becco più corto della testa, molto adunco, curvato dalla base, margine ta-
gliente della mandibola superiore festonato; occhi poco incassati: narici ovali,
semicoperte da penne setolose come le redini; ali corte, quando sono piegate, le
maggiori penne arrivano alla metà delle timoniere, la remigante primaria molto
corta, la 4U la massima: coda arrotondata e troncata: tarso forte, piumato nella
parte superiore, coperto sulla faccia anteriore e posteriore di larghi scudetti, re-
ticolato sulla laterale; diti mediocri, il mediano piuttosto corto, distintamente più
breve del tarso e più lungo dei due laterali che sono subeguali, l'esterno non
versatile ed unito alla base col mediano da una piccola membrana, questo sen-
z'unghia in lunghezza meno del doppio (0,'"053) del culmine, calcolando Io spazio
dall'angolo anteriore della cera all'apice del becco (0,m028); unghie assai lunghe,
adunche, acuminate, con quella del dito interno assai più grande di quella dell'e-
sterno.
Statura piuttosto forte col corpo più o meno robusto e massiccio; calzoni in
generale sviluppati; sessi eguali, adulti differenti dai giovani. Piumaggio degli
adulti cenerino al disopra con fascie trasversali sul gastreo, i giovani superiormente
brunastri con strie scure allungate nelle parti inferiori.
(ili Astori sono uccelli assai fieri e rapaci, dotati di volo rapido ed estrema-
mente agile, si nutrono di colombi, di pernici, di anitre e di altri uccelli, arre-
cando grandi danni ai Gallinacei ed alla selvaggina in generale, si cibano anche
di piccoli mammiferi e di insetti, ma sdegnano le carogne. Abitano tanto le
foreste e le boscaglie, quanto l'aperta campagna vicina, sono molto sanguinari
e dicesi che uccidano più vittime di quelle che non consumino. Erano molto
adoperati e stimati nell'antica Falconeria. Nidificano sugli alberi alti, talora oc-
cupando i nidi abbandonati dalle gazze, dalle cornacchie e da altri uccelli e vi
depongono da due a quattro uova bluastre o bianco verdastre senza macchie.
Questo genere quasi cosmopolita abbraccia sessantatre specie, due sono proprie
all'Europa ed un'altra forse vi giunse accidentalmente.
Tav. 2.
1 e 4. Aquila anatraja maggiore. 2. Aquila anatraja minore (2). 3. Aquila anatraja minore (&* giov.).
5. Biancone. H. Aquila minore (cf1 forma scura). 7. Aquila minore ( J forma chiaraì. 8. Falco pescatore.
Ulrico Huepli, Editore, Milano.
ATLANTE OKN1TOLOGICO
5. Astur palumbarius l,i\v\i.t>. Astore.
[TAV. V. fig. 5 e <3J.
Iride giallo-aranciato vivace; guancie grigio-bruno-cupe; sopraciglio, redini e
nuca bianco-grigiastre; parti superiori grigio-plumbeo-scure colla coda terminata
ili bianco e attraversata «la quattro fascie di un bruno più cupo; remiganti pri-
marie con fascie Maire; pani inferiori bianche collo stelo delle penne a lai- he
fascie trasversali bruno mie, eccetto sul sottocoda che è immacolato (mi.). Iride
giallastra; parti superiori grigio-brune con Larghi margini bianco-rossicci o fulvi;
Le inferiori di un bianco-fulvo, talora molto acceso, marcate di grandi e Larghe mac-
chie a goccia od allungate bruno-cupe; ceda bruna con cinque fascie più cupe e
l'apice biancastro (giov. .
Lunghezza totale da 0, 180 a 0,m650; becco da 0,ro030 a <».: 040; ala da 0,m290
a 0, 370; coda da 0,m200 a O,"1^."»: tarso da 0,m065 a 0,m085; dito medio s. u. da
0,'"04r> a 0,'"055. Varia assai nelle dimensioni.
Abita l'Europa centrale e meridionale, l'Africa settentrionale-orientale, la
Siberia sino all'Imalaia ed al Giappone. In Italia è specie sedentaria, ma rara, un
pò meno infrequente durante l'epoche del passo, nidifica certamente in Sicilia, in
Sardegna ed in parecchie altre località.
Una specie affine che ha le stesse dimensioni dell'Astore, ma ne è distinta
pel colorito scuro della testa e pella tinta delle parti inferiori, nelle quali la co-
lera/Jone cupa è disposta a macchie e non a fascie trasversali, abita l'America
settentrionale e venne trovata finora tre volte nelle Isole Britanniche, cioè una
volta nella Scozia e due nell'Irlanda, essa è nota col nome di A. atrieapillus
Wilson) o Astore americano. Il Saunders lo esclude dalla lista Britannica e cosi
il Dresser dall'Europea, è ammesso pella < Iran Bretagna dallo Sharpe, sicché la sua
inclusione nell'Avifauna Europea è per lo meno poco sicura.
6. Astur brevipes. Severtzow, Astore levantino.
Iride gialla; colorito generale di un grigio-ardesia, nerastro sul dorso, pallido
all'apice della coda; i lati della faccia ed il collo cenerino-pallidi; gola biancastra;
parti inferiori bianche fittamente fasciate per traverso di un fulviccio delicato;
cuopritrici inferiori della coda bianche; timoniere attraversate da cinque fascie
bruno-scure, poco appariscenti o mancanti sulle due centrali e sulle due esterne
(ad.). Iride bruno-nerastra; parti superiori bruno-cenerognole con le penne mar-
ginate di rossiccio più accentuato sulla testa; nuca macchiata di bianco: un di-
stinto sopraciglio e lati della testa bianchi striati di grigio-bruno; gola bianca
con strie nere sul centro; gastreo bianco con larghe macchie bruno-rossiccie a
goccia sul petto, ovali sui fianchi, a fascie sul basso petto, lanceolate sui fianchi,
meno numerose sul sottocoda; coda bruno-cenerognola terminata di fulvo- rossiccie
e traversata da cinque fascie nerastre (giov.).
Lunghezza totale da 0,m337 a 0,m392; becco 0,'"022; ala da 0,'"224 a 0,' '232; ceda
da 0,'"172 a 0,m177; tarso 0,'"040; dito mediano s. u. 0,m029,
Il primo esemplare di questa specie fu preso nella Serbia i Museo Britannico), poi
sette ne ebbe dal Montenegro il mio amico prof. Brasilia e sono conservati nel Museo
i tlanti <m nitologieo.
10
ATLANTE ORNITOLOGICO
diZagabria. È uccello che abita l'Europa meridionale-orientale (Montenegro, Grecia,
Turchia, ecc.. la Palestina, l'Egitto e l'Asia Minore. Non venne finora trovato in
Italia, però ricordo come al Museo di Firenze vi sia un soggetto colla data 2 otto-
bre 189."> Reggio Calabria, è un maschio giov. Lo Strickland asserì che a Malta com-
parve L'africano Melierax gabar (David.) o Gabar, ciò fu indicato anche pella Spagna
e pel Portogallo, ma sono fatti che meritano conferma.
Genere ACCIPITER, Beisson.
Piede di A. nisus, -jB
Ha i caratteri del genere Astur, ma il tarso è gracile,
lungo e sottile, i diti lunghi e scudettati su tutti i lati,
il dito mediano senz'unghia è più del doppio (0,m037) del
culmine misurato dall'angolo anteriore della cera all'apice
del becco (0,m016).
Nelle abitudini somigliano agli Astori, ma sono ancora
più fieri, più coraggiosi e dotati di maggiore attività, sicché,
quantunque di piccola mole, non si peritano di assalire Per-
nici e giovani Fagiani. Depositano da quattro a sette uova
bianco-bluastre macchiate di rossiccio più o meno vivace.
Si conoscono quarantadue specie di questo genere.
7. Accipiter nisus (Linnaeus), Sparviere.
[Tav. V, iig. 7, 8, 9 e IO e Tav. XLVIII, fig. i}.
Occipite bianco; parti superiori di un grigio-bluastro-cupo leggermente tinto
di brunastro sulla coda che è attraversata da quattro fascie bruno-nerastre e
terminata di bianco; guancie fulvo-rossiccie cogli steli bruno-chiari; mento e gola
bianchi leggermente rossicci cogli steli bruno-rossicci: resto delle parti inferiori
bianco con fascie trasversali bruno-fulve o rossiccio-fulve più o meno distinta
mente sfumate od incorniciate di cenerognolo; fianchi fulvo-vivace; sottocoda di
solito non fasciato (mas. ad.}. Simile; ma il rossiccio- fulvo delle parti inferiori è
limitato ad uno spazio spesso indistinto sui fianchi; le fascie sono più numerose
brune o bruno-nerastre (femm. ad.). Parti superiori brune con Larghi margini
rossicci; spazio auricolare bruno-rossiccio; occipite e sopraciglio bianco misto a
strie nerastre; parti inferiori bianche con strie trasversali nerastre dalla gola al
petto e da questo all'ingiù con strisele allungate bruno-nerastre miste a macchiette
rossiccie; timoniere bruno-cenerine con cinque fascie più scure e l'apice bian-
castro (semi-ad.). Fondo di tinta delle parti superiori bruno-rossiccio coi margini
rossicci estesi anche alle timoniere, che portano quattro t'ascie brune poco distinte;
mento, gola e guancie bianco-cenerognole con piccole strie brune; resto del ga-
streo bianco-gialletto collo stelo delle penne nero e macchie a goccia bruno-fulve
o rugginose sbiadite; sottocoda di solito immacolato (giov.).
Lunghezza totale da 0/"300 a 0,"'400; becco da 0,"'<»i;> a 0,m022; ala da 0,m205
a 0,'"2:")0; coda da O/"140 a 0,"'195; tarso da 0,m05_! a 0,m061; dito mediano s. u.
da 0,n,036 a 0,m041.
Le femmine sono assai più grandi dei maschi ed è specie eminentemente
vi i \vn: ORNITOLOGI! 0 11
variabile nelle dimensioni, nel numero delle fascie sulla coda e nel colorito, per mi
andrebbe studiata meglio su materiale di varie provenienze; gli individui di mag-
giore statura furono distinti dal Bekker l) col nome di Falco nisus major dando ai
più piccoli lincilo ili Falco nisus minor; inoltre il primo era caratterizzato dal tarso
due o tre mm. più Lungo, da] tono di tinta più cupo sulle parti superiori e meno
fulvo nelle imi rimi, da sette a otto zone sulla coda in luogo di cinque a sci. (Ili
individui di grande statura non sono che femmine il cui colorito è variabile;
sembra (die esse quando sono mollo vecchie divengano sterili ed indossino una
livrea semi-maschile, che si può così brevemente descrivere: Parti superiori di un
grigio-lavagna, più cupo sulla testa; parti interiori ed ascellari tinte di rossiccio,
cosi le guancie che hanno lo stelo delle penne grigio; la gola mostra strette strie
bruno-fuligginose ed il resto delle parti interiori fascie trasversali bruno-fuliggi-
nose, le penne del petto sono ornate di due fascie, una delle quali più stretta
dell'altra e non sempre presente.
Questa specie abita la regione Paleartica, arrivando d'inverno fino all'Asia
ed all'India. Lo Sparviere di Tunisi fu distinto dall'Erlanger col nome di A. pu-
nii ns, l'altro di Madera dallo Sharpe sotto quello di A. Granti. In Italia è ovunque
uccello sedentario e comune, nidifica specialmente nelle parti settentrionali, ma
è più abbondante all'epoche del passo e nell'inverno. Il mio amico Rev. Kleinsch-
midt ha recentemente distinto col nome di A. nisus Wolterstorffi gli individui sta-
zionari di Sardegna e ciò su di un esemplare avuto da Lanusei nel dicembre 1900.
Lo Sparviere di Sardegna avrebbe statura minore, tinte più chiare sulle parti
inferiori, più cupe sulle superiori e formerebbe parallelo notevolissimo coll'.l. Granti.
Io possiedo larghissime serie di Accipiter d'Italia e delle Isole, compresa la Sar-
degna, e sono dolente di dire che non approvo punto le deduzioni del chiaris-
simo ornitologo Tedesco.
Le anomalie albine sono rarissime in questa specie.
Genere CIRCUS, Lacépède.
Becco più corto della testa, piccolo, compresso, colla mandibola superiore
curvata dalla base e leggermente festonata sul suo margine tagliente; cera estesa
e molto appariscente; narici ovali senza escrescenza cornea, in parte nascoste da
piume setolose che coprono anche le redini: occhi molto infossati: ali lunghe e
strette che giungono in generale all'apice della coda colla la remigante primaria
di solito molto corta e la massima oscillante tra la 2H, la 3a e la 4' primaria;
coda lunga, quadrata e subrotonda; tarsi quasi interamente nudi, lunghi, retico-
lati nella parte posteriore e scudettati nel resto; diti piuttosto corti, non molto
differenziati, il medio molto più corto del tarso, esso è unito alla base coll'esterno
da una membrana: unghie leggermente curve e molto acute.
Piumaggio molle e di colorito variabile; forma allungata e gracile, ma slan-
ciata; testa piccola fornita di un collaretto di penne fitte e piccole a forma di
disco facciale incompleto, a somiglianza di quello dei Rapaci notturni, che si
(') Teutscht Uni. Ileft iii. pia. 1, 2, 3, 4, 5 (e. 1800).
12 ATLANTE ORNITOI.Oi ili e (
estende tra le due regioni auricolari passando sotto la gola; calzoni bene svilup-
pati, sessi differenti negli adulti e questi differenti dai giovani: pulcini coperti di
piumino ed inetti.
Questo genere quasi cosmopolita consta di 18 specie, quattro delle quali abi-
tano anche l'Europa. Frequentano le aperte pianure, ma più che tutto le paludi
e le località acquitrinose, nutrendosi di piccoli mammiferi, di uccelli specialmente
se giovani o feriti, di rettili, di pesci e di uova di uccelli. Il loro volo non è alto
se non quando migrano, del resto è lento, ma sostenuto, fanno grandi giri circo-
lari poco discosti dal terreno in cerca di preda, molte specie però imprendono
lunghissimi viaggi. Nidificano sul terreno, costruendo il grosso e rozzo nido sopra
un rialzo di terra frammezzo alle acque e intessendolo di canne e di erbe palustri,
vi depositano da tre a cinque uova bianco-bluastre senza macchie o macelliate
di bruno-pallido.
8. Circus aeruginosus (Linnaeus), Aìbanélla..
(Falco di padule).
[Tav. Vili, fig. 1. 2 e 3].
Disco facciale foco sviluppato; 1' remigante primaria assai breve, ■'!'' e 4" li mag-
giori; coda senza, fascie ed uniforme nel colorito.
Parti superiori bruno-cupe con margini rugginosi più o meno apparenti e
molto accentuati sulle cuopritrici alari; testa, gola e collo bianco-rossicci con fitte
strie longitudinali bruno-nerastre; resto delle parti inferiori rosso-fulvo più o meno
vivace, uniforme o con strie bruno-nerastre; cuopritrici delle remiganti primarie,
remiganti secondarie, sopracoda e coda grigio-azzurrognolo uniforme {mas. ad.). Co-
lorito generale bruno-castagno con riflessi porporini, più chiaro sulle parti infe-
riori, talora con margini lionati o rossicci più accentuati sul dorso e sulle cuo-
pritrici alari; pileo tino alla nuca e gola bianco più o meno giallognolo o fulviccio,
taluni esemplari offrono di tale tinta il petto, le cuopritrici piccole delle ali e più
di rado il centro dell'addome (fen/n/. ad. e giov.). I giovani nel primo abito sono
di un castagno-nerastro-scuro ed uniforme, smorto o con riflessi, e con poche mar-
ginature di un nocciola-castagno acceso sul dorso e più che tutto sulle cuopri-
trici, di tale colore è pure la fronte ed un grande spazio sull'occipite {giov. 1" abito).
L'iride in questa specie e nelle Albanelle è in generale gialla negli adulti e bruno-
cupa nei giovani, dico in generale perchè talora trovansi anche giovani coll'iride
gialla.
È specie molto variabile di colorito, sicché non è facile trovarne due del tutto
eguali, presenta una varietà dimorfica scura e nerastra che s'incontra non vara-
mente in Turchia e nel Caucaso, ma la coda è sempre di un grigio-azzurrognolo.
Conservo da Reggio Calabria un consimile soggetto nerastro colla fronte, il mento,
il basso petto' e l'addome biancastri; le timoniere, le remiganti secondarie e le
cuopritrici delle remiganti primarie grigio-azzurrognole.
Lunghezza totale da 0,m48Q a 0,m520; becco da 0,m030 a 0,m040; ala da 0,ffi410
a 0,m435; ceda .la 0,m250 a 0™275; tarso da 0,'"082 a 0,m090; dito mediano s. u.
da 0,m038 a 0,™046.
Abita l'Europa temperata e la Siberia, pollandosi d'inverno nella Cina, nel-
l'India e nell'Africa settentrionale. In Italia è ovunque specie comune, stazionaria
\ M \\ I 1 ORNITOLOGICO 13
ed anche di passo. Frequenta Le località ricche di paludi ed è specialmente ab
bondante d'inverno, però gli individui nel caratteristico abito di maschio adulto
sono rari, specialmente nelle provincie settentrionali. Nidifica ovunque siano lo-
calità adatte.
9. Circus macrurus s. Gmelin , Albanella pallida.
(Circus Swainsoni. Smith).
|Tav. Vili, Bg. 7. 8 e 9].
Disco facciale distinto; i' remigante primaria piccola, la intaccatura del suo ves-
sillo interno corrisponde all'estremità delle primarie cuopritrici esterne o la supera di
poco (meno ili 0,m010); -' remigante molto più lunga della 5" {io media 0, 038), di-
stintamente più corta della I' (in media 0,m012); 3a remigante la massima e più
lunga della ■!' di circa 0,m010; vessillo esterno della ~> primaria intero e senza smar-
ginatura.
Parti superiori cenerino-chiare più pallide sul vertice, scure e coi centri delle
penne bruni sull'occipite, periate sul collo, sulle medie e piccole cuopritrici e
sulle remiganti secondarie interne; sopracoda bianco con fascie cenerine strette,
ma distinte; parti interiori bianche, immacolate; remiganti primarie nere nel terzo
apicale, bianche nel resto; timoniere cenerine disopra, biancastre disotto con sei
o sette fascie poco distinte cenerine (mas. ad.) Parti superiori di un bruno-cene-
rino o di un bruno-chiaro miste a rossiccio colle piccole cuopritrici marginate di
giallo-ocra, dello stesso colore ed immacolate le parti inferiori o bianche con
macchie centrali brune; coda fulvo-rossiccia con cinque fascie trasversali brune
(femm. ad. e giov. i.
Lunghezza totale da 0,m405 a 0,'"445; becco da 0,' <>l>4 a 0,m030; ala da 0,m320
a d.'.iTO; coda da 0,m220 a 0,m235; tarso da 0,m065 a 0,"'070; dito mediano s. u.
da 0,'"030 a 0,,!,037.
Le femmine ed i giovani sono molto variabili di tinta e si confondono spesso
con quelli del C. cyaneus e del C. pygargus, i caratteri dati in testa alla specie
servono a distinguerli a priori, pur-
ché l'individuo abbia raggiunto il
completo sviluppo delle penne delle
ali e quindi nel massimo numero ' 4 u
dei casi.
L'Albanella pallida abita l'Eu-
ropa orientale e temperata e l'Asia, Qi
portandosi d'inverno nell'Africa,
nell'India e nella Cina. Essa fu rin-
venuta ovunque in Italia compreso
il Piemonte (mia Collezione), in generale è poco abbondante, quantunque più
facile ad aversi delle due specie seguenti e trovasi con maggiore frequenza
nelle provincie meridionali ed in Sicilia; la riterrei sedentaria, però si presenta
anche migrante e ne ricevetti molte di Calabria in aprile e maggio. Nidifica,
ma non abbiamo notizie positive, sappiamo però che si trova tra noi in ogni
stagione.
Ala di
C.
macruruSj
■
3."
1 i ATI.ANTK ORNITOLOGICO
IO. Circus cyaneus (Linnaeus), Antonella nule.
[Tav. Vili, fig. I. 5 0 6].
Disco facciale distinto; 1' remigante primaria come nel G. macrurus; 2a remigante
distintamente più breve della 5a {in media 0,m012) e multo più breve della I' {in me
dia 0,m030)\ I' remigante la mussiti/a e più lunga della 5" ili circa 0,™010; vessillo
esterno della 5' primaria smarginato; statura maggiore del C. macrurus.
Occipite bianchiccio con macchiette centrali bruno-fulve: parti superiori,
testa, collo e petto cenerino plumbeo talora periato, più chiaro sulle cuopritrici
delle ali; resto delle parti inferiori, calzoni e sopracoda bianco-uniforme, talora
con piccole macchie ovali ocraceo-pallide, mancanti sul sopracoda; remiganti pri-
marie dalla la alla 6a nere, più ciliare all'apice, nella faccia inferiore nere dal-
l'apice sino oltre metà lunghezza; coda grigio-cenerina coll'apice biancastro e
qualche fascia sulle timoniere laterali, spesso incompleta e poco apparente {mas. ad.).
Parti superiori bruno-cenerine marginate di fulviccio; testa, collo e parti inferiori
o fulvo-rossiccie con larghe macchie brune longitudinali o rosso-ocracee, senza
macchie; sopracoda bianco con qualche macchia bislunga fulva: timoniere con
cinque bande brune su fondo fulviccio sfumato di cenerognolo sulle due mediane
e colla fascia subterminale più larga (femm. ad. e giov.).
Lunghezza totale da 0,'"470 a 0,m550; becco da 0,m024 a 0,m031 ; ala da 0,m350
a 0,'"410; coda da 0,m225 a 0,m250; tarso da 0,'"062 a 0,'"076; dito mediano s. u.
da 0,'"034 a 0,'"041.
5.1
4.
::.
■»
~^H
1.
Ala di G.
cyaneus, '/:-•
'l'est. i ili 0. cyaneus, vista di l'accia, e di liane», ' .
Abita le parti settentrionali d'Europa e dell'Asia, svernando nelle regioni me-
ridionali dei due continenti, si trova anche nel Nord dell'Africa, In Italia è specie
stazionaria e di passo, non egualmente distribuita ed in generale poco abbondante,
più comune nelle Isole e nelle provincie centrali e meridionali. Nidifica.
II. Circus pygargus (Linnabus), Albamélla minori.
| Circus cineraceus (Montagi fl.
[Tav. IX, Bg. 1, 2 e 3]-
Disco facciale distinto; V remigante primaria piccola^ la iuta, totani del suo ves-
sillo interno supera da 0,m025 a 0,m030 l'apice delle primarie cuopritrici esterne; i':i
\ I [. \ N tNITOLOGIi 0 1S
remigante un po' più breve {'ina 0,m010) della / e molto più lumia della :'>'' {in me
din 0,m050); ■'<" remigante la mussi mu <■ piu lunga della I dì circa '>,<>l<>: vessillo
esterno della ■">' remiganti intero, senza smarginatura ; statura minore del C. maCTurus.
l'arti superiori, testa, collo e petto cenerino-plumbeo più chiaro sul groppone
e sul sopracoda; timoniere dello stesso colore, uniforme sulle due mediane e con fascie
brune o rossiccio rugginose sulle laterali; resto delle parti interiori cenerine chiaro
coi fianchi, l'addome ed i calzoni sparsi di macchie rossiccio-marrone centrali,
Larghe ed acute di forma; remiganti 1" nere per intero nella l'accia superiore,
le secondane con due fascie aere trasversali l' un a esposta subapicale, l'altra ba-
silare nascosta dalle cuopritrici maggiori (mas. ad.). Parti superiori grigio-brune
quasi senza macchie o solo con macchie estese alle piccole cuopritrici alari (femm.
ad.) o con larghi margini rosso-fulvi (giov.); ultime sopracaudali bianche miste
talora a macchie rugginose; fronte, vertice e base del collo fulvo, bianchiccio
sull'occipite, il tutto con macchie nerastre allungate; parti inferiori bianco-ros
siccie con macchie longitudinali rosso-brune (femm. ad.) o rosso-fulve uniformi e
di solito senza macchie (giov.); timoniere grigio-brune con cinque fascie di un
bruno-nero che volge al fulviccio sulle laterali (femm. ad. e giov.). Varietà metanica.
Di un grigio-bluastro più o meno cupo e nerastro con riflessi verdastro-porporini;
coda uniforme senza fascio e di tinta più chiara. I soggetti nei quali il fenomeno
non è perfetto, presentano parziali colorazioni di tipo usuale.
Lunghezza totale da 0,'"400 a 0,'"440; becco da 0,m024 a 0,'"030; ala da 0,m355
a 0,"'385j coda da 0,m216 a 0,m232; tarso
da 0,'"056 a 0™060; dito mediano s. u.
da 0;'"027 a 0,n,030.
Abita le parti temperate d'Europa
e d'Asia, portandosi d'inverno nell'Africa.
nella Cina e nell'India. In Italia è uc-
cello di passo e parzialmente estivo, ni-
difica anche nella Valle l'adatta, ma è più
distribuito nelle provincie meridionali, Ala ,]l c- pygargus, ' .
mentre in alcune delle nord-occidentali
è rarissimo, è abbondante all'epoche del passo primaverile in Liguria, in Cala-
bria ed a Malta, sembra assai scarso in Sardegna e può dirsi da noi la specie
più rara del genere Circus. È strano il fatto del soggetto ricevuto dal Giglioli nel
gennaio dal Veneto, il che indicherebbe essere uccello stazionario, avendone io
avuti da marzo a novembre.
5.a
j. '
Sottofamiglia BUTEONINAE, Buteonini.
Becco mediocre coi margini della mandibola superiore sinuosi, capo -rosso;
cera in parte coperta di peli sui lati; tarsi di solito in gran parte nudi, piuttosto
alti, più corti della tibia, non reticolati, ma squamati posteriormente; gambe e
diti piuttosto brevi; dito esterno riunito al mediano da una membrana alla base;
unghie adunche. Piumaggio variabile; sessi eguali; forma robusta e tozza.
Questa sottofamiglia consta di sedici generi e circa settantacinque specie
più o meno autentiche, di queste soltanto due, con due altre sottospecie, riunite
in un solo genere, abitano l'Europa.
Hi ATLANTK OENIT .l'i»
Genere BUTEO, Civili;.
Becco debole e piccolo, più corto della testa, appena Festonato; testa subro-
tonda; cera nuda, coperta di peli sui lati; occhi poco incassati: narici verticali,
ovali non esposte, coperte in parte dai peli delle redini; ali subeguali alla coda,
ll remigante primaria corta, 4;i la massima; le quattro prime primarie con una
marcata intaccatura nel vessillo interno Q); coda piuttosto grande, troncata; tarsi
piuttosto, lunghi, scudettati e piumati solo sul davanti della parte superiore; dito
esterno unito al mediano da una piccola membrana, questo più lungo dei due
laterali, unghie mediocri, adunche. Piumaggio opaco e molto variabile.
(Questo genere abbraccia trentatre specie, delle quali parecchie sono, a mio
vedere, semplici sottospecie, sparse su tutto il Mondo, eccettuata l'Australia. Sono
uccelli estremamente variabili di colorito e che offrono non poche difficoltà al
sistematico. Abitano tanto il monte che il piano, i boschi e le pianure alberate,
hanno volo pesante e si nutrono più che altro di piccoli mammiferi, di rettili e
d'insetti e meno comunemente d'uccelletti, che non inseguono a volo. Nidificano
sugli alberi o sulle roccie, occupando talora i nidi abbandonati da altri uccelli e
depositano uova bianco-bluastre con macchie di disegno e colorito molto variabile.
La muta è semplice.
12. Buteo buteo C2) (Linnaeus), Pojana.
(Buteo vulgaris, Lkach).
[Tav. IV, fig. 3, 4 e Tav. XLVIU, fig. 3].
Colorito generale bruno superiormente col margine delle penne più o meno
rossiccio; gola bruna, bianco-gialletta sul margine delle penne; petto ed addome
bianchi leggermente gialletti o con macchie longitudinali brune, talora così nume-
rose sull'addome da formare una grande fascia scura, o con fitte fascie brune trasver-
sali; coda con dieci o dodici bande trasversali brune disopra, bianco-grigie di-
sotto {ad.). Colorito generale bruno più pallido, parti inferiori bianco-giallette mac-
chiate di bruno (giov.).
Butto mutans, Vieillot. Parti superiori di un bruno-ferruginoso con le penne
della testa e del collo marginate di bianco; gola e gastreo bianchi con macchie
longitudinali brune, quasi nulle sulla gola, numerose e larghe sul petto, più strette
sul basso petto, rade sull'addome e cordiformi sul sottocoda; coda attraversata
tanto disotto, che disopra da ventiquattro fascie eguali, alternate grigie e brune,
faccia inferiore della stessa bianco-grigia.
Buteo fasciattcs, Vieillot. Parti superiori bruno-scure, bordate di bruno chiaro
sulle scapolari, sulle cuopritrici alari e sulle remiganti secondarie; sola bruna e
\ui multi soletti clic esaminai, non ebbi a ritrovare la ,V primaria con intaccatura.
(') Ilo accettato tale dicitura seguendo gli Autori Inglesi e Tedeschi più accreditati, i quali si
hanno tatto scrupoloso dovere di non venir meno alla rigida osservanza della legge di priorità e ciò
quantunque Linneo avesse scritto: « .Xomìins specifici vocabula non ni composita, nominibus generici»
similia». (Boukgi tGS n . Method. conchyol. denomin., pag. 63).
Tav. 3.
1. Grifone. 2. Avvoltojo. 8. Awoltojo degli agnelli (ad.). 4. Awoltojo degli agnelli (giov.).
5. Capovaccajo (.ad.)- 6. Capovaccajo (giov.).
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
IT] \N n "i.'N .' IGICO 17
bianca, davanti del collo con tacche trasversali bianche; Lati e porzione alta del
petto 'li un bruno-cupo uniforme, base del petto ed addome striati trasversalmente
di bianco e di bruno, ciascuna penna ha cinque bande bianche e cinque brune;
sottocoda bruno-rossiccio con linee trasversali di un bruno più cupo, coda attra-
versata ut-ila sua faccia inferiore da nove bande grigie e nove brune, La bruna
preapicale almeno doppia in Larghezza delle altre.
Buteo pojana (Savi . Penne del pileo, della cervici- e del collo bruno-chiare
all'apice, bianche alla base e sul margine; resto delle parti superiori bruno-chiaro
cangiante in paonazzo, col margine delle penne ceciato-sbiadito ; gastreo bianco
ceciato con una macchia apicale bislunga scura, meno apparente sulle penne
della linea mediana, quelle del sottocoda immacolate e con una macchia subcordata
nerastra; coda bruno-chiara con sedici a diciotto
l'ascie bruno nere e bruno-chiare che lungo lo stelo ^^''^C "T^--.
volgono al ceciato-lionato. \
Lunghezza totale da 0,'"545 a 0,m660; becco •.
da O; 040 a 0,ni048; ala da 0,'"400 a 0. 44u: coda da ' -|
(i. L'I.", a 0/ L'iu: tarso da 0,ra072 a o. 085; dito me-
diano s. il. da II.1 dio a 0,m046.
<,iue>ra specie è di colorito cosi estremamente
variabile, che si può dire difficile il trovare due Testa di /; ,,„,,
jetti di tinta eguale. Il" descritto le principali
varietà di piumaggio, che da taluni Autori, e tra questi il Savi, vennero elevate
al rango di specie distinte.
I.a Pojana abita 1 Kuropa occidentale e verso oriente si incontra co] U. ìmim
desertorum. In Italia è ovunque comune, sedentaria e nidificante; più abbondante
d'inverno per l'arrivo di numerosi soggetti Nordici; gli individui residenti in
Sardegna sono leggermente più piccoli e più rossicci e con molta probabilità in-
termedi tra il B. bilico ed il /.'. buteo desertorum.
Il B. buteo va anche soggetto a varietà albine e se ne trovano talora di un
bianco più o meno puro ed immacolato.
Le specie americane li. lineatus (Gmelin) e /;. borealis (Gmelin) furono colte
in Inghilterra, ma pare che le informazioni su tali catture non siano del tutto
attendibili, né il Dresser le ammette tra gli Uccelli Europei, né il Seebohm ed il
Saunders tra i Britannici.
12". Buteo buteo desertorum Daudin), Pojana minore.
Colorito generale bruno-nerastro con tutte le penne largamente marginate e
terminate di fulvo-rossiccio-vivace. tranne sul groppone che è unicolore, tali mar-
gini sono più larghi sulla testa, sul petto, sui fianchi e specialmente sui calzoni,
che sembrano del tutto rossigni; penne del sopracoda rossastre all'apice e sul ves-
sillo esterno; timoniere di un rossigno-fulvo-acceso misto a brunastro, che forma
varie bande poco regolari ed una larga fascia subapicale brunastra, fi terminale
è fulvo-rossigna (femm. mi. Foggia, 2-2. II. 1899). Più pallido degli adulti, special-
mente sulle parti inferiori; coda con tinte rossigne ed in generale con tredici
fascie [giov.).
Atlante ornitologico. 3
1 S ATLANTIC ORNITOLOGICO
Lunghezza totale 0,m520; becco da 0,m030 a 0,m040; ala 0, 375; coda 0,m190 ;
tarso 0,m072; dito mediano s. u. (),'"():;r).
Questa sottospecie è assai variabile di colorito e talora identica al II. buteo
dal quale si distingue pelle dimensioni sempre decisamente minori, pei colori ]iiù
rossigni specialmente sui calzoni, sul .sopracoda e sulla coda, le cui fascie in ge-
nerale sono da nove a dieci e nei giovani sino a tredici, talora esse mancano
completamente od è solo presente una larga banda subapicale nera, la tinta fulva
è allora assai vivace. Ho constatato che il carattere del dito mediano eorto e
grosso offerto da parecchi Autori è poco apprezzabile, ciò che può dirsi anche
rispetto al Lanario (Hierofalco Feldeggi [Seni.]).
Questa sottospecie abita il sud-est dell'Europa, l'intera Africa e l'India;
nell'Europa occidentale è avventizia, ma fu rinvenuta tanto nella Spagna e nel Por-
togallo, quanto nella Penisola Balcanica, quindi non è fatto straordinario se com-
parve anche tra noi. Nulla posso dire sulla sua distribuzione in Italia, due esem-
plari che il Martorelli le riferisce e che provengono dalla Sardegna si conservano
nel Museo di Milano, essi hanno le seguenti dimensioni: maschio giov. ala 0,m360,
illumina giov. ala 0,m380, io credo che essi appartengano alla forma Sarda e non
al B. buteo desertorum propriamente detto.
Io conservo nella mia Raccolta i seguenti soggetti Italiani: quattro femmine,
cioè due da Foggia e due di Sardegna, maschio e femmina da Reggio Calabria,
una femmina da Roma avuta nel giugno ed una femmina da Padova. Il loro co-
lorito è assai vario, le dimensioni delle ali oscillano da 0,m350 a 0,'"380, tre di
essi hanno la coda fulva unicolore e vivace con una fascia subapicale larga e
nera, gli altri la portano fasciata su fondo rugginoso, eccetto uno di Roma che
la tiene eguale a quella di un B. buteo tipico. Avendo esaminato e possedendo
larghissime serie di li buteo <h si riunì m orientali ed autentici, non ho alcun dubbio
circa l'esatta determinazione dei miei Italiani. Il fatto della femmina avuta nel
giugno da Roma darebbe a credere che questa specie abbia nidificato tra noi.
Infine ricordo un soggetto conservato nel Museo di Firenze colto, secondo il Gi-
glioli, a Elmas in Sardegna nell'ottobre 1893 e che presenta il dito mediano assai
corto e molto grosso.
Ho considerato il B. desertorum, che la maggior parte degli Autori ritiene buona
specie, quale sottospecie pel fatto dei numerosi individui intermedi che si incon-
trano, secondo me esso è il semplice rappresentante orientale del B. buteo e nulla
più. Per tale fatto lo chiamai II. buteo desertorum.
12/'. Buteo desertorum Zimmermannae (Ehmcke) f1).
Pojdìio minore dello Zimmermann.
Parti superiori bruno-scure largamente marginate di rossiccio; dorso rossigno
macchiato di bruno; gola e lati della testa bianco-rossicci, striati di bruno-scuro;
parti inferiori con una macchia eentrale grande e larga castagno-rossiccia e lo
sirlu nero distintissimo, alcune penne hanno due macchie, una basilare, l'altra
(') Buteo Zimmermannae, Ehmcke, Jcrarn. f. Ornitli. XLI. p. 117 (1893J.
Ali \MI < >i:n 1 TOI-OGICO 19
apicale e lo spazio intermedio è rossiccio-chiaro o rossiccio gialletto; coda ros-
siccio-fulva vivace, le timoniere centrali rossigno-chiare marginate ili bianchiccio
con una larga banda subapicale e da due a quattro fascie più strette, le timoniere
esterne col vessillo esterno bruno-nerastro tinto di grigio o di rossigno-bruno,
l'interno rossiccio con fascie trasversali bruno-nerastre su tutte le penne, la fascia
terminale molto più larga, gli steli bianchi (Bogdanow).
Lunghezza tei,-. le (>. T> n >; becco 0,m032; ala 0,m370; coda 0,m200 ; tarso 0,n,070;
dito mediano s. u. 0,m034.
Secondo me questa non è che una t'orina nord-orientale e rossiccio scura del
/;. buteo desertorum ed a ciò mi convinsi maggiormente dopo aver veduto il tipo
di Ehmcke nella raccolia Kleinselimiilt a Yolkinaritz ; è quindi da chiamarsi sem-
plicemente /•'. des( rtorum Zimmeriinutiitii •:, parecchi Autori Mussi ed alcuni occidentali,
come lo Sharpe, la reputano buona specie e le assegnano quale patria la Russia e la
Transcaucasia.
Cosi il lì. Mi m tursi, Bogdanow viene considerato dallo Sharpe e dal Madarasz
buona specie il cui habitat si estenderebbe nel S. E. dell'Europa, il I M'esser dice
che non può separarsi nemmeno (piale sottospecie. Le differenze tra questa t'orma
ed il B. desi rioni w Zimmermannae mi parvero cosi di poco momento da non po-
tersi ammettere quali specifiche e tutt'al più anche questa Pojana potrà esser
divisa (piale sottospecie col nome lì. desertorum Menetriesì o Pojana minore del
Ménétriès.
13. Buteo ferox (S. Gmelin), Pojana dalla coda bianca.
l'arti superiori brune coi margini delle penne rossiccio-ocracei ; bruno uniforme
sul basso dorso e sul groppone; testa e collo bianco-rossigno con una stria scura
sullo stelo; sopracoda e sottocoda fulvo-rossigni, le maggiori sottocaudali brune;
petto, addome e fianchi fulvo-rossicci con macchie lanceolate brune; remiganti
primarie brune, bianche alla base; coda bianco-rossigna ; le due timoniere laterali
esternamente lavate di grigio e talora con una macchia bruna presso l'apice (ad.).
Il rosso-fulvo volge al bruno-deciso; la testa ed il collo sono sparsi di molte macchie
brune sul centro delle penne; coda rossigno-pallida con fascie trasversali di un
rossiccio più cupo (giov.).
Lunghezza totale 0,'"700; becco 0,'"04:7; ala 0,ffi500; coda 0,m250; tarso 0,m090
dito mediano s. u. 0,'"040.
Anche questa è una specie sempre molto variabile di colorito, ma la -rande
statura, la coda lunga, il tarso assai lungo e le dita grosse e brevi in confronto
col tarso la rendono facilmente distinguibile.
Abita le regioni sud-orientali d'Europa, l'Africa nord-orientale, spingendosi
sino all'India nord-orientale. In Italia è specie affatto accidentale, ne comparve
un individuo in Liguria [Museo di Genova), due a Girgenti (Museo di Firenze)
due a Reggio di Calabria, ed uno a Foggia (questi tre ultimi sono nella mia Col
lezione). Sembra che un altro individuo colto nel maggio 1900 a Reggio Calabria
sia andato perduto (').
(') Avutila, 1900, pag. 76.
20 ATLANTI-, ORNITOLOGICO
Genere ARCHIBUTEO, Bkehm.
Ha i caratteri del genere Buteo e se ne distingue prin-
cipalmente pei tarsi piuttosto lunghi e piumati, eccetto
che posteriormente sulla linea mediana (pianta tarsi,.
Piumaggio variabile, biancheggiante negli adulti, mor-
bido e fitto; calzoni bene sviluppati.
Questo genere abbraccia quattro specie, delle quali
una sola è Europea. Abitano principalmente le aperte pia-
nure e si nutrono più che altro di piccoli mammiferi, di
uccelli, di rettili ed eventualmente di pesci. Nidificano
sulle roccie o sugli alti alberi, depongono da due a quattro
o cinque uova bianco-bluastre molto variabili di colorito.
14. Archibuteo lagopusi1) (Gmelin), Pojana calzata.
[Tav. IV, tìjr- 5 e 6].
Tarsi piumati sino all'inserzione dei diti nella parie anteriore e laterale.
Parti superiori brune miste a spazi bianchi e fulvi; testa, collo, una fascia
sul petto e sottocoda di imbianco striato di bruno-scuro; basso addome bruno-scuro;
coda bianca alla base delle penne, cenerognola e rossiccia nella metà apicale
delle stesse, ove talora si notano quattro o cinque fascio scure, l'apice è bianco
preceduto da una distinta fascia subapicale nerastra (ad.). Più brunastro; parti
inferiori più striate di bruno: coda meno bianca alla base, brunastra verso l'apice
ove manca la banda subterminale (giov.).
Lunghezza totale da 0,m500 a Ó,ffi575; becco da 0,nl036 a ().'"( >4i> : ala «la 0,m200
a 0,ra250; coda 0,m220; tarso 0,m075; dito mediano s. u. 0,'"040.
È specie estremamente variabile di colorito ed io non sono lontano dal cre-
dere che i soggetti di tinta molto scura siano dovuti al fenomeno del dimorfismo,
anziché all'età. I sigg. D. Urban e Mathew figurano nell'opera The Birds of Devon
un esemplare del tutto nero con vivaci ritiessi porporini, caso giudicalo estrema-
mente raro.
La Pojana calzata abita le parti settentrionali d'Europa e dell'Asia, nonché
l'Alasca, discendendo verso Sud all'avvicinarsi della stagione fredda. In Italia è
specie di comparsa rara ed irregolare durante l'inverno, ma fu presa ovunque, anche
nelle Isole; sembra trovarsi più facilmente nel Veneto e ricordo le sue numerose
comparse d'attorno Venezia nel freddissimo inverno 1879-80, nel dicembre 1899
e nel febbraio 1900, quando le vidi io stesso inseguire le Anitre ferite dai cac-
ciatori. Non nidifica in Italia.
L'esemplare riferibile all'Americano A. Sancti-Johannis (Gmelin) colto nel
Devoushire settentrionale e citato nello Zoologista), altro non erase non una va-
1 1 | BkUnnich, (ini. Bor. p. I. 17CI |.
i L876, pag. isi i ,. is70.
ATI.ANTK OKNITOI.OOICO 21
rietà della presente specie, giova perù ricordare che non tutti gli Autori an
tono la validità specifica della t'orina Americana, che andrebbe quindi chiamata
A. lagopus Sancti-Johannis (Gm.).
SOTTOFAMIGLIA AQUILINA E. Aquilini.
Becco piuttosto lungo, di solito forte, a margini sinuosi od intaccati; ali grandi;
tarsi grossi e robusti o sonili, rivestiti di penne lino all'inserzione dei diti o invece
più o meno nudi; dito esterno non versatile ed unito al medio da una membrana
basilare.
Questa sottofamiglia comprende cinquanta generi con circa duecentocinquanta
specie sparse per tutto il Mondo.
Lo studio di questo gruppo fu ed è tuttora dei più complessi ed incerti pel
sistematico e la validità specifica di parecchie forme, finora ritenute linone specie.
non è del tutto sicura.
Genere AQUILA. Bkisson.
Becco più corto della testa, forte e curvato dalla base, assai uncinato all'a-
pice della mandibola superiore, margini della stessa festonati; cera nuda, solo
parzialmente coperta dalle setole delle redini; narici laterali, ovali, inclinate, di-
rette all'indietro ed all'ingiù, esposte, talora rotonde e verticali; ali grandi e lunghe,
colla quarta remigante primaria in generale la massima; coda grande, rotondata;
calzoni di solito sviluppati; tarso ricoperto di piume tino ai diti, in parte nudo
e reticolato sulla taccia posteriore; diti forti e reticolati, scudettati sulla porzione
apicale, dito esterno unito alla base col mediano da una membrana; unghie grandi,
acute, uncinate e forti.
Corpo robusto, statura varia; penne del collo acuminate; adulti eguali, ma
differenti dai giovani: nidiacei coperti di piumino ed inetti.
Il genere Aquila comprende quindici specie sparse nel Mondo Antico, peto
VA. chrysaetus si trova anche nell'America settentrionale, sebbene alcuni conside-
rino differente questa forma sotto il nome di A. canadensis, Cassiti. Le Aquile sono
i più potenti tra gli Uccelli Rapaci, vivono sulle alte montagne o nelle grandi
foreste e si nutrono in generale di preda viva e sanguinante, talune piccole specie
anche di rettili e di insetti, il fatto che esse attacchino bambini non è del tutto
sicuro. Di solito cacciano sole, ma talora ne furono vedute a due; il loro volo è
agile, elevato, grazioso, innalzandosi e discendendo fanno dei grandi semicerchi,
talora colle ali aperte, quasi immobili, scoperta la preda vi si gettano conno colla
celerità del fulmine. Fabbricano un indo mal connesso sulle roccie o sugli alluri
e lo intrecciano di rami e di stecchi, foderandolo internamente di musco, di penne.
di lana, ecc.; depositano poche uova di fondo di tinta bianchiccio più o meno
bluastro con grandi macchie cenerine o rossiccio-scure. Le Aquile difendono di
solito energicamente il loro nido e molti sono gli accidenti patiti dai maldestri
che, senza la dovuta prudenza, tentavano di involarne le uova od i pulcini.
22
ATLANTE ORNITOI.OOII '( >
15. Aquila chrysaètus (Linnaeus), Aquila reale.
[Aquila].
[Tav. I, fig. 1, 2 e 5].
Colorito generale bruno-nerastro con leggeri riflessi porporini; penne della
nuca e della parte posteriore del collo lanceolate bruno-dorate; remiganti nera-
stre; coda brunastra alla base, nerastra all'apice, attraversata nel suo centro da
una larga fascia grigia; calzoni bruno-scuro uniforme {ad.). Coda bruna verso
l'apice, nel resto bianca, sicché la fascia risulta molto larga; base delle penne
bianca, ciò che è più visibile sul gastreo; calzoni con macchie bianche {giov.).
Lunghezza totale da 0,m900 a 1,'"00; becco da 0,m060 a 0,'"072; ala da 0,m600
a 0,'"720; coda da 0,m300 a 0,m350; tarso da 0,m098 a 0,m100; dito mediano s. u.
da 0."'110 a 0,"1 '_'().
t 1 1 1 1 1 1 ( 1 — yi , i Me^i-
w/. •
Testa ili A. chryiaetns.
Piede ili -/. ohryeaetus.
Abita l'Europa, l'Africa giungendo all'Abissinia, l'Asia sino all'Imalaia, la Cina,
il Giappone e l'America settentrionale sino alle montagne del Nuovo Messico. È
sedentaria sui monti più alti dell'Italia continentale e delle Isole, ed è abbastanza
comune in date località (Valtellina). Durante le migrazioni, nell'autunno o nel-
l'inverno, e di consueto per l'imperversare di forti burrasche o per la caduta di
abbondanti nevicate, qualche individuo, per lo più giovane, scende in basso e se ne
catturano nelle pianure, nelle valli e nelle paludi. Nidifica di marzo e d'aprile.
Parecchi Autori distinguono due specie di Aquila reale. L'ima detta A. chry-
saètus presenta il petto rossiccio colle penne strette e lanceolate e la base di
tutte le penne comprese le ali e la coda non è mai bianca, le timoniere sono
macchiate di bruno-cenerognolo che a grado a grado sparisce, la metà apicale è
di un bruno uniforme e sarebbe la forma settentrionale; la meridionale fu detta
A. fulva o .1. iidbilis e non ha colorazioni rossigne sul petto, le cui penne seno
ottuse ed abbastanza larghe, la metà basilare delle piccole penne sul corpo sa-
rebbe bianca, mentre quella delle remiganti e timoniere nell'adulto sarebbe simile
a quella della specie precedente, ma invece variata di tinta più chiara e di bianco-
puro. Secondo il Severtzow tre sarebbero le forme tipiche dell'Aquila reale e cioè:
a) A. fulva (L.), il giovane ha la base della coda bianca, ma questo carattere
sparisce con l'età e la coda è scura nell'adulto.
\ I r.ANTl OKNI M'I'i'.lHi 23
b) A. chrysaetus {L.), il giovine non ha la base della roda bianca, essa è scura
come nell'adulto.
e) A. nobilis, l'ali., il bianco alla base della ceda è permanente, si nel gio
\ .me che nell'adulto.
UÀ. Barthelemyi,Ja,ubert,è un' A. chrysaetus con Le scapolari più o meno bianche.
Queste forme e quella nota sedo il nome di A. ilaplianea, I Iodismi non sembrano
rappresentare specie distinte, o sottospecie o varietà, ma pare costituiscano e
rappresentino semplicemente Le varie livree indossate dall'. I. chrysaetus nei diversi
passaggi dall'eia giovanile all'adulta.
16. Aquila Meliaca, s.vvigny, Aquila imperiale.
I Aquila mogilnik, Strickl. ('), A. imperialis (Bckst. ].
[Tav. I. lì-. 3 « IJ.
('(intoniti dell'ala si-uro, spalle in 'parte bianche (ad.); aspetto striato (giov.) 02).
Tinta dominante bruno-nerastra; testa e parte posteriore del collo di un gial-
Liccio-biancastro, talora fulviccio; basso collo rossiecio-gialletto; scapolari in parte
bianche, in parte brune; parti interiori bruno-nerastre (ad.) Apparenza striata; parti
superiori bruno-chiare, col centro delle penne fulvo; basso dorso, groppone e so-
pracoda fortemente lavati di fulviccio; coda bruno-uniforme coll'apice bruno-
biancastro; mento, gola e talora i calzoni, il tarso ed il sottocoda di un giallastro
uniforme, resto del gastreo d'aspetto striato, colle penne acuminate giallastre nel
centro, bruno-scure sul contorno; ali con tre fascie fulvo-chiare; coda bruno-uni-
forme coll'apice bruno-biancastro {giov.).
Lunghezza totale 0,'"790; becco 0/"064; ala 0,m575; coda 0,m310; tarso 0,m088;
dito mediano s. u. 0,m062.
Abita l'Europa sud-orientale sino all'Asia centrale, l'India settentrionale e la
Cina e non venne mai trovata sino ad ora in Italia, quantunque parecchi Au-
tori, cominciando dal Savi, ve l'abbiano annoverata, basando l'errore su individui
dell'. 1. chrysaetus. Non posso omettere però che al Museo di Firenze vi è un ma-
schio giov. che il Giglioli ritiene preso a Firmo presso Castrovillari in Calabria.
nel settembre 1898.
17. Aquila Adalberta Bkehm, Aquila dalle spalle Manche.
Contorno dell'ala e spalle bianche per intero (ad.); aspetto uniforme (giov.).
Parti superiori brune di terra d'ombra, col dorso più cupo e l'apice delle
sopracaudali biancastro; gastreo terra d'ombra uniforme, rossiccio sulla, gola e
sul collo; coda di un grigio-chiaro, picchiettata di bruno, color terra d'ombra
nel terzo apicale e terminata di grigio (ad.). Apparenza uni fornir; parti superiori
bruno-rossiccio-chiare qua e là miste a bruno-scuro e di un giallo-rossigno sul
Ci Lo Sharpe [ llaml-lhi Btode, I. pag. 261 (1899)] motte VA. mogilnik, Gm. tra i .sinonimi del-
l' A. bifasciata, I. E. Gray.
I i \un ho trovato apprezzabile il carattere del numero delle scaglie sull'ultima falange del dito
mclmno fissato in numero di tre peli' Aquila reale, di 1 e 5 peli' Aquila imperiale, non avendolo riscon-
trato costante.
24 ATLANTE ORNIT GICO
groppone e sul sopracoda; remiganti e timoniere senza fascie trasversali; c'uopri-
trici inferiori delle ali giallo rossiccie; gastreo bruno-rossiccio uniforme e legger
melile striato sul petto che è fulvo-chiaro con poche penne marginate di bruno;
coda grigio-rossiccia, marginata e terminata di bruno; remiganti e timoniere senza
fascie trasversali (giov.).
Lunghezza totale 0,m830; Lecco 0,'"078; ala 0,m620; coda 0,m350; tarso 0,m105;
dito mediano s. u. 0,'"065.
Abita la Spagna, il Portogallo ed il nord-ovest dell'Africa, è accidentale nella
Francia occidentale.
Questa specie rimase confusa coll'.l. heliaca sino al 1860, quando venne de-
scritta dal Brehm sotto il nome di A. Adalberti e nel 1872 dal Dresser sotto quello
di .1. leucolena.
18. Aquila rapax (Temmtnck), .\<i>ii/<t rapace.
| TAV. XI. VII, lig. 1 J.
Colorito generale delle parti superiori bruno-cupo più o meno rossastro sul
collo e sulla testa, t'ulviccio sul dorso e biancastro sul sopracoda colle penne
più chiare nella loro parte centrale e ciò pili manifesto sulla regione interscapolare >■
sulle scapolari superiori; parti interiori bruno-fulviccio scure colle penne del petto
e dell'addome più cupe nella parte centrale; timoniere di un bruno quasi uniforme,
macchiettate di grigio e terminate di fulviccio {ad.). Colorilo generale fulvo-ocraceo
qua e là sfumato di cenerino-rossigno-gialletto sul collo e sulla gola, cenerognolo
sulle penne che marginano l'ala, si dal lato interno che dall'esterno; molte penne
specialmente sul collo, sulle cuopritrici alari, sul petto, sui lati e sui fianchi in
parte fulve lavate di cenerino sulla linea centrale, in parte cioccolata-brune con
riflessi porporini (particoloured feathers), ciò che dà una fisonomia speciale a questo
uccello; parti inferiori più chiare delle superiori; timoniere brunastro-cenerognole,
terminate di fulvo (gioì-.).
Lunghezza totale 0,m800; becco 0,n,046; ala 0,ra545; coda 0,m25O; tarso 0,'"080;
dito mediano s. u. 0,m062.
Abita l'Africa. In Europa è rara nella Spagna meridionale, finora non sembra
comparsa in Francia, i due esemplari, che vennero citati dal Degland come colti
nella Camargue, erano invece due .1. Aduli» -rli ; venne trovata in Bulgaria, in
Turchia ed attraverso la Russia sino all'Asia centrale ed all'India nord-occiden-
tale. In Italia comparve una sol volta nel novembre 1898 a Cagliari, è un indi-
viduo giovane che fa parte della mia Raccolta, un secondo maschio ad. preso,
a quel che pare, a S. Antioco pure in Sardegna nel marzo 1 8 7 ( > sarebbe conser-
vato nel Museo di Firenze.
ai S'arili verticali ed orali .
19. Aquila orientalis. Cabanis, Aquila orientali <■ formi affini.
A. orientalis, Cabanis. Bruno-scuro uniforme con uno spazio uucale fulvo {ad.).
Il 1° piumaggio è bruno di terra macchiato di fulvo-pallido sul basso dorso, sulle
scapolari mediane, sulle cuopritrici mediane e piccole delle ali. sul petto e sul-
l'addome; le grandi cuopritrici alari e le remiganti secondarie hanno estese mac-
ìav. 4.
1. Aquila di mare (ad.). 2. Aquila di mare (giov.). 3. Pojana. 4. Pojana (varietà). 5. Pojana calzata (2 giov.).
6. Pojana calzata (o* ad.).
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
UI.vmi e "i:\ITOLOGICO
25
chic apicali fulve, cuopritrici superiori ed inferiori della coda fulve. Dopo la 1
muta le macchie fulve 'li tutte le penne spariscono più o menu, con l'eccezione
di quelle sulle grandi cuopritrici alari e sulle remiganti secondarie. Dopo la 2
mula il piumaggio diviene quasi uniforme, ma le doppie fascie attraverso le ali
e le traccie di fulvo sulle cuopritrici della coda esistono sino alla 4° mula, culla
quale l'uccello assume l'abito di adulto {giov. .
A. infasciata, J. E. Gray. Bruno di terra con doppia fascia sulle ali e le cuo-
pritrici superiori ed inferiori della coda fulve; le remiganti primarie, le secondarie
e le timoniere senza fascie {ad.). Bruno di terra con la doppia fascia sulle ali,
ma senza le macchie uelle altre parti del corpo; il 2° piumaggio è macchialo di
fulvo; dopo la 3" e 4 muta l'uccello addiviene colorito più uniformemente ed
assume il suo piumaggio di adulto, mantenendo soltanto le due fascie sull'ala giov. .
. I. Glitschi, Servertzow. Bruno di terra con una banda liticale fulva ed una
fascia trasversale di un fulvo-pallido sul basso dorso; le remiganti primarie, le
secondarie e le timoniere fasciate ad.). Il 1° piumaggio di quest'Aquila è quasi
per intero di una tinta bruna di terra uniforme con macchie apicali fulve su
alcune delle più grandi cuopritrici alari: remiganti secondarie e timoniere ter-
minate dello stesso colore; timoniere fulve, le più esterne fasciate irregolarmente
di bruno; però la fascia lineale fulva e quella di un fulvo-pallido attraverso il
basso dorso si manifestano con la 3a e la 4" muta (giov. (Menxbier).
Lunghezza lutale da 0,m555 a 0,m660; becco da 0,m066 a 0, 072; ala daO,m215
a 0,m350; coda da 0,'"()70 a 0,'"080; tarso da 0,'"090 a 0™098; dito mediano s. u.
da (i. (MIO a 0,n'066.
Queste tre forme dell'Aquila orientale sono confinate alle steppe della Russia
sud orientale, dell'Asia centrale e non sarebbero mai comparse in Italia, quan-
Becco di A. maculala, '/2,
Becco di A. orientalis, '/2-
tunque un soggetto da me ucciso in Sardegna nell'inverno 1901 presenti i carat-
teri dell'.!, orientalis, per cui sembrerebbe accidentale nell'Isola.
VA. Infasciata poi, sotto il nome di A. nipalensis, Hodgson, fu elencata dal Gi-
glioli tra gli Uccelli del nostro Paese su di un esemplare conservato al Museo di
Genova; il Salvadori però non è di tale parere, dicendo che la sua provenienza
è incerta e che in ogni caso dovrebbe essere riferita molto probabilmente alla
forma occidentale, cioè all'-l. orientalis.
Le forme dell' J. tuinitnhs anzidescritte sono molto simili interse, ma parecchi
Autori e tra questi il Severtzow e lo Sharpe recentemente le considerano specie
distinte; io posseggo materiale troppo scarso per interloquire in questione, ma
Atlante ornitologico. ±
L't) ATLANTI < il, -MITOLOGICO
ricordo come Autori competenti le ritengano più che altro varietà climatiche da
riunirsi sotto l'unica specie A. orientalìs.
In Narici orizzontali e rotonde.
20. Aquila maculata (Gmelin), Aquila anatrata maggiore.
| Aquila clanga, Pam... A. naevia, Schrenck].
[Tav. II, fig. 1 e 4].
Ali che distintamente non raggiungono l'apice della coda.
Colorito generale bruno-nero-uniforme, talora con riflessi porporini sulle parti
superiori; penne della parte posteriore del collo e della nuca leggermente ros-
siccie; coda senxa fascie, ma con vestigio di tinte grigie sul vessillo esterno negli
individui più vecchi (ad.). Colorito generale più chiaro; scapolari, grandi e medie
cuopritrici delle ali con larghe macchie ovali di un fulvo-bianchiccio all'apice
delle penne, le piccole cuopritrici le hanno a forma di goccia, quelle del grop-
pone sono più grandi e (piasi triangolari; gastreo nerastro, brunastro sulla gola
con macchie ocraceo-brune sul centro delle penne del petto; addome ocraceo
(piasi uniforme: cuopritrici superiori della coda bianche, le interiori fulvo-ocracee;
coda nerastra uni fornir, terminata di fulvo-bianchiccio (giov. i.
Lunghezza totale da 0,m650 a 0,'"710; becco da O^óO a 0,m062; ala da 0,m505
a 0,m560; coda da 0,m220 a 0,m250; tarso 0,'n100; dito mediano s. u. 0,'"065.
Abita le parti meridionali d'Europa, le settentrionali d'Africa, l'India, l'Asia cen-
trale e nord-orientale. In Italia è specie di comparsa irregolare e non tanto rara nel-
l'abito giovanile, rarissima in quello di adulto coll'eccezione della Liguria, ove sarebbe
di passo quasi regolare di primavera e nell'ottobre e novembre: fu presa ovunque
tranne a Malta, io ne ebbi di Sardegna, ove pareva mai comparsa, avrebbe nidificato
quasi di certo a Modena, sul Pavese, in Toscana ed in Sicilia, quindi dovrebbe trovar
posto tra le specie irregolarmente estive. Costruisce il nido sugli alti alberi.
UÀ. fiilirsrrus, J. E. <iray, sembra doversi riferire a questa specie.
21. Aquila pomerana1', Brehm, Aquila anatrala minore.
| Aquila maculata, Sharpe (neo. Gm.), A. naevia, M. W. (nee Gm.), A. pomarina, Brehm, err.].
[Tav. II, fig. 2 e 3].
Ali che raggiungono quasi l'apice della coda o la sorpassano.
Dimensioni minori della specie precedente; colorito più chiaro, minor copia
di riflessi limitati negli adulti alle ali ed alla coda; fondo di tinta più chiaro e
brunastro-terreo; nei giovani minor numero di macchie; tarsi più sottili.
Lunghezza totale 0,'"520; becco 0,m054; ala 0,m460; coda 0,m210; tarso 0,m084;
dito mediano s. u. 0,'"050.
Abita l'Europa centrale e meridionale, migrando d'inverno verso l'india. In
Italia è specie di passo irregolare, ma che sembra assai più rara dell' J. maculata,
sebbene possa venir con essa confusa. Conosciamo dieci catture avvenute sul
continente e nelle Isole e fu presa anche a Malta.
. Brehm scrisse A. pomarina {VSg. Deutschl. p. 27. 1835), nome che giustamente va corretto
A. pomerana, cioè di Poiiicrania.
ITLANTI OHXITOLOGICO 27
VA. Wahlbergì e VA. Desmursi dei Cataloghi Italiani, prese vicino a Pisa ed
a Firenze, altro non sono che due A. pomerana, mentre invece col nome di A. Wahl-
bergì, Sundevall .1. Desmursi, Verreaux s'indica una specie dell'Africa tropicale,
mai comparsa in Europa.
Genere NISAÉTUS. Eodgson.
Becco mediocre, ma alto e grosso, più corto della testa, curvato dalla base,
uncinato all'apice e munito di un grosso lesione; narici elittiche, vellicali, coperte
di penne setolose come le redini: cera coperta di setole sui lati; occhi mediocre-
mente infossati; ali abbastanza sviluppate ed ampie, ma relativamente brevi: la 1'
remigante primaria piuttosto corta, l ' di solito la massima; ceda alquanto lunga
e troncata; gambe grandi, allungate, ricoperte di penne fino all'articolazione dei
diti: calzoni abbastanza Lunghi; tarso di solito più lungo del dito mediano; diti
Lunghi e forti col diano maggiore dei laterali, forniti di unghie grandi, potenti
ed uncinate.
Forma allungata e snella; testa piccola e sottile; colorito in alcune specie
molto variabile; statura mediocre, talora piccola.
Quattro specie compongono questo genere, tre abitano il Mondo Antico, la
quarta è propria all'Australia.
Hanno le abitudini delle Aquile e, come esse, si nutrono di piccoli mammiferi,
di uccelli, di grossi rettili, dicesi anche di pesci e d'insetti. Nidificano sulle rupi
e SUgli alberi.
22. Nisaètus fasciatus (Vieillot), Aquila del Bonetti.
[Aquila fasciata, Vikili.. |.
[Tav. XLVII, tìg. 2].
l'arti superiori brune colla base delle penne bianca; parti inferiori bianche
con macchie longitudinali brune più o meno numerose lungo il centro delle penne
e che divengono lanceolate sui fianchi; coda a f'ascie bruno-cenerognole e grigio-
rossastre con una larga t'ascia bruna all'estremità (ad.). Parti superiori brune; le
interiori fulve di vario tono con strie longitudinali brune sullo stelo, più o meno
grandi <• numerose a seconda dell'età; coda ornata di f'ascie trasversali, ma non
dell'apicale distinta ((//oc),
Lunghezza totale 0,'"700; becco 0,'"050; ala 0,'"485; coda 0,,"i,T;">; tarso 0,m095;
dito mediano s. u. 0,ra093.
Abita le contrade bagnate dal Mediterraneo, estendendosi dalla Spagna verso
Esf tino all'India. In Italia è specie stazionaria in Sardegna, ove e discretamente
comune, meno abbondante si presenta in Sicilia, rara nelle provincie meridionali
della penisola, accidentale altrove, cioè in Toscana ed in Lombardia [mia Collezione).
Non venne presa finora nel Veneto, L'esemplare citato dal Perini dovendosi ri-
ferire ali*. 1. chrysaetus. (ili adulti col gastreo quasi del tutto bianco sono molto
diffìcili ad aversi anche in Sardegna.
\>H ATLANTE ORNITI D.OOH O
23. Nisaètus pennatus Gmelin), Aquila minore.
I Aquila pennata (Gm)., Hieraetus pennatus (Gm.)].
[ Tav. II. Bg. 6 e 7].
a) Tipo chiaro.
Froiiic biancastra; mustacchio bruno-nerastro; parte supcriore e laterale della
testa e del collo giallo-fulve con tacche longitudinali brune ; parti superiori bruno-
opache con margini bruno-chiari; spallette bianche; parti inferiori bianche più
o meno rossiccie con dei piccoli tratti bruni sullo stelo delle penne e special-
mente su quelle del petto e dell'addome; coda bruna disopra, biancastra disotto,
con bande brune trasversali (ad.). Fronte biancastra; un mustacchio sviluppai is
simo bruno-nerastro: parti superiori come gli adulti, ma più lucide; spallette di
un bianco-puro; le parti inferiori giallo-rossiccie con dei tratti bruni sullo stelo
delle penne (giov.).
b) Tipo seuro.
Simile all'adulto del tipo chiaro: parti inferiori bruno-fuligginose o bruno-
nerastre con tratti longitudinali più scuri sullo stelo delle penne (ad.). Fronte
biancastra; un mustacchio assai accentuato bruno-nerastro; parte superiore e laterale
della testa rosso di ruggine vivace con tacche longitudinali brune; parti superiori
come negli adulti, ma più lucide: spallette bianco-pure; le inferiori bruno-fulig-
ginose con dei tratti più scuri sullo stelo delle penne (giov.).
Lunghezza totale da 0,m490 a 0,"'540; becco 0,m040; ala da 0,m355 a 0,'"410;
coda 0,,n19r>; tarso 0,'"060; dito mediano s. u. 0,m0G.r>.
P.rchm divise l'Aquila minore in due specie, A. pomata o tipo chiaro, A. mi-
nuta o tipo scuro, quest'ultima era distinta dalla prima pelle tinte cupe, pella
mancanza di spallette bianche e pella statura minore. Ora è perfettamente asso-
dato che esse formano un'unica specie e che noi ci troviamo dinanzi ad un sem-
plice caso di dimorfismo, offerto anche da varie specie di Rapaci, come il Falco
Eleonorae, Gene, il Cinti* pijtjargus ed altri, e possiamo concludere col Bureau che
il N. pennatus presenta il tipo chiaro ed il tipo scuro indipendenti da vere ano-
malie di colorito, che la livrea dell'uno e dell'altro viene rivestita indifferentemente
dai maschi e dalle femmine e che gli individui delle due forme si accoppiano
assieme; sui nidi si trovano di solito individui di un solo tipo, ma talora sono
anche frammischiati, il loro piumaggio si modifica parallelamente con l'età, ma
i cambiamenti sono più accentuati nel tipo scuro; i soggetti dei due tipi nel pas-
saggio all'età adulta si modificano, conservando il carattere loro proprio (Bureatt).
Abita l'Africa, l'Asia centrale, l'India ed in Europa, la Russia meridionale, la
Turchia, la Penisola Balcanica e la Spagna ed è strano che sia così rara in un
paese intermedio, quale l'Italia. Da noi può dirsi accidentale, quantunque sembri
capitare più facilmente in aprile e nell'ottobre, fu presa nelle provincie settentrio-
nali, in Liguria, in Toscana e presso Roma e finora mai nelle regioni meridionali
e nelle Isole (l).
(') Se ben ricordo, ael R. Museo ili 'l'orino esiste un individuo ili questa specie proveniente dalla
Sardegna.
ATLANTE ORNITI JI.Cn . I' 0
29
Genere HALIAÉTUS. Savigny.
Becco subeguale alla testa, molto forte, diritto alla base, curvato dalla cera
all'apice in t'orina di un profondo uncino; redini coperte di setolo piuttosto corte;
cera seminuda, bene sviluppata, concolore o quasi col becco ; narici grandi, ovali,
perpendicolari; ali ampie che giungono quasi all'apice della coda, 1° remigante
primaria brevissima, 2" minore della .">', r la massima; coda, cuneata o legger-
mente rotonda; tarso piumato nella sua parte superiore, poi nudo < scudettato, coi lati
e la parte posteriore reticolata; diti divisi, l'esterno versatile; unghie; forti, unci-
nale, solcate di sotto, con quella del dito mediano più lunga ili tutte.
Statura elevata; colorito generale bruno; penne della testa e della parte po-
steriore del collo allungate ed acuminate; calzoni mediocri.
Questo genere abbraccia nove specie sparse su tutto il Mondo, delle quali
due sono anche Europee ('). A differenza delle vere Aquile, esse abitano i grandi
fiumi, le coste del mare, i laghi o le località non lontane dalle acque; si cibano
di pesci e di uccelli acquatici e non sono molto coraggiose, ne assaltano mam-
miferi maggiori di un coniglio. Nidificano sulle roccie o sugli alti alberi, depo-
nendo due o tre uova bianche qua e là macchiate.
24. Haliaètus albicilla Linnakis, Aquila di mare.
[Tav. IV, fig. 1 è 2].
Becco giallognolo; colorito generale bruno coi margini delle penne più chiari,
testa e collo di un grigio-giallognolo; coda
bianca, senza macchie e leggermente gra-
duata (ad.). Becco bruno; piumaggio bruno su
fondo fulvo-giallastro ; testa, collo e calzoni
bruno - uniformi ; timoniere variegate grigio-
bianchiccie a zig-zags grigio-brunastri, brune
sul margine (giov.).
Lunghezza totale da0,m900 a l,m05; becco
da 0,'"078 a 0,m086; ala da 0,m645 a 0,m750;
coda 0,m290; tarso 0,'"105; dito mediano s. u.
0,'"090.
Abita l'Europa, l'Islanda, la Groenlandia
od il Nord dell'Africa e dell'Asia, da dove
si reca a svernare nella Cina e nell'India.
L'Aquila di mare sarebbe uccello più che
altro di passo irregolare in Italia, vi compare
specialmente d'autunno o nell'inverno, meno
difficile a trovarsi è nel Veneto, ove talora
qualche esemplare sverna negli estesi paludi
dell Estuario; gli adulti sono sempre più dif-
fìcili ad aversi dei giovani. Sembra non rara in Sardegna, colà ed in Corsica non
Piede di //. albicilla,
(') L'Haliaetu» le licori pluiliix (L.j venne più volle citato per l'Europa, scambiando per esso individui
inolio vecchi dell'//, albicilla. L'II. leucocephaliu abita l'America del Nord.
30 ATLANTE ORNITOLOGICO
è improbabile possa nidificare : se ciò si avverasse positivamente, andrebbe inclusa
tra le specie sedentarie. Nidifica in marzo.
25. Haliaètus leucoryphus (Pallas), Aquila di more di Pallas.
Becco corneo- verdastro ; testa e eolle giallo-rossiccio-vivace, più pallido sul
mento e sulla gola; parti superiori brune di terra d'ombra; parti inferiori ros-
signo-brune, più cupe sul sottocoda e sui fianchi; coda bruna alla base ed all'apice,
bianca nel centro (ad..). Testa e collo fulvo-bruno-cupo, striato di bruno-rossigno ;
parti superiori bruno-scure, colle penne del dorso più cupe alla base; resto delle
parti inferiori di un bruno-fulvo più chiaro, le penne sul petto sono terminate di
bruno-bianchiccio; coda uniforme bruno-scura, lavata di grigiastro (giov.).
Lunghezza totale 0,m820; becco 0,'"068; ala da 0,m560 a 0,m620; coda 0,ra300;
tarso 0,ni095; dito mediano s. u. 0,m093.
Abita le regioni dal Mar Caspio all'Asia centrale, l'India ed il Burina. In
Europa si trova nella Russia orientale, in Crimea e secondo Farman fu osservata
anche in Bulgaria.
Genere CIRCAÉTUS, Vieillot.
Becco più corto della testa, robusto, curvato fino dalla base, non intaccato,
soltanto appena festonato; occhi grandi e molto infossati: narici ovale-allungate,
perpendicolari, coperte di setole lunghe e rigide; redini fornite di piccolissime penne
e di lunghe e grosse setole; ali grandi, lunghe, con le quattro prime remiganti
primarie profondamente intaccate nel vessillo interno; la la remigante primaria
.Mila, la .">' massima: coda grande, quasi quadrata; tarso alquanto lungo, esile,
nudo, tranne che nella parte più alta, più lungo del dito medio, esso ed i piedi
coperti di grosse scaglie esagonali; diti corti, forti colle unghie robuste, acute e
poco curvate.
l'està subrotonda, grossa, coperta come il collo di penne lunghe ed acuminate;
occhi splendenti; calzoni mediocri; statura piuttosto elevata; colorito variegato.
Questo genere consta di sei specie sparse in Europa, nell'Africa, nell'Asia e
indie Isole della Sonda.
Hanno le abitudini delle Pojane e si nutrono principalmente di rettili e di
piccoli mammiferi. Nidificano di solito sugli alberi, sugli arbusti e sulle roccie,
deponendo un solo uovo bianco colla superficie ruvida.
26. Circaétus gallicus (Gmelin), Bianconi.
| Tav. II, li-. 5].
Tarso e diti nudi, reticolati, coperti di grosse squame scagliose, esagonali.
Iride giallo-vivacissima. Fronte e redini biancastre sparse, come i lati della
testa, di setole nere, che formano un folto sopraciglio; base di tutte le penne bianca:
parti superiori bruno-grigie, più chiare sul margine delle penne, nere sullo stelo,
con splendore porporino sulle scapolari e sulle cuopritrici alari; parti inferiori
bianche con numerose macchie centrali larghe e longitudinali scuro-rossiccie,
\ 1 1. vm i ORNITI ICO 31
trasversali e più rade sul basso addome; talora i calzoni ed il sottocoda sono
immacolati, come puro altri soletti, ohe sembrano molto vecchi, mostrano il
gastreo quasi del unto bianco-immacolato; coda superiormente bruna, terminata
ili bianco e con tre fascie trasversali bruno-nerastre, biancastra di sotto
Cuopritrici alari col margine più pallido; gola e petto bianchi con macchie bruno-
rossiccie centrali ed allungate sullo stelo, ma più o meno numerose a seconda
degli individui: fascio sull'addome più larghe (ffiov.).
Lunghezza totale da 0, 650 a 0,m700; becco da 0,m050 a 0,ra057 ; ala da 0,m540
a 0, 570; coda 0,m280; tarso 0,ra085; dito mediano s. u. 0,m055.
''*>
resta ili C. gallicus, ' . Piede ili C. gallicns, ' .
Abita l'Europa centrale e meridionale, l'Africa settentrionale e l'Asia centrale,
estendendosi fino a Timor e Flores. In Italia è specie abbastanza comune, sparsa
ovunque anche in Sardegna, ove perù sembra essere più rara. È sedentaria, ma
anche di passo, che effettua più che tutto nel marzo e nel settembre, allora si può
dire comune in Liguria. Nidifica.
Genere MILVUS, Cuvier.
Becco un po' allungato, diritto, molto adunco, curvato dalla base fino alla
pice, non intaccato, ma leggermente festonato; narici ovali, oblique: redini o cera
coperto di piccole penne setoloso; ali appuntite, lunghe, la la remigante primaria
corta, la ."> e la f le più lunghe; coda lunga, più o meno forcuta; tarso corto,
debole, piumato nella metà superiore, nudo e coperto di larghe piastre nella parte
basilare anteriore, la laterale e la posteriore rivestite di fine reticolazioni; diti
corti e forti, il mediano più corto del tarso e più lungo dei diti laterali, l'esterno
leggermente versatile, unito col mediano alla sua base; unghie moderatamente
acute, lunghe e curvate.
Forma allungata; statura piuttosto grande; colorito costante; testa appiattita,
<olle penne della cervice e della nuca più o meno allungate ed appuntite; occhi
molto infossati: calzoni lunghi.
I Nibbi hanno il volo rapidissimo ed un po' le abitudini delle Aquile, si ve
dono spesso roteare lungamente ad un'altezza così rilevante che sembrano Eton
dini, girando in cerchio o librandosi immobili per qualche minuto sulle ali o
descrivendo grandi spirali nelle diverse evoluzioni di salita e discosa. Nidificano
32
ATLANTE 0BX1
_!i alberi o sulle roccie, depositando quattro uova poco difFerenti da quelle
delle Pojane. il nido è un rozzo ammasso di stecchi, foderato di rimasugli di carta
o di lana uniti e saldati con fango o sterco animale. Si nutrono di bircie, di ra-
marri, di piccoli mammiferi, di vermi, di artropodi, di molluschi e sono molto
avidi dei nidiacei e più specialmente dei pulcini delle galline che assaltano colla
rapidità del dardo. Compiono grandi migrazioni, riunendosi in enormi stuoli. È un
genere quasi essenzialmente Paleartico, ma una specie abita l'Australia (M. affi
Gould : le altre cinque il Mondo Antico.
27. Milvus milvus iLinnafxs ,
Nibbio reale.
Milvus regalis, Boux, M. ictinus. Sav.].
[Tav. v. fig. 3].
('<,!>, r dominanti f>< - : coda fulva, molto forcuta.
Iride giallo-pallida: penne della testa acuminate bianco-cenerine, con una stria
longitudinale nera su cadauna penna; parti superiori bruno-nerastre, fulve sul
margine; parti inferiori e cuopritrici alari fulvo-accese, con una larga macchia
centrale nerastra lungo il mezzo delle penne; coda fulvo-accesa, le timoniere la-
terali brunastre sul vessillo esterno, con macchie trasversali nerastre poco accen-
tuate sull'interno ad. . Iride bruno-cenerognola ; penne della testa arrotondate
fulvo- chiare, marginate di bianco e senza macchie centrali nere; colorito generale
meno vivace; penne del dorso marginate di bianchiccio: strie sul gastreo più
strette: coda bruno-cenerognola debolmente fulviccia [giov. .
Lunghezza totale da 0, 650 a 0, 710; becco da 0. - : "44: ala da 0. -
515; ■oda, timoniere esterne da 0,n,320 a 0. 350, timoniere mediane da 0,m240
a 0,:'2*0: tarso 0,ra050: dito mediano s. u. 0,*!-: -
Becco
ili M.
Apice della coda
ili M. milru», '/<•
Apice della coda
di .1/. lcoi
Abita l'Europa meridionale e centrale e d'inverno l'Africa settentrionale. In
Italia è specie abbondante e comune nelle Isole e sul versante Mediterraneo dalla
Toscana in giù, raro ed estivo nell'Italia settentrionale. Nidifica, talora fram-
misto al M. Ttorschun. Dall'Italia settentrionale migrano tutti alla fine di luglio e
nell'agosto, ma anche nelle parti centrali e meridionali si notano individui che
partono dopo le cove.
1. Falco pecchiaiolo (a* ad.). 2. Falco pecchiaiolo (5 semi-ad.). 3. Nibl
6. Astore (giov.). 7. Sparviere ( o71 ad.). 8. Sparviere (cf
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
eale. 4. Nibbio bruno. 5. A
..). 9 e 10. Sparviere ($).
ni \\ ri ORNI DOLOGICO 33
28. Milvus korschun (S. Gmelin . Nibbio bruno.
IMilvus migrans (Bodd.), M. niger, Bp.; Nibbio nero],
[Tav. V. 6g.
Color dominante bruno-scuro ; coda bruna con fascie nerastre, poco forcuta; Intra riero.
[ride giallognola; penne «Iella testa bislunghe ed appuntite di un bianco leg-
germente fulviccio, lavato di bruno stille cuopritrici auricolari; tutte Le penne
della testa con una stretta fascia centrale nera; parti superiori bruno-cupe, collo
stelo delle penne nero e l'orlo fulvo-rossiccio; le parti interiori fulve accese, tranne
il sottocoda che è di un f ulvo-rossigno ; una larga stria bruna bordata di grigiastro
sulle penne del petto, più stretta e che occupa solo lo stelo, e quindi senza bordo,
sui calzoni, sui fianchi e 3ul sottocoda; cuopritrici alari bruno-cupe, collo stelo
nero ed il margine fulvo; di sotto delle ali scuro; timoniere con fascie nerastre
indistinte su fondo bruno-scure, quasi nero sulle penne laterali, che tendono al l'ulvo-
bruno all'apice {ad.). Iride nocciola; colorito generale più cupo con margini ful-
vicci e l'apice delle penne ceciato, molto esteso su quelle della testa e del collo;
timoniere terminate di f ulvo-rossigno ./
Lunghezza totale da 0,m610 a 0,m640; becco da 0,m038 a (V045 ; ala da 0,m440
a 0,'"475; coda da O,"'2f)0 a 0,'"280; tarso 0,ra045; dito mediano s. u. 0,m043.
Abita l'Europa centrale, la meridionale e l'Asia centrale, svernando nell'A-
frica. In Italia è specie di passo ed estiva, non egualmente distribuita, general-
mente rara coll'eccezione della Campagna Romana, del Veronese, ilei 1 lassa nese
e di diverse località delle Alpi Venete e probabilmente di parecchie altre Pro-
vincie; nidificò anche nel Pavese e ciò avviene di certo nelle grandi boscaglie
degli Appennini e delle Alpi. Nidifica in maggio e riparte in luglio ed agosto.
29. Milvus aegyptius (Gmelin), Nibbio egiziano.
Color dominante bruno-scuro; rodo bruna noi fascie nerastre, poco forcuto; Inerti
giallo.
Molto simile alla specie precedente, anche nel colorito, ma il becco è giallo; testa
leggermente più rossiccia e coda un po' più forcuta.
Dimensioni eguali.
Questa specie abita l'Africa fino al Madagascar e venne catturata qualche velia
nel sud-est d'Europa e precisamente in Grecia, nelle Cicladi, in Turchia, in Un-
gheria e nella Germania. Ma non fu mai presa finora in Italia, però venne citata
dal Giglioli nell'Elenco del 1881; egli stesso poi corresse l'erronea asserzione e
sembra, secondo il sullodato Autore, che la sua cattura, a (pianto pare, avve-
nuta in Dalmazia, sia poco attendibile.
30. Milvus melanotis. Tkm.mim k <£ Schlegel, Nibbio dalle orecchie nere.
Come il M. korschun; base delle remiganti primarie bianca a furino di specchio sullo
faccia inferiore delle ali.
Simile al M. korschun dal quale si distingue: pei margini delle penne della
testa e del collo bruno-rossigni e non bianchi; pelle cuopritrici auricolari bruno-
Atlanle ornitologico. 5
.",1 MI \M I ORNITOLOGI! 0
scure, nerastre sul margine supcriore: pelle parti interiori più pallide e menu
rossiccie: pel vessillo interno delle remiganti primarie bianco alla base e che
t'urina uno spazio cospicuo a specchio sulla superficie inferiore delle ali, infine
pel becco bluastro.
Lunghezza totale 0,' 630; becco 0/"040; ala 0,!l 178; coda 0,m245 ; tarso 0,m050 ;
dito mediano s. u. 0,m046.
Abita l'Asia settentrionale fino al Giappone, l'Imalaia e sverna nell'India e
nel Burma; in Europa si trova in Russia nei governi di Perni, di Ha. di Oren-
burgo e negli Urali {}).
Una specie affine a questo genere, VElanoides forficatus (L.) o Nibbio a coda
di rondine, fu citata nei Cataloghi Europei come presa, in Francia e nelle Isole
Britanniche. Però, trattandosi di catture molto antiche, gli Autori non sono con-
cordi nell'ammetterla nelle liste Europee. Essa ha il capo, il collo, il basso dorso,
il groppone e le parti inferiori bianche, tutto il resto nero-porporino o verde, le
cuopritrici superiori delle ali bianche alla base, grigio-verdi nel resto, le ali molto
lunghe e la coda assai forcuta colla timoniera esterna lunghissima. Abita le parti me-
ridionali del Nord America, portandosi d'inverno nell'America centrale e meridionale.
Genere ELANUS. Savigny.
Becco piuttosto piccolo, leggermente festonato, coll'apice fortemente uncinato
ed appuntito e la mandibola superiore curvata dalla base: narici ovali, in parte
coperte da setole; ali lunghe e grandi, sopravanzanti la coda, colla 2:i e 3a delle
remiganti primarie le più lunghe: coda corta, (piasi quadrata; gambe e piedi
l'orti; tarso leggermente più lungo del dito medio s. u., piumato sul davanti per
circa :ì'1 della sua lunghezza, reticolato nel resto; diti forti, grossi, reticolati,
l'esterno non versatile, unito alla base col medio da una piccola membrana; un-
ghie moderate, acute e curvate.
Colorito delicato bianco e cenerino di vario tono; dimensioni piuttosto piccole;
forma elegante; testa leggermente rotonda e coperta di penne usuali.
Questo genere consta di cinque specie sparse nell'Africa, nell'India, nelle
Isole della Sonda. nell'Australia e nell'America, una di osse giunge talora in Europa.
Hanno abitudini crepuscolari e si cibano a preferenza di pipistrelli, di piccoli
mammiferi, di insetti, frequentando i siti alberati e boscosi; nidificano sugli al-
beri, ove fabbricano un rozzo nido di stecchi riuniti, foderandolo nell'interno di peli e
di radici e depositandovi parecchie uova bianco giallognole con macchiette rossigne.
31. Elanus caeruleus (Desfontaines), Nibbio Manco.
Iride gialla o rossa: spazio perioculare e palpebre nere; parti superiori gri-
gio-piombate, leggermente brunastre sulle due timoniero centrali; fronte, redini,
guancie, sopraciglio, lati de! collo, ascellari, parli inferiori e timoniere laterali
bianche, tinte di cenerino sui fianchi; piccole e inedie cuopritrici alari nere ad.).
, Molto l'neilineiite questo Nibbio od il precedente non sono che l'orine locali del Nibbio brillìo.
Ali imi ORNI rOI-OGIi 0 35
[ride bruna; parti superiori cenerino-brune con un largo spazio apicale bianco-
cenerognolo o fulviccio; coda della stessa tinta, biancastra nel vessillo interno
delle penne; parti inferiori bianche, coi lati del petto rossastri e strette strie ili
egual colore nella parte centrale dello stesso e sui Banchi ; cuopritrici alari come
Dell'adulto, ma terminate di fulviccio giov.).
Lunghezza t.-iale 0,' 305; becco 0,' 029; ala 0,' 268; coda 0,m128; tarso ". <>
dito mediano s. u. 0,'"0:;o.
Abita L'Africa settentrionale, la Palestina, l'India. Ceylan e la Penisola Malese.
In Europa giunge talora nella Spagna e nella Grecia e sembra essere stato preso
in Irlanda, nel Belgio, in Francia ed in Germania. Non è mai comparso in Italia,
quantunque il Malherbe asserisca che è di passo in Sicilia, ciò che non venne
confermato e certamente ebbe erigine da inesatte informazioni.
Genere PERNIS, Cuvier.
Becco piuttosto lungo, sottile e, debole, mediocremente curvate dalla base,
coi margini taglienti della mandibola superiore ne festonati, né intaccati, ma
quasi diritti; cera grande e nuda; narici ovali, allungate, oblique; redini fittamente
coperte da penne piccole, rigide e scagliose come quelle della faccia; ali grandi e lunghe,
cella, r remiganti.' primaria certa, la 3 e 1 le più lunghe ed i vessilli interni
delle quattro prime primarie profondamente intaccati: coda grande, lunga, tron-
cata: tarso corto, più lungo del dito mediano s. u., piumato Della metà superiore,
nel resto a fine reticolazioni poco sporgenti; diti mediocri, separati alla base, il
mediano più lungo dei laterali; unghie sottili, mediocremente curvate ed acuminate.
Testa un po' piatta: calzoni mediocri; forma allungata: taglia moderata; piu-
maggio consistente ed assai variabile.
Questo genere consta di cinque specie sparse nel Mondo Antico. Sono uccelli
meno coraggiosi della Pojana e si nutrono di piccoli mammiferi, di rettili, d'in-
setti e specialmente di api e di pecchie, essendo avidissimi delle larve e del miele.
Costruiscono il nido sugli alti alberi con stecchi male intrecciati o s'impadroni-
scono di quelli abbandonati da altri uccelli: la femmina vi depone due uova, di
solito giallette o rosso-mattone nella tinta di fondo con macchie rosso-mattone o
rosso-vivo. L'incubazione dura tre settimane.
32. Pernis apivorus (Linnaeus), Falco pecchiajolo.
[Tav. V, Bg. 1. -2 e Tav. XI. Vili, fig. 8].
Redini e fronte fittamente coperte ili penne rigide ni n scaglie, mancanza assoluta
ili srtiiìr al/11 Imsr ilil becco; tutte le penne colla base bianca, talora per lungo tratto;
iride gialla più o meno aranciata o limone o bruna.
Testa e lati della stessa di un cenerino-bluastro pallido; parti superiori bruno-
scure, con riflessi porporini e le ali coll'apice nerastro; parti inferiori bianche con
qualche macchia bruna sui fianchi e talora sui lati del petto; coda con numerose e
strette fascie scure indistinte e tre 0 quattro larghe e scure, specialmente larga
e nerastra la preapicale, apice biancastro (n/ns. mi.). La testa come il precedente,
però le redini e lo spazio perioculare di un cenerino-bluastro pallido; cervice e nuca
36 ATLANTE ORNITOLOGICO
bruno-scure col margine delle penne bruno-rossiccio, talora vivacissimo; parti
superiori come il maschio o lavato di cenerognolo o più tendenti al rossiccio;
parti inferiori bianco-fulviccie con numerose fascie di varia forma bruno-scure o
Derastre o fulvo-accese così fìtte da coprire quasi del tutto il bianco; talvolta la
nula è bianco-fulva debolmente striata di bruno, e le fascie sul petto obliterano
completamente il bianco e formano uno spazio scuro (femm. ad. e probabilmente il ma-
schio idi// del tutto adulto). Testa e collo bianco-gialli con macchie centrali brunastre;
parti superiori bruno-scure variate di bianco colle remiganti e le cuopritrici termi-
nate di biancastro; parti inferiori bianco-gialle, unicolori sulla gola e sul sotto-
coda, nel resto ornate di strette strie centrali allungate di un bruno più o meno
nerastro (giov. . Parti superiori di un bruno-cioccolata più o meno cupo, talora quasi
nero con una stria centrale nerastra sullo stelo delle penne; ali e coda più cupe del
consueto; la base bianca delle penne è in alcuni individui assai distinta ed estesa,
sicché traluce qua e là; gli individui adulti mostrano la testa tinta di celestognolo,
mentre i meno vecchi hanno il petto e l'addome
--> più chiaro e le strie centrali nerastre limitate o
Ék \ più distribuite (tipo scuro).
"\ Lunghezza totale da 0,móbO a 0,'"620; becco
da 0,m034 a 0,"'042; ala da 0,m400 a 0,'"450; coda
0,245; tarso 0,'"048; dito mediano s. u. 0,'"045.
E specie che varia assai nelle dimensioni, ma
■' più che altro nel colorito e tali modificazioni sem-
brano avvenire senza mute complete; io credo
Testa eli /•. apioorus, ' . che il Falco pecchiaiolo al pari di altri Rapaci
presenti fenomeno di dimorfismo e che nella fase
scura oltreché giovani, si trovino anche soggetti del tutto adulti; ricordo in-
fatti di averne osservati di simili, e precisamente uno al Museo di Zagabria, che
ritenni allora una semplice livrea giovanile. Se ciò si potesse sicuramente assodare,
i giovani della forma scura avrebbero la testa uniforme col resto; negli adulti invece
essa sarebbe di un cenerino-bluastro-pallido ed il piumaggio più cupo e con mag-
giore intensità di riflessi porporini, le varie tonalità di tinta sarebbero proprie agli
stadi intermedi. Nelle descrizioni da me offerte ho cercato di citare i principali abiti,
ma la cosa è bene intricata, trovandosi diffìcilmente due Falchi pecchiaioli eguali.
Abita l'Europa e la Siberia occidentale, eccettuato l'estremo Nord, sverna in
Africa. Per l'Italia è specie poco comune e di passo, più abbondante in quello
primaverile, è comune allora in Sicilia, in Calabria ed in Liguria; fu trovata anche
in Sardegna. Nidifica, ma piuttosto raramente, ciò avvenne di certo nel Veneto
e forse nel Piemonte, da dove tanto il Giglioli che io ne avemmo in giugno e
dove è frequente nel passo autunnale, come mi consta /Ir visu. In Calabria sene
uccidono molti nell'aprile e nel maggio, ma difficilmente si possono avere, essendo
ricercatissimi pelle loro carni assai grasse e saporite.
Genere HIEROFALCO, Cuvler.
Becco corto, fortemente convesso, ricurvo fino dalla base e grosso; mustacchi
stretti o quasi nulli; narici ovali e con un tubercolo anteriore; ali acute, lunghe,
mi \Mi 0RNIT01 "meo 37
ma che non giungono all'apice della coda, distanza tra gli apici delle remiganti
primarie e delle secondarie eguale a mela o a più della metà della coda; la 2
remigante primaria la massima: coda larga, lunga, enneata: tarso sempre più
lungo del dito mediano s. u., piumato Dei i/s antero-superiori, finamente reticolato
sul davanti: dito esterno ed interno eguali; unghie grosse, grandi e robuste.
Colorito chiaro variabile; t'orma tarchiata e robusta; statura piuttosto rile-
vante.
Questo genere consta di IO specie, che sono sparse in gran parte dd M lo,
mancando nell'Africa meridionale, nell'Oceania e nell'America meridionale; alcune
di esse sono confinate alle più alte latitudini. Aiutano più che tutto le aperte pianure e
sono uccelli sanguinari, arditi e robusti. In molti paesi si usano pella Falconeria
e nell'India con successo per la caccia alla Gazzella, all'Otarda ed alla Gru.
Nidificano sugli alberi o sulle nude roccie, senza fabbricare nido, e se lo costrui-
scono, esso è rozzo e voluminoso: depongono due uova bianche macelliate di un
rossiccio di vario tono.
33. Hierofalco cherrug (J. E. Okay, Sacro.
[Falco saker o sacer . Gm., Gennaja o Hierofalco saker Gm.) |.
[Tav. XI. vii. Kg. 3].
Distanza tra gli apici delle remiganti primarie e delle secondarie (maschio,
0,mlSf>; femmina, 0,m200) eguale a 2/3 circa della lunghezza della coda maschio,
0, 240; femmina 0,m260).
Testa e collo bianchi senza macchie, la fronte e la gola con piccole mac-
chiette brune, centrali, lanceolate: occipite tinto di rossiccio; dorso bruno leg-
germente cenerino, talora tinto di rosso ruggine verso il groppone con le penne
a larghi margini rossicci o nocciola ; ali come il dorso con larghe marginature
rossiccie o nocciola e macchie ovali e fascie trasverse rossiccie sulle secondarie,
sulle scapolari e sulle maggiori cuopritrici; mento, gola, sottocoda, penne del
tarso e della tibia dal lato interno biancastre immacolate, col resto delle parti
inferiori biancastro con macchie nere rotondeggianti sul petto, allungate sull'ad-
dome e sui fianchi; coda grigio bruna, biancastra all'apice, timoniere centrali uni-
colori, le laterali con numerosi spazi ovali bianco-fulvicci, che disotto sembrano
fascie; piedi giallastri (m/.\. Testa bianco-fulviccia più chiara sulla fronte e coti
macchie brune centrali, fitte, più numerose sulla regione inalare, ove formano due
mustacchi ben distinti, ma piuttosto ristretti; parti superiori bruno-cenerine molto
più scure degli adulti, con larghi e spiccati margini di un rossiccio jiiii o unni*
chiaro ed estesi su tutte le penne; tinta delle parti inferiori bianco-fulviccia immaco-
lata come gli adulti e con macchie longitudinali brune sul petto, sull'addome e
sui fianchi, esse in queste due parti sono talora così fitte da nascondere il fondo
di tinta chiaro; timoniere centrali di solito senza macchie, le altre con numerose
macchie di forma ovale di un bianco più o meno puro e che disotto sembrano
fascie; piedi bluastri {giov.).
i.\!i.i.i\ Sy»i Sui. I. [i. 27::. 1888 ex Iiri«s. scrisse sacer, ma «leve esser scritto saker, essendo
nome arabo e non latino.
\ ri. ami: ORNITOLOGICO
Lunghezza totale da 0,n 1=80 a 0,m520; becco da 0,m030 a 0, 036; ala da 0,' 365
a 0," 120; coda da 0,,n240 a 0,m260; tarso 0,m060; dito mediano s. u. 0,m050, diti
laici-ali eguali in lunghezza; 2" remigante primaria
la massima: 1" più corta della ."> ' e più lunga
^ della 4l, però mai più di 0,'"005.
" '>~€P> ^ Sacro ha la fisonomia affatto distinta dal
X-; Falcone, quantunque gli assomigli talora in gio-
ventù. La sua forma è però piuttosto tozza e molto
B forte; il becco grande e fortemente convesso; il
'i mustacchio molto più strette, .piasi Invisibile negli
adulti; la coda molto più allungata e con macchie
resta di //. cheirug, ' . rotondeggianti e grandi, eccetto sulle due timoniere
mediane; le zampe grosse e robuste col farse ( i. "010
più lungo del dito mediano senz'unghia ed i diti laterali eguali in dimensioni o
tutt'al più l'esterno più lungo dell'interno di uno scudetto; infine la tinta è diffe-
rente, sempre più chiara di quella del Falcone e con notevoli margini rossicci
o nocciola sulle parti superiori.
Esso abita l'Europa sud-orientale, non è raro in Slavonia, si trova falcia
in Croazia (Brusitia) e presso Vienna, nell'Asia si estende sino alla Cina e al-
l'India nord-occidentale. In Italia è specie di comparsa irregolare, fu presa un
po' dappertutto, ma specialmente nelle provincie meridionali ed in Calabria:
l'ebbi in giugno da Pontebba. È uccello raro ed in generale ritenuto rarissimo,
ma lo è meno di quanto si credi/: possiedo undici soggetti avuti dal Veneto alla
Sicilia ed alla Sardegna.
Una specie affine detta II. milvipes, .leni., sulla cui validità specifica vi sono
molti dubbi, vive nell'Asia dal Tibet alla Mongolia ed al Nepal e fu presa presso
Tifiis nel Caucaso; essa ha le parti superiori rossiccie a fascie brunastre e la coda
egualmente fasciata e non a macchie ovali.
34. Hierofalco Feldeggi (Schlegel), Lanario.
[.Falco Feldeggi, Sem.., F. lanarius, Sem... Gennaja Feldeggi iSchl.)].
[Tav. VI. 6g. 2 e 3].
Testa e nuca rosso-fulve con macchiette scure sul vertice e sulla parte bassa
della nuca-, separate dal biancastro della fronte da una fascia a semicerchio bruno-
nera: mustacchi ristretti neri e cosi una fascia dall'angolo posteriore degli occhi
ai lati del colle: dorso bruno-nerastro, grigio- plumbeo sul groppone e sul sopra-
coda; queste parti e le ali fasciate trasversalmente di cenerino-grigiastro; parti
inferiori bianco giallette con una tinta rossiccia sul petto, immacolate sulla gola
e sul collo, con strie allungate sull'alto petto e piccole macchie a goccia bruno-
nerastre che assumono la forma di fascie sui fianchi e sulle cuopritrici inferiori
delle ali; timoniere bruno-grigie con nove a dieci Larghe fascie trasversali bruno-
scure e l'apici' bianchiccio ad.). Pileo nerastro, più chiaro sul margine delle penne;
nuca rossiccia sul margine, nerastra sul centro delle penne; dall'angolo posteriore
dell'occhio min linea nerastra che passando sui lati della nuca raggiunge la parte
bassa posteriore del collo; baffi ristretti bruno-nerastri; parti superiori ed ali
bruno-cenerine col margine indistintamente più chiaro; parti inferiori bianco-
MI INT1 ORNI rOLOGH 0 39
giallette senza macchie sulla gola, sul ''"ilo e sul sottocoda, nel rimanente con
macchie centrali allargate all'apice delle penne, che talora obliterano la tinta
chiara di fondo e che sulla parte laterale delle penne dei fianchi e dei calzoni
presentano spazi rotondi più o meno allungati ed affatto particolari; angolo dell'ala
di solito bianco; timoniere, le due centrali cenerognolo brunastre con lasci. ■ ab
bozzate, Le altre bruno-rossigne coll'apice bianco-ceciato e macchie ovali sul ves-
sine esterno e fascie fulve chiare sull'interno (giov. .
Lunghezza letale da 0,' 150 a 0,m500; becco da 0,m026 a 0,m032; ala da 0,m306
a 0,m342: da 0,m329 a <>.! :;77: ceda 0,m170; tarso da 0,m044 a 0, 058; da 0, 046
a 0,,n053; dito mediane s. u. da 0,m043 a 0,m051; da 0,m046 a 0,"'0:>1.
Piede di //. Feldeggij Piocl« di P. peregriniu, '/b.
Ala, 2n remigante primaria massima, 1 ' più corta della 3a e più lunga della 4"
(il secondo carattere non sempre costante).
L'H. Feldeggi adulto è facilmente riconoscibile dal /•". peregrinus pella testa
rosso-fulva, pel mustacchio corto e stretto e per l'assenza delle fascie trasversali
nerastre sull'addome e sui calzoni; da giovane si può talora confondere col Sacro
e col Falcone. Dal primo si distingue pella forma più esile, il becco meno grosso;
i tarsi più lunghi e meno grossi, il dito mediano in proporzione più grosso, inoltre
la colorazione scura della parte pesici ime del collo si prolunga in modo sui lati
dello stesso da formare un facsimile di mezzo collare ben distinto; poi la linea
nerastra, che, partendo dall'angolo posteriore dell'occhio si dirige sui lati del collo,
si unisce indistintamente in basso sugli stessi al mustacchio, abbracciando uno
spazio bianco con penne scure sul centro, tale spazio è formato dalla regione
auricolare e dai lati del collo, questo è carattere ottimo anche per distinguerlo
dal Falcone; mancano i margini rossigni o nocciola sulle parti superiori, i diti
sono sempre gialli ad ogni età; dal Falcone è distinto, oltreché pel carattere prima
accennato, pel fatto del mustacchio ristretto e corto, pel dito mediano più eorto
del tarso, pei laterali eguali od al più l'esterno eccedente l'interno di un solo
scudetto, mentre nel Fa leene è più lungo e se alquanto corto, supera sempre l'in-
terno di almeno due scudetti, poi i giovani da me esaminati avevano la tinta
delle parti superiori uniforme e scura, senza le marginature bianco-fulviccie o ros-
siccie così cospicue nel Falcone, la cui tinta di fondo è sempre notevolmente più
chiara. Le distinzioni offerte da alcuni Autori e che riguardano L'estensione del
bruno sotto gli occhi, la gola striata, l'angolo dell'ala bianco, la 1 e 2° remi-
gante intaccata sul vessillo interne, le differenti dimensioni delle remiganti, la
ferina delle macchie del sottocoda, i diti corti e grossi, specialmente il mediano ecc.
IO \ Il Wli ORNITOLOGICO
sono caratteri differenziali di poco valore, perché non si riscontrano eguali in tutti
i soggetti.
UH. Feldeggi abita le regioni circummediterranee, estendendosi sino alla Persia
ed al N. E. dell'Africa. Fu trovato, od anzi descritto, su esemplari di Dalmazia,
si riscontra nell'Erzegovina e nidifica nel Montenegro. In Italia è specie rara, presa
nel Veneto, nell'Auro Romano, nelle Puglie ed in Sicilia. Secondo il Giglioli, sarebbe
stazionaria nel distretto di Modica (Siracusa) e nell'Agro Romano e nidificherebbe
di certo in ambedue le località. È però rara e talora più difficile ad aversi, se-
condo me, del Sacro.
35. Hierofalco candicans ') (G-melin), Gvrfako di Groenlandia.
Becco giallo, bluastro all'apice; tinta di t'ondo tanto delle parti inferiori, che
delle superiori bianca a tutte le età, fianchi senza t'ascio trasversali.
Bianco- puro unicolore sulla testa e sulle parti inferiori, talora con piccole
strie nere sulla nuca; dorso, groppone ed ali con macchie subapicali nere a forma
di V più o meno numerose; remiganti bianche con macchie nere nel vessillo
esterno e macchiette nell'interno; coda bianca m/as. ad.). La femmina ad. è più
cupa di colore. Bianco con strie brune di forma irregolare ed allungata sul gastreo
e sui fianchi; redini e lati della faccia con macchiette allungate brune; timoniere.
bianche, fasciate trasversalmente di nerastro {giov.).
Lunghezza totale 0,m582; becco 0,'"036; ala 0;"318; coda 0,"'250; tarso 0,"'07.V.
dito mediano s. u. 0,'"066.
Abita le estreme regioni Artiche e la Groenlandia, qualche individuo arriva
accidentale nell'Europa settentrionale, giungendo verso sud sino al versante fran-
cese dei Pirenei. Non venne mai preso in Italia.
36. Hierofalco islandus (Gmelin), Girfalco d'Islanda.
[Tav. VI, rig. 1 ].
Becco bluastro; fianchi con strette fascie trasversali più o meno regolari:
fondo di tinta delle parti superiori grigio-cupo a tutte le età.
Testa bianco-sudicia con strie nerastre lungo lo stelo, strette sulla fronte e
larghe sulla nuca; parti superiori di un grigio-bruno-cupo colle penne fasciate e
terminate di bianco più o meno fulviccio e spesso irregolarmente: remiganti bruno-
scure macchiettate di bianco-fulvo; gastreo bianco, unicolore sulla gola e sul
mento, nel resto con macchie allungate, centrali bruno-nerastre che terminano a
goccia all'apice di alcune penne; fianchi con fascie trasversali bruno nerastre.
abbastanza larghe: timoniere cenerognole a fascie nerastre, bianche all'apice (ad.).
Testa biancastra con fitte strie allungate, centrali nerastre ; parti superiori bruno-
cenerognole con macchie ovali bianche sulle cuopritrici della coda, delle ali e
sulle scapolari e coi margini delle penne biancastro-grigi ; parti inferiori bianche,
immacolate sul mento, sulla gola e sul sottocoda, con fascie allungate bruno nerastre
nel resto, che sui fianchi si dispongono a fascie trasversali [giov.).
' II Falco rustieului, !.. min i- probabilmente un Girl'alru, ina mu varietà albina (lolla l'ojana.
Tav. 6.
1. Girfalco d'Islanda. 2. Lanario (<? ad.). 3. Lanario (J ad.). 4. Falcone (.<f ad.). 5. Falcone (J giov.).
6. Lodolajo (q71 ad.). 7. Lodolajo (giov.).
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
\ I I \\ I I ORNI COLOGK 0 II
Lunghezza totale da 0, 557 a 0, 602; becco 0, 034; ala da 0, 365 a 0, W5;
coda 0,m230; tarso 0™060; dito mediano 8. u. 0,"'0f><».
Abita L'Islanda da dove s'allontana ben di rado, giungendo nelle [sole Bri-
tanniche e sul continente Europeo più scarsamente dell'i?, candicans; fu preso aneli''
nella Svizzera Fatió). In Italia comparve una sola volta, un esemplare giovane
venne ucciso il 15 gennaio 1880 dal ('unte Labia nell'Estuario Veneto presso Ve-
nezia, mentre volava frammisto a parecchi Archibuteo lagopus in una giornata
molto rigida. Esso fa parie della mia Collezione.
37. Hierofalco gyrfalco (Linnaeus), Gfirfalco.
Becco bluastro, nero all'apice; t'ondo di tinta delle parti superiori blu-grigio
(•un larghe fascie trasversali lavagna-cupe.
Redini e fronte biancastra; testa grigia, macchiata di nero sullo stelo; parti
superiori a fascie alternate blu-grigio e lavagna-cupo, più pallide sul groppone,
sul sopracoda e sulla coda: parti interiori bianco-cenerognole immacolate sulla
gola, con strie longitudinali nere sul petto, allargate verso l'apice delle penne e
che si dispongono a fascie trasversali sull'addome, sui fianchi e sulle ascellari {ad. .
Testa bruna, macchiata di bianco-fulviccio sul margine delle penne; tinta gene
rale delle parti superiori bruno-lavagna con margini e macchie biancastre e fui
viccie e con chiazze fulviccie sulle scapolari, sulle cuopritrici alari e sulle remi-
ganti specialmente dal lato esterno e più accentuate sul sopracoda; parti inferiori
bianche con macchie centrali brune su ciascuna penna: timoniere bruno-cupe con
bande irregolari fulviccie.
Lunghezza totale da 0,m506 a 0, '530; becco 0,m033; ala da 0,m366 a 0,m380;
coda 0,m255; tarso 0,'"074; dito mediano s. u. 0,m064.
11 Grirfalco nell'abito giovanile è «piasi irriconoscibile dai due congeneri, in quello
di adulto sembra un grande Falcone senza l'ombreggiatura nera verso l'apice della
coda; e cpii giova notare che la validità specifica dei tré Girfalchi è da molti
Autori contestata ed infatti, anche a mio veliere, esse non sono che raxxe Inculi di
un tipo unico ///. gyrfalco).
Abita l'Europa settentrionale, la Siberia e l'America nordica dall' Alasca alla
Baja di Hudson. Non venne mai preso in Italia.
Genere FALCO, Linnaeus.
Becco fortemente intaccato su ambedue le mandibole e fornito di dente sulla
superiore, corto, forte, curvato dalla base e grandemente uncinato all'apice; con-
torno dell'occhio nudo: narici rotondate, munite di un tubercolo centrale; pochi
peli alla base della cera; ali acute ed appuntite che talora sorpassano l'apice
della coda, colle remigami primarie molto più lunghe delle secondarie, la 1' ole
due prime soltanto sono intaccale sul vessillo interno, la 2:i è di solito la mas
sima; coda di media lunghezza e generalmente rotondata: tibia molto più lunga
del tarso; tarso breve, sempre i>iii eorto del dito mediano s. ti. e più o meno forte.
piumato nella parte antero-superiore e reticolato nel resto; piede robusto; diti
allungati e sottili, forniti di grossi tubercoli al di sotto, il mediano subeguale o
A.tìant\ ornitologie**. C
12 Ali. AMI'. ORNITOLOGI! 0
più lungo del tarso, mai più corto; dito esterno riunito al mediano da una raem-
brana interdigitale alla base e sempre pia lungo dell'interno; unghie forti, lunghe
e ricurve.
Piumaggio rigido; taglia relativamente forte; mustacchi in generale distinti ;
corpo di solito massiccio, ma slanciato: sessi simili: i giovani differenti dagli adulti.
La specie del genere Falco, in numero di trentasette, sono sparse in tutte le
regioni del Mondo coll'eccezione delle artiche e delle Isole del Pacifico. Esse abitano
tanto le aperte pianure, quanto i boschi e sono sanguinari per eccellenza, attac-
cando uccelli e piccoli mammiferi, dei quali fanno loro principale nutrimento. Per
questo istinto e pel loro volo potente furono impiegati molto proficuamente nella
Falconeria. Altre specie però si nutrono d'insetti e sono in generale di piccola
mole. Nidificano sulle roccie o sugli alberi, costruendo un rozzo nido di stecchi
ammassati ed intrecciati e foderandolo di lana e di musco, depositano parecchie
uova di un colore vario, ma per lo più bianco-sudicio o rossastro o verdastro
macchiate di rossiccio-aranciato o di rossiccio-scuro, qualche specie nidifica in
buche senza costruire un vero nido. Anche sulle specie di questo genere gli Au-
tori non sono concordi, e sulla validità specifica di parecchie non fu ancora pro-
nunciata l'ultima parola.
38. Falco peregrinus, Tunstall, Falconi.
| Falco communis, Gm. |
| Tav. VI, Big. 4 e 5 e Ta.v. XLVIII, fig. .", |.
Testa e cervice nero-azzurrognole ; guancie, cuopritrici auricolari ed un grande
mustacchio nerastri; un tratto bianco tra la parte posteriore del collo e le cuopri-
trici auricolari; resto delle parti superiori grigio-azzurrognolo con fascie trasversali
nerastre, la tinta di fondo più pallida sul groppone e sul sopracoda; le inferiori bianche,
unicolori sulla gola, tinte leggermente di rosso-vinato e sparse di macchie nere a
goccia sul petto, bianco-grigie con numerose fascie trasversali nerastre sull'addome,
sui calzoni e sul sottocoda; timoniere grigie con nove larghe fascie trasversali ne-
rastre, l'ultima subapicale più cupa e più larga in modo da formare un'ombreg-
giatura distintissima, coda terminata di bianco; piedi gialli {ad.). Parti superiori
bruno-nerastre senza fascie e con margini bianco-fulvicci o rossicci, un largo
mustacchio nero-brunastro; parti inferiori fulviccio rugginose, senza macchie sulla
gola, con macchie allungate brune sul mezzo delle penne nel resto, che sulle
cuopritrici inferiori della coda e delle ali assumono l'aspetto di fascie trasversali;
coda bruno-chiara lavata di cenerino-plumbeo, coll'apice bianco-sudicio e nove a
dieci fascie fulviccie spesso interrotte (jgiov.).
Le tinte rossiccie sul petto variano assai di intensità e talora colorano molto
vivacemente anche parte del gastreo, così le macchie sul davanti del petto sono
più o meno cospicue od anche mancanti sulla parte alta, il mustacchio nero che
spicca assai sulla tinta uniforme della gola è alle volte molto largo ed esteso su
quella e quindi lo spazio chiaro tra la detta parte e la posteriore del collo si
porta più o meno all'insù, inoltre varia assai nelle dimensioni. Su questi carat-
teri, resi più costanti e più accentuati nei vari paesi ove vive il Falcone, come
tipo principale, si fondano molte altre forme consimili che vennero distinte coi
nomi di F. mélanogenys, dould (Australia), F. anatum, Bp. (America), /•'. minor, Bp.
Ul \\ I I "K\ [I 0
43
(Africa), /•'. leucogenys, Brehm, /•'. cornicum, F. griseiventris età, e che da taluni Autori
vennero ritenute buone specie, da altri riuniti' in tutto od in parte sotto il F. •peregrinus.
Lunghezza totale: maschio, 0,o,420; femmina 0,m490; becco: maschio, 0,n,028,
femmina 0,m036; ala: maschio 0,m320, femmina 0,m380; coda: maschio 0,m142, fem-
mina 0,m185; tarso: maschio (V040, femmina 0,m050;
dito mediano s. u.: maschio 0,ro045, femmina 0,ro060.
La 1 ■' remigante primaria più corta della 2" che
è la massima, ma più lunga della 3" e molto più Lunga
della 4a.
.Muta l'intera Europa, l'Asia, l'America setten
(rionale, d'inverno l'Africa e L'India. In Italia questa
specie è stazionaria ovunque, ma poco comune e più
facile ad aversi al tempo dei passi.
'l'auto il F. Brookei, Sharpe, preso in Sardegna
che il F. leucogenys del Piemonte [Menxbier) vanno
riferiti a questa specie ; noto però come il /•'. Brookei,
fosse da alcuni Autori attribuito al /•'. punicus^ ma, avendo esaminato più volte a
Londra quei soggetti, essi mi parvero Falconi del tipo proprio a quelli che vivono
nelle nostre grandi Isole e nelle provincie mediterranee ed a questo proposito
osservo come tali Falconi andrebbero studiati più accuratamente, il loro tipo mo-
strando differenza con quelli settentrionali e con quelli della cesta Africana me-
diterranea.
Testa di /•'. peregrinili, '■ .
39. Falco punicus. Levaillant, Falcone minore.
[Falco minor, Bp.; Falcone tunisino].
Piumaggio identico a quello del F. peregrinus, se ne distingue pei seguenti
caratteri: forma più tarchiata, statura più piccola coi piedi in proporzione più
grandi; uno spazio iitgginoso distinto sulla nuca, colle penne rugginose anche alla
base; parti superiori assai meno fasciate che nel Falcone: uno spazio assai esteso
bruno-nero-lucido dalla base della mandibola inferiore alla regione auricolari», sic-
ché non vi sono mustacchi, ma il nero di essi è fuso col nero delle guancie e
della regione auricolare come talora nel /•'. peregrinus, ma più specialmente nel-
l'australiano 7'1. mélanogenys; aspetto delle parti inferiori assai più fosco; le fascio
sull'addome più avvicinate; dimensioni generali minori: il tatto della 1' remigante
primaria più corta della .">' non è costante, l'ero secondo il Gurney il maschie giov.
del F. punicus somiglia tanto alla femmina del F. barbarus, ed egualmente la fem-
mina del F. punicus tanto al maschio giov. del /*'. peregrinus che la sola constata-
zione del sesso, fatta colla dissezione, può illuminare sull'esatta identità specifica.
Ecco le dimensioni offerte dal Gurney stesso:
Maschio: ala da 0,m286 a 0,m296; tarso da 0,m038 a 0,m045; dito mediano s. u.
da 0,m045 a 0,m051.
Femmina: ala da 0,m330 a 0,m337; tarso da 0,'"04ij a 0,'"051 ; dito mediano s. u.
da 0,'"Or>l a 0,'n054.
11 Falcone minore o Falcone tunisino abita le contrade occidentali bagnate dal
Mediterraneo, tanto dal lato Europeo che dall'Africano. In Italia lo si trova in
Sardegna ed in Sicilia, fu colto in Liguria ed anche in Calabria e si suppone
U ATLANTE ORNITOLOGICO
possa essere discretamente abbondante lungo Le scogliere delle nostre Isole del
Mediterraneo, ma poco o nulla si sa della, sua frequenza e della sua distribuzione
geografica, data la grande difficoltà di procurarsene e l'altra enorme di esatta
mente determinarli. Questa non è certamente una buona specie, ma una sottospecie
del /•'. peregrinus, però io non potei stabilire ciò del tutto sicuramente non avendo
materiale sufficiente, tanto più clic i così detti F. punicus di Sardegna sono forse
differenti da quelli autentici dell'Africa mediterranea, e devono riferirsi alla forma
insulare del /•'. peregrinus nota sotto il nome ili /•'. Broókei. Se ciò fosse assodato.
i Falconi minori italiani dovrebbero chiamarsi F. peregrìnus Broókei (Sharpe).
40. Falco barbarus, Linnaeus, Falco ili Ba/rberia.
Molto simile al Falcone ed al F. punicus dai quali differisce per dimensioni
minori, pelle parti superiori più chiare e più grigie, pella nuca rosso-rugginosa
macchiata di nero, pel gastreo gialletto tinto di rossiccio colla gola ed il petto
unicolori e xrir.a macchie, pei fianchi ed il basso addome debolmente striati per
traverso di nerastro, cioè con fascie più piccole ed in minor numero; da giovane
è molto difficile l' identificarlo ; esso però ha il color rossiccio, macchiato di
nerastro della cervice molto più esteso che nei giovani F. punicus, inoltre pre-
senta il vertice unicolore coi lati del capo ed i mustacchi molto più larghi
ed oscuri, nel F. barbarus il mustacchio è discretamente sviluppato e copre in
parte le guancie bruno-nerastre miste a rugginoso; il F. barbarus avrebbe le ^mar-
ginature rosso-ruggine o nocciuola delle parti superiori più cospicue e le macchie
sul petto e sull'addome più piccole e meno larghe che nel /•'. punicus, finalmente nei
giovani di quest'ultima specie le cuopritrici inferiori della coda portano fascie trasver-
sali molto larghe e spiccate, mentre nel F. barbarus esse sono ridotte a macchie ri-
strette e piuttosto angolari sul centro delle penne e che qua e là si fanno trasversali.
Lunghezza totale 0,ffi328; becco 0,m029; ala da 0,m283 a 0,m304; coda 0,m120;
tarso da 0,m037 a 0,m044; dito mediano s. u. da 0,'"045 a 0,'"048. La femmina è
più grande del maschio.
Abita L'Africa sino alla Senegambia, spingendosi verso Est all'India nord-occi-
dentale. In Europa sembra essere stato preso nella Spagna, in Francia. nell'Olanda,
in Dalmazia ed in Croazia. L'esemplare colto in Croazia, che io già illustrai, è un
giovane individuo affatto tipico e si conserva nel Museo di Zagabria, quello preso
in Dalmazia è andato perduto. Le catture del F. barbarus citate pell'Italia sem-
inano invece spettare tutte ad esemplari del F. punicus, sicché tale specie an-
drebbe esclusa da quelle del nostro paese, però recentemente (1891 1 il Giglioli c'in-
forma che un bellissimo individuo preso a Malta nel L885 è conservato nella Raccolta
del Dresser, ove lo vide pure il Salvadori. Nel lì. Museo di Firenze esiste un /-'. bar-
barus, avuto in camino dal Museo di Norwich, colla scritta: mas. mi. 1850,? Malta.
41. Falco subbuteo, Linnaeus. Lodolai».
[ Hypotriorchis subbuteo (L.)].
1 Tav. VI. ftg. li o 7 e Tav. XLVIII, lig. 6].
l'arti superiori scuro-nere con ridessi bluastri; le gote ed un largo mustac-
chio neri: parti inferiori bianche, immacolate sulla gola e sul collo, giallognole
ATLANTE ORNITOLOGICO t."i
sul petto, sull'addome e 9uj fianchi che sono percorsi da strie centrali allungate
nere, più Larghe su quest'ultimi, calzoni e sottocoda di un fulvo-vivace uniforme
ed immacolato; remiganti primarie con faseìe sul vessillo interno ; ali che giungono
all'apice delia coda ad.). Parti superiori grigio -nerastre con margini giallognoli
più ii menu grigiastri; due macchie rossiccie sulla nuca; gote e mustacchio neri;
parti inferiori bianco-giallette con oumerose macchie aere, centrali, allungate pre
senti anelli- sui calzimi e sul sottocoda <</ior. .
Lunghezza totale da 0,' 305 a 0,' 325; becco da 0,m020 a 0,m026 ; ala da 0,m255
a 0,m290; «-oda 0,m140; tarso da 0,m030 a 0,m035; dito mediano s. u. maschio 0,ra030,
femmina 0,m035.
Abita le parti settentrionali e centrali d'Europa e dell'Asia, spingendosi d'in-
verno sino all'Africa. all'India ed alla (ina. In Italia è specie abbastanza comune
durame le epoche del passo e non pochi svernano tra noi; di primavera è più ab-
bondante sul versante Mediterraneo e d'autunno su quello Adriatico. Fu asserito
(die nidifica nel Pavese {Brambilla) e nel Trentino (Althammer), ma tali lattinoli
vennero confermati.
42. Falco Eleonorae. Gene, Falco della regina.
| Hypotriorchis Eleonorae Gen*)].
| Tav. XI. VII. Hg. I |.
a) Tipo chiaro. — Parti superiori bruno-nere, più scure sulla testa, sulle gote
e sui mustacchio; gola e lati del collo bianco-giallognoli senza macchie o con
sottilissime strie centrali aere; parti inferiori rossiccie, più cupe, quasi rosso-
mal ione sull'addome e sui calzoni, con tutte le penne ornate di una grande mac-
chia centrale nerastra, più stretta su quelle dei calzoni e del sottocoda: remiganti
primarie bruno-nere senxa macchie o faseie ilo/ loto intinto, ali che giungono all'apice
della coda; timoniere grigio-brune con macchie rossiccie sul vessillo interno, nella
faccia inferiore esse appaiono a fascio alterne rossiccie e bruno-grigie, ma sempre
soltanto nel vessillo interno (ad.), l'arti superiori di un nero plumbeo con largo
margine nocciola-ocraceo esteso anche sulle cuopritrici alari ed all'apice delle
remiganti, tali orli molto più larghi e fulvi sulla testa: parti inferiori come l'adulto:
timoniere ardesia- uniforme sulle due centrali, coll'apice nocciola fulvo. Le laterali
dello stesso colore ardesia, ma fasciale anche sul vessillo esterno con otto o nove
bande e L'apice nocciola-fulvo (giov.).
b) Tipo scuro. — Colorito generale nero-fuliggine più o meno cupo e lucente;
timoniere grigio-nere unicolori o talora con traccio poco appariscenti di fascio
più cupe (ad. e giov.).
Questa specie presenta il fatto singolare di offrire due abiti del tutto differenti,
l'uno chiaro, l'altro scuro, essi sono affatto indipendenti da sesso, da età o località
e posso positivamente asserire che si trovano giovani tanto coll'abito chiaro, quanto
collo scuro. Nel tipo chiaro questo Falco assomiglia assai al /•'. subbuteo, dal quale
si distingue a priori pella statura maggiore e pelle remiganti primarie unicolori e
senza macchie sul vessillo interno, il dito mediano s. u. è in generale più lungo
del tarso, ma quest'ultimo non è carattere costante ('i.
Nella Raccolta Ornitologica della Marchesa M. Paninoci alla Boa Villa ilei Munti' presso Cer-
4G ATLANTE OliXITOI.OGICO
Lunghezza totale da O,m350 a 0,m410; becco 0,m025; ala da 0,m280 a 0,m340;
coda 0,ra160; tarso da 0,,n035 a 0,m038; dito mediano s. u. da 0,m037 a o,'"(>40.
Questa specie abita le contrade circummediterranee e d'inverno l'Africa orien-
tale e risiila di Madagascar (Shciì-pe). In Italia essa è sedentaria ed abbastanza
comune sugli isolotti del Toro e della Vacca all'angolo S. 0. della Sardegna,
sembra trovarsi su parecchi altri punti delle coste di Sardegna e della Corsica:
inoltre il Giglioli l'incontrò all'isola Lampione al Sud di Lampedusa e venne
presa accidentalmente a Malta,, in Sicilia, in Calabria ed in Liguria. Il F. Eleo
norae, che venne citato pel Veronese dal Perini e dal de Betta, è il giovane del /•'. /«
regrinus.
Una specie affine il F. concolor, Teimn. comparve, secondo il Temminck, in
Dalmazia ed in Grecia, ma egli non offre dati sicuri. Esso abita l'Africa nord-
orientale verso Est sino alle coste dell'Arabia e verso Sud giunge al Madagascar.
43. Falco aèsalon, Ttjnstall, Smeriglio f}).
[Falco I i t h o falco, Gm. |.
| Tav. VII. fig. le.'].
Parti superiori cenerino-bluastre con strie longitudinali nere sullo stelo delle
penne; coda dello stesso colore, bianca all'apice con fascie incomplete ed una di-
stinta zona subterminale nera; base del collo e nuca rosso-fulviccie macchiettate
di nerastro; mustacchi quasi nulli; fronte, gote, lati del collo e sopraciglio bian-
chicci con macchie bruno-nerastre; mento e gola bianchi; parti inferiori di un bianco-
rossiccio più o meno vivo con macchie bislunghe nerastro-rugginose, molto strette
sui calzoni, i quali hanno inoltre la tinta di fondo più accentuata; ali circa un
terzo più corte della coda (ad.). Parti superiori grigio-brune con larghi margini
fulvo-rossicci e fascie dello stesso colore specialmente sulle scapolari, con macchie
fulve sul vessillo esterno delle remiganti primarie e fascie incomplete sull'interno;
mento e gola bianchi; parti inferiori bianco -fulviccie con macchie allungate
bruno-rugginose più larghe sui fianchi, più strette sui calzoni; timoniere bruno-
cenerine (un sette fascie fulviccie, la subterminale nerastra e l'apicale bian-
chiccia (giov.).
Lunghezza totale da 0,m260 a 0,m305; becco da 0,m020 a 0,m026; ala da 0,m210
a 0™235; coda 0,'"125; tarso 0,m035; dito mediano s. u. 0,"'0:ì2.
Abita l'Europa ed il Nord dell'Asia, svernando nelle parti meridionali di questi
due continenti e nell'Africa settentrionale. In Italia è specie di passo ed invernale,
di arrivo in settembre e nell'ottobre e di partenza nel marzo-aprile; non è co-
mune in Sicilia, discretamente abbondante in Sardegna, ma in generale è poco
frequente e non parimenti distribuita. La sua nidificazione da noi non è accertala.
nò probabile.
tallio esislr un giovane falco, ucciso nelle vicinanze ilei Folte ilei Marmi presso Viaieggio, ohe a prima
rista sembra un /-. Eleonorae, ma che è invece un vero /■'. tubbuteo. La statura e pero più rilevante
speeialnieiite riguardo al lieeco. la tinta delle parti superiori molto pia scura e (inolia del gastreo di un
rossiguo chiaro; non lui alcun dubbio sulla sua identità, ma è un soggetto veramente notevole.
(') Lo Shaki-i-:. Ihuuì-lhl of Birdi I, pag. 275 (1899) adotta il nome /•'. merillua (Gbbini) che io i
alluperò, non essendo il (Jkkini ili regola Autore lunominalista.
\ 1 1 \\ 1 1. ORNI i [CO 17
Genere TINNUNCULUS. Vieillot.
Becco abbastanza grosso, uncinato all'apice con un dente ili solito ben di
stinto; narici, spazio attorno all'occhio e redini come nel gen. Falco; ali appun
tite, strette, subeguali alla coda; coda abbastanza lunga, subquadrata o rotonda, piut-
tosto flessibile; tarsi piumati sul terzo antero-superioro o poco più e nel l'osto reticola ti
o subscudettati; diti piuttosto deboli e corti, coi laterali (piasi eguali ed il mediano
s. u. un po' più lungo di essi e di solito molto più corto del tarso; dito esterno
unito al mediano da una membrana abbastanza sviluppata; unghie mediocri, for-
temente uncinate, ma relativamente deboli.
Taglia di solito piccola; corpo piuttosto slanciato: calzoni bene sviluppati;
piumaggio piuttosto molle; abito degli adulti dissimile in riguardo al sesso e diffe-
rente da quello dei giovani.
Questo genere consta di circa trenta specie sparse in quasi tutto il Mondo.
Essi sono veri Falchi, dalle abitudini in generale eminentemente migratorie, riu-
nendosi in grandi branchi all'appressarsi dell'inverno per portarsi in paesi più
meridionali. Si nutrono di uccelletti ecc., ma alcuni fanno loro cibo principale*
locuste ed altri insetti.
44. Tinnunculus vespertinus (Linnakks), Fulco cuculo.
[Falco vespertinus, l... Cerchneis o Erythropus vespertinus (L.); Barletta |.
LTav. vii, ttg. :;, ì e ."> |.
Colorito generale cenerino-bluastro-cupo, più chiaro sulle remiganti primarie
e sulle parti inferiori, eccetto le penne dei calzoni, del basso addome e del sotto-
coda fulvo-rosse; becco celestognolo coll'apice nerastro; cera, piedi e palpebre rosso-
vivo; unghie bianco-giallette {mas. ad.). Parti superiori di un cenerino-plumbeo con
Larghe fascie trasversali nerastre: testa fulvo-rossastra ; fronte, gote e gola bianco-
fulviccie; parti inferiori rosso- fulve di vario tono, più vivace sul petto e sui fianchi,
il rosso-fulvo è unicolore o con poche macchiette allungate nerastre; timoniere
grigie coll'apice tinto di biancastro, con una larga fascia subterminale nerastra
e otto a nove fascie pure nerastre (femm. ad.), l'arti superiori grigio-brune coll'apice
delle penne grigiastro; le inferiori bianchiccie collo stelo nero e macchie centrali
bruno-nere poco distinte;coda con fitte fascie cenerognolo-biancastre; unghie bianche
o rossiccie (giov. d'aut). Nella primavera susseguente il color dominante è il piombato
più chiaro sul petto e sull'addome con gli steli neri, esistono traccie più o meno
apparenti di tinte fulve sul petto, sul sottocoda e sui calzoni e le timoniere hanno
le fascie biancastre e scure più visibili e regolari. Dice il Martorelli che i giovani
nel primo abito d'autunno si possono confondere coi giovani del Lodolaio e dello
Smeriglio, ma che si conoscono tosto pei caratteri delle unghie bianche o rossiccie.
del piede piccolo dai diti brevi e del color giallo-vivace delle parti nude.
Lunghezza totale da 0,m280 a 0,m310; becco da 0,'"018 a 0,"'0i'l ; ala da 0,m240
a 0."'265; coda 0,m122; tarso da 0,m025 a 0,m028; dito mediano s. u. da O/'Oi'l
a 0,m026.
Questo grazioso Falchette abita l'Europa centrale, la nord-orientale e l'Asia
|s vii \\|] ORNITOLOGICO
Minore, svernando nell'Africa sud-occidentale; è poco abbondante nella Spagna.
In Italia è uccello principalmente ili passo primaverile, nell'autunnale può dirsi
raro; è più distribuito nelle provincie meridionali che non nelle settentrionali,
ove in alenne è quasi sconosciuto, così è comune nel Friuli e raro nel Veneziano.
Non sembra che abbia mai nidificato in Italia ed è eminentemente insettivoro.
45. Tinnunculus tinnunculus (Linnaeus), Gheppio.
| Falco tinnunculus, L., Tinnunculus alaudarius [Gm.), Cerchneis tinnunculus (L.) I-
[Tav. VII, Bg. 8, 9 «■ Tav. XLVIII. Bg. 7 ].
l 'ui/h/'i nere. Fronte lionato-chiara; testa e nuca di un cenerino-piombato con
mia st'iiina tura f'ulviceia ed una stria nerastra sullo stelo delle penne, negli indi-
vidui più vecchi manca la velatura t'nlviccia ed il fondo di tinta è più cupo:
unte ed un mustacchio ben distinto leggermente più cupi; dorso, scapolari e
cuopritrici rosso- mattone vivace con grandi macchie triangolari nere sulle sca-
polari e assai piccole sulle, minori cuopritrici; groppone, sopracoda e coda di un
cenerino-plumbeo, questa con una larga fascia subapicale nera e l'apice bian-
chiccio; parti interiori isabellino-chiare immacolate sulla sola, sui calzoni e sul
sottocoda, con strie centrali nere sul petto, più grandi e lanceolate sui fianchi e
sul basso addome; remiganti secondarie interne castagne (mas. ad.). Differisce dal
maschio pella testa rossiccio-fulva con macchie centrali nerastre e talora sfumata
di grigio; pelle parti superiori rossigno-nocciola fasciate di nero sulle scapolari
e sulle cuopritrici alari e con macchie più numerose sul dorso; pel groppone
nocciola e lavato di bluastro nei vecchi individui; pella coda nocciola con nove a
undici fascie trasversali e non sempre complete nere, l'ultima delle quali è sub-
terminale e molto più larga, infine l'apice è bianco-fulviccio (femm. ad.). Le parti
nude, cioè cera, piedi e diti sono giallo-aranciati negli adulti. Parti nude giallo
pallide; somigliano alle femmine ad., ma le parti superiori hanno le penne con larghi
margini bianco-rossicci e le macchie nere sono nel complesso meno decise igiov.).
Lunghezza totale da 0,ra325 a 0,m360; becco da 0,'"021 a 0,m026; ala da 0,m240
a 0,ra275; coda da 0,m160 a 0,'"180; tarso da 0,hl042 a 0,ra050; dito mediano s. u.
da ", ii: io a 0,'"035.
Abita l'Europa e l'Asia settentrionale, svernando nell'Africa e nell'India. In
Italia è specie ovunque comune e sedentaria, abita anche entro le città, sulle toni,
sui campanili e nei vecchi ediflzi. Gli individui sedentari di Sardegna sono di sta-
tura leggermente minore e di tinte più cupe, ma sono differenze di lieve valore e non
reputai necessario di dar loro nome speciale, quantunque pensi che questo non
tarderà a venire! Nidifica; questa specie si presenta anche di passo d'autunno e
di primavera ed è in generale più abbondante da noi durante l'inverno. Ila abi-
tudini carnivore.
46. Tinnunculus Naumanni (Fleischer), Falco grillqjo.
| Falco cenchris, Vum.. Tinnunculus tinnunculoides (Natt.), Cerchneis Naumanni Fi.eisch.); Grillato].
| Tav. VII. iig. (i e 7 |.
l'ntlliii biancastre o giallette; sempre distinto dal precedente pella statura mi-
nore e pelle unghie biancastre o giallette. 11 mas. mi. presenta il grigio della testa
lav. /.
1. Smeriglio (giov.). 2. Smeriglio (o" ad.). 3. Falco cuculo (tf ad.). 4. Falco cuculo ($ad.).
5. Falco cuculo (giov.). 6. Falco grillajo ($). 7. Falco grillajo (e? ad.). 8. Gheppio (o" ad.).
9. Gheppio (J).
Ulrieo Iloepli, Editore, Milano.
UI.WM. 0BNIT0L06IC0 t9
pili chiaro e ili solito senza gli steli scuri; il mustacchio assai meno accentuato;
inoltre ha il dorso, lo scapolari e lo cuopritrici alari rosso inaitene vivace senza
macchie nere; li' parti inferiori rosso-vinate, cenerino sui lati del petto, giallette
sul basso addome e sul sottocoda con poche e piccole macchie nerastre ovali
sull'addome e sui fianchi; le remiganti secondarie grigio-bluastre marginate di
rossiccio-biancastro. La femm. mi. è più piccola ed ha le unghie biancastre o
giallette; colorito più chiaro, le macchie e le fascie sullo parti superiori più fitte.
La. V remigante primaria è subeguale o più lunga della '■'<'. raramente più
cena, ma sempre più lunga che noi '/'. tinnuneulus.
Lunghezza totale da 0,ffi280 a 0,m315; becco da 0,m017 a 0,m020; ala da0,m240
a 0,m255; coda da 0,in142 a 0,m158; tarso da 0,,n030 a 0,'"O.H4; dito mediano s. u.
da 0,ra024 a 0,m026.
Abita le contrade bagnate dal Mediterraneo fino all'Asia centrale ed alla
(ina, sverna nell'Africa e nell'India. In Italia è specie di passo ed estiva, ni-
difica in Sicilia, in Sardegna, nelle provincie meridionali e forse anche nelle
centrali; in parte sverna in Sicilia ed in Sardegna, sicché colà vi sarebbe sta-
zionaria, almeno parzialmente. Non è ovunque egualmente distribuita, ina sempre
più comune nel mezzodì d'Italia che nelle parti settentrionali, anzi in alcune delle
Provincie nord-occidentali è quasi sconosciuta, sarebbe abbondante in Sicilia.
Sottofamkìlia PANDIONINAE, Pandioniìii.
Narici non coperte di setole; manca il disco facciale; diti liberi, non congiunti
da membrana alla base, l'esterno interamente versatile, squamine dei diti spini-
formi : tarsi mediocri: piumaggio compatto ed impermeabile.
Questa sottofamiglia, consta di due generi con sei specie più o meno buone,
delle quali una sola si trova anche in Europa, il gen. Polioaètus abita la sottoregione
Indo-Malese.
Genere PANDION, Savigny.
Becco forte e grosso, più corto della testa, festonato, rialzato sul culmino,
fortemente uncinato; cera in parte scoperta, in parte coperta alla base dalle se-
tole delle redini; narici nude, oblique, oblungo-ovali; ali molto lunghe e strette
che oltrepassano la coda, questa grande e troncata; gambe grosse ed alquanto
lunghe con piedi robustissimi ed i diti completamente liberi; tarsi piumati sul
lato supero-anteriore e coperti nel resto di piccole scaglie rotonde all'apice od
embricate dall'alto in basso, le scaglie della parte posteriore del tarso sono em
bricate in senso opposto; diti coperti di scaglie e di tre o quattro grosse placche
nella porzione preunguinale, colla faccia inferiore dei diti guarnita di piccoli nodi
a rugosità spiniformi; dito esterno del latin versatile, subeguale in lunghezza al mediano
questo, senza unghia, più corto del tarso; unghie grandi, forti, molto uncinate.
Mancano i calzoni; le penne del capo e del collo sono lanceolate ed allun-
gate; il capo sottile; le dimensioni mediocri; la forma allungata; il piumaggio
compatto, impermeabile: i sessi eguali: i giovani differenti dagli adulti.
Atlante ornitologico. 1
50
ATLANTE OR.MTlll,l (GICO
Si distinguono tre specie di Pandion; alcuni Autori, e torse più a proposito,
le riducono sotto l'unico tipo principale /'. haliaétus (L.), mentre altri accettano il
P. leucocephalus, Gould dell'Australia, rigettando l'Americano P. carolinensi 's (Grmelin .
Il Falco pescatore si nutre esclusivamente di pesci, che prende anche tuffandosi
sott'acqua ed è raro ed accidentale nelle regioni povere di vaste superfìcie d'acqua :
vola a mandi altezze, ma quando è in cerca di cibo rotea continuamente poco
lontano dalla superficie delle acque e non appena scopre la previa vi si getta ad-
dosso di botto, sommergendosi, ed afferratala. con grandi spirali ritorna alla primiera
altezza. Dicesi che talora rimanga affogato, vittima della propria avidità. Nidifica
sulle rocce o sulla nuda terra, preferendo però gli alti alberi ed il nido è un rozzo
intreccio di stecchi, foderato di musco nella sua baso interna: vi depone tre uova
di solito biancastre macchiate di rossiccio.
47. Pandion haliaétus (Linnaeus), Falco pescatore.
[Tav. 11, (ig. 8 e Tav. XI. Vili, Hg. 1 J.
Pènne della lista e del colli) distintamente lanceolate.
Una fascia che dagli occhi scende sui lati del collo, riunendosi sul dorso
e parti superiori bruno-scure, più chiare sul margine delle penne : occipite e parte
alta del pileo bianche con macchie longitudinali brunastre; linea post-oculare che
si dirige verso la nuca, gran parte della testa, gote e parti inferiori bianche;
petto sparso di macchie brune piti o meno fulve che formano una larga banda;
coda grigio-scura senza fascie o con le stesse poco apparenti ed estese di solito
sul vessillo interno (ad.). Testa e collo bianco-fulvicci con macchie centrali ne-
rastre molto fitte sul vertice; fascia che dall'occhio si dirige verso il dorso, parti su-
periori ed ali bruno-nere con margini bianco-gialletti o rugginosi, mancanti sulla
fascia oculare; parti inferiori bianche, talora leggermente fulviccie; alle volte sul
davanti del petto vi è uno spazio molto cospicuo
ed esteso, tal'altra imperfetto, di tinta fulviccio-
vivace; coda grigio-bruna con sei fascie bruno-
cupe ii/inr.K
Lunghezza totale da 0,m560 a 0,m610; becco
da 0,m042 a 0,'"04U; ala da 0,m500 a 0,m538; coda
da 0,ra205 a 0,ra225; tarso da 0,m060 a 0,ra070; dito
mediano s. u. da 0,m045 a 0,'"050.
Considerando le tre forine di Pandion riunibili
sotto questa specie, il suo Inibitili sarebbe quasi
cosmopolita, altrimenti il /'. haliaétus abiterebbe
l'Emisfero Orientale, il /'. carolinensis l'America
del Nord, ed il /'. leucocephalus l'Australia.
In Italia è specie poco comune, ina nemmeno
rara, più frequente e sedentaria nelle Isole di Sar-
degna, di Corsica e di Montecristo ove nidifica, sul continente appare di tanto in
tanto di primavera e d'autunno, e non consta nidifichi. Ai tempi del passo viaggia
ed allora compare qua e là, ma non sembra imprendere vere migrazioni.
Piede ili /'. haliaétus, 7ju.
VII \ N 1 I ORNI l"l .' »■!' 0 51
Sottordine ACCIPITRES NOCTURNI - Rapaci notturni.
Becco corto, accipitrino, col margine della mandibola superiore di solito intero,
circondato alla base di piume setolose dirette in avanti; narici grandi e coperte
di piume setolose; occhi molto grandi, diretti in avanti, chiusi in un cerchietto
di piume setolose, sormontati da un arco sopracigliare e contornati di cerchi com-
pleti sui lati del capn formati da piccole piume speciali; orecchie esterne assai
grandi e tornite di un opercolo o padiglione mollile, alquanto simile alla conca
auricolare dei mammiferi; ali grandi colla prima remigante primaria di solito
dentellata esternamente; coda coita, in generale di dodici penne; tibia il doppio
in lunghezza del tarso; tarsi e diti più o meno piumati e talora piumati anche
per intero; quattro diti, due diretti in avanti e due all'indietro, l'esterno versatile
e più corto del mediano, il posteriore di media lunghezza, non elevato; unghie
molto Lunghe e curvate, acutissime, quella del dito mediano spesso pettinata.
Testa molto grande e larga; piumaggio morbidissimo e vellutato, tornito di
piumino ad ogni età; sessi (piasi eguali, la femmina è di solito di statura mag-
giore del maschio; le tinte sono opache e protettive, egualmente diffuse e non a
spazi in contrasto ed offrono notevoli difficoltà per una esatta diagnosi.
Questi uccelli hanno abitudini notturne, salvo rare eccezioni, possedono vista
adatta pell'oscurità, soffrono dei raggi solari, ma è inesatto che durante il giorno
non vedano affatto.
Hanno volo del tutto silenzioso, ciò che si deve alla struttura molle del loro
piumaggio; si nutrono di piccoli mammiferi, di uccelli, di rettili, di pesci e
più di rado d'insetti e cacciano di notte, protetti dall'oscurità, come i carnivori.
Dopo il pasto, come altri Rapaci, rigettano in una pallottola rotonda ossa, penne,
peli ed altre sostanze diffìcili a digerirsi. Passano le giornate nascosti nelle sof-
fitte, nei siti diroccati, nelle fitte boscaglie, nelle buche degli alberi, nelle caverne,
uscendone al cader del giorno. Pongono il nido nei loro nascondigli diurni; esso
è rozzamente intessuto di stecchi, talora depongono nelle buche degli alberi
senza nido alcuno le loro uova di solito bianche e subsferiche in numero da tre
a sei. Mutano una volta all'anno, in generale nel luglio ed agosto, sicché d'autunno
il loro piumaggio è brillante e di primavera consunto. Si conoscono all'incirca :-?(.K)
specie sparse per tutto il Mondo, parecchie delle quali non meritano il rango
specifico.
Conchiudendo, possiamo dire che i Rapaci notturni assomigliano al Oircus pel
disco facciale, all'Aquila pel tarso piumato, al Pandion pel dito versatile (Seebohm).
Famiglia BXJBONIDAE, Bubonidi.
Margine posteriore dello sterno profondamente fesso, con due o più intacca
ture; clavicola libera, non fissata alla carena dello sterno ; dito medio sempre più
52
ATLANTK ORNITOLOGICO
Lungo dell'interno e col margine interno delle unghie non pettinato. La testa è
talora provveduta, su ogni lato della fronte, di pennacchi frontali composti di un
ciuffo di penne più o meno allungate ed erigibili.
sterno ili dsio otna (Eubonitiae)
sterno <li Sirio; flammea (Strigidae).
Questa famiglia può dividersi in due sottofamiglie, la prima dei Buboninae,
nella quale il disco tacciale è imperfetto, essendo meno sviluppato al di sopra
degli occhi che al di sotto, la conca auricolare è più piccola dell'occhio e non
presenta opercolo di sorta; in Europa comprende sei generi con otto specie; hi
seconda detta dei Syrniinae, che presenta il disco perfetto, essendo alto tanto al
di sopra che al di sotto degli occhi, la conca auricolare più grande dell'occhio
e chiusa da un opercolo distinto; essa è rappresentata in Europa, da tre generi
con sette specie.
Questa famigliti comprende molti generi diversi che vanno dall'Indiano Ketupa
che mangiti pesci, ai nostri Gufi e Civette, ma pochi di essi sono Europei.
Sottofamiglia BUBONINAE, Bubonini.
Genere BUBO. Cuvier.
Becco corto, robusto, curvato, fortemente uncinalo, col margine della mandi-
bola superiore quasi diritto e quello dell'inferiore intaccato; narici grandi, rigonfie,
ovali o rotonde, esse del tutto, ed il becco solo parzialmente, sono coperti di piume
setolose; occhi assai grandi; dischi facciali incompleti, ma bene distinti; aper-
tura auricolare piccola, ovale, senza opercolo; .piume del mento dirette in avanti
verso Iti mandibola inferiore; ali alquanto corte però mai meno di 0,m300, più
ATLANTE 0RNI1 [CO
53
corte della coda che è breve, ma larga; tarsi sempre coperti di piume
corte, '-"-i i diti, the sono alle volte
in parte nudi; unghie Lunghe, liscie e
ricurve.
Testa grande e roi la, fornita di
due ciuffi di penne lunghe; piumaggio
assai molle e vellutato; calzoni mediocri:
statura, elevata: prima remigante pri-
maria dentellata sul margine esterno;
colorito quasi costante.
Sono tra i Rapaci notturni i più
potenti ed audaci; si nutrono in ispe
cial modo di piccoli mammiferi e di
glossi gallinacei, di lepri, di conigli, di
gatti, etc; hanno le abitudini dei con
generi. Questo genere consta di circa
L'i) specie sparse per tutto il .Mondo.
fitte e
tranne nella Regione Australiana.
Nidiacei ili /.'. bubo.
48. Bubo bubo (Lmnaeus), Gufo reni,:
IBubo ignavus, Forster, B. maximus. Fi. km.].
[Tav. X. fig. l|.
Cerchi tacciali grigio-gialletti macchiati di bruno e di fulviccio; iride giallo-
aranciata; ciuffi assai lunghi bruno neri, fulvieci sul margine interno; parti su-
periori giallo-fulve sui lati, nerastre nel mezzo delle penne, le scapolari e le cuo-
pritrici alari miste a spazi biancastri; la testa ed il collo più chiari del dorso;
mento, gola e centro del petto bianchi, tra le due prime parti una banda di penne
giallette eoi centro delle stesse nero; parti inferiori fulve con grandi macchie nere
sul mezzo delle piume e strie brunastre, trasversali, strette e numerose sull'addome
e sui fianchi; remiganti e timoniere giallo-fulviccie, macchiate di nerastro e
con t'ascie trasversali nerastre uniformi o macchiate di fulviccio; tarsi piumati e
cosi i diti sino all'inserzione delle unghie, cioè all'anello antiunguinale, le dette
piume l'ulve quasi unicolori o macchiate di nericcio sui tarsi.
Lunghezza totale da 0,ni610 a 0,m660; becco da 0,m044 a 0,m052 ; ala da 0,m450
a 0,m520; coda da 0,'"260 a 0,m290; tarso da 0,'"072 a 0,'"090: dito mediano s. u.
da 0,m056 a 0,m065.
Abita l'Europa, dalla Scandinavia al Mediterraneo, parte dell'Asia settentrio-
nale e dell'Africa del Nord. In Italia è specie sparsa ovunque, tranne in Sardegna,
ove sembra mancare; è però dappertutto poco abbondante e più distribuita mdlc
grandi boscaglie alpine del Piemonte, del Veneto e dell'Appennino Toscano; pare
che al tempo del passo si osservino individui migranti d'oltre Alpe.
Secondo il Menzbier tanto il II. sibiricus, Lichtenstein, che il lì. tureomamis
(Eversmann) sarebbero comparsi entro i limiti Europei, il primo nei Governi di
Perni e di Orenburgo, il secondo ad Ovest delle pianure Aralo-Caspiane. 11 Dresser
però non li ammette nella sua grande opera The Birds of Europe.
54 ATLANTE ORNITOLOGICO
Il lì. siili r ir iis è di statura maggiore del B. bubo e di tinta più pallida ed e
proprio delle regioni ad oriente dei monti Urali e della Bashkiria; il lì. turcomamts
è più piccolo del 11. bull», più pallido di tinta, più biancastro sulle parti interiori
essendo più rade le strie addominali, ha le gambe rivestite di piume bianche e
coperte sino alle unghie; le due penne centrali della coda hanno tinte brune
prevalenti nel />'. bubo ed invece fulvo-giallette nel />'. turcomanus; inoltre le cuo-
pritrici inferiori delle ali sono a fascie trasversali nel />'. I>uhi> ed uniformi nel
/.'. turcomanus. Non tutti gli Autori sono concordi circa la validità specifica ili
questi due Gufi asiatici. Il lì. turcomanus abita la Siberia sud-occidentale, il Tur-
cheatan, il Tibet e lTmalaia.
Il lì. ascalaphtis, Savigny, che è proprio dell'Africa settentrionale. Cu eitalo
eome preso nella Spagna (Lilford), in Sicilia (Temminck, Bonaparte e Malherbt . in
Sardegna (Malherbé) e presso Sorrento {Saunders), ma tali informazioni sembrano
molto dubbiose, sicché, fino a nuova conferma, è da escludersi dalle specie
Europee.
Genere PISORHINA ■ , Kaup.
Becco abbastanza lungo, molto curvato dalla base col margine della mandi-
bola superiore festonato e quello dell'inferiore intaccato; cera piccola; narici pie
cole, rotonde, non rigonfie; esse, la cera e gran parte del becco nascoste da
piume setolose; ciuffi abbastanza larghi ed allungati; dischi facciali piuttosto grandi,
incompleti sopra gli occhi; conca auricolare assai piccola e senza opercolo; ali
molto lunghe, subacute, non più lunghe di 0,'"2?>8 che arrivano all'apice della
coda la quale è mediocre, rotonda e composta di penne molli; tarso più lungo
del dito mediano, rivestito di piccole penne sul davanti; diti spesso nudi, l'esterno
versatile; unghie piccole e mediocremente adunche, quella del dito posteriore la
massima.
Testa piuttosto piccola, fornita di due ciuffi di piume abbastanza cospicui;
occhi piuttosto grandi; statura piccola; forma snella ed elegante; la remigante
primaria dentellata su lungo tratto; calzoni poco sviluppati; sessi eguali; colorito
simile a quello del gen. Caprimulgus; piumaggio molle, abbastanza lungo.
Sono uccelli migratori, nel senso lato della parola; si cibano in gran parte
d'insetti; una sola specie è propria all'Europa, essa è ben nota pel suo canto
che odesi spesso nelle notti d'estate e che si può ripetere colla parola chiù,
donde il suo nome ben conosciuto in molte delle nostre Provincie. Questo gè
nere consta di ottanta specie, alcune delle quali non offrono validità specifiche
rilevanti e sparse per tutto il Mondo, eccetto l'estremo Nord, il lato sud del-
l'America meridionale e la Regione Australiana, sembra perù che abitino la
Nuova Zelanda.
Un adottato il gen. Pisorkina, Kaup (1840) anziché Scopa, Sav., 1*09, perchè esso dianzi venne
usato dal Briinnicfa 1 7 7 '_' i per un pesce, ed il munì' EpkiaUes, Keys-Blas, (1840 era stato adoperato in
Entomologia, se la memoria non mi inganna.
\n w il ORMI ili 0 55
49. Pisorhina scops Linnaeus), Assiolo.
| Ephialtes scops i. . Scops giù (Scoi*.)].
[Tav. \. dg. 2],
[ride gialla; ciuffi mediocri, rossicci sul vessillo esterno dello penne, grigi sullo
stelo; dietro la regione auricolare una t'ascia semilunare nera marginata di bianco-
fulvo; dischi facciali interrotti sul margine interiore-, faccia grigia macchiata ili bruno
e di fulviccio; piumaggio generale cenerino-chiaro lavato di rossiccio più o meno
vivo e fulviccio, con strie Longitudinali bruno-nere sullo stelo di ogni penna, miste
a lineette trasversali ed a punteggiature o tini zig-zags dello stesso colore e con
macchie o spazi grigio-chiari o biancastri, questi sono più accentuati sulle sca-
polari esterne che sono nere all'apice e formano uno spazio alare e sulle cuopri-
trici medie e grandi, che presentano macchie bianche sul vessillo esterno; parti
inferiori dello stesso disegno, ma più variate di bianco e di fulviccio; mento bian-
castro; remiganti primarie sul vessillo esterno a fascio trasversali regolari bruno-
rossiccie macchiate di biancastro, sull'interno quasi uniformi bruno-rossiccie,
eccetto sul margine, che è fasciato; tarsi piumati fulvo-aranciati con piccole li-
neette centrali allungate bruno-nere; diti nudi, squamati. Vi sono individui for-
temente lavati di rossiccio, altri più di grigiastro e poca dif-
ferenza esiste coi giovani dell'anno, che però di solito sono
meno rossicci.
Lunghezza totale da 0,m152 a 0,m205; becco da 0,'"012
a 0, oi;,; ala da 0,m145 a 0,'"170; coda da 0,'"Htif> a 0,m072;
tarso da 0,m024 a 0/"028; dito mediano s. u. da 0,"0lf> a 0,'"018.
Abita l'Europa centrale e meridionale, giungendo acci-
dentalmente nella settentrionale, e l'Asia centrale, migrando
d'inverno nel Nord dell'Africa fino alla Senegambia e al-
l'India settentrionale. In Italia è specie abbondante, sopra- Te8ta dl ''■ ""'"■
tutto, come estiva, arriva in marzo ed in aprile, riparte in
settembre e nell'ottobre, sverna a Malta ed in Sardegna e talora nelle provincie
meridionali e centrali, sicché può dirsi scarsamente sedentaria, non venne mai
trovata d'inverno nella valle del Po. Nidifica in maggio e nel giugno.
Dubbiosamente venne asserito che una specie Nord-Americana la Pisorhina
usili (Linnaeus), ora stata colta due volte nelle Isole Britanniche, ma le notizie sono
troppo vaghe per ammetterla.
Genere NYCTEA. Stephens.
Becco (piasi del tutto coperto da penne setolose, mediocre, curvato dalla base,
col margine della mandibola superiore e quello dell'inferiore intaccato; narici
grandi, ovali, non rigonfie; cera corta; disco facciale molto incompleto; apertura
auricolare piuttosto piccola, senza opercolo; ali subacute, mediocri, colla 1" re-
migante primaria dentellata esternamente, la 3" la più lunga, la 2" e la 4 eguali,
le ali non giungono all'estremità della coda; coda rotonda e di media lunghezza,
ampia, colle cuopritrici inferiori che quasi ne toccano l'apice; tarso più corto del
56 ATLANTI ORNITOLOGICO
dito mediano con unghia, tarso, piedi ed in parte anche le unghie coperti da lunghe
penne fitte e molli; unghie mediocri, acute, abbastanza ricurve.
'I"esta grande e grossa senza ciuffi apparenti, in taluni esemplari del tutto
mancanti e, se esistono, sempre molto brevi; occhi mediocri: calzoni molli ed assai
sviluppati; piumaggio uè troppo molle, né troppo rigido colle timoniere e le re
miganti resistenti: statura elevata.
Questo genere consta di una sola specie che abita le più alte latitudini imi'
. diche, ove frequenta le località più aride e desolate, spoglie di qualsiasi albero,
portandosi raramente nelle foreste; caccia più che tutto di giorno ed ha quindi
prevalentemente abitudini diurne: si nutre di piccoli mammiferi e più che altro
di Lemmings, che segue nelle migrazioni. Nidifica sulla nuda roccia o talora nelle
buche e deposita da quattro a cinque uova, alle volte tino a dieci, ovali e di un
bianco-puro.
50. Nyctea nyetea (Linnaeus), Civetta <l<llt nevi.
[Tav. IX, fig. 4].
Tinta generale bianco-nivea. sfumata di brunastro sul pileo ed all'apice delle
remiganti; becco ed unghie nerastre di corno; iride gialla {ad.). Bianco di neve
con fascie bruno-scure angolari sulle parti superiori e trasversali sul gastreo,
sulle remiganti e sulle timoniere, più abbondanti quanto più l'uccello è giovane
e più rade quanto più invecchia (giov. .
Lunghezza totale da 0,'"o40 a 0,'"680; becco 0,m065; ala da 0,m400 a 0,m450;
coda da 0,ra250 a 0,m270; tarso da 0,'"050 a 0,m060; dito mediano s. u. da 0,"'060
a 0,'"070.
Questa specie abita le regioni Artiche d'Europa, dell'America e dell'Asia,
spingendosi d'inverno al sud sino agli Stati Uniti, all'Asia centrale ed all'Imalaia:
nella stessa stagione in Europa giunge al Caspio ed al mare d'Azov, alla Dani-
marca, alla Germania settentrionale e comparve irregolarmente in Inghilterra,
in Olanda, in Francia, nella Svizzera e nell'Austria, ma non venne mai colta in
Italia e nei paesi circummediterranei.
Genere SURNIA. Duméeil.
Becco corto, alto, forte, curvato dalla base, col margine della mandibola su-
periore leggermente festonato e quello della inferiore intaccato, in gran pai-te
nascosto, come le narici e la cera, da lunghe penne setolose; narici piccole e ro-
tonde; cera coita: disco facciale quasi nullo; orificio auricolare piccolo, subovale.
senza opercolo; ali corte, che terminano ben lontano dall'apice della coda, subacute
■ olla l1 remigante primaria dentellata esternamente ed eguale alla li', lai'1 più
lunga della .">', la 3° e -T subeguali e le più lunghe, le tre prime col vessillo in-
terno intaccato; coda lunga, cuneata, cioè colle penne graduate, le laterali arro-
tondate e le due mediane acuminate; tarso piuttosto corto, più breve del dito mediano,
esso ed i diti fittamente coperti di penne mediocremente allungate; unghie me-
diocri, curvate, acute.
Testa mediocre, piuttosto stretta, piatta, senza ciuffi; occhi un po' piccoli:
Tav. 8.
1. AlbaneUa (tf ad.). 2. Albanella ($ ad.). 3. Albanella (cfgiov.)- 4. Albanella reale (e? ad.). 5. Albanella
reale (9 ad.). 6. Albanella reale (giov.). 7. Albanella pallida (tf ad.). 8. Albanella pallida ( J ad.)
9. Albanella pallida ((? giov.)
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
\ I I \\ I I OENJ rOLOGII 0 ■>'
calzoni mediocri; piumaggio abbastanza lungo e molle colle remiganti e Le timoniere
discretamente rigide, penne mediane della coda più molli; statura mediocre.
Queste Civette hanno abitudini del tutto diurne e cacciano solo durante il
giorno, sono coraggiose ed il loro volo silenzioso è però sostenuto <• rapido. Non
a torto gli Inglesi le chiamano Haivk Oivls, paragonandole all'Astore, di cui hanno
in parte le abitudini ed il grido acuto e t'urto. Si nutrono di uccelli, di piccoli
mammiferi ed anche d'insetti, prendendo di solito la preda a volo; uidiflcano nelle
buche degli alberi; deponendo da tre a sette nova bianco scure, un po' arrotondate.
Si conoscono due specie, una dolio quali Europea, l'altra dotta S. doliata (Pali.)
abita la Siberia, il Kamciatka e l'Alasca; una forma poco differente dalla specie
Europea vivo in America, da dove talora giunge accidentalmente nelle Isolo Bri-
tanniche.
51. Surnia ulula (Linnaeus), Ulula.
| Surnia funerea, Dum. |.
[Tav. IX, fig. 5].
Becco giallo-chiaro; iride gialla; testa Inaino nerastra con fitte macchie bianche
che quasi obliterano la tinta scura, fronte e nuca quasi intieramente bianche;
cuopritrici auricolari bianche d'argento terminate di nero, tale tinta torma una
t'ascia a mezzaluna, che corre dal margine posteriore dell'occhio fino al posteriore
della regione auricolare a guisa di disco facciale, che non è presente; un anello
oftalmico ed una macchia davanti agli occhi neri: colorito generale delle parti
superiori bruno di seppia con fascie bianche; scapolari bianche sul vessillo esterno
in forma di spazio distinto sull'ala, macchie bianche ovali sulle grandi cuopri-
trici alari e sulle mediane; gola ed alto petto bianchi separati da una fascia
bruno scura; resto del gastreo bruno con strette fascie brune trasversali, più larghe
sul sottocoda; remiganti bruno-cenerognole con fascie bianche e l'apice pure bianco;
timoniere molto lunghe e graduate bruno-cenerognole con nove strette fascio
trasversali di un bianco sudicio (ad.). Testa bruno-pallida colle penne strettamente
terminate di bianco-sudicio; mancano quasi del tutto le macchie ovali bianche
sulle cuopritrici ed il bianco sulle scapolari; le fascie sulla coda sono di un bianco-
brunastro e quelle sulle parti inferiori tinte di biancastro: l'ascia pettorale poco
distinta; in generale il colorito chiaro è meno puro e lo scuro più cupo [giov.).
Lunghezza totale da 0,m354 a 0,m367; becco 0,m023; ala da 0,m226 a 0,m232;
coda da 0,"'17.7 a 0, 190; tarso 0,m025; dito mediano s. u. 0,m027.
Questa specie abita le estreme parti nordiche dell'Europa e dell'Asia occi-
dentale, svernando nella Russia centrale e visita irregolarmente d'inverno le Isole
Britanniche, la Danimarca, la Germania settentrionale, è accidentale in Polonia,
in Austria, nella Francia settentrionale e nella Svizzera; non comparve mai in
Italia, ma il Bonaparte l'annoverò sotto il nome di 8. funerea tra quelle (die vi
capitano raramente d'inverno, senza però offrire dati positivi.
51 a. Surnia ulula caparoch (P. L. S. Muller), Ulula americana.
Distinta dalla S. ulula per le tinte delle parti superiori più cupe, specialmente
sul dorso; pel bianco della gola meno scuro; pelle fascie scure sulle parti infe-
AtUmte ornitologico. 8
58 ATLANTE ORNITOLOGICO
riori più larghe e di un bruno-vinato o di un bruno-castagno; la statura, secondo
lo Sharpe, è maggiore nel maschio che nella femmina.
Lunghezza totale: maschio, 0,m382; femmina, 0,m355.
Abita l'America Artica, spingendosi d'inverno sino alle parti nordiche degli
Stati Uniti, è accidentale nelle Isole Britanniche.
Alcuni Autori considerano la presente quale specie distinta, ma io ritengo
debba considerarsi una forma della S. ulula.
Genere CARINE, Kaup (').
Becco curvato dalla base, forte, abbastanza alto, colla mandibola inferiore
intaccata all'apice; narici coperte da piume setolose, ovali, rigonfie e aperte sul
margine anteriore della cera, che è corta; conca auricolare larga, subrotonda col-
l'orificio piccolo e senza opercolo; disco facciale non bene definito col collaretto
incompleto e sviluppato sopratutto sui lati; ali grandi e rotonde, colla la remi-
gante primaria dentellata esternamente, allungata, poco più corta della 2a e sub-
eguale alla 6a, 3a e 4 ' quasi eguali e le più lunghe; le quattro prime col vessillo
esterno smarginato poco distintamente; coda mediocre, leggermente rotonda; tarso
lungo, interamente coperto di penne corte anche posteriormente, abbastanza ele-
vato, un po' più lungo del dito mediano con unghia; diti parzialmente squamosi,
coperti di rade setole; unghie forti, curvate, acute.
Testa rotonda, grande, schiacciata, ma senza ciuffi; corpo accorciato e mas-
siccio; occhi grandi e gialli; calzoni nulli; piumaggio molle e corto; remiganti
e timoniere abbastanza rigide; taglia piccola.
La specie di questo genere in numero di sei abitano le regioni Paleartica,
Etiopica ed Indiana, due di esse s'incontrano nei limiti Europei.
Sono rapaci di abitudini eminentemente notturne e quando escono di giorno,
sembrano stupidi e meravigliati; si nutrono di piccoli mammiferi, di uccelletti,
di biscie, di rane e d'insetti; il loro grido è triste e riscalda la fantasia del popo-
lino, che li ritiene apportatori di disgrazie.
Le Civette nidificano nelle soffitte, nelle buche degli alberi, delle roccie, nei
luoghi disabitati etc, senza fabbricare nido, ma accumulando stiacci, peli, pezzi
di carta e deponendovi sopra poche uova bianche e rotonde in numero da quattro
a cinque.
52. Carine noctua Scopoli), Civetta.
| Athene noctua (Scop.) |.
| TAV. X, flg. 7 |.
Becco verde-giallastro; iride gialla; parti superiori di un cenerino-bruno-
olivastro più o meno rossiccio, con macchie subrotonde bianche più o meno ful-
viccie, ben distinte sulle scapolari e sulle grandi cuopritrici delle ali, disegnate
a fascie sul sopracoda e più o meno nascoste dalle penne soprapposte, il bianco
(') Ho adottato il nome Carine, Kaup 1829, anziché rpiello ili Athene, Boie 1822, perchè questo era
stato già usato dall' Hiibner nel 1816 per un genere di Farfalle
ITLANT] ORNITOI OGICO 59
più esteso sulla nuca, sulla porzione Laterale e posteriore del collo; penne della
faccia e del sopraciglio biancastre, nerastre verso L'apice delle penne; guancie
biancastre striate di nericcio; mento e collo biancastri, con una banda bruna
sulla gola ; Le parti inferiori bianche con strie centrali allungate, brunastre e fascie
trasversali, indistinte sui fianchi; remiganti brunastre con macchie bianco-fulviccie
sul vessilln esterno e fascie trasversali sull'interno ; timoniere brunastre, Mancasi re
all'apice e con quattro fascie trasversali bianco-brunastre ; diti grigio-biancastri
Testa di C. nootuu, ' Piede di C. nociva, '/3.
rivestiti di radi peli (ad.). Colorito più opaco; macchie bianche sulle parti supe-
riori meno accentuate; macchie allungate delle parti interiori più allungate e la-
vate di rossiccio.
Lunghezza totale da 0,,n240 a 0,'"250; becco da 0,'"014 a 0,m017: ala da 0,m160
a 0,'"180; coda da 0,m080 a 0,m088; tarso da 0,m030 a 0,m035; dito mediano s. u.
«la <),'"020 a 0,m026.
Questa specie abita l'Europa centrale e meridionale, portandosi accidental-
mente nella settentrionale. In Italia è specie abbondante e sedentaria, eccetto
a Malta, ove è rara e di apparizione irregolare; in alcuni paesi delle provincie
settentrionali migra d'inverno. Nidifica in maggio. È molto usata nel Veneto, in
Lombardia, nella Toscana, nel Romano, in Sicilia etc. per la caccia degli uccel-
letti e delle Allodole in particolare.
Il GiglioliC) ha recentemente descritto una nuova specie di Civetta sotto il
nome di Athene Charadiae, sopra di un solo soggetto avuto dai monti del Friuli. È un
po' più piccola della C. noctua e vi predominano le striscie e le macchie in dire-
zione longitudinale anziché trasversale, inoltre appare più macchiata; il colore
delle parti cupe del piumaggio è di un bruno-bigio-scuro e mancano le tinte
fulvo-rossiccie; l'iride è bruno-cupa quasi nera. Lo stesso chiarissimo Autore la de-
scrive come nuova specie, non nascondendo però fortissimi dubbi in proposito.
Di recente ho veduto a Udine un soggetto consimile, che il signor G. Val-
lon trovò egualmente sui monti del Friuli in un nido di C. noctua che conte-
neva quattro nidiacei, tre dei quali di C. noctua, il quarto della specie detta
A. Chiaradiae ('-). Io ho lungamente studiato lo strano individuo e se devo mani-
festare la mia opinione, francamente ritengo che non sia una buona specie, la
statura, la voce e la fisionomia sono di C. noctua, come lo sono il becco, le zampe
ed il portamento. Riguardo alla tinta, il colorito generale del gastreo si può dire
(') Avicula, pag. 57-60 (1900); Orafa, XI. no. 2, 3, pp. 237-242 (1901).
(■) Vai.lon O., Nota int. alla nuova specie di Civetta scoperta nella provincia del Friuli, diti dee.
ili Udine, Sor. Ili, Voi. Vili, e Ora. Jahrb. XII. Heffc G (1901).
60
ATLANTE ORNITOLOGICO
rassomigli assai a (inolio di C. nottua, solo il l'ondo di tinta è bianco e le strie
scure più ristrette sono maggiormente appariscenti sulla colorazione più chiara; Le
principali differenze appaiono sulle parti superiori, ove la tinta chiara, anziché a
Ala (li Caline uncina.
spazi trasversali, si palesa quasi ovunque in senso longitudinale, come di estese orla-
ture die s'allargano qua e là. specialmente sulle ali e sulla coda. Sicché i caratteri
più notevoli sarebbero la differente disposizione delle macchie e delle fascie sulle
Ala di Alimi,- Chiaradiae.
parti superiori ed il colore dell'iride. Per l'iride non saprei dare un'esauriente
spiegazione, sebbene altre nidiate di specie, anche ben differenti, offrano talora
individui con occhi a vario colore inter se, ciò che venne più volte osservato; polla
differente disposizione delle macchie e delle fascie ricordavo al signor Vallon come
anche il così detto Synoecus Lodoisiae presenti macchie dirotte in senso opposto
a quelle della C. coturnix, sicché per me VA. Chiaradiae è una semplice varietà
di coloro per quanto singolare, e due sarebbero i soggetti noti, l'uno nel Museo
MI INTE ORXITOI.OMCO GÌ
di Firenzi' ed il secondo ancora in possessi, de] signor G. Vallon, ebbi occasione
di esaminarli entrambi Lungamente e li trovai identici
52". Carine noctua glaux Savigny), Civetta meridionale.
\ Athene persica Virili..), A. glaux (Sav.); Civetta minore].
Differisce dalla C. noctua per la tinta delle parti superiori più pallida e di
un bruno-rossigno e per le strie longitudinali delle pai-ri inferiori più dilavate e
rossigne su fondo di un bianco più puro. Innli re. secondo lo Sharpe, il margine
interno dell'ala è molto pallido, la 1 remigante primaria ha quattro fascie tra-
sverse sul vessillo interno e quelle delle altre penne sono molto larghe, mentre
india C. noctua il detto margine è di un bruno molto cupo, le fascie nella r re
mi-ante sono tre e quelle delle altre più strette.
Statura eguale o leggermente minore.
Abita questa sottospecie le regioni Africane bagnate dal Mediterraneo, estenden-
dosi fino all'Asia eentrale: in Europa si trova in Grecia, in Turchia, nel Sud della
Russia e molto dubbiosamente nella Spagna, nelle Baleari, nel Portogallo e nella
Francia meridionale. Non comparve mai in Italia, quantunque sia stata indicata
per Malta e con dubbio pella Sicilia, e l'errore pare fondare su individui in abito
rossiccio della specie comune. Gli Anturi sono concordi nel riferire, come già
dissi, la Strix meridionalis del Risso trovata a Nizza ad una varietà rossigna del
Syrnium aluco.
U Athene glaux Savigny) non è ritenuta da molti Autori come specie distinta.
ma forma o varietà climatica della C. noctua, i giovani delle due specie sono iden-
tici; cosimi sembrano di poco momento le differenze date pell'.I. noctua meridio-
nalis, Schlegel rappresentata da individui di C. noctua di tinte grigio-brune secondo
alcuni o rossiccie secondo altri; ma io non possiedo materiale sufficiente per de-
finire tale questione.
Genere GLAUCIDIUM. Bore.
Becco piuttosto grande, torte, curvato dalla base, ove è in gran parte coperto
di pilline setolose, col margine della mandibola inferiore intaccato; narici pie-cole,
rotonde, nascoste da piume setolose; cera corta; disco facciale quasi del tutto
mainante; conca auricolare piccola, subovale, senza opercolo; collaretto poco s\ i
luppato, eccetto dietro le guancie; ali corte, larghe e rotondate, la distanza tra
esse e l'apice della coda più lunga del tarso; la la remigante primaria dentellata
esternamente e ben più corta delle secondarie che sono lunghe, .1.4 e 5 sub-
eguali, 4" la più lunga, le tre prime smarginate; coda molto più lunga della meta
dell'ala e debolmente rotondata; tarso più lungo del dito mediano, fittamente co-
perto di piccolo penne; diti coperti di piume per la maggior parte lunghe e se
tolose: unghie sottili, lunghe, curvate ed acute.
!.'■ 'in'- ;ili figurate appartengono :i due individui della nidiata rinvenuta dal Bignor Vallon ani
monti ili-I Friuli.
(il' ATLANTE ORNITOLOGICO
Testa appiattita senza ciuffi, arrotondata e relativamente piccola; occhi piccoli;
calzoni mediocri; piumaggio abbastanza lungo e molle; remiganti e timoniere piut-
tosto rigide; statura molto piccola, talora mediocre.
Trenta specie circa compongono questo genere, una sola delle quali abita
l'Europa, le altre sono sparse per tutto il Mondo, eccetto l'Australia. Hanno abi-
tudini quasi del tutto notturne e raramente si vedono durante il giorno, cacciano
di solito sul crepuscolo, quantunque uccelli piccoli, sono assai rapaci, violenti e
coraggiosi, ma punto timidi anche dell'uomo. Depongono poche uova bianche in
una buca degli alberi senza fabbricare nido, né alcun letto per deporvele.
53. Glaucidium passerinum (Linnaeus), Civetta nana.
| Civetta minore |.
[Tav. X, fig. 8].
Becco e iride gialli; parti superiori grigio-brune più o meno rossiccie, sparse
di fitte macchie rotonde bianco-sudicie disposte talora a mezzaluna sull'occipite
e sempre a strie trasversali sul dorso, sulle scapolari, sulle cuopritrici alari, sulle
remiganti, sul groppone e sul sopracoda; faccia cenerino-bruna con numerose
macchiette bianche; sopraciglio ed uno spazio a mezzocollare sulla gola bianchi ;
parti inferiori bianco-argentee con macchie allungate longitudinali brune e fascie
bianchiccie su fondo bruno sui lati del petto; timoniere bruno-rossiccie con cinque
fascie trasversali bianche; tarsi e diti rivestiti di fitte piume setolose, biancastre
o cenerine con rade macchiette scure.
Lunghezza totale da 0,'"132 a 0,m162; becco 0,n,015; ala da 0,m108 a 0,"'llf>;
coda da 0,'"060 a 0,"'0(J9; tarso da 0,'"021 a 0,'"020; dito mediano s. u. da 0,'"015
a 0,'"019.
Abita le Alpi orientali ed attraverso le parti centrali sino alle regioni più nor-
diche d'Europa e la Siberia, manca nelle Isole Britanniche. In Italia è specie
molto rara e di comparsa accidentale nelle Alpi della Lombardia, del Veneto
e del Trentino, ove però secondo il Bonomi sarebbe sedentaria nella foresta della
» Parisa » presso Folgheria. Non nidifica da noi, per quanto si sa, ed il limite
più meridionale di riproduzione fu trovato a Olii nella Stiria.
I due G. passerinum citati dal Doderlein (fide Benoiti e dal Saunders come
presi in Sicilia e conservati a Catania sono riferibili al brasiliano G. pumilum
'Temili.) specie venuta d'America ma in pelli', quindi il G. passerinum deve scom-
parire dai Cataloghi di quell'Isola.
II Madarasz, nel suo recente lavoro sull'Ornitologia Ungherese ('i. distingue la
forma Ungherese o meridionale dal Glaucidium passerinum del Nord, sotto il nome
di G. setipes, che cosi caratterizza: Glaucidio passerino Linn. simile, sed striis fu-
scis iilnloiiiiiiiiUlins distilliti*, a colore albo iiiai/is discrrtis, plumibus iiusitlihns obscu
rioribus, digitisene brevibus et parcius plumosis, fere setosis diversum.
Le dimensioni sarebbero le seguenti:
Lunghezza totale da 0,'"160 a 0,m170; becco 0,"'01T>; ala da 0,'"096 a <).' 107 ;
coda da 0,m065 a 0,'"070; tarso 0,'"020; dito mediano s. u. 0,m015.
l'i Magyarorszdg. Madarai. V, pag. 203-204 (1900)
\ il \\ :m i • > i .... i . o
In Italia io ho trovato entrambe le forme, giacché di due esemplari Veneti
presi nel novembre, uno apparterrebbe al G. setipes, l'altro al 0. passerinum. Il
primo ha i «liti poco piumati, ma un po' ]>iù di (incili figurati dal Madarasz, clic
li avrebbe quasi nudi e le penne sono più setolose (die nei soggetti Scandinavi.
Piede ili '■'. pai xi rimini, un po' ingrandito.
Piede ili Gr. ìetipes, un po' ingrandito.
F.eeone le dimensioni: ala 0,ra110; dito mediano senz'unghia 0,'"014. Del resto
trovai individui di Scandinavia che avevano quasi pari le tinte dell'addome e
quelle delle penne nasali: i diti solo erano un po' più brevi e più fittamente
piumati ('); mi sembra poi che tali distinzioni specifiche siano di poco momento
e credo che il G. setipes, anziché come specie, tutt'al più forse potrà accettarsi
quale semplice sottospecie col nome di G. passerinum setipes.
Sottofamiglia SYRNELNAE, Sirniinae.
Genere ASIO, Brisson.
Becco allungato, molto curvato sino dalla base, col margine della mandibola
superiore quasi diritto e quello dell'inferiore appena intaccato all'apice; cera grande:
narici ovali, aperte in parte nella cera ed in parte sul becco, nascoste da fitte
piume setolose; disco facciale completo e ben distinto: conche auricolari grandi,
munite di un opercolo semicircolare e membranoso; meato uditivo asimetrico e
mediocre; ali lunghe, colla 2a remigante primaria di solitola massima, la 1' den-
tellata per intero, la 2" solo verso l'apice; coda mediocre, troncata; gambe e diti
piumati, questi fino all'anello antiunguinale o talora parzialmente nudi, il mediano
senz'unghia più corto del tarso; unghie lunghe, acute, adunche, piuttosto sottili.
Iride generalmente gialla; testa fornita di due ciuffi più o meno allungati;
calzoni abbastanza sviluppati; statura mediocre; piumaggio abbastanza lungo e
morbido; colorito piuttosto costante.
Alcune specie di questo genere hanno abitudini migratorie ed oltre che ci-
barsi di piccoli mammiferi e di uccelli, non sdegnano gli insetti, ma il loro nu-
trimento principale sono i sorci. Se ne conoscono quattordici specie sparse in
tutto il Mondo, eccetto l'Australia, si trovano anche nelle Isole Sandwich (A. acci-
pitr/iiiis).
(') Ho osservato che anche i soggetti nordici del /•'. imito hanno le gambe e i «liti piii fittamente
pinmati degli individui meridionali.
li I ATLANTE ORNITOLOGI! 0
54. Asio otus Linnaeus), Gufo comune.
[ Otus vulgaris. Fi km.: Gufo |.
[Tav. IX. Bg. 7 |.
Iride giallo aranciata; ciuffi lunghi e grandi neri, sul margine esterno fulvi,
bianco-grigi sull'interno; disco tacciale bruno-gialletto; le penne dal lato interno
dell'occhio nere; penne del collaretto bianche alla base, scure all'apice; parti
superiori grigio-lionate o grigio-biancastre con larghe strie longitudinali bruno-
nerastre e numerose macchiette bruni trasversali, tali tinte si dispongono qua e là
a zig-zags, più appariscenti nella metà apicale delle penne sul dorso e sulle cuo-
pritrici delle ali; mento biancastro: parti inferiori giallo-lionate con larghe fascie
longitudinali ed altre frasi-ertali ma più strette nere; fianchi, basso addome e calzoni
immacolati: penne del petto in gran parte bianche con una linea centrale nera
sulle penne e pochi zig-zags trasversali : ali e coda a fascie bruno-grigie e bruno-
scure e tinte giallo-fulve negli interspazi. Si trovano individui di tinta più rossiccia
o più chiara e grigio-biancastra.
Lunghezza totale da 0,m350 a 0, 380; becco 0,m025; ala da 0,m310 a 0,'"330; coda
da 0,m135 a 0,m150; tarso da 0,'"041 a 0,'"044; dito mediano s. u. da 0,m030 a 0, 032,
Abita l'Europa, il Nord dell'Asia fino al Giappone, la Cina, l'Imalaia e il nord-
ovest dell'India. È stazionario ovunque in Italia, ma più abbondante quale uccello
invernale e di passo. Nidifica certamente nell'Italia settentrionale e centrale ed
in Sicilia; è in generale poco comune.
55. Asio accipitrinus (Pallas), Gufo di patitile.
LOtus brachyotus Forst.), Otus accipitrinus (Pall. |.
[Tav. IX. flg. 8].
Iride gialla; ciuffi assai corti, del color della testa, poco distinti, situati in
alto sul davanti dei dischi facciali; occhi circondati da uno spazio nero: disco
facciale bianco-fulvo misto a strie nere: penne delle parti superiori bruno-nere
largamente marginate sui lati di fulvo-chiaro e con spazi bianco-giallicci sulle
cuopritrici alari; mento bianco; parti inferiori giallo-fulve con sole strie centrali,
longitudinali bruno-nere, strette dal basso petto all'ingiù, mancatili sui calzoni e
sul sottocoda; remiganti fulve a fascie ed apice bru-
nastri; timoniere bianco-fulve con sei o sette fascie
scuro-nerastre e terminate di bianco-fulvo. Le macchie
strette, allungate sul sottocoda e sulle cuopritrici in-
feriori delle ali non sono speciali alle femmine, ma
un semplice segno di immaturità.
Lunghezza totale da0,m370 a 0,'"390; becco 0,,n025;
ala da 0,' 316 a 0, 336; coda da 0,m135 a 0,m155; tarso
da 0, 035 a n. oli: dito mediano s. u. da 0,m028 a
0,m032.
resta Hik.occipitri .' . Questa sPecie V;| soggetta a notevoli variazioni
di colorito del tutto indipendenti dalle località e che
si osservano specialmente nel tono chiaro o scuro delle tinte di fondo.
Tav. 9.
1. Albanella minore (o" ad.). 2. Albanella minore (giov.). 3. Albanella minore (2). 4. Civetta delle nevi.
5. Ulula. 6. Gufo degli Urali. 7. Gufo comune. 8. Gufo di padule.
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
WLANTB ORNITOLOGI* 0
65
Abita quasi tutto il Mondo, eccetto l'Australia, si trova però alle isole Sand-
wich. In Italia è specie comune più che altro ai tempi del passo e uell'inverno,
taut 'Ile paludi, che uri campi alberati e nei boschi di 1 itagna. Nidifica noi
Veneto, in Sicilia ed in altre parti. È migratoria in modo inarcato.
56. Asio capensis (Smith), Gufo del Capo.
Iride bruno-nerastra; ciuffi molto corti; attorno all'occhio uno spazio piumato
nero; disco facciale brunastro, macchiato di rossiccio-gialletto poco accentuato;
parti superiori bruno-scure tinte di cioccolata e con zig-zags stretti ed indistinti
brunastri, più accentuati e commisti a macchie sulle cuopritrici delle ali: parti
inferiori bruno-ocracee pallide con fascie, macchie a zig-zags fulvo chiare e ta-
lora biancastre; petto con fascie di tal colore; basso addome, sottocoda e gambe
di un fulvo-gialletto immacolato; remiganti primarie pialletto-rossiccie con l'apice
a fascie trasversali bruno -nerastre, alcune delle più interne e le secondarie
esterne per un grande spazio bianche all'apice; timoniere, le due centrali bruno-
cupe con tre fascie basilari distinte e due terminali poco accentuate di un fulvo-
carico, le altre terminate di bruno-fulviccio : diti ili solito midi limisi del tutto.
Lunghezza totale da 0,m340 a 0,m355; becco 0,m028; ala 0,m295; coda 0,m150;
tarso 0,'"037; dito mediano s. ti. 0,'"030.
Piede di A. otus, al vero.
Piede di A. capensis, al vero.
Questa specie abita l'Africa tropicale e settentrionale, mostrandosi acciden-
talmente nella Spagna e non venne finora inai riscontrata in Italia,
Genere SYRNIUM, Savigny.
Becco curvato dalla base, piuttosto corto, distintamente più breve della testa
e compresso, col margine della mandibola superiore intero e con quello dell'inferiore
leggermente intaccato; narici grandi; cera piccola, più corta del culmine; conca
auricolare breve, ovale, cassa ossea dell'orecchio simmetrica sui due lati, apertura
auricolare larga e fornita di un grande opercolo semilunare; cera, narici e parte
del becco coperte di penne setolose; dischi facciali rotondi, grandi e completi;
ali ottuse o subottuse, piuttosto corte, larghe, che non arrivano all'apice della
coda, remiganti piuttosto molli, le due prime remiganti primarie piti o meno
Atlante ornitologico. 9
66 k.TI VNTl ORNITOLOGI! ••
distintamente dentellate; coda molto lunga e alquanto molle: tarso subeguale al
dito mediano con unghia, diti piumati fino alle unghie e coperti di penne setolose
o nudi del tutto; unghie lunghe, curvate, acute, scanalate di sotto.
Testa -lande, gl'essa, rotonda e senza ciuffi; occhi piccoli, rispettivamente
all'animale; calzoni mediocri; piumaggio lungo e assai molle: statura grande o
abbastanza grande; sessi simili: i giovani se coperti di piumino bianco, lo tengono
soltanto per brevissimo tempo; forma robusta, resa voluminosa dall'abbondante
piumaggio.
Il Syrnium è notturno nelle sue abitudini ; nidifica nei siti più disparati, nelle
foreste selvaggie, ma furono trovate le sue uova perfino nei campi alberati in
pianura, in montagna, in padule entro le buche degli alberi e nelle tane scavate
dai cenigli. Anche questi Gufi, oltre di essere carnivori, mangiano insetti.
Si conoscono 31 specie sparse per tutto il Mondo, mancano però nella regione
Australiana e nel Madagascar; tre di esse abitano l'Europa.
57. Syrnium aluco (Linnaeus), Gufo selvatico.
[ Allocco'].
[Tav. X, fig. 3 e 4].
l'arti superiori cenerine più o meno grigie o rossiccie con una larga fascia
longitudinale sullo stelo di ogni penna ed altre trasversali strette ed ondulate bruno
nere, con spazi bianchi sulle scapolari esterne e sulle cuopritrici alari esterne, ec-
cettuate le piccole; ampi cerchi facciali biancastro-rugginosi sulle penne centrali.
bruni variati di fulvo e di bianco sulle laterali, tali colorazioni foggiate talora a cer-
chi concentrici d'attorno l'occhio; mento bianco-rossigno; fondo di tinta del gastreo
bianco o fulviccio, di disegno eguale a quello delle parti superiori; remiganti primarie
bruno-chiare con fascie bruno-scure sulle esterne e con sei larghe bande trasver-
sali brunastre a zig-zags scuri agli apici, con le due prime penne dentellate sul
bordo esterno, tale carattere talora si estende anche fino alla 5a; coda brunastro-
rossiccia o cenerognola, biancastra all'apice e con zig-zags bruno-cupi, fascie
larghe, più o meno regolari, in numero di sei sulle timoniere
- .<•- •"»r^»v laterali; tarsi e diti piumati, questi sino all'anello preungui-
,• ~^V naie; dito mediano più lungo dell'interno.
Lunghezza totale da 0,m380 a 0,m425; becco 0,,n026; ala
■ \ da 0,m260 a 0,m310; coda da 0,m165 a 0,'"190; tarso da 0,m040
a 0, 050; dito mediano s. u. da 0,'"030 a 0,ra032.
1 nidiacei non sono coperti di piumino bianco che nei
primi giorni di vita, poi di piumino cenerino chiaro con fa-
Tosta di S. aluco, ' . scie trasversali ondulate brune e rossiccie coll'apice bian-
chiccio, presentano due tipi di colorazione, cioè l'ondo di tinta
grigio 0 rossigno-rugginoso sempre chiazzato e varialo di biancastro e di bruno.
Questa specie presenta casi di dimorfismo spiccato sotto più aspetti e più
che altro si trovano oltre il tipico descritto:
a) individui di un fulvo-rossiccio di vario tono col disegno normale con-
servato e che furono attribuiti a livree femminili, ma a torto non esistendo dif-
ferenza fra i sessi, quantunque tale abito sia più frequente nelle femmine.
MI Wl I oi;\i ini. ni. li i> 07
b) individui di un colorito scuro, talora bruno-cioccolata o bruno aero, nei
quali il disegno Dormale traluce, mentre uei più completi e scuri la tinta è uni-
forme ed il disegno del tutto scomparso.
Questa specie abita l'Europa e i paesi circummediterranei; in Italia è ovunque
stazionaria ed anche di passo, manca in Sardegna ed è rara uelle Provincie me-
ridionali ed in Sicilia. È però dappertutto poco comune e non egualmente distri
Unita. Nidifica.
La stri.r meridionalis del Risso è probabilmente riferibile alla forma rossigna
di questa specie, quantunque l'Autore le asse-nasse occhi gialli
58. Syrnium uralense (Pallas), Gufo degli Urali.
I Allocco dell' little ].
[Tav. IX, fig. 6].
Becco giallo; iride nocciola-cupa: parti superiori bianco-grigie col bianco più
o meuo puro e chiaro, ed una larga macchia bruno-nerastra longitudinale cen-
trale sulle penne e spazi biancastri grandi ed accentuati sulle scapolari e sulle
grandi euopritrici; le penne del dorso spesso più scure e con t'ascio trasver-
sali dello stesso colore scuro, sicché la colorazione chiara si dis| > qua e là a
grosse macchie; cerchi facciali bene accentuati e completi grigio-bianchicci collo
stelo delle penne nerastro e con macchie rugginose d'attorno all'occhio; collaretto
bianco, nero sulla linea centrale delle penne e macchiato di bruno-fulviceio, in
certi soggetti alcune penne del tutto nero-lucenti; parti inferiori bianche qua
e là giallette con larghe strie centrali longitudinali bruno-cupe, più scure sul petto,
sul basso addome e sui fianchi; remiganti primarie bruno-grigie coll'apice bianco-
fulviccio e con larghe fascio brune; coda graduata, lunghissima, le due timoniere
centrali eccedono le laterali, di un grigio-bruno con fine macchiette biancastre
a zig-zags e con sei o sette fascie indistinte, più accentuate sulle laterali: penne
dei calzoni biancastre uniformi o macchiate di brunastro.
Anche questa specie offre differenti toni di tinta, in alcuni individui il colorito
scuro specialmente sulla testa è nerastro e lucido ed il soggetto è nel tutto più scuro:
abbiamo casi di dimorfismo come nel S. educo, cioè di tinta scura, talora nerastra
più o meno fuligginosa e nei più completi il disegno normale è scomparso, né essi
sono rari ove la specie è comune.
Lunghezza totale da 0,ra550 a 0, '696; becco 0,,n035; ala da 0,m380 a Q,m398;
coda da 0,'"270 a0,'"2iS0; le timoniere laterali di 0,m038 più corte delle mediane:
tai-so da 0,in055 a 0,m063; dito mediano s. u. da 0,'"040 a 0,m0r>0.
Abita il Nord dell'Europa e la Siberia, d'inverno si porta verso Sud * giunge
tino nella Stiria e nella penisola Balcanica: ma forse nidifica ed è specie stazionaria
in Croazia ed in Slavonia, ove è però più comune d'inverno [Brusina) e dove si tro-
vano anche facilmente individui della forma scura. In Italia é specie accidentale
e molto rara, è strano che fu presa soltanto due volte e ambedue nell'Udinese
ilsT'.ie 1898, lì: Museo </i Fimr.e e mia Collezione). Il soggetto giovane citato dal
Costa pel Napoletano colla data 1883, certamente non appartiene a questa specie,
ma al S. itine» od al lì. Imbo.
US ATLANTE ORNITOLOGICO
59. Syrniutn lapponicum (Retzius), Gufo di Lwpponia.
Becco bruno-gialletto ; iride gialla; parti superiori bruno-cenerognolo-cupe con
macchie a zig-zags irregolari bianche e macchie centrali allungate scure più
accentuate sul dorso; scapolari bianche con una stria centrale e poche fascie
trasversali brune; disco facciale bianco-grigiastro con fascie avvicinate, ondulate
nerastre; spazio sopra, l'occhio nerastro, sotto lo stesso bianchiccio; mar-ine del
collaretto bruno-cioccolata, macchiato __ di bianco nella sua parte bassa; mento
bruno-nerastro con macchiette 'bianche ; parti inferiori bianco -brunastre con
strie centrali bruno-cupe e barre poco distinte bruno-chiare; remiganti bruno-
scure con fascie larghe bianco-brunastre, zig-zags fini bruno-grigiastri e tinte
fulviccie sul vessillo interno delle penne; timoniere cenerino-brune, più cupe al-
l'apice e attraversate da cinque fascie indistinte biancastre, fittamente macchiate
di bruno-cenerino; penne dei tarsi e dei diti bianco-grigiastre con strette fascie
bruno-grigie.
Lunghezza totale: maschio, 0,"'G80, femmina, 0,'"710; becco 0,'"048; ala da 0,m450
a 0,'"470; coda da 0,'"325 a 0,'"340; tarso da 0,'"06ó a 0,'"07S.
Questa specie abita l'Europa settentrionale e il Nord dell'Asia, mostrandosi
accidentalmente nelle parti centrali dei due continenti e nell'America nord occi-
dentale, né mai comparve finora in Italia.
Il Temminck e il Gould hanno ammesso il & nebulosum (Forster) dell'America
settentrionale tra gli uccelli colti nella penisola Scandinava, senza offrire però
prove esaurienti. Il Gould lo ha anche figurato (l).
Genere NYCTALA, Breiim.
Becco corto, forte, curvato dalla base, compresso colla mandibola superiore
non festonata e coll'inferiore intaccata verso l'apice; cera rudimentale; narici
piccole, quasi circolari; esse e la cera del tutto ed il becco in gran parte nascosti
da penne setolose; conca auricolare grande, ovale, fornita di un opercolo bene
sviluppato, colla cassa ossea dell'orecchio asimetrica sui due lati; dischi facciali
mandi, rotondi, quasi completi; ali lunghe, rotonde, la 3a remigante primaria la
pi fi lunga, la la e la 2!l smarginate verso l'apice, la la dentellata per intero sul
margine esterno, la 2;l solo verso l'apice; le ali non giungono all'estremità della
coda, che è piuttosto corta, rotonda, remiganti e timoniere molli: tarso piumato
per intero e più lungo del dito mediano, quantunque piuttosto corto, diti piumati
fittamente fino alle unghie.
Testa grande e grossa senza ciuffi; piumaggio molle e molto lungo; taglia
piuttosto piccola.
Due specie compongono questo genere, una delle quali la N. acadica (Gmelinì
è propria all'America settentrionale, taluni considerano distinte anche la N.teng-
malmi dell'America Artica e la chiamano N. Eichardsoni, Bp.
i'i Birds of Europe, I. pi. XLVI.
ATLANTE ORNITOLOGICO 69
60. Nyctala Tengmalmi (Gmelln), Civetta capogrosso.
| Tav. X, Bg. 5 e 6].
Becco giallastro; iride gialla; parti superiori bruno-rossiccio-chiare o cenerine,
macchiale di bianoo, a larghe fascie sul dorso e sul collo ove talora sono a mezzo
nascoste, a macchie ovali estese sul vessillo esterno, sulle scapolari e sulle cuo-
pritrici alari, eccettuate le piccole; penne attorno all'occhio nerastre: dischi fac-
ciali bianco-grigiastri con Le penne dell'orlo rossiccio-scure e con una macchia
apicale bianca; mento e davanti del collo bianchi, separati da una banda brunas tra;
parti inferiori biancastre tinte di fulviccio, con fascie trasversali ed irregolari, che
sui fianchi si foggiano a strie bruno-scure; remiganti biancastre più chiare, col
margine di entrambi i vessilli macchiati di bianco, ma più estesamente sull'interno:
coda bruna con cinque fascie trasversali bianche: tarsi e diti rivestiti fino alle
unghie di penne bianche macchiate di fulviccio {ad.). Bruno-cioccolata con spazi
bianchi sulla testa e macchie ovali sulle ali; parti inferiori
brunastre miste a bianco-sudicio; tre fascie incomplete sulla
coda; peune del sottocoda e dei tarsi bianco-giallette con
macchiette brune {gioì'.).
Lunghezza totale da 0,'"230 a 0,'"25ó; becco da 0,'"017
a 0,'"020; ala da 0,m165 a 0,m186; coda da 0,'"094 a 0,'"099;
tarso da 0,'n025 a 0,m028; dito mediano s. u. da 0,'"020
a 0,'"022. \v ';
Abita l'Europa centrale e settentrionale ed il Nord piede (li v Tengmalmi,
dell'Asia e specialmente nella Scandinavia si trova sino ai vero,
alle latitudini più boreali; discende verso Sud nell'autunno.
Questa specie è rara nelle parti settentrionali d'Italia, ove si prende d'autunno
e d'inverno, ma forse in alcune località delle Alpi è stazionaria e non rara, ciò
succede nel Trentino (Bonomi); si scosta sempre molto raramente dall'Alpi, ove
vive nelle foreste di conifere. Ebbi un esemplare ucciso sul Padovano nell'agosto 1809.
Il Catullo asserì che nidifica nel Bellunese.
Anche la N. acadica (Gm.) comparve nei Cataloghi Europei come presa in In-
ghilterra, anzi il Milner ha citato nello Zooloc/ist (') la cattura di due soggetti, ma
tale notizia è poco attendibile, secondo i migliori Autori Inglesi. Abita gli Stati Uniti
d'America fino al Messico e si distingue per la statura minore, per le parti su-
periori più uniformi e le timoniere con tre fascie trasversali. Giova però notare
che la Strix acadica di Temminck va riferita al 0. passerinum e non alla N. aca-
dica (Gm.).
Famiglia STRIGIDAE, Strigidi.
Margine posteriore dello sterno sinuoso, ma non intaccato distintamente: eia
vicola fissata alla carena dello sterno; dito medio ed interno eguali in lunghezza:
margine interno dell'unghia di quello pettinata. Nella porzione anteriore dello spazio
i'i 186(1, [>ag. 71(11.
70 ATLANTI OUXITOLOGICO
facciale un ciuffo di piccole penne rigide molto larghe; non esistono ciuffi erigi-
teli sui lati della testa; apertura auricolare con un opercolo bene accentuato;
diselli tacciali più o meno perfetti e sempre presenti; tarso e diti mai coperti per
intero di penne.
Questa famiglia consta di due generi, uno dei quali il genere Strix è rappre
sentato in Europa, l'altro Scelostriz è composto di due specie ed abita le parti
meridionali d'Asia e le isole della Honda, si distingue per i dischi facciali incom-
pleti e frequenta le praterie di densa vegetazione.
Genere STRIX, Linnaei rs.
Becco diritto alla base, fortemente curvato verso la punta, molto compresso,
col margine della mandibola inferiore intaccato e quello della superiore (piasi
diritto; cera corta; narici ovali, oblique, esse, la cera e la base del becco in gran
parte coperte di penne setolose; disco facciale grande e quasi perfetto, solo ri-
stretto al di sotto degli occhi verso il becco; collaretto composto di penne corte,
arrotondate all'estremità, disposte in più file l'ima dietro all'altra che formano un
cordone di penne di apparenza scagliosa, che contorna la testa, come un circolo
completo, rientrante sulla fronte e che termina alla base della mandibola inferiore;
conca auricolare rotonda, estesa, fornita di un grande opercolo o coperta di penne
setolose, rigide; ali lunghe ed ampie, arrotondate che oltrepassano la coda; lae 3a re-
migante primaria eguali e di poco più corte della 2a che è la massima, bordo esterno
della la dentellato; coda corta, quasi quadrata; tarsi lunghi e sottili, circa il
doppio in lunghezza del dito mediano senza unghia, ricoperti di fitto piumino sino
a Vi lunghezza e poi di piumino setoloso fino all'origine dei diti: diti reticolati,
coperti sul disopra di poche setole col posteriore versatile, il medio e l'interno di
pari lunghezza; unghie lunghe e scanalate di sotto, molto arcuate ed acute col
margine interno di quella del mediano seghettato.
Testa liscia senza ciuffi; occhi piccoli; taglia mediocre; forma allungata; piu-
maggio molle: remiganti rigide; timoniere piuttosto molli.
Le specie di questo genere hanno abitudini del tutto notturne e non escono
dai loro nascondigli che al crepuscolo, per rientrare all'alba. Passano il giorno
nei luoghi diroccati, nelle soffitte o nelle buche degli edifici e più di rado in
quelle degli alberi. Si nutrono di ratti, di piccoli mammiferi e d'uccelli e, se vicini
ad una piccionaia, tanno strage di colombi, recandovisi di continuo e distruggendo
più che altro i giovani. Il loro grido fu paragonato in qualche modo al russare
di un uomo. Depositano da tre a sette uova bianche, senza fabbricare nido, nei
luoghi che abitano durante il giorno e siccome le uova sono deposte ad intervalli,
così il piccolo Barbagianni è anche nato da più giorni, quando altre uova non
sono ancora sgusciate.
Il genere Strix è cosmopolita e le sue forme, che lo Sharpe recentemente (1899)
stabilisce in numero di 26 specie, sono oggetto di vivo dibattito tra gli Ornitologi,
molte sembrando doversi ascrivere a semplici varietà, dovute a modificazioni lo-
cali o climatiche; una sola abita l'Europa.
ATLANTE ORNI rOLOGICO 1 I
61. Strix flammea. Uvwfis, lUirl>«<ii<innì.
[Tav. \. fig. 9].
Becco quasi bianco; iride aera; partì superiori di un giallo-fulvo vivaci' con pie
cole macchiette Longitudinali bianco-periate e bruno-nerastre e fine striature neric
cio-grigiastre a zig zags; disco lacciaie bianco d'argento, penne del margine del col-
laretto bianche del tutto o bianche terminate di aranciai li grigio aerastro;
una macchia estesa sull'angolo anteriore dell'occhio ed il piccolo contorno dello
stesso rugginoso scuro; parti inferiori bianco candide o bianco-giallognole con
poche niacchi. ite cenerine sui fianchi o talora sparse qua e là: remiganti e coda
con quattro o cinque fascie mal definite nerastre macchiate di grigio, specialmente
sul vessillo interno delle prime e sulle timoniere laterali,
chi' sono in gran parte bianche ad. . l'arti superiori più *■;•-'-'•
pallide; le interiori con macchie lanceolate più numerose
Igiov.). ,'■ > ir
Lunghezza totale da 0,m350 a 0,'n410; becco da O^OSO
a0,m036; ala da 0, 280 a 0,'"305; coda da 0,'"102 a0,'"ll 1; \ ... ,
tarso da 0,m05<i a 0,m061; dito mediano s. u. da 0,m033
a 0,m035.
Questa specie va soggetta a numerose variazioni di co- festa di s. flammea,
lolite, ma come ben dice il Martorelli, le Italiane, ed io
aggiungo anche le Europe, sono di poca entità: una forma non molto rara e
che s'incontra su di una vasta, area in Europa è la scura che presenta le parti
superiori grigio-scure senza o con scarso accenno di fulvo, esse cioè sono va-
riate di grigio-nerastro, di nero e di bianco-grigio e scarsamente di fulvo: il
disco tacciale biancastro tinto di fulvo: le parti inferiori bianco-fulve con mac-
chiette lanceolate grigio-nerastre. Questa forma abiterebbe, secondo l'Hartert, la
Scandinavia meridionale, l'Europa centrale, la Francia, la Svizzera, l'Austria e
l'Ungheria; e fu chiamata Strix flammea. La forma chiara è fortemente lavata di
fulvo sulle parti superiori, specialmente sul contorno del disco, nonché sul gastreo,
ove le macchiette sono mal definite; essa fu distinta dall'Hartert sotto il nome
di S. flammea Kirchoffi ed abiterebbe la Gran Bretagna, l'Irlanda, i paesi circum-
mediterranei, sebbene i Barbagianni di queste ultime regioni, secondo lo stesso
Autore, forse sarebbero appartenenti ad altra forma.
In Italia ed in Sardegna si trovano spesso soggetti differenti dai tipi già noti, essi
seno in gran parte bianchi con deboli tinte fulviccie e piccole macchiette lanceolate
sulla testa, sul dorso e sulle cuopritrici alari: il disco, il collaretto anche sul
margine apicale e le parti inferiori sono bianche d'argento, manca il rugginoso
del contorno e della porzione anteriore dell'occhio: le fasciò sulle remiganti e sulle
timoniere, quantunque deboli, sono bene caratterizzale ed il fondo di tinta è bianco
Leggermente fulviccio. Ora il Kleinschmidt (] ha recentemente distinti questi
soggetti col nome di S. Ernesti. Egli dice questo Barbagianni di Sardegna è ili
un bianco vellutato splendido, che si estende sulla parte superiore della coda e
(') Or». Monatti). (190] .
72 ATI.ANTK ORXIT(.II.0(iI('<)
sul centro delle remiganti superiori. Il maschio conserva la tinta normale del
Barbagianni, però più sbiadita, soltanto sul vertice, sulle parti posteriori del collo,
sul dorso e sui margini delle ali. Riscontratisi poi alcuno fascie sbiadite sulla coda
e sulle ali ed una macchia bruna davanti agli occhi. La femmina è di poco più
scura. Non mi pare giustificata l'unione fatta dall'Hartert del Barbagianni inglese
con quello spagnuolo. Ad ogni modo, ed oggi maggiormente, è necessario dare
un nuovo nome alla forma sarda che è costantemente più chiara e che si distingue
notevolmente da tutte le altre forme poliforme d'Europa e dell'Africa settentrio-
nale». Col mezzo gentile di molti miei Corrispondenti (') ho raccolto una mira-
bile serie di Barbagianni di ogni parte d'Italia e delle Isole, e francamente di-
chiaro che io non accetto le deduzioni di Kleinschmidt. Con numerosi individui noi
troviamo che le differenze tra soggetto e soggetto si riducono a nulla, tante sono le
gradazioni di tinte e più chiare e più scure che si riuniscono insensibilmente a quelle
del tipo più noto; ed io credo che i soggetti di un « bianco-vellutato splendido »
siano dovuti all'albinismo e ne ebbi dalle Isole e dal Continente: dirò poi come
lo Tschusi, Autore Tedesco molto benemerito ed anche molto tenero pelle sotto-
specie, fu della mia stessa opinione dopo che ebbe veduti i soggetti più differen-
ziati della mia Raccolta. Se il Kleinschmidt, invece di esaminare soltanto qualche
individuo di Sardegna, avesse avuto sott'occhio serie numerose e provenienti da
molte e differenti località italiane insulari e continentali, non avrebbe stabilito
la sua <S'. Ernesti.
È specie che abita l'Europa, eccettuato l'estremo Nord e propriamente dalla
Scandinavia al Mediterraneo; si trova anche nell'Africa e più che altro sul ver-
sante Mediterraneo. E sparsa si può dire su tutto il Mondo con variazioni locali,
alcune delle quali poco distinte e per colorito e per dimensioni, e sul cui valore
specifico gli Autori non sono punto concordi. In Italia è ovunque distribuita, se-
dentaria e comune, sebbene non molto abbondante; se ne mena grande strage, oltre
che pei pregiudizi del volgo, per uso ornamentale e di esportazione; si trova tanto
nelle campagne che entro città.
Ordine PICARIAE - Picarie.
Becco non adunco e senza cera; narici nude e ricoperte di pennuzze o di
peli; ali assai variabili, con dieci remiganti primarie delle quali la 1° è raramente
spuria; di solito le grandi cuopritrici sono almeno metà in lunghezza delle remi-
ganti secondarie, che talora coprono o ne raggiungono l'apice; coda variabile
di forma, di solito con 8 a 12 penne; gambe di solito piumate; tarso sottile e nudo:
(') G. Vallon, V. D.ilNoro, A. Corazza, E. Bonomi (Alta Italia-. <;. Damiani (Elba), C. Coli, S. Hrogi,
lì. Giagnani (Italia eentrale e meridionale), S. Sgroi, C. Leonardi, lì. Meloni, 1'. Monomi (Sicilia e Sar-
degna), ecc.
1. Gufo reale. 2. Assiolo. 3. Gufo selvatico (forma rossastra). 4. Gufo selvatico 6. Civette capogrosso
6. Civetta capogrosso (giov.). 7. Civette 8. Civetta nana. 9. Barbagianni (forma semai.
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
\ I I LNT1 ORNI rOLOGICO !'■'•
piedi variamente modificati, con tre diti davanti ed uno all'indietro o soltanto
tre complessivamente: unghie mediocri, arcuate, piccole, quella del dito posteriore
più piccola, mai più grande di quella del 3° dito. Apparato vocale debolmente
sviluppato, quindi a differenza dei Passeracei sono uccelli poco cantori. Gruppo
polimorfico che va dai Pappagalli agli Uccelli Mosca e dai Picchi ai Rondoni.
Sottordine ZYGODACTYLI - Zigodattili.
Quattro diti dei quali il primo ed il quarto diretti all'indietro, i due altri in
avanti o tre soltanto, col primo rivolto all'indietro ed il quarto mancante: palato
desmognato.
Famiglia PICIDAE, Picidi.
Becco lungo, diritto, cuneiforme, talora curvato, assai duro, con spinoli mar-
cati, le mandibole sono eguali, taglienti e troncate all'apice; narici nude o coperte
da penili' setolose; lingua saettiforme, assai lunga, carnosa, retrattile coll'estre-
mità cornea e munita di setole rivolte all'indietro; le ali offrono la particolarità
delle cuopritrici assai corte e così della la remigante; coda mediocre, composta
di li' penne graduate, rigide e resistenti; piedi robusti, diti di solito quattro, più
raramente tre, terminati da unghie grandi, forti, acute e molto ricurve: tarso
scudettato e più o meno rivestito di penne nella sua parte superiore.
Abitano i boschi, i parchi e le campagne ricche di alberi e non migrano.
Sono arrampicatori tipici e si nutrono esclusivamente d'insetti e di larve, cercando
il cibo nei buchi che praticano negli alberi, intaccando le parti più guaste di
questi. Il loro volo è abbastanza rapido, undulato, ma poco sostenuto. Depositano
numerose uova bianche, senza nido, nelle buche degli alberi da essi stessi scavate
e talora a rilevanti profondità. Sono monogami, i piccoli nascono inetti e vengono
nutriti per qualche, tempo dai genitori. Cangiano le penne una volta all'anno
d'autunno e con lento procedimento, di modo che in alcune specie la muta dura
da luglio a ottobre.
Il piumaggio è di solito brillante ed a grandi spazi di speciale contrasto; i
sessi di solito differenti e così i giovani; si conoscono 370 specie all'incirca clic
abitano le regioni tropicali e temperate del Mondo tranne il Madagascar, l'Australia
e la Polinesia, sembrano mancare anche nell'Egitto.
Sottofamiglia PICINAE, Picini.
Becco forte e robusto; narici coperte di piume setolose dirette all' indietro;
coda rigida, composta di penne dure e lunghe; sessi differenti; piumaggio a tinte
varie e brillanti, specie sulla testa dei maschi.
Atlante ornitologico. 10
74 ATLANTI'. ORNITOLOGICO
Genere GECINUS, Bons.
Becco compresso, lungo quanto la testa, piuttosto forte, con i margini late-
rali un po' concavi, appuntito all'apice, mandibola superiore con un profondo solco
che eerre parallelo su ciascun lato e che si rialza vicino al culmine; narici basilari,
coperte di penne setolose, dirette in avanti; ali moderate; coda lunga (pianto il
tronco, di 12 penne graduate, appuntite, coi vessilli resistenti e gli steli curvati
e rigidi, il primo pajo di poco più lungo delle cuopritrici superiori della coda;
tarsi scudettati, rivestiti di penne su breve tratto anteriormente; diti in numero
di quattro, due rivolti in avanti e due all'indietro, il 2° unito al .">" alla base, il
4° rivolto all'indietro ed eguale al 3°; unghie forti, ricurve, quella del dito interno
la minore.
Colore dominante verdastro con scarse tinte rosse; statura mediocre. Hanno
abitudini anche terrestri, ma però sono eminentemente arboricoli. Questo genere
comprende 17 specie sparse nella regione Paleartica e nell'Indiana.
62. Gecinus viridis (Linnaeus), Picchio verde.
[Tav. XXVI, flg. 13 e 14].
Redini, penne nasali, parte anteriore della faccia e contorno degli orchi uni; pileo,
testa e mustacchio rosso-eramswzo-brillante, il mustacchio bordato ili nero; parti supe-
riori di un verde-oliva, giallo-brillante sul groppone e sul sopracoda; le inferiori
bianco-giallette con macchie e fascio scure sul basso addome {mas. ad.). Mustacchio
nero e meno largo (femm ad). Sopraciglio e mustacchio di un nero-cupo macchiato di
bianco-olivastro; la tinta rossa sulla testa è leggermente aranciata e non colora che
l'apice delle penne: tinta verde meno brillante e sparsa di macchie biancastre;
numerose macchie brune e bianche sul gastreo (giov.).
Lunghezza totale 0,'"310; becco 0,'"040; ala 0,m160; coda 0,m110; tarso 0,m027.
Abita l'Europa fino al 63° di latitudine, trovasi pure in Persia, nell'Asia Minore
e sui monti Urali. In Italia è specie comune, sedentaria e nidificante, rara in
Sicilia e mancante in Sardegna ed a Malta, ove, come si sa, non vive alcun Picchio.
Va soggetta a varietà albine e melaniche ed una bellissima è di un bianco canarino
col pileo rosso.
62". Gecinus viridis Sharpei (Saunders), Ticchio verde spagnuolo.
Simile al G. viridis; faccia grigia tranne uno macchia nera sitili redini, mustac-
chio scarlatto senza la bordatura nera {mas. a</.<. Mustacchio nero {femm. ad.). 1
giovani si distinguono da quelli del 0. viridis pella l'accia grigio-lavagna, verdastra
anteriormente con macchie bianco-sudicie; sopraciglio senza macchie {giov.).
Lunghezza totale 0,m310; becco 0,n,039; ala 0,ml 60; coda 0,m108; tarso 0,m028.
Abita la Spagna a mezzogiorno della Sierra de Guadarrama ed il Portogallo.
Ml.WI'l OlIMTol '"IH il 75
63. Gecinus canus (Gmelin), Ticchio cenerino.
[ Tav. XXVI, fig. 15 .■ lfi].
Uno stretto tratto sulle redini, mustacchio e nuca neri: pileo rosso nel centro;
fronte, lati del vertice e della testa di un bel cenerino-piombato-cupo; parti su-
periori verde-gialle, più vivaci su] groppone e sulle cuopritrici superiori della
coda; gola cenerino-pallida; parti inferiori verde-grigio-uniformi (mas. ad.). Manca
la tinta rossa sul pileo ed il nero «lei mustacchio e delle redini è più ristretto;
testa cenerina per intero (femm. ad.). Fascie trasversali nerastre e grigio-verdastre
sulle cuopritrici superiori delle ali, sui vessilli esterni delle remiganti 2e e delle
timoniere; i maschi hanno tinte rosse sulla fronte ed il mustacchio nero, cai-atteri
mancanti nella femmina [giov.).
Lunghezza totale 0,'"270: becco 0,ra029; ala 0, li:.; coda 0/ L08; tarso 0,'"026.
Abita gran parte d'Europa, specialmente verso il Nord ed in Asia si estende
fino alla Cina. In Italia si trova raramente sulle Alpi ed in Liguria, e più facil-
mente sugli alti monti del Veneto, del Tirolo e della Carniola.
Genere PICUS, Linnaeus.
Becco forte, che termina a cono troncato, più lungo della testa, con solchi
longitudinali, il più alto dei quali parte dalle narici ed è più profondo degli altri:
narici coperte di fitte penne setolose rivolte in avanti; ali piuttosto lunghe; coda
più lunga del tronco, assai rigida; tarsi piumati quasi fino all'inserzione dei diti,
scudettati nel resto; diti quattro.
Statura piuttosto grande; tinta dominante nera con scarse colorazioni rosse:
penne dell'occipite rialzate a ciuffo; sessi e giovani differenti.
Una sola specie.
64. Picus martius, Linnaeu.s, Piceli io nero.
\ Dryocopus martius (L.) |.
[Tav. XXVI, lig. le 2].
Parte superiore della testa con le penne allungate a ciuffo di un bel rosso
vivacissimo; nel resto nero-profondo che tende leggermente al bruno sulle remi-
ganti e sul gastreo, ma più che tutto sul petto (mas. ad.). Tinta generale nera
più opaca e brunastra, la rossa è limitata ad una macchia sulla nuca (femm. ad.).
Becco meno forte, nel maschio il vertice è variato di rosso e di nero; tinta nera
più pallida (giov.).
Lunghezza totale 0,'n450; becco 0,m058; ala 0,in245; coda 0,m180; tarso 0, '"034.
Abita la regione Paleartica tra il 38° ed il 60° di latitudine, spingendosi ad est
sino al Giappone. In Italia il Picchio nero vive lungo la catena delle Alpi, più
frequènte su quelle dell'Ossola, del Tirolo e della Carnia; venne citato come com-
parso sugli Appennini, nella Calabria e in Sicilia, ma queste informazioni vanno
meglio assodate; secondo il Savi molti anni addietro viveva nei boschi della Ma-
7 ti ATLANTE ORNITOLOGICO
remma Toscana, ora vi è scomparso. Abita le foreste di conifere, ove è seden-
tario e nidificante.
Genere DENDROCOPUS, Koch.
Becco di varia dimensione, coi margini laterali quasi rettilinei, più corto della
testa, abbastanza appuntito e leggermente troncato all'apice; coda subeguale al
tronco; tarsi scudettati, rivestiti di penne solo su breve tratto della parte superiore
ed anteriore; diti quattro, col 4° molto più lungo del 3°.
Statura relativamente mediocre; colori dominanti, nero, bianco o biancastro,
con scarse tinte rosse o gialle sulla testa dei maschi; i sessi ed i giovani differenti.
Questo genere consta di circa 40 specie sparse nelle regioni Paleartica, In-
diana, Neartica e Neotropica.
65. Dendrocopus major (Linnaeus), Picchio rosso maggiore.
\ Picus major, L. ].
[TAV. XXVI, fig. 5, 6 e 7],
Fronte e redini bianco-rossiccie; occipite rosso-brillante; lati della testa, del
collo e scapolari bianche; dalla base del becco parte una fascia nera che passa al
di sotto della regione parotica ove si divide, un ramo riunendosi alla nuca in
modo che separa il bianco della regione parotica da quello dei lati del collo;
l'altro continua sui lati del petto; testa, dorso e groppone nero lucidi; parti in-
feriori bianche tinte di rossiccio; basso addome, fianchi {senza strie) e sottocoda
rosso-vivi; remiganti bruno-nere con macchie bianche; timoniere centrali nere,
le altre nere alla base, a fascie bianche e nere nel resto {mas. ad.). Occipite nero:
tinte nere e rosse dell'addome meno pure (femm. ad.). Vertice rosso; occipite nero;
remiganti primarie terminate di bianco: fianchi con strie poco apparenti (gioì-.).
Lunghezza totale 0,'"250; becco 0,'"024; ala 0,'"140; coda0,'"088; tarso 0,'"020.
Abita tutta l'Europa fino al 70° N. lat. e la Siberia meridionale fino alla Corea.
In Italia è specie ovunque sedentaria, nidificante e comune, mancante, come si è
detto, a Malta.
Recentemente l'Hartert i}) divide il D. major dell'Inghilterra col nome di
D. major anglicus, esso sarebbe più piccolo col gastreo più scuro; classifica gli
esemplari nordici sotto il nome di T). major major, aggiungendo che egli ritiene
distinta anche la forma Italiana e meridionale in genere, ma gli manca il mate-
riale di confronto. 11 Kleinschmidt osserva che il Dendrocopus major della Sardegna
è più piccolo del tipico, più scuro e col becco più sottile, egli aggiunge che s'av-
vicina a quello delle Canarie, come notò Hartert; gli individui còrsi e quelli al
sud degli Appennini sono eguali ai sardi. Dice che è forma eminentemente di-
stinta, ma (die il nuovo suo nome «'■ riservato all'Hartert, (die per primo ne con-
statò le diversità! Il Madarasz cita pell'Ungheria il I). major rissa (Pali.). Questa
sottospecie è distinta dal D. major pella tinta di fondo del gastreo che è di un
(') Novit. Znol.. VII, pag. 528 (1900).
vii . wrr. ORNITOLOGICO T7
bianco-puro, per il bianco sulle timoniere Laterali che occupano uno spazio maggiore,
le inscio non' essendo più strette. Abita la Siberia tino al Kamciatka od allo stretto
di Bering. È strano che la forma Siberiana si trovi in Ungheria ed io ritengo che
si incontri anche in [talia (mia Collezione).
Noi Caucaso abita una sottospecie affine, il D. major l'ori-., imi (Bogd.) che è
di statura minoro e colle parti inferiori di un bruno molto scuro, quasi cioccolata.
Lunghezza totale 0,ra210; ala 0,m120.
65'/. Dendrocopus major syriacus (Hemprich & Ehkenberg)
Picchio russo maggiore siriaco.
Simile al D. major; lati della testa, del collo e parti inferiori bianco-fulviccie,
dalla base del becco parto una fascia nera che si estende all'ìngiù sui lati del
davanti del collo e del petto, un ramo di essa si dirige verso le spalle; faccia e
collo non attraversati dalla fascia nera; fianchi e calzoni striati di nero-scuro;
addome e sottocoda scarlatti.
Lunghezza totale 0,'"240; becco 0,'"030; ala 0,m102; codaO,'"087; tarso 0,'"021.
Abita l'Asia minore fino alla Persia ed alla Palestina ed è accidentale nel-
l'Europa orientale. Due esemplari, presi a Silistria nel 1890, li notai nel Museo di
Sera j evo (Bosnia).
Alcuni Autori considerano il D. major syriacus buona specie col nome di I). sy-
riacus (cfr. Cat. B. Brit. Mus.), ma io ritengo che esso rappresenti semplicemente
il I>. major tipico nelle regioni già indicate.
Due specie Nord-Americane dette I). villosus (Linn.) e D. pubescens (Linn.)
sembrano essere state prese molti anni or sono in Gran Bretagna, ma il Saunders
nel suo eccellente Manuale (1899) non le ammette tra le Britanniche (').
66. Dendrocopus leuconotus (Bechstein), Picchio a dorso bianco.
[ Picus leuconotus, Bchst. ].
[Tav. XXVI, flg. 3 o I |.
Parte superiore della lesta fino alla nuca rosso-scarlatta; nuca nera; lati della
faccia e del collo bianchi; una fascia nera parte dalla mandibola inferiore, passa
sotto la regione auricolare, si allarga poi portandosi all'indietro senza però riu-
nirsi alla nuca, ed un'altra discendendo corre sui lati del davanti del collo e del
petto; parte alta del dorso e groppone neri; parte bosso del dorso bianca attraversata
anteriormente da una fascia bianca; lati del petto e fianchi rosei striati di nero
(mas. ad.). Testa nera; strie sui fianchi più cupe e più numerose (femm. ad.). Testa
rosso-pallida, nera alla base delle penne (mas. giov.). Nella femmina il rosso è più
pallido, più giallastro e meno esteso, i fianchi grigi con strie più larghe, la tinta
rossa dell'addome e del sottocoda sostituito da rosa-pallido (femm. giov.).
Lunghezza totale 0,m260; becco 0,'"030; ala 0,'"144: coda 0,'"099; tarso 0,"'o21 .
(') Il Dendrocopus numidicus (Malherbo) fu riluto pclla Spugna (A. Itrehm) o come preso nel 1*61
vii-ino a Miinstei (Aitimi); abita Tunisi, Alacri ed il Marocco; credo conveniente attendere prove più si-
curo per ammetterlo nell'Avifauna Europea. Si distingue dal l). major pei statura minore, per una fascia
rossa sulla gola marginata di nero negli adulti o con macchie» di quest'ultimo colore nei giovani.
78 ATLANTI". ORNITOLOGI! 0
Questa specie abita l'Europa continentale e, attraverso la Siberia meridionale,
si estende sino alla Mongolia. La sua comparsa in Italia non è del tutto certa,
sembra stato preso nel Trentino e due volte in Liguria, gli altri soggetti citati
sotto tal nome erano invece riferibili alD. leueonotus Idlfordi (Sharpe & Dress.). Il
Salvadori non l'ammette tra le Italiane, bensì il Giglioli che cita un quarto esem-
plare preso in Toscana; la sua presenza tra noi non sarchile del resto fatto molto
straordinario.
66 a. Dentlrocopus leueonotus Lilforcli (Sharpe & Deesser), Piccino a dorso bianco
di TAlford.
\ Picus leueonotus. Bp., aec Bchat.) e Auct. [tal. (partii»), Picus Lilfordi (Sharpe & Drkss.); Picchio
ili Lilford, Picchio dalmatico |
Simile al precedente; testa rosso-cremisina; una fascia nero-bluastra molto
più larga parte dalla mandibola inferiore e si dirige all'indietro sui lati del
collo, discendendo su quelli del petto, un braccio di questa si stacca all'indietro
della regione auricolare, dirigendosi verso la nuca, ove si riunisce: dorso nero colla
parte bassa dello stesso ed il groppone alternati ili fascie nere e bianche, sopracoda e
parte bassa del groppone neri; strie dei fianchi più larghe ed estese sui calzoni :
cuopritrici inferiori delle ali più variate di nero.
Lunghezza, totale 0,'"270; becco 0,m032; ala 0,m145; coda0,m105; tarso 0/"021.
Abita la penisola Balcanica, la Dalmazia e l'Asia Minore. In Italia è specie
accidentale e rarissima, colta però a più riprese in Toscana ed in Liguria, una
volta presso Ancona e presso Pinerolo in Piemonte.
67. Dentlrocopus medius (Ltnnaeus), Picchio rosso mezzano.
[Picus medius, L>. ; Piccato mezzano'].
[Tav. XXVI, lig. 8 |.
Fronte cenerino-rossiccia; penne lunghe ed affilate del pileo, vertice ed occipite
di un bel rosso brillante; nuca e parti superiori nero-lucide; lati della faccia e del
collo di un bianco più o meno puro: dai lati del collo una Larga fascia nera, che esten-
desi sui lati del petto; dietro le cuopritrici auricolari corre un braccio di tale
fascia, che talora giunge fino alla nuca: penne «lei fianchi rosa con numerose fascie
longitudinali bruno-nerastre (mas. ad.). Penne della testa meno lunghe ed affilale:
rosso dell'occipite leggermente giallastro (femm. mi.), ('cine gli adulti: rosso della
testa meno puro e commisto a nero; remiganti primarie terminate di bianco (giov.).
Lunghezza letale 0,m22O; becco 0,m021; ala 0,ml 22; coda 0,m080; tarso 0,m020.
Abita L'Europa occidentale-centrale fino al Caucaso e verso Nord fino alla
Finlandia. In Italia è specie stazionaria, ma rara: fu trovata nelle provincie sei
tentrionali, in Liguria, in Toscana, nel Romano e fino in Sicilia. Nidifica, i giovani
si confondono col I>. major, ma in questa specie l'occipite è nere e non rosso ed
i fianchi bianco-fulvieci uniformi senza strie o con le stesse poco apparenti, mentre
sono Larghe e su fondo rosa nel I>. medius.
lina sottospecie poco dissimile delta D. medius Saneti-Johannis Ulani'.) vive
nell'Europa sud-orientale (Serbia, Turchia', nel Caucaso, nella Persia e nell'Asia
vn.ANi i: ORNI rOLOGICO T:i
Minore, è distinta da] l>. medius per statura minore, pelle parti inferiori <li un
giallo o rossiccio vivace e scuro, le strie sui lati e fianchi più noie e più larghe
e che sui calzoni assumono l'aspetto di fascie trasversali.
Lunghezza totale 0,ra200; becco 0,m023; ala 0,' 120; coda 0,m079; tarso 0,m021.
68. Dendrocopus minor (Linnaeus), Ticchio rosso minore.
[ Picus minor, 1..: Picchio minore |.
| Tav. XXVI, tìg. 9 e in ].
Fronte fulviccia; patte superiore della testa cremisina con le penne bianche
nella loro parte mediana, la qua] tinta apparisce qua e là; una stretta linea nera
borda il rosso della testa; una striscia nerastra parte dalla mandibola inferiore
e, passando sotto la regione auricolare senxa riunirsi all'occipite, si dirigi' sui lati
ilei collo, ove allargata forma una grande macchia triangolare: uno spazio dietro
l'occhio, lati della, l'accia e del collo di un bianco più o meno gialletto; parti superiori
nero-lucide colla parte bassa del dorso e le scapolari inferiori a t'ascio alterne
trasversali bianche e nere; parti inferiori bianco-brune con strie allungate nere
sul petto e sui lati e macchie triangolari sul sottocoda (mas. ad.). Manca il rosso
sulla testa che è di un bianco-giallastro, bordato posteriormente e sui lati di nero
[fiin/it. mi.'. Parti nere volgenti al bruno; il maschio ha la testa rossa colla base
delle penne bianco-scura; la femmina ha la stessa parte bruna tinta di un gial-
letto più carico {gioii.).
Lunghezza totale 0,m155; becco 0,'n014; ala 0,m085; coda 0,'"060; tarso 0/"0 12.
Abita l'Europa e la Siberia meridionale, spingendosi verso est fino alla Mon-
golia. In Italia è specie sedentaria, ma erratica durante l'inverno, generalmente
poco abbondante e piuttosto rara in .Sicilia ed in Sardegna. Nidifica e frequenta
i boschi, specialmente di montagna.
68 «. Dendrocopus minor pipra (Paij.as), Picchio rosso minori' siberiano.
Simile al I>. minor: fronte bianca; basso dorso e groppone bianco-puri senza
fascio o con deboli indicazioni di esse: parti inferiori bianco-pure ed uniformi:
talora il sottocoda ha piccole macchiette nere; statura maggiore.
Lunghezza totale 0,'"164; becco 0,'"018; ala 0,'"095; coda 0,'"06b' ; tarso 0,m0 1 5.
Abita la Russia settentrionale e la Siberia fino al Giappone ed all'Isola di
Bering.
68 A. Dendrocopus minor Danfordi (Hargitt), V'urino rosso minore di Danford.
Simile al 1>. minor: un ramo della stria che parte dalla mandibola inferiore
circonda la parte posteriore della regione auricolare e si unisce sull'occipite:
parti inferiori più scure e con maggiori stonature; i calzoni ed i fianchi con fascie
trasversali scuro-nere.
Lunghezza totale 0,'"135; becco 0,m016; ala 0,m086; coda 0,m048; tarso 0,,n014.
Abita la Turchia, la Grecia, l'Asia Minore ed il Caucaso settentrionale.
Un altro Picchio Americano il Colaptes auratus (L.) è stato colto nelle Isole
SO ATLANTI. ORNITOLOGI! 0
Britanniche, ma il Saunders non lo ammette nel suo ottimo e recente Manuale.
E, sulla sua autorità, lo eseludo da questo lavoro.
Genere PIC01DES, Lacépède.
Becco più corto della testa, piuttosto sottile ed appuntito, allungato, coi solchi
laterali collocali assai vicino al bordo della mandibola superiore, i cui margini
Laterali sono rettilinei; narici coperte di fitte penne setolose; coda cuneata, sub-
eguale al tronco; tarsi scudettati, rivestiti di piume circa sino a metà lunghezza:
diti in numero di tre, due rivolti in avanti ed uno solo e lungo diretto all'indietro,
pollice nullo.
Statura mediocre: piumaggio bianco e nero: il giallo rimpiazza il nero sulla
testa dei maschi; sessi e giovani differenti.
Questo genere composto di dieci specie abita L'Europa centrale e settentrio-
nale, parte dell'Asia e l'America settentrionale; una sola specie si trova anche
in Italia.
69. Picoides tridaetylus (Lixnakis), Picchio tridattilo.
[ Picchio ti tre dita, Picchio u tridattilo].
| Tav. XXVI, eg. 11 e 12 ].
Tre diti, dei quali uno ricolti) all'indietro. Fronte e sopraciglio nero-blu e
bianco; parte superiore della testa gialla all'apice delle penne, che sono bianche
nella loro parte mediana, sicché appaiono le due tinte; Iati della faccia e nuca
nero-blu; dalla mandibola superiore parte un mustacchio nero-blu, che si dirige
sui lati del collo: una fascia dello stesso colore circonda l'occhio, le orecchie e
termina sulla spalla, una terza bianca parte dalle redini, colora le guancie e ter-
mina sui lati ed infine una quarta pure bianca parte dall'angolo posteriore del-
l'occhio, si estende al disopra della regione auricolare e termina posteriormente
sui lati del collo, riunendosi alla nuca; dorso nero, col coltro Inauro puro: i lati del-
l'alto petto con larghe strie allungate nere: fianchi e sottocoda con larghe fascie tras-
versali nere (mas. ad.). Testa di un nero-blu-lucido, cogli apici delle penne della parte
anteriore bianco-argentee, manca il giallo (femm. ad.). Le penne nero-blu qui sono
brune, le macchie allungate sul centro del petto e dell'addome nero-opache; la
tinta gialla sulla testa meno estesa nei maschi, bianco argentea meno appariscente
nelle femmine [giov.).
Lunghezza totale 0,m210; becco 0,'"030 : ala 0,m130; coda 0,'"085; tarso 0,m022.
I soggetti Italiani, come quelli della Svizzera, hanno le parti inferiori assai
più variegate di nero ed il dorso presenta tinte nere bene sviluppate, che talora
assumono la l'orma di fascie. La forma, che abita la Siberia settentrionale e cen-
trale, il Kamciatka ed a quel che pare la Lapponia, fu distinta col nome di
/'. tridaetylus crissoleucus (Bp.), ''ss'1 presenta i Lati del petto con poche e strette
fascie nere, i fianchi ed il sottocoda hanno rade macchie nere, ed il bianco del
dorso poche fascie nere. La tinta generale è più chiara. Secondo il Eteichenow (*)
litt. .tv. Sharpe, llund-ìhl, II, pag. 216 1900 .
l'av. li
*stfT
1. Nocciolaia. 2. Ghiandaja. 3. Gracchio corallino. 4. Gracchio. ■"). Gazza. 6. Taccola. 7. Corvo.
8. Cornacchia nera. '.<. ;ua.
Ulrico Hoepli, Editore. Milano.
vn.wn ORNITOLOGICO vl
il P. Iridactylus della Norvegia sarebbe pure distinto e ad esso spetterebbe il Dome
di P. septentrionalù, Un'Imi <> più a proposito quello di P. tridactylus septentrionalis.
Concludendo, gli Autori ammettono due forme Europee di /'. tridactylus, cioè:
a) forma settentrionale o /'. /. sr/itn/fn'owìlis, bianco del gastreo più puro,
fianchi con un minor numero ili strie.
li) t'onna meridionale o /'. t. alpinus, bianco del gastreo menu puro e al-
quanto sudicio, fianchi eoo un maggior mimerò di fascie.
Nell'asiatico P. t. crissoleucus il bianco è ancora più puro e più esteso, e,
secondo Menzbier, la statura è minore.
(Questa sarebbe la t'orma (die vive in Lapponia.
Sottofamiglia [YNGXNAE, Tjngini.
Becco eorto, debole; narici coperte parzialmente da una membrana senza
piume setolose; ali corte; coda lunga, arrol lata, a piume non rigide, ma molli;
diti in numero di quattro.
Sessi (piasi simili; piumaggio molle ed opaco come i Succiacapre, ma eolle
ali lasciate come i Picchi.
Hanno le altitudini dei Picchi, ma non s'arrampicano che raramente, non
potendo come essi usare la coda per sostegno e non praticano fori snidi alberi,
avendo il becco troppo debole, ma come quelli si nutrono di formiche, di in-
setti e di larve, e talora si vedono saltellare sul terreno in cerca di formiche;
nidificano nelle buche degli alberi, che non si scavano, ma scegliendo quelle già
praticate da altri uccelli, senza fabbricar nido e deponendo varie uova bianche
e lucide. Hanno il potere di allungare il collo, e di torcerlo in modo singola-
rissimo, tenendo il corpo immobile, ciò che tanno specialmente quando sono distur-
bati. Questa sottofamiglia comprende il solo genere Iynx.
Genere IYNX, Linnaeus (').
Becco più corto della testa, senza solchi laterali, diritto, quasi conico: narici
basilari, in parte coperte da una membrana; lingua lunghissima, vermiforme,
retrattile senza setole, coll'apice corneo e piatto; ali moderate, piuttosto corte;
coda rotonda di 12 penne ordinarie, col paio esterno piccolo; tarsi forti, scudet-
tati, piumati in fronte sino al disotto della giuntura; diti quattro, due in avanti
riuniti alla base e due all'indietro, liberi, col 4° rivolto all'indietro e più breve
del .">"; unghie mediocri, acute, soleate lateralmente.
Si conoscono quattro specie del genere /////.*• disseminate in gran parte della
regione Paleartica e dell'Indiana, una sola di esse giunge in Europa,
70. Iynx torquilla, Linnaeus, Torcicollo.
[Tav. XIII, flg. 4 e Tav. L, flg. 1 a J.
Testa e nuca grigio-chiare alla base delle penne, con una lascia trasversale
nera presso l'apice, preceduta da altra marrone: sul centro della nuca e sul dorso
(') Linneo gerisse Iynx (1758) e Vun.r 1 7»>f> ■. m:i, coinè osserva il Sonile vali, de\e eoiieji^iTsi COI) Iynx.
Atluni> 01 nitologico. 1 1
82 ATLANTF. ORNITOLOGICO
una larga estensione di penne nere nel centro, con cospicuo margine e contorno
rossastro, ciò che forma uno spazio ben distinto; due altri spazi longitudinali consimili
sulle scapolari; dorso, groppone e sopracoda misti di grigio e rossiccio con leg-
geri zig zags nerastri; gastreo bianco-gialletto, con fascie nerastre, clic verso l'ad-
dome assumono la t'orma di macchie triangolari; timoniere grigie con zig-zags
nerastri e quattro o cinque bande ben distinte nere più o meno lucide {ad.). Nelle
parti superiori prepondera il grigio sul castagno, lo spazio dorsale è quindi più
appariscente; parti interiori tinte di giallo-fulvo più accentuato e colle fascie
meno numerose e decise igiov.).
Lunghezza totale 0,m175; becco 0,n,013; aia 0,,n082; coda 0,m070; tarso 0,m018.
Il Torcicollo va soggetto all'albinismo, ma raramente.
Questa specie aiuta tutta la regione Paleartica, svernando nelle parti meri-
dionali. In Italia è specie estiva e nidificante, comune; arriva di aprile e parte
a settembre, non pochi individui si trattengono durante l'inverno nelle nostre
Provincie centrali e meridionali, per cui sarebbe anche uccello sedentario. Nel
Veneto l'uccisi due volte in dicembre.
Famiglia CUCULIDAE, Cuculiai.
Becco mediocre, conico, arcuato, dilatato alla base, un po' allungato; narici
basilari, scoperte; regione perioculare di solito in parte nuda; ali (remiganti pri-
marie) e coda composte di solito di 10 penne, questa talora di 8 ; gambe rivestite
di penne; tarsi corti e deboli; diti zigodattili coll'interno versatile.
Questa famiglia ha distribuzione cosmopolita, e consta di 6 sottofamiglie con
circa 17 generi e 75 specie.
Sottofamiglia CUCULINAE, Ouculini.
Coda di 10 penne colle cuopritrici che non arrivano a metà della sua lun-
ghezza; ali lunghe.
I Cuculi frequentano i giardini, i campi alberati e le boscaglie; sono insettivori
ed in parte anche mangiano frutti; volano con eleganza e rapidi là. assomigliando
allora un po' allo Sparviere anche pelle ali e la coda lunghe.
Sono migranti e mutano due volte all'anno. Si dividono in 42 generi ed ab-
bracciano circa 170 specie sparse in tutto il Mondo. Talune specie non fabbricano
nido, né covano le uova, ma hanno abitudini parassite; altri fabbricano il nido
sugli alberi e sono molto amorosi della loro prole.
Genere CUCULUS, Linnaeus.
Becco piuttosto corto, mandibola inferiore diritta, la superiore leggermente
intaccata verso l'apice e col culmine alquanto curvato; apertura del becco grande
ed estesa fino sotto gli occhi; lingua cotta: contorno dell'occhio poco denudato;
ATLANTE < (UNITI >L< IGICO
83
narici rotonde, basilari, con un orlo rilevato; nessun ciuffo; ali allungate, che giun-
gono al di là della metà della coda; remiganti primarie in numero di LO pe ■
colla 3" remigante la più Lunga e la 1 più corta della primaria più interna;
coda allungata a ventaglio, quadrata di li» penne, colle quattro mediane quasi
eguali; tarso corto, acudettato, piumato sino a metà Lunghezza e subeguale al
dito esterno: piede piuttosto corto e debole con due diri volti in avanti e due al-
l'indietro, pollice corto, l'esterno anteriore il più lungo.
Sessi quasi simili, giovani differenti; tinta grigia predominante negli adulti.
Il genere Cuculus abbraccia 10 specie sparse su tutto il .Mondo, la Polinesia
eccettuata.
71. Cuculus canorus. Linnaei s, Cuculo.
|Tay. XXIV, fig. 5 e 6 e Tav. L, dg. 26],
Parti interiori di un cenerino-piombato più cupo e bluastro sul groppone e
sul sopracoda, più pallido sulla gola e sull'alto petto; resto del gastreo bianco
con tascie regolari nerastre, più fitte sul petto che non sull'addome e sul sotto-
coda: coda graduata nerastra, macchiata irregolarmente di bianco sullo stelo, sul
margine ed all'apice delle penne (mas. ad.). Tinta cenerina menu pura, base della
gola lavata di rossastro (fauni, ad.). Parti superiori bruno-cupe con lascio trasver-
sali rugginose ed alcune penne traversate o fasciate di bianco; una macchia bianca
sulla nuca e talora una seconda sulla fronte; parti inferiori bianche lavate di
ocraceo e con fascie nerastre; timoniere a fascie rugginose e nerastre e con
macchie bianche all'apice, sul bordo e lungo lo stelo (giov.). Parti superiori a fascie
nere e rossiccio-cannella; groppone e sopracoda cannella-vivace e di solito uni-
forme: gastreo bianco-ocraceo con fascie bruno-scure; timoniere a fascie rossiccio-
cannella e nere e con una larga banda nera subapicale (fase epatica).
Lunghezza totale 0,ra340; becco 0,'"021: ali 0,m230; coda 0,'"175; tarso O."'0l -
Abita l'intera regione Paleartica, migrando d'inverno fino nell'Africa meridio-
nale e nell'India ed attraverso la sottoregione Malese sino all'Australia. K uccello
estivo e comune in Italia, arriva d'aprile e riparte d'ottobre. Si riproduce ovunque
dalla metà di maggio al luglio.
Si sa che il Cuculo non fàbbrica nido, né cova le proprie uova, ma le
colloca nel nido di un altro uccello scelto a bella posta e sembra che pre-
scelga di metterle in quei nidi che contengono uova simili alle sue, che sono
molto variabili di colorito, deposita solo un uovo, talora due in ciascun nido
e sembra che la femmina del Cuculo deponga tre, quattro e fino venti uova in
un periodo di parecchie settimane. A spiegazione di tale fatto si cita la grande
scarsità di femmine, che offre questa specie in riguardo del numero dei maschi
ed il fenomeno che le uova di Cuculo sono depositate a notevoli intervalli, questi
due fatti realmente difficultano la cura dell'incubazione. Le uova di Cuculo fu-
rono trovate nel nido di più di cento specie di Uccelli (Passeracei, Ita lupicanti,
Colombi e forse la Gallinella d'acqua ed il Tuffetto). Il giovane Cuculo viene cosi
allevato dai nuovi parenti ed essendo vorace e bisognoso di molto cibo, scaccia
i compagni dal nido o ne getta le uova se non sono ancora sgusciate, ciò che
succede talora nel terzo giorno dalla nascita, quando è ancora nudo e cieco o
alle volte più tardi. Talora due uova di Cuculo sono depositate nel medesimo
84 1TLANTE ORNITOLOGICO
nido, ma non però dalla stessa femmina, allora quando i due piccoli sono nati,
sorgono fiere contese, sinché il più torte a colpi d'ala e col groppone ne scaccia
il più debole. Le uova di Cuculo sono molto piccole, data la sua mole e variano
assai di colori', di solito di un bianco-grigiastro macchiate di fulvo-verdastro o
blu-pallido, o verde-bluastre, o bianche, o grigie macchiate «li rossigno, etc.
Genere COCCYSTES, Gloger.
Becco mediocre con entrambe le mascelle leggermente curvate in basso,
apertura dello stesso moderata: narici basilari, ovali, non marginate, colla parte
superiore chiusa da una membrana; contorno dell'occhio in gran parte nudo;
un ciuffo sulla testa; ali che non giungono alla metà della coda; remiganti pri-
marie in numero di dieci. .'V e 4:' subeguali e le più lunghe; coda di 10 penne
lunghe e graduate: tarso lungo e forte, più lungo del dito esterno anteriore, piu-
mato nella sua parte alta, nudo all'indietro, coperto sul davanti di quattro scu-
detti grandi e di tre inferiori più piccoli: quattro diti, due anteriori e due all'indietro.
Sessi (piasi simili, giovani differenti dagli adulti.
Questo genere cousta di sei specie, che abitano l'Africa e l'Asia tropicale,
una di esse arriva sino nell'Europa meridionale. Non fabbricano nido, ed anche
in tal rapporto hanno le abitudini del gen. Cuculus.
72. Coccystes glandarius (Lixxaeus), Cuculo dui ciuffo.
Testa, suoi lati e nuca di un cenerino-chiaro con lo stelo nero, le penne molto
lunghe e formanti un ciuffo che cade all'indietro; parti superiori cenerino-brune,
macchiate di bianco all'apice delle penne delle ali e sulle cuopritrici della coda:
gastreo bianco, tinto di cenerino sui fianchi, di lionato sulla gola e sul petto; coda
molto lunga, graduata, biancastra all'apice (ad.). Ciuffo corto o quasi nullo, testa
nero-lucida; le macchie bianche sulle parti superiori leggermente lionate; si no-
tano tinte fulvo-vivaci sul collo e sul petto (tjior.).
Lunghezza totale 0,m415; becco 0,m026; ala 0,m215; coda 0,m220; tarso 0,ra032.
Abita il Nord dell'Africa e l'Europa sud-occidentale, spingendosi verso est
fino alla Persia e giungendo talora nell'Europa centrale. In Italia è specie di
comparsa accidentale e molto rara, che trovasi più facilmente in Liguria ed in
Sicilia, comparve nel Napoletano, nelle Puglie, nel Romano, in Toscana e presso
.Mantova, nel Veneto è rarissima, non venne mai colta in Sardegna. Sverna nel-
l'Africa tropicale.
Genere COCCYZUS, Veeillot.
Becco lungo circa quanto la testa, curvato ed appuntito all'apice; un piccolo
spazio nudo attorno all'occhio; narici basilari, elittiche, esposte; ali rotondate, al
(pianto appuntite all'apice, la .'!' remigante primaria la più lunga, 1 e 2" corte;
coda di 10 penne, molto graduata, poco più lunga delle ali; tarso nudo, non più
lungo dei diti.
MI \N I I ORNI rOLOGICO 85
Testa senza ciuffo; penne tibiali complete; piumaggio opaco; sessi simili, i
giovani differenti dagli adulti.
Questo genere consta di sci specie sparse nell'America, eccettuate le estreme
latitudini, due di esse giungono accidentalmente in Europa.
Sono uccelli insettivori di abitudini migratorie, non parassiti, ma fabbricano
il nido, deponendo uova verdastre che essi stessi covano, mostrandosi poi assai
amorosi della prole.
73. Coccyzus americanus I.ixx.\ii>. Cuculo a/mericano.
Becco, mandibola superiore gialla alla base, bruna nel resto, l'inferiore gialla
colla punta bruna; lati della fronte, della testa e d'attorno al becco oliva-grigia-
stri; guancie bianche; parti superiori e cuopritrici delle ali brune con riflessi me-
tallici olivastri; gastreo bianco, tinto di grigio sul collo; remiganti brune, tinte di
castagno, che è più vivace dal lato interno delle penne; coda, molto graduata, nero-
bruna con una larga t'ascia apicale bianca ad.). Becco giallo; manca il castagno
sulle ali; coda grigiastra di sotto, fascia apicale più ristretta (giot>.).
Lunghezza totale 0,m303; becco 0,'"023; ala 0,'"149; coda0,m157; tarso 0,' 027.
Abita l'America settentrionale-temperata, la centrale e la meridionale, giun-
gendo d'inverno tino all'Argentina. Accidentale in Europa, venne preso sei volte
nelle Isole Britanniche, un soggetto comparve nel Belgio, due in Francia ed uno
in Italia nell'ottobre 1883 in Piemonte, esemplare che si conserva nel R. Musco
di Firenze.
74. Coccyzus erythrophthalmus (Wilson), Cuculo a me riamo dagli occhi rossi.
| Coccygus erythrophthalmus (Wils. : Cuculo americano occMo-rosao].
Simile al precedente del quale ha la statura; becco nero, bluastro alla base
della mandibola inferiore; circolo oftalmico rosso-scarlatto; parti superiori con
ritiessi di color rame sulle ali; il castagno sulle ali manca quasi del tutto ed è
solo accentuato sul vessillo esterno alla base delle remiganti; coda più dilavata
di colore, cogli apici bianchi molto stretti e preceduti da una banda subapicale
nero-scura.
Abita le regioni orientali dell'America del Nord, giungendo d'inverno sino
alle isole Trinità e Cuba, alla Colombia ed al Perù orientale. Accidentale in Eu-
ropa, uno fu ucciso in Irlanda nel 1871 ed un secondo presso Lucca nel 1858;
questo è conservato nel R. Museo di Pisa.
Sottordine ANISODACTYLI - Anisodattili.
Diti tre in avanti, tutti più o meno riuniti alla base, il quarto sempre rivolto
all' indietro nelle specie Europee.
86 ATLANTI ..i:\i i,,i n,,ir,,
Famiglia C0UACI1DAK, <ur<i<-ii<li.
Hocco (li tipo corvino, compresso, arcuato, mascella superiore col margine
micio e l'apice un po' adunco; lingua scariosa, aguzza; narici basilari, mule, se
michiuse da una membrana coperta di penne setolose; ali mediocri, acute, allun-
gate di io remiganti primarie; coda abbastanza lunga di 12 penne, talora al-
cune ecced i le altre; tarso scudettato, più o meno corto del dito mediano; piede
anisodattilo; diti tre anteriori, uno posteriore; dito esterno unito al mediano verso
L'estrema base, l'interno unito nella sua articolazione basilare.
Statura abbastanza torte; sessi e giovani (piasi eguali; colori brillanti venie
o blu misto a castagno; mutano una volta all'anno nel tardo autunno.
Questa famiglia è composta di cinque generi e di circa i'"> specie, sparse nelle
parti temperate e tropicali del Mondo Antico. Abitano le campagne alberate ed
i boschi, nutrendosi esclusivamente d'insetti, di rettili e di piccoli mammiferi.
Nidificano nelle buche degù' alberi o delle case in rovina o disabitate, fabbricando
un nido di radici e di stecchi, ove depongono varie uova di un bianco lucido.
Genere CORACIAS, Linnaeus.
Becco duro, robusto, arcuato, più lungo che largo, nudo alla base, leggermente
uncinato, apertura larga; narici oblique, a metà coperte da una membrana piti
mata; redini limitate sul davanti da un citi Ilo di setole rigide; spazio post-oculare
nudo: ali lunghe, con 10 penne primarie, delle quali la L,:| e la .'! ' le più lunghe;
coda piuttosto grande, di 11' penne; tarso più corto del dito mediano con unghia,
a scudetti larghi sul davanti e reticolato all'indietro coi diti liberi, tre rivolti sul
davanti ed uno all'indietro; unghie robuste.
Questo genere abbraccia undici specie, che abitano l'Europa, l'Africa e l'Asia
centrale tino all'India ed a Celebes: una sola di esse giunge in Europa.
75. Coracias garrulus, Linnaeus, Ghiandaia marina.
[Tav. Xltt. Bg. L']-
Fronte, parte anteriore del sopraciglio e mento di un bianco-grigio; testa, collo e
parti interiori blu-pallide, qua e là verde-mare; gita ncie, regione auricolare e gola
blu pallide con lineette centrali blu-chiare, talora argentine; cuopritrici blu-verde
pallide, quelle lungo il margine alare blu d'oltremare; dorso e scapolari nocciola-
cupe; groppone violetto-porporino scuro e blu-chiaro; le due timoniere esterne
un po' più corte delle altre, con una macchia apicale nero-blu (ad.). 11 verde tinto
di gialliccio, il dorso meno vivace e misto a verde; le parti intcriori /issai più
pallide, brunastre sulla gola e sull'alto petto con strie longitudinali verdoguolo-
bianchiccie; penne esterne della coda più corte delle altre e senza macchie api-
cali igiov.).
\ 1 1 \\i i 0RNI1 [( 0 87
Lunghezza totale o. ;;40; becco O/'ol-s; ala 0,' L92; coda 0,m130; tarso 0,m022.
Vive nell'Europa e nell'Asia centrale e meridionali', si estende verso est fino
al Kaseniir ed all'India, nord-occidentale, sverna nell'Africa. In Italia è uccello
estivo, (die giunge in aprile e nel maggio e parte in settembre, raro nelle parti sei
tentrionali, poco comune indie centrali, piuttosto abbondante in Calabria ed in
Sicilia; in Sardegna sarebbe scarso e mancante in Corsica. Nidifica.
Non ho citato il C. indicus, Linnaeus tra gli uccelli Europei perchè l'unico
soggetto registrato come tale e conservato nel Collegio Bebck a Costantinopoli
non f'n ucciso in Europa, ma sulla costa asiatica del Bosforo ('). È specie che
aiuta l'India, estendendosi verso ovest tino alla Persia ed all'Arabia.
Famiglia MEROPIDAE, Meropidi.
Becco subeguale alla testa, affilato, curvato, appuntito, col culmine munito di
un solco rialzato e mal definito; lingua lunga e lanceolata; narici basilari, in parte
o nel tutto coperte di penne setolose; ali lunghe e appuntite, colla la remigante
primaria di solito corta e stretta; coda di 10 penne, colle due centrali spesso più
lunghe delle laterali ed acuminate; tarsi corti e deboli.
Forma slanciata; colori brillanti; penne del petto, in alcuni generi, molto al-
lungate e pendenti; la muta è semplice, i giovani nascono inetti, gli adulti sono
simili Inter -se e differenti dai giovani.
Questi uccelli hanno in parte abitudini sedentarie, altri sono migranti, fre-
quentano i giardini ed i siti alberati, mangiano esclusivamente insetti che pren-
dono a volo; nidificano nelle buche delle roccie o nella rena, scavandosi essi
stessi il foro e vi depositano poche uova rotondeggianti di un bianco-puro, senza
costrurre alcun nido. Questa famiglia abbraccia cinque generi con 35 specie, sparse
nelle zone temperate e tropicali del Mondo Antico.
Genere MEROPS, Linnaeus.
Becco allungato, leggermente curvato, tetragono, appuntito all'apice, col cul-
mine elevato, apertura del becco larga; narici ovali, basilari, in parte coperte di
peli diretti in avanti; ali lunghe di 10 primarie, la la rudimentale, la 2" la mas
sima e subeguale alla .">" ; coda abbastanza lunga, quadrata e tornita di li' penne,
colle due centrali appuntite e che sorpassano notevolmente le altre; tarsi scudet-
tati; diti piccoli, tre sul davanti ed uno all'indietro; il mediano unito all'esterno
con una membrana fino alla 2a articolazione ed all'interno fino alla 1', il poste-
riore colla base dilatata; unghie sottili, curvate ed acute.
Questo genere dai brillanti colori consta di 17 specie, che abitano l'intero
Mondo Antico, tranne le latitudini nordiche, due di esse giungono anche in Europa.
') Ibis. 187U, pag. iì:ì.
88 ATLANTI ORNITOLOGICO
76. Merops apiaster, Linnaeus, Gruccione.
( Groitaione, Mi ropi |.
[Tav. XIII, iìl
Fronte bianca, die sfuma in blu d'acqua marina ed in verde smeraldo; testa,
mica, parte posteriore del collo e dorso di un marrone castagno vivo, fulvo-gialletto
sulle scapolari, a guisa di due bande; groppone blu e verde gialle; sopracoda verde;
gola giallo d'oro, limitato in basso da una banda nera: gastreo verde-blu; coda
verde mista a blu, colle due timoniere mediane appuntite ed eccedenti (mas. ad.).
Tinte meno vivaci: testa e dorso lavati di verde; le due penne mediane della coda
più corte {fetnm. ini.). Tinta pallida: manca la fascia nera sulla gola (giov.).
Lunghezza totale 0,'"290; becco 0,m031; ala 0,m145; coda, timoniere mediane
0,mllf); le due penne centrali eccedono le laterali al massimo di 0,m030; timoniere
laterali 0,'"090; tarso 0,m012.
Abita l'Europa meridionale e parte della centrale ed è accidentale nelle re-
gioni settentrionali, si estende fino all'Asia centrale e d'inverno migra in Africa
e nell'india nord-occidentale. In Italia è uccello estivo, comune nelle provincie
centrali e meridionali e nelle Isole, raro nelle settentrionali. Nidifica comunemente
nelle parti centrali e meridionali, ma di rado nella Valle Padana. Arriva in aprile
e nel maggio e riparte in settembre.
77. Merops persicus. Pallas, Gruccione egiziano.
L Grottaione egiziano ].
Fronte bianca, che poi sfuma in blu; sopraciglio e striscia sulle guancie blu di
turchese; redini nero-verdone, che si estendono in una fascia che abbraccia l'occhio
e termina poco dopo; parti superiori, petto ed addome di un verde-glauco, bluastro
sul sopracoda; guancie di un blu-chiaro, separate dal nero dello spazio auricolare da
una linea bianca; mento giallo; gola rosso-mattone; le due timoniere centrali ec-
cedono le laterali (mas. ad.). Bianco della fronte e blu del sopraciglio più ristretti
(femm. "</.). Più cupo, coi margini delle penne più chiari, manca la linea frontale;
sopraciglio debole; gola di un castagno-bruno dilavato: mento biancastro; gastreo
blu-verde-pallido, biancastro sul centro dell'addome; timoniere centrali di poco
eccedenti le laterali {giov.).
Lunghezza totale 0,m27s; becco 0,m036; ala 0,1 157; coda, timoniere mediane
0,'"lt>5; timoniere laterali 0,m100; tarso 0,m012.
Abita l'Africa e l'Asia lino all'India nord-occidentale. Accidentale in Francia,
nella Grecia e nella Russia meridionale: in Italia è specie rarissima, venne presa
in Liguria, nel Barese, a Malta e forse in Sicilia.
La citazione del Dubois(') sulla cattura di un M. viridis, Linnaeus ('') in Si-
(') Bev. <i Mag. /.««t. 1*7:;. pag. :;:'L'.
(!) Secondo il Salvatori Elenco, p. 7">, 1SS7 questo esemplare dm rebbe riferirsi al '/. viridissimut,
Swainson, ohe egli crede diverso dal >/. viridis, Linnaeus. Il prii aiterebbe l'Africa, l'altro l'Asia me-
ridionale.
I-'.
1. Tordela. 2. Tordo. 3. Tordo sassello. I. Cesena. 5. Merio dal collare. 6. Merio fà* ad.). 7. Merlo ($).
8. Rigogolo ((? ad.). 9. Rigogolo
DIrico Uoepli, Editore, Milano
MI l\IK OBNITI li 0 89
cilia, basa certamente su inesatte informazioni. È specie che abita l'Egitto e l'Africa
nord orientale Sno alla Senegambia e l'Asia attraverso la Persia fino all'India, e
non pare sia mai comparsa in Kuropa.
Famigj i\ ai.< IEDINIDAE, Alcedinidi.
Becco diritto, subtetragono, appuntito, più Lungo della testa, col culmine spia-
nale o leggermente rotonde: apertura larga, lingua acuta e brevissima; narici
basilari, coperte di piume: ali alquanto lunghe, leggermente rotonde, di 10 pri
marie; coda composta di lo a 12 penne, talora eguali e corte o molto lunghe e
eolle due mediane eccedenti le laterali; tarsi deboli, eorti, reticolati, coperti ili
pelle molle e nuda: diti anisodattili, deboli e corti, col 4" unito al '.',"' per più di
metà della sua lunghezza, il 2" al 3° nel sito terzo basilare, il pollice corto, piatto
di sotto, il dito interno sempre corto, talora rudimentale o mancante.
Colore vario, talora opaco o vi predominano il blu-metallico, il verde, il ca
stagno; forme massiccie: sessi simili, i piccoli nascono nudi e completamente
inetti: cangiano le penne una volta all'anno, talune specie peto hanno doppia muta.
Nidificano nelle buche e depositano uova bianche, quei generi che hanno abi-
tudini (Inviali le collocano in fori scavati nell'arena in prossimità delle acque, gli
altri nelle buche degli alberi. Alcune specie si cibano eslusivamente di pesci, altre
di insetti, di molluschi terrestri e di rettili.
Questa famiglia abbraccia l".i generi con circa 200 specie sparse per tutto
il Mondo, comprendendo anche i Dacelonini (Daceloninae della Regione Indiana.
Genere ALCEDO, Lixnai.i s.
Becco più lungo della testa, robusto, quasi diritto, compresso, largo e forte
alla base; testa con un ciuffo poco sviluppato; narici basilari, semichiuse da una
membrana; lingua carnosa, brevissima; ali piuttosto corte, rotonde, di 10 remi-
ganti primarie, 2a e 3a le più lunghe: coda molto corta, di dodici penne; -ambe
nude sopra l'articolazione del tarso; tarso alquanto corto; diti piuttosto corti, tre an
tenori uniti alla base, uno volto all' indietro e leggermente più corto dell'interno;
unghie arcuate ed acute.
Questo genere consta di 10 specie, che abitano gran parie del Mondo Antico,
mancando nell'Australia, nella Polinesia ed in America.
78. Alcedo ispida, Linnaki s, Marlin pescatore.
[Piombino, Uccel Santa Maria],
[Tav. XXIV, lig. 10].
Redini ed una fascia che avviluppa l'occhio nere; un ciuffo corto sulla testa
nero-blu, tinto di lapislazzoli verso l'apice delle penne; dorso, groppone e sopra
coda verde-celeste di lapislazzoli; una fascia sopra le redini, regi auricolare.
lati della faccia, petto e parti inferiori di un castagno-vivace; guancie ed una mac-
Atlante ornitologico. 12
HO ATLANTE ORNITOLOGICO
chia sui lati del petto di un blu-carico; uno spazio sui lati del collo e gola bianco-
fulvi; cuopritrici delle ali verde-nerastre, terminate di blu di lapislazzoli (mas. ad.).
Cuopritrici delle ali verde-oliva; penne sul davanti del collo e del petto margi-
nate di bia n castro-cenerognolo; gola e gastreo bianco-fulvicci igiov.).
Lunghezza totale 0,'"180; becco 0,'"035: ala0,'"080; coda0,m035; tarso 0,m009.
Il Martin pescatore abita l'Europa, l'Asia settentrionale, l'India, il Burina, la
Cina, la Malesia, le Molucche, le Filippine e le Isole della Sonda, però nell'Isola
di Flores i Indie or.) vive una specie affine VA. floresiana, Sharpe, e nelle Mo-
lucche si trova anche VA. ispidoides, Lesson, etc. In Italia è specie ovunque
stazionaria e comune, però migra parzialmente d'inverno dalle provincie set-
tentrionali, portandosi nel sud della Penisola e nelle Isole. Nidifica da aprile a
giugno.
Genere CERYLE, Boie.
Becco robusto, più lungo della testa, assottigliato fino alla punta, col culmine
carenato, compresso sui lati, apertura del becco grande; narici basilari, colla
membrana nasale corta; ali mediocri, piuttosto lunghe e larghe, la 1" remigante
primaria molto corta, 3a e 4a le più lunghe; coda piuttosto allungata e legger-
mente rotonda; tarsi scudettati, assai corti e robusti; piedi corti, deboli, coi tre
diti anteriori riuniti alla base, il posteriore volto all' indietro; unghie compresse,
acute, arcuate.
Piumaggio poco brillante, bianco e nero; testa ornata di un ciuffo; dorso
grigio o verde senza blu; sessi differenti.
Questo genere consta di 10 specie, che abitano i paesi Mediterranei, la Re-
gione Etiopica e l'Indiana, portandosi fino al Giappone, e l'America.
79. Ceryle rudis (Linnaeusi, Martin pescatore Manco e nero.
Parti superiori nere, macchiate e variate di bianco; un tratto bianco dal becco
fino alla regione auricolare, passando al disopra dell'occhio; penne della testa al-
lungate a ciuffo; parti inferiori candide, con due fascie nere attraverso al petto,
l'ima larga, l'altra stretta; remiganti e timoniere nere con macchie bianche (mas. ad.).
Petto attraversato da una sola banda (femm. ad.). Come la femm. ad., parti supe-
riori molto più scure; macchie nerastre sulla gola; fascia sul petto grigiastra,
marginata di nero (giov.).
Lunghezza totale 0,'"269; becco 0/"054 ; ala0,ra134; coda0,'"090; tarso 0,'"0 10.
Abita le contrade orientali bagnate dal Mediterraneo tino alla Persia e l'in-
tera Africa. Questa specie fu citata senza fondamento per la Sicilia dal Malherbe,
ma fino ad ora non venne trovata in Italia ('e per l'Europa comparve in Grecia
ed in Turchia, ma vi è specie rara.
(') Nella Raccolta Magni Griffi composta, per quanto so, di esemplari colti in Liguria, esiste un
C. /»rfis eolla data 1867, Bocca di Magra . esso è passato ora con molli altri al R. Museo Zoologico
Ali \Mi ORNITOLOGICO '.' 1
Due esemplari dell'affine C. aleyon (Linnaeus) furono presi in Irlanda, ma
l'Autore Inglese più moderno, che è il Saunders, non L'ammette nella sua lista;
un terzo sarebbe stato ucciso in Olanda presso Arnheim nel dicembre L899 (*).
Abita il Nord-America, arrivando d'inverno fino alle Antille.
Anche una specie del gen. Haleyon e precisamente L'jET. smyrnensis (L. com-
parve nelle Liste Europee. Questo uccello abita gran parte dell'Asia, estendendosi
verso oriente fino alla Cina, verse occidente alla Siria, verso sud sino alle Isole
Andamane; venne trovato a Lenkoran nel Caucaso (Radde), due altri soletti
rebbero stati veduti Lungo il Reno, uno dei quali dallo stesso Alt uni - . Credo pru-
dente attendere prove più sicure per ammetterlo tra le specie Europee. La sua
statura oscilla- tra 0,m284 e 0,m288. La testa, il collo ed il gastreo sono di un bianco-
rossiceio-cupo; il mento, la gola, il gozzo ed il petto bianchi: il groppone ed il
sopracoda blu di lapislazzoli; il mantello, le spalle e gran parte delle ali di un
blu-scuro; il becco ed i piedi rossi.
Famiglia UPUPIDAE, Upupidl
Becco più lungo della testa, sottile, arcuato, molto compresso ed ottuso al-
l'apice; narici aperte, rotonde, basilari, seminude; lingua corta, triangolare, col-
l'apice ottuso; ali rotonde, di 10 primarie, la 4a e la 5" le più lunghe, la la metà
in lunghezza della 2n ; coda di 10 penne, più lunga delle ali, leggermente cuneata
e quadrata all'apice; gambe rivestite di penne; tarso piuttosto corto, ma più lungo
del dito mediano; diti, tre diretti in avanti, il quarto pure ben sviluppato e volto
all' indietro, il dito esterno unito alla base col mediano.
Piumaggio opaco, senza lucentezza metallica; pileo ornato di un lungo ciuffo,
formato di due serie longitudinali di penne, che sono erigibili a ventaglio; sessi
eguali, adulti e giovani poco differenti di colorito; mutano due volte all'anno, in
marzo e nel settembre.
Questa famiglia contiene il solo genere Upupa con sei specie sparse nella re-
gione Paleartica meridionale, nell'Africa, nel Madagascar e nell'Asia, ove si esten-
dono fino al Giappone ed a Borneo. Frequentano i giardini e le boscaglie non lontane
dai campi coltivati e dalle pianure ed emettono un grido strano e monotono, che si
riproduce con bu, bu, bu, bit, bu e che ha riscaldato talmente la fantasia popolare da
farli considerare uccelli di triste augurio; volano a scatti, battendo spessissimo
le ali. Nidificano nelle buche degli alberi senza far nido e lasciando accumulare
nello stesso gran copia di escrementi, che esalano un forte fetore; le uova sono
allungate grigio-verdastre, macchiate di grigio-scuro.
di Roma. Il mio amico Conte di Carpegna mi ha gentilmente favorito nn Elenco dei detti soggetti, ed
io non ho mancato di citarli nel mio lavoro ma con le maggiori riserve, perchè dubito fortemente del-
l'esattezza di tali notizie e perchè temo che la buona fede del Magni Griffi sia stata più volte sfrattata.
E ciò mi semina tanto piti palese, (piando si pensi che nel solo anno 1869 egli avrebbe avuto la Sylvia Hinp-
pelli, Tenni)., il Turila* ustulatue Swainsoni (Cab.) e la Plerocoryt < sibirica (Gm.), ciò che mi pare troppo
fortuna ! !
l'i Aquila, p. 194 (1901 1.
(;) Naomann, VSgél Deuttchl. voi. IV, pp. 360-3b'l, nuova ediz. (1901).
92 ATLANTE ORNITOLOGICO
Genere UPUPA, Linnaeus.
Ha i caratteri della famiglia.
'- '
80. Upupa epops, Linnaeus, Upupa.
[Bubbola].
[I'av. XXIV, fig. 7 o Tav. L, tìg. 3].
Ciuffo sulla testa isabella-carico, con un grande spazio apicale nero ed alcune
penne ornate di una macchia preapicale bianca; dorso e parti inferiori isabelline,
vinate sul petto, biancastre sull'addome, con strie brunastre sui fianchi; groppone
nero, marginato di bianco-fulviccio ; sopracoda bianco-perfetto; ali a fascie bianche
e nere : coda nera con una fascia bianca trasversale nel centro, più larga sulle
timoniere esterne (ad.). Becco e ciuffo più corto, strie brunastre dei fianchi più
sviluppate igiov.).
Lunghezza totale 0,m260; becco da 0,,n050 (ad.) a 0,'"035 {giov.); ala 0,m145;
coda 0,'"100; tarso 0,'"021.
Abita la regione Paleartica, dall'Inghilterra e dalla Scandinavia fino al Giap-
pone, alla Persia ed all'India centrale, è accidentale alle Spitzbergen, migra
nell'autunno in Africa sino alla Senegambia. In Italia è specie estiva, abbastanza
comune, d'arrivo in marzo ed in aprile, riparte da settembre a ottobre e nelle
parti meridionali anche in novembre. Vi è molto da dubitare sulla notizia che
nel I '.arese sia specie stazionaria. Nidifica.
Sottordine HIANTES - Ianti.
Diti anteriori liberi o con una membrana interdigitale: dito posteriore (pol-
lice) assai corto, diretto in avanti od opposto e versatile.
Famiglia CAPRIMULGLDAE, Caprimulgidi.
Testa grande, depressa; becco molto piccolo, spianato alla base, legger-
mente uncinato e contornato di setole assai sviluppate; occhi molto grandi; na-
rici basilari, con un bordo rialzato, talora tabulari; apertura del becco molto grande
ed estesa fino oltre la metà dell'occhio; ali più o meno lunghe ed appuntite, di
10 primarie; coda con 10 timoniere; tarsi in generale molto corti, nudi o piu-
mati; piedi assai piccoli; diti tre rivolti in avanti, talora con un numero inso-
\ I I WTI ORNITOI OGII 0 93
lito di falangi, il mediano unito ai laterali da una membrana; unghie lunghe, non
retrattili, con quella del dito mediano spesso pettinata.
Giovani inetti, ma coperti ili piumino; piumaggio molle e morbido, di tinte
opache, sessi e giovani quasi eguali; mutano due volte all'anno in primavera ed
in autunno.
Questa famiglia è composta di 19 generi, comprendendo anche L'Americano
Nycfflrius, Vieill. dall'unghia del dito mediano non pettinata, ed in tutto una no-
vantina di specie sparse indie regioni temperate e tropicali del Mondo intero.
Frequentano le aperte campagne e le boscaglie, raramente escono di giorno, ed
hanno abitudini notturne o crepuscolari coinè i Rapaci notturni ai quali assomi-
gliano per il piumaggio molle e vellutato, per il volo silenzioso e di solito per il
colore protettivo: alcune specie si presentano migranti, portandosi al Sud d'au-
tunno; sono eminentemente insettivori e all'oliano la preda volando e tenendo
aperta la larghissima bocca. Non fanno nido, ma depositano sulla nuda terra e
di solito frammezzo ai cespugli due uova di coloro vario e spesso protettivo. Per
Le altitudini ed il colorito dettero luogo ai più strani pregiudizi del volgo.
Genere CAPRIMULGUS, Ltnnàeus.
Becco molto piccolo e corto, flessibile, allargato alla base, compresso al-
l'apice: mandibola inferiore coli' apice rivolto all'insù e che tocca quello della
superiore che è adunco, base del becco circondata da setole dirette sul davanti,
dietro il punto di contatto degli .apici delle due mascelle un meato ben distinto;
apertura del becco larghissima, estesa al di là dell'occhio; narici basilari, membra-
nose, coperte di piccole penne; ali grandi di 10 primarie, la 1" leggermente più
corta della 2,s che è la massima; coda di 10 penne lunghe e leggermente rotonde;
tarsi molto corti, piumati nei due terzi superiori; piede piccolo e corto; diti tre
rivolti in avanti, dei quali il mediano più lungo dei due laterali, che sono eguali,
l'interno unito al mediano da una membrana e munito di quattro falangi, il quarto
rivolto all'indietro; unghie piccole, curvate all' infuori, quella del dito mediano
pettinata sul margine interno.
Questo genere consta di 42 specie, tre delle quali giungono più o meno re-
golarmente in Europa.
I Succiacapre hanno l'abitudine di cercare gl'insetti frammezzo gli armenti,
questo costume fece nascere ai pastori l'idea che essi succhiassero il latte delle
capre, e da ciò il loro nome ripetuto in tutte le lingue.
81. Caprimulgus europaeus, Linnaeus, Succiacapre.
| Nottolone'].
l'I \v. XXIV. fig. 8. e Tav. L. Bg. 1 &.].
Testa e parti superiori di un grigio-cenerino e brunastro a zig-zags sottilissimi
e con grandi macchie allungate nere sul centro della testa ed una ristretta lungo
lo stelo delle penne sulle parti laterali della stessa; dorso e groppone con una stria
nera, allungata e più larga sulla linea mediana; parti interiori a zig-zags brunastri,
9+ ATLANTE OUNITOI.OGICO
grigi e fulvicci e cou grandi macchie bianco-fulviccie sui lati della gola; le tre
prime remiganti primarie con una macchia bianca sul mezzo del vessillo interno,
le due timoniere esterne da ogni lato colFestremità bianca (mas. ad.). Colori più
scialbi; mancano le macchie bianche sulle remiganti e sulle timoniere esterne
(fri/ut/, ad.). I giovani sono più opachi di tinte, ma hanno le macchie sulle remi-
ganti e sulle timoniere (che mancano anche nelle femmine giovani) di un fondo
di tinta più rossigno.
Lunghezza totale 0,m280; becco 0,'"009; ala0,'"198; coda0,'"145; tarso 0,'"014.
Abita l'Europa fino al 63" di lat., la Siberia meridionale e l'Asia minore, sver-
nando nell'Africa. In Italia è specie estiva, abbastanza comune, arriva d'aprile
e nel maggio, ripartendo in ottobre. Nidifica, e fu asserito che sverni in Sardegna,
tatto che non venne poi confermato.
Il signor Hartert (J) ha distinto una forma del C. europaeus, che presenta statina
minore ed ali, anche in proporzione, più corte e la chiamò C. europaeus meridioiialis,
essa fu elevata al raugo di vera specie dallo Sharpe (2) e dal Madarasz (3), ma l'IIar-
tert anche in un susseguente lavoro (4) la ritiene semplice sottospecie e cosi l'Er-
langer (5). Abita l'Europa meridionale ed il Nord dell'Africa e nidifica sempre
al di qua dell'Equatore. Sarebbe molto cupa di colorito nei paesi occidentali (Spa-
gna), distintamente più chiara a Tunisi, ad Algeri e nei paesi orientali (Grecia).
Ma si presenta sempre assai variabile nel fondo di tinta, mostrando notevoli pas-
saggi al tipico C. europaeus. Ala 0,"'180; coda 0,"'135. Anche in Italia ho trovato
soggetti con queste dimensioni.
82. Caprimulgus rufìcollis, Temminck, Succiacapre dai colio rosso.
[Nottolone a colture rosso].
Parti superiori di un grigio-cenere chiaro, a zig-zags trasversali grigio-rossa-
stri e con fascie longitudinali nere sulla testa, sulla nuca e sul groppone, quelle della
testa bordate di fulviccio; attorno al collo itti largo collare rosso-castagno, molto distinto
sitila p(t iti- posteriore /lilla stesso e macchiato di itero; le parti inferiori a fascie alterne
ed irregolari giallette e nerastre; sulla gola due grandi macchie bianche, più ac-
centuate che nel C. europaeus; macchie sulle remiganti e sulle timoniere come nel
C. europaeus, ma presenti anche nella femmina (ad.). Generalmente più pallido; macchie
sulle remiganti e sulle timoniere meno accentuate {giov.).
Lunghezza totale 0,'"298; becco 0,'"012; ala0,ra202; coda0,m165; tarso 0,'"0 19.
Il collare rossiccio, e talora dorato, rende subito riconoscibile questa specie.
Abita l'Africa nord-occidentale, la Spagna ed il Portogallo ed è accidentale
in Francia, in Inghilterra ed in Dalmazia. In Italia è specie pure accidentale e
molto rara, presa soltanto una volta a Trapani ((!) e due volte a Malta nel 1860
e nel 1865, questo secondo si conserva nel R. Museo di Firenze.
(') Ibis, L896, p. 370.
ì Band-List lì., II. p. 87 (1900).
Uagyaror. Mintami. V, p. 182 (1900).
//,/. li, ,,,,,■!, VSg. l.uf., V, p. 57(1897).
■ loiirn. Jiir Ornili,.. XLV11. p. 519 (1899).
(' i -tri, . Il, pp. 102-103 (1898).
ATLANTI'. ORNITOLOGI' 0 95
83. Caprimulgus aegyptius (Lichtenstein), Succiacapre algerino.
[ Vottolone del desi rio].
Parti superiori ili un isabella-chiaro a zig-zags estroni finissimi grigio-isabellini,
fulvi e nero-bruni con macchie nerastre sulle parti superiori della testa e sulle sca-
polari, ove sono più larghe: parti interiori molto più pallide con due macchie bianche
sulla gola; addome di un grigio-isabella con strette fascie, unicolore soltanto nella
sua parte più bassa (ad.).
Lunghezza totale 0/"267; becco 0,'"008; ala 0,m204; coda 0,m140; tarso 0,m023.
Abita l'Africa settentrionale fino alla Nubia e parte dell'Asia, dal Caspio al
Baluccistan. Accidentale in Europa (Inghilterra ed Helgoland). In Italia comparve
tre volte a Malta e due in Sicilia, cioè a Girgenti senza data e nel 187'J a Mo-
dica; questo ed un secondo, proveniente da Malta, sono conservati nel R. Museo
di Firenze; la cattura di Girgenti non è del tutto sicura, la notizia è riportata
dal Doderlein, ma il soggetto non venne preparato.
Sembra che un esemplare di C. asiatieus, Latham, sia stato ucciso presso
Genova, esso si conserva ora al R. Museo di Firenze. Ma anche, a detta del Salva
dori, tale notizia non offre sufficienti garanzie. È specie propria all'Asia e che
finora non comparve in Europa.
Famiglia CYPSELIDAE (l), Czpselidi.
Becco corto, depresso, uncinato, largo alla base, senza setole; apertura del
becco larghissima, estesa fino oltre gli occhi; testa ed occhi mediocri, questi incas-
sati e sormontati da un opercolo di penne; ali assai lunghe, appuntite, di 10
primarie, le secondarie assai corte; coda di forma variabile, composta di 10 penne;
tarsi nudi, corti e forti, talora piumati; piedi corti, diti di solito robusti, separati,
quasi eguali, tre sul davanti, il posteriore più o meno diretto in avanti od all'in-
die tro e versatile: unghie compresse, forti, curvate.
Giovani inetti e nudi: fu asserito che mutano due volte all'anno di primavera
e d'autunno, ma invece pare assodato che la loro muta è semplice e che ha luogo
nel nostro mezzo-inverno, cioè di febbraio; tinte piuttosto scure, miste a bianco,
senza colori metallici; sessi e giovani eguali o con lievi differenze.
Questa famiglia contiene circa 75 specie, che abitano tutto il Mondo, tranne
le latitudini più settentrionali e le più meridionali. Conducono vita esclusivamente
aerea e hanno potere di volo straordinario, assai di rado si posano sugli alberi
o a terra. Si nutrono quasi esclusivamente d'insetti, che cacciano volando. Fre
quentauo i monti, le estese pianure, talune specie abitano entro le stesse città.
Questa famiglia por legge di priorità dorrebbe chiamarsi Apidae o Apodidae, ma Biccome ciò
potrebbe generare confusioni con altri gruppi d'animali, ln> preferito ritenere il vecchio nome ili Cypte-
lUlar, scartando anche lincilo ili Micropidae o Micropodidae.
96 atlanti; ornitologico
Sono migranti e d'autunno vanno verso Sud. Nidificano in differenti maniere, na-
scondendo i nidi nello buche delle roccie, dello case e nelle eaverne o fabbrican-
doli qua e Là appesi come quelli delle Panyptilae e delle Collocalìae <> Salangane,
(die sono anche mangerecci, pendio fatti quasi esclusivamente di unisco o di simili
sostanze agglutinate con una secrezione salivare modificata, emessa dallo glandole
salivari grandemente sviluppate.
Sottofamiglia CYPSELINAE, t <ipst lini.
Diti tutti diretti all'innanzi ad eguali intervalli l'uno dall'altro, il posteriore
volto all'innanzi o laterale; notasi un numero anormale di falangi nei diti; tarsi
piumati, talora anche i piedi.
Genere APUS, Scopoli (').
Hocco estremamente piccolo, largo, triangolare alla base e compresso all'apice,
curvato, coi margini della mascella inferiore assai piegati all'indentro; apertura
del becco molto larga, estesa fino sotto gli occhi; narici longitudinali, con un mar-
gine rialzato e con piccole penne; ali di 10 primarie, lunghissime, acute, 1" e _'
le più lunghe; coda di 10 penne, forcuta, talora sorpassata considerevolmente dalle
ali; tarsi assai corti, nudi posteriormente, piumati in fronte; diti nudi, separati,
in numero di quattro, dito mediano, l'esterno e l'interno ciascuno con tre fa-
langi: unghie corte, grandi, molto curvate, retrattili.
11 genere Apus consta di circa 26 specie, che abitano il Mondo intero, eccetto
l'estremo Nord e l'America settentrionale e sono di comparsa irregolare in Au-
stralia.
84. Apus melba (Linnaeus), Rondone alpino.
[ Cypselus melba (L.;].
[Tav. XXV, fig. 11].
Tinta generale bruno-scura; fascia pettorale e cuopritrici interiori della <^n\;\
grigio-bruni : mento, gola, addante ili un bianco-puro con deboli vestigi di tinte nerastre
lungo lo stelo i mi.), l'enne scure, marginate di bianco; fascia pettorale più stretta (giov.).
Lunghezza totale 0,m220; becco 0,'"010; ala <),,il'l,7; coda, timoniere laterali
0,'"090; tarso 0,'"014.
Abita le montagne dell'Africa settentrionale e dell'Europa meridionale fino
alle Alpi, al cui Nord è accidentale e si estende verso oriente fino all'India. In
Italia è specie estiva, d'arrivo in aprile e di partenza alla fine di agosto, è in
generale nieno abbondante sugli alti monti del continente, che non sul monte
;i [pui, Scopoli (1777); Min-opus, Meyor & Wolf (1810), Cypselue, [Uiger (1811)
Tav 13.
1. Frosone. 2. Ghiandaia marina. 3. Gruccione. 4. Torcicollo. 5. Codirossone (o* ad.). 6. Passera solitaria
(cf ad.). 7. Passera solitaria (2). 8. Tordo oscuro. 9. Tordo dorato. 10. Cesena dì Naumann.
Ubico Hoepli, Editore, Milano.
ATLANTE ORNITOLOGI) 0 97
Argentàrio, in Calabria e nelle isole di Sicilia, di Sardegna, ili Corsica, all'Elba età,
ove è abbondantissimo, specialmente d'attorno alle roccie a picco sul mare. Ni-
difica.
85. Apus apus Linnaeus), Rondone.
| Cypselus apus l..)|.
| Tu. XXV, fig. 13 j.
Tinta generale bruno-nerastra di fuliggine con una leggera lucentezza ver
dastra; uno spazio nero (lavami agli ocelli: fronte e remiganti debolmente più
pallide; mento e gola di un bianco-sudicio e cenerognolo; coda forcuta ad. . Re-
dini e fronte più biancastre; manca la lucentezza verdastra; le penne scure con
margini biancastri giov.).
Lunghezza totale 0,' 175; becco 0,'"007: ala 0,m170: coda, timoniere laterali
0,mO72; tarso o.'OlO.
Abita la regione Paleartica fino al 70° di lat. X.. e sverna nell'Africa del Sud
e nell'India. In Italia è specie abbondantissima, di arrivo in aprile e di partenza
dal l'I luglio a settembre. Nidifica due volte in maggio e nel giugno. Sono senza
fondamento le notizie sullo svernamento del Rondone in Italia.
85". Apus apus murinus (Brehm), Rondoni pallido.
| Cypselus murinus (Bkehm), C. pallidus, Shell.; Rondone <hiaro~\.
Simile all'J. apus, ma colle ali in proporzione più corte: statura minore e
colorito più chiaro, grigio-sorcio, colla fronte e la parte anteriore della testa più
sbiadite ; il bianco sul mento e sulla gola più esteso.
Lunghezza totale 0,'"152; becco 0,m008; ala 0,'"163; coda 0,'"068; tarso 0,'"011.
Abita le parti settentrionali dell'Africa, estendendosi verso Est fino alla Persia
e d'inverno sino al Damara in Africa. È comune alle Canarie, alle Azzorre e nella
Spagna. In Italia comparve tre volte, cioè due a Malta nel 1874 ed una nel 1887
a Spezia, i tre esemplari sono conservati nel R. Museo di Firenze. Sembra essere
specie rara da noi se non è confusa coll'J.. apus, ciò che non è difficile: fu presa
a Creta, in Dalmazia, in Ungheria ed a Cipro.
86. Apus affinis .1. E. Geay), Rondone indiano.
[Cypselus affinis (J. E. Gk.)J.
Testa, nuca, lati e parte posteriore del collo grigio-bruni; dorso, petto e addome
nero-lucidi a riflessi verdi; mento, gola e groppone bianco-puri; coda poco forcuta.
Lunghezza totale 0/"129; becco 0,'"007 ; ala 0,m131; coda 0,'"042 (nelle timo-
niere esterne): tarso 0,m008.
Abita l'Africa, l'India e Ceylan, ma non è distribuito uniformemente. Com-
parve una sola volta in Europa, cioè in Italia, a Genova, nel 1 1 maggio 1890 (Sal-
vadori '
(') Nel K. Museo di Firenze si conserva un .1. affini», ohe sarel)l>e stato ucciso il li luglio 1890
nello vicinanze di Roma,
Atlante ornitologico. 1U
98 ATLANTE ORNITOLOGICO
Sottofamhìlia CIIAETURINAE, Chetarmi.
Steli delle timoniere di solito rigidi e protratti oltre i vessilli: diri con un
numero nonnaie di falangi, il posteriore non rivolto sul davanti, ma versatile;
tarsi mai piumati.
Genere CHAETURA, Stephens.
Simile al genere Apus, ali molto lunghe, considerevolmente eccedenti la coda
che è corta, quadrata e colle penne terminate da una porzione acuta e nuda dello
stelo (coda mucronata); tarsi nudi, più robusti; dito posteriore diretto all'indietro,
numero delle falangi normale.
Una trentina di specie compongono questo genere, che è sparso nell'America,
nell'Africa tropicale, nell'Australia ed in parte dell'Asia, una sola di esse giunge
accidentalmente in Europa.
87. Chaetura caudacuta (Latham), Rondone dalla coda spinosa.
Fronte, mento, gola e basso addome bianchi; testa, suoi lati e nuca nero-bru-
nastro-lucidi; dorso, scapolari e groppone di un bruno-pallido; ali e coda nero-
verdastre miste a blu-metallico; remiganti secondarie interne coi vessilli interni
in gran parte bianchi (ad.).
'Lunghezza totale 0,'"202; becco 0,m009; ala 0,m207; coda 0,,n056; tarso 0,m017.
Abita la Siberia orientale, la Cina, l'Imalaia, il Giappone e d'inverno l'Au-
stralia. In Europa comparve due volte, quale uccello accidentale, nella Gran Bre-
tagna nel 1846 e nel 1879.
Ordine PASSERES - Passeracei.
Becco di forma estremamente variabile, interamente o parzialmente corneo,
mai del tutto membranoso o fornito di cera o ceroma; ali di forma svariata,
remiganti 1" da nove a dicci, grandi cuopritrici mai più di metà lunghezza delle
remiganti •_". che non oltrepassano il numero di sei; coda molto variabile di forma,
di 12 timoniere, salvo casi eccezionali; piede passerino, adattatissimo ad appoggiare
sui rami degli alberi, mai zigodattile, ma semipalmato, cioè coi diti riuniti più
o meno del tutto alla giuntura basilare; diti in numero di quattro, tre diretti in
avanti, il posteriore sempre all'indietro, mai in avanti o lateralmente, sempre pre-
sente ed incunibentc. con unghia tiene sviluppata e larga.
MI \MI 0BN1 fOLOGICO 99
un uccelli che appartengono a questo grande ordine sono altamente distinti
per caratteri anatomici ed osteologici, hanno palato egitognato o passerino, le
vertebre cervicali che non oltrepassano il ninnerò di 15, Lo -ionio semplice con
ampia intaccatura sul margine posteriore, i lendini della pianta profondi, liberi
e molto semplici, il pollice sempre presente; L'apparato musicale più o meno com-
plesso e sviluppato, ma sempre presente; i pulcini nascono inetti, ciechi, nudi,
e sono nutriti per lungo tempo dai genitori in un nido di sedilo artistico. Si sud-
dividono in quattro grandi sottordini, dei quali solo quello degli Oseines o Pas-
seiacci cantori è Kuropeo. Questo ordine cosmopolita contiene pili di 5800 specie.
Sottordine OSCINES - Passeracei cantori.
L'apparato vocale è più o meno sviluppato e consiste di cinque a sette paia
di muscoli, alcune specie però non cantano.
Sezione OSCINES LATIROSTRES - Passeracei latirostri.
Becco corto, largo e depresso alla base, profondamente spaccato: piedi pic-
coli, essi ed il tarso talora in parte piumati. Sono uccelli di piccola taglia, cosmo-
politi e migratori.
Famiglia HIRUNDLNIDAE, Irundinidi.
• Becco corto e largo, spaccato fino sotto l'occhio, piatto, fornito alla base
di poche setole indistinte e talora mancanti; fosse nasali piccole, narici circolari,
talora del tutto aperte o coperte da una membrana; ali acuminate, assai lunghe
di 9 primarie colla 1° la più lunga, se non esiste penna spuria visibile; coda in
generale di 12 penne, talora forcuta e con le penne esterne filamentose; tarso
nudo, scudettato sul davanti, raramente piumato, molto corto; dito mediano riu-
nito alla giuntura basilare coll'esterno, alle volte anche coll'interno; diti corti
e deboli, colle unghie mediocri ed arcuate.
La testa è subrotonda, il corpo riunito, gli occhi mediocri; il piumaggio offre
talora tinte metalliche appariscenti; i sessi sono eguali o poco differenti, i giovani
dissimili dagli adulti; la taglia è relativamente piccola.
Le Rondini sono sparse per tutto il Mondo, se ne conoscono circa 100 specie,
si cibano d'insetti, che predano volando; dotate di volo potente, imprendono lun-
ghissime migrazioni periodiche, cangiano le penne una volta all'anno di febbraio,
e non hanno muta autunnale; sono residenti nei paesi tropicali; compiono le loro
migrazioni in enormi branchi; non si posano che di rado sugli alberi, ma se ne
100 AMAMI ORNITOLOGICO
stanno sempre librate in aria, eccetto quando dormono o covano, sul terreno cam-
minano assai a mala pena e stentano a prendere il volo pel tarso breve. Il loro
canio è un semplice cicaleccio, ma alcune specie esotiche lo hanno melodioso.
Il nido è composto di fango, di penne, di paglia etc. e lo fabbricano sulle roccie,
sulle rive dei fiumi, nelle buche degli alberi, fra le travi delle stanze, sotto i cor-
nicioni eie, deponendo uova abbastanza numerose ovali-allungate bianche, imma-
colate o con piccole macchiette grigie, brune o rossiccie.
Poche specie si trovano in Europa.
Genere CHELIDON '), Bore.
Becco corto, depresso, rigonfio e largo alla base, colla commessura appena
curvata; narici basilari, ovali, semiaperte; ali subrotonde, che sorpassano di poco
la coda; coda di 12 penne, mediocremente forcuta, le due timoniere esterne non
prolungate; tarso corto, esso ed i diti piumati, diti piuttosto lunghi, tre in avanti
ed uno all'indietro; unghie forti.
Piumaggio bianco e nero a spazi; una gran fascia bianca sul groppone, ben
visibile quando l'uccello vola.
Costruiscono i loro nidi sui cornicioni o sui muri degli edifizi, più raramente
sugli alberi e talora sulle roccie, preferendo i luoghi abitati alle campagne.
Si conoscono sei specie di Chelidon, una sola nidifica in Europa, tutte abitano
il Mondo Antico.
88. Chelidon urbica (Linnaets), Balestruccio.
[Tav. XXV, tig. 10].
Becco nero; parti superiori nere con riflessi blu d'acciaio decisi; cuopritrici
delle ali, remiganti e timoniere bruno-nere; groppone, guancie, gastreo, piccole
penne del tarso e dei diti bianche; fianchi grigi; coda molto forcuta (ari.). Becco
giallastro alla base; parti superiori con tinte metalliche più scarse; remiganti
secondarie coll'apice bianco; bianco del groppone e del gastreo meno puro, talora
gialletto; gola e mento tinti di brunastro; fianchi, ed alle volte il sottocoda, grigio-
scuri; coda meno forcuta (giov.).
Lunghezza totale 0,"145; becco 0,'"006; ala 0,n110; coda 0,m056; tarso 0,m0 10.
Abita l'Europa d'estate, portandosi d'inverno nell'Africa al sud dell Abissinia
e nell'Asia fino all'India, ove s'incontra coll'affine C. urbica eashmiriensis iGould).
In Italia è specie di passo, estiva, nidificante ed abbondantissima. Arriva di marzo-
aprile e riparte nel settembre-ottobre. Sembra non nidifichi in Sicilia e nemmeno
vi sverna, come asserì il Benoit. Abita di preferenza le città e le borgate. Va
soggetto a varietà albine, quelle intieramente bianche sono molto rare, come pure
i-aio è il suo ibridismo colla Rondine.
(') Non ho creduto necessario mutare il nome «li Chelidon con quello di Chelidonaria, Reichenow
i issiti. Ammesso anche ohe Chelidon, Forster (1817) sia sinonimo di Stronfio (tanto più che venne ado-
perato senza diagnosi), miliari» elio si possa prescegliere Chelidon, Boie (1822), ohe ti i stabilito pel Bale-
Btruccio e ohe è inoltre ili uso così generale.
\ i ■[. w i i ORNI 1 ICO 1"1
Il Giglioli ha citalo come appartenente all'Asiatico C. cashmiriensis, Gould un
piccolo Balestruccio preso a Firenze nell'ottobre lxs;> e conservato in quel Et. .Museo,
considerato però quanto sono variabili di dimensioni le Hirundinidae in generale,
credo di ritenerlo una varietà minore del comune Balestruccio e non un soggetto
del Malestruccio del Kascmir (C. urbica cashmiriensis), che è molto affine alla specie
Europea e dalla quale sarebbe distinto per la coda meno forcuta e la statura mi
nore. Questa sottospecie abita l'hnalaia di estate, scendendo nelle pianure dell'India
all'avvicinarsi dell'inverno.
Genere HIRUNDO. Linvw i
Distinto dal gen. Chelidon pei seguenti caratteri: becco depresso e molto Largo
alla base, colla commessura diritta; coda estremamente forcuta di li* penne, colle
esterne assai più lunghe delle centrali e più sottili verso l'apice e con un'intaccatura
sul loro vessillo interno; tarso debole, nudo, scudettato; diti nudi: unghie mediocri.
Statura mediocre; piumaggio in generale nero bluastro di sopra e bianco di
sotto commisto a tinte rossigne.
Si conoscono circa 40 specie di questo genere cosmopolita, due delle quali
si trovano anche in Europa.
89. Hirundo rustica, Linnaeus, Eondme.
[Tav. xxv, fig. g « tav. l. Bg. l: -fi-
Becco nero; fronte, parte anteriore del pileo, mento ed alta gola di un rosso-
mattone; parti superiori ed una fascia che occupa il davanti del collo nere a
riflessi blu-porporini o verdi assai vivaci; resto del gastreo bianco, più o meno la-
vato di rugginoso, specialmente sui fianchi e sul sottocoda; ali molto più corte della
timoniera esterna allungata; coda forcuta coll'esterna estremamente allungata, le
due mediane unicolori, le altre con una macchia bianca sul vessillo interno (ad.).
Becco nerastro, gialletto all'angolo della bocca; fronte e gola di un rossigno più o
meno bianchiccio; riflessi metallici sulle tinte nere, come gli adulti: fascia pettorale
nero-brunastra coi margini apicali fulviccio-carichi ; gastreo tinto di rosa-debole
o di castagno-rossiccio; ali che giungono all'estremità della coda, remiganti col
margine del vessillo interno e l'apice grigiastri; esse nel resto e le timoniere
bruno nerastre a riflessi verdi, la coda poco forcuta e quasi quadrata negli indi-
vidui molto giovani {giov.).
Lunghezza totale 0,'"180; becco 0,n,007; ala 0,m120 ; coda 0,m080 (timoniere la-
terali), 0,"'05G (timoniere mediane); tarso 0,'"011. Varia nelle dimensioni, si trovano
individui colle timoniere laterali di 0,m136. Va soggetta a numerose varietà albine
e quelle del tutto bianche non sono molto rare.
Questa specie abita l'Europa verso est fino allo Jenissei ed alla Cina, sverna
in Africa al sud del Sahara, nell'India e nel Burina. E uccello estivo e di passo
molto abbondante in Italia, vi arriva nel marzo-aprile e ne riparte nel settembre
ottobre. Nidifica come i Balestrucci, ponendo i nidi sulle pareti dei muri degli
edilìzi o attaccati alle travi dei portici, ed abita di preferenza le campagne. Le
pretese ibernazioni di questa specie tra noi meritano conferma.
102 ATLANTE ORNITOLOGICO
90. Hirundo rufula, Temminck, Rondine rossiccia.
f Tav. xlvi. Bg. 8 |.
Base della fronte, stretto sopraciglio, un mezzo collare sulla nuca ed alto
groppone di un rossigno-cannella vivace, che sbiadisce in biancastro sul basso
groppone; resto delle parti superiori, sopracoda e sottocoda neri a riflessi porpo-
rini e blu d'acciaio; dorso con poche strie bianche, talora indistinte; il nero l'orina
come una calotta sulla cervice; gastreo rossigno-isabella, con una linea centrale
nerastra sullo stelo delle penne; remiganti e timoniere nere a riflessi verdastri,
queste ultime senza macchie bianche (ad.). Tinte rossigno-cannella e rossiccie più
pallide; cuopritrici delle ali e remiganti 2° terminate di rossiccio; coda poco for-
cuta, 1' timoniera esterna con una macchia bianca alla base (giov.).
Lunghezza totale 0,"'180; becco 0,m00l>; ala 0,m130; coda 0,'"104 (timoniere
esterne), 0,m055 (timoniere mediane); tarso 0,'"011.
Questa specie abita l'Europa sud-orientale, spingendosi verso ovest fino all'I-
talia, si trova inoltre nell'Asia Minore, in Palestina, in Egitto, e nell'Abissinia.
E uccello raro in Italia ed in alcune provincie accidentale; compare ogni anno
di primavera in Liguria, nelle Puglie ed in Sicilia, fu trovato anche a Malta, nel
Napoletano, in Toscana, in Piemonte e nel Veneto. E sempre molto più scarso
d'autunno, ma non è improbabile che qualche coppia possa nidificare da noi ed
io ne ho avuti nel giugno dal Veneto.
Il Savi chiamò questa specie //. daurica, Savi (nec L.).
h'Hirundo Savignyi, Stephens o Rondine egiziana fu citata dal Bonaparte tra
gli Uccelli che sembrerebbe dovessero capitare in Sicilia, il Wright la disse ac-
cidentale a Malta ed il Saunders in Sicilia, l'Olphe-Gaillard l'elencò pel S. Got-
tardo, ma poi corresse l'errore, Ehves e Buckley per Costantinopoli e poi altri
Autori pella Grecia e pel Sud della Russia, ma non consta che tali osservazioni
siano fondate. È specie che abita l'Africa nord-orientale e la Palestina e si di-
stingue tosto dall'I/, rustica per avere il gastreo, anziché bianco-rossigno, di un
castagno-vivace. Quantunque la sua comparsa in Europa sia stata asserita più
volte, sembra che sempre venissero scambiati per essa esemplari di IL rustica
col gastreo tinto vivacemente e che non si trattasse della vera forma Africana.
UH. cahirica, Lichtenstein citata dal Savi è da riferirsi a questa specie.
Al Museo di Dublino (Irlanda) esiste una Progne purpurea (Linnaeus) o Bale-
st lincio americano ucciso a Kingstown nel 1839 o nel 1840, ed a Norwich (In-
ghilterra) una Rondine arborea americana (Tachycineta bieolor (Vieillotn uccisa a
Derby nel 1850, ma gli Autori Britannici sono concordi nel ritenere poco certe
queste catture.
Genere OLIVICOLA, Forster (').
Becco corto, depresso e molto largo alla base, colla commessura diritta; na-
rici basilari, semiaperte; ali subacute, subeguali o che oltrepassano di poco la
(') Olivicola, Forster, 1817; Colile, Boie, 1822.
ah imi ornito] ogico lo::
coda; coda forcuta, però meno del genere ' 'hrliilon; timoniere laterali non molto allun-
gate, né sopravanzanti notevolmente le mediane: tarso sottile, nudo, eccetto un ciuf-
fettodi piccole penne sulla sua parte posteriore presso il pollice; diti nudi; unghieforti.
Piumaggio mollo: parti superiori senza tinte metalliche; timoniere uniformi.
Frequentano Le località vicine alle acque e depongono Le uova in piccoli cu-
nicoli scavati nei torroni sabbiosi e sugli argini «lei fiumi, esse sono bianche leg
germente lucide. Questo genere consta ili 10 specie, alcuno delle quali poco
distintamente caratterizzate, una sola di esse nidifica in Europa.
91. divietila riparia Linnaeis , Topino.
[Cotyle riparia (L.)].
[Tav. XXV, fig. 12].
Colorito generale delle parti superiori grigio-brunastro più cupo sulla tosta,
più chiaro sul groppone; remiganti e timoniere bruno-nerastre; guancie e gastreo
candidi, con una t'ascia bruno-scura sul petto ed i fianchi pure tinti di bruno-scuro;
remiganti e timoniere bruno-nerastre {ad.). Parti superiori più bru •mi Larghi
margini bianchicci o fulvicci; banda pettorale con margini cenerognolo-rossicci
o biancastri; fronte e gola talora tinte di gialliccio, con macchiette brunastre, più
o meno fitte (giov.).
Lunghezza totale 0,'"135; becco 0,'"005: ala 0,ra112; coda 0,'"050; tarso 0,'"011.
Questa specie abita le parti settentrionali delle Regioni Paleartica e Neartica,
svernando in Africa, nell'India, nel Burina e nell'America settentrionale, giungendo
tino al Brasile. In Italia è uccello di passo, estivo e nidificante, ovunque comune,
arriva e parte colle specie congeneri. La supposta ibernazione del Topino in Si-
cilia, citata dal Benoit, merita conferma.
Va soggetto raramente a varietà albine.
Genere COTILE, Bole ' .
Distinto dal gen. Olivìcola pei seguenti caratteri: Becco leggermente curvato
verso l'apice; narici subrotonde; ali subacute, che oltrepassano notevolmente la
coda; coda quasi quadrata, con macchie bianche sulle timoniere; tarso del tutto nudo.
Frequentano le località montuose, anche in riva al mare ed attaccano i loro
nidi semisferici sulle roccie, le uova sono bianche senza macchie.
Si conoscono due specie di Cotile.
92. Cotile rupestris (Scopou), Rondine montana.
ICotyle rupestris (Scop.), Biblis rupestris (Scop.)].
| 1 a\ . XXV, Bg. 11 ].
Parti superiori bruno-grigie più scure sulla testa, più chiare e con mai-ini bian-
chicci sul groppone, ma non sempre egualmente distinti; gola e petto di un bianco-
('; ('olili-, lìnic, 1S2J; /alili*, l, ('ìschi. is:ìt. lieve scriversi Colili1 ita kot(A(£ colei ohe cinguetta
o non Cotyle, come molti fanno erroneamente.
lui ATLANTE ORNITOLOGICO
sudicio, con rade macchiette bruno-nerastre sul melilo e sulla gola; addome bruno-
lionato ; sottocoda brunastro con margini bianco rossigni; ali remi;! bruno-nerastre;
timoniere con una macchia ovale bianca sul vessillo interno di tutte, eccetto l'e-
sterna da ogni lato e le due mediane {ad.). Angolo della bocca pialletto; tinte
generali più cupe; penne delle parti superiori con margini rossicci: macchiette
sul mento e sulla gola più distinte: gastreo per intero fulviccio o giallo -rossiccio,
molto cupo sull'addome; le quattro timoniere mediane e l'esterna senza macchie,
le altre con macchie più piccole che negli adulti {giov.).
Lunghezza totale 0,m152; becco 0,'"008: ala 0,m135; coda 0,,n063; tarso 0,m011.
Abita l'Europa meridionale e le contrade circummediterranee, l'Africa nord-
orientale, la Palestina, spingendosi sino al Caucaso, all'Imalaia ed alla Cina set-
tentrionale. È specie estiva e di passo nell'Italia settentrionale e centrale, stazio-
naria nelle parti più meridionali e nelle isole del Mediterraneo, in alcune provincie
comune, ma sempre molto localizzata. Talora si trovano Rondini montane anche
d'inverno nelle provincie settentrionali e centrali, ma è un caso raro ed a tale
fatto devono attribuirsi le notizie sulla pretesa ibernazione di altre specie di Ron-
dini in Italia.
Il Giglioli indicò come presi in Italia, ma con riserva, due soggetti della Ron-
dine montana minore (C. obsoleta, Cabanis) della vecchia Collezione del R. Museo
di Firenze, indicati sulla etichetta come presi in Toscana nella primavera del 18.">1.
Il fatto inerita conferma, tanto più che questa specie non fu mai presa in Europa.
Abita l'Africa settentrionale, la Palestina, l'Arabia, ed il Baluccistan e si di-
stingue dalla ( '. rupestris per la statura minore, pel mento e la gola senza macchie
bianche e per tinte più pallide e più grigie.
Famiglia MUSCJCAPIDAE. Muscicapidi.
Becco piatto, con spaccatura profonda, depresso e largo alla base, un po'
uncinato e con un'intaccatura subapicale sulla mandibola superiore, con peli ba-
silari più o meno radi, rigidi e sviluppati; natici più o meno nascoste dai peli
basilari; ali e coda di varia forma e dimensioni, quelle di 10 primarie con la
prima corta, questa di 12 timoniere; tarsi e diti relativamente piccoli e deboli.
Testa abbastanza grande; occhi relativamente grandi ; sessi in generale diffe-
renti, giovani macchiati.
Sono uccelli del Vecchio Mondo ed anche della regione Australiana, i Piglia-
mosche Americani spettano invece alla famiglia dei Tirannidi (Tyrannidae) ; hanno
abitudini arboree, si nutrono anche di trutta, ma quasi esclusivamente d'insetti,
che ili solito prendono a volo con evoluzioni speciali, abitano li' foreste, i giardini.
|m>n,'|]|i]iisì spesso sulle alte cime degli alberi e degli arbusti: il loro canto è poco
melodico, nidificano sugli alberi e nelle buche degli stessi, il nido è piuttosto rozzo,
intessuto di musco, di foglie secche, di Lina, di penne età, le uova nelle specie
Europee sono da quattro a sci di un blu pallido senza macchie o con macchiette
bruno-rossiccie. Mutano una volta all'anno di autunno, di primavera hanno muta
ruptila.
1. Rusignolo. 2. Rusignolo maggiore. 8. Pettirosso (ad.). 4. Pettirosso (giov.). 5. Pett'azzurro occidentale
(e? ad.1. 6. Pett'azzurro occidentale (2). 7. Pett'azzurro occidentale (giov.). 8. Codirosso (d" ad.). 9. Codi-
rosso (2). 10. Codirosso spazzacamino (tf ad.;. 11. Codirosso spazzacamino (2). 12. Beccafico.
13. Capinera <(? ad.;. 14. Capinera i^l. 15- Sterpazzola.
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
VII \\ I I OENM «CO 105
Genere MUSCICAPA, l.iww i s.
Becco subeguale alla testa, largo, depresso e circondato di setole alla ba
<•( impresso ed un po' curvato verso L'apice; narici Laterali, basilari, nascoste par-
zialmente dalle piume frontali setolose: ali Lunghe, appuntite, ben più corte «Iella
coda, la 1 remigante primaria molto corta, la 2 poco più corta della 3a, I
e f>\ .">:i la massima; coda ampia, quadrata o Leggermente smarginata; tarso eguale
o poco più lungo del dito mediano; unghie lunghe, arcuate, acute.
Sessi simili; uova macchiate; tinte generali grigiastre (ad.); i giovani avanti
la prima muta sono macchiettati.
Questo genere Africano consta di sei o sette specie, delle quali una sola ni
difica in Europa.
93. Muscicapa grisola, Linnaeus, Pigliamosche.
[ Butalis grisola L. |.
[Tav. XXV, ag. 2 e Tav. XLIX, fig. 63 |.
Fronte e testa gialliccio-brunastre sul margine delle penne, col eentro delle
stesse bruno-nerastro; parti superiori di un grigio-bruno volgente al rossigno;
gastreo bianco-gialletto, col centro delle penne scuro sui lati della gola e sul petto
e tinto di bruno-rossigno carico sui fianchi; ali e coda brunastre leggermente
verdognole, colle cuopritrici alari marginate di rossigno-gialletto (ad.). Parti supe-
riori giallo-fulviccie con margini bruno-nerastri; ali bruno-cupe, colle piccole cuo-
pritrici macchiate di fulviccio nel eentro, le altre con larghe orlature bruno-fulve;
gastreo bianco, con margini bruni sulle penne del petto e della gola (gìov. .
Lunghezza totale 0,'"155; becco 0,ra011; ala 0,'n091; coda 0,m058; tarso 0,m013;
dito mediano e. u. 0,'"013.
Abita l'Europa, spingendosi verso Est sino al Turchestan, sverna nell'Africa
fino al Natal e nell'India nord-occidentali'. In Italia è specie di passo ed estiva,
comune, nidifica ovunque, arriva d'aprile e riparte di ottobre. .Secondo il De Ro-
mita essa sarebbe invernale nelle Puglie, ciò che sembra poco probabile.
Genere FICEDULA, Bmsson.
Eguale al precedente; becco diritto molto più corto della testa; tarso più Lungo
del dito mediano con unghia.
Sessi spiccatamente differenti in colore; uova immacolate: livree variate di
nero e di bianco con uno o due specchi bianchi sull'ala: nidificano specialmente
nelle buche degli alberi a differenza delle Must irti/itti -, che costruiscono il nido nelle
biforcature dei rami, nelle buche dei muri e nei cespugli.
Atlante ornitologico. 1 1
106 ATLANTE ORNITOLOGI! 0
94. Ficedula atricapilla (Linnaeus), Balia nera.
[Muscicapa atricapilla, L. (')].
| Tav. XXV. fig. 3, 1 e Tav. XLIX, fig. 64 ].
l'arti superiori nere miste a grigio sul groppone, con due piccole macchie
bianche sulla fronte ed uno spazio bianco piuttosto piccolo sull'ala, formato dagli
apici delle cuopritrici mediane, dalle grandi cuopritrici e dalle remiganti 2e spe-
cialmente le interne, che sono bianche quasi del tutto; gastreo bianco; timoniere
nere, colla laterale esternamente marginata di bianco (mas. ad. in prim.). Parti
superiori grigio-brunastre; fronte fulvo-accesa; parti inferiori fulvo-pallide, bian-
castre sul centro della gola, bruno-fulve sui fianchi, candide sull'addome, sui cal-
zoni e sul sottocoda; lo spazio bianco sull'ala come nel maschio, ma meno distinto;
margini delle 2" interne bruni e così gli apici delle grandi cuopritrici (femm. mi.
in prim.). Tinte meno pure; macchia sulla fronte meno distinta; il bianco del gastreo
tinto di fulvo {mas. mi. in aut.). Più rossiccia che di primavera {femm. ad. ili aut.).
Parti superiori con macchie subapicali fulvo-pallide, più piccole sulla testa; gastreo
bianco-opaco, lavato di fulviccio sul petto e colle penne marginate di bruno-
cupo (giov.).
Lunghezza totale 0,m152; becco 0,'"007 ; ala 0,"'080; coda 0,"'052; tarso 0,'"01 75;
dito mediano e. u. 0,m015.
Abita l'Europa, sverna in Africa sino alla Senegambia. In Italia è specie co-
mune, di passo ed estiva, nidifica certamente nelle provincie settentrionali e cen-
trali, tanto sui monti che al piano; giunge nel marzo-aprile e riparte da agosto
a ottobre.
94 a. Ficedula atricapilla semitorquata (Homeyer), Balia caucasica.
Distinta dalla F. atricapilla per aver un mezzo collare che si estende solo
sui lati della nuca, ma che non si unisce posteriormente; coda nera, timoniera late-
rale bianca con una grande macchia terminale nera sul vessillo interno, la 2'1
bianca con una macchia apicale nera, estesa su ambedue i vessilli (mas. ad.). Sta-
tura della F. atricapilla.
Questa Balia fu distinta come specie dall'Homever, ma le differenze spe-
cifiche non sono del tutto sicure: anche il Dresser dice che le femmine talvolta
mostrano tinte bianche più cospicue sulle ali e sulla coda della F. atricapilla, e che
tal' altra non sono riconoscibili. Sapendo come la /■'. atricapilla varia di colorito,
è forse più opportuno ritenere la Balia caucasica una forma climatica locale, ma
io non possiedo in proposito il materiale necessario. Abita la Russia meridionale,
il Caucaso, spingendosi verso est sino alla Porsia, verso ovest fino alla Turchia,
al Montenegro ed alla Dalmazia.
(') Dovrebbe adottarsi il nome di /•'. atricapilla, Brisson, 1760 anziché quello di /*'. atricapilla (L.)
1766, ma i moderni Autori nou accettano elio i nomi generici proposti dal Brisson e non gli specifici,
non essendo Kgli di regola Iti 1 dualista,
atlanti: ornitologico 107
95. Ficedula collaris Becustkin), Baita dal collare.
[Muscicapa collaris, Bchst.].
[Tav. XXV. iig. 5 e 6].
l'arti superiori nero: un largo spazio sulla fronte, un grande collare sulla
nuca, un largo e cospicuo spazio sull'ala ed un secondo più piccolo, formato
dalle basi delle remiganti 1°, e gastreo bianco-candidi; groppone bianco e nero;
timoniere nere per intero, di rado il margine esterno della laterale è bianco (mas.
mi. in prilli.). Molto simile a quella di /•'. atricapilla, dalla quale è distinta pello
spazio bianco alare più grande, essendo la tinta bianca estesa anche alla base
delle remiganti le, e pel tarso più corto (femm. mi.).
Degland poi offre come carattere specifico della presente specie, apprezzabile
a qualunque età, il tatto che la la remigante primaria è del doppio più corta della 2"
e questa eguale o più lunga della 5"; mentre nella /■'. atricapilla, la 1' sarebbe del
triplo più breve della 2:l e questa molto più coita della .">' e più lunga della 6a,
inoltre in primavera la femmina della /•'. collaris avrebbe anche un debole accenno
di collare sulla nuca.
Lunghezza totale 0,m135; becco 0,'"008; ala 0,'"084; coda 0,m054; tarso 0,'"0165;
dito mediano e. u. U,'"014.
Abita l'Europa centrale e meridionale, giungendo verso al nord sino in Da-
nimarca, nelle Isole Britanniche e nella Svezia meridionale, si trova anche nel-
l'Asia occidentale e sverna in Africa. In Italia giunge alle epoche della Balia nera,
della quale è più rara, specialmente nelle Provincie settentrionali; si incontra con
più facilità nelle meridionali (Puglie e Sicilia). Nidifica sui monti (Salvadori .
Genere ERYTHROSTERNA, Bonaparte.
Differisce dal gen. Muscicapa pei seguenti caratteri: Becco diritto, un po' più
corto della testa; setole alla base del becco poco numerose, sempre meno di sei;
2a remigante primaria molto più corta della -5a; coda piuttosto allungata; rarso
piuttosto lungo, più del dito mediano con unghia; nessuno specchio bianco sull'ala.
Sessi differenti, maschio adulto colla gola e il petto rossicci; uova macchiettate;
pongono il nido nelle biforcature dei grossi rami.
96. Erythrosterna parva (Bechstein), Viglia/mosche petti/rosso.
[Tav. XXV, fig. 7 e 8 e Tav. XLIX, iig. 65].
Parti superiori cenerino-rossiccie, sfumate di bluastro sulla testa; redini bianca-
stre; gola, collo e petto di un rosso-arancione-vivacc, resto del gastreo bianco, sfumato
di fulvo-acceso sui fianchi e sul sottocoda; remiganti bruno-scure, le 2° marginate
di bruno-rossiccio; timoniere, le quattro centrali bruno-cupe, le altre in gran parte
bianche (mas. ad.). Come il maschio; testa bruno-uniforme; gastreo bianco, lavato
decisamente di gialletto-rossiccio sulla gola, sul collo, sul petto e sui fianchi ft mm.ad.).
Parti superiori grigio-brune, macchiate di rossigno: gola grigio-fulva; fianchi tinti
di un fulvo più vivace del petto, che è sfumato di brunastro; cuopritrici alari
108 ATLANTE ORNITOLOGI! 0
terminate di fulvo-rossigno; le 2° con larghi margini fulvo-rossicci; coda come il ma-
sehio (giov.).
Lunghezza totale 0,m120; becco 0,ni008; ala.0,m065; coda 0,' 052; tarso 0™0176;
dito mediano e. u. 0,m012.
Abita l'Europa centrale e sud-orientale, spingendosi sino al Turchestan, è ac-
cidentale nelle regioni settentrionali ed occidentali d'Europa, e torse nella Spagna,
sverna nell'Africa settentrionale e nell'India centrale ed occidentale. In Italia è specie
molto rara ed accidentale, fu trovata più volte in Liguria e nel Veneto, due volte
in Piemonte e forse in Lombardia, ma sono dubbie le asserzioni in proposito of-
ferii' dal Kolombatovich pella Dalmazia e dall'Eggenhóffer per l'Istria.
Famiglia AMPELIDAE. Ampelidi.
Becco corto, largo alla base, quasi diritto, forte e depresso con una intac-
catura distinta all'apice della mandibola superiore che è curvato, angolo della
bocca senza setole: fosse nasali larghe; narici basilari, ovali, esposte, sormontate
da una larga membrana, in parte coperta di fitte penne vellutate rivolte all' in-
nanzi; ali lunghe di 10 remiganti primarie, ovvero di 9 distinte, essendo la la spuria
e molto corta, 2a la massima, 3a subeguale alla 2a; secondarie interne con una
macchia rossa sul vessillo esterno e collo stelo prolungato in appendici cornee
rosse simili a ceralacca rossa; coda di 12 penne, corta, quasi quadrata, colle sot-
tocaudali molto lunghe e che quasi raggiungono l'apice delle timoniere; piedi deboli,
diti forti; il tarso scudettato sul davanti, più lungo del dito mediano con unghia;
unghie mediocri, acute, arcuate, con un solco laterale.
Sessi simili; timoniere terminate di rosso o di giallo; testa ornata di un bel
ciuffo di penne molli, erettili; piumaggio assai molle; giovani striati sul gastreo
e senza le speciali appendici cornee; corpo tozzo.
Poche specie, confinate nelle porzioni nordiche delle Regioni Paleartica e Near-
tiea, costituiscono questa famiglia, che riposa su di un solo genere. Abitano i boschi
di pini e di larici, sono gregari e migratori e talora, congregati in grandi masse,
si abbandonano a lontane escursioni; non hanno canto melodioso, sono silenziosi
e cinguettano soltanto, sono domestici e poco scaltri, sicché si uccidono facil-
mente; si nutrono di bacche, di frutti molli od anche di insetti; mutano una volta
all'anno di autunno; il loro nido è a forma di imbuto aperto, collocato sulla biforca-
zione degli alberi, e tessuto di musco, di penne, di erbe secche, di licheni etc; de-
pongono ila 5 a 7 uova di tinta varia dal bianco al verde mare nel colore di
fondo con piccole e grandi macchie a zig-zags bruno nerastri e violetti.
Genere AMPELIS, Linnaeus.
Ha i caratteri della famiglia.
Si conoscono tre specie; una nidifica anche in Europa, VA. cedrarum, Yieillot
abita l'America del Nord e VA. japonicus (Siebold) il Giappone.
MI \N I I "KM rOLOGII o 109
97. Ampelis garrulus (Linnaeus) (•), Beccofrusone .
[Tav. xviii. li-. i, e Tav. \i.ix. fig. 62].
Una stretta fascia sulla li-onte, che avviluppa l'occhio e continua sui lati della
cervice e gola nero-vellutate: un abbondante ciuffo sulla cervice; colorito gene-
rale cenerino-roseo, castagno-vivace sulla parte anteriore e laterale della lesta,
tinto di grigio sul groppone e sull'addome; sottocoda castagno-acceso; cuopritrici
primarie aere con larghi apici bianchi, Le remiganti 1" nere, talora quadrate col
vessillo esterno largamente terminato di bianco; le 2e grigie con una ombreg-
giatura subapicale nerastra, esternamente bianche all'apice, collo stelo un po'
dilatato verso la porzione apicale in appendici allungate rosso di lacca vivace;
coda con una larga fascia subterminale nera ed una larga apicale giallo-canarino
e nei vecchi individui sottili appendici rosse [ad.). Più pallido, bruno-oliva-cupo con
le penne marginate di bianco-brunastro; ciuffo più breve; manca la tinta nera
sulla gola: gastreo iùlvo-grigio con strie allungate gialliccie; addome uniforme e più
cupo; sulle secondarie mancano gli apici bianchi e le appendici rosse, o sono sol-
tanto estese su cinque penne (giov.).
Lunghezza totale 0,m193; becco (V'oli'; ala 0,m116; coda 0,m075; tarso 0,m022;
dito mediano con unghia 0,m021; lunghezza totale della femmina 0,m185.
Abita il Circolo Artico di ambedue gli Emisferi, migrando verso Sud d'inverno
e giungendo (in Europa accidentalmente fino in Francia, in Italia ed in Turchia.
In Italia è specie di comparsa irregolare nell'inverno, l'esemplare più meridionale
noto sarebbe quello citato dal Costa, preso nel isi)(.t sul Gargano. Talora arriva
in grande abbondanza come nel 1873 presso Venezia, ma in generale è molto rara
e non si mostra che a larghi intervalli, anche nell'Italia superiore.
Sembra poco attendibile la cattura dell' A. cedrorum, Vieillot in Inghilterra;
questa specie abita l'America settentrionale e si distingue dal comune Beccofrusone
pel sottocoda biancastro, e per la mancanza di bianco sulle ali.
Sezione OSCINES ADUNCIROSTRES - Passeracei dal becco adunco.
Becco più breve della testa, alquanto compresso, robusto, quasi diritto ed
adunco con intaccatura e dente ben distinto, un po' simile a quello degli Uccelli
Rapaci, dal quale differisce tosto per mancanza di cera; ali mediocri o piuttosto
corte; coda spesso lunga e stretta; dito esterno unito alla base col mediano; unghie
larghe, curve, acute e forti.
Sono Uccelli cosmopoliti, di taglia piccola o mediocre, carnivori, raramente
frugivori e di abitudini crudeli.
La sola famiglia dei Laniidi (Laniidae) è rappresentata in Europa.
(') laiiius garrulus, Linnaens, Syst. Val., I. p. 95 (1758); tmpelit garrulus, Gmelin, Syst. Ai//.. I,
p. 83*. n. 1 i 1788).
110 ATLANTE ORNITOLOGICO
Famiglia LANIIDAE, Laniidi.
Becco più corto della testa, quasi diritto, compresso, alquanto adunco, forte-
niente dentato ed uncinato, mandibola inferiore più corta della superiore, acuta
e rivolta in su all'apice; narici ovali o rotonde, velate di peli o di piccole piume;
ala di 10 remiganti primarie, di solito subeguali alla lunghezza totale della coda,
la la molto corta; coda rotonda o graduata di 12 timoniere; tarsi in generale
piuttosto deboli e sottili, scudettati sul davanti ed esternamente, eguali o di poco
più lunghi del dito mediano con unghia; diti quasi liberi, i due laterali subeguali;
unghie forti ed adunche.
Piumaggio abbastanza molle; occhi grandi; statura relativamente piccola;
testa grossa; pel piumaggio si possono dividere in due sezioni, nella prima i sessi
sono simili ed i giovani poco differenti, le tinte grigio-bluastre immacolate con
zig-zags nerastri sul gastreo, le ali e la coda nere variate di bruno ed una fascia
nera attraversa l'occhio; nella seconda le femmine differiscono dai maschi e as-
somigliano ai giovani, il piumaggio è di più colori ed i giovani presentano sempre
(uscii' trasversali.
Sono uccelli d'indole solitaria, fiera ed insofferente, sempre in lotta tra loro,
prepotenti coi più deboli, capaci di mettere in fuga uccelli molto più grossi, come
i Corvi ed anche i piccoli Falchi; e rappresenterebbero i Rapaci tra i Passeracei
e per costumi e per analogia di carattere. Sono carnivori, nutrendosi d'insetti che
infilzano non raramente sulle spine, lasciandoli poi lentamente morire, più di rado
si cibano di piccoli mammiferi, di uccelletti, di rane e di frutti. Il loro canto è una
nota rauca e stridula, ma alcune specie cinguettano abbastanza melodiosamente;
mutano una volta all'anno in primavera e migrano col piumaggio consunto, talune
specie hanno una seconda muta autunnale, spesso parziale; non sono eminente-
mente migratori, ma verso l'inverno si dirigono al Sud; frequentano i luoghi ar-
borati e le foreste, e costruiscono sugli alberi un nido rozzo e grande, composto
di radici e di fuscelli e foderato di lana, di peli e di penne e vi depositano da 4
a il uova bianco-rossigne o verdastre con macchie e chiazze grigio-rossiccie o brune,
che talora si dispongono a corona attorno all'estremità più grossa. Sono uccelli
del Mondo Antico e dell'Australia, poco rappresentati nella regione Neartica, discre-
tamente nella Paleartica, se ne conoscono circa 250 specie più o meno bene di-
stinte e distribuite in molti generi.
Genere LANIUS. Linnaki s.
i
Becco corto, forte, diritto alla base, leggermente curvo verso l'apice con un
dente prominente e a intacco bene distinto; base del becco circondata di setole;
la remigante primaria corta, la 3a di solito la più lunga; piedi forti; unghie ar-
cuate e robuste.
Si conoscono circa 50 specie di Lanius, sparse nel Mondo Antico e nell'Ame-
rica settentrionale. Nove di esse si mostrano anche in Europa.
mi w ;\n. •!..». li i) 111
a) Specie a colori inni) variati, grigi e Manchi con scarsi tinte nere; sessi simili,
giovani poco differenti.
98. Lanius excubitor, Linnaeus ('), Art rio maggiore.
[Tav. XXIV, Sg. 1. e Tav. XLIX, fig. 58].
Fronte e sopraciglio biancastri; parti superiori, compreso il groppone e il so-
pracoda, cenerino-bluastri; redini ed una fascia attraverso l'occhio e che termina
sulle cuopritrici auricolari nere; parte delle scapolari e gastreo bianchi; due spazi
bianchi sulle ali formati dalla base delle remiganti 1" e delle secondarie, eccetto
le tre più interne; cuopritrici alari e remiganti nere; coda nera sulle due penne
centrali, le altre bianche e nere (ad.). Parti superiori blu-cenerino-pallide lavate
di bruno-fulviccio, specialmente all'apice delle penne, ciò che è più distinto sul
groppone, sulle cuopritrici alari e sulle remiganti; lascia oculare bianco-nerastra;
centro del basso addome e sottocoda bianchi, resto del gastreo cenerino-fulviccio
con strette fascie trasversali grigio-scure; coda e remiganti come negli adulti (giov.).
Lunghezza totale da 0,m245 a 0,m265; becco 0,'"018; ala da 0,m105 a 0,m115;
coda da 0,m110 a 0,'"120; tarso 0,'"028.
Il giovane di questa specie assomiglia un po' a quello del L. minor, ma ne
è sempre bene distinto pella statura maggiore, poi pella la remigante che è larga,
rotondata all'apice e più lunga delle cuopritrici superiori delle remiganti pri-
marie di 0,m010, mentre nel L. minor essa è stretta, appuntita e subeguale alle dette
cuopritrici, inoltre nel L. excubitor la 2a è ben più corta della 3a che è la massima,
mentre nel L. minor è subeguale.
Abita l'Europa settentrionale, portandosi nelle parti meridionali all'avvicinarsi
dell'inverno. In Italia è specie di passo ed invernale, però sarebbe da ammettere
tra le sedentarie, giacché nidifica certamente sui monti del Veneto (mia Colli '.ione)
e secondo il diligentissimo Mazza nel Pavese e nel Trentino (Bonomi). È però
uccello in generale poco abbondante e rarissimo nelle provincie meridionali e
nelle Isole.
Il L. excubitor I Tomi -gerì (Cabanis) è intermedio tra il L. excubitor major ed il
L. leucopterus, Severtzow; è un uccello di colorito chiaro con due specchi alari
molto grandi ed estesi alla base delle remiganti primarie e delle secondarie, essi
sono continui quando le ali sono a metà chiuse e formano quindi allora uno
specchio unico, le timoniere esterne sono in gran parte bianche, il groppone
bianco o biancastro. Abita il Caucaso. Tutti i così detti L. Homeyeri, che esaminai,
colti nelle regioni occidentali di Europa, altro non erano se non veri L. excubitor
con accenni più o meno sensibili al L. excubitor major. E certo però che il L. excu-
bitor Homeyeri cova nei paesi dell'Europa orientale bagnati dal Volga, spingendosi
nel Turchestan e nella Siberia occidentale. Giunge talora in Ungheria (Osato), nella
Frisia orientale (Jacobi). nell'Olanda (Knaut), nell'Assia (Erlanger), nell'Assia Re-
nana (Kleinschmidt) ed in altre parti della Germania.
(') Paro che la descrizione che Linneo dà del suo L. excubitor (1758) sia riferibile all'Avella mag-
giore di Pallas (L. excubitor major), se così fosse il L. excubitor major (Pallas 1811 sarebbe da chiamarsi
/.. excubitor, Linnaeus, 1758, e nell'Averla maggiore converrebbe cercare il nome più vecchio della si-
nonimia, che parrebbe essere quello di L. rapar. Un'Imi. 1854.
112
\ [ I V\TI ORNITOLOGI! O
Due specie poco conosciute e molto rare, il L. Qrimmi, Bogdanow ed il L. fu-
nereus, Menzbier, sembrano trovarsi negli estremi limiti orientali d'Europa (Cau-
caso, un esemplare del /.. fumreus, che sarebbe la forma del deserto del L. excu-
Ala ili L. excubitor, grandezza naturale
bitor, tu ucciso presso Arcangelo (Collezione Henke), il L. Grimmi sarebbe la forma
deserticola del L. rln/iuis, Swainson,
Ala (li L. excubitor major, grandezza naturale.
l'.cco la descrizione del /.. < himmi adulto e del maschio ad. del L. funereus.
L. ''ninnili (ad.).
Parti superiori di un grigio molto pallido, lavato di isabellino; redini bianche,
con una macchia preoculare scura: basso groppone e cuopritrici superiori della
coda bianco-isabelline ; scapolari bianche; cuopritrici inferiori della coda bianco-
lune; resto del gastreo bianco tinto di rosa (Oadoiv).
Lunghezza totale 0,m228; becco 0,'"019; ala 0,m106; coda 0,'"10.r); tarso 0,'"028
[fi nini. m/.ì.
Tav. 16.
à*
^pi^pr^p^j^-w
1. Bigiarella. 2. Bigia padovana (ad.). :i- Bigia padcn ma giov.). 4. Bigia grossa. 5. Canapino maggiore.
H. Lui verde. 7. Uif bianco. 8. Lui grosso. 9. Luì piccolo, li). Lui forestiero, li incino. 12. R
13. Scricciolo. 14. Cannareccione. 15. Cannatola. 16. Cannajola verdognola, r ito di autunno).
18. Pagliarolo (abito iti primavera).
[lirico Hoepli, Editore, Milano.
ATLANTI ORNI! 1ICO 11"'
Abita il Turchestan, giungendo fino nel Baluccistan.
L. funereus (mas. ad. .
Colorito generale di un grigio Lavagna pallido, che volge al grigio fulvo al-
l'apice delle più grandi scapolari e sulle piccole cuopritrici alari; il dorso tinto
di brunastro; le più lunghe cuopritrici della coda terminate ili nero; una strei
tissima banda frontale, redini e regione auricolare nere; remiganti nero brunastre,
colla porzione basilare delle primarie bianco pura, che forma uno specchio alare
cospicuo; mento bianco-sudicio; gastreo biancastro tinto di vinate più o meno ean
nella: il davanti del eolio, il petto e l'addinne con strette strisele trasversali; i lati
ed i fianchi di un vinato-pallido, quelli lavati di grigiastro (Dresser).
Lunghezza totale 0,ra220; becco 0,m020; ala 0,m129; coda0,m127; tarso 0,ra025.
Abita il Turchestan.
98". Lanius excubitor major (Pallas), Averla maggiore di Pallas.
Differisce dal /-. excubitor per dimensioni maggiori, per avere il groppone e
il sopracoda differenti dal dorso e di un bianco leggermente cenerino; esiste una sola
fascia bianca sulle ali formata dalla base delle remiganti primarie, le secondarie es-
sendo nere per intero, il bianco sui vessilli interni delle remiganti secondarie nel
disotto è assai meno pronunciato.
Lunghezza totale 0,m280; becco 0,'"01<); ala 0,m121; coda o. li'.".: tarso 0, 019.
Secondo alcuni Autori il L. excubitor major (Pallas, 1881) sarebbe eguale al
L. excubitor borealis (Vieillot, 1S07) ed al L. borealis europaeus (Bogdanow, 1831 ;
ed in tale caso il nome di L. borealis (Vieillot, 1807) godrebbe del diritto di prio-
rità. È certo che se non identici, questi Lanius rappresenterebbero tutt'al più
lievissime variazioni geografiche del L. excubitor major, ma la questione è cosi
complessa ed intricata, che ho preferito ancora il vecchio nome stabilito dal
Pallas, anche perchè esso è in generale più noto. Il /.. excubitor major, conside-
rato in senso lato, avrebbe distribuzione geografica molto estesa. Abita l'America
settentrionale e la Siberia fino al 65" di lat. Nord e in Europa nidifica nelle parti
settentrionali, giungendo fino alla Lapponia. D'inverno in Asia si porta sino al
Turchestan, in Europa sino alle parti orientali e centrati e di rado nelle occi
dentali, arriva verso Sud sino all'Alta Italia, oltrepassando raramente gli Appen-
nini. In Italia il L. excubitor major è piuttosto raro, specialmente nel tipo puro.
È più facile trovare individui nei quali il groppone ed il sopracoda sono concolori
col dorso e che presentano inoltre il colorito delle parti superiori più cupo, il
bianco sulla coda meno esteso, la statura leggermente minore, l'ala da 0,'"110
a 0,'"115. Questi soggetti sono forse ibridi del /.. excubitor col L. excubitor major
e rappresenterebbero verso Sud la forma tipica nordica. Firenze, secondo le mie
osservazioni, sarebbe la località più meridionale, cui questi soggetti speciali sa-
rebbero giunti in Italia.
99. Lanius meridionalis, Tkmmim ik, Avérla meridionale.
Un sopraciglio bianco, fronte, parti superiori cenerino-piombato-cupe, con le
scapolari in parte bianche; cuopritrici e remiganti nere, sull'ala uno specchio ri
stretto bianco formato dalle basi delle remiganti 1'; una l'ascia dal becco alla re-
Atlantc ornitologico. 15
114 VII.WTF <IRNITOLOC.il 0
gione auricolare attraverso l'occhio nera; parti inferiori bianco-carnicine, tinte eli
cenerognolo sui fianchi (ad.). Tinte generali delle parti superiori bruno-cenero-
gnolo cupe qua e là periate; scapolari bianco-sudicie e scure; redini, sopraciglio,
gola ed addome bianchicci; petto carnieino-pallido (giov.).
Lunghezza totale 0,ra255; becco 0,'"018; ala 0,"'llf>: coda 0,m116; tarso 0,ro029.
Abita le contrade cireummediterranee, ma sembra mancati' sulla costa Afri-
cana, è sedentario nella Francia meridionale, nella Spagna e nel Portogallo. È
specie accidentale in Italia, fu trovata nel Nizzardo ed in Liguria, ma anche in To-
scana, nell'Umbria e nel Romano. È molto rara e si mostra d'inverno.
La comparsa dell'Americano L. ludovicianus, Linnaeus nelle Isole Britanniche,
anche a detta dei più noti Ornitologi Inglesi, merita conferma.
100. Lanius algeriensis. Lesson, Averla algerina.
Parti superiori grigio-lavagna-scure, colle scapolari più chiare e largamente
marginate di bianco; remiganti primarie nere colla baso bianca, che forma uno
specchio alare molto distinto e quasi triplo in grande* xa di tintilo del L. meridio-
nalis; una fascia dal becco attraverso l'occhio sino alla regione auricolare nera;
gastreo grigio, biancastro sulla gola, sulle guancie, sull'addome e sul sottocoda (ad.).
Colorito generale delle parti superiori bruno, qua e là grigio; gastreo grigio, con
lineette brune trasversali a zig-zags sul petto e sui fianchi, gola ed addome bian-
castri (giov.).
Lunghezza totale 0,'"235; becco 0,'"014; alaO,m110; coda 0,m098; tarso 0,n,025.
È specie facilmente riconoscibile pelle tinte delle parti inferiori grigie e non
bianche (L. excubitor), né carnicine (L. meridionalis); il giovane è sempre distinto
per il becco molto forte ed i tarsi grossissimi, nonché per tinte molto più cupe.
Questa specie abita l'Algeria, la Tunisia, ed il Marocco. È accidentale in
Italia, un esemplare venne colto a Scandicci (Firenze) il 2 luglio 1892 ed è con-
servato nel R. Museo di Firenze; un secondo, preso nel maggio 1882 nei Vosgi
(Alsazia), è ricordato dal Blasius (l). Non conosco altre catture europee.
101. Lanius minor, Gmelin, Averla cenerina.
[Tav. XXIV, 6g. I, e Tav. XL1X, Bg. 61 J.
Fronte, una fascia che parte dal becco ed attraversa l'occhio, estendendosi
lino alla regione auricolare nere; parti superiori di un grigio-cenerino-cfàaro; le
inferiori bianche, tinte di rosa sul petto e sui fianchi; ima fascia bianca sull'ala
formata dalla base delle 1" remiganti, le secondarie nere ad . Fronte bianco-ful-
viccia: una fàscia dal becco fino alla regione auricolare bruno-nerastra; parti su-
periori più cupe, biancastre all'apice delle penne, con una l'ascia subterminale
nerastra; gastreo fulvo-gialletto, tinto di cenerino sui fianchi; apici biancastri delle
cuopritrici alari e delle remiganti molto larghi (giov.).
(') Blasins, W., Verein fiir Naturg. tu Brannsohweig 15 Okt. 188") e Braunschweig. Anzeig. Nr. 254,
Tom 29 (Hit. 1885.
ATI \\ il OEN] rOLOGIi o 115
Lunghezza totale 0, 208; becco 0, 014; alaO, 116; coda 0,m095; tarso 0,m025.
Abita l'Europa centrale e meridionale e l'Asia occidentale, svernando nel-
l'Africa. In Italia è uccello comune, di passo ed estivo, arriva in aprile e parte
in settembre. Nidifica (piasi dappertutto, nel maggio e nel giugno.
Questa specie è facilmente distinguibile in "uni eia per la 1 remigante pri-
maria molte più eorla cfr. /.. excubitor), mene di un terzo «Iella 1" secondaria;
da adulto la fronte nera è tm carattere assai importante.
li Specie a colori variati, bianco, nero e bruno-vivace; sessi differenti, femmine
distinte dai giovani.
102. Lanius collurio. Linnakis, Averla i> invia.
[Tav. XXIV. fig. 2, e Tav. M.IX. fig. 60].
Una stretta fascia frontale, una seconda dal becco attraverso l'occhio sino
sulla regione auricolare nere; cervice, nuca, groppone e sopracoda grigio-bluastri;
dorso e scapolari marrone-nocciola; gastreo bianco, tinto di carnicino sul petto e
sui fianchi: remiganti 1° nere; coda nera sulle timoniere centrali, con stretto apice
nerastro, le laterali bianche, con una larga fascia preapicale e gli steli neri (mas. ad.).
Cervice grigio-plumbea; nuca e groppone sfumati di brunastro; dorso brunastro-
marrone; gastreo bianco-sudicio, con numerose striscie semilunari brunastre, estese
anche sul petto e sui fianchi; coda nero-brunastrasul disopra, grigia di sotto, coll'apice
biancastro (femm. ad.). Parti superiori rossiccio-noceiola-brune, con fascie trasver-
sali nere ed ocracee; gastreo bianco-fulviccio, con fascie semilunari brunastre più
o meno numerose sui lati del collo, sul petto e sui fianchi; coda bruno-rossiccia,
marginata di marrone-nocciola, coll'apice bianco-rossiccio ed una striscia preapi-
cale nerastra [giov.).
Lunghezza totale 0,'" 180; becco 0,'"()13; ala 0/"090; coda 0,m075; tarso 0,m022.
Questa specie va soggetta a varietà albine ed isabelline, ma i perfetti leu-
cocrostici sono molto rari: le femmine vecchie talora presentano il piumaggio del
maschio.
Abita l'Europa centrale e meridionale, verso oriente fino al Turchestan, sverna
in Africa. In Italia è specie comune, di passo, estiva e nidificante, arri\ a nel maggio
e riparte nel settembre e nell'ottobre. Poche sono le coppie che nidificano in Si-
cilia, ciò che trova analogia nella Spagna, ove si dice che questo uccello non covi
affatto, ma sia solo di passaggio.
103. Lanius senator. Linnaki s, Averla rapi rossa.
[ Lanius auriculatus, P. L. s. JIììi.i.kr: L. rufus, Gm; (') ].
[Tav. XXIV, tig. 8, e Tav. XI. IX. Bg. 59].
Fronte ed una larga fascia che attraversa l'occhio, copre la regione auricolare
e termina sui lati del collo e dorso nere lucide; cervice, nuca ed alto dorso rosso-ca-
stagno-vivace; groppone cenerino, bianco nella parte bassa, sul sopracoda e nel-
i'i Lanius sena t or, Linuaens, 17."s ; L. auriculatus, I'. !.. S. MiSller, 1 TT t : : /..rufus, Gnielin, L788.
110 ATLANTE OKNITOT-OGICO
l'intoro gastreo; scapolari bianche; base delle remiganti 1" bianca, che forma uno
specchio distintissimo; timoniere nere, le centrali del tutto, le altre bianche alla
base ed all'apice mas. ad.). Come il maschio, ma le tinte sono più opache, il mar-
rone della lesta e del dorso commisto a penne brunastre; le tinte nere lavate di
brunastro (femm. ad.). Molto simile al giovine del L. collurio, ma più chiaro spe-
cialmente sulle parti superiori; sempre però facilmente distinguibile al fatto che
la base delle 1° è bianco-rossigna e forma uno specchio sull'ala, clic manca af-
fatto nel L. collurio (giov.).
Lunghezza totale 0,'"195; becco 0."'015; ala 0^098; codaO,m075; tarso 0,m024.
Questa specie va sospetta a varietà albine, le perfette sono molto rare.
Abita le parti centrali e meridionali di Europa, verso Est sino alla Persia,
sverna nell'Africa. In Italia è uccello di doppio passo ed estivo, abbondante nelle
Provincie meridionali e nelle Isole, ove è la specie più comune, piuttosto scarso
anche nelle parti centrali e più che altro nelle settentrionali, così nel Trentino
è la più rara delle quattro specie che vi giungono di solito. Arriva da aprile a
maggio e riparte nel settembre, nidificando specialmente nelle provincie meridio-
nali, in Sicilia ed in Sardegna (').
104. Lanius nubicus, Lichtenstein, Averla dalla maschera.
Parti superiori nero-lucide; un largo sopraciglio, fronte e scapolari bianche:
una fascia nera dal becco attraverso l'occhio fino sulla regione auricolare; gastreo
bianco, tinto di gialletto sul collo e sul petto e di rosso-rui^inoso sui lati del petto
e sui fianchi; remiganti le bianche alla base, in forma di un grande specchio alare
(ad.). Le parti nere sono grigie; il sopraciglio è più marcato; la coda è quasi senza
tinte bianche (giov.).
Lunghezza totale 0,'n174; becco 0,"'0ir>; ala 0,'"089; coda 0,'"086; tarso 0,'"021.
Questa specie abita l' Europa sud-orientale e l'Asia Minore, sverna nell'Africa
nord-orientale; comparve nella Turchia Europea e nella Penisola Balcanica, ma
è molto rara ed accidentale.
105. Lanius isabellinus. Ehkenberg, Averla rossiccia.
Parti superiori rossiccio-brune vivaci ed uniformi ; fronte e sopraciglio bianco-
gialletti; una stretta linea alla base della fronte ed una larga fascia dal becco
attraverso l'occhio sino alla regione auricolare nere: dorso bruno-rugginoso; ga-
streo bianco, tinto di fulvo-rossigno sui fianchi e sul sottocoda; base delle remi-
ganti 1' bianca, che forma uno specchio alare; coda fulvo-vivace colle due centrali
lavate di brunastro (ad.). Bruno-gialletto sulle parti superiori, con fascio trasver-
sali brunastre; le inferiori bianco-giallette, con pochi zig-zags trasversali scuri
[giov.).
(') Il min amico O. Kleinschmidt (19011 ha tentato di separare il Lanius collurio ili Sardegna, che
avrebbe lo parti inferiori pili bianche od il marrone «lei mantello più estoso; c>jli crede inoltro che il
/,. eeuaior di Sardegna sia invece il /-. badius dell'Africa occidentale, per cui tale specie (t) sarebbe, se-
condo Ini, da includere nell'Avifauna europea.
vi I \\ I 1 i >K\I l< HCO 117
Lunghezza totale 0,m177; becco 0,m016; ala0,m086; coda 0,m081 ; tarso 0,m024.
Abita gli Orali, verso Esl sino alla Mongolia, verso Sud sino all'Africa nord
orientale fu trovata nei governi di Perni e di Orenburgo ed un esemplare fu
eolio ad Eelgoland coli. Oàtke). Nidifica nel Turchestan, sverna nell'India, nella
Persia, nell'Arabia ed in Abissinia.
Una specie di un genere affine, il 'rrlrphonits erythropterus Shaw), fu più volte
citata senza sicure garanzie tra gli Uccelli di Europa. Sarebbe comparsa nella
Spagna, ma per quanto so essa non è citata in alcun lavoro Ornitologico Spa
gnuolo (Scntnders), né l'ebbero il colonnello trby, né il compianto Lord Lilford; il
Degland la citò polla Bretagna, e certo per errore di nome il Dubois tra quelle
che capitano nelle Isole Britanniche. Essa abita L'estremità meridionale dell'Africa
(Colonia del Capi' .
Sezione OSC1NES ACUTIROSTRES - Passeracei dal becco acuto.
Becco di varia forma, spesso conico, corto, diritto e forte: narici coperte da
penne o da peli rivolti in avanti; lingua spesso setolosa all'apice: 1' remigante
primaria corta; unghia del dito posteriore adunca.
Vivono in branchetti; si nutrono specialmente d'insetti, non sono migranti
nel vero senso della parola; depongono molte uova, collocandole nelle buche degli
alberi o in un nido di squisita perfezione artistica. La famiglia Paridae è larga-
mente rappresentata in Europa.
Famiglia PARIDAE, Paridi.
Becco compresso, forte e diritto, molto più corto della testa; narici basilari
o laterali, nascoste da fitti ciuffi di penne; lingua setolosa all'apice; ali mediocri,
di 10 primarie, la 1" molto più corta della 2a; coda di varia forma e lunghezza,
colle timoniere né rigide, né acuminate; tarsi piuttosto corti, più lunghi del dito
mediano con unghia; diti mediocri, riuniti alla base.
Piumaggio molle, in generale brillante colle penne del groppone allungate e
così quelle della testa, che sono talora disposte a ciuffo; statura di solito piccola
o minima: sessi eguali, giovani poco differenti: mutano una volta all'anno.
Sono uccelli attivi, petulanti, sempre in moto, che non paventano la presenza
dell'uomo; si nutrono di insetti, ma sono omnivori e d'istinti crudeli, alcune specie
furono vedute assaltare uccelli feriti o presi nelle reti; abitano i boschi, i giar-
dini, specialmente ove sonvi conifere, poche specie sono paludicole: hanno l'abi-
tudine di attaccarsi ai rami degli alberi, rimanendone sospesi colla testa all' ingiù,
da ciò il loro nome di tiuspaisons ,• cantano abbastanza melodiosamente; soppor-'
tano grandi freddi e non' sono strettamente migratori, ma più che tutto erratici,
compiendo i loro viaggi in branchetti; costruiscono nidi assai artistici, finamente
intcssuti, o di forma usuale, o fatti a borsa con un foro laterale e che sospendono
118 ATLANTE ORNITOLOGI! 1 1
sui rami o sullo canne, altri nidificano nelle buche degli alberi, che si dice sca-
vino da se stessi; depongono molte uova fino a 20 e allevano più di una covata
all'anno.
È una famiglia di distribuzione quasi cosmopolita, composta di circa 90 specie
sparse più clic altro nelle parti settentrionali del Mondo Nuovo e dell'Antico e
mancanti nella Regione Neotropica e nelle isole del Pacifico.
Sottofamiglia REGULINAE, Rególini.
Becco subulato colla mandibola superiore leggermente intaccata e la base
contornata di rade penne di struttura speciale, delle quali una lunga nasconde par-
zialmente ciascun foro nasale: coda leggermente forcuta: tarso coperto anterior-
mente da una sola squama e lungo più del doppio del dito posteriore senz'unghia.
Fabbricano nidi sospesi, hanno statura minima e la testa è ornata nel centro
di un ciuffo di penne brillanti (Regulus). Secondo il Gadow due generi compon-
gono questa sottofamiglia, il secondo dei quali, detto Leptopoecile colla specie unica
L. Sophiae, Severtzow, abita l'Asia centrale: nel dare i caratteri della sottofamiglia,
considerai il solo genere Europeo.
Genere REGULUS, Cuvtce (l).
Il gen. Regulus consta di circa sei specie confinate alle parti settentrionali e
temperate della Regione Paleartica e dell'America settentrionale, estendendosi
verso il sud sino al Messico. Nelle isole Canarie, nelle Azzorre ed a Madera vivono
tre forme poco differenti dal R. ignicapillus, che, secondo alcuni Autori, godono
però rango specifico. Depositano da cinque a dieci uova d'un isabellino-rossiecio o
di un bianco crema, con una corona di macchie scure attorno all'apice più largo.
106. Regulus regulus (Linxaeus), Regni».
I Regulus cristatus, Vikii.i..].
I'Iav. XV, Bg. li', e I'av. XLIX. fig, 171.
Fronte bruno-grigiastra; parte superiore della testa gialla, tinta di color au-
rora nel centro, limitato sul davanti e su ciascun lato della stessa da una fascia
nera: sopraciglio grigio-oliva; parti superiori verde-olivastre, rossigne sul grop-
pone e sul sopracoda; gastreo oliva-gialliccio; due fascio bianche sull'ala, formate
dall'apice delle cuopritrici medie e delle grandi (mas. ad.). Manca il giallo-aurora
sulla parte centrale della testa, che è tinta di giallo come le due fascie laterali
(femm. ad.). Manca il giallo sulla testa che è tinta, come la nuca, di un nero-bruno
'misto ad oliva; gastreo grigio, tinto di fulviccio sull'addome e sul sottocoda [giov.).
l1) Regulus, Cuvior, L800 e Koch, 1816).
vn.wn: ORNITOLOGICO 110
Lunghezza totale O/'O'.iS; becco O,'"'»"*; ala o, n.'.l; coda 0, 038; tarso 0, 018;
dito posteriore s. u. 0,"'oof>.
Abita tutta l'Europa fino al Circolo Artico e L'Asia temperata verso oriente
fino all' Amur, d'inverno si porta verso sud, compiendo parziali migrazioni. In
Italia è specie comune e stazionaria, vive sui monti d'estate e discende al piano
il' inverno. Nidifica. Il passo, che è aumentato anche da individui di oltr' Alpe, ha
luogo nell'ottobre-novembre e nel marzo-aprile, viaggia in branchetti. Alleva due
covate; il nido assai artistico è subsferico, intessuto di musei., sostenuto da pic-
cole radici e sospeso di solito sotto l'estremità di un ramo di pino o di altro
sempre\ orde.
Secondo Oh. L. Brehm (') tre sarebbero le specie Europee di R. regulus, che io
cito a titolo di cronaca.
a) R. septentrionalis. Regioni settentrionali di Europa. Lunghezza totale 0,m106;
becco 0,'"010; coda it.'iil 1: tarso 0,n,017. Groppone verde-puro; strisele nere della
testa strette; tinta gialla sulla testa chiara: t'ascio sulle ali bene accentuate.
b) /.'. crococephalus. Regioni centrali di Europa. Lunghezza totale 0, 087;
becco 0,'"0081; coda 0,'"036; tarso 0,'"0168. Groppone verde-giallognolo; striscie
nere della testa larghe; tinta gialla sulla testa più intensa che nel R. septen-
trionalis.
e) //. chrysocephalus. Regioni orientali di Europa. Lunghezza totale 0,m081;
becco 0,'"006; coda 0,m031; tarso 0,'"01(5. Alto dorso misto a grigio; groppone verde;
tinta gialla sulla testa vivace; fascie sulle ali leggermente sbiadite e meno di-
stinte che nelle due precedenti specie; macchia nera alla base delle remiganti
secondarie di forma rotonda.
107. Regulus ignicapillus (Temminck ex C. L. Brehm . Fiorrancino.
[Tav. XV, fig. 11, o Tav. XL1X, tìg. 16].
Fronte ed una t'ascia su ogni lato della testa sino presso all'occhio bianco-
grigie; centro della testa giallo-aranciato, incorniciato sul davanti e sui lati da
una banda nera, limitata a sua volta da una larga fusi-in bianca u sopraciglio; re-
dini, mustacchio ed un tratto attraverso l'occhio neri; due fascie sulle cuopri-
trici, come nel R. regulus, ma molto più distinte: parti superiori nero-giallastro-
vivaci- gastreo bianco-gialliccio; sui luti del collo uno spazio verde-dorato (mas. ad.).
Eguale, manca il giallo-aranciato sostituito da giallo chiaro e brillante (femm. ad.).
Tinte generali più pallide che nell'adulto; manca il giallo sulla testa e le fascie
nere che lo limitano sono di un grigio-verdognolo; le fascio sui lati della testa.
meno accentuate giov.).
Lunghezza totale 0,m105; becco 0,'"008; ala 0,'"065; coda 0,m040; tarso 0,'"020;
dito posteriore s. u. 0,m006.
Questa specie è facilmente distinguibile dalla precedente pel largo sopraciglio
bianco e lo spazio giallo-dorato sui lati del collo, inoltre le parti superiori hanno
tinte molto più vivaci.
Abita le parti temperate e meridionali di Europa, estendendosi verso nord
(') Unni!. Nat. Vinj. Deutschl. pp. 47'J-IS1 is;;i .
120 MI vmi ORNITOl OtìH 0
sino al Fallico. l'Asia Minoro e l'Africa settentrionale. In Italia trovasi ionio il
precedente, ma è mono abbondante, sebbene in Sicilia ed in Puglia sembra av-
venire il contrario. Nidifica,
Amori Britannici dicono che la cattura dell'Americano lì. cakndula [L
avvenuta nel 1852 in Inghilterra merita conferma. Eisso ha la cervice scarlatta,
a tinte nere sulla tosta.
- rrOFAMIGUA FARINAI", l'nriiii.
Becco conico, colla mandibola superiore non intaccata e la baso contornata
di penne, che nascondono del tutto le narici, ohe sono rotonde e senza opercolo
coriaceo; coda di solito non forcuta, di varia t'orma e lunghezza; tarso scudettato,
meno del doppio del diro posteriore s. u.
llocano il nido, salvo eccezioni, nelle buche degli alberi: la testa è spess
ornata di un ciuffo; la statura e piccola,
- specie compongono questa sottofamiglia, cJ - arsa in Europa,
nell'Africa e nell'America settentrionale sino al Messico. Depongono numerose uova
di colore variato, a seconda del genere cui appartengono.
Genere REMIZUS. STI v
Becco conico, più eorto della testa, diritto, acutissimo all'apice: narici sub
rotonde, assai piccole, nascoste da penne rivolte in avanti: lingua setolosa: ali
piuttosto corte. 1 remigante primaria cortissima ed eguale alle cuopritrici le,
la •_'' e subeguale alla 7*, la 4* la massima: coda mediocre, troncata o forcuta;
tarso scudettato. poco più lungo del dito mediano senz'unghia, i tre diti anteriori
subeguali; unghie piuttosto grandi, assai gì ss subadunche,
3 atura piccola, senza ciuffo.
\>:tano le località paludose, fabbricano splendidi nidi a fiasco, che attaccano
alla estremità di un ramo pieghevole, muniti di una o più aperture superiori, vi
impiegano nel costruirle i pappi lanosi del salice, di tifa pai. - ,i riuni-
> on finissimi filamenti di varie - depongono quattro o cinque uova
bia- ss . macchiate di bruì) - s otto specie, più o meno buone,
appartenenti a ques ve. sparse nel Mondo Antico e nell'America del Nord.
Due — - trovano anche in Europa.
108. Remizus pendulinus Link - iloìino.
tkatas pendulinus I
S I
Fronte e una - o all'occhio, che s'allarga appena oltrepassatolo
nero-profonde; s e nuca bìaa gnole; dorso e scapolari di un
-
- " - • - nome «li hV«ù Hi ii; Pi
I. Forapaglie. 2. Forapaglie macchiettato. 3. Salciajola fluviatile. 4. Salciajola. 5. Forapaglie castagnolo,
b Passera scopajola (ad.). 7. Passera scopajola (giov.). 8. Sordone. 9. Stiaccino (q* ad.). 10. Stiaccino (9)
II. Saltinpalo (<? ad.). 12. Saltinpalo (g ad.). 13. Culbianco (ad.). 14. Culbianco (giov.). 15. Monachella
gola nera. 16. Monachella.
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
ATLANTE 0BN1 [CO 1-1
marrone misto a tinta più chiara e che diviene rossiecio-gialletto sul basso dorso,
sul groppone e sul sopracoda; guancie, mento, gola e sottocoda candidi; Le penne
del petto castagne alla base, bianche all'apice; addome e fianchi fulviccio-marrone;
remiganti e timoniere bruno-nerastre, marginale ili bianco (mas. ad.). Testa e lati
del collo cenerino -br anastri; aero della ironie meno esteso e più opaco, anche
dopo l'occhio; colorazione marroni' del petto meno accentuata; tinte generali più
pallide {frinii, ad.). Tinte generali pallide: testa ocracei e grigia; regione aurico-
lare rossastra: fronte e lati della testa senza colorazioni nere: gastreo rossiccio-
pallidissimo, qua e là biancastro giov.).
Lunghezza totale 0,'"110; becco 0,'"009; ala 0,m054; coda 0,ra050; tarso 0,m014;
dito mediano e. u. 0,m0125.
Abita l'Europa meridionale, spingendosi verso oriente sino alla Persia, al Tur-
chestan, alla Cina ed al Giappone. In Italia è specie sedentaria nel Veneto, nelle
Provincie meridionali, in Sicilia e forse in Toscana, estiva mdle altre; però è molto
localizzata e di solito poco abbondante, in alcune provincie rara e mancante in
Sardegna. Nidifica dall'aprile al luglio.
108^. Remizus pendulinus castaneus (Sevektzow), Pendolino castagnolo.
Simile al precedente, ma distinto per statura maggiore; cervice, parte posteriore
e laterale del collo castagno-vivaci, come il dorso; castagno del petto più accentuato;
marginature bianche sulle remiganti e sulle timoniere più larghe {mas. ad. . I lecipite
e nuca isabella-scure macchiate di castagno, specialmente sull'occipite >/< unii. <ul.\
Lunghezza totale 0,m112; becco 0,'"010; ala 0,'"057; coda 0,n'052; tarso 0,m016 :
dito mediano e. u. 0,m0135
Abita il delta del Volga e l'area di distribuzione di questa sottospecie semina
molto limitata; fu colta anche in Ungheria (Madarasx).
Nell'Europa meridionale (Russia meridionale, Galizia or.) sembra vivere una
forma intermedia tra il lì. pendulinus ed il R. p. castaneus, che dovrebbe forse chia-
marsi E. Radaci, ma è poco nota. Il R. Raddei avrebbe la striscia castagna sui
lati della testa, ma essa non oltrepasserebbe l'occhio, mentre manca nel lì. pen-
dulinus. Questo è quanto dice il Naumanni'i, ma io credo che tuffai più si trat-
terà di una sottospecie da distinguersi col nome di R. p. Raddei.
Narici ovali con un largo opercolo, semiaperte, in parte nascoste dalle setole
della base del becco (Panurinae).
Un solo genere con una specie ed una sottospecie detta Panurus biarmìcus sibi-
ìinis (Bp.), essa è di statura maggiore, ma di colorito mollo simile al tipo Europeo,
abita l'Asia centrale; e da taluni viene considerala (piale buona specie col nome di
/'. sibiricus.
Genere PANURUS, Koch.
Becco giallo, corto, subconico, acuminalo, mandibola superiore più larga e
più lunga dell'inferiore e curvata leggermente dalla base, l'inferiore quasi diritta;
i'i \ui. Vog, Mitt.-Earopaa, voi. II, pag. 242 (nuova udizione, 1898).
Atlante ornitologico.
122 \ Il INI I ORNI l"l .1 iGICi '
lingua setolosa; ali mediocri, 1° remigante primaria cortissima, 28 subeguale alla
71. 4l la massima; coda molto graduata e molto lunga, la r timoniera esterna
meno della metà dello due centrali; sottocaudali allungate ed acuminate; tarso
scudettato, più lungo del dito mediano con unghia; diti lunghi, l'esterno più corto
dell'interno; unghie grandi, ma poco adunche: penne laterali della gola allungate
a mustacchio nei maschi adulti.
Costruiscono un nido subsferico, intessuto di foglie secche e di sottili fili d'erba,
e lo foderano di fiori molli di canne palustri, vi depositano sei o sette uova di
un rossigno macchiato di scuro. Allevano due covate all'anno.
109. Panurus biarmicus (Linnaeusi, Basettino.
I'I'av. XVII, fig. 12 o 13 e Tav. XI. IX. fig. 24],
Testa, nuca e lati di un cenerino-bluastro; mustacchio lungo e cadente su ciascun
dei lati della gola, redini e parte anteriore dell'occhio nere; resto delle parti supe-
riori e coda di un rossiccio-cannella, lavato di ametistino sul sopracoda; parti inferiori
bianco-ametistine miste a bluastro; fianchi di un cannella-rossiccio; sottocoda nero
(mas. ad.). Manca il mustacchio nero, e cosi le tinte nere delle redini e del sot-
tocoda: parti superiori fulvo-grigie, più vivaci sul dorso; gastreo bianco, tinto di
ametistino specialmente sin lati, che degrada in fulvo sui fianchi e sul sottocoda
fniini. ad.). Simile alla femmina ad.: alcune macchie allungate nere sulle penne
del dorso; le penne esterne della coda in gran parte nere; colori più vivi nei
maschi e più pallidi nelle femmine {giov.).
Lunghezza totale 0,m175; becco 0,m009; ala 0,m060; coda 0,m080; tarso 0,m020;
dito mediano e. u. 0,'"016.
Abita l'Europa meridionale ed occidentale fino alle Isole Britanniche, verso
oriente si spinge al Turchestan ed alla Siberia meridionale, ed è parzialmente mi-
gratore. In Italia è specie localizzata ed in parecchi luoghi comune (Veneto, Man-
tova, Toscana, Napoletano, Sicilia); la credo quasi ovunque stazionaria, manca in
Sardegna ed è rara nelle Puglie. Nidifica.
Genere AEGITHALUS ('), Hermann.
Becco nero, molto corto, acuto, forte, lateralmente compresso, curvato tanto
sulla mandibola supcriore che nell'inferiore, che è più corta: natici basilari, pic-
cole, subrotonde, coperte di penne; uno spazio nudo e relativamente grande sulle
palpebre; ali rotonde, moderate, con la la remigante primaria molto corta, la 2a
subeguale alla 9a, -1' e 5" le più lunghe; coda molto lunga, più del corpo, stretta
ed assai graduata, la timoniera esterna circa V:i i'1 lunghezza delle due centrali;
tarso più lungo del dito mediano con unghia; diti moderati, i tre anteriori riuniti
(') Aegithalut, Hermann, Oi«. Zool. I. ]>. UU (1804 : tipo Pipra Teuropaea Acredula, sp. La de-
scrizione dei caratteri generici e molto chiara e non lascia alcun sospetto che il nome Aegìihalus sia
.slato fondato pei nostri Codibugnoli; ma non È del pari certo se la descrizione del tipo corrisponda al
caudatus od al rosetu, e quindi il nome di europaeus deve sparire llelhnayr, in KM.).
MI Wll ORNITO] OGN 0 123
alla base, l'esterno più lungo dell'interno, il posteriore forte con l'unghia distin-
tamente uncinata.
Piumaggio assai molle: tinte predominanti nere e bianche miste a roseo;
penne della testa leggermente allungate, e quelle della fronte che si avanzami
sul becco.
Fabbricano un uido sferoidale od ovato che attaccano ai rami, e vi depositano
numerose uova bianche con macchie di un rossiccio vivace. E un genere del
tutto Paleartico, composto di sedici specie all' incirca, alcune delle quali assai
affini tra esse.
a) Senza macchia nera sulla góla.
NO. Aegithalus caudatus Linnaeus), Codibugnolo testa bianca.
[Tav. XVII, fig. 10 e li e Tav. .MIX. fig. L'I/, |.
Testa per intero bianco-candida; parte posteriore del collo e regione inter-
scapolare nero-profonde; scapolari e lati del mantello di un roseo-carico; resto
del dorso vinato e nero, predominando la tinta nera; cuopritrici alari e sopracoda
nere; gastreo bianco-candido, sfumato di ametistino sui fianchi e sul sottocoda;
remiganti nerastre, marginate di bianchiccio sulle 2e, quelle interne bianche con
una stretta stria centrale bruna; timoniere nere, le tre paja esterne con larghi
margini e gli apici bianchi; circolo oftalmico giallo-canarino (ad.). Contorno dell'oc-
chio rosso-carico; centro della testa con una fascia bianco-cenerina; fronte, lati
della testa e parti superiori di un bruno-nerastro-opaco con larghi apici bianchi
sulle scapolari, sui lati del dorso e talora sul centro dello stesso; bianco del ga-
streo meno puro (giov.). Nei soggetti più adulti lo spazio bianco sulla testa è più
largo, ed i lati neri si presentano come due fascio, che marginano il centro chiaro.
Lunghezza totale 0,'"160; becco 0,'"00(i : ala 0, 063; coda0,m098; tarso 0,'"017.
Questa è la specie tipo descritta da Linneo; essa abita l'Kuropa settentrionale
e giunge d'inverno sino nelle contrade Mediterranee, verso est si estende attra-
verso la Siberia >' > fino al Giappone settentrionale, surrogata nelle porzioni meri-
dionali dello stesso dall'ai, e. trivirgatus (Temminck & Schlegel). In Italia è specie
di comparsa invernale secondo gli Autori, che non sono concordi sulla sua fre-
quenza. Le notizie che abbiamo sono in fatto poco sicure; ma posso dire che nel
Veneto trovai questo uccello in ogni stagione, che vi è comune e nidificante, seb-
bene d'inverno sia più abbondante per l'arrivo degli individui nordici migranti.
110". Aegithalus caudatus senex (Madakasz), Codibugnolo testa bianca caucasico.
Simile air.4. caudatus, differisce pel dorso grigio; pella fronte, la regione paro-
tica ed occipitale tinte di fulviccio appena visibile; è distinta dall'.!, e. caucasicus pella
fascia laterale della testa del tutto mancante.
Lunghezza totale 0,m155; becco 0,'"006; ala 0,'"063; coda0,m095; tarso o.".n,s.
ii Scebolmi distinse gli esemplari siberiani col Dome di .1. e. macrurus, essi presenterebbero la
coda più lunga di (inolia dell'ai, caudatus; anche in molte parti d'Europa trovai Codibugnoli culla coda
molto lunga, ed r perciò clic non accetto tale separazione.
124 \m\ll. ORNITOLOGICO
Questo Codibugnolo e VA. <■. dorsalis furono recentemente (listimi dal Madarasz e
divisi dall' l. caudatus, sicché coli' A. e. tephronotus e colT-4. e. caucasicus sarebbero
cinque le forme ili Aegìtkalus viventi nel Caucaso.
110 /'. Aegithalus caudatus dorsalis (Madarasz), Codibugnolo caucasico dal dorsonero.
Molto affine ed assai simile all'.l. e. caucasicus e facilmente distinto pel dorso nero;
differisce d&U! A. e. roseus per la fascia Laterale della testa scura, pei lati del dorso
e le scapolari grigio-biancastre.
Lunghezza totale 0,ffi135; becco 0,m006; ala 0,m061; coda 0,m080; tarso 0,ra017.
Abita il Caucaso [Madarasx) ; questa sottospecie, secondo Hellmayr, non è suf-
ficientemente distinta, ma riferibile ad esemplari multo scuri di tinta dell'-l. e.
caucasicus (in liti.).
NO'. Aegithalus caudatus roseus ' (Blyth), Codibugnolo rosa,.
Redini, penne alla base del becco e centro della testa di un bianco-puro limitate
sui lati della stessa da una fascia di un nero-puro, che si estende sino alla nuca
e si unisce alla tinta nera dell'alto dorso e della regione interscapolare; /«isso dorso
rimilo con 'pochi Imiì/ neri; cuopritrici alari nere, le grandi terminate di bianco
e lavate di roseo; sopracoda nero; gastreo bianco con poche macchie brune sul
petto e tinto di vinato, specialmente sui fianchi e sul sottocoda; anello oftalmico
aranciato (ad). Somigliano a quelli dell', 1. caudatus (L.), ma hanno le ali e la coda
più corte (giov.).
Lunghezza totale 0,ro165; becco 0,'"008; ala 0,n,062; coda 0,'"088; tarso 0/"018.
Abita l'Inghilterra, la Francia, il Belgio e la parte occidentale della Germania
{Salvadori). I soggetti britannici sono di tinte più cupe e di minore statura; quelli
germanici intermedii collii, caudatus, come ad esempio quelli dell'Assia (Berlepsch),
del Salisburghese (Tschusi) etc. In Italia sarebbe la specie più rara del genere,
di comparsa invernale e non nidificante.
NO '/. Aegithalus caudatus macedonici^ (Salvador! iS I iresser), Codibugnolo macedonico.
Simile alT.I. e. roseus, ma le bande nere sui lati della testa sono più cospicue,
più larghe ed estese alla base del becco e sulle min//; gastreo bianco, coi lati della
gola striati di grigio; pila macchiata di grigio; una stretta banda nerastra attra-
versa il petto.
Lunghezza totale 0,m140; becco 0,'"007; ala 0,,ll002; coda 0,m089; tarso 0,'"015.
Abita la Grecia e la Penisola Balcanica.
110'. Aegithalus caudatus Irbyi (Sharpe .V Dresser), Codibugnolo grigio.
Statura minore dell'^4. C roseus; fronte ed una stretta fascia sul centro della testa
bianca, più o meno macchiala di brunastro; sui due lati della testa una larga
(') Nanmanu (Vogel Deutschl. 11. pag. 242, nuora edizione 1898) chiama questa sottospecie col nomo
di .1. e. vagane i Latham).
un usti ornitoi "'.li o 125
fascia aera che si estende dall'occhio alla mica, uve si unisce ad una piccola linea
che limita molto marcatamente la nuca dal dorso; dorso i/i un cenerino-piombato
chiaro; regiont scapolari vinata; cuopritrici alari nerastre, le più grandi interne
lavale di bianco-grigio; sopracoda nero, con gli apici delle penne grigiastri poco
appariscenti; gastreo bianco, tinto di vinato debole sui fianchi e più vivace sul
sottocoda, talora con poche macchie brune sul petto; anello oftalmico aranciato
(ad.). Simile a quelli dell'.!, caudatus, ma più piccolo (giov.).
Lunghezza totale 0."'110; becco 0,'"007; ala 0,m058; coda 0,'"08r>; tarso 0,'"0 IT.
E la specie più comune del genere in Italia, di doppio passo e stazionaria,
specialmente nelle provincie centrali e meridionali e anche in Corsica; si sup-
poneva che appartenesse a questa la forma clic vive in Sicilia, e che venne re-
centemente separala. Nel Veneto è abbondante; abita anche la Francia e la Spagna,
e tu scoperta in quest'ultimo paese.
110/. Aegithalus caudatus caucasicus (Lorenz), Codibugnolo caucasico.
Simile ali". I. e. Irbyi; cervice bianca, colla fronte tinta di bruno-rossiccio; dorso
grigio-lavagna-pallido, più cupo nella por/ione alta dello stesso; regione scapolare
grigio-biancastra; sopracoda grigio, tinto di roseo; gastreo bianco, tinto di grigio
sui lati del petto.
Lunghezza totale 0,m134; becco 0,'"007: ala 0,m062; coda 0,'n083; tarso 0,'"0 Iti.
Abita il Caucaso.
NO'/. Aegithalus caudatus siculus (Whitaker), Codibugnolo siciliano.
[Tav. XI, VI, fig. 3].
Molto simile alì'A. e. caucasicus, dal quale è distinto pelle ali <• la coda più corte,
i lati bruni della testa non sono cosi scuri e la stria bianca lungo il centro della
cervice, cosi ben marcata nellM. e. caucasicus, è molto meno pronunciata, le penne
essendo parzialmente striate di bruno; contorno dell'occhio giallastro (Whitaker).
Lunghezza totale 0,'"127; becco 0,m006; ala 0,"'0ó7; coda 0,'"073; tarso 0,'"01.~>.
Questa sarebbe la forma sicula dell' A. e. Irbyi, recentemente distinta dal Whi-
taker. abiterebbe la Sicilia e sarebbe l'unico Aegithalus che si trova nell'Isola.
E qui ringrazio il ben noto Ornitologo J. Whitaker, che fu tanto gentile di
offrirmi due bei esemplari della nuova forma da lui descritta.
b) I Ti/a macchia nerastra sulla gola.
110/. Aegithalus caudatus tephronotus (Gunther), Codibugnolo turco.
Cervice bianco-cenerognola; lati della testa nero-lucidi, in modo da formare
due bande laterali dalla parte anteriore dell'occhio alla nuca: dorso blu-grigio-
chiaro, alquanto variato di bianco nella regione interscapolare; cuopritrici alari
nere, le più piccole lavate di grigio, le grandi interne e le mediane brunastre. con
margini stretti e pallidi; sopracoda grigiastro; gastreo biancastro, con iuta grami,
macchia nerastra sulla gola; lati del collo grigi striati di nerastro; fianchi e sotto-
coda lavati di ametistino; remiganti bruno-cenerognole, col margine esterno grigio;
L26 ATLANTI-: iHÌNIlDMliai'il
timoniere nere, le centi-ali marginate esternamente di grigio, specialmente verso la
base, le tre paja esterne con larghi margini e gli apici bainchi [ad.).
Lunghezza totale 0,m120; becco 0,m008; ala 0,' 063; coda 0,m071; tarso 0,m018.
Abita la Etumania, la Turchia. l'Asia Minore e la Persia.
Sicché nove sarebbero le forme Europee del gen. Aeijilltnhis. che si possono
così brevemente distinguere, sempre parlando degli individui adulti:
A) Senza macchie nerastre sulla gola.
a1) Testa senza fascio brune laterali.
«'-'(Testa bianco - pura ; dorso nero; regione scapolare tinta di rosa
(.1. caudatus).
I>~) Testa bianca, fronte, regione parotica ed occipitale tinte leggermente
di fulviccio; dorso grigio; regione scapolare grigio-biancastra (A. e. senex).
b1 1 Con una larga fascia bruna su ambedue i Iati della testa.
e2) Alto dorso e regione scapolare nere; basso dorso vinato, con pochi
tratti neri; redini e base del becco bianchi [A. e. roseus).
(Ì-) Parti superiori come nell'-4. e. roseus, le fascie brune sui lati della
testa molto più larghe ed estese sino alla base del becco e sulle redini (A. e.
rnacedonicus).
< - Dorso cenerino-piombato-chiaro; regione scapolare vinata {A. e. Irbi/i).
/"-) Dorso grigio-lavagna-pallido; un'ombreggiatura nera sull'alto dorso;
regione scapolare grigio-biancastra; ala 0,'"0(>2; coda 0,m083 (A. <•. caucasicus).
//-) Simile; ali e coda più corte; ala0,"'0ò7; coda 0,"'073 (A. e. siculus).
fi) Dorso nero; regione scapolare grigio-brunastra (A. e. dorsali?).
B) Con una macchia nerastra sulla gola (A. e. tephronotus).
Anche nello stadio adulto si trovano numerosi individui intermedii, ciò che
fa supporre a casi di ibridismo tra forme tanto vicine; i giovani sono indistinguibili
inter se, soltanto quelli delle forme di statura maggiore si distinguono dai con-
generi di dimensioni minori; le macchie sul gastreo e le strie scure che talora
si dispongono a corona sul petto sono semplicemente effetto di gioventù e di livree
incomplete e non servono per distinzioni specifiche, eccetto nel caso dell'ai, e. tephro-
notus. Questo è uno dei generi nei quali i sistematici « separatisti » hanno avuto
maggior agio di scapricciarsi nel formare tante specie e sottospecie simili, cosi
difficili ad identificare e sul cui valore specifico vi sono i maggiori dubbi.
Genere PARUS, Linnaeis.
Becco conico, più corto della testa, appuntito, leggermente curvato sul cul-
mine e compresso, mandibola superiore di poco più lunga della inferiore, con in-
taccatura poco apparente o mancante: lingua setolosa: narici basilari, piccole,
rotonde, senza opercolo coriaceo, coperte, come la base del becco, dalle penne seto-
lose della parte anteriore della fronte, che sono rivolte in avanti: ali con 10 remiganti
primarie, la 1 ' piuttosto corta, meno della metà della 2a, 3a, 4il e 5a le più lunghe;
coda corta, quadrata o leggermente arrotondata; tarso scudettato, più lungo del
dito mediano con unghia; piedi grandi e forti; unghie mediocri, subadunche, ap-
puntite, acute.
vi I w il ORNI COI OGICO 1-7
Piumaggio molle; penne della testa spesso allungate o rilevate a ciuffo; piu-
maggio brillante nero, blu o giallo od opaco; spesso osservasi uno spazio chiaro
sulla nuca ed una banda longitudinale mediana sull'addome.
Sui in uccelli sei leni a i'i o parzialmente migranti, se ne conoscono circa 60 specie,
alcune delle quali poco distinte, sparse nell'Emisfero settentrionale e specialmente
nelle Regioni Paleartica, Neariica ed Orientale, scarseggiano nell'Etiopica; nidificano
in buchi di varia sorte e depositano da ■< a 12 uova bianco pure, immacolate o i-nn
macchiette bruno-rossiccie o bruno scure.
a) Senza ciuffo; calotta blu <> bianca; frinite e sopraciglio bianchi; spazio nucale
chiaro; banda addominale scura, incompleta (gen. CYANISTES, Kaup).
MI. Parus caeruleus, Linnaeus, Cimi/mll/i.
LCyanistes caeruleus (L.)].
[Tav. XVII. Bg. 7 e 8 e Tav. XUX, fìg. 23 |.
Penne del pileo lunghe ed erigibili blu-azzurre, che t'ormano una calotta az-
zurra circondata da una fascia bianca; una banda che dal becco attraversa gli
occhi e si unisce ad un'altra sulla parte alta della nuca, che discende allargandosi
sui lati del collo e si attacca ad una grande macchia quasi triangolare, che oc-
cupa la gola ed il mento di un blu-azzurro; spazio nucale bianco-grigio; fronte,
gote, regione auricolare ed una fascia che, come dissi, cinge il blu del pileo bianche;
dorso e groppone verde-giallastri; resto del gastreo giallo-cenerino, con una fascia
azzurra sulla linea mediana del petto; centro dell'addome bianco; ali e coda blu,
con una fascia apicale bianca che forma una banda trasversale sulle grandi cuopri-
trici alari e sulle 26 interne; coda quasi quadrata [ad.). Tinte generali più cupe;
pileo nero- verdastro ; parti bianche della testa e delle ali tinte di gialletto; gola
nera mista a giallo; gastreo giallo-limone (valde gìov.).
Lunghezza totale 0,'" 135; becco 0,'"011; ala 0,m065; coda 0,m055; tarso 0,m016.
Va soggetta a varietà albine, isabelline ed acianiche, una curiosissima presenta
il dorso, il petto e l'addome di un giallo-canarino e tutto il resto bianco-candido.
Abita l'intiera Europa ed è rimpiazzata nel Marocco dal .". ultramarinus, Bo-
naparte, nelle Canarie dal /'. tenerifae, Lesson, dal P. ombriosus, Meade-Waldo e
dal /'. palmensis, Meade-Waldo, tutte forme affini. In Italia è specie sedentaria,
comune e nidificante; però è più abbondante durante i tempi del passo e nel-
l'inverno, manca a Malta; ed in alcune provincie settentrionali è precipuamente
uccello estivo; frequenta più il monte del piano.
112. Parus Plcskei. Cabanis, Cineiwrélla di Pleske.
Simile al /'. caeruleus, dal quale è distinto pei seguenti caratteri:
Pileo blu-chiaro, formante una calotta; dorso cenerino-bluastro: gastreo bianco,
tinto leggermente di giallastro sul petto e sui fianchi; timoniere blu, con stretti
apici bianchi ed il vessillo esterno delle laterali pure bianco; coda quadrata.
Dimensioni del /'. caeruleus.
Abita la Russia settentrionale e più che altro i distretti di Mosca e di Pietro-
burgo; un individuo colto a Liegi (Belgio) nel 1878 è nella Raccolta del compianto
mio amico il Barone Edm. de Selys Longchamps.
IL'-- iiumi ORNITOLOGI! 0
Riguardo la validità specifica del Parus Pleslcei, ecco quanto mi scrive recen-
temente (21) ottobre 1901) il mio amico dr. Eellmayr: 11" esaminato circa otto
esemplari del P. pleskei e li trovai corrispondere nei caratteri principali colla
descrizione del Cabanis. In seguito vidi due soggetti della varietà da me chia-
mata pallesce?is (•/. fiir Ornith. 1901, pag. 17.V. È difficile il dire con precisione se
questa «specie» sia o no un ibrido tra P. caeruleus e cyanus. Argomenti favore-
voli all'ibridismo sembrano essere il fatto della grande rarità della specie», la
circostanza che essa si trova soltanto nei distretti, ove vivono il P. caeruleus ed
il P. cyanus, e le sue variazioni ili colorito e di dimensioni. In questo caso il
sig. Th. Lorenz (Vogél (ics Moslcauer Govemm. pag. 93) inclina a considerare i ti-
pici pleslcei (più simili al caeruleus; con la calotta azzurro-bluastra, una macchia
gialla sul petto e scarse tinte bianche sulle ali) come ibridi di caeruleus maschio
e cyanus femmina; e la mia var. pallescens (con la calotta grigio-bluastra, mac-
chia gialla sul petto appena indicata, tinte bianche sulle ali più estese) come
ibridi di caeruleus femmina e cyanus maschio. Ma io non sono del tutto del suo
parere; e ritengo il P. pleskei una specie molto antica, che sta per estinguersi;
mentre le specie (geologicamente) più recenti (caeruleus e cyanus) tendono ad esten-
dere la loro distribuzione. I tipici pleskei quindi devono essere considerati come
gli ultimi rappresentanti di una specie, che in tempi remoti aveva distribuzione
molto estesa, e la mia var. pallescens ([naie ibrido tra il tipico pleskei ed il cyanus ».
113. Parus cyanus, Pallas, Cinciarella azzurra.
[Tav. XVII, fig. !•].
Testa e parti inferiori bianco-candide, con una piccola macchia bluastra sul
centro del petto; una fascia dal becco all'occhio, diesi congiunge ad una banda
lineale blu-scura; dorso e groppone blu-grigio-chiari; una larga fascia all'apice
delle cuopritrici alari, margine delle grandi remiganti, apice delle 2°, la timoniera
esterna per intero e le altre nella parte terminale bianche; base delle cuopritrici
alari, centro delle remiganti e il resto delle timoniere di un blu-violetto; coda
rotonda (ad.). Testa brunastra, colle tinte bianche Leggermente gallette anche sul
gastreo, redini e fascio attraverso gli occhi, che non si uniscono alla banda nucale,
di un grigiastro senza lucentezza, metallica; le tinte libi e bianche mono pure (giov.).
Lunghezza totale 0,m135; becco 0,m009; ala 0,mO68; coda 0,'"070; tarso 0,m016.
Abita la Siberia meridionale, le parti centrali ed orientali della Russia eu-
ropea e venne colto quale uccello accidentali: india Svezia, in Danimarca, nella
Germania, in Polonia e nell'Austria. Il Dr. Uhtersteiner citò questa specie come
presa a Striglio di Valsugana nel Trentino, su asserzioni di cacciatori. Tale notizia me-
rita conferma, quantunque la sua cattura da noi non sarebbe latto molto eccezionale.
b) Senza ciuffo; calotta nera; fronte nera; mancanza ili sopraciglio; spazio nu-
cale presente; limala addominale scura, compiila (gen. Parus, Linnaeus).
114. Parus major, Linnaeus, Cinciallegra.
| Ta\ . XVII, ag. 1. e Tv\ . xi.tx. fig. 19].
Una linea dalla mandibola inferiore che passa sotto l'occhio, guancie e re-
gione auricolare bianco-argentine; resto della lesta, lati del collo, mento, gola,
v. Js
\ir
I. Cinciallegra. 3. Cincia mora. 3.1 ol ciuffo. 1. Cincia bigia. 5. Cincia alpestre. 6. Cincia dalmatina.
7 Cinciarella (ad.). 8. Cinciarella (giov.). 9. Cinciarella azzurra. IO. Codibu bianca (ad.).
II. Codibugnolo testa bianca (giov.). 12. Basettino itf ad.). L3. Basettino (J). 14. Pendolino. 15. Pi
muratore, le. Rampichino.
I Irico Horpli, Editore. Milano.
\ i I IHTB ORNITOLOGICO 1 '-"-1
una larga banda longitudinale sul centro del petto e dell'addome nero bluastro-
lucenti; sul centro della nuca uno spazio bianco, susseguito da un tratto giallo-
citrone, che sfuma col verde-giallo del dorso; cuopritrici alari cenerino-bluastre,
le grandi terminate da una cospicua fascia bianco-gialletta, che forma una banda
trasversale sull'ala; groppone e snpraeoda grigio-bluastri ; lati ilei petto ed addome
gialli: basso addome bianco; timoniere grigio-bluastre cogli steli ed il vessillo in-
terno neri, l'esterna è bianca all'apice e sui lati (ad.). Colora/ione generale molto
pallida: guancie e regione auricolare variate di gialliccio; la fascia addominale
longitudinale nera mancante od appena accennata sull'addome; tinte nere meno
lucide e miste a grigio sulla noia {giov.).
Lunghezza totale 0,m160; becco 0,'"011; ala0,n,074; coda 0,m068; tarso 0,'"021.
La Cinciallegra va soggetta alle stesse varietà di tinte del P. caeruleus, col
(piale si è incrociata per quanto so una sol volta, e l'esemplare, colto nel L 892 sul
Padovano, offre caratteri intermedi assai distinti (mia Collezione); le anomalie di
tinta e le teratologiche sono piuttosto rare in questa specie.
Abita l'Europa verso est attraverso l'Asia fino al Pacifico, la Palestina, la
Persia e l'Asia centrale: a Cipro è rimpiazzata dal /'. ajihroih/tes, Madarasz. nella
Cina e nel Giappone dal /'. minor, Temm. e Schl.; dal P, einereus, Bonn, e Vieill.
nell'India; dal /'. boìcharensis, Liclit. nell' Afghanistan e nel Turchestan. In Italia e
specie comune e sedentaria; di autunno ne arrivano molte d'oltre Alpe e sver-
nano tra noi. E accidentale a Malta. Nidifica ed alleva più di una covata all'anno.
Il Blasius ha citato, sull'autorità di C. L. Brehm, il P. minor tra gli Uccelli
d'Europa, ma non dice ove sia stato colto.
e) Testo talora fornito ili ciuffo; ridotta nera; fronte e sopraciglio mai Inanelli ;
spazio nmaìe chiaro presente; lima addominale mancante (gen. PEKIPAKUS, Selys).
115. Parus ater, Linnaeus, Cincia mora.
[Tav. XVII, fig. 2. e Tav. XLIX, fig. 20].
Una linea che parte dalla mandibola inferiore e si dirige verso l'occhio, guancie,
regione auricolare e lati del collo bianco-puri; un grande spazio nucale bianco;
resto della testa, due fascie che limitano lateralmente la nuca e si dirigono sui
lati del collo ove s'allargano, mento ed un largo spazio sulla gola di un nero-blu
profondo e lucido; ali attraversate da due bande biancastre, formate dagli apici
delle medie e delle grandi cuopritrici delle ali; dorso cenerino-piombato chiaro;
groppone e sopracoda bruno-fulvo-olivastro; gastreo bianco, tinto di gialletto sul-
l'addome e di fulviccio-olivastro sui fianchi, sul basso addome e sul sottocoda;
timoniere nero-cenerognole, leggermente sfumate di olivastro; becco nero (ad.). Tinte
nere più opache; spazio sulla nuca, guancie e le due fascie sulle ali col bianco
sfumato di gialletto; dorso oliva-cupo; gola lavata di olivastro; gastreo gialletto;
fianchi più bruni; becco giallastro alla base della mandibola inferiore (jgiov.).
Lunghezza totale 0,m125; becco 0,'"009 ; ala 0,m060; coda 0,'"04ii; tarso o.'ois.
Abita l'Europa e la Siberia settentrionale, rimpiazzata a Cipro dal /'. cypriotes,
Dresser, in Algeria dal /'. /< udoci, Malherbe, nella Siberia orientale e nel Gfiap
pone dal /'. pekinensis, David, che ha un ciuffo mediocre, nell'India e nel Tur-
chestan da forme affini. È accidentale nella Gran Bretagna, ove vive una sotto-
Allante ornitologico. 17
1 30 MI \\ i 1 ORNITI fi .... i . 0
specie molto simile. È specie comune in [talia, dimora sui monti nell'estate e di-
scende al piano d'autunno, quando molti individui arrivano pure d'oltr'Alpe per
svernare; è meno abbondante in generale delle precedenti, però in alcuni anni è
comunissima; ebbi esemplari anche dalla Puglia, ove pareva non giungesse e
dalla Sicilia, uve si dice sia rarissima [Boderlein). Nidifica ed alleva più eovate
nella slessa annata.
115 a. Parus ater britannicus (Sharpe «V Deesskr), Cincia moni britannica.
simile al P. uti r. ma distinto pel dorso grigiastro, fortemente lavato di oliva-
giallastro; groppone fulviccio-cbiaro; fianchi e basso addome tinti più vivacemente.
Dimensioni del P. ater.
Questa sottospecie vive nelle Isole Britanniche, arrivando nella Scozia sino
al Sutherlandshire e Caithness, manca nelle Isole Shetland. Orkney ed Ebridi.
Parecchi Autori sono concordi nel non ammettere la Cincia britannica come
distinta dalla specie Europea; a questo proposito il diligontissimo Saunders dice
ohe quantunque alcuni individui offrano tinte differenti sul dorso, altri sono in-
termedii ed altri principalmente di Scozia, ove è uccello comune, sono affatto si-
mili ai tipici P. ater continentali. E nel materiale che esaminai, ho trovato che
tali osservazioni sono del tutto esatte, ma siccome gli individui provenienti in
pelle dalle Isole Britanniche sono in preponderanza di colorito leggermente diffe-
rente, così io accetto il /'. britannicus, Sharpe Dress. come forma sottospecifica
del P. ater, Linnaeus.
Nel Caucaso vive poi una l'orma intermedia tra le due sunnominate, che fu
distinta col nome di P. Michailoivski, Bogdanow, venne trovata anche nella regione
del Transcaspio, ma sembra essere eguale al P. phaeonntus, Blanford della Persia.
Ha statura maggiore (lunghezza totale 0,m130) ed offre il dorso di un bruno-oli-
vastro-pallido, più dilavato sul groppone.
Testa senza ciuffo; calotta nera o bruna; fronte e sopraciglio mai bianchi; manca
tu spazio chiaro minile e la Unni addominale (gen. Poecile, Kaup).
116-118. Parus palustris. Linnaeus, e forme affini.
[ Tav. XVII, fig. I e 5, e Tav. XL1X, Bg. 22].
l ii tempo le così dette (lucie di padule (') o Cincie bigie si trovavano riu-
nite sotto il nome di /'. palustris, Linnaeus: ma quando ebbero il sopravvento gli
studi ornitologici più accurati ed anche un po' di mania di dividere e suddividere le
specie in una quantità di torme climatiche e regionali che il più delle volte non sono
apprezzabili che nel solo piumaggio primaverile completo e di Cresco mutato), si
trovò la necessità di scindere il tipo Linueano in tre grandi gruppi, ognuno dei
(piali è tipo di molte tórme e sottoforme più o meno valide, anche diagnostica-
mente parlando. Dò qui anzitutto la diagnosi del vecchio tipo Linueano. ove sono
I! nome <li /'. palustris o Cincia ili padule e molto inalo appropriato, non abitando iint'sti uc-
celli le pulluli, ma bensì più che altro i boschi ili montagna. Gli Amori Italiani comprendono tutte le
forme del /'. palustris sotto i nomi Parus o PoeciU palustris e boreali».
ATLANTI OENITOI.OGICO 131
compresi i tre gruppi moderni e quindi, come meglio posso, Le distinzioni delle
molte sottospecie e la loro distribuzione geografica, che per alcune non è del
tutto nota.
Parus palustris, I.iw ah s, Cincia bigia.
Fronte e parte superiore della testa fino verso la nuca di un nero-bluastro
lucido o tinto di brunastro e con riflessi più o meno decisi; mento e gola dello
stesso colore, bordato di bianco sulle penne «Iella parte bassa della gola; dorso,
groppone, sopracoda e margini delle 2* di un grigio rossiccio, leggermente olivastro e
tinto di bruno gialletto sul basso dorso e sul groppone; guancie, regione parotica
e lati del collo bianchi sotto L'occhio, tinti di cenerognolo nel resto; centro del
petto e dell'addome biancastri: fianchi e sottocoda lavati di fulviccio; coda quasi
quadrata grigio-bruna, con le timoniere esterne biancastre sul margine ed all'a-
pice (ad.). Colorazioni nere della testa non estese sulla nuca ed opache; tinte delle
parti superiori di un oliva-brunastro, più cupo sul groppone; bianco delle uote e
della regione auricolare più ristretti) : gastreo fulviccio tinto di rosa, più accen-
tuato sui fianchi: margini delle timoniere bruno-olivastri (giov.).
Lunghezza totale 0,m117; becco 0,m008; ala 0,m062; coda 0,m053; tarso 0,' "016.
Questo gruppo, sotto forme diverse, abita l'Europa, L'Asia Minore, il Turche-
stan, la Siberia al sud del Circolo Artico, la Cina settentrionale ed il Giappone.
Proseguendo poi si trovò, come era ben giusto, la necessità di suddividere il
tipo Linneano troppo Largo per essere ritenuto singola specie, ed a ciò contri-
buirono irli studi di molti Ornitologi, tra i (piali cito il Baldenstein, il Brehm,
Grerbe, Selys-Longchamps, etc. Ed in questi ultimi tempi ad opera dei Sigg. Tschusi
zu Schmidhoffen, Kleinschmidt ed Hellmayr le Cincie di palude furono, in parte
mi quelle basi, divise nuovamente in molte sottospecie dipendenti da ceppi spe-
ciali, sottospecie (die non sempre sono, a mio vedere, apprezzabili e della cui
validità gli stessi chiarissimi Autori talora non sono sicuri, introducendo infatti
troppo spesso la parola « sembra », ed il sospetto che si tratti di un ibrido tra due
sottospecie molto prossime e che vivono nello stesso distretto.
Lo Tschusi zu Schmidhoffen (') divide il /'. palustris in tre specie (/'. communis,
/'. tnontanus, /'. borealis) e queste nel modo seguente:
.li /'. communis, Baldenstein, o Cincie bigie dal capo lucido o splendente.
• 'alotta breve; calotta nera con lucentezza azzurrina ; macchia unipolare piccola:
lati del collo bianchi, poco estesi all' ingiù e bianco-sudici verso le guancie: dorso
bruno-grigio; parti inferiori di un bianchiccio, spesso molto sudicio; fianchi leg
germente lavati di rugginoso; ali e coda di un grigio-bruno-cupo; remiganti i" per
lo più con marginature del colore del dorso; coda non graduata.
" Sottospecie di dimensioni maggiori.
in /'. e, meridionalis (Liljeb); lati del collo di tinta più pura; dorso più
grigio (bruno-grigio); parti inferiori abbastanza chiare; fianchi appena sfumati
El BOP. Qeauhmkiskn, Ora. Juhrb. IX. pag. 1153-176 (1898).
132 ATI. AMI ORNITI II.OGH 0
di tinta rugginosa. Abita la Svezia meridionale, la Prussia orientale e le Provincie
del Baltico; ed è il rappresentante nordico del /'. e. subpalustris.
a1) P. e. stagnatilis (Brehm); dorso un po' più brunastro; becco più corto
e più grosso. Abita le parti occidentali dell'Ungheria, la Galizia, la Transilvania,
la Rumaiiia. la Serbia e la Bosnia; può dirsi il rappresentante orientale del P. e.
subpalustris.
b) Sottospecie di dimensioni minori.
</') /'. e. communis (Baldenstein); lati del collo di un bianco più sudicio;
dorso grigio-bruno (bruno-grigio); parti inferiori sudicie. Abita i boschi alpini.
«:ì) P. e. subpalustris (Brehm); tinta preponderante del dorso bruna; fianchi
sfumati di rugginoso. Abita la Germania, eccettuate le parti più nord-orientali e
le più occidentali, nonché l' Austria-Ungheria, eccettuate le parti orientali.
a4) /'. e. Dresseri (Stejneger); dorso bruno-cupo; fianchi più distintamente
lavati di rugginoso. Il /'. e. Dresseri è eguale al P. e. longirosùis, Br. Lunghezza
totale da 0,m059 a 0.m065. Abita le Isole Britanniche, la Francia ed i paesi del Reno.
Secondo l'Hellmayr (') a queste si dovrebbero aggiungere le due forme ita-
liane ]'. e. italieus e /'. e. Tsehusii (2); ecco la frase specifica della prima che sta-
rebbe tra il P. e. Dresseri ed il P. e subpalustris. ,
P. e. italieus, Tschusi & Hellmayr; mas. ad., calotta che giunge fino alle parti
anteriori della nuca nero-azzurra lucente; guancie e regione auricolare di un
bianco leggermente sudicio; lati del collo e le parti chiare sui lati della calotta
distintamente sfumate di bianchiccio-rugginoso; dorso bruno con tendenze pro-
nunciate al rugginoso; ali rugginose sui vessilli esterni, col colore più deciso sulle
secondarie più interne, soltanto le primarie verso l'apice hanno i margini bian-
chicci; parti inferiori gialletto-rugginose, sul centro del petto la tinta è più chiara,
più intensa invece sui lati. Lunghezza totale da 0,'"061 a 0,m065. Abita, a quel che
pare, i distretti al sud degli Appennini; i miei esemplari dell'Italia meridionale,
di Sicilia e di Sardegna furono riconosciuti tali da Hellmayr, e la sottospecie fu
fondata su soggetti di Toscana.
/'. e. Tsehusii, Hellmayr. Esso sta, in quanto a colorazione, tra il P. e. sub-
palustris ed il /'. e. italieus, s'avvicina però di più a quest'ultimo per il gastreo
dalle parti anteriori del collo all' ingiù sfumate di giallo-rugginoso pallido, più ac-
centuato sui lati del corpo; la parte laterale del collo è tinta distintamente di
bruno-grigiastro; il dorso è bruno-grigio, circa come nel P. e. stagnatilis; le remi-
ganti 2° sono marginate del colore del dorso, le timoniere hanno i margini più
grigi. Lunghezza totale da 0,'"050 a 0,m067, va soggetta però a grandi variazioni di
statura. Abita l'Italia tra le Alpi e gli Appennini, cioè l'Alta Italia, e la sottospecie
fu descritta su esemplari di Cremona.
Il) /'. borealis, Selys, o Cincie nordiche. Calotta lunga, che si prolunga assai
posteriormente; calotta nera, senza lucentezza; macchia giugulare estesa; lati del
collo bianchi; dorso più grigio (grigio-brunastro) ; parti inferiori bianco-grigie;
(') F,ix. BKMKRK. ih. die GrauNMEISEN. (ini. Jahrb. XI, pag. 201-217 (1900).
i i Eine nki'k Gkaunmeisenform acs Italien, Uni. Jahrb. XII. pag. 110-111 (1901).
VI I Wl 1 ORNI' [CO 1 33
fianchi senza sfumature rugginose; ali e coda grigio-ardesia; remiganti secondarie
e primo timoniere esterne marginate di bianchiccio; coda graduata.
« Sottospecie minori.
b) /'. h. borealis (Selys Longchamps); colorito mono puro; parti superiori
brunastre. Abita la Scandinavia, la Russia settentrionale ed occidentale, la Li-
vonia e la Prussia orientale.
In Sottospecie maggiori.
bl) P. li. baicalensis (Swinhoe); macrurus, Taczanowski, colorito più puro;
parti superiori più grigie. Abita la Russia nord-orientale, la Siberia e la Cina set-
tentrionale.
C) P. montamts, Baldenstein o Cincie alpine. Calotta nero-opaca, con o senza
lucentezza bruna; lati del collo nella parte bassa sfumati di color crema; dorso
ombreggiato di brunastro (grigio-brunastro) ; parti interiori più sudicie; fianchi
più o meno lavati di rugginoso; ali e coda più brune.
Sottospecie.
a) Calotta con lucentezza bruna ben distinta; fianchi leggermente sfumati
di rugginoso; marginature delle remiganti secondarie chiare, sfumate di brunastro;
timoniere più larghe.
e) /'. m. moìdanus (Baldenstein), (grande statura). Abita le Alpi del Sali-
sburghese, dalla Stiria sino a quelle della Francia.
b) Calotta con lucentezza bruna, non bene distinta; timoniere più strette.
e1) /'. hi. accedens (Brehm), statura più piccola). Abita i boschi di conitele
delle regioni montane dalla Germania centrale sino alla Svizzera Francese e non
sulle Alpi.
/< i Lati del collo piuttosto sudici; dorso più grigio (del colore del borealis).
e1) P. m. murinus (Kleinschmidti, (statura più piccola delle precedenti).
Abita la Germania, la Boemia settentrionale, la Moravia, la Svezia ed i monti Tatra.
e) Calotta priva di lucentezza bruna; lati del collo di un bianco-puro, tinti di
crema soltanto sulle parti più basse (dorso), che sono più chiare, più grigie con
o senza zonature rugginose nelle sue parti anteriori ; parti inferiori più pure, spe-
cialmente nella parte centrale; fianchi distintamente sfumati di rugginoso.
e3) /'. vi. assimilis (Brehm), (grandezza dell' accedens). Abita i Carpazi della
Galizia, le Alpi Transilvane e della Bosnia ed i monti della Boemia.
e1) Lati del collo sfumati di color crema sino alla parte superiore; dorso
grigio-brunastro (più cupo che in tutte le altre specie); fianchi distintamente sfu-
mati di color rugginoso; remiganti primarie marginate di grigio-biancastro.
e1) P. ni. salicarius (Brehm), grandezza tra V arredai* ed il murinus). Abita
l'Inghilterra (') e la Germania occidentale e centrale.
11 Sig. Ilellmayer <-i riconosce egualmente le tre specie del P. palustris e le
divide come segue:
(') Secondo 1" llellinavr tali esemplari devono riferirsi alla *u:i sottospecie /'. ni. Kleineehmidti.
| | 1. e.
134 atlanti: ornitologico
A) l'ani* coinmunis, Baldenstein.
a) P. e. Dresseri, Gran Bretagna, Francia e Germania occidentale.
b) P. e. italicus, Italia, al sud degli Appennini.
e) P. e. Tschusii, Italia, al nord degli Appennini.
il) /'. e. subpaluslris, gran parte della Germania e dell' Austria-Ungheria.
e) P. e. communis, Alpi della Svizzera e dell'Austria occidentale e me-
ridionale.
f) P. e. meridionalis, Germania nord-orientale e Svezia meridionale.
g) /'. e. stagnatili^, Galizia, Serbia, Bosnia, Rumania, sud della Russia fino
al Caucaso e forse l'Ungheria occidentale.
E le Asiatiche P. e. brevirostris (Asia centrale), P. e. crassirostris (Siberia sud-
orientale), /'. e. Se* bobini (Giappone), P. e. Illusimi (Giappone).
B) J'nrns montanus, Baldenstein.
a) P. ni. montanus, dalle Alpi del Salisburghese e della Stiria fino a quelle
della Francia.
b) /'. ni. accedens, /'. m. murinus (Brehm), monti delle regioni della Ger-
mania centrale, della Boemia settentrionale, della Moravia e della Slesia. Catena
Tatra, verso occidente fino alla Svizzera Francese.
e) P. ni. assimilis, monti della Galizia e della Bosnia ed Alpi della Tra n-
silvania.
d) /'. in. salii iniiis, Germania centrale ed occidentale.
e) P. in. Kleinschmidti, Hellmayr; si avvicina assai al /'. m. salicarius, però
il dorso è di colore più intenso e bruno-rugginoso cupo; le remiganti '2" hanno
larghi margini bruno-rossicci: la tinta crema dei lati del collo si estende sino alla
base del becco e circonda anche la macchia giugulare sulla parte anteriore e la-
terale; lati del collo color crema; parti inferiori di un giallo-rugginoso intenso.
Abita l'Inghilterra (dintorni di Londra'.
f) P. ih. Bianchii, Zarudny & Harms; calotta bruno-nera e parti inferiori
lavate quasi uniformemente di rugginoso, per quest'ultimo carattere sembra av-
vicinarsi alla forma inglese con la calotta priva di lucentezza. Abita la Russia
occidentale.
C) ì'arus borealis, Selys-Longchamps.
a) P. b. borealis, Europa settentrionale Scandinavia, Russia nord-occiden-
tale, Livonia e Prussia orientale).
h) P. b. baicalensis, Russia nord-orientale, Siberia e Cina settentrionale.
e) P. li. restrictus, Hellmayr, Giappone meridionale.
Oltre a questi ricorda il P. kamtséhatlcensis, Bp., che sarebbe la forma più
estrema del gruppo Borealis e che egli logicamente non potrebbe accettare quale
specie, ma ad ogni modo non è possibile stabilire per la specie P. borealis una
caratteristica generale. L'esemplare, che egli esaminò a Tring, s'avvicina per le
sfumature grigio-bruniccio-chiare del dorso al /'. b. baicalensis, ma per il colorito
bianco-puro del groppone, s'appalesa un vero kamtséhatlcensis, in quanto alla forma
del becco s'avvicina al P. b. restrictus, senonchè l'apice della mandibola superiore
sporge nel P. h. restrictus molto di più oltre l'inferiore, che nel kamtschatkensis. Il
vessillo esterno delle due timoniere più laterali sono di color bianco-puro, ca-
rattere che non si riscontra in nessuna altra specie di Ponile. Abita il Kain
ciatka.
* l'I. \\ i i 0EN1 I ICO 1 '■'•'>
Il Rev. Kleinschraidl (' invece considera in massa il ^•miv Europeo l',,,,,!,
e ne fissa quattro o cinque specie:
a) Parus einctus, Boddaert, Europa nord orientale.
In Parus lugubris, Natterer, Europa sud orientale.
e) Parus afpms Bianchii, Zarudny & Harms, Russia settentrionale, forse ibrido
del /'. einctus e P. borealis.
d) Parus montanus ) Vere Cincie di padule distribuite in < masi tutta
e) Parus communis] l'Europa.
Il /'. borealis ed il /'. montanus non sono specificamente distinte, ma sotto-
specie della stessa specie, ossia di ciò che egli chiama dello stesso « orbis
formarum ».
L'« orbis formarum ■ del /'. communis ha molte forme geografiche:
Europa N. E. — uccelli grandi e chiari. — P. e. meridionalis.
Germania centrale — uccelli più piccoli e più scuri. /'. e. subpalustris.
Germania occidentale e Francia uccelli ancor più piccoli e più scuri. -
/'. e. longirostris.
Inghilterra -uccelli più piccoli e più scuri. — /'. e. Dresseri. P. e. com-
munis e /'. e. subpalustris sono quasi lo stesso, borealis, salicarvus, rhenanus, e cesi
di seguito.
L'< orbis formarum » del /'. montanus offre quasi le medesime differenze, ma
nella Svizzera le differenze geografiche (del montanus montanus) sono meno accen-
tuate (che quelle del communis).
P. m. salicarius, P. m. accedens e /'. m. mitrimi* sono certamente lo stesso
uccello, soltanto con differenze individuali. Le differenze dei vari tipi geografici
sono spesso riconoscibili in belle pelli di individui molto vecchi: i giovani e le
femmine sono meno differenti e per apprezzare tali diversità sono necessarie lar-
ghissime serie (in liti.).
Lo Stejneger (2) ha diviso il P. palustris {borealis tipico) della Scandinavia in
due sottospecie, cioè P. Collctti, che abita la parte occidentale e più specialmente
la Norvegia occidentale e P. borealis della Scandinavia orientale, entrambe del
gruppo P. borealis, che egli riconosce.
Eccone le differenze:
P. Colletti. i
l'arti superiori della testa e nuca . . nero-scure senza lucentezza
Dorso grigio di fumo
Margine esterno delle remiganti 2e . . come il dorso, ma un po' più chiare
Sottocoda grigio-fumo, come il dorso.
1'. BOKEAUS.
Parti superiori della testa e nuca . . nero-brunastre
Dorso grigio-fumo pallido
Margine esterno delle remiganti _' . . biancastro
Sottocoda biancastro.
i'i in liti. VJ die. limo.
i Knr. Marah-Tits, Proceed. Un. St. Nat. Mite., pp. 71-76 (1888;.
VI 1. \N I I ORNITOLOGICO
In tutti gli esemplari osservati nelle varie parti della Scandinavia, egli non
trovò la più piccola differenza costante. Però il mio amico R. Collett mi informa
(in litt.ì che il /'. Colletti è tutt'uno col P. borealis tipico o P. borealis borealis, e la
distinzione non venne aeeettata dagli Autori.
Concretando dirò come io ammiri la pazienza certosina di questi Chiarissimi
Autori, ina aggiungo altresì che io non ne divido con pari slancio le idee; che il
suddividere le torme settentrionali dalle meridionali o le occidentali dalle orien-
tali più vivaci di tinte, più chiare o più scure, etc. si possa ammettere, passiamo
pure oltre, ma il creare tante suddivisioni, che gli stessi Autori dichiarano im-
possibili a riconoscersi, se non si tratti di individui di tresco mutati e di completo
sviluppo, è un sottilizzare la scienza, che crea molti e gravi imbarazzi al siste-
matico ed ammette anzitutto la necessità di possedere un materiale cosi esteso
di libri e di esemplari che non tutti possono procurarsi.
10 ritengo che si possa dividere il gran tipo Linneano P. palustris in tre
specie, sempre in riguardo alle forme Europee:
P. communis, Baldenstein o Ciucia bigia; calotta aera con lucentezza bluastra,
coda non graduata.
P. montantis, Baldenstein o Cincia bigia alpestre; calotta nera con o senza
lucentezza brunastra, coda graduata, timoniere larghe.
P. borealis, Selys o Cincia bigia settentrionale ; calotta nera senza lucentezza,
coda graduata, timoniere strette; forse questa Cincia è tutt'uno col P. montani s,
od almeno le differenze tra essa ed il P. communis sono molto più rilevanti che
non quelle col P. montanus.
11 P. communis sarebbe la forma meridionale, il /'. montanus quella dell'Europa
centrale, il P. borealis della settentrionale, parlando naturalmente in linea generale,
e, pur riconoscendo che queste tre specie offrono lievi differenze climatiche e re-
gionali, trovo che esse non si presentano sempre costanti e non credo quindi di
ammettere le sottoforme, sulle quali mi sono estesamente dilungato.
■msPn
Testa ili /'. communis, grandezza D atarale.
Testa di /'. montanus, grandezza naturale.
In Italia abitiamo, a quel che pare, le tre specie; una delle quali probabil-
mente avventizia.
Il /'. communis è abbastanza distribuito (quelli dell'Alta Italia. /'. e. Tschusii;
quelli al di là dell'Appennino. /'. e. italicus), però poco abbondante, sedentario ai
monti d'estate, da dove discende nel verno; sarchile raro nelle Provincie meri-
dionali, ma l'ebbi da parecchie località e l'uccisi in Sardegna.
Il /'. monili nus si trova certamente sulle Alpi, ma non ho materiali sicuri;
Tav. 18.
1. Beccofrusone. 2. Storno roseo (ad.). 3. Merlo acquaiolo. 4. Ballerina (mi.). 5. Ballerina (giov.). 6. Ballerina
nera. 7. Ballerina gialla (e? in abito di primavera). 8. Ballerina gialla (Ji. 9. Cutrettola gialla (0* in
abito di primavera). 10. Cutrettola gialla (a* in abito d'autunno). 11. Cutrettola gialla (2). 12. Pispola
(in abito di primavera). mrìlM Hocp,. ],,ijtmv m&no
UXANTI OHM COLONICO L37
ne ricevetti da Pontebba ed il detto esemplare fu riferito da Hellmayr al /'. m.
iiioiitmiiis e dallo Tschusi al /'. m. ttstdmilis o /'. m. accedens. Dirò come Tschusi opini
clic tale specie si trovi sulle nostre Alpi, probabilmente sotto La sottospecie P. m.
tinnì hi a tts e /'. in. accedens.
Del /'. borealis dirò che due esemplari di Nizza e di Corsica della mia Col
lezione sono indistinguibili da quelli di Norvegia, essi furono veduti anche dallo
Tschusi e da Hellmayr che vollero esaminare la mia ricchissima serie di /'. pa
It/stris Europei. Sicché dunque questa specie ci giunge nelle migrazioni o vive in
piccole colonie.
Semina che in alcuni paesi europei, ove le tre specie si trovano assieme, il
P. borealis nidifichi sempre sui sempreverdi e fabbrichi da sé stesso le cavità, ove
depone le uova; mentre il P. communis ed il P. montanus non Io collocherebbero
mai nei sempreverdi ed adoprerebbero qualunque cavità abbandonata, anche i
materiali impiegati nella eostruzione del nido sarebbero differenti e cosi il loro
canto.
Non dò i caratteri delle tre specie, giacché con quelli enunciati nelle pagine
precedenti si possono ottimamente riconoscere.
Quantunque la sinonimia di tutte queste forme e sottoforme sia molto intri-
cata, pure sembra che il P. fruticeti, Wallengren corrisponda al complesso delle
sottospecie del P. communis, eccettuato il P. e. communis; ed il P. aVpestris, Railly
al complesso di quelle del P. montanus, il P. m. montanus eccettuato. Ma come
ripeto ciò non è del tutto sicuro, i caratteri offerti essendo troppo vaghi.
119. Parus lugubris, Natterer, Cincia dalmati ita.
[ Poecile lugubris Xatt.)].
[Tav. XVII, fig. 6].
Parte superiore della testa soltanto sino alla nuca, parte più alta della regione
auricolare, gola, davanti del collo e parte più bassa delle guancie di un nero-
fuliggine-cupo; resto delle parti superiori bruno-cenerognolo, piuttosto pallido; re-
gione auricolare, lati della faccia e del collo biancastri, questi (del collo) lavati
di bruno-cenerognolo; resto del gastreo bianco, tinto di bruno-cenerognolo sui lati
dell'alto petto e dei fianchi; cuopritrici alari, eccetto le piccole, e coda bruno-
chiare, marginate esternamente di bianco (ad. in prim.). Tinte generali delle parti
superiori più cupe, con le penne marginate di bruno-oliva; parti nere della testa
volgenti al brunastro; lati del petto, fianchi, margini delle grandi cuopritrici alari,
delle remiganti 2e e delle timoniere bianco-fulvicci (ad. in aut.). Tinte generali
delle parti superiori e della gola bruno-olivastre-sbiadite, più scure sulla testa;
regione parotica, Iati del collo e gastreo bianco-sudici, lavati di brunastro; grandi
cuopritrici terminate di bianco; remiganti e timoniere brune, con margini fulvi (giov.).
Lunghezza totale 0,m150; becco 0,m012; ala 0,n,077; coda 0,,n063; tarso 0,'"0 19.
La femmina è un po' più grande del maschio.
Abita l'Europa sud-orientale, verso ovest sino alla Dalmazia, alla Bosnia-Er-
zegovina ed alla Grecia, si trova anche in Palestina. Sembra poco sicura la sua
frequenza presso Trieste accennata dall'EggenhCfer e dallo Schlegel e coni indetta
dallo Schiavuzzi, però vi compare di tanto in tanto e sarebbe connine attorno a
i'hmi ornitologico. 18
138 ATLANTI': ORNITOLOGICO
Spalato (Kolombatovich). È dubbia la sua comparsa nel Veneto, nel R. Museo di
Firenze si conserva un esemplare avuto da Nizza nel 1878, cattura strana.
120. Parus cinctus, Boddaert, Cincia siberiana.
Calotta di un bruno-cupo, estesa fino all'alto dorso; regione auricolare, lati
della testa e del collo bianchi; resto delle parti superiori, scapolari e cuopritrici
alari bruno-gialle, leggermente rugginose; gola bruno-nerastra, colle penne della
sua parte più bassa marginate di biancastro; gastreo rugginoso-pallido, col petto
ed il centro dell'addome biancastri; remiganti nere, col margine esterno bianco;
timoniere nere lavate di grigio, col margine e l'apice delle laterali biancastro (aiì.i.
Parti superiori più pallide; il rugginoso appena accentuato e tinto di grigiastro;
calotta meno estesa e di una tinta più opaca, come il nero della gola: gastreo di
tinta più dilavata (i/ior.).
Lunghezza totale 0,m131; becco 0,'"010: ala 0,m071; coda0,m070; tarso 0,™018.
Questa sarebbe la forma nordica del /'. lugubris ed abita la Lapponia, le parti
Artiche della Scandinavia e della Russia, spingendosi verso est sino allo Jenissei,
d'inverno discende verso sud senza oltrepassare la Finlandia, ove giunge di rado.
Nella Siberia orientale, dallo Jenissei al lago Baikal, vive una t'orma affine detta
P, obtectus (Cabanis).
Genere L0PH0PHANES, Kàtjp.
Ha i caratteri del gen. Parus, ma la testa è sormontata da un ciuffo cospicuo
di piume lunghe ed acuminate; la base del becco non presenta penne setolose;
manca lo spazio nucale chiaro e la fascia longitudinale sull'addome; esiste un
collare auricolare; il dorso e le ali sono scure senza tacche; la coda subrotonda
o leggermente forcuta.
Questo genere comprende parecchie specie, che abitano l'Europa, l'Asia fino
aU'Imalaia e l'America settentrionale fino al Messico.
I Lophophanes hanno le abitudini del gen. Parus; nidificano nelle cavità o
nelle fessure degli alberi, ma occupano talora i nidi abbandonati da varie piccole
specie di uccelli ed anche quelli delle gazze e dello scoiattolo.
121. Lophophanes cristatus (Linnaeus), Cincia col ciuffo.
[Tav. XVII, rig. 3 o Tav. XIJX, &g. 21 a].
Base della fronte biancastra: fronte, testa ed occipite neri, coi margini e l'a-
pice delle penne di un bianco-grigio; le penne dell'occipite allungate, lanceolate e
formanti un lungo ciuffo; redini e regione parotica bianco-brunastre; lati del collo
e guancie bianco-cenerine; dietro la regione parotica una fascia semilunare nera,
che con un braccio arriva alla parte posteriore dell'occhio: gola nera; nuca cir-
condata da un mezzo collare nero, che si unisce al nero della gola; parti supe-
riori cenerino-rossiccie; petto biancastro, resto del gastreo tinto di rossiccio-pallido,
più vivace sui fianchi; remiganti e timoniere luunonerastre, col margine esterno
vi I \ vi I ORNI I Il 0 1 :'''-'
olivastro (ad.). Ciuffo più curio; parti nere della testa variate di grigio; gastreo
più CUpO ('/""'•)•
Lunghezza totale 0,m116; becco 0, 008; ala 0,ra064; coda 0,n,052; tarso 0,m019.
Abita le boscaglie ili conifere sui munti dell'Europa dalla Scandinavia al Me
diterraneo. In Italia è stazionaria nei boschi più elevati delle Alpi, non vive sugli
Appennini, né in Sicilia e uemmeno in Sardegna. Scende al piano molto di rado.
Nidifica, allevando due covate all'anno.
Lo Stejneger ha distinto la Cincia col ciuffo della Germania e dell'Ungheria
da «incile che abitano il nord dell'Europa, queste sarebbero più grigiastre e le
chiama col vecchio nonio di L. cristatus, quelle più brunastre e di statura leg-
germente maggiore e dà loro il nome di L. cristatus mitratus, anche il Brehm ne
aveva tatto una sottospecie col nome di Parus mitratus.
Secondo Naumann tre sarebbero le forme europee del /'. cristatus, cioè:
a) Parus cristatus cristatus (Linnaeus, 1758); Europa settentrionale ed oc-
cidentale.
b) Parus cristatus mitratus (Brehm, 1831); Europa centralo e meridionale.
e) Parus cristatus brunneseens (Prazàk, 1897); Europa occidentale (questi sa-
rebbero distinti pel colore delle parti superiori di un caffè-cupo).
Non ho materiale sufficiente per stabilire se realmente esistano diversità tra
queste forme, che non sono accettate dagli Autori più competenti.
Il L. Incoiar (Linnaeus) dell'America settentrionale fu incluso dal Brehm e
dal Gould tra gli Uccelli d'Europa, quest'ultimo anche lo figurò, dicendo che un
esemplare fu colto in Russia, ma trattasi certamente di qualche equivoco.
Famiglia SITTIDAE, Sittidi.
Becco forte, cuneato, mai dentato, talora intaccato, appuntito, compresso,
subeguale alla testa, colla mandibola superiore diritta, o (piasi, e l'inferiore rivolta
all'insù nella metà apicale; lingua acuta, cornea, coll'apice troncato e setoloso;
narici rotonde, senza opercolo e seminascoste da penne setolose o con opercolo ed
esposte; ali piuttosto lunghe, di 10 remiganti primarie colla la spuria, 4il e 5a le
più lunghe; coda di 12 penne, corta, flessibile, quasi quadrata o rotonda: gambe
corte e forti: piedi grandi: tarso scudettato sul davanti, più corto del dito me-
diano con unghia: diti lunghi, il posteriore molto forte, l'esterno più lungo del-
l'interno, riunito alla base col mediano come l'interno, che ha la membrana
più estesa; unghie grandi, molto curvate, uncinate, compresse.
Testa abbastanza grossa; corpo compresso; piumaggio compatto; sessi simili
o poco differenti; mutano una volta all'anno.
Come i Picchi si arrampicano e s'aggrappano sugli alberi, ma sono più agili
e destri, potendo star fermi, camminare e discendere colla testa all'invilì, ciò che
quelli non fanno, non si servono della coda quale appoggio, ma bensì dell'unghie
potenti e dell'intero tarso, sul quale si sostengono. Sono sedentari ed insettivori,
ma si nutrano anche di frutti duri, come noci e nocciole, che fissano nelle fenditure
delle scorze degli alberi e poi spaccano col forte becco, mangiandone il contenuto;
vanno in piccole brigate, strepitando continuamente e sono sempre in moto. De-
110 \ I I \\ I I ORNITOl OGII 0
pongono da quattro a sci uova bianche, macchiate, e le collocano in un nido
sullo roccie o più spesso nella cavila degli alberi, restringendone il t'oro con fango.
Questa famiglia comprende tre o quattro generi con circa trenta specie, che
sono distribuite per tutto il Mondo, eccetto la regione Xooiropica ed Etiopica.
Genere SITTA. Linnaki s.
Becco quasi cuneato, inai dentate, né intaccale, colla mandibola, superiore
diritta; narici seminascoste e senza opercolo cutaneo; coda certa e quasi quadrata;
dito posteriore con unghia subeguale o più lungo del tarso e del dito mediano
con unghia.
Colori prevalenti cenerino-bluastro, chiaro sulle parti superiori: testa senza
strie; gastreo bianco o rossiccio. Uova bianche, macchiate di rossiccio.
Questo genere abbraccia circa 20 specie sparse in Europa, in Asia ed in
America; quattro delle quali nidificano in Europa.
122. Sitia caesia, Meyer & Wolf, Picchio muratore.
[Tav. XVII, li. !."> <■ Tav. XLIX, Bg. 25].
Parti superiori e le due timoniere centrali di un cenerino piombato lucido e
brillante; le altre timoniere nere, terminate di grigio e con una macchia subapi-
cale bianca nelle due o tre esterne: redini nere, clic continuano in una fascia
attraverso gli occhi e che termina sui lati del cello; guaneie e mento bianchi; gastreo
rossi gno-cannella, colle penne ili i fumiti in parte cannella cupo <• vivace e quelle del
sottocoda bianche, col margine ili un cannella vivace (ad.). l'arti superiori più cupe e
le interiori dilavate: tinte bianche del incuto e delle guaneie mene pure e meno
estese; talora lo spazio apicale grigio delle timoniere esterne è meno puro e la-
vato di bianco (giov.).
Lunghezza totale O/'lóO; becco 0,'"017; ala 0,m082; ceda 0,m048; tarso 0,m019;
dito mediano e. u. 0,'"018; dito posteriore e. u. da 0,'"018 a 0,™020i
Abita la (Iran Bretagna, la. Scozia meridionale (manca in Wanda), l'Europa
centrale e meridionale al Nord sino al Baltico e lo Jutland, ove s'incontra colla
8. europaea (L.), all'est sino all'Asia minore ed alla l'alesi ina. In Italia è specie
abbastanza comune, sedentaria e nidificante, si trova più frequentemente nei boschi
di montagna che al piano, manca in Corsica, in Sardegna ed a Malta, l'ebbi una
volta dall'Elba. Nidifica in aprile e maggio.
123. Sitta europaea, Linnaki s, "Picchio muratore nordico.
Simile alla precedente, tinta delle parti superiori più chiara; parti inferiori
bianche per intero; fianchi ili un cannella vivace; sottocoda bianco, con l< pruni larga-
mente marginate ili cannella vivace.
Lunghezza totale 0,m152; becco 0,'"018; ala. 0,m089; coda 0,m050; tarso 0,m020.
Questa specie abita la Scandinavia e la Russia settentrionale, spingendosi at-
traverso la Siberia lino al Kameiatka ed al Giappone. Il suo limiti' meridionale
europeo è la Danimarca, ove s'incontra anche la S. caesia. Nella sua larga distri-
ATLANTI OBNITOLOGK 0 l'I
buzione geografica olire indivìdui intermedii o che presentano lievi differenze e
che furono suddivisi in sottospecie, come la S. uralensis, Lichtenstein ed altre.
I dati caratteristici offerti daJ Picchio muratore nordico mi parvero sufficienti
per considerarlo buona Bpecie; però non tutti gli Autori sono della stessa opi-
nione, ed a tale riguardo ricordo qui le divisioni recentemente proposte dal si-
gnor Ilart'TtC.1) pelle Sittae europee:
a) Sitta ■umilimi i mulinili : Scandinavia, Russia settentrionale (gli esatti con-
fini geografici della sua distribuzione mi Bono sconosciuti .
b) Sitta europaea Homeyeri: Prussia orientale, Polonia, etc. (si dice che anche
in Danimarca si trovi simile forma .
e Sitta europaea caesia: In generale l'Europa occidentale, centrale e meri-
dionale. (I soggetti delle regioni meridionali e quelli dell'Asia Minore dovrebbero
re meglio studiati).
d Sitta europaea britannica: Comune in Inghilterra, più rara nella Scozia,
mancante nell'Irlanda. Si distingue pel gastreo di tinte più pallide <■ per il becco
che, in generale, è sottile e più appuntito.
124. Sitta Neumayeri. Michahelles, Picchio munì imi dalmaiino.
Parti superiori e le due timoniere centrali di un cenerino-pioni 1 iato, quasi
come nella S. caesia; redini ed una fascia più. larga, che passa attraverso l'occhio
e si dirige sui lati del collo nere; timoniere laterali bruno-nere, la più esterna con
una macchia apicale rossiccia sul vessillo intèrno e la base dell'esterno rossiccia sul
margine; resto del gastreo bianco-puro, tinto ili rossiccio-pallido sull'addomi <■ iti ■
turiti -i ,in,i sui fianchi i- sul basso addomi sottocoda rossiccio, con una larga mac-
chia centrale di un grigio-blu-cupo; timoniere laterali bruno-nere, le più esterne
con una macchia apicale rossiccia sul vessillo interno e la base dell'esterno ros
siccia sul margine \ml. . Tinte più pallide; il tratto nero attraverso gli occhi più
sbiadito e brunastro giov. .
Lunghezza totale 0,'"140; becco 0, 020; ala o, -OTO; coda 0,m051 ; tarso 0, 023.
Questo Picchio muratore fu trovato dal Saunders nella Spagna (?) ed abita
tutta la Penisola Balcanica e l'Asia minore, verso est fino all'Afganistan; non è
specie Italiana, ma fu citata dal Bonaparte, -otto il nome di S. syriaca, in base ad
un individuo preso sopra una nave, che ava dalla Dalmazia alle nostre
coste, il Malherbe la notò tra gli Uccelli della Sicilia senza serie garanzie ed il
lii.-lioli l'incluse tra quelli della Dalmazia, che egli considera nelle terre della
lumini hi Italiana. Nidifica sulle roccie.
125. Sitta Whiteheadi. Shaepe, Picchio muratore corso.
[Tav. XLVT, ti;:. 12],
Parti superiori di un blu-ardesia pallido: cervice, mirti, redini ed una fascia
che attraversa gli occhi ed occupa la regione auricolare nere: sopraciglio e lati
delia testa bianchi, resto dei gastreo bianco, più o meno lavato di eenerognolo-
| Hartert, E., Misceli. Not. on Palaeartic Hir.ls, Noe. Zool. VII, •!<•'•. 1900, pag
142 ATLANTE ORNITOI.OOICO
fulviccio; timoniere mediane blu-ardesia, macchiate di nero presso l'apice, le altre
nere terminate di bianco, ciò che è più esteso sulle due esterne [mas. ad.). Tinte
più scure; cervice e tratto dell'occhio di un grigio-ardesia cupo, tinto di nerastro
.[timi/, ad.).
Lunghezza totale 0,'"121; becco 0,m015; ala (VOTI: coda 0,m065; tarso (V020.
Abita le foreste di conifere delle alte montagne della Corsica, ove fu scoperta
dal Whitehead nel 1883. È specie affatto localizzata e molto rara nelle Collezioni.
Tre soggetti sono conservati nel R. Museo di Firenze ed una coppia, proveniente
da Vizzabona, fa parte della mia Raccolta, l'iene il tipo della & Krueperi, Pelzeln
della Siria, della S. ri/Iosa, Verreaux del Nord della Cina e della Mongolia orien-
tale e della & canadensis, Linnaeus (l) dell'America settentrionale.
Sezione OSCINES CURVIROSTRES - Passeracei dal becco curvo.
Becco più o meno lungo, sottile, appuntito, arcuato; lingua scariosa, bifida ed
acuminata; lr' remigante primaria mediocre; coda spesso robusta ed appuntita;
tarsi coperti di scudetti o di squamine; dito posteriore fornito di un'unghia grande
ed arcuata.
Sono uccelli di piccola statura; di solito rampicanti, sedentari o parzialmente
migratori, si nutrono d'insetti: nidificano nelle cavità o nelle fessure degli alberi
e delle roccie, e sono quasi cosmopoliti, mancando nell'America meridionale e
nella Nuova Zelanda.
Famiglia CERTHIIDAE, Cerziidi.
Becco debole, compresso, non intaccato, né tornito di peli alla base, subeguale
o più lungo della testa, acuto, arcuato, appuntito; lingua scariosa, cornea, coll'a-
pice bifido, lanceolato o acuminato; narici nude, basilari, bislunghe, in parte co-
perte da una piccola membrana a volta: ali rotonde, con 10 primarie, la T' me-
diocre e larga, più breve della metà della i'1; :'.', 4 e 5" le più lunghe; coda
subcuneata o troncata, di 12 penne, leggermente arcuate, molli o rigide, acuminate
ed appuntite all'apice; tarso scudettato o coperto di una squamma, più corto del
dito posteriore con unghia e subeguale al mediano. L'esterno più grande dell'in-
terno e riunito, come questo, al mediano fino alla la articolazione; unghie tutte
molto lunghe, curvate ed acute, quella del dito posteriore la massima.
Piumaggio molle e fitto; testa mediocre ; colorito bianco e bruno-rossiccio con
macchie più chiare (eccetto nel gcn. Tichorfrontn); muta semplice; sessi e livree
di stagione poco differenti.
Sono piccoli uccelli, sempre in moto ed irrequieti, che abitano i boschi; s'ar-
(') Siila canadensis — lìrissou, 1760 — Linuaeus, 17GG.
\ I i. ani i. 0EN1 COLOGH 0 143
rampicano continuamente sugli alberi o sulle roccie, ed a tale scopo (incili che
hanno la coda rigida l'usano quale sostegno come i Picchi, ma non procedono colla
lesta all'ingiù come le Sittae; si nutrono d'insetti e di larve che trovano nelle fes-
sure degli alberi o delle roccie, ove pure nidificano, deponendo numerose uova
macchiate di rossiccio nel geni Certhia, immacolate nel gen. Tichodroma.
Non sono migratori; né cantano; vanno in piccole compagnie assieme alle
Ciucio o ad altri piccoli uccelli. Quattro generi con circa l'o specie compongono
questa famiglia, due dei quali non sono rappresentati in Europa.
Genere CERTHIA, Linnaki s.
Ha i caratteri della famiglia: becco subeguale alla testa, arcuato; lingua acumi-
nata all'apice: coda subcuneata, colle penne acuminate e rigide; tarso scudettato;
unghia del dito posteriore più lunga delle altre.
Questo genere abbraccia quattro specie, due delle quali abitano l'Europa. Si
arrampicano e nidificano sugli alberi.
126. Certhia familiaris, Linnaeus, Rampichino alpestre.
[Tav. XVII, lig. 16, e Tav. XLIX, ng. 26] (').
Sopraciglio, dalla base del becco fino oltre l'occhio, bianco-puro; fronte fitta-
mente macchiata; parti superiori brune, lavate di fulviccio e con una stria cen-
trale sulle penne bianco-sudicia o gialletta; groppone e sopracoda rugginoso-vivi;
cuopritrici superiori delle ali nerastre, con una macchia terminale bianco-gialletta:
cuopritrici inferiori delle ali, margine delle stesse e gastreo bianchi, col basso ad-
dome ed il sottocoda tinti di rossigno-chiaro; remiganti attraversate da una fascia
bianco-fulva a metà della loro lunghezza; timoniere acuminate di un rossiccio-can-
nella (ad.). Tinte più pallide; parti superiori lavate di una tinta giallo-rossigna :
becco poco lungo e quasi diritto (fjior.).
Lunghezza totale 0,"T38; becco 0,'"015; ala0,ul065; coda 0/"064 ; tarso 0,'"016;
unghia del dito posteriore 0,'"009.
Abita l'Europa e forse parte dell'Asia nord-occidentale. In Italia è sedentaria
sulle Alpi, ne ebbi però anche dalla Toscana, quindi forse vive sugli Appennini
e questa sembra essere la forma della Corsica. È di solito poco abbondante. Ni-
difica dall'aprile al maggio, ed alleva due covate. Questa specie fu suddivisa da
vari Autori in parecchie sottospecie, così fece il Rigdway per i soggetti inglesi che
chiamò C. britannica, distinta pel colorito più cupo, specialmente sul gastreo. Gli
Autori Inglesi non accettano tale distinzione, anzi l'Hartert dice che le Certhia
locali non sono che C. brachydactylae, questo Autore adottando la nomenclatura
trìnomia ammette cinque forme in Europa, cinque in America dal 50° di hit. Nord
sino al Messico ed al Guatemala ed un numero ben maggiore in Africa (2).
(') Le figuro citate rappresentano realmente il Rampichino alpestre ed il suo uovo e non si rife-
riscono al Rampichino, come è scritto sotto le tavole colorate.
i i 11 signor E. Hartert (Xov. '/.ool. IV, pp. 138-139, 1897) cosi si esprimeva nel 1897 oirca la C.f. britan-
nica (Ridgway;: Abita le Isole Britanniche: Inghilterra, Scozia, Irlanda e Isola di Man. Qnesta è oerta-
14+ ATLANTE ORNITOLOGI! O
126^. Certhia familiaris brachydactyla (Bkehm), Rampichino.
[ Certhia brachydactyla, Br.].
E distinta dalla C. familiaris per statura minore; becco più lungo; sopraciglio
meno accentuato: colorito della fronte uniforme; colorito delle parti superiori più
scuro; gastreo bianco solo sulla gola e sul petto, nel rimanente bianco-rossigno,
tinto di brunastro-rossigno, più vivo sui fianchi; cuopritrici interiori delle ali e
margini delle stesse biancastri, con macchiette nerastre o rossiccie: unghia del
dito pollice più corta.
Lunghezza totale 0,'"130; becco 0,'"01f>: ala0,m058; coda 0,m055; tarso 0,'"014:
unghia del dito posteriore 0,'"007.
Abita l'Europa temperata, l'Algeria e l'Asia occidentale. In Italia è uccello
sedentario e comune, mancante in Sardegna ed a Malta; nidifica dall'aprile al
luglio, allevando più covate. Secondo le mie osservazioni, questa specie sulle Alpi
si trova mista alla C. familiaris come è noto, ma ne sarebbe più frequente. Sembra
che la C. familiaris prediliga i boschi di pini e la C. f. brarhi/ilncti/ln quelli a foglie
caduche; però dovunque in Italia ed anche nell'Europa centrale le due forme vi-
vono assieme.
Genere TICHODROMA, Illigee.
Ha i caratteri della famiglia: becco più lungo della testa, sottile, poco ar-
cuato; lingua lanceolata, coll'apice bifido; coda quadrata, colle penne arrotondate
all'apice e molli; tarso coperto da una larga squamma; unghia del dito posteriore
molto più lunga delle altre.
Tinte generali grigio-ardesia, con le ali rosse e nere e le timoniere laterali
macchiate di bianco.
Questo genere abbraccia una sola specie, che s'arrampica sulle roccie più nude
e sulle muraglie, sulle quali s'attacca colle unghie, ma non vi cammina sopra e
di rado va sugli alberi; nidifica nelle fenditure delle roccie e dei muri, deposi-
tando uova bianche, senza macchie
127. Tichodroma muraria (Ldjnaeus . Picchio murajolo.
[Tav. XXV. fig. 1, e Tav. XI. IX, fig. 27],
Parti superiori grigio-ardesia-chiare, tinte di rossigno sulla testa e sulla nuca,
più scure sul groppone, quasi nerastre sul sopracoda; mento, gola e davanti del
collo di un nero- cupo; resto del gastreo cenerino-scuro, colle penne del sottocoda
terminate di biancastro; cuopritrici alari in gran parte rosso-cremisine, così gran
parte del vessillo esterno delle remiganti, che sono nere nel rimanente, coll'apice
mento la sola specie ili Rampichino che si trova nel Kfgno Unito. 11 Rampichino inglese digerisce dalla
C. familiari* familiaris dell'Europa occidentale pel colore fulvo aranciato del groppone più esteso e leg-
germente più aranciato; il tono generale <li tinta delle patti superiori e più rossiccio; il becco è più
breve, L'unghia del pollice più lunga.
«
3\up yi^ect-vV
1. Pispola gola rossa (ad.). 2. Prispolone. 3. Spioncello (in abito di primavera). 4. Spioncello (in abito
d'autunno). 5. Spioncello marino (in abito d'autunno). 6. Calandro. 7. Calandro maggiore. 8. Lodola.
9. Tottavilla. 10. Cappellaccia. 11. Lodola gola gialla. 12. Calandra nera.
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
\ Il \\ il 0KN1 rOLOGICO I !."■
bianco sudicio e due macchie rotonde bianche sul vessillo esterno delle prime
quattro o cinque, eccettuata la la; timoniere uere, cenerine all'apice, le due la-
terali con un largo spazio subapicale bianco mas. ad. in prim.). [1 nero sulla gola
meni» puro e meno esteso (femm. ad. in prim.). Gola e parie anteriore del collo di un
biancastro più o meno puro; il grigio delle pani superiori più chiaro e più vivace
ad. in mit.. Becco più breve e quasi diritto; tinte generali menu vivaci, il rosso
sulle ali più ristretto (giov.). Le macchie gialle, che si osservano sul vessillo in-
terno delle primarie più interne, sono un segno di immaturità e non di sesso, mai
le trovai negli individui vecchi o del tutto adulti.
Lunghezza totale 0,m 170; becco 0,m027; ala o.hlo<.i'.i; coda 0,m057; tarso 0,I"023.
Abita le montagne dell'Europa centrale e meridionale, l'Africa centrale, la
('ina. l'India. l'Asia minore, l'Egitto e l'Abissinia. In Italia è specie stazionaria
sugli alti monti; d'autunno non pochi scendono in collina ed ba luogo un pas
saggio alla fine d'ottobre e nel novembre, ripassano in minore quantità nel marzo.
Transitano in piccole brigate, prediligendo le giornate piovose. È poco abbondante
in generale, più scarso nelle provincie meridionali e specialmente in Sardegna.
Nidifica, allevando due covate; e talora si vede anche entro le città, aggrappato ai
murasrlioni o sulle torri.
Sezione OSCINES SUBULIROSTRES - Passeracei dal becco a lesina.
Becco sottile, ristretto all'apice a guisa di lesina, ma diritto, eguale alla testa
o di puce più corto: la remigante primaria cuna.
Sono insettivori o frugivori, vivono solitari od in branchi; di solito nidificano
sui rami degli alberi, costruendo nidi eleganti. Sono in gran parte migranti;
ed in generale dotati di canto armonioso; alcuni vivono nei boschi e nei luoghi
alberati, o nelle paludi.
Famiglia TROGLODYTIDAE, Trogloditidi.
Becco in generale sottile, diritto o poco arcuato, di varia lunghezza, di solito
imn intaccato, colla base senza setole: narici ovali, esposte, ma sormontate da
una membrana; ali corte, più o meno rotonde, concave, aderenti al corpo, di 10
primarie colla 1' breve, ma non propriamente spuria: ceda mediocre o coita;
tarsi lunghi e scudettati, dito posteriore molto lungo; diti unti limi quasi liberi
i/allii base.
Questa famiglia è quasi del tutto americana, abbraccia circa 100 specie ripartite
specialmente nelle regioni tropicali di quel continente; sono punto selvatici, e ira-
scibili sol quando vengono disturbati; la loro muta è semplice; di tinte opache, domi-
nando il bruno, e mancando del tutto le brillanti o metalliche. Sono (piasi lutti migra-
tori, ma di solito non essenzialmente; cantano melodiosamente e costruiscono nidi
artistici: alcuni abitano le praterie e le paludi, costruendo nidi globulari, volunii-
A.tlante ornìtoloffieo. 19
llli ATLANTE ORNITOLOGICO
nosi con un'apertura laterale e deponendo da 6 a 8 uova bianco-pure, altri nidi-
ficano ovunque nei cespugli, nelle cavità o fessure; sono molto prolifici, allevando
più covate; il loro nutrimento è insettivoro.
Genere ANORTHURA L), Rennie.
Becco mediocre, subulato, sottile, compresso, poco curvato, non acuminato, m'-
intaccato, appuntito; lingua stretta, setolosa; narici basilari, oblunghe, in parte
coperte da una membrana; ali molto corte, arrotondate, concave, la 1' remigante
primaria piuttosto corta, 3a e 4" le più lunghe; tarso forte e lungo più del dito
mediano con unghia; il mediano unito coll'esterno alla base, ma non eoli' interno,
il posteriore lungo, ma meno del mediano: unghie lunghe, forti, acuminato, spe
cialmente quella del dito posteriore, che è però più breve del dito stesso.
Piumaggio lungo e molle, testa arrotondata.
Vivono nelle siepi e nei cespugli, non lontano da terra o sulla tona stessa e
portano quasi sempre la coda rialzata; il volo è diritto, rapido e basso; il canto
abbastanza melodioso e lo fanno sentire anche d'inverno: nidificano nei cespugli,
costruendo un nido grande, oblungo o rotondo, fortemente intessuto e composto
di musco e di pagliette, vi depositano numerose uova bianche, macchiate e pic-
chiettate di rossiccio.
Si conoscono da io a 12 specie di Anorthurae, sparse nelle parti settentrionali del
Mondo Antico ed in gran parte della Regione Paleartica e dell'America del Nord <-)•
128. Anorthura troglotlytes (Linnaeus), Scricciolo.
[Troglodytes parvulus, Koch],
[Tav. XV, fig. 13, e Tav. XLIX, fig. 18].
Parti superiori bruno-rossiccie, unicolori sulla testa e sul collo, col rossiccio
più accentuato sulle timoniere, e con fascio trasversali nero-opache nel rimanente,
comprese le ali e la coda, ma meno distinte e meno numerose sul dorso e sul
groppone; una fascia biancastra, talora mancante od indistinta, dopo l'occhio; poche
macchiette bianche sul groppone, spesso indistinte e macchietto pure bianche sullo
scapolari e verso l'apice delle cuopritrici mediane; gastreo bruno-rossiccio, bian-
castro sulla gola e sul centro dell'addome, più bruno sul petto, sull'addome, sui
fianchi e sul sottocoda, con fascie nere e lavato di rossigno carico; penne del
sottocoda con una fascia apicale bianchiccia; vessillo esterno delle remiganti pri-
marie a tacche biancastre, fulviccie o nerastre (ad.). Penne della gola con mar-
gini scuri; petto lavato di un rossigno più intenso, col margine delle penne bru-
nastro; addome tinto di un rossiccio più accentuato e con poche fascie scure;
bande sulle ali e sulla coda meno distinte (,</""■)•
'i 11 Dome ili Troglodytes, fondato dal Vieillot nel isti? (Ois. Amér. sepi. !.. p. 62), ebbe per tipo
ana specie americana, e quiDdi adoperai ciucilo di Anorthura, Rennie, issi, di cui è tipo l'I. troglodytes,
V. non si scartò punto il nome di Troglodytes, perchè dianzi usalo in Mammalogia, mentre la sua crea-
zione e posteriore a quella del nome di Vieillot: infatti abbiamo : Troglodytes, Et, Geofrroy, L81il ./«-
thropiihecus, Blainville, 1839 (cfr. Ti Bsart, <"«/. Mamm. 1.. pag. 3, 1897).
I i Le sperici uor (1-aincTÌea io- spettano al yen. Troglodytes, \ Hill.
\ I I INT1 ORNI K3ICO 117
Lunghezza totale 0, 095; becco 0,m012, sua larghezza alla base 0, 0037; ala
0,m047; coda 0, 035; tarso 0, "17.
Abita l'Europa, l'Africa settentrionale, l'Asia Minore, il Caucaso, la Persia e
la Palestina. Lo Scricciolo della costa occidentale della Norvegia fu descritto dallo
Stejneger, come forma distinta, col nome di Troglodytes parvulus beigi nsis; ma, secondo
il Collett (in liti., esso uon presenta differenza alcuna. È uccello sedentario in
Italia sui munti, d'autunno discende al piano e uon pochi arrivano a quell'epoca
dal Nord per svernare. È accidentale a Malia. Nidifica dall'aprile al luglio, alle-
vando due covate. Va raramente soggetto a varietà albine od isabelline.
128". Anorthura troglodytes hirtensis Seebohm . Scricciolo ili Santa Kilda.
Eguale al precedente, ma più grande, specialmente nelle dimensioni del becco
e dei piedi.
Il carattere delle fascie più distinte sulle parti superiori e l'altro della gola
e del petto immacolati lo distinguono dall'. I. troglodytes pallesceiis (Stejneger delle
Isole .Mentine; ma non sono caratteri importanti per noi, giacché si riscontrano
anche in esemplari d'Europa e quindi non hanno alcun valore specifico.
Lunghezza totale 0,' L05; becco 0, 14; ala 0, 053; e, da 0,m038; tarso 0,m019.
Questa sottospecie 0 forma locale, che non ho mai esaminata, fu distinta dal
Seebohm nel 1884, ed abita l'Isola di Santa Balda, presso le coste nord-occidentali
dell'Irlanda.
128/'. Anorthura troglodytes borealis (Fischer), Scrini,, Ih Islandico.
Simile come disegno all'.l. troglodytes, ma il becco è più largo, circa il doppio
alla base; la tinta generale più scura e di un bruno cupo; le fascie sulle parti
superiori più cupe; la coda del colore del dorso.
Lunghezza totale 0,m105; becco 0,m016, sua larghezza alla base 0,m0075; ala
0,"'0f>.".: «-oda 0,m038; tarso 0,m020.
Abita l'Islanda e le Isole Far Oèr, ove il Fischer la scoperse nel 1861.
Alcune specie del genere Africano Pycnonotus, Kuhl (famiglia Pycnonotidae
comparvero nei Cataloghi Europei, e precisamente le seguenti:
/'. xantkojnjgits (Ehrenberg), citato dal Krfiper come di comparsa annuale nelle
Isole Cicladi Grecia). .Ma tale asserto non venne più confermato; abita la Siria
e la Palestina.
/'. eapensis (Linnaeus), citato dal Newton come colto in Irlanda nel gennaio 1838,
ma gli Autori si accordano nel ritenerlo fuggito di gabbia, data anche l'epoca di
cattura. Abita il Sud Africa.
/'. barbatus (Desfontaines), citato dal Temminck come comparso nella Spagna
meridionale, notizia che sembra erronea. Abita l'Africa nord occidentale dall'Al-
geria al Marocco fino al Gabun, e sembra molto abbondante a Tangeri, ma min
consta abbia mai passalo lo Stretto. Sicché, tino a prova contraria, le specie ilei
gen. Pycnonotus devono cancellarsi dalle liste Europee.
1 1S ATLANTI ORNITOLOGI! "
Famiglia CINCLIDAE, Cinclidi.
Becco mediocre, sottile, più alto che largo alla base, un po' rivolto all'insu,
gonide convessa, culmine leggermente concavo, compresso, rotondo all'apice, con
la mandibola supcriore leggermente curvata all'estremità; base del becco senza
setole; apertura molto stretta; narici laterali, lineari, basilari, in parte coperte
da, una membrana; ali corte, lunghe, rigide, concave, con IO primarie, di cui la 1
è spuria, .">' e r le più lunghe; coda di 12 penne, quadrata, corta, in gran parte
nascosta dalle proprie cuopritrici; gambe piumate sino all'articolazione tibio-tarsale,
die è nuda; tarso coperto da un grande scudo e da due piccoli alla base, più
lungo ilei dito mediano con unghia, questo è riunito alla base coll'esterno, i dui-
diti laterali eguali; unghie robuste e ricurve.
Piumaggio opaco, lucido, compatto, impermeabile, col corpo fittamente co-
perto di piumino; corpo grosso; abitudini terrestri e semiacquatiche; muta sem-
plice; statura picei da o mediocre.
Questa famiglia comprende un solo genere con 12 specie, più o meno valide.
delle (piali quattro sono Europee; si trovano sparse nell'Europa, nell'America set-
tentrionale e centrale, abitando le Ande dell'Equatore, il Perù e la Colombia.
Stanno lungo i corsi d'acqua chiara e corrente delle montagne e camminano
facilmente anche sott'acqua in cerca di cibo, che consiste di sostanze animali, come
insetti acquatici, uova di pesce e molluschi; il canto è mediocre; fabbricano un
nido singolare a cupola, con un foro laterale, poco differente da quello degli Scric-
cioli, coi quali hanno comuni molti caratteri, vi impiegano musco, erbe secche e
foglie e lo collocano sotto le roccie e fra le radici delle piante, depositano da G
a 7 uova bianche.
Genere CINCLUS, Bechstein.
Ila i caratteri della famiglia; sono uccelli sedentari, (die viaggiano parzial-
mente all'avvicinarsi del freddo, ritornando alle vecchie dimore in primavera; nei
vari paesi che abitano formano razze poco dissimili e che parecchi Autori innalzano
al rango specifico.
129. Cinclus cinclus (') (Linnaeus), Merlo acquajolo.
| Cinclus menila (Schaffkii), C. aquaticus, Savi |.
| Ta\ . WIII. Bg. 3 |.
Testa, cullo ed alto dorso di un bruno-rossiccio chiaro; basso dorso, groppone e
sopracoda di un cenerino-piombato-chiaro, con larghe marginature bruno-nerastre:
(') Linneo chiamo Sturami limimi un Merlo acquajolo che, secondo alcuni Autori, sarebbe la forma
melauogasler. Ciò non è improbabile, perchè questa è la forma predominante in Scandinavia ed è facile
clic l'Anton se le specie comuni SU materiale locale, l'ero le sur panile sono: t , uhi alba : fumiti
MI \\u ORNITOLOGI» 0 I 19
niellili, -ola, alio pi •tin e su ui lati bianco argentei : una Larga banda sul basso petto e
sull'addome ili un rosso mattone; fianchi e parte più bassa dell'addome cenerino
piombato-cupi, con l'apice delle penne brunastro, quelle del sottocoda quasi ne
rastre, con l'apice bianco-rossiccio (ad.), l'ani superiori simili mi appena Legger
mente più chiari'; Le tinte rossastre e Le scure del gastreo, con margini api cali
biancastri, eccetto sulle penne dei fianchi; il bianco meno puro e tinto ili gialletto;
remiganti 1° con margini stretti bianco-sudici, più larghi sulle 2° (giov.).
Lunghezza totale 0,ra198; becco 0,in017; ala 0,m087: coda 0,m055; tarso 0,m028.
AMia L'Europa meridionale, versi» oriente fino alla Grecia ed alla Turchia; si
trova anche in Algeria. In Italia è specie sedentaria e non rara Lungo i torrenti
dell'alta montagna; d'inverno scende in basso, ma ili rado giunge in pianura, si trova
talora in quel tempo nell'Estuario Veneto; e non pochi giungono dal Nord e sver-
nano tra noi. Nidifica due volte da marzo a Luglio.
129». Cinclus cinclus aquaticus Bechstein), Merlo acquaiolo nordico.
| Cinclus aquaticus, Bechstbin |.
Colorito delle parti supei'iori decisamente più scuro e nerastro; lime brune
della tosta e del collo più cupe e meno estese verso il dorso ; bianco del gastreo
che in taluni soggetti si estende meno in basso; rosso del basso pelle meno vi-
vace e meno protratto sull'alto addome, (die è bruno-nerastro sino al sottocoda;
fianchi assai meno grigi (ad.). .Sono simili a quelli del C. cinclus (giov.).
Lunghezza totale 0,"T77; becco (V'olii; ala 0,m090; coda 0,m054; tarso n.!lloi>7.
Abita l'Europa eentrale e occidentale, cioè la Francia, la Germania, L'Olanda
od il Belgio; e nei Carpazi, nei Pirenei e indie Alia' e rimpiazzato da] C. cinclus;
la t'orma Britannica tu recentemente distinta dallo Tschusi in liti.) col nome di
C. cinclus bntannicus ed uno dei tipi è nella mia Raccolta.
129/'. Cinclus cinclus melanogaster (C. L. limimi. Merlo acquaiolo panda nera.
Distinto dal 0. cinclus pel colorito della testa e del collo bruno-cupo, quasi
come nel G. e. aquaticus; si può dire che il suo colore sia di tono intermedio tra
i due: gola ed alto petto bianco-sale; parti inferiori più cupe, specialmente sull'ad-
dome; parte inferiore del petto nerastra o nera del tutto ed i fianchi tinti di un
grigio-lavagna-cupo; talora il petto olire una debole tinta rossigna mila sua parte
bassa (ad.). I giovani sono eguali a quelli delle due specie precedenti e. secondo
il Seebohra, i suggelli molto giovani delle tre specie avrebbero L'addome nero o
nerastri..
Lunghezza totale 0,m190; beco 0,'"016; ala 0,m090; coda 0,m050 ; tarso O,"^.
Abita la Scandinavia e la Russia settentrionale, fu collo accidentalmente nella
Gran Bretagna, in Danimarca, nella Germania settentrionale e nell'olanda. È
specie accidentale in Italia, presa in Toscana e nel Veneto. Si riteneva che la
ninni: abdomen femtgineum ; juniori ari album. Questa diagnosi può adattarsi a nati' lo tre forme più
comuni in Europa, e min >■ improbabile che Linneo descrivesse il suo Slurniis ciucliu bu materiale nini
solo Scandinavo, ma ili altre parti d'Europa, corue apparirebbe tUtll'ftait/ai che oltre. Se si dovesse chia-
mare C. cinclus il '.'. ••. melanogaster, allora al ''. cincillà spetterebbe il noi li C. <•. albiaollu i Virilio!'.
150 ATLANTI ORNI! [< 0
forma della Corsica l'osse questa, ma è certamente distinta; un esemplare che io
vidi appartenente a Mr. Sapsworth Duer misurava: ala 0, 081; becco O^Olò;
tarso 0,m028; le tinte delle parti superiori e del gastreo erano un po' meno scure
di quelle dei soggetti nordici, sul petto si notava una tinta rossigna. Se questa
sottospecie1 /".s.sr costimi/1, io proporrei di distinguerla col nenie di Ce. Sapsworthi.
l'are che alcuni esemplari della Valle del Lui;', nei Pirenei, e dei Monti Can-
tabrici siano riferibili al C. einclus, ed altri a questa t'orma o ad una molto affine,
che si presenta più pallida sulla testa e sul collo, col gastreo più pallido e bru-
nastro, le ali sarebbero più piccole ed il Dresser la distinse col nome di Oinclus
melanogaster pyrt naieus.
129'. Cinclus einclus cashmiriensis (Gould), Merlo acquaiolo «sia/ivo.
Parti superiori di tono più pallide, col bruno della testa esteso più in giù verso
il dorso sino alla regione inter -scapolar -e; porzione scura del gastreo più cupa e più
brunastra; fianchi senza tinte grigio lavagna.
Lunghezza totale 0,m185; becco 0,,n019; ala 0,m086; coda i>.'"oi;.".: tarso 0,m029.
Abita il Caucaso, l'Asia minore, la Persia, portandosi verso est tino alla Mon-
golia Cinese (M.
Famiglia TURDIDAE, Turdidi.
Pecco quasi diritto, di solito tanto alto che largo alla base, sottile, depresso,
colla mandibola, superiore un po' curvata e in generale con una leggera intacca-
tura subapicale; base della mandibola superiore fornita di setole; narici basilari,
ovali, non coperte dalle penne frontali, che giungono soltanto sino al loro bordo
posteriore; ali più o meno corte, di 1(1 primarie, la corta e spuria, 2° più corta
della 4'; coda poco allungata, di solito di 12 penne; tarso più o meno robusto,
scudettato, ma di solito coperto sul davanti e di dietro da una larga lamella, in luogo
dei piccoli scudetti: diti piccoli o mediocri, liberi dalla base, specialmente l'interno,
l'esterno riunito al mediano sino alla giuntura basilare; unghie mediocri, arcuate,
quella del pollice la massima, ma più corra del dito stesso.
Piumaggio ordinario e molle; sessi di solito simili: giovani ili generale mac-
chiati, ma, dopo perduto l'abito d'infanzia, di poco differenti dagli adulti: hanno
muta semplice autunnale ed allora Tallito di primavera e assunto pel lento logorio
delle porzioni terminali dei vessilli e per le tinte che si tanno più vivaci, o in-
vece la muta è doppia, autunnale e primaverile.
Sono uccelli di solito migratori; cantano più o meno melodiosamente; le uova
sono poco numerose uniformi o macchiate; riguardo l'Europa questa famiglia,
che ha distribuzione geografica quasi cosmopolita, consta di quattro sottofamiglie.
(b II Cinclus Pallosi, Temili, sembra essere stato veduto in grande quantità ad Helgoland nell'au-
tunno 1847; nessun esemplare venne però ucciso. E di tinta caffè-cupo, con le ali eia coda nero-bru-
nastre. Lunghezza totale 0,m200; becco 0,m014; ala 0,ra090; coda 0,™053; tarso 0,»>>030. Abita la Si-
beria orientale, il Kamcialka e le . Mentine, il Giappone, la Cina e le Indie.
V.TLANTK ORNITI SICO 1 •"' 1
Si (TTOFAMIGLLA ACCIAI'i IRINAE, Accentorini.
Becco quasi diritto e acuto, ili solito più largo che alto alla base, e coi bordi
rientranti; ali mediocri; piedi abbastanza robusti; tarsi scudettati; giovani mac
chiali.
Due generi, con circa 20 specie, compongono questa sottofamiglia, rhe è propria
della Regione Paleartica e dell'Australia.
Sono piccoli uccelli, insettivori e granivori, alcuni abitano i Luoghi alberati,
nitri i rocciosi e muli; fabbricano un uido intessuto piuttosto grossolanamente,
voluminoso e aperto, che collocano nei cespugli poco elevati o in qualche cavità
del suolo o delle roccie; cantano bene anche d'inverno j camminano salterellando;
sono stazionari, ma all'approssimarsi del freddo discendono verso sud, compiendo
parziali migrazioni; il piumaggio è simile nei due sessi, i giovani nel 1° abito
sono leggermente differenti dagli adulti.
Genere ACCENTOR, Bechstein.
Becco forte, diritto, Lungo, compresso, largo alla base, alquanto conico, ap-
puntito, colla mandibola superiore che sormonta l'inferiore e Leggermente intaccata
all'apice; base della mandibola superiore con setole poco apparenti; narici basi-
lari, oblique, lineari, semichiuse da una larga membrana; ali più o meno rotonde,
colla la remigante primaria corta, 3° e 4' Le massime; coda abbastanza Lunga,
(piasi quadrata; gambe forti: tarsi piumati nella parte più alta, più lunghi del
dito mediano con unghia e coperti sul davanti di scudetti Larghi, il dito esterno
riunito col mediano alla base; unghie forti, curvate, con quella del posteriore molto
più lunga delle altre e subeguale al dito stesso.
È un genere Paleartico composto di dieci specie.
a) Ali appuntite ni allungate, eolle remiganti secondarie \>iìi corte ih III' l ; abita Ir
roccie iil i luoghi scoscesi, nelle mi cavità nidifica (gen. A.CCENTOR, Bechstein
130. Accentor collaris (Scopoli), Sordone.
L Accentor alpinus, Bkchstein |.
[Tav. XVI, Bg. 8].
Parti superiori cenerognole, leggermente lavate di brunastro, più scure sulla
testa e sulla fronte, col centro delle penne nerastro più Largo ed apparente sul
dorso, ove i soli margini sono cenerino-gialletti ; groppone di un cenerino-gialletto
più uniforme: cuopritrici medie e grandi delle ali e le primarie remiganti con
una macchia apicale biancastra; mento e gola bianche, con macchiette terminali ne-
rastre a scaglia; petto ed addome di un bruno-cenerino, questo Lavato di rossiccio,
coll'apice delle penne biancastro, preceduto da una fascia preapicale nerastra poco
appariscente; lati del nnpu e fianchi rosso-mattone uniforme; parte bass,-i dei fianchi
rosso-mattone, col centro delle penne nerastro e i margini bianchicci; sottocoda
152 ATLANTE 0RN1T0 l< ••
bruno-nero, con Largo margine bianco; remiganti co] margine esterno rossiccio e
l'apice bianco-rossiccio; cucia bruno^nera, col margìm esterno olivastro-gialliccio e
l'apici cenerognolo-rossiccio (ad.). Parti superiori più marcate ili rossiccio; gastreo
biancastro-fulviccio, con larghi centri bruno-cupi sulle penne (giov. .
Lunghezza totale 0,'"185; becco 0,'"01o; ala 0,m 105; coda 0,,n065; tarso 0,m025.
Abita l'Europa meridionale dalla Spagna alla Grecia, all'Asia minore, al Cau-
caso ed alla Persia; giungendo accidentalmente nelle parti nordiche dell'Europa
centrale e nelle Isole Britanniche. Recentemente il Sordone, clic vive nella Peni-
sola Balcanica, t'n distinto dallo Tschusi col nome di .1. e. Reiseri. Esso ha tinte
più chiare; le parti superiori ed il pileo sono grigi, senza ombreggiatura bruna.
Il suo habitat sembra estendersi dalla Dalmazia e dal Montenegro alla Grecia ed
alle Alpi della Transilvania (x). In Italia il Sordone abita lo Alpi e gli Appennini,
ove è stazionario e nidifica nelle parti più elevate, d'inverno scende all'ingiù, ma
arriva di rado al piano; fu colto all'Elba, in Sardegna ed in Sicilia. Alleva due covate
da maggio a luglio. A questa specie deve riferirsi il Freddolotto di Radicofani,
descritto nel 1814 dal Paldacconi sotto il nome di Turdus migratorius.
b) Ali piccole, rotondate, con le remiganti !" lunghe quanto li 1'' ; abita i cespugli
ni i siti alberati, ove pone il nido (gen. Prunella, Vieillot).
131. Accentor modularis (Linnaeus), Passera scopatola.
[Tav. XVI. lì;;, (i o 7 o Tav. XL1X, fig. 1 <ij.
Testa e nuca grigio-scure, col centro delle penne bruno-nerastro in contrasto
con quelle del dorso nere nel centro, rossiccio-brune sul margine; regione paro-
tica e penne sotto l'occhio cenerino-brunastre, striate di bianco-fulviccio ; groppone
e sopracoda di un bruno-rossiccio più uniforme; sopraciglio, lati della testa, del collo
e dell'alto petto cenerini; gola e petto grigio-ardesia: centro dell'addome bianco quasi
puro; fianchi e tibie rossiccio-brunastre, col centro delle penne più cupo; sottocoda
bruno-nerastro, di un bianco leggermente fulviccio sul margine; cuopritrici e remi-
ganti bruno-nere, col margine esterno lavato di marrone-rossiccio, più largo e vivace
sulle 26, le più grandi cuopritrici con una macchia bianco giulietta all'apice del
vessillo esterno, che non forma fascia regolare sull'ala; coda bruno-nerastra, col
margine bruno-oliva (ad.). Testa più scura; lati della testa e sopraciglio lavati
di rossiccio, che forma una macchia distinta sulla legione parotica; mento e alta
gola bianchicci; gola e petto grigio-cenerognoli, coli' apice delle penne rossastro
ed una stretta fascia apicale bianchiccia; ali più rossigne (giov.).
Lunghezza totale 0,m146; becco (V'Oli: ala 0,m067; coda 0,w0b8; tarso 0,ffi020.
Abita l'Europa lino al Caucaso, l'Asia minore, la Palestina e l'Arabia Petreà.
In Italia è stazionaria; d'estate dimora sugli alti monti, ove nidifica due volte da
aprile a luglio, d'autunno scende al piano e sverna, specialmente nelle provincie
centrali e meridionali. È piuttosto rara in Sardegna e in Corsica. Questa specie
va. facilmente soggetta a varietà albine.
'i Ora. Mimai. IX, n' !>. pag. 131 L901).
1. Calandrella. 2. Calandra. 3. Zigolo di Lapponia Ce/1 ad.)- 4. Z,..
5. Zigolo della neve Strillozzo. 7. 2
giallo i J i. LO. Zigolo nero (a* ad.). 11. Ortolano (o*). 12. I
Hoepli, Editore, Milano.
A I l.\N II. ORNITOLOGI! 0 L53
132. Accentor montaneilus Pallas), Passera scopatola asiatica.
Cervice bruno-grigiastro-scura, limitata Lateralmente da una fascia nera, che'
è seguita da un Largo sopraciglio fulvo-ehiaro, il quali' parte dalla base del liecco
e si dirige sui lati del collo, passando al disopra della regione parotica; questa,
le redini, le penne sotto e attorno l'occhio nere; Lati del collo grigio cenerini; dorso
rossastro, col mar-ine delle penne più pallido ed il centro bruno-nero; aroppone e
sopracoda di un bruno-uniforme; gastreo fulvo-ocraceo, che degrada in biancastro
sull'addome; lati del petto e fianchi bruno castagni, macchiati longitudinalmente di bruno-
rossiccio m/.). Tinte generali più pallide: sopraciglio e gastreo biancastri, con sfu-
mature e macchie brunastre sulla gola e sul petto [giov.).
Lunghezza totale 0,'"151; becco 0,'"011: ala0,m075; coda 0™080; tarso 0,m019.
Abita l'Asia centrale ed orientale e la parte meridionale della Russia Europea,
ove forse nidifica; fu preso verso occidente lino a Vienna. Accidentale in Italia;
un esemplare venne colto a Udine nel 1884 (II. Musco ili Finir.:), nn secondo, che
sarebbe stato ucciso in Liguria nel 1863, era nella Raccolta Magni Griffi (E. Museo
ili Iìumn), finalmente una femmina di questa specie sarebbe siala presa nell'au-
tunno 1901 sul Veronese e farebbe parte della Collezione del signor Conte Car-
tolari di Verona (V. Dal Nero, in litt.). Il Temminck certo su erronee informa-
zioni citò questa specie come frequente nel Napoletano e, sulla fede del Perini,
fu ricordata di comparsa nel Veneto dal De Betta e dal Ninni. Ma il soggetto del
Perini era un A. atrigularis, che il Perini ebbe in pelle da Vienna.
133. Accentor fulvescens, Severtzow, Passera scopatola bruna.
Cervice bruno-nerastra vivace, con una stria laterale nerastra, seguita da una
fascia sopracigliare bianco-fulvicda, che parte dal becco r termina sulla nuca; redini,
lati della testa e cuopritrici auricolari nere; dorso bruno-cenerino-pallido, col centro
delle penne più cupo ed uniforme sul groppone e sul sopracoda; mento, gola e
centro dell'addome biancastri; guancie e resto del gastreo di un fulvo-gialletto, la-
vato di grigio-bruno sui fianchi, che sono uniformi o col centro delle penne scuro ad.).
Lunghezza totale 0,m139; becco 0,m013; ala 0,'"077; coda0,m066; tarso 0, 020.
Abita l'Asia centrale dal Turchestan al Kascmir settentrionale, fu colto una
volta nel Caucaso. La tinta dei fianchi lo distingue tosto dall'. I. montaneilus.
134. Accentor atrigularis, Brandt, Passera scopatola dalla gola nera.
Cervice bruno-cenerina, limitata da una stretta fascia laterale nera, seguita
da un largo sopraciglio fulvo- biancastro, che parte dalla base del becco e va fino sui lati
della nuca; resto delle parti superiori cenerino-brune uniformi, col dorso elesca
polari bruno-nerastre sul centro delle penne; redini, lati della testa, porzione poste-
riore delle guancie, regioni' parotica e gola nere; lati del collo cenerino ardesia; parte
anteriore delle guancie e gastreo fulvo-vivaci : addome bianco; sottocoda cenerino:
fianchi bruni, con strette strie centrali bruno-nerastro-pallide (ad. .
Atlante ornitologico. 20
L54 \ n. imi. ORNITOLOGI» O
Lunghezza totale 0,'"1 10; becco 0,'"013; ala 0,'"075; coda0,'"068; tarso 0,m021.
Abita l'Asia dagli Urali al Turchestan orientale e dagli Aitai al Pangiab.
Comparve in Russia nel governo di Orenburgo nel 1885 e nel 1887-88, anzi in
quest'ultimo anno (1888) ne Cu osservato un branco di oltre 150 individui.
Sottofamiglia TURDINAE, Turdini.
Becco sottile, insettivoro, compresso, tanto alto che largo alla base, non sempre
fornito di setole nella porzione basilare e con una leggiera intaccatura subapicale;
penna spuria sempre presente, talora molto piccola e sempre più corta e più stretta
della 2a; tarso coperto di un solo scudo allungato e con due o tre scudetti sopra
i diti, questi abbastanza forti; testa arrotondala.
E una sottofamiglia composta di circa 150 specie sparse su tutto il Mondo,
eccetto la Nuova Zelanda, e più specialmente distribuite nelle regioni tropicali;
abitano i boschi; si nutrono di insetti, ma mangiano anche bacche e frutti; sono
erratici, migratori ed in gran parte gregari; fabbricano rozzi nidi sulle biforca-
zioni dei rami, talora cementandoli con terra bagnata, deponendo da 4 a 6 uova
verdastre o bluastre, immacolate o macchiate; alcuni cantano melodiosamente;
camminano saltellando ed imprimendo bruschi movimenti alla coda.
In alcuni generi i sessi sono eguali, in altri molto differenti; i giovani sono
macchiati di sotto e di sopra e perciò diversificano dagli adulti; hanno muta sem-
plice d'autunno, i giovani cangiano Ir prime nell'anno prima ili migrare e assumono
l'uliiti) degli adulti, mentre la livrea primaverile è prodotta dalla semplice abrasione
degli apici delle barbe dei vessilli, e non da muta.
Genere TURDUS, Linnaeu.s.
Becco mediocre e quasi diritto, convesso al di sopra, colla mandibola supe-
riore poco curvata ed intaccata presso l'apice, e fornito alla base di pochi peli;
narici basilari, ovali, in parte nascoste da una membrana; ali acute o subacute,
mediocri, abbastanza larghe, che arrivano alla metà della coda, la penna spuria
molto corta, 2a primaria più corta della 3'' e della 4a, che sono le maggiori; coda
troncata, abbastanza lunga, di 12 penne; tarso piuttosto lungo, di poco ecce-
dente il dito mediano con unghia, l'esterno riunito con esso alla base; unghie
piuttosto forti.
Gli adulti sono macchiati sul gastreo e di tinta uniformo sulle parti superiori, i
giovani nel 1° abito, che dura pochissimo, presentano macchie anche sul disopra;
i sessi sono simili, la femmina è soltanto più pallida del maschio e di solito ha il
mento e la gola striate, i giovani prima di migrare vestono un abito eguale a
quello degli adulti e se ne distinguono pelle cuopritrici alari, che hanno macchie
apicali poco distinte e pallide. I Tordi abitano tutte le regioni, eccetto, si può
dire, l'Australiana e la sottoregione Indo-Malese, e sono più largamente rappre-
sentati nella Neotropica; in generale sono cantori per eccellenza.
\ 1 1 \vi i 0UNIT01 OfllCO 155
135. Turdus viscivorus, Linnaeus, Tordda.
j Tw. XII, Bg. 1 o Tav. XI. Vili. Bg. 23 |.
l'arti superiori bruno-grigio-olivastre, più chiare sulla testa, volgenti all'ocra
ceo sullo scapolari, sul basso dorso e sul groppone; nessun .sopraciglio; cuopritrici
alari grandi e medie con una macchia apicale grigio-biancastra; gasi reo bianco,
timo di l'ulviceiu. specialmente sul petto, sull'addome, sui fianchi e sul sottocoda,
e con piccole macchiette nere triangolari sull'alto petto, ovali sulla parte bassa
dello stesso e sull'addome e che si allargano notevolmente sulla parie centrale
del peite, vai fianchi e sul basso addome; porzione mediana dell'addome e calzoni
biancastri; timoniere cenerino brunastre, olivastre dal lato esterno, con una macchia
bianca all'apice delle laterali sul vessillo interno; ascellari e cuopritrici inferiori
delle ali bianche (ad.), l'ani superiori con gli apici delle penne in gran parte nera-
stri, lime di ocraceo gialletto e con fascie Longitudinali di eguaJ colore; cuopritrici
alari con larghi spazi a pi cali od una macchia triangolare terminale gialliccia; gastreo
tinto vivamente di giallo-ocraceo e con macchie meno numerose (giov. nel /" abito).
Lunghezza totale 0,' 295; bocce 0,m021; ala 0,ra145; coda 0,' 105; larso 0,m0.;.'..
Abita la regione Paleartica ad oriente sino al Lago Baikal; d'inverno giunge
nei paesi Mediterranei, Dell'Africa settentrionale, nell'Asia minore e nella Persia.
Questa specie nidifica pure nell'Imalaia, discendendo a svernare al piano T. Hodgsoni,
Homeyer), ciò che avviene anche, ma raramente, nel Nord dell'Africa. In Italia è
specie stazionaria, nidifica ovunque, ma più che altro sui monti, di autunno molti
ci arrivano dal Nord per svernare o di passo; allora è più comune, però non è mai
abbondante. Alleva due o tre covate da febbraio a giugno. La Tordela va soggetta
a numerose anomalie di colorito e più di frequente al melanisnio, a tali fatti si
devono i supposti ibridi col Merlo, incrocio che invece è molto raro.
136. Turdus musicus, Linnaeus, Tordo.
[Tav. XII. fi;;-. L' o Tav. XLVI1I. fig. 21].
Parti superiori oli va-br uno-cupe; redini e sopraciglio poto distinto e ristretto iti mi
bianco-gialletto; cuopritrici auricolari bruno-ocracee; cuopritrici medie e grandi delle ali
internamente bianco-scure, esternamente ocracee, le più interne con una macchia
apicale bianco fulva; gastreo bianco, tinto di gialletto sui lati del collo e sul petto e
di fulviccio-oliva sui fianchi; gola bianca nella parie centrale, con macchie triangolari
sui lati e (die si allargano notevolmente sul petto, ove sono o triangolari od ovali e si
fanno allungate sui fianchi; centro dell'addome quasi immacolato; cuopritrici inferiori
tirile a li ed ascellari aranciato vive; coda di un oliva-bruno, lavato di rossiccio .,uì. i. Parti
superiori bordate di rossiccio, penne della testa e del dorso con tinte bianche nel
centro delle stesse; redini e fascia sopracigliare di un fulvo-ocracco vivo; gastreo più
intensamente lavato di ocraceo, con le macchie più rade e più piccole (giov. uri l'abito .
Lunghezza totale 0,m247; becco 0,'"017; ala 0,'"llf>; coda0,m088; tarso 0,'"030.
Abita la Regione Paleartica occidentale, estendendosi verso esl sino alla Val-
Lata dcdlo Jenissei, divenendo sempre più raro nelle regioni orientali della Siberia.
Nidifica ovunque in Europa, ma in special modo nelle parti centrali e settentrio-
nali; svernando nelle meridionali, nel Nord dell'Africa, nella Palestina, in Egitto
156 ATLANTE ORNITOLOGICO
e più di rado nella Nubia e nell'Arabia. In Italia è dappertutto molto abbondante
all'epoche del passo; quale uccello invernale è molto copioso nelle provincie cen-
trali e meridionali e nelle Isole. Nidifica sugli alti monti, più che altro nella Valle
Padana dall'aprile al luglio, allevando due covate; ma come estiva, è specie ovunque
piuttosto rara. Il Tordo va soggetto a numerose anomalie di colorito e s'incrocia
col T. iliaeus (Collett); sembra perù che il Turdus illuminus, Lòbenstein, descritto
dal Mcvos, sia L'ibrido '/'. iliaeus X T. pilaris.
137. Turdus ustulatus Swainsoni (Cabanis), Tordo di Swainson.
[Turdus Swainsoni, Cab.].
Parti superiori, ali e coda con color/ di un bruno-oli ni , ijna <■ Hi verdastro; redini,
circolo afidi inico, lati della testa e del collo ocraceo-accesi ; gola biancastro-ocracea,
limitata da un mustacchio brunastro; petto di un ocraceo-acceso, con poche macchie
triangolari, estese anche sui lati della gola, sulle guancie e sulla parte più alta
dei fianchi, resto del gastreo bianco, tinto di oliva-pallido sui fianchi; ascellari e
cuopritrici inferiori delle ali fulve, lavate di bruno {ad.). Parti superiori con mac-
chie giallastro-rugginose sullo stelo delle penne e l'apice scuro (giov. nel 1" aiuto).
Lunghezza totale 0,'"182; becco 0,'"012; ala U,"1UU; coda 0,'"070; tarso 0,n,027.
Aiuta l'America nord-orientale, spingendosi verso oriente sino alle Montagne
Rocciose, nidificando al Nord degli Stati Uniti e svernando dalla Vallata del Mis-
sissipi fino al Panama ed al Perù; fu trovato qualche volta nella Siberia orientale.
Accidentale in Europa, fu preso nell'Holstein molti anni fa {Musco i/i Amburgo),
a Namur nel Belgio nell'ottobre 1847 (L'oli, de Selys-Longehamps), ad Helgoland
nel 1869 {Coli. Gatké). In Italia vennero catturati tre esemplari, colle seguenti date:
18-UJ presso Genova (H. Museo di Firenze), 1878 presso Rovereto (/. lì. Musco di Ro-
vereto), ed uno nella Collezione Magni-Griffi colto in Liguria (Cara* \i), il (figlioli non
lo vide quando visitò quella Raccolta, questo esemplare è ora nel R. Museo
di Roma e porta la data « 1869, Sarzana » (Conte di Carpegna, in liti.).
Il 2 novembre 1901 fu ucciso nell'Isola d'Elba un piccolo Tordo che, esami-
nato dal Prof. Martorelli di Milano, fu riconosciuto per un Turdus Aliciae. Il Turdus
Aliciae sarebbe una sottospecie del Tordo di Swainson e secondo i sigg. Baird,
Brewer e Ridgway(1) ne differirebbe pei seguenti caratteri: « Statura maggiore, becco
più lungo ed ali specialmente più grandi. Dorso di un oliva più verdastro. Petto
e lati della testa del tutto senza tinte fulviccie, od appena indicate sull'alto petto.
I caratteri principali si riscontrano sui lati della testa. Qua e là non è manifesta
la stria chiara dalle narici all'occhio e si distingue appena l'anello chiaro attorno
all'occhio, l'intiera regione essendo oliva-grigiastra, con leggiere strie chiare sullo
stelo delle cuopritrici auricolari. I lati del corpo, le ascellari e le tibie sono grigio-
olivastre, senza le tinte fulviccie che si notano nel T. Swainsoni,
Questa sottospecie (-,) abita l'America nord-orientale fino sulle coste dell'Oceano
(•) X.-Am. liirds, I, p. 11.
(2) Alcuni Autori considerano il Turdus Aliciae, Baird comò buona specie; altri quale sottospecie
col uome di Turdus swainsoni vai. aliciae, C'oues (1872) o T. ustulatus aliciae, Coues (1885).
ITLANT1 0RNIT0L06K 0 157
Artico, nidificando in quantità straordinaria alle bocche del Mackenzie e del Cop-
permine, svernando ;il sud sino a Costa Rica. Fu colta in Siberia a nord di .Ja-
kutsk e nella Penisola dei Ciucci, ma non fu, a quanto pare, catturata nella Re-
dimii- Paleartica occidentale, a meno che non siano ad essa riferibili o nel tutto
ud in parte i soggetti del T. itstulatus Swainsoni presi in Europa.
138. Turtlus aonalaschkae Pallasi : (Cabanis), Tordo mino.
I Turdus Pallasi. Cab., T. nanus, Ari.. J.
l'arti superiori di un bruno-oliva sfumato «li rossiccio; circolo oftalmico bruno-cupo
groppone e cuopritrici alari rossiccie; gastreo bianco, lavato ti i fulvo-pallido sul petto,
sul sottocoda e di bruno sui Banchi; guancie, lati della gola, del collo e del petto
con macchie ben distinte, subtriangolari, brunastro-cupe; fianchi olivastro-pallidi,
coll'apice delle penne bruno-pallido; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari
bianche debolmente fulviccie, in parte lavate di bruno; ceda di un bruno-rossiccio
vivo ■"</.. Leggermente più rossiccio degli adulti sulle parti superiori e con mac-
chie giallastro-rugginose, longitudinali e nere sul margine; gola e petto fulvi con
macchie nere; petto e lati del corpo con fascie scure agli apici delle penne giov.
ih l l" abito).
Lunghezza totale 0,'"190; becco 0,m016; ala 0, 096; ceda 0,m073; tarso 0,m029.
Abita l'America uord-orientale, nidificando al Nord degli Stati l'aiti; sver-
nando dal 40' fino alla Florida ed a Cuba, sempre sul lato orientale. E accidentale
in Europa; venne colto nell'Annali nel dicembre 1*lV> (Naumanri), ad Helgoland
nell'ottobre 1836 {Coli. Gàtke), nella Svizzera {Museo ili Strasburgo), presso Vienna
nel L846 Thienemann), ed in Italia a Genova, nell'anno L854 circa (//. Museo ili Fi
renxe). Le catture avvenute nella Svizzera, presso Vienna ed a Genova sono
molto dubbiose.
Il Turdus olivaceus, Linnaeus dell'Africa meridionale, fu citato dal De Filippi
come comparso in più esemplari presso Brescia nel 1843, la qual cosa poi fu ri-
petuta dal Bonaparte e dal Degland e Gerbe. Questa specie va però cancellata
dal novero delle Europee, ed a questo proposito il Conte Salvador] .'-', ha tornito
eccellenti motivi. Cosi il Turdus barbaricus, filato dal Iìis>o pel Nizzardo, è ancora
un'incognita, certo trattasi di qualche sbaglio di specie ed ali/uni Autori giunsero
fino a intravedervi ['Oriolus oriolus (Linnaeus).
Il Turdus migratorius, Linnaeus comparve più volte nei Cataloghi Europei come
presso in Irlanda, presso Dover, ad Helgoland, presso Vienna e Ilei lino ed in Boemia,
perù parecchi degli Autori più noti non lo ammettono pel latto notorio che molti
Tordi migratoli sono portati in Europa, come uccelli di gabbia. Abita le regioni
settentrionali dell'America del .Nord. 11 T. migratorius, che l' Ab. Baldacconì trovò
in Toscana e descrisse sotto tale nome, come dissi, altro non è che V Accentar collaris,
ciò che riconobbe per primo il Bonaparte.
(') 11 Seebohm (Cai. Birih III il. Mus. V, pag. 199, 1881) ha esaurientemente spiegato come è meglio
adottare il nome «li T. l'all<mi. Cabanis, 1816, anziché quello ili T. nanus, Aadubon, 1839, che puri'
avrebbe la priorità.
(2) Faun. d'Italia, Uccelli, p. 80-81 (1872).
1.VS ATLANTE ORNITOLOGICO
139. Turdus pilaris, Linnaeus, Cesena.
[Tav. XII, fig. 4 e Tav. XLVI1I, fig. 26 |.
Fronte e cervice cenerino-piombate, col centro delle penne nerastro; parte
posteriore del collo, basso dorso, groppone e sopracoda cenerino-piombati; dorso,
scapolari, piccole cuopritrici marrone, misto a nerastro sul centro delle penne e
cenerognole all'apice; stretto sopraciglio, dal becco alla parte posteriore dell'occhio,
bianco-fulviccio; gola e petto giallo-aranciati vivi col centro delle penne bruno-
nerastro, che assume forma di macchia lanceolata sui lati del petto; fianchi con
una grande macchia nerastra alla base delle penne e tinti di castagno sul margine;
addome e centro del basso petto di un bianco-puro; cuopritrici delle ali ed ascellari
bianco-candide; timoniere nerastre, con margini grigiastri (ad.). Colorito generale
più cupo; dorso e scapolari con fascie longitudinali biancastre sul centro delle
penne, che volgono al fulviccio sulle piccole e medie cuopritrici delle ali, tali
fascie bordate e terminate di nero; groppone con margini grigio-bianchicci {gioì:
ari 1° abito).
Lunghezza totale 0,'"275; becco 0,'"019; ala 0,'"156; coda0,m105; tarso 0,ra053.
Le colorazioni ocracee della gola e del petto variano assai d'intensità e così
le macchie nere sul gastreo, che diversificano anche nella forma; questa specie
va soggetta a numerose varietà di tinta e specialmente al melanismo, sono però
rari gli individui del tutto neri; sembra incrociarsi colla .1/. menila (Linnaeus).
Il mio amico Prof. Martorelli anzi ha recentemente descritto (l) una Cesena da
lui creduta ibrido di T. pilaris e .1/. menila (L.). Io ricordo benissimo quell'esem-
plare, che comperammo assieme sul mercato di Milano il 7 novembre 1900, e fin
d'allora mi dichiarai contrario a questa ipotesi; ritengo fermamente che sia una
semplice varietà melanica, posseggo infatti quattro esemplari nella mia Raccolta
con analoghe colorazioni, tre. hanno statura intermedia ed uno di Cesena, le tinte
sono consimili al soggetto del Martorelli, così la forma delle ali è accorciata,
il becco in uno di essi è giallo sino all'apice, le penne nere si mescolano alle nor-
mali, etc.
Nidifica nelle foreste nordiche della Regione Paleartica dall'Islanda allo Je-
nissei, giungendo fino alla Dauria ed al Baikal e di rado in quelle dell'Europa
centrale; sverna nell'Europa meridionale, ma è raro nella Spagna; giunge però
nell'Africa settentrionale, nelle Canarie, nell'Asia minore, nel Turchestan, nel
Kascmir e nell'India nord-occidentale. In Italia è specie di passo ed invernale,
arriva in ottobre ed in novembre, si trattiene fino a marzo; di solito è poco ab-
bondante e di comparsa irregolare in parecchie Provincie meridionali e nelle Isole.
La sua nidificazione nel Veneto e nel Trentino merita conferma, ed è poco probabile.
140. Turdus iliacus, Linnaeus, Tardo sassello.
| Tav. XII. Bg. 3 o Tav. XLYIII. Kg. 25 |.
Parti superiori bruno-cupo, leggermente rossiccie sulla fronte e sulla cervice;
rei li ni nerastre; un largo sopraciglio bianco-fulvo che 'parte dal becco, sorpassi! l'occhio
\') Atti Soc. Ital. Se. Nat., Voi. XL, pp. L29-151 (1901).
ah. ami. oasi roLOGii o L59
e termina sui lati dell'occipiti ; cuopritrici auricolari bruno-scure; grandi cuopritrici
alari con mar-ini bruno-castagni e macchie apicah" più pallide ed indistinte; ga-
streo bianco, tinto di fulviccio sui petto e di castagno-acceso sui fianchi; mento e
centro della gola senza macchie; lati della gola, petto, Lati dell'addome e fianchi
con strie brunastre, formate dai centri scuri delle penne; cuopritrici inferiori delle
ali ed ast< limi castagno vivaci; coda bruno-olivastra, coi mar-ini più pallidi ad.).
Parti superiori grigio-brune, eolla cervice olivastra; sopraciglio distinto, ma più
ristretto; tinte castagne più pallide; penne del dorso e scapolari con un tratto
bianco-gialletto sul loro centro [giov. nel l" abito).
Lunghezza totale 0, 240; becco 0, 018; ala 0,' 120; codaO, 080; tarso 0/-030.
Abita l'Europa, nidificando nell'estremo Noni dall'Islanda alla Vallata dello
Jenissei; sverna nelle parti meridionali, nell'Algeria, nella Persia, nel Turchestan
e nell'Imalaia nord-occidentale. In Italia è specie comune all'epoche del passo e
nell'inverno, più frequente nelle parti settentrionali, però sempre meno abbondante
del '/'. musicus. Mai ebbi nidiace] del Tordo sassello e creilo che la sua nidificazione
nelle Alpi Venete meriti conferma.
Questa specie va soggetta a numerose varietà albine e melaniche, né sono
rari i soletti rossicci.
Genere MERULA, Leach.
Ha i caratteri del gen. Turdus e Oeoeichla, ed è distinto dal primo pel fatto
che i sessi nel più gran numero dei casi sono differenti e che i maschi ad. hanno
di solito piumaggio uniforme, tanto sulle parti superiori che sulle inferiori e sono
senza strie sulla gola; dalle Gemi, hi, i, perchè è sempre mancante la banda tra-
sversale chiara sulla l'accia inferiore delle ali. Queste distinzioni servono bene pelle
specie Europee, ma non pelle esotiche nei riguardi del gen. Turdus e la separa-
zione è piuttosto artificiale. I giovani sono macchiati di sotto e di sopra.
I Merli mancano nelle Regioni Etiopica e Neartica, e sono rappresentati in
tutte le altre da circa 50 specie, alcune delle quali di dubbia validità specifica;
tre o quattro soltanto nidificano in Europa.
Vivono sugli alberi, cantano armoniosamente e costruiscono nidi aperti, ben
fatti, composti di foglie secche, di radici, di musco e di fango e li collocano di solito
a poca altezza dal terreno sui cespugli, sulle mura, frammezzo all'edera e talora
a terra specialmente nel 1° anno di età; le uova da 4 a 7 sono verdi-bluastre,
macchiate di bruno-rossastro a vari toni di tinta. Si nutrono d'insetti, di bacche
e di frutti.
141. Merula obscura (ìmk.i.in. Tordo oscuro.
[Turdus pallens, Pali.., T. obscurus, Qm.]-
| T.u. XIII, Kg. 8 |.
Parti superiori bruno-oliva-vivaci, tinte di lavagna-bruno sulle redini e sulla
regione parotica e di grigio-cupo sulla testa e sulla nuca: un sopraciglio distinto,
che si esteude sino alla parte laterale della nuca, mento ed un largo spazio sotto
l'occhio, che si unisce al mento, bianco-puri; parte alta della gola e guancic bruno-
1(50 ATLANTE ORNITOLOGICO
lavagna-cupe; pitto e fianchi ili un araneiato-fulvo-eupo ; resto del gastreo bianco,
tinto di bruno-grigio sul sottocoda; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari di un
grigio-lavagna-pallido, coll'apice delle penne biancastro; coda bruno-cupa, bianca
all'apice sul vessillo interno delle timoniere laterali (mas. ad.). Manca il grigio-cupo
della cervice, della nuca e dei lati della testa; la gola è biancastra con strie
brunastre; i fianchi castagno-bruno-pallidi (femm. ad. . l'arti superiori olivastre, con
una stria longitudinale ocracea lungo lo stelo delle penne; il sopraciglio poco di-
stinto e la gola lavati di ocraceo; vessilli esterni delle cuopritrici alari e delle
2e interne ocracei all'apice; gastreo bianco, macchiato di bruno-cupo sulle penne
delle guancie, del petto e dei fianchi, quest'ultimi su fondo di tinta aranciata
(giov. uri 1" abito).
Lunghezza totale 0,ra210; becco 0,'"015; ala 0,m130; coda 0,'"085; tarso 0,'"032.
La tinta della gola, del petto, dei fianchi e delle cuopritrici inferiori delle
ali distinguono a priori questa specie dal T. iliacus, cui, a prima vista, somiglierebbe.
Abita la Siberia orientale, la Mongolia ed il Kamciatka; svernando nelle parti
sud-orientali dell'Asia, nelle Filippine, nell'India, nel Malacca e nell'Arcipelago
Malese. È accidentale nel Turchestan, nel Nepal e nei seguenti paesi d'Europa:
Germania, Austria, Boemia, Olanda, Belgio e Francia. In Italia è uccello di passo
accidentale e molto raro, comparve almeno dieci volte d'autunno e d'inverno; cinque
volte in Piemonte, due nel novembre 1827 (R. Museo ili Twino), una nel novembre 1828
(B. Museo di Pisa), due nell'ottobre 1899 a Pinerolo (/?. Musco di Firenze); tre
volte in Toscana, a Siena nel 1877 (C'oli. Magni-Orifp, quest'esemplare è ora nel
R. M/isro ili Roma, colla data 1876 « Olivete a Fungaja, Siena », Conte di Car-
pegna, in liti.), febbraio 1897, Palaja presso Pisa (Coli. Marchese Ridolfì); no-
vembre 1899 a Siena (Coli. Brogì); una volta a Roma nel dicembre 1879 (R. Museo
ili Firenze) e finalmente l'ultimo trovato sul mercato di Milano dal prof. Marto-
relli, proveniva dalla Maremma Toscana (ottobre 1898, Museo Civico di Milano).
Il Temminck citò la .V. pallida (Gm.) come colta nel 1823 in Sassonia, il Bo-
nelli ed il Gene come comparsa presso Torino; secondo il Dresser, tali soggetti
sono semplici M. obscurae, quantunque quella figurata dal Gould nella sua classica
opera sugli Uccelli d'Europa sia una vera M. pallida, specie che abita la Siberia
orientale ed il Giappone. Il T. Werneri del Bonelli è la .1/. obscura.
142. Menila fuscata (Pallas), Cesena fosca.
LTurdus Naumanni, Auot. Ital. nec Temminck, T. fuscatus, Pali.., T. dubius, Gjgl. Dee Bchst.].
Fronte, cervice e nuca neri nel centro delle penne, rossigno-grigiastri sul
margine; dorso dello stesso colore, coi margini rossigni più vivaci; groppone e
sopracoda nerastri presso lo stelo alla base delle penne, rossigno-chiari nel resto,
gialletto-cenerognoli all'apice; coda bruno-scura, talora tinta di castagno sul ves-
sillo interno; un largo sopraciglio, dal becco ai lati dell'occipite, bianco-fulviccio;
un grande spazio nerastro e rossigno sulla regione parotica e sui lati della faccia;
gola e collo bianco-fulvicci, immacolati nella parte centrali', con numerose mac-
chiette triangolari bruno-nerastre sui lati: petto coperto di macchie nere, terminate
di bianco-grigiastro; fianchi con grandi macchie nere, ornate di una banda, preapicale
rossigna e coll'apice bianco-grigio; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari ca-
stagno-pallide, biancastre all'apice; coda bruno-scura, tinta di castagno sul vessillo
Tav. 21.
Z^VA^-vyuV^-
I. Zigolo muciatto (cf ad.). 2. Zigolo muciatto (9). 3. Migliarino di padule | ' in abito di primavera. I Mi-
gliarino ili padule (a* in abito d'autunno). 5. Zigolo gola rossa (<f ad.). 6. Fringuello y ad.). 7. Fringuell
8. Peppola (cf ad. in abito di primavera). 9. Peppola (tf ad. in abito d'autunno,. [0. Fringuello della neve
II. Passera oltremontana (<? ad.). 12. Passera oltremontana , J ,. 13. Passera mattuggia. M. Passera lagia.
Ulrico Hoppli. Editore, Milano.
V'I'I.AN II CHINI KM Olile o II'. I
interno delle timoniere, faccia inferiore della stessa bruno-rossiccia (mas.ad.). Parti
superiori più chiare; parie bassa della gola e petto fulvo cenerognoli, con macchie
terminali bruno-scure femm. ad.). Parti superiori più pallide e più brunastre degli
adulti, con margini ocracei sulle cuopritrici delle ali e sulle 2" interne; parti in-
feriori conio le femmine ad., ma colle macchie più grandi giov. nel l" abito).
Lunghezza totale 0,m234; becco 0,m018; ala0,m130; coda 0,'"105; tarso 0,m034
Abita la Siberia orientale, verso occidente fino allo Jenissei e verso oriente
tino al Kamciatka ; sverna nel Giappone e nella Cina meridionale, e talvolta giunge
sino all'India nord-occidentale. È accidentale in Europa, comparve in Russia, nel
Belgio (de Selys-Longckamps e nella Francia meridionale (Jaubert <& Barthelemy); in
Italia, questa specie fu colta nel 1829 presso Torino (R. Museo Zoologico), nel L844
e nel 1887 presso Brescia (tre esemplari, uno dei quali è nella Raccolta Camoxxi
l'irturif, nel isti.") sui monti presso Spezia [Coli. Maani-Oriffi, ora nel /.'. Museo ili
Unum); nel novembre 1*79 nel Chianti ,'/■'. Museo ili Firenze), nel febbraio 1893
presso Bergamo (mia Collezione) e nel novembre 1899 presso Verona (mia Colle-
zione). Questa specie fu talora citata sotto il nome di T. dubius.
143. Menila Naumanni Tk\imi\< k . Cisoia di Naumann.
[Turdus Naumanni, Timm.j.
[Tav. XIII. fig. 10].
Parte superiore della testa grigio-bruno-olivastra, con una stria bruno-opaca
sul centro delle penne; nuca e dorso di egual colore, ma senza la stria centrale ;
un sopraciglio fulvo-rossiccio dalla base del becco fin sui lati della nuca; grop-
pone e sopracoda rosso-rugginosi e bruno-grigi; poche macchie nerastre sui lati
del collo, alcune formano come un mustacchio; tinta del mento e della gola va-
riabile dal bianco-giallo al castagno- vivace ; centro dell'addome bianco; il resto
delle parti inferiori, comprese le penne dei fianchi, distillino, con larghi margini bianchi;
cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari castagno-chiare coll'apice biancastro, come
nella .1/. fuscata; coda grigio-bruna nella metà apicale di entrambi i vessilli sulle
due mediane e sul vessillo esterno delle altre, nel resto castagno chiara, faccia
interiore della stessa fulvo-accesa {mas. ad.). Parti superiori olivastre: groppone la-
vato di rossiccio; tinte della gola e del petto più pallide e marginate di scuro
(femm. ad.). Parti superiori, compreso il groppone, di un olivastro più bruno che nel-
l'adulto; sopraciglio meno sviluppato: gastreo bianco, coi fianchi tinti di rossiccio;
coda bruno-cupa, rossiccia solo alla base della timoniera esterna {giov. nel I" abito).
Lunghezza totale 0,'"240; becco 0,'"017: ala0,,n130; coda0,'"106; tarso 0,m033.
La .1/. Naumanni in ogni età è sempre affatto differente dalla .1/. fuscata,
perchè la prima ha le macchie sui fianchi fulvo-accese e la seconda nere,
inoltre da adulta la M. fuscata ha la faccia inferiore della coda bruno-nocciola-
scura, la M. Sun mulini fulvo-accesa ; da giovane la .1/. fuscata presenta il sopra-
ciglio più bianco, manca il rossiccio o fulvo-acceso sul gastreo, la faccia inferiore
della coda è bruno-nerastra e non rossiccia; inoltre a parità la M. fuscata è sempre
di minore statura della .1/. Naumanni.
Abita la Siberia orientale, il Baikal, la Dauria, la Manciuria e la Corea, e
sverna nella Cina, specialmente nelle sue parti occidentali. Accidentale in Europa,
comparve più volte nella Slesia, in Germania e nell'Ungheria, una volta nel Belgio
Atlante ornitologico, ji
Ili'.' ATI. AMI. ORNITOLOGICO
e due nella Francia meridionale. Venne citata tra gli Uccelli d'Italia, e l'errore
basa positivamente su alcuni degli individui di M. fmcata già citati, colla quale
venne confusa, né mai finora apparve tra noi; e così alcune delle catture Europee
riferite a tale specie andrebbero forse ascritte alla .1/. fuscataQ).
144. Menila rufìcollis (Fallasi. Tordo dulia gola rosso.
[Turdus rufìcollis, Pam,.].
Parti superiori bruno-olivastre, tinte di grigio-pallido; sopraciglio, spazio sotto
l'occhio, mento, gola ed alto petto di un castagno-vivace, più debole sul margine delle
penne; resto del gastreo bianco, tinto di grigio sui fianchi e di fulviccio sul sot-
tocoda; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari fuko-castagne; coda bruno-scura
sulla faccia superiore quando è piegata, fulvo-accesa sul vessillo interno delle la-
terali e sulla faccia inferiore (mas. mi.). Parti superiori più olivastre; sopraciglio
fulvo-acceso; mancano le tinte castagne sul gastreo; alta gola rossiccio-fulva, con
macchie nere; parte bassa della stessa ed alto petto rossiccio-fulvi, col margine
delle penne bianco-fulviccio; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari ruggiuoso-
fulve; coda come nel maschio (ferrini, od. e forse il giovane).
Lunghezza totale 0,m255; becco 0,'"020; ala0,m134; codaO,m104; tarso 0,'"034.
La M. rufìcollis è molto variabile di colorito ed è simile in alcuni abiti alla
M. Xaumanni, ma ne è distinta in qualunque età pel fatto, che questa presenta la
porzione del gastreo al di sotto del petto più o meno fortemente macchiata di ca-
stagno, mentre ciò non si nota nella M. rufìcollis, nella quale è bianca, lavata di
grigio sui fianchi.
Abita gran parte dell'Asia, nidificando nel Turchestan, nella Cina, nella Si-
beria, nella Mongolia, nell'Imalaia e nelle montagne della Siberia meridionale;
sverna nel Turchestan occidentale, nell'India e nel Baluccistan. E accidentale in
Europa; venne colta nel 1836 presso Dresda (Naumann), nel 1848 ad Helgoland
(Coli. Qàtke), nel 1866 presso Mùuster (Alto in). Nel Museo di Rovereto vi è un sog-
getto preso a Riva sul Garda nel gennaio 1868 riferito dall' Untersteiner alla
M. pallida obscura, dal Bonomi alla M. atrigularis e dal Conte Salvadori alla pre-
sente specie; il Bonomi (in Hit.) recentemente mi conferma la sua opinione con-
divisa anche dal Giglioli; giova notare che il Salvadori non esaminò il detto
esemplare, ma soltanto una figura colorata dello stesso.
145. Menila atrigularis (Temminok), Tordo dallo gola nera.
[Turdus atrigularis (Temm.)] (*).
Parti superiori, comprese le cuopritrici alari bruno-grigiastre, qua e là tinte
di olivastro più cupo sul centro delle penne, ciò che è molto più marcato in
quelle della cervice, sopraciglio nero e redini quasi nere ; mento e gola fino verso
al petto di un nero profondo, più chiaro sul margine delle penne; resto del gastreo
(') Recentemente il Prof. Martorelli illustrò un esemplare, conservato nella Collezione Turati, proso
il 2 novembre 1901 a S. Pancrazio (Bresoia) o che apparterrebbe a questa specie {. trinila, pag. 32, 1901).
i i T. atrogularis, Tbmminck, Man. i'Orn. ed. 2, I. p. 169 (is20j.
ATLANTE ORNITOl OQ1CO 163
bianco, col centro delle penne grigio-pallido; centro dell'addome immacolato: fianchi
tutti iti grigio; cuopritrici intcriori delle ali grigie, tinte qua eia di araneiato-ros-
siccio; ascellari aranciato-rossiccie. tinte di grigio; ali e coda di un bruno-opaco, più
chiaro sul margine i mas. ad. . l'arti superiori più olivasi re; Le colorazioni nere del ma-
schio sono mancanti; sopraciglio biancastro; guancie e gola biancastre, con macchie
nerastre; petto e lati del corpo bruno-cenerognoli, con fascio longitudinali bruno-
scure; cuopritrici intcriori delle ali ed ascellari di tinta più vivace (femm. ad.).
Penne della gola, petto e Banchi con macchie nerastre, allargate e distinte; tinta di
fondo della gola ocracea, cesi gli apici delle cuopritrici alari ed il centro delle
penne dm-sali, che sono nerastre all'estremità; secondo alcuni Autori la coda sa-
rebbe fulva alla base (giov. net 1" abito .
Lunghezza totale o. -.Mi; hocco O."ois: ala 0,'"140; coda 0,m102; tarso 0,m034.
Abita l'Asia centrale, l'Iraalaia, gli l'rali, il Turchestan orientale, le vallate
dell'itili e dello Jenissei e gli Aitai; sverna nella Persia, nell'Afgani stan, nel Tur-
chestan occidentale e aell'India. È accidentale in Europa; comparve però un po' dap-
pertutto, cioè nella Scandinavia, nelle Isole Britanniche, nella Germania, nella Dani-
marca, nel Belgio, in Francia, nel Tirolo e più che altro nelle regioni centrali
ed orientali, eccettuato il Caucaso, ove sembra di estrema rarità. In Italia giunse
nel Piemonte nel gennaio 1826 (R. Museo di Torino), a Pavia nell'inverno 1849
(Museo civile di l'uria), nel 1863 a Siena (i?. Museo di Firenze), nel 1868 nella
N'aliata tra Lerici e S. Terenzo in Liguria (<'i>ll. Magni-Griffì, ora nel li. Museo ili
Roma), un altro soggetto preso, a quel che pare, in Toscana, è nel Museo Civico di
Milano, ma non esiste né data, né località di cattura, un quinto fu ucciso presso
Roma nel dicembre 1898 (R. Museo di Roma), infine si avrebbe il soggetto con-
trastato del Musco di Rovereto cfr. .1/. ruficollis).
146. Menila menila Li.waki s . \ferlo nero.
[Turdus merula, L., M. nigra, Leach: Merlo],
[Tav. XII. ti;;, 6, 7 e TaV. XI, Vili. fig. 28].
Colorito generale nero-lucido, comprese le ali e la coda, che temi., no al bruno;
becco e palpebre giallo-aranciate (mas. od.)- Colorito generale delle parti superiori
bruno-nerastro, lavato di oliva-scuro, più chiaro sulle ali. e di nero-bruno sulla
coda; redini ed un sopraciglio distinto più chiari; gola lavata di rossiccio, più
vivo sul petto e con macchie longitudinali nerastre: addome grigio-cenerognolo, più
chiaro sullo stelo delle penne; sottocoda nero-brunastro; becco nerastro (femm. ut/.).
Invecchiando la femmina diviene più grigia, specialmente sul gastreo ed il becco
volge al giallo (femm. multo vecchia). Superiormente bruno-rossiccio, con una linea
allargata rossigno-pallida sullo stelo di ogni penna; grandi cuopritrici terminate
di rossiccio-pallido; gastreo bian co-rossi gno; la gola macchiata di bruno-nerastro,
coll'apice delle penne cenerognolo; alto petto e lati con fascio bruno-nerastre; nei
maschi le tinte predominanti sono il bruno ed il grigio-pallido; nelle femmine il
rossigno ed il castagno-pallido (giov. nel 1° abito).
Lunghezza totale 0,m270; becco 0,'"029; ala 0,m127; coda0,m105; tarso 0,'"027.
Questa specie va soggetta a numerose anomalie di colorito; sono noti gli in-
dividui a spazii od a toppe bianche, quelli intieramente bianchi, i lionati ed i cene-
K'.l ATLANTE ORNITOLOGICO
lini, questi forse sono i più rari; col nome di Merlo montano poi, fu distinta una
varietà che presenta le redini, i lati della testa, il gastreo e le cuopritrici infe-
riori dello ali di un bel rosso-mattone, si trova più di frequente in Toscana, tale
anomalia venne osservata tanto nei maschi che nelle femmine, e si capisce che
in tal caso quelli assumono il piumaggio di queste. In due precedenti lavori ho
parlato lungamente di una varietà, che presenta questa specie di solito nel 1°
stadio giovanile. Essa consiste in una fascia bianca più o meno pura che attra-
versa in alcuni esemplari la sola coda, in altri anche le ali. Questa anomalia
ha in generale un periodo breve, apparendo per decolorazione e scomparendo
per annerimento delle parti chiare, quando però si nota nel periodo adulto
sembra persistere più a lungo. Il T. Menegaxxianus del Perini non è altro che
un maschio non del tutto adulto del Merlo nero, di tinte nerastre coi margini
delle penne più chiari, ed il becco scuro; essi nidificano a terra e sono quelli
che gli Uccellatori chiamano comunemente Merli terragnoli o di passo.
Il Merlo abita tutta l'Europa verso est fino al Turchestan, ove s'incontra colla
M. ni. ninni imi (Seebohm), l'Africa settentrionale, la Palestina, l'Asia minore e la
Persia. In Italia è specie stazionaria e molto comune; più abbondante all'epoca
del passo in ottobre e novembre e nel febbraio e marzo per l'arrivo di individui
nordici, che svernano più che altro nell'Isole e nelle provincie meridionali e cen-
trali. Nidifica da marzo ad agosto, allevando due o tre covate all'anno.
147. Menila torquata (Linnaki s , Merlo dal collare.
[Turdus torquatus, L.; Merio col petto bianco].
[Tav. XII, lig. 5 e Tav. XLVIII, fig. 27].
Tinte generali di un nero-bruno-cupo, penne delle parti superiori e delle in-
feriori con un margine strettissimo, indistinto e più chiaro; sulla parte anteriore
del collo un mezzo collare di imbianco quasi puro, esteso da una spalla all'altra;
ali e coda con distinti margini bianco-grigi; cuopritrici inferiori delle ali ed
ascellari bruno-cenerognole, marginate strettamente «li bianco-sudicio (mas. ad. .
Collare di un bianco più sudicio; le tinte di fondo di un tono brunastro, an-
ziché nero-bruno: gola, petto ed addome con margini bianchi [f&mm. ad.). Tutte
le marginature larghe e distinte bianche più o meno lavate di ocraceo; col-
lare quasi invisibile nelle femmine; nei maschi esso è cenerino-cupo alla base,
marginato di bianco-ocraceo all'apice ed ovunque sfumato di bruno nei ma-
schi (giov.).
Lunghezza totale 0,'"300; becco 0,m02ì; ala 0,m135; coda 0,ml 15; tarso 0,m033.
Abita l'Europa settentrionale, e d'inverno visita più o meno regolarmente i
paesi Mediterranei e l'Africa nord-occidentale. Sebbene raramente, fu trovata d'e-
state nella Spagna e nell'Italia e forse nidifica, quantunque quegli esemplari po-
tessero passare l'estate senza nidificare, come talora avviene in altre specie. In
Italia è uccello di comparsa piuttosto rara ed irregolare durante la stagione fredda,
più numeroso quando l'inverno è rigido e più che altro capita nelle provincie
settentrionali. Sembra stazionario sulle Alpi Piemontesi, giacché io ebbi individui
uccisi a Lanzo in aprile e nel maggio ed i giovani nell'agosto ; quindi parrebbe
nidificare tra noi. Va soggetto a varietà albine ed isabelline.
ATLANTI ORNITOLOGI) '• lli."i
147". Merula torquata orientalis. Skkiihiim. Merlo dal rullare orientale.
Simile alla M. torquata, col bianco delle .ili di un tono più puro e molto più
esteso, specialmente sulle grandi cuopritrici, delle quali occupa l'intero margine;
mancano i centri bianchi sulle penne del gasi reo. coinè nella .1/. tort/ nata alpestris,
esse souo invece strettamente marginate di bianco e quelle del sottocoda hanno
un distinto tratto bianco sullo stelo; le ascellari sono (piasi del tutto bianche e
quindi la tinta chiara è molto più estesa che nella vera .1/. I. alpestris.
Lunghezza totale 0,m295; becco 0,'n022; ala 0,m140; coda 0,inl 10; tarso 0,m032.
Abita il Caucaso; fu trovata anche in Ungheria (Mai/mas-.) e forse questa
sarebbe la forma che vive in Persia. Non ho mai veduto in Italia una M. t. orien-
talis tipica; ma soggetti di M. torquata con le ascellari in gran parte bianche e
colle marginature alari larghe cosi da costituite un cospicuo bordo sulle grandi
cuopritrici, anziché una debole frangia, si trovano anche in Italia ed io ne
conservo uno da Trento, preso nell'autunno 1898.
147 b. Merula torquata alpestris (C. L. Brehm), Merlo dal rollare meridionale.
| Merula alpestris, C. L. Brehm],
[Tav. m, vi, fig. 7].
Distinta dalla .1/. torquata per la colorazione nera di fondo di un tono più
brunastro, per le marginature delle ali più larghe, per avere la parte centrale
basilare di molte delle penne dei fianchi, del petto e dell'addome bianca, tali centri
sempre presenti e inolio accentuati sulle sottocaudali, che hanno inoltre un largo mar-
gine apicale bianco. Di primavera i margini delle penne del petto e dell'addome
sono sempre presenti, mentre mancano (piasi del tutto nella M. tort/autu tipica;
d'autunno, quando si osservano anche nella .1/. torquata, in questa forma sono molto
più larghi; ascellari scure, con marginature bianche.
Lunghezza totale 0,m300; becco 0,m022; ala 0,"140; coda 0,ml 12; tarso 0,m033.
Si osservano individui intermedi, probabilmente prodotti da ibridismi delle
due specie. Abita le regioni alpine dell'Europa centrale e meridionale, ove nidi-
fica, scendendo al basso d'inverno, ma compiendo migrazioni più ristrette della
.1/. torquata e fu trovata anche nell'Asia minore. In Italia è uccello comune e
stazionario sulle Alpi del Piemonte, della Lombardia e del Veneto, ove nidifica
regolarmente, scendendo un po' più in basso nell'inverno, ma è sempre rara al
piano. Fu osservata nidificante anche sugli Appennini, ma non comunemente e
verso il sud diviene sempre meno abbondante. E più frequente alle epoche del
passo; nidifica dal maggio al luglio, allevando talora due covate.
Do qui brevemente la chiave sinottica delle tre forme del Merlo dal collare:
.1/. torij/iatn, marginature bianche sulle cuopritrici alari quasi mancanti; penne
del gastreo, compreso il sottocoda coi centri scuri; ascellari scure, con uno stretto
margine bianco.
M. t. orientalis, marginature bianche sulle cuopritrici alari assai larghe; penne
del gastreo coi centri scuri, eccetto il sottocoda; ascellari quasi bianche.
M. t. alpestris, larghe marginature bianche sulle cuopritrici alari; penne del
gastreo coi centri bianchi, ascellari scure coi margini bianchi.
160 ATLANTE ORNITOLOGICO
Genere GEOCICHLA. Kiml1).
Becco piuttosto forte e subeguale alla testa, più o meno fornito di peli alla
base, talora depresso e corto; penna spuria molto corta; ala piuttosto rotondata;
un carattere importante e sempre presente in questo genere è dato dal fatto
che la parte basali- del vessillo interno delle 2' e di molte dille 1' è bianca o bìaneo-fnl-
riccia e in contrasto col bruno del resto delle penne; le ascellari presentano tinte dif-
ferenti dalle cuopritrici inferiori alari, e tanto queste che quelle hanno la parte
basale differente dall'apicale, sicché se le ascellari sono scure alla base e chiare
all'apice, le cuopritrici sono l'opposto e viceversa, ciò però non è sempre costante;
coda quasi quadrata, di dodici o quattordici penne.
I sessi sono eguali o differenti ed i giovani macchiati, il piumaggio varia a
seconda delle specie, in modo che parecchi Autori « separatisti » ne fecero argo-
mento di molti generi affini, la maggior parte dei quali non è Europea. Sono Tordi
che se ne stanno più sul terreno che non sugli alberi; in generale sedentari!, però
alcune specie, come la G. varia, imprendono lunghi viaggi. Abitano l'Australia.
l'Asia, l'Africa, qualche specie l'America del Nord, e non giungono che acciden-
talmente in Europa.
a) Piumaggio lunulato, con macchie e fascie caratteristiche sulgastreo; presentano
lunule più o meno distinte anehe sulle parti superiori ; sessi eguali (gen. Okeocincla,
Gouldi.
148. Geocichla varia (Pallas), Tordo dorato.
ITurdus varius, Pall., Oreocincla varia (I'all.)].
[Tav. XIII, fig. 9 1.
Parti superiori e piccole cuopritrici alari bruno-ocracee, con fascie circolari
nere estese anche sul margine apicale, collo stelo ed un'ombreggiatura subapicale
di un ocraceo più chiaro, questa più sviluppata sulla testa e sul dorso; cuopri-
trici grandi e mediane internamente di un oliva-bruno-cupo, bruno-ocracee dal
lato esterno, le le cuopritrici coll'apice nero; gastreo bianco leggermente fulviccio,
lavato di bruno sui lati del petto, con una fascia subterminale bruno-giallastra
ed una larga apicale, semilunare nera; mento, gola, centro dell'addome e sottocoda
immacolati o quasi; cuopritrici inferiori delle ali nere, terminate di bianco; ascel-
lari bianche, terminate di nero ; una fascia bianca, più u meno fulviccia, attraversa la
faccia inferiore dell'ala ed è estesa alla base dei ressi/ti interni dille remiganti; remi-
ganti brunastre, colla parte esterna fulvo-ocracea e l'apice nero; timoniere i/nat-
tordici, le quattro centrali di un bruno-uniforme, le altre bruno-nerastre con gli
apici ciliari e biancastri nelle esterne (ad.).
Lunghezza totale 0,m320; becco 0,'"025; ala ()/"lf>0; coda. 0,'" 120; tarso 0,m033.
Questa specie abita la Siberia meridionale-centrale e la sud-orientale, il (ìiap-
(') Fide Seoliolun. Non si s:i ove il Iv ulti adoperasse tale nome, elio certamente e anteriore a quello
di Oreocincla, Gould 1837.
\ I I \\ i i. ORNI COLOGICO 167
pone e la Cina Bettentrionale; sverna nelle parti meridionali di questi due ultimi
paesi, a Formosa e nelle Filippine. In Europa è specie accidentale, ma è il
'l'orde Siberiano che vi giunge più facilmente; fu preso nella Scandinavia
(4 volte), nelle Isole Britanniche (IT volte, ad Helgoland (11' volte, nel Belgio e
nella Vallala del Reno (11 volte), in Francia (4 volte), in Austria (2 volte), etc.
In Italia è molto raro, ma comparve almeno dicci volte, eioè nell'ottobre 1854
a Borgo Valsugana nel Trentino (/. li. Museo di lionnto), nel 1861 ad Arco
sul Garda Althammer), nel 1863 uno venne trovato sul mercato di Genova Museo
civico ili Milano], nell'ottobre 1870 presso Genova {Museo civico di < intorni, nel-
l'autunno 1870 presso Roma (R. Museo di Rama), nell'ottobre 1873 in Toscana
(!>'. Museo ili Firenze), nell'autunno 1885 all'Isola d'Elba (Martorelli), nel no-
vembre 1889 presso Siena (Brogi), nel 1897 (?) a Foggia (Avicula, I, pag. 84),
inoltre nel Museo di Roma si conserva un esemplare avuto da Tor S. Lorenzo Agro
Romano) nel dicembre 1890 ed un secondo che faceva parte dell'antica Collezione
Lezzani, colto certamente nella provincia ili Roma (Conte di Carpegna, in lift.)]
la cattura di Foggia sarebbe poco accertata (').
La 0. dauma (Lath.), che abita l'Imalaia e l'India sino al Tenasserim, com-
parve nei Cataloghi Europei per un esemplare colto ad Helgoland. esso però era
stato invece acquistato dal negoziante Brandt di Amburgo ed è riferibile alla 0.
llrinri, Cabanis (Sharpe), specie che abita l'Australia nord-orientale, un secondo
venne colto presso Vienna (Pelxeln), un terzo nel 1854 presso Savona (Qiglioli).
Però tali catture sembrano offrire garanzie poco sicure, e la specie non è da
accettarsi, per ora, tra le Europee. Si distinguo dalla lì. varia per statura mi-
nore, mentre la coda ha 12 timoniere in luogo di 14.
b) Un sopraciglio più o meno il istinto; le parti inferiori nel maschio mi ulto sono
uniformi ; sessi differenti (gen. GEOCICHLA, Kulll).
149. Geocichla sibirica (Pallas), Tordo siberiano.
[Turdulus sibiricus (Pali..), Turdus sibiricus, Pallas, Tordo o Merlo ili Siberia].
Parti superiori di un grigio-lavagna-cupo, e più pallido sul margine delle penne;
sopracoda concolore; testa, redini e regione parotica quasi nere; un largo sopraciglio
bianco dal beerò alla nuca; gastreo grigio-lavagna-cupo, col centro del petto e del-
l'addome bianco e le sottocaudali terminate di bianco; vessillo esterno delle re-
miganti primarie uniforme dalla base all'apice; ascellari bianche, coli' apice lavagna;
i uo/iritrici inferiori delle ali lavagna, coli' apice bianco; faccia inferiore delle ali con
una larga fascia bianca, formata dalle porzioni basali delle 2° e di molte l1'; le due ti-
moniere centrali eguali in colore al dorso, le altre nere marginale, esternamente
di lavagna, e le due laterali con largo apice bianco (mas. ad.). Parti superiori di
un bruno-oliva, tendente al lavagna-cupo sul basso dorso e sul groppone; so-
pracoda bruno-oli ni; sopraciglio più stretto bianco-fulvo; gastreo bianco-ocraceo,
più vivace sul petto, con macchiette scure sulla gola e fascie subterminali nera-
stre sul davanti del collo e sul petto, parte bassa di questo ed addome bianco;
l1) Recentemente (line gennaio 1902), il Prof. E. H. Giglioli ebbe In fortuna di acquistare in carne
sul mercato di Firenze uu esemplare di cjuosta specie (Contessa M. di San (Jiorgio, in liti.).
L68 ATLANTE ORNITOLOGICO
ali e coda bruno-rossiccie, le due timoniere esterne con una macchia apicale
bianca; ascellari bianche, coll'apice bruno; cuopritrici interiori delle ali brune;
fascia sotto l'ala bianco-fulviccia {frinii/, ad.). Cuopritrici alari terminate di giallo-
ocraceo (giov. nel 1° abito).
Lunghezza totale 0,m228; becco 0,'"022; ala 0,m118; coda 0,'"090; tarso 0,m028.
Abita le vallate dello Jenissei e della Lena (dal 90" al 130° di long. Greenwich):
svernando nella Cina, nel Giappone, nel Burina e nelle Isole della Sonda, e verso
sud fino a Giava. È accidentale in Europa; fu presa una o due volte nelle Isole
Britanniche, circa dodici volte in Germania, due volte in Olanda, una volta nel
Belgio, in Francia ed in Bulgaria. Il Giglioli la citò dubbiosamente tra le italiane
su di un soggetto colto nel 1878 a Grosseto (Toscana), ma poi corresse egli stesso
Terrore, dicendo trattarsi di una strana anomalia di tinta della M. menda; sicché
questa specie va cancellata dalle Italiane.
Genere MONTICOLA, Boie.
Becco forte, allungato, più lungo della testa, diritto, mandibola superiore senza
intaccatura e un po' arcuata verso l'apice; apertura del becco con setole poco ap-
pariscenti ; narici basilari, rotonde e in parte fornite di peli ; ali moderate, acute, la
la remigante primaria molto corta, la 2a di solito subeguale alla 3a, che è la più
lunga; coda quadrata, con le penne rotonde all'apice; tarso di poco più lungo del
dito mediano con unghia, coperto da una grande squamma e con quattro scudetti
nella parte inferiore; piedi piuttosto forti.
Forma l'anello di congiunzione tra i Tordi e le Monachelle; le femmine
differiscono dai maschi e portano fascie sulle parti inferiori, tranne in una specie;
il becco ed i piedi sono quasi sempre neri; le cuopritrici inferiori della coda blu
o castagne; hanno abitudini più o meno migratorie.
Si conoscono circa 10 specie appartenenti al Mondo Antico, delle quali due
sole nidificano in Europa; frequentano le nude roccie; sono uccelli attivi e solitari;
alcuni grandi cantori: si nutrono di insetti, e di rado di frutti; nidificano nelle
buche dei muri o nei crepacci delle roccie, deponendo da quattro a sei uova
blu-verdastro-pallide, raramente macchiate di bruno-pallido.
150. Monticela solitarius i1) (Linnaeusì, Passero solitaria.
I Monticola cyana I. |.
[Tav. XIII, fig. 6 e 7 o Tav. XLVIII, iig. 22].
Colorito generale grigio-blu-cupo, tinto di lapislazzoli sulla testa e sulla gola,
più cupo sulle redini; cuopritrici alari ed ali bruno-scure, col vessillo esterno blu
e l'apice bianchiccio; petto, addome e fianchi di un blu-cupo, con margini apicali
bianchi, poco accentuati sull'addome e sul sottocoda; coda blu-brunastra [mas. ad.
inprim.).Di autunno le tinte sono meno pure; le penne del dorso, dell'addome e
(') Turdus solitarius, Linnaeus, Syst. Xat., I, pag. 170 11758: Habitat in Orienti-}; T. cyanus,
Liunaeus, Syst. JS'at., I, pag. 296 (1766: Habitat in llaìiae, Creine rupibus).
1. Fanello <tf ad.,. 2. Fanello (2). 3. Fanell 4. Verzellino (tf ad.). 5. Verzellino f< 1 6 Venturone
r. Lucanno fo" ad.). 8. Lucarino (9). 9. Organetto 1^ in abito d'autunno). IO ,1 ,
11. Cardellino (giov.). 12. Ciuffolotto fcf"). 13. Ciuffolotto ($). 14. Ciuffolotto roseo
Ulrico Koepli, Editore, Milano.
\ Il \\ I I ORNITOLOGI! " 169
del petto grigio-cenerine ;ill';ipiee e con una fascia sub-terminale nera (mas. ad. in
aut.). Testa e collo di un grigio-bruno tinto di bluastro e colle penne terminate
ili bianchiccio; resto delle partì superiori, basso petto ed addome di un bluastro-
cupo, con gti apici delle penne cenerognoli ed una fascia subapicale nerastra; mento,
gola e petto con una grande macchia giallo-fulviccia ed un margine nerastro, che
circonda tale tinta, e l'apice delle penne cenerognolo (femm. ad.). Bruno-cenerognolo
qua e là bluastro, coll'apice delle penne biancastro ed una fascia subapicale nera-
stra; ali e coda bruno nerastre; remiganti 2* e cuopritrici alari terminate di bian-
castro (giov.).
Lunghezza totale 0,m265; becco 0,n,023; ala 0,'"120; coda0,m088; tarso u."o:;o.
Abita l'Europa meridionale, verso oriente fino alla Persia, al Turchestan ed
alla ('ina sud-occidentale; sverna nell'Africa settentrionale, nell'India, nel Burina
e nella Cina meridionale; la sua distribuzione in Asia non è ancora del tutto nota,
incontrandosi col -1/. manilU nsis (' , (Gm.). In Italia è specie sedentaria e comune
nelle regioni centrali e meridionali e nelle Isole, meno abbondante nelle setten-
trionali, da dove parzialmente migra nell'autunno, ma nel Veneto è anche sta-
zionaria; nidifica in aprile e nel maggio sui monti, ed il suo canto è dei più dolci
ed armoniosi.
151. Monticola saxatilis Linnaei- , Codirossone.
[Tav. XIII, Bg. 5 e Tav. XLVIII, li;;. 21].
Testa, collo e gola per intero di un cenere-turchino, tinto di nerastro sull'alto
dorso e sulle scapolari; centro del dorso e scapolari interne bianche, con pochi
margini apicali bluastri; groppone grigio-bluastro, bianco alla base delle penne;
sopracoda e coda castagno-aranciate, colla metà apicale delle due timoniere me-
diane brunastra; resto del gastreo dal collo all' ingiù castagno-vivace, con pochi
margini grigiastri (mas. ad. in prim.). Penne delle parti superiori con fascio sub-
terminali scure e larghi apici castagno-fulvicci, che obliterano quasi del tutto il
bianco del dorso; cuopritrici e remiganti con larghi margini bianco-fulvi; penne
del gastreo con larghi apici bianchi e macchie o fascio subterminali nerastre (mas.
in/, in aut.). Parti superiori brune leggermente azzurrognole, con una fascia sub-
terminale e una striscia sugli steli scure; sopracoda e coda castagne, quello con
fascie subapicali scure, questa colle due timoniere centrali ed il margine delle
laterali bruni; gola e mento grigio-biancastri; resto del gastreo bruno-castagno-
smorto, tinto di aranciato sul petto e sui fianchi, ciascuna penna con una stretta
banda subapicale bruno-scura (femm. ad.). Simili alle femmine; ma i maschi mostrano
tinte bluastre alla base delle penne delle parti superiori, la banda terminale è ful-
viccia,e notatisi colori aranciati sulle penne del gastreo dal petto all'ingiù;le femmine
hanno la base delle penne sulle parti superiori di un cenerino appena bluastro
e la larga banda apicale sulle stesse bianchiccia e le tinte aranciate sul gastreo
estese solo al sottocoda (giov. nel r al/ito).
Lunghezza totale 0,"T95; becco 0,'"020; ala 0,m126; coda 0,m070; tarso 0,'"029.
(') Turdus solilarius, P. L. S. Miiller (1776, i'S Muntili /. muiiilla, Boddaert (1783, ex Menti).
1. manillensi», Gmelin (1788, ex Monili.) ìlonticola trythroptems, Gray (1869).
Atlante ornitologico. JJ
17(1 ATLANTE ORNITOLOGICO
Abita l'Europa meridionale e centrale ed è accidentale nella settentrionale,
nell'Asia frequenta la Persia, il Turchestan e la Siberia meridionale; sverna nel-
l'Africa e nell'India settentrionale. In Italia è specie estiva anche pella Sardegna,
d'arrivo in aprile e di partenza in settembre; nidifica sugli alti monti, però di
rado su quelli delle Provincie meridionali.
Genere SAXICOLA, Bechstein.
Becco diritto, sottile, più largo che alto alla base, colla mandibola superiore
internata nelle penne frontali, più o meno intaccata e curva nella porzione api-
cale; narici basilari, ovali; apertura del becco con pochi peli; ali piatte ed appuntite,
colla la remigante primaria minima, 3a e 4a le più lunghe; coda quadrata, me-
diocre di 12 penne; tarso più lungo del dito mediano con unghia, coperto da una
larga Bquamma e con due o tre scudetti più corti alla base, dito esterno riunito in
parte al mediano, i due laterali eguali o subeguali; unghie torti, arcuate e com-
presse, quella del posteriore subeguale a quella del dito mediano.
Il becco e le gambe sono sempre nere; il groppone, il sopracoda e la base
della coda di solito bianchi o di rado castagni.
Questo genere, proprio del Mondo Antico, è composto di circa 40 specie, delle
quali alcune devono considerarsi semplici sottospecie o forme locali; esso è più che
altro largamente distribuito nella Regione Etiopica, otto specie soltanto si mostrano
in Europa. Raramente montano sugli alberi, ma se ne stanno sul terreno, sulle
pietre o sulle roccie, frequentando i luoghi aperti, coltivati o deserti o le località
rocciose; il loro canto è poco armonioso; si nutrono di vermi che colgono sul ter-
reno o d'insetti che prendono a volo; depongono le uova in un rozzo nido o in
una buca nel terreno o nelle cavità dei muri e delle roccie, esse sono da 5 a 6 blu
qua e là macchiate di bruno-rossiccio.
a) Tinte generali in gran parte nere, miste a bianco: aiutano le località rocciose
gcn. Dromolaea, Cabanis).
a1) Sessi differenti.
152. Saxicola leucura (Gmelin), Monachella nera.
[ Dromolaea leucura (Gm.), Culbianco abhnoiui» |.
[Tav. XLVI, iig. 11].
Colorito generale nero-lucido e con ritiessi violetti; ali brunastre; basso grop-
pone, sopracoda e sottocoda di un bianco-puro; timoniere bianche, con una larga
fascia apicale nera, più estesa sulle due centrali (mas. ad.). Parti nere del maschio
tinte di bruno-fuligginoso e lavate di rossiccie sulla porzione apicale delle penne;
tinte bianche leggermente lavate di gialletto (femm. ad.). Penne delle ali margi-
nate e terminate di biancastro; timoniere bianche all'apice (giov. .
Lunghezza totale 0,'"190; becco 0,'"016; ala 0,'"100; codaO,'"077; tarso 0,""029.
Abita l'Europa meridionale e l'Africa nord-occidentale. In Italia è specie sta-
zionaria, ma piuttosto rara; si trova in Liguria, nel Nizzardo, in Sardegna, in
ATLANTI ORNITOLOGICO 171
Sicilia e forse al Capo Argentario in Toscana. Nidifica certamente nel Nizzardo
ed in Liguria nel maggio.
In SI ssi eguali.
153. Saxicola leucopyga (Bhehm . Monachella testa Manca.
Urinimi. ira leucopyga Brkhw , Monachella nera a testa bianca'].
Testa, nuca, groppone, cuopritricì superiori della coda, basso addome e sotto-
coda di un bianco puro; coda bianca, con la metà apicale delle due penne centrali
ed una macchia irregolare \ erso l'apice delle altre, aere. Tulio il resto del piumaggio
nero-lucido, con riflessi blu-d'acciaio od.)- Simile; testa aera con una o due penne
bianche [giov. nel / abito ili prim.). Testa nera con qualche penna bianca, o testa
bianca con penne nere; marginature chiare sulle remiganti e talora sulle cuopri-
trici alari; e nello stadio più giovanile il nero è opaco e senza riflessi (giov.).
Lunghezza totale 0,m150; becco 0,"'016; ala 0,m109; coda 0,"'07<>; tarso 0,ra027.
Anita l'Africa settentrionale e la Palestina. Fu culla una sola volta entro i
limiti Europei a Malia aell'aprile 1872 (Wright) e l'esemplare è nel R. Museo di
Firenze.
b Colorito per grandi mass,', variabile, con tìnti neri saliti testa a forma varia;
abita di prefei'enxa le località aperti coltivati od aridi ed anche le rocciosi gen. Saxi-
cola, Bechstein).
154. Saxicola leucomela - (Pallas), Monachella dal dorso nero.
Testa, nuca, parie posteriore de] collo, groppone, sopracoda, sottocoda, petto,
fianchi ed addome di un bianco lavato ili grigio sulla nuca, e talora di fulvo sulle
sottocaudali; tutto il resto, comprese le ascellari e le cuopritrici inferiori dell'ali,
nero; remiganti bruno-cupe col vessillo interno bianco, le 2" biancastre all'apice;
timoniere bianche, le due centrali nere sulla metà apicale, le altre con una larga
fascia subapicale nera, e l'apicale bianca e stretta mi.. Tinte nere meno pure;
remiganti e cuopritrici alari pallide all'apice e sul margine; penne del dorso e
dell'alto petto coi centri più pallidi e l'apice più cupo e brunastro (giov.).
Lunghezza totale 0,m160; becco 0,m012; ala 0,'n095; coda 0,m062; tarso 0,m024
Abita l'Europa sud-orientale; non è rara nella Turchia {Elwes db Buckley) e
nella Russia meridionale (Nordmann, Jacovlew, Bogdanow, etc); si trova nella Persia,
nel Turchestan e nella Mongolia; sverna nell'Arabia, nella Palestina, nell'Egitto,
nell'Abissinia e oell'Africa aord-occidentale. In lialia è specie accidentale e ra-
rissima, colta tre volte in Liguria, cioè presso Cornigliano nel oovembre 1850
/,'. Museo di Firenze), nel dicembre 1866 pure presso Cornigliano Museo Civico di
Gei/uni*, il terzo esemplare preso a Veniarza (? Liguria (a) era conservato nella Rac-
colta Magni Griffi ed ora è nel R. Mas,,, ili Unum, ha la data 1862 (Conte di Car
pegna, m Hit.).
i'i Fìtiflora leueopygia, Brehm, Vogelfàng, p, 225 (1855
Wotacilla pleschanka Lepkchin), 177u. — S. leucomela Pallas), 177o.
(3) Probabilmente è Vernazza (Spezia).
172 ATI.AKTK ORNITOLOGICO
La S. morto, Ehrenberg è assai affino a questa specie, e ne è riconoscibile a
prima vista pel vessillo interno delle remiganti nero e non bianco, sicché la superficie
inferiore dell'ala, quando è aporia, nella S. leucomela è bianca e nella S. morto nera,
e ciò distingue la specie ad ogni età, gii altri caratteri come del sottocoda, etc.
non sono apprezzabili. Abita la Siberia, l'India e la Persia; sverna nella Siria,
nell'Africa nord-orientale e si trova pure nello regioni sud-orientali d'Europa
(Crimea), ma è più rara della S. leucomela.
155. Saxicola melanoleuca (Gùldenstadt) Monachella </ola nera.
ISaxicola stapazina, pait. Auct. I tal . : Monachellu bianca i nera].
Parte superiore della testa, dorso, groppone, sopracoda, sottocoda, addome, petto
e fianchi di un bianco puro, o leggermente tinto di fulviccio sul dorso e sul gastreo
e di grigio sulla testa; redini, parte anteriore della fronte, lati della testa fino
sopra gli occhi, regione auricolare, mento, gola, cuopritrici superiori ed inferiori
delle ali di un nero-puro e lucido; remiganti nero-brunastre; timoniere bianche, nere
nei 2/3 apicali delle due mediane e con una larga fascia nera apicale nelle altre
(ad. in prim.). Le tinte bianche sono fulvo-rossigne con margini cenerognoli, ec-
cetto quelli del groppone e del sopracoda che sono bianco-cenerognoli; le penne nere
della gola con margini biancastri; ali con margini brunastri e rossicci; coda come
di primavera e terminata strettamente di bianco (ad. in aut.). I giovani sono
eguali a quelli della specie susseguente, solo il nero della gola è più esteso in
quelli della S. melanoleuca.
Lunghezza totale 0,in145; becco 0,'"012; ala 0,m090; coda 0,m065; tarso 0,nl025.
Abita l'Europa orientale, l'Asia minore, la Persia, l'Africa nord-orientale, la
Palestina, la Nubia e l'Abissinia. La Monachella gola nera fu citata nel 1H74 per
Malta (Wright), poi pella Toscana e pella Puglia, ove sarebbe la forma predomi-
nante (Giglioli). E specie estiva e di passo, ed è quasi certo che nidifica da noi.
Ne ebbi anche dal Veneto e dalla Sicilia; ma è difficile dare un esatto giudizio
sulla sua distribuzione geografica in Italia, essendo molto facilmente confusa colla
seguente.
155 ". Saxicola melanoleuca occidentalis (Salvador] . Mimarlo Ila gola nera occidentale.
ISaxicola stapazina, part. Auct. [tal., S. rufa, Brehm (neo Stkph.), S. occidentalis, Salvai..].
| I \\ . MI. (ig. 15].
Simile alla specie precedente, ma collo penne bianche lavate di giallo rossiccio,
specialmente quelle del dorso e del gastreo; nero della gola assai meno esteso
all'in giù (ad. in prim.). D'autunno si distingue pel nero della gola meno esteso
in basso (ad. in oat.). Nero della gola o delle parti vicine nascosto dai larghi mar-
gini delle penne rossiccio-gialletti ; parti superiori di un cenerino-rossiccio più
chiaro all'apice; groppone e sopracoda bianco-fulvicci; apici e margini delle ali
ocraceo-rossigni ; gastreo fulvo-rossigno, più pallido sull'addome e sul sottocoda;
colorazioni noie interrotte in alcune timoniere e particolarmente estese sulle due
centrali e sulla laterale (giov.).
Lunghezza totale 0,'"145; becco 0,m012; ala 0,'"090; coda Cy"005; tarso 0,'"02.ó.
Abita l'Europa sud-occidentale, e sverna nell'Africa nord-occidentale. In Italia
\ 1 1 \vi i cinsi H [CO
17::
è uccello estivo e di passo, nidifica sui monti nel maggio e nel giugno quasi ovunque;
è più frequente sul versante Mediterraneo in Liguria, nel Nizzardo ed in Sicilia.
Testa e collo <li £. melanoleuca,
inns. ad. in prim., gr. imi.
TVstil « rollo di iS. un lininl, uni m rìilinliilis,
mas. ad. in prim., gr. aat.
ma è in generale poco abbondante. Questa sarebbe La forma occidentale della
Miinnchi Ila gola nera.
156. Saxicola stapazina (Linnaeis), Monachella.
[ Saxicola aurita, Temm., S. albicollis (Vikii.i.. |.
| Tav. XVI, Hg. Hi ].
Base della fronte, redini, contorno dell'occhio, un grande spazio sulla regione
parotica, cuopritrici superiori ed inferiori delle ali di un nero profondo; remiganti
nero-brunastre, le 2° nere coll'apice bianco rossigno; scapolari nere, talora rossigne
all'apice; tutto il resto bianco-argenteo, distintamente tinto di giallo crema sul
dorso e sulla testa, che talora è sfumata di grigio, e fortemente lavato ili lionato
sul gastreo; timoniere, le due centrali bianche nel terzo basale, la laterale a metà
bianca ed a metà nera, le altre bianche con una larga t'ascia terminale nera (ad.
in prim.). Tinte nere della testa marginate di bianco-rossigno; ali con larghi mar-
gini e l'apice di un rossigno-nocciola; parti superiori cenerino-rossiccie, coll'apice
più sbiadito; groppone, sopracoda e apice della coda bianchi; gastreo fulvo-ros-
signo, vivace sul collo e sul petto, sbiadito e brunastro nel resto (ad. in aut.).
Mancano le tinte nere sulla testa; ali e coda con larghi margini bianco-fulvicci
(giov.). I giovani assomigliano un po' a quelli della S. oenantke, ma sono più ros-
signi, hanno uno spazio scuro ben accentualo sulla regione panifica; la gola è
bianca e in contrasto col rossigno del petto; le ascellari e le cuopritrici inferiori
delle ali nero-brune, coi margini chiari ristretti ed estesi soltanto alle piccole
penne del contorno dell'ala, mentre nella S. oenantìu i margini sono ovunque
assai larghi e di un bianco più o meno puro.
Riguardo la tinta delle timoniere, in taluni esemplari di N. stapaxina il nero
forma una fascia apicalc larghissima; mentre in altri varia di estensione, anche
da penna a penna, oltreché a seconda dei soggetti.
Lunghezza totale 0,'"150: becco 0,m012; ala 0,'"092; coda 0,"'0G8; tarso 0,m0J.\
Abita l'Europa meridionale, la Persia, l'Asia minore, la Palestina, l'Abissinia
e l'Africa settentrionale, spingendosi d'inverno lino alla centrale. In Italia è specie
174 ATLANTI, ORNITOLOGI* 0
di ] tasso e nidificante nel maggio sui monti, e specialmente su quelli delle Pro-
vincie settentrionali. È sempre poco abbondante e non egualmente distribuita; più
frequente durante il passo nelle parti meridionali e sul versante Mediterraneo. D
Giglioli ebbe un soggetto da Pistoia nel gennaio 1875.
La forma orientale della Monachella fu distinta col nome di S. s. amphileuca
(Heinprich & Ehrenberg). Essa presenta il nero tra gli occhi e le narici più esteso;
le tinte chiare bianche, e solo leggermente lavate di giallo sul pileo e sul dorso ;
il groppone è bianco; la faccia inferiore delle penne della coda bianca; anche il
pileo è bianco nei soggetti più vecchi. La tipica 8. stapaxina ha invece il pileo
ed il dorso gialli ed il groppone bianco-giallo; la faccia inferiore delle timoniere
grigia. La forma orientale fu trovata nella Bulgaria, nell'Erzegovina e nella Tu-
nisia; comparve anche in Italia il!. Musi,, ili Firenze e mia Collezione), ma non
abbiamo dati positivi riguardo alla sua frequenza.
157. Saxicola oenanthe (Linnaeus), Culbianco.
[Tav. XVI, flg. 13. 14 e I \\. XLVIII, 6g. 20 6].
Cervice, nuca, scapolari e dorso di un cenerino-piombato; redini, una fascia, che
passa sotto l'occhio e si allarga sulla regione parotica, nero-cupe; fronte, un largo
e lungo sopraciglio, basso groppone e sopracoda di un bianco-puro; gastreo bianco,
tinto di gialletto debole, più vivace sul petto, sulla gola e sui lati ; cuopritrici inferiori
delle ali arre, terminate di bianco; le ascellari bianche sul vessillo interno ed all'a-
pice, brunastre sull'interno; ali bruno-nerastre, con margini rossicci indecisi; coda
bianca nel primo terzo delle timoniere centrali e nei ' ., .Ielle altre, nel resto nera
[mas. mi. in prini.). Parti superiori bruno-rossiccie, le tinte cenerine estese solo
alla base delle penne; groppone e sopracoda coinè il maschio, così le ali e la coda,
ma col nero sfumato di brunastro ; fronte e sopraciglio di un bianco-gialletto ; man-
cano le tinte nere sulla, testa, regione auricolare br 'ossiccia; gastreo rossigno-
gialletto (femm. ad. in prim.). Fronte e sopraciglio assai distinti; parti superiori
grigio-cenerine, coli' apice delle penne rossiccio; ali con larghi margini e apici
bianco-fulvi; nero della regione parotica terminato ili rossigno all'apice delle penne;
gastreo tinto più vivacemente; coda terminata di bianco (mas. ad. in aut.). Sopra-
ciglio meno esteso ed appariscente; tinte delle parti superiori più rossiccie; mar-
ginature sulle ali più cospicue (/inni/, ad. in niit.ì. Somigliano le femmine di au-
tunno; ma i maschi hanno leggere tinte cenerine sulla testa; il gastreo è di
colorito più vivace; il sopraciglio più distinto; le redini e lo spazio auricolare
nerastri giov. i/i aut.).
Lunghezza totale 0,'"155; becco 0,"m013; ala 0,'"100; coda 0,ra055; tarso 0,m025.
Abita l'intera regione Paleartica occidentale dalla Groenlandia all'Africa, alla,
Siberia ed alla Cina; d'inverno migra verso sud lino verso l'Equatore; fu trovato
quale uccello accidentale nell'Alaska, nel Colorado, nelle porzioni orientali degli
Stati Uniti e nel Canada. Nidifica ovunque al Nord, ina al Sud solo sui monti.
In Italia è specie estiva, comune, nidifica dappertutto sugli alti monti in maggio
e nel giugno, sembra svernare in Sardegna. H però molto più abbondante all'epoca
del passo in aprile e maggio e nel settembre ed ottobre.
Va soggetto a varietà albine.
ATI. AMI. ORNITOl 0GI< 0 IT.".
158. Saxicola isabellina. Cretzschmae (' . Culbianco isabellmo.
Parti superiori bruno rossiccie, tinte di grigio; regione parotica bruno rossiccio-
pallida; un largo sopraciglio bianco dalla base del becco sino oltre l'occhio, ove è
tinto di fulviccio; groppone e sopracoda bianchi; gastreo bianco-rossiccio, più vi-
vace sul petto, biancastro sulla gola e sul centro dell'addome; ali bruno-nerastre,
marginate di bianco-f ulviccio ; euopritrici inferiori délk ali ed ascellari bianche, talora
tinti' leggermente ili gialletto; timoniere aere nei due terzi apicali delle esterne,
quasi fino alla base nelle due centrali, tutte terminate e marginate di bianco e
di fulviccio (ad.).
Lunghezza totale 0,'ifió: becco 0,m016; ala 0,m105; coda 0,m063; tarso 0,m030.
Questa specie in alcuni abiti assomiglia molto alla S. oenantke, ma ne è sempre
distinta per maggiori dimensioni; pelle tinte generali più rossiccie; pelli usui
lari e euopritrici inferiori dell'ali del tutto bianche; pelle tinte nere della coda più
estese; per la fan-in inferiore tirili1 remiganti molto più pallida, beninteso nel disotto
dell'ala, e pel tarso decisamente più lungo.
Essa abita la Russia sud-orientale, l'Asia minore, l'Afganistan, il Turche-
Man e la Siberia meridionale; sverna nel Nord della Cina, come sverna, ma è
anche sedentaria, nell'Africa nord-orientale dall'Egitto all'Arabia ed alla Somalia;
fu colta nel novembre 1887 in Inghilterra e sembra in Dalmazia (Brehm). S. A. I. e R.
l'Arciduca Rodolfo d'Austria narra i~; anzi di aver veduto un individuo a Lacroma
e poi di averne osservati molti nelle stesse località e poi a Ragusa ed a Trebigne,
ma certamente queste asserzioni sono prive di fondamento. Questa specie apparve
sotto il nome di S. saltato/- nei Cataloghi del Nardo pel Veneto, ma, come bene dicono
il Salvadori ed il Ninni, quell'Autore riferi alla S. isabellina qualche esemplare di
maggiore statura della S. oenanthe.
159. Saxicola deserti, Ruppel (3), Culbianco del deserto.
Parti superiori grigio-rossiccie, che tendono al fulvo sul dorso; un sopraciglio
bianco ben distinto sin oltre l'occhio; euopritrici alari nere, le interne, le mediane e
le grandi bianco-rossiccie, in modo da costituire un grande spazio sulle ali; basso grop-
pone e sopracoda di un bianco-gialletto; redini, lati della testa, gola e lati del collo
tino alle spalle neri; resto del gastreo bianco, tinto di fulviccio sul petto; euopritrici
inferiori delle ali bianche; ascellari nere, terminate di bianco; coda ilei tutto nera
fino a l/g dulìa base, ov'è bianca [mas. ad.) Bruno-rossiccia; groppone e sopracoda
bianchi, tinti di rossiccio; ali brune, marginate di rossiccio, manca il nero sulla
gola; coda nera fino a ' ., dalla base (femm. ad.). Come il giovane della S. in. oeei-
dentalis, ma la coda è bruno-nerastra fino a ' ., dalla base ii/iov.).
Il colore della coda distingue questa specie sempre in ogni età e livrea, e
così anche le femmine, che sono alquanto simili a quelle delle S. oenanthe, mcla-
noleuca e stapaxina.
(') Saxicola isabellina, Cretzeohmar in Ruppel. Ahi. p, 52 r 1 826).
I | Notes un Sport ami Ornith. pag. 628 (1889).
C) Saxicola amarti, Kiipp. in Temminok l'I. color, p. — pi. 359, li;;. - < L825 .
176 atlanti: ORNITOLOGICO
Lunghezza totale 0,' 150; becco 0,m019; ala 0, 088; coda 0,roO68; tarso 0,m028.
Abita l'Africa settentrionale dall'Egitto all'India, l'Arabia, la Palestina, il Tur-
chestan e l'Africa, ove sverna fino alla Somalia. È accidentale in Europa; fu colta
nel novembre 1880, nell'ottobre 1885 e nel dicembre 1887 nelle Isole Britanniche,
e tre volte pure ad Helgoland, cioè nell'ottobre 1856 e 1857 e nel giugno 1880;
non conosco altre cai iure Kuropee.
La S. pittata, Hemprich & Ehrenberg è ricordata dal Zarudny come frequente
nel giugno presso Baku, ma non la trovo citata nell'Orma Caucasico, del Radde.
Abita il Transcaspio, il Turchestan e Gilgit; svernando nell'Arabia e nell'Abissinia.
Genere PRATINC0LA. Koch.
Simile al gen. Saxicola, ma col becco più corto, più forte e più ricurvo al-
l'apice; peli alla base 'dello stesso fortemente sviluppati; ali più corte, così la coda,
che è più stretta; tarso relativamente corto. Piumaggio più molle, macchiato sulle
parti superiori delle specie Europee, una eccettuata.
È un genere del Mondo Antico, ptfi specialmente rappresentato in Africa e
composto di quattordici specie, delle quali tre nidificano in Europa. Hanno abi-
tudini più arboricole delle Saxicolae, però si posano anche sul terreno, amano
mettersi sempre più che altro sulle cime degli alberi e degli arboscelli, o sulle
zolle elevate; sono insettivori e si procurano il cibo volando; cantano discretamente;
nidificano a terra, deponendo da 4 a 6 uova di un blu di vario tono, con macchie
bruno-rossiccie: la muta è semplice d'autunno e ruptila di primavera.
160. Pratincola rubetra (Linnaeus), Stiaccino.
L'I'av. XVI, 6g. 9 e 10 e Tav. XLVIII. fig. 20o.].
Base dellu rixln bianca; groppone e sopracoda senza ti /ite bianche.
Parti superiori nero-brunastre, con stretti margini fulvo-rossicci più o meno
ocracei, e più larghi sul groppone; sopracoda gialletto-ocraceo, con una fascia ali /in-
nata su ciascuna penna eduna macchia subajiirnh -nerastra ,■ sopraciglio, mento ed una
fascia, che dalla mandibola inferiore corre sui lati della gola e del collo, bianchi;
cuopritrici primarie bianche alla base a guisa di uno spazio sull'ala, cuopritrici più
interne bianche, che t'ormano un altro spazio presso il dorso, le rimanenti cuopritrici
nero-lucide; gastreo fulvo-aranciato, col cenno dell'addome biancastro; timoniere,
le due centrali bianche nel terzo basale, le altre per metà, nel resto bruno-nerastre,
con margine ed apice bianco-rossigni (mas. ad.). Più brunastra del maschio; fascia
sopracigliare lavata di t'ulviccio; spazio bianco sull'ala presso il dorso quasi man-
cante; sul davanti del petto poche macchie brunastre \femm. ad.). Come gli adulti;
apici delle penne delle parti superiori bianco-tulvicci; i due spazi sull'ala indi-
stinti; gastreo giallo fulviccio, talora biancastro e con macchiette nere sul davanti
del petto e sui lati [giov.).
Lunghezza totale 0,'"130; becco O/'Ol-*: ala 0,m075; coda 0,"'04<); tarso 0,n,022.
Secondo Meves questa specie avrebbe anche una muta primaverile completa,
ciò che sarebbe un'eccezione a quanto succede nel genere Pratincola.
-*uj Svtcftf
1. Ciuffolotto scarlatto (r* ad.). 2 Ciuffolotto <u>nrlattn i"Ol a n;,,«- i .. ih
delle Dfau*. ,o, S ri, u, " . f alt°^V 3. Ciuffolotto deUe pinete (e? ad.). 4. Ciuffolotto
«!«.). 8. Crociere (cT ad.). 9. Crociere fcf gu>v.). IO. Crociere ($). 11. Verdone (tf« ad.). 12. Verdone (J).
Ulrico Hoepli, Editore, Milann.
MI IMI 0JRN1T GICO ITT
Abita L'Europa, spingendosi molto più al nord della specie susseguente e la
Persia; si porla d'inverno nell'Europa meridionale e nell'Africa settentrionale.
In Italia è uccello estivo e di passo, nidifica sulle montagne, specialmente delle
Provincie settentrionali, da maggio a luglio ed anche in agosto, allevando due co-
vate; sembra essere raro in Sardegna, in molte provincie è assai meno abbon-
dante del Saltinpalo; ma è specie generalmente comune.
Va soggetta raramente alle varietà albine.
161. Pratincola rubicola Lixwi.ts, Saltinpalo.
L'I'av. XVI, flg. 11 e 12].
Coda nera anche alla base; groppone e sopracoda bianchi, macchiati di rossiccio.
Testa per intero, mento, parte anteriore della gola e del collo, dorso e grop-
pone di un nero-profondo e lucido, con margini indistinti rossiccio-ocracei; il nero
della parte posteriore del collo, sui lati dello stesso, è diviso da quello della gola
da uno spazio bianco; cuopritrici superiori dilla co/In e groppone bianchi, macchiati ili
nero; timoniere per intero e remiganti bruno-nerastre, marginate di rossigno; cuo-
pritrici superiori delle ali dello stesso colore, colle mediane più interne e le grandi
bianche, che formano un grande spazio sull'ala: gastreo castagno aranciato, più
chiaro sull'addome, il cui centro è biancastro; ascellari e cuopritrici interiori delle
ali nere alla base, bianche all'apice (mas. mi. in pria/.). Parti superiori fulvo-ros-
siccie, col centro delle penne nerastro; spazio bianco sull'ala e quello sui lati del
collo meno estesi ; un sopraciglio poco distinto bianco-fulviccio; gola grigio-bruna,
con una grande macchia nera nel mezzo (femm. mi in j>rim.-. Simile alle femmine;
tinte delle parti superiori più nerastre; la macchia nera sulla gola più distinta
ed estesa sul mento; lo spazio bianco sull'ala più grande, e quello sui lati del collo
tinto di fulviccio (mas. mi. in aut.). Parti superiori bruno-nerastre, con wwa macchia
triangolare o allungata sul centro delle penne; spazio bianco sull'ala poco esteso
e tinto di fulviccio; gola bianco-sudicia; gastreo isabellino fulviccio, macchiato di
nerastro sul davanti del collo, sull'alto petto e sui fianchi; sopracoda rossiccio
(giov. -nel 1° abito).
Lunghezza totale 0,n,12f); becco 0,'"010; ala 0,'"065; coda 0,'"045; tarso 0,n,021.
Questa specie è sempre distinta dalla precedente per la coda sovra e mai
bianca alla base; il maschio ad. poi ha la gola nera, e la femmina ad. ha una
macchia nera sulla stessa ed il tono generale di colore è più cupo.
Abita l'Europa centrale e meridionale e le regioni temperate della setten-
trionale, l'Africa settentrionale e la Siberia, fino alla Cina ed al Giappone. Sembra
che nelle parti orientali della Russia sul versante del Volga, questa specie s'in-
contri coll'affine P. maura (Pallasi dell'India, che ha il sopracoda bianco-perfetto
e la base della coda bianca, le ascellari del tutto nere e così le cuopritrici in-
feriori delle ali. In Italia è specie stazionaria e comune; migra parzialmente
d' inverno dalle provincie settentrionali , coli' eccezione del Veneto. Nidifica
ovunque, più comunemente sui monti dal maggio all'agosto, allevando due o
tre covate.
Va soggetta raramente ad anomalie di colorito.
Atlante ornitologico. 'Si
178 Wl \\ ;\l COLOGK 0
161 a. Pratincola rubicola Hemprichi (Ehrenberg), Saltimpalo orientale.
Coda bianca alla base; groppone e sopracoda bianchi, macchiati di rossiccio.
Simile alla /'. rubicola, ma di tìnte un po' più pallide e eolla coda bianca nei
due terzi basilari delle timoniere laterali e nel 1" terzo soltanto sulle due centrali,
tutte marginate e terminale di fulvo-rossiccio.
Lunghezza totale 0,m119; becco (V'Oli; ala 0,u'072; coda 0,m051; tarso 0,'"022.
Il rappresentante orientale della /'. rubicola abita l'Europa sud-orientale e la
Siberia occidentale; sverna nell'Africa nord-orientale, sino all'Abissinia.
162. Pratincola caprata iLinnai i s . Saltinpalo nero.
Una spazio bianco sull'ala, t'ormato dalle cuopritrici più vicine al dorso; parte
bassa del groppone e dell'addome e sottocoda bianco-puri; nel resto nero-lucido
mas. ad. in prim. . Tinte nere, marginate di ocraceo-rossiccio (mas. ad. in aut.).
Parti superiori bruno-grigiastre, coi centri delle penne più cupi; sopracoda e basso
groppone di un bianco tinto di rosso-rugginoso; timoniere bruno-nere; cuopri-
trici alari e remiganti bruno-scure, coi margini più chiari: gastreo brunastro, con
margini più chiari sul mento e sulla gola, tinto di fulvo sull'addome e con striscie
più cupe sul petto; sottocoda bianco; timoniere bruno-nere (femm. ad.)', il giovane,
secondo lo Sharpe, assomiglia molto a quello della P. rubetra.
Lunghezza totale 0,m137; becco 0," 01 :■',; ala 0,ro066; coda 0,m053; tarso 0,'"020.
Abita le regioni fra il Transcaspio e la Persia, l'Afganistan e l'India setten-
trionale fino a Giava ed alle Filippine, ed è accidentale nella Russia Europea
Mi nxbier).
Genere RUTICILLA, C. L. Beehm.
Becco .sottile, depresso alla base, compresso verso L'apice, un po' incurvato
e fornito alla base di peli abbastanza sviluppati ; narici Glittiche, piccole, basilari,
superiori: ali abbastanza lunghe, la remigante primaria corta, poco più lunga
delle 1° cuopritrici, 2a eguale alla 6a, 3a di solito la più lunga; coda lunga e leg-
germente rotonda: gambe sottili; il tarso non scudettato, più lungo del dito mediano
con unghia, coperto sul davanti da una grande squanima e da tre scudetti infe-
riormente; unghie mediocri, leggermente ricurve.
Sono uccelli di colori vivaci, i cui sessi sono differenti e variegati; hanno
le gambe sempre nere e così iu generale la gola; molti presentano il groppone,
il sopracoda e la coda colle penne laterali castagne, i giovani sono macchiati; la
muta e semplice, completa d'autunno e ruptila di primavera. Si conoscono circa
15 specie di Codirossi, che abitano nella massima parte l'Imalaia e le montagne
della sottoregione Mediterraneo-Persica; alcuni sono stazionari, altri migratori. Hanno
abitudini arboricole; alcuni amano le località rocciose, ma tu generale i cespugli
ed i luoghi coltivati, e sono buoni eautori; si nutrono d'insetti, che cacciano vo-
lando; fabbricano il nido nelle buche delle mura o degli alberi, deponendo uova
bluastre, talora quasi bianche con rare macchie brune, ma più spesso immacolate.
ATLANTE ORNITOLOGI! " ITU
163. Ruticilla phoenicurus ' I.invui-. Codirosso.
[Tav. XIV. Bg. 8, li e Tav. XLVIII, fig. 19].
Ascellari e cuoprìtrici inferiori détte ali ili un [uhi, più o numi vivace.
Penne nasali, redini, lati della taccia, del collo, mento e gola di un nero-pro-
fondo; parte anteriore della fronte e sopraciglio di un bianco-puro; parti supe-
riori cenerino-azzurrognole, qua e là lavate di rossigno; groppone, sopracoda e
timoniere castagno-vivaci, colle due meditine brunastre, marginate di castagno;
cuoprìtrici inferiori delle ali, ascellari e petto di un fulvo-vivace, che diventa più
pallido sui fianchi e bianco sul cenili» dell'addome; ali bruno-nerastre, con mar-
gini bruno-chiari mas. mi. in prim.). Bianco della fronte e del sopraciglio meno
puro e più stretto; parti superiori lavate di un rossiccio più intenso: tinte nere
della gola e le vivaci del gastreo marginate di bianco e le ali di nocciola (mas.
ini. in uni.:. Fronte ed un tratto dall'occhio al becco rossicci: parti superiori
bruno-cenerine, lavate di rossiccio: tinte castagne del sopracoda e coda come nel
maschio; gola cenerognola; lati della testa, petto e fianchi brunastri, lavati di
rossigno verso l'apice delle penne; sottocoda bianco-fulvo femm. mi. e giov. in ani.).
l'arti superiori già Ilo- ocracee, con margini neri; cervice nero-brunastra ; sopra-
coda marginato di nero; gastreo giallo-fulviccio, lavato di rossiccio sul basso ad-
dome e sid sottocoda e con margini scuri, (piasi nerastri (giov. mi 1" aitilo).
Lunghezza totale o," 140; becco (V'Oli; ala0,"07s: eoda0,m059; tarso 0,n,021.
Le ascellari e le cuoprìtrici inferiori delle ali sono quasi sempre di mi fulvo
più o meno vivace, carattere che dislingue questa specie in mini dà dalla lì. lilis.
Abita l'Europa, verso est sino allo Jenissei, nidificando fino al Capo Nord;
sverna nell'Africa e nella Persia. In Italia è specie estiva, ma particolarmente
abbondante all'epoche del passo; nidifica sui monti delle provincie centrali e set-
tentrionali ; pochi svernano in Sicilia ed in Sardegna.
Va soggetta a varietà albine e isabelline.
163 a. Ruticilla phoenicurus mesoleuca Ehrenbeeg), Codirosso di Ekrenb&rg.
Simile alla precedente, col nero della gola e la tinta grigia di un tono più
cupo, il bianco della fronte più esteso; le remiganti secondarie hanno il vessillo
esterno, dalla base quasi sino all'apice, bianco, in modo da tonnare un grande spazio
chiaro sull'ala (mas. ad.). Simile alla femmina di lì. phoenicurus, ma più scura e
grigiastra; intermedia di colore, dice il Seebohm, tra questa e quella di lì. titis
femm. ad.).
Lunghezza totale 0,ra152; becco 0,m012; ala 0,'"079; coda 0,™061; tarso 0,m021.
Abita il Caucaso e l'Asia minore; sverna nell'Arabia, nell'Abissinia e nel Se-
negal. In Europa oltre nel Caucaso, ove nidifica, fu colta presso Costantinopoli
(Bobson e Museo di Bebelc, America sett.), presso Atene (Coli. Kruper), in Ungheria
(Museo di l'est) e a Helgoland (Cali. Odtìce).
l'i Pai greco ù qtoivàtùVQOS codirosso (Aristotile).
180 ATLAM tNITOl OGN 0
164. Ruticilla titis Scopoii) ('), Codirosso spazzacamino.
[Ruticilla titys o tithys Scop.) |.
[ Tav. xiv. fig. io e 11].
Ascellari e cuopritriei inferiori dell* ali lavagna di vario tono, terminate di bianco.
Parti superiori di un grigio-lavagna; basso groppone, sopracoda, penne laterali
della coda e sottocoda fulvi; le due timoniere centrali bruno-nerastre; redini e
gastreo di un bel nero-lucido, col eentro del basso addome biancastro; i lati del
corpo ed i fianchi di un grigio-lavagna; le remiganti primarie nerastre, margi-
nate di bianchiccio, che è più puro e più esteso sulle 26, ove forma uno spazio
alare; ascellari e cuopritriei inferiori delle ali di un grigio-lavagna, terminate di
bianco (mas. mi. in prim.). Parti superiori leggermente lavate di rossigno; penne
nere del gastreo con margini bianco-cenerognoli; spazio alare bianco più esteso
(mas. mi. in ani.), l'arti superiori bruno-cenerognole, qua e là olivastre; tinte ca-
stagne più pallide: gastreo come le parti superiori, ma leggermente più chiaro;
cuopritriei inferiori delle oli ni ascellari di mi bruno di lavagna (femm. ad. e giov.
in aut.).
Lunghezza totale 0,m150; becco 0,'"011; ala 0,m088; coda 0,"'0G0; tarso O^'Oi'i'.
La E. filini, tiorbe non è altro che il giovane della II. titis, che all'età di
un anno può generare, conservando l'abito della femmina.
Abita l'Europa centrale e meridionale, verso est tino alla Russia occidentale,
ove è poro avventizia; migra d'inverno fino nell'Africa settentrionale. In Italia
è specie stazionaria: abita d'estate i monti delle provinole settentrionali, ove ni-
difica, allevando da aprile a luglio due o tre covate; d'inverno discende al piano,
ma non pochi migrano dalla Valle Padana verso il sud, e allora è abbondante
in Sardegna, in Sicilia e nelle Puglie. E meno copiosa della specie precedente, e
non ovunque egualmente distribuita.
165. Ruticilla ochrura (S. Gmelin), Codirosso dì GovM-.
Simile alla li. titis, ma distinta pel dorso nero (nella fi. titis esso è tinto di
rado di nero, e sempre in modo parziale); addome rosso castagno; cuopritriei supe-
riori od inferiori dolio ali od ascellari nero, talora variate di castagno (mas. ad.).
.Simile alla femmina della li. titis. ma distinta pelle pani inferiori di un grigio
meno puro e col basso addome tinto di castagno pallido (femm. ad.).
Lunghezza toiale 0,m152; becco 0,'"012; ala 0,m082; coda 0,'n063; tarso 0,U)022.
Abita il Caucaso e l'Alia minore; rimase molto tempo confusa colla B. titis,
ma ora si sa (die è specie distinta e ciò a molilo degli illustri Naturalisti Russi;
essa fu descritta dal Gmelin nel 1774, ed il Gould, ignorandolo, la ritenne specie
nuova nel 1855, e la chiamò di E. erythroprocta; alcuni Autori però la considerano
una semplice sottospecie della li. titis.
' ■ Uotaeilta lili/s. I.innui-, .s,ht .\«/. I, p. 1S7 (1758), M. )ilm< iiirunis (ì. tOys, Linnaeus, Si/st.
V.i/. I. |i. :;:::i (1766); Sylvia tithys, Scopoi.i, .lini. I, p, l.">7 (1769).
i Si devi- Bcrivere titis dal greco iixig, efr. inibir, pigolare; e Don tithys, come fece Scopoii, o
titys del Dressei e di altri Autori.
\ 1 1 \ N 11 ORNITOLOGICO '^'
166. Ruticilla Moussieri (Olphe-Gali.iakim. Codirosso «li/trino.
Cervice, lati della atessa e del collo, dorso ed ali nere; una linea bianca
attraverso la fronte, che passa sugli occhi e si unisce ad una Larga t'ascia dello
strsso colore su ciascun Udo della parte anteriore del dorso; groppone, cuopri
trici superiori della coda, timoniere laterali e gastreo di un rosso- araneiato-vi-
vace. più pallido sull'addome, specialmente nel centro; uno spazio bianco sulle
ali. t'ormato dai vessilli esterni delle penne, che sono bianchi nella metà basi-
lare {mas. ini. in pri>H.). Eguale alla femmina della E. phoenicurus, ina più pic-
cola; molto più rossiccia sul gastreo, sulle cuopritrici inferiori delle ali. Millo
ascellari, e meno sul solo groppone [('min. mi.'.
Lunghezza totale 0,m120; becco 0,"011; ala (VOTO: coda n.1 (>!>: tarso 0, 025.
Abita l'Europa nord-occidentale, specialmente L'Algeria, la Tunisia ed il Ma-
rocco. Un esemplare, preso il 22 novembre 1890 a Nizza (Oal), è nel R. Museo
di Firenze. Non so che altri soggetti siano stati colti in Europa.
167. Ruticilla erythrogastra <;t ldenstàdt), Codirosso di OvMenstait.
Cervice, nuca ed un grande spazio alare bianco, formato dalla porzione basale
delle remiganti l6 e 2" e più esteso sulle secondarie; base della fronte, redini,
guancie, lati della testa, gola per intero, collo, alto petto, dorso, scapolari, il resto
di die remiganti, cuopritrici inferiori e superiori delle ali di un bel nero-profondo;
resto del gastreo, ascellari, groppone, sopracoda e timoniere di un rosso-casta-
gno-vivace, colle due timoniere centrali tinte di brunastro (mas. mi.). Di un bruno-
cenerognolo, più cupo sulla testa, più pallido sul mento, sulle ascellari, sulle
cuopritrici inferiori delle ali e sull'addome; coda rossiccio-brunastra sulle due
penne centrali; sottocoda e sopracoda di un rossiccio-pallido; margine delle
grandi cuopritrici , e delle 2" interne quasi bianco (femm. ad.). Penne grigio-blua-
stre alla base e bruno-giallastre all'apice, sicché il disegno appare tutto mac-
chiettato; basso addome, sopracoda e sottocoda di un bianco-fulviccio (giov. se-
condo Hend. & Hume).
Lunghezza totale 0,'"177; becco 0,'"013; ala 0,m104; coda 0,m080; tarso 0,m025.
Questa specie nidifica nei boschi di conifere degli alti monti del Caucaso,
del Turchestan, dell'Imalaia fino verso il Tibet e la Cina, e discende al piano du-
rante l'inverno; in Europa, oltre che pel Caucaso, è citata dal Conte AUéon pella
Bulgaria (Reiser).
Genere CYANECULA, C. L. Brettm.
Differisce dal gen. Ruticilla per avere la base del becco fornita di peli in
piccolo numero e molto corti: narici ovali; ali più corte; quattro scudetti nella
porzione inferiore del tarso; dito mediano ben più corto del tarso, che è piuttosto
allungato.
La gola è colorita di azzurro, ma solo nei maschi adulti e la coda sempre di
fulvo alla base; i sessi sono differenti; mutano come i Codirossi; sono cantori abi-
182 ATLANTI ORNITOLOGICO
INsimi e fanno intendere le loro melodie anche di notte: abitano i cespugli ed i
luoghi alberati, specialmente nelle località paludose od umide: nidificano a terra,
deponendo uova olivastro, immacolate: sicché come i Codirossi hanno sessi diffe-
renti, ma le uova, il colorito vivace della gola ed i costumi sono più propri degli
Erifkaei. Se ne conoscono due torme.
168. Cyanecula suecica (Linnaeus), Pett'azzurro orientale.
[Cyanecula suecica, park Auct. [tal.].
[Tav. Xi.vi. ftg. 10].
Il maschio adulto di questa specie è distinto da quello della C. suecica c;/a-
necula, per avere una macchia castagna e no» bianca nel centro dell'azzurro del
collo. Sembra del resto che i cambiamenti di piumaggio si succedano come nella
e. s. cyanecula. La statura è uguale.
Si distinguono due forme di maschi adulti:
a) Cola e collo azzurri, con una macchia castagna sul centro del collo
[C. suecica, Linnaeus, 1758); è la forma comune.
b Gola e collo azzurri, con una macchia castagna, circondata da un anello
bianco sul centro del collo (C. orientala, Brehm, 1831); è forse una livrea inter-
media tra l'età giovanile e l'adulta.
La forma orientale del Pett' azzurro abita le parti settentrionali d'Europa
e d'Asia, dal Circolo Artico all'Imalaia, In trovata anche nel Kamciatka e nell'A-
laska; sverna nell'Africa sino all'Abissinia, all'equatore, e nell'Asia sino al sud della
Cina, nell'India ed a Ceylan, transitando per l'Europa meridionale ed orientale,
pel Turchcstan e pella Cina settentrionale. In Italia è specie di passo, molto più
i-ara della precedente e colta, a quel che pare, (inora solo nelle provincie setten-
trionali ed in Toscana; non nidifica.
168'/. Cyanecula suecica cyanecula (Wolf), Pett'azzurro occidentale.
[Cyanecula suecica, pari. Ami [tal., C. Wolfi (Bbkhm)].
[Tav. XIV, li;:. •"•, f> <> 7].
Fronte e sopraciglio, talora indistinti, bianco-rossicci ; parti superiori bruno-
cenerognolo-olivastre, più scure sul centro delle penne; guancie, mento, gola, petto
blu-azzurro-vivace, con una grande macchia bianca d'argento sul centro del collo.
sotto l'azzurro una lascia nero-blu, marginata in basso sul [ietto da altra larga e
castagna: il resto ilei gastreo bianco-sudicio, lavato di fulviccio sul sottocoda, sulle
cuopritrici inferiori delle ali e sulle ascellari; coda cannella fulva nella metà basale,
nero-bruna nel resto, marginata e terminata di rossiccio-cenerognolo (mas. ad. in
prim. i. Fronte e sopraciglio t'ulvo-accesi; tinta azzurra e le due fascie seguenti con
larghi margini apicali bianchi (mas. mi. in atti.). Guancie azzurrognole, (terminate di
bianco nell'aiuto d'autunno : centro della gola bianco-fulviccio, limitato sui lati da
due fascie brunastre; sul petto tre larghe bande, la prima azzurra, la seconda blu-
nera, la terza castagno-vivace, (marginate di biancastro nella livrea d'autunno); coda
terminata di rossiccio, nel resto come il maschio ft mm. molto vecchia). Tinte generali
come il maschio, un po' più pallide; mento e gola bianco-sudicie nel centro, dalla
MI \M i. ORNI rOLOGH '> L88
basi' della mandibola inferiori' parte una stretta fascia, che si unisce ad un mezzo
collare che limita il collo in basso, nero-brunastra, bianco cenerognola all'apice
delle penne; petto tinto di fulviccio e di brunastro; resto del gastreo fulviccio,
tinto di rossiccio sul sottocoda femm. ad. e giov. in aut. . l'aiti superiori bruno-
nerastre, con una larga stria centrale longitudinale giaUetta su ogni penna, collo
per intero e alto petto ili egual disegno; cuopritrici superiori della coda rossiccie;
coda, come nel maschio adulto, ma più pallida (giov. nel I" abito).
Lunghezza totale 0,m145; becco 0,"012; ala 0,'"075; coda 0,m060: tarso 0,'n026.
Si distinguono due forme di maschi adulti:
a <lola e collo azzurri, con una macchia bianca sul centro del collo {Sylvia
i iiniin uhi, Wulf, 1810) ; ed è la forma più comune.
b) Gola e collo azzurri immacolati 8. Wolfii(l) Brehra, 1822) ; è rara e forse
una forma aberrata od una livrea del maschio non del tutto adulto, ciò che è più
facile.
Questa specie abita d'estate l'Europa centrale ed occidentale, è rara nella
Russia; sverna nell'Africa settentrionale ed in Palestina, passando per l'Europa
meridionale e giungendo di rado nell'Asia (Persia ed Indiai. In Italia è uccello
abbastanza comune durante le epoche del passo, qualcuno sverna più che altro
in Sicilia; non è però specie egualmente distribuita, molto rara nelle Puglie {De
Romita e mia Collezione), discretamente copiosa in Liguria, nel Nizzardo e nel
Veneto. Non consta nidifichi, quantunque si trovino individui anche nel maggio.
Genere CALLIOPE, Gould.
Becco quasi diritto, alquanto lungo, subeguale alla testa, fornito di setole di-
scretamente sviluppate alla base, e leggermente intaccato presso l'apice; penna
spuria corta, ma alquanto più lunga delle prime cuopritrici; 2U remigante primaria
eguale alla 7a, 3a e 4a le più lunghe; gambe alquanto lunghe; tarso lungo, coperto
da una piastra sulla parte antero-superiore e da quattro scudetti sull'inferiore.
I maschi hanno uno spazio rosso-vivace sulla gola; si conoscono poche specie
proprie alla Regione Paleartica, ed alla sottoregione Indo-Malese; una sola di esse
giunge in Europa; sono buoni cantori; depongono uova verdi-bluastre, macchiate
di rossiccio-scuro, e frequentano le località umide e ricche d'alberi.
169. Calliope calliope (Pallas), Calliopi.
[Calliope camtschatkensis (Gmhxin)].
Parti superiori di un bruno-oliva, più cupo sulla testa; una fascia bianca dal
becco fino oltre l'occhio, una seconda pure bianca dalla base della mandibola
inferiore, che si estende allargata sui lati della gola; redini, spazio davanti e
sotto gli occhi e base della mandibola inferiore nere; gola e davanti del collo
di un rosso-rubino, colla base nascosta delle penne bianca, il detto spazio incorni-
ciato da una stretta fascia grigio-nerastra, che diviene cenerina sui lati del collo
{') Dovrebbe scriversi Wolfi, iti onore ili J. Wolf, distinto Ornitologo tedesco.
ls | \immi OKN] l'OI.OGICO
e sul petto; lati del petto e Manchi bruno-oliva; centro dell'addome e sottocoda
bianco-isabellini od olivastri; ali e coda brune di terra d'ombra, quelle con le
penne marginate di oliva-rossigno {mas. ad. in prim.). Tinte rosse di rubino, con
deboli margini apicali bianchi (mas. ad. in aut.). Simile al maschio; mento e gola
Inanelli: mancano del tutto le tinte russe di rubino (femm. <kì.: Simile alla fem-
mina; cui mento e la gola tinte di rossiccio (gioì: secondo Dresser).
Lunghezza totale 0,m160; becco 0,'"014; ala 0,'"078; coda 0,'"066; tarso 0,'"027.
Abita l'Asia, specialmente nelle parti orientali; è accidentale in Europa, giunge
negli Urali e nel Caucaso, e sembra rara nelle provincie orientali della Russia
Europea. Nelle parti occidentali di Europa sembra comparsa una volta a Westgate-
on-Sea, in Inghilterra, nell'ottobre 1900(,]), fu colta due volte nella Francia meri-
dionale nell'agosto 1829 (Museo ili Draguignan) e nell'aprile del 1835 (Museo di
Marsiglia), e quattro volte in Italia, il primo l'ebbi io nel dicembre 1886 dal Pa-
dovano (lì. Musei) di Firenze), due nel dicembre 1898 dal Vicentino (min Collezione)
ed un quarto venne preso nell'ottobre 1899 sul Padovano (Coli. Dal Fiume).
Genere NENIURA, Hodgson(2).
Becco diritto, abbastanza forte, molto più corto della testa, più largo che
alto alla base, ove è fornito di setole distinte e intaccato presso l'apice, che è
leggermente ricurvo; narici ovali, basilari; ali abbastanza lunghe, prima remigante
primaria più lunga nel terzo apicale delle l6 cuopritrici, 2il subeguale alla 7a, 4a
la massima; coda piuttosto lunga, appena forcuta; gambe sottili e lunghe, ma
forti; tarso ben più lungo del dito mediano con unghia, coperto sulla parte antero-
superiore da una grande piastra e da quattro scudetti sull'inferiore; unghia del
dito posteriore distintamente più grande delle altre.
Sessi differenti, i maschi hanno le parti superiori tinte di blu, tranne in una
specie.
Questo genere venne collocato da molti Autori tra le Muscicapae, delle quali si
dice abbia le abitudini; i Cod'azzurri frequentano i luoghi alberati ed amano star-
sene sulle cime degli arboscelli; sono uccelli insettivori, il loro canto è poco più
che piacevole; nidificano nei crepacci delle roccie, depositando quattro uova bianco-
bluastre, macchiate di bruno-rossiccio-pallido. Poche specie, proprie della Regione
Paleartica, compongono questo genere; una sola compare nelle parti occidentali
della detta Regione, ed una specie è propria dell'Africa meridionale.
170. Nemura cyanura (Pallas), Codazzurro.
'lanthia cyanura (Paix.)].
Parti superiori di un blu-cupo, tinto di oltremare sulla fronte, sul sopraciglio,
sul groppone e sulle piccole cuopritrici; il sopraciglio è in parte bianco, ma di solito
nascosto dalle tinte azzurre; gola e petto di un bianco-gialletto, coi fianchi rossiccio-
(') rimtH, ani of Decombei 1900; Ibis, Jan. 1901, pag. 158.
Ventura, Hodgson, /'. /.. S. 1815, p. 27; lanthia, Blyth, ./. A. 8. />'. XVI, p. 132 (8471).
1. Averla maggiore. 2. Averla piccola. 3. Averla capirossa. I. Averla cenerina, a Cuculo
6. Cuculo Upupa. 8. Succiacapre. 9. Storno (ad. in abito d'autunno). 10. Marti)
lineo Hoepli, Editare, Milano.
MI ANTE oKMTOLOGICO 185
aranciati; remiganti e timoniere nerastre, col vessillo esterno blu-vivacè {mas. ad. .
Pari superiori oliva-bruno-chiare, tinte di blu sulle piccole cuopritrici, sul groppone
e sul sopracoda; redini, fronte, una striscia attorno l'occhio e gola di un bianco-fulvo;
petto bianco, tinto di bruno-oliva, a guisa di una banda; resto del gastreo bianco-
sudicio, coi fianchi rossigno-aranciati; remiganti col margine bruno-rossiccio; timo-
niere grigio-nerastre, col bordo esterno blu {femm. ad.).
Lunghezza totale 0,'"140; becco 0,'"010; ala 0,'"08G; coda 0,m060; tarso O^'Ol'i'.
Abita l'Asia, dagli (Jrali al Giappone, e verso sud sino alla Cina e all'India.
E di rara comparsa nelle provincie nord-orientali della Russia Europea, dove giunge
dagliUrali. In esemplare venne colto in Italia nel novembre 1879 presso Pisa /.'. Musi,,
,li fflrenze); non conosco altre catture europee; debbo però ricordare come nella
Raccolta Magni-Griffi vi sia un esemplare, che si dice colto a Limi in Liguria nel 1867,
e che ora è conservato nel R. Musco di Roma (Conte di Carpegna, in litt.).
Genere ERITHACUS. Cuvier (•).
Becco più corto della testa, depresso alla base, ove è fornito di setole bene
sviluppate, curvato verso l'apice, che è intaccato; narici basilari, laterali, ovali;
ali rotonde, Ìa remigante primaria grande, circa metà della 2a, e che sorpassa le
le cuopritrici nella sua metà apicale; 2a più corta deUa 7a; 4a, 5a e 6:' subeguali
e le più lunghe; coda stretta ed allungata; gambe lunghe e sottili; il tarso poco
più lungo del dito mediano con unghia, coperto sulla parte antero-superiore da
una grande piastra ed in basso da tre piccoli scudetti; dito posteriore più forte
degli altri, ma non più lungo del mediano.
Piumaggio molle; giovani macchiati; sessi simili; adulti colla gola e colpetto
rossi; la muta è uguale a quella dei Codirossi.
È un genere Paleartico, composto di poche specie e sottospecie, due delle quali
europee; sono parzialmente migratori; frequentano i boschi ed i giardini ed anche
i luoghi abitati, paventando poco l'uomo; si nutrono d'insetti, che rincorrono sul
terreno, tenendo le ali basse e la coda orizzontale; sono ottimi cantori e si fanno
intendere anche nelle belle giornate invernali; nidificano al Nord o sui monti nel
Sud, fabbricando un nido fatto a sacco, ponendolo a terra o a poca altezza da
essa; le uova sono da 5 a 6 di un bianco-rossiccio, con macchiette rosso-scure.
171. Erithacus rubecula Linnaeus), Pettirosso.
[Tav. XIV, tìg. 3, 4 e Tav. XLVIII, lig. 18].
Fronte, redini, una stria che si estende fino sopra l'occhio, regione parotica,
lati della faccia, del collo, del petto, mento, gola ed alto petto di un rosso-aran-
ciato-vivo, marginato di grigio-bluastro dalla fronte fino ai lati del petto; centro
del petto e dell'addome bianco; tutto il resto bruno-oliva, cogli apici delle grandi
cuopritrici di un fulviccio poco distinto, e più sviluppato, in forma di banda alare
trasversale, negli individui dell'anno (ad.). Bruno-ocraceo, col centro delle penne
Erithaous da ègìtìanog, uec Erytkacus.
Atlante ornitologico.
186 ATLANTE ORNITOLOGICO
tendente al fulvo, e molte delle quali hanno margini apicali nerastri; centro del
petto e dell'addome di un bianco-sudicio; ali e coda nerastre, marginate di oli-
vastro esternamente, e coll'apice delle cuopritrici alari ocraceo-vivace (gioì: nel
/' abito .
Lunghezza totale 0,m140; becco 0,'"010; ala 0,'"070; coda 0,m060; tarso 0,m025.
Questa specie va soggetta a numerose varietà di tinte; se ne trovano di quelli
tutti bianchi, colle tinte aranciate presenti o del tutto mancanti, o di normali, ec-
cetto nelle colorazioni aranciate, che sono bianche o sbiadite; il tono di colore
dell'aranciato varia notevolmente da individuo ad individuo.
Abita l'Europa, verso est sino agli' Urali; si trova nelle Canarie, nelle Az-
zorre ed a Tenerifìà, ove vive una forma analoga coH'arauciato del petto molto
cupo e che venne distinta col nome di E. rubecula superbus (Koenig); d'inverno si
porta fino nella Palestina e nell'Egitto, e verso oriente nella Persia e nel Tur-
chestan. In Italia è uccello comune e sedentario; nidifica sui monti, scendendo al
piano d'autunno, è però molto più abbondante al tempo del passo, pel transito
degli individui migranti dal Nord e che in parte svernano anche tra noi.
171 a. Erithacus rubecula hyrcanus iBlanford), Pettirosso persiano.
Simile all' E. rubecula; tono di tinta dell'aranciato molto più vivo; groppone
non olivastro, ma castagno-bruno; statura talora leggermente minore; becco sempre
più grande.
Lunghezza del becco dell' -E", rubecula 0,'"010, id. dell' .E. /•. hyrcanus 0,'"014.
Abita il Caucaso, estendendosi verso est sino alla Persia.
Genere AÉDON, Forster 0).
Becco subeguale alla testa, diritto, verso l'apice leggermente curvato ed in-
taccato indistintamente, rivestito alla base di peli molto corti; narici basilari, su-
periori, rotonde; ali mediocri, la la remigante primaria molto corta, al più un
terzo della 2a e circa al livello delle le cuopritrici, 2a più lunga della 6a, 3a la
massima; coda ampia e rotonda; tarso lungo e sottile, molto più lungo del dito me-
diano con unghia, coperto sul davanti da una squama e da quattro scudetti alla
base; unghie piuttosto corte.
Giovani macchiati; sessi simili; colori opachi; coda rossiccio-bruna o castagno-
chiara ; muta semplice.
Abitano i boschi ed i giardini; migrano d'autunno, svernando in paesi più
caldi; sono i migliori cantori d'Europa, facendo intendere il loro canto modulato
e robusto più di notte, che di giorno; il loro regime è insettivoro; fabbricano nidi
aperti, formati in gran parte di foglie e li collocano nei cespugli bassi; vi depo-
sitano da 4 a 5 uova di un bruno-olivastro uniforme. Si conoscono poche specie,
quasi simili tra loro, che abitano la regione Paleartica.
(') Aedon, FoitSTElt, Syn. Cai. lir. li., p. 53 (1814); Luscima, C. L. Bkeiim, Ma, \>. 1280 (1828);
Umiliali, BOIE, lui», p. 512 (1831).
ATLANTE ORNITOLOGICO 187
172. Aèdon luscinia (Ltnnaeus), Rusignolo.
[Philomela luscinia !.. , Daulias luscinia (L.), Luscinia vera, Si so.].
[TAV. XIV, iig. 1, u T.w. XLVIII, 6g. 17].
Prima remigante primaria mediocre, lunga ila o,"1 0152 a 0,m0176, sopravanzante
le cuopr ittici primarie.
Parti superiori bruno-rossiccie, più vivaci e castagne sul groppone, sul so-
pracoda e sulle timoniere, eccettuate le due centrali, che sono leggermente bru-
nastre; redini bianco-grigiastre; lati del collo e guancie cenerognoli; gastreo bianco-
grigiastro, tinto di bruno sulla parte bassa della gola, sul petto e sui lati del corpo
e di fulviccio sul sottocoda (ad.). Più cupo, con una macchia ocracea subapicale
su ciascuna penna delle parti superiori e la porzione apicalc più scura: gastreo
lavato di giallo-brunastro, più cupo all' apice delle penne della gola e del petto,
ciò che forma fascie irregolari; cuopritrici alari terminate di rossigno-ocraceo
(giov. nel 1" abitò).
Lunghezza totale 0,m160; becco 0,m014; ala 0,'"085: coda 0,'"063; tarso 0,m028.
Va soggetto a varietà albine ed isabelline.
Abita l'Europa, non giunge però sino alla Scandinavia, e cosi manca nelle
Provincie nord-orientali della Germania, si estende ad oriente sino alla Russia, di cui
abita le sole parti meridionali; sverna in Africa, spingendosi più al sud dell'Abis-
sinia e venne trovato alla Costa d' Oro (Shelley). In Italia è specie estiva e di
passo, arriva in aprile e riparte a settembre, nidifica ovunque; ma non credo sverni
che assai di rado. È uccello discretamente abbondante e in generale egualmente
distribuito; ma sembra scarso nelle Puglie.
172 a. Aèdon luscinia Golzi (Cabanis), Rusignolo persiano.
Prima remigante primaria corta, lunga da 0,m0149 a 0,m0164, pari alle cuopritrici
primarie.
Parti superiori bruno-rossiccie, leggermente più vive sul groppone, sul sopra-
coda e sulla coda; redini ed un sopraciglio poco marcato bianco-sudici; becco e coda
leggermente più lunghi dell' A luscinia, cui molto somiglia.
Lunghezza totale 0,'"1 64; becco 0,'"015; ala 0,m083; coda 0,'"075; tarso 0,'"028.
A. I. Golxi becco 0,m017; coda 0,m075.
A. luscinia becco 0,'"014; coda 0,'"063.
UÀ. I. Golxi, che è il rappresentante orientale dellM. luscinia, abita il Cau-
caso, il Transcaspio, la Persia, il Turchestan ed il Dresser la ricorda da Oudh
nell'India; secondo il Madarasz sarebbe stato colta presso Banostor in Slavonia
nel maggio 1899.
173. Aèdon philomela iBeciistein), Rusignolo maggiore.
[ Philomela aèdon (Fall.), Daulias philomela (Bchbt.), Luscinia philomela (Bciist. |
[Tav. XIV, ag. 2].
Prima remigante primaria cortissima, lumia ita 0™ 0101 a 0,m0126, non sopravan-
zante le cuopritrici primarie, ma più corta ili esse.
1S.N ATLANTE ORNITOLOGICO
Eguale alla A. luscinia; distinta pella la remigante primaria assai corta; pella
statura maggiore; pelle tinte di solito più cupe, col colorito tendente all'olivastro,
specialmente sul groppone e colla coda lavata di fulvo-scuro; parte alta della gola
e del petto con macchie trasverse, semilunari, non sempre presenti o distinte.
Lunghezza totale C'ITO; becco 0,'"015; ala 0,'"090; coda 0,m068; tarso 0,'n028.
Abita l'Europa orientale, la Danimarca, la Scandinavia, la Siberia sud-occi-
dentale ed il Turchestan; sverna in Africa. In Italia è specie accidentale e molto
rara, spesso si scambiano per A. philomela gli individui di dimensioni maggiori
(Icll'J. luscinia; consta presa certamente nella Liguria, a Nizza, nel Veneto e forse
nel Trentino, pel qua! paese venne citata più volte, ma sempre, a quel che pare,
erroneamente.
Sottofamiglia SYLYIINAE i1), Silviini.
Becco molto sottile, quasi diritto, talora allargato alla base, più corto della
testa, appena leggermente intaccato e curvato all'apice, talora fornito di peli in-
distinti o perfettamente sviluppati; narici esposte, o parzialmente sormontate da
una membrana, mai fittamente nascoste; ali con 10 primarie, la la talora bene
sviluppata, spesso spuria, lunga circa la metà della L'\ che è più corta della 6a;
tarso scudettato anteriormente; unghia del dito posteriore poco sviluppata. Testa
subrotonda od angolare.
I sessi sono eguali in generale, i giovani simili agli adulti o poco differenti
e non macchiati, e se gli adulti offrono macchie sulle parti superiori, queste sono
meno accentuate nei giovani. La muta è di solito doppia, prima di migrare (marzo
e agosto-settembre), l'adulto in autunno è intermedio di colore tra quello di pri-
mavera ed il giovane, questo muta nel 1° anno di vita (autunno), assumendo un
piumaggio eguale a quello degli adulti, o tutt'al più lavato di gialletto sul gastreo;
le mute non cangiano il colore, ma solo il tono di tinta. Sono uccelli di statura
piccola; abitano i boschi, alcuni le località paludose e sono insettivori.
Questa sottofamiglia, molto numerosa, è sparsa soltanto nell'Emisfero orientale;
una sola specie trovandosi nell'Alaska, dove giunge dall'Asia; quasi tutte le specie
sono migratrici e poche le sedentarie.
Genere SYLVIA (2), Scopoli.
Becco quasi diritto, poco più di metà della testa, piuttosto forte, corto, non
molto largo alla base, colla mandibola superiore leggermente curvata ed intac-
cata presso all'apice, colla base del becco fornita di tre setole e di radi peli, questi
(') La Dendroeoa virens (Gnielin, 1788), (lolla famiglia americana delle Mniotii/tidae, venne
colta ad 1 (cigolami il 19 ottobre 1858 (Glitke, Vogrlu: p. :i2ii, ls'Jl . Questa specie ha le parti superiori
per intero «li un verde-oliva, tinto di giallognolo—vivace ; i Iati della testa, e del collo giallo-vivi; la
parte anteriore del collo nera; il petto e l'addome bianchi; le ali attraversate da due fascio bianche;
lunghezza totale 0,ni129; abita l'America settentrionale.
{') tSylvia, Klein.
Mi Wli 0EN1 ti 0 189
poco sviluppati; narici basilari, ovali ed esposte; ali arnie o subacute, la l1 re-
migante primaria molto corta, sempre meno della metà della 2a, la •">' la massima:
coda di 12 penne, poco graduala, o (piasi quadrata; piedi e tarso forti, questo scu-
dettato e un po' più lungo del dito mediano: dita ed unghie corte.
Colori prevalenti poco brillanti; ascellari, o bianche, o grigie, o brune, mai
gialle; penne della fronte alquanto ruvide e decomposte; coda di solito più corta
delle ali in dimensioni, eccetto nella S. melanocepkala (Gmelin).
Le specie di questo genere abitano più che altro il bacino del Mediterraneo,
e sono sparse nelle Regioni Paleartica, Etiopica ed Orientale. Sono insettivore, ma
d'autunno si nutrono anche di bacche e di frutti; sono uccelli mimanti, e di solito
cantori di grande merito. Nidificano nei cespugli più o meno bassi, fabbricando
nidi a coppa, in generale poco artistici e poco solidi, intessuti di capelli, di piccole
radici secche età, deponendo uova macchiate su tondo chiaro.
174. Sylvia simplex, Latham ' , Beccafico.
[Sylvia o Monachus hortensis (Gm.), S. o Curruca salicaria (L.)].
[Tav. XIV, fig. 12, e Tav. XLIX. fig. 16].
Parti superiori di un bruno-olivastro, più puro sulle ali, che hanno margini più
chiari; regione parotica bruno-rossiccia, cogli steli delle penne più chiari; redini,
lati del collo e guancie di un cenerino-ceciato; gastreo bianco nel centro de] petto
e dell'addome, ceciato sulla gola, sul prilli e sul sottocoda, bruno-oliva sui fianchi;
cuopritrici inferiori delle ali fulvo-vivaci ; coda brunastra, col margine olivastro (ad. .
Più cenerino di sopra, più chiaro di sotto (giot\).
Lunghezza totale 0,m145; becco 0,"'010: ala 0,m075; coda 0,"'0('.<»; tarso 0,'"020.
Questa specie va raramente soggetta a varietà albine od isabelline.
Abita l'Europa, il Caucaso, la Persia occidentale, la Palestina, l'Asia minore;
sverna in Africa, sino al Capo di Buona Speranza. In Italia è specie molto abbon-
dante all'epoche del passo autunnale (agosto-settembre . e assai meno in quello
primaverile (aprile). Come estiva è scarsa, ma nidifica in piccolo numero nel maggio
sui monti più elevati delle provincie settentrionali. La sua carne è molto prelibata,
e di autunno se ne fa strage colle reti.
175. Sylvia atricapilla (Linnaeus), Capinera.
[Curruca o Monachus atricapillus (L.)].
[Tav. XIV, Bg. 13, U e Tav. XI. IX, fig. 2].
Fronte e cervice nero-lucide; parti superiori oliva -cenerognole; nuca, redini, lati
della testa, del collo e del petto cenerino-piombato-chiari; gola ed alto petto di
egual colore, col basso petto ed il centro dell'addome più chiari; fianchi lavati di
bruno; cuopritrici inferiori delle ali bianco-cenerognole (mas. ad.). Fronte e cervice
rossastro-rugginose; tinte generali dilavate (femm. ad.. Somigliano alle femmine, ma
(') Sylvia simplex, Latham. (;.». Syn. Stiiq,!. I, p. 287 (1787) è il nome da adottarsi, giacche quello
di Motacilla salicaria. Linnakcs (1758) <• incorretto vedi SeebOHM, Ibis, lt>79, p. 312 e Cat. li. lir. Mus.
V, p. 10, 1881; Madarasz, Magyar. Mudar. 11, 67, 1899).
190 ATLANTE ORNITOLOGICO
sono più scuri, mancano le tinte cenerine sul collo (gioì-."'. Anche in primavera si
uccidono maschi che hanno ancora la testa rossiccia, come le femmine.
Lunghezza totale 0,m140; becco 0,m011; ala 0,m070; coda 0,m058 ; tarso 0,'"020.
Va soggetta a varietà albine ed isabelline, come si trovano individui a gola
gialla, tinta affatto superficiale e dovuta al polline dei fiori, che l'uccello sflora
talora con quella parte.
Il Landbeck (Vog. Wurtemb., pag. 44, n. 148) distinse col nome di Ourruea
rubricapilla alcuni esemplari di questa specie, che presenterebbero la parte supe-
riore della testa di color ruggine-cupo (mas. ad.), o semplicemente ruggine (femm.),
la statura sarebbe eguale a quella della S. atricapiUa. Secondo me tale distinzione
è affatto immaginaria, e deve riferirsi ad individui non del tutto adulti della
Capinera. La Sylvia Eemékeni è una varietà melanica della presente specie, che
vive a Madera; essa fu illustrata anzitutto dall' Heineken (Zool. Journ. V, p. 75)
e descritta per primo dallo Jardine (Edinb. Journ. Nat. and. Geogr, Se. I, p. 243,
1830), sotto il nome di Carruca heineken. Il fatto che i sessi sono differenti nella
Capinera consigliò parecchi Autori a collocarla in un genere distinto, detto Mo-
nachus dal Kaup (1829).
Abita l'Europa, il Caucaso, la Persia occidentale, l'Asia Minore e la Palestina;
sverna nell'Europa meridionale e nell'Africa sino alla Senegambia. In Italia questa
specie è comune e stazionaria, però non pochi migrano nell'autunno dalle provincie
settentrionali. Nidifica ovunque in aprile e nel maggio. Il suo canto è molto dolce
e melodioso.
176. Sylvia nisoria (Bechstein), Bigia padovana.
[Tav. XV, fig. 2, 3 e Tav. XLIX, fig. 5].
Iride giallo-pallida ; parti superiori grigio-cenerine, più chiare sulla testa, sul
groppone e sul sopracoda, più brune sulle ali; penne del dorso, di una parte delle
scapolari, del groppone e del sopracoda terminate di bianco, e precedute da una
banda subapicale nera; gastreo bianco-cenerino, con fascie semilunari grigio-ce-
nerognolo-cupe, ed il centro dell'addome biancastro; cuopritrici inferiori delle ali
bianco-grigie, con fascie trasversali grigio-cupe; timoniere cenerino-scure, con uno
spazio apicale bianco sul vessillo interno (ad.). Iride giallo-pallida, o talora bru-
nastra; parti superiori grigio-biancastre, con margini apicali, indistinti, fulviccio-
biancastri, più cospicui sulle cuopritrici e sulle remiganti 2°; gastreo bianco sulla
gola e sul centro dell'addome, lavato di fulvo-chiaro sul petto, sui fianchi e sul
basso addome; sottocoda fasciato (giov.).
Lunghezza totale 0,'"175; becco 0,'"014; ala 0,m088; coda 0,m075; tarso 0,'"024.
Questa specie da adulta è sempre distinguibile pelle fascie trasversali sulle
penne del sopracoda e del sottocoda e così da giovane; sebbene in questi le fascie
del sottocoda si foggino più ad uno spazio scuro sul centro delle penne, e quelle
del sopracoda siano formate dai margini apicali fulvicci.
Abita l'Europa centrale, meridionale ed orientale, nidificando fino alla Dani-
marca ed alla Svezia meridionale; sverna nell'Africa nord-orientale; quelli che
nidificano nel Turchestan e nell'Asia centrale, svernano nella Persia. In Italia è
specie estiva, comune nel Veneto, nella Lombardia (Cremona), nel Piemonte (To-
rino) e su quel di Parma; non è rara in Liguria e nel Nizzardo; altrove è molto
\ i i \ s 1 1. ORNI rOLOGICO 191
scarsa o di comparsa accidentale; né fu mai presa, secondo il Giglioli, dalla To-
scana in giù. Arriva in aprile e maggio nel Veneto e riparie nel settembre, dopo
aver nidificato.
177. Sylvia orphaea('), Tkmui\< k. Bigia grossa.
| Tav. XV, Bg. 4j.
Iride giallo-languida; fronte e cervice nere di lavagna; parti superiori grigio-
cenerognolo-cupe, tinte di brunastro; gola e gastreo bianchi, con una tinta vinato-
grigia sul petto e sui fianchi, e cenerognolo-vinata sul basso addome e sul sotto-
coda; cuopritrici inferiori delle ali bianco-cenerognole; timoniere bruno-nerastre
terminate di bianco e la laterale bianca sul vessillo esterno [mas, ad. . La cervice,
e la fronte sono soltanto leggermente più cupe della tinta del dorso (femm. ad.). Parti
superiori più pallide; le inferiori più lavate di vinato; iride bianco-gialletta giov. .
Lunghezza totale 0,m175; becco 0,"!014; ala 0,'"082; coda 0,"'07l'; tarso 0,m024.
La statura maggiore, il bianco della gola e della coda e l'iride gialla, e non
bruna, distingue tosto questa specie dalla S. atricapilla.
Abita l'Europa centrale, ma più che altro la meridionale; sverna nell'Africa
sino alla Senegambia. In Italia è specie estiva e piuttosto comune, specialmente
alle epoche del passo autunnale nelle provincie settentrionali e d'attorno a Fi-
renze; è poco frequente nelle centrali, rara nelle meridionali ed in Sicilia; sembra
mancare nella Sardegna e in Corsica. Frequenta le colline, ove nidifica in maggio
e nel giugno.
178. Sylvia curruca (Linnaeus), Bigiarella.
[Tav. XV, flg. 1, e Tav. XLIX, fig. 4].
Prima remigante primaria dì poco sopravanxante le cuopritrici primarie; testa
non concolore col dorso.
Cervice e lati della testa cenerino-chiari, il resto delle parti superiori cene-
rino-bruno; redini, lati della faccia e regione auricolare cenerino-scure; palpebre
biancastre; un sopraciglio grigiastro, poco distinto; gastreo bianco, tinto di vinato
sul davanti del collo e sul petto, di isabellino-cenerino sui fianchi; cuopritrici in-
feriori delle ali bianche, con una tinta isabellina sulle ascellari ; ali brunastre, con
margini grigio-rossigni; timoniere bruno-nerastre, marginate di bianco-cenerognolo,
l'esterna in gran parte bianca {ad.). Sopraciglio più distinto; parti superiori più
brunastre, le inferiori meno tinte di carnicino; marginature alari tendenti al ros-
signo (giov.).
Lunghezza totale 0,'"140; becco 0,'"011; ala 0,'"062; coda 0,,n056; tarso 0,m019.
La la remigante primaria più lunga delle cuopritrici le e la testa cenerino-
chiara distinguono a priori questa specie dalla seguente, nella quale la la primaria
è più corta delle le cuopritrici e la testa è concolore col dorso.
(') Alcuni Autori scrivono orphea, dicitura elio sarebbe erronea (cir. Salvador!, Ccc. Ila!..
pag. 128, 1887).
192 \ I l INI I ORNITCH 06K 0
Aliita L'Europa; sverna nell'Africa, in Palestina, nell'Asia Minore ed in Persia.
In Italia è specie estiva, ma di solito poco abbondante, tranne nel Veneto e credo
in generale nell'Italia superiore, uve non è comunissima, ma nemmeno scarsa nel
tempo del passo autunnale. Nidifica in maggio e nel giugno; non è ovunque egual-
mente distribuita; cosi è molto rara, nelle Puglie.
179. Sylvia Sylvia (Linnaeus), Sterpazzola.
| Sylvia cinerea, Bchst., S. rufa (Bodi>.) ].
[Tav. XIV. tÌR. 15eTAV. XLIX, tìg. 3].
Prima remigante primaria molto più iurta delle cuopritrici primarie; testa
concolore col dorso.
Parti superiori grigio-rossiccie, leggermente più cenerine sulla cervice e sulle
guancie; cuopritrici e remiganti con larghi margini nocciola; gastreo bianco, lavato
di vinato sul petto, fulviccio sui fianchi e sul sottocoda; cuopritrici interiori delle
ali grigio-sbiadite; timoniere nero-brunastre, coll'esterna in gran parte bruno-
biancastra e tutte marginate di grigio-rossigno [mas. mi. in prim.). Manca il cene-
rino sulla testa; parti superiori più rossigne (femm. mi.). Testa rossigna, come il
dorso, colla base delle penne cenerina e col vinato del gastreo di solito man-
cante {ad. in unt.). Più brunastro degli adulti, colle marginature delle ali più larghe
e più accentuate (giov.).
Lunghezza totale 0,m145; becco 0,'"011; ala 0,m072; codaO,m065; tarso 0,n,022.
Abita l'Europa, la Siberia sud-occidentale, la Persia, l'Asia Minore e la Pa-
lestina; sverna in Africa sino al Capo di Buona Speranza. Nel Turchestan sembra
vivere una specie o forma affine, la S. fuseipilea (Severtzow). In Italia è uccello
estivo e molto abbondante, specialmente all'epoche del passo; arriva d'aprile e
riparte in settembre. Nidifica dall'aprile al luglio, allevando più covate.
180. Sylvia conspicillata, La Marmora in Temminck, Sterpa; cola di Sardegna.
Questa specie è distinta dalla precedente, pelle dimensioni 'issai minori; pel
cenerino della testa più cupo; pel carnicino del gastreo esteso sul davanti del
collo, del petto e dei fianchi ; pei margini nocciola delle cuopritnei e delle remi-
ganti secondarie molto più larghi e distintamente più vivaci; pelle cuopritrici
inferiori dello ali e le ascellari rossigno-vinate; pella 1" remigante primaria sopra-
vanzante le 1° cuopritrici, e la 2a più corta della 5a; nella S. Sylvia, la la remi-
gante è distintamente più corta delle 1° cuopritrici, e la 2a è più lunga della 5a.
Lunghezza totale 0,'"125; becco 0,'"010; ala 0,'"058; coda0,m051; tarso 0,ra018.
Abita l'Europa meridionale, la Palestina, arrivando verso est fino alla Persia,
l'Africa settentrionale e le isole Canarie, Madera e del Capo-Verde (S. e. bella, Tschusi).
In Italia è specie principalmente estiva nelle Isole, compresa la Corsica e Malta;
s'incontra pure nelle parti meridionali e centrali del continente, raramente in
Liguria, ed è accidentale nelle Puglie (De Romita) ed in Lombardia {mia Collezione).
In parte è anche stazionaria, ed io ne ebbi e ne uccisi in Sardegna nell'inverno.
Nidifica ne] maggio e nel giugno, ed alleva anche due covate; ma è specie gè-
1. Picchio mura. jolo (abito d'autunno). 2. Pigliamosche 3. Balia n
5. Balia dal collare (a* ad.), ti. Balia dal collare ($). 7. Pigliamosche pi
pettirosso ($). 9. Rondine. IO. Balestruccio. 11. Rondine montana. 12. 13. Rondone.
14. Rondone alpino.
Ulrico Hoepli. editore. Milam».
RNITOLOGH 0 193
neralmente poco abbondante, anche perchè vive nel più folto dei bassi cespugli
ed è perciò difficile ad aversi.
181. Sylvia nana (Hempricb *v Ehrenberg), Sterpazzola nana.
Parti superiori isabelline, leggermente grigiastre, che divengono rossigne sul
basso groppone e sulle cuopritrici superiori della coda; gastreo bianco-fulviccio,
lavato di fulvo, più cupo sui fianchi e sul petto; cuopritrici interiori delle ali
bianco fulviccie; remiganti fulvo-brunastre, marginate e terminate di isabella, le
2e interne lavate di fulvo-rossigno sul margine; timoniere mediane rossigno-fulvo-
vivaci, l'esterna da ogni lato bianca, la 2" bianca all'apice, le altre bruno-scure,
marginate di rossigno-fulvo-vivace.
Lunghezza totale 0,m113; becco 0,'"010; ala 0,m055; coda 0,"'048; tarso 0/"0 17.
Le tinte rossiccie e la statura, cosi piccola, distinguono tosto questa specie.
Abita l'Africa settentrionale dall'Algeria alle regioni nord-orientali, la So-
malia, la Palestina, l'Arabia, la Persia meridionale, il Turchestan, il Transcaspio,
l'India nordoccidentale e la Cina occidentale. È specie accidentale in Europa
(Russia ed Italia); nella Russia venne uccisa più volte, per l'Italia non abbiamo
che l'esemplare catturato nel novembre 1883 presso Cremona (II. Museo ili Firenze).
182. Sylvia subalpina, Bonelli in Tejiminck, Sterpazzolina.
Contorno delle palpebre nudo e rossastro, con un anello di penne rosso-mattone;
parti superiori e gote di un ceneriuo-piombato-turchiniccio, più cupo sulla testa
e sul collo; gastreo cenerino-ametistino, separato dalle tinte delle parti superiori
da una linea bianca, che parte a guisa di baffo dalla base della mandibola infe-
riore e termina alla spalla; centro dell'addome bianco; sottocoda bianco-carni-
cino; ascellari carnicino-pallide ; cuopritrici inferiori delle ali grigio-pallide; ali
bruno-scure, marginate di rossigno-gialletto; timoniere brunastrc, la la esterna
in gran parte bianca, la 2a e la 3a con una grande macchia bianca terminale, le
altre terminate di bianco (mas. ad. in prim.). Parti superiori di un cenerino, legger-
mente lavato di rossiccio-olivastro; gastreo bianco-ceciato, più vivace sui fianchi
e sul davanti del petto (femm. ad.). Tinte meno pure e vivaci; le parti superiori
lavate di brunastro {mas. ad. in aut.). Parti superiori rossiccie, più cariche sulla
testa e senza tinte cenerine; ceciato delle parti inferiori di un tono di tinta più
chiaro; marginature delle ali più visibili; timoniera esterna brunastra, bianco-
brunastra sul vessillo esterno ed all'apice (giov.).
Lunghezza totale 0,m128; becco 0,'"010; ala 0,m061; coda 0,'"053; tarso 0,'"019.
Questa specie è distintissima nell'abito di maschio adulto in primavera; ma
specialmente nel piumaggio consunto (luglio-agosto) e da giovane può talora con-
fondersi colla aS. curruca, però oltre la statura minore, le redini che sono di un
bianchiccio-cenerognolo delicato e che continuano meno distinte e come un so-
pracciglio che sorpassa l'occhio, offrono un buon carattere differenziale con la
S. curruca, alla quale talora la S. subalpina, come dissi, assomiglia assai; questa
tinta bianchiccio-cenerognola è più manifesta davanti l'occhio, ove notiamo un ciuf-
fetto indistinto di piccole penne; le tinte cenerognole, che invadono quelle della testa.
Atlante ornitologico. 35
194 ATLANTE ORNITOLOGICO
sono più delicate e debolmente celestine nella & subalpina, più cupe e di un ce-
nerino più puro nella S. curruca, nella quale inoltre le penne della regione auri-
colare formano uno spazio più scuro del contorno, ciò che manca del tutto nella
S. subalpina; le penne dei fianchi hanno una sfumatura lionato-chiara, che nella
S. curruca volge al cenerognolo. Invece la varia lunghezza delle remiganti non
mi sembrò un buon carattere, tranne che nella la primaria, che è sempre più corta
che non nella S. curruca; la tinta chiara delle timoniere offre pure un dubbio ca-
rattere, perchè di luglio e di agosto, essendo in periodo di muta, non sono sempre
o tutte presenti o di completo sviluppo, cosi quello delle peune ciliari rossastre
è per la S. subalpina di poca entità, quando i soggetti sono giovani.
Abita l'Europa meridionale ed è accidentale nelle Isole Britanniche, l'Asia
minore e la Palestina; sverna nell'Africa settentrionale, nel Kordofan, nella Se-
negambia e nell'Asia minore. In Italia è specie generalmente estiva e comune
dalla Toscana all' ingiù e nelle Isole; nelle parti meridionali è anche parzialmente
sedentaria. È invece rara nella Valle del Po, anzi può dirsi quasi accidentale, però
dal Veneto e dal Piemonte ne ebbi più volte, anche nel dicembre. Nidifica nelle
Provincie centrali e meridionali in maggio e nel giugno, ed alleva due covate.
182 a. Sylvia subalpina mystacea (Ménétriés), Sterpazzola di Ménétriés.
Circolo oftalmico giallo-brillante; cervice, lati della testa e guancie nerastre;
parti superiori grigio-lavagna chiare; mento ed una linea, che margina il nero
delle guancie, bianchi; gastreo bianco-roseo, tinto di ametistino-pallido sulla gola e
sul petto, di rossiccio-pallido sui fianchi e di bianco-rossiccio sulle cuopritrici in-
feriori delle ali e sulle ascellari; remiganti brunastre, marginate di bianco-bru-
nastro {mas. ad.). Bruno-grigio-rossiccia, colla testa più cupa e grigiastra ; gastreo
bianco, tinto di ocraceo (femm. ad.).
Lunghezza totale 0,ml 19; becco 0,m012; ala0,'"059; coda 0,'"053; tarso 0,m019.
Abita il Caucaso, il Transcaspio fino alla Persia ed all'Afganistan settentrio-
nale. In Europa non si trova che nel versante Caucasico Europeo e, secondo Pleske,
i tipi di Ménétriés provenivano da Saljany, che è il limite più occidentale nel
quale questa specie giunse in Russia.
183. Sylvia melanocephala (Gmklin), Occhiocotto.
[ Pyrophthalma melanocephala (Gm.)J.
Circolo oftalmico rossastro-chiaro; fronte, cervice e regione parotica nero-
lucide; parti superiori e fianchi di un bel cenerino-bluastro, più chiaro sul basso
addome; gastreo bianco, tinto di cenerino sui lati del petto; cuopritrici inferiori
delle ali grigio-chiare; remiganti nero-brunastre, marginate di cenerino-biancastro;
coda rotonda, nero-brunastra, esternamente lavata di cenerino, la la timoniera esterna
in gran parte bianca, la 2a con una grande macchia bianca apicale, più piccola nella
3a, e talora perfetta nella 4il (mas. ad.). Parti superiori cenerino-rossiccie, tinte di
cenerino sul pileo e sui lati della testa; gastreo bianco, sfumato di vinato; fianchi,
basso addome e sottocoda di un brunastro-rossiccio; ali e coda più cupe che nel ma-
schio, con margini esterni castagno-bruno-pallidi, ed il bianco della coda legger-
ATLANTE ORNITOLOGI* 0 195
mente sudicio (femm. mi.). Becco nero, colla base della mandibola interiore più chiara
e cenerognola; parti superiori di un rossigno-bruno, più uniforme sulla testa; parti
inferiori biancastre sulla gola e sul centro dell'addome, lavate di grigiastro misto
a fulviccio nel resto e di bruno-rossigno sui fianchi; remiganti e cuopritrici nero-
brunastre, con margini bruno-rossigni su quest'ultime e sulle remiganti secondarie;
timoniere nerastre, bruno-rossigne sul margine, coll'apiee del vessillo esterno, quasi
per intero, e quello dell'interno, solo verso l'apice, bian castro-cenerognoli; zampe
bruno-rossiccie (giov. nel 1° abito .
Lunghezza totale 0,'n145; becco 0,'"011; ala 0,n,060; coda 0,n,063; tarso 0,m021.
Abita l'Europa meridionale, l'Africa settentrionale e l'Asia minore; in alcuni
luoghi è migrante, in altri stazionaria. In Italia è specie sedentaria e connine dalla
Liguria in giù sul lato Mediterraneo, dalle Puglie versi, sud sul versante Adria-
tico e nelle Isole; accidentale e rara nella Vallata del Po, da dove ne ebbi anche
nell'inverno (Veneto e Lombardia). Nidifica dall'aprile al giugno.
183 a. Sylvia melanocephala momus (Ehrenberg), Sterpazzola ili Bowman.
Simile alla precedente; ma distinta pel circolo oftalmico giallo; pelle parti
superiori molto più pallide; pel gastreo bianco, tinto di vinato sul petto e sui fianchi,
senza le tinte cenerino-piombate, che sono estese soltanto sui lati del basso ad-
dome (mas. ad.). Più pallida della femmina della precedente specie (femm. ad.).
Dimensioni della S. melanocephala.
Abita il Caucaso, l'Asia minore, la Palestina e l'Africa nord-orientale, arrivando
verso est quasi fino all'India. Fu lungamente confusa colla S. melanotrjihala, di cui
ha le abitudini.
184. Sylvia Rueppeli (l), Temminck, Bigia del Eiippel.
Cervice, redini, regione perioculare nere; parti superiori e lati del collo grigio-
lavagna; mento e gola neri, separati dal nero della testa da un tratto bianco, che
parte dalla base della mandibola inferiore e si dirige sulla spalla; gastreo bianco-
roseo, tinto di grigio sui fianchi; ali bruno-nerastre, con margini biancastri, che sono
più accentuati sulle 2e e sulle cuopritrici; coda nerastra, colla la timoniera esterna
in gran parte bianca, la 2" e la .'i:' con una macchia apicale bianca (mas. ad.).
Più brunastra; cervice bruno-grigia come il dorso,, ma col centro delle penne scuro:
gola e gastreo tinti di bruno-grigio; mancano Le colorazioni nere; margini delle
ali bianco-brunastri (femm. ad.). Come la femmina; parti superiori più brunastre;
margini delle ali bruno-rossicci; gastreo bruno-grigio, tinto di rossigno (giov.).
Lunghezza totale 0,m131; becco 0,"'0H; ala 0,'"069; codaO,m065; tarso 0,™020.
Abita la penisola Balcanica, la Grecia e l'Asia minore; sverna nell'Africa set-
tentrionale. Comparve tre volte in Italia; cioè uno venne ucciso nel 1869 nel
Vallone di Butri presso Lerici (Liguria), si conservava nella Raccolta Magni-flrifri
ed ora è in quella del R. Music ili Roma, il secondo, colla data 20 marzo 1882,
(') S. Rueppeli, nec Riippelii; Temminck scrisse Ilupellii.
19f) ATLANTE ORNITOLOGICO
Glossina (R. Museo ili Firenze), finalmente un terzo venne catturato nel marzo 1898
presso Bari (Museo ili Bari).
Genere NIELIZOPHILUS, Leach.
Becco alquanto corto, narici longitudinali; ali corte, la 1" remigante primaria
più lunga delle 1" cuopritrici, 4a e 5" le più lunghe; coda, come dimensioni, più
lunga delle ali, graduata, stretta.
Piumaggio molle; giovani poco differenti dagli adulti; sessi eguali.
Sono insettivori e si procurano il cibo al volo come le Balie ; due specie com-
pongono questo genere, che è distinto dalle vere Sylviae sopra rutto pel carattere
della coda. Sono cantori piacevoli.
185. Melizophilus undatus (Boddaert), Magnanimi.
[Melizophilus provincialis (Gmeun)].
Circolo oftalmico rosso, cinto di penne rosso-fegatose; parti superiori, lati della
faccia, del collo e dell'alto petto di un cenerino-cupo, tendente al rossiccio-olivastro
sul dorso; grandi cuopritrici e remiganti bruno-cupe, col margine tinto di castagno-
pallido; coda bruno-nerastra, tinta esternamente di grigio, colla timoniera laterale
in gran parte bianca; gastreo rosso-fegatoso, cogli apici delle penne del mento e
della gola biancastri; centro dell'addome biancastro: sottocoda grigio, coll'apice
delle penne bianchiccio; cuopritrici inferiori delle ali grigio-bluastre (ad. inprim.).
Tinte più cupe; margini apicali delle penne del mento e della gola più distinti
e più bianchi [ad. in uni.). Penne cigliari scuriccie: parti superiori bruno-ciocco-
lata, coi margini delle ali bruno-rossastri: parti inferiori cenerine e giallo-lionate,
cioè le penne sono cenerino-scure alla base e giallo-lionate verso l'apice; gola
leggermente più chiara, e fianchi più scuri igiov.).
Lunghezza totale 0,'"132; becco 0,'"009; ala 0,m054; «oda 0,n,06T; tarso 0,'"020.
Abita l'Europa occidentale e meridionale, la Palestina e l'Africa settentrio-
nale; è stazionario in Inghilterra, ma in continua diminuzione. In Italia è co-
mune e sedentario nelle provincie mediterranee e nelle Isole, un po' più scarso
in Sicilia; poco comune o raro nelle parti centrali e meridionali sul versante
Adriatico. È raro, anzi quasi accidentale nella Vallata del Po, ma conviene av-
vertire che è specie molto localizzata, e che vive ove la vegetazione è più densa.
Nidifica dall'aprile al luglio.
186. Melizophilus sardus (La Marmora in Tkmmim k . Magnanina sarda.
[Tav. XLVl, lig. 4].
.Margini delle palpebre rossi; parti superiori cenerino-piombate, quasi nerastre
sulla testa: mento biancastro; gola e collo di un cenerino più chiaro e terminato di
bianchiccio, ciò che dà l'apparenza di striature; centro del petto e dell'addome
biancastri, quest'ultimo leggermente lavato di vinato; fianchi cenerino-vinati; cuo-
pritrici inferiori della coda grigio-scure, terminate di biancastro; remiganti e cuo-
pritrici bruno-nerastre, con margini grigiastri: timoniere grigio-cupe, con l'esterna
ATI.AN I I ' IBM 1 n ■ I -< (GII 0 197
largamente marginata di biancastro e le altre strettamente di grigio-pallido ; cuo-
pritriei inferiori delle ali ed ascellari di un grigio-scuro {mas. ad.). Tinte generali più
chiare; parti superiori bruno-rossiccie; redini nerastre; gastreo più uniforme, grigio
nerastro, col centro dell'addome biancastro femm. ad. . l'arti superiori bruno-ce-
nerognole, tinte di lavagna come nell'adulto; ali e coda più scure, coi margini delle
ali più decisi; petto ed addome lavati di un fulvo piuttosto vivo (giov.).
Lunghezza totale 0,'"130; becco 0,'"009; ala0,'"058; coda 0,'"064; tarso p,'"020.
Abita l'Europa sud-occidentale, la Palestina, l'Algeria e dicesi anche la Grecia.
È specie stazionaria e abbastanza comune in Sardegna, in Corsica, in Sicilia, a
Pantelleria ed a Malta; sembra vivere in numero ristretto anche in Liguria, ed
è noto come fu colta due volte a Sestri. Pare meno abbondante, anche nelle lo-
calità da essa abitate, perchè vive nel più fitto dei cespugli. Nidifica in aprile e
maggio; ma si presenta anche di passo, giacché sarebbe di solito più copiosa d'estate.
Genere PHYLLOSCOPUS ('), Rote.
Becco sottile, piuttosto corto, dilatato alla base e fornito di setole, colla man-
dibola superiore leggermente curvata, compressa ed intaccata nella metà apicale;
narici allungate, laterali, basilari, munite di una membrana, che è parzialmente ri-
vestita di piccole penne setolose; ali alquanto lunghe, la 1 remigante primaria re-
lativamente grande, la 3a e la 4" le più lunghe; coda di 12 penne, leggermente for-
cuta; tarso scudettato sul davanti, esso ed i diti deboli e allungati: unghie ricurve.
Sessi quasi sempre simili, giovani poco differenti: tinte generali delicate, verdi e
gialle; ascellari ecuopritrici inferiori delle ali gialle: statura piccola; muta semplice.
Sono uccelli migranti che abitano le Regioni Paleartica, Etiopica ed Orientale,
una sola specie trovandosi nelle estreme latitudini nord-occidentali della Neartica;
sono abili cantori ed insettivori: costruiscono nidi subsferici con un foro laterale;
depongono uova bianche, con macchie rossiccie.
a) Becco largo alla base e alquanto piatto, fornito ili setole basilari assai svilup-
pate, (/nasi Muscicapino; mandibola superiore scura, l'inferiore chiara; nel piumaggio
non consumato si osservano due fascie alari, di cui la prima distinta, formata dagli apici
pallidi delle (/rondi cuojiritrici e la seconda superiore, poco appariscente e farinata dagli
apici pallidi delle mediane sottogen. ACANTHOPNETJSTE, Rlasius). (Secboltm).
187. Phylloscopus Eversmanni (2) (Middendorff-, Luì di Eversmann.
Parti superiori olivastre, lavate di giallastro sul groppone; un sopraciglio stretto,
ma distinto bianco-grigiastro, dal becco ai lati della nuca; gastreo bianco-grigiastre
(') Il Pkylloecopus coronatili (Temm. & Sohl.) fu accettato tra gli Uccelli Europei in base ad un esem-
plare colto il 4 ottobre 1S-13 a Helgoland. elle san-1. 1.. • stalo ceduto dal signor Kevmers al Brandt di
Amburgo (Gatke, Vogelus Helgoland, p. MOT. L891). Questa specie presenta una striscia cbiara e zolfina
sulla linea mediana della testa ed estesa sino alla nuca: il gastreo è bianco; l'addome verdastro; lun-
ghezza totale 0,'"135; becco 0'»,013 ; ala 0,m059; coda 0,™047; tarso 0,™017. Abita Dasnri, la Corea
ed il Giappone; migra lungo le coste della Cina, svernando a Hia\a e aelle Indie.
(2) Sylvia eversmanni, Middendorff, Sib. Beiee, p. tTs 1851, nec Bp); PhyUopneutte boreali», l'.la-
sius, Saumunnia, p. 313 (1858).
11IS
ATLANTE ORNITOLOGICO
sulla gola t sull'addome, petto e fianchi lavati di giallastro e di grigio; ali attra-
versale da dm [uscii bianco-grigiastre, delle quali una molto distinta sulle grandi
cuopritriei, la seconda poco accentuata sulle mediane: ascellari e cuopritrici infe-
riori delle ali gialle; becco Aerocefali no.
Becco Muscicapino ila Shakpei.
Becco Acroee/alino (da Sharpe).
Lunghezza totale 0,m120; becco 0,m013; ala 0,m068; coda 0,'"050; tarso 0,m020.
Proporzione delle remiganti: 3a e 4a le più lunghe; 2" lunga come o più della 6"
e intermedia tra la 5a e la 6a; la spuria e non eccedente le le cuopritrici, e che
misura, nella parte esposta, 0,,n0081 negli adulti e 0,m0105 nei giovani.
Abita il Fìnmark, spingendosi attraverso l'Asia fino all'Alaska, la Siberia
nord-orientale e la Mongolia; sverna nell'Arcipelago Malese, nel Malacca e nelle
isole Andamane. Venne colto a Helgoland, in Norvegia e nella Russia, nelle cui
parti boreali nidifica.
188. Phylloscopus nitidus, Blyth, Luì giallo.
Parti superiori, compresa la cervice, verde-brillanti ; un largo sopraciglio giallo-
zolfino, dal becco fino oltre l'occhio; gastreo giallo-zolfo; ali e coda bruno-scure,
col margine esterno delle penne verde-chiaro; due fascie sull'ala giallo-pallide,
una indistinta formata dagli apici delle cuopritrici mediane, l'altra cospicua formata
dagli apici delle grandi; piedi bruni; becco Acrocefalino (ad.).
Lunghezza totale 0,m118; becco 0,'"013; ala 0,"'0(51; coda 0,m049; tarso 0,n,018.
Proporzione delle remiganti: 2" più corta della fi" e della 8a; 3a e 4n le più
Lunghe; la spuria eccedente le le cuopritrici, e che misura, nella parte esposta, da
0,'"0149 a 0,m0152.
Abita il Caucaso ed il Transcaspio; sverna nell'India ed a Ceylan. In Europa,
oltre che nel Caucaso, comparve in Crimea e forse vi nidifica (Pleslce), un individuo
fu colto ad Helgoland nel 1867 (Gdtlce).
189. Phylloscopus viridanus, Blyth, Luì verdognolo.
Parti superiori verdi-o/ÙYwfr-o-cupe, più chiare e verdastre sul groppone; un
sopraciglio abbastanza distinto giallo-brunastro; gastreo bianco, sfumato di gialliccio
e tinto di grigio sul petto e sui fianchi; ali e coda brunastre, col margine esterno
verde-oliva, le grandi cuopritrici alari terminate di bianco-gialletto, che forma
una sola banda alare trasversale e cospicua; ascellari e cuopritrici inferiori delle
ali gialle; piedi plumbei (ad.).
ATLANTK ORNITOLOGICO 199
Lunghezza totale 0,'"114; becco 0,m0125; ala 0,m059; coda 0,m051; tarso 0,'"019.
Proporzione delle remiganti: 2" intermedia tra la 7il e la 8:( ; :i , 1 e 5a le più
lunghe; 1" spuria che eccede le le cuopritrici, e che misura, nella parte esposta,
da 0,n,013 a 0,m016.
Abita gli Urali, il Turchestan, il Kascmir e sverna nell'India. Compare nella
Russia Europea (distretto di Olonez, di Jaroslavl e di Kasan) e questi soggetti
furono da parecchi Autori attribuiti al P. plumbeitarsus, Swiuhoe ed al /'. Mid-
deiulor/fi, I\leves, che sono del tutto Asiatici e quasi certamente una sola specie; fu colto
tre volte ad Helgoland nel settembre 1878, nel maggio 1879 e nel giugno 1880 ed
una volta nel Lincolnshire (Inghilterra) nel settembre 1896- {(uhm Haigh).
b) Becco più stretto alla base, appiattilo, sottile, con setole basilari abbastanza svi-
luppate. Entrambe Ir mascelle ili sul/tu scure, ma l'inferiore in rari casi pallida. Nessuna
banda attraverso le ali (sottogen. Phylloscopus, Boie). {Seebohm).
190. Phylloscopus sibilator (Bechstein), Luì verde.
[ Phyllopneuste sibilatrix (Bchst.), Phylloscopus sylvicola Moni.), Phylloscopus sibilatrix (Bohst.)].
[Tav. XV, fig. 6 e Tav. XLIX, tìg. 13].
Parti superiori giallo-olivastre, tinte di giallo-canarino, più brillante sulla testa,
sul groppone e sul sopracoda; parte anteriore della fronte e sopraciglio, esteso sino
sui lati della nuca, di un giallo-zolfino-brillante; lati della testa, mento, davanti
del collo, gola, fianchi e calzoni di un giallo-zolfino-chiaro, in contrasto col petto, col-
l'addome e col sottocoda di un bianco-argenteo ; ali e coda con margini giallo-zolfo,
timoniere bianco-grigiastre sul margine del vessillo interno; ascellari grigio-pallide,
cuopritrici inferiori delle ali biaiico-giallette; becco Filloscopino (ad.). Più verdastro;
il giallo colora in parte il davanti del collo e del petto (giov.).
Lunghezza totale 0,m120; becco 0,m010; ala 0,m072; coda 0,'"050; tarso 0,m019.
Proporzione delle remiganti: 2a sempre più lunga della 5a; 3a la più lunga; la
la spuria piccola e stretta, più corta delle l6 cuopritrici e che misura nella parte
esposta da 0,m00759 a 0,m0101.
Abita l'Europa fino alla Svezia, manca in Norvegia; sverna nell'Africa nord-
orientale (ove anche in parte nidifica) e nell'occidentale sino alla Costa d'Oro.
In Italia è specie estiva e di passo; nidifica in poche coppie nel maggio e nel giugno
sui monti delle provincie settentrionali e centrali; è però più copiosa nel passo
primaverile che nell'autunnale; ma non è egualmente distribuita, mentre è rara in
Sardegna e nelle Puglie e manca in Corsica.
191. Phylloscopus trochilus (Linnaeus), Luì grosso.
[Phyllopneuste trochilus (LO |.
[Tav. XV, fig. 8, e Tav. XLIX, fig. 11].
Parti superiori olivastre, tinte di giallo sul groppone e sul sopracoda; sopra-
ciglio giallastro, abbastanza distinto; gastreo bianchiccio, tinto di giallo special-
mente sul collo e sul sottocoda, e con strie longitudinali dello stesso colore sul
petto e sull'alto addome; fianchi oliva-giallctti ; ali e coda bruno-nerastre, margi-
200
\ I I 1 N ] I. ORNITOLOGICO
nate di giallastro, le timoniere bianco grigiastre sul margine del vessillo interno;
ascellari e cuopritrici interiori delle ali giallo-zolfine; piedi bruni ; becco MUosco-
pino {ad.), l'arti superiori di un oliva più bru-
nastro; sopraciglio e gastreo di un giallo-vivo
(giov.).
Lunghezza lutale 0,m120; becco 0,m010; ala
0,"06f>; coda 0,m051; tarso 0,m021.
Proporzione delle remiganti: 2* più iurta della 5a
è nella massima parte dei oasi piti lunga della 6a;
3" e 4a le più lunghe; la spuria piuttosto grande ed arrotondata, più lunga delle le
cuopritrici, ma piuttosto variabile nella parte esposta, che misura da 0,'"0096
a Oj1"* > 1 r><. t ; ala molto appuntita.
Di questa specie, che talora va contùsa coll'affine P. sibilator, offro in succinto
i principali caratteri differenziali.
Becco Filloscopino kIu Shakpk).
a) Phylloscopus sibilator.
Ala da 0,'"070 a 0,m075.
Parti superiori di un giallo-olivastro,
la tinta gialla apparendo più brillante
sulla testa e sul groppone.
Sul gastreo la tinta gialla invade
il mento, la gola ed il davanti del collo;
apparendo meno decisa sui fianchi e sulla
parte più bassa del sottocoda, e fa con-
trasto con tutto il resto di un bianco-
sericeo.
Remiganti; la la piccola e stretta,
più corta delle grandi cuopritrici esterne
delle remiganti primarie, hi 2a sempre
più lunga della f>', la 3a più lunga di
tutte.
In Phylloscopus trochilus.
Ala da 0,'"062 a 0,'"068.
Parti superiori olivastre, talora con
una leggiera ombreggiatura bruno-ver-
dastra.
Gastreo bianchiccio, tinto di giallo
sul collo e sul sottocoda, e striato dello
stesso colore sul petto e sull'addome (ad.).
< lastreo gialletto, sfumato di fulvo, più de-
ciso sul petto e sui fianchi (gior.).
Remiganti; la 1" piuttosto grande
ed arrotondata all'apice, che eccede di
circa 0,m005 l'apice delle grandi cuopri-
trici esterne delle remiganti primarie,
2a intermedia tra la 5a e la 6a, la 3a e
la 4a le più lunghe.
Abita l'Europa fino alla Vallata del Pecciora e dello Jenissei ed il Caucaso;
sverna aell' Africa fino al Capo di Buona Speranza. In Italia è specie estiva nelle
Provincie settentrionali e centrali, sedentaria od invernale nelle meridionali e
nelle Isole. Nidifica in maggio e giugno, tanto sui monti del Veneto, quanto su
quelli della Sardegna e della Sicilia; ma è uccello irregolarmente distribuito, che
scarseggia sul versante Adriatico, il Veneto eccettuato, e che sempre è più co-
pioso al tempo del passo autunnale.
192. Phylloscopus Bonellii (Vieillot), Luì Manco.
[ Phyllopneuste Bonellii (Vieill.) ].
[Tav. XV, fiff. 7J.
l'aiti superiori di un fulviccio-bruno, che di primavera tende al cenerino-ver-
dastro, in contrasto col giallo del groppone e del sopracoda; un sopraciglio più visi-
lav. a».
1. Picchio nero (tf ad.). 2. Picchio nero ($>)• &• Picchio a dorso bianco (a* ad.). 4. Picchio a dorso bianco
(2). 5. Picchio rosso maggiore (j* ad.). 6. Picchio rosso maggiore (J). 7. Piccino rosso maggiore (giov.).
8. Picchio rosso mezzano. 9. Picchio rosso minore (o* ad.). 10. Picchio rosso minore (9). 11. Picchio tri-
dattilo (e? ad.). 12. Picchio tridattilo ( £ ). 13. Picchio verde (o* ad.). 14. Picchio verde (giov.). 15. Picchio
cenerino (q" ad.). 16. Picchio cenerino (<?)•
Ulrico Hoepli, Editare, Milano.
ATLANTE OBNITOl OGK •• 201
bile dopo l'occhio, bianco grigio; gastreo bianco sericeo, tinto di gialletto-scuro sui
fianchi, e talora ili gialletto-chiaro sul petto; ali <• coda aero brunastre, con i mar-
gini esterni giallo-zolfini; remiganti e timoniere con stretti apici più chiari, queste
col margine del vessillo interno bianco grigio; ascellari e cuopritrici inferiori delle
ali giallo-brillanti; becco Filloseopino [mi.).
Lunghezza totale 0,m120; becco (V009 ; ala 0,m066; coda 0, 048 ; tarso 0,m020.
Proporzione delle remiganti: .">'' e I' li' più lunghe; 2" più corta della ."> . più
lunga della 6a e intermedia ira la 5" e la 7': 5a poco più curia della ."> e della
I ; 1' spuria, più lunga delle l6 cuopritrici, ma meno che nel /'. trochikis e die
misura, nella palle esposta, da 0,m0152 a 0,m0125.
Abita l'Europa sud-occidentale e la Palestina; sverna in Africa, sino alla Nubia
ed al Senegal. In Italia è specie estiva, ma più copiosa alle epoche del passo.
Arriva in aprile e riparte in settembre. Non è generalmente distribuita e di solito
scarsa; è più frequente nell'Alta Italia ed in Liguria, non rara in Toscana ed
in Sicilia, rara altrove e specialmente -ni versante Adriatico, il Veneto eccettuato.
Noi) fu trovata in Corsica, e indie Puglie {De Romita), e sembra rara in Sardegna.
193. Phylloscopus rufus (Bechstein . Luì piccolo.
[Phyllopneuste rufa (Bchst.), P. collybita (err.l (Vieiix. . Phylloscopus collybista fViEif.1
[Tav. XV, fig. :» (■■ I'av. XLIX, iig. 15].
Parti superiori verde-olivastre, appena più chiare sul groppone; redini brunastre;
sopracciglio bianco-gialletto; lati della faccia ed una fascia attraverso l'occhio di un
oliva-cupo; gastreo bianco olivastro, tinto di gialletto e lavato di fulviccio-cupo
sui fianchi: centro del petto e dell'addome più biancastro; ali e coda bruno nera
stre, con i margini esterni verde-gialletti; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali
gialle; piedi nerastri; becco Filloscopi no.
Lunghezza totale 0,1" 115; becco 0,'"009; ala 0,m055; coda 0,'"047: tarso 0,'uls.
Proporzione tirile remiganti: 2a più corta della 6" e intermedia tra la 6" e la 9 :
3° e 4' le più lunghe; 6a, 7 ' e 8" gradualmente più corte tra esse; la spuria, sopra
vanzante di circa 0,"'00ó le l6 cuopritrici e che misura, nella parte esposta, da0,"'0163
a 0,'"0125; ala molto rotonda.
La statura minore, la tinta più cupa, l'ala rotondata ed i piedi nerastri di-
stinguono questa specie dal P. tmchìlus; inoltre, secondo il Saunders, il /'. trockilus
porta i vessilli esterni delle remiganti smarginati presso all'apice tino alla 5 pri-
maria, e nel /'. rufus tino alla 6a compresa.
Riguardo al /'. rufus sylvestris (Meisner), ecco quanto dice il Nauniann ' :
a) P. r. sylvestris: 2a remigante primaria eguale alla 8a; tra l'apice delle ali.
allo stato di riposo, e l'apice della coda intercorrono da 20 a 2"> mm.
li) V. rufus.- 2" remigante primaria assai più breve della 3a ed eguale alla 7 :
tra l'apice delle ali, allo stato di riposo, e l'apice della coda intercorrono 20 nini.
Il /'. /■. sylvestris sarebbe intermedio tra il /'. trockilus ed il /'. rufus; confron-
tato col P. trorl/i/us, gli adulti avrebbero le parti superiori più cupe e senza lime
verdi in generale, il colorito nel tutto più scuro, quello del gastreo meno giallo;
(') Naumann. Vog. Min. Europ. II, pag. 108 (^iiuova eilizioue. is;ts .
Atlante ornitologico. 26
21 IL' \ il \M I ORNITOLOGICO
confrontato col /'. rufus, sullo parli superiori esso apparirebbe più chiaro, cioè di
mi bigio-rossiccio, più cupo però sul pileo e sull'alto dorso e sfumato di rugginoso,
ciò che sarebbe più visibile d'autunno; inoltro il /'. rufus, di fresco mutato, sa-
rebbe tosto distinto pel gozzo ed il petto di un rossigno-gialletto, con le striscio
zolfine così particolari alla specie. La grandezza è intermedia tra le due specie,
cioè lunghezza totale da 0,,D098 a 0,m102; ala da 0,,n055 a 0,m059; coda da 0,m041
a 0,ra043; becco della t'orma del P. rufus, ma più grosso, più lungo e più largo.
Abita gli stessi paesi del P. rufus. Mi sembra inutile aggiungere, come io non
creda punto alla validità di questa l'orma.
Abita l'Europa, nidificando specialmente verso il Nord, è distribuito verso esl
tino al governo di Perm in Russia, ove si trova l'affine P. tristis, Blyth; sverna nella
Persia, nell'Asia Minore, nella Palestina, nell'Europa meridionale e nell'Africa
sino all' Abissinia ; nelle Canarie trovasi una sottospecie il /'. rufus fortunatus,
Tristram. In Italia è uccello stazionario; abita d'estate sugli alti monti, ove nidi-
fica nel maggio e nel giugno e ne discende all'avvicinarsi dell'inverno, perù in
massima parte sverna nelle provincie centrali e meridionali e nelle Isole, pochi
rimanendo nella Valle Padana. Nidifica certamente nel Trentino, nell'Alta, Italia, in
Sicilia ed in Sardegna, ed è abbondante specialmente durante il passo e nell'inverno.
194. Phylloscopus tristis. Blyth, I.iù sibcriano.
Diversifica dal /'. rufus pelle parti superiori più brune, e di un debole verde-
giallastro sul groppone; pel sopracciglio, le gote ed il gastreo più bianchi e pelle
tinte gialle sul margine dell'ala, sui calzoni e sulle ascellari; il becco e le zampe
sono più cupe, e la statura alquanto minore. Nei cangiamenti, cui questa specie
soggiace o per età o per stagione, essa e sempre più cupa e più bruna del P. rufus;
becco Filloscopino.
Lunghezza totale 0,m101; becco 0,m009; ala 0,ra052; coda 0,m046; tarso 0/"018.
La "proporzione delle remiganti è uguale a quella del /'. rufus.
È questo il rappresentante orientale del P. rufus; nidifica nella Vallata del
Pecciora nella Russia settentrionale, si trova verso occidente sino al governo di
Perm; sverna nel Turchestan e nell'India. A questo Luì devono riferirsi i sog-
getti trovali dal Seebohm nel basso Pecciora e da lui attribuiti al P.proregulus (Pal-
las . In Italia è specie affatto accidentale e molto rara; ne fu colto un maschio
ad. nel novembre 181)7 sul Cremonese (R. Museo ili Firenze)^).
e) Becco slittili-; mandibola superiore scura. Due fascie attraverso l< ali; ili solito
osservasi min stria centrale longitudinale sulla cervice (sottogenere Reguloides, Blyth.).
i Set boli ni).
195. Phylloscopus proregulus (Pallas), Luì di Pallas.
l'arti superiori di un verde oliva, più cupo sui lati della cervice e giallo-brillante
sul groppone, il detto colore ben //istinto da quello del dorso; fronte, un soprac-
(') il signor G. Vallon mi avverte (in Un.) di aver acquistato il 5 Dicembre 1001 un individuo <li
■ in- i.i cara specie sul mercato ili Udine. Lo studio (Ielle forme orientali del gen. Phylloscopus e dei più
intricati, e non si conosce bene quali meritano rea] nte rango specifico e quali si: semplici sotto-
specie " forme loculi.
v I I imi ORN tCO 208
ciglio visibile sino sui Lati della nuca, ed una linea mediana centrale sulla cervia
gialli) jinlliili ,■ gastreo bianco, tinto ili grigio sulla parte alta e di gialletto sul petto,
sui fianchi e sul sottocoda; remiganti e coda brune, marginate esternamente di
verde giallo e con gli apici delle cuopritrici medie e grandi di un giallo-brillante, '-io
che forma due fascie larghe e distinte sulle ali; vessillo interno delle prime penne la
terali della coda bianco-grigio sul margine; ascellari e cuopritrici inferiori dell'-
ali gialle; becco Filloscopino (ad.).
Lunghezza totale 0,m088; becco 0,'"00<>: ala 0, 053; coda 0, 038; tarso «VOI 7.
Proporxione delle remiganti: 2" uguale alla 8a; •"• e 5" uguali; la 1 di poco la
massima; 1 ' spuria, sopravanzante le cuopritrici e clic misura, nella parte esposta,
da <V"oM!> a 0,m0154.
Abita, la Siberia orientale, ove nidifica, non fu trovato nelle pani occidentali,
spingendosi solo fino alla Lena: sverna nella Cina meridionale e nell'India. In
Europa comparve anzitutto nel 1829 in Dalmazia [Saunders), poi a più riprese, e
come specie di apparizione autunnale abbastanza regolare, nel distretto di Oren-
burgo (Zaroudnoi), una volta certamente ad Belgoland nell'ottobre 1845 ed unse
condo, veduto soltanto, nell'ottobre 1875, e finalmente una femmina adulta nell'ut
tobre L895 in Inghilterra nel Norfolk (Southivell) ; finora non venne preso in Italia.
196. Phylloscopus superciliosus (Gmelin), Luì forestiero.
I Reguloides superciliosus (Gm.), Regulus modestus, Godld].
Colorito generale delle parti superiori oliva-verdastro, groppone e sopracoda
quasi concolori, ma leggermente più chiari e verdastri; testa più cupa, nel suo
centro vi è una linea verde-gialla scura, punto distinta; piccole cuopritrici oliva-
verdastre, marginate largamente di giallastre, le medie e le grandi bruno-scure,
verde-giallo dal lato esterno e terminate di giallo pallido, <piosti apici t'ormano
due lunule alari trasversali distinte; due macchie brune sull'ala, prodotte dalle basi
delle cuopritrici 1" e delle remiganti 2": lati della faccia di un oliva-cupo; una linea
scura attraversa l'occhio, e corre lungo il margine superiore della regione paro-
tica; palpebre ed un sopraciglio distinto, ed esteso l'ino sui Ioli ih Ilo nuca giallo-
pallidi; gastreo biancastro, lavato di verde-giallo, più smorto sull'addome; coda
bruna, col vessillo interno delle laterali marginato di bianco; cuopritrici inferiori
delle ali bianco-gialli': ascellari giallo-zolfo-vivaci; becco Filloscopino [ad. in prim.).
Tinte più olivastre: stria centrale del vertice più bianca e più distinta; doppia
banda alare più gialla e più accentuata (mi. in a/ut.).
Lunghezza totale 0,'"096; becco 0™009; ala 0,m053; coda 0,m041; tarso 0/"01s.
Proporzioni delle remiganti: .'>', 4:| e 5a le più lunghe; la 2ri di solito intermedia
tra la 6a e la "', e talora tra la 7 e la 8a; 1 spuria sopravanzante le le cuopri-
trici, e che misura, nella parte esposta, da 0,"'012G a 0,'"0139.
Abita la Siberia dalla Valle dell'Obi sino al mare di Ochotsk; sverna nella
('ina meridionale, nel Burma e nell'India. È accidentale d'autunno in Europa; venne
preso almeno sette volte nelle Isole Britanniche, non meno di ottanta volte ad
Helgoland e poi in Danimarca, in ((landa, presso Berlino e Vienna, in Palestina
(Tristram) e nel Turchestan (Severtxow). E pure accidentale in Italia, il primo venne
preso nel settembre 1847 sul Milanese (Coli. Conte Camozzi), un secondo nell'ot-
tobre L893 a Udine (R. Museo ili Firenze), un terzo a Nizza nell'ottobre 1894 [Oal,
20 t atlanti; orni ri >i,ogii o
ih -1 /;. Museo 'li Firenze), un quarto nel settembre L897 [iure a Udini' Valimi'.
Il /'. superciliosus, citato dal Perini pel Veronese, altro non rappresenta se non
individui del /'. rufus.
Genere HYPOLAIS ('>, C. L. Brehm.
Becco subeguale alla testa, forte, molto lungo, specialmente alla base, ove è
più largo che alto, diritto, alquanto compresso verso l'apice, ove è leggermente
intaccato, con setole basilari deboli e peli supplementari indistinti; narici basilari,
ovali ed esposte: ali piuttosto lunghe, acute, la 1 ' remigante primaria spuria e
molto corta, la '.V in generale la massima; coda leggermente rotonda; tarso scu-
dettato sul davanti, più lungo del dito mediano con unghia; diti piccoli; unghie
corte, ma molto ricurve, specialmente quella del dito posteriore.
Abitano più che altro il bacino del Mediterraneo e la Regione Paleartica, ed
alcune specie le regioni nordiche dell'Etiopica e dell'Orientale. Amano i boschi,
anche umidi, le località acquitrinose ed i giardini; fabbricano nidi quasi sferici,
lo uova da 4 a G sono di tinta affatto particolare, cioè violetto-pallide o porporine
con macchie nero-porporine; sono più o meno migranti; hanno muta doppia, però
i cangiamenti di stagione sono poco accentuati, d'autunno la tinta generale è più
grigiastra e non presentano bande alari; i sessi sono simili ed i giovani poco dif-
ferenti dagli adulti; sono buoni cantori, in gran parte insettivori e talora si pro-
curano il cibo volando.
a) Colorito delle parti superiori verde-oliva; gastreo giallastro; roda quasi qua-
drata (sottogen. HYPOLAIS, C. L. Brehm). 'Seebohm).
197. Hypolais hypolais (Linnaeus), Canapino maggiore.
{ Hypolais icterina i Virili,.) |.
[Tav. XV, Bg. 5, e Tav. XI, IX, fig. 12].
Parti superiori verde-olivastre, (tendenti al cenerognolo di autunno', le infe-
riori giallo, ohe volgono al color limone; bordo esterno delle 2e che tende al gial-
letto od al venie uliva: piedi grigio bluastri : becco Acrocefalino.
Lunghezza totale 0,m136; becco 0,m013; ala 0,m075; coda 0,m053; tarso 0,™021.
Proporzione delle remiganti: l' spuria, appuntita e stretta, che non sopravanza
['apice delle 1" cuopritrici; la 2° intermedia tra la 4a e la 5a, più lunga di queste
e subeguale a quelle: 3a e 4a subeguali; la .">' essendo la massima.
Questa specie abita l'Europa ed è comune nella Scandinavia, ma accidentale
in Inghilterra; sverna in Africa. In Italia è uccello estivo e di passe, comune, arriva
in aprile e parte in settembre. Nidifica ovunque, ed alleva due covate. Sembra
mancare in Corsica e torse in Sardegna, ed è di sola comparsa autunnale nelle
Puglie, sicché non è egualmente distribuito.
I.ii [Sysl. .Ve/.. I. pag. 185. 1758) Borisse erroneamente Hippolaìs, esso deriva da bjroAatg,
e Tu bene corretto con Hypolais.
mi VNT1 OKNI'I U 0 205
198. Hypolais polyglotta (Veeilloi . Cornammo.
Parti superiori ili un gialletto-olivastro, leggermente ombreggiato di brunastro;
parti inferiori giallo-zolfine; bordo esterno delle 2° che volge al biondo; piedi
bruno-pallidi; bei-co Aerocefalino.
Lunghezza totale 0,m125; becco 0,'"014; ala 0,m062; coda 0, 050; tarso 0,m021.
Proporzione delle remiganti: \' spuria, larga ed arrotondati/ all'apice, e che so-
pravanza notevolmente (0,mO0b) le !• cuopritrici; 2" intermedia ira la t; e la 7 .
più corta «Iella 5" e di solito della 6 ; •"• e 1 eguali e le più lunghe, la 4° di
solito la massima. Offro (ini le differenze, 'die mi apparvero più indicate, adivi
dere 1'//. hypolais dall'affine //. polyglotta.
a Hypolais hypolais. I> Hypolais polyglotta.
Statura daO,m122 a 0,m142, su dodici Statura da 0,m120 a 0,m130, su dodici
esemplari. esemplari.
Lunghezza dell'ala .da 0,'"071aO,"'080. Lunghezza dell'ala da0,,"0G0a0,'"065.
Parti superiori di un verde-olivastro, Parti superiori di un gialletto-oli-
(tendente al cenerognolo di autunno). vastro, leggermente ombreggiato di bru
nastro.
l'arti inferiori di un giallo, che tende l'arti inferiori di un giallo-zolfino,
al limone.
Remiganti: la la appuntita e stretta, Remiganti: la 1 Larga ed arroton-
e (die non sopravanza l'apice delle grandi data all'apice, e che sopravanza note-
cuopritrici esterne delle remiganti pri- volmente (0,'"005) le grandi cuopritrici
marie, la 2:l più lunga della 5a e quasi esterne delle remiganti primarie. 21 più
eguale alla 4a, 3a e 4a quasi eguali, la corta della ."> e di solito della 6a, :ì;' e
3a essendo la più lunga. 4a eguali e le più lunghe, la 4 essendo
di solito la più lunga.
Bordo esterno delle remiganti se- Bordo esterno delle remiganti se-
condarie che volge al gialletto, od al condarie che volge al biondo,
verde-olivastro.
Abita l'Europa meridionale e l'Algeria, giungendo accidentalmente in Inghil-
terra, e irregolarmente nella Fi-ancia settentrionale e nel Belgio; sverna in Africa,
fino alla Senegambia. In Italia arriva e parte assieme alla specie precedente, colla
quale è confusa; in alcune provincie ne sembra sia più frequente, in altre meno
comune (Sicilia e Veneto); mancherebbe in Corsica, in Sardegna ed a .Malta. Ni-
difica, ed io la credo ovunque più scarsa della //. Illumini*.
b) Colorito i/i in rulr ih Ih parti superiori bruno i grigio; parti inferiori bianchi o
bruno-pallide; penne laterali della coda più brevi delle più lunghe da >>.■ 0038 a 0,m0051
(sottogen. Ini'NA, Bonaparte).
199. Hypolais olivetorum Steickland), Canapino levantino.
| Canapino (Irgli o/in fi ].
Parti superiori e lati del eolio di un grigio-brunastro, sfumato di oliva, più deciso
sul groppone e sul sopracoda, più brunastro sulle remiganti, che sono marginate
206 ATl.AN II ORNITOLOGI! 0
e terminate di bianco-sudicio; sopracciglio indistinto e biancastro; gastreo bianco,
lavato ili giallo-fulviccio pallido sul petto e sull'addome e di fulvo-grigio sui fianchi;
bec< n Acrocefalino.
Lunghezza totale 0,' L52; becco 0,m016; ala 0,m085; coda 0,n,070 ; tarso 0,m024.
Proporxùnu delle remiganti: V molto piccola, e che misuradalla giuntura cai-pale
all'apice o. o:;hi e più carta delle 1' cuopritrici ili 0, 0055; 2a intermedia tra la
4:' e la 5 e quasi eguale alla 41. la 41 un po' più Lunga; la 3" la massima.
Abita la Grecia, le Isole Ionie. l'Asia minore, la Palestina e l'Algeria, fu tro-
vata anche nella Spagna {Saunders); sembra svernare nell'Africa centrale. E
accidentale in Italia, un esemplare colto nel 1862 a Sarzaha in Liguria è cella
Colle/ione Magni-Griffi {Carazxi), un secondo venne preso nel maggio issopi-esso
Bari i R. Museo ili Fin n
200. Hypolais pallida (Hempeich & Ehrenberg), Canapino chiaro ellenico.
\~ Caneparola forestiera, Campino chiaro |.
Parti superiori di un grigio piuttosto olivastre, tinto di rossiccio sul dorso e sul
groppone; sopracciglio, poco distinto, bianco-giallo; gastreo bianco-sudicio, candido
sulla gola e sul centro dell'addome, lavato di bruno-giallognolo sui fianchi; becco
Acrocefalino.
Lunghezza totale 0,m130; becco 0,ra012; ala 0,m066; coda 0,m058; tarso 0,"'021.
Questa specie va facilmente confusa coli' Acrocephalus palustris, ma se ne di-
stingue facilmente pel becco- più depresso, la tinta più cenerognola, mentre VA.
palustris ha predominio di colore olivastro, e più che altro pei seguenti caratteri:
ai Hypolais pallida. b Aerocephalus ]inìustris.
Coda troncata. ('"da graduata.
Prima remigante discretamente svi- Prima remigante molto corta, stretta,
luppata, simile ad una piccola penna nor- assai acuminata all'apice, e che non 61
male coll'apice Leggermente acuminato, trepassa le grandi cuopritrici esternedelle
e che oltrepassa di circa 0,m005 l'apice remiganti primarie.
delle grandi cuopritrici esterne delle re-
miganti primarie.
Remigante 2" eguale alla 6', e più Remigante 2" più lunga «Iella 4:l di
corta della I di circa 0,m004; 3" e P ,.jn.a 0,'"005, e più lunga della 6a da
eguali e le più lunghe. 0,m008 a circa (V'Oli; 2* e •"■ l in gene-
rale eguali e le più lunghe.
11 carature delle relative lunghezze offerte dalle remiganti primarie di queste
due specie (e precisamente //. pallida, 3 uali e le più Lunghe, ma più che altro
1. palustris, -2 più lunga della 4' di circa "."005 e della 6 da 0,m008 a 0,m011,
2" ,■ .", eguali e le più lunghe) mi sembrano di poco momento, ad esempio fra i
molti esemplari di .1. palustris della mia Collezione, cito un soggetto da Cremona
ma - Luglio 1897 (n. 2295 del Cai) > nel quale l'ala sinistra ha la. 2° remi
gante più Lunga della 4° di 0,m004, mentre nella destra e più corta di (),'"002,
inolile la muta intralcia di molto, potendo facilmente Le penne essere collose o
\ i r \\ 1 1 iii:n ,OGICO 207
d'incompleto sviluppo; i caratteri offerti invici- dalla 1 remigante primaria sem
brano del tutto costanti.
Abita l'Europa orientale-meridionale e l'Africa occidentale; sverna nell'Africa
orientale, fino all' Abissinia. E specie accidentale in Italia; due esemplari furono
colti nel 1863 lungo la Magra nella Liguria orientale (Coli. Magni- Griffi e E. Mu
seo ili Pisa}, un terzo ucciso pure in Liguria è nel Museo Civico di ninniti, un
quarto preso nei dintorni ili Pisa è nel II. \Luseo di Firenze, un quinto sarebbe
sratu ucciso presso Rovereto nel Trentino, secondo il dr. Untersteiner Bonomi) e
finalmente un sesto presso Bergamo ne] settembre 1898 (fidi Brogi .
201. Hypolais opaca (') (Ltnn i:\mi t\). Canapino chiaro illirico.
Eguale all'//, pallida; ma è di statura maggiore; il becco più largo e meno
depresso; la prima, remigante alquanto più grande e che eccede ili 0,' 0063 le pri
marie cuopritriei; le sottocaudali ricoprono appena i - 5 della coda e le ali non
arrivano alla metà di questa; mentre nell'i?, pallida le sottocaudali ricoprono più
dei 3 della coda e le ali arrivano alla metà della coda, beninteso allo stato ili
riposo, de] resto la formola alare è la stessa.
Lunghezza totale 0,ra135; becco 0,m014; ala 0,m070; coda 0,m063 ; tarso 0,m023.
Abita l'Europa sud-occidentale, cioè la Spagna e l'Africa nord-occidentale
(Algeria e Marocco) ; sverna nell'Africa equatoriale occidentale. È affatto acciden-
tale in Italia; un esemplare venne colto a Nizza nell'agosto 1863 II. Mn.su/ ili
Fin n: i\.
202. Hypolais caligata (Lichtensteuj) 2), Canapini) asiatico.
l'arti superiori e lati del collo di un bruno-grigio, tendente al rossigno, più cupo
sulla testa, più chiaro sul groppone; sopracciglio fulviccio, poco distinto; gastreo
bianco sul mento e sulla gola, tinto di fulviccio-acceso nel rimanente ; ali bruna-
stre, con margini bruno- rossicci; becco Aerocefalino.
Lunghezza totale O,"i20; becco 0,m012; ala 0,m062; coda0,ra048; tarso 0,n,021.
Proporzione delle remiganti: l' spuria, più lunga delle 1'' cuopritriei di (),'"0051;
•J ' più corta della 3a ed intermedia tra la ti e la 7 ; 3 la massima.
Abita il Kascmir, il Turchestan e la Siberia meridionale; sverna nell'India;
In Europa, comparve una volta ad Belgoland Gàtkt e più volte nella Russia set-
tentrionale i Weves) e negli Urali meridionali (Eversmann, Meves, iti).
Genere ACR0CEPHALUS. Naumann.
Becco «piasi diritto, più largo ile1 alto alla base e pialle, cui culmine rial
zato, e leggermente intaccato all'apice; setole bene sviluppate e disposte eri/.
(') Probabilmente V Hypolais pallida i- il rappresentante orientale e V il. ninna L'occidentale ili mia
medesima specie.
Xaimiaiin lumini edizione) propone il nome di //. salicaria Pallas . Zoogr. Ross.-Atiat., I, p. 192,
N. 127, excl. syn. (1811), mentre il nome del Liclitenstein • del 1823.
208
ATLANTE ORNITOLOGI! 0
zon talmente; ali piuttosto corte, 1" remigante primaria piccolissima, non eccedente
le 1'' cuopritrici, elio eccezionalmente, '■'>' ili solito la più lunga; coda di li* penne
rotondeggiante o cuneata, piuttosto lunga, cuopritrici inferiori della stessa relati-
vamente culle; tarso scudettato; gambe, diti e unghie lunghe e l'orti, queste ab
bastanza ricurve. Tinto generali brunastre.
Si conoscono parecchie specie di questo genere, che abitano il Mondo Antico
e due soltanto l'Australia; in gran parte sono migranti e ottimi cantori; siciliano
di insetti; abitano le paludi ed i luoghi umidi e bassi. Hanno muta doppia; i sessi
--ono simili ed i giovani poco differenti. Attaccano i loro nidi sferici alle canne
e sui cespugli, o li sospendono sulle acque, le uova da I a li sono grigie o verde-
grigie nel l'ondo di tinta, con macchie scure più o meno fitte.
Non ho diviso i Calamodi dagli Acrocephali, perchè questi due generi si anno-
dano strettamente per mezzo di specie esotiche intermedie.
al Cervice, Ini i due sopraccigli, con il 'ir o più faseie longitudinali som-: limi,
piuttosto stretto alla base, come nel genere Locustella, ma colle setole abbastanza svilup-
pate; i-min rinni fornir r i>iiitt<istn n, riti (gen. CALAMODUS, Kaup).
203. Acrocophalus schoenobaenus M (Linnaeus), Forapaglie.
ICalamodyta phragmitis (Bchst), C schoenobaenus i ..>. Calamodus schoenobaenus (L.)].
| Tav. XVI, fig. 1 e Tav. XXIX, fig. !» |.
Cervice bruno-nerastra sul centro delle penne, lionato-olivastra sul margine,
in guisa da formare quattro strie longitudinali sulla cervice; un largo sopracciglio,
dal becco fino sopra la regione parotica, bianco-pialletto; parti superiori bruno-
Becco Locwtellino.
'l'est:! di .1. aquaiicus
gr. n;il.
Testa ili -l. «c&oenoftoi »us
gr. nat.
nerastro pallide nel centro didle penne, lionato olivastre sul margine; groppone
e sopracoda lionato-olivastri; ali bruno nerastre, con larghi margini più chiari;
gastreo bianco-ceciato, più vivace sul petto e rossiccio sin fianchi, sul basso ad-
dome e sul sottocoda: ali bruno nerastre, con larghi mar-ini più chiari: becco
Locustellino (ad.), l'ani superiori più rossiccie e cui centri neri più appariscenti;
gastreo più vivace: bassa gola, davanti del collo e allo petto con tacche nerastre
triangolari (giov.).
Alcuni Anturi niuilcrni. hasuinlusi sul latin clic l.i i ascrizione della Molacilla schoenobaenui
offerta 'la Linneo Syst. Sui. I. pag. 184, I7.'>si ,. punto esatta, preferisc i adottare pei questo uccello
il nome imi recente ili Acrocephalìit (Sylvia) phragmitis, Bchst. (1802).
l. Tortora. 2. Colomba» ilombella. l. Gallo
di monte (tf ad.). 6. Fagiano di monte (e? •"'< iah" ''' m ' '"'''
vii INTB ORNITOLOGI! " 209
Lunghezza totale 0,'"125; becco 0,'"011; ala 0,"'0G4; coda 0,'"(t:»o: tarso
0,ra023.
Proporzione delle remiganti: 1 ' appuntita e sottile, più corta o subornale alle
1° cuopritrici; 2a più Lunga della I'; 3" la più lunga [cfr. huscmiola melanopogon
iTeinminckl|.
Va soggetta a varietà albine.
Abita l'Europa e l'Asia, fino allo Jenissei ed il Turchestan Severtxow ; sverna
nell'Africa settentrionale e centrale, sino al Damara. In Italia è specie estiva e
di passo, molto comune nelle paludi; arriva in aprile e riparte in ottobre. Nidi
fica. Sarebbe poco abbondante in Sardegna (Giglioh e rara v nelle l'urlio h*
Romita).
204. Acrocephalus aquaticus (Gmelin), Pagliarolo.
Calamodyta aquatica (Gm.), Calamodus aquaticus (Gm.)].
[Tav. XV, fig. 17, 18 e Tav. XI.IX. fig. 10].
Due bande bruno-nerastre sulla cervice, il cui centro è occupato da una fascia
longitudinale bianco-fulva, un largo sopraciglio bianco-fulvo, dal becco fino alla re-
gione parotica; parti superiori lionato-fulvo-grigiastre, col centro delle penne scuro-
nero distintissimo, groppone e sopracoda con tali centri meno distinti, ma sempre
prese//// e la tinta di fondo più vivace; gastreo bianco, tinto di ceciato, più accen-
tuato sul petto, sui fianchi e sul sottocoda e più pallido sulla gola e sul centro
dell'addome; becco LoeusteUino (ad.). Parti superiori più grigiastre ; gastreo giallo-
fulvo-acceso, biancastro sul centro dell'addome; gola e fianchi con numerose
e strette striscie nerastre sul centro delle penne, più cospicue sui fianchi
(giov.).
Lunghezza totale 0,'"125; becco 0,'"011; ala 0,'"065; coda 0,'"050; tarso 0,'"022.
Le tinte della testa e delle parti superiori distinguono a priori questa specie
dalla precedente.
Un tempo si riteneva che VA. aquaticus e la Sylvia cariceti, Naumann [Isis,
p. 785, 1821) fossero due differenti specie; ma ora è noto indubbiamente che
VA. aquaticus è il Pagliarolo in abito di autunno e di giovane, e la S. cariceti lo
stesso uccello in livrea completa di primavera (vedi tav. XV. fig. 17 e 18).
Abita l'Europa temperata ed il Nord dell'Africa; sverna in Africa: è acciden
tale nelle Isole Britanniche, ma non giunge nella Scandinavia. Arriva e riparte
alle epoche del Forapaglie, ma non è egualmente distribuito; così è comune Del
Veneto, in Toscana ed in Sicilia, ove nidifica; è poco comune nelle Marche e nel
Piemonte, sembrava mancasse nelle Puglie (De Romita), ma io ne conservo alcuni
provenienti da Foggia (mia Collezione); qualche individuo sverna in Sicilia (Do-
derlein). È in generale meno comune del precedente.
b) Cervice nello spazio tra i sopraccigli uniforme; becco largo alla basi i più ro-
busto che ori gen. Locustella, colle setole abbastanza sviluppate; coda quasi quadrata e
mediocre igen. Acrocephalus, Naumann).
Atlante ornitologico. ~~
210 ATLANTE ORNITOLOGICO
205. Acrocephalus arundinaceus 'i (Linnaeus), Caniuvreccione.
[ Acrocephalus turdoides (Meytsb)].
[Tav. XV, fig. Il <■ Tav. M.IX. fig. 6].
Parti superiori bruno-olivastro-rugginose, più scure sulla testa, più chiare sul
dorso, sul groppone e sul sopracoda; sopracciglio indistinto bianco-sudicio; gastreo
bianco, lavato di rossigno-carico sul petto e sui fianchi e con poche strie indi-
stinte sulla gola; coda bruna, marginata e terminata ili biancastro-rossiccio; becco
Acroce fatino ; piedi bruno pallidi (ad.). Più rossastro sulle parti superiori e più chiaro
sul margine delle penne; gastreo rossigno-ocraceo; gola biancastra, con strie poco
distinte, anche sul davanti del collo; remiganti 1° terminate di biancastro (giov.).
Lunghezza totale 0,m195; becco 0,m018; ala 0,m095; coda 0,m078; tarso 0,m029.
Abita l'Europa centrale e meridionale e l'Asia occidentale, è rara nell'Europa
settentrionale; nell'Asia orientale è surrogata dall' A. orientala (Temminck & Schle-
gel); sverna in Africa, sino al Capo di Buona Speranza. In Italia è specie estiva
e di passo, comune, arriva in aprile e ci lascia a ottobre. Nidifica ovunque, da
maggio a luglio. Abita le paludi ed i folti canneti. Il suo canto è modulato, me-
tallico e molto forte, esso si può riprodurre cosi: Kàrr kàrr kàrr, — Dorè ilare
dorè, - Karre, karre, karre, — Kai Icei lai lei, -- Karra-lcarraìded (Naumanni.
206. Acrocephalus palustris (Bechstein), Cannatola verdognola.
[Tav. XV, flg. 16 e Tav. XL1X, fig. 8 |.
Parti superiori grigie, tinte di olivastro; gastreo bianco-fulvìccio vivace, l'ulvo-
gialletto sul petto, sui fianchi e sul sottocoda, più scuro sui fianchi, quasi bianco
sul mento, sulla gola e sul centro dell'addome: coda graduata, essa e le remiganti
di un bruno nerastro-pallido, più sbiadito sulla coda e col margine più chiaro e più
<'-teso sulle 2°; becco Acrocefalino (ad. in. prim.). l'arti superiori con una Legge
rissima tinta rossiccia, più pallida sul groppone <"/. in aut.).
Lunghezza totale 0,m135; becco 0,m013; ala 0,m068; coda 0,m055; tarso 0,m022.
Parlando dell'//, ■pallida, diedi i tratti caratteristici e differenziali tra essa
eia presente specie, qui noto però come VA. palustris somigli molto anche all'. 1.
strepervi e ne offro le differenze principali:
a) Acrocephalus palustris. b) Acrocephalus streperus.
l'arti superiori grigie, tinte di oli- l'arti superiori olivastro-rugginose,
vastro. con la tinta rugginosa più vivace sul
groppone.
l'arti inferiori più bianchiccie, tinte l'arti inferiori bianchiccie, tinte di
di giallastro sul petto, sui fianchi e sul ceciato-vivo sul petto, sui fianchi e sul
sottocoda, più scure sui fianchi; 2:| re- sottocoda, piùscuresui fianchi; 2a remi
migante in generale più lunga della 4'. gante in generale più corta della 4'.
(') La descrizione che Linneo (1758J offre del suo Furihi» ui-midiimi < ■«* e. cosi poco chiara, che alenili
Aulori preferiscono chiamai questa Bpecie eoi nomi ili dcrocephalus lacustris Naumann, 1811) o ./. ittr-
doides i Meyér, L816 .
ATLANII iiKMDH.oKICO -Il
Abita l'Europa continentale e L'Asia occidentale, sino alla Persia; è acciden
tale nelle Isole Britanniche ed incerta è la Bua comparsa nella Scandinavia. Nell'Alta
Italia è specie estiva e comune, vi arriva in aprile e riparie nell'ottobre dopo
aver nidificato, nelle provincie centrali e meridionali è fora inulto tara, dico forst
perchè è sempre assai tacile, ma specialmente d'autunno, confonderla col co-
nnine ed affine A. streperus; l'ebbi dalla Valle Padana, dalla Liguria, dalla Toscana,
dalla Sardegna e dalla Sicilia (mia Collezione) (l).
207. Acrocephalus streperus (Vieillot), Ccmnajola.
| Acrocephalus arundinaceus (Lightfoot) |.
[Tav. xv. fig. 15 e Tay. m.ix. ag. 7].
Parti superiori oliva-rugginose, con la tinta rugginosa più vivace sul basso
dorso, sul groppone e sul sopracoda: un sopracciglio indistinto, fulvo-gialletto-pal-
lido; gastreo bianchiccio, tinto di ceciato-vivo sul petto, sui fianchi e sul sottocoda,
più scuro sui fianchi e più chiaro sulla gola e sul centro dell'addome; piedi bruno-
cenerognoli; becco Acrocefalino.
Lunghezza totale 0,m135; becco 0,m012; ala 0,ra069; coda 0,m056; tarso 0,m022.
M'ita l'Europa, fino alla Svezia meridionale e l'Asia occidentale, sino al Tur-
chestan; sverna in Africa. In Italia è specie estiva e di passo, giunge in aprile
e riparte in ottobre, è ovunque comune nelle paludi. Nidifica, e qualche individuo
pare sverni in Sicilia (Doderlein), ciò che non è certo, perchè venne trovala colà
solo fino a novembre ( '-').
208. Acrocephalus dumetorum, Blyth, Cannajola di Bh/th.
Parti superiori bruno-olivastre, leggermente più olivastre sul groppone, e col
margine più chiaro sulle cuopritrici alari e sulle 2e interne; remiganti e timo-
niere più cupe, con stretti margini bruno-olivastri: gastreo fulvo-brunastro, col
mento, la gola, il centro dell'addome, le cuopritrici inferiori delle ali e le ascel-
lari fulvo-biancastre; becco Acrocefalino imi. inprim.). l'arti superiori tinte di ros-
siccio ((ni. in n/i/.i.
Lunghezza totale 0,'"140; becco O,m011; ala 0,'"064; coda (V066; tarso 0,m023.
Proporzione delle remiganti: 1" piccola, corta e subeguale alle 1'' cuopritrici;
2" sempre più corta della F>:|, e di solito intermedia tra la 6" e la 7"; la coda è
leggermente rotonda.
Abita la Russia settentrionale, da Pietroburgo alla Vallata dello Jenissei verso
est, e l'Imalaia dal Kascmir al Nepal; svernando nell'India ed a Ceylan.
209. Acrocephalus agricolus (Jeedon), Cannajola ili Jerdon.
Parti superiori di un bruno-rossiccio-pallido,più scuro e brunastro sulla testa, più
vivace sul groppone; sopracciglio biancastro, abbastanza distinto: gastreo bianco,
(') I.' Icroeephàlvi paluttris frulicolvs NTaumann) sarebbe il giovano de.ir.-i. palustri* e non sotto-
specie distinta.
(*) h' Acrocephalus strepervi hortieolus (Nanmann), che alenili Autori ritengono intermedio tra VA.
strepervi e VA. palustri!, aarebbe un puro e semplice A. strepervi.
212 ATLANTI". ORNITOLOGICO
tinto di fulviccio-vivace sul petto, sui fianchi e sul basso addome: ali e coda mar-
ginate di bruno-fulvo; becco sottile, Filloscopino (ad. in prim.). Parti superiori più
rossiccie (ad. in aut.).
Lunghezza totale 0."'128; becco 0,'"01 1 ; ala 0,"'0.r>7; coda 0,' 056; tarso 0,'"021.
Proporzione delle remiganti: 1" più lunga che nei tipici Aerocephali, lunga come
le le cuopritrici negli adulti, ed eccedente le stesse di 0,m0038 nei giovani; 2 in-
termedia tra la 6a e la 7a, e più corta della 5a; 3a e 4'' subeguali e le più lunghe;
ernia molto rotonda.
Abita la Valle del Basso Volga, verso est fino al Turchestan e forse alla Cina.
e l'Imalaia dal Kascmir al Nepal; sverna nell'India. Dresser conserva due sog-
getti uccisi a Jekaterinburgo, negli Urali Europei, avuti dal Sabanaeff.
Genere LOCUSTELLA. Kaup.
Ha i caratteri del gen. precedente, ma ne è distinto pei seguenti:
Becco sottile e non piatto, tanto alto che largo alla base; setole basilari
molto piccole ed indistinte; V remigante primaria assai piccola e di solito non
eccedente le le cuopritrici, la 2:' la massima; coda più tondeggiante, con le cuo-
pritrici inferiori più sviluppate e di solito più lunghe delle timoniere laterali: tinte
predominanti bruno-rossiccie, o bruno-olivastre.
Questo genere consta di otto specie, che abitano la Regione Paleartica, sver-
nando nell'Africa, nell'India e nelle Mollicene. Sono migranti e mutano due volte
all'anno; non cantano melodiosamente; abitano in ispecial modo, ed alcuni esclu-
sivamente, le località paludose; le uova, da 4 a 6, sono bianco-rossiccie, fittamente
macchiate di rossiccio o di bruno-rossiccio; nidificano di solito non sulle canne,
ma nei bassi cespugli a poca altezza da terra.
a) Parti superiori ili colore quasi uniforme; tinta della faccia inferiore dello coda
{///osi uniforme; becco leggermente ricurvo e piuttosto forte; ali mediocri e sultaciite (ge-
nere POTAMODUS, Kaup).
210. Locustella luscinioides, (Savi), Salciajola.
| Lusciniopsis luscinioides (Savi), Potamodus luscinioides (Savi)].
[Tav. XVI, fig. 4 ].
l'arti superiori castagno-brune, tendenti all'olivastro, più cupo sulla testa e
sulle remiganti, più chiarosul groppone; sopracciglio indistinto fulviccio; gola e centro
dell'addome di un bianco-puro; il resto delle parti interiori di un lionato-rossiccio,
i Banchi e le cuopritrici inferiori della coda (più lunghi delle timoniere laterali)
di un bruno-rossiccio-pallido, collo stelo e la parte apicale delle penne biancastri; coda
Imma, larga e arrotondata all'apice; becco Locustellino. Alcuni soggetti presentano
macchiette lanceolate cenerino-brunastre, colla punta rivolta all'insù, sulla gola,
sui lati e sulla parte anteriore del collo, indipendenti da stagione e da sesso.
Lunghezza totale 0,m145; becco 0,'"0 13; ala 0/"066; coda 0,'"060; tarso 0,m023.
Abita l'Europa nord-occidentale (Inghilterra), la centrale-orientale, sino alla
Russia meridionale ed al Turchestan occidentale, fu colta a Cipro ed una volta in
ATI.ANTK ORNITOLOGICO L'I::
Palestina; sverna Dell'Africa, ove però è anche stazionaria <• nidificante. In Italia
è specie molto localizzata, comune in alcune paludi del Veneto (Valli del Po, Pado-
vano, Veneziano, Veronese) ed in Toscana palude ili Massaciuccoli); altrove è rara
ed anche accidentale, ciò che domani potrebbe sembrare erroneo, abitando essa
i canneti più folti ed impenetrabili e potendo perciò molto facilmente sfuggire
alle indagini più accurate. Arriva di aprile e parte di settembre; sembra stazio
naria in Toscana (Gragnani). Nidifica, e cova tanto il maschio, quanto la femmina.
211. Locustella fluviatilis (Metee >v Wolf), Salciajola fluviatile.
I Lusciniopsis fluviatilis M. & W. , Potamodus fluviatilis M. & W.)].
t Tav. XVI, lig. 3 ].
Si distingue facilmente dalla L. luseinioides pei seguenti caratteri:
Parti superiori bruno-olivastre; le interiori bruno grigiastre, bianche sulla gola,
sul centro dell'addome ed all'apice delle sottocaudali, colla gola ed il davanti del
collo marcati di tacche brunastre sul centro delle penne, le quali macchie si al
largano verso l'apice delle stesse; becco Locustellino.
Lunghezza totale 0,m145; becco 0,'"0T3; ala 0,'"070; coda 0,"'0H0; tarso 0,'"021.
Abita la Russia, verso nord sino al Ladoga, verso ovest sino alla Vallata del
Danubio e forse la Palestina e l'Asia minore; sverna probabilmente nell'Africa
settentrionale. Fu asserita la sua comparsa nel Veneto [Contarini), nel Tirolo [Air
thammer) ed a Malta (Schembri), ma le prove sono così infondate, che, sino a fatto
contrario, è più conveniente escluderla dalla nostra Avifauna, ricordo però che
un esemplare del R. Museo di Roma, proveniente dalla Raccolta Magni-Griffi, sa-
rebbe stato colto in Liguria alle bocche della Magra nel 1851) ('onte di Carpegna,
in h'tt.ì.
b) l'arti superiori macchiati', cernir nelle Allodole; faccia inferiore delle timonière
uniforme o con apici chiari ed una fascia subterminale nera; lucro piuttosto deboli ed
appuntito; ali corte ed acale (gen. Locustella, Kaup).
212. Locustella certhiola (Pallas), Forapaglie di Pallas.
Cervice e nuca di un bruno-rossiccio, con una stria centrale distinta, fulvo-
grigia; sopracciglio indistinto bianco grigio; dorso e cuopritrici alari di un bruno-
ocraceo sul margine delle penne e di un bruno-nerastro sul centro delle stesse;
groppone e sopracoda della medesima tinta, ma coi centri più indistinti: gastreo
bianco-puro, tinto di fulvo-pallido sul petto e di fulvo-bruno sui fianchi e sul sot-
tocoda, le cui penne hanno l'apice biancastro; coda spiccatamente rotonda, bianco-
grigia all'apice; becco Locustellino [ad.). Parti superiori nere sul centro delle penne,
bruno- rossiccie sul margine; sopracciglio giallo-fulviccio; gastreo t'ulvo-gialletto,
zolfino sulla gola, che ha macchie bruno-cupe; talora vi sono strie sui fianchi e
sul sottocoda {giov.).
Lunghezza totale 0,'"132; becco 0,'"014; ala 0,'"071; coda 0,"'05(i; tarso 0, <»-'■"..
Abita la Siberia orientale e centrale; sverna nell'india, a Ceylan, nel Burina e
nell'Arcipelago Malese. In Europa ne venne ucciso un soggetto ad Helgoland nel
l'agosto 1856 (Gdtke) e prima era stato indicato dal Temmiuck, (piale abitante della
214 ATLANTE ORNITOLOGICO
Russia meridionale e, sulla sua autorità soltanto, venne mantenuto nella Lista Eu-
ropea, ma la notizia sembra del tutto priva di fondamento.
213. Locustella naevia (Boddaert), Forapaglie macchiettato.
[ Locustella rayi. Gould, fidi Bp. ].
[Tav. XVI. Bg. 2, e Tav. XI. IX. fig. 11].
Parti superiori, piccole e medie cuopritrici bruno-olivastre, con una macchia
nerastra sul centro delle penne, quasi mancante sul sopracoda; cuopritrici grandi
e primarie e remiganti bruno-scure, con margini esterni olivastri; coda di eguale
colore, spiccatamente rotondata e col margine oliva-cupo: gastreo bianco senza
macchie, ceciato-gialletto debole sui lati del collo e del petto, colla gola ed i fianchi
lavati di fulviccio; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari bruno-fulve, quelle
della coda molto lunghe bruno-giallette, con una stria centrale bruno-scura: becco
Locustellino (ad.). Le macchie nere sulle parti superiori più accentuate; gastreo
con una tinta gialletta; gola e davanti del petto con piccole e numerose tacche bruno-
nerastre; timoniere più chiare all'apice (giov.).
Lunghezza totale 0,'"140; becco 0,m010; ala0,m062; coda0,m052; tarso 0,m020.
Abita l'Europa centrale; giunge nell'Isole Britanniche, ma non nella Scandi-
navia, dalla Russia arriva al Caucaso, al Turchestan ed agli Aitai, ma forse non
sugli Urali, ove trovasi la L. lanceolata (Temminck) e la L. straminea (Severtzow);
sembra svernare nell'Africa settentrionale e probabilmente nella Spagna. In Italia
è uccello principalmente di passo autunnale e piuttosto raro, compare però solo
nelle provincie settentrionali ed è mancante dalla Toscana all' ingiù. Non l'ebbi
che d'agosto e settembre. Sembra nidifichi nel Trentino (Bonomì) ed in Lombardia
(Bettoni), e che si prenda di primavera anche in Liguria (Luciani), nel Nizzardo e
nel Piemonte (Giglioli), sicché andrebbe collocato tra le specie estive, di arrivo
in aprile e nel maggio e di partenza in agosto e nel settembre.
214. Locustella straminea (Severtzow), Forapaglie siluriano.
Molto simile alla L. viaria, ne differisce polla tinta di fondo delle parti supe-
riori più pallida e di un bruno-olivastro deciso, ma più pallido e coi centri scuri
meglio definiti, specialmente sul dorso e sul groppone; gastreo bianco, lavato di
bianco-grigio sulle sottocaudali, che hanno centri bruno-scuri distinti (ad.). Centri
sulle parti superiori più accentuati; gola con macchie bruno-nerastre (giov).
Lunghezza totale 0,m112; becco <V012; ala 0,m054; coda0,m049; tarso 0,m021.
Abita la Siberia sud-occidentale; verso ovest sino al Turchestan ed al Cau-
caso; sverna nell'India. In Europa si trova nel governo di Orenburgo, ove è più
comune della /.. a<a ria (Zarudnoi), sembra che la sola Locustella trovata nel Cau-
caso sia la presente (Pleske).
215. Locustella lanceolata (Temminck •■. Forapaglie lanceolato.
Distinta dalla L. naevia per statura minore: pelle parti superiori con una
tinta rossiccia; pel sopracoda coi centri uerastri, come il dorso; pelle ali di un
ATI.ANTK 0RNI1 I< 0 L'I.'
castagno-pallido e pel gastreo coperto di macchie oerastre numerose e strette,
ma ben definite e lanceolate, più rade sul mento e mancanti sul centro dell'addome.
Lunghezza totale 0, L25; becco 0,m010; ala 0,""055; Coda 0, 048; tarso 0,m018.
Abiterebbe La Russia settentrionale presso Pietroburgo Seebohm), ma invi
pare sia stata colta una sol volta sull'Onega i \feves), si trova d'attorno al Lago
Baikal, nelTAmur, nel Turchestan e passa polla Cina, andando a svernare ael
Burma, nelle Isolo Andamane e nelle Molucche. Il Durazzo l'elencò pella Liguria,
basando forse la sua opinione su individui giovani della L. naevia e il Nardo tra
quelle del Veneto; questa specie non comparve mai in Italia,
Genere LUSCINIOLA, G. Et. nkay.
Becco piuttosto sottile, forte, abbastanza lungo, appena intaccato all'apice,
ioli forti setole alla base; ali leggermente concave, 1 remigante primaria ben
più Lunga dello l" cuopritrici, mai più della metà della l':i: 3", t" e '■>■' le più Lun-
ghe; coda di 12 penne, considerevolmente rotonda: sottocaudali corte; tarso coperto
più o meno del tutto da larghi scudetti; piedi grandi, e cosi le unghie, che sono
robuste.
Le tredici specie di questo genere si raggruppano d'attorno all'Imalaia, una
sola abita il Bacino del Mediterraneo ed un'altra il sud dell'Africa. Hanno le abi-
tudini dei generi precedenti; le uova sono 4 o 5, bianco-bluastre, macchiate di
bruno; abitano le paludi.
216. Lusciniola melanopogon Temmim k . Forapaglie castagnolo.
| Tav. XVI, flg. ó].
Un largo sopracciglio biancastro dal becco -ino -ni lati della cervice; testa
e cervice nell'insieme nero-scure, con uno stretto margine rugginoso; dorso col
eentro delle penne nerastro, poco marcato ed un largo bordo castagno-marrone
carico; nuca, groppone e sopracoda castagni; gastreo bianco sulla gola e sul centro
dell'addome, tinto di castagno-chiaro sul petto e di colore più cupo sui fianchi,
biancastro sul sottocoda; ali e coda bruno-nerastre, con margini castagni (ad. in
primi). Marginature più larghe; tinte nere più cupe; il bianco del gastreo più
puro ed i fianchi più cupi (ad. in aut.). l'etto con deboli tinte brunastre e piccole
strie sul centro delle penne, più o meno sviluppate (giov.
Lunghezza totale 0,m128; becco 0,m011; ala 0, 055; coda O,"^; tarso 0,m022.
Proporzione delle remiganti: 1 spuria, meno di metà della 2a, misurando 0,' 0152;
•_,:' intermedia tra la 8a e la 9a; '■'>', La e .V subeguali e le più lunghe.
Questa specie talora assomiglia un po' all'.l. schoenobaentis, ma oltre ad es
sere distinta pelle tinte castagne, specialmente sui fianchi e per altri caratteri, ha
la la remigante primaria spuria, larga e rotonda all'apice e che sopravanza le 1''
cuopritrici di 0,'"007.:>, mentre nell'.l. sckoenobaenus essa è appuntita, sottile e più
corta o subeguale alle L« cuopritrici. tale carattere e quello della proporzione delle
remiganti sono ottimi ad identificarle.
Abita i paesi circummediterranei, spingendosi fino alla Persia; nell'India noni
occidentale si trova solo durante la stagione fredda. In Italia e specie stazionaria
2 Ili ATLANTE ORNITOLOGICO
in Toscana, nella Campagna Romana e nel Veneto, non è rara in Sicilia, bensì in
Sardegna, si presenta di passo in Liguria. È irregolarmente distribuita e mentre
si trova nidificante anche nelle paludi dell'Udinese e del Veronese, è rara in quelle
del Veneziano. Nidifica dall'aprile al luglio.
217. Lusciniola Schwarzi (Radde)(1), Forapaglie di Eadde.
Parti superiori di un bruno-olivastro, più chiaro sul groppone, con le ali e la coda
Inune, marginate di olivastro; sopracciglio ben distinto, che va dal becco alla nuca,
bianco-fulviccio; parti interiori di un bianco-gialletto-vivace,più biancastro sulla gola
e sul centro dell'addome; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali fulve (ad. in prim.)
Gastreo più biancastro, tinto di gialletto e di fulviccio sul basso addome e sul
sottocoda [cui. in aut.). Parti superiori più olivastre igiov.).
Lunghezza totale 0,m140; becco 0,m012; ala 0, 62; coda 0,m052; tarso 0,m022.
Proporzione delle remiganti: la relativamente molto lunga, misurando più di
metà della 2a, cioè 0,'"022 nella parte esposta; 2a eguale alla 8a, o intermedia tra
la 7a e la 8a.
All'epoca delle migrazioni questa specie è comune nella Siberia nord-orientali'
e nella Dauria e vi è largamente distribuita in autunno; è più rara nell'Ussuria.
È probabile nidifichi nei governi di Irkutsk e di Tomsk; parte dall'Ussuria alla
metà di settembre (OodlewsM); d'inverno visita la Cina meridionale, il Pegu e le
regioni centrali e settentrionali del Tenasserim (Oates), E accidentale in Europa;
un unico esemplare fu ucciso nel Lincolnshirc (Inghilterra) nell'ottobre 1848
\Caton Haigh)(2).
Genere CETTIA, Bonaparte.
Becco mediocre, assai appuntito, diritto, compresso alla base, più alto che
largo nella porzione anteriore, tanto alto che largo nella basilare, mandibola su-
periore appena intaccata presso all'apice e leggermente curvata; narici oblunghe,
strette e basilari; ali alquanto lunghe, 1" remigante primaria assai sviluppata,
circa metà della 2a; 4a e óa le più lunghe; coda molto graduata, di IO penne, larghe
e rotonde, sopracaudali molto lunghe e rotonde, le sottocaudali giungono alla
metà della coda; tarso moderatamente lungo e forte, scudettato, più lungo del dito
mediano con unghia; piedi e diti robusti, unghie forti e curvate.
Piumaggio decomposto e molle; penne del groppone molto sviluppate; testa
rotonda; tinte bruno-rossiccie o bruno-olivastre; la muta è semplice; i sessi eguali
ed i giovani poco differenti.
Ci Salicaria cantillans (Temminck & Schlegel), ;i]>n<l Swinhoe, I'roc. Zool. Soe, 1882, i>. 316.
i i Gatke (Vogelw. p. L".U. 1891) cita un soggetto «Iella Lum-iiiiniu /«.«■«(« (Blyth), avuto noli ' in-
verno ad Eelgoland. Questa specie abita la Siberia meridionale, dallo Jenissei sino alle rive del Pacifico,
è di passo Della .Mongolia, nella Cina settentrionale e forse Del Giappone ; sverna a Formosa, nella Cina
meridionale, nel [lumia e nelle Indie. Ila le parti superiori brune; il gastreo biancastro, lavato di ros-
signo-olivastro ; la coda è |iiù breve delle ali. Il becco è Filloacopino; le penne laterali della coda circa
ii '"(hi., piti brevi delle due centrali; la la remigante quasi metà in lunghezza della 2".
'■ r 'li li moi
*■ '' ito di prin
d'inverno). 7
12 L).
MI ISTE ORNITOLOGICO 217
Questo genere consta di parecchie specie, che abitano specialmente d'attorno
all'Imalaia, spargendosi nella Regione Paleartica. Frequentano le Località umide e
paludose, i margini dei fiumi; sono molto timidi e selvatici; si nutrono d'insetti, che
cercano nei cespugli più fitti; hanno canto piace\ ole e mollo sonoro, ma poco variato
e lo fanno intendere anche ili notte; il nido profondo ed a tazza Lo fabbricano nei
cespugli poco elevati da terra, e depongono uova caratteristiche di un rosso mattone.
218. Cettia Cettii (La Marmora), Busignolo di fiume.
I Bradypterus Cettii l.\ Marm.)].
Redini bruno-scure, una fascia bianca a sopracciglio dal becco sino oltre l'oc-
chio; parti superiori di un castagno-vivace, più chiaro sulla testa; petto bianco sudicio
o gialliccio; gastreo bianco sulla gola, sul davanti del collo e sul petto e di un bruno-
vivace sui fianchi, sul basso addome e sulle sottocaudali, queste terminate di
biancastro; ali e coda castagno-brune, talora molto scure, col margine esterno più
vivace {ad. >n prim.). Tinte meno pure e vivaci (ad. in aut. e giov. .
Lunghezza totale 0,m135; becco 0,m012; ala 0,m060; coda CV065; tarso 0,"1022.
Abita l'Europa meridionale, L'Africa settentrionale e l'Asia, fino verso il Tur-
chestan. In Italia si trova nelle parti centrali e meridionali sul versante Medi
terraneo e nelle Isole, ovunque sedentario. È raro nella Vallata del Po, può dirsi
accidentale nelle Puglie, in Lombardia, in Piemonte (mia Collezione) e cosi pareva
nel Veneto, ove si sa ora che è sedentario nell'Udinese ( Fallon) ed io l'ebbi più volte
dal Padovano e dal Veneziano. È specie molto localizzata. Nidifica dall'aprile al giugno.
Genere AGROBATES, Swainson.
Becco torte e lungo, appena intaccato, curvato e molto compresso verso
l'apice; narici ovali, superiori: apertura del becco con poche setole, disposte ori/,
zontalmente e senza serie supplementari; ali conia la remigante primaria corta,
2' subeguale alla 3a, questa e la 4" le più lunghe: coda di 11' penne lunghe e
molto graduate; piedi lunghi; diti corti e unghie piccole.
Una fascia subterminale, scura, trasversale sulla coda, eccetto sulle due penne
centrali; timoniere colorite vivacemente; tinte generali rossigne; sessi eguali, i gio
vani sono poco differenti e non macchiati.
Una specie ed una torma affine compongono questo genere ed abitano la Re-
gione Paleartica e l'Etiopica; se ne stanno tanto nelle località umide e paludose
che nelle aride, collocano il nido sugli alberi di tamarindo e sui cespugli, esso
è forte e grosso, composto di paglia e radici secche e foderato di peli, di lana
e di pezzi di pelle di serpi; le uova sono biancastre o grigio bluastre, macchiate
di bruno-rossiccio e di violetto-grigio; si nutrono d'insetti e li raccolgono a terra.
219. Agrobates galactodes Tkmminck). Eusignolo ti' Africa.
[ Aédon galactodes Temm.) ].
Timoniere centrali e dorso fulvo rossicci.
l'arti superiori fulvo-rossiccie, pallide sul dorso, vivaci sul groppone e sul
Atlani' ornitologico.
218 ATLANTI''. ORNITOLOGICO
sopracoda; un largo sopracciglio bianco-gialletto; gastreo bianco, tinto di grigio
fulviccio e di brunastro, lavato di bruno-pallido sui lati del collo e del petto;
remiganti bruno-scure, marginate di rossigno e terminate di bianchiccio, colle
cuopritrici alari marginate di un bruno-cenerognolo, quasi biancastro; timoniere een-
trali rossicci, i-vivaci per intero, le altre dello stesso edere o leggermente più vi-
vaci, con una fascia preapicale nera e l'apice ornato da un largo spazio bianco,
più esteso sulle esterne (ad.). Cuopritrici alari e remiganti marginate di fulviccio-
pallido giov. sec. Dresser).
Lunghezza totale 0,"i71; becco 0,m016; ala 0,m089 ; coda (V080 ; tarso 0,m026.
Abita la Spagna, il Portogallo e tutta l'Africa settentrionale, dal Marocco alla
Palestina; sverna verso sud fino nell'Abissinia ed alla Costa d'Oro; in Europa è
accidentale in Francia, in Inghilterra, ad Helgoland ed in Germania. In Italia è
specie accidentale e molto rara, citata dal Durazzo pella Liguria, dal Doderlein
polla Sicilia e dallo Schembri per Malta, ma non sappiamo se i detti esemplari
appartenessero a questa specie od al Rusignolo levantino. Déìì'A. galactodes cono-
sciamo i seguenti individui presi da noi: due a Malta nel maggio 1873 e nel
settembre 187 4 i R. Museo di Firenxt i, uno nel maggio 1862 a Sarzana (Race. Magni-
Griffì,, ora nel R. Museo ili Roma), uno nel maggio 1883 presso Genova [R. Mns<<>
ili Firenxe), a Nizza nel 1887 (Museo l'ir, di Nizza), nel Veneto nel 1882 (R. Museo
ili Firenxe), e finalmente l'esemplare del R. Museo di Roma proveniente dalla
Collezione Lezzani, senza data e località, come tutti i soggetti di quella Raccolta;
un individuo sarebbe stato osservato e non preso nel maggio 1897 nel Trentino
(Bonomi).
219". Agrobates galactodes familiaris (Ménétriés), Rusignolo levantino.
[ Aé'don galactodes, Salvad, pait., A. familiaris (Ménétk.j ].
Timoniere centrali e dorso bruno-grigiastri.
Parti superiori bruno-grigiastre, col groppone ed il sopracoda rossicci; gastreo
bianco-grigio-pallido, biancastro sulla gola e sul centro dell'addome, lavato di ful-
viccio-rossigno sui fianchi e sul sottocoda; margini delle remiganti e delle timo-
niere bianco t'ulvieci; le due timoniere centrali bruno-grigiastre talora per intero,
tal'altra variate di rossiccio, specialmente alla basi' del vessillo esterno e sul mar-
gine; nel resto eguale allM. galactodes.
Lunghezza totale 0,'"170; becco 0,ra016; ala 0,m085; coda 0,"'078 ; tarso 0,m026.
M il rappresentante orientali' dell' A. galactodes; si trova nella Grecia, verso
ovest fu osservato tino a Cattare in Dalmazia (Musei di Serajevo e di Zagabria,
lido Brusirla) e verso esl dall'Asia Minore e dal Caucaso sino al Turcliestan ed
alla. Persia; sverna nell'India nord occidentale e forse nell'Arabia e nell'Africa
orientale; giunse accidentalmente ad Helgoland (Gàtke). E specie molto i-ara ed
accidentale in Italia. Ne ebbe cinque esemplari il Giglioli, colti nel Nizzardo dal
gennaio L878 al settembre issi /,'. Museo ili Firenxe) ed il Gal dice che vi arriva
di autunno e nell'inverno '. . ma che è piuttosto raro; uno venne colto a Sarzana
nell'aprile 1864 Coli. \fagni-Gh-iffi), un alito nel 1886 a Udine (R. Museo i/i Fi
renxe), due ne ebbi io nel giugno e luglio 1892 dal Padovano e sono nella mia
Raccolta. Non nidifica in Italia, e l'asserzione del Seebohm, a questo proposito, basa
certo su inesatti' informazioni.
vi CANTI OHM ••'.!' 0 219
Sottofamiglia cisti» !< ILINAE, ( Haticolini.
Hocco corto ed abbastanza fòrte, appena intaccato e curvato e con rade se-
tole basilari; narici ovali, basilari; ali piuttosto corte; coda molto graduata; tarso
lungo e scudettato.
La muta è doppia; i sessi quasi simili ed i giovani poco differenti dagli adulti;
il maschin è sempre più grande della femmina, il giovane assomiglia alla fi
mina, ma ha la coda sempre più lunga ; il piumaggio è molle, macchiato; la taglia
piccola: sono insettivori ed amano le località paludose.
Questa sottofamiglia abbraccia per lo meno quattordici generi con circa cento
dieci specie, sparse nelle pani meridionali della Regione Paleartica, Dell'Indiana,
nell'Etiopica, nell'Australiana; la sola, Cisticola cuticola (Temminck fa parte del-
l'Avifauna della Regione Paleartica occidentale.
o'
Genere CISTICOLA. K u r.
Becco più corto della testa ed abbastanza forte, poco largo alla base, medio-
cremente lungo, assai compresso nella metà anteriore, curvato perso l'apice, for-
nito alla base di due setole bene sviluppate, ma corte; narici ovali, basilari; ali
piuttosto corte, remiganti 2e subeguali alle 1", 1 ' remigante primaria corta, ma
larga ed assai più lunga delle le cuopritrici; 2il più lunga della 7;|; la '■'•'. -1 ', 5" e
0a subeguali; coda mediocre, assai graduata e arrotondata; tarso lungo e scudet-
tato; piedi mediocri.
Sono piccoli uccelletti, sempre in moto ed irrequieti, che amano le località
paludose o quelle non lontane dalle acque; sono insettivori ed accalappiano gli
insetti sulla terra o tra i cespugli e le canne, sulle quali si arrampicano destra-
mente, volando piuttosto a malapena; il nido è fatto a borsa e \ i depositano poche
uova di un blu-pallido o biancastre, macchiate di rossiccio. Cantano mediocremente
e sono in parte migratori.
220. Cisticola cisticola (Temmenck), Beccamoschino.
( Cisticola cursitans (Franklin . C. schoenicola, Bp.].
Parti superiori nere sul centro delle penne, con larghe strit e margini giallo
fulvicci; groppone fulvo-rossiccio- acceso unicolore, le più lunghe sopracaudali col
centro nero; gastreo bianco sulla gola e sul centro dell'addome, nel resto lavato
di fulvo; interno della bocca nero-woUlto ; ali bruno-nerastre, con margini esterni
fulvo-rossicci; timoniere nero-brunastre, terminate di cenerino brunastro, le late-
rali di bianco, cui precede una macchia nera subapicale, mancante o meno visi
bile sulle due centrali [mas. ad.). Tinte più cupe: gastreo col fulvo più vivo, spe-
cialmente sui fianchi; apice delle timoniere cenerognolo, senza bianco; interno
della bocca giallastro femm. ad.). Marginature delle parti superiori più chiare, sicché
la tinta nera apparisce più distinta, ma meno intensa; gastreo lavato fortemente
di fulviccio {ijior.).
220 ATLANTE ORNITOLOGICO
Varia notevolmente nell'intensità della tinta e nel tono, alcuni essendo più
rossigni, altri più cupi, o presentando la testa brunastra, coi eentri seuri quasi
del tutto inauranti : i soggetti di Sardegna e di Sicilia sono più vivaci di colorito
dei continentali.
Lunghezza totale 0,m109; becco 0,'"009; alaO,'"049; coda 0,'"042; tarso 0,m019.
Abita l'Europa meridionale, l'Africa e l'Asia meridionale, sino alla Cina eie
Isole dell'Arcipelago Malese. In Italia è stazionaria e molto copiosa nelle Isole e
nelle provincie meridionali e centrali, ove non pochi giungono anche d'autunno
e vi svernano; è poco comune ed estiva nelle parti settentrionali, tranne forse
in Lombardia, ove pare abbondante. Nidifica dall'aprile al settembre, allevando più
covate; è specie molto localizzata.
Famiglia MOTACILLIDAE. Motacillidi.
Becco più corto della testa, molto sottile, quasi diritto, acuto, coll'apice della
mandibola superiore leggermente curvato ed intaccato; narici basilari, oblunghe,
esposte, coperte da una membrana, che è in parte nascosta dalle piccole penne
frontali; ali con 9 primarie visibili, senxa penna spuria distinta, la 1" subeguale alla
2a, le 2* interne allungate, le più lunghe subeguali alle le; coda allungata, di solito
subeguale alle ali; piede grande; tarso squamato alV indietro, scudettato sul dannili ,
più lungo del dito mediano, l'esterno riunito alla base sino alla giuntura basilare
col mediano, l'interno libero; unghia del dito posteriore in generale lunga e quasi
diritta.
Questa famiglia composta di circa 100 specie è cosmopoliti, manca però nelle
Isole del Pacifico tropicale; hanno abitudini esclusivamente terrestri, camminano
con estrema facilità, ma non saltellano come molli degli Oscines; sono gregari, mi-
granti ed insettivori; il loro canto è poco melodioso; tanto le Molari/Ine che gli
Authi hanno muta doppia, cioè cangiano tutte le penne nell'autunno prima di viag-
giare, di primavera la loro muta è incompleta, perchè conservano intatte le ali
e la coda dell'abito autunnale; nidificano a terra, le uova sono poco numerose di
fondo chiaro, con macchie e punti grigi, oliva, bruni o rossicci.
Alcuni Autori divisero questa famiglia in due sottofamiglie, Motaeillinae ed
Anthinae, però i caratteri assegnati non sono del tutto esaurienti, quantunque gli
Anthinae formino un eccellente tratto d'unione colle Alaudidae.
Genere MOTACILLA. Linnaeus.
Becco sottile, circa '/•> della testa, quasi diritto, leggermente intaccato e cur-
vato all'apice della mandibola superiore, assai compresso sul davanti; ali mediocri,
l!l remigante primaria lunga (piasi (pianto la 2a; la 2, '■'>' e 4' subeguali e le più
lunghe, la :V molto più nula, le 2" interne assai lunghe, la più lunga di esse
eguale alla T> primaria; coda di 12 penne, molto lunga, più o meno del corpo del-
l'animale, quasi quadrata o leggermente rotonda; tarso debole, molto più lungo
\ I i. w I I i IRN] rOLOGK i) 22]
del dito mediano e scudettato sul davanti: diti piuttosto deboli e mediocri ; unghia
del dito posteriore allungata, le altre curii'.
Parti superiori uniformi, nere o grigie, colle interi,, ri bianche e culla gola ed
il petto aeri, o le superiori oliva-verdastre e le interiori gialle; piedi neri; testa
in generale differente dal dorso.
Abitano i luoghi coltivati, le rive dei fiumi e le località umide, ed hanno l'a-
bitudine di alzare ed abbassare continuamente la ceda, per cui furono detti Codi
tremole o Batticode; nidificano a terra o indie buche degli alberi e delle roccie e le
uova variano nella tinta di fondo dal bianco-bluastro al bruno, con fitte macchie
brune o grigie di vario tono; abitano ovunque nel .Mondo Antico, mancando nel
l'Oceania e nell'Australia, nella regione Xeartica ne troviamo una sola specie,
(die giunge all'Alaska per il Canale di Berilli;': i sessi in alcune specie sono si-
mili, in altre differenti ed i giovani sono differenti dagli adulti.
Riunii in un solo i due generi Motaeilla e Budytes, giacché i caratteri fondati
sulla colorazione, o sulla coda più o meno lunga del corpo, quasi quadrala o leg
germente rotonda e sull'unghia del pollice più o meno allungata ed arcuata som, di
poco valore, trovandosi specie che offrono caratteri intermedi, come la .1/. favi
ventris, Verreaux, la quale indica che i due generi devono fondersi.
Unghia del <litu pollice corta <■ curvata; coda più lunga dell'ala per dimensioni;
tinte nere e bianche (gen. Motacilla, Linnaeus).
221. Motacilla alba, Linnaeus, Ballerina.
[Tav. XVIII, fig. 4, ò e Tav. XLIX, ti;;. :ìl |.
Parti superiori e piccole cuopritrici delle ali di un cenerino-chiaro, colle ali bruno-
nerastre, marginate e terminate di bruno-cenerognolo sulle cuopritrici mediane e
grandi e sulle remiganti 2e allungate; le timoniere nero-scure, tranne le due esterne
da ogni lato bianche, quasi per intero; fronte, spazio perioculare, redini, guancie,
regione parotica, lati del collo, petto ed addome di un bianco-candido; vertice, nuca,
menio. gola e davanti del collo neri; fianchi cenerini ad. in prim.). Cenerino delle
parti superiori meno puro, margini delle ali più cenerognoli, vertice e nuca la-
vati di cenerognolo, leggermente gialletto; fronte, guancie, regione parotica e pe-
rioculare e gola di un bianco, talora tinto di gialliccio; davanti del collo con una mez-
zaluna nera e con alcune penne marginate di bianco, quella più larga nel suo centro,
che non sulle branche, che risalgono fino alla parte inferiore della regione l'aro
tica (ad. in un/.). Mezzaluna più ristretta; lati della testa bianchi, misti a nerastro
sulla regione auricolare; tinte bianche della faccia e del petto lavate di gialletto
(ijinr. in aut.). Fronte, come la testa, cenerognole; parti superiori lavate di olivastro;
mezzaluna ridotta ad una stria strettissima sui lati del collo e più larga sul da-
vanti, o ad una sola macchia nerastra sul davanti del [ietto; petto misto a cene-
rino, come i fianchi [giov. nel V abito).
Lunghezza totale 0,'"190; becco 0,'"013; ala 0,m088; coda 0™090; tarso 0, 024.
Va soggetta a varietà albine, quelle del tutto bianche sono molto rare
Abita l'Europa e l'Asia settentrionale; sverna nell' Africa nord orientale e nella
Senegambia, nell' India nord-occidentale e nel Burma. In Italia è specie sedentaria
ed abbondante; più comune però nell'inverno ed all'epoche del passo; nidifica
222 ATLAN1 l ORNITOLOGICO
ovunque dall'aprile al giugno, allevando due con aie. Giungono quelle di passo dalla
2a metà di settembre alla metà di ottobre e ripartono nell'aprile.
222. Motacilla lugubris. Temminck, Ballerina inni.
Motacilla Yarrelli, Gould |.
I Tav. XVIII, fig G].
Distinta dalla \f. alba per avere, oltre la nuca e la cervice, anche il dorso, il
groppone, le scapolari e le piccole cnoprittici alari di un nero lucido e profondo; fianchi
di un nero-ardesia; margini bianchi sulle cuopritrici alari e sulle lunghe secon-
darie di solito più estesi; tinte bianche in generale meno puri' {ad. in prim.). Coinè
la M.alba; dorso cenerino-piombato, misto a nero; groppone più nerastro; margini
sulle ali in generale più larghi e più puri; fianchi grigio-cupi ad. inani.). Tinte
generali più cupe, specialmente sul dorso, sul groppone e sui fianchi; talora poco
distinguibile da cpiello di M. alba, ma, confrontandolo, sempre più cupo {giov.).
Lunghezza totale 0,m190; becco 0,ra013; ala 0,m085; coda 0,m090; tarso 0,m025.
Come la precedente specie va soggetta a varietà albine.
Abita l'Europa occidentale; è sedentaria in Inghilterra, nidifica nella Norvegia
sud-occidentale, nel nord della Francia. nell'Olanda e nel Belgio; sverna nel sud
della Francia, nella Spagna e nell'Africa nord-occidentale, sino al Marocco. In
Malia è specie accidentale e rara, più di frequente capita, in Liguria: fu trovata
nel Piemonte, nel Veneto, in Sicilia, in Sardegna, e sembra perfino a Malta; venne
colta anche di autunno, ma di solito in primavera.
Unghia del dito pollice piuttosto corto e innata; coito molto più In min dell'ala in
dimensioni; esistono Imlc gialle (gen. Calobates, Kaup).
223. Motacilla melanope, Pallas, Hai/crina gialla.
I Motacilla boarula, 1... M. sulphurea, Bchst., Pallenura <> Calobates melanope (Pali-. |.
[Tav. XVIII, fig. 7, 8 e Tav. XLIX, lig. 32 J.
Parti superiori di un bel cenerino-chiaro, sfumato di giallognolo- olivastro ; so-
pràcoda giallo-oliva, misto a zollino sui Iati; un sopracciglio bianco dal becco fino
sui lati della nuca: inclito e gola neri, marginati sui lati da un mustacchio bianco
poco distinto, che scende dalla mandibola inferiore, resto del gastreo giallo-cana-
rino più puro e vivace sul sottocoda, più cenerognolo sui fianchi; base delle re-
miganti 2" bianca, a forma di fascia trasversale sull'ala; timoniere bruno-nerastre,
marginate di zolfino, la laterale bianca, le due seguenti (piasi bianche del tutto
(mi. in prim.). l'arti superiori con una tinta olivo giallastra; sopracciglio più stretto
e fulviccio: mento e gola di un bianco debolmente lavato di giallo-aurora, più in-
tenso sul davanti e sui lati dell'alto petto; giallo del gastreo più vivace sul basso
ventre e sul sottocoda (ad. in ani.. Tarli superiori cenerino grigie, tinte di olivastro;
mento e gola bianco-giallette ; sopracciglio fulviccio: gastreo bianco, tinto di annua
vivace sulla gola e sul petto e di zolfino-pallido sul sottocoda: talora dalla base
della mandibola inferiore parte una stria bruna, formata di piccole macchiette in-
distinte, (die circonda la gola (giov.).
Wl.vsu ORNITOLOGICO 223
Lunghezza totale 0,m195; becco u.'-oi:.'; ala0,n,082; coda 0,m102; tarso 0, 020.
Le varietà albine in questa specie sono rare.
Abita l'Europa e l'Asia sin,, al Pacifico, ma non è distribuita più al nord della
Scandinavia meridionale; sverna parzialmente nell'Africa nord orientale e remi-ale,
nella Palestina, nell'India, nel Burma e nelle Molucche. In Italia è specie stazio-
naria, che nidifica dal marzo al giugno sullo montagne, discendendo d'autunno al
piano; si osserva anche di passo dalla metà di agosto a quella di settembre e
nella 1' quindicina di aprile; è poco abbondante.
Xauniann {Vogel Miit.-Eur. III. pp. 118-123, 1900 distingue, col nome di
.1/. boarula menalopt (Pallas), la forma orientale di questa specie. Essa abiterebbe
la Siberia orientali-, il Giappone, la Cina e Formosa; svernerebbe nell'India, nel-
l'Isole della Sonda o nella Guinea settentrionale; la sua coda sarebbe più corta
(Om,089, Dauria (Taczanowski, Sibir. or. p. .".77 . Cosi, secondo tinello che dice \;i,i
marni, il vero nome della nostra Ballerina gialla (forma occidentale sarebbe
\f. boarula, Linnaeus, Mantirsa plantarum, I. pag. 527 177 li ed il nume della
forma orientale M. boarula melanope l'aliasi, Reise Prov. Euss, Eeiches. III. App.
p. 696 1776).
Unghia del dito pollici allungata e poco ricurva; coda più corta dell'ala in divwn
sioni; predominio di Unte gialle (gen. Bi dytes, Cuvier).
224. Motacilla citreola. Pallas, Cutrettola testa gialla orientale.
Testa per intero, gola e gastreo 'li un giallo canarino brillante; groppone e dorso grigio-
lavagna, separato dal giallo della testa da ww collare minili nero; fianchi grigio-
scuri : cuopritrici alari grandi e mediane largamente terminate di bianco, le
remiganti 28 con larghi margini pure inanelli: cuopritrici superiori della coda
nerastre, colle laterali bianche esternamente, le inferiori quasi bianche; timoniere
nero-lucide, le due esterne quasi del tutto bianche: cuopritrici inferiori delle ali
bianche, variate di nero alla base ad. in prim.). «Hallo della testa in gran parte
nascosto dagli apici delle penne nero-lucidi: fronte e sopracciglio giallo-immaco
lato; una t'ascia nera sul margine inferiore della regione parotica; gola con mac-
chie nere; i margini bianchi delle ali meno puri: fianchi cenerino- olivastri [ad.
in mil.i. l'arti superiori oliva-brunastre, più chiare sulla testa, nerastre sul sopra
coda, che è marginato di cenerino e di biancastro sui lati; sopracciglio e fronte
giallo-pallidi: regione parotica giallo-pallida, con una linea nerastra -ni su,, inar-
gine inferiore: bassa gola tinta di giallo, con macchie di un grigio bruno cupo;
gastreo gialletto-aurora, col sottocoda bianco {giov.).
Lunghezza totale O,'"170; becco <>.''"< H:;; ala 0,m085; coda 1 1. (is;;; tarso 0, 027.
Abita il nord est dell'Europa, specialmente la Russia orientale, tino alla Valle
dello Jenissei; vagando dal Turchestan e dall'Asia centrale, verso occidente sino
al Caucaso e verso oriente all'Imalaia; -verna nell'India e nella Cina. Fu colto,
(piale uccello accidentale, in Germania, ad Eelgoland e nei Pirenei. In Italia coni
parve una volta soltanto il 29 aprile 1900 presso Venezia in tre individui, due dei
quali sono nella mia Collezioni ed il terzo lo cedetti al /,'. Museo ili Firenze; non
è confermata la sua comparsa a Malta Wright), <• l'esemplare citato dal Calvi,
come preso in Liguria, deve riferirsi alla .1/. campestris, Pallas.
'l'I 1
ATLANTE ORNITI )l. e » . i< . >
225. Motacilla campestris, Pallas, Cutrettola testa gialla.
Parti superiori giallo-olivastre, più ciliare sulla testa e sul groppone; fronte,
un largo sopracciglio esteso anche sui lati della nuca, rei ini, parti interiori e cuopHtrici
inferiori delle ali di un bel giallo-brillante, tinto di cenerino sui fianchi; cuopritrici
alari, le piccole nero-brunastre, marginate di giallo-olivastro, le mediane margi-
nate e largamente terminate di giallo-zolfino, le grandi marginate di giallo-cene
rognolo (-mas. ad. in prim.). Meno brillante, fronte del colore del dorso (femm.ad.
iti prim.). Parti superiori bruno-oliva, tinte di verde-giallo sul groppone; sopracciglio
Testa di M. ciireola.
Testa ili .)/. campestris.
bianco-fulvo o gialletto-pallido; gastreo giallo-olivastro, leggermente tendente al
verdognolo, ciò che è più. manifesto sull'addome e sul sottocoda; petto e gola con
tinte bruno-fulve (giov.). Simile ai giovani; parti superiori, compresa la testa, più
verdastre; sopracciglio più giallo; petto e gola di un giallo-zafferano; talora vi sono
macchie poco apparenti sui lati della gola e sul davanti del collo (ad. in aut.).
Lunghezza totale 0,m165; becco 0,m012; ala 0,m080; coda 0,m075; tarso 0,m023.
Abita l'Inghilterra, il Nord della Francia e la Russia sud orientale fino al
Turehestan; sverna nell'Africa occidentale e meridionale e, quelli che abitano la
Russia , nell'Africa orientale; è specie molto rara ed accidentale in Italia, venne
colta nel Veneto, nel Trentino, in Liguria e forse in Sicilia ed a Malta. Lo credo
uccello rarissimo, ed a questo proposito ricordo di aver ricevuto e di aver veduto
nelle Collezioni Italiane parecchie Cutrettole a sopracciglio giallo catalogate come
M. campestris, ma dall'esame fattone le trovai vere M. /inni, Linnnaeus e altro
non erano se non esemplari erroneamente determinati; la VI. campestris distintis-
sima nell'abito di primavera, lo è meno in quello d'inverno e meno ancora da
giovane, ma dall'esatto confronto che feci tra molle Italiane supposte tali e molte
.1/. campestris autentiche di ogni età, ho dovuto convincermi che questa specie
giunge in Italia molto più raramente, di (pianto si crede da alcuni. Sono indotto
a ritenere ciò anche dal fatto che i soggetti di .1/. campestris presi da noi nel di-
stintissimo abito di nozze sono estremamente pochi e così quelli nella livrea di adulti
in inverno distinti dai congeneri pelle linfe più verdastre, da giovani, sopratutto nel
primo piumaggio, credo quasi impossibile identificarli, come accade in molte forme
1. Slrolaga piccola (ad. in abito di primavera). 2. Strolaga piccola (ad. in abito d'autunno). 3. Uria (ad. in
abito di primavera). 4. Uria (ad. in abito d'autunno). 5. Uria nera (ad. in abito di primavera). 6. Uria
nera (ad. in abito di transizione). 7. PolcineUa di mare (ad. in abito di primavera). 8. Gazza mai-ina (ad.
in abito d'autunno). 9. Folaga (.ad.). 10. Folaga (giov.).
[Jh-ico Hoepli, Editore, Milano.
VII \\ tNITOLOGII I • 225
del sottogenere Budytes, ma è ovvio che se gli adulti sono cosi rari, i giovani
con le maggiori probabilità offriranno analoga distribuzione.
Naumann (Vògel Miti. Km-.. Ili, pp., L27-128, 1900) ammette La forma "rei-
dentale ed orientale della .1/. campestris, e qui riassumo le sue parole:
a) Budytes campestris flavissimus (Blytb . \fagaz. Nat. Hish, VII, p. 342 1834 ,
Nel maschio la parli" mediana della lesta e la nuca sono di un verde giallo-
gnolo vivace, una fascia gialla dalle redini attraverso agli occhi; nella femmina
queste tinte sono di un venie bigio; ma uli individui più scuri sono quasi eguali
alle femmine di B. flavus. Abita l'Inghilterra, la Francia meridionale, la Spi
e la Nubia ,' lllnsi/is).
li) Budytes campestris campestris l'aliasi, Reist Rnss. Reich., III. .!/<//</"/., p. 697
ITT.;,
Assomiglia alla forma occidentale; distinta per tinte più vivaci e pelle gialle
più accentuate, il maschio adulto ha la testa e le cuopritrici auriculari di un
he! giallo-uniforme. Aiuta la Russia meridionale, verso est sino al Turchestan;
sverna nell'Africa orientale. dall'Egitto tino allo Zambesi; in Europa verso occi-
dente comparve in Ungheria, in Boemia ed in Croazia.
La Motacìlla /Inni leucocephala (Przewalski), Zapiski Imp. Akad. Nauk. St. /'<
tersb., LV, p. 85 (1887 e distinta polla fronte e la testa bianca, la nuca è bigia.
Abita gli Aitai meridionali (Prxeivalshi), l'itasi di Merv e l'Anni Daria (Zarudnoi').
Ter quanto so, mai comparve in Europa.
226. Motacìlla flava. Linnaeus, Cutrettola gialla.
( Budytes flavus (L.) |.
[Tav. XVIII, fig. 9, io. Il ,■ Tav. M.I.V Hg.
Fronte, testa, nuca e lati della testa di un bel grigio-cenerino, cuopritrici au-
ricolari di un cenerino leggermente Lavagna, colla parte bassa mista a biancastro; un
largo sopracciglio dalla base del becco sino sui lati della nuca, unni I una pie
cola macchia alla base della mandibola inferiore bianchi ; patii superiori olivastro
verdognole, tinte di zolfino sul groppone e sul sopracoda, Le più lunghe sopracau
dali col centro nerastro, il margine e l'apice verde-gialli; cuopritrici alari: le
inedie terminate di bianco-giallognolo, le grandi marginate di bianco-sudicio, le
piccole di olivastro, remiganti •_"' marginate di bianco-giallognolo; pisi reo per in
tero giallo-canarino (mas. mi. in /irmi. . l'in bru nastra del maschio, celia testa
cenerino-sbiadita; margini delle ali più ristretti; gastreo biancastro sulla gola,
gialletto sul petto con macchie nerastre, talora numerose, disposte a mezzaluna
fino sui lati del collo, giallo-zolfino sul Ims^i addome e sul sottocoda femm, mi.
in prim. i. l'arti superiori bruno-olivastre unicolori, eccetto il groppone e il sopracoda
tinti quasi come nell'ad. in primavera; regione auricolare bri biancastra ; mar-
gini delle ali più larghi; gastreo giallo sul l>a>~n ventre, bianco-gialletto sull'ad
duine e sul sottocoda, bianco più o meno isabella nel resto; sul davanti del collo
si osservano talora macchie nerastre (giov. . Situile, ina sempre distinto dal gastreo
per intero giallo più o meno vivace (ad. in inv.).
Lunghezza totale 0,m170; becco ". "li*: ala 0, 080; inda 0,m073; tarso 0, 025.
i ri,, ni. oì nitotoffico.
226 \ I iw ;\i POI-OGII 0
Questa e le forme congeneri vanno raramente soggette ad anomalie albine.
Abita l'Europa e sverna in Africa; dalla Siberia nord-orientale alla Cina ed
all'Alaska vive una colonia, che sverna udir Molucche.
226". Motacilla flava beema Sykes), Cutrettola gialla orientale.
(Budytes beema Syk. : Cutrettola « gote bianche].
Eguale alla M. flava, ma col cenerino della testa e della parte posteriore del
cullo più pallido e periato; guancie e mento bianco; regione auricolare in gran
parte biancastra, colla porzione più alta nero scura o di lavagna (mas. ad. in prim.).
Le Femmine ed i giovani sembrano indistinti da quelli della .1/. flava, ili cui questa
forma ha le dimensioni.
Questa forma non deve in alcun modo considerarsi quale buona specie, tro-
vandosi numerosi soggetti intermedi colla .1/. flava.
Rappresenta la 1/. flava nella Siberia occidentale e centrale; sverna nellAf-
ganistan e nell'India. Forse giunge nelle migrazioni fino all'Europa occidentale ed
al Mediterraneo Sliarpé).
226/'. Motacilla flava borealis b. Sundevall, Cutrettola capo scuro.
[Budytes borealis (Sund.); Cutrettola boreali |.
Si distingue dalla .1/. flava negli individui tipici pei caratteri seguenti: ness/ni
sopracciglio; testa di un grigio più cupo; regione auricolare molto cupa, quasi di
un nero-lucido, cosi le redini e le penne davanti l'occhio; gastreo giallo per intero,
compresa la gola mas. mi. in prim.). Colorito meno puro del maschio; testa di un
cenerino-sudicio; redini e regione auricolare di un bruno-cenerognolo, misto a
bianco sulla parte bassa; gola e davanti del collo di un bianco-gialletto, più bril-
lante sul resto del gastreo ifemm. mi. in prim. .
Dimensioni eguali a quelle della .1/. flava.
Aitila le parli nordiche d'Europa dalla Scandinavia alla Siberia; migra d'au-
tunno attraverso l'Europa meridionale, portandosi sino nell'Africa del Sud; gli
individui che aiutano in Asia svernano nell'India, nel Burma e nella Malacca.
226'. Motacilla flava cinereocapilla (Savi), Cutrettola capo cenerino.
\ Budytes cinereocapillus (Savi), B. viridis, (aia. •. Gm.) |.
Si distingue dalla 1/ /'. borealis, negli individui tipici, pei seguenti caratteri:
Guancie e gola bianche per intero; sopracciglio stretto, esteso o sul davanti o
dietro l'occhio, di solilo non continuo e talora mancante del tutto. Parti superiori
più chiare «he non india .1/. /'. borealis, del tono di colore della .1/. /luca o di poco
più scure (mas. mi. in prim.). Eguale a quella della, .1/. flava, ma colla gola deci-
samente bianca (femm. ad.). Eguali a quelli della .'/. flava, ma col sopracciglio
niello largo e meno esteso e colla gola tinta di bianco, (die si stacca visibilmente
dal colorilo più o meno gialletto del gastreo giov.).
, f \/,,l„, ili,, rullìi,. (Imi. lui 1788).
\ l I \\ i i ORNI rOLOGH 0 227
Dimensioni della M. flava.
Unta i paesi bagnati dal Mediterraneo e talora si trova nell'Europa centrale ;
sverna nella Senegambia.
Distribuzione geografica in Italia ed osservazioni sulla flf. flava e forme affini.
.1/. flava, Specii • -< >n i u 1 1< ' durante le epoche del passo, specialmente nel
l'autunnale dall'agosto all'ottobre e meno nel marzo-aprile; nidifica' poco comui
mente maggio nell'Italia superiore; sembra svernare in Sardegna {Lepori .
M. /'. beema. Questa forma fu trovata ti a più «die altro nella provincia di
Bari, da dove il De Romita ebbe i primi nell'aprile 1890; per quanto so, non fu
trovata indi' Italia centrale e superiore, sempre parlando di individui tipici; io
pure tengo quattro soggetti che snun riferibili a questa forma, che molto facilmente
si può confondere colla M. flava. Fu presa anche a Tunisi dal Fraser e questo
individuo è nel Museo Britannico.
!/. /'. borealis. ('cune la 1/. flava, ma se non è confusa, sembra più si-arsa.
specialmente nell'Italia superiore. Non è certo se nidifichi; in Puglia sarebbe più
abbondante della M. /'. einereocapilla, ma meno della 1/. flava De Romita).
\l. f. einereocapilla. Come la M. flava; nidifica però comunemente maggio
nell'Italia superiore, specialmente nel Veneto, in Toscana ed in Sicilia.
Non fui capace di distinguere i giovani della M. /'. borealis da quelli delle
forme consimili, e mi pare che la descrizione che ne dà l" Sharpe ' sia ben
poco differente da quella dei giovani della .1/. flava; la particolarità offerta più
marcata sarebbe che la .1/. /". borealis ha il gastreo in gran pari'' fulvo-cenero
gnolo, pallido o isabella profondo, biancastro sull'addome e sul sottocoda, mentre
india .1/. flava il gastreo sarchile Manco-sudicio, gialletto sull'addome, biancastro
sul sottocoda, mi semina perù che tali caratteri non siano abbastanza distinti.
giacché si trovano giovani della .1/. flava coi caratteri stabiliti pella M. f. borealis.
I giovani della .1/. flava e della M. /'. einereocapilla non sono sempre a prima vista
distinguibili, però avrei osservato che in quelli di M. /'. einereocapilla la gola è
bianca senxa sfumature gialle, il sopracciglio più stretto e meno puro di colore,
in quelli di .1/. flava, anche se la gola è bianca, traluce qua e la. e special-
mente sul mento e sui lati delia -ola, qualche indizio di giallo più o meno ma-
nifesto; i giovani didla .1/. /'. beema, come dissi, sembrano eguali a quelli «lidia
1/. flava.
In (pieste l'orme si trovano notevoli variazioni nei caratteri tipici dei ma-
schi specialmente, che si risolvono più «die altro nelle colorazioni della testa; cosi
osservai:
.1/. flava. Maschio ad. in primavera.
a) Mentd bianco ed il resto del gastreo giallo o mento e gastreo gialli -
o mento ed una linea lungo le guancie bianchi ed il resto del gastreo giallo.
I») Regione parotica cenerina, o con scarse tinti' bianche più o meno distinte
india parte bassa, o con una fascia bianca che lambe le guancie; sicché abbiamo
teste che presentano una. due o tre fascie, considerata la sopraccigliare sempre
presente, quella che lambe le guancie e l'altra sulla parte bas^, , lolla regione
parotici.
(') Cui. Birda B. M. X, pag. :.l I | 1884 -
228 ati. \\ 1 1 orni roi ogii o
.1/. /'. borealis. Maschio ad. in primavera.
Sopracciglio nel massimo numero dei casi nullo od incompleto - gastreo
giallo per intero, o cui mento bianco, o col mento e la -ola bianchi.
l/. /'. cinereoeapilla. Maschio ad. in primavera.
Sopracciglio, come dissi, variabile - gola bianca per intero; o solo nella parie
alta, cioè sul mento e sulle guancie - regione parotica tinta di cenerino-nerastro
o di cenerino-grigio.
Oltre a ciò, si notano tinte a macchie più o meno nerastre complete, od in-
complete e distinte, talora a semicerchio sui lati della gola e sul petto specialmente
nella .1/. /'. borealis, il cenerino è in generale di vario tono, la tinta del gastreo
tendente al giallo-canarino, od all'aranciato nei maschi; nelle femmine il bianco
è lavato di giallo di vario tono ed intensità e così le colorazioni isabelline e ful-
viccie, specialmente sul petto. Inoltre si trovano non pochi soggetti intermedi]
sempre di primavera, che partecipano dei caratteri di due specie p. e. M. flava e
.1/. f. borealis, M. /. borealis e -1/. /'. cinereoeapilla, M. flava e .1/. /'. cinereocapilla, ciò
(die dà a sospettare che tali forme nidifichino in e pagnia e frammischiate pro-
ducano ibridi, in fatto la. somiglianza in esse è talora estrema ed allora le diffe-
renze si possono apprezzare solo nei maschi ad. in primavera, e beninteso quasi
soltanto negli individui tipici.
227. Motacilla melanocephala, Lichtenstein ('), Outrettola capinera.
I Budytes nigricapillus, Bp., B. melanocephalus (Lichtenstein . B. Feldeggi (Michah.) |.
Simile alla M. /Inni, dalla quale è distinta pei seguenti caratteri:
Testa, comprese le redini, la regione parotica e perioculare, i lati e la parte
posteriore del collo di mi bel nero-lucido, talora misto ad olivastro; dorso di un
verdastro-cupo sul centro delle penne; gastreo per intero di un giallo-canarino
o col mento ed una linea lungo le guancie bianchi [mas. mi. in prim.). Cervice ne-
rastra, mista a penne bruno-cenerognole; parti superiori oliva-brunastre, lavate
di verde e di giallo sul groppone; guancie e mento bianchi, così la gola che è
lavata di giallo-pallido; gastreo giallo-pallido e (Inaio, con qualche macchia nera
sul petto, che si osserva talora anche ned maschio [femm. ad.). Somiglia a quello
della M. /Ima, ma ha la testa più cupa e manca della lascia chiara sull'oc-
chio {giov.).
Dimensioni della .1/. flava.
Abita l'Europa sud-orientale, sino all'Asia centrale; sverna nell'Africa e nel-
l'India. In Italia <■ specie di passo, specialmente primaverile, nell'aprile e nel maggio,
d'autunno è molto più rara.; si trova abbastanza facilmente nelle Puglie, poi in
Liguria, in Toscana, in Sicilia ed a Malta, ma l'ebbi in primavera da tutte le
Provincie, eccetto il Piemonte, e talora nel giugno, uno solo d'agosto. Però è in
generale uccello scarso ed irregolare nelle sue comparse, eccetto in Puglia ove
è abbastanza comune e di passo primaverile costante, ma non si vede d'autunno.
Sembra nidificare indie Madonie, in Sicilia.
i'j Motacilla melanm ■. jihiilu, l.ii-liiciistrin. Ver/. Donili, p. :sti L823 (fide Sharpi ; M. Feldeggi,
Michahelleg, [sia. L830, p. Mi' (fide Salvatori).
ATLANTE "UNI hiu >..|. .1 229
227". Motacilla melanocephala paradoxa C. L. I'.kkiim .
Cutrettola capinera a sopraccigli bianchi.
I Budytes paradoxus, C. 1.. Brehm.].
Differisce dal maschio di .1/. melanocephala per un largo sopracciglio bianco,
clic si estende dalla base del becco sino sui lati della cervice; la parte anteriore
della cervice è biancastra (mas. mi. in prim.).
Dimensioni della .1/. melanocephala.
Questa specie abita la Dalmazia, l'Ungheria, la Iiussia meridionale e la Crimea
(Sharpe). In Italia comparve d'attorno a l'ari, il de Romita ne ebbe più volte di
tipici e di non tipici, cioè col sopracciglio non completo; è molto difficile ad
aversi e generalmente rara nelle Collezioni.
227 b. Motacilla melanocephala xanthophrys (Siiakm
<'nt rettolo capinera « sopraccigli gialli.
| Budytes xanthophrys, Su.].
Differisce dal maschio della .1/. melanocephala per avere un lungo sopracciglio
giallo, che parte dalla base del becco e termina sui lati della cervice >nms. mi.
in prim.).
Dimensioni della .1/. melanocephala.
Fu trovata in Dalmazia, nel Caucaso e nella Persia e, secondo Dresser, abita
i paesi tra il Mar Nero e la Persia. Un esemplare colto presso Bari è nella Col-
lezione del Prof, de Romita, egli ne avrebbe avuto altri ancora non tipici e
perciò soggetti dubbi, due di essi sarebbero però tipici. Il Kolombatovich parla di
.!/. melanocephalae colte a Spalato che avevano il sopracciglio giallo, soggetti
forse riferibili a questa forma.
Ho citato tutte le forme europee finora note del gei). Motacilla, seguendo le
deduzioni che potei fare sul ricco materiale che ho a disposizione nella mia
Raccolta e mi è sembrato opportuno mantenere quale specie la M. melanocephala,
e non considerarla quale sottospecie della M. /loro, fatto seguito dagli Autori più
accreditati. Riguardo alle due forme della M. mrhmoerphala, non sono lontano dal
crederle aberrazioni e non vere sottospecie, ciò che sarebbe anche indicato dalla
loro generale rarità: ed un esempio consimile lo troviamo nella M. /Ioni, che
presenta individui a sopracciglio talora bianco e talora giallo. Del resto il ge-
nere Motacilla in molti suoi tratti è ancora avvolto nel mistero e noto assai im-
perfettamente.
Nel Museo Nazionale di Budapest vi sono due esemplari che si ritengono di
M. taivana (Swinhoe) e che sembrano uccisi in Ungheria presso il Lago di Va-
lencze nel maggio 1893. L'Almàsy però dice che furono fatti da pelle e che per
questo le penne della testa sono così arruffate, che non se ne può esattamente
rilevare il colore, fatto contradetto da Madarasz, il quale assicura che furono uc-
cisi dal Prof. Szikla e da lui stesso preparati. È specie asiatica, che mai comparve
in Europa; la .1/. taivana ha la fronte grigia: il pileo è verdognolo, come il dorsi >.
230 ATI.AN II I IEK I [I 0
Genere ANTHUS. Bechstein.
Ha i caratteri del genere Motaeilla.
Tv' remigante primaria corta, ma in alcune specie lunga quanto le r esterne;
le i" interne molto lunghe, talora più della 5" primaria; coda mediocre e legger
mente forcuta; tarso scudettato sul (lavami, subeguale al dito mediano con un-
ghia; diti piuttosto lunghi; unghie mediocri, quella del dito posteriore in certe
specie è assai lunga.
Piumaggio a macchio; penne della testa concolori con quelle del dorso, col
centro scuro ed i margini pallidi; gastreo chiaro o fulviccio, più cupo sui fianchi;
uniforme e senza macchie, o striato, o macchiato sui lati della gola, sul petto e
sui fianchi, sempre nei giovani e spesso negli aduli i.
Sono cosmopoliti, ma mancano nella Polinesia: se ne conoscono 40 specie,
sono in parie granivori ed in parte insettivori; alcuno specie amano le pianure,
altre i siti alberati.
228. Anthus trivialis (Linnaeus), Prispolone.
, Anthus arboreus, Bkchstkin |.
[Tav. XIX. lig. 2, e Tav. XLIX, lig. 35].
Parti superiori olivastro-chiare, col centro delle penne nerastro; gastreo ce-
ciato, biancastro sul mento, sul centro dell'addome e sul sottocoda, più cupo sui
fianchi; lati della gola e del gozzo e petto con numerose macchie disposte a striscie,
che si fanno più rade e più strette sui fianchi; centro dell'addome e sottocoda
immacolati: ali marginate di olivastro-bianchiccio, cuopritrici medie e grandi ter-
minate di biancastro, che font/mio due bande trasversali sull'ala; timoniera esterna
bianca, con ima striscia oblunga sul vessillo interno, che non giunge all'apice della
penna; cuopritrici inferiori delle ali bianco-cenerognole, talora debolmente lavate di
fulviccio; unghia del pollice fortemente curvata e più corta del dito stesso (ad. in prim.).
Colorito più carico, anche sul gastreo; margini delle ali più larghi (ad. in aut.
e giov.).
Lunghezza totale 0,'M170; becco 0,m011; ala 0,m088; coda 0,n,065; tarso 0,m022;
unghia del dito posteriore O."'00X; dito posteriore con unghia 0,'"0171.
Varia considerevolmente nelle dimensioni, e va soggetto a varietà albine e
melamene, ma quelle tutte nere o affatto bianche sono rare.
Abita l'Europa centrale e settentrionale fino allo Jenissei, parzialmente ni-
difica audio sugli alti monti dell'Europa meridionale: sverna in Africa e nell'India
occidentale, ove si incontra coU'al'tine A. maculatus, Hodgson. In Italia è specie
che nidifica in maggio sui monti delle provinole settentrionali; invece nelle me
ridionali e nelle Isole è invernale; ma è specialmente uccello di passo in prima-
vera od in autunno, piuttosto abbondante ed in alcune località comune.
229. Anthus Gustavi. Swinhoe, Prispolone ili Swirilioe.
Parti superiori bruno-rossigne sul margine delle penne, col contro delle stesse
I unno-nero ed il lato esterno di quelle del dorso e del mantello bianco; cuopritrici
ATLANTE ORNI TOLOGICO -'.'<\
grandi e mediane nerastre, còri lai azio apicale di un bianco quasi puro, che
forma due bande trasversali cospicue sulle ali; tinta chiara della coda fulviccio
brunastra; gastreo bianco, lavalo di fulvo-acceso sulla bassa gola, sul petto e sui
Manchi, e con strie nerastre larghe ed allungate sul petto e sui Manchi: remiganti
i"' interne con larghi margini fulvo vivaci.
Lunghezza letale 0,m145; becco 0,m01b; ala (V076; coda 0™057 ; tarso 0,m024 ;
unghia del dito posteriore 0,'"0111.
Abita tutte le regioni noni-orientali della Russia Europea, dal Pecciora alla
Siberia fino al Kamciatka; sverna nelle Filippine, nel Borneo e nelle Molucche.
I soggetti avuti dal Seebohm nel Pecciora furono descritti dal Dresser lsT."> come
specie nuova, sotto il nome di A. Seebohmì [A. Ghustavì, Swinhoe (1863) (' .
230. Anthus pratensis (Linnaeus), Pispola.
l'I'.u. XVIII, flg. 12 o 'I'av. XLIX; tig. 34].
Parti superiori nere nel centro delle penne, olivastro-chiare sul margine, tali
cenrri mancatiti sul groppone e sul sopracoda, che sono di una tinta olivastra uni
fonnr; cuopritrici alari mediane con larghi margini bianco-sùdici, che formano
Piede ili .1. pvatenHs, gr. nat. Piede ili ./. trivialis, gr. uat.
un'unica banda alare distinta: gastreo fulvo-roseo, più pallido sul centro dell'addome
e sul sottocoda, queste parti, il centro del petto e la gola immacolate: lati della gola e
davanti del petto con macchie triangolari brunastre, disposte a mezzaluna; fianchi
con poche macchie brunastre, strette ed allungate; timoniere esterne come néH'A.tri-
vialis; cuopritrici interiori delle ali ed ascellari brunastre, lavate di giallo-limone; unghia
del dito posteriore più lunga del <l/t<> stesso <■ quasi diritta (mi. in prim.). l'arti su-
periori di un bruno più olivastro: gastreo bianco leggermente ceciato, colle macchie
sul davanti del petto più larghe ed estese: fianchi olivastri [ad. in (ini.,. Eguale
al precedente: leggermente più cupo, avendo i centri delle penne delle parti su
periori piti accentuati; parti inferiori più giallette, specialmente sul petto e sui
fianchi (giov.).
Il carattere delle cuopritrici superiori delle ali. dell'unica banda alare distinta,
dell'unghia del dito posteriore e la statura minore rendono facilmente disi ima
questa specie (hill'.l. tririnlis.
Il l'r.izak cita (Journ. /'. Orn., p. 324, 1 >:< • un esemplare ili questa specie ohe tarebbi stato
iiini.it,, ii, .ih, C;ilizin orientale dal collezionista Zadoroznj il IT ottobre 1894.
232
\ I I IMI, ORN n ii
La Pispola va soggetta a varietà isabelline, albino e inelaniche, che non sono
molto rare.
Lunghezza totale 0,m150; becco i)."dll: ala n. 078; coda 0, 063; tarso 0,ID021;
unghia del dito posteriore 0,m012; dito posteriore con unghia 0,m020.
{èém
^ :c:ìÉk
Groppone e sopraeoda
ili I. pratensis, ingrandito.
Groppone e sopraeoda
di ./. cervinus, ingrandito.
l'arte apicale di una lunga
cnopritriee inferiore della coda
ilcir.l. cervinus, ingrandita.
Abita l'Europa centrale e settentrionale, sino alla Valle dell'Obi, nidifica anche
nei paesi circummediterranei, ma vi è principalmente uccello invernale; sverna
nell'Africa nord-orientale, nell'Asia minore ed in Palestina. È specie stazionaria
in Italia: nidifica sugli alti monti e anche nelle paludi del Veneto nell'aprile
e nel maggio, e talora anche nel luglio. Jla è più abbondante come uccello di
passo ed invernale; giunge nell'ottobre e sverna tra noi, ripartendo nella prima
quindicina ili aprile.
231. Anthus cervinus (Pallas), Pispola gola russa.
| Ta\ . XIX, rig. 1 |.
l'arti superiori cenerino-olivastre sui margini delle penne, e quasi biancastre
su quelli del mantello, col centro delle stesse nerastro, i detti centri ben decisi anche
sul groppone e sul sopraeoda; una l'ascia dal becco sopra l'occhio fino sui lati della
nuca, guancie, mento, gola, lati del collo ed alto petto di un fulvo-rossigno-vivace,
con macchie nerastre, più o meno numerose sui lati del petto e sulla parte bassa
dello stesse: centro del petto, dell'addome e sottocoda bianco-ceciati, colle sotto-
caudali più lunghe nerastre sul nutrii delle penne fino limisi all'apice; fianchi bian-
co-ceciati, con strie centrali nerastre; una lascia bianco fulviccia, abbastanza
1. Gallinella d'a. . 2. Gallinella oltolino
fà" ad.) fi. Voltolili schiribilla
1<>. Schiribilla a
\ Il VNTI ORNITOLOGICO 233
distinta sulle ali, tonnata dagli apici delle inedie cuopritrici (mas. ad. in prim.).
pracciglio ) >i 11 stretto; tinte fulvo-rossigne più pallide ed estese solo sul mento e
sulla gola; davanti e Lati del petto con macchie nerastre, piuttosto numerose f< mm.
ni/, in prim.).
Si trovano in autunno dei maschi ad. simili alle femmine in abito di prima-
vera, ma in generale essi d'autunno ed i giovani sono molto simili all'.l. pra-
tensis adulte in autunno, e se ne distinguono: gli adulti, per i margini bian-
castri sulle l'enne del mantello; inoltre essi ed i giovani hanno il sopracciglio
più chiaro e più che altre il groppone ed il sopracoda con larghe macchie eentrali
bruno-nerastre o nere e la tinta di tendo più grigiastra : i margini più Larghi e
biancastri sulle penne alari; i centri neri più decisi sulla testa e sul dorso; Le
macchie sulle parti inferiori e sui Banchi più numerose e più larghe, talora la
gola Ita una tinta t'ulvieeia: inoltre le cuopritrici inferiori più lunghe della coda
presentano una lai'ga macchia centrale nerastra lino all'apice delle penne. Anche
VA. trivialis offre un accenno a tale carattere, ma e più un annerimento d'attorno
allo stelo, che una macchia centrale, allungata, nerastra e decisa. Ad ogni modo
le inni, in, centrali sul groppone e sul sopracoda, ed anche quelle sulle Lunghe
cuopritrici inferiori della coda, distinguono a /intuì questa specie, in qualunque
iiliito. dall'affine .1. pratensis.
Lunghezza totale 0,m160; becco 0,n,011; ala 0,m090; coda 0,ra065; tarso 0,m021 ;
unghia del dito posteriore 0,'"011; dito posteriore con unghia 0,m020.
Questa specie abita i paesi compresi tra la Scandinavia ed il Kameiafka,
giunge tino all'isola di Bering, nidificando nelle pei/ioni boreali d'Europa e d'Asia;
sverna nella Cina, nelle Filippine, nel Borneo, nel Burina ed in Persia; manca
nell'India ed, attraversando l' Europa, giunge d'inverno nell'Africa settentrionale,
tino all'Abissinia. In Italia è specie di passo abbastanza frequente nelle Puglie ed
in Sicilia: meno abbondante nell'Italia, superiore, la ebbi da tutte le nostre re
-ioni in aprile, nel maggio, in settembre ed in ottobre. E strano che, nel Veneto
almeno, gli Uccellatori distinguano con nome speciale questo uccello, tanto simile
in alcuni abiti al precedente A. pratensis, ciò che è dovuto al suo canto affatto
differente. E specie generalmente meno rara di quanto si erede: ma non fu osser
vata nidificante tra noi.
232. Anthus pennsylvanicus (Latham), Spioncello americano.
l'arti superiori Inaino cupi'. Leggermente olivastre, con centri scuri sulla testa
e sul dorso; sopracciglio e gastreo vinati (di prima vera), o fulviccio-pallidi, od
ocracei di vario tono, con striscio scure sui lati del collo, del petto e sui fianchi ;
penna esterna della coda bianca, eccetto un tratto obliquo seuro sul vessillo interno, In
penultima dello stesso colore, imi col tratto scuro più esteso nul. .
Lunghezza totale 0,m165; becco 0™013; ala0,m084; coda 0, °076; tarso 0,lu023.
(ili Autori Americani (l) considerano questo Spioncello «piale Intona specie
sotto il nome di .1. pennsylvanicus (Lath.).
(') ./. O. I . cinfh-i.isi. i" ed., pag. 289 (1895;.
All'ini:' orniloloffico.
234 ATLANTE ORNITOLOGICO
Rappresenta VA. spipoletta nella Regione Neartica- abita l'America settentrio-
nale, nidificando nelle alte latitudini, sulle Montagne Rocciose e verso sud sino
al Colorado; sverna nell'America centrale, dal Messico al Guatemala. Accidentale
in Europa, fu preso due volte ad Helgoland nel novembre 1851 e nel maggio 1858.
Le sue catture nelle Isole Britanniche meritane conferma, a quanto assicurano
gli Autori Inglesi.
233. Anthus spipoletta i1 (Linnaeus), Spioncello.
\ Anthus spinoletta (L.) |.
[Tav. XIX, fig. 3, 4 e Tav. XI. IX. fig. olì J.
Parti superiori di un cenerino-olivastro, lavato di brunastro sul dorso, col centro
delle penne più cupo sulla testa, e specialmente sul dorso; largo sopracciglio bianco-
roseo: guancie e gastreo di un rosa-pallido-immacolato; basso addome e sottocoda
biancastri; fianchi con strie brunastre; tinta chiara delle timoniere esterne Manca,
la seconda con ima macchia apicale e bislunga bianca; cuopritrici interiori delle ali
bianco-grigie (ad. in prim.). Tinte delle parti superiori più olivastre; guancie e
gastreo per intero di un bianco-sudicio, talora tinto ili gialletto sulla gola e sul
petto, e con macchie brunastre, centrali sui lati della gola, sul davanti del collo e
sul petto; sottocoda bianco-fulviccio ; tinta chiara delle timoniere esterne bianca
[ad. in (t>il. e giov.).
Lunghezza totale 0,'"170; becco 0,m014; ala 0,m085; coda 0,m065; tarso 0,m025.
Le varietà albine di questa specie sono piuttosto rare.
Abita i distretti montani dell'Europa centrale e meridionale e dell'Asia oc
cidentale, verso est sino agli Aitai, alla Persia ed al Turchestan; sverna nel-
l'Africa settentrionale. In Italia questa specie abita le Alpi, uve nidifica dal maggio
al luglio e discende al piano nell'autunno; ma è di solito poco comune, discreta-
mente più abbondante come uccello invernale e di passo, d'arrivo in fine di set-
tembre e nell'ottobre e dalla 2a metà di marzo alla la di aprile; d'inverno ama
le località acquitrinose.
Il Prazak(-) ha distinto col nome di A. spipoletta Reichenowi lo .Spioncello dei
Carpazi, che sarebbe di minore statura di quello delle Alpi, di tinte più cupe e
coi piedi più chiari, se vivo o morto da poco. Anche l'Homeyer ha separato col
nome di A. s. carpathìca lo Spioncello dei Carpazi polla schiena cenerognola e lo
parti interiori di un bigio di lavagna, leggermente lavato di rossiccio. Ma tanto
quella del Prazak, che questa dell'Homeyer non sono buone distinzioni.
233". Anthus spipoletta obscurus (Latiiam, Spioncello marino.
Spioncello settentrionale ].
[ Tav. Xl\. fig. •". ].
Va distinto dalla specie precedente polla tinta generale più cupa; pella gola
bianco sudicia; pel gastreo biancastro, con macchie fitte e centrali sulle penne;
(') Linneo (Syst. Nat. I, pag. 161. 1758) per errori- scrisse spinoletta, invece 'li spipoletta, nomo
italiano adoperato in parecchi luoghi per melatesi, invece ili rifinitila (.'etti, Vcc. Sani. p. 159) per
indicare varie specie di Pispoli .
Mai. zn ein. Ornis Ostgalizions, .Ianni, f. Ora. p. 326. 1897.
ATLANTI OEN] I
pella tinta chiara della timoniera esterna e 1" spazio apicale della 2' bruni di
l'inni) in qualunque età, anziché bianchi; pelle cuopritrici inferiori delle ali 'li un gri-
gio-fumo, leggermente lavato di oliva-gialletto ad. in prìm.). Gola lavata di uliva:
gastreo oliva, con macchie centrali bruno-scure sul (lavami del collo e sul petto,
e striscie dello stesso colore sui fianchi, bianco lavato di oliva-giallastro sull' addome
e sul sottocoda; tinta chiara delle timoniere comi di primavera ad. in aut.).
Abita l'Inghilterra e le coste occidentali e settentrionali della Francia, e si
scosta raramente dalla spiaggia marina. 11 Wrighl a'ebbe uno a Malta nell'aprile
lsiiT, fu preso a (ìenova nel marzo 1846, a Carmagnola Piemonte) nel settembre
isso ed il Whilehead ne avrebbe ucciso uno in Corsica nel marzo 1883. Secondo
Piede di A. Biehardi, ut. nat.
Piede di A. campestri^, ut. nat.
il Salvadori la presenza di questa specie in Italia deve essere meglio confermata
e, secondo lui, l'esemplare di Carmagnola è un A. spipoletta. Io non ne ebbi mai;
devo però dire che individui, avuti da Collettori Italiani sotto tal nome, erano
appartenenti invece alla forma comune, e solo leggermente più scuri del tipo or-
dinario: ad ogni modo, se è specie italiana, sarebbe di comparsa accidentale e
rarissima.
233/'. Anthus obscurus rupestris (Nilsson), Spioncello inorino scandinavo.
Gastreo vinato uniforme, senza macchie; nel resto simile al precedente {mi.
in prìm.. (ili ad. in inverno sono simili a quelli dell'. I. obscurus.
Abita le coste marine rocciose del Baltico e della Scandinavia, sino al Mar
Bianco; è di passo regolare in Inghilterra, e può dirsi la forma Scandinava del-
l'ai, s. obscurus. Alcuni Autori però non ammettono questa distinzione.
234. Anthus campestris (Linnaeus), Calandro.
I Agrodroma campestris (L. J.
[Tav. XIX, flg. 6].
Parti superiori grigio ceciate, col centro delle penne nerastro, groppone e
sopracoda uniformi: redini, sopracciglio e gastreo di un ceeiato-vivace uniforme: pitia
236 IT] \MI ORNITOLOGICO
uniforme; fianchi senza strisele; centro della gola pialletto, con qualche piccola tnac
chia indistinta sui lati del petto, ed un mustacchio, o talora due brunastri sui lati
della gola; ali nerastre, con margini ceciati, inolio larghi sulle cuopritrici e sulle
remiganti 2' : le duo timoniere laterali bianco-ceciate, con un tratto scuro sul ves
siilo interno ad ogni età (ad. in frinì.). Tinto più pallide; mustacchio quasi invisi
bile; tinte ceciate dolio parti superiori più estese e più chiare {ad. in aut). Tutte
le ponno delle parli superiori con margini visibili bianco fulvicci; mustacchio poco
visibile, e sposso interrotto; gastreo più pallido; polio e davanti del collo con nu-
merose macchiette triangolari, od allungate (giov.).
Lunghezza totale 0,m170; becco i>;iii;.: ala 0/"091; onda 0,m075; tarso 0,m025;
unghia del dito posteriore 0,m010 e leggermente ricurva: dito posteriore con unghia
(I.-OIT.
abita le località arido dell'Europa centrale e meridionale, verso est sino alla
Palestina, all'Asia Minore, al Turchestan ed alla Siberia orientale; sverna india
Senegambia, nel Damara, nell'Africa nord-orientale e nell'India nord-occidentale.
In Italia è uccello principalmente di passo; comune nell'aprile e nel maggio e
dall'agosto all'ottobre. Però nidifica ovunque, in località adatte, nel maggio e nel
giugno; dicosi sverni in Sardegna. Non è però specie egualmente distribuita.
235. Anthus Richardi. Vieillot, < 'ala miro maggiore.
| Agrodroma o Corydalla Richardi (Vieill.) |.
| Ta\ . \IX. fig. 7 |.
l'arti superiori nero-scure, col margine delle penne fulvo-cupo; un largo so-
pracciglio ceciato- vivace ; redini ed una macchia davanti l'occhio ceciato-pallidi ;
guancie bianco-rossiccie, con una linea distinta bruno nerastra, che ne limita il
margine supcriore ed inferiore: un mustacchio bruno, dalla base del becco su
ciascun lato del cullo; gastreo ceciato, vivace sul petto, che ha macchie triangolari
estese anche sui Itili della gola; centro dell'addome pallido, più vivace sul sottocoda:
ali bruno-nerastre, con larghi margini ed apici ceciati, qua e là pallidi; codacome
nel precedente .1. campestris, ma più grande e colla tinta chiara di un bianco-puro;
tarso mollo lungo; unghia del dito posteriore più lunga del dito stesso e poco al-
enata (ad.), l'arti superiori con apici biancastri, tono di tinta più rossiccio sulla
testa e più chiaro sul collo: margini dello cuopritrici alari di un bianco quasi
puro: duo mustacchi ben distinti; sopracciglio, guancie e i-clini biancastri; ga
atreo più biancastro, lavato di ceciato sul davanti del colie e sul petto, (dio sono
coperti di macchie triangolari brunastre; fianchi con poche macchie centrali,
allungate; unghia del dito posteriore eguale al dito stesse (giov.).
Lunghezza totale 0,m195; becco o.'oir-: ala 0,m098; coda 0/"085; tarso 0,m031;
unghia del dito posteriore 0,m020; dito posteriore con unghia 0,'n0326.
\wita la Siberia orientale; sverna nella Cina, nell'India, nelle Molucehe, nel
Burina e nell'Africa nord orientale, passando più o meno regolarmente per molti
paesi d'Europa al tempo delle migrazioni. In Italia e specie piuttosto rara: ma
.die giunge qua e là quasi tutti gli anni nel passo autunnale, fu prese dappertutto
tranne in Sardegna. Nel Veneto capita, si può dire, .piasi regolarmente nel set-
tembre e nell'ottobre, ma è raro: l'ebbi in dicembre dalle Puglie.
Al i. \\ I E 01ÌN .OGII • • 23 i
Sottordine OSCINES SCUTELLIPLANTARES
Passeracei con protuberanze plantari.
Becco siili (•unico, o sonile ed allungato, o curio, più o meno compresso, quasi
diritto, o poco curvato; narici mule, o coperte di penne e di peli rivolti in avanti;
ali di K> primarie, abbastanza appuntite e grandi, colle 2' interne più o menci ca
denti e prolungate, l" remigante primaria corta, o molto corta e talora invisibile;
tarso per intero scudettato tanto sul davanti, quanto all'indietro, con un solco prò
fonilo lungo la parte laterale interna ed uno leggiero, o mancante sull'esterna;
piedi i liocri; unghia del pollice eguale, o più lunga del dito stesso e ili solito
diritta.
Sono cosmopoliti e di solito migratori; hanno taglia piccola o mediocre; sono
granivori e anche in parte insettivori : abitano i luoghi aperti : vivono e nidificano
a terra; e non s'appollajono sugli alberi, che raramente. Una sola famiglia compone
questo sottordine.
Famiglia ALAUDIDAE, Alaudidi.
Ila i caratteri ilei sottordine.
La muta è semplice autunnale, e Tallito di primavera è rivestito per mudi
ruptila; i sessi sono sempre simili ed i giovani differenti e macchiati, ma colla
nutra autunnale divengono simili agli adulti. Si conoscono circa ottanta specie
di Alaudidae, (piasi tutte confinate al .Mondo Antico.
Genere ALAUDA. Linnaeus.
Becco corto e sottile, alquanto conico, leggermente compresso sul margine,
quasi diritto, colla, mandibola superiore non intaccata e leggermente arenata:
narici basilari, ovali e nascoste da penne setolose, dirette in avanti; ali abbastanza
lunghe, la 1° remigante primaria sempre più corta delle primarie cuopritrici, talora
cortissima e quasi indistinta. :; la massima, la più lunga secondaria più interna
più corta delle remiganti le; coda mediocre, leggermente smarginata; tarso poco
più lungo del dito mediano con unghia, coperto di penne nella regione superiore ;
unghie leggermente curvate e corte, eccetto quella del dito posteriore, (die è mollo
allungata e quasi diritta.
Nelle vere Alaudae le piume occipitali sono un po' allungate, ma non formano
ciuffo: le tinte sulle parti superiori sono rossiccie o nerastre; la timoniera esterna
e bianca, col bordo interno bruno.
238 ATLANTE ORNITOLOGICO
Abitano le Regioni Paleartica, Orientale ed Etiopica; se ne stanno nei prati,
nei luoghi coltivati o nelle località sabbiose ed aride, raramente si posano sugli
alberi, alcune specie amano spolverarsi: senio gregarie d'autunno e d'inverno, e
vivono appajate d'estate; sono insettivore, ma d'inverno granivore, alcune specie
cantano melodiosamente, elevandosi a grandi altezze; nidificano a terra, deposi-
tando da :; a 6 uova bianche o bln-verdast re-pallide, con macchiette più o meno
numerose, brune di varia tinta e violetto grigie. Offrono il tatto di colori protet-
tivi, analoghi all'ambiente, ove vivono.
236. Alauda arvensis, Linnaeuk, Lodola.
[Tav. XIX, fig. 8, e Tav. XI. IX, lig. 28].
l'arti superiori di un bruno qua e là rossiccio, col centro delle penne nero,
e molte di esse tinte di grigio sulla parte marginale; sopracciglio rossiccio; ga-
streo bianco, lavato di fulvo-rossigno su] davanti del collo, sul petto e sui fianchi,
con piccole macchie triangolari nerastre sui lati della taccia e della gola, più
allungate e distinte sul collo e sul petto, ed a lunghe striscie sui fianchi; timoniera
esterna bianca, eccetto una fascia obliqua sul vessillo interno, che giunge quasi
all'apice, la 2:i bianca nel margine esterno (ad.). Parti superiori nerastre sul centro
delle penne, rossigne sul bordo, con larghi margini apicali bianchi o bianco-
ocracei; sopracciglio e gastreo candidi, con una larga banda scura sul collo e
sul petto, formata dai centri delle penne brunastri, gli apici essendo rossicci,
perciò la detta banda non è continua (tjiov.).
Lunghezza totale da 0,'"1H0 a 0,m202; becco 0,'"011; ala da 0,'"095 a 0,'"115;
coda da 0,'"060 a 0,'"075 ; tarso 0,'"024; unghia del dito posteriore da 0,'"010 a 0,m018.
Abita l'Europa e la Regione Paleartica. In Italia è specie stazionaria ovunque;
ma molto più abbondante, come uccello, di passo nell'ottobre, nel novembre e di
marzo ed aprile, in alcuni anni il passaggio è straordinario. Nidifica dal marzo
al luglio. Sverna ovunque, ma è molto più comune, come invernale, nelle parti
centrali e meridionali e nelle Isole.
Nelle serie italiane, che esaminai, ho trovato rappresentanti della forma senni,
della rossastra e della così detta A. cantarella, Bp. L'Allodola stazionaria è certa-
mente un uccello più rossiccio di colore e di statura maggiore (ala da 0,'"100
a 0,'"115), mentre quelle di passo sono più grigiastre e di statura minore (ala
da 0,'"095 a 0,'"102); inoltre le Lodole delle parti meridionali e, specialmente
quelle delle Puglie, hanno la tinta generale pili grigiastra (A. cantarella), gli
esemplari delle forme scure e rossiccie vi si trovano in minore quantità. 'E si-
curo chetali varietà nidificano assieme; anche come dimensioni si hanno nume-
rose variazioni affatto indipendenti dalle località (cfr. .1. nana, Giglioli).
Questa specie va soggetta a numerose varietà teratologiche e di tinta, riscon-
trandosi non raramente l'albinismo, l'isabellismo ed il melanismo. Nella Campagna
Romana specialmente, ma anche altrove, sembra vivere una singolare varietà
della quale ebbi parecchi esemplari. Essi conservano il disegno normale, ma seno
interamente di un castagno-rossiccio, coi soliti centri delle penne nerastri, la tinta
di fondo volge alle volte leggermente al grigiastro, le parti, che di consueto sono
immacolate sul gastreo, hanno la tinta anormale scura senza macchie. Sarebbe
mi w il ORNITOLOGI! 0 239
un'anomalia analoga a quelle della Gallinago Sabinei Vìgors)e del Synoecus Lodoisiae
Verreaux <S Des Murs; anche il Tali ('j cita una varietà più cupa che si trova nel
Portogallo, ma non credo sia riferibile alla presente.
Genere LULLULA. Eaup.
Distinto dal gen. Mutuiti pei seguenti cai-alteri:
Becco un po' acuto: narici a là esposte, ed a meta sormontate da un oper
colo; la remigante primaria, bene sviluppata, subeguale alle 1° cuopritrici; coda
corta e quadrata: diti piuttosto corti; unghia del dito posteriore più lunga del
dito stesso, talora anche del doppio.
Ciuffo completo e rotondo; sopracciglio cospicuo: penna laterale della coda
biancastra sul solo margine esterno, le quattro esterne da ogni lato con una macchia
apicale, biancastra, bene distinta. Le specie di questo genere si posano spesso
sugli alberi, a differenza delle Alaudae; se ne conosce una sola specie.
237. Lullula arborea (Linnaeus), Tottavilla.
[Alauda arborea, L.],
[Tav. XIX, Bg. 9 e Tav. XI. IX. fig. 211 |.
Penne della testa a ciuffo e quelle del dorso nere nel mezzo, con largo mar-
gine lionato-isabella; groppone e sopracoda di un rossigno-bruno, che volge al gri-
giastro; ali bruno-nerastre, con margini di un castagno-chiaro-vivace; largo so-
pracciglio bianco-giallastro, dal becco sino alla nuca, ove forma un collare
indistinto colla tinta chiara della parte posteriore del collo; gastreo bianco-gial-
letto, con macchie allungate e strette brunastre sulla gola, più larghe e nera-
stre sul petto e sui lati, fianchi più brunastri, con strie indistinte- (ad. in prim.).
Tinta di fondo più fulviccia di sopra e più gialletta di sotto; le macchie scure
sul petto e sui lati del collo marginate di rossiccio (ad. in aut.). Più scuri, coi
margini delle parti superiori più stretti; sopracciglio bianco-puro: gastreo più
biancastro (giov.).
Lunghezza totale 0,'"160; becco 0,'"011; ala 0,m094; coda (V056; tarso 0,m022;
unghia del dito posteriore 0,"'Oir>.
Va soggetto a varietà albine, isabelline e melaniche.
Abita l'Europa, non più al nord della Scandinavia meridionale, verso est si
porta sino agli Urali; sverna nell'Europa meridionale, nell'Africa settentrionale e
nella Palestina, nei quali paesi però anche nidifica. In Italia è specie stazio-
naria e nidificante, specialmente sui monti; ma è molto più copiosa all'epoche
del passo e più che altro nell'autunnale dalla 2" metà di ottobre alla 2" metà di
novembre, il primaverile ha luogo nell'aprile; è uccello molto abbondante in Si-
cilia ed in Sardegna, particolarmente come invernale t-t.
(') Ibis, 1887, pag. 197.
Ci La Lullula arborea Chetiteli, Piazak (Ora. Mulinisi*. L895, pag. ll.'Si. trovata in L'njilioria i('o-
initiit.» '1Viiio.ii.ti, o l'ondata in di un esemplare sciupato e sbiadito, colto in ostato in terreni sabbiosi
(Cfr. Sharpe, Bull. Jiril. Ora. Club, L897, pag. i2).
240 ATLANTE ORNITOLOGICO
Genere GALERITA, Bons (').
Differisce dal gen. Alauda pei seguenti caratteri:
Becco piuttosto allungato, compresso ed un po' curvato in basso; 1 remi-
gante primaria bene sviluppala e subeguale, ma leggermente più corta delle
l6 cuopritrici; coda mediocre, quasi quadrata; unghia del divo posteriore piuttosto
debole, poco arcuata e poco più lunga del dito stesso.
Ciuffo appuntito, conico ed incompleto ; timoniera esterna marginata esterna-
mente <li rossiccio; coda senza tinte bianche.
Aiutano l'Europa centrale e meridionale, e l'Africa sino all'Abissinia ed alla
Senegambia, e nell'Asia le parti centrali, l'India e la ("ina settentrionale.
Quattro o cinque sono le specie note, ma che potranno esseri' ulteriormente
suddivise, essendo un gruppo ancora non Viene studiato. Abitano i distretti sali
biosi, (i le terre non coltivate, o i campi, e si trovano non raramente sulle strade,
amano assai spolverarsi: sono gregari, ma non veri migranti e discreti cantori:
raramente si posano sitali alberi; le uova sono bianco-sudicie, con macchiette
di varia grandezza brune e grigio-porporine.
238. Galerita cristata (Linnaeus), Cappellaccia.
| Tav. XIX. tìg. 1(1 e Tav. \1.1\. Sg. :id |.
l'arti superiori rossiccio-lionate sul margine, nerastre sul centro delle penne,
colla testa lavata leggermente di vinato; otto o dieci penne sulla testa lunghe e
strette, lei-manti un ciuffo; ali con margini rossiccio-pallidi; guancie, mento e
alta -ula di un biancastro seuza macchie; gola, lati del collo e petto bianco-isa-
bella, con fitte macchie nerastre sul petto, e più allungate brune o bruno-rossiccie
sui lati e sui fianchi; addome e sottocoda di un bianco-isabella; gran parte del
vessilli! interini delle remiganti, cuopritrici interiori delle ali ed ascellari di un
isabella-rossiccio chiaro; timoniera esterna bruno-pallida, marginata esternamente
di rossiccio-fulvo, culi una fascia di un brune più cupo sul vessillo interno, le cen-
trali brune, con margini cenerognoli (ad.). Più pallidi degli adulti, colle penne
delle parti superiori bianche all'apice e con una fascia subapicale nerastra {giov.).
Lunghezza imalc 0,m180; becco 0,ra016; ala 0,m105; coda 0™070; tarso 0,ra025;
unghia del dito posteriore da 0,'"010 a 0,'"01f>.
La Cappellaccia va soggetta a numerose varietà, riguardo la statura e la
tinta: come aberrazioni di colorito se ne trovano di affette di albinismo, di isa
bellismo, di melanismo più o meno completo, ed anche di quelle co] becco eccezio
nalinente lungo ed incrociato.
Abita l'Europa centrale e meridionale: è rara nelle Isole Britanniche, seden-
taria nella Scandinavia e nella Russia tino al 60°; sotto forme diverse abita l'area
data pel genere, però le tinte variano e nei distretti sabbiosi diveng più ros-
signe, il becco e la statura ingrandiscono, ma come dissi, tale genere e la sua
Il Boie /'■■.. 1K2X. p. 231) i-i- errore scrisse Galeridu.
1. Corriere grosso (e? ad. in abito di primavera). 2. Corriere grosso (giov.). 3. Fratino. 4. Corriere piccolo
(o" ad.). 5. Corriere piccolo (giov.). 6. Piviere tortolino (cf ad. in abito di primavera). 7. Piviere dorato
(c? ad. in abito di primavera). 8. Piviere dorato (giov.). 9. Pivieressa (ad in abito di primavera). 10. Pi-
vieressa (giov.). 11. Pavoncella (o" ad. in abito di primavera). 12. Pavoncella (giov.). 13. Voltapietre (ad. in
abito di primavera). 14. Voltapietre (giov.).
Citrico Iloepli, Editore, Milano.
\ I I w I I ORNI rOLOGII 0 241
distribuzione sono ancora noti incompletamente. In Italia è specie comune e sta
zionaria nelle parti centrali e meridionali <■ nel Veneto, altrove sembra più che
altro estiva. Manca in Sardegna ed in Corsica e di solito non è molto abbondante.
Nidifica dall'aprile .-il luglio, allevando duo o tre covate. Secondo il Giglioli l'I.
undata del Risso sarebbe il giovane di questa specie.
I n.i forma rossiccia della G. cristata, delia G. senegalensis o G. e. senegalensis
(P. L. S. Moller), distinta per tinte più rossiccie e per le timoniere laterali fulvo
rossiccie, fu indicala per le contrade eircummediterranee; si troverebbe in Un-
gheria, in Dalmazia, nell'Abissinia, nel Senegal, nell'Asia minore enei Caucaso;
il Sharpe però non la distingue, ina ne mette il nenie nella sinonimia della /,. cri
staili, altri Autori, e tra questi il Madarasz, la considerano come specie distinta.
Esemplari, che vidi, provenienti dalla Dalmazia erano evidentemente più rossicci
degli ordinari Europei ed appartenenti, io credo, a questa, torma dio sembra ti"
varsi nel Carso presso Fiume (Madarasz). 11 mio amico Prof. Brusina mi diceva,
come egli considerava differente dalla G. e. senegalensis la forma di Cappellaccia
cdie vive india Dalmazia, nella Croazia e india Slavonia e (die teneva in pronto
una comunicazione in proposito, nella quale la distingueva col nome di G. e.
balcanica.
Secondo llariert (') le seguenti sarebbero le t'orine europee della Cappe]
laccia :
n Galerita distata cristata (L). Europa in generale.
b) Galerita cristata senegalensis il'. L. S. Miiller). Senegambia, Hausa land, secondo
Sharpe, Spagna meridionale e Marocco -■ : eguali dimensioni; però più n>>-
siccia, più pallida e di un colorito simile alla sabbia; anche il becco è più
grande, ma talora anche più piccolo.
e) Galerita cristata theklae (C. L. Brehm).
Molto piccola ed assai scura di colorilo: petto con strie nerastre larghe e
numerose; questa, secondo lo Sharpe, è una buona specie; Spagna meridio-
nale e Marocco; sembra spingersi sino a Tunisi (costa), secondo il Whitaker,
ma certamente esse non sono tipiche, ma somiglianti alla G. cristata cristata.
ili Galerita cristalli caucasica, Taczanowski, Caucaso.
11 Taczanowski (2) ha parlato di una varietà di G, instata, da lui trovata a
Lagodechi nel Caucaso e che chiamò <i. cristata caucasica. Secondo questo Autore
il becco di questa nuova sottospecie è abbastanza lungo, (piasi come nella
G. abyssinica, Bp., più allungato della G. cristalli dell'Europa centrale, ma più
sottile india porzione apicale, è pero assai più corto di quello della <<'. macro-
rhyncha, Tristram del Sahara e della G. magna, llunie dell'Asia centrale, etc. Il
fondo di tinta è grigio, ma più chiaro di quello della G. cristata europea, i centri
scuri più accentuati, i margini delle penne delle pani superiori molto stivili, le
tinte rossiccie sulle cuopritrici superiori della coda quasi mancanti; nel coni
plesso assomiglia assai agli esemplari spaglinoli della G. instata a. striata. Brehm);
(') Nov. /noi. IV. 1897, pp. 142-147.
Bull. Soc. /.noi. ili Fruì,,;, XII, pp. 620-621 (1888).
Atlante ornitologico.
'.'Il' ATL.W 11 0RNIT01 OGK 0
becco dalla commessura 0,m0215; ala 0,m109; coda 0,m064. Non ho mai veduto
tale forma.
239. Galerita Theklae ' . Brehm, Cappellaccia spagnuola.
Simile alla G. cristata; ma molto più piccola, e coll'apparenza di una A. ar-
vensis di tipo grigiastro sulle parti superiori e con una tinta gialletta sulle parti
inferiori. Le macchie sul petto sono molto numerose ed anche quelle dei fianchi
non meno decise: la penna esterna della coda ha la tinta chiara molto rossiccia
e questa specie è facilmente riconoscibile pel suo becco molto corto e per la pic-
cola statura.
Lunghezza totale 0,'"139; becco 0,m013, ala 0,m099; coda 0,,n060; tarso 0,m024.
Abita la Spagna meridionale e l'Africa orientale {Sharpe); parecchi Autori
considerano sottospecie la Cappellaccia spagnuola, ma a me è sempre parsa una
specie bene caratterizzata.
Genere CALANDRELLA. Cai p.
Differisce dal gen. Alauda pei seguenti caratteri:
Becco piccolo, corto, conico e piuttosto grosso; ali più lunghe; la remigante
primaria molto corta, rudimentale e spesso mancante, in tal caso le l6 sono nove;
unghia del dito posteriore corta e curvata; statura piccola; nessun ciuffo per-
cettibile.
Poche specie, alcune delle quali reciprocamente molto simili, che abitano la
Regione Paleartica, l'Etiopica e l'Orientale, frequentando le pianure brulle o colti-
vate; in autunno e nell'inverno sono gregarie; cantano melodiosamente, innalzali
dosi a grandi altezze; le uova sono bianco-grigie o bianco-fulviccie, macchiate di
brunastro.
a Remiganti secondarie e primarie ili eguale, lunghezza (gen. Calandrella,
Kaup).
240. Calandrella brachyclactyla (Leislee , Calandrèlla.
[Tav. XX, tig. lj.
Parti superiori grigio-isabella, con una macchia bislunga, centi-ale, nerastra;
sopracciglio e redini bianco-gialliccie; gastrco biancastro, lavato di ceciato, spe-
cialmente sul petto, con poche macchiette nerastre sui lati della gola, del petto
e sul centro dello stesso, o più spesso il petto è senza macchie, cioè con due sole
grosse e scure sui suoi lati; sottocoda ceciato; margini delle ali bianco-ceciati; tinta
chiara della timoniera esterna bianco-ceciata, con una fascia obliqua scura sul
vessillo interno. 2a scura, col margine esterno ceciato im/.i. Più rossiccio dell'ad.;
parti superiori rossigno-chiare, col centro delle penne nero e l'apice bianco-ros-
n.t thecklai Sh
ITI \M i OKNH aCO 243
signo; mar-ini delle ali Larghi, bianco-rossigni ; gastreo più lavato di ceciato che
nelT adulto, culle macchie mene distinte; timoniere marginate di nocciola-pai
lido [giov. .
Lunghezza totale 0,m150; becco 0,m010; ala0,m088; coda u,-( i.v,: tarso 0,ffi020;
unghia del dito posteriore 0,'"010.
Abita l'Europa meridionale, mostrandosi irregolarmente in Germania, nelle
Isole Britanniche e nella Francia settentrionale; si estende verso esl sino alla
Persia, alla Siberia occidentale, all'India nord-occidentale; si trova anche nell'A-
frica settentrionale. In Italia è specie di passe ed estiva, giunge nel marzo-aprile
e nel settembre-ottobre, ed è specialmente comune nelle parti centrali e meridio-
nali; piuttosto rara nelle settentrionali e più «die altro in quelle occidentali. Nidifica
ovunque, dall'aprile al Luglio, nelle provincie centrali e meridionali, e talora nelle
settentrionali (Veneto).
b) Remiganti secondarie molto più corti delh primarie (gen. Alaudula, Hor
sfield iv_ Moore).
241. Calandrella pispoletta (Pallas), Pispoletta.
Simile alla precedente, ma più grigia e più bruna; mar-ini delle ali biancastri:
striscie Longitudinali numerose e ben distinte sul davanti del collo e del petto; le
2e più interne molto più corte della V primaria (beninteso se non è spuria), cioè di
circa O.'O'JH: la colorazione chiara sulle due timoniere esterne di ogni lato bianco-
pura; becco più corto e più ottuso.
Lunghezza totale 0,'"150; becco 0,'"009 ; ala0,n,090; coda0,n,068; tarso 0,'"020;
unghia del dito posteriore 0,n'008.
Abita l'Europa meridionale-orientale, specialmente il sud della Russia; si
estende verso est sino alla Cina, attraverso l'Asia centrale. Tre esemplari vennero
colti in Italia; uno nel marzo 1870 presso Grosseto (Jì. Museo ili Finir.,), il se-
condo l'ebbe il de Romita da Bari nel 1875 (Museo 'li Bari), un terzo venne preso
nel maggio 1894 nel Veneziano (mia Collezione); è specie accidentale e molto rara.
24h/. Calandrella pispoletta minor (Cabanis), Pispoletta minore.
[ Calandrella minor Cab.), Calandrella pispoletta, part. Giglioli; Calandrella minore}.
Differisce dalla C. pispoletta per statura minore: più rossiccia, specialmente
sulle cuopritrici superiori della coda; lati del corpo fulvo vinati, celle striscio ben
distinte, ma strette sul davanti del collo e sul petto; resto del gastreo bianco:
2e interne più corte della 1" primaria (cfr. G. pispoletta) di circa 0,ra013, quindi
molto più Lunghe che nella C. pispoletta.
Dimensioni di poco minori della C. pispoletta.
Questa specie abita le Isole Canarie, L'Africa settentrionale fino all' Egitto ed
alla Nubia, e verso est sino alla Palestina, all'Arabia ed al Golfo Persiano. È ac-
cidentale in Italia: il Wright ne ebbe una da Malta, che fu considerata tale dal
Dresser. il Giglioli però la ritiene una C. pispoletta ed io la cito tra le italiane
sull'autorità del mio amico II. E. Dresser, distinto Ornitologo e Autore della più
splendida Opera esistente sulla Avifauna Paleartica.
244 ATLANTI'. ORNITOLOGI! <<
24IA. Calandrella pispoletta baetica (Dresser), Pispoletta spaglinola.
Simile alla C. pispoletta; ma di un bruno più cenerognol ;on macchie bruno-
nerastre larghe, grandi e numerose sulla gola e sul petto, e che sui fianchi assu-
mono la forma di striscie allungate.
Lunghezza totale 0,'" 140: becco 0,m009; ala 0/087; coda 0,'"048; tarso 0,m020.
Abita la Spagna meridionale.
Genere PTEROCORYS. Stejneger (>).
Differisce dal gen. Melanocorypha pel becco meno conico e meno grosso, colla
mandibola inferiore leggermente volta all'in su; narici quasi del tutto coperte da
piccole penne; remiganti primarie in numero di 9, mancando o essendo invisibile
la prima spuria; coda leggermente forcuta; unghia del dito posteriore leggermente
più curvata, meno forte e grossa; piedi e tarsi più sortili.
Colore predominante delle due penne esterne della coda da ogni lato bianco,
colla base delle stesse scura: cervice e parte delle cuopritrici alari di un rossiccio-
brillante.
Due specie compongono questo genere, l'ima è europea, l'altra della Siberia
orientale.
242. Pterocorys sibirica (Gmelin), Lodala siberiana.
| Melanocorypha sibirica (Gm.), Pallasia sibirica (Gm.)"].
Fronte e testa sino alla nuca di un rossiccio-rugginoso, col centro delle penne più
scuro e l'apice più chiaro o bianchiccio; parti superiori con larghe strie centrali
nerastre ed il margine brunastro-rossigno, qua e là lavato di rugginoso, molto
intenso sulle lunghe cuopritrici della coda; cuopritrici alari piccole e l rossieeio-
rugginose, le altre bruno-rossigno, biancastre all'apice ed esternamente: remiganti
26 esterne bianche nella metà apicale, nerastre nella basilare, il bianco delle remi-
ganti i"1 eil il rugginoso delle piccole cuopritrici formano due spazi sull'ala: guancie
e gastreo di un bianco lavato di fulviccio sui calzoni e sui fianchi, con macchiette
bruno-nerastre sui lati della gola e sul petto, più rossiccie e più larghe sulla parte
alta dei fianchi e più nerastre sulla, parte inferiore degli stessi ; timoniera esterna
bianca, eccetto un tratto oblungo scuro alla base del vessillo interno, la 2" è bianca
sul vessillo esterno ed all'apice dell'interno, nel resto scura {mas. ad.). Testa bru-
nastro-cenerognola, lavata di rugginoso e col centro delle penne nero; colorito
del gastreo meno puro, con le macchie più numerose e più decise (die nel ma-
schio //' mm. mi e giov.).
Lunghezza totale 0,' 185; becco 0,m013; ala 0,ml 14; coda 0,m070; tarso 0,m023;
unghia del dito posteriore 0,'"012.
(') Il genere Pallasia, Homeyek, is7:;. era stato prima usato in Entomologia e quindi adottai il
nome ili Pterocorys, Stejnegek, 1884.
\ [ i.a N ;\i rOLOOH 0 2 15
Abitala Russia centrale, estendendosi verso esl fino all'Asia centrale ed agli
Aitai, e verso nord fino ad Omsk. Fu presa accidentalmente in Polonia, in G
li/.ia. ad Helgolaml, uri lielgio, in Inghilterra; ed in Europa sverna nella Russia
meridionale ed in Turchia. In Italia fu celia sette volte; cioè uel novembre 1869
a Trento e nell'ottobre l<s'.'i a Bergamo ed a Verona (72. Musai di Firenze), nel
l'ottobre 1885 a Ro\ < -reto Museo civico di Rovereto), nell'ottobre 1887 esemplare
colto, probabilmente, nel Nizzardo e che il Giglioli ebbe dai fratelli Gal; nel gerì
naie L896 presso Roma (II. Museo Zoologico ili Roma), ed inline nel marzo 1896 nel
Padovano [mia Collezione); ricordo anche che nella Rai-celta Magni-Griffi vi era
un soggetto, che dicesi colto nel 1869 in Liguria, e che ora è nel II. Museo ili
Unum: è specie accidentale e molto rara.
Genere MELANOCORYPHA. Boie.
Distinto dal gen. Alauda pei seguenti caratteri:
Becco molto torte, ottuso, quasi diritto, ma convesso al di sopra e fortemente
rivolto all'in su nella porzione apicale dilla mandibola inferiore; narici solo in
parte coperte da piccole penne; ali più appuntite, egualmente di IO primarie colle
l" ben più corte delle 1" e la 1° primaria rudimentale; coda mediocre, quasi
quadrata; diti piuttosto robusti; unghia del pollice torte e quasi diritta, meno del
doppio in lunghezza del dito stesso.
Statura piuttosto grande; testa senza ciuffo ; mantello nero, o con macchie nere,
o variato di rossiccio o di bruno: talora notasi una larga macchia nera su cia-
scuno dei lati del collo.
Hanno le abitudini delle Alaudae, e come lineile sono eccellenti cantori; se ne
conoscono quattro specie distribuite nei paesi circumuiediterranei, verso est sino
all'Africa Centrale ed all'India sud-occidentale.
ai Un largo spazio nero sui lati del petto; remiganti & esterne strettamente ter
minate ili bianco.
243. Melanocorypha calandra (LlNNAEUS), < '«landra.
| TAV. XX, Bg. 2 |.
Parti superiori eoi centro delle penne nero-scuro ed il margine grigio-lionato,
che tende al cenerino; redini e largo sopracciglio ceciati; gola, una grande fascia
sotto la regione auricolare, parte media del petto, addome e sottocoda bianchi;
lati della gola con macchiette brunastre; una grande macchia nera su ciascuno
dei lati del collo; alto petto bianco ceciato, con numerose macchie a goccia scuro-
nerastre; fianchi bruno-grigiastri; remiganti 2° bianche all'apice-, timoniera esterna
limisi ilvl tulio bianca, tranne mi Ini fin oblungo bruno nl/n base del vessillo interno, In
L>" bianca all'apice e sull'intero vessillo esterno (mas. ad.). Macchie sul gastreo più pie
cole, e di un tono più rossiccio sulle parti superiori [femm. ad.). Più cupo sulle
parti superiori, le cui penne sono bianche all'apice e (ulve sul margine; le mac-
chie sul gastreo meno distinte Igiov.).
246 viiw citologico
Lunghezza totale 0,m200; becco 0,'"017; ala 0,"' 130; coda 0,'"068 ; tarso 0,m028 ;
unghia del dito posteriore 0,'"017.
Varia molto nelle dimensioni e nell'intensità della tinta; oltre a ciò si no-
lani' anomalie di colorito melamene, albine ed isabelline.
Abita l'Europa meridionale e le regioni d'attorno al Mediterraneo, verso esl
sino alla Persia ed all'Afganistan ; è rara nell'Europa centrale e nella settentrio-
nale. In Italia è stazionaria ed abbondante sul versante Mediterraneo della parte
centrale e nella meridionale, comprese le Isole; scarsa e di passo alquanto irre-
golare nelle Marcile e nella Valle Padana, può dirsi accidentale nelle provincie
nord-occidentali; nel Veneto capita quasi ogni anno in pochi esemplari nell'ottobre,
nel novembre e durante l'inverno, sembra però stazionaria nell'Udinese; nidifica
in aprile e nel maggio.
Un'altra specie la M. bimaculata (Ménétriés) o Calandra orientale sarebbe
Europea, mostrandosi nelle estreme regioni orientali (Caucaso), ma la cosa non
è del tutto sicura; è distinta per la tinta generale più rossiccia, pel mantello più
pallido, ma più che altro pel disegno e pel colore della coda, nella quale le timo-
niere hanno una grande macchia apicale bianca sul vessillo interno, l'esterna
non è del tutto bianca, ma somiglia alle altre ed è bianca soltanto sul vessillo
esterno; lo Sharpe, a ragione, dice che la timoniera laterale della M. bimaculata
assomiglia alla penultima della M. calandra. Probabilmente la M. bimaculata è una
semplice sottospecie della M. calandra. Abita l'Africa nord-orientale sino alla
Siria, l'Asia Minore, il Caucaso, la Persia sino all'Asia centrale; spingendosi a
Irkutsk ed a Krasnojarsk, e verso sud all'Afganistan ed all'India nord-occiden-
tale (Sharpe).
b) Vinniaaifnt nero (maschio), fianchi striati di nero (femmina); remiganti _' esterne
min terminate di bianco.
244. Melanocorypha yeltoniensis (Forster), Calandra nera.
[Tav. XIX, fig. 12].
Tutto nero, con marginature fulviccie poco distinte sul dorso e sui fianchi;
apice delle remiganti brunastro (mas. ad. in prim.). Tutte le penne nere, con mar-
nini rossicci (mas. ad. in aut.). Parti superiori bruno- ocracee, col centro delle penne
più scuro e macchiato di nero sulla cervice; redini e sopracciglio biancastri; ga-
streo bianco, fulviccio sulla gola e più vivo sui fianchi; davanti del collo, petto
e lati macchiati di nero in senso longitudinale o triangolare, le dette macchie
più fitte e longitudinali sui fianchi; coda bruno-scura, coll'apice grigio e con margini
rossicci e biancastri sulle laterali (femm. ad.).
Lunghezza totale o,'"190; becco 0,n,016; ala 0,u,130; coda 0,'"071; tarso 0,m023;
unghia del dito posteriore 0,'"01G.
Abita l'Asia cenii ale; migra d'inverno nella Russia meridionale; accidental-
mente venne presa nel Belgio (Dubois) e ad Helgoland (Gàtlce). Comparve una sol
volta in Italia nel lso.s in Piemonte, l'esemplare non venne conservato, ma ne esiste
un disegno del Bonelli (R. Museo ili Torini» che non fu mai pubblicato; un sog-
getto, che dicesi collo nel 1868 presso Sarzana, proveniente dalla Raccolta Magni-
ti riffi, è nel II. Museo di Roma.
■->
\ ri \vi I, ORNITOl OGH " 2 17
Genere 0T0C0RYS. Bonaparte.
Becco piuttosto corto, appuntito, subconico, convesso superiormente, non in-
taccato, colla mandibola inferiore arcuata all'in su; ali lunghe ed appuntite di 10
penne, la la primaria minima, spesso mancante, la 2:i la più lunga, la 4a più corta <li
parecchio; coda piuttosto luuga e leggermente forcuta; tarso più lungo del dito
mediano con unghia; unghie mediocri e poco curvate, quella del dito posteriore
(piasi diritta e subeguale al dito stesso.
Testa ornata nei maschi ad. di un ciuffetto di penne allungate, erigibili sui
lati della testa sopra ciascun occhio.
Hanno le abitudini delle Alaitdae. Se ne conoscono quindici specie, che con
altre torme abitano le parti nordiche delle Regioni Paleartica e Neartica fino al-
l'Imalaia, alla subregione Mediterraneo-Persica, ai confini nordici della regione
Etiopica, giungendo al Messico ed a Bogota sul lato Americano.
245. Otocorys alpestris (Linnaeus), Lodola gola gialla.
[Philammus alpestris il.. J.
[Tav. XIX, fig. 11 ].
Fronte, largo sopracciglio, gola, parte posteriore della regione auricolare, l'ante-
riore delle guancie, una fascia sotto la regione auricolare di un giallo-pallido; redini.
parte anteriore della testa, penne attorno e sotto gli occhi, un largo spazio sulla
parte anteriore della regione auricolare, sino alla porzione posteriore delle guancie.
davanti del collo e un grande spazio sull'alto petto di un nero-lucido; nero della regione
auricolare diviso da quello del />ctt<>: sul sopracciglio due ciurt'etti di penne erigibili
allungate nere; nuca bruno-vinata; dorso e groppone bruno-nerastri nel centro cU Ih
-penne, bruno-rossigni sui lati ed all'apice, il rossigno più vivo sul groppone; cuopritrici
alari terminate di biancastro; resto delle parti inferiori bianco-sudicio, coi fianchi
lavati di bruno-rossigno e con strie centrali scure, indistinte sui medesimi; timoniere
centrali bruno-vivaci, le altre nerastre, le due esterne marginate di biancastro
(mas. ail. in prim.). Tinte più cupe; mancano i ciuffetti, ed il nero sulla testa é
meno esteso (femin. ad.). Tinte più opache; il nero della testa marginato di gial-
letto, quello del petto di bianchiccio; tinte gialle meno pure; il bianco del gastreo
lavato di brunastro sull'alto petto (ad. in aut.). Parti superiori nerastre sul centro
delle penne, col bordo brunastro, lavato di rossigno sulla nuca e sul sopracoda;
coda come l'ad.; regione auricolare brunastra, lavata di rossiccio; sopracciglio grigio-
rossigno; guancie e gola bianco-giallette, leggermente lavate di brunastro; sull'alto
petto una macchia nera ristretta, coll'apice delle penne grigio-rossigno (giov.). Parti
superiori bruno-nerastre, con macchie rotonde bianco-f'ulviccie. più o meno ocracee
(giov. nel 1° abito).
Lunghezza totale 0,'"1T5; becco 0™012; ala 0/"110; coda 0,'"0iis: tarso 0,m023;
unghia del dito posteriore 0,'"01i'.
Abita le regioni settentrionali d'Europa e d'Asia, sino al Mare di Ochotsk, la
Groenlandia e l'America Artica: migrando verso sud nell'autunno. In Italia è specie
2 |S Ali. \\ I I. ORNI COLOGICO
rara, di comparsa irregolare nell'autunno e nell'inverno; capita più sovente nel
Veneto; fu colta parecchie volle in Liguria ed in Toscana ; una volta nel Napole-
tano e nella Puglia (maggio)*
246. Otocorys penicillata (Gould), Lodo/a (/ola Umica orientale.
Assomiglia alla 0. alpestrù; ma le parti superiori sono più pallide, unifonni
sul ilorsi) o appena striate ili inni, le colorazioni gialle della testa quasi bianche;
i ciuffetti laterali della, testa molto più lunghi; la linfa nera del petto assai più
estesa ni unita u quella della regione auricolare.
Dimensioni dell'O. alpestris.
Abita la Bulgaria, la Bosnia e, secondo il Brusina, anche la Dalmazia, le parti
sud orientali d'Europa e l'Asia minore sino agli Aitai ed al Nord della Cina; nel
Tibet vive una forma più pallida, divisa sotto il nome di 0. longirostris, Moore.
Questa specie non comparve mai in Italia.
247. Otocorys bilopha (Temminck), Lodola gola bianca algerina.
l'arti superiori, coni prese lecuopritrici alari, di un isabella rossigno-vivace, conco-
lore ril a ni fornir, tinto di vinato sulla cervice; remiganti bruno-scure, marginate di isa-
bella-rossigno e sulla la remigante primaria di biancastro; coda come nell'c. alpe-
stris, ma le timoniere centrali del colore delle parti superiori: fronte, sopracciglio,
die continua fino sulla nuca, parte posteriore della regione auricolare, una fascia
ni ili sutto della stessa e gola bilimbi : sul sopracciglio una fascia nera, che con-
tinua sui lati della nuca in due ciuffetti lunghissimi; redini, penne sotto l'occhio,
parte anteriore della regione auricolare ed una larga fascia semilunare sulla bassa
gola e sul davanti del collo, neri; il nero della regione auricolare non unito a
quello della gola e del collo; gastreo bianco, tinto di isabella-vinato sui fianchi:
remiganti bruno-scure, marginate di isabella-rossigno, la la primaria biancastra
sul bordo esterno (mi.).
Lunghezza totale 0,m152; becco 0,'"012; ala 0,m096; coda 0,m061 ; tarso 0,m021 ;
unghia del dito posteriore 0,"'0<>7.~>.
Abita l'Arabia e l'Africa settentrionale; sembra di accidentale comparsa nel
sud della Spagna. '
Genere AMMOMANES ('), Cabanis.
Becco abbastanza forte, lungo e subconico; narici rotonde; ali abbastanza
lunghe, la 1" remigaute primaria corta, ma molto più lunga delle cuopritrici, 2a più
curia della IV, He la massima; coda piuttosto lunga e leggermente smarginala;
tarso più lungo del dito mediano con unghia; unghie deboli, poco curvate e corte.
eccetto quella del dito posteriore, che è lunga quanto il dito stesso.
Tinte uniformi grigie più o meno rossiccie od isabelline. Somigliano alle Ca
l'i Per le sottospecie del gen. .immolinone vedi Hartert, Voti. /•><>/., TV, ]>)>. L40-141, 1897.
I'av. 32.
1. Beccaccia di mare (ad.)- 2. Beccaccia di mare (giov.). 3. Calidra (ad. in abito di primavera). 4. Calidra
(giov.) 5. Piovanello maggiore (ad. in abito di primavera). 6. Piovanello maggiore (ad. in abito d'autunno).
7. Piovanello (ad. in abito di primavera). 8. Piovanello (giov.). 9. Piovanello pancia nera (ad. in abito di
primavera). 10. Piovanello pancia nera (ad. in abito d'autunno). 11. Piovanello pancia nera (giov.). 12. Gam-
becchio nano (ad. in abito di primavera). 13. Gambecchio nano (ad. in abito d'autunno). 14. Gambecchio
(ad. in abito di primavera). 15. Gambecchio (ad. in abito d'autunno). 16. Gambecchio (giov.).
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
mi xml ORNITOLOGICO '-' l'(
landrellae; hanno canto abbastanza melodico, ma monotono; abitano le regioni de-
serte e sabbiose della Regione Paleartica meridionale, dell'Etiopica e dell'Orientale.
248. Ammomanes cinctura (Gould), Lodala del deserto minore.
Colorito delle parti superiori rossiccio-cenerognolo, più vivace sul groppone,
col centro delle penne scuro sulla testa e più deciso sulle cuopritrici alari; gola
e guancie biancastro rossiccie, il resto del gastreo fulvo-isabellino, con piccole
macchiette brunastre sul petto, rossigno-vivace uniforme sui lati e sui fianchi;
remiganti rossiccio-vivaci, con margini più chiari sulle 26, le primarie con una
grande macchia subapicale nerastra; timoniere di un rossiccio-isabclla-vivace. con
una larga fascia subapicale nera, incompleta e solo estesa sul vessillo interno
delle laterali; cuopritrici inferiori delle ali rossiccie (ad.).
Lunghezza totale 0,m140; becco 0,'"010; ala 0,,n090; coda 0,n,060 ; tarso 0,n,020 ;
unghia del dito posteriore 0,"'007:">.
Proporzione dette remiganti: la primaria corta, di 0,'"0051 più corta della 2a, che
è di poco più breve della 3a e della 4a, che sono le più lunghe.
Abita l'Arabia, verso est sino alla Persia, l'Africa settentrionale e le isole
del Capo Verde. In Italia è accidentale a Malta, ove venne trovata dal Wright
nell'aprile 1867 (Coli. Dresser); sembra che un altro soggetto vi sia stato colto
dallo Schembri, ma ciò non è sicuro.
Una specie affine VA. deserti (Lichtenstein) o Lodola del deserto fu citata pella
Spagna e pel Portogallo (Degland éb Gerbe), pella Grecia i Ti 'tinnititi ;e Von der Muhle)
e pelle Cicladi (Erhardt), ma nessuna di tali notizie è sicura; il Cara l'elencò
pella Sardegna su varietà isabelline dellM. arvensis (fide Salvadorii, il Wright per
Malta su di un esemplare posseduto dallo Schembri e che, come dissi, facilmente
apparteneva all' A. tintinni; sicché la Lodola del deserto è da escludersi per ora
dalla lista Europea. Essa è di statura maggiore dell'ai, cinctura, ha le parti supe-
riori brunastro-cenerognole, tinte di fulviccio-vinato, più vivace sul groppone; ga-
streo bianco, tinto di rossiccio sull'addome e sui fianchi; la proporzione delle re-
miganti è differente; le timoniere sono meno rossiccie e non hanno la banda nera
subapicale; abita il Nord dell'Africa, la Nubia e l'Abissinia.
Una specie del gen. Alaemon, Keyserling & Blasius, VA. alaudipes (Desf.), com-
parve più volte nei Cataloghi Europei, ma le notizie sono malsicure per ammet-
terla; abita i distretti sabbiosi dell'Africa settentrionale e dell'Asia occidentale;
fu citata peli' Andalusia [Schlegel), pella Francia meridionale (Degland & Gerbe, Bar-
thelemy-Lapommeraye), pella Grecia (Von der Miihle e Lindermayer), per Candia
(Cabanis) pella Sicilia e pella Provenza (Malherbe); ma prima ancora il Bonaparte
ed il Temminck la dissero colta in Sicilia, cosa negata recisamente dal Benoit e
dal Doderlein.
Genere CHERSOPHILUS, Sharpe.
Becco lungo quanto, e più della testa, sottile, curvato e discretamente forte,
tanto alto che largo all'altezza delle narici; narici ovali; la remigante primaria
corta, meno di metà del tarso e più lunga delle 1" cuopritrici; coda discretamente
Atlante ornitologico. 32
250 ATI. \MT. OKN1TOLOGICO
lunga e quasi quadrata ; unghie corte e leggermente curvati', forti ed ottuse, quella
del dito posteriore subeguale al dito stesso.
Abitano le località sabbiose e deserte; cantano poco melodiosamente; le uova
sono bianco-sudicie, macchiate a vario disegno di bruno. Una sola specie, con
una sottospecie compongono questo genere.
249. Chersophilus Duponti (Vieillot . Lodola del Thvpont.
Parti superiori bruno-rossiccie o biancastre sul margine delle penne, col centro
delle stesse nerastro, quelle della cervice di egual disegno, col margine bianchiccio,
che forma una stria longitudinale sul centro della testa; redini e stretto soprac-
ciglio bianco-rossicci; una stria scura sui lati della gola, che parte dalla base
del becco: gola bianco-pura; gastreo isabella-rossiccio-immacolato sull'addome e
sul sottocoda, con piccole macchiette brunastre sulla bassa gola e sul petto, queste
macchiette poco distinte sui fianchi; timoniere, le due centrali bruno- rossiccie, col
centro delle penne nerastro, le laterali bruno-scure, col margine più chiaro, la la-
terale bianca, con uno spazio obliquo scuro alla base del vessillo interno, la pe-
nultima col solo bordo biancastro (ad.). Parti superiori con margini isabella-chiari:
le macchie sulle parti inferiori più cospicue, basso addome e sottocoda lavati di
gialletto {gioì:).
Lunghezza totale 0,'"188; becco 0,'"025; ala 0,m100; coda0,"071; tarso 0,n'0i':!:
unghia del dito posteriore 0,'"0096.
Abita il Sahara Algerino ed il sud della Spagna. Venne citata pella Spagna
anzitutto dal Degland & Gerbe e tale notizia è esatta, ma non sembrano del pari
attendibili quelle riguardanti la sua comparsa nella Francia meridionale (Degland
& Gerbé), nella Provenza (Roux) (sebbene non è certo che la A In min ferruginea del
Roux sia la presente specie), nella Grecia (Voti der Muhle) ed in Sicilia (Malherbe).
Il Giglioli possiede un soggetto, che sarebbe stato ucciso nel novembre 1900 a
Piombino in Toscana (B. Museo ili Firenze).
Una forma simile vive nel Portogallo lungo la riva del Tago ; essa fu distinta
dal Bocage sotto il nome di C. Duponti var. lusitanica, è più piccola del C. Du-
ponti, di tinta grigiastra sulle parti superiori; penne del dorso e cuopritrici alari
con larghi margini bianchi; petto, gola e fianchi con grandi e fitte striscie bruno-
nerastre. Lunghezza totale 0,™139; becco 0,'"021; ala 0,m097; coda 0,'"060; tarso 0,m027;
unghia del dito posteriore 0,'"0090.
Sezione OSCINES CONIROSTRES - Passeracei conirostri.
Becco più corto della testa, conico, talora un po' compresso, alle volte intac-
cato; narici più o meno coperte di piume setolose e corte, dirette in avanti; ali
mediocri, un po' allungate, colla 1" remigante primaria sempre una delle più lunghe
e rarissimamente spuria; piedi, di solito, abbastanza robusti.
Sono piccoli uccelletti, o di mole relativamente piccola; granivori o baccivori,
ma si nutrono anche d'insetti, specialmente durante l'epoca nella quale allevano
vii \sn ORNITOLOGICO 251
i pulcini; sono in gran parte migratori e cosmopoliti; amano i boschi e le località
alberate e nidificano in gran parte sugli alberi, tra i quali vivono. Una famiglia
con quattro sottofamiglie sono rappresentate in Europa.
Fami.; lia FR1NGILLIDAE, Fringillidi.
Becco più o meno del tutto conico, forte, più corto della testa, più o meno
convesso e talora così contratto, che i margini sono in parte concavi, questi sono
interi o intaccati e le mascelle diritte o incrociate; talora vi sono setole alla
base del becco e qualche volta anche molto sviluppate: narici esposte, o coperte
di ciuffi di penne rivolte in avanti; ali variabili, di solito lunghe ed appuntite,
di 9 primarie distintamente visibili; coda pure variabile, sempre di 12 penne: piede
Oscino, tarso nudo, abbastanza robusto, scudettato sul davanti, lamellato sui lati
e posteriormente, ove forma un margine tagliente; dito esterno unito alla base col-
l'interno.
Questa famiglia, composta di 500 specie, è cosmopolita, però manca nella
Regione Australiana, ove è surrogata da quella alfine dei Plocenli l'itu-tnliir . Hanno
muta autunnale semplice, l'abito primaverile è assunto per muta ruptila e per un
rinforzamento nell'intensità del colore; i giovani sono più macchiati e più striati
dell'adulto, ma mutano tale abito tosto nel primo autunno; sono granivori, ma si
nutrono anche di semi, di frutta e di sostanze vegetali molli di vario genere, come
pure nutrono sempre la prole d'insetti; vivono a coppie, e si riuniscono in grandi
stuoli al tempo delle migrazioni o nell'inverno; di solito sono migratori; il canto
in alcune specie è melodioso; nel gran numero dei casi, se le tinte sono poco
brillanti, allora i sessi sono quasi eguali od eguali, se le tinte sono vivaci, i sessi
si presentano differenti; costruiscono i loro nidi, di solito poco eleganti, sugli alberi
tra i quali vivono.
Quattro sottofamiglie sono rappresentate in Europa; ho seguito la classifica-
zione ed i caratteri dati dallo Sharpe, aggiungendo la sottofamiglia Loxiihae.
Sotti (Famiglia KMBERIZINAE, Kinl» rlxini.
Ossa nasali non sporte al di là della linea anteriore dell'orbita: margini ta-
glienti della mandibola non contermini, ma che lasciano un'apertura distinta sul
margine del becco chiuso, angolo della mandibola al mento molto acuto e marcato;
in molti generi osservasi sul palato una protuberanza dura, cornea, saliente e più
o meno convessa.
Questa sottofamiglia è largamente distribuita nell'America settentrionale e
meridionale e nel Mondo Antico; manca nella Malesia, nell'Oceania e nell'Au-
stralia.
252
ATLANTE ORNITOLOGICO
Genere CALCARIUS, Bechsteix.
Becco duro, conico, rigonfio all' indietro, mediocre, con la mandibola superiore
a spigolo un po' concavo, alta quanto l'inferiore e non più larga della stessa, coi
bordi di entrambe fortemente rientranti e quelli dell'inferiore sinuati; palato senza
tubercolo rilevato; narici basilari, ovali,
« '■ poste molto vicine allo spigolo del becco,
a metà nascoste da piccole penne ; ali
mediocri, appuntite, la (l) e 2a primarie
le più lunghe, 4:i assai più lunga della
5a ; coda piuttosto lunga e leggermente
forcuta; tarso lungo circa quanto il dito
mediano con unghia, scudettato sul da-
Cranio di Emìeriea.
a) visto dal disopra. rt
b) visto lateralmente
Cranio di Pringilla.
a) visto dal disopra
b) visto lateralmente.
(da Sharpe).
Cranio di Cocoothraustes.
u) visto dal disopra.
b) visto lateralmente.
vanti e coperto sui lati da una lamina, che nella parte posteriore forma un margine
tagliente; unghie dei diti anteriori corte e leggermente curvate, la posteriore quasi
diritta e più lunga del dito stesso.
I sessi sono differenti inter se, gli adulti hanno un collare nucale ed i giovani
somigliano alle femmine d'autunno; il piumaggio è scuro e piuttosto molle; una
sola specie abita l'Europa.
Si conoscono tre specie di questo genere, che abitano le parti boreali del-
l'Europa, dell'Asia e dell'America. Camminano come le Allodole e non saltellano
come i veri Zigoli, e come quelle cantano abbastanza melodiosamente, innalzan-
dosi nell'aria; hanno più abitudini terrestri che arboree; si nutrono di grani, di
semi e talora anche d'insetti; il loro nido è rozzo e depositano uova di un bianco-
sudicio, macchiate di lilla e di bruno- rossiccio.
(') Secondo alcuni Autori esisterebbe una penna spuria all'atto piccolissima, che io non ho notato,
quindi per la 1" primaria s' intende la normale 2a.
\ 1 1 INTE ORNITOI ouico 253
250. Calcarius lapponicus Linnaeus . Zigote di Lapponia.
[ Plectrophanes lapponicus L.)].
[ Tav. 20, lig. 3 ].
Remiganti secondarie sempre scure; code .-rum, colla timoniera esterna in <jrmi parte
bianca; unghia dei dito posteriori '/nasi diritta, più lunga del dito stesso.
Testa, lati, gola e collo nero-lari,//,- un sopracciglio bianco-gialletto, molto largo
dopo l'occhio e che discende sui lati del collo, marginando la tinta nera; un largo
collare rossa-' astagno sulla ama: parti superiori nere nel centro delle penne, castagno-
rossiccie sui lati; gastreo bianco, con due macchie nere sui lati del petto ed i fianchi
striati di nero; ali marginate di cocciola pallido; timoniera esterna ingrati parte bianca
(mas. ad. in pria>.\. Parti superiori nere, con larghi margini apicali bianchi o bianco-
rossigni; sopracciglio ceciato-rossigno ; collare poco appaiente e largamente margi-
nato di biancastro; fascie nere dei fianchi marginate di rossiccio [mas. ad. in aut.).
Mancano le tinte nere della testa ed il collare è quasi invisibile, macchiato di nero e
terminato di rossigno; gola e lati della testa di un fulvo-opaco, con macchie nerastre;
petto nero, rossigno all'apice delle penne; margini del dorso, delle ali e della coda
più larghi e bruno-rossicci Ifemm. ad.). Più opaco di tinta; collare mancante del
tutto e cosi le tinte nere (giov.).
Lunghezza totale 0,'"150; becco 0,'n009; ala 0,'"096; coda 0,'"060; tarso 0,ra021;
dito posteriore 0,'"012, unghia dello stesso 0,'"019.
Abita le parti boreali d'Europa, d'Asia e d'America; sverna in Asia sino al
30° di N. lat., nella Cina e in America sino al Kansas ed al Colorado; e mentre le sue
apparizioni non sono regolari nell'Europa centrale, si può dire accidentale al di qua
delle Alpi. In Italia è specie di comparsa irregolare nel Veneto e credo anche
nel resto delle parti settentrionali (Lombardia e Piemonte), accidentale altrove;
comparve in Liguria, in Toscana e nelle Marche, da dove ne ebbi uno nel maggio
1883. Dall'Italia superiore in 11' anni ne raccolsi trenta esemplari presi nell'au-
tunno e nell'inverno, cioè da novembre a febbraio.
Genere PLECTROPHENAX ('), Stejneger.
Simile al precedente, ma distinto pei seguenti caratteri:
Mandibola superiore con lo spigolo convesso, e più stretta dell'inferiore, coi
bordi di entrambe fortemente rientranti; narici quasi del tutto coperte di penne,
base del becco fittamente piumata; ali lunghe, che giungono quasi all'apice della
coda; coda moderata; unghia del dito anteriore alquanto lunga e curvata, quella
del posteriore curvata ed eguale o subeguale al dito stesso.
(') Siccome tanto il nome di l'Icctrophanes, Meyer (1810), quanto quello di Ciìdrophantx, Kaup 1 1 s Lì 0
furono adoperati invariabilmente pello Zigolo di Lapponia e pello Zigolo della neve, mentre questi due
Zigoti meritano rango specifico distinto, cosi adottai il nome di Plectrophenax proposto dallo Stejneger
(1882) pello Zigolo della neve. Gray poi dico che 1" Emberiza nivali* servì a Linneo di tipo del gen.
Emberisa, quando scrisse il suo classico Syttema Naturae, ed intatti essa porta il N. 1 tra le Emberitae
(ci'r. Linnaeus, Syil. Nat., 1, pag. 176, 1758;.
254 atlanti: ohm i<>i <> <.!.■■■
Piumaggio molle, pallido, bianco e nero negli adulti ; due specie compongono
questo genere, una delle quali, il P. hyperboreus, Ridgway, si trova solo nell'Alaska
e nelle regioni boreali d'America.
251. Plectrophenax nivalis (Ltnnaeus), Zigolo dilla neve,
[ Plectrophanes nivalis (L.), Calcarius nivalis (L.)].
[Tav. 20, tig. 4 e 5].
Remiganti secondarie bianche del tutto (ad.) od alla base soltanto (giov.); sei delle
timoniere centrali nere, marginate anche all'apice ili bianco, le tre esterne da ogni lato
bianche, con ano spazio nero all'apice del vessillo estinto: unghia del dito posteriore al-
lungata, annata, subeguale al dito stesso.
Dorso, scapolari e groppone nero-lucidi; ala bastarda, grandi cuopritrici delle
ali e remiganti 2° interne nere; le le nere, col terzo dalla base bianco; timoniere
nere, col margine e l'apice biancastri; le tre esterne bianche, con una piccola mac-
chia nerastra sul vessillo esterno; testa e tutto il resto di un bianco-niveo {mas. ad.
in prim.). Testa lavata di rugginoso; tinte nere terminate di grigiastro; cuopritrici
alari bruno-nerastre, terminate di bianco; sopracciglio e gastreo di un bianco-sudicio
{fé in ai. mi. in prim.). Testa tutt'attorno rugginosa, sopracciglio bianco; penne del dorso
e del groppone nere e bianche, più o meno rugginose sul margine ed all'apice; ga-
streo bianco, con una fascia rugginosa da una spalla all'altra, non sempre presente;
il grande spazio bianco sull'ala lavato di rugginoso {ad. in aut.). Testa nerastra
alla base delle penne, fortemente lavata di rossigno all'apice; sopracciglio rossastro
indistinto; parti superiori nere sul centro delle penne, con larghe marginature
rossiccie; tinte chiare della coda lavate di rossiccio; regione auricolare rossigno-
vivace ; gastreo di egual colore sulla fascia del petto, sulla gola e sui fianchi, bian-
castro nel basso petto e sul centro dell'addome; cuopritrici nerastre, terminate
largamente di bianco, alcune delle medie 2e bianche, con una macchia scura al-
l'apice (giov.).
Lunghezza totale 0,'"170; becco 0,'"010; ala 0,'"109; coda 0,m063; tarso 0,,n022;
dito posteriore 0,'"019, unghia dello stesso 0,'"018.
È specie piuttosto variabile di colorito, ma sempre riconoscibile pelle remi-
ganti 2e bianche del tutto (ad.), o solo alla base (giov.). Va raramente soggetta al-
l'albinismo.
Abita le parti Artiche d'Europa, d'Asia e d'America; migrando d'autunno
verso il sud sino alle regioni Mediterranee d'ambo i lati ed alle Azzorre, al Tur-
chestan, alla Cina settentrionale ed alla Georgia. In Italia è specie di comparsa
irregolare; giunge più facilmente (piando il freddo è intenso, ma è piuttosto rara
principalmente nelle provincie meridionali, fu perù presa un po' ovunque, eccetto
in Sardegna (') edin Corsica. Ne ebbi anche d'estate cioè, uno nell'agosto 1884 e
(') Nello Bcorso autunno (1SI01) due esemplari dello Zigolo della neve sarebbero stati comperati
sul mercato di Cagliari l'uno dal Bonomi, l'altro dal Meloni. Furono colti alle reti nel piauo di
San Sperato presso Cagliari in due successivi giorni e, per l'interessamento del Prof. Mazza, vennero
ceduti al E. Museo Zoologico di quella cilta, ove la specie non era rappresentata da alcun esemplare
(Monomi, I'., in KW.).
ATLANTE Ol;\ .U" 255
due nel maggio dal Piemonte (Moncenisio e dal Veneto (Alpi). Nidifica nella Scozia
e nelle terre Artiche, e gli asserti circa la sua riproduzione in regioni meridionali
devono riferirsi alla Montifringilla nivalis (Linnaeus .
Il P. hyperboreus tu citato dal (ìould sull'autorità del Temminck, come colto
in Islanda, ma la notizia non venne confermata.
Genere MILIARIA, C. L. Bbehm.
Distinto dal gen. Calcarius pei seguenti caratteri:
Becco grosso, piuttosto curvato all'in su nella mandibola inferiore, specialmente
sulla gonide, mandibola superiore un po' meno alta dell'inferiore, coi bordi di en-
trambe fortemente rientranti; palato fornito di un tubercolo molto sviluppato; ali
acute, piuttosto corte e poco appuntite; coda mediocre e leggermente forcuta; tarso
di solito più corto del dito mediano con unghia.
Tinte terree; sessi simili; piumaggio rado; statura abbastanza elevata.
La specie di questo genere e degli affini (Emberizae, lùtspixae, etc.) abitano
i boschi ed i giardini o i distretti aridi o quelli paludosi ed hanno abitudini ar-
boree; non camminano come le specie dei due generi precedenti, ma saltellano;
le uova variano nella tinta di fondo dal bianco-rossiccio al bianco-grigio, al grigio-
fulvo, con macchie di differente forma brunastre, o talvolta con lineette tortuose
scure.
252. Miliaria calandra (Linnaeus) ('), Strillozzo.
| Miliaria europaea, Sw., M. projer (P. L. S. Miii.i..)].
[Tav. XX, tìg. 6 e Tav. XLIX. Hg. SO].
Penne delle parti superiori (pigio-olivastre, con una macchia centrale nerastra,
meno distinta sul groppone: parti inferiori bianco-ceciate, con macchie nerastre
triangolari, scarse sulla gola e più numerose sul petto e sul davanti del collo, al-
lungate e numerose sui fianchi; ali e coda nerastre unicolori, con margini lionato-
ceciati, qua e là olivastri {ad. in prim.). Tinta marginale chiara delle parti supe-
riori più pallida, sicché la nera appare più distinta: il ceciato del gastreo tende
al gialletto-fulvo; le macchie della gola sono più distinte (ad. in aiit. e giov.).
Lunghezza totale da 0,m180 a 0,,n200; becco 0,'"014; ala da 0,'"088 a 0,m100;
coda da 0,n,072 a 0,m079; tarso 0/"026.
Questa specie varia assai nelle dimensioni da individuo a individuo, e non
sono rare le anomalie di colorito, specialmente quelle albine.
Abita l'Europa, più che altro le parti centrali e meridionali, l'Africa settentrio-
nale e le Canarie, estendendosi verso est sino al Caucaso ed al Turchestan; sembra
che quelli che abitano le regioni orientali siano di tinta più pallida degli occidentali.
In Italia è uccello sedentario, comune e molto abbondante, non pochi migrano
(') Emberiza calandra, Linnaeus, 8ytt. Sai., I. pag. 176 ( 1 T ."i H ; E. miliaria, Linnaeus, Sytt. Xat.,
I, pag. 308 (1766J.
256 ATI. \ N I i ORNI COLOGH 0
nell'autunno dalle provincie settentrionali. 11 passo ha luogo dal settembre al no-
vembre e nell'aprile. Nidificano d'aprile e di maggio.
Genere EUSPIZA, Bonapaete.
Becco allungato, compresso verso l'apice, elevato a commessura obliqua, rigonfio
al di sopra delle narici; palato liscio o poco convesso; narici in gran parte esposte
ali piuttosto corte; coda grande, ampia, unicolore, appena forcuta; unghie me-
diocri, poco curvate, quella del posteriore più corta del dito stesso.
Sessi differenti, giovani simili all'abito della femmina adulta.
Parecchie specie compongono questo genere, due delle quali nidificano nel-
l'Europa e due nella regione Neartica settentrionale.
253. Euspiza melanocephala (Scopoli), Zigolo capinero.
[Passerina melanocephala (Scop. |.
[Tav. XX, fig. 7].
Testa e regione parotica di un nero-puro, talora con margini cenerognoli, spe-
cialmente d'autunno; parti superiori di un marrone-chiaro, colle penne terminate
di cenerognolo, che si fa aranciato sul basso dorso, sul groppone e sul sopracoda;
intero gastreo ed una fascia sui lati del collo, che sale fino alla nuca, di un giaUo-
canarino-vivace, con una macchia sui lati del petto ed i fianchi di un castagno-
marrone /mi forme e ne n\ a strie scure; ali nerastre, con larghi margini bianco-bru-
nastri (mas. ad.). Testa bruna, con strie nere; dorso e groppone di un castagno-pallido
e uniforme, seminascosto dagli apici cenerognoli delle penne; cuopritrici superiori
della coda lavate di gialletto, le inferiori gialle; gastreo bianchiccio, isabellino-
gialletto sull'addome (femm. ad. e giov.).
Lunghezza totale 0,m180; becco 0,"'0ir>; ala 0,'"100; coda 0,'"078; tarso 0,m022.
Abita l'Europa sud-orientale, la Germania meridionale e la Francia meridio-
nale; si spinge verso ovest sino all'India nord-occidentale e centrale, ove anche
sverna. In Italia è specie estiva e non molto rara in alcune località del litorale Adria-
tico presso Ancona, nel Barese e nel Veneto (Verona e Friuli), capita sovente nel
Nizzardo e nella Liguria, comparve anche in Sicilia e nel Piemonte; ma è sempre
uccello piuttosto raro. È estivo e comune in Dalmazia e nell'Istria. Nidifica nel
maggio; ed in passato era più frequente nei luoghi suddetti del versante Adria-
tico, almeno pel Veneto.
254. Euspiza aureola (Pallas), Zigolo dal collare.
L Passerina aureola Hall.)].
Testa e parti superiori di un marrone-intenso, col centro delle penne del dorso
nero ed il margine cenerognolo; sopracciglio cenerognolo-scuro indistinto; fronte,lati
della faccia, regione auricolare, mento e gola nere; resto del gastreo giallo-vivace,
con una stretta fascia marrone da una spalla all'altra; basso addome e sottocoda
biancastri; fianchi striati di nerastro-rossigno; piccole cuopritrici delle ali grigio-
Tav. 33.
1. Combattente (cf ad. in abito di primavera). 2. Combattente ($). 3. Piro-piro piccolo. 4. Piro-piro culbianco.
5. Piro-piro boschereccio (ad. in abito di primavera). 6. Piro-piro boschereccio (ad. in abito d'autunno).
Pettegola (ad. in abito di primavera). 8. Pettegola (ad. in abito d'autunno). 9. Totano moro (ad. in abito
li primavera). 10. Pantana (ad. in abito di primavera). 11. Pantana (ad. in abito d'autunno).
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
vii. \s 1 1 OENl i n '• 257
nerastre, le lucilie bianche, che t'ormano une spazio distintissimo sull'ala (mas. ad.).
Parti superiori bruno-grigiastre, con strie nerastre sul centro delle penne, testa
con una fascia centrale, longitudinale bruno-pallida e leggermente fulviccia; gastreo
gialliccio-biancastro sulle guancie, sulla gola, sull'addome e sul sottocoda: [ietto
e fianchi con strie numerose longitudinali n< rastre; cuopritrici alari mediane nerastre,
terminate di bianco, che forma una fascia sull'ulti (femm. ad. e yiov.).
Lunghezza totale 0,'"150; becco u.'iMO; ala 0,'"080; coda 0,m055; tarso 0,""021.
Abita la Russia settentrionale verso est sino al Kamciatka; sverna nella
Cina, neh" Imalaia e nell'India nord-occidentale, arrivando talora nell'Europa
sud-orientale. In Italia è specie affatto accidentale, presa almeno sette od otto
volte, cioè uno venne colto nel 1846 presso Brescia (Lanfossì), un secondo in Li-
guria [Museo Civico ili (lenoni), due nel Nizzardo e sono i tipi AéH'Emberiza Selysi,
Verany (uno di essi, maschio semi-ad., è nel R. Museo di Firenze), uno a Sarzana
in Liguria nel novembre 1878 {Coli. Magni-Griflì, sarebbe ora nel R. Museo di Roma
colla data 1878, Spezia; probabilmente è lo stesso esemplare), il sesto nell'ot-
tobre 1894 sul Padovano (mia Collezione), il settimo nel settembre 1898 presso Ro-
vereto (Museo Civico di Rovereto), poi il Sig. Vallon mi diceva di possedere un giovane
di questa specie comprato sul mercato di Udine nel settembre 1901, e finalmente
anch'io ebbi recentemente un giovane individuo colto alle reti nel novembre 1901
sul Padovano e gentilmente favoritomi dal Nob. Signor Eugenio Crema.
255. Euspiza luteola (Sparrman , Zigolo dalla testa aranciata.
Cervice e nuca giallo-aranciate; dorso e groppone oliva-gialli, colle penne del
dorso nerastre sulla linea centrale; redini, regione oftalmica ed auricolare, gola
e davanti del collo di un giallo-castagno; resto delle parti inferiori di un giallo-
vivace; ali e coda bruno-cupe, con margini bianco-isabellini (mas. ad. in prim.).
Le tinte brillanti sono più opache pei margini cenerognoli; il gastreo è legger-
mente tinto di cenerino (mas. ad. in aut). Parti superiori cenerino-brune, con una
linea nerastra sulla parte mediana delle penne; groppone uniforme scuro-gialliccio,
giallo nella parte nascosta dalle penne; redini e lati della testa di un bianco-
grigio-sudicio; regione auricolare bruno-pallida; parti inferiori di un grigio-rossiccio
uniforme, leggermente tinte di gialletto sul basso addome e sul sottocoda (femm. ad.).
Lunghezza totale 0,'n154; becco 0,'"014; ala 0,m087; coda 0,'"072; tarso 0,m021.
Abita il Transcaspio, il Turchestan, l'Afganistan; sverna nelle pianure del-
l'India. Come uccello accidentale, fu preso verso nord sino in Siberia, verso sud
sino al Golfo Persiano; comparve due volte ad Helgoland, cioè nel giugno 1860
e un secondo parecchi anni dopo di settembre. Il Prof. Martorelli ( ' I ha recente-
mente illustrato un individuo di questa specie, che sarebbe stato preso nell'ot-
tobre 1896 a Dervio (Como) dal signor Andreani.
Genere EMBERIZA, Linnakus.
Ha i caratteri dei generi precedenti e specialmente del gen. Calcarius, ne
è distinto pei seguenti:
' i dvicula, VI. pag. 132 (1901;.
Atlante ornitologico. . 33
ATLANTE ORNITOLOGICO
Margini taglienti delle due mascelle meno rientranti; becco appuntito, colla
gonide subeguale al dito posteriore; palato munito di tubercolo; ali piuttosto corte;
coda lunga, ampia, poco forcuta e di solito con tinte chiare; unghie dei diti an-
teriori curvate, e quella del posteriore più corta del dito stesso.
Testa gialla, piccole cuopritrici delle ali bruno-rossiccie, marginate di verde-
giallo onas.); testa gialla alla base delle penne che è in parte o del tutto nascosta,
piccole cuopritrici alari bruno-rossiccie, con margini giallo-olivastri (femm.); grop-
pone castagno.
Sessi di solito distinti, giovani eguali alle femmine.
Questo genere comprende una trentina di specie che abitano la Regione Pa-
leartica, l'Indiana e l'Etiopica, mancano nella sottoregione Indo-Malese e nella
Regione Australiana.
256. Emberiza chrysophrys, Pallas, Zigote dal sopracciglio giallo.
Cervice e lati della testa neri, con una fascia centrale bianca sul centro della
testa; un sopracciglio giallo-limone largo ed esteso; dorso nerastro sul centro delle
penne, bruno-rossiccio sul margine; groppone colla tinta rossiccia più accentuata;
due bande biancastre sull'ala, formate dagli apici delle cuopritrici medie e grandi;
lati del collo bianchi, con poche macchiette brune, poco accentuate; gastreo bianco,
sulla parte laterale della gola un mustacchio nero; petto bianco-sudicio, con strie
allungate, centrali, nerastre, che formano uno spazio irregolare sulla sua parte
anteriore; le stesse più estese, più numerose e più larghe ed a forma di strie sui
fianchi, il cui fondo di tinta è fulviccio (mas. ad.). Come il maschio, ma con tinte
più rossiccie sul dorso e sul groppone e col nero della testa tendente al brunastro;
le macchie delle parti inferiori più numerose e quelle del petto lanceolate ed
estese anche in parte sulla gola (femm. ad.).
Lunghezza totale 0,'"139; becco 0,m011; ala0;"080; coda 0,'"063; tarso 0,'"019.
Abita la Siberia orientale, la Cina settentrionale e la Dauria, ove questa
specie venne scoperta dal Pallas.
Si ammette tra gli uccelli d'Europa sulla fede di un soggetto preso a Lilla
e conservato nel Museo di quella città (Degland), e di un secondo ucciso nella pri-
mavera del 1863 nel Lussemburgo (De la Fontaine).
257. Emberiza citrinella, Linnaeus, Zigote giallo.
[Tav. XX, fig. S o 9 e Tav. XLIX, tig. 51].
Testa gialla; piccole cuopritrici delle ali bruno-rossìccie, marginate di verde-giallo
(mas.); testa gialla alla base delle penne, che è in parie a del tutto nascosta, piccole
cuopritrici alari bruno-rossiccie, con margini giallo-olivastri (femm.); groppone castagno.
Testa di un giallo-canarino nella metà basilare delle penne, olivastra sui lati,
nera nel centro della parte apicale; scapolari, dorso e cuopritrici alari rossigno-
nocciola sui lati, nere nel centro delle penne ; groppone e sopracoda neri sullo stelo,
castagni nel resto, terminati di bianco-cenerognolo; gastreo giallo, verde-oliva sul
davanti e sui lati del collo, con macchiette nerastre allungate sulla gola, nerastre
lavate di rossiccio sul petto e sui fianchi (mas. ad. in aut.). Tinte olivastre scom-
\ 1 I \\ i 1 ORNITOLOGICO 259
parse, sicché il giallo è brillante sulla testa, sulla gola e sul gastreo: gola imma-
colata, con due mustacchi di un castagno-chiaro sui lati; petto e lati con strie di
un castagno imi fornir, fianchi con strie nerastre lungo h stelo delU penne mas. ad.
in priin.ì. Tinte più opache del maschio in autunno, lavate di verde-olivastro anche
alla base delle penne; groppone marrone-fulvo, nero sul centro, cenerognolo sul mar-
gine delle prini, friinii. mi.,. \ -invaili assomigliano alle femmine, ma il gastreo è
fittamente striato per lungo; groppone come Ir femmine ìt/ior.).
Lunghezza totale 0,'"180; becco 0,m011; ala 0,m090; coda 0,'"074; tarso 0,m020.
Questa specie va soggetta a numerose varietà albine, ma gli individui del
tutto bianchi sono rari. Col nome di E. citrinella var. Brehmi, l'I lunieyer distinse
gli individui di questa specie che presentano macchiette rosse come a mustacchio
sui lati della gola, essi sono individui adulti e nulla più e si prendono indiffe-
rentemente nelle varie regioni abitate dall'i?, citrinella. Invece VE. citrinella Mo-
lessoni, Zarudny avrebbe la gola per intero rossa, la testa come i vecchi masi .-hi
di E. leucoeephala, soltanto le parti bianche sarebbero rimpiazzate da un giallo-
brillante. Individui di questa forma, che abiterebbe la Siberia occidentale, furono
presi a Orenburgo nel maggio 1887 e nel maggio 1891 (vecchio stile) etc. Za-
rudny dice che questa varietà è connessa con la E. e. Brehmi, e che indiche-
rebbe come abbia esistito una prima forma atavica di E. citrinella strettamente
affine aìl'E. leucoeephala (').
Abita l'Europa fino all'Obi ed allo Jenissei; spingendosi verso sud al Turche-
stan, alla Persia ed all'Asia Minore. In Italia è specie invernale, molto abbondante
nelle provincie settentrionali e centrali; è rara nelle meridionali, manca in Sar-
degna ed in Corsica; d'estate è comune sui monti delle parti settentrionali e del
Trentino, ove nidifica da aprile a giugno; il passo ha luogo nell'ottobre e dalla
metà di marzo a quella di aprile, ed in generale è copioso.
258. Emberiza cirlus, Linxaeus, Zigolo nero.
[Tav. XX, ti<;. 10 e Tav. XLIX, fig. 52].
Piccole cuopritrid alari oliva-verdognole; groppone verde-olivastro.
Redini, sopracciglio, che termina sui lati della nuca, ed una fascia a mezzaluna,
che parte dalla mandibola inferiore e passa sotto l'occhio, gialli; testa nera sul centro
delle penne, olivastra sui lati ; dorso nero, col margine castagno-vivace; groppone
e sopracoda verde-olivastri; piccole cuopritrid oliva-verdognole; gola ed una fascia sotto
la regione auricolare nere; parte bassa della gola e lati del collo di un giallo-vivace:
petto olivastro nel centro, castagno in basso e sui lati: fianchi oliva-gialli, con
strie più cupe; resto del gastreo giallo; sottocoda biancastro mas. mi. in prim.).
Tinto di verde-oliva sulle parti superiori ; colorazioni nere della testa con margini
oliva-gialli; orli gialletti sul castagno del petto [mas. mi. in aut.). Eguale alla fem-
mina della E. citrinella, ma più piccola; groppone e piccole cuopritrid alari di un
verde-olivastro: base delle penne della testa nerastra e non gialla, sicché manca del
tutto il giallo sulla stessa; tinta gialla del gastreo più debole (femm. ad.). Simili
a quelli di E. citrinella, ma tosto distinti dalle tinte del groppone e delle piccole
(') Cfr. Pophaiu, H. L., Birds of the Yenisei River, Ibis, July 1901, pp. 453-454.
260 ATLANTE ORNITOLOGICO
cuopritrici alari di un verde-olivastro (giov.). I giovani poco diversificano nel
fondo di tinta dalle femmine, solo le macchie sul gastreo sono più allargate e
più fitte; sicché il colorito oliva-giallognolo è meno appariscente, superiormente
il giallo-zolfino, che invade qua e là il piumaggio, non è presente nei giovani, lo
sostituisce un gialletto slavato e tinto di fulvo-marrone pure sbiadito; deboli tinte
giallette sulla faccia inferiore delle ali e sul sottocoda; cuopritrici superiori della
coda olivastre.
Lunghezza totale 0,'"165; becco 0,'"011; ala 0,'"080; codaO,m068; tarso 0,m019.
Abita le parti occidentali dell'Europa centrale e meridionale, portandosi verso
est sino in Crimea e all'Asia Minore; nidifica anche nell'Africa settentrionale, ma
vi è più specialmente uccello invernale. Comune e stazionario in Italia; nidifica
sui monti nel maggio e nel giugno, sarebbe invernale nelle Puglie; non è però
egualmente distribuito e sembra raro nel Trentino, ciò che mi pare strano, essendo
comune nel Veronese. Molti giungono nel nord d'autunno e vanno a svernare nelle
Provincie meridionali e nelle Isole.
259. Emberiza hortulana. Linnaeus, Ortolano.
[Tav. XX, tìg. 11, 12 e Tav. XL1X, tig. 53].
Testa oliva-verdastra; dorso nero sul centro delle penne, bruno-rossiccio sul
margine; groppone e sopracoda di un fulvo-rossiccio quasi uniforme, col centro
delle penne leggermente più scuro; gola, guancie, penne ciliari e ascellari giallo-
limone, guancie divise dalla gola da due mustacchi oliva verdastri; sul gozzo una
fascia larga gialliccio-verdastra ; resto del gastreo fulvo-rossiccio, tinto di giallo
sul basso addome, petto, fianchi <■ iati senza striseie; ali nerastre, coi margini bianco-
fulvicci; la timoniera esterna bianca, eccetto un tratto obliquo nella metà basilare,
la 2il bianca nella metà apicale (mas. a</.). Tinte più pallide; testa con numerose
macchie centrali nerastre su fondo oliva-verdastro; gola e collo gialletti, con mac-
chie scure; fianchi con poche macchie allungate scure e indistinte {fiumi, ad.). Come
le femmine, ma colla testa più rossiccia, i due mustacchi più cupi, molto distinti
e che dividono il gialletto della gola da quello delle guancie; gastreo più giallo,
tinta fulva più pallida, con molte macchiette bruno-nerastre sul collo, sul petto
e più rade sui fianchi (giov.).
Lunghezza totale 0,"'ltì5; becco 0,'"010; ala0,'"085; coda 0,'n070; tarso (),"'( )2(>.
Questa specie va soggetta a varietà melaniche e isabelline, quelle albine sono
molto più rare.
Abita l'Europa sino al Circolo Artico, ma è accidentale nelle Isole Britanniche;
si estende verso est sino all'Asia centrale ed agli Aitai, abita pure l'Asia Minore,
il Turchestan e la Persia; a quel che pare, sverna nell'Africa settentrionale e
nord-occidentale e nell'India nord-occidentale, però nidifica anche in Africa. In
Italia è specie estiva, particolarmente nelle parti settentrionali e centrali, sverna
in Sicilia e forse nelle provincie meridionali ; è però molto più abbondante all'e-
poche del passo e più che altro in quello autunnale, giunge nel maggio e parte
in ottobre; sarebbe raro in Sardegna e non fu trovato finora in Corsica. Nidifica
in maggio e nel giugno.
\ I I wi'K ORNITI ILOGK 0 261
260. Emberiza Buchanani. Blyth, Ortolano dui collo grigio.
Cervice e nuca di un grigio-cenerino, con una stria centrale scura, indistinta e
stretta nel mezzo delle penne; redini e mento di un bianco-cenerino; parti superiori
bruno-cenerognole con una stria nerastra sul eentro delle penne del dorso; guancie,
cuopritrici auricolari, lati della taccia e dell'alto petto cenerini; gola e resto del ga-
streo di un castagno pallido, s< n ut strie e con margini indistinti grigiastri; lati del corpo
e fianehi brunastri; addome castagno-pallido, bianchiccio sulle cuopritrici inferiori
laterali della coda (mas. ad. in prim.). Eguale al maschio, tinte più pallide; regione
auricolare bruna e non grigia; gastreo di un castagno-vinato-pallido, eolle penne
marginate di grigio-cenerino e la parte anteriore del petto con strette strie scure
(friinn. ad. in jirim. i. Gola biancastra; tinte generali rese più pallide dai margini
grigio-cenerini (ad. in uni.).
Lunghezza totale 0,m164; becco 0,'"011: ala 0,mO88; coda 0,ra073; tarso 0,'"019.
Abita il Caucaso, spingendosi verso est sino alla Persia ed all'Afganistan;
sverna nei piani dell'India.
261. Emberiza caesia, Cretzschmar (J), Ortolano grigio.
Testa e collo per intero, e ima larga banda sull'alto petto di un cenerino-bluastro;
redini, una fascia dall'occhio attraverso la fronte, gola, mento ed un mustacchio,
che sui lati del collo s'interna nella tinta cenerina, di un castagno-pallido; dorso
nero nel centro delle penne, bruno-rossastro sul margine; groppone e sopracoda
di un rossigDO-bruno uni forme e coi centri appena leggermente più scuri ; resto
del gastreo di un fulvo-rossigno-carico; ali nerastre, marginate di nocciola-chiaro,
che forma una larga fascia alare trasversale all'apice delle cuopritrici mediane
(mas. ad.). Come il maschio; testa, collo e petto di una tinta più cupa e col centro
delle penue nerastro; gola castagno-pallida, con macchiette nere, che sui lati for-
mano due mustacchi indistinti; tinte fulve del gastreo più pallide, con strie nera-
stre indistinte sui fianchi (femm. mi. e (fior.).
Lunghezza totale 0,'"150; becco 0,'"010; ala 0,,n086; coda 0,'"070; tarso 0,'"019.
Abita l'Europa sud-orientale, giungendo accidentalmente nella sud-occidentale,
l'Asia Minore e la Palestina; migra d'inverno nell'Africa nord-orientale. È specie
accidentale in Italia; capita più spesso e non molto raramente nel Nizzardo
(Giglioli), fu presa parecchie volte in Liguria, due volte nelle Marche, forse in
Sicilia e due esemplari, colti presso Venezia nel marzo 1895, sono nella mia Rac-
colta. È specie certamente molto rara da noi.
262. Emberiza eia, Linnaeus, Zigolo maciullo.
[Tay. XXI, fig. 1, 2 o TAV. XL1X, H^. 54].
Piccole cuopritrici alari lavagna-bluastre.
Vertice cenerino-rossiccio, nero nel centro delle penne, limitato sui due lati
da due strie nero-brune, poco distinte; largo sopracciglio cenerognolo-biancastro; una
(') Emberiza caesia, Cretzschmar in Btippel, Aliti», p. 17, tav. X, lig. li (1826).
2P>2 ATLANTE ORNITOLOGICO
fascia stretta, a guisa di mustacchio, circonda le guancie e la regione auricolare
e s'unisce nella sua porzione posteriore ad un'altra, che parte dal becco ed attra-
versa l'occhio, oltrepassandolo; guancie, regione auricolare, gola e gozzo di un
cenerino leggermente lavato di brunastro; nuca e dorso neri nel centro delle
penne, di un marrone-castagno sul margine; groppone rossiccio rivo-uniforme, più
pallido e con stretti centri nerastri sul sopracoda; resto del gastreo rossiccio-
chiaro, biancastro lungo la linea centrale, con strette strie nerastre indistinte
sui fianchi; grandi e medie cuopritrici alari terminate di bianco, a forma di
due bande alari (mas. ad. in a ut.). Vertice nel suo centro fino alla nuca di un
grigio-bluastro-puro; le fascie nere molto più distinte e di un nero-puro; tinte ce-
nerognole di un bluastro-puro, tutto il piumaggio più vivace (mas. ad. in prim.).
Come il maschio, ma di tinta più dilavata; testa più giallastra col cenerino na-
scosto ed esteso solo alla base delle penne; le fascie sulla testa poco distinte e
parzialmente interrotte; tinta cenerina sui lati della testa e della gola coll'apice
delle penne rossiccio-brunastro (femm. ad.). Come la femmina, ma colla tinta ancor
più dilavata, fascie nere interrotte ed indistinte; gola e lati del collo cenerognolo-
rossicci, con poche macchiette triangolari brunastre; lati del petto, petto e fianchi
di un castagno-pallido, con strie centrali scure allungate (gior.).
Lunghezza totale 0,m170; becco 0,"'011; ala 0,m084; coda 0,'"075; tarso 0,'"019.
Le varietà albine ed isabelline di questa specie sono piuttosto rare.
Abita l'Europa centrale e specialmente la meridionale, l'Asia Minore e la
Palestina; sverna nell'Africa settentrionale. In Italia è specie abbastanza comune,
specialmente all'epoche del passo e nell'inverno; è rara nelle parti meridionali e
nelle Isole. Nidifica sulle Alpi e sugli Appennini in maggio e nel giugno.
263. Emberiza leucocephala. S. Gmelin, Zigolo gola rossa.
[Tav. XXI. fig. 5].
Testa con una fascia bianca centrale o la base nascosta delle penne bianca; basso
dorso e groppone castagni.
Una fascia bianca sul eentro della festa; fronte e lati della cervice nerastri;
redini, sopracciglio, regione oftalmica, mento, gola e lati del collo castagni; una
fascia bianco-brunastra parte dal becco e copre la regione auricolare; sotto la gola
un mezzocollare bianco; dorso nero nel centro delle penne, bajo-chiaro sul mar-
gine; groppone e sopracoda di un rosso-castagno-vivace; ali in gran parte marginate
di nocciola; petto castagno-chiaro; fianchi bruno-rossicci; addome bianco (mas. ad.
in prim.). Fascia bianca della testa ridotta alla base delle penne e indistinta, perchè
nascosta dagli apici delle stesse; mancano le tinte castagne sulla testa e sulla gola:
groppone castagno-pallido, con margini bianchicci; gastreo bianco, con macchiette
nerastre sul centro della gola e sui lati, qui come a forma di due mustacchi, no-
tatisi macchie anche sul petto, le cui penne hanno la base castagno-rossiccia, più
larghe le dette macchie e marginate di rossiccio sui fianchi; resto del gastreo bianco-
grigio, col centro delle penne nero femm. ad.). Fascia bianca sulla testa tinta di
grigio; castagno della gola e del petto con marginature biancastre o giallette;
nerastro della fronte più puro (mas. ad. d'ani). Come il maschio d'autunno, ma
il bianco sulla testa è solo esteso alla parte basale delle penne e nascosto; gola
Ili \MI "KMTOI.OGICO 263
bianca, con macchiette brunastre e con due Larghi mustacchi sui lati della stessa;
regione parotica e mento rosso castagni, coll'apice delle penne bianco-cenerino
giov.).
Lunghezza totale 0, 180; becco 0,'"011: ala 0,m092; coda 0,'"07>; tarso 0,m021.
Abita la Siberia orientale; sverna nell'India e nelle regioni orientali d'Europa,
mostrandosi accidentalmente nelle parti sud-occidentali. È uccello piuttosto raro
in Italia e di comparsa irregolare, più tacile ad aversi di primavera, che di au-
tunno o d'inverno; capita più frequentemente nel Veneto e nelle Provincie set-
tentrionali, in Liguria ed in Toscana, fu preso una volta nelle Puglie, ma non
comparve più al sud. UE. pitkyornis, Gm., citata da parecchi Autori Italiani, è
riferibile a questa specie.
264. Emberiza rustica, P.u.i.as, Zino/o boschereccio.
Piccole cuopritrici ola ri castagne (mas. ad.), o brune (ferrini, ad.) o castagne, marginate
di fui vo-rossigno (giov. ; cuopritrici auricolari brunastre, non castagne: fianchi e petto
con larghe strie centrali castagne o bruno-rossiccie.
Testa e guancie nere; una fascia indistinta, bianco-grigia nel mezzo del pileo;
un collare, tutt'attorno al collo, castagno; un largo ed esteso sopracciglio, gola e
centro del gastreo bianchi; dorso rosso-castagno, col centro delle penne nero;
groppone rosso-castagno, coll'apice delle penne bianchiccio; lati del petto e fianchi
con numerose e larghe strie centrali castagne; ali attraversate da due bande bian-
castre, formate dagli apici delle cuopritrici medie e grandi (mas. ad. in prim.). Tinte
nere e castagne della testa e del collo in parte nascoste dai margini fulvo-ce-
nerognoli; sopracciglio tinto di fulviccio; le due bande alari meno distinte e tinte
di fulviccio (mas. cui. in aut.). Bruno-cupa, con strie longitudinali nerastre; testa
eguale al dorso; groppone tinto di rossiccio; gastreo bianco-fulviccio, isabella
sulla gola; alto petto e fianchi con numerose striscie longitudinali bruno-rossiccie
(femm. ad.). Distinti da quelli di E. schoeniclus per una stria poco visibile biancastra
sul centro della testa, pel tono di tinta più rossiccio anche sulle strie dei fianchi;
esiste lo spazio castagno sulla nuca, ma è lavato di fulviccio (giov.).
Lunghezza totale 0,'"145; becco 0,'"010; ala 0,m073; codaO,m060; tarso 0,m018.
Questa specie va soggetta a varietà albine ed isabelline, io ne ebbi una del
tutto bianca.
Abita l'Europa nord-orientale e l'Asia settentrionale, è accidentale nell'Europa
occidentale; sverna nella Cina e nell'India. In Italia è specie di comparsa irre-
golare e piuttosto rara nell'autunno; fu colta più spesso nel Veneto ed in Liguria,
poi nel Trentino, in Piemonte, in Lombardia, nel Romano e nelle Puglie. Questa
è la specie chiamata dal Calvi e da altri Autori Italiani E. lesbia, Temminck (nec
Gmelin).
265. Emberiza pusilla, Pallas, Zigolo minore.
Cuopritrici auricolari castagne; piccole cuopritrici alari bruno-uni fornii, o {argomenti
marginate e terminate ili fulvo-gialletto, col centro 'bile penne più scuro.
Centra ili Ila arricc castagno-rinato, ani mia banda nera su ciascun lata; sopracciglio.
264 ATLANTI'. OliNITOl.OOICO
redini, regione auricolare e mento ili un castagno-vinato; dorso grigio-rossiccio, con una
stria centrale nera sulle penne; groppone grigio-rossiccio; gasi reo bianchiccio, con
strie nere longitudinali sulla bassa gola, sul collo, sul petto e sui fianchi; due mu-
stacchi scuri sui lati della gola {mas. ad. in prim.). Più rossigno, specialmente sulla
testa e sui margini delle ali e della coda: gastreo tinto di fulviccio sul petto e sui
fianchi, e eolle strie meno accentuate (mas. ad. d'aut.). Come il maschio, ma di tinte
più pallide (femm. ad.). Cervice, lati della stessa e parti superiori bruno-castagne,
con strie centrali nerastre e bruno-fulve lungo il centro della testa: gastreo per
intero bianco, fulviccio sulla gola e sul petto, che sono fittamente macchiati di
nero; fianchi tinti di fulvo, e con strie longitudinali nerastre (giov.).
Lunghezza totale 0,ra135; becco 0,"'009; ala 0,'"070; coda 0,'"056: tarso 0™018.
Questa specie va soggetta a varietà di colorito, che sono perù rare, un po'
meno quelle albine.
L'È. pusilla e VE. rustica si confondono facilmente cogli individui di piccola
statura dell'I?, schoeniclus, non però nell'abito di maschio ad. L'È. pusilla ne è
sempre distinta pelle piccole cuopritriei superiori delle ali brune o brune mar-
ginate di fulviccio, mentre nell'i?, schoeniclus esse sono castagne o castagne colla
base nerastra; VE. rustica è sempre riconoscibile pella tinta di fondo del groppone
castagna con o senza margini, mentre nell'UE, schoeniclus essa è grigio-cenerognola,
inoltre VE. rustica ha tinte castagne, più o meno accentuate a seconda dell'età,
sulla nuca ed in forma di strie sui fianchi.
L'È. pusilla abita l'Europa nord-orientale e l'intera Siberia; sverna nella Cina,
nell'India, nell'Asia Minore e nella Siria; è accidentale nell'Europa occidentale.
In Italia è specie di comparsa irregolare e piuttosto rara al tempo dei passi e
specialmente nell'autunno; fu colta nel Nizzardo, in Liguria, nel Veneto ed in Lom-
bardia, poi nel Piemonte, nel Trentino, nel Romano e nelle Puglie. Le notizie della
sua nidificazione in Liguria (Duraxxo) e dell'essere uccello estivo nel Modenese (Do-
derlein) sono inesatte. L'È. Duraxxi (parti)») del Bonaparte è da riferirsi a questa
specie, e cosi gli individui citati sotto tal nome pel Veronese dal Perini.
266. Emberiza schoeniclus, Lixxaei rs, Migliarino di padule.
[Tav. XXI, iig. 3, 4 e Tav. XLIX, tìg. 55].
Cuopritriei auricolari nere o nere con margini castagni (maschio) o castagne per
intero, o castagne colla base più cupa e iterasi ni (femm.); piccole cuopritriei delle ali
castagne uni formi (ad.) o castagne, marginate ili rossiccio (giov. .
Testa, lati della faccia e per intero la regione parotica di un nero-cupo; uno
spazio bianco sul collo, che si unisce alla tinta bianca dei lati dello stesso for-
mando un collare; un largo mustacchio bianco parte dalla base della mandibola
inferiore e borda il nero del mento, della gola e della parte alta centrale del petto;
parte posteriore del collo, sotto il collare, di un grigio-cupo, misto a nerastro; dorso
nerastro nel centro delle penne, col bordo ocraceo o bajo; groppone e sopracoda
di un grigio-ferro, collo stelo più cupo e nerastro; gastreo bianco, con strie grigie
lavate di rossastro; piccole cuopritriei alari di un castagno-uniforme (mas. ad. in
prim.). Nero della testa marginato di rossiccio, quello della gola di biancastro;
bianco del collare e del mustacchio tinto di cenerognolo-fulviccio (mas. ad. in ani.).
1. Albastrello. 2. Falaropo a becco sottile (ad. in abito d'autunno). 3. Falaropo a beci ad. in abito
di primavera). 4. CavaUer d'Italia (ad.). 5. Cavalier d'Italia (giov.). 6. Avocetta. 7. Frullino. 8. '
!>. Croccolone. 10. Beccaccia. 11. Pittima reate (ad. in abito d'autum
Ulrico Hoepli, Edi;
Milano.
ATLANTE ORNI TOLOGH 0 265
Più piccola: testa bruno-rossiccia, con strie nerastre; sopracciglio bianco-t'ulviccio;
regione auricolare nerastra, con margini bruno-rossicci, una macchia al di sotto
della stessa, le guancie e i lati del collo bianchi; gola bianco cenerognola, con due
mustacchi nerastri che si allargano in basso sul collo; davanti del collo e alto
petto di un bruno-rossiccio, con strie nerastre: fianchi striati di 1 ir uno-rossiccio
(femm. ad.). Come le femmine, ma più pallidi e giallastri sulle parti superiori,
colla gola ed il petto marcati di strie scure; fianchi con fitte striscio bruno-ne-
rastre i/inr.l.
Lunghezza totale 0,'"145; becco da 0,'"008 a 0,'"010; ala 0,m082; coda 0,ni065;
tarso 0,m020.
Questa specie va soggetta a varietà albine ed isabcllinc.
Sotto forme diverse abita l'Europa, spingendosi verso est fino alla N'aliata dello
Jenissei e la Siberia sino al Kamciatka, l'Asia centrale ed il Turcliesi.in: sverna
nell'India nord-occidentale, giungendo nelle sue parziali migrazioni all'Africa set-
tentrionale. La Siberia sud-orientale sarebbe abitata da una forma affine detta
E. schoeniclus passerina (Pallas), nel Giappone si troverebbe 17-7. s. pyrrkulina Swinh.).
In Italia l'i?, schoeniclus tipica è specie comune, che pare invernale e non nidifi-
cante nelle Provincie settentrionali, stazionaria e nidificante nelle centrali, nelle
meridionali e nelle Isole; il passo ha luogo nel marzo e nell'aprile e nell'ottobre-
novembre; nidifica dall'aprile al luglio, allevando due o tre covate; abita le paludi.
Le variazioni dell'i?, schoeniclus, riguardo le dimensioni e il colorito, agita-
rono lungamente gli Ornitologi ; molto fu discusso a tale proposito, ma le nostre
cognizioni non sono ancora complete. Però sembra assodato che la tipica E. schoe-
niclus abiterebbe tutta la regione Paleartica, mentre forme distinte si troverebbero
su aree relativamente assai limitate e le loro distinzioni sarebbero più in un pe-
riodo di formazione, che del tutto fissate. Stabilito come capo stipite VE. schoe-
niclus, si avrebbero, secondo il Reiser, le seguenti forme subspecifiche :
Quadro sinottico rielle forme appartenenti al gruppo E. schoeniclus, L.
Forme occidentali. Forme orientali.
(Brune). (Grigie).
E. schoen. aquatica (Savi, fide Brehm). E. schoen. pyrrhuloides (Pallas).
In Italia e nella Tessaglia. Nella Russia meridionale.
E. schoen. palustris (Savi).
Nella parte orientale
della penisola Balcanica.
E. schoen. intermedia (Michahelles). /■'. schoen. Tschusii (Almasy & Reiser).
In Ungheria e nella parte occid. Nella Dobrugia,
della penisola Balcanica. sino alla Russia meridionale.
E. schocn. ti/pica. E. schoen. passerina (Pallas).
Nell'Europa media, Nella Siberia,
di passo nella meridionale.
A queste l'Angelini, un Ornitologo di non comune senso pratico ed intuitivo,
vorrebbe aggiungere l'occidentale E. schoen. Duraxxi (Bp.i fondata sugli individui
Atlante ornitologico. 34
266 ATLANTE OKNITOl.OGICO
piccoli doli'/.", schoeniclus tipica e VE. schoen. pyrrhulina (Swinh.) del Giappone, na-
turalmente forma orientale.
Lo Tschusi (in litt.) distingue in Europa le seguenti sottospecie déH'Emberixa
schoeniclus:
Statura mediocre, colorito generale bruno.
E. schoeniclus schoruieìns (L.), stessa statura.
E. schoeniclus intermedia (Bp.), becco grosso, della forma di quello del Ciuf-
folotto.
Statura maggiore, colorito generale bruno.
E. schoeniclus palustris (Savi), becco piuttosto grosso, timoniere più larghe.
Statura grande, colorito generale grigio.
E. schoeniclus pyrrhuloides (Pallas), becco molto grosso, quasi eguale a quello
del Ciuffolotto.
E. schoeniclus Tschusii (Alm.), statura di una grande schoeniclus, nel resto come
l'intermedia.
Io non mi oppongo alla scissione di alcune delle sottospecie dell'i?, schoeniclus
tipica ed ammetto pure che la cosi detta E. palustris, Savi, debba chiamarsi E. s.
palustris (Savi), infatti in larghe serie si possono chiaramente vedere i passaggi
dalla specie tipica alla sottospecie. Molti Autori non concordano in ciò, più che
altro perchè VE. s. palustris si presenta poco variabile al confronto dell'affine, che
si vorrebbe suo capostipite. E su ciò rimando il lettore all'ottimo articolo del mio
amico G. Vallon (!).
Le E. schoeniclus tipiche d'Italia, che io ho diligentemente studiate su centi-
naia di esemplari, ma pur troppo non del tutto definitivamente mancandomi esem-
plari di molte provincie, possono suddividersi in due tipi:
a) tipo piccolo — b) tipo grande;
però le differenze tra questi due tipi non mi sembrano cosi marcate e sicure da
meritare di essere descritti come sottospecie, s'intende che i piccoli individui
sarebbero le così dette E. s. Duraxxi (Bp.).
L'È. schoeniclus Duraxxi avrebbe statura minore, ala in media 0,'"072, tono di
colore più scuro e più rossiccio, l'ebbi dall' Udinese e dalle foci del Po. Nelle due
forme si trovano individui a tinte chiare o scure, a becco grosso, mediocre o sot-
tile, indipendentemente, a quel che so, dalle località. Quelle di becco grosso, dette
E. schoeniclus intermedia, fornirebbero ottimo carattere di passaggio alle E. schoe-
niclus palustris. Non si deve credere che tutte le /•,'. schoeniclus a becco grosso
siano E. s. intermediae, la A'. ■--•. intermedia ha il becco rigonfio e più allungato, colla
mandibola superiore più curvata all'ingiù sullo spigolo, e la curvatura all'in su
della gonide assai meno sensibile, tutto il becco è distintamente più grande. Se-
condo me le vere E. s. intermediae non sono tanto comuni, mentre invece sono
più frequenti di tutte quelle a becco mediocre, meno assai quelle a becco sottile,
la media essendo per gli individui a becco grosso.
Seguendo quanto dice il mio amico Angelini, i piccoli Migliarini di padule do-
vrebbero chiamarsi /•'. schoeniclus "Dura 1 1 / -i, adottando il nome di Bonaparte, ma sic-
come una delle due E. Duraxxi è riferibile all'i?, pusilla (////<■ Salvadori), sarebbe
(') Alcuno notizie intorno alla Sohoenicola 2>al>t8iris (Savi), — .trinila, paj;. 125-130 (1898).
(2) o forse meglio Dnrazzoi.
\n wti: m:\riMi m..i. .,
267
preferitale (issare mi nome nuovo e più chiaro per evitare confusioni, giacché
17'.'. Durazzi entra nella sinonimia di due specie distinti'. E nel caso che si pò
assodare per tali soggetti una validità almeno sottospecilica. proporrei di chia-
Testa
di E. eohoeniclus palustri)
(maschio ad. .
~
Testa
di A', schot niclus ititi rmedia
(maschio ad. .
Testa
di /■:. schoeniclus ? Valloni
(maschio giov.).
marli col nome di E. schoen. Valloni in omaggio ad un ben noto field-ornithologist,
che si è reso assai benemerito dell'Avifauna italiana. UE. scoiata (!) è un' JE. schoe-
niclus colla gola tinta artificialmente di rosso.
266 a. Emberiza schoeniclus palustris (Savi), Passera di padule.
[ Emberiza pyrrhuloides, Bp. (nec Fall.)].
Simile alla precedente, ma di maggiore statura, col becco più grosso, ri-
gonfio ed ottuso, un po' simile a quello del Ciuffolotto; parti superiori più pallide
che non nell'i?, schoeniclus; penne del dorso in alcuni esemplari con marmili più
chiari; groppone cenerognolo-chiaro ; la femmina è sempre decisamente più scura
di quella di E. schoeniclus.
Lunghezza totale 0,ra165; becco 0,m010; ala 0,n,090; coda0,ra070; tarso 0,m021.
Questa forma va soggetta ad anomalie di colorito; ma di solito la tonalità
delle tinte varia poco nei soggetti ordinari.
Abita le parti occidentali-meridionali d'Europa; è sedentaria ed abbondante
in Italia, eccetto forse nelle provincie nord-occidentali, ove sarebbe invernale. Non
fu incontrata in Corsica, in Sardegna né a Malta. Nidifica nel Veneto, nel Mode-
nese e nell'Italia centrale e meridionale dall'aprile al luglio, ed ama le località
paludose.
266 l>. Emberiza schoeniclus pyrrhuloides (Pallasi, Passera <li padule orientale.
Tinte generali più pallide della precedente; lati del corpo uniformi del tutto,
e con tratti scuri allungati indistinti; margini delle penne delle parti superiori
bianco-cenerognoli; groppone quasi bianco; becco più grosso.
Dimensioni dell'io", s. palustris.
(' f Emberiza «colala, Bonomi, in Bp. I!ir. et, May. '/.'tal. 1857, pi. 7.
268 ATI.ANTK ORNITOLOGICO
Abita il delta del Volga e quello del Danubio, si estende sino al Turche-
stan e a Jarkand.
Infine cito VE. s. Tschusii, che presenta pure tinte chiare e la statura della
E. s. pyrrhuloides e che vive nelle paludi della Dobrugia, estendendosi sino a quelle
della Russia meridionale.
Altre specie di Emberizae e di generi affini comparvero nelle liste Europee,
e qui ne dò qualche cenno:
UEmberiza pirata, Pallas, fu citata da Keyserling & Blasius tra gli Uccelli
d'Europa e cosi dallo Sharpe, certo sull'autorità del Temminck, che la dice co-
mune in Crimea, in Grecia, in Italia ed in Provenza, il Gould la figurò anzi sotto
il nome di E. lesbia, Gm.; non occorre dire che la notizia data dal Temminck è
del tutto infondata. È specie dell'Asia orientale.
UEmberiza cinerea, Strickland, fu citata dal Dr. Kruper come presa nel sud
della Russia e di possibile comparsa in Grecia, notizie che non vennero confer-
mate; abita l'Asia Minore (l).
UEmberiza cioides, Brandt, fu colta nel novembre 1886 in Inghilterra, essa
abita la Siberia orientale; due soggetti di Zonotrichia albicollis (Gm.), dell'America
nord-orientale, vennero pure uccisi in Inghilterra nell'agosto 1867 e nel marzo 1872;
e così una Passerini! riris (L.) nel 1802, questa è specie dell'America settentrionale
e centrale. Ma gli Autori britannici sono concordi nel non ammettere queste specie
nelle loro Avifaune, dato il gran numero di tali uccelli che annualmente ven-
gono importati nel Regno Unito ed io credo che in ciò abbiano perfettamente ragione.
Sottofamiglia FRINGILLINAE, FringilUni.
Ossa nasali non sporte al di là della linea anteriore dell'orbita; margini ta-
glienti della mandibola contermini o quasi, senza fessura sul margine del becco
chiuso, angolo della mandibola al mento assai leggermente marcato; palato non
rigonfio, di solito concavo; becco conico, diritto, o leggermente convesso, o rigonfio,
colla mandibola superiore ricurva all'apice e più o meno appuntita.
La muta in questa sottofamiglia è semplice autunnale, il piumaggio prima-
verile è differente dall'autunnale, ed è assunto per muta ruptila e talora per in-
tensificazione di colore; i giovani sono macchiati più degli adulti, ma nell'autunno
assumono l'abito perfetto. Questa sottofamiglia è più largamente rappresentata
nelle regioni nordiche del Mondo Antico e del Nuovo e dell'America meridionale;
marna adatto nell'Australia e nella Polinesia.
Genere PASSER, Bresson.
Becco diritto, alquanto conico ed allungato, un po' protuberante in avanti ed
all' indietro; mandibola superiore più lunga e più alta dell'inferiore, coi margini
quasi eguali e leggermente rientranti e con pochi peli basilari; narici laterali,
basilari, rotonde, quasi nascoste dalle penne frontali protese in avanti e legger-
') Un soggetto di questa specie sarebbe stato veduto, ma non preso il ld giugno 1S77 a Hi'lgolaml !
\ TI \\ I ! ORNITOl OGK " 2()fl
mente ricurve: ali piuttosto corte, la 2:l e la 3a delle remiganti primarie le più
lunghe, 1:| di poco più corta e bene sviluppata; coda piuttosto coita, leggermente
forcuta o quasi quadrata: tarso e diti forti, quello scudettato sul davanti, lamellato
sui lati e subeguale al dito mediano con unghia; unghie piuttosto corte e poco curvate.
Piumaggio bruno di vario tono, talora variato di bianco e di nero; tinta uni-
forme sulla testa, che è grossa : coda di solito uniforme. Sessi simili o poco differenti.
Le specie di questo genere abitano le regioni del Mondo Antico e del Nuovo,
sono molto sparso in Africa e mancanti nella Regione Australiana; sono più o meno
gregarie e migranti; alcuno specie amano la vicinanza dell'uomo, vivendo nelle città
enei luoghi abitati, altre nei campi e meno comunemente sui monti; collocano il
nido voluminoso e poco artistico sugli alberi, sulle case, nei buchi dei muri e
delle roccie, le uova sono piuttosto numerose, con fondo di tinta biancastro e gri-
giastro, più o meno macchiate di grigio e di bruno, le macchietto ammassandosi
all'apice più grosso; sono granivori, ma allevano i piccoli nutrendoli di insetti e
possono dirsi onnivori; il canto è punto melodioso e poco modulato.
267. Passer domesticus (Lixnaeus), Passera oltremohiana.
[ Passera europea ].
[Tav. XXI, fig. 11, 12 e Tav. XLIX, fig. 39].
Parte superiore centrale del pileo cent rotinola, castagna sui lati e posteriormente
(maschio).
Vertice grigio-cenerognolo, marginato da una fascia rosso-castagna, che si uni-
sce, allargandosi, sui lati del collo; scapolari e dorso di un castagno-cupo, col centro
delle penne nero; piccole cuopritrici alari di un castagno-uniforme, le medie terminate
di bianco; mento e gola neri; guancie e lati della faccia di un bianco-cenerino, una
piccola macchia bianca dietro l'occhio; gastreo bianco-grigio, tinto di cenerognolo
sui lati del petto e sui fianchi {mas. ad. in prim.). Vertice più cupo e tinto di bru-
nastro, castagno della testa quasi nascosto dai margini delle penne cenerino-bru-
nastri; tinta nera della gola con largo apice cenerino {mas. ad. in aut. . l'arti su-
periori bruno-rugginose, dorso col centro delle penne nerastro ed il margine fal-
viccio; groppone grigio-cenerognolo; cuopritrici marginate di fulvo-gialletto; gastreo
cenerognolo-pallido, con tinte brunastre, più cupe sui fianchi, più chiare sulla gola
e sul centro dell'addome (femm. ad.). Come le femmine; gastreo più bianco {giov.).
Lunghezza totale 0,'"150; becco 0,m012; ala 0,n,080; coda 0,'"060; tarso 0,'"01N.
Abita l'Europa, la parte abitata della Siberia e la Dauria, Madera, parte del-.
l'Africa occidentale e l'Arabia ; vive, introdotto, nell'America settentrionale (Stati
Uniti) nell'Australia e nella Nuova Zelanda. In Italia si trova talora accidental-
mente nei paesi subalpini, come nel Friuli etc, è stazionaria nel Nizzardo, nell'Istria
e nella Dalmazia; sembra che a Udine viva assieme al P. Italiae (fide Vallon).
268. Passer Italiae Yieillot), Passera.
[Tav. XLVI, iig. 5].
Pileo per intero castagno; dorso castagno e nero; fianchi uniformi senza strie
(maschio).
Si distingue dal P. domesticus pel colorito delle parti superiori più vivace,
270 ATLANTE OENITOLOGICO
quello delle guancie è più biancastro; testa castagno-vivace per intero sino alla nuca;
dal becco una fascia bianca ben distinta, che passa sull'occhio e termina poco
dopo (mas. ad. in prim.). Tinta castagna della testa con larghi margini grigiastro-
cupi; nero della gola con larghi margini biancastri {mas. ad. in aut.). Simili a
quelli del P. domesticus (femm. ad. e gioì:).
Ha le dimensioni della specie precedente.
Questa Passera, come il P. domesticus e le due specie seguenti, va soggetta
a molte anomalie nel colorito del piumaggio, non sono rarissime quelle tutte bianche
o chiazzate, o le isabelline, più scarse le melamene, se ne trovano colla gola tinta
di castagno-acceso (P. Italiae) e i parziali scolorimenti sono comuni all'epoca della
muta totale, cioè nell'agosto e nel settembre.
Abita la Francia sud-orientale, il nord dell'Africa e la Palestina (Sharpe). È
la specie propria all'Italia, dove rappresenta il P. domesticus; abita anche la Cor-
sica e Malta i1); manca nel Nizzardo, in Sardegna ed in Sicilia, però giunge talora
nel Nizzardo dalla Liguria e nella Sicilia dalla Calabria, ove forse si trovano ibridi
col P. kispaniensis o individui che presentano leggere differenze dai tipi puri. Nidi-
fica dall'aprile al luglio, allevando due covate; è anche di passo parziale nel marzo
e dall'agosto al novembre, almeno nel Veneto; è uccello molto abbondante.
269. Passer hispaniensis (2) (Temmixck), Passera sarda.
[ Passer salicicolus f3) (Vieill.), P. hispaniolensis (Temm.), P. salicicola (Vieill)].
[Tav. XLVI, flg. 6].
Pileo come il P. Italiae; dorso bianco e nero; fianchi con strie (maschio).
Differisce dal P. Italiae pel dorso e le scapolari nere, con alcune penne lar-
gamente marginate di bianco-gialletto; fianchi più o meno fortemente striati di nero,
ma sempre in modo distinto (mas. ad. in prim.). Differisce dal P. Italiae pelle parti
superiori più chiare, con margini giaUetto-fulvi sul dorso; strie dei fianchi nerastre,
marginate di bianchiccio (mas. ad. in aut). Simile a quella del P. Italiae, ma la
tinta chiara sul dorso è più biancastra; la gola talora presenta una macchia scura
sul centro delle penne (femm. cui. e gior.).
Ha le dimensioni del P. Italiae o di poco minori.
Abita le contrade circummediterranee, la Nubia, l'Asia Minore, spingendosi
attraverso la Persia all'Afganistan ed all'India nord-occidentale. Abita in Italia la
Sardegna, la Sicilia, Pantelleria e Malta, qualche individuo si trova talora anche
in Calabria e forse nel Napoletano, ove si incrocierebbe col /'. Italiae. Fu trovata
come specie accidentale presso Bari, presso Livorno ed in Liguria. Nidifica dal-
l'aprile al luglio.
I i ll\c \ivc mirili' il /'. Insjiiiilirinis (Tk.MMINCK i.
(2) Temminck [Man. Oriti, I, p. Sài! (1820)) scrisse Pritigilla kiepamiolensis, e ciò per errore, hispa-
niolennitì sarebbe aggettivo derivato da llixjiiiiiiola, cioè S. Domingo! cosi si devo correggere con hispa-
iiiriiHi*. Non trovo però di rigettare questo nomo, come vorrebbe il Honaparto (Bev. Ois. Eur, p. 33),
solo perchè esso venne scritto erroneamente; tanto più che la correzione non è difficile, e che la nuova
dicitura differisce di poco dalla primitiva.
(J) Devo scriversi /'. talicicola e non nalicicolua (Vieillot, 182Xì, derivando da salix = salice, e colo
io abito.
ATLANTK ORNITOLOGI* 0 SS7J
270. Passer montanus (Linnaeus), Passera mattuggia.
| I a\ . XXI, ili;. L3 <• I'av. \\A\. (ig. 40 |.
Testa castagno-vinata; una macchia nera sul bianco-grigio della regione auricolare.
Testa castagno-vinata; dorso con le penne nere su di un lato, castagne sul-
l'altro, con margini fulvo-cenerini; groppone brunastro-cenerognolo, leggermente
lavato di rossiccio; piccole cuopritrici di un bruno-uniforme, le medie nere, lar-
gamente terminate di bianco, che forma una banda alare; redini, una grande
macchia sulla regione auricolare, mento, centro della gola e del collo di un nero-
puro; lati della testa e del collo di un bianco più o meno puro; gastreo cenero-
gnolo, lavato di biancastro sul centro del petto e dell'addome, e di brunastro sui
fianchi (ad. in prim.). Tinte meno vivaci; testa con marginature grigiastre poco
decise (ad. in aut.). Piumaggio più grigiastro; tinte bianche della testa e del collo
lavate di cenerognolo; nero della gola meno esteso e con margini biancastri poco
accentuati {giov.).
Lunghezza totale 0,,n135; becco 0,'"011; ala 0,'"070: coda 0,'"055; tarso 0,m017.
Abita l'Europa, la Siberia fino alla Cina ed al Giappone, l'Asia centrale, la
Persia, l'Afganistan, l'Imalaia, sino al Burina, alla Malesia e a Giava, e l'Africa nord-
orientale. In Italia è specie comune e stazionaria, in parte estiva nelle provincie set-
tentrionali, manca in Sardegna ed in Corsica, ma vive nelle Isole dell'Arcipelago
Toscano. Non pochi svernano tra noi, arrivando dal settembre al novembre e par-
tendo nel marzo. Nidifica dall'aprile all'agosto, allevando anche tre covate. Talora
si stabilisce nelle case e vive assieme al P. Italiae.
Genere PETRONIA, Kaup.
Becco conico, diritto, robusto, piuttosto corto e largo alla base, compresso
verso l'apice, che è appuntito, margini leggermente festonati; narici piccole, ba-
silari, esposte; ali acute, allungate, appuntite, la la remigante primaria la mas-
sima; coda quasi quadrata e piuttosto corta; tarso mediocre, scudettato, un po' più
lungo del dito mediano; unghie piuttosto corte, acute, leggermente curvate, con
un solco laterale.
Sessi simili, piumaggio terreo, più opaco che nel gen. Passer; maschi senza
tinte nere sulla testa, timoniere macchiate.
Si conoscono sette od otto specie di Petroniae, che abitano la Regione Palear-
tica, l'Etiopica e l'Orientale; hanno le abitudini del genere precedente; ma abi-
tano di frequenza le località rocciose, ove fabbricano un nido voluminoso nei cre-
pacci e nelle buche.
271. Petronia petronia iLinnakus), Passera lagia.
t Petronia stulta (Gm.) ].
Testa bruno-scura, colle penne della parte mediana centrale grigio-brunastre e
l'apice biancastro-sudicio; largo sopracciglio bianco-brunastro; dorso grigio-bru-
27L* ATLANTE DliXITlll <><;!' <•
nastro sul lato esterno delle penne, nei 'asl ro sull'interno e bianco-sudicio all'apice
esternamente; groppone e sopracoda di un grigio-brunast ro -uniforme, col margine più
chiaro; guancie e gastreo di un bianco-sudicio, col centro delle penne scuro, bruno-
cupo sui lati del petto e sui fianchi; sottocoda bianco-opaco, colla base delle penne de-
cisamente brunastra; sul gozzo una grande macchia di un giallo-canarino, meno accen-
tuata nella femmina; medie e grandi cuopritrici alari nerastre, terminate da una
macchia bianca, le dette macchie formano due bande poco regolari sull'ala; timo-
niere con una grande macchia rotonda biancastra presso l'apice del vessillo in-
terno, meno accentuata verso le centrali (ad.). Manca la macchia gialla sul gozzo;
tinte brune più uniformi; parti inferiori più biancastre, con strie brunastre più
accentuate (giov.).
Lunghezza totale 0,,n150; becco 0,'"013; ala 0,"'095; coda0,m056; tarso 0,m020.
Abita l'Europa meridionale e centrale, spingendosi verso est sino alla Siberia
orientale ed alla Cina settentrionale, Madera!1), le Canarie e l'Africa settentrio-
nale. È uccello stazionario in Italia, specialmente nelle località montuose, ove ni-
difica nel maggio e nel giugno; parzialmente migra d'autunno dalle provincie
settentrionali e giunge in grande quantità d'oltr'Alpe per svernare nelle parti
meridionali e nelle Isole.
Genere MONTIFRINGILLA, C. L. Brehm.
Becco piuttosto corto, poco più alto che largo e forte alla base, diritto, co-
nico, coi bordi piuttosto rientranti e l'apice molto acuto ed appuntito; base del
becco senza setole; narici basilari, nascoste dalle penne rigide della cavezza, di-
rette all'innanzi; ali lunghe, appuntite, acute, la 2a remigante primaria massima,
le tre prime subeguali; coda grande e piuttosto lunga, quasi quadrata o legger-
mente forcuta; tarso scudettato e subeguale al dito mediano con unghia; gambe
e diti forti; unghie compresse, forti, solcate lateralmente, curvate, quella del
posteriore subeguale al dito stesso, leggermente curvata e allungata, essa ed il
dito forti.
Sessi simili, giovani poco differenti dagli adulti; piumaggio lungo e molle, di
solito bruno di vario tono e bianco.
Si conoscono 18 specie di Monti fringiUuc, che abitano le montagne più elevate
dell'Europa centrale e meridionale, dell'Asia centrale e nord-orientale e dell'Ame-
rica nord-occidentale, giungendo sino al Nuovo Messico.
Frequentano le località più elevate delle montagne e sono semplicemente
erratici, scendendo uu po' più in basso d'autunno, ma raramente giungono al piano;
si uniscono in branchetti appena finita l'epoca delle cove; si nutrono d'insetti, di
sementi, di granelli; il loro canto è poco armonioso; nidificano nei crepacci delle
roccie o sui tetti delle abitazioni, depongono cinque uova di un bianco-puro, alle-
vando due covate dal maggio al luglio, la prima delle quali entro i limiti delle
nevi eterne.
(') La Passera lagia ili Madera sarebbe una sottospecie distinta (Turhimi).
Tav. 35.
1. Pittima reale (<f ad. in abito di primavera1). 2. Pittima minore (ad. in abito di primavera). 3. Pittima
minore (ad. in abito d'autunno). 4. Chiurlo maggiore. 5. Chiurlo piccolo. «. Mignattajo (ad. in abito di
primavera). 7. Mignattajo (ad. in abito d'autunno). 8. Spatola, 9. Garzetta. 10. Gru.
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
MI \vi | ORNI ["OLI ><.I< 0 -~:;
272. Montifringilla nivalis (Ltnnaeus), Fringuello alpi ho.
[Tav. xxi, ag. io].
Testa, parte superiore del collo, lati e regione parotica di un cenerino-ardesia-
chiaro, col centro delle penne più cupo ; dorso brunastro, con margini più ciliari;
groppone bruno-scuro-uniforme; cuopritrici superiori della coda nere, con margini
brunastri, e l'esterne bianche per intero o sul vessillo esterno ; timoniere bianche,
con una t'ascia nera apicale quasi nulla nell'esterne, le due centrali ili un nero-
uniforme; mento e gola neri; gastreo bianco-gialletto, tinto di cenerognolo e di
brunastro sui lati e sui fianchi; tutte le cuopritrici alari e le remiganti i" esterne
bianche; ala bastarda nera; 1° cuopritrici bianche, con l'apice nero (mas. ad. in
prim.). Tinte generali più slavate; margini più chiari e più larghi specialmente
sul dorso; la macchia della gola quasi nascosta dalle larghe marginatura bianche delle
•penne; parti inferiori di tinte meno pure (ad. in aut.). Simile agli adulti in autunno;
piccole cuopritrici con munii ni bruno-nerastri giov.).
Lunghezza totale 0,'"180; becco 0,™013; ala 0,m118; coda 0,m07s : tarso 0,m023.
Abita le montagne dell'Europa centrale e meridionale, portandosi verso est
sino alla Palestina. In Italia è specie abbastanza abbondante sulla catena delle
Alpi e sulle cime più elevate degli Appennini, scende più in basso nell'inverno,
giungendo rarissimamente in pianura. Manca in Sardegna ed in Sicilia. Nidifica
in maggio.
272 a. Montifringilla nivalis alpicola (Pallas), Fringuello alpino caucasico.
Simile al precedente, ma colla testa e la parte posteriore del collo di un bruno-
uni forme, concolore col dorso; ala bastarda bianca, come le cuopritrici alari piccole,
medie e grandi; statura leggermente minore; becco alquanto più lungo e più
grosso.
Lunghezza totale 0,'"177; becco 0,'"015; ala 0/"112; coda 0,m070; tarso 0,m023.
Abita le alte montagne del Caucaso, della Persia, del Turchestan, dell'Afga-
nistan, estendendosi verso est sino ai monti Bei-schan.
Genere FRINGILLA, Linnaeus.
Becco mediocre, sottile, alquanto lungo e quasi conico, duro, appuntito e
leggermente protuberante, mandibole quasi eguali anche d'altezza, coi margini
interi, appena rientranti e l'apice della superiore con un intacco indistinti! ; narici
ovali, basilari, in parte nascoste dalle penne frontali; apertura del becco diritta
e fornita di setole diritte; ali mediocri, acute, la la remigante primaria assai pic-
cola, la 2" minore della 3a, essa e la 4' le più lunghe; coda abbastanza lunga e
decisamente forcuta; tarso forte, subeguale al dito mediano con unghia, scudet-
tato anteriormente e lamellato sui lati; unghie poco curvate e piuttosto corte, la-
teralmente solcate, quella del posteriore subeguale al dito stesso.
Gli adulti sono differenti ed i giovani eguali alle femmine.
Atlante truìtvlogico. US
274 ATLANTE ORNITOLOGICO
Si conoscono sette od otto specie appartenenti a questo genere, sei delle quali
sono proprie alle isole Canarie, Azzorre, Madera ed all'Algeria, altre due abitano
l'Europa, i paesi circummediterranei e l'Asia occidentale.
Le specie di questo genere e degli affini frequentano le località alberate di
montagna e di pianura; sono granivori, ma d'estate si nutrono di frutti e d'in-
setti; alcuni hanno canto potente e melodioso; tranne di primavera, nel resto del-
l'anno sono gregari, alcuni sedentari, altri migranti; fabbricano nidi aperti, molti
dei quali sono artistici e ben costrutti, le uova hanno la tinta di fondo che varia
dal verde-grigio al bianco bluastro, con svariate macchiette brune di vario tono e
grigio-pallide e nelle Fringillae, propriamente dette, sono bluastre con macchie e
velature bruno-rossiccie.
273. Fringilla coelebs, Linnaeus, Fringuello.
[Tav. XXI, tig. 6, 7 e Tav. XLIX, tig. 37].
Groppone venie; fianchi non macchiati ili nero. — Piccole cuopritrid alari bianche;
regione parotica e gastreo rossiccio-mattone vivace; dorso e scapolari castagne (mas. 'dà..);
piccole cuopritrid alari cenerognole (femm. e giov.).
Testa nero- vellutata; parte superiore della testa, nuca e lati del collo di un
plumbeo-celeste; dorso e scapolari castagni, più cupi sul centro delle penne, di un
gialletto- canarino sul margine; groppone giallo-verdastro; sopracoda plumbeo-ce-
lestognolo; redini, regione parotica, lati della testa e gastreo di un rossiccio-mat-
tone di vario tono e talora vinato, tinto di cenerognolo sui fianchi ; centro del basso
addome e sottocoda di un bianco-fulviccio ; cuopritrici piccole e medie bianche, le
grandi nere alla base, bianche all'apice; remiganti e timoniere con margini giallo-
olivastri, una macchia cuneiforme bianca sulle due timoniere esterne (mas. ad. in
pria/.). Tinte generali rese più opache dai margini apicali cenerognolo-fulvicci del
gastreo; testa, collo e dorso sfumati di olivastro; apice delle grandi cuopritrici
lavate di gialletto (mas. ad. in avi.). Parti superiori bruno-cenerognole, lavate di
giallo-olivastro e di giallo-verdastro sul basso dorso e sul groppone; cervice bruno-
cenerognola nel centro, con due fascie laterali più cupe, che si estendono verso
la nuca; sopracciglio bruno-cenerognolo, che si allarga sulla parte laterale della
nuca; gastreo bianco-cenerognolo, più chiaro sul centro dell'addome e fulviccio
sul sottocoda; piccole cuopritrici delle ali grigio-cenerognole, sfumate di bruno, le
mediane bianche, le grandi nere terminate di bianco-gialletto (femm. ad. e giov.).
Lunghezza totale 0,m160; becco 0,'"012; ala 0,'"085; coda 0,'"070; tarso 0,m019.
I maschi adulti in primavera variano sensibilmente nel tono del colore ros-
siccio del gastreo, che volge al color mattone, al salmone ed al vinato; anche le
femmine talora presentano il gastreo lavato di rosa. Questa specie va soggetta
a parecchie anomalie albine ed isabelline, i soggetti bianchi del tutto sono molto
rari ; una varietà abbastanza costante, ma rara, presenta la testa ed il dorso la-
vati di rossigno su tinta ordinaria; groppone, piccole e medie cuopritrici e una
fascia apicale sulle grandi di un bajo-vivace; gastreo vinato-delicato. La varietà
acianica completa è bianca del tutto, col dorso e il groppone di un giallo-zolfino.
Questa specie s'incrocia colla F. montifringiUa, L., e nascono ibridi singolari, che
assomigliano in generale alle due specie, ma hanno il groppone nero alla base delle
penne e giallo-zolfino all'apice; le femmine hanno l'abito della F. coelebs femmina, ma
ATI.AXTK ORNITOLOGICO
le grandi cuopritrici portano una larga t'ascia apiealc f/t Ito-aranciata. Tale ibridismo
non è molto raro, ma il più detti volti si scambiano per ibridi semplici anomalie
di colorito e perciò diedi la frase caratteristica.
Abita l'Europa, verso est sino agli Orali. In Italia è specie comune e nidificante;
è però più copiosa all'epoche del passo dalla metà di settembre a novembre, e dal
marzo alla prima quindicina di aprile; non pochi giungono dal Nord nel tardo
autunno, svernando tra noi e ripartendo in primavera. Nidifica nel maggio e nel
giugno, specialmente sui monti delle provincie settentrionali. Le femmine giunge-
rebbero nelle migrazioni prima dei maschi, viaggiando in branchi separati.
274. Fringilla spodiogenys, Bonaparte, Fringuèllo algerino.
Regione parotica e scapolari di un blu di piombo; dorso giallo-verde-cupo; gastreo
rinato-debole (mas. ad.).
Redini e fronte nere; testa, regione parotica, lati del collo di un blu-piombo,
tinto di rossiccio sulla regione parotica; dorso e groppone di un giallo-verde-cupo;
sopracoda grigio-bluastro, lavato di verde; scapolari di un blu-piombo; gastreo vinato-
chiaro, tinto di un ardesia-grigio-pallido sui fianchi, biancastro sull'addome e sul sot-
tocoda (mas. ad. in prim.). Eguale a quella di F. coelebs (femm. ad.).
Lunghezza totale 0,m160; becco 0,m012; ala 0,m087; coda 0,'"072; tarso 0,ra019.
Abita l'Algeria, la Tunisia, ed il Marocco. È uccello accidentale nell'Europa
meridionale; venne preso due volte a Marsiglia (Degland & Herbe) ed una sol volta in
Italia nel dicembre 1895 presso Prato (Toscana), questo soggetto è un maschio ad.
(R. Museo di Firenxe).
275. Fringilla montifringilla Linnaeus, Peppola.
[Tav. XXI, fig. 8, 9 e Tav. XLIX, Hg. 38].
Groppone bianco e nero; piccole cuopritrici delle ali giallo-lionate ; fianchi macchiati
di nero.
Parte superiore e laterale della testa, la posteriore e la laterale del collo ed il
dorso di un nero-blu, colla base nascosta delle penne bianca; parte bassa del dorso e
groppone bianchi variati di nero, specialmente sui lati; cuopritrici superiori della
coda grigio-nerastre, terminate di bianco-aranciato; gola, petto e lati giallo-lionato-
puri; addome bianco-puro, lavato di lionato sui fianchi e sul sottocoda; i fianchi
con macchie rotonde nere; scapolari e piccole cuopritrici di un aranciato-fulviccio,
le inedie bianche, le grandi nere, largamente marginate di aranciato (mas. ad. in
privi.). Tinte nere della testa e delle parti superiori con larghi margini lionati,
talora cosi estesi da oscurare la tinta nera; gastreo più pallido, tinte bianche lavate
di lionato, fianchi con numerose macchie rotonde nere ed il lionato più accen-
tuato (mas. ad. in aut.). Testa, due fascie sui lati della cervice e schiena scuro-
nere, con margini rossicci; centro della nuca e lati della parte posteriore del collo
cenerino-lionati; sopracciglio cenerino-rossiccio; gola e petto cenerognolo-rossicci,
tinti di lionato-rossiccio; fianchi grigio-rossicci, con le macchie meno accentuate;
nel resto come il maschio, ma le tinte sono più pallide (femm. ad. e giov.).
Lunghezza totale 0,'n160; becco 0,'"012; ala0,'n095; coda0,"'066; tarso 0,m0 19.
276 ATLANTE ORNITOLOGICO
Anche questa specie va soggetti ad anomalie di colorito, che sono piuttosto
rare. I maschi ad. in completo abito di primavera sono molto difficili ad aversi
in Italia, tutti o quasi tutti presentano rimasugli della livrea invernale, cioè qual-
che marginatura lionata sul nero-blu delle parti superiori.
Abita l'Europa al Nord del 60° e l'Asia settentrionale, fino al Giappone ed
alla Cina settentrionale; sverna nelle contrade Mediterranee e nell'India nord-
occidentale. In Italia è principalmente uccello di passo ed invernale, comune,
arriva dalla fine di settembre agli ultimi di novembre e riparte nel febbraio
e nel marzo. È rara dalla Toscana in giù e non fu trovata in Sardegna. Pare che
talora nidifichi nel Trentino (Bonomi), nel Pistoiese e nel Casentino (Giglioli), ciò
sarebbe strano, giacché, come dice il Salvadori. tale specie cova raramente al
sud del 60° parallelo.
Genere CARDUELIS, Brisson.
Becco più alto che largo alla base, quasi conico, decisamente compresso sul
davanti e leggermente curvato, coll'apice sottile ed acuto, ed i margini leggermente
rientranti e undulati, non intaccato; apertura del becco senza setole; narici ba-
silari, laterali, rotonde, in parte nascoste dalle penne della fronte; ali alquanto
lunghe ed appuntite, la la remigante primaria, quando esiste, atrofica, la 2a la
massima, 21, 38 e 4a subeguali e ristrette sul bordo esterno; coda moderata e
leggermente forcuta; tarso corto, più breve del dito mediano con unghia, piuttosto
forte, anteriormente scudettato, lateralmente lamellato; unghie piuttosto lunghe,
quella del dito posteriore subeguale al dito stesso e forte.
Piumaggio molle; sessi simili; penne della faccia rosse, corte, rotonde e sca-
gliose; petto bianco; ali con tinte gialle; timoniere con macchie bianche.
Hanno le abitudini delle Fringillae e se ne conoscono due specie; le uova
sono bianche, macchiate di rossiccio o di bruno-rossiccio.
276. Carduelis carduelis (Ldtnaeus), Cardellino.
[Carduelis elegans, Btbph.].
[Tav. XXII, fig. 10, 11 o Tav. XI. IX, ag. 446].
Maschera rosso-creiaisiiai ; parte posteriore delta cere ire e lati del collo neri; dorso
e lati dell'alto petto di un nocciola-cupo; nessuno spazio bianco sulle remiganti i'1' interne.
Faccia e alta gola di un rosso-cremisino; parte mediana e posteriore della cer-
vice ed una fascia che da essa discende sui lati del collo, nero-vellutate; lati della
testa, regione auricolare, parte posteriore delle guancie, centro del petto e del-
l'addome di un bianco più o meno puro; dorso, groppone e lati del petto di un
nocciola-carico; sopracoda bianco-fulviccio; remiganti con una macchia bianca api-
cale non presente in tutte, eccetto la l" primaria lunga, tutte hanno un largo spazio
giallo dalla base a circa metà lunghezza, anche le cuopritrici grandi esterne delle
ali sono in parte di tal colore, e la colorazione gialla forma uno specchio alare
notevole; timoniere nere, con una macchia apicale bianca indistinta sulle interne,
che diminuisce verso le esterne, le due laterali su ogni lato con un largo spazio
preapicale bianco sul vessillo interno (ad.). I sessi possono dirsi eguali, perù la
ATLANTE ORNITOT.OGICO 277
femmina ad. è sempre distinta dal maschio ad., perchè le piccole cuopritrici alari
hanno margini bruno-gialletti, che mancano del tutto in quelle del maschio ad.
Mancano il rosso sulla faccia e Le tìnte aere sulla testa: parti superiori brunastro-
chiare, nerastre all'apice delle penne; gastreo bianco-sudicio, lavato di brunastro
sulla gola, sul petto e sui lati, che sono macchiati di nerastro; macchie terminali
bianche delle remiganti e delle timoniere lavate di fulviccio (ffiov.).
Lunghezza totale 0,n,140; becco 0,'"013; ala 0/"080; coda 0,m050; tarso 0,'n016.
Va soggetta a varietà melamene e più di rado alle albine; però, di solito,
la tinta gialla rimane immutata.
Il Madarasz descrisse, sotto il nome di C. e. albìgularis ('), una varietà della
presente specie che presenta il mento e l'alta gola bianchi e che venne trovata
in Ungheria, in Dalmazia e in Croazia Brusi/na), nel Brandeburgo (Schalow) e nelle
Isole Britanniche (Sharpe), ma più tardi (1899) passò tale nome (C. albìgularis o
WringiUa albìgularis nella sinonimia del C. earduelis.
Abita l'Europa, l'Africa settentrionale, Stadera e le Canarie, è invernale in
Egitto, e verso est si trova fino in Persia. In Italia è specie sedentaria e comune,
il loro numero aumenta grandemente nell'inverno per l'arrivo di numerosi indi-
vidui di oltr'Alpe, che svernano tra, noi specialmente nelle provincie meridionali
e nelle Isole, giungono nell'ottobre. Nidifica da maggio a luglio, più che altro
nelle parti settentrionali.
277. Carduelis caniceps, Vigors, Cardellino dell' I malata.
Maschera rosso-cremisina; parli posteriore della cervice e lati del collo seti -.a tinte
nere; dorso e lati dell'alto petto cenerognoli; uno spazio bianco sa/Ir remiganti LJ' interne.
Faccia e alta gola di un rosso-cremisino; cervice e parti superiori bruno-cenero-
gnole, più pallide sul groppone e bianche sul sopracoda; gastreo bianco, lavato di
bruuo-cenerino-pallido sul collo, sui lati dell'alto petto e sui fianchi; ali come nel
C. carduelis, ma la 2a più interna è quasi del tutto bianca, le due seguenti hanno
un tratto apicale bianco sul vessillo esterno (ad.). Eguale a quello di C. carduelis, ma
tosto riconoscibile pello spazio bianco sul vessillo esterno delle 2e più interne ((por).
Lunghezza totale 0,m139; becco 0,m013; ala 0,'"083; coda 0,'"056; tarso 0,'"015.
Questa specie sembra produrre ibridi col ( '. carduelis e colla forma maggiore
del Cardellino detta C. carduelis major (Tacz.), che abita ad est degli Urali e che
non pare specificamente distinta.
Abita le regioni dal Turchestan all'Imalaia e dal Lago Baikal a Krasnojarsk
in Siberia; venne trovato nel distretto di Orenburgo (Russia Europea), ove giunge
alla fine di settembre od ai primi di ottobre, però sempre come uccello raro e
di comparsa irregolare (Za mail noi).
Genere CHRYSOMITRIS. Boie.
Ha i caratteri del gen. < 'ardadis, il becco è diritto, corto, conico, assai com-
presso, sottile e appuntito all'apice e coi margini quasi diritti; narici del tutto
(') Natiirhist. Ih/le, ISSI. p. l'I.
278 ATLANTE ORNITOLOGICO
nascoste dalle penne frontali; ali alquanto lunghe, colle 3 prime remiganti pri-
marie subeguali e le più lunghe, la 2° e la 3B ristrette sul bordo esterno verso
l'apice; coda piuttosto corta e forcuta; piedi piccoli; unghie piuttosto corte.
Differente ne è il tipo di colorazione (cfr. gen. Carduelis) e cosi i sessi interse,
i giovani sono simili alle femmine; colori predominanti verde e giallo, vertice
spesso nero; timoniere senza macchie bianche. Le uova sono simili a quelle del
Cardellino.
278. Chrysomitris spinus (Linnaeusi, Lucarino.
[Tav. XXII, iig. 7, 8 e Tav. XLIX, fig. 44 a].
Coda gialla alla base; fianchi striati ili nero.
Pileo, mento ed una macchia sulla gola neri; nuca e dorso cenerognolo-ver-
dastri, colla linea centrale delle penne nerastra; groppone e sopracoda, verde-giallo
lavato di cenerognolo, colle penne del groppone più cupe sulla linea centrale;
cuopritrici alari nere, terminate di giallo-verdastro, che forma una banda sul-
l'ala all'apice delle più grandi cuopritrici ; lati del collo, della faccia, petto e lati
giallo-verdastri; centro dell'addome biancastro; fianchi giallo-cenerognoli, col
centro delle penne nero; timoniere nere all'apice, gialle nel resto, la prima nera
esternamente (mas. ad. in prim.). Tinte più opache; penne nere della testa margi-
nate di cenerognolo; macchia nera sul mento quasi invisibile (mas. ad. in aut.).
Parti superiori di un cenerino-olivastro misto a gialletto, col centro delle penne nera-
stro; sopracciglio gialletto; groppone giallo-verdastro, con fitte macchie centrali
nere; gastreo bianco, tinto di gialletto sul petto e sui lati dello stesso, con strie
allungate nerastre sui fianchi e sul sottocoda (femm. ad.). Tinte generali più bru-
nastre; macchie fitte bruno-nerastre, triangolari sulla gola e sul petto ed allun-
gate sui fianchi; gastreo più biancastro (giov.).
Lunghezza totale 0,'"115; becco 0,'"010; ala 0,"'070; coda 0,m045; tarso 0,'"0 14.
Abita l'Europa e la Siberia, fino al Giappone; sverna al sud sino all'Africa
settentrionale; nell'India è rappresentata dal ''. spinoides (Vigors). In Italia è
specie principalmente invernale, che giunge di solito in ottobre, ma non tutti
gli anni egualmente abbondante ed il suo passo (agosto-novembre) è piuttosto ir-
regolare. È anche sedentaria e fu osservata nidificante in varie località delle Alpi
Venete e Lombarde ed anche presso Firenze (Qiglioli). Nidifica in generale da marzo
a giugno. Ripassa a marzo, ma sempre in piccola quantità; di solito è uccello poco
abbondante.
Genere CHLOROPTILA, Salvadoki.
Becco conico, breve, poco compresso e poco arcuato verso l'apice, col mar-
gine delle mandibole rettilineo; narici nascoste dalle penne frontali; ali mediocri,
la remigante primaria eguale alla I . 2a la massima, 2', 3" e 4a ristrette sul bordo
esterno verso l'apice; coda decisamente forcuta; tarso corto, un po' più corto del
dito mediano con unghia; unghie allungate, poco ricurve.
Sessi simili; giovani differenti; testa senza colorazioni nere; tinte dominanti
\ I I \ M I i.i.M ri 'LOGICO 279
verde-gialle e grigie; ali e coda senza spazi chiari o gialli, quest'ultima senza
tinta gialla alla base.
Una sola specie ed una sottospecie rappresentano questo genere in Europa.
279. Chloroptila citrinella (Linnaeus), Venturone.
[Tav. XXII, Bg. 6 o Tav. XUX, fig. 43].
Dorso verde-olivastro, incuto di cenerino (mas. ad.); dorso verde-olivastro, lavato di
cenerino, rulla linea centrale tirili penne nerastra (t'emm. ad.).
Fronte, parte anteriore del vertice, regione oftalmica ed auricolare, mento
ed alta gola di un giallo-oliva-vivace; occipite, nuca, parte posteriore della regione
auricolare, parte posteriore e laterale del collo di un blu-ardesia; dorso verde-olivastre,
lavato di cenerino e colla linea centrale delle penne leggermente più scura; groppone,
sopracoda e gastreo di un giallo-oliva molto vivace; ali e coda nerastre, con stretti
margini giallastri; cuopritrici piccole e medie giallo-verdastro-scure alla base, le
grandi bruno-nerastre, con un'estesa banda apicale giallo-verdastra, che forma una
larga fascia sull'ala; fianchi grigio-ardesia (mas. ad.). Tinte generali più pallide;
le gialle sfumate di verdastro e di cenerognolo; dorso verde-olivastro, fortemente
lavato di cenerognolo e colla linea centrale delle penne nerastra (femm. ad.). Parti
superiori di un cenerino-rossiccio, con una stria nera centrale; sull'ala due fascie
giallo-ocracee, formate dagli apici delle cuopritrici grandi e delle mediane; ga-
streo bianco-gialletto, con fitte macchie brune, più scarse sull'addome ; remiganti
e timoniere brune, con bordi grigi (giov. nel 1° abito).
Lunghezza totale 0,'"130; becco 0,'"010; alaO,'"078; coda 0,'"062; tarso 0,'"015.
Abita specialmente le località montuose dell'Europa centrale, verso oriente
fino al Turchestan. La forma settentrionale del Venturone non sembra nidificare
in Italia, ma sarebbe solo di passo e di comparsa invernale nelle provincie setten-
trionali ed in Toscana; però, da quando si distinse la forma meridionale o C. ci-
tri urliti corsicana, le nostre nozioni in proposito vennero menomate; si crede che
sia questa seconda la forma stazionaria sugli alti monti d'Italia e delle Isole di
Corsica e di Sardegna. Nidifica dall'aprile a luglio, allevando due covate. Il passo
non è regolare ed è uccello poco abbondante; lo ebbi dal Padovano e dal Mila-
nese (settembre), dal Bergamasco (ottobri), dalle Alpi orientali e dall' Appennino
Toscano (novembre) e dalla Sardegna (dicembre).
279 a. Chloroptila citrinella corsicana (Kònig), Venturone meridionale.
Dorso bruno-rossiccio, con la parte centrale delle penne nerastra.
Simile alla specie precedente, ma di statura minore; tinte in generale più vi-
vaci; cervice, le altre parti gialle della testa, groppone, sopracoda e addome di un
verde-giallo tendente allo zolfino e di tono molto più brillante; dorso bruno-rossiccio,
colla linea centrale delle penne bruno-nerastra, tali linee centrali più o meno
larghe sullo stelo, le trovai indifferentemente negli adulti dei due sessi.
Lunghezza totale 0,'"120; becco 0,m009; ala 0,'"060; coda 0,m05:!; tarso 0,'"013.
Possiedo nella mia Raccolta un ibrido di C. e. corsicana e Chloris chloris (L.),
che uccisi io stesso nel febbraio 1901 sul Gennargentu (Sardegna). Lo Tschusi, che
esaminò questo esemplare, condivide la mia opinione.
280 atlanti: oiinitologico
Questa forma fu distinta nel 1899 dal Kònig su esemplari di Corsica, e pre-
cedentemente (1877) il Dresser aveva figurato la nuova forma, credendo fosse
l'ad. in autunno della C. citrinella t1). Del suo habitat poco si sa. Vive certa-
mente in Corsica ed in Sardegna, ove 'sembra essere la forma preponderante
e stazionaria, scendendo al piano d' autunno e nidificando sui monti, però in
Corsica nidifica anche al piano, e probabilmente questo è il Venturone delle
nostre Alpi Venete, Lombarde, Piemontesi e di Liguria, si può arguire che sia
colà sedentario e scenda al piano d'autunno; mentre la C. citrinella non nidifiche-
rebbe da noi, ma ci giungerebbe dal Nord. I Venturoni, come dissi, verso sud
sul continente non oltrepasserebbero la Toscana. Ebbi la C. e. corsicana da Ber-
gamo (ottobre), da Verona (novembri) e dalla Sardegna (dicembre e febbraio), in que-
st'ultima regione mi consta de visu che è comune, ma vi giunge anche la tipica
C. citrinella (mia Collezione).
Genere SERINUS, Koch.
Becco coi lati convessi, anziché concavi come nei generi precedenti, forte, molto
corto, subconico, rigonfio alla base e col tornio curvato verso l'apertura del becco
e la sua metà distale d'un tratto assottigliata fino all'apice, non appuntito, man-
dibole subeguali in altezza, la superiore arcuata, un po' più lunga dell'inferiore,
margini leggermente arcuati; apertura del becco diritta, senza setole; narici ba-
silari, superiori, subovate e nascoste dalle penne frontali che sono a barbe sepa-
rate, ricurve e proiettanti all'innanzi; ali corte, appuntite, la la remigante pri-
maria (quando esiste) così breve che è quasi invisibile, 2a, 3a e 4a subeguali, la 3a
di poco la più lunga; coda mediocre e assai forcuta; tarso e diti sottili, quello
più corto del dito mediano con unghia, scudettato sul davanti e lamellato late-
ralmente; diti laterali subeguali; unghie piccole e piuttosto deboli, poco arcuate
e solcate lateralmente.
Testa relativamente piccola e piuttosto piatta; taglia molto piccola; adulti poco
dissimili nei due sessi e giovani di solito differenti da essi; piumaggio misto giallo
e verde.
Hanno le abitudini del gen. Fringilla; le uova sono bluastro-pallide, più o
meno macchiate. Se ne conoscono 16 specie, tutte abitano l'Africa, eccetto una
che vive nelle Canarie, una nell'Europa, una nella Palestina ed una quarta fi-
nalmente nell'Asia (S. pusillus, Pallas).
280. Serinu? serinus (Linnaeusi, Verzellino.
[Serinus hortulanus, Koch |.
[Tav. XXII, tìg. i, 5 e Tav. XLIX. fig. 42].
Fronte gialla; dorso lini no, striato di nerastro (mas.); fronti comi' il dorso (femm.).
Fronte e sopracciglio di un giallo-canarino; cervice e nuca giallo alla base delle
penne, verde-olivastre nel resto, con un tratto centrale bruno-nerastro; dorso e
i'j Birdt nf Europe, voi. Ili, tav. Iti7 1.^77 .
1. Cicogna nera (ad.). 2. Cicogna nera (giov.). 3. Airone rosso (ad.). 4. Tarabuso. 5. Sgarza ciuffetto (ad.).
6. Sgarza ciuffetto (- giov.). 7. Nitticora (ad.). 8. Nitticora (q71 di due anni). 9. Nitticora ($ giov.'. 10. Tara-
busino (e?)- 11. Tarabusino (J). 12. Tarabusino (giov.).
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
Mi w 1 I ORNITOLOGI! 0 28]
sopracoda di un bruno, lavato di giallo-olivastro, uerastro sul centro delle penne, con
l'apice delle cuopritrici laterali della coda bianchiccio; groppone giallo-canarino,
con macchie verdastre; due l'ascio giallastre sull'ala piegata, formate dagli apici
delle medie e delle grandi cuopritrici; gastreo giallo-verdastro, tinto di bianco-
cenerognolo sui lati e fianchi, che hanno numerose strie centrali nerastre; basso
addome e sottocoda bianco-gialletti, con macchiette nerastre (mas. ad. in. prim. .
Tinte meno vivaci, tranne sul groppone: tosta con marginature bruno-grigie; mar-
gini delle ali tinti di t'ulviccio; dorso meno sfumato di giallastro (mas. ad. in aut.).
Tinte generali più smorte; parti superiori, compresa la fronte, bruno-scure sulla
linea centrale delle penne, con margini più chiari e qua e là giallo-grigiastri;
sopracciglio bianco-gialletto ; groppone e sopracoda giallo-zolfini; il giallo del ga-
streo limitato alla gola ed al petto e tinto di biancastro, con numerose macchie
anche sui fianchi; centro dell'addome bianco-uniforme (femm. ad.). Come la fem-
mina; piumaggio più pallido, dominando le marginature bruno-grigie; groppone e
sopracoda giallo-zolfini (giov.).
Lunghezza totale 0,m114; becco 0™007; ala 0,m070; coda 0,™046; tarso 0,m014.
Abita l'Europa centrale e meridionale fino all'Asia Minore ed alla Palestina.
e verso nord sino alla Danimarca. In Italia è specie stazionaria, nidifica sui monti
delle parti settentrionali e centrali; ma è molto più abbondante alle epoche del
passo dalla metà di ottobre a quella di novembre e nell'aprile; sverna più copio-
samente nelle provincie meridionali e nelle Isole. Nidifica dall'aprile al giugno.
281. Serinus canarius (Linnaeus), Canario.
Fronte gialla; i/orso grigio, striato di nerastro (mas.); fronti come il ilorso (femm.).
Sopracciglio e fronte di un giallo-puro; parti superiori bruno-cenerognole, lavate
di giallo, col centro delle penne nerastro; groppone giallo-oliva-uniforme; una banda
alare verde-gialliccia, formata dagli apici delle cuopritrici mediane, una seconda
che inclina al biancastro all'apice delle grandi cuopritrici ; gastreo giallo-dorato-
vi vace, più pallido e biancastro sul basso addome e sul sottocoda; fianchi tinti
di grigio e striati di bruno-nerastro (mas. ad.). Piumaggio più opaco; tinte gialle
assai meno accentuate ; groppone lavato di verde giallo; sottocoda bianco-fulviccio,
tinto di oliva-giallo sulla gola e sul petto (femm. ad.). Grigio-bruno sulle parti su-
periori, con tinte nerastre e strie poco distinte; due bande alari grigio-giallette
formate dagli apici delle piccole e grandi cuopritrici; faccia e gastreo bianco-
gialletti, bianco sull'addome, grigio-gialletto sui fianchi e sul basso addome (giov.).
Lunghezza totale 0,m127; becco 0,m010; ala 0,'"073; coda0,m058; tarso 0,n,01*.
Abita Madera, le Canarie e le Azzorre; un esemplare venne colto nell'ottobre 1883
a Firenze (lì. Museo di Firenze), varie volte fu preso in Inghilterra ed altrove.
Gli Autori non sono concordi nel] 'ammettere questa tra le specie Europee e
certamente non a torto, giacché molti Canari viventi sono importati dai paesi
d'origine e non è improbabile siano fuggiti di schiavitù, essendo specie adatto
sedentaria, o può trattarsi anche di veri individui domestici gialli che abbiano per
atavismo ripreso il piumaggio tipico, giacché come è noto questo è il capostipite
delle numerose varietà dei Canarini domestici. Altri Serini furono presi in Europa.
certamente fuggiti di gabbia, ad es. il 8. icterus (Bonnat. & Vieill.) del Madaga
scar, colto a Portsmouth (Inghilterra) ed a Verona (mia Collezione), il S. canicollis,
Atlanta ornitologico .;i,
282 ATLANTE OKNIT Il 0
Swainson del Sud Africa, ucciso prèsso Brightou (Inghilterra), il S. canonieus, Dresser,
ricordato pella Dalmazia (Kolombatovich) ed altri ancora.
282. Serinus pusillus (Pallas . Verzellino dalla fronte rossa.
Fronte rossa; gola arni (ad.).
Fronte e parte anteriore della cervice ili un rosso- vivace; resto della testa
e gola di un bruno-nerastro; dorso e scapolari nere sul centro, con margini giallo-
dorati, quelle del sopracoda della stessa tinta, coi margini delle penne più bian-
castri; groppone giallo-aranciato; due fascie bianche sull'ala, forniate dagli apici
delle cuopritrici grandi e delle medie; resto del gastreo giallo-brillante, colpetto
macchiato di nero, i fianchi più pallidi e striati di nero; addome biancastro; coda
nera, marginata di bianco-giallastro e tinta di giallo alla base (mas. ad.). Tinte
eguali, ma più pallide, specialmente le gialle; rosso della testa meno esteso (femm.
ad.). Testa brunastra per intero, con strie centrali scure; fronte tinta di giallo-
aranciato; parti superiori bruno-cenerognole, con striscie centrali nerastre; gola e
petto neri, con le penne largamente marginate di bianco-gialletto {giov.).
Lunghezza totale 0,'"113; becco 0,m008; ala 0,'"071; coda 0,m052; tarso 0,'"021.
Abita il Caucaso e la Persia settentrionale, tino al Turchestan; sverna nel-
l'Asia Minore, sino al Libano e nell'Imalaia nord-occidentale.
Genere CANNABINA, Beehm.
Becco duro, compresso, quasi conico, corto, un po' più alto che largo alla
base, piuttosto appuntito all'apice, leggermente rigonfio al di là delle narici e a
profilo un po' arcuato; apertura del becco quasi diritta; narici basilari, rotonde
e più o meno nascoste dalle penne frontali, ricurve, ma non disposte a ciuffo;
ali corte, piuttosto appuntite, la la remigante primaria (quando è presente; mi-
nima, 2a, 3" e 4a subeguali; coda piuttosto lunga, decisamente forcuta e colle ti-
moniere acuminate; tarso corto, subeguale o più corto del dito medio con unghia,
scudettato anteriormente, lamellato lateralmente; diti l'orti; unghie mediocri, non
dilatate alla base, quella del posteriore più grande e subeguale al dito stesso.
Mancano le tinte gialle; colorazioni rosse sulla testa, sul petto e sul groppone,
almeno di primavera; sessi diversi inter se e giovani simili alle femmine.
Tre specie, due delle quali proprie all'Europa, compongono questo genere, la
terza, < '. brevirostris (Bonaparte) è propria all'Asia Q); nidificano verso il nord, mi-
grando d'autunno al sud.
283. Cannabina cannabina (Linnaeus), Fanello.
I Cannabina linota (Gmelin)].
| Tav. XXII, Sg. 1, 2 o Tav. XLIX, flg. Il J.
Dnii) scuro; groppone senza tinte rosse; gola bianca senza min. — Fronte cremi
sina; cuopritrici alari castagno bruno-uniformi (mas.); testa e luti dilla faccia ili un
ignolo-ceeiato, "in strie centrali scure (femm. e giov.).
(') Il Madarasz dice che abita anche il ('.nummi .■ ubo comparve in Ungheria,
ITI .wit ORNI 283
Base della fronte bruno-cenerognola, fronte nel rimanente e parte anteriore
del vertice di un rosso-cremisino; cervice e nuca bruno-rossastre, con margini
grigi; dorso e groppone castagno-bruni, colla linea centrale dolio penne più scura:
sopracoda nerastro nel centro dolio penne, con larghi margini bianco-cenerini;
gola biancastra, macchiata di bruno; davanti del collo e del petto cremisi, a forma
di terrò di cavallo sull'alto petto; centro del petto e dell'addome di un bianco-sudii
fianchi fulvo-nocciola; cuopritrici alari castagno-uniformi, solo lo 1" e l'ala bastarda
nerastre, col margine bruno; timoniere e remiganti marginate di bianco, le 2r di
nocciola mas. ad. in prim.). Tosta e collo ceciato cenerognoli, con strie centrali
nerastro; parti superiori più brunastre; petto e fianchi di un ceciato sudicio, stri
di Inaino scuro: manca la tinta rossa sulla testa e sul petto (femm. ad.). Tinte più
vivaci dell'abito primaverili niglia alla femmina; dorso più nocciola; ver-
tice, petto e collo col rosso estoso sulla parte mediana dello penne, ma in gran parte
nascosto da larghe marginature cenerognolo-biancastre (mas. ad. in aut.). Somi-
gliano alle femmine, ma le parti superiori e le inferiori sono più fittamente striate
di bruno-cupo, compresa la parte bassa del petto (giov.).
Lunghezza totale 0,m135; becco 0,'"010; ala 0,m075; coda 0,m056; tarso 0,m016.
Il Fanello va soggetto a numerose varietà albine e isabelline, ed i maschi
molto vecchi talora hanno leggere tinte cremisine sul groppone.
Abita l'Europa, l'Africa settentrionale, le Canarie e Madera (C. cannabina nauti,
Tschusi); sembra che la. razza Caucasica che si estende nell'Asia Minore e nella
centrale sia prevalentemente la C. cannabina fringillirostris (Bp.) di tinte più chiare
e colle cuopritrici alari marginate di bianco. In Italia è specie sedentaria, nidi-
fica ovunque sui monti, ma è molto più abbondante come uccello invernale e di
passo, arriva dalla 1" metà di ottobre a quella di novembre e riparto da aprilo a
giugno; alleva due covate; sverna specialmente nello provincie meridionali e nelle
Isole, e se ne sta più spesso a terra che sugli alberi.
284. Cannabina flavirostris (Linnaklsi. Fanello nordico.
[ Fanello Risica ].
| "Tav. XXII, fig. 3 |.
Ali con due [uscir trasversali. — Becco giallo-scuro; testa e petto senza tinte rosse;
groppone roseo (mas.); becco giallo; lati della testa e {/ola fulviccio-chiari (femm.).
l'arti superiori di un bruno-lionato-cupo, col centro delle pei nero, più distinto
sul dorso; groppone roseo, con una ombreggiatura scura delle penne;
sopracoda come il dorso, ma più chiaro sul margine; piccole cuopritrici bruno-
rossiccie, col margine più chiaro, le medie e le grandi nerastre, giallo-rossiccie
sul margine ed all'apice, i detti apici l'ormano due t'ascio trasversali sull'ala; ti-
moniere col margine rossiccio, biancastro sullo laterali; lati della l'accia, del collo
ed i fianchi gialletto-rossicci, col contro delle penne nerastro, ohe forma poche
macchio anche sulla parte centralo della bassa gola e del petto; redini, soprac
ciglio e gastreo di un ceciato-scuro, bianco sul centro del petto, dell'addome e sulle
sottocaudali, alcune delle quali hanno il centro nero [mas. ad.). Tinte meno pure;
groppone come il dorso; parti superiori più chiare; le inferiori più rossigne e con
un numero di macchie maggiore femm. ad.). [ giovani sono come le femmine, ma
hanno il becco più scuro.
ATI. AMI. ORNITOLOGICO
Lunghezza totale 0,m140; becco 0,'"ons: ala 0,m075; coda 0, 064; tarso 0,m016.
Abita le Isole Britanniche, la Scandinavia e la Russia nord occidentale; di
autunno si porta verso sud, giungendo ili rado sino ai paesi Mediterranei. E specie
rara ed accidentale in Italia; venne colta, per lo più d'autunno e d'inverno, nel
Veneto, nel Trentino, nella Lombardia, in Liguria e forse nel Modenese.
Genere ACANTHIS, Bonaparte
Ila i caratteri del gen. Cannabina, e cosi ne differisce:
Becco molto compresso verso l'apice, che è decisamente assai acuto e sottile,
più alto che largo alla base e a profilo rettilineo: narici del tutto coperte e sor-
montate da ciuffi di penne setolose; coda abbastanza lunga, molto forcuta, ma colle
timoniere poco acuminate; tarso un po' più lungo del dito mediano con unghia;
diti piccoli; unghie un po' dilatate alla base e solcate di sotto.
Calotta rossa nei due sessi; i giovani simili alle femmine, ma senza calotta
rossa; sessi alquanto differenti.
Le specie di questo genere abitano i paesi nordici, nidificando di solito nelle
più alte latitudini; presentano piumaggi poco dissimili, più definibili come forme
dello stesso tipo, che quali specie veramente distinte, per alcune il becco forma
un carattere differenziale importante.
285. Acanthis linaria (Linnaeus), Organetto.
[Aegiothus linarius (L.)].
[Tav. XXTI, tìg. 9].
Ouopritrieì diari formanti coi loro apici due bande biancastre sull'ala; busso dorso
e groppone col cadrò (ielle pome brunastro, ionie il dorso.
Base della fronte e redini nerastre; una grande macchia di un rosso-rubino sulla
fronte e sul vertice; un largo sopracciglio bianco-gialletto ; parti superiori bruno-
nerastre, con margini bruno-chiari o bruno-biancastri, tale tinta più chiara sul
groppone e sul .sopracoda, quello distintamente sfumato di roseo; medie e grandi
cuopritrici alari terminate di biancastro, che forma due bande sull'ala; una mac-
chia nera sul mento; guancie, gola, parte anteriore del collo e petto di un bel
rosa-cremisino; lati del petto e fianchi bianco-fulvicci, lavati di rosa e con una
stria centrale nerastra; addome e sottocoda di un bianco-puro, talora tinto di rosa;
becco giallo coll'apice bruno (mas. ad. in prim.). Tinte rosee «lei groppone meno
estese, quelle del gastreo con larghi margini bianco-cenerognoli, che in parte
nascondono le tinte rosee; strie dei fianchi meno accentuate (mas. ad. in aut.).
Macchia rossa sul vertice più ristretta; tinta rosea del groppone indistinta: gastreo
tinto di rosa come nel maschio, ma di tono molto debole: macchia nera sul mento
più grande e brunastra (femm. ad.). Tinte generali più rossiccie; testa senza tinta
rossa e del colore del dorso; manca il nero sulla gola; gastreo biancastro, tinto
di gialletto sull'addome, e col petto ed i fianchi striati giov.).
Lunghezza totale 0,m128; becco 0,'"009; ala 0,'"076; codaO,m056; tarso 0,m015.
Abita le regioni boreali d'Europa, d'Asia e d'America, presso l'estremo limite
mi w ri obki roLOQico 28£
ili'li.'i vegetazione arbore;i; torso nidifica anche nelle regioni alpine dell'Europa
centrale. La forma Groenlandica è da riferirsi all'.l. Unaria rostrata, Stejneger.
È specie di passo piuttosto irregolare e di solito rara in Italia, ma in alcuni anni
giunge abbondantemente nell'autunno e duranti- L'inverno nelle provincie superiori
ed anche nello eentrali (Marche). Secondo il Giglioli, non sarebbe mai comparsa
dalla Toscana all'inaili, ma io l'ebbi una volta dalla Sardegna <• dalla Calabria e
due volte dalla Toscana. Nidificherebbe nel Comasco (Salvadori) e nel Trentino
(Bonomi)) ma credo che tali notizie meritino conferma.
Una forma sottospecifica detta A. Unaria Eolboelli Brenna) va distinta per
maggiore statura, becco più grosso, essa ha le seguenti dimensioni: Lunghezza to-
tale 0,m136; becco 0,'"012; ala (V080; coda 0,m060; tarso 0,m01 5; questa sottospecie
abita L'Europa settentrionale dalla Scandinavia alla Siberia orientale, ed è acciden-
tale nelle Isole Britanniche e nell'America del Nord. Alcuni Autori opinano che
l'.l. /. Holboelli sia una varietà maggiore dellM. Unaria e VA. I. rufescens la minore.
e che non debbano differenziarsi specificamente.
285'?. Acanthis linaria rufescens Vik.illot. Organetto minore.
I Aegiothus cabaret, Salvad., A. rufescens (Vieiia.)].
Simile all'.l. Unaria, ma di statura minore; le due fascie sulle ali, forniate
dalle marginature apicali delle cuopritrici medie e grandi, lionato-rossiccie e non
biancastre; colorito generale delle parti superiori più cupo e rossiccio; groppone
fortemente macchiato di nerastro nel centro delle penne e con scarse tinte bian-
che; becco giallo coll'apice nerastro.
Lunghezza totale 0,m115; becco 0,'"0086; ala0,'"066; eoda0,'"052; tarso 0,ra013.
Abita le montagne delle Isole Britanniche, dell'Olanda, della Germania occi-
dentale, della Francia e della Stiria. Giunge in Italia, come la specie precedente,
però vi è anche uccello stazionario, giacché nidifica certamente sulle nostre Alpi;
nelle sue comparse, alle epoche del passo, sembra inoltrarsi più verso mezzogiorno
e compare in Toscana. Le sue apparizioni, come quelle dell'J. liuuriu. avvengono
ad intervalli di tre o quattro anni e quando accadono sono assai copiose (Alta
Italia).
285/'. Acanthis linaria exilipes (Coues), Organetto di Coues.
Cuopritrici ala ri che (ormano coi loro apici ilm bande bianche steli' ala; basso dorso
e gropponi ili un Linneo puro, liuto i/i rosi o.
l'.ase della fronte e redini nerastre; vertice e resto della fronte rossi; soprac-
ciglio biancastro; lati della testa e parti superiori bianco-grigiastre, con strie cen-
trali nerastre; basso dorso e groppone di un bianco tinto di roseo-vivace; sopracoda
bianco, col centro delle penne bruno; medie e grandi cuopritrici alari terminate
di bianco, che forma due bande alari: inculo con una macchia nera; gastreo bianco,
tinto di roseo sulla gola, sul davanti del collo e sul petto e con strie nerastre
sui fianchi; becco giallastro alla base, scuro di corno all'apice mais. mi.). Più pal-
lida; più piccola; maina il roseo sul groppone e sul gastreo {femm. ad.).
Lunghezza totale 0,m126; becco 0,'"010; ala 0, "076; coda 0,"'0f)8; tarso 0/"0 14.
286 ATLANTI'. ORNITOLOGICO
Abita la Scandinavia, la Russia settentrionale ed attraverso la Siberia giunge
al Nord America, che abita intieramente; è citata per l'Ungheria (Madarasz).
Un'altra l'urina sottospecifica, detta A. linaria Unnirnianui illolboelli, va distinta
per maggiore statura e presenta queste dimensioni: Lunghezza totale 0,m134;
becco 0,m010; ala 0,m077; coda. 0,'"058; tarso 0,ra017; essa abita la Groenlandia,
l'America nord-orientale e l'Islanda; due esemplari di questa forma furono colti
in Inghilterra (Cordeaux, Hancock), quello di Hancock è noto sotto il nome di A.
canescens (Bp. , nec (ìould.
La questione della validità specifica di queste forme, tra loro così affini, è
molto controversa ed intricata. Per citare il Dresser, grande Ornitologo Paleartico,
egli riconosce le specie A. linaria, A. rufescens, A. Homemanni, .1. exilipes, pone
VA. Holboelli come sinonimo dell'. 1. linaria e non nomina VA. rostrato, perchè non
Europea. Lo Sharpe invece nel Catalogne of the Birds of the Br. Mus.Q) le di-
vide così:
a) A. linaria. b) A. exilipes.
sottosp. .1. Holboelli. sottosp. A. Horneinqnni.
sottosp. A. rufescens.
sottosp. A. n >stmtn (Groenlandia,
America N. 0., sembra che
qualche esemplare sia giunto
nelle Isole Britanniche).
Ma lo stesso Autore in un lavoro più recente (2) allarga le sue vedute, ed eleva
a rango specifico 1.1. linaria, VA. Holboelli, VA. rufescens, parla casualmente del-
l'.1. rostrata pure come specie e non nomina le altre due, non facendo esse parte
dell'Avifauna britannica.
Riporto le ultime deduzioni del Naumann :ìi sulle varietà geografiche dell'ai.
linaria.
I. Penisola Scandinava fino al G9° di lat. sud, Finlandia, Russia occidentale
e Prussia orientale. Parti superiori grigie lavate di bruno, con macchie nere lungo
lo stelo; d'estate più cupo, d'inverno di un bruno-giallo, ma più striato; fianchi
con strie distinte, che con l'età sbiadiscono assai. Lunghezza dell'ala maschio 0,m076-
0,'"073, femmina 0,'"074— 0,m071 ; becco non oltre 0,'"010.
linaria. tip., Linnaeiis (1758).
II. Norvegia, Lapponia settentrionale. Un po' più grande della linaria. Lun-
ghezza dell'ala 0, "'OT'.i— 0,"'07f>; becco molto più robusto e più lungo 0,m011—.0,m009;
nel complesso anche le tinte sono più distinte, quantunque non sempre. Brehm
descrisse per primo questa forma e le altre Holbólli, alnorum che man mano si
confondono colla, linaria.
longirostris, Brehm (1831).
(') Voi. XII, pp. 235-256 (1888 .
Handb. Brit. Birds, I, pp. 15-48 l L8SM .
i | Vogel Min. Eur. III. pp, 301-312 [1900;.
LTLANT1 0KN1 COLOGII 0 281
III. Costa orientale della Groenlandia. Parti superiori molto più cupe dei tipi
europei; d'estate quasi completamente aera, senza toni bruni; petto di un rosso molto
più intonso. Dimensioni eguali a quelli' déil'Holbolli. Non possiedo materiali suffi-
cienti per stabilire a (pialo forma groenlandica si riannodi questa razza.
brunnescens, Homeyer (1879).
IV. Terre interfluviali del .Maro Glaciale settentrionale. Leggermente più pic-
cola delle tipiche lìnariae; becco e piedi piuttosti piccoli, che poro variano; grop-
pone noi giovani leggermente striato, negli adulti bianco-puro, nei maschi in abito
estivo lavato di rosa-pallido e cosi il petto; dorso (d'inverno) giallo-bruno, con
macchio bruno lungo gli steli, d'ostato più cupo; mai però nell'insieme di un nero-
uniforme e deciso misto a bianco, ma sempre di un tono bruno-giallo, ben mar-
cato sui lati del collo (giovani). Ala noi maschio 0,m077— (V074, nella femmina
0,'"074— 0,'"071; becco OfWSò— 0,m0065. La maggior parte degli Autori riunisce
ipiosta l'orma sM'exilipes, cui in realtà assomiglia assai.
caneseens, Dybowsky (1868), nec Gould, Bp. & Schl.
V. Siberia sud-orientale. Assai simile all' A. linaria linaria, ina distinta pel
disegno più marcato del dorso e delle macchie sui fianchi su fondo di un giallo-
crema-delicato. D'estate i maschi hanno il rosso più intenso sul petto e sul grop-
pone, su quest'ultima parte osservatisi strisele marcate e chiare: becco sottile e
slanciato, di varia lunghezza; la mandibola inferiore oltrepassa quasi sempre l'in-
feriore, e talvolta fino di 0,m002; lati del collo di un giallo-delicato e nella linaria
di un giallo-sudicio.
intermedius, Dybowsky (1883).
VI. VII, Vili, forme del tutto Americane (senza nome, eccetto il N. Vili,
Aegiothus exilipes, Coues (1861).
IX. Groenlandia al nord del 69° di lat. N., Isole Jan Mayen, Spitzbergen e
Islanda (?); la più grande e la più chiara di tutte le linai im. ( iroppone di un bianco-
puro, lavato di rosa nel maschio in primavera, petto di egual colore; fianchi di un
bianco-puro, sovente striati di scuro nella femmina. I larghi margini sulle penne,
le fascie sulle ali ed i margini delle timoniere di un bianco-puro; i giovani hanno
il collo e la nuca lavati di gialletto; becco, come nel Ciuffolotto, corto e grosso,
scuro d'estate, giallo coll'apice nero d'inverno; piedi grossi e robusti, corrispon-
denti alla grandezza dell'uccello; ali nel maschio 0,'"089 — 0,'"080, nella femmina
0,'"081— 0/"079.
komemanni, Hòlboll (1845).
X. Groenlandia, lato occidentale al sud del li'.)0 di lat. Nord ed il paese di Martin.
• Statura della precedente o di poco più piccola: becco pure grosso; parti superiori
però di un tono molto più cupo, con larghe macchie centrali di un nero-intenso;
i margini leggermente più chiari; groppone e fianchi con macchie larghe bene
distinte; petto e groppone di un rosso carmino-intenso noi maschio d'ostati'. Ala
nel maschio 0,m084— 0,m079, nella femmina 0,ra080- 0,n,076; becco 0,m009 0,m008.
grbnla?idica, Bonaparte (1857).
288 ATLANTE 01AN1TOI.OU1C0
XI. Alpi (italiane, francesi, svizzere, tirolesi e salisburghesi); notevolmente più
piccola della tipica linaria; il complesso delle tinte più vivace; parti superiori
bruno-rossiccie; petto rosso-intenso; penne del dorso con macchie centrali molto
cupe, quasi nere e stretti margini di un giallo-chiaro; groppone bianchiccio, lavato
di un bel rosso e con macchie nere, fianchi col fondo di tinta chiaro, o giallo-
rugginoso e striati decisamente; i margini delle cuopritrici alari, che formano la
banda alare, quelli delle remiganti e delle timoniere di un giallo-rugginoso, più
chiaro sulla coda; becco debole, allungato, cupo d'estate, giallo-ocraceo d'inverno.
La femmina non ha rosso sul petto, né sul groppone. Ala nel maschio 0,"'O73—
0,m069, nella femmina 0,n,070— 0,'"066.
rufescens, Vieillot (1816).
XII. Isole Britanniche. Molto simile alla forma alpina e di eguale statura. È
distinta per una tinta generale di un bruno più cupo ed uniforme. Parti superiori
bruno-uniformi, le macchie centrali indistinte o sfumate coi margini bruno-scuri.
anche i lati del petto e dell'addome sono decisamente lavati di bruno-rugginoso
ed hanno macchie indistinte, che scompajono con l'età; il bruno dei margini delle
remiganti e delle cuopritrici è più cupo e più accentuato; il becco è più grosso
che nella rufescens; petto e groppone del maschio di un rosso-carminio-intenso.
Ala nel maschio 0,'"073— 0,m070, nella femmina 0,n'070— 0,'"066.
(?) L. flavirostris, Brehm (1823)
A citare tutte le opinioni sarebbero necessarie molte pagine e con poco co-
strutto, quindi preferisco dire come io ritenga che si possano cosi suddividere
i sopraddetti Acanti) is,
a) A linaria.
sottosp. a1) A. Hoìboclìi.
a2) A. rostrata (simile all' .4. Holboelli, distinta per le strie sui
fianchi più larghe, pel becco più grosso e più ottuso).
a3) A. rufescens.
a1) A. exilipes.
a5) A. Hornemanni,
sicché uno solo sarebbe il capostipite di tutte le forme europee del gen. Aeanthis,
considerando che le differenze tra VA. linaria e VA. I. rufescens sono di poco mo-
mento, ma però più accentuate di quelle delle tre rimanenti sottospecie col tipo
più puro.
Come avverti il Salvadori, il nome di Frim/illa borealis, Teinminck nec Vieillot,
comparì più volte nei Cataloghi di Autori Veneti e Lombardi. Essa in sinonimia
sarebbe riferibile allM. /. Homnnanni, invece secondo probabilità geografiche all'.!.
/. Holboelli, però è indubitato che la pretesa Fr. borealis degli Autori Italiani come
anche VA. canescens o /•'. canescens, pure citati dai nostri Autori, altro non sono che
individui di maggiori dimensioni della A. Intana, sempre interpretando quanto
intesero questi Ornitologi, perchè realmente abbiamo veduto che cosa rappresenta
la vera F. borealis, e VA. canescens è VA. I. exilipes, sottospecie sicuramente non com-
parsa in Italia.
\ i um i. orni i" ti o 289
Genere PYRRHULA, Brisson.
Becco duro, corto, rotondeggiante, largo e grosso alla base, protuberante sui
lati verso la base, ma leggermente curvato sui lati verso l'apice, mandibola supe-
riore assai curvata ed ovunque uniformemente, più lunga dell'inferiore che sormonta
colla sua parte apicale; apertura del becco leggermente arcuata; narici basilari,
subrotonde, completamente nascoste da piccoli' penne setoloso; ali subacute, al-
quanto corte, ma più lunghe in dimensioni della coda, la 1 remigante primaria
mancante o minima, la 2a e la 3" subeguali e le più lunghe, 2" troncate in forma
quadrata; coda moderata e leggermente forcuta; tarso più lungo del dito mediano
con unghia, scudettato anteriormente, lamellato lateralmente; diti forti, l'interno
più corto dell'esterno; unghie moderatamente curvate, piuttosto corte e solcate
lateralmente.
Piumaggio molle, testa grossa e rotonda; petto del maschio di solito rosso,
grigio nella femmina, ma alcune specie hanno i sessi simili ed allora il petto non
è rosso, ma grigio o bruno; statura mediocre.
Le specie di questo genere abitano la Regione Paleartica, specialmente le
parti nordiche, la P. Cassini, Tristr. dell'Alaska si estende nella zona Neartica.
Le uova sono blu-verdastre, con macchie grigio-porporine e bruno-scure.
286. Pyrrhula pyrrhula (Linnaeusi, Ciuffolotti) maggiore.
[ Pyrrhula major, Bbehm J.
Eguale al maschio della susseguente specie, ma di statura maggiore e più cupo
sulle parti superiori, mentre il gastreo ha il rosso più chiaro e brillante; becco
più forte, grosso e più rigonfio (mas. ad.). Eguale alla femmina della susseguente
specie, distinta pel becco differente e per la statura maggiore ifemm. ad).
Lunghezza totale 0,m180; becco 0,"'011; ala 0,m092; coda 0,m075; tarso 0,m020.
Abita la Scandinavia e l'Europa orientale, portandosi verso ovest sino alla
Polonia e la Siberia; migra verso sud nell'inverno. Il Giglioli cita tre o quattro
soggetti conservati nel R. Museo di Firenze riferibili alla l'orma nordica del Ciuf-
folotto, ma il Salvadori, riconoscendo che sono esemplari di dimensioni maggiori
del consueto, non crede alla bontà specifica del Ciuffolotto nordico. Io ebbi quattro
individui perfettamente eguali a quelli di Scandinavia presi sulle Alpi del Veronese,
dell'Udinese e del Bergamasco nei mesi di ottobre e novembre. Credo che questa
specie ci arrivi dal Nord all'epoche del Ciuffolotto però in minor quantità, e che
non sia stazionaria in Italia.
286 a. Pyrrhula pyrrhula europaea (Veeillot), Ciuffolotto.
[Pyrrhula europaea, Vikii.i.., P. rubicilla, Kkys.-Bi,. ].
L'I'av. XXII, fig. 12, 13 e Tav. XLIX, fig. 45].
Calotta nera; dorso differente dal (/usino. — Guarnir e cuopritrici alari russi , conte
il gastreo (mas.); guancie e regione auricolare cenermo-rossiceìe, rome il gastreo (femm.).
Redini, mento e l'intera calotta di un nero-lucido; parti superiori cenerino-
Atlante ornitologici'. 37
290
ATLA VI K ( I UNITI ILI IGICO
celestognolo-chiare ; basso groppone bianco-candido; guancie, regione auricolare e
gastreo, compresi i lati, di un rosso-vermiglione; basso addome e sottocoda bianchi;
una t'ascia trasversale sull'ala, formata dagli apici celestognoli delle grandi cuo-
pritrici; piccole 2e più interne rosse all'apice e cenerine alla base; timoniere nere
a ritiessi, le due centrali e le sopracaudali nero-violette (mas. ad.). Tinte nere della
testa meno vivaci; parti superiori di un cenerino-celestognolo-cupo tinto di bru-
nastro, specialmente sul basso dorso; guancie, regione auricolare e gastreo di un
cenerino-rossiccio tinto di vinato, più vivo sull'addome e sui fianchi; 2e più interne
Testa di P. pyrrhula,
gr. nat.
'l'osta di P. pyrrhula eiiropaea,
gr. nat.
cenerino-rossiccie quasi sino all'apice del vessillo esterno; nel resto come il maschio
(fonili, ad.). Tinte eguali a quelle della femmina; testa brunastra, come il dorso;
colorito generale più cupo e brunastro, specialmente sul gastreo; groppone bianco-
brunastro; nelle 2° più interne le tinte rossiccie sono rimpiazzate da bruno-pal-
lido (giov.).
Lunghezza totale 0,m160; becco 0,'"010; ala 0,m087; coda 0,m070; tarso 0,'"017.
Il Ciuffolotto va specialmente soggetto alle varietà melaniche.
Abita l'Europa occidentale, verso est sino alla Germania, le contrade Medi-
terranee e l'Algeria. In Italia si trova nella regione dei faggi delle provincie set-
tentrionali e delle centrali, ove nidifica nel maggio e nel giugno; al sopravvenire
del freddo discende al piano, ma giunge assai di rado nelle provincie meridionali
e nelle Isole. È di solito poco abbondante, compare più facilmente nel gennajo od
alle epoche del passo, che ha luogo dalla fine di ottobre alla la quindicina di no-
vembre; il ripasso sembra avvenire nel gennajo.
287. Pyrrhula Cassini (Baird) ('), Ciuffolotto di Cassini.
Calotta nera; guancie e euopritrici auricolari cenerino grigli <> brunastre, come il
dorso ed il gastreo (ad).
Calotta e mento di un nero-lucido; parti superiori grigio-bluastre; groppone
bianco; sopracoda e coda di un nero-lucido; piccole e medie cuopritrici come il
dorso, le grandi nere con una fascia apicale blu-grigia, che forma una banda sul-
l'ala; gastreo cenerino-grigio-chiaro, più pallido sulle guancie, sulla regione auri-
colare e sui fianchi; basso addome e sottocoda bianchi (mas. ad.). Eguale, ma più
cupa sulle parti superiori; gastreo grigio-bruuastro (fi nini. ad.).
' Pyrrhula coccinea var. Cassini, Baird, Trini*. C'Mc. dead. 1, p. 316 (1869).
ati wrr ORN (Gli 0 291
Lunghezza totale 0,m152; becco 0,'"011; ala 0,m087; coda 0,ro071; tarso 0,ra016.
Abita la Siberia dagli Qrali all'Alaska, e verso sud fino al Turchestan ed agii
Aitai; è accidentale nella Regione Neartica boreale ed in Europa. Un esemplare
venne colto a Pietroburgo nel febbraio 1877 Cabanis e tutti gii anni nell'inverno si
troverebbe nelle vicinanze di Orenburgo (Menxbier).
Genere ERYTHROSPIZA. Bonaparte.
Ha presso a poco i caratteri del gen. Pyrrhula:
Becco molto corto e grosso, forte, rigonfio, con ambedue le mandibole forte-
mente curvate ed egualmente rigonfie e profonde; margini delle mandibole quasi
diritti; profilo del becco spianato; narici coperte dalle penne frontali ricurve ; ali
molto acute ed abbastanza lunghe; coda corta e un po' forcuta.
Tinte prevalenti dei maschi adulti cremisine o porporine; statura mediocre.
Abitano le località selvaggie e sterili, a preferenza di quelle coltivate; le uova
sono di un nerastro-pallido, con macchie brunastre o rossiccio-brune. Questo ge-
nere comprende poche specie, una di esse abita parte dell'Africa e dell'Asia ed
arriva talora in Europa, le altre sono asiatiche
288. Erythrospiza githaginoa (Lichtenstein), Trombettiere.
[ Bucanetes githagineus Lem.)].
Becco rosso; testa, collo, scapolari, dorso e petto di un porporiuo-vinato al-
l'apice delle penne, di un cenerino-brunastro alla base; groppone e sopracoda di
un rosa-pallido; regione auricolare e guancie roseo-argentine, resto del gastreo
bruno-cenerognolo tinto di rosa, più vivace sull'addome; sottocoda biancastro tinto
di rosa, specialmente sul margine esterno delle penne; margine esterno delle remi-
ganti e delle timoniere rosa, nel resto brunastre (mas. ad.). Come il maschio; tinte
rosee assai più deboli specialmente sulla fronte, sul dorso e sul gastreo (femm. ad.).
Lunghezza totale 0,m130; becco 0,'"010; ala 0,m087; coda 0,"'052; tarso 0,m018.
Abita l'Africa settentrionale e le contrade Mediterranee meridionali, spingen-
dosi verso est, per la Persia e per l'Afganistan, sino al distretto di Dehli nell'India.
Accidentale in Europa, ove pare sia giunto nella Francia meridionale (Boux) e nella
Grecia I Von der Miihle). È pure specie di comparsa accidentale in Italia, venne
presa nel Veneto, in Liguria, in Toscana ed in Sicilia e sembra comparire quasi
ogni anno dall'ottobre al marzo a Malta, è sempre però uccello molto raro. Io ne
ebbi due dal Padovano e dall'Udinese, entrambi nel mese di ottobre.
Ilrrni jiiii fa/ir e i'dìi mi leggero spigolo sul culmine; tinte rosse sulle ali (genere
Rhodopechys, Cabanis).
289. Erythrospiza sanguinea (Gould), Trombettiere dalli ali russe.
Fronte nera, coll'apice delle penne roseo; parte mediana della cervice nera, come
a calotta; lati della cervice, parte posteriore del collo di un fulvo-rossigno; dorso,
scapolari e piccole cuopritrici brune di terra d'ombra, queste lavate di roseo, tutte
292 ATI.ANTK ORNITOLOGICO
con macchia subapicale nerastra; groppone e sopracoda rosei, le più lunghe so-
pracaudali noie, rosee all'apice; redini e penne attorno al becco rosa; gola, lati
e fianchi della tinta del dorso, ma più pallida e col centro delle penne più cupo;
eentro del petto, addome e sottocoda bianco-rosei; ali con larghi margini di un rosa
tinto di rosso-brillante, 2° terminate di bianco : timoniere esterne bianche, le altre
bianche terminate di nero, il nero più esteso verso le centrali, che lo sono quasi
per intero {mas. ad.). Tinte eguali al maschio, ma più pallide e più opache, le
rosee più dilavate; penne della cervice con margini rossigni; gastreo più pallido,
colle penne della gola, dei lati e dei fianchi senza i centri scuri, ovvero poco ac-
centuati (femm. ad.).
Lunghezza totale 0,m160; becco 0,'"014; ala 0,'"105: coda0,'"056; tarso 0,'"019.
Abita il Caucaso, da un lato sino all'Asia Minore orientale e la Palestina, dal-
l'altro alla Persia ed a Jarkand (Hit me), l'Australia (Sharpe) e forse l'Algeria {Locke}.
Genere CARPODACUS. Kaup.
Becco conico, alquanto corto e rigonfio, robusto, grosso alla base, col culmine
piuttosto rotondo, appena compresso all'apice, profilo assai arcuato, ambedue le
mascelle curvate e di pari altezza, apertura del becco quasi diritta, tornio sempre
diritto; narici robuste, basilari e nascoste dalle penne frontali ricurve ; ali medio-
cremente lunghe, la 1" remigante primaria, quando esiste, atrofica, 3a la massima,
2a, 3a e 4a subeguali; coda alquanto lunga e distintamente forcuta; tarso scudet-
tato anteriormente e piuttosto sottile; diti lunghi e sottili, l'esterno subeguale al-
l'interno; unghie moderate, curve e solcate lateralmente.
Piumaggio alquanto fitto; in gran parte rosso nei maschi, verdastro nelle
femmine.
Questi uccelli frequentano le colline, le pianure alberate anche se paludose;
sono buoni cantori; le uova sono di un verde-blu-cupo, con macchie bruno-nera-
stre. Abitano la Regione Paleartica, la Neartica, l'Orientale e le parti settentrionali
della Neotropica e dell'Etiopica.
.Se ne conoscono 2G specie.
290. Carpodacus erythrinus (Pallasi. Ciuffolotto scarlatto.
[Tav. XXIII, fi£. 1 e 2].
Testa e gobi di un rosso-uniforme (mas. ad.). Tinte generali delle /unii superiori
bruno olivastre, mi centro delle penne pili scuro; groppone e sopracoda imi formi (femm. ad).
l'arti superiori bruno-cupe, coll'apice delle penne rosso, la tinta rossa predo-
mina essenzialmente sulla testa ed è più sbiadita sul dorso; basso dorso e groppone
di un cremisino-pallido; cuopritrici alari brunastre alla base, rosee all'apice, le
grandi e le remiganti col margine esterno roseo e l'apice bianco-brunastro; la
tinta rosea sulle cuopritrici forma due fascie sull'ala piegata; gastreo e guancie
di un rosso-brillante, tinto di brunastro sui fianchi e di bianco- roseo sul basso addome
e sul sottocoda (mas. ad.). Parti superiori bruno-olivastre, uniformi sul groppone e
sul sopracoda, colla parte centrale scura nel resto e nerastra sulla testa; gastreo
biancastro, tinto di fulviccio sul collo e sul petto, con strie scure sui medesimi e
ATI \nti-: ORNITOLOGICO 293
macchie scure sui fianchi; cuopritrici mediane e grandi bruno-cupe, oliva sul mar
gine e terminate di bianco-pialletto, che forma due bande sull'ala piegata; ali e
coda marginate di oliva-cupo (femm. ad.). Più lavato di gialletto sul gastreo, colle
macchie e le strie meno marcale; doppia banda alare gialletta giov.).
Lunghezza totale 0,'"140; becco 0,m011; ala 0,'"08*; coda 0,m060; tarso 0,m020.
Abita le regioni della Prussia orientale, verso est, attraverso la Russia set-
tentrionale e la Siberia, sino al Pacifico, l'Asia Minore e la centrale; sverna
principalmente nell'India e nella Birmania; giunge accidentalmente nella Svezia
meridionale, nelle Isole Britanniche, ad Helgoland, nella Francia, nella Spagna
(Saunders) e nell'Austria. In Italia è specie che arriva irregolarmente, ma di solito,
nell'autunno e nell'inverno, fu però presa in molte provincie, mai in Sardegna;
è sempre rara, rarissima nell'abito rosso di adulto, in generalo giungono i giovani.
Gli individui giovani ed anche gli adulti del C. erythrintts, tenuti in domesti-
cità, assumono un piumaggio speciale, che fu descritto sotto il nome di Fringilla
incerta dal Risso e questa venne ritenuta per molto tempo buona specie. Ecco i
dati distintivi: — Testa e collo di un giallo-dorato o aranciato; dorso-olivastro-
giallo, col centro delle penne cenerognolo; groppone e sopracoda di un giallo leg-
germente olivastro; due fascie indistinte olivastro-lionate sull'ala; gola e davanti
del collo di un giallo-dorato o aranciato; resto del gastreo giallo-olivastro, tinto
di cenerognolo sui fianchi e di biancastro sul basso addome. Insomma la F. incerta,
detta anche Chlorospiza incerta o Verdone bastardo, a periodo completo offre le
parti che nei soggetti ordinari sono tinte in rosso-carmino di un giallo più o meno
dorato o verdognolo, dominando il dorato sulla testa e sulla gola ed il verdognolo
sulla regione dorsale.
291. Carpodacus roseus (Pallasj, Ciuffolotto roseo.
[Tav. XXII, fig. 14].
Colorito generale delle parti superiori roseo, il mantello e l'alto dorso legger-
mente più cenerognoli, con larghe strie centrali nere; groppone e basso dorso di
un roseo-vivace uniforme; piccole cuopritrici alari di un cremisino-profondo; le me-
diane e le grandi bruno-cupe, marginate di roseo e terminate di bianco-roseo, che
forma una doppia banda alare; ala bastarda, cuopritrici primarie e remiganti
bruno-cupe, marginate di roseo, le secondarie interne di bruno-cenerognolo, bianche
verso l'apice del vessillo esterno e simili alle grandi cuopritrici; cuopritrici su-
periori della coda di un roseo-vivo, con strie centrali nerastre; timoniere bruno-
nerastre, marginate di roseo; pileo rosa-pallido; fronte e parte anteriore del pileo
di un bianco-perla-lucido a guisa di banda frontale; redini e penne attorno l'occhio
cremisino-vivaci; cuopritrici auricolari e lati della faccia di un rosa-vivace; parte
anteriore delle guancie minutamente macchiata di bianco-perlaceo; gola e linea ma-
lare con piccole macchiette bianche, che si estendono all' indietro sui lati del collo;
parte anteriore del collo e resto del gastreo di un rosa-profondo, con strette linee ne-
rastre sullo stelo; centro del basso petto ed addome bianchi; lati del corpo e fianchi
rosei, questi con le lineette nerastre sullo stelo più accentuate; calzoni cenero-
gnolo-biancastri; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari bianco-cenerognole, tinte
di rosa, più distintamente quelle attorno al margine dell'ala (mas. ad.). Colorito
generale delle parti superiori bruno, tinto di roseo, le penne del mantello e del
294 ATLANTE ORNITOI.OfnCO
dorso con ima larga stria centrale bruno-nerastra: basso dorso e groppone rosei,
coi centri scuri poco indicati; piccole cuopritrici «Ielle ali vermiglione-vivaci; le
mediane e le grandi bruno-cupe, marginate esternamente di t'ulvo-ocraceo, che tende
al biancastro all'apice delle penne; ala bastarda e primarie cuopritrici bruno-cupe.
marginate di bruno-pallido; remiganti bruno-cupe, marginate di fulvo-ocraceo, più
pallido sulle secondarie, le secondarie interne con marginature più larghe, le più
interne hanno il vessillo esterno fulvo-ocraceo; cuopritrici superiori della coda
brune, tinte di roseo e col centro delle penne nerastro; timoniere bruno-cupe, mar-
ginate di fulvo-ocraceo e leggermente tinte di roseo; pileo bruno, lavato di rosa
e con striscie bruno-cupe ed una leggera ombreggiatura perlacea sulla fronte; re-
dini fulvo-ocracee; cuopritrici auricolari bruno-pallide, con strie bruno-cupe leg-
germente sfumate di rosa; guancie e gastreo di un rosa-pallido o di un bruno lavato
di rosa e con strette striscie brune o nerastre, queste striscie più larghe sui lati
del corpo, che sono più brunastri; addome biancastro; calzoni cenerini; cuopritrici
inferiori della coda bianche, leggermente sfumate di roseo e con strie centrali ne-
rastre; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari biancastre, con una tinta vermi-
glione presso il margine dell'ala (femm. ad.) {Sharpe).
Lunghezza totale 0,m150; becco 0,ra011; ala 0,'"090; coda 0,m068; tarso 0,'"01 9.
Abita la Siberia orientale, la Cina ed il Giappone. Questa specie comparve
più volte nei Cataloghi Europei, ma quasi sempre con scarse garanzie. Fu citata
quale accidentale peli' Ungheria (Temminck) e recentemente il Madarasz la am-
mette per un individuo colto nel 1850, poi pella Russia e pella Germania (De-
gland & Oerbe, Arnold) e per Helgoland (Blasius). Secondo il Blasius tre sono i
soggetti presi nella classica Isola e tutti giovani, io ne esaminai uno quest'anno
nella Raccolta Gatke. Sarebbe uccello di comparsa accidentale e molto raro in
Europa (').
292. Carpodacus rubicillus (Guldenstadt), Ciuffolotto roseo caucasico.
Testa e gola di mi rosso macchiato di bianco (mas. ad.): parti superiori bruno-ce-
nerognole col centro delle penne nero, meno accentuato, o/o presente anche sol groppone
e sul sopracoda (femm. adi.
Penne attorno al becco nerastre; testa, suoi lati e gastreo di un rosso-scarlatto,
con macchie bianche d'argento, più larghe ed estese sul davanti del collo e sul
petto; parti superiori e cuopritrici alari di un rosso-cupo, con margini cenerognoli
eslesi e prevalenti sulla tinta brillante; groppone e sopracoda di un rosso-roseo-
vivace; basso addome e sottocoda rosso-rosei; fianchi tinti di brunastro; sotto-
caudali con strie centrali scure e nerastre [mas. ad.). Parti superiori bruno-cene-
(') Alenili Anturi accettano Pyrrhula eryllvrina, Temminck, nec Pallas e /'. roma. Temminck, nec
I'allas. porche lo duo descrizioni dati' dal Pallas non sono molto chiaro. Questi duo Ciuffolotti talora si
scambiano facilmente l'uno por l'altro; secondo il Nauinann (l'iigel Mitl.-Eur., nuova edizione, III,
pp. 246-2">5, 1900) queste sarebbero le duo frasi caratteristiche:
Carpodacus erythrinus : - Becco molto rigonfio; pileo rosso-roseo, o bigio-verdognolo. Statura di un
Fringuello.
CarpodaeuB roseus : - Hocco piuttosto convesso; pileo rosso con piccolo macchietto bianco-argentee, o
bruno. Statura di una Passera.
Ali. \ S I i ORNI COLOGH 0 -'•'•"'
roguole, coi centri scuri presenti, ma meno distinti sul groppone e sul sopracoda;
gastreo cenerognolo fulviccio, con strie centrali nerastre; sottocoda bianco-fulviccio;
ali e coda di un bruno-scuro, con mar-ini bruno-cenerino-pallidi (femm. ad.). Di una
tinta di terra d'ombra pallida, qua e là gialletta, specialmente sulle marginature
delle ali e della coda giov. .
Lunghezza totale 0,'"200; becco 0,'"014; ala < ». Ili; coda o/'O'.ti); tarso 0,m023.
Abita il Caucaso, estendendosi attraverso il Turchestan, all'Imalaia ed agli
Aitai; non comparve mai in Italia, e nemmeno nell'Europa occidentale.
Il G. sinaitieus, Bp., che abita la Palestina, fu citato dal Von der Z\I u lile pella
Grecia, ma certamente lo scambiò col C. erythrinus; anche il C. rhodoehlamys
(Brandt) venne annoverato pell'Europa (Blasius) senza alcun dato positivo; abita
gli Aitai dal Turchestan a Jarkand (Asia).
Genere PINICOLA, Vieillot.
Becco simile a quello del gèn. Pyrrhula, ma più lungo e più ricurvo, all'in-
dentro lateralmente verso l'apice; narici come nel gen. Pyrrhula e cosi le ali, colla
3a e la 4" remigante primaria le più lunghe; coda alquanto lunga e distintamente
forcuta; piumaggio molle e fitto; statura piuttosto elevata.
Questo genere composto di una sola specie ha molta affinità col gen. Pyr-
rhula al quale fu riunito da parecchi Autori, quantunque abbia statura più elevata
e differenti ne siano il becco ed il tipo di colorazione. Altri Ornitologi invece lo in-
clusero nel gen. Loxia, pel fatto che anche i giovani nelle Pinicolae sono di un
giallo più o meno verdastro e gli adulti rossi.
293. Pinicola enucleator (Linnaeus . Ciuffolotto delle pinete.
[Tav. XXIII, fig. 3 e 4].
Tinta generale rosso-carmino colla base delle penne di un cenerognolo-vivace,
la tinta brillante essendo più accentuata ed uniforme sulla testa e sui lati del ga-
streo, che non sul dorso e sul groppone; penne del dorso e scapolari con una fascia
subapicale bruno-cupa; cuopritrici superiori della coda cenerognolo-cupe, coll'apice
roseo; medie e grandi cuopritrici alari nero-brunastre, largamente marginate di
bianco-roseo, che forma due bande sull'ala; fianchi tinti di cenerognolo, più chiaro
sul basso addome e sul sottocoda (mas. ad.). Testa, collo ed alto dorso giallo-aran-
ciati, colla base delle penne cenerognola, resto delle parti superiori cenerognolo,
qua e là tinto di giallo-aranciato e di bianchiccio; due bande bianche sull'ala;
gastreo cenerino, tinto di giallo-oliva sulla bassa gola e sul petto (femm. ad.). Come
la femmina; tinta gialla sfumata di aranciato, più vivace e più estesa {giov.).
Lunghezza totale 0,'"210; becco 0,m016; ala 0,m110; codaO,'"086; tarso 0,m024.
Abita le parti boreali d'Europa, d'Asia e d'America; migra verso sud di au-
tunno, ma non giunge che irregolarmente nell'Europa centrale. E accidentale e
rarissimo in Italia, venne colto due volte nel Trentino (Museo di Rovereto e R. Museo
ili Firenze) e due volte nel Padovano (mia Collezione), forse nel Piemonte (Bonelli,
Coli, del Collegio dei RR. PP. Barnabiti in Lodi), dubbiosamente in Liguria (Coli,
Magni-Griffi, ora nel R. Museo di Roma) e nel Nizzardo (Risso).
296 Vll.wil- ORNITOLOGICO
Genere URAGUS. Keyserling iS Blasius.
Becco corto, forte, protuberante sui lati, tanto alto che largo alla base, la
mandibola superiore più lunga e che sormonta l'inferiore; narici basilari, nascoste
da penne rigide e curvate; ali alquanto corte, la 1" remigante primaria minima
e acuta, la 4il e la 5a le più lunghe; coiln jiiù h/i/i/n ili Ile ali e leggermente forcuta;
tarso scudettato anteriormente, esso ed i diti piuttosto corti; unghie moderate,
arcuate e acute.
Piumaggio molle; tinte predominanti nel maschio di un rosso-roseo (Dresser).
Le specie di questo genere hanno le abitudini ed il modo di nidificare di
quelle del gen. Carpodaeus, cui molto somigliano. Abitano i boschetti ed i cespugli
lungo i fiumi e sulle colline e sono buoni cantori. Tre sole specie compongono
il genere, due delle quali abitano la Siberia orientale, le isole Kurili, la Manciuria
ed il Giappone, la terza si trova nella Cina,
294. Uragus sibiricus (Pallas), Ciuffolotto roseo siberiano.
Fronte e redini roseo-cremisine; cervice,nuca e collo di un bianco-argenteo, tinto
di roseo; sopracciglio bianco-periato; alto dorso rosso-roseo, col centro delle penne
scuro e l'apice in parte bianco-argenteo; sopracoda rosso-cupo, conia base delle
penne nerastra; basso dorso e groppone rosso-rosei; gastreo rosso roseo, coi lati
della testa ed il gozzo bianco-rosei e le penne del collo lanceolate ; addome bianco ;
remiganti con largo margine esterno bianco, le medie cuopritrici bianche, le grandi
largamente terminate di bianco; le tre timoniere esterne bianche, le centrali nere,
con margini bianchi (mas. ad.). Parti superiori bruno-rossiccie, con strie centrali
nerastre; basso dorso e groppone più uniformi e tinti di rosa; sopracoda bruno,
tinto di roseo; coda bruno-cupa, le due timoniere esterne bianche per intero e
la terza in parte; gastreo cenerino-rossiccio, con strette strie bruno-nerastre
sulla gola e sul petto; fianchi tinti di roseo e con le strie poco distinte; addome
bianco (femm. ad.). Assomiglia alla femmina, ma è più sbiadito e più fulviccio;
groppone aranciato (giov.).
Lunghezza totale 0,'"170; becco 0,,n009; ala 0,,n080; coda 0,m090; tarso 0,'"016.
Abita la Siberia orientale e la Cina settentrionale, arrivando verso ovest a
Krasnojarsk, ed il Turchestan. È accidentale in Europa; un branco di circa quin-
dici soggetti comparve nel settembre 1882 nel distretto di Orenburgo (Russia) ed
una femmina venne uccisa (Menxbier).
Sottofamiglia COCCOTHRAUSTINAE, Coccotraustini.
Ossa nasali sporte all'indietro al di là della linea anteriore dell'orbita, man-
dibola molto forte e profonda posteriormente; angolo della gonide appena indi-
cato; palato di solito concavo, non rigonfio; becco estremamente forte, conico,
quasi grande quanto la testa, un po' quadrangolare e rigonfio.
Questa sottofamiglia manca in Africa ed in Australia, ed è bene rappresen-
tata nelle altre regioni del Mondo.
Tav. 38.
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10. ~
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4? \ "^ l
JRÉtfÉt
I. Mignattino (9 ad. in abito di primavera). 2. Mignattino (giov.). 3. Mignattino ali bianche (cf ad. in abito
di primavera). 4. Mignattino ali bianche (9 ad. in abito d'autunno). 5. Gabbianello (ad. in abito di primavera).
6. Gabbianello (ad. in abito d'autunno). 7. Gabbianello (giov.). 8. Gabb'aoo comune (ad. in abito di primavera).
9. Gabbiano comune (ad. in abito d'autunno). 10. Gabbiano comune (giov. di un anno in abito di primavera).
II. Gabbiano comune (giov.). 12. Gavina (ad. in abito di primavera). 13. Gavina (ad. in abito d'autunno).
14. Gavina (giov.). 15. Gabbiano tridattilo (ad. in abito d'autunno). 16. Gabbiano tridattilo (giov.)
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
ATLANTI. ORNITOLOGICO 297
Genere COCCOTHRAUSTES, Brisson.
Becco molto forte, quasi conico, diritto, più ulto che largo alla base e molto
grosso, ma assottigliato rapidamente verso la punta e col culmine rotondato;
le mandibole subeguali in lunghezza, la superiore assai più alta dell'inferiore, i
margini rientranti e quello della superiore leggermente intaccato all'apice ; narici
basilari, laterali, elittiche e quasi nascoste dalle penne frontali ricurve; ali grandi
e acute, mediocremente lunghe, la 1" remigante primaria mancante, 2a, •"> e l
subeguali, le primarie dalla 5a in poi al-
largate e festonate, con l'angolo saliente
all' infuori, le secondarie quadrate all'a-
pice; coda piccola, corta e quasi qua-
drata; tarso forte, scudettato sul davanti.
lamellato sui lati, più corto del dito me-
diano con unghia; unghie piuttosto curve,
corte e forti.
Piumaggio molle e liscio; corpo mas- Ala (li c- coccothraustes, gr. nat.
siccio, grosso e corto; remiganti primarie
con riflessi metallici e una macchia bianca: statina mediocremente elevata: i sessi
sono poco differenti, i giovani ben differenti dagli adulti, ma nell'autunno dopo la
muta divengono eguali a quelli.
Frequentano i boschi ed i luoghi alberati, sono più o meno sedentari, migrando
in masse; sono granivori, ma si nutrono anche di frutti e d'insetti; il canto è assai
mediocre; nidificano sugli alberi a rilevante altezza, le uova sono grigie, tinte di
verdastro più o meno cupo, con macchie o lineette porporine e brunastre. Si co-
noscono tre specie, due dell'Asia, una è propria all'Europa.
295. Coccothraustes coccothraustes (Linnaeus», Frosone.
[Coccothraustes vulgaris, Pam., j.
[Tav. XIII, fig. 1, e Tav. XLIX, ti;;. l'J |.
Medie e grandi ciiopritriai alari terminate di bianco^ " guisa di spazio alare < min
ili Inalile traversali. — Cervice giallo castagna; lati del corpo ri miti (mas.); cervice bruno
cenerina; lati del cor/in gialletto-ocracei (femm.).
Redini e penne attorno al becco nerastre; testa per intero giallo-baja, tinta
di castagno sull'occipite e sulla nuca; bassa nuca, lati del collo e alto dorso grigio-
cenerognoli; dorso marrone-cupo; groppone lionato, più vivace ed isabcllino sul so-
pracoda; mento e alta coda di un nero-vellutato, resto del gastreo ametistino-vinato,
biancastro sul basso addome e sul sottocoda; cuopritrici alari nere a ridessi ed in
gran parte terminate di bianco ; remiganti nero-bluastre, alcune primarie con uno
spazio bianco dal lato interno, esse dalla .">' in poi a l'orma ondulata e come uncinate
nel centro, le secondarie quadrate all'apice (mas. ad.). Tinte più pallide ed opache;
cervice bruno-cenerina, colla parte posteriore, l'occipite e la nuca di un bruno-ciocc» i
latta; gastreo gialletto-ocraceo, macchia della gola più piccola: i fianchi solo leg-
Atlantc ornitologico.
298 ATLANTE ORNITOLOGICO
germente lavati di amotistino; il bianco delle cuopritrici meno puro {femm. ad.).
Testa, gola e lati gialletto-brunastri, colle penne più cupe all'apice; dorso mar-
rone, colle penne terminate di nero; groppone fulvo-giallo, nero all'apice delle
penne; gastreo giallo-fulviccio, con una fascia apicale nerastra sulle penne; centro
dell'addome e sottocoda di un biancastro-fulviccio senza macchie; margini delle
cuopritrici bianchi, tinti di fulviccio (givo.).
Lunghezza totale 0,'"180; becco 0,ro020; ala 0,'"100; coda 0,'"055; tarso 0,'"02:'..
Questa specie varia da individuo a individuo nell'intensità delle tinte; gli indi-
vidui che ci arrivano dal Nord sono sempre più sbiaditi e così va soggetta all'al-
binismo, ma i perfettamente bianchi sono molto rari.
Abita l'Europa, l'Algeria, spingendosi verso est sino all'Asia Minore ed al Cau-
caso, fu trovata anche in Egitto e in Palestina; è accidentale nella Scandinavia
meridionale, nidifica in Russia fino al G0° lat. In Italia è specie sedentaria; può
dirsi anche invernale, ma più che altro nelle Isole e nelle provincie meridionali,
nidifica nelle centrali e più certamente sui monti delle settentrionali, e talora anche
in pianura, nei mesi da maggio a luglio, allevando due covate. Effettua il passo
dalla metà di ottobre alla fine di novembre e dalla metà di marzo ai primi di aprile.
E in generale uccello discretamente abbondante.
Genere CHLORIS ('•), Brisson.
Becco duro, diritto, abbastanza forte, conico, quasi tanto largo che alto alla
base, compresso ed acuto verso l'apice, con una intaccatura apicale indistinta ed
i bordi leggermente rientranti; narici quasi superiori, subrotonde e seminascoste
da penne rigide rivolte in avanti; ali discretamente lunghe e alquanto appuntite,
la 1 ' remigante primaria mancante, 2a, 3a e 4:| subeguali e le più lunghe, la 3a
appena eccedente, le secondarie di tipo ordinario, ma coll'apice quadrato; coda al-
quanto corta e decisamente forcuta; gambe piuttosto corte; tarso più corto del
dito mediano, forte e sculettato sulla parte anteriore; unghie arcuate, acute e
solcate lateralmente.
Hanno le abitudini del genere precedente. Se ne conoscono cinque specie
che abitano l'Asia, una sola nidifica in Europa e nell'Asia centrale; i sessi sono
poco differenti e così i giovani dagli adulti, ma colla muta autunnale ne diven-
gono eguali; tinte dominanti verdi e gialle; le uova sono bianco-bluastre, con
macchie grigie.
296. Chloris chloris (Llnnaeus), Verdone.
[Ligurinus chloris (L.)].
[Tav. XXIII, fig. 11, 12 e TAV. XLIX. flg. 18],
Timoniere esterne gialle alla base di entrambi i tesatili (mas.), o gialle sul solo ves-
sillo esterno i femm.).
Parti superiori verde-gialle, lavate di grigio-cenerino, specialmente sulla testa;
(') Chloris apud Cuvier, £<<• dnat. Camp. tab. 11 (1800).
VII VMI olìSIIiil ..,,!( i. 209
fronte, sopracciglio, dorso e groppone ili un verde-giallo-vivace ; sopracaudali più
lunghe grigio-cenerognole; gastreo verde-giallo-brillante. Leggermente sfumato di
cenerino, specialmente sui lati del collo e sui fianchi; centro del basso addome bian-
castro; orlo dell'ala e vessillo esterno delle remiganti primarie, per un gran tratto
della base, del tutto giallo-brillante; piccole e medie cuopritrici alari venir gialle, le
grandi cenerino-celestognole, marginate di verde-giallo: timoniere centrali nere,
con margini grigi, le altre nere nel terzo apicale, gialle nel resto (mas. ad. in prim.).
Numerose marginature brunaatre sulle parti superiori e grigiastre sulle inferiori
rendono le tinte brillanti meno apparenti, però il maschio ad. è sempre (list imo
per la base gialla delle penne laterali della coda, e pel giallo delle primarie che
le nitorii sino allo strln i/i ciascuna penna (mas. ad. in aut.). Più brunastra del maschio;
parti superiori bruno-olivastre, col centro delle penne più cupo e lavato di verde-
giallo sul groppone; gastreo grigio-cenerino, lavato di verde-giallo; le 1" margi-
nate di giallo soltanto nella putir rstm/u del vessillo esterno; timoniere esterne
marginate di giallo sul solo vessillo esterno (femm. ad.). Come la femmina; gastreo
bianco-gialletto, con numerose macchie allungate centrali nerastre (giov.).
Lunghezza totale 0,'"150; becco 0,'"012; ala 0,n,085; coda 0,m0f>5; tarso 0,'"01 7.
Questa specie va soggetta a varietà albine, che sono molto rare; ma la tona-
lità delle sue tinte varia assai d'intensità e di vivacità; in generalo i soggetti del
sud sono più piccoli e più brillantemente coloriti.
Abita l'Europa, verso est sino alle regioni nord-occidentali della Persia e del
Turchestan. In Italia è specie sedentaria e nidificante ovunque, ma il loro numero
aumenta grandemente nell'autunno per l'arrivo di molti individui d'oltr'Alpe, die
vengono a svernare tra noi, specialmente nelle provincie meridionali e nelle Isole.
arrivano nell'ottobre, ripartendo alla fine di marzo. Nidifica da aprile a giugno,
allevando due covate.
Nella Spagna sembra vivere una forma più vivamente colorita della tipica e
che corrisponde, secondo me, ai caratteri dati dallo Sharpe pel C. chloris chloroticus,
(Cab.), cioè: Tinte molto più brillanti e non lavate di grigio sulla testa e sul dorso;
fronte, sopracciglio, guancie e gastreo di un giallo-oliva-vivace, e di un tono più
giallo e brillante sulla parte anteriore della testa, sul petto e sull'addome; statura
più piccola, ala 0,'"072. Questa forma vivrebbe nella Siria e nella Palestina, sver-
nando nell'Arabia; un esemplare che comperai a Barcellona mi sembra di tale
tipo, però l'Irby non parla di Verdoni speciali trovati in Ispagna ' .
Sottofamiglia LOXIINAE, Lossiini.
Ossa nasali non sporte al di là della linea anteriore dell'orbita: margini ta-
glienti delle mandibole non contermini e che lasciano un'apertura sul margine del
(') Un soggetto di Chlorin sinica (L.) fu preso a Copenaghen il 6 novembre 1*92, esso visse in
galil>ia sette mesi, mostrandosi di temperamento assai selvatico (cfr. ktmd Andersen, Fidenih. Meddel.
iiiilurh. Fumi. Kbhnv. 1893, pag. 166 etc). Questa specie abita la Cina e la Siberia orientalo: non semina
trovarsi nel Giappone, ove vivrebbe la C. kauarahilia minor (Schlegel & Temminckt. 11 Verdone siberiano
ha il disegno ed il colorito delle ali e delta coda analoghi a ciucili del Cardellino, da cui si distingue pel
becco grosso di Verdone, mentre il giallo-vivo alla tinse delle penne delle ali lo caratterizza fra tutti i
congeneri.
300 ATLANTK ORNITOLOGICO
becco chiuso, con entrambe le mandibole allungate, curvato, più o meno incrociate
e l'inferiore più larga della superiore alla base; angolo mandibolare al mento
Leggermente accentuato.
Questa sottofamiglia è composta di un solo genere con poche specie, che
abitano le regioni montane dell'Europa, dell'Asia sino all'Imalaia e dell'America
settentrionale sino al Messico.
Genere LOXIA, Linnaeus.
Becco duro, forte, grosso alla base e molto compresso verso l'apice; ambedue
le mandibole falcate e curvate in senso opposto, l'inferiore curvata all'in su, la
sua punta incrociando in alcune specie la superiore, che è volta all'ingiù; narici
basilari, rotonde, nascoste da ciuffi di penne ricurve e setolose; ali lunghe, che
sorpassano la metà basilare della coda, 1" remigante primaria, quando esiste,
molto piccola, ma distinta, 2!l di solito la massima; coda corta, forcuta e colle penne
acuminate; piedi forti; tarso forte e corto, scudettato sul davanti, lamellato sui
lati; diti corti; unghie robuste, curve, acute e solcate.
Il becco negli individui molto giovani è di tipo fringìllino, quando l'uccello è
sviluppato assume la forma lossiina; i maschi ad. sono rossi con le ali e la coda
scure, le femmine ad. ed i giovani olivastri o giallastri con strie scure; la tinta
rossa è raggiunta dall'abito giovanile verdastro passando per uno di giallastro,
che è livrea temporanea.
Le specie di questo genere abitano i giardini, i luoghi alberati, ma più che
altro i boschi di conifere, delle quali mangiano i semi, sbucciandoli col robu-
stissimo becco, se ne stanno di preferenza sulle cime degli alberi, penzolandosi
come i Pappagalli, non sono timidi, ma confidenti ed alquanto stupidi; il loro
canto è assai povero di note, ma in alcune specie (L. Infasciata, Brehm) abba-
stanza melodioso; sono gregari, talora radunandosi in enormi branchi e compiendo
migrazioni irregolari, spinti da inclemenza di stagione o da bisogno di cibo. Ni-
dificano molto precocemente nell'anno, talora anche in gennajo; le uova sono simili
a quelle del Verdone, ma più grandi; si nutrono di semi, di frutta, di bacche ed
eventualmente anche d'insetti.
a) Ali st ir. a fascie bianche.
297. Loxia curvirostra, Linnaeus, Crociere.
|Tav. XX1I1, fig. 8, 9, 10 e Tav. XI. IX. fig. 471.
Eguale alla sottospecie seguente, ma col becco più piccolo, più sottile e poco
curvo, coll'apice della mandibola inferiore che di solito oltrepassa il culmine: sta-
tura minore, ala in proporzione più lunga. Quantunque il becco varii assai, pure
non ho mai trovato individui che lo avessero cosi sviluppato da potersi paragonare
al forte e alto della. /,. curvirostra pityopsittacus (Bchst.).
Lunghezza totale 0,m170; becco 0,'"018, altezza del becco alla base 0,'"012,
larghezza della mandibola inferiore alla base 0,'"010: ala 0,'"100; coda 0,'"061 ; tarso
0,'"0ls.
v i i wri: ORNITOLOGI! 0 301
Questa specie, come la susseguente e le congeneri, va soggetta a varietà al-
itine, rhe però sono rare; mi è sembrato che in questa Loxia, come nella /.. e.
pityopsittacus, il carattere della mandibola inferiore che eccede o meno il culmine
non sia assolutamente costante, ma le due forme per le dimensioni del becco sono
« priori distintissime.
Testa L'està
di /.. eurvirostra, ili L. curvirostra pityopsittacus,
gr. nat. >;r. uat.
Abita le foreste di pini di quasi tutta la Regione Paleartica. In Italia è specie
sedentaria sulle Alpi, nidifica forse nel Trentino {Bonomi), certamente nel Ber-
gamasco (Arrigoni Begli Oddi) ed in Toscana (Savi), forse nel Modenese (Doderleirì)
e nella Corsica (Whitehead). È in generale di apparizione irregolare dal Veneto alla
Sicilia ed a Malta, compare più facilmente nell'estate o nel novembre ed in alcuni
anni molto copiosamente; nidifica nel febbraio e nel marzo, ma anche in qualunque
mese dell'anno.
297 a. Loxia curvirostra pityopsittacus (Bechstein), Crociere dille pinete.
[ Loxia pityopsittacus, Bchbt.].
[Tav. XXIII, li». 5. (j, 7 e Tav. XI. IX. 6g. Il", |.
Becco molto alto, grosso e ricurvo, apice della mandibola inferiore che non
sopravanza di solito il culmine. Colorito generale rosso-cinabro, assai vivace sul
groppone, lavato di cenerognolo sulle guancie, sui lati e sui fianchi; sopracoda
nerastro, coll'apice delle penne rosso; centro dell'addome biancastro; sottocoda
nerastro, con larghi margini bianco-cenerognoli; ali e coda bruno-nerastre, con
margini rossicci {mas. ad.). Le parti che nel maschio sono rosse, qui sono oliva -
gialle, più zolfine e brillanti sul groppone; mantello più cupo e nerastro, coll'apice
delle penne giallo-oliva (femm. ad.). Parti superiori grigio-brunastre, che tendono
al gialletto, con una striscia bruno-scura sul centro delle penne ; sopracciglio bianco-
sudicio; gastreo bianco-grigio, con strie centrali bruno cupe e lavato di verde-
pallido, con poche penne gialle sul davanti del collo e del petto; ali e coda con mar-
gini di un verde-oliva [giov.). Sembra che per rivestire l'abito completo degli adulti,
i giovani impieghino due o tre anni, in questo frattempo rivestono livree di co-
lori intermedii nei quali il rosso e le tinte olivastre e gialle sono frammischiate,
ciò che si può seguire facilmente in ricche serie complete e di sicure identificazioni.
Analogo fenomeno presenta la L. eurvirostra. La mandibola inferiore, come nei
Lossiini in generale, volge ora a destra, ora a sinistra della superiore, ma ili regola
non la sopravanza mai.
302 ATLANTIC ORNITOLOGICO
Lunghezza totale 0,'"180; becco 0,m021, altezza del becco alla base 0,m015,
larghezza alla base della mandibola inferiore 0,'"012; ala 0,'"106; coda 0,'"070;
tarso 0,'"019.
Questa sottospecie abita le foreste delle regioni circumpolari d'Europa, del
Baltico e della Germania settentrionale, migrando verso sud d'autunno, ma giun-
gendo raramente al di qua dell'Europa centrale, e, secondo Nordmann, nidifiche-
rebbe anche sulle montagne della Russia meridionale. Credo accidentale e molto
raro questo uccello in Italia, fu trovato nel Trentino (Althammer), nel Veneto
(Giglioli e l'alio»), nel Piemonte (Bonetti), in Liguria (due individui dell'inverno 1851
erano nella Collezione Magni-Griffi (Corazzi), il maschio è nel 7.'. Musco di Roma,
la femmina nella mia Raccolta), nel Nizzardo (E. Museo di Firenze) ed in Dalmazia
i Kolombatovich). Non è però improbabile che altri individui ritenuti tali siano sem-
plicemente soggetti di grande statura della L. eurvirostra, che alcuni Autori consi-
derano tutt'uno colla presente specie. Ed a ciò deve attribuirsi l'asserto che la
L. e. pityopsittacus nidifichi nel Bellunese (Fulcis, fissi).
297 A. Loxia eurvirostra rubrifasciata. Bonaparte & Schlegel ('),
Crociere dalle fascie rosse.
Simile alla L. eurvirostra, ma le tinte leggermente più vivaci; apici delle
cuopritrici alari grandi e medie rosso- rosei, formanti due bande sull'ala; apici
delle remiganti 2" interne rosso-rosei {mas. ad.). Simile alla femmina della L. eur-
virostra, ali grigio-nerastre, con le bande piuttosto indistinte e cenerognole (femm.
ad.). Simile al giovine della L. eurvirostra; sulle ali due fascie verde-grigiastre.
Lunghezza totale 0,m160; becco 0,'"020, altezza del becco alla base 0,'"011,
larghezza della mandibola inferiore alla base 0,'"010; ala 0,'"094; coda 0,'"057 ;
tarso 0,m018.
Questa sottospecie abita, a quel che pare, la Kussia occidentale, da dove
giunge sino nella Germania centrale e fu colta anche nella Svezia presso Stoc-
colma. Secondo lo Sharpe, questo Crociere altro non sarebbe se non una varietà
o stadio adultissimo della L. bifasciata, invece Brehm, Dresser, Pleske e Meves
la considerano buona specie, ed io l'ammetto, ma quale sottospecie della L. eur-
virostra; è uccello molto raro nelle Collezioni.
b) Ali attraversate ilo due fascie bianche, formate dai/li apici delle grandi e medie
cuopritrici.
298. Loxia bifasciata, Brehm, Crocieri fasciato.
[Loxia taenioptera, Glog., L. leucoptera, Gigl. (neo Gm, i|.
Colorito generale rosso-carmino, colla base delle penne scura, il color rosso
più vivace sul groppone e sul petto e biancastro sul centro dell'addome; 2° interne
{') Loxia rubri/usi iuta, Brehm, in liti, fide tip. & sdii.: Loxia cmiiioxtra rubrifasciata, Bp. A Sdii.
Monogr. Lox. pag. 5 (1850).
MI \MI OEN1TOLOGII "
con largo apice bianco; medie e mandi cuopritrici largamente terminate di bianco,
che t'orina due bande sull'ala; sopracoda nero; ali e coda nere, con Larghi margini
bianco-rossicci una*, mi.). Colorito generalo giallo zolfino, colla base dello penne nera-
stra, più opaco nelle parti superiori e più scuro sullo interiori; duo fascie trasvi
bianche sull'ala, formate dagli apici dello cuopritrici grandi e mediane; margini
delle ali e della coda giallastri ((ciudi. «</.■. Colorito generale bianco-sudicio, tinto
di giallo- fu lviccio sul dorso, sul groppone, sul petto e sui fianchi e con strie cen-
trali bruno-nerastro, più strette sul gastreo; ali e coda come negli adulti, ma con
le marginature più larghe igiov.).
Lunghezza totale 0,m150; becco 0,'"017, altezza del becco alla base 0,"'011 : ala
0,'"091; coda 0,'"062; tarso 0,'"015.
Abita la Scandinavia e la Russia settentrionale, spingendosi verso est, attra-
verso la Siberia, sino al Pacifico; è accidentale in Inghilterra e nell'Europa cen-
trale. È pure accidentale in Italia; venne colto più volte nel Trentino, nel Veneto
ed in Lombardia, ma è uccello molto raro.
Una forma della L. hi fasciala, detta L. Infasciata leucoptera (Gm.) Q) o Crociere
fasciato americano, abita l'America boreale dall'Alaska al Labrador, migrando d'au-
tunno verso sud; essa comparve più volte nelle Isole Britanniche, magli Autori
Inglesi non l'ammettono, dicendo che sono soggetti fuggiti di schiavitù, fu colta
anche ad Helgoland; le catture italiane della L. b. leucoptera sono riferibili alla
L. bifasciata, dalla quale differisce per le tinte rosse più brillanti e pelle scapolari
più cupe. Gli Autori non sono concordi nell'assegnare rango specifico alla forma
americana del Crociere fasciato.
Sottordine PASSERES CULTIROSTRES
Passeracei dal becco coltelliforme.
Becco piuttosto grosso, a bordi più o meno taglienti, più o meno compresso,
diritto ed appuntito, o alquanto curvato; narici più o meno coperte di penne corte
e setolose, dirette in avanti; lingua fessa all'estremità; ali di varia grandezza;
piedi robusti; tarsi lamellati interamente, o solo all'indietro ed allora scudettati
sul davanti.
Sono uccelli di statura grande o mediocre; onnivori, ma più che tutto frugi-
vori, però si nutrono anche d'insetti, altri sono carnivori ed assalgono piccoli uc-
celli; hanno distribuzione geografica semi-cosmopolita e nella gran parte sono più
o meno migranti; nidificano sugli alberi o nelle buche delle roccie; tre famiglie
sono rappresentate in Europa.
l'i Oli Autori Americani (./. 0. U. Gheck-Lint, .' ed., L895, pag. 215) la riteugono buona specie
col uoiiic di /.. leucoptera, Cini.
304 ATLANTE ORNITOLOGICO
Famiglia STURNIDAE, Sturnidi.
Becco diritto, acuto, a cono allungato, non intaccato, riè fornito di setole alla
base, col culmine entrante nelle penne frontali, che rimangono così divise, e che
essendo prolungate coprono più o meno le narici; ali piuttosto lunghe ed acute, con
nove remiganti primarie sviluppate, la 1" rudimentale, la 2a la più lunga; coda me-
diocre, di 12 penne; tarso subeguale al dito mediano con unghia, scudettato sul
davanti; unghia del dito posteriore più forte di quella del mediano negli Sturnidi
propriamente detti.
Alcune specie hanno la testa fornita di ciuffo, altre (esotiche) di caruncole
o con parti nude; il piumaggio è nero-lucido, con riflessi metallici: i sessi sono
quasi simili od eguali nelle specie europee, i giovani molto differenti da essi, ma
ne divengono eguali nel 1° autunno.
Mutano una volta all'anno d'autunno, l'abito nuziale è assunto per muta rup-
tila; alcune specie hanno abitudini migranti, altre sono stazionarie, e per la maggior
parte sono uccelli insettivori o frugivori; camminano e non salterellano come i
Fringillidi etc; nidificano nelle cavità degli alberi, delle roccie, sotto i tetti o
nei fori dei fabbricati, le uova sono bianco-bluastre senza macchie. Sono sparsi
nel Mondo Antico, eccettuate le regioni Artiche; appartengono a questa famiglia
42 generi con circa 150 specie, una di esse il Fregilupus varius (Gmelin), confinato
all'Isola Riunione, sembra ora del tutto estinto ed è uno degli uccelli più rari nelle
Collezioni, in Italia ne abbiamo esemplari nei RR. Musei di Pisa e di Firenze ed in
quello Civico di Milano.
Una specie della famiglia Americana Ieteridae e precisamente V Agelaius phoe-
nìceus (Linn.), o Ittero dalle spalle rosse, fu annoverato in parecchi Cataloghi Eu-
ropei in base a soggetti colti nelle Isole Britanniche (circa dodici volte) e due
volte in Italia nel 1864 in Lombardia (Coli. Conte Camoxxi), ed uno nella Raccolta
Magni-Griffi (Angelini, in Hit.), ma con tutta facilità trattasi di soggetti fuggiti di
schiavitù. Abita l'America settentrionale; del pari dicasi dell' Icterus galbula (L.).
della Sturnella magna (L.), dello Scolecophagus carolinus (Moller i, tutti Uccelli Ame-
ricani, colti nelle Isole Britanniche, ove venne pure uccisa la Gracula religiosa, L.
dell'India; devo anche ricordare la cattura di un Molothrus Cabanisi, Cassine)
avvenuta ad Helgoland il 1° ottobre 1899, l'uccello però aveva la coda rovinata
ed è probabilissimo che sia fuggito di gabbia, quantunque non si tenga di solito
nei Giardini Zoologici. Abita il Venezuela e la Colombia. Finalmente cito la com-
parsa di due Dolychonix oryxivorus (L.) avvenuta ad Helgoland, capitarono d'estate,
uno di essi aveva le penne sciupate, l'altro sembrava vissuto allo stato selvatico;
è però quasi certo che erano fuggiti di gabbia; è specie dell'America setten-
trionale.
i'i MolotTinu (Lampropsar) Cabaniaii, Cassili, Proc. .1. X. S. Philad. 1886, pag. :V2; M. Corsini,
Filiseli, Proe. '/.,ml. Soo. 1870, [kilt. 576.
1. Gabbiano reale nordico (giov.). 2. Gabbiano reale nordico (ad. in abitc d'autunno). 3. Mugnajaccio (giov.).
4. Zafferano (ad. in abito d'autunno). 5. Zafferano (giov.) 6. Mugnaiaccio (ad. in abito di primavera.
7. Gabbiano reale nordico (ad. in abito di primavera). 8. Labbo (a* della forma scura). 9. Marangone (J).
10. Marangone (giov.). 11. Marangone minore (giov.). 12. Marangone minore (cf ad.). 13. Marangone col ciuffo.
r Urico Iloepli, Kditore, Milano.
\ n vm I ORNITOLOGI! <• 305
Genere STURNUS, Li.vvwi s
Becco molto lungo, appuntito, ma ottuso all'apice, quasi diritto, depresso,
tanto alto che largo alle narici e più largo che alto verso l'apice; gonade piatta,
e larga in mila la sua estensione; margini della mandibola superiore estesi su
quelli dell'interiore ed entrambi del tutto piatti; apertura del becco angolare e
senza setole; narici allungate e basilari, in parte nascoste da un opercolo di-
stinto e nudo; ali allungate, acute, appuntite, di 10 primarie, la 1 ' assai piccola
e sottile, 2a e 3a subeguali e le più lunghe; coda corta, un po' forcuta e colle
penne appuntite all'apice; tarso scudettato anteriormente, lamellato sulla taccia
posteriore e laterale; unghie corte, acute e poco curvate.
Piumaggio fitto; sessi simili, giovani nel 1° abito differenti dagli adulti, colla
prima muta autunnale però divengono eguali ad essi; tinte generali nere a riflessi
metallici, che mancano uei giovani, le cui tinte sono opache; penne della testa e
della parte anteriore del corpo sottili, allungate ed appuntite; le cuopritrici infe-
riori della coda arrivano quasi all'apice delle timoniere.
Otto o nove specie, alcune delle quali sono più che altro forme locali, com-
pongono questo genere ed abitano la Regione Paleartica e l'Indiana. Sono emi-
nentemente gregari ed in parte migranti; frequentano i campi alberati, i giardini,
i siti ove pascolano le mandre di buoi, di pecore etc, sul cui dorso colgono i pa-
rassiti; si nutrono d'insetti, di vermi e di frutti; il loro canto è un fischio legger-
mente modulato, ma molto sonoro; depongono le uova nei buchi degli alberi, dei
muri o sotto il tetto delle abitazioni entro le città, esse sono di una tinta bluastra
immacolata.
a) Penne della lesta, del rollo e del dorso lanceolate; cuopritrici alari verdi 0 blu
d'acciaio.
299. Sturnus vulgaris, Linnaei -. storno.
[Tav. XXIV, flg. :> <• Tav. XI.1X, iig. 56],
Tinta generale nera a ritiessi metallici brillanti, violetto-porporini sulla testa,
sulla gola, sulla parte alta del collo e sulla regione interscapolare, verdi d'acciaio
sulle scapolari, sul groppone e sulle cuopritrici delle ali, porporino-verdastri sulle
cuopritrici, sulla parte posteriore del collo e sul petto, porporini d'acciaio sui fianchi
e sull'alto addome; penne della testa, del collo, del dorso e del groppone con piccole
macchiette apicali bianche, che si foggiano a margine sul sopracoda ; basso ad-
dome e sottocoda nerastri, con orlature bianco-giallette; ali con margini nocciola-
gialletti (mas. ad. in prim.). Tutte le penne marginate di bianco, leggermente ful-
viccio, cosi esteso sull'alto collo, sul dorso, sul groppone e sulla parte bassa del
petto da oscurare quasi del tutto la tinta metallica (mas. od. in aut). orlature e
macchiette più estese che nel maschio: riflessi meno accentuati (femm. ad.). Co-
lorito generale bruno-fuligginoso, con margini nocciola-rossicci sulle ali e sulla
coda; gastreo più biancastro, specialmente sul mento, sulla gola e sul centro del-
l'addome e lavato di bruno-cupo; angoli ed interno della bocca gialli (ijior. ori /- abito).
Atlante umiloloyico. 3U
.'{(Iti ATLANTI-: ORNITOLOGICO
Lunghezza totale 0,m220; becco 0,m025; ala 0,m128; coda 0,m066; tarso 0,m028.
La vera forma occidentale della S. vulgaris sarebbe cosi sommariamente de-
scritta dallo Sharpe: Testa, cuopritrici auricolari, gola, scapolari e cuopritrici alari
verdi; fianchi blu-d'acciaio o blu-verdastri; la forma italiana invece ha la testa
violetto-porporina, le sole cuopritrici auricolari hanno riflessi verdi estesi più di
rado sulla porzione anteriore del collo, il quale di solito ha le tinte della testa,
mentre quella verde comincia solo sulla parte posteriore dello stesso. Mai ho tro-
vato nei nostri esemplari il vero S. M&nxbieri, Sharpe, che presenta la testa, le
cuopritrici auricolari, la gola ed il davanti del collo di un porporino-rossiccio, che
volge al violetto sui fianchi; esso abita la Siberia, sverna nelle pianure dell'India
ed ha statura maggiore; lunghezza totale 0,228; ala 0,m130. È citato dal Madarasz
pell'Ungheria e dal Reiser pella Bulgaria. H. E. Dresser non ammette la validità
specifica dello S. Menzbieri, dicendo che la maggior parte degli S. vulgaris da lui
avuti e descritti dagli Autori presentano la testa porporino-violetta, anche sulle
cuopritrici auricolari e giammai la tinta verde era prevalente. Ed io credo pure
che non sia che una forma dello S. vulgaris e che tutt'al più quindi debba chia-
marsi 8. vulgaris Menzbieri (Sharpe). Mi sembra che il tipo italiano sia intermedio
tra il vero S. vulgaris a testa verde-cupo e lo S. Menzbieri colla testa e le cuopritrici
auricolari violetto-porporino.
Lo 8. vulgaris, come lo S. unicolor, va soggetto a numerose varietà albine, i
bianchi del tutto sono molto rari, non tanto quelli cenerino-periati od isabellini.
Questa specie abita l'Europa centrale ed occidentale e la Russia, portandosi
verso sud d'autunno sino in Persia, nella Siria e nell'Africa settentrionale. In Italia
è specie assai abbondante come estiva, principalmente nelle provincie meridionali
ove nidifica copiosamente, come invernale e di passo nel Veneto e nelle provincie
centrali, meridionali e nelle Isole ; nidifica in aprile e maggio. Nel Veneto si può
ritenere quasi stazionaria, vi mancherebbe dalla fine di luglio a quella di settembre
(21 luglio - 21 settembre).
b) Penne della testa, del volto e del dorso lanceolate; cuopritrici ola ri porporine.
299". Sturnus vulgaris purpurascens (Gould), storno porporino.
Simile allo S. vulgaris; testa e gola porporine; dorso e mantello verdi (Gould
nella descrizione originale dice: dorso per intero di un bel porporino); scapolali
porporino-rossiccie; basso dorso e groppone dello stesso colore, ma leggermente
lavati di blu-acciaio; fianchi porporino-bronzati; cuopritrici alari porporino-ros-
siccie.
Lunghezza totale 0,'"215; becco 0,u'028; ala 0,'"127; coda . 0,'"06<); tarso 0,'"030.
Abita la Dobrugia nell'Europa orientale, Cipro, l'Asia Minore fino all'Afgani-
stan e giunge talora sino all'India.
299/'. Sturnus vulgaris Poltoratskii (Finsch), Storno porporino di Finsch.
Simile allo S. vulgaris; testa porporina, talora con deboli riflessi verdastri;
scapolari verdi; basso dorso, groppone, gola e gastreo porporini; fianchi di un bel
porporino-rossiccio, con leggero splendore bronzato; cuopritrici alari violette o por-
porino-rossiccie.
AI'I.AN I 1 ORNI rOLOGII •■ 307
Lunghezza totale 0, 215; becco i». 030; ala 0,n,124; codaO, 068; tarso 0,m030.
Abita gli Aitai sino al Turchestan, verso sud giunge alle pianure dell'India,
verso est sino al Caucaso ed anche a Cipro; comparve in Ungheria i \Ladara
299'. Sturnus vulgaris caucasicus (Lorenz), Storno porporino caucasico.
Simile allo 8. vulgaris; testa verde-scura; basso dorso, groppone, sopracoda e
gola verdi; petto verde-rame; Banchi rosso-porporini; cuopritrici alari violette se-
condo il Lorenz, lo Sharpe invece dice che sono di un verde-acciaio cupo col mar-
gine esterno porporino, gli esemplari che esaminai combinavano con l'asserto del
Lorenz.
Lunghezza totale 0,ra215; becco 0,m030; ala 0,m132; coda0,,n064; tarso 0,m030.
Abita il Caucaso, spingendosi verso est sino alla Persia.
Con analoghe parole, lo Sharpe distinse le tre forme dello Storno porporino
che ho citato, egli ritiene buona specie lo S. r. PoUoratskii e lo S. /'. purpurascens,
mentre invece considera lo S. r. caucasicus solo sottospecificamente distinto dallo
S. r. PoUoratskii. 11 Dresscr ilice che le tre forme sono molto simili, differendo lo
S. v. PoUoratskii e lo S. v. caucasicus nell'essere più lavati di verde dello S. v. pur-
purascens, il primo avendo il dorso tinto di verde-acciaio ed il groppone porpo-
rino, mentre lo S. v. caucasicus ha lo splendore verde esteso all' ingiù del grop-
pone. Anche con la limitata estensione che si dà oggi in biologia alla specie, io
non inclino a ritenere specificamente distinte le forme dello Storno porporino e
perciò riunii sotto il capostipite S. vulgaris lo Storno porporino, quello di Finsch
ed il Caucasico, giacché sembra che le modificazioni orientali dello Storno siano
costanti ed abitino paesi distinti e sempre esattamente indicabili, mentre quelle
che troviamo nei rappresentanti europei dello S. vulgaris sono variabili ed in-
dipendenti dalla località abitata, quindi più che altro individuali e ciò /» r quanto
oggi si conosce.
ci Tutte Ir penne del corpo lunghe, sottili ed acuminate ali e coda eccettuate).
300. Sturnus unicolor, Là Maemora in Temmtnck, Storno nero.
[Tav. XLVI, fig. H].
Colorito generale nero cangiante in violetto ed in porporino; timoniere e re-
miganti bruno cenerognole, marginate di violetto-verdone sulle 2° e di violetto-por-
porino sulle le, le le interne e le 2° con un orlo preapicale nerastro {mas. ad. in
l>rini.>. Penne meno lunghe e meno affilate; tinte generali meno vive, coi riflessi
meno accentuati e, di solito, con qualche piccola macchietta grigiastra apicale sulle
penne della testa e su quelle delle parti inferiori (femm. ad. e mas. ad. in aut.).
Fronte e gola bianco-brunastre; quelle del dorso, del groppone e dell'intero ga-
streo nere a riflessi e con piccole macchiette apicali biancastre; remiganti bru-
nastre (giov. d'uni, in passaggio alla lima completa). I giovani nel 1" abito sono
eguali a quelli dello S. vulgaris.
Lunghezza totale 0,'"230; becco 0,'"027; ala 0,m130; coda 0,m070; tarso 0,"'<>i".i.
Abita la Spagna, il Portogallo, l'Africa settentrionale e la Palestina. È specie
308 ATLANTE ORNITOLOGICO
molto abbondante in Sardegna, meuo copiosa in Sicilia, vive anche in Corsica; è
ovunque eminentemente stazionaria. Fu presa tre volte in Liguria, e sembra anche
a Malta.
Genere PASTOR. Tkm.mixck.
Simile assai nei caratteri al gen. Sturnus.
Becco più corto, più alto e maggiormente curvato, più alto che largo alla
base, la mandibola superiore intaccata verso l'apice e leggermente curvata; na-
rici basilari, ovali ed in parte nascoste da una membrana coperta di penne; ali
come nel gen. Sturnus, ma più larghe; coda più lunga, colle penne in gran parte
rotonde all'apice; tarso scudettato sul davanti, lamellato sul resto, nella parte
posteriore [pianta) le piastre formano un margine tagliente ed acuto; unghie più
curve.
Penne del petto allargate; sottocaudali molto più corte della coda; penne della
cervice allungate ed appuntite, formanti un enorme ciuffo, che ricade sulla nuca:
adulti dei due sessi eguali, tinti di rosa e di nero: giovani assai differenti.
Hanno le abitudini degli Storni; si nutrono specialmente di grilli e di locuste;
nidificano in colonie e spesso non nello stesso paese dell'anno precedente, le uova
sono bianco-bluastre immacolate. Una sola specie compone questo genere.
301. Pastor roseus (Linnaeus), Storno roseo,
Tav. XVIII, fig. 2].
Un gran ciuffo sul pileo, testa e collo per intero, gola ed alto petto neri a
riflessi porporini: resto delle parti superiori ed inferiori di un rosa-pallido; basso ad-
dome, sottocoda, ali e coda di un nero-verdone {mas. ad.). Ciuffo meno lungo; tinte
più pallide, coi riflessi meno accentuati (femm. ad.). Senza ciuffo; parti superiori ce-
nerino-rossiccie, più biancastre sul groppone; gastreo bianco-fulviccio, più chiaro
sulla gola, essa ed i suoi lati con piccole macchie centrali bruuastre, più o meno
numerose; ali e coda bruno-scure, con larghi margini bianco-cenerognoli (gìov.).
Lunghezza totale 0,,n225; becco 0,m020; ala 0,m132; coda 0,m070; tarso 0,'"032.
Nell'abito giovanile questa specie potrebbe alle volte confondersi col giovane
dello S. vulgaris, ma il tono di tinta molto più chiaro e le distinte marginature
bianco-cenerognole, e noti rossiccie, la caratterizzano a bella prima.
Abita per brevissimo tempo, cioè nell'epoca delle cove, l'Asia centrale e la
Minore, il sud-ovest d'Europa (Russia meridionale, Bulgaria e Dobrugia) ed alle
volte nidifica irregolarmente in altre parti d'Europa, come nella Slavonia, nella
Croazia ed in Dalmazia, ove talora si trovano a migliaia durante l'epoca della ri-
produzione {Brusina); sverna nelle pianure dell'India, giungendo accidentalmente
nel periodo delle migrazioni dalla Scandinavia e dalle Isole Britanniche, attraverso
l'Europa, alla Spagna ed al nord dell'Africa. È specie di comparsa irregolare in
Italia, di solito giunge nell'estate o d'autunno; è piuttosto rara, un po' meno nell'a-
bito di giovane. Talora nidifica ed è nota la grande comparsa che avvenne nel
ATLANTE ORNITOLOGICO 300
giugno 1875 a Villafranca (Verona . ove una numerosa colonia di parecchie mi-
gliaia di individui arrivò il 5 giugno, compiendo la riproduzione tra il detto giorno
ed il 10 luglio, ripartendo giovani ed adulti il 14 dello stesso mesi-.
Famiglia ORIOLIDAE, Oriolidi.
Becco subeguale alla testa, leggermente conico, abbastanza robusto, curvato,
collo spigolo che si addentra un po' nelle penne frontali: mandibola superiore leg-
germente curvata e intaccata presso all'apice; lingua un po' cibata all'apice; narici
basilari, laterali e nude; ali lunghe, di 10 remiganti Incolla 1 sviluppata; coda
quadrata o forcuta, di 12 penne; tarso robusto, piuttosto corto, scudettato sul da-
vanti e lamellato all'indietro; diti robusti, specialmente il pollice, che è grande,
cosi la sua unghia; unghie robuste e curvate.
Sessi di solito differenti ; giovani simili alle femmine; piumaggio, in generale,
nero e giallo, o misto a giallo-verdastro.
Questa famiglia in gran parte abita il Mondo Antico ed è rappresentata nel
Nuovo da famiglie affini; questi uccelli sono insettivori o frugivori, e più o meno
migratori: hanno muta semplice; collocano l'artistico nido nella biforcazione di
un ramo, le uova sono di un bianco-puro, con macchie bruno-nerastre. In solo
genere è rappresentato in Europa.
Genere 0RI0LUS, Linnaeus.
Becco allungato, conico, curvato e leggermente intaccato presso l'apice; aper-
tura del becco con poche setole; narici basilari, laterali, ovali ed aperte in una
membrana; in generale un piccolo spazio nudo dietro l'occhio; ali piuttosto acute,
la 1 ' remigante primaria corta, circa la metà della 2a, questa più breve della
3", che è la massima; coda mediocre, subrotonda, colle timoniere larghe ed ano
fondate; tarso scudettato sul davanti, più corto del dito mediano con unghia; scu
detti del tarso e dei diti grandi: unghie arcuate e solcate lateralmente.
Il maschio è differente dalla femmina, il giovane simile a questa; le specie di
questo genere frequentano i boschi, i giardini ed i frutteti, non amano le piante
conifere; sono migratori, insettivori o frugivori; se ne conoscono circa 40 specie,
che sono ripartite in Africa, in Asia ed in Australia, una sola nidifica in Europa.
302. Oriolus oriolus ' (Linnaeus), Rigogolo.
| Oriolus galbula, L. |.
[TaV. XII. Bg. 8, 9 e Tav. XI. IX. 6g. 57 J.
Tinta generale giallo-dorata: redini nero-lucide; ali nero-vellutate con uno
spazio giallo, formato dalla metà apicale delle le cuopritrici; alcune remiganti le
(') Coracias oriolus, Linnaeus, Hyst. Nat., I, p;ij^. 107 (1758); Oriolus galbula, Linnaeus, Sytt.
Nat., I, pag. 160 (1766).
310 ATLANTI'. ORNITOLOGICO
e 2e terminato di giallo strettamente sullo centrali, a larga fascia sullo altre, la
tinta chiara più estesa sul vessillo interno, che non nell'esterno (mas. ad.). Parti
superiori e lati di un giallo-olivastro, qua e là velato di brunastro poco apparente;
gastreo bianco cenerognolo, sfumato di giallo sul petto, con una linea sottile cen-
trale nerastra sulle penne del petto e dell'alto addome: fianchi di un giallo-oliva, con
linee centrali scure; sottocoda e basso addome di un giallo-oliva-vivace; ali nerastre,
con marginature giallo- olivastre o cenerognole; timoniere centrali giallo-olivastre,
lavate di nerasl ro, le esterne nerastre lavate di giallo- olivastro, ed il vessillo interno
verso l'apice in gran parte giallo (femm. ad.). Simile alla femmina, ma colle tinte
olivastre più spiccate e le gialle più dilavate; gastreo, tranne la gola, con larghe
macchie centrali nerastre ed il giallo più pallido (giov.).
Lunghezza totale 0,m250; becco 0,,n025 ; alaO,"lf>0: coda 0,'"090; tarso 0,'"023.
Varia nell'intensità e nel tono del giallo, che talora è tinto di aranciato, ma
l'albinismo è sempre molto raro.
Abita l'Europa, nidificando verso nord sino circa al 63° lat., verso est fino al
Turchestan russo ed agli Aitai, verso sud-est sino al Golfo Persiano. .Sverna nel-
l'Africa meridionale e nella sud-occidentale, in Italia è specie estiva e comune;
giunge ai primi di aprile e riparte alla fine di settembre; nelle provincie meri-
dionali e nelle Isole nidifica quasi esclusivamente nei 1 toschi montani, nelle altre
parti ovunque.
Famiglia CORVIDAE, Corvidi
Becco forte, più o meno lungo della testa, un po' curvato ed acuto, di solito
con un'intaccatura subapicale, il culmine convesso e che non si addentra nelle
penne frontali; base del becco fornita di setole rigide; narici coperte di solito con
abbondanti ciuffi di penne setolose, dirette in avanti; ali con 10 primarie, la 1*
corta, circa metà della 2a; coda di 12 penne, molto variabili nella forma, di solito
rotonde, talora eminentemente graduate; tarso scudettato sul davanti, separato
dalle lamelle laterali da un solco, alle volte nudo o coperto di piccoli scudetti, più
lungo del dito mediano con unghia; piedi robusti; dito posteriore forte e lungo,
però più corto del mediano con unghia; unghie robuste, compresse e curvate.
Piumaggio opaco od a riflessi, ma non variato (Corvinae), o brillante con pre-
dominio di blu e la testa fornita di un ciuffo (Garrulinae). Sessi simili e con can-
giamenti di età poco accentuati; la muta è doppia, primaverile ed autunnale.
Non cantano ed hanno voce rauca o stridula, odorato e vista acutissimi; abi-
tano le località più disparate, non sono in generale propriamente migratori, né
gregari, ma alcune specie pascolano, viaggiano e s'appollaiano in masse enormi;
non saltellano, ma camminano speditamente; sono onnivori, alcuni eminentemente
frugivori o carnivori; il loro modo di nidificare è variato, ma il nido sempre rozzo
e voluminoso; le uova bluastre o verdastre macchiettate. Sono cosmopoliti.
Genere CORVUS, Lesnaeus.
Becco più o meno rigonfio alla base, lungo, forte, compresso, diritto alla base,
arcuato verso la punta, che è indistintamente intaccata ed acuto sui margini; na-
\ 1 I Wl I ORNI rOLOGIl 0 ili
rici basilari, generalmente nasci iste da penne setolose dirette in avanti e che
giungono fino alla metà della mandibola, esse sono poste vicino alla parte supe-
riore del culmine e non presso il margine inferiore; ali lunghe, che giungono
quasi all'apice della coda, graduate, 1 remigante primaria che sorpassa la metà
della 2\ 3° o 4a la massima : coda più 0 meno
graduata; tarso a larghi scudetti, poco più
bilico del dito mediano con unghia, l'esterno
attaccalo all'interno sino alla l1 articola <£:
zione; unghie forti, acute e curvate. . ^
Piumaggio nero a riflessi; fronte e lati
della faccia talora nudi negli adulti; becco
e piedi neri; sessi simili e giovani poco diffe-
,. . . , , Becco ili Corvus frugileaus. sriov.
renti; statura piuttosto elevata. , » > e
r circa ■ gr. n.it.
Sono onnivori, si nutrono anche di carne
e di pesce; se ne stanno nelle più svariate località ove possono trovar cibo; sono
gregari; cosmopoliti, ma mancano nel Sud-America, nella Nuova Zelanda ed in gran
parte delle Isole del Pacifico. Nidificano sugli alberi o nelle buche degli stessi o
dei fabbricati, negli spacchi delle roccie e depositano uova, che variano dal bianco
al verde nella tinta di fondo e qualche volta rossiccio, con macchie verdi di vario
tono di colore.
a) Becco piuttosto lungo, poco curvato, conico, non adunco; urtili udititi la base del
becco, la fronte il mento e la gola sono nudi, senza penne e coperti ili pelle verrucosa
grigiastra (gen. TripanocORAX, Sundevall).
303. Corvus frugilegus, Linnaeus, Corvo.
[Tav. XI, fig. 7, e Tav. XLVIII, tig. 11].
Colorito generale nero a riflessi metallici violetto-porporini, più vivaci sulle
parti superiori che nelle inferiori e di un verde-bottiglia sulla regione oftalmica
ed auricolare ed in parte sulle remiganti e sulle timoniere ; la base del becco, la
fronte, la parte anteriore delle guancie, il mento e la gola nude, cioè del tutto
senza penne e coperte di pelle verrucosa grigiastra (ad.). Tinte opache; parti nude
della testa piumate, talora imperfettamente (gioc).
Lunghezza totale 0,m490; becco 0,m056; ala 0,m350; codaO,m188; tarso 0,"UV.'.
Abita l'Europa centrale e settentrionale, portandosi verso est in Siberia sino
alla Vallata dell' Irtysc, l'Asia centrale ed il Turchestan. Sverna nell'Europa me-
ridionale, nell'India nord-occidentale e nella Persia; però nidifica anche nel sud
dell'Europa (Vallata del Danubio ed Italia settentrionale). In Italia è specie quasi
affatto invernale, d'arrivo in ottobre e novembre e di partenza nel marzo e nel-
l'aprile, poche coppie nidificano nel Veneto (Ninni); è iu generale uccello abbondante.
b) Becco alto e grosso, notevolmente curvato e subegtiale alla testa gen. COEVUS,
Linnaeus;.
304. Corvus corax. Linnaeus, Corvo imperiale.
Colorito generale nero a riflessi violetti e porporini, specialmente sulle parti
superiori; penne della gola lanceolate, biforcate all'apice ed a riflessi porporino-
312 ATLANTE o UNITO Li» ileo
vivaci; coda arrotondata, colle due penne centrali più lunghe delle laterali (mas.
ad.). Statura minore; tinte più opache; penne della gola assai meno lanceolate
(femm. ad.). Più pallido di tinta, colle penne della gola non lanceolate; gastreo, ali
e coda lavate di brunastro (giov.).
Lunghezza totale 0,m685; becco 0,m073, altezza dello stesso alla base 0,m030;
ala 0,m440; coda 0,'°250; tarso 0,'"070. Varia nella statura da 0,'"640 a 0,m730.
Abita gran parte dei paesi nordici della Regione Paleartica e Neartica, in
America sino alle montagne del Messico e del Guatemala, in Europa fino a quelle
del Mediterraneo settentrionale e nell'Asia sino alla linea dell'Imalaia. In Italia
si trova sugli alti monti e talora anche in pianura, ma è uccello poco frequente
e localizzato, più abbondante nelle Isole; gli adulti sono sedentari, i giovani fanno
brevi viaggi. Nidifica da gennaio a marzo; vive a coppie od in piccole compagnie
ed ha istinti carnivori.
I Sigg. Hartert e Kleinschmidt f1) hanno lungamente parlato delle varie forme
del Corvo imperiale europeo e le divisero come segue:
a) Forme etiropee.
1. Far Oér (Isole). — Corvus forar varius, Brùnnicli.
Lunghezza totale dell'ala 0,'"440. Piedi più grandi degli individui di Groen-
landia. Parte basilare delle penne molto chiara e biancastra; penne coi vessilli
molto larghi; becco un po' più corto e, di solito, più largo di quello dei soggetti
di Groenlandia. Va facilmente soggetto all'albinismo parziale, che si osserva sulla
testa, sulla parte bassa del petto, sulle ali e sulla coda.
2. Europa nordica e settentrionale. — C'orai* corax corax, L.
Lunghezza totale dell'ala 0,'"450. Becco meno lungo, ma relativamente più
alto di quello dei soggetti di Groenlandia. Penne come struttura, colorito e lu-
centezza intermedie tra i soggetti di Groenlandia e delle Isole Far Gèi* da un lato
e quelli di Spagna e del Marocco dall'altro. Non sappiamo se questa sia la forma
dell' Europa meridionale.
3. Atlante. — Corvus corax tingitanus, Irby.
Lunghezza totale dell'ala 0,m430 (massimo). Penne molto lucenti con la parte
basilare scura o molto scura; becco piccolo, ma alto e curvato, colla parte su-
periore (mesorinio) singolarmente rialzata. Penne della gola molto corte, tutte le
penne in generale brevi, ciò che si osserva notevolmente sulle gambe.
4. Spagna. — Corvus corax hispanus, Hartert.
Lunghezza totale dell'ala 0,'"430 (massimo). Becco grande, alto e molto arcuato
all'apertura. Penne corte a vessilli stretti, specialmente visibili sulle gambe. Sta
Ira, il C. corax corax e tingitanus, ma è distinto da ambedue pel suo becco molto
forte, relativamente alla piccola statura.
Altre forme abitano le Canarie (C. forar caiiarifiisis, Hartert iv Kleinschmidt),
l'Imalaia (C. corax thibetanus, Hodgson), l'India nord-occidentale fino alla Vallata
dell'Eufrate, la Palestina e forse la Grecia (C. corax lawrencei, Hume), il distretto
del Sahara (('. corax umbrinus, Sundevall), la Somalia (C. corax edithae, Phillips),
il Kamciatka, la Groenlandia, etc.
The Brehiu Colleotion, Noi). Zool. Vili. feto. 1901, pagg. 38-48.
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313
304". Corvus corax tingitanus li;uv. Corvo imperiale africano.
Differisce dal Corvus corax per statura minore, pel becco corto, grosso, colla
mandibola superiore notevolmente arcuata, pelle ali più corte, pelle penne lanceo-
late estese solo alla parte alta de] collo, più larghe e per piccolo tratto biforcute,
pella colorazione generale nero-metallica, con riflessi vivacissimi d'acciaio e por-
porini.
Lunghezza totale 0,'"640; becco 0,m058, altezza dello stesso alla base 0,'"025;
ala 0,'"400; coda 0,'"230; tarso (V'Oli:;.
Becco di C. corax tingitanus,
circii '/2 gr. nat.
becco di Corrus corax,
circa '/s gr. nat.
Abita l'Africa nord-occidentale, le Canarie, le Azzorre e Madera. Sembra sia
comparso nella Spagna (Irby), ma tale notizia non è del tutto certa. Fu preso due
volte in Sardegna, ambedue a S. Antioco nell'agosto 1894 (/.'. Museo di Firenze) e
nel gennajo 1899 {mia Collezione); la combinazione è strana, ma avendone avuti
altri dalle stesse località li trovai C. corax di tipo normale o forse intermedio
tra le due forme, sicché il C. e. tin</itaniis appare di comparsa accidentale.
o Becco, a differenza dei precedenti generi, assai corto, più breve della testa; 3" re-
migante primaria la più lunga (gen. Coloeus, Kaup).
305. Corvus monedula, Linnaeus, Taccola.
[Lycos monedula (L.i, Coloeus monedula [L.)].
[Tav. XI. flg. 6 o T.w. XLVIII, Bg. 13].
Fronte e parte superiore della testa nero-blu, che forma una calotta; cervice,
nuca e collo di un cenerino-bluastro, qua e là argentino; ali e coda nere a riflessi
violetto-porporini o verde-acciaio ; guancie e tutto il resto di un nero-cenerognolo,
più cupo sulle parti superiori (ad.). Testa cenerino-nerastra; sulle ali e sulla coda
domina il verde-acciaio, misto a violetto sulle remiganti 2°; tutto il rimanente
come l'ad., ma più cupo e senza riflessi, tranne sul dorso (ijiov.).
Lunghezza totale 0,'"350; becco 0,m026; ala 0,m240; coda 0,m115; tarso 0,'"0t:;.
Questa specie e le precedenti del gen. Corvus vanno soggette ad anomalie
albine ed isabelline, ma i soggetti del tutto bianchi sono estremamente rari, ne
ebbi anche colle mandibole incrociate.
Aliante ornitologico.
40
314 ATLANTE ORNITOLOGICO
Abita l'Europa, fino alle parti più boreali e la Siberia fino alla Vallata dello
Jenissei, al Turchestan ed al Kascmir (C. monedula cgllaris (Drummond)), giungendo
sino all'Africa nord-occidentale. In Italia è specie stazionaria in Sicilia, in Sar-
degna ed a Malta, a Lecce, Roma, S. Gimignano, Rovigo e in qualche altra città o
borgata; è accidentale o di irregolare comparsa altrove, nidifica in numerose co-
lonie nei buchi delle torri e sui campanili, è molto localizzata, ma abbondante
nei siti che abita.
Il C. m. collaris è una Taccola che abita le contrade orientali d'Europa, verso
est sino alla Persia, all'Afganistan ed al Kascmir, ne ebbi una dalla Puglia (mia
l'olle: ione); si distingue dal tipo usuale per un mezzocollare bianco, leggermente
gialletto sulla parte posteriore del collo, che si allarga sulle spalle; molti Autori,
appoggiandosi sul fatto che nello stesso branco si trovano numerosi individui in-
termedi, non lo considerano specificamente distinta dal C. monedula.
di Becco mediocre, eoi culmine curiato e un po' rotondeggiante verso la punta, che
è ri rolla all' ingiù igen. Corone, Kaup).
306. Corvus cornix, Linnaeus, Cornacchia.
[Tav. XI, fìg. 9 e Tav. XLVIII, iig. 10].
Testa e lati, mento, gola, davanti del collo, centro del petto, ali e coda di un nero
a riflessi porporini o verde-violetti, verdi sulle cuopritrici auricolari, sul mento e
sulla gola; penne sul davanti del collo lanceolate; tutto il resto grigio-cenerino,
con la regione dello stelo nera, poco distinta sul gastreo e più indicata sulle parti
superiori (ad.\ Tinte nere più opache e senza riflessi, le cenerine lavate di ne-
rastro, più cupo sulle parti superiori, più chiaro
sul gastreo; penne sul davanti del collo non lan-
ceolate; ali e coda con riflessi metallici {gioì:).
Lunghezza totale 0,m480; becco 0,'"047; ala
0,m330; coda 0,'"180; tarso 0,m050. Le dimensioni
Pi* del becco variano considerevolmente.
Abita l'Europa e la Siberia sino allo Je-
nissei, ove incontra il C. cornix Sharpei (Oates),
Becco di corvus cornix, rAsia Minore e l'Egitto, nell'Africa nord-occi-
eirca '/2 gr. nat. dentale è solo di passo e non nidifica. In Italia è
specie comune, stazionaria e nidificante quasi
ovunque, sarebbe rara sul versante Adriatico dell'Italia centrale e non venne tro-
vata a Malta, d'inverno è molto più abbondante.
Questa specie s'accoppia comunemente colla Cornacchia nera, ciò che succede
su larga scala nella Siberia ed il mio compianto amico H. Seebohm, che studiò
accuratamente la questione sul sito, mi diceva che gli ibridi derivati sono fecondi.
Anche in Italia si trovano analoghi soggetti ibridi di C. corone e C. cornix o che
si suppongono tali, nati facilmente tra noi, ove entrambe le specie si riproducono,
essi hanno il becco più grande di quelli di Siberia e presentano tre tipi distinti:
a) Tinte del C. corone, con parziali colorazioni grigie sul petto e suoi lati.
b) Tinte del C. corone, con macchie grigie sparse irregolarmente sul colore
scuro.
ATI.AN 1 I "KM rol.OGII 0
i Tinte del C. cornix, con parte del dorso, del petto, fianchi ed addome
sparsi di grandi macchie nere a goccia.
Tengo un soggetto di Sardegna clic ha il tipo del C. corone, con tinte grigie
sul collo, sul dorso e sul petto e col becco di ( '. frugilegus.
307. Corvus corone. Linnaeus, Cornacchia nera.
■ [TAV. XI, flg. 8«-Tav. XLVIII, fig. 9).
Piumaggio generale nero, con riflessi violetti leggermente porporini, e verdi
sulla testa, sul collo e sulla gola; d'inverno le ali e la coda sono lavate di bru-
nastro, tinta che sparisce di primavera {ad.). Piumaggio senza riflessi e più
cupo igior.).
Lunghezza totale 0.'"480; becco 0,'"050; ala 0,m310; coda 0,m200; tarso (V060.
Questa specie si distingue <i priori dal C. frugilegus pel becco, la cui mandi-
bola superiore è fatta a volta e la base sempre piumata, pelle penne della gola
larghe e lanceolate, inoltre il Savi dice che la 2a remigante primaria è più corta
della 6', mentre è l'opposto nel C. frugilegus.
Abita le parti meridionali d'Europa, in Germania nidifica sino all'Elba; si
trova in Inghilterra, è accidentale nella Scandinavia meridionale, nidifica anche
nel Turchestan ed in gran parte della Siberia, ove s'incrocia cui C. cornix Sharpei
(Oates)- in una forma maggiore [C. e orientalis (Eversm.)] è distribuito fino al
Pacifico, alla Cina ed al Giappone; in Africa il C. corone fu trovato a Madera.
In Italia è forse specie stazionaria nelle provincie superiori, ove nidifica sulle
Alpi del Piemonte, della Lombardia, del Veneto, del Trentino ed in Corsica Wharton :
è molto rara nelle provincie centrali e nelle meridionali e non abbiamo dati sicuri
circa la sua comparsa in Sicilia ed in Sardegna. È di solito specie poco abbon
dante e confusa colla precedente.
Genere NUCIFRAGA, Brisson.
Becco subeguale alla testa, molto fino, conico, allungato, duro, forte, quasi
diritto, dilatato alla base, colle due mandibole ottuse e piatte all'apice, e la su-
periore leggermente arcuata all'apice: narici piccole, basilari, rotonde, nascoste
da penne setolose rigide, corte e dirette in avanti; ali mediocri, alquanto rotondi'.
colle remiganti 2C interne gradualmente più corte delle esterne, la V remigante
primaria abbastanza grande e rotonda, la 4a la massima; coda leggermente ro-
tonda ed ampia; tarso scudettato sul davanti, mediocre, più lungo del dito mediano,
l'esterno riunito al mediano alla base; unghie acute, curvate, quella del pollice La
più grande.
Penne della cervice corte; piumaggio abbastanza molle, scuro macchiato di
bianco, ali bianche e nere.
Le poche specie di questo genere abitano le conf-ade della Regione Palear-
tica in Europa ed in Asia, e le montagne Rocciose nella Neartica; vivono nei
boschi di conifere, ma solo in quelli montani nelle parti meridionali; si nutrono di
nocciole e di frutti, non hanno canto e la loro voce è rauca; nidificano molto
:;ll. ATLANTE ORNITOLOGICO
precocemente nella stagione; i nidi sono grandi ; depositano uova verdastre o bianco-
bluastre, inarchiate di bruno.
308. Nucifraga caryocatactes (Linnaeus), Nocciolaia.
[Tav. XI. fig. 1 «• Tay. XI. Vili. fig. 16].
Fronte, cervice e groppone di un bruno-cupo tinto di verdastro e senza macchie,
sopracoda di egual tinta, ma che volge al nerastro; nuca e dorso del colore della
fronte, con una macchia grande a goccia sul centro di ogni penna nella porzione
apicale; gola brunastra, con strette macchiette allungate bianche; gastreo e lati
di un nerastro più o meno rossiccio, con grandi macchie bianche talora leggermente
rugginose, più larghe sul petto e sull'addome; sottocoda bianco-puro; ali nero-
verdastre, con macchie triangolari bianche sulle cuopritrici e margini bianchi
sulle remiganti; timoniere nero-verdastre, con una fascia apicale bianca, più co-
spicua sulle laterali (ad.). Colorito generale brunastro, collo stelo bianco-sudicio,
la qual tinta si allarga a macchia in alcune penne ; bianco delle cuopritrici alari
e del sottocoda leggermente sudicio; ali e coda senza riflessi {giov.).
Lunghezza totale 0,'"350; becco da 0,m039 a 0,"'045; ala0,'"190; coda 0,'"130;
tarso 0,m042; il becco varia notevolmente di dimensioni e di grossezza.
Abita le foreste di conifere d'Europa e di Siberia, arrivando sino al Giappone;
si estende tino al G7U lat. nella Svezia, verso sud nelle montagne della Spagna
e dell'Italia. Da noi è stazionaria sulle Alpi del Trentino e del Veneto, ove nidifica
(Banomi e Bayer) di marzo e d'aprile, sembra nidificare anche sulle montagne del
Piemonte e della Lombardia; d'autunno il loro numero si accresce notevolmente
per l'arrivo di numerosi individui nordici, che svernano tra noi. Oltrepassa rara-
mente i limiti dell'Alta Italia e scende di raro al piano, è accidentale e molto
rara in Toscana, nelle Marche, nelle provincie meridionali e nelle Isole.
La Nocciolaia per la forma e grossezza del becco fu divisa dal Brenna in due
specie, i cui caratteri assegnati non sono sempre costanti:
a) N. brachyrhynchos, forma settentrionale a becco corto, grosso, con l'apice
ottuso e troncato.
in N. macrorkynchos, forma meridionale a becco lungo, sottile, con l'apice
acuminato ed allungato.
Il prof. K. Blasius, perù a più ragione basando i suoi studi su largo mate-
riale di confronto, divise la N. caryocatactes in due sottospecie, cioè:
a) N. caryocatactes pachyrhynchus, forma molto robusta; testa grossa; becco
forte e largo alla base, alto verso il centro, colla mandibola superiore molto convessa
e ricurva e che sorpassa di poco l'inferiore, troncata obliquamente all'apice; spazio
bianco apicale delle timoniere laterali relativamente piccolo o mediocre; tarsi forti.
Abita le parti occidentali della Regione Paleartica, dalla Lapponia ai Carpazi ed
alle Alpi, è sedentaria ed erratila: è la forma comune in Italia.
b) N. caryocatactes leptorhynchics, forma meno robusta; testa più piccola;
becco relativamente sottile, stretto alla base e poco elevato nel centro, colla man-
dibola superiore quasi diritta fino all'apice, che è arrotondato a forma di cucchiaio
e che sorpassa notevolmente l'inferiore ; spazio bianco apicale delle timoniere la-
terali alquanto più grande; tarso più sottile. Abita le contrade orientali della Re-
ATI.ANTK ORNITOLOGI! • I
311
gione Paleartica occidentale, cioè le foreste degli Urali e della Russia Europea,
spìngendosi poi per la Siberia fino al Kamciatka ed al Giappone e portandosi
accidentalmente nell'Europa occidentali', talora anche in truppe numerose; è di
comparsa rara ed irregolare in Italia.
Becco
di N. caryocatactes pachyrhynchiin,
circa '/, gr. n.it.
Faccia inferiore della coda "li .V. caryocatactes
pachyrhynohus, per illustrare l'estensione « 1«- 1 bianco
all'apice delle timoniere, circa ' gr, nat.
Becco
di -V. caryocatactes leptorhynchue,
circa '/3 ST- n:,t-
Faccia inferiore della coda di .V. caryocatactes
leptorhynchue, per mostrare l'estensione del bianco
all'apice delle timoniere, circa ' , jxt. nat.
Hartert (l) ammette tre specie di Nucifragae, cioè:
1. Nucifraga multipunctatus, Gould (Kascmir, Imalaia occidentale fino a Ku-
maon).
2. Nucifraga hemispikis, Vigors (Imalaia, dalla Valle Sutlej a Buthan).
3. Nucifraga caryocatactes (Linnaeus) e questa suddivide in:
a) N. caryocatactes caryocatactes (L.). Becco molto robusto; apici bianchi
delle remiganti piccoli; cuopritrici superiori della coda in gran parte senza mac-
chie; colore delle parti superiori in generale molto pallido (Scandinavia, Bornholm,
Lapponia, Provincie Baltiche russe, Parti orientali della Prussia orientale).
b) N. caryocatactes relieta (2) (Rchw.). Becco, coda e cuopritrici superiori
della coda come nel tipo a; colore delle parti superiori, di solito, di un bruno più
cupo (Montagne dell'Europa centrale, Alpi da ovest a est, Carpazi. Montagne della
Moravia, dell'Ilarz, ? Pirenei).
e) N. caryocatactes macrorhynchus (('. L. Brehm). Becco più sottile e più fino;
tipici bianchi delle timoniere molto grandi; cuopritrici superiori della coda in
gran parte con macchie bianche (Siberia, migrando in Europa --e forse parte
della Cina ?).
(') Notes on some l'alacartic birds and allicci forma. Nov. /noi. IV, aprii 1 Si» 7, pp, 131-186.
i i Posteriormente (Nov. Zool. VII, pag. 526, 1900) l'Hartert disse che la .V. e oaryooataotM e la
N e. relieta non potevano separarsi, ciò ohe non stentiamo a erodere ! !
318 ATI.AKTK ORNITOtOCftCO
*/) X. caryocatactes japonicus, Hartert. Becco non così robusto come in a
e b, ma più robusto che in e; cuopritrici superiori della coda come in e; macchie
bianche sul gastreo in generale più grandi (').
Lo stesso Autore che prima accettava la N. relieta, Rchw., non la mantiene
più anche nella nuova edizione degli Uccelli Tedeschi del Naumann e distingue due
forme europee di Nocciolaie, cioè la X. caryocatactes caryocatactes (L.) col becco molto
grosso e l'apice bianco delle timoniere esterne poco esteso (Europa) e la N. car. ma-
crorhynchus, Breb.ni dal becco slanciato e sottile e l'apice delle timoniere esterne più
esteso (Siberia, di passo in Europa). Lo Tschusi ammette le due sottospecie del
Blasius, che anch'io accetto pienamente.
Genere PICA, Brisson.
Becco abbastanza forte, compresso, diritto e più alto che largo alla base,
mandibola superiore un po' curvata e leggermente intaccata presso l'apice; aper-
tura del becco quasi diritta; narici oblunghe, basilari, coperte di ciuffi di penne
setolose; un piccolo spazio nudo dietro l'occhio di colorito vario; ali piuttosto
corte, molto più corte della coda, subottuse e rotonde, larghe, la la remigante
primaria molto corta, sinuata e che termina in una punta acuta, 4a e 5a le più
lunghe; coda molto lunga e assai graduata, colle timoniere abbastanza larghe e
subrotonde; tarso scudettato sul davanti, lamellato all'indietro, più lungo del dito me-
diano con unghia, l'esterno riunito al medio; unghie assai corte, forti, acute e ricurve.
Testa senza ciuffo, piumaggio di tipo ordinario, nero a riflessi e bianco; sessi
eguali e giovani poco differenti.
Sono uccelli scaltri, che abitano i luoghi alberati ed i boschi, ma talora anche
le località paludose e le coste; non cantano, ma hanno un grido aspro e abba-
stanza forte; sono granivori ed insettivori, ma succhiano anche spesso il conte-
nuto delle uova di altri uccelli e si nutrono pure di pesce; il nido è una grossa e
rozza costruzione, che collocano sugli alberi a rilevante altezza, deponendo da 5
a 9 uova bianco-bluastre o di un verdastro-pallido, con macchie brune o grigio-brune.
Si tengono spesso in domesticità ed hanno l'istinto di rubare e nascondere gli
oggetti luccicanti o di metallo.
Si conoscono cinque specie di Picae sparse su gran parte d'Europa e d'Asia,
nell'Africa nord-occidentale e nell'America settentrionale.
309. Pica pica (Linnaeus), Gazza.
[Pica caudata, L. ( i, P. rustica (Scop.)].
[Tav. XI, fig. 5 e Tav. XLV1II, fig. U ].
Testa, collo, dorso e petto per intero di un nero-profondo e lucido a riflessi
verde-bottiglia o violetto-verdi; un piccolo spazio nudo nerastro dietro l'occhio;
(') Cfr. anche le seguouti pubblicazioni sullo forme dello Nucifragae, Tsehusi-Schmidhoffen, Orni»,
V, pp. 130-148 con tav. e Verh. zool. boi. Gesellsch. Ificn. 1888, pp. 407 con tav.; Iilasius, R. Omis,
1887; Stojneger, l'roc. U. S. Nat. Mia. 1888, pp. 425-432.
(') 11 nome ili 1'. caudata trovasi nella 6a ed. del Systema Naturae di Linneo (1748), ma i nomi
accettati in sinonimia non cominciano clic colla 10" ed. cioì* col 1758, quindi è necessario adottare P. pica
iL., 1758).
ATLANTE OBNITOLOGICO 319
gola dello stesso colore, fittamente striata di grigio; scapolari ed addome di un
bianco-puro; sul groppone un tratto bianco-cenerognolo di varia estensione; grop-
pone, sopracoda e sottocoda di un nero-lucido; ali nere a ritiessi verde- violetti
o blu-brillanti: le remiganti 1" in gran parte bianche nel vessillo interno; timo-
niere di un verde-cupo che degrada in rosso-rame o porporino o porporino-blu,
coll'apice nero-opaco (mas. ad.). Tinte meno brillanti, e la coda più breve fi min. mi. .
llillessi assai deboli ii/inr.i.
Lunghezza totale 0,m500; becco 0,m035; ala 0,'"210; coda 0,m280; tarso ti, (ibi.
Questa specie va soggetta a varietà albine ed isabelline, alcune di questui
timo di mirabile effetto.
Abita l'Europa e l'Asia settentrionale sino alla Cina, e gran parte dell'Ame-
rica del Nord. E specie sedentaria e comune in Italia, accidentale a Malta,
manca in Sardegna, in Corsica ed all'Elba. Nidifica nei mesi di aprile e maggio
ed è abbastanza abbondante.
In Algeria e nel Marocco abita la /'. mauritanica, Malherbe, distinta pella
mancanza di bianco sul groppone, pollo spazio nudo dietro l'occhio blu-vivo, pel
nero del petto esteso più in giù e pelle ali più corte. Sembra che la Pica che
vive nella Spagua sia intermedia tra la /'. pica e la /'. mauritanica, ma non di-
stinta specificamente.
Genere CYANOPOLIUS, Bonapartk.
Becco piccolo e sottile, quasi diritto, alquanto grosso alla base, mandibola
superiore leggermente intaccata presso l'apice e un poco curvata, l'inferiore ri-
volta all'in su dall'angolo della gonide; narici basilari, coperte da fitte penne se-
tolose dirette all'innanzi; ali corte, larghe, la la remigante primaria più corta
delle 2e, 4a, 5a e 6a subeguali, la ò" la più lunga; coda lunga e molto graduata;
tarso lungo, alquanto sottile, scudettato sul davanti e lamellato all'indietro; diti
mediocri: unghie alquanto corte, forti, curvate ed acute.
Questo genere consta di due specie, l'una abita la Regione Paleartica orien-
tale, l'altra l'occidentale cioè la Spagna ed il Portogallo. Hanno le abitudini delle
Gazze. Depositano uova di un bianco- verdastro o fulviccie, con macchie grigio-
porporine e bruno-cupe.
310. Cyanopolius Cooki. Bonapaete, (lazza dalle ali azzurre.
Cervice, nuca e lati della testa di un nero-vellutato e leggermente-porporiuo;
parti superiori grigio-brune leggermente lavate di bluastro, specialmente sul so-
pracoda; gastreo bianco sulla gola, sulle guancie e sul centro dell'addome, bruno-
cenerino nel resto; ali blu di cobalto, le remiganti l6 nere, bianche all'apice e blu
alla base; coda molto graduata di un bel blu di cobalto, terminata di bianco solo
sulle esterne (ad.). Testa nero-opaca, con margini bruno-grigiastri; tinta grigio-
bruno delle parti superiori con margini fulvo-rossicci; guancie e gola fulvo-ros-
signe (gipv.).
Lunghezza totale 0,'"335; becco 0,m02.rK ala 0,'"134; coda 0,'n2O.">; tarso 0,n,035.
Abita la Spagna ed il Portogallo, ma non giunge fino a Gibilterra.
320 ATLANTE ORNITOLOGICO
Genere GARRULUS, Brissok.
Becco più corto della testa, tanto alto che largo alle narici, duro, forte, un
po' compresso, diritto alla commessura, acuto sui margini, collo spigolo curvato
verso l'apice; mandibola superiore debolmente curvata e che sorpassa l'inferiore,
entrambe intaccate presso l'apice, l'inferiore curvata all'in su dopo la gonide;
narici piuttosto grandi, basilari, nascoste da penne rigide dirette all'innanzi; ali
piuttosto corte, ma come dimensioni più lunghe della coda, rotonde ed ottuse, la
la remigante primaria corta e non assottigliata, 4a, 5a e 6il subeguali, una di esse
la più lunga; 2e moderatamente lunghe e subeguali alla 2'1 primaria; tarsi scu-
dettati sul davanti, lamellati all'indietro, assai più lunghi del dito mediano con
unghia; unghie piuttosto lunghe, mediocremente forti, acute, curvate e compresse.
Piumaggio abbastanza molle e lungo, talora con tinte brillanti : penne della
cervice lunghe ed erettili; gola in alcune specie bianca, in altre nera, ciò che
serve a dividere in due gruppi le forme note; sopracoda di solito bianco e le
cuopritrici alari a fascie nere, bianche e blu ; sessi simili e giovani poco differenti
dagli adulti.
Si conoscono 14 specie che abitano la Regione Paleartica, l'Etiopica e l'Indiana.
Parecchie di queste così dette specie non souo che forme locali; in questo lavoro,
anzi, parlo delle Ghiandaje orientali considerandole tutte sottospecie del G. glan-
darius e non feci ciò a caso, ma dopo aver esaminate e vedute larghissime serie
colle più differenti provenienze. Frequentano i boschi ed i luoghi alberati e sono
timidi e scaltri; si nutrono d'insetti e di frutti, di piccoli uccelli, specialmente
di quelli da nido, e bevono le uova degli stessi; hanno grido rauco e forte; il loro
nido è una grossa e ruvida costruzione; le uova bianco-grigie o grigiastre, con mac-
chie bruno-pallide.
311. Garrulus glandarius (Linnaei rs . Ghiandqja.
[Tav. XI, tìg. 2, o Tav. XLVIII, tìg. 15].
Peline della fronte e della cervice nere, marginate di bianco; naca e dorso vinati:
gola bianca.
Testa coperta da un folto ciuffo; fronte e parte anteriore della testa bianche,
lavate di vinato sui lati delle penne, colla parte centrale bianca; penne nasali
bianco-rossigne; resto delle parti superiori vinate, più vivaci sulla parte posteriore
del collo e con lucentezza grigiastra sulle penne occipitali, tinte di cenerognolo-
pallido sul dorso e sul groppone, colla parte più bassa di questo, il sopracoda ed
sottocoda bianchi; guancie nere, formanti un mustacchio distinto; gola bianca, resto
del gastreo bianco-vinato, lavato di cenerognolo, specialmente sulla linea mediana;
piccole cuopritrici delle ali grigio-chiare, lavate di vinato e volgenti al castagno
sulle mediane; ala bastarda e le cuopritrici a fascie nere e blu di cobalto a gra-
dazione chiara e scura, le grandi cuopritrici nere colle esterne nerastre dal lato
interno, esternamente a fascie come le le cuopritrici; remiganti nere, nel vessillo
esterne bianco-grigie ombreggiate di cobalto, più esteso sulle mediane e disposto
qua e là a fascie, 2e esterne bianco-argentee, ombreggiate di cobalto per più di
mi*. ■■■■■ -
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321
metà del vessillo esterno, questo colore è disposto a fascie sulli
interno delle quali sono castagne coll'apice nero; coda nero-grigiastra verso La
base e con barre indistinte grigie ili cobalto ad.). Tinte eguali, ma meno vivaci
(giov.).
Lunghezza totale 0,ra350; becco 0,m028; ala 0, 190; coda 0,' L60 ; tarso 0,m045.
Questa specie varia assai nelle dimensioni e nell'intensità del colorito, e va
soggetta a numerose varietà albine ed isabelline, quelle bianche del tutto sono
molto rare; mi pare che i soggetti nordici di regola abbiano tinte più cupe dei
meridionali.
Abita l'Europa sino al 63° lat. in Russia, verso sud (in Russia si trova sino
alla vallata del Volga; nell'Europa sud-orientale vivono forme affini, talora s'in-
contra nel governo di Perni e nei limitrofi, ove si frammischia al Q.g. Brandii;
Testa 'li 0, glandarius,
(tipo ciliare), circa '/., gr. nat.
Testa ili 0. glandarius,
(tipo scuro i. circa ', gr. nat.
manca negli Urali. In Italia è specie sedentaria ovunque, anche nelle Isole;
non si trova a Malta. Nidifica tra marzo e giugno ed è erratica d'autunno e di
primavera.
Avendo riunito numerose Ghiandaje da ogni parte d'Italia, trovai che presen-
tano due tipi diversi nei riguardi della tinta della testa, forme che si trovano
egualmente nelle slesse località.
a) Tipo chiaro. Tinte della testa in predominio bianche. Fronte e parte an-
teriore della testa di un bianco leggermente rossigno, con una piccola macchietta
nera nel centro delle penne; parte alta della testa con una macchietta allungata
nera sul centro delle penne e col bordo molto esteso bianco-rossigno ; lati della
faccia e gola biancastri tendenti al bianco-puro; mustacchio un po' ristretto.
b) Tipo scuro. Tinte della testa in predominio scure. Fronte e cervice con
grandi macchie nere sul centro delle penne, il bordo rimanente ristretto bianco
cenerognolo, tinto di vinato sulla cervice: gola e lati della tàccia bianco-cenero-
gnoli; mustacchio largo.
311'/. Garrulus glandarius Bramiti (K\ r.i;s\i \xn), Ghiandaia del Brandt.
Testa di un rossiceio-vivo, con larghe strù nere; nuca rossiccio eira in contrasto
col dorso grigio; gola bianca, /arata ili rossiccio.
Simile al G. glandarius; testa e nuca di un rossiccio assai più vivace, con le
penne della fronte e della parte anteriore della testa nere nel centro; penne na
Atlante ornitologico.
il
322 ATLANTE OKNITOLOG1CO
sali rossiccio-vive, terminate di nero; dorso e scapolari grigio-cenerognole, quelle
tinte di fulviccio sul groppone.
Lunghezza totale 0,m350; becco 0,,n030; ala 0,m174; coda 0,ml 57; tarso 0,m039.
Abita gli Urali, verso est, attraverso tutta la Siberia, sino alla Cina ed al
Giappone, in Europa nei distretti addossati agli Urali (governi di Perni, Orenburgo,
Jekaterinburgo, Kasan, Ufa, etc). Alcuni degli esemplari Europei di tale forma,
trovati nel distretto di Perni ed in altre provincie, si presentano con tinte meno
brillanti dell'asiatico G. g. Brandii e furono descritti dal Bogdanow sotto il nome
di (1. <iliiii(la ri iis Severtxowi, ma. secondo me, non sono distinguibili dai veri G. g.
Brandii dell'Asia, tanto le differenze sono piccole ed estese solo alla regione
lineale.
311/'. Garrulus glandarius Krinicki (Kaleniczenko), Ghiandaia a testa nera.
Cervice nero uni forme; luti i/ella faccia e del collo rimiti, come il dorso.
Simile al G. glandarius; taccia, più biancastra; fronte bianco-grigia, con una
macchia terminale nerastra su ogni penna; cervice e nuca nere, formanti un
ciuffo più allungato; mustacchio più stretto; dorso e scapolari leggermente più
grigiastri.
Lunghezza totale 0,'"410; becco 0,'"030; ala 0,m200; coda 0,'"180; tarso 0,m042.
Abita il Caucaso e l'Asia Minore, la Russia meridionale, la Bulgaria, la Si-
beria e la Turchia e qui s'incontra col G. glandarius.
Nella Siria e nella Palestina vive una forma affine il G. atricapillus, Is. Geoffr.,
ed in Algeria il G. cervicalis, Bp., forme poco differenti, ma ritenute da alcuni Or-
nitologi specificamente distinte.
311 e. Garrulus glandarius hyrcanus (Blanford), Ghiandaia persiana.
Penne della fronte e della cervice nere nel centro e rimile sul mari/ine; linea e ilorso
rimiti; gola rinata.
Simile al G. glandarius; penne della fronte e della parte anteriore della testa
nere nel centro, col margine fulviccio-rossigno e tinte leggermente di cenerognolo;
penne nasali isabelline, terminate di nero; parti superiori rossiccio-vinate; mu-
stacchio largo e più rossiccio; resto del gastreo, compresa la gola, di un rossiccio
più vivo; ali e coda eguali a <|uelle del G. glandarius; statura più piccola.
Lunghezza totale 0,m280; becco 0,'"032; ala 0,"' 164; coda 0,m 130; tarso 0,'"04().
Abita la Persia verso est sino al Caucaso ed è una forma molto simile al
(J. glandarius, soltanto un po' più rossigna.
Genere PERISOREUS, Bonaparte.
Becco piuttosto corto e largo, forte, conico, leggermente intaccate all'apice
della mandibola superiore, culmine quasi diritto ed appuntito all'apice; narici ba-
silari, coperte da penne rigide, setolose, dirette all'in nanzi e che giungono quasi
alla metà del becco; ali arrotondate, corte e larghe, la V remigante primaria più
ATLANTE ORNITOLOGICO 323
corta delle 2* interne, la 2" subeguale ad esse, la 5 la più lunga; coda lunga e
leggermente graduata; tarso lungo, più del dito mediano con unghia, l'urte e scu-
dettato sul (lavanti; diti moderati, pollice forte; unghie acute, curvate, piuttosto
lunghe, quella del pollice subeguale al dito stesso.
Piumaggio molle e disunito, testa fornita di un cappuccio; fondo di tinta delle
timoniere grigio o rossiccio.
Si conoscono quattro specie di questo genere che aiutano le foreste di coni-
fere della regione Neaftica settentrionale, una soltanto quelle della Paleartica
boreale; sono uccelli molto confidenti e che qod temono la presenza dell'uomo;
si nutrono, come le Gazze, di insetti e di bacche e talora >li piccoli mammiferi e di
uccelletti; la vece è ranca ed aspra; nidificano assai presto nell'anno, deponendo
da ."> a ;") uova bianco-verdastre, macchiate di grigio-porporino e di bruno.
312. Perisoreus infaustus (Linnaeus), Ghiandaia di Siberia.
Cervice e nuca coperte di un cappuccio bruno-scuro, più chiaro sulla fronte;
penne nasali cenerino-fulviccie : dorso e scapolari grigio-cenerognole, lavate di
bruno-rossiccio verso il basso dorso; groppone e sopracoda di un rossiccio vivace;
cuopritrici e remiganti bruno-scure, tinte in parte esternamente di rossiccio-^ ivo; ti-
moniere rossiccio-vivaci, coll'apice grigio-cenerognolo, le due centrali grigio-cene-
rognole per intero; lati del collo e gastreo di un grigio-cenerino più chiaro; addome,
fianchi e sottocoda castagno-rossicci (ad.). Più opaco di tinte, specialmente nel
colore rossiccio (giov.).
Lunghezza totale 0,n,316; becco 0,m019; ala o,m142; coda 0,m140; tarso 0,m035.
Abita le regioni settentrionali d'Europa, arrivando accidentalmente nel nord
della Germania ed, attraverso l'Asia settentrionale, giunge sino al Pacifico.
Genere PYRRHOCORAX. Vieillot C1).
Becco sottile e stretto, compresso, più o meno arcuato, appuntito: narici si-
tuate aU'ingiù più vicine al margine inferiore della mandibola che al superiore,
basilari, nascoste da penne fitte e dense; ali graduate, molto lunghe ed appuntite,
la la remigante primaria ben più corta della 2a, la 4a la massima, le prime cinque
intaccate sul margine interno; coda (piasi quadrata; tarso in gran parte lamellato,
più lungo del dito mediano con unghia; diti scudettati, il posteriore grande, l'e-
sterno unito al mediano sino alla prima giuntura; unghie forti e molto curvate.
Piumaggio nero a ritiessi.
Se ne conoscono due specie, che abitano le alte montagne del Mondo Antico e più
raramente le scogliere dell'Oceano. Si nutrono d'insetti, di vermi e di grani, ma
non sono del tutto onnivori; gregari a tutte le epoche dell'anno; nidificano negli
spacchi delle roccie, le uova da 3 a 6 sono verdastre o bianco -candide, con mac
chie brune o grigio-porporine.
l'i Pyrrhocorax, Vieillot 1816, e secondo Brasilia {liotr. Ptii . Snjeta. pag. LO dell'E, 1890) il Tunstall
l'avrebbe istituito nel 1771.
32 1 A 'l'I Wll ORNITOLOGICO
a) Becco lungo e arcuato, non intaccato; base della mandibola inferiore piumata;
fili <ululti hanno il becco ed i piedi rossi (gen. Graculus, Koch).
313. Pyrrhocorax graculus (Lennaeus), Gfracchio conti/ino.
[ Fregilus graculus i . |.
| Tav. XI. fig. 3].
Intero piumaggio nero-lucido a riflessi blu-violetti e tendenti al verde-carico
sul sottoroda, sulle grandi cuopritrici, sulle remiganti e sulla coda; becco e piedi
di un rosso-vermiglione (ad.). Nero-cupo senza riflessi; becco e piedi giallo-aran-
ciati, o brunastri mentre sono nel nido (giov.).
Lunghezza totale 0,m420; becco 0,m050: ala0,m300; coda0,m150; tarso 0,m056.
Questa specie varia assai di statura, specialmente nelle dimensioni del becco (da
0,m056 a 0,m044) e dei tarsi (da 0,m056 a 0,m053).
Abita le montagne dell'Europa meridionale e della centrale sino al 58° lat.
e alcuni distretti delle Isole Britanniche, specialmente sulle roccie Oceaniche: verso
esl sino al Caucaso e le montagne della Persia e dell'Asia centrale fino alla Cina
nord-orientale; il Gracchio corallino che si trova nell'Imalaia sarebbe una torma
di statura più elevata (P.gracidus himalajanus, Gonidi; vive inoltre nell'Asia Minore,
nell'Africa settentrionale e nell'Abissinia. In Italia è specie stazionaria sulle Alpi
più che altro del Piemonte e sugli Appennini, nonché in Sicilia, in Sardegna ed in
Corsica, ma sempre sulle più alte montagne. Scende in basso assai di rado e d'in-
verno si avvicina talora al mare. Nidifica in aprile e nel maggio ed è in generale
poco abbondante.
b) Becco corto, intaccato presso l'apice, base della mandibola inferiore nuda; gli
adulti hanno il beerò giallo ed i -piedi rossi (gen. PYRRHOCORAX, Vieillol .
314. Pyrrhocorax pyrrhocorax Livvuus . Gracchio.
[Pyrrhocorax alpinus, Vikill.].
[Tav. XI, tifi, i e Tav. XI. Vili. fig. 12].
Piumaggio generale nero-lucido con riflessi verde-acciaio o verde-bottiglia, più
apparenti sul dorso, sulle ali e sulla coda; becco giallo; piedi ressi (ad.). Mancano
inflessi; il piumaggio volge qua e là al brunastro; becco nerastro, gialliccio alla
base della mandibola inferiore; piedi nerastri, con scarse colorazioni rossiccie sulle
articolazioni (giov.).
Lunghezza totale o.'"-110: becco 0,m028; ala 0,m280; coda0,m180; tarso 0/"04L
La femmina è un po' più piccola.
Abita le alte montagne dell'Europa centrale e meridionale, spingendosi verso
est sino all'Imalaia '). In Italia vive sulle alte vette delle Alpi e degli Appennini,
non più al sud della parte t'entrale; manca in Sardegna ed in Sicilia, ma esiste
(') Il Gracchio dell'Asia Minoro, secondo nlcuni Autori, sarebbe distinto dalla l'orina Europea,
avrebbe l>ecm imi grosso e piii Iiiiijjo. piedi <■ coda di maggiori dimensioni e dovrebbe chiamarsi P. pyr-
rhoconu var. digitata (Hompr. A. Khrenli.i. Si/iiib. piti/*. 1828. i. inutile aggiungere die tali caratteri
hanno poro valore, essendo i Gracchi molto variabili nello dimensioni individuali.
\n.A\ih ornii ìico 325
in Corsica (Whitehead). Nidifica in aprile e nel maggio. È molto più abbondante
della specie precedente della quale scende più facilmente in pianura d'inverno,
perù semine irregolarmente.
Ordine COLUMBAE - Colombi.
Becco coperto nella porzione basilare da una membrana molle, allargato al-
l'apice, ristretto nel mezzo; narici laterali, aperte nella prima metà del becco
sulla membrana molle e coperte da una vòlta cartilaginea; ali acute, di varia
lunghezza; coda di varia t'orma: gambe piumate: tarsi corti, grossi, più o meno
coperti di penne; diti quattro, tutti allo stesso livello, tre anteriori liberi, il quarto
posteriore piccolo e rivolto all'indietro; unghie mediocri, ottuse.
Quest'ordine comprende circa 500 specie sparse su tutto il Mondo; fu diviso
in due grandi sottordini Columbae e Didi, questi avevano ali inette al volo, erano
uccelli di grande statura e vivevano confinati alle isole Mascarene (Maurizio, Ro-
driguez e Riunione), però sono attualmente estinti e non esistono nei Musei che
avanzi ossei o riproduzioni, e disegni.
Famiglia COLUMBIDAE, Cohmbidi.
Becco piuttosto corto, diritto alla base, compresso, coll'apiee leggermente ri-
curvo, coperto alla base della mandibola superiore da una membrana molle, sulla
quale si aprono le narici: ali lunghe, torti, 2° remigante primaria la più lunga.
la la molto più lunga della ('>'; coda leggermente arrol lata, di L2 penne; tarsi
corti, di solito meno lunghi del dito mediano, scudettati anteriormente, piumati
nella parte superiore per una piccola estensione, che può giungere però sino ai due
terzi di lunghezza.
Il piumaggio è quasi eguale nei due sessi; essi mostrano tinte metalliche a
riflessi sul collo, le quali mancano nei giovani; mutano due volte all'anno, di pri-
mavera e d'autunno; sono monogami ed assai amorosi dei piccoli, che vengono
curati tanto dal padre che dalla madri', al loro affetto ed alla loro tenerezza, così
nota, fa strano contrasto la irascibilità e le frequenti lotte a cui si abbandonano.
I pulcini nascono inetti, coperti di piumino giallo e completamente ciechi e sono
nutriti Con una secrezione lattiginosa unita a cibo macerato, che i genitori riget-
tano dall'esofago e che danno ai piccini introducendo il becco nella loro bocca, questo
è il cosi detto « latte dei Piccioni ». che è secreto dall'ingluvie simmetrico.
Poche specie abitano l'Europa, mentre invece le isole dell'Arcipelago Malese
e l'America ne sono abbondantemente fornite; frequentano i distretti boscosi e
:V2('i ATLANTE ORNITOLOGICO
rocciosi, come le pianure e le caverne: collocano il nido sugli alberi, sulle roccie
od anche a terra, esso è sempre una struttura rozza e semplice, composta di stecchi,
depositano due uova bianche, o talora uno soltanto.
Genere COLUMBA, Linnaeis.
Tarso scudettato sul davanti, reticolato nella parte posteriore, coperto di penne
su di un piccolo spazio della porzione superiore, non eccedente la metà dell'esten-
sione totale. Color dominante nelle specie europee cenerino-piombato; piedi rossi.
Si conoscono circa 60 specie di Columbae, sparse su tutto il Mondo.
315. Columba livia, Bonnaterke, Piccione selvatico.
Colorito generale cenerito-piombato-cupo; groppone bianco; collo, gola e petto
di un cenerino cangiante in verde e in porporino-metallico; due fascie nere attra-
verso le ali; coda cenerina, coli' apice nero; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali
bianche (mas. ad.). La femmina ad. è di colore più opaco ed i giovani non presen-
tano le tinte metalliche.
Lunghezza totale 0,m340; becco 0,v"020; ala0,m225; codaO,m125; tarso 0,m029;
la femmina è di statura minore.
Abita la regione Paleartica occidentale, si trova fino all'Afganistan ed all'India.
In Italia è specie stazionaria in Sicilia, in Sardegna, nelle isole del Mediterraneo
e lungo la costa mediterranea dell'Italia centrale e meridionale; è dubbia la sua
migrazione nel Veneto, ma è stazionaria e comune lungo le sponde alte e roc-
ciose del Natisone e sembra essere invernale nel Veronese.
Questa specie è il capostipite di tutte le forme domestiche e delle semido-
mestiche, note queste sotto il nome di « Piccioni torrajoli», essi talora sono quasi
indistinguibili dai Piccioni selvatici, tal' altra offrono il groppone grigio ed allora
furono chiamati C. turricola, Bp., nome che va posto tra i sinonimi della C. li ria;
quando i Piccioni torrajoli hanno lo stesso abito del Piccione selvatico si distin-
guono sempre alla statura decisamente minore. Nidifica nelle buche delle ca-
verne o nelle vecchie torri.
316. Columba oenas, Linnaeis, Colombella.
[Tav. XXVII. fig. 3].
Distinta dalla C. livia pei seguenti caratteri: statura maggiore; mantello di
un grigio più cupo; groppone cenerino; verde-metallico sulla gola mancante; petto
rosso-ametistino, senza riflessi metallici; ali con tre serie di macchie nere di varia
grandezza, che non (anno no bande regolari; fascia apicale scura della coda più
larga; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali cenerine (mas. ad.). La femmina è
più piccola e di tinte più opache. I giovani non hanno tinte metalliche sul collo
e le macchie sulle ali sono appena distinte.
Lunghezza totale O/'oGO; becco 0,'"020; ala 0,'"220; coda 0,m125; tarso 0,'"027.
vi i \\ 1 1 okm (CO 327
Come il precedente, abitala Regione Paleartica occidentale, verso oriente fino
al Turchestan ed al golfo Persiano. In Italia è comune quale uccello invernale e
di passo, più che altro durante quello autunnale, nidifica in Sardegna, in Liguria,
nel Veneto ed in altre Provincie, però in numero ristretto di coppie.
317. Columba palumbus, Lixnaki s, Colombaccio.
[Tav. XXVII, Bg. 2 |.
Parti superiori cenerino-bluastre, tinte di brunastro sul dorso: basso collo e
davanti del petto vinati; lati del collo di un verde-splendente, con due spaxi a macchie
bianche; una fascia longitudinale bianca sulla parte esterna dell'ala, formata dalle
cuopritrici alari esterne (mas. ad.). Più cupa e più piccola (fé unii. ad.). Mancano
le macchie bianche sui lati del collo (giov.).
Lunghezza totale 0,'"450; becco 0,n,024; ala 0,m230; coda 0,'" 160; tarso 0,m030.
Abita la Regione Paleartica occidentale, fino al Golfo Persico ed il Nord del-
l'Africa fino alle Canarie e biaderà, ove troviamo le specie affini C. tinnì-., lleinek.
C. la uri nini, W. B., C. Bollei, Godm. È specie sedentaria nell'Italia meridionale,
in Sardegna ed in Sicilia, di passo ed estiva nel resto. È comune e nidifica ovunque,
anche nei parchi e nei giardini delle grandi città.
Anche il Piccione migratore (Ectopistes migratorius (Linnaeus)) venne colto
varie volte in Europa, cioè in Inghilterra, in Francia, etc, ma sembra si trat-
tasse di soggetti fuggiti di schiavitù. Abita l'America nord-orientale.
Genere TURTUR, Selby.
Becco diritto, sottile, coll'apice della mandibola inferiore debolmente curvato,
e colla base della stessa coperta di due rigonfiature molli e nude, situate sopra
le narici; circolo oftalmico nudo; ali alquanto lunghe e appuntite, la 2a remigante
primaria più lunga di tutte, la la un po' più corta della 2a; coda rotonda o qua-
drata, composta di 12 penne abbastanza lunghe; tarso piuttosto forte, alquanto
più eorto del dito mediano; dito interno più lungo dell'esterno.
Tinte prevalenti brune, assenza totale di colorazioni metalliche; collo di solito
fornito di un collare nero o con macchie, e colle penne rilevate, come a scaglia.
Questo genere comprende circa 30 specie, sparse nelle Regioni Paleartica,
Etiopica ed Indiana; esse non differiscono nelle abitudini dai Colombi propria-
mente detti, e, come quelli, depongono uova bianche.
318. Turtur turtur (Linnaeus), Tu rioni.
| Turtur auritus, Ray., T. communis, Sklby, T. tenera (C. L. Bbehm), T. vulgaris, Eyton].
[Tav. XXVII, flg. 1 |.
Testa cenerino-brunastro-viuata; dorso nocciola; scapolari nocciola, nere nel
centro delle penne; petto carminio-vinato; sui lati del collo quattro bande oblique,
formate da quattro file di penne nere, marginate di bianco; addome bianco; timo-
niere grigio-nerastre, terminate di bianco, colle due centrali per intero di un bruno-
328 ATI. avi I. < IRNITOLOGK • i
uniforme (mas. ad.). Più piccola e più pallida femm. ad.). Mancano le bande bianche
e nere sui lati del collo: colorito gerierale delle parti superiori eenerognolo-bian-
castro giov. .
Lunghezza rotalo 0,m300; becco 0,m016; ala 0,m176; coda 0,'"110; tarso 0,m020.
Abita la Regione Paleartica orientalo, e d'inverno l'Africa fino all'Abissinia e
l'Asia lino alla Persia e a Iarkand. È specie estiva e comune in Italia, nidifica
ovunque, arrivando in aprile e ripartendo in settembre. In alcune provincie il passo
autunnale è meno abbondante.
319. Turtur orientalis (Lathami, Tortora orientale.
Simile al '/'. turtur, ma i margini delle penne sui lati del collo sono grigio-
bluastri, e della stessa tinta e non bianche sono le cuopritrici inferiori delle ali
e la fascia apicale della coda; addome vinato, come il petto; statura maggiore.
Lunghezza totale 0,m330; becco 0,m015; ala 0,m180; coda 0,m130; tarso 0,'"025.
Abita l'Imalaia orientale tino all'India centrale, la Cina, il Giappone, la Man-
ciuria e la Siberia meridionale. Accidentale in Europa (Inghilterra'. Non venne
finora mai trovata in Italia.
320. Turtur douraca, Hodgson, Tortora dal collare.
[Turtur risorius, Auot. nec L. ].
Testa, collo e petto grigio-vinati; sulla parte posteriore del collo un largo
collare nero, parzialmente marginato di bianco; dorso e scapolari di un bruno-
pallido; parte bassa del petto ed addome grigi, comprese le cuopritrici inferiori
della coda (ad.).
Lunghezza totale 0,'"300; becco 0,'"040; ala 0,'"175; coda 0,'" 126; tarso 0,'"023.
Abita la Palestina e l'Asia meridionale, sino alla Cina ed al Giappone; si trova
anche nelle regioni sud-orientali d'Europa, la località più occidentale, ove si in-
contra, sarebbe Mostar nell'Erzegovina (*), ove la vidi comune. È accidentale e
molto rara in Italia, se ne conosce una sola cattura avvenuta nel Modenese e
l'esemplare è conservato nel R. Museo di Firenze; questa comparsa fu annunciata
dal Doderlein, ma il Salvadori non ammette la Tortora dal collare tra le specie
italiane, dubitando trattarsi di un individuo fuggito di schiavitù.
321. Turtur senegalensis Linnaeus), Tortora egiziana.
Testa, collo e petto di un vinato-vivace, che diviene bianco sull'addome e sulle
cuopritrici inferiori della coda: un largo collare sul davanti e sui lati del collo,
formato di penne nere terminate di rugginoso; dorso e scapolari di un vinato-
Keiser (Ornis Balcanica, II, pag. L42, 1 su li riferisce la Tortora dal collare in parola al T. ri-
sorius decaooto, Friv. si adopera il nome ili r. douraca, anziché quello di T. risorius (L.) che pure avrebbe
perchè non «i *;, precisamente a quale b] io ili Tortora dal collare sia il licito Dome ap-
plicabile.
1. Fischione (o* ad.-). 2. Fischione ($). 8. Mestolone (a" ad.). 4. Mestolone (9)- 5. Fistione turco (e? ad.).
6. Fistione turco ( J ). 7. Moriglione (g* ad.). 8. Moriglione ( J ). 9. Moriglione (giov.). 10. Moretta tabaccata
(c? ad.). 11. Moretta tabaccata ($).
(lirico Hoepli, Editore, Milano.
sii \\i I ORNI MUCO 329
rugginoso; groppone cenerino ardesia bluastro [mas. ad. . La femmina è più piccola
e più scura di colorito.
Lunghezza totale 0,m278; becco 0,'"o 14: ala0,m139; coda 0,m121; tarso 0,ro020.
Abita l'intera Airi. -a, Le Canarie, La Palestina e Socotra. In Europa fu trovata
in Turchia e nella Grecia; ma la sua comparsa in [spagna e nel Portogallo non
venne confermata.
322. Turtur cambayensis («imelin), Tortora indiana.
Come la precedente specie; parti superiori non rugginose, ma di un bruno
di terra sbiadito; groppone della stessa tinta e solo più o meno bluastro sui lati.
Dimensioni come il T. senegah nsis.
Questa specie è propria dell'Asia .Minore e centrale e dell'India. Fu trovata
nella Grecia ed in Turchia. Ora è assodato che tanto questa che il T. senegalensis
si trovano attorno al Bosforo, ove sembrano essere abbondanti: ma pochi anni or
sono ciò non era noto, confondendosi gl'individui del T. cambayensis con quelli del-
L'affine T. senegalensis.
Ho accennato alle varie Tortore Europee assegnando a tutte rango specifico.
e ciò seguendo gli Autori più accreditati, alcune però sono cosi simili Inter se che
meriterebbero ili essere considerate se»tplice»/eide quali sottospecie.
Ordine GALLINAE - Gallinacei.
Becco corto e grosso, convesso ed ottuso, arcuato sul culmine, e colla man-
dibola superiore che nasconde l'inferiore; testa talora nuda ed ornata di caruncole
o con porri dei più brillanti colori; narici coperte da una lamina subcartilaginea,
arcuata, nuda o piumata; ali corte, forti, adatte ad un volo rapido, ma non con-
tinuato; coda di varia forma, talora mancante, tal'altra enormemente sviluppata,
di solito con più di 12 penne; gambe forti e robuste; tarsi spesso piumati, talora
anche i piedi, che di solito sono nudi, scudettati e reticolati e spesso forniti di
sproni di sostanza cornea; piedi con tre dita soltanto o col posteriore presente e
di varia grandezza e positura.
Questo ordine molto numeroso è cosmopolita, ma la gran parte dei suoi gruppi
ha aree di distribuzione affatto stabilite; per le razze di polli domestici e per i prin-
cipali tipi di selvaggina alcuni offrono un grande interesse, altri come i fagiani, pre-
sentano piumaggi di eccezionale bellezza, infine per le loro uova e la carne molto
saporita sono assai importanti pell'economia domestica. Vivono di solito in pic-
cole truppe e di consueto hanno abitudini terrestri, prediligono le foreste, le mon-
tagne nude e rocciose, i campi fertili e coltivati o quelli brulli e sabbiosi; taluni
gruppi hanno abitudini migratorie. Vario è il loro regime alimentare e si nutrono
di bacche, di grano, di semi, di erbe e d'insetti. Una parte di essi sono poligami
Atlanti: ornitologico. 4_»
330 ATLANTE ORNITOLOGICO
e presentano grandi differenze nei sessi, altri sono monogami ed in questi i sessi
sono uguali o quasi: depongono di solito numerose uova in un nido rozzo o sem-
plicemente in una buca nel terreno; strano è il fatto offerto dai Megapodi, forme
Australiane, che usano per l' incubazione delle uova il calore svolto da enormi
mucchi di avanzi vegetali da essi riuniti. I giovani nascono coperti di piumino
e precoci, quindi atti a correre ed a procacciarsi il cibo in poche ore e volano
in breve tempo; essi prima della muta autunnale dei genitori cambiano le penne
delle ali tre o quattro volte, e le nuove assunte sono sempre leggermente più
grandi delle vecchie, che perdono. La muta autunnale è la sola completa; alcuni,
come le Pernici, hanno parziali mute primaverili nelle penne della testa e del
collo, e così anche il Fagiano di monte (Meves), mentre la Pernice bianca sembra
avere perfino quattro mute incomplete sulle piccole penne (Macgillivray).
Famiglia PTEROCLIDAE, Pteroclidi.
Becco discretamente forte; narici laterali, di solito in parie coperte di piume
ed in parte da una membrana; ali lunghe ed appuntite; coda appuntita, spesso
colle due penne centrali molto allungate; tarso corto e piumato; piedi con tic-
diti soltanto o col posteriore rudimentale; diti di solito piumati.
Questa famiglia consta di tre generi con diciassette specie, che abitano l'A-
frica, l'Asia e l'Europa meridionale; hanno abitudini migratorie, e frequentano le
steppe e le pianure deserte. Volano celeremente; depongono in una depressione
sul nudo terreno tre uova macchiate, ed egualmente rotonde su ambedue le
estremità.
Genere SYRRHAPTES, Illiger.
Becco molto piccolo; narici nascoste dalle penne frontali; ali molto lunghe,
colla la remigante primaria assai sopravanzantc ed appuntita; coda di sedici
penne, curvata, colle due penne centrali allungate e ristrette; gambe corte, dito
posteriore mancante; tarso e diti piumati fino all'unghie e riuniti da una mem-
brana estesa quasi fino alle stesse, faccia inferiore dei diti rugosa; unghie forti,
curvate ed ottuse.
Due specie, una delle quali giunge talora in Europa.
323. Syrrhaptes paradoxus (Pallas), Sirratte.
[Tav. XXVII, Bg. 8 r Tav. I., fig. 12].
Testa di un giallo-dorato-opaco; mento biancastro; fronte e gola giallognole; dorso
e groppone nocciola, fasciato di nero: remiganti e le din- Lunghe timoniere grigio-
bluastre; collo e petto di un fulvo-grigio attraversato da un collaretto di penne bian-
che, clic hanno una lascia subapicale nera; addome attraversato da una larga banda
nera; penne del basso addome, dei piedi e dei diti bianco sudicie (mas. ad.). Testa,
Mi \M1 0RNI1 GII 0 '::;1
lati del collo e parti superiori striate e macchiate 'li nero; parte alta della gola
[imitata da una fascia nera; timoniere centrali più corte (femm. ad.). Simile alla
femmina; le macchie sulle parti superiori bri -nerastre irregolari; apice filiforme
della I' remigante primaria e le duo timoniere centrali poco sviluppate giov.).
~:'C>
J
Testa Piede
ili Stjrrhaptei paradoxiis, ili Syrrhaptes paradoxus,
circa gr. uat. circa ' , gr. aat.
Questi) specie si d ist inaile facilmente in ogni età pelle dita piumate fino alle
unghie, pella suola dei piedi callosa, pelle due timoniere mediane che sorpassano
di o.'"l.".o le Laterali nei maschi e di 0,m060 nelle femmine.
Lunghezza totale 0/ :;40; becco 0,'"010: ala 0,m260: coda 0,m165; tarso 0,'"021.
Abita le regioni situate tra Le steppe dei Kirghisi e l'Asia centrale, la Mon-
golia e la Cina. Arriva accidentalmente in Europa durante straordinarie emi-
grazioni ed in talune regioni (Isole Britanniche, Germania, etc.) passò l'estate,
nidificandovi. In Italia è pure uccello accidentale, comparve anzitutto durante le
apparizioni del 1863 e del 1864 e furono in allora uccisi dodici individui, poi uno
isolato nel 1871. due nel 1876 e finalmente, durante quelle eccezionali del 1888
e 1889, secondo Le notizie diligentemente raccolte dal Conte Salvadori, circa cen-
tocinquanta soggetti furono veduti, dei quali ventisette vennero conservati; essi
furono colti in gnin parte nell'Italia settentrionale e verso sud fino a Roma;
sembra abbiano nidificato presso Padova, e questo sarebbe in Europa il luogo più
meridionale di riproduzione, fino ad ora, accertato pel Sirratte. Si vuole che il
movente di tali incursioni, che furono abbondantissime in molti paesi d'Europa,
sia dovuto ad eccessiva sovrabbondanza della specie nel paese natio.
Genere PTEROCLES. Temmim k.
Becco piuttosto corto; narici basilari chiusi' in parte da una membrana, che
è parzialmente nascosta da penne: ali assai Lunghe, eolia r remigante primaria
la massima; coda cuneata di sedici penne; gambo corto; tarsi forti, piumati solo
sul davanti; diti nudi, i tre anteriori riuniti alla base da una membrana col po-
steriore rudimentale, ma presente; unghie corte, forti e piuttosto ottuse.
Si conoscono circa quindici specie appartenenti a questo genere, che hanno
le abitudini della famiglia, esse sono sparse nell'Africa, nell'Asia meridionale e
centrale e nell'Europa meridionale.
a) Specie nelle quali le due timoniere centrali sono allungate e foggiate u filamento,
r che (elidami 'più a ninni Ir laterali.
332 ATLANTE ORNITOLOGICO
324. Pterocles alchata setarius (') (Temmncki, annullile mediterranea.
[ Pterocles alchata, Bp. & Ami [tal. [nec L.), Grandule"].
Testa e collo di un grigio-gialliccio, rossiccio sui lati; resto delle parti superiori
giallo-bruno, con fascie nere e macchie giallo-dorate sul dorso; gola ed una stria
dietro l'occhio nere; petto fulvo-castagno, separato dal collo giallo e dall'addome
Inalici) da due strette fascie nere; fascia subapicale delle remiganti 2f intinte e cuo-
pritrici mediane castagne e fulve; le due timoniere centrali allungate e ridotte a
o filamento {mas. ad.). Numerose fascie nere sulle parti superiori; gola bianca,
limitata da un follare nero: fascia nera marginale /lille remiganti '- interne e delle
cuopritrici mediane separata dalla parte bianca da una larga fascia fulva (femm.ad.).
Parti superiori, collo e petto gialli, con numerose fascie nere; addome bianco (giov.).
Lunghezza totale 0,'"3ò0; becco 0,'"01f>; ala 0,'"215; coda 0,"' 160; tarso 0,m028.
Abita le contrade circummediterranee, estendendosi verso oriente fino a Cipro.
In Italia è specie accidentale, trovata nell'Emilia, in Liguria, in Toscana, nel Na-
poletano, a Malta e forse in Sicilia. Questa specie fu divisa dalla vera P. alchata
Linnaeus) nel 1880 da Bogdanow e nel 1883 da Seebohm, è più brillante di tinta
e la fascia subapicale delle cuopritrici è fulva, mentre è bianca nella vera P. alchata,
che ha inoltre il petto rossiccio-pallido. Nei cataloghi italiani troviamo sempre il
vecchio nome di P. alchata. Questa è affatto una specie asiatica, ma sembra giun-
gere accidentalmente nel Caucaso dalle steppe del Turchestan, che pare essere
il limite più occidentale delle sue nidificazioni.
bi Specie nelle i/unli le due timoniere centrali non sono allungate, in a filamento
e sorpassami le laterali solo di poco.
325. Pterocles arenarius (Pallas), Gamia.
Testa cenerina; parti superiori cenerine, rossiccie verso la base delle penne,
giallo-ocra all'apice; mento e gola castagni, limitata questa da una macchia trian-
golare nera, il castagno si estende sui lati del collo « termina in aranciato sulla
nuca: petto cenerino-isabella, tagliato a metà da una banda nera; addome nero
{mas. ad.). Parti superiori grigio-rossigne, con tratti e macchie nere ondulate; gola
bianco-gialla, termi unta ila una /muda nera; penne del petto fulvo-pallide, con una
macchia subapicale nera; addome nero (femm. ad.).
Lunghezza totale 0,'"340; becco 0,'"016; ali 0,m225; coda 0,"' 123; tarso 0,m032.
Abita le contrade circummediterranee lino al Sahara ed all'Asia centrale.
In Italia è specie finora mai comparsa, giacché l'esemplare unico sul quale fu am-
messa, ch'era quello della Collezione Benoit, era stato acquistato a Parigi; anche
il < ; i iaIìoIì ed il Salvadori l'escludono dai loro elenchi ('i; è comune nella Spagna,
nel Portogallo e nel Caucaso ed accidentale nelle altre parti meridionali d'Europa.
(') Bonasa pyrenaica, Brisson, Orti. I, p. 195, pi. XIX (1760). I'h-nielc* pi/miiiii-us, Seebolnu, Ibis,
1883, p. 26.
i i Nel E. Muscu (li Firenze esistono due esemplari di questa specie colla scritta 2 e 6 dicembre 1896,
Greto dol Vari), .Nizza \Cul.).
\ 11 IMI ORNITOLOGI! 0 :;:;:;
Il Frivaldskj ricorda un individuo di Pterocles exustus, Temm. comparso
nel 1863 uel Comitato Sproner Ungheria), durante la prima grande immigra
/.ione dei Sirratti in Europa. Questo soggetto venne catturato da] signor Aug.
Eug. Eannibal a Szauy ed è conservato nella Collezione del signor Edmondo von
Buszthj uel Castello di Leka, Comitato di Eisenburg (Ungheria). Questa specie
abita l'Africa settentrionale, orientale ed occidentale e l'Asia sud-occidentale,
estendendosi verso ovest sino ai Senegal, verso oriente in gran parte dell'India,
verso -mi sino al fiume Pangani (Africa orientale), verso nord sino alla Pale-
stina ed all'Asia centrale. 11 suo colorito generale è di un rossiccio-isabellino
immacolato nel maschio, con macchie nella femmina); l'addome è di un bruno
cioccolatta; la pan.- alta del petto è attraversata da una t'ascia nerastra: lo
vicl.i della prima remigante primaria è bruno.
Famiglia PHASIANIDAE, Fagianidi.
Becco robusto, arcuato; narici in parte coperte da una membrana, e mai da
pimii; ali piccole, rotonde; coda di t'orma e lunghezza varia; tarsi muli in parte
o per intero e spesso muniti di sproni: diti sempre nudi, mai pettinati sui lati;
dito posteriore inserito sopra il livello degli altri diti, colla sua falange basilare
più cuna di quella del terzo dito.
Questa famiglia comprende cinquantanove generi con circa duecentosessanta
specie, sparse su tutto il Mondo, eccetto le regioni Artiche. Essa abbraccia anche
generi e specie non Europee di particolare interesse e basta citare il Pavone,
le cui cuopritrici superiori della coda possono rialzarsi a splendido disco e che
forma uno dei più notevoli ornamenti dei nostri giardini, il gen. Numida culle
galline di Faraone, il gen. Qallus che nell'asiatico Gaìlus bardava, Temm. ci oft're
il progenitore delle numerose varietà di Polli domestici, tanto importanti nell'a-
limentazione di tutti i paesi, poi il gen. Americano Meleagris col comune Pollino
d'India, il gen. Argus, Phasianus, le Pernici ed i Francolini, animali tutti che of-
frono carni saporitissime
Genere TETRAOGALLUS. Gray.
Becco abbastanza torte, eoll'apice arrotondato: narici coperte da una membrana
coll'apcrtura semicircolare; uno spazio nudo dietro l'occhio; ali appuntite. 1 ' re-
migante primaria eguale alla 6 . 2" subeguale alla 4': coda lunga, rotondata, di
venti a ventidue penne: gambe forti; tarsi eorti, torti e muniti di un grande
sprone corneo, piumati soltanto sino alle giunture, il tarso eguale o di poco più
lungo del dito mediano con unghia: diti anteriori scudettati, il posteriore corto ;
unghie forti, larghe, rotonde e leggermente ricurve.
Sessi simili o di poco differenti, statura elevata. I Tetraogalli in numero di
(') Ar.H Hmiyariae, pag. 11-! 1 1891 i.
334 ATLANTE ORNITOLOGICO
sci specie (Ogilvie Grànf) abitano i distretti montanini della Regione Paleartica
orientale, dal Caucaso portandosi verso est fino all'Imalaia. Se ne stanno al disopra
del limite di vegetazione nei siti scoscesi e di diffìcile accesso, ove nidificano, de-
ponendo numerose uova in un buco nella terra foderato di musco e di penne, le
uova sono ocraceo-olivastre, con macchie rossiccie. .Sono monogami e tanto il
maschio che la femmina curano i piccoli, che nascono precoci. I Tetraogalli sono
uccelli di prezzo elevato e finora molto rari nelle Collezioni.
326. Tetraogallus caucasicus (Pallas), Tetraogallo tir/ Caucaso.
Testa e nuca cenerino-rossiccie; una larga macchia sulle guancie, che occupa
ambedue i lati della testa e del collo, bruno-cioceolatta; resto del collo e gola
bianchi; parti superiori a zig-zags neri e fulvi; cuopritrici e scapolari a larghe
macchie fulve e rosso-fulve; bassa gola e petto grigio-nerastri, con margini a
fascie e zig-zags fulvicci; remiganti 2° bianche, terminate di nerastro (ad.).
Lunghezza totale 0,m610; becco 0,'"040; ala 0,'"266: coda 0,m190; tarso 0,m059.
Abita le montagne del Caucaso.
327. Tetraogallus caspius (S. G-melin), Tetraogallo tiri Cappio.
Somiglia al precedente specialmente nelle parti superiori; testa, nuca e guancie
di un cenerino-pallido, più cupo sulla fascia dei lati della testa e del collo; petto
grigio-pallido con una macchia nera su ciascun margine, eccettuate le penne della
parte centrale.
Lunghezza totale 0,m570; becco 0,'"0?>0; ala 0,'"278; coda 0,'"172; tarso 0,"'0fil.
Abita l'Asia Minore, la Persia ed il Caucaso; probabilmente è una forma
geografica del T. caucasicus.
Genere CACCABIS, Kaup.
Becco corto e grosso, coll'apice della mandibola superiore rotondo e ricurvo;
narici basilari, coperte da una scaglia cornea e col solco nasale piumato; un piccolo
spazio triangolare dietro l'occhio e sopracciglio nudi; ali corte, rotonde, lil remi-
gante primaria eguale alla li', la .'»" la massima; coda di quattordici penne, corta
e rotonda; tarsi scudettati sul davanti, reticolati posteriormente, muniti di un
tubercolo ottuso solo nei maschi; tre diti anteriori riuniti alla base da una mem-
brana, il posteriore piccolo; unghie poco ricurve e mediocri.
Sessi simili; becco e piedi rossi; fianchi fasciali, a differenza del resto del
gastreo; parte subapicale del vessillo esterno delle remiganti primarie fulva.
Abitano la regione Paleartica e se ne conoscono sei specie. Frequentano le
pianure ed i campi coltivati o le montagne scoscese, sono assai adatti a cam-
minare ed a correre velocemente ed hanno volo rapido. Nidificano in una de-
pressione del terreno, che foderano con foglie, musco e penne e vi depositano
numerose uova fulviecie, macchiate di rossiccio. Le loro carni sono prelibate.
VII V\l I o!;N ICO
335
328. Caccabis saxatilis (Wolf <S Mimi:. Coturnice.
Perdix saxatilis, W. M.].
[Tav. \\\ ili. Bg. Il, e Tav. I-. flg. IO].
Gola biancastra o bianco grigia, circondata da un collare nero: fronte, mlini,
pi inno delle fossette nasali, della base della mandibola inferiore e del mento nere;
testa grigia, vinata nel centro e sulla mica; cuopritrici auricolari nere, miste a fulvo;
scapolari esterne marginate «li vinato o di grigio-sudicio ; petto uniforme cenerino-
ametistino; addome fulvo rossiccio pallido; penne dei fianchi e dei lati fulve nel
Testa di C. saxatilis,
circa Vj gr. nat.
Testa di C. saxatilis chukar,
circa 2/a S1- nat-
centro, castagno-cupe all'apice, grigie alla base, questi colori separati da due
fascio trasversali nere; tarso del maschio munito di tubercolo, che manca nella
femmina {ad.). Non esiste il collare nero, ne le penne nere d'attorno al becco ed
agli occhi; fascie sui Banchi più strette e meno numerose \giov. nel settembre).
Lunghezza totale 0,m360; becco 0,"019; ala 0,'"175; codaO,'"095; tarso 0,n,04(i.
Abita le montagne dell'Europa meridionale. In Italia è discretamente abbon-
dante e sedentaria sulle Alpi, sugli Appennini ed in Sicilia, ove è anche connine
al piano. La Perdix Labatei, Bouteille è l'ibrido di questa specie colla C. nifa, si
conoscono anche incroci colla ( . pi trosa. La Coturnice si tiene spesso in ischia-
vitù e sovente si riproduce. In Sicilia si trova talora una varietà albina perfetta.
328 «. Caccabis saxatilis chukar (Gray), Ciukar.
[Perdix chukar, Gray., Caccabis chukar (Gbat)].
Come la precedente, dalla quale va distinta per le penne delle fossette nasali
e le redini bianche; pelle cuopritrici auricolari castagne; pel bianco della gola
lavato di fulviccio e pel colorito generale più brillante.
Lunghezza totale 0,m360; becco 0,'"020; ala 0/" 175; coda 0,'"095; tarso 0,'"049.
336
\ 1 1 imi: ORNI l' ILI IG1CO
Questa forma abita le parti sud-orientali d'Europa (Isole Ionie, Grecia, etc),
l'isola di Cipro (C. s. graeca), la Persia e l'Arabia, spingendosi fino alla Cina. Per
l'Italia abbiamo una cattura avvenuta su quel di Como nel maggio 1883, essa è
una vera C. chukar ed è conservata nella mia Collezione. Date le abitudini seden-
tarie di questi uccelli, è presumibile che essa sia fuggita di schiavitù e fosse
stata importata dall'Oriente, quantunque il collettore sig. Cantarella sia persona
superiore ad ogni sospetto e la Ciukar non mostrasse segni di schiavitù.
329. Caccabis rufa Linxafas , Pernice rossa.
[ Perdix rufa (L.), P. rubra, Tkmm.: Pernice].
Testa simile a quella di C. saxatilis; gola bianca o biancastra, circondata da un
collare nero, colle penne dei lati e la parte posteriore del collo marginati di nero;
petto carnicino superiormente e cenerino inferiormente, marginato dì /aro, tali mar-
ginature hanno ovunque l'aspetto di numerose macchie che circondano il collare
nero; addome rosso-fulvo-brillante; penne dei fianchi grigio-pallide alla base,
seguite da due fascie la prima bianca e la seconda nera e terminate da una larga
castagna; sul tarso uno o due tubercoli, meno sviluppati
nelle femmine [ad.). Manca il collare nero e vi è sul petto
uno spazio di penne marginate di nero; colorito generale-
più cupo (ffiov.).
Lunghezza totale 0,m340; becco 0,'"018; ala 0,m165; coda
0,m095; tarso 0,n,038.
Abita le parti sud-occidentali d'Europa, spingendosi
al nord fino al Belgio, al sud fino alle Azzorre, a Madera
e alle Canarie (Africa). Vive anche nelle Isole Britanniche,
ma vi venne introdotta nel 1770. In Italia questa specie
s'incontra sugli Appennini delle provincie settentrionali e
meridionali fino al monte Vetere, nell'isola d'Elba, a Montecristo e nella Corsica:
è rarissima nel Veneto, forse ora mancante nel Bergamasco; la sua comparsa nel
Romano e nel Napoletano è dubbiosa: manca pure nelle Puglie, in Sardegna ed in
Sicilia. Ovunque si trova, è in costante diminuzione.
In Ispagna si rinviene una forma di tale specie, clic venne distinta dal Secane
col nome di C. rufa hispanica, essa ha le tinte più scure e vivaci, la statura mag-
giore e il carattere più deciso sarebbe il color grigio-perla della gola. Si troverebbe
ovunque nella Spagna, ma più specialmente nel nord e nel nord-ovest. Io ne
ebbi dalle provincie meridionali: recentemente il Grant e lo Sharpe l'ammettono
quale buona specie sotto il nome di C. hispanica; ma a me sembra una varietà
più colorita e di maggiore statura della C. rufa. Ala 0,'"170; tarso 0,'"047.
l'està ili C. ruta.
circa '/? gr. nat.
330. Caccabis petrosa Gmelin . Pernice sarda.
[Perdix petrosa (Gm.); Pernice («reftesca].
[Tav. XLV1I, tig. 5].
Testa castagno-cupa : redini, mento e gola cenerini, questa cinta da un largo
collare castagno, con man hit bianche specialmente sui lati; petto cenerino, fulvo-
cannella nella sua parte inferiore; scapolari interne bordate di castagno-rossiccio;
1. Moretta (e? ad.). 2. Moretta (giov.). 3. Moretta grigia (e? ad.). 4. Moretta grigia (5). 5. Orchetto marino
(cT ad.). 6. Orchetto marino ( g ). 7. Orchetto marino (cf1 giov.). 8. Orco marino (<f ad.). 9. Orco marino (
10. Gobbo rugginoso (cf ad.). 11. Gobbo rugginoso ($). 12. Quattr'occhi (<f ad.).- 13. Quattr'occhi (J).
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
XTI.AXii. 0EN1 rOLOGK 0
peone dei fianchi con una larga banda apicale castagna, ed un'altra preapicale
e stretta Dera, la base è grigia, limitata da una stretta l'ascia urrà e la parte cen
trale l'ulva, che sbiadisce in biancastro; addome lionato; i maschi sono forniti ili
due tubercoli sui tarsi {ad.). Meno vivace nelle tinte generali; manca in gran parte
il cullare ii/mv.).
Lunghezza totale 0, 345; becco 0,n,019; ala 0,'"160; coda 0,m102; tarso 0,m039.
.Miita con lievi modificazioni il X(>. dell'Africa e le Canarie: ed in Europa
Gibilterra, uve fu introdotta, e forse la Grecia Lindermayer). In Italia si trova
solo in Sardegna, ove è stazionaria e comune tanto al monte che al piano; manca
a .Malia, in Sicilia ed in Corsica.
Genere FRANCOLINUS. Stephens.
Becco robusto, allungato, cello spigolo che s'interna nelle penne frontali; na-
rici basilari, coperte da una scagb'a nuda e rotonda; ali corte, rotondate, colle re-
miganti 2* lunghe quanto le l1. 1 remigante primaria variabile in lunghezza, 4 .
e 6 le più lunghe e subeguali; coda moderata, troncata, di quattordici penne.
(piasi nascosta dalle cuopritrici; tarsi lunghi più del dito mediano, senza -prone
o da uno a due nei maschi, e ridotti a squamma ovata nelle femmine; diti, tre
anteriori riuniti alla base da una membrana, il posteriore piccolo; unghie come
nel gen. Caccabis.
I sessi in generale simili o quasi, talora però molto differenti; i lati e i fianchi
non fasciati, e se lasciati non in contrasto col resto delle parti inferiori.
II gen. Francolinus abbraccia una quarantina di specie sparse nell'Africa, a
Cipro, nell'Asia sud-occidentale, una sola specie è Europea. Hanno le abitudini
delle Pernici ed abitano le località asciutte e sabbiose, come i piani coltivati in
prossimità delle acque; non s'appollaiano mai sugli alberi e depositano sul ter-
reno, in una laica nascosta e foderata di erbe filamentose, numerose uova bruno-
fulve, qua e là macchiate di bianco.
331. Francolinus francolinus Lixnaeus), Fra muli ho.
I Francolinus vulgaris, Stephens |.
( Tav. XUV, 6g. 1 j.
l'ileo, dorso ed ali nerastre con margini fulvi, macchie rotonde bianche sul dorso
e strette fascie alterne bianco-giallognole e nere sul groppone e sul sopracoda;
parti inferiori nere, con numerose macchie ovali bianche sui lati del petto e sui
fianchi ; una macchia oblunga bianca sulla regione auricolare: un largo collan ca-
stagno attorno al collo; gola nera; addome e sottocoda castagni (mas. ad.). Parti su-
periori più brunastre, cuopritrici auricolari bruno-nerastre; manca il rolline ed
esiste solo una macchia castagna sulla nuca; góla biancastra; gastreo bianco ocraceo,
con numerose fascie nere su ciascuna penna; sottocoda castagno, con fascie al-
terne nere e bianchiccie (fi mm. ad.).
Lunghezza totale 0,m335 ; becco 0,m025; ala 0,m180; coda (V098 ; tarso 0,n,052.
Questa specie vive a Cipro, nell'Asia Minore, nella Palestina, estendendosi verso
esl tino alla Persia ed all'India centrale. Un tempo si trovava anche nella Spagna
Atlante ornitologico. jy
338
ATLANTE ORNITOLOGICO
e nelle isole dell'Arcipelago Greco, in Algeria, a Tunisi, ma ora è completamente
estinta. In Italia viveva in Sicilia ed in Calabria, nella prima Isola era abbastanza
comune e l'ultimo esemplare, di cui si ha notizia, fu ucciso a Terranova nel 1869,
mentre in Calabria gli ultimi due sarebbero stati colti nel 1857 a Gerace sul-
l'Ionio ('). Fu importata in Toscana dai Medici, ma ora si è estinta. Il Salvadori
non è lontano dal credere che tale specie sia stata introdotta in Sicilia da Cipro
al tempo delle Crociate, ciò che non è impossibile.
Genere PERDIX, Brisson.
Becco corto, grosso, colla mandibola superiore curvata all'apice; narici ba-
silari, coperte in parte da una scaglia oblunga; un piccolo spazio nudo dietro
l'occhio; ali corte, rotonde, la la remigante primaria corta, 4a la massima; coda
corta e rotonda, circa metà in lunghezza delle ali, composta di sedici a diciotto
penne, col pajo esterno leggermente più corto delle due timoniere mediane; tarsi
senza sproni, lisci, forti, quasi lunghi quanto il dito mediano con unghia ; piedi
con i tre diti anteriori riuniti da una membrana fino alla prima falange, il poste-
riore piccolo; unghie ottuse e curvate.
Sessi simili in piumaggio o di poco differenti.
Questo genere abbraccia quattro specie, delle quali una Europea, tutte però
vivono nella regione Paleartica. Nidificano sotto i cespugli nei campi coltivati,
deponendo da quattordici a venti uova grigio-gialliccie immacolate.
332. Perdix perdix (Linnaeusi, Starna.
[ Perdix cinerea, Lath. ; Starna perdix (L.) ].
[Tav. XXVIII, fig. 9, 10 e Tav. L, fig. 9].
Tinta generale bruno-fulviccia, con strette fascio ondulate nere: piccole e medie
cuopritrici alari e scapolari macchiate di castagno nel vessillo interno e con una stria
mas. ad. femm. ad.
Cuopritrice mediana alare di /'. perdix, gr. nat.
fulva sullo stelo; gola, fronte e sopracciglio lionati; petto cenerino, fittamente striato
per traverso di nero, verso l'addome una (/rande macchia castagna a ferro di cavallo;
('j II Marchese Lepri (Riv. Hai. X, 1 890, p. 86) nomina un F. fianoolinus avuto dal l>e I luminici»
nel 1889 ed ucciso alle falde del Monto Soratte (a 37 cliil. da Roma), aggiunge elio questo monte è situato
presso il contine settentrionali) eolia Toscana, ove i Medici tenevano i Francolini importati dalla Sicilia e
che vissero sino alla line del secolo scorso ilTOOl.
\ n inte orni roi OGICO 339
fianchi COD strette fascie sullo stelo e larghe bande subapicali trasversali castagne:
piedi e iliti grigio bluastri (mas. ad.). Piccole e medie cuopritrici < scapolari in gran
parte nerastre, con la stria fulva sulla stelo e larghe fascie trasversali fulve; la macchia
sul petto più ri-nviia o mancante del tutto \femm. ad.). Testa e collo per intero
grigio-bruni, col centro delle penne percorso da una stria fulviccia, con le penne
della testa più cupe e di l'ondo di tinta quasi nerastro; fianchi di un bruno-grigio,
con la stria centrale fulviccia più larga; mancano le tinte lionate sulla testa e
sulla gola giov. in settembre). Dice lo Sharpe che i soggetti non del tutto adulti
hanno i caratteri degli adulti, ma che si conoscono tosto al fatto della 1" remi-
nauti' primaria chi' è appuntita in quelli e rotonda in questi, beninteso all'apice.
Lunghezza totale 0,m310; becco 0,m015; ala0,ffl150; coda 0,m080; tarso 0,m038.
Abita l'Europa e l'Asia centrale, [n Italia trovasi ovunque, tranne nelle Isole,
sembra però die abbia esistito in Sicilia; è però più comune nelle parti setten-
trionali e nelle centrali. Nidifica ed è stazionaria.
Una varietà particolare di questa specie, detta già dal Brisson P. montana, vive
nelle montagne della Lorena, fu trovata anche in Inghilterra, essa ha la testa
ed il collo rosso-castagni, il resto del piumaggio castagno-cupo, eccetto il basso
addi ìd i calzoni che sono bianchi. La Starna va soggetta a varietà albine ed
[sabeiline, e sono da considerarsi locali affatto le forme dette P. robusta (Moscai,
/'. sphagnetorum (Friesland or.), P. scanica (Svezia merid.), P. lucida (Prussia or.)
che vennero distinte dall' Altum nel 1894 quali sottospecie della P. perdix, e
cosi potremo dire egualmente di una forma detta P. perdix charrela dal Seoane
1894 ed anteriormente P. hispaniensis dal Reichenow (1892) che vive nella Spagna
ed è distinta per tinte più cupe e macchie romboidali d'attorno al collo, sul dorso
e sul peno. ichè della /'. robusta, Homeyer, che abiterebbe l'Europa orientale
e la Siberia. La P damascena (Brisson), Latham differisce dalla P. perdix per sta-
tura minore: piedi e diti gialli ed abitudini migratorie, abiterebbe le Alpi dell' Eu-
ropa occidentale, la sua statura sarebbe 0,'"220. Le tre ultime forme sono classate
tra le buone specie dallo Sharpe ('). Io non ho avuto a mia disposizione mate-
riale sufficiente per studiarle a l'ondo, ma seguendo la pluralità degli Autori non
le considero separabili dalla /'. perdine.
Genere COTURNIX, Moeiiring.
Becco forte, più corto della testa, colla mandibola superiore curvata; testa
pennuta per intero ; carici basilari, coperte a metà da una membrana arcuata:
ali piuttosto coite, r remigante primaria di poco più corta della 2l ed uguale
alla r. 2" e 3" le più lunghe; coda corta, rotonda, quasi nascosta dalle cuopri
trici superiori, di dieci a dodici penne molli e curvate; tarso senza tubercolo o
spione, piuttosto corto; piedi con quattro diti, il posteriore piccolo e debole, i tre
anteriori riuniti da una membrana fino alla prima falange; unghie piccole eleg-
germele ricurve.
Sessi differenti; ascellari lunghe, bianco-pure.
Bandi, of nini*. I. 26 L899J.
l'i IO ATLANTI: ORNITOLOGI! 0
Questo genere consta di sci o sette specie sparse nell'Emisfero orientale, si
trovano anche in America, ove però furono introdotte. Hanno le abitudini delle
Pernici, ma a differenza di queste sono eminentemente migratorie e quando frul-
lano non vanno riunite in branchi, ma soltanto a paja od isolate, non riunendosi
se non i nidiacei della stessa covata nel primo periodo della loro età. Hanno volo
celere, ma non di lunga durata. Sono ad un tempo monogami e poligami ed al-
l'epoca delle nozze combattono accanitamente pel possesso delle femmine, delle quali
sono poi assai amorosi. Nidificano in una buca- nel terreno, che foderano con erbe
sottili, e depositano numerose uova di un giallastro-bruno, macchiate di bruno-cupo.
333. Coturnix coturnix (Linnaeus), Quaglia.
[ Coturnix communis, Bonn. |.
[Tav. XXVI1J, fig. Il1 e Tav. 1„ fig. 11].
Penne della parte superiore della testa bruno-nerastre, terminate di rossiccio
o di bruno-rossiccio, con due fascie laterali ed una centrale fulviccie; colorito
generale bruno-rossigno, con fascie e macchiette nere ed una stria sullo stelo ful-
viccia; una fascia rossiccia più o meno nerastra che dalle narici passa sulle cuo-
pritrici auricolari; mento o gola biancastri, con una macchia nera nel loro centro,
susseguita da una fascia di macchie nere e rossiccie spesso indistinte {mas. ari.).
Gola e mento bianco-fulvicci, senza la macchia nera; parte alta del petto con nu-
merose macchiette nero-brunastre (femm. ad.). Come la femmina; petto con mac-
chie nere più numerose e rotondeggianti (giov.).
Lunghezza totale 0,'"180; becco 0,n,010; ala 0,'"107; coda 0,m038; tarso 0,m027.
La Quaglia va soggetta a numerose variazioni albine, melaniche e locali, queste
riguardano l'estensione del nero della gola, la colorazione della stessa e del mento,
l'estensione delle macchie nere e le tinte generali più o meno vivaci; vi è poi
una forma intermedia tra la C. coturnix e la ( '. capensis, Lichtenstein, che ha lo
spazio tra l'occhio ed il becco, i lati della testa, il mento e la gola di un castagno-
vivace misto a bianco, colla tipica macchia centrale nera, questa varietà sarebbe
più facile ad aversi in primavera. 11 Synoecus Lodoisiae, Verreaux & Des Murs, che
venne preso nel Milanese, in Francia, etc, non è che una varietà semi-melanica
di questa, specie, la cui colorazione si avvicina a quella del genere australiano
Synoecus. ''osi in Ispagna si trova una curiosa varietà semi-melanica. che vive
presso Valenza, il cui piumaggio generale è nero nel maschio, con fascie trasversali
fulve o rossigne sulle parti superiori e penue bianche sul nero della gola, del mento
e sui lati della testa, mentre la femmina ha lo parti inferiori lavate di bruno-fu-
ligginoso.
La Quaglia abita l'Europa, l'Africa e l'Asia fino all'India. In Italia è specie
iva,d'arriv 'Ila seconda quindicina d'aprile e nel maggio, riparte in settembre
e nell'ottobre. Non poche svernano nelle parti centrali-meridionah" e nelle Isole,
e meno frequentemente nelle provincie sei leni rionali. Nidifica da maggio ad agosto
ed alleva varie eovate (] i.
(') L'Or/i/j' l'iriiiiiìiiiiiiK iL.) fu colto piti volto qua e là in Europa, ma è specie ohe si tiene molto co-
munemente in domesticità o elio si e anche acclimata in parecchie riserve (Inghilterra), Abita le
regioni orientali degli stati Uniti dell'America del Noni.
mi \\ 1 1 ORNI TOLOGICO 341
Genere PHASIANUS. Lim u:i S
Becco moderato, forte, arcuato, mandibola superiore curvata all'apice; narici
basilari, coperte da una scaglia cartilaginosa; guancie e spazio attorno agli occhi
muli, coperti da piccole papille cutanee e da nule piume : .-ili cune, larghe rotonde,
colla 1 remigante primaria certa e stretta all'apice; ('oda da sedici a diciotto
penne, molto Lunga, graduata, cuneata, col pajo mediano molto più Lungo dell'esterno;
tarsi forti, scudettati, forniti all'indietro di uno sprone acuto nei maschi; diti tre
anteriori, uniti da una grossa membrana fino all'articolazione, il quarto volto all'in-
dietro e piccolo: unghie mediocri, acute, arcuate.
Sessi differenti; se esiste un ciuffo occipitale, esso è molto corto; ciuffi auri-
colari assai sviluppati nei maschi.
Questo genere comprende ventidue specie, sparse principalmente nell'Asia
Centrale fino al Giappone e Formosa, una sola si trova in Europa. Frequentano
i buschi che seno circondati da campagne t'ertili, ove si recano in cerca di cibo.
Sono granivori ed insettivori; fabbricano una specie di nido in una depressione
sul terreno, nella quale mettono assieme foglie secche, orbo. etc. e depongono nu-
meroso uova brunastre od olivastre, senza macchie. I piccoli nascono precoci e
atti a correre appena sgusciati dall'uovo; i Fagiani sono poligami e combattono
fieramente pel possesso delle femmine. Molte specie esotiche, più o meno affini al
/'. colrh ini*. I.., furono recentemente introdotte in Europa, esse si incrociano vicen-
devolmente, sicché i tipici /'. rolehì'cìis sono oggidì rari nelle nostre foreste.
334. Phasianus colchicus, l.iwu.is. Fagiano.
|Ta\ . XXVIII, fig. 7. 8 e Tav. L, fig. 8].
Contorno degli occhi e gote nudi rossi, con un piccolo spazio piumato sotto gli
occhi; testa, ciuffi auricolari e collo di un verdone-bronzato; cuopritrici delle ali giallo-
rossiccio brune; penne del petto e fianchi di un rosso-aranciato-vivace, largamentt termi-
nate ili violetto-porporino-r/ mi <,- groppone e cuopritrici superiori della coda fulvo-rosse,
macelliate ili nero e largamente terminate di rosso a riflessi rossi di lacca ; centro
il, l basso petto verde-porporino-cupo {mas. ad.). l'arti superiori nere coi margini
delie piume rossicci e lavati di vinato sulla parte posteriore del eolio; le interiori
fulvo rossiccie, con zig-zags nerastri ed una macchia nera nella parte basilare
delle penne femm. ad.).
Lunghezza totale 0,m900; becco 0,m030; ala 0,m245; coda 0,m460, timoniere
centrali di 0,'"."U(> più lunghe dell'esterne; tarso 0,m068.
Questa specie abita le regi,, ni sud orientali d'Europa, come l'Albania, la Ma-
cedonia, la ciccia, la Turchia, poi il Caucaso, la Transcaucasia e L*Asia Minore,
Che è la sua sera patria. In Europa fu quasi ovunque introdotto e vive protetto
nelle bandite, ove si unisce anche allo stato selvatico con specie affini, come il
/'. torquatus, <im. il /'. versicolor, VieiU. ed il P. Reevesi, (ir., producendo ibridi
fecondi; manca però nella Spagna, nel Portogallo e nelle più alte latitudini. In
Italia si trova ancora allo stato libero nel cantone di (ihisoni (Corsica), in Ca-
labria e nella Basilicata, ove è (piasi estinto; viveva un tempo pure vicino al
IU2 ATLANTI 0RNITO1 OGII ••
monte Argentario: ora è protetto in molte riserve, ove però venne introdotto. Va
soggetto a numerose varietà albine ed isabelline e come in tutti i gallinacei la
femmina assume talora eolla veeehiaja il piumaggio del maschio e diviene sterile.
Famiglia TURNICIDAE, Turnicidi.
Becco piuttosto sottile. Leggermente compresso, colla mandibola superiore che
s'inflette sull'inferiore, coprendola: narici basilari, nude e semicoperte da una mem-
brana piatta: contorno dell'occhio piumato; ali mediocri, concave, con tutte le
remiganti di lunghezza quasi pari: coda talora nascosta dalle sue cuopritrici su-
periori, composta di dieci penne molto corte, molli e flessibili; tarsi scudettatì sul
davanti, sottili, nudi e lisci; piedi con tre diti anteriori separati, il posteriore
manca {Turnix) o è presente (Pedionomus), il mediano più lungo del tarso: unghie
piccole, ricurve, acute.
I giovani sono precoci: la femmina è di statura maggiore del maschio e più
brillantemente colorita, il maschio soliamo cova le uova ed alleva i piccoli; la
muta è semplice.
Non tanno nido, ma depositano in una depressione del terreno da tre a cinque
uova grigiastre o t'ulviccie macchiate. Non migrano mai e se ne stanno di solito
accovacciate nei cespugli più tolti, nelle piccole vallette più remote, quiete, e non
lontano dalle acque, vivendo appajate durante l'epoca delle cove e solitarie nel
resto dell'anno. Questa famiglia consta di due generi, Turnix con ventuna specie
sparse in tutto il Mondo, tranne l'America, una sola di esse è Europea; l'altro
genere è l'Australiano Pedionomus, tosto distinto per la presenza del dito poste-
riore e basato su di un'unica specie, il P. torquatus, Gould.
Genere TURNIX. Bonnaterre.
Ila i caratteri della famiglia.
335. Turnix sylvatica (Desfontaines), Quaglia tridattila.
\ Quaglia Ire unghie |.
[Tav. XLVII, fig. - |.
Tre 'liti.
l'arti superiori castagno-chiare, col vessillo esterno marginato e fasciato di
bianco o di grigio e l'interno di nerastro: una fascia bianca sulla parte mediana
del pileo e del vertice; mento e gola bianchi ne] centro, fasciati di nero; lati del
collo e del petto fulvo-pallidi, con una macchia triangolare subapicale in notevole
contrasto colla parte centrale delle stesse regioni, che è di un rosso-rugginoso
uniforme (fernm. ad.). Colorito generale più pallido: gola e mento biancastri (mas. ad.).
Lunghezza totale (i.'ltìO; becco 0,m012; ala 0, "093; coda 0™039; tarso 0,m023.
Abita le regioni dell'Europa sud-occidentale (Spagna e Portogallo) ed il Nord
dell'Africa. Fu presa accidentalmente tre volte in Inghilterra, ma gli Autori Bri-
mi w 1 1 OES i' 0 ;}43
tannici Qon vi prestano fede, aon essendo tale specie di abitudine migratorie. In
Italia si trova solo Delle parti meridionali della Sicilia, ove era discretamente
comune, ma decresce continuamente ed ora può dirsi rara; poi si cita un esem-
plare colto in Calabria (Di Fiore) ed un sec 1" nel Bergamasco {Caffi), io esa
minai questo soggetto e per nulla mostra di essere fuggito ili schiavitù, in ogni
modo è cattura da registrarsi cod molte riserve; il Verany infine ne trovò una
sul mercato ili Nizza.
Famiglia TKTKA< iXIDAE, Tri , amidi.
Becco forte, curvato sino dalla base, colla mandibola superiore che sorpassa
notevolmente l'apice dell'inferiore; narici coperte da penne corte e fitte; uno spazio
nudo al di sopra dell'occhio; lati del collo nei generi Europei coperti di penne a
ti] rdinario; ali corte, rotonde e molto convesse; coda mediocre, composta di se-
dici a venti penne, non arcuate, talora curvate in do particolare e colle timo-
niere mediane alle volte nascoste dalle cuopritrici; tarsi e diti piumati per intero
lino alle unghie od il tarso solo e più o meno completamente, tarsi sempre lisci,
senza sprone acuto, quando i piedi sono nudi, i diti hanno processi laterali a denti
itine, diti, esterno unito al mediano da una membrana fino alla prima ar-
ticolazione, il pollice corto ed elevato sul livello degli altri.
Questa famiglia consta di undici generi, dei quali quattro sono rappresentati
in Europa e nel complesso abbraccia circa venticinque specie. Non migrano, ma
si spostano soltanto durante l'autunno e l'inverno; frequentano le montagne e le
boscaglie, parecchi hanno abitudini terrestri, altri si appollaiano sugli alberi. Si
nutrono di bacche, d'insetti, di trutta, ili radici tenere e talora sono anche gra-
nivori; alcune specie hanno abitudini monogame, ma vivono di solito in piccole
famiglie nel resto dell'anno, altri sono poligami; il nido è una rozza costruzione,
che collocano fra i piccoli cespugli o sopra terra e depongono numerose uova, i
ni nascono precoci. La loro carne è prelibata. Vivono nelle parti nordiche
della Regione Paleartica e della Neartica, alcuni hanno habitat circumpolare;
manca no nell'Africa, nell'America meridionale e nell'Australia.
Genere LAGOPUS, Bbisson.
Becco corto, rivestito di penne alla base; narici nascoste da fìtte piume; ali
colla 1' remigante primaria molto più corta della 2a e che sta fra la 6a e la 7",
3 e 4" le più lunghe; coda di sedici penne, discretamente lunga e rotondeggiante
ali apice; tarso più corto del dito mediano, unghia compresa, tarso e piedi co-
perti di fitte penne fino alle unghie; unghie alquanto lunghe, arcuate, depresse
e ottuse all'apice.
Ascellari piuttosto lunghe; piumaggio compatto; tutte le specie, una eccettuata.
bianche d'inverno; un tratto nudo rosso sopra l'occhio nel maschio ad., meno
esteso nella femmina ad.
Questo genere consta di varie specie che hanuo habitat circumpolare, esten-
:; 1 I ATI-W I 1 ORNI I l( ••
dendosi in Europa al sud (ino alle Alpi, ove perù vivono .soltanto sulle vette più
r\r\ ate.
a Remiganti primarie sempre di un nero-brunastro.
336. Lagopus scoticus Latiiam . Pernice di Scozia.
Colorito generale delle parti superiori nero, con fascie fitte e sottili castagno-
scure; testa e collo di un castagno-cupo, con macchie nere (mas. ad. d'inverno e di au-
tunno). Colorito generale delle parti superiori nero, con macchie e macchiette ros-
siccie o fulvo-rossiccie e margini completi fulvo-ehiari (mas. (ut. d'autunno). Colorito
generale delle parti superiori nero, con strette fascie irregolari rossiccie e macchie
fulve all'apice della maggior parte delle penne (femm. mi. ili autunno e d'inverno).
Colorito generale delle parti superiori nero, con grosse macchie e margini fulvi
o fulvo-rossicci (femm. mi. in estate).
Luughezza totale 0,'"380; becco 0,m021; ala u.1 1 95; coda 0,'"100; tarso 0,"'0o7.
Questa specie è molto variabile rispetto alle tinte del suo piumaggio; nei
maschi osserviamo la forma rossiccia, la nera e quella con macchie bianche, la
seconda essendo la più rara; nelle femmine la forma rossiccia, la nera, quella a
macchie bianche o fulve e finalmente quella fasciata di fulvo, le due prime sono
le più rare. Ma il tatto più saliente che offre questa specie, ed affatto unico nel
genere, è che i cambiamenti di piumaggio si succedono nel maschio e nella fem-
mina ad epoche differenti; il maschio non ha piumaggio estivo distinto, ma invece
presenta piumaggio d'autunno e d'inverno e questo è rivestito anche durante
L'epoca delle cove, la femmina ha un piumaggio estivo distinto, che è completo
alla fine d'aprile, ed uno speciale abito autunnale, che è vestito fino a primavera;
sicché maschi e femmine hanno ogni anno mule distinte, che nel maschio av-
vengono d'autunno e d'inverno e nella femmina di estate e d'autunno, il primo
adunque non ha speciale abito estivo e la seconda non presenta abito invernale
distinto (Grani). I giovani mutano completamente nel loro primo autunno. Le va-
rietà e gli albinismi sono rari in questa specie. Gli ibridi noti avvengono col Gallus
domesticasi col L. mutus, e col Lyrurus tetsrix, ma si riscontrano assai di rado.
La Pernice di Scozia abita la Gran Bretagna, l'Irlanda, le Ebridi e le Orkneys.
b) Remiganti primarie sempre bianche.
b1) // bianco, quando è presente nel assillo estemo delle timonieri esterne, è con-
finato mila porzione basilare ifirant .
337. Lagopus lagopus (Linnaeiis), Pernice bianca nordica.
[T.w. XX Vili, (jg. 3 e i].
Intieramente di un bianco-puro; tutte le penne della coda bianche alla base
ed all'apice, nere nel resto, le due timoniere mediane di un nero uniforme (ad.
d'incono). Simile; testa e collo di un castagno di vario tono, talora nerastro sul
petto, il resto della parti superiori bruno-rossiccio, con fitte fascie Imino-rossiccie
(mas. mi. in estate). Simile; gola e petto di un rossiccio chiaro o castagno-pallido, con
strette fascie nere (mas. ad. in autunno). Le femmine sono poco differenti dai maschi.
Tav. 44.
1. Moretta arlecchino fo* ad.). 2. Moretta arlecchino ($). 3. Moretta codona (e? ad.). 4. Moretta codona
(g giov.). 5. Edredone (tf ad.). 6. Edredone (f ). 7. Smergo maggiore (e? ad.). 8. Smergo maggiore ($).
9. Smergo minore (a* ad.). 10. Smergo minore (?). 11. Pesciajola (tf ad.). 12. Pesciajola (J).
(Urico Iloepli, Editore, Milano.
\ il \\ I I (MINI fOl OGICO
Lunghezza totale 0, 385; becco 0, 016; ala 0,m210; coda 0, 120; tarso 0,m035.
Questa specie va soggetta a tre cambiamenti annuali e quindi presenta tre
abiti distinti, ([nello d'estate, quello d'autunno e quello d'inverno. Si e scono
ibridi tra il /.. lagopus ed il /.. mutus e col Tetrostes bonasia, ma sono molto rari.
abita Le estre parli nordiche d'Europa, dell'Asia, dell'America Artica e della
Groenlandia; non si trova in Italia.
338. Lagopus mutus ' (Montini, Vernice bùtnea.
| Roncato |.
[Tav. XXVIII, Bg. i, 6 e I LV. !.. Bg. TJ.
Un tratto nero sulle redini dio attraversa l'occhio e olio e mancante nella fem-
mina; timoniere nere, inanello all'apice e spesso alla base, steli dello remiganti pri
marie bruno-nerastri verso l'apice; bianco in tutto il resto ",/. d'inverno). Parti supe-
riori, petto e fianchi bruno-nerastri, con fitte strie grigie più o meno giallognole sul
dorso, sul groppone e sulle cuopritrici superiori della coda, più uniforme sul petto
e sui fianchi; resto delle parti inferiori, remiganti, cuopritrici esterne e timoniere
centrali bianche (mas. ad. in estate), l'ani superiori nero, con fitte macchie e fascie
trasversali giallognolo-rossiccie; le parti inferiori fulvo-rossigne, con fascie nere;
coda bruno-nera, bianca all'apice <• ialina alla base, le due ti niere mediane a
fascie nere e fulve; remiganti e cuopritrici esterne dodi- ali bianche filini, mi. in
estati . D'autunno lo parti nere sono grigie, finamente macchiate di nero e talora
di fulvo, specialmente nella femmina. E giovani somigliano alla femm. ad. di estate.
Lunghezza totale 0,m375; becco 0,m014; ala 0,m200; coda0,m115; tarso h.h.ìi.
Questa specie ha tre mute annuali incomplete come il /.. lagopus. Si conoscono
dui, li col /.. lagopus, eoi /.. scoticus e col Tetrastes bonasia, ma sono casi molto rari.
Abita lo alte montagne di Europa dalla Scozia agli Urali ed allo Alpi. In Italia
si trova sedentaria e discretamente abbondante sulla catena delle Alpi, ove vive
presso il limito dolio nevi perpetue, abbassandosi d'inverno e giungendo talora tino
in pianura, ina as>ai raramente.
339. Lagopus rupestris (Gmelik ('-'■, Pernice bianca dilli roccie.
Simile, secondo Ogilvie Grant, al !.. mutus d'inverno, e d'estati' distinto pel
polio sempre fasciato di nero e non bruno-nerastro uniforme come il L. mutus.
Secondo lo stesso Autore, le specie o sottospecie nominate L. islandorum e /-. Rei-
nhardti, Blasius (1862), /.. Nelsoni, L. atkensis e L. Ridgivayi, Stejneger (1884),
/.. insularis, Bogdanow 1884) e /.. Welehii, Brewster iss.v non sono clic forme
inseparabili del L. rupestris.
Il /.. rupestris ha le dimensioni del L. mutus, di cui è molto probabilmente
una semplice fornia locale, ed abita L'Islanda, l'America àrtica ed il Nord dell'Asia
fino agli Urali.
Vetrao lagopna, Scopoli 17iili (neo Linnaeua).
Vttrao lagopiix, l'iiliricius 1780 «o I, immensi.
Atltinh ornitologi
:'• Iti ATLANTE ORNITOLOGICO
b) Remiganti primarie sempre Manche.
h~) 11 bianco del vessillo esterno delle ninne esterne della coda copre dimeno i due
h r:i della base.
340. Lagopus hyperboreus (Sundevall) (l), Pernice bianca delle Spitzbergen.
Questa specie differisce dalle congeneri per una maggiore estensione dello
spazio bianco nella porzione basilare delle timoniere; il secondo pajo di esse ha
i due terzi della base bianchi, tale colore decresce gradatamente nelle paja esterne
ed è confinato al terzo della base nel vessillo esterno del settimo pajo, mentre
nel pajo più esterno sono bianchi almeno i due terzi della base (Ogilvìe Grani).
Abita le Spitzbergen e quindi non farebbe parte dell'Avifauna Europea, stretta-
mente parlando.
Genere LYRURUS, Swainson.
Becco corto, robusto, curvato; narici basilari, nascoste dalle piccole e fitte penne
della membrana nasale; uno spazio seni Unno re nudo sopra l'occhio, coperto da pa-
pille rosse; ali corte, rotonde, colla la remigante primaria molto più corta della 2a
e media tra la 7:l e la 8:i, la 4" e 5a le più lunghe; coda di diciotto penne, cinta.
rotonda, le timoniere esterne lunghe o molto più lunghe delle due mediane e curvati
all' infuori nel maschio; tarsi corti, più del dito mediano con l'unghia, piumati per
intero, coi diti nudi, pettinati sui lati, i tre anteriori riuniti da una membrana fino
alla prima articolazione, il posteriore corto; unghie corte, forti, ottuse all'apice.
Ascellari bianche e lunghe; sessi differenti; piccoli precoci.
Questo genere consta di due specie, che abitano entrambe l'Europa, il L. ri-
ridanus, Lorenz non essendo buona specie. Frequentano le boscaglie delle montagne
e non raramente si vedono sugli alberi, sono poligami e combattono accanitamente
di primavera pel possesso delle femmine. Il nido è una semplice depressione sul
terreno, che coprono con foglie, musco e penne e vi depositano numerose uova giallo-
grigie o bianche, macchiate di rosso e di aranciato; la sola femmina cova le uova
e poi cura i piccoli; la loro carne è di eccellente sapore.
341. Lyrurus tetrix (Linnaeus), Fagiano di monte.
[ Tetrao tetrix, L. ].
[Tav. XXVII, tìg. 6, 7 e Tav. L, fìg. 5].
Nero-lucido, con ridessi porporino-bluastri sul collo, sulla testa e sulle parti
superiori; ali bruno-nere, con una fascia trasversale bianca alla base delle remi-
ganti 2°, che sono poi strettamente terminate di bianco; ascellari, cuopritrici in-
feriori delle ali e della coda bianche; coda forcuta in forimi di min lini, colle timoniere
esterne mallo allungate ed assai curvate all'infuori, circa (>,'" lui) pili ìnmjlie delle eentrali
') Tetrao lagojms, Ross 1828 (me Linnaeus).
\ I 1 \ N 1 1 ORNITOLOGICO
347
(mas. ad.). Tinte generali fulve con fascie e strie nere e bianchiccie; piume del
sottocoda bianche o rossigne, con fascie nere e che sorpassano Le timoniere centrali:
petto e fianchi bianchi all'apice delle penne, con fascie rossastre e nere quesf ultime
più larghe; coda più breve che nel maschio e poco forcuta {fonili, ad. e giov.).
Lunghezza totale 0,'"500 (dal becco all'apice delle timoniere mediane); becco
0, 024; ala i>. 160; coda: timoniere centrali 0,m120, timoniere laterali 0,m235; tarso
0, 048.
Talora invecchiando le femmine assumono il piumaggio del maschio, se l'a-
nomalia è completa si conoscono pella statura minore, se è incompleta hanno il
fonilo di tinta i > i Ti cupo, la tinta nera più marcata e con iridescenza metallica
spiccatissima. Questa specie va pure soggetta a varietà albine, dal bianco perfetto
ai maschi macchiati di bianco sul dorso e sul groppone, sulle scapolari, quest'ano-
malia si trova anebe in Italia, ma è molto rara, mentre s'incontra più comune-
mente nell'Europa settentrionale e più che altro nella Scandinavia. Si conoscono
ibridi tra questa specie ed il /,. lagopusQ), il !.. mutus, il Tetrastes bonasia ed il /'. col-
chieus, ma sono assai iati.
Abita L'Europa, L'Asia centrale e settentrionale. In Italia è uccello sedentario
e discretamente abbondante sulla catena delle Alpi da Nizza a Udine; si citano cat-
ture accidentali nel .Modenese, in Toscana e nell'Umbria.
342. Lyrurus Mlokosiewiczi (TACZANOWSKl), Fagiano di monte dei Citavano.
[ Ta\ . MAH. 6g. 6],
Nero lucido, con ritiessi di un verde-bottiglia-scuro, comprese Ir cuopritrici inferiori
dillo rodo: cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari bianche; timoniere esterne cur-
vate all'ingiù <d appena leggermente all'infuori, le esterne circa 0,'"050 più lunghe
delle centrali {mas. od.). Si distinguono tosto dalla femmina del /.. tetrix per le
fascie nere sul petto molto più fine ifemm. ad.).
Lunghezza totale 0,'"500; becco 0,ni024; ala 0,m185; coda nel centro 0,n'210
/.. tetrix 0,ra120 ; tarso 0,'"046.
Abita le montagne del Caucaso.
Genere TETRA0, Ijnnaeus.
Come nel genere hgrurus, eccetto la coda che è rotonda o cuneata, col pajo
esterno molto più corto delle due timoniere centrali. Statura grande, sessi diffe-
renti. Ascellari molto lunghe, bianche e talora commiste a nero e fulvo.
Si conoscono quattro così dette specie, due delle quali si trovano anche in
Europa.
('i 11 Tetrao lagopidts, detto in lingua svedese Riporre, sarebbe l'ibrido Lyrurus tetris e Lai/opus;
nuli si conoscono elio uniscili ed i' uccello mollo l'uro. Il Riporre » presenta la colla ini po' forcuta, i
piedi fittamente piumati, pero le dita sono nude nella metà apicale: le parti superiori sono nere, sfu-
mate distintamente di un lied grigio; le interiori e le ali Manche, con macchie nere: la coda è nera: la
statura it.n| 121 (mio Collezione).
348
VI I. \vn: 0ENIT01 OGICO
343. Tetrao urogallus, Linnaeus, Gallo cedrow.
[ Urogallus vulgaris, Flkming ].
| Tav. XXVII. fig. I. 5 e Tav. I„ Bg. I |.
Tosta e collo nerastri, con fittissime strie trasversali cenerino-scure, bruno-
castagne sulle scapolari e sulle ali, finamente striate di nero e cenerino; una larga
banda ili un verde-metàllico siil rollo e sull'alto pillo; petto ed addome nero-lucidi, con
Fig. 2.
Coda (parte apicale) di Tetrao hybridus (femmina).
Coda (parte apicale) di Telrao urogallus (femmina).
C'oda (parte apicale) ili Lyrurus telrix (femmina).
per mostrare la differente forma (da Naitmanii).
poche penne nella parte mediana terminate ili bianco; centro del dorso non fasciato ili
toro e scapolari non terminate di bianco; coda rotondata, aera con macchie bianche
verso il suo centro (mas. ad.). Color dominante fulvo, con numerose t'ascio nerastre;
petto fulvo-vivo, in parte unicolore ed in parte fasciato ili nero; cuopritrici inferiori
della coda che non arrivano all'apice delle timoniere centrali: centro del dorso
rossiccio i fulvo, con fitte fascie nere; scapolari con stretti
apici bianchi o bianco-fulvi [femm. ad.).
Lunghezza totale 0,m960 a 0,ro700; becco 0,m055;
ala 0,'"410; coda 0,m300; tarsi. 0,m071. La femmina è più
piccola; Lunghezza totale 0,"'550 a 0,m650.
11 T. urogallus s'incrocia, molto raramente col /.. la-
gopus e più comunemente col !.. tetrix, questo ibrido fu
chiamato '/'. hybridus, Sparrm. o '/'. medius, Meyer, etc.
Il maschio è intermedio come statura Ira il maschio del
T. urogallus e tinello del /.. tetrix, ha le bande del petto
a ridessi porporini e blu-violetti; la coda smarginata,
appena forcuta colle due penne esterne di appena 0,m020 più Lunghe delle due
centrali <] ; la femmina assomiglia assai a quella del /,. tetrix, ma è più grande,
le timoniere sono subeguali e la coda è quadrata, quindi né rotonda (T. urogallus),
né forcuta (L. tetrix), inoltre come nel maschio le cuopritrici inferiori della coda
Testa di T. urogallus
(mas. ad.),
circa ' gr. nal.
(') Vedi Tav. XXVII, li-
a. "lini Abarten. Wien, 1887.
Cfr. l'importante opera «lei Meyer, Unser Auir-JìackcUn. Birkwild
MI \\ Il ORNI .li n
349
sono più corte delle timoniere centrali, mentre sono eguali nel L. tetrix, non ha
lo spazio scuro sulla parte bassa dell'addome etc. Esso si trova non raramente
nella Scandinavia, nella Russia ed in Germania, è molto raro in Italia, ove fu
trovato sinora soltanto nel Trentino, nel Friuli e nel Bergamasco. La femmina
del F.urogallus, invecchiando, assumi' talora Tallito del maschio, ma se ne distingue
tosto pella statura assai minore, inoltre
uri soggetti incompleti il tonilo di tinta
è sempre più cupo, la testa ed il collo
grigiastri a zig-zags; la banda del petto
Castagno-cupa è assai distinta.
È noto (die il < fallo cedrone maschio
per alcuni secondi verso la line della
sua estasi voluttuosa, è completamente
indifferente a qualsiasi suono esterno.
Questa sordità è prodotta da una ripie
gatura erettile della parte posteriore del
meato uditivo; tale ripiegatura o lembo
auricolare addiviene turgido di san-
gue durante l'eccitazione dell'uccello e
sembra inoltre che, nel premere forte-
mente sul margine opposto dell'osso qua
dialo e nel chiudere così del tutto il ca-
nale auricolare, sia aiutato dal muscolo
depressore o digastrico della mandibola-
inferiore, che è sempre del tutto aperto
in questo stati». 1 suoni aspri e forti, che
il <.allo emette, ed il canale auricolare chiuso lo rendono del tutto insensibile a
qualsiasi altro rumore Graff \ Wurm .
Il Gallo cedrone è il Re dei Gallinacei Kuropei ed abita le grandi foreste
d'Europa e dell'Asia centrale e settentrionale tino al Lago Haikal. In Italia viveva
in tutta la catena delle Alpi: ora venne in gran parte distrutto, si trova ancora
perù frequente sulle montagne del Friuli e del Tirolo e più raramente su quelle
della Lombardia e della Val d'Aosta, ma tende sempre più a scomparire per la
caccia insensata a cui è latto segno.
M *V
Gallo cedrone (maschio)
durante hi sua estasi voluttuosa.
343". Tetrao urogallus uralensis (Nazarow), <ì<ill<> cedrone tl*<i/i Uràli.
hi colorito generale più pallido del '/'. urogallus; <l<il 'petto all'ingiù completa
unni, limititi: alcune penne del /« ila t dei l'unititi terminate 'li nero; timoniere più
estesamente macchiate di bianco; cuopritrici interiori della coda nere, bianche
all'apice e sullo stelo mas. ini.'. Simile a quella del dallo cedrone, ma più pallida:
apici bianchi dellt scapolari molto pili larghi; basso addome (piasi bianco, e larghi
margini bianchi sulle penne delle parti inferiori {femm. ad. .
Lunghezza totale: ma sdì in 0,m885; ala 0,m385; lunghezza totale: lem mina ( >." ,r>10;
ala 0,m286.
Abita la catena degli l'rali.
350 ATLANTE ORNITOLOGICO
Genere TETRASTES. Kkyskki.im; <V BlasiusO).
Becco mediocre, poco curvato, colle penne frontali che s'avanzano sino a metà
della mandibola superiore; narici coperte da una membrana rivestita di penne;
un tratto nudo, carnoso e rosso sopra gli occhi; ali corte, rotonde, la remigante
primaria ben più corta della 2", -T di poco la massima; coda quasi rotonda, com-
posta di sedici penne, colle esterne appena più corte delle due centrali; tarsi più
corti del dito mediano con unghia, parzialmente piumati, nudi e scudettati un
po' al disopra dell'articolazione dei diti, che sono riuniti alla base da una mem-
brana, nudi e pettinati sui lati; unghie mediocri, ottuse e poco curvate.
Sessi differenti; statura piuttosto piccola; un ciuffo alquanto corto sulla testa;
ascellari mediocri con faseie o macchie bianche e nere: piumaggio morbido: gio-
vani precoci.
Tre o quattro sono le specie appartenenti a questo genere, sparse nelle
montagne dell'Europa e dell'Asia settentrionale e centrale. Frequentano le bo-
scaglie di pini, specialmente ove si avvicendano gli alberi sempreverdi e quelli a
foglie caduche. Vivono di solito appajati, ed in brigate soltanto nell'autunno; sono
sedentari e d'inverno gregari da un monte all'altro. Depongono in una depressione
sul terreno numerose uova di un giallastro-rossiccio, con rade macchie rossiccie.
Questi uccelli hanno carni prelibato, perciò sono molto perseguitati, e il loro
numero decresce sensibilmente.
344. Tetrastes bonasia (Linnaeuki, Francolino di monte.
[Bonasia betulina (Scop.), Bonasa betulina, Ghay].
[Tav. XXVIII, fig. 1. 2 f Tav. L. fig. (ì |.
Penne del pileo allungate a ciuffo; parti superiori cenerino-rossiccie, con strette
faseie trasversali nere sul collo e sul dorso e macchie allungate nere sul grop-
pone e sul sopracoda; scapolari e euopritrici alari largamente macchiate ili bianco al-
l'apice delle penne; mento e gola neri, circondati da una fascia bianca; due mac-
chie bianche sui lati del collo, le cui penne sono alquanto allungate; parti infe-
riori scure volgenti al rossiccio, con grandi macchie o larghi margini bianchi; le
piume del tinnititi del collo e del petto con una fascia subapicak una e larghi margini
bianchi; coda rotonda, con una fascia apicale bianco cenerina ed una seconda suba-
picale, larga e nera {mas. ad.). Statura minore; mento e gola biancastri (femm.
titl.). Parti superiori con fascio e macchie nere ed una linea centrale fulva sullo
stelo delle penne; mento e gola bianchi; resto delle parti inferiori bianche, tinte
di rossiccio, con macchie nere sul petto e con fascio titte pure nere sui fianchi
(giov.).
Lunghezza totale 0,'"3G0; becco 0,'"018; ala 0,"'17r>; coda 0,'"140; tarso 0,n,034.
Questa specie si unisce rarissimamente col L. lagopus e non si conosce che
un solo caso di tale ibridismo conservato al Museo di Upsala; in Italia fu ucciso
Il gen. lionata, Stepliona \x\9 è adoperato pel /.'. nmbellus il... del Nord America.
vii \\ 1 1 oitNi roLoun " :!.") 1
sul Bergamasco un soggetto ibrido col L. mutus, il solo che finora si conosci, fa
parte della Raccolta del Conte Camozzi di Bergamo e venne da me illustrato e
figurato nel 1893 ('). Non mi sembra meritevole di distinzione il li. sylvestris del
Brehm, essendovi molti soggetti intermedii tra le due forme. Il Seebohm (2) ha
parlato di un '/'. bonasia septentrionalis , che si troverebbe nelle regioni settentrio-
nali dell'habitat del T. bonasia, sarebbe un uccello di spiccate tinte gl'igie con
scarse colorazioni rossiccie e la coda più corta in riguardo alla specie tipica,
verso la quale degrada tanto verso E. che verso 0., come fanno molte altre forine
Artiche; lo Sharpe l'innalzò al grado di specie distinta. 11 Francolino di monte va
raramente soggetto alle varietà albine.
Vive nell'Europa e nell'Asia centrale dalla Scandinavia al Kamciatka, al Giap-
pone, e verso sud in Europa sino alla Spagna settentrionale ed in Asia alla Cina
settentrionale. In Italia si trova ora soltanto sulle Alpi del Novarese, su quelle
Lombarde, del Tirolo e del Friuli, ma viveva un tempo in tutta la ('alena: la
caccia sfrenata, specialmente coi lacci metallici, lo ha in gran parte distrutto, è
ovunque piuttosto raro e sedentario.
345. Tetrastes griseiventris. Menzbier, Francolino ili monte orientale.
Tinta generale più scura e più grigia, specialmente sul gastreo; incuto bianco;
gola nera terminata ili rossiccio; mainano le macchie bianche salir scapolari, suUe cuo
prillili alari e la lunula bianca sotto la gola; penne del petto nero-rossiccie, con l'apice
e fascie trasversali grigie; resto delle parti inferiori grigiastro; fascia subapicale
nera della coda più stretta e variata di fulvo (mas. ad.). Mento bianco; gola nera,
con larghi margini apicali fulvi; penne del petto nere, grigie all'apice con fascie
e macchie rossiccie (femm. ad.).
Lunghezza totale 0,"':;560; becco 0,'"018; ala 0,m175; coda 0,m114; tarso 0,n,033.
Abita la Russia orientale ed il governo di Perni.
Ordine GRALLAE - Trampolieri.
Becco per lo più lungo, talora corto, diritto, arcuato; narici nude; collo di
solito lungo; ali in generale lunghe e strette, talora mediocri, ampie e rotonde,
con 20 a 36 remiganti; coda corta, con 12 a 2(> timoniere; tarso lungo e sottile:
gambe di solito lunghe e nude al disopra della giuntura tibio-tarsale, colle tibie
piumate su varia estensione; tarso lungo e sottile; diti quattro, tre in avanti, riu-
niti da una membrana o forniti di espansioni membranose; il quarto dito volto
i'i Atti Soo. lini. Se. Nat. XXXIV, pp. 271-280, con tav. col. (1893).
(*) Ibis, 1884, i>p. 430.
352 ATLANTI ORNITOLOGICO
ali* indietro, alle volte mancante e inserito al livello degli altri o più in alto; lun-
ghezza delle gambe, del becco e del collo spessissimo in relazione inter se.
Sono uccelli per la massima parte migratori e che. tranne poche eccezioni,
non vivono lontano dalle acque; i piccoli nascono inetti o precoci; i sessi sono
simili e solo in pochi casi differenti.
Questo grande ordine cosmopolita si suddivide in cinque sottordini Limi-
colae, Fulicariae, Ahctorides, Herodiones e Phoeriicopteri, tutti bene rappresentati in
Europa.
Sottordine LIMICOLAE - Limicole.
Becco variabile di forma e di lunghezza, quasi sempre sottile, lungo quanto
e più della testa, talora ovunque duro e coperto da una pelle molle, membra-
nosa e sensibile all'apice; narici in generale aperte nella parte membranosa del
becco e sempre nude: redini, contorno degli occhi e testa, salvo poche eccezioni,
coperte di penne; ali lunghe, fine, appuntite, con le remiganti primarie strette,
rigide, graduate dalla la alla IO'1; coda di solito molto corta, mai lunga, gemi al
mente con 12 timoniere, talora con 20 o 26 (Gallinago strini ni, Kuhl); gambe di solito
allungate, talora di molto e sottili, di rado assai curie, scudettate e reticolate, le
penne arrivano raramente al calcagno; diti corti, gli anteriori riuniti di solito
alla base o liberi, raramente lobati o palmati, il posteriore sempre corto, elevato,
tornito di una piccola unghia, talora esso è mancante del tutto.
Questo grande sottordine è composto di uccelli, in generale di mediocre o di
piccola statura, che vivono di solito nelle pianure, nei luoghi scoperti, aridi o sab-
biosi, nelle paludi, sulle spiaggie o nelle località non lontane dalle acque. Corrono
velocemente ed hanno volo sostenuto e rapido, imprendendo grandi viaggi, riuniti
in grossi stuoli; depongono poche uova sul terreno in un rozzo nido od in una
semplice depressione; i giovani nascono coperti da piumino ed atti a correre tosto
(precoci). Si nutrono d'insetti e di vermi, che colgono sul terreno o entro al fango,
sia immergendo il becco, sia facendoli sbucare battendo il suolo col piede; questo
sottordine cosmopolita è rappresentato in Europa da tre famiglie con 43 generi e
65 specie all' incirca.
Famiglia OTIDIDAE, Ottdidl
Becco alquanto piatto, ottuso, curvato verso L'apice; narici ovali e scoperte:
penne frontali estese sino al margine posteriore delle narici: ali strette, lunghe
ed appuntite, colle remiganti secondarie, specialmente le interne, subeguali alle
primarie; coda corta, di Ili a 20 penne, rotondata; gambe piuttosto lunghe, coperte
ovunque di reticolazioni: diti molto corti, pollice mancante; unghie piatte con
un margine laterale corneo, quella del mediano non pettinata.
1. Svasso maggiore (ad. in abito di primavera). 2. Svasso maggiore (ad. in abito d'autunno). 3. Svasso
maggiore (giov.). 4. Svasso dal collo rosso (ad. in abito di primavera). 5 e 6. Svasso cornuto (ad. in abito
di primavera). 7. Svasso piccolo (ad. in abito di primavera). 8. Tuffetto (ad. in abito di primavera).
9. Tuffetto (ad. in abito d'autunno). 10. Strolaga maggiore (ad. in abito di primavera). 11. Strolaga maggiore
(giov.). 12. Strolaga mezzana (ad. in abito di primavera). 13. Strolaga mezzana (giov.).
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
\i i w ii oknj roLOGn o 353
Le Otarde sono l'anello di congiunzione dei Gallinacei con i Pivieri. Mutano
una sol volta completamente nell'anno, ma le penne del collo e della testa cadono
anche di primavera, sicché vi è una seconda muta incompleta. Nidificano in una
depressione sul terreno, i giovani nascono coperti di piumino e precoci. Le uova
sono olivastre, macchiate di bruno. Questa famiglia quasi cosmopolita comprende
15 generi con circa 43 specie, tre dei quali con cinque specie si trovano più o
meno regolarmente anche in Europa.
Genere OTIS, Ltnnaeus.
Hocco più corto della testa, alto, moderato, spaccato sino sotto l'occhio, diritto.
depresso alla base, coll'apicc della mandibola superiore curvato tino dalle narici
ed il margine della stessa intaccato; narici laterali, ovali, coperte sino circa a
metà del becco da una membrana leggermente piumata alla base, nude del resto
e senza solco di prolungamento; penne della bassa gola e del davanti del collo di
tipo ordinario, e non pendenti sul gozzo; ali mediocri, alquanto rotonde, subacute,
r remigante primaria subeguale alla 2a, ■">' la più lunga: coda breve, rotondata,
di 18 a -Ji> penne; gambe lunghe, nude per un terzo al disopra del calcagno ; tarso
piuttosto corto, più del doppio del dito mediano con unghia e compreso «piatirò volte
circa nella lunghezza delle ali, esso e la parte nuda delle gambe reticolati; diti
tre rivolti in avanti, riuniti da una membrana alla base, che continua sul loro
margine; unghie corte ed ottuse.
Sono uccelli poligami, che combattono furiosamente di primavera pel possesso
delle femmine, e che abitano le aperte campagne e le steppe, camminano e cor
rono assai speditamente ed il volo è rapido; si nutrono di erbe, di grano e di
insetti; volano in generale poco, soltanto quando sono pressati dal pericolo e non
trovano più sicurezza nella corsa. Nidificano in una depressione sul terreno, de-
ponendo uova di un oliva-brunastro o verdi, macchiate di bruno-scuro. La sola
femmina cova le uova e si prende cura dei piccoli.
Due specie abitano l'Europa, la terza. 0. Dybowski, Taczanowski, è confinata
alla Siberia ed alla Cina e probabilmente non è specificamente distinta.
346. Otis tarda, Lixnaki s, Otarda (').
Un ciuffo dì penne lunghe, sottili, a barbe decomposte sulle guaneie; statura elevata.
Testa, lati della faccia, guaneie, gola, gozzo ed angolo dell'ala cenci ini: sul
pileo una fascia longitudinale più cupa e che si estende sulla cervice; remiganti
26 interne, medie cuopritrici, resto delle parti superiori, lati del collo e del petto
(') È affatto inesatta l'asserzione del Temminck \l»n. Orn. IV, p. 313) ohe in Sicilia vivami
Taoobini selvatici (Meleagris galloparo, I... i:^li diede questa notizia anche nella Dalmazia, pero con
molte riserve. Io posso assicurare che in questi paesi non vivono Tacchini selvatici e che tale equivoco
e derivato in gran parte dal fatto che talora si dà questo nome all' 0. tarda. Circa le cattare europee
della 77. gallopavo | ti. americana, Bartr. e della M. mexicana, Gonld avvenute in alcuni distretti, ove
queste specie si coltivavano allo stato selvatic istese banditi», e sul modo nel quale tali notizie furono
propalate ct'r. Xauniann. 17.7/. Mitt.-Eur., ninna edizione. VI. pp, L87-194, 1 s ; 1 7 .
AttanU ornitologioo.
35 I
ATI..W I I OHM n il '".li 0
ceciato-lionati, con numerose fascio trasversali nere; le restanti cuopritrici bianche,
con macchie cenerine verso l'apice delle penne; remiganti bianche alla base,
bruno-nerastre nel resto; parte bassa del collo ed alto petto giallo-rossastri a
iiiuiiii di fascia; petto ed addome bianchi {mas. ad.). Più piccola: parti superiori
con t'ascio più strette ed avvicinate: mancano le penne a ciuffo sui lati del incuto;
una fascia longitudinale nera, con strie strette trasversali sulla fronte e sul centro
della testa; gozzo e petto per intero cenerini; lati del petto lionati, con fascie aere
trasversali (femm. ad.). I giovani somigliano alle femmine, ma sono di tinte più
pallide; bassa gola e davanti del collo fulvo rossicci, con macchiette trasversali
scure.
Lunghezza totale da l.'l.Mi a 0, 790; becco da 0,m040 a 0,'"034; ala da 0,m640
a 0,m500; coda da 0,m265 a 0,m235; tarso da 0,m150 a 0,m130.
Il maschio di questa specie è tornito di un sacco gelare, che è Viene svilup-
pato durante la stagione
degli amori e che si con-
trae . addivenendo insi-
gnificante, appena essa e
] lassata.
I. 'otarda abita L'Eu-
ropa centrale e meridio-
nale e L'Africa settentrio-
nale , estendendosi sino
all'Asia centrale ed al-
l'India settentrionale: si
Meleagris gallopavo, mas. ad.
Testa e collo di 0. telraj .
mas. ail. in abito ili primavera,
circa gr. nat.
mostra accidentalmente nell'Europa settentrionale. In Italia è specie rara, di
comparsa invernale e si può dire accidentale; venne presa anche d'estate ed a
grandi intervalli un po' dappertutto, tranne in Sardegna. Non nidifica.
347. Otis tetrax, Linnaeus, Gallina pratajola.
Un ciuffo completo ili penne allungate sulla mieti e sulla parte posteriore del collo;
statura mediocre.
l'arte superiore della testa sino alla cervice lionata, macchiata e l'asciata di
nero, col vertice più cupo; parti superiori e timoniere centrali lionate a zig-zags
irregolari neri e macchie nere sul centro delle penne verso la base, più chiare
\I1.\M! ORNITOLOGI! 0 355
e miste a biancastro sulle cuopritrici superiori della coda, le cui penne esterne
più lunghe sono bianche o bianche macchiate di nero; grandi cuopritrici delle ali
bianche, con fascie nerastre alla base; angolo dell'ala bianco su tutto il bordo;
lati della lesta, mento e parte eentrale della gola di un cenerino piombato, li-
mitato da una larga fascia nera a V, cui sussegue altra della stessa forma
bianca; parte bassa del collo tutto all'intorno, e che sui Lati e posteriormente si
allarga ed occupa anche la nuca, di un bel nero-vellutato, limitato esso pure a
sua volta da una larga l'ascia semicircolare bianca, che è divisa per mezzo di una
stretta banda nera dal bianco del testo del gastreo; ititi del petto come le pani
superiori, ma senza macchie nere: lati del basso addome e sottocoda con rade
macchie nere; timoniere laterali bianche leggermente fulviccie, macchiate di nero,
con (piatito fascie trasversali nerastre, talora mancanti ed indi-tinte (mas. ad. in
piim.. Testa nero-lucida, con macchiette e fascie lionate e biancastre; mento e
gola bianchi, con poche macchiette nere, limitate da un mezzo collare bianco
misto a nero, che raggiunge a semicerchio la regione auricolare; penne della linea
centrale del collo lionato-rossigne, con tiuissime macchiette nerastre; penne del
collo e lati lionate nel centro, marginate sui lati di nerastro; parte bassa del collo
e petto dèlio stesso colore, fittamente attraversate da fascie nere più larghe e
meno fitte verso il petto: lati del petto e tutto il resto come il maschio in abito
di primavera (mas. mi. inaut.). Simile, tinte generali più chiare ; fascie sulle parti
superiori più numerose e con macchie nere più larghe e più abbondanti; cuopri-
trici e-t, ■me e penne dell'orlo dell'ala fasciate di nero; mento e parte alta della
-ola bianca-tri: collo e petto ceciato-lionati, con macchie e fascie, talora circolari:
fianchi con fascie nere, limitate di lionato-debole {femm. mi.), simile, parti superiori
con un maggior numero di macchie centrali lionate a goccia, specialmente sul
dorso, eguali e molto più visibili sul collo e sul petto, ove si disc-nano a fascie
allungate; parti inferiori dal petto all'umili bianche, con macchie e fascio nere.
eccetto nella parte mediana; manca il fulviccio della tinta di fondu delle timo-
niere laterali igiov.).
Lunghezza totale 0,m450; becco 0,m025; ala 0, 250; coda 0,' 105; tarso 0,m062.
Questa specie abita l'Europa meridionale, l'Africa settentrionale e l'Asia
centrale, portandosi d'inverno nell'India nord occidentale. In Italia e sedentaria
in Sardegna, in Sicilia, e nelle Puglie, ove è discretamente comune, nel resto
d'Italia è di passaggio irregolare, ma vi compare più che altro nell'inverno ed
in qualche provincia imo dirsi affatto accidentale. Però anche in Sardegna si pre-
senta di passo ed è più comune quale specie estiva, ripartendo d'autunno. Nidi-
fica in mai;'i;'io.
Genere HOUBARA, Bonapakte.
Ha i caratteri ilei gen. Otis col becco perà subeguale alla testa, abbastanza
grosso, molto depresso nei due terzi verso l'apice, diritto, colla mandibola supe-
riore intera sul mar-ine e curvata solo verso l'apice; narici quasi mediane, larghe,
aperte nelle fosse nasali, che si prolungano in un solco al di là della metà de]
becco; ali allungate, sempre più di quattro volte più lunghe del tarso e subottuse.
:;;,i; atlante ornitologico
Penne della parte bassa della gola e del davanti del cullo molto allungate
in modo da pendere all' infuori e da ricadere sul gozzo.
Questo genere ha i costumi delle Otarde e si compone di due specie, che corn-
ila inno di tanto in tanto in Europa e di una terza //. fuerteventurae, Kothsch. Ilart.
propria a Madera e che è certamente una forma sottospecifica.
l'urli superiore della testa con un ciuffo mediano erettile, composto dì penne strette ;
sui In/i del rullìi un grande collaretto ili 'piume limili.
348. Houbara untlulata (Jacquin), (hibara.
[ fllUltl ufi tinnii \.
Parte supcriore della testa brune-scura, col centro ornato di un piccolo ciuffo
di piume bianche lunghe e pie-aie all'indietro, alcune terminate di nero e di
fulvo; parti superiori fulvo-ocracee, con numerose bande scure; collo cenerino-
biancastro, tutt'attorno finamente punteggiato di nero e lavato di ocraceo; sui lati
della parte bassa del collo una serie di piume lunghe e sottili nere le superiori,
bianche le inferiori, pure allungate e cadenti, che formano un collaretto distinto;
penne allungate e cadenti della parte bassa della gola e dell'alto petto bianche;
petto e gastreo bianchi; timoniere ocraceo-fulve, terminate di bianco ed attraver-
sate da cinque fascie nerastre con macchiette scure {mas. ad.). Statura minore:
collaretto e ciuffo più brevi (frinii/, ad.).
Lunghezza totale 0,'"700; becco 0,m046; ala 0,m360; coda 0,m315; tarso 0,m090.
Abita le contrade dell'Africa settentrionale e dell'Asia Minore fino all'Armenia,
ed è accidentale nelle regioni Mediterranee Europee. In Italia è specie affatto av-
ventizia; comparve due volte a Malta, poi in Sicilia e presso Roma nel 1879
i /,'. Museo ili Roma, Conte di Carpegna, in UU.). 1 soggetti di Houbara, colti nelle parti
centrali e settentrionali d'Europa ed i <\uc uccisi presso Roma nel 1859, sono da
riferirsi alla specie Asiatica.
349. Houbara Macqueeni (J. E. Gray), Oulara asiatica.
| l buia asiatica |.
Differisce dall'//, undulata per la parte superiore della testa bruno-rossiccia,
con minute macchiette nerastre e con un ciuffo bianco di poche penne terminate
di nero; parti superiori con fascie nere meno larghe e meno fìtte; dorso a tini
zig-zags neri, in modo che rimangono scoperti molti spazi fulvi: piume allungate
e cadenti della parte bassa della gola e dell'alto petto brevi, di un grigio-blua-
stro e non bianche; timoniere con tre fascie nerastre e la porzione basilare fulvo-
ocracea >i//«s. ini.). Statura minore; collaretto e ciuffo più brevi (fu/////, ad.).
Lunghezza totale 0,m650; becco 0,ro040; ala 0,m390; coda 0,m330; tarso 0,m098.
Abita l'India nord-occidentale, l'Asia centrale e la Persia; accidentale in Eu-
ropa dalla Svezia al Mediterraneo. In Italia ne vennero colti due soggetti nel
novembre e nel dicembre 1859 presso Roma, i quali furono prima scambiati
per appartenenti alla //. undulata e come tali illustrati dal Diorio e da altri
Autori.
VII \M I OKNITOI.iMflCO :!"'"
Genere OEDICNEMUS, Tkmminck.
Becco forte e grosso, più corto della testa, diritto, un po' depresso alla base,
colla porzione apicale rigonfia e t'orinante un dertro marcato, la inferiore con un
angolo corto e stretto, e la linea eentrale della mandibola superiore elevala; un
piccolo spazio nudo dietro l'occhio; cinica nasale grande e coperta da una mem-
brana nuda; narici mediane, aperte sul davanti e pervie: ali moderate, le due prime
remiganti primarie subeguali, la 2a la massima; le secondarie interne lunghe come
le primarie, quando l'ala è piegata; coda alquanto corta, molto graduata, com
posta di 11' a 1.") penne, arrotondate all'apice; gambe lunghe e sottili; tarsi abba
stanza lunghi e interamente reticolati; tic diti in avanti riuniti da una membrana
tino alla seconda giuntura, il posteriore mancante; unghie abbastanza corte, poco
arcuate, compresse, quella del dito mediano eoi margine interno ingrossato.
Gli Occhioni hanno le abitudini delle Otarde, sono però in parte crepuscolari,
si nutrono di vermi, d'insetti, di rospi, etc. ; non tanno nido, ma depositano due
uova, e raramente tre, in una leggiera depressione del terreno; i piccoli nascono
precoci, coperti da fitto piumino rossiccio con due linee nere sul dorso; questo
genere forma l'anello di congiunzione tra le Otarde ed i Pivieri, come quelle ha
palato schizorinale, narici olorinali e tre diti, per altri caratteri anatomici si av
vieina ai Pivieri, di cui ha eguali uova e lo stesso metodo di nidificare.
Si conoscono otto specie di Occhioni, che abitano gran parte della Regione
Paleartica, L'Etiopica, l'Indiana e l'Australiana per intero, vivendo nell'America
dal Messico, a S. Domingo, sull'Amazzoni ed al Perù.
350. Oedicnemus oedicnemus (Ltnxaei s), Occhioni.
LOedicnemus scolopax s. Gmki..), 0. crepitans, Temm.J.
[Tav. XXX, iìr. 13 J.
Occhi grandi, giallo-dorati; parti superiori di un lionato-brunastro, più vivace
sulla testa e con una grande macchia centrale longitudinale nera, che insensibil-
mente si unisce alla tinta del margine, tranne sulla testa ove il contrasto è più
palese; una striscia biancastra sopra e sotto l'occhio; una macchia nerastra da-
vanti all'occhio, la quale continua in una stretta t'ascia nera, che si estende al
disotto dello stesso, limitata in basso da altra più larga e bianca, che parte dalla
base del becco, e che è divisa dal bianco della gola e del mento da una zona che si
dirige dalla base della mandibola inferiore sui lati del collo nera nel centro delle
penne, lionata sul margine; grandi cuopritrici delle ali in gran parte biancastre,
colla base cenerognola ed una banda subapicale nerastra, mia fascia più i> meno
fulviecia attraverso la linea delle enopritrici mediaru bordata ili sopra e i/i sullo ila una
fascia nerastra: parte bassa della gola, davanti e Iati del collo lionato-chiari, con
una linea centrale nera più stretta sul petto e sui fianchi; resto delle parli infe-
riori bianco-giallette, tinte di fulvo sul sottocoda; coda cimenta; timoniere centrali
cenerognolo-brunastre, con fascie nere trasversali poco visibili e con una banda
subterminale bianca, le esterne a larghe fascie bianche e nere, colle due bande
358 ATLANTE ORNITOLOGICO
apicali più larghe verso la penna esterna, che è bianca, coU'apice nero (ad.). Tinte
meno pure e più chiare; la fascia alare indistinta: fascie della coda meno distinto e
meno regolari; parte superiore del tarso molto ingrossata; becco e zampo meno
lunghe [giov.).
Lunghezza totale 0,'"420; becco 0,m036; ala 0,m260; coda0,m140; tarso 0,m075.
Abita l'Europa centrale e meridionale fino all'Asia centrale, l'India, Burina
e l'Africa nord-orientale. In Italia è specie sedentaria nelle provincie centrali
e meridionali, di passo ed estiva nelle settentrionali, ove qualche individuo si trova
anche d'inverno. Nidifica ed è abbastanza comune.
Il Giglioli ha indicato, come preso in Italia, anche l'Occhione del Senegal
(0. senegalensis, »S\v.) su di un vecchio individuo che sembra essere stato preso in
Toscana circa nel 1841. Siccome la cosa non è troppo sicura e che la forma nord-
africana dell'Occhione mai apparve entro i confini Europei, l'ommisi da questo
elenco. Abita l'Africa occidentale e la nord-orientale fino all'Egitto, e si distingue
per la mancanza della fascia bianca attraverso le cuopritrici mediane delle ali
che sono grigie, come le grandi, con fascie centrali nere lungo lo stelo.
Famiglia CURSORIIDAE, Oursoridi.
Becco di forma molto variabile, spaccato sino sotto gli occhi e colla mandi-
bola superiore curvata dalla base; fosse nasali poco sviluppate: ali assai lunghe
e strette; coda profondamente forcuta od eguale: tarsi scudettati; diti quattro, tre
in avanti, pollice elevato, talora mancante.
Questa famiglia abbraccia otto generi con circa 26 specie, che abitano il
Mondo Antico, di essi tre hanno rappresentanti in Europa. I giovani nascono co-
perti di piumino e sono precoci. Non costruiscono nido, ma depositano l'unico
uovo (Dromas) o più uova sul terreno, in una depressione od in una specie di
galleria nell'arena, esse sono bianche, con o senza macchie e lini zig-zags scuri.
Hanno muta doppia.
Genere PLUVIANUS. Viiiu.mi.
Becco molto più corto della testa, piuttosto robusto, diritto, allargato alla baso.
curvato dalle narici fino all'apice, clic e stretto ed appuntito: apertura nasale
Larga e corta, colle narici ovali, rinchiuse in un opercolo; ali munite di un pic-
colo tubercolo alla giuntura carpale, non appuntite, lunghe, complete, le remi-
ganti primarie non appuntite e che non giungono né al di là del piede disteso,
ne all'apice della coda, la la primaria la massima, le remiganti secondarie lunghe
come le primarie, le scapolari lunghe e strette; coda quadrata, mediocre; gambe
piuttosto lunghe, sottili e nude nel terzo inferiore; tarso scudèttato, di media lun-
ghezza; diti in numero di tre sul davanti forti e scudettati, col mediano ben più
lungo dei due laterali ed unito all'esterno da una membrana basilare, il poste-
riore mancante; unghie l'orti, curvate, col margine interno di quella del dito me-
diano non pettinato, ma ingrossato.
Ina sola specie, propria all'Africa, compone questo genere.
VM. IM I OllH %..c.M 0 '■'•'<'■>
351. Pluvianus aegyptius Linnaei ■-. Piviere egiziano.
Parte superiore della testa e la posteriore del cullo, redini, che si prolungano
contornando l'occhio e seguitano in una fascia sulla regione auricolare, sui lati del
cullo e che termina sul mantello ili un nero verde lucido; le penne del mantello al-
lungate e lanceolate in modo da coprire uno spazio bianco sull'alto dorsn e bor-
date, da ogni lato della regione, di bianco; dal becco parte una t'ascia bianca
che passa sopra l'occhio e circonda la testa, riunendosi alla nuca, con le penne
allungate a ciuffo; groppone, sopracoda, scapolari e cuopritrici cenerino-bluastre,
le grandi con un largo bordo esterno bianco, che forma uno spazio sull'ala pie-
gata; parti inferiori bianche, lavate di fulviccio, più vivace sui fianchi, sull'addome
e sid groppone; attraverso il petto una larga fascia nero verdone lucida, che si
unisce a quella dei lati del collo: remiganti nerastre alla base ed all'apice, bianche
nel resto, le esterne grigie alla base; coda cenerino-bluastra, con una larga fascia
apicale bianca preceduta da una stretta nerastra, mancante sulle due centrali [ad.).
Lunghezza totale 0,n,210; becco 0,m018; ala 0,m137; coda 0,m060; tarso 0,m033.
Abita l'Africa occidentale dalla. Senegambia al fiume Congo e la nord-orientale
lino al Delta Egiziano ed è particolarmente comune lungo il Nilo. In Europa sembra
comparso nella Svezia (Seebokm) e nella Spagna, da dove il dr. C. L. Brehm (')
cita due esemplari, che il Duca di Coburgo-Gotha stesso avrebbe ucciso in un'isola
davanti la costa di Spagna. E su tale asserzione l'Arevalo ammette quésta tra le
specie Spagnuole, il Degland, il Dresser ed altri Autori frale Europee, ed il Gi-
glioli la cita tra quelle clie potrebbero eventualmente capitare in Italia.
Genere CURSORIUS, Latiiam.
Becco alquanto più corto della testa, col culmine subeguale al dito mediano
con unghia, diritto sino alla line della depressione nasale, quindi curvato all'indù
su ambedue le mandibole, apice stretto e rotondo; narici laterali, ovali; ali lunghe,
piuttosto appuntite, le remiganti primarie appuntite e che non giungono al di là
del piede disteso, né all'apice della coda, la 1° remigante primaria e la .". ' sub-
eguali ed un po' più corte della 2a, cdie è la massima: coda rotondata: gambe
lunghe e sottili, nude sulla parte inferiore .lei tarso, esse ed i tarsi scudettati;
diti in numero di tre, tutti anteriori corti e forti, il mediano sempre molto più
lungo dei laterali: unghie piccole, sottili, poco curvate, con quella del mediano
pettinata sul margine interno.
Compongono questo genere cinque specie, proprie all'Asia ed all'Africa, delle
quali una compare talora in Europa. Abitano i piani sabbiosi, di solito lontani
dalle acque e vivono in piccole compagnie, se inseguiti cercano la loro salvezza
india corsa, nascondendosi in qualche cespuglio, anziché affidarsi al volo. Si nu-
trono d'insetti e non fabbricano nido, depositando in una piccola buca sul terreno
due o tre uova.
('} I. f. <>. 1S.")4, p. 70.
.'il', Il
ATLANTE ORNITOLOGICO
352. Cursorius gallicus (<ìmelin), Corrione biondo.
Parti .superiori, cuopritrici alari e remiganti secondarie interne lionato-isabella;
occipite e parte della nuca di un cenerino-bluastro; una macchia nera triangolare
sulla porzione alta della nuca; dietro l'occhio una fascia nera, che si unisce in
basso sulla nuca; parti inferiori lionato-pallide e biancastre sulla gola, sulle guancie
e sull'addome, i cui lati sono in basso lavati di nerastro; le remiganti secondarie
esterne nerastre internamente, isabelline esternamente, bianche all'apice; ala ba-
starda, remiganti le, orlo dell'ala, ascellari e cuopritrici inferiori delle ali nere;
coda isabellina, bianca all'apice e con una fascia subapicale nera, mancante nelle
due penne centrali (ad.). Tinte più pallide, con piccole linee brunastre angolari e
semicircolari sulle parti superiori,
più fitte sulla testa e mancanti sulla
parte posteriore del collo, in parte
delle sopracaudali e sulle remiganti;
un largo sopracciglio bianco-isabel-
lino che continua sulla nuca, ove si
fonde con quello della parte opposta,
qualche macchia nera sulla parte
alta della nuca; petto e gola con
poche lineette angolari brunastre ;
la fascia subapicale nera sulle timo-
niere mancante o appena accennata,
o poco distinta (giov.).
Lunghezza totale 0,m270; becco
0,'"024: ala 0,m165; coda 0,m065; tarso
0,'"058.
Abita l'Africa settentrionale le
isole Canarie e del Capo Verde, esten-
dendosi nell'Asia fino all'Afganistan ed all'India occidentale. In Europa giunge
irregolarmente, ma con più facilità nelle parti meridionali e verso Nord venne
colto sino alle Isole Britanniche. In Italia capita di tanto in tanto di autunno
e di primavera con più frequenza a Malta; comparve un pò5 dappertutto anche
in Sardegna, ma è specie rara.
11) l'itilo eli Cursorius gallicus.
b) Unghia del dito mediano del piede destro di C. gal-
licus, vista dal lato intorno por mostrare le in-
taccature (ingrandita).
Genere GLAREOLA, Brisson.
Becco molto corto, intero, convesso, compresso verso l'apice, colla mandibola
superiore curvata sino dalla base; narici basilari, laterali, oblique; ali assai lunghe,
le remiganti primarie appuntite e che sorpassano il piede disteso e l'apice della
coda, la 1' delle primarie la massima; coda assai forcuta, di li' penne, colla la-
terale sopravanzante sensibilmente le altre; gambe lunghe, sottili, nude per uno
spazio corto al di sopra del calcagno; tarso più lungo del dito mediano, sottile,
allungato e scudettato; tre diti abbastanza lunghi e sottili all'estremità, il poste-
riore abbastanza corto e inserito sul tarso, il mediano lungo, unito da una meni-
Tav. 46.
1. Francolino (mas. ad.). 2. Quaglia tridattila. 3. Codibugnolo siciliano. 4. Magnanina sarda. 5. Pa
(maschio). 6. Passera sarda (mastino). 7. Merlo dal collare meridionale. 8. Rondine rossiccia. 9. Storno
nero. 10. Pett' azzurro orientale (maschio). 11. Monacholla nera. 12. Picchio muratore corso (maschio).
13. Uccello delle tempeste.
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
ATLANTI 0ONI1 HCO 36]
brana alla base coll'esterno, l'interno libero; unghie lunghe e fatte a lesina, lineila
del mediano pettinata sul margine interno.
Le Glareolae in numero di tre specie sono sparse per tutto il Mondo, eccetto
l'America; due specie vivono anche in Europa. Sono uccelli migratori, che si riu-
aiscono in enormi branchi; hanno il volo rapido e simile a quello delle Rondini.
a cui somigliano un po' esternamente e per tal fatto Linneo le aveva riunite ad
esse. .Si nutrono d'insetti di varia sorte, che prendono a volo e spesso al crepuscolo,
per cui vanno considerate di abitudini seminotturne. Non tanno nido, ma depositano
in colonie sulla nuda, terra, le loro uova in numero di due o tre, senza nemmeno
scavare una piccola fossa. Abitano le paludi, le spiaggie marine ed anche le lande
alide e sabbiose, come le rive dei fiumi, dei laghi e degli stagni; mutano due
volte all'anno, gli adulti sono simili nei due sessi e differenti dai giovani.
353. Glareola pratincola (Linnaeus), Pernice di mare.
L'I'av. XXX, tìg. 12 ].
l'arti superiori, comprese le cuopritrici superiori delle ali. di un grigio-bruno
olivastro più cupo sulla fronte e sulla testa, lavato di rossigno sulla nuca e sul collo;
cuopritrici superiori della coda bianco-candide; penne sotto l'occhio bianchiccie;
parte anteriore delle guancie e gola di un bel fulvo-gi alletto, circondato da una
sirena lascia bianca, che a sua volta è seguita da una seconda larga nera che
parte di sotto all'occhio; una macchia davanti l'occhio ed una stretta fascia tra
questo ed il becco nere; regione auricolare, parte posteriore delle guancie, lati e
davanti del collo, petto, e suoi lati di un bruno-cenerognolo- olivastro, sfumato di
ceciato sull'alto addome; il resto delle parti interiori bianco; remiganti secondarie
terminate di bianco-cenerognolo: coda mollo forcuta, bianca sulla metà basilare,
nero-bru nastra nel resto; ascellari e euopritrici inferiori interne delle ali castagno-
fulve, le esterne nerastre, alcune terminate di bianco (ad.). Parti superiori e le in-
feriori grigie, con numerosi margini e gli apici delle penne biancastri 0 fulvicci,
i detti contorni più larghi sulle penne della testa; tinte olivastre scarse; gola
ceciata, circondata da una serie di macchie disgiunte nerastre; alto addome ce
ciato; apici delle remiganti secondarie più larghi; coda meno forcuta, più curia.
colla tinta nera più brunastra (giov. .
Lunghezza turale 0,m225 (dall'apice del becco all'estremila delle timoniere
mei liane); becco 0,"'01G: ala 0,m190; coda: 0,'"065 timoniere mediane), 0,"'l 18 (timo-
niera laterale); tarso 0,'"033.
Abita l'Europa meridionale, sino all'Asia centrale ed all'India; sverna in Africa;
compare irregolarmente verso Nord sino alla Gran Bretagna in Europa. In Italia è
specie di passo, più abbondante di primavera (die di autunno, ma frequenta sempre
a preferenza il versante Mediterraneo, e l'Adriatico soltanto sino alle Puglie ed in
parte alle Marche; è uccello estivo e nidificante in Sicilia e forse in Toscana.
Nelle provincie meridionali, nelle due Isole meridionali, nelle Marche, in Toscana
e Liguria è specie abbastanza frequente, mentre è rara e si può dire avventizia
nella Valle Padana. D'autunno è rara e certo in quell'epoca non transita (die par
zialmente per l'Italia.
Attuate ornitologico, fi
362 ATLANTE ORNITOLOl : li ( i
354. Glareola melanoptera, Nokdmann, Pernice ili mmre orientale.
Gli adulti differiscono da quelli della ninnola pratincola per Le ascellari e
le cuopritrici inferiori delle ali nere e non castagno-fulve; pelle parti superiori più
scure e colla tinta olivastra più viva e tendente al verde-metallico; pelle parti
inferiori del corpo di tinte più pallide, coi fianchi più scuri; pella gola meno ocracea
e più biancastra; pella parte posteriore e laterale del collo più rossigna; pella
testa più cupa e quasi nera; sulla fronte tra l'occhio ed il becco vi è una fascia
nera distinta, che forma un grande spazio, che abbraccia la parte anteriore del-
l'occhio, mentre nella G. pratincola la fronte è dello stesso colore della testa o di
poco più scura e vi ha solo una stretta linea nera sulle redini, di solito quasi
mancante e, talora ma non sempre, una macchia nera sulla parte anteriore del-
l'occhio (ad.). Cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari bruno-nerastre, terminate
di fulviccio; nel resto come quello della G. pratincola (giov.).
Dimensioni uguali o di poco maggiori a quelle della G. pratincola.
Abita l'Europa sud-orientale, svernando in Africa ed è comune nel Sud della
Russia e nel Caucaso; verso ovest giunge fino nella Dobrugia ed anche nell'Un-
gheria. In Italia comparve una sol volta il 5 maggio 1892 a Bagnolo presso
Vicenza, e quest'esemplare è nella mia Collezione.
Famiglia CHARADBIIDAE, Caradridi.
Palato schizognato; narici schizorinali; testa grossa: occhi piuttosto grossi;
becco di forma assai varia; ali appuntite; coda mai molto lunga; gambe mai molto
corte; angolo dell'ala talora fornito di sprone; diti con membrana parziale o senza
membrana; tarso di solito reticolato, o talora scudettato; dito posteriore presente
ed elevato, o mancante.
Non fabbricano nido, e si servono di una Leggiera depressione sul terreno
frammezzo alle erbe per depositare in generale quattro uova, piriformi e di
vario colore, di solito bruno di terra nel fondo di tinta con numerose macchie o
linee nere; i nidiacei nascono coperti di fitto piumino di vario genere e colore
e sono precoci, cioè abili a correre poco dopo sgusciati. Mutano di solito due volte
all'anno nell'autunno e di primavera, ed i giovani nel primo abito assomigliano
in generale agli adulti in abito invernale. Questa famiglia è cosmopolita ed ab-
braccia più centinaia di specie, circa un quinto delle quali si trovano più o meno
largamente rappresentate in Europa.
Sottofamiglia HAEMATOPODINAE, Ematopodini.
Becco duro, acuto o troncato senza, dertro o rigonfiatura apicale; lossc nasali
corte, larghe e poco profonde; gambe corte, forti e brillantemente colorite.
Questa sottofamiglia comprende due generi con quindici specie, la cui distri-
buzione geografica è per alcune quasi cosmopolita.
MI IMI OKS1 l'ol.oi.ll '•
363
Genere HAEMATOPUS. Ljnnaeus.
Becco più lungo della testa e del tarso, cu-
ccato, forte, stretto ed assai compresso, diritto,
ma volto all'in su nella metà apicale, troncato
all'apice, le due mandibole di pari lunghezza, con
un solco laterale esteso sino a metà Lunghezza
india mandibola supcriore ; angolo della gonide
assai marcato, situato molto all' indietro presso
la base del becco, la sua distanza dall'apice della
mandibola inferiore doppia (0,'"070) della disianza
tra l'angolo e la base della mandibola stessa (0,"'(K'>»'> i;
narici basilari, laterali, lineari, aperte nella mem-
brana del solco: gambe di media lunghezza, nude
per un piccolo spazio sulla tibia; tarsi forti, reti-
colati, più lunghi del dito mediano con unghia;
diti tre anteriori, soltanto l'esterno riunito al me-
diano con una membrana mediocre, quella dell'in-
terno assai piccola.
Tredici specie compongono questo genere co-
smopolita; frequentano più di altro le coste del
mare e le lagune salate; si nutrono d'insetti,
di vermi, ma specialmente di molluschi bivalvi,
che aprono con l'ottimo istrumento del loro becco
cuneato. Volano e corrono con pari celerità, ma
il volo non è elevato. Nidificano tra le pietre e
nell'arena in una buca che foderano di erbe ac-
quatiche, vi depongono quattro uova fulviccie, mac-
chiate di grigio-porporino e di bruno-nerastro.
Piede di //. ostrilegus.
«) per mostrare l'articolazione del
tarso o la membrana ilei piede,
b) por mostrare la reticolazione
della pianta tarsi.
(da SharjM ■
355. Haematonus ostrilegus '), Linnaeus, Beccaccia ili mare.
[Tav. XXX 11, li-. 1 o 2].
Becco rosso-arancione, giallo all'apice; testa e collo per intero, dorso, scapo-
lari e alto petto di un bel nero a ridessi verdoni o violetti; basso dorso, groppone,
sopracoda, un largo spazio sull'ala formato in gran parte dalle remiganti 2e e dalle
grandi cuopritrici e resto delle parti inferiori di un bianco-puro; remiganti le nere,
con gran parte del vessillo interno bianco, lo stelo bianco nella parie centrale delle
stesse e che s'allarga di estensione sul vessillo esterno verso le penne interne;
coda nera, bianca nel terzo dalla base [ad. in prim.). Nero meno lucido, quasi
opaco e senza riflessi; una macchia bianca sulla gola [ad. in aiti.). Becco rosso-
(') Linneo veramente scrisse ostralegus, ma va corrotto con OìlrUegus, ila ostraea (intrica e lii/n = io
raccolgo.
364 Ali. ami: ornitologico
brunastro; tinte nere lavate di brunastro; una fascia biancastra sulla gola, talora
mancante; tinta bianca addossata allo stelo delle remiganti 1' più estesa (gioì:).
Lunghezza totale 0,m440; becco 0,' "069; ala 0,m25O; coda 0,m124; tarso 0,m048.
Abita l'Europa, estendendosi sino all'Asia centrale; sverna nelle conti-ade cir-
cummediterranee, nell'Africa orientale fino al Mozambico, all'Arabia, alla Persia ed
all'India occidentale. In Italia è specie rara come sedentaria e nidificante, un po'meno
durante il passo e nell'inverno. Nel Veneto è più facile ad aversi di primavera e
nelle Puglie d'autunno; un tempo nidificava comunemente nelle grandi paludi d'at-
torno a Venezia, ora ciò succede raramente; ne ebbi d'estate anche dalla Sardegna.
Un esemplare di Ghionis alba (Gru.) dell'America Antartica fu preso a Car-
lingford Longh, Co. Down il 2 dicembre 1892 ed è nella Collezione del sig. K. M.
Barrington. Spesse volte giungono in Europa esemplari viventi di questa specie,
che provengono dalle Isole Falkland (Saunfars); e perciò essa è da escludersi
dalla Lista Britannica e dall'Europea.
Genere ARENARIA, BrissonO.
Becco più corto del tarso ed eguale alla testa, forte e grosso alla base e che
si restringe gradualmente verso la punta a t'orma di cono allungato, rivolto all'in
su verso il centro, colla mandibola superiore più lunga e leggermente troncata
all'apice; solco nasale non più lungo della metà del becco; narici basilari, laterali,
lineari, pervie, piuttosto larghe ed in parte coperte da una membrana ; ali lunghe
e strette, subeguali alla coda, appuntite, colla l:l remigante primaria la massima
e le 2° interne allungate ed appuntite; coda subrotonda, di 12 penne; gambo piut-
tosto corte, nude su di una piccola porzione della tibia; tarsi scudettati sul davanti,
reticolati all'indietro, di poco più lunghi del dito mediano senz'unghia; diti tre
anteriori liberi e forniti di stretti lobi interdigitali imperfetti, il posteriore arti-
colato sul tarso, coito, ma che tocca terra con l'unghia; unghie corte, ottuse, ar-
cuate, quella del dito posteriore più piccola, ma più curva, quella del mediano
dilatata sul margine interno. Taglia piccola.
Due specie compongono questo- genere, delle quali una è cosmopolita, mentre
l'altra abita l'America settentrionale. Amano le sponde del mare, specialmente
ove vi sono roccie; si cibano d'insetti, di vermi e di piccoli animaletti marini
che cercano sotto le pietre, smovendole col forte becco, e da ciò il loro nome ripe-
tuto in tutte le lingue. Hanno volo elegante, rapido e compiono grandi migrazioni
appajati od in piccole compagnie. Nidificano sulle eoste del mare in una, depres-
sione sul terreno clic foderano rozzamente di erbe marine, deponendo quattro
uova grigio verdastre, con macchie e chiazze grigio porporine o bruno-olivastre.
356. Arenaria interpres (Linnaeus), Voltapietre.
[Strepsilas interpres (L.)].
[ T.w. XXXI, lig. 13 e 11 ].
Parte superiore della testa e la posteriore del collo bianche, con una larga stria
centrale nera sulle penne; redini e parte anteriore delle guancie e della cervice
i'i Arenaria, Brisson L760 Strepsilas, Uliger IMI.
MI w l I ORNIT (.K 0 365
di un bianco-puro, che contìnua in un sopracciglio, il quale s'allarga dopo L'occhio
sulla parli' posteriore della regione auricolare e termina sui lati del collo; fronte,
una linea che parte da essa e volgendosi passa davanti agli occhi, s'allarga in
quadrato sotto t^lì stessi e scendendo poi ristretta sui lati del eolie, incornicia il
bianco del mento e della gola e s'attacca ad una grande macchia, che occupa i
lati ed il davanti del collo ed il petto, sui cui lati si allarga e sul cui centro si
restringe, nere; dorso, ali e scapolari fulve e nere ; basso dorso, groppone e resto
delle parti interiori bianche: cuopritrici superiori della coda nere, colle più lunghe
bianche, il nero forma uno spazio col inaino del groppone e delle lunghe sopra-
caudali (mas. ad in. prim.). 'l'està più scura; tinte bianche e aere meno pure, nero
del petto con margini bianchicci; nero del dorso con margini biancastri e rossigni,
scarseggiando la tinta nocciola; nocciola delle scapolari meno esteso, più chiaro
e misto a biancastro ([riunì, ad. in prim.). Superiormente bruno-scuro-uniforme,
con marginature cenerino-brunastre; testa come il dorso; lati della testa, davanti
del collo nerastri, con marginature grigiastre; la tinta sema sul petto più estesa
sui lati, (die sul centro; penne del dorso, cuopritrici alari e scapolati nerastre,
cou scarse tinte fulvo-castagne ; groppone e sopracoda come negli mi. in prima
firn: mento e gola bianchi; t'ascia semilunare sui lati del collo tinta di bruno
pallido [mi. in nnt.ì. Inferiormente bruno-cupo, con marginature rossigne orossigno-
fulviccie, più estese sulle cuopritrici alari; timoniere terminate di fulvo-rossigno;
faccia e fascia semilunare sui lati del collo tinte di rossigno-fulviccio giov.).
Lunghezza totale 0,m240; becco 0,m022; ala 0,'"141S; coda 0,,n054; tarso 0,m02b.
Il Voltapietre è uccello cosmopolita, nidifica nelle alte latitudini boreali del
Mondo Antico e del Nuovo, e verso sud in Europa sino alle coste del Baltico (Da-
nimarca); sverna lino nelle regioni più meridionali, come l'estremo limite del .Sud-
America, il Capo di Buona Speranza e l'Australia. In Italia è specie di passo
piuttosto irregolare lungo il mare e le lagune, che abbandona molto di rado. E
più facile ad aversi nell'autunno da agosto ad ottobre dal Veneto, e di primavera
da marzo a maggio dalla Sardegna, dalle Puglie, e dalla Toscana, in Sicilia, se-
condo il Doderlein, sarebbe di passo regolare e talora abbondante nel maggio; il
Prof. (ìiglioli ne ebbe uno da Nizza nel dicembre. E specie generalmente rara; in
alcune provincic, come nelle nordoccidentali, rarissima.
SOTT( >FA MIGLIA C 1 1 A 1 \ A 1 ) li I IX AE, ( 'unni fini.
Becco con un dcrtro sempre presente e più o meno cospicuo; tarso di solito
reticolato e talora scudettato fcutt'attorno; dito mediano ed esterno riuniti alla base
con una membrana, l'interno (piasi libero, pollice alle volte mancante.
Questa sottofamiglia cosmopolita consta di ventitré generi con circa sessanta
specie.
a) Remiganti secondane interne larghe e intonili- all'apice; la distanza dalle più
corte secondarie all'apice delle primarie non eguaU alla metà lunghezza dell'ala.
Genere HOPLOPTERUS. Bonapaktb.
Ila i caratteri del gen. VdneUus, da cui differisce pel becco subeguale alla
testa e abbastanza forte; ali colla .". remigante primaria massima, 1" e .">' sub
366 ATLANTE OKXITOLOGICO
eguali, la 2 la più corta, le 2C interne piuttosto corte ed eguali alla 7a primaria;
angolo dell'ala armato dal lato interno di un acuto sprone, curvo in avanti ed al
di fuori; tarso scudettato; dito posteriore mancante.
Questo genere consta di tre specie proprie all'Africa ed alle parti meridionali
dell'Asia, una di esse giunge talora anche in Europa.
357. Hoplopterus spinosus (Linnaeus), Pavoncella armala.
Angolo drìl'aìa armalo di ano sprone lungo ni aiuto, ili color nero-lucente.
Nuca con un ciuffo di penne lunghe ed ottuse; parte superiore della testa,
dalla fronte alla nuca, mento, davanti del collo, petto, parte alta dei fianchi e del-
l'addome di un nero lucente e metallico; lati della testa, del collo e della gola, parte
superiore del collo, lati del groppone, cuopritrici superiori ed inferiori della coda,
addome e calzoni bianchi; dorso, scapolari e 2° interne grigio-brune, con riflessi
porporini; remiganti le nere, le 26 esterne bianche alla base, nere all'apice ; coda
bianca nella metà basilare ed all'apice, nera nel resto (ad.). Secondo gli Autori,
non vi è differenza tra i giovani e gli adulti, né tra le femmine ed i maschi.
Lunghezza totale 0,"'300; becco 0,'"026; ala 0,m215; coda 0,m100; tarso 0,"'0< 14.
Questa specie abita l'Africa occidentale e la nord-orientale, estendendosi sino
alla Persia; giunge accidentalmente nell'Europa sud-orientale (Grecia, Turchia e
Russia meridionale). In Italia comparve accidentalmente a Malta una volta nel-
l'ottobre 1865, erano due individui, dei quali uno venne ucciso ed è conservato
nel R. Museo di Firenze; fu presa anche a Cattaro nel 1859 e, secondo il Ko-
lombatovich, due altri sarebbero stati uccisi lungo il litorale dalmate II Temminck
asserì, ma non si sa con quale fondamento, che un esemplare era stato colto in
Sicilia.
Genere VANELLUS. Brisson.
Becco piuttosto sottile, più alto che largo alla base, diritto, solo leggermente
curvato verso l'apice, molto più corto della testa, leggermente compresso, cogli
apici di ambedue le mascelle duri e cornei e che finiscono in un dertro rotondati»;
apertura nasale larga e che occupa circa due terzi della lunghezza del becco;
narici basilari, lineari, pervie, aperte nella membrana dell'apertura nasale; ali
grandi e lunghe, con un piccolissimo tubercolo, appena pronunciato sull'angolo del-
l'ala; remiganti primarie dalla l'alia I leggermente smarginate dal lato esterno,
la 1 poco più corta della 2a, 2a, ."•', 4:| e 5" subeguali, la .">' la massima, le se-
condarie interne larghe, cogli apici rotondati ed eguali alla 8" primaria; coda larga,
piuttosto lunga e quadrata, di 12 penne; gambe sottili, alquanto lunghe, col terzo
intcriore della tibia nudo; tarsi molto corti, circa un quarto più lunghi del dito me-
diano con unghia, reticolati all' indietro e scudettati sul davanti; tre diti anteriori, il
mediano unito coll'esterno alla base da una membrana, dito posteriore corto, pic-
colo, articolato sopra il tarso; unghie corte, curvate, sottili, col margine interno
del mediano dilatato; testa fornita di un lungo ciuffo occipitale ricurvo.
VIIWI1 OKKITOLOGICO
Questo genere consta di una sola specie. Le Pavoncelle frequentano le pra
tene umide o acquitrinose e le paludi, mostrandosi talora nei prati e uei campi
coltivati o lungo il mare: di solito stanno in numerosi stormi ed anche durante
L'epoca delle covo si trovano più paia riunite assiemo. Sono uccelli scaltri, diffi-
denti e difficili ad avvicinarsi. All'appressarsi dell'inverno imprendono grandi
migrazioni, il loro volo è lento, ma sostenuto e talora effettuano i loro viaggi a
rilevanti altezze. Si nutrono di vermi, d'insetti e di piccole chiocciole: non fab
bricano nido alcuno, ma depongono sulla nuda superficie di una piccola depressione
sul terreno quattro uova di un bruno-olivastro, con macchie grandi e piccole bruno-
nerastre o rossigne.
358. Vanellus vanellus Linxaki rs . Pavoncella.
| Vanellus capella, J. C. Sch., V. vulgaris, Bchst., V. cristatus, M. W. ; Bfa].
| I'av. XXXI, fig. 11, 12 e Tav. L, fig. 16].
l'arte superiore della testa, fronte, mento, redini, gola, parte anteriore delle
guancie e del collo, alto petto e suoi lati nero-vellutati a ritiessi verdone-turchini,
un ciuffo di penne fine ed allungate sul vertice; nuca cenerino-brunastra; lati
della testa, della faccia, del collo e sopracciglio bianchi, con macchie nere attorno
all'occhio, che talora formano una stria sotto lo stesso; parti superiori e scapola ri
verdi, cangianti in paonazzo e porporino; parti inferiori bianche, colle cuopritriei
inferiori e superiori della coda fulvo-lionate; remiganti nero-violette, le tre prime
con larga fascia apicale di un grigio-lionato-sudicio ; timoniere, l'esterna bianca,
le altre bianche nella metà basilare, nere nell'apicale e terminate di bianco-ful-
vieeio mas. ad. in prim.). Ciuffo di solito più corto: tinte più opache, con riflessi
meno accentuati; fronte, gola e petto misti a penne bianche (femm. ad. in prim. .
Ciuffo più corto; alcune penne delle parti superiori terminate di fulvo; gola e parte
del gozzo bianco-fulviccie; penne della larga banda sul petto nero, marginate di
bianco-cenerino o di fulviccio (ad. in aut.). Come gii adulti in autunno; nuca ros-
signa; marginature fulve sulle parti superiori più numerose; in essi (giovani) ed anche
talora negli ad. in autunno le tinte bianche della testa, della -ola e del gozzo sono
lavate di rossigno con macchie nere sul sopracciglio, sotto l'occhio e sulle guancie,
ove formano due spazi cospicui; una stria nerastra parte di sotto all'occhio, si
dirige sulla regione auricolare e formando un mezzocerchio si congiunge alla tinta
nera sui lati del collo (giov.).
Lunghezza totale 0,m350; becco 0,m026; ala o,'"235: coda 0,'"116; tarso 0,m050;
dito mediano e. u. 0,"0.'m.
Abita l'Europa e l'Asia settentrionale sino al nord della Cina, al Giappone
ed all'Alaska; si porta, all'avvicinarsi dell'inverno, nell'Europa meridionale, nel
l'India nord-occidentale, nella Cina meridionale e nell'Africa settentrionale, ose
sembra si trovi anche d'estate e nidifichi. In Italia è specie principalmente in-
vernale e di passo, abbondante nei siti adatti: la sua riproduzione da noi è un fatto
raro, ma nidifica però certamente nel Veneto (mia Collezione) e. secondo il Gigliola,
talora in Lombardia e nel Piemonte; di solito arriva in ottobre e nel novembre
e riparte di marzo e nell'aprile.
;;iiS \ I i.AM I. OKM Idi, (il. H(i
Genere CHETTUSIA, Bonaparte.
Ha i caratteri del gen. Vanellus; becco subornale alla testa, tanto larici che
alto alla base, compresso verso 1' apice, ove è leggermente uncinato; apertura
nasale che occupa tre (piarti della lunghezza del becco; '_):I remigante primaria
la più lunga, la di poco più lunga della 3tt, le 2e interne lunghe come la 5" pri-
maria; tibia nuda per circa metà lunghezza; tarsi scudettati e di varia lunghezza;
unghie sottili, un po' curvate, quella del dito mediano leggermente dilatata sul
margine interno.
Questo genere consta di due specie.
359. Chettusia gregaria (') (Pallas), Pavoncella gregaria.
[Chaetusia gregaria (Pall.) |.
Tarso corta, incito del doppio del dito mediano con unghia.
Fronte, mento, un largo sopracciglio esteso fino alla nuca, che circonda, e gola
bianchi; patte superiore della testa, redini ed una fascia che attraversa l'occhio e
l'oltrepassa di un nero-lucido; lati della testa, parte posteriore del collo, guancie e re-
gione auricolare di un isabella-pallido; dorso grigio, tinto di brunastro; lati del basso
dorso, groppone e sopracoda bianchi; lati della gola rossigno-pallidi ; petto gri-
giastro; parte bassa del petto ed addome nero-lucidi: parte bassa dell'addome
castagno vivace; parte bassa dei fianchi, taccia inferiore delle ali, sottocoda e cal-
zoni di un bianco-puro; remiganti primarie nere, le secondarie più interne e le cuopri-
trici eguali al dorso, le secondarie esterne e le grandi cuopritrici bianche; timo-
niere bianche alla- base ed all'apice, nere nel resto, le due laterali bianche (ad.).
Parte superiore della testa brunastra, con penne bianco-grigie; fronte e sopracciglio,
che circonda la nuca, di un bianco-rossiccio; mento e gola bianchi; parti supe-
riori olivastro-cupe, marginate di rossigno o di pialletto: parti inferiori bianco
sudicie; petto bianco-fulviccio, con margini apicali e macchie centrali nerastre;
manca il nero del petto e dell'addome ed il castagno del basso addome (giov.).
Lunghezza totale 0,m300; becco 0,m028; ala 0,m205; coda 0,m095; tarso 0,m056;
dito mediano e. u. 0,m033.
Abita l'Europa sud-orientale (Volga) e l'Asia centrale; sverna nell'India e
nell'AlnVa nord-orientale; ed è accidentale in Polonia, in Inghilterra, nella Francia
meridionale e nella Spagna. È specie accidentale anche in Italia, ove consta presa
sette volte, cioè quattro in Toscana, due in Romagna ed una in Liguria; non è
accertata la sua comparsa a Malta.
360. Chettusia leucura (Lichtenstein), Pavoncella a coda bianca.
| Chaetusia o Chettusia Villotaei (Sav.) |.
Tarso mollo •più lungo, il doppio del dito mediano con unghia.
l'arte superiore della testa e la superiore del collo di un grigio-terreo, più pallido
(') Chettusia gregaria, Bp., Introd. lùnoi. Uni. l'ir, iislli, ì\cc l'Inni «>iii lìp., con»! scrisse lo
Bharpe, Cai. li. /:. Mici. XXIV, ]>;in\ 174 (1896); nella tavola il Bonaparte scrisse Fanellus gregarius.
Tav. 47.
1. Aquila rapace. 2. Aquila del Bonelli. 3. Sacro. 4. Falco della Resrina (tipo scuro), ó. Pi-i
6. Fagiano di monte del Cauca- io ad.). 7. Pollo sultano. 8. Fenicottero. 9. Siili Miiauo
corso. 11. Gabbiano roseo. 12. Gabbiano dalla coda cuneata. 13. Strolaga dal becco giallo (ad. in al
primavera). 14. Alca maggiore.
Dlrioo Hoepli, Editore, Militilo.
\ ri imi OR» .'».!' 0 369
sulla, fronte e sui lati della testa; dorso, scapolari, le cuopritrici piccole, le medie e
le remiganti l" interne grigio terree a riflesso porporino; parie alta della gola, ad-
dome e sottocoda bianchi, tinti di isabellino; petto grigio-celestognolo, coi margini
biancastri; grandi cuopritrici alari esterne, remiganti 2a esterne, sopracoda e ti
moniere bianche; grandi cuopritrici alari interne cenerognole alla base e aere
nel mezzo, sicché sull'ala si nota una fascia aera che l'attraversa, distaccandoli
grigio dal bianco; remiganti 1" nere; faccia inferiore dell'ala bianca ad.). Margini
sulla t'ascia pettorale più larghi; ritiessi meno vivaci (giov.).
Lunghezza totale 0,m270; becco 0,m029; ala 0,,n180; coda 0,n,090; tarso 0,m075;
dito mediano e. u. 0,'"0;i4.
Abita l'Egitto, hi Nubia e l'Asia centrale: sverna nell'India nord occiden-
tale. Xe furono colti tre esemplari nell'Europa occidentale, cioè nel 1840 nella
Francia meridionale e nel 1864 e 1869 a Malta, quest'ultimo individuo è con
servato nel R. Museo di Firenze; è però uccello all'atto accidentale in Italia: venne
citato anche polla Russia meridionale.
In Remiganti secondarie interne molta lunghe ed appuntite, In distanza lr<i Ir _'■
più corte e l'apice delle I' più ili nula in lunghex :n dell'ala.
Genere SQUATAROLA. Leach.
Becco subeguale alla testa, ma un po' più corto, piuttosto robusto, diritto lino
al termine della depressione nasale, poi rivolto leggermente all'in su e curvato
all'apice, che è rotondo, ma acuto; depressione nasale lunga e larga; narici sub
basali, pervie, lineari: ali lunghe, subeguali alla coda, appuntite, la 1° remigante
primaria la massima; coda mediocre, arrotondata, di 11' penne; gambe moderate,
sottili, nude sul terzo inferiore, la parte nuda più corta del dito esterno s. u.;
tarso reticolato, ben più lungo del dito mediano con unghia; diti quattro, tre in
avanti ed uno assai piccolo, ma distinto, all' indietro, l'esterno riunito col mediano
alla base da una piccola membrana, l'interno quasi libero; unghie corte, poco
curvate ed ottuse, quella del dito posteriore piccolissima e rivolta all'in su, quella
del dito mediano dilatata sul suo mar-ine interno.
Questo genere è composto di una sola specie, che ha distribuzione quasi cosmo-
polita. Ha le abitudini dei Pivieri, ma frequenta più volontieri le coste del mare eie
lagune non lontane dallo stesso. Nidifica nelle più alte latitudini nordiche, sver-
nando negli estremi limiti meridionali. Deposita quattro uova di colore intermedio tra
quelle di Pavoncella e di Piviere dorato, più o meno olivastre, con macchie nerastre
o bruno-rossigne. Il suo volo è assai rapido a differenza di quello delle Pavoncelle.
a) Dito posteriore presente.
361. Squatarola squatarola '> (Linnaeus), Pmeressa.
t Squatarola helvetica !.. |.
L T.w. XXXI, Bg. 9, m .• 11 ].
Ascellari nere.
Redini, regione auricolare, lati della testa e del collo e partì inferiori nere a
(') Linneo (Sy»t. Nat., I, pag. 149, L758 Òhiumo faci, in autunno «Iella l'ivieressa Trinca My»«-
Atlante ornitologico. 17
370 ITJ.ANT1 ORNITOLOGICO
riflessi; fronte, largo sopracciglio, che discende come una fascia sui lati del collo
e che limita ovunque le predette tinte nere allargandosi sui lati del petto, ove
tonua uno spazio, fianchi, basso addome, calzoni, sottocoda e cuopritrici intcriori
delle ali di un bianco puro; parti superiori nerastre alla base delle penne, qua e là
brune e con larghi apici bianchi o bianco-grigi; remiganti primarie nere, con lo stelo
bianco su di un largo spazio subapicale; timoniere bianche) con larghe l'ascio nere
o nero-brunastre (mas. ad. in prim.). Tinte meno pure: la fascia che circonscrive
il nero sui lati delle parti inferiori meno distinta, e le dette tinte nere più bru-
nastre e miste a penne bianche (femm. ad. in prim.). l'arti superiori cenerognolo
brunastre, con stretti margini apicali biancastri ed una l'ascia subterminale nerastra;
sopracciglio appena, visibile; lati della testa e redini di un bianco-puro, con piccole
macchiette centrali nere: gola e mento di un bianco-puro: bassa gola, petto e fianchi
bianco-cenerognoli, con macchiette e marginature più scure: le fascio della coda
un po' più strette (ad. in aut.). Simili agli ad. in autunno; parti superiori nerastre,
con numerose macchie gialliccie o biancastre; fascie bianche della coda miste a
pialletto (giov.). Questa specie nell'abito giovanile assomiglia all'ad. in inverno ed
al giovane del Charadrkis pluvialis (L.), ma si distingue facilmente da esso pelli'
ascellari nere e non bianche <• pel dito posteriore piccolissimo, uni presente.
Lunghezza totale 0,m310; becco 0/"030; ala 0,'n20r>; coda 0,m088; tarso 0,ra045;
dito mediano e. u. 0,m035.
Abita le regioni subartiche, ove nidifica ; si porta d'inverno verso sud sino
all'Australia, al Capo di Buona Speranza ed all'America meridionale. In Italia è
specie di passo ed invernale, non egualmente distribuita: è comune d'inverno nel
Veneto, nelle Puglie e nelle Isole maggiori; in abito di nozze è poco frequente
ed in tale livrea è più facile ad aversi in Toscana, ne ricevetti però più volte
dal Veneto e da oi;'ni parte d'Italia, compresa Malta. Si trattiene nel Veneto dal-
l'agosto ai primi di mangio.
Genere CHARADRIUS, Linnaeus.
Ha i caratteri del gcn. Squatarola, ma il becco è piuttosto debole e più corto
della lesta; il dito posteriore mancante, sono presenti i Ire anteriori soltanto.
Si conoscono due specie di Pivieri dorati, che si può dire abitino tutto il
.Mondo. Frequentano le praterie paludose di pianura e di montagna o i luoghi aridi,
amando meno delle Pivieresse le lamine ed il mare. Ma come esse hanno volo
rapido, nidificano in latitudini molto settentrionali ed all'epoca delle migrazioni
si riuniscono in enormi stuoli. Si nutrono di vermi, d'insetti e di piccole chioc-
cioline e le loro carni sono eccellenti; senza fabbricare nido, depositano in una
buca sul terreno quattro uova piriformi di un verde-ocraceo-pallido, macchiate
di bruno e di rossigno-bruno.
In Dito posteriore inanimili.
tinniti e l'.iil. in primavera I. helvetica (l. e, pag. 250, I7f.il; quindi questa specie dovrebbe chiamarsi
S. In irriii 'io ma per legge ili priorità le Bpetta il nome ili S. iquatarola (1758).
vi l.w I E ORNI rOLOGH 0 '■' \
362. Charadrius apricarius (] . I.inwi i s, Pvoiere dorato.
| Charadrius pluvialis, !.. J
| Tav. XXXI, fig. 7 e 8].
Ascellari l'in min .
Base della fronte, redini, regione auricolare, lati della faccia e del collo,
mento, gola, parte centrale del petto ed addome di un nero puro e Lucido; fronte,
una macchia sotto l'occhio, sopracciglio, che continua scendendo sui lati del collo
e margina tutta la rima nera (N'Ho parti inferiori, allargandosi notevolmente sul
petto per poi restringersi sui fianchi dell'addome, e calzoni ili un bianco puro; pani
superiori, lati del collo e del petto presso L'ala neri nel fondo ili tinta, con macchie
giallo-dorate ed in minor quantità bianche; parte bassa dell'addome bianca, con
macchie scure; sottocoda bianco, con macchie nere e gialle sulle penne laterali;
remiganti nero-brunastre, più chiare all'apice con una parte dello stelo bianca: ti
mom ere bruno-nere, con li tre t'asci e trasversali biancastre tinte di gialletto, più bian-
castre sulle due laterali; cuopritrici inferiori dell'ala bianche, macchiate di cene
rognolo sul margine della stessa (vias. ad. inprim. . La femmina è uguale al maschio;
ma std nero delle parti inferiori si notano penne bianche (femm. ad. in prim.).
Parti superiori di disegno eguale, ma le tinte meno vivaci; fronte, sopracciglio
iti della faccia bianchi lavati di gialletto, con una stria centrale scura; una
fascia scura (die parte di sotto all'occhio e si dirige sulla regione auricolare, che
copre; mento e gola bianchi; petto e fianchi di un cenerino-grigio, lavato di
gialletto; parte bassa del petto, addome e sottocoda bianchi, colle penne laterali
del sottocoda come negli adulti in primavera ad. in aut. e giov.).
Lunghezza totale 0,m280; becco 0,m025; ala 0,m190; coda 0, 080; tarso 0,'"041;
dito mediano e. u. 0,ra033; porzione nuda della tibia 0,m015.
Abita L'Europa e L'Asia settentrionale, ove nidifica; visita d'inverno Le parti
meridionali d'Europa, Le settentrionali dell'Africa e l'India nord-occidentale. In
Italia è specie di passo invernale ed ovunque comune, che arriva in ottobre e
novembre, ripartendo di marzo e di aprile. Non nidifica: ed è poco comune nel
l'aiuto di primavera, in tale Livrea è più difficile ad aversi della Pivieressa.
363. Charadrius dominicus (P. L. S. Muller), Pwi&rt orientale.
[Charadrius fulvus, Gmelin; Pivieri minore].
Ascellari grigio cenerognole.
Differisce dal precedente ri/, pluvialis per statura minore, pelle ascellari e le
cuopritrici inferiori delle ali grigio-cenerognole ad ogni eia o stagione; pelle gambe
più Lunghe, collo spazio nudo della tibia più esleso; pel tarso più sottile ed in
confronto più lungo.
Lunghezza totale 0,m235; becco 0,m023; ala 0,m160; coda 0,n,065; tarso 0,m042;
porzione nuda della tibia 0,in024
Secondo Linneo il rh. apricarius Barebbe il Piviere dorato in abito 'li primavera ed il Ch, più
viali* lo Bteno accollo in livrea autunnale cfr. Linuueus, 8yU. Nat. I. pag. imi apricariun), pag. 161
(pluvialis), i
ATLANTI'. i >I!NIT< >I.( KilC'l >
Abita le regioni Artiche d'Asia e d'America, portandosi d'inverno fino all'Au-
stralia, alla Nuova Zelanda ed all'America meridionale; arriva in Europa solo come
uccello accidentale (Isole Britanniche, Helgoland e Polonia). In Italia è specie ac-
cidentale, comparsa tre volte a Malta, poi a Reggio Calabria e due volte presso
Roma (Conte di Carpegna, in lift.). Non è impossibile che capiti più sovente, es-
sendo tacile che venga confuso col Ch. pluvialis, dal quale però è ben distinto.
dola inni min: addome solo parxialmentt nero; colorito del piumaggio delle /imi/
inferiori uniforme.
Genere EUDROMIAS, C. L. Breiim.
Becco alquanto sottile, compresso, lungo circa metà della testa, ambedue le
mandibole diritte, la superiore però soltanto sino alla depressione nasale, quindi
volta all'in su e leggermente curvata all'apice, che è rotondo ed acuto; depressione
nasale estesa fino a l/ì della mandibola superiore; coda alquanto lunga; remiganti
secondarie interne lunghe quasi quanto le primarie; gambe sottili, piumate tino
quasi alla giuntura tarsale; tarso corto, però più del doppio del becco in lunghezza.
reticolato posteriormente, scudettato sulla porzione anteriore; pollice nullo, nel
resto come il genere Squatarola.
Una sola specie compone questo genere. Abita le paludi e più spesso anche
i siti incolti e aridi sulle montagne, i prati elevati e le colline, trovandosi meno
frequentemente lungo le coste del mare. Nidifica sui prati di montagna e sulle roccie
coperte di verzura, depositando tre uova di un fulvo-chiaro o verdastro macchiate
di nero e di bruno-nerastro.
364. Eudromias morinellus (Linnaeus). Piviere tortolino.
[ Eudromias morinella (L.)].
[Tav. XXXI, fig. 6].
Fronte e parte superiore della testa di un nero profondo, con margini bian-
castri o fulvicci; un largo sopracciglio bianco, che si congiunge sulla cervice a
quello del lato opposto; lati della faccia, parte bassa della regione auricolare, redini
e guancie bianche, con piccole macchie nere; parti superiori cenerino-brunastre. con
larghe marginature lionato-fulve; mento e parte alta della gola di un bianco-puro;
davanti del collo di un grigio bruno-gialliccio, separato dalla tinta aranciato-fulva
del petto e dei fianchi da una fascia bianca, marginata superiormente di nero;
nero il centro della parte bassa del petto e dell'alto addome; remiganti primarie
bruno-nerastre, la L" collo stelo bianco, eccetto all'apice; timoniere cenerognolo-
scure, nerastre verso l'apice, che è bianco-fulviccio, l'esterne bianchiccie sul mar-
gine; basso addome, calzoni e sottocoda bianchi uni. in />riw.<. Margini chiari sulla
testa e delle palli superiori di un fulviccio nocciola più deciso; sicché la tinta nera è
molte ineiio pronunciata; il bianco del sopracciglio e della l'ascia del petto meno
accentuato e fulviccio; fascia sul petto bordata superiormente di brunastro; tinte
nere e araneiato-fulve delle parti inferiori miste a penne bianche, o cenerino-
brunastre coll'apice bianco, talora a segno (die le tinte nere e le aranciate sono
sostituite dalle bianche: fianchi lavati di grigio, e di bruno-giallastro sulle cuopri-
\ 1 1 \ n 1 1 orni roLOGii o 873
trici laterali del sottocoda (ad. in aut. . Le marginature e le macchiette appaiate
sulle penue delle partì superiori più larghe e che tendono al bianco-ceciato od al
iciola-chiaro; sopracciglio fulvo-rossigno; parte posteriore del cullo lavata di
rossigno; gola e incuto di un bianco sudicio; davanti del collo ed alto petto grigio-
fuliggine, alla base delle penne e sul marcine rossigno-gialletti e divisi a metà
da una l'ascia bruno t'ulviccia indistinta; una tinta t'ulviccia sul basso petto, sul-
l'addome, sui Banchi o sul sottocoda; centro dell'addome e del sottocoda di un
bianco-puro (giov. .
Lunghezza totale 0,' 270; becco 0,'"017: ala (V160; coda 0,m075; tarso 0,m037.
La femmina è un po' più grande del maschio.
Abita le parti settentrionali d'Europa ed il Nord dell'Africa; sverna nelle
contrade circummediterranee e nell'Africa nord-orientale, nel Turchestan e nella
Persia. Questa specie è di doppio passo ed invernale in Italia; non è egualmente
distribuita ed in generale poco abbondante. Arriva in agosto e riparte di marzo
ed in aprile, il passo primaverile è più scarso: nelle provincie settentrionali si
trattiene solo dall'agosto al novembre ed è più frequente sugli alti monti che
non nell'Estuario Veneto o nelle paludi, ciò che succede anche nelle Marche Conti
ili Carpegna) e Dell'Abruzzo (Bordi); nelle Puglie è invernale e comune.
Genere OXYECHUS. Reichenbach.
Ha i caratteri del gen. Eudromias; coda cuneata e molto lunga, più del doppio
della lunghezza dell'ala; tarso corto, mai il doppio del becco.
Si conoscono quattro specie appartenenti a questo genere, tutte dell'Africa
ed una Americana, quest'ultima giunge talora accidentalmente in Europa.
365. Oxyechus vociferus (Lutnaeus), Corriere «intricali».
Fronte e una banda sopra e dietro l'occhio bianche ; cervice nera anteriormente,
nel resto fino alla nuca di un bruno-vivace; colorito generale delle parti superiori
bruno scuro: basso dorso, groppone e sopracoda tinti 'li rossiccic~4sabella-ckiaro; basso
collo contornato da una fascia bianca a collare, limitata inferiormente da una
banda nera, una seconda l'ascia dello stesso colore sul petto, resto del gastreo
bianco; remiganti primarie nere, con uno spazio bianco sul vessillo interno, le L",
specialmente le interne, in gran parie bianche; penne della coda, le centrali
bruno-cliiare con una ombreggiatura preapicale bruno-nerastra e l'apice rossiccio-
isabella, di tal colon le esterne, che sono terminate di bianco, con una l'ascia sub
terminale nera (ad. l'arti superiori con margini rossicci; nel resto eguali agli
adulti (giov. .
Lunghezza totale 0,'"228; becco 0,"'02l: ala o,' "lf><>; coda 0,'"0%; tarso 0,'"033;
la femmina è più grande del maschio.
Abita le regioni temperate dell'America settentrionale: si porta a svernare
nell'America centrale e nella meridionale. Accidentale in Inghilterra, ove venne
preso due volte e sembra sia stato colto anche a Madera Africa).
31 I ATLANTE ORNITOLOGICO
Genere AEGIALITIS, Boie.
Como nel gen. Squatarola; becco molto più corto della testa, alquanto sottile;
narici piccole, lineari; remiganti •_"' interne che toccano l'apice della 3a primaria;
coda larga, piuttosto corta, colle due timoniere centrali di poco sopravanzanti le
laterali; gambe abbastanza lunghe, sottili, nude per una piccola estensione della
tibia; tarso reticolato, più lungo del dito mediano con unghia; diti tre anteriori,
il posteriore mancante, l'esterno riimito col mediano alla base, l'interno quasi li
bero. Statura piccola.
Si conoscono circa venti specie di Aegialitis sparse su tutto il Mondo; hanno
Le abitudini dei Pivieri, vivono lungo i fiumi, i laghi, nelle lagune e sulle coste
del mare ed alcune nelle steppe aride e sabbiose; il loro volo è agilissimo e
corrono velocissimamente. Migrano in grandi branchi ; nidificano in una depressione
sul terreno, depositando quattro uova gialletto- ocracee, più o meno brune a chiazze
bruno-nerastre.
a) Una fascia rosso-castagna contìnua su/In parte nuli fiore del cullo, li milititi in
bassotta una banda nera (ad. in prim.) o da una banda bruno-cenerognola (ad. in aut.).
366. Aegialitis asiatica (Palla*), Corriere usiti lieo.
Becco nerastro; parti superiori, compresa la superiore della testa, grigio-terree,
con leggieri margini rossicci; regione auricolare grigia; fronte, un largo sopracciglio,
spazio davanti e sotto l'occhio, guancie, mento e gola di un bianco-puro; davanti del
collo e parte alta del petto di un rosso-castagno, limitato in basso da una t'ascia nera;
resto delle parti inferiori bianche; remiganti primarie nerastre collo stelo bianco;
timoniere grigio-terree, con una fascia subterminale scura poco distinta, cogli apici
ed il margine esterno della laterale bianchi (mas. mi. in prim.). Più pallida; bianco
della testa e della gola meno esteso; fascia bruno-grigia tinta di rossigno sulla
parte anteriore del collo, bruno-grigia tinta di rossiccio e non limitata di nero
sull'alto pelle femm. ad. in prim.). Tinte bianche della testa, lavate di rossigno-
fulvo, quelle delle parti superiori più cupe; banda sul davanti del collo grigio-
cenerino-pallida; gola lavata di isabellino (ad. in aut.). Tutte le penne delle parti
superiori come gli ad. in inverno, ma con margini fulvo-ocracei più o meno bian-
castri; lati della faccia, fronte e sopracciglio tinto di fulviccio; banda sul davanti
del collo indistinta fulvo-grigiastra, tinta di rossiccio (giov .
Lunghezza totale 0,'"200; becco 0,m023; ala 0,m143; coda 0,'n055; tarso 0,ra040.
Abita l'Asia centrale, portandosi a svernare nell'Africa e nell'India occiden-
tale; nidifica nel Turchestan. Questa specie si trova non raramente nella Russia
meridionale e specialmente d'attorno al Caspio; è avventizia. nell'Europa occi-
dentale, fu colta due volte ad Eelgoland nel novembre 1850 e nel maggio 1859
(Coli. Gàtlcé); due volte in Italia, cioè presso Sinigaglia sul Metauro nel novembre
1897 (11. Mnsio ili Firenze) e presso Bari nel novembre 1898 (Race. lì. Istillilo
'Di aito ili Bari), e finalmente un quinto venne catturato in Inghilterra Del maggio
1890 Museo ili Normch).
vii \\ 1 1 ni:\ [{ ..
Il Giglioli annoveraj tra le specie comparse in [talia, VA. Geoffroyi Wagl.),
basandosi mi ili un esemplare del Et. Museo ili Cagliari che sembra ucciso in Sar
degna, ma tale provenienza, anche secondo il Conte Salvadori, inni è certa. Questa
specie assomiglia all'.l. asiatica, ma la banda sul davanti del collo non è limitata
di nero (ad. in prìm. od invece non è completa ni il davanti del collo è bianco
come il gastreo, e solo i lati del petto hanno uno spazio bruno (ad. in aut. e giov.).
Abita l'Asia orientale e d'inverno l'Africa, l'India e l'Australia, verso occidente
consta esser -mia presa nella Siria e mai in Europa.
Temminck dire clic VA. mongola l'.tllas) giunge accidentalmente in Russia e
die un soggetto fu ucciso presso Pietroburgo, tali notizie non vennero confermate.
Alida la Siberia orientale ed il Kamciatka; sverna n< Ile Filippine, nelle Molucche
ed in Australia.
b) / '//" fascia nera routini/a sul duranti il< I rullo (ad. : ////' steli delle remiganti pri-
marie in parte bianchi.
367. Aegialitis hiaticula (Linnaeus), Corrieri grossi,.
| Aegialites hiaticola o hiaticula !.. |.
lV. XXXI, fig. 1 e l' J.
Becco giallo nllii base di ambedue le mandibole.
Becco giallo, terminato di nero; fronte, una macchia sotto l'occhio, uno spazio
al di sopra dello stesso e della regi ■ auricolare, un largo collare che occupa
il melilo, la pda e la parte posteriore del collo di un bianco puro; base della fronte,
parte anteriore dei vertice, una fascia dal becco all'occhio od una seconda che
dalle guancie passa M.no l'occhio e colora la regione auricolare, cingendo la
nuca in modo indistìnto nere; anteriormente sul collo e sull'alto petto una
fascia nera, (die s'allarga -ni lati del petto e cinge la base posteriore del collo.
separando il celiale bianco dalla tinta dei dorso: parti superiori grigio terreo;
pani inferiori bianche; calzoni grigi; remiganti 1'' brunastre, internamente verso
la base più o meno bianche, gli steli bianchi in gran parte della metà subapicale,
[ale lima torma uno spazio bianco sull'ala, più visibile sulle primarie interne;
timoniere grigio terreo, terminate da una fascia subterminale nera e bianche al-
la].ice. tale tinta va aumentando verso le laterali, sinché L'esterna e bianca del
inno ad. in prini. . 'l'ime meno puro: le nere terminate di cenerino-biancastro
(ad. in aut. . l'arti superiori di colore più cupo, con sottili margini biancastri più
o meno fulvicci. e talora \ u'eced u i i da una fascia subterminale indistinta nerastra:
colorazioni nere mancanti o sostituite da brunastro, con mar-ini bianco-cenerognoli
o rossicci; la fascia del collo alle volte interrotta sul davanti; tìnte bianche della
testa e .lei collare meno estese, meno pure e (pia e là tinte di fulviccio; la fascia
nerastra alla base del collo mancante o, -e esiste, tinta di brunastro [giov.).
Lunghezza totale 0,m185; becco 0,'"014: ala 0, li'.".; coda 0,m060; tarso 0,m024.
La femmina e un po' più -rande del maschio.
Abita L'Europa, spingendosi ad oriente nell'Asia sino al lago Baikal; d'inverno
si porta nell'Africa e nell'India settentrionale, è di irregolare comparsa nell'Ame
rica nordorientale e sembra anche nell'Australia Oould). In Italia è specie scarsa
come stazionaria e nidificante, tanto in Sicilia (die in Sardegna (pianto nel Ve-
:!7li ATLANTIi ORNITOLOGICO
neto; ma è più abbondante come uccello invernale o di passo e specialmente di
primavera,. È abbastanza comune, ma non egualmente distribuito.
368. Aegialitis dubia (Scopoli), Corriere piccolo.
[ Aegialites curonica, A. curonicus o Aegialitis curonica (Gmemn)].
[Tav. XXXI, flg. 4, 5 e Tav. L, fig. 15 |.
Becco nero, taluni giallo ma salo alta base della mandìbola inferiore; steli delle re-
miganti /' scuri, eccetto quello della prima che è bianco quasi /imi all'apice.
Simile alla specie precedente, da cui si distingue pei seguenti caratteri: sta-
tura minore; un anello oftalmico giallo-brillante; nero del vertice terminato il più
delle volte di bianco; l'ascia sul davanti del collo e sul petto più stretta; steli delle
remiganti primarie scuri, eccetto quello della la bianco quasi fino all'apice; coda
più lunga; becco più sottile e nero, e se giallo solo alla base della mandibola in-
feriore; piedi gialli {ad.). Simili a quelli della specie precedente, ma di statura
minore; penne delle parti superiori bordate di un ceciato quasi rossiccio; lo stelo
della la remigante soltanto è bianco {giov.).
Lunghezza totale 0,m168; becco 0,'"014; ala 0,'"112; coda 0,'"060; tarso 0,ra023.
Abita l'Europa e l'Asia settentrionale, tranne le parti Artiche e giunge sino
al Giappone; sverna nell'Africa, nell'India, nell'Arcipelago Malese, mostrandosi ac-
cidentalmente nell'America, dall'Alaska alla California. In Italia è specie sedentaria,
nidifica dalle parti settentrionali fino alla Puglia e sembra anche in Sicilia ed in
Sardegna. E però più abbondante all'epoche del passo; è specie generalmente
comune, più facile ad aversi dell'ai, hiaticula e dell'ai, alexandrina (L.).
a) Non esiste la haada nera continua sul/a /iurte anteriore del eolio, ma solo
due macchie estese sui lati dell'alto petto (ad.); stelo della I" remigante primaria bianco,
eccetto all'apice, quello delle altre primarie bianco nella metà opinile.
369. Aegialitis alexandrina (Linnaeus) Q-), Fratino.
[Aegialitis o Aegialites cantiana o cantianus (Latiiam : ].
[Tav. XXXI, fig. 3].
Fronte, un sopracciglio che si estende oltre gli occhi sopra la regione auri-
colare, un collare che cinge la base del becco, guancie, cuopritrici laterali della
coda e parti inferiori bianchi per intero; redini, parte anteriore del vertice, una
macchia sull'alta regione auricolare ed uno spazio su ambedue i lati dell'alto
petto, che non forma banda completa, neri; parte posteriore del vertice sino alla
nuca lionato-fulvo, colla base delle penne cenerognolo-brunastra ; parti superiori
grigio-terree, più scure sullo stelo delle penne, più chiare verso l'apice; remiganti
primarie bruno-cenerognole, nerastre verso l'apice e sul vessillo esterno, stelo
bianco sino (piasi all'apice nella la e nella mela subapicale delle altre lc; timo-
niere, le quattro centrali bruno-nerastre, le seguenti bruno chiare, tutte con gli
steli bianchi, le tre laterali bianche; becco e piedi neri (mas. ad. in prim.). Fronte
1 1 ./. cantiana (Latham) 1801.
1. Falco pescatore. 2. Avvoltoio. 8. Pojana. 4 Sparviere, ó. Falcone, tì. Lodolajo. 7. Gheppio. 8. Falco pec-
chiaiolo. 9. Cornacchia nera. 10. Cornacchia. LI. Corvo. 12. Gracchio. 13. Taccola. 14. Gazza. 15. Ghiandaja.
16. Nocciolaja. 17. Rusignolo. 18. Pettirosso. 19. Codirosso. 20 a. Stiaccino. 90 b. Culbianco. l'I. Codirossone.
82. Passera solitaria. 23. Tordela. 24. Tordo. 25. Tordo sassello. 26. Cesena, 27. Merlo dal collare. 28. Merlo.
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
\ I i. ivi I OKN ICO 377
e sopracciglio bianchi; redini Bcure; tìnte lionato-fulve dell'occipite in gran parte
cenerino-bruna8tre; le nere della testa e dei lati del petto miste a penne cenerine
e con margini bianchicci ifemm. ad. in prim. ed miniti in uni.), l'enne delle parti
superiori più scure, con margini stretti apicali cenerognoli o cenerognolo-rossicci;
testa, redini, e regione auricolare brunàstre, lavate ili fulviccio; fronte e parti
inferiori bianche; spazio dietro al collo bianco-cenerognolo, formante un collare
indistinto; spazio sulla parte laterale del petto brunastro, cod l'apice delie penne
bianco-cenerognolo; becco e piedi nerastri [giov.).
Lunghezza totale 0,m162 ; becco 0,m016; ala0,m112; coda 0, <>;,..: tarso 0, 027.
Questa specie abita l'Europa e l'Asia centrale, sino alla Cina ed al Giappone;
sverna nell'Africa, nell'India e nell'Australia. In Italia è stazionaria in Sar-
degna ecl anche nel Veneto; nidifica.; però si trova ovunque più facilmente durante
l'epoca dei passi in marzo e nel settembre. E specie non egualmente distribuita,
rara nella Lombardia, nel Piemonte, sembra piuttosto frequente nel Veneto, in
Toscana, nelle Puglie ed in Sardegna; ina è sempre poco comune.
Se i ni u'amhìi.i a 1 1 1 .M A XTOPODIN A K. lmanlopodini.
Becco assai sottile, acuto, diritto o curvato all'in .su a lesina senza dertro 0
rigonfiatura api cale; gambe Lunghe.
Questa sottofamiglia consta di tre generi, due dei quali hanno rappresentanti
in Europa, il terzo, Cladorhynehus, Gray, con una sola specie, abita l'Australia.
Genere HIMANTOPUS. Brisson.
Becco 'piasi diritto, lungo il doppio della testa, sottile, leggermente curvato
all'apice, tanto alto che largo alla base e che termina in una punta acuta, con un
solco sui lati di ambedue le mascelle, che finisce a metà lunghezza; narici lineari,
laterali, allungate e pervie; ali assai lunghe, appuntite, colla 1 " remi-ante primaria
la massima; coda mediocre, (piasi quadrata, di \'2 penne: gambe molto Lunghe e
sottili, colla tibia nuda su mela della sua lunghezza; tarso reticolalo, più del doppio
in lunghezza «lei dito mediano con unghia; diti tre, anteriori, il mediano unito
all'esterno da una membrana mediocre ed all'interno da una membrana molto
piccola, dito posteriore mancante: unghie piccole, piatte, poco curve, ottuse.
quella del dito mediano leggermente dilatata sul margine interno.
Collo abbastanza lungo; scapolari poco allungate; statura mediocre, con
gambe assai Lunghe; colorito nero disopra e bianco di sotto.
Questo genere cosmopolita consta di sette specie, delle quali una sola è
Europea. Abitano le sponde dei laghi, le paludi, gli specchi d'acqua, le lamine, tanto
ove il t'ondo e melmoso quanto dove è resistente, inoltrandosi nell'acqua tino all'al-
tezza della tibia. Hanno volo facile e volando tengono le gambe iirote.se molto
all'indietro. Nidificano in coppie in una Leggiera depressione del terreno, che
foderano con erbe palustri e ove depongono tre o quattro uova t'ulvo-accese, con
macchie e chiazze nerastre o bruno-nerastre.
Atlante ornitologico. 48
:;7s ATLANTE 0KNITOLOGIC0
370. Himantopus himantopus (Linnaeus), Cavalier ti' Haliti.
[Himantopus candidus, Bonkatkurk.].
| Tw. XXXIV, fig. 4 e 5 |.
Parte posteriore della cervice e del collo nera, mista a bianco; regione alta
del dorso ed ali nero-lucide a riflessi verdoni; timoniere centrali periate, le laterali
biancastre; un collare alla base del collo e tutto il resto del piumaggio tinti in
bianco, lavato di rosa sul petto e sull'addome; piedi di un rosso-vermiglione (mas. mi.
in filini.'. Manca il collare bianco: parte superiore della testa cenerino-brunastra :
nuca e parte posteriore del collo fino al basso dorso cenerine, qua e là brunastre;
alto dorso e lunghe scapolari brunastre; ali di un nero-verdone, coll'apice delle
cuopritrici e la parte interna delle remiganti e le timoniere tinte di brunastro
(femm. mi. in prim.). Testa e collo bianchi, spesso con penne nerastre nei maschi
e cenerine nelle femmine, che hanno inoltre predominio di brunastro sulle tinte
nere (ai/, in ani.). Tinta bruna del dorso e delle scapolari più pallida che nelle
femmine; parti inferiori bianche tinte di cenerognolo sul davanti del collo; remi-
ganti 2" brunastre coll'apice bianco, così quello delle le interne (giov.).
Lunghezza totale 0,"'405; becco 0,"'06f>: ala 0,m240; coda 0,m095; tarso da 0,m124
a 0,'"110. La femmina è più piccola del maschio.
Abita l'Europa centrale e più che altro la meridionale, l'Africa, l'Asia cen-
trale, l'India e la Cina occidentale: giunge irregolarmente nelle parti settentrio-
nali d'Europa e d'Asia, eccettuate le regioni Artiche. In Italia è specie di passo,
più facile ad aversi di primavera che d'autunno, ma di solito poco abbondante;
nidifica in molte parti, dalla Sicilia alla Toscana ed al Veneto, ma con poca re-
golarità; nel passato era specie comune ed estiva nell'Estuario d'attorno Venezia,
ora si è fatta rara e nidifica eccezionalmente, così è di comparsa molto rara nelle
Provincie nord-occidentali della penisola.
Genere RECURVIROSTRA, Linnaki s.
Becco lungo, più del doppio della testa, appiattito, decisamente ricurvo, piegato
ad arco e volto all'in su in forma di lesimi, sottile, debole, flessibile, mandibola su-
periore con un solco nella parte superiore e sui lati dell' inferiore, base dei due
rami della mandibola inferiore appiattita; narici lineali, lunghe, collocate sulla
parte superiore del becco; gambe lunghe e sottili, nude e reticolate su di una
grande porzione della tibia: tarso meno del doppio in lunghezza del dito mediano
con unghia: diti tre in avanti, riuniti sino alla La articolazione da una membrana
profondamente smarginata, il posteriore presente e rialzato; coda ed unghie come
nel genere Himantopus.
Corpo depresso; tinte predominanti di solito nere e bianche; piumaggio delle
parti inferiori fitto, come negli uccelli acquatici; nuotano con facilità.
Hanno le abitudini delle specie del gen. Himantopus, si mettono a nuotare
con facilità soltanto quando l'acqua, ove si trovano, polla profondita supera la
lunghezza della loro gamba; si nutrono essi pure d'insetti, di chioccioline e di
vermi, (die cercano nel fango; il loro volo è lento e piuttosto pesante e volando
\ I I \vi i. cm;m fOLOGIi " 379
tengono i piedi distesi all'indietro. Questo genere cosmopolita -i compone ili quattro
specie, delle ijiiali una è confinata alle Amie del Chili, cioè la II. andina, l'Ini.
& Landb
371. Recurvirostra avocetta . I.innaki -. Avocetta.
| Iav. XXXIV, Bg. 6 ].
l'ileo, una t'ascia che si estende dalla cervice sino alla parte infero posteriore del
collo, regione alta «entrale del dorso, cuopritrici piccole e medie delle ali e re-
miganti primarie nere; scapolari interne variate ili cenerognolo e di bianco, al
cime delle remiganti i" più interne bruno-nerastre; timoniere centrali cenerino-
periate, tutto il rimanente del piumaggio bianco (ad,). Tinte nere della testa e
delia parte posteriore del collo, delle ali e del dorso miste a brunastro, anche al-
l'apice delie penne; tutte le tinte bianche meno pure e giallette, lavate di cene-
rino sulla parte bassa del collo, sull'alto dorso e sulle scapolari esterne; remiganti
1' in parie biancastre all'apice (gioì . .
Lunghezza totale 0,m445; becco 0,n,083; ala 0,m230; coda 0,m085; tarso 0,m085.
Abita l'Europa centrale e meridionale sino all'Asia centrale ed alla Mongolia,
tutta l'Africa, l'India e Ceylan; arriva irregolarmente nelle parti settentrionali di
Europa, ma nidifica ancora in Danimarca. In Italia è specie più (die altro di passo,
ma scarsa, tranne nelle Puglie ed in Sardegna, ove è invernale; come sedentaria
è molto più rara. Nidifica irregolarmente nel Veneto, però un cinquant'anni fa
ciò si compieva con frequenza e regolarità.
Sottofamiglia TOTANINAE, Totanini.
Becco diritto, o volto all'in su, o arcuato, più lungo della testa; solchi nasali
estesi -ino quasi all'apice dei becco; tarsi di solito scudettatì tutto all'intorno;
diti anteriori riuniti da una membrana rudimentale, più sviluppata nel dito esterno,
né mai liberi del tutto alla base.
Questa sottofamiglia cosmopolita consta di 17 generi, con circa 10 specie.
Genere NUMENIUS, Beisson.
Becco lungo, quasi il triplo della lesta, sottile, molto arcuato a falce e «ur
rato all'apice die e duro, mandibola superiore alquanto più Imma dell' inferiore,
rotonda press,, l'apice, un solco laterale su ambedue le mandibole, più esteso sulla
superiore, per Circa ; , della sua lunghezza; depressione nasale lunga e stretta; na-
rici laterali, lineari, lunghe, aperte nel solco nasale, semichiuse da una membrana
nuda e pervie: ali moderate, la 1' remigante primaria la massima, le i" interne
lunghe quasi «pianto le le; coda subeguale alle ali. roi la. «li 12 penne; tibie
nude su circa metà estensione, lunghe, scudettate; tarso molto più lungo del «lite
mediano, con scudetti trasversali per circa ' .. sul «lavanti, nel resto ed all'indietro
Linneo Syat. Nat., I. pag. L51, 1758 Borisse R. avotetta.
::m) atlanti-: ORNITOLOGICO
reticolato; diti tre sul davanti, riuniti sino alla 1" articolazione da una membrana,
che poi margina i diti stessi; il posteriore presente, articolato in basso sul tarso
e che tocca terra con l'unghia; unghie corte, poco arcuate, quella del mediano
dilatata sul margine interno.
Collo abbastanza lungo; statura mediocre; tinte generali brunastre o grigie, con
strie sul petto, sul collo e sui fianchi e la testa concolore col dorso, o attraver-
sata longitudinalmente da una fascia chiara; maschi più piccoli delle femmine,
talora rilevantemente.
Nove specie compongono questo genere cosmopolita. Riuniti in grandi branchi
i Chiurli frequentano le lagune e le coste del mare nell'inverno ed all'epoca
delle migrazioni; durante le cove vivono appaiati nelle paludi e negli stagni entro
terra. Sono assai timidi, paurosi e difficilissimi ad avvicinarsi col fucile. Il loro
suono è un fischio speciale a nota metallica, che si ode a grande distanza. Volano
e camminano con leggerezza e rapidità; si nutrono d'insetti, di molluschi, di vermi
terrestri ed acquatici. Nidificano in una piccola depressione sul terreno ove fab-
bricano un rozzo nido, deponendovi quattro uova di un verde-oliva, macchiate di
bruno e di grigio.
372. Numenius arcuatus (') (Linnaeus), Chiurlo maggiore.
[Numenius arquata (L.)].
[ Tav. XXXV, lig. 4 ].
Testa nerastra nel centro delle penne, bianco-sudicia o giallo-fulviccia sul
margine, colla tinta più chiara sul collo; dorso nero-lucido a riflessi verdastri o
violetti, con larghi margini o macchie sullo stesso fulvo-chiare e vivaci, sicché
sembra fasciato per lungo e meno per traverso; basso dorso, sopracoda e grop-
pone di un bianco più o meno fulviceio. con numerose macchie nerastre sul
centro delle penne, più larghe sul sopracoda, ove si dispongono talora a fascia tra-
sversale non egualmente decisa su ambedue i vessilli; un largo sopracciglio bianco
immacolato o con macchiette nerastre; mento ed alta gola bianco-fulvi; gozzo,
lati dello stesso, collo, petto ed alto addome di un bianco più o meno fulvo-noc-
ciola, con una stria longitudinale bruno-scura sulla linea mediana delle penne;
fianchi nerastri sullo stelo delle penne ed a fascie trasversali brunastre o bianco-
fulve; parte del basso addome e calzoni bianco-fulvicci senza macchie; resto del
gastreo con strette strie centrali brunastre; timoniere bianco-fulve, talora cene-
rognole sulle mediane, con 9 a 10 fascie trasversali nero-brunastre e l'apice bianco-
fulvo; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari bianche, il più delle volte im-
macolate <"</. in prim.). Simile; sopracciglio bianco meno distinto; macchie sul
groppone poco distinte e quasi del tutto nascoste dalle tinte bianche; cuopritrici su-
periori della coda con poche fascie trasversali brunastre; manca la tinta fulvo-
nocciola delle parti inferiori, sostituita da bianco brunastro o pialletto; coda
bianco bruuastra, con le fascie più scuro (ad, in <</tt.). Dimensioni minori; becco
più corto e meno arcuato; tinta nera della testa e del dorso più distinta, essendo
la marginature chiare molto più ristrette; il bianco del dorso non lascia scoperte
(') Linneo scrisse Scolopax arquata, ma «leve scriversi .V. arcuatus, «la arcua.
\ Il \MI 0RH '"■!' '• 381
le macchie nere lineari; attorno alle macchie delle parti inferiori, die sono strette
e lineari, si diffonde una tinta cenerina invece della bianca; fascie della coda più
ristrette ed avvicinate; taccia inferiore dell'ala bianco-immacolata (giov.).
Lungh. totale femm. 0,'"700; mas. 0,"T>80; giov. 0,,u500:
becco » <la o.'li's a i), i7.".; » da 0,mlÌ8 a 0,m168; » 0," <>'.'] ;
ala 0,m310; » 0,'"300; » 0,m270;
tarso 0,m083; » 0,m082; » 0,m079;
coda » 0,m120. —
La femmina è sempre più grande del maschio.
È specie notevolmente variabile ili dimensioni e di colorito, ed io credo che
i supposti ibridi di tale specie col X tenuirostris, Vieill. altro non siano clic i gio-
vani del A', arcuatus, perchè esso nell'abito giovanile sembra un uccello intermedio
tra le due specie anzidette e per tinte e per dimensioni; ad individui di tale specie
con leggere modificazioni di colorito è pure riferibile il N. kastata del Contarmi.
Questa specie abita I' Europa, spingendosi ad oriente fino al lago Baikal; sverna
nell'Europa meridionale, nell'Africa, nella Cina, nell'India e nell'Arcipelago Ma-
lese; in Europa nidifica soltanto nelle parti centrali e settentrionali. Il Chiurlo
maggiore giunge in Italia nel luglio e vi si trattiene sino ad aprile: perù non
pochi riuniti in grossi branchi si trovano nell'Estuario Veneto durante l'estate
s, n .a nidi ficnni; io tengo un soggetto avuto dai dintorni di Venezia nell'agosto 1896
ancora in finiti coperto di piumino, ma atto a volare. E uccello comune in tutta
Italia, specialmente come di passo ed invernale.
373. Numenius tenuirostris, Vieillot, Chiurìothllo.
Testa nero-bruna sul centro delle penne, lionato-fulva o biancastra sul mar-
gine; dorso e scapolari nero-brune nel centro, con margini fulvo-grigiastri nella
parte bassa delle penne e nocciola-fulvi più o meno biancastri nel resto; basso dorso
e groppone di un bianco immacolato; sopracoda bianco, con macchie a goccia o strie
sullo stelo bruno-nerastre; sopracciglio bianco ben distinto; gola di un bianco-puro;
lati del collo, gòzzo ed alto petto bianco ceciati, coperti da macchie nere allungate
ed a goccia sul centro delle penne; basso petto, alto addome e fianchi bianchi, con
macchie nere rotonde od a cuore e poco allungate; resto del gastreo e l'accia in-
feriore delle ali di un bianco-immacolato; timoniere bianche, con sei fascio trasversali
nerastre "</. in prirn.). Tono generale di un fulvo più lionato; le parti inferiori
hanno le macchie disposte a lineette allungate sullo stelo, e solo poche rotondeg-
gianti, che di solito sono confinate sull'alto addome (<"/. in aut.). Remiganti i"1 in-
terne con macchie chiare su ambedue i vessilli [giov.).
Lunghezza totale 0,m450; becco da h,i>7i> a (i,"o'.i(); ala (V '265; coda 0,' 100;
tarso 0,m066. I.a femmina è più grande del maschio.
(Questa specie si distingue a prima vista dal N. arcuatus per statura minore,
pel becco più sottile, per le macchie nere centrali e molto distinte sul sopracoda
in contrasto col basso dorso e col groppone, che sono di un bianco immacolato;
pelle tinte di fondo della coda bianco pure, con fascio trasversali distinte bruno
nerastre; come caratteri accessori abbiamo il sopracciglio bianco e bene accen-
382
ATLANTI'. ORNITOLOGICO
tuato, che sembra talora continuare in un collare mal definito che cingerebbe
la nuca, le ascellari e le cuopritrici inferiori delle ali sempre bianche; però il
primo carattere del rollare non è sempre presente e l'ultimo è talora visibile
anche nel X. areuatus.
Abita le contrade bagnate dal Mediterraneo, spingendosi irregolarmente nel-
l'Europa centrale. In Italia è specie di passo ed invernale; abbastanza frequente
nelle provincie centrali e meridionali e molto rara nelle settentrionali, compreso
il Veneto. Mi sembra più facile ad aversi nel passo di primavera; pare si ripro-
duca in Sicilia nelle paludi del Simeto, il che merita conferma. Nidifica però nella
Spagna, nella Ciccia e nella Russia meridionale, oltre che nell'Africa settentrionale:
e quindi non sarebbe strano se ciò avvenisse anche in Italia.
374. Numenius phaeopus (Linnaeus), Chiurlo piccolo.
[TaV. xxxv, %. 5].
Testa bruno-scura qua-
si nerastra con tre fascie,
due laterali che partono
" dalla base del becco e pas-
sano sopra gli occhi e l'al-
tra centrale, bianco-ceciate,
macchiate di nero-bruna
stro sul mezzo delle penne,
che si dirigono sulla nuca e
quasi la circondano; dorso
e scapolari bruno-nere nel
centro delle penne a riflessi
violetti e fulvicci, più o me-
no cenerognoli sul margi-
ne; basso dorso e groppone
bianco-candidi, con mac-
chie nere longitudinali sullo
stelo in gran parte coperte
dalle penne bianche, le mac-
chie sul sopracoda si dispon-
gono a fascie trasversali;
niente e gola bianchi, con
qualche macchietta scura;
gozzo, collo, lati e petto
bianco-fulvo-ceciati, con li-
nee longitudinali nerastre
lanceolate sul petto e tra-
sversali sui fianchi; addome
e sottocoda bianchi quasi
del tutto; remiganti 1° bru-
no nerastre, con macchie e
Fascie biancastre sul vessillo interno; coda cenerino cupa, con '.) fascio trasver-
Piedc di .V. phaeopus.
a) per mostrare l'articolazione del tarso e la membrana del piede.
hi per mostrale ir reticolazioni della planiti tarsi (circa gr. nat.).
MUNII. ORNITOLOGI! " 383
sali lniiiic rasile e L'apice bianco; etiopi-Urici inferiori delle ali ed ascellari
bianche, con numerose fascie trasversali aere mi. i» i>ri»t.i. Masso dorso bianco,
(•(in le macchie scure del unto nascoste dalle penne bianche sovrapposte; pani
inferiori con un minor numero di strie e di fascie ad. in aut.). l'arti superiori
con numero variabile di macchie biancastre più o meno fulve; l'ascia centrale
sulla testa meno distinta; le macchie sul groppone e sul basso dorso assai nume-
rose e del tutto scoperte; macchie longitudinali sulle parti inferiori assai nume-
rose; timoniere di tinta di fondo più chiara, culla fascia apicale più larga e più
bianca; fascie sulle ascellari più incomplete e più rade {<j/i>r.\
Lunghezza totale mas. 0,m465; femm. 0,m485;
becco » 0,,n07(>; » 0,m094;
ala » 0,'"240; » 0,'"260;
coda » 0,'"105; » 0,m110;
tarso » 0,m056; » 0/"060.
La femmina è mollo più grande del maschio.
Questa specie si distingue facilmente dalla precedente pella stria centrale
chiara sulla linea mediana della testa coi lati della cervice bruni, che formano
una larga banda su ogni lato della stessa, inoltre pelle ascellari bianche con nu-
merose fascie nerastre; è anche un po' più grande di statura quantunque questo
sia un carattere poco apprezzabile.
Abita la Groenlandia e l'Europa fino alla vallata del Pecciora, svernando nelle
parti circummediterranee e meridionali, in Africa, e verso oriente nell'India e
nell'Arcipelago Malese. In Italia è specie di passo ed invernale, che giunge in
agosto, rimanendo sino ad aprile; non è egualmente distribuita, cosi è comune nel
Veneto ed in Sardegna, mentre è piuttosto rara in Lombardia ed in Sicilia. Non
nidifica, quantunque durante l'estate se ne trovino numerosi branchi nelle lagune
attorno Venezia (').
375. Numenius borealis (Forster), Chiurlo />i<v<)/<> eschimese.
Distinto dal A', phaeopus pel basso dorso ed il groppone scuri, come l'alto dorso;
pelle sti'ie Longitudinali centrali nerastre sulla bassa pila, miste a numerose mac-
chie lame,, late, più distinte sul basso petto e sui fianchi; pelle remiganti primarie
bruno-nerastre uniformi, e quindi senza fascio o barre sul vessillo interno; pelle
ascellari e per le cuopritrici inferiori delle ali rossiccio-cannella, con fascie bru-
nastro-cupe e nerastre (ad.). Le macchie sulle parti superiori come nel A', phaeopus,
ma il polio ed i fianchi le presentano lanceolate, più o meno regolari e distinte (giov.)
Lunghezza totale 0,m354 (femm.), 0,m342 [mas.); becco 0/"0G3 ; ala 0,m218;
coda ((.'"usi ; tarso 0/"046.
Aitila L'America settentrionale, sino alla Groenlandia e alle Regioni Artiche;
sverna nell'Amerio iridionale; giunge accidentalmente in Inghilterra.
(') Secondo I. ili,, ni. Il \ . hudtonicìia, Latti, compare accidentalmente in [spagna, ila dove egli ne
avrebbe avuto un individui, nel maggio 1872. ì; specie dell'America Bettentrionale.
38 t ati, ami; ornitologico
Genere LIMOSA, Brisson.
Becco molto lungo, il doppio circa della testa, più lungo della coda, diritto,
più alto che largo alla base, leggermente curvato all'in su, coll'apice duro ed ot-
tuso, ma dilatato e le due mandibole solcate su di una lunga estensione, la supe-
riore che sorpassa al suo apice l'inferiore; solco nasale stretto e lungo; narici ba-
silari e pervie, aperte nello stesso solco; ali acute, appuntite, la la remigante primaria
la massima, le 2e interne allungate ed appuntite; coda di 12 penne, corta e qua-
drata: gambe lunghe e sottili, nude su più di 1/3 della tibia che è scudettata, come
i tarsi i quali sono molto lunghi ; quattro diti, uno posteriore elevato, articolato
sul tarso, tre anteriori marginati, riuniti alla base da una membrana, quella del-
l'interno piccolissima; unghie piccole, poco curvate, ottuse, con quella del dito me-
diano dilatata e talora pettinata sul lato interno.
Statura piuttosto grande; testa alquanto piccola; collo abbastanza lungo, ros-
sastro negli adulti in abito di primavera; maschi più piccoli delle femmine.
Hanno le abitudini dei Chiurli, frequentano le coste marine d'inverno e le
paludi durante l'epoca delle cove; nidificano in piccole compagnie e migrano in
grossi stuoli e spesso unite alle Tringae. Le uova sono piriformi verdi-opache, mac-
chiate di bruno-olivastro.
376. Limosa lapponica (Linnaeus), Vittima minore.
[ Limosa rufa, Temminck J.
[Tav. XXXV, fig. 2 e 3].
Remiganti 1' interne scure alla base, con macchiette bianche nel inargine interno;
usci limi macchiate; coda con fascie regolari bianche e nere; unghia del dito mediano non
pettinata.
Testa nero-lucida sul centro delle penne e lionato-fulva sul margine, nel collo
predomina la tinta lionata; dorso e scapolari nerastre, con margini o macchie ovali
fulvo-lionate; basso dorso e groppone di un bianco-candido, con macchie lanceolate
nere; sopracoda a fascie bianche e nere o fulve e nere; un largo sopracciglio fulvo, con
macchiette nerastre che parte dalla fronte ; redini nerastre e fulve; parti inferiori
fulvo-accese, con poche strie longitudinali scure centrali sui lati del collo e del
petto; fascie bianche della coda talora tinte di fulviccio; ascellari bianche, con
fascio bruno-nerastre (ad. in prim.). Testa bruno-cenerognola, con strie centrali
longitudinali bruno-scure; dorso, scapolari e cuopritrici delle ali bruno-cenerognole,
col centro delle penne nero e marginature biancastre assai larghe sulle cuopritrici;
basso dorso e groppone di un bianco-candido, così il sopracoda che presenta poche
macchie angolari scure; coda colle fascie più chiare e le nere leggermente bru-
nastre; un largo sopracciglio biancastro, esso, i lati della faccia e le gote con piccole
macchie brunastre; gola e mento biancastri; collo, lati e petto cenerini, brunastri
sui lati del petto e sullo stelo delle penne; parti inferiori bianche nel resto, con
macchie lanceolate brune sul sottocoda e sui fianchi; coda colle fascie bianche
più pure e le nere tinte di brunastro uni. in aut.). Testa bruno-scura, marginata
di bruno-fulviccio; parti superiori con decisi margini e numerose macchie lionato-
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1 a. Passera scopajola. 1 h. Beccafico. 2. Capinera 3 Sterpazzola, 4 Bigiarella 5. Bigia padovana. 6 Cannareccione. 7. Canna-
tola. 8. Cannajola verdognola, 9. Forapaglie. IO Pasrliarolo 11. Forapaglie macchiettato. 12. Canapino maggiore. i3. I.D verde.
14 Lu grosso. 15. Lu piccolo 16. Fiorrancino. 17. Regolo. 18. Scricciolo. 19. Cinciallegra. 20. Cincia mora. 21 a. Cincia col
ciuffo. 21 b. Codibugnolo 22. Cincia bigia. 23 Cinciarella. 24 Basettino. 25. Picchio muratore. 26. Rampichino. 2i Picchio
murajolo. 28. Lodola. 29. Tottavilla. 30. Cappellaccia 31. Ballerina. 32. Ballerina gialla. 33. Cutrettola gialla. 34. Pispola.
35. Prispolone. 36. Spioncello. 37 Fringuello. 38. Peppola. 39 Passera oltremontana. 40. Passera mattuggia. 41. Fanello.
42. Verzellino. 43 Venturone. 44a. Lucarino 44b. Cardellino. 45. Ciuffolotto. 46. Crociere delle pinete. 47. Crociere. 48. Verdone.
49. Frosone. 50. Strillozzo. 51. Zigolo giallo. 52. Zigolo nero 53 Ortolano. 54 Zigolo muciatto 55. Migliarino di padule.
56. Storno. 57. Rigogolo. 58. Averla maggiore. 59. Averla capirossa. 60. Averla piccola. 61. Averla cenerina. 62. Beccofrusone.
63. Pigliamosche «4 Balia nera 65. Pigliamosche pettirosso.
Ulrico Hoepli, Editore, Milano.
ATI.ANI I OR» h 0 is"'
l'ulviccie; sopracciglio più stretto e coperto di macchiette bruno cenerine, come i
lati della testa; basso dorso, groppone e sopracoda bianchi, con grandi macchie
circolari bruno-cenerognole, talora le penne sono per intero di tale colore; tinte
cenerine e bianche delle parti inferiori lavate di fulviccio; lascio della coda bruno-
scure e bianco-fulviccie in numero da 7 a 9 (giov.).
Lunghezza totale: i>.:;to /;//////.. o.'.'.tid (mas.); becco 0,'"077; ala 0,m205; coda
0,'"0sr>; tarso: 0,m052 (femm.), <v"047 (mas.). La femmina è più grande del maschio.
Abita le regioni subartiche, dalla Lapponia allo Jonissei ; d'inverno giunge
sino alle cesie del Mediterranee, in Africa sino alla Senegambia e nell'India. Ar-
riva irregolarmente in Italia all'epoche del passo, di solito durante il mese di
agosto e settembre e con più facilità nel Veneto, ove in alcuni anni è abbondante,
ma soltanto nell'abito giovanile. Venne prosa ovunque, tranne in Sardegna; il
De Romita però non la cita per le Puglie. Coll'eccezione del Veneto è specie rara,
rarissima nell'abito di primavera.
377. Limosa limosa iLixxaeus), Pittima reale.
[Limosa belgica Gm.), L. aegocephala, Bchst., L. melanura, Leisl. ].
[Tav. XXXIV, (ig. 11, e Tav. XXXV, fig. 1].
Remiganti V interne Manche alla base; ascellari bianco-candidi snr.a macchie; coda
min. bianca alla base; unghia riti dito mediano pitti nata.
Testa fulvo-nocciola-ocracea, con una stria bruno-nerastra sul centro delle
penne, più ristretta snlla parte posteriore del collo; dorso e scapolari nerastri, con
fascio trasversali lionato-nocciola; basso dorso e alto groppone cenerino-nerastri;
basso groppone e sopracoda bianchi, con alcune penne ornate di una fascia sub-
terrninale scura e l'apice bianco-rossiccio; sopracciglio, che parte dal becco, ros-
signo biancastro; redini t'ulvo-nocciola, con macchiette nerastre: mento bianco-ros-
signo; collo e suoi lati t'ulvo-nocciola; petto e suoi lati dello stesso colore, con una
l'ascia ondulata subapieale nera. cui succede una stretta banda apicale biancastra; ad-
dome, fianchi dello stesso e sottocoda bianchi, con fascio trasversali bruno-nerastre;
remiganti Le interne bianche alla base, nerastre nel rimanente; ascellari bianche
ad. in prim.). Parti superiori cenerino-grigiastre lavate di bruno, con lo stelo ne-
rastro ed il margine più pallido; groppone pure nerastro; sopracoda bianco; mento
e gola bianchicci; collo, lati, davanti del petto e fianchi dello stesso colore, ma di
tinta più chiara; resto delle parti interiori bianco (ad. in aut.). Largo sopracciglio poco
distinto e biancastro; testa bruno-nerastra con stretti margini bruno-rossicci, molto
più estesi sul collo; dorso e scapolari neri, con larghi margini fulvo-rossicci o
rossiccio-gialletti ; groppone cenerino-nerastro, con alcune penne terminate di nero;
lati della testa bianco-fulvicci, con macchiette brunastre; gola e mento bianchicci;
collo, lati e petto fulvicci, tinti di cenerognolo alla base delle penne; resto delle
parti inferiori bianco, con poche strie o macchio scuro sul sottocoda e sui fianchi
(giov.).
Lunghezza totale mas. 0,'"408; femm. 0,'"445;
becco
»
0,'"090;
»
0,m120;
ala
»
1 >,' 205;
»
0,'"225;
coda
»
(V'Oso :
»
O,'"085;
tarso
»
0,"'07f>;
»
0*085.
Atlanti ornitologico.
411
386 ATLANTE ORNITOLOGICO
Questa specie abita l'Europa centrale e la settentrionale, sino alla vallata del-
l'Obi; sverna nei paesi Mediterranei e nell'Africa nord-orientale. In Italia è specie
di passo in primavera e nell'autunno, non sverna nel Veneto, né sembra accer-
tato il fatto della sua ibernazione nelle nostre provincie meridionali e nelle Isole;
secondo il Giglioli si trova a Malta anche nel gennaio. Ne ebbi dal febbraio a maggio
e dal 24 luglio a novembre, ma è in generale specie poco abbondante ed anche
rara in taluni distretti. La L. Meyeri, Leisl., citata dal Perini, è la presente specie
o, secondo altri Autori, la L. lapponica; comunque sia, è nome da mettere tra i
sinonimi.
Il Martorelli (L) ha parlato di una Limosa, da lui trovata sul mercato di Milano
e proveniente da Foggia, che presenterebbe somiglianze colla L. mirar lealandiae
(Gray) o L. uropygialis Gould), t'orma che abita la Siberia orientale, portandosi
d'inverno in Australia, ove rimpiazza la L. lapponica. Queste due Limosae sono
tra esse poco distinte e non è difficile che esemplari intermedi possano giun-
gere fino nelle nostre regioni; questo è anche il pensiero del Martorelli, che volle
attirare l'attenzione degli Ornitologi su tale probabilità.
Il Risso e, forse sulla sua asserzione, il Verany citarono la Symphemia semi-
palmata iGin.i tra gli uccelli di passo nel Nizzardo ed il Walleng'ren tra quelli
comparsi a Upland nella Svezia r'). Sembra che tali notizie basino su inesatte
informazioni e, per ora, tale uccello è da escludersi dalle liste Europee. Abita
d'estate le parti temperate dell'America del Nord e d'inverno le centrali e le
Indie occidentali.
Genere MACRORHAMPHUS, Leach.
Becco molto lungo, quasi il doppio della testa, più alto che largo alla base,
diritto, sottile nel mezzo, coll'apice dilatato, curvato leggermente all'in su e ru-
goso come nel gen. GalUnago, col solco laterale esteso sino quasi all'apice delle
due mandibole e quello sotto al becco che giunge alla metà della sua estensione;
narici piccole, laterali, basilari; ali appuntite, lunghe, la remigante primaria la
massima, le 26 allungate più lunghe della 4a primaria; coda corta, quasi quadrata,
di 12 penne; gambe abbastanza lunghe e sottili, parte bassa della tibia nuda per
circa ljz di estensione; tarso quasi il doppio del dito mediano con unghia, esso
ed i diti scudettati; diti tre anteriori leggermente marginati, l'esterno riunito col
medio alla base da una membrana, il posteriore tocca terra con l'unghia; unghie
piccole, sottili e poco curve, quella del mediano dilatata sul margine interno.
Due specie compongono questo genere, una delle quali propria all'Asia, l'altra
giunge irregolarmente anche in Europa. Hanno le abitudini dei congeneri, ma alle
praterie acquitrinose preferiscono le lagune e le coste del mare; migrano riuniti
in grandi branchi, hanno volo rapido, corrono velocemente ed all'occorrenza nuo-
tano con facilità. Nidificano in una depressione sul terreno e le uova sono bruno-
(') Nota sopra alcuni esemplari del .urli. Limimi, ute Alti Sor. II. Se. .Vii/., WXIII, pag. 21-40
(1890).
(■') Naumannia, 1854, pag. 256.
\ i i ISTE 0RN1T01 OGK 0
fulviccio-pallidc e bruno verdastre nelle tinte di fondo, con macchie e chiazze
bruno-rossicio scure e bruno \ erdastro pallide, molto simili a quelle del Beccaccino
americano (Oallinago delicata (Ord)).
378. Macrorhamphus griseus iìmki.in i, Pvro-pvro dal petto rossiccio.
Goda, sur euopritrici, lati del corpo, contorno dell'ala ed ascellari con fase/, cospicue
nere Q Inanelli , talora Unte ili fn/en; str/u il, Ila /" remigante Inauro, gli altri scuri.
l'arti superiori di un uero-bruno-scuro, con fascio e margini color bajo o bajo-
fulvo; centro del dorso bianco; sopracciglio fulviccio; una banda scura dal becco
all'occhio; guancie e gastreo di un rossiccio chiaro, con poche mai-chic nero scure,
specialmente sui lati dell'alto petto {ad. in prim. . Grigio cenerognolo-uniforme sulle
parti superiori e sul petto, senza macchie nere o fulve; centro del dorso, addome,
sopracciglio ed una macchia sotto l'occhio bianchi {ad. in aat. . (urne gli ad. in
inremo: tinte più cupe, dorso nero coll'apice delle penne rossiccio ed una lascia
SUbterminale nera; grigio lavato di rossiccio sulla gola e sui petto mim .
Lunghezza totale da 0,m280 a 0,m250; becco 0,m056; ala 0,m082; coda 0,m051;
tarso i). 038. La femmina è più grande del maschio. Delle due dimensioni date
la più piccola, di 0,m250, sarchile propria alla razza minore o .1/. griseus, mentre
l'altra, ili 0,m280, apparterrebbe agli individui della l'orma maggiore, che fu distinta
col nome di .1/. scolopaceus (Lawr.).
Questa specie nidifica nelle parti artiche della. Siberia orientale e dell'Ame-
rica settentrionale, portandosi d'inverno nelle parti centrali e meridionali del-
l'America, fino al Brasile meridionale. Accidentale in Europa; una ventina di
soggetti vennero presi in Inghilterra, poi comparve in Danimarca, in Picardia
ed in Normandia.
Genere TOTANUS. < ivikr.
Becco di solito assai più lungo della testa, diritto od appena ricurvo, talora
colle mandibole volte all'in su, dilatato e molle alla base, appuntito e duro all'e-
stremità, compresso, con un solco molto esteso su ambedue le mandibole e l'apice
della supcriore inclinato su quello dell'inferiore; narici piccole, lineari, basilari:
ali mediocri, appuntite, la 1 ' remigante primaria la massima. 2" interne lunghe
ed appuntite; coda piuttosto corta, subrotonda o quadrata; gambe sottili, mediocri,
nude circa sulla metà inferiore della tibia; tarso scudettato, appena una volta e
mezzo più lungo del dito mediano senz'unghia o appena più lungo dello stesso;
diti quattro, uno all'indietro piccolo, elevato, tre anteriori, l'esterno unito al me-
diano da una membrana alla base, l'interno quasi lìbero tino dalla base; unghie
molto piccole ed ottuse, ma forti e poco arcuate.
Collo piuttosto lungo; statura mediocre e forma svelta; livrea talora molto
differente tra l'abito di primavera e quello d'autunno.
Il genere Tutanns è cosmopolita ed è composto di otto specie, delle quali sei
abitano anche l'Europa e una vi giunge accidentalmente dall'America. 1 Totani abi-
tano di preferenza le coste del mare e le lagune durante l'inverno e se ne stanno al-
:iNN ATLANTE ORHITOLOGICO
lora riuniti in grandi branchi; frequentano più specialmente le paludi e gli stagni
nell'epoca della riproduzione, quando vivono soltanto appajati. Il loro grido è un
fischio assai sonoro e gradito, che emettono con modulazioni nel periodo degli
amori, facendo strani movimenti circolari nell'aria anche a grandi altezze.
Quando sono feriti nuotano con facilità, e camminano e volano con estrema spe-
ditezza. Collocano i loro rozzi nidi sulla terra poco lontano dalle acque, deposi-
tandovi quattro uova piriformi, la cui tinta di fondo è variabile e va dal grigio-
verdastro al grigio-fulvo, con macchie rossiccie e porporine, lavate di bruno e di
grigio di vario tono; essi si nutrono come le Liviosae.
a) Basso dorso e groppone bianchi; cuopritrici superiori della coda con fascie più
o muto larghe, ma sempre presenti.
379. Totanus fuscus Linxaeis . lottino moro.
[ Gambetta fosca ].
[Tav. XXXIII, tig. 9].
Becco lungo; remiganti secondarie con fascie regolari bianche o bruno-nerastre; ti-
moniere fasciole; piedi gialli o rossi; statura maggiore.
Testa, collo, petto ed addome di un nero-bruno o fuligginoso, con alcune penne
qua e là frangiate di bianco; dorso, cuopritrici superiori delle ali e scapolari bruno-
nere a ritiessi verdastri, con margini e grandi macchie bianche, qua e là sfumate
di fulviccio; basso dorso e groppone bianco-candidi; cuopritrici superiori ed infe-
riori della coda a fìtte fascie alterne bianche e bruno-nerastre; remiganti 2e con fitte
fascie bianche e bruno-nerastre; timoniere nero-brunastro-cenerognole, con fascie
trasversali bianche (ad. in prim.). Testa, collo e dorso grigio-cenerini, con le penne del
dorso orlate di biancastro; una fascia dal becco all'occhio bianca ben distinta, una
seconda sotto l'occhio e redini bruno-cenerognole; parti inferiori bianco-candide,
grigio-cenerognole sul collo e sull'alto petto, specialmente nella parte centrale
delle penne; fianchi tinti di cenerognolo, con barre incomplete bianche e grigio-
brunastre; sottocoda bianco, con poche fascie distinte e trasversali; dorso, groppone
e remiganti 2e come di primavera (ad. in a ut.). Penne delle parti superiori ce-
nerognolo-nerastre, con riflessi verdastri sul dorso e sulle ali, il margine delle
penne biancastro-fulviccio sul collo e con Atte macchie sul dorso, sulle cuopritrici
alari e sulle scapolari; groppone, sopracoda, sottocoda e coda come di primavera,
colle fascie tinte di fulviccio compreso il basso dorso; mento e gola biancastri;
guancie, lati della testa e del collo bianco-cenerognoli, con macchie molto nume-
rose bruno-grigio-scure, il resto delle parti inferiori bruno-nerastro e bianco-ce-
nerognolo qua e là fulviccio, le colorazioni disegnandosi a fascie sul basso addome,
sui fianchi e sul sottocoda (giov.).
Questa specie si distingue in ogni età ed abito dalla susseguente per le re-
miganti !'■ non bianche, ma a fascie regolari bianche, e bruno nerastre.
Lunghezza totale 0,m325; becco 0/"060; ala 0,m165; coda 0,'"080; tarso 0,058.
Abita l'Europa settentrionale e l'Asia; nidifica nelle parti Artiche, portandosi
d'inverno nelle regioni bagnate dal Mediterraneo, nella Cina e nell'India. In Italia
è specie invernale e di passo, che arriva di agosto e settembre e riparte in aprile
e nel maggio, se ne trovano anche di giugno. Non sembra probabile la sua nidifi-
ATLANTE ORN .OGICO -s'>
catione nel Veneto, che venne asserito dal Contarini e da] Nardo. È uccello piul
tosto comune; in talune località (Toscana, Veneto n 'aro anche nell'abito di nozze.
380. Totanus calidris (Linnaeus), Pettegola.
| Tav. XXXIII, Hg. 7 «■ 8 ].
Becco nulli; remiganti '- in gran parte bianche o con la bast scura, ma non fa-
si ii iti ; timoniere con fascit strette; piedi russi n gialli; statimi minore.
Parti superiori ili un cenerognolo-brunastro, più cupo e con margini bruno-
rossicci sulla testa, lavalo di rossiccio nel resto, con numerosi tratti nerastri
sullo stelo delle penne e macchie nerastre sul margine delle stesse, che qua e là
si dis] gono a fascie trasversali, più che altro sulle scapolari; basso dorso bianco.
cosi il groppone che ha macchie nerastre e bianco-cenerognole: parti inferiori
bianco-cenerognole, immacolate sul centro dell'addome, lavale di rossiccio sui lati
del petto e sull'addome e con una grande macchia nerastra bislunga e centrale
su cadauna penna, con fascie indistinte nerastre sul petto, ben decise e miste a
tacche lanceolate sui Banchi e sottocoda; remiganti 2e, specialmente le interne,
bruno-nerastre nella meta basilare, bianche senza fascù aell'apicale ; timoniere la-
terali a fascie alterne avvicinati bianche e nerastre, le centrali cenerino-rossiccie
con fascie avvicinate bruno-nerastre; piedi rossi {ad. in prim. . Parti superiori
senza macchie e di un cenci ino bruno uniforme; gola bianca e così le parti in-
feriori, cui lati ded collo e del petto bruno-grigi, con strie nerastre centrali e sui
lati della taccia e sulla linea mediana de] eolio e del petto; fianchi e sottocoda
con piccole macchiette nerastre, talora foggiate a fascie bianche e nerastre; piedi
rossi mi. in imt.ì. Bruno-nerastro lavato di rossiccio e di fulvo, colla testa più
scura ed il collo più cenerino e grandi tacche o fascie bianco-fulviccie sul dorso,
sulle scapolari e sulle cuopritrici delle ali; gola ed addome bianchi; le macchie
sulle parti inferiori più numerose, allungate e centrali, «die quasi nascondono la
colorazione bianca sul davanti del collo e sul petto e alle volte sui fianchi e sul
sottocoda ed ove talora si foggiano a piccole fascie; bianco delle fascie delle ti-
moniere lavato di l'ulviccio; piedi gialli (giov.).
Lunghezza totale da 0,m310 a 0,m300; becco da O,'"048 a 0,'n040; ala 0,ID162;
coda 0,"'OSO; tarso il, ut*.
Abita l'Europa, l'Asia centrale fino alla Siberia orientale: visita d'inverno
l'Africa e l'India, spingendosi fino all'Arcipelago Malese. In Italia è specie stazionaria
nel Veneto, ove è molto comune e nidificante; nel resto d'Italia è nei elio di passo,
svernando più che altro nelle provincie meridionali e nelle grandi Isole, com-
presa L'Elba. È abbondante, specialmente di primavera.
381. Totanus stagnatilis. P.i:< iisteix, Albastn/lo.
[ l'irn-jiirn gambe lunghe |.
[Tav. XXXIV. Bg. 1 |.
Becco lungo e sui liti.- remiganti !" interne brune senza fascie, coli' orlo esterno ed il
vessillo interno biancastri sul margine; timoniere fasi ini,, t, esterne bianche non fa-
sciati- regolarmente, ma macchiate ili bruno sul vessillo esterno; incili verdastri; statura
minon ilei ilm- precedenti.
390 ATLANTK ORNITOLOGICO
Parte superiore della testa cenerino-periata, col margine lavato ili rossiccio
e con macchie ovate nere nel centro delle penne, più ristrette sul collo; alio dorso
e scapolari cenerino-periate, vinate sullo stelo e con fascie più o meno numerose
e regolari nere e un sottil margine bianchiccio; basso dorso e groppone di un bianco-
puro; sopracoda con le penne molto lunghe bianche, con macchie e fascie nerastre;
timoniere le tre esterne con una stria ondulata nerastra, di solito solo sul margine del
vessillo esterno, le altre con fascie cenerine e nerastre irregolari nelle due centrali;
mento e gola bianchi, talora con macchiette; redini, lati della testa, guancie e petto
di un bianco leggermente cenerino, con macchie numerose allungate o lanceolate
bruno-nerastre, che si foggiano anche a fascie indistinte sui fianchi: resto del ga-
streo bianco-puro, con poche macchie sul sottocoda- remiganti 2® cenerino-bru-
nastre, col margine interno e l'orlo bianchi; piedi verdastri (ad. in prim.). Parti
superiori grigio-cenerognole più cupe e terminate di biancastro, specialmente sulle
cuopritrici alari che sono quasi nerastre; fronte bianca, con una piccola macchietta
sulla linea centrale delle penne; sopracciglio e gastreo bianchi per intero, con mac-
chiette brunastre sui lati del collo, del petto e dei fianchi; remiganti i"1 come nel-
l'abito di primavera, ma più cupe (ad. in aut.). Come gli adulti in autunno, ma i
margini biancastri sulle parti superiori più larghi (giov.).
Lunghezza totale 0,m245; becco 0,'"045; ala0,m130; coda 0,'"060; tarso 0,m053.
Abita l'Europa sud-orientale, estendendosi sino all'Asia nord-orientale e giun-
gendo irregolarmente nelle regioni centrali e settentrionali d'Europa; sverna
nell'Africa, nell'India e nell'Australia. In Italia è specie discretamente comune
durante il passo primaverile dal Romano in giù, non è rara neppure in Toscana;
invece nel Veneto e nella valle Padana è di comparsa affatto irregolare e raris-
sima. D'autunno è dovunque assai scarsa, io l'ebbi nell'ottobre da Massacciuccoli
(Lucca). Non nidifica.
b) Basso dorso e groppone bruno-scuri; cuopritrici superiori della roda bianche,
con le /H'unr più lunghe fasciate.
382. Totanus flavipes (Gmelin), Aibastrello americano.
Ascellari distintamente fasciate di bruno-cenerino; piedi giallo-vivaci ad ogni età.
Testa e collo di un bianco-grigio striato di nero; parti superiori bruno-nerastre,
con macchie bianche e fulvo-giallette, che formano bande irregolari sulle remiganti
2° e sulle scapolari; basso dorso e groppone bruno nerastri, colle pinne marginate di
bianco; sopracoda Inauro, eolie penne laterali fasciate di nerastro; coda biancastra, con fascie
bruno-cenerine; gastreo bianco, col collo ed il petto striati fittamente di bruno-nera-
stro; ascellari bianche, con fascie bruno-cenerognole; piedi gialli (ad. in prim.). Mancano
le macchie sulle parti superiori, che sono più scure e marginate di bianchiccio;
gastreo come di primavera, colla gola ed il petto lavati di bruno-grigio (ad. in
aut.). Le marginature bianche sulle parti superiori bruno-pallide o fulvo-giallette
(giov.).
Lunghezza totale da 0,'"240 a 0,m225; becco 0,'"040; ala 0,'"170; coda 0,'"061;
tarso 0,'"051.
Abita l'America settentrionale giungendo d'inverno sino alla Patagonia ed a}
Chile; è accidentale in Inghilterra, ove venne colto due volte.
ATI.ANTK OBK -'".Il 0
391
c) Becco decisamente rivolto all'in su, un po' alVindietro della sua metàapicale
i ciò più distinto nella mandibola inferiore; statura più elevata dei precedenti Totani.
(gen. I rLOTTIS, Koeh .
Una sola specie.
383. Totanus littoreus ' (Linnaeus), Pantana.
I Totanus glottis (JLath.); T. nebularius (Gunn.); T. canescens (Gm.)],
[Tav. \.\X1II, ng. 10 é 11J.
Testa e collo di un bianco-cenerognolo, col contro dello penne néro-bruno ed il
margine bianco; dorso e scapolari con lo stelo e macchie talora molto estese e nu-
merose nere, il margine bianco
e la tinta di fondo grigio-cenero-
gnola; basso dorso, groppone e
cuopritrici superiori della coda
di un bianco [turo: parti intcriori
bianche, cou strie centrali nera
stre sulle guancie e sui lati della
tosta, o con uumerose macchie
ovali od allungate sullo stelo
delle penne della gola, del collo,
dell'alto petto e dei lati, ove ta-
lora, come sui fianchi, assumono
la forma di fascie irregolari ; ti-
moniere bianche, tinte di cene-
rino o di rossiccio sulle due me-
diane e con t'ascie irregolari scure,
più accentuate sul vessillo ester-
no [ad. in prim.). Fronte sui lati
che continua in un sopracciglio,
guancie, groppone, sopracoda e
parti inferiori bianche; parte cen-
trale della fronte, lati della testa,
del collo e del petto con lineette
e macchiette bruno-nerasl re; dor-
so, scapolari e cuopritrici alari
cenerino-periate, con lo stelo ed
una stria submarginale bruno
nerastri ed il margine bianco;
piccole cuopritrici alari bruno-
nerastre, col margine bianco-cenerognolo {ad. maut.). Parti superiori nero-bruna-
stre, lavate di rossiccio e marginate di bianco-cenerognolo o di fulviccio; lati
del groppone talora sfumati di gialletto; collo con numerose macchie allungate
per
Piede ili l . Ultori ut,
strare In scaletto del tarso,
\ iato sul davanti e ili Banco.
(') Autori i terni, rome Reichenow, Brnsina, Reiser usano '/'. litlorew (L.) 1758. anziché T. ne-
bularim (Gnnn.) 1707. Linneo adoperò anche i nomi di glottis e Manna 17.r>xi, ma le diagnosi sono così
poco chiare, che non si sa con precisione quali siano lo specie delle quali intendeva parlare.
392 ATLANTI ORNITOLOGICO
bruno-nerastre, che si fanno più larghe e più fitte sul petto, ove colorano un po'
la tinta di fondo; basso addome bianco-sudicio, con qualche margine brunastro ed
i fianchi macchiati della stessa tinta; timoniere centrali bianco-fulviccie, con fascie
quasi ovunque complete e distinte bruno-nerastre, le laterali con fascie e mac-
chiette pure bruno-nerastre (gior.).
Lunghezza totale 0,m340; becco 0,'"055; ala 0,"'1!>0; codaO,m085; tarso 0,"'058.
Abita le parti settentrionali d'Europa e d'Asia, giungendo d'inverno sino al-
l'Africa, all'India ed all'Australia. In Italia è uccello discretamente abbondante
all'epoche del passo e nell'inverno; non è però egualmente distribuito. Sembra
nidificare nel Veneto, ma non abbiamo dati positivi. È certo che in parecchie
Provincie si trovano Pantane nei mesi estivi, ma non sappiamo se vi si ripro-
ducano.
d) Becco corto; coda più lunga del becco, le due timoniere centrali pia lunghe
delle altre e sopravanxanti; tarso più laitgo del dito mediano con unghia (gen.
Riiyacophilus, Kaup).
Una sola specie.
384. Totanus glareola (Linnaeus), Piro-piro boschereccio.
[Tav. XXXIII, lig. ó e (ìj.
Stelo dr/hi I" remigante primaria Inaiar), gli altri scuri; cuopritrici inferiori delle
oli ni ascellari bianche, con poche macchiette o tratti scuri ; timoniere centrali con fascie
strette e numerose.
Testa bruno-nerastra, con strie longitudinali bianco-fulviccie; dorso nero-ver-
dastro-lucido, con fascie e tacche irregolari bianco-grigie o fulviccie su entrambi
i vessilli; groppone bruno-nerastro, con sottili margini bianchirci: cuopritrici
superiori della coda bianche, le più lunghe a fascie bruno-nerastre; un sopracci-
glio bianco poco distinto e macchiato di bruno-nerastro: mento, centro della gola,
basso petto ed addome di un bianco-immacolato; collo e davanti del petto bianco-
cenerini, con macchie subrotonde brunastre che sui lati assumono la forma di strie
centrali allungate, di fascie sui fianchi e di macchie e fascie sul sottocoda; timo-
niere centrali bruno-cenerognole con numerose fascie bruno-nerastre, qua e là
biancastre e le laterali a fascie nerastre e bianche, coi vessilli interni delle tre
laterali bianchi; cuopritrici inferiori delle ali bianche, irregolarmente variate di
bruno; ascellari bianche con pochi tratti trasversali irregolari o macchiette bruno-
nerastre (ad. in prim.) Parti superiori più pallide e con macchie e fascie più nu-
merose e più fulviccie; le inferiori variate di cenerognolo, più pallide sul davanti
del collo, sul petto e sui fianchi, che hanno fascie meno numerose; timoniere con
fascie anche sui vessilli interni delle prime laterali ; sopracciglio più distinto (ad.
in nat.). Parti superiori più brunastre nel fondo di tinta, colle strie e colle tacche
meno abbondanti tranne sulle ali e sulle scapolari, esse sono di un bianco-fulviccio
e si presentano rotondeggianti ed opposte a due, a quattro, a sei; sopracciglio
molto distinto; collo e petto cenerognoli, senza o con poche macchie, ma col centro
delle penne più scuro; timoniere fasciate (giov.).
Lunghezza totale 0,'"225; becco 0,n,029; ala 0,'"125; coda 0,'"0tJ0; tarso 0,'"038.
Questa specie abita l'Europa e l'Asia, portandosi a svernare nell'Africa e nel-
Tav. 50.
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la. Torcicollo. 1 b. Succiacapre. 2a Rondine. 2b. Cuculo. 8. Upupa. 4. Callo cedrone. 5. Fabiano t!i
monte. K. Francolino di monte. 7. Pernice bianca. 8. Fagiano. 9. Starna. 10. Coturnice. 11. Quagli)
12. Sirratte. 13. Folaga, il Gallinella d'acqua. 16, Corriere piccolo. 16. Pavoncella. 17. Piovanello pancii
nera. 18. Beccaccino, in. 1, i ine di mare. 21. Beccapesci. 22. Gabbiano comune.
23. Gabbiano reale nordico.
wi.wn ORNJT HCO
393
l'India e giungendo fino all'Australia. In Italia è uccello comune, di doppio passo,
non ne ebbi mai Dell'inverno, ma solo Dei mesi d'aprile, maggio, agosto, settembre ed
ottobre; fu asserita la sua oidificazione Del Veneto, in Lombardia e forse in To
scana, ina mancano fatti concreti nanne che pel Veronese, ove ciò sarebbe in
dubbiamente provato (V. Dal Nero). Nidifica verso sud fino nella Vallata del Da-
nubio e pare nella Spagna (//. Saunders).
Tua sola intaccatura su ciascun lato del margine posteriore dello sterno;
becco moderato, non più In mio della coda; tarso appena più In min del dito mediano e. u.
(gen. Helodromas, Kaup).
Due sole specie, una delle quali è Americana e non giunge che casualmente
in Europa.
385. Totanus ochropus (Linnaeus), Pvro-pi/ro culbianco.
I Helodromas ochropus (L.)].
| I'av. XXXIII, li-. 4].
Tutti gli steli'delle remiganti scuri ; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali nerastre,
emi strette fast i e angolari biancastre; metà basilari delle timoniere eentrali bianca, metà
apicale con tre o quattro fascù m n larghe e trasversali.
Parti superiori olivastro-nericcie, largamente marginate di bianco sulla testa
e con macchie numerose biancastre sul dorso e sulle scapolari, che sono tinte di
1. Timoniera centrale di T. ochropus.
2. Penna ascellare di T. ochropus.
3. Timoniera centralo di /'. glareola.
I. l'i Dna ascellare di T. glareola.
bronzino-olivastro; sopracciglio bianco, con macchiette scure: groppone, cuopritrici
superiori ed inferiori della coda, mento e gola di un bianco-puro; collo e petto di un
cenerino-brunastro sul centro delle penne, bianco sul margine, sono talora visibili
barre scure sui lati del petto; fianchi irregolarmente macchiati di bruno-nerastro;
Atlante ornitologico. 50
394 ATLANTE ORNITOLOGICO
timoniere bianche con tre o quattro fascie nella metà apicale, che diminuiscono
verso le esterne e che in taluni soggetti sono del tutto bianche (ad. in prim.). Testa
e collo di un cenerognolo-olivastro uniforme; sopracciglio più distinto; macchie
delle parti superiori piccolissime bruno-fulviccie poco apparenti; lati del petto col
fondo di tinta cenerognolo olivastro e le fascie poco sviluppate (ad. in aid.). Parti
superiori con margini cenerino-olivastri e le macchie bianco-fidviccie, quelle delle
inferiori lanceolate e sbiadite; fascie sulla coda più strette sulle penne centrali
e più larghe sulle esterne e colla subapicale allargata [giovX
Lunghezza totale 0,'"235; becco 0,n'040; ala 0,'" 140; coda 0,'"060; tarso 0,"'0.".4.
Questa specie per la presenza di una sola profonda intaccatura su ogni lato
del margine posteriore dello sterno, pel tarso più breve etc. fu disgiunta dal
genere Totanus e posta nel genere Helodromas, come il T. glareola pel tarso in
proporzione più corto del gen. Totanus etc. ne fu diviso e collocato nel genere
Rhyacophilus, fatti che ho già citato senza adottarli, data la natura generale del
presente lavoro.
Abitale contrade settentrionali d'Europa e d'Africa, ove nidifica; sverna nelle
regioni circummediterranee, nell'Africa, nell'India e nell'Arcipelago Malese. Questa
specie è abbastanza comune in Italia durante le epoche del passo e nell'inverno.
Secondo il Giglioli nidificherebbe e quindi sarebbe stazionaria nel Veneto (Perii//),
in Lombardia (Ferragni), in Toscana (Scivi) ed in Sicilia (Doderlein), ma queste as-
serzioni non riposano su dati sicuri; anzi il Savi, Autore del resto pregevolissimo,
dice che questa specie nidifica in località che non sono quelle normalmente citate
dagli Osservatori più competenti, egli nota che nidifica sulla sabbia e sull'erba,
mentre ciò sembra avvenire sugli alberi. Non ho mai veduto tale specie nei mesi
di giugno e luglio, e non so che altri ve l'abbiano incontrata con certezza.
386. Totanus solitarius (Wilson), Tiro-pi n> solitario.
Più piccolo del precedente, dal quale è più che altro distinto pelle parti su-
periori con macchie più numerose; le cuopritrici superiori della coda non bianche,
le cuopritrici centrali e le due timoniere mediane sono bruno-nerastre, queste
macchiate di bianco, le cuopritrici laterali e le rimanenti timoniere bianche con
larghe fascie nere; ascellari e cuopritrici inferiori delle ali a fascie alternate
bianche e nere di pari larghezza; statura minore.
Lunghezza totale 0,m188; becco 0,m030; ala 0,m130; coda 0,m051; tarso 0,m028.
Questa specie abita le parti settentrionali dell'America del Nord, portandosi
d'inverno nelle regioni del Sud-America e nidificando nelle terre Artiche. In Eu-
ropa arriva accidentalmente soltanto in Inghilterra, ove venne presa due volte.
Genere TRINGOIDES, Bonaparte.
Becco flessibile, sottile, diritto, poco più lungo della testa e del dito mediano
con unghia e meno della coda, con un solco laterale esteso quasi sino all'apice;
ali più corte della coda, colle remiganti 2° eguali alle 1°, la distanza intercedente
essendo minore della lunghezza del tarso; coda graduata o rotonda, alquanto ampia
mi IKT1 ORNITOLOGI* 0
e lai-ira; tarso scalettato, i li'" re. sidieguale. ne mai più lungo del dito mediano
con unghia, colla parte nuda della tibia molto ristretta; dito posteriore piccolo,
il mediano unito coll'estemo alla base, l'intorno Libero; unghie piccole, ottuse e poco
ricurve; statura piuttosto piccola.
Questo genere è composto di due specie.
387. Tringoides hypoleucus i.Linnaki - . Piro-pira piccolo.
[Actites hypoleucus !.. |.
| Tav. XXXIII, fig. 3 |.
Remiganti primarit uniformi; le 2l brune coli' apice e la base bianca, le interne
colla tinta bruna prevalente, eccetto la 8" e la 9" che sano bianche quasi per intero e
cotta fascia nera non completa.
'l'està grigio-brunastro-bronzata, con una linea eentrale nera sul eentro delle
penne; parti superiori bruno-grigie-bronzate lucide, con strie trasversali o grandi
tacche a ferro di lancia nere, di egual tinta le scapolari e le cuopritrici alari che
hanno t'ascio trasversali uerastre e sono terminate qua e là di biancastro; timoniere:
le due centrali di un bruno-bronzato uniforme, le altre terminate di bianco, con
strie trasversali nerastro spesso irregolari, le esterne a t'ascio bianche e uerastre
spesso irregolari; mento, gola e parti inferiori bianche, tinte di cenerognolo sul
davanti del collo e sul petto, che hanno linee brunastre strette e centrali (ad. in
pria/.', l'arti superiori talora meno bronzate e più opache, sempre più uniformi
e meno macchiate di nero; le tinte del collo e del petto più grigiastre e striate
(ad. in aut.). Tinte nere delle parti superiori poco cospicue, consistenti in una stretta
t'ascia preapicale bruno-nerastra ed in una. seconda apicale fulviccia o con fascie
alterne bruno-nerastre o fulviccie, ciò che è più manifesto sulle cuopritrici alari;
lati del petto e collo di un grigio più scuro e più uniforme, ma col bianco del
resto delle parti inferiori più distinto (giov.).
Lunghezza totale 0,m220; becco 0,m025; ala0,m112; coda0,ro060; tarso 0,m024.
Abita una larga area, cioè I Europa e l'Asia settentrionale; sverna nelle regioni
Mediterranee, nell'Africa. nell'India e nell'Australia. In Italia è specie più die altro
estiva e di passo; nidifica ovunque ed è comune, non pochi rimangono tra noi
anche nell'inverno, specialmente nelle Provincie centrali, nelle meridionali e nelle
Isole ed anche nel Veneto, ma in quest'ultima parte meno frequentemente.
388. Tringoides macularius (Ltnnaeus), Pinro-pwo macchiato.
I Actites macularius il. in. |.
Remiganti '-"' bianche, tutte con una larga fascia subapicale bruno-cenerina, pan
completa mila 8" e nella 9°, che rimano estesa cieca 0}m020; statara minare.
Simile al precedente, ma molto più fasciato di nero sulle parti superiori e con
numerose macchie, più o meno tondeggianti, bruno-nerastre sul gastreo (ad. in
prim.). Come nel precedente '/'. hypoleucus, ma sempre distinti pel carattere delle re-
miganti 2° più interne; della statura minore e della mandibola inferiore gialla per
una grande estensione; i giovani non avrebbero inoltre strie scure sulla gola {ad.
in aut. e ijior.).
396 ATLANTE ORNITOLOGICO
Lunghezza totale 0,m210; becco 0,m023; ala 0,"T10; coda0™055; tarso 0,'"022.
Questa specie abita le parti settentrionali dell'America del Noni, migrando
d'inverno nelle centrali, nelle meridionali e nelle Indie orientali; giunge acciden-
talmente in Inghilterra, ove venne colta più volte, quantunque una sola sia la
cattura bene autenticata, e questa avvenne nel 1899 (Saunders)', sembra che un
individuo sia stato ucciso nella Baviera Renana nell'aprile 1875. Il Contarmi pel
Veneto e l'Althammer per il Tirolo citarono tale uccello come comparso nei rispet-
tivi paesi, queste asserzioni furono ripetute da altri Autori, che perciò ammisero
il Piro-piro macchiato tra le specie Italiane; però non consta che alcuna cattura
sia bene constatata ed è quindi da eliminarsi fino a prova contraria. Anche l'as-
serzione dello .Schlegel che una piccola colonia si riproduca nella Valle del Po è
erronea, e certo frutto di inesatte informazioni.
Genere TEREKIA, Bonaparte.
Becco molto lungo, quasi il doppio della testa, più alto che largo alla base,
sottile, molto curvato all'in su verso l'apice, che è ottuso, e piegato in basso al-
l'estremità della mandibola superiore, solcato su ambedue le mandibole sino a 3/4
della lunghezza totale; narici basilari, laterali, lineari; ali lunghe, appuntite, colla
la remigante primaria la massima e le secondarie interne allungate riguardo le lee
che giungono quasi all'apice della 4;| primaria; coda corta, subeguale alle ali, legger-
mente rotondata, di 12 penne; gambe mediocri, sottili, nude sul terzo basilare della
tibia; tarso scudettato, subeguale al dito mediano con unghia; dito interno ed
esterno riuniti al mediano da una membrana distinta ed estesa sino alla terza
falange, tutti e tre lunghi e con sottili marginature, dito posteriore piccolo, ele-
vato; unghie piccole, quasi diritte, ottuse.
Statura piccola; tinte opache.
Questi uccelli abitano di preferenza le rive dei fiumi, degli stagni e dei laghi,
anziché le coste del mare ed hanno le abitudini dei Totani. Le loro uova sono
di un fulviccio-pallido, con macchie grigio-porporine e bruno-porporino-cupe. Una
sola specie compone questo genere.
389. Terekia cinerea (Gùldenstàdti, Tereohia.
| I'iltima nana ].
Becco multa curvato all'in su.
Parti superiori cenerino-grigie, con una linea centrale nerastra, die è assai più
distinta sulle penne del dorso; le scapolari più interne quasi intieramente nere e
che formano due bande distinte sui lati del dorso; lati della testa biancastri, con strie
grigio-brune; una larga fascia sopraccigliare bianca; gote, gola, alto petto e fianchi
bianchi, con line strie centrali cenerino-pallide e con macchie trasversali più cupe,
e biancastre alla base delle penne (ad. in prim.). Tinte meno decise, grigiastro-
cenerognole, con margini bianchicci indistinti sulle scapolari e sulle cuopritrici
delle ali; mancano i due spazi neri sui lati del dorso e le strie nere sul centro
delle penne della testa, del dorso e delle cuopritrici alari; tinte fulviccie margi-
ATLANTE ORNITOLOGICO 397
nano le penne del groppone, del sopracoda e le timoniere; le strie sui lati del
collo e dell'alto petto nerastre ben distinte mi. in mit... l'arti superiori con mar-
gini giallo-rossicci ; penne delle spalle e cuopritrici alari con strie a zig-zags ne-
rastri all'apice delle penne; timoniere con poche macchie o fascie rossigno-pallidc
terminate di fulviccio-rossigno e con una fascia subapicale nerastra giov.).
Lunghezza totale 0, 225; becco 0,m050; ala o;"135; coda 0, 063; tarso 0,'"028.
Abita le parti settentrionali-orientali d'Europa e le nordiche della Siberia, ni-
dificando indie regioni Artiche; migra d'inverno nell'Africa, indie Indie, giungendo
tino nell'Australia. In Italia è specie molto rara ed accidentale ; presa almeno sei
volte in Toscana, due volte in Puglia, una in Sicilia ed una volta nel Veneto;
quest'ultima cattura la cito sulla tede del Sig. Dal Fiume di Badia Polesine, non
essendo stato conservato l'esemplare.
Genere PAVONCELLA ' . Leach.
Becco diritto, piuttosto sottile, subeguale alla testa, flessibile, dilatato e
piatto verso l'apice che è ottuso e rotondo, più alto che largo alla base, con un
solco sulla mandibola superiore esteso fino a ' -, della sua Lunghezza; narici ba-
silari, lineari, laterali; ali Lunghe, un po' più della coda, appuntite, la la remi-
gante primaria la massima, alcune 2e interne molto allungate; coda di 12 penne,
subrotonda, mediocre, assai graduata; gambe lunghe, nude su più di '/:» della tibia;
tarso scudettato, lungo, sottile, un po' più lungo del dito mediano con unghia; diti
tre sul davanti marginati e uno all'indietro corto, elevato, l'esterno unito all'in-
terno con una piccola membrana, l'interno libero; unghie mediocri, curvate ed
acute.
Statura piuttosto elevata; sessi differenti, maschi molto più grandi delle fem-
mine; piumaggio assai variabile. Di primavera i maschi hanno la testa ed il collo
forniti di lunghe penne a barbe decomposte, che sono erigibili in modo da for-
mare un grande collaretto attorno alle dette parti e due ciuffi cospicui a guisa
di orecchie sui lati della testa, la faccia è nuda e coperta di piccole papille car-
nose di vario colore. Le femmine non hanno collaretto e la loro testa è coperta
di penne in ogni stagione.
1 Combattenti hanno le abitudini del gen. Totanus; il loro volo è rapido e di-
ritto, ma quando spira vento il collaretto riesce di grande impaccio; il grido, ra-
ramente emesso, ù un kack, Icack, kick, ketch I Messeri o turitriht, tu wìht (Saunders);
sono poligami, il numero delle femmine è molto maggiore, sorpassando di circa
2/;j ed anche più quello dei maschi; di prima vera all'epoca degli amori i maschi
ponendosi su di un piccolo rialzo del terreno col collaretto spiegato combattono
fieramente pel possesso della femmina lavorila e, quantunque spinte ad oltranza,
le loro lotte sono quasi sempre incruente. Migrano in grandi branchi, ma non
nidificano che isolati, collocando il nido, nascosto con somma cura, in località pa-
ludose e deponendo alla metà di maggio da tre a quattro uova olivastre o ful-
viccie, con macchie e chiazze brune o grigio-porporine. Si nutrono d'insetti, di
Pavoncella, Leach, 1816 Machete», Cuvier, 1M7.
::ils ATLANTE 0KNIT01 0GK 0
larve di vario genere, di radici, di erbe acquatiche e di riso. Vivono benissimo
in domesticità, sono avidi del pane bollito nel latte e di carne cotta; durante la
primavera moltissimi vengono presi colle reti tese in località adatte, in Olanda, in
Danimarca, ed in altri paesi settentrionali e da noi principalmente sul litorale
Toscano; questo fatto ed il grande commercio che si fa delle loro uova uelle re-
gioni nordiche ili Europa hanno grandemente decimato questa specie, che è scom-
parsa da molti distretti dell'Europa centrale e settentrionale. Da ciò si capisce che
imi) sono i soli Ultimili che distruggono </li uccelli!!
390. Pavoncella pugnax (Linnaeu.s), Combattente.
[Machetes o Machaetes pugnax (L.); Gambetta'}.
[Tav. XXXIII, 6g. 1 e 2 |.
Asn limi, sottocoda e cuopritrid laterali della coda bianche; remiganti primarie, le
2e e le cuopritrid superiori centrali della coda senza Unir bianche.
La tinta del collaretto nei maschi in abito completo in primavera varia all'in-
finito, ma in generale possiamo dire che le tinte predominanti sono il bianco, il
nero, il nero-porporino o violetto, il fulvo ed il castagno; esse si presentano con
tono variato di colore e si dispongono in masse uniformi o sono solcate da fascie,
ed in questo caso abbiamo i seguenti disegni f,1):
Tinta bianca a fascie nere o nere metalliche, o fulve o castagne o grigie.
Tinta nera o di un nero-metallico a fascie bianche o fulve o castagne o grigie.
Tinta fulva più o meno castagna o rossiccia a fascie bianche, castagne, grigie e
cosi via.
Si riscontrano numerose forme intermedie, nelle quali troviamo che:
a) Il collaretto è uniforme, ma con rade penne di tinte differenti disposte
a disegno irregolare o con macchie non foggiate a fascia.
b) Il collaretto è di due tinte a fascie strette ed avvicinate o larghe ed al-
ternate o con una sola fascia su cadauna penna, formata da due tacche scure esi-
stenti appaiate all'apice di ognuna delle dette penne.
e) Il collaretto è di tinta varia e di disegno irregolare.
d) Il collaretto è a disegno variato, ma sempre con spazi bianchi o con tinte
di fondo uniformi, o colla tinta di fondo a fascie od a zig-zags.
In tutti i disegni a fascie esse possono essere sostituite da zig-zags fini, più
o meno larghi ed avvicinati; le tinte dei ciuffi auricolari variano assai e talora
sono concolori col collaretto o differenti da esso, ma non si scostano dai diversi
disegni sopraccitati; così le verruche carnose sulla faccia sono di solito rosse o
gialle, e, secondo il Chapman, collimano col colore di fondo del collaretto; le
penne del petto e del dorso sono pure in generale variabili a seconda del colla-
retto; basso dorso quasi nero, talora con marginature castagne; lati del groppone,
cuopritrici laterali della coda, centro e lati dell'addome, calzoni, sottocoda e faccia
(') Lo deduzioni, elio sto per enunciare, sono il frutto dei miei lunghi studi in argomento tatti sulle
ricche serie di Pavoncellae, che ebbi agio di esaminare nei Musei di Berlino, di Leida, di Londra, di
Milano, di l'arici, di Pietroburgo, di Tring, di Vienna, nella Raccolta del sig. Ch. v. Keinpen etc, inoltre
anch'io ho radunato nella mia Collezione oltre 200 soggetti in tale livrea, alcuni dei quali souo di alto
interesse scientifico, come quelli riportati dal Meves, dal Seebohm, dal Wolley, etc.
ATLANTE ORNITOLOGICO 399
inferiore delle ali di un bianco-puro; remiganti, cuopritrici delle ali piccole e primarie
di un bruno-uniforme; coda bruna, alcune penne con fascie bruno-scure o fulviccie
(»uis. ad in prim.). Senza ciuffi, né collaretto, verruche mancanti, testa del tutto piu-
mata; parti superiori, collo, petto e suoi lati di un bruno-scuro, col centro delle
penne nerastro-lucido ed il margine delle stesse bruno-cenerognolo talora tendente
al bianco-lionato, quelle della testa e del collo di un bruno-lionato quasi uniforme;
mento, redini e guancie biancastre; addome e sottocoda di un bianco-sudicio, tinto di
brunastro sui fianchi; timoniere grigio-brunastre, bianche sullo stelo ed all'apice,
le due medie hanno alle volte una fascia nera preapicale (ad. in ani.). Eguale al-
l'adulto in autunno, ma colle penne delle parti superiori più scure e lucide, termi-
nate di brunastro qua e là bianchiccio, con uno spazio subapicale lionato-brunastro
e con molte penne a fascie lionato-accese; penne della testa nere nel centro, lio-
nate sui lati e terminate di bianchiccio; gola e penne del petto grigio-cenerognole,
nere alla base, terminate di bianchiccio e con tinte lionate e rossigne sparse qua
e là (femm. ad. in prim.). Parti superiori nere più o meno scure, con larghi mar-
gini lionato-vivi più o meno biancastri ; sopracciglio distinto ; fronte e redini bian-
castro-lionate, con macchiette rossiccie; mento bianco-lionato; lati della testa, collo,
petto e lati lionato-pallidi, ombreggiati di grigio; addome e sottocoda bianco-lio-
nati; timoniere bruno-cenerognole, con fascie lionate e nerastre verso l'apice delle
penne che è biancastro (giov.).
Lunghezza totale: mas. 0,'"310; becco 0,m037; ala 0,m180; coda 0,"'075; tarso
0,m050; lunghezza totale: femm. 0,'"250; becco 0,'"032; ala 0,'"150; coda 0,n,063;
tarso 0,m043. Si trovano talora, ma però molto raramente, femmine di dimensioni
eguali ai maschi e viceversa.
I maschi nell'abito d'autunno spesso offrono tinte bianche più o meno giallette
estese sul collo e sul petto, tal'altra esse colorano tutto il collo, la testa, il dorso
e l'intero gastreo; sicché l'uccello è bianco, tranne sul groppone, sulle ali e sulla
coda, quantunque alle volte anche le ali ne siano invase; non vidi mai tale fatto
nelle femmine di piccola statura, ma bensì in quelle che hanno la statura dei ma-
schi. Questa specie è sempre molto variabile, più che altro nell'abito di nozze e
nell'epoche di passaggio dalla livrea d'autunno a quella di primavera, ma però è
facile riconoscerla ai caratteri enunciati in testa alla descrizione.
Abita le parti centrali e settentrionali d'Europa e d'Asia, nidificando verso
sud fino alla Vallata del Danubio ed alle steppe dei Kirghisi e verso nord sino
a che si trova terra; sverna nell'Europa meridionale, in Africa, nell' India e nel-
l'Arcipelago Malese, e fu colta quale accidentale nell'America settentrionale e nelle
Indie occidentali. In Italia è specie di passo molto più comune durante quello pri-
maverile che non nell'autunnale; essi arrivano nel Veneto il 20 luglio, non pochi
svernano nelle provincie centrali e meridionali e raramente nelle settentrionali
e ripartono da marzo a maggio. Gli individui in abito di transazione sono comuni
nell'aprile e nel maggio, rari quelli in abito di nozze completo, che vengono colti
con più frequenza in Toscana, nel Veneto ed in Lombardia e più di rado in Li-
guria, in Piemonte, nel Trentino, etc. ; in uno spazio di sedici anni ne ebbi venti
esemplari con provenienza Italiana. Qualche individuo isolato talora passa l'estate
tra noi, ma non nidifica.
loti ATLANTE ORNITOI.f >< il< < I
Genere BARTRAMIA, Lessox.
Becco uguale al dito mediano con unghia, poco più lungo della testa, sottile,
diritto, col solco nasale esteso per più di a/3 della lunghezza totale e con una
leggera rigonfiatura dertrale all'apice; narici lineari, basilari, molto grandi; aper-
tura del becco profonda, estesa fino quasi sotto l'occhio ; ali appuntite, più corte
della coda, cioè che non giungono al suo apice, colla la remigante primaria la
massima, le 2e interne piuttosto allungate; coda graduata, colle timoniere esterne
più brevi delle mediane, molto lunga e composta di 12 penne; gambe alquanto
lunghe e sottili, colla tibia nuda su di una estensione pari alla lunghezza del dito
mediano con unghia; tarso scudettato, quasi il doppio del dito mediano con unghia
e del becco; diti corti, lunghi e sottili, tre anteriori, coll'esterno riunito alla base
col mediano, il posteriore elevato: unghie piccole, curvate, ottuse, quella del dito
mediano dilatata sul margine interno. Statura mediocre.
Una sola specie compone questo genere. Questi uccelli abitano le praterie
ed i luoghi elevati, lontano dalle coste del mare; migrano riuniti in numerosissimi
stuoli; nidificano nelle praterie e lungo i boschi sul limite degli stagni, in una de-
pressione sul terreno rozzamente foderata di erbe acquatiche, ove depositano
quattro uova grigio-fulviccie o brunastre, con macchie e macchiette bruno-ros-
siccie e grigiastre.
391. Bartramia longicauda (Bechstein), Pvro-piro coda Minga.
Actiturus longicaudus (Kciist.); Gambetta americana].
Testa bruno-nerastra, con le penne bordate di giallo-fulvo e macchiate di fulvo-
rossiccio; una banda centrale, irregolare fulviccia sulla cervice; dorso, groppone
e sopracoda neri; parti inferiori bianche, tinte di isabellino e • striate longitudi-
nalmente di nero sul petto e sul collo e con fascie nere a zig-zags sui fianchi ;
sottocoda rossastro; remiganti l6 bruno-nerastre all'apice e nel vessillo esterno,
bianche con fascie nere nel resto; coda lunga e graduata, timoniere rossigne con
bande irregolari trasversali nere ed una terza fascia terminale bianca, preceduta
da una subterminale nera e con le quattro mediane fulvo-brune, con fascie nere
(di!.). Come gli adulti; le tinte fulve più cupe ; il dorso nero-scuro, con le penne
bordate di fulvo; le strie sul davanti del collo e del petto meno distinte (giov.).
Lunghezza totale 0,ra280; becco 0,1U029; ala 0,"'164; coda 0,'"084; tarso 0,ni044.
Abita l'America settentrionale d'estate e la meridionale d'inverno, mostran-
dosi accidentalmente nell' Europa occidentale e nell'Australia. Fu presa nove volte
in Inghilterra e tre volte in Italia, una presso Genova nell'ottobre 1859 (R. Museo
di Genova), l'altra a Malta nel novembre 1865 (R. Museo di Firenze), la terza presso
Tivoli nel novembre 1895 (R. Museo di Roma, Conto di Carpegna, in Hit.). Le
altre catture Europee non sembrano del tutto sicure.
Sottofamiglia TRINGINAE, Trini/ini.
Becco poco dilatato, liscio senza solco mediano e coi solchi della mandibola
superiore estesi quasi fin all'apice del becco; coda colle due timoniere centrali
ATLANTE ORNITOLOGICO +01
spesso sopra vaozanti le altre e senza fascie regolari; tarsi scudettati tutt' intorno;
diti completamente liberi alla base.
Questa sottofamiglia cosmopolita comprende 12 generi con circa 24 specie.
Genere TRINGITES, Cabanis.
Becco molto piccolo e corto, acuto e piuttosto duro all'apice, circa della lun-
ghezza della testa e del tarso, sottile, diritto, col solco nasale esteso sui 2/3, con le
penne che arrivano quasi alle narici; queste grandi, basilari, lineari; apertura della
bocca molto estesa; ali lunghe, appuntite, la la remigante primaria la massima,
osserva usi particolari macchiette nere sui vessilli interni delle grandi penile; coda
poco lunga, rotonda e con le timoniere centrali più lunghe delle laterali ; gambe
sottili e nude per un grande spazio sulla tibia; tarso scudettato, sottile; diti tre
anteriori liberi alla base e marginati, il posteriore piccolo ed elevato; unghie pic-
cole, sottili e poco arcuate.
Il piumaggio d'autunno è di poco differente da quello di primavera; statura
piccola.
Una sola specie compone questo genere; essa abita più specialmente le rive dei
fiumi e dei laghi, i prati paludosi e le paludi, tanto in riva al mare che nell'in-
terno delle terre; si nutre d'insetti, di piccole chiocciole, di crostacei marini ed
anche di bacche e di piccoli frutti. Le sue uova variano dal rossigno al giallo-
vivace, con tacche grandi e piccole bruno-rossiccie di vario tono e dimensione.
392. Tringites sub-ruficollis (Vieillot), Piro-piro fulvo.
Parti superiori nerastre nel centro delle penne, con marginature bianche e
fulviccie specialmente sulle ali; lati della testa, il collo tutto all'intorno e gastreo
di un rossiccio-pallido, con macchie scure sui lati del collo e del petto ; vessillo in-
terno delle remiganti l6e delle 26 bianco, esse sono marmorizzate di nero su entrambi
i lati del vessillo interno, ciò che è più appariscente dal disotto; cuopritrici infe-
riori delle ali biancastre, marmorizzate di nero nella porzione basilare, le interne
rossiccie, le ascellari bianche; coda grigia senza faseie, con una zona subterminale
nera e gli apici bianchi, le timoniere centrali più scure {ad.). Parti superiori con
larghi margini bianco-sudici e fulvicci sul groppone e sul sopracoda; parti infe-
riori più pallide e le macchie più piccole, così le remiganti marmorizzate più in-
completamente (giov.).
Lunghezza totale 0,m202; becco 0,'"026; ala 0,m130; coda0,'"054; tarso 0,m027.
Il Saunders dice che questa specie si conosce facilmente pelle belle marmo-
rizzature nere su entrambi i lati del vessillo interno delle remiganti primarie,
delle secondarie e delle cuopritrici inferiori delle ali; superficialmente essa asso-
miglia ad un Combattente, quantunque sia molto più piccola di statura.
Abita d'estate l'America settentrionale, nidificando nelle parti Artiche, d'in-
verno le regioni meridionali fino al Paraguay. Accidentale in Europa, venne
trovata almeno dieci volte in Inghilterra, una volta ad Helgoland nel 1845, in
Isvizzera sul lago di Ginevra ed infine in Francia presso Abbeville.
Atlante ornitologico. ol
402 atlanti: ORNITOLOGICO
Genere CALIDRIS, (uvier.
Becco lungo quanto la testa e subeguale al tarso, duro, forte, diritto, sottile
e flessibile, compresso alla base, dilatato e depresso all'apice, colla mandibola su-
periore solcata lateralmente fino quasi all'apice; narici basilari, laterali, strette,
aperte nel solco nasale e coperte da una membrana nuda ; ali mediocri, appuntite,
la la remigante primaria la massima, le 2C interne subeguali alle 1"; coda sub-
rotonda, senza fascie, di 12 penne, subeguale alle ali, colle due timoniere mediane
appuntite, sopravanzanti: gambe piuttosto corte, nude per una certa estensione
della tibia; tarsi mediocri, scudettati, più lunghi del dito mediano con unghia;
diti tre anteriori diretti in avanti, marginati e riuniti alla base da una membrana
brevissima, dito posteriore mancante; unghie mediocri, appuntite, ottuse ed arcuate.
Statura relativamente mediocre.
Hanno le abitudini delle Tringae e formerebbero, secondo alcuni Autori, come
l'anello di transazione col Totani: una sola specie compone questo genere, e ni-
difica nelle regioni più artiche, portandosi a svernare verso sud.
393. Calidris arenaria (Linnaeus , Piovanello tridattilo.
[ Calidra J.
[Tav. XXXII, fig. 3 o 1].
Diti in numero di tre /interiori, il posteriore mancante.
Parti superiori, lati della testa, cuopritrici centrali della coda, gola e alto
petto neri nel centro delle penne, fulvo-lionati misti a biancastro sul margine;
groppone grigio-cenerognolo, variegato di cenerino-nerastro; cuopritrici superiori
delle ali grigio-cenerognole, con leggiera tinta fulvo-lionata e terminate di bianca-
stro; lati del basso dorso, cuopritrici laterali della coda e resto delle parti infe-
riori di un bianco-puro; remiganti 2° in gran parte bianche: coda grigio-biancastra
nelle penne laterali, nerastra nelle centrali (ad. in prim.). Parti superiori, lati del
collo e del petto di un grigio-cenerino-chiaro ed uniforme, collo stelo delle penne
nerastro, marginature apicali bianche più o meno distinte e macchiette nere cen-
trali sulla testa; fronte, sopracciglio, redini e intero gastreo di un bianco-puro (ad.
in aut.). Cervice nera, con marginature biancastre o leggermente fulviccie; parte
posteriore del collo bianco-cenerognola, collo stelo delle penne bruno; dorso, sca-
polari, cuopritrici alari interne e remiganti 2° interne nere, con macchie margi-
nali e fascie bianche o bianco-fulviccie; basso dorso, groppone e cuopritrici su-
periori della coda cenerognole, con una fascia subterminale fulviccia, preceduta
e susseguita da una nerastra; redini ed una fascia sotto e dietro l'occhio bruno-
nerastre; fronte, sopracciglio e gastreo di un bianco tinto spesso di fulviccio, special-
mente sul collo e sul petto e col centro delle penne brunastro-cenerognolo sui
lati del petto (giov.).
Lunghezza totale 0,m188; becco 0,m025; ala 0,'"120; coda 0,'"054; tarso 0,'"026;
dito mediano e. u. 0,'"020.
Questa specie abita le estreme regioni boreali, ma non nidifica al di là del
ATLANTE ORNITOLOGICO 403
Circolo Artico; migra d'autunno giungendo nell'America meridionale, nelle regioni
circummediterranee, nell'Africa, nell'India e nell'Australia, sicché può dirsi uccello
quasi cosmopolita. In Italia è specie di passo nel settembre ed ottobre e neU'aprile
e maggio, si presenta pure come invernale; è però sempre piuttosto rara ed irre-
golare nelle sue comparse, anzi nelle Provincie nord-occidentali può dirsi acciden-
tale, mentre sembra più frequente in Sicilia ed in Sardegna. Non nidifica, e sono
dovute ad erronee informazioni le notizie date in proposito dal Nardo pel Veneto
e dal Cara pella Sardegna.
Genere TRINGA, Linnaeus.
Becco diritto o appena curvato, compresso alla base, depresso, coll'apice ta-
lora dilatato, rotondo e piuttosto ottuso, alquanto più lungo della testa e di solito
del tarso, con ambedue le mandibole fornite di solco sui lati; narici laterali, ovali,
oblique; ali acute, abbastanza lunghe ed appuntite, la la remigante primaria la
massima, le 2e interne strette ed allungate; coda appuntita o quadrata, uni-
forme, senza fascie, di 12 penne, colle cuopritrici inferiori e superiori lunghe;
gambe moderatamente lunghe, sottili, colla parte più bassa della tibia di solito
nuda; tarso scudettato, più corto del becco o di varia lunghezza riguardo al becco
ed al dito mediano con unghia; diti quattro, tre di fronte, intieramente divisi
alla base, il posteriore piccolo, elevato, articolato sul tarso, raramente mancante;
unghie alquanto piccole, curve, ottuse.
Livrea primaverile differente dall'autunnale; parte posteriore del collodi un
disegno più uniforme di quello della testa e del dorso, coi quali offre un distacco
sensibile; statura piuttosto piccola o molto piccola; forme slanciate; collo e gambe
corte.
Il presente genere fu suddiviso in molti altri affini, facendo attenzione a ca-
ratteri di lieve importanza ; in questo mio lavoro riunii sotto il nome di Tringa
i generi Aciodromas, Hetervpygia, Arquatella, Aneylocheilus, Tringa e Pelidna, ponendo
in testa ai singoli rappresentanti i tratti generici differenziali. Sono uccelli in
tutto simili, come abitudini e modo di vita, ai Totani ; di estate si raggruppano
attorno le regioni più boreali ove nidificano, abbandonandole nell' autunno e di-
rigendosi verso sud riuniti in grandi stuoli.
Becco, tarso e dito mediano con unghia circa di eguali dimensioni; cuopritrici su-
periori della coda (eccetto le laterali) nere, o di un bruno molto cupo (gen. ACTODROMAS,
Kaup).
Si conoscono cinque specie appartenenti a questo genere ; tre di esse si
trovano e sono proprie anche all'Europa, altre due VA. ruficollis (Pallas) e VA. da-
macensis (Horsfield) abitano la Siberia orientale.
394. Tringa minuta, Leisler, Gambecchio.
| Actodromas minuta (Lkisl.)J.
[Tav. XXXII, lig. 14, 15 e 16].
Timoniere esterne bruno-cenerognole; gambe e piedi neri.
Parti superiori nere nel centro delle penne, col margine fulvo-rossiccio e l'a-
(HI ATLANTE ORNITOLOGICO
pice biancastro, il rosso predominando sul nero; parti inferiori bianche, tinte di
cenerino e di fulvo sul davanti del collo e dell'alto petto e con macchiette cen-
trali uerastre, più visibili sui Lati; sopracoda aero, marginato di rossiccio; steli
di tutte le remiganti 1' in gran parte bianchi; timoniere centrali nere, con largo
margine nocciola, le laterali cenerognole, marginate di biancastro; gambe e piedi
turi (ad. in prim.). l'arti superiori cenerino-brunastre, col centro delle penne scuro
e miste a biancastro sul margine ed all'apice; fronte e sopracciglio biancastri:
basso dorso, groppone e sopracoda di un bruno-nerastro; parti inferiori bianche, tinte
leggermente di cenerino sulla gola, sul davanti del collo e del petto e di bruna-
stro sui lati del collo e del petto: timoniere centrali nero-brunastre, le laterali
cenerognolo-brunastre, con uno stretto margine bianchiccio (ad. in aut.). Fondo di
tinta delle parti superiori nerastro, coi margini delle penne dorsali rossicci o bian-
castri; fronte e sopracciglio bianchi; scapolari con largo margine nero; davanti
del collo ed alto petto di un cenerino tinto di fulviccio-pallido, con macchie cen-
trali brunastre sui lati; bianco dell'addome alquanto sudicio.
Lunghezza totale 0,'"145; becco 0,'"019; ala 0,m092; coda 0,m038; tarso 0,m021.
La femmina è un po' più grande del maschio, è del resto specie piuttosto varia-
bile nelle dimensioni.
Questa specie aiuta le parti settentrionali d'Europa e d'Asia tino al Lago
Baikal; migra d'inverno nei paesi circummediterranei, nell'Africa, nell'India ed a
Ceylan. In Italia è uccello molto comune alle epoche del passo e nell'inverno;
in quest'ultima stagione è sopratutto abbondante nelle provincie meridionali e nelle
Isole e poco frequente nella valle Padana. I primi branchi arrivano alla fine di
luglio e gli ultimi ripartono nell'aprile e nel maggio; sicché, come nota il Giglioli,
questa specie rimane assente dalle nostre regioni circa due mesi. Nel Veneto se
ne trovano branchetti anche nei mesi estivi, ma non nidificano; ciò sembra av-
venire anche in Lombardia (Ferragni).
395. Tringa minutilla, Vieillot, (Intubiceli io minore.
Simile alla T. minuta ma visibilmente più piccola, col becco in proporzione
più lungo e più sottile, col nero delle parti superiori più accentuato e predominante
sul rossiccio; lati della faccia bruno-scuri, senza traccia di rossiccio; centro del
davanti del collo e dell'alto petto di un cenerognolo leggermente rossiccio, con
strie e macchie bruno-nerastre ben definite; remiganti nerastre, con lo stelo bianco;
gambe di un oliva-bruno (ad. in prim.). D'autunno la distinguono dalla '/'. mimila:
la statura piccola ed il bruno-cenerognolo del davanti del collo e dell'alto petto,
con macchie nerastre e le strie sullo stelo che formano una banda sul petto più
o meno distinta (ad. in aut.). Eguale all'adulto in primavera; parti superiori con
margini bianchi sulle penne; davanti del collo e petto immacolati e tinti di ful-
viccio (gior.).
Lunghezza totale 0,'"127; ala 0,m086; becco, tarso e dito mediano con unghia
circa 0,'"020.
Abita l'America settentrionale, nidificando nelle parti Artiche; sverna nelle re-
gioni meridionali sino al Brasile. Accidentale nelle Isole Britanniche, ove venne
colto tre volte; mai comparve sul continente.
ATLANTE ORNITOLOGICO 405
396. Tringa Temmincki. Leislee, Gambecchio numi.
[ Actodromas Temmincki Li.i-i.. ].
[Tav. XXXII. fig. 12 e 13].
Timoniera esterna bianco-pura; gambe e piedi di un bruno-chiaro.
Parti superiori grigio-brune marginate di nocciola-vivo, col centro delle penne
nero; mento, parte alta della gola, la bassa del petto e gastreo di un bianco-candido;
bassa gola e alto petto di un cenerino-grigio leggermente tinto di rossiccio e con
macchiette centrali longitudinali bruno-scure, più visibili sui lati: steli di tutte le
remiganti scuri, eccetto quello della la primaria che è bianco: coda bruno-cene-
rognola nelle due timoniere centrali, bianca e bruna sulle laterali, colle due esterne
bianche del tutto; gambe e piedi di un bruno-chiaro o verdastro ad. in prim.). Parti
superiori grigio-bruno-verdastre più cupe e nerastre sullo stelo; gastreo candido,
eccetto le parti anteriori del collo e del petto bruno-cenerognole, variate di bianco
sul margine delle penne ad. in aut.). Parti superiori di un grigio-bruno-bronzato-
lucido, con un margine arcuato subapicale nero, susseguito da una fascia apicale
gialletta: groppone nerastro, con l'apice delle penne gialletto; gastreo bianco-se-
riceo, tinto di cenerino sul davanti del collo e del petto e lavato di gialletto sui
lati del collo e del petto, il cui fondo di tinta è più scuro {giov.).
Lunghezza totale 0,'"U2; becco 0/017: ala 0,'"093: coda 0,M,047 ; tarso 0,m0 16.
Differisce dalla T. minuta per avere: lo stelo della 1' remigante primaria
soltanto bianco e gli altri scuri, le timoniere laterali bianche in gran parte e le
due esterne del tutto, statura minore, tarso più corto.
Abita le parti settentrionali d'Asia e d'Europa, portandosi d'inverno nelle
settentrionali d'Africa, nell'India ed a Ceylan. In Italia è specie di passo regolare,
arriva e parte all'epoche della T. minuta, con la quale viene confusa molto facil-
mente; sicché si ritiene molto più "rara di quello che non sia realmente. L'ebbi
con facilità da ogni parte d'Italia, nel giugno dal Padovano e nel dicembre dal
Vicentino, ma è più frequente di primavera specialmente nel maggio. Sverna cer-
tamente, più che altro, nelle provincie meridionali e nelle Isole.
Becco più corto che nei gen. Tringa e Pelidxa e più lungo di quello del gerì. ACTO-
DROMAS; cuopritrid superiori della coda bianche e scure; tarso più lungo del dito mediano
con unghia (gen. Heteropygia, Coues).
Quattro specie, proprie dell'America, compongono questo genere; tre di esse
capitano accidentalmente di tanto in tanto in Europa: la H. Bairdi non comparve
finora nella Regione Paleartica occidentale ('), fu però colta, quale uccello avven-
tizio, nell'Africa sud-occidentale (Damara).
397. Tringa maculata. Vteillot, Gambecchio dal petto fasciato americano.
Distinta dalla T. acuminata: pelle tinte meno rossiccie del dorso, del mantello
e della cervice, questa nerastra in contrasto colla parte posteriore del collo bruuo-
(') Sembra che un indiridno di T. Bairdi sia stato colto recentemente nelle Isole Britanniche
cfr. B. 0. C, XI, p. 27, Heteropygia Bairdi (Cones).
406 \ Il AMI ORNITOLOGICO
cenerognola; le macchie sulle parti inferiori sono fitte ed allungate, poco estese sui
fianchi e su t'ondo di tinta fulviccio-cenerognolo, che t'orma una banda distinta sul
petto; gambe brunastre {ad. in prim.). Più bruno; testa e collo unicolori col dorso;
caratteri del gastreo come nella '/'. acuminata (ad. in aut.). Molto più rossiccio
dell'"*/, in primavera; scapolari e remiganti 2e interne con margini bianchicci; le
strie sulle parti inferiori estese anche sul petto (///«'■. .
Lunghezza totale 0,m187; ala 0,'" 132; coda 0,'"043; becco, tarso e dito mediano
con unghia circa 0,'"027, col becco ed il tarso di solito leggermente più lunghi.
Abita le parti settentrionali dell'America, nidificando nelle artiche; migra
d'inverno nelle centrali e nelle meridionali. Accidentale in Europa, venne colto
circa 25 volte nelle Isole Britanniche, tanto in autunno che in primavera, e sembra
vi abbia svernato; non si conoscono catture sul continente.
398. Tringa acuminata (Horsfiei.h , Gambecchio dal petto fascialo siluriano.
Parti superiori fulvo-rossiccie sul margine, col centro delle penne nero, ciò
che è più accentuato e brillante sulle scapolari e sulle remiganti 2° interne;
groppone e cuopritrici superiori della coda bruno-nere, le laterali fulvo-rossiccie
a fascie nere; guancie e gola di un bianco-sudicio, con strie brunastre; petto ful-
viccio, che forma una banda pettorali- indistinta, con fìtte macchie nerastre allungate o
lanceolate, più estese e molto fitte sui fianchi; resto del gastreo bianco; timoniere cen-
trali quasi nere, appuntite e sopravanzanti le laterali, queste bruno-cenerine, col
margine bianchiccio attorno all'apice {ad. in prim.). Più brunastro sulle parti supe-
riori, senza tinte fulvo-rossiccie od appena indicate sulla testa; penne del sottocoda
con una piccola stria centrale nerastra sullo stelo \ad. in ani.). Parti superiori
molto più rossiccie che negli ad. in primavera e con margini biancastri cospicui
sul dorso, sulle scapolari e sulle remiganti 2e interne; strie delle parti superiori
meno abbondanti e non estese sul petto (giov.).
Lunghezza totale 0,'"202; ala 0,"' 134; coda 0,"'04f); becco, tarso e dito mediano
con unghia quasi eguali cioè 0,'"028, il becco insensibilmente più corto ed il tarso
appena più lungo.
Abita l'Alaska e la Siberia orientale; d'inverno si spinge fino alla Cina, al-
l'Australia ed alla Nuova Zelanda. Accidentale in Europa, venne colta due volte
in Inghilterra. Il nido e le uova di questa specie sono ancora sconosciute.
399. Tringa fuscicollis, Vieillot, Gambecchio americano.
[ Actodromas fuscicollis (Viexix.)].
Becco corto, ma più lungo del tarso; esiste mia fusi-in bianca completa ira il grop-
pone e la coda, formata dalle cuopritrici superiori della coda.
Parti superiori bruno-cenerognole, col centro delle penne più cupo; gastreo
bianco tinto di grigio, con macchie e strie scure sul collo, sul petto e sui fianchi;
timoniere bruno-cenerognole colle due centrali lunghe, acuminate e più cupe, la
fascia formata dal sopracoda con poche macchie scure {ad. in prim.). Parti supe-
riori grigio-brune senza margini; le strie e le macchie delle parti inferiori meno ac-
centuate {ad. in aut.). Come gli ad. in primavera, colle marginature bianche molto
MI. ANTE ORNITOLOGICO 407
visibili sul dorso e sulle scapolari; il gastreo come in quelli, ma però tinto di
fulviccio (giov.).
Lunghezza totale 0,m184; becco 0,m025; ala0,m102; coda0,m043; tarso 0,m023.
Abita l'America nord-orientale, nidificando nelle latitudini Artiche; migra
nelle parti centrali e meridionali di quel continente e nelle Indie occidentali.
Giunge accidentalmente in Europa, venne colta almeno 14 volte nelle Isole Bri-
tanniche e mai sul continente; la cattura citata dal Giglioli, come avvenuta in
Toscana nel 1835, sembra poco sicura.
Becco, tarso e dito mediano di differenti misure; becco quasi diritto; tibie piumate;
gambe corte; tarso più corto del dito mediano con unghia (gen. Arquatella, Baird).
Si conoscono tre specie appartenenti a questo genere: VA. Coitesi, Rigdw. del
mare di Bering e dell'America occidentale, VA. ptilocnemis (Coues) dell'Alaska e
VA. maritima dell'Europa e dell'America.
400. Tringa maritima, Brùnxich, Piovanello violetto.
[ Arquatella maritima o Pelidna maritima (Brììnn.)].
Parti superiori di un grigio molto cupo e quasi nero a riflessi violetti, colle penne
della testa striate di bruno e di fulviccio e quelle del dorso e le scapolari di rosso-
fulvo e terminate di bianco-fulviccio; parti superiori tinte di nero-grigio sulla gola,
di grigio-chiaro sul petto, con numerose macchie bianche e nero-grigie; nel resto
bianco, con fitte strie nero-grigie sui fianchi e sul sottocoda; remiganti secondarie
dalla 7a alla 9a in gran parte bianche; timoniere centrali, sopracoda e groppone
bruno-fuligginosi; timoniere laterali bruno-cenerine (ad. in prim.). Testa e collo
di un cenerino-lavagna; parti superiori nerastre cangianti in violetto, con margini
cenerino-bianchicci; penne laterali del sopracoda bianche e nere; mento bianca-
stro; petto cenerino-lavagna, con margini bianchicci; resto del gastreo bianco,
con larghe macchie sul petto e sui fianchi e striscie centrali sul sottocoda (ad. in
aut.). Simile; margini delle penne dorsali e delle cuopritrici più pronunciati e
bianchi (giov.).
Lunghezza totale 0,'"205: becco 0,m030; ala 0,'"140; coda 0,m054; tarso 0,m022.
Questa specie è sempre distinta pel groppone e le cuopritrici centrali della
coda nerastre; pelle remiganti secondarie interne in gran parte bianche, special-
mente dalla V alla 9a, ciò che è visibile anche quando l'uccello vola, e finalmente
per le gambe corte ed il colorito generale opaco.
Abita le regioni Artiche d'Europa e dell'America orientale, ove nidifica;
migra d'autunno nell'Europa temperata e nell'America settentrionale. E specie di
comparsa accidentale e molto rara in Italia; venne trovata nel Veneto, in Pie-
monte, nell'Emilia, in Liguria, in Toscana, in Sardegna ed in Sicilia. L'ebbi quattro
volte nel corso di dieci anni, cioè nel novembre dal Piemonte, due volte nel maggio
dal Veneto e nel giugno dalla Sardegna. Comparve nel Veneto anche d'agosto e
di settembre, il che darebbe a vedere che forse vi è irregolarmente di doppio passo.
Becco molto curvato, lungo, sottile, appuntito, egualmente largo all'apice che nel
centro, di poco più lungo del tarso; tibia nuda su di un largo spazio (gen. ANCYLO-
cheilus, Kaup).
Una sola specie compone questo genere.
lOS All.ANTK ORNITOLOGICO
401. Tringa subarcuata (') (Guldenstàdt), Piovanello;
[ Pelidna subarquata o Ancylocheilus subarquata (Gììld.)].
[Tav. XXXII, tìg. 7 e 8].
Parti superiori rosso-fulve, col centro delle penne nero ed il margine bianco-
grigiastro, sulle scapolari il bianco è molto esteso ed il nero forma fascie irre-
golari; groppone cenerino-brunastro, biancastro sul margine; timoniere cenerino-bru-
nastre, colle due centrali più scure: lati della testa e gastreo castagno-fulvi, cogli
apici delle penne bianchi più o meno appariscenti; qualche macchia nera indistinta
sui fianchi e sui lati del petto; centro dell'addome e sottocoda di un bianco tinto
di rosso e con fascie nere; timoniere cenerino-brunastre, le due centrali più scure
ed il margine biancastro (ad. in prim.). Parti superiori cenerino-brunastre, pivi cupe
sullo stelo e col centro delle penne della cervice nerastro ; sopracciglio, groppone,
sopracoda e gastreo bianchi, tinti di cenerino sui lati della testa, sul collo e sul-
l'alto petto, i cui steli sono brunastri {ad. vn aut.). Parti superiori nerastro-lucide,
con larghi margini bianchi o bianco-fulvicci, più cupi sulla cervice; gastreo come
gli mi. in autunno ma lavato di fulviccio, colla tinta cenerina meno cospicua e
talnra mancante; becco meno lungo e meno curvato {giov.).
Lunghezza totale 0,'"210; becco 0,m040; ala 0,m130; coda0.n,050; tarso 0,"'Ol".i.
Questa specie varia nelle dimensioni e nella lunghezza del becco, la femmina è
di poco maggiore del maschio.
Questo uccello abita l'Europa e l'Asia, nidificando nella Siberia Artica; sverna
nell'Europa meridionale, nell'Africa e nell'India sino all'Australia; giunge acci-
dentalmente sulle coste dell'Atlantico Americano e nelle Indie occidentali. Le sue
uova restarono sconosciute fino al 1897, quando Popham le rinvenne alla foce dello
Jenissei presso il Circolo Artico. In Italia è specie di passo ed invernale, molto
abbondante. Sverna in Sicilia, in Sardegna, nelle provincie meridionali e molto
raramente altrove. Durante l'estate se ne trova sempre qualche individuo nel-
l'Estuario Veneto, ma certamente non nidificano.
Becco diritto; ih 'stanza tra gli apici dette remiganti _'' intinte e quelli dette pri-
marie eguale o più della metà del tarso; coda quadrata, eguale; tarso più lungo del
dito mediano con unghia (gen. Tringa, Linnaeus).
Due specie compongono questo genere, una delle quali la T. crassirostris, Temra.
& Schl. abita l'Asia e d'inverno anche l'Australia.
402. Tringa Canuti, Linnaeus (2), Piovanello maggiore.
[ Tringa canutus, L. ].
[Tav. XXXII, fig. 5 o 6].
Parti superiori nere nel centro delle penne col margine o macchie rosso-fulve
o bianchiccie; groppone cenerino-brunastro, con una fascia subapicale nerastra e
(') Guldenstadl veramente scrisse Soolopax sitimi <quaia. ma va corretto con subarcuala, da arcuatili.
(2) Linneo (Susi. Nat., I, pag. 149, 1758) scrisse T. Canutus, e la seguente è la spiegazione data
dal Salvador! : Cauulus. in onore del Re Canuto, poiché si supponeva che venisse dalla Danimarca, o
ATLANTE OKNITOLOGICO -Ì09
l'apicale biancastra; sopracoda a fascie nere e bianco-fulve; sopracciglio, lati della
faccia e gastreo rosso-fulvi, con macchie nerastre sulle redini; lati del collo e del
petto a piccole macchie bianche sul margine; centro dell'addome, fianchi e sottocoda
bianco-rossigni, con fascie o macchie nerastre specialmente sulle due ultime parti;
timoniere cenerino-grigie, collo stelo ed il margine bianchicci {ad. in prim.). Manca
la tinta rosso-fulva; un sopracciglio bianco, indistinto; parti superiori grigio-ce-
nerine più scure sul centro delle penne, le inferiori bianche con leggiere macchie o
fascie cenerine sul collo, sul petto e sui fianchi: groppone e sopracoda bianchi, con
fascie nere {ad. in aut.). Parti superiori di un cenerino più cupo con margini bianca-
stro-fulvicci, preceduti da una fascia arcuata preapicale nerastra ; gastreo lavato di
fulviccio e macchiato di bruno-cupo sulla gola, sul petto, sui lati e sui fianchi (<jioc).
Lunghezza totale 0,'"262; becco 0,,n036; ala 0,'"165; coda 0,m070; tarso 0,m0o0.
La femmina è più grande del maschio.
Nidifica nelle regioni xVrtiche; d'autunno migra nelle contrade circummedi-
terranee, nell'Africa, nell'India, spingendosi fino all'Australia ed alla Nuova Ze-
landa, nell'America giunge sino al Brasile. In Italia è specie di comparsa irregolare
e rara, fu presa però un po' dappertutto ed anche nelle Puglie De Romita). Semina
essere meno infrequente in Sardegna; nel Veneto giunge talora in agosto e qualche
individuo sverna, ma raramente.
Becco poco curvato, leggermente allargato all'apice, inolio più lungo ilei tarso; remi-
ganti 2 e più interne subeguali alle 1' o più carie ili esse e più brevi in lunghezza del tarso;
coda appuntita, colle timoniere mediane acuminate; tibia nuda nella parte bassa; tarso
non più corto del dito mediano con unghia (gen. Pelidna, Cuvier).
Due specie una delle quali la P. pacifica, Coues, abita la Siberia orientale,
l'America settentrionale e d'inverno la centrale e la Cina.
403. Tringa alpina. Linnaeus, Piocanello pancia nera.
[Pelidna alpina (L.), P. cinclus (Lkach)].
[Tav. XXXII, tig. 9. 10, 11 e Tav. L, fig. 17].
Parti superiori nero-vellutate, con largo margine rossiccio-fulvo misto a bian-
castro, specialmente sulle scapolari e sul dorso; cuopritrici alari nero-brunastre,
bianche all'apice, cenerognole sul margine; mento bianco-immacolato; gola, collo
ed alto petto di un bianco-cenerognolo, con una larga stria nera, longitudinale sulla
parte mediana delle penne; sul basso petto e sull'addome uno spazio a ferro di ca-
vallo nero-profondo; resto del gastreo bianco, con qualche macchia nera centrale;
timoniere centrali, allungate nero-brunastre e cenerognole sul margine, le altre bru-
no-grigie col margine biancastro {ad. in prim.). Parti superiori cenerino-brunastre,
con strie nerastre indistinte sul centro delle penne; le inferiori bianche, tinte di
cenerino sulla gola, sul petto e sui lati e con leggiere striature centrali brunastre
forse anche per le sue abitudini littorali, in allusione alla leggenda della celebre riprensione di Canuto
ai suoi cortigiani, allorché egli si sedette sulla spiaggia, lasciandosi bagnare dalle onde, per provare ad
essi quanto fossero fallaci le loro adulazioni, quando gli dicevano che anche le onde, gli avrebbero ob-
bedito. E siccome la specie è dedicata a Canuto, la chiamai Canuti e non Cunuius, ciò che, secondo me
sarebbe erroneo.
Atlante ornitologico. 52
410 ATLANTI-: ORNITOLOGICO
sullo dette parti (ad. in aut.). Becco più corto; sopracciglio bruno-cenerognolo: parti
superiori bruno-nerastre, colle penne marginate di rossiccio e di bianco-gialletto,
quest'ultimo colore specialmente distinto sulle scapolari: collo e petto bianco-ful-
vicci, con macchiette brunastre più cospicue sui lati del petto; gola, centro del-
l'addi uno e sottocoda di un bianco quasi puro (gioì:).
Lunghezza totale 0,"'19f>; becco 0,m0o4; ala 0,'"112; coda0,'"058; tarso 0,n,025.
Questa specie è piuttosto variabile di dimensioni e nella lunghezza del boero, si
trovano anche individui mollo piccoli da 0,m160 a 0,'"170 in Lunghezza totale, i
quali vennero distinti coi nomi di '/'. torquata, Degland ex Briss.) e T. Schinzi
(Brehm), il più piccolo che conservo è una femmina olio ha La statura di 0/n165,
il suo becco misura 0,m026.
Abita le parti Nordiche d'Europa e d'Asia, uidificando nelle Artiche: migra
nell'autunno sulle coste del Mediterraneo e dell'Oceano Indiami. In Italia è specie
di passo ed invernale; ma siccome nel Veneto è comune anche d'estate, cosi
deve prender posto tra le stazionarie; sembra che i molti soggetti che si trovano
dal marzo all'agosto nelle grandi paludi dell'Estuario Veneto non nidifichino, ma
io ho un pulcino inetto a volare r coperto di 'piumino, che appartiene indubbiamente
a questa specie e che venne colto d'attorno a Venezia il 28 giugno 1895. Lo prese
il notissimo cacciatore ed imbalsamatore Giovanni Minotto e mentre lo rincorreva
gli volavano intorno il maschio e la femmina di T. alpina. Nidifica in Olanda, in Da-
nimarca e sembra nella Spagna (Chapman); ma di solito ciò avviene nelle estreme
latitudini nordiche. E uccello molto abbondante in Italia.
Genere LIMICOLA, Koch.
Come nel gen. Tringa; becco quasi tanto alto che largo alla base, molto largo,
depresso e piatto, a foggia di lesina verso l'apice che è ottuso e largo, ma curvato
leggermente all'ingiù; coda mediocre, subtroncata, colle due timoniere mediane
sopravanzauti le laterali; tarso uguale al dito mediano con unghia e più corto del
becco; diti anteriori quasi liberi alla base e solo riuniti da una membrana rudi-
mentale, un po' più sviluppata nel dito esterno.
Una sola specie compone questo genere.
404. Limicola pygmaea(') (Bechstein), Gambecchio frullino.
[Limicola platyrhyncha (Temminck) ].
Parti superiori nere con margini fulvicci e biancastri, più larghi sul dorso e
sulle scapolari; un largo sopracciglio bianco dalla fronte sui lati della testa, con pic-
cole macchie nerastre; parte posteriore del collo nerastra, con marginature bian-
chiccie; groppone e cuopritrici superiori della coda aere, con margini nocciola-fulvi,
le laterali bianche con fascie nere; mento, alta gola ed addome di un bianco-immaco-
lato; gola, collo, petto e lati bianchi leggermente rossicci, con fitte macchie nerastro
liruiie; timoniere nerastre, le laterali brunastre, bianche sul margine e sullo stelo
1 .Kit mi liius pynmin m, linehstein, 180'2, (me Luthani); Vringa plalyrhyncha, Temminck, 1815.
ATLANTE ORNITOtOttlCO 411
(ad. in prini.). Parti superiori cenerine leggermente brunastre, più pallide sul mar-
gine, talora più scure e nerastre sul centro delle penne; sopracciglio bianco-
cenerino; euopritrici come il dorso, ma con numerose marginature bianchiccie;
groppone e sopracoda nerastri, con margini bianco-fulvi; gastreo bianco, tinto di
cenerino sul collo, sul petto e sui lati e con strie centrali scure (ad. in aut.). Si-
mile agli ad. in primavera; parti superiori più nere, con margini larghi biancastri
e stretti fulvi; sopracciglio più largo: davanti del collo e lati del petto fulvicci,
striati di bruno; timoniere laterali in gran parte bianche sul lato interno (giov.).
Lunghezza totale 0,'"1 70; becco 0,m032; ala 0/"100; coda 0,'"040; tarso 0,m021.
Abita l'Europa settentrionale e la Siberia: sverna nelle contrade d'attorno
al Mediterraneo ed al Mar Rosso, nell'India, nella Cina e nelle Molucche. In Italia
è specie di passo piuttosto irregolare, tranne nel Veneto, ove sembra apparire
tutti gli anni dal luglio al settembre e nell'aprile; fu trovata inoltre in Lombardia,
nel Piemonte, in Liguria, in Toscana, nel Napoletano e nelle Puglie, l'ebbi anche dalla
Dalmazia, dalla Calabria, dalla Sicilia e dalla Sardegna, sicché apparve un po' dap-
pertutto; una volta si riteneva molto rara, mentre realmente ciò non è esatto, quan-
tunque sia sempre in generale uccello poco abbondante.
Sottofamiglia SCOLOPACINAE, Seolopacini.
Becco con un rialzo mediano elevato, molto molle, flessibile, diritto, più lungo
della testa, colla parte distale molle e rugosa, piena di porri e di nervi e che co-
stituisce un organo sensibile, eccellente e mirabile, usato per ricercare il cibo sul
terreno; occhi grandi, collocati molto all'indietro, orificio auricolare aperto sotto gli
stessi; coda di regola non fasciata; tarso più corto del dito mediano con unghia;
diti anteriori del tutto liberi alla base e quindi affatto senza membrane.
Questa sottofamiglia cosmopolita consta di sei generi, dei quali tre hanno rap-
presentanti in Europa, uno di essi è tridattilo, in tutti comprendono circa trenta
specie; essi vivono isolati e non si riuniscono mai in grandi branchi come le Tringae
ed i Totani. Abitano le paludi ed i pantani, eccetto poche specie che sono proprie
ai boschi, né si vedono mai nei larghi specchi d'acqua o nelle grandi estensioni
nude, sicché non necessitano di colori protettivi e infatti non abbiamo cangiamenti
riguardo la stagione e le differenze sessuali sono nulle ; le loro carni sono eccel-
lenti a mangiarsi e la caccia difficile, essendo uccelli molto accorti, di volo so-
stenuto, rapido e punto facile al tiro. Si nutrono e si muovono più che altro di
notte, camminano e corrono con speditezza; il cibo che cercano sul terreno col
lungo becco è composto di vermi e d'insetti; depongono quattro uova piriformi
in una depressione sul terreno od in un nido rudimentale.
Genere SCOLOPAX, Lixnaeis.
Becco elevato alla base, lungo, diritto, subterete, compresso, sottile, molle,
colle mandibole munite di un solco esteso quasi fino all'apice, coll'apice della su-
periore un po' più lungo dell'inferiore e curvato a leggero uncino, entro il quale
s'appoggia l'estremità dell'inferiore; narici laterali, basilari, aperte in una membrana
412
ATLANTI". ORNITOLOGI* 0
nuda, che le sormonta; ali moderate, la 1 ' remigante primaria la massima, 2e più
interne eguali alla 5" primaria; scapolari grandi e poco allungate; coda ampia,
curta. rotondata, ili 11' penne, collo sottocaudali piuttosto lunghe e larghe, con mac
cine apicali bianche sulla taccia inferiore delle timoniero: -ambe piuttosto corte e
piumate fino all'articolazione tarsale nella specie Europea; tarso torte, si-iniettato
davanti, reticolato all'indietro, più corto del dito mediano con unghia ; tre diti an
teriori quasi del tutto divisi, il posteriore piccolo e che tocca terra con l'unghia ;
unghie piccole, compresse, acute, quella del posteriore che non oltrepassa il ditostesso.
Corpo massiccio, tinte opache; colorazioni nere a fascie trasversali sulla testa
e sul collo; statura relativamente grande.
Hanno abitudini in parte notturne; abitano i boschi di pianura e di montagna,
specialmente quegli umidi e vi nidificano, depositando quattro uova che variano
dal bianco-grigio al fulvo-bruniccio, con macchie e chiazze bruno-rossiccie e bruno-
grigie, di forma e dimensioni varie.
405. Scolopax rusticula ' , Linnaeus, Beccaccia.
[Tav. XXXIV. fig. lOe'l'Av. L,ng.l9].
Pi
fronte grigio- cenerina; vertice ed occipite con tre fascie irregolari cenero-
gnolo-ceciate e quattro nere, che sono di un bajo-acceso
nella parte nascosta delle penne; dorso screziato di ce-
nerognolo e di bajo-acceso, con fine strie ondeggianti
nerastre; gola biancastra; gastreo grigio- fulvi ccio, fa-
sciato trasversalmente di bruno; remiganti l6 nere con
macchie ceciate, la 1" primaria uniforme senza macchie
sul vessillo esterno; timoniere nere, con macchie apicali
grigie sulla faccia superiore, bianco-argentee nel di-
sotto e castagne sull' orlo del vessillo esterno; piedi
carnicini {ad.). Colorito più cupo e più rossiccio; le mac-
chie delle parti superiori cenerognole tinte di bianco-ce-
ciato; fascie sul groppone e sul sottocoda più larghe
e più distinte; parti inferiori più rossiccie; la ^remi-
gante primaria macchiata come Ir altre, anche sul ves-
sillo esterno igiov.).
Lunghezza totale da 0,m420 (massima! a 0,ln400 |
dia) a 0,m340 (minima); becco 0,'"0S0; ala 0,ra195; coda
0,'"090; tarso 0,m038. La femmina è più piccola del ma
schio.
La Beccaccia, varia assai di dimensioni, si distingue
una varietà minore detta Beccaccia scopajóla, che avrebbe
statura minore, cioè lunghezza totale 0,m340, ala 0,"i7O.
tarso 0,'"o:;;s, in essa il becco ed il tarso sarebbero in pro-
porzione più lunghi, i colori più cupi e rossicci, le tinte
baje assai vivaci, i tarsi bluastri. Questa specie offre inoltre varietà melaniche,
Prima remigante 1 di.v. rusticula,
a) adulto, h) giovane.
(') Linneo veramente scrisse ruttinola, ma siccome deriva dal latino rnslieulus contadinello, oer-
tainentr egli preso abbaglio o dove scriversi rusticula.
ATLANTE OTiNlTOT.OCICO 413
isabelline ed albine, quest'ultime sono piuttosto rare; non sono rari invece i sog-
getti di tinte più o meno vivaci e con lievi differenze individuali.
Abita l'Europa e l'Asia settentrionale fino all'Imalaia; sverna nell'Europa
meridionale, nell'India e nella Cina. In Italia è specie comune alle epoche del passo,
sverna nel Veneto, ma più specialmente nelle provincie centrali e meridionali e
nelle Isole. Nidifica di rado tra noi, si hanno notizie a ciò relative dalla Sardegna,
dalla Liguria, dalla Toscana, dall'Emilia, dal Piemonte, dal Veneto e sopratutto
dalla Lombardia, ove tale fatto avverrebbe più di frequente.
Genere GALLINAGO, Leach.
Ha i caratteri del genere Scolopax, dal quale è distinto pei seguenti:
Becco molto più lungo e dilatato all'estremità: remiganti 2e interne più lunghe
e più strette e quasi eguali alle le; coda leggermente rotonda di 14 (G. gallinago)
a 26 \G. sterilirà) timoniere; gambe alquanto lunghe, nude su di un piccolo spazio
della tibia nelle specie Europee ed in quasi tutte le esotiche. Piumaggio opaco
con poche tinte metalliche; le macchie sulla testa e sul collo longitudinali; remi-
ganti le col vessillo interno senza fascie; abitano le paludi ed i pantani e sono
gustosissimi a mangiarsi.
Questo genere quasi cosmopolita è composto di 22 specie.
406. Gallinago mediai'] (Feischi, Croccólone.
[Gallinago major i Gm. )].
[Tav. XXXI V, flg. 9],
Testa percorsa sui lati da due linee nero-lucide e da tre ceciate, di cui una
centrale e due laterali, che dal becco passano sopra l'occhio, tutte terminano alla
nuca; dorso nero-lucido, ceciato-bianchiccio sul margine delle penne; grandi mac-
chie bianche apieali sulle penne dell'ala bastarda e sulle cuopritrici superiori delle
remiganti le; una larga fascia apicale bianca sulle cuopritrici medie e grandi e
stretta sulle remiganti 2e; gastreo fasciato fino al basso addome; la remigante
primaria brunastro-uniforme-scura sul vessillo esterno; timoniere di un rossiccio-
vivo, con la base e fascie nella metà apicale nere, gli apici bianchi delle penne
aumentano di estensione verso le esterne, sicché le 4 esterne da ogni lato sono
bianche, eccetto per un piccolo tratto alla base (ad.). Timoniere esterne con fascie
su entrambi i vessilli, ma il fondo di tinta è bianco-puro ; tinte generali più ros-
siccie (giov.).
Lunghezza totale 0,'"290; becco 0,m06ó; ala 0,'"140; coda0,m060; tarso 0,'"040.
Abita il Nord dell'Europa fino alla Vallata dello Jenissei; sverna in Africa.
In Italia è specie di passo, più comune nel primaverile (aprile-maggio) che nell'au-
tunnale (agosto-ottobre). Ha nidificato certamente una volta nel Veneto (Ninni)
ed è specie discretamente abbondante all'epoche del passo e rarissima quale
estiva.
('l Scolopax media, Friscli. 1763, teste Dresser; Scolopax major, Gmelin, 17
Ut VI'I.ANTK ORNITOLOGICO
407. Gallinago gallinago Linnaeus), Beccaccino.
[ Gallinago caelestis (J. S. T. Frknzel), G. scolopacinus, Bp. ].
[Tav. XXXIV, fig. 8, e Tav. I,. Bg. 18 |.
Si distingue dalla precedente specie per statura minore, becco e piedi in pro-
porzione più lunghi; addome senza fascie e biancastro; ala bastarda e cuopritrici
superiori delle remiganti le con piccole macchie bianche; cuopritrici alari grandi e
medio con stretti apici bianco-cenerognoli, remiganti secondarie largamente terminate
di bianco; 1" remigante primaria biancastra lungo il vessillo esterno; timoniere rosso-
fulve, nere alla base e terminate di bianco, con una banda subterminale ondulata
bruno-nerastra, le tre esterne a t'ascio regolari nerastre su t'ondo di tinta ros-
siccio {ad.). Timoniere esterne l'asciate come nel giov. della G. media, ma il fondo
di tinta è rossiccio e non bianco {giov.).
Lunghezza totale 0,m275; becco 0,m068; ala 0,m130; coda 0,m055; tarso 0,m032.
Abita l'Europa settentrionale e l'Asia; sverna nell'Europa meridionale, nel-
l'Africa settentrionale, nell'India e nella Penisola Malese fino alle Molucche. In Italia
è specie abbondante all'epoca del passo ed anche come invernale; nidifica talora
nel Veneto ed altrove (Liguria), ma generalmente ciò avviene soltanto nelle parti
settentrionali; ebbi le uova ed i nidiacei più volte nel giugno, però non tutti quelli
che si trovano da noi nei mesi estivi nidificano.
Il G. Sabinei (Vigors), che venne trovato circa sessanta volte nelle Isole Bri-
tanniche e raramente altrove, è una varietà melanica di un bruno-uniforme-scuro
della presente specie; lo Scolopax Brehmi o S, Orchmii è una varietà a 1G timoniere,
questa fu ritenuta specificamente distinta anche da parecchi Autori Italiani e detta
Beccucci un coda larga o /■'. muto, perchè credevasi che non mandasse alcun grido
nel levarsi a volo; in questa specie il numero delle timoniere varia da 12 a 18,
ma in generale da 14 a 16, cosi essa è variabile come colorito e statura, ma sono
differenze di poco momento. Il piumaggio di primavera e d'autunno, quello di
giovane e di adulto sono quasi simili; il Beccaccino va soggetto a varietà albine
di tinte più pallide o del tutto bianche ed isabelline, ma sono molto rare. Esso si
posa talora sugli alberi, specialmente nella stagione delle cove (!).
Genere LIMNOCRYPTES. Kaup.
Il margine posteriore dello sterno ha due sole intaccature e non quattro (ge-
nere Gallinago)] becco piuttosto corto, molto largo all'apice e strettissimo nel centro;
coda di 12 penne, appuntita, cuneata, senza fascie, le due timoniere mediane so-
pravanzano le laterali; tarsi più corti; unghie acute. Statura piccola.
Una sola specie compone questo genere.
(') Secondo Harting ( Handb. Brit. Birds, p. 143) un soggetto di G. delicata (Ordì fu UCCÌSO nel-
l' agosto lsi;:s in Inghilterra. K s| ie propria dell' Amerioa settentrionale, ove rappresenta il G. gallinago
al «pialo somiglia assai assai, sicché la notizia dell'Harding va accolta con le maggiori riserve.
ATLANTE OUNITOLOl . H 0
415
408. Limnocryptes gallinula i Linnaeus), Frullino.
[Gallinago gallinula (L.)].
[Tav. XXXIV, fig. 7].
Cervice nera, con macchie e margini rossicci; un largo sopracciglio ceciato
dal becco alla nuca; parte posteriore del collo brunastra, macchiata di nerastro
e di bianco-rossiccio, t'ormando uno spazio distinto tra la testa ed il dorso, questo
nero a riflessi verdi e porporini e tacche allungate di un bajo-acceso, con due fascie
sui lati ceciato-lionate, formate dai margini delle scapolari; gastreo bianco tinto di
brunastro, con macchiette nerastre sui lati del collo, sfumato di bruno-rossiccio,
variegato di nerastro sul davanti del collo, sul petto, sui lati e sui fianchi; sot-
L. gallinula melanica, uccisa presso Utliue nel genuaio 1897.
(Collezione Arrigoni degli Oddi).
tocoda variato di rossiccio e nerastro su fondo bianco ; timoniere appuntite
bruno-nerastre senza fascie, ma con largo margine rossiccio (ad. in prim.). Le
tinte metalliche e le macchie nere sul petto e sul davanti del collo meno accen-
tuate; fascia ceciata sulla testa più vivace; petto e davanti del collo più lavati
di rossiccio; fianchi e sottocoda rossicci, col centro delle penne nerastro (ad. in
aut.). Gli individui a tinte rossiccie accentuate sembrano essere i giovani dell'anno.
Lunghezza totale 0,m200; becco 0,m042; ala (VI 10; coda 0,m050; tarso 0,m022.
Questa specie va soggetta raramente alle varietà di colorito; io conservo
un individuo che presenta un'intensificazione di colorito simile a quella del G.
Sabinei, venne colto nel gennaio 1897 presso Udine ed è il primo caso di tal ge-
nere che si conosca (Barret-Harailton, in litt.).
Abita l' Europa settentrionale fino alla Siberia orientale, nidificando nelle la-
titudini più boreali; sverna nelle contrade Mediterranee, nell'India e nella Cina.
tu;
LTLANTE 0BNIT0L.0G1C0
In Italia è uccello di passo ed invernale connine, ma meno abbondante del Bec-
caccino; arriva di settembre e parte in aprile e nel maggio. Le notizie circa la
sua nidificazione nel Veneto e nel Trentino meritano conferma e sono poco pro-
babili.
Sottofamiglia PIIALAROPINAE, Falaropini.
Diti con membrane festonate o intere, come quelle delle Folaghe e degli Svassi,
ma più larghe e con dentellature lungo la parte posteriore {pianta) del tarso; tarso
scudettato e compresso; dito posteriore pre-
sente.
Statura piccola; piumaggio molle, ma titto
ed impermeabile; abitudini acquatiche; l'abito
di primavera è molto differente dall'autunnale
e quello dei giovani da quello dc.nli adulti; la
femmina è più grande dei maschi e più vi-
vamente colorita; ambedue i sessi covatili;
la muta è doppia.
Tre generi assai affini con tre specie
compongono questa sottofamiglia; essi sono
sparsi nelle regioni boreali Artiche durante
l'epoca della riproduzione, migrando molto
al sud all'appressarsi del freddo, due delle
dette specie sono anche Europee, la terza è
confinata all' America. Hanno le abitudini
delle Tringae, dalle quali sono ben distinte
anzitutto pei piedi lobati, ma però frequen-
tano le coste del mare anziché le paludi
entro terra e nuotano con molta facilità ed
a ragguardevole lontananza dalle sponde. Fabbricano un rozzo nido presso l'acqua
e vi depositano quattro uova piriformi bruno-ocracee, con macchie e chiazze bruno-
scure o nerastre.
l'ioile ili Pkalaropiis.
a) per mostrare l'articolazione ile! tarso
e la membrana del piede.
b) per mostrare la reticolazione della
pianta tarsi.
(ila Sharpe).
Genere PHALAROPUS. Brisson.
Becco più lungo della testa, subterete, sottile, diritto, depresso, come a lesina di-
ritta; con un solco poco profondo su ambedue le mandibole quasi fino agli apici,
questi (apici) in entrambe le mandibole un po' piegati l'uno contro l'altro; narici
basilari, laterali, ovali e con margine sporgente; ali lunghe, appuntite, la la remi-
gante primaria la massima e subeguale alla 2:l; coda di 12 penne, graduala ; gambe
piuttosto corte, sottili, nude circa nel terzo inferiore della tibia; tarso compresso,
dentellato nella sua parte posteriore, più corto del dito mediano con unghia; diti
anteriori tre, con membrane lobate e margini smerlati, il posteriore piccolo, com-
presso, senza lobo, articolato sul lato interno del tarso; unghie piccole, subadunche,
compresse. Becco e piedi neri.
Una sola specie compone questo genere.
ATLANTE ORNITOLOGICO 417
409. Phalaropus lobatus (Linnaeus), Falaropo a becco sottile.
[ Phalaropus hyperboreus (L. . Lobipes hyperboreus i..'|.
[Tav. XXXIV, Kg. 2 o 3].
Farti superiori cenerino-piombate, più intense sulla schiena che ha parecchie
penne marginate di fulvo-gialletto, come una banda su ogni lato del dorso; grop-
pone e cuopritrici superiori della coda nerastre, le cuopritrici laterali a fascio bianche
e nerastre; mento bianco e cenerino; guancie e gola di un bianco-puro; lati e davanti
dell'alto collo e della parte bassa della gola lionato-fulvi, tale colore esteso e misto
a cenerino sulla parte anteriore del collo e dell'alto petto; lati del basso collo e
petto cenerini, marginati di bianchiccio; resto del gastreo bianco, cenerino-piom-
bato quasi per intero sulle penne dei fianchi; timoniere brunastre (fauni, mi. in
prim.). Statura minore; tinte meno vivaci, cosi quelle lionate sui lati del collo {mas.
ad. in privi.). Fronte, lati della faccia, sopracciglio, guancie e gastreo bianchi, la-
vati di cenerognolo sul davanti del collo, sul petto e sui fianchi; nessuna tinta
lionata sui lati del collo, che sono bianco-gialletti; testa, parte posteriore del collo,
una macchia attorno e dietro l'occhio e groppone nerastri; dorso nero nel centro
delle penne, fulvo- chiaro sui margini (ad. in aut. e giov.). Gli adulti in autunno
sembrano avere la testa quasi del tutto bianca, eccetto attorno e dietro l'occhio
e la parte posteriore della cervice di un cenerognolo-nerastro.
Lunghezza totale 0,m182; becco 0,'"021; ala0,m110; coda 0,m048; tarso 0,UI019;
dito mediano e. u. 0,"'021.
Abita le regioni Artiche del Mondo Antico e del Nuovo; migra verso sud
nell'autunno, giungendo sino al Guatemala, alla Cina, al Giappone, alla Valle
del Volga ed all'Europa centrale. E accidentale sui due lati del Mediterraneo e
così in Italia, ov'è molto più raro del susseguente; fu preso nel Veneto, nel Pie-
monte, in Lombardia, nel Canton Ticino, in Liguria, in Toscana e nelle Puglie (').
Genere CRYMOPHILUS, Vieillot.
Ha" i caratteri del gen. Lobipes, ma ne è distinto pei seguenti:
Becco corto, ingrossato alla base, spianato e visibilmente allargato verso l'a-
pice, che è appuntito come a lancetta, lungo quanto il tarso, subeguale alla testa e
col solco molto profondo; tarso corto, eguale al dito mediano con unghia; pollice
munito di lobo. Becco giallastro e piedi verdastri.
Una sola specie compone questo genere.
i') Un individuo dell'americano Phalaropus (Steganopus) Wilsoni, posseduto dal sig. J. Whitaker,
sembra essere stato ucciso « vari anni or sono » nel Leicestershire (Isole Britauniche), questo fatto è
però negato dal signor Montague Browne (Vertebr. Leicest. pag. 151). Anche il sig. H. Saunders (Man.
lirit. Birds, see. ed. pag. 568) riporta tale notizia, senza prestarvi lede.
Atlante m > /litologico.
I 1 8 ATLAN n ORNITOLOGICO
410. Crymophilus fulicarius (Linnaeus), Falaropo a Invio largo.
( Phalaropus fulicarius (L.)].
Parti superiori nerastre con larghi margini fulvo-aranciati, molto più ristretti
sulla cervice; sopracciglio, penne sotto e dietro l'occhio bianche; fronte, redini,
mento e parte alta della gola nerastre con marginature biancastre, miste a ros-
signo; resto delle parti inferiori rosso-mattone colla base delle penne bianca più
distinta sui fianchi, con poche lineette scure centrali sui lati del eolio e del petto
e poche marginature bianchiccie; cuopritrici alari cenerino-piombate scure, le
grandi con una larga fascia terminale bianca; timoniere bruno-nerastre con mar-
ginature fulviccie, le laterali grigio-scure, marginate di bianco (mas. ad. in prim.).
Tinte più vivaci; cervice nera; bianco dei lati della testa più puro, nero del mento
immacolato; colore delle parti inferiori più carico e più uniforme, anche sui lati
del collo e del petto (femm. ad. in prim.). Penne davanti agli occhi; uno spazio
sulla nuca ed una linea sul margine superiore della regione auricolare neri; parti
superiori e lati del petto di un cenerino-celestognolo, variato di nerastro alla base
delle penne e sullo stelo delle stesse; fronte, sopracciglio, resto della testa e gastreo
bianchi (ad. in aut.). Parte anteriore della cervice bianco-l'ulvieeia, con una larga
macchia a ferro di cavallo nera sull'occipite ed una seconda pure nera attraverso
l'occhio; parti superiori bruno-nerastre, con marginature gialliccie; gola ed alto
petto vinati; nel resto come gli ad. in autunno (giov.).
Lunghezza totale 0,'"200; becco 0,"*024; ala 0,'"lo0; coda 0,1U060; tarso 0,a,021 ;
dito mediano e. u. 0,'"021.
Abita le estreme regioni Artiche del Nuovo Mondo e dell'Antico; migra
verso sud nell'inverno, giungendo sino ai paesi circummediterranei d'entrambi
i lati, alla Cina, all'Oceano Indiano, alla Nuova Zelanda ed al Chile. In Italia (l)
è uccello accidentale; comparve nell'Istria, nel Tirolo, nel Veneto, in Lombardia,
in Liguria, in Toscana, nelle Puglie, nel Napoletano ed a Malta, di solito tratta-
vasi di individui giovani che vennero presi dall'agosto al giugno (mia Collezione).
Sottordine FULICARIAE - Fulicarie.
Becco corto e forte, di rado più lungo della testa, compresso, coi bordi taglienti,
diritto o leggermente curvato, col culmine che si interna nelle penne frontali e
forma uno scudo frontale corneo, largo e nudo; narici lineari o oblungo-lineari
ed ovali, aperte di solito in una membrana prolungata; ali molto corte e roton-
date, di 10 remiganti primarie; coda corta, di 12 penne molli, rivolte un po' al-
l'in su e colle sottocaudali subeguali; tibia poco nuda e talora con un anello di tinta
(') Il Savi (Uni. Tose. Ili, p. lii| chiama questa sni'cir cui nome di Phalaropus lobatus, Tonatali,
nec Linnaeus,
ATLANTI'. ORNITOLOGICO 419
brillante presso l'articolazione tarsale; diti quattro, tre anteriori, il posteriore in-
serito in basso, assai lunghi, liberi alla base e talora marginati o muniti di lobi
smerlati e fessi; unghie corte e compresse.
I giovani sono coperti di piumino e precoci, alcuni mutano due volte all'anno,
altri una sola volta; le penne dei fianchi in alcune specie sono molto lunghe e di
tinte vivaci; la testa piccola, il collo medio, il corpo più o meno fortemente com-
presso; la statura in generale piccola o non molto grande: il piumaggio imper-
meabile, sinché l'uccello è in vita.
Sono uccelli eminentemente paludicoli, vivono isolati ove i canneti sono più
folti ed impenetrabili coli' eccezione delle Folaghe, che frequentano anche le
grandi estensioni d'acqua riunite in enormi stuoli durante l'inverno; corrono e
s'arrampicano sulle canne con estrema facilità; hanno volo impacciato e lento,
alcune specie sembra non volino affatto, altre invece imprendono lunghi viaggi
nel periodo delle migrazioni, volano colle gambe pendenti; sono in parte nuota-
tori e tuffatori abilissimi. Nidificano frammezzo alle canne in nidi rozzissimi ed
assai grandi, deponendo numerose uova giallastre con macchie scure.
Si suddividono in due grandi famiglie Rallidae ed Heliornithidae, la seconda
delle quali non è Europea.
Famiglia RALLIDAE, Rallidi.
Ha i caratteri del sottordine, ed è distinta dall'altra più che altro per spe-
ciali modificazioni anatomiche. Questa famiglia abbraccia 50 generi, con circa 200
specie ed ha distribuzione cosmopolita.
Genere RALLUS, Linnaeus.
Becco più lungo della testa, sottile, appena curvato, stretto, compresso alla
base, quasi cilindrico all'apice, col culmine che s'interna un po' nelle penne della
fronte, la mandibola superiore ha un solco laterale molto lungo, ben distinto e
profondo, esteso sui due terzi del becco; narici longitudinali, lineari, aperte nel
principio del solco presso alla base del becco, in parte coperte da una membrana;
ali mediocri, concave, la la remigante primaria molto più corta della 2a, la 3a e
la 4a le più lunghe; coda corta e che sorpassa di poco le ali; gambe robuste e
lunghe, collo spazio presso l'articolazione tarsale nudo e reticolato; tarso scudet-
tato, più corto del dito mediano con unghia; diti quattro, tre anteriori liberi dalla
base, senza membrana marginale, il posteriore inserito sul tarso; unghie mediocri,
poco curve, appuntite.
Sessi uguali in piumaggio; cangiano le penne una volta all'anno in autunno, e
di primavera assumono l'abito più brillante per muta ruptila; sono eminentemente
paludicoli, il loro volo è facile, ma raramente lungo; si nutrono d'insetti acqua-
tici, di radici e di semi d'erbe acquatiche; le uova sono rossiccio-fulve nella tinta
di fondo, con chiazze e macchie grigie e bruno-rossiccie. Si conoscono ventuna
specie di Rallus, il genere è cosmopolita, ma però manca nelle alte latitudini
boreali.
t20 \ I 1 imi ORNITOLOGI! 0
4M. Rallus aquaticus, Linnaeus, Porciglione.
[Gallinella |.
| T.w . XXX, Bg. 3 e 4].
[ride rosso-aranciata; parti superiori e Iati del petto bruno-fulvicci, con un
grande spazio nero allungato sulla parte mediana delle penne, qua e là la rima
chiara è lavata di olivastro; sopracciglio, lati della lesta e intero gastreo di un
piombato azzurrognolo, nerastro stille redini ed attorno rocchio, più vivo sul petto;
fianchi neri a fascie trasversali bianche, colla porzione apicale delle penne tinta
d' isabellino; basso addome fulvo isabella, misto a grigio; sottocaudali nere, fasciale
di bianco e terminate di fulvo-isabella, le laterali biancastre: timoniere nerastre.
tinte di oliva-bruno sul margine ed all'apice ad. in prim. . Time piombate meno
pure e lavate di brunastro nella parte apicale delle penne: mento e gola in parte
biancastri; parti superiori più olivastre, coi centri neri più spiccati: fascie bianche
dei fianchi lavale fortemente di isabella-fulvo (ad. in <mt.'. Iride bruna: mento e
gola biancastri: eentro del petto ed addome di un giallo-rossiccio e biancastro,
con deboli fascie trasversali brunastre poco decise, nel resto come gli ad. in au-
tunno (//""'• .
Lunghezza totale 0,m275; becco 0,ro038; ala 0,m125; coda 0,m058 ; tarso 0,,n040.
Le varietà albine sono molto rare.
Abita l'Europa e l'Asia centrale: in man parie sverna nell'Africa settentrionale
e nell'india nordoccidentale. In Italia è uccello stazionario, ma più comune al-
l'epoca del passo, ed in alcune provincie come invernale: nidifica regolarmente
nelle parti settentrionali, in Toscana, in Sicilia ed in Sardegna: è in generale
abbondante.
Genere CREX. Bechstein.
Hocco più cerio della lesta, grosso alla base, compresso, col culmine gradual-
mente curvato dalla fronte: narici ovoidale-allungate, non prolungate nel solco
nasale, che giunge tino ai '-' 3 del becco; ali armate di uno sprone: coda appuntila,
c-olle timoniere sirene: gambe forti, mediocri, con una piccola parte nuda presso
l'articolazione tarsale.
In tutto il resto anche riguardo ai costumi e alla nidificazione, questo genere
ha le abitudini elei Rulli , colla differenza che i He di quaglio abitano i prati, i campi
di cercali, le località asciutte o poco umide invece delle paludose. Hanno abitu-
dini più notturne che diurne. Il nome di He di quaglie deriva dal t'aito che asso-
miglia un po' al piumaggio di queste con dimensioni maggiori e che spesso si
trova nelle località da esse frequentate, ma non è vero che esso le guidi nelle
migrazioni, come fu derto più volte. Murano due volte all'anno, di primavera e
d'autunno.
Una sola specie compone questo genere.
ATLANTI'. OHNITOLÒG1C0 121
412. Crex crex (Linnaeus), Re ili quaglie.
TCrex pratensis, Bchst. ].
LTav. XXX. Bg. li ].
Parti superiori e timoniere nere nel centro delle penne, col margine lionato-
giallognolo qua e là nocciola, i centri più spiccati sul dorso, sulla coda e sul so-
pracoda, indistinti sulla parte posteriore del collo e poco accentuati sulla testa;
cuopritrici alari di un cannella-fulvo; sopracciglio, che continua sui lati del collo, gola
e petto di un cenerino-piombato-chiaro misto a fulviccio; lati del collo grigio-ocracei,
con poche macchie bruno-rossiccie e brunastre; centro del petto e dell'addome
biancastri; fianchi e sottocoda con le penne fulvo-isabella, lavate di brunastro,
coll'apice e fascie trasversali biancastre più cupe sui lati del basso addome (<i<l.
in aut.). Tinte cenerino-piombato-chiare più pure e non lavate di fulviccio; tinte
nere nel centro delle penne delle parti superiori più accentuate: fianchi tinti più
decisamente di rossiccio {ad. in prim.). Centri delle parti superiori ovunque molto
distinti: mento e gola bianco-rossicci; sopracciglio, collo e petto di un fulvo-rossiccio:
cuopritrici superiori delle ali percorse da strie trasversali distinte bianche, con
margini indistinti scuri giov.).
Lunghezza totale 0,m225; becco 0,m022; ala 0,'"140; coda 0,'"055; tarso 0,'"039.
Abita l'Europa fino alla Vallata dello Jenissei e l'Asia centrale; sverna nei
paesi circummediterranei e nell'Africa, mostrandosi accidentalmente nell'America
nord-orientale e nella Nuova Galles del Sud. In Italia è specie di passo, in gene-
rale poco abbondante e scarsa come stazionaria. Nidifica nelle provincie setten-
trionali e forse in Toscana nei mesi di maggio e giugno; sverna talora nel Ve-
neto, nel Modenese (Tognoli), e più spesso nelle provincie meridionali e nelle Isole.
Genere PORZANA, Vieillot.
Ha i caratteri del gen. Crex, ma il becco è più debole e curvato leggermente
presso l'apice; fosse nasali che giungono al terzo basilare del becco; ali più corte
ed appuntite, remiganti 26 più corte delle l6, specialmente in alcune specie; tibie
nude su di uno spazio meno breve; tarso più corto del dito mediano con unghia.
Sessi in alcune specie ili differente colore; mutano due volte all'anno, come
il Crex ed hanno abitudini paludicole per eccellenza: depositano in un nido volu-
minoso, composto di canne secche e di erbe acquatiche, varie uova di tinta ocraceo-
olivastra, con macchie e chiazze rossiccie o bruno-scure.
Questo genere quasi cosmopolita si compone di 16 specie, tre delle quali sono
anche Europee.
413. Porzana porzana (Linnaeus), Voltolino.
t Ortygometra porzana L.), Porzana fulicula (Scop.), P. maruetta (Leach)].
[Tav. XXX, lig. 5 . 6].
Becco giallo, giallo-rosso alla base, scuro all'apice e sul culmine; cervice nera
nel centro delle penne, castagno-olivastra sul margine; fronte e sopracciglio di un
122 ATI.ANTK OKNITOt.oi.H i >
colorito cenerino-piombato die continua sui lati della gola, ov'è finamente macchiato
di bianco; pani superiori come la cervice, ma con macchiette bianche allungate
sulla parte esterna del margine, |>iù accentuate sui lati della nuca, sul dorso, sulle
scapolari e sulle cuopritrici alari nelle quali sono marginate di nero, in queste
ultime il bianco assume la forma di zig-zags; groppone e sopracoda neri, variati
di oliva-bruno e di bianco: mento, collo e petto cenerino-piombati, coll'apiee delle
penne olivastro e con macchie bianche poco numerose; addome biancastro; sotto-
coda ceciato; fianchi bruno-nerastri alla base, a t'ascio bianche ed olivastre nel
resto, le bianche precedute e susseguite da un piccolo orlo nero; timoniere bruno-
nerastre nel centro, bruno-chiare, con strie bianche sul margine {ad. in prim.).
Becco olivastro; sopracciglio con numerose macchiette bianche, che sono pure
numerose sul collo e sul petto; tinte meno vivaci e le bianche sulle parti superiori
più numerose •mi. in imi.). Gola biancastra; macchiette bianche più numeros 1
estese anche sulla fronte; groppone più scuro {giov.).
Lunghezza totale 0,'"220; becco 0,m020; ala (V'HO; coda 0,m050; tarso 0,'"o:!4.
Le varietà albine sono molto rare.
Abita l'Europa e l'Asia centrale; sverna nelle contrade circummediterranee,
nell'Africa e nell'India. In Italia è uccello molto abbondante all'epoche del passo
ed anche come estivo e nidificante, giungendo in marzo ed in aprile, ripartendo
in ottobre ed in novembre; qualche individuo rimane anche nell'inverno, special-
mente nelle provincie meridionali, in tale stagione ne ebbi più volte e ne uccisi
io stesso in varie località.
La P. carolina (L.), che si distingue dalla P. •porxana pella faccia nera, fu
presa nel 1865 nell'Isole Britanniche, ma il Saunders non l'ammette nel suo
recente lavoro sugli Uccelli Inglesi.
414. Porzana intermediai1 (Hermann), Schvr&tilla grigiata.
[Porzana Bailloni i Vieii.loii, Ortygometra Bailloni (Vieiixot) ].
[Tav. XXX, tig. 9 e 10].
Becco verde-scuro, nerastro all'apice; cervice nera nel centro, con largo margine
castagno-olivastro; nuca e parte posteriore del collo di un castagno (piasi unicolore;
dorso, scapolari e sopracoda neri nel centro con orlo di un castagno-olivastro e
numerose macchie irregolari bianco-lucide estese anche sul groppone: cuopritrici
delle ali castagno-olivastre, nerastre verso la base delle penne, alcune dell'esterne
e le grandi con macchie allungate bianche, limitate di nero ; angolo dell'ala e mar-
gine isterilì) della 1" remigante primaria bianchi; sopracciglio e gastreo cenerino-ce-
lestognoli; basso addome, fianchi, scapolari e sottocoda nerastri, con fascie tra-
sversali bianche: cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari bruno-cupe, con poche
macchie o fascie bianchiccie [ad.). Tinte delle parti superiori lavate di rossiccio;
testa come il dorso; sopracciglio e gastreo lavali di rossiccio, con fascie trasver-
sali scure sid davanti del collo e sull'alto petto; mento biancastro (giov.).
Lunghezza totale (Viso; becco 0,m017; ala 0,u,090; coda 0,"'04 7 ; tarso 0,,n028.
(') 11 Ballus llusilhis. Palina ÌTTH e, secondo loSharpe (Co*. />'. Brit. Mue. XXIII, i>ag. 106), la forimi
orientale della /'. intermedia il lenii, i.
ATLANTE ORNITOLOGICO 423
Abita l'Europa meridionale e la centrale verso est sino al Lago Baikal; sverna
nella Spagna, nell'Africa e nel Madagascar. È specie di doppio passo in Italia,
ma generalmente poco abbondante. In Toscana e nel Veneto è frequente, non è
citata pella Puglia (De Romita) e sembra rara in Sardegna. Nidifica certamente
nel Veneto e forse in Sicilia.
415. Porzana parva (Scopoli), Schiribilla.
I Ortygometra parva (Scop. ), 0. minuta ( Movi . j.
[Tav. XXX, flg. 7 e 8].
Il maschio è distinto dalla P. interinali/) pei seguenti caratteri:
Grandi cuopritrici alari senza macchie bianche, o se talora esistono non più
di una o due; le macchie sulle parti superiori sono poco numerose e ristrette
alle scapolari ed al centro del dorso; angolo dell'ala e margine esterno della la
remigante bruno-olivastri; cuopritrici inferiori delle ali ed ascellari uniformi, senza
macchie o fascie bianche; fianchi bruno- ocracei quasi uniformi: statura maggiore
(mas. ad.). Simile nelle parti superiori, solo di tinta più olivastra e più chiara; redini
e sopracciglio di un cenerino-azzurrognolo-chiaro; guancie e gola biancastri; resto
delle parti inferiori lionato-chiaro; calzoni e parte bassa dei fianchi cenerognoli, con
fascie nerastre e biancastre trasversali; dello stesso colore il basso addome ed il
sottocoda, che sono tinti di castagno (frinii/, ad.). Come la femmina; scapolari ester-
namente con fascie bianche; lati della faccia, sopracciglio e gastreo bianchi, con
deboli margini scuri sul petto; poche macchie apicali e scarsamente decise sulle
grandi cuopritrici, sulle cuopritrici l6 e sulle remiganti (giov.).
Lunghezza totale 0,m190: becco 0,m018; ala 0,ra105; coda 0,'"050; tarso 0,'"030.
Abita l'Europa centrale, la meridionale e il centro dell'Asia; sverna nel Nord
Africa. In Italia è specie di passo, più frequente di primavera e meno d'autunno,
è anche estiva e nidificante nelle parti settentrionali ed in Toscana; è abbondante.
Lo Sharpe ed altri Autori hanno collocato questa specie nel gen. Zapornia, Leach
pel fatto che i sessi diversificano distintamente, mentre ciò non accade nella
P. porzana e nella P. intermedia nelle quali sono, si può dire, eguali.
Genere GALLINULA, Brisson.
Becco subeguale alla testa, grosso alla base, poco rigonfio all'apice, molto
compresso; mandibola superiore convessa, che forma sulla fronte uno scudo fron-
tale, largo, nudo, oblungo, tumido, rotondo posteriormente, mandibola inferiore
ascendente; narici lineari-oblunghe, mediane; solchi nasali larghi, estesi sui due
terzi basilari del becco; ali abbastanza lunghe, concave, la remigante primaria
eguale alla 5a, 2a e 3a eguali e le più lunghe, le 2" più corte delle le; angolo del-
l'ala fornito di un piccolo sprone acuto; coda molle, corta, di 12 penne, rotonda
e che sorpassa le ali; gambe lunghe, nude, se adettate all'indietro, reticolate davanti
su di uno spazio abbastanza esteso al di sopra dell'articolazione del tarso, che è
fornito di un anello di tinte brillanti ; tarsi più corti del dito mediano con unghia,
reticolati all'indietro sui 2/3 inferiori, scudettati sul davanti; diti quattro, tre an-
X2i \ 11. kNTE ORNITOLOGI) 0
teriori ed uno all'indietro, Lunghi, divisi dalla base ed ovunque strettamente mar-
ginati: unghie sottili, mediocri e molto acute.
Piumaggio impermeabile sinché l'animale è vivo: statura abbastanza elevata.
.Mutano una volta all'anno come i Ralli.
Vivono in riva ai laghi, nei t'ossati delle paludi e sugli stagni ove la vegeta-
zione di canne è più densa, nuotano e si tuffano benissimo e se perseguitati si sal-
vano il più delle volte immergendosi sott'acqua. Quando camminano tengono la coda
volta all'in su: si posano anche sugli alberi, ove talora nidificano. Fabbricano un
nido voluminoso e rozzo, deponendo molte uova t'ulvieeie, marchiate e picchiettate
di bruno e di grigio. Otto speeie compongono questo genere quasi cosmopolita,
una sola delle quali si trova in Europa.
416. Gallinula chloropus fLiNNAEUS), Gallinella d'acqua.
j Sciabica J.
lu. W.V Hg. 1. -' e T.w. !.. Bg. L4 !.
l'Iacea frontale e becco-rosso arancione, quoto sino a metà lunghezza, verdas
misto a giallo nel resto: testa, collo e gola di un nero lavagna: parti superiori bruno-
oliva scure, lavate di verde sull'alto dorso e sulle scapolari: parti inferiori grigio-la-
vagna, tinte di bruno sui fianchi, che hanno larghe strie centrali bianche, alcune
penne dell'addome hanno apici biancastri, più accentuati sul basso addome: cuo-
pritrici inferiori della coda: le più corte nerastre, le più lunghe bianche; parte nuda
della tibia rossa ad. in prim.). Lamina frontale, base del becco, parte nuda della
tibia verdastri: margini bianchì più accentuati sulle penne dell'addome e del bass
ventre: tinte generali più bruì' 3 ,d. in atit.). Scudo frontale molto piccolo e
verdastro come il becco: parti superiori bruno-olivastre: mantello e remiganti
i"' interne rossiccie: mento, gola ed addome bianchi: gozzo, petto e fianchi di
uu bianco-gialliccio {gio
Lunghezza totale 0, 350; becco, dal margine posteriore dello scudo frontale
all'apice, 0,m035; ala 0,m175; coda 0,ra08O; tarso 0.:;iv<>.
Abita l'Europa, l'Asia. l'Africa, il Madagascar e l'Isola Maurizio, in Italia è
specie sedentaria e comune: nelle provinole settentrionali è anche migrante, giun-
gendo in marzo e partendo in settembre. Nidifica due volte all'anno, in aprile o
nel maggio ed in gingilo o luglio; è sempre più abbondante all'epoche dei pa —
Genere PORPHYRIOLA. Livni .
Ha i caratteri del genere Porphyrio, ma le narici sono ovali-allungate e aperte
in un solco nasale distinto: piumaggio verde e blu: statura piccola.
Le Porphyrìolae hanno in tutto le abitudini delle GalUrmlae e formano l'anello
di transazione col gen. Porphyrio. Questo genere consta di tre specie, due Ameri-
cane, la terza Africana e che arriva accidentalmente nell'Europa meridionale.
Sua. levali. Ir. .1/,/. Tmt. p. 131 (1872 . nome corretto, invece di l'urykijnda, Lìlvth. Co*. &. Min.
Js. Soc. </ 38 UH).
ATLANTE OKNITOL0G1CO 425
Ho chiamato Porphyriola questa specie e non Jonoeicca, Salvadori, come di
consueto, per legge di priorità. Secondo lo Sharpe, Blyth fece tipo del genere
Porphyriola l'Alleni fino dal 1849, mentre il genere Jonoeicca fu creato dal Sal-
vadori nel 1887.
417. Porphyriola Alleni (Thompson), Pollo sultano dell'Alien,
[ Hydrornia Alleni (Thompson), Jonoeicca Alleni (Thompson)].
Scudo frontale verde; becco e piedi cremisini; testa tutt'attorno nerastro-
porporina, bluastra sul collo; resto delle parti superiori, cuopritrici alari e remi-
ganti 2e interne verde-olivastre, nerastre sul basso dorso, sul groppone e sul sopra-
coda; cuopritrici marginali dell'ali di un blu di cobalto tinto di verde; gastreo
blu-profondo, tinto di nerastro siili' addome ; sottocoda bianco; remiganti e coda
nero-blu; ascellari nere (ad.). Becco e scudo frontale di un rossiccio-pallido; cervice
bruno-rossiccia; parti superiori nerastre nel centro delle penne, con largo margine
ocraceo-vivace ; basso dorso, groppone e sopracoda nerastri, con strettissimi
margini ocraceo-scuri; cuopritrici delle ali come il dorso e leggermente lavate di
verde-oliva; lati della faccia e parti inferiori di un ocraceo-vivace, più accentuato
sul sottocoda, biancastro sul centro della gola e del petto; remiganti scure, ester-
namente verde-oliva; ascellari nerastre, terminate strettamente di fulviccio-pallido ;
piedi bruno-rossigni (giov.).
Lunghezza totale 0,m250; becco, dal margine posteriore dello scudo frontale
all'apice, 0,m038; ala 0,,n150; coda 0,n,070; tarso 0,'"053.
Abita l'Africa tropicale, Madagascar e Rodriguez, arrivando accidentalmente
nell'Europa meridionale e nelle Canarie: venne colta una volta nella Spagna nel
1854 e tre volte in Italia, due presso Lucca nell'autunno 1857 e nel dicembre
1874, il terzo in Sicilia nel dicembre 1881, i due ultimi sono conservati nel
R. Museo di Firenze il primo in quello di Pisa.
Genere PORPHYRIO, Brisson.
Becco subeguale alla testa, molto forte, cuneato in senso verticale, molto più
alto che largo alla base ed appuntito all'apice, mandibola inferiore quasi diritta,
la superiore più lunga di quella, molto arcuata e continuata sulla fronte e sul
vertice da un ampio scudo rotondo all'indietro ed esteso oltre il bordo posteriore
dell'occhio; solchi e fosse nasali mancanti; narici piccole, rotonde, laterali, aperte
nella base cornea del becco; ali subrotonde, la remigante primaria eguale alla 7%
2a, 3a e 4a subeguali e le più lunghe, remiganti 26 più corte delle le; coda cuneato-
rotonda, molle, che oltrepassa le ali; gambe lunghe, nude su di un considerevole
spazio della tibia, a largo reticolato sul davanti e sui lati, scudettate all'indietro,
scudettate parzialmente presso il calcagno e con una stretta linea centrale poste-
riore di piccole placche, tarso circa un terzo più corto del dito mediano con unghia;
diti quattro, assai larghi e sottili, liberi dalla base e ovunque senza membrana,
il posteriore tocca terra su di una larga estensione; unghie assai larghe, poco
arcuate, acute, con quella del posteriore la più robusta, essa e quella del me-
diano le maggiori.
Atlante ornitologico. 54
426 MIAMI: ORNITOLOGICO
Piumaggio molle; tinte metalliche sulle parti superiori, colorito generale degli
adulti di un blu-profondo; statura abbastanza elevata.
Hanno le abitudini delle Gallinulae; sono eminentemente paludicoli, vivendo
isolati nel più folto dei canneti, depongono parecchie uova ocracee, macelliate e
picchiettate di grigio-violetto e di bruno-rossiccio-cupo. Volano raramente, sono
solitari e timidi, ma si addomesticano e vivono in ischiavitù assai facilmente,
ove pure si riproducono (Whitaker). Perla lunghezza dei diti quando camminano
alzano molto le gambe; la muta è semplice. Si conoscono sedici specie di l'olii
sultani; tre delle quali fanno parte della fauna Europea.
418. Porphyrio caeruleus (Vandelli), Pollo sultano Q).
[ Porphyrio antiquorum, Bp. ].
[Tav. XLVII, fig. 7].
Placca frontale, becco, piedi e iride di un rosso di lacca; tinta generale di
un azzurro di lapislazzoli-scuro, chiaro e molto brillante sui lati della testa,
sul davanti del collo e sull'alto petto ; redini e regione oftalmica nerastre, resto
del gastreo blu-nerastro; sottocoda bianco (ad.). Placca frontale e gambe oliva-
stro-rossiccie; parti superiori di un bluastro-cenerognolo, più scuro sulla cervice;
groppone nerastro; mento e gola bianco-cenerognoli; centro dell'addome bianca-
stro; sottocoda bianco; resto del gastreo bluastro-lavagna cupo, con le penne gri-
gio-cenerognole all'apice (giov.).
Lunghezza totale 0,'"450; becco, dal margine posteriore della placca frontale
all'apice, 0,m072; ala 0,'"270; coda 0,'"105; tarso 0,m098; dito mediano con unghia
0,m135.
Abita le contrade circummediterranee, sul lato Europeo la Spagna ed il Porto-
gallo; è accidentale in Francia, in Germania e forse nelle Isole Britanniche. In Italia
è stazionario e comune in Sicilia, in Sardegna e nelle paludi attorno al lago di
Lesina (Puglie) da dove l'ebbi anche d'inverno; sembra però esser sempre più
abbondante all' epoca del passo e nell' estate, nidifica. È accidentale nella Cam-
pania, nel Romano, in Toscana, in Liguria, nel Nizzardo e nelle Marche; non
sembra sinora comparso nella Valle Padana.
419. Porphyrio porphyrio (Latham), Pollo sultano dalla schiena verde.
[Porphyrio smaragnotus, Temm., P. smaragdonotus, (Jukn. ].
Differisce dal precedente pel colore verde-oliva delle parti superiori, più chiaro
sul margine del dorso, sulle scapolari, sulle remiganti 2e interne, sul groppone
e sul sopracoda; colorito generale nel rimanente azzurro di lapislazzoli, più chiaro
e quasi celeste sui lati della testa, sulle parti anteriori del collo e dell'alto petto (ad.).
Colorito più cupo; testa e collo di un cenerino-rossiccio; dorso ed ali verde-oliva :
petto e fianchi di un cenerino-olivastro (giov.).
(') L'uccello descritto (la Linneo col uomo di ludica pin-p/o/Wo (1758) sembra essere riferibile in
parte :il Pollo sultano, in parte al l'olio sultano dalla schiena verde e quiudi ommisi tale nome per chia-
rezza, Queste sono le suo parole: Fulica porphyrio. /■'. fronte calva, oorpoi'e violaceo, digitia simplicibus,
Habitat in Asia, America (Syst. Nat. 1, pag. 152, 1758).
ATLANTE 0KN1T0L0GIC0. 427
Lunghezza totale 0,'"440; becco, dal margine posteriore della placca frontale
all'apice, 0,ffi060; ala0,m250; coda 0,m100; tarso 0,l"090; dito mediano e. u. 0,'"133.
Abita l'Egitto e l'Africa tropicale fino al Capo di Buona Speranza ed il Ma-
dagascar; in Europa è accidentale in Francia (una volta) ed in Italia, dove venne
catturato due volte in Sardegna, almeno cinque volte in Sicilia, forse una volta in
Toscana e finalmente un individuo venne preso in Dalmazia (Museo di Vienna).
420. Porphyrio poliocephalus (Latham), Pollo sultano indiano.
Placca frontale, becco e piedi di un rosso-profondo; colorito generale blu-vivace,
più brillante sul basso gastreo, nel tutto lavato di blu-verdastro che è più vivo sulle
ali; coda ed alto petto del colore del dorso; regione oftalmica cenerina; sottocoda
bianco (ad.). Faccia, gola e collo tinti di verdastro, col dorso e le ali blu- verdastre;
groppone e sopracoda biancastri, queste parti con marginature più pallide; blu del
gastreo molto meno accentuato e con margini cenerino-grigiastri (giov.).
Lunghezza totale 0,'"445; becco, dal margine posteriore della placca frontale
all'apice, 0,'"066; ala 0,'"280; coda 0,m090; tarso 0,'"086; dito medio e. u. 0,'"118.
Questa specie abita il Caucaso, l' Afghanistan, l'India, Ceylan ed il Burina. In
Europa si trova nel Basso Volga e sul versante europeo del Caucaso, ed è per
questo che lo citai nella presente lista.
L'esemplare di 1'. smaragdìnus, Temm. preso in Liguria e quelli di P. caeru-
leus, di P. porphyriO) di P. melanotus, Newt. e di P. poliocephalus colti nelle Isole
Britanniche devono certo riferirsi ad individui fuggiti di schiavitù, anche secondo
l'opinione dei migliori Autori.
Genere FULICA, Linnaeus.
Becco e placca frontale come nelle Gallinulae; ali mediocri, la remigante pri-
maria subeguale alla 6a, 2a e 3a le più lunghe, le remiganti 2B subeguali alle l6;
coda corta, rotonda composta di 12 penne; gambe alquanto lunghe, nude su di
un piccolo spazio della tibia; diti quattro tutti lunghi, tre in avanti ed uno po-
steriore, uniti alla base e lobati, cioè forniti sui lati di una membrana lobata; tarso
scudettato, assai più corto del dito mediano con unghia ; unghie lunghe, molto
acute e poco curvate.
Mutano, come le Gallinulae, una volta all'anno; corpo depresso; piumaggio im-
permeabile e di tinte opache, talora la placca frontale, il becco ed un anello sulla
parte nuda della tibia sono di colori brillanti.
Quantunque abbiano le abitudini delle Gallinulae, le Folaghe, oltre che essere
Paludicolae, amano starsene riunite durante l'inverno in enormi branchi nelle larghe
estensioni d'acqua, tanto nelle acque dolci che nelle salate, sì al piano che sulle al-
ture, nelle lagune o sui laghi, ritirandosi nei folti canneti all'epoca della riproduzione;
nuotano e si tuffano con grande facilità per la struttura del loro piede analogo a
quello degli Svassi e dei Phalaropi, come camminano con pari facilità sul terreno.
Il loro nido è molto voluminoso e talora fabbricato sulle acque, le uova sono nu-
merose di un bianco-fulviccio, macchiate e picchiettate di bruno-chiaro e scuro.
128 ATLANTE ORNITOLOGICO
421. Fulica atra. I.iwui s, Folaga.
[Tav. XXIX, flg. 9, LO e l'.v\ . I.. Bg. 13].
Becco e lamina frontale di un bianco-avorio; parti superiori nero-lavagna,
tinte di olivastro sul dorso: parti intcriori di un cenerino-lavagna-chiaro; tosta.
rollo, roda e sottocoda nere: margine dell'ala e apice delle remiganti 2* più pic-
cole bianchi: parte mula della tibia aranciata i -curo, lamina frontale
meno sviluppata; sopracciglio e lati della testa biancastri; superiormente più bru-
oastro dell'adulto: parti interiori cenerino-biancastre o cenerino-lavagna-chiare,
terminate di biancastro \giov.).
Lunghezza totale 0, 400; becco, dal margine posteriore della placca frontale
all'apice, e. 050; ala 0, 210; coda0,",058; tarso 0, 055; dito mediano e. u. 0,'"090.
La Folaga va soggetta a considerevoli varietà di dimensioni e di colorito, se
ne trovano di quelle del tutto bianche o scolorite, variamente pezzate di bianco
e di quelle isabelline.
Abita l'Europa e l'Asia, estendendosi verso est sino al Giappone ed alle Isole
della Sonda e l'Africa settentrionale-centrale. In Italia è specie comune, sedentaria
e nidificante; però è molto più abbondante nell'inverno ed all'epoche del passo.
Nidifica in maggio.
422. Fulica cristata. Gmelin, Folaga crestata.
[Folona africana'].
Distinta dalla F. atra per la mancanza degli apici bianchi sulle remiganti se-
COndarie; becco e lamina frontale bianchi, questa munita nella sua parte poste-
riore di due caruncole carnose rosso-scure [ad.). I giovani talora non hanno le due
caruncole o esse sono poco sviluppate, ma mancano sempre degli apici bianchì
sulle remiganti secondarie.
Lunghezza totale 0. 440: becco, dal margine posteriore dello scudo frontale
all'apice. 0. °035; ala 0,m215; coda 0, 068; tarso 0, ""062; dito mediano e, u. 0,ml00.
Abita tutta l'Africa ed il Madagascar, estendendosi nelle parti sud-occidentali
di Europa, è rara nel Portogallo, nidifica nella Spagna e nelle Isole Baleari. In
Italia è specie accidentale e molto rara: comparve in Liguria, in Toscana, a Malta,
in Sicilia e finalmente in Sardegna, ove st dice abbia anche nidificato.
Sottordine ALECTORIDES - Alettoridi.
Questo sottordine riposa su famiglie come quella delle Mesitidae, delle Eunj-
pygidae ed altre che mancano in Europa: sicché ho creduto più conveniente, trat-
tandosi di uccelli molto disparati tra essi e distinti specialmente per tratti ana-
tomici ed osteologici, di offrire i caratteri delle Crru, l'unica famiglia rappresentata
in Europa.
atlante oKfnroioGico 429
Famiglia GRUIDAE, Gruidi.
Becco piuttosto corto e sottile, eguale o poco più lungo della testa, diritto,
forte e compresso, colla punta ottusa ed un leggero solco nella mandibola infe-
riore; fosse nasali corte, larghe, profonde, estese sui lati del becco; narici poste
verso la metà del becco con larghe aperture, del tutto pervie, aperte nella mem-
brana nuda che copre le fosse nasali; ali ampie, colle remiganti 2e interne talora
più lunghe delle primarie, allargate, molli, cadenti ed ornamentali; coda corta,
quadrata, di 12 grandi penne; tibie nudo su di una grande estensione; tarso scu-
dettato sul davanti; diti quattro, corti, palmati alla base, il posteriore elevato
e molto corto.
Sono uccelli di grande statura, talora eccezionale, colle gambe ed il collo assai
lunghi, la testa è di solito in parte nuda e papillosa o con tubercoli negli adulti
o con penne setolose o con ciuffi di penne particolari a spazzola; il piumaggio è
compatto; mutano le penne due volte all'anno; i giovani nascono coperti di piu-
mino ed atti a camminare in poche ore; fabbricano il nido sulla terra o sui rialzi
di terreno emergente da acque poco profonde; le uova sono di un bel oliva o bruno-
oliva, macchiate e picchiettate di bruno di vario tono. Frequentano le località palu-
dose molto estese e prive di alberi e le steppe, sono astutissime e non si lasciano
avvicinare che molto difficilmente; corrono velocemente ed hanno volo sostenuto ed
abbastanza celere; di solito nidificano al Nord, portandosi a svernare al Sud in
regioni molto calde, compiendo grandi viaggi ad immense altezze, i branchi di-
sponendosi a Y e concentrandosi a semicerchio se il vento è troppo forte o se è
in vista qualche grosso rapace. Si nutrono di sostanze vegetali di vario genere
e d'insetti; la loro voce è forte e simile al suono di una trombetta. Si conoscono
19 specie di Gru ripartite in nove generi con habitat cosmopolita, eccettuate le
regioni Artiche.
Genere 6RUS, Palmas.
Ha i caratteri della famiglia.
Becco più lungo della testa; narici lineari, allungate; la remigante primaria
più corta della 2% la 3a la massima, le le ristrette nel vessillo interno, le 2e in-
terne più lunghe delle 1°, falcate e rivolte all'infuori, appuntite e colle barbe de-
composte all'apice; dito mediano unito coll'esterno aUa base sino all'articolazione
della 2a falange, l'interno quasi libero; gambe nude, reticolate nella metà infe-
riore; tarso molto più lungo del dito mediano con unghia, reticolato posteriormente
e presso le articolazioni e con scudetti cornei quadrilateri nel rimanente; unghie
corte, curvate ed alquanto ottuse.
Cervice nuda, con papille più o meno sviluppate nella parte posteriore e par-
zialmente coperta di penne setolose; regione auricolare, parte posteriore delle
guancie e lati del collo coperti di penne ordinarie.
Il genere Grus comprende sette specie, delle quali una sola Europea.
4.'J.0 ATLANTE ORNMTOT.OGICO
423. Grus grus (Linnaeus), Gru.
[Grus communis, Bensì.. G. cinerea, M. W. ; Grue~\.
[Tav. XXXV, flg. IO].
Colorito generale grigio-cenerino: il pileo coperto di corti peli; il vertice e
l'occipite di papille rosse; una larga fascia bianca parte di dietro all'occhio e copre
la parte posteriore ed i lati del collo; nuca, gola, gozzo di un nero-lavagna; remiganti
2e molto allungate, lanceolate ed in parte curvate grigio-lavagna, nerastre all'a-
pice; piedi neri {ad.). Grigio-brunastro; penne marginate di fulviccio, cervice e
nuca rugginose; ciuffo posteriore delle remiganti secondarie meno lungo {giov.).
Lunghezza totale l,m250; becco 0,'"110; ala 0,'"G20; coda 0,"22(); tarso 0,'"250;
dito medio e. u. 0,'"099.
Abita l'Europa e sverna nell'Africa settentrionale; in Asia è rimpiazzata da
una forma molto affine, detta dallo Sharpe G. Li I furili. In Italia è uccello sopratutto
di passo, anzi si può dire di semplice transito, perché i branchi sorvolano a grandi
altezze, abbassandosi raramente; qualcuna sverna specialmente nella Maremma
Toscana, nelle provincie meridionali ed in Sardegna e nidifica ancora nel Veneto
nelle grandi paludi di Caorle; quindi è specie stazionaria, come dice anche il Giglioli,
ma generalmente rara.
Genere SARCOGERANUS, Shajkpe (l).
Parte anteriore delle guancie nuda e cosi la parte anteriore della cervice;
le penne del collo ascendono fino alla parte posteriore della cervice; redini e re-
gione oftalmica nude; parte posteriore delle guancie piumata (Sharpe). Statura
molto elevata.
Una sola specie.
424. Sarcogeranus leucogeranus (Pallasi. Gru Manca di Siluriti.
Becco bruno di terra d'ombra, colla base e la membrana del solco nasale
rosse; parte nuda della testa rosso-cupa; piumaggio generale bianco-puro, com-
prese le ali e la coda; le remiganti 2" interne e le scapolari allungate e sopra-
vanzanti le le remiganti di circa 0,m070; lati della faccia, del collo e gola grigio-
lavagna (mas. ad.). Gran parte del piumaggio rossiccio, tinto di fulvo sulla testa
e sul collo (giov.).
Lunghezza totale l,m420; becco 0,'"177; ala 0,m7f>7; coda 0,'"220; tarso 0,'"300.
Abita l'Europa sud-orientale (Russia) e l'Asia Minore, giungendo sino alla Siberia
occidentale ed al Giappone; sverna nell'India nord-occidentale e nella Cina. Nella
Russia europea fu trovata accidentalmente presso Pietroburgo (Pallas) ed in pri-
mavera è di passo regolare nel Governo di Jekaterinburgo (Nórdmanrì).
(') Cfr. Sharpe, Bulk!, lini. uni. Club, u. VII, p. XXXVII (March 28, 1893J.
ATLANTE ORNITOLOGICO 431
Genere ANTIGONE, Reichenbach.
Testa nuda, così il collo per metà della sua lunghezza; regione auricolare co-
perta da un ciuffo di penne; remiganti 2e interne appuntite, che sopravanzano
notevolmente le primarie e prolungate al di là della coda.
Tre specie, delle quali una arriva accidentalmente nelle regioni orientali di
Europa.
425. Antigone collaris (Boddaert), Gru antifone.
Testa e porzione alta del collo nude, granulose di un rosso-aranciato, con pochi
peli neri; cervice cenerino-verdastra; un ciuffo di penne grigio-cenerine sulla regione
auricolare; un largo spazio di penne bianche divide la porzione nuda del collo
dalle tinte grigie della parte bassa del collo e del dorso; nella porzione nuda più
bassa del collo un anello nudo aranciato; piumaggio generale grigio-periato, più
pallido sul sottocoda; remiganti 2e interne allungate, lanceolate, di un bianco-puro
(ad.). Testa e parti alte del collo coperte di penne rugginose; tinte generali grigio-
cenerine, lavate di rossiccio (gioì-.).
Lunghezza totale l,m105; becco 0,m170; ala 0,n,670; coda 0,m240; tarso 0,m280.
Abita Astracan e le coste del Mar Caspio, però come specie di rara com-
parsa; è propria dell'India centrale e settentrionale.
Quantunque il nome di Ardea anUgone, Linnaeus 1758, sia anteriore a quello
di Grus collaris, Boddaert 1787, ho preferito adottare il secondo, perchè ora V Ardea
antigone (Antigone antigone, Bp.) è riferita alla forma orientale dell'Antigone collaris.
Genere ANTHROPOIDES, Vleillot.
Testa piumata interamente ; regione auricolare piumata ed ornata di un lungo
ciuffo di penne a barbe divise; piume della base del collo ristrette, lanceolate,
allungate e pendenti; remiganti 2e interne mediocremente allungate e lanceolate.
Statura mediocre.
Una sola specie.
426. Anthropoides virgo (Linnaeus), Damigella di Numidia.
[Damigella].
Cervice, nuca, parte posteriore del collo e colorito generale di un cenerino-
celestognolo; gola e collo, comprese le lunghe penne appuntite e pendenti sul petto,
nero-profonde; dall'angolo posteriore dell'occhio un grosso ciuffo di penne bianche a
barbe decomposte lunghe circa 0,™110, che si prolungano dietro la testa; remiganti
secondarie interne cenerine, nerastre all'apice, molto più lunghe delle altre e
piegate in basso; piedi neri (ad.). Tinte più opache; testa e collo di un cenerino-
piombato; remiganti secondarie interne e penne pendenti sul petto più corte;
ciuffi sulla parte laterale della testa più brevi e cenerognoli (giov.).
432 AII.Wl'K DHNITOLOGICO
Lunghezza totale 0,m880; becco 0,'"060; ala 0,m430; coda 0,m182; tarso 0,' "175.
Abita l'Europa meridionale, la Russia e la Spagna; comparve accidentalmente
in Francia, nel Belgio, in Olanda, nella Germania, nella Svezia ed anche in In-
ghilterra (? aufuga). Si trova inoltre nell'Asia centrale sino alla Cina, svernando
nell'Africa settentrionale e nell'India nord-occidentale. In Italia è specie molto
rara ed accidentale; venne presa dubbiosamente nel Veneto, nel Piemonte ed in To-
scana, e positivamente nel Napoletano, in Sicilia, a Malta ed in Dalmazia.
La Bàkarica pavonina (Linnaeus) o Gru pavonina comparve più volte nei Ca-
taloghi Europei come presa in Inghilterra, fide R. Gray (? aufuga), poi in Sicilia
(Malherbe), a Malta e Lampedusa (Savi e Swainson, noe Wright), ma nessuna cat-
tura autentica ha avvalorato tali asserzioni. È specie propria dell'Africa occiden-
tale, orientale ed equatoriale, che si tiene in domesticità non di rado, e dove vive
benissimo. È tosto distinta per un grosso ciuffo sulla nuca di penne gialle seto-
lose, filiformi, collo stelo volto a spira e per le caruncole e le membrane carnose,
che porta sulle gote e sulla gela.
Sottordine HERODIONES - Aironi.
Becco allungato-cuneato, duro quasi dappertutto, coi margini taglienti, ap-
puntito all'apice, talora uncinato o molto largo all'apice, largo verso la fronte {cui
tirostre); redini nude o piumate; palato desmognato; ossa nasali dormali, schizo-
rinali nelle Plataleae; ali ampie, larghe, lunghe, di 10 remiganti primarie; coda
corta e quadrata, di 10 a 12 timoniere; piede insessore, cioè atto a posarsi sui rami
degli alberi; diti lunghi e sottili in numero di quattro, i tre anteriori con mem-
brane interdigitali rudimentali, il quarto libero, decisamente insistente od elevato.
Sono uccelli di grande statura, dal corpo compresso, la testa è piumata per
intero, colla parte bassa del collo nuda, il becco, il collo e le gambe lunghe; la
pterilosi si presenta speciale, perchè alcune famiglie sono fornite di spolverini; mu-
tano una volta all'anno, però parziali cangiamenti di penne piccole ed ornamentali
hanno luogo di primavera e le remiganti, quando sono fruste, possono essere can-
giate ad ogni singola stagione (eccetto durante l'epoca delle cove). I pulcini na-
scono inetti e nudi, dimorano lungo tempo nel nido, incapaci di reggersi e di nu-
trirsi da sé, cure riservate ai genitori per un tempo considerevole.
Sono di abitudini semi-acquatiche e si nutrono di rettili, di pesci, d'anfibi, di
molluschi e d'altre sostanze animali, che accalappiano camminando, colpendole col
becco robusto; sono spesso gregarii, erratici o migranti. Nidificano in località svariate.
Questo sottordine cosmopolita consta di circa 60 generi con 160 specie, esso
non è rappresentato nelle estreme regioni Artiche.
Famiglia ARDEIDAE, Ardeidi.
Becco più lungo della testa, diritto o quasi, cultrato, col culmine rialzato o ro-
tondo, intaccato, ma non uncinato sulla mandibola superiore, che è fornita di un lungo
ATLANTE ORNITOLOGICO 133
solco; narici aperte in un solco abbastanza distinto, basilari, lineari, comunicanti,
pervie; remiganti secondarie interne di solito lunghe come le le ad ala chiusa;
coda corta, di 10 a 12 penne, molli e larghe; tibie nude per un'estensione più o
meno grande; tarsi scudettati sul davanti e talora all' indietro, ma più spesso re-
ticolati all' indietro e sui lati; dito posteriore insistente e relativamente molto lungo,
l'esterno con una larga membrana basilare, che è rudimentale nell'interno; un-
ghia del dito mediano pettinata sul lato interno, quella del posteriore assai grande
e curvata.
Testa stretta, allungata, piumata, colle redini nude; gli spolverini raggiungono
in questa famiglia il massimo sviluppo in modo che ne sono presenti due o più
paja ; i tratti sono di solito molto stretti e si riscontrano sul collo, la regione
posteriore dello stesso è nuda in basso, ma coperta esternamente dalle penne
circostanti allungate.
Questi uccelli hanno abitudini marine, palustri, lacustri e fluviali e sogliono
starsene lungamente in piedi posati su di una sola gamba, sicché i loro piedi ed
i diti talora si presentano inter se rispettivamente più grandi; alcune specie sono
sedentarie, ma quelle che nidificano in regioni nordiche si portano d'inverno in
latitudini meridionali; camminano con grande facilità e spesso si inoltrano nel-
l'acqua, ove essa non è più alta delle loro lunghe gambe in cerca di cibo; il volo
è lento, ma sostenuto e durevole; il loro grido è un forte gracidamento ; nidificano
in colonie sugli alberi, sui cespugli, sulle roccie o sulle canne, costruendo un nido
rozzo e piatto formato di canne e di stecchi; le uova sono grosse, bluastre o ver-
diccie immacolate, di vario numero a seconda della grandezza dell'animale, da due
a tre nelle specie j)iù grandi, da cinque a sei nelle più piccole; gli adulti sono
eguali nel colorito nel più dei casi e differenti dai giovani, tranne in alcuni generi,
come il Botaurus, nei quali sono simili; il colore varia, alcuni sono bianchi, altri
cenerini e scuri e portano penne ornamentali sulla testa, sul collo e sul dorso
note sotto il nome di « egrette », che in alcune specie forniscono un ricercato
oggetto di commercio, ma che sono presenti solo negli adulti in abito di primavera,
mancando nelle altre epoche dell'anno e nei giovani.
Genere ARDEA. Linnaeus
Becco lungo più del doppio della testa, forte, diritto, cultrato, con un solco
laterale sul culmine e con un'intaccatura subapicale poco accennata sulla man-
dibola superiore ed i margini di entrambe seghettati ; redini e spazio davanti agli
occhi nudi; ali moderate, che arrivano quasi all'apice della coda, le prime quattro
remiganti le subeguali, la 2:i e la 3a le più lunghe, le tre prime intaccate inter-
namente; coda di 12 penne, corta e quasi quadrata; gambe lunghe e sottili, nude
sul terzo inferiore della tibia; tarsi scudettati sul davanti, reticolati all'indietro
e sulle articolazioni; quattro diti, il posteriore insistente e diretto all'indietro, tre
anteriori coll'esterno unito al mediano da una membrana distinta; unghie lunghe,
curvate, quella del mediano pettinata dal lato interno.
Occipite ornato di un ciuffo con due o tre penne lunghe e strette, alcune penne
allungate e filamentose in parte sul dorso, ma più che altro sulle parti anteriori
Aliante ornitologico. 55
l::( ATI, A Mi ORNITOLOGICO
del rullo, mancanti o rudimentali nei giovani; scapolari strette ed allungate; colorito
generale cenerino, bianco, castagno e nero disposto per grandi masse.
Questo genere (piasi cosmopolita, coll'eccezione delle estreme latitudini Artiche,
è composto di 12 specie, delle quali tre si trovano anche in Europa, una di esse
però all'atto accidentalmente.
a) Tarso decisamente più lungo del dito mediano con unghia; unghia del dito
posteriori distintamente curvata e meno di metà del dito stesso (gen. Ardea, L., secondo
Skarpe). Consta dì IO specie ed è quasi cosmopolita.
427. Ardea cinerea, Linnaeus, Airone criteri no.
| Airone |.
Colorito generale delle parti superiori cenerino-chiaro con le scapolari, le
remiganti secondarie e le penne del paraptero molto strette, filiformi bianco-
cenerino-perlate; fronte, parte centrale del pileo, guancie, gola e sottocoda bianchi;
lati del pileo ed occipite neri,
con un ciuffo di penne lunghe
e pendenti, due delle quali
sono inserite sulla nuca e sono
più allungate delle altre, collo
bianco tinto di cenerino e con
numerose macchie nere sulla
linea centrale anteriore; sulle
parti inferiori del collo vi sono
penne strette, lunghe, penden-
Testa di A. cinerea, '/, gr. nat. ti alcune immacolate, altre, e
sono le più corte, con macchie
nere; gastreo bianco, tranne i lati del petto; due lunghi spazi sui lati dell'addome
neri; remiganti le nere; margine dell'ala bianco; cuopritrici inferiori delle ali grìgio-
cenerognole (ad.). Tinte generali cenerino-scure ; centro del pileo bianco e cenerino;
piume occipitali e le pendenti sul collo meno lunghe; collo e lati del petto cene-
rini, quest'ultimi con strie biancastre: parte bassa della gola e davanti del collo
con lunghe e larghe strie longitudinali nere; gola ed addome biancastri (giov.).
Lunghezza totale l,ra000; becco 0,m122; ala 0,'"470; coda 0,m180; tarso 0,m150;
dito mediano e. u. 0,m103.
Abita l'Europa, l'Asia, l'Africa e l'Australia, manca in America. In Italia è
specie comune e stazionaria, ma più abbondante all'epoche del passo e durante
l'inverno nelle provincie centrali, meridionali e nel Veneto. Nidifica in numerose
colonie nei luoghi paludosi da maggio a luglio, al complesso dei nidi si dà il nome
di garxaie.
428. Ardea melanocephala, Vigoks <$ Childeen, Airone dal collo nero.
Colorito generale delle parti superiori nerastro, tinto di cenerognolo sul man-
tello e sul dorso, colle scapolari allungate cenerino-periato; lati, parte posteriore
del collo e nuca neri, questa con due lunghe penne liticali grigio-lavagna; guancie
ATLANTI': ORNITOLOGICO 435
e gola bianche, quest'ultima in parte bianca alla base delle penne con strie e
macchie nere nel resto; Lunghe penne del davanti del collo grigio-periate, alcune
col centro nero; lati del petto e resto del gastreo di un grigio-cenerino uniforme;
cuopritrici inferiori delle ali bianche (ad.). Più brunastro dell'adulto; testa nera;
ciuffo occipitale meno lungo; parti superiori brunastro-cenerognole; parte poste-
riore del collo grigio-cenerognola; gastreo bianco, tinto di fulviccio sul davanti
del collo che ha macchie nerastre e sui lati del petto, che hanno i centri bian-
chi (giov.).
Lunghezza totale 1,'"000; becco 0,m154; ala 0,"470; coda0,m180: tarso 0,'"173;
dito mediano e. u. 0,'"110.
Abita le regioni dell'Africa tropicale ed è accidentale sulle coste Mediterranee
d'ambo i lati. Comparve una volta in Provenza nel 1845 ed una seconda sul
Piccolo Rodano, ma questa seconda cattura è poco accertata; pare sia stato colto
anche in Ispagna (Degland). Mai comparve finora in Italia.
b) Dito mediano u/olto lungo ed eguale al tarso in dimensioni; unghia del dito
posteriore più lunga della metà del dito stesso e solo leggermente curvata (gen. Pyrrhe-
rodias, Finsch & Hartlaub, secondo Sì/arpe). Due specie compongono questo ge-
nere, la seconda delle quali, detta P. manillensis, venne recentemente distinta
dallo Sharpe ed abita l'Asia orientale, la Penisola Malese e le Filippine.
429. Ardea purpurea, Lixnaeus, Airone rosso.
[Tav. XXXVI, fig. 3].
Parti superiori cenerino-scure, con le penne allungate e strette di un grigio-
biancastro e di un rossiccio-chiaro; pileo nero-verdone, sull'occipite un ciuffo con due
o tre penne allungate, sottili e pendenti; cervice e lati del collo rosso-fulvi, con una
linea bianca centrale posteriore e due laterali nere; gola bianca; penne della base del
collo lunghe, strette, pendenti, bianco-ceciate all'apice, fulviccie alla base, quelle
sul davanti del collo rossigno-fulviccie, biancastre sulla linea centrale e con nume-
rose e larghe macchie allungate nerastre; lati del petto ed addome castagni, col
centro delle dette regioni in gran parte nerastro; coda, fianchi e calzoni rossicci
(ad.). Parti superiori cenerino-nerastre, cioè con strie allungate nere e un mar-
gine assai largo bajo-lionato vivace; pileo nerastro anteriormente, nel resto ca-
stagno-vivo, le due o tre penne occipitali o mancanti o assai corte; collo fulvo-
rossiccio-chiaro con grandi macchie allungate nerastre, i lati rossicci senza la
stria nera centrale e le due laterali, penne della base del collo dello stesso co-
lore, ma più larghe e più corte e cosi le filiformi delle parti superiori, che sono
mancanti o quasi; parti inferiori bianco-fulve, con poche macchie allungate ne-
rastre (giov.).
Lunghezza totale 0,m900; becco 0,m112; ala 0,'"380; coda 0,'"120; tarso 0,'"130;
dito mediano e. u. 0,'"130.
Abita l'Europa centrale e meridionale, spingendosi fino all'Asia centrale; sverna
nell'Africa e nel Madagascar; compare irregolarmente durante la buona stagione
nell'Europa settentrionale. In Italia è specie molto abbondante all'epoche del passo
e come nidificante in colonie nel maggio e nel giugno, riparte in settembre. Il fatto
della sua ibernazione in Sicilia (Doderlein) ed in Sardegna (Lepori) merita conferma.
136 VTl.ANTK ORNITOLOGI)
Genere HERODIAS, Boee.
Becco lungo, piuttosto sottile, coi margini delle mandibole interi ed mia in-
taccatura subterminale sulla superiore; parte nuda della tibia più estesa, pari alla
metà superiore della tibia stessa.
Color dominante bianco-puro, talora per intero; collo molto lungo e sottile;
occipite senza ciuffo, ornato negli adulti in date stagioni di qualche penna stretta,
appuntita e pendente che si osserva anche sul basso dorso, cosi il dorso ha un
enorme cumulo di penne lunghe a barbe rade e filiformi e con lo stelo lungo,
arricciato e volto all'in su verso l'apice; le dette penne ornamentali sono note
sotto il nome di egrette ed il loro complesso sulle parti superiori viene chiama tu
treno dorsale, tutte queste penne sono mancanti o poco sviluppate negli adulti in
abito d'autunno e nei giovani.
Queste sono le particolarità che distinguono le Herodias dal gen. Ardea, del
quale hanno eguali le abitudini ed il modo di vita.
Si conoscono cinque specie appartenenti a questo genere, che alcuni Autori
dividono nei due nominati Herodias e Garxetta.
a) Becco più '(irto del ilihi mediano con unghia (l)', nessun ciuffo sull'occipite, che
porta però alcune penne speciali, fioro allungate ependenti (gen. Herodias, Boie). Genere
cosmopolita, composto di tre specie.
430. Herodias alba (Linnaeus), Airone bianco maggiore.
( Egretta alba (L.); Airone bianco, Sgarza"].
Bianco di neve, colle penne dell'occipite ali pianto allungate e quelle della
parte anteriore del basso collo lunghe ed appuntite; sul dorso 40 penne (nei sog-
getti più completi) con lo stelo lunghissimo, arricciato e rivolto all'in su nella
porzione apicale e con le barbe rade, lunghe, filiformi, che si estendono oltre la
coda: becco nero; spazio perioftalmico nero-olivastro ; piedi nerastri (ad. in prim.).
.Mancano le lunghe penne dorsali o ve ne sono in minor copia; il bianco del piu-
maggio leggermente tinto di gialletto; penne del basso collo più corte: becco giallo,
nerastro all'apice {ad. in imi. e giov.).
Lunghezza totale da l,m050 a l,m120; becco da 0,m120 a 0,m140; ala da 0,m400
a 0,m460; coda da 0,m150 a 0,m190; tarso da. 0,m160 a. 0,m215; dito mediano e. u. 0,m110
(in media).
Abita. l'Europa meridionale fino all'Asia centrale e verso sud l'Africa, l'India
ed il Burina. Questa specie si è fatta ora scarsa nelle paludi dell'Ungheria, della
Dobrugia e di altri paesi orientali d'Europa pell'enorme strage fattane a scopo
commerciale. In Italia è uccello di passo invernale, i primi si vedono nel Veneto
in agosto e vi si trattengono sino a maggio. In alcuni punti della Laguna di Venezia
(Burano) sono abbastanza frequenti; vivono in branchi numerosi, che arrecano no-
i \.-i soggetti, che esamina.!, riscontrai inesatto questo carattere dato dallo Sharpe.
ATLANTI'. OIÌNITOLOGICO 437
tevolissimi danni alle coltivazioni di pesce; è sempre specie estremamente localizzata,
così non è molto rara in Sicilia, in Sardegna e nelle Puglie; altrove, ma sopra-
tutto nelle Provincie nord-occidentali, è rarissima. Non nidifica.
L'/I. melanorhyncha del Bonaparte, citata da questo Autore tra gli uccelli di
Sicilia, deve riferirsi agli individui a becco nero dell'//, alba.
b) Becco più lungo del dito mediano con unghia; nessun ciuffo occipitale, ma
poche penne speciali, molto allungate e pendenti (gen. Garzetta, Kaup). Due specie,
una delle quali [Garzetta nigripes (Temm.)| abita Griava, le Mollicene e l'Australia.
431. Herodias garzetta (Linnaeus), Garzella.
[Egretta garzetta (L.ì: Sgarzttta ].
[Tav. XXXV, fig. 9],
Bianco di neve con le penne dell'occipite allungate, comprese due lunghe
circa 0,'"170, pendenti e lanceolate; parte anteriore del basso collo con penne
giallastre lunghe, sottili e pendenti ; sul dorso molte penne con lo stelo lungo,
filiformi, con rade barbe e che giungono al di là della coda ; spazio perioftalmico
blu-piombato; becco nero, giallastro alla base; tarso nero; diti gialli {ad. in prim.).
Mancano le lunghe penne sull'occipite e sul dorso un/, in a al.). Mancano le penne
lunghe sul basso collo; diti nerastri (giov.).
Lunghezza totale 0,'"600; becco 0,'"090; ala 0,'"290; coda 0,'"100; tarso 0,"'105;
dito mediano e. u. 0,'"075
Abita l'Europa meridionale, ove diminuisce sempre più per la caccia spietata,
cui vien fatto segno a scopo commerciale; si estende fino alla Cina ed al Giap-
pone, all'India e Ceylan, alle Filippine, alla Penisola Malese e a tutta l'Africa.
in Italia è specie di passo ed anche estiva; in Sardegna ed in Sicilia sarebbe
stazionaria, ma è sempre più copiosa di primavera. Di solito è poco abbondante,
in talune delle provincie nord-occidentali rara, comune nelle Isole maggiori ed in
Puglia, scarsa nel Veneto.
Questa specie può rialzare completamente l'abbondante treno dorsale (Lilford),
ciò che non fu osservato nell'I/, alba.
UH. xanthodaetyla del Rafinesque e YH. egrettoides del Cara devono riferirsi
a questa specie. La Mesophoyx intermedia (Hasselt) fu citata dal Temminck sotto
il nome di Ardea intermedia come comparsa in Sicilia, ma tale notizia basa su
inesatte informazioni (Schlegel), secondo lo Schembri essa dovrebbe riferirsi nei
riguardi di Malta al Bubulcus lucidus, ciò che mi sembra strano, data la differente
statura ed il piumaggio di tipo affatto dissimile. La vera M. intermedia abita l'Asia
dall'India alla Cina ed all'Arcipelago Malese; ha un ciuffo sulla testa ed un treno
dorsale immensamente sviluppati, il piumaggio è bianco col becco nero.
Genere BUBULCUS, Bonaparte.
Becco relativamente breve, più corto del dito mediano con unghia, colla
mandibola superiore ovunque curvata e l'intaccatura subapicale indistinta; por-
zione nuda della tibia minore della metà della sua lunshezza.
t:'.S ATLANTE ORNITOL* » . K i >
Gambe e collo poco lunghi; piumaggio bianco, tinto di rossiccio o d'aranciato
in varie parti; le piume dell'occipite, quelle del gozzo e le dorsali lunghe e lili
formi; statura piuttosto piccola; becco giallo: sessi eguali, giovani poco differenti.
Questo genere consta di duo specie. Hanno abitudini diurne: nidificano in
colonie; frequentano le praterie, ove pasturano le truppe di bufali e si posano
anello sul loro dorso, nutrendosi degli insetti e dei vermi che quegli animali sco-
prono camminando e il nome di Bubulcus deriva da tali abitudini.
432. Bubulcus lucidus (Rafinesque), Airone guarda-buoi.
[Bubulcus ibis il'., portóni); Sgarza guarda-buoi ].
Bianco-candido, con le lunghe penne del pileo che ricadono sulla cervice, le
lunghe del gozzo e l'abbondante treno ornamentale sul dorso di un rosso-lionate:
mento, gola e davanti del collo tinti di vinato; becco giallo; piedi gialli misti a
nerastro (ai/, in prim.). Manca il treno ornamentale del dorso; cervice rossiccia:
colorito generale bianco-rossiccio (ad. in aut.). Come gli adititi in autunno; pileo,
cervice e dorso leggermente fulvicci (giov.).
Lunghezza totale 0,m470; becco 0,'"060 ; ala 0,m265; coda 0,m097; tarso 0,m078 ;
dito mediano e. u. 0,'"079.
Questa specie abita l'Europa meridionale, cioè la Spagna ed il Portogallo; nel
Nord fu presa solo in Inghilterra e le sue catture nella Russia meridionale, nella
Slavonia, nella Grecia ed in Francia sono assai rare; la vera patria sarebbe
l'Africa ed il Madagascar, in Asia si trova fino nelle regioni centrali. È acciden-
tale e molto rara in Italia; venne finora colta nel Piemonte, nel Nizzardo, in Li-
guria, in Toscana, nelle Puglie, in Sardegna, in Sicilia ed a Malta. Non so però
se tutte queste catture siano bene accertate; più volte vidi dei sedicenti V>. lucidus,
che invece erano vere e proprie Garzette.
Il Giglioli ha citato fra le specie italiane il Guarda-buoi indiano ili. coromandus,
Bodd.) su di un esemplare ucciso dal Comba in Piemonte. Però la notizia non sembra
del tutto sicura (Salvadori); anche il Malherbe l'aveva indicata, su dubbiose refe-
renze, tra gli uccelli di Sicilia. È specie di poco diversa dal />'. lucidus, che rap-
presenta nell'Asia orientale e meridionale e del resto non fu mai presa in Europa.
Genere ARDEOLA, Bole.
Becco diritto, uguale in lunghezza al dito mediane con unghia, meno del doppio
della testa, le due mandibole seghettate poco apparentemente nella porzione1 api-
cale, coi solchi sulla superiore quasi nulli e basilari; tibie nude sul terzo inferiore;
tarso più corto del dito mediano con unghia.
Colori dominanti lionato-chiaro e bianco; becco bicolore; penne della cervice
strette ed allungate, quelle della nuca ornamentali e pioventi sulla parte poste-
riore del collo, che è coperto di piumino; treno ornamentale sul dorso sviluppa
tissimo; penne dei lati del collo allargate, dirette all' indietro, quelle del gozzo
ornamentali; sessi uguali, adulti differenti dai giovani.
Amano le paludi; raramente si posano sugli alberi: hanno abitudini migra-
\ 1 1 V.NTE OItNITOLOGICO 139
torie; quattro o cinque specie compongono questo genere proprio al Mondo Antico,
di queste una sola è anche Europea.
433. Ardeola ralloitles (Scopoli), Sgwza omffetto.
[Tav. XXXVI, fig. 5 e 6].
Collo, gozzo, lati del petto e scapolari di un giallo più o meno dorato, colle
penne della testa e della nuca assai lunghe e pendenti sul collo, con stretti margini
nerastri che divengono submarginali sulle più lunghe occipitali, le quali sono bianche
nel resto; dorso con le penne molto lunghe ed a barbe distinte di un rossigno-arneti-
stino; ali, groppone, gola, gozzo, basso addome e coda di un bianco-puro; becco nero
nel terzo apicale, cenerognolo-bluastro nel resto (ad. in prim.). Come gli adulti in
primavera; lunghe penne del pileo e della cervice meno sviluppate, quelle della
nuca come quelle del pileo e non tanto lunghe; cuopritrici alari lavate di ocraceo;
dorso, scapolari e remiganti 2e interne di un bianco-gialliccio 'mi. in aùt.). Simili:
steli delle remiganti primarie nerastri; coda lavata di bruno all'apice (fjioc).
Lunghezza totale 0,'"450; becco 0,m069; ala 0,'"235; coda 0,'"085; tarso 0,'"060;
dito mediano e. u. 0,"'070.
Abita le contrade del Mediterraneo e l'Europa centrale, estendendosi fino al
Mar Caspio e d'inverno l'Africa; è accidentale nell'Europa settentrionale. In Italia
è specie di passo, più abbondante di primavera aprile e maggio) e rara di autunno
(settembre), tranne in Sicilia (Doderleirì) ed in Puglia (De Romita), ove sarebbe egual-
mente comune alle due epoche del passo. Sembra nidificare in Sicilia e nel Piemonte
e forse raramente nel Veneto. È abbastanza frequente, ma non egualmente distri-
buita ; si presenta più sparsa nelle provincie centrali e nelle meridionali. UÀ. so-
loniensis, Gm. citata dal Risso sarebbe riferibile a questa specie (Giglioli) (l).
Genere ARDETTA, G. R. Cray.
Becco quasi diritto, poco distintamente seghettato, sottile, appuntito, col cui
mine intaccato nella porzione subapicale ed un po' piegato all' ingiù; 2:| remigante
primaria la massima; coda di 10 penne, molli e corte; gambe corte, piumate fino
quasi al tarso; dito mediano con unghia subeguale al tarso.
Le Ardettae come i Botauri hanno due paia di spolverini, mentre i veri Ai-
roni ne hanno tre; adulti differenti tra loro e dai giovani; piumaggio distribuito
in grandi masse; statura piccola: penne dell'occipite allungate in forma di ciuffo
corto, appuntito, che non copre la parte posteriore del collo, che è nuda; quelle
dei lati del collo allungate, larghe, rivolte all' indietro; quelle del gozzo lunghe,
appuntite, pendenti; manca il treno ornamentale sul dorso; corpo molto compresso.
E un genere cosmopolita composto di 10 specie, che mancano nell'estremo
Nord; sono paludicoli ed hanno abitudini piuttosto notturne, restando durante il
giorno nascosti nel più fitto delle paludi; si posano spesso sugli alberi; le loro uova
sono bianco-bluastre.
(') Il Sutorides virescens IL.) sembra essere stato ucciso una volta nella Gran Bretagna iCìi. Sawle)
nell'ottobre 1889. Abita l'America settentrionale, la Centrale, Panama e il Venezuela.
140 \ 11. AMI. ORNITOl OGICO
434. Ardetta minuta l.i\\\i.i>i. Tarabusino.
\ Vonnotlo].
| Tw. XXXVI, fig. 10, li e i- |.
Partì superiori di un aero-verdone, eccetto la parte posteriore del colio mula, ma
nascosta dalle penne laterali isabella rossiccie: le piccole cuopritrici delle ali ce
ciato-unicolori; le medie e le grandi lavate di grigio; lati della taccia rossiccio
vinati: parte anteriore del collo e gastreo ceciati: lati della gola ed addome bruna-
stri: penne dei lati del petto nere nel mezzo, con largo margine ceciato (mas. mi. .
Parti superiori nero-brune; le penne del dorso, le scapolari, le remiganti l"1 interni/
castagno-brune, fulviccie sui margini; lati della faccia rossigni, quelli del collo (piasi
castagni; gola, collo, petto e fianchi con strie centrali nerastre (femm. (al.). Si-
mile; parti superiori più opache e brunastre coi margini più rossicci e più larghi;
cuopritrici alari col centro scuro; strie sul gastreo più numerose e più larghe (giov.).
Lunghezza totale 0,'"250; becco 0,",04S; ala 0,'"148; coda 0,"'05f>; tarso 0,'"0 l;">:
dito mediano e. u. 0,"'04t'>.
Abita l'Europa centrale e meridionale fino all'Asia centrale ed all'India nord
occidentale; è di comparsa irregolare nell'Europa settentrionale; sverna nell'Africa.
In Italia è specie estiva e di passo, abbondante ovunque. Nidifica in maggio e nel
giugno.
L' Ardeirallus Sturmi (Wagl.) fu indicato dal Bonaparte e susseguentemente dal
Degland & (ierbe come comparso nei Pirenei. Tale notizia è certamente infondata:
questa specie abita gran parte dell'Africa.
Genere BOTAURUS'i, Brisson.
Come nel gen. Ardetta. Becco alquanto più lungo della testa, forte, mandibola
superiore curvata all'iugiù, con intaccatura subapicale e pettinata indistintamente;
remiganti 2° interne lunghe quanto le 1", le tre prime primarie eguali e le più
lunghe; gambe di moderata lunghezza; tibia nuda sul terzo inferiore; diti lunghi
specialmente il posteriore, che è articolato sull'interno ed insistente; unghie lunghe
e forti specialmente quella del dito posteriore, che è molto curvata e subeguale al
dito stesso.
Collo abbastanza lungo; statura discretamente elevata: piumaggio fitto e molle
a tacche, a strie ed a zig-zags scuri; penne dell'occipite allungate, larghe e ot-
tusamente quadrate all'estremità; quelle sui lati del collo e sul gozzo molto al
lungate, le prime dirette obliquamente all' indietro così da coprire la parte poste
riore del collo, che è nuda e solo rivestita di piumino molle, le seconde formano
un ampio ciuffo pendente sul petto; nessun treno ornamentale sul dorso.
Cinque specie compongono questo genere cosmopolita, una di esse è Europea,
una seconda vi giunge di quando in quando. Hanno abitudini più notturne che
diurne, cibandosi di notte e sul crepuscolo; paludicoli e indolenti, amano staisene
l'i Botaurus, Brisson, L760; nec, Stephene, in Shaw, 1819,
ATLANTE ORNITOLOGICO 441
lungamente immobili nel più folto delle canne; i sessi sono uguali ed i giovani
leggermente differenti dagli adulti. 11 loro nome deriva dall'ululato che emettono
specialmente di notte e sul quale si formularono le più strane credenze.
435. Botaurus stellaris (Linnaei rs i, Tarabuso.
[Tav. XXXVI, flg. 4].
Pileo nero uniforme, con le piume più lunghe ed erettili terminate di fulviccio;
un mustacchio bruno-nerastro passa sotto l'occhio e inquadra solo lateralmente
la gola, che è bianco-gialletta; tinte generali fulvo-ceciate, più vive sul collo con
numerose fascie e macchie irregolari scure, più
grandi e del tutto nere sul dorso e sulle scapo-
lari, bruno-nere sui lati del petto e sulle parti
inferiori, rosso-brune picchiettate di nero sulla
gola, sulle lunghe penne pendenti sul davanti
del collo e sulla linea centrale del petto; cuo- >,„ *
pritrici alari a zig-zags neri e bruni su fondo
fulvo più o meno rossiccio e ceciato; ala bastarda,
1° cuopritrici e remiganti con fascie a zig-zags
bruno-nerastri e rossiccio-scuri (ad.). Le tinte
fulve sono meno accentuate e le nere più bru-
nastre (gÌOV.). Tosta tli B. stellari*,
Lunghezza totale 0,'"710; becco 0,'"070; ala
0,m350; coda 0,m120; tarso 0,'"097; dito mediano e. u. 0,,n120.
Abita le parti temperate dell'Europa e della Regione Paleartica in generale,
nonché l'India nord-occidentale, Burina ed è di comparsa irregolare nel nord del-
l'Europa. In Italia è specie sedentaria nel Veneto, nelle provincie centrali, nelle
meridionali e nelle Isole; però è più comune all'epoche del doppio passo. Nidifica
ovunque vi siano estese paludi, ed è in generale discretamente abbondante.
436. Botaurus lentiginosus (Montagu), Tarabuso americano.
Si può tosto distinguere dal comune />'. stellaris pella sua testa bruno-ne-
rastra uniforme; pelle parti superiori bruno-rossiccio-scure variegate ed a zig-
zags fulvo-gialletti e bruno-nerastri; pell'ala bastarda, pelle primarie cuopritrici
e per le remiganti grigio-lavagna uniformi, coli' apice rossiccio; per la statura
minore.
Lunghezza totale 0,"'610; becco 0,'"078; ala 0,'"280; coda 0,'"114; tarso 0,'"092.
Abita l'America settentrionale e la centrale; dal Circolo polare Artico, ove è
però rara, giunge d'inverno fino al Guatemala. Accidentale in Europa. Dal 1804
ne vennero presi almeno trenta esemplari nelle Isole Britanniche ed è strano che
questa specie americana fu descritta dal Montagu su di un soggetto preso nel 1804
nel Dorsetshire! Non comparve mai sul continente Europeo e venne colta una
volta in Groenlandia nel 1869.
Atlante ornitologico. 56
t ti' \ il \\ I I ORNI rOLOGH 0
Genere NYCTICORAX, Rafinesque.
Come nel genere Ardea. Becco subeguale alla testa, forte, quasi diritto, solo
leggermente curvato verso l'apice del culmine, che ha un'intaccatura subapicale e
i margini interi: solchi nasali profondi; tibia reticolata, nuda su di un quarto di
estensione; gambe mediocri; tarso subeguale al becco ed al dito mediano senza
unghia o di poco più corto, reticolato in gran parte anche sul davanti.
Adulti eguali, ma distinti dai giovani; nuca con un ciurlo e fornita di due o
tre penne ornamentali, cilindriche, a barbe riunite, pendenti, che giungono talora
quasi tino alla base della coda; nessun treno ornamentale dorsale; penne del gozzo
allungate e pendenti.
Sono cosmopoliti, ma non si trovano nelle alte latitudini Nordiche; se ne co-
noscono otto specie delle quali una Europea, sono paludicoli e di abitudini quasi
del tutto notturne, da ciò il loro nome Nyeticorax == Corvo di notte).
437. Nyeticorax nyeticorax Linnaei s , Nitticora.
| Nyeticorax griseus (L.); Corro di notte |.
[Tav. XXXVI, fig. 7. 8 o 9].
Pileo con un ciuffo, dorso e scapolari di un nero-verdone; sull'occipite tre
lunghe penne cilindriche, sottili, pendenti, bianche, che nei soggetti del tutto com-
pleti giungono anche fino alla base della coda; fronte, sopracciglio, gola e parti
inferiori bianche, tinte di cenerino sui lati; ali e coda cenerine, tinte di verdastro
sulle remiganti 2e [ad. in prim.). Mancano le tre penne occipitali (ad. in aut.). Ciuffo
del pileo e collo nerastri, tinti di lionato sul centro delle penne; dorso e ali ce
uerino-brunastre, con grandi macchie a goccia bianche più o meno fulviccie e più
distinte sulle cuopritrici; gola ed addome bianchi; collo e petto bianco-fulvicci,
con strie e margini brunastri e coi lati del corpo tinti di cenerino; coda cenerina,
terminata di biancastro (giov.).
Lunghezza totale 0,m580; becco 0,'"077; ala0,ra320; coda 0,'" 110; tarso 0,"'07.r):
dito mediano e. u. 0,'"089; dito mediano s. u. 0,'"076.
Abita l'Europa centrale e meridionale sino all'India, alla Cina, al Giappone,
l'Arcipelago della Sonda, l'Africa e l'America centrale e settentrionale, sino al-
l'Equatore ed alla Columbia ed è d'irregolare comparsa nell'Europa settentrio-
nale. In Italia è specie di passo ed estiva; nidifica nel Veneto, in Lombardia, nel
Trentino ed in Sicilia, ma ciò non succede del tutto regolarmente; è invernale
in Sardegna e forse in Sicilia, sicché sarebbe anche uccello sedentario ed è ab-
bastanza abbondante, specialmente di primavera.
Famiglia CICONIIDAE, Oiconidi.
Distinta dalla famiglia Ardeidae pei seguenti caratteri:
Becco diritto sulla linea del culmine o appena leggermente curvato: solchi
nasali quasi nulli: diti uniti da palme abbastanza sviluppate alla base e che li
ATLANTI". ORNITOLOGICO 4J.'l
marginano fino alle unghie, ciò che è più deciso nell'esterno; il dito posteriore non
insistente, ma elevato al di sopra del piano degli anteriori; unghia del dito me-
diano ottusa, intera, non seghettata. Mancano gli spolverini.
Appartengono per la maggior parte al Mondo Antico, tre specie su 19 essendo
proprie all'America. Abitano le paludi, i prati ed i campi presso le acque, le rive
dei fiumi ; abilissimi volatori imprendono lunghi viaggi a rilevanti altezze, soffer-
mandosi allora anche in località aride e montuose; sono straordinariamente scaltri
e di difficile approccio; collocano il grosso nido, composto di stecchi e di grosse
erbe, sugli alberi, sulle roccie, sui fabbricati anche nell'interno delle città e le
loro uova sono bianche e ruvide; si nutrono di piccolissimi mammiferi, di rettili,
d'anfibi e di insetti.
Genere CICONIA, Brisson.
Becco molto più lungo della testa, diritto, leggermente intaccato presso
l'apice della mandibola superiore, forte, appuntito, conico e duro; narici quasi ba-
silari, ovali, inserite longitudinalmente in una piccola depressione allungata nel-
l'integumento corneo; redini e contorno dell'occhio nudi; ali piuttosto grandi, un
po' più corte della coda, la la remigante primaria più corta della 2a, la 3a e la
4a le più lunghe, le 2e più interne quasi eguali alle 1°; coda corta e leggermente
rotondata, colle sue cuopritrici inferiori di tipo usuale; gambe lunghe; tibia nuda
per circa metà lunghezza e reticolata tutt'attorno come il tarso, che è lungo; piedi
con quattro diti piuttosto corti, scudettati, eccetto alla base che è reticolata, i
tre anteriori riuniti nella parte basilare da una membrana fino alla 1" articola-
zione e che poi li margina strettamente sino alle unghie, il posteriore elevato
poggia a terra soltanto con l'unghia; unghie larghe, corte ed ottuse.
Sessi eguali; piumaggio compatto, discretamente fitto; piume del mento che
si avanzano in un angolo acuto sulla membrana intermandibolare; quelle del gozzo
allungate, appuntite e che formano un ciuffo pendente sul petto.
Tre specie, due delle quali nidificano in Europa, la terza nell'Asia orientale.
438. Ciconia ciconia (Linnaeus), Cicogna bianca.
[Ciconia alba, Bchst.; Cicogna].
Del tutto bianco, eccetto le remiganti, l'ala bastarda, le cuopritrici primarie e
le grandi e le scapolari posteriori di un nero a riflesso porporino o verdone; con-
torno dell'occhio, pelle nuda della gola presso il becco, della parte alta della gola,
becco e piedi di un rosso-cinabro (ad.). Bianco meno puro ; tinte nere che volgono
al nero-scuro e con minore lucentezza metallica; becco e piedi di un rosso-nera-
stro (gioc.'.
Lunghezza totale da l,m200 a 0,'"980; becco da 0,m190 a 0,m170; ala da 0,m570
a 0,M1530; coda da 0,'"280 a 0,n,250; tarso da 0,m210 a 0,'"185. È specie molto va-
riabile nelle dimensioni.
Abita l'Europa tranne le parti molto nordiche, estendendosi verso oriente
I 1 I ati.an 1 1: onsrriii.oGICO
sino all'Asia centrale; sverna oelTAfrica e urli' India settentrionale. In Italia è
specie di passo regolare, ritenuta molto
più rara di quanto in realtà non sia, per-
chè i branchi s'abbassano soltanto di
rado. 11 passaggio primaverile è più
-■■-^ copioso dell'autunnale, che è sempre
■\ molto scarso. Nel Veneto non è diffi-
cile vengano uccise in montagna ed in
collina; sembra, che qualcuna sverni in
Sicilia e che nidifichino talora nel Ve-
neto ed in Lombardia, fatti però che me-
Testa ili c. cieonia, circa ' , gr. nat. ritano conferma. Oltre che all'epoche del
passo n'ebbi nel giugno e nell'ottobre
dal Veneto ed in novembre dalla Sardegna; è uccello in generale poco frequente.
439. Cieonia nigra (Lixxai:i;s), Cicogna tura.
[TAV. XXXVI, fig. 1 e 2],
Colorito generale nero-verdone cangiante in porporino ed in paonazzo vivaci',
specialmente sulla testa e sul collo; addome, sottocoda ed ascellari bianche: redini,
circolo oftalmico, pelle nuda della gola, becco e piedi di un rosso-cinabro (ad. .
Nero meno lucido e con minori riflessi, tendente al bruno più che altro sulla testa
e sul collo, che sono sparsi di numerose macchie apicali biancastre, nonché sul
petto le cui penne hanno marginature bruno-biancastre; becco, piedi e spazi nudi
olivastri (giov.).
Lunghezza totale l,m030; becco 0,'"175; ala 0,m550 ; coda 0,ra210 ; tarso 0,m180.
Abita l'Europa, verso Nord giungendo sino alla Svezia meridionale, verso
oriente sino alla Mongolia ed alla Cina; sverna nell'Africa, e nell'India. In Italia
è specie di passo, ma rara, in alcune provincie anche più della Cicogna bianca.
come nel Veneto; è sempre più facile averla d'autunno che di primavera e non
è attendibile la notizia alla sua nidificazione da noi.
LoSphenorhynchusAbdimii (Lcht.) dell'Africa i\\ annoverato pellaSpagna [Seoant ,
ma la notizia non è del tutto sicura, come l'altra data dal Costa della comparsa
di un Leptoptilus dubius (Gmelin) presso Napoli a Castelvolturno. Ma, come osserva
il Conte Salvadori, egli lo descrive di 7 piedi d'altezza con lunghe penne sul petto,
che i Marabou non hanno mai in quelle parti, ma solo sul sottocoda ed inoltre
se tale individuo fosse stato un Leptoptilus esso avrebbe dovuto appartenere al-
l'africano L, erumenifents (L.) e non all'asiatico /,. dubius.
Famiglia IBIDIDAE, Ibididi.
Becco di forma variabile; lesta talora parzialmente nuda {ad.) o coperta di
piumino (giov.); ali più o meno rotondate, con le remiganti 2* interne assai lunghe;
coila di 12 penne larghe e corte; tibie nude per un lungo tratto; tarso reticolato,
talora scudettato sul davanti; diti quattro, tre anteriori e palmati alla base, il pò-
ATLANTE ORNITOLOGICO 445
steriore allungato, insistente e che tocca terra; unghia del dito mediano intera,
non pettinata completamente, ma fornita di profonde incisioni laterali.
Colore variabile, in alcuni tipi bianco-puro; sessi uguali, giovani differenti
dagli adulti; corpo piccolo, gambe e collo lunghi; non sono forniti di spolverini;
alcune specie presentano tinte metalliche e brillanti colori; mutano completamente
d'autunno, e di primavera cangiano soltanto le piccole penne della testa; la statina
è variabile, talora elevata.
Hanno abitudini palustri, frequentando però anche le lagune, i laghi ed i
fiumi e sono abitanti dei paesi caldi. Si dividono in una ventina di generi con 35
specie, due delle quali si mostrano in Europa.
Genere PLEGADIS, Kaup.
Becco simile a quello dei Chiurli, lungo e sottile, largo alla base, ovunque
arcuato, depresso all'apice, con un solco distintissimo e completo sulla mandibola
superiore; narici superiori, basilari, elittiche, strette; nudi il mento, le redini eia
parte più alta delle guancie sotto la linea anteriore dell'occhio; ali mediocri, che
non sorpassano la coda, la la remigante primaria più corta della 2M e della 3a,
che sono le maggiori; coda di 12 penne, mediocremente quadrate; gambe alquanto
lunghe, nude nella metà inferiore; tarso scudettato sul davanti, poco più lungo
del dito mediano con unghia; diti quattro, il posteriore insistente, i tre anteriori
uniti alla base da una membrana, più sviluppata nell'interno; unghie appuntite,
aguzze, con quella del dito mediano quasi diritta e con incisioni profonde sul lato
interno.
Collo lungo e sottile, piume della testa acuminate a ciuffo corto, quelle della
nuca strette; statura piuttosto elevata. Tinte brillanti, sessi eguali, adulti differenti
dai giovani; hanno abitudini migratorie e vanno riuniti in grandi branchi; nidi-
ficano in colonie nell'estese paludi, depositando uova verdi o bianche, macchiate
di bruno-rossiccio.
440. Plegadis falcinellus (Linnaeus), Mignattajo.
[Tav. XXXV, fig. 6 o 7].
Alto dorso, collo, piccole cuopritrici, scapolari (^tranne all'apice verdi) e parti
inferiori rosso-castagne; parte anteriore del pileo, basso dorso e coda color nero-
verdone, cangiante in porporino-bronzato e verde (ad. hi prim.). Simile, testa e collo
striati di bianco e di nero (ad. in a/ut.). Testa, collo e parti inferiori bruno-nerastre,
colle penne della testa e della gola striate e macchiate di biancastro, però meno
decisamente che negli adulti in inverno (giov.).
Lunghezza totale 0,'"630; becco 0,'"140; ala 0,m310; coda 0,"'l 15; tarso 0,m094.
Abita l'Europa meridionale, spingendosi verso oriente sino all'India, la Cina,
l'Australia, l'Africa, gli Stati Uniti orientali e Giamaica. In Italia è specie di passo
regolare, più o meno abbondante secondo gli anni e non egualmente distribuita;
rara nelle Provincie settentrionali, comune nelle meridionali, nidifica in Sicilia
e sembra svernare in Sardegna (C'ara, Lepori), la notizia però merita conferma, il
Ibi ATLANTE ORNITOLOGICO
Conte Ninni n'ebbe uno dal Padovano nel gennaio 1871; è sempre molto meno ab
bondante nel passo autunnale.
Una specie singolare di questa famiglia apparve recentemente nei trattati
di Ornitologia Europea come propria al nostro continente, quantunque ora del
tutto estinta; intendo parlare del Comatibis eremita, meglio detto Oeronticus ere-
mita (L '. Venne citata da Autori relativamente antichi, quali il Gesner, Albino.
Brisson, Jonstonus, Willughby, Barrère, Latham, Bechstein, età, e la specie fu
descritta da Linneo (l) col nome di Upupa Eremita Corvus sylvaticus, Gesner
e l'habitat: Helvetia. Sembra che l'Ibis dalle guancie rosse abitasse la Baviera,
la Stiria, la Lorena, la Dalmazia e sul Lago Maggiore, e che vi sia scomparso
del tutto sino dalla fine del secolo decimottavo (1700). Per quanto si riferisce alla
Baviera, alla Stiria, alla Svizzera io non posso oppormi alle generali vedute,
quantunque trovi strano che un uccello di abitato assai limitato e più che limi-
tato, raro nei pochi paesi d'Africa e d'Asia ove venne trovato, fosse anche proprio
di regioni cosi lontane, come quelle citate dell'Europa centrale. Pel Lago Maggiore
io ritengo che trattisi del Phalaerocorax, difatti tanto colà, che sul Lago di Como,
nel Veneto ed a Comacchio si dà il nome di Corvo marino (Sea-Raven) alle specie
del gen. Phalaerocorax ed in questo caso al Ph. carbo, che di tanto in tanto compare,
specialmente a Comacchio, nell'Estuario Veneto e sul Lago di Garda, e tale nome
è in generale noto ai cacciatori. Per l'Illirico (Dalmazia) riferisco le parole del mio
ottimo amico Prof. Brusina: Di recente si lesse col massimo interesse il bel lavoro
di Rothschild, Hartert e Kleinschmidt, col quale dimostrarono, che l'africano ed
asiatico Oeronticus, o Comatibis eremita abitava tempo addietro anche l'Europa, e
nella stessa anche 1' « Illirico ». I detti tre Autori dimostrano cioè, che l'uccello
descritto e figurato dall' Aldrovandi e del quale dice: Phalaerocorax ex Tllyrico missus.
vada cogli altri esemplari, descritti dall'Italia, dalla Svizzera, dalla Stiria, iden-
tificato al Comatibis eremita. In base a questo loro lavoro ho rivendicato il Geron-
ticus eremita per la fauna slavo-meridionale e ne ho scritto nel giornale letterario-
scientifico croato « Prosvjeta », accettando del tutto il loro modo di vedere, che
deve dirsi molto attraente. Trovo opportuno qui di aggiungere, che senza pretender
punto di sciogliere la questione, oggi sono più propenso a credere, che l' Aldro-
vandi ebbe piuttosto dall' « Illirico » il vero e solito Phalaerocorax (2). Al mio modo
di vedere si oppone la figura dataci dall'Aldrovandi, dal becco ben più lungo e
curvo, dai piedi più alti e senza membrana, dal ciuffo più discendente; ma tutta
la figura è rozza ed è perciò dubbio se corrisponda. I disegnatori d'allora spesso
copiavano, o ligi si tenevano a figure d'opere anteriori, e ben più di rado tene-
vano il modello sott'occhio. È certo che i Marangoni comuni ancora, erano allora
ben più comuni sulle coste dell'Adriatico orientale. Il nome usato dall'Aldrovandi
meglio corrisponde al Marangone, che chiamasi in islavo, e per meglio dire in
serbo-croato Morovran; benissimo vocabolo non punto tradotto, ma volgare, specie
a Ragusa, e significa alla lettera Corvo marine). È adunque probabile, anzi vero-
simile, che l'Aldrovandi, grande naturalista, primo, dell'epoca sua, in Italia, abbia
inteso parlare dei neri corvi marini, comuni sull'altra sponda dell'Adriatico, ed
Syst. Nat. I. pag. US. 1758.
i i [ntendeai parlare 'tri Ph. gracilini Desmaresti (Payr.),
ATLANTE OltNITOLOGlCO 447
abbia avuto modo di procurarsene uno. Questa si è una mia supposizione, ma
non avendo ora a mia disposizione né l'opera dell' Aldrovandi, né altre d'Autori
italiani coetanei, o posteriori, non sono in caso di dilucidarla. Forse vorrà accin-
gersi a farlo qualche collega, il quale potrà disporre dei necessari mezzi biblio-
grafici (').
E per parte mia, avendo consultato le opere dell'Aldrovandi e di altri, credo
positivamente che il famoso Phalacroeorax ex Illyrieo missus, sul quale si fabbricò tutto
un edificio ideale, altro non sia che il Marangone col ciuffo meridionale, comune
sulle roccie e gli scogli delle coste ed isole della Croazia, Dalmazia, Montenegro ed
Albania. Ecco la descrizione del G. eremita: Piumaggio generale di un verde-rame o
verde-bottiglia scuro e metallico; cervice nera; testa e gola nude; penne del collo
allungate, appuntite e formanti una specie di collaretto; piccole cuopritrici alari
di un bel porporino-rame; becco, gola e parte della testa nude e di un rosso-sangue
opaco; gambe di un rosso-sangue-opaco; iride di un rosso-vivo. Lunghezza totale
circa 0,'"600; becco 0,'"132; ala 0,'"320; coda 0,m215; tarso 0,m076. Le penne della
coda di questa specie sono alquanto caratteristiche, avendo gli apici nettamente
acuminati (Dresser). Questa specie abita l'Algeria meridionale (Bon Guizonn sulla
strada per El Aghouat, Boghar, Provincia di Bona), il Sahara, giungendo sino al-
l'Abissinia (Senafè, Alitalo, Wogara e Hamedo), le coste del Mar Rosso nell'Arabia
e Birejik sull'Eufrate ed è generalmente rara nelle Collezioni (a).
Genere PLATALEA, Linnaeus.
Becco molto più lungo della testa, diritto e molto piatto, tanto largo che alto
alla base e più largo che alto nel resto, dilatato a guisa di spatola, mandibola
superiore rugosa alla base e con solchi lineari; narici superiori, avvicinate, oblunghe,
aperte nel principio del solco e bordate da una membrana; fronte, redini, regione
oftalmica e mento nudi, regione auricolare piumata; ali alquanto grandi, la 3a
remigante primaria quasi uguale alla 2a, che è la massima; coda corta, di 12 penne;
gambe lunghe e robuste, nude nella metà inferiore; tarso reticolato, molto più
lungo del dito mediano con unghia; quattro diti, tre in fronte, uniti da una grande
membrana estesa fino alla 2a articolazione e col margine profondamente inciso,
più sviluppata la detta membrana nel dito esterno, il posteriore un po' rialzato, ma
che parzialmente tocca terra; unghie corte, aguzze ed acute.
Piumaggio in gran parte bianco, con le penne della testa e dell'occipite lunghe
e formanti un gran ciuffo cadente; non vi sono penne ornamentali sul dorso o
sul gozzo, ma quest'ultime sono leggermente allungate.
Abitano le grandi paludi, gli stagni, le rive dei laghi e dei fiumi, sono uccelli
astutissimi ed il loro volo è grazioso e leggiero: si nutrono di rane, d'insetti acqua-
tici, di vermi, etc. e si dice nuotino e si tuffino all'uopo. Non gridano, ma fanno
intendere un suono strano, battendo le due mandibole l'ima contro l'altra; nidifi-
(') Brusina S., «Sulle Alche etc. > , Boll. Soc. Zool. Hai. X, pp. 14-15 dell'E. (1901).
('-') Per maggiori dettagli vedi Kotbscbild, Hartert e Kleiuschmidt, Comatibis eremita, Nov. Zool.
IV, dee. 1897, pp. 371-377.
HS ATI..W li ORNI M'I OGH 0
■
cano sugli albori o sul terreno uelle grandi paludi e depositano uova bianco su
dicie, con macchie e chiazze bruno-rossiccie.
441. Platalea leucerotlia. Linnakisi1, Spatola.
[ Platalea leucorodia, L. ].
L'I'.w. XXXV, fig. 8 |.
Candido, i)enne del gozzo tutt'attorno e della cervice giallognole; sulla nuca
un Lungo e grosso ciuffo di penne lunghe e spioventi, più corte nella femmina e
mancanti negli adulti in autunno; becco largo a spatola nero-lavagna, con l'ascie
irregolari nerastre e uno spazio giallo subapicale nella mandibola inferiore; gambe
e piedi neri (ad.). Senza ciuffo e senza
giallo sulla cervice e sul gozzo; gli steli
delle le cuopritrici e delle remiganti ne-
rastri e la la remigante esterna nerastra
sul vessillo esterno ed all'apice; becco gial-
lastro (c/iov.).
Lunghezza totale 0,m810; becco 0,'"210;
ala 0,n,405; coda 0,m140; tarso 0,'"142.
Abita l'Europa centrale e meridionale
sino all'Asia centrale, la Cina, il Giap-
erodia, '., gr. nat. pone e l'India, spingendosi fino all'Asia
orientale. In Italia è specie di passo piut-
tosto irregolare e rara nelle provincie meridionali e nelle Isole; sembra di regolare
apparizione in primavera nelle Puglie; il fatto della sua ibernazione in Sardegna
(Cara, Lepori) merita conferma; altrove è specie accidentale e molto rara.
Sottordine PHOENICOPTEM - Fenicotteri.
Becco molto largo e forte, nettamente piegato all'ingiù a metà della sua lun-
ghezza, fornito di lamelle orizzontali e trasversali su ambedue i margini del becco,
che è intieramente rivestito da una membrana; ali mediocremente lunghe, ampie:
collo e gambe straordinariamente allungati; tarso tre volte in lunghezza il femore,
largamente scudettato, come la tibia, che è nuda su di una grande porzione, tarsi,
molto più lungo dei diti ; diti tre anteriori completamente palmati, il posteriore
piccolo e talora mancante.
Questi uccelli speciali formano un piccolo gruppo proprio dei paesi tropicali
e sarebbero come l'anello di congiunzione tra iTrampolieri ed i Palmipedi; il presente
(') Linneo scrisse /'. leucorodia, ma Move correggersi con leucerodia da XevneQOÒiòs = Spatola, in
Aristotile (Hist. ./». Vili, :i, 12).
ATLANTI''. ORNITOLOGICO UH
gruppo colla moderna classificazione fu posto nell'ordine delle ( Tienomorphae e vi
costituirebbe un sottordine analogo e collaterale a quello delle Anseres. Hanno abi-
tudini acquatiche, sono gregarii, migrando in grandi branchi e vivono sempre in
colonie anche all'epoca delle cove; frequentano i laghi, le lagune, gli stagni e le
coste del mare, sono diffidentissimi e di difficile approccio; volano con facilità,
ma faticano a levarsi a volo, nuotano con destrezza, ma soltanto quando l'acqua
è più profonda delle loro altissime gambe; i nidiacei diventano precoci in poche
ore, nascono coperti di piumino bianco-roseo ed hanno inoltre il becco quasi diritto;
fabbricano un nido con fango; nuotano e gridano come le oche; il colorito generale
degli adulti è bianco-roseo, tinto di rosso-vivace sulle ali.
Famiglia PHOENICOPTERIDAE, Fenicotteridi.
Questa famiglia, l'unica del sottordine, comprende tre generi con circa sei
specie, proprie dei paesi molto caldi; una sola di esse giunge in Europa.
Genere PHOENICOPTERUS, Linnaeus.
Becco più lungo della testa, mandibola inferiore più larga e più alta della
superiore, che sorpassa le lamelle più basse sui margini della superiore quasi
perpendicolare; redini e gola nude; narici sub-basilari, laterali, bislunghe, comu-
nicanti, chiuse superiormente da una membrana; lingua grossa e glandolare alla
base, coperta di papille curve all'indietro, cartilaginose ed acute all'apice; ali
grandi, la la e la 2" delle remiganti primarie subeguali, la la di poco la massima,
le 2° interne più lunghe delle le, scapolari lunghe; coda di 16 penne, quadrata;
gambe lunghissime e in gran parte nude; diti quattro, i tre anteriori con palme
del tutto intere ed incise, il posteriore corto, sottile, libero, articolato un po' più
in alto degli anteriori, tutti marginati sino all'apice; unghie corte, ottuse e forti.
I piccoli nascono coperti di piumino e capaci di correre e di nutrirsi quasi
appena sgusciati dall'uovo; mutano una volta all'anno, il piumaggio perfetto degli
adulti è rivestito nel secondo autunno.
Questo genere consta di tre specie, che abitano il Nuovo Mondo e l'Antico,
mancando nell'Australia; una sola di esse nidifica in Europa.
442. Phoenicopterus roseus, Pallas ('), Fenicottero.
[ Fiammante ].
[Tav. XLVII, fig. 8].
Bianco-roseo, più vivo sul dorso e sulla coda che non sulle parti inferiori;
cuopritrici alari inferiori e superiori ed ascellari di un rosso di fuoco assai vivace;
(') Linneo {Sysl. Nat., I, pag. 139, 1758) descrive una sola specie di Phoenicopterus che chiama
/'. riilur, P. ruber, remigibus primoribus nUjris; Habitat in Africa, America, rarivs in Europa. Siccome
non si capisce a quale specie volesse alludere, così si preferisce il nome di Pallas.
Atlante ornitologico. 57
t.">i> ATLANTE ORNITOLOGI! 1 1
remiganti nere, le 2e interni' rosee; becco roseo coll'apice ed il margine della
mandibola inferiore neri; pelle nuda della testa, della gola e piedi rosei {ad.).
Bianco-Mviecio, colle cuopritrici ed il dorso cenerino-bruni, con strie brune cen-
trali; grandi cuopritrici alari di un bruno-uniforme; ascellari di un roseo-pallido ;
becco grigio-roseo alla base, bruno all'apice, piedi lividi o grigiastri (t/ior.). Prima
di assumere l'abito del tutto completo il Fenicottero è bianco, colle cuopritrici e Le
scapolari di un bianco leggermente roseo alla base
delle penne e con una larga fascia apicale nera-
stra; parti nude grigio- celestognole.
Lunghezza totale da l,m500 a I,m320; becco
0,m145; ala da 0,ra450 a 0,m420; coda 0,m170; tarso
. , . v da 0,m350 a 0,m295.
I v" '\ In Abita l'Europa meridionale sino all'Asia ceri
trale ed al lago Baikal, l'India e l'Africa; è ili
.V5 comparsa accidentale in Germania, nella Svizzera
e nelle Isole Britanniche. In Europa nidifica sol-
/ tanto nella Spagna meridionale alle bocche del
Guadalquivir, e nella Francia meridionale nelle
lagune del delta del Rodano e talora nello stagno
Testa di /'. roseus, ei. nat. .. ., , . _ Ti ,. . .. , ,, ,
di Valcarès. In Italia abita la Sardegna, ove arriva
in agosto e nel settembre, venendo dal sud e ne
riparte in marzo ed aprile dirigendosi egualmente verso il sud; talora se ne tro-
vano anche in giugno, ma pare non nidifichino per la poca sicurezza che possono
godere in quegli stagni relativamente piccoli e molto frequentati dai pescatori;
è specie comune in branchi assai numerosi negli stagni d'Oristano e di Cagliari.
scarsa in quelli del Capo settentrionale; è accidentale nel resto d'Italia, ove però
comparve un po' dappertutto.
Questa specie fabbrica sulle acque un grosso ed alto nido di fango. Iti sua
altezza varia da 0,'"005 a 0,'"060 circa a seconda dell'altezza dell'acqua, vi depo-
sita due uova bianche a riflesso verde-bluastro, la femmina cova coi lunghi piedi
piegati sotto il corpo e non a cavalcioni sul nido, come fu erroneamente asserito.
Cova in numerose colonie alla fine di maggio e, come dissi, i nidiacei hanno il
becco quasi diritto. I Fenicotteri si nutrono di minuti crostacei durante il giorno.
II /'. erythraeus, I. & E. Verreaux sembra fondato su individui piccoli e di
tinte brillantissime della presente specie.
Ordine ANSERES - Palmipedi.
Becco di varia forma e lunghezza; ali di solito snelle ed appuntite; coda
corta o nulla: tarsi in generale corti, più o meno in equilibrio sul corpo, robusti,
spesso compressi lateralmente; diti tre o quattro, i tre anteriori e talora il po-
steriore riuniti da una membrana intera o lobata.
Piumaggio corto, fìtto, lucido impermeabile; ordine cosmopolita.
ATLANTE ORNITOLOGICO 451
Famiglia ANATIDAE, Anatidi.
Becco più o meno compresso, largo ed appiattito in generale, talora (Mer-
ginae, etc.) più o meno appuntito e stretto, col margine munito di lamelle più o
meno prominenti e di differente forma e dimensione (Lamellirostres) e coll'apice della
mandibola superiore fornito di un'unghia ben distinta; lingua larga e carnosa, coi
margini dentellati; ali strette, piccole, acute; gambe corte; tarso reticolato all' in-
dietro e di solito anche sul davanti; diti anteriori in numero di tre, riuniti da una
membrana completa, il posteriore di varia lunghezza con o senza lobo.
Sono monogami, il maschio è fornito di un organo copulatore a larghe spi-
rali; tinte variate, talora bianche del tutto, talora con colori metallici; migranti.
Questa famiglia, composta di uccelli che hanno abitudini del tutto acquatiche,
comprende undici sottofamiglie delle quali sei sono rappresentate in Europa e si
suddivide in circa settanta generi con più di duecento specie, che si trovano sparse
in tutto il Mondo. Essa è ottimamente caratterizzata nei tre generi ben conosciuti
Cigno, Oca ed Anitra.
Sono in gran parte uccelli migratori, che compiono lunghi viaggi riuniti in
stormi'. Nuotano, si tuffano e si sommergono ed il loro elemento è l'acqua; co-
struiscono un rozzo nido che collocano in situazioni svariate, ma di solito non
lontano dalle acque, depongono uova di un bianco più o meno puro, ma senza
macchie; i nidiacei sono precoci, cioè atti a nuotare appena nati e sono coperti
di piumino nella loro prima età.
Ommisi dalla lista Europea le seguenti specie:
Plectropterus gambensis (L.) o Oca della Gambia (Africa occidentale).
Cedrina mosci/cita (L.) o Anitra muta (America tropicale).
Aex sponsa (L.) o Anitra carolina (Regione Neartica dal 50" parallelo fino al
golfo del Messico i.
Aex gale riddata iL.) o Anitra mandarina (Cina centrale e meridionale, Giappone.
Anser iiuiirits (Latin) o Oca indiana (Asia centrale, India settentrionale).
Cygnopsis cygnoides (L.) o Oca cignoide (Siberia orientale, Cina).
Dendrocycna javanica (Horsf.) o Anitra arborea (India, Cina, Borneo, Griava).
< 'henalopex aegyptiacus (L.) o Oca egiziana (Africa e Palestina);
perchè ritengo che gli individui, che capitano di tanto in tanto in Europa, siano
semplicemente fuggiti di schiavitù, essendo queste specie allevate molto di fre-
quente in domesticità.
Sottofamiglia CYGNINAE, Cignini.
Redini nudef1); collo sottile e lungo quanto e più dell'animale stesso; tarso non
scudettato sul davanti, ma reticolato tutt'attorno; dito posteriore senza lobo ; sessi
(') In tutti j;li adulti (lolle specie note, tranne nella Coscoroba candida (Vieill.) del Chili, del Pa-
raguay e dell'Argentina.
152 ATLANTE ORNITOLOGICO
simili ii quasi; una muta annuale in autunno soltanto; piumaggio bianco (ad. delle
specie Europee) o grigio (giov.). Sessi eguali, giovani differenti dagli adulti.
Si, uh cosmopoliti; questa sottofamiglia comprende tre generi dei quali uno
Europeo, il gen. Oygnus con tre specie, che si allevano anche in domesticità e
che formano uno dei principali ornamenti dei nostri giardini.
Genere CYGNUS. Bechstein.
Becco grosso, ovunque egualmente largo, depresso all'apice, più alto che largo
alla base e fornito di lamelle perpendicolari, con un'unghia grande e rotondeg-
giante all'apice della mandibola superiore; narici oblunghe, submediane, laterali;
ali piuttosto rotonde, remiganti 2* lunghe e larghe, esse allo stato di riposo rag
giungono l'apice delle le; coda corta e rotonda; gambe e tarsi coiti, quelle inse-
rite piuttosto all'indietro; tarso reticolato anche anteriormente, più corto del dito
mediano; unghie forti ed arcuate.
Mutano una volta all'anno d'autunno, i giovani però non cangiano le penne
nel primo autunno, ma per abrasione degli apici grigi delle barbe addivengono più
bianchi (muta ruptila); gli adulti perdono le remiganti dopo la stagione delle cove
ed allora sono impotenti a volare, epoca nella quale ne viene fatta una granile
strage itagli indigeni.
Sei specie compongono questo genere, tre delle quali sono Europee; vivono
nelle acque del mare e durante l'epoca della nidificazione nelle dolci; nuotano e
volano con estrema leggerezza, ma non si tuffano e camminano sulla terra con dif-
ficoltà; si nutrono di sostanze vegetali, d'insetti, di vermi e di anfibi; migrano
riuniti in immensi stuoli.
443. Cygnus cygnus (Linnaeus), Cigno selvatico.
1 Cygnus musicus, Bchst. |.
Becco giallo alla base, nero all'apice, il giallo si estende sino all'estremità an-
teriore delle mirici e termina in punta; fronte senza tubercoli, le piume frontali
l'orinano un angolo acuto; piumaggio bianco [ad.). Grigio-chiaro; becco nerastro
alla punta, carnicino-livido alla base (giov.).
Lunghezza totale l,m500; becco 0,'"100; ala 0,'"620; coda 0,m230; tarso 0/"l 15;
dito mediano e. u. 0,m150.
Abita la regione Paleartica, nidifica nella Svezia, nella Russia nord-orien-
tale, etc. In Italia è piuttosto raro e di passo irregolare durante l'autunno e l'in-
verno, compare accidentalmente nell'estate; talora sverna nel Veneto ed altrove.
444. Cygnus Bewicki, Yarrell, Cigno minori.
[Cygnus minor, Keys.-Bjlas. ].
Statura piccola, il giallo alla base del becco non si estende fino atU narici, nel
resto il becco è nero; piume della fronte formanti un angolo ottuso; coda di 20
penne; piumaggio bianco (ad.). Bruno-grigio: base del becco giallo-limone, cene-
rognolo nerastro nel resto (giov.).
ATLANTE ORNITOLOGICO
453
Lunghezza totale l,'"2ó0; becco 0,m084; ala 0,m500; coda0,in170; tarso 0,'"08 1 ;
dito mediano e. u. 0,'"11I>.
Abita le regioni settentrionali di Europa e d'Asia; migra al sud all'avvicinarsi
dell'inverno, giungendo al Caspio, alla Cina ed al Giappone; nidifica nella Siberia
artica. In Italia è spe-
cie accidentale duran-
te l'inverno (Taranto,
Toscana, Lombardia e
Veneto) ; si può dire
finora il più raro Ci-
glio da noi (M.
asw
Becco ili C. cygnus, circa '/* gr. nat.
% - gg?s*_
Becco di C. liemcki, circa '/., gr. nat.
445. Cygnus olor
(Gmelin),
Cigno noie.
[Cigno].
Un grosso tuber-
colo frontale, redini,
base e margine della
mandibola superiore,
narici, unghia del bec-
co e mandibola infe-
riore per intero di co-
lor nero, resto del bec-
co rosso - arancione ;
piedi neri; piumaggio
bianco (ad.). Grigio-ce-
nerognolo, più chiaro
sul collo; becco e pie-
di piombati (giov.).
Lunghezza totale
l,m460; becco 0,'"096;
ala0,'"600;coda0,m250;
tarso 0,'"090; dito me-
diano e. u. 0,"'135.
Abita la Regio-
ne Paleartica, nidifica
nella Germania set-
tentrionale, nella Sve-
zia ed in altri paesi settentrionali ; è stazionario in Turchia, nella Grecia, però, con
queste eccezioni, può del resto considerarsi di apparizione invernale nel bacino
Becco di C. olor, circa '/2 £?• na*
^>v^àf-.;-
(') Un soggetto di C. columbianus (Ord) sarebbe stato comperato a Edinburgo da un pollajnolo dal
Macgillivray nel febbraio 1841, e quattro individui del C. buccinator (Eichardson) sarebbero stati uccisi
a Aldenburgh (Snftblk) nell'ottobre 1866. Probabilmente tali notizie sono erronee o frutto di inesatte
riferte, le due specie sono proprie dell'America settentrionale.
l.'it MUNII liKXITOLOGICO
ilei Mediterraneo. In Italia è specie di comparsa accidentale e rara nelT inverno
e nel lardo autunno, venne presa ovunque dal Veneto alla Sicilia. Questa è la
specie più comunemente tenuta in domesticità. 11 G. immutabile, Xarrell, sembra
doversi riferire ad una fase semi-albina del Color prodottasi in [schiavitù; esso
venne trovato più volte in Gran Bretagna ed una volta in Olanda.
Sottofamiglia ANSERINAE, Anserini.
Becco piuttosto grosso ed alto alla base; lamelle sul mar-ine della mandi-
bola superiore visibili per una grande estensione del tornio o esternamente invi
sibili; tornio sinuato, concavo o quasi diritto; redini piumate; tarso reticolato tutto
all'intorno; pollice senza lobo; colorito vario, senza tinte metalliche o specchio
alare. Sessi simili ; muta semplice, come i Cigni.
Questa sottofamiglia consta di sei generi con ventiquattro specie, che abitano
specialmente le parti nordiche d'Europa, d'Asia e d'America, il solo Nesochen, Salvad.
essendo confinato alle Isole Sandwich. Nelle migrazioni visitano le parti setten-
trionali della Regione Etiopica e dell'Orientale.
Genere CHEN. Boie.
Becco molto grosso, meno lungo della testa, più alto che largo alla base, la-
melle visibili per un grande tratto del tornio, che è decisamente sinuato; narici
mediane, elittiche, sub-basilari; penne del collo strette, disposte a solchi obliqui
e profondi; ali lunghe, colla 2U remigante primaria la massima: coda corta, ro
tonda; tibie piumate fino alla giuntura; tarsi reticolati, alti, più lunghi del dito
mediano; sessi eguali, adulti differenti dai giovani, quelli bianchi o bluastri colle
remiganti 1° nerastre.
Hanno le abitudini delle vere Oche; questo genere comprende quattro specie
che abitano le regioni Artiche dell'Emisfero settentrionale, due di esse si mostrano
accidentalmente in Europa.
446. Chen hyperboreus (Pallas), Oca della neve minori.
Piumaggio generale bianco; remiganti primarie grigiastre alla base, nere nel
resto, le 1° cuopritrici grigio-cenerine; becco rosso-porporino, con l'unghia bian-
castra e lo spazio tra i tornii nero (ad.). Colorito generale grigio-pallido; gastreo
bianco-grigio; becco nero (giov.).
Lunghezza totale da 0,'"700 a 0,m580; becco 0,m051; ala da 0,m430 a 0,m328;
coda 0,m170; tarso 0,ni076.
Abita le regioni nord-occidentali dell'America del Nord e le nord-orientali
dell'Asia, nidifica nell'Alaska e nell'America artico-occidentale; è accidentale in Eu-
ropa (Inghilterra, Norvegia, Russia. Germania, llclgoland, Olanda, Francia, Un-
gheria e forse in Grecia); mai comparve finora in Italia.
ATLANTE ORNITOLOGICO 455
447. Cheti nivalis (Forster), Oca della neve maggiore.
Simile al precedenti', ma di maggiore statura.
Lunghezza totale da 0,,n960 a 0,'"760; becco O/'OliT; ala da 0,m442 a 0,m438;
coda 0,'"164; tarso 0,'"08:;.
Abita le regioni settentrionali dell'America orientale, nidificando nella Baja
di Hudson e seguendo le coste dell'Atlantico come linea di migrazione durante
l'inverno; sverna negli Stati Uniti d'America, verso sud fino al Texas ed alle Ber-
mude ed è accidentale in Groenlandia; i branchi o gli individui migranti si mostrano
in differenti località della regione Paleartica dall'Atlantico al Pacifico, così essa
è di comparsa più o meno regolare anche in paesi molto distanziati come nella
Russia e nel Giappone; non venne mai colta finora in Italia. Probabilmente que-
st'Oca non è specificamente distinta dal C. hyperboreus.
Genere ANSER, Brisson.
Becco piuttosto debole, depresso, ricoperto da una membrana tranne all'apice,
che è occupato da un'unghia cospicua, subconico e più stretto verso la punta,
coi margini della mandibola superiore dentellati; narici laterali, moderate, oblunghe,
mediane ; ali grandi, che oltrepassano la coda, la 2" remigante primaria la mas-
sima; coda di 16 penne; tibia visibile per un brevissimo tratto; tarsi reticolati,
col dito posteriore libero, elevato; unghie corte, arcuate ed ottuse.
Sessi eguali in piumaggio, adulti poco differenti dai giovani, mancanza di tinte
metalliche, piumaggio fitto colle penne del collo strette e disposte a solchi obliqui
e poco profondi; color dominante degli adulti cenerino, mai bianco del tutto. Unta
semplice, come nei Cigni.
Questo genere abbraccia dieci specie disseminate nell'Emisfero settentrionale,
delle quali cinque si trovano in Europa, nessuna di esse nidifica in Italia.
448. Anser anser Linxaeus), Oca selvatica.
[ Anser cinereus, Metter ].
[ Tav. XL, fig. 1 ].
Colorito generale cenerino-cupo, più chiaro a bluastro sul groppone e sulle cuo-
pritrici alari; una strettissima linea bianca alla base della
mandibola superiore; gastreo bianco nella parte bassa,
tinto di cenerino sul davanti del collo, sul petto e sull'alto
addome; poche macchie trasversali nere sull'addome; becco "^
cenerino-aranciato, unghia bianca; gambe e piedi carnicini (ad.).
Tinte più cupe, mancano le macchie nere sull'addome (gioc).
Lunghezza totale 0,in830; becco 0,m063; ala 0,m460; coda
0,m170; tarso 0,'"071. Testa di J. anser,
Nidifica nelle regioni settentrionali d'Europa e pare 'U gr- nat.
anche in Ispagna, nell'autunno si porta al sud, giungendo
nelle regioni circummediterranee dei due lati, nella Cina e nell'India. In Italia
456
\ I I \vi I ORNI rOLOGH "
è specie di passo ed invernale, piuttosto rara: arriva in novembre e riparte di
marzo, tu asserito che abbia nidificato in Toscana, ina ciò è poco probabile. L'.l.
anser è il capostipite di tutte le varietà di Oche domestiche.
449. Anser albifrons (Scopoju), Oca lombardella.
[Tav. XL, fig. 4J.
l'arti superiori cenerino-brune col groppone grigio-lavagna-scuro, il cenerino delle
ali cupo specialmente sulle grandi cuopritrici esterne, che hanno larghi margini
biancastri; fronte e base del becco tutt'all' intorno bianche, la tinta bianca non /<"/
ISecco di .1. albifrons.
Becco ili .1. erytkropu8.
giunge l'altezza dell'occhio sulla parte mediana della testa; parti interiori come
nell'ai, anser, ma con le macchie bruno-nere più numerose; becco giallo -aranciato,
unghia biancastra; gambe e piedi aranciati (ad.). Più cupo di tinte; mancano le mac-
chie nere sull'addome; apice del becco ed unghia dello stesso bruno-chiari ; le penne
bianche attorno al becco sono assunte in gennaio.
Lunghezza totale 0,'"720; becco 0,'"047 ; ala 0,m4P>0; coda 0,'"152; tarso (V065.
Abita la Regione Paleartica settentrionale, nidificando molto al nord; d'inverno
migra al sud, giungendo fino all'Egitto e nell'India. In Italia è di comparsa irre-
golare e rara nell'autunno e nell'inverno; sembra capitare più facilmente nel Ve-
neto ed in Lombardia, non fu mai presa sinora nelle nostre Isole.
450. Anser erythropus (Linnaeus), Oca lombardella minore.
[Lombardella minore ].
Come la precedente, statura decisamente minore e becco anche in propor-
zione più piccolo; la tinta bianca sulla fronte è più estesa e raggiunge l'altezza
degli occhi sulla parte mediana della testa; tinte generali più cupe; macchie ne-
rastre sul gastreo più numerose; becco bianco-sudicio, tinto di carnicino-roseo,
unghia cornee-pallida {ad.). Simile a quello dell'ai, albifrons, ma distintamente più
piccolo (giov.).
Lunghezza totale 0,'"500; becco 0,"'0o8; ala 0,'"380; coda 0,'"MO: tarso 0,m060.
L'A. erythropus, che è la forma orientale dell'ai, albifrons, aiuta l'Europa sud-
ATLANTE ORNITOLOGICO
457
orientale e l'Asia sino al Giappone; giunge d'inverno nell'India, nell'Asia Mi-
nore e nell'Egitto. In Italia è di comparsa accidentale e molto rara, venne colta
nel Veneto (R. Musco ili Firenze , in Lombardia, in Toscana e presso Romafi?. Museo
Zoologico).
451. Anser fabalis (Latham), Oca granajola.
[Anser segetum (Gm.)].
[Tav. XL, fig. 2 e 3].
Parti superiori bruno-cenerine, più cupe sul dorso, sulle scapolari e sulle cuo-
pritrici alari, che sono marginate di biancastro; poche penne bianche alla base
del becco; basso addome bianco, non ri
sono macchie nere in alcuna parte del ga-
streo; becco nero sai margine, alla base e
sull'unghia, giallo-aranciato arila porzione
mediana; gambe e piedi giallo-aranciati
{ad.). Più scuro e tinto di fulviccio sul
collo (giov.).
Limg'hezzatotaleO,in850;beccoO,'"056;
ala0,'"450; coda0,'n160; tarso 0,m069.
Nidifica nella Scandinavia e nelle
parti Artiche della Russia e della Sibe-
ria; d'inverno migra verso il sud, rag-
giungendo le regioni circummediterranee
sino a Madera, la Palestina, la Cina ed
il Giappone. In Italia arriva nel novem-
bre in grandi stuoli, che di solito tran-
sitano senza fermarsi nelle provincie set-
tentrionali, e che vanno a svernare nelle
parti centrali, nelle meridionali e nelle
Isole. h'A. arvensis, C. L. Brehm, è fon-
data su piccoli individui di questa specie.
452. Anser neglectus, Sushkin,
Oca granajola orientale.
Becco di .1. fabalis.
Becco eli .1. neglectu
Color della testa e della parte po-
steriore del collo più cupo; parti supe-
riori più scure e cosi i margini delle
penne cupe del gastreo e dei fianchi;
porzione mediami del becco carnicina; piedi
carnicini; becco più sottile, unghia più
ricurva, lamelle più piccole. Nel resto
simile alla precedente specie, della quale
ha le dimensioni.
Venne trovata finora nella Russia orientale, in Ungheria ed una volta in
Atlante ornitologico. -ft
Becco di A. brachyrfaynckus.
ATLANTE ORNITOLOGICO
Bosnia; io citai1) un individuo della Raccolta Ninni di Venezia, colto nel febbraio
1890 Dell'Estuario Veneto, che sembra riferibile a questa specie, della quale non
possiedo alcun esemplare tipico.
453. Anser brachyrhynchus, Baillox, Oca dulie zampe rosee.
Simile all'. 1. fabalis, dalla quale è distinta per statura minore, pelle bande sul
becco, le gambe ed i piedi rosso-carnicini, unghia del becco di un nero più cupo;
dallM. negleetus per statura minore, pel becco più corto e più grosso, per le tinte
più pallide, colle cuopritrici grandi dell'antibraccio e le carpali grigio-blu chiaro.
Lunghezza totale 0,m650; becco 0,m040; ala 0,m400; coda 0,'"1 20; tarso 0,'"0(i0.
Abita le parti settentrionali d'Europa; migra verso sud d'inverno fino alla
Francia, alla Germania ed alla Boemia; poco si conosce del suo habitat in Asia,
ma si sa che comparve nell'India. Non fu mai colta in Italia, quantunque il Wright
l'includesse per Malta (crr. det.), la sua comparsa tra noi non sarebbe però fatto
straordinario (~i.
Ho considerato tutte le specie europee del gen. Anser come distinte inter se.
Devo però dire che questa è più che altro una semplice supposizione, perche mi
mancano studi accurati in proposito. I soggetti di A. negleetus e di A. brachy-
rhynchus sono estremamente difficili ad aversi in buona quantità e con uno o due
soggetti non si può stabilire nulla di positivo. Però io propenderei a ritenere
buone specie VA. anser, VA. aliti fro/ts e VA. fabalis. mentre VA. erythropus sarebbe
la forma orientale dell'ai, albifrons, VA. negleetus e VA. brachyrhynchus due sotto-
specie dell'ai, fabalis.
Genere BRANTA, Scopoli.
Becco più corto della testa, forte, diritto, conico, ristretto all'apice, coli' un-
ghia poco sviluppata, ovale, lamelle della mandibola superiore quasi nascoste dal
bordo della stessa: tornio quasi diritto; narici mediane, elittiche, poste sulla por-
zione anteriore della depressione nasale; gambe corte e forti colla base piumata,
inserite piuttosto in avanti; tarso un po' più lungo del dito mediano, reticolato;
dito posteriore libero; unghie piccole, ottuse, eccetto quella del dito mediano ro-
tondata.
Piumaggio eguale in ambedue i sessi, adulti poco differenti dai giovani; penne
del collo strette e compatte, ma che non formano solchi.
Questo genere comprende otto specie, che nidificano nelle parti settentrionali
delle Regioni Paleartica e Neartica; arrivano nelle migrazioni invernali ai confini
dell'Etiopica e della Neotropica. Tre di esse abitano anche l'Europa, ove com-
parve pure l'americana B. canadensis (Linnaeus), ma sembra trattarsi di individui
fuggiti di domesticità.
(') Ibis, 1898, p. 173.
(2) E. Verreaux cita duo esemplari di Philactt <-<utitt:ir<i (Sevastionow) acciai sul Volga, notizia cer-
tamente poco sicura. È specie elio abita le coste dell'Alaska, lo isolo Iterili^ o si spingo verso occi-
dente sino alla penisola dei Ciucci.
ATLANTE ORNITOLOGICO 459
454. Branta leucopsis (Bechstein), Oca faccia inaura.
| Bermela leucopsis (Hchst.); Oca a faccia bianca].
[ T.iv. XL, tig. 5 ].
Becco, gambe, piedi, redini, parte superiore della testa, mica, gola e collo per intero
ed alto petto ili un néro-profondo e lucido; dorso cenerino, colle penne largamente
terminate di nerastro; fronte, gtiancie, mento, lati del groppone, cuopritrici superiori
ed inferiori della coda e basso addome bianchi; groppone nero-bluastro; cuopritrici
alari e scapolari grigio-chiare, con una fascia subterminale bruno-nerastra ed uno
stretto apice bianco; petto ed alto addome di un bianco-grigio, coi fianchi indistin-
tamente fasciati {ad.). Bianco delle guancie misto a penne nerastre; margini ros-
sicci sulle penne del dorso (giov.).
Lunghezza totale 0,"630; becco 0,m030; ala 0,'"420; coda 0,m140; tarso 0,m060.
Abita le parti settentrionali d'Europa e la baja di Hudson, migrando verso
sud nell'inverno; sembra nidifichi nelle contrade circumpolari (Groenlandia, Islanda,
Spitzbergen e Terra di Francesco Giuseppe). In Italia è specie affatto accidentale
e molto rara, che sarebbe comparsa solo cinque volte: a Foggia nel 1878 (11. Museo
ili Napoli), a Lugano nel 1878 (R. Museo ili Firenze), a Pavia nel 1886 (Museo
Civico di Pavia), sul Padovano nel 1891 (Collezione Arrigoni Begli Oddi), il quinto
finalmente nel dicembre 1901 a Massaciuccoli (Collezione Pierotti).
455. Branta bernicla (Linnaeus), Oca colombaccio.
[Bernicla brenta (Pali-.)].
[Tav. XL, fig. 6].
Becco, testa e collo per intero, alto petto e remiganti nere ; due spazi bianchi sui
lati del collo; dorso, scapolari e cuopritrici alari di un bruno-cenerino-cupo, con mar-
gini più chiari; groppone nerastro; cuopritrici superiori ed inferiori della coda
così lunghe che quasi la nascondano del tutto, esse ed il basso
addome bianchi; petto ed alto addome grigio-brunastri (ad.).
Mancano le macchie bianche sui lati del collo; cuopritrici
alari e scapolari marginate di biancastro; tinte generali più
pallide (gioc).
Lunghezza totale 0,m600 ; becco 0,m038; ala 0,m360; coda ff
0,m100; tarso 0,'"052. „, , .. „ ,
lesta ai li. bermela,
Nidifica nelle più alte latitudini Nordiche della Regione >/4 gr. nat.
Paleartica e della Neartica, migrando verso sud nell'autunno.
In Italia è la specie del genere che si trova con più facilità, ma è rara e di com-
parsa accidentale, venne colta nelle provincie nord-orientali e sopratutto nel Ve-
neto ed anche in Toscana.
Gli Autori distinguono due forme di B. bernicla, quella dal gastreo scuro o
B. bernicla che nidifica nella penisola Taimyr, nella Nuova Zembla, nella Terra
di Fr. Giuseppe e nelle Spitzbergen e l'altra dal gastreo piuttosto chiaro o B.glau-
cogaster, Brehm che è propria dell'America Artica, dalle coste occidentali della
Groenlandia sino all'Isole Parry. Entrambe queste forme viaggiano assieme alle
Ilio ATI.ANTK ORNITOLOGI» 0
epoche delle migrazioni e non sembrano meritevoli di distinzione specifica, tanto
più che nella Nuova Zembla si trovano nidificanti anche individui dell'altra forma.
456. Branta rufìcollis (Pallas), Oca rulli, rosso.
[ Bermela ruficollis (Pali..)].
Una grande macchia bianca tra l'occhio ed il becco; cervice per intero e parte
posteriore del collo nere, il nero della cervice attraversa L'occhio e occupa il mento
e la gola; petto ed una macchia triangolare sulla regione auricolare di un rosso-
i (istillino circondato di bianco, che limita il castagno sui lati del collo e sulla parte
bassa del petto che è nera; dorso, groppone e cuopritrici alari nere, con margini
pallidi e bianco-grigiastri; fianchi bianchi, con fascie nere; cuopritrici superiori
ed interiori della coda e del basso addome bianche (ad.). Spazio sulla regione au-
ricolare di un bruno leggermente rossigno; collo e petto tinti di castagno-fulviccio;
addome e cuopritrici della coda bianche (giov.).
Lunghezza totale 0,m550; becco 0,m027; ala 0,m360; coda 0,"' 125; tarso 0,m058.
Questa specie, essenzialmente asiatica, nidifica nella Vallata dell'Ubi e dello
Jenissei e sverna nella Siberia occidentale, nel Turchestan settentrionale e nelle
regioni adiacenti all'Arai ed al mar Caspio; in Europa arriva quasi sempre come
accidentale e fu trovata anche nell'Egitto. In Italia è la specie più rara del ge-
nere, di comparsa accidentale nell'inverno, fu colta due volte in Lombardia (Colle-
zione ilei Liceo S. Alessandro in Milano e Raccolta Conte d'Arco) ed una in Toscana
(R. Museo di Firenze).
Sottofamiglia ANATINAE, Anatini.
Becco piatto e largo; lamelle perpendicolari ; redini pennute; laringe for-
nita di una bulla ossea nei maschi; tarsi scudettati sul davanti, dito posteriore
con un lobo molto piccolo; collo alquanto allungato e sottile; color dominante vario;
sessi di solito differenti, colori metallici ornano quasi sempre gli specchi alari (')
e nei maschi sovente anche la parte superiore della testa.
Questa sottofamiglia comprende diciannove generi con circa 70 specie sparse
su tutto il Globo. Vivono quasi esclusivamente sulla superfìcie delle acque, il loro
volo è rapidissimo, nuotano con la maggior facilità, ma non smergano che rara-
mente e nessuna specie ha abitudini essenzialmente marine. La muta è all'atto
speciale. Con una o due eccezioni i maschi sono di colorito molto più brillante
delle femmine. Queste anitre femmine hanno una sola muta annuale completa.
mentre i maschi di molte specie, quantunque non di tutte, mutano due volte le
loro piccole penne. Non appena i giovani sono capaci di volati', la femmina muta
tutte le sue penne, cominciando dalle piccole e terminando con quelle delle ali
e della coda. La muta del maschio è affatto differente. Quando la femmina inco-
mincia a covare, il maschio della più gran parte delle specie ha una muta com-
(') l'or speoohio b' intende quell'area colorita in inolio speciale che si trova sull'ala di alcuni uccelli
e nelle Anati nae, di solito, sulla porzione distale od esterna delle remiganti secondarie.
ATLANTE ORNITOLOGICO 461
pietà e cangia tutte le sue piccole penne in un piumaggio protettivo che somiglia
a quello della femmina, cosi che quando esso perde le penne delle ali e della coda
(ciò che succede come ultima cosa e siccome cadono tutte in una volta, l'animale
non può volare per un certo tempo), esso non si trova esposto ad alcun pericolo,
perchè il suo abito non presenta alcuna vivacità di tinte, però egli non porta
questa livrea opaca per un lungo tempo, al più quattro mesi. Più tardi in autunno
il giovane cangia il suo piumaggio in quello degli uccelli « dell'anno », che in
ambedue i sessi assomiglia assai a quello dell'adulto ed i maschi adulti cangiano
il loro « abito di muta > in quello gaio di nozze. In nessun caso però (né nel gio-
vane di ambedue i sessi, né nei maschi adulti) le remiganti o le timoniere sono
mutate in autunno, eccezione fatta alle volte pelle due timoniere centrali, che
nell'abito di nozze sono talora specialmente modificate o colorite brillantemente.
Vi sono adunque sei tipi di piumaggio per ogni specie di Anitra, oltre quello
dei giovani coperti di piumino e sono:
1) giovane in primo piumaggio, nel quale i sessi sono simili, soltanto legger-
mente differenti dalla femmina dell'anno;
2,3) maschio e femmina dell'anno, leggermente differenti dagli adulti;
4) maschio adulto in piumaggio ili inulti, di ben poco differente dalla femmina
adulta;
5) maxi-liio miai lo in livrea ili noxxe;
6) femmina minila (Seebohlìl).
Questo piumaggio estivo che si riscontra nelle Anitre è un fatto notevole
e non molto conosciuto, sul quale poco fu scritto e le descrizioni che si hanno
sono poco chiare e soddisfacenti. « In primo luogo questo piumaggio estivo non
è affatto una livrea singolare; mentre quantunque esso possa apparire prima che
i piccoli siano sgusciati, non si mostra di solito che quando la stagione del con-
nubio è finita ed è distintamente un « abito post-nuziale ». Esso è principalmente
ristretto alla testa, al collo, al petto, alle scapolari, come osservò già Montagu,
cioè a quelle porzioni che sono più cospicuamente colorite. Il più importante
punto di connessione con questo piumaggio di estate è che la muta annuale delle
remiganti non comincia prima che questo piumaggio opaco sia del tutto assunto
ed appena che le nuove remiganti sono atte al volo il detto piumaggio opaco,
come tutto il resto delle vecchie penne, cade e la muta annuale delle penne
del corpo progredisce normalmente. Da ciò si comprende come questo piumaggio
opaco permane soltanto durante il periodo nel quale l'uccello è inetto al volo,
perchè, come è generalmente noto, le Anitre mutano le remiganti tutte ad un
tratto e perdono allora temporaneamente il potere di volare. In questo tempo
un piumaggio opaco e non appariscente è senza dubbio e naturalmente importante
per rendere l'uccello poco visibile e agisce come fattore protetti co; questa io credo
sia la migliore spiegazione della curiosa muta estiva. Dei vari nomi che furono
impiegati a distinguerlo, quello di piumaggio di « muta estiva » mi sembra il mi-
gliore, giacché esso è nel suo tipo differente da qualsiasi piumaggio noto tra gli
uccelli; e, come già fu dimostrato, esso nulla ha da che fare colla stagione nu-
ziale, ma è intimamente connesso colla muta autunnale. Infine si può anche dire
che le penne di questo piumaggio sono strutture molli ed imperfette come quelle
del piumaggio « primo » o « post-nidale » dei giovani uccelli, che è pure un semplice
abito estivo temporaneo (Stone).
462 ATLANTE ORNITOLOGICO
Gli Anatini si nutrono d'insetti, di semi e di piante acquatiche; nidificano
nei prati acquitrinosi e nelle paludi; vivono congregali in enormi quantità impren-
dendo grandi migrazioni; il loro grido è aspro e la carne di alcune specie è buona
a mangiarsi.
Genere TADORNA, Fleming.
Becco più largo all'apice che alla base, unghia rotonda, piccola, culmine
convesso, lamelle presenti in entrambe le mascelle, più sviluppate però verso l'apice
della superiore, più strette e non prospicienti esternamente sull'inferiore; ali lunghe,
appuntito; coda leggermente rotondata; tarso scudettato anteriormente; dito poste-
riore fornito di una membrana molto piccola; unghie piccole e compresse.
Sessi quasi eguali, non hanno la muta come le Anatinae, ma essa è semplice
autunnale, sicché il maschio non ha abito di muta estiva; le ali presentano uno
specchio distinto; zampe carnicine; angolo delle spalle armato di un piccolo sprone,
coperto dalle penne circostanti.
Le Tadornae hanno tratti caratteristici con le Oche e da alcuni Autori furono
ad esse riunite; due sono le specie di questo genere, la seconda delle quali T. ra-
(ìjitìi (Garn.) abita le Molucche e l'Australia.
457. Tadorna tadorna (Linnaeus), Volpoca .
[Tadorna cornuta (Gin.)].
[Tav. XL, fig. 7].
Testa, collo e specchio di un nero-verdone lucente; un largo collare bianco at-
torno il basso collo; una larga fascia attorno al tronco e cuopritrici inferiori della
coda fulvo-castagne; resto del dorso, groppone, ali e fianchi bianchi ; scapolari nere,
eccetto le interne bianche; una fascia nera lungo il centro del petto e dell'ad-
dome; coda bianca, nera all'apice; becco rosso, con una protuberanza alla base;
piedi carnicini {mas. ad.). Simile, tinte meno pure, manca la protuberanza alla base
del becco (femm. ad.). Testa e collo bruno-neri; fronte, guancie, mento e gastreo
bianchi; becco carnicino (giov.).
Lunghezza totale 0,'"G20; becco 0,'"060; ala 0/n340; coda 0,'"128; tarso 0,m053.
La Volpoca abita la parte temperata della Regione Paleartica, spingendosi
fino al Giappone durante l'estate; d'inverno frequenta il sud dell'Europa, l'Africa
settentrionale e l'Asia fino alla Cina, l'India ed il Giappone. In Italia è uccello
sopratutto di passo piuttosto irregolare ed invernale, lo si trova da agosto a marzo,
ma è in generale scarso; più abbondante nelle saline di Barletta ed in Sardegna,
ove è anche sedentario e nidificante (Sorso, Oristano).
Genere CASARCA, Bonaparte.
Becco più stretto all'apice che alla base, unghia mediocre, culmine quasi di-
ritto; lamelle piuttosto sviluppate lungo il margine interno della mandibola su-
periore, quelle sul margine dell'inferiore prospicienti esternamente; ali più lunghe
ATLANTE ORNITOLOGICO 463
della coda; becco e piedi scuri; sessi differenti; tarso subeguale al dito mediano.
Non presenta abito di muta estiva (')•
Quattro sono le specie del genere Casarca, che si incontrano nel Mondo An-
tico e nella Regione Australiana, una di esse compare in Europa, la seconda
C. cana (Gin.) è propria del Sud-Africa, le altre due dell'Australia.
458. Casarca casarca (Gmelin), Casarca.
[Casarca rutila (Pall.)J.
[Tav. XL, fig. 8].
Colorito generale lionato-acceso; testa e parte alta del collo di un t'ulvo-chiaro, li-
mitato in basso da un collare nero; cuopritrici delle ali bianche; cuopritrici su-
periori della coda, remiganti le e coda nere; remiganti 26 esternamente di un
verdone-porporino e formanti uno specchio alare {mas. ad.). Testa bianco-fulva; tinte
generali più chiare; manca il collare nero ( few in. ad.).
Lunghezza totale 0,"'600; becco 0,'"044: ala 0,m375; coda 0,m 139; tarso 0,'"057.
La Casarca abita le regioni sud-orientali d'Europa ed è accidentale nelle oc-
cidentali, si trova in tutta l'Africa settentrionale fino allo Scioa e dall'Asia occi-
dentale sino alla Cina ed al Giappone; sverna a Burina e nell'India. In Italia è
di comparsa accidentale e molto rara, venne presa in Toscana, nel Romano, nel
Napoletano, nella Puglia, in Capitanata, in Sicilia ed a Malta ed una volta anche
in Dalmazia sul Narenta; senza quest'ultimo, dieci sarebbero i soggetti catturati
finora da noi.
Genere ANAS, Linnaeus.
Becco non fatto a spatola, largo, lungo quanto la testa, tanto alto che largo
alla base e dilatato all'apice, unghia ovato-rotondata; lamelle assai lunghe, trian-
golari alla base, solcate verticalmente e presenti in ambedue le mascelle ; narici
ovali, subeguali; ali mediocri, che non giungono all'estremità della coda, acute,
le due prime remiganti l6 le più lunghe, le 26 interne allungate e piuttosto appun-
tite; coda rotondata, corta; tarsi più corti del dito mediano, scudettati anteriormente,
reticolati nel resto; unghie piccole, ottuse, arcuate. Sessi differenti in piumaggio.
Il genere Anas, colle sue sedici specie, ha una estesissima distribuzione geo-
grafica e si può dire affatto cosmopolita, una sola di esse è propria dell'Europa,
cioè VA. boscas.
459. Anas boscas (-), Linnaeus, Germano reale.
[Anas boschas, L.; Gè mi ano'].
[Tav. XLI, flg. 1* e 2].
Becco verde-giallo ; testa e collo di un verde-splendente, limitato da un collare
bianco nella parte mediana del collo; petto castagno-cupo; dorso ed addome cenerini,
(') Secondo F. E. Blaiiuw (Ibis, 1891, p. 317) la C. tadornoides (Jard. Selby) presenterebbe doppia
muta e quindi abito di muta estiva, che verrebbe rivestito alla fine di agosto.
(-) Deve scriversi boscas, e non boschas come erroneamente fece Linneo (Syst. Nat., I, pag. 127, 1758).
464 ATI. \v tNITOLOGK 0
con strie trasversali finissime scuro nere; groppone sopracoda e sottocoda nero-
bluastri; ali cenerino-cupe; specchio aero-violetto cangiante in verde marginato
superiormente ed inferiormente prima di nero e poi di bianco; le quattro sopra-
caudali maggiori avvolte a spira [mas. ad.). Becco giallo e nero: parti superiori
bruno-scure, marginate di lionato; le inferiori f'ulviccie, cou macchie centrali
bruno-nere; mento e gola immacolati; ali come nel maschio (femm. ad. e giov.).
D'estate dine maggio-agosto) il maschio assume un piumaggio simile a quello della
femmina, è però sempre più cupo di tono ed ha il becco di una tinta verde-gialla
[mas. ad. in abito di muta estiva).
Lunghezza totale 0,'"600; becco 0,"0r>0: ala 0,m290; coda0,m110; tarso 0,m047.
Questa specie va soggetta a numerose varietà di colorito specialmente nelle
fémmine, le lionate essendo le meno rare e la leucocrostica la più difficile ad
aversi. Si ricordano ibridi domestici con quasi tutte le Anitre congeneri e fra i
selvatici noto quello con la Dafila acuta L. crime il più comune, sono molto più
rari gli altri colla Manca penelope (L.), col Nettium crecca (L.) e col Chaulelasmtis
streperiis (L.).
Il Germano ha una larga distribuzione geografica ; abita tutta l'Europa, l'Asia
fino alla Cina, il Giappone. l'India settentrionale, l'Africa dalle Azzorre alla Nuliia
ed all'Abissinia, l'America dal Circolo Artico fino al Panama ed al Messico. Nidi-
fica in tutte le regioni d'Europa, ma in maggior numero a primavera si porta
verso il Nord attorno al Circolo Artico. In Italia questa specie è una delle più
abbondanti fra le Anitre, specialmente durante l'inverno ed all'epoche del passo;
è sedentaria e nidificante dal Veneto alla Sicilia; i branchi migranti arrivano
nell'agosto, ma il grosso in novembre e ripartono da febbraio a marzo.
Il Savi ha fatto una notevole osservazione sui Germani, cioè che in dati in-
verni essi sono attaccati da una malattia che, paralizzando più o meno completamente
i muscoli del petto e delle estremità anteriori, li rende inetti a volare. In quegli anni
i cacciatori trovavano Germani che appena spaventati pigliavano come al solito
il volo, mentre altri, impotenti a levarsi, cercavano rifugio nel folto delle canne
o sugli stessi laghi, di modo che, inseguiti o dai cani o dai cacciatori, venivano
presi anche con le mani. Tali uccelli esaminati non presentavano anomalie di
sorta, solo frammezzo al cibo ingoiato vennero rinvenuti pallini di piombo, alcuni
talmente corrosi da essere ridotti in sottili lamine. Ora conoscendo le qualità ve-
nefiche del piombo, tanto più se ossidato, e sapendosi che esse producono una specie
di paralisi, si venne a dedurre che tale indebolimento provenisse dall'azione
dello stesso." Sembra che i Germani raccolgano il piombo sul fondo dei paduli as-
sieme al cibo e che il fatto che non tutti gli anni si osservano debba addebitarsi
alle differenti condizioni del detto fondo dei paduli, che sarebbe variabile a se-
conda degli anni.
Il Germano reale è il capostipite delle numerose varietà di Anitre domestiche.
Genere EUNETTA, Bonaparte.
Becco compresso, poco largo, più corto della testa; penne della cervice e
della nuca lunghe, larghe, decomposte e formanti un grande ciuffo, che ricade po-
steriormente sul collo; remiganti secondarie interne a forma di l'alce e non di
ATLANTE-: ORNITI H.OCilco 1-65
ritte; cuopritrici superiori ed inferiori della coda che oltrepassano e coprono per
intero la coda; timoniere centrali che non oltrepassano le laterali.
Una sola bellissima specie che abita la regione Paleartica orientale.
460. Eunetta falcata (Georgi), Alzatola forestiera.
Cervice castagno-cupa; lati della testa porporino-bronzati, tinti di verdastro
sulla parte posteriore della stessa; un ciuffo di penne allungate verdi sulla nuca;
un collare nero-verdastro separa a metà il bianco della gola da quello della parte
alta del collo; alto petto a fascie semicircolari a guisa di scalette nere e bruno-
grigie, come il dorso e le alte scapolari; remiganti 2e formanti uno specchio di un
bel verde-metallico, limitato anteriormente e posteriormente di bianco; le 2" più
interne lunghe e strette, foggiate a forma di falce, nero-vellutate collo stelo bianco,
il margine e parte del vessillo interno grigi; coda nascosta dalle sue cuopritrici
(mas. ad.). Eguale alla femmina di C. streperus; ne differisce per avere la porzione
visibile delle ultime remiganti secondarie nera con riflessi di un verde-metallico,
strettamente terminata di bianco e l'apice delle grandi cuopritrici biancastre,
mentre nel C. streperus femmina la porzione visibile delle ultime secondarie è bianco-
pura e l'apice delle grandi cuopritrici nero, inoltre VE. falcata femmina presenta
le timoniere bruno-grigie, rossastre sul margine, mentre nel C. streperus femmina
le timoniere esterne sono biancastre, con macchie irregolari brune (femm. ad.).
Lunghezza totale 0,'"480; becco 0,m044; ala 0,'"253; coda 0,n,076; tarso 0,n'034.
Abita le regioni orientali dell'Asia ed il Giappone; si porta d'inverno in Cina
ed a Formosa. In Europa è specie accidentale; venne catturata una o due volte
nella Svezia ed anche presso Vienna nel 1839.
Genere CHAULELASMUS, G. R. Gray (').
Becco poco largo, più corto della testa e ristretto verso l'apice; lamelle della
mandibola superiore inolio prominenti e visibili al di là delle branche dell'inferiore; re-
miganti 26 interne e scapolari appuntite; penne centrali della coda di poco so-
pravanzanti le laterali; specchio alare nero esternamente, bianco internamente;
sessi di poco differenti; penne della cervice e della nuca piuttosto lunghe e fitte.
Le due specie di questo genere abitano l'Emisfero settentrionale, l'ima C. stre-
perus è anche propria dell'Europa, l'altra C. Coitesi, Streets, abita le Isole Wa-
shington e New York del gruppo Fanning (Pacifico).
461. Chaulelasmus streperus (Linnaeus), Canapiglia.
[Tav. XLI, tìg. 5 e 6].
Becco nero; testa e collo di un grigio-rossigno, con fascie nerastre piccole,
numerose ed indistinte; alto dorso e scapolari a sottili fascie ondulate nere e
bianco-cenerognole; basso dorso, groppone, sottocoda e sopracoda di un nero-
(') Chaulelasmus, G. R. Gray, ride Bonaparte, Compi. List B. Eur. & N. Amer. p. 56 (1838).
Atlante ornitologico. 59
166 \n w li ORNI COLOGK 0
vellutato; petto nero, con due o tre fascie bianche, semilunari e concentriche su
ogni penna, le dette fascie sono più fitte e più strette sui fianchi: medie cuopri-
trici alari rosso-castagne; specchio alare nere vellutato esternamente, bianco inter
namente; tarsi e diti gialli, con la membrana interdigitale nerastra {mas. ad.).
Becco giallo-olivastro; parti superiori bruno-nerastre, con marginature fulviccie
più uniformi sulla, testa: collo, petto e fianchi fulvicci, col centro delle penne nere:
specchio bianco esternamente, grigio-cenerino internamente ; spazio castagno del-
l'ala più piccolo {[finiti, ad.). In estate il maschio assume un abito simile a quello
della femmina, ma lo specchio rimane invariato, inoltre il colorito generale è sempre
più scuro {mas. ad. in abito di unita estiva).
Lunghezza totale 0,m545; becco 0,m045; ala 0,m270; codaCyO^O; tarso 0.m039,
È specie che nidifica sopratutto nelle parti più fredde e sub-artiche di Europa,
d'Asia e d'America; migra d'inverno verso sud fino all' Abissinia, alla Cina, al Giap-
pone e ncir Airi erica settentrionale giunge al Messico. In Italia arriva colle con-
generi ed è uccello di passo ed invernale, ma non abbondante; però nel Veneto,
in Toscana, in Sicilia ed in Sardegna si può avere facilmente da ottobre ad aprile.
Non nidifica da noi, ciò che però succede in latitudini egualmente meridionali,
come la Spagna e la Vallata del Danubio.
Genere MARECA. Stephens.
Becco piccolo, ben più corto della testa e ristretto verso l'apice; lamelle
della mandibola superiore appena visibili di profilo; penne centrali della coda
acuminate ed estese alquanto al di là delle laterali; tarso lungo quanto il dito
mediano; sessi distintamente differenti.
Tre sono le specie del genere Mareca, due delle quali s'incontrano nei paesi
Europei, la terza M. sibilatrix (Poepping) è confinata nelle parti meridionali del-
l'America del Sud.
462. Mareca penelope (Linnaeus), Fischione.
[I av. M.II. 6g. 1 o 2].
Becco blu di cobalto, nero all'apice; fronte e vellico ceciati: il resto della
lesta e del collo di un fu Ivo -castagno con piccole macchiette verde-bottiglia, spe-
cialmente d'attorno agli occhi; mento e gola nerastri; dorso
..,.-■■ e scapolari a zig-zags neri e bianco-grigi; cuopritrici alari
4. ed addome bianchi; petto ametistino; sottocoda nero: specchio
/ verde, limitato anteriormente e posteriormente di nero e su-
periormente di bianco {mas. ad.). Testa e collo bruno-lionati,
con fitte macchie nere; parti superiori bruno-nerastre con
margini bianchicci, rossastri sulle scapolari; cuopritrici almi
Testa di u penelope cenerino-scure, con margini bianchicci: specchio cenerino-
mas, mi., ' , gr. imi. sudicio, marginato di bianco; sottocoda bianco a macchie
scure i frinii/, in/.). I giovani somigliano alle femmine. D'estate
giugno-ottobre) il maschio assume un abito simile a quello della femmina; ma
l'ala si conserva come d'inverno compreso lo specchio e le cuopritrici alari, che
^
\T1. ASTIO ORNITOLOGICO 467
rimangono bianche con una fascia nera apicale sulle grandi, le tinte inoltre sono
più rossastre che nelle femmine, sul dorso e sulle scapolari esiste sempre qualche
linea a zig-zags neri o bianco-grigi (mas. ad. in abito di muta estiva).
E specie variabile di colorito e di statura, tali variazioni relativamente al
colore sono in generale effetti delle mute. Le anomalie albine si riscontrano di
solito sulla testa, ma sono molto rare. Si conoscono ibridi selvatici col(iermano
reale, col Codone, coll'Alzavola, colla Canapiglia, ne vennero colti anche in Italia
(Museo Currcr ili Venezia, Raccolta dell'Accademia dei Concordi di Rovigo, Collezione
Arrigoni degli Oddi), ma sono assai rari.
il Fischione è specie Paleartica, che nidifica dall'Islanda al Kamciatka e di
solito al di là del 60" lat.; è accidentale nell' America, eccetto dall'Alaska fino alla
California lungo il Pacifico. In Italia arriva e parte colle congeneri ed è abbon-
dantissima, qualche coppia nidifica, ma di rado; dui-ante l'estate si trovano talora
nell'Estuario Veneto Fischioni riuniti in branchi, composti in gran parte di maschi
giovani colle euopritrici alari ancora scure, e che non nidificano.
463. Nlareca americana (Gmelin), Fischione america no.
Fronte e vertice di un bianco-sudicio, quasi senza macchie; una larga fascia
verde, che dall'occhio si dirige sul collo; guancie e collo biancastri, macchiati di
nero; specchio alare verde, limitato anteriormente e posteriormente di nero (mas.
mi.). Simile alla femmina di M. penelope, ma colla testa ed il collo biancastri mac-
chiati di nero {femm. ad.).
Lunghezza totale 0,m500; ala 0,m265.
Abita il Nord-America, migrando d'inverno fino ali1 America centrale. È ac-
cidentale in Europa (Inghilterra e Francia) e nelle Azzorre.
Genere NETTIUM, Kaup.
Becco stretto, lungo quanto la testa, con l'apice non ristretto, ma alquanto
allargato e rotondeggiante, unghia piccola e rotonda, lamelle poco prominenti; re-
miganti secondarie interne e scapolari più lunghe e più strette che nel gen. Ma-
reca; coda di 16 penne; membrana interdigitale smarginata; sessi distintamente
differenti.
Questo genere cosmopolita comprende 15 specie, delle quali una si presenta
propria anche dell'Europa, mentre altre due vi giungono solo accidentalmente.
464. Nettium formosum (Georgi), Alsavola asiatica.
[ Querquedula formosa (Georgi), Nettion formosa (Georgi)].
Parte superiore della testa, la posteriore del collo, gola ed una fascia che dagli uniti
ili see udì- sulla stessa e vi si allaccia nere; il nero della cervice dietro l'occhio è mar-
ginato di bianco, che giunge fino sui lati della nuca e s'allarga su quelli del collo;
dietro l'occhio una larga fascia verde-metallica, che si estende allargata sui lati
del collo; basso collo ed alto petto vinati, con macchie ovali nere; sui lati del petto
168 ATLANTE OHNITOLOC.IOO
una fascia semiluiiare bianca; specchio verde-metallico, limitato anteriormente da
una t'ascia cannella e terminato prima di nero e poi di bianco (mas. ad.). Bruna,
con le penne marginate di rossigno; una macchia rotonda biancastra sulla parte an-
teriore delle guancie presso la base del becco; ali come nel maschio, specchio
colla t'ascia apicale bianco-fulva (femm. ad. .
Lunghezza totale 0,m460; becco 0,' 038 ; ala 0,m215; coda 0,"'10G; tarso 0,'"024.
Abita la Siberia orientale; d'inverno giunge fino alla Cina, al Giappone e
raramente nell'India. In Europa è specie accidentale e rarissima; cinque esemplari
furono colti nel novembre 1836 sulla Sauna ad Epervans (Francia), uno dei quali
venne conservato {Coli, de Montessus), un sesto nella Manche pure in Francia
(Coli. Conti' di SI, ■udì ed una volta in Italia nel 1885 presso Modena (lì. Museo
di Firenze).
465. Nettium crecca (Linnaeus), Alzavola-,
| Querquedula crecca (L.), Nettion crecca (L.)].
[Tav. XLI, fig. H e 10].
Testa e collo rosso-castagni, con due larghe fascie verdi-metalliche che par-
tono dagli occhi e terminano sulla nuca, marginate di bianco che continua poi
dall'occhio alla base del becco; petto biancastro, con macchie ovali nere; alcune
delle basse scapolari bianco-giallastre, con largo margine esterno nero-vellutato;
specchio alare verde-metallico nel lato superiore, nero-azzurro nell'inferiore, limi-
tato posteriormente di bianco e anteriormente di bianco-fulviccio (mas. ad.). Parti
superiori bruno-nerastre, con margini bruno-rossicci: dorso e scapolari con due fa-
scie trasversali strette bruno-fulviccie; parti inferiori brunastre, con macchie scure
poco distinte sul centro delle penne del petto, dei fianchi e del sottocoda; spec-
chio come nel maschio (femm,. ad.). D'estate (giugno-ottobre, anche alle volte fino
a dicembre) il maschio assume un abito simile a quello delle femmine, ma la sta
tura maggiore, la tinta più scura uniforme e cenerognola, la mancanza dei mar-
gini bruno-rossicci sul dorso e sulle scapolari rimpiazzati di grigiastro e alcune
scapolari con largo margine esterno nero lo distinguono a priori (mas. ad. in abito
di muta (stiro .
Lunghezza totale 0,'"400; becco 0,'"039; ala 0,m180; coda 0,ra080; tarso 0,m028.
L'Alzavola va soggetta a varietà albine o isabelline ed anche allo stato sci
valico s'incrocia col Germano reale, col Fischione, colla Canapiglia, ibridi noti
sotto il nome di Bimaculated Di/eh; Penn., Arias i/toiitnns. Lath., Querquedula glo-
eitans, Vig., Bimaculated Tedi, Selby, A. bimaculata, Gra. fide Bp., Q. o Eunetta
l>i maculata, Bp., essi però sono molto rari; s'incrocia anche colla D. acuta e dub-
biosamente colla Q. circia.
L'Alzavola abita l'intera Regione Paleartica, nidificando di solito nelle parti
Nordiche e portandosi verso Sud nell'inverno; è accidentale in Groenlandia e nel
Nord-America. In Italia è specie essenzialmente di passo ed invernale, abbondan-
tissima; qualche coppia nidifica tanto nelle provincie settentrionali che nelle me-
ridionali, sicché apparirebbe anche stazionaria. Le prime colonie migranti giun-
gono nell'Italia supcriore ai primi di agosto, ma il grosso arriva in ottobre e ne]
novembre. Partono in marzo e nell'aprile.
ATLANTE ORNITOLOGICO 469
466. Netiium carolinense (Gmelin), Alzatola americana.
La femmina sembra eguale a quella del X. erecca, il maschio va distinto dai
seguenti caratteri: la linea biancastra che circonda la banda verde sui lati della
testa e che passa ondulando dall'occhio alla base del becco è quasi invisibile; le
scapolari sono di un grigio-lavagna uniforme e senza bianco; una fascia larga semi-
circolare biancastra su ciascun lato del petto in faccia alla spalla, che manca nel
X. erecca.
Nidifica nelle regioni Artiche dell'America del Nord; migra durante l'in-
verno verso Sud fino nelle parti centrali (Honduras e Cuba). Accidentale nella
Regione Paleartica, venne colto tre volte nelle Isole Britanniche [John Kraus. Ar-
thitr Felloires, Hoivard Saunders).
Genere DAFILA, Stephen*.
Becco lungo quanto la testa, leggermente allargato verso l'apice, guarnito
sul margine della regione apicale .della mandibola superiore di una membrana
stretta e molle; culmine del becco quasi diritto; remiganti secondarie interne e
scapolari allungate ed appuntite; coda lunga, colle penne centrali molto allungate,
acuminate e che sorpassano notevolmente le laterali [mas. ad.); collo lungo e
sottile.
Tre specie compongono questo genere cosmopolita (si eccettui la Nuova Ze-
landa e l'Australia); di esse la T). acuta è anche Europea, la I). Eatoni iSharpe)
abita le Isole Kerguelen e forse le Crozette, la D. spinicanda (Vieilloti l'America
meridionale.
467. Dafila acuta LinnaeuS', Codone
[Tav. XLI, flg. 3 e 4].
Testa ed alto collo di un bruno a ritiessi porporini sui lati della testa e sull'oc-
cipite; linea centrale della nuca nera, limitata da due fascie bianche sui lati del
collo, che si fondono col bianco della parte anteriore del collo, del petto e del-
l'addome; specchio verdone-bronzato, marginato anteriormente di nocciola e po-
steriormente di nero e di bianco; coda grigia, senza fascie trasversali, le due timo-
niere centrali acuminate, nere e sopravanzanti le laterali di parecchi centimetri (mas.
ad.). Parti superiori di un nero-cupo con margini e macchie fulve, che divengono
biancastre sul groppone; parti inferiori bianco-sudicie, con strie scure sui fianchi,
sull'addome e sul sottocoda; specchio nocciola-bronzato, con macchie nere; timo-
niere grigie, con fascie oblique fulve e le mediane quasi eguali alle laterali (ferrini.
ad.). I giovani somigliano alle femmine, ma i maschi giovani hanno lo specchio
alare dei maschi ad. D'estate (luglio-ottobre) il maschio assume un abito simile a
quello delle femmine, ma lo specchio rimane intatto, le timoniere non hanno fascie,
mancano le tinte nocciola sulle parti superiori ed esiste qualche zig-zags sul dorso
(mas. ad. in abito di mata estiva).
ITO ATLANTE ORNITOLOGICO
Lunghezza totale 0,m680; bec< ™050; ala 0,m270; coda 0,m170; tarso 0,,n039 ;
le penne mediane della coda sorpassano le laterali da 0,ra112 a 0,' 127; è specie
piuttosto variabile di dimensioni.
Le varietà albine del ('odono suini rare, più frequenti lineile isabelline.
Xiditiea nelle parti settentrionali della Regione Paleartica e della Xeartiea:
migra d'inverno fino (piasi all'Equatore. In Italia è specie invernale e di passo,
giunge eolio congeneri od è ovunque abbondante, parte in marzo e nell'aprile; però
in giugno si vedono ancora individui solitari, clic sono pei- lo più maschi. Non
nidifica tra noi.
Genere QUERQUEDULA. Stephens
Differisce dal gen. Nettium pel becco guarnito sul margine della porzione
apicale della mandibola superiore di una membrana strotta e molle, esso epuro
lungo quanto la testa, ma molto più largo specialmente all'apice, unghia gratulo
e larga; cuopritrici superiori delle ali blu o grigio-bluastre.
Questo genere consta di cinque specie; una di esse è comune in Europa.
un'altra vi è accidentale e le tre rimanenti sono proprie dell'America.
468. Querquedula circia (Linnaeusi, Mwsajola.
| Tav. XLI, ttg. 7 e 8 |.
Vertice bruno-scuro, limitato da due sopraccigli larghi e bianchi; lati della testa
e del collo di un marrone-vinato, con una stria centrale bianca su cadauna penna:
parti superiori nerastre, con margini grigio-olivastri; scapolari appuntite, allungate
nere, con una stria centrale longitudinale bianca; mento nero; petto fulvo-lionato, con
fitte fascie semilunari nere come a scaglie; cuopritrici alari cenerino-bluastro;
specchio verde-glauco, limitato superiormente ed inferiormente di bianco (mas. ad.).
Simile alla femmina dell' Alzavola, ma il becco è più largo: una tacca biancastra
sulle redini; altre macchie più larghe dietro l'occhio; mancano le chiazze rossigne
sulle scapolari; lo specchio è cenerino-scuro cangiante leggermente in verdone,
marginato anteriormente e posteriormente da due bande bianche (ferrini, mi.). I
giovani, se femmine, sono eguali alle femmine ad., i maschi hanno eguale livrea,
ma sono tosto riconoscibili allo specchio alare differente. D'estate i maschi per
un periodo molto lungo (luglio-novembre) rivestono un abito simile a quello delle
femmine, ma <t priori se ne distinguono per il colorito brillante delle cuopritrici alari
e dello specchio (mas. <t<l. i>t abito <li muta rsti 'va .
Lunghezza totale 0,'"400; becco 0,m039; ala 0/300; coda 0,m072; tarso 0,m025.
Abita la Regione Paleartica, eccettuato l'estremo Nord; sverna nell'Africa set-
tentrionale sino alla Somalia, nella Palestina, nella (ina. nel Giappone, nell'India
ed a Giara. In Italia è uccello estivo e nidificante, ma specialmente copioso quale
specie di passo da febbraio ad aprile e da agosto a settembre; si presenta più
uniformemente distribuito e più abbondante in primavera, d'inverno si uccide
assai di rado.
ATLANTE ORNITOLOGICO 471
469. Querquedula discors (Linnaeus), Mwzajóla dulie ali blu.
Una fascia semilunare bianca tra gli occhi ed il becco; guancie e collo grigio-
bluastri; gastreo rossiccio, macchiettato di scuro; cuopritrici alari di un blu dì mimi hi
brillante; specchio verde-bronzo, limitato anteriormente da una fascia bianca: apice
delle remiganti secondarie nero-bluastro {mas. ad.). Cuopritrici alari blu; specchio
scuro, con la fascia bianca più stretta; un distinto sopracciglio bianco (femm. ad.).
Le dimensioni sono presso a poco eguali a quelle della specie precedente.
Abita l'America settentrionale; sverna nella centrale, arrivando sino al Perù
ed all'Equatore; è accidentale in Europa; un esemplare colto nel 1858 in Gran
Bretagna (') è conservato nel Museo di Edimburgo, un secondo individuo venne
catturato in Danimarca nell'aprile 1868 [Olof Winge).
Genere SPATULA, Boie.
Becco senza membrana, molle sui lati verso l'apice, più lungo della testa, for-
temente spatolato, largo il doppio all'apice che alla base, lamelle assai prospicienti,
specialmente alla base del becco e molto numerose, esse formano come una frangia
laterale; cuopritrici alari bluastre; coda graduata, appuntita, di 14 penne; sessi
differenti in piumaggio.
Questo genere cosmopolita comprende quattro specie, delle quali una sola
Europea.
470. Spatula clypeata (Lixnaeus), Mestoloni.
[Tav. XLII, tìg. 3 e 4].
Testa e collo di un verde-metallico scuro; basso collo, petto e scapolari su-
periori bianche; addome castagno-acceso; cuopritrici alari superiori ed il vessillo
esterno delle due maggiori scapolari diunbluastro-cenerognolo; scapolari nere, con
una larga stria longitudinale mediana bianco-argentea; specchio verde-metallico,
limitato anteriormente e posteriormente di bianco; piedi aranciati (mas. ad.). Colorito
generale nerastro sulla linea centrale delle penne, lionato-gialliccio sul margine;
cuopritrici alari leggermente bluastre; specchio nerastro-verdognolo (femm. ad.).
D'estate (fine maggio-ottobre ed anche più tardi) il maschio riveste un abito simile
a quello della femmina, ma ne è distintissimo per le tinte più cupe, e pel fatto
delle cuopritrici alari e dello specchio che non mutano (mas. ad. in abito ili mata
estiva).
Lunghezza totale 0,m505; becco 0,n'070; ala0,m260; codaO,m096; tarso 0,m033.
Abita le Regioni Neartica e Paleartica, pare si trovi anche in Australia (Gould);
nidifica nelle latitudini settentrionali fino al 68° lat. In Italia giunge colle specie
congeneri, i primi stuoli in agosto, ma il grosso da ottobre a dicembre, ripartono
(') NaturalUt, Vili, 1858, p. 168.
ITI' ATLANTE ORNITOLOGICO
o ripassano in marzo ed aprile. È .specie abbondante, più specialmente all'epoche
dei passi che nell'inverno: non nidifica, quantunque il Malherbe l'asserisca per la
Sicilia.
Genere MARMARONETTA, Reichenbach.
Becco stretto e piuttosto lungo, subeguale alla testa, leggermente più depresso
verso il centro e rilevato verso l'apice ed alla base; lamelle fitte, poco visibili;
specchio alare senza tinte metalliche, eguale al colorito generale grigio o grigio-
bruno; piume dell'occipite rilevate a ciuffo poco pronunciato; sessi eguali.
Questo genere consta di una sola specie propria alla Regione Paleartica me
ridionale.
471. Marmaronetta angustirostris (Ménétriks), Anatra marmorizzata.
[ Garganella marmorizzata J.
Testa grigiastro-pallida, con fascie trasversali nerastre sul vertice e sul ciuffo,
regione perioculare occupata da una fascia bruno-nerastra; dorso e scapolari bruno
grigie, con una macchia apicale grigio-chiara su ogni penna; gastreo grigio-bian-
castro, con macchie e fascie brunastre distinte sul collo, sul petto, sui fianchi e
sul sottocoda; groppone bruno-grigio, col margine delle penne più pallido ; 'remi-
ganti 2e cenerino-pallide a guisa di specchio alare indistinto (mas. ad.). Tinte gene-
rali più opache; ciuffo corto; fascia perioftalmica meno distinta (femm. ad.). In
estate certamente vi è una 2a muta nei maschi ed un soggetto della mia Raccolta,
ucciso nel luglio 1892 in Toscana, mostra la testa senza ciuffo e di tinta uniforme,
col collo bianco-gialletto misto a macchie brunastre; lo spazio perioftalmico è sbia-
dito e così le tinte generali.
Lunghezza totale 0,'"430; becco 0,m048; ala 0,m210; coda 0,m088; tarso 0,m037.
Questa specie si trova dall'India alle Canarie, seguendo la linea della Persia,
del Caucaso, della Palestina, dell'Egitto, dell'Algeria; è comune nella Spagna e
nel Portogallo ed accidentale nel resto dell'Europa meridionale, in Dalmazia, nel-
l'Erzegovina, in Ungheria, in Boemia ed in Baviera. In Italia l'Anatra marmoriz-
zata è specie di comparsa accidentale, tranne forse in Sicilia; nel passato era ri-
tenuta di eccezionale rarità, ma pare invece che di tanto in tanto capiti anche
in branchi numerosi ed avrebbe eziandio nidificato (Toscana). Comparve anzitutto in
Sardegna (tre individui, uno dei quali colla data giugno lS.'ill è nel lì. Musco di
Firenze), nel Napoletano (tre individui, uno dei quali colla data « circa 1850 » è
nel li. Museo di Napoli), a Malta (11 maggio 1874, fide Wright) e finalmente in
Sicilia, ove, secondo le osservazioni del Doderlein e del Giglioli, sembra ginn
gere nei pantani di Catania di tanto in tanto e con una certa frequenza. Su questi
dati adunque risultava palesemente che la specie in parola era molto rara in
Italia, quando nel giugno 1892 un branco di circa f>0 individui comparve sul lago
di Massaciuccoli (Lucca); parecchi di essi vennero uccisi e sono conservati nel
11. Musili di Firenze, nelle Collezioni della Marchesa Paulucei, del Marchese Ridolfi,del
t'unir Spada, della signorina C, Picchi, Arrigoni Degli Oddi, età; nonostante tale
fatto, quando essi ripartirono (agosto) il branco poteva calcolarsi di circa 70 in-
ATLANTE ORNITOLOGICO t i 3
dividili, quindi certamente si erano riprodotti in quegli estesi pachili. Poi nell'a-
gosto 1893 ne venne ucciso un soggetto a Osimo e cinque a Porto Corsini Ra-
venna) nel dicembre del medesimo anno, ed un maschio era stato pure catturato
nel febbraio a Maccarese '/.'. Museo ili Roma . Per quanto so questa specie non
è mai capitata nella Valle Padana. Da ciò risulta che la Marmaronetta, in altri
tempi di comparsa affatto accidentale, ora tenderebbe a farsi specie di appari-
zione irregolare in Italia.
Si > ttofamkìlia FULIGULLNAE, Fuligulini.
Denti laminari su ambedue le mascelle; timoniere normali, da 14 a 18, non
particolarmente rigide; tarsi seudettati sul davanti, più corti del dito mediano, in-
seriti molto all'indietro dell'equilibrio del corpo: dito posteriore muuito di una
larga espansione membranosa posta sul suo lato inferiore.
Collo corto e grosso; colori dominanti opachi: mancanza di specchio con
splendore metallico; sessi differenti.
Questa sottofamiglia comprende tredici generi con circa 36 specie, sparse su
tutto il Globo. Uno di essi, che è detto Camptolaimits, Gray, con una sola specie
C. labradoritis, (Gmel.), sembra ora estinto; era proprio delle contrade setten-
trionali-orientali dell'America del Nord e se ne contano circa 41 esemplari nelle
varie Raccolte del Mondo.
Le Fuligulinae hanno, a differenza delle Anatinae, abitudini in gran parte ma-
rine, si tuffano e possono rimanere sott'acqua lungo tempo. La muta si effettua
come nelle Anatinae ed i maschi adulti presentano un abito estivo quasi eguale
a quello delle femmine, ma pur troppo i materiali, che abbiamo in argomento,
sono troppo scarsi per poterci pronunciare esattamente a tale riguardo.
Genere NETTA. Kaup.
Becco piuttosto piatto, largo e lungo quasi come la testa: denti e lamelle
delle mandibole distinti e prominenti, specialmente sulla superiore: testa coperta
interamente da un ciuffo (mas.); specchio grande e bianco; timoniere in numero di ltj.
Consta di una sola specie, la X rufina.
472. Netta rufina Palla- . Fistiane timo.
[ Branta u Fuligula rufina Pali.. : Callichen rufinus (Pali.. : Germano tur,,,].
[Tav. XLII, tìg. 5 e 6].
Becco rosso-vermiglione, con l'unghia più chiara; vertice ed occipite coperti
da un fìtto ciuffo bajo-fulvo; lati della testa e gola bajo-ametistini: linea centrale
della nuca, parte posteriore del collo, gozzo, petto e parti inferiori nere: una
macchia bianca su ciascuna spalla: un grande spazio bianco-roseo sui lati del-
l'addome; specchio di un bianco leggermente roseo, con una banda subapicalo
bruno-grigiastra (mas. ad.). Becco bruno-rossastro; vertice bruno, con un ciuffo
Atlante ornitologico. 60
474 ATLANTE ORNITOLOGICO
corto; parti superiori grigio-brune; groppone tinto di nerastro; parti inferiori grigio-
biancastre, tinte di brunastro sull'addome; sottocoda bianco (femm.ad.). I maschi
nella muta d'ostato si distinguono dallo femmine, cui molto assomigliano, pel becco
rosso-brillante, pel ciuffo bene sviluppato, pel bruno-cupo dell'addome e del sotto-
coda mas. mi. in abito ili muta estiva).
Lunghezza totale 0,m600; becco 0,m050; ala 0,,n270; coda 0,"'098; tarso 0,"< Un.
I /unica specie di questo genere abita la Regione Paleartica meridionale, dal
Mediterraneo al Turchestan ed all'India (inverno); giunge accidentalmente nel
Nord dell'Europa, e venne presa una volta nell'America settentrionale. In Italia è
uccello discretamente comune e nidificante in Sicilia, in Sardegna e forse nella
Capitanata e nelle Puglie; nelle provincie settentrionali è accidentale d'inverno
ed alle epoche del passo, coll'eccezione del Veneto, ove compare irregolarmente
d'attorno a Venezia e più frequentemente nelle Valli delle foci del Po.
Genere NYROCA. Fleming.
Becco liscio alla base, alquanto corto e largo, stretto in confronto del genere
Netta, ovunque egualmente largo; denti non prominenti sulla mandibola superiore;
testa senza ciuffo.
Vi appartengono dieci specie, delle quali due fanno parte della fauna Pa-
leartica.
a) Colorita generale grigio; testa e rulla ili un castagno -bajo uri masi Iti ad. (gen.
Aktmyia ('), sec. Salvadori).
473. Nyroca ferina (Linnajeus), Moriglione.
[ Fulix ferina o Aethyia ferina " Fuligula ferina (L.)j.
[Tav. XLII, fig. 7, 8 o il].
Becco cenerino-blu nel centro, urrà nel risto; testa e collo di un castagno-bajo; base
del collo tutt'attorno e petto neri; schiena, i/orso, scapolari e cuopritrici, fianchi
ed addome a zig-zags cenerino-periati e neri, più distinti sulle parti superiori:
specchio cenerino, terminato di bianco (mas. ad.). Testa e collo di un bruno-rossigno,
più scuro sul vertice; petto e parte posteriore del collo bruni, coi margini più
chiari; dorso come nel muschio, ma più scuro (finn», ad.). 1 maschi adulti in abito
di muta estiva hanno le tinte della testa e del collo più pallide, il nero del petto
e dell'alto dorso rimpiazzato da bruno-cupo (Salvadori).
Lunghezza totale 0,m450; becco 0,m051; ala 0,m230; coda 0,m07.">: tarso 0,m035.
Il Moriglione s'incrocia coll'^4. boscas, colla .V. rufina, colla N. nyroca, colla
Clangala clangala, etc; l'ibrido colla V. nyroca fu detto Fuligula ferinoides, Bartl.
o F. Homi uni. Bad., se ne conoscono circa dodici esemplari conservati nelle varie
Raccolte d'Europa, compreso il soggetto colto in Italia (Coli. Arrigoni degli Oddi) ('-').
(') Ayllni», Buie /..;-., isul', |.ag. 5 (vi.
I ; Vedi mia Nota, Atti Soc. llul. Se Nat., XXIV, pp. 179-193 (1893).
ATLANTE ORNITOLOGICO 475
Abita la Regione Paleartica, dall'Islanda al Giappone; nell'inverno migra
verso sud fino al Nord-Africa, all'India ed alla Cina. Il Moriglione è molto abbon-
dante in Italia durante l'inverno ed all'epoca dei passaggi; arriva e parte coi
congeneri, ma nel Veneto se ne trova qualche individuo anche in agosto. Fre-
quenta le acque profonde ed i larghi specchi d'acqua specialmente del mare, delle
lagune e degli stagni. Non nidifica.
b) Colorito generale linaio; testo, eccetto nella N. Baeri (Radde), intieramente
o parxialmente tinta di castagno, specialmente nei maschi adulti (gen Nyroca, sec. Sal-
vadori).
474. Nyroca nyroca (Gììlden.stàdt), Moretta tabaccata.
[ Fulix nyroca (Gui.d.), Nyroca africana (Gm.)].
[Tav. XLII, fig. 10 e 11].
Iride bianca; testa, collo e parte alta del petto di color castagno, sul collo un
collare bruno-nerastro; dorso, groppone e cuopritrici della coda lnuno-nerastre,
scapolari di eguale tinta, con punteggiature castagne poco apparenti e talora
mancanti; mento bianco; fianchi bruno-castagni; resto del gastreo e specchio
bianchi, quest'ultimo bordato posteriormente da una fascia nera a riflesso verdone
i mas. ad.). Tinte più opache; testa e collo bruno-castagni ; manca il collare nerastro;
petto bruno, col margine delle penne più chiaro; addome bianco; banda terminale
dello specchio più opaca (femm. ad.). Nell'abito di muta estiva il maschio ad. si di-
stingue dalla femmina per le tinte più lucide e più cupe; testa, collo e petto lavati
di castagno, il collare nero è presente, i fianchi castagni; lo specchio di un bianco
più puro e la fascia terminale più vivace, inoltre la statura è maggiore.
Lunghezza totale 0,"'4:00; becco 0,"'042; ala 0,'"190; coda 0,m065 ; tarso 0,,n029.
Io ho descritto speciali individui (') uccisi di primavera e d'autunno che pre-
sentavano un bel collare distinto bianco, fatto che si osserva in altre specie come
nel ( '. streperus (Coli. Marchese Ridolfi), nel A', crecca (Coli. Arrigoni Degli Oddi) etc.
Abita l'Europa centrale e meridionale e l'Africa, migra al sud d' inverno fino
alle Canarie ed all'Abissinia, all'India e ad Arrakan. È specie sedentaria e comune
nell'Italia meridionale, in Sardegna, in Sicilia ed a Malta, ma in maggior quantità
è in generale di passo o d'arrivo in primavera e di partenza d'autunno; oltre
che nelle parti citate, nidifica in Toscana, nel Mantovano e nelle Valli del Po; è
poco comune nel Veneto, specialmente d'attorno a Venezia.
Genere FULIGULA, Stephens.
Becco subeguale alla testa, più largo verso l'apice che alla base, ove è rial-
zato, largo, corto e molto più arrotondato all'estremità che non nel gen. Nyroca;
testa nei maschi adulti nera a riflessi; specchio bianco, terminato di nero nelle
specie europee.
(') Alti Soc. ltul. Se. Nat. XXXVI, pag. 215-23 con tav. (1897).
IVli ATLANTE ORNITOLOGICO
Questo genere comprende cinque Bpecie proprie dell'Emisfero settentrionale
e della Nuova Zelanda, due di esso sono anche europee, mentre le comparse della
F. affìnis, Eytoii e della F. collaris (Donov.) nelle Isole Britanniche non sono ancora
positivamente comprovate.
,-i Nessun ciuffo occipitale; dorso < scapolari con sig-xags neri su fondo bianco
periato, /i/fi nei maschi adulti, più radi nelle femmim e nei giovani, più o meno distin-
tamente accentuati, ma sempre presenti; statura maggiore.
475. Fuligula marila (Liiwaeus), Monito grigia.
L Fulix marila (L. i].
[Tav. XLIII, fig. :; e I ].
Becco mollo largo celestognolo, coll'apice nero: testa e cervice di un nero-
verdone e senza ciuffo; dorso e scapolari bianco periate a zig-zags neri; gola, gozzo
e petto di un nero-puro; specchio bianco, nero all'apice (mas. ad. i. Uno spazio distinto
bianco tutt'attorno al becco e sulla fronte, più largo nelle femmine adulte: parli
che nel maschio adulto sono nere qui bruno-scure; cosi di egual colore il dorso
e le scapolari, che hanno zig-zags bianco-cenerini più o meno apparenti (feinm.
ad. e giov.). 1 maschi adulti in abito di muta estiva assomigliano alle femmine, ma
sono più cupi di tinta e di statura maggiore.
Lunghezza totale 0,m510; becco 0,m045; ala 0,m210; coda 0,m075; tarso 0,m034.
Gli esemplari dell'Asia orientale furono divisi sotto il nome di F. mariloides,
Vlg. e gli Americani sotto quello di F. neartica (Steju.); sembra però, anche se-
condo il Conte Salvadori, che non vi siano sufficienti differenze per una tale se-
parazione. Si conoscono ibridi della F. marila colla N. nyroca e colla Clangula clan-
gula, ma sono estremamente rari.
Abita la Regione Paleartica settentrionale e la Neartica, d'estate fino al 50°
lat.; d'inverno migra fino nel bacino del Mediterraneo, nell'Africa settentrionale,
nella Cina, nel Giappone, ma è rara nell'India, ed in America si spinge sino al
Guatemala. Nell'Italia superiore è specie di passo ed invernale, arriva in novembre
e riparte nel marzo, perù non può dirsi di comparsa affatto regolare, ma neppure
rara (Estuario Veneto e lago di Garda); diviene sempre più scarsa nelle Provincie
centrali ed è quasi accidentale nelle meridionali. Conservo nella mia Collezione
quaranta esemplari avuti da Udine alla Sicilia, dalla Sardegna e da Malta.
In / inastili adulti hanno un lungo ciuffo occipitale pendente, esso è assai breve,
ma presente anche nelle femmine e nei giovani; i tig-xags sul dorso e sitili scapolari
del tutto inauranti, sala i inastili athilti hanno tatara punteggiature biancastre indistinte o
l'in issi ine.
476. Fuligula fuligula (Linnaeus). Moretta.
L Fulix fuligula iL.ì, Fuligula <• Fulix cristata (Lkacii.)].
[Tav. XLIII, Bg. 1 << 2],
Becco celestognolo, coll'apice nero; penne della testa erette a lungo ciuffo pen-
dente, esse e quelle del collo nere cangianti in paonazzo; schiena e scapolari di un
ATLANTE ORNITOLOGICO I i i
nero-verdone, finissimamente punteggiate di biancastro poco appariscente; gola e
petto neri; specchio bianco, terminato di nero (mas. ad.). Fronte e redini mac-
chiate di bianco nelle femmine, talora bianche nei giovani; tutte le parti che nel
maschio sono nere qui bruno-nerastre: dorso uniforme; ciuffo
più corto, ma sempre presente (femm. mi.). L'abito di inntn estiva
del maschio ad. è simile a quello della femmina, ma più cupo
nella tinta e di statura maggiore.
Lunghezza totale 0,'"440; becco 0,'"042; ala 0;"210: coda
0,'"070; tarso 0,'"030.
I giovani di questa specie si possono alle volte scam- . , ...
biare per quelli della precedente, che sono però sempre di mag ad y gr. nat.
statura maggiore; un carattere ottimo a distinguerli è la tinta
delle scapolari e del dorso che è uniforme nella F. eristata, mentre invece nella
F. inorila si notano zig-zags bianco-cenerini e bruno-nerastri, che, per quanto
scarsi, sono però o qua o là sempre pr/sn/ti. Questa specie s'incrocia molto rara-
mente col N. crecca, colla X. ferina e colla X. nyroea.
Abita la Regione Paleartica, dall'Atlantico attraverso l'Asia Ano al Pacifico;
d'inverno giunge sino nell'Africa settentrionale, nella Cina. nell'India e raramente
a Borneo e nelle Filippine: non è certo se nidifichi sugli alti laghi dell'Abissinia,
come venne asserito. E specie molto abbondante in Italia, arriva in novembre e
riparte nel marzo e nell'aprile; non è difficile possa nidificare, ciò che però non
venne accertato sinora.
Due specie nord-americane la F. collaris iDonov. e la /-'. afpnis, Eyton, furono
incluse nella Fauna Europea senza le dovute garanzie: la prima come colta in
Inghilterra (Donoran), la seconda pure in Inghilterra (Thompson) e forse in Olanda
(Dresser).
Genere CLANGULA, Leach (l).
Becco forte e depresso, molto più corto della testa, più alto che largo alla
base, depresso e ristretto verso l'apice; margini della mandibola superiore non
piegati all'indentro e che nascondono gli apici delle lamelle; remiganti di forma
normale; ali senza specchio bianco; coda mediocre, colle penne rotondate all'apice;
dito mediano lungo circa il doppio del tarso.
Sessi differenti; testa con un ciuffo di un nero-vellutato nel maschio, bruna
nella femmina.
Tre specie, proprie all'Emisfero settentrionale, compongono questo .nenere.
477. Clangula clangula (Linnaeus), Quattr'occhi.
[ Bucephala clangula, (L.), Clangula glaucion, (L.), ].
[Tav. XLIII, fig. 12 e 13 ].
Becco nero; un ciuffo sul vertice, testa e collo di un nero-verdone; una grande
macchia roto/imi sulle redini, medie e grandi cuopritrici, remiganti 2° e gastreo
f) Clangula, Leach in Roes's, Voy, Discoli. App. p. XLVI1I (1819) (ex Gesner)
ITs \TI.\NTK (} UNITO LOGICO
bianchi; dorso, scapolari interne, groppone, sopracoda, piccole cuopritrici e remi-
gante 1' neri-: scapolari esterne bianche, con un largo margine esterno nero (mas.
ad.). Stai ura notevolmente minore; becco bruno-nero, con un tratto giallo presso
l'apice; testa e parto superiore del collo bruno-cupe, con un collare bianco at-
torti" al basso collo; collo e petto cenerini, bianchicci sul marnine; cuopritrici
grandi delle ali talora terminate di nero, che divide in due la macchia bianca
formata da esse e dalle remiganti 2°; ascellari brune (femm. ad.). I maschi gio-
vani somigliano alle femmine, ma hanno l'ala più bianca e macchiette bianche
sulle redini. I maschi adulti in abito di muta estiva si distinguono dalle femmine
per statura maggiore e la colorazione dell'ala che non si modifica.
Lunghezza totale 0,m520; becco 0,'"036; ala 0,ra230; coda 0,'" 100; tarso 0,'"0:'.l:
dito mediano con unghia 0,'"072. La femmina è distintamente più piccola del
maschio; ala 0,m195.
Si citano ibridi col Moriglione, colla Moretta grigia e colla Pesciajola; questo
ultimo incrocio fu distinto come specie e chiamato Mergus anatarius, Eimb.,
C. angustirostris, Brehm, C. mergoides e Arias mergoides, Kjarbolling.
Abita la Regione Paleartica settentrionale, nidificando nelle parti artiche e
subartiche, verso sud sino alla Germania ed al Caucaso, si trova anche nel
Nord-America; d'autunno migra verso sud sino all'Africa settentrionale ov'è raro,
all'India, alla Cina, al Messico ed a Cuba. In Italia è specie invernale, d'arrivo
in novembre e di partenza in marzo; nel Veneto è comune, diviene meno abbon-
dante quanto più discendiamo verso le provincie meridionali, però non è rara in
Sardegna; i maschi ad. sono più scarsi dei giovani, le femmine ad. si confondono
con questi. Ne ebbi da tutte le nostre provincie, compresa la Calabria e la Sicilia.
478. Clangula islandica (Gmelini, Quattr'occhi islandico.
Testa e parte superiore del collo di un blu-nero metallico, con una grande
macchia bianca verticale - triangolare sulle redini; bianco dell'ala formato da due
spazii divisi da una breve banda scura (mas. ad.). La femmina è
eguale a quella di C. clangala, ma più grande, con la banda grigia
sul petto più scura e più larga e le grandi cuopritrici delle ali
terminate in generale di nerastro {femm. mi. e giov.).
Lunghezza totale 0,ra510; becco 0,'"037; ala 0,m250; coda 0,'"112;
3 tarso 0,m039.
I,sl:"1" ;'"'"'"'"'"• Abita l'Islanda; giunge accidentalmente in Europa, cioè in
Norvegia ( Cotteti), nel Belgio (Fallon), in Ispagna (Dresser), ma non
indie Isole Britanniche (Sharpe). Abita poi l'America settentrionale dalla Groen-
landia all'Alaska, svernando nel sud sino all' Illinois etc.
479. Clangula albeola (LlNNAEUS), Quattrocchi americano.
Testa e parte superiore del collo di un verde-metallico e porporino-lucido, con un
granile spazio bianco triangolare che si estende sui lati della testa dalla parte posteriore
dell'occhio all'occipite, ove termina inun ciuffo: scapolari e spazio alare bianchi (mas,
ad.) Testa, collo e parti superiori bruno-scure, leggermente porporine; una grande
ATLANTE O UNITO LOGICO 479
macehia bianca longitudinale sui lati della testa dalla regione posteriore dell'occhio
attraverso l'auricolare fino sui lati del collo (femm. ad.).
Lunghezza totale 0,m350; becco 0,n,025; ala 0,m160; coda 0,m072; tarso 0,n,025.
Abita l'America settentrionale artica, migrando d'autunno sino al Messico.
Accidentale a Cuba (Sai radon'), nelle Isole Britanniche (Yarrell, Cordeaux, R. Gray)
ed in Asia nelle Isole Gommander.
Genere HARELDA, Stephens.
Becco molto più corto della testa e che si restringe verso l'apice; margini
della mandibola superiore in parte ripiegati all'indentro, sicché le lamelle sono
parzialmente scoperte, unghia fortemente ricurva; testa fornita di ciuffo; spec-
chio alare mancante; scapolari molto lunghe ed appuntite (mas. ad.); tarso molto
più corto del dito mediano con unghia; piumaggio variato; sessi differenti.
Una sola specie propria dell'Emisfero settentrionale.
480. Harelda hyemalis (Linnaeus), Moretta codona.
[Harelda glacialis (L.); Moretta pezzata].
[Tav. XLIV, fig. 3 e 4].
Testa, collo, lunghe scapolari e basso addome di un bianco-periato; parti supe-
riori bruno-nerastre; lati della testa plumbeo-grigi, seguiti da uno spazio ovale bruno
sui lati del collo; dorso, petto ed ali bruno-nere; timoniere bruno-nerastre mar-
ginate di biancastro, la tinta bianca aumenta verso le esterne che ne sono invase
quasi per intero, le due centrali nere, fine, appuntite, sopravanzanti di molto (massimo
0,'"150) le laterali (mas. ad.). Testa e parti superiori bruno-scure; lati della testa
di un bianco-sudicio; uno spazio sui lati del collo bruno-sudicio; una fascia bianca
dietro l'occhio; gola e petto bruno- cenerognoli; scapolari e ti-
moniere mediane non allungate (femm. ad. e gioì.). Tinta gene-
rale bruno-scura, col dorso e le lunghe scapolari con margini
rossastri larghi e distinti; lati della testa, fronte e cervice grigio-
fuligginosi; basso addome bianco (mas. ad. in abito ili ìnula estiva).
Lunghezza totale, comprese le timoniere centrali, 0,n'700;
becco 0,'"029; ala 0,'"220; coda: timoniere centrali 0,'"290, timo-
niere laterali 0,m130: tarso 0,'"031; dito mediano e. u. 0,'"060. La Testa din H: ''"""«'^
mas. ad., '/, gr. uat.
femmina è più piccola del maschio; lunghezza totale 0,™420.
Abita le parti Artiche; d'inverno migra fino al bacino del Mediterraneo, al
Mar Caspio, al Giappone ed in America sino alle regioni dei Grandi Laghi. In
Italia è uccello raro, specialmente nell'abito di maschio ad. ; può dirsi di appari-
zione irregolare soltanto nell'Estuario Veneto durante gli inverni più rigidi, compare
di solito in novembre e ne ebbi più di venti esemplari, in gran parte giovani; nel
resto d'Italia è accidentale e venne colto in Lombardia, in Toscana e nelle Puglie,
tengo un soggetto dal Ferrarese e dalla Liguria; non so se sia comparso in altre
Provincie.
tso ATl.wn; ORNITOLOGICO
Genere HISTRIONICUS. Lesson (•).
Becco molto più corto della testa e piccolo, assai appuntito all'apice, che è
interamente occupato dall'unghia; un piccolo lobo membranoso su ciascun lato
del becco alla base della mandibola superiore, le lamelle non proiettano esterna-
mente coi loro apici; testa senza ciuffo; remiganti 2e interne arricciate; ala senza
specchio; coda molto graduata e composta di 14 penne appuntite; piumaggio a
spazii irregolari di vari colori; sessi differenti, maschio brillantemente colorito.
Una sola specie propria delle regioni Artiche.
481. Histrionicus histrionicus (Linnakis), Moretta arlecchino.
LCosmonetta histrionica (L.)].
[Tav. XLIV. fig. 1 e 2].
Colorito generale blu-ardesia-cupo, tinto di brunastro sulle parti inferiori; una
stria dall'occhio ai lati della nuca e fianchi rosso-castagni; linea mediana della
lesta blu aera; una grande macchia bianca alla base del becco, che continua in
un sopracciglio sui lati della cervice, una seconda invece piccola sulla regione
auricolare ed una terza allungata sui lati del collo, ambedue bianche; sulla parte
bassa del collo un collare quasi completo bianco, bordato di nero ed una grande
mezzaluna bianca bordata di nero sui lati del petto di fronte alle spalle; numerose
macchie bianche sulle scapolari, sulle remiganti 2" interne e più scarse sulle grandi
cuopritrici; sottocoda nero, con una macchia bianca sui lati; uno specchio porporino
sull'ala, formato dai vessilli esterni delle secondarie più corte (mas. ad.). Parti su-
periori bruno-scure ed olivastre; parti inferiori più pallide, con fitte macchie bian-
castre sul petto e sull'addome prodotte dai margini delle penne; una macchia
bianca sotto e davanti l'occhio, un'altra sulla regione auricolare (femm. mi.). Il
maschio adulto in abito di muta estiva somiglia alla femmina, ma presenta una
grande macchia biancastra sui lati anteriori della testa estesa anche sotto gli
occhi: vi sono traccie di bande castagne sulle parti posteriori dei lati della cer-
vice; alcune penne nere framezzo il bruno del collo; una stretta banda bianca
sui lati della nuca; poche penne bianche, marginate di nero sui lati del petto
(Salvadori).
Lunghezza totale 0,'"4r>0; becco 0,m026; ala 0,'"200; coda 0,'" 100; tarso 0,m030.
Abita l'Islanda e le parti settentrionali dilla Regione Neartica ed il N. E.
dell'Asia, giungendo d'inverno al Giappone. È uccello accidentale in Europa; venne
colte parecchie volte nelle Isole Britannichee nella Svezia; secondo Degland in Ger-
mania ed in Francia, forse nella Svizzera e nel Tirolo {Tschusi). In Italia cono-
sciamo soltanto la cattura di due individui giovani, che vennero uccisi dal cac-
ciatore Antonio Puppi il 2 marzo 1902 nel Canale di Piove. Estuario Veneto in
Prov. di Venezia [OolUxione Arriyoni Begli Oddi).
(') Geu. Iliairiiniiru,. i.csmmi, 1828; Cotmoneita, Kaup [1829),
ATLANTE ORNITOLOGICO 481
Genere OIDEMIA. Fleming (';.
Becco robusto, quasi lungo come la testa, depresso e molto largo all'apice,
mandibola superiore rigonfia o gibbosa alla base ; lamelle forti, larghe, molto di-
stanti, abbastanza esposte, unghia piatta, molto larga e arcuata all'apice; coda gra-
duata ed appuntita; tarsi inseriti molto all'indietro,più corti del dito mediano; sessi di-
stinti; piumaggio opaco, nero-cupo nei maschi, grigio-bruno senza fascie nelle femmine.
Sei specie, di abitudini prettamente marine e proprie dell'Emisfero settentrio-
nale, compongono questo genere, tre di esse fanno parte dell'Avifauna Europea.
a) Lunghezza della commessura molto minore di quella del dito interno senz'un-
ghia; becco nel maschio adulto molto rigonfio sulla sommità alla base; ala senza specchio
bianco (gen. Oidemia (Salvador!)).
482. Oidemia nigra (Linnaeus), Orchetto marino.
[ Oedemia nigra (L..)].
[Tav. XLIII, fig. 5, 6 e 7].
Intieramente nero-lucente; becco nero, con una macchia gialla sul centro del
culmine (mandibola superiore) davanti alla protuberanza della base del becco (mas.
ad.). Bruno-fuligginosa, più chiara sulle parti inferiori; mento e gola biancastri;
lati della testa e del collo bianco-grigi, tinti di brunastro; becco nero-opaco senza
protuberanza alla base, solo rigonfio alla base della mandibola superiore (femm.
ad.). I giovani somigliano alle femmine, ma hanno l'addome più biancastro.
Lunghezza totale 0,'"500; becco 0,m050; ala 0,m230; coda, comprese le timoniere
mediane, 0,m140; tarso 0,m047; dito mediano e. u. 0,m084.
Abita la Regione Paleartica settentrionale verso est sino alla Penisola Taimyr ;
sverna sul Baltico e sulle coste dell' Europa occidentale, giungendo accidentalmente
sulle Mediterranee; venne preso anche alle Azzorre. In Italia è specie di comparsa
accidentale e molto rara ; venne catturata nel Veneto, in Lombardia, in Liguria,
in Piemonte, in Toscana, io ne ebbi anche dalla Sardegna, ed è singolare che
gli adulti si trovino con più facilità dei giovani.
b) Lunghezza della commessura molto maggiore di quella del dito interno senz'unghia;
penne della testa estese più in avanti sulle redini che sulla fronte; ala con uno specchio
bianco (gen. Melanetta (2) (Salvadori)).
483. Oidemia fusca (Linnaeus), Orco marino.
[Oedemia fusca (L.); Germano di mare ].
[Tav. XLIII, fig. 8 e 9 ].
Penne delle redini separate dalla narice da uno spazio ugiuile o quasi eguale alla
lunghezza della narice stessa Salvadori .
(') Oidemia, Fleming, Phil. of Zool. II, p. 260 (18221, nec Oedemia, Auct., da olòtjfia = gonfiezza,
per causa del becco rigonfio alla base.
(2) Melanina, Boie, Isis, 1822, p. 564.
Atlaìite ornitologico. (il
t82 ATI.\N I E ORNITOLOGI! 0
Nero-vellutato per intero: iride, contorno degli occhi, una piccola tacca sotto
gli stessi e largo specchio alare bianchi; becco colla porzione basale elevata, ma
non t'orinante una protuberanza distinta e coi processi laterali ingrossati della
mandibola superiore senza penne, esso è giallo-aranciato-pallido, nero sulle parti
rigonfie, sulla linea centrale e sul margine {mas. ad. . Bruno-nerastri, con margini
biancastri sul petto e sull'addome; due macchie biancastre, una presso la base
del becco, l'altra sulla regione parotica; specchio come nel maschio; becco bruno
(fruì ni. ad. e giov.).
Lunghezza totale 0,'"580; becco 0,'"049; ala 0,'"280; coda 0,'"092; tarso 0,'"042;
dito mediano e. u. 0,m081.
Abita la Regione Paleartica settentrionale, giungendo sino alla Siberia occi-
dentale; sverna sulle coste dell'Europa temperata, sul Mar Nero e sul Caspio; è ac-
cidentale in Groenlandia e nel bacino del Mediterraneo. In Italia è specie di passo
irregolare nel Veneto, non rara in alcuni anni specialmente nel novembre; ma
siccome frequenta il mare, si uccide di rado; è molto più scarsa nelle provincie
nord- occidentali, in Liguria, nell'Emilia, in Toscana e nel Romano. Comparve
anche nelle Puglie (De Romita e Coli. Arrigonì Begli Oddi) ed in Calabria {Coli. Ar-
rigoni Degli Oddi) ed una volta in Sardegna; non consta segnalata per la Sicilia
e per Malta. Gli adulti, specialmente i maschi, sono molto più rari dei giovani.
e) l'i uni d< Un testa estese molto più in manti sulla fronte, che non salir redini;
lati del becco alla base con parti rigonfie del tatto nude; ala senxa specchio, <gen. Pe-
lionetta (Salvadori)).
484. Oidemia perspicillata (Linnaeus), Orco marino dal becco grande.
Nero-vellutato per intero; un grande spazio bianco semiquadrangolare sulla
nuca, uno di più piccolo sulla cervice; ali senza tinte bianche; becco rossiccio-scuro,
con una grande macchia nera alla base sulla regione laterale della parte ri-
gonfia {mas. ad.). Simili a quelli della specie precedente, ma più cupi e facilmente
distinti all'impennatura differente della testa, alla mancanza di penne sui lati del
becco e di specchio alare (femm. ad. e giov.).
Lunghezza totale 0,'"530; becco 0,'"039; ala 0,m225; coda 0,"'08S; tarso 0,m038.
Abita la Regione Neartica boreale, portandosi tino alle coste asiatiche del
mare di Bering; sverna verso sud sino in California e Giamaica. E accidentale
in Europa (Inghilterra, Francia, Norvegia, Svezia, Helgoland).
Genere HENICONETTA, G. U. (ìray.
Becco senza processi frontali, meno lungo della testa, stretto, quasi eguale
ovunque, lamelle molto piccole e non prospicienti, margini della mandibola su-
periore piegati verso l'interno, mandibola inferiore colla regione apicale piatta
e quasi spatolata; remiganti 2e interne falcate; scapolari lunghe e strette, piegate
all' ingiù; coda lunga e graduala; dito mediano più lungo del tarso; sessi diffe-
renti; maschi e femmine con specchio metallico.
Una sola specie.
ATLANTE ORNITOLOGICO 483
485. Heniconetta Stelleri (Pallas), Edredone di Stalin-.
Testa, parte posteriore e laterale del collo di un bianco-periato; redini ed un
ciuffo occipitale color verde-oliva-lucido: spazio perioculare, una macchia sui lati del-
l'occipite e parti superiori nero-violacee vellutate; collare nero-porporino bordato di
bianco superiormente ed inferiormente, tranne nella parte centrale ove si unisce al
nero della gola e del mento ; parti inferiori rossigno-bruno-vivaci, con una macchia
nera rotonda sui lati del petto ed una tinta nerastra sul basso addome, biancastra
sui fianchi; scapolari blu-nero-lucide sul vessillo esterno, l'interno molto stretto
e bianco; specchio alare di un blu-nero-metallico, terminato e limitato superior-
mente di bianco; cuopritrici alari bianche, che formano un grande spazio sull'ala
mas. ad.). Bruno-rossigna con fascie nerastre poco distinte sulla testa, sul collo
e sulle parti anteriori de] gastreo: basso addome rossigno-nerastro uniforme; apici
delle grandi cuopritrici soltanto e quelli delle remiganti 2e bianchi, racchiudenti
lo specchio blu-nero-metallico (fé ut in. ad.).
Lunghezza totale 0,m450; becco 0,'"041; ala 0,m215; coda 0,"'l 15; tarso 0,'"037;
dito mediano e. u. 0,m062.
Abita la Regione Paleartica nordica e artica fino all'Alaska; nidifica nel Fjord
Varanger e nel Finmark (Norvegia; e nelle parti boreali d'Asia. È accidentale in
Inghilterra, Helgoland e Francia e non venne mai trovato in Italia.
Genere SOMATERIA, Leach.
Becco con processi frontali, stretto, appuntito, meno lungo della testa, rigonfio
ed elevato alla base; lamelle assai distanti inter se; margini della mandibola superiore
non piegati verso l'interno; redini separate dalle penne della fronte da uno spazio
nudo; remiganti 2° alquanto ricurve od a ferro di lancia; tarso più corto del dito
mediano; sessi differenti in piumaggio; specchio alare mancante.
Questo genere è composto di quattro specie confinate alle regioni artiche e
subartiche d'America, d'Europa e d'Asia.
a) Linea centrale delle penne, sulla mandibola superiore che si estende solo a metà
lunghezza tra la regione posteriore, delle narici e la posteriore degli angoli frontali
nudi; le penne delle redini si estendono oltre l'angolo posteriore delle narici; becco con
lunghi processi posteriori, come due branche, che coirono in continuazione del cui mine
sui lati della fronte, divise da un lungo interspazio pennuto (gen. Somatekia).
486. Somateria mollissima (Linnaeu.s), Edredone.
[ EUÌa--\.
[Tav. XLIV, tìg. 5 e 6].
Bianco, tinto di fulvo-gialletto sul petto e di verde sull'occipite e suoi lati;
parte superiore della testa nero-vellutata, divisa nella linea mediana dal livello
degli occhi fino alla nuca da una fascia biancastra; gola bianca; basso dorso,
groppone, parti inferiori dal petto all'ingiù, remiganti e coda nere; una macchia
184
ATLANTK GUNITI ILOfilOl l
bianca sui lati del basso addome; scapolari e remiganti 2" interne piegate a falce
Imi nelle [mas. ad.). Bruno-rossigna o bruno-ocracea; macchiata e fasciata di nerastro
più distintamente sulle parti superiori;
grandi cuopritrici alari e remiganti 2"
terminate di bianco (femm. ad.). I maschi
ad. in abito di muta estiva hanno come i
giovani i margini di tutte le penne non
rossigni od ocracei, ma invece grigiastri
e penne nere e bianche dell'abito del-
l'adulto.
Lunghezza totale 0,'"tióO; becco
0,'"057; ala 0,m295; coda 0,m110; tarso
0,,n047; dito mediano e. u. 0,n,079.
Abita le parti settentrionali artiche
della Regione Paleartica occidentale,
verso oriente sino al mare di Kara, e
una forma dubbiosamente distinta (S. rnol-
lissima borealis, A. E. Brehm) è propria
dell'America artica orientale ; quella mi-
gra d'inverno sino alla Manica e sulle co-
ste settentrionali della Francia, questa
sino alle coste del Massachusetts. È
specie accidentale e molto rara in Italia;
venne colta nel Veneto, in Liguria, in
Toscana e nelle Puglie [Coli. Arrigoni
Degli Oddi) e forse nel Tirolo; quattro
sarebbero gli adulti presi nella nostra penisola. L'esemplare di Puglia e quello
del Museo di Serajevo, colto nelle vicinanze di quella città, sarebbero le due cat-
ture più meridionali che si conoscano.
a) Becco di 5. spectabilis, femm.
L'estremità anteriore dello spazio pennuto sulla
fronte arriva all'angolo posteriore delle narici fi, 1):
le penne delle redini (2, 2) terminano molto prima
del detto angolo.
b) Becco di S. moltissima, femm.
La linea centrale delle penne sulla mandibola
superiore (1, 1) si estende solo a metà lunghezza
tra la regione posteriore delle narici (2, 2) e la po-
steriore degli angoli frontali nudi ; le penne delle
redini si estendono oltre l'angolo posteriore delle
narici.
hi Becco rossiccio-aranciato, con processi frontali larghi, quadrati, quasi verticali, che
formano protuberanza fuori della linea del culmine e che sono divisi sulla fronte da uno
spazio pennuto (mas. ad.); estremità anteriore dello spazio pennuto sulla fronte che ar-
riea ali1 angolo posteriore delle miriti ; le penne delle redini terminano molto prima del
dello umililo (sottogeil. EHI! INETTA, Coues).
487. Somateria spectabilis (Linnaeus), Re degli Edredoni.
[Re defili Eider ].
Cervice e nuca cenerino-bluastre; lati della testa verde-mare; guancie, gola,
parte alta del collo e del dorso bianchi, con una macchia nera a V sulla gola;
una fascia nera che dal culmine margina la base del becco, una macchia pure
nera sotto l'occhio; petto bianco-crema; cuopritrici piccole e medie ed un grande
spazio sui lati del groppone bianchi ; nel resto nero e bruno, comprese le scapolari
molto larghe e falcate sul vessillo esterno (mas. ad.). Eguale a quella di S. mol-
tissima: più rossigna e più piccola; il becco non ha gli scudi laterali del maschio e
si distingue a prima vista pel carattere degli spazi pennuti sulla fronte e sulle
ATLANTE OKNITOM irilCO
185
redini sopraccitati ifemm. ad.). I maschi ad. in abito di muta estiva si differen-
ziano tosto da quelli di 8. umilissima al carattere del becco.
Lunghezza totale 0,m57O; becco 0,'"032; ala 0,'n270; codaO,m088; tarso 0,m042;
dito mediano e. u. 0,'"070.
Becco di S. mollissima,
mas. ad., visto di fianco,
circa '/:- gr- nat.
Becco di S. apeotàbilis,
mas. ad., visto di fianco,
circa ' gv. nat.
Abita le regioni artiche dell'Emisfero settentrionale, nidifica nell'Isola Kol-
gujev, nella Nuova Zembla e nelle terre settentrionali dalla Siberia al mare di
Bering. Compare raramente d'inverno nella Russia settentrionale, nella Scandi-
navia, nelle Isole Britanniche, in Olanda, sul Baltico ed in Francia. In Italia venne
colto una sol volta nell'Estuario Veneto nell'agosto 1888 e l'esemplare è nel Museo
Correr di Venezia, un secondo conservato nel R. Museo di Firenze sarebbe stato
catturato nel novembre 1892 a Ravenna (Giglioli, in liti.).
Sottofamiglia ERISMATURINAE, Erismaturini.
Becco largo, spianato, lungo quanto la testa, rigonfio alla base e sulle na-
rici, largo all'estremità con l'unghia piegata al di dentro; lamelle perpendicolari
poco visibili; ali molto corte, piuttosto appuntite; timoniere strette, lunghe, sepa-
rate, in numero di 18, molto rigide e visibili fino alla base, essendo assai corte le
cuopritrici della coda; dito posteriore munito di un grosso lobo, il mediano sen-
z'unghia (0,m058) lungo più del doppio del dito posteriore con unghia (0,'"020) nella
specie Europea; sessi differenti; nessuno specchio alare.
Questa sottofamiglia, che ha un abitato quasi cosmopolita, consta del solo ge-
nere Erismatura che comprende undici specie, delle quali una sola è Europea.
Abitano specialmente le acque dolci, i laghi ed i fiumi e se assalite, anziché pren-
dere il volo, si sommergono e rimangono sott'acqua un lungo tempo, sicché in ciò
partecipano dell'abitudini degli Svassi.
Genere ERISMATURA, Bonaparte.
Ha i caratteri della sottofamiglia.
486 ATLANTE ORNITOLOGICO
488. Erismatura leucocephala (Scopolu, Gobbo ninninosi).
[Tav. XLIII. fig. 10 e 11].
Colorito generale bruno-rugginoso, con stretti zig-zags nerastri e che volge
al castagno sul petto e sui fianchi; cervice nera; fronte, occipite, nuca, mento e
guancie bianchi; coda nerastra; becco blu (mas. ad.). Più rossiccia, specialmente
sulle parti inferiori; parte superiore della testa bruna; un tratto bianco dal becco
alla nuca, passando sotto l'occhio; mento e gola biancastri, con macchie nere sui
lati del collo ifemm. ad. e giov.).
Lunghezza totale 0,'"480; becco 0/"048; ala 0,'"160; coda0,m100; tarso 0,m035.
Abita la Regione Paleartica meridionale, verso est sino al Turchestan e pare
anche sino alla Siberia meridionale (Fi)iseh); è raro nel Nord dell'Europa, venne tro-
vato sino in Germania e nell'Olanda. In Italia è stazionario in Sicilia, in Sardegna e
forse anche nelle provincie meridionali; accidentale altrove, sembra che non sia
mai stato preso in Piemonte. Nidifica nelle nostre grandi Isole e forse negli estesi
paduli della Capitanata.
Sottofamiglia MERO IN AE, Margini.
Becco più o meno compresso, ma non depresso del tutto, a cono cilindrico,
lungo quanto e più della testa, stretto e sottile, coli' unghia curvata ad uncino;
mandibola inferiore priva di lamelle sui lati, ma con intaccature distinte, simili a
denti, lungo il suo margine superiore e su quelli della mandibola superiore, l'in-
feriore scoperta; dito esterno lungo quanto il mediano; membrane interdigitali
larghe; sessi differenti, femmine sempre distintamente più piccole dei maschi;
penne della cervice rialzate a ciuffo, specialmente nei maschi adulti.
Questa sottofamiglia abbraccia quattro generi con nove specie, quattro delle
quali fanno parte all'Avifauna Europea. A differenza delle Fulicjulinae si nutrono
quasi esclusivamente di pesce, che inseguono sotto acqua come i Marangoni; abi-
tano tanto le acque dolci che le marine, nuotano e si tuffano a perfezione. La loro
carne è quasi immangiabile.
Genere NIERGUS, Linnaeus.
Becco piccolo, col culmine più corto del tarso; piumaggio bianco e nero.
Una sola specie Paleartica compone questo genere.
489. Mergus albellus, Linnaeus, Pesciajola.
[ Mergellus albellus (L.)].
[Tav. XLIV, fig. 11 e 12].
Colorito generale nero e bianco; un ciuffo sulla testa, collo e parti inferiori
bianche; una macchia triangolare sulla nuca nero-verdastra, uno spazio sulle re-
dini, sulle guancie ed attorno all'occhio, centro del dorso e due fascie a mezzaluna
ATLANTE ORNITOLOGICO 487
sui lati del collo e del petto color nero; groppone e sopracoda grigi, coi margini
delle penne biancastri; cuopritrici alari bianche, con le interne e quelle del con-
torno dell'ala nere, le grandi nere con gli apici bianchi, che formano una banda
trasversale sull'ala; coda cenerina (mas. ad.). Testa e nuca castagne, con un ciuffo
pendente; uno spazio più scuro e nerastro tra l'occhio ed il becco (esso manca
nei giovani); ali come nel maschio, ma la tinta generale meno pura; dorso lava-
gna-bruno-scuro, con margini grigio-chiari; basso collo e petto cenerino-lavagna,
resto del gastreo bianco (femm. ad. e giov.). I maschi ad. in abito di muta estiva
somigliano alle femmine adulte, ma hanno le due fascie semilunari scure sui lati
del collo e del petto (Salvador-i).
Lunghezza totale 0m,450; becco 0m,032 ; ala 0"',210; coda0'n,085; tarso 0m,030.
Abita la Regione Paleartica settentrionale; sverna nei paesi Mediterranei,
nell'India e nel Giappone, giunge accidentalmente nell'America del Nord. E uc-
cello invernale comune nell'Italia centrale e nella settentrionale sopratutto ; più
scarso nelle proviucie meridionali e nelle Isole. Gli adulti, specialmente maschi,
sono assai meno frequenti dei giovani; arriva nel novembre e riparte a marzo;
non nidifica.
Genere LOPHODYTES, Reichenbach.
Becco più corto della testa, in gran parte nero, dentellature di ambedue le
mandibole corte, ottuse e non inclinate distintamente all'indietro agli apici; narici
sub-basilari.
Una sola specie Nord-Americana compone questo genere.
490. Lophodytes ciicullatus (Llnnaeus), Smergo americano.
Un ciuffo compatto, erettile, rotondo, compresso sui lati, bianco nel centro
e nerastro sul contorno; tinte generali nere, comprese due fascie semiluuari sui
lati del petto ed una attraverso lo specchio ; specchio bianco ; gastreo color bianco
dal collo in giù ; fianchi castagni, fasciati di nero (mas. ad.). Ciuffo più corto e
meno rotondo, bruno-rossiccio più chiaro all'apice; testa e collo bruni, di un tono
più cupo sul dorso e sui fianchi; mento biancastro (femm. ad. e giov.).
Lunghezza totale 0,m455; becco 0,m040; ala 0,,u198; coda 0,m100; tarso 0,ro035.
Abita l'America settentrionale, sino all'Alaska e forse alla Groenlandia; sverna
al sud fino a Cuba; è accidentale nelle Isole Britanniche, ove venne colto più volte
e forse comparve anche in Francia.
Genere MERGANSER, Brisson.
Becco più lungo della testa, in gran parte rosso, sottile, più alto che largo
alla base, appuntito all'apice; narici quasi mediane, intaccature di entrambe le
mascelle assai simili a denti e fortemente inclinate all'indietro agli apici, unghia
larga e assai ricurva; statura maggiore; sessi differenti.
(SS ATLANTI'. OIINITOI.OGICO
Questo genere è composto di sette specie ed è proprio della Regione Paleartica
e della Neartica fino al Brasile e delle Isole Aukland; due di esse sono pure Europee.
491. Merganser merganser (Linnaei s , Smergo maggiore.
( Mergus merganser, I.. ](').
| i.u. XI.IV, ttg. 7 e 8].
• Un ciuffo sulla testa ed alto collo di un nero-verdone; un largo collare e parti
interiori bianco-carnicine; dorso, scapolari e remiganti 2e interne nero-porporine;
groppone, sopracoda e coda cenerine; cuopritrici delle ali e remiganti 2° esterne
bianche, queste con uno stretto margine nero (mas. ad.). Statura minore; ciuffo
distinto; testa e collo di un castagno-brillante; le parti che nel maschio sono nere,
qui sono colorite in cenerino; gola del tutto bianca; fianchi con i margini delle
penne biancastri; remiganti 2e interne grigio-cenerine; specchio alare bianco;
ala 0,'"270 (femm. ad e gioì:). I maschi ad. in abito di muta estiva somigliano alle
femmine, ma mostrano traccie di un collare nero; sono più scuri sul dorso e sulle
spalle; l'ala è biancastra, come negli individui non del tutto adulti (Seebohm).
Lunghezza totale 0™650; becco 0,m062; ala 0,m300; coda 0,m122; tarso 0,m046.
Abita la Regione Paleartica settentrionale; migra d'inverno fino al bacino
del Mediterraneo, alla Cina ed al Giappone. È rappresentata nell'America nordica
dall'affine M. americanus (Cass.) e dal M. comatus, Salvad. nell'Asia centrale. In
Italia è uccello di comparsa autunnale ed invernale irregolare e rara; di prima-
vera è ancora più scarso e può dirsi ovunque accidentale, eccetto nelle provincie
settentrionali e più che altro nel Veneto.
492. Merganser serrator (Linnaeus), Smergo minore.
[ Mergus serrator, L. ; Smergo ].
[Tav. XLIV, fig. 9 e 10].
Penne del vertice e dell'occipite lunghe e sottili, esse, l'alto collo ed una stria
nella parte centrale della nuca, che giunge al dorso
di un nero-verdone ; lati del collo bianchi e cosi un
collare (bianco) che divide il nero dell'alto collo dalle
tinte rossigno-fulve a macchie nere del petto; basso
dorso cenerino-grigio, con fascie a sottili zig-zags
bruno-neri; ali attraversate da due bande nere su
fondo bianco (mas. ad.). Simili a quelli del M. mergarìr
ser, ma più piccoli e più bruni; parte superiore della
testa più cupa in contrasto col rossigno dei suoi lati;
gola rossigna; remiganti 2° interne marginate di nero;
fianchi bruno-scuri; una fascia nera sullo specchio
' . resta di .!/. serrator, mas. ad.,
alare bianco; ala 0,m225 (femm. ad. e gioì:). I maschi i gr uat
ad. in abito di muta estiva hanno come i giovani nel
1« abito di nozxe il basso dorso bruno, il collare bianco striato di bruno, ma le
(') 11 Mergus caslor, L. è la femmina della presente specie.
ATLANTE OKN1TOLOC5ICO 489
macchie scure sul petto e sui fianchi sono di un grigio-lavagna e non brune
(Seebohìii).
Lunghezza totale 0,m610; becco 0,m058; ala 0,,n270 coda 0,m099; tarso 0,m040.
Abita le parti artiche delle Regioni Paleartica e Neartica; migra d'inverno
sino al bacino del Mediterraneo, al Mar Caspio, alla Cina ed agli Stati Uniti
d'America. In Italia è specie invernale ; frequente nel Veneto, irregolare e molto
più rara quanto più discendiamo al sud, però comparve anche in Sicilia ed a Malta.
I giovani sono sempre assai più facili ad aversi degli adulti ; il maschio in abito
perfetto è sempre molto raro da noi.
Sottordine STEGANOPODES - Steganopodi.
Becco né membranoso, né con lamelle, ma coi margini taglienti e intaccati;
narici piccole, rudimentali o del tutto imperfette; la pelle nuda della gola forma
talora una borsa; ali grandi, ma che chiuse non giungono all'estremità della coda;
coda di solito mediocre colle timoniere resistenti, talora forcuta; diti quattro di-
retti in avanti e totipalmati, cioè tutti collegati da una stessa membrana completa.
Sessi quasi simili in colorito; giovani differenti dagli adulti; mutano una volta
all'anno, ma in inverno prima di appajarsi subiscono un nuovo cangiamento, cioè
non mutano le penne parzialmente o del tutto, ma assumono ciuffi ed altri or-
namenti, anche sulle parti dure, che scompariscono per abrasione di estate o
anche di primavera.
Questo sottordine comprende cinque famiglie, delle quali tre sono rappresen-
tate in Europa, esso racchiude non meno di ottanta specie, sparse su tutto il
Mondo, quantunque il gruppo non sia rappresentato nelle regioni Artiche. Sono di
abitudini essenzialmente acquatiche, si tuffano e possono rimanere sott'acqua lungo
tempo. La loro nutrizione è quasi completamente animale e consumano enormi
quantità di pesce. Sono monogami, i piccoli nascono nudi, ma in breve sono ricoperti
di fitto piumino e non si allontanano dal nido finché non possono volare (inetti),
i genitori li nutrono rigettando il cibo dal sacco golare. Nidificano talora in grandi
colonie, deponendo poche uova od uno solo, di solito, se non sempre, di tinte
chiare e con una speciale incrostazione calcarea bianca ; il nido è rozzo e volu-
minoso e lo fabbricano sul terreno, sulle roccie o sugli alberi non lontano dalle
acque.
Famiglia PHALACROCORACIDAE, Falacrocoracidi.
Becco subcilindrico, profondamente uncinato, con una specie di unghia ricurva
al suo apice ed il margine della mandibola intero (Phalacrocoracinae) o allungato
ed appuntito col margine della mandibola seghettato (Plotinae); narici quasi invi-
sibili; coda rotondata o leggermente cuneata, con le timoniere mediane di poco
Atlante ornitologico. tì2
L90 atlanti-: ORNITOLOGI! 1 1
sopravanzanti le laterali; membrane interdigitali non smarginate o solo legger-
mente.
Questa famiglia cosmopolita comprende i due generi Phalaerocorax e Plotus,
il primo dei quali è rappresentato anche in Europa. Hanno livrea estiva differente
dall'invernale, ma mutano del tutto una sola volta all'anno.
Genere PHALACROCORAX, Brisson.
Becco subcilindrico, piuttosto lungo, munito di un forte uncino all'estremità,
margine tagliente delle mascelle intero, uno stretto solco su ciascun lato della
mandibola superiore che termina sull'uncino; narici rudimentali negli adulti, più
sviluppate nei giovani; faccia e mento nudi; spaccatura del becco che oltrepassa
la linea dell'occhio; ali abbastanza lunghe ed appuntite, colle remiganti rigide e
forti; coda rotonda o cuneata, composta di 12 a 14 penne rigide; gambe piumate
tino sotto l'articolazione tarsale; tarsi corti e compressi, collocati molto all' in-
dietro; dito esterno il più lungo, l'interno corto; unghia del dito mediano pettinata
dal lato interno, tutte curvate e forti.
Una quarantina di specie compongono questo genere, che ha distribuzione
quasi cosmopolita, mancando nel Pacifico centrale e nelle regioni artiche. Molte
hanno abitudini marine o abitano i laghi ed i fiumi contornati di alti alberi.
493. Phalaerocorax carbo (Linnaeus), Marangone.
[Tav. XXXIX, Bg. 9 e 10].
( 'oda ili il penne, //ecco grosso.
Un piccolo ciuffo di penne nero-verdone sull'occipite; numerose e lunghe
penne sottili bianche sulla testa e sul collo, che in parte nascondono la tinta nera
sottostante; colorito generale nero-verdone metallico o porporino, che tende al
bluastro-scuro sulle parti inferiori; spazio golare nudo giallo, bordato di penne bianchi ;
dorso e cuopritrici alari bruno-bronzate, marginate di nero verdone; una (/rande macchia
bianca su ciascun fianco; remiganti nero-verdastre; iride verde; piedi neri (ad. in
idiito di nozze, fine febbrajo-maggio). Eguale, mancano le penne bianche lunghe e
sottili sulla testa e sul collo e le macchie bianche sui fianchi (ad. in abito ordinario).
l'arti superiori bruno-nerastre, con le penne della testa e del collo bruno-cenero-
gnole e la parte centrale delle stesse nerastra; parti inferiori biancastre, coi lati
del corpo ed il sottocoda brunastri; iride bruna (giov.). L'abito completo di adulto
in questa specie viene assunto nel terzo anno d'età e si riscontrano numerosi
stadi intermedi, nei quali il piumaggio è formato di penne proprie agli adulti ed
ai giovani.
Lunghezza totale 0,'"910; becco 0,'"073; ala 0,m360; coda 0,m185; tarso 0,m058;
dito esterno e. u. 0,'"102. E specie variabile di dimensioni.
E specie quasi cosmopolita, manca sulla costa Americana del Pacifico e nell'A-
merica meridionale. In Italia è sedentaria e comune nelle parti centrali-meridionali
e nelle nostre grandi Isole; piuttosto rara ed invernale nel Veneto, nelle paludi
di Comacchio e sembra anche sul Carda; l'ebbi anche dal Piemonte, ove pare di
casuale comparsa ; nidifica.
ATLANTE ORNITOLOGICO
491
494. Phalacrocorax graculus (LlNNAEUS), Marangone col ciuffo settentrionale.
[Tav. XXXIX, fig. 13].
Coda di 12 penne, becco piuttosto sottili.
Nero-verdone-sericeo cangiante in porporino sul dorso e sulle scapolari, che
sono largamente marginate di nero- verdone-vellutato; penne del pileo lunghe e
formanti un grosso ciuffo
erigibile e ricurvo in avan-
ti; remiganti e timoniere
nero-verdastre; spazio go-
lare nudo giallo, con fitte
macchie nere; iride verde-
bottiglia; piedi neri {ad. in
abito di nozze, fébbrajo-mag-
gio). Manca il ciuffo; la fa-
scia marginale delle penne
del dorso, delle cuopritrici
e delle scapolari è più stret-
ta; le tinte generali meno
lucide; le penne che bor-
dano lo spazio golare nudo
bianco-sudicie {ad. in abito
Testa di P. graculus, ad. in febbrajo pisolo Far Oer),
circa 3/6 gr- nat-
Testa di P. graculus Desmaresti,
ad. in dicembre ( Isola d' Elba ),
circa 3/6 gr. nat.
Testa di P. graculus Desmaresti,
ad. in febbrajo (mare di Venezia),
'U gr. nat.
ordinario). Parti superiori bruno-verdastre; le inferiori grigio-brune macchiate di
bruno più scuro, col mento, la gola ed il centro del basso addome color bian-
chiccio; iride bianco-brunastra {gior.ì. Gli individui di questa specie impiegano tre
anni a rivestire l'abito completo degli adulti.
Lunghezza totale 0,n,760; becco 0,'"063; ala 0,m265; coda 0,m165; tarso 0,,n058;
dito esterno e. u. 0,m102.
Abita le coste dell'Europa occidentale dalla Norvegia e dall'Islanda al Por-
togallo; non sembra entrare nel bacino del Mediterraneo, sebbene io conservi
nella mia Raccolta degli individui provenienti dalla Sardegna con becco molto
grosso, essi vennero uccisi nell'inverno.
492 Ali. ANTE ORNITOLOGICO
494". Phalacrocorax graculus Desmaresti I'ayk.u deau)
Mara/agone col ciuffi) meridionale.
[Phalacrocorax Desmaresti, Payk., P. cristatus, savi, P. graculus, Mììhi.k (nec Linn.) e Auct. I tal ;
Cormorano col ciuffo].
Simile al precedente, ma col becco più lungo e più sottile; ciuffo più corto e
meno folto di quelli del Nord; inoltre le tinte generali mi parvero meno vivaci
e metalliche nei moltissimi soggetti che ho esaminati; la statura è alquanto mi-
noro (ad.). Parti inferiori bianco-pure, tinte leggermente di brunastro sui fianchi
e di cenerognolo sul petto (giov.). Sicché ad ogni età la forma meridionale avrebbe
il becco più sottile e più lungo e di solito la statura minore; inoltre i giovani
hanno il colorito delle parti inferiori differente e su questi dati ritengo distingui
bile la forma meridionale dalla nordica.
Lunghezza totale 0,'"700; becco da 0,m062 a 0,'"076; ala 0,'"270; coda0,'"160;
tarso da 0,m053 a 0,m061; dito esterno e a. 0,ra104.
Questo Cormorano abita il Mediterraneo e le coste rocciose dell'Adriatico
dall'Istria e dalla Dalmazia all'Albania, il Mar Nero ed il Caspio. Nel Mediter-
raneo italiano è comune nell'Isola di Sardegna e di Corsica, scarso in Sicilia e
nelle Isole dell'Arcipelago Toscano; comparve quale uccello accidentale in Liguria,
a Bari e nel Veneziano (').
495. Phalacrocorax pygmaeus (Pallas), Marangone minore.
L Microcarbo pygmaeus (I'all.); Marangone nano ].
[Tav. XXXIX, tig. 11 e 12].
Coda di 12 timoniere lunghe e sottili, becco breve.
Testa e collo di un bruno-rossiccio,eccetto la fronte, le redini e le penne d'attorno
l'occhio nere; parte bassa del collo e resto del piumaggio di un nero-lucido, con riflessi
verdi più appariscenti sul gastreo; scapolari e cuopritrici alari grigio-cupe, mar-
ginate di nero; sulla testa, sul collo, sul dorso, sul groppone e sulle parti infe-
riori osservatisi piccole penne bianche lunghe, sottili e fornite di barbe soltanto alle
loro estremità; coda graduata, nera; iride verde; spazio golare nudo e becco neri;
piedi nerastri {ad. in abiti) di no-, te). Mancano del tutto le piccole penne bianche sparse
sul corpo; testa e collo rossiccio-bruni per intero; mento e penne che contornano
la gola nuda bianche (ad. in obito ordinario). Parti superiori bruno-nerastre sul
dorso e sul groppone, senza tinte a riflesso metallico e con marginature grigia-
stre; testa e collo bruno-rossicci; parti inferiori grigio-biancastre, colla gola bianca;
i fianchi ed il sottocoda bruno-nerastri (giov.).
Lunghezza totale 0,'"550; becco 0,'"029; ala 0,'"210; coda 0,m165; tarso O/TOS;
dito esterno e. u. 0,'"068.
(') 11 chiarissimo prof. Brasilia ha distinto i soggetti dalmato-oroati od adriatici dai mediterranei
col nome di 1'. gracula» croaticus e fu tanto cortese di donarmene una serie veramente superba ; io li
ho esaminati molto accuratamente, ma non trovai alcun carattere importante per convalidare la nuova
sottospecie; anche lo stesso prof. Brusina ora non ammetto più la divisione dei Marangoni col cinffb
adriatici dai mediterranei.
ATLANTE ORNITOLOGICO 493
Abita l'Europa meridionale specialmente le parti orientali, l'Africa settentrio-
nale, l'Asia sud-occidentale e la centrale. In Italia è specie accidentale; capita
più facilmente nel Veneto ed in .Sardegna, venne uccisa anche a Carignano in
Piemonte (E. Museo di Torino), presso Bari ed è comune durante l'inverno alle foci
del Narenta in Dalmazia.
Famiglia SULIDAE, Sulidi.
Becco più lungo della testa, colla spaccatura che arriva al di là degli occhi,
subcilindrico, appuntito, mai uncinato, ma coli' estremità leggermente ricurva ed in-
taccata distintamente; un solco lineare lungo ogni lato del culmine, margini ta-
glienti delle mandibole irregolarmente intaccati; narici del tutto chiuse negli
adulti, aperte nei giovani; mento e parte alta della gola più o meno nudi; ali
molto lunghe ed appuntite; coda cuneata, lunga, rigida e composta di 12 a 18
penne; tarsi molto corti, dito mediano subeguale all'esterno; unghie uncinate, quella
del mediano pettinata e grande.
Piumaggio compatto, adulti simili in colore e differenti dai giovani, tinte pre-
valenti bianco e nero; la muta è semplice e non hanno livrea di nozze differente.
Abitano i mari tropicali e temperati ed hanno abitudini essenzialmente ma-
rine. Si nutrono esclusivamente di pesci, dei quali s'impadroniscono gettandosi a
capofitto in acqua dall'alto in direzione perpendicolare, ma non seguono la preda
sott'acqua. Nidificano in grandi colonie sulle roccie, deponendo un solo uovo bianco
senza macchie. Si conoscono nove specie appartenenti all'unico genere Siila, delle
quali una sola è Europea.
Genere SULA, Brisson.
Ha i caratteri della famiglia.
496. Sula bassana (Linnaeusj, Siila.
[Tav. XLVII, tìg. 9].
Bianco, colla testa e il collo lavati di fulvo-giallo ; remiganti primarie e 1° cuo-
pritrici alari nere; coda di 12 penne: becco
grigio-blu; sacco golare e redini nerastre;
piedi verdastri, nerastri sulle membrane
(ad.). Bruno-scuro, con una macchia trian- M
golare bianca all'apice di ogni penna; penne
del petto e dell'addome bianche, coll'apice
bianco-grigio; remiganti e timoniere nera-
stre U/iov.). L'abito completo è assunto nel
_„ ,. ,, ,-,,.. . , „.t lesta di ò'. bassana, giov., 7, ex. nat.
o anno di età o, secondo altri Autori, nel 3 .
Man mano che la Sula invecchia il bianco invade le tinte scure, cominciando dalla
testa e dal collo.
Lunghezza totale 0,m900; becco 0,m102; ala 0,ra475; coda 0,m210; tarso 0,ra057.
Abita le coste dell'Atlantico settentrionale, spingendosi d'inverno sino alle Ca-
494 ATLANTE ORNITOLOGICO
narie e sull'altro versante sino al Golfo del Messico. Raramente s' interna nel Me-
diterraneo ed è accidentale in Italia; comparve in Liguria, in Toscana, in Sar
degna, in Sicilia ed in Calabria; ma è specie sempre molto rara nei nostri mari.
Famiglia PELECANIDAE, Pelecanidi.
Becco molto più lungo della testa e assai depresso, composto di una costola
mediana molto rialzata, che termina in una grossa unghia assai uncinata e di due
solchi longitudinali laterali scagliosi e divisi dalla costola da uno stretto cana-
letto; narici basilari appena visibili; branche della mandibola inferiore sottili e
flessibili riunite all'apice e che sostengono verso la base una grande membrana,
che forma un sacco golare assai dilatabile; spazio davanti e d'attorno all'occhio
nudo; ali molto grandi, acute; coda corta, quasi quadrata di 22 a 24 penne; tibia
nuda nella parte bassa; tarsi molto compressi, reticolati; dito esterno eguale al
mediano, la cui unghia è liscia dal lato interno.
Sessi simili, giovani differenti dagli adulti.
Questa famiglia comprende un solo genere e nove specie, sparse nelle regioni
tropicali e temperate del Mondo Antico e del Nuovo, tanto lungo le coste che
entro terra ; sono uccelli essenzialmente gregarii che nidificano ammassati in
enormi truppe; le uova deposte sono due o tre, ruvide e bianche.
La particolarità più interessante che offrono gli uccelli di questa famiglia è
l'enorme sacco di pelle che pende dal becco e che, quando è disteso, può contenere
parecchi litri di liquido, ma che si contrae anche in modo d'occupare soltanto un
piccolo spazio. Questo organo si usa come una rete a sacco per prendere i pesci,
quando è riempito l'uccello chiude il becco e lo rialza, contraendo il sacco a segno
che l'acqua sorta dai lati della bocca, quindi ingoia la preda. La generale credenza
che esso serva per portare i pesciolini, tenuti vivi nell'acqua contenutavi, ai gio-
vani Pellicani mentre si trovano ancora nel nido è falsa, essi vengono nutriti con
pesciolini, parzialmente macerati, che i genitori rigettano dal gozzo.
Genere PELECANUS (M, Linnaeus.
Ha i cai-atteri della famiglia.
497. Pelecanus onocrotalus, Linnaeus, Pellicano.
Coda composta di 24 timoniere; regione nuda attorno agli occhi e sui lati della
fronte molto estesa; pelle nuda dei lati della fronte fornita <li tubercoletti; pinne della
frinite che formano un angolo acuto anteriormente.
Tinte generali bianco-rosee ; sull'occipite un ciuffo assai sviluppato nella fem-
mina e poco nel maschio; remiganti le e cuopritrici 1" nere; remiganti 2° nerastre
e cenerine; spazio pettorale giallastro (ad.). Cenerino, brunastro sul dorso e sulle
ali; biancastro sulle parti inferiori (giav.).
(') «Il P. Sharpei del Danubio (uuico) non era altro che un l'i Itemi un in particolare abito di nozze
col petto aranciato» (Brusina, in liti.).
ATLANTE ORNITOLOGICO
495
Lunghezza totale l,m800; becco 0,m450; ala0,m725; coda 0,m210; tarso 0,m131.
Abita le regioni sud-orientali d'Europa e l'Africa, spingendosi nell'Asia tino
all'India settentrionale. È accidentale in Italia, ove comparve in quasi tutte le
Provincie ad epoche indeterminate e di solito dopo violenti bufere.
498. Pelecanus roseus, U-melin, Pellicano minore.
[ Pelecanus minor, Rupi-. ].
Coda composta di 22 timoniere.
Simile alla specie precedente; distinto pella fronte senza tubercoli, pel becco più
corto, pella pelle nuda dietro l'occhio che forma un angolo e non una linea rotonda
come nel P. onocrotalus, pel numero differente delle timoniere, per la statura minore.
Lunghezza totale l,,n500; becco 0,m350; ala 0,"'680; coda 0,m200; tarso 0,m126.
Abita l' Indo-Cina, Giava e Borneo, giungendo nelle regioni sud-orientali di
Europa e. nell'Africa. L'asserto dell' Elliot e del Dubois che questa specie capiti
in Sicilia è infondato; finora non è comparsa in Italia.
499. Pelecanus crispus, Bruch, Pellicano riccio.
Coda composta di J.' timoniere; regione nuda attorno agli occhi assai ristretta: penne
della fronte formanti una linea concava alla base della mandibola superiore.
Piumaggio generale bianco-argenteo; un grosso ciuffo sull'occipite; remiganti
primarie e cuopritrici primarie nere; spazio petto-
rale giallo-dorato (ad.) Colorito generale grigio-
bruno; ciuffo appena sviluppato; basso dorso e
groppone bianchi, le penne di questo cogli steli
scuri (gioc).
Lunghezza totale l,m600; becco 0,U14:10; ala
0,m700; coda 0,m220; tarso 0,m125.
Abita la Dalmazia, l'Europa sud- orientale,
l'Africa settentrionale e l'Asia fino alla Cina ed
all'India settentrionale. Il Salvadori non ammette
questa specie tra le Italiane; io però sarei d'opi-
nioni che vi capitasse come uccello accidentale,
ciò che è strano perchè è comune e nidifica nella
vicina Dalmazia alle foci del Narenta. Sarebbe com-
parsa nel Modenese Q-) e nel Bergamasco (Giglioli),
in Calabria (Moschella) e recentemente nel Veneto.
Tanto il Fetonte (Phaéton aethereus, Linnaeus)
che la Fregata (Fregata aquila, Linnaeus) furono
annoverati tra gli uccelli d' Europa , ma senza
prove abbastanza sicure, nemmeno il Dresser li
Testa
(li /'. crispus,
'U gr. »at.
Testa
di P. onocrotalus,
'L gr. nat.
cita nel suo grande lavoro: Birds of Europe.
tropicale.
Essi abitano le coste dell'America
(') Secondo il Picaglia (Bollett. Nat. 1888, p. 29) l'esemplare colto nel Modenese e conservato al
B. Museo di Firenze non è di origine italiana, ma proviene dall'Egitto.
496 ATLANTI. ORN] H H.(H ;|l 0
Sottordine LONGIPENNES - Longipenni.
Becco di forma variabile, mai del tutto membranoso, né fornito di lamelle,
l' integumento corneo è talora discontinuo; narici di varia forma e posizione, mai
invisibili; ali lunghe, appuntite, che oltrepassano talora la coda; questa allungata,
composta di solito di 12 penne; gambe inserite al di là del centro di gravità del
corpo, in generale nude al di sopra dell'articolazione tarsale; tarso scudettato in
fronte, reticolato all' indietro, piccolo e talora rudimentale.
Nessun sacco golare; pulcini inetti, coperti di piumino ed abili a camminare
in breve tempo; muta doppia invernale ed autunnale; uova raramente in numero
maggiore di tre, di fondo oliva, bianco o gialletto, macchiate e picchiettate di scuro.
Cosmopolita. Abbraccia due famiglie Laridae e Stercorariidae che si suddivi-
dono in tre sottofamiglie, delle quali due sono rappresentate in Europa con circa
21 generi e 115 specie, che per abitudini possono dividersi in oceaniche o con-
tinentali e delle quali parecchie si trovano anche in Italia.
Famiglia LARIDAE, Laridi.
Integumento del becco continuo, cioè senza cera; narici aperte nella parte
nuda del becco e di solito nella la metà; ali lunghe ed appuntite; gambe corte;
piedi piccoli; diti forniti di palme complete o parziali; unghie deboli o mediocri.
Cosmopoliti. In generale si trovano sulle coste del mare o negli specchi di
acqua entro terra, sui fiumi o sulle lagune; si raggruppano in enormi quantità
al tempo delle cove. Si cibano essenzialmente di pesce e la loro carne è di pes-
simo sapore; tanto essi che i Labbi cangiano due volte all'anno in febbraio ed
in agosto, ma, a differenza di quelli, hanno una livrea nuziale distinta. I sessi
sono sempre eguali, i giovani differenti e più scuri degli adulti; l'abito completo
d'adulto è assunto dopo 4 o 5 anni nelle specie di grande statura, nel primo nelle
Sterne e dopo il secondo nei piccoli Gabbiani; di solito la tinta generale degli
adulti è bianca col mantello più scuro.
Sottofamiglia STERNINAE, Stemmi.
Becco diritto, lungo, sottile, colle due mandibole di pari lunghezza; narici di
solito lineari; coda mai quadrata, ma più o meno forcuta ; ali assai lunghe, sottili,
appuntite; diti deboli, corti e poco adatti a camminare.
Questa sottofamiglia è cosmopolita ed è composta di circa 50 specie, parec-
chie delle quali sono Europee. Frequentano il mare, le lagune, i laghi e le pa-
ATLANTE ORNITOLOGICO 497
ludi; depongono le uova(') in una depressione del terreno o tra la vegetazione
acquatica; si può dire che vivano volando, si nutrono di pesci, di crostacei e d'in-
setti ed hanno volo elegantissimo; sono gregari e migrami.
Genere HYDROCHELIDON, Boie.
Becco lungo quanto la testa; ali die sorpassano la coda; coda mediocre, poco
forcuta: membrana tra i diti anteriori che non arriva a metà degli stessi e den-
tellata; unghia del dito mediano assai sottile e poco curva.
Quattro specie, tre delle quali Europee, compongono questo genere.
500. Hydrochelidon hybrida (Fallasi, Mignattino bigio.
I Rondine ili mure piomoata"].
[Tav. XXX VII, flg. 13 e 14].
Becco grosso rosso-aranciato; pileo e cervice neri; mento e lati della faccia
bianchi; parti superiori, ascellari, gola e petto grigi, nerastri sull'addome; euo-
pritrici superiori della citila e coda grigie; euopritrici inferiori delle ali bianche uni. in
prim.). Testa e euopritrici auricolari con macchie e si rie nere; fronte e gastreo
bianchi; coda grigia: groppone grigio come il dorso (ad. in aut.). Parte superiore
della testa nerastra, macchie brune sulle parti superiori ; groppone grigio, nini
bianco (gioì'.).
Lunghezza totale 0,m275; becco 0,m029; ala 0,m240; coda O,m10O; tarso 0,"°023.
Abita l'Europa centrale e meridionale, l'Asia, l'Australia e l'intera Africa:
è accidentale a Barbados (una volta). In Italia è specie di passo primaverile, poco
abbondante (Toscana), nelle provincie settentrionali molto rara, ne ebbi anche
dalla Sardegna e ne ricevetti in giugno dalla Lombardia: quindi non è improbabile
nidifichi. Il passo autunnale è quasi nullo, tranne forse a Malta.
501. Hydrochelidon nigra (Linnaeus), Mignattino.
[Hydrochelidon fissipes (Lath.)].
L'I'av. XXXVII, tìg. 15, 16 e Tav. XXXVIII, fig. 1 e 2].
Becco nero; testa e collo quasi neri: petto ed addome di un cenerino-piombato-
cupo; basso addome bianco; euopritrici superiori della coda e coda grigie; euopritrici infe-
riori della coda grigio-pallide (ad. in prim.). Fronte, gola, nuca e gastreo bianchi;
groppone, euopritrici superiori della coda e coda grigie, come il dorso (ad. in aut.).
Fronte biancastra; testa e nuca nerastre; lati della faccia, collare e gastreo bianchi;
ali e mantello macchiati di bruno; tinta chiara sul margine interno della la re-
migante ceneri nò-periata, mai bianca e poco estesa; becco 0,'"025 (gioc).
(') Il gerì. Gygis è composto di iluo specie bianche di nove, che non costruiscono alcun nido. Il
loro singolo uovo viene sovente depositato su di una foglia «li noce o di palma o di cocco e in tale
posizione, come si può di leggieri arguire, dovrebbe venir contuso o rotto molto facilmente, ma invece
esso dondola mosso dal vento senza alcun rischio apparente (Sharpt).
Atlante ornitologico. 63
198 ATLANTI ORNITOLOGICO
Lunghezza totale 0,m250; becco 0,m028; ala0,m220; codaO, 090; tarso 0,m017.
\liita d'ostate la Regione Paleartica; d'inverno l'Africa e l'Asia tino al Tur-
chestan. Jn Italia è specie di doppio passo, inolio copiosa; nidifica specialmente
nelle provincic settentrionali (Veneto).
502. Hydrochelidon fissipes ' (Pallas), Mignattmo ali bianche.
[ Hydrochelidon leucoptera (Meisn. Sch.), H. nigra (G R. Gkay ].
[Tav. XXXVIII, tis. 3 e 4].
Becco rosso-livido; testa, collo gastreo, cuopritriei inferiori delle ali aere; pic-
cole cuopritrici alari bianche per una considerevole estensione lungo il marnine
dell'ala: cuopritrici superiori della coda, le interiori e le timoniere bianche {ad.
in prilli.). Còda bianca, cosi il collo, la testa ed il gastreo; vertice e cervice ne-
rastri; cuopritrici inferiori delle ali, dorso e scapolari grigie {ad. in aut.). Grop-
pone e cuopritrici superiori della coda in gran parte bianchi, nel resto simile al
giovane dell' IL nigra, però il becco è più corto misurando 0,'"021, la coda più
biancastra e la tinta chiara sul margine interno della la remigante più estesa e
bianca (yiov.).
Lunghezza totale O,'"250; becco 0,'"023; ala 0,m21o; coda 0,m070; tarso 0,™020.
Abita la Regione Paleartica meridionale, l'Africa, l'Australia e la Nuova Ze-
landa ed è accidentale a Barbados e nel Wisconsin (America). È specie abbondante
in Italia durante il passo primaverile nelle parti centrali, nelle meridionali e nelle
Isole, più scarsa nelle settentrionali; probabilmente nidifica, ma è quasi rara
d'autunno.
Genere GELOCHELIDON, Brehm.
Becco forte, più corto della testa, ottuso, nero; remiganti le non concolori;
penne laterali della coda più lunghe delle interne ed appuntite, coda corta, meno
di metà in lunghezza dell'ala e leggermente forcuta; tarso grosso, più lungo
del dito mediano compresa l'unghia e più corto del becco; piedi neri; statura
mediocre.
503. Gelochelidon anglica C2) (Montaci-, L'ondine di mare campi- nere.
I Gelochelidon nilotica (Gm.); Beccapesci inglese |.
[Tav. XXXVII, lì-. 2 e :i |.
Becco e piedi neri; pileo, cervice e ciuffo nucale neri; mantello, groppone e
coda cenerino-periati; le due timoniere esterne biancastre; remiganti primarie ce-
nerino-periate con una stria bianca longitudinale sul vessillo interno più allargata
alla base della penna; parte bassa delle redini, mento e parti inferiori bianche
(') Sterna fissipes, l'ali. 1811, S. leucoptera, Meisn. Sch. 1815.
Ho adoperato il nome Gelochelidon ««<//i™ (Montagli) 1*1". perchè non e certo [Saunders) che
la Sterilii nilotica. Gmelin, 1788 sia la presente specie.
ATLANTE ORNITOLOGICO 499
(ad. in priii/.). Testa bianca, variata di strie nerastre >ad. /// imi.). Remiganti pri-
marie scure, strie sulla testa grigio-fulve; parti superiori con margini bianco-fulvi
e macchie lanceolate centrali brune (giov.).
Lunghezza totale 0,'"360; becco 0,"'0.">7; ala0,m330; coda 0,m140 ; tarso 0,D,I 15;
dito mediano e. a. 0,m033.
Abita la Regione Paleartica meridionale e centrale, l'Asia, l'Australia, l'Ame-
rica fino air Argentina, ma è quasi sconosciuta nel Pacifico Americano. Per l'I-
talia è specie scarsa, di passo, ma probabilmente anche estiva e nidificante; è
sempre più abbondante nelle parti meridionali. L'ebbi dal maggio al luglio, d'au-
tunno è rarissima.
Genere HYDROPROGNE \), Kaup.
Becco assai forte, grosso, molto più lungo del tarso e brillantemente colorito;
remiganti 1° concolori su entrambi i vessilli; penne laterali della coda come nel
genere Gelockelidon; coda molto corta, appena più di un terzo dell'ala e poco for-
cuta; tarso più lungo del dito mediano compresa l'unghia; piedi neri; grande statura.
Una sola specie compone questo genere.
504. Hydroprogne caspia (2) (Pallas), Rondine di mare maggiore.
I Sylochelidon caspia o Thalasseus caspius (Fall.); Beccapesci maggiore'].
[Tav. XXX VII, iig. 1 ].
Becco rosso; cappuccio nero; mantello cenerino-periato; remiganti le cene-
rino-periate cogli steli bianchi, ma senza strie bianche; coda bianca; parti infe-
riori candide; piedi neri (ad. in prim.). Testa bianca, variata di strie nerastre (ad.
in aut.). Becco giallo e scuro; dorso, ali e coda macchiate di bruno e di nera-
stro (giov.).
Lunghezza totale 0,'"540; becco 0,"'0"1; ala 0,n,420; coda, timoniera esterna
0,m150; tarso 0,m043; dito mediano e. u. 0,m038.
Abita quasi tutto il Mondo, eccetto le Isole del Pacifico, l'America meridio-
nale e le regioni artiche. Accidentale e molto rara in Italia, però apparve un
po' ovunque, in Sardegna sarebbe meno scarsa e forse nidificante nella parte
settentrionale ; l'ebbi in giugno da Capo Caccia. Negli esemplari da me esaminati
ho trovato che il tarso è maggiore in lunghezza del dito mediano con unghia.
Genere STERNA, Linnaeus.
Becco compresso e sottile, più lungo della testa e quasi diritto; penne esterne
della coda come nei due generi precedenti, coda corta, più o meno forcuta, in
(') Thalasseus. partim, Boie, Isis, 1822, pag. 563; Sylochelidon, Brehm, Vog. Deutschl. p. 770 (1831).
(') Ho preferito chiamare questa specie col vecchio nome di Sterna caspia, Palina, 1770, perchè
anche quello di S. tsehegrava, Lepechin, 1770, fu stabilito nel medesimo anno e quindi non sono lese,
a parer mio, le leggi di priorità e si fanno meno confusioni nella sinonimia.
:,oo
Ali. \\ Il ORNITOLOGICO
-ciiiialo metà <> iiieiio di metà in lunghezza delle ali; tarso corto, eguale o più
curte del dito mediano con unghia; statura mediocre o molto piccola.
Genere cosmopolita e ili abitudini quasi essenzialmente marine, talune specie
frequentano però anche le acque entro iena. Questo genere consta di 33 specie
secondo il Saunders, delle quali otto giungono più o meno regolarmente in Europa.
505. Sterna hiruntlo ('), Lt.vvu'.rs, Eondine di man.
[Sterna fluviatilis, Vw mann |.
| Tav. XXXVII, fig. li. 7 e Tav. I.. fig. 20].
Tarso fiiii lungo del dita mediano senz'unghia.
Becco rosso, coll'apice color di corno: testa nera; mantello cenerino-periato;
coda bianca, coi vessilli esterni delle timoniere cenerini: gastreo bianco, periato
i,i
V_^_^?
l'arte apicale della 1° remigante primaria.
«/ Sterna paradisea, giov. - la Sterna hintndo, giov. - e) Sterna Dougalli, ad.
sul petto e sull'addome (ad. in prim.). Maura il cappuccio urrà; testa striata ili
bianco (ad. in ani.). Fronte bianca; una t'ascia grigio-scura sulle cuopritrici su-
periori delle ali; parti superiori l'asciale e macchiate di bruno-cenerognolo; piedi
gialli (giov.).
Lunghezza totale 0,m380; becco 0,m038; ala 0,'"280; coda 0,m165; tarso 0,'"021 :
dito mediano s. u. 0,m019.
Abita la Regione Paleartica temperata, il Nord-America, l'Africa meridio-
nale [inverno) e l'Asia. In Italia è specie estiva odi doppio passo, nidifica più che
altro nelle parti settentrionali-centrali ed in Sardegna: sarebbe rara nel basso
Adriatico, specialmente nelle Puglie; nel resto d'Italia è comune.
(') Sterna hirundo, Linnaeae, 17.">s parlim); 8. fluviatilis, Naumanu, 1831.
ATLANTE ORNITOLOGICO 501
506. Sterna paradisea ('), Brùnnich, Bum/ine di mare coda lunga.
[Sterna hirundo. Buunn. ; Rondine ili mare artica"].
[Tav. XXXVII, Bg. 8, 9 <• 10].
Tarso più corto del dito mediano senz'unghia.
Simile alla specie precedente dalla quale differisce inoltre per il becco intie-
ramente rosso; per le parti superiori più scure e le inferiori cenerino-periate; le
ali sono più corte; coda e più lunga e più forcuta; la 1" remigante 'primaria con
la striscia grigia lungo lo stelo del vessillo interno non più larga del vessillo esterno
(anatre è ilei doppio più larga <leì vessillo esterno velia specie precedente).
Lunghezza totale 0,m370; becco 0,ffi033; ala 0,m277; coda 0,m200; tarso 0,m015;
dito mediano s. u. 0,'"017.
Abita le regioni circumpolari e nordiche del Nuovo Mondo e dell'Antico ;
migra verso sud nell'inverno. È specie accidentale e molto rara in Italia, venne
colta nel Veneto, in Toscana, in Liguria ed in Sicilia.
507. Sterna Dougalli, Montagli, Rondine di mare del Mac Dougall.
[Sterna Douglasii, Schl, ; Rondine di mare zampe gioite].
Margine interno delle 1' remiganti primarie bianco sino all'apice, ove occupa en-
trambi i vessilli.
Becco lungo e sottile, nero con la base rossiccia; pileo e cervice neri ; parti
superiori cenerino-periate; le inferiori bianche, tinte di roseo negli individui fre-
schi; coda bianca, lunghissima e molto forcuta; piedi rosso-aranciati (ad. in prim.).
Fronte macchiata di bianco (ad. in aut.). Testa nerastra, striata di bianco; una
fascia nera sulle piccole cuopritrici delle ali; una banda subapicale nera sulle
penne delle parti superiori, delle ali e della coda (giov.).
Lunghezza totale 0,'"370; becco 0,,n041 ; ala 0,'"270; coda 0,m185; tarso 0/"020;
dito mediano e. u. 0,n'024.
Questa specie, essenzialmente marina, abita le regioni temperate e tropicali
del Globo. Accidentale e rarissima in Italia, venne presa due volte, cioè in Liguria
nel 1822 [Calvi) ed in Toscana nel 1835, quest'ultimo esemplare è conservato nel
R. Museo di Firenze.
508. Sterna cantiaca, Gmelin, Beccapesci.
[Actochelidon sandvicensis (Latham) (J), Thalasseus cantiacus (Gm.)].
[Tav. XXXVII, fig. 4, 5 e Tav. L, fig. 21].
Becco nero coli' apice giallo; pileo nero colle penne dell'occipite distintamente
allungate ed appuntite; parti superiori grigio-perlato-chiare; collo tutt'attorno,
(') Sterna hirundo (partivi) Briinn. Orn. Bor. p. 45, n. 151, jnv. (1764), L. Syst. Nat. I, p. 227
(1766). S. paradisea, Briiun. Orn. Bor. pag. 46, n. 152, adulto (1764). S. murrina, Naum. Isis, 1819,
p. 1847.
(2) Sterna sandvicensis, Lath. Syn. Sappi. I, p. 296 (1757), nonien nudimi, dice il Saunders (Cut. Birds
Br. Mus., XXV, p. 75, 1896), in seguito ignorato dallo stosso Latbam. il quale (Ind. Orn. II, p. 806,
1790) chiamò questa specie S. Boynìi; per questo ho preferito il nome dato dallo Gmelin.
502 ATLANTE OKNITOLOGICO
groppone, coda e parti inferiori bianche; piedi ram, colle membrane interdigitali
gialle (ad. in prim.). Pileo bianco anteriormente, cosparso di numerose macchie nere
verso la nuca e sulla parte anteriore dell'occhio (ad. in aut.). Simile, becco color
di corno; fronte bruno-cenerina; cervice bianco-sudicia, fittamente macchiata di
bruno-nerastro; parti superiori variate di bianco e di nero; piedi neri [giov.).
Lunghezza totale 0,m420; becco 0,'"050; ala 0,m300; coda 0,m130; tarso 0,m027;
dito mediano e. u. 0,m028.
Abita le regioni temperate d'Europa, l'Africa per intero {inverno), il sud-ovesi
dell'Asia e le regioni orientali dell'America settentrionale. In Italia si vede rara-
mente nelle parti settentrionali all'epoche del passo; è invernale e comune in Pu-
glia, abbondante e stazionaria in Sardegna ed in Sicilia, ove pure nidifica. Ne
ebbi parecchi individui dal Veneziano nell'agosto-settembre 1894.
509. Sterna maxima. Boddaert, Rondine di mure maggiore americana.
liccio rosso-aranciato; statura rilevante. Penne della testa fino alla nuca allun-
gate, acuminate e nere; collo bianco; mantello grigio-periato; parti inferiori
bianche; coda bianco-periata; piedi neri (ad. in prim.). Simile, fronte e cervice
macchiate di bianco (ad. in aut.). Cervice bianca; nuca bianca e nera; strie bruno-
nerastre sulla fronte e sulle redini ; mantello di un cenerino più cupo e macchiato
di grigio-cenerognolo (giov.).
Lunghezza totale 0,m531; becco 0,'"068; ala 0,'"367; coda 0,m200; tarso 0,n,0:U;
dito mediano e. u. 0,m035.
Abita l'America, giungendo verso sud sino al Brasile; sverna sulle coste occi-
dentali dell'Africa e attorno allo stretto di Gibilterra; non venne mai colta in Italia,
510. Sterna media, Horsfield, Mondine di nutre del Riippel.
I Actochelidon media (Hoksk.), Thalasseus medius (Hoksf.); Beccapesci foretltero, Sterna del Riippel].
Simile in tutti gli abiti alla precedente specie. Becco giallo-cera; mantello
di un grigio più cupo, col groppone e la coda dello stesso colore; il bianco sul
margine interno delle remiganti 1° è meno pronunciato; piedi gialli di sotto, neri
di sopra; statura minore.
Lunghezza totale 0,'"430; becco 0,'"054; ala0,'"300; codaO,"'15G; tarso 0,m02ò ;
dito mediano e. u. 0,'"030.
Abita le coste del Mediterraneo africano da Gibilterra all'Egitto, l'Africa, le
isole dell'Oceano Indiano, l'Asia meridionale e l'Australia. Questa specie venne
presa due sole volte in Italia, cioè in Sicilia nel 1833 e nel 1839, quest'ultimo
individuo è conservato nel E. Museo di Firenze.
La specie asiatico-africana St. Herijii, Lichtenstein, fu elencata tra le Italiane
dal Savi, e tra le Irlandesi dal Thompson; ma finora non venne mai trovata si-
curamente in Europa.
511. Sterna fuliginosa, Gmelin, Rondine di mure scura.
| Onychoprion fuiiginosum (Gm.); Beccapesci oscuro].
Grande statura; fronte, una mex taluna davanti gli occhi e parti inferiori bianche,
coll'addome tinto di cenerino; redini e parti superiori nero-fuligginose; penne
ATLANTE ORNITOLOGICO 503
esterne della coda biancastre nei 2/3 dalla base; becco e piedi neri, leggermente
rossicci (ad. in prim.). Simile, con macchie bianche sulle redini e sulla cervice (ad.
in uiit.). Parti superiori bruno-fuligginose, con stretti margini bianchi; le inferiori
bruno-scure (gior.).
Lunghezza totale 0,m430; becco 0,'"041 ; alaO,'"267; coda 0,m180; tarso 0,n,022;
dito mediano e. u. 0,'"030.
Abita il mare e le coste intertropicali ; comparve tre volte in Inghilterra ed
una volta in Italia a Fenestrelle (Piemonte) nell'ottobre 1862 e questo esemplare
è conservato nel B. Museo di Firenze.
Un'altra specie affine (8. anaestheta, Scop.), pure dei mari intertropicali, sa-
rebbe stata presa in Europa sul Tamigi, ma ciò non sembra del tutto sicuro
(Saimders). Differisce dalla St. fuliginosa per statura minore, pelle tinte delle parti
superiori più brune, pella membrana interdigitale del tutto completa; il giovane
ha inoltre il gastreo bianco.
512. Sterna minuta, LrxNAEUs, Fraticello.
[ Sternula minuta (L.)].
[Tav. XXXVII, tìg. 11 e 12].
Becco giallo-aranciato, coll'estremità nera; redini, vertice e nuca neri; parti
superiori cenerino-periate; fronte, coda e parti inferiori bianche; groppone grigio,
più pallido del dorso; le due o tre prime remiganti l6 collo stelo nerastro; piedi
giallo-aranciati (ad. in prim.). Simile, il bianco sulla fronte più esteso; tinte nere
meno vivaci, nero delle redini misto a bianco (ad. in aut.). Becco bruno-nerastro;
fronte grigio-fulviccia; strie e margini grigio-fulvicci sul nero della testa; parti
superiori macchiate e fasciate di bruno-nerastro su fondo grigio-scuro (giov.).
Lunghezza totale 0,m230; becco 0,m034; ala 0,m170; coda0,m089; tarso 0,'"018;
dito mediano e. u. 0,'"020.
Abita le parti temperate della Regione Paleartica fino all' India, l'Africa set-
tentrionale e la costa occidentale fino al Capo di Buona Speranza. In Italia è
ovunque uccello estivo ; comune da aprile a settembre, coli' eccezione della Pu-
glia, ove sarebbe quasi accidentale (De Romita). Nidifica dappertutto, tranne forse
in Toscana (Salvadori).
Genere ANOUS, Stephens.
Becco forte e ricurvo, più lungo del dito mediano compresa l'unghia; penne
della fronte formanti una linea convessa sul becco; coda graduata sui lati, smar-
ginata nel centro, colle quattro timoniere esterne le maggiori.
Questo genere consta di due specie proprie dei mari intertropicali, delle quali
una giunge accidentalmente in Europa.
513. Anous stolidus (Linnaeus), Rondine di mare stolida.
Becco forte, nero ; cervice e fronte grigie ; redini e regione orbitale nere, con
uno stretto sopracciglio biancastro; colorito generale bruno-cupo, nerastro sulle
,">0l ATLANTI-, ORNITOLOGICO
ali e sulla cuiia. piombato-scuro sulla gola; piedi rossiccio-bruni (mas. ad.). Più piccola
e più bruna (femm. ad.), simile alla femmina, ma ha inoltre una sirena fascia soprac-
cigliare bianca ben distinta ed in contrasto colle redini che sono nerastre giov.).
Lunghezza totale 0,'"410; becco 0,m056; ala 0, 260; coda0™170; tarso 0,m025;
dito mediano e. u. 0,m039.
Abita i mari intertropicali del Mondo : comparve una sol volta in Europa,
cioè in Irlanda nel maggio 1830 (Thompson) C1); prima però il Temminck aveva
vagamente asserito che giungeva talora sulle coste Francesi ed il Risso ranno-
vero per Nizza, notizie non ancora comprovale.
Sottofamiglia LAR1NAE, Lari ni.
Becco colla mandibola superiore più lunga dell'inferiore, sul cui apice s'incurva;
narici oblungo-lineari ed aperte; ali piuttosto corte, ma che oltrepassano la coda,
remiganti acuminate e forti; coda quadrata o smarginata, di rado forcuta o cu-
neata; piedi piuttosto forti, atti a camminare.
Il piumaggio è di solito bianco, col mantello e le ali più cupe, alcuni indossano
un cappuccio scuro nella livrea primaverile, che è sempre differente dall'ani un
naie; i giovani sono macchiati e la loro coda è ornata di una fascia subapicale
scura che perdono solo nel periodo completo; sicché gli individui nel 1" abito di
nozze hanno il cappuccio scuro e la fascia sulla coda, questo dicasi per le specie
che impiegano più anni ad assumere la livrea completa degli adulti, sicché l'ul-
timo carattere giovanile che rimane è la fascia presso all'apice della coda.
Cosmopolita; sette generi con circa cinquantadue specie compongono questa
sottofamiglia. Di essi cinque hanno rappresentanti in Europa, Come le Sterne
frequentano le coste del mare, i laghi ed i fiumi; si nutrono di pesce, che acca-
lappiano sommergendosi alla guisa di quelle, altri si cibano di sostanze che galleg-
giano o di parassiti che trovano sui Pellicani. Tutti nuotano con estrema eie- ai i/.a ;
depositano due o tre uova di vario colore sul nudo terreno senza nido speciale,
sono gregari e in parte migranti. Adulti simili e differenti dai giovani.
a) Coda, forai tu.
Genere XEMA, Leacii.
Becco alquanto più corto della testa, colla mandibola superiore diritta e cur-
vata da oltre le narici fino all'apice; testa fornita di cappuccio e di collare (ad.
in pritn.i; coda forcuta; dito posteriore piccolo, libero, elevato.
Questo genere è composto di due specie, una di esse giunge anche in Europa.
514. Xema Sabinei r (J. Sabine), Gabbiano del Sabine
Becco nero, terminato di giallo; testa e parte alta del collo di un Lavagna-cupo,
limitato in basso da un collare nero-vellutato: parti superiori grigio-perlato-scure ;
(•) Bircia of Ireland, III, p. 308.
(2) Molti Autori scrivono Sabiuii anche pello Scolopax o Q-allinago Sabinei, ma sembrami i>iù giusto
Sabinei essendo dedioato a J. Sabine.
ATLANTE ORNITOLOGICO ">('>.")
coda e parti inferiori bianche; margine dell'ala e remiganti 1" quasi nere, con
una larga fascia apicale bianca; piedi neri (ad. in prim.). Simile, fronte e cervice
bianche: nuca nerastra (ad. in aut.). Fronte bianco-sudicia; testa grigia, con mac-
chie fulviccie; parti superiori cenerino-grigie, con fascie brune e bianco-opache;
coda bianca, con una fascia subapicale nera (giov. .
Lunghezza totale 0,m350; becco 0,'"025; ala 0,m270; coda 0,ml 10; tarso 0,n,033.
Questa è una specie di Imi, Uni circumpolare durante l'estate; d'inverno migra
verso sud e si trova sino sulle coste della Francia occidentale. In Europa com-
parve nelle Isole Britanniche, in Norvegia, in Olanda, in Francia, nella Svizzera e
in Germania ; ma sempre come uccello raro, tranne forse sulle coste dell'Oceano
Atlantico in Francia (Bureau) ; è più comune in America dal Circolo Artico fino
al Perù ed alle Bermude. Non venne mai colto finora in Italia.
b) Coda cuneata.
Genere RHODOSTETHIA('), Mac Glllivray.
Becco molto più corto della testa, colla mandibola superiore curvata e stretta
verso l'apice; narici .sub-mediane; collo fornito di uno stretto collare (ad. in prim.);
coda cuneata, le due timoniere centrali circa 0,'"050 più lunghe delle più esterne;
dito posteriore molto distinto.
Una sola specie.
515. Rhodostethia rosea (Mac Glllivray), Gabbiano dalla cada cuneata.
[Tav. XLVII, fig. 12].
Becco nero; testa e collo bianchi; mantello cenerino-periato; remiganti pri-
marie come il mantello, col vessillo esterno della la primaria nero; coda cuneata
bianca; nel resto bianco-roseo, con uno stretto collare nero; piedi rossi (ad. in
prua.). Simile, manca il collare nero (ad. in aut.). Testa e parti inferiori bianche,
con strie nerastre attorno l'occhio; il collare è mal definito; groppone con fascie
bruno-cupe; coda cuneata, con una banda subterminale nerastra (giov.).
Lunghezza totale 0,'"340: becco 0,'"027; ala 0,'"270; coda 0,m133; tarso 0,m031.
Abita le estreme regioni artiche dalla Groenlandia all'Alaska; comparve una
volta nelle Isole Far Oér (Coli. Benxon), nello Yorkshire (Coli. Milner) ed a Helgo-
land (Coli. Oàtke). È specie molto rara nelle Collezioni.
e) Coda quadrata.
Genere LARUS, Lustnaeus.
Becco più corto della testa e del tarso, forte, curvato verso l'apice, due o tre
volte più lungo che alto; narici lineari od ovato-lineari ; coda quadrata o quasi;
dito posteriore non rudimentale, moderato o bene sviluppato.
(') Rhodostethia, J. Mac Gillivray (1842); .avrebbe la priorità il nome di Iìossia, Bp. (1838), ma esso
era stato precedentemente (1835) adoperato dall' Owen per un genere di Molluschi.
Atlante ornitologico. 64
506 ATLANTE MUNITI ILOGICO
Comprende circi 44 specie, delle quali 15 fanno parte all'Avifauna Europea;
alcune di esse vi capitano però soltanto accidentalmente.
a) Specit che presentano un cappuccio scuro nell'abito di primavera (gen. Gavia).
516. Larus minutus, Pallas, Gabbianello.
[Chroocephalus o Hydrocolaeus minutus (Pall.)].
[Tav. XXXVIII, fig. 5, 6 o 7].
Statura piccola, cappuccio nero (ad. in prim.); faccia inferiore delle ali grigio-la-
vagna (ad.) o bianca (giov.).
Becco rosso-cupo; cappuccio nero: mantello cenerino-periato; parti inferiori e
coda bianche; remiganti cenerino-periate coll'apice bianco, faccia inferiore delle
stesse di un grigio-lavagna, colle penne terminate di bianco (ad. in pi-im.). Manca il
cappuccio; fronte bianca, resto della testa grigiastro (ad. in aut. ). l'arti superiori brune
di terra d'ombra, cogli apici delle penne biancastri o grigio-biancastri; una banda
bruno-nerastra terminata di biancastro sulle ali, formata dalle cuopritrici e dalle
scapolari interne, un'altra di egual colore subapicale sulla coda; remiganti l6ne-
rastre su entrambi i lati dello stelo e bianche sul margine interno ed all'apice,
la banda apicale più larga nelle interne (giov.).
Lunghezza totale 0,m270; becco 0/"026; ala 0,'"220; coda 0,,n100; tarso 0,'"027.
Abita d'estate l'Europa temperata e subartica e l'Asia temperata; sverna nel
bacino del Mediterraneo. È accidentale nell'America settentrionale (Stato di Nuova
York). È specie invernale e di doppio passo in Italia, comune nelle provincie
meridionali e nelle Isole, poco frequente nelle centrali, rara nelle settentrionali ;
però non è sempre regolare nelle sue comparse. Non nidifica.
517. Larus ichthyaétus, Pallas, Gabbiano del Pallas.
| Hydrocolaeus ichthyaétus (Pall.); Gabbiano « tetta una maggiore'}.
stnhi ni grande; cappuccio nero (ad. in prim.).
Becco aranciato, con una fascia nera sull'angolo della gonide; cappuccio nero
lucido, due tratti bianchi semicircolari sopra e sotto l'occhio; dorso, scapolari e
cuopritrici alari grigio-bluastre; collo tutt'attorno, groppone, coda e gastreo fino alla
gola candidi; piedi verde-gialli (<nl. in prim.). Simile, testa bianca con strie bruno-
nerastre (ad. in aut.). Macchiato di bruno sulla testa, sul collo e sul mantello;
gastreo e coda bianchi, questa con una larga fascia subapicale bruno-nerastra;
remiganti 2° brune, con una estesa fascia apicale ed un cospicuo margine bianco
sul vessillo esterno (gioc. .
Lunghezza totale 0,'"700; becco 0,'"076; ala 0,'"490; coda 0,m210; tarso 0,m075.
Abita la parte orientale del Mediterraneo, il Mar Nero (raro), il Caspio, l'Egitto,
il Mar Rosso; è accidentale in Inghilterra (una voltai. Il Wright lo incluse tra gli
uccelli di Malta sull'autorità del Tristram; ma realmente non era mai stato trovato
in Italia, quando io ne uccisi due, maschio e femmina ad. davanti all'Isola Vacca
(lato SO. Sardegna) il 2 marzo 1901. (Coli. Arrigoni Degli Oddi).
ATLANTE ORNITOLOGICO 507
518. Larus melanocephalus, Natteree, Gabbiamo corallino.
[ Chroocephalus o Hydrocolaeus melanocephalus iNatt.i],
Statimi mediocre; cappuccio nero (ad. in prim.).
Becco rosso, con ima macchia subapicale nera; cappuccio nero; due brevi
tratti semicircolari bianchi sopra e sotto l'occhio; mantello cenerino-periato; collo
tutt'attorno, coda e parti inferiori dal collo all'ingiù bianchi; remiganti 1° bianche
anche sullo stelo, la prima collo stretto margine esterno nero sino a 2/3 dalla
base (ad. in prim.'. .Simile, testa bianca con strie nere, più numerose attorno roc-
chio e sulla regione parotica (ad. in aut.). Numerose macchie grigio-brune sulla
testa; dorso e cuopritrici alari brune, con larghi margini cenerino-bianchicci; re-
miganti 2° come nel L. ichthyaè'tus, le remiganti primarie bruno-scure su entrambi
i lati dello stelo, il resto del margine interno bianco, eccetto la la che ha parte
del vessillo interno bianco, tale tinta essendo estesa solo sul centro del vessillo e
non sul margine igior.).
Si trovano adulti col cappuccio nero anche d'inverno come nell'altre specie
consimili; le remiganti 1° variano negli adulti e ne cito di tre tipi differenti:
a) R. P. interamente bianche, la prima soltanto col margine interno in parte nero
(febbraio, marzo, agosto, settembre); b) R. P. cenerine, tranne la loro parte in-
terna, che è bianca e col vessillo della la esternamente nero (inverno, autunno);
e) R. P. cenerine macchiate di nero verso l'estremità e con largo spazio bianco
alla cima (agosto) (Ninni).
Lunghezza totale 0,m420; becco 0,,n034; ala 0,n,300; coda 0,'"125; tarso 0,,n048.
Abita il Mediterraneo per intero ed il Mar Nero; compare irregolarmente
sulle coste occidentali della Francia e nelle Isole Britanniche. In Italia è uccello
di passo invernale; abbastanza comune nell'Adriatico, molto più abbondante sul
lato Mediterraneo, specialmente in Liguria ed in Sicilia; è incerto se nidifichi
(Veneto e Sardegna). Questa specie esclusivamente marina si trova accidentalmente
soltanto entro terra; però comparisce talora in Lombardia e nel Piemonte, come
si sa che venne trovata più volte sui laghi e sui fiumi lontani dal mare.
519. Larus philadelphiai1) (Ord), Gabbiano del Bonaparte.
Becco nero; cappuccio nero-piombato, con uno stretto anello bianco attorno
agli occhi; remiganti bianche, la la primaria nera all'apice ed esternamente, le
altre fino alla 6a con una larga banda subterminale nera; piedi rosso-aranciati (ad.
in prim.). Simile, testa bianca macchiata di grigio (ad. in ani.). Testa bruno-grigia;
scapolari con largo margine bianco; il nero è assai poco esteso sul vessillo in-
terno della la e della 2a remigante primaria e mancante lungo il margine interno
dello stelo della 3a primaria (giov.).
Lunghezza totale 0,m360; becco 0,m038; ala 0,,n260; coda0,'"114; tarso 0,'"035.
Abita l'America settentrionale, nidificando nelle parti Artiche ; è accidentale
in Europa (Helgoland ed Isole Britanniche).
') Sterna philadilphia, Ord, in Guthrie's Geogr. 2nd Amer. ed. II, p. 319 (1815).
508
ATI..W II. oi:\i fOLOGICO
Il Gabbiano piombino Larus atrieilla, L. venne citato da] Montagli come
comparso nelle Isole Britanniche e fu erroneamente incluso tra le specie Italiane
dal Temminck e da altri Autori, scambiando per esso individui semi-adulti del
L. melanocephalus. È specie propria dell'America settentrionale e che mai com
parve sinora in Europa.
520. Larus ridibundus, Linnaeus, Gabbiano comune.
I Chroocephalus <> Hydrocolaeus ridibundus (L.)J.
[Tav. XXXVIII, fig. 8, 9, 10, 11 e Tav. L, fig. 22 |.
Becco resse; cappuccio bruno-caffè; ali e mantello cenerino-periati; collo
tutt'attorno, sopracoda, coda e parti inferiori bianche, spesso tinte di un rosa
delicato e temporaneo; remiganti 1° bianche col margine interno e l'apice neri,
la 1° primaria nera anche sul margine esterno per
2 3 dalla base; piedi rossi (ad. in prim.). Testa bianca.
tinta di grigiastro sull'occipite e con una macchia
V nericcia sulla regione auricolare (ad. in aut.). Fronte
biancastra; parti superiori brune, con gli apici delle
penne bianchicci o fulvicci; coda con una lascia suba-
picale nerastra; manca il nero sulla linea interna
dello stelo della 2a e della 3il remigante primaria ed
Testa «li /.. gelaste», ad. in prim.,
Testa
di /.. ridibundus, ad. in prim.,
7s sr- nat-
Parte apicale della 1 remigante primaria, -/. gr. nat.
a) J.urtts ridibundus, ad. - b) Larus gelasles, ad.
è appena accennato nella la primaria verso la base, le tre primarie esterne
con una larga fascia nerastra lungo il margine del vessillo interno; le 2e cene-
rino-periate, col centro nero e l'apice biancastro; funia inferiore delle oli bianco-
grigiastra (cfr. L. canus, L.) (giov.).
Lunghezza, totale 0,"oS0; becco 0,MI08r>; ala 0,"'800; coda (),'"1 15; tarso 0,"'<>44.
Il giovane di questa specie si distingue sempre da quello del L. melanocephalus,
oltre che pel disegno generale differente, anche polla prima remigante primaria
che nel L. melanocephalus è nerastra uniforme e con un tratto bianco isolato presso
l'apice del vessillo interno, mentre nel L. ridilmmlus essa è nera sul vessillo esterno,
all'apice e sul solo margine dell'interno, col centro bianco, eccetto una piccola
linea scura lungo lo stelo alla base. Questa specie va soggetta raramente all'al-
binismo, ne ebbi uno leucocrostico ucciso nell'Emilia (Coli. Arrigoni Begli Oddi).
Abita la regione Paleartica, e d'inverno anche l'Africa settentrionale, il Mar
Rosso e L'Asia. E specie molto abl dante in Italia da agosto ad aprile: ci abban-
dona nell'estate; nidifica però, ma raramente, nel Veneto, in Lombardia, nel
ATLANTE ORNITOLOGICO 509
Piemonte e sembra regolarmente in Sardegna (Bonomi). Il L. cupistratus, Teram.
è fondato su piccoli individui giovani del Gabbiano comune e non è una buona
specie. Così il L. leucopkthalmus, Lcht. citato dal Temminck per la Sicilia, dal
Vian per Nizza, dal Durazzo polla Liguria e dal Von dei* Miihle per la Grecia,
ed il L. Hemprichi (Bruch), che si disse colto a Nizza, vanno cancellati dal no-
vero delle specie Europee; ambedue abitano l'Africa e parte dell'Asia.
b) Specie che non presentano mai cappuccio scuro (gen. Lakus).
521. Larus gelastes (l), Thienemann. Gabbiano roseo.
[Gelastes Genei (Brbme)].
[ Tav. xlvii. 6g. 11 ].
Becco rosso; testa bianca; dorso, cuopritrici alari e remiganti 2e cenerino-
periate; le remiganti le bianche, nere all'estremità e sul margine interno, la la
anche nell'esterno e con una stretta banda estrema marginale sull'interno, che
talora è mancante; nel resto bianco-roseo* piedi rossi (ad.). Simile, senza tinta rosea,
parzialmente grigio sulla fronte e sulla regione auricolare; bruno-scuro sulle cuo-
pritrici, sulle lunghe secondarie e sulle le esterne; una banda subapicale nerastra
sulle timoniere; becco e piedi gialli tgiov.).
Lunghezza totale 0,m450; becco 0,"'040; ala 0,m325; coda 0,m128; tarso 0,ra052.
Questa specie è sempre distinta dal L. ridibundus pella mancanza di cap-
puccio (prim.) e nel massimo numero dei casi del nericcio sulla regione auri-
colare (aut.), pella testa e pel becco allungati e infine pella la remigante primaria
che è bianca lungo il margine interno fino quasi all'apice o con una strettissima
banda nerastra poco distinta, mentre nel L. ridibundus tale banda è molto larga,
visibile e sempre presente.
Abita il Mediterraneo, l'Africa occidentale, il Mar Rosso, il Mar Nero, il Caspio,
ed il Golfo Persico. In Italia è uccello stazionario e discretamente abbondante in
Sardegna, meno comune in Sicilia; venne trovato anche a Malta, una volta a Reggio
Calabria e quattro volte (a) nell'Adriatico (Veneto e Puglie). È incerto se nidifichi
(Sardegna) e sembra esser sempre più abbondante all'epoche del doppio passo,
che non nell'inverno (Sardegna).
522. Larus marinus, Linnaeus, Mugnaiaccio.
[Tav. XXXIX, fig. 3 e 6].
Tarso eguale in lunghezza al dito mediano con unghia.
Becco giallo, con l'angolo della gonide aranciato; testa e collo per intero, apici
delle remiganti le, delle 2e e delle scapolari che formano una banda alare discon-
tinua, coda e parte inferiori color bianco; mantello ed ali di un nero-lavagna: piedi
carnicini (ad. in prim.). Simile, becco color di corno; striscie grigiastre sulla parte
superiore e laterale della testa (ad. in aut.). Testa biancastra, striata di bruno; tinta
(') Larus gelasi,». Tinnii.. Forlpfiang. Tiig. Eur. pt. V p. 22 (1838: ex Lcht.)
(i Tre di questi individui sono conservati nella Collezione Arrigoui Digli (Iddi, il quarto in quella
del Coiitt Emilio Siimi a Monastier (Treviso).
."illl ATLANTI. ORNITOLOGICO
generale bruna, con macchie e fascio di un bruno-cupo, specialmente sul mantello
e sul sopracoda; remiganti molto scure, biancastre all'apice; coda tratteggiata ovunque
di nerastro e fasciata all'apice pure di nerastro (giov.).
Lunghezza totale 0, 700; becco 0,m062; ala0,m500; coda 0. ' i' 1 ."> : tarso 0,m01S;
dito mediano e. u. 0,n,074.
Questo bellissimo Gabbiano assomiglia da adulto al /,. fuscus, L., da giovane
al L. argentatus, Brunn. ed anche al /.. fuscus, ma la statura molto maggiore lo
distingue sempre facilmente; l'abito completo di adulto è raggiunto nel 5° anno di
età, quindi presenta parecchie livree intermedie.
Abita le regioni nord-orientali d'America e le settentrionali d'Europa; d'in-
verno venne trovato sino alle Canarie ed all'Egitto. È uccello rarissimo nel ba-
cino del Mediterraneo, venne catturato tre volte in Italia ('), cioè un giovane
circa nel gennaio 1860 in Liguria (fi. Museo di Firenze), un giovane in Liguria
(gennajo 1892) ed un adulto in Sardegna (aprilo 1899), ambedue nella Collezione
Arrigoni Begli Oddi. L'individuo ucciso in Piemonte e conservato nel fi. Museo
di Tori/io sarebbe un L. argentatus cachinnans (''), più volte gli Autori Italiani ri-
tennero giovani del L. rnarinus quelli del L. a. cachinnans; lo Schiavuzzi infine (3)
dice di aver veduto volare un L. rnarinus presso Pirano, il 6 marzo 1882 '.
523. Larus fuscus, Linnaeus, Zafferano.
[Tav. XXXIX, 6g. 4 e 5].
Tarso distintamente più lungo del dito mediano con unghia.
Simile al precedente; statura decisamente minore, tarso in paragone più lungo;
piedi gialli; ali corte, però in proporzione più lunghe, colla 1" primaria senza l'a-
pice bianco per circa 0,'"070, ma invece nera con una fascia subapicale bianca
che è di rado presente nella 2a (ad.). Remiganti di un nerastro-uniforme, senza
gli apici bianchi o talora soltanto presenti sulla l'1 primaria {giov.).
Lunghezza totale 0,'"510; becco 0,n,052; ala0,m420; coda 0,'"165; tarso 0,'"0i;<;:
dito mediano e. u. 0,'"057.
Questa specie impiega quattro anni a rivestire l'abito completo di adulto.
Abita l'Europa e d'inverno l'Africa, il Mar Rosso ed il Golfo Persico. In
Italia è uccello poco comune, quasi accidentale nell'Adriatico, discretamente ab-
bondante in Liguria ed in Sicilia; sembra che nidifichi in Liguria. Da giovane >i
confonde facilmente col L. a. cachinnans, però la lunghezza del tarso in paragone
del dito mediano sono differenti ed ha sempre statura minore.
523 a. Larus fuscus affinis (Reinhardt), Zafferano sibcriano.
Simile al precedente, ma decisamente di statura maggiore; tinta del mantello
più chiara che nei più pallidi L. fuscus; una barra subapicale bianca sulla la e 2a
remigante primaria; vessillo interno delle remiganti di un cenerino-lavagna-scuro
(ad.). Il giovane è più pallido di quello del /.. fuscus, specialmente sulle ali e sul dorso.
(') Il sig. A. Lucifero (Avicula, p. 139, 1901) ha citato con riserva questa specie per la Calabria.
[■) Salvatlori, Tee. Ital. pag. 288 (1887).
{') Zeitschr. f. d. g. O. I. p. 102.
ATLANTE ORNITOLOGICO ."ili
Lunghezza totale 0,n,610; becco 0,'"073; ala 0,ni460; coda 0,"' 163; tarso 0,'"070;
dito mediano e. li. 0,m063.
Abita la Russia settentrionale e la Siberia; migra verso sud in inverno tino
all'India ed alla Somalia. È accidentale in Groenlandia, ad Helgoland, nella Francia
sud-orientale, e secondo il Finsch nel Portogallo ed in Olanda; non venne mai
trovato in Italia; nel Museo di Zagabria esiste un soggetto riferibile, secondo al-
cuni Autori, alla presente specie, ma che io credo un L. fuscus, venne preso a
Fiume sul litorale dalmato-croato nell'aprile 1899.
La Gavia affìnis, citata dal Nardo tra gli uccelli del Veneto, deve riferirsi ad
individui semi-adulti del Gabbiano corallino.
524. Larus argentatus, Brììnnich, Gabbiano reale nordico.
[Tav. XXXIX, fig. 1, 2, 7 e Tav. L, lig. 23].
Tarso subeguale al dito mediano con unghia, ma in [letterale itti po' jt/ii lungo del
dito stesso; piedi carnicini {ad.).
Becco giallo, aranciato all'angolo della gonide; anello oftalmico bianco o di un
giallo assai dilavato; testa e collo per intero, apici delle remiganti 2e e delle sca-
polari che formano una visibile banda alare, coda e parti inferiori color bianco;
mantello ed ali di un cenerino-perlato-chiaro; remiganti le esterne nere terminate
di bianco e con uno spazio subapicale nel più dei casi, cenerine alla base e nel
detto spazio subapicale ; piedi carnicini (ad. in prim.). Simile, con strie brune
sulla parte superiore e laterale della testa e del collo (ad. in aut.). Simile al gio-
vane del L. marinus, del quale è più piccolo (cfr. le dimensioni) ed a quello del
L. fuscus, del quale è più grande e colle remiganti di un bruno-cupo di terra
d'ombra, col vessillo interno più pallido e gli apici biancastri (gior.).
Lunghezza totale 0,m610; becco 0,,n056; ala 0,m458; coda 0,'"167; tarso 0,m062;
dito mediano e. u. 0,"'066.
Varia molto nelle dimensioni e sembra impieghi cinque anni ad indossare
l'abito completo degli adulti.
Abita il Nord dell'Europa e dell'America; d'inverno giunge fino al Messico da
un lato e dall'altro alle coste occidentali della Francia e della Spagna, spingen-
dosi verso sud sino alle Canarie. In Italia (l) conosco un soggetto ucciso nel-
l'Estuario Veneto (Coli. Arrigoni Degli Oddi) e, se le notizie che abbiamo sono
esatte, è specie molto rara ed accidentale; ma siccome gli Autori dicono che
viaggiano in gran parte i soli giovani i quali sono identici a quelli del L. cachin-
nans, la cosa è molto diffìcile a precisarsi.
524 a. Larus argentatus cachinnans (Pallas), Gabbiano reale.
[ Larus argentatus, Anet. Ital. «ec BkSnn., L. cachinnans, Pallas, 1811, L. Michaellesi, Bhuch, 1853,
L. leucophaeus, Lcht. 1854].
Tarso snbeguede al dito mediano con unghia, ma in generale itti po' più corto del
dito stesso; piedi gialli (ad.).
(') Se la memoria non m'inganna, anche nella Collezione Italiana del R. Musro di Firenze si con-
serverebbe un L. argentatus, femmina ad. ; questo individuo sarebbe stato catturato il 14 settembre 1882
a Pallanza (Lago Maggiore^ e sarebbe un dono del sig. Butterfleld.
<yl2 ATLANTE ORNITOLOGICO
Simile al precedente, ne differisce pell'anello oftalmico di un rosso-aranciato
e brillante; pella tinta del becco più vivace; pel mantello sempre più cupo; pelle
tinte nere e grigie delle remiganti primarie che mostrano un tono di tinta più
scuro; pei piedi giallo-vivaci (ad. in jnim.). I.< strii sulle parli superiori e laterali
della testa e del collo sono meno accentuate (ad. in avi.). I giovani sono identici
a quelli del L. argentatus.
Lunghezza totale 0,m580; becco 0,'"050; ala 0,m430; coda 0,m190; tarso 0,m060;
dito mediano e. u. 0,'"0l>7.
X
Testa Piede
di L. a. cachinnans, <li /-• ». cachinnans,
l/4 gr. aat. - gr. nat.
È specie molto variabile nelle dimensioni, però gli individui di Sardegna sono
in generale di statura più rilevante (becco 0,'"0(>0; ala 0,"'4G0: tarso 0,"'07ri) e sem-
brano intermedi di colorito.
Abita l'Europa meridionale dal Golfo di Guascogna fino a Madera, il bacino
del Mediterraneo, il Mar Nero, il Caspio e il Baikal; sverna nel bacino del Me-
diterraneo, nel Golfo Persiano, nel Mar Rosso e sulla costa occidentale dell'Africa
fino a Dongola.
525. Larus Auclouini, I'ayraudeau, Gabbiano còrso.
Tav. xlvii, fig. io j.
Becco rosso con una larga ha min subapicale nera; putii nnlr oliva.
l'està, coda e gastreo bianchi; collo cenerino-periato, di un tono più cupo sul
mantello, sulle ali e sul groppone; parti inferiori bianche lavate di cenerino-chiaro,
specialmente sui fianchi, ove il cenerino è di un tono periato deciso ; le due prime
remiganti le nere terminate di bianco, le altre cenerine, nere presso l'apice e
terminate di bianco; le 2° come il dorso, ma bianche all'apice (ad.). Parti late-
rali e superiori della testa e del collo striate di grigio (ad. quasi completo i1)).
L'adulto del L. Audouini è un uccello affatto distinto, esso però assomiglia
un po' al L. a. cachinnans ed al L. canus; è più piccolo del primo, maggiore del
secondo, inoltre il suo becco rosso-corallo, con una o due fascie nere subterminali
è sempre un carattere di alta importanza. Ila i piedi di un verdé-oliva-cupo, talora
con una ombreggiatura plumbea; le ali misurano circa 0,'"400 (L. canus da 0,m350
a 0,m380, L. a. cachinnans 0,m445), esse sono molto lunghe in proporzione, così che
(') Questo è probabilmente anche L'abito dell'ori, in autunno.
ATLANTE ORNITOLOGICO
513
anche a volo facilmente può riconoscersi. Riguardo ai giovani, io li paragonai con
(lucili del L. a. cachinnans, ma non con quelli del L. fuscus o del L. canus, dai
quali sono affatto distinti per la forma del becco. E qui offro i tratti caratteristici
del giovane del Gabbiano reale e di quello del Gabbiano còrso:
Larus argentatus cachinnans
(giovane nel 1" abito).
Larus Audouini
(giovane nel 1° abito).
Becco nerastro, di color corneo all'a- Becco nerastro lavato di rossigno alla
pice, più pallido alla base della mandibola base e presso l'apice del culmine, di color
inferiore; esso è più forte e più grande, corneo all'estremità, più sottile ed in pro-
con le branche della mandibola inferiore porzione più allungato, con le branche
diritte o leggermente curvate ad arco, lo della mandibola inferiore decisamente
spazio tra la gonide e l'apice del becco arcuate, lo spazio tra la gonide e l'apice
leggermente arcuato, la base del culmine del becco più lungo e più arcuato, la
sulla faccia superiore un po' convessa,
l'angolo della gonide leggermente indi-
cato; le narici allungate, quasi ovali-al-
lungate e larghe.
Tono di tinta del piumaggio più
chiaro e meno uniforme; gastreo uniforme
nella tinta, tranne il centro del basso ad-
dome che è biancastro.
Timoniere bianche alla base, con po-
che fascie trasversali nerastre (tranne
l'esterna e talora la 2:1); timoniera esterna
bianca all'apice e per 3/4 della sua lun-
ghezza verso la base e con una larga banda
subterminale nerastra; le altre bianche
per circa s/4 della loro lunghezza nella
2a e nella 3a delle esterne, e per Va nelle
base del culmine sulla faccia superiore
più spianata; l'angolo della gonide di-
stintamente indicato; le narici diritte, li-
neari e strette.
Tono di tinta del piumaggio più
scuro e più uniforme; gastreo uniforme
nella tinta, eccetto l'addome che è per
intero biancastro.
Timoniere di un bianco-grigio-per-
lato alla base senza fascie trasversali
nerastre, la tinta chiara è più estesa nei
vessilli interni delle penne, le dette ti-
moniere sono di un bianco-grigio-per-
lato per circa V4 di estensione, la tinta
chiara aumenta in estensione fino a 3/4
della loro lunghezza nei vessilli interni di
altre, tutte fasciate di nerastro, queste tutte, eccetto nelle due centrali che sono
nere tranne alla base, nel resto esse sono
nerastre, terminate di bianco-sudicio e
con l'esterna di ogni lato marginata di
bianco; becco dalla fronte 0,m032; ala
0,'"332 (giovane mas. in T abito, capace di
volare, 12 luglio 1901, Isola Vacca (Sar-
bande spesso irregolari e sempre più ac-
centuate e numerose nelle susseguenti
e nelle due centrali, tutte con una fascia
subterminale nerastra e l'apice bianco-
sudicio; becco dalla fronte 0,m047; ala
0,m392 (giovane mas. in T'abito, capace di
volare, 20 giugno 1901, Isole dell'Estuario degna meridionale (')).
Veneto C1)).
Lunghezza totale 0,'"510; becco 0,n,051 ; ala 0,m400; coda 0,'"165; tarso 0,'n058;
dito mediano e. u. 0,'"052.
Abita il Mediterraneo occidentale fino a Gibilterra, il Mar Tirreno e l'Jonio;
non consta che sia stato mai preso nell'Adriatico. È specie sedentaria sulle coste
(') Collezione Arrigoni Degli Oddi.
Atlante ornitologico.
65
"il 4 atlanti-: ORNITOLOGI! 0
della Sardegna e della Corsica, talvolta compare su quelle di Sicilia, di Malta
all'Isola d'Elba ed una volta Tenne colta anche in Liguria. E in generale poco ab-
bondante; aiiiia il mare aperto ed è difficile ad aversi, sicché è specie piuttosto
rara nelle Collezioni (').
526. Larus canus, Linnaeus, Gemina.
[Tav. XXXVIII, Rg. 12. 13 e il].
Becco e piedi giallo-verdastri, quello giallo all'apice: testa, collo, codaegastreo
candidi; dorso ed ali di un cenerino-perlaio cupo; la prima remigante la nera, più
pallida alla base e con un largo spazio subterminale bianco che misura circa 0, 051,
le altre cenerine alla base, bianche all'apice, nere nello spazio preapicale, le 2° lar-
gamente terminate di bianco (ad. in prim.). Macchiette brune sulla parte supe-
riore e laterale della testa e del collo; piedi olivastri imi. in <tut.). Becco carni-
cino-livido, con una larga t'ascia apicale nera; tinta di fondo delle parti superiori
bianchiccia, macchiata di bruno sul centro delle penne; le inferiori bianche, con
macchie cenerino-sudicie; le primarie in gran parte bruno-scure, coll'apice bian-
castro: faccia inferiori delle ali macchiata ili lutino (cfr. L. ridibundus : coda bianca,
con una larga fascia apicale nerastra (giov.).
Lunghezza totale 0,m420; becco 0,m042 ; ala 0,"I;!K); coda 0,'"150; tarso 0,m054;
dito mediano e. u. 0,m049.
Impiega tre anni a rivestire il completo abito degli adulti e specialmente in
tale livrea può dirsi un piccolo L. a. cachinnans.
Abita la Regione Paleartica settentrionale; è accidentale in America (La-
brador), d'inverno giunge fino al bacino del Mediterraneo, al Nilo, al Golfo Per-
sico e sul lato del Pacifico dal Kamciatka alla Cina. E abbastanza comune in
Italia come specie invernale e di passo, sembra stazionaria sulle coste della Sar-
degna e della Corsica; ma io non credo nidifichi, né mai ne vidi d'estate nel Ve-
neto od altrove.
Remiganti srir.it Unir nere ni in gran parte bianche.
527. Larus glaucus, Brunnich (2), Gabbiano glauco.
Becco giallo, aranciato all'angolo della gonide; cenerino-periato sul mantello,
sulle scapolari, alla base delle remiganti e sui vessilli esterni delle remiganti 1°:
nel resto bianco-candido, compreso l'apice tirili remiganti; piedi di un carnicino
roseo-vivace (ad. in prim.). Simile: strie bruno-pallide sulla parte superiore e la-
terale della testa e del collo (ad. in tini. . Bianco giallastro, macchiato e strialo
l'i In un mio lavoro 'in corso <ìi stampa) sul /.. Audouini, diedi anche mi Elenco delle Raccolte
Italiane che possiedono ipicsto Taro Lari no e del numero degli esemplali conservati. Qui ricordo le
/.'/,'. Collezioni ili Cagliari, Firenze, Genova e Palermo, la Civica ili Milano e le private della Marchesa
Paulucci, della Signorina Picchi, del Marchese Pinelli-Gentile e del Signor Whitaker. Final nte io ebbi
la fortuna di raccogliere una ventina di soggetti, elle formano una serie completa e per le epurile di
cattura e per le varie livree l'oli, trrignui Degli Oddi).
i • Larus glaucus, Brttnnioh (1764), Fabricius (1780).
ATLANTE ORNITOLOGICO 515
di bruno-pallido; remiganti esterne bruno-giallastre sul vessillo esterno e più
pallide sull'interno; becco giallo-ocraceo all'angolo e nerastro sino all'apice (giov. \.
Prima di assumere il mantello cenerino-periato, per un po' di tempo si mantiene
per intero di una tinta bianco-giallastra (L. Hutchinsi, Richards.).
Lunghezza totale 0,n,720; becco 0,'"0G7; ala 0,m500; coda 0/"230; tarso 0,'"070;
dito mediano e. u. 0,m077.
D'estate abita le regioni circumpolari; migrando nell'inverno fino al bacino
del Mediterraneo, al Caspio, al Giappone, alla California ed alla Florida. Acci-
dentale e rarissimo è in Italia; venne annoverato dal Durazzo pella Liguria, ove si
conoscono due catture autentiche l'ima del 185.3, l'altra dell'aprile 1877, entrambi
i soggetti sono conservati nel li. Musco ili Firenze; io ne ebbi un maschio giovine
nell'ottobre 1898 da Cagliari {Còli. Arrìgoni Begli Oddi). Le sue comparse nel Ve-
neto ed altrove basano su inesatte notizie.
528. Larus leucopterus, Faber, Gabbiano islandico.
Simile al precedente, ma più piccolo e colle ali a paragone più lunghe.
Lunghezza totale 0,'"560; becco 0,m048 ; ala 0,'"400; coda 0,'"175; tarso 0,'"Onl;
dito mediano e. u. 0,m058.
Abita le regioni circumpolari d'Europa e d'America; capita irregolarmente
d'inverno nella Scandinavia, nel Baltico, nelle Isole Britanniche e verso sud sino
al Golfo di Guascogna. Non si conoscono catture autentiche in Italia, perchè i due
esemplari della Raccolta Contarmi di Venezia e quello del R. Museo dell'Univer-
sità di Genova non offrono sufficienti garanzie {Salvadori).
Genere PAGOPHILA, Kaup.
Becco più corto della testa, robusto, compresso; narici basilari, lineari, più
larghe anteriormente, coperte al di sopra ed all'indietro da una membrana sottile ed
obliqua; coda piuttosto lunga e leggermente graduata; dito posteriore fornito di
una lunga, unghia e riunito dal lato interno col tarso da una membrana seghet-
tata e bene sviluppata; unghie forti, curvate; piumaggio bianco negli adulti.
Questo genere consta di una sola specie, che abita le regioni subartiche;
costruisce un rozzo nido sulle roccie, ove deposita uova olivastre macchiate di
bruno; si ciba di pesce e degli avanzi gettati in mare dalle barche peschereccie
o baleniere.
529. Pagophila eburnea (Phipps) (*), Gabbiano eburneo.
Becco giallo-rosso all'apice, verdastro nel resto; colorito generale di un
bianco-avorio; piedi neri ('"/.). Becco nero; grigio-scuro sulla faccia, sul mento
e sulla gola; macchie nerastre sul dorso, sulle cuopritrici alari, sulle remiganti
(]) Non è certo che il Larus albus, Gunnerus, in Leeni's Besìcr. Filini. Lupp. p. 285 (1767), sia la
presente specie e quindi preferii il nonio di L. eburneus, Phipps, Voy. X l'ole, App. p. 187 (1774).
516 \I1.\MI. ORNITOLOGICO
primarie e sulle cuopritrici superiori della coda; coda con una banda subapicale
nerastra {giov.).
Lunghezza totale 0,m455; becco 0,m043; ala 0,m330; coda 0,,n 152; tarso 0,m040;
dito mediano e. u. 0,"040.
Abita le regioni circumpolari d'Europa, d'Asia e d'America: è specie di com-
parsa invernalo quasi regolare nella Norvegia nordica, accidentale e molto rara
invece nelle Isole Britanniche, rarissima in Olanda, in Francia, in Germania e sul
lago di Ginevra; non venne mai colta (inora in Italia.
Genere RISSA, Stephen*.
Becco piuttosto corto e grosso; narici mediane, oblunghe; coda Leggermente
forcata (giov.) o quadrata [ad.); tarso più corto del dito mediano con unghia; dito
posteriore rudimentale e di solito senz'unghia; unghie deboli e appena ricurve.
Due specie delle quali una Europea; hanno le abitudini dei Gabbiani e nidi-
ficano sulle roccie.
530. Rissa tridaetyla (Linnaeus), Gabbiano tridattilo.
[Gabbiano terragnolo ).
[Tav. XXXVIII, fig. 15 e 16].
Pollice rudimentale; coda leggermente smarginata nei giovani.
Becco verde-giallo; testa e collo per intero, groppone, coda e parti inferiori
bianche; dorso, scapolari e cuopritrici alari cenerino-periato- scure; della stessa tinta
le remiganti le, che sono nere verso l'apice dalla la alla 3* e
con una t'ascia subterminale nera tino alla 6a; piedi nerastri
(ad. inprim.). Simile, regione oftalmica cenerina: nuca e parte
posteriore del collo in gran parte cenerino-periate del colore
del dorso (ad. in aut.). Simile, becco nero; un mezzo coliate
Piede sulla nuca ed una fascia attraverso le spalle color nerastro;
di /,'. indonni,!. giuntura carpale e cuopritrici alari con fitte macchie nerastre;
/ et nat
remiganti l6 dalla la alla 4a esternamente ed in parte del
vessillo interno nerastre, le 2° interne lunghe con una stria nera lungo il ves-
sillo esterno presso lo stelo verso l'apice; coda bianca, con una fascia subapicale
nerastra (giov.).
Lunghezza totale 0,m400; becco 0,m033; ala 0,m300; coda 0,m132; tarso 0,m031 ;
dito mediano e. u. M,'"047.
Abita la Ragione Paleartica settentrionale e il X.-E. della Neartica; giunge
d'inverno fino al .Mediterraneo ed all'Africa settentrionale e sul versante Ame-
ricano sino al :'.;">" lat. N. In Italia è uccello di comparsa irregolare e piuttosto
rara, tranne in Liguria, ove in alcuni anni è abbondante nel maggio; nel-
l'Estuario Veneto è particolarmente raro, si prende con più facilità nel Veronese
e nel Vicentino da dove l'ebbi più volle. Compare di solito nell'abito giovanile
e non nidifica.
ATLANTE ORNITOLOGI! ' > 517
Famiglia STERCORARIIDAE, S(< non iridi.
Integumento del becco discontinuo, cioè fornito di cera, sul cui margine an-
teriore s'aprono le narici strette oblique ed in parte coperte da uno scudo corneo;
apice della mandibola superiore uncinato, come negli uccelli rapaci; coda cunei-
forme; diti riuniti da una membrana intera; unghie grandi e forti, decisamente
uncinate ed aguzze.
Sessi simili, i giovani in generale differenti dagli adulti; le varie specie of-
frono un abito melanico, che sembra essere una livrea transitoria normale e che
non ha relazione col sesso, gli individui rivestiti dei due abiti si trovano egual-
mente nelle medesime latitudini ed anche appajati assieme.
Abitano le regioni meridionali e settentrionali del Globo, compiendo migra-
zioni abbastanza lunghe nell'autunno e nell'inverno; questa famiglia abbraccia due
generi entrambi Europei con sette specie, due delle quali Antartiche. Abitano le
coste del mare, i laghi ed i grandi corsi d'acqua; nidificano nelle regioni boreali,
deponendo in una depressione del terreno da due a tre uova scure e variegate;
si nutrono di piccoli mammiferi, di piccoli uccelli, di pesci, di uova, di crostacei,
d'insetti e di solito assalgono le Rondini di mare ed i Gabbiani, cui rubano il cibo
talora di già quasi ingoiato e perciò sembrano rappresentare i Rapaci tra gli Uc-
celli acquatici ; ma, tranne questa abitudine, assomigliano in tutto ai Gabbiani.
Genere MEGALESTRIS, Bonaparte.
Statura maggiore, forma robusta; profondità del becco alla base esposta quasi
uguale alla lunghezza della cera; coda corta, le timoniere centrali sopravanzanti le
laterali di circa 0,'"012; becco e tarso alquanto più corti del dito mediano con
unghia i Saunders).
Quattro specie, delle quali una sola Europea, compongono questo genere.
531. Megalestris catarrhactes (Linnaeusì, Stercorario maggiore.
[ Lestris catarractes (L.) ].
Testa e nuca color terra d'ombra, più chiaro sul collo le cui penne sono acu-
minate ed offrono striature giallo-brune; parti superiori bruno-scure, variate di
castagno e di bianco; le inferiori castagno-chiare; remiganti le bruno-nerastre,
bianche alla base, il bianco forma uno specchio alare specialmente visibile quando
l'uccello vola; coda bruno-nerastra, bianca alla base che è nascosta dalle cuopri-
trici; le due timoniere centrali appena sopravanzanti le laterali; cuopritrici inferiori
delle ali nerastre, talora tinte di rossiccio (ad.). Come l'adulto; penne del collo meno
acuminate e con le strie più scarse; penne del mantello con margini rossicci (gioc).
Esistono varietà melamene di un bruno uniforme e più o meno nerastro. È specie
sempre riconoscibile alla grande statura.
518 ATLANTI ORNITOLOGI! 0
Lunghezza totale 0,m530; becco 0,m061; ala0,m390; coda0,m163; tarso 0,'"070:
dito mediano e. u. 0,m076.
I'. specie oceanico-artica, che abita l'Europa nord-occidentale e l'America
boreale-orientale, giunge raramente durante le migrazioni nell'Europa centrale:
venne perù presa anche a Gibilterra ed a Tangieri. 11 Wright l'annoverò per
Malta,, scambiandola collo Stercorarius pomatorhinus (Temm. : forse cadde nello
stesso errore lo Schiavuzzi, quando citò questa specie per l'Istria, però nel Museo
di Zagabria esiste un soggetto colto nell'Isola Curzola in Dalmazia {Brusina). In
Italia consta Comparsa una sola volta nelle Valli del Veronese nell'autunno lShi'
(lì. Museo di Firenze).
Genere STERCORARIUS, Brisson.
Statura minore, forma più sottile; profondità del becco alla base esposta de-
cisamente minore della lunghezza della cera; tarso di poco più lungo del dito
mediano con unghia; le due timoniere centrali sopravanzanti le laterali da O?m075
a 0,'"2.'50 negli adulti {Sawiders).
Tre specie che nidificano nelle regioni Artiche e Subartiche e che migrano
d'inverno verso sud sino nei mari dell'Africa meridionale e della Nuova Zelanda.
532, Stercorarius pomatorhinus (Temminck) (*), Stercorario mezzano.
[ Lestris pomarina, Temm., Lestris pomatorhinus, Temm.].
Statura maggiore a confronto delle due susseguenti specie; becco azzurrognolo,
coll'apice nero; testa e gote di un nero-opaco; uuca, mento e gola colle penne
acuminate bianche e gialle; collo bianco-gialletto, con numerose fascie bruno-nere
estese anche sui fianchi e disposte a spazio sul petto; remiganti 1B nere; timo-
niere centrali larghe, rotonde all'estremità, torte verticalmente e che sopravanzano
le laterali di 0,'"100; tarso azzurrognolo; diti e membrane interdigitali nere [ad-.).
Tinte gialle meno accentuate sul collo; le parti interiori hanno un maggior nu-
mero di fascie; cuopritrici inferiori e superiori della coda a fascie bianche e
nere: timoniere centrali non torte verticalmente e sopravanzanti le laterali di
0,'"050 circa (semi-ad.). Colorito generale bruno-nerastro sul dorso e sulle ali, che
hanno margini apicali rugginoso-rossicci; talora le parti inferiori presentano striscio
brune e rossiccie {giov.).
Lunghezza totale 0,m430; becco 0,m045; ala 0,m350; coda: 0,'"120 (timoniere
laterali), 0,'"179 e più (timoniere centrali); tarso 0,"'05o; dito mediano e. u. 0,m051.
Questa specie è sempre riconoscibile alla statura iterata ed atti timoniere cen-
trali larghe e rotonde agli apici (cfr. S. crepidatus (Banks) e n. parasitieus (Linnaeus l.
Abita le regioni Artiche: migra d'inverno fino all'Australia, all'Africa meri
dionale ed al Perù. È uccello piuttosto raro in Italia, ma venne colio ovunque;
(') Pomaiorhinns, da tidiki, genit. na/iarog coperchio e j5i£, genit. j5evog oaso, narice, in cmus:i del-
l'opercolo che sta sopra li' narici; il Temminck scrisse pomarinits e hi correzione in fatta dallo Sclater
{Ibis, 1862, p. 297).
ATLANTI'. ORNITOLOGICO
519
compare d'estate e d'autunno, più raramente d'inverno e di solito nell'abito gio-
vanile; si trova più facilmente in Liguria e può ritenersi uccello di semplice
apparizione irregolare. Non nidifica.
533. Stercorarius crepidatus Banks, Làbbo.
[ Lestris parasi fica (Bodd. ueu L.i. Lestris crepidatus (Banks)].
[Tav. XXXIX, Sg. 8 ].
Statura minore; angolo anteriore delle narici più vicino all'apice del becco che alle
1><iiii< frinitali; becco piuttosto It/i/i/u; oli .-ti/i ,1, tir principali remiganti primarie bianchi;
Ir iliir timoniere centrali acuminate e che terminano a punta.
Forum chiara. Parte superiore della testa bruno-nera: dello stesso colore, ma
più chiari il dorso, le ali e la coda ; collo tutt'all'intorno bianchiccio-cenerognolo,
Becco di S. crepidatus, mas. ad.
Becco di 6'. parasìtìeus, mas. ad.
tinto di giallo e colle penne acuminate; guancie e lati della testa di un bianco-giallo:
gastreo bianco tinto di cenerognolo sulla parte anteriore del petto, ove forma uno
spazio e lavato di bruno-cenerognolo sui fianchi e sul sottocoda; le due timoniere
mediane acuminate e che terminano a punta, più lunghe, non però il doppio delle
laterali; piedi nericci (ad.). Esiste una forma scura di un bruno-fuliggine uniforme.
I giovani della forma chiara sono tinti di bruno di terra d'ombra con margini
rossicci sulle parti superiori, la testa ed il gastreo sono bruno-rossicci con fascie
e strie scure; quelli della forma scura sono di un bruno-nerastro-scuro, con margi-
nature grigie.
Lunghezza totale 0,'"410 (sino all'apice delle timoniere laterali); becco 0,™038;
ala 0,m400; coda: 0,m140 (timoniere laterali), 0,in220 (timoniere centrali); tarso 0,m043;
dito mediano e. u. 0,'"042.
Abita le regioni Artiche e Subartiche; migra d' inverno verso sud lungo le
coste d'Europa e d'Africa fino al Capo di Buona Speranza, alla Nuova Zelanda ed
al Brasile. E specie rara in Italia, ritengo sia la più rara del genere; però venne
catturata in molte parti (Liguria, Piemonte, Veneto, Emilia. Puglia, Sicilia etc. .
sopratutto durante la stagione fredda o nell'autunno e di solito nell'abito di
520 ATLANTE ORNITOLOGI' 0
534. Stercorarius parasiticus ' (Linnaeus), Làbbo coda lunga.
[ Lestris parasiticus !.. . L. Buffoni, Boii: J.
stallini minore anche del precedente; angolo anteriore delle narici a metà lunghi \ ta
tra le penne frinitali e l'apice del becco o più vicino a quelle chi a questo; becco piut-
tosto corto; steli delle principali remiganti l" scuri, eccetto quello della I" e ih Ila '_>■• eh
sono bianchi: le due timoniere centrali acuminate e che terminano n punta.
Testa bruno-nera; guancie e collo tutt'all'intorno di un bianco-giallo; mantello,
■ ili. addome e fianchi bruno-cenerognoli; petto bianco-giallastro; remiganti l" nere,
collo stelo delle due prime bianco; penne centrali della coda appuntite e sopravanzanti
del doppio le laterali (ad.). I giovani sono più piccoli di quelli del Labbo, di una tinta
bruno-cenerognola più scura sulla testa, con fascie bianco-grigiastre sul dorso,
sulle cuopritrici della coda e sull'addome, col collo e col petto più uniformi.
Lunghezza totale 0,'"370 i sino all'apice delle timoniere laterali); becco 0,"'0.">l' :
ala 0,'"320; coda: 0,m150 (timoniere laterali), 0,m310 (timoniere centrali); tarso 0,m042;
dito mediano e. u. 0,m038.
Abita le regioni circumpolari: migra d'inverno fino allo Stretto di Gibilterra
ed in America sul versante dell'Atlantico sino al 40° N. Credo che questa specie
sia più rara in Italia dello Stercorario maggiore e meno del Labbo, col quale viene
facilmente confusa. Capita d'autunno e d'inverno e conservo dieci esemplari cat-
turati nelle provincie settentrionali e nelle Puglie; venne presa anche in Toscana
ed in Sicilia e gli adulti sono sempre molto più rari dei giovani. Comparve in
gran numero sul (iarda nel settembre 1898 e vi si trattenne circa un mese.
Sottordine TUBINARES - Tubinari.
Becco colla mandibola superiore uncinata e coll'integumento discontinuo e com-
posto di più piastre distinte e separate da solchi profondi; narici esterne aperte in
tubi e che si riuniscono più o meno completamente sul lato dorsale del culmine:
ali lunghe, forti ed appuntite; coda corta o mediocre, con un numero di penne
minore di venti; tarso compresso e reticolato; tre diti anteriori di solito corti,
intieramente palmati, col posteriore molto piccolo e fornito di una sola falange, o
mancante del tutto.
I giovani nascono inetti e coperti di piumino, rimangono nel nido sin che
possono volare e vengono nutriti dai parenti; piumaggio compatto; sessi uguali
in piumaggio senza livrea di stagione, in alcune specie i giovani sono molle dif-
ferenti dagli adulti; mutano una volta all'anno d'autunno soltanto; grandezza
variabile, dalla piccola di una Rondine all'immensa della Diomedea, che ha la più
(') LaritH parasiticus, L. Syst, Nat. I, pag. 136 (1758) « leotricibns dualms intermediislongiaaimie :
Catharaeta paralitica, Briiiin. Orn. Bor. p. 37 (1764) «reetricibus duabus intermediis longissimis > .
ATLANTE ORNITOLOGICO 521
grande apertura d'ali che si conosca tra gli Uccelli viventi; all'epoca della ripro-
duzione si riuniscono in grandi colonie, deponendo, in buche scavate sul terreno
o semplicemente sul terreno, di solito un solo uovo bianco, con macchiette ros-
signe verso l'apice.
Questo sottordine comprende quattro famiglie con più di cento specie sparse
pegli Oceani e per i Mari di tutto il Mondo; sono uccelli di grande potenza di
volo e di nuoto, che non si sommergono e che raramente vengono a terra essendo
prettamente pelagici: hanno per la massima parte abitudini crepuscolari. Si cibano
di materie animali e sono talora così grassi che si usano come lampada, passando
un lucignolo attraverso il loro corpo; a differenza dei Gabbiani sono molto si-
lenziosi.
Famiglia PROCELLAPJ1DAE, Proceliar idi.
Narici riunite esternamente sopra il culmine; 2a remigante primaria la più
lunga (Salvin).
Due sottofamiglie, entrambe rappresentate in Europa, compongono questa fa-
miglia.
S( >TTOFÀMlGLU PROCELLARIINAE, Procellari ni.
Remiganti secondarie almeno in numero di tredici; tarsi coperti di scudetti
esagonali sulla faccia anteriore; unghie compresse, aguzze; dito esterno più corto
del mediano (Salvin); colorito generale scuro.
Comprende tre generi; uno dei quali V Halocyptena, Coues è proprio della costa
occidentale dell'America centrale, dalla California al Panama.
Genere PROCELLARIA, Linnaeus.
Becco molto più corto della testa, piccolo e robusto; narici dorsali; ali lunghe
e strette, 2a remigante primaria di poco più lunga della 3a, la 4a più lunga
della la; coda mediocre, un po' più corta delle ali, quadrata o quasi; tarso più
lungo del dito mediano con unghia, dito posteriore molto piccolo : piedi unicolori.
Due sole specie compongono questo genere; l'una la comune P. pelagica, L.,
l'altra, detta P. tetlujs, Bp., abita le Isole Galapagos e la costa occidentale del-
l'America centrale.
535. Procellaria pelagica, Linnaeus, Uccello delle tempeste.
| Tav. XLVI, fig. 13].
Intieramente nero-fuliggine, più cupo sulle parti superiori; groppone, cuopri-
trici superiori della coda (eccetto all'apice nero-fuligginose) le inferiori, e la base
Atlante ornitologico. 6li
522 ATLANTE ORNITOLOGICO
delle timoniere di color bianco; una banda bianco-grigia indistinta sulle ali, t'or-
mata dai margini delle grandi cuopritrici.
Lunghezza totale 0,m180; becco 0,'"014; ala 0/"120; coda 0,m060; tarso 0,'"021 ;
dito mediano e. u. 0,'"019.
Abita il Mediterraneo e l'Oceano Atlantico settentrionale sino all'Africa oc-
cidentale; è specie frequente nel Mediterraneo Italiano e nidificante nelle Isole
(Coli. Arrigoni Degli Oddi), rarissima nell'Adriatico, di rado si avvicina alle coste
e perciò si ritiene in generale poco abbondante.
La Thalassidroma ntrlitensis dello Schembri, trovata a. Malta, è la presente specie.
Genere OCEANODROMA, Reichenbach.
Becco più corto della testa e poco robusto; ali strette e lunghe, colla la re-
migante primaria più corta della 2a e della 3a e subeguale alla 4"; coda lunga e
leggermente forcuta; tarso subeguale al dito mediano con unghia; dito posteriore
piccolo; piedi unicolori.
Tredici specie, distribuite specialmente negli Oceani dell'Emisfero settentrio-
nale, compongono questo genere : due di esse si mostrano anche in Europa.
536. Oceanodroma leucorrhoa (Vieillot), Uccello delle tempeste a coda fannia.
[Cymochorea leucorrhoa (Virili...); Procellaria « nuin /menta ].
Colorito generale nero-fuligginoso, colla testa e la gola di color piombato e
con una tinta brunastra sulle grandi cuopritrici alari, sulle mediane e sul ga-
streo; timoniere laterali nero-fuligginose anche alla base, con la parte basilare
degli steli bianca; cuopritrici superiori della coda più lunghe bianche, con uno
stretto apice fuligginoso.
Lunghezza totale 0,m225; becco 0,m019; ala 0/"lf>2; coda 0,'n088 (timoniere
laterali); tarso 0,'"023; dito mediano e. u. 0,m024.
Abita i mari dell'Emisfero settentrionale tanto sul versante Europeo quanto
sull'Americano; compare nelle Isole Britanniche, in Norvegia, nella Erancia, spin-
gendosi verso sud sino a Madera. Accidentale in Italia, un soggetto colto nel 1845
a Siracusa (Sicilia) è nel R. Museo di Firenze.
537. Oceanodroma castro (Harcourti, Uccello delle tempeste di Muderà.
Simile alla 0. leucorrhoa, ma più brunastra; timoniere laterali bianche alla base
per circa un quarto della loro lunghezza, le più lunghe
cuopritrici superiori della coda bianche con una larga
fascia apicale fuligginosa; coda meno fere/ita.
Lunghezza totale 0,m195; becco 0,'"016; ala 0,m152;
coda 0,'"078 (timoniere laterali); tarso 0,ra023; dito
mediano e. u. 0,m022.
Testa di o. 'castro. Abita le Isole del Capo Verde, l'Atlantico meri-
dionale verso nord sino a Madera, le Isole Galapagos
e le Havaii. Accidentale in Inghilterra (Coli. Boyd Alexander). Prima del 1898
ATLANTE ORNITOLOGICO 523
questa specie era nota sotto il nome di 0. eryptoleucura (Ridgway, 1882) cangiato
poi dal Grant in quello di 0. castro (Harcourt, 1851) per legge di priorità. Finora
questa specie non venne mai colta in Italia.
Sottofamiglia OCEANITINAE, Oceanitini.
Tarsi coperti in generale da un unico scudo o da piccoli scudetti trasversali ;
unghie di solito molto piatte; dito mediano ed esterno subeguali; remiganti 2e in
numero di dieci {Salvin).
Consta di cinque generi, dei quali due soltanto sono anche Europei.
Genere OCEANITES, Keyserling & Blasius.
Becco piccolo e debole ; narici del tutto orizzontali ; ali assai lunghe, colla 2 '
remigante primaria la più lunga e la la più corta della 4a; coda quasi rotonda;
scudetti anteriori del tarso quasi indistinti; dito posteriore mancante; unghie
aguzze, poco piatte; piedi non unicolori; colorito scuro.
Due specie, una delle quali è anche Europea.
538. Oceanites oceanicus(') (Kuhl), Uccello delle tempeste americcmo.
[ Oceanites Wilsoni (Bp.); Petrello].
Bruno-nero-fuligginoso, più pallido sulla fronte e sulle parti inferiori; sopra-
coda e lati del basso addome bianchi; margini delle grandi cuopritrici alari e
delle remiganti secondarie interne bianco-grigiastri; becco e piedi neri, base della
membrana interdigitale gialla.
Lunghezza totale 0,m175; becco 0,n,016; ala 0,m13o; coda 0,m061 (timoniere
centrali); tarso 0,™034; dito mediano e. u. 0,'"028; dito esterno e. u. 0,'"027.
Abita l'Oceano Indiano e l'Atlantico fino ai mari del Circolo Artico, l'Australia
e la Nuova Zelanda. Accidentale nelle Isole Britanniche e in Francia; comparve
una volta (1863) anche in Sardegna (B. Museo di, Firenze). A questo proposito il
Lepori, nel suo lavoro sull'Avifauna Sarda, fa la strana supposizione che questa
specie possa essere eguale alla P. pelagica, cosa certamente affatto immaginaria.
Il soggetto del Museo di Pavia, ritenuto dal Prada di provenienza Sarda, non
sembra tale.
Genere PELAGODROMA, Reichenbach.
Unghie piatte e larghe; la remigante primaria più corta della 3a; colorito
chiaro; piedi non unicolori.
Una sola specie compone questo genere.
(') Procellaria pelagica, Wilson, Am. Om. VII, p. 90, pi. 60, fi<? 6 (1813).
52 t ATLANTE ORNlTOI.OfSICO
539. Pelagodroma marina (Lathamj, renilo delle tempeste fregata.
Superiormente bruno-ardesia più pallido e grigiastro sul dorso, sul groppone
e sul sopracoda, le penne di queste due ultime parti biancastre alla base; cuo-
pritrici alari brune, coi margini apieali bianco-grigi; fronte, redini, un sopracciglio
allungato, parti inferiori del corpo e faccia inferiore delle ali di un bianco-candido;
becco e piedi neri, questi colle membrane interdigitali gialle.
Lunghezza totale 0,m202; becco 0,'"023; ala 0,'"147; coda 0,'"()70 (timoniere
centrali); tarso 0,'"040; dito mediano e. u. 0,m034; dito esterno e. u. 0,"'034.
Abita i mari dell'Emisfero meridionale, portandosi verso nord sino alle Ca-
narie; accidentale nell'Atlantico settentrionale, nelle Isole Britanniche (Macpherson)
e nel Massachusets; non venne mai trovata finora in Italia.
Famiglia PUFFINIDAE, Pufflllidi.
Tubi nasali meno di metà in lunghezza del becco; narici riunite esterna-
mente o semiriunite sul culmine; la remigante primaria la più lunga e non più
corta della 2a.
Consta di due sottofamiglie entrambe rappresentate in Europa.
Sottofamiglia PUFF1NINAE, Puflìnini.
Lati del palato senza lamelle (Salvìn).
Questa sottofamiglia è composta di otto generi, due dei quali sono Europei.
Genere PUFFINUS, Brisson.
Becco alquanto più lungo della testa o subeguale alla stessa, sottile, con am-
bedue le mandibole ricurve in basso; narici dirette all'insù, tubolari e con due
orifizi distinti; ali lunghe, appuntite, colla 1 ' remigante primaria la massima; coda
quadrata, composta di 12 penne; tarsi reticolati, lateralmente compressi, divaria
lunghezza o lunghi circa quanto il dito mediano con unghia; diti tre rivolti in
avanti, lunghi, completamente palmati, il pollice rudimentale; unghie compresse,
ricurve; colore predominante di solito scuro di sopra, bianco di sotto.
Venti specie costituiscono questo genere, esse abitano i mari di tutto il Mondo;
sei di esse dimorano o capitano più o meno regolarmente in Europa.
540. Puffinus gravis (0' Reilly), Berta dell' Atlantico.
Becco color scuro di corno; parti superiori brunastre, più cupe sul vertice,
più chiare sulla nuca e con margini bruno-pallidi sul corpo; lati del rollo bianchi;
gastreo bianco, con macchie scure sui fianchi; eentro dell'addome e sottocoda fuligginosi,
ATLANTE ORNITOLOGI! !0 ")25
apici delle penne del sottocoda bianchi; remiganti bianche verso la base del vessillo
interno.
Lunghezza totale 0,m480; becco 0,ra052; ala 0,m32G; coda 0,"' 150; tarso 0/"054;
dito mediano e. u. 0,'"070; dito esterno e. u. 0,m0Òb; dito interno e. u. 0,™057.
Abita l'Oceano Atlantico, dalle Isole Far Oér e dalla Groenlandia lungo le
coste occidentali di Europa sino al Capo di Buona Speranza e lungo le orientali
d'America sino alle Isole Falkland. Non venne mai trovato sinora nel Medi-
terraneo.
541. Puffìnus Kuhli(') (Boie), Berta maggiore.
Becco giallastro, coll'apice color corneo; parti superiori grigio-brune più cupe
sulla cervice, con margini grigio-pallidi sul dorso; lati del collo grigio-pallidi, mac-
chiati di biu neo; gastreo bianco, compresi i fianchi ed il eentro dell'addome; sottocoda
bianco, macchiato di scuro sul margine delle penne, ma
nel più dei casi indistintamente.
Lunghezza totale 0,'"460; becco 0,"'OU5; ala 0,'"350; coda tf >■ -^
0,'"145; tarso 0,'"054; dito mediano e. u. 0,'"070; dito esterno ~-^>j
e. u. 0,'"068; dito interno e. u. 0,m061. v-1. ^
Abita esclusivamente il Mediterraneo e l'Atlantico tra
Madera e le Canarie, la costa del Massachusetts e le Isole .' „r liat
Kerguelen. È comune nel Mediterraneo Italiano, ove nidifica
sulle Isole; nell'Adriatico è specie rara nel golfo di Venezia, vi è però di doppio
passo e forse la sua rarità è più che altro supposta, perchè vive a più chilometri
dalle spiaggie marine e sfugge alle facili ricerche dei cacciatori costieri.
542. Puffinus anglorum (') (Ray), Berta minore nordica.
Becco bruno-scuro; parti superiori di un nero-lavagna quasi uniforme; gastreo
bianco, con macchiette grigio-brune sui lati del collo e della gola; ascellari bianche
anche all'apice e con uno spazio preapicale indistinto scuro-nero; fianchi, e cuo-
pritrici inferiori della coda in gran parte bianche.
Lunghezza totale 0,'"360; becco 0,'"044; alaO,m23f>; coda 0,'"080; tarso 0,m044;
dito mediano ed esterno e. u. 0,'"045; dito interno e. u. 0,'"044.
Abita l'Oceano Atlantico settentrionale, giungendo d'inverno verso sud sino a
Madera, alle Canarie ed al Brasile. Non entra nel bacino del Mediterraneo, né
consta che questa specie vi sia mai comparsa.
(') Procellaria puffinus, Temminck (1820), P. Kuhli, Boie (1835).
(') Procellaria anglorum, Ray (1713), Bris9on (1760), Temminck (1820), P. pnffinns, Brilnnieh (1764),
Linnaeus (1766): per non creare contusioni ho preferito conservare l'antico nome tanto alla Berta mag-
giore, quanto alla Berta minore nordica.
526 vn. w n ORNITOLI IGII 0
542". Puffinus anglorum yelkouan ( ! i (Acerbi), Berta minore.
f Puffìnus anglorum. Savi a A.uct. li ai.. ].
Simile alla specie precedente, parti superiori più pallide e più brune: ascel-
lari brune verso l'apice delle penne; fianchi bruno-scuri, come anche in generale
le cuopritrici inferiori della coda.
Lunghezza totale 0,'"370; becco 0,m043; ala0,n,250; coda 0,'"085; tarso 0,"'044;
dito mediano ed esterno e. u. 0,m059; dito interno e. u. O,"1*»."''.'.
Abita il bacino del Mediterraneo ed il Mar Nero, giungendo quale uccello ac-
cidentale verso nord fino alle Isole Britanniche. E specie comune e nidificante
nel Mediterraneo Italiano, rara neh Adriatico specialmente nel golfo di Venezia,
ma è comune nel Quarnero (Brusina) ; ha abitudini quasi del tutto notturne ed è
specie molto localizzata.
543. Puffinus assimilis. Gould, Berta minore fosca.
Becco nero; parti superiori di un nero-lavagna un po' bluastro; redini, guancie
e parti inferiori del tutto bianche; lati del collo ed alto petto cenerini, con l'apice
delle penne bianco; cuopritrici inferiori delle ali bianche e così il margine esterno
del vessillo interno delle remiganti le, eccetto verso l'apice.
Lunghezza totale 0,ni266 ; becco 0,'"035; ala 0,m188; coda0,m066; tarso 0,m036;
dito mediano e. u. 0,'"036; dito esterno e. u. 0,,n039; dito interno e. u. 0,m032.
Abita i mari dell'Australia e dell'Atlantico, spingendosi verso nord sino a Ma-
dera; è accidentale nelle Isole Britanniche, fu il Saunders che riferì a questa
specie i così detti P. obscurus (Gm.) che erano stati colti nelle Isole Britanniche.
Io conservo un P. assimili* che acquistai dalla Collezione Manxone di Brà, esso
è fatto da fresco ed ha la data 5 ottobre 1895 lungo la Stura (Piemonte), un se-
condo, che sarebbe stato ucciso ad Oristano (Sardegna) nell'ottobre 1892, è nel
I'. Museo di Fin ir.i „■ queste sono le sole catture italiane che conosco. Il vero P. ob-
scurus è proprio dei mari tropicali e subtropicali del Mondo intero. Il Risso l'an-
noverò pel Nizzardo, il Uurazzo pella Liguria ed il Savi tra gli Uccelli Italiani
per la possibilità che possa giungervi, ma probabilmente si voleva parlare del
P. assimili*.
544. Puffinus griseus (G-melin), Berta grigia.
Becco color di corno; bruno-fuligginoso nelle parti superiori, più cupo sulla
testa, sull'alto dorso, sulle ali e sulla coda, con marginature più chiare e poco
decise sulle penne del dorso; gastreo bruno-grigiastro, colle pentii più pallide nel centro
che sul margine; cuopritrici inferiori delle ali biancastre, rollo stelo scuro.
Lunghezza totale 0,'"400 ; becco 0,n'053 ; ala 0,m300; coda n, 076; tarso 0,m0< il :
dito mediano ed esterno e. u. 0,'"066; dito interno e. u. 0,m053.
Abita l'Oceano Atlantico, dalle Isole Far Oér allo stretto di Magellano, ed il
(') Alcuni Autori scrivono, invece di yelkouan = uccello del vento in lingua turca (Acerbi), yelcouan
(Sharpe), altri yelkouanua (Salvili).
ATLANTE ORNITOLOGICO 527
Pacifico dalle Isole Kurili fino alle Aukland verso sud. Accidentale nelle Isole
Britanniche, ad Helgoland, in Francia, nel Portogallo; questa specie non venne
mai trovata sinora nel Mediterraneo.
Genere OESTRELATA, Bonapabte (M.
Becco nero, alquanto più corto della testa, grosso, compresso e fortemente
ricurvo all'apice; tubi nasali abbastanza lunghi, colle narici subcircolari e dirette
all'in su; ali lunghe, appuntite, sopravanzanti la coda quando sono chiuse, la la re-
migante primaria di poco più lunga della 2a; coda mediocre, graduata; tarsi re-
ticolati, coi tre diti anteriori ed i piedi di discreta grandezza, il posteriore piccolo,
elevato e fornito di una piccola unghia.
Trenta specie compongono questo genere, che è proprio degli Oceani tem-
perati e tropicali dell'Emisfero meridionale, due delle dette specie arrivano ac-
cidentalmente anche in Europa.
545. Oestrelata haesitata (Kuhl), Uccello delle tempeste col cappuccio.
Becco nero; parti superiori bruno-fuligginose; cervice nera, che forma un cap-
puccio isolato; parte posteriori del collo, redini, cuopritrici superiori della coda e gastreo
bianchi; fronte e spazio davanti e sotto l'occhio bianchi, macchiati di nero; coda
nera, bianca alla base per due terzi della sua lunghe* :</.
Lunghezza totale 0,n,400; becco 0,""043; ala 0,m290; coda 0,m127 (timoniere
centrali); tarso 0,'"040; dito mediano e. u. 0,m051; dito esterno e. u. 0,'"049.
Abita le Indie occidentali ed è specie avventizia in Europa; venne colta una
volta nelle Isole Britanniche nella primavera 1850 [Coli. Newcomé) ed una volta in
Francia (Museo di Boulogne); non conosco altre catture europee.
546. Oestrelata brevipes (Peale), Uccello delle tempeste dalla gola Manca.
Becco nero ; parti superiori di un nero-lavagna col centro del dorso, le grandi
cuopritrici alari e le cuopritrici superiori della coda grigie; parte posteriore del collo
bianca; fronte e guancie bianche; parti inferiori grigie o bianche, colla gola sempre
bianca; lati del petto di un grigio-lavagna; timoniere nero-grigie, colle laterali gri-
gio-pallide.
Lunghezza totale 0,m290; becco 0,m033; ala 0,ra220; coda 0,m098 (timoniere cen-
trali) ; tarso 0,'"028; dito mediano e. u. 0,m033; dito esterno e. u. 0,m033.
Abita l'Oceano Pacifico, giungendo sino ai mari Antartici; è accidentale nelle
Isole Britanniche (2), ove venne colto una volta soltanto nel novembre 1889
(Brit. Mas.).
(') Bonaparte (Consp. Av. II, p. 188, 1855) scrisse veramente Aestrelata ed il nome venne corretto
dal Newton [Ibis, 1870, p. 277) con Oestrelata.
C) Zoologìa, 1890, p. 454; Ibis, 1891, p. 411. pi, IX.
528 Ali. AMI ORNITOLOGICO
Genere BULWERIA, Bonapakte.
Becco lungo quanto la tosta, grosso alla base, compresso; narici tubolari,
dorsali, corte, separato, dirette all'innanzi ed all'in su, coi tubi nasali carnosi al-
l'apice; ali lunghe ed appuntite, la remigante primaria la massima; coda lunga
e cuneata; tarso reticolato, coi piedi interamente palmati, dito interno più corto
del mediano e dell'esterno; il posteriore assai piccolo ed elevato; unghie ricurve;
piumaggio scuro uniforme; piedi non unicolori.
Due specie, una delle quali giunge accidentalmente in Europa; l'altra detta
B. Mar Gillivrayi (Gr.) abita il Pacifico centrale e le Isole Figi.
547. Bulweria Bulweri (Jardine & Selby) (*), Uccello delle tempeste di Buhver.
[ Bulweria columbina (Webis. Berth.)].
Becco nero; tinta generale bruno-nerastro-fuligginosa, più chiara di sotto e
grigiastra sulle maggiori cuopritrici alari e sul mento; ali e coda nere, questa
distintamente cuneata; piedi rossiccio-bruni, colle
membrane interdigitali scure.
Lunghezza totale 0,ra280; becco 0,m030; ala
0/"195; coda: 0,m104 (timoniere centrali), 0,m076 (ti-
moniere laterali); tarso 0,'"027; dito mediano ed
esterno e. u. 0,'"030; dito interno e. u. 0,'"024.
Abita Madera e le Canarie; questa specie venne
trovata anche nelle isole Havaii, Bonin e Volcano
Testa <ii /■'. Bulweri, gr. oat. (al sud del Giappone) e presso Amoy (Cina); è acci-
dentale nelle Isole Britanniche, ove venne colta una
volta nel maggio 1837 (Museo di Tori). Sarebbe accidentale anche in Italia, un
maschio colla data giugno 1898, preso vivo in alto mare davanti a Genova, è
nel R. Museo di Firenze (Giglioli, in liti.)
Sottofamiglia FULMARINAE, Fulmarini.
Lati del palato con lamelle più o meno distintamente sviluppate (Sidri//'.
Genere FULMARUS, Stephens.
Becco grosso e forte, molto ricurvo all'apice, più corto della testa e del tarso ;
tubo nasale alto alla base e grande; narici prominenti lungo il solco della man-
dibola superiore, riunite ed alquanto nascoste nel tubo nasale e con un singolo
(') Procellaria anjinho, Beinoken, in Brewst. Journ. 1829, p. 231; /'. BuUaeri, .lardine & Selby,
III. (ini. pi. 65 (1829-35 : Jardine, Edinb. ./unni. \ut. $ Geogr, sc. I. p. 245 (1830 : Puffinus colum-
hiniis, Moq. Tand. (ini. Omar. p. 14 (1841).
ATLANTE OKNIT» ll.Ocaco 529
orificio esterno; ali piuttosto lunghe, la la remigante primaria la massima; coda
di 14 penne, rotondata; tarsi robusti e compressi: piedi mediocri, le tre dita an-
teriori riunite da una membrana, il posteriore rudimentale e munito di un'unghia
conica; colorito chiaro, ma si riscontra anche una fase scura.
Questo genere abbraccia tre specie, una delle quali Europea, le altre due
abitano il Pacifico settentrionale.
548. Fulmarus glacialis (Linnaeus), Fulmaro.
Parte anteriore del becco gialla, biancastro sui lati, coi tubi nasali olivastri;
mantello e cuopritrici alari di un grigio-periato; remiganti bruno-scure; nel resto
il colorito generale è bianco, variato di grigio sui lati del petto e sui fianchi (ad).
Colorito generale grigio-cenerognolo, lavato di bluastro; parti inferiori più pal-
lide; remiganti come l'adulto (giov.). Esiste anche una fase scura di un grigio
uniforme, più chiaro sulle parti inferiori.
I tubi nasali distinguono tosto questa specie da qualunque Lariiw, cui somiglia
nel colorito.
Lunghezza totale 0,'"470; becco 0,m053; ala 0,m330; coda: 0,m123 (timoniere
centrali), 0,m114 (timoniere laterali): tarso 0,'"051 ; dito mediano e. u. 0,'"066; dito
esterno e. u. 0,'"068.
Abita l'Oceano Atlantico settentrionale; è frequente in Islanda, si trova
invece raramente nelle Isole Britanniche, ma nidifica nella Scozia a S. Kilda, età,
nell'inverno discende in Europa sino al 43° ed in America sino al Massachusetts.
Non venne mai trovato nel bacino del Mediterraneo.
II Saunders esclude dalla lista Britannica e quindi dall'Europea il Daption
capensis (L.) specie propria agli Oceani meridionali, che sembrava essere com-
parsa tre volte in Francia (Degland & Gerbe) ed una volta in Irlanda (More).
FamiCxLIa DIOMEDEIDAE, Diomede/di.
Narici laterali, poste alla base del becco, dirette all' innanzi, inserite in una
guaina cornea e separate dal culmine che è largo; la remigante primaria la
massima.
Genere DIOMEDEA, Linnaeus.
Becco più lungo della testa, molto robusto, col culmine rotondo, mediocre-
mente compresso; lati della mandibola superiore senza solco longitudinale e lisci:
ali lunghissime, il doppio od il triplo della coda e molto strette; coda corta, ro-
tonda; tarsi corti e reticolati; dito mediano più lungo del tarso, il posteriore man-
cante; unghie deboli e quasi diritte. Grande statura.
Nove specie costituiscono questo genere, che è proprio degli Oceani meridio-
nali e del Pacifico settentrionale. Due di esse vennero comprese nelle Liste Eu-
ropee, ma la D. exi/lans, Linnaeus, deve esserne esclusa, non essendo abbastanza
Atlante ornitologico. G7
530 ATLANTE ORNITOLOGICO
sicuri i dati delle sue ealture avvenute molti anni or sono in Norvegia ed in
Francia e nel 1833 in ((landa.; cosi pure deve cancellarsi il congenere Tkalas-
sogeron ckloì'orhynckus (6m.), che l'Esmark asserì preso in Norvegia (1837) e l'Os-
sifraga gigantea (Gni.) che, secondo Brehm, sarebbe stata celta sul Reno.
549. Diomedea melanophrys, Boi e, Diomedea dulie ciglia iure.
Becco corneo-giallastro, più scuro all'apici ; testa e gastreo bianchi; una fascia
corta nero-lavagna davanti e dietro l'occhio; regione interscapolare cenerina;
dorso ed ali nero-brunastre; coda grigio-lavagna, cogli steli bianchi: cuopritrici
inferiori delle ali bianche, nero-grigie lungo il margine dell'ala.
Lunghezza totale 0,m760; becco 0,m132; ala 0,m500; coda 0,'"180; tarso 0,'"083 ;
dito mediano e. u. 0,m122; dito esterno e. u. 0,,n116.
Abita gli Oceani meridionali, giungendo accidentalmente nel Nord dell'Atlan-
tico [Capitano David (ìray, lat. 80°, 11' N., e long. 4 E., 1878; a nordovest delle
Spitzbergen (Museo Peterhead); Isole Far Oér, 1893 (Knud Andersen); Cambridg-
shire, 1897 (Ibis, 1897, pag. 625)].
Sottordine PYGOPODES - Pigopodi.
Becco di forma variabile, mai del tutto membranoso o lamelloso o fornito di
borsa golare; narici pure di varie forme, mai tubolari o mancanti; ali corte, ta-
lora rudimentali; coda corta o quasi mancante; diti palmati o lobati, il posteriore
presente (Alcidae eccettuate); nidiacei in parte precoci, in parte inetti; sessi si-
mili, i giovani differenti dagli adulti; piumaggio fitto ed impermeabile.
Questo sottordine comprende quattro famiglie con circa 50 specie, delle quali
una sembra essere certamente oramai del tutto estinta: sono uccelli oceanici,
che si ritirano nei laghi entro terra o sulle coste per nidificare. Camminano assai
a mala pena, tenendo posizione eretta col tarso quasi del tutto appoggiato a terra
e colla coda che serve loro come punto di appoggio; volano invece celeremente
e con facilità battendo spessissimo le ali, ma se inseguiti di solito si tuffano com-
parendo a galla dopo notevoli distanze, che coprono aiutandosi colle ali e coi
piedi; si può dire che questo sottordine offra tipi nei quali la funzione nuotatoria
è perfezionata al sommo grado. Si nutrono quasi essenzialmente di pesce. Depon-
gono poche uova, talora uno solo in un rozzo nido posto vicino all'acque o nelle
buche delle roccie.
Una specie di Alca (Alca impennis) ed il sottordine alfine dei veri Pinguini
(Impennes), che non è rappresentato in Europa, sono impotenti a volare, quella
perché presenta l'ala troppo piccola pel peso del corpo, mentre questi mancano
di vere e proprie remiganti e l'ala serve a guisa di pinna come organo pel nuoto;
alenili specie di Impennes offrono inoltre la particolarità ili non deporre il loro
unico uovo, che invece portano seco in una borsa temporanea formata da una
ATLANTE ORNITOLOGICO 531
ripiegatura addominale i Ferreaux), con notevole analogia a quanto succede nel
gruppo dei Mammiferi, detto dei Marsupiali.
Famiglia COLYMBIDAE, Colimbidi.
Becco subeguale alla testa, robusto, diritto, compresso ed appuntito verso
l'apice; redini pennute; narici lineari e semichiuse da una membrana; ali lunghe
e strette, composte di penne lunghe e rigide, la la e la 2'1' delle remiganti pri-
marie le più lunghe e subeguali inter se; coda corta, rotonda, composta di 18 a
20 penne rigide; gambe sottili, inserite molto all'indietro; tarso reticolato, molto
compresso lateralmente e più corto del dito mediano compresa l' unghia; tre dita
anteriori riunite da una membrana, 1' esterno il massimo, il posteriore è bene
sviluppato, inserito alla stessa altezza degli altri e riunito all'interno da una
membrana floscia; unghie piatte.
Questa famiglia comprende un solo genere con cinque specie, proprie delle
latitudini artiche e subartiche delle Regioni Paleartica e Neartica ove nidificano,
portandosi verso sud all'epoca delle migrazioni. I piccoli nascono coperti di piu-
mino e divengono precoci in breve tempo; mutano due volte all'anno ed hanno
abito nuziale distinto; i sessi sono uguali in piumaggio, ma i giovani differiscono
dagli adulti e impiegano più di un anno ad assumere la livrea completa di
questi; la femmina è più piccola del maschio. Depongono, in un nido presso il
bordo delle acque, due o tre uova bruno-scure, con macchie nerastre.
Genere COLYMBUS '>, Linnaeus.
I caratteri sono gli stessi della famiglia.
Questo genere comprende cinque specie, quattro delle quali si trovano anche
in Europa; tre di esse giungono anche in Italia durante le migrazioni.
550. Colymbus septentrionalis, Linnaeus, Strolaga minore.
[Strologa piccola~\.
[Tav. XXIX, flg. 1 e 2].
Parti superiori bruno-cenerognole, talora con macchie bianche poco distinte;
parte superiore della testa con macchiette nerastre su fondo grigio-cupo; lati della
testa, del collo, mento e gola dì un grigio-scuro, con una (/rande macchia triangolare
castagno-vinata sul centro del collo; nuca, parte posteriore del collo e lati del basso
collo nerastri con margini bianchi e in apparenza striati; gastreo bianco, con
penne scure sui fianchi e con una fascia di egual colore sulla parte più bassa
dell'addome; coda composta di 18 a 20 penne {ad. inprim.). Parti superiori bruno-
cenerognole, ciascuna penna con due macchie bianche appajate; lati della faccia,
(') Cfr. la Nota a i>ag. 535.
582 ATLANTE ORNITOLOGICO
gola e gastreo bianchi: ascellari bianche, col centro delle penne scure; fianchi
brunastri, con margini bianchi; fascia sul basso addome brunastra (ad. iti aut.).
l'enne delle parti superiori marginate 'li bianco, anziché macchiate (giov.).
Lunghezza letale 0,ra630; becco 0,m056; ala (V300; coda 0™059; tarso o."<i70;
dito mediano e. u. 0,m084; dito esterno e. u. 0,m091.
Abita le regioni Artiche; giunge d'inverno sino al Mediterraneo, al Mar Caspio,
alla Cina, alla California ed alla Florida. È discretamente comune in Italia du-
rante la stagione fredda, però meno abbondante del C. areticus, L. e più facile a
trovarsi nelle provincie settentrionali e eentrali, che non nelle meridionali e nelle
[sole. L'adulto in abito di primavera è sempre rarissimo tra noi.
551. Colymbus areticus. Ltnnaeus, Strolaga messane/,.
| Tav. XLV, Bg. Il' e 13].
Parti superiori nero-lucide, con quattro aree di macchie bianche semiquadrate,
disposte due sulla, parte alta del dorso e due sulla regione scapolare; cuopritrici
alari macchiate di bianco; testa e parte posteriore del collo di un grigio-tortora;
davanti del collo di un nero-porporino-cupo, diviso in due da inni fascia bianca a
linee nere: lati e base del collo e lati del petto striati, cioè a penne nere margi-
nate di bianco; fianchi in gran parte neri; gastreo bianco: coda composta di Hi
a 18 penne mi. in privi.). Parti superiori cenerino-bruno-cupe, più chiare sulla testa
e sul collo; gola e tutte le parti inferiori bianche eccetto i fianchi, parte delle
sottocaudali ed una fascia sul basso addome color nerastro (ad. in aut.-. Simili,
penne delle parti superiori con margini grigi igiov.).
Lunghezza totale 0,'"680; becco 0,'"062; ala 0,m300; codaO,ro062; tarso 0,m068 ;
dito mediano e. u. 0,'"10o; dito esterno e. u. 0,'"106.
Abita il Nord dell'Europa e dell'Asia: giunge d'inverno sino al Mediter-
raneo ed al Mar Caspio. È specie discretamente abbondante in Italia durante la
stagione fredda, comune nelle parti settentrionali ove si trova talora anche di
agosto, meno frequente nelle meridionali. L'adulto in abito di primavera è raro.
ma capita di tanto in tanto nel Veneto anche nel maggio e nel giugno. Non
nidifica.
552. Colymbus glacialis, Linnaeis, Strolaga maggiore.
[Tav. XLV, Bg. 10 o 11 J.
Becco nero; parti superiori nero-lucide, con le penne ornate di macchie nu-
merose ovali o subrotonde appajate bianche, più grandi sulle scapolari, più rotonde
e più piccole sulle cuopritrici alari, sul groppone e sui fianchi; testa e parie po-
steriore del collo nere tinte di porporino sulla cervice, di verde sui lati della
testa e del collo e sulla gola, con tre bande di penne nere marginate di bianco.
l'ima attraverso la base della gola e le altre due più larghe su cadauno dei due
Iati del collo a forma di collare interrotto; lati del basso collo ed alto petto neri,
striati di bianco; resto del gastreo bianco, con una fascia bruno-nerastra sul basso
addome, parte delle sottocaudali di egual colore; coda di 20 penne (ad. in prim.).
l'arti superiori bruno scure, con margini cenerino-grigi, testa e collo più scuri;
ATLANTE ORNITOLOGICO 588
parti inferiori intieramente bianche, eccetto i fianchi che sono eguali al dorso;
la banda del basso addome e parte delle lunghe sottoeaudali brunastre (ad. in
aut.). Simile, ma col becco più corto (giov.).
Lunghezza totale 0,ra800; becco 0,ro086; ala 0,m370; oda 0,m075; tarso 0,m078;
dito mediano e. u. 0,m120; dito esterno e. u. 0,m126.
Abita le parti Artiche dell'America nordica, dell'Asia nord-orientale e dell'Eu-
ropa nord-occidentale; giunge d'autunno sino al bacino del Mediterraneo ed al
<_--
Becco ili C. glacialis, gr. nat.
■v ■■■.'•■
Becco «li C. arcticus, gr. nat.
golfo del Messico. In Italia è specie invernale e molto rara, compare più che
altro nell'Alta Italia e specialmente nell'Estuario Veneto, sul Lago di Garda
(Coli. Arrigoni Begli Oddi), nelle grandi Valli alle foci del Po (Coli. Arrigo-ni Begli
Oddi); venne presa anche in Liguria dì. Museo di Firenxe), a Orbetello (Coli.
Conte Bella Gherardesca), a Taranto (Giglioli) e pare anche in Sardegna i Salva-
dori). Gli individui in abito di primavera completo sono particolarmente rari, in
generale capitano in livrea giovanile od autunnale e siccome in tal caso è facile
scambiarlo col C. arcticus, così figura in molti Cataloghi ed in molte Eaccolte,
mentre realmente trattasi invece di individui appartenenti a quest'ultima specie;
i soggetti di C. glacialis presi in Italia sono, a parer mio, estremamente pochi. La
534 ATLANTE ORNITOLOGICO
differenza tra lo due specie (ad. in ab. d'aut. e giov.) consiste sopratutto nella gros
stv./.a del becco che è rilevante nel C. glacialis, il ([naie presenta inoltre la man-
dibola inferiore col tratto dalla gonide all'apice decisamente volto all'in su, mentre
esso è diritto nel < '. arrlinis; la statura poco vale, trovandosi dei C. arctieus ili
grandi dimensioni, più di 0,'"800 e dei C. glacialis giovani di 0,m720 in lunghezza
totale, sebbene di regola questo sia sempre considerevolmente maggiore di (niello.
553. Colymbus Adamsi, G. Et. Gray, Strolaga dal becco giallo.
[Tav. XI, VII, fig. 18].
Simile al C. glacialis, ma il becco è giallo o bianco-giallastro col culmine quasi
del lutto diritto, mentre è curvato all'ingiù nel C. glaeialisf l'angolo della gonide
è molto più accentuato che nel C. glacialis; basso dorso e groppone immacolati; gola
con riflesso porporino e non verde-cupo; banda trasversale sulla gola di otto strie
bianche (12 nel C. glacialis), quelle del collo dicci (20 nel C. glacialis); coda di 18
penne (ad. in pri-m.). Simile a quello del C. glacialis; il becco ha forma differente
ed il suo colorito è di un bianco-avorio (ad. in atri, e giov.).
Lunghezza totale 0,'"830; becco 0,'"090; ala 0,ra380; coda 0,'"066; tarso 0,"'osi;;
dito mediano e. u. 0,'"121; dito esterno e. u. 0,'"129.
Abita le regioni Artiche dell'America e dell'Asia; giunge d'inverno nella
Russia settentrionale, nella Norvegia, più di rado nelle Isole Britanniche e acci
dentalmente in Austria. È specie rara nelle Collezioni.
Famiglia PODICI PEDI DA E, Podicipedidi.
Becco come i Colga////, ma di solito più debole [tranne nel gen. Americano
Podilymbus, Lesson(1)]; narici lineari od ovali; redini nude; ali molto corte e con-
cave, colle remiganti primarie coperte dalle penne interne quando l'ala è chiusa:
coda con le timoniere imperfette e ridotta ad un semplice ciuffo di penne a piu-
mino; gambe inserite molto all'indietro; tarsi assai corti, compressi e scudettati :
piedi lobati colle dita piatte, le anteriori semipalmate, cioè munite di larghi lobi lati rati
riuniti alla base; dito posteriore inserito più in alto del livello degli altri diti, il
mediano unito all'esterno da una membrana basilare più estesa che non nel dito
interno; unghie corte, piatte, un po' simili alle umane.
I piccoli nascono coperti di piumino e dopo poche ore sono atti a nuotare
(precoci) Mutano d'autunno, perdendo di primavera le piccole penne ed assumendo
una livrea nuziale caratteristica; il piumaggio è molle e fittissimo.
Questa famiglia comprende tre generi con circa ventitre specie sparse su
tutto il Globo, delle quali cinque abitano anche l'Europa. Hanno i costumi dei
Colimbidi, ma abitudini meno oceaniche, abitando comunemente anche i fiumi ed
(') Lo Sbarpe ebbe un individuo di /'. podicipes (L.) coli '1 gennaio 1881 a Radipole (Inghil-
terra). Credo trattisi ili qualche soggetto fuggito di schiavitù. E specie propria all'America settentrionale,
centrale e meridionale.
ATLANTE ORNITOLOGICO 535
i laghi; se scorgono qualche pencolo non prendono il volo, ma si sommergono
di botto, ricomparendo a galla ad una notevole distanza. Gli adulti nell'abito pri-
maverile sono molto differenti da quello autunnale e dal giovanile avendo ciuffi e
collaretti tinti in colori brillanti, la mancanza di coda dà ad essi una fisonomia
grottesca; il gastreo è di solito di un bianco sericeo e gli adulti d'autunno per-
dono cosi ad un tratto tutte le remiganti da rimanere per qualche tempo impo-
tenti a volare, come avviene nelle Anitre. Il piumaggio bianco-sericeo di molte
specie è impiegato efficacemente per confezionare manicotti, collari ed altri og-
getti di pellicceria ed è noto sotto il nome di Orebe, però ha un valore commer-
ciale limitato.
Genere PODICIPES ('), Latham.
Becco non più lungo della testa, quasi diritto o col culmine leggermente
curvato all'ingiù verso l'apice, e la mascella inferiore rivolta all'in su; le penne
morbide della testa e del collo formano in generale ciuffi o collaretti di vario
genere; remiganti 2e eguali o non più corte delle primarie; tarso compresso come
la lama di un coltello, posteriormente dentellato, scudettato, corto e molto più
corto del dito mediano con unghia.
Questo genere consta di una ventina di specie, il cui abitato è cosmopolita,
cinque di esse appartengono anche all'Avifauna Europea.
554. Podicipes fluviatilis (Tunstall), Tuffetto.
| Podiceps fluviatilis (Tunst.), P. minor (Gm.)].
[Tav. XLV, tìg. 8 e 9].
Parti superiori bruno-nero-lucide; Diruto nero; lati della testa, parte laterale
ed anteriore del collo di un fulvo-castagno; petto nerastro, con sfumature grigie ;
addome nero e bianco; becco nero, coll'apice chiaro; pelle nuda delle redini e
della base della mandibola inferiore gialla, nera davanti all'occhio (ad. in prim.).
Parti superiori bruno-scure; mento ed alta gola color bianco; addome bianco-
II 1 primi Autori Sfrissero Podiceps ed il Glogor tJouni. f. Gru., 1851, p. 430 nota) corresse con
Podicipes, da podici» = deretano e pes = piede.
Witti reference to tbe use of this generic nume l'or the Grebes, Mr. Ridgway (Proc. U. S. Nat. Mus.,
1882, p. 42) has written as follows: — « Linnaens nuited the Grebes and tbe Loons or Divers in tbe
sanie genus Columbus, but in 1760 Brisson liad already separated tbe Loons troni the Grebes, retaining
tbe nane Colymbus fior the bitter. In 1777 Scopoli followed bis example. Ten years later Latham applied
tbe name Podiceps to tbe sanie groups, this consequently beiug a mere synouim of Columbus as rostricted
li.v Brisson». Mr. Ridgway and the authors of the « American Check-list» therefore uso Colymbus for
the Grebes, and Urinator of Cuvier for the Divers. Against this view I may state that botb Brisson and
Seopoli really intended but did not succeed in separati ng the Grebes from tbe Loons, as the generic
appellations proposed by tbem for the Loons (viz. Mergus and Cria) were liotb preoccupied. Tberefore
tbiiigs remaiued as tbey were when Linné made bis genus Colymbus (to embrace Loons and Grebes)
iiiit.il Latham created Podiceps for the Grebes, this having boeu tbe first legai subdivisiou of the genus
Columbus. L. (Berlepsch, H., & Stolzmann, J., A now Species of Grebe troni Central Peni, Ibis, 1894.
p. 109).
336
ATLANTI'. < IKN IMO
sericeo, resto delle parti inferiori bruno rossiccio mi. in tini.). Simile, strie scure
sui lati della, testa (giov.).
Lunghezza totale 0,m230; becco 0,,n020; ala 0,m082; tarso 0,m031; dito mediano
e. u. o.'"o|<.l; dito esterno e. u. 0,m050.
Abita le regioni eentrali e meridionali d'Europa e le centrali dell'Asia. È sta-
zionario e nidificante in Italia, ma più abbondante nell'autunno e nell'inverno per
l'arrivo degli individui migranti dal Nord.
555. Podicipes auritus (Linnaeus), Svasso cornuto.
[Podiceps auritus l..>, P. cornutus (Gm.j].
[Tav. xlv, fig. 5 e iì ].
Becco diritto, uno spaxio nudo tini becco all'occhio; remiganti primarie e le tre
secondarie esterne bruno-scure.
Parti superiori nerastre, con marginature grigie; pileo, mento, gola ed un
collare cospicuo color nero; un ciuffo di penne lunghe giallo-lionate dietro ciascun
Becco ili /'. auritus, et. nat.
Becco di /'. nigricollis, gr. nat.
occhio; parte anteriore e laterale del gozzo, alto petto e fianchi di un rosso-
castagno; petto ed addome color bianco-sericeo {ad. in prim.). Pileo e parti su-
periori nerastre; gola, gote e resto delle parti interiori di un bianco-sericeo [ad.
in tini, e giov.).
Lunghezza totale 0,m350; becco 0,"'02f>; ala 0,m140; tarso 0,,n042; dito mediano
e. u. 0,'"056; dito esterno e. u. 0,'"060.
Abita le regioni Artiche; d'inverno migra irregolarmente in Europa, però
nidifica nella Scandinavia, in Russia ed in Danimarca, giunse pure in Cina e negli
Stati Uniti d'America (in renio). In Italia è specie di comparsa irregolare e rara,
rarissima nell'abito di adulto in primavera; venne presa solo nelle parti setten-
trionali e nelle centrali; l'ebbi in giugno dal Veneto e dalla Toscana, ma non
credo nidifichi.
556. Podicipes nigricollis, Bkehm, Svasso piccolo.
L Podiceps nigricollis. Hhkiim, >'™«n dal collo nero'].
[Tav. XLV, fig. 7].
Becco limilo all'in su; le quattro remiganti primarie interne, ili un bianco-puro.
Testa, collo, petto e parti superiori nere, dietro gli occhi una stria di penne
ATLANTE OHXITllI.tKIICO 537
lunghe e sottili giallo-dorate; base del davanti del collo, lati del corpo e fianchi
color castagno; petto ed addome di un bianco-sericeo (ad. in prim.). Gli adulti
d'autunno ed i giovani sono molto simili a quelli del P. auritus, colla differenza
della forma del becco e delle i remiganti primarie interne sempre bianche.
Lunghezza totale 0,m320; becco 0,VD025; ala 0,m132; tarso 0,n,043; dito mediano
e. u. 0,'"054; dito esterno e. u. 0,m059.
Questa specie abita le contrade centrali e meridionali d'Europa, l'Africa fino
al Transvaal ed al Capo di Buona Speranza e l'Asia centrale sino alla Cina ed
Giappone. Verso Nord nidifica sino nelle Isole Britanniche, dubbiosamente in Da-
nimarca; sembra sia accidentale in Islanda, quantunque non abbiamo prove si-
cure (Slater). In Italia è specie di passo ed invernale, comune; però nidifica ed è
quindi stazionaria in parecchie provincie (Veneto, Toscana, Sicilia, etc).
557. Podicipes griseigena (') (Boddaert), Svasso dal collo rosso.
L Podiceps griseigena (Bodd.), Svasso collo-rosso ].
[Tav. XLV, fig. 4].
Parti superiori bruno-nerastre, con una ombreggiatura verdastro-lucida; le
penne della cervice considerevolmente allungate a ciuffo; penne delle guancie,
del mento e della gola non dilungate e cenerine, tale tinta limitata da una fascia
bianchiccia molto cospicua sotto l'occhio; parte anteriore e laterale del collo e
gozzo di un rosso-castagno, più pallido sull'alto petto; petto ed addome di un
bianco-sericeo, macchiato di cenerino poco accentuato imi. in prim.). Parti supe-
riori tinte di brunastro; lati della testa bianchicci, con fascie longitudinali nera-
stre; collo cenerino sulla parte anteriore e senza tinte castagne (mi. in aut.). Simile
all'adulto in autunno, ma col collo tinto di rossiccio (giov.).
Lunghezza totale 0,'"400; becco 0,'"042; ala 0,m182; tarso 0,m052; dito mediano
e. u. 0,'"067; dito esterno e. u. 0,'"075.
Nell'abito d'autunno e di giovane questa specie potrebbe talora confondersi
col P. cristatus, ma la mancanza di sopracciglio e del bianco sulle redini la distin-
guono a priori.
Abita l'Europa e l'Asia occidentale; migra verso sud sino al Mediterraneo ed
all'Africa settentrionale. In Italia è ovunque specie piuttosto rara e di comparsa ir-
regolare nelle parti centrali e meridionali ; nel Veneto invece è discretamente
abbondante, vi arriva nell'agosto e si trattiene fino in primavera, non è però
egualmente distribuita tutti gii anni e sempre difficile ad aversi nell'abito com-
pleto di nozze; è pure uccello raro nelle provincie nord-occidentali. Conservo
venticinque esemplari colti in Italia, tra i quali uno preso in Sardegna, ove
sembrava non giungesse. Non nidifica.
558. Podicipes cristatus (Linnaeus), Svasso maggiore.
[Podiceps cristatus (L.)].
[Tav. XLV, fig. 1, 2 e 3].
Penne dell'omero di un bianco quasi /mr<>; piccole euopritrici alari bianche, formanti
ami larga ha/ala lungo il mari/ine interno dell'ala.
(') Columbus grisegena, Boddaert, 1783, ma va scritto invece griseigena, da griseus = grigio e gena
= gote.
Atlante ornitologico. 68
538 ATLANTE ORNITOLOGICO
Partì superiori bruno-cenerine, tendenti al nerastro; cervice e due ciuffi al-
lungati sulla parte laterale della stessa di un nero leggermente verdastro; redini,
spazio oftalmico e penne delle guancie bianche volgenti al rossigno, esse sono al-
lungate e sottili e formano colle lunghe penne della
parte posteriore della testa un collare castagno-fulvo,
che è incorniciato di nero dalle penne allungate del
collo disposte a collaretto sviluppatissimo; collo e parti
inferiori bianco-sericee, coi fianchi tinti di castagno-
rossiccio e terminati di cenerognolo-brunastro (ad.
in prim.). Simile, i ciuffi laterali ed il collare sono
^ molto più corti ; redini ed una stria sull'occhio color
bianco (ad. in aut.). Simile, testa e collo con fascie
resta i . entatnt, longitudinali grigio- brunastre; ciuffi laterali e colla-
1 j gr. nnt. ° ° °
retto del tutto mancanti; nel 1° anno d'età le fascie
sid collo e sulla testa sono mancanti e tali parti lavate di bruno (giov.).
Lunghezza totale 0,'"530; becco 0,m053; ala 0,m190; tarso (V063; dito mediane
e. u. 0,'"(i7 1; dito esterno e. u. 0,"'07(>,
Abita l'Europa, il Nord dell'Asia, l'India, l'Africa e l'Australia. E uccello co-
mune e sedentario in Italia, ma più abbondante durante la fredda stagione. Nidifica
ovunque trovi località adatte, sembra che allevi due covate, luna nel maggio e
l'altra in luglio.
Pare che il /'. longirostris, Bp., citato pella Sardegna, altro non sia che ì'Aech-
mophorus major (Bodd.) dell'America meridionale; questa specie va cancellata
dal novero delle Europee, perchè l'individuo preso in Sardegna aveva prove-
nienza esotica.
Famiglia ALGIDA E, Aloidi.
Becco corneo, senza lamelle, di forma assai variabile e talvolta fornito di
strane appendici e solchi o brillantemente colorite: narici variabili, ma non tabu-
lari; redini piumate; ali e coda corte; gambe inserite molto all'indietro ; tarso di
solito non compresso lateralmente, più corto od uguale al dito mediano con
unghia; diti tre anteriori riuniti da una membrana completa, il posteriore manca,
il dito mediano è il più lungo.
Questi uccelli hanno forma tozza; nascono coperti di piumino e sono precoci,
cioè possono nuotare appena sgusciati dall'uovo; mutano completamente nel set-
tembre e cangiano le piccole penne di marzo, assumendo l'abito di primavera.
Questa famiglia comprende circa 26 specie sparse pei mari Artici, ove si tro-
vano in grandi quantità e dove rappresentano i Pinguini delle regioni Antartiche:
sono uccelli essenzialmente gregari e d'inverno migrano portandosi verso sud,
ma non arrivano però all'Equatore. Nuotatori per eccellenza, si sommergono per
abitudine, volano rapidamente e battendo spessissimo le ali, tranne una specie
che è inetta al volo; si nutrono quasi esclusivamente di pesce: depongono da
uno a tre uova, senza costrurre nido sulle roccie nude od in qualche crepaccio
delle stesse. Alcuni generi (Fraterctda, Lurida, etc), portano sui lati della testa
ATLANTE ORNITOLOGICO 539
ciuffi ornamentali, appendici o solchi sul becco coloriti brillantemente e che ca-
dono di solito verso settembre, cioè appena finita la stagione delle nozze nello
stesso modo col quale gli uccelli perdono comunemente le penne. Vanno talora
soggetti ad anomalie di colorito.
Sottofamiglia ALCINAE, Airi ni.
Inserzione delle penne sulle redini che si protrae almeno [ino al borilo posteriore ilei
l'apertura nasale, che è esposta o sormontata e parzialmente nascosta ila dense penne
diluiate, che possono estendersi fino al margine anteriore (Ogilvie-Granti.
Questa sottofamiglia comprende sette generi con 17 specie, otto delle quali
fanno parte anche dell'Avifauna Europea. Non ho creduto di dividere generica-
mente in questo lavoro generale le due specie di Alene, ma ne indicherò i tratti
caratteristici.
Genere ALCA, Linnaeus.
Becco alto, piuttosto lungo, fortemente compresso e con solchi trasversali
presso l'apice, colla mandibola superiore fortemente curvata all'ingiù ed uncinata
presso l1 apice e l' inferiore ascendente sulla sua linea dorsale e concava verso
la punta, entrambe coperte di penne nella metà basilare; narici laterali, lineari,
mediane, colle aperture in gran parte coperte di penne; ali corte; coda mediocre,
cuneata, di 12 o 14 penne; tarso più corto del dito mediano con unghia; unghie
ottuse e leggermente curvate.
Due specie compongono questo genere, una delle quali estinta da pochi anni.
a) Coda composta eli 14 penne; impennatura tra le branche della mandibola inferiore
distintamente estesa al di là di una linea verticale tirata ded bordo anteriore dell'aper-
tura nasale Statura molto elevata; lunghezza totale di circa 0,m760 (genere Plautus,
Brunii.). (Ogilvie-Grantj. Una sola specie.
559. Alca impennis, Linnaeus, Alca maggiore.
[Tav. XLVII, fig. 14].
Becco con 6 a 10 solchi bianchi; testa e collo per intero di un nero-verda-
stro; una grande macchia bianca ovale sulle redini; parti superiori nere; apici
delle remiganti 2" e gastreo di un bianco-puro; coda di 14 penne (ad. in prim.).
Simile, mento, gola e lati dell'occipite bianchi (ad. in aut.). Simile, un minor nu-
mero di solchi sul becco (da 2 a 3) (giov.).
Lunghezza totale 0,'"800; becco 0,'"100 (dalle penne della fronte all'apice), al-
tezza massima del becco alla base 0,'"040; ala 0,,n160; coda 0,'"078; tarso 0,'"056;
dito mediano e. u. 0,m087.
Questa specie, ora estinta, abitava le coste e le isole dell'Atlantico nord-oc-
cidentale al sud del Circolo Artico e venne presa inoltre in Francia, in Germania,
nelle Isole Britanniche, in Danimarca e nella Scandinavia, nidificava a S. Kilda
")40 ATLANTE ORNITOLOGICO
(Scozia : l'ultimo esemplare sarchile stato ucciso, « quel che pare, tra il 1859 ed il
lsiin in (iroenlandia, ma la notizia sembra poco esatta [Colliri .
Simo circa 80 i soggetti conservali nelle varie Raccolte d'Europa e d'America,
cinque dei quali nei Musei Italiani [RR. Musei ili Torino, di Pisa, di Firenze, di
Roma (l) e Museo Civico di Milano, nel B. Museo di Bologna esiste un pezzo incom-
pleto). Oltre i 79 o 80 esemplari montati, si conoscono da 23 a 24 scheletri più
o meno completi, da 850 a 861 singole ossa, due o tre preparati fisiologici e
72 uova (Orieve). Oltre gli esemplari delle Raccolte Italiane, ebbi la fortuna di
vedere quelli conservati nei seguenti Musei esteri: Amsterdam, Berlino, Brun-
swick, Bruxelles, Cambridge, Dresda, Edimburgo, Graz, Leida, Londra, Newcastle
(ove è conservato 1' unico soggetto giordane, che si conosca), Parigi, Braga. Stra-
sburgo, Vienna e Coli, del Barone de Selys-Longchamps). Questi esemplari salirono
a prezzi favolosi, vuoisi fino a 20,000 franchi; quello comperato nel 1895 dal
Museo di Edimburgo raggiunse il prezzo di circa 9000 lire e 1' uovo nell'istesso
giorno quello di 5000 lire, l'ultimo uovo venduto a Londra nel luglio 1899 ap-
parteneva al compianto mio amico il Barone d'Hamonville e venne pagato circa
8000 lire. Questa specie, per la cortezza delle sue ali rispetto al corpo massiccio,
non poteva volare e questa fu la causa principale della sua distruzione avve-
nuta nel secolo scorso (1800).
b) Coda composta ili li' penne; impennatura tra le branche della mandibola inferiore
estesa sino a toccare una linea verticale tirata dal limilo anteriore dell'apertura nasale.
statura moderata; lunghezza intuir ili circa 0"', 450 (gen. Alca, L.). (Ogilvie-Grant).
560. Alca torcia. Linnaeus, Gazza marina.
[ Utamannia turila L.iJ.
[Tav. XMX. fig. 8].
Testa, collo e parti superiori nere, con riflessi verdi; remiganti 2" strettamente
terminate di bianco, in forma di una distinta banda trasversale sull'ala piegata;
una stretta stria dalla base della mandibola superiore all'occhio (come fosse una
piegatura) e parti inferiori dal collo in giù bianche; becco nero, con una banda
trasversale arcuata bianca nel centro su ogni lato e due o tre solchi tra essa e
l'apice del becco; coda di 12 penne (ad. in prim.). Mento, gola, lati della testa,
regione dietro l'occhio e collo bianchi; manca od è incompleta la stretta stria
dal becco all'occhio [ad. in aut.). Simile, becco meno alto, nero, liscio, cioè senza
i solchi, né la linea centrale trasversale (giov. .
Lunghezza totale 0,m400: becco 0,m050 alalie penne della fronte all'apice),
altezza massima del becco alla base 0,'"021; ala 0,'"185; coda 0,'"100; tarso 0, '"033;
dito mediano e. u. 0,m046.
Abita le parti settentrionali della Regione Paleartica e della Neartica; giunge
d'inverno verso sud fino al bacino del Mediterraneo ed alle Canarie, ed alla Nuova
Inghilterra dal lato Americano. In Italia è specie di comparsa irregolare e piut-
tosto rara; in alcuni anni però capita in abbondanza nel Mediterraneo (Liguria. To-
i l\>suiiiplari> <'<>ni]>iT:it<> ila S. M. il KV Vittorio Emanuele II nel isti?.
ATLANTI'. ORNITOLOGICO ")41
scana, Sardegna) ed è sempre di gran lunga più scarsa nell'Adriatico, special-
mente nel Golfo di Venezia e sul litorale dalmato-croato; venne presa in ogni
stagione, ma più che altro d'inverno.
Genere ALLE, Link.
Becco molto più corto della testa, forte, alquanto curvato all'ingiù sul cul-
mine, più alto che largo alla base, intaccato presso l'apice di entrambe le man-
dibole e con solchi poco distinti sulla superiore; narici rotonde, laterali, basilari e
in parte coperte di penne; ali e coda corte, questa arrotondata e composta di 12
penne; gambe inserite molto all'indietro; tarso compresso, scudettato anterior-
mente, più corto del dito mediano con unghia; tre sole dita rivolte in avanti e
completamente palmate; unghie compresse ed acute; statura piccola.
Una sola specie compone questo genere.
561. Alle alle (LlNNAEUS), Gazza marina minore.
[Mergulus alle (L.)].
Becco nero; cervice e parti superiori nere, con riflessi verdi; lati della testa
collo ed alto petto di un nero-fuligginoso; petto, addome, apici delle remiganti 2C e
margini delle scapolari laterali bianchi; coda di un nero-grigiastro (ad. in prim.).
Simile, mancano i riflessi verdi; parte bassa delle guancie, lati della nuca, mento,
gola, davanti del collo e parti inferiori bianche, quest'ultime macchiate di scuro
più distintamente sui fianchi (ad. in aut.). Simile, mancano i riflessi sulle parti
superiori; becco più piccolo (c/ior.).
Lunghezza totale 0,'"225; becco 0,'"017 (dalle penne della fronte all'apice),
altezza massima del becco alla base 0,'"010; ala 0,'"126; coda 0,'"046; tarso 0,'"020;
dito mediano e. u. 0,'"033.
Abita l'Oceano Artico, spingendosi verso nord sino alla Terra di Francesco
Giuseppe, verso est alla Nuova Zembla, verso ovest alla Groenlandia ed alla Baja
di Baffin; d'inverno migra verso sud al Mare del Nord ed all'Atlantico, giun-
gendo sino alle Isole Azzorre e Canarie (Ogilvie-Grant). Parecchi Autori Italiani
hanno citato questa specie come comparsa tra noi, ma realmente ciò non avvenne
prima del 1898 nella quale epoca ne fu catturato un individuo a Migliarino (Pisa),
esso è conservato nel R. Museo di Pisa (Angelini, in litt.); un secondo che sarebbe
stato raccolto morto sulla spiaggia di San Remo il giorno 11 novembre 1889 dal
signor Butterfield, è conservato nel R. Museo di Firenze (Giglioli, in litt.)
Genere URIA, Brisson.
Becco di media lunghezza, forte, diritto, ma leggermente curvato verso l'a-
pice della mandibola superiore, appuntito, senza solchi e leggermente intaccato sul
margine verso l'apice; narici basilari, laterali, longitudinali, parzialmente chiuse
da una membrana che in parte è coperta di penne; ali corte; coda piuttosto corta,
di 12 a 14 penne; gambe forti, inserite molto all'indietro; tarso reticolato o scudet-
.". 4 -J ATLANTE ORNITOLOGICO
tato sul davanti, più corto del dito mediano con unghia; tre soli diti diretti in
avanti e interamente palmati: unghie poco curvate.
Questo genere abita l'Oceano Artico e le parti nordiche del Pacifico e del-
l'Atlantico, consta di sette specie, quattro delle quali si trovano anche in Europa.
562. Uria troile (Linnaeus), Uria.
L Lomvia troile (L.)].
| Tav. XXIX, iig. 3 o 4].
Inserzione ilcllr penne sulla mandibola superiore estesa sulla parte basilare del tornio,
che resta così coperta.
Parti superiori, mento e gola bruno-scure; penne attorno all'occhio e sulla
linea a piegatura nella parte posteriore dello stesso nere; parti inferiori dal collo
in giù bianco-pure, comprese le cuopritrici inferiori delle ali; fianchi e lati del
corpo con strie grigio-scure; becco nerastro (ad. in prim.). Simile; mento, gola,
davanti del collo, lati della testa bianchi, con una banda post-orbitale grigio-ne-
rastra (ad. in aut.). Simile; parte anteriore del collo e lati dell'occipite macchiati
di scuro (giov.). Esiste una varietà detta Uria ringvia, Briinn. o Uria dalla briglia
colle penne attorno agli occhi ed una linea stretta dopo gli stessi (come una pie-
gatura) di un bianco-puro.
Lunghezza totale 0,'"455; becco 0,'"046 (dalle penne della fronte all'apice),
altezza massima del becco alla base 0,'"014; ala0,m205; coda 0,'"05.r>; tarso 0,m038;
dito mediano e. u. 0,'"055.
Abita le parti settentrionali dell'Oceano Atlantico e del Pacifico; migra nel-
l'inverno verso sud sino al Portogallo, estendendosi nell'Atlantico sino al 30° e
nel Pacifico giunge alle coste della California. Entra irregolarmente nel bacino
del Mediterraneo; è specie molto rara in Italia, venne catturata nel Piemonte,
nel Veneto, in Liguria, in Sardegna ed apparve finora d'inverno e di primavera.
563. Uria Bruennichi, Sabine, Uria dal becco grosso.
Becco più corto, più forte e più curvato che non nell'i/, troile; inserzione
delle pinne sulla mandibola superiore non estesa sulla parte basilare ibi tornio, che è
mula i1).
Simile alla U. troile, testa e parti superiori nero-grigiastre; lati della testa,
mento e gola d'un bruno-cioccolata (ad. in prim.). Simile alla U. troile, lati della testa
uon bianchi, ma scuri anche sulla banda post-orbitale (ad. inaut.). Simile a quello
di U. troile (gior.).
Lunghezza totale 0,'"480; becco 0,m046 (dalle penne della fronte all'apice),
altezza massima del becco alla base 0,m015; ala 0,'"223; coda 0,'"060; tarso 0,'"040:
dito mediano e. u. 0,'"056.
Abita l'Oceano Artico e l'Atlantico settentrionale: migra d'inverno in Nor-
vegia e più di rado nelle Isole Britanniche. 11 Bonaparte elencò questa specie
('i Secondo il !>.' Stejneger il giovane ili sui mesi di questa specie avrebbe la parie basilare ilei
tornio coperta ili in »m
ATLANTE ORNITOLOGICO 543
tra le Italiane, senza dati positivi, sotto i nomi di U. arra (Pallasj e di U. Bruen-
nichi, Sabine.
564. Uria grylle (Ltnnaeus), Uria ne ni.
[Tav. XXIX, flg. 5 8 6].
Becco nero; tinta generale nero-fuligginosa, con ridessi verdi; un grande
spazio bianco sull'ala formato dalle medie e delle grandi cuopritrici, queste nere
nella metà basilare che è di solito nascosta; parte interna delle remiganti 1°,
delle 2e e faccia inferiore delle ali bianche; piedi rossi {cui. in prim.). Parti su-
periori nere con margini e fascie bianche; bianchi il groppone quasi del tutto
e le parti inferiori; ali come di primavera {ad. in a ut.). Parti superiori di un nero-
fumo con pochi margini biancastri, più distinti sulla nuca; cuopritrici delle ali
grandi e mediane largamente marginate di bruno-nerastro; penne delle parti
inferiori con marginature grigio-nerastre (giov.).
Lunghezza totale 0,m390; becco 0,"'0B2 (dalle penne della fronte all'apice),
altezza massima del becco alla base 0,m010; ala 0,'"157; coda 0,'"060; tarso 0,"'0:->:> ;
dito mediano e. u. 0"',048.
A differenza della specie precedente, l'Uria nera depone due uova anziché uno.
Abita l'Atlantico settentrionale verso est sino al Mar Bianco, verso ovest sino
al Labrador; d'inverno in Europa giunge fino alla Francia settentrionale, ma non
venne mai trovata in Italia.
Una specie affine abita la Nuova Zembla, le Spitzbergen e le coste dei mari
circumpolari, essa viene chiamata U. Mandti, Lcht. ; ha il becco più sottile dell' U.
grylle e la base delle cuopritrici alari medie e grandi (che formano il grande
spazio alare bianco) più o meno grigia e non nera come nellTr. grylle, statura legger-
mente minore.
Sottofamiglia FRATERCULINAE, Fraterculini.
Inserxione delle penne sulle redini die non giunge al bordo posteriore dell'apertura
nasale, la quale è sormontata da una guaina cornea (Ogilvie- Grani).
Questa sottofamiglia comprende sei generi, dei quali il solo Fratercula è pro-
prio dell'Europa e dell'America settentrionale artica.
Genere FRATERCULA, Brisson.
Becco molto alto e molto compresso, assai più stretto che alto alla base della man-
dibola superiore, con solchi trasversali all'apice della slessa e la sommità del culmine
che forma il taglio ottuso di un coltello; narici laterali, nude, semicoperte da una
membrana; ali e coda corte, questa composta di 16 penne; gambe poste molto
all' indietro; tarso più corto del dito mediano con unghia; tre diti anteriori riu-
niti da una membrana completa; unghie ricurve, quella del dito interno molto
più fortemente curvata delle altre; non esistono ciuffi ornamentali sulla testa.
5 I I Ali. \NTI-. ORNITOLOGI! ' '
Durante la stagione primaverile (maggio-agosto) si nota un piccolo orlo corneo
che abbraccia, come una piccola forchetta, la base della mandibola superiore, ed
uno scudo nasale diviso in spigoli e solchi che copre la base del becco, nonché
placche cornee sulle palpebre; queste parti sene caduche e l'uccello le perde verso
l'autunno come fossero penne, quando avviene la muta completa. Come già dissi
durante l'epoca delle nozze (maggio-agosto) le specie di questo genere e di altri, che
appartengono alla stessa sottofamiglia (gen. Symorhynckus, Phaleris, < 'erorkyncka etc.),
presentano sul becco ornamenti cornei speciali, che cadono nel settembre (piando
mutano le penne, offrendo un fenomeno del tutto nuovo ed ignorato prima dei
diligenti lavori del Bureau. Il becco in questi uccelli si divide in due partì di-
stinte, l'ima anteriore persistente, l'altra posteriore sottomessa ai fenomeni della muta.
Quest'ultima, quantunque sembri anche all'esame più attento d'una perfetta omo
geneità, risulta dall'unione, dall'intima fusione delle placche cornee che si disso-
ciano e cadono dopo l'epoca delle nozze, dimodoché l'uccello diviene allora irri-
conoscibile, esse sono analoghe alle parti di una armatura e diversificano a seconda
dei generi e delle specie. E sembra che la provvida natura abbia fornito questi
uccelli di tali parti per rinforzare e proteggere le porzioni molli, aumentandone
la superficie e facendone come un organo potente, un fac-simile di piccola vanga
per iscavarsi le profonde tane ove depongono le uova (gen. Fratercula e Lunda ,
mentre d'autunno un becco semplicemente rivestito di una molle cera alla base
è sufficiente alle esigenze della vita. Per limitarci alla specie Europea riferirò
(pianto il Bureau dice in riguardo al becco della F. arctica: « La F. arctica adulta
in primavera ha il becco elevato alla base, la mandibola inferiore regolarmente
curvata dalla base all'apice. Esso si divide in due parti molto distinte, l'ima po-
steriore che presenta il fenomeno di muta, l'altra anteriore e persistente.
l.° La parte posteriore è formata dall'unione e dalla sutura di nove pezzi
cornei, che si disuniscono e cadono dopo la stagione delle nozze. Essi sono: sulla
mandibola superiore: Vorletto corneo (a), la coraxxa nasale b), le due lamelle solto-
nasali (e) e le due lamelle trasparenti uh che ricoprono la parte posteriore del primo
spigolo; sulla mandibola inferiore: le due lamelle cornee (e) e lo scudo del mento (f).
2." La parte anteriore o persistente presenta tre spigoli e tre solchi che si chia-
mano, procedendo dalla base all'apice del becco: lc o grande spif/olo (I), 2° o spi
golo inni in un (II), 3" o spigolo piccolo (UT); 1° o solco grande (1), 2° o solco mediano (2),
3° o solfo picco In (.'!). In fine il becco termina con una parte liscia, che forma un
triangolo a base curvilinea, che chiamo la punta del becco ((/). Alle commessure
del becco una pelle grossa, festonata ed a pieghe forma un grande rosone d'un
giallo-aranciato. Gli ornamenti delle palpebre consistono in un bordo libero, grosso
di un rosso-vermiglione e due placche cornee di un grigio di ferro, l'una supe-
riore triangolare, l'altra inferiore allungata.
Vediamo ora l'aspetto che presenta l'adulto in inverno, cioè dopo la stagione
degli amori.
Il suo becco è più piccolo, come troncato anteriormente e sopratutto nella
mandibola inferiore che forma una linea spezzata, invece di una curva regolare.
Vi si ritrovano le due parti ben distinte che abbiamo indicate nell'adulto
in primavera, l'una posteriore stranamente modificata polla caduta dei nove pezzi
conici, l'altra anteriore che è rimasta intatta. 1. La parte posteriore ha perduto
del suo spessore e della sua consistenza, essa è ricoperta di una grossa pelle clic
ATLANTE ORNITOLOGICO 54-5
presenta: sulla mandibola superiore: l'orletto membranoso (a!) e la membrana nasale (b')\
sulla mandibola inferiore: la lamella membranosa (f) ed il mento senza scudo i</ .
'2. La parte anteriore non ha subito alcuna modificazione, ed è rimasta ciò che era
all'epoca delle nozze. Il rosone alla commessura del becco è ridotto ad una stretta
banda di un giallo-pallido. Il bordo libero delle palpebre è scolorito e privo delle
placche cornee. L'uccello adulto deve la struttura del suo becco nell'abito pri-
maverile a fenomeni di tre specie: ipertrofia, formazione di sostanza cornea e
colorazione, e la perde sotto l'influenza di tre effetti opposti: atrofia, perdita di
sostanza cornea e decolorazione {Bureau).
Questo genere consta di due specie, una delle quali abita anche l'Europa.
565. Fratercula arctica (Linnaeus), Poldnelìa di mare
[Tav. XXIX, fig. 7].
Cervice nero-cenerognola, più cupa sulla fronte; parti superiori ed un collare
sulla parte bassa del collo neri; spazio sopra gli occhi, lati della testa, redini e
noia di un grigio-chiaro; petto ed addome candidi; becco rosso nella metà apicale
limitato da una stretta zona gialla, grigio-lavagna nella basilare che è susseguita
verso la fronte da un orlo corneo giallo; placche orbitali bluastre; piedi aran-
ciati (ad. in prim.). «Simile, penne della parte anteriore della faccia ed attorno agli
occhi nere; mancano gli scudi nasali e le placche orbitali, che cadono verso il
principio di settembre, e per la mancanza degli scudi nasali il becco appare più
piccolo (ad. in uni.). Simile, becco più piccolo e liscio, cioè senza solchi trasver-
sali (t/ior.).
Lunghezza totale 0,"oOO; becco 0,'"050 (dalle penne frontali all'apice), altezza
massima del becco alla base 0,'"040; ala 0,'"150; coda 0,"'0f>5: tarso 0.'"027; dito
mediano e. u. 0,'"048.
A complemento di quanto dissi nei caratteri generici di questa specie, ecco
come l'illustre mio amico Dr. L. Bureau descrive il becco della F. arctica adulta
di primavera e d'autunno in un lavoro ([) che è rimasto uno dei migliori di questi
ultimi anni, mirabile per l'estremo spirito analitico e descrittivo dal quale è
animato:
Ad. in prim. (maggio-agosto). Becco compresso lateralmente, quasi tanto alto
che lungo; mandibola inferiore arcuata dalla base all'apice; un orletto giallastro,
corneo, molto saliente alla base della mandibola superiore; regione nasale rigonfia
e coperta da una corazza cornea di un bel grigio di ferro, corrispondente ad una
porzione consimile della mandibola inferiore; resto del becco rosso-vermiglione,
marcato di tre spigoli e di tre solchi obliqui in forma di angolo al loro punto di
contatto; il primo spigolo formato di due bande, l'una posteriore giallo-aranciata,
l'altra anteriore rossa. Un grande rosone festonato alla commessura del becco di
un color giallo-aranciato. Bordo libero delle palpebre rosso-vermiglione; due ap-
pendici cornee di un grigio di ferro situate l'una al di sopra della palpebra su-
periore, l'altra al disotto dell'inferiore.
(') L. Bureau, De hi mue du beo et dea ornemenU palpebrauz da Macareiu arctique e Reeherehet
sur la mue du beo dea Ois. de la l'uni, de» Marmonidés. Extr. du Bull, Sue. Zool. de France, 1878 e 1879
con tavole.
Atlante ornitologico ftp
546
\ n \\ i i ORNITOl OGH "
a,
Becco ili /'. arctica, mas. ad.
in prim. o durante la stagione delle cove,
gr. nat. ni;i Bureau).
Parte posteriore decidua.
i . Mandibola supcriore :
a Orietta corneo- '<- Corazza nasali- - r. Lamelle sottonasali
- (/. Lamelle trasparenti.
lì. Mandibola infoi ìon
- Lamelle cornee - / Scudo del monto.
Parte anteriore persistente.
I. Grande spigoli» - li. Spigolo mediano - III. Spigolò pie
eolo - 1. Solco grande • 2. Solco mediano • '6. Solco pic-
colo - ff. Punta del becco.
lu <■*■,■ di }\ ar elica f mas. ad.
in ani. o dopo la stagione delle cove.
gr. nut . da Bum <iu i.
l'arie posteriore decidua.
.1 . Mandìbola supei ìore
a'. Orletto membranoso - b'. Membrana nasale.
/■'. Mandibola inferiore :
f. I. aniella membranosa g' Mento senza scudo
a.
i
/-. arctica, ad. ohe assume le appendici nuziali,
gr. nat. «la Bureau).
i . ( hnainenti delle palpebi i
«. Bordo libero grosso ■ fi. Placca superiore triangolare
Placca inferiore allungata.
/■' l'.eCCO
Rosone - b' Mandibola superiore Orletto corneo
Corazza nasale g. Lamelle sottonasali • i. La Ile tra-
sparenti - b". Mandibola Inferiore - l. Lamelle cornei
m. Scudo del meni".
e
j-
Appendici nuziali
che cadono dopo la stagione delle cove,
gr. nat. ula Bureau .
a. Orletto corneo - o. Corazza nasale e. Lamelle sotto
nasali ulne) - ti. Lamelle trasparenti ■ >■. Lamelle cornee
(due) Scudo del mento y. Le due placche delle
palpebre.
ATLANTE ORNITOLOGICO 547
Ad. in a ut (da settembre ad aprile). Becco stretto alla base, troncato ante-
riormente e sopratutto sulla mandibola inferiore: regione nasale spianata, mem-
branosa, brunastra, corrispondente ad una parte simile della mandibola interiore:
resto del becco rosso, marcato di tre spigoli e di tre solchi obliqui che formano
un angolo al loro punto di contatto, il primo spigolo senza la fascia giallo-aran-
ciata. Uno stretto rosone alla commessura del becco giallo-pallido. Bordo libero
delle palpebre incolore e senza placche cornee.
Questa specie abita le coste e le isole dell'Europa settentrionale e le parti
Artiche verso est sino alla Nuova Xembla, verso ovest sino alla Groenlandia ed
all' America nord-orientale, nidificando verso sud sino a Terranova ed alle coste oc-
cidentali del Portogallo (Isole Berlengas); giunge d'inverno alle Canarie, entra nel
bacino del Mediterraneo e sul lato Americano sino alla Nuova Inghilterra. È di
passo irregolare in Italia; arriva talora in grandi quantità, specialmente di pri-
mavera, sempre però nel Mediterraneo o nell'Adriatico meridionale; nel golfo di
Venezia è uccello molto raro e può dirsi affatto accidentale, venne preso anche
a Trieste ed una volta nel Quarnero. Ne ebbi un individuo colto vivo sui Colli
Euganei in una località arida a circa 000 m. sul livello del mare {Coli. Arrigoni
Degli Oddi).
La F. glacialis (Naum.) è una forma leggermente più grande della presente
specie, con un becco più forte e grosso e la testa più cenerina, vive nelle Spitz-
bergen, nella Nuova Zembla ed in Groenlandia, l'ala è di circa 0,'"175, non sembra
specificamente separabile dalla /•'. arctica, alla quale pare, e non alla F. arctica
qlaeialis (Naum.), devono riferirsi le F. glacialis citate dagli Autori Italiani (').
(') Degland e Gerbe dicono clic la F. coriiiculata (Nuumann) è comune nelle Spitzbergen ed in
Groenlandia e non rara in Norvegia, ma trattasi certamente di un equivoco. Questa specie abita le coste
e le isole del Pacifico settentrionale dal Kamciatka e dal mare di Ochotsk all'Alaska ed alla Colombia
Britannica, né mai comparve entro i contini Europei.
Fine.
*\ *;-/>♦-/>;*/ >;*/y.'i^w.M%*>;*/
Indice Generali:
287.
285,
287.
286,
Acanthis, '284, 288.
Acanthis cxìl i]>vs, 286.
Acanthis exilipes Hornemanni .
286.
Acanthis Hornemanni, 286.
Acanthis linaria, *284, 285, 286,
288.
Acanthis linaria allumini, 286
Acanthis linaria brunnesrens, 287.
Acanthis linaria canesceus, 287.
Acanthis linaria exilipes, *285,
287, 288.
Acanthis linaria. gronlandica,
Acanthis linaria Holboelli.
286, 288.
Acanthis linaria Hol bolli, 286
Acanthis linaria Hornemanni,
2SS.
Acanthis linaria hornemanni, 287.
Acanthis linaria intermedina, 287.
Acanthis linaria linaria. 286, 287.
288.
Acanthis linaria longirostris, 286.
Acanthis linaria, rostrata, 285, 286,
288.
Acanthis linaria rufescens
286, 288.
Acanthis rostrata, 286.
Acanthis rufescens, 286.
Acanthopneuste, 197.
Accentar, *151.
Accentorinae, *151.
'Accentorini, "''"15 1 .
Acccntor alpinus. 151.
Accentar atrigularis, *153.
Accentor collaris, *151, 157.
Accentor collaris Reiseri, 152.
Accentor fulvescens, *153.
Accentor modularis, *152.
285,
Accentor montanellus. i ."•::.
Accipiter, '10. 11.
Aceipiter Granti, 11.
Accipiter nisus, in.
Accipiter nisus Wnlterstiulìi. 11.
Accipiter pnniciis, 1 1.
Accipitres, *1.
Accipitres diurni. 1 .
Accipitres noctiiriii. *51.
Accipiti 'inno, s.
Accipiirini, *8.
Acredula, 122.
Acrocephali, 208. 211.
Acrocephalus. *207, 200.
Acrocephalus agricolus. *2ll.
Acrocephalus aquaticus, 208, 200
Acrocephalus arundinaceus, 210.
211.
Acrocephalus dumetorum. 211.
Acrocephalus lacustris, 210.
Acrocephalus orieutalis, 210.
Acrocephalus palustris, 206, *210.
211.
Acrocephalus palustris l'ruticolus.
211.
Acrocephalus phragmitis, 208.
Acrocephalus schoenobaenus,*208,
215.
Acrocephalus streperus, 210. 211 .
Acrocephalus streperus horticolus.
211.
Acrocephalus turdoides, 210.
Actites hypolcucus, 395.
Actites niacnlarius. 395.
Actiturns longieamlus, 100.
Actochelidon media. 502.
Actochelidon sandvicensis, 501.
Actodromas, 403, 405.
Actodromas damaceusis, 403.
Actodromas luseicollis, 106.
Actodromas minuta, 403,
Actodromas rulicollis, lo:;
Actodromas Temmiucki, 405.
Aechmophorns major. 538.
Aclcili. 'INO.
Acilon l'aniiliaris. L'I 8.
Aedon galaetoiles, L' 17.
Aedon luscinia, *187, 188.
Aedon luscinia Golzi, *187.
Aedon philomela, 1*7, 188.
Aegialites cantiana, 376.
Aegialites cantianus, 376.
Aegialites curonica, 376.
Aegialites ouroniens. 376.
Aegialites hiaticola, 375.
Aegialites hiaticula, 375.
Aegialitis, *374.
Aegialitis alexandrina, : 376.
Aegialitis asiatica, *374, 375.
Aegialitis cantiana., 376.
Aegialitis cantianus, 376.
Aegialitis curonica, 376.
Aegialitis dubia, *376.
Aegialitis Geoftroyi, 1175.
Aegialitis hiaticula, *375, 376.
aegialitis mongola, 375.
Aegithalus, 120, '122. 121. 125,
126.
Aegithalus caudatus, 122. 12:;.
124, 125. 120.
Aegithalus caudatus caucasicus,
123, 121, *125, 126.
Aegithalus caudatus dorsalis, *124.
126.
Aegithalus caudatus Irbyi, "124.
125. 126.
Aegithalus caudatus macedonicus,
*124, 126.
('i Nel presento Indice generale i nomi stampati in qualsiasi carattere, ina preceduti da mi asterisco (cfr. * Agricoltura (V) e
>tli Uccelli] si riferiscono alla prima parte del lavoro; tutti «.'li altri xrtt-a asterisco alla Beconda parte. Questi ultimi se stampati
in carattere grosso (ci'r. Acanthis linaria) indicano i numi latini prescelti pelle singolo specie o sottospecie, se in carattere corsivo
(cfr. Accentorini) i nomi italiani adottati per le specie, sottospecie, famiglie etc. nonché i sinonimi, inlìuc quelli in carattere
ordinario (cfr. Acanthis) i latini delle famiglie e di altre divisioni, nonché i sinonimi. I numeri preceduti da un asterisco in-
dicano la pagina ove si trova la descrizione dettagliata delle singole specie, sottospecie, famiglia etc, mentre i numeri senza
asterisco indicano semplici citazioni ; sicché si può vedere di primo acchito quale nomo sia sinonimo e quale il prescelto ed ove
le singolo specie od altre divisioni vennero trattate diffusamente o semplicemente citate. Pel gruppo dell'Aquila orientali*, del
Parus palustris o di speciali nomi forestieri conio Bimacùlatku In ck vennero adoperati caratteri differenti; ed il motto (err. det.),
che sussegue qualche numero (eli Anthvs obscurvs), trova la sua spiognziono 0 net presente Indice 0 in quello Sistematico 0
iieH'l'àrata-l lurrìgo.
-..-.Il
VTI.ANT1 i IRNITOl OGN 0
aegithalus caudatus macrurus, 123.
Aegithalus caudatus roseus. 121.
126.
Aegithalus caudatus senex. il'::.
L26.
Aegithalus caudatus siculus, *125,
L26.
Aegithalus caudatus tephronotus.
L24, 125. 126.
aegithalus caudatus trivirgatus,
123.
Aegithalus caudatus vagali». 124.
Aegithalus enropaeus, 122.
Aegithalus pendulinus, 120.
aegithalus roseus, 122.
Aegiothue cabaret, 285.
Aegiothus canesceiis. 288.
Aegiothus exllipes, 2*7.
Aegiothus liliali.!. 284.
Aegiothus rul'i-scens. 285.
Aestrelata, 527,
Aethvia. 471.
Aethyia ferina, 474.
\>-\ galericulata, 451.
\r\ spi. usa. 451.
^gelaius phoeniceus, 304.
Igricoltura il'), e oli l eet Ili, 5 I .
Agrobates. L'I 7.
Agrobates galactodes, *217, 218.
Agrobates galactodes familiaris,
218.
^grodroma campestris, 235.
Igrodroma Richardi, 236.
Airone, 4:54.
Airone Manco, 430.
Airone bianco maggiore, '436.
lirone cenerino, 134.
Aironi dui collo in in. 134.
Aironi' guardo-buoi, *438.
ìnnui rosso, 435.
Aironi, 132, 139.
Alacinoii. 249.
Ala. inoli alaudipes, 240.
Alauda. 237, 239, 240, 242, 245.
Alauda arborea, 239.
Alauda arvensis, *238, 249.
Alauda cantarella, 238.
Alauda nana. L'US.
Alauda nudala. 241.
Alauda.-. 237, 239, 245, 247.
Alandidae, 220, *237.
Alo nitidi. *237.
Alandola, 243.
IHminllil. IL'.
Ululili Un minore, 14.
Albanella pallida, 14.
Allumi Un reale, 15.
Albastrello, 389.
AlbaSlrellO uiniriiuiio. *390.
Alca, 530.
Alea, *539, 540.
Alca impennis, 530, 539.
Alca maggiore, 539.
Alca torda. 540.
Alca.-. 539.
Al.-. -dilli. la.-. MI
Alridiuidi. 89.
Aleedo, 89.
Ah-.-.lo llor.-sialia. 90.
Alcedo ispida, 89.
Aleedo ispidoides, 90.
Alche, 117.
\lrlda,-. 530, 538
idi, 538.
Ali-ina, -,
Ali-ini. *539.
\ i dui i\ \ m.i. i llassificaz di . 82.
Alectorides, 352, 128.
Aleitoridi, 128.
Ali, in. 11. IL', 13.
forma delle ali, 13.
penne delle ali, 10, li. 12.
VII.-. *541.
Alle alle. 541.
Ulocco, 66.
Allocco il, ir l'ini, . 67.
tlzavola, 167, 168, 170.
Alzavola americana, *469.
Alzavola asiatica, 107.
Alzavola forestiera, *465.
Animomanes, L'IN.
Ammomanes cinctura. h249.
Aniiiiiuiiaiu-s deserti. 249.
Irnpelidae, 108
Ainin lidi. 108.
Ampelis. 108.
Ampelis Irornm, 108, 109.
Ampelis garrulus. *109.
Ampelis japonicus. l"v.
Alias. 163.
Auas bimaculata, Iti*.
Anas boscas, *463, 17 1.
\uas bosebas, -Ili:;.
Auas glocitans. 168.
Auas inergoides, 478.
Anatidae, 151
Anaiidi, 151.
Anatinae, Idi'. 162, 17:;
Auulini. Illli.
Anniia marmorizzata, 172.
Inilni. 151. Kit.
Anitra arborea, 451.
Anitra carolina, 151.
Aniirn mandarino, 451.
Anitra muta, 451.
Anitre, 4(11. Idi. 535.
Ancylocheilus. 403, 107.
Ancylocheilue subarquata, 108.
Anisodactyli, *85.
Anisodailili, 85.
Anorthuro . 1 Hi.
Anorthura troglodytes, ilo. 117.
Anorthura troglodytes borealis,
•■147.
Anorthura troglodytes hirtensis.
"147.
Anorthura troglodytes pallescens,
147.
Anous. 503.
Anous stolidus,
Anser. 155. 1 18
Anser albifrons. *456, 158.
Anser anser, 155, 156, 458.
A user ar\ .-nsis, 157.
Anser brachyrhynchus, 157. 158.
Anser eiiu-reus. 155.
Anser erythropus. h456, 158.
Anser fabalis. 157. 158.
Anser indicus, 151.
Anser neglectus. 157. 158.
\ns.-r segetum, 457.
\n~i-rrs. I in. 150.
luserinae, 151
Ansi imi. 151
Antigone, 451 .
Antigone antigene, 151.
Antigone collaris. 151 .
Anlhi. 220.
Anthinao, l'l'ii.
Antbropitbeeus, 1 16,
Anthropoides, *431.
Anthropoides virgo, 131
inthus, 230.
Anthus arboreus, 230.
Anthus campestris. 255. 236.
Anthus cervinus. 252.
Anthus Gustavi. 230, 231.
Anthus maculatila, 230.
Anthus obsenrus, 235 err, ilei.).
Anthus obscurus rupestris, 235
Anthus pennsylvanicus. 235.
Anthus pratensis. 251. 252. 233.
Anthus Richardi. 235. 236.
Anthus Seehohmi, 251.
Anthus spinoletta, 25 I .
Anthus spipoletta, 25 1. 255.
Anthus spipoletta carpathica, 251.
Anthus spipoletta obscurus. 251.
255.
Anthus spipoletta Reiebeuowi. 254.
Anthus trivialis. 230, 251. 233
A]. lilar. '.'5.
Apodidae, 95.
A pus, *96, OS.
Apus affinis, *97.
Apus apus, "97.
Apus apus murinus. 97.
Apus melba. 00.
A. pula. 21 . 51.
Aquila, 22.
Aquila Adalberti, 25. 21.
Aquila anatrala maggiore, 26.
Aquila iinntrnin mintili. 20.
Aquila llaltli. -lenivi. 25.
A. pula Infasciata, 25. 25.
Aquila eanadensis. 21.
A. [mia clanga, 20.
Aquila chrysaé'tus, 21. 22. 27.
Aquila dulie spalle bianche, 25.
Aquila daphaiiea. 25.
Aquila dtl Bonelli, *27.
Aquila Desmursi, 27.
Aquila tìi mare, 20.
Aquila di muli di l'ulUli. 50.
Aquila fasciata, 27.
Aquila liilva, 22.
Aquila l'ilh eseens. 20.
Aquila Glitschi, 25.
Aquila heliaca. 23, 21.
tijiiilu impi riale, 23.
Aquila imperialis, 25.
Aquila leu. -.il. -na. 21.
Aquila maculata, 20.
Aquila minore, *28.
Aquila minuta. 28.
Aquila mogiluik, 25.
Aquila na.-via. 20.
Aquila ni]. al. -nsis. 25.
Aquila nobilie, 22, 23.
hjiitln 01 il ululi . 24 .
INDICE GENERALE
55 !
AQUILA ORIENTALIS. 24, 25,
26.
Aquila pennata, 28.
Aquila pomaxina, 26.
Aquila pomerana. 26, 27.
Aquila rapace, 21 .
Aquila rapax, 24.
Affittili reale, 22.
Aquila Wahlbergi, 27.
Aquilinae, *2l.
Aquilini, *21.
Arcbibuteo 2i>.
Archibuteo lagopus, '20, li
Arcbibuteo lagopus Simcti-Johan-
uis, 20, 21.
Arde;.. *433, 434, 136.
Ardea antigone. 131 .
Ardea cinerea, *434.
Ardea intermedia, 187.
Ardea melanocephala. 134.
Ardea purpurea, *435.
Ardea soloniensis, 439.
Ardeidae, *432, I 12.
Ardi idi. *432.
Ardeirallus Sturmi, 4 10.
Ardeola, *438.
Ardeola ralloides, *439.
Ardetta, '439, 140.
Ardetta minuta, 140.
Ardettae, 139.
Arciiaria. "364.
Arenaria interpres, 364.
Argus, 333.
"Aki.su itili: (Classificazione di .
82.
Irpia, 7.
Arquatella, 103, 107.
\i.|iiatclla Conesi, '107.
Arquatella marmimi, 407.
Arquatella ptilocnemis, 407.
Asio. *63.
Asio accipitrinus, 63, 6 i
Asio capensis, *65.
Asio otus, 52, "64, 65.
, istilliti. .".;».
Astori . 9.
Ailort americano, 9.
latore levantino, *9.
Astur, 8.
Astiir atricapillus, 0.
Astur brevipes, 9.
Astur palumbarius, 9.
Athene, 58.
Attiene Cbiaradiae, 59, 60.
Athene glaux, 01.
Atbene noctna, 58,
Atbene noctua meridionali*, 01.
Averla algerina, *114.
Alititi capir ossa, *115.
Averla cenerina, 1 1 1.
Artriti dalla maschera, *116.
Artriti maggiore, *111.
Amiti maggiore ili Palla*, 11;;.
Attriti meridionale, 113.
Amiti piccola, 1 15.
Affliti rossiccio, "116.
Avocetta, *379.
Avvoltoio, *3.
Avvoltoio degli agnelli. *7.
Aythya, 474.
Balearica pavonina, 132.
Balestruccio, 1' 0, 101.
Balestruccio ami tifanti, L02.
Balestruccio del Kascntir, mi.
/.Wi<; caucasica, loo.
Balia tini collari . "lo".
/>'(i/i» nera, *106.
Ballerina, 221.
Ballerina gialla, *222, 223.
Ballerina nera, : 222.
Uni bagianni, 7 1 .
Iittiit Ita, 17.
Haiti-amia. imi
Bartramia longicauda, 100
Basettino, *122.
Batticode, 221.
Beccaccia, 112.
Beccaccia ili mari . 363.
Beccaccia ncopajola, 412.
Beccafico, *189.
Beccaccino, 1 1 1 .
Beccaccino coda larga, 114.
li 'tinti nutlo, ili.
Hi ci amoschino, 2 10.
/;. ci api sci, *50 1 ,
/;, ccapesci forestiero, 502.
Beccapesci inglese, 498.
l,i • capesci maggiore, 199.
Beccapesci scuro, 502.
Becco, l. .".. o. 7.
apice del becco, 0.
direzione del becco, 0.
figura del becco, 0.
forma dell'apice del becco, 0. 7.
l'iuiiie del becco, 4.
integumento del becco, 5.
lunghezza del becco, 6.
parti del becco, 5.
superficie del becco, 0.
Beccofrusone, 109.
*Bklon (Classificazione di). 82.
Bernicla brenta. 450.
Bernicla leucopsis, 459.
Bermela ruficollis, 100.
Berta dell'Atlantico, *524.
Berta grigia, *526.
Berta minore, 520.
Berta minore fosca, 520.
Berta minore nordica, : 525.
liittiiftiitt, .'in.
Bibliografia, 132.
ICuropa in generale, 152.
Isole d'Islanda e Fiir-< ler, 133.
Scandinavia. Danimarca e
Spitzberghen, 133.
Isole Britanniche. 135.
Francia, 138.
(Manda e Belgio, Ilo.
Svizzera e Savoia. 14 4.
Penisola Iberica. 141.
Germania e Austria-Ungheria,
112.
Penisola Balcanica, 141.
Kussia, 144.
Italia in generale. 1 18.
Trentino, 151.
Dalmazia, 152.
Veneto, 152.
Lombardia, 157.
Piemonte, 159.
Ticino, 150.
Nizzardo, L59.
Liguria, 160.
Emilia e Marcile. 11. li.
Toscana, 161.
Koina. 162.
Napoli e Italia meridionale. 102.
Sicilia, io.;.
Malia, 101.
Sardegna, 164.
l'or-lea. Ili...
Biblis, ino.
Biblis rupestris, 103.
Bigia ili tiiippel, 10.5.
Bigia grossa, 101.
Bigia padovana, 190.
Bigiari Un, *191.
BlMACULATED DUCK, 468.
BlMACULATED TeAI-, 168.
Blomembach (Classificazione di ,
85.
Tiri i o A 'lassi Reazione di), 88.
Bonasa, 350.
Bonasa betnlina, 350.
Bonasa pyrenaica, 332.
Bonasa ninbelhis, 350.
Bonasia betnlina, 350.
Bonasia eylvestris, 551.
IinsNAi erre (Classificazione di ,
84.
Botanri, 150.
Botaurus, 433, 1 10.
Botaurus lentiginosus, ili.
Botaurus stellaris, *441.
Bradypterus Cettii, 247.
*Branot (Classificazione di), 88.
Branta, *458.
Branta bernicla, 150.
Branta canadensis, 45S.
Branta leucogaster, 450.
Branta leucopsis, *459.
Branta ruficollis, *460.
Branta rntìna, 4 75.
*Brisson Classificazione di . 83.
Bubbola, 02.
Bubo, *52.
Bullo asealapbus. 51.
BubO bubO, 55. 54. 05. 07.
Bubo ignavus, 53.
Bubo maximus, 53.
Bubo sibiricus, 53. 54.
Bubo turcomanns, 53. 51.
Bubonidae, 51.
lini, niittli. 51.
Buboninae. *52.
Bubonini, '52.
Bubulcus, *437, 438.
Bubulcus coroinandus. 138.
Bnbulcns ibis. 438.
Bubulcus lucidus, 137, *438.
Bucanetes githaginens, 204.
Bucephala clangala, 4 77.
Bndytes, 221. 223. 225.
Budyles beeina, 220.
Bndytes borealis, 226.
Bndytes campestris campestris,
225.
Bndytes campestris ilavissimns .
225.
Bndytes cinerencnpillns. 220.
ATLANTE i>i;\i 1 I' 0
Budytes l^eldeggi, 228.
Budj tea Bavus, 225.
Budytes melanocephalus, 228.
Budytea uigricapillus, 228.
Budytea paraduxns, 229.
Budytea viridi», 226.
Budytea xanthopbrys, 229.
l'.i kkiin (Classificazione di), 83
Bulweria, S28.
Bulweria Bulweri. 528.
Bulweria columbina, 528.
Bulweria Mac Gillivrayi, 528.
Butalia gl'isola, 10.").
Buteo, L6, L'i).
Buteo buteo, *16, 17. L8.
Buteo buteo desertorum, li. 18,
19.
Buteo deaertorum, L8.
Buteo desertorum Meuetriesi, 19.
Buteo desertorum Zimmermannae.
18, 19.
Buteo fasciatns, 16.
Buteo ferox, 19.
Buteo Meuetriesi. 19.
UllteO Illlll.lllS. 16.
Buteo pojana, 17.
Unirli vulgaris, Hi.
Unico Zimmermannae, 18.
Buteoninae, *15.
Hitteoniiii, 15.
Butoridea vireacens, 139.
*Cabanis (Classilioasiiouo di), 89.
Caccabis, 334 . 337.
Caccabia cbukar, 335, 336.
Caccabis hispanica, 336.
Caccabis petrosa. *335, 336.
Caccabis rufa, 335, *336.
Caccabis rubi bispanica, 336.
Caccabis saxatilis, '335, 336.
Caccabis saxatilis chukar. 335.
Caccabis saxatilis graeca, 336.
*Caccie di Sardegna, 71.
'Cacete maggiormente usate in Ila-
li». 60.
Cairi o a moschata, 151.
Calamodi, 208.
Calamodus, '-'un.
Cali "bis aquaticus, 209.
Calamodus aohoeuobaenus, 208.
Calamodyta aquatica, 209.
Calamodyta phragmitis, 208
Calai lyta schoeiiobaenns, L'US.
Calandra, *245.
fai alt tira urrà, *246.
Calandra orientale, 246.
Calandrella, *242.
Calandrella, *242.
Calandrella brachydactyla. -li'
Calandrella minor, 243.
( ala ndrella minali', 24 3.
Calandrella pispoletta. '243, 244.
Calandrella pispoletta baetica, 244.
Calandrella pispoletta minor, 243.
Calandrelle, 248.
Calandro, *235.
/'ala mira maggiore, *236.
Calcarins, l'."ìl'. 255, l'.">7.
Calcarius lapponicus, '253.
Calcarins uivalis, 254.
lai,, ha. 102.
Calidris, 102.
Calidris arenaria. 102.
< 'al Heller rutinus, I ,'■',.
Calliope. 183.
Calliope, L83
Calliope calliope. 183.
Calliope eamtscbatkeusis, ! vii
Calobates 222,
Calobates nielanope, 222.
Camptolaimus, I7M.
Camptolaimus labradorius, I7;i.
Canapino. *205.
lana/lina asiatico, *207.
Canapino chiaro ellenico, L'ini.
Canapino ritiara iberico, L'ti7.
Canapino degli olivefi, 205.
Canapino levantino, "205.
Canapina maggiore, *204.
Canapiglia, '465, 1 67, 168.
( a nari. L'Sl .
Canarini domestici, 281.
Canaria, L'Sl.
( 'aneparola forestiera, 206.
I ani pina chiaro, L'Oli.
Cannabiua, *282, 284.
CannaliiiKi brevirostris, 282.
Cannabina cannabina, 282.
Calllialiina cannabina nana. 283.
Cannabina flavirostris. '283.
Cannabina fringillirostris, 283.
Cannabina lincia, l'sl'.
Canna pila, L* 1 1 .
Ciiiinnjnla di liltjth, *211.
Canna jala ili Jerdon, _' 1 1 .
Cannajola verdognola, *210.
Cannali, rialti. '2 1(1.
Capinera, *189.
Capovaccaio, ■>.
Cappi llarriii, L'IO. L' 1 1 .
Cappellaccia spaglinola, l'Il'.
Caprimulgidae, 92.
l 'api imnlijidi, *92.
Caprimnlgus, 54, '93.
Caprimulgus aegyptius, 95,
Caprimulgua asiaticus, 95.
Caprimulgus europaeus. :<:ì. 94.
Caprimulgus europaeua meridio-
nalis, 94.
Caprimulgus rufìcollis, '94
Caradridi, *362.
l 'aradrini, 365.
Cardellino, *276, L'77, 299,
Cardellino dall' luminiti . L'77
Carduelis, *276, L'77. L'7s
Carduelia albigularis, 277.
Carduelis caniceps. -77
Carduelis carduelis. l'7iì. l'77.
Carduelis carduelis albigularis, 277.
Carduelis carduelis major, 277.
Carduelis elegans, -76.
Carine. *58.
Carine noctua, 58, 59, 60
Carine noctua glaux. t > l .
l'aula il, ah I trilli. 15.
Carpoilacns, L'HL'. 296.
Carpodacus erythrinus, 292, 293,
294, 295.
Carpoilacns rhodochlamys, 295.
Carpodacus roseus. *293, 294.
Carpodacus rubicillus. 294.
Carpoilacns sinaiticns, 295.
l 'asarca, I 63.
Casarca, iiìl'. hi:;.
Casarca cana, 163.
Casarca casarca, 163.
Casarca rutila, 163.
Casarca tailor li--. I 3
Catliaracta parasi tica, 520.
< avalier d'Italia, .17*.
Centroplianes, 253.
Cerobneia Naumanni, 18.
Cerchneis tinnunculus, 18.
Ccrclnii'is vespertinns, 17.
( lerorbj neba, .'11.
Cerfcbia, '143.
Certhia brachydactyla, 1 13, III.
Certhia britannica. 1 13,
Certhia familiaris. 1 13, ili
Certhia familiaris brachydactyla.
in.
Certbia familiaris britannica, 143.
Certbia familiaria familiaris, 111.
Certbiidae, *142.
Cerziidi, \ 11'.
Ceryle, imi.
Coryle aleyon, IH.
Ceryle rudis, 90.
Cesena, *158.
Cesena di Naamann, ini .
Cesena fosca, "Ilio.
Crllia, ' 216.
Cettia Cettii. 217.
Cbactura. 98.
Chaetura caudacuta. 98.
Chaclnrinac, *98.
Cbaetusia, 368.
Cbaetusia gregaria, 368.
Cbaetusia Villotaci, 368.
Cbaradriidae, *362.
( Iharadriinae, :;iì.i
Cbarailrins. i!70.
Charadrius apricarius. 371.
Charadrius dominicus, 371.
Charadrius rulvus, 371.
Charadrius pluviali», 370 err.det i,
371.
Chanlelasmus, l(i.~>.
Chanlelasmus Couesi, 165.
Chaulelasmus streperus, mi, M65,
17."..
Cbelidon, '100, UH, lo::.
Chelidou casbiniricusis. UH.
Chelidon urbica, ino.
Chelidon urbica casnmiriensis, 100.
Cbcbilonaria, UHI.
Cbcn. *454.
Chen hyperboreus. 154, 155.
Chen nivalis. 155.
Cbcnalopcx aegyptiacus, 151.
I licniiiniirpbac. 449.
( Ihersopbilns, *249.
Chersophilus Duponti. 250.
Cbcrsopbilus Duponti, cor. iusita-
nioa, '-'.Mi.
Chettusia, 368.
Chettusia gregaria, *368.
Chettusia leucura, *368.
Cbctlnsia Villotaei, 368.
( h, turini, s98.
IXDICIC < il N li; A II-
553
Chionis alba, 364.
Chinilo maggiore, *380, 381.
Chiurlo piccolo, *382.
Chiurlo piccolo <schinusi, :;is:;.
Chiurlottello, *381.
Chiurli, 380, 384, 445.
Chloris. *298.
Chloris chloris, *298, 279.
Chloris chloris chloroticus, 299.
Chloris kawarahiba minor, 299.
Chloris sinica, 299.
Chloroptila, *27s.
Chloroptila citrinella, *279, 280.
Chloroptila citrinella corsicana,
*279, 280.
Chlorospiza incerta, 293.
Chroocephalusmelauocephalus,507.
Chroocephalus minutata, 506.
Chroocephalus ridilmudus, 508.
Chrysomitris, w277.
Chrysomitris spiuoides, 278.
Chrysomitris spinus, *278.
Cicogna, 443.
Cicogna bianca, "443, 444.
Cicogna nera, *444.
Ciconia, *443.
Ciconia alba, 443.
Ciconia ciconia, *443, 444.
Ciconia nigra, *444.
Ciconidi, *442.
Ciooniidae, *442.
Cigno, 451, 453.
Cigno minore, *452.
Cigno reale, *453.
Cigno selvatico, *452.
Cigni, 454, 455.
Cignini, *451.
Cincia bigia, *131, *136.
Cincia bigia alpestre, *136.
Cincia bigia settentrionale, *136.
Cincia col ciuffo, *138.
Cincia dalmutina, *137.
Cincia mora, *129.
Cincia mora britannica, *130.
Cincia siberiana, *138.
Cincie bigie, 130.
Cincie di pachile, 130.
Cinciallegra, *128, 129.
Cianciarella, *127.
Cinciarella azzurra, *128.
Cinciarella di l'Ieske, *127.
Cinclidae, *118.
Cìnclidi, *148.
Cinclns, *148.
Cinclus aquaticus, 148, 149.
Cinclus cinclus, *148, 149, 150.
Cinclus cinclus albicollis, 149.
Cinclus cinclus aquaticus, ir.1
Cinclus cinclns britaunicus, 149.
Cinclus cinclus cashmiriensis, 150.
Cinclus cinclus melanogaster, 148,
■149.
Cinclus cinclus pyreuaicus, 150.
Cinclus cinclns Sapsworthi, 150.
Cinclus merula, 148.
Ciuclus Pallasi, 150.
Cipselidi, *96.
Cipselini, *96.
Circaetus, *30.
Circaetus gallicus, *30, 31.
Cirous, *11, 15, 51.
Circus aeruginosus. *12.
Cirous cineraceus, 14.
Circus cyaneus, lì. 1 i
Circus macrurus, *13, li, L5.
Circus pygargus, 13, *14, 15, 28.
Circus Swainsoni, 13.
CisticoUi, *219.
Cisticola cisticola, *219.
Cisticola cursitans, 219.
Cisticola schoenicola, 219.
Cisticolinae, *219.
CisHcolini, *219.
Ciuffolotto. 287, *289, 290.
Ciuffolotto delle pinete. *295.
Ciuffolotto di Cassi», 2110.
Ciuffolotto maggiore, *289.
ciuffolotto roseo, *293.
ciuffolotto roseo caucasico, *294.
Ciuffolotto roseo siluratilo. L'ini.
Ciuffolotto scarlatto, *292.
l'i ii kur, *335.
( iettiti, *58, 59.
Civetta capogrosso, *69.
Civetta delle nevi. *56.
Civetta meridionale, *61.
Civetta minore, 62.
Civetta nauti. *62.
Civette, 52, 57. 58.
Cladorhynchns, 377.
Clangula, *477.
Clangula albeola, *478.
Clangula angustirostris, 478.
Clangula clangula, 474, 47tì, 477,
478.
i langula glaucion, 477.
Clangula islandica, *478.
Clangula mergoides, 47*.
* Classificazione degli lettili, si.
Olivicola, *102, 103.
Olivicola riparia, 103.
Coccothraustes, 252, *297.
Coccothraustes coccothraustes,
*297.
Coccothraustes vulgaris, 297.
Coccothraustinae, *296.
Cocco traustini, *296.
Coccygus erythrophthaliuus, S">.
Coccystes, *84.
Coccystes glandarius, *84.
Coccyzus, *84.
Coccyzus americanus, *85.
Coccyzus erythrophthalmus, *85.
Coda, 13, 14.
forma della coda, 13, 14.
penne della coda, 13.
Codazzurro, *184.
t 'odibutjnolo caucasico, *125.
Codibugnolo caucasico dal dorso nero,
*124.
Codibugnolo grigio, *124.
Codibugnolo macedonico, *124.
Codibugnolo roseo, *124.
Codibugnolo siciliano, *125.
Codibugnolo testa bianca, *123.
Codibugnolo testa bianca caucasico,
*123.
Codibugnolo turco, *125.
Codirosso, *179, 185.
Codirosso algerino, *181.
Codirosso ili Ehrenberg, *179.
Codirosso ili Gould, *180.
Codirosso ili Giildenstadt, "181.
Codirosso spazzacamino, *180.
t 'odir ossone, f169.
Coditrèmole, 221.
Codone, 1U7 L69, 170.
< lolaptes aura tue, 79.
Cui, minili. 531, 534.
*Collo, 9.
parti del collo, 9.
Collocaliae, 96.
Coloeus, 313.
Coloeus monedula, 313.
Colombaccio, *327.
Colombella. *326
Colombi. ;;j:..
Colombidi, *325.
*Colorazione imitativa, 25.
» mimetica, 25.
Columba, *326.
Columba Bollei, 327.
Columba laurivora, 327.
Columba livia, *326.
Columba oenas, *326.
Columba palumbus, *327.
Columba trocaz, 327.
Columba turricola, 326.
Columbae, *325.
Columbidae, *325.
Colymbi, 534.
Colymbidae, *531.
Colymbus, *531, 535.
Colymbus Adamsi. *534.
Colymbus arcticus, *532, 533, 534.
Colymbus glacialis, *532, 533,534.
Colymbus grisegena, 537.
Colymbus septentrionalis, *531.
Comatibis eremita, 446, 447.
Combattente, *398.
Coracias, *86.
Coracias garrulus, >:86.
Coracias iudicus, 87.
Coracias oriolus, 309.
Coraciidae, *86.
Coraciidi, :mì
Cornacchia, *314.
Cornacchia nera, 314, -315.
Corone, 314.
Corriere americano, *373.
Corriere asiatico, *374.
Corriere grosso, *375.
Corriere piccolo, *376.
Corrione biondo, *360.
Cormorano col ciuffo, 492.
Corvidae, «310.
Corvidi, *310.
Corvinae, 310.
Corvo, *311.
Corro di notte, 442.
Corvo imperiale, *311, 312.
Corvo imperiale africano, *313.
Corvo marino, 446.
Corvus, *310, 311, 313.
Corvus corax, *311, 313.
Corvus corax canariensis, 312.
Corvus corax corax, 312.
Corvus corax edithae, 312.
Corvus corax hispanus, 312.
Corvus corax lawrencei, 312.
Atlante ornitologico.
55 l
ATLANTE ORNITOLOGICO
( on us corax thibetanus, 3 12.
Corvus corax tingitanus, 312, *313.
Corvus corax umbrinus, 542.
Corvus corax varius, 312.
Corvus coriiix, 31 l. 315.
Corvus eornix Sharpei, 314,
Corvus corone, 514. 315.
Corvus coroni' orientali», 315.
Corvus frugilegus, *311, 315.
Corvus monedula, *3J3, 31 l.
Corvus monedula collaris, 314.
( lorvus sylvaticus, 446.
Corydalla Kiohardi, 236.
Coscoroba candida, 4 r. ] .
Cosmonetta, 480.
Cosruonetta histrionioa, 480.
(olile, 102, *103.
Colile obsoleta, 104.
Cotile rupestris, *103, 104.
lui il miri, *335.
Coturnix, *339.
Coturnix capensis. 340.
Coturnix eoinnmuis, 340.
Coturnix coturnix, 60, *340.
Cotyle, 103.
Col vie riparia, 103.
Cotyle rupestris, 103.
Crex, *420, 421.
Crex crex, *421.
Crex prateusis, 421.
Oroccolone, *413.
Crociere, *300.
Crociere dalle ali rosse, *302.
Crociere ielle punir. *301.
Crociere fasciato, *302.
Crymophilus, *417.
Crymophilus fulicarius, "418.
Cuculidae, *82.
Cuculiai, *82.
C'uculinae, *82.
Cuc ul ini, *82.
Cuculo, *83, 84.
Cuculo americano, *85.
Cuculo americano dagli occhi rossi,
*85.
Cuculo americano occhio-rosso, 85.
Cuculo dui ciuffo, *84.
Cuculus, *82, 83, 84.
Cuculus canorus, *83.
Culbianco, *174.
Culbianco abbrunato, 170.
Culbianco del deserto, *175.
Culbianco isàbellino, *175,
Curruca atricapilla, 189.
Currnca heineken, 190.
Curruca rubricapilla, 190.
Curruca salicaiia, 189.
Cursoridi, *358.
Cursoriidae, x358.
Cursorius, *359.
Cursorius gallicus. "360.
ini lettola a gote bianche. 226.
Cutrettola burniti , 226.
Cutrettola capinera, *228.
Cutrettola capinera a sopraccigli
bianchi, *229.
Cutrettola capinera a sopraccigli
gialli, *229.
Cutrettola capo cenerino, L'L'Il.
Cutrettola rapo scuro, *226.
Cutrettola gialla, *225.
Cutrettola gialla orientale, *226.
Cutrettola testa gialla, "221.
Cutrettola testa gialla orientale, 223.
i uhi lini, a sopracciglio giallo, 224.
t'rviKi! (Classificazione ili1. 84.
Cyanecula, *181.
Cyanecula orientalis, 1N2.
Cyanecula suecica. *182.
Cyanecula suecica cyanecula, 1X2.
Cyanecula Wolfi, 182.
Cyanistes, 127.
Cyanistes caoruleus, 127.
Cyanopolius, *319.
Cyanopolius Cooki, *319.
Cygninae, *451.
Ctgnini, *451.
Cygnopsis cygnoides, 451.
Cygnus, *452.
Cygnus Bewicki, *452, 453.
Cygnus buccinator, 453.
Cygnus columbianus, 153.
Cygnus cygnus, 452. 4 53.
Cygnus inimutabilis, 454.
Cygnus minor, 452.
Cygnus musious, 452.
Cygnus olor, *453, 454.
Cypselidae, *95.
C'ypselinae, *96.
Cypselns, mi.
( > pselus atlinis. 97.
Cypselus apus, 97.
( iypselus melba, 96.
Cypselus ninrinus, 97.
Cypselns pallidus. 97.
Daceloniuae, 89.
Dacelonini, 89.
Datila, *469.
Datila acuta, 464, 168, 169.
Datila Katoni, 469.
Datila spinioauda, 469.
Damigella, 431.
Damigella di Numidia, 431.
Daption capensis, 529.
^Darwin (Opera di), 89.
Daulias, 186.
Daulias luscinia, 1X7.
Daulias philomela, 187.
*Dk Blainville (Classificazione
di), 86.
Dendrocopus, *76.
Dendrocopus leuconotus, 77.
Dendrocopus leuconotus Lilfordi.
*78.
Dendrocopus major. 76. 77, 78.
Dendrocopus major anglicus, 76.
Dendrocopus major rissa, 76.
Dendrocopus major major, 76.
Dendrocopus major I'oelzami. 77.
Dendrocopus major syriacus, :;77.
Dendrocopus medius, ;7x, 79.
Dendrocopus innlius Saucti-Johan-
nis, 78.
Dendrocopus minor, ■ 79.
Dendrocopus minor Danfordi, 79.
Dendrocopus minor pipra, 79.
Dendrocopus numidions, 77.
Dendrocopus pubescens, 77.
Dendrocopus syriacus, 77.
Dendrocopus villosus, 77.
I lendrooycna javanica, 151 .
Dendroeoa rirens, 188.
*Desmognato, l'ululo. in7.
Indi. 325.
I Mnioilismo, 27.
Dura a dea, 520.
Diomedea, 529.
Diomedea dalle ciglili nere, 530.
Diumedea exulans, 529.
Diomedea melanophrys, *530.
Diomodeidae, *529.
I limili ih idi, *529.
^Distribuzione geografica degli I e
celli. 30.
Dolychonix oryzivorus, 304.
Dromas, 358.
Dromolaea, 170.
Dromolaea lencopyga, 171.
Dromolaea leucura, 170.
Dryocopus martius, 75.
Ectopistes migratorius, 327.
Edredone, *483.
Edredone di Steller, >: 183.
*Egitognato, l'alato, 107.
Egretta alba, 436.
Egretta garzetta, 437.
Elanoides forficatns, 34.
Elanns, *34.
Elanus caeruleus, '-34.
l-'niiiliipndini. ''"362.
Emberiza, 252, 253, *257.
Emberiza Buchanani, 261.
Emberiza caesia, *26l.
Emberiza calandra, 255.
Emberiza chrysophrys, *258.
Emberiza eia, *261.
Emberiza cinerea, 268.
Emberiza cioides, 268.
Emberiza cirlus, *259.
Emberiza citrinella, *258, 259.
Emberiza citrinella, var. lirelnni,
259.
Emberiza citrinella Molessoni, 259.
Emberiza Durazzi, 264, 266, 267.
Emberiza fucata. 268.
Emberiza hortulana, *260.
Emberiza lesina, 263, 26S.
Emberiza leucocephala, 259, *262.
Emberiza miliaria, 255.
Emberiza uivalis, 253.
Emberiza palustri». 266.
Emberiza pithyornis, 263.
Emberiza pusilla, *263, 264, 266.
Emberiza pyrrhuloides, 267.
Emberiza rustica, *263, 264.
Emberiza schoeniclus, 263. " u t; i ,
265, 266, 267.
I '.mberiza schoeniclus aquatica , 265.
Emberiza schoeniclus Durazzi, 265.
1. mberiza schoeniclus Dura zzoi. 266.
Emberiza schoeniclus intermedia,
265, 266.
Emberiza schoeniclus palustris,
265, 266. «267.
Emberiza schoeniclus passerina,
265.
Emberiza .schoeniclus pyrrhnlina,
265, 266.
INDICE GENERALE
555
Emberiza schoeniclus pyrrhuloi-
des, 265, 266, 267. 268.
Emberiza schoeniclus schoeniclus,
266.
Emberiza schoeniclus Tschusii, 26ó,
266, 268.
Emberiza schoeniclus typica, 265.
Emberiza schoeniclus Valloni, L'UT.
Emberiza scotata, 267.
Emberizae, 253, 255, 268.
Emberizae schoeniclus intermediae,
266, 267.
Emberizinae, *251.
Emberizini, *251.
Ephialtes, 54.
Ephialtes scops, 55.
Erionetta, 484.
Erismatura, "485.
Erismatura leucocephala, *486.
Erismaturinae, *485.
Erismat mini, *485.
Erithacus, *185.
Erithacus rubecula, *185, 1*6.
Erithacus rubecula hyrcanus,*186.
Erithacus rubecula superbus, 186.
Erythropus vespertinus, 17.
Erythrospiza, *291.
Erythrospiza githaginea, *291.
Erythrospiza sanguinea, *291.
Erythrosterna, * 107.
Erythrosterna parva, *107.
Eudromias, *372, 373.
Eudromias raorinella, 872.
Eudromias morinellus, *372.
Eunetta, 464.
Eunetta bimaculata, 468.
Eunetta falcata, *465.
Eurypygidae, 428.
Euspiza, *256.
Euspiza aureola, *256.
Euspiza luteola, "257.
Euspiza melanocephala, *256.
Euspizae, 255.
Falacrocoracidi, *489.
Falaropini, *416.
Falaropo a becco largo, *418.
Falaropo a becco sottile, *417.
Falco, *41. 42, 47.
Falco aesalon (err. dei.), *46.
Falco aiiatum, 42.
Falco barbarus, 43, *44.
Falco Iirookei, 43, 44.
Falco cenchris, 48.
Falco communis, 42.
Falco concolor, 46.
Falco cornieuin. 43.
Falco cuculo, *47.
Falco della regina, *45.
Falco di patitile, 12.
Falco Eleonorae, 28, *45, 46.
Falco Feldeggi, 38.
Falco grillajo, *48.
Falco griseiventris, 43.
Falco lanarius, 38.
Falco leucogenys, 43.
Falco lithofalco, 46.
Falco melanogenys, 42, 43.
Falco merillus, 46.
Falco minor, 42, 43.
Falco uisus major, 11.
Falco nisns minor, li.
Falco pecchiaiolo, 35, Ibi.
Falco peregrinus. 39, II'. 13, 44,
46.
Falco peregrinila Brookei, II.
Falco pescatore, *50.
Falco punicus, *43, 14.
Falco rusticulus, 40.
Falco sacer, 37.
Falco saker, 37.
Falco subbuteo, ti. 45, 46.
Falco tinnunculus, 48.
Falco vespertinus, 47.
Falcone, 38, 39, *42, 43, 44.
Falcone di Barberia, 44.
Falcone minore, *43, 44.
Falcone tunisino, 43.
Falconidae, *7.
Falconìdi, *7.
Fanello, *282.
Fanello nordico. *283.
Fanello Risica, 283.
Fagiani, 341.
Fagianidi, *333.
Fagiano, *341.
Fagiano di monte. *346.
Fagiano di monti il, I Caucaso, "347.
* Femmina in livrea di maschio, 28.
Fenicotteri, *448.
Fenicotteridi, *449.
Fenicottero, *449.
Fetonte, 495.
Fiammante, 449.
Ficedula, *10o.
Ficedula atricapilla, "106, 107.
Ficedula atricapilla semitorquata,
*106.
Ficedula collaris, *107.
Fiorrancino, 119.
Fischione, *466, 467, 468.
Fischione americano, *467.
Fistiane turco, *473.
Folaga, *428.
Folaga africana, 428.
Folaga crestata, "428.
Folaghe, 416, 4 li 7.
Forapaglie, *208.
Forapaglie castagnolo, *215.
Forapaglie di P alias, *213.
Forapaglie di lladde, *216.
Forapaglie lanceolato, *214.
Forapaglie macchiettato, *214.
Forapaglie siluriano, *214.
Francolini, 333, 338.
Francolino, *337.
Francolino di monte, *350, 351.
Francolino di monte orientale, *351.
Fraucolinus, *337.
Francolinus francolinus, *337, 338.
Fraucolinus vulgaris, 337.
Fratercula, 538, *543, 544.
Fratercula arctica, 544, *545, 546,
547.
Fratercula arctica glacialis, 547.
Fratercula corniculata, 547.
Fratercula glacialis. 547.
Fraterculinae, *543.
Fraterculini, *543.
Fraticello, *503.
Fratino, *376.
Freddoloso ili liadicofani, 152.
Fregala, 10...
Fregata aquila. 105.
Fregilupus varins, 304.
Fregilus graculus, 324.
Fringilla, 252, *273, 280.
Fringilla albigularis, 277.
Fringilla borealis, 288.
Fringilla canescens, 288.
Fringilla coelebs, *274, 275.
Fringilla incerta, 293.
Fringilla montifringilla, 274, *275.
Fringilla spodiogenys, *275.
Fringillae, 274. 276.
Fringillidao, *251.
Fringillidi, *251.
Fringillinao, -268.
Fringillini, *268.
Fringuello. *274.
Fringuello algerino, *275.
Fringuello alpino, *273.
Fringuello alpino caucasico, *273.
Frosone, *297.
Frullino, *415.
Fulica, *427.
Fulica atra, *428.-
Fulica cristata, *428.
Fulica porphyrio, 426.
Fulicariae, 352, *4ls.
Fulicarie, "418.
Fuligula, *475.
Fuligula affinis, 476, 477.
Fuligula collaris, 476, 477.
Fuligula cristata, 476, 477 (') (err.
det.).
Fuligula ferina, 474.
Fuligula ferinoides, 474.
Fuligula fuligula, *476.
Fuligula Homcyeri, 474.
Fuligula marila, *476, 477.
Fuligula mariloides, 476.
Fuligula neartica, 476.
Fuligula ruiina . 473.
Fuligulinae, *473, 486.
Fuligulini, *473.
Fulix cristata, 476.
Fulix ferina, 474.
Fulix fuligula, 476.
Fulix marila, 476.
Fulix nyroca, 475.
Fulniarinae, *528.
Fiilmurini, *52S.
Fulmaro, "520.
Fulmarus, *528.
Fulmarus glacialis, *529.
•FiiKiìuiNGEK, (Classificazione di),
100.
Gabbianello, *506.
Gabbiani, 496, 517, 521.
Gabbiano a lesta nera maggiore, 506.
Gabbiano comune, *508.
Gabbiano corallino, *507.
Gabbiano còrso, *512, 513.
Gabbiano dalla coda cuneata, *504.
Gabbiano del Bonaparte, *507.
(0 Fuligula fuligula.
556
\ I i.an DE ORNITOLOGIl "
Gabbiano del l'alta». 506.
Gabbiano del S. 504.
Gabbiano ebttrm o, '515.
Gabbiano giamo, ."il 1.
Gabbiano islandico, *515.
Galdiiano piombino, 508.
Gallinomi reale, -"ili, 513.
(hthl, inno reale nordico, *511.
Gabbiano roseo, *509.
iiiil'hiono terragnolo, 516.
Gabbiano tridattilo, *516.
Galerida, 240.
Galerita, 240.
Galerita abyssinica, 241.
Galerita cristata, 240, 241, 242.
Galerita cristata balcanica, 241.
Galerita distata caucasica. -11.
Galerita cristata cristata. 241.
Galerita cristata sencgalensis. 211.
Galerita cristata theklae, 241, 242.
Galerita macrorhyncha, 241.
Galerita manna. 241.
Galerita senegalensis, 211.
Galerita striata. 211.
Galerita Theklae, 212.
Gallina pi'atajola, *354.
Gallinacei, *329, 353.
Gallina*, *329.
Gallinago, 386, *413, 414.
Gallinago caelestis. 414.
Gallinago delicata, 387. 414.
Gallinago gallinago, 413. 111.
Gallinago gallinula, 415.
Gallinago major, 113.
Gallinago media. 1 13, 114.
Gallinago Sabinei, 239, 414, 11."..
504.
Gallinago scolopacinus, 414.
Gallinago stemmi, 352, 413.
Galline di Foroonr, 333.
Gallinella, 420.
Gallili, Ila d'acqua, 83, 124.
Gallinula, 12:;.
Gallinula chloropus, 121.
Gallinulae, 124, 426, 427.
Gallo et dinne, 3 1 S . 3 19.
Gallo cedrone degli I l'ali. 3 IH.
Gallus, 333.
Gallus baukiva, 333.
Gallus do stieus, 344.
Gambecchio, 103.
Gambecchio americano, *406.
Gambecchio dal petto fasciato ameri-
cano, "403.
Gambecchio dal petto fascialo sibc-
riano, 406.
Gambecchio frullino, I IO.
Gii mi,, echio minor, . 104.
Gambecchio nano, 105.
G, imi, ella, 39*.
Gambetta americana, 400.
Ganga, 332.
Garrulinae, 310.
Garriti un, *320.
Garrulus atricapillus, 322.
Garrnlus cervicalis. 322.
Garrulus glandarius, *320, 321,
322.
Garrulus glandarius Brandti, 321 ,
322.
Garrulus glandarius hyrcanus,
322
Garrulus glandarius Krinicki. 322.
Gai inlns glandarius Sewertzowi,
32 1 .
Garzella. 136, 437.
Garzi Ita. 137.
Garzetta nigripes, 137.
Garzella. 138.
Gavia, 506.
Gavia allinis, 511.
Gorilla, "il I.
Gazza, *318.
Gazza marina. *540.
Gazza marina minori. 311.
Gazze, 323.
Geciuns, *74.
Gecinus canus. 75.
Gecinus viridis, 74.
Gecinus viridis Sharpei, 71.
Gelasies Genei, 509.
Gelochelidon. 198, 199.
Gelochelidon anglica, *498.
Gelochelidon nilotica. 19S.
Genuaja Feldeggi, 38.
Gennaja saker, 37.
Geocichla, 159, 166, 167.
Geocichla dauma, 167.
Geocichla Heinei, 1(>7.
Geocichla sibirica, L67.
Geocichla varia, *166, 167.
Germani. 461,
Gt rimino di unire. 481.
Germano nule. 163, 164, 107. 468.
Germano lineo, 173.
Geronticns eremita, 446. 447.
Gheppio, ■ IN.
Ghiandaia, 320, 321.
Ghiandaia a lesta nera. 322.
Ghiandaia del Brandt, 321.
Ghiandaia dì .sili, rio, 323.
Ghianda/a marina, '86.
Ghiandaia persiana, -322.
Ghiandaie orientali. 320.
*Giglioli (Classiricazio li), 107.
Ginnico, li.
Gir/alea di G meni, india. *40.
lini, ileo d'Islanda. 10.
Giare., la. *360.
Glareola melanoptera. 362.
Glareola pratincola, 361, 362.
Glareolae, 301.
Glaueidium, *61.
Glaucidium passerinum. 62. 63,
69.
Glaucidium passerinum setipcs, 63.
Glaucidium pumilum, 62.
Glaucidium setipes, 62, 63.
*Gl.OGER (Classificazione di), 88.
Glottis. 391.
Gol, ho rugginoso, *486.
Gracchio, 321.
Gracchio corallino, 32 I .
Gracula religiosa. 30 I .
Graciilns. 32 1.
Grallae. *351.
Grandule mediterranea, 332.
:;GkavkmihKst (Classiliia/Hine di)
87.
Grìcbe, 535.
Grifone, l.
Grillato, 48.
G lotto io,,, . B8.
Grottaione egiziano, 88.
Gruccione 88.
Gin,, ione egiziano, 88.
Gru, 128, 130.
Gru antigone, 131.
Gru bianca di Siberia, 430.
Gru paronimi, 432.
I,, „,. 130.
Grillila.-. 129.
Gnidi, 129.
Gius. 429.
I Mais cinerea , 430.
Gius collari», 131.
Grus eiiininiiiiis, 430.
Grus grus. 430.
Grus l.illordi. 430.
Gufi. 32.
Gufo connine, :04.
G Ilio del I tipo, 65.
Gufo degli l'ralì. 07.
Gufo di l.tiji/ioniii, 6S.
Gufo ili padttle, 01 .
Glifo reale. 32.
Gufo selvatico, 00.
Gtiiirdti-hmii indiano, -138.
Gygis, 197
Gypaetidae, 6.
Gvpaetns. -6.
Gypaètus barbatus. *7.
Gyps, 3
Gyps fulvus. I.
Gyps liisjiaiiioleuNis, 4.
Gyps Kolln. I.
Gyps occidentalis, 4.
Un niatopodinae, *362.
Haematopus, "303.
Haematopus ostralcgus, 363.
Haematopus ostrilegus, *363.
Haliaetus, 29.
Haliaétus albicilla, 29.
Haliaetus leuuocephalus, 29.
Haliaetus leucoryphus, *30.
Malevoli. 91.
Malevoli sin.x rnonsis, 91.
Halocyptena, 321.
Marchia. 179.
I lardila glaeialis, 479.
Harelda hyemalis, *479.
IIawk-Ovvi.s, 37.
Ileliornitliiilae, 119.
Helodromas, 393. 394.
I lelodronias OChropUS, 393.
1 leni. '.niella. 4S2.
Heniconetta Stelleri, *483.
"Mion.MiNiKUil la.ssirieazionodil, 87.
llerodias, 136.
Herodias alba, 430. 437.
llerodias egrettoides, 137.
Herodias garzetta, 437.
Herodias melanorhyncha, 437.
llerodias xantliodaetyla, 437.
lleriiiliimes. 352, 432.
Heteropygia, 403, 403.
Heteropygia Iiairdi. 405.
Hiantes, *92.
Hieraetus pennatus, 28.
INDICE i.knki; Ali,
Hierofalco, ;<~36.
Hierofalco candicans, *40, il.
Hierofalco cherrug, *37.
Hierofalco Feldeggi, 18, *38. 39,
40.
Hierofalco gyrfalco. n.
Hierofalco islandus, IO.
Hierofalco milvipes, 38.
Hierofalco Baker, 37.
Himantopodiuae, *377.
Himantopus. ; 377. 378.
Himantopus candidila, 378.
Himantopus himantopus, ::7s.
Hippolais, 204.
Hirundiuidae. *99.
Hinmdo, 100, *101.
Hirundo eahirica, 102.
Hirundo danrica, 102.
Hirundo rufula, s102.
Hirundo rustica, *101, 102.
Hiruudo Saviguyi, 102.
Histrionicus. 480.
Histrionicus histrionicus, *480.
Hoplopterus. *365.
Hoplopterus spinosus, *366.
Houbara, *355, 350.
Honbara fnerteventurae, 356.
Houbara Macqueeni, *356.
Houbara undulata, *356.
*Hu-\i.ey (Classificazione di), 90.
Hydrochelidon, *497.
Hydrochelidon fissipes, *498, 407.
Hydrochelidon hybrida, *497.
Hydrochelidon leucoptera, 498.
Hydrochelidon nigra, 4:>7. 498.
Hydrocolaeus ichthyaé'tus, 506.
Hydrocolaeu9inelauocepbalus, 507.
Hydrocolaeus minutus, 506.
Hydrocolaeus ridibnndus, 508.
Hydroprogne, *499.
Hydroprogne caspia, *499.
Hydrornia Alleni. 425.
Hypolais, *204.
Hypolais caligata, );207.
Hypola'S hypolais. -04. 205.
Hypolais icterina. 204.
Hypolais olivetorum, *205.
Hypolais opaca, *207.
Hypolais pallida, *206. 207.
Hypolais polyglotta, s205.
Hypolais saliearia, 207.
Hypotriorcbis Eleonorae, 45.
Hypotriorcbis subbuteo, 44.
Ibididae, *444.
Ibididi, *444.
Ibis dalle guancie rosse, 446.
*Ibridi, 27.
Ictoridae, 304.
Icterus galbula, 304.
Iduna, 205.
*Illigek (Classificazione di), 85.
Imantopodini, *377.
Impennes, 530.
Irundinidi, *99.
Ijngini, *81.
Iynginae, *81.
I£nx, *81.
Iynx, 81.
Iynx torquilla, *81.
Iantina, 184.
Iantina cyanura. 184.
latiti. *92.
Jonocicca, 425.
Jonocicca Alleni,
Kefcupa, 52.
125.
Lahbo, *519, 520.
Labbo codaltuitja, *520.
Labbi, 496.
*Lacépki>e (Classificazione di), 85.
Lagopus, *343, 347.
Lagopus atkensis, 345.
Lagopus hyperboreus, 346.
Lagopus iusularis, 345.
Lagopus islandormn, 345.
Lagopus lagopus, *344, 345, 347,
348, 350.
Lagopus mutus, 341, 345. ::i7.
350.
Lagopus Nelsoni, 345.
Lagopus Reinbardti, 345.
Lagopus Ridgwayi, 345.
Lagopus rupestris, *345.
Lagopus scoticus, *344. 345
Lagopus Welchii, 345.
Lamellirostres, 451,
Lanario. 18, f38.
Lauiidae. 109, *110.
Laniidi, 109, *110.
Lauius, *110, 113,
Lanius algeriensis. ili.
Lanius auriculatus. 115.
Lanius badine, 116.
Lauius borealis, 113.
Lanius borealis europaeus. 113.
Lanius collurio. '115, 116.
Lanius elegans, 112.
Lanius excubitor, *111, 112, 113,
114, 115.
Lanius excubitor borealis, 113.
Lauius excubitor Homeyeri, 111.
Lanius excubitor major, ili. 112,
*113.
Lanius ftmerens, 112, f 1 1 3 .
Lanius garrulus, 109.
Lanius Crimini, *112.
Lanius Homeyeri, 111.
Lanius isabellinus, M16.
Lanius leucopterus. 111
Lanius ludovicianus, 114.
Lanius meridionalis, *113. 114.
Lanius minor, 111, *114.
Lanius nubicus, 116.
Lanius rapax, 111.
Lanius rufus, 115.
Lanius senator, *115, 116.
Laridae, *406.
Luridi, *496.
Larinae, *504.
Latini, *504.
Larino, 529.
Larus, *505, 509.
Larus albus, 515.
Larus argentatus, 510, *511, 512.
Larus argentatus cachinnans, 510,
*511, 512, 513, 514.
Larus stridila, 508.
Larus Audouini, 512, 513, 514,
Larus cachinnans. 511.
Larus canus. 508, 512, 513, 53 I
Larus capistratus, 509.
Larus elmrneu.s. 515.
Larus fuscus, *510, 511, 513.
Larus fuscus affìnis. *510.
Larus gelastes, 508, 509.
Larus glaucus, *514.
Larus llemprichi, 500.
Larus Hntchinsi, 515.
Larus ichthyaé'tus. *506. 507.
Larus leucophaens. 511.
Larus leucophthaliuus, 509.
Larus leucopterus, *515.
Larus marinus, 509, 510.
Larus melanocephalus, *507. 508.
Larus Uichaellesi, 511.
Larus minutus, 506.
Larus parasiticus, 520.
Larus philadelphia, 507.
Larus ridibundus. *508, 509.514.
"I.atham (Classificazione di), 84.
Leptopoecile, 118.
Li -ptopoecile Sophiao, 118.
Leptoptilus, 444.
Leptoptilus crumenif'enis. 444.
Leptoptilus dubius, 414.
■Lkskk (Classificazione di), 84.
Lestris Buffoni, 520.
Lestris catarrhactes, 517.
Lestris crepi datas, 519.
Lestris parasitica, 519.
Lestris parasiticus. 520.
Lestris pomarina, 518.
Lestris pomatorhinus, 518.
Ligurinus chloris, 298.
Limicola, *410.
Limicola pygmaea, *410.
Limieolae. *352.
Limicole, *352.
Lininocryptes, *414.
Limnocryptes gallinula, *415.
Limosa, *384, 386, 387.
Limosa aegocephala, 385.
Limosa belgica, 385.
Limosa lapponica, "384, 386.
Limosa limosa, *385.
Limosa melanura, 385.
Limosa Meyeri, 386.
Limosa novae zealandiae. 386.
Limosa ruta, 381.
Limosa nropygialis, 386.
Limosae, 386.
Linaria flavirostris, 288.
*Lingua, 7, 8.
consistenza della lingua, 7.
dimensioni della lingua, 7.
estremità della lingua. 7.
figura della lingua, 7.
movimenti della lingua. 8.
superficie della lingua, 8.
*Linxeo (Classificazione di), 82.
Lobipes (err. det.ì, 417.
Lobipes hyperboreus, 417.
Locustella', 208, 209, *212, 213,
214.
Locustella certhiola, *213.
Locustella fluviatilis, *213.
Locustella lanceolata, *214.
558
ATLANTI? ORNITOLOGICO
Locustella luscinioides, -li'. 213.
Locustella naevia, 211, 215.
Locustella Raj i, 214.
Locustella straminea, *214.
Ladola, *238.
Lodola del deserto, 249.
Lodola del deserto minore, *249.
/.,„/„/„ del Dupont, *250.
Lodala gola Inaura algerina, 248.
Lodala gola gialla, 247.
Lodola gola gialla orientale, l'In.
Lodola sibcriana. '241.
Lodolajo, *44, 47.
Lomvia troile, 542.
Longipennes, "Uhi.
Longipenni, *496.
Lophophanes, *138.
Lophophanes bicoloi, 139.
Lophophanes cristatus, *138, 139.
Lophophanes cristatus mitratus,
139.
Lophodytes, S4S7.
Lophodytes cucullatus, *487.
Lossiini, *299, 301.
Loxia, 295, *300, 301.
Loxia bifasciata, 500, *302, 303.
Loxia bifasciata leucoptera, 303.
Loxia curvirostra, *300, 301, 302.
Loxia curvirostra rubrifasciata,
302.
Loxia curvirostra pityopsittacus,
300, *301, 302.
Loxia leucoptera, 302, 303.
Loxia pityopsittacus, 301.
Loxia rubrifasciata, 302.
Loxia taenioptera, 302.
Loxiinae. 251, 299.
I.ararino, x'278.
Lui bianco, *200.
Lui di Eeersmann, ::197.
Lui di Pallas, *202.
Luì forestiero, *203.
Luì giallo, *198.
Lui grosso, I 99.
Luì piccala, *201.
Luì sibcriana, 201.'.
Lui verde, *199.
Luì verdognolo, *198.
Lnllula, f239.
Lullula arborea, *239.
Lullula arborea Cberneli, 239.
Lumia, 538, 541.
^Lunghezza ch'Ila vita negli Uc-
celli. 29.
Lusciuia, 186.
Luscinia philoniela, 187.
Luscinia vera, 187.
Lusciniola, *215.
Lusciniola fuscata, 216.
Lusciniola melanopogon, 209,*215.
Lusciniola Schwarzi, *216.
Lusciniopsis llu\ iatilis, 213.
Lusciniopsis luscinioides, 212.
Lycos monedula, 313.
l.vrurus, *346, 347.
Lyrurus Mlokosiewiczi, ;<347.
Lyrurus tetrix, 344, *346, 347,
348, 349.
Lyrurus viridanus, 346.
Maehaetos pugnax, 398.
Machetes, ; ;; » T .
Machetes pugnax, 398.
Macrorhamphus, *386.
Macrorhamphus griseus, *387.
.Macrorhamphus SCOlopace-US, 387.
Ma gii a il in a, *196.
Magnanimi .stirila. 196.
Mammiferi, 531.
Maialala. 111.
Marangone, *490.
Marangone cai ciuffo meridionale.
417,' IH2.
Marangone cai ciuffo settentrionale,
ini.
Marangone minare, ' 1112.
Marangone nana. 192.
Marangoni. 486.
Mareca, 'Itili. 467.
Mareca americana, *467.
Mareca penelope, 464, f466, 167.
Mareca sibilatrix, 466.
Marmaronetta, 472, 17:i.
Marmaronetta angustirostris, *472.
Marsupiali, 531.
Marlin pescatore, *89, ini.
Martin pescatore bianco e nero, *90.
Maf.ujola, ITO.
Marzajola dalle ali blu, *471.
Megalestris, 517.
Megalestris catarrhactes, *517.
Melanetta, 481.
Melanitta, 4SI.
Melanocorypha, 214, :215.
Melanocorypha bimaoulata, 246.
Melanocorypha calandra. 245, 246.
Melanocorypha sibirica, 2 11.
Melanocorypha yeltoniensis. 246.
Meleagris, 333.
Meleagris americana, 353.
Meleagris gallopavo, 353, 354.
Meleagris nrexicana, 353.
Melierax gabar, lo.
Melizophilus, *196.
Melizopbilus provinciali:;, 196.
Melizophilus sardus, L96.
Melizophilus undatus, *196.
Mergansor, *4S7.
Mergauser aniericanus, 488.
Merganser comatus, 488.
Merganser merganser, *488.
Merganser serrator, *488.
Mergellus alhellus, 486.
Merginae, 151, 486.
Mergini, 486.
Morgulus alle, 541.
Mergus, *486, 535.
Mergus albellus, *486.
Mergus anatarius, 478.
Mergus castor, 488.
Mergus mergauser, 488.
Mergus serrator, 488.
Merlo, 163.
Merlo acquajolo, *148
Merla acquajolo asiatico, *150.
Merlo acquaiolo nordico, 1 IH.
Merlo acquajolo pancia nera. 111'.
Merla col /iella bianca. 164.
Merlo dal collare. 161.
Merlo dal ealiare meridionale, 165.
Merlo dal collare orientale, *165.
Merlo di Siberia, 167.
Merlo montano, 164.
Merlo nero, *163.
Merli di passo, 164.
Merli terragnoli, 164.
Merope, 88.
Meropidae, *87.
Mcropidi, *87.
Merops, n7.
Merops apiaster, 88.
Merops persicus, 88.
Merops viridis, 88,
Merops viridissimus, ss.
*Merrem (Classificazione di), 86.
Menda, *159.
Morula alpestris, 165.
Merula atrigularis, *162.
Merula fuscata, 160, 161, 162.
Merula merula, 158, 'io::, 168.
Menda merula maxima, 161.
Merula Naumanni, 161.
Menda nigra, 163.
Merula obscura, 15S». 160, 162.
Menila pallida, 100, L62.
Merula rufìcollis, 162. 163.
Merula torquata, *164, 165.
Merula torquata alpestris, 165.
Merula torquata orientalis. *165.
Mesilldar, ll'S.
Mesophoyx intermedia, 457.
Mestolone, -471.
*Meybb A Woi.f (Classificazione
di), 85.
Microcarbo pygmaeus, 492.
Micropidae, 95.
Mioropodidae, 95.
Micropus, 96.
Migliarino di padiilc. *264, 266.
Mignattajo, *445.
Mignattino, *497.
Migiiuttino ali Inaurile, ;<498.
Mignutliiio bigio, *497.
* Migrazioni degli Uccelli, 41.
Mdiaria. 255.
Miliaria calandra, 255.
Miliaria enropaea, 255.
Miliaria projer, 255.
Milvus, *31.
Milvus aegyptius, *33.
Milvus iiiinus. 32.
Milvus korschun, 32, ::::.
Milvus melanotis, -33.
Milvus migrans, 33.
Milvus milvus, 32.
Milvus niger, 33.
Milvus regalia, 32.
"Mimetismo, 25, 26, 27.
Mniotiltidae, L88.
*Moehring (Classificazione di), 83.
Molothrus Cabanisi, 304.
Mololhrus (Lampropsar) Cabanisii,
501.
Mololhru.s Cassini, 304.
Monachella, *173.
Monachella bianca e nera. 172.
Monachella dal dorso nero. x 171.
Monachella gola «era, *172, 173.
Monachella gola nera occidentale,
*172.
INDICE GENERALE
559
Monachella nera, *170.
Monachella nera a testa Manca, 171.
Monachella testa bianca, '171.
Monachus atricapillns, 189.
Monachila hortensis. 189
Monticola, *168.
Monticola cyana, 168.
Monticola erytbropterus. 169.
Monticela manillensis. 169.
Monticola saxatilis, *169.
Monticola solitarius, *168.
Montifringilla, *272.
Montifringilla nivalis, 255, *273.
Monti f ring il la ni va Usai piccia, '-'•■•
Montifringillae, 272.
Moretta, *476.
Moretta arlecchino, *480.
Moretta codona, *479.
Moretta grigia, *476, 478.
Moretta tabaccata, *475.
Moriglione, *174, 475, 478.
Motacilla, *220, 221, 230.
Motacilla alba, *221, 222.
Motacilla boarula, 222, 223.
Motacilla boarula melanope, 223.
Motacilla campestris, 223, *224,
225.
Motacilla citreola, *223, 224.
Motacilla Feldeggi, 228.
Motacilla flava, 224, -225, 226,
227, 228, 229.
Motacilla flava beema, *226, 227.
Motacilla flava borealis, *226, 227,
228.
Motacilla flava cinereocapilla ,
*226, 227, 228.
Motacilla flava leucocephala, 225.
Motacilla tìnviveutris, 221.
Motacilla lugubris, '222.
Motacilla melanocephala, *228,
229.
Motacilla melanocephala paradoxa,
*229.
Motacilla melanocephala xantho-
phrys, "229.
Motacilla melanope, *222.
Motacilla phoenicurus fi titys, 180.
Motacilla pleschanka, 171.
Motacilla salicaria, 189.
Motacilla schoenobaemis, 2(18.
Motacilla sulphnrea, 222.
Motacilla taivana. 229.
Motacilla titys, 180.
Motacilla viridis, 226.
Motacillae, 220.
Motacillidae, *220.
Motacillidi, *220.
Motacilliuae, 220.
Mugnaiaccio, *509.
*MiiLLEB (Classificazione di), 89.
Muscicapa, *105, 107.
Muscicapa atricapilla, 106.
Muscicapa collaris, 107.
Muscicapa grisola, *105.
Muscicapae, 105, 184.
Muscicapidae, *104.
Muscicapidi, *104.
*Narici, 7.
Nemura, *184.
Nemura cyanura, 184.
Xeophroti, -1.
Neophron percnopterus, *5.
Nesochen, 154.
Netta, IT::. 171.
Netta rufina, : 17:;. 174.
Nettion crecca, 468.
Nettion formosa, 467.
Nettium, *467, 470.
Nettium carolinense, *469.
Nettium crecca, 464, *468, 469,
175, 477.
Nettium formosum, *467.
*Newton (Classificazione di), 94.
Nibbio a coda di rondine, 34.
Nibbio bianco, *34.
Nibbio bruno, s33, 34.
Nibbio dalle orecchie nere, *33.
Nibbio egiziano, *33.
Nibbio reale, *32.
^Nidificazione e noea, 46.
Nisaetus, *27.
Nisaétus fasciatus, 27.
Nisaetus pennatus, '28.
Xitzsch (Classificazione di), 87.
Nocciolaia, ''316.
Nonnoito, 440.
Nottolone, 93.
Nottolone a collare rosso, 94.
Nucifraga, *315.
Nucifraga brachyrhynchos, 316.
Nucifraga caryocatactes, *316,
317.
Nucifraga caTyoeatactes caryoca-
tactes, 317, 318.
Nucifraga caryocatactes japonicus,
318.
Nucifraga caryocatactes leptorhyn-
chus, 316, 317.
Nucifraga caryocatactes macro-
rhynchus, 317, 318.
Nucifraga caryocatactes pacliy-
rhynchns, 316, 317.
Nucifraga caryocatactes relieta, 317.
Nucifraga hcniispilus, 317.
Nucifraga macrorhynchos, 316.
Nucifraga multipunctatiis, 317.
Nucifraga relieta, 318.
Nncifragae, 317, 318.
Numenius, *379.
Numenius arcuatus,*380, 381,382.
Numenius arquata, 380.
Numenius borealis, *383.
Numenius bastata, 381.
Numenius hudsonicus, 383.
Numenius phaeopus, *382, 383.
Numenius pygmaeus, 410.
Numenius tenuirostris, *381.
Numida, 333.
Nyctala, *68.
Nyctala acadica, 68, 69.
Nyctala Richardsoni, 68.
Nyctala Tengmalmi, 68, *69.
Nyctea, 55.
Nyctea nyctea, *56.
Nyctibius, 93.
Nycticorax, *442.
Nycticorax griseus. 442.
Nycticorax nycticorax, *442.
Nyroca, *474, 475.
Nyroea africana. 475.
Nyroca Baeii, 175.
Nyroea ferina, 171, 477.
Nyroca nyroca, iti, : 175.476,477.
Oca, 151.
Oca a faccia bianca, 459,
Oca cignoide, 451.
Oca i "Ilo rosso. *460.
Oca colombaccio, *459.
Oca dalle zampe rosee, 158.
Oca della Gambia, 451.
Oca tirilo neve maggiore, 455.
Oca della nere munire. 454.
Oca egiziana, 451.
Oca faccia bianca, *459.
Oca granajola, *457.
Oca granajola orientale, *457.
Oca indiana, 451.
Oca lombardella. *456.
Oca lombardella mintivi. 15ii.
(leu selvatica, *455.
Oceanites, *523.
Oceanites oceanicus, *523.
Opeanites Wilsoni, 523.
Oceanitinae, *523.
Oceanitini, *523.
Oceauodroma, *522.
Oceanodroma castro, *522, 523.
Oceauodroma cryptoleucura, 523.
Oceanodroma leucorrhoa, *522.
Oche, 454, 462.
Occhiocotto, *194.
Occhione, *357.
Occhione del Senegal, 358.
Occhioni, 357.
Oedemia, 481.
Oedemia fusca, 481.
Oedemia nigra, 481.
Oedicuemus, *357.
Oedicnemus crepitarla, 357.
Oedicnemus oedicnemus, *357.
Oedicnemus scolopax, 357.
Oedicnemus senegalensis, 358.
Oestrelata, '527.
Oestrelata brevipes, *527.
Oestrelata haesitata, *527.
Oidemia, *481.
Oidemia fusca, *481.
Oidemia nigra, 181.
Oidemia perspicillata, *482.
*Olorinali, Narici, 107.
Onychoprion fuliginosum, 502.
Orchetto marino, *481.
Orco marino, *481.
Orco marino dal becco grande, *482.
Oreocincla, 166.
Oreocincla varia, 166.
Organetto, *284.
Organetto di Coues, *285.
Organetto minore, *285.
Or'iolidae, *309.
Oriolidi, *309.
Oriolus, *309.
Oriolus galbula, 309.
Oriolus oriolus, 157, *309.
* Ornitologia Europea (sguardo sto-
rico-bibliografico siili'), 115.
Ortolano, *260.
Ortolano dal collo grigio, *261.
560
ATLANTE ORNITOLOGI! 0
Orini, uni grigio, 261 .
Ortygometra Bailloni, 122.
i irtygomel ra minuta, 12:>.
Ortygometra parva, 123.
Ortygometra porzana, 121.
Ortyx virginianus, 340.
Ossifraga gigantea, 530.
Oscines, *99, 220.
Oscines acutirostres, 117.
Oscines adunoirostres, *109.
i isoinès conirostres, 250.
Oscines curvirostrcs. "'142.
i (se s latirostres, "99.
Oscines soutelliplantares, *237.
Oscines subulirostres, x145.
Otarda, *3ó3, 354.
(Murile, 353.
Otididae, 352.
Otididi, ►352.
Otis, *353, 355.
Otis Dybowski, 353,
Otis tarda, *353.
Otis tetrax, *354.
Otocorys, ::~247.
Otocorys alpestri». 247. 24*.
Otocorys bilopha, *248.
Otocorys lungirostris, 248.
Otocorys penicillata, *248.
Otogyps nuricnlaris, 3.
Otus accipitrinus, 64.
Otns brachyotus, 64.
Otus vulgaris, li I .
Oubara, *356.
Oubara asiatica, *356.
Oxycchus, *373.
Oxyechus vociferus, *373.
Pagliarolo, "209.
Pagophila, *515.
Pagophila eburnea, *515.
Pallasia, 244.
Pallasia sibirica, 244.
Pallenura melanope, 222.
Palmipedi, 448, 150.
Pandion, *49, 50, 51.
Pandion carolinensis. 50.
Pandion haliaétus, 50.
Pandion leucocephalns. 50.
Pand ioni mie, *49.
Pandionini, *49.
Pantana, *391.
Panurinae, 121.
Pauurus, *121.
Panurus biarmicus, *122.
Panurus biarmious sibirious, 121.
Panurus sibirious, 121.
Panyptilae, 911.
Paridae. * 117.
Paridi, *117.
Parinae, *120.
Parini, *120.
l'arus, *126, 128, 138.
Parus affinis Bianchii, 135.
Parus alpestris, 137.
Parus aphrodytes, 120.
Parus ater, *Ì29, 130.
Parus ater britannicus, *130.
Parus bokharensis, 120.
Parus borealis, 130, 131, 132, 133,
134, 135, *136, 137.
l'arus borealis baicalensis, 133,
134.
Parus borealis borealis, 133, 134.
135, 136.
l'arus borealis Colletti, 135.
l'arus borealis iliaci iirus. 13!>.
l'arus borealis restrietns, 134.
Parus britannicus, 130.
Parus caeruleus, 127. 128, 120.
Parus cinctus, 135, 138.
l'arus cinereus, 129.
Parus Colletti, 136.
Parus communis, 131, 134, 135,
*136, 137.
Parus comrnunis borealis, 135.
Parus communis brevirostria, 134.
Parus communis communis, 132,
134, 135, 137.
Parus communis crassirostris, 134.
Parus communis Dresseri, 132, 134,
135.
Parus communis Hensoni, 134.
Parus communis italious, 132, 134 ,
136.
Parus cominuuis lougirustris, 132,
135.
Parus communis meridionalis, 131,
134, 135.
Paras communis rhenanus, 135.
Parus communis salicarius, 135.
Parus communis Seebohmi, 134.
Parus communis stagnatilis, 132,
134.
Parus communis subpalustris, 132,
134, 135.
Parus communis Tschusii, 132,
134, 136.
Parus cristatus, 139.
Parus cristatus brunnesceiis. 139.
Parus cristatus cristatus, 139.
Parus cristatus mitratila, 139.
Parus cyanus, *128.
l'arus cypriotes, 129.
Parus fruticeti, 137.
Parus kamtschatkensis, 134.
l'arus ledouci, 120 i ' I.
Parus lugubris, 135, 137, 138.
Parus major, *128.
Parus Micbailowski, 130.
Parus minor, 129.
Parus mitratila. 139.
Parus montanus, 131. 133, 131.
135, *136, 137.
Parus montanus accedens, 133,
134, 135, 137.
Parus montanus assimilis, 133, 1 '■'< I .
137.
l'arus montanus Bianchii, 134.
l'arus montali us Klci liscimi ititi, 133,
134.
Parus montanus montanus, 133,
134, 135, 137.
Parus montanus murinus, 133, 134,
135.
l'arus monranus salicarius, 1 :'..'!,
134, 135.
l'arus obteotus, 138.
Ci .y< <• Pania lendooi.
l'arus ombriosns, 127.
l'arus palniensis. 127.
PARUS PALUSTRIS. 130, 131,
133, 135, 136, 137.
l'arus pekinensis, 120.
l'arus phaeonotus, 130.
Parus Pleskei, '127. 128.
l'arus pleskei, 128.
Parus pleskei. rur, pallescens, 12*.
l'arus tenerii'ae, 127.
l'arus nltrainarinus. 127.
Passer, *268, 271.
Passer domesticus, *269, 270.
Passer hispaniensis, -'Tu.
Passer hispaniolensis, 270.
Passer Italiae, *269, 270, 271.
Passer montanus, ■ 271.
Passer salicicola, 270.
Passer salicicolus, 270.
Passera, *269, 270.
l'asserti di patitile, "207.
Passera di putlule orientale, *217.
I', isserà europea. 260.
Passera lutila, *271.
Passera logia ili Mut/iru. 272.
Passera mattuggia, 271.
l'ussera oltremontana, *2I>0.
Passera sarda, *270.
Passera scopajola, *152.
Passera scopajola asiatica, *153.
Passera scopajola bruna, *153.
Passera scopajola dullu dola nera,
*153.
Passera solitaria, *168.
Passeraeei, *98.
Passerotti cantori, *99.
Passeraeei con protuberanze pitui-
tari, *237.
Passeraeei coniroslri, *250.
Passeraeei dui becco » lesimi. M 15.
Passerucei dal becco acuto, s117.
Passeraeei dal becco adunco, *109.
Passeraeei dal becco coltetliforme,
*303.
Passeraeei tlttl becco curro, *142.
Passeraeei latirostri, *99.
Passeres, *98.
Passeres (err. del.) cultirostres,
*303.
Passerina aureola, 256.
Passerina eiris, 2fis.
Passerina melanooephala, 256.
l'astor. *308.
Pastor roseus, *308.
Pavoncella, 397.
Pavoncella, :::>lì7, 369.
Pavoncella a cudù bianca, lìti*.
l'uroliti liti tumulti. *366.
Pavoncella gregaria, *368.
Pavoncella pugnax, s398.
Pavoncellae, 398.
Pavoncelle, 367.
Pedionoiiius, 342.
Pedionomus torquatus, 342.
Pclagodroma, *523.
Pelagodroma marina, x524.
Pelecauidae, x494.
Pelecanitli, 10 1.
Pelecanus, *494.
Pelecanus crispus. *495.
INDICE (iENKli M.L
561
Pelecanus minor, 4115.
Pelecanus onocrotalus, mi
Pelecanus roseus, 195.
Pelecanus tìharpei, 494.
Pelidna, 403, 405, 109.
Pelidna alpina, 409.
Pelidna cìnchis, 40ti.
l'clidiia maritima, 407.
Pelidna paoinca, 409.
Pelidna subarquata, 108.
Pelionetta, 182.
Pellicano, 1!H.
Pellicano minore, 195.
Pellicano liccio, 195.
Pelviche, estremità, 14, 15, l(i,
17, 18.
lisina dell', 15, Hi, 17, 18.
integumento dell', 15.
parti dell', 11, 15.
l'i ndolino, M20.
Pendolino castagnolo, *121.
Pendulinug, 120.
"Penne. 18, 19, 20, 22, 23, 24, 25.
aberrazioni di colorito delle, 21,
22.
colorito delle. 21.
muta delle, 22, 23, 24.
pterilografia, 21. 25.
struttura delle 18, 19, 20, 21.
Peppola, ;:275.
Perdix, :;38.
Perdix ehukar, 335.
Perdix ciuerea, 338.
Perdix damascena, 339.
Perdix hispaniensis, 339.
Perdix Labatei, 335.
Perdix lucida. 339.
Perdix montana, 339.
Perdix perdix, *338, 339.
Perdix perdix enarrala, 339.
Perdix petrosa, 336.
Perdix robusta, 339.
Perdix rubra, 336.
Perdix rufa, 336.
Perdix saxatilis, 335.
Perdix scanica, 339.
Perdix sphagnetorum, 3311.
Periparus, 129.
Perisoreus, ':::;22.
Perisoreus infaustus, 323.
Pernice, 336.
Pernice bianca, *345.
Pernice bianca delle roccia, '345.
Pernice bianca delle Spitzbergen,
*346.
Pernice, bianca nordica, ::314.
Pernice di mure, *361.
Pernice di mare orientale. 362.
Pernice di Scozia, *344.
Pernice rossa, *336.
Pernice sarda, *336.
Pernice turchesca, 336.
Pernici. 333.
Peruis, :;."■.
Pernis apivorus, *35, 36.
Pescìajola, 478, '486.
PetreÙo, 523.
Petronia, :;271.
Petronia petronia, : 271.
Petronia stulta, 271.
Petrouiao, 271.
Pett'azzurro occidentale, *182.
Pett'azzurro orientale, *182.
Pettegola, *389.
Pettirosso, *185.
l'I i:ii:ii.i n ii ir. det.)(' laethereus, 195.
Pha.lacrocoracidae, :: 489.
Phalacri racinae, 489.
Phalacrocorax, 446, 117. imi.
Phalacrocorax carbo, 146, 190.
Phalacrocorax oristatus, 4112.
Phalacrocorax Desmaresti. 192.
Phalacrocorax graculus, UH . 192.
Phalacrocorax graculus crnaticus.
192.
Phalacrocorax graculus Desma-
resti, 446, III, ; ini'.
Phalacrocorax pygmaeus, *492.
Phalaropi, 427.
Pbalaropinae, 416.
Phalaropus, *416.
Phalaropus fulicarius, 118.
Phalaropus hyperboreus, 417.
Phalaropus lobatus, Il 7. 418.
Phalaropus (Steganopus) Wilsoni,
417.
Phaìeris, 544.
Phasianjdae, 333.
l'hasianus, 333, *341.
Phasianus colchicus, : ; 1 1 . :ii7.
l'hasianus Ree vosi, 341.
Phasianus torquatus, 341.
l'hasianus versicolor, 341.
Philacte canagica, 45.S.
l'hilannnus alpestris, 247.
Phoenicopteri , 352. *44S.
Phoenieopteridae, *449.
Phoenicopterus, *44il.
Phoenicopterus erythraeus, 450.
Phoenicopterus roseus, *449.
Phoenicopterus ruber. I 19.
Philomela aedon, 187.
Philomela luscinia, 187.
Phylloscopus, *197, 199, 202.
Phylloscopus Bonellii, *200.
Phylloscopus collybista, 201.
Phylloscopus coronatus, 197.
Phylloscopus Eversmanni, *197.
Phylloscopus nitidus, *198.
Phylloscopus plumbeitorsus, 199.
Phylloscopus proregulus, *202.
Phylloscopus rufus, 201, 202,
2(14.
Phylloscopus rufus fortunatus, 202.
Phylloscopus rufus sylvestris, 201.
Phylloscopus sibilator, ino, 200.
Phylloscopus sibilatrix, 199.
Phylloscopus superciliosus, "203,
201.
Phylloscopus sylvicola. 199.
Phylloscopus tristis, 2112.
Phylloscopus trochilus, "199, 200.
201.
Phylloscopus viridanus, *198.
Phyllopneuste ISonellii, 200.
Phyllopneuste borealis, 1H7.
Phyllopneuste collybita, 201.
(') Phdéthon, Limiaeus, nec Phaéton.
Phyllopneuste mia. 201.
Phyllopneuste sibilatrix, 199.
Phyllopneuste trochilus, Uni.
Pica, *318.
Pica caudata, 318.
Pica mauritanioa, 310.
Pica pica, *318, 319.
Pica rustica, 318.
Pieae. 318.
Picariae, *72.
Picarie, 72.
Picchio » dorso Mani o, : 77.
Picchio a dorso bianco ili /.illuni.
78.
Picchio il Ire lilla, SU.
Picchio a tridattilo, sii.
Picchio cenerino, *75.
Pieehio mezzano, 78.
Picchio minore. 711.
Picchio murajolo, ;14 1.
Picchio muratore, "140.
Pieehio muraiole còrso. 111.
Picchio murature lìalnialino. 111.
Pili Ilio muratoli' nordico, Ilo.
Picchio nera. *75.
Picchio rosso maggiore, 76.
Pieehio /osso maggiore siriaco, *77.
Pieehio russo un ;:ano. *78.
l'iieliio rosso minore, 711.
Pieehio rosso minore ili Itanfonl,
*79.
Picchio rosso minore siberiano, '79.
Pieehio trillatalo, *80.
l'iiehio verde, *74.
Pieehio verde spaglinolo, -~l.
Piccione migratore, 327.
Pieeione selvatico, "326.
Piccioni torraioli. 326.
l'icidae, *73.
Picidi, *73.
Picinae, *73.
Pieini, *73.
Picoides, *80.
Picoides septentrioualis, 81.
Picoides tridaetylus. *80, 81.
Picoides tridaetylus alpinus, si.
Picoides tridaetylus crissoleucus,
80, si.
Picoides tridaetylus septentrioua-
lis, 81.
Picus, 75.
l'iciis leuconotiis. 77, 78.
Picus Lilfordi, 78.
Picus major, 76.
Picus martius, *75.
Picus medius, 7S.
Picus minor, 711.
Pigliamosche, *105.
Pigliamosche pettirosso, 107.
Pigopodi, *530.
Pinguini, 530. 538.
Pinicola, *295.
Pinicola enucleator, 295.
Pinicolae, 295.
Piombino, 89.
Pioeanello, ::40S.
l'ioranello maggiore, 108.
Piovanello pancia nera, *409.
Pioeanello tridattilo, 402.
l'ioranello violetto, *407.
Atlante ornitologico.
71
562
ATLANTE (HtMTiH.iii.il "
Pipra europaea, 1 2 _' .
l'irò i • n ceto, 392.
Piro-piro codalnnga, '400.
Piro-piro culbianco, *393.
Piro pira dal petto rossiccio, 387.
Piro-piro fulvo, Ini.
Piro-piro gambe lunghe, 389.
Piro-piro macchiato, *395.
Piro-piro piccolo, 395.
Piro-piro solitario, 39 l .
Pisorhina, 54.
Pisoihina asio, 55.
Pisorhina scops, 55.
Pispola, *231, 232.
l'i" pulii ijolii rossa, 232.
Pispole, 234.
Pispoletta, 234, 243.
Phpoletia minore, 245.
l'impulcila spagnuola, 244.
l'iiiìmit minore, *384.
l 'Minili untiti, lìDt).
Pittima reale, *385.
l'in, r, dorato, *371.
Piviere egiziano, *359.
l'iricrr mintili, 371.
Piviere orientale, 571.
l'iritit tortolino, 872.
Pivieressa, f369, 370, 371.
riritri, 353, 369, 374.
l'irirri titillili. 870.
Plaufcus, 539.
Piatale;! . 4 17.
Platalea leucerodia, *448.
Platalea leucorodia, 448,
Plataleae, 432.
PlectrophaDes, 258.
Plectrophanes lapponicus, 253.
Plectrophanes uivalis. 254.
Pletrophenas, 255.
Plectrophenax hyperboreus, 254,
255.
Plectrophenax nivalis, *254.
Plectropterus gambensis, 451.
Plegadis, 1 1"'.
Plegadis falcinellus, *445,
■Plinio (Classificazione di), 82,
Plooeidae, 251.
ritiri-idi, 251 .
Plotinae, 489.
PlotUS, l!MI.
Pluvianus, *358.
Pluvianus aegyptius, '359.
Podioeps, 555.
Podiceps auriliis. 536.
Podiceps cornutus, 536.
Podiceps cristatus, 537.
Podiceps thiviatilis, 535.
Podiceps grisnigcua, . >::7 .
Podiceps longirostris, 538.
Podiceps minor. 535.
Podiceps nigricollis, 536.
Podicipedidac, 551.
Podioipi -iiiiii, *534.
Podicipes, *535.
Podicipes auritus, *536, 537.
Podicipes cristatus, *537.
Podicipes fluviatilis, *535.
Podicipes griseigena, *537.
Podicipes nigricollis, *536.
Podilyrnbns, 534.
Podilymbus podicipes, 534.
1 •...cilc L30, 134, 135.
Poeoile boreali», 130.
Poecile lugubri», 137.
Poeoile palustris, L30.
Pojana, *16, 17.
Pojana calzata, 20.
Pojana dulia coda bianca, 111.
Pojana minore, 17.
Pojana minore del Hénétriès, 11'.
Pojana minore dello /.'un mi ruttimi,
*18.
l'tiliiiiil/n ili mine. *545.
Poliborini, 8.
Polli domestici, 833.
l'olii sultani, 125.
Pollino d'India, 333.
ì'tiiln sultano, 12(5.
Pollo siilliinn titilla «riuniti rtrilr.
126.
Pollo sultano dell'Alien, *425.
/'n//i> sultano indiano, 127.
Polioai:ttts, 49.
Polyborinae, 8.
Porciglione, l'-'O.
Porphyriola, ; 121. 125.
Porphyriola Alleni, 125.
Porphyriolae, 121.
Porphyrula, 121.
Porphyrio, 121. 125.
Porphyrio antiqnornm, 126.
Porphyrio caeruleus. *426, 4 27.
Porpbyrio melanotus, 427.
Porphyrio poliocephalus. 127
Porphyrio porphyrio, I2ii. 127.
Porpbyrio Bmaxagdinus, 427.
Porphyrio Bmaragdonotns, 126.
Porpbyrio smaragnotns. 426.
Porzana, *421.
Porzana Bai Ho ni, 422.
Porzana carolina. 4 22.
Porzana fulicula, 421.
Porzana intermedia, 122. 123.
l'orzanti maxnetta, 421.
Porzana parva, 123.
Porzana porzana, 421. 122.
Potamodus, 212.
Potamodus ilnviaiilis, 213.
Potamodus luBcinioides, 212.
Prai incoia, 1 7ii.
Pratincola caprata, L78.
Pratincola manrti. 177.
Pratincola rubetra, 175. L78.
Pratincola rubicola, 177. 17*.
Pratincola rubicola Hemprichi,
*178.
Prispolone, *230.
Prispolone ili Stvmhoe, 230.
Procellaria, 521.
Procellaria anglornm, 525.
Procellaria anjinho, 528.
Procellaria Bulweri, 528.
Procellaria pelagica, 521. 523,
Procellaria puffinus, 525.
Procellaria tethys, 521.
l'imi llaridi, ::521 .
Procellariiilac. 521.
Procellariinae, 521 .
Pinti Hill ini, 521.
Progne purpurea, 102.
Priin. Ila. 152.
Pterocles, 331.
Pterocles alcbata, 552.
Pterocles alenata setarius, 332.
Pterocles arenarius, 332.
Pterocles exustus, 333.
Pterocles pyrenaicus, 552.
Pteroclidae, 330.
Pteroclidi, '330.
Pterocorj s, 211.
Pterocorys sibirica, 91, 244.
Puffinidae, 52 I .
l'n/liiiitli. 521.
Puffinus, *524.
Puffinus anglorum. 525. 526.
Puffìnus anglorum yelkouan. 526.
Puffinus assimilis, 526.
Puffinus columbinus, 528.
Puffinus gravis, 52 1.
Puffinus griseus, *526.
Puffinus Kuhli. 525.
Puffinus obscurus, 52(1.
Pycnonotidae, 117.
Pycnonotus, 147.
Pycnonotus barbata*. 1 I 7.
Pycnonotus capensis, 14 7.
Pycnonotus xanthopygus, 117.
Pygopodes, 55o.
Pyrophthalnia melanocepbida, 194.
Pyrrherodias, 155.
P\ rrberodias manillensis, 155.
Pyrrhocorax, 525. 52 1.
Pyrrhocorax alpinus, 524.
Pyrrhocorax graculus. 52 4.
Pyrrliocorax graculus bimalava-
nus, 324.
Pyrrhocorax pyrrhocorax. 52 1.
Pyrrhocorax pyrrhocorax, var, di-
gitata, 524. '
Pyrrlnila, 289, 291, 2115.
Pyrrbula Cassini. 289, 290.
Pyrrhula coccinea, var. Cassini.
'290.
Pyrrhula erytbrina, 294.
Pyrrbula europaea, 289.
Pyrrhula major. 289.
Pyrrhula pyrrhula. 289.
Pyrrhula pyrrhula europaea. 2sìt.
Pyrrhula rubicilla, 289.
Quaglia, 340.
Quaglia tre ungkii , 5 12.
Quaglia tridattila, 512.
Quattr'occhi, 177.
< inaili' turiti americano, 178.
Quattr'occhi islandico, *478.
Querquedula, *470.
Querquedula bimaoulata, 15*.
Querquedula circia, iti*. 170.
Querquedula crocea, 468.
Querquedula discors. 171.
Querquedula (or sa. 167.
Querquedula glocitans, 168.
Balli, 420, 121.
Palli. lae, ll'I.
RaZZidi, un.
b'allns. 119.
Rallus aquaticus. 420.
Rallus pnsillus, 422.
INDICE GENERALE
563
Rampichino, 111.
Rampichino alpestre, 143.
Rampichino inglese, 111.
Ran/ani (Classificazione di), 87.
Rapaci, 1.
Rapaci diurni, M .
Rapaci ttoltui ni. 51, 53.
//e degli Edredoni, 4SI .
Re degli Birfer, 484.
Re (//' (/»«(///(■, -421 .
Recurvirostra, *378.
Recurvirostra andina, 379.
Recurvirostra avocetta, f379.
Recurvirostra avosotta, 379.
i;, tinimi, *H8.
KejoJo, lis.
Regninole, *118.
Reguloides, 202,
Reguloides Buperciliosns, 203.
Regulus, *118.
Regulus calendula, 120.
Regulus cristatus, 1 L8.
Regulus ehrysocephalus, 119.
Regulus crococephalns, 119.
Regulus ignicapillus, > 19.
Regulus modestus, 203.
Regulus regulus, 1 18, 1 19.
Regulus septentrionalis, 119.
Reichenow (Classificazione di),
95.
Remiza, 120.
Remizus, *120.
Remizus pendulinus, *120, 121.
Remizus pendulinus castaneus.
"121.
Remizus pendulinus Raddei, 121.
Rhodopecbys, 2(11.
Rhodostethia, *505.
Rhodosthetia rosea. 505.
Rhyacophirus, 392, 394.
Rigogolo, *309.
Riporre, M47.
Rissa, *516.
Rissa tridactyla, *516.
Roncano, 345.
Rondine, ino. ini, 520.
Rondine arborea americana, 102.
Rondine ili mare, *500.
Rondine di muri artica, 501.
Rondine ili mari' riniti Imititi, -501.
Rondine di mare ilei Mae Doiigall,
501.
L'inuline ili more del Riippel, "'502.
Rondine di mare maggioi'e, -499.
Rondine ili mare maggiore ameri-
cana, *502.
Rondine di mare piombala, 497.
Rondine di mare scura, *502.
Rondine di mare stolida, "'503.
Rondine eli mare lampe gialle, 501.
Rondine ili mare zampe nere, *498.
Rondini egiziana, 102.
Riluttine montana, lo:;.
Rilutimi m&ntana minare, 104.
Rondine rossiccia, *1()2.
Rondini di mare, 517.
Rondone, -97.
Rondone alpina. *96.
Ruminile eìtiaro, 97.
Rondone dalla eoéa apinosa, -98.
Ruminile indiano, *97,
Rondone pallida, 07.
Rossia, 505.
Rasi tinaia, M87.
Riluttinolo d'Africa. • 217.
Rusignolo levantino, *218.
Rusignolo maggiore, 1*7.
Rusignolo persiano, *187.
Rustici. la. Scolopax, I 12.
Rutioilla, *178.
Ruticilla Cairei, iso.
Ruticilla erythrogastra, 181.
Ruticilla erythroproota, 180.
Ruticilla Moussieri. *181.
Ruticilla ochrura, *180.
Ruticilla phoenicurus, 170. 181.
Ruticilla phoenicurus mesoleuca,
170.
Ruticilla tithys, 180.
Ruticilla titis, 179, iso.
Ruticilla titys. 180.
Sacro, *37, 38, 39
Salangane, 96.
Saldatola, *212.
Salciajola fluviatile, i(213.
Sai icari a cantillons, 216.
Saltinpalo, '177.
Saltinpalo nero, 17s.
Saltinpalo orientate, ;;17s.
Salvadori (Classificazione di).
112.
Sareogeraiuis, Rio.
Sarcogeranus leucogeranus, *430.
*Saurognato, Palato, 107.
Saxicola, *170, 171, 176.
Saxicola albicollis, 173.
Saxicola aurita, 173.
Saxicola deserti, *175.
Saxicola isabellina, *175.
Saxicola leucomela, 171, 172.
Saxicola leucopyga, 171.
Saxicola leucura, *170.
Saxicola melanoleuca, *172, IT;:,
175.
Saxicola melanoleuca occidentalis.
172. 17::!, 175.
Saxicola morio. 172.
Saxicola occidentalis, 172.
Saxicola oenanthe, 173, -174, 175.
Saxicola ruta, 172.
Saxicola saltatoi', 175.
Saxicola stapazina, 172. 173.174,
175.
Saxicola stapazina ampli ilciica, 174.
Saxicola vittata, 176.
Soelostrix, 70.
*SCHAWKFER < Massificazione di).
84.
Srliirihilla. "42:;.
Schiribilla grigiata, 122.
iSchizognato, l'alato. 107.
Selii:iirinali. Narici. 107.
Scliocnicola palustri 8, 2b'ti.
Sciabica, 424.
Sci.ateh (Classificazione di), 92.
Scolecophagus carolinus, 304.
Scolopacinae, 'l 1 1 ■
<, tilopat ini, -411.
Scolopax, *411, 412.
Scolopax acquata, 380.
Scolopax Brehmi, 414.
Scolopax major. 413.
Scolopax media. 1 15.
Scolopax i ircliinii. ili.
Scolopax rusticula, -412.
Scolopax Sallinei, 501.
Scolopax subarquata, los.
*Scopoli (Classificazione ili . si.
SoopS, 54.
Scops noi. 55.
Scricciolo, 1 io.
Scricciolo ili Salila hiltltt, 117.
Scricciolo islandico, -117.
Sea-Raven. fili.
Scrini, 281.
Serinns, *280.
Serinus canarius, -i'si.
Serinus canieollis, 2S1.
Serinns canonicus, 282.
Serinns bortulanus, 280.
Serinns icterus, 281.
Serinus pusillus. 280, f282.
Serinus serinus. *280.
Sgarza, imo.
Sgarza ciuffetto, imo.
Sgarza guarda-buoi, 438.
Stjurzetta, 437.
"Sguardo storico -bibliografico sul-
l'Ornitologia Europea, 115.
SiiARi'E (Classificazione di), 103.
Slittini, *188.
Sirniinae [err. dei. i, 63.
Sitta, *140, 141. 143.
Sitta caesia, *140.
Sitta canadensis, 142.
Sitta europaea, 140.
Sitta europaea britannica. 141.
Sitta europaea caesia, 141.
Sitta europaea europaea, 141.
Sitta europaea Homeyeri. 141.
siila Krueperi, 142.
Sitta Neumayeri, *141.
sitta, syriaca, 141.
Sitta uralensis. 111.
Sitta villosa, 1 12.
Sitta Whiteheadi. ili.
Sitlidae. -139.
Sillidi, -139.
Smerliti ami ricanti. 187.
Smcriio maggiore, iss.
Smertio minore, ISS.
Smeriglio, *46, 47.
Somateria. - 1SM.
Somateria mollissima. ls:;, 484,
485.
Somateria mollissima boreali», 484.
Somateria spectabilis, 4SI. 185.
Sanltnie, -151, 152.
Sparriere. lo.
Sparviere ili Sardegna. 11.
Sparriere ili Tunisi, 14.
Spalala, *44X.
spatola, *471.
Spatula clypeata. 171.
Splicnorliynchus Abdiniii, III.
Spioncella, -2MI.
Spioncello ami ricanti, 233.
Spioncella ilei Carpazi, 234.
Spioncello mai ina. L'MI.
564
A 1 1, \ NI! ORNITOLOGICO
Spiami 11,1 marino scandinavo, *235.
Spioncello settentrionale, 234.
Squatarola, 369, 370, 372, 373.
Squatarola helvetica, 369, 370.
Squatarola squatarola, 369, 370.
Starna, *338, 339.
Starna perdix, 338.
Steganopodes, 189.
Steganopodi, 189.
Si ejnegek Classificazione di .07.
Stercoraridi, 51 7.
Stereorariidae, 496, 517.
Stercorario maggiore, *517, 520.
Sin; orario mezzano, 518,
Stercorarins, 518.
Stercorarius crepidatus, 518, 519
Stercorarius parasiticus. 518, 519,
*520.
Stercorarius pomatorhinus. *518.
Sterna, *499.
Sterna anaestheta, 503.
Sterna Bergli, 502.
Sterna Boysii, 501.
Sterna cantiaca. It501.
Sterna caspia, 100.
Sterna del Riippel, 502.
Sterna Dougalli. 500, h501.
Sterna Douglasii, 501.
sterna fissipes, 498.
Sterna Saviatilis, 500.
Sterna fuliginosa. *502, 503.
Sterna hirundo. *500, 501.
Sterna leucoptera, 49K.
Sterna inaernra. 501 .
Sterna maxima. :502.
Sterna media. *502.
Sterna minuta. *503.
Sterna nilotica, 198.
Sterna paradisea. 500, *501.
sterna pbiladelpbrà, 507.
Sterna sandvicensis, 501.
Sterna tschegrava, 499.
Sterne, lini, 50 1.
Sterninae, 496.
Sternini, -496.
Sternula minuta. 503.
Sterpazzola, *192.
Sterpazzola di Mènétriés, 101.
Sterpazzola di Sardegna, *192.
Sterpazzola mino. K193.
Sterpazzolina, *193.
Stiaccino, T70.
Storni, 308.
Storno, *305.
Storno nero, *307.
Storno porporino, *306, 507.
Storno porporino caucasico, *307.
Storno porporino di Finsch, *806,
Storno roseo. *308.
Strepsilas, 364.
Strepsilas interpres, 364.
Strigidae, *69.
Strigidi, 69.
Strillozzo, *255.
Strix, 7n.
Strix acadica, 69.
strix Ernesti, 71. 72
Strix flammea. 52, 71.
strix flammea Kirchoffi, 71.
Strix ineridionalis, 01. 67.
Slrolaga dui becco moli". 534.
Slrolaga maggitn i . 532.
Strologa mezzana, 532.
Stridutili minore, 551 .
Slrolaga piccola, 53] .
-Struttimi esterna, '■',.
Stnrnella magna, 304.
Sliirniilae, 304.
Starnuti. '304.
Stnrnus, 305, 308.
Stnrntis cinchis, 1 48, 1 lo.
Stnrnus Menzbieri, Itoti.
Sturnus vulgaris. 305, oc, 307,
308.
Sturnus vulgaris caucasicus. *307.
Stnrnus vnlgaris Menzbieri, 306.
Sturnus vulgaris Poltoratskii. 306,
507.
Sturnus vulgaris purpurascens.
*306, 5(>7.
Sturnus unicolor. 306, 5o7.
Siieeinettjiri , *93.
Succiacapre algerino, 95.
Succiacapre dal eolio rosso, 01.
Sala. *493.
Siila. *493.
Sula bassana. io::.
Snliclae, *493.
Salidi, *493.
SrxnF.vAi.i. (Classificazione di),
ss.
Surnia, *56.
Surnia doliata, 57.
Surnia funerea, 57.
Surnia ulula, 57. 58.
Surnia ulula caparoch. 57.
Snspensores, 117.
Sitassi, 416, 127.
Snasso collo-rosso, 537.
Svasso eornato. *536.
Svasso dal eolio nero, 536.
Scasso dal eolio rosso. 5:17.
Svasso maggiore, -557.
Svasso piccolo, *536.
Syloehelidon, 100.
S\ Inelieliilnn easpia. 100
Sylvia. *188, 100.
Sylvia atricapilla. 189, loo. 191.
Sylvia eariceti, 209.
Sylvia cinerea. 102.
Sylvia conspicillata. *192.
Sylvia conspicillata bella., 102.
Sylvia curruca, 101, 193, 194.
Sylvia cyaneeula. 183.
Sylvia eversmanni, 107.
Sylvia fuscipilea, 102.
Sylvia lli-iiiekeiii. 100.
Sylvia melanocephala. 189, 101.
195.
Sylvia melanocephala momus. 195.
Sylvia nana, io::
Sylvia nisoria. 190.
Sylvia orphaea. 191 .
Sylvia, orphea, 101.
Sylvia hortensis, 189.
Sylvia phragmitis, 208.
Sylvia Rueppeli. ■■195.
Sylvia ruta. 102.
Sylvia Rnpellii, 105.
S\ Ivia Ruppelli terr. del. I, 01.
Sylvia Riippelii, 195.
Sj l\ ia salicaria, 189.
Sylvia simplex. L89.
Sylvia subalpina. 193, 194.
Sylvia subalpina mystacea. 194.
Sylvia Sylvia. 102.
Sylvia tithys. 180.
Sylvia Wolfii, L83.
Sylviinae, *188.
S\ morhynchus, 544.
Syniplieniia semipalmata, oso.
Synoecns, 340.
Synoecus Lodoisiae, 60, 250. 340.
Syrniinae, 52. o:;.
Syrniuin. 05. 00.
Syrnium aluco. tu. oo, 67.
Syrnium lapponicum. 68.
Syniinin nebulosnm, 68.
Syrnium uralense. 07.
Syrrhaptes, *330.
Syrrhaptes paradoxus. 330, 331.
Vacchini selvatici, 55::.
Taeliycineta bicolor, 102.
Taccola, *313, 511.
Tadorna. ■ 102.
Tadorna cornuta, 462.
Tadorna railjali, 102.
Tadorna tadorna. 162.
Tailornae, 102.
Tarabusino, '■'■ 1 IO.
Tarabuso, *441.
Tarabuso americano, :;lll.
Telephonus erythropterus, 117.
'Tk.m.mixck (Classificazione Oh, S5.
teratologia, 28.
Terechia, *396.
Terekia, *396.
Terekia cinerea. *396.
"Testa. 5, 6, 7. S, 0.
parti della testa, s, o.
letraogallo del Caspio, 55 1.
Tetraogatto del Caucaso, '334.
Tetraogalli, 555. 334.
Tetraogallus, *333.
Tetraogallus caspius. 551.
Tetraogallus caucasicus. oli.
Tetraonidae, 543.
Telraonidi. 343.
Tetrao, *347.
Tetrao bonasia septentrionalis, 551 .
Tetrao hyliriilns. 5IS.
Tetrao lagopides, 517.
Tetra» lago pus, 5 15. 5 10.
Tetrao nieilins. 518.
Tetrao tetrix, 510.
Tetrao urogallus, 5is. ::io.
Tetrao urogallus uralensis. 510.
Tetrastes, 550.
Tetrastes bonasia. 345, 517. 550.
351.
Tetrastes griseiventris. 551.
Tbalasseus, 49».
Tbalasseus cautiacus, 501.
Tbalasseus caspius, 499.
Tbalasseus medius, 502.
Thalassidroma melitensis, 522.
Thalassogeronchlororhynchus, 530.
Tichodroma, 112, 143, 111.
Tichodroma muraria, ili.
INDICE GENERALI
565
Tinnunculus, *47.
Tinnuiir.ulus alaiularins. IN.
Tinnunculus Naumanni. 18.
Tinnunculus tinnuneuloides, in.
Tinnunculus tinnunculus, 18, 19,
Tinnunculus vespertinus. 17.
luti inulti. 11)1.
Topino, *103.
Torcicollo, *81.
Tordela, "155.
Turili', 155. 156.
l'orilo dalla gola min. 102.
Z»r<fo f/r///»f </«/« rossa, 102.
Turilo ili Silurili. 167.
l'uniti ili Swainson . -150.
Turila nano, *157.
'Turilo oscuro, 1511.
l'Olilo SlISStllo, 15*.
l'orilo siberiano, ll!7.
ionio vario, *166.
Tortora, 527.
l'orioni tini collare, *328.
Torioro egiziana, 52n.
Torlorn militimi, *329.
'l'orioni orientale, '328.
Totani, 396, 102, 111.
Totani, *387.
TotaniDae, *379.
l'olii » ini. *379.
Toltino moni. *388.
luianus. x:ìx7, 5<if, 397.
Totanus calidris. *389.
Totanus cauescens, ititi.
Totanus flavipes. *390.
Totanus fuscus. *388.
Totanus glareola. *392, 393, 394.
Totanus glottis, 391.
Totanus littoreus. *391.
Totanus nebularius, 391.
Totanus ochropus. *393.
Totanus solitarius. f394.
Totanus stagnatilis, *389.
Totanus totanus. 3111.
Tottavilla, *239.
Trampolieri, *351, I4N.
Tringa, 103, 105, 108, 410.
Tringa acuminata. 105, 406.
Tringa alpina. Km. 1 10.
Tringa Hairdi, 405.
Tringa Canuti. *408.
Tringa canutus, 408.
Tringa crassirostris, 408.
Tringa fuscicollis. *406.
Tringa helvetica, 370.
Tringa maculata, *405.
Tringa maritima. -107.
Tringa minuta. *403, 104, 405.
Tringa minutili;*, ini.
Tringa platyrhyncha, 410.
Tringa Sdì in zi, 410.
Tringa squatarola, 369.
Tringa subarquata. *408.
Tringa Temmincki. *405.
Tringa torquata, 410.
Tringae, 384, 402, 411, 412.
Tringinae, *400.
Trini/ini. -400.
Tringites, *401.
Tringites sub-ruflcollis, *401,
Tringoides, *39 I .
Tringoides hypoleucus. '395.
Tringoides macularius. *395,
Tripanocorax, 311.
l'i oijìotliliiìi. :: 145.
Troglodytes, 146.
Troglodytes parvulus, 1 Hi.
Troglodytes parvulus bergonsis,
14 7.
Troglodytidae, 1 15.
Trombettiere, l'ili.
frinitili Hit rr tìallr oli rosse, 291.
Tronco, 9, lo.
parti del tronco, 9, lo.
Tubinares, *520.
Tttliinnri. *520.
Tuffetto, MI. 555.
Turdidao, L50
Tnriiìili. ::150.
Turdinae, 151.
ì'nrttini . 15 1.
Turdulus sibiricus, 107.
Tnrdus, : 154, 159.
Turdns Aliciae, 150.
Turdus aonalaschkae Pallasi, :; 157.
.Turdus arundinacous, 210.
Tnrdus atrigularis, 162.
Turdus atrogularis, 102.
I iii.lus barbaricus, 157.
Turdus cyanus, 168.
Turdus dnbius, 100, 101.
Turdns fuscatus, ino.
Turdus Elodgsoni, 15.5.
Turdus iliacus, 156, *158, 100.
Turdus iliacus X '. pilaris, 156.
Turdus illuminns, 150.
Turdns manilla, 109.
Turdus inanilleusis, 169.
Turdus Menegazzianus, 101.
Turdus morula, 163.
Turdns migratorius, 152, 157.
Turdus musicus, *155, 159.
Tnrdus nanns, 157.
Turdus Naumanni, 100, 161.
Tnrdus obscurus, 159.
Turdns olivaceus, 157.
Turdns Pallasi, 157.
Turdus pallens, 159.
Turdus pilaris. *158.
Turdus runcollis, 102.
Tnrdus sibiricus, 107.
Turdus Bolitarius, 168, 169.
Turdus Swainsoni, 156.
Turdus swainsoni. var. aliciae, 156.
Tnrdus torquatns, 101.
Turdus ustulatus Swainsoni. 91,
*156, 157.
Tnrdus ustulatus aliciae, 150.
Turdus viscivorus. ■ 15...
Turdus varins, 166.
'Turdus Werneri, 160.
Turnicidae, *342.
Tnrniritli. ::'342.
l'urnix, *342.
Turnix sylvatica. *342.
Turtur, *327.
Turtnr auritus, 327.
Turtur cambayensis, *329.
Turtnr communis, 327.
Turtur douraca. *328.
Turtur orientalis. :52N.
Turtur risorius, 328.
Turtnr risorius decaocto, 328.
Turtur senegalensis, *328, 329.
Turtur tenera, 527.
Turtur turtur, 527. 328.
Turtnr vulgaris, 327.
Tyrannidae, 104.
l'Ini ni, 356.
Unirti asiatica, 550.
Tft-rl Stniln Mini, i. 89.
/ in Ilo delle tempeste, *521.
Uccello tlrllr tempeste ti coda for-
cuta, 522.
Uccello tlrllr tempeste americano,
523.
(retilo tlrllr tempeste <■<»/ cappuccio,
::527.
Uccello tlrllr tempeste dalla gola
bianca, "527.
/ ccello tirili- u mpeste ili Bnlwer,
s528.
Uccello tirili- trmi)i sii ili Madera,
522,
Tri-ilio ih III- tempeste fregata, *524.
I Creili e Agricoltura, 34.
/ Inlti. 57.
/ liiln americana, 57.
*Unghie, 18.
anice delle unghie, IN.
direzione delle unghie, 18.
l'orma delle unghie, IN.
superficie delle unghie, IX.
*Uova e Nidificazione, 16.
Upupa, IH'.
Upupa, ili, :>:.'.
Upupa epops, *92.
Upupa Eremita, 1 I 0.
Upupidae, *91.
Upupidi, !M.
Uragus, *296.
Uragus sibiricus. 296.
Uria, 55 42.
Uria, 555, 5 1f.
Uria arra, 5 15.
Uria Bruennichi. 542, 543. .
Uria tini becco grosso, 512.
(ria dulia briglia, 512.
Uria grylle. h543.
Uria Mainiti. 5 15.
Triti nera, 5 15.
Uria ringvia, 542.
Uria troile, : 542.
Urinator, 555.
Urogallus vulgaris, 348.
Utamania('J torcia. 5 lo.
Vanellus, 365, *366, 507.
Vanellus capella, 367.
Vanellus eristatus, 567.
Vanellus gregarius, 368.
Vanellus vanellus. 507.
Vanellus vulgaris. 567.
Venturone 279.
Venturone meridionale, *279, 280.
Verdone, *2!)N. 299.
Verdone bastardo, 293.
(') \,-<- I l:tlnuillii:
566
\ I i. \vi 1 ORNITOLOGI! 0
Verdoni siberiano, 299.
Vi rollili, ,. 280.
Verzellino dalla fronte rossa, l'nl'.
Vikii.i.ot (Classificazione di), 86.
\ it iflora leucopj già, 171 .
/ blpoca, 162,
Voltapietre, 364, 365.
i òtti ./i», i. 121.
\ 'iillur, 2.
Vultur monachus.
Vulturidae, 2.
Villi aridi, *2.
W'ii.i.uiiinn (Classificaz. di), 82.
Xenia. 504.
X i-m .■ Sabinei. 50
Xemn Sabinii, 504.
l'elcouan (Puffinusi, 526.
Yelkonanne (Pnffinns), 526.
Vunx, 81.
Zafferano, ■">I(>.
/.ufi tinnii siberiano, 510.
Zapornia, 123.
Zigodattili, '73.
Zigolo boschereccio, 'Ji'ù>.
Zigote rallini tu. L'">ti.
Zigolo dal collare, *256.
/'lattiti dal sopracciglio giallo .
258.
Zigolo titilla tenta urani tata .
Zigolo della m m . '25 1.
Zigolo ili Lapponia, *253.
Zigolo iiìalltt. 258.
Zigolo tialii rossa, *262.
Zigolo minori. l'iì:ì.
/il/ala miniatiti. Utìl .
Zigolo nero, *259.
Zonotricbia albicollis, 268.
Zygodactyli, 7:!.
ERRATA CORRIGE
PARTE PRIMA.
L'ag.
Ki^:i
•.':i
n
2
02
II
u5
113
IV
12
ll.i
IV
31
114
VI
12
Bino a dio osso rimane
ila cannicc
dopo Perdicirtae aggiungi Turnicidae.
sotto il gen. Ooturnìx aggiungi ■ ' gon. Vurnìx.
dopo il gon. Hydrockelidon aggiungi il gon, Anous.
PARTE SECONDA.
Riga
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(1868)
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Passeres culliroslrcs
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Lobipes
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«liti quattro assai Larghi
Ii.il
in
sniergano
(178É
(1847
Osoines oultirostres
Phalaropus
diti quattro assai lunghi
emèrgano, bì tuifano, Smerdare, xmergàrse, l'aiti» degli
Uccelli e specialmente delle Fui igulinae e degli Smer-
ghi di truffarsi sott'acqua e percorrervi un tratto nuo-
tando (voce Venata).
Le Ha
;; e t rappresentano il Porciglione
mi hi Sciabica, come venne erroneamente stampato
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AMNH LIBRARY
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