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Full text of "Atlante ornitologico : uccelli europei : con notizie d'indole generale e particolare"

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•-  ^ —wMa 


141*1 


FOR  THE   PEOPLE 

FOR  EDVCATION 

FOR  SCIENCE 

LIBRARY 

OF 

THE  AMERICAN  MUSEUM 

OF 

NATURAI  HISTORY 

: 


ATLANTE  ORNITOLOGICO 


Uccelli  Europei 


1.  Aquila  reale  (rf-  semi-ad.).    2.  Aquila  reale  (2  giov.).    3-  Aquila  imperiale  (ad.).    4.  Aquila  imperiale  feiov.). 

5.  Aquila  reale  (e?  ad.). 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


Atlante  ornitologico 


- 


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<r 


UCCELLI  EUROPEI 

cox  Notizie  d'Indole  Generale  e  Particolare 


PEI, 


D.K  E.   ARRTGON1    DEGLI    ODDI 

Professore  pareggiato  ili  Zoologia  nella  R.   Università  <li  Padova, 

Membro  <lii  Comitato  Ornitologico   Internazionale,  dell'Unione  Ornitologica   Inglese  e  Americana, 

della  Società  Ornitologica  Tedesca,  della  Centrale  Ornitologica  Ungherese,  eie. 


CON   50  TAVOLE  COLORATE 

E    DUECENTODIECI    DISEGNI     INTERCALATI     NEL     TESTO 


rCO   HOEPLI 

0    DELLA    I'KAL    CASA 
ANO 


:_  -_-  -. 


Dedico  questo  volume  a' genitori  miei,  rammaricandomi  di  non 
saper  commettere  a  ben  più  degna  opera  il  carissimo  nome  e  i.a 
imonjanza  \>ya.  mio  affetto,  della  mia  gratitudine  per  i 
li  esempi  da  essi  offertimi.  per  la  tenerezza  prodigata  al- 
l'unico figlio  in  ogni  ora  della  vita.  oh  5si,  miei  adorati, 
ear  palese  ed  eterna  la  vostra  virtù,  il  cuob  vostro! 

13  Otì 

E.  aeeh;o.vi  degli  Oddi. 


<g&m*3g*^ì&*S&rt  !  i^  *+t  \  ?&*+l  ì)+b®rt  i  >+x  . 


TPrefa^zionje 


Nel  settembre  /DUO  il  nostro  valoroso  Editore  comm.  lirico  Hoepli  m'invitava  con  h 

più  cortesi  parole,  a  compilargli  un  lavoro  siili' Ari/aiuto  Europea,  che  illustrasse  le  specie 
ili  uccelli  elie  vivono  od  appariscono  entro  tali  confini,  serbando  perii  un'impronta  che  ren- 
desse il  libro  accessibile  a'  pili  e  ili  uso  popolare.  A  questo  uopo  egli  acquistarti  il  diritto 
di  riprodurre  le  tavole  dell'opera  «  Die  Vogel  Europasn  del  signor  Arnold,  le  quali,  te- 
nuto anclie  il  debito  conto  dell'esiguo  prezzo  del  volume,  sono  in  generale  belle  e  somi- 
glianti; <l  queste  io  ne  aggiungevo  due  altre,  raffiguranti  uccelli  poco  noti  o  rari  e  non 
illustrati  dall'Arnold  ;  e  ne  affidavo  l'eseeniione  al  mio  amico  Prof.  />'.  Lara,  della  Scuola 
degli  Artigiani  in  Padova,  la  cui  arte  di  disegnare  s'armonizza  alla  piò  scrupolosa  esat- 
tezza. Il  comm.  Hoepli  poi,  vigile  sempre  a  mantenere  l'alta  reputazione  meritata  dalle  sur 
pubblicazioni,  mi  autorizzarli  ad  ornare  il  lesto  di  mi merose  figure  schematiche,  che  furono 
pure  commesse  al  sullodato    Prof.    Lara. 

Mi  accinsi  tosto  all'impresa  con  grande  ardore,  sennonché  un  viaggio  scientifico  in 
Sardegna,  Che  durò  oltre  due  mesi,  la  sospese:  ed  altra  sosta  ebbe  a  subire,  quando  reca- 
tomi a  prender  parte  al  Congresso  Zoologico  Internazionale  di  Berlino  ed  imbattutomi  nei 
Colleghi  delle  precedenti  Adunanze  di  Cambridge,  Parigi,  Serajevo  etc.  con  alcuni  di  essi 
peregrinai  a  risilarc  i  Musei  e  Ir  Raccolte  prirate  della  tierinnnia.  Perciò  non  mi  fu  pos 
sibile  conseguii  re  il  manoscritto  prima  del  Xorcmhrr  IDDI .  dopo  oltre  sei  mesi  di  faticoso 
lavoro,  che  tale  infatti  può.  senza  iattanza,  giudicarsi  per  l'enorme  letteratura  sull'ar- 
gomento e  il  numero  delle  specie  e  delle  sottospecie,  (oltre  600),  che  ducetti  illustrare  e  som- 
Diariamente  deserirere. 

Mi  agevolarono  questa  impresa,  soverchiamente  ardita,  è  mestieri  confessarlo,  e  le 
ricche  mie  Collezioni  e  la  mia  biblioteca,  le  quali  io  cominciai  a  mettere  insieme,  con  cero 
entusiasmo,  fin  da  qua  mio  non  coniarti  che  quindici  anni,  e  seguitai  poi  pazientemente  ad 
accrescere  per  più  che  tre  lustri,  lino  ad  oggi;  mi  aiutarono  ancora  le  visite  fatte  ai  mag- 
giori Musei  d'Europa;  i  parecchi  miei  viaggi  scientifici  ;  la  corrispondenza  coi  più  noti  Or- 
nitologi, a  molti  dei  quali  sono  legato  di  cordiale  amicizia;  una  fila  insomma  (mi  si  lasci 
correr  la  frase)  quasi  esclusivamente  vissuta  mi  .Mondo  Oniitico. 


;•/,'/:;  izione 


Certamente  è  lungi  da  me  la  presunzione  di  aver  fatto  ninni  completa,  ma  è  altret- 
tanto viva  la  speranza  ili  aver  fedelmente  rappresentato' a  qual  punto  oggi  si  trovi  V  Ornito- 
logia Europea  e  d'aver  impresso  al  mio  lavoro  un  carattere,  quanto  almeno  ho  più  saputo, 
moderno,  sì  che  esso  apparisse  ni  corrente  della  Scienza. 

Non  seguì  una  classificazione  affatto  recente  e  ne  esposi  le  ragioni  nel  relativo  Capi- 
tolo ;  omisi  per  brevità  i  nomi  classici  delle  lingue  più  note  i  dialettali  italiani  <■  In  sino- 
nimia scientifica,  limitandomi  a  citare  quando  diversificavano,  i  nomi  adottati  nelle  Open 
sull'Avifauna  locale  dal  Conte  Salvadori  e  dal  Prof.  GiglioU,  due  astri  fulgidi  del  sapere 
ornitologico. 

Molti  Ornitologi  mi  hanno  grandemente  aiutato,  sia  coll'invio  delle  loro  pubblicazioni, 
sia  colla  loro  autorevole  panda  o  colf  illuminato  consiglio;  in  mando  a  tutti  una  viva  pa- 
rola di  ringraziamento;  ma  doveroso  e  gradito  mi  torna  ricordare  in  modo  speciale  i  seguenti: 

Inghilterra  :  //.  E.  Dresser;  E.  Hartert;  A.  Newton;  Udii.  W.Rothschild;R.  B.Sharpe. 

Norvegia:  K.  Collett. 

Francia:  L.  Bureau:  f  Barone  d' Hamonville ;  Oh.  r.   Kempen;  A.  Suchetet. 

Austria-Ungheria  :   S.    Brusina;  C.  Hellmayr;  L.  Lorenz  con   Libumau;  -/.  von 
Madaras:;  0.   Eeiser ;   V.  Tsclvusi  zu  Schmidhoffen. 

Germania:  Conte  di  Berlepsch;  /«'.  Blasius;  <>.  Kleinschmidt ;  A.  Eeichenow. 

St;iti  Uniti  d'America:  L.  Stejneger. 

Italia:  (/.  Damiani;  E.  11.  GiglioU;  G.  Martorelli;  Conte  V.  Salvadori;  G.   Valimi. 

Termino    quindi    col    rivolgere    le    espressioni    della    mia    ricoiiosccir.a    al    solertissimo 

coni m.   Hoepli,  clic  ha  in  ogni  inailo,  con  ogni  largliezza    cooperato  alla    fortuna  del  libro. 

Se  questa   non  sarà  per  corrispondere  a'  comuni  sforzi,  la  colpa  non  sarà  eerto  di  Ini  :  sarà 

tutta    mia. 

e, militi:  (Moìiselice),   lo  gennaio   1!>0'J. 

E.  Akrigoni  degli  Oddi. 


INDICE  (tEXERALE  DELLE  MATERIE 


Dedica 

Prefazione 

Posizione  delle  tavole  colorate 

Indice  delle  figure  intercalate  nel  testo 


A.  -  Struttura  esterna  degli  Uccelli 

B.  -  Penne  e  loro  struttura     . 

a)  Aberrazioni  di  colorito 
b    Muta  .... 

e)  Pterilografia 

Mimetismo        .... 

Dimorfismo      .... 

Ibridi      ..... 

Femmina  in  abito  di  maschio. 

Teratologia       .... 

Lunghezza  della  vita   negli   Uccelli 


PARTI' 


c. 

I). 

E. 

F. 

e;, 
il. 

La    Distribuzione  Geografica   degli  Uecell 

<di    Uccelli   e  l'Agricoltura 

Le   Migrazioni  degli  Uccelli 

Il   (  'auto  degli   Uccelli 

Notizie  snlle  Uova  e  sulle  Nidificazioni  degli 

Descrizione  delle  Caccie  maggiormente  usate 

('accie  di   Sardegna.  .... 

Classificazione  degli  Uccelli 

Sguardo  storico-bibliografico  sull'I  Ornitologia 

Materiali  per  una  Bibliografia  Ornitologica  E 

«     Europa  in  generale  . 

5)   Isole  d'Islanda  e  Far  Oer 

cj  Scandinavia  e   Danimarca. 

d\  Isole  Britanniche 

e)  Francia     .... 

i     i  Olanda  e  Belgio 

g    Svizzera  e  Savoia 

h)  Penisola  Iberica 

i     Germania  e  Austria-Ungheria 

V)    Penisola   Balcanica    . 

ni)  Russia       .... 

hi  Italia         .... 


lecci 
in    II 


latro] 
irope 


PRIMA. 


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XIII 
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29 

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34 

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15 

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71 

SI 

115 

132 

ivi 

133 

ivi 

135 

138 

140 

111 

ivi 

1  IL' 

III 

ivi 

iis 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


a') 

Italia  in  generale 

>■'. 

Trentino 

e" 

Dalmazia 

•r 

Veneto 

Lombardia    ■ 

V) 

Piemonte 

.'/'! 

Ticino  . 

h>) 

Nizzardo 

V) 

Liguria 

V) 

Emilia  e   Marche  . 

ni  ' 

Toscana 

*') 

Roma  . 

»') 

Napoli  e   Italia  mi 

!»' 

Sicilia  . 

9'J 

Malta   . 

r'j 

Sardegna 

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Corsica 

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mule 


Pag.    1  is 

152 

ivi 

»       L57 

159 

i  v  i 

ivi 
.  160 
»  ivi 
»  161 
»      162 

ivi 

k;:; 
.  1 64 
•  ivi 
»      165 


PARTE  SECONDA. 


Indice  Sistematico  dogli   I  cecili   Europei  descritti  nel   presente  lavoro 

Cenni  descrittivi  ed  osservazioni  sugli   Uccelli  Europei     . 

Indice  generale  .......... 

Errata-Corrige         .......... 


l'ini.    III-XXV 

1-547 
549 
567 


POSIZIONE  DELLE  TAVOLE  COLORATE 


Tavola   I 

Pag.    Frontispizio 

li 

8  Parte  II 

]]]   . 

16 

IV    . 

L'I 

V      . 

32 

VI    . 

IO 

VII  . 

48         » 

Vili 

56 

IX    . 

61 

X 

72 

XI    . 

80 

XII  . 

ss 

XIII 

96        » 

XIV. 

101 

XV  . 

112 

XVI 

•      120 

XVII 

.      128 

XVIII 

»      136 

XIX. 

114 

XX  . 

152 

KXI. 

160 

XXII 

168 

XXIII 

17»; 

XXIV 

181 

XXV 

192 

Tavola   XXVI Pag.  200  Parto  I] 

XXVII 208 

XXVIII 216 

XXIX 224 

XXX 2:;2 

XXXI -      240 

XXXII 248 

XXXI II 256 

XXXIV 264 

XXXV 272 

XXXVI 280 

XXXVII 2Ss 

XXXVIII »      296 

XXXIX 304 

XL 312 

XLl 320 

XLII 328 

XLIII 336 

XLIV 344 

XLV 352 

XLVI 360 

XLVII »      368 

XLVIU 376 

XLIX »      384 

1 392 


[NDICE  DELLE  FIGURE  INTERCALATE  NEL  TESTO 


PARTE    PIUMA. 


1.  figura  schematica  del  corpo  di  un  uccello,  per  mostrare  cenni'  le  sur  parti  sou 

nella  terminologia      ....... 

2.  forme  principali  ili  becchi         ...... 

'■'.   Tarli  del  becco.         ........ 

1.  Ala  <li   mi  Uccello      ........ 

5.   Principali  l'orine  dulia  coda  di  un   Uccello  (da   Coues).  Sulla  curva  a-c  tra   le 

deve  mettersi   la   lettera   il.  ....  . 

li.   Piede  siiiilattilu     lli-iilo)    ....... 

7.  Piede  di   Marena  penelope    Anatinae  .... 

8.  Piede  di  Fnligula  fuliyula  iFuiigulinae)     .... 
U.  Piede  totipalmato  (Phalacrocorax)      ..... 

10.  Piede  lobato  iSrnsso).  ....... 

11.  l'ielle  pettinato  (dallo  cedrone).         ..... 

11'.   Diagramma  del  rivestimento  cutaneo  del  tarso  (da   Coues) 

13.  Diagramma  di  una  penna.         ...... 

14.  Diagramma  delle  parti  di  un   Vessillo       .... 
15-16.   Pterilii  della  superiice  dorsale  e  addominale  di   un  Rondone  (Apus  apus).   V 

pertico  addominale.   Pig.  6-Superfiee  dorsale  (da   Vitzseh) 

17.  Il    Mondo  (da    Silurili)  ....... 

18.  Gli   Uccelli   attorni)   al    Fani  d'Helgoland,    in    una    notte   durante   lo  iniziazioni 

19.  Nido  di  Gazza 

20.  Nido  di  Balestracelo.         ....... 

21.  Nido  di  Scricciolo      ........ 

22.  Nido  di  Codibugnolo         ....... 

l':i.  Nido  di  Cannareccione      ....... 

L'4.  Nido  di  Zigolo  giallo  ....... 

25.  Nidificazioni  di  Aironi  in  Ungheria  (da   Seebohm  | 

26.  Nido  di  Cicogna,  bianca     ....... 

27.  Lago  della   Passaura  (Valle  Zappa)  ..... 

28.  Hotte  detta  Puntale  della   Passaura  nell'omonimo  lago  (Valle  Zappa) 

29.  t'asoli  di   Valle  Zappa        ....... 

30.  Gruppo  di   Uomini  di  servizio,   in   un   giorno  di  caccia 

31.  Barca  da   caccia  ........ 

32.  Grappo  di   Uomini  di  servizio,  ritornando  a  casa  dopo  la   cucili 


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65 
66 
67 


VII.  \  N  I  1      ORNITOLOGICO 


33.  Camminando  sul  ghiaccio  in   Vallo  Zappa  nel  gennaio   L893     ...... 

34.  (' ilo  ili  ghiaccio  formatosi   nel  gennaio  1889  in   Valle  Zappa        ..... 

35.  I.a  Guida  del  Capo  Mannn        ............ 

36.  L'Autore  cou  due  Guide  alla  caccia  degli  Avvoltoi  nei  dintorni  ili  Capo  Caccia  (Alghero) 
."7.  L'Autore  e  Vittorio  l'ai   Nero  ritornando  dalla   Barbagia  Ollolai,  dopo  d'aver  ucciso  l'Av- 
voltoio degli   agnelli  ............. 

38.  Recandoci  allo  Stagno  di  Sassu,  noi  carretto  sardo  ........ 


Pag. 


68 

liti 
72 
73 

74 


B.  -  PARTE  SECONDA. 


39.  Testa  di  Neophron  percnopterus  ...... 

10.    l'iedo  dello  stesso        ......... 

41.    l'iede   di    Accipilrr   nistts,  gr.    uat.  ..... 

II'.  Ala  di   Circns  macrurus,  '/    gr.  nat.  ..... 

13-44.    Testa    ili    Circns   cyaneus,   vista   di    fianco   e  di    faccia.    '       gr.    nat. 
45.  Ala  dello  stesso,   '/,  8T-   ""■*•      ....... 

Hi.   Ala  di   Cirviis  pygargus,   '\  gr.   nat..  ..... 

17.    lesta  di   Buteo  buteo,   '      gr.  nat.      ...... 

48.   Tarso  ili   Archibuteo  lagopus,    '      gr.  nat.  ..... 

IH.    lesta  (li   Aquila  chrysaètus  ....... 

50.  Piede   della  stessa        ......... 

51.  Becco   (li    Aquila    maculala.    '/     gr.    nat.        ..... 

52.  Becco  ili   Aquila  orientalis,   '      gr.  nat.      ..... 

53.  l'iede   ili    Ifaliai/iis   ulliìcilla,  gr.    uat.     ..... 

54.  Testa  di   Circaetus  gallicus,   '      gr.   nat.      ..... 

55.  L'iede  dello  stesso,   '      gr.   nat.  ....... 

56.  Becco  di  Milvus  milvus,   '  '.,  gr.   nat.  ...... 

57.  Apice  della  coda  di  Milvus  milvus,    '  ,  gr.   uat. 

58.  Apice  della  coda  di  Milvus  korschun,   '  ,  gr.   nat. 

59.  Testa  di   Pernia  apivorus,   '      gr.  nat.         ..... 

fio.  Testa  di   Hicrafalco  cherrug,   '/,  gr.  nat.    ..... 

(il.    l'iede  di    Hicrafalco    Feldeggi,    '   ,  gr.   uat.  ..... 

02.    l'iede  di   Falco  peregrin us,   '/.,  gr.  nat.   (nel  testo  per  errore  tu  stai 
Gii.   'lesta   dello   stessa,    '       e,r.    nat.  ....... 

64.  l'iede  di   Pandion  haliaetus,    /cp  gr.   nat.     ..... 

65.  Sterno  di   Asia  otus     Bnlioiiillai'      nel   testo  per  errore   fu   stampalo 
ili'..   Sterno  di  Strix  flammea     Strigidae    ...... 

67.    Nidiacci   di    Jiubo  hubu         ........ 

li*.     Testa    ili    l'isarhiua   scopa,  gr.    nat.  ..... 

00.   Testa   di    Carini    uncina,    '       gr.    nat.  ...... 

70.  l'iede  della  stessa,    l/3   ti''-    »at.  ....... 

71.  Ala   di    l'urini-   uncina  ........ 

72.  Ala    ili    Alitene    Chiurailiac   ........ 

73.  l'iede  di    (Hauciilinin  jiusscrinum,   un   po'  ingrandito    . 

74.  Piede  di   (lluuciiìium  setipes,   un   [io'  ingrandito. 

75.  Testa   di    Asia   uccipilrinns,    '       gr.    nat.        ..... 

76.  Piede  di    Asia  alus,    al    vero         ....... 

77.  l'iede  di   Asia  capensis,  al   vero         ...... 

78.  festa    ili    Si/rniuin    aluca,    '       gr.    nat.  ..... 

70.   l'iede  ili   Nyctala   Tengmalmi,  al   vero         ..... 

80.  Testa  di  Strix  flammea,   '  s  gr.  nat.  ...... 

si.   Ala  di    l.unius  excubitor,  gr.   nat.        ...... 


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66 
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70 
112 


IM'H  I     i  IG1  1:1     INTERCALATI     NEI      rESTO 


XV11 


82.  Ala  «li   Lanius  excubitor  major,   gr,   nat.   ...... 

83.  Testa  ili   l'uni*  communi),  gr.  nat. ....... 

XI.  Testa   di    l'itrns    ittunltiiius.    gr.    nal.  ...... 

85.  Testa  o  collo  di  Saxicola  melatioleuca,   mas.  ad.  in  prim.,  gr.  nat. 

86.  Testa  e  collo  di  Saxicola  melanoleuca  occidentalis,  mas.  ad.   in  prim., 

87.  Becco   Muscicapino  (da  Sharpt  ....... 

^  Hocco     Irrticefttlino  (ila    Sharpt  i  ......  . 

89.  Becco   Filloscopino  (da  Sharpe).         ....... 

90.  Becco  Locustellino    .......... 

91.  Testa  'li     Icrocephalus  aqiiaticus.  gr.  nai.         ..... 

92.  Testa  di   dcrocephalus  sohoenobaenus ,  gr.  nat.  .... 

93.  Testa  ili   Motacilla  citreola,  gr.   nat.         ...... 

MI.  Testa  ili   Motacilla  campestris,  gr.  nat.     ...... 

95.  Piede  ili   Antimi  pratensis,  gr.  nat.  .... 

96.  l'iede  di   Aniluts  triviali»,  gr.   nat.   ..... 

M7.  Groppone  e  sopracoda  di  Antlius  pratensis,   ingrand. 

ms.  Groppone  e  sopracoda  di  Anthus  cervinus,  ingrand. 

99.  Parte  apieale  di  una  lunga  cuopritrice  inferiore  della  coda  dell'  Anthus 

100.  Piede  di   Anthus  Eichardi,  gr.  nat.  ...... 

101.  Piede  di   Anthus  campestris,   gr.   nat.        ...... 

102-103.  Cranio  di  Bmberiza,  a)  visto  dal  disopra  -  b)  visto  lateralmente 
104-105.  Cranio  di   Fringilla,   a)  visto  dal  disopra  -  b)  visto  lateralmente 
1  oti-107.  Cranio  di   Coccothraustes,  a)  visto  dal  disopra  -  b)  -visto  lateralmente 
108.   Testa  di   limheriza  schoeniclns  palustri),  mas.  ad.  gr.  nat. 
10M.  Testa  di  Embirìza  schoeniclns  intermedia,   mas.   ad.,  gr.  nat.   . 

110.  Testa  di  Emberiza  schoeniclns    tValloni,   mas.  giov.,   gr.   nat.. 

111.  Testa  di   Pyrrhula  pyrrhula,  gr.   nat.        ...... 

112.  Testa   di    l'urrlttila  pi/iihiiln    tttropaea,    mas.    ad.         .... 

113.  Ala  di  Coccothraustes  coccothraustes,  gr.  nat.   ..... 

114.  Testa  di    I. uriti  curvirostra,  gr.   nat.  ...... 

115.  Testa  di   Loria  curvirostra  pityopsittacus,  gr.   nat.    .... 

116.  Becco  di  Corvus  frngilegus,  circa   '      gr.   nat.  . 

117.  Becco  di  Corvus  corax,  circa   "    gr.  nat.         ..... 

118.  Becco  di   Corvus  corax  tingitanus,  circa   '/    gr.   nat. 
110.  Becco  ili   Corvus  cornix,  circa  '/o  gr-  Ullt.        ..... 

120.  Becco  di    Nucifraga  caryocatactes  pachyrhynchus,  circa   '   ,  gr.   nat.   . 

121.  Faccia   inferiore  della  coda  della   strssu.   per  mostrare    l'estensione    del 

delle   timoniere,   circa    '/,   gr.    nat.       ...... 

122.  Becco  di  Nucifraga  caryocatactes  leptorhynehus,  circa  lL  gr.  nat.     . 

123.  Faccia  inferiore  della  coda  della  stessa,  per  mostrare    l'estensione    del 

delle  timoniere,   circa   '/a  gr-   nat-        ...... 

124.  'Testa  di   Garrulns  glandarins,    tipo  chiaro),  circa  '      gr.   nat. 

125.  Testa  di   Garrulità  glandarius,   (tipo  scuro),  circa  '/.,  gr.   nat.  . 

126.  Testa  di  Syrrhaptes  paradoxus,  circa    !      gr.   nat.     .... 

127.  Piede  dello  slesso,  circa   '  ,    gr.   nat.         ...... 

128.  Testa  di   Caccabis  saxaiilis,  circa  "'/;,  gr.   nat.    ..... 

129.  Testa  di    tur, uhi*   ìaxatilis  chukar,  circa         gr.   nat. 

130.  Testa  di   Caccabis  rufa,  circa   '/ì  gr-   na*-  ..... 
131-132.   Cuopritrice  mediana   alare  di    Perdix  perdix,  gr.   nat.   a)  mas.  ad.  -  !>) 

testo  furono  omesse  le  due  lettere  a  e  6)  . 

133-134-135.  Fig.   1.  Coda  (parte  apieale)  di  Tetrao  hybridus  (femmina).  -  Pig 

apieale)  di   Tetrao  urogallus  (femmina).  -Fig.  3.  Coda  (parto  apieale    6 

femmina),   per  mostrare  la  differente  forma   (da   Xttnnitinu' 

136.  Testa  di   Tetrao  urogallus,  mas.  ad.,  circa  '/j  K1'-  ":lt- 

137.  Gallo  cedrone  (maschio),  durante  la   sua   estasi   voluttuosa 

138.  Meleagris  gallopavo,  mas.  ad.   ........ 


rvinus.  ingrand 


bianco    ali 


ali 


apice 


apice 


femm.  ad.  (nel 

2.  Coda  (parte 
i  Lyrurus  letrix 


Pag. 


112 

136 

173 
iri 

IMS 

200 
208 

iti 
iti 

22  I 
iti 

231 

ili 

232 

iti 

tri 
Ìli 

252 

iti 

ili 

267 

ili 

ivi 
290 

ivi 
2M7 
301 

ivi 
311 
313 

ivi 
314 
317 

iti 
iti 

iti 
321 

iti 
331 

iti 
335 

iri 
336 


iti 
349 


X  V 1 1 1 


ATLANTE    OKNITOLOGII  0 


139.  Testa  e  collo  <li   Otis  tetrax,   mas.  ad.  in  prim.,  circa  '/,  gr.  nat.  .         .         .         .         . 

140-141.  Piede  ed  unghia  di  Cursorins  gallicua,  -  a]  Piede  -  b)  Unghia  del  dito  mediano  del 
piede  destro,   vista  dal  lato  interini  per  mostrare  le  intaccature  (ingr.) 

142-143.  Piede  di  Baematoptts  ostrilegus,  -  a)  per  mostrare  l'articolazione  del  tarso  e  La  mem- 
brana del  piiil«  -  b)  per  mostrare  la  reticolazione  della  pianta  tarsi  (da  Sharpt  nel 
lesto    vennero   omesse    le   due    lettere  a   e  fti 

144-145.  l'ieile  di  Nmnenius  phaeopus,  -  a)  per  mostrare  l'articolazione  del  tarso  e  hi  mem- 
brana   del    piede   -   b)   per  mostrare   la    reticolazione  della  planiti   lai-si   i  circa  gr.    nat.) 

146-147.  l'iede  di  Totanns  littorens,  per  mostrare  le  scalette  del  tarso,  visto  sul  davanti  e  il 
Banco         .............. 

148-149.   Fig.    1.  Timonieri ntrale  di    Totanns   oehropns.    -    Fig.   2.    Penna    ascellare    dello 

stessa,    gr.    nat.  ............. 

150-151.   Fig.   :;.  Timoniera    centrale    di    Totanns  glareola.    -    Fig.     I.    Penna   ascellare  dello 

ttteSSO,    gr.    nat.    ............. 

152-153.   Prima   remigante  primaria  di   Scolopax  rusticula.   -  a)  ad.   -  /"  gior. 

154.    Limnocryptes  gallinula,  metanica,   '/■•  Sr-  "ar-  ....... 

Idi.    l'iede  di   Phalaropus,   -  in  per  mostrare  l'articolazione  del  tarso  e  la  membrana  de 
piede  -in  per  mostrare  la  reticolazione  della  pianta  tarsi  (da  Sharpe) 

157.  Testa  di  Ardea  rimi-,,,,         gr.   nat.  ......... 

158.  'Testa  di   Botatimi  stellarle,   '/,  gr.   nat.   ......... 

159.  Testa   di    Oiconia   'ironia,    '  (   gr.   nat.         ......... 

160.  Testa  di   Piatale»  leucerodia,   '  \  gr.   nat.  ........ 

161.  Testa  di    Phoenicopterus  roseus,   '/.,  gr.  nat.      ........ 

162.  Becco  di   Cygnus  cygnus,  circa  '/,  gr.   nat.        ........ 

n;;;.   Becco  di  Cygnus  Beioicki,  circa  '     gr.  nat.     ........ 

164.  Becco  di   Cygnus  olor,   circa  '/,  gr.  nat.  ......... 

165.  Testa  ili  Anser  aneer,   '/,  gr.  nat.   .......... 

liiii.    Cecco  di   Anser  albifrons,   gr.  nat.   .......... 

167.  Becco  ili  Anser  erythropus,  gr.   nat.  ......... 

168.  Becco  di  Anser  fabalis,  gr.  nat.      .......... 

169.  Becco  di  Anser  neglectus,  gr.  nat.   .......... 

170.  Becco  di  Anser  brachyrhynchus ,  gr.  nat..  ........ 

171.  Testa  di   Branta  bermela,   '  ,  gr.   nat.       ......... 

172.  Testa  ili   Maina  priirltqif,  mas.   ad..    '   ,   gr.   nat.      ....... 

173.  'Testa   di    Fuligula  fnligula,   mas.   ad.  ......... 

174.  Testa   di   <  languiti   islandica,   mas.   ad..    '  (   gr.   nat.  ....... 

175.  Testa  di  Barelda  hyemalis,   mas.  ad..   :/è  gr.   nat.   ....... 

176-177.  a)  Becco  ili  Sminili  ria  spectabilis,   femm.   L'estremità  anteriore   dello  spazio  pennuto 

sulla  fronte  arriva  all'angolo  posteriore  delle  narici  (1,  1);  le  penne  delle  redini  (2,  2 
terminano  molto  prima  del  detto  angolo.  -  h)  Becco  di  Somateria   moUissima,  temili 
La   linea  centrale   delle  penne   sulla    mandibola   superiore  11,    1     si  estende  solo  a  metà 
lunghezza  tra  la  regione  posteriore  delle  narici  (2,2)  e  la  posteriore  degli  angoli  frontal 
nudi  :   le  penne  delle  redini  si  estendono  oltre  l'angolo  posteriore  delle  mirili  . 

178.  Becco  di  Somateria   umilissima,  mas.  ad.   visto  di   Banco,  cin  a    '      gr.   nat. 

179.  Becco  di  Somateria  spectabilis,   mas.   ad.   visto  di  fianco,  circa   '      gr.   nat. 

18d.  'lesta  di  Merganser  serrator,  mas.  ad.   '/.   gr.   nat.            ...... 

181.  Testa  di  Phalacroeorax  graculus,  ad.  in  febbrajo    Isole  Far  Oer),  circa         gr.  nat. 

L82,  Testa  di  Phalacroeorax  graculus  Desmaresti,  ad.  in  dicembre  (Isola  d'Elba),  circa       gr.  nal 

1S3.  'l'està  di  l'Iuilacroconu  graculus  Desmaresti,  ad.  in  febbrajo  (mare  di   Venezia  .      ,  gr.  nat 

184.  'Testa   di  Sula   bussanti,   giov.,    '   ,    gr.    nat.  ........ 

185.  Testa  di    Pelecanus  crispus,   '  ,   gr.   nat.  ......... 

L86.  Testa  di   Pelecanus  onocrotalus,  ljt  gr.  nat.     ........ 

187-188-189.  l'arte  apicale    della    prima    remigante    primaria  -    ma  paradisea,    giov.   - 

li;  stima  hirundo,  giov.  -  e)  Sii  ina   Dougalli,  ad.      ...... 

190.  Testa    di    I.arns   gelaste»,   ad.    in    prim.,     /,    gr.    nat.  ...... 

191.  'Testa   di    I.arns   ridibundns,   ad   in   prim.,   :       gr.   nat.        ...... 


Pag. 

360 

363 

i 
3§2 

39i 

393 

»        iri 

»       412 

415 

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459 

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179 


184 
485 

ii 
4ss 
491 

. 

iri 

493 
195 
195 

500 
508 

iri 


INDICE    DELLE    EIGURE    INTERCALATE    MI      : 


r.'_'-i!'.;.   l'arte  apicale  (lolla  prima  remigante    primaria,    7b    ì?1-  na*-  "  "'  l-"r"-  ridibnndua, 

ail.  -  b    Larua  gelaatea,  ad. 
194.  Testa  ili   Larua  argentatili  cachinnana,   '  ,  ut.  nat 
l'.'.'.    l'iodi-  ilello  s/c*.*»,  ni.    nal. 

196.   Piede  ili   i:i*sn  tridactyla,         gr.  nat. 
L97,   Becco  'li  Stercorariita  crepidatua,  mas.  ad. 

198.  Becco  ili  Stercorariua  paraaiticva,  mas.  ad. 

199.  Testa  ili   Oceanodroma  caatro,  gr.   nat. 

200.  Testa  ili   Puffinua   h'iihlì,   '  ,   gr.  nat. 

201.  Testa  ili   Buliveria    Bulweri,  gr.   nat. 

202.  Becco  di   Colymbua  glaciali),  gr.  nat. 
i;o:ì.   Becco  ili   Colymbua  arcticus,  gr.   nat. 

204.  Becco  di   PoeKcipes  ««ri/«.*,  gr.  nat. 

205.  Becco  ili   Podtctpes  iityrtcoZHt,  gr.   nat.     . 
l'im:.  Testa  ili   rotitiijHs  crietatne,      ,  gr.  nat. 

207.  Becco  ili   Fruii  ri  itlu  arctica,  mas.  ad.  in  prim 

da   Hiiniiii)        ..... 

208.  Becco  «Iella   stesso,   mas.  ad.   in  aut.  o  do[io  la  stagione  delle  cove,  gr.  nat.   (da  Bureau 

209.  i'riitirciilii  arctica  ad.  che  assume  le  appendici  nuziali,  gr.  nat.  (da   Biirenu) 

210.  Appendici   nuziali  del   becco  della    steaaa,   che  cadono  dopo   la    stagione    delle 

nat.  [da   Bureau)         .....  .... 


.   o  durante  la  stagione  delle  i'iiy 


e,  gr.  na1 


ro\..      gr 


Pag.  508 


512 

ili 

516 
519 

in 
522 
528 

in 

536 

iri 

ivi 
ivi 


Parte  Prima 


l'arie    I. 


A.  -  Strali  uva  esterna. 


(ili  uccelli  sinici  animali  vertebrati  a  tempe- 
ratura costante,  coperti  di  penne,  cogli  .aiti 
anteriori  modificati  a  tipo  di  ala,  nel  pia  dei 
casi  atti  al- volo  e  bipedi.  La  pelle  è  coperta 
di  penne,  le  quali  sono  produzioni  cornee  di 
struttura  complicata.  La  testa,  e  ili  solito  ro- 
tonda; le  mascelle  sono  modificate  in  un  becco 
ili  varia  forma,  coperto  da  uno  strato  corneo, 
che  costituisce  due  astucci  detti  ranfoteche;  gli 
arti  anteriori  sono  trasformati  in  ali  e  quindi 
gli  uccelli  hanno  soltanto  due  zampe,  queste 
(arti  posteriori)  terminano  in  un  piede  con  i 
diti  che  variano  da  due  a  quattro,  e  clic  sono 
muniti  di  unghie. 

Lo  scheletro  è  molto  leggero,  essendo  le 
ossa  in  gran  parte  pneumatiche.  Le  ossa  del 
cranio  negli  adulti  si  saldano  in  modo,  che  non 
rimangono  traccio  di  suture;  la  mascella  infe- 
riore è  articolata  sull'osso  quadrato,  il  quale  è 
mobile,  ed  il  cranio  è  articolato  colla  colonna 
vertebrale  per  mezzo  di  un  solo  condilo  occi- 
pitale; le  vertebre  sacrali  sono  immobili  e 
spesso  saldate  tra  loro  ;  la  coda  scheletrica  è 
corta,  con  le  ultime  vertebre  ancliilosate  a 
costituire  una  lamina  ossea  verticale,  ditta  pt- 
goslilo,  che  sostiene  comunemente  la  coda  del- 
l'uccello, le  cui  penne  sono  inserite  a  semicer- 
chio; il  tronco  e  ovato;  le  clavicole  sono  per 
lo  più  unite  in  un  pezzo  impari  (furcula)  ;  il 
coracoidc  raggiunge  lo  sterno,  il  quale  è  ili  so- 
lito fornito  di  carena;  il  bacino  è  molto  allun- 
gato; i  pubi  uon  si  uniscono  tra  loro  (tranne 
nello  Struzzo),  e  nei  membri  posteriori  i  pezzi 
distali  del  tarso  si  fondono  con  quelli  del  me- 
tatarso e  formano  un  pezzo  unico,  il  tarso-me- 
tatarso. 

Il   cervello  è  bene  sviluppato,   e  nel   cervel- 


letto   si    trova    distinta    la    porzione   mediana, 
detta  il   «  verme  ». 

I  denti  mancano  in  tutti  gli  Uccelli  viventi, 
la  lingua  è  per  lo  più  stretta  e  dura;  in  ge- 
nerale l'esofago  si  allarga  per  formale  il  gozzo; 
nello  stomaco  si  distinguono  due  parti  :  parte 
anteriore  ricca  di  ghiandole  (ventricolo  suecen- 


Eigura  schematica  del  corpo  ili  un  accollo, 
per  mostrare  come  le  sue  parti  Bono  chiamate  oella  terminologia. 

1.  ltedini  -  2.  Fronte  -  3.  Tempia  -  4.  Vortice  -  5.  Cer- 
vice •  fi.  Auchenio  -  7.  Nuca  -  s.  Alto  dorso  -  i).  Spalla  - 
10.  Dorso  -  11.  Scapolari  -  12.  Groppone  -  13.  Sopracoda  - 
14.  {Branca  superiore)  lati  della  mandibola  inferiore  ;  (Inaura 
inferiore)  caopritrici  auricolari  -  15.  Mento  -  16.  Gola  - 
17.  Collo  -  18.  Gozzo  -  ld.  l'elio  -  20.  Addome  21.  Centro 
dell'addome  -  22.  P.asso  addome  -  2;;.  Sottocoda  -  24.  Timo- 
niere   laterali   -   25.    Timoniere    mediane        26.    I|"» Ilio 

27.  Ascella. 

(urtato),  e  parte  posteriore  (ventriglio)  musco- 
lare e  spesso  rivestita  di  una  meni  brami  cor- 
nea; il  fegato  e  il  pancreas  sono  presenti; 
nella  cloaca  sbocca  una  ghiandola  detta  bursa 
Fabricii. 

La  trachea  è  munita    di    una   laringe  (supe- 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


riore)  e  ili  una  sh'inge  [inferiore);  i  polmoni 
sono  schiacciati  contro  le  costole  e  si  allun- 
gano in  sacche  aerìfere. 

Il  cuore  ha  «lue  ventricoli  e  duo  orecchiette, 
tutti  e  quattro  perfettamente  divisi;    la  circo- 


sinistro;  tutti  e  due  i  testicoli  sono  sviluppati, 
i  loro  condotti  sboccano  separatamente  nella 
cloaca,  nella  parete  della  quale,  in  alcune 
forme,  si   trova   il   prue. 

Tutti  gli   Uccelli    sono    ovipari. 


Forme  principali  <1    lucrili, 
i.  Beccaccia    2.  Smergo  -  3   Frosone     i.  Ballerina  -5.   Ur lenerino    6.  Chiurlo -7.  Codibugnolo  -  8.  S incapre  -9.  Picchio- 
lo. Anitra  •  11.  Gabbiano  (abito  ili  no7./.e)  -  12.  Crociere  ■  13.  Zigolo  ■  14.  Avocetta      I  i     aquila  (dall  Aquila  [1901]  poi-Km). 


la/ioni'  è  doppia  i'  completa;  l'arco  dell'aorta 
presente  e  sempre  il  destro. 

L'apparecchio  urogenitale  s'avvicina  a  quello 
dei  Rettili;    i    reni    [metanepliros)  sono  per  lo 

più  trilobati  e  shoccano  separatameli  te  nella 
cloaca:  la  vescica  urinaria  inanca;  e  cosi  man- 
cano di  solilo  l'ovario  destro  e  l'ovidotto 
destro,  essendo  soltanto  presenti  quelli  del  lato 


Gadow    definisce   cosi   gli   Uccelli:  Ver- 
tebrati ovipari,  di  sangue  caldo  ed  a iotici, 

colle  estremità  anteriori  trasformate  in  ali  ;  il 
metacarpo  ed  i  diti  portano  penne  o  remiganti; 
esiste  una  giuntura  intertarsale ;  i  diti  presenti 

non    sono  mai  più  di  quattro,  dei  quali    il  primo 

è  il  pollice. 

K\  ans  dice  :         L'uccello  è  un  bipede  pennuto. 


\  1 1 .  \vi  i.   ORNI  km  OGICO 


Considerando  anzitutto  un  nccello,  troviamo 
la  Testa.  che  può  essere  piatta  o  globulare, 
od  a  piramide  quadrata;  essa  è  terminata  an- 
teriormente ila  un  arto  speciale  detto  becco 
(rosi  ri  mi.  che  è  formato  dall'unione  della  man- 
dibola superiore  o  mane/Ila  (mandibula  supe- 
riob  o  MAxn.i.A)  e  della  mandibola  inferiori  <> 

minili  limiti  (MANDIBULA  INFERIOR  O  MANDIBULA), 

lo  spazio  intercedente  tra  le  due  mandiboli 
dicesi  fessura  della  bocca  <>  boccale,  o  apertura 
iltl  liccro  (hiatus  rostri)  e  va  dall'apice  del 
becco  all'angolo  t'orinato  dalla  base  delle  due 
mandibole  :  esse  talora  sono  ambedue  mobili 
i  Pappagalli),  ma  di  solito  ciò  non  si  avverte 
che  nell'inferiore.  Il  becco  (importantissimo  per 
la  sistematica i  serve  come  bocca  e  come  organo 
prensile  (mano),  cioè  per  prendere  il  cibo,  in- 
trodurlo  nella  cavità  boccali',  spelarlo,  infran- 
gerlo, inoltre  in  talune  specie,  come  la  lìec- 
caccia,  agisce  anche  (piale  organo  de]  tatto, 
mentre  in  altre,  che  lo  hanno  finissimo  e  sottile. 
la.  si  può  dire,  la  funzione  di  ago  per  cucire 
ed  intessere  i  materiali  filiformi,  con  i  quali 
compongono  l'artistico  nido  (Basettino);  esso 
è  più  o  meno  conico  e  termina  in  punta,  di 
solito  corneo  o  duro,  in  un  solo  od  in  più  pezzi 
i  Procellaria)  e  questi  pezzi  in  dati  generi  (Fra- 
tercula,  etc.)  cadono  parzialmente  nella  inula 
.autunnale  delle  penne,  venendo  riassunti  in  pri- 
mavera, formano  quindi  parte  della  livrea  nu- 
ziale e  costituiscono  un  carattere  sessuale  secon- 
dario, questi  becchi  si  chiamano  caduchi  o 
decidui.  Talora  il  becco  è  di  costituzione  molle, 
come  il  cuojo,  e  termina  in  dati  generi  in 
un'  «  unghia  »  cornea,  più  0  meno  distinta  e 
curvata  (Anitra,  Pellicano,  etc.),  od  è  rivestilo 
da  una  pelle  molto  vascolare,  nervosa  e  sen- 
sibile alla  sua  estremità,  nel  «piai  caso  serve 
quale  organo  del  tatto  per  cercare  i  vermi 
sulla  terra  i  Beccaccia),  o  può  presentarsi  duro 
e  resistente  all'apice,  mentre  la  sua  base  è 
molle,  tumida  e  carnosa,  come  nei  Piccioni  e 
nei   l'i\  ieri. 

1,'ti li fnlecii  (raMPHOTHECA)  è  il  totale  integu- 
mento del  becco,  che  può  essere  intero  od  a 
a  pezzi;  rìnoteca  (rikhotheca)  <•  quello  della 

ma  mi  il  iola  superiore  e  ij  li  il  li  il  ini  (gnathothei   I 

l'altro  dell'inferiore.  Gero  (cera,  ceroma),  chia- 
masi la  cute  di  solito  colorita  differentemente, 
che  riveste  la   base  della  mandibola   superiore 

I  Rapaci),  e  un  integumento  simile  ad  una  grossa 

membrana  e  può  essere  talora  fittamente  copei  ta 
di  penue  (Pappagalli)  :  nello  Stercorarius  si  noia 

una  falsa  cica,  (piando  non  esiste  celti  si  dice 
che  il  becco  è  nudo  .albi  base;  essa  non  è  mai 
presente    nella   mandibola  interiore.    Tornio,  (TO- 


mii  m)  e  il  margine  delle  due  mandibole,  quello 
della  superiore  detto  tornio  mascellare  (tomium 
maxillare),  quello  dell'inferiore  tornio  man- 
dibolare (tomii  u  mandibi  i  w;i  Angolo  della 
bocca  o  punto  commessurale  (commissura),  è 
il  punto  ove  si  uniscono  le  due  mandibole 
alla  base  lateralmente;  il   margine  della  supe- 


Partì  del  bi  eco. 

<e    Mandìbola  Bnperiore      b,  calmine   -  e,  fossa  nasale  - 
d    narice  -  e,  tornio       <    margine  inferiore  della  mandibola - 

g,  rictus       *    angolo  della    ' ca   <■   punti»  di  commeBsnra  - 

i,  branca  della  mandibola  inferiore  -  in,  tornio  della  mandibola 
inferiori  angolo  della  gonide     n  j,  gonide    ossia  Io  Bpazio 

della  mandibola  inferiore    intercedente   n:i  l'angolo  del] 
niilr  e  l'apice  del  beerò)  -  o,  p,  lati  della  mandibola  inferiore 
-  >/.  apice  del  l"  i  co 


riore  da  alcuni  viene  chiamato  RICT1  -  e  tomia 
quello  dell'inferiore,  sicché  dal  loro  complesso 
risulta  la  commessura  della  lincea  o  angolo  <lcll<: 
bocca,  che  può  essere  diritto,  curvato  od  ango- 
lare a  seconda  che  RICTUS  e  TOMIA  t'ormano 
nel  loro  punto  di  contatto  una  linea  diritta, 
sinuata,  od  un  angolo.  Colmo,  culmine  o  dorso 
(CULMEN    o    notisi  M  |,  e  lo    spigolo    dorsale  della 

mandibola  superiore,  che  è  distinto  se  giace  tra 

due  solchi  longitudinali;  talora  però  esso  si  pre- 
senta da  solo  come  un  solco  longitudinale,  senza 
che  possiamo  distinguere  un  vero  culmine  e  in 

questo  caso  chiamiamo  con  tale  nome  la  linea  me- 
dili un  longitudinale  del  becco  (Anitra).  Mesorinio 
(mesorinium),  è  la  parte  del  culmine  che  giace 
tra  le  narici.  Gnatidi  o  rami  (gnathidiao  rami), 
si  dicono  le  due  bianche  della  mandibola  in- 
teriore, le  quali  Si  fondono  in  un  dato  punto 
variabile  detto  myxa,  lo  spigolo  prominente 
che  ne  deriva  e  che  si  estende  lino  all'apice 
del  becco  dicesi  gonide  (genys)  ;  talora  per  go- 
nide s'intende  anche  il  punto  di  fusione  o  in  \  \. 

e  dicesi  angolo  della  gonide;  in  generale  però 

dobbiamo  ritenete  che  per  gonide  s'intende  il 
profilo  inferirne  del  becco  parlando  in  senso  lato, 
essa  può  essere  molto  estesa,  come  nella  /■'/«- 
trinila  o  assai  breve,  come  nel  Pellicano,  ed  è 
lauto  piti  lunga  (pianto  e  più  cotto  lo  Bpazio 
esistente  tra  i  due  rami,  delio  spazio  interra- 
miilr  :  la  porzi •  estrema  anteriore  del  becco 


ATLANTE    OKNITOI.I  »  !  [I  '  l 


dicesi  apici  (apex  i,  la  posteriore  che  si  attacca 
al  cranio  base  (basis),  lo  spazio  intermedio  con. 
tinuità,  e  dietro  (dertri  mi  è  l'apice  della  man- 
dibola superiore,  quando  presenta  struttura  spe- 
ciale e  risulta  distinto  dalle  parti  circostanti. 
Talora  il  becco  è  caruncolato,  ossia  fornito  di 
grandi  processi  molli  e  carnosi,  detti  caruncole, 
od  è  papilloso,  se  munito  di  piccole  papille  si- 
mili a  tubercoletti. 

Lunghezza  del  becco.  Brevissimo  (brevissi- 
mum), lungo  circa  metà  della  testa;  breve  (breve), 
alquanto  più  corto  della  testa;  mediocre  (me- 
diocre), lungo  circa  come  la  testa;  lungo 
(longum),  alquanto  più  lungo  della  testa  :  lun- 
ghissimo (longissimum),  lungo  almeno  il  doppio 
della  testa:  subeguale  (Subaequale),  tintale 
(aequale),   lungo  come,  o  (piasi  come  la  testa. 

Figura  del  becco.  Depresso  (depressum),  più 
largo  che  alto  (Mestolone);  compresso  (com- 
pressosi), più  alto  che  largo;  piano  (planum), 
di  altezza  minima;  angoloso  (angulosum),  con 
più  di  due  solchi  angolosi  e  longitudinali  ;  po- 
liedro (poltedrum),  che  ha  più  lati  piani;  te- 
tragono (tetragonum),  che  ha  quattro  lati 
piani  e  quattro  spigoli  (Ticchio);  rotondo  o  te- 
rete  (teres),  senza  spigoli  e  leggermente  ap- 
puntito; cilindrico  (CYT.INDRICUM),  a  forma  di 
cilindro  (Picchio  muraiolo);  spatolato  (SPATO- 
latum),  depresso  ed  allargato  all'apice  (Spatola); 
filiforme  (filiforme),  quasi  ovunque  egualmente 
sottile  e  molto  allungato;  acuminato  (ACUMI- 
NATOSI), se  intermedio  tra  filiforme  e  subulato 
(subui.atum),  fatto  a  volta  (fornicatum),  con 
la  mandibola  superiore  tondeggiante  come  a 
calotta  (Perdix);  inline  sredi  a  pag.  5  e  6  pelle 
parole  conirostre  (conirostrum),  ftssirostre  (fis- 

SIROSTRUM),  coltelli/o  rmeo  culi  iato  (CULTRATUM); 

conico  (conicum),  eie 

Direzione  del  becco.  Diritto  (RECTUM),  uè  pie- 
gato in  basso,  né  in  alto,  ma  a  forma  di  una 
linea  retta  (Beccaccia)  ;  ncurvo  o  curvato  (cur- 
vatosi), diritto  alla  base  e  curvato  verso  l'apice  ; 
ascendente  o  subulato  (ascendens),  diritto  alla 
base  e  piegato  in  su  all'apice,  a  l'orma  di  lesina 
(Avocetta)  ;  discendente  (dkscendens),  diritto 
alla  base  e  piegato  all'ingiù  verso  l'apice,  in 
modo  da  formare  col  rimanente  un  angolo  acuto; 
arcuato  o  falcato  (ARCUATOSI),  inarcato  dalla 
base  (Chiurlo)  ;  rollo  (infractum),  diritto  sino 
circa  a  meta  lunghezza,  quindi  nettamente 
piegato  in  modo  da  l'ormare  superiormente  un 
angolo  acuto  ed  inferiormente  un  angolo  ottuso. 

Man/ine  del  becco.  Intero  (iKTEGRUM),  senza 
solchi,  nò  intacchi,  né  denti  (Corvo);  smargi- 
nato (emarginatici),  con  una  o  più  curve  si- 
nuose, che  ili  solito  si  trovano  verso  l'apice  :  in- 


taccato  (crenatusi),  con  una  tacca  protuberante 
ed  una  opposta  rientrante  sulla  parte  laterale 
apicale  dello  mandibole  (Averla);  festonato  (si- 
NUATUM),  con  un  fac-simile  di  dente  ottuso  che 
fa  una  curva  dolce  a  guisa  di  festone  sul  mar- 
gine(-Frtteo);  dentellato  (dentici  i, a  ri  mi.  quando 
presenta  un  fac-simile  di  piccoli  denti  aguzzi 
verticali  (Mergus)  ;  seghettato  (serratum),  se 
con  processi  simili  a  denti  inclinati  verso  la 
parte  anteriore,  od  intaccature  come  una  sega  ; 
lamelloso-dentato  (laminoso-dentatum),  se  con 
laminette  trasversali  o  spigoli  paralleli,  piantati 
sugli  orli  della  mandibola  superiore  (Mestolone). 
Apice  del  becco.  Ottuso  (obtususi)  ;  aguzzo, 
(acutusi)  ;  uncinato  od  adunco  (adunci  mi.  che 
finisce  con  un  uncino  rivolto  all'ingiù  (Ra- 
paci) ;  unguicolato  (unguiculatum),  se  fornito 
all'apice  di  una  sorta  di  «  unghia  »  rivolta  al- 
l'ingiù e  talora  uncinata  (Anitre,  Marangoni). 
Superficie  del  becco.  Liscio  (I.AEVE)  ;  solcalo 
(si  i<  vii  m),  se  con  solchi  di  varia  forma  e  di- 
mensioni ;  coincidalo  (caniculatum),  se  i  solchi 
sono  allungati  e  simili  a  canaletti,  che  possono 
essere  longitudinali  e  profondi  su  ogni  lato  della 
mandibola  superiore  ed  estendersi  anche  nel- 
l'inferiore, se  il  becco  è  molto  compresso  (Fra- 
tereula);  rugoso  o  corrugato  (rugosum,  corru- 
gatosi), se  gli  spigoli  sono  prominenti  e  più 
a  tubercoletti,  che  a  spigoli;  a  spigoli  o  strialo 
(striatosi),  se  gli  spigoli  sono  abbastanza  di- 
ritti. 

La  differente  forma  dell'apice  del  becco  nitri 
nei  tempi  passati  importante  carattere  di  classi- 
ficazione, egli  uccelli  furono  divisi  in  quattro 
categorie  principali,  cioè: 

A  -  Hpìgnati.  Mandibola  superiore  più  lunga 
dell'inferiore  e  curvata  al  suo  apice  (Falchi). 

B  -  Ipognati.  Mandibola  inferiore  più  lunga 
della  superiore   (Sincopi). 

C  -  Paragnati.  Mandibole  pari,  o  quasi  in 
lunghezza  e  la  mandibola  superiore  non  cur- 
vata sulla,  inferiore,  come  nella  gran  parie  degli 
Uccelli. 

D  -  Melagnati.  Mandibole  incrociate  ai  loro 
apici,   come  nei    Crocieri. 

Le   forme    B  e    /'  sono  molto  rare. 
La  forma  del   becco,    inoltre,  fornì  altri   dati 
per  classificazione,  che  Ora  sono  quasi   affatto  in 
disuso,    ma   che,    siccome   si    sentono   spesso   ci- 
tare,  credo  utile   ricordale   nei   tipi   principali  : 
I  -  Uccelli   di   terra. 

1.  Tipo  fissirostre  o  latirostre,  dal  becco 
piccolo,  corto,  diritto,  ed  a  larga  spaccatura 
(Rondine,     L'ondane.    Succiacapre). 

2.  Tipo  dentiroslrc  o  dentato,  nel  quale 
si    trova  una  <<  sorta  di  dente  »  nella  mandibola 


\  l  l.  \s  l  l.    ORNITOLl  >GI<  0 


superiore  ed  un  intacco  corrispondente  nell'in- 
feriore (Averla,    Tordo.   Rigogolo). 

3.    Tipo    leu  il  irosi  re    0    sottile,    CO]    beCCO 

piccolo,  sonile  ed  una  apertura  boccale   poro 
estesa  (Picchio  imi  nitore). 

\.  'Tipo  curvirostre  o  curro,  col  becco 
di  tipo  tenuirostre,   ma  curvato  (Bampichino), 

5.  Tipo  acutirostre  o  acuto,  col  becco 
piccolo  e  molto  appuntito   (  Fiorrancino) . 

6.  Tipo  conirostre  o  conico,  co]  becco 
fatto  a  cono  (Passero). 

B  -  Uccelli  d'acqua. 

7.  'Tipo  longirostre  o  lungo,  becco  lungo, 
molle  e  con  spaccatura  poco  estesa  (Beccaccino). 

8.  Tipo  pressirostre  o  compatto,  becco 
duro,  leggermente  analogo  al  conirostre  (Pi- 
viere) . 

9.  Tipo  cultirostre  o  tagliente,  becco  duro, 
appuntito,  col  dorso  grosso  e  rotondo  ed  il  mar- 
gine tagliente  (Airone). 

10.  Lamellirostre  o  lamelloso,  becco  tor- 
nito di  dentellature  simili  a  denti,  o  di  lamelle 
sui  lati  del  becco  (Anitre). 

Tale  classificazione  è  però  affatto  artificiale, 
ed  a  questo  proposito  ricordo,  come  cultrato 
possa  dirsi  tanto  il  becco  dell'Airone,  quanto 
quello  dello  Storno,  e  come  quindi  convenga 
indicare  la  precisa  forma  del  becco  sotto  i 
relativi  gruppi  e  non  attenersi  alle  grandi 
linee  generali,  che  possono  svisare  facilmente 
la   verità. 

11  becco  ofl're  casi  di  dimorfismo  sessuale  in 
riguardo  alla  sua  forma  (Pellicani  e  Poldnella 
ili  unirci:  così  le  caruncole  o  rigonfiatine  nelle 
Galline  sono  proprie  ai  maschi  soltanto  e  man- 
canti nelle  femmine  e  le  differenze  sessuali  di 
colore  sono  in  generale  comuni  (Merlo,  Ger- 
mano reale). 

(Mi-Uccelli  non  offrono  un  naso  propriamente 
detto,  esso  è  rappresentato  dalle  narici  (nakes), 
che  internamente  si  aprono  nella  superficie  su- 
periore della  bocca,  mediante  due  fessure,  e  ta- 
lora una  soltanto;  le  narici  si  trovano  inserite 
sulla,  mandibola  superiore,  talora  nella  mem- 
brana cerosa,  ma  in  generale  sono  collocate 
plesso  alla  base  ed  allora  sono  basilari  o  sub- 
basilari; laterali,  se  sui  lati,  mciliinie,  se  circa 
sulla  metà  del  becco;  terminali,  se  all'apice 
i  Ipterige):  superiori,  se  sulla  parte  superiore 
del  becco;  mari/inali,  se  presso  il  tornio;  cul- 
minali, se  sul  culmine,  noi  qual  caso  possono 
essere  riunite  in  un  solo  tubo  (Procellaria). 
Sono  situate  in  una  depressione  rotonda  (fossa 
nasale)  od  allungata  (solco  nasale),  di  solito  si 
presentano  aperte,  o  talora  chiuse,  o  semichiuse 
da  una  membrana.  Possono  essere  nude  (nudai;). 


ovvero  più  0  meno  nascoste  I  il'  IAK|  da  penne 
molli,  o  seiolo>e  e  rìgide,  clic  proiettano  nella 
stessa  direzione  delle  penne  della  testa  od  in 
si  oso  opposto,  antrorse,  ad  esse  si  dà  il  nome 
di  auto  i  VNTIAE)  e  possono  l'ormare  due  ciuffi 
sui  due  t'ori  nasali,  o  abbracciare  con  uno  solo 
per  intero  la  base  del  becco;  le  narici  sono 
•pervie  (nares  perviae),  quando  la  loro  apertura 

è  esterna;  impervie  (NARES    IMPERVIAE),  (pianilo 

non  ne  presentano;  talora,  uccelli  della  stessa 
specie  lianno  le  due  l'orme  a  differenti  età  (Ma- 
rangoni).  Se   sono   comunicanti  ed  offrono   un 

solo  t'oro,  che  attraversa  il  becco,  si  dicono  per- 
forate, ed  imperforate,  se  tra  esse  esiste  un  setto 
nasale.  La  loro  apertura  esterna  può  essere  ili 
l'orina  lineare  o  intonila  ed  allora  si  presentano 
Oblunghe,    elittiche,    orali   ed    orale:    talora     sono 

concave  o  prominenti;  se  olirono  un  orlo  molto 
prolungato  o  soprastante  si  chiamano  tabulari. 

e  duplicate  se.  essendo  tubolari,  lianno  due  aper- 
ture all'estremità  ili  ciascuna,  l'aloni  osservasi 
una  scala  nasale,  che  sovrasta  l'omonima  aper- 
tura (Gallina),  o  che  presenta  uno  spazio  piatto 
come  un  tetto  ('Torcicollo):  considerale  in  di- 
rezione del  culuiiiie,  le  narici  possono  dirsi  J)n- 
rallele  od  oblique.  Una  membrana  ne  restringe 
l'apertura,  e  la  cinge  da  tutti  i  lati,  o  po- 
steriormente, o  la  sovrasta;  essa  può  presentarsi 
nuda  (Bigogolo),  pennuta  (Merlo  d'acqua),  fatta 
a  colta  (Fagiano)  o  piami  (Cicogna),  se  è  ri- 
coperta da  una  polvere  bianca  dicesi  farinosa 
(  Piccione). 

Entro  il  becco  troviamo  la  lingua,  organo  di 
grandezza  e  di  forma   assai   variabile. 
Consistenza  della  lingua: 

Carnosa  (Anitra),  molle  O  cartilaginea  (dallo), 
scuriosa   (  'l'orilo). 

-Figura   della   lingua  : 

Depressa:  cilindrica:  tiilailare  (TUBULOSA);  htm- 
brieiforme  (lumbriciformis) ;  rotonda  .•  filiforme. 
"Estremità  della  lingua: 

Acuta   (ACUTA);    lanceolata    (LANCEOLATA),  Se 

foggiata  a  lancetta;  bifida  (bifida),  se  l'apice 
è  diviso  iu  due  da  una  intaccatura  (Corvo); 
setolosa  (setosa),  se  fornita  di  setole,  (piando 
queste  sono  curvate  all'indietro  dicesi  uncinata 
(uncinata),  e  «piando  disposte  a  ciutt'etto  pen- 
nelliforme  (pennelliformis),  se  dirette  all'in- 
nanzi  e  parallele  pinniforinc  (pennacea);  la- 
cerata (lacera),  se  divisa  in  più  strie  longi- 
tudinali (Pecca fichi ')  ;  saclliforntc  (SAGITTATA), 
se  a  triangolo;  rotondata  ;  troncata  :  smarginala, 
se  presenta  intaccature. 

Dimensioni  della  lingua: 
Prece,  se  più  corta  del  becco  ;   mediocre,  lunga 
e  lunghissima  (cfr.  becco). 


VII,  w tNlTOl  0G1I  0 


Movimenti  dritti  lingua: 

Per  i  movimenti,  la  lingua  si  distingue  in 
estendibile  (extensilis),  se  può  essere  iu  parte 
protesa  inori  della  bocca;  vibratile  (vibratilis), 
quando  pini  venir  spinta  con  forza  fuori  della 
bocca. 

Superficie  della  lingua  : 

\ii'lu:  papillosa,  gè  fornita  di  papille;  ner- 
vosa (nervosa),  >-e  spigoli  prominenti  corrono 
pei  unta  la  sua  lunghezza;  lacera,  se  tagliata 
irregolarmente  e  piumata;  ciliare  (cimata),  se 
fornita  «ti  peli  rigidi  <>  di  setole;  dentellata,  se 

Cini    lamelle    0    proiezioni,    simili  il  (lenii,    nelle 

sue  parti  laterali    e    l'apice   conico    (i,amelli- 

ROSTRES). 

Nella  testa  ilo^ii  uccelli  distinguiamo  le  se- 
guenti parti:    Pileo  (pileus),  la  parte  superiore 

dalla    base    del     becco     alla  mica,    diviso   a   sua 

volta  in  fnmir  (frons),  parte  anteriore  del  pileo, 
vertice  (vertex),  la  pane  media  dello  stesso; 
occipite  (occiput),  la  posteriore:  nella  regione 
laterale  della   testa    noto,    le    ritinti    (lores),    lo 

spazio  tra  l'occhio  e  la  parte  laterale  basilare 
del  becco,  che  può  essere  nudo  (Podicipes), 
coperto  di  setole  [Falco)  <>  di  penne  (Pemis); 
la  regione  oftalmica  o  periorbitale  o  perioculare 
phthalmica),  lo  spazio  d'attorno  l'oc- 
chio, diviso  in  regione  sopra-orbitale,  r.  post- 
orbitale,    r.   ante-orbitale,    r.    in/ra-orbitale ;   lo 

Spazio   Orbitale    (ORBITA),    lo  spazio  circolare  del 

tutto  prossimo  all'occhio  sia.  pennuto  [penne 
ciliari),  sia  nudo;  la  regione  auricolare  o  paro- 
lirti  (regio  parotica),  lo  spazio  d'attorno  l'o- 
recchio, che  e  di  solito  situato  un  po'  al  disotto 

ed  ali 'indietro  dell'occhio  :  le  tempia  (TEMPOR  l  ), 
lo  spazio  tra  l'occhio,  il  vertice  e  l'orecchio, 
non  ben  distinto  dallo  spazio  post-orbitale  :  le 
guancie    (GENA),    lo  spazio  tra  la  base  del  becco, 

la  fronte  e  l'occhio. 

Nella    parte    laterale    della    Icsla    s'aprono    n'ii 

occhi,  essi  si  dicono  laterali  se  sono  situati  sui  due 

lati  della  stosa,  cioè  uno  sul  sinistro  e  l'altro 
sul  destro,  come  nei  Falchi  e  nella  massima 
parte    degli    I   cecili,    talora    sono     inseriti    mollo 

all'indietro  I  Beccaccia),  sono  anteriori,  se  aperti 
sul  lato  anteriore  della  testa,  e  se  guardano 
quindi  ambedue  in  avanti  come  nei  Rapaci 
notturni  e  nelle  Miitnitlli.  Come  prominenza, 
diconsi  incassati  mici  u  cavi)  nei  Rapaci  diurni; 
sporgenti   (eminentes),    se  sporgono  molto   -ni 

pia Iella  testa,  come  nei  Rapaci  notturni n 

incassati  o  superficiali   (si  perfn  iales),    se  allo 

-lesso  livello  (Iella  lesta  come  negli  A  titillili,  (ic. 

L'occhio  ha  ire  palpebre,  l'ima  superiore,  l'altra 
inferiore,  la  terza  detta  membrana  militante 
(membrana    8X<  citans),    es^a    e    trasparente  e 


biauco-avgentina,  per  mezzo  di  contrazioni  del 
muscolo  piramidale  viene  spinta  obliquamente 

-lilla  superficie  .'intcriore  dell'occhio,  ed  in  dati 
casi  serve  a  moderare  l'eccessiva  luce  solare 
|  Rapaci  notturni). 

(■li     Uccelli     non     hanno     orecchie    esterne   a 

padiglione,    come   quelle  dei    mammiferi  :    ma 

esiste  un  t'oro  auricolare,  aperto  di  solito  in  si- 
tuazione postero-inferiore  all'occhio  e  coperto 
in  generale  di  penne  con  struttura  speciale,  a 
barbe  molli  e  decomposte  (cuoprilrici  aurico- 
lari), certamente  così  formate  per  non  intral- 
ciare di  troppo  la  percezione  dei  suoni  :  il 
meato  auricolare  è  nudo  negli  avvoltoi  e  nello 
si  ruzzo:  la  Beccaccia  ed  i  Beccaccini  hanno 
il  t'oro  auricolare  sotto  gli  occhi  o  non  all'in- 
dietro di  essi,  ed  alcuni  Rapaci  notturni  of- 
frono padiglione  esterno,  cioè  una  ripiegatura 
più  o  meno  prominente,  che  agisce  come  una 
valvola. 

La  testa  ed  il  collo  di  molti  ucci  Ili  >i  presen- 
tano nudi  del  nulo  o  parzialmente,  ma  ciò  non 

significa    che    manchino    all'atto    le    penne,    bensì 

che  la  copertura  e  t'ormala  di  filopiume,  e • 

degli     Avvoltoi;    anche    la    gola    olire  nudità .  che 

alle  volle  l'ormano  sacchi  golari  (Marangoni) 
0  borse  mollo  estese  (Pellicani).  Talora  le  an- 
zidette parti  sono  ornato  di  ciuffi  t'orinati  di 
penne,  semplici.  0  speciali.  0  sono  fornite  di 
creste,    di    coma,     di    verruche    e   di    caruncole. 

che  costituiscono  le  parti  aecessorù   della  testa 

e  del  collo,  tra  le  quali  distinguiamo  le  seguenti  : 

Ciuffo,  detto  anche  impropriamenteerestejè  un 

complesso  di  penne  pili  lunghe  delle  altre  cir- 
costanti, che  -i  trovano  sul  pileo  0  sulla  nuca 
e  che  possono  venir  rialzate  dalla  volontà  del- 
l'animale, e  qui  incidentalmente  nolo. come  tutti 

e,ii    uccelli    nei    II enti  di  eccitamento  possono 

ci  igere  le  penne  della  testa  cono  a  piccolo  cintili, 
anche    se    esse    non    sono    allungate;    le   penne 

del  ciuffo  ponno  essere  di  struttura  connine, 
od  allargate  ed  allungate,  o  presentare  una  tes- 
situra speciale,  i  ciuffi  possono  essere  aperti  o 

chiusi    a    gUÌBa    di    ventaglio    e    le    penne    sparse 

qua  e  là  irregolarmente  od  in  file  mediane  e 
trasversali  od   a    complesso   globulare,    situate 

nel    mezzo    della     lesta     come    nella    Cincia    col 

ciuffo,  sul  vertice,  sulla  fronte  o  sulla  nuca  ;  la 
loiiua  più  comune  e  quella  di  tipo  occipitale  ; 
se  il  ciuffo  e  pieghevole  dicesi  pi.icatilis  ;  nel 

pili    dei    casi    esso    e     semplice    e    tilt  riti  it  ni,    ma 

in  alcuni  uccelli  caduco  e  temporaneo  offrendo 
un  carattere  tli  stagione  I  Phalacrocorax  gracu- 
Uis);  alni  sono  doppii  e  temporanei  e  costi- 
tuiscono carattere  di  livrea  o  di  sesso,  come  i 
.<  cornei  li  »  nel  maschio  dell'Allodola  gola  gialla, 


mi  w :\ ICO 


il  collaretto  esteso  sulla  gola  e  sul  davanti  del 
collo  eil  i  ciuffi  auricolari  «lei  Combattente  <■ 
così  via;   i  dopiti  ciuffi   laterali   non   sono  però 

Sempre  decidui,  come  osservasi  nei  cosi  delti 
«corni»  (PENNAE  AURICOLA tMES)  dell'  Al- 
locco selvatico,  e  speSSO  sin (imposti  di  penne, 

ulne  che    allungate,  singolarmente    > liticale 

quanto  a  struttura.  Così  negli  Uccelli  di  Rapina 
notturni  ed  in  qualche  alno  genere,  la  parte 
anteriore  della  testa  ha  le  penne  molli  foggiate 

in  modo  da  tonnare  un  cerchio  tacciale  del  lo 
disco  o  cerchio  (ZONA  I  Ai  lAI.Is),  esso  è  com- 
pleto se  è  tanto  alto  al  disopra  die  al  disotto 
degli  occhi  (Syrnium),  incompleto  nel  caso  op- 
posto {Curine),  tali  piume  sono  molli,  decom- 
poste i'  setolose:  altre  volte  le.  penne  della, 
gola  e  del  davanti  del  collo  l'orinano  compiei  i 
collaretti  elle  sono  temporanei  (Combattente). 
Mustacchi  o  baffi  o  basette  (MTSTACES),  sono 
penne  di  tipo  ordinario  o  setole  rigide  inse- 
rite sui  lati  delle  guancie  verso  lineili  del  collo 
(regione  o  linea  inalarci,  anche  a  ino'  di  due 
macchie  (viTTAJB  GENALEs),  e  che  danno  lisio- 
noniia  speciale  all' uccello  (Basettino,  Fal- 
cone). Barba  (barba),  ciuffo  di  peli  (penne 
modificate  e  ridotte)  o  di  penne  pendenti  in- 
serite alla  base  della  mandibola  interiore  (Av- 
voltoio degli  agnelli),  o  sulla  gola,  o  sulla 
parte  anteriore  del  collo  e  del  petto.  Conni 
(COKNU),  processo  corneo  di  una  qualsiasi  parte 
della  testa,  p.  es.,  il  corno  frontale  della  Pa- 
lamedea,  o  lo  scudo  o  placca  frontale  del  l'olio 
sultano  e  della  Folaga.  Verruche  o  papille  (pa- 
im  i. lai;),  piccole  escrescenze  carnose  nude  si- 
tuate (pia  e  là  sulla  testa  ;  caruncola  (<  \uuncula), 
pure  escrescenze  carnose  di  varia  forma  e  con- 
sistenza, che  si  trovano  sulla  cera,  sulla  parte 
superiore  della  testa, sul  le  palpebre,  sul  collo,etc; 
barbiglioni (p alea),  caruncole  allungale  e  pen- 
denti, attaccate  sulla  mandibola  interiore  e  sulla 
gola    {Calli/*). 

Cavezza  (capistri  ih),  è  la  parte  anteriore 
della  lesta  tutt'attorno  al  becco,  così  distinta 
quando  presenta  tinte  che  si  staccano  notevol- 
mente dalle  circostanti  e  formano  uno  spazio 
differenziato  (Cardellino),  come  la  parte  supe- 
riore  della  testa  (pileo)  può  offrire  uno  spazio 
scuro  e  di  tinte  differenti  dalle  circostanti,  che 
si  dice  calotta  e  che  forma  un  carattere  dia- 
gnostico importante  (Capinera).  Sopracciglio  o 
/'amia  sopracciglia/re  (supercilium  o  fascia  si - 
PERCILIARIS),  si  chiama  una  banda,  di  solito 
di  tinta  chiara,  che  dalla  base  del  becco,  passa 
sull'occhio  e  termina  sull'orecchio,  ossia  costitui- 
sce il  bordo  laterale  del  pileo  (  Lui).  Nella  testa, 
oltre  al  sopracciglio,  notiamo  talora  anche  làscio 


mediane  e  laterali  e  piii  precisamente  ricordo: 
la  linea  mediano  longitudinale,  che  corre  sulla 
parie  mediana  del  pileo.  dal  culmine  alla    nuca. 

eche  spesso  è  colorita  vivacemente  (  Fiorrancino) 
e  le  linee  longitudinali  laterali,  cioè  quella  tra 
il  sopracciglio  e  la  mediana  (Pagliarolo)  e  la 
stria  laterale  che  può  essere  lorale,  se  e  sulle 
redini,  trasversale,  se  attraversa  gli  occhi,  post- 
orbitale,  se  -i  estende  solo  al  di  là  di  essi  ■.  le 

dette  fascio,  se  strette,  diconsì  Strie  0  strisci,  ,  gè 
larghe   haiitlc   o   l'osi  ie. 

Il  Collo  sembra  un  cilindro  ;  esso  varia  gran- 
demente in  lunghezza,  a  seconda  del  numero 
delle  vertebre  «die  lo  formano,  non  è  mai  molto 
cono,  ma  almeno  abbastanza  lungo  pei  toccare 

co]  becco  la  glandola  uropigea  (efr.  p.  12)  e  sem- 
bra  che   la  sua    proporzione   stia    in   rapporto 

colla,  lunghezza  delle  gambe,  e  chi'  tale  dimen- 
sione sia  necessaria  per  poter  con  esso  toccar 
terra  per  procurarsi  il  cibo:  pelò  vi  sono  ec- 
cezioni, come  nel  Citino  che  ha  collo  lunghissimo 
e   gambe    molto   corte.    11    collo   e   assai    mobile. 

esso    imo  essere  contratto  e  spinto  all'innanzi 

con  mirabile  forza  e  celerità,  in  grazia  di  spe- 
ciali muscoli  e  di  ossa  particolarmente  costi  une. 
talora  è  in  parte  nudo  o  coperto  di  penne  filiformi 
e  setolose,  0  fornito  da  altre  piume  orna  meli  tali, 
come  ciuffi  lineali  (Serpentario),  od  allungale, 
oil  a  barbe  disunite,  che  si  riscontrano  sulla 
regione    della    gola,    del    collo    e    dell'alto    petto 

(Garzette);  di  rado  il  collo  è  caruncolato. 
Nel    collo    distinguiamo:    la    -parte  anteriore   e 

la  posteriore;  ed  in  quest'ultima  la  cerner  (CER- 
vix)  o  parie  superiore  del  collo,  la  parte  più 
alta  del  collo  che  confina  coll'occipite  e  si  dice 
anche  regione  cervicale;  la  nuca  o  rei/ione  mi- 
etile (mia)  detta  anche  alto  collo,  la  parte  del 
collo  che  confina  col  dorso;  aiuhcnio  >  w  i  in  - 
Min),  è  la  mediana  tra  la  nuca  eia  cervice.  I  .a 
porle  anteriore  del  collo:  si  divide  in  inculo  (MEN- 
IMI), che  è  la  parte  nuda  o  pennuta,  situata 
tosto  all'indietro  dei  due  rami  della  mandibola 
inferiore:  lo  spazio  tra  esso  e  la  gonide  (punto  di 
congiunzione  dei  due  rami)  è  dello  spazio  in- 
tcrrainalc  (cfr.  pag.  '■'■):  gola  (GULÀ),  e  la  por- 
zione inferiore  del  collo,  che  conlina  col  inculo  ; 
gozzo  (.in.ri.iMi,  la.  parte  pili  bassa  de!  collo 
che  sta  tra  la  gola  od  il  petto  e  dicesi  anche 
doranti  del  collo,  come  alla,  gola  ed  al  gozzo 
sì  da  il  nome  generale  di  gola,  da  ciò  macchia 
o  spazio  giugulare      gola. 

Il    Tronco    è    di    forma   ovata,    talora     si    pre- 
senta,    molto    compresso    (Aironi)     o     assai     de- 
presso  (Anitre);   in  esso  distinguiamo   una   re 
i/ione    dorsale    o    Superiore    (NOTAEUM)    ed     una 
reni  ni  le  od  inferiore  m.  \  mi:  ali  li) .  Comunemente 


Atlante  ornitologico.  —  hiu    I 


10 


\  Il  \\ tNl  rOLOGK  " 


parlando,  si  dice  il  disopra  ed  il  disotto  o  ;/«- 
streo,  intendendo  col  primo  le  parti  superiori 
e  coi  secondi  le  inferiori  e.  quantunque  arbi- 
traria, e  divisione  affatto  indispensabile;  so  noi 
immaginiamo  una  linea  che  dall'angolo  del 
becco  corra  sui  lati  del  cullo  e  sui  Banchi  lino 

sui  lati  della  base  della  eoda,  la  parte  del 
Corpo  clic  sia  al  disopra  di  tale  linea,  com- 
presa la  superficie  superiore  delle  ali  e  della 
coda  costituisce  le  partì  superiori  od  il  cosi 
delio  disopra,  mentre  quella  che  sta  al  disotto. 
compresa  la  superficie  inferiore  delle  ali  e  della 
coda,  costituisce  le  parli  inferiori  od  il  così 
deito  disotto  e  gastreo.  Né    il    notaeum,  né  il 

GASTRAEl  M  sono  mai  nudi,  soltanto  il  ( .  \ > ri:  \  i  i  m 
in  certi  uccelli,  durante  l'epoca  delle  cove.  pre- 
Senta  qualche  ]iaile  nuda  o  semi-nuda,  dovuta 
al  l'alto  clic  i  delti  uccelli  si  strappano  il  piu- 
mino  e   le    penne    pei     nascondere    le  uova  o  pei 

rendere  morbido  il  nido,  lalma  invece  sono  le 
penne  che  si  consumano  sull'addome  pei-  lo 
sfregamento   palilo   indio   stare   accovacciati  a 

covare:    lauto    il    GASTRAEUM,    che   il    NOTAEUM 

presentano  treni  anteriori  e  posteriori  di  penne 
ornamentali    o    porzioni    coperte   di   penne  em- 
bricate, eie.  Nella  regione  dorsale  ad pie  tro- 
viamo:  il  dorso  (dorsum),  che  sarebbe 
lo  spazio 'dal  collo  alla  base  della  coda, 
ma  propriamente  s'intende  la  porzione 

alla    del    tronco,    che   confina    col    collo; 

la  schiena  o  regione  interscapolare  (in- 
i  i  i:-i  miiii  m),   la    regione    del    tronco 

(die   giace    Ira    le   ali;    tergo  (TERGI  MI.   o 

basso  dorso,  la  regione  tra  la  schiena 
ed  il  groppone;  groppone  (i  rofygii  m), 
la  parte  estrema  posteriore  del  tronco 
(die  confina  col  sopracoda,  i  suoi  fian- 
chi, detti  lati  del  groppone,  talora  pre- 
sentano penne  specialmente  modificate; 

sopracoda    è    la    parie    più    est  rema    del 

tronco,  che  confina  colle  cuopritriei  su- 
periori (lilla   coda,  eolle   ((itali    spesso   si 

confonde  o  s'immedesima,  e  risulta  con- 
tiguo alla  base  della  eoda;  per  munitilo 
s'intende    il    dorso,    le    scapolari    e    le  ali 

piegate,  specialmente  quando  tali  parti  offrono 
tinte  unite  e   speciali  come   uei   Gabbiani,  ma 

talora  invece  mantrUti  è  sinonimo  di  tlnrsa  ; 
sjHilUi  (humerus),  e  la  regione  laterale  del 
tronco  contigua  al  collo,  alla  schiena  ed  al 
petto;  davanti  alle  spalle  si  trovano  talora 
gruppi  di  penne  detti  spallacci  (hTJMKRALIA), 
che    sono    collocati     propriamente    sui     lati    del 

petio  e  coprono  l'angolo  dell'ala,  quando  essa 

è    aderente  al  corpo,   ma  si    riscontrano  in  poche 

specie  di  uccelli  (.1  rrfi 


Nella  regione  ventrale  troviamo  anzitutto  :  il 

GASTRAEl  M.  (die,  oltre  ad  essere  lo  spazio  in- 
feriore del  tronco  (dal  collo  alla  coda),  si  consi- 
dera anche  per  tutta  la  faccia  inferiore  del 
corpo,  dal  mento  alla  coda;  il  petto  (pectus),  la 
parte  che  copie  in  sterno  e  giace  tra  il  collo  e 
l'addome,  diviso  in  alto  petto  o  parte  anteriore 
tiri  /itili),  ed  in  liasso  petto  o  parte  posteriore 
od  inferiore  del  petto;  ascelle  •  \\n  i  \i    .   i  due 

lati  del  petto,  cioè  la  parie  sii  nata  presso  la  base 

dell'ala;  ipocondrio  (hypochondrh  m),  la  parte 

la  lei. ile  del  tronco  situala  tosto  al  di  sotto  dei  lati 

del  tergo  e  del  groppi e  (die  arriva  sino  alla 

parie  posteriore  del  petto  e  dell'addome;  ad- 
dome (abdomen),  la  regione  media  del  gastreo 
tra  il  petto  ed  il  sottocoda;  èpigastro  (epiga- 
stri! mi,  la  pane  alta  dell'addome  contigua  al 
l'eli":  ventre  (venter),  la  parte  media  dell'ad- 
dome contigua  al  sottocoda  ;  sottocoda  (i  rissi  «  . 
la  parte  estrema  del  gastreo  contigua  alla  base 
della  coda,  e  che  confina  colle  cuopritriei  in- 
feriori della  slessa,  con  le  (piali  talora  si  con- 
fonde e  corrisponde  al  sopracoda  ;  lati  della  testa, 

tirili!  titilli.  i'lr..  sono  le  parli  laterali  di  tali 
regioni;  fianchi  (ima),  pure  gli  spazii  laterali 
tra     la     regione     dorsale,    il    petto   e,    l'addome; 


A  Li  ili   un    I  Ci'ello. 

1.  Remiganti  primarie  -  2.  Remiganti  secondarie  -  3.  Penna   spuria 
l.  Cuopritriei  primarie  superiori   -  "•.  Ala  bastarda  ■  n    Grandi  cnopri 

trici  secondario  -  7.  Cuopritriei  mediane  se iarie  superiori  -  s.  Piccole 

cuopritriei  secondarie  superiori  ■  9.  Remiganti  cubitali  o  terziarie. 


calzoni  (femorali a),  quelle  lunghe  penne,  pen- 
denti e  pili  lunghe  (lidie  altre,  piantale  sul  lato 
esterno  delle  ".ambe  di  eerti  uccelli,  ed  in  al- 
cuni gruppi  molto  sviluppale  (Falchi,  l'urlili). 
I.e  Ali  degli  recelli  rappresentano  in  essi  gli 
aiti  anteriori,  ossia  il  braccio  umano  e  come 
esso  orinino  la  parte  prossimale  (braccio),  il 
cui  osmi  dicesi  murra,  la  parie  media  (avam- 
braccio), con  due  ossa  che  sono  il  radio  e  Vitina, 
e  la  parte  disiale  (mano)  con  varie  ossa,  e  che 
e  una  mano  imperfetta,  ove  notiamo,  a    varii 


ITLÀNT]     "KMTOLOGICO 


11 


gradi  <li  sviluppo,  i  diti  indice,  medio  e  pol- 
lice  rivestiti  di  pelle  e  poi  di  penne  in  modo, 
che  non  sono  visibili  esternamente,  nei  diffe- 
renti tipi  ornitici  essi  si  riscontrano  più  o 
meno  Dettamente  distinti,  come  l'ala  è  svilup- 
patissima  nei  grandi  volatori  ed  è  piccola  ed 
imperfetta  nello  Struzzo  ed  affini  e  rappre- 
senta Vorgano  essenziale  del  volo;  ma  negli  uc- 
celli che  non  volano  serve  ad  altri  usi.  così  nello 
Struzzo  quale  aiuto  alla  corsa,  nei  Pinguini  an- 
tartici come  paletta  pel  nuoto,  ciò  clic  osservasi 
aneli  e  nelle  nostre  Suolatile,  che  sono  però  anche 
atte  al  volo:  L'ala  è  sempre  presente  e  perfetta 
nella  massima  parte  degli  Uccelli  viventi  ed 
imperfetta  solo  in  pochi  di  essi  (Apteryz,  Stru- 
i/iin  e  l'orme  affini,  Pinguini  propriamente  detti, 

Ucù  impennis,  però  quest'ultima  sembra  oramai 
del  tutto  estinta  . 

Le  penne  delle  ali  si  distinguono  in  tre  ca- 
tegorie: 1°  uhi  bastarda  o  spuria  (alui.a)  ; 
2°  remiganti  (remiges),  clic  corrispondono 
alle  timoniere  (cfr.  pai;.  13);  3°  euopritrici  (li  i  - 
rBICKS  .  ili'  corrispondono  in  qualche  modo 
alle  euopritrici  della  coda  (cfr.  pan.  13);  inoltre 
notiamo  la  faccia  superiore  ed  inferiore  del- 
l'ala. La  faccia  superiore  dell'ala  presenta  l'-l- 
littu.  ula  bastarda  o  spuria  o  falsa  (ai.ula), 
clie  è  un  gruppo  di  penne  piantate  sul  pollice 
dietro  l'angolo  dell'ala,  in  modo  che  giacciono 
lungo  il  bordo  esterno  e  frontale  della    -tessa, 

non  so la  confondersi  con  la  penna  bastarda 

o  spuria  (cfr.  pag.  12),  sono  importanti  dal 
lato  morfologico  e  talora  offrono  un  carattere 
esterno  di  qualche  valore,  presentandosi  con 
tinte  speciali  o  sostenendo  uno  o  più  tuber- 
coli (pollice  armato)  di  forma  più  o  meno 
aguzza,  che  alle  volte  sono  a  struttura  ili  sprone, 
in  numero  di  uno  o  due  e  dicesi  allora  a  Strut- 
tura CAI.CARATA.  I.e  remiganti  sono  grosse  penne 
più  o  meno  robuste,  resistenti  e  lunghe,  inse- 
rite sull'avambraccio  e  sulla  mano  (il  pollice 
eccet i nato)  e  formano  il  principale  strumento 
del  volo.  Sono  di  forma,  di  struttura  e  di  nu- 
mero Variabile,  COSÌ  si  presentano  poco  svi- 
luppate negli  Unni  e  mi  Casoari,  rudimentali 
aélVApterige,  molli  e  piumose  nello  Struzzo, 
ridotte  a  coiti  scalette  sulla  palella  alare  del 
Pinguino  antartico;   variano  pel  numero  da  1G 

Uccelli  ni"  < n  a  !"  I immillili  .  I.e  remiganti 
si  dividono  in  tre  categorie:  Eemiganti  primarie 
dette  anche  solo  primarie  i  rkmiges  primari  m 
remiganti  secondarie  o  secondarie  (remiges  se- 
cundariae)  ;  remiganti  cubitali  o  remiganti  ter- 
ziarie 0  terziarie  0  seemiilurie  interne  (RKMIGES 
CUBITALE*  O  REMIGES  TERTTABIAE).  11  loro  ves- 
sillo esterno  è   sempre   più   stretto  dell'interno, 


tranne    in    pochi    casi    nelle   terziarie:     le     penm 
Mino    inserite     in     modo   che    il    vessillo    (•-terno 

sta  al  disopra  dell'interno  di  ogni  remigante, 
quello  essendo  rigido,  questo  più  molle.  È  ora 
provato  che  nel  volo  hanno  luogo  moti  rota- 
torii  nei  vari  movimenti  di  battuta  e  di  ripn 
nei  quali  l'aria  può  passare  liberamente  tra  li- 
penne:    le   remiganti    sono   di    solito   lanceolate, 

cioè  decrescono  gradualmente  restringendosi  e 

terminano  in  punta,  sedi  un  tratto  divengono 
strette  si  dicono  smarginate,  se  presi  ntano  una 

incisione  intaccate,  se  tagliate  nettamente  tinn- 
ente, se  obliquamente  e  con  margini  obliqui 
sinuate.   I.e  remiganti  primarie  -uno  le  esterne 

attaccato  sulle  due  ultime  articolazioni  ossa 
della    mano   e   dei    diti,    eccettuato  il  pollice  .  di 

regola  s le  piii  lunghe,  le  più  forti  e  resi- 
stenti e  sempre  in  numero  da  nove  a  dieci,  lo 

Struzzo   ne   ha    -edici  :    l'apice   delle   più  lunghe 

remiganti   primarie   costituisce    in    generale  la 

punta  dell'ala,  e  la  sua  lunghi  zza  e  data,  di  so- 
lito, dallo  spazio  intercedente  tra  la  parte  ba- 
silari- della  mano  (piniom  all'apice  o  cima  di- 
stale della  penna  più  lunga  :  le  remiganti  se- 
condarie sono  quelle  attaccate  sull'avambra 

.  flessibili,  déboli  e  cedevoli;  le  remiganti 
cubitali,  terziarie,  o    più    semplicemente    dette 

Secondarie  interne  s'attaccano  sull'omero,  esse 
e  le  vele  secondarie  variano  in  numero  da  sei 
a  trenta,  le  terziarie  non  esistono  veramente 
in    tutti    gli    uccelli,    ma    si    da    tal    nome    a  due 

0  in-  secondarie  interne  di  tinta  differente,  ta- 
lora   vanno   confuse  colle  scapolari,  quantunque 

il  pterilio  (cfr.  pp.  24-25)    ne  sia  differente, 

1  38e  sono,  come  dissi,  poche  ed  in  generale  in- 
distinte, ma  in  alcuni  generi,  come  aé\V Allo- 
dole, sono  molle  lunghe,  talora  forniscono  ottimi 

caratteri  specifici  e  assomigliano  alle  grandi 
CUOpritrici  in  quanto  a  colore;  come  pure  lum- 
ie secondarie,  prese  in  senso  lato,  possono  avere 

grande  sviluppo,  talora  e ine  (Argo)  e  sor- 
passare le  primarie  in  lunghezza,  offrendo  ca- 
ratteri  diagnostici  importanti.  La  proporzione 
delle  remiganti  primarie,  specialmente,  presenta 
un  ottimo  carattere  per  riconoscere  date  specie 
di  uccelli,  nonché  per  distinguere  generi  e  fa- 
miglie; ma  questi  (lati  devono  verificarsi  su  nu- 
merosi soggetti,  ne  -ono  sempre  del  mito  ap- 
prezzabili, giacché  lo  sviluppo  delle  penne  può 

riuscire  incompleto  pei-  la  muta  o   p088 iSSBl 

consunte,  spezzate  od  accorciate  dalle  intem- 
perie o  dall'uso  diuturno,  sicché  per  accertarsi 
di  un  carattere  differenziale  conviene  possedere 
più  esemplari  e  presi  in  epoche  differenti.  Altro 
carattere  ottimo  è  quello  offerto  dalla  la  remigante 
primaria  0  la    10'.    come   altri  dicono,  hi  (piale 


12 


ATLANTE    ORNITOLOGICI  > 


varia  assai  nelle  dimensioni,  si  dice  penna 
spuria  o  jiniiid  bastarda  8e  misura  un  terzo  o 

meno   della    -J   ,    talora    è    metà  (li  essa,  tal'all  la 

molto  lunga  o  invece  rudimentale,  piccolissima, 
imperfetta  (obsoleta)  e  può  confondersi  con 
una  cuopritrice,  tal' altra  sarebbe  mancante.  A 
distinguerla,  il  Savi  dice,  che,  se  è  una  cuopri- 
trice, avrà  la  sua  pagina  inferiore  appoggiata 
sulla  pagina  superiore  della  seguente  remigante; 
che  se  invece  è  una  remigante,  avrà  la  sua  pa- 
gina superiore  appoggiata  sulla  inferiore  della 
più  prossima  remigante,  ina  a  me  pare  che 
non  si  possano  mai  confondere.  Alcune  famiglie 
di  Passeracei  (Fringillidae,  Motacillidae.  Hirundi- 
nidae)  sono  caratterizzate  da  nove  remiganti  1"' 
(Oscines  novempennatae  -  Passeresfringilliformes). 
ammettendosi  che  la  penna  spuria  o  1  '  remi- 
gante primaria  manchi;  in  realtà  però  sembra 
ch'essa  sia  sempre  presente,  ma  si  offra  affatto 
rudimentale,  imperfetta,  stretta,  rigida,  e  del 
tutto  nascosta  dalla  sua  più  lunga  cuopritrice. 
ciò  che  renile  impossibile  vederla  dal  di  sotto, 
ed  il  carattere  così  enunciato  sorse  in  l'ausa 
dei  pochi  individui  osservati  dagli  Autori,  come 
accade  sovente;  sicché  di  regola,  in  quelle  fa- 
miglie,  nelle   quali    si    suppone    manchi,    invece 

nove  sarebbero  le  primarie  con  completo  svi- 
luppo e  la  spuria,  o  1",  o  10a  sarebbe    ridotta 

ad  una  penna  di  minime  dimensioni,  nascosta 
dalle  1''  cuopritrici  e  dal  vessillo  esterno  della 
2a  remigante  primaria  e  talora  misurerebbe 
meno  di  ni.  0,UI003  in  lunghezza  totale;  ed  in 
generale  si  intenderebbe  significare  ciò,  quando 
si   dice  che  la  penna  spiniti   è  mancante. 

Le  Cuopritrici  (tectrices)  sono  le  penne  de- 
stinate a  coprire  e  rafforzare  la  faccia  superiore 
ed  inferiore  dell'ala,  e  si  possono  paragonali' 
alle  cuopritrici  della  coda,  ma  ne  differiscono, 
essendo  di  regola  forti  e  resistenti;  esse  si  sud- 
dividono in  cuopritrici  superiori  ed  inferiori, 
e  quelle  in  due  gruppi,  cioè  (A)  quelle  che 
s'inseriscono  sulla  mano  ornitica  (PINION)  e 
coprono  le  basi  delle  primarie  remiganti,  e  (JS) 
quelle  che  coprono  la  base  delle  remiganti  se- 
condarie, e  la  parie  dell'ala,  sovrastante,  quindi 
abbiamo  :  A  -Cuopritrici  primarie  superiori,  dette 
anche  cuopritrici  superiori  licite  remiganti  pri- 
marie, o  cuopritrici  maijijìori  esterne,  s'inseriscono 
sulla  mano  ornitica.  coprono  la  base  delle  pri- 
marie remiganti  e  sono  in  due  serie,  la  seconda 
delle  (piali  più  piccola  e  sempre  nascosta  dall'ala 
bastarda.  />'  -  Le  cuopritrici  della  seconda  ca- 
tegoria, del  te  cuopritrici  seco  mia  rie  superiori  s'in- 
seriscono sull'avambraccio  e  sono  divise  in  tre 
categorie:  a)  -  grandi  cuopritrici  secondarie  su- 
periori (tectrices  m  ijores  o  pteromata),  dette 


anche  semplicemente  grandi,  maggiori  o  pri- 
marie cuopritrici,  sotto  il  quale  ultimo  nome  pos- 
sono confondersi  con  le  cuopritrici  del  gruppo 
-I.  sono  le  più  grandi  e  posano  in  gran  parte 
sulla  base  delle  remiganti  -' .  offrendo  caratteri 
speci  liei  importanti  per  le  tinte  e  perle  fascie  api- 
cali  e  basilari,  che  talora  presentano:  />)  -  cuo- 
pritrici Mediane  secondarie  superiori  (TECTRICES 
mediae  o  pula),  dette  anche  semplicemente 
cuopritrici  mediane,  o  cuopritrici  secondarie  sono 
quelle  che  coprono  le  grandi  cuopritrici  e  stanno 
tra  esse  e  le  piccole  :  e)  -  piccole  cuopritrici  secon- 
darie superiori  (tectrices  parvae),  dette  anche 

cuopritrici  piccole,  o  minori,  sono  più  serie  di 
piccole  penne  inserite  in  modo  da  coprire  la  base 
delle  cuopritrici  secondarie  e  la  porzione  più  an- 
teriore dell'ala  :  le  cuopritrici  dell'omero  I  termine 
poco  usato)  sarebbero  serie  di  piccole  penne  in- 
serite al  di  so;  ira  dell'omero,  non  sempre  presenti, 
molto  sviluppate  nelle  Anitre,  nelle  quali  pos- 
sono facilmente  distinguersi  dalle  scapolari, con 
le  quali  vanno  sovente  confuse;  il  paraptero 
(PARAPTERUM)  o  penne  scapolari,  sono  lunghe 
penne  che  originano  dall'omero  e  si  dirigono 
verso  la  parte  posteriore  del  tronco,  sono  più  0 
nicno  allungate,  e  coprono  in  varia  misura  l'ala. 
quando  è  chiusa;  per  eamptei'io  (camptekium), 
si  intende  quella  rivestitura  di  piccole  penne 
che  nasconde  il  margine  anteriore  dell'ala,  spe- 
cialmente sull'angolo  anteriore  (lidia  stessa  ;  an- 
golo dell'ala  (flexura  alae),  è  l'articolazione 
del  cubito  col  cor] io  ;  margine  dell'ala  (margo 
alai.),  è  la  serie  di  piccole  penne  che  coprono 
il  solo  spigolo  anteriore  dell'ala  ;  specchio  (spe- 
COLUM),  è  una.  serie  di  penne  sopra  e  sotto 
l'ala,  che  offre,  nella  parte  esposta,  colore  ben 
distinto  dalle  circostanti  e  più  che  altro  si  ap- 
plica allo  spazio  lucido,  metallico,  e  talora  a 
riflessi  che  giace,  a  forma  di  parallelogrammo, 
sulle  remiganti  secondarie  delle  Anitre;  ditto 
spazio  può  essere  anche  di  colorazione  ordinaria. 
ed  esteso  pure  sulle  stesse  porzioni,  o  su  parti 
leggìi  incute    più    larghe    (Averla    maggiore)  o 

sulla  base  delle  remiganti  (Stercorario),  ed  in 
altre  parti  delle  ali.  tanto  nella  faccia  superiore 
che  nell'inferiore;  nella  superficie  inferiore  delle 
ali  troviamo  le  sue  cuopritrici  inferiori  (TEC- 
TRICES INFERIORES),  che  si  dividerebbero  in 
primarie  e  secondarie,  come  per  la  faccia  supe- 
riore, iliache  per  maggior  comodità  si  chiamano 
cuopritrici    inferiori    delle    ali,     faccia     inferitile 

dille  ali.  o  disotto  delle  ali;  ascellari  (axillares), 
si  dicono  quelle  penne  inserite  presso  l'artico- 
lazione dell'ala  col  corpo,  sono  le  più  interne, 
le  più  lunghe  e  relativamente  rigide,  ed  in  alcuni 

gruppi    (Anitre)  presentano   speciale   sviluppo. 


Ul.wil     ORNITOLOGICO 


L3 


('unir  forma,  le  Ali  (remiganti)  possono  essere 
appuntite  (aci  i  ae),  quando  alcune  remiganti 
-olio  assai  piu  lunghe  delle  altre;  rotondi 
(rotundatae),  quando  esse  decrescono  gradual- 
mente in  lunghezza;  pinniformi  (pinniformes), 
cioè  molto  compresse  a  guisa  ili  paletta  e  co- 
perte ili  penne  ili  apparenza  squamosa  :  come 
dimensioni,  brevi  (bretes),  Be  chiuse  e  piegate 
(st;itn  ili  riposo)  giungono  con  l'apice  sui  lati 
del  groppone  (Strolagfte)  ;  mediocri  (mediOi  ki  -  . 
quando  raggiungono  la  base  della  coda  :  lunghe 
(longae),  quando  ne  sorpassano  la  base;  lun- 
ghissime (longissima e),  so  ne  oltrepassano  l'a- 
pice <•  talora  anche  notevolmente  I  Fregata  i  :  inol- 
tre possono  essere  larghe  .1  irgae);  ristrette  (an- 
GUSTAe),  etc.  ;  come  superficie,  quasi  piane 
(fere  n.AN  \k),  convesse  superiormente  (superne 
C0NVE3  \i:),  concave  inferiormente  (  inferne  con- 
1  lvae),  quando  le  remiganti  sono  formate  in 
inolio  elio  l'ala  ne  risulta  fortemente  convessa 
al  disopra  e  concai  a  al  ili  sotto,  onde  gli  Uccelli, 
elevandosi  a  volo,  fanno  uno  strepito  sensibile 
come  nelle  Staine.  Si  dicono  ali  volatili  (vo- 
latii.es),  se  le  remiganti  sono  lunghe  ed  atte 
al  volo,  inette  (ineptae),  se  imperfette,  molli 
e  non  adatte  al  volo:  tubercolate  (tuberco- 
LATAE),  se  fornite  di  uno  o  più  tubercoli  nel- 
l'angolo anteriore;  spronifere  (calcaratae),  se 
nella   stessa   regione    hanno    due  0  più  sproni. 

La  coda  ornitica  nulla  ha  da  che  fare  con 
quella  dei  mammiferi,  sempre  parlando  degli 
uccelli  viventi;  essa  non  ha  scheletro  osseo, 
nò  rivestimento  cutaneo,  e  non  è  organo  prensile 
0  adattato  pel  nuoto,  ma  risulta  semplicemente 
composta  di  penne  sostenute  dalle  ultime  ver- 
tebre anchilosate  dette  il  portacoda  e  fornita 
alla  sua  base  di  una  gianduia  speciale,  delta 
uropigea  (elaeodochon).  Tale  glandola  semina 
a  due  lobi  od  a  t'orina  di  cuore  ed  è  costituita 
da  molti  follicoli,  0  tubetti  contorti,  che  si  riu- 
niscono assieme,  l'ormando  all'esterno  una  pic- 
cola, apertura  fornita  di  uno  o  più  pori  come 
t'ossero  piccoli  capezzoli,  questi  pori  secernono 
un  ti  nido  grasso  che  può  o  essa  dare  nat  m  allunile 
od  essere  spremuto,  anzi,  quando  gli  uccelli  vo- 
gliono rendere  impermeabili  le  loro  penne  pre- 
inolio  col  becco  la  glandola  e  ne  levano  delle 
goccio  con  le  quali  ravviano,  spalmano  e  lubrifi- 
cano le  loro  penne,  in  modo  che  ha  luogo  il  fe- 
nomeno dell'acqua  che  non  bagna,  ma  che  <•  corre 
giù  .>.  La  detta  glandola  e  mollo  s\  iluppata  negli 
Uccelli  aquatici  e  nel  gen.  Pandion,  è  piccola 
negli  reeel li  terrestri  ed,  a  quanto  pare,  manca 
negli  8truzei,  nelle  Otarde,  nei  Pappagalli,  etc; 
essa  è  talora  esternamente  fornita  di  un  anello 
pennuto,  alla  cui  presenza  o  mancanza  si   diede 


notevole  calore,  anche  pei  glandi  divisioni  or- 
nitiche  (cfr.   Olassifieaeione  . 

Nella  cnda  troviamo  le  cuopritricii  ri 
e  le  timoniere    ri  i  i  ri<  i  s  .  Le  cuopriMci  difen- 
dono e    proteggono   la    base   della  coda,  Bono 

molli,    ed    in    ciò     differiscono    da     quelle     delle 

ali:  vengono  divise  in  superiori  ed  inferiori,  a 
seconda  che  sono  inserite  nel    notaei  u  0  sul 

CASTRA KUM;     le    ciiupril riti    inferiori   ditta    inda 

o  sottocaudali   (tei  crii  er    si  bi  m  uai.es)    sono 

di  solito  piii  molli  e  più  grandi,  in  generale  1 

arrivano  alla  metà  della  coda,  ma  talora  toc- 
cano   quasi    il    suo    apice,     si    chiamano    anche 

alle  \niii-.  pei-  brevità,  sottocoda  ;  le  cuopri- 
ina  superiori  dilla  coda  0  sopracaudali 

un  1-  SUPERCAUDALES),  sono  più  resistenti, 
talora  molto  culle,  lal'allta  enormemente  svi- 
luppale, come  nel  Pavone,  nel  quale  le  penne 
maestose,  che  si  chiamano  di  solito  coda,  altro 

non  sono  che  le  cuopiitiici  superiori  assai  al- 
lungate e  ehe  coprono  la  colla  in  limilo  che  que- 
sta appare  nulla,  anche  esse  >i  chiamano  talora 
sopracoda  e  non  si  distinguono  dalle  penne 
del  groppone,  però  tanto  le  cuopriMci  inferiori 
che  le  superiori  variano  notevolmente  di  forma. 

ili  dimensioni  e  di  struttura,  «rune  nelle  cuo- 
pri Ilici,  cosi  nella  vera  coda  1  timoniere)  abbi.- 

una  faccia  superiore  ed  una  inferiore,  che  ta- 
lora non  hanno  eguale  colore.  l'ano  eri  0  (PA- 
RACERC1  M)    e    il    complesso    di     penne    inserite 

sulla  parte   bassa  del   groppone,   quando  esse 

coprono  del  tutto,  o  «piasi  la  superficie  >upe- 
riore  della   coda. 

Le  timoniere  o  uh  ici  (  1:1.  n.-n  1-:.  dette  anche 

penne  della  eotla.  sono  penne  grandi  e  robuste, 

Ialina  rigide,  o  molli  e  piccole,  il  cui  vessillo 
esterno  è  più  stretto  dell'interno,  con  l'ecce- 
zione delle  due  mediane  nelle  quali  talora  e I 

eguali  :  esse  Mino  inserite  a  paia  uno  sull'altro 
in  modo  che  il  centrale  è  il  più  alto  e  giace  coi 
suoi  vessilli  sulla  prossima  penna  <li  ogni  lato 
e  cosi  successivamente,  a  modo  di  piramide, 
come  dice  il  Coues;  il  loro  numero  è  vario,  in 
generale  è  di  li  paja  12  penne  0  di  4  paja 
8  penne,  il  massimo  e.  di  regola,  di  1:1  paja: 
quando  le  penne  sono  meno  di  dodici,  manca 
il  pajo  o  le  paja  esterne;  le  timoniere  possono 
essere  molto  corte,  come  nella  Quaglia,  quasi 
nulle,  rudimentali  ed  a  piumino  (Svassi),  ri- 
gide e  l'orti  (Picchi),  lunghissime  (Cuculo),  1  te 
La    coda    si  presenta   di    solito   a    ventaglio  e 

quando     e     semichiusa    può    a\eie     le     seguenti 

forme:  eguale  0  troncata  (tri  m  ita,   lequalis, 

INTEGRA),  se  le  timoniere  sono  di  pari  lun- 
ghezza e  presentano  all'apice  una  linea  retta, 
(piando   la  linea  è  rotondeggiante  dicesi  rotonda 


14 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


(rotondata)  ed  è  la  forma  più  comune;  sub- 
troncata  (subtrdncata),  se  le  timoniere  diven- 
gono gradualmente,  ma  di  poco  più  lunghe 
quanto  più  ci  avviciniamo  alle  mediane;  gra- 
duata (graduata),  se  le  timoniere  est  e  me  sono 
gradualmente,  ma  ili  mollo  più  lunghe  quanto 


Principali  forme  della  coda  di  un  Uccello  (Da   C 8). 

ade,  rotonda;  aect  graduata;  aie,  cuneato-graduata;  ale,  cuneata: 
aie,  doppiamente  rotonda;  /e  g,  quadrata;  fqg,  smarginata  ;/»  eo  g,  dop- 
piamente smarginate;  p  ì  m,  forcuta;  pem,  fortemente  forcuta;  pbmì 
forficata. 


più  ci  avviciniamo  alle  centrali  :  appuntita, 
quando  la  coda  cuneata  presenta  timoniere 
strette  ed  mine;  cuneata  (cuneata),  una  coda 
graduata  colle  timoniere  mediane  mollo  allun- 
gate; /ornila  (FORFICATA),  una  coda  colle  ti- 
monieri' esterne  molto  più  lunghe  delle  interne, 
e  queste  gradualmente  più  corte,  mano  mano 
che  ci  avviciniamo  alle  due  centrali  ;  se  la 
coda  è  poco  forcuta  dicesi  leggermente  forcuta; 
se  lo  è  molto  profondamente  forcuta,  forficata, 
questo  essendo  il  limiti' estremo  di  biforcazione, 
talora  il  pajo  esterno  ha  prolungamenti  filamen- 
tosi :  biforcuta  (bifurca),  colle  timoniere  esterne 
di  poco  più  lunghe  delle  interne,  che  sono  eguali 
tra  loro,  però  forcuta  e  biforcuta  si  scambiano 
a  vicenda  e  si  usano  reciprocamente:  smar- 
t/inala (EMARGINATA),  se  le  timoniere  sono  gra- 
dualmente, ma  di  poco  più  corte  «pianto  più  ci 
avviciniamo  alle  centrali  :  doppiamente  rotonda. 
quando,  invece  d'avere  la  linea  apicale  roton- 
deggiante, presenta  un'intaccatura  mediana 
con  un  orlo  convesso,  ma  rotondo  su  ogni  lato 
dell'intacco,  cioè  quando  la  coda  e  forcuta  nel 
cenilo   e   graduata    sui    lati;    è    invece    dopjiia- 

mente  smarginata  o  doppiamente  forcuta,  quando 
osservasi  una  proiezione  mediana  con  conca- 
vità laterali  sul  margine  posteriore  (lolla  coda: 
code  speciali  sono  quelle  di  alcune  varietà 
domestiche  del  (latin.*  bankiva  e  quella  del- 
l' Uccello  lira:  la  coda  può  ossele  compressa 
(compressa),  quando  le  timoniere  esterne  sono 
verticali  e  lo  interne   oblique,  inserite    queste 

su   di    un    piano   superiore,    e   quelle   su   di    uno 

inferiore;    navicellare   (navicularis),  se   colle 


timoniere  esterne  oblique  situate  in  liasso  in 
modo,  die  la  coda  superiormente  è  cava  ed 
inferiormente  carenata:  può  essere  larga  od 
aperta  I  vri  ih  \.  expansa),  quando  le  timoniere 
sono  tulle  visibili,  ristretta  o  chiusa  i  \m;i  sta, 

il, ai  -ai,    quando    non     lo    sono    che    in    parie; 

dilatabile   (expansilis),   quando   da 

chiusa     può    essere    aperta     lincili'     ;i 

forma  di  ventaglio  (flabelufor- 
mis);  oscillante  (oscillans),  se  può 
avere  movimento  oscillatorio  ;  vei'li- 

mie:  Orizzontale;  ascendente    |  ISCEN- 

dens);  tJ«scen<?e«<e(DisCENDENS),  etc; 
le  penne  (timoniere)  poi  si  presentano 
lineari,  se  mollo  strette  ;  filamentose, 
se  multo  lunghe  e  sottili  ;  lanceolate. 
se  larghe  alla  base  e  strette  all'a- 
pice; acute,  se  molto  appuntite  :  acu- 
minale, se  ad  un  tratto  divengono 
appuntite  verso  l'apice;  spati/late, 
se  mollo  larghe  all'apice;  mucro- 
nate o  spinose,  se  il  rachide  si  pro- 
ietta nudo  al  di  là  del  vessillo;  troncate  se 
tagliate  trasversalmente  idi' apice;  incise  si- 
col  bordo  apicale  concavo,  etc.  La  lunghezza 
relativa  della  coda  ed  il  numero  delle  timo- 
niere, che  la  compongono,  sono  buoni  caratteri 
di  classificazione,  beninteso  quando  lo  sviluppo 
è  completo.  Così  per  coda  eguale  o  subeguale 
alle  ali  non  si  intende  che  le  dimensioni  reci- 
proche sono  pari  o  quasi,  ma  si  vuol  significare 
che  le  ali  chiuse  col  loro  apice  toccano  o  quasi 
raggiungono  l'apice  della  coda,  quando  lo  sor- 
passano,  si  dice  che  le  ali  sono  più  lunghe 
della  colla,  e  così  via,  ciò  che  è  naturalmente 
di  poco  valore  in  uccelli  preparati  o  di  sviluppo 
incompleto. 

Dobbiamo  ora  considerare  le  estremità  po- 
stilimi,  che  servono  per  camminare,  salterel- 
lare, nuotare,  appollaiarsi  sugli  allieti,  rampi- 
care  sugli  stessi,  con  o  senza  l'aiuto  del  tarso 
o   della   coda,    e    che    talora    rappresentano    un 

organo  prensile  (Rapaci,  Pappagalli),  si  chia- 
mano anche  estremitàpelviche,  perchè  si  attaccano 

alla  pelvi  (bacino);  variano  mollo  come  struttura 
e  lunghezza,  sono  cortissime  nel  Rondone  e 
lunghissime  nel  Fenicottero,  e  si  suddividono 
in  tre  parti:  la.  prossimale  (coscia,  comunemente 
detta  anche  femore),  il  cui  osso  dicesi  femore, 
la  parte  media  (gamba,  comunemente  detta  an- 
che tibia)  con  due  ossa,  che  sono  la  tibia  e  la 
fìbula,  e  la  parte  distale  i  piede,  nel  quale  nel 
linguaggio  comune  distinguesi  il  tarso  e  le 
dita),    formato    in    realtà   di    un     tarso-metatarso 

e  di  serie  di  falangi  costituenti  lo  dita  :  la  tibia. 
il  tarso   ed    i    diti    soggiaciono    a    grandi     va- 


\  1  i   \  N  I  I     ORNITOLOGICO 


15 


riazioni.    Il    /'emine  o  coscia   mimi  r    i    sempre 

carnoso,   molto  grosso   e    relativamente  to; 

la  tibia  (tibia)  esternamente  appare  ili  un  solo 
osso,  è  la  inule  che  si  articola  sul  femore 
e  sul  tarso,  è  grossa  e  carnosa,  del  tutto 
od  in  parte  coperta  ili  penne,  diviene  sot- 
tile e  contratta  verso  il  ginocchio,  e  volgar- 
mente si  scambia  per  la  coscia  ;  ginocchio 
(geni  |  è  la  giuntura  del  femore  colla  tibia 
e  forma  un  angolo,  ili  solito,  nascosto  dalle 
penne  dell'addome  e    rivolto  ali1  innanzi,  cioè 

verso   la    lesta,    come    nella    specie    umana  :     il 

tarso  (tarsbs)  è  subcilindrico  o  circolare  ed 
è  la  parte  tra  la  tibia  ed  il  podio,  non  è  car- 
noso, ma  coperto  di  integumento,  di  solito 
corneo,  molto  spesso  nudo,  talora  piumato  in 
]iarte  o  nel  tutto  e  comunemente  si  prende 
per  la  tibia;  quando  la  regione  più  bassa  della 
tibia  presso  il  garretto  non  è  carnosa,  ne  pen- 
nuta si  dice  che  è  seminuda  e  tale  parte  porta  il 
nome   di    cnemidio    (CNEMIDIEM)    ed    è    coperta 

dalla  podoteca  :  se  sul  cnemidio  \i  è  un  cerchio 
colorato,  questo  dicesi  anelili  o  armilla  (ak- 
mii.i.a)  e  talora  è  ornamento  temporaneo  ;  gar- 
retto (suffrago)  è  la  giuntura  della  tibia  col 
tarso,  che  tonila  un  angolo  rivolto  all' indietro. 
cioè  verso  la  coda,  in  senso  opposto  a  quello 
che  osserviamo  nella  specie  umana  ed  a  cui, 
del  resto,  corrisponde  solo  in  parte  ;  piede 
(pes)  è  chiamato  il  complesso  del  tarso  e  dei 
diti,  quantunque  nel  comune  linguaggio  indichi 
solo  questi  ultimi,  ed  il  tarso  si  prenda  per 
gamba;  podio  (podium)  è  il  complesso  dei  diti, 
che  posano  più  o  meno  del  tutto  sul  terreno; 
linda  lini  (l'ODARTHia  )l)  è  la  giuntura  del  podio 
col  tarso:  podalica  (pODOTHEi  \)  è  l' integu- 
mento corneo  modificato  (Uccelli  di  terra)  o 
coriaceo  (Uccelli  aquatici)  del  tarso  e  del  podio, 
che  non  è  mai  contiguo,  ma  suddiviso  in  seg- 
menti quasi  scalari;  quando  la  podoteca  offre 
molte  suddivisioni  (scudetti,  reticolati)  dicesi 
sckisoteca  (schizotheca),  oloteca  (olotheca) 
quando  la  podoteca  è  a  lamina  intera  (squa- 
mata,    laminata).     Il    tarso    consta    delle    parti 

seguenti:  acrotarso  i  lcroi  lrsitjm),  che  è  la  su- 
perficie anteriore  del  tarso  tra  il  garretto  ed 
il  podartro,  paratami  (pakatarsium),  la  super- 
ficie laterale  della  stessa  porzione  ;  jiinnta  o 
pialliti  del  tarso  (et. anta,  ri. anta  tarsi),  la 
superficie  posteriore  della  stessa;  se  il  para- 
tarso  risulta  rivestito  di  una  sola  lamina  con- 
tinua, che  si  unisce  all'opposto  sulhi  parte  me- 
diana della  PLANI  \  i  IRSI  in  modo  da  formare 
colla  congiunzione  uno  spigolo  prominente,  si 
dice  che  il  paratarso  è  laminipliinlare  e  LaMI- 
NIPLANTARES    gli     uccelli     che     presentano    tale 


particolarità    (molti    Osi  li    Uccelli  nei 

quali     la     PLANTA     TARSI    e     invece    rivestila   ili 

scudetti  si  dicono  Scutelliplantares  (Alau- 
didae);  calcinimi  (cali  \\m  -  è  la  prominenza 
inferiore  e  posteriore  del  tarso,  prossima  al 
garretto;  sprone  (calcar)  e  un  processo  corneo 

situato  nella  pianta  del  tarso,  di  ligula  conica, 
più  o  meno  allungato  ed  appuntito,  quando  e 
unico    il    tarso   si    dice    spronato    n   ih   n:\n-. 

quando   è   doppio   bispronato   (cu  ili  iratus), 

però    talora    se    ne    osservano  anche    più    ili    due 

(Ithaginis);  lo  spume  e  organo  sessuale  ma- 
schile, ('mar  Jiiinra.  il  tai'SO  può  essere  intonilo 
o  tenie  (teres),  cioè  quasi  cilindrico;  com- 
presso (COMPRESSUS),  eoi  lati  quasi  inani:  ca- 
renato (<  >. rinati  -  .  con  uno  spigolo  sulla  su- 
perficie anteriore,  sulla  posteriore  od  in  una 
delle  laterali:    per  V integumento,  mulo  (\i  pi  -  . 

86    I \i     Sono     ne     peli,    ne     penne:     coperto 

(TECTUS),  se  rivestito  di  peli  0  di  penne  più  o 
meno    perfette,  se    queste    sono    Setolose    si    dice 

irsuto  (niK-i  rus) ;  se  lanuginose  e  molli,  la- 
noso (LANUGINOSTJS),  Il  Podio  consta  di  aero- 
podio  i  M  ROPODI1  Mt.  che  e  la  superficie  supe- 
riore di  tutto  il  podio,  di  solito  scudettata ;  la 

palma  I  PALMA  |  ne  e  l'inferiore;  pici  no  PTERNA), 
la    porzione   della    palma  sotto  il    poliamo   ed   è 

spesso  prominente.   Negli   Uccelli  viventi  i  diti 

non  sono  mai  più  di  quattro,  e  questoè  il  caso  più 

comune,  talora  ve  ne  sono  tre.  due  nel  solo 
Struzzo:  però  nelle  specie  Europee  il  loro  nu- 
mero  va    da    tre    a    quattro    e    gli    uccelli    tutti 

sono  digitigradi,  cioè  camminano  esclusivamente 

con  i  diti,  eccello  il  Pinguino  che  tiene  il  tarso 
a  terra  ed  è  il  solo  planHijnnlo.  (sembra  che 
lo  siano  talora  anche  le  Strolaghe  e  gli  Svassi); 
quando  manca  un  dito,  esso  di  tegola  è  il  po- 
steriore, eccetto  nel  gen.  Geyx  ed  Alcyon,  nei 
quali  il  dito  interno  è  rudimentale  e  cos'i  di- 
cesi per  quello  interno  nel  gen.  Ckolomis;  nello 
Struzzo    manca    il    posteriore  e   l'interno.    I    diti 

sono  composti  delle  seguenti  parti:  acrodattilo 

(ACRODACTYLUM),    è    la    superficie    superiore     di 

cadaun  dito;  ipodattilo   (hypodactylum)  ne  è 

l'inferiore,    e   si    presenta   a   granulazioni  picco 

lissime  e  talora  anche  a  tubercoletti  o  /ilari; 
paradattilo  (paradacttlum),  ni'  è  la  parte  la- 
terale,   se   e   distinta    per    qualche    particolarità 

dall'  ipodattilo  ;    le  falangi  (phaj  lnges),  sono 

gli  articoli  dei  diti;  il  ri:oiiie!iin  (RHIZO- 
nii  ini  M),  e  la  falange  estrema  che  porta  l'un- 
ghia e  lilari  (TYLARl),  si  dicono  le  piccole  ri- 
gonlintiire,  come  a  tubercoletti.  che  SÌ  trovano 
stili'  ipodattilo  sotto  le  falangi  dei  dil  i  :  per  la 
direzione  i  diti  sono  anteriori,  posteriori.  0 
salili:     anteriori    (ANTICl),    quelli     diretti    all'in- 


Ili 


vi  [.ANTE    ORNITOLOGI!  0 


Piede  Bindattilo  (  1 


Danzi,  talora  Io  Simo  timi  (Rondone)  ed  il  pol- 
lice è  il  più  interno,  altre  volte  due  sono  ri- 
volti all' innanzi  e,  (lue  all' indietro  (Picchi)  e 
costituiscono  il  piede  sigodattilo,  i  due  rivolti 
all' indietro  sono  il  pollici'  e  l'esterno,  tranne 

nel    gen.     Trogon     (pollice    ed    interno),    il    più 

cl<lle  volle  tre  sono  anteriori  ed  imo  posteriore 

(pollice),  quando  vi  sono  tre   diti    sono    lutti  an- 

teriori,  eccetto  nel  gen.  Picoides,  nel  quale 
l'esterno  e  volto  all'  indietro  ed  il  pollice 
manca;    sindattilo,    anisodattilo    o    singeniesio 

dicesi  il  piede 
quando  il  dito 
mediano  e  l'e- 
sterno sono  riu- 
niti per  quasi 
tutta  la  loro  lun- 
ghezza e  sonori- 
vestiti  dalla  pel- 
le, come  fosse  un 

unico  dito  (Alcedo) ;  posteriori    (postici)    s 

i  diti  rivolti  all'indietro ;  rosa/ili  (versatiles), 
quelli  clic  poss esser  rivolti  tanto  all' in- 
nanzi, quanto  all'indietro  (il  pollice  dei  Rapaci 
nottanti).  Ter  situazione,  i  diti  si  suddividono 
in:  u)  dilli  posteriore,  pollice  o  primo  dito 
(iiai.i.ux)  collocato  e  guardante  all'indietro,  se 
non  è  versatile,  ha  quasi  sempre  due  falangi, 
esclusa  la  basilare,  esso  varia  assai  di  dimen- 
sioni, può  essere  basilare  (Procellaria),  lungo 
(pianto  uno  degli  anteriori  o  più  lungo  di 
lutti:  dicesi  incombente  (inCUMBENS),  quando 
è  inserito  sullo  stesso  livello  dei  diti  anteriori, 
elevato  <>  insistente  (insistens),  quaudo  è  inse- 
rito sul  tarso  al  disopra  del  loro  livello,  nel 
piinio  caso  tocca  terra  anche  per  tutta  la 
sua  lunghezza,  nel  secondo  col  solo  suo  apice, 
(piando  non  la  tocca  adatto  dicesi  remoto. 
(rEMOTUS),  masi  usano  anche  i  molli  elee, ilo 
mi    insistente  ;    li.    dito    interno,    indice    0    seeonilo 

dito  (internus,  index),  ha  sempre  tre  giun- 
ture (tranne    nel    gen.    Ceyx  ed    Alcyon)    ed    è 

quello  situato  sul  lato  inter lei  piede:    e)  dito 

mediano  o  terzo  dito  (medius),  ha  di  solito 
quattro  falangi,  talora  tre  [Rondone),  è  quello 

che  sta  tra,  l'esterno  e  l'interno  ed  è  in  ge- 
nerale   il    più     lungo    di     tutti  :    ti)    dito   es'ei  no. 

anulare  o  quarto  dito  (externus,  anularis) 
ha  di  solito  quasi  sempre  cinque  falangi,  può 
averne  (piatirò    (Succiacapre)  otre  (Rondone), 

ed  e  quello  che  giace  sul  lato  esterno  del 
piede,  esso  e  l'interno  sono  in  generale  sub- 
eguali  od  eguali,  ma.  quando  non  lo  sono,  di 
solito  l'esterno  è  il  maggiore  dei  due:  il  dito 
mignolo  umano  non  è  rappresentato  nella  classe 
Ol'nitica.     Riguardo    a    lunghezza    e  grossezza  i 


(liti  si  distinguono  in  brevi  (BREVES),  se  più 
(•orli  del  tarso;  mediocri  (MEDIOCRES),  se  sub- 
eguali; lunghi  o  lunghissimi,  se  più  lunghi  di 
esso;  deludi  (ni cu  I  -  i,  -e  molto  più  sottili  del 
tarso;  robusti  ;\  w.inii.  sedi  poco  più  sottili; 
sono  liberi  (  ricini  i.  se  separati  dalla  base  al- 
l'apice; collegati  (colligati)  o  riuniti,  se  i  diti 
sono  legali  assieme  da  una  membrana  estesa 
uà  gli  anteriori,  dicesi  allora  che  il  piede 
e  palmato  (Anitre)  ed  in  tal  caso  il  dito  po- 
steriore può  essere  libero  (ANATINAE)    o  munito 


Piede  «li    Man  ca  >■ 

l.\\  V11XJK). 


l'ini.-  ili  Fuligula  fuligxila 

(Fri. ii. i  i.i\  u  i. 


di  un  lobo  membranoso  (Fuligulinae),  talora 
la  palma  di  un  dito  è  più  eslesa  che  quella  di  un 
altro  (Sterna);  se  il  posteriore  s'attacca  anch'esso 
con  membrana  agli  anteriori,  dicesi  che  il  piede 
è  totipalmato  o  stegano  (Phalacrocorax),  le  mem- 
brane   o    palme   pos- 


Pied<    totipalmato 
(  Phalacrocorax). 


sono  avere  il  loromar- 
gine   apicale   munito 

di   intaccature  ed  al- 
1       loia    diconsi    incise  ; 

gei»lJCOÌ%rttó,SEMICOL- 
LIGATI,  sono  i  diti 
(piando  parzialmente 

muniti  di  membrane, 
che  se  sono  estese  solo  alla  base  del  piede, 
esso  dieesi  pohnolo  allo  base  e  se  sino  a  metà 
lunghezza   semipalmato;    abbiamo    inoltre   che   i 

diti  olirono  talora  membrane   laterali    espante 

sui  lati  soltanto  e  che  lasciano  i  diti  semi- 
liberi, quando  esse  hanno  intaccature  presso  a 
poco  eguali  in  numero 
a  quelle  delle  falangi 
diconsi    piedi  fessolobatì 

o piiiniiti  Folaga); quan- 
do non  hanno  smargina- 
tura, lobati  i  Svasso);  nei 
diti  dei  Galli  di  mon- 
tagna    troviamo    come 

frangie    tagliate   a    den- 
tellatura acuta,  che  sono 
prodotti   di  sostanza  cornea  e  si  trovano  inseriti 
sui    lati    dei    diti    e    questi     premi i    allora   il 

nome  di  peninoti  o  seghettati  (serrati).  Ri- 
guardo la  podoleeo  od  integumento  i  piedi  ed 
il  tarso  possono  essere:   sendeltiili  (SCI  TEIXATl), 

se  coperti  di  lamine  abbastanza   grandi,    qua- 


! 


Piede  lobato 

I    Si  -ISSO) 


\  Il   INTE    ORNI  rOLOGK  0 


17 


tirate  e  talora  embricato,  cioè  .soprapposte 
le  uno  allo  altro  collo  estremità  e  coi  margini 
laici  ali  ;  (niellati  (anulati),  quando  hanno  una 
fila  longitudinale  ili  scudetti,  ognuno  dei  quali 

k 


Piede  pettinato  [Gallo  cedrone), 

cinge  il  tarso;  clipeati^  ctpeati),  quando  coperti 
di  lamine  abbastanza  grandi  di  figura  pentagona 
oil  esagona;  squamosi  (sqi  unni,  quando  co- 
perti ili  piccole  lamine,  di  solito  rotonde  e 
squamiformi  ;  reticolati  (reticolati),  quando 
rivestiti  di  piccole  lamine  disposte  come  le 
maglie  di  una  rete,  non  embricate  e  di  solito 

trS  ...... _         &} 


3tcl 


i  ;  \\t  \  i  irsi  degli  Svassi.  Il  tarso  può  essere 
scudettato  anteriormente,  reticolato  sulla  por- 
zione laterale  e  posteriore  o  interamente  reti- 
Colato  e  COSÌ  via,  come  pure  può  presentare  inte- 
gumento differente  da   quello  del   piede, 

cioè  questo  BCUdettatO,  quello  retico- 
lato, eie.  le  espressioni  anellati,  clipeati, 
Stivalati  si  usano  poco   nella   terminologia 

italiana  e  si  dice  piuttosto  tarso  coperto 
di  scudetti  esagonali,  pentagonali,  lami- 
nari, ite.,  adoperando  il  significato,  an- 
ziché il  nome  che  lo  designa.  L'inte- 
gumento  delle  appendici    pelviche   è    in 

parte  nudo  ed  in  parte  piumato,  e  le 
penne  hanno  Struttura  dilli  unti'  da  quella 

del  petto,  raramente  sono  lunghe  [cal- 
zoni) ;  la  tibia  è  in  generale  piumata  nella 
parte  alta,  e  talora  anche  in  tutta  la  sua 
lunghezza,  il  tarso  di  solito  e  nudo,  ma 
talora  può  essere  piumato  (pLUMOSl  S  ,  CO 
me  nell'Aquila,  anche  sul  piede,  ed  allora 
si  dicono  calzati  (densi  pennati)  come  nel- 
l'Allocco e  nel  Lagopus;  calzarli rni),  sono 

penne  lunghe,  simili  a  quelle  dell'ala,  cui  so- 
migliano in  struttura,  in  grandezza  e  nel  lato 
di  inserzione,  che  crescono  sui  piedi  ili  certi 
uccelli,  come  il  Piccione  trombettiere  e  la  Gal- 
lina  di    Bantam,    e   che    S inserite    sul     lato 

esterno  di  quelli.  Per  l'e- 
quilibrio, i  piedi  si  pos- 
sono dividere:  in  centrali 
ed  eccentrici,  sono  centrali 
od  in  equilibrio  (i  entrali, 

AEQUILIBRES) ,  quando  so- 
no situati  nel  mezzo  del- 
l'addome, in  modo  ehi-  il 
tronco  vi  stia  sopra  «piasi 
orizzontalmente  ;  sono  1 1 
centrici  o  non  in  equili- 
brio (EXI  I  VI  RII  I,  \\  ERSI    . 

quando  si  trovano  inseriti 
molto   all'  indietro    \  cimi 

il    sottocoda,   in  modo  che 


Diagramma  del  rivestimento  cutaneo  del  tarso  (da  ',  non    potrebbero  sostenere 

a,  Forma  reticolata  [Piviere)  -  6,  seudettata  e  reticolata  [Piccione)   -  <■.  a  squammee      il  tronco   se  cs>o,    il   collo 

a  lamine  [PetUroeto)  •  d,  tarso  scodettato,  laminiplantare  (Mimi  mie)  •  lt-4t  diti  -      „    i..     .,,♦.. ,.,.,, 

....     ..,..     jt*  ni  jii.        ,'  e     i.i     loia      iioii.i\*s,Mio 

'/■*,   laiso  -  Mei,   .',  '  dito  (tal   tarso  ;ill  apice  dell  mietila. 

posizione  verticale. 
I   Piedi  negli  Uccelli  s >  costituiti  favore- 
volmente  alle    loro    abitudini,  e    come    li/iu    si 
possono  così  scindere  : 

Tipo    Accipitrino,    piede    potente,    con    unghie 
torti,   acute  e   curvate   (  Astore). 

Tipo  Rampicante  oscansorio,  piede  zigodattilo, 

con  ipiattroditi.o  tre,  mancando  il  pollice,  allora 
il  dito  anteriore  esterno  e  invece  posteriore  e  Ver- 
satile, unghie  bene  sviluppate  e  curvate  (JPiechio). 


esagonali;  stivalati  (caligati),  quando  coperti 
di  grandi  lamine  senza  frequenti  divisioni, 
perciò  né  scudettati,  nò  reticolati;  granulati 
(granulati),  quando  le  reticolazioni  hanno  la 
l'orina  di  prominenze,  che  sombrano  gl'anellini 
e  che  rendono  talora  ruvida  la  superficie  dei 
piedi,  se  tali  ruvidezze  sono  molto  palesi  si 
dicono  scabrosi  (scariosi)  e  se  raggiungono  un 

grande    sviluppo,    seghettati   (SERRATI),    come  la 


Atlante  ornitologico.  —  Parto  I. 


18 


Ali. ANii     ORNITI  ILOGICO 


Tipo  Insessore  o  appollaiatore,  pollice  lungo 
e  bene  sviluppato,  gli  altri  «liti  sono  liberi  dalla 
base  i  Passeracei). 

Tipo  Ttaszolatore  o  rasore,  piede  grosso,  con 
pollici-  elevato  ed  unghie  corte  e  poco  appun- 
tite t  Gallinacei). 

Tipo  Grallatore  •>  cursorio,  piede  con  minimo 
potere  ili  prensione,  pollice  ridotto  od  elevato, 
(arso  allungato  (Grallae). 

Tipo  Natatorio  o  nuotatole,  piede  palmato 
del  latin  (stegano),  semi-palmato  o  fesso-pal- 
mato (Uccelli  acquatici);  vi  sono  inoltre  le  sud- 
divisioni in  ambulatorio,  gressorio,  etc,  tutte 
distinzioni  die  un  tempo  offrivano  grande  va- 
imi- pilla  sistematica,  ma  che  oggi  sono  quasi 
completamente  abbandonate. 

Unghie  (unguis);    ciascun    dito    è    terminato 

ila  un'  unghia  che  è  cornea,  più  0  meno  ap- 
puntita e  curvata  all'apice,  talora,  il  pollice  uè 
è  privo  od  essa  è  rudimentale;  sono  ottuse  negli 
Svassi,  poco  appuntite  nei  Gallinacei,  assai  adun- 
che e  talora  per  dir  così  retrattili  nei  Rapaci, 
straordinariamente  allungate  nei  l'olii  sultani; 
lineila  del  dito  pollice  è  spesso  la  più  grande  : 
prendono  il  nome  dal  dito  cui  appartengono, 
cioè:  1.'  unghia  =  unghia  del  l.°dito;  2."  un- 


ghia unghia  del  '-'."  dito,  etc.  D'inverno 
in  certi  Gallinacei  (Lagopus),  esse  raggiungono 

grande  sviluppo,  questi  allungamenti  s pero 

perduti  per  cambiamento  di  stagione  e  si  può 
dire  per  effetto  meccanico. 

fonie  forma,  le  unghie  si  distinguono  in  de- 
presse, compresse,  rotonde,  bislunghe,  lesini/ormi, 
cilindriche,  cioè  cave  internamente,  convesse  o 
tubuliformi  esternamente.  Ter  direzione,  esse 
sono  diritte,  adunche  o  curiate  [adunci  (')]; 
se  terminano  in  un  uncino  rivolto  all'ingiù, 
ricurve,  che  si  usa  anche  nel  significato  di 
adunco,  ma.  nel  vero  senso  della  parola,  quando 
l'uncino  è  rivolto  all'in  su.  Per  Vapice  pos- 
sono essere  aguzze,  acute  ed  ottuse.  Talora 
presentano  uno  spigolo  dorsale;  quando  il  mar- 
nine  è    distinto    dal    resto    della    loro    superficie, 

si  dice  che  sono  marginate  (marginati)  e 
crenate  (crenati),  se  il  margine  è  intaccato; 
pel  margine  interno  l'unghia  del  terzo  dito 
può  essere  dentellata  <>  pettinata,  serratus 
(Suiti.  Anl<<t),  canicolata  ( caniculatus )  o 
solcata  (sulcatus),  quando  i  due  margini  sono 
molto  vicini  inter  se  e  ne  deriva  un  canaletto. 
beninteso  nella  superficie  interiore  delle  unghie; 
sono  infine  pinne  se  non   lo  presentano. 


B.  -  Penne  e  loro  struttura, 
muta,  aberrazioni  di  colorito,  pterilografia. 


L'indumento  (l)  degli  Uccelli  consiste,  nella 
sua  massima  parte,  di  penne;  come  è  noto,  un 
uccello  può  definirsi  «animale  coperto  di  penne» 
e  nessun  altro  essere  ha  alcuna  struttura  para- 
gonabile ad  una.  penna  ilei  tutto  sviluppata, 
le  filoplume  sono  [loco  pili  che  peli,  ma  i  pro- 
cessi di  sviluppo  servono  a  nettamente  sepa- 
ramele. Sembra  che  alcuni  Decolli  t'ossili,  come 
VArchaeopteryx,  non  avessero  che  penne  salit- 
ali e  sulla  coda,  di  altri  non  conosciamo  che 
lo  scheletro,  'l'auto  i  peli,  che  le  penne  sono 
prodotti  dalle  cellule  epidermiche  della  pelle 
ed  appendici  tegumentari,  le  penne  presentano 
un  rivestimento  ed  un  contenuto,  quello  è  l'as- 
sieme   di    depressioni    concentriche   di   cellule 


cornee,  questo  è  una  derivazione  del  derma 
e  consiste  di  tessuto  connettivo.  Quanto  allo 
sviluppo,  un  pelo  s'inizia  con  un  ingrossamento 
dello  strato  malpighiano,  elio  cresce  entro  il 
derma;  una  penna  invece  è  anzitutto  una  pic- 
cola scaglia,  che  è  piantata  colla  base  in  una 
depressione  cutanea  e  circondata  da  una  de- 
pressione circolare.  Questa  papilla  gradualmente 
si  profonda  nella  pelle  ed  assume  una  t'orma 
cilindrica  follicolare.  Le  cellule  dello  strato 
malpighiano  cominciano  a  produrre  vigorosa- 
mente e  formano  una  serie  di  grosse  ripiega- 
ture disposte  radialmente  all'asse  longitudinale 
della  papilla  della  penna  e  \elso  la  polpa  celi- 
li.ile;  queste  masse  di  cellule  disposte  radial- 
mente subiscono   un   processo  ili  cornilicazione, 


(')  Noi  capitoli  riguardanti  le  penne,  la  muta  .-il  il  colore 

mi  i uniti  grande  aiuto  gli   ottimi   artlooli  del   Dictionary 

oj  /.'//,/.,  del  Newton    che  in  parte  ri] luco  tostualmento. 


i'i   r,i:vns.  in  latin. i   .-  maschile  (PABim,  G      Vocab,  Hai.- 
i  ,<<    3.0  edizióne,  pag,  3  iE    1869) 


\  I  I   \\  il     ORNITOLOGI!  0 


19 


si  liberano  dalle  cellule  incrostate  dello  strato 
corneo  dell'epidermide  <■    producono  un  fascio 

ili  libre  cornee,  elle  costituisce  il  piumino  em- 
brionale; le  penne  possono  ritenere  tale  carat- 
tere per  tutta  la  vita,  come  nei  Rath  u  ed  in 
molti  Palmipedi,  o  posa a\  venire  nuovi  cam- 


I liagramma  'li  una  penna. 
ii'oii  LUostrazione  «li  tre  sole  delle  rae  barbe). 
i.  Scapo  -  ",  ('alani'»  -  lì.  Rachide  ■  «.  Vessillo  «  pò- 

g FV,  Bieca  anteriore   o  esterna  del  vessillo  esterno 

nv,  Metà  posteriore  "  interna   del  vessilli»  interno  -  /•'    1"' 
barbe  o  rami  •  /<,  Barbole  "  radii  -  SRt  Iporacliide. 
I  Ha  Mivart). 

biamenti.  Questi  consistono  nella  formazione 
di  un  secondo  follicolo  in  continuità  col  primo 

della  penna,  nel  quale  essa  si  sviluppa  con  lo 
sii  isso  processo  e  può  essere  una  seconda,  penna 
a  piumino,  come  la  prima  formata,  o  può  ria- 


1/ 


b' 


Diagramma  delle  parti  «li  un  Vessillo. 
/;/:.  Due  barbe  in  posizione  verticale  ■  &'&',  Barbolean- 
tei  invi  -  ìiU',  Barbole  posteriori  -  <\  Barbicelle  o  cigu'a. 


scile  una  delle  tante  varietà  di  penne,  clic  de- 
scriveremo in  seguito.  In  qualunque  caso,  la 
penna  crescente  spinge  il  piumino  innanzi,  e 
quest'ultimo  è  il  piumino  embrionale  (  Beddard). 

Le  penne  si  sviluppano  con  una  grande  ce- 
lerità e  talora  raggiungono  la  lunghezza  di 
60  cui.  e  più  in  pochi  giorni.  La  prima  indi- 
cazione della  penna  apparisce  nel  5.u  e  6.° 
giorno  di  incubazione,  come  una  leggera  pusto- 
letta  sulla  pelle  ancor  trasparente  dell'embrione. 

Dna  penna  tipica  consta  di  uno  stelo  assile 
o  scapo  (scapus),  la  cui  parte  inferiore,  infos- 
sata   nella     cute,    è    nella    penna    completa     un 


cilindro  vuoto  e  trasparente,  detto  calamo 
iwn-i,  e  la  superiore  esterna  una  porzione 
assile,  quadrangolare,  solida  e  riempita  di  so- 
stanza midollare,  detta  rachide  (sachis)  e  costi- 
tuisce, coi  processi  divergenti,  la  \  ci  a  penna. 
Il  calamo  ha  una  apertura  in  basso,  cioè  l'om- 
belico inferiore  (i  ìibilicus  lnfkriok  .  mercè  la 
quale  la  penna  comunica  coll'orgauismo  del- 
l'uccello ed  una  in  alto,  ove  confina  col  ra- 
chide, detta  <iml><rt<;,  superiore  il  MHJI.n  DS  su- 
perior),  il  rachide  porta   processi  divergenti  a 

(lesila     ed     a     sinistra,     i    vessilli  O  pogonii,    che 

Mino   composti    di    barbi   (rami),  il   loro   com- 
plesso forma  il    vessillo  esterno,  che   è   quello 
rivolto  verso  l'esterno,  e   l'interno   che    - 
verso  il  corpo  dell'animale,  le  barbe,  alla  loro 
volta,  pollano  altri  processi  laterali  divergenti, 

le  barbole  (radii),  che  hanno  appendici  sei 

dalie  microscopiche  o  quasi  dette  barbicelle  o 
ciglia  (olia)  e  gli   amidi  0   uni-ini  (Hamuli). 

Le  barbe  (rami)   constano  di  una  striscia  as- 
sottigliata, la  cui  parte  più   lina  è  rivolta  verso 

il  corpo;  le  esterne,  quantunqe  più  coite,  s 

più  robuste.    11   numero  dipende  naturalmente 

dalla  lunghezza  della  prima,  sul   vessillo  interno 

di  una  primaria  di  Gru  di  0,m380,  il  Newton 
ne  contò  650.  Le  barbole  (radii)  sono  inserite 
nei  due  ordini  opposti  sul  grosso  margine  su- 
periore delle  barbe,  e  come  quelle  guardano 
verso  l'apice  della  penna.  Ciascuna  barbola  è 
una  striscia  lunga,  circa,  un  nini.,  la  cui  parte 
alia  non  e  ingrossata  come  quella  delle  barbe, 
ma  doppiata  all' insù.  Il  loro  Damerò  è  cuoi  ine: 

ciascuna   barba.   (ramUS)    di    (ini  ora  accennala. 

sempre  secondo    i    calcoli  del  New  t ne   porta 

circa  (iUll  paja,  l'ormando  (piasi  sili). (100  barbi- 
celle soltanto  pel  vessillo  interno  e  certamente 
piit  di  un  milione  per  ambedue  (penna  intera), 
Le  ciglia  o  barbicelle  con  gli  uncini,  come  di- 
cemmo, sono  derivazioni  delle  barbole.  Le  ciglia 

non  l'ornile  di  uncini  sono  importanti  pclla 
classificazione  di  certi  gruppi;  e  gli  uncini  ri- 
dondano di  molta  utilità  pel  volo  unendo  le 
barbe  alle  ba/rbole,  ciò  che  dà  coesione  ed  ela- 
sticità all'alio  speciali  alla  superficie  del  ves- 
sillo, h'ipnrai/iiilc  è  un  terzo  vessillo  inserito 
sul  calamo  (Casoaro),  di  solito  e  un  semplice 
ciuffo  (li  barbe,  però  può  essere  completo, 
manca  sempre  di  ciglia  e  le  grandi  penne  delle 
ali  e  della  coda  non  lo  presentano  mai.  Nel 
comune  linguaggio  piume  sarebbero  le  penne 
molli     e     non     resistenti,   penne    le    resistenti    e 

l'orti;  si  scambiano  però    vicendevolmente  nel 

parlare,    sebbene    non    si    chiamerà    piuma   una 

rigida  timoniera,  ma   si    dice   indifferentemente 

le    piume    o    le    penne  della  lesta,  del  collo,  ite. 


L'I» 


ATI.ANTK    ORNI  I GICO 


La  struttura  delle  penne  non  è  sciupio  cosà 
complicata  ;  le  grandi  alari  del  Casoaro  hanno 
solo  rachide,  le  filopluwe  poche  barbole,  com- 
poste quasi  solo  ili  rachide  e  di  calamo;  gli 
uncini  mancano  nello  penne  a  piumino  o  piu- 
mino;   quando   non    havvi    rachide  le  barbole 

s'insilisi' sul  calamo.  l\  piumino  polveroso, 

detto  anche  pulviplume,  è  una  modificazione 
delle  pe ;  n  piumino,  nella  quale  l'apice  con- 
tinuamente si  corrode  iu  una  materia  polve- 
rosa; osso  varia  assai  ili  t'orina,  di  struttura 
e  di  situazione  e  la  sua  esatta  natura  non  è 
nota,  è  però  ili  solito  distribuito  in  regioni 
speciali.  Il  detto  piumino  polveroso  presen- 
terebbe, secondo  alcuni  Autori,  poteri  lumi- 
nosi nell'Airone  e  servirebbe  per  attrarre  In 
preda,  ciò  che  è  del  mito  immaginario.  Tali 
spazi  di  penne  sono  enormemente  sviluppati 
ni 'j;li  Aironi,  ove  ne  troviamo  due  serie  o  paja, 
l'una  su  di  un  largo  spazio  pettorale  e  l'alila 
sulle  coscio:  e.  quando  l'uccello  è  spellato,  si 
presentano  come  aree  scure,  beninteso  sulla 
superficie  interna  ;  ne  presentano  ancora  i  ge- 
neri HMnoeJietes  ed  Eurypyga,  i  Grypturi, 
i  Pappagalli,  alcuni  Rapaci  (Circus,  Elanus, 
Gypaètus,  etc),  i  generi  Podargus  e  Leptosoma, 
sembrano    mancare    nei    Passeracei,    eccetto  il 

gcn.    A  ria  ni  us. 

Come  tonila,  le  penne  si  dividono  in  penne 
iìi  eonlmno  (I'knn ai-:),  piumino  (ri.r milae), 
semipiume  (semiplumak)  e  filopiume  (filoplu- 
mae);  alcuni  Autori  vi  aggiungono  anche  il 
piumino  dei  nidiacei,  e  tutte  queste  varietà  sono 
connesse  da  numerosi  stadi  intermedi. 

Le  penne  ili  contorno,  le  più  altamente  ca- 
ratterizzate, coprono  tutto  il  contorno  o  pro- 
filo esterno  dell'uccello,  sotto  di  esse,  in  molti 
gruppi,  troviamo  strati  di  piumino.  Hanno  ves- 
sillo esterno  ed  interno  completo,  e  raggiun- 
gono il  massimo  sviluppo  nelle  remiganti  e 
nelle   timoniere.    Ina    categoria  di   esse,  le  cosi 

dette  penne  d'ornamento,  mancano  di  ciglia, 
spesso  di  uncini  e  talora,  presentano  pochissime 
barbe,  ionie  nelle  penne  dorsali  e  pettorali  delle 
Egrette  (tremi  posteriore  ed  anteriore),  nei  ciuffi 
delle  Crii  pavonine,  etc. 

Le  pinne  metalliche  hanno  le  ciglia  formate 
di  compartimenti  grossi  e  di  altri  piani,  e  la 
parte  distali-  delle  barbe  è  spesso  allargata  e 
modificata  in  una  struttura  priva  di  ciglia  e  di 
colui  blu.  Le  modificazioni  delle  penne  di  con- 
torno sono  infinite,  vi  appartengono  quelle  con 
apparenza  di  scaletti-  del  Pinguino,  quelle  a 
scaglie  luccicanti  degli  Uccelli  mosca,   i  ciuffi 

e  collaretti  d'ogni  genere,  le  timoniere  mediane 

e poste  di  solo  stelo  degli  Uccelli  del  Paradiso 


e  di  molli  altri,  le  setole  diritte  di  parecchi  uc- 
celli, le  grosse  penne  nere  alari  del  Casoaro. 
l'apice  allargato  corneo  e  colorito  di  alcune 
penne   speciali    del    BeccofrOSOne,  clic  seminano 

essere  soltanto  barbe  conglomerate,  etc. 

Il  piumino  e  quasi  sempre  nascosto  dalle 
penne  di  contorno,  o  è  visibile,  come  nel  collare 
del  Condor,  talora  qui  sic  strutture  mancano  di 
uncini  o  di  rachide,  ed  in  questo  caso  le  loro 
coite  barbe  partono  da  un  calamo  pure  breve, 
tal' altra  sono  costituite  perfettamente,  ma 
hanno  apparenza  molle:  assomigliano  molto 
alle  pinne  dei  nidiacei,  mentre  invece  il  piu- 
mino polveroso  sarebbe  una  loro  modificazione. 

Le  semiphime  sono  intermedie  tra  le  penne 
ili  contorno  ed  il  piumino,  hanno  lo  stelo  re- 
sistente di  quelle  ed  i  vessilli  molli  di  questo, 
sono  (piasi  sempre  coperte  dalle  penne  di  con- 
torno e  possono  offrire  un  iporachide. 

Le  filopiume  hanno  calamo  corto  ed  un  ra- 
chide cosi  lino  che  sembra  un  pelo,  le  barbe 
mancanti  del  tutto  o  quasi  :  di  primo  acchito 
sembrano  fini  peli  e  non  piume.  Alcune  sono 
a  setole,  si  dicono  setolose,  e  si  trovano  sulle 
narici  e  talora  sulle  gambe,  alcuni  uccelli  hanno 
un  fascio  di  peli  o  vibrissi  attorno  all'apertura 
boccale  ( Caprimulgus) ;  esse  sono  sempre  asso- 
ciate alle  penne  di  contorno,  e  nascono  in  nu- 
mero di  una  o  più  alla  loro  base,  quanto  a  svi- 
luppo sono  piume  degenerate,  e  non  primitive. 
Talora  vediamo  filopiume  che  si  proiettano  sotto 
le  penne  del  collo  (geu.  Sylvia  e  Fringilla),  e 
secondo  il  Nitzsch,  le  piume  di  un  bianco  de- 
licato del  collo  e  dei  calzoni  del  Marangone 
sono  filopiume  semplici  e  caratteristiche. 

Le  penne  degli  Uccelli,  riguardo  la  loro  vita, 
si  suddivisero  in  due  grandi  tipi,  detti  NEOS- 
SOTTILI  e  TELEOTTILI;  le  prime  costitui- 
scono il  loro  primo  abito  non  appena  sgusciati 
dall'uovo,  sono  penne  molli  e  piuminose,  si- 
mili al  piumino  degli  adulti,  ma  sempre  di- 
stinte per  speciali  caratteri  da  questo  e  da 
quelle,  che  compaiono  dopo  col  processo  della 
miitii,  che  con  successione  costante  si  perpe- 
tuano per  tutta  la  vita  dell'animale  e  che  ven- 
go  lette    'leleoltili.     I  .e     Xeossottili    sono   così 

caratterizzate:  a,  da.  un  calamo  molto  corto: 
h,  da  un  rachide,  che  quando  esiste,  è  imper- 
fettamente sviluppato;  e,  da  barbe  lunghe  e 
sottili  ;  </.  dall'assoluta  mancanza  di  ciglia  e 
di  iporachide,  eccetto  nel  gen.  Dromaeus,  nel 
quale  questo  esiste.  I.e  Teleottili,  siano  penne  di 
contorno,  o  piumino,  sono  egualmente  in  origine 
precedute  da  una  Neossottile,  la  base  della 
(piale   si    trova    in   diretta  continuila  cogli    apici 

dello    barbe   della    penna  liliale,   che  succede; 


\il   \VI  I     ORNI  rOLOGII  0 


21 


ina,  facendo  attenzione  al  processo  accorciato 
di  svilupjm,  molte  ed  anche  tutte  le  Neossottili 
possono  occasionalmente  venir  soppresse,  cosi 
che  gli  apici  «Ielle  prime  penne,  che  appaiono, 

sono  allora  quelli    della    seconda    generazi >. 

Ciò  succede  nei  Passeres  ed  in  molti  altri 
Nidicolae,  cioè  in  lineile  specie  che  nidificano 
in  lincili  e  clic  quindi  non  abbisognano  di  un 
abito  di  nido.  In  generale  si  può  dire  che  negli 
Uccelli  die  costruiscono  nidi  imperfetti,  i  gio- 
\  ani  sono  coperti  di  piumino  caldo  e  fitto, 
in  quelli  che  costruiscono  nidi  più  adatti, 
i  piccoli  sono  in  gran  parte  nudi,  ma  il  letto 
su  ini  giacciono  è  morbido  e  caldo.  Nei  Pas- 
seres e  negli  PsiTTACl  specialmente,  le  Neos- 
sottili,  per  quanto  strutture  complicate,  cre- 
scono soltanto  in  poche  regioni,  più  che  altro 
sulle  parti  della  testa  e  sui  tratti  delle  spalle 
e  di  Ila  colonna  dorsale.  Snsseguentenientc.  esse 
appaiono  all'estremità  dell'ala  futura  e  delle 
timoniere,  e  sono  largamente  distribuite  sulla 
regione  ventrale.  Nei  Martini  ■pescatori,  nei 
Picchi,  e  probabilmente  in  altre  Picarie,  le  Neos- 
sottili sono  quasi  del  tutto  mancanti,  l'er  re- 
gola tale  piumaggio  è  più  distintamente  svi- 
luppato nei  NlDIFUGAE  e,  come  e  naturale,  si 
mostra  più  resistente  in  quelli  che  di  buon'ora 
sono  adatti  ad  una  vita  aquatica,  esso  risulta 
sviluppato  al  tempo  della  nascita  nei  Ratitae, 
(!.m. linai;,   Spheniscidae,  Anseres.   Pai.mii'k- 

DES,  PhOENICOPTERIDAE  ,  COLTMBIDAE,  La- 
RIDAE,  LlMICGLAE,  PlEROCLIDAE  e  CtRALLAE, 
come  negli  ÀCCIPITRES  o  StRIGIDAE  tra  i  Nn>i- 
COLAE,  mentre  del  resto  è  molto  scarso  o  man- 
cante nei  Pelarci,  negli  Herodii  e  negli  Ste- 
GANOPODES,  lilialmente  nei  Megapodiidae  le 
Neossottili  cadono  piima  che  gli  uccelli  sgu- 
scino dall'uovo,  cos'i  che  essi  nascono  co- 
perti di  un  piumino  di  seconda  generazione. 
Non  vi  è  dubbio  che  le  abitudini  dei  nidiacei, 
ed  altre  circostanze,  sono  strettamente  connesse 
con  la  condizione  del  primo  piumaggio  e  che 
questo  considerato  come  generalità,  può  essere 
solo  usato  con  grande  riguardo  quale  carattere 
tassonomico,  mentre  le  parti  che  lo  costituiscono, 
le  stesse  Neossottili.  sono  di  gran  lunga  meno 
adulto   e   quindi    occorr caratteri    più   sicuri 

(  Newton  \. 

Le  penne  degli  uccelli,  tranne  poche  ecce- 
zioni, sono  colorite  o  per  semplice  pigmento  o 
per  tinto  ottiche,  che  riflettono  contro  una  base 
di  pigmento  scuro  0  per  lineilo  e  per  queste  : 
di  regola  gli  uccelli  meridionali  sono  ili  tinte 
più  vivaci  dei  settentrionali,  come  i  diurni  dei 
notturni.  I  colori  si  dividono  in  tre  gruppi  : 
a)   calori  chimici  <>   ili   assorbimento  .■  &)  coloii 


di  struttura  obiettiva  :  e)  calori  ili  struttura  sog- 
gettiva a  metallici. 

1.  /  calori  chimici  o  di  assorbimento  sono 

sempre    dovuti    a    materia    colorante,    clic    può 

esistere  in  forma   di  pigmento,  o  di  soluzione 

dilt'usn.    e    -olio   colori    clic    non    cambiano    per 

effetto  di  luce;  cito  i  principali:  la  zoomela- 
nina, cioè  il  nero  animale  ;  la  eooneritina,  cioè 

il  rosso  della  ('minga,  del  Fenicottero,  del- 
l'Ibis, delle  pelli  nude  attorno  agli  occhi  dei 
le  ti  annidi,  et  e:  la  Xoo.raiitinta.  il  giallo  :  la  Tura- 
rimi  fu  scoperta  nel  1867  (l)  da  ('lunch  nelle 
penne  delle  Musopaghae,  che  se  bagnate  dalla 
pioggia    o    messe    in     bagno    perdono    il     color 

rosso,  ma  lo  guadagnano  quando  sono  asciutte; 

il  color  bruno  è  composto  di  l'OSSO  e  di  nero, 
il  bianco  non  e  colore  :  le  penne  sono  opache 
se   la   superficie   è    ruvida,    lucide   se   e   piana    e 

ripulita. 

2.  1  calori  di  struttura  obiettiva  sono  quelli 
prodotti  dalla  combinazione  di  un  dato  pi- 
gmento con  la  speciale  struttura  ili  parti  senza 
colore  soprapposte.  Vi  appartengono  il  violetto 

ed  il  blu.  quasi  sempre  il  verde  e  spesso  il 
giallo. 

'■'■.  /  colori  metallici,  prismatici  o  di  natura 
soggettiva,  hanno  le  stesse  variazioni  di  quelli 
dell'arcobaleno,  cioè  variano  a  seconda  della 
luce  e  dello  sguardo  dell'osservatore.  Si  tro- 
vano sulle  barbole  senza  ciglia  e  mai  nelle  penne 
nascoste  da  altre. 

Le  aberrazioni  di  colorito  sono  casi  semi- 
patologici, nei  quali  il  colorito  si  stacca  dal 
tipo  normale,  che  offre  ordinariamente  la  specie  : 
essi  si  presentano  ad  epoche  indeterminate  della 
vita  dell'animale  e  durano  tutta  la  vita  del- 
l'animale stesso,  o  un  periodo  più  o  meno  lungo. 
Si  chiamano  anche  TSterocrosi  e  possono  essere 
simmetrici  ed  asimmetrici  riguardo  alle  aree  oc- 
cupate, intaccando  sempre  le  porzioni  eguali 
o  differenti  nelle  singole  specie.  Eccone  le  mo- 
dificazioni principali  : 

Albinismo,  bianco,  causato  dall'assenza  di  pi- 
gmento colorato  e  prodotto  sempre  da  una  lesione 
locale  della  sostanza  delle  penne,  infatti  le  barbe 
e  le  barbicelle  si  presentano  svasate  e  la  loro  so- 
stanza col  tirale  1  ut  la  .  contoi  la  ed  acca\  aliala  qua 
e  là,  sicché  le  penne  appaiono  consunte  e  rovi- 
nate. Leucoeroismo,  è  l'albinismo  perfetto  con 
l'iride  rossa;  geraiocroismo,  è  l'albinismo  per 
effetto  di  età;  allocroismo,  <■  l'anomalia  che 
offre  il  bianco  a  disegno  di  tratti  o  macchie: 
clorocroismo,  Cioè  il  bianco  è  a  tinte  -lavate  o 
sbiadite  ;  spesso   l'albinismo  quando   e   parziale 


i'i   fi, il.   franti.,  pp.  027  0  Ili    L8«fl 


22 


ATLANTI".    ORNITOLOGI!  0 


può  cessare  e  L'animale  ritorna  al  tipo  di  co- 
lore Dormale,  o  d'un  Matto,  o  per  il  leu to effetto 
delle  mute,  come  nelle  nro-  ed  uropterozona- 
lurr  da  me  osservate  uei  giovani  della  Menda 
menila. 

Melanismo,  e  causato  da  una  sovrabbondanza 
di  pigmento  nero  e  L'animale  perciò  diviene 
di  tinta  mia  o  più  cupa  dell'ordinario;  può 
essere  completo,  o  parziale  ed  essere  combinato 
colla  varietà  albina.  Talora  si  presenta  con 
tipo  costante,  come  nel  Beccaccino  comune 
(Gallinago  Sabinei) ,  nella  Quaglia  (Synoecus 
Lodoisiae),  nell'Allodola,  etc.,  alle  volte  si  ot- 
tiene artificialmente  nutrendo  Cardellini,  Ciuf- 
folotti, etc,  con  canapuccia,  pepe  di  Cajenna,  eie. 

Aeianismo,  è  l'anomalia  nella  (piale  le  penne 
da  velili  divengono  gialle,  è  spesso  accompa- 
gnato dall'albinismo,  come  nel  Parus  major  <• 
/'.  caeruleus,  ebe  si  presentano  del  tutto  bianchi 

anche    sulle    ali  e  sulla  coda,   eccetto    sul    tronco 

clie  è  di  un  liei  giallo  canarino  (anomalia  com- 
pleta). 

Eritrismo  o  isabellismo,  e  l'anormale  tinta 
iiissigna  od  isabellina,  parziale  o  totale,  che 
colora  le  penne,  talora  si  ottiene  mediante 
la  somministrazione  di  cibi  speciali,  o  per  la. 
materia  colorante  della  Rubici  tinctoria,  etc. 
Nel  Brasile  si  usa  tingere  le  parti  verdi  della 
testa  delle  specie  del  geli.  GhrySOtiS  con  le  se- 
crezioni cutanee  del  Bufo  tinctorius,  in  tal 
modo  esse  divengono  gialle,  talora  si  nutrono 
uccelli  con  sangue  di  qualche  pesce  siluroiile 
o  con  radici  colorate  di  date  piante  (Danein) , 
ed  in  tale  modo  si  ottengono  altre  variazioni. 
Questecontraffazioni  non  sono  ignorate  in  Europa, 
a  tutti  è,  nota  la  famosa  Emberiza  scoiata,  Bo- 
iiiniii  in  Bp.,  le  varie  colorazioni  dei  Canarini  ot- 
tenute nei  più  differenti  modi,  alimentandoli 
con  pepe  di  Cajenna.  la  cui  capsicina  li  rende 
aranciato-cupi.  Colorazioni  accidentali  transi- 
torie sono  le  tinte  aranciate  die  si  trovauo 
sulle  parti  inferiori  delle  Anitre  e  che  sembrano 
essere  effetto  di  bagni  in  acqua  ferruginosa  o 
di  sfregamento  contro  erbe  sulle  quali  si  po- 
sano, Od  una  delle  tante  a/ioni  dei  pigmenti 
ordinari  ;  la  tinta  gialla  del  mento  e  della  gola 
nella  Sylvia  atricapilla  dovuta  al  polline  dei 
fiori  che  sfrega,    volando,   etc. 

Muta  o  cangiamento  dell)  penne,  è  la  perdita 
delle  vecchie  penne,  Bpesso  consunte  ed  inde- 
bolite dall'uso  e  dal  tempo,  e  la  crescita  di 
altre   all'atto   nuove,    che    le    rimpiazzano    ed    al 

quale  fen eno  ogni  uccello  va  soggetto  almeno 

una  volta  all'anno  ;  è  un  fatto  della  più  alta  im- 
portanza, della  più  vitale  conseguenza  ed  il  più 
pericoloso   sforzo   al    (piale    la    vita    di    ciascuno 


e  esposta.  Quantunque  gli  uccelli,  pel  processo 

della  muta,  siano  dotati  di  una  grande  energia 
fisica,    pure    talora   riesce   loro    fatale     ed    e   più 

facile,  come    molti  Autori    asseverano,    ch'essi 

stiano  più  giorni  senza  cibo,  piiillostochè  pos- 
sano superare  il  pericoloso  stadio.  Le  penne, 
in  casi  che  vedremo  più  avanti,  cadono  un  po' 
per  volta,  e  gradualmente  sono  rimpiazzate,  di 
modo  che  l'uccello  e  sempre  coperto  e  può 
\  olare. 

idi  uccelli  che  cambiano  una  volta  all'anno 
si  dice  che  hanno  muta  semplice,  quelli  che 
cangiano   due    volle  clic   la   loro    muta  e  doppia. 

Muta  semplice  o  autunnale,  e  la  più  completa 
e  generale:  quasi  lutti  gli  uccelli  ne  vanno 
soggetti  ed  essa  di  solito  comincia  appena  ter- 
minata l'epoca  delle  cove  ed  ha  periodo  vario 
di  un  mese  o  più.  La  muta  autunnale  ha  luogo 
di  solito  in  agosto;  un  caso  isolato  e  quello 
offerto  dalle  Rondini  e  dai  Rondoni,  i  quali, 
(dine  e  da  gran  tempo  noto,  mutano  una  sol 
volta  nel  nostro  mezzo-inverno  (febbraio),  e 
ciò  succede  anche  nei  Rapaci  diurni,  general- 
mente parlando. 

Muta  ■primaverile,  è  il  secondo  cambiamento 
delle  penne,  che  avviene  prima  della,  stagione 
di  primavera  ed  avanti  l'epoca  delle  cove;  non 
pochi  uccelli  vanno  soggetti  a  tale  muta,  che 
può  essere  completa,  (piando  si  cambiano  tutte  le 
penne,  0  parziale,  se  la  muta  è  estesa  a  regioni 
parziali  soltanto,  come  la  Tic hodroma, che  cangia 
le  penne  della  gola  da  bianche  in  nere,  le  penne 
speciali  ed  i  collaretti  dei  Combattenti,  i  treni 
anteriori  delle  Herodias,  ed  altre  penne  piti  0 
meno  ornamentali,  che  costituiscono  caratteri 
sessuali  maschili  e  che  si  rannodano  coi  pro- 
blemi della  selezione  naturale.  Molti  sono  gli 
Uccelli  che  hanno  doppia  unita,  più  o  meno 
totale,  e.  talora  indio  stesso  genere,  una  specie 
ha  semplice  muta  ed  un'  altra  doppia,  ad 
esempio  la  Sylvia  simplex,  la  .V.  curruca  e    la 

N.  Sylvia  dicesi  l'abbiano  doppia  e  la  S.  atri- 
capilla semplice;  sembra  che  anche  parecchie 
specie  di  EMBKRIZINAE  presentino  muta,  sem- 
plice ed  altre  doppia,  ma  il  problema  è  in  gran 
parte   ancora    un'incognita. 

Muta  regressiva,  e  il  cambiamento  di    penne 

che  offrono  i  maschi  di  molte  specie  di  Aualiuac 
e  di  alcuni  altri  gruppi,  mediante  il  quale,  al- 
l'epoca delle  cove  e  di  solito  durante  le  Stesse, 
si  BVestonO  dell'abito  brillante,  assumendone 
uno  fosco,  molto  simile  a  quello  delle  fem- 
mine; questo  fenomeno  viene  spiegato  dal  l'alto 
che  le  Anitre,  le,  (lidie  ed  i  Cigni  perdono 
d'un  tratto  le  remiganti  e  divengono  impotenti 
al  volo,  mentre    negli    altri    uccelli    ciò    avviene 


MI    \\  I  I      "KN ,OGH  '  ' 


23 


di  solilo  gradualmente  e  senza  togliere  questa 
importante  funzione  all'animale,  quindi,  se  u\  es- 
sero  il  piumaggio  brillante  usuale,  sarebbero 
esposti  a  molti  pericoli,  mentre  invece  pelle  loro 
tinte  passano  inosservati;  le femminenon hanno, 
come  si  capisce,  tal  muta.  Il  periodo  della  mula 
regressiva  dina  un  paio  di  mesi  nel  Germano 
e  fino  a  sei  nella  Marzajola,  e  gli  adulti,  che 
«  vanno  in  una  eclisse  »  come  dice  il  Water- 
ton,  vengono  di  solito  ritenuti  giovani  dell'anno 
e  sono  generalmente  rari  nelle  Collezioni  ;  altri 
invece  ritengono  che  questo  abito  particolare 
sia  una  livrea  [indetti  va  pei  loro  viaggi  ili  ritorno 
verso  il  sud,  cosa  poco  probabile,  perchè  al- 
lora anche  nel  viaggio  di  ritorno  verso  il  nord 
per  la  stessa  ragione,  dovrebbero  riassumerlo. 
I.a  muta  regressiva  delle  Anitre  è  un  accenno 
alle  Mute  addizionali,  di  cui  il  più  bell'esempio 
è  offerto  dalla  Pernice  bianca  o  Lagopus  mutus 
il  quale  presenta  una  muta  dopo  la  stagione 
delle  cove  (grigia),  una  verso  l'inverno  (bianca) 
e  finalmente  una  terza  di  primavera  nella  «piale 
l'abito  è  più  distinto,  ma  tutti  questi  cambia- 
menti non  riguardano  sempre  le  remiganti  e 
le    timoniere. 

Muta  ruptila,  è  il  fatto  mediante  il  quale 
cadono  i  margini  consunti  e  disseccali  delle 
barbicelle  che  frangiano  le  barbe,  rimanendo 
sulle  stesse  i  soli  segmenti  basilari  e  dando 
così  un'apparenza  più  vivace  alle  penne  che 
colorano,  ciò  succede  di  primavera  in  molte 
specie  come  nel  Fringuello,  nella  Passera,  etc; 
«piesto  è  un  fatto  di  muta  addizionale,  come 
pure  il  fenomeno  dell'intensificazione  del  co- 
lorito, che  avviene  senza  mutamento  delle  penne 
stesse. 

Lasciando  da  parte  la  questione  dei  piumaggi 
incompleti,  e  guardando  alle  leggi  che  gover- 
nano le  mute  in  quegli  uccelli,  che  presentano 
abito  primaverile  distinto  dall'autunnale,  noi 
troviamo  (coli' esclusione  degli  Tnsessores)  che 
il  cangiamento  ha  luogo  in   tre  modi,  cioè: 

1.°  Per  una   muta  quasi   completa. 

2.°  Per  una  muta  parziale,  nella  «piale  le 
vecchie  penne  d'autunno  sono  rimpiazzati'  dalle 
nuove  primaverili  e  da  molte  di  quelle  autun- 
nali, che  cangiano  colore. 

3."  Per  un  nuovo  e  completo  ricolorimento 
delle  penne  di  tutto  il  piumaggio,  poche  di 
esse  essendo  mutate  o  rimpiazzate  dalle  nuove 
primaverili  ('). 

Riguardo  agli  abiti,  abbiamo  i  seguenti  tipi 
principali  : 


(')  Millaib,  I.  «;..  On  ih,  ehangeof  Birdt  ta  Spring  Più- 
maye  without  a  MouU,  with  pi.  Dell'I&ùr,  L8ft6,  pp.  451-457. 


Unto,  o  piumaggio,  o  livrea  da  nido,  si  dice 

quella  Che  riviste  l'uccello  sino  a  che   è   rimane 

nel  nido  negli  inetti,  <>  sino  all'epoca  che  spun- 
tano  le   vere   pinne   nei   precoci. 

Primo  abito  è  quello  assunto  appena  caduto 
il  piumino  da  nido. 

Abito  d'autunno  è  quello  rivestito  d'autunno. 

Abito  di  primavera  o  di  nozzt  ì-  quello  as- 
sunto in  primavera  o  per  muta  ruptila  o  per 
mula  primaverile,  o  per  intensificazione  di  co- 
lme, molli  uccelli  però  non  hanno  abito  di  nozze 
speciale. 

Abito  d'estate,  o  post-nuziale,  o  estivo  tempo- 
raneo è  quello  assunto  dai  maschi  delle  Anitre 
per  mula  regressiva  o  quello  dio  offrono  le  Per- 
nici bianche  dopo  l'epoca  delle  cove;  talora  si 
chiama  cosi  anche  l'abito  primaverile  consunto 
o  prossimo  a  venir  cambialo,  perchè  alle  volte 
il  logorìo  delle  sue  penne  modifica  distintamente 
il  colorito  ordinario. 

Tra  gli  uccelli,  alcune  specie  impiegano  pochi 
mesi  a  rivestire  l'abito  degli  adulti,  che  vieni 
assunto  nella  loro  prima  muta  autunnale;  altre 
invece  lo  rivestono  nella,  pi  ima  primaverile; 
mentre  altre  ancora  non  lo  raggiungono  che 
nel  secondo  o  terzo  anno  od  in  un  numero 
maggiore  di  anni,  nel  qua!  caso  abbiamo  tanti 
abiti  differenti  quanti  sono  gli  anni  nei  quali 
hanno  luogo  questi  cambiamenti,  e  quante  le 
mute,  cui  la  specie  va  soggetta  (abito  incom- 
pleto, di  semi-adulto,  di  nozze  nel  1°  anno, 
ad.  di' 2  anni,  ili  .'.'  anni,  e  cosi  via).  Alcune 
specie  nou  nidificano  che  a  sviluppo  completo, 
la  maggior  parte  nella  primavera  susseguente 
alla  loro  nascita,  altre  nidificano  ancora  nel- 
l'abito semi-completo,  come  il  Codirosso  spaz- 
/.acumino  (Buticilla  titis)  ed  il  Ciuffolotto  roseo 
(C.  roseus),  altre  finalmente  dopo  qualche  mese 
dalla  nascita  :  però  si  osservano  nei  Palmipedi 
(Anatidae)  e  nei  Trampolieri  (Numenius  e 
Tringae)  numerosi  branchi  composti  di  soli 
maschi  adulti,  che  risiedono  durante  i  mesi 
estivi    lontani  dai  loro  sili  di  riproduzione  e  che 

non  nidificano,  come  avviene  anelli-  nell'Estuario 
Veneto  d'attorno  a  Venezia  polla  Manin  pe- 
nelope,  pel  Numenius  arcuatus  e  per  la  Tringa 

minuta.    '/'.    alpina,   etc. 

1  giovani  di  molte  specie  non  cangiano  le 
penne  delle  ali  nel  1  '  anno  di  età  e  quindi 
presentano  muta  parziale  nello  stesso  periodo, 
però  nelle  tipiche  GrALl  invi  ,  che  volano  molto 
precocemente,  le  remiganti  primitive  Bpesso 
vengono  mutate,  prima  che  siano  cresciute  di  un 
terzo,  e  prima  che  l'uccidili  abbia  raggiunto  la 
Statura  completa  sono  rimpiazzale  da  altre,  che 
sono  quelle  dell'adulili.  Se  il  piumaggio  dei  due 


24 


\  I  I   IUTE    ORNITOLOGI!  1 1 


sessi  differisce,  il  giovane  assomiglia  alla  madre, 
.-«■  questi)  è  più  vivacemente  colorita  del  padre, 

il  giovane  ass iglia  a  questo  :  se  gli  adulti  sono 

eguali,  il  giovane  è  differente,  ad  es.  il  Cigno 
bianco  ha  i  giovani  semi  :  ma  vi  sono  eccezioni 
come  il  Corvo  nero,  i  cui  giovani  sono  nevi; 
quando  gli  adulti  all'epoca  delle  nozze  offrono 
colorito  differente  da  quello  invernale,  i  gio- 
vani di  solito  sono  intermedii;  a  ciò  fa  ecce- 
zione il  Fanello.  11  maschio  è  in  generale  più 
grande  della  femmina,  però  in  molti  gruppi 
questa  ha  dimensioni  maggiori  ed  i  giovani 
sono  più  piccoli  degli  adulti. 

Un    tempo    si    credeva  che  le  penne  fossero 

le  sole  parti  dell'integumento  soggette  a  can- 

4. 


affatto  differente  (Bureau),  fatti  osservati  anche 
nei  gen.  Ghimerina,  Ombrìa  e  Simoì-Jiynchus. 
Finalmente  sono  casi  a  tutti  noti,  quelli  delle  ap- 
pendici frontali  della  Folaga  crestata  e  della 
Volpoca  che  sono  più  grosse  e  sviluppate  di 
primavera,  che  d'autunno. 

Salvo  rari  casi,  le  penne  in  generale  non 
crescono  ovunque  egualmente  sul  corpo  or- 
nitico,  ma  su  alcuni  tratti  definiti,  oltre  i 
quali  ve  ne  sono  altri  nudi  o  coperti  di  piu- 
mino, e  queste  forme  ed  il  loro  sviluppo  sono 
differenti  e  di  vario  genere.  Lo  studio  di 
tali  fatti  dicesi  pterilografia  ed  il  processo  in 
se  stesso  è  detto  la  pterilosi  ili  una  data  specie; 
da  ciò  si  esclude  allatto  quanto  riguarda  il  piu- 


l'terilii  della  superficie  dorsale  e  addominale  di  un  Rondone  {Apui  apuft). 
(Da  Nitach). 
Fig    a  -  Superficie  addominale.  Fig.  /'  -  Superfìcie  dorsale. 

1.  Pterilio  dorsale  o  spinalo  -  -.  Pterilii  dell'omei Iella  spalla  3.  Pterilii  del  femore  o  della  coscia  -  i.  Pterilio  cra- 
niale o  della  testa  -  5.  Pterilii  alari  <>  dolio  ali  •  ti.  Pterilii  caudali  o  della  onda  ■  7.  Pterilii  ormali  o  delle  gambe  -  8.  Pte- 
rilio addominale  o  dell'addome. 


giamenti  regolari  e  periodici,  ma  già  il  Nilsson 
(182S)  fece  conoscere  che,  in  date  epoche,  le 
unghie  di  alcune  specie  di  Tetraouidi  si  allun- 
gavano smisuratamente!  (inverno)  per  cadere  o 
consumarsi  in  altre  (primavera),  ciò  che  si  ac- 
certo avvenite  regolarmente  (Bresser);  cosi  fu 
osservato  che  all'Organetto  cresce  straordina- 
riamente il  becco  d'estate,  raccorciandosi  d'in- 
verno, quando  cioè  si  ciba,  di  semi  duri  |  Gloger); 

il  Pellicano  bianco  dell'America  settentrionale, 
durante  la  primavera,  per  circa  due  mesi,  polla 
una    strana   appendice   cornea   sul   culmine,    che 

poi  perde  (Palmer  e  Eigdway),  e  finalmente  ab- 
biamo il  fatto  notevolissimo  del  l'olcinella  ili 
mare     che     dopo     l'epoca     delle     cove   perde    la 

guaina  cornea  del  becco,  le  escrescenze  sotto 
e  sopra,  l'occhio,  meni  re  altre  parti  si  atrofiz- 
zano  e    tutto    il     becco    assume     una    lisonoinia 


mino.  1  tratti  definiti  sui  quali  crescono  le 
penne    furono    detti  pterilà  dal    Nitzsch(l)  o 

«  foreste  di  penne  »  0  tratti  0  pterilii,  e  APTERIA 
apterii,  quelli  nudi  e  clic  separano  i  tratti  tra 
essi,  l'ochi  uccelli  hanno  il  loro  corpo  parimente 
ed  ovunque  piumato,  come  il  Tucano,  il  Pin- 
guino e  lo  Struzzo,  sui  quali  i  tratti  non  esistono 
0  sono  assai  difficili  a  trovarsi,  però  gli  embrioni 

di   Stilizzo   strano   pterilii   bene  definiti;  essi 

sono  sempre  più  distinti,  quanto  gli  uccelli  sono 
più  altamente  caratterizzati.  I  tratti  sempre 
pie. senti   negli    l 'cecili   sono   i   seguenti: 

di   II   tratto  illusili,'  o  spinale,   esteso  dalla. 


I  i  Pttrilographiae    t viuin,  pars  prior,  p.  11, 1833  ;  lo  stesso, 
n   det    Pterjtlographie,  hrsg.  v.  Burheistbr    i.to  m,  10 
Kplil.  Balle,  1840.  Pterylography,  franti,  by  P.   1.   Sclatek, 
fTith  appendice  by  Bartli  i  i  (wwi  Si  latbh    Gol.  LO  plat,,   I 

don.  Ra\    Sor..   1807. 


\  I  I   Wll.    ORNITOLOGICO 


25 


parte  posici  ime  del  collo  (nuca)  alla  glandola 
uropigea,  la  cui  forma  varin  grandemente. 

h)  Il  tratto  dell'omero  o  della  spalla,  è  pic- 
colo, con  poche  modificazioni  ed  attraversa 
L'omero,   comic  una  l'ascia  di  penne  rigide. 

<■)   il  tratto  addominale,  diesi  estende  dalla 

gola    alla    base    della    coda    e    varia    .-issai    nella 

l'orma. 

il )  Il  lr<itio  del  /'nuore  o  della  coscia,  clic 

l'orma  due  bande  oblique,  una  esterna  ed  una 

interna,   che  variano  assai. 

Altri  tratti,  più  o  meno  presenti,  sono: 
11  tratto  craniale  o  della  testa,  clic  copre  la 

testa  con  varia  contiguità  e  s'unisce   al   dorsale. 

Il  tratta  caudale    o    dilla  coda,  esteso  sulla 
superficie   dorsale   <■    addominale   prossima  alla 


coda,    ove   s'inseriscono   le   timoniere   e   le   cuo- 

pritrici  della  stessa. 

I  tratti  alari  o  delle  ali.  clic  corrono  dalla 
parli'   superiore   del    braccio   alla  mano  ornitica. 

1  trulli  erurali  o  delle  gambe,  che  coprono  le 
por/ioni  delle  estremità  pelviche  sotto  al  gi- 
nocchio. 

Sembra  clic  la  l'orina  di  questi  tratti  sia  tanto 
costante,  che  gli  <  (mitologi  possono  sicuramente 
asserire  a  (piale  gruppo  un  singolo  uccello  ap- 
partiene, e  pare  anche  che  siano  ristretti  a 
singole  parti  per  lasciare  eli  arti  più  liberi  nei 
loro  movimenti.  Le  penne  a  piumino  coprono  il 
corpo  indipendentemente  dai  tratti  come  inum- 
ili contorno,  ma  talora  possono  mancare,  come 
nei    ricchi. 


C.  - 


cllSDW. 


\t\hirr  anffers  nothing  in  remain  in  her 
Kingdoms  which  cannot  help  itsel) 
Emerson. 


Mimetismo,  dello  anche  Colorazione  imitativa, 
o  mimetica,  e  il  fenomeno  pel  (piale  un  animale 
assomiglia  talmente  in  colore  a  speciali  oggetti 
anorganici  o  ad  esseri  organizzati,  che  in  qualche 
caso  può  facilmente  scambiarsi  con  essi,  quan- 
tunque tra,  loro  non  esista  alcuna  affinità  ;  ovvero 
Mimetismo  è  il  nome  dato  in  biologia  ad  una  somi- 
glianza vantaggiosa,  e  di  solito  protettiva,  che 
una  specie  ili  animali  spesso  mostra  con  un'al- 
tra specie  o  con  altri  oggetti,  somiglianza  che. 
per  (pianto  è  noto,  non  serve  ad  alcuna  fun- 
zione. Quando  gli  animali  non  imitano  soltanto 
il  colorito  di  speciali  oggetti  naturali,  ma  ras- 
somigliano loro  anche  nella  t'orma,  rendendo 
pin    facile   la    confusione,  si  dice,  che  abbiano 

mimetismo  ili  /urina  e  ili  colore.  La  specie  ap- 
parentemente «  minielaiite  »  e  quella  «  mime- 
tata  »  talora  non  abitano  nello  stesso  distretto, 
o  non  presentano  relazioni  di  sorta,  e  la  somi- 
glianza allora  e  dovuta  a  singolare  adattamento, 
od  a  circostanze  speciali  ;  invece  nel  caso  di 
vero  mimetismo,  la  specie  mimetante  riceve 
un  diretto  vantaggio  dalla  sua  somiglianza  colla 
specie  mimetata  ;  la  somiglianza  inganna  e 
giova,  e  ciò  è  egualmente  vero,  tanto  se  sup- 
poniamo il   mimetismo    prodotto  da    fenomeno 


creativo,  quanto  da  selezione  naturale.  Nel- 
l'altra ipotesi,  e  sempre  in  grazia  della  sua  so- 
miglianza, la  specie  «  mimetante  »  sfugge  a 
certi  pericoli,  o  a  certi  nemici,  e  si  procura  date 
sorta  di  cibo  in  virtù  della  sua  somiglianza  con 
qualche  altra,  specie.  Conviene  aggiungere  che 

la    parola   mimetismo,    come  si  intende  in  questo 

caso,  ha  un  scuso  soltanto  metaforico.  Cioè  il 
fenomeno  non  implica  alcuna  imitazione  conscia, 
o  volontaria  di  una  specie  coli 'apparenza  esterna, 
o  coli' abitudine  dell'altra.  Tutto  ciò  invece 
significa  il  fatto  di  una  vantaggiosa  somiglianza, 
di  una  somiglianza  che  delude,  che  dà  all'a- 
nimale <■  mimetante  »  una  eccezionale  prote- 
zione e  mezzi  speciali  di  inocularsi  una  qualità 
di  cibo,  che  non  avrebbe  potuto  procacciarsi 
se  non  avesse  avuto  nini  meravigliosa  somi- 
glianza colla,  specie   «  mimetata  ». 

Il  mimetismo  è  un  fenomeno  taro,  tanto  negli 
Uccelli,  (pianto  negli  altri  Vertebrati.  La  gene- 
rale somiglianza  del  <  luculo,  gruppo  dcboleed  in— 


(')  Alla  compilazione  di  questo  articolo  mi  Euronodi  grande 
aiuto    le   seguenti   opere:    Eneycl,    Brit.    \vi.    m».    :;4i-:i!."> 
■  !■>•..    V     Dict.  oj   Birdt,  \i]>.  572  575 

Ficaliii    E.,    Zoologia   g parto  I.  pp,  697-734   (1 

Distant,  L„  Mimicry  nello  Zoologici,  L899  e  1900. 


Atlante  ornitologico,  —  Parto  I. 


26 


ATLANTI-;    ORNITOLOGI"  0 


difeso.  agli  Sparvieri  <■  ad  alcuni  Gallinacei  è, 
in  qualche  modo,  un  fatto  di  vero  mimetismo. 
Ma  il  più  convincente,  tra  i  pochi  conosciuti, 

è  quello  ricordato  <l:i  0.  Salviti  e  da  lui  os- 
servalo tra  i  Rapaci  di  Rio  Janeiro.  Uno  Spar- 
viere insettivoro,  V  Harpagus  diodon,  è  per- 
fettamente simile  allo  Sparviere  carnivoro  Acci- 
piter  pileatiis.  Ed  il  vantaggio  sta  nel  fatto, 
che  siccome  pare  che  gli  Uccelli  abbiano  ap- 
preso a  non  liniere  VHarpagus,  perchè  si  ciba 
ili  soli  insetti,  così  VAccipiter,  pella  sua  somi- 
glianza, riesce  a  prenderli  indifesi  ed  incuranti 
del  pericolo,  entrambi  gli  uccelli  essendo  bruno- 
rossicci,  se  visti  dal  disotto.  Ma  VAceipiter 
carnivoro  ha  una  distribuzione  più  estesa  e 
dove  non  troviamo  lo  Sparviere  insettivoro, 
quello  non  gli  assomiglia  più,  e  la  tinta 
delle  sue  cuopritrici  inferiori  delle  ali  degrada 
sino  al  bianco.  Qui  adunque  la  somiglianza. 
benché  vantaggiosa,   non  è  protettiva. 

Una  teoretica  spiegazione  del  mimetismo  su 
principii  evoluzionisti  può  essere  meglio  con- 
siderala in  connessione,  col  soggetto  generalo 
della  colorazione  protettiva  e  della  variazione 
nella  forma,  delle  quali  è  un  caso  affatto  spe- 
ciale. Vi  sono  due  modi,  nei  quali  la  colora- 
zione protettiva  può  riescile  vantaggiosa  ad 
una  specie.  Essa  può  aiutare  i  suoi  membri  a 
sfuggire  a  un  pericolo  e  a  un  nemico,  o  può 
giovai-  loro  nella  ricerca  della,  preda.  Nel  primo 
caso,  le  tinte  imitative  fanno  sì  che  l'animale 
possa  evitare  di  essere    divorato,  nel    secondo 

10  rendono  capace  di  assicurarsi  più  facilmente 
la  preda,  e  così  una  quantità  di  cibo  mag- 
giore di  quella  che  comporterebbe  una  livrea. 
od  una  forma  meno  deluditrice  (JEncycl.  Brit.). 
Moltissimi  animali  terragnoli  od  acquatici  pos- 
sono presentare  delle  colorazioni  così  fatte  o 
delle  forme,  clic  sono  id e,  tanto  si  confon- 
dono   colle    apparenze    generali  dell'ambiente,  0 

con    speciali     corpi    a -gallici     o    organizzali. 

a  fai  passare  inosservato  l'animale,  o  a  farlo 
confondere  con  specie  in  qualche  modo  temi- 
bili. Tutto  ciò,  dal  punto  di  visln  dielologico. 
e    ila    quello    anche    della    lolla     per    l'esistenza. 

chiamiamo  colorazione  e  forma  protettiva,  elio 
si  possono  trovare  in  tulli  gli  stadi  dall'inno 
all'embrione,  alla  larva,  all'individuo  adulto... 

11  fatto     più     generale     e     poco    specializzato   e 

questo:  die  moltissimi  animali  (ed  e  cosa  noia 
da  tempo  agli  osservatori  della  Natura)  hanno 
una  colorazione  gennai.   COI  rispondente  a  quella 

dell'ambiente  terrestre  od  acquatico,  nel  quale 
vivono  abitualmente,  tanto  che,  essi  possono, 
per  ciò  solo,  confondendosi  con  le  apparen  e 
dell'ambiente,  passare  inosservati  all'occhio  al- 


trui; questa  maniera  di  colorazione  protettiva 
chiamasi  omoeromismo .  Esso  può  essere  fisso  e 
variabile.  È  Osso  quando  la  colorazione  dell'a- 
nimale non  cambia  mai,  è  variabile  quando 
essa  può  cambiare,  in  modo  che  l'animale  pol- 
laio da  un  ambiente  con  date  tinte  ad  un  alno 
con  tinte  diverse,  ad  esso  può  adattare  la  co- 
lorazione sua  [Ficalbi).  Tra  i  casi  di  Omocro- 
mismo  fisso,  cito  gli  animali  del  deserto  di  tinte 
rossigne,  quelli  artici  di  tinte  bianche,  la  lepre. 
alpina  bianca  d'inverno,  bigia  di  estate,  in 
analogia  coll'ambiente  nel  quale  vivono  questi 
animali.  Tra  i  casi  di  Omocromismo  variabile 
o    mollile,    ricordo   la    nostra    Raganella    verde 

(Ili/la  arborea),  che  e  verde  se  vive  in  mezzo 
al    fogliame,    ma    se   la    ponete   su  fonilo  ili  altro 

colore,  la   vedrete  piano  piano  adattare  ad  esso 

le   suo   tinte. 

Il  colore  è  sempre  soggetto  a  variare  da  in- 
viduo  a  individuo,  come  chiaramente  vediamo 
negli  uccelli  da  cortile,  nei  cani,  nei  conigli,  eie., 
ma  se  ciò  e  di  poca  entità  pcgli  animali  do- 
mi-liei,  nei  selvatici  invece  certe  colorazioni 
cospicue  riescono  svantaggiose  alla  incolumità 
dell'individuo  per  la  troppa  visibilità  che  of- 
frono; mentre  d'altro  lato  altri  colori  sicura- 
mente agiscono  per  selezione  naturale  e  giovano 
alla  sicurezza  dell'individuo,  armonizzando  colle 
tinte  di  contorno.  Quando  l'aspetto  generale  del- 
l'ambiente è  in  generale  uniforme,  e  dine  una 
piccola  e  \  aga  impressione  di  colore  senza  forma 
individuale  può  rendersi  apparente,  le  tinte  degli 
animali  sono  pure  uniformi  per  corrispondere  a 
quelle  dell'ambiente  circostante  e  non  si  trovano 
speciali  adattamenti  di  forma.  Così,  tra  le  eterne 

nevi  artiche  un  animale  bruno  o  nero  sarebbe 
facilmente  scollo  e  se  indifeso  potrebbe  venir 
distrutto  ben  facilmente,  menile  se  trattasi  di 
un  carnivoro  di  rado  o  mai  avvicinerebbe  lauto, 

non  veduto,  la  preda  da  farla  sua.  Quindi 
cola  mancano  tulle  le  variazioni  ili  colore  e 
gli  animali  artici  sono  bianchi.  E  quando  l'am- 
biente si  modifica,  con  un  regolare  cangiamento 
da    stagione    a    stagione,    il    colore   della    fauna 

varia  con  esso.  E  la  Volpe  artica,  il  Lagopede 

ed  altri  animali  sono  variamente  coloriti  sul 
verde  tappeto  circostante,  e  ritornano  bianchi 
di  neve  tra  le  nevi  invernali.  Il  colore  del  de- 
serto è  di  un  grigio-rossigno  (piasi  uniforme,  e 
uli  animali  del  Sahara  hanno  eguali  tinte  gri- 
gio-rossigne  uniformi.  Quando  l'ambiente  è  al- 
quanto pin  diverso,  le  rassomiglianze  cominciano 
a  mostrare  forme  più  specializzate;  qiuinilo 
esso  è  mollo  variato,  come  nelle  foreste  tropi- 
cali, noi  troviamo  le  più  grandi  diversità  di 
colini,    l'attuale  sviluppo  di  l'orme  speciali,  e  la 


VI  I    l\l  I      I  IRN1  lol.i  m.[.   il 


27 


somiglianza  protettiva  risalta  più  prossima  e 
pin  comune.  Molti  uccelli  che  abitano  lo  foreste 
hanno  fondo  di  colore  verde  che  non  si  trova 
:ii    tropici,    niellile    le    tinte  brillanti    dei    tropici 

mancano  nelle  zone  temperate. 

Il  mimi  tixiin>  rurale,  che  si  trova  in  alcuni 
uccelli  come  lo  Storno,  il  Pappagallo,  il  ciuf- 
folotto e  l'Uccello  motteggiatore,  deve  necessa- 


riamente esser  collocato  in  una  categoria  del 
tutto  differente  da  questi  casi  biologici.  Esso 
è  un  risultato  diretto  e  volontario  ed  appar- 
tiene al    mimetismo   in  senso   letterale  e  non 

figurato.  Tale  facoltà  semina  esser  dovuta 
all'istinto  del  diletto  particolare,  e  non  allo 
scopo  di  qualsiasi  funzione  vantaggiosa  <  Encycl. 
Brit.). 


D.  -  Dimorfismo, 


Dimorfismo,  è  il  fenomeno  pel  quale  indi- 
vidui  della  stessa   specie   olirono    differenze    di 

colore  costanti  e  più  o  meno  considerevoli, 
tali  differenze  non  obbedendo  a  coudizioni  lo- 
cali od  accidentali.  Questo  fenomeno  si  pre- 
senta sotto  due  aspetti,  cioè  le  differenze  sono 
dipendenti  dal  sesso  ed  in  questo  caso  i  carat- 
teri sessuali  secondarii  del  maschio  e  della 
femmina  possono  essere  differenti  sotto  molli 
aspetti  ed  abbiamo  il  dimorfismo  sessuale,  o 
questo  fenomeno  si  svolge  indipendentemente 
dal  sesso,  ed  allora  si  chiama  dimorfismo  spe- 
ri lira   propriamente  detto. 

I  casi  di  dimorfismo  sessuale  negli  Uccelli 
sono  tanto  comuni,  che  si  può  dire  costitui- 
scano la  regola.  Questa  forma  di  dimorfismo 
si  manifesta  sotto  vari  aspetti,  il  più  frequente 
e  (piello  della  colorazione  generale,  i  cui  casi 
si  presentano  in  (piasi  tutte  le  specie,  poi  nelle 
differenze  della  forma  e  dello  sviluppo  di  certe 
parti  del  piumaggio  come  ad  es.  nelle  penne 
del  dorso  dei  maschi  del  Pavone,  nelle  timo- 
niere del  Fagiano  di  monte  maschio,  ctc.  Sono 
poi  casi  di  dimorfismo  sessuale  gli  sproni  sul 
tarso  o  presso  l'angolo  dell'ala,  le  appendici 
e  caruncole  del  becco,  le  borse  primaverili  del- 
l'Otarda, etc.  ;    infine    noto  il  dimorfismo  ses- 


suale dovuto  alla  stalura.  In  generale  il  maschio 
è  più  grande  della  femmina,  però  in  alcuni 
gruppi  di  Gallinacei  e  di  fiatiti  questa  è  mag- 
giore di  quello,  ciò  che  si  volle  spiegare  col 
t'aito  che  tali  uccelli  sono  poligami  ;  cosi  è  ben 
conosciuto  che  nella  gran  parie  dei  Rapaci  le 
femmine  sono  di  statura  più  elevata  dei  ma- 
schi, ciò  che  non  si  sa  come  spiegare;  mentre 
invece  eguale  fatto  viene  offerto  da  varie  Li- 
mici >i, ai:  [Limosa,  Phaìaropus ,  etc),  dalle 
Rhynchaee,  dalle  Tiirui.r,  le  femmine  delle 
(piali  sono  anche  più  vivamente  colorite  dei 
maschi,  e  ciò  si  vuol  spiegare  coli' asserto 
che  questi  ultimi  attendono  (piasi  completa- 
mente alle  cure  dell'  incubazione  a  preferenza 
di  quelle. 

I  casi  di  dimorfismo  specifico  sono  in  gene- 
rale poco  comuni  e  punto  accertati.  Citerò  come 
il  piti  noto  quello  del  Labbo,  nella  (piale  specie, 
il  maschio  scuro  si  trova  appajato  colla  femmina 
chiara  o  la  femmina  è  scura  ed  il  maschio 
chiaro,  e  piti  raramente  ambedue  i  genitori 
sono  eguali  di  colorito;  poi  l'altro  dei  Corvi 
neri  e  cenerini,  che  si  appaiano  in  quei  distretti 
frequentati  da  entrambe  le  forme,  ma  molti 
Autori  li  considerano  invece  buone  specie,  e 
quindi   ne  ritengono  ibridi   i   prodotti. 


E.  -  Ibridi. 


fluido,  è  l'animale  nato  dall'unione  di  due  selvatico»  sono  molto  rari  e  quasi  sempre 
individui  appartenenti  a  specie  differenti  inter  infecondi,  si  riscontrano  più  facilmente  nei 
se  e  talora,  ma  più  raramente,  appartenenti  Palmipedi  (Anatidae),  nei  Passeracei  i  Frin- 
a  due  generi,  anche  molto  disparati.  In  generale  ijilla  eoelebs  /■'.  montifringilla,  fli'rundo  ril- 
essi   assomigliano    ai  genitori    ed    allo    «  stato  stica   X    Cheliilmi  urliica,  etc.)  e  nei  Tetiaonidi 


28 


\  i  i   \M  I     ORNI  COI.OGII  " 


Cetrao  urogallns  <  T/yrwrv»  tetrix,  etc).  A 
parecchi  ili  essi  fu  dato  rango  e  Dome  spe- 
cifico, così  dicasi  del  Teirao  medius  t  T.  wro- 
gallus  o  /,.  tetrix),  della  Fuligula  Homeyeri 
(Nyroca  ferina  e  X.  nyroca,  etc.).  Il  loro 
immero  non  è  molto  elevato,  tanto  più  che  pa- 


recchi  uccelli, che  si  ritengono  ibridi,  non  lo  Bono 
ail'aiiD.  affatto  I-  che  non  è  sempre  facile  il  deter- 
minarli esattamente.  [1  signor  A.  Suchetel  (')ha 
pubblicato  un  importante  lavoro  sull'argomento, 
lavoro  informato  a  larghe  vedute,  ma  le  cui 
deduzioni  non  .sono  sempre  le  più  accettabili. 


F.  -  Femmina  in  livrea  di  maschio. 


In  parecchie  specie  di  Uccelli,  ma  special- 
niente  nei  Gallinacei  (Tetrao  urogallus,  Lyrurus 
tetrix,  l'iiAsiAMD ai  .  etc.)  e  nelle  Asaiihai: 
(Anas  boseas,  etc.),  si  osserva  il  fatto  notevole 
che  le  fémmine,  invecchiando,  divengono  inette 
a  generare  ed  indossano,  in  questo  caso,  una 
livrea  eguale,  in  tutto  od  in  parte,  a  quella  dei 
maschi,  modificando  anche  la  voce,  ciò  che 
succedo  soltanto  in  quelle  specie,  nelle  quali 
essa  è  differente,  a  seconda  del  sesso.  Questi 
uccelli  si  riconoscono  tosto  all'esame  anatomico, 


esternamente  in  alcune  specie  (  V.  urogallus, 
/,.  tetrix)  la  slatina  è  ottimo  carattere;  altre 
volte  non  è  facile  identificarli,  perchè  lo  stesso 
piumaggio  che  partecipa  dei  due  sessi  si  po- 
trebbe scambiare  con  livree  incomplete  e  gio- 
vanili, sicché  conviene  tare  un  esame  acculalo. 
Però  questi  casi  sono  piuttosto  rari  negli  uc- 
celli domestici  e  rarissimi  in  quelli  che  vivono 
allo  stato  selvatico  ;  oltre  clic  nelle  specie  già 
citate,  l'osservai  anche  nella  Passera  {Passer 
Italiae)  ed  il  soggetto  e  nella  mia  Collezione 


G.  -  Teratologia. 


La  Teratologia   e   lo  studio    che   tratta  delle 
deviazioni  dello  sviluppo  normale  dell'embrione, 

ovvero   è   la    scienza    che   Concerne    le   anomalie 

e  le  mostruosità,  le  quali  sono  sempre  dovute 
a  modificazioni  dello  sviluppo  embrionale  ('). 
Per  citare  qualche  esempio,  dirò  coinè  il  feno- 
meno delle  ire  gambe  sia  piuttosto  frequente, 
il  terzo  arto  soprannumerario  non  e  completo, 
uè  presenta  diti  perfetti  ed  è  inserito  sulla. 
colonna  vertebrale,  sulla  pelvi,  usui  femore  di 
una  delle  gambe  normali  (.1  nitrii ,  Gallina,  Pas- 


sera, ite);  quello  delle  quattro  gambe  si  pre- 
senta ben  piii  di  rado  {Gallina.  Piedone,  Ora. 
Passera,  Cardellino, etc.),  come  pure  si  riscontra 
assai  raramente  l'anomalia  delle  quattro  ali 
(Rondone).  Ricorderò  ancora  pulcini  di  Gallina 
con  due  becchi,  tre  ali  e  quattro  gambe,  di 
dea,  di 'Piccione  e  di  Fagiano  con  due  becchi 
"  con  due  teste,  etc.  ;  s'intende  però  sempre 
che  le  mostruosità  si  riscontrano  piii  facilmente 

negli  Uccelli  domestici  che  in  quelli  selvatici, 
ciò  che  e   troppo   naturale. 


ii  Dareste,  C  sur  i"  production  artij 

dee  monatmiosité»,  Patìs,  is~7.        Gerì  ich    i.    ì>ie  Entete- 

dei    /'"/>/><  i>"  /":'  den   h'òht  ' 

n    Stuttgart,   1883         Batrson,  Material»  /"/■  '/<<   study 

i    i  'i 


(')  Les  hybrid.  à  Vétat  muvage  (1890  1897)  e  stigli  ibridi 
italiani  \i  Bono  parecchi  lavori  miei  o  ili  nitri  Ornitologi 
(Moschen,  lini  Fiume,   Ninni  E.,  Martorelli 

I  i  Vedi  min  memoria  in  proposito,  Atti  Soc.  lini.  Se  \"i. 
Milano,   1888. 


vii  \M  I     ORNI  I ÌI(  0 


29 


H.  -  Lunghezza  della  vita  negli  Uccelli. 


Circa  la  lunghezza  della   vita  degli  Uccelli, 

poco  o  nulla    sappiamo   «li    quelli   che  vivono 
allo  sialo  selvatico,  ma  molti  ili  cs>i  clic  si   ten- 

Cacatua 81  anni 

Oca 80  » 

Cigno 70  » 

Corvo  imperiale CO,  50  » 

Gufo  reale iìs  » 

Airone (i0  » 

Helotarsus 55  » 

Coracopsis 5  1  » 

(iunior 52  » 

Diomedea 4G  » 

Gabbiano  reale 44,  21  » 

Pellicano 41  » 

Tortora  e  Gru 40  » 

Beccaccia  di  mare  ....     30  » 

Gallo 30,  25,  24     » 


gono  in  domesticità,  ci  offersero  i  limiti  d'età 
piii  8 variati,  e  qui  ne  cito  alcuni: 


Germano 29,  22,  10  anni 

Eni  lì 28  » 

Nibbio 27.  21  » 

Rusignolo L'.">  » 

Passera  solitaria.  24  » 

Marangone  e  Cardellino  23  » 

Fischione 23,  18  » 

Cazza 21  » 

Canalino  e   Merlo  20  » 

Ciuffolotto 19  » 

i  rracchio 17,  18  » 

Moriglione 17,  13  » 

l'anello 17  » 

Tordo   bottaccio  .  .  17.  1  5  » 

Combattente   ....  10  »  etc.(l). 


(')  Glumi  J.  II.,  Un  the  comparative  (igea  io  nhich  Birds  live,  IbU,  1899,  pp.  19-42. 


'AA"-V,«( 


La  distribuzione  geografica  degli  Uccelli. 


Per  distribuzione  geografica  degli  organismi 
e  nel  caso  nostro  degli  Uccelli,  s'intende  il 
modo  secondo  il  quale  le  specie  i  generi,  etc. 
sono  distribuiti  nei  vari  paesi  del  Mondo  e  lo 
studio  della  distribuzione  geografica,  detta  an- 


che Geografia  o  Corologia  zoologica  o  Zoogeo- 
grafia o  C'oro/oologia,  mira  a  far  razionalmente 
conoscere  come  le  specie  si  diffondono  da  plaga 
a  plaga,  o  sono  disseminate  nelle  varie  parti  del 
Mondo  all'uopo  diviso  in  Zone,  Regioni,    Sot- 


II  Mondo  (da  Sharpe). 


toregioni,  Provincie,  etc:  ma  non  fissando  tali 
porzioni  geograficamente  parlando,  cioè  a  base 
di  latitudine  0  di  longitudine,  di  palli  acquee 
o  di  terra  ferma  o  di  divisioni  politiche,  ma 
solo  dal  punto  di  vista  zoologico,  cioè  guar- 
dando e  determinando  le  varie  Regioni  del 
Globo  in  conformità  ai  varii  aspetti  della  vita 


animale,  che  in  esse  si  agita  ed  a  tutte  le  que- 
stioni che  con  essa  hanno  attinenza. 

Si  devono  a  Buffon  le  prime  argomentazioni 
in  proposito,  ma  esse  sono  cosi  vaghe  da  non 
potersi   oggi   seriamente   considerare. 

Per  trovare  un  serio  conato  di  Geografia  zoo- 
logica conviene  salire  al   1858,  nel  quale  anno 


\  [  I   \M  |     0RNIT01  OGK  0 


:;i 


P.  L.  Sclater  pubblicò  uno  schema,  che  se- 
condo me  è  il  più  semplice,  ma  il  più  completo 
ed  il  più  aduno  di  quanti  vennero  dopo.  Egli 
(livide  il  Mondo  in  sci  Regioni  Zoogeografiche 
dette  A  :  licione  Paleartica;  B)  Regione  Etio- 
pica; I  Regione  indiana;  l'i  Regione  Austra- 
liana; E)  Regione  Neartica;  F)  Regione  Neo- 
tropica; ciascuna   di   esse   si  differenzia  in   un 

modo  affatto  marcato,  quantunque  le  distinzioni 

non  si  eguaglino  e  non  siano  sempre  ili  eguale 
importanza.  Senza  entrare  nel  dettaglio  della 
questione,  ricorderò  solo  i  lavori  di  tic  insinui 
Naturalisti  inglesi,  l'Huxley,  il  Wallace  ed  il 
Newton,  spiegando  poi  dettagliatamente  il  piano 
dello  Sclater. 

Il  Prof.  Huxley  (  )  divise  la  Terra  latitudi- 
nalmente e  non  in  senso  longitudinale,  conio 
aveva  fatto  lo  Sclater.  ed  anziché  sei.  6ssò 
quattro   Regioni   Zoogeogratiche,   clic   sono: 

r  -  Regione  Arctogaea    (Regioni    Indiana. 
Etiopica.   Paleartica  e  Neartica  di  Sclater,. 

2"  -  Regione   Austro-Col umbiana    (Regione 
Neotropica). 

3''  -  Regione  Austràlasiana. 
4:'  -  Regione  tltHu  Nuova  Zelanda  (Porzione 
della  Regione  Australiana  di  Sclater). 

Il  Wallace  nel  suo  lavoro  principe  (')  seguì 
le  vedute  dello  Sclater  con  lievissime  modifi- 
cazioni. 

Il  Prof.  Newton  ('),  preoccupato  dal  fatto 
che  l'Avifauna  della  Nuova  Zelanda  offre  fot  ine 
della  più  alta  importanza,  la  staccò  come  zona. 
e  osservando  che  nell'Alaska,  di  area  Neartica, 
d'estate  arrivano  numerosissimi  Passeracei  di 
assoluto  tipo  Paleartico,  riunì  le  due  Regioni 
Neartica  e  Paleartica  di  Sclater  in  una  sola 
delia  Holartica,  proponendo  le  seguenti  sei 
grandi    divisioni  : 

ì.  'Regione  della  Nuova  Zelanda  \  dette  comples- 
•_'.    Regione  Australiana  i      sivamente 

;       Notogaea 


:;.  Regione  Neotropica 

4.  Regione  Holartica 

."i.  Regione  Etiopica 

(i.  Regione  Indiana 


I  dette  comples- 
sivamente 
1    Arctogaea 


Egli  notò  poi  come  le  differenze  offerte  dalla 

Regione  della  Nuova  /.elauda  con  tutto  il  resto 
del  Mondo  non  sono  soltanto  piii  notevoli,  ma 
assai  più  essenziali  di  quelle  presentate  da  tutte 


'  6  voi.  II.  pp.  130-H5  : 

lì,.    Ibis,   L891,   pp.   .M4-557. 

i  i  /'/"•-.  / !.  Soe.,  1868,  pp.  313-319. 

p)  The  Geografi  ;  vnl.    Lon- 

don, ì  -;>;. 

i  Dictionary  o/  flirds,  pp.  313-31 


le   altee    Regioni   componenti    il    Mondo    i 
insieme. 

Tornando  al  piano  di  Sclater,  dirò  in  qua] 
modo  egli  divida  le  sei  Regioni  Zoologiche  da 
lui  lissatc  notando  anche  i  tipi  principali  dai 
(piali  \ anno  caratterizzate  e  fermandomi  spi 
mente  sulla  Paleartica,  che  e  la  piii  importante 
pei  noi.  racchiudendo  L'Europa.  Ricorderò  prima 
come  altri,  accettando  pure  queste  divisioni,  pro- 
posero [Trouessart)  di  completarle,  aggiungen- 
dovi altre  due  Regioni,  cioè  la   Polare  Artica 

e  la   Polare  Antartica,  che  in  realtà  si mollo 

razionali,    ma   non   dal   lato  ornitologico. 

I.  Regioni  Paleartica  (Europa  compren- 
dendo anche  L'Islanda  e  le  Spitzbergen,  le  Isole 
Atlantiche  dille  Azzorre,  delle  Canarie  e  di 
Madera,  l'Africa  al  nord  del  Sahara  (eccettuato 
Tripoli  e  l'Egitto),  l'Asia  al  nord  dell'I inalaia 
e  dell'Oceano  Indiano,  comprendendo  L'Afga- 
aistan,  gran  parte  del  Baluccistan,  l'Asia  Minore 
e  la  Siria  (eccetto  la  Valle  del  Giordano)  ;  dal- 
l'Imalaia,  dirigendosi  verso  est,  abbraccia  la 
Cina  al  nord  del  Bacino  dello  .lang-tse-kiang, 
il   Giappone  settentrionale  e  le   Isole   Kurilii. 

Questa,  che  è  la  piti  grande  delle  Regioni 
Zoogeografiche,  è  per  noi  la  più  importante, 
comprendendo  essa  L'Europa  e  gli  animali  che 
più  ci  interessano  :  e  si  divido  in  tre  grandi 
sotto-regioni  : 

a)  Sottoregione  Europea  \  Europa  al  nord 
dei  Pirenei,  delle  Alpi,  dei  Balcani  sino  al 
Caucaso  e  L'Asia  al  nord  delle  sue  parti  cen- 
trali sino  al  mare  di  Bering,  le  Isole  del  Giap- 
pone e  le  Kurili);  colle  due  Provincie  "Europea 
e  Siberiana  orientale. 

tt)  Sottoregione  Mediterraneo-Asiatica  detta 
anche  Mediterraneo-Persica  (Europa  al  sud  dei 
Pirenei,  delle  Alpi  e  dei  Balcani  sino  alle  Pro- 
vincie dell'Amili-,  le  Isole  Atlantiche  sopram- 
menzionate e  l'Africa  settentrionale,  eccetto 
Tripoli  e  l'Egitto);  colle  provincie  Mediter- 
ranea, Mediterraneo-Persica .  Imalaiano-Oauca- 
<ic<t  e  Mongola. 

e)  Sottoregione  Manciuriana  (Dalla  Vallata 
dello  Jang-tse-kiang  verso  nord  circa  al  55  di 
hit.   N.  e  verso  est  fino  al  100°  di  long.). 

Non  è  cosa  molto  facile  l'offrire  dati  caratte- 
ristici bene  accentuati  pilla  Regione  Paleartica, 
perchè  quantunque  essa  non  possegga  Uccelli 
Mosca  0  del  Paradiso.  Tucani,  Pappagalli,  Poi- 
ceri,  Pinguini,  etc,  pure  è  intimamente  legala 
colla  Neartica  per  l'annuale  ricambio  degli  Te- 
celli  migranti,  che  si  effettua  tra  L'Alaska  e  Le 
ultime  parti  nord-orientali  dell'Asia.  Sembra 
elio  una  sola   famiglia   sia   propria   alla    Regione 


32 


ATLAN  II.    0UN1  l'OLOGICO 


Neartica  quella  dei  Chamadeidae,  mentre  la  sot- 
tofamiglia Pannrinae  lo  sarebbe  della  Paleartica 
col  tipo  Panurus  biarmicus,  che  è  largamente 
distribuito  tanto  verso  est,  quanto  verso  ovest. 

l.°  La  Sottoregione  Europea  ha  di  spe- 
ciale i  seguenti  generi  :  Eurynorhynchus  o  Pio- 
vanello  a  becco  a  spatola,  Lagopus,  Tetrao, 
Lyrwrus,  Tetrastes,  molti  Zigoli,  Fringuelli  e  tra 
<|iu-sii  il  Goceothraustes,  e  Uccelli  di  distribu- 
zione geografica  larghissima  quali  il  Rusiguolo,  il 
Corriere  piccolo  ed  il  Germano. 

2.°  La  Sottoregione  Mediterraneo-Persica 
offre  Allodole,  Silvie,  Avvoltoi,  Pellicani,  Fe- 
nicotteri, Coturnici,  mentre  nei  terreni  sabbiosi 
della  costa  Africana  vi  sono  speciali  forme  de- 
serticole di  Agrohates,  Allodole,  Culbianchi  e 
Ganghe;  verso  il  Caucaso  e  l'Imalaia  Lerwa,  Te- 
traogalli,  Fagiani,  Ciuffolotti,  Pigliamosche, 
Podoces,  etc. 

3.°  Sottoregione  Manciuriana.  Qui  tro- 
viamo molte  torme  orientali,  come  Halcyon, 
Eurystomus,  Pericrocotus,  SutJiora,  mentre  Uc- 
celli di  specie  puramente  Europee  sono  rap- 
presentati da  t'orine  affini,  come  il  Corvns pasti- 
nator  in  luogo  del  nostro  C.  frugilegus,  il  Corvus 
dauricus  invece  del  C.  monedula,  etc. 

II.  Regione  Etiopica  (')  (L'intera  Africa  al 
sud  della  Regione  Paleartica,  compreso  Tripoli 
e  l'Egitto,  le  Isole  Atlantiche  del  Capo  Verde 
e  Sant'Elena,  .Madagascar,  le  Isole  Mascarene 
di  .Maurizio,  Riunione  e  Rodriguez,  le  Ami- 
ranti e  le  Secelle,  Socotra,  l'Arabia  e  la  Valle 
del  Giordano).  Si  divide  nelle  cinque  seguenti 
sottoregioni  : 

a)  Soitoregione  della  Libia  (parte  setten- 
trionale della.  Regione  Etiopica   ed  Abissinia). 

b\  Sottoregione  della  Guinea  (dalla.  Sierra 
Leona  al  Congo,  verso  est  fino  allo  spartiacque 
del   Nilo). 

e)  Sottoregione  della  Caffreria  (Africa  me- 
ridionale al  sud  del  Congo,  Sanf 'Piena  e  lo 
spartiacque,  settentrionale  dello  Zambesi). 

ili  Sottoregione  del  Mozambico  (Africa  orien- 
tale tra  l' Abissinia  e  lo  spartiacque  dello 
Zambesi). 

e)  Sottoregione  del  Madagascar  (Madagascar 
e  le  Isole  adiacenti  i. 

Tipi  speciali  :  Strutllio  (vera  pallia).  Muso- 
PHAGIDAE,    [RRISORIDAE,    <'<iinls.    .Xiimhlit .    .!»('/- 

diits}  Balaeniceps,  Serpentarius ,  Rhynchaea, 
Aegialitis  Sanctae-Helenae.  etc, 

E    qui    non     posso    passare    sotlo    silenzio    la 


|     Seguii    i   «lati   oli. iti    .lai    Mivarl,     Elem.    oj    Ornith, 

pp.    238 --ali  (1892). 


sottoregione  formata  dal  Madagascar  e  dalle 
Isole  adiacenti;  dobbiamo  dire  che.  eccettuando 
la  Nuova  Zelanda,  non  \i  è  parte  del  Mondo  la 
i|uale  possa  paragonarsi  ad  essa  per  l'interesse 

e  la  varietà  della  sua  vita  ornilica.  E  trala- 
sciando il  t'ossile  Aepyomis .  ricorderò  come 
delle  238  specie  proprie  alla  granile  Isola.  129 
siano  ad  essa  del  tutto  speciali  con  non  meno 
di  :;.">  genci  i  aitano  indigeni,  ed  alcuni  di  questi 
potrebbero  innalzarsi  al  giusto  grado  di  famiglia 
[Euryceros,   Phìlepitta,  Mesites). 

III.  Regione  Indiana  o  Orientale  (l'India 
al  sud  dell'Imalaia  e  l'Asia  orientale  al  sud 
dello  Jang-tse-kiang  con  le  Isole  meridionali 
del  Giappone,  l'Arcipelago  Indiano  e  le  Isole 
di  llalì.  di  Borneo  e  le  Filippine),  si  divide 
in   due  grandi   sottoregioni: 

a)  Sottoregione  Indo-Cinese  (Penisola  del- 
l'India, ossia  la  Regione  Indiana  al  nord  della 
Penisola  Malese). 

h)  Sottoregione  Malese  o  Indo-Malese  (La 
Regione  Indiana  al  sud  del  Tenasserim,  con  le 
Isole  dilla  Sonda  e  le  Filippine,  eccettuato 
Celebes  e  le  Isole  ad  est  della  linea  di  Wal- 
lace, che  corre  tra  Bali  e  Lombock). 

Tipi  speciali:  Pavone,  Argo,  Polypectron  ed 
altri  Fagiani,  Buceri  Asiatici.  Martini  pescatori 
dai  brillanti  colori,  LlOTRICHIDAE,  PrCNONO- 
T1DAI'..     EURYI.AEMIDAE,     PlTTIDAE,     Ile. 

IV.  Regione  Neartica  (l'America  setten- 
trionale circa  sino  al  Tropico  del  Cancro  in 
pianura,  ina  molto  più  all'in  giù  verso  sud 
nelle  Montagne  dell'America  centrale,  le  P.ei- 
niuile  e  le  Aleutine,  però  queste,  Come  anelli 
l'Alaska,  si  riannodano  molto  da  vicino  alla 
Regione  Paleartica). 

Non  si  potè  razionalmente  dividere  questa 
Regione    in    sottoregioni   e   perciò  si    fissarono 

sette   provincie,    che  SODO   così   stabilite: 

a)  Provincia  /Iella  California  (California, 
Oregon   e   lo   stretto   tratto  tra  la  Sierra  Nevada 

ed  il  Pacifico). 

I>\   Provincia  degli  Alleghany   (Stati    Uniti 

ad  est  del  Texas  e  quindi  verso  nord  più  o 
meno  vicino  alla  linea  ilei  100°  di  long.  OCC 
e    la    regione   sud-occidentale   del   Canada. 

e)   Provincia  délV  Uaska  (America  Russa). 

i/i  Provincia  del  Canada  (Canada,  eccello 
la   regione   sud-occidentale). 

e)  Provìncia  ilei  Texas  (Texas  e  le  parli 
adiacenti  della  Regione  Neartica.  tra.  le  pro- 
vincie della  California  e  dei  Monti  Alleghany). 

/')    Provincia  della  Groenlandia, 

a)    Provincia  delle   Bermude. 


\  Il   INTI    ORNITOLOGICO 


33 


La  regione  Neartica  è  molto  povera  in  fatto 
di   Uccelli  ad  essa  speciali,  ha  rilevanti   tratti 

ili  somiglianza  culla  Paleartica  e  possia dire 

che  circa  un  terzo  «lei  suoi  generi  (unitici 
sono  comuni  ad  ambedue,  Qui  le  Mniotiltidae 
rappresentano  le  Sylviidae  del  Mondo  Amici 
e  clinic  tipi  speciali  abbiamo  l'Uccello  motteg- 
giatore, il  Piccione  migratore  e  pochi  Uccelli 
Musei,  e  mentre  L'Alaska  ha  grandi  affinità 
coli' Avifauna  Paleartica,  la  Groenlandia  ofl're 
l'ornic  del  tutto  circumpolari  e  le  Bermude  mino 
frequentatissime  come  stazione  di  passo  e  ili 
riposo  pegli  Uccelli,  che,  dal  Labrador  e  dalla 
Groenlandia,  vanno  ;i  svernale  in  paesi  più  tem- 
perati. 

V.  Regione  Neotropica  (Tutta  l'America 
meridionale,  l'America  centrale,  il  Messico  me- 
ridionale [escluso  l'altopiano  centrale],  le  An- 
tille,    le   Galapagos   e   Isole   Falkland). 

Questa  Regione  si  suddivide  in  sei  sottoregioni, 

che  non  sono  del  tutto  bene  distinte,  ed  esse 
sarebbero  : 

a  i  Sottoregione  della  Patagonia  (La  Terra 
del  Fuoco  ed  il  continente  verso  nord  un  ]>(>' 
più  a  settentrione  di  Bahia  Bianca  dal  lato 
orientale,  e  a  una  linea  clic  corre  quindi  il 
nord-ovest,  ad  est  di  Mendoza  fino  alle  Amie; 
comprende  anche  le  più  alte  giogaje  delle  Ande 
a    nord    dell'Equatore  e   le   pianure  ad  ovest 

delle  Ande,  da  Truxillo  verso  sud  e  le  isole  di 
Chiloe,  Wellington  e  le  altre  situate  dietro  la 
Terra  del  Fuoco). 

b)  Sottoregione  ilei  Brasile  (Il  continente 
.•ni  oliente   della   sottoregione  della   Patagonia 

sino  ;i  Foiosi  e  quindi  il  nord-est,  a  sud  ed  a 
est  del  versante  delle  Amazzoni  sino  alle  (bei 
del  Paranahyba). 

n  Sottoregione  delle  Amazzoni  (Bacino  delle 
Amazzoni  verso  est  sino  al  suo  tributario  Ilual- 
laga,  dalle  loci  del  quale  i  suoi  confini  passano 
obliquamente  ed  irregolarmente  alle  boccilo 
dell'Orenoco). 

</)  Sottoregione  del  Perù  (La  parte  tra  le 
Ande  e  le  sottoregioni  del  Brasile  e  delle  Amaz- 
zoni, Comprendendo  il  resto  del  Continente  .il 
nord  di  Truxillo  e  dell'*  'remico,  le  isole  Ga- 
lapagos e  quella  di  Trinità  e  Tobago). 

e)  Sottoregione  dell'America  Centrale  (Le 
parti  dell'Istmo  di  Panama  fino  ai  contini  della 
regione  Neartica). 

/'  i  Sottoregione  delle  An/illc  (\.c  Indie  Orien- 
tali, escluso  Trinità  e  Tobago). 

Ornitologicamente  parlando,  questa  è  la  più 


ricca  delle  sei  Regioni  noie,  anche  pel  fatto 
dei  generi  che  le  sono  proprie,  poi  basterà  ac- 
cennare alle  seguenti  caratteristiche  famiglie 
Eamphastidae,  Galbulidae,  Momotidae,  Todidae, 
Bueconidae,  Tinamidae,  Opisthocomidae,  Pso- 
phiidae  e  Palamedeidae,  quindi  ai  Nandù,  ni 
veri    Pinguini,  al  gruppo  degli    Uccelli    Mosca 

con    circa    150   generi,    al    Condor,    eie. 

VI.  Regione  Australiana  (Australia,  Ta- 
smania, Nuova  Zelanda,  Arcipelago  delle  Mo- 
lncclie  lino  all'isola  di  Lombock  con  Celebi  . 
e  le  Isole  de!  Pacifico  sino  alle  Sandwich  verso 
nord). 

Essa  si  divide  in  quattro  sottoregioni: 

il)  Sottoregione  della  Papuasia  (La  Nuova 
Guinea,  e  tutte  le  Noie  appartenenti  a  quella 
regione,  lino  a  Celebes,  la  Nuova  Irlanda  e  le 
Isole  Salomone). 

/i)  Sottoregione  dell'Australia  propriamente 
della  (Australia  e  Tasmania). 

e)  Sottoregione  ili  Ila  Polinesia  (Le  isole 
della  Nuova  Caledonia,  le  Figi,  le  Nuove  Ebridi 

sino   alle    isole    Sandwich    e   della   Società'. 

d)  Sottoregione  della  Nuova  Zelanda  (Nuova 
Zelanda  con  le  isole  Norfolk,  di  Lord  Bove, 
Kcrniailec.  Chatham,  Aukland,  Macquerrie  e 
degli  Antipodi). 

Questa  Regione  presenta  tipi  assai  caratte- 
ristici ed  importanti  e  se  è  rimarchevole  per 
questo  latto,  lo  è  anche  per  l'altro  che  \  i  man- 
cano del   tutto  forme  notissime. 

Fra  i  più  speciali  noto  gli  Uccelli  del  Para- 
diso, i  Ptilonorhynchidae,  le  Meuphagidae, 
l'Uccello  Lira,  i  Cacatua,  lo  Stringops,  il  Ne- 

Stor,    le    Gourae,    gli    Finn,    i    Casoari,    gli  J/i/r- 

ri/r,  il  Kagu  ed  il  Wotornis.  Quantunque  rap- 
presentati anche  altrove,  sono  qui  molto  più 
abbondantemente  distribuiti  i  Campophagidae, 

i    DlCAEIDAK,    gli    ARTAMIDAE,    i     PODARGIDAE, 

i  Piccioni  ed  i  Martini  Pescatori,  etc.  Mentre 
mancano  del  tutto  i  Fagiani,  i  Vulturidae 
ed  i  Megalaemidae  e  sono  scarsamente  rap- 
presentati i  Tordi  ed  i  Picchi. 

L'Avifauna  della  Nuova.  Zelanda  presenta 
l'orme  così  strane  e  meravigliose,  (die  molti 
Autori  la  separano  quale  Regione  distinta.  V. 
patria  ieìV Apteryx,  del  Notomis,  deWHetera- 
locha  acutirostris,  dei  Cerihipharus,  dei  Cren- 
iIìdii,  etc..  ed  :i  ragione  il  Wallace  (')  chiamò 
questa  «  la  fauna  più  rimarchevole  ed  interes- 
sante tra  le  insulari  ». 


ri  Talami  l  {/•«,  p.   1 1  ì. 


Atlante  ornitologico.  —  Parie  I. 


34 


HI.  \N  II.    ORNITOLOGICO 


Gli  Uccelli  e  P  Agricoltura. 


L'AgrieóUura  vernini  degli  lucrili. 
Gli  Uccelli  urinici  dell'agricoltura  (').. 

Strani  aforismi)  il  cui  semplice  annunzio  de- 
sta, lo  immagino,  la  unanime  commiserazione  ; 
io  non  li  giudico  tali  e  ne  espongo  le  ragioni. 

Il  ninnerò  degli  uccelli  è  straordinariamente 
diminuito?  In  teorica,  generale  ciò  è  falso;  lo 
provano,  a  citare,  un  fatto  recente,  le  prodi- 
giose prese  delle  uccellande  Lombarde  nel  1889, 
le  (piali  superarono  tutte  quelle,  che  hi  memo- 
ria, gli  scritti,  la  tradizione  ci  narrano  del 
passato;  scendendo  al  particolare  è  vero  clic 
scemarono  assai  le  specie  stazionarie,  e  (piali 
le    cause  .'    Non    potendo    tener   conto    di    talune. 

benché  efficacissime,  prodotte  da  fenomeni  est  ra- 
nci all'azione  e  perfino  al  volere  dell' uomo. 
dovremo  riconoscere  che  la  precipua  basa  nel 
progresso  agrario. 

Retrocediamo  appena  mezzo  secolo,  ritrove- 
remo le  nostre  campagne  iu  uno  stato  di  vero 
abbandono.  Confinate  da  folte  siepaglie,  ove 
sui  virgulti  del  sanguinello,  del  ligustro,  del 
pruno  selvatico,  dell'alno  nero,  insieme  confusi 
si  attortigliavano  i  tralci  dei  rovi  e  della  rosa 
selvat  ica,  disordinatamente  attraversate  da  doppi 
filari  di  piante   (il  salice,  il  pioppo,  la  quercia, 

l'olmo,  il  noce)  delle,  (piali  sull'altissima  chioma 

Lussureggiavano  i  grappoli  dell'uva,  appezzate 
da  larghi  t'ossati  di  acque  stagnanti,  con  pochi 

e  sparsi  casolari  per  l'abitazione  del  colono  e 
con  mal  tenute  strade,  per  hi,  maggior  parte 
in  sabbia,  per  accedervi.  Unica  coltivazione  i 
cenali;  mietuto  il  frumento,  le  Stoppie  non  si 
rompevano  chi!  nel  tardo  autunno  e  nella  suc- 
cessiva primavera,  vale  a  dire  la  vigilia  delle 
nuove  seminagioni;  nei  granturchi  abbandonato 
lo  stocco  a,  marcire  sul  terreno:  un  aratro  pri- 
mitivo fungeva  da  semplice  seminatore,  soltanto 
ad  ogni   triennio  si   capitozzavano  gli   alberi. 

Questo  stato  semiselvaggio  confacevasi  agli 
istinti  ed  alle  abitudini  selvaggie  degli  ucci  Ili; 
era  una  natura  pittoresca,  i  cui  silenzi  allietava 
la   poesia  dei    loro   canti. 

.Ma  (piando  suono  l'ora  del  progresso  acce- 
lerata  da   uno  stimolo    poco    pietoso,    ma    pre- 


I  i  (>    AniL'iMii    Degli   Oddi,    Oli  Uccelli  e  V  Iffricoltura, 
1892. 


potente:  l'aumento  delle  imposte;  e  il  rettilineo, 
le  livellazioni,  gli  atterramenti,  i  sovesci  die- 
dero aria,  luce,  orientazione,  fecondità  al  terreno; 

(piando  l'ontano,  la  glediscia,  o  il  bianco  spino 
continuamente  potati,  sostituirono  le  fitte  siepi 

e  gli  alberi  a  mezz'aria  successero  a  quelli  di 
alio  fusto  per  sostenere  la  vite  :  quando  dap- 
pertutto si  aprirono  ampie  strado,  si    diffusero 

lo    strepito    delle    vie    l'errale    e    il     ronzio    delle 

macchine  agrarie,  e  si  costrussero  nuove  case; 
(piando  finalmente  la  facilità  delle  comunica- 
zioni e  l'applicazione  costante  di  rimedi  a  in- 
sorti flagelli  e  la  coltura  intensiva   spinsero  le 

accresciute  popolazioni  rurali  nel  turbinio  della 
vita  e  del  lavoro,  è  naturale  che  i  nostri  ospiti 
alati  abbandonassero  stazioni,  che  più  loro  non 
offrivano  copia  di  alimento,  tranquillità  di  di- 
mora, agi  per  la,  riproduzione. 
Scendiamo    a   qualche    esempio. 

Abbondavano  le  quaglie;  foriere  della  pri- 
mavera, dopo  il  lungo  tragitto  arrivavano  e 
disperdevansi  nel  verde  dei  nostri  frumenti.  Là, 
ne  interrotte,  né  molestate  si  compivano  le 
lotte  dei  loro  amori,  le  cure  della  nidificazione 
e  degli  allevamenti.  Ora  il  rullo  per  compri- 
mere il  terreno  e  l'erpice  per  agevolare  le  con- 
cimazioni chimiche  scorrono  >u  quei  campi,    pili 

tardi  una  turba  di  fanciulli  intenti  alla,  cima- 
tura o  alla,  .scerbatura,  li  attraversano  e  se  oggi 
la  l'alce  o  la  mietitrice  recide  quel  grano,  do- 
mani l'aratro  ne  disfa  le  stoppie.  Il  povero 
uccello  si  rifugia  nel  vicino  medicaio  o  nei 
granii  urrhi,  ignaro  che  la  persecuzione  non 
cessa  perché  la  falce  sega  periodicamente  il 
primo  ed  è  continuo  l'accesso  dell' uomo  per 
1.  sfioriture  e  le  sfogliature  nei  secondi.  Cos'i 
all'apertura  della,  caccia  poche  (piaghe  ci  e  dato 
ritrovare  nelle  limitate  coltivazioni  del  miglio 
e  del   panico. 

Altrettanto  avviene  alla  capinera,  all' usignolo, 
al  canepino,  alla  sterpazzola  e  a  quella  miriade 

di  beccliilini,  insettivori  per  eccellenza.  Stalle 
le  antiche  siepi,  non  opportune  le  sostituite 
ceppaie,  perche  rade  o  tosato  dal  l'orbicione. 
cercheranno  un  asilo  sull'acero  e  sui  tralci  delle 
viti  ohe  ad  esso  si  maritano;  asilo  che  loro 
renderanno  impossibile  le  ripetute  solforazioni 
per  l'oidio,  cui  si  avvicendano  le  irrorazioni 
delle    miscele  cupriche  per  la  peronospora  .   Ter- 


VI  l  \\  l  i     I  iRNITOLOGICO 


35 


ciò  troveremo  questi  sublimi  cantori  rifugiati 
nei  giardini  delle  nostre  ville  e  ne  avvertiremo 
un  numero  maggiore  fino  in  quelli  delle  città. 

Manca  al  tordo  il  folto  cespuglio,  alla  tor- 
tora t'eccelso  frondeggio,  l'annoso  tronco  al 
picchio,  alla  starna  la  bassa  macchia,  al  pas- 
sero il  muro  diroccato,  alla  rondine  la  tranquilla 
trave,  mancano  a  tutti  La  pace  e  il  riposo. 

In  tali  circostanze,  io  non  vedo  speranza  di 
rimedio.  Non  lo  cercherei  in  fatto  nelle  tilan- 
tropiche  proposte  di  alcuni  ninnolili  ;  mentre 
riterrei  poro  saggio  seguire  il  consiglio  della 
Soeieia  Agraria  di  Gorizia  di  conservare  gli  al- 
beri cavi  perchè  vi  nidifichino  gli  uccelli,  o 
l'alno  del  Dott.  Carlo  1,'uss  di  piantare  fruttai 
per  attrarre  gli  inselli  e  tornir  loro  copioso  cibo. 
o  quello  del  Prof.  Aitimi,  che,  anche  non  am- 
messa l'utilità,  trova  doverosa  la  conservazione 

di  questi  esseri  pel  pregio  estetico,  pel  piacere 
che  ci  procurano  col  canto,  coi  costumi,  col 
vago  loro  aspetto  ;  sublime  poesia  che  si  schianta 
davanti    l'arida   prosa   dei   multiformi    balzelli. 

Ed  ora.  se  siccome  spero,  valsi  a  convincere 
che  la  diminnizione  dei  nostri  uccelli  stazionali 
debba  ascriversi  più  che  altro  alle  mutate  con- 
dizioni, nelle  quali  noi  li  costringiamo  a  vivere, 
spero  mi  accorderete  elie  sarà  vano  il  chiedere 
al  rigore  delle  leggi  i  provvedimenti  ;  mentre 
e  assurda  ritenere  che  le  leggi  umane  possano 
alterare  l'ordine  della  natura. 

Veniamo  alla  seconda  tesi:  gli  uccelli  sono 
i  nemici  dell'  agricoltura. 

Qui  gli  agricoltori  concordi  grideranno  all'e- 
resia e  dopo  (pianto  si  è  detto  e  si  è  scritto, 
questo  grido  sembrerà  giusto.  Ma  l'opinione 
generalmente  invalsa,  contro  la  quale  oggi  io 
lotto,  ha  un  fondamento  positivo  1  E  dessa  il 
risultato  di  ripetute  osservazioni,  di  ponderate 
meditazioni  del  naturalista  spassionato,  che  in- 
terroga la  natura  per  strapparne  i  secreti  ;  o 
non  e  piuttosto  una  teoria,  che  emerse  spon- 
tanea dalle  prime  e    superficiali    osservazioni  .' 

Diradati  gli  uccelli,  aumentati  gli  insetti; 
dunque  utili  i  primi,  non  c'è  dubbio!  Questo 
concetto  nelle  appendici  dei  giornali,  nelle  pub- 
blicazioni d'occasione  svolto  sotto  le  t'orine 
più  vaghe,  s'  insinui)  facilmente  nella  molti- 
tudine che  preferisce  il  dilettantismo  alle  aride 
verità  della  scienza  e  in  quella  degli  agricoltori, 
sollecitandone  la  proverbiale  inerzia.  Nulla  di- 
l'atti  rimane  loro  a  l'are;  il  Governo,  il  solo 
Governo  possiede  il  talismano.  Promulghi  una 
legge  di  caccia  improntata  a  generale  e  indi- 
stinta severità  ;  protegga  tutti  gli  uccelli,  ces- 
seranno tutti  i  flagelli,  che  stremano  o  annien- 
tano i  prodotti  del  terreno;   forse   le  crittogame 


-ti  --i  .  gli  -tessi  oidii.  la  peronospora,  la  rug- 
gine, il  carbone,  la  bolla  e  perchè  non  aggiun- 
gono le  gragnuole,  lo  spossamento  del  Minio  e 
per   ultimo   le    ta-se  ,' 

(ih!  se  il  Governo  l'accogliesse  quest'idea; 

meglio  ancora  se  abolisse  tutte  le  reti,  se  vie- 
tasse almeno  per  un  dato  corso  d'anni  tutte 
le  eaccie,  anche  quella  del  fucile,  la  fertilità 
delle  line  sarebbe  assicurata  e  non  ne  risen- 
tirebbero danno  che  quei  pochi,  i  quali  sprecano 
tempo  e  forze  in   un  esercizio  crudele,  strascico 

di    antichi    tempi:    la    violenza   del    folle. 

l'ilo  ragionare  in  lai  guisa  chi  ignora  che  il 
lagno  della  diminuizione  degli  uccelli  data  dai 
tempi  più  remoti,  dacché  esso  provocò  in  Fran- 
cia le  leggi  eliciate  di  proibizione  abolite 
dall'Assemblea  Nazionale  e  nello  BteSSO  Pie- 
monte quelle  di  Carlo  Emanuele  (1660),  che 
vietavano  perfino  il  tiro  al  volo:  chi  non  ri- 
flette che  se  la  comparsa  degli  insetti  dipen- 
desse da  questa  diminuizione.  dovrebbero  au- 
mentale costantemente,  anziché  variarea  seconda 
degli  anni  in  Egitto,  in  Persia,  in  Sardegna, 
nei  paesi  insomma,  ove  sempre  vissero  e  vivono 
numerosissimi  e  non  molestati  gli  uccelli,  non 
abbonderebbero  quanto,  e  inolio  più  che  da 
noi,  di  ogni  sorta  gli  insetti,  ripetendosi  pe- 
riodicamente le  più  grandi  devastazioni  ;  chi 
non  considera  che  le  uccellande  Italiane  acca- 
lappiano in  maggior  parte  i  migratori,  per  cui 
sopprimendole  noi  faremmo  l'esclusivo  vantag- 
gio dei  nostri  alleati  e  non  alleati  ili  oltr'Alpe 
e  di  oltre  mare,  ammettendo  l'assurdo  che  gli 
uccelli  di  passo  siano  una  ricchezza,  anzi  una 
proprietà  internazionale:  privando  le  nostre 
mense  di  un  cibo  eletto,  e  ciò  che  è  più,  i 
meno  abbienti  di  un  Alimento  carneo  sanissimo 
a  teuuo  prezzo:  spegnendo  un'arte  che  occupa 
molte  braccia,  che  anima  varie  industrie:  chi 
dimentica  che  la  caccia,  e  maggiormente  quella 
col  fucile,  è  un  esercizio  igienico,  ricreante, 
che  aumenta  la  vigoria,  strappa  alla  vita  molle, 
effeminata,  oziosa  della  città  la  nostra  gioventù, 
che  essa  data  in  Italia  da  epoche  antichissime, 
coinè  ne  fanno  fedi-  gli  storici  colle  descrizioni 
dello  sterminato  numero  d'uccelli  che  si  im- 
bandivano nei  pranzi  Romani  ;  chi  insomma 
con  imperdonabile  leggerezza  si  arrabatta  in 
una  questione  complessa,  in  cui  la  scienza,  il 
commercio,  l'igiene,  il  diritto  pubblico,  il  di- 
ritto privato,  l'agricoltura,  l'estetica  confondono 
problemi   ardui  a  risolvere. 

-Meraviglia  che  uomini  seri  siansi  lasciati 
travolgere   in    quella   corrente  d'idee  e    non  solo 

scrittori,    ma  benanche  osservatori,  giova  però 

rimarcare  che  questi    ultimi    erano    ornitologi, 


36 


ATLANTIC    ORNITOLOGI!  '  I 


per  cui  il  soggetto  fu  considerato  in  modo 
unilaterale.  Ma  quando  se  ne  occuparono  gli 
entomologi,  vale  n  «lire  quella  classe  di  natu- 
ralisti, che  devono  considerarsi  i  veri  compe- 
tenti in  argomento,  la  cosa  unito  totalmente  di 
aspetto.  La  memoria  pubblicata  nel  Bollettino 
del  Comizio  Agrario  di  Parma  nel  dicembre 
1868  dal  Prof.  Camillo  Rondani  fu  un  avve- 
nimento, essa  contendeva  la  decantata  utilità 

degli    uccelli. 

Venne  alla  luce  sotto  i  più  infausti  auspici. 
Le  Associazioni  agrarie  sorte  appena,  propu- 
gnavano presso  il  Governo  coll'entusiasmo della 
gioventù,  col  fervore  della  convinzione  questa 
utilità;  i  naturalisti  raccolti  nel  Congresso  di 
Vicenza  (')  tacevano  voti  acciocché  pel  vero 
interesse  dell'agricoltura  si  prendessero  in  seria 
considerazione  quegli  aspiri,  confortava  l'affi- 
damento clic  lo  stesso  Ministro  avrebbe  acce- 
duto  a   quel    voto. 

Stesa  da  tu tt' altri,  quella  memoria  sarebbe 
passata  conio  una  leggerezza,  o  piuttosto  come 
un'assurdità;  ma  il  nome  del  valentissimo  au- 
tore, noto  per  gli  studi  profondi  sui  ditteri,  si 
impose;  sorse  il  dubbio  e  si  procedette  ad  un 
esame  coscienzioso  dell'invalsa  dottrina  e  nei 
lavori  accuratissimi  dei  più  noti  naturalisti,  tra 
i  quali  emergono  quelli  del  Lessona,  del  Ca- 
merino e  del  Passerini,  l'asserto  del  Rondani 
trovò  conferma;  su  questo  risultato  io  chiamo 
l'attenzione. 

Cominciamo  dagli  uccelli. 

A  circa  130  sale  il  numero  delle  specie  ila- 
liane,  dal  quale  detratte  le  accidentali  14ti.  ri- 
mangono  -N4,  o  sedentarie  o  estive,  o  invernali 

0  di  passaggio,  divise  nei  seguenti  ordini;  28 
Rapaci,    14  Picarie,  129  Passeracei,  4  Colombe, 

1  •_'  Gallinacei,  52  G ralle  e  45  Palmipedi. 

Ammessa  pel  momento  la  teoria  dell'utilità, 
mi  conforta  il  rilevare  che  nemmeno  i  suoi 
più  convinti  e  fieri  segnaci  la  sostengono  in 
via  generale  ;  per  cui  a  rendere  breve  e  chiaro 
il  uno  contraddittorio  procederò  per  esclusione 
e  la  fonderò  sopra  solida  base,  prendendo  a 
guida  le  più  diligenti  analisi  sul  contenuto  dei 
ventrigli. 

Dei  Rapaci  nei  Diurni  si  comprendono  i  cru- 
deli divoratori  di  animali  utili  e  degli  stessi 
uccelli,  né  il  Biancone  che  distrugge  gli  Ofidii, 

il    Falco   grillaio.    o   il   falco  cuculo  clic  si  nutre 


r  i  L:i  n 'si  che  iost*  d  ■. iì  li-  -<  <   pi  i  circostanze  personali 

ululili  ingrata.  Giovane  ;n>|ii»LrL'i:iin  su  l:ìh<1ì/ì.  anziché  su  ratti, 
al  Congresso  di  Vicenza  e  parlai  e  scrissi  in  senso  oppnsto. 
mi  simli  e  l'esperienza  posteriori  mi  convinsero  dell'  errore. 

A  solo  scopo  iti  bene,  por  quanl i  costi,  compio  il  dovere 

di  confessarlo. 


quasi   esclusivamente    di    Acridii  basteranno  a 

convincere  che  questo  sottordine  debba  essere 
protetto.  Fra  i  Notturni,  non  trovo  die  l'As- 
siolo asserito  insettivoro  per  eccellenza,  del 
resto  questi  abitatori  delle  tenebre  e  pei  loro 
costumi  e  pei"  la  pessima  qualità  delle  carni 
si  Intelailo  da  loro  stessi.  E  qui  ricordo  un 
fatto  sul  Barbagianni,  il  decantalo  ingoiatore 
delle  talpe  e  dei  topi.  Vedutolo  confitto  stilla 
putta   di  una  stalla,  mossi  osservazione   su    ipic- 

sto    vestigio   di    barbarie,    mi   fu   risposto  die 

quel  predone  aveva  in  poche  notti  distrutto 
pressoché  tulli  i  Piccioni  di  una  prossima  co- 
lombaia e  die  si  erano  quasi  esauriti  tutti  i 
mezzi  di  pazienza  e  di  astuzia  prima  di  giun- 
gere ad  ucciderlo.  L'anno  dopo,  un  eguale 
massacro   si   ripeteva  a  mio  danno. 

Né  le  quattro  specie  (di  cui  una  sola  stazio- 
naria) delle  Colombe,  né  le  dodici  dei  Gallina- 
cei, talune  razzolai rici.  tutte  cibantisi  a  pre- 
ferenza di  grani,  di  frutti,  di  erbe  o  di  gemme, 
giovano   alle   coltivazioni. 

Abitatrici  dei  paduli  e  delle  riviere,  le  dalle 
prendono  svariatissimo  il  nutrimento,  alternando 
pesci  e  loro  uova,  rettili,  molluschi,  crostacei, 
erbe,  vermi  acquatici  e  insetti:  ma  tanto  questi 
molti,  ciune  quei  pochi,  quali  :  la  Pernice  ili 
mare,  il  Cavaliere  d'Italia,  la  Pavoncella,  la 
Squatarola,  il  riviere,  il  Corriere,  il  fratino, 
il  Croccolone,  il  Beccaccino,  il  Frullino  ed  altri, 
maggiormente  insettivori,  nessuno  o  scarso  van- 
taggio ponno  portare  all'  agricoltura  pei  luo- 
ghi   ove   abitualmente    dimorano. 

Per  lo  stesso  motivo  non  interessa  l'ordine 
dei  Palmipedi,  particolarmente  acquatici  ;  dove 
fra  i  Marangoni,  le  Berte  e  le  Polcinelle  di 
mare:  fra  gli  Smerghi,  i  Beccapesci,  le  Ron- 
dini di  mare,  i  Mignattini  e  i  Gabbiani  che 
alimentassi  i  primi    esclusivamente,  i    secondi 

preferibilmente  di  pesci  ;  fra  gli  Stercorari  e  i 
L alibi,  che  assalgono  anche  i  giovani  uccelli, 
annoveriamo  le  Oche  granaiuole  dannosissime 
per  le  notturne  devastazioni  dei  frumenti  e  non 

degna  di  speciale  riguardo,  la  Gavina,  che. 
sballata  dalle  burrasche,  svolazza  sui  campi 
lavorati  per  beccare  i  lombrici  nei  ri  -centi  sol- 
chi dell'aratro. 

Or  dunque  circoscritto  il  tenui  a  due  soli 
ordini  :    le    Picarie  e  i  Passeracei,  osserverò  che 

fra  le  Picarie  devono  eccepirsi  il  Gruccione, 
che  distrugge  e  il    Picchio,    che  perseguita    le 

tipi;  e  fra  i  Passeracei:  il  l'xccofrosone,  i  Tordi, 
il  Rigogolo,  che  preferiscono  le  frutta  e  prima 
di  tutti  gli  Storni,  i  cui  branchi  devastano  le 
vigne:  perché  prediligono  le  gemine,  le  bacche 
ed   i   semi:  il  Frosone,  il  Crociere,  i   Ciuffolotti, 


ai  i.  \vi  i:   iiiini  fOLOGICO 


17 


l'astuta  Gazza  sturbatrice  dei  nidi,  la  G-hian- 
daja  ed  i  Coivi,  pertinaci  razzolatola  uri  semi- 
nati: perchè  abitano  lo  paludi:  la  Cannatola, 
il  Cannareccione,  le  Salciajole,  i  Forapaglie,  i 
Pagliaroli  e  il  Beccamoschino. 

Ed  ora  ci  avviluppiamo  in  una  (lolle  più  acri 
contese,  trattando  ilei  granivori:  lo  Lodole  e 
lo  Fringillide  (Alaudae  e  Vringillae) .  I  pro- 
tezionisti, non  paghi  (li  notale  elio  saziano  ili 
insetti  i  nidiacei  (ciò  che  è  un  fatto),  esagerano 
asserendo  clic  i  semi  che  beccano  siano  d'erbe 
infeste  ai  campi.  Me  ne  appello  al  giudice  più 
competente  e  imparziale  quel  villico  che,  sva- 
niti   tutti    i    mezzi,    smette    la    coltivazione    del 

frumento  nel  (-.-impiccilo   aderente   allo  stallile 

padronale  0  alla  chiesa  pel  danno  che  le  chias- 
sose inquiline  di  quei  tetti  uli  apportano  quando, 

presso  alla  maturazione,  che  ('  anche  l'epoca 
più  fervida  delle  loro  riproduzioni,  spiccano  le 
[•ranelle  e  piegano  i  culmi  su  cui  si  posano. 
Ma    sarà   inutile;   tni    ripeteranno    i    racconti    su 

Federico    11,  che  sprigionò   legioni  di    passere 

nella  guerra  ai  nemici  (lei  suoi  fruiteti,  sulla 
introduzione  e  sulla  protezione  del  vivace  uc- 
cello in  tanti  paesi,  (piale  prezioso  alleato; 
ritornelli  che  si  abusano  per  rendere  brillante 
la  questione  a  tutto  scapito  della  sua  serietà. 
Quantunque     sia     insetticida,    nella    sola     epoca 

delle  nidificazioni  ed  abbondi  di  specie  stazio- 
narie, io  voglio  molto  concedere  ammettendo 
che  questo  gruppo  di  uccelli  colla  vicenda  delle 
due  nutrizioni  vegetale  e  animale  adegui  la  sua 
azione  in  guisa  da  renderne,  sotto  il  punto  di 
\  isla  agrario  de'  miei  oppositori,  inditierento l'ef- 
fetto. Eccoci  ridotti  ad  un  numero  limitato  d'uc- 
celli veramente  insettivori,  vale  a  dire  a  poche 
l'icario  e  dei  Passevacei  alle  varie  specie  dei 
Becchi-gentili.  Considerato  che  non  forniscono 
certo  il  maggior  contingente  alla  stazionarietà, 
essendo  molti  di  passo  e  parte  estivi  o  inver- 
nali soltanto,  che  parecchi  non  sono  incolpevoli 
perchè  ghiottissimi  di  frutta,  conchiuderemo 
che  questa  utilità,  in  tante  lingue  sublimata, 
dovrebbe  per  lo  meno  rimettersi  nei  suoi  giusti 
confini.  Ma  per  provare  che  non  utili,  ma  danni, 
all'agricoltore  ne  ridondano  passiamo  a  parlan- 
dogli insetti. 

È  sbagliata  la  credenza  che  l'equilibrio  nella 
serie  dei  viventi  debba  mantenersi  colla  lotta 
di  due  classi  ;  ciascuna  (è  legge  di  natura)  lo 
trova  in  sé  stessa  e  1"  intervento  dell'essere 
estraneo  sbilancia  questo  equilibrio.  Nel  caso 
nostro  esso  basa  nella  grande  divisione  degli 
insetti  in  erbivori  e  carnivori  ;  mentre  se  lo 
Sviluppo  degli  erbivori  è  legato  si  rettamente 
colle  vegetazioni,  per  cui  l'aumento  delle  specie 


nolo,   o  la   comparsa  delle  sconosciute  si  sp 
colla  estensione  e  colla  intensità  delle  coltiva- 
zioni  in   uso.   e  colla   introduzione  di    nume,    la 
diffusione   dei    carnivori   è    in     L'apporto     diretlo 

col  numero  di  questi  erbivori.  Ignara  o  in- 
curante   la  generalità  non    bada    all'accennata 

divisione   e   tanto   meno   ai    grandi    benefici   del 

parassitismo;  quindi,  considerando  indistinta- 
mente nemici  tutti  gli  insetti,  ritiene  non  poter 
trovar*!  che  fuori  di  questa  classe,  in  quella 
degli    uccelli,    il    provvido,    il    potente   ausiliario 

per  contenderne  i  danni  e  per  distruggerli.  Sarà 

facile   dimostrare   che   s'inganna. 

L'insetto  litofago  o  erbivoro  nelle  sue  me- 
tamorfosi vive  pressoché  sempre  occulto,  co- 
stretto a  cercare  i  mezzi  di  esistenza  o  sotterra 
nelle  radici  e  nei  germi,  o  nel  gambo  e  nel 
seme  della  pianta,  0  sotto  la  corteccia  dei  tron- 
chi e  delle  ramificazioni  degli  alberi,  o  nella 
corolla  del  fiore,  o  nella  polpa  del  frutto  ; 
1'  insetto  carnivoro  spazia,  assiduamente  inse- 
guendolo e  cacciandolo  dovunque.  I. 'uccello. 
per  (pianto  sia  penetrante  il  suo  sguardo,  per 
(pianto  siano  potenti  i  suoi  modi  di  locomo- 
zione e  di  preda,  non  può  servirsene  general- 
mente che  all'esterno  e  quindi  nei  voraci  suoi 
pasti  ingoierà  un  numero  assai  superiore  di 
insetti  carnivori  che  di  litofagi,  e  a  presceglierli 
assieme  ai  parassiti,  lo  persuaderanno  inoltre 
il  sapore  delle  carni,  la  mancanza  di  potenti 
difese,  quali  gli  involucri,  le  squame,  quei 
l'orli  aculei,  quella  facoltà  di  schizzare  umori 
viscidi  e  fetenti  che  proteggono  questi  carni- 
vori. Ripetuti  esami  sul  contenuto  dei  ventrigli 
degli  uccelli  constatarono  che  (piatirò  quinti 
degli  insetti,  che  si  rinvennero,  appartenevano 
ai  parassiti  e  solo  un  decimo  agli  erbivori.  In 
insigne  naturalista,  il  Canterano,  vi  trovò  sem- 
pre numerosissimi  i  coleotteri,  l'ordine  che 
fornisce  i  maggiori  e  migliori  alleati  all'  agri- 
coltura, e  in  relazione  considerabile  le  larve  dei 
lepidotteri.  Ora  se  noi  dovremo  occuparci  (piasi 
esclusivamente  dei  Becchifini  che  non  razzolano, 
e,  come  si  asserisce,  per  legge  di  conservazione 
devono  giornalmente  ingoiare  una  quantità  di 
insetti  eguale  al  peso  del  loro  corpo,  enorme 
sarà  il  danno  che  nelle  proporzioni  suindicate 
da  tanta  ingordigia  deriverà  ai  prodotti  del 
terreno.  È  una  verità  che  trova  conferma  in  molti 
l'alti.  Quell'attento  e  coscienzioso  osservatene, 
che  è  il  prof.  Mariacher.  il  quale  per  formarsi  un 
esatto  criterio  del  soccorso  degli  uccelli  osò  re- 
carsi, all'apparire  insolito  di  un  insetto,  nella 
regione     infestala,    (piando    nel    Issi,     a     Ca\a- 

zuccherina  in  Provincia    di    Venezia  la   Pirale 

invase  le  vigne,  di  dueceiitoquaTantasei  stoma- 


38 


\1  I   \NTK    ORNITOLOGICO 


clii  esaminati,  appena  in  trenta  rinvenne,  e  in 
esigua  quantità  di  quei  bruchi  e  si  elie  vi  aveva 

Compresi,    olire    lo    Passere,    alile    Specie    e    che 

correva  l'epoca  delle  nidificazioni. 

Allorché  un  eguale  flagello  Ini  colpito  la 
Francia  puossi  ritenere  che  sii  uccelli  contra- 
starono ad  arrestarlo  :  mentre  durò  eguale  tre 
anni,  scorsi  i  quali,  la  sparizione  del  lepidottero, 
avvenuta  ad  un  tratto,  si  attribuì  alla  inaspettata 
comparsa  di  numerosi  parassiti  elle  lo  aggredi- 
rono. ■<  Quando  due  o  tre  rondini  (li.  rustica), 
«  scrive  il  dott.  Antonio  Roster,  girano  tutto  il 
«  giorno  attorno  ad  un  granaio  ingoiando  centi- 
«  naia  di  Bruchiti,  che  uscendo  dalle  faseolacee, 
«  ivi  raccolte,  minacciano  la  campagna,  si  l'en- 
«  dono  senza  dubbio  utilissime,  ma  se  una  di  que- 
«  ste  rondini,  strisciando  sulla  via  polverosa,  in- 
«  goia  un  Ophion,  un  Ielineumon,  un  Campo- 
<•  plex  od  un  Mierogaster  si  oppone  cnergica- 
«  niente  coi  fatti  a  coloro  die  la  chiamano 
«  utile  e  questo  accade  si  può  dire  giornalmente, 
«  perchè  dove  sono  battaglioni  di  larve  dau- 
«  uose,  ivi  accorrono  numerosi  gli  Imenotteri 
«  parassiti  per  deporre  le  uova  su  quelle  larve 
«  e  gli  uccelli,  non  mancando  mai  a  quei  son- 
«  tuosi  banchetti  offerti  con  tanta  frequenza 
«  dalla  natura,  con  due  colpi  di  becco  fanno 
«  e  distanno  la  loro  riputazione. 

E  più  sotto  «  Dove  non  sono  che  Effìmere 
«  e  Tipularidi  e  Coretre  e  sciami  di  minuti 
«  Ditteri,  che  salgono  con  una  danza  continua 
«  fra  i  salici  e  i  tamarici  delle  praterie,  accor- 
«  reranno  e  Rondini  e  Mignattiui  e  Muscicape 
«  ed  Usignoli  ;  ma  le  medesime  Rondini  deci- 
«  meranno  il  giorno  dopo  gli  Apiarj  i  più  for- 
«  niti  e  i  Mignattini  rovineranno  diecine  di 
«  larve  di  Odonati,  e  le  .Muscicape  e  gli  Usi- 
«  gnidi  si  ciberanno  di  ragni  utilissimi  e  di 
«  Imenotteri  parassiti.  Così  il  Merops  e  il  Cypse- 


«  Iits  colla  medesima  voracità  colgono  al  volo 
«  le  vespe,  le  api  ed  i  Philantus  e  le  varie 
«  specie  di  tignuole  |  Tinnì,  Galleria)  che  colle 
«  loro  elaborate  gallerie  minano  gli   Apiari  ». 

Nell'Ausilia,  inferiore,  dove  una  legge  rigo- 
rosa impone  al  frutticoitore  di  sbrucare  ogni 
anno  le  piante,  sono  copiosissimi  gli  uccelli 
insettivori  ;  mentre  scarseggiano  in  altre  parti 
dell'Impero,  nelle  quali  è  parimente  diffusa  la 
coltura  dei  pomari  e  quella  legge  non  è  in  vigore. 

La  natura  governa  forse  con  eguali  regole  i 
passaggi  e  le  soste,  degli  uccelli  e  la  comparsa 
e  lo  sviluppo  degli  insetti,  od  è  in  potere  del- 
l'uomo ordinarli  in  maniera  che  dalla  loro 
coincidenza  derivino  i  benefici  vantati  !  Astruso 
è  il  tema  delle  migrazioni,  sono  instintive  e 
qualunque  si  addentri  in  questo  studio  ricono- 
scerà che  lo  stato  meteorico  e  termico  influi- 
scono potentemente  e,  più  che  il  cibo, la  sicurezza 
del  riposo.  Se  il  vento  e  le  pioggie  continue 
obbligano  i  pennuti  a  mutare  sovente  le  linee 
di  passaggio,  quale  fidanza  potrà  riporsi  nel 
loro  intervento? 

Quanto  meglio  che  gli  agronomi  convertis- 
sero questo  patrocinio  a  favore  di  alcuni  mam- 
miferi e  di  alcuni  rettili  :  i  pipistrelli,  il  topo 
ragno,  il  riccio,  le  lucertole,  il  rospo,  le  sala- 
mandre, la  raganella  ed  altri,  la  cui  opera 
proficua  si  ricambia  con  innavvertita  o  barilaia 
persecuzione. 

Termino  con  una  spiegazione  :  io  non  sono 
il  nemico  degli  uccelli;  tutt'altro,  ne  riconosco 
i  ineriti  e  i  pregi  ;  quindi  difenderò  sempre  e 
premurosamente  le  restrizioni  che  si  propo- 
nessero per  tutelare  la  loro  conservazione.  Ma 
non  è  in  nome  dell'agricoltura  che  le  invoco  e 
lo  scopo  che  mi  prefiggo,  è  di  rimuovere  il  le- 
gislatore da  questo  falso  concetto,  preoccupato 
dalle  tristi  conseguenze  .1  cui  esso  trascinerebbe. 


Sapendo  come  il  mio  amico  Prof.  Alessandro  GMgi,  nome  noto  favorevolmente 
agli  studiosi,  si  era  in  modo  particolare  occupato,  con  intelligenza  ed  amore 
di  Naturalista,  sulle  relazioni  tra  gli  Uccelli  e  l'Agricoltura,  Io  pregai  di 
stendermi  mi  articolo  col  risultato  delle  sue  ricerche,  articolo  che  rispecchia 
la  posizione  scientifica  odierna  dell'importante  questione  e  che  sono  ben 
lieto  di  riprodurre  nella  sua  integrità,  mandando,  anche  pubblicamente,  i 
mici  vivi  ringraziamenti  al  gentile  Autore. 

Su//' azione  degli   Uccelli  in  rapporto  alV  Agricoltura. 


Se  gli  uccelli  siano  0  non  siano  utili  all'uomo  ragione  dol  prolungato  (libali  ilo  stia  nel  fatto, 
nei  riguardi  dell' agricoltura,  è  questione  da  che  le  due  parti  hanno  lino  ad  ora  discusso 
lungo  tempo  dibattuta.    Io  credo  però    elio   la      sopra  un  falso  terreno. 


ATLANTE    ORNITOLOGI!  1 1 


39 


Da  uu  lato  ehi  non  possiede  L'abitudine  della 
osservazione  accurata  propria  del  naturalista, 
vedendo  i  propri  campi  devastati  dagli  insetti, 
e    vedendo    come    questi    siano  divorati    dagli 

uccelli,  per  una  serie  di  grossolani  ragionamenti 

giunge  a  chiedere  L'abolizione  della  caccia. 
D'altro  canto  L'entomologo,  rinchiuso  nella  cer- 
ehia di  studio  dei  suoi  piccoli  favoriti,  vede 
nell'uccello  che  li  divora  un  odiato  nemico 
e  nel  parossismo  dell'entomofilia,  ritiene  che 
gl'insetti  siano  sufficienti  a  mantenere  in  natura 
L'equilibrio  degli  organismi. 

Vi  è  chi  ha  recentemente  alleluialo  die  ove 
tulle  le  specie  di  uccelli  sparissero  ad  un  trailo 
dalla  superficie  terrestre,  il  numero  degli  in- 
selli litofagi  non  risentirebbe  che  un  aumento 
poco  notevole  e  forse  insensibile,  perchè  al  dif- 
fondersi di  una  specie  nociva  segue  il  diffon- 
dersi di  altre  specie  d'insetti  parassite  di  «niella, 
che  la  riducono  in  breve  periodo  al  primitivo 
sialo  d'indifferenza  nei  rapporti  colla  vegeta- 
zione. 

Fino  a  che  la  questione  si  dibatte  fra  or- 
nitofili  ed  entomotìli,  fino  a  che  si  deve  giu- 
dicare in  modo  assoluto  se  gli  uccelli  siano 
utili  o  dannosi,  e  se  gl'insetti  parassiti  di  altri 
insetti  siano  sufficienti  ad  impedire  o  ad  arre- 
stali' la  diffusione  di  specie  nocive,  la  risposta 
non  solo  non  è  facile,  non  solo  dipende  dal 
punto  di  vista  dal  quale  si  parte,  ma  essa  è 
necessariamente   erronea. 

Nel  congresso  Zoologico  nazionale  tenutosi  a 
Napoli  nell'aprile  del  1901,  la  questione  fu 
trattata  in  modo  elevato;  vi  presero  parte  al- 
cuni fra  i  più  emenenti  zoologi  italiani,  i  quali 
alleluiarono  solennemente  trattarsi  di  una  que- 
stione biologica  complessa,  a  risolvere  la  quale 
occorre  tener  conto  di  un  numero  grandissimo 
di  fatti,  spesso  in  apparente  coutradizione  fra 
loro.  Se  io  volessi  anche  brevemente  tratteggiare  i 
complicati  rapporti  che  esistono  fra  le  piante  e  le 
loro  clientele  di  animali,  uscirei  certamente  dai 
limili  impostimi,  ma  non  posso  fare  a  meno 
di  ricordare  qui  il  classico  esempio  di  Darwin 
sul  cielo  biologico  svolgentesi  attorno  al  trifoglio. 

Fecondato  dai  bombi  il  trifoglio  ha  un  mor- 
tale nemico  nel  topo  campagnuolo  che  di- 
struggo i  nidi  dei  suoi  pronubi  ed  ha  dei  potenti 
alleati  nei  falchi,  nelle  civette  e  nei  gatti  che 
mangiano  i  topi.  Il  lettore  acuto  comprenderà 
senz'altro  che  simili  cicli  si  svolgono  intorno  a 
ciascuna  delle  piante  coltivate,  e  che  la  utilità 
indiretta  di  un  animale  dipende  non  soltanto 
dalla  eliminazione  che  egli  fa  di  puri  e  sem- 
plici litofagi,  ma  dalla  protezione  involontaria 
ed  indiretta  esercitata  sui  pronubi. 


Un  altro  esempio  di  mollo  interesse  atto  a  mo- 
strale la  complicazione  di  questi  rapporti,  ci  è 
dato  dal  inolio  eoi  quale  bì  propaga  il  vischio. 
In   raccoglitore  di  rischio  vede  facilmente  mila 

tOl'dela  (Turdms  VÌSCivorus)  un  nemico  che  man- 
gia   le    bacche   «hi   lui   cercate:     non    pensa    pero 

elle  senza  quegli   uccelli    il    vischio   perirebbe, 

poiché    sono    essi     che    lo    propagano     a     glandi 

distanze,  mediante  la  defecazione  dei  semi  in- 
digeriti, che  restano  attaccati  ai  rami  per  opera 
degli  escrementi    liquidi. 

ciò  premesso,  passo  a  riferire  le  principali 
obbiezioni  portate  dagli  entomologi  particolar- 
mente, contro  gli   uccelli. 

Se  si  dà  uno  sguardo  alle  specie  che  vivono 
in  Italia,  si  troverà,  essi  dicono,  che  molle 
sono  granivore  e  perciò  dannose,  alcune  vivono 
nelle  paludi  e  sono  indifferenti;  fra  le  specie 
insettivore  molte  sono  di  passo  eil  hanno 
scarsa  importanza  e  le  altre...  che  l'anno  lo 
altre?  Mangiano  spesso  insetti  utilissimi,  ento- 
niofagi  come  i  mantidi,  endofagi  ed  entomopa- 
rassiti  come  gVicneumoni.  In  una  recente  in- 
chiesta sul  contenuto  degli  stomaci  di  alcuni 
vertebrati  è  fatto  carico  ad  una  rondine,  se  non 
erro,  di  avere  mangiato  un  icneumone,  insetto 
utile.  Non  pensava  forse  lo  zoologo  scrivente  che 
gl'icneumonidi  sono  fra  i  più  frequenti  e  nume- 
rosi imenotteri  e  che  troppo  sarebbe  che  a  queste 
velocissime  bestiole,  le  sclilupfwespen  dei  te- 
deschi, non  capitasse  mai  di  rimanere  preda  «li 
un  uccello. 

Inoltre,  quando  uu  uccello  mangia  un  insetto 
carnivoro,  prima  di  affermare  se  il  primo  ha 
fatto  un'opera  buoua  o  cattiva,  bisognerebbe 
sapere  se  l'insetto  era  a  sua  volta  divoratore 
di  insetti  utili  o  nocivi.  E  «piando  si  pensi  che 
la  mantide  per  esempio,  dopo  le  nozze  divora 
il  proprio  marito,  sarà  permesso  all'ornitologo 
di  dubitare  che  un  uccello  compiti  grave  danno 
ingoiandola. 

Ma  oltre  agli  insetti,  l'agricoltura  ha  molto, 
anzi  moltissimo  a  temere  dalle  chiocciole  e  dai 
topi  :  quelle  sono  raccolte  con  cura  dai  galli- 
nacei e  dai  piccioni,  questi  sono  preda  dei  ra- 
paci e  dei  corvidi. 

La  distinzione  degli  uccelli  in  insettivori  e 
granivori  è  un  errore.  Uccelli  assolutamente 
granivori  non  ve  ne  sono,  giacché  il  regimi' 
alimentare  varia  col  variare  dell'età  e  delle 
stagioni  e  nel  periodo  giovanile  tutti  gli  uccelli 
esclusi  i  colombi,  compresi  i  gallinacei  ed  i 
passeri,  sono  eminentemente  insettivori,  sia 
perchè  grani  non  possono  ancora  digerire,  sia 
perchè  abbisognano  di  sostanze  animali  per 
sviluppare  il  loro  organismo. 


iO 


MI.  w  I  I     OKNITOI.OGICO 


Stabilito  che  tutti  gli  uccelli  divorano  insetti, 
chiocciole  <•  topi  quando  possono,  restano  due 
obbiezioni  principali  da  risolvere  ancora. 

Quali  sono  i  rapporti  fra  gli  uccelli  insetti- 
vori ed  i  pronubi  delle  nostre  piante  coltivate, 
dei  quali  pronubi  è  oggi  indiscutibilmente  rico- 
nosciuta l'enorme  importanza?    La  risposta  è 

facile.  So  nella  natura  selvaggia,  troviamo  clic 
molle  piante  annoverano  i  loro  pronubi  fra  i 
coleotteri,  i  (litteri.  i  rincoti  ed  alcune  anche 
fra  le  chiocciole  e  gli  stessi  uccelli,  è  certo  che 
la  grande  maggioranza  «lei  fiori  sono  visitati  e 
fecondati  dalla  famiglia  dolle  api,  antoflle  e 
pronube  per  eccellenza,  munite  d'organi  speciali 
per  la  raccolta  del  polline.  Ma  le  numerose 
specie  di  apiarii  sono  provviste  altresì  di  par- 
ticolari organi  di  difesa  ed  offesa  ;  clii  abbia 
una  certa,  pratica  di  questi  animali,  sa  come  sia 
cosa  tutt'altro  che  agevole  avvicinarle  e  come 
siano  temute  dai  nostri  volatili  domestici.  In- 
fatti uccelli  eminentemente  api  veri  costituiscono 
eccezioni:  il  gruccione  (Merops  apiaster)  ed  il 
falco  pecchiajuolo  (Pernis  apivorus) .  Queste  spe- 
cie sono  inoltre  divoratrici  di  vespe,  annoverate 
fra  gli    insetti   dannosi . 

Ma  gli  uccelli  insettivori  sono  dannosi  par- 
ticolarmente (piando  distruggono  insetti  nocivi. 
Questa  obbiezione  è  seria,  considerando  l'au- 
torità di  chi  la  sostiene;  nondimeno  essa  e  pa- 
radossale. Trae  origine  dalla  considerazione 
che  al  diffondersi  eccessivo  di  una  qualunque 
specie  d'insetti,  corrisponda,  analoga  diffusione 
di  specie  parassite  di  essa.  Poiché  i  parassiti 
sono  generalmente  più  prolifici  delle  vittime, 
alcuni  entomologi  affermano  che  quel  preda- 
tore, uccello,  rettile  o  carabo,  il  quale  non 
distinguendo  fra  vittime  immuni   ed  infettate, 

sceglie  una,  di  queste,  reca,  un  gravissimo 
danno,  perchè  per  ogni  insetto  nocivo  che  di- 
strugge, ingoia  con  esso  tutte  le  larve  di  pa- 
rassita   die  contiene.    A  questa    obbiezione  fu 

risposto   da   altri    non    meno   autorevoli  zoologi. 

che  tenuto  conto  delle  uguali  probabilità  che  ha 

il  predatore  di  divorare  insetti  nocivi  immuni 
od  infettati,  non  è  a,  temere  clic  l'azione  del 
predatole  intralci  quella  del  parassita,  ma  piut- 
tosto le  siti  di  efficace  aiuto.  Inoltre  se  vi 
sono  casi  in  cui  sarebbe  assurdo  contrastare 
la  glande  efficacia  dell'azione  dei  parassiti.  \<- 

ne  sono  altri  molti  in  cui  l'azione  di  questi  e 
nulla,  perchè  essi  stessi  non  scelgono  sempre 
vittime   immuni  :    quando   più    di    un    individuo 

depone  le  uova  sulla  stessa  preda,  questa  e 
insufficiente  ad  alimentare  tutti,  determinan- 
dosi in  tal  modo  eolla  morte  dilla  vittima, 
quella   dell'intera  colonia   parassita. 


A  molte  obbiezioni  risponde  l'esempio  della 
biologia  del  Leucospis  giga*.  K  questo  uno  fra  i 
più  grossi  endofagi  ed  e  parassita  della  Gka- 
licodoma  mura/ria,  frequentissimo  ed  utilissimo 
pronubo,  il  (piale  depone  le  uova  ili  una 
cella  piena  di  miele.  p(  11  tei  lamento  chi  lisa  da, 
un  grosso  strato  di  fango.  11  parassita  colla, 
potente  lerelua  perfora,  la  cella,  della  vit- 
tima e  \i  depone  un  uovo.  E  assodato  clic 
molte    uova    possono    essere    deposte,     forse     da 

più  di  un  Leucospis,  nella  medesima  cella  della 
Chalicodoma,  ed  è   altrettanto   assodato  che  la 

prima  operazione  eseguita  dalla  larva  di  Leu- 
cospis schiusa  prima  delle  altre,  è  di  distrug- 
gere tutte  le  uova,  della,  sua  specie  dalle  (piali 
nascerebbero  dei  terribili  concorrenti. 

Appare  dunque  chiaramente  come  sia  mal 
basato  un  dibattito  consistente  nell'affermare 
da  un  lato  l'utilità  dei  predatori  negando  quella 
dei  parassiti,  dall'altro  l'utilità  dei  parassiti 
negando  quella  dei  predatori. 

Ambedue  queste  categorie  di  animali  possono 
recare  grande  aiuto  all'uomo  nella  lotta  contro 
gl'insetti  nocivi.  La  schiera  dei  predatoti,  co- 
stituita, in  grandissima  maggioranza  dagli  uc- 
celli, per  le  considerazioni  esposte  più  su.  riesce 
di  incalcolabile  aiuto  all'uomo  nel  periodo  pri- 
maverile, quando  cioè  la.  vegetazione  è  nel  suo 
pieno  sviluppo,  (piando  gl'insetti  che  vivono  a 
sue  spese  sono  nella  maggiore  atti\  ita.  e  (planilo 
gli  uccelli  nidificando  sono  costi  etti  a  man- 
giare inselli,  non  solo  perche  questi  sono  ne- 
cessari all'alimentazione  della  prole,  ma,  anche 
perchè  frulli  e  semi   non   ve  sono  ancora. 

A  questo  punto  peto  gorge  un'ultima  obbie- 
zione. A  (piai  proposito  parlare  di  utilità  agri- 
cola degli  uccelli,  (piando  la  loro  protezione 
è  resa  impossibile  dall'agricoltura  stessa,  (die 
ne  impedisce  la  nidificazione  e  li  rende  più  fa- 
cilmente preda  del  cacciatore.'  quando  l'uòmo 
reso  arbitro  dell'equilibrio  della  natura,  può 
a,  suo  talento  modificarlo  senza  intervento  di 
alile    forze    organiche    naturali  ! 

Queste    obbiezioni    mostrano     solamente    che 

le  condizioni  dell'avifauna  son  rese  tali  dal- 
l'agricoltura, da.  esigere  una  protezione  più  ef- 
ficace di  quanto  sarebbe  necessario  in  luoghi 
ancoia,   incolli    e   disabitati. 

È  mio  profondo  con\  incimento  (die  non  l'agri- 
coltura, ma  l'agricoltore  siano  nemici  della  sel- 
vaggina, (ili  uccelli  si  adattano  facilmente  alle 
modificazioni  dell'ambiente  e  ne  abbiamo  prove 

nella  rondine,  nel  passero,  nelle  ci  \  il  le  ed  altri, 

che  i dovevano   cerio    nidificare  nelle  case 

(piando  queste  noti  esistevano.  Non  dirò  che 
l'agricoltura  sia  proprio  tale  da  favorire  l'ao- 


ATLANTE   ORNITOLOGICO 


II 


crescimento  dell'avifauna,  ma  anche  ni  i  terreni 
coltivali  vi  restano  abbastanza  olmi,  pioppi  e 
quercie  a  disposizione  degli  uccelli  che  amano 
nidificare  in  alto,  ed  abbastanza  siepi  e  fossetti 
per  quelli  che  nidificano  in  iena.  E  con  tutta 
la  distruzione  che  se  ne  fa  oggi,  sono  convinto 
che  la  selvaggina  sarebbe  ancora  numerosissima 
se  contadini  e  ragazzi  non  guastassero  siste- 
maticamente le  nidiate. 

Quanto   all'equilibrio   della  natura,   mi  preme 

osservare  che  l'uomo  agisce  molto  moderata- 
mente su  di  esso.  L'uomo  modifica,  estendendo 
una  coltura,  la  qualità  della  vegetazione,  fa- 
cendo prosperare  una  sola  pianta  dove  prima  ne 
venivano  cento.  Egli  favorisce  indirettamente 
tutta  la  clientela  di  parassiti  e  niufualisti  della 
specie  coltivata,  ma  su  queste  clientele  egli 
non  ha  che  un'azione  molto  limitata.  Provveda 
adunque  a  che  sia  mantenuto  nell'agricoltura 
L'equilibrio  speciale  occorrente  alla  prosperità 
di  una  data  pianta  e  poiché  le  circostanze  vo- 
gliono   clie    l'uomo,    predatore  per  eccellenza, 


eserciti  una  azione  notevolissima  contro  i  pre- 
datori,  mentre    poca    ne   ha    contro    i   Litofagi, 
moderi  quella  sua  azione  nel   proprio  interesse. 
Per  concludere,  io  credo  che  nella  questione 

della     protezione    degli     uccelli,     sia     non     solo 

permesso  ma  doveroso  l'opportunismo.  Oggi 
l'uomo  renile  nulla  eil  inefficace  L'opera  dei 
predatori  schiacciando  il  carabo,  impalando  il 
rospo,  uccidendo  la  serpe  e  gli  uccelli.  Que- 
sti   costituiscono,     come     ho    detto,    un'enorme 

maggioranza  fra  i  predatori,  ed  il  loro  numero 

è  al  disotto  di  quanto  sarchile,  necessario  a 
mantenere  l'equilibrio  in  quella  categoria  di 
organismi  ohe  immediatamente  ne  dipendono. 
Nel  senso  di  permettere  che  i  predatori,  ossia 
gli  uccelli  in  prima  linea,  i  rettili  e  gli  anfibi 
poi,  possano  raggiungere  nuovamente  lo  stato 
di  equilibrio,  io  intendo  la  protezione  degli  uc- 
celli.  Oggi  dunque  io  mi  sento  ornitoiilo.  pronto 

a  passare  all'altro  partito  quando  per  i tsulte 

disposizioni  eccessivamente  restrittive,  dovesse 
verificarsi  l'eccesso  opposto. 


Dal  Laboratorio  di  Zoologia  dell'  f'nìvrixifii  <iì  lìoli><iini 
13    Gnniili;    Ì902. 


Alessandro  Ghigi. 


Le  Migrazioni  degli  Uccelli. 


Per  migrazioni  intendiamo  quei  viaggi  rego- 
lari e  periodici  che  gli  Uccelli  imprendono  e 
compiono  ogni  turno  in  determinate  epoche  e 
con  eguali  direzioni;  sono  eminentemente  mi- 
granti quelle  specie  che  nidificano  molto  al 
Nord  nell'Emisfero  settentrionale  e  più  nordico 
che  è  il  loro  estremo  limite  di  distribuzione, 
più  luughi  sono  i  viaggi  che  imprendono  re- 
golarmente. Emigrazione  è  invece  l'esodo  par- 
ziale o  totale  di  una  o  più  specie  da  una  data 
regione  fino  allora  abitata,  fatto  che  viene  pro- 
vocato da  cause  eccezionali,  spesso  ignote,  su- 
bitanee o  lente,  e  persino  secolari.  Le  escur- 
sioni poi  sono  quei  parziali  spostamenti  da  una 
località  all'altra,  determinati  più  che  altro  da 
speciali  fattori,  (inali  il  nutrimento,  il  clima, 
la  riproduzione,  etc.  Incursione  è  l'immigra- 
zione di  numerose  bande  di  Uccelli,  che  sono 
stazionari  nei  loro  paesi  di  origine.  E  l'esempio 
più  luminoso  di  questi  ultimi  anni  si  deve  alla 
comparsa  del  Sinatte  che  prima  del  1863  era 
noto  soltanto    quale   abitante    della  Tartaria  e 


che  ad  intervalli  invase,  quale  orda  barbaresca, 
più  paesi  d'Europa,  ove  anche  nidificò  ed  ove 
sembra  essersi  stabilito,  lasciando  in  parte  le 
natie  contraile. 

Riguardo  alle  migrazioni  gli  Uccelli  si  divi- 
dono in  : 

n)  Uccelli  stazionari,  detti  anche  sedentari, 
che  sono  quelli  che  nascono,  crescono  e  rauojono 
nel  loro  paese  di  origine,  o  tutt'al  più  impren- 
dono escursioni.  Però,  nel  senso  stretto  della 
parola,  quasi  ogni  uccello  od  in  un  paese  o  nel- 
l'altro della  sua  distribuzione  e  migrante,  e 
può  dirsi  che  tale  fenomeno  è  universale  e  che 
non  esistano  uccelli  generalmente  .stazionari  . 
sicché  questi  potrebbero  piuttosto  dirsi  «  specie 
parzialmente   migranti  ». 

b)  Uccelli  ili  passo,  cine  quelli  che  impren- 
dono ogni  anno  viaggi:  che  se  tali  viaggi  sono 
regolari  e  periodici  si  dice  che  la  specie  é  di 
passo  regola/re,  se  invece  essa  non  si  presenta 
regolarmente  in  un  dato  paese,  si  dice  ehi-  è 
di  passo  irregolare}  quando  le  sue   apparizioni 


Atlante  ornitologico.  —  l'urto  I. 


42 


\  I  I   w  1  I     ORNI  rOLOGICO 


non  sono  regolate  da  alcun  fatto  ed  accadono 
solo  come  fenomeno  straordinario  ed  a  larghi 
intervalli  indipendentemente  da  qualsiasi  ra- 
gione  conosciuta,  si  dice  che  la  specie  è  acci- 
dentale od  avventizia  e  quantunque  sembri  die 
nessuna  legge  governi  tale  «  erratismo  »  degli 
Uccelli,  pure  pare  indubitato  clic  anche  esso 
in  qualche  modo  sia  governato  da  principi  fis- 
sati, perchè  se  noi  non  possiamo  stabilire  in 
quale  anno  arriverà  dalla,  Siberia  in  Italia  un 
uccello  accidentale,  siamo  però  in  grado  di 
conoscere  relativamente  in  quale  epoca  dell'anno 
potrà  giungere. 

Uccelli  <li  semplice  passo  o  di  passo,  parlando 

delle   zone   temperale,    s >   quelli   elio   (lassano 

due  volte  all'anno  in  determinate  epoche  {autunno 
e  prima/oera)  e  per  determinati  paesi,  soffer- 
mandosi o  punto  o  poco  e  ben  inteso  senza 
nidificare,  uè  svernare  in  tali  distretti  ;  uccèlli 
invernali  sono  quelli  clic  non  nidificano  in  un 
dato  paese,  ma  arrivano  nell'autunno  per  pas- 
sarvi l'inverno  e  partire  a  primavera,  mentre 
yli  estivi  sono  quelli  che  giungendo  di  prima- 
vera, nidificano  e  ci  lasciano  all'avvicinarsi 
dell'autunno. 

Naturalmente  le  specie  che  frequentano  d'in- 
verno le  zone  temperate  sono  quelle  che  nidi- 
ficano molto  da  vicino  al  polo,  e  ritornando 
laggiù  di  primavera  fanno  perfettamente  ciò 
clic  compiono  quelle  specie  che,  svernando  molto 
da  vicino  all'equatore,  vengono  da  noi  in  pri- 
mavera; mentre  gli  Uccelli  di  passo  propria- 
mente detti,  come  i  nostri  invernali,  nidificano 
assai  assai  da  vicino  al  polo,  ma  come  i  nostri 
estivi  cercano  il  soggiorno  invernale  molto  da, 
vicino  all'equatore,  e  quindi  e piono  più  lun- 
ghe  migrazioni. 

di  /'cecili  ili  passo  parziale,  sono  quelli  che 
non  compiono  vere  migrazioni,  ma  semplici 
escursioni  in  grado  più  o  meno  visibile,  peni 
se  una  specie  è  migrante  parziale  non  tutti  i 
i  suoi  individui  si  presentano  tali  e  la  ragione 
di  questa  diversità  di  contegno  non  ci  è  nota. 
come  anche  alcune  specie  sono  migranti  in  un 
paese  e  non  lo  sono  in  un  altro.  Alcuni'  specie 
hanno  passo  primaverile  iti  date  regioni,  mentre 
l'autunnale  si  effettua  per  via  differente  e  vi- 
ceversa, cosi  dicasi  per  l'Italia  àeìVHirundo 
nifuìa,  della  Glareola  pratincola,  etc.  che  sono 
molto   rare   d'autunno,    mentre   compaiono    con 

una  certa  frequenza  di  primavera. 

La  migrazione,  come  dice  il  Newton,  è  uno 
di  quei  fenomeni  che  maggiormente  eccitano 
la  nostra  curiosità  e  la  nostra  meraviglia  ed 
è  forse  il  più  grande  mistero  che  si  affacci  nel 
Regno  Animale,  mistero  che  attirò  sempre  l'at- 


tenzione dei  più  antichi  scrittoli  e  che,  nelle 
sue  grandi  linee,  pilo  essere  egualmente  spie- 
gato dal  più  moderilo  uomo  di  scienza,  (pianto 
da  un  ignorante  selvaggio  o  da  un  profeta  0 
da  un  poeta  dei  tempi  antichi,  tanto  e  cosi 
immensa  è  la  nostra  ignoranza  a  tale  proposito. 
Le   cause    principali   che   si   adducono   per    le 

migrazioni  autunnali,  cioè  per  quelle  dirette 
al  sud.  sono  la  mancanza  di  cibo  e  l'inclemenza 
delle  stagioni:  in  quelle  primaverili  cioè,  nel 
senso  da  sud  a  nord,  si  vuol  vedere  un  ardente 
desio  di  litorno  alla  vecchia  patria  ed  il  bi- 
sogno della,  novella  vita.  Ed  il  Wallace  (')  tentò, 
in  qualche  modo,  di  spiegare  come  sarchile  stala 
contratta  l'abitudine  delle  migrazioni  ed  io  ne 
cito   le  sue  stesse   parole: 

«Mi  sembra  probabile  che  qui,  come  in  molti 
altri  casi,  gli  individui  più  adattati  tra  i  so- 
pravissuti (  )  mostrino  (pianto  grande  fu  la  loro 
influenza.  Supponiamo  che  una  data  specie  di 
uccelli  migranti  non  possa  sicuramente  nidi- 
ficare di  regola  che  in  un'area  prestabilita  e 
che  in  seguito,  durante  una  gran  parte  del- 
l'anno, essa  non  possa  trovare  nell'istesso  paese 
il  cibo  sufficiente  e  necessario  alla  sua  esistenza. 
Ne  seguila  che  quegli  uccelli,  che  non  abban- 
doneranno tale  area,  soffriranno  e  poi  mori- 
ranno, ciò  che  avverrà  anche  degli  altri  che 
non  abbandonarono  quella  località,  cui  erano 
giunti  pello  scopo  dol  nutrimento.  Ora,  se  noi 
supponiamo  che  queste  due  aree  fossero  (per 
alcuni  vecchi  antenati  delle  specie  ora  esistenti) 
coincidenti,  ma  die  si  fossero  gradualmente 
staccate  l'una  dall'altra  per  cambiamenti  geo- 
grafici o  climatici,  noi  potremo  facilmente  ca- 
pire in  quale  modo  sia  al  line  divenuta  eredi- 
taria, l'abitudine  di  migrazioni  parziali  ed  in- 
cipienti in  stagioni  fissate,  e  come  in  tal  modo 
sia  venuto  a  Stabilirsi  ciò  che  noi  chiamiamo 
l'istinto.  E  facilmente  si  troverà  che  ancora 
esistono  varie  graduazioni  nelle  diverse  l'arti 
del  Mondo,  da  una  completa  coincidenza  ad 
una,   completa   separazione   delle    aree   di    nidili- 

cazione  e  di  nutrimento  e  (piando  la,  conoscenza 

naturale   di    un    sufficiente   numero   di    specie  di 

uccelli  sarà  completamente  studiata,  noi  po- 
tremo trovare  i  varii  anelli  che  collegano  quelle 

specie  che  non  abbandonano  mai  una  ristretta 
.ina.  nella  (piale  si  riproducono  e  vivono  tutto 
l'anno  e  quelle  che  hanno  due  aree  all'atto  se- 
parate ». 

Le  migra/ioni  degli  Uccelli  hanno  luogo  anche 
digiorno,  ma    precipuamente  di    notte,  special- 


|  i   Vat V  W9. 

i  i  «  Survival  of  (he  (Utest  ■■■ 


VII.AS  I  i:    ORNITOLOGI!  0 


l:: 


niente  se  queste  sono  seme  o  burrascose;  alcuni 
si  riuniscono  in  grandi  branchi,  altri  soltanto 
appajati  ;  i  maschi  talora  precedono  le  femmine, 
e  «li  solilo  i  giovani  partono  prima  dei  vecchi, 
eccettuando  il  Cuculo.  Circa  al  fatto  che  gli 
Uccelli  siano  gli  araldi  ilei  tempo  buono  o 
cattivo,  ciò  è  più  teoria,  che  realtà.  Pro- 
babilmente essi  abbandonano  d'autui paesi 

già  divenuti  freddi  per  le  abbondanti  nevicate 
e  violenti  burrasche,  e  quindi  non  è  impro- 
babile ehe  questo  inilusso  -i  ripercuota  anche 
in  lontani  paesi  ;  quindi  se  anche  dobbiamo 
ammettere,  elio  tali  grandi  movimeuti- 
siano  in  parte  governati  da  fenomeni  me- 
tereologici,  non  ci  è  giuocoforza  presumere 
elie  gli  uccelli  servano  di  sicuro  baro- 
metro. Ed  è  un  tallo  clic  sia  bello  o 
sia  brutto,  sia  freddo  o  caldo  le  specie 
partono  od  arrivano  ad  epoche  lisse  e 
strettamente  determinate  e  se.  lo  studio 
delle  migrazioni  l'osse  completo,  si  po- 
trebbe   stabilire   quasi  matematicamente 

il  giorno  di  all'ivo  delle  singole  specie, 
non  di  tutte  però,  e  cito  pel  primo  caso 
il  Rondone  ed  il  l'ideine  Ila  di  mare; 
mentre  altre  die  vengono  da  più  lon- 
tane regioni  non  offrono  eguale  esattezza. 

Da  tempo  pure  venne  notato  elle,  spe- 
cialmente  nei    passaggi  di   primavera,  i 
brandii   composti   esclusivamente  di  ma- 
schi  arrivano  prima  di  (pulii   delle  fem- 
mine,   cosa    facile    a    spiegare,     perchè 
certamente    in    epici     viaggi    di    qualche 
migliaio  di   chilometri    i    maschi,    come 
pio  fortemente  costituiti,  potranno  attra- 
versare queste  distanze  con  maggiore  fa- 
cilità ed    impiegando   quindi    tempo    più 
breve.  Come   è    un    fatto   che  gli  individui  di 
maggiore     statura    e      robustezza    della    stessa 
specie    raggiungono   il  limite  più  nordico,    cui 
la   specie   stessa   arriva;  ed  a  convalidare   ciò 
cito  il  fatto   dei    grandi  esemplari    di    falcone 
clie  si  predano  da   noi    soltanto  all'epoche   dei 
passi  e  nell'inverno   e  che  collimano   per   di- 
mensioni  con  quelli  clic  \Tivono  d'estate  nella 
Russia  settentrionale,  mentre   i   soggetti   che  ni- 
dificano tra  noi  non  offrono  le  dette  dimensioni. 

Molte  osservazioni  sulle  migrazioni  furono 
lavorile  da  studi  fatti  su  (pianto  accade  attorno 
ai  fari.  E  questo  si  deve  specialmente  notare 
circa  i  fari  delle  Isole  Britanniche  e  dell'isola  di 
Helgoland,  un'isola  remota  e  meravigliosamente 
adatta  pei  osservazioni  di  tal  genere.  Queste 
notizie,  le  più  complete  che  mai  siano  stale 
raccolte,  le  dobbiamo  al  signor  Giitke,  che 
passò  la  piii  gran   parte  di    una  lunga   ed  utile 


esistenza  in  questa  piccola  località.  Egli  studiò 
con  la  maggior  cura  i  movimenti  degli  ucci  111 
durante  il  passo  ed  il  ripasso  a  seconda  delle 
stagioni;  a  citare  qualche  l'atto,  dirò  come  egli 

assc\  eri  che  talora  essi  \  ola  \  a  no  in  enormi  (pian- 
tila  attorno   al    faro:    e    in  una  notte  di  oltobi  e, 

p.  e  i  Fiorrancini  volteggiavano  cosi  numerosi 

come  i  fiocchi  di  neve  in  una  abbondante  nevi- 
cata... sicché  alla  mattina  seguente  formicola- 
va  lappertutto    nell'isola;    e    miai dopo  le 

allodole  a  miriadi  si  affollarono  per  (piani.. 
notti    consecutive    d'attorno    ai    brillanti    raggi 


eli   uccelli   attorno  ni    Faro  d'Helgpland, 

in  una  notte  durante  lo  migrazioni. 

uhi  Qàtke). 

del    l'aro,    assieme    a    quantità    non    minore    di 
storni   (  l'i/rinft). 

Parecchi  Autori  (')  parlarono  diffusamente 
delle,  cosi  dette  vie  seguite  dalle  colonne  mi- 
granti e  le  principali  pirla  Regione  Paleartica 
furono  l'issate  dal  l'almèn  in  numero  di  nove 
e  cosi  dettagliatamente  stabilite: 

Da  prima    (A),  lasciando  le  coste   Siberiani'   del 
Marc  Polare,  la.  Nuova  Zembla  e  la    Russia 


l'I  Palméti,    "./.    Foglamea  fiyttningtvàlgar ,    ETeleingfoi 
1874,  colla  traduzione  in  tedesco,   Ueber  die   Zugstrassen  der 
Vogtl,  Leipzig,  1876;  Eneycl   Britann.    ..I.    D,a  III,  p.    708; 
ETomoyer,   E.  v. .  Journ.  fiir  Ornith.   1876,  pp.  387-391  . 
p,  113;  !..  Bteeao,   /'.'.    Wanderungen  der  I  i  1881; 

r  ,i  in  ii     \  utworl   :...    Serra    E.   I'.  \ ....  II.. ......  i 

der  « Zugttrassen  dei'   r<: .  '   ,     Blolsingfore  a    Leipzig,   1882; 

S,.\  ,  i  |/.iu  ,     / 

|  ,'/'.. 

>...■    ;,„,,.    Voi     I/i  I    I,  pp.  234-387)  :   Ui 

Zuggtrassen  der   V'ògel  vm  euroj  Hschen  Riti island,  II.  pp.  291- 
::.'.:i  (1886),  etc 


H 


ATLANTE    ORNITI  >!.<  Mi  1< '<  i 


settentrionale,  corre  lungo  la  costa  occiden- 
tale  della   Norvegia    fino  al  Mare  del  Nord 
ed  alle  Isolo  Britanniche. 
La  seconda   (B),  partendo    dalle   Spitzbergen  e 
dalle   adiacenti    isole,  segue   la   stessa   strada. 

ma  si  prolunga  sino  alla  Francia,  alla  Spa- 
gna, al  Portogallo,  giungendo  alla  costa  oc- 
cidentale dell'Africa. 

La  terza  (C),  parte  dalla  Russia  settentrionale. 
attraversa  il  Mar  Bianco  ed  i  grandi  Laghi 
di  Onega  e  I. adoga,  corre  lungo  il  Golfo  di 
Finlandia  e  le  parti  meridionali  del  Baltico 
sino  allo  Holstein  ed  all'Olanda,  ove  si  di- 
vide —  un  braccio  unendosi  alla  seconda  via 
principale  (B),  mentre  l'altro,  correndo  lungo 
la  Valle  del  Reno  ed  attraversando  quella 
del  Rodano,  si  divide  ancora,  giungendo  al 
Mediterraneo,  ove  una  strada  passa  lungo 
le  coste  occidentali  dell'Italia  e  della  Sicilia, 
una  seconda  prendendo  invece  la  direzione 
della  Corsica  e  della  Sardegna  ed  una  terza 
seguendo  le  coste  meridionali  di  Francia,  e 
le  orientali  di  Spagna,  tutte  e  tre  terminando 
nell'Africa  settentrionale. 

La  quarta  (I>).  la  quinta  (E)  e  la  sesta  (F)  delle 
linee  principali  partono  dall'estremo  Nord 
della   Siberia. 

La  quarta  (D),  seguendo  Lobi,  si  divide  presso 
Tobolsk,  un  tratto,  divergendo  al  Volga,  di- 
scende per  quel  fiume  e  così  passa  al  Min 
di  Azov,  al  Mar  N'ero,  e  quindi  pel  Bosforo 
e,  pell'Egeo  giunge  all'Egitto,  un  altro  tratto 
giunge  al  Caspio  pella  via  del  fiume  Trai  e 
per  di  là  si  porta  al  Golfo  Persico,  mentre 
altri   due  tratti   si   perdono  nelle  steppe. 

La  quinta  (E),  rimonta  lo  Jenissei,  attraversa 
il    Lago   Baikal   ed  arriva  alla  Mongolia. 

La  sesta  I  1').  rimonta  la  Lena  e,  toccando  l'alto 
Amar,  arriva  al  Mar  del  Giappone,  ove  si 
unisce  con  la  Kiitinia  (G)  e  V ottava  (0)  che 
partono   dalle    regioni    orientali    della    Siberia 

e  dal  Kamciatka.  Oltre  questa,  la  nona  (X). 
partendo  dalla,  Groenlandia  e  dall'Islanda, 
passa  per  le  Far  Oer  alle  Isole  Britanniche 
e  fusa  nella  seconda  (B)  e  india  terza  (C) 
giunge  alle  costo  Francesi. 

Queste,  secondo  il  Prof.  Palmèn,  sarebbero 
lo  principali  vie  di  migrazione,  tutti  i  corsi 
d'acqua  servirebbero  però  quali  vie  secon- 
darie. 

Quantunque  noi  dobbiamo  ammirare  questi 
sforzi  intelligenti,  sentiamo  però  che  sono  in 
gran  parto  sogni  di  fantasie  immaginose,  e  che  in 
realtà  poco  o  nulla  vi  si  trova  di  positivo,  e  qui 
tra  quegli  Autori  che,  con    maggiore  assiduita  e 


larghezza  di  mente,  studiarono  il  complesso 
problema  delle  migrazioni  degli  Uccelli  cito  il 
nomo  di  fàllico  Giitke  e  della  sua  grande 
opera  ('). 

L'altezza  e  la  celerità  di  volo  dipendono 
da  molti  fattori,  quali   lo  stato  dall'atmosfera 

e  del  vento,  e  nolo  però  che  lo  colonne  mi- 
granti compiono  i  loro  viaggi  ad  altezze  che 
l'umano  pensiero  non  creilo  possibili  e  cito  il 
fallo  di  Tennant  (  '),  che  guardando  il  sole  con 
un  telescopio,  vide  uccelli  che  parevano  Nibbi, 
ad  un'altezza  di  parecchie  miglia  e  quello  di 
Sooit  ii  olio,  osservando  nella  notte  del  1!)  ot- 
tobre ISSO  la  luna  con  un  telescopio,  vide 
colonne  di  uccelli  migranti,  che  egli  presume 
fossero  ad  un'  altezza  varia  di  uno  a  due  mi- 
glia inglesi  ;  tralascio  altri  fatti  che  non  cito 
a  titolo  di   brevità  ('). 

Riguardo  la  velocità  di  volo  degli  Uccelli 
conosciamo  ben  poco.  Una  rondine  mandata 
da  Roubais  a  Parigi  —  160  miglia  —  impiegò 
novanta  minuti,  ciò  che  darebbe  106  miglia 
all'ora!  Si  citano  esempi  di  Piccioni,  che  sii 
traiti  di  qualche  lunghezza,  teunero  velocità  va- 
rianti da  trentasei  a  ottanta  miglia  all'ora!  il 
Piviere  dorato  americano  in  una  sola  notte  var- 
cherebbe una  distanza  pari  a  1700  miglia  od  a 
questo  proposito  il  signor  Ileadle\  dice:  «  Anche 
arguendo  una  velocità  di  60  miglia  all'ora,  gli 
uccelli  dovrebbero  volare  per  25  ore.  ciò  che 
e  troppo  senza  prender  cibo  »  ed  ha  più  che  ra- 
giono!! Giitke,  il  benemerito  ornitologo  tedesco, 
che  passò  la  sua  vita  nello  studio  dei  costumi 
dogli  Uccelli  ad  Helgoland ,  credeva  che  il 
Tot  t'azzurro  orientale  potesse  lasciare  l'Africa 
sull'imbrunire  ed  arrivare  ad  Helgoland  nove 
oic  dopo,  facondo  1600  miglia  durante  la  stessa 
notte,  come  lo  Sharpe  dice  «  la  quasi  mi- 
racolosa velocità  di  1S(I  miglia  all'ora»  [Py- 
vraft). 

Circa  la,  direzione,  cioè  al  modo  con  cui  si 
orientano  le  colonne  migranti,  furono  messo  in 
Campo  lo  ipotesi  dell'istinto,  di  un  innato  senso 
di  direzione,  dell'esperienza,  etc  ;  ma  se  la 
migrazione  è  ancora  un  mistero,  il  fatto  por 
cui  gli  uccelli  trovano  sempre  la  loro  strada, 
sia  essa  attraverso  fitte  boscaglie,  o  lande  de- 
serte o  mari  sconfinati,  è  ancora  il  mistero  dei 
misteri. 


l'i  Vie  VogehoarU  Helgoland,  Brannschiroig,  1891,  2ft  edi- 

sione,  1900. 

i  Stray  Feathert,  III,  pag.  Ì19. 
I  ,   Bull,  Ruttai  a,,, Uh.   Chili.  VI.  pp.  97-100 
l  ,  Alien,  Bull.  Vuttal  Ornith.  Club,  TI,  p.  188 :   Clmpnian, 

!.</..  1888,  o    37-39;  .'■ mrn.  de  Phyt.    I.I.X.    p.  31        Vatuiv 

XIX,  p.   i::i,  13  March  L879. 


\  I  I  \\  I  1     ORNI  i"l .'  "■!'  1 1 


15 


//  canto  degli  Uccelli. 


È  noto  die  tutti  gli  uccelli  hanno  una  voce 
speciale  che  si  dice  canto,  quantunque  questa 
parola  nel  suo  vero  senso  denoterebbe  solo  un 

suono  modulato.  E  ad  indicale  le  varie  mo- 
dulazioni   che    olire    tale    fenomeno,    si    dice  che 

il  Merlo  lischia.  clic  il  Corvo  gracida,  che  il  Ru- 
BÌgnuolo  gorgheggia,  che  il  Tordo  gquittisce  e 

co~i  via,  come  pure  varie  denominazioni  souo 
usate  pei  differenti  suoni  emessi  dai  Mammi- 
feri.    Alcuni     Uccelli     hanno     canto     melodioso 

(Rusignolo),  altri,  pure  avendo  bellissime  note 

(Cuculo),  non  hanno  un  vero  e  proprio  canto.  La 
voce  di  un  uccello  può  esprimere  ira,  avviso  di 
pei  icolo  o  dolci  note  d'amore  e  di  ardente  desio, 
ma  non  tutti  i  suoni  si  possono  classare  sotto 
il  titolo  di  canto.  E  più  volte  il  Naturalista 
si  e  domandato  perche  l'uccello  canta .'  La  più 
probàbile  interpretazione  è  quella  che  un  uc- 
cello canti  per  innamorare  la  compagna  e  pro- 
curarle diletto  durante  le  gravi  cure  dell'incu- 
bazione. Ed  infatti,  assai  di  sovente,  il  maschio 
cania  col  piìi  grande  trasporto,  sinché  la  com- 
pagna cova  e  termina  di  cantare  (piando  sgu- 
sciano i  piccini,  che  se  questi  siano  distrutti 
e  la  femmina  deponga  nuove  uova,  esso  prin- 
cipia nuovamente  a  far  udire  le  sue  note  d'a- 
more. Alcune  specie  (Pettirosso,  Lodola,  Tordo) 
cantano  tutto  l'anno,  eccetto  durante  la  muta 
o  nelle  giornate  burrascose  d'inverno,  ma  di 
primavera  le  loro  melodie  sono  piii  attraenti, 
il  canto  più  intenso  e  più  sviluppato,  il  gor- 
gheggio  più   modulato. 

Semina  certo  che  esiste  rivalila  tra  i  maschi 
di  date  specie,  nel  senso  di  «piale  di  questi  canti 
più  soavemente  e  che  le  femmine  scelgano  il  mi- 
glior cantore,  lasciaudo  gli  altri  a  sforzarsi  per 
guadagnare  la  simpatia  di  qualche  al  tra  compagna 
od  a  rimanere  celibi.  Alcuni  Autori  asseriscono 
che  il  canto  è  l 'espressione  di  un  eccesso  di 
energia,  di  superflua  vitalità  e  che  l'uccello 
«aula  per  semplice  diletto.  Ed  il  fatto,  ehe 
tutti  i  Intoni  cantori  hanno  opachi  colori, 
tornerebbe  in  parte  a  conferma  della  prima 
ipotesi.  E  si  nota  che  gli  uccelli  ili  brillanti 
colori  o  di  canto   melodioso  rappresentano   la 

più  alta  perfezione  nella  lotta  per  l'esistenza 
e  che  possiedono  qualche  cosa  di  eccedente 
nella  loro  vitalità  da  consumale  0  nella  soa- 
vilà    del     canto    o    nello     splendine    delle    belle 


penne,  ma  non  in  ambedue  di  queste  prero- 
gative.    È    indubitato    che    il    canto   e   anzitutto 

un  modo  di  corteggiamento.  Ed  e  un  fatto  che 
quelle  specie,  nelle  quali  i  maschi  non   hanno 

un  tal  potete  musicale  da  innamorare  le  fem- 
mine, adottano  altri  sistemi,  sia  il  combatti- 
mento, O  evoluzioni,  danze,  lotte,  ite.  e  questo 
è   un   fattore   potente  di   selezione   naturale. 

L'organo  della  voce  «lenii  Dccelli  e  allatto 
loro  speciale  e  vieti  detto  siringe  od  anche 
bassa  laringe,  perchè  è  situata  molto  piti  al- 
l'ingiù  del  nostro  organo  vocale,  e  perchè  è 
una  modificazione  degli  tinelli  terminali,  della 
trachea  e  degli  adiacenti  superiori  «lei  bronchi. 
Questi  ultimi  sono  incompleti  nella  loro  parete 
interna,  di  modo  che  i  lati  dei  bronchi  che 
guardano  oppositamente  e  che  sono  «lei  tut io 
membranosi,  formano  la  così  «letta  membrana 
timpani/orme,  mentre  che  il  timpano  della  trachea 
sarebbe  costituito  dagli  anelli  della  parte  in- 
feriore della  detta  porzione.  L'osso  trasversale 
o  pessulus  è  quello  che  divide  la  siringe  inter- 
namente e  per  maiilo-aiia  semilunarc  s'intende 
quella  ehe  parte  dal  margine  superiore  del 
pessulus  e  che  termina  in  un  margine  concavo 
nella  cavità  del  timpano  della  trachea;  «piando 
il  pessulus  manca,  la  membrana  si  attacca  di- 
rettamente sugli  angoli  illusali  e  ventrali  del- 
l'ultimo o  degli  ultimi  anelli  tracheali.  Grli  or- 
gani vocali,  propriamente  «letti,  sono  «ptelli 
che  si  inseriscono  sulla  parte  terminale  della 
trachea  e  sui  bronchi  e  variano  all'infinito, 
tante  sono  le  modificazioni  che  possono  offrire. 
11  loro  suono  è  simile  a  quello  di  un  oboe  o 
di  qualsiasi  altro  istrumento  a  fiato  ed  i  muscoli 
speciali,  che  agiscono  nelle  parti  adiacenti,  mo- 
dificano l'azione  dei  detti  organi.  Questi  muscoli 
si  dicouo  estrinsici  se  passano  tra  il  tubo  re- 
spiratorio e  le  parti  esterne  di  esso  e  sono  «li 
solito  in  numero  di  due  paja,  intrinsiti  se  pas- 
sano soltanto  «la  timi  patte  del  tubo  respiratorio 
trachea  e  bronchi)  ad  un'altra  e  di  questi  ne 
esiste  in  generale  un  pajo,  ma  possono  pre- 
sentarsi in  numero  di  cinque  o  sei  paja  e  [las- 
sano dal  disotto  della  trachea  agli  anelli  bron- 
chiali. Questi  muscoli  addizionali  sono  presenti 
precipuamente  negli  Uccelli  Cantori,  ma  si  tro- 
vano tinche  in  altri  che  non  cantano,  come  ad 
esempio  nella  Cornacchia  e  nel  Corvo  imperiale. 


Hi 


ATLANTE    ORN  ITOLO!  i  |(  u 


Questa  sarebbe  la  Dormale  costituzione  del- 
l'organo del  canto,  ma  vi  possono  essere  spe- 
ciali modificazioni,  come  la  mancanza  <li  mem- 
brana semilunare,  ciò  che  si  verifica  anche  negli 
Uccelli  Cantori  più  altamente  caratterizzati  ;  la 
siringe  può  venir  formata  dalla  sola  trachea 
(gen.  Thamnophilus)  o  «la  un  solo  bronco 
(Steatornis)  ed  i  muscoli  mancare  del  tutto, 
cioè  nella  trachea  e  nella  siringe  (gen.  Struthio 
ed  atlini.  Cathartidae)  ;  la  siringe  poi  di  so- 
lito è  tracheo-bronchiale,  ina  può  essere  tra- 
cheale e  bronchiale.  1  pappagalli  non  hanno 
osso  trasversale  e  presentano  tre  sole  paja  di 
muscoli  intrinsici,  semina  ch'essi  parlino  con 
l'aiuto  della  lingua  e  del  becco.  Noi  però  non 
sappiamo  come  agiscano  le  membrane  vibranti, 
uè  in  (piale  modo  venga  modificata  la  loro  ten- 
sione dai  muscoli  speciali  dei  (piali  parlammo, 
quantunque  sia  certo  che  le  varie  dilatazioni 
della  trachea  e  della  laringe  superiore  agiscono 
sulle  diverse  modulazioni  della  voce,  che  sono 
dovute  agli  anelli,  ai  semianelli,  ai  muscoli  ed 
alle  membrane  che  costituiscono  l'organo  detto 
Siringe. 

Il  numero  dei  muscoli  vocali  o  il  loro  luogo 
di  inserzione  fu  usato  nelle  classificazioni  Or- 
nitiche  per  caratterizzare  alcuni  gruppi  di  Uc- 
celli, e  qui  cito  alcuni  nomi  adoperati  nella  ter- 
minologia ed  il  cui  significato  non  è  molto  noto. 

a)  Mesomyodi     -  quando    i    muscoli    sono 
inseriti  sulla  parte  centrale  o  laterale  dei  semi- 


anelli  bronchiali  (forme  primitive  delia  gran 
p;n  te  degli  Uccelli). 

b)  Acromyodi  -  quando  i  muscoli  sono 
attaccati  sulla  parte  terminale  di  «pici  semi- 
anelli,  ove  passano  nella  membrana  timpani- 
forme  (Oscines). 

e)  Anacromyodi — (piando  i  muscoli  sono 
inseriti  sulla  parte  dorsale  dei  (letti  semianelli. 

ti)  Catacromyodi  —  (piando  i  muscoli  sono 
inseriti  sulla  parte  ventrale  dei  detti  semi- 
anelli. 

e)  Diacfomyodi  -quando  i  muscoli  sono 
insiliti  su  entrambi  gli  apici  dei  detti  semi- 
anelli. 

■y)  OlygOMYODAE  —  se  esistono  pochi  mu- 
scoli  del   canto. 

/3)  Poi.YMYODAK  —  se  esistono  molli  mu- 
scoli del  cauto. 

A.  Newton  così  divide  i  Passeracei  : 

1)  Passeraeei  diacì'omyodi,  nei  quali  alcuni 
dei  muscoli  della  siringe  sono  attaccali  alla 
palle  terminale  dorsale  ed  altri  sulla,  ventrale. 
queste  parti  terminali  riuscendo  eguali  :  la 
detta,  t'orma  comprende  i  Sub-OsCINES  e  gli 
I  ISCINES. 

2)  Passeracei  anisomyodi,  nei  quali  i  mu- 
scoli sono  differentemente  inseriti,  gli  uni  sul 
centro  o  solo  sull'una  o  sull'altra  delle  parti 
terminali  dei  semianelli  ;  questa  torma  com- 
prende   i    SUB-CLAMATORES   ed    i    Cl.AMATORES. 


Uova  e  Nidificazione, 


v  Oology  takerj  alone  provos  i"  '»'  a  snido 
as  misleading  as  an\  othei  arbitrar^  mothod 
of  classiflcation,  bui  combined  wìtb  bhe  evi- 
donce  afforded  i>\  dne  study  of  otber  partloa. 
hiriiirs.   whether  superficial   or  deop-eoatod, 

it   cali    BCarCely    fall   in    tini)'    tu   cornimi    Ufi    I" 

an  ornithological  arrangement  asnearlj  trae 

to  Naturi1  as  we  inay  expOCt    to  aobiOVC  ■>. 

Nl;w  min. 


Gli  Uccelli  sono  ovipari,  cioè  le  uova,  lasciano 
il  corpo  delle  femmine  e  sgusciano  fuori  di  esso. 
E  novo  è  il  nome  dato  al  gamete  femminile 
che  si  forma  nell'ovario,  il  quale  (uovo),  dopo 
la  fecondazione,  dà  origine  ai  giovani  degli 
animali.   Il    numero  dello  uova,  che  può  deporre 

un  Uccello,  è  estremamente  variabile.  Fra  essi  i 

più   prolifici   sono   le  forme  domestiche,   clic  fu- 


rono accuratamente  selezionate  dall'uomo  per 
secoli  ed  allo  scopo  di  aumentare  la.  loro  ca- 
pacità ti  prolificare  numerose  uova.  Fra  queste 
primeggiano  le  Anitre  domestiche  e  certe  razze 
di  Galline,  che  da  marzo  a  luglio  depongono  non 
meno  di  120  uova.  Come  e  nolo  esse  e  quelle 
di  altre  specie,  (piali  il  Tacchino,  la  Gallina  fa- 
raone, la  Pernice  ed  altre,  sono   grandemente 


i  Il   IMI    ORNITOLOGI!  0 


4  7 


ricercate  per  cibo  e  rappresentano  un  rilevante 
articolo  <li  commercio.  Dall'  enonne  quantità 
che  può  deporne  una  Gallina,  noi  arriviamo  ;il 
numero  pure  considerevole  del  Fagiano  e  del 
Germano,  i  piccoli  uccelli  depongono  da  otto  a 
dieci  uova,  talora  cinque  o  sei.  duo  i  Piccioni 
e  gli  Uccelli  Mosca,  ano  la  Procellaria,  il  Pin- 
guino e  l'Avvoltoio.  E  cosi  varia  è  la  loro  rela- 
tiva grandezza,  quello  dello  Struzzo  equivale  in 
peso  a  36  uova  (li  Gallina,  quelle  di  Moa,  che 
furono  trovate  sotterrate  nella.  Nuova  Zelanda, 
erano  più  grandi,  l'altro  di  Aepyornis  del  Ma- 
dagascar bì  eguaglia  a  148  uova  ili  Gallina 
nostrale;  da  questi  estremi  discendiamo  a  quello 
dell'Uccello  Mosca,  che  è  di  minime  dimensioni!! 
l'ero  la  loro  grandezza  è  in  generale,  ina  non 
costantemente,  relativa  all'animale  e  la  ragione 
che  talora  troviamo  femmine  molto  più  grandi 
dei  maschi  è  dovuta  anche  al  tatto  che  de- 
pongono uova  di  rilevanti  dimensioni  ;  osservo 
però  che  il  Corvo  e  l'Uria  di  circa  eguale  sta- 
tura depongono  uova  molto  dissimili  e  che  stanno 
nel  rapporto  di  imo  a  dieci  e  quello  di  Uria 
è  grosso  quasi  quanto  l'uovo  dell'Aquila;  il 
Beccaccino  ed  il  Merlo  quasi  di  pari  grandezza, 
depongono  uova  ben  differenti  in  dimensioni. 
Ed  a  questo  proposito  cito  le  parole  di  He-' 
Wilson  (')  :  La  ragione  di  questa  grande  di- 
sparità è,  del  resto,  ovvia;  le  uova  di  tutti 
quegli  uccelli  che  abbandonano  il  nido  appena 
sgusciati  e  clic  sono  quindi  più  completamente 
sviluppati  alla  loro  nascita,  sono  molto  grandi. 
Le  uova  variano  notevolmente  di  forma,  sono 
sferiche  nell'Allocco  (Strigidae),  piriformi  in 
quasi  tutte  le  Limicolae  e  in  molte  Alcidae 
ed  in  questo  caso  se  le  uova  deposte  sono  quattro 

si  tocci coll'estremità  più  stretta  ed  occupano 

quindi  uno  spazio  minore  nel  nido;  le  uova 
ancora  sono  allungate  negli  Aironi  (Ahdeidaj  i, 
di  apparenza  quasi  biconica  negli  Svassi  (Po- 
dicipedidae)  etc.  Ma  poche  sono  quelle  vera- 
mente simmetriche,  presentando  in  generale  di- 
mensioni differenti  nell'una  o  nell'altra  delle  due 
estremità.  Cosi  varia  è  la  loro  superficie,  o  tra- 
sparente ad  iridescenza  opalina  (Picariaei  od 
opaca  o  lucida,  quasi  come  la  porcellana  verni- 
ciata (Tinamiiiae),  cosi  la  superficie  può  essere 
liscia  come  nei  Gabbiani  e  nei  l'asseiacei,  smal- 
tata e  ripulita  come  nei  Gallinacei,  o  granulosa 
ed  a  fossette  '  (  Hcogna  i.  ocon  concrezioni  calcaree 
di  considerevole  grossezza  come  negli  Stega- 
NOPODES  (eccetto  il  Phaeton),  negli  Svassi,  etc: 
sembra  che  le  uova  di  Struzzo  del  Sud- A  dica 
presentino    granulazioni    di    straordinario    svi- 


luppo, mentre  sarebbero  liscie  quelle  dello  struz- 
zo   delle    parti   settentrionali    del    detto  conti- 
nente (')! 
Talora  si  osservano  uova  anormali  e  ielle  forme 

più  strane  e  ciò  si  rinviene  non  raramente  negli 
animali  domestici,  come  i  l'olii  e  le  Anitre,  ove. 
(lice  il  Newton,  la  eccessiva  produzione  di  uova 
tende  a  sforzare  ed  esani  ire  l'ovidotto.  La  man- 
canza di  cibo  calcareo  può  spiegare  il  fenomeno 

delle  cosi  dette  uova  «  molli  »  o  di  guscio  molle. 

Si   trovano  talvolta   uova   con   d tre   tuorli. 

che  produssero  poi  gemelli,  ciò  che  venne  com- 
provato inditi  il  ii  amen  te. 

Le  uova  variano  molto  di  colorito,  ma  hanno 
un  fondo  di  tinta  speciale.  1'  intensità  del  quale 
sembra  aumentare  colla  vigoria  dell'animale. 
Sopra  di  questa  tinta  può  sovrapporsi  una  quan- 
tità variabile  di  macchie,  di  chiazze,  di  toppe 
o  rotonde,  o  allungate  od  a  ziz-zags  più  o 
meno  spirali  o  lineari,  'l'ale  quantità  di  ma- 
teria colorante,  depositata  e  secreta,  semina 
essere  in  generale  abbastanza  costante,  special- 
mente per  quegli  Uccelli  che  depongono  molte 
uova,  mentre  in  altri  clic  ne  depongono  due 
soltanto,  spesso  succede  che  uno  è  vivamente 
colorito,  e  l'altro  pallido  od  incolore  ed  è  noto 
che  quest'ultimo  venne  depositato  per  primo.  Più 
volte  si  parla  nei  trattati  ornitologici  di  «  uova 
«  doppie  macchie  o  a  </<>i>i>in  segnatura  (2)  ». 
Questa  è  una  delle  caratteristiche  più  notevoli 
nello  studio  dell'Oologia  e  si  riferisce  alla,  di- 
rei quasi,  prevalenza  delle  toppe  e  delle  mac- 
chiette sottoposte  (di  solito  grigie  o  porporine), 
che  in  quelle  uova  dove  rappresentano  una 
particolarità,  sono  talora  tanto  evidenti  quanto 
le  toppe  sovrapposte  e  più  scure  del  guscio. 
Così,  ad  esempio,  pel  solo  fatto  di  una  tale  di- 
versità delle  uova,  noi  possiamo  separare  gli 
Aironi  dalle  Giti,  quantunque  in  passato  fossero 
sempre  classificate  assieme,  mentre  invece  i  primi 
depongono  uova  blu  o  biancastre  immacolate,  e 
nello  Gru  l'uovo  è  sempre  scuro  e  «  a  doppie 
macchie»  Nella  massima  parte  dei  PaSSERIFOR- 
MES  od  Uccelli  appollajatori  si  deve  sempre 
osservare  che,  quando  le  uova  sono  macchiate, 
queste  macchie  sono  di  doppio  genere  [Sharpe).  Il 
colore,  non  è  invariabilmente  eguale  in  tutte 
le  uova  deposte  dalla  medesima  specie  nella 
stessa  stagione,  ciò  che  succede  specialmente, 
come  già  dissi,  in  quelle  specie  che  ne  depon- 
gono poche;  mentre  nelle  altre,  che  ne  di  pun- 
gono parecchie,  il  disegno  se  non  è  perfettamente 
eguale,  pure  è  del  medesimo  tipo,  a  ciò  però  fa 


(')  Coloni,  TUuttr.   Eggt   Brìi.  Birda,   Imi.  p.  X,    (1856,). 


I1)  Ibi»,  IsTO.  p.  74. 

l 'all'  inglese  «  iluuble-epottcd  eggs  »    Sharpc). 


18 


Ali. ANI'ls    ORNITOLOGICO 


eccezione  tra  altre  specie  la  Passera  mattuggia 
che  depone  cinque  o  sei  uovi,  uno  dei  quali  dif- 
ferisce sempre  assai  dai  rimanenti  della  covata. 
Le  uova  di  talune  specie  variano  di  colore  al- 
l'infinito. E  l'esempio  più  luminoso  l'abbiamo 
nell"  Uria  che  depone  il  suo  unico  uovo  fatto 
a  pera  sulla  banchina  «li  una  roccia.  Dif- 
fìcilmente due  uova  di  Uria  sono  eguali  in  co- 
lore, il  fonilo  di  tinta  varia  dal  bianco  al  fulvo- 
gialletto,  al  verde,  al  falvo-rossiccio,  unicolore, 
o  più  o  meno  fittamente  coperto  di  macchie  e 
macchioline  di  varia  forma  e  colore  (mia  Gol- 
legione),  sicché  è  impossibile  darne  un'esatta 
diagnosi.  Il  pigmento  delle  uova  eccitò  lunga- 
niente  la  curiosità  dei  Naturalisti  riguardo  alla 
sua  composizione,  e  generalmente  si  riteneva 
una  secrezione  del  saugue  o  della  bile.  .Ma  nel 
1875  il  signor  Sorby  (')  trovò,  col  metodo  del- 
l'analisi spettrale,  che  esistono  sette  differenti 
sostanze  coloranti,  alla  cui  mistura  in  date 
proporzioni  si  devono  le  varie  tinte  e  queste 
sostanze  sono  strettamente  connesse  tanto  con 
l'emoglobina,  quanto  coi    pigmenti   della  bile. 

In  generale  le  uova  bianche  o  senza  macchie 
sono  depositate  nei  nidi  aperti,  ma  le  eccezioni 
a  tale  regola  sono  così  numerose,  che  nulla  di 
positivo  può  stabilirsi.  Così  mentre  troviamo 
elio  le  Anitre  e  molli  Gallinacei  depongono 
uova  uniformi  e  spesso  bianche  in  nidi  aperti, 
ciò  che  fanno  i  Piccioni  che  hanno  pure  uova 
bianche  e  il  Tarabusino  e  la  Quaglia  della  Vir- 
ginia, d'altra  parte  gli  Allocchi  hanno  uova 
bianche  tanto  se  nidificano  nelle  cavità,  quanto 
sul  nudo  terreno  o  sugli  alberi  in  nidi  aperti. 
Le  uova  a  macchie  sono  di  solito  deposte  in 
cavità  o  nei  nidi  coperti  e  ciò  a  scopo  di  pro- 
tezione, ma  anche  qui  abbiamo  l'eccezione  delle 
uova  blu  pallide  della  Taccola  e  di  tante  altre, 
che    infirmano  la  tesi  generale. 

Le  uova  per  svilupparsi  hanno  bisogno  di  un 
certo  grado  di  temperatura,  per  mantenere  il 
(piale  gii  uccelli  si  posano  sopra  di  esse  e 
fanno  ciò  che  si  dice  covare.  Il  periodo  dell'in- 
cubazione varia  ed  è  in  relazione  con  lo  stato 
di  perfezione,  nel  quale  nasce  il  pulcino,  quindi 
massimo  pei  N'idifughi  e  minore  pei  N'idicoli. 
colla  grandezza  e  vitalità  dell'uccello  e  col 
clima  die  con  gli  abbassamenti  di  temperatura 
può  ritardare  lo  sviluppo  dell'embrione,  special- 
mente mi  primi  giorni  dell'  incubazione.  Sembra 

però  che  gii  Uccelli  della  Me-sa  specie  che  uidi- 

licano    e     presso     al     polo     e      presso     i     tropici 

abbiano  eguale  periodo  di  incubazione.  Lo  Struzzo 
cova  le  sue  uova  da  cinquanta  a  sessanta  giorni, 


mentre    lo    Scricciolo    dieci     giorni     soltanto,    36 

L'Uccello  dello  tempeste,  23  la  Pettegola,  (la 
21  a  2::  la  Rondine  di  mare,  da  L3  a  II  la 
Lodola.   l.'i  la  Rondine,    Il  la  Ballerina,  da  L3 

a  1  :<  il  Pettirosso,  11  il  Codirosso.  1  .">  il  Merlo. 
20  l'Avvoltoio  degli  agnelli,  ete.;  secondo 
Evans  (')  il  minimo  sarebbe  di  10  giorni  (Sylvia 
Sylvia)  il  massimo  da  50  e  60  (Fitlmarux  <//»- 
vialis). 

In  generale  è  la  femmina  che  cova  ed  il  ma- 
schio l'assiste  e  lo  porta  il  cibo,  ma,  talora  cova, 
invece  il  solo  maschio  (Quaglia  tridattila,  Oa- 
soaro,  Emù,  Struzzo,  etc),  od  anche  ambedue 
prendendo  ciascuno  il  suo  turno. 

11  Cuculo  è  parassita,  cioè  ambedue  i  sessi 
evitano  di  covare  e  depongono  le  uova  nel  nido 
di  altri  uccelli,  ciò  che  viene  facilitato  dalle 
piccole  dimensioni  delle  loro  uova  e  dall'estrema 
variabilità  di  colorito,  essendo  questo  l'uovo  più 
variabile  che  si  conosca.  Per  parassita  adunque 
s'intende,  nel  nostro  caso,  quell'uccello  o  quelle 
specie  di  uccelli,  che  non  fanno  nido  proprio, 
ma  approfittando  di  quello  di  altri,  affidano 
loro  la  cura  di  covare  le  uova  e  di  allevare 
i  piccoli.  L'esempio  più  luminoso  è  offerto 
dal  Cuculo,  le  cui  abitudini,  quantunque  molto 
'studiate,  sono  ancora  in  parte  avvolte  mi  mi- 
stero. Le  più  strane  teorie  furono  avanzale 
per  spiegare  le  rimarchevoli  sue  abitudini,  la 
più  certa  è  quella  del  gran  numero  di  maschi 
in  rapporto  alla  scarsità  di  femmine,  che  di 
necessità  sono  poliandre.  Non  sembra  pero 
esatto  il  computo  di  venti  maschi  per  ogni 
femmina,  è  più  prossimo  al  vero  quello  di 
cinque  o  sei.  È  pure  un  fatto  assodato  che  i 
genitori  non  solo  non  curano  la  propria  prole. 
ma  imprendono  regolarmente  le  loro  migrazioni 
prima  dei  giovani  e  questi  completano  la  muta 
prima  della  partenza.  Ciascuna  femmina  de- 
posita circa  20  uova  nel  corso  della  normale 
stagione  a  giorni  alternati  e  ogni  femmina  di 
Cuculo  sembra  deporre  uova  dello  stesso  tipo 
per   tutta    la   vita.     Ogni    Cuculo   è   parassita    di 

una  data  specie  di  uccelli  e  depone  le  sue,  uova 
nel  nido  di  un  uccello  differente  solo  quando  non 
trova  quello  della  sua  balia  favorita  o  esso  non 
è  in  condizioni  di  riceverlo;  depone  un  uovo 
soltanto  per  nido.  e.  quando  se  ne  rinviene  un 

secondo,  esso  è  opera  di  altra  femmina.  Quan- 
t  umiiie  le  uova  di  Cuculo  che  non  si  avvicinano 
a  quelle  delle  loro  halic  sia  molto  grande,  pure 
la  .somiglianza  con  quello  degli  uccelli,  nel  cui 
nido  viene  collocato,  è  sempre  rimarchevole, 
ed   in  alcuni    casi  assoluta,  quantunque  finora 


(')    Pine.  tool.    S„r.    l*7f,,   pp.   351   365. 


('1  //,;«.  18D1,  |.]'.  52  ■'■;  «  1882,  pp. 


\ii.xmi     ORNITOLOGICO 


19 


non  abbiamo  esempi  «li  uova  di  Cuculo  simili 
ii  quelli  di  Scricciolo,  di  Passere  Bcopajole,  etc.  : 

e  quasi  seni  pie  l' UOVO  depositato  nel  nido  di  Co- 
dirosso fu  rinvenuto  blu,  e i  quello  di  questo 

Ultimo    uccello.    Le    specie    nel    nido    delle    quali 

si  trovò  l'uovo  di  Cuculo  sommano  a  1  15  I  Wells 
Bladen,   1896)  o  a  119  [Skarpe,  1898),  -emina 

però  che  i|uelle    trovate    nel  nido  del    Tuffetto   e 

della  Gallinella  d'acqua  non  fossero  autentiche, 

ma  dovessero  riferirsi  a  due  piccole  uova  anor- 
mali delle  predette  specie.  L'uovo  di  Cuculo  è 
sciupìi'  notevole  per  le  >ue  piccole  dimensioni, 
pella  sua  estrema   variabilità  di  colore,  perla 

grossezza  ed  il  peso  del  suo  guscio,  fatti  che 
(osto  lo  distinguono  dalle  uova  degli  altri  uc- 
celli, nel  cui  nido  giace.  Semina  che  ogni 
Cuculo  abiti  un'  area  di  distribuzione  locale 
assai  limitata  e  che  \i  ritorni  di  anno  in  anno. 
Altri  uccelli  parassiti  sono  quelli  del  genere 
americano  Sfolothrus  e  sembra  il  Cassidi*  orysi- 
vorus  del  Brasile.  Però,  parlando  -empie  dei 
Cuculi,  non  tutti  i  inombri  di  questa  famiglia  sono 
para-siti,    mentre    il    nostro    Cuculus   canorus   lo 

è  eminentemente,  altri  costruiscono  i  loro  pro- 
pri nidi,  allevano  la  prole  e  si  mostrano  parenti 
affettuosi. 

Un  altro  fatto  strano  è  lineilo  che  ci  oltre  un 
Cuculo  del  Nuovo  Mondo  la  Crotophaga  ani  di 
Griamaica.  Molti  individui  (probabilmente  dello 
stesso  branco)  lavorano  assieme  nella  costru- 
zione di  un  grande  nido,  nel  quale  tutte  le 
femmine  della  compagnia  depongono  le  loro 
uova.  11  detto  numero  è  in  generale  da  sei  a 
otto,  ma  varia  grandemente  a  .seconda  degli  indi- 
vidui di  cui  è  formata  la  compagnia;  il  signor 
YV.  E.  Scott  trovò  fino  a  ventuno  uova,  e 
sembra  che  di  solito  ogni  femmina  ne  deponga 
due,  ma  ciò  che  è  ancora  più  strano  è  che  le 
uova  sono  deposte  a  strati  regolari  e  clic  cia- 
scuno strato  è  diviso  dall'altro  da  un  letto  di 
foglie.  Fu  osservato  come  gli  strati  sono  di  so- 
lito due  e  che  il  sottoposto  è  formato  di  uova 
infeconde,  alle  quali  gli  uccelli  col  becco  uri- 
navano le  concrezioni  calcaree  da  una  o  da 
ambedue  le  estremità.  Io  ho  citato  questo  fatto, 
che  sembra  strano  anche  tra  i   più  strani. 

I  Megapodi  della  Regione  Australiana  nò  co- 
vano le  loro  uova,  nò  s parassiti.  Essi  invece 

innalzano  grandi  citinoli  di  sostanze  vegetali  e 
di  terra  e  sotto  \i  depongono  le  uova,  le  quali 
sgusciano  non  pel  calore  sviluppato  dal  corpo 
dell'animale,  ma  per  quello  che  si  sprigiona 
dalle  materie  che  si  trovano  ammassate  nei  detti 
ctunoli,  ove  fermentano  e  si  decompongono. 
E  siccome  i  genitori  non  emano  i  piccoli  nem- 
meno appena  nati,  cosi  la  provvida  natura  ha 


fatto  in  minio  che  nell'uovo,  molto  rol inoso, 

essi  possa aggiungere  già  un   tale  sviluppo 

che,  quando  ne  escono,  sono  del  tutto  coperti 
di    penne,    possono    volare   per   brevi    tratti    e 

sembra    che.    prima    di    abbandonare   il  cumulo, 

godano  anche  di  una  considerevole  statura. 

Alcune    specie    poi    depongono    le    loro    uova 

sulla    semplice    sabbia  calila  del    lido   e  di    solito 

sopra    il    più    alto    livello    comune   delle   acque 

ove   le   alte    maree   di    solito    non   giungono  .    i 

semina    che    i    raggi    del    sole    col     loro   calore 

le  facciano  sgusciare. 

C e  talora   i  genitori  aiutano  i  piccini,  non 

ancora  sgusciati,  a  rompere  le  scorze  delle  uova 
quando  sentono  il  pigolio  dei  giovani  che  vi 
stanno   rinchiusi. 

In  generale  i  piccoli  sono  amorosamente  nu- 
triti dai  genitori  ed  è  a  tutti  noto  il  cosi  detto 
«  latte  dei  Piccioni  »  che  ò  un  fluido  nutriente. 
- lall'ingluvie  simmetrico  che  questi  uc- 
celli rigettano  dal  loro  esofago  e  che  i  nidiacei 

succhiano   0   introducendo   il    becco    nella   bocca 

di  uno  o  dell'altro  dei  genitori  o  viceversa. 
Di   regola  gli   uccelli   allevano   una    sola  covata 

all'anno,    ma   altre    specie  ne    fi lue  o  tre    e 

sembra  che  le  quaglie  ad  es.  nidifichino  anche 
in  Africa,  dopo  di  aver  passato  qui  da  noi 
l'estate  ('). 

l'uò  dirsi  che  la  costruzione  del  nido  sia  come 
il  reale  principio  della  stagione  delle  cove, 
dolce  lavoro  cui  non  tutte  le  specie  si  sobbar- 
cano con   eguale  maestria   o  con   pari   amori-. 

Come  si  sa  hi  forma  del  nido  ed  i  materiali 
adoperati  nel  costruirlo  sono  differenti  nelle 
singole  specie. 

Alcune  fabbricano  nidi  chiusi  di  straordina- 
ria bellezza  artistica,  altre  piti  costruendoli 
artistici  li  lasciano  aperti,  altre  non  intessono 
alcun   nido  o  esso  ò   molto   rozzo. 

Cos'i  le  Urie  (Vriae)  s'accontentano  di  de- 
pone l'unico  novo,  senza  tetto,  nò  copertura 
alcuna  sulla  nuda  superfìcie  di  un  orlo  di  roc- 
cia, ove  però  la  sua  forma  conica  gli  permetti 
quell'appoggio  necessario  per  non  precipitare.  Si 


(')  Consulta  in   argomi  i.    Fortpfianxungt- 

geschichu  der  gè nmten    I  Lt  i|,/l-     1845;  Lefèvre, 

l  '/*,..  des  "  w/a  dei  lux  d'I  ;  Hi 

ivitsrm     I  lllvstrations   oj  tt  UM   Birdi. 

X'".  Kit.  :>  '.  London 

t    ,   Washington,   I  ifnrs,   Ti  aiti 

•      gr.   Paris,  1880      Ci 
PolxHch,    ■  ■  a,    1862;    Bfidi  tei      /> 

lol.   Leipzig,   1863  :   Wolli  ■     " 
m  ■    ■.  London,   1864;    Seobohm    I  iure»  <>/ 

■!•:  :    molli  ai 

ed  illustrazioni  di  uov&comparver i  Proa 

urlili  Xaumannia,  uri  J 
nell'iota,   nell'opera  in  corso   di   stampa   Oates, 
British  M"."i>'ii.  di  cui  già  ose)  ili 


Atlante  ornitologico.  —  Parte  I. 


ATLANTI-:    ORNITOI.OCKXI 


dice  «-In-  il  Pinguino  (Aptenodytes)  porti  seco  l'u- 
nico uovo  in  una  borsa  sotto  la  pelle  del  ventre, 
ricordando  quanto  avviene  nei  Kangurù  tra  i 
Mammiferi,  il  Succiacapre  (Caprimulgus)  e  l'Oc- 
chione (Oedicnemuè)  depositano  leloro  uova  sulla 
iena  senza  alcuna  previa  preparazione  por  pro- 
teggerle, ma  esse  sono  abbastanze  nascoste  per 
l'accurata  sedia  dell'ambiente  e  pel  loro  colorito. 
Molli  Gabbiani  e  Pivieri  depositano  le  loro 
uova  in  una  buca  poco  profonda  ed  i  Piccioni 
l'anno  un  nido  di  stecchi  e  fuscelli,  rozzamente 
connessi  ed  intrecciati,    (ili   Svassi  [(Podicipe- 


/  u 


cementare  insieme  i  fuscelli  e  le  paglie  del  nido, 
i  nidi  glutinosi  ilei  Balestruccio  sono  noti  a  tulli. 
Alcuni   Rondoni,  delti  Salangane  (Collocaliae), 
però  secernono   una  saliva  che  s'indurisce  rapi- 
damente e  cosi  costruiscono  unti  sorte  di   nido  a 
coliti  di   pesce,  che  è  il   materiale  col  quale  si 
tanno  «le  zuppe  di   nidi   d'uccelli  ».   Di  questi 
nidi  vien   tatto  un  gran  commercio  tra  le   Isole 
dell'Arcipelago  Malese  e  la  Cina,  ed  almeno  un 
tre  milioni  e  mezzo  di  nidi  sono  annualmente 
importati  da  Borneo  in  quest'ultimo  paese,  ove 
le  zuppe  di  nidi  d'uccelli  sono  considerate  una 
vivanda  deliziosa.  A  Borneo  ed  in  altre  loca- 
lità le  caverne,  nelle  quali  le  Salangane  (Collo- 
caliae) nidificano,  sono  affittate  agli  incettatori 
per  somme  considerevoli  :  ma  hanno  grande 
valore  i  soli  nidi  bianchi,   l'alti   cioè  di   pinti 
secrezione  delle  sciandole  salivari,  I  nidi  di 


Nido  «li  l  ras  .' 


Nido  ili  Balestracelo. 


imi  ai.)  radunano  vegetali  che  ammassano  ed 
innalzano  su  erbe  acquatiche  nascenti  e  \i  de- 

pong sopra  le  uova.  Le  Gazze  (Pica)  co- 
struiscono   un   nido   a  cupola,  clic   intrecciano 

con   spine.    Alcuni     uccelli     tanno   uso   di    lincile 

mi  terreno  o  ili  piccole  gallerie  (Speotito  <■»- 
nicularia  e  Topino),  cosi  il  Manin  pescatore 
fodera  Iti  sua  galleria  con  le  spina  di  pesce  che 
vomita  dal  suo  stomaco,  tali  gallerie  sono  pra- 
ticate non  lontano  dalle  acque,  ma  talora  de- 
pone le  sua  uova  nelle  buche  degli  alberi  disco- 
sti dalle  acquo,  come  assicura  loSharpe;  menile 
il  Topino  fa  come  un  letto  di  piume  alla  line 
della  galleria,  ove  giace  il  suo  rozzo  nido.  Il 
Picchio  usti  una  buca,  cito  esso  stesso  perfora 
in  un  tronco  d'albero.  Molti  piccoli  uccelli  sem- 
brano umettare  colla  loro  saliva,  e  direi  quasi 


quelle  specie,  elio  frammischiano  (nei  loro  nidi) 
penne  ed  erbe  non  sono  apprezzati  in  commercio. 
Le  glandolo  elio  forniscono  tale  secrezione  sono 
collocato  come  due  guancialetti  sui  Ititi  della 
lingua;  queste  glandolo  non  si  modificano  che 
nella  stagione  nella  quale  gli  uccelli  fabbricano 
il  nido  e  la  secrezione  è  un  fluido  denso  e 
adesivo,  come  la  gomma  arabica  (Sharpe). 

Il  Fringuello  ed  il  Cardellino  fanno  nidi  aperti 
mirabili  e  lo  Scricciolo  uno  a  cupola.  Alcuni 
nidi  a  cupola  hanno  un  tibo  cilindrico  pendente 
e  cavo  internamente  e  elio  l'uccello  attraversa 
per  arrivare  al  fondo  dello  slesso.  Il  nostro  Bec- 
camoschino (Oisticola  cisticola)  scoglio  un  piccolo 
lascio  di  canno  clic  riunisco,  fabbricando  nella 
cavità  formatasi  il  suo  piccolo  nido  di  orbe 
e  di  piccole  canno   e   foderandolo  interamente 


aitavi  i:   oi:x li  ii 


51 


di  piumino  e  di  pappi  limosi;  ma  tauta  mae- 
stria viene  Buporata  da  quella  dell'indiano  Or- 
tìtotomus  longicauda  che  separata  una  larga 
foglia,  ne  cuce  mirabilmente  insieme  i  bordi 
con  fibre  filiformi  e  piumino  vegetale.  I  Buceri 
appartengono  a  quella  categoria  di  Picarie  che 
di  regola  non  l'anno  nido,  ma  che  invece  gene- 
ralmente scavano  una  galleria  nel  terreno  al- 
l'estremità della  ciuale  depongono  le  loro  uova 
bianche,  o  le  depositano  in  una  cavita  degli  al- 
beri.  Ora  la  femmina  del  lincerò  si  ritira  nella 
cavita  di  un  albero,  l'apertura  della  quale  viene 


suo  ventriglio,  questo  strato  riuscendo  formato 

da   una   secrezione   che  proviene   dalla   glandola 

del  proventricolo  o  da  qualche  altra  parte  del 
canale  alimentare.  L'epitelio  è  spinto  fuori  in 
forma  di  sacco  od  involucro,  la  bocca  del  quale 
e  perfettamente  chiusa  e  riempita  col  frutto  che 
l'uccello  ha  mangiato.  Questo  fatto  cosi  strano 
parve  a  tutta  prima  anche  poco  verosimile,  ma 
venne  confermato  di  poi  dalle  migliori  Auto- 
rità (').  .Semina  anche  che  il  maschio  dima- 
grisca per  tale  fenomeno  e  non  raramente  muoia, 
mentre  il    piccolo   diviene   molto   grasso   ed   è 


V 


# 


rl 


Niilo  di  Scricciolo. 


\ ido  ili  i todibngnolo 


in  gran  parte  chiusa  dal  suo  compagno  con 
fango,  che  seccandosi  forma  un  muro  solido 
ed  attraverso  ad  una  stretta  fessura  essa  ed  i 
piccoli  vengono  nutriti  dal  maschio.  Semina  che 
la  femmina  assista  il  maschio  nel  cementare 
la  cavità  e  nel  farsi  rinchiudere  dentro,  come  è 
certo  che,  se  il  maschio  è  ucciso  o  viene  a  morire, 
altri  compagni  s'incaricano  di  nutrire  la  fem- 
mina ed  il  piccino.  Nella  cavità  essa  può  di- 
fendersi agevolmente  dagli  attacchi  dei  ser- 
penti, che  continuamente  tentano  al  nido  e 
nello  stesso  periodo  ha  luogo  la  sua  muta, 
durante  la  quale  essa  limane  impotente  avo- 
lare,  sicché  il  suo  volontario  imprigionamento 
agisce  da  fattore  protettivo.  Ma  ciò  che  è  più 
notevole  è  che  il  cibo,  ossia  il  frutto,  che  le 
vien  portato  dal  maschio,  è  chiuso  in  una  spe- 
cie di  luista  o  involucro,  che  consiste  dello  strato 
epiteliale  del  ventriglio  del  maschio  stesso.  Il  Bu- 
cero, a  vari  intervalli  di  tempo,  non  si  sa  se  perio- 
dici o  irregolari,   rompe  lo  strato  epiteliale  del 


grandemente  ricercato  dagli  indigeni,  come  cibo 
saporito. 

I  Fenicotteri  fanno  grandi  nidi  circolari 
di  fango  che  collocano  nelle  larghe  ed  estese 
paludi  ove  l'acqua  è  poco  pro- 
fonda, e  la  femmina  cova  le 
uova  accovacciata  colle  gambe 
ripiegate  (')  e  non  a  cavalcioni, 
coinè  si  credeva.  Anche  le  ///- 
rundinidae  fabbricano  i  loro  nidi 
in  gran  parte  col  fango,  ponen- 
doli  nelle  più   svariate  località. 

In  generale    gli    uccelli,    nei 
quali    la    femmina  è    di    colori 
opachi,  fanno  nidi  aperti,  men- 
tre   gli    altri    che    li    presentano    brillanti    od 
opachi   in   ambedue  i   sessi    (Marlin  pescatore  e 


Nidi»  ili 
("ann;ii  l 


(')    BarUett.    rroc.    Zani.  Sur.    l*Ki!>.  ime.  14J  :    Newton,  A., 

Diet     ■  ■_*    tardi    pag.    133     1893-96);  Sharpe  R.  B.,    Il 
Bird   H  -././,  pag.  iti  (1898) .  etc. 

i  Chapman,  lìrit,  1883,  p.  897  i-  1884,  p 


52 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Rondone  costruiscono  nidi  coperti  o  fabbricati  in 
<-:i \  i t;i  :    ialina   anche   le   Bpecie   nelle  quali  la 


;/" 


V. 


^£> 


Nido  di  Zigolo 


allo. 


femmina  è  di   tinto  più  cupe  li  fanno  coperti, 
come  nel  gen.  Malurus. 

Si  dice  clic  la  Crotophaga  ani  fabbricbi 
nidi  in  società  e  che  parecchi  uccelli 
posseggano  un  nido  in  comune.  1  Tessitori 
dell'Africa  infine  presentano  il  più  curioso 
fenomeno  di  nidificazioni  in  massa.  Essi 
formano  nidi  congregati  assieme  in  gran 
numero,  talora  a  centinaia,  pendenti  e 
con  un'apertura  simile  a  quella  delle 
calze  per  meglio  difendersi  dagli  attacchi 
dei  serpenti.  Questi  uccelli  costruiscono 
un  tetto  geuerale  che  è  comune  a  tutti 
e  protegge  1'  insieme  dei  nidi.  Quindi 
sotto  questo  tetto  e  sospeso  ad  esso  for- 
mano separatamente  il  loro  nido  indivi- 
dualo, collocandoli  assai  da.  vicino  reci- 
procamente. <  Igni  anno  costruiscono  nuovi 
nidi  al  disotto  sospendendoli  ai  vecchi, 
sinché  il  tutto  diviene  così  pesante  da 
cedere  ed  allora  il  lavoro  viene  inco- 
minciato in  una  nuova  località.  I  detti 
nidi   servono  pelle  nova  nel   periodo  degli 

amori  e  di  appollatojo  nel  usto  dell'anno, 
essendo  anche  impermeabili  e  ben  protetti 
contro   il    velilo. 

Come  tulli  sanno  il  Cuculo  non  fabbrica 
nido,  ma  depone  le  uova  in  quello  degli 
altri.  Lo  stesso  avviene  nel  Molothms 
pecoris,  mentre  il  .'/.  bonariensis  è  as>ai 
irregolare  nel  suo  modo  di  nidificare. 
Allo  volle  alni  uccelli  presentano  lo 
Btesso  fenomeno,  e  non  se  conosce  la  vera 
causa;  così  talora  si  trovarono  uova  di  Fagiani 

e   di    l'ernici    nello   stesso   nido    (Mirali).  In  ge- 


nerale,   ma   non   di    regola,    ogni   specie   sempre 

nidifica  alla  stessa  maniera.  Ma  sappiamo  che 
gli  Aironi  (Ardeidak)  nidificano 
sugli  alberi  0  sulle  canne  e 
negli  aperti  pantani  secondo  le 
circostanze;  i  Falchi  e  le  Aquile 
nelle  sbalze  scoscese  od  in  pia- 
nura, mentre  la  Gallinella  d'ac- 
qua (Gallinula  chloropus)  fab- 
brica  il  nido  sugli  alberi  soltanto 
in  quei  distretti  che  facilmente 
si  sommergono.  11  nido  più  sin- 
golare è  quello  dello  Scoptts 
umbretta,  una  specie  di  Cicogna 
di  color  luuuo  che  si  trova  in 
Africa.  Essa  fabbrica  il  nido  di 
stecchi  sugli  alberi,  o  più  di 
frequente  sulle  roccie  e  talora 
più  nidi  si  trovano  nelle  vici- 
nanze o  l'uno  presso  l'altro.  È 
spesso  molto  glande  e  costruito 

assai  solidamente,  ogni  anno  viene  aggiustato 


\  i'iilìcazioni  iti  Aironi  in  Influì  ■  iti), 

e.  come  si  direbbe,  decoralo  dei  più  svariati 
materiali  e  consta  di  ire  camere  comunicanti 
l'ima  con   l'altra    per   un   sirena  porta,  nell'ul- 


MI   \\  1  I     ORNITOLOGI»  0 


:,:: 


tima  delle  quali  depone  le  sue  nova,  cementando 
queste  camere  prima  con  fango  e  foderandole 
con  erbe  acquatiche,  quella  di  mezzo  serve  pei 
piccini  quando  sono  nati  e  la  prima  come  posto 
«li  guardia  pel  maschio! 

(ili  assembramenti  ili  alcuni  Uccelli  marini 
o  pelagici  ('),  allo  scopo  ili  nidificare,  furono 
descritti   da  molti   scrittori   e  costituiscono  uno 


ceano  meridionale  e  nidificano  in  società  :  ma 
probabilmente  uno  degli  esempi  più  meravi- 
gliosi di  questi  assembramenti  nel  tempo  delle 

cove,  è  quello  che  >i  nota  nelle  ]>iniucdce   (Dio- 

medeae).  Sulla  mula  isola  di  Laysan  nel  Pacifico 

il  Sii;.   Palmer,  che  si  trovava  colà  allo  scopo  di 

raccolte  zoologiche  pel  .Musco  Rothschild,  trovò 
la  «i  ;<>one\  »>  di  I.a,\  san  (  Dionu  dea  immutabilis)  a 


ìit 


Nido  di  Cicoy.ua  bianca. 


stiano  fatto  della  vita  ornitica.  Le  Fregate,  ad 
esempio,  che  amano  il  mare  aperto,  e  sono  uc- 
celli di  straordinario  poterò  di  volo,  si  riuni- 
scono nella  stagione  delle  cove,  nidificando  in 
colonie  in  alcune  isole  dei  Tropici.  I  nidi  sono 
collocati  sugli  albori  o  sui  cespugli,  ed  ambo- 
due  i  sessi  partecipano  alle  cure  dell'incuba- 
zione. 1  Pinguini  pure  si  riuniscono  assieme  in 
grandi    quantità   sulle  isolctte  rocciose  dell'O- 


(')  Uccelli  pelagici  0  marini  per  eccellenza  sono  quelli  elio 
frequentano  la  regiono  dotta  Volto  mare  <>  il  maio  aperto,  o 
man-  oceanico  <>  pelagico,  cioè  la  regione  marina  propriamente 
dilla,  ad  acqua  limpida  con  salsedine  gridali  mari  costante: 
va  dal  i li.  ovel'acqna  ba  l'altezza  di  ebrea 400  metri  e  pre- 
senta, considerando  la  sua  superfìcie,  li'  i i  intermedie  e  il 

fondo  mi  abisso. 


migliaia  in  modo  che  coprivano  completamente 
l'isola,  i  giovani  in  alcune  località  «  erano  tanto 
fitti  e  numerosi  quanti  ne  potevano  stare  in 
piedi  ».  Questi  uccelli  erano  straordinariamente 
domestici  ed  avevano  deposte  le  uova  ovunque 
dintorno.  Qualche  idea  approssimativa  della 
scena  presentata  dalla  Diomedea  bianca  a  Laysan, 
può  aversi  dalla  fotografia  donata  dal  Sig.  Roth- 
schild dal  Museo  Britannico. 

11  Sig.  Palmer  osservò  pare  una  meravigliosa 
quantità  di  Rondini  di  mare  scure  (Sterna  fu- 
ligi/uosa)  all'isola  della  Fregata  Francese  presso 
Laysan,  di  cui  fu  pure  donata  una  l'otogralia 
al  Museo  Britannico  dal  Sig.  Rothschild.  Que- 
sta stessa  specie  di  Rondine  di   mare  si  riunì- 


54 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


scc  in  quantità  innumerevoli  nell'isola  Ascen- 
sion  e  la  ••  Wide-awake  Fair  ».  conio  è  chiamata 
la  località  ove  nidificano,  è  stata  spesse  volte 
citata  nei  libri  ili  Ornitologia.  Una  delle  mi- 
gliori tela/ioni  date  in  proposito  è  quella  del 
defunto  Comandante  Sperling,  che  trovò  come 
la  <<  Fair  »  consisteva  «li  una  pianura  di  15  acri 
nell'interno  di  questa  aridissima  isola.  Egli  ilice 


che  nessuna  parola  può  dare  un'esatta  idea 
dell'effetto  prodotto   dalle  migliaia  e  migliaia 

di  questi  uccelli  ili  mare  che  volavano  e  gri- 
llavano sull'arido  Ietto  ili  cenere,  i  giovani  o 
gli  uovi  ciano  cos'i  l'itti  sul  terreno  da  essere 
spesso  impossibile  il  camminare  senza  pestarvi 
su,  e  questi  uccelli  non  depongono  che  un  uovo 
e  lo  difendono  molto  coraggiosamente  [Sharpe). 


11  mio  ottimo  amico  lì.  15.  Sharpe  ha  proposto  (')  una  classificazione  degli  Uccelli, 
nella  quale  offre  una  rapida  rivista  sulle  forme  del  nido,  sul  numero  e  sul 
colore  delle  uova  e  saìVTiaMtat  ed  io  Lo  trovato  interessante  il  riprodurla: 


Sottoclasse  RATITAE. 

Nido  sul  terreno,  in  una  buca  poco  profonda. 
Incubazione  sostenuta  dal  solo  maschio. 

Sottoclasse  GARIN ATAE. 

Ordine  TINAMIFORMES  (Tinami).  Nido,  una 
linea  sul  terreno  rozzamente  foderata  di  erbe. 
Uova  straordinariamente  lucide  e  di  tinta  venie, 
blu,  porporina  o  bruna.  Incubazione  sostenuta 
dal  maschio. 

Ordine  GALLIFORMES  (Gallinacei). 

Sottordine  Mkgapodii  (Megapodi).  Nessun 
nido.  Le  uova  abbandonate  sotto  cumoli  di 
terra  e  lasciate  sgusciare  da  se  stesse.  Austra- 
lasia. 

Sottordine  Ckaces  (Oraci).  Nido  sugli  alberi. 
Due  uova  bianche.  America  meridionale. 

Sottordine  I'iiasiani  (Fagiani  e  Pernici).  Nido 
in  una  depressione  sul  terreno  rozzamente  fo- 
derata di  erbe.  Cova  numerose,  uniformi  o  con 
piccole  macchie  o  lineette  neve,  talora  bianche 
Cosmopolita.  Incubazione  sostenuta  dalla,  fem- 
mina. 

Sottordine  Hkmipodii  (Emipodi  o  Quaglie  tri- 
dattili). Nessun  nido.  Uova  deposte  in  una  de- 
pressione del  terreno.  Incubazione  sostenuta  dal 
maschio.  Europa  meridionale,  Africa  ed  India. 

Sottordine    Pterocletes    (Ganghe).    Nessun 

nido.    Cova   in   numero  di   tre,   egualmente    ro- 
tonde  alle   due   estremità   e   a   doppie    macchie. 

India.  Africa.  Asia  centrale  tino  all'Europa  me- 
ridionale. 


Ordine  COLUMBIFORMES  (Piccioni).  Nido, 
una  rozza  piattaforma  di  stecchi  su  un  ramo 
e  raramente  in  uu  buco  o  in  una  fenditura. 
Due  uova  bianco-pure.   Cosmopolita. 

Ordine  OPISTHOCOMIFORMES  (Opistocomi). 
Nido  di  stecchi  in  un  cespuglio  sopra  l'acqua. 
Quattro  uova,  fulve,  con  macchie  e  macchiette 
di  un  bruno-rossiccio,  simili  a  quelle  dei  Balli. 
Regioni  settentrionali  dell'America  del  Sud, 
Amazzoni,  Guiana,  ete. 

Ordine  RALLIFORMES  (Balli).  Nido  di  giunchi 
sulle  canne  o  presso  la  riva  delle  acque.  Cova 
da  cinque  a  dieci,  giallette  o  fulvo-giallette. 
con  macchie  brune  e  macchiette  sottoposte  gri- 
gie. Cosmopolita. 

Ordine  PODICIPEDIDIFORMES  (Svassi).  Nido 
di  canne  galleggianti  sull'acqua.  Cova  bianche 
in   numero  da  tre  a  cinque.   Cosmopolita. 

Ordine  COLYMBIFORMES  (Strolaghe).  Nessun 
nido.  Due  uova  di  un  bruno-oliva -cupo  o 
bruno-gialletto,  con  macchie  indistinte  nere  ed 
altre  sottoposte  grigie  :  deposte  sulla  terra  presso 
l'acqua.  Regioni  settentrionali  d'Europa,  del- 
l'Asia e  dell'America  del  Nord. 

Ordine  SPHENISCIFORMES  (Pinguini).  Nido, 
una  ruvida  costruzione  di  erbe  su  di  uno  scoglio 
od  in  una  tana.  Due  uova  bianche.  .Mari  me- 
ridionali. 

Ordine    PROCELLARIIFORMES    (Procellarie). 

Nido,  nessuno,  o  uno  grosso  di  erbe.  In  uovo 
soltanto,  bianco,  di  solilo  deposto  in  una  buca 
O    sotto    una    roccia.    Cosmopolita. 


(<)   Wonderi   oj  ih,    Bird   World,  pp.  146-159(1898). 


ATI.  W ;SI  I. li  li 


53 


Ordine  ALCIFORMES  (Alche).  Nido,  nessun,,. 
1  ih,  o  due  uova  deposte  nella  spaccatura  <li 
una  roccia  o  in  una  lana,  o  sulla  nuda  ban- 
cliina  di  una  roccia.  Mari  settentrionali. 

Ordine  LARIFORMES  (Gabbiani).  In  nido  roz- 
zamente costruito  su  di  una  roccia  o  nelle  paludi. 
Ialina    sopra     un     albero,     l'uva,    due    0    tre.    a 

doppie    macchie    di    solito  bruno-gialletto  con 

macchie   nere.   Cosmopolita. 

Ordine  CHARADRIIFORMES. 

Sottordine  Ari  m.iiu  -  Beccaccini  delle  canne). 
Nido  sul  terreno,  rozzamente  foderato  di  erba, 
l'uva  giallette  con  macchie  brune.  America  me- 
ridionale. 

Sottordine  Chionides  (Chionidi).  Nido  nelle 
limile  o  sotto  le  roccie.  Uova  bianco-fulviccie, 
e iiiineiose  Siettature  porporine.  Mari  meri- 
dionali. 

Sottordine  Dromades  (Dromadi).  Nido  nes- 
suno. In  solo  novo  bianco,  deposto  all'estre- 
mità di  una  lunga  galleria  nelle  eoste  sabbiose 
dell'Oceano  Indiano. 

Sottordine  Cuitsoiui  (Corrioni).  Nido,  una 
buca  nel  terreno.  Due  uova,  a  doppie  macchie, 
l'ulve,  coperte  di  numerosi  e  finissimi  zig-zags 
nerastri.    Deserti  dell'Africa  e  dell'india. 

Sottordine  GLAREOLAE  (Pernici  di  mare).  Nido 
ed  nova  coinè  i  Corrioni,   ma  gli  zig-zags  sono 

cosi  densi  da  nascondere  la  tinta  di  fonda.  Eu- 
ropa meridionale,   Africa,    India.    Australia. 

Sottordine  Parrae  (Jacane).  Nido  di  canne 
ed  erbe  palustri,  fluttuante  sull'acqua.  Dova  pi- 
riformi, numerose,  bruno-oliva  o  manate  di  li- 
neette nere.  Africa,  India.  Australia.  America 
meridionale. 

Sottardine  Charadrii  (Pivieri  e  Beccaccini). 

Nido,  di  solito  nessuno,  o  una  depressione  nel- 
l'erba Leggermente  foderata.  Uova  quattro,  pi- 
riformi, collocate  colla  punta  contro  la  punta, 
a  doppie  macchie,  giallette,  più  o  meno  marcate 
con   macchie  e  linee  nere.   Cosmopolita. 

Sottordine  Oedicnemi  (Occhioni).  Nessun  nido. 
Due  uova,  color  gialletto,  con  macchio  o  linee 
nere.  L'intero  Mondo  Antico,  America  meri- 
dionale. 

Sottordine  Otides  (Otarde).  Nessun  nido,  o 
una  depressione  nel  terreno  leggermente  lode- 
rata.  Cova  da  due  a  quattro,  a  doppie  macchie 
oliva,  con  una  leggiera  sfumatura  bruna  o  mac- 
chie grigie.  Africa.  Europa  meridionale  e  cen- 
trale  lino   all'Asia   centrale   e    l'India. 


Ordine  GRUIFORMES. 

Sottordine    <  ■  e  «  es    (Gru).    Nido    sul    terreno 

nelle  pabuli,  l'uva  da  due  a  tre.  a  doppie  mac- 
chie, brune  cu  macchie rossiccio-scure o grigie. 
Cosmopolita.  (Mancante  nell'America  meridio- 
nale . 

Sottordine  Arami  (Arami).  Nido  di  giunchi 
nelle  paludi.  Ima  numerose,  a  doppie  mac- 
chie, bianche  con  macchie  bruno-pallide  e 
porporine.  Parli  meridionali  degli  Stati  Uniti 
sino  all'America  meridionale. 

Sottordine  Rhinoi  hi  riDES  (Ragù).  Nido  sco- 
nosciuto. Cova  fulvo-rossiccie,  macelliate  di 
bruno  e  di   grigio.   Nuova   Cahdonia. 

Sottordine  Mesitides  (Kagù  del  Madagascar). 

Nido   ed    uova    sconosciute .   Madagascar. 

Sottordine  Eubtpygae  (Euripighe).  Nido  di 
stecchi  sugli  alberi.  Cova  due,  grigiastre  con 
macchie  rossiccie.   America   meridionale. 

Sottordine  Psophiae  (Psofie).  Nido  sul  ter- 
reno.  Cova  bianche.  America  meridionale. 

Sottordine  Dietim. unii  (Seriame).  Nido  in 
un  cespuglio  basso.  Cova  due,  bianche  COI! 
macchie  rossiccie.   America  meridionale. 

Ordine  AROEIFORMES  (Aironi,  Cicogne  e 
tbidi). 

Sottordine  Ardeae  (Aironi).  Nido  di  stecchi 
sugli  alberi  o  su  di  un  lotto  di  canne.  Cova 
da  tre  a  nove,  blu  o  bianche.  Cosmopolita. 

Sottordine  Ciconii  (Cicogne).  Nido  di  stecchi 
sugli  alberi,  o  su  di  un  letto  di  canne.  Uova 
da  tre  a  cinque,   bianche. 

Sottordine'BAi.AEmciPiTiKv.s (Uccelli  a  stivale). 
Nido  sulle  canne,  composto  di  giunchi.  Uova, 
bianco-giallette  o  bianco-bluastre.  Africa  nord- 
orientale. 

Sottordine  SCOPI  (Scopi).  Nido  di  stecchi, 
molto  grande,  con  camere  separate.  Uova  da 
tre  a   cinque,   bianche.   Africa. 

Sottordine  Pi.atai.eae  (Spatole  e  Ibis).  Nido 
di  stecchi  sulle  canne  0  sugli  alberi.  Cova  blu 
0  venie-bluastre,  o  bianche,  macchiare  di  bruno- 
nissiccio.   Cosmopolita. 

Ordine  PHOENICOPTERIFORMESFeniciieii. 
Nido  di  fango.  Un  solo  uovo  bianco-gialletto. 
Europa  meridionale,   Africa.   India,   America. 

Ordine  ANSERIFORMES  (Uccelli  nuotatori). 

Sottordine  AHSEEES  (Cigni.  Oche,  Anitre). 
Nido  in  una  depressione  nel  terreno,  foderalo  col 

piumino  che  l'uccello  stesso  si  leva  dal  petto,  o  un 


56 


ATLANTE    OKNITnl.i  h.;k  <) 


grande  nido  di  musco,  «li  stecchi  e  di  giunchi. 
Dova  numerose,  <la  sei  a  dodici,  di  colóre  ver- 
dastro ti  bianco,  sempre  uniforme.  Cosmopolita. 

Sottordine  Pàlamedeae  (Palamedee).  Nido  di 
giunchi  nelle  paludi.  Uova  sei,  bianche.  Ame- 
lie:! meridionale. 

Ordine  PELECANIFORMES  (Pellicani  e  Uccelli 
affini). 

Sottordine  PhAÈTHONTES  (Fetonti!.  Nessun 
nido.  Un  uovo  soltanto,  deposto  nella  lutea  di 
una  roccia,  bianco  con  macchiette  bruno-ros- 
siccie. .Mari  tropicali. 

Sottordine  Sulae  (Siile).  Nido  di  erbe  o  di 
alghe  marine  sulle  roccie.  Un  uovo  soltanto, 
bianco,  con  concrezioni  calcaree.  Cosmopolita. 

Sottordine  PhalacroCORACES  (Marangoni  e 
Aninglie).  Nido  di  stecchi  o  di  erbe  marine 
sulle  roccie  o  su  letto  di  canne  o  sugli  alberi. 
Uova  da  due  a  quattro,  bluastre  o  verdi  con 
concrezioni  calcaree.   Cosmopolita. 

Sottordine  Pelecani  (Pellicani).  Nido  di 
stecchi  o  giunchi  sugli  alberi  o  sul  terreno. 
Un  uovo  soltanto,  bianco  con  concrezioni  cal- 
caree. Regioni  tropicali  e  temperate  di  ambedue 
gli   Emisferi. 

Sottordine  Fregati  (Fregati-).  Nido  di  stecchi 
sulle  roccie,  sugli  alberi  o  sui  cespugli.  Sol- 
tanto un  uovo  bianco.  Mari  tropicali. 

Ordine  CATHARTIDIFORMES  (Avvolto.)  ame- 
ricani). Nido  sulle  roccie  o  sul  terreno.  Uovo 
bianco  o  con  poche  macchie.  America  setten- 
trionale e  meridionale. 

Ordine  ACCIPITRIFORMES  (Uccelli  rapaci). 

Sottordine  SERPENTARI!  (Serpentari).  Nido  di 
stecchi  nei  cespugli  o  sugli  alberi.  Due  uova, 
bianche  con  macchiette  brune.  Africa. 

Sottordine  ACCIPITRES  (Avvolto),  Falchi,  A- 
quile,  etc).  Nido  di  stecchi,  sulle  roccie  o  sugli 
alberi,  o  sul  terreno  nelle  paludi.  Uova  varia- 
mi lite  colorite,  dal  bianco-puro  al  rossiccio  più 
vivo.   Cosmopolita. 

Sottordine  PANDIONES  (Falchi  pescatori).  Nido 
grande,  di  stecchi  sugli  alberi  o  sulle  ro- 
viue.  Uova  da  tre  a  quattro,  vivamente  colo- 
rite, in  gran  parte  rossiccie.  Cosmopolita. 

Ordine  STRIGES  (Allocchi).  Nido,  nessuno, 
nelle  buche  degli  alberi  o  sul  terreno,  o  quello 
di   qualche   altro    uccello   sugli   alberi.    Cova  ila 

quattro  a  Dove,  bianche.  Cosmopolita. 
Ordine  PSITTACIFORMES  (Pappagalli).  Nido, 

nessuno,      nelle     buche     degli     alberi.     l'uva     da 
due  a  quattro,   bianche. 


Ordine  CORACIIFORMES  (Picarie). 
Sottordine   Steatornithes  (Steatorni).  Nido. 

una  struttura  solida  collie  di  tango  in  una  grotta. 
Quattro  uova,   bianche.  America   meridionale. 

Sottordine  PODARGi  (Podargi).  Nido  di  stec- 
chi, etc.  sugli  alberi.  Cova  due,  bianche.  Au- 
Btralasia  e  Regione  Indo-Malese. 

Sottordine  Leptosomati  (Leptosomi).  Nido, 
di  giunchi  nelle  buche  degli  alberi.  Un  uovo 
bianco.   Madagascar. 

Sottordine  CORACIAE  (Cazze  marine).  Nido  di 
poche  erbe  nelle  buche  degli  alberi.  Uova  da 
quattro  a  cinque,  bianche.  Mondo  Antico,  ge- 
neral mente  distribuite. 

Sottordine  HalCTONES  (Martini  pescatori). 
Nido,  nessuno,  o  un  rozzo  ammasso  di  ossa 
di  pesci  all'estremità  di  una  galleria  scavata 
dagli  stessi  uccelli,  talora  nei  cumoli  delle  for- 
miche o  nelle  buche  degli  alberi.  Uova  da 
quattro  a  sette,   bianche.   Cosmopolita. 

Sottordine  BuCEROTES  :  Buceri).  Nido,  nessuno. 
Cova  da  due  a  tre,  bianche  deposte  nello  bu- 
che degli  alberi,  nelle  quali  la  femmina  viene 
imprigionata.  Africa.  India,  Regione  Indo- 
Malese. 

Sottordine  V vi  r\v.  (Upupe).  Nido,  nessuno, 
o  malamente  foderato  di  erbe,  nelle  buche  degli 
alberi.  Uova  da  cinque  a  sette,  oli va-bruno- 
chiare,  bluastre,  o  bianco-verdastre.  Europa  e 
Asia.    Africa. 

Sottordine  Meropes  (Gruccioni).  Nido,  nes- 
suno. Cova  da  tre  a  sette,  bianche,  deposte 
in  una  camera  all'estremità  di  una  lunga  galleria 
scavata  dagli  uccelli  stessi.  Europa  meridio- 
nale sino  all'Asia  centrale,  Africa.  India,  Re- 
gione Australasiana. 

Sottordine  MoMOTl  (Momoti).  Nido,  nessuno. 
Cova  quattro,  deposte  in  una  camera  all'estre- 
mità di  una  galleria  scavata  dagli  uccelli  stessi. 
America   meridionale. 

Sottordine  Toni  (Todi).  Nido,  nessuno.  Uova 
quattro,  bianche,  deposte  in  una  camera  al- 
l'estremità di  una  galleria  scavata  dagli  uc- 
celli  stessi.    Isole   delle    Indie   occidentali. 

Sottordine  Caprimulgi  (Succiacapre).  Nido, 

nessuno.  Cova  di  solito  due,  bianche,  macchiati' 
di  linee  a  zig-zags,  deposte  sul  terreno.  Cosmo- 
polita. 

Sottordine  CrpsELi  (Rondoni).  Nido  di  varie 
costruzioni,  cementato  dalla  saliva  stessa  degli 
uccelli.  Una  rozza  struttura  di  stiacci  e  vecchi 
materiali    sotto    un    tetto,   o    un    artistico   nido 


ui.wn     ullN .«"ili  o 


57 


pendente  o  a  tazza,  ed  attaccato  al  muro  ili 
una  grotta,  l  >>\;i  da  ano  :v  quattro  bianche. 
Cosmopolita. 

Sottordine  Trochili  (Uccelli  Mosca).  Nido 
generalmente  ili  musco,  a  tazza  o  sul  ramo  ili 
un  albero.  Dova  due,  bianche.  Principalmente 
nell'America  meridionale,  pochi  migrano  nel- 
l'America del  Nord  nell'estate. 

Sottordine  COLII  (Colli).  Nido,  a  tazza,  ili 
stecchi,  nei  cespugli,  Cova  tre,  bianche.  Africa. 

Ordine  TROGONES  (Trogoni).  Nido,  nessuni), 
l'uva  da  due  a  quattro,  deposte  in  una  linea 
degli  alberi.  Africa.  India,  Regione  Indo-Malese. 

Ordine  COCCYGES  (Uccelli  simili  ai  Cuculi). 

Sottordine  Musophagi  (Musofaghe).  Nido  di 
stecchi  nei  cespugli.  Uova  tre,  verdastro  o 
bianco-bluastre.  Africa. 

Sottordine  Cuculi  (Cuculi).  Nido,  nessuno,  o 
uno  rozzo  di  stecchi  sugli  allieti  o  una  strut- 
tura a  cupola  sul  terreno.  Molte  specie  paras- 
site.  Cosmopolita. 

Ordine  SCANSORES  (Uccelli  rampicanti). 

Sottordine  Ramphastides  (Tucani).  Nido,  nes- 
suno. Cova  bianche,  due,  deposto  in  una  linea 
dogli   allieti.   America  meridionale. 

Sottordine  Capitones  (Capitoni).  Nido,  nes- 
suno. Cova  da  tre  a  cinque,  deposte  in  una 
lutea  degli  alberi  o  delle  sponde.  Africa,  India, 
regioni    Indo-Malesi,  America  del  Sud. 

Sottordine  Inihcatores  (Indicatori).  Nido, 
nessuno.  Cova  bianche,  che  si  dice  siano  de- 
poste nei  nidi  di  Capitoni  o  di  qualche  altro 
Ideilo.  Africa,  Imalaia.  Montagne  della  Pe- 
nisola  Malese  e  Borueo. 

Ordine  PICIFORMES  (Picidi). 

Sottordine  Pici  (Picchi).  Nido,  nessuno.  Uova 
bianche,  lucide,  che  variano  di  numero  a  se- 
conda dei  generi,  da  uno  a  dieci,  deposte  nelle 
fenditure  degli  alberi  all'estremità  di  un  buco. 
o  nei  cumoli  delle  formiche  od  anche  nei  nidi 
delle   vespe.  Cosmopolita. 

Sottordine  BUCCONES  (BucCOni).  Nido,  nes- 
suno. Due  uova  bianco-lucide,  deposte  nelle 
buche  delle  sponde.   America   meridionale. 

Sottordine  GALBULAE  (Galbule).  Nido,  nes- 
suno. Uova  quattro  bianco-lucide,  deposte  nelle 
litiche  delle  sponde.   America   meridionale. 

Ordine  EURYLAEMI  (Eurilemi).  Nido,  pen- 
dente dall'estremità  di  un  ramo,  di  glande  di- 
mensione,  composto  di   foglie  e  di   ciba.  Uova 


bianche  i>  fulvo-rosBiccie,   fittamente  macchiate 

di   bruno-rossi, -rio  opaco  0  di   nero.  India,   le- 
gione Indo-Malese 

Ordine  MENURAE  (Uccelli  Lira).  Nido,  una 
grande  costruzione  a  forno  di  stecchi  e  di  mu- 
sco. Un  ulivo  soltanto,  di  un  grigio-porporino, 
con  macchie  di  un  bruno-porporino  più  scuro. 
Australia. 

Ordine    PASSERIFORMES   (Uccelli   appollaja- 

tmi). 

Si  ZIONE    A.    I  i-i  1M  - 

Famiglia  1.  Corvidae  (Corvi).  Nido  di  slecchi 
ed  erbe  in  un  albero  o  nelle  buche.  Cova  bian- 
che o  verdi-bluastre,  con  macchie  e  macchiette 
nere.   Cosmopolita. 

Famiglia  II.  Paradiseidae  (Uccelli  ilei  Para- 
diso). Nido  di  stecchi  su  di  un  albero.  Cova 
simili  a  quelle  del  Coivo,  ma  la  tinta  di  fondo 
fulvo-rossiccia.   Regione  Australiana. 

Famiglia  III.  Ptilonorhynchidaef  Ptilonorinchi  |. 
Nido  di  stecchi  su  di  un  albero.  l'o\a  verda- 
stre o  bianco-porporine,  con  molti  zig-zags  neri. 
Regione  Australiana. 

Famiglia  IV.  Sturnidae  (Storni  propriamente 

detti).  Nido  di  paglie  e  di   stecchi  in  un  buco. 
Uova  bianche  o  bluastre.  Europa,  Asia  e  Attica. 

Famiglia  V.  Eulabetidae  istoriti  degli  allievi). 
Nido  una  leggera  costruzione  di  erbe  nelle  buche 
di  un  albero  o  nei  fabbricati.  Cova  blu-ver- 
dastre, con  macchie  porporine.  Africa.  India, 
Australia. 

Famiglia  VI.  Eurycerotidae  (Becchi-blu).  Nido 

ed  uova  sconosciute.   Madagascar. 

Famiglia  VII.  Dicruridae  (Dronghi).  Nido  di 
sottili  fuscelli  ed  erbe  nella  biforcazione  di  un 
ramo,  come  una  culla.  Cova  bianche  o  colui 
salmone,  con  macchierossiccio-brunastre.  Africa, 
India  e  regione  Australiana. 

Famiglia  VIII.  Oriolidae  (Rigogoli).  Nidi  di 
erbe  e  di  striscio  di  corteccia,  sospesi  alla  bi- 
forcazione di  un  ramo,  come  una  culla.  Uova 
bianche,  macchiate  di  bruno-rossiccio.  Mimilo 
Antico  in  generale. 

Famiglia  IN.  Icteridae  (Itteri).  Nido  spesso 
molto  grande,  pendente,  di  foglie  ed  erbe,  col- 
locato sugli  allieti,  nei  mucchi  di  erbe,  nelle 
canne  o  sul  terreno,  l'uva  bluastre,  <>  bianche, 
ti  zig-zags  e  macchie  nere  e  grigie.  Alcune 
specie  parassite.  America  settentrionale  e  me- 
ridionale. 


Atlante  ornitologico  —    Parto  I. 


58 


\  1 1  wri;   ORNITOLOGI!  0 


Famiglia  X.  Ploceidae  (  Plocei).  Nido,  un  sacco 
tonnato  di  striscio  ili  foglie  ili  [ialina  e  ili  erbe, 
fortemente  intessute  dagli  uccelli,  sospeso  ai 
rami  degli  alluri  o  fabbricato  oei  cespugli  presso 
il  terreno.  Dova  bianche,  grigie,  o  porporine, 
ron  macchie  verdastre  o  brune.  Africa.  India 
e  regione  [ndo-Malese. 

Famiglia  XI.  Tanagridae  (Tanagre).  Nido  in 
situazioni  svariate,  a  tazza,  di  fibre  di  erbe  o 
licheni,  negli  alberi  o  noi  cespugli,  talora  a 
cupola,  o  nelle,  erbe  delle  paludi.  Uova  bianco- 
bluastre,  o  verdastre,  con  macchie  e  macchiette 
lirune.   America  settentrionale  e   meridionale. 

Famiglia  XII.  Coerebidae  (Rampichini  ame- 
ricani). Nido,  a  cupola,  di  peli  e  tele  di  ragno 
tra  due  ramoscelli.  Uova  bianche  o  blu-verda- 
stre, con  macchie  brune  o  rosse.  America  me- 
ridionale. 

Famiglia  XIII.  Fringillidae  (Fringuelli).  Nido 
di  varia  forma,  di  ramoscelli,  foderato  di  penne 
e  spesso  di  licheni  e  di  musco,  in  ogni  genere 
di  situazione,  l'uva  varie,  generalmente  bluastre 
o  bianche,  con  macchie  e  linee  nere  o  porpo- 
rine.  Cosmopolita. 

Famiglia  XIV.  Alaudidae  (Allodole).  Nido  sul 
terreno,  l'uva  bruno-scure  o  bianche,  macchiate 
di  bruno.  Cosmopolita. 

Famiglia  XV.  Motacillidae  (Ballerine  e,  Pi- 
spole). Nido  sul  terreno  o  sulle  sponde  o  sulle 
mura.  Uova  bianche  o  grigie,  con  macchie  più 
o  meno  accentuate  brune  o  bruno-porporine 
e  con  macchiette  più  scure.  Cosmopolita. 

Famiglia  XVI.  Mniotiltidae  (Becchi-fini  ame- 
ricani). Nido,  a  tazza,  di  musco,  capelli,  tele 
di  ragno,  etc.  Uova  gialliccie,  con  macchie  brune, 
rossiccie  o  grigie,  o  con  strie,  nere.  America 
settentrionale  o  meridionale. 

Famiglia  XVII.  Certhiidae  (Rampichini).  Nido 
ili  fuscelli  con  erbe  e  musco,  lana,  ite..  Delle 
lincile,  nelle  fenditure  delle  corleccie,  etc.  Uova 
bianche,  con  macchie  rossiccie  e  raramente  ne- 
rastre. Quasi  cosmopolita  (eccetto  l'America 
meridionale). 

Famiglia  XVIII.  Meliphagidae  (Succhiatori  di 

miele).  Nido  di  fuscelli  o  radici,  tra  le  erbe, 
nei  cespugli  o  sugli  alberi.  Uova  fulve  o  color 
di  salmone,  con  macchie  e  lineette  bruno-ros- 
siccie.   Regione  Australiana. 

Famiglia  XIX.  Nectariniidae ( Net I ari nie).  Nido, 
a  borsa,  di  erbe  e  radichette,  con  una  cupola 
proiettante  sopra  l'apertura.  Uova  verdastre  o 
grigiastre,  con  macchie  porporine  o  rossiccie 
o  bianche  o  con  strie  e  macchie  nerastre.  Regioni 
Africana,  Indiana  ed  Australiana. 


Famiglia  XX.  Drepanidae (Succhiatori  di  miele 

delle     Isole     llawui).     Nido    di     radici     e    foglie. 

Uova   non  ancora    descritte.    Arcipelago    delle 

Ilawai. 

Famiglia  XXI.  Dicaeidae  (Diceidi).  Nido,  a 
borsa  e  a  cupola,  o  di  radici  e  erbe  nelle  buche. 

Uova  bianche,  o  rossiccie  con  macchie  brune. 
Regioni  Africana,   Indiana  ed   Australiana. 

Famiglia  XXII.  Zosteropidae  (Zosteropidi). 
Nido,  a  tazza,  profondo,  di  erbe  e  musco,  su 
di  un  ramo  sottile.  Uova  di  un  blu-pallido.  Re- 
gioni Africana.  Indiana  e  Australiana,  sino  alla 
Cina  ed  al  Giappone. 

Famiglia  XXIII.  Paridae(Cincie).  Nidogrande, 
e,  di  regola,  abbondantemente  foderato  di  penne, 
nelle  eavita  degli  alberi  o  dei  fabbricati  ;  in 
alcuni  generi  a  borsa.  Uova  numerose,  bianche, 
o  bianche  macchiate  di  bruno-rossiccio.  Quasi 
cosmopolita  (tranne  l'Australia  e  l'America 
meridionale). 

Famiglia  XXIV.  Sittidae  (Picchi  muratori). 
Nido,  un  rozzo  ammasso  di  erbe,  lana,  etc, 
nelle  buche  degli  alberi,  generalmente  intona- 
cato dagli  uccelli  stessi,  l'uva  da  cimine  a  olio, 
bianche  con  macchie  bruno-rossiccie.  Europa  e 
America  settentrionale,  India,  Cina,  regioni 
Indo-Malesi  e  Australia. 

Famiglia  XXV.  Regulidae  (Regoli).  Nido  di 
musco  sospeso  sotto  un  ramo.  l'uva  numerose. 
da  cinque  a  dieci,  bianco-fulve,  talora  con  pic- 
cole macchie  rossiccie.  Europa,  Asia  settentrio- 
nale.  America  settentrionale  e  centrale. 

Famiglia  XXVI.  Laniidae  (Averle).  Nido  di 
stecchi,  erbe  e  fibre  con  lana,  grosso  di  di- 
mensioni, usualmente  negli  alberi  spinosi  o  nei 
cespugli.  Cova  grigiastre  o  bianco-verdastre, 
con  macchie  e  macchiette  grigie  e  nerastre. 
Cosmopolita. 

Famiglia XXVII.  Artamidae  (Artamidi).  Nido, 
una  ciotola  profonda  di  fuscelli  ed  erbe  sugli 
alberi.  Uova  bianche  O  verdastre,  macchiate  di 
porporino  o  di  bruno-rossiccio,  con  macchie 
grigie  più  chiare.  India,  regione  Indo-Malese, 
Australia. 

Famiglia  XXVIII.  Ampelidae  (Iìeccofrosoui). 
Nido  piatto,  di  ramoscelli  e  di  erbe.  Cova 
bluastre  0  grigie,  con  macchie  grigie  o  di  un 
In  uno-cupo.  Regioni  settentrionali  d'Europa  e 
dell'Asia,    America   settentrionale  e  centrale. 

Famiglia  XXIX.  Vireonidae  (Vireonidi).  Nido, 

una  copi>a  profonda  di  foglie,  di  erbe  e  muschi 
in  un  ramoscello  biforcuto.  Cova  bianche,  mac- 
chiate di  nero  e  di  bruno  attorno  all'est  rem  ita  più 
larga.    America    settentrionale   e   meridionale. 


\  Ll.AN  I  I     ORNITI  ILOGII  0 


Famiglia  XXX.  Sylviidae  (Silvie).  Nido  «li  \  arie 
t'oline,  il!  erbe,  ramoscelli,  etc.  dova  ili  diversi 
colori,  un it'orm i  o  macchiate  o  marmorizzate. 
Generalmente  ne]  Mimilo  Antico. 

Famiglia  XXXI.  Turdidae  (Tordi).  Nido  ili 
\  ari  materiali,  a  tazza,  sugli  alberi  o  Delle  buche. 
Uova  variate,  ili  un  blu  opaco  o  bluastre  con 

macchietto    rosse   o    bruni'.    Cosmopolita. 

Famiglia  XXXII.  Cinclidae  (Merli  d'acqua). 

Nido    il    Cupola,    ili     musco,    sotto   le   roccie.    0 

alle  radici  di  un  albero,  dova  bianche.  Europa, 
Asia  settentrionale  e  l'Imalaia,  Montagne  del- 
l'Anime:!  settentrionale  e  centrale  e  le  Amie. 

Famiglia  .XXXIII.  Troglodytidae  (Scriccioli). 
Nido  a  cupola  e  rotondo,  con  apertura  laterale, 
fatto  di  musco  e  tappezzato  di  foglie,  in  un 
buco  degli  alberi  o  ilei  fabbricati,  o  contro  gra- 
ticci o  siepi  :  in  alcune  specie  sospeso  alle  canne. 
Uova  bianche,  o  bianche  leggermente  picchiet- 
tate di  rossiccio  e  di  grigio.  Europa,  Asia  set- 
tentrionale e  Imalaia,  America  settentrionale 
e  meridionale. 

Famiglia  XXXIV.  Mimidae  (Uccelli  beffeg- 
giatoli). Xido  di  ramoscelli  o  radiehette,  nei 
cespugli  o  negli  alberi.  Uova  opache,  verde- 
bluastre,  o  verdi  picchiettate  di  rossiccio.  Ame- 
rica settentrionale  e  meridionale. 

Famiglia  XXXV.  Timeliidae  (Timelii).  Nidi 
variati,  o  un  rozzo  nido  a  eupola  di  foglie  ed 
erbe  sul  terreno,  o  a  cupola  di  musco,  etc. 
Uova  uniformi  blu-verdastre  o  fulvo-giallette 
od  oliva,  con  macchie  e  chiazze  bruno-rossiccie, 
oliva  e  grigie.  Africa,  India,  regione  Indo- 
Malese,   Australia. 

Famiglia  XXXVI.  Pycnonotidae  (Picnonoti). 
Nido  di  fuscelli,  erbe,  e  musco,  fabbricato  negli 
alberi  e  nei  cespugli.  Uova  bianche,  o  bianco- 
verdastre,  o  rossiccie,  macchiate  di   porporino 

e  di  biuno.  Africa.  India,  regione    Indo-Malese. 

Famiglia  XXXVII.  Campophagidae  (Campo- 
faglie).  Xido.  una  coppa  poca  profonda,  di  ra- 
dici od  erbe  ed  imbottita  con  fibre  vegetali  e 
musco  o  licheni,  l'uva  bianche  0  bianco-ver- 
dastre, con  macchie  e  macchiette  brune  o  por- 
porine. Africa.  India,  regione  Indo-Malese. 
Australia. 

Famiglia  XXXVIII.  Muscicapidae  (Pigliamo- 
sche). Xido,  una  rozza  struttura  di  erbe  o  musco 
in  un  buco  o  sul  terreno,  o  sul  ramo  di  un 
albero;  talora  una  coppa  bella  e  piccola  sopra 
un  ramo.  Uova  bianche,  macchiate  di  bruno 
o  di  rossiccio.   L'intero  Mondo   Antico. 

Famiglia  XXXIX.  Hirundinidae  (Rondini). 
Nido   di  -fango    o    pagliuzze,   sotto   i   cornicioni 


0  nelle  soffitte,  ritolto  e  l'alto  di  creta  ;  0  un  nido 
rozzamente  tolleralo  di  erba  nelle  binile  delle 
grondo  0  sopra  u. I i  alberi.  Uova  bianche.  0 
bianche   con    macchie   rossiccie.    Cosmopolita. 

Sezione  B.  Oligomyodae. 

Famiglia  I.  Tyrannidae  (Tiranni).  Nido  di 
varia  forma  e  materiale,  ili  erba  0  museo, 
a]ierto  o  a  cupola,  sospeso  ai  rami,  o  nelle 
buche,    etc.    Uova    color   salmone,    con    macchie 

rosse  o  brune,  di  un  verde-blu  uniforme  o  a 
zig-zags  bruno-rossicci  o  porporini.  America 
settentrionale  e  meridionale. 

Famiglia     II.     Oxyrhamphidae    (Ossiranfidi). 

Nido  ed  uova  sconosciute.  America  meridionale. 

Famiglia  III.  Pipridae  (Pipre).  Xido  di  erbe. 
capelli,  foglie,  etc..  sospeso  ai  rami  bassi.  Uova 
due,  bianco-giallastre,  con  chiazze  rossiccie  o 
brune.    America   meridionale. 

Famiglia IV.  Cotingidae(Cotinghe).Nido  vario. 
di  stecchi  o  di  erbe  nelle  buche  degli  alberi, 
o  di  fango  e  stecchi  nelle  grotte.  Uova  di  dif- 
ferenti colori,  blu-verdastre  o  brune,  con  mac- 
chie rossiccie,  bianche,  etc.  America  meridionale. 

Famiglia  V.  Phytotomidae  (Fitotomi).  Nido 
di  fuscelli  e  di  fibre  erbacee  nei  cespugli.  Cova 
verdi-bluastre,  macchiate  di  bruno.  America 
meridionale. 

Famiglia  VI.  Philepittidae  (Filepitte).  Nido 
ed  uova  sconosciute.  Madagascar. 

Famiglia  VII.  Pittidae  (Fitte).  Nido  globulari' 
0  a  l'orno,  di  erbe  ruvide  e  di  foglie  sul  ter- 
reno, o  ili  un  cespuglio  presso  questo.  Uova 
bianche,  con  macchie  rossiccie,  in  numero  da 
quattro  a  cinque.  Africa,  India,  e  Cina,  re- 
gione Indo-Malese,   Australia. 

Famiglia  Vili.  Xeniscidae  (Scriccioli  della 
Nuova  Zelanda).  Nido  a  cupola,  di  musco,  tra 
le  radici,  o  nel  buco  di  un  albero,  o  a  bottiglia 
nelle  cavità  di  un  albero  o  di  un  edilizio.  Uova 
bianche,  o  bianche  con  macchie  rosse.  Nuova 
/.elanda. 

Sezione  C.  Teacheophonae  ('). 

Famiglia  I.  Dendrocolapticlae  (Dendrocolapti). 
Nido  di  varia  forma,  di  fango  o  di  stecchi  0 
di  altri   materiali,   spesso  di  glande  dimensione 


(')   Vrackeophonae   (o  nei  o  Fratheophoni)  è  il 

Dome  dato  da  Giovami]  blùller  i  ibhandl.  ET.  Ikad.  Berlin, 
Phy$.  Kl.  1847,  p.  387)  al  secondo  it<i  >n"i  tre  gruppi  dei 
Pabskrim  i-I h.  hanno  la  trachea  fornita  soltanto  ili  uno  o  di 
iluc  paja  ili  muscoli  vocolij  e  di  quelli  laterali. 


60 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


su  di  un  ramo,  con  passaggi  ;  talora  sospeso 
ad  un  ramo,  o  a  cupola  in  un  letto  ili  canne. 
Uova  bianche,  fulve  o  blu-verdastre.  America 

meridionale. 

Famiglia  II.  Formicariidae  (Formichieri).  Nido 
di  radici  o  fibre  e  musco  collocato  nei  bassi 
cespugli,  Uova  bluastre  o  bianche  o  bruno- 
rossiccie,  striale  o  macchiate  di  bruno-rossiccio. 
America  meridionale. 

Famiglia  III.  Conopophagidae  (Conopofaghe). 
Nido  ed  uova  sconosciute.  America  meridionale. 

Famiglia  IV .  Pteroptochidae  (Tapacole).  Nido 
di  erbe  o  musco  nelle  buche  del  terreno,  o  di 


stecchi  ed  erba  nei  bassi  cespugli.  Uova  bianche. 

America   meridionale. 

Sezione    D.    Atrichornitidae  (')   (Atricorniti). 

Nido  ed   uova   sconosciute.   Australia. 

Lo  Sharpe  poi  osserva  che  una  classifica- 
zione basata  sulla  colorazione  delle  uova,  sulla 
fonila  e  sull'ubicazione  del  nido  è,  del  tutto 
ipotetica,  tanto  estreme  sono  le  variazioni  in 
molle  famiglie  ed  anche  nei  generi  più  affini 
itilo-  se.  E  ad  illustrare  tale  fatto  egli  cita  quanto 
presentano  le  Rondini  paragonate  coi  'l'opini 
e  coi  Balestrucci,  i  Corvi  colle  Taccole  e  varii 
altri. 


Notizie  sulle   Caccie  maggiormente  usate  in  I /alili. 


Le    caccie    j > i Ti    usate    in    Italia   sono    le    se- 
guenti : 

1 .  Caccie  colle  reti  : 

1)  Il  diluvio,  rete  a  sacco  di  grandi  di- 
mensioni per  le  Passere,  i  Merli,  i  Fringuelli, 
etc.  Essa  produce  assai  usata  sul  far  della  notte, 
lina  sola  preda  imo  superare  il  migliaio. 

2)  La  ragna  portatile  usata  dall'agosto 
all' ottobre  in  ispecialità  pegli  uccelli  dal  becco 
gentile  (insettivori). 

?,)  Il  paretaio  o  irli  api  ile  :  Reti  che  sten- 
donsi  nelle  praterie  aperte  per  le  Pispole,  i 
Fanelli,  le  Ballerine,  le  Lodale,  etc.  In  al- 
cune delle  nostre  Provincie  (Bergamo)  si  giunge 
anche  ai  4  o  500  uccelli  in  un  giorno,  in  altre 
località  come  nei  Patriarcati  (Bovolenta,  Pa- 
dova) esse  sono  pure  rimunerative,  però  raramen- 
te si  arriva  ai  duecento.  Usasi  anche  sui  colli 
presso  i  vigneti  o  tra  le  piante  ombrose  in 
pianura,  o  in  una  ricurva  aperta  montana,  non 
però  dominata  dai  venti,  per  dove  siano  soliti 
a  passale  gli  stormi  di  uccelli.  In  quasi  tutte 
le  uccellande  ni  paretajo  si  pongono  altresì  dei 
panioni.  E  in  causa  dell7  abbinamento  del  pa- 
retajo coi  panioni,  il  Governo  suole  aggravare  il 
prezzo  delle  licenze,  che  di  solito  concedonsi  pel- 
le semplici  uccellande  a  paretajo.  situate  lungo 
i  (ìlari  e  fiancheggiate  da  pianticelle  di  gira- 
sole o  di  canape,  colgono  Fringuelli,  Fanelli, 
Verdoni  e  Cardellini,  e  nei  primi  giorni,  se 
I  utlo  ò  bene  disposto,  si  raggiunge  tino  il  cen- 
tinaio e  spesso  la  cinquantina  di  individui;  in  al- 
tre località,  come  a  Borgoforte  sull'Adige,  usan- 


si  pelle  Rondini  e  pei  Topini,  e  nell'epoca  dei 
maggiori  passaggi  si  arriva  e  prenderne  anche 
centocinquanta  al  giorno.  Si  adopera  pure  il 
paretajo  pei  Chiurli,  por  le  Pavoncelle,  pei  Pi- 
vieri e  per  i  Combattenti,  breve  la  durata  del 
loro  uso  e  ristretto  ai  siti  acquitrinosi.  E  ri- 
marchevole come  gli  astuti  Falchi  attratti  dagli 
zimbelli  che  svolazzano,  si  gettino  furiosamente 
loro  addosso  e  senza  accorgersi  nò  del  caccia- 
tore, né  delle  refi,  si  lascino  spesso  cogliere  a 
questa   uccellanda. 

4)  Lnpantera,  colla  quale  si  colgono  molte 
[.oilole  e  pochi  Beccaccini. 

5)  La  ragnaia  sui  colli  ed  in  pianura,  più 
generalizzata;  anche  questa  presenta  il  massimo 
della  produttività  in  Lombardia  e  sui  valichi 
alpini,  ove  le  prese  sono  talora  favolose.  Al- 
cune di  esse  (da  5  a  6)  che  sono  nelle  più 
adatto  posizioni  della  provincia  di  Verona  cattu- 
rano in  una  stagione  circa  5000  uccelli  per  ca- 
dauna, dei  quali  circa  1500  sono  'l'orili,  Lunarini, 
Fanelli,  Fringuelli,  Tordele,  etc,  e  molti  altri 
uccelletti  dal  becco  gentile,  come  Beeeajiehi  etc. 
completano  il  numero.  Nella  Provincia  di  Como 
il  Nessi  colse  nella  sua  uccellanda  4330  uccelli 
nel  INNI!,  4262  nel  1SS4,  4358  nel  INS.",  e 
3727  nel  ISSO  ed  il  Brambilla,  offrendo  i  dati 
delle  ]irese  della  sua  uccellanda  in  Gallarate  (Mi- 
lano), nota  come  nel  periodo  1792-1886  l'anno 


(')  Questa  seziono  di  Passeracei  presenta  due  paia  di  eorti 
muscoli  trarltoo-lnonc  liliali,  cioè  un  paio  infierito  sul  dorso, 
l'altro  dal  lato  ventrale  e  sono  quindi  àiaerùmyodi. 


atlanti:  ohm  ii  ii.mai  •  • 


GÌ 


più  proficuo  M.-i  stato  il  181!»  con  2451  uccelli, 
ma  dalle  cifre  date  .si  capisce  che  o  la  tesa  non 
eia  ben  curata  <>  la  posizione  infelice;  cosi  le 
prese  offerte  dal  Turati  pei  roccoli  e  paretaj 
in  Lombardia  non  oltrepassano  i  lumi  uccelli 
all'anno,  e  ciò  in  un  lungo  periodo  di  anni  ; 
mentre  il  Marchese  Honorati  a  .lesi  nel  periodo 
L 843-1885  dà  i  massimi  di  3659  (1851),  3950 
(1859),  3845  il  sui)  o  4888  (ISti:.)  uccelli  al- 
l'anno etc.  ('). 

Parecchie  di  queste  ragnaie  hanno  a  qualche 
distanza  disposte  delle  passate,  ossia  reti  a  pa- 
retaio. La  ragnaia  generalmente  dura  fino  alla 
prima  metà  di   novembre. 

(i.  La  brescianélla  (analoga  alla  ragnaia), 
dove  usasi  lo  spauracchio  che  si  innalza  e  che 
ha  la  disposizione  della  rete,  anziché  ridonda 
in  quadrilatero  col  capanno  basso,  usata  in 
pianura  e  colla  quale  si  accalappiano  in  molta 
parte  gli  stessi  volatili  della  ragnaia.  Essa  e 
poni  praticata  da  noi. 

7)  La  stantia  alle  quaglie  produttiva  a  se- 
conda delle  località,  il  cui  uso  ha  principio 
nell'agosto  e  dura  a  tutto  settembre;  è  assai 
vantaggiosa  nei  terreni  bonificati,  ove coltivassi 
il  grano  turco  ed  il  sorgo.  Oscilla  il  prodotto 
annuo  dai  500  ai  1000,  raramente  nei  grandi 
passaggi  supera  i  1500  individui. 

8)  Il  cerchiello,  barbaro  sistema  adoperato 
in  primavera  pei  maschi  delle  Quaglie.  Si  può 
calcolare  che  nella  sola  Provincia  di  Padova 
da  dieci  a  quindicimila  covate  vadano  distimie 
da  questo  aucupio  e  dall'altro  della  paratella, 
usato  in  alcuni  circondarii  nell'epoca  del  divieto. 

2.   Le  cacete  colla  pania. 

Sono  molto  usale  sia  in  collina  che  al  piano 
dai  ragazzetti,  perchè  uniscono  hi  poca  spesa  al 
diletto.  Il  vischio  si  estrae  dalla  corteccia  del 
Viburno  del  Mattinoli,  pianta  che  trovai  cre- 
scere spontanea  tra  altro  nella  zona  montana 
del  Veronese  e  più  precisamente  a  Cavalo  di 
Fumane.  I'run,  presso  Grezzana  ed  altrove.  Le 
principali  caccie  colla  pania  sono: 

1)  Col  palinone,  che  va  unito  quasi  sem- 
pre al   paretaio. 

2)  Coi  pontoni,  usasi  colla  Civetta  per  le 
cimic.   i   Pettirossi,   Codirossi,  etc. 

?>)  Colle  frasconaie,  pei  Tordi. 
Speciali  frasconaie  si  tendono,  quantunque 
non  di  frequente,  nelle  montagne  per  prendere 
con  lieve  spesa  buon  numero  di  Tordi  ed  a 
questo  genere  di  caccia,  pello  scopo  cui  mira. 
si  dà  il  nome  di  tordàre  al  rischio  (Veneto). 


(•)  A  clii   volesse    maggiori  notizie   vedi  Giglioli,  E.  II.. 
Primo  Betoe.  etc.  III.  pp.  41S-WJ  (1691). 


:!.  Le  caccie  ini  Inni  lungo  l<  siepi  ed  i  bo- 
schetti anch'esse  pegli  insettivori. 

11  laccio  è  un  cappio  di  crine.  Usasi  nel 
Trentino,    nel    Veronese,    nell'Udinese   etc.   e 

tendisi  pei-  Uccelletti  di  piccola  mole,  pei  'lordi, 
le  l'ernici.  le  I  leccaccie,  i  Beccaccini  eie.  men- 
tre i  lacci  di  ferro  si  adoperano  per  acchiap- 
pare   le    Volpi,     i    'l'assi,    le    Faine,    le    l'uzzoli- 

eie.  e  pur  troppo  le  povere  Lepri,  ad  onta  della 
proibizione  di   legge   Le  uccellande  al  boschetto 

usansi  di  frequente  nell'alto  Friuli  e  nel  Tre- 
visano  lungo   la    Piave   etc.   Sono   lacci  di  crine 

(die  si  collocano  sopra  due  fronde  o  verdi  mac- 
chie di  piante  potate  in  forma  rotonda  e  non 
più  alte  di  due  metri.  Vi  si  strangolano  gli 
uccelletti    richiamati   dal   canto   degli  zimbelli  o 

dallo  zufolo  dell'uccellatore  nascosto. 

1.  Le  /accie  colle  tagliuole,  cogli  archetti  ed 
alni  ordigni  per  le  Averle  e  più  specialmente 
nel  verno  con  trappole,  tjahhic  a  scatto  (fra  le 
(piali  la  ritrosa),  strage  del  Eusignolo  adope- 
rata in  primavera  ;  la  gagg'ia  del  I'ettirosso  ed 
altri  uccelli,  i  trabocchetti,  le  stiaccie,  i  cuba- 
toli, usati  questi  ultimi  quasi  esclusivamente 
nel  verno  se  la  terra  è  coperta  di  neve,  e 
quando  il  povero  stazionario  paga  colla  vita  la 
soddisfazione  del  più  pressante  bisogno,  il  cibo. 

I  montanari    Veronesi   collocano  gran  copia 

di  archetti  sulle  cime  degli  alberi.  Coni] ssi 

questo  barbaro  ingegno  di  un  vermene  di  noc- 
ciuolo,  di  sanguine  o  d'olmo  piegato  ad  arco 
alla  cui  estremità  si  lega  una  funicella  che  passa 
dal  lato  opposto  e  finisce  a  modo  di  laccio. 
Vi  è  inserto  un  piccolo  legno  detto  ciliare,  che 
lui  ficcata  in  una  fenditura  una  locusta,  un 
bruco  od  altro.  Su  di  esso  l'uccello  incauto  si 
posa  per  beccare  e  così  fa  scattare  l'arco  e  vi 
rimane  preso  colle  zampine.  Lo  si  raccoglie 
consunto  o  morto  fra  i  tormeuti.  Ben  a  pro- 
posito scrive  il  Tirabosco  : 

Villana  invenziun.   nli!   pio   assai 

Che  piacevol  e  juata  a  un  coi   gentile. 

Con  questo  modo  si  fa  strage  in  montagna  di 
Pettirossi,  di  Codirossi,  di  varie  Silvie  o  indie 
pianure  di  Averle  ed  altri  uccelli  di  piccola 
mole. 

E  giacché  siamo  sul  tema  della  crudeltà,  pro- 
seguiamo segnalando  un'altra  strage,  che  si  pra- 
tica anche  nel  Veneto  ai  poveri  uccelletti.  È  do- 
vuta alla  gazàra  0  casato  da  merli,  la  predi- 
letta occupazione  dei  giovani  cainpagniioli. 
Quantunque  le  prede  siano  limitate  nella  par- 
ticolarità, salgono  ad  un  numero  considerevole 
per  la  grande  diffusione.  Durante  il  verno  e 
maggiormente  (piando  la  tei  ra  è  coperta  di  neve. 


62 


ATLANTI      (>UXIIuì.u.;i(  «i 


se  ne  spazza  una  piazzetta  e  s'  intesse  coi  vi- 
mini una  rozza  gabbia  a  scatto  che  vi  si  so- 
prappone. Merli.  Tordi.  Ghiandaie,  Fringuelli, 
Passere,  Pettirossi  ed  altri  affamati  vi  cercano 
il  cibo  e  vi  trovano  la  prigionia  e  la  morte. 
Che  l'unico  mezzo  a  combattere  questi  crudeli 
ÌDganni,  la  parola  del  maestro  elemeutare  uè 
dissuada  l'uso.  Guadagneranno  l'educazione  e 
l'agricoltura,  tanto  più  che  le  vittime  sono  in 
gran  parte  uccelli  stazionarli. 

Sono  quasi  smessi  i  passerai,  quelle  pareti 
bucherellate  delle  colombaie  o  delle  torrette, 
che  sorgono  sui  tetti  costruite  appositamente 
per  attraivi  a  prolificare  le  Passere  e  rapirne 
poi  i  nidiacei  dall'interno. 

5.  Le  cacete  col  fucile  che  si  esercitano: 

1)  Con  anni  di  calibro  ordinario  per  qua- 
lunque uccello  o  coli' aiuto  delle  Civette,  dei 
Falchi  e  dello  specchietto  per  adescare  i  pic- 
coli, o  col  cane  ammaestrato,  che  è  in  generale 
un  incrocio  fra  il  barbone  ed  il  bracco,  per 
frullare  la  selvaggina  più  grossa.  Fortunata- 
mente è  poco  in  uso  nell'ardore  dell'estate  la 
caccia  crudele  all'acqua  od  abbeveratoio,  mentre 
invece  è  praticata  quella  all'aspetto,  che  si  fa 
alle  Tortore  sul  tramonto  nei  boschetti,  ove  si 
osservò  che  vanno  abitualmente  a  dormire  ed 
ai  Germani  ed  altri  palmipedi  dal  far  della  sera 
fino  ad  un'ora  e  mezza  dopo  il  crepuscolo  sul 
margine  delle  Valli. 

Una  caccia  nella  quale  fanno  il  proprio  no- 
viziato quasi  tutti  i  cacciatori  è  quella  col  ri- 
chiamo. È  un  /ischio  circuitile  o  chioccolo,  con 
cui  si  imitano  i  cauti  del  Merlo  ed  il  garrire 
della  Ghiandaia. 

Questi  uccelli  non  solo,  ma  tutti  gli  altri 
silvani  vi  accorrono,  dando  tempo  al  tiratole 
cautamente  nascosto  di  colpirli  posati  sul  ramo. 

2)  Con  archibugio  da  posta  o  spingarda, 
canna  di  calibro  grosso  che  si  colloca  in  appo- 
sito barchette  Caccia  vagantiva  che  si  esercita 
anche  di  notte,  specialmente  nei  laghi  aperti 
dell'  Estuario  Veneto. 

3)  La  coccia  <li  Valle.  Nelle  località  più 
aperte  di  una  Valle  dove  di  preferenza  frequen- 
tano le  Anitre,  si  infiggono  nel  terreno  alcuni 
pali,  sui  quali  si  soprappone  per  circa  tre  metri 
un  tavolato  rivestito  e  contornato  in  ogni  dove 
di  erbe  palustri,  in  modo  da  nascondere  anche 
a  breve  distanza  l'inganno  ed  il  cacciatore  colà 
appiattato.  È  questo  il  cosidetto  postino.  Alla 
mattina  il  valligiano  vi  accompagna  in  leg- 
nini barchette  prima  dell'alba  e  colloca  d'at- 
torno al  postino  tre  0  quattro  Anitre  vive  da 
richiamo  e  d(f;li  zimbelli  di  legno  dipinto,  che 
galleggiano   smossi    alla    più    piccola    brezza. 


senza  allontanarsi  perchè  attaccati  ad  una  fu- 
nicella, cui  si  annoda  una  pietra.  Verso  l'al- 
beggiare le  Anitre  si  levano  a  stonili  dalle 
valli  ed  allettate  dagli  zimbelli  e  dai  gridi  delle 
compagne  di  richiamo  volano  o  si  posano  sul- 
l'acqua vicino  al  posiino.  offrendo  così  bersa- 
glio al  cacciatore  nascosto,  che  ad  ore  stabilite 
od  a  suo  agio  fa  raccogliere  le  morte  dal  val- 
ligiano e  ricercar  le  ferite  Coll'aiutO  del  cane. 
Tal  genere  di  caccia  è  però  poco  fruttuoso, 
difficilmente  facendosi  una  bella  preda,  come 
avviene  nei  grandi  laghi  dell'Estuario,  ove  la 
cacciasi  fa  ogni  otto  giorni,  con  regole  speciali 
e  col  conforto  di  grandi   prede  di  Anitre. 

La  caccia  suddetta  dura  da  novembre  a  marzo. 
io  ebbi  agio  di  osservarla  nel  Veronese  e  spe- 
cialmente nella  Valle  Arpa,  tra  Belfiore,  Al- 
cole, Avesa  e  Albaredo,  con  circa  quattro  po- 
stini, altri  pure  se  ne  trovano  nella  Valle  della 
Pellegrina  e  nei  dintorni  di  Xogaié  e  Ronco 
all'Adige. 

4)  La  caccia    di  Botte  od  anche  di   Valle. 

La  caccia  detta  di  L'otte  od  anche  di  Valle 
si  ] natica  nelle  Valli  salse  da  jtcsca  e  da  lac- 
cio dell'  Estuario  Veneto.  Sono  esse  grandi 
tratti  di  laguna  di  proprietà  privata,  nei  quali 
l'esercizio  della  caccia  e  della  pesca,  che  ne 
formano  la  principale  e  quasi  l'unica  rendita, 
è  riservato. 

Le  costituiscono  laghi  più  o  meno  estesi,  di- 
visi fra  di  loro  da  bassi  fondi  o  da  ridossi  di 
natura  arenoso-cretosa  (barene),  sparsi  di  piante 
erbacee  quali  Volitene  portulacoides  v.  olive,  \o 
scirpus  niaritimits  v.  stranie,  tagiòn,  quarèlo, 
lo  jiinciis  nitiriliinus  v.  brulo,  la  glycerìa  J'c- 
stucafoiiiits  v.  otji  salsi  etc,  inondati  dalle 
acque  marine  solo  nelle  alte  maree  {colme). 
Piccoli  canali  e  rigagnoli  (ghebi)  li  intersecano. 
formando  pel  dislivello  tratto  tratto  delle  poz- 
zanghere (mantlràci)  che  emergono  solo  nelle 
basse  maree  (sedie).  Se  la  vegetazione  è  lilla 
e  lussureggiante  diconsi  barene  forti;  dove 
manca  e  l'acqua  ristagna  pontière,  e  finalmente 
dossi  quei  punti  maggiormente  depressi  quando 
si  scoprono. 

Le  Valli  più  importanti  dintorno  a  Venezia 
sono:  nella  Laguna  Superiore:  Cà  Zane,  Doga, 
Draguièsolo,  Grassabò  ;  nella  Laguna  Media  : 
Avèrto,  Conta/fina,  Corniti,  TPighèri,  Piervmpiè, 
Prime  Poste,  Barenòn  o  Bìola,  Val  de  Bon, 
'/.aita;  nella  Laguna  Inferiore;  Qhcbo  Storto, 
Milccanijii,  Morosina . 

Sono  tutte  Valli  chiuse  (cinse)  o  compieta- 
niente  da  argini  (arseràde),  (piali  la  Morosina 
e  Draguièsolo  o  intieramente  da  cannici  (v.  da 
grisiole  O  de  pare),    ([itali    Zappa,    Val   de   J!on 


vi  i  \\  ri     ORNI  roi  OGICO 


e  Barenòn  i>  in  parie  da  argine  ed  in  parte 
da  cannicci  [semiarzeràde)  come  tutte  le  altre. 
Ilannnvi  pure  altre  Valli  tutte  aperte  {verte, 
avèrte),  ma  non  trovo  di  occuparmene,  attesa 
la  loro  poca  importanza  in  rapporto  alla  caccia. 
l'n  lino  in  figura  di  cono  colla  punta  recisa, 
il  cui  diametro  da  cent.  80  in  bocca,  scende 
allargandosi  sino  ad  un  metro,  si  sprofonda  nel 
fango,  assicurandone  l'  immobilità  mediante 
ferri  zancati  ad  angolo  rotto  che  ne  abbrac- 
ciano l'orlo,  infissi  in  alcuni  pali  piantati  d'at- 
torno. Si  circuisce  con  un  breve  tratto  di  terra, 

a  pia lolcemente  inclinato  o  perso  il  centro 

0  viceversa,  dì  l'orina  rotonda  od  ovale,  pre- 
munito siigli  orli  dall'urto  continuo  del  fiotto 
con  pareti  di  cannicci  e  che  copresi  [s'inibari- 

see),  per  colare  V  inganno,  di  zolle  con  erbe 
palustri,   tra  le  quali  sono  preferite  le  olive. 


vendo  pel  peso  fondarle  sopra  piani  e  palafitte, 
pericolo    di    screpolature  nei  l'orti  ghiacci    che 

Succedono  ad  alte  maree:  ecco  i  danni;  ini  sono 

convinto  che  è  preferibile  il  sistema  antico. 
In  quasi  tulle  lo  Valli  e'  è  posto  con  contro- 
botte  {potè  e  controbòte),  vale  a  dire  clic  nello 
stesso  tombolo,  (piasi  aderenti  fra  loro  vi  sono 
due    botti,    anziché    una.    Serviva    quesf  ultima 

noi  tempi  scoisi  quando  asavnosi  i  vecchi  fu- 
cili ad  una  canna  od  a  bacchetta  per  un  cac- 
ciatore che  doveva  caricarli  e  passarli  al  pa- 
drone,   nonché    dargli     l'ali' erta.     Serve     Oggi 

raramente  pei  più  quando  vogliasi  godere  la 
buona  compagnia  di  un  ospite,  sempre  per  al- 
cuni onde  collocarvi  un  tiratore  di  mestiere: 
nel  primo  caso  1'  amico  della  controbòte  è  di 
continuo  esposto  al  tormento  dello  incappel- 
late,   vale  a   diro  di   vedersi   uccidere  dall'altro 


Lago  'l'Ila  Passaùra  (Valle  Zappa),   nel   cui   centro  dietro 
la  [ingaa  di  torni  e  collocata  una  botte  in  mezzo  al  lago  (detto 

posto   ni   l(lijo). 

(Da  una  fotografia  dell'Autore). 


Botte  detta    Puntale    della    Passaùra   Doll'omonimo   Iago. 

I  Valle    /appai. 

(Da  una  fotografìa  uVU'Autore) 


Questa  isoletta  improvvisala  che  sorge  più 
o  meno  sul  livello  dell'acqua  a  seconda  della 
marea,  porta  il  nome  di  tómbolo,  dall'antica 
voce  IiiìiiÌiii,  che  significa  cumulo  o  mucchio  di 
terra  ;  il  tino  chiamasi  botc,  ed  a  preferenza  si 
fa  di  quercia,  di  moro  o  di  larice,  abbenchè 
adoperinsi  in  maggior  numero  degli  arnesi  u- 
sati.  fra  i  quali  adatto  le  botti  da  olio.  Ester- 
namente si  spalmano  tutti'  di  pece. 

Pochi  anni  or  sono  io  ho  tentato  una  modi- 
ficazione in  proposito,  cioè  di  sostituire,  al  le- 
gno, il  cemento;  e  feci  nella  mia  Valle  Zappa 
una  botte  di  tale  impasto.  Minore  umidità 
mentre  lasciasi  sempre  asciutta,  quando  le  al- 
tre devonsi  empire  almeno  per  un  terzo  d'ac- 
qua, perchè  vuote  si  stapperebbero  [saltar  sii) 
nelle  frequenti  burrasche  ;  nessuna  Spésa  di 
manutenzione,  mentre  nello  altro  la  durata  è 
limitata  e  le  riparazioni  annuali  necessarie  : 
ecco  i  vantaggi;  maggior  freddo,  impossibilità 
di    trasloco,   superiore  costo  d'  impianto.    Ac- 


quasi sempre  gli  uccelli  ch'egli  ha  sbagliali, 
nel  secondo  la  valentìa  del  servo  mantiene  la 
fama  usurpata  dall'inesperto  padrone  (s'et'òpa)! 
Se  in  luogo  di  un'  isoletta  in  mezzo  al  lago, 
l'apparecchio  sopradescritto  si  appoggia  all'orlo 
di  una  barena  dicesi  puntale,  punta,  i>mita,  e 
talora  botàsso,  preferito  il  primo  nelle  giornate 
calme  e  sereno  od  anche  di  Leggero  vento  con 
bassa  marea  [acquarèla);  il  secondo  nelle  bur- 
rasche e  nello  alte  maree  {aequa  alta)  od  in 
circostanze  speciali. 

Ogni  posto  di  caccia  ha  una  appellazione 
sua  propria,  talora  strana  od  indecifrabile. 
{Guzzo  de  Itatelo,  Tajàe,  Quarèi)  tal'altra  traila 
dalla  condizione  dei  luoghi  |  Lai/o  seco,  Seche, 
l'ali,  Tombolili  ila  giàzzo),  o  da  osservazioni 
speciali,  come  la  linea  abitualmente  prescelta 
dagli  uccelli  nel  passaggio  i  Passaùra)  o  dai 
nomi  del  sito  [Padovana,  Oaòma,  Manzi,  Sa- 
line), degli    uccelli    [Oche,    Tressòn,    Fòfani)   o 

ili    pesci    [Oràé),    del   cacciatore    1 Pisani,   Haiti- 


lìl 


ATLANTE    OKNITOU  (GICO 


stella,  Labia,  Nardin)  o  da  altre  circostanze 
quali  il  t<'in|><>  (Messa  di  notte),  la  vegetazione 
iCaih.  Spin,  In),  la  qualità  del  sito  (Gorgo, 
('andini.  Mandràcio,  Gatoléto)  e  via  via.  Né 
è  lare  che  alla  1 1< » t ( o  siasi  imposto  un  batte- 
simo d'affetti  (Margarita,  Contessa,  ete.)  deli- 
cato pensiero  che.  col  risveglio  di  dolci  me- 
morie, rende  j > i 1 1  gradito  il  divertimento,  quasi 
augurio  di   successo. 

Siccome  tutti  gli  uccelli  si  porterebbero  ove 
non  si  tira  con  danno  generale,  così  tutte  le 
Valli  della  Laguna  inedia  ed  inferiore  cacciano 
in  un  determinato  giorno;  esso  è  fissato,  tranne 
in  tempo  di  ghiaccio,  di  solito  il  lunedì  ed  in 
tempi  eccezionali  anche  di  sabato  e  dicesi 
:mno  de  Irata  ;  questo  però  non  vale  per  le 
Valli  della  Laguna  superiore,  ove  si  caccia  più 
volte  nella  settimana  ed  ove  trota  significa 
determinate  porzioni  di  Valli.  Così  ad  esempio 
in  Boga  vi  sono  le  seguenti  Irate  :  Tómboli. 
Brusàdi,  Toròndole,  Piombìse,  Marno  de  canài, 
Oràe  e  Conche.  In  queste  si  tira  per  turno 
lungo  la  settimana  ed  è  ritenuto  dannoso  cac- 
ciare contemporaneamente  in  tutte,  giacché  i 
selvatici  se  ne  andrebbero  in  mare,  non  ritor- 
nando se  non  dopo  il  tramonto. 

Le  nostre  Valli  della  Laguna  media  od  in- 
feriore si  dividono,  in  alte,  quelle  appoggialo 
al  Novissimo,  canale  rettilineo  che  sconfina  i 
paludi  salsi  dalla  terraferma,  ed  in  basse,  quelle 
più  vicine  alla  laguna  aperta:  sono  Valli  alte: 
i  Figheri,  Pieiim/iii .  Ari  riti,  Morosina  etc.  : 
Valli  basse:  Zapa,  Val  de  Bon,  Barenòn  etc. 
Il  Cornio,  quantunque  addossato  al  Novissimo, 
protraendosi  molto  verso  la  laguna  offre  i  van- 
taggi delle  Valli  alte  e  delle  basse.  I  selvatici, 
quando  il  clima  è  più  mite,  come  nella  prima 
stagione  (settembre-ottobre)  e  neW ultima  (mar- 
zo-aprile) preferiscono  le  Valli  alte,  le  quali 
hanno  il  bitsano  o  busene,  che  è  una  chiavica 
che  dal  Novissimo  introduce  l'acqua  dolce  per  la 
qualità  e  freschezza  tanto  loro  accetta,  e  per 
dissetarsi  e  per  nuotarvi;  negli  impaludamenti 
circostanti  sorgono  i  canneti  (vanii)  di  Annido 
pliragmitis. 

Mano  mano  che  il  freddo  cresce  di  intensità 
(novembre-febbraio),  gli  uccelli  si  trasportano 
per  la  maggior  patte  nelle  Valli  basse  e  vi 
dimorano.  Fino  all'ottobre  e  talora  nel  marzo 
od  aprile  le  Valli  titano  il  salpato,  del  resto  il 
lunedì;  in  ricorrenza  di  leste  (Natale.  Capo 
d'Anno,  Pasqua  eie.)  si  prendono  accordi  spe- 
ciali. Nei  tempi  eccezionali  di  agghiacciamento 
(l'acqua  salsa,  gela-  con  temperature  inferiori 
a  —  4°),  lo  Valli  eli*;  hanno  sbòe  o  sbòine,  os- 
sia tratti  ove  l'acqua  non  gela  (no  se  ciàpa)  o 


per  la  correntìa  o  per  un  gran  numero  di  uc- 
celli che  coi  loro  movimenti  la  tengono  con- 
tinuamente mossa,  i  cacciatori,  per  approfittare 
della  singolare  fortuna,  tirano  a  volontà,  spesso 
di  sabato  e  poi  di  lunedì,  lasciando  in  riposo 
la  Valle  nella  domenica,  porcile  si  ripopoli  di 
selvatici.  Il  busene  è  la  ricchezza  delle  Valli 
alte,  la  sbòa  quella  delle  basse. 

Il  venerdì  o  la  domenica  precedenti,  sui 
porti  (passi)  del  Novissimo  si  vedono  giungere 
dopo  il  mezzogiorno  le  carrozze  dei  cacciatoli, 
che  là  le  abbandonano  e,  scesi  nelle  rispettive 
gondole  o  barche,  si  sparpagliano  per  le  Valli. 
Dopo  un  tragitto  che  varia  da  mezz'  ora  ad 
un'ora  o  due  secondo  le  distanze,  l'acqua  od 
il  vento  più  o  meno  favorevoli  pei  canali  elio 
dividono  fra  loro  le  Valli,   si   giunge  al  tcrra- 


Oaeòn  di  Valle  Zappa  (proprietà  A>>>  •         D         Oddi). 
(Da  una  fotografia  dell'Autore). 

pieno  (mola)  su  cui  trovasi  il  fabbricato  detto 
easòn;  conservano  quest'antico  nome,  oggi  im- 
proprio, le  comode  case  che  albergano  i  cac- 
ciatori, in  alcune  delle  quali  trovi  perfino  le 
stufo,  il  letto  clastico,  un  bigliardo  con  piano 
di  lavagna  per  passare  allegramente  lo  lunghe 
serate  invernali,  come  in  Zappa,  e  tante  altre 
comodità.  Ciascun  cacciatore  tiene  una  o  più 
camere,   la  saletta  da  pranzo  è  comune 

Toccata  terra,  cominciano  le  preoccupazioni, 
dall'una  all'altra  finestra  è  un  accorrere  solle- 
cito, uno  squadrare  col  canocchiale  tulli  gli 
spazi,  per  capacitarsi  quale  sia  il  luogo  prefe- 
ribile pel  domani,  un  assediare  di  interroga- 
zioni l'oracolo  (omo  de  easòn,  quest'  importante 
personaggio  cui  ò  affidata  la  custodia  e  la  pu- 
lizia della  casa  ove  dove  rimanere  stabilmente, 
anche  per  sorvegliare  che  non  si  commettano 
abusi  nella  settimana  o  dagli  estranei  e  dagli 
stessi  pescatori,  si  paga  di  solito  con  cinquanta 
o  sessanta  lire  mensili  e  qualche  incorto)  ;  con- 
trollarne con   altri   il    verdetto.     Sono    un    paio 


1  I  I   w  I  I     ORNI  fOLOGII  0 


ti.", 


d'ore  nelle  quali  la  gelosia  senatoria  ci  opprime. 
Ma  essa  svanisce  del  fcntto  all'  allegro  desco 
della  sera,  dupli  il  pranzo  mi  il  giuoco  od  alla 
conversazione,  quando  lo  scilinguagnolo  si  scio- 
glie nel  miraggio  delle  dorate  illusioni. 

idi!  la  cania  del  domani.  Oh!  questo  cento 
colpiti  !  eterno  sogno  di  rado  raggiunto  e  die 
domani  si  compirà  ;  mentre  domani  alla  stessa 
tavola,  alla  stessa  ora  si  lambiccheranno  i  cer- 
velli i»i  giustificare  L'insuccesso,  dandone  colpa 
talvolta  a  tutti,  fuorché  ai  veri  colpevoli:  L'oc- 
chio ed  il  braccio  del  tiratore. 

E  in  quelle  valli,  e  sono  le  più,  dove  il 
Casone  dei  Pescatori  è  vicino  o  promiscuo  a 
quello  dei  Cacciatoli,  vi  sono  maggiori  attrat- 
tive di  svago  e  maggior  vita.  Fino  a  Natale 
vediamo  succedersi  e  gustiamo  anche  i  va- 
riati prodotti  di  pesche  stupende,  poi  godiamo 
la  compagnia  dei  chioggiotti,  questa  balda 
gente  di  mare.  Si  scende  nella  vasta  cucina 
pei  sederci  sulle  banche  circolari  al  camino 
ad  udire  le  romantiche  storie  dalla  viva  voce 
di  Bdilm  Nane  \  Barba  è  zio,  così  poi  si  chia- 
mano tutti  i  vecchi).  Si  è  avventurato  nel  mare 
per  mezzo  secolo,  pescandovi  per  starnare  la 
sua  famiglinola,  ne  ha  stidato  le  più  fiere  bur- 
rasche; quante  notti,  sbattuto  in  un  turbine  di 
venti,  di  nulli,  di  onde,  solo  col  suo  legno 
sconnesso  lottò  per  la  vita,  (piante  volte  ha 
provato  l'ebbrezza  dei  ritorni  nelle  braccia  della 
moglie  e  dei  tìgli,  che  lo  avevano  già  pianto 
perduto  !  Quale  arditezza  di  similitudini,  quanta 
poesia  in  quelle  descrizioni  !  e  come  è  accen- 
tuato il  corruccio  che  la  tarda  età  gì' impe- 
disca di  riaffrontare  quei  perigli  e  lo  condanni 
alla  vita  per  lui  tanto  arida  del  cogolante  di 
valle.  Che  se  dispenserai  qualche  pipa  di  ta- 
bacco o  qualche  litro  di  vino,  Gambiera  scena; 
la  giovane  ciurma  intuonerà  i  cori  interrotti 
dalle  canzonette  popolari,  dagli  inni  patriottici 
e  dalle  austere  cadenze  della  Norma  o  del- 
l' lumini. 

Ma  l'ora  tarda  t'impone  il  riposo,  ed  il  si- 
lenzio, rotto  soltanto  dal  fiotto  dell'acqua,  re- 
gna sovrano  nelle  celle. 

Qualche  ora  prima  dell'alba,  l'assordante 
tintinnìo  della  sveglia  richiama  alla  vita  e  cia- 
Miino  si  veste  e  si  appresta.  In  questo  momento 
avviene  la  scelta  del  posto.  Due  sono  le  con- 
dizioni delle  affittanze  di  caccia  sopra  questo 
oggetto:  0  giusto  fisso  o  posto  in  giro.  Della 
prima  è  inutile  occuparsi,  la  seconda  si  spiega 
così  che  per  turno  spetta  la  precedenza  della, 
sciita  a  ciascuno,  la  (piale  naturalmente  si 
lega  alla  speranza  di  indovinare  il  migliore. 
E    un    quarto  d'ora   di    trepidazione   generali'. 


dà  ciò  dipendendo  l'esito  della  giornata.  E  la 
scusa  di  aver  errato  (sbaglia  posto  è  la  co- 
moda    difesa    di    cui    si    abusa     per    giustificare 

perfino  gì'  insuccessi  dei  tiri. 

«■li  uomini  di  servizio  vanno  a  preparare  il 
posto,  il  che  consiste  nel  levar  L'acqua  dalla 
Inule  con  la  inastila  (piccola  mastella  di  le- 
gno cerchiata  di  solito  in  ferro  e  provvista  di 
lungo  manico),  poi  pulire  il  fango  con  lo  seo- 
rullili  ed  asciugare  perfettamente  l'interno  con 
una  spugna,  nel  distendervi  attorno  a  conve- 
niente   distanza    gli    zimbelli    di    legno    dipinto 


Gruppo  di  Uomini  di  servi/io  in  un  giorno  di  caccia. 
(Da  una  fotografia  dell'Autore). 

{stampi)  o  di  tifa  palustre  (s.  de  pavèra)  >■  due 
o  più  anitre  vive  (ziògoli  vivi,  tinnii-  ila  siògolo, 
miai  ile  amare)  che  legati  ad  una  funicella  alla  cui 
estremità  è  tissa  una  pietra  galleggiano  i  primi. 
nuotano  le  seconde,  illudendo  quasi  fossero 
stormi  di  uccelli.  Ciò  eseguito  se  uè  ritornano  al 
Casone  a  levare  il  loro  padrone.  Fatta  caricare 
la  eenìa,  una  tela  di  grosso  tessuto  con  saccoccie 
che  porrai  a  mezzo  di  uncini  nella  parie  interna 
all' ingiro  della  botte  per  riparare  dall'  umido 
le  spalle  e  per  comodità  del  cacciatore,  il 
tanibucchio  (stambùcio),  una  eassetta  di  varia 
forma,  talora  girevole  che  serve  da  sedile  e 
dove  sono  rinchiuse  le  munizioni  di  caccia  e 
di  bocca,  il  backetòn,  bacchetta  diesi  usa  per 
far  uscire  dal  fucile  qualche  cartuccia  od  altro 
e  i  due  fucili,  scendi  allegro  in  barchetta  {siin- 
iliila  o  barca  <la  cazza),  ed  abbenchà  il  terni o- 


Atlante  ornitologico.  —  Parto  I. 


66 


ATI. AMI      oKMTOLOUICO 


metro  segni  alcuni  gradi  sotto  lo  zero,  trascuri 
di  abbottonare  la  pelliccia,  tanto  è  L'orgasmo 
che  ti  agita;  ed  il  barchette  attraversa  celere 
l'omla;  mentre  l'aria  d'attorno  è    agitata  dal 

fruscio  delle  ali  <li  tornio  ili  uccelli,  clic  l'oc- 
chio  invano  va  cercando  nell' oscurità  del  cielo. 
Giunto  al  tómbolo  ed  accomodato  nella  botte. 
gli  inservienti  si  allontanano  per  nascondere  in 
un  ghebo  la  barca,  i  cani  e  loro  stessi.  Di  là 
spaziando  l'occhio  nell'intero  orizzonte,  daranno 
l' all'erta,  cioè  preavviseranno  il  cacciatore 
dei  volatili  e  quindi  all'erta  a  destra,  all'erta 
a  sinistra  {a  zanca),  ili  dietro,  davanti,  basso 
l'occhio  agli  slamili,  etc. 


Barca  da  caccia.  (Sandalo  o  Barca  da  cazza). 
Da  una  fotografìa  dell'Autore). 


Questo  avvertimento,  utilissimo  al  provetto 
cacciatore,  annienta,  la  confusione  del  novizio  : 
fa  l'effetto,  secondo  me,  del  suggeritore  in 
teatro:  per  cui  si;  dal  primo  senti  rimprove- 
rare un  ritardo  od  uno  sbaglio  commesso  nel- 
l'indicazione, dall'altro  odi  spesso  scongiurare 
il  silenzio.  l'ero  molti  cacciatori  non  mandano 
a  l'arsi  preparare  il  posto,  ma  vanno  in  persona 
a  collocare  gli  zimbelli  (metter  :ò  i  stampi) 
come  sembra  loro  più  opportuno.  Questi  si 
dispongono   in   vario   modo   cioè  : 

1)  l'iiio  mono  litti,  a  seconda  della  mag- 
giore o  minore  intensità  del  vento,  rimanendo 
i  selvatici  molto  riuniti  (ingropài)  quando  l'onda 
è  agitata. 

2)  Allargati  e  disuniti  (larghi),  per  tare 
meno  spauracchio  quando  sia  nebbia  (calìvo, 
calubèrna,  nìbia,  ga/rbìn,  sisaro),  ingrandendo 
esso  tutti  i  corpi  galleggianti  sui  vasti  specchi 
d'acqua. 

3)  A  duo,  a  quattro,  a  piccoli  branchetti, 
se  di  prima  o  di  ultima  stagione,  quando  gli 
uccelli  innamorati  si  appaiano  o  risentono  de- 
gli  amori    passati. 

4)  Larghi  e  disuniti  {eiàri,  larghi)  quando 
il  cielo  è  senno,  l'acqua  è  tranquilla  come  se 
gli   uccelli   prendessero  cibo  o  guazzassero. 


5)  A  due.  a  quattro,  in  tempo  di  ghiaccio, 
(a  (lì>,  a  quatro,  imparisài,  a  mucièti,  a  grò- 
péti)  giacché  allora,  abbondano  i  Germani  (Ma 

sonni),     die     di     solito    non    vanno     in     grandi 

truppe. 

si  collocano  in  generale  sui  due  Banchi  del 
t bolo,  lasciando  libero  il  lato  verso  mezzodì 

e  l'opposto,  ove  si  distribuiscono  gli  zimbelli 
vivi.  Ciò  si  fa.  per  lasciare  libera  agli  uccelli 
la  vegnìia  (il  sito  dal  quale  di  solito  vengono 
gli  uccelli).  La  vegnùa  varia  di  posizione,  da 
posto  a  posto.  Dalla  parte  ove  i  selvatici 
stanno  generalmente  più  lontani,  si  mettono 
pochi  zimbelli,  concentrando  maggiormente  la 
loro  attenzione  sul  lato  più  stretto,  por  farli 
maggiormente  piegare  da  quello.  Quanto  agli 
zimbelli  vivi,  essi  consistono  in  duo  o  più  ani- 
Ire  allevate  in  domesticità,  di  solito  due  fem- 
mine (ànare)  ed  un  maschio  (masorìn),  dette 
complessivamente  m/ua  de  ànare.  si  tengono 
nel  tassilo  (specie  di  gabbia  da  trasporto  ad 
una  o  più  sezioni)  durante  il  tragitto  dal  ca- 
sone alla  botte:  qui  giunti  e  legate  le  gambe 
con  cordila  di  canape,  la  si  attacca  a,  corda 
forcina,  cui  è  annessa  una  grossa  pietra  che 
scende  nel  l'ondo  e  si  lanciano  in  acqua  ;  può 
sostituirsi  la.  pietra,  infiggendo  un  lungo  palo 
che  sostiene  un  ovale  di  legno  (cròzzola),  su 
cui  riposano  quando  sono  stanche  di  nuotare. 
Qsansi    solo    masorìni  e   non   ànare  quando: 

1)  Vi  sono  in  Valle  molte  Folaghe  o  Mo- 
riglioni o  Fischioni,  i  (piali  se  sentono  il  loro 
grosso  e  nasale  qua,  qua,  qua  sfiancano  ed 
evitano  le  botti. 

2)  Nell'wfttnui  stagione  se  vi  sono  special- 
mente Folaghe  o  Fischioni,  etc. 

Si  adoperano  maschi  e  femmine  in  (piantila 
preferibilmente: 

1)  In  temilo  di  ghiaccio,  se  abbondano  i 
Germani  e  le  Alzavole,  porcile  vi  si  lasciano 
allettare  (i  glie  erede). 

2)  Se  vi  sono  molti  Germani,  etc. 

Nelle  caccie  primaverili  non  adoperansi  molti 
zimbelli  e  sempre  in  maggior  numero  noi  la- 
ghi   di    glande    estensione. 

Sulle    Folaghe   fanno   miglior  effetto: 

1)   Cli    zimbelli   di    tifa  palustre  [slamili  de 

pavèra)  coperti  di  pece  (pégola). 

l'i  l'olii  di  folaga  infilzate  su  di  un  pic- 
colo palo,  poste  in  modo  che  raffigurino  l'uc- 
cello che  posa  sull'acqua. 

3)  Anitre  vive  (sempre  maschi),  dette 
l'aliarti   ile    Labrador   (vai:    domestica    nera    del 

<  rerroano). 

l'or  le  Anitre  in  genere  (Osèì  de  Julia)  e  le 
Fnligule   (Mollassi,   anello    Osii  de  pena). 


Al  I  AMI      l'I.MTOI.OC.ICO 


67 


])  Gli  zimbelli  di  legno  dipinti  (stampi, 
si .  <lr  legno)  a  vari  colori  ad  olio  ed  imitanti 
le  specie  ili  Anitre  più  comuni. 

Del  rimanente  tutti  i  dati  qui  esposti  sulla 
collocazione  degli  stampi  sono  opinioni  mollo 
discusse  dai  cacciatori;  L'importante  è  di  avere 
ni  I   proprio  lago  qualche   migliaio  di  osèi  fati 

(uccelli  che  da  molto  tempo  vi  praticano  e 
non  quei  branchi  avventizi  che  illudono  colla 
loro  presenza  ed  ingannano  nella  scelta  del 
posto,  delti  onci  depinti,  che  la  giornata  sia 
favorevole  alla  caccia  e  Bopratutto  tirar  drito, 

vale   a   dire   essere    valenti    cacciatori. 

Spunta  L'alba  :  è  indescrivibile  la  poesia  di 
quest'ora!  Rosseggia  il  crepuscolo,  branchi  di 
uccelli  fendono  l'aria;  altri  gridano,  altri  fi- 
schiano, il  colpo  del  primo  [insto  (')  ha 
tuonato  e  continua  il  succedersi  di  fuci- 
late d'ogni  parte,  d'ogni  dove  stigli 
uccelli  che.  attratti  dagli  zimbelli,  volano 
attorno  le  Imiti.  La  caccia  di  botte  è  dif- 
ficilissima; la  varietà  del  volo  e  delle 
abitudini  dei  differenti  uccelli,  non  che 
ragioni  atmosferiche,  rendono  impossibile 

dettarne  regole  costanti.  Pei  novizi  poi, 
quegli  immensi  spazi  senza  un  punto  fisso 
che  l'ermi  rocchio,  quegli  spiccili  d'acqua 
che  avvicinano  gli  oggetti  e  li  ingrandi- 
scono, l'aceiecante  raggio  del  sole  che 
tremola  sull'onda,  il  vento  che  può  dirsi 
o-piie  stazionario  nelle  nostre  Valli,  quel 
noioso   giudice   ch'è    l'uomo    di   servizio. 

seduto   sul    vicino   barchette,    L'orgasmo 
fra    tanti    gridi    e  tanti  voli,   sono  diffi- 
coltà,   le  quali   finiscono    col  persuaderli 
che  colla   migliore   volontà  del   inondo   i  nostri 
Selvatici    si    lasciano    piti     facilmente    sbagliare 

che  uccidere  ! 

Generalmente  la  caccia  migliore  si  fa  di  mat- 
tina, ma  in  alcune  valli  editi  alcuni  posti  in- 
fluisce   il    calale   delle  acque   e  là  continuano  ad 

affluire  i  selvatici  anche  nelle  ore  pomeridiane, 

ciò  che  si  dice  i/rar  de  semàda.  Dappertutto 
il  fuoco,  nutrito  ad  intervalli,  dura  dal  primo 
albore  al  tramonto  e  le  grida  dell'aderta  \i 
si  immischiano.  I  laghi  s più  o  meno  se- 
minati di  morti,  alle  bareni  si  rifugiano  nuo- 
tando i  feriti,  e  raccoglie  gli  uni  e  va  cercando 
fra  l'erbe  pazientemente  col  cane  gli  altri  l'uo- 
mo nei  momenti  di  sosta.  I  ili  !  Come  è  celere 
il  fuggire  dello  oro  !  Come  talora  arriva  troppo 
sollecito    quest'  inesorabile  ed    imprecato    tra- 


monto! Usavasi  prima  del  cader  del  sole  di 
chiudere   la   caccia   dietro    il    segnale   del    primo 

posto    e   dicevasi    Iminr  In  mustèla,    perchè  si 

.ano  alcuni  tocchi  sulla  mastella;  oggi  lo 

si  è  Smesso,  'lutti,  quando  credono,  se  ne  ri- 
tornano al  Casone,  spesso  lieti,  talvolta  con- 
fusi, sempre  spossati,  mai  sazi.  Ed  e  là  dove 
questa  valanga  di  carne  si  accomuna  e  -i  ab- 
bandona al  commercio  con  grande  vantaggio 
dell'igiene,  fornendo  principalmente  alcune  spe- 
cie, p.  e.  le  Folaghe,  una  alimentazione  carnea 
a    lui. in    prezzo. 

La  sera  stessa  della  caccia  una  barca  a  due 
remi  approda  ai  Casoni  di  Valle;  e  la  barca 
del  postièr,  un  impresario  che  acquistò  gli  uc- 
celli  assumendosi    l'obbligo  di    venirli   a    pren- 


I1)   È  costume  nello  Valli  bene  organizzate,  che  il 
dell'apertura  del  fuoco  lo  dia  chi  occupa  il  o\  que« 

Luogo   che   nella  giornata  si   presenta  pio 
i.i\ orei oh   :ili.i  cai  e  i 


Grappo  ili  Uomini  ili  servizio,  ritornando  a  casa  dopo  lacaci 
(martedì  mattina). 

(Da  una  fotograna  dell'Autore). 


dere  sopraluogo.  La  media  degli  accordi  può 
precisarsi  in  L.  2,50  al  mazzo  o  paio  (per). 
Avviene  la  consegna  da  patte  dell'uomo  di  ca- 
sone, ma  i  cacciatoli  escono  lo  stesso  per  in- 
vestigare la  preda  delle  altri  Valli  :  e  quante 
volte  l'oracolo  ha  schiantato  le  spavalderie  di 
ceni    tiratori  su    piede  bugiardamente  asserite 

od    esagerate  ! 

Il  martedì  mattina  ciascuno  ritorna  alla  pro- 
pria casa,  sempre  colla  speranza  di  miglior 
sorte  nella  ventura  settimana  e  ciò  continua 
senza  interruzione  dall'ottobre  sino  ai  primi  di 

aprile  d'ogni  anno.  In  talune  Valli,  come  già 
ilis-i,  si  fanno  anche  alcune  caecie  nel  settem- 
bre e  più  di  rado  nell'agosto;  molti  cacciatori, 
Specialmente  se  la  caccia  fu  scarsa  ed  il  viag- 
gio breve,  se  ne  ritornano  a 'casa  il  lunedi 
sera.  Nei  tempi  eccezionali  di  agghiacciamento 
la  nonna  del  giorno  lisso  si  abbandona,  come 
già  narrai,  gli  uccelli  rendendosi  quasi  stazio- 
nari   nei    pochi     tratti     sgelati    (sbòe,    sin, imi.    E 


68 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


l'epoca  del  botano,  il  trionfo  dell'utile  sul  di- 
lettevole. 

Precisato  il  luogo  che  da  vari  giorni  è  fre- 
quentato dai  selvatici,  «li  nottetempo  o  prima 
dell'alba,  nella  prossima  barena  si  colloca  alla 
meno  peggio  uti  piccolo  tiro  (potassa);  là  biso- 
gna dimenticare  le  comodità  della  botte;  d'at- 
torno i  soliti  zimbelli  e  sul  ghiaccio  li  sosti- 
tuiscono alenili  fastelli  d'erbe  palustri  legate 
con  vimini  e  detti  baròcoli,  che  meglio  raffi- 
gurano il  selvatico  intorpidito.  Le  mattine  di 
ghiaccio  poeo  si  uccide,  ma  quando  dopo  il 
tocco  l'aere  intiepidisce,  avviene  spesso  una 
vera    strage,    specialmente    se    la    giornata    è 


Camminando  *nl  ghiaccio  in  Vallo  Zappa  nel  gennaio  1893. 

(Ma   mia   lotngialìa  lU-ll'Aiitoi-p). 


bella  ed  allietata  dal  sole.  Talora,  con  tempe- 
rature molto  basse  ( —  10°  fino  a  —  15°)  e  pro- 
lungate, il  ghiaccio  si  fa  consistente  in  modo 
che  non  si  può  rompere;  allora  conviene  ado- 
perare il  così  detto  saltafossi  (piccolo  sandolo 
foderato  di  zinco)  ed  anziché  remi,  langhièrì 
(pali  l'errati  in  cima  a  grosso  uncino).  Che  se 
anche  il  saltafossi  non  funziona,  sarà  gioco- 
forza rassegnarsi  a  camminarvi  sopra.  Si  pre- 
munisce, il  cacciatore,  applicando  alla  suola 
della  calzatura  dei  grossi  ramponi  (grapèle) 
per  non  sdrucciolare.  Non  è  raro  il  caso  che 
al  solito  sistema  di  locomozione  se  ne  sostitui- 
sca improvvisamente  un  altro  molto  incomodo, 
vale  a  dire  le  parti  antartiche  ai  piedi.  Pazienza! 
(piando  tutto  finisce  lepidamente  ed  in  una  ri- 
sata! Ma  la  farsa  si  converte  pur  troppo  in  tra- 
gedia se,  come  avvenne  al  cav.  E.  de  Blaas 
nel  rigido  inverno  1889  nel  lago  del  Patron 
in  Valle  Figheri,  il  ghiaccio  si  rompe  (se  sbòa), 

stante  una  località  ove  non  poteva  avvertirsi  il 
suo  tenue  spessore  causato  dalla  profondità  e 
dalla  coi  lente  dell'acqua.  È  una  triste  nota  nelle 
liete  memorie  delle  mie  eaccie  di  Valle,  l'am- 
bascia   «he   divisi    con  mio  padre  pel   pericolo 


corso  da  quell'ottimo  amico  di  entrambi.  Però 

il  botazZO  si  adopera  spesso  anche  senza  ghiac- 
cio, calandosi  con  profitto  in  quelle  Valli  ove 
i  selvatici  mutano  facilmente  di  stazione,  pa- 
sturando di  sovente  in  siti  lontani  dalle  botti, 
come  saccede  spesso  in  Valle  Prime  Poste. 
Ciascuna  Valle  è  maggiormente  frequentata  da 
qualità  speciali  «li  selvatici,  ad  esempio: 
In  Valle  Avèrto  predominano  i  Fischioni   e  le 

Al/avole. 

»         C'òrnio  »  i  Germani. 

»  Figheri  »  le  Alzavole,  i  Fi- 

schioni, i  Moriglioni  e  meno  i 
Germani. 

»  Pierimpiè    predominano   i   Codoni,    i 

.Mestoloni  e  di  prima  stagione 
i  Germani. 

»  Soia    predominano    le   Folaghe    ed   i 

Moriglioni. 

»  Val  de  lìon  predominano  i  Fischioni 

e  le  Alzavole. 

»  Zappa  predominano  sempre  i  Fischioni 

e  nel  freddo  anche  i  Germani  e  le  Alzavole. 
etc;  i  singoli  posti  di  caccia  uccidono  pure  di 
preferenza  dati  uccelli;  nei  laghi  spaziosi  tutte 
le  qualità  in  maggior  numero,  ad  eccezione 
però  dei  Germani  e  delle  Alzavole.  che  frequen- 
tano i  laghi  meno  estesi  e  frastagliati  da  ha- 
rene  e  mandraei. 

De]  resto  la  caccia  di  Valle  è  assai  fruttuosa, 
potendo  un  sol  cacciatore  in  un  giorno  ab- 
battere cento  caiii  ed  anche  più.  Nel  passato 
di  felice  memoria  si  giunse  talora  ai  trecento; 
ma  oggi,  che  pur  troppo  il  selvatico  è  dimi- 
nuito ed  i  cacciatori  aumentati,  anche  le  prede 
scemarono  ;  non  può  precisarsi  la  rendita  di 
una  buona  Valle,  perchè  essa  dipende  da  va- 
rie cause  ;  può  darne  un'  idea  il  Atto  annuo 
che  da  lire  mille  arriva  lino  alle  cimine  ed  alle 
sei.  Furonvi  cacciatori  che  spararono  più  di  quat- 
trocento tiri  in  un  giorno,  in  epoche  non  molto 
lontane,  nelle  Valli  Figheri,  Morosina,  Zappa, 
etc.,  ma  m'impedisce  di  l'arno  i  nomi  la  circo- 
stanza della  scarsa  potenza  mortale  del  loro 
piombo  (ballili  storti)  !  Or  non  è  mollo  il  signor 
Ferruccio  Gallo  di  Monselice  in  Vallo  Morosina 
arrivò  ai  trecento  e  dodici  capi  in  un  dì  ((piasi 
tutte  folaghe)  e  nella  stessa  Valle  il  signor  liei- 
nardo  Duse  di  Padova  ai  duecento  e  trenta. 
Nelle  caccio  settimanali  dell'inverno  1886-87 
(sei  mesi,  ottobre  a  marzo),  le  prede  di  quest'ul- 
timo salirono  a  duemila  ed  ottocento  selvatici; 
in  buona  parto  Folaghe;  il  massimo  da  me  rag- 
giunto in  un  giorno  fu  ili  cento  e  ottantuno  (80 
Germani,  72  Fischioni  e  29  Moriglioni)  il  2:»  no- 


atlanti:  oknitoi.ogico 


60 


vernine  del  1896  nel  lago  della  Ci 'iil issa  della 
mia  Valle  Zappa,  e  molte  volte  mi  avvicinai 
a   questo  ninnerò  senza  mai  superarlo.  Del  vesto 

t'n  superato  e  talora  di  molto  il  centinaio  da 
vati  dei  nostri  più  distinti  cacciatori,  fra  i 
quali  i  signori  conti  Labia  e  Cornelio  di  Ve- 
nezia, il  signor  Edgardo  Bertolin  ili  Polo,  il 
signor  Ferruccio  I>e  Lotto  di  Mita,  il  signor 
Bernardo  Unse  di  Padova,  il  signor  Aitino 
Veronese  di  Codevigo  e  molti  aldi. 

I.e  giornate  più  favorevoli  alla  caccia  sono 
quelle  ehe  precedono  e  susseguono  unti  grande 
burrasca  (òrdene,  fortuna),  le  piowigginose 
(lispio,  lispièto,  I.  da  dossi),  di  nebbia  leggera 


\    t 


£9MBi 


Cumulo  »li  ghiaccio  formatosi  nel  seminio  lss'.i  in  Vallo  Zappa  (La«;< 
della  '  tonteasa)  por  L'aminoatàccbiarBi  «li  unissi'  lastre  di  ghiaccio  sbat- 
tute <"titro  un  ridosso  da  vento  molto  impetuoso. 
Ma  ima  fotografìa  dell'Autore). 


I  locatari  sono  chioggiotti,  i  quali  .alla  loro 
volta  tengono  in  conduzione  la  Valle  dai 
proprietari    (di    Venezia  o  ili    Chioggia  per   la 

maggior    parte)   per     la    pesca   e    per   la,    caccia, 
esercitando     direttamente     hi      prima     e    sublo- 
canilo   la    seconda.    <>   tino    solo    assume    L'affli 
tanza  e   poi   cede   un   numero  di  posti   ad   altri, 
o    essa   viene   Stipulata  da  vari    amici   associali; 

le   condizioni    reciproche   differenziano  sempre 

regolandosi  secondo  i  casi,  in  alcune  Valli 
tirano  anche  tersanti,  cacciatori  da  mestiere, 
cui  si  accordano  dei  posti  rimasti  disponi- 
bili, coli"  onere  di  contribuire  volta  per  volta 
il     terzo    della   preda. 

Originale,  caratteristica  è  la  pena 
che  si  infligge  in  Valle  pelle  contrav- 
venzioni. Abbenchè  differisca  allatto 
nell'applicazione  ai  cacciatori  e  agli 
uomini  di  servizio  porta  eguale  nome: 
la  tara.  Merita  davvero  descriverla. 
Quando  uno  di  questi  uomini  di  ser- 
vizio ommette  o  trascura  qualunque 
sua  incombenza  gli  si  intima  ineso- 
rabilmente la  luca.  La  sera  della 
caccia  giù  in  cucina  si  colloca  in 
mezzo  alla  tavola  una  grossa  spugna 
inzuppata  d'acqua.  Calati  i  calzoni  al 
paziente,  due  suoi  colleglli,  l'uno  so- 
stenendolo per  le  braccia,  l'altro  per 
le  gambe,  gli  l'anno  battere  per  tre 
volte  sulla  detta  spugna  la  tramontana 


del  ventre  denudata  !  Vi  assistono  i 
((■alitilo),  di  sereno  e  sole  (lustro)  specialmente  cacciatori,  gli  inservienti  ed  i  pescatori,  tutti 
in  tempo  di   ghiaccio,    quiete  (de  calma)  pelle      e   tutti    sganasciano    dalle    risa.    Il    cacciatore 


folaghe,  volando  esse  a  stento  col  vento;  per 
le  Falli  liassc  di  vento  mediocre  (ventesèlo, 
mezzo  nulo)  e  acqua  bassa  (aqvisiòla,  aqua- 
rèla),  per  le  ali»-  quelle  di  vento  forte  (òrdene) 
e  grossa  marea   iaqita  alta). 

Generalmente  ogni  cacciatore  tiene  al  servi- 
zio due  uomini  retribuiti  con  quattro  o  cinque 
lire  per  Irata  e  qualche  incerto  (cena  a  San 
Martino,  mancia  di  Capo  d'anno,  etc).  Se  si 
cala  un  bottazzo  percepiscono  un  soprassoldo 
(una  lira  circa),  se  il  cacciatore  arriva  ai  cento, 
cinque  lire  (dopar  ti  ducato),  se  ai  cinquanta, 
in  alcune  Valli,  due  lire  (dopar  ti  int:o  du- 
cato). Varia  la  durata  nei  contratti  d'affitto  e 
così  variano  le  condizioni.  Semino  la  mercede 
è  in  denaro,  talvolta  con  piccole  appendici  di  uc- 
celli o  di  polli  per  feste  di  Natale.  Al  cacciatore 
la  nuda  abitazione  ed  i  posti,  le  manutenzioni 
a  suo  carico,  ed  a  suo  carico  il  rimanente  im- 
pianto comprese  le  barche;  in  generale  la  forni- 
tura della  legna  da  fuoco  e  del  vinello  pei  di- 
pendenti, dietro  un  compenso  pattuito  a  parte. 


invece  non  incorre  nella  Ima.  che.  nel  caso 
che  ritorni  dalla  caccia  dopo  aver  fatto  anche 
un  sol  colpo  di  fucile  senza  un  selvatico  molto 
(et  xe  boaro),  un  selvatico  quindi  né  un  gab- 
biano, ne  un  tòtano,  un  selvatico  od  una 
pojana.  L'uccise,  ma  il  cane  non  lo  rinvenne, 
ma  l'uomo  l'Ita  perduto  (et  sa  imbarenà  «  /<>  gò 
perso),  Io  ferì,  ma  fuggì  nuotando  soli' acqua 
ni  xe  andà  a  beehèto),  tutte  asserzioni  inutili, 
se  non  c'è  il  cadavere  ostensibile,  se  manca  il 
corpo  del  delitto,  taea.  L'entità  materiale  è 
[loca  cosa,  limitandosi  alla  bottiglia  da  far 
bere  agli  amici  ed  al  fiasco  (bocdl)  di  vino 
pegli  uomini,  ma  l'importanza  morale  è  grave: 
come  quelle  macchie  congenite  che  riappariscono 
tratto  tratto,  lo  sventurato,  ritorni  in  Valle  o 
s'imbatta  soltanto  nei  compagni,  è  sempre  l'a- 
mico della  tata.  Quante  volte  al  desco  della  \  igi- 
lia  l'invitato  racconta  enfaticamente  tutta  una 
leggenda  delle  sue  prodezze  e  la  sera  dopo  \  i 
si  asside  disfatto,  meditabondo  su  questi  amari 
disinganni   della   vita  !! 


\  I  I  ,ANTE    ORNITOLOGICO 


I  fucili  («'  «dpi  (i  s'  ci<>]H  de  Vale)  si  ado- 
perano di  qualunque  fabbrica,  ili  solito  ;i  fuoco 
centrale  del  cai.  12  a  due  canne  e  lunghi 
(in.  1.40  di  cui  0,m80  o  1  m.  di  canna),  per  la 
sicurezza  potendo  cadere  nell'  interno  della 
botte  e  mettere  a  rischio  la  vita  del  caccia- 
line,  perfetti  quelli  di  fabbrica  inglese,  prefe- 
riti però  i  beisi  di  Inuma  riuscita  e  di  costo 
minore.  Le  polveri  nitro-composte  non  corri- 
spondono perchè  troppo  sensibili  all'umidità, 
eccetto  la  YValsrode  che  è  eccellente  anche  pel 
poco  strepito  dello  sparo;  le  polveri  nazionali 
più  usate  sono  le  seguenti  :  Vittoria,  Milano 
eoiinoie,  polverificio  di  Tirano  e  sopratutto  il 
tipo  /■'ossami  a.  1,  etc,  la  carica  da  gr.  li  a  s, 
in  generale  7  con  gr.  35  di  piombo  (baimi) 
comune  od  inglese  temprato  del  n.  5  ovvero 
fi,  in  maggior  consumo  la  cartuccia  (cartìieia, 
fissela,  filzèta)  rossa  della  S.  F.  I.  M.  di  Mi- 
lano. 

I  selvatici  si  nutrono  di  un'erba  detta  vol- 
garmente magnaùra  (Zostera  marina  e  /.  nana), 
di  chioccioline,  di  semi  e  le  Fuligulinae  anche  di 
piccoli  pesciolini,  si  dice,  che  la  magnaùra  è 
la  dote  delle  Valli,  perchè  ove  cresce  rigoglio- 
sa, il  selvatico  è  assai  abbondante  ;  talora  i 
grandi  calori  estivi  od  il  ghiaccio  forte  e  per- 
sistente o  le  balate  (valonéa  —  Vaiolila  ntii- 
cvilaris  (Roth.)  Ag.  forma  aegagropila,  Agi 
I  laudi)  che  occupano  il  fondo  di  estesissimi 
tratti  lagunari,  ne  fanno  morire  una  grande 
quantità. 

Oli  uccelli  acquatici  si  vendono  a  mazzo  o 
paio  (per)  che  e  composto  di  un  numero  di- 
verso di  individui,  a  seconda  della  grandezza 
e  com'è  indicato  dallo  specchio  più  innanzi. 

Sono  esclusi  all'atto  i  Gabbiani  (gei).  Larus) 
o  le  Sterne  (gen.  Sterna  ed   Hydrochelidon), 

II  prezzo  del  mazzo  che  era  di  Austriache 
lire  2,  salì  gradatamente  alle  2  italiane  e  quindi 
all'odierno  da  L.  2,30  a  L.  3,25.  Si  calcola 
che  nelle  Valli  dell'  Estuario  della  provincia 
di  Venezia  e  di  Padova  (ettari  30,000  circa)  si 
uccidano  dai  25  ai  30,000  mazzi  di  selvatici 
all'anno. 

Anche  pei  coloro  che  non  sentono  questa 
passione    incomprensibile   e   per    inoli  i    ingiusfi- 

ficata  della  caccia,  una  partita  in  Valle  è  di- 
vertentissima. Signore  della,  buona,  società,  gio- 
vanotti dediti  agli  ozi  cittadini,  ricordano  con 
desiderio  di  presto  ritorno  la  gita  in  Valle,  que- 
sti specchi  d'acqua  e  questi  spazi  di  cielo  in- 
terminati, le  prodigiose  piede  di  pesci  e  di 
uccelli  ;  i  modesti  convivi,  la  ospitalità  spi- 
gliata, ma  cordiale  del  cacciatore,  i  suoi  briosi 
discorsi,    le   allegre   sciate   dei    nostri    Casoni. 


Specchio  degli  uccelli  componenti    il  mazzo  o 
paio.  —  11  numero  scritto    a    parole  indica  il 

numero  dei  capi  delle  singole  specie  occorrenti 
a  l'orinare  il  mazzo  ;  ne  susseguono  i  nomi  scien- 
tifico, italiano  e  volgare  veneto;  intino  è  in- 
dicato il  grado  di  frequenza,  beninteso  che 
quest'ultimo  s'intende  sempre  in  riguardo  alle 
Valli  Salse  del  nostro  Estuario. 

Ino.  Anser  anser  (L.)  —    Oca  selvatica  - 
Oca  gronda  —  Raro. 

l 'no  (con  un 'Alza  vola  i.  Alisei  l'abalis  (  I.  albani) 
-  Oca  granajola   —    Oca,    0.  faraonzìna 
Raro. 

Due.  Anas  boscas,  L.  — Germano  reale  —  Ma- 
turili   [mas.],    Auara    {fi'iinn.)—    Connine. 

Due.  Gen.  Urinator  (')  —  Strolaghe         /•'"- 
jouli  —  Poco  comune. 

Due.  Tadorna  tadorna  (L.)    —    Volpoca    — 
Chi  rso  —  Raro. 

Due.   Merganser   merganser   (L.)  —  Smergo 
maggiore  —  Scrotali  —  Raro. 

Tre.  Dalila  acuta  (L.)  —  Codone  —  Asia  (m.), 
Asiàda   (/.),    Colami  —  Comune. 

Tre.  Numenius  arcuatus  (L.)  —  Chiurlo  mag- 
giore —  Arcana  —  Comune. 

Tre.  Podicipes  cristatus     -  Svasso  maggiore 

—  Carriòla,    Cavriòl  —  Poco  connine. 

Tre.  Mareca  penelope  (L.)  —    Fischione   — 
dòsso  (ni.),   Ciòssa  (f.)  —  Comune. 

Tre.    Merganser  serratili    (L.)    —  Smergo  mi- 
nore —  Sèrola,   Speì'ga        Poco  connine. 

Tre.  Clangala  clangula  il,.)  —  Quattrocchi  — 
Campanàio    (m.),    Qua  trini   [m.)  Poco    co- 

mune (). 

Tre.  Ardea  cinerea.   L.  —  Airone  cenerino  — 
Sgarzo,   Silurilo,    Airòn  — Connine. 

Tre.  llerodias  alba  (L.)  —  Airone  bianco  mag- 
giore —  Sgarzo  bianco  —  Raro. 

Tre.  Nyroca  ferina  (L.)  —  Moriglione  —  Ma- 

i/asson,    M.    dal   /'ero.    Monàro  —   Connine. 

Tre.  Fuligula  fuligula  (L.)        Moretta  —  Pe- 
iiarui.   Hfagàsso  penaciòlo  (ih.)  —  Comune. 

Tre.   Fuligula   inalila  (L.)   -     Moretta    grigia 

—  Mori  tini,  Magàsso  bastardo       Raro. 

Tre.  Chaulelasinus  streperne  (L.)         Cana- 
piglia —    Pignòlo  (m-),   Pignòla  (/').    Tresso 
l'oeo  comune. 


<  i  i  tra  completi) nte  e  adusi. 

|  tu  alcune  specie,  nelle  < i nuli  le  dimensioni  dei  soggetti 

maschi  offroni tevoli  differenze  <"n  quelle  dello  femmine  e 

dei  giovani,  varia  il  quantitativo  per  mazzo  in  rapporto  al 
i  o  Dette  specie  sono  :  Clangula  clangula,  Fuligula  fuligula 
<■  Mriijiis  dlbilìiis  l 'oiiie  si  \  i-ile  «tallii  specchio  della  e.  clan- 
gula  e  della  P.  fuligula,  bc  maschi,  ne  occorrono  tir  a  for- 
mare il  mazzo,  se  femmine  o  giovani,  quattro  ;  nel  flf.  albdlus 
quattro  se  maschi,  sei  Invece  so  femi bimani. 


v  1 1  \\  1 1     ulivi  l [CO 


lic  Botaurus  stellaris  (L.)        Tarabuso  — 
Tarabuso,  Osilo  cavalàro  —  Poco  comune. 

Quattro.  ciangola  clangala  (L.)  -    Quattr'oc- 
chi      Campartele  [fem.egiov.)  -     Poco  comune. 

Qnattro.  Spatula  clypeata  (L.)         Mestolone 
Wòfano,   Palato       Comune. 

Qnattro.   Fulica    atra,    I..  (')   -  -    Folaga 
Fòlega       <  lomune. 

Quattro.   Fuligula  fuligula  (L.)        Moretta 
Vonii,   MagassèU  (/.  e  g.)       Comune. 

Quattro.  Mergua  albellus  (L.)  —    Pesciajola 
Muneghète,  Ansateti,   Pisagù    [m.)    -      Poco 
comune. 

Sci.  Xottium  crocea   (L.)    -  Alzavola  ■—  Sar- 
sègna,  Sarsegnòla  —  Comune. 

Sci.  Querquedula  circia  (L.)  -     Marzajola 
('ripulii,   Roclièto  —  Comune. 

Sii.  Mergus  albellus   (L.)  Pesciaiola 

.1  n  rolèti,  Muneghète,  Pisagù  piccoli  <  few,.  <•  giov. 

—  Poco   connine. 

Sci.  Squatarola  squatarola  (L.)  —  Pivieressa 

—  Sarùsola  Poco   connine. 

Sci.  Vanellus  vanellus  (I,.)  —  Pavoncella  - 
Paonsìna        Poco  connine. 

Otto.  Himantopus  himantopus  (L.) —  Cava- 
lier  d'Italia  —  Sgambarlo       Poco  comune. 

Dodici.  Totauus  calidris  (L.)        Pettegola 
Tòtano,   Totanòn  —  Comune. 


Ventiquattro.  Tringa    alpina.   !..  Piova- 

nello  pancia  nera        Bisegliìn       Connine. 

Nelle  Valli  a  canna  ed  in  parte  in  quelle 
d'acqua  dolce,  che  ora  eanno  scomparendo 
per  le  bonifiche,  in  luogo  delle  botti,  la  caccia 
-i  esercita    nelle   eovègie.  Sono   nascondigli    ili 

canne  palustri,  in  cui  il  cacciatore  occulta  la  pic- 
cola barca,  offrono  il  vantaggio  ili  buone caccie, 
uni  nessun  comodo  pel  tiro.  Non  raramente  si 
aspi  tta  pure  il  selvatico  ni  capanno  od  all'acqua. 

Caccia  alle  Folaghe  a  rastrello  o  tela. 

Quando  un  largo  spazio  d'acqua  è  frequen- 
tato dalle  folaghe  ila  parecchio  tempo,  vi  con- 
viene nini  brigata  ili  cacciatori.  Ciascuno  lui 
il  proprio  barchette  con  due  uomini,  un  rema- 
tore ed  un  caricatore  pel  secondo  fucile.  Si 
circonda  il  gruppo  degli  uccelli  e  chiudendo 
sempre  più  il  circolo,  vengono  costretti  a,  le- 
varsi, per  passare,  o  di  fianco  o  sulla  testa 
dei    cucciatoli.    E    un    fuoco   continuo,    perchè  le 

folaghe  si  rimettono  più  volte  e  la  manovra  si 
replica.   Esige  poi   molta    prudenza   e  cautela, 

essendo  facile  il  ferirsi  e  per  la  confusione  e 
per   la   vicinanza   delle   barelle.    Si    fanno   talora 

grandi  prede  e,  se  la  tela  è  bene  organizzata  e 

le  folaghe  abbondanti,  non  è  raro  che  comples- 
sivamente si   uccidano   più   migliaia   di    uccelli. 


Cacete  di  Sardegna. 


ì.  La  gita  alle  Isole  ili  Mai  ili  Ventre  e  Ca- 
talano  (Sardegna   occidentale). 

Trascrivo  dal  Giornale  La  Provincia  ili  Pa- 
lloni n.  85,  27-'-'S  marzo  11101,  il  racconto,  da 
me  steso,  della  gita  che  feci  alle  Isole  Mal  ili 
Ventre  e  Catalano  nel  mar  di  Sardegna,  dove 
ebbi   la  fortuna  di  uccidere  due  Gabbiani  corsi. 

«  l'n  giorno  che  col  mio  preparatore  Vitto- 
rio Dal  Nero  passavo  a  cavallo  nei  pressi  di 
Capo  Mannii,  scorsi  un  Gabbiano  di  mediocre 
grandezza,  il  cui  volo  lo  differenziava  dai  tipi 
piii  noti  ;  esso  era  ad  una  lontananza  non  minoro 
di  treccili Iri  ed  io  gli  inviai  un  colpo  a  pal- 
lottola che  riuscì  a  vuoto,  ma.  esso  per  l'emo- 
zione provata  schermendosi  di  qua  e  di  là 
nell'aria  mi  lasciò  travedere  il  colore  scuro 
delle  zampe   e.    offrendomi    agio  di  osservarlo 


(')  Cimi  sei  folaghe  si  forma  il  <<<"    i  Ile  <i  paga  e i 

il  mazzo.  Poi  mazzi  da  qnattro  ^i  fa  spocialo  contratto. 


più  accuratamente  col  binoccolo,  lo  riconobbi 
per  un  Gabbiano  corso,  specie  molto  rara  e 
mancante  nella  maggior,  parte  delle  Collezioni. 
«  Sono  quelli  i  Gabbiani  che  cerchiamo  !  »  dissi 
io  alla  nostra  Guida,  che  mi  rispose:  <•  Vaili  a 
.Mal  di  Ventre  e  colà  Vossignoria  ne  troverà 
molti  ». 

Così  fu  determinata  la  gita,  che  poteva  riu- 
scire fatale.  Recatici  ad  Oristano,  ne  assunsi 
vaghe  informazioni.  Fui  sconsigliato  a  tentarla 
e  polla  distanza  e  pel  mare  allora  sempre  mosso 
e  (iella  mancanza  di  approdo  e  per  non  so 
quante  altre  ragioni.  Ma  il  vivo  desiderio  di 
procurarmi  una  mezza  dozzina  di  Gabbiani 
corsi  ha  preponderato.  D'altronde  il  mio  viag- 
gio aveva  scopo  Scientifico,  investigando  luoghi 
meno  esplorali.  La  sicurezza  personale  in  al- 
cuni deficiente,  i  molli  disagi,  i  naturali  peri- 
coli mi  erano  noli  dapprima,  ma  non  erano 
argomenti    validi    a    tenermi    a    casa. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Recatomi  dalle  pani  d'Alghero,  a  fatica  no- 
leggiai un  grosso  barco  clie  non  era  precisa- 
niente  del  sito,  ma  il  cui  equipaggio  conosceva 
bene  i  paraggi.  Chi  fossero  o  chi  siano  quei 
quattro  rematori  uon  so,  ciò  che  confesso  si  è 
ehe  furono  uomini  preziosi,  ai  quali  unicamente 
dobbiamo  la  nostra  salvezza.  La  gita  si  pre- 
parò di  nascosto  :  agli  amici  di  Oristano  di- 
cemmo  di  dirigerci  su  Iglesias  per  una  caccia 
grossa.  Partimmo  alla  cheta  diretti  a  Nord, 
giungendo  di  buon  mattino  alla  costa,  ove  la 
barca    ci   attendeva  e  ci    imbarcammo.    Dopo 


La  Guida  del  Capo  Marnili. 
(Da  una   fotografia    iteli'  Autore), 


brevi  ore  eccoci  a  Mal  di  Ventre  ovo  salendo 
eoo  disagio  sugli  scogli,  scendemmo  a  terra, 
trai  tenendoci  poco  tempo, e  rimontati,  passam- 
mo a  Catalano  sempre  con  mare  tranquillo. 
Ma  giunti  colà,  esso  già  cominciava  a  rumo- 
reggiare nelle  insenature  e  tra  gli  scogli  e  gli 
uomini  colla  barca  si  ritirarono  prudentemente 
un  mezzo  chilometro  al  largo,  mentre  io  con 
Vittorio  Dal  N'ero  ed  un  marinaio  esaminavamo 
le  grotte  col  fattalo  a  sorprendervi  i  crepusco- 
lari Uccelli  delle  tempeste  ed  uccidevamo 
gran  copia  di  Conigli  selvatici,  di  Marangoni, 
di  Gabbiani  etc.  Senonchè  il  barco  avvicina- 
tosi, fummo  invitati  a  tosto  ripartire:  il  cielo 
si  era  fatto  cupo,  il  mare  burrascoso  colle 
verdi  onde  a  cavalloni.  Lo  affrontammo  sotto 
violenti  raffiche  di  vento;   però  si   proseguiva 

bene,  sedo  si  ballava  allegramente,  quando,  gi- 
rando all'infuori,   subimmo   un   urto   tremendo. 


La  poppa  aveva  battuto  fortemente  contro  uno 
scoglio  semicoperto  dalle  onde  accavallatesi 
ed  il  timone  era   perduto. 

Allora  i    nostri    uomini    fecero    consiglio.    Che 

fare.'  tornare  a  Catalano,  impossibile:  le  onde 
salivano  alte,  alte  sugli  scogli,  rompendosi 
fragorosamente  e  la  barca  si  sarebbe  infranta 
contro  le  roccie;  non  ci  restava  che  tentare  il 
largo.  E  lo  tentammo:  la  memoria  di  un  lungo 
giorno  e  due  notti  passate  in  balia  delle  onde, 
di  onde  che  salivano  parecchi  metri,  che  toc- 
candosi e  frangendosi  rumoreggiavano  come 
tuoni,  non  è  delle  più  facili  a  dimenticarsi. 
Si  navigava,  uè  i  marinai  sapevano  dirci  dove. 
quando  e  come  questa  danza  macabra  sarebbe 
finita!  Asserivano  vagamente  che  ci  aggirava- 
mo verso  sud  e  che  poche  ore  di  diritta  navi- 
gazione ci  separavano  dalla  spiaggia  sarda, 
tanto  invocata.  Previdentemente  provvedutici 
anche  di  viveri  e  di  coperte  quando  ci  era- 
vamo imbarcati,  le  sofferenze  tìsiche  erano  at- 
tenuate ;  mai  però  le  apprensioni  morali,  il 
pericolo  essendo  giunto  al  punto  di  ritenerci 
perduti.  Più  che  a  noi,  il  pensiero  rivolto  ai 
nostri  cari  ci  schiacciava!  I  rematori  con  sforzi 
erculei  ed  abili  manovre  cercavano  mantenere 
la  barca  in  modo  da  evitarle  il  cozzo  troppo 
violento  delle  onde;  tutti  vegliavano  a  che  il 
vento  non  ci  spazzasse  via,  e  le  onde  si  ac- 
cavallavano altissime  e  irose,  aprendosi  tratto 
tratto  come  a  ricevere  nel  morbido  amplesso 
la  piccola  imbarcazione.  Così  queste  ore  di  tre- 
menda trepidazione  si  successero  eterne,  lino 
al  declinare  del  secondo  giorno,  che  quietò  il 
vento  ed  apparve  un  raggio  di  sole  ed  in  noi 
un  raggio  di   speranza. 

All'alba  successiva  il  vento  di  ponente  ci 
permise  di  spiegare  le  vele  per  avvicinarci  alla 
costa.  Dopo  quattro  ore  di  navigazione  vedem- 
mo    terra Eravamo    salvi!!!    Tuttavia,    si 

procedeva  a  rilento  ed  è  stiano  che  quantun- 
que cessato  il  pericolo,  il  desiderio  di  affrettare 
lo  sbarco  tanto  ci  preoccupasse  che  scorta  una 
grossa  barca  peschereccia,  la  quale  navigava 
poco  lungi,  ripetemmo  segnali  e  segnali  per 
avvicinarcela  e  vi  salimmo  a  bordo.  Ciò  non 
tolse    che    a    mezzo    chilometro    dalla    sponda 

preso  il  fucilo  e  qualche  preda,  saltai  in  acqua 
per  guadagnare   più    sollecitamente   terra  !  !  ! 

Ora  che  tutto  è  passato  e  che  certamente 
non  provo  il  desiderio  ili  ritentare  una  simile 
escursione,    senio   però  una  certa    compiacenza 

di  averla   fatta;  essa    mi    mantiene    la    rie i- 

seento  memoria  dei  quattro  arditi  e  robustis- 
simi naviganti,  della  cara  compagnia  e  delle 
cure  scambiateci  col  mio  lido  compagno  Vitto- 


ATI. AMI.    ORNITOLOGICO 


73 


rio  Dal  Nero;   l'impressione  delle   forti   «-n i< >- 

/.ioni  provale  mi  ha  procurato  il  compenso  di 
arricchire  la  mia  Collezione  (li  abbondante  ma- 
teriale pei  prediletti  miei  stadi  ». 

2.   Le  iticele  ali' Avvoltoio  ('). 

Gli  Avvoltoi,  sempre  molto  rari  nel  Conti- 
nente, trovansi  frequenti  e  numerosi  in  Sarde- 
gna, ove  stazionano  e  nidificano  :  tftaasi  sempre 

nelle  mie  escursioni  li  ho  raffigurati  eoi  binoc- 
colo in  quei  punti  neri  roteanti  a  grandi  alte/./.e 
nell'azzurro  del  cielo.  Seppi  a  Nuoro  che  una 
località  da  essi  preterita  era  la  zona  clic  attor- 
nia il  monte  Ortovene  alto  1  IH  Mi  metri  e  che 
dista  circa  quattr'ore  a  cavallo.  Non  volli  per- 
dere questa  occasione  singolare  di  avvicinarli 
e  cacciarli.  Feci  il  mio  piano  di  battaglia; 
spedii  duo  uomini,  consegnai  loro  un  cavallo 
morto  coll'incarieo  di  deporlo  sulla  spianata  di 
un  monte  accosto  all'Ortovene  e  vegliarlo  lino 
al  mio  arrivo  contro  gli  attentati  famelici  delle 
volpi,  dei  cani  vaganti  dei  pastori  e  dei  cor- 
vi; inoltre  commisi  loro  di  costruire  alla  di- 
stanza di  circa  200  metri  un  capanno,  0  per 
meglio  dire  di  avviluppare  poche  frasche  che 
mi   servissero  di    nascondiglio. 

11  di  seguente  di  buon  mattino  mi  vi  recai 
col  lido  Dal  Nero  e  una  guida.  Arrivati  al 
piede  dell'erta,  legammo  i  cavalli.  Dal  N'ero 
prese  altra  via  per  cacciare  e  noi  la  salimmo. 
Entrai  nello  sconnesso  capanno,  pagai  e  con- 
gedai i  guardiani  della  carcassa  del  eavallo  e 
ordinai  alla  guida  di  appostarsi  in  distanza, 
pronta  ad  accorrere  tutte  le  volte  che  avesse 
udito   un   mio   liscino  di   appello. 

Eccomi  solo  in  quel  deserto  !  Una  carabina 
Winchester  a  otto  colpi,  una  rivoltella  cari- 
cate a  palla  e  il  cavallo  morto  miei  muti  com- 
pagni !  !  ! 

Che  uggiosa  giornata!  Finn,  lina,  ma  pene- 
trante insisteva,  lenta  come  un  pianto,  la 
pioggia  ;  ravvolto  nella  pelle  di  capra,  inti- 
rizziva dal  freddo;  una  leggera  nebbia  velava 
il  panorama.  Mi  si  stendeva  dattorno  un  anfi- 
teatro di  colline;  a  sinistra  accusava  appena 
Illune  e  Lollove,  dall'altro  lato  più  al  basso 
la  foresta  di  Morgoliai;  le  aride  balzo  graniti- 
che celavano  le  loro  cime  nelle  nubi  :  nereg- 
giavano le  foreste  impenetrabili,  ove  si  all'oliano 
il  noce  e  il  castagno.  Nessun  pennello  può 
riprodurre  l'imponente  spettacolo  di  questa 
natura,  vergine  e  sei  vaggia,  nessuna  penna  de- 
scrivere le  impressioni  provate  da  chi  trovossi 
solitario  nella  immensità  di  quei  silenzi.  Quante, 


quali  svariate  idee  si  successero  nella  mia 
mente    in    quelle    quattro  eterne  ore    bo    quel 

greppo    contate  ! 

I.a  Sardegna,  questa  nobile  iena  schiacciata 

dall'accidia,  propria  e  dall'abbandono  altrui: 
1'  ospitalità  COSÌ  espansiva  de'  suoi  abitanti. 
effetto  di  un  carattere  ardente  che  sfrenalo  in- 
duce spesso  al  sospetto,  talora  trascina  al  de- 
litto, donde  lauti  sbandali  ;  la  miseria  che 
affligge  le  stesse  zone  ov' è  mite  il  clima  e  le 
coltivazioni   sarebbero  riiiiuneratrici,  ove   i  pro- 


Ci  Intondo  di    parlale  del  Grifone  e  dell'Avvilii.. in  degli 
agnolli. 


L'Autore  con  due  (laide   alla  cacoia   dogli  Avvoltoi 
nei  dintorni  di  Capo  Caccia  (Alghero). 

'I'a  una  fotografìa  dell'Autore). 


dotti  stessi  del  suolo  :  l'olio,  il  vino,  il  legna- 
me e  (pielli  dell'industria  :  eaccia  e  pesca,  non 
trovano  esito  per  la  mancanza  delle  comuni- 
cazioni !  Provava  un  rivo  muso  di  compas- 
sione... 

Volto  il  guardo  alla  prossima  foresta  di 
Morgoliai,  ricordando  il  racconto  recentemente 

udito  dell'  uccisione  là  avvenuta  dei  famige- 
rati briganti  Sauna  e  della  morte  di  due  sol- 
dati, ignorate  vittime  del  dovere.  -  ispezionava 
le  cariche  della  mia  Winchester  e  della  rivol- 
tella... 

Indi  un  pensiero  ai  diletti  parenti  e  agli 
.•unici  mi  rasserenava  l'umore.  Ma  a  svagarmi 
questo  Avvoltoio  non  giungeva  mai  :  COSÌ  so- 
pravvenne la  sera  e.  richiamata  col  fischio  la 
guida,  assieme  discesi  il  munte,  spossalo  e  de- 
luso, per  ritornare  dove  avevamo  lasciati  i 
cavalli  e  dove    trovai   il   mio  padre   laico    Dal 


Atlante  ornitologico.  —  Parte  I. 


ATLANTI'.    ORNITOLOGICO 


Nero,  che  mi  attendeva.  Egli  aveva  visitato  i 
dintorni  ed  ucciso  alcuni  ('ovvi  e  parecchi  uc- 
celletti interessanti.  Cercammo  un  posto  ìipa- 
rato,  vi  alzammo  la  tenda  e  accendemmo  un 
buon  fuoco  per  sgranchire  le  membra  indolenzite 
dal  freddo.  Riscaldati  o  rifocillati  abbiamo  ce- 
duto alla  stanchezza  :  ci  sdraiammo  vestiti  e 
il  sonno  ci  colse. 

All'alba  eravamo  desìi,  l'na  giornata  fredda, 
ma  splendida;  le  creste  delle  montagne  illumi- 
nate dai  colori  metallici  del  sole  nascente  ; 
argentate,  le  cime  degli  alberi  dai  cristalli  della 
brina.  Lasciato  il  Dal  Nero,  mi  ridussi  al  ca- 
panno colla  guida,  che  retrocesse  alla  nota 
consegna.  Eccomi  di  nuovo  solo  a  far  la  guar- 
dia al  cavallo  morto.  Ma  lo  spettacolo  oggi  era 
smagliante  e  apriva  il  mio  animo  ai  più  lieti 
presagi.  Infatti,  scorsa  appena  un'ora,  mentre 
stava  rosicchiando  un  pezzo  di  galletta  e  del 
cioccolato,  un  liscino  attrasse  la  mia  atten- 
zione. Fu  l'avvertimento  della  guida  che  un 
Avvoltoio  era  in  vista.  Volava  lento  lento  colle 
lunghissime  ali  distese  e  il  capo  rientrante  fra 
le  spalle.  Sopra  un  picco  alla  distanza  di  mezzo 
chilometro,  si  alzò  e  mi  passò  quasi  sulla  testa, 
volgendosi  in  continui  giri,  ma  altissimo.  Io 
non  battevo  palpebra,  stava  accoccolato  colla 
carabina  pronta  nella  più  ansiosa  attenzione. 
La  manovra  continuò  mezz'ora,  egli  a  roteare,, 
io  a  torcermi  il  collo  per  seguirne  le  mosse. 
Mi  si  affievolì  la  speranza.  E  d'altronde?  Ti- 
rargli no,  distava  troppo,  non  1'  avrei  colpito 
e  la  giornata  sarebbesi  perduta  ;  mi  armai  di 
pazienza  e  attesi.  Ad  un  tratto  osservandolo 
in  una  sua  svolta  col  cannocchiale,  m'accorsi 
che  lentamente  scendeva,  dopo  pochi  minuti 
(iilo  e  con  tardi  movimenti  sceso  sulla  carogna 
del  cavallo,  volto  l'occhio  irrequieto  dattorno, 
si  pose  a  mangiare.  Era  un  precursore,  so- 
praggiunse tosto  un  secondo,  indi  un  terzo,  un 
quarto  e  nel  volgere  di  un'  ora  ben  otto  Av- 
volto] dilaniavano  avidamente,  contendendo- 
selo,  il    carcame. 

Volli  divertirmi  qualche  tempo,  assistendo  a 
quel  vorace  banchetto,  prima  di  puntar  l'arnia 
sull'individuo  più  adulto,  che  colpito  stramazzò, 
e  di  diriger  altri  due  colpi  ai  suoi  compagni 
fuggenti,  elio  per  la  lontananza  riuscirono  due 
salve  di  buon  viaggio.  Fui  pago:  avevo  ucciso 
uno  stupendo  soggetto,  una  rara,  una  inspe- 
rata ventura  mi  aveva  permesso  di  avvicinare 
laiiio  questi  sospettosi  rapaci  da  poterne  osser- 
vare con  tutta  calma  e  attenzione  il  contegno 
e  le  mosse. 

Montai  il  balzo  e  mi  avvicinai  al  morente, 
che  subito  mi  si  rivoltò  contro.   A  schermirmi 


da  quella  pericolosa  attestazione  di  gratitudine, 
che  mostrava  l'intenzione  di  darmi,  e  per  non 
rovinarlo  gii  sparai  a  bruciapelo  un  colpo  di 
rivoltella  nell'orecchio  »■  cadde.  Pesava  15  chili, 
aveva  la  lunghezza  di  un  metro  e  venticinque 
centimetri  e  le  ali  spiegate  oltrepassavano  quella 
di  tre  metri  e  mezzo.  Lo  caricai  sulle  spalle 
della  guida  :  tornati  al  posto  dei  cavalli  e  le- 
gatolo alla  sella,  ritornammo  gloriosi  e  trion- 
fanti  a  Nuoro. 

Altre  due  volte  ho  insidiato  gli   Avvolto]:  a 
Capo  Caccia  (Alghero)  e  sui  Monti  Sinnai  nella 


L'Autore  e  Vittorio  Dal  Xero  ritornando  dalla    Bai 
bagia  Oriolai,  dopo  d'aver  ucciso  l'Avvoltoio  degli  agnelli. 
1 1  i;i  una  fotografia  dell'Autore). 


Regione  dei  Sette,  Fratelli  (Cagliari).  Attratti 
col  solito  sistema  della  carcassa,  in  entrambi 
i  luoghi  prontamente  convennero  ;  per  cui  se 
queste,  caccic  riuscirono  per  me  fortunate,  at- 
tese le  prede  che  ne  feci,  non  mette  conto  de- 
scriverle, poco  interesse  offrendo  al   lettore. 

Parimenti  dicasi  dell'altra  al  Gypaetus,  l'Av- 
voltoio degli  agnelli,  specie  molto  rara  e  dif- 
ficile a  cogliere,  e  che  io,  nascosto  sotto  un 
burrone,  ebbi  la  buona  sorte  di  uccidere  a  volo 
a    Mainogada   nella    Barbagia  Ollolai   (Nuoro). 

;;.    /.e  cacete  ai  Fenicotteri. 

11  Fenicottero,  all' infuori  della  Sardegna,  in 
Italia  e  assai  raro.  Ignoto  quindi  a  molti,  sento 
il  dovere,  come  usasi  in  società  fra  persone 
civili,  di  farne  la  presentazione.  Questo  uccello 
bianco,  più  o  meno  tinto  di  roseo,  col  grosso 
becco  e  le  lunghissime  gambe  rosse,  colle  ali 
marginate  di   un   rosso  sfavillante  è   il   più  alto 


Ali  WI'K    ORNITOLOGICO 


75 


dei  nostri  trampolieri,  dacché  si  eleva  perfino 
a  in.  L,50.  Appartiene  alla  fauna  africana;  del- 
l'Europa non  frequenta  che  le  lagune  alle  boc- 
che del  Rodano  in  Francia  «■  le  marismas  del 
G-uadalquavii'  in  Spagna  e  vi  nidifica. 

Le  femmine  depongono  due  uova  sopra  un 
cninolo  ili  terra,  la  «  - 1 1  ì  altezza,  a  seconda  del 
livello  dell'acque,  sale  anche  a  70  cui.:  covano 
posando  sul  nido  colle  zampe  addoppiate  e  non 
a  cavalcioni  e  tuffate  in  acqua,  come  general- 
mente si  ritiene,  e  che  constatai  erroneo  nella 
\  i-iia  che    feci  loro    in    Andalusia  nel  maggio 

del    ISilS.    La   carne   salata,   grassa,    oleosa    non 

è  commestibile;  una  vera  rinomanza  gastro- 
nomica è  attribuita  alla  larga  e  grossa  lingua; 
essa  data  dai  tempi  più  antichi  e  ne  troviamo 
conferma  nella  descrizione  delle  isole  del  Capo 
Verde  (1699)  del  Capitano  Dompier. 

In  Egitto  i  Fenicotteri  forniscono  utile  og- 
getto di  commercio.  Nelle  isole  dei  laghi  di 
Mcnznleh  e  Matoeotis  e  nei  bassi  t'ondi  circo- 
Stanti  si  stendono  delle  grandi  reti  a  larga 
maglia.  !'l  a  le  quali  se  ne  collocano  alcuni  im- 
balsamati colla  lesta  sotto  l'ala  per  illudere 
sulla  sicurezza  della  località  ed  affidare  i  bran- 
chi ad  appollaiai  visi.  Arrivano  sul  calar  della 
notte  e  le  prese  sono  copiose^  se  questa  è  senza 
raggio  di  luna  e  tenebrosa.  E  l'Arabo  prole- 
tario usa  altra  industria  raffinatagli  dalla  po- 
vertà: solo,  senz' alcun  apparecchio,  sommer- 
gevi nottetempo  fino  alla  bocca  e  copresi  la 
testa  d'erbe,  indi  procede  con  cauta  lentezza 
tino  a  raggiungere  la.  sentinella  avanzata  (è  il 
fenicottero  di  vedetta),  gli  abbranca  le  gambe 
e  celeramento  1'  affonda  per  impedire  clic  col 
grido  svegli   ed   allarmi   i   compagni. 

Così  avanzando  si  impossessa  d'altri,  prima 
clic  la  moltitudine  si  desti  impaurita  e  fugga. 
E  una  lotta  di  dabbenaggine  fra  assalitore  e 
assalito,  cui  non  si  saprebbe  dar  fede  se  non 
ne  asserissero  la.  verità  osservatori  autorevoli, 
quali  il  compianto  mioaniicoMacpherson  ed  altri. 

I  predati  o  s' ingabbiano  per  spedirli  a  rifor- 
nire i  Giardini  Zoologici  d'Europa  0  si  com- 
pongono eolle  ali  incrociate  sul  dorso  per  esi- 
tarli ai  mercati  di  Damietta,  Materieh  e  l'orto 
Said.  Ma  ho  troppo  divagato  e  torno  in  Sardegna. 

(ini  i  fenicotteri  arrivano  in  settembre  per 
riparlile    nell'aprile,    pochi    restano   all'estate   e 

non   nidificano.    Presso   Oristano   o  dattorno  a 

Cagliari  la  loro  prediletta  dimora  sono  quegli 
stagni,  dove  l'acqua  salata  o  salmastra  costi- 
tuisce quasi  dei  piccoli  mari  di  poca  eleva- 
zione e  soggetti  i  più  alla  marea,  o  l'acqua 
dolce  espandisi  in  laghi  non  profondi  e  in  gran 
parte   ingombri   d'erbe  o  a  canneto.   È  il  regno 


della  malaria  <<  intemperia  ■>  come  la  dicono  i 
sardi,  i    quali  però  confondono  colle  febbri  alile 

malattie;  i  dolori  reumatici,  le  congestioni,  le 
dissenterie  etc.  e  narrano  che  il  forestiere  col- 
pili può  facilmente  soccombere  in  pocl 

ma   che,  superato  l'assalto,  si  acciaia  a  modo 

da    non    temerlo    più   o   in    forma   molto   blanda. 

Ringrazio  vivamente  la  Provvidenza  che  mi  ha 

risparmiata  l'occasiono  di  appurare  la  verità 
dei    due   asserii! 

È  uno  spettacolo  sempre  nuovo,  sempre  at- 
traente, cui  avviene  spesso  di  assistere,  il  pas- 
Saggio    dei    Fenicotteri    sulla  città    di    Cagliali. 


lU-ranilnri  allo  Stagno  ili  Sa&su.  n<  1  ranvtln  -alili. 
a  caccia  ili  Fenicotteri. 

(Ila  una  luti. filini   ih  11  Aulinii, 

quando  dallo  stagno  di  Quarta  si  portano  a 
quello  di  Santa  Grilla  od  al  mare  cacciati  dal- 
l' innalzamento  delle  acque.  Sono  enormi  torme 
di  centinaia,  alle  volte  di  migliaia  dal  volo  a 
cuneo,  come  quello  delle  oche,  ma  meno  alto 
e  meno  rapido;  è  un  immenso  nastro  che  svol- 
gisi lento  nell'ampiezza  del  cielo,  alternandosi 
ora  bianco  niveo,  ora  roseo,  ora  rosso  sfavil- 
lante, in  guisa  da  raffigurare  una  striscia  di 
fuoco.  E  che  tale  apparizione  torni  gradita 
agli  stessi  sardi,  me  lo  provano  quei  famosi 
fanciulli  del  tralariliolà,  tralai-iliolà  che  oziano 
sulla  piazza  di  Cagliari  col  cestino  in  testa, 
in  attesa  di  una  commissione  e  di  un  soldo, 
i  quali  alla  vista  della  (lente  tinnitili  jCente 
rossa,  come  sono  chiamati  in  Sardegna  i  Fe- 
nicotteri) si  entusiasmano,  e  prorompono  in 
grida  festose. 


76 


ATLANTI'.    ORNITOLOGICO 


Ma  veniamo  alle  caccie.  Si  fanno  «li  giorno 
o  di   notte,    volli   goderle   tutte  due. 

('uccia  di  giorno. 

Partii  da  Oristano  eoi  fedele  l>al  Nero,  erano 
le  dieei  del  mattino,  l'equipaggio  modesto:  un 
carretto,  l'unico  veicolo  adatlo  per  attraver- 
sare quelle  grandi  estensioni  paludose  ingom- 
bre di  cisti,  sopra  così  dette  strade  perdentesi 
qna  e  là  nella  campagna,  o  in  terreni  inondati 
d'acqua  piovana,  nei  «inali  le  ruote  si  affon- 
dano fino  all'asse;  il  ligneo  sedile,  la  mancanza 
di  molle,  quell'incessante  strabalzameli to  con- 
vertivano questo  mozzo  di  locomozione  in  un 
vero  antidoto  contro  le  indigestioni.  Dopo  due 
ore  di  tale  trattenimento,  pesti  come  due  mer- 
luzzi, ci  scaricammo  in  una  barca  sullo  stagno 
«li  Sassu.  Era  una  chiatta  con  fondo  piano  per 
poter  tragittare  su  quei  bassi  l'ondi.  Avevamo 
sterminati  branchi  di  Fenicotteri  schierati  da- 
vanti per  oltre  un  chilometro,  il  luogo  era 
spianato  ed  aperto,  non  un  albero,  non  un 
ramo.  Ai  raggi  di  uno  splendido  sole  meridio- 
nale, era  un  arcobaleno  dai  colori  smaglianti, 
che  il  continuo  movimento  rendeva  ondeggiante 
sulle  acque  glauche  dello  stagno,  camminavano 
perlustrando  i  posti  meno  profondi  in  cerca  di 
chiocciole,  non  avvedendosi  di  noi  o  non  cu- 
randosene. Ci  accostavamo  a  rilento,  attoniti 
davanti  a  quella  scena,  colmo  l'animo  di  stu- 
pore, di  speranza,  di  trepidazione.  Ma  giunti 
a  circa  400  metri  da  essi  notammo  che  la  loro 
quiete  turbavasi,  a  un  tratto  coi  lunghi  colli 
drizzati  l'esercito  inglese  (come  qui  anche  li 
appellano)  s'era  messo  in  allarme;  non  un  mi- 
nuto da  perdere,  punto  la  Winchester  su  quello 
clic  eccede  e  lo  freddo.  Tiro  poscia  tutti  i  sette 
colpi  disponibili  ;  ma  senza  risultato,  abbenchè 
il  Dal  Nero  e  i  compagni  vogliano  assicurarmi 
che  altri  ne  ho  feriti.  L'alzata  fu  generale, 
strisciarono  sull'acqua  colle  gambe  e  le  ali, 
come  i  cigni  e  le  folaghe,  ed  elevaronsi  gra- 
datamente a  grandi  altezze  per  recarsi  all'altro 
lato  dello  stagno,  emettendo  rauche  grida  e 
volando  col  lungo  collo  e  le  lunghissime  gambe 
distese.  Una  nube  infocala  si  agita  e  dilegua 
nel  cielo.  Non  rimase  altro  a  fare  che  racco- 
gliere il  morto,  un  esemplare  adulto  in  superba 
livrea  e  riprendere  la  via  di  Oristano. 

Due  giorni  dopo  partimmo  perCabras;  questa 
volta  a  cavallo.  La  giornata  era  splendida, 
soffiava  da  scirocco  un'  aria  spossante,  sul 
meriggio  (piando  tutto  tace  e  la  natura  stanca 
sembra  addormentarsi.  Avevamo  percorso  o 
piuttosto  i  nostri  rassegnati  bucefali  aveano 
calpestato  il  fanno  e  l'acqua  di  mezza  strada, 
che    e'  imbattei >  in    una    allegra  brigata    di 


pescatoli;  vestiti  alla  foggia  del  paese  canta- 
vano in  coro,  ora  debili  ora  sonore  quelle 
melodie  si  spendevano  nell'aere  senza  eco;  mi 
arrestai,  contai  loro  alcune  monete  invitandoli 
a  replicarle.   Era  questa  la  canzone  Sarda: 

Candoa   :i   sos   pes  de  una  roca   umbrosa 
M' incontresi   unii  dio  appoggiatili, 
Tanti'  io  una  Ae  chi  testai  e  festosa 
Su  olo  in  una  valle  liat  ispiccadu 
Si  parat  poi  in  sa  si  Iva  orrorosa 
Io  su  iililn  i  '  1 1  osi  propaiadu 
Ispooiomlo  B'&uegra  congiuntura 
Pro  fogliar    d'issa  una  grata  pastura 

Crederei   tradurla   così: 


D'ombrosa  roccia  al  piodo  un  di  sodalo 
Spiccare  il  volo  fra  restosa  e  Usta 
Nella  valle  una  silvia  eldii   io  veduto; 
Poi  internarsi  nell'orrida  foresta, 
Ove  il  talco  attendea  la  congiuntura 
Di  far  d'essa  ghiottissima  pastura. 


Proseguii  e  giunsi  a  Cabras,  un  paese  che 
si  presenta  pittorescamente  con  uno  sfondo  di 
montagne  e  rinomato  per  la  bella  e  robusta 
popolazione  e  pel  vino  prelibatissimo.  Simile 
imbarcazione,  eguale  manovra,  medesima  preda: 
un  fenicottero  colpito  a  palla  oltre  ai  500 
metri  di  distanza. 

In  queste  due  escursioni  quanto  mi  sono  au- 
gurato il  barchette  colla  spingarda  delle  nostre 
lagune  ! 

Caccia  di  notte. 

Mi  trovava  a  Cagliari,  dalla  cui  piazza  ve- 
devansi  nel  prossimo  stagno  di  Quartu  San- 
t'  Elena  allineati  i  Fenicotteri.  Feci  la  gita 
in  barca  ;  giunsi  al  posto  due  ore  dopo  il  tra- 
monto, scesi  nei  bassi  fondi,  io  munito  di  cal- 
zettoni impermeabili,  le  due  guide,  che  mi 
accompagnavano  seminude  :  tutti  vestiti  di 
bianco,  e  con  benclto  bianco  del  pari.  Pazienti, 
immoti,  attendevamo  il  ritorno  dei  Fenicotteri, 
che  qui  convengono  nella  notte  a  pascersi  di 
crostacei,  di  venni  e  di  sostanze  acquatiche  : 
avevamo  l'umidità  latente  sulle  gambe,  ci  cir- 
condava un'atmosfera  mefitica,  'fratto  tratto 
un  fruscio  d'ali  ci  scuoteva,  vane  speranze  ! 
erano  oche,  moriglioni,  morette,  anitre  d'ogni 
specie,  che  a  migliaia  giungevano,  continui 
tonfi  in  acqua   e  l'ischi,    sibili,  gridi  in  ogni  tono. 

Pioveva  a  dirotto.  Udii  un  gracidare  pari  a 
quello   delle    oche,    e   il    sommesso    avviso   della 

nitida:  Vossignorìa  stia  attento,  arrivano.  Dopo 
brevi  istanti  due  enormi  croci  si  disegnavano 
nell'  aria  sulla  mia  testa,  prima  che  si  sper- 
dessero nel  buio  del  cielo  colla  maggiore  ce- 
lerilà sparai  due  colpi  a  pallottola,  sentii  lo 
strepito  di  (lue  cadute,  aveva  colpito  nel  segno. 


ATLANTI'.    ORNITUI.IX.ICO 


77 


Le  due  guide  arditamente  si  slanciarono  nel- 
l'acqua, raccolsero  il  primo  morto,  e  durai 
molta  Fatica  dal  dissuaderle  ad  inseguire  il  se- 
condo che,  ferito  emettendo  grida  e  sbattendo 
l'ali,  si  allontanava,  nel  dubbio  che  in  luogo 
del  fuggitivo  avrebbero  preso  un  bagno  che 
per  la  stagione  <•  per  l'ora  poteva  riuscire  loro 
fatale;  buona  gente  che  non  se  ne  preoccupava, 
meno  «•erto  pel  compenso  clic  per  hi  soddisfa- 
zione di   fainii  cosa  gradita  ! 

Col   trofeo  rientrai   a   Cagliari. 

Un'altra  spedizione  l'ho  filila  a  lìiòla  con 
eguale  risultato,  impossessandomi  di  un  Feni- 
cottero. Ina  terza  a  l'ontis  fu  invece  infrut- 
tuosa. La  pioggia  e  la  marea  coli' insistente 
scirocco  avi  mio  alzato  il  livello  dell'acqua,  i 
fenicotteri  clic,  in  onta  alle  asserzioni  di  ta- 
luni Autori,  sono  poco  atti  al  nuoto  continuato 
non  comparvero.  Dopo  quattro  ore  di  attesa, 
dovetti   persuadermi  all'  increscioso  ritorno. 

Per  altre  sei  notti  ho  ritentato  la  prova,  in 
una  sola  mi  tornò  favorevole,  anzi  con  largo 
ed  insperato  compenso,  avendone  ucciso  due. 
fu  un   brilante  doppietto  del   mio  Scott. 

Conchiudendo  rimasi  soddisfatto,  essendo  otto 
i  Fenicotteri  che  io  ho  abbattuto  e  che.  pre- 
parati dal  diligente  Dal  Nero,  riportai  ad  an- 
niento della  mia  Raccolta. 

4.  Cacci*-  varie  di  Sardegna. 

Innumerevoli  i  palmipedi  in  Sardegna,  biso- 
gna vedere  per  credere  ;  dattorno  a  Cagliari 
e  a  Oristano  in  quelle  distese,  che  1'  acqua 
stagnante  sommerge  o  che  ingombra  il  canneto 
si  odono  da  ogni  parte  voli,  tonti,  alate,  ca- 
priole, grida,  mentre  nuvole  viventi  adom- 
brano il  cielo  sviluppandosi,  attraversandosi, 
confondendosi,  roteanti  nell'aria  in  continue  e 
strane  evoluzioni  :  <■  il  carnevale  degli  acquatici. 

Transitando  una  mattina  in  carrozza  col  Dal 
N'ero  pel  paese  di  Santa  Giusta,  avvedutisi  del 
nostro  equipaggio,  ci  rincorsero  tre  ragazzi 
gridando  :  «  Vossignoria  vuol  fare  la  caccia 
delle  anitre  coi  /assoni!  »  Al  mio  «sì»  irrup- 
pero in  un  urlo  di  gioia,  in  meno  che  noi  dico 
uno  era  già  salito  a  cassetto,  due  appiccati 
dietro  al  nostro  veicolo,  meno  male  che  la 
mancanza  di  molle  toglieva  il  pericolo  che 
scattassero;  quanta  vita  traboccava  in  quei  tre 
diavoletti  impregnati  d'argento  vivo  !  In  breve 
ora  giungiamo  allo  stagno  di  Santa  Giusta,  un 
largo  specchio  d'acqua  monotona,  stanca,  ove 
pare  si  rifletta  in  pieno  giorno  la  luna,  presso 
al  mare,  però  non  comunicante  con  esso,  a 
differenza  di  quello  di  Sassù  e  di  Merceddi  da 
un  lato,  di  Mistrcs  e  di  Pontis  dall'altro: 
copiose  le  anitre,   abbondantissime  alcune  spe- 


cie: il  Moriglione,  la  Moretta  ed  altre.  Il  cir- 
cuito, costituito  da  terreni  acquitrinosi,  e  il 
paradiso   delle    Pavoncelle,    dei   Beccaccini,  di 

tutti   i   Ripari,  contermina  il  lago  un  fittasi 

canneto  alto  olire  due  metri;  è  qui  che  le 
anitre  diguazzano,  uscendo  sul  far  di  scia  quando 
il  lago  è  tranquillo,  avendo  sgombrato  i  pe- 
scaioli di  muggini  e  di  lupi  di  mare,  che  tulio 
il  giorno  lo  solcano  sui  harchelti  o  sui  fasSOTlì. 
Mi  raggricchiai  dietro  un  grosso  cisto.  Mon- 
tati   su  fasci    ili    caline  e   tife  palustri  intrecciale 

in  maniera  da  formare  una,  zattera  (sono  i  fas- 
soni),  quei  fanciulli  si  avventurarono  ove  l'ac- 
qua sormonta  il  metro  e,  associandosi  due 
cacciatori,  penetrarono  fra  le  canne  e  sparvero. 
Là  con  uno  strepito  indiavolato,  con  qualche 
sparata  all'aria  continuarono  a  disturbare  i  sel- 
vatici per  obbligarli  a  levarsi  o  shoccare  fuori. 
Si  udivano  lo  schiamazzo  e  le  schioppettate 
intermittenti,  si  scorgeva  l'agitarsi,  il  piegarsi 
delle  cannelle  e  qualche  anitra  o  qualche  fo- 
laga uscire  siili' attenti  spaurita  ed  incerta. 
All'improvviso  un  forte  fracasso  manifesta  l'al- 
zata di  un  centinaio  di  Morette  che  si  dirigono 
alla  mia  volta;  sparo,  ma  le  legioni  si  succe- 
dono alle  legioni,  sono  parecchie  migliaia  di 
volatili,  che  mi  offrono  il  destro  di  tirare  di- 
speratamente per  oltre  un'ora.  Il  tardo  Ger- 
mano precede  il  velocissimo  Moriglione,  le  al- 
legre brigate  di  Alzavole  crepitando  seguitano 
i  Fischioni,  vengono  tutti  coscienziosamente 
a  ricevere  da  me  il  battesimo  di  fuoco,  indi 
ronzano  ad  ali  spiegate  sullo  stagno  e  si  ca- 
lano nell'acqua  morta,  ho  davanti  a  me  uno 
strato  smagliante  direi  quasi  metallico,  i  cui 
variati  colori  irraggiati  dal  sole  scintillano  pel 
continuo  movimento.  Fu  disdetta  che  un  osti- 
nato liheccio  abbia  impedito  il  volo  delle  fo- 
laghe, toltomi  quindi  il  piacere  di  ucciderne  e 
di  adornare  lo  strato  col  morbido  velluto  della 
loro  livrea. 

Cogli  stessi  uomini  ci  portammo  a  battere 
collo  stesso  sistema  i  piccoli  stagni  dolci  di 
Palmas  e  Ponti-flgus.  Qui  i  ragazzi,  faceva  caldo, 
gettati  gli  indumenti  e  rimasti  nel  tout-de- 
méme  ereditato  da  Adamo,  si  tuffarono  lino  al 
petto,  era  l'unico  metodo  per  avvicinare  le 
folaghe  quasi  a  tiro  di  bastone  e  cosi  costrìn- 
gere le  riottose  a  prendere  il  volo  e,  trapas- 
sando le  brevi  lingue  di  terra  che  intersecano 
il  lago,  esporle  al  ben  nutrito  mio  fuoco.  Ciò 
compito,  li  congedai.  Addio  bravi  ragazzi  preoc- 
cupati più  che  della  misurata  mercede,  che  vi 
ho  concessa,  dal  desiderio  di  tentale  liuti  i 
mezzi  per  completarmi   il  divertimento! 

Siamo    all'atto    terzo    del    dramma,    cambia 


Ts 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


scena;  i  tre  cacciatori  rimasti  mi  appalesano 
il  loro  piano,  che  accolgo.  A  scia  inoltrata  far 

la    posta  alle  Oche   al    sud  di  Santa  Giusta  verso 

Sant'Anna  in  una  località,  ove  ne  pascola  abi- 
tualmente un  certo  numero,  e  nell'intermezzo 
cacciare  le   Pavoncelle. 

Questi  eleganti  uccelli  smettono  la  innata 
diffidenza  se  avvicinati  da  una  carrozza  ed  è 
quindi  con  tale  sistema  che  nella  mia  coi  due 
arditi  ed  infaticabili  cavallini,  internandomi  fra 
gli  sterpi,  tirai  loro  a  volo  ed  a  termo.  Quale 
divertimento  !  Talora  sbuca  dal  piede  del  clia- 
maerops  una  lepre  o  un  coniglio,  talora  grida 
un  beccaccino  e  coi  rapidi  zig-zags  sublima  il 
tiro,  e  s'ingrossa  il  carniere,  ove  il  pelo  e  la 
penna  trovano  comune  ricetto.  Ilo  arrischiato 
anclie  un  colpo  di  carabina  a  400  metri  su 
cinque  Gru,  che  se  ne  stavano  immote  presso 
un  piccolo  specchio  d'acqua,  ma  senza  risul- 
tato e  intanto  annottò. 

È  il  momento  della  posta,  la  caccia  serale 
al  passo,  (piando  le  oche  dal  mare  vengono 
alla  palude  in  cerca  di  cibo.  La  nostra  truppa 
componesi  di  tre  cacciatori,  due  uomini  di 
scorta  e  il  cocchiere.  Mi  nascosi  fra  i  giunchi 
su  una  prominenza,  due  cacciatori  ai  fianchi 
ma  molto  scostati,  uno  dappresso,  Dal  Nero  in 
calessino  a  mezzo  chilometro  di  distanza.  11 
cielo  era  sereno,  limpidissimo,  brillava  d'inso- 
lita luce  la  costellazione  dell'Orsa  Maggiore, 
lontano  lontano  il  cupo  rombo  del  mare,  una 
di  (ptelle  notti  d'inverno  delle  quali  solo  i  climi 
meridionali  hanno  il  privilegio,  non  tirava  vento, 
l'umidità  penetrava  nel  mio  abito  e  mi  scor- 
reva un  brivido  per  l'ossa.  Quell'isolamento, 
quella  taciturnità,  l'ora  m'ingolfarono  nella 
percezione  tormentosa  del  passato:  i  ricordi  di 
una  gioventù  ordita  di  sogni  e  di  speranze,  le 
infauste  delusioni  che  la  schiantarono,  l'alta 
sventura  che  ha  tollerato  il  mio  cuore,  la  con- 
siderazione che  da  vario  tempo  mi  aggirava 
Ira  queste  arie  metitìclie,  regno  delle  febbri  le- 
tali, la  carità  dei  miei  Genitori,  il  conforto  di 
poche,  ma  provale  amicizie,  la  pace  della  mia 
home,  il  diletto  dei  miei  studi,  tante  e  così 
svariate  memorie  rattristavano  il  mio  pensiero. 
Per  scuotermi  scambiai  alcune  parole  col  cac- 
ciatore, quando  udimmo  un  fruscio  d'ali  spe- 
dito, fu  un  volo  di  morette  che  quasi  ci  stri- 
sciarono sulla  testa,  poi  un  secondo,  poi  un 
terzo  e  via  via,  ma  l'ordine  era  il  tiro  alle 
oche,  non  poteva  trasgredirlo.  D' intorno  l'acqua 
veniva  agitata  dal  piombare  delle  anitre  e  grida 
e  liscili,  rimanere  spettatoli  inerti  era  un  vero 
tormento,  <■  in  quel  tormento  ho  passata  un'ora, 
(piatilo  eterna  quell'ora  !    È  pur  vero  che  la  du- 


rala ilei  tempo  si  misura  dalle  impressioni  che 
ci  colpiscono:  mi  è  volata  in  un  baleno  tutta 
lina  vicina  notte  nel  Casino  di  Sassari  in  quella 
festosa  ospitalità,  tra  quelle  Donne  dai  modi 
squisiti,  dagli  occhi  stellanti,  tra  quei  nobili 
Sardi,  nei  (piali  ogni  gesto,  ogni  discorso  svela 
L'influsso  del  loro  clima,  (pianto  più  lunga  è 
questa  sola  ora  in  maremma!  Il  cacciatore 
sonnecchiava,  manna  forte  detonazione  ci  scosse, 
sentii  tirarmi  la  l'alila  del  vestito  e  sussurarmi 
<•  i  CCO    le    «clic  ». 

Girai  l'occhio,  nulla  vidi,  sentii  però  (pici 
grido  particolare:  chec,  cine,  elice  farsi  sempre 
più  chiaro  e  distinsi  una  nuvola  oscura  che  si 
avvicinava:  una  dozzina  di  oche.  Tirammo  i 
«piatto  colpi,  due  tonti  in  acqua  e  poco  dopo 
un  terzo.  Il  cacciatore  accorse  e  ne  raccolse 
due,  che  si  dibattevano  nell'agonia,  l'altra 
sbattendo  l'ali  s'involò  fra  le  canne.  Mi  sono 
impossessato  di  due  stupendi  soggetti  dell'Oca 
granaiola.  Sparammo  replicatamente  ad  altri 
due  branchi,  ammazzando  però  un  solo  maschio. 
La  notte  avanzava,  erauo  le  dieci,  la  mano 
mi  si  irrigidì  sul  fucile,  mi  colsero  la  stan- 
chezza ed  il  freddo,  diedi  fiato  al  corno  per 
chiamare  a  raccolta.  Presso  la  carrozza  trovai 
i  due  cacciatori,  i  quali  mi  attendevano  e  mi 
consegnarono  altre  tre  oche,  che  avevano  uc- 
cise. Sciolsi  la  compagnia  e  tornai  col  Dal  Nero 
a  Oristano,  arrivandovi  a  mezzanotte  intronati 
dai  gridi  delle  anitre.  Feci  l'inventario:  Sei  oche. 
cinquantasette  fra  anitre  e  folaghe,  una  trentina 
di  beccaccini,  frullini,  pavoncelle,  una  beccac- 
cia, un  coniglio,  due  lepri  :  ecco  la  preda  di 
questa  impressionante  e  faticosa  giornata! 

La  Gallina  prataiola,  questo  saporito  selva- 
tico, oltreché  nelle  Puglie  e  in  Sicilia  abbonda 
discretamente  in  Sardegna  e  predilige  i  con- 
torni d'Oristano,  ove  vive,  in  branchi  di  trenta 
e  piìi  individui  ove  staziona,  ove  nidifica;  nella 
rimanente  Italia  è  rara,  di  passo  regolare  nel- 
l'autunno o  nel  verno.  Ha  lento  il  volo,  il  nero 
più  o  niello  intenso  si  avvicenda  col  bianco  e 
col  lionato  a  venderne  speciosa  la  livrea:  abi- 
lissima alla  corsa,  salvasi  spesso  dall'  insidia 
colla  fuga  e  rende  così  difficile    l'avvicinarla. 

Un  giorno  che  cacciava  nei  piani  depressi  e 
acquitrinosi  dello  stagno  di  Santa  •  ìiusta  le  l'n 
uno  dei  tanti  giorni  nei  quali  ebbi  la  ventura 
di  ammirare  i  costumi  bizzari  di  pescatori  dalle 
faccie  abbronzate,  dalle  forme  atletiche,  di 
pastori  ravvolti  nelle  pelli  e  incappucciali,  di 
donne  colle  ceste  in  testa  di  legna  affascinata; 
un  nuovo  mondo  che  retrocedeva  lamia  fantasia 
lontano  lontano  in  altri  temili,  in  altri  luoghi) 
vidi  un  gruppo  di  circa  quaranta  Otarde  minori. 


ui.wii     ORNI  i n  <> 


79 


La  guida  mi  disse:  «sodo  Pidragias  •  •.  che 
è  il  nome  sardo  e  aggiunse  :  «non  si  abbordauo». 

Ricordai  allora  un  metodo  già  adoperato  in  Al- 
geria, e  volli  applicarlo  anche  qui.  Diressi  i  ca- 
valli al  galoppo  in  maniera  da  formare  un  angolo 
acuto  col  punto  dove  si  trovavano  gli  uccelli  e 
senza  perderli  di  vista,  lusingandomi  che  si  na- 
scondessero nel  folto  dell'erbe,  come  aveva  letto 
avvenire.  Ma  tristo  ohe  rimanevano  immobili, 
cangiai  tattica  ed  a  trecento  metri  ili  distanza 
descrivemmo  un  cerchio,  restringendolo  gra- 
datamente per  chinderli  nel  mezzo.  Neanche 
questo  partito  portò  l'effetto  ;  nel  secondo  giro 
uno,  poi  due,  indi  tutti  si  levarono  a  tardo 
volo  per  rimettersi  ad  un  chilometro  di  di- 
stanza sopra  un'altura.  Tre  volte  replicammo 
il  tentativo,  tutte  tre  volte  con  pari  insuccesso; 
mi  accorsi  però  che  era  sistematico  il  loro  tra- 
sferimento  da    questa    a    quella  località,    sempre 

presso  a  poco  le  stesso.  Famoso  strategico, 
mutai  piano  di  battaglia:  le  canne  non  man- 
cavano, appiedai,  e.  occultato  di  presso  al  sito 
donde  erano  partite,  commisi  alla  guida  di  re- 
carsi a  cavallo  dietro  il  branco  là  dove  erasi 
rimesso  e  con  abili  e  pazienti  mosse  rilevarlo, 
dirizzandomelo  incontro.  «Ho  inteso  l'ordine 
di  Vossignoria  »,  fu  la  risposta  e  s'involò.  Da 
un  pertugio,  che  aveva  aperto  nel  mio  agguato, 
sorvegliava  queste  otarde  ad  occhio  nudo, 
prima  tranquille  e  accovacciate,  dopo  qualche 
tempo  agitate,  a  rincorrersi,  finalmente  levarsi, 
dirigendosi  al  primitivo  punto,  precisamente 
ove  io  era  nascosto  ;  passarono  a  trenta  metri 
e  due  caddero  estinte  dal  mio  piombo.  Udii 
uno  strepitoso  battere  d'ali  simile  al  suono  di 
un  filo  metallico  vibrato  dal  vinto,  e  questa 
volta  si  perdettero  nelle  nubi.  I  due  esemplari, 
spellati  colla  solita  accuratezza  da  Dal  N'ero, 
arricchiscono  la  mia  Collezione. 

Il  giorno  dopo  mi  riportai  sul  sito;  aveva 
divisato  di  fare  l'esperimento  della  vacca  ar- 
tificiale per  accalappiarne  altre  :  un  piano  stu- 
pendamente immaginato  e  industriosamente  ap- 
parecchiato; sogni  dorati,  che  dileguarono  per 
una  semplicissima  ragione:  mancarono  le  otarde: 
la  storia  del  famoso  intingolo  di  lepre  che  un 
cuoco,  per  quanto  capace  egli  sia,  non  sa  ac- 
conciare se  non  ha  il  lepre  !  ! 

I  tordi,  segnatamente  il  bottaccio,  invadono 
l'isola;  negli  oli  veti,  nel  bosco  ceduo,  negli 
alti  fusti  trovansi  dovunque  ;  spaventati  si  al- 
zano a  centinaia  per  rimettersi  davvicino:  si 
uccidono  col  fucile:  le  reti,  gli  altri  sistemi  di 
aucupio  ponno  dirsi  ignoti  in  Sardegna.  All'a- 
spetto, la  sera  quando  vengono  ad  appollaiarsi, 
è    la  caccia,   che   prediligono   gli     isolani. 


Siede  Sassari,   ridente  citta,   nel  cenilo  di   uno 

sterminato  bosco  di  giganteschi  olivi  :  si  parte 

sul  tramonto  in  allegra  brigata,  lo  schioppo  ad 
armacollo,  alla  cintura  una  trentina  di  cartue- 
cie     e     l'impermeabile     arrotolato    sulle    spalle. 

indivisibile  compagno  in  un  clima  spesso  umido 
in  questa  stagione  e  si  mpre  incostante.  Va- 
riato,  pittoresco  il  panorama;    il  glauco  degli 

alberi,  0  si  confonde  0  licitino  nasconde  l'az- 
zurra volta  del  cielo:  lontano,  lontano  il  maro 
di  l'orto  Torres  corona  e  contermina  mug- 
ghiarne l'infinito  orizzonte:  variato  pine  il  sen- 
tiero su  nuda  balza,  su  viottolo  montano. 
Frequente  è  1'  incontro  di  pastori  che  recansi 
a  passare  la  sera  in  città  in  carretto,  a  ca- 
vallo, a  piedi,  nei  nazionali  costumi  colle  Imo 
donne  dai  corsetti  a  color;  diversi,  ina  sempre 
brillanti  e  dagli  occhi  fulgenti,  e  cani,  e  man- 
die  di  pecore,  che  ingombrano  la  via.  Ma  voi 
dovete  proseguire  il  cammino,  non  curanti  che 
di  giungere  in  fretta  ove  l'uliveto  si  all'olla  ; 
la  via  principale  fu  abbandonata  da  un  pezzo; 
da  una  proprietà  privata,  scalando  muretti  di 
contine  costruiti  a  siero,  siete  passati  in  una 
seconda,  in  una  terza  fra  gli  sterpi,  sulle  spine 
dei  fichi  d'India,  sempre  avanti:  l'ansia  di 
giungere  a  tempo,  il  continuo  tzik,  tzik  dei 
tordi  vi  metton  l'ali  al  piede.  Finalmente,  ec- 
coci giunti!  Sotto  un'annosa  pianta  o  dietro 
un  cespuglio,  col  guardo  vagante  sugli  olivi 
dattorno  ad  attendervi  i  sopravvenienti.  Il  sole 
declina,  cominciano  gli  spari,  aumentano,  di- 
venta un  fuoco  nutrito  di  fila.  Il  colpo  è  dif- 
ficile :  al  ramo,  attesa  la  tinta  verdognola  del 
tordo  confondentesi  con  quella  delle  foglie  del- 
l'olivo; al  volo,  quasi  impossibile  per  la  grande 
rapidità:  ostacola  in  entrambi  i  casi  l'incerta 
e  scarsa  luce.  Spesse  volte  un  tordo  dà  celere 
la  rassegna  alla  lunga  stilata  dei  cacciatori,  e 
Ira  la  salva  dei  molteplici  tiri,  prosegue  inco- 
lume e  s'invola,  destando  il  generale  stupore. 
Abbenchè  ai  soli  esperti  sia  dato  raccogliere. 
e  di  rado,  una  dozzina  di  prede  e  i  più  deb- 
bano accontentarsi  di  una  o  due  ogni  sera,  il 
convegno  dei  cacciatori  è  numeroso. 

Il  complesso  attrae,  affascina  ;  piacevolissimo 
poi  è  il  ritorno  aggruppati,  così  i  racconti 
delle  singole  avventure,  e  l'ingenua  ostinazione 
di  tutti  nell' affermare  la  propria  abilità,  con- 
trastata da  particolari  accidenti.  La  buona  com- 
pagnia del  doti.  Ignazio  l'iras  Solinas.  un  per- 
fetto gentiluomo,  un  apprezzato  amico,  del 
quale  e  della  leggiadra  sua  Dama  non  dimen- 
ticherò mai  l'accoglienza  festosa  e  cordiale,  lar- 
gamente mi  compensò  del  risultalo  di  quota 
parlila   di    caccia   ai   tordi,    che   forse   anche  per 


80 


atlanti;  orni  kh.ogico 


hi  notte  nebbiosa  e  fredda,  si  compendiò  in  un 
unico  colpo,  che  rese  vittima  un  novero  mer- 
lotto! D'altronde,  i  ioidi  sono  grassi,  bene 
pasciuti  «li  mirto  e  di  ginepro,  saporitissimi  e  io 
feci  un  bel  tratto  (forse  non  volontario)  di  ca- 
valleria lasciandoli  tutti  ;i  disposizione  dei  mici 
linoni  ospiti  di  Sassari. 

Ina  seconda  prova  la  tentai  a  Osilo,  il 
paese  rimarchevole  pei  ricchi  abbigliamenti 
delle  donne. 

Partimmo  da  Sassari  in  carrozza,  ciano  meco 
Dal  N'ero,  l'auriga  cuna  guida.  Per  via  quest'ul- 
tima si  rivolge  a  Dal  N'ero  e  gli  dice:  «  Sci 
veronese,  ti  conosco»  Dal  Nero  strabilia.  «Molto 
spesso  ti  vidi,  prosegue,  e  ammirai  i  tuoi  uc- 
celli >>.   l'ai   Nero  scoppia  dalla  curiosità. 

Allora  gli  spiega  che  aveva  prestato  servizio 
nella  Cavalleria,  che  era  stato  di  guarnigione 
a  Verona  e  ricordava  quei  tempi  felici  del  suo 
(lassalo.  Questo  simpatico  giovinotto,  più  ma- 
gro del  veni,  ci  confessò  che  trascinava  una 
vita  di  tartaruga  inutile  e  misera  colla  pesca 
vagantiva  <•  che  si  era  risolto  a  recarsi  nelle 
miniere  d'  Igloias  per  migliorarla,  se  gli  sarà 
concesso.  La  caccia  fu  fortunata  per  la  presa 
di  dodici  lordi,  ma  le  mancò  il  contorno  esi- 
lararne e  poetico:  la,  compagnia  dell'amico 
l'iras  Sali  il  as  e  l'allegro  cicaleccio  del  ritorno. 

11  racconto  delle  mie  caccie  in  Sardegna  è 
finito;  lo  suggello  ringraziando  i  linoni  Amici, 
che  col  consiglio  e  gli  aiuti  agevolarono  il  mio 
compito  ed  esprimendo  la  riconoscenza  più 
viva  al  mio  caro  Vittorio  Dal  Nero,  il  fido. 
L'inseparabile  compagno  nelle  ardite  avventuro 
delle  mie  escursioni   ('). 

Quanti  aneddoti  avrei  potuto  narrare,  se  non 
avessi   temuto  di  rendermi  lungo  e  noioso  ! 

Quando,  percorrendo  a  cavallo  quelle  ster- 
minate lande,  per  chilometri  e  chilometri  af- 
fano deserte,  incontravamo  brigate  più  o  meno 
numerose  di  paesani,  pur  essi  montati  ed  ar- 
mali tino  ai  denti,  che  appena  ravvisati  ci 
muovevano  incontro,  rispettosamente  salutan- 
doci e  ci  dicevano:  «Fa  buon  viaggio,  hai  un 
po'  di  tabacco?»  io  rispondevo  spiacente  di 
non  avere  L'abitudine  e  tiravo  innanzi  il  più 
delle  volte  seccato,  ma  Dal  Nero,  abbenchè 
astemio  anch'esso,  si  all'iettava  a  tornirli  di 
sigari  toscani,  dei  quali  precauzionalmente  te- 
ueva  piene  le  tasche  e  non  appena  s'erano  al- 
lontanati con  alia  trionfale,  dicevami  :  <•  Anche 
questa  è  passata  ». 


i  Noi  Giornale  /--'  Provincia  di  Padova  dol  marzo*aprile 
1901    ho   parlato   diffusamente  delle  Caccie    al  Cervo    al 

Chi^liiale,   al    Mulìmir  r\<. 


E  quella  notte,  l'ultima  di  carnovale,  che 
passeggiavamo  oziando  la  deserta  piazza  di 
Oristano  e  fummo  avvicinali  da  Ire  pescatori 
clic  ci  dissero:  «  Eh  !  venite  a  liere  la  Vernac- 
cia! ».   I.i  seguimmo,  era    buio  pesto;    a    poca 

disianza  ci  fecero  entrare  in  una  cantina  sot- 
terranea, ove  erano  radunate  altre  persone  e 
chiusero  dietro  a  noi   la  porta   a   catenaccio. 

Si  dovette  tracannare  qualche  bicchiere  del 
vino  prelibato  e  fra  gli  evviva  vollero  ricon- 
durci in  piazza.  Dal  Nero  replicavami  il  ritor- 
nello :   «  Anche  questa  è  passata  !  ». 

In  famiglia  si  volle  festeggiare  il  nostro  ri- 
torno in  una  brigatella  d'intimi  amici:  mio 
Padre  chiese  a  Dal  Nero  quale  fu  l'occasione 
più  emozionante  del  viaggio.  N'ebbe  hi  pronta 
risposta:  «  Non  posso  dirle  la  più  emozionante, 
ma  posso  assicurarla  che  la  più  ricreante  fu 
quella  di  sentirmi,  non  con  uno.  ma  con  tutti 
due  i  piedi  nel  ritorno  sul  porto  di  Civitavec- 
chia !  ». 

.Ma  basta;  mi  manca  1'  ardire  di  sommini- 
strare altre   dosi   del   mio   sonnifero   ai   lettori. 

Finalmente  a  titolo  di  curiosità  cito  la  Cac- 
cia che  si  pratica  ai  Falchi  col  (Info  reale, 
metodo  che  ora  si  usa  più  che  altro  in  Ger- 
mania e  (die  nei  tempi  nudali  fu  in  grande  onore 
in  Francia  ed  in  Italia.  Allora  si  usava  invi- 
schiare dei  grossi  rami  d'albero,  ed  i  Rapaci, 
i  Corvi,  le  Cornacchie,  che  accorrevano  ad  am- 
mirare il  Gufo,  se  ne  impiastravano  cosi  Le 
ali  da  cadere  a  terra  impotenti  a  volale,  e  in 
tal  modo  divenivano  facile  preda  del  cacciatore 
nascosto  nelle   vicinanze. 

Oggidì  invece  si  fabbrica  una  capanna  dili- 
gentemente nascosta  e  fornita  di  spiragli  per  po- 
ter cacciare  fuori  il  fucile  e  si  ha  la  cura  di  sce- 
gliere unalocalità  bene  aperta  e  sforni  la  di  alberi, 
il  cacciatore  vi  colloca  vicino  un  albero  morto 
e  coi  rami  senza  foglie  o  pianta  la  capanna 
nei  pressi  di  quello,  il  Gufo  è  legato  su  di 
una  crocetta  alta  circa  mezzo  metro  e  si  porta 
sul  luogo  in  una  gabbia  scura.  Se  non  lo  si 
ha  vivo,  si  usano  anche  uccelli  preparati,  ma 
ciò  è  meno  attraente  pei  Rapaci  o  meno  di- 
vertente pel  cacciatore.  In  tal  modo  si  uccidono 
in  gran  copia  Averle  maggiori.  Corvi,  Ghian- 
daie e  Rapaci  di  ogni  genere,  eccetto  Le  Alha- 
nellc  le  (piali  non  sembrano  ventre  al  Culo  che 
sul   far  di    scia. 

I  Culi  giovani  sembrano  più  adalli  perchè  piii 
vivaci,  pili  attenti  e  quasi  terrorizzali  all'at- 
tacco del  Falco,  mentre  i  suggelli  vecchi  sono 
quasi  indifferenti  e  si  portano  presso  le  ca- 
panno (piando  s'avvicina  il  nemico.  1  Rapaci 
tentano   colpire   il   Gufo  sulla  schiena,  di  ferirlo 


\  I  L  v\u-.    ORNI  rOLOGH  0 


SI 


cogli  artigli  e  talora  gli  colano  così  dappresso 
che  non  si  possono  accidere  senza  tema  ili  ro- 
vinare il  Grafo.  In  tal  modo  si  catturano  Astori, 
Nibbi,    Pojane,   Aquile;  sembra    però    che   gli 


A  \  voltoj  non  si  lascino  tentare  dalla  presenza  del 
fililo  reale.  K  una  caccia  assai  divertente,  ma 
poco  usata  chi  noi  pella  grande  difficoltà  di  pro- 
curarsi i  Gufi  ('). 


Classificazione  degli  Uccelli. 


Si  chiama  Tassonomia  o  sistema  quella  parte 
della  Biologia,  clic  cerca  di  dividere  L'insieme 
degli  esseri   viventi   in  raggruppamenti. 

Il  raggruppare  idealmente  degli  esseri  dicesi 
classificare,  il  risultato  del  classificare  chiamasi 
classificazione,  e  i  raggruppamenti, che  risultano, 
diconsi  classi  (in  significalo  generico)  o  (jritjijii 
o  assembramenti,  si  classifica  in  base  a  qualità 
degli  esseri  classificati  e  tali  qualità,  di  cui  ci 
serviamo,  diconsi  genericamente  caratteri  che 
significa  segno,  impronta  (Ficaxbi). 

Gli  uccelli  noti  si  aggirano  circa  sulle  tredi- 
cimila specie  e  naturalmente  si  dovettero  di- 
videre in  gruppi  morfologici,  tale  fatto  si  chiama 
classificazione  ornitologica.  Nel  coordinarli  si 
ricorse  ai  caratteri  esterni  ed  interni,  cercando 
(pianto  piti  era  possibile  di  rendere  logici  quoti 
gruppi.  Noi  includiamo  il  complesso  di  tutti 
gli  uccelli  noti  nella  sottoclasse  Uccelli  (Aves) 
compresa    nella    classe    dei   Sanropsidi  (SAUROP- 

sida),  che  è  formata  dai  Elettili  e  dagli  Uccelli.  La 

sui  rodasse  è  divisa  in  «  ordini  »,  questi  in  «fa- 
miglio ».  le  famiglie  in  «  generi  »,  i  generi  in 
«  specie»;  quando  le  famiglie  sono  parecchie 
si  raggruppano  in  un  «  sottordine  »,  più  sot- 
tordini in  «  sezioni  »,  le  famiglie  in  «  sotto- 
famiglie »,  i  generi  in  «  sottogeneri  ».  Il  con- 
cetto di  «  specie  »  fu  introdotto  nelle  scienze 
biologiche  da  i  • .  lìay  (inglese,  n.  162.S,  in.  170E  . 
che  fu  il  primo  a  precisare  i  gruppi,  a  usare 
un'esatta  terminologia  e  a  prendere  per  base 
della  classificazione  zoologica  l'Anatomia.  Una 

specie  zoologica,  è  un  «  gruppo  di  organismi  vi- 
venti, die  differiscono  soltanto  per  caratteri 
incostanti  e  sessuali  -,  questa  la  definizione; 
possiamo  dire  che  la  specie  nel  vero  senso  della 
parola  non  esiste,  ina  ebe  noi  raggruppiamo 
sotto   questo   nome   soggetti    clic   presentano   in- 

ter  se  gli  stessi  caratteri,  tanto  interni  chi' 
esterni,  cioè  l'insieme  di  quelle  cose  che  pre- 
sentano le  stesse  qualità,  ovvero  che  hanno 
iìiler  se  qualità  comuni,  che  possono  pro- 
durre individui    simili    tra    loro,    i    (piali    alla 


loro  volta  sono  fecondi.  Alle  piccole  variazioni 
dipendenti  da  abitudini,  ambiente  di  vita,  lo- 
calità od  altro  clic  emanano  da  un  ceppo  pros- 
simo e,  se  non  del  tutto,  nel  complesso  costante 
e  al  (piale  si  connettono  con  individui  intermedi] 
si  diede  il  nome  di  «  sottospecie  »,  adottando 
la  dicitura  trinomia.  Oggidì  però  si  moltipli- 
cano così  le  distinzioni  sottospeciliehe  da  in- 
generare gravi  confusioni,  rendendo  meno  serie 
le  ricerche  scientifiche.  E  si  proposero  nomi 
differenti  per  indicare  le  varie  modificazioni, 
che  la  specie  tipo  subisce  nei  varii  paesi  e  si 
fissarono  caratteri  troppo  fantastici  e  di  lieve 
momento.  «  La  qual  cosa  a  parer  mio  (2)  non 
si  può  coscienziosamente  intraprendere,  perchè 
queste  modificazioni  passano  impercettibilmente 
dall'una  all'altra,  e  per  infiniti  piccolissimi 
cambiamenti  si  svolge  e  si  sviluppa  una  catena 
composta  di  una  quantità  di  piccoli  anelli  tutti 
tra  loro  collegati  ».  Ed  una  gran  parte  di  queste 
moderne  distinzioni  furono  talora  stabilite  su 
di  un  solo  soggetto,  confrontandolo  con  qual- 
che altro  analogo  di  provenienza  molto  distan- 
ziata,  senza  porre  attenzione  che  nei  paesi   ili- 


ci   A    Olii    Volesse    IlKlL'lii'Ui  ci , •  1 1 IJ H 1  ì  sulle   valli-    cat'l 

sicriio  lo  seguenti  opere:  Sforzino  da  Carcano,  F.,  Tre  libri 
degli  Uccelli  da  preda,  nei  quali  iti  contiene  la  vera  ■ 
Umt  dell'arte  de?  Stroeeieri,  12.°  Venezia,  1687  e  \-2."  Vi- 
cenza, ltì-"-;  Schlegel  et  Verstor  v.  Wulverhorst,  Traile  de 
Fauconnerie,  in-tol.  max.,  avec  17  piche,  dont  14  ooloriées, 
Leiden,  imi  1853]  Payne-Gallwey,  R.,  il,,  Fowleì  in  Ir. 
(1882);  Bacchi  della  Lega  A..  Cacete  e  continui  degli  Uccelli 
Silvani  (1892);  Maophereon,  II.  A.  Hiet.  >  1897); 

(miiì  r..  cnrri,i.  Falconeria,  Uccella — u   (1901);  UillaisJ.G. 
The   Hi/./  Fowlet  in  Scottano",  (1901),  et  e.    Riguardo  ai   libri 
ohe  trattano  Balia  Falconeria    si   imi.,  dire   ohe  abbiamo   lina 
vera  biblioteca;  Schlegel  nel  buo  classico   Praia    &u  l  i 
nerie  (1853)  enumera  157  lavori  scritti  in  diciannove  lingue  e 

l'Harting  nella   sua  Kibliotheca    I pitraria  (1891),   che  è  m. 

paziente  ed  eruditi.  Catnloeo  dei  lil.ti  antichi  e  moderni  re- 
lativi alla  Falconeria,  quota  IV me  numero  di  ;;7s  pubbli- 
cazioni in  argomento.  A  i|uost'nltimo  lavoro  rimando  illettore, 
che  irolesse  approfondire  le  mi.  cognizioni  in  proposito;  rie- 
weirà  interessante  anche  per  eli  italiani,  nmlti  dei  -inali  pro- 
babilmente ignorano  ionie  imi  pure  abbiamo  una  Biblioteca 
Aecipitraria,  che  comincia  da  Brunetto  Latini  (147-1)  e  con 
tinna  -tini  ai  giorni  nostri. 

t3)  M.  Pai  LUCCI,  Fami.  Malaeol.  Calabro,  p.  78  (1879). 


Atlante  ornitologico,  —  l'arte  1 


li 


SI' 


vi  I  \\  ih    ORNITOLOGICO 


termedi  si  potevano  trovare  i  vari  anelli  di 
coDgiunzione  e  senza  riflettere  che  è  colle  grandi 
serie  che  si  devono  stabilire  le  specie.  Se  molti 
Naturalisti  tenessero  a  mente  il  comune  detto  : 

■■  No  being  on  tln's  earthly  ball 
ls  like  another,  ali  in  ali.  » 

noi  non  avremo  a  lamentare  tante  suddivisioni 
specifiche  in  gran  parte  insussistenti,  fondate 
sulle  parole  jiare,  sembra  ed  altre  analoghe  e 
che  mettono  in  non  lieve  imbarazzo  il  sistema- 
tico d'  ogni  paese. 

Per  la  natura  generale  e  ristretta  del  mio 
lavoro,  io  non  posso  fare  uno  studio  partico- 
lareggiato e  tipico  sulle  varie  classificazioni 
mano  mano  proposte  dagli  Autori,  e  mi  limi- 
terò solo  a  citare  le  principali  dai  primi  tempi 
sino  ai  giorni   nostri. 

ARISTOTILE  (350  anni  prima  dell'Era  Volgare) 
nella  «  Storia  degli  animali  »  divise  gli  uccelli 
in  due  grandi  gruppi  :  a)  Uccelli  dalle  dita  dis- 
tjiniite;  b)  Uccelli  dalle  dita  rìwaite  e  poi  po- 
nendo attenzione  al  cibo  che  mangiano  .  alla 
conformazione  del  piede,  del  becco  od  altro, 
ne  fece  otto  gruppi,   cioè  : 

1.  Gampsonyches,  corrispondenti  ai  nostri 
Rapaci. 

'1.  Scolecophaga,  corrispondenti  agli  Oscines 
o  Cantori,  eccettuati  il  Cardellino,  il  Lucarino 
e  pochi  altri  detti  Acanthopìiaga  e  costituenti 
il  31J  gruppo. 

4.  Senipophaga  o  Picchi. 

5.  Perìsteroidi  o  Piccioni. 

6.  Schizopoda  o  Trampolieri. 

7.  Steganopoda  o  Palmipedi. 

8.  Barca  o  Galline. 

Aristotile  col  suo  mirabile  libro  può  bene 
chiamarsi   il  «  Padre  della  Zoologia  ». 

Plinio  (1°  secolo  dell'  Era  Volgare)  nella 
sua  «  Historia  naiuralis  »  adottò  in  parte  la 
classificazione  d'Aristotile,  in  (pianto  riguarda 
la  stinti  ma  dei  piedi,  ma  s' interessò  vivamente 
dell'ambiente  nel  (piale  gli  uccelli  vivevano. 

Divise  gli   uccelli   nei  seguenti  tre  gruppi  : 

a)  «  Uccelli  dalle  unghie  uncinate  »  —  i 
Rapaci. 

b)  <•  Uccelli  dalle  unghie  lunghe  e  ro- 
tonde »  -  i  Gallinacei  o  coi  piedi  larghi, 
piatti  e  del  tutto  palmati,  come  le  Anitre  e 
gli  acquatici  in  generale. 

e)  Gli  Uccelli  non  palmati  e  che  hanno 
potere  di  canto,  li  chiamò  Oscines,  suddividen- 
doli in  Alili*  cioè  di  grande  statura  e  collo- 
candoli parte  i  Pappagalli  egli  Uccelli  imitatori. 
Pur    riconoscendo   il   grande    merito  di    Plinio, 


dobbiamo  dire  che  il  suo  celebrato  lavoro  ha 
più  valore  letterario,  clic  scientifico.  Da  Plinio 
tino  a  Pietra  Beton  poco  o  nulla  troviamo  in 
fatto  di  classificazione. 

Pietro  Belon  (')  divide  gli  uccelli  in  sei 
ordini  : 

n)   Rapaci  diurni  e  notturni. 

b)  Uccelli  di  ripa  coi  piedi  nuotatori. 

e)  Uccelli  di  ripa  coi  piedi  non  nuotatori. 

d)  Uccelli  di  campagna,  che  fauno  il  nido 
a  terra. 

e)  Uccelli  che  non  hanno  stabile  dimora, 
ma  vaganti. 

/)  Uccelletti    che    nidificano  sulle  siepi  e 
nei  boschetti. 

Ulisse  Aldrovandi  (2)  nel  primo  volume 
della  sua  grande  opera  parlò  degli  «  Uccelli 
che  vivono  di  rapina  »,  indi  dei  Pappagalli,  dei 
Corvi  e  degli  Uccelli  arlini  posti  poi  da  Linneo 
nel  suo  ordine  delle  Piche  ;  nel  secondo  tomo 
trattò  dei  «Granivori»,  degli  «Onnivori»,  dei 
«  Verniivori  »,  dei  «  Baccivori  »  e  dei  «  Can- 
tori »,  chiamò  «  Polveratori  »  i  Granivori  che 
amano  spolverarsi  :  nel  terzo  volume  infine  si 
occupò  dei  «  Palmipedi  »  e  degli  Uccelli  di 
Ripa  ». 

WiLLUGHHY  (J),  avendo  a  compagno  di  studi 
e  di  ricerche  il  Ray,  divise  gli  Uccelli  in  due 
grandi  categorie  a)  Uccelli  terrestri  —  b)  Uc- 
celli acquatici  e  quelli  in  a1)  uncungues  (un- 
ghie e  becco  adunchi)  e  a')  reotungues  (uli- 
gine e  becco  diritti),  gli  uncungues  in  «  frugi- 
vori», distinguendoli  come  statura  in  «grandi», 
in  «  piccoli  »,  in  «  medi  »  ,  i  rectungues  furono 
suddivisi  in  riguardo  alla  forma  e  struttura 
del  becco,  la  natura  del  cibo  ed  il  colore  della 
carne  ;  da  ultimo  stabilì  due  gruppi  di  Uccelli 
acquatici,  cioè  i  «palmipedi  che  nuotano»,  e 
quelli  delle  rive  o  che  se  ne  stanno  non  lon- 
tano dalle  acque,  dividendo  questi  e  quelli  in 
piii  sezioni,  delle  quali  diede  le  chiavi  carat- 
teristiche. 

Carlo  Linneo  (1707-1778)  può  ritenersi  il 
fondatore  della  Storia  Naturale  nel  senso  mo- 
derno della  parola,  ed  il  suo  tempo  assunse 
fisonomia  così  speciale,  che  si  foggiò  all' im- 
portanza di  periodo  e  fu  chiamato  «  Epoca 
Linneana  »,  essa  va  dal  1735  al  INDO  e  com- 
prende anche  i  lavori  di  Daubenton,  Brisson, 
Buffon,    Patinilo    eie.    lutti    basati    più   o   meno 


l'i  o/wrr.  </l-  pinti  siati,  trmiv.  en  Grece,  Arie,  Znd.Parìs, 
1553  o  Hiat.  ilr  In  imi-  dea  Oie.  1555  o  Pourtr,  d'Oya.  etc. 
Paris,  1559. 

O  Biat.  \iiinniiuini.  in  Lfl'vol.  Murili  miil'U  Decolli  com- 
parvero tra  il  1590  <•<!  il  1603. 

(')  Ornitholog.  Iil>     :.   t.ondini,  1676,  in  Ibi. 


vi  I.  ivi  1     ORMTOI.OGIi  0 


sul  pintio  lamicano.  La  Bua  grande  gloria  con- 
giste nell'aver  «lai <>  ordine  al  caos  che  regnava 
a  quei  tempi,  e  nell'aver  mostrato  che  an  nome 
non  era  una  definizione.  Egli  segui  il  piano  Wil- 
lughby-Ray,  migliorandolo  notevolmente  quan- 
do se  ne  dipartì  :  può  considerarsi  il  fondatore 
della  dicitura  binomia;  nella  quale  hawi  due  no- 
mi, il  primoè  il  generico,  il  secondo  lo  specifico, 
cioè  'l'urtili*  viscivorus,  Turdus  significa  il  nome 

ilei  genero  ossia  del  piccolo  gruppo  cui  l'uc- 
cello appartiene,  viseivorus  indica  quale  specie 
è  esso  del  genere  del  Turdus.  Ciò  è  simile  al 
nome  di  battesimo  ed  al  cognome  di  un  nonni, 
solo  die  il  cognome  deve  nominarsi  pel  primo 
nel  tipo  ornitico. 

La  prima  edizione  della  sua  opera  principe,  da 
lui  chiamata  Systema  Naturae, apparve  nel  17:;."., 
ma  quella  cui  si  riferivano  iu  generale  gli  Au- 
tori era  la  dodicesima  che  comparve  nel  1766 
o  la  XIII  '  edita  nel  1788  a  Lipsia  sotto  la 
cura  di  Gio.  Federico  Gmelin  ;  ora  il  punto  di 
partenza  pella  priorità  del  nome  vien  dato  dalla 
X  (1758).  Nel  metodo  di  classificazione  seguì 
in  gran  parte  il  piano  Willughhy-Ray,  che, 
come  dissi,  migliorò  d'assai,  stabilendo  i  se- 
guenti sette  ordini   (ed.   1735)  : 

1.  Accipitres  —  Uccelli  a  becco  uncinato, 
vi  iucluse  anche  i  Pappagalli  (Uccelli  di  Preda 
e  Pappagalli). 

2.  Piene  —  Piche,  uccelli  colla  mandibola 
superiore  compressa  e  convessa  (Uccelli  .Mosca. 
Upupe,   Corvi). 

3.  Macrorhgnchae  —  Macrorinchi,  uccelli 
dal   becco  molto  lungo  ed  appuntito  all'apice. 

-1.  Anseres  —  Oche,  uccelli  col  margine  la- 
terale delle  mandibole  fornito  di  dentellature. 

5.  Scolopaces  —  Beccacele,  uccelli  col  becco 
cpiasi  diritto. 

6.  Gallinae  —  Galline,  uccelli  col  becco 
curvato  a  volta. 

7.  Passeres  —  Passeri,  uccelli  col  becco 
conico  ed  appuntito. 

Nelle  ulteriori  edizioni  del  suo  lavoro  abolì 
i  Macrorinchi  e  li  riunì  agli  Seolopaces,  for- 
mando il  così  detto  ordine  delle  Grallae  o 
Trampolieri. 

Linneo  adottò,  in  complesso  per  classificare, 
i  caratteri  delle  forme  senza  escogitare  il  si- 
gnificato di  essi  e  nemmeno  il  concetto  di  clas- 
sificazione, se  ne  togli  quello  di  specie,  questa 
rappresentando  per  lui  le  unità  primordiali  ed 
invariabili  del  complesso  dei  viventi  ed  il  si- 
stema dovendo  alla  fine  arrivare  a  denominare 
ed  elencare  queste  singole  opere  uscite  dalle 
mani  del  Creatore.  Linneo  in  generale  si  con- 
tentava  di    prendere    (piale    baso    uno  o  pochi 


caratteri  comi'  si  sia  e.  a  seconda  di  essi,  ripar- 
tire  in  gruppi    i    viventi.   Il  su lodo  fu  dello 

a  ragione  metodo  artificiale. 

Buffon  (')  pubblico,  con  L'assistenza  di  Gue- 

neail    de    Montbeillard.    la    -na    --tenia    Naturale, 

ove  sebbene  seminasse  spregiare  ogni    idea  di 

classificazione  regolare,  pure  lascio  un  monu- 
mento letterario  imperituro.  Tei  primo  ebbe 
qualche  idea  della  Distribuzione  Geografica  de- 
gli Animali  e  sulla  variabilità  della  specie,  in 
contrasto  con  le  vedute  di  Linneo,  che  la  lite- 
in  \  :i    costante. 

MOEHRING  ()  divise  gli  Uccelli  in  (piatilo 
classi  : 

1.  Hymenopodes,  [menopodi,  cine  Uccelli 
colle  tibie  piumate,  coi  piedi  coperti  da  una 
membrana  sottile  e  con  alcune  dita  collegate 
(  Passeres  e  Piene). 

2.  Dermatopodes ,  Dermatopodi,  cioè  ec- 
celli colle  tibie  piumate,  coi  piedi  coperti  di 
una  cute  coriacea  e  rugosa  (Accipitres  e  Gal- 
Unni). 

3.  Brachypterae,  Brachitteri,  cioè  Uccelli 
colle  tibie  seminude  e  le  ali  inette  al  volo 
(Struzzi.   l>iili.   Otarde). 

i.  HydrophyUie,  Idrofili,  cioè  Uccelli  colle 
tibie  seminude  e  l'integumento  tarsale  fornito 
di  una  cute  molle  e  coriacea  (Orbi  e  Trampo- 
lieri linneani). 

M.  A.  Brisson  (3)  diede  anzitutto  gran  peso 
al  fatto  se  le  dita  erano  o  no  collegate  in  tutta 
la  loro  estensione,  poi  alle  dimensioni,  fin  ina 
e  figura  del  becco,  alla  sua  nudità  alla  base. 
al  tarso  nudo  o  piumato,  alla  distribuzione 
delle  dita  etc.  e  ne  formò  26  ordini  così 
chiamati. 

Ordine  1.°  (Colitmbae). 

»  2.°   (Gallinae). 

»  3.°  (Accipitres). 

»  4.°  (Corvus,    Pica,    Uteri  e  Uccelli  del 

Paradiso  ptni.). 

»  5.°  (Lanius,   Turdidae,   Cotingae). 

»  6.°  (Buphaga,  Stumus). 

»  7.°  (Upupa,  Promerops). 

»  8.°  (Gaprimulgus,   Hìrundo). 

»  9.ù  (Fringillidae). 

»  10.°  (Alauda,  Motacilla,  Panisi. 

»  11.0  (Sitta). 

»  12.°  (Gerthia,  Uccelli  Mosca). 

»  13.°  (Picus,  Psittacits,    Tucanus). 

»  14.°  (Rupicola,  Merops,   Alcedo). 

»  15.°  (Struthio,   lìln'ii.   Oasuarius). 


(')  Hist.  iiat.  ginér.  et  partirvi.  1749-1770. 
(■')  Ariani  genera,  Bremae,  1752, 

(■•I  limiti,. ,1.  inm.  e    Paris,   1760. 


84 


Al  I.WI  I.    ORNITOLOGICO 


Ordine  16.°  {Ctis,   Cìiwadrius,  Haematopus) 
>>      17.'  [Vanellus,  Tringa,  Platalea,  Ardea, 

Porphyrio). 
»     18.°  (Gallinula,   FuUca). 
»      19.°  (Podieeps). 
»      20.     {Uria,    Fratercula,   Alca). 
»     21.    (Spìtenisous,  Oolymbus). 
»      22.°   (Diniiictlea). 
»     23."  [Liirit/ac.  Sternidae). 
»     2i."  (Merganser,  Anser,  Arias). 
»     25.°  {Phalacrocorax,  Peleeanus). 
»      2(>."   (Phoenicopterus,   Becureirostra). 

11  lavoro  di  Brisson  è  certamente  di  grande 
merito,  considerato  come  di  ornitologia  descrit- 
tiva ;  ma  dobbiamo  osservare  che  le  sue  cono- 
scenze si  limitavano  però  soltanto  ai  dettati 
dei  libri  ed  alle  parti  esterne  del  corpo  degli 
Uccelli.  Nella  moderna  sistematica  non  si  ac- 
cettarono i  nomi  specifici  del  Brisson,  quantun- 
que la  sua  opera  sia  posteriore  alla  X  ed.  del 
Systema  naturae,  pel  l'atto  che  non  è  Autore 
di  regola  binominalista  ;  sono  però  general- 
mente usati  i  nomi  generici  da  lui  proposti, 
cosa  che  seguii  io  pure. 

G.  C.  Schaekfer  (')  divise  gli  Uccelli  in 
due  grandi  famiglie. 

a)  Nudipedi,  cioè  Uccelli  colla  tibia  se- 
minuda. 

b)  Plumipedi,  cioè  Uccelli  colla  tibia  del 
tutto  piumata  ;  suddivise  quelli  {Nudipedl)  in 
sette  ordini,  il  primo  dei  quali  pello  .Struzzo 
[Fissipedi  didattili),  il  secondo  pegli  uccelli 
simili  allo  Struzzo  e  pei  Trainpolieri  a  tre  dita 
(Fissipedi  tridattili),  gli  altri  ebbero  pure  per 
base  il  numero  delle  dita  e  la  forma  delle 
loro  membrane.  Divise  i  Plumipedi  in  undici 
ordini,  regolandosi  oltre  che  sui  caratteri  enun- 
ciati anche  sulla  forma  del  becco,  il  primo  chia- 
ino  col  nome  di  Fissipedi  isodattili  e  vi  com- 
prese i  Rampicanti;  scisse  in  otto  ordini  i  due 
liuneaui  dei  Passeri  e  delle  Piche. 

Scotoli  (2)  studiò  l' integumento  dei  tarsi 
(podoteca)  e  separò  gli  uccelli  in  due  grandi 
divisioni,  cioè  quelli  che  presentano  : 

«)  Tarsi  (da  lui  detti  Tibie)  reticolati. 
b)  Tarsi  (Tibie)  scudettati. 

Scisse  ciascuna  di  esse  in  nuove  suddivi- 
sioni e  queste  in  ordini,  mantenne  quello  lin- 
neano  delle  Galline  e  vi  comprese  i  Colombi, 
chiamò  Breripedi  le  Rondini  ed  affini,  assem- 
brò i  Buceri  ed  i  Tucani  ai   Rapaci. 


LESKE  (;|  segni  Linneo,  fondando  l'ordine 
degli  /  ocelli  ad  ali  piccole  coi  Brachitteri  di 
Moehring. 

LATHAM  (  )  agli  ordini  Linneani  aggiunse 
quelli  dei  Colombi,  degli  Strussi  e  dei  Pin- 
natipedi. 

Ilnwni  bre  (J)  distribuì  gli  Uccellini  dodici 
cliixsi,    mise    i    Colombi   colle   Galline,    lasciò   le 

Rondini  coi  Passeri  linneani. 

(imitino  Cuvier  (l)  non  solo  tenne  a  base 
indiscussa  i  caratteri  delle  forme,  ma  iniziò  per 
così  dire,  la  critica  dei  caratteri  stessi.  Egli 
insegnò  che  i  caratteri  per  classificare  non  de- 
vonsi  scegliere  a  caso,  come  faceva  Linneo;  ma 
che  vanno  prima  vagliati  e  poi  considerati,  e 
stabili,  ciò  che  chiamo  la  subordinazione  dei 
ai  intieri  e  questi  distinse  in  dominatori  e  su- 
bordinati; servono  i  primi,  disse,  a  stabilire 
i  gruppi  maggiori  e  gli  altri  via  via  per  quelli 
minori.  Insegno  inoltre  che  ì  caratteri  non  de- 
vono essere  soltanto  esterni,  ma  contemplare 
ogni  parte  dell' organismo,  l'intiero  essere; 
quindi  ecco  l'Anatomia  comparata,  che  deve 
considerarsi  la  base  della  classificazione  ed  in  ciò 
consiste  il  grande  progresso,  che  Cuvier  porlo 
alla  sistematica.  Egli  seguì  il  piano  Linneano, 
però  abolì  l'ordine  della  Picae  ed  adottò  quello 
dei  Rampicanti  (Qrimpeurs)  proposto  da  Brisson, 
collocando  le  rimanenti  Picae  nei  Passeracei.  E 
nel  suo  successivo  e  grande  lavoro  (6),  basan- 
dosi sui  caratteri  del  becco  e  dei  piedi,  divise 
gli  uccelli   in   sei  grandi   ordini,   cioè  : 

a)  Oiseaux  tic  proie,  Rapaci  con  due  fami- 
glie :   a    -  Rapaci  diurni,  a    -  Rapaci  notturni. 

b)  Passera ii. e,   Passeracei   con    quattro    fa- 
miglie : 

1.  TJentirostres,  Denti  rostri  (becco  intaccato  sui 
lati  dell'apice:  Lanius,  Tanagra,  Tur  dm,  Syl- 
via, etc. 

2.  Fissi rostres,  Fissirostri  (becco  eorto,  largo, 
senza  inlacco,  fesso  profondamente:  Rondini, 
Rondoni,   Succiacapre,   eie). 

3.  Oonirostres,  Conirostri  (becco  forte,  più  o 
meno  conico  e  non  intaccato  :  Allodole, 
FriNGILLLDAE,  Storni,  Corvi.  Uccelli  del  Pa- 
radiso,  etc). 

-1.  l'ciniirtisircs,  Tenuirostri  (becco  debolo,  al- 
lungato, diritto  o  curvato,  senza  intacco: 
Bitta,  ('iiiliia.  Uccelli  Mosca,  Upupa,  l:)ii- 
iiiachiis.  etc.)  cui   tiene  dietro  la  piccola  di- 


1790. 


(l)  Avfemgtgr.  dei   Waturgeich.  Lipsia,  177U. 

i  |  Qen.  >i".  ttf  Birds,  Lumi.  17S1  e   Index   Orn.  Londinl, 


(')  1  litri"! .  in/  li>*t_  uni.  Pragae,  1777. 

Iti'  i'l.     I  hintli"!      [{ali  -lmu:ii\     1771. 


i  »   l'ur>i<i.  un  ili.  jmrt.  Ornith.,  Parìa,    L701 
ri   i  uiii.  ilfm.  dea  a  ninni  u.i.  Paris,  L798 
/,'.  jn,  Alimi.  Bruxelles,  voi.  i  '.  1836. 


ATLAN  I  !      ORNI ".!'  " 


85 


\  ieione  dei  Syndaeiyles,  sin, intuii  (dito  esterno 
subeguale  al  mediano  e  riuniti)  allo  stesso 
sino  alla  penultima  falange:  Mrropn.  Aleeilo. 
Buceros,  etc.). 

e)  Olimpi  ni*.   Rampicanti. 
<ì)  Gàllinacés,  Gallinacei. 

ii    Evhassiers,  Trampolieri,  suddivisi  nelle 
famiglie  seguenti  : 

1 .  Brévipennes,  Brevipenni  [Stmthio^asuarius  \. 

2.  Pre88vro8tres,   Pressirostri    (Otarde,  Pivieri, 
Owriama). 

3.  Oultirostres,  Cultirostri  (Gru,   Aironi.  Cico- 
gne,  Spatole). 

I.    Longirostres,  Longirostri  (Ibis,  Cliiurli,  Bec- 
caccini,  Piovanelli,   Avocette). 
."p.   Macrodactyles,    Macrodattili  (Folaghe,    Bah 
l'ulne.  Gallinelle  d'acqua). 
Collocò  in  line  ai  Trampolieri,  come  tipi  d'in- 
certa sede,  i  generi  Ghionis,  Glareola  e  l'Imi  - 
nieopterus. 

f)  Palmipédes,  Palmipedi,  con  quattro  fa- 
miglie : 

1.  Plongeurs,  Tuffatori    (Svassi,    Alche,    l'in- 
guini). 

2.  Longipennes,  Longipenni  (Procellarie,  <  -:i  1  ■- 
biani,   Diomedee). 

:'..    Totipalmes,  Totipalmati  (Pellicani,    Maran- 
goni,   Pillili*'. 

4.  Lamellirostres,   Laniellirostri   (Anitre,   Oche. 
Cigni.   Smerghi). 

Il  metodo  Cuvierano  e  ([Hello  della  sua  scuola 
furono  di  grande  importanza  per  la  classifica- 
zione sistematica,  e  tale  epoca  (1800-1860)  è 
nota  sotto  il  nome  di  «  periodo  Cuvierano  », 
cui  fa  seguito  il  così  detto  «  periodo  Evolu- 
zionista ».  Ed  il  fatto  che  la  classificazione  del 
Cuvier  fu  lungamente  adottata,  quasi  sino  ai 
nostri  giorni,  si  deve  principalmente  all' essere 
stata  seguita  da  Roberto  Gray  nel  suo  celebre 
lavoro  «  The  Genera   of  l'.irds  ». 

Lacepkdk  (')  divise  gli  Uccelli  in  sottoclassi. 

que8te  in  divisioni,  suddivisioni  ed  ordini  :  le 
due  sottoclassi  sarebbero  corrispondenti  alle 
due  dello  Schaeller  e  gli  ordini  sono  circa  qua- 
ranta; distinse  gli  Struzzi  dai  Casoari  e  fece 
sei  ordini  pei  soli  Rampicanti. 

Blumembach  (*)  segui  il  metodo  Linneano, 
ma  divise  lo  Piene  in  tre  ordini,  detti  dei  Le- 
riroslri,  dei  Picchi  e  dei  Cornei  e  formò  un 
online   anche  pegli   Struzzi. 

Miii'Kii  &  Wolf  (s)  pure  seguirono  il  metodo 
Linneano,  ma  fondarono  1' ordine  dei  Colombi, 


distinsero  le  Pica*  in  due  ordini,  dando  valore 
ai  caratteri  del  becco,  Inno  detto  ilei  Cornei 
e  l'altro  dei  l'ieilii.  l'ondarono  pelle  Rondini 
quello  dei  Chelidonii,  chiamarono  Cantori  i  ri- 
manenti l'asserì  linneani  e  le  Anserei,  Natantes. 
li. i.n ai:  (')  riunì  in  un  solo  ordine  tutti  i 
Rampicanti  e  così  fece  per  tutti  i  Corridori. 
Chiamò  Baptvres  i  Rapaci.  Ambulatores  i  Pas- 
seracei ,   Grallatores  i  Trampolieri,   Basores  le 

Oche. 

Egli  deve  calcolarsi  il  fondatore  della  No- 
menclatura purista  e  diede  intatti  eccellenti 
caratteri  diagnostici  dei  generi  e  delle  specie, 
determini»  con  speciali  nomi  scientifici  le  varie 
partì  esterne  degli  Uccelli,  Spiegandone  esat- 
tamente  il  significato. 

Ti  mmim'K  (2)  ammise  tredici  ordini  europei, 
suddividendo  in  tre  ordini  le  l'ime  linneane 
(N.  2,  5,  6)  e  pure  in  tre  quello  dei  Passeri 
(X.  3,  1.  7).  in  due  le  An8eres,  ammise  quello 
dei  Colomlii  e  l'altro  degli  Uccelli  Corridori. 
Ecco  i  suoi   ordini  : 


1. 
2 

:;. 

4. 


Ordine   Bapaees,  Rapaci. 

»        Collins.    Coracie    (Gorws,  Bomby- 

cilla,   Orioli/*,  etc). 
»         Ciianleiirs.  Canori  (TCEDIDAE,  Svi.- 
VI1DAK.    MoTACII.LIDAe). 

Passi  reau.r.  l'asseracei  (Ai.aididae, 
Parus.    Emberiza,   Passer,    etcì. 
5.       »       Grini jiiins ,    Rampicanti    (GueuUis, 

l'i,  iis.   Bitta,  etc). 
fi.        »        Alei/ons,  Alcioni   (Alcedo,  Jlerops). 

7.  »        Ghélidons,  Chelidoni  (Mirando,  Oyp- 

sei as,    Caprini ulgus). 

8.  »       Pigeons,  Colombi  (Oohimba,  Twrtii/r), 

9.  »        Gàllinacés,  Galline  (comprende  an- 

che il   gen.    Tu  mix). 

10.  »        Coureiirs.    Corridori    (Otis,    Cliara- 

drius,    Ciiisoriiis). 

11.  »       Grolle» ,  Trampolieri. 

12.  »         Pinantipèdes,     l'innatipedi    i  l-'nlira. 

l'Iinìaropiis,    Podiceps). 
18.        »         Palmi/iiiles,    Palmipedi. 

E  nella  nuova  edizione  del  suo  Manuale  (') 
ananise  sedici  ordini  sul  vecchio  piano  sistema- 
tico, ne  crei)  però  tre  di  nuovi  ;  e  oltre  gli  Eu- 
ropei, contemplò  in  generale  anche  gli  Uccelli 
esotici.  Questi  sono  i  nomi  delle  sedici  sud- 
di\  isioni  : 


I1)   Tabi.  d.  mammif.  rt  .'e*  ot».,  Paris,  1798. 

('-)  Handb.  ■>.  Natvjrgesch.  Gofctingen,   L803. 

(3)  Tasch.  deviseli.  v'ógelkuncU     Frank.   A.  M.,  1 810. 


(')  Prodromi'*'  Byti.  Manin:    et    Ivivm,  Berillio,  1811. 
i  i   Man.  d'Orntt.  Amsterdam.  1815. 

i  i   !/..„.  d'Orn.  '.'.'il    Paris,  1820-40. 


86 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


I ."  i  ardine  Rapaces,  Rapaci 

_."       »     Omnivores,  Onnivori  =  Coraees. 

3.°       »      Tnseetivores,   Insettivori. 

4.°       »     Granivores,GrTaiiìvovi=:Passereaux. 

5.         ■>      Zygodactyles,  Zigodattili     \  Grim- 

6.°       »     Anisodaetyles,  Anisodattili  (  peurs 

7.  »     Alcions  \').  Alcioni     -  Alcyons. 

8.  »      Ohelidons,  Chelidoni. 
il."       »      Pigeons,  Colombe. 

10."       »      Gallinacea,  Galline. 

11."       »      Alectorides,  Alettoridi.  =  Gralles, 

partim. 
12.°       »     Coureurs,  Corridori. 
13.°       »      Gralles,  Trampolieri. 
14.  »      Pinnatipèdes,  Pinnatipedi. 

15."        »      PaVmipèdes,  Palmipedi. 
16.         »     Inertes,  Inetti  (Apteryx,  Dvonte). 

Il  manuale  del  Temminek,  sebbene  non  privo 
di  molti  difetti,  rimane  uno  dei  migliori  la- 
vori Bull' Ornitologia  Europea. 

De  Blainville  (2)  ammise  nove  ordini,  ba- 
sandosi più  elie  altro  sul  carattere  delle  intac- 
cature (echancrures)  dello  sterno,  carattere  già 
enunciato  da  Willughby,  ma  poi  abbandonato 
dai  successivi  Autori.  Questi  sono  i  nomi  dei 
suoi  ordini  : 

1.  Prehensores  =  Pappagalli . 

2.  Raptatores  =  Rapaci. 

3.  Scansores  =  Rampicanti. 

4.  Saltatores         Passeracei  con  due  sezioni  a) 

veri,  l>)  falsi,  questi  secondi  in  parte   ar- 
bitrariamente separati  dai  Rampicanti. 

5.  Giratores  =  Colombi 

6.  Gradatores  =  Galline. 

7.  Gwrsores  =  .Struzzi. 

8.  Grallatores  =  Trampolieri  /    con  quattro 

9.  Natatores  =  Palmipedi       )         sezioni. 

Questo  metodo  per  quei  tempi  fu  di  grande 
valore  e  gettò  le  basi  per  studi  ulteriori  e  più 
vasti . 

Vieii.lot  (')  adotlò  cinque  ordini  liuneani, 
riunendo  i  due  delle  Pieae  e  AeiPasseres  nell'  u- 
nico  detto  dei   Sylvani  (Silvani). 

15.   MERREM   (')  studiò  accuratamente  la   ca- 


(')  Neil' edizione  del  1815  è  scritto  llcyotu  <*  Binanti- 
ptdes  in  laogo  ili  Alciòni  e  Pinnatipèdet, 

(-)  Prodr.  d'une  douv.  classi!  dn  Bégn.  A  nini.  Journ.  de 
Phye.  LXXXXIII.  pp.  252-53,58,  59  (181B)  e  Bullet.  Soe. 
Phil.  Pari»  1816,  pag.  110. 

P)  Anali*,  ti' un*'  nouv.  Orn.  élém.  L816  i-  Wouv.  Diet. 
m»i.  Nat.  2a  ed.  art.  Ornithologie,  1818. 

(*)  XeBtam.  Byet.  Nat.  Aviinii.  dead.  BeroHnensi  pp.  287- 
859,   1812-13  Berlino,  lslii. 


renatura  dello  sterno,  ed  il  suo  tentativo  rappre- 
senta il  prillili  sforzo  latin  in  analogia  cogli  si udi 
moderni,  sebbene  alcune  delle  sue   divisioni  non 

si  possano  oggi  seriamente  accettare.  I  nomi  dei 
generi  sono  in  gran  parte  quelli  usati  da  Linneo. 
ma  ne  ommise  qualcuno  (Buceros,  Haematopus, 
Merops,  etc).  Chiamò  Aves  cauinatae  quegli 
Uccelli  che  presentano  una  carena  longitudi- 
nale e  Aves  ratitae  o  Ratiti  quelli  che  hanno 
lo  sterno  senza  carena,  cioè  gli  Struzzi  e  simili. 
Ed  i  primi  (Aves  caiunatae)  divise  in  aerei 
(Aves  aereae),  terrestri  (Aves  terrestres), 
acquatici  (Aves  aquaticae)  e  palustri  (Aves 
PALUSTREs)  coi  seguenti  ordini  o  gruppi  : 

I.   AVES  CARINATAE. 

1 .  .1  ves  aereae. 

A)  Rapaces  —  a)  Accipitres,  Vultur,  Falco, 

Sagitiarius. 

6)    Stri.,-. 

B)  Htmenopodes — a)  Chelidones: 

a)  Chelidones     nocturnae, 

Caprini  ubjus. 
h)  Chelidones    diuknae,  Hi- 
rundo. 
b)  Oscines  : 

a)  Oscines  conirostres  — 
Loria,  Fringilla,  Emberiza 
etc. 

b)  Oscines  tenuirostres  — 
Alauda,  Motacilla,  Lamine, 
Turdvs,  Paradisea,  Oriolus, 
Gorvus  .     siila    e     Certhiae 

PRT.    etc. 

G)  Mellisugae,     Trochilus,    Certhiae    e     Upu- 

pur    PRT. 

1>)  Dendrocolaftae,  Virus,   Yunx. 

E)  BREVILINGUES,    a)    Upupa  ;  6)   Ispida. 

F)  Levirostres,  a)  Bampìiastus;  b)  Psittacus. 

G)  Cocctges,   Guculus,    Bucco  etc. 

2.  Aves  terrestres. 

A)  Col  li  lidia. 

B)  Gallinae. 

3.  Aves  aquaticae. 

A)  Odontorhim  in  ;    a)  Boscades  —    Anas  ; 

b)  Mergus  ;  <•)   Phoenicopterus. 

B)  Platyuhynchi    —   Pelecanus,    Phaèthon  . 

I'IiiIiis. 

C)  Aptenodytes. 

1))  I'kin Aliai  i  -  :  a)  CEPPHI  — Alca,  Collimili 
PEDIBUS  l'M.MATIs  ;  6)  Podiceps,  Columbi 
PEDIBDS    LOBATIS. 

B)  Stenorhi m  hi. 

4.  Aves  palustres. 


\  1  I    INI  K     "UNI Tlll.iillll  (I 


*7 


A)  Hi  -in  "i  w  -.    a)    l'n  u  iridi  -  Rallus, 

Fulica,    l'arni:    V)    LlMOSCGAl     —     Xu- 

menius,  Scolopax,  Trmga,  Oharadrius, 
Eeeurvirostra. 

B)  Gkau.ak  :  (i)  Erodii  —  Ardeae  angue  in- 

termedio sellato  ;  6)  PeLABGI —  Cicouia. 
Mycteria,  Tantali  pbt.  Platalea  :  e)  GrE- 
iìaxi  —  Ardeae  ceistatae,  Gruea  etc. 

0)   0TI8. 

II.  AVES  RATITAE.  --  Struthio. 

Giiavenhorst  (')  divise  gli  Uccelli  in  dieci 
ordini  : 

1.  Spatriai  =  Accipitres. 

2.  I,i rirostri  (Tucani,  Buceri  e  Pappagalli). 

3.  C'araci  , 

4.  Picchi         ,    l'irac  linoeane. 

5.  Tciiiiirastril 

6.  Passeracci. 

7.  Gallinacei. 

8.  Struzzi. 

9.  Trampolini. 
IO.  Oche. 

C.  Ranzani  (2),  in  un'  opera  poco  nota,  imi 
pure  molto  esatta  e  di  indiscutibile  valore, 
sulle  orine  di  De  Blainville  e  di  Mei-rem  e  basan- 
dosi principalmente  sulla  carenatura  dello  sterno, 
divise  gli  Occelli  in  due  sezioni  ed  in  sette 
ordini  : 

a)  Uccelli  aventi  lo  sterno    non  carenato. 
Ordine  1.  Ratiti  (Eatitae). 

b)  Uccelli  aventi  lo  sterno  carenato. 
Ordine  2.  Galline  (Gallinae). 

»        3.  Rampicanti  (Scansores). 

»        4.   l'a sseri  (Passerei). 

»        5.  Rapaci  (Eapaces). 

»        li.  Gralle  (Grallae). 

»       7.  Nuotatoli  (Natatores). 

E  nello  stabilire  ciò,  studiò  i  caratteri  dei 
tarsi,  dei  piedi  e  delle  unghie,  della  positura 
del  corpo,  dell'impennatura  delle  tibie  etc. 

L'  Heemlniee  (;)  seguì  il  suo  maestro  De 
Blainville,  studiando  la  struttura  dello  sterno  e 
occupandosi  soltanto  di  ciò  nel  classificare  gliUc- 
celli  senza  curarsi  dei  caratteri  di  secondaria 
importanza  sin  allora  tanto  apprezzati;  in  questa 
considerazione  superò  di  gran  lunga  (pianto 
aveva  fatto  il  De  Blainville.  Come  il  Merrera  di- 
vise gli  Uccelli  in  due  glandi  gruppi  OlSEAl  \ 


Ch       I  ìigé  dot  tyttem.  natwrg.  Broslan,  1817. 
i'i  i;i>-m.  di  Zoologia,  tomo  III.  parto  1..  Bologna,  1821. 
(l)  Rech.  Min-  Pappar,  sttm.  dei  Oieeaux,  v t ti  Sor.  Lino,  di 
Parigi,  VI.  pp.  3-83  (1K27). 


NOEMAUX  e  OlSEAUX  i\n\lir\  t'aiinalar  e  Bo- 
titele di  Merrem).  Divise  gli  uccelli  normali  in 
trentaquattro  famiglie  cioè. 

1.  «  Accipitres  »         Accipitres,  Linnaeus. 

2.  «  Serpentain  Oypogeranus,    Illiger. 

3.  «  Chouettes  »  —   Strix,    Linnaeus. 

4.  «  Touracos  »  -     Opaetus,   Vieillot. 

5.  «  Perroquets  »  —  Psittaeus,  Linnaeus. 

6.  «  Colibris  »  —   Trochitiin.    Linnaeus. 

7.  «  Martinets  »  -     Oypselas,  Qliger. 

8.  «  Engoulevents  »    -        Gaprimuhjus,     Lin- 
naeus. 

9.  «  Coucons  »   -     Oucuhis,   Linnaeus. 

10.  «  Couroucous  »  —   Trogon,  Linnaeus. 

11.  «  Rolliers  »  -•    Oalgubis,   Brisson. 

12.  «  Guèpiers  »  -     Merops,   Linnaeus. 

13.  «  Martins-l'iclieiiis  »  —  Alcedo,  Linnaeus. 

14.  «  Calaos  »  -     linci  ras,  Linnaeus. 

15.  «  Toucans  »  -      Rhamphastos,   Linnaeus. 

16.  «  Pics  »  Ficus.   Linnaeus. 

17.  «  Épopsides  »  —   Epopsidex,   V'ieillot. 

18.  «  Passereaux  »  —  Passeres,  Linnaeus. 

19.  «  Pigeons  »  —   Columba,  Linnaeus. 

20.  «  Gallinacea  »  —  Gallinacea. 

21.  «  Tinamous  »  --  Tinamus,  Latbaiu. 

22.  «  Foulques  »  —   Fulica.    Linnaeus. 

23.  «  Grues  »   —   Grus,  Pallas. 

24.  «  Hérodions  »  --  Herodii,  Illiger. 

25.  «  Les  ibis    et  les   spatulos  »  (senza  alcun 
nome). 

26.  «  Gralles  »  --  Grallae. 

27.  «  Mouettes  »  --   Larits,   Linnaeus. 

28.  «  Pétrels  »  —  Procellaria,   Linnaeus. 

29.  «  Pélicans  »  —  Pelecanns,  Linnaeus. 

30.  «  Canards  »  —  Anas,  Linnaeus. 

31.  «  Grèbes  »  —   Podiceps,  Latliam. 

32.  «  Plongeons  »  —  Oolymbus,   Lathain. 

33.  «  Pingouins  »  —  ^4/c</,    Latliain. 

34.  «  Manchots  »  —  Aptenodytes,  Forster. 

L'ordinamento  delle  vario  famiglie  non  cor- 
risponde invero  alle  migliori  regole  della  uo- 
men datura,  ma  il  tentativo  dell'  Herminier  fu 
certamente  di  grande  valore  e  purtroppo  ri- 
mase frainteso  ed   in  gran  parte  ignorato. 

Poco  dopo  il  Nitzseli,  illustre  investigatore 
del  sistema  vascolare,  propose  (')  una  classi- 
licazione  basata  sugli  studi  deirilerminier,  ma 
ila  un  punto  di  vista  affetto  differente,  cioè 
basandosi  sulla  varia  struttura  che  presenta 
l'arteria  carotide.  Ecco  lo  specchietto  di  quanto 
egli  ebbe  a  stabilire;  tra  parentesi  misi  lo  fami- 
glie corrispondenti  dell' Herminier,  come  sono 
desunte  dal  Newton  (*). 


C)  Obeerv.  de  Avium  arteria  carotide  communi  (1329). 
t  i  ZHct  a)   Birdt,  Inti-od.  pag.  54  (1893-86). 


SS 


ATLANTE    iPI!M  1 li  ci 


I.  Aves  Carinatae  [Fi'  II.  «  Oiseanx  Normaux»]. 

.li  Aves  Carinatae  aereae. 

1.  Aecipitres  [L'H.  1.  2  partim,  3];  2.  Pas- 
seraio* [L' II.  18]  :  3.  Macroehires  [L'H.  ti.  7]  ; 

4.  Cuculidae    [L'H.  8,9,  10  (qu.  11.     li'   .' |  : 

5.  P«ci»ae  [L'H.  15,  16]  j  6.  Psiitacinoe  [L'H. 
.")]  :  7.  TApoglossae  [L'H.  13,  14,  17];  8.  Jro- 
phibolae  [L'H.  4]. 

U)  Aves  Carinatae  terrestres. 

1.  Columbinae  [L'H.  19]  ;  2.  Gallinaceae 
[L'H.  20]. 

0)  Aves  Carinatae  aquaticae. 
(1  ialine. 

1.  Alectorides  (=  Dìclwlophus  -\-  (His)  [L'H. 
2  partim,  20  partim];  2.  Gruinae  [L'H.  23]; 
Fulieariae  [L'H.  22];  -1.  Herodiae  [L'H.  24 
partim];    5.    Pelarci    [L'H.    24    partim,     25]; 

6.  Odontoglossi  (=  Phoenicopterus)  [L' IL  20 
partim];  7.  Limicolae  [L'H.  20  paene  omnes] . 

Palmatae. 

8.  Longipennes  [L'H.  27];  9.  Nasutae  [L'H. 
28];  10.  Unguirostres  [1/ IL  30];  11.  Stega- 
nopodes  [L'H.  29];  12,  Pygopodes  [L'H.  31, 
32,   33,   34]. 

II.  Aves  Ratitae  [L'H.  «  Oiseaux  Anomaux  »]. 

Il  Nitzsch,  come  si  vede,  oltre  la.  struttura 
dell'  arteria  carotide,  studiò  anche  la  gene- 
rale conformazione  degli  Uccelli  ed  in  questo 
punto  sta  il  distacco  delle  sue  ricerche  da 
quelle  dell' Herininier. 

Il  Gloger  (')  trattò  solo  dei  Passeracei,  di- 
videndo in  due  sottordini  i  suoi  Aves  Passe- 
rinae,  cioè  Passerini  cantori  (melodusae)  e  Pas- 
serini senza  apparato  del  canto  [anomalae)  ; 
per  primo  apprezzò  le  differenze  tra  Rondini  e 
Rondoni,  sicché  riunì  nel  suo  ordine  anche 
alcune  Picariae.  Sfortunatamente  tale  suo  la- 
voro rimase  incompleto. 

Il  Sundevall  ('),  prima  di  qualsiasi  altro 
Autore,  divise  gli  Uccelli  in  Altrices  e  Prae- 
COCES,  collocando  nella  prima  sezione  quelli  che 
nel  primo  periodo  di  età  vengon  nutriti  nel  nido 
dai  genitori  e  nella  seconda  gli  altri  che  sono 
atti  a  muoversi  ed  a  cibarsi  da  se,  non  ap- 
pena sgusciati  dall'uovo.  In  una  scala  orui- 
tica  da  lui  ideata  stallili  nel  primo  posto   i  l'as- 


seracei,  che  chiamò  VoVacres,  staccando  i  Tordi 
e  le-  Silvie  che  pose  nel  centro;  il  suo  lavoro 
è  informato,  come  al  solito,  alla  struttura 
estcriia  degli  Uccelli. 

Quantunque  questa  classificazione  semini  a 
prima  vista  assai  ragionevole,  pure  non  si  può 
adottare  seriamente.  Senza  dubbio  i  primi  Uc- 
celli (nano  Precoci  ed  i  più  moderni  Inetti;  e 
così  può  spiegarsi  il  fatto  di  tante  forme  in- 
termedie con  caratteri  differenziali  del  tutto 
validi.  Considerando  tali  circostanze  ('),  gli  Uc- 
celli vennero  così  divisi  in  riguardo  al  loro 
primo  sviluppo  : 

1.  Precoci  o  NIDI FUGAE — nascono  con  occhi 
aperti  ;  coperti  di  fitto  piumino  ;  atti  a  correre 
tosto  o  quasi  subito  ;  ed  aventi  una  tal  quan- 
tità di    tuorlo  a .issato  nel   loro  addome    da 

renderli  per  qualche  tempo  in  vario  modo  non 
bisognosi  di  altro  cibo:  —  Ratitae,  Crypturi, 
Gtaixinae,  Laridae,  Limicolae,  Pteroclidae, 
Grallae,  Anseres,   Pygopodes. 

2.  Inetti  o  NIDICOLAE.  - 

a)  Nidicolae  inferiori  —  alcuni  nascono  con 
occhi  aperti,  altri  ciechi  ;  coperti  di  piumino  o 
nudi  ;  incapaci  a  lasciare  il  nido  :  vengono  nu- 
triti dai  genitori  ;  quantità  di  tuorlo  molto  li- 
mitata: —  Spheniscidae,  Steganopodes,  Tu- 
binares,   Herodii,  Pelarci. 

/))  Nidicolae  superiori  nascono   allatto 

incapaci  a  muoversi  e  ciechi  ;  in  gran  parte 
nudi  e  vengono  per  un  lungo  tempo  nutriti  dai 
genitori  nel  nido,  il  tuorlo  essendo  stato  consu- 
mato prima  della  nascita:  —  Coi. UMBAE,  Stri- 
ci ss,  Accipitres,  Psittaci,  Coccyges,  Epopes, 
Halcyones,  Cypselqmorphae,  Pici,   Passeres. 

La  due  serie  a  e  0  sono  filogeneticamente 
parallele  ('). 

Bi.ytii  (J)  studiò  i  caratteri  del  gruppo  In- 
sessores  e  Raptokbs  di   Vigors    ed  in   questo 

rapporto     oltre     usare    i    caratteri     sino    allora. 

noti,  diede  speciale  importanza  all'  anatomia 
come  la  piit  sicura  base  di  classificazione;  e 
noi  dobbiamo  notare  che  le  ricerche  e  le  pro- 
poste del  Blytli  s'accordano  con  le  più  moderne 
conclusioni. 

BRANDT  (')  illustrò  il  gruppo  delle  Anseres 
(Linneo)   0    NATATORES     (Illiger),   considerando 

piii  che  altro  i  caratteri  osteologici ,  ammise 
gli  Urinatores    (Pinguini,  Alche,  Strolaghe  e 

Svassi),    riunì    i    PyGOPODF.8   e   gli    IMPENNES   ed 


Potutami.  Handb.  dir    Vaturg    dei     I  og     Europat'  a 
(1834). 

(')  Rcmdlingar  pp.  13-130  il«)6). 


i  i  Jenaiaeh.  Zeitschrift,  1870,    p.  385  e  Bromi,  Fhierreieh. 
I in    ,  p,  7U1. 

,   Newton,   Diciion,  <■/  Bird»,  pp.  10-11  (1893-1890). 
.  i    U.i.i.    Bist.    Vat.   Ni«   Siili»  II.   pp.  256-268,  ;si4-3 1 0, 
351-361,  420-426,  589-601]  III.  |>p.  70 

(*)  Beitràge  tur  Kenntnisi      ■    Yatttrg',  <ì.   V'igei  (1839). 


VTI.ANTK    lilìMliil.i»;[l  o 


89 


Assimilò  alle  Anseres  il  gen.  Podoa  e  Fulica, 
«■««sì  prossimi  ai  li  vii. in  vi.,  rivelò  infine  le  af- 
finità tra  i  Phalaropi  e  le  Tringae.   1   lavori  del 

Brandt    Mimi    i 1 1 1 1 » ■  n  ( : 1 1 1 1  i    per   avere   «3gli    lissato. 

quale  base  principe,  li-  ricerche  osteologiche. 
Il  Nitzm  ii  ('),  «li  cui  già  parlammo,  nella 
sua  mirabile  Pterylogi'aphie  propose  una  classi- 
ficazione basata  siigli  studi  pterilografici.  Di- 
vise gli  Accipitri  s  in  «  diurni  >>  e  «  notturni  ■■, 
ed  i  primi  in  tre  sezioni  «  Avvoltoj  del  .Mondo 

Nuovo»    «  Avvoltoj  del   Mondo  Aulico  »    e  fieli. 

Falco  «li  Linneo.  Divisi-  i  Passeres  («  Passeri- 
na*») in  otto  famiglie]  associò  nelle  Picariae 
le  seguenti  divisioni:  Mai  IROCHIRES,  CuCUUNAE, 
PlCIN  VI  ,  PSITTACINAE,  AmPHEBOLAJ  .  CaPRIMUL- 
i.invk.  TOD1DAE  e  Lipoglossae  ;  fece  della 
sottoclasse  Ratitae  (MeiTein)  l'ordine  dei  Pl.A- 
irsTERNAE  etc.  L'  opera  del  Nitzsch  fu  «Iella 
piti  grande  importanza,  e  possiamo  dire  che 
sulla  sistematica  è  imo  dei  migliori  libri  che 
siano  stati  scritti,  ma  purtroppo  come  di  tanti 
altri  è  un  lavoro  assai   poco  conosciuto. 

MiilXER,  il  grande  anatomico  tedesco,  stu- 
diò (')  gli  organi  del  canto  nell'ordine  dei  l'as- 
seracei,  che  divise  in  parecchie  tribù,  e  se  la  sua 
classificazione  oggi  non  è  piatici,  ciò  non  toglie 
che  egli  trattasse  l'argomento  molto  profonda- 
mente e  con  l'innata  perspicacia. 

Il  Cabanis  può  dirsi  l'ultimo  sistematico 
della  vera  scuola  Cuvierana.  Egli  (3)  seguì  le, 
ricerche  del  Mailer  sulla  siringe,  cui  aggiunse 
quelle  sul  differente  integumento  della  pianta 
laisi,  che  gli  sembrava  fosse  in  correlazione 
coll'organo  del  canto  e  del  numero  delle  re- 
miganti primarie,  che  crescono  sulla  «  manus  » 
ornitica.  Così  la  «  sottoclasse  degli  Insessori  » 
che  era  composta  di  tutti  gli  Uccelli  che  si  ap- 
pollaiano sugli  alberi,  eccettuati  quelli  di  Ra- 
pina e  le  Colombe,  fu  divisa  dal  Cabanis  in 
quattro  «  Ordini  »  cioè  : 

1.  Oscines  =  Oscines  (Miiller). 

2.  Clamatores  =  gran  parte  delle  Picariae 
(Xitzsch),  cioè  uccelli  con  piedi  di  struttura 
normale  e  di  tipi  molto  eterogenei  Inter  se. 

3.  Strisores,  cioè  uccelli  con  piedi  di  strut- 
tura anormale. 

i.  Scansores  =  Grimpeurs  (Cuvier)  e  Zygo- 
dacti/li  (Auct.). 

Il    Cabanis,   specialmente    con    l' istituzione 


CI  Pterylographie,  (1840). 

i  i   r,h.  die  bisher  vnbekan.  typUehen    Vertchieden.   der 
Sti/mmorgcme  der  Paeterinen,  4",  Berlin,  (1847r 

i  )    «irnitbolog.  Notizen,  Archic  fiir    Vfaturgeech,    XIII 
1,  pp.   186-256,  308-352  (18471. 


dell'i  li-dine  l  >-<  ini-,  lece  opera  «li  grande  valore. 

«■« iotevole  acume  calcoli»  caratteri  che  prima 

d'allora   ciano  rimasti   ignorali   o   negletti. 

Tralasciando  ora  molti  alni  sistemi  di  clas- 
sificazione proposti  «la  chiarissimi  Autori,  come 
il  Bonaparte,  il  Blanchard,  il  Wagner,  vengo 
senz'alno  all'epoca  così  detta  Evoluzionista, 
cominciando  dall'  Huxley. 

Questa  «plica,  detta  anche  darwiniana  dal 
principale  innovatore  e  caposcuola,  ebbe  prin- 
cipio nel  1858  e  perdura  ancora.  K  per  mag- 
giori ragguagli  sull'importantissimo  tema,  con- 
siglio di  leggere  gli  eloquenti  e  mirabili  capitoli 
del  Professore  Newton,  che  io  ho  specialmente 
Studiati  e  in  parte  riprodotti.  Non  è  qui  il 
luogo  di  entrare  in  dettagli  sulla  storia  del- 
l'Evoluzione: malo  storico  di  qualsiasi  bianca 
della  Biologia  deve  ricordare  la  fausta  data 
dell'  1  luglio  1858,  nel  «piai  giorno  furono 
per  la  prima  volta  comunicate  al  Mondo  scien- 
tifico le  vedute,  ora  così  celebrate,  di  Darwin  « 
di  Wallace  e  deve  pure  rammentare  che  verso 
la  fine  dell'anno  successivo  comparve  la  granile 
opera,  detta  1' «Origine  «Ielle  specie»  di  Carlo 
Darwin,  che  apportò  la  più  grande  rivoluzione 
del  pensiero  umano  nei  nostri  tempi  o  forse 
in  qualsiasi  altro  secolo  futuro.  La  gran  parte 
dei  biologi,  che  erano  imbevuti  di  altri  prin- 
cipi, furono  invero  e  naturalmente  incerti  ad 
abbracciare  la  nuova  dottrina,  ma  la  loro  esi- 
tanza fu  solo  naturale  conseguenza  «Iella  cautela. 
che  ammetteva  il  loro  metodo  scientifico.  Pochi 
erano  quelli  che  ritenevano  mirabile  pensiero 
l'idea  racchiusa  nella  nuova  frase  famigliare  «  se- 
lezione naturale  »;  ma  anche  quelli  che  avevano 
fino  allora  creduto  e  che  ancora  credevano  nel- 
l'assoluta santità  della  «specie  »,  tosto  compren- 
devano che  i  loro  diuturni  studi  avevano  subito 
un  cangiamento,  che  le  loro  vecchie  posizioni 
erano  minacciato  da  un  pericoloso  nemico  e  che 
per  sostenersi  dovevano  trovare  nuovi  mezzi  di 
difesa.  Molti  coraggiosamente  mantennero  i  loro 
principi,  e  per  essi  non  deve  esprimersi  alcuna 
parola  di  rimprovero.  Altri  pochi  pretendevano, 
quantunque  fosse  noto  il  contrario,  «die  essi 
avevano  sempre  parteggiato  per  la  nuova  fi- 
losofia, così  completamente  essi  assentivano  che 
ciò  fosse  del  tutto  filosofia  e  per  questi  anche  una 
sola  parola  di  rimprovero  sarebbe  troppo.  Altri 
ancora  con  seria  deliberazione,  come  tanno  gli 
nomini  che  desiderano  onestamente  la  verità  e 
null'altro  se  non  la  verità,  acconsentivano  in- 
tieramente o  quasi  del  tutto  ad  argomenti,  che 
essi  gradualmente  trovavano  irresistibili.  Ma 
lasciando  ila  parte  le  generalità  e  restringen- 
doci  a-  ciò  che  è  nostro  argomento,   non    vi   fu 


itl/iul,'  i>niitob>:tic<K  l'.n  l.     !. 


12 


90 


ATLANTE    OUN1TOLOI  ìli  ì(  > 


certamente  alcun  ramo  della  zoologia  come 
questo,  nel  quale  i  migliori  ingegni  e  di  con- 
seguenza i  più  eruditi  lavoratori  tosto  accet- 
tassero i  principi  dell'Evoluzione  dell'Ornito- 
logia e  naturalmente  l'effetto  sul  suo  progresso 
fu  nettamente  marcato  ed  essa  ricevette  un 
nuovo  indirizzo.  (ìli  Ornitologi  ora  compresero 
che  essi  avevano  qualcosa  dinanzi  che  era 
veramente  degno  di  investigazione.  Le  que- 
stioni <li  affinità  ed  i  dettagli  della  Distribu- 
zione Geografica  furono  affrontati  con  reale  inte- 
resse, al  cui  confronto  qualunque  studio  intrapreso 
sino  allora  sembrava  un  nonnulla  e  la  Classifi- 
cazione assunse  un  indirizzo  del  tutto  differente 
dal  passato.  Essa  era  stata  sino  allora  come  un 
artifizio  di  parole,  l'ingegnosa  successione  di  fi- 
gure in  un  bel  disegno.  D'ora  innanzi  essa  doveva 
rappresentare  invece  il  serio  studio  dei  lavori 
della  Natura  nel  produrre  gli  esseri  che  noi  ci 
vediamo  d'attorno  da  esseri  più  o  meno  dif- 
ferenti da  essi ,  che  erano  esistiti  nell1  età 
passate  e  che  erano  stati  i  genitori  di  proge- 
nie variate  o  variabili  —  i  nostri  confratelli 
dell'oggi.  Classificazione  fu  per  la  prima  volta 
qualcosa  di  più  che  il  significato  dell'  imma- 
ginazione. Non  che  essa  fosse  ora  priva  del 
suo  lato  immaginativo,  ma  la  inente  degli  no- 
mini cominciava  a  fissare  nella  fantasia  i 
tipi  originali  di  generi  o  di  famiglie  di  uccelli 
così  bene  caratterizzate.  Noi  potevano  anche 
oscuramente  discernere  alcuni  generali  caposti- 
piti da  cui  erano  discesi  interi  gruppi,  che  ora 
differiscono  stranamente  per  abitudini  e  per  ap- 
parenze ;  il  loro  discernimento,  cioè,  veniva 
aiutato  da  alcune  forme  isolate  che  ancora 
ritenevano  traccie  innegabili  di  strutture  pri- 
mitive.  Più  oscuramente    ancora   potevano  es- 


sere direttamente  ricercate  le.  idee  di  ciò  che 
doveva  essere  stato  il  primo  stato  Ornitico,  e 
ritornando  anche  alla  più  lontana  antichità  il 
patente  Ketliliano.  dal  quale  tutti  gli  Uccelli 
derivarono,  fu  imitato  entro  il  dominio  dell'u- 
mano pensiero.  E  rilevate  queste  e  consimili 
riflessioni,  o  sogni  come  alcuni  vogliono  ancora 
chiamarli  —  lo  studio  dell'Ornitologia  divenne 
più  arduo  e  più  serio;  ed  un  cambiamento  nel  ge- 
nere delle  ricerchescientifichesi  appalesò  tanto  vi- 
sibile, tanto  immediato  e  così  necessario  (Newton). 

Ammessa  come  verità  la  teoria  dell'  evolu- 
zione, ed  ammesso  come  verità  che  le  varie 
forme  dei  viventi,  nel  caso  nostro  animali,  de- 
rivino le  une  dall'altre,  noi  vediamo  «piale 
saia  l'ideale  delle  classificazioni,  che  allo  stesso 
tempo  rappresenterà  la  classificazione  la  più 
naturale;  l'ideale  della  sistematica  moderna  è 
che  le  classificazioni  rispecchino  le  filogenie,  e 
con  i  loro  diversi  gruppi  rappresentino  le  di- 
versi stirpi,  o  i  diversi  pìii/la  evolutivi,  delle 
quali  cioè  ciascuno  scompartimento  rappresenti 
un  raggruppamento  monofiletico,  mentre  l'in- 
sieme rappresenti  l'albero  genealogico  dei  phyla. 
In  altri  termini  l'ideale  della  sistematica  odierna 
è  che  le  classificazioni  siano  lo  specchio  del 
modo  come  si  è  svolto,  nei  suoi  tronchi,  rami, 
ramoscelli  e  fronde  l'albero  animale,  e  rappre- 
sentino nelle  singole  parti  e  nei  singoli  gruppi, 
i  singoli  tronchi,  ramoscelli  e  fronde  medesimi 
(Fiealbì). 

Nel  1867  il  Prof.  Huxley  pubblicò  la  sua 
celebre  «  Classificazione  degli  Uccelli  »,  della 
quale  dò  qui  per  sommi  capi  lo  specchietto 
schematico.  Secondo  tale  sistema  gli  Uccelli 
vennero  divisi  in  tre  grandi  ordini  e  questi 
in   sottordini,    gruppi,    famiglie,  etc. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


91 


ORDINE 


S(  )  I  l'ORDINE 


GRUPPO 


FAMIGLIA 


FORME 

IN  TKRMEOIE 


i.i.\i:i:i. 


Saururae,  Haeckel 
Ratitae,  Merrem 


I.  Cariiiatac-,    Mer-1.    Droiiiaeognathae 
rem 


II.  Schizognathae 


III.   Desmognathae 


IV.  Aogithognathae 


I.  Gruppo 

II.  Gruppo 

III.  Groppo 

IV.  Gruppo 

V.  Gruppo 


1.  Charadriomorphae 

2.  Geranomorphae 

3.  Cecomorphae 


4.  Spheniscomorphae 

5.  Alectoromorphae 

6.  Turnicomorphae 

7.  Pteroclomorphae 

8.  Heteromorphae 

9.  Peristeroiuorphae 

1.  Chenoraorphae 

2.  Amphiniurphae 

3.  Pelargomorphae 


4.  Disporoiuorphae 
(— Totipalme9,  tur.; 
St .-omi](i| >i hilcs.    l'ur. 

5.  Aetomopbae 

(       Raptores,    Cav.) 


6.  Psittaeomorphae 

7.  Cocoygoiuorphae 


1.  Tinamidae 

1.  Charadriidae 

2.  Scolopacidae 
1.  Gruidae 


2.  1,'allidae 

1.  Laridae 

2.  Procellariidae 

3.  Colymbidae 

4.  Alcidae 


1 .  Arcliaeopterix 

1.  Struthi.! 

1.  Rhea 

1.  Casnariufl 

2.  I  irouiaeus 
1.  Dinoinia 

1 .  Api 


Psophia,    Rhi- 

nochetus 
Otis,  Cariama 


1.  Auatidae,  con   l'a- 
lamedea 

1 .  Ardeidae 

2.  Ciconiidae 

3.  Tantalidae 


1.  Strigidae 

2.  Cathartidae 

3.  Gypaetidae 

4.  Gypogeranidae 


Gruppo  intermedio  : 
Celeomorpbae  (Picidae) 

Gruppo  1.  Cypselomor- 
phae 

Gruppo  2.  Coraconior- 
phae  (       Passeros) 


1. 

Coliidaè 

2. 
3. 

Mnsophagidae 

Cuculidae 

4. 

Bucconidue 

5. 
6. 

7. 

lìliamphastidae 

Capitonidae 

Galbulidae 

8. 

Alcedinidae 

9. 

Bucerotidae 

10. 
11. 
12. 

Upupidae 

Meropidae 

Moraotidae 

13. 

Coraciidae 

14. 

Trogonidae 

1. 

Trochilidae 

3! 

Cypselidae 
Caprimulgidae 

(Phoenicopterns) 


ATLANTI-:    ORNITOLOGICO 


La  classificazione  dell'Huxley,   fondata  prin-  Lo    Sclater   senni    i    lavori    dell'Huxley  con 
cipalmente    sulle   forme   del    palato,  segnò  un  notevoli    miglioramenti  ed  aggiunte,  ed   il  se- 
passo  importante  nella  Storia  della  Classifica-  guente  è  lo  schema  «Iella  classificazione  da  lui 
zione   ed    i    suoi    studi    furono    continuati    dal  proposta  (')  : 
G-arrod  e  dal  Forbes. 


Classe  AVES. 


Sottoclasse  CARINATAE. 


ORDINE 

SOTTORDINE 

FAMIGLIA 

I. 

Passeres 

I. 

Oseines 

a. 
b. 
e. 
<J. 
e. 
f. 
ih 
i. 

}• 

l. 
m. 
ii. 

0. 

1>- 
</• 
r. 
s. 
t. 

Turdidae 

C'iuclidae 

Sylviidae 

Paridae 

C'erthiidae 

Troglodytidae 

Motacillidae 

Mniotiltidae 

Hirundinidae 

Vireonidae 

Laniidae 

Ampelidae 

(  'oerebtdae 

Tanagridae 

Pringillidae 

Alaudidae 

Icteridae 

(  'orvidae 

II. 

Oligomyodae 

a. 

b. 
e. 
(1. 
i . 
/• 
9- 
i. 

Oxyrhampbidae 

Tvrannidae 

Pipridae 

(  'otingidae 

Phytotomidae 

l'iti  idae 

Pbilepittidae 

Eurvlaemidae 

Jll 

Tracheophonae 

a. 

b. 
e. 

Dendrocolaptidac 

Formicariidae 

Pteroptocbidae 

IV. 

Psendoscines 

a. 

b. 

Atricbiidae 
Menuridae 

II. 

Picariae 

1. 

Pici 

a. 

Picidae 

2. 

Cypseli 

a. 
b. 
e. 

Troohilidae 
i  !j  pselidae 
Caprimulgidae 

3. 

Anisodactylae 

a. 
b. 
e. 
d. 
e. 
/• 

g- 

(  ioli  idae 

ìlcedinidae 

Bnoeiotidae 

dpupidae 

Irrisoridae 

Meropidae 

Momotidae 

(')  The  Ibis  for  1880. 


ATI. asti:   (  h:\mtologico 


98 


ORDINE 


III.  Psittaci 

IV.  Striges 

V.  Accipitres 

VI.  Steganopodes 

VII.  Herodiones 


Vili.  OdontogloBsae 

IX.  Palamedeae 

X.  Anseres 

XI.  Coluiubae 


XII.  Pterocletes 

XIII.  Gallinae 


XIV.  Opisthocomi 

XV.  Hemipodii 

XVI.  Fulicariae 


XVII.     Alectoridos 


SOTTORDINE 


4.  Heterodactylae 

5.  Zygodactylae 


6.  Coccyges 


l'AMKil. IA 


i.  Todidae 

j.  Coraciidae 

l.  Loptosomidae 

ni.  Podargidae 

n.  Steatornithidae 

a.  Trogonidae 

a.  Galbulidae 

b.  Bucconidae 

e.  Rhamphaatidae 

d.  Capitonidae 

e.  Indioatoridae 

a.  Cuculidae 

6.  Musophagidae 

a.  Cacatuidae 

b.  Stringopidae 

e.  Palaeoruithidae 

d.  Psittacidae 

a.  Strigidae 

6.  \-:.innl  n 

a.  Falconidae 

b.  Cathartidae 

e  Serpentariidae 


e. 

Plotidae 

a. 
b. 
e. 

Ardeidae 

Ciconiidae 

Plataleidae 

Plioenieopterus 
Palamedeidae 

I.  Columbae 

II.  Didi 

a. 
b. 
e. 
d. 

Carpophagidae 
Coluuibidae 
Gonridae 
Didunculidae 

Pteroclidae 

I.      Peristeropodes 

a. 

b. 

Cracidae 
Megapodiidae 

II.    Alectoropode8 

a. 
b. 

Phasianidae 
Tetraouidae 

Opisthocomidae 
llcmipodiidae 

a. 

b. 

Rallidae 
Heliornithidae 

a. 
b. 
e. 
d. 
e. 
f. 

Aramidae 

Euryp.v.gidae 

Gruidae 

Psophiidae 

Cariamidao 

Otidae 

a. 
b. 
e. 


Fregatili:!. ■ 

l'iiarlhnntidae 

Pelecauidae 


d.     Phalacrocoracidac 


9i 


ATI.ANTK    ORNITOLOGICO 


ORDINE 

SOTTORDINE 

FAMIGLIA 

XVIII 

Liniicolae 

a. 

b. 
e. 
(ì. 
e. 
/■ 

Oedicnemidae 

l'arridae 

Cbaradriidae 

Cbionididae 

Tbinocoridae 

Scolopacidae 

XIX. 
XX. 

Gaviae 
Tubili  ares 

Laridae 
Procellaridae 

XXI. 

Pygopodes 

a. 

b. 

Colymbidae 
AU'idae 

XXII. 

XXIII 

Impennes 
Crypturi 

Spbeniscidae 
Tinamidae 

Sottoclasse  II.  RATITAE. 


XXIV.  Apteryges 

XXV.  Casuarii 

XXVI.  Strutbiones 


Il  Newton  (')  divide  la  classe   degli   Uccelli      la  seconda  pelle  forme  recenti  e  esistenti,  e  la 
in  tre  sottoclassi,   una  delle  quali  pegli  estinti,       terza  comprende  parte  di  queste  e  di  quelli. 

1.  SAURURAE.  Haeckel.  Archaeopterìx,  la  sola  forma  nota. 

2.  RATITAE,  Merrem 

a    Con  denti 

a1  Con  vertebre  biconcave    .     .     .  Fino  ad  ora  sconosciuto 

bl  Con  vertebre  a  forma  di  sella   .  Hesperornù 

b    Senza  denti Forme  recenti  ed  esistenti 

3.  CARINATAE,  Merrem 

a    Con  denti 

«'  Con  vertebre  biconcave    .     .     .  IcMhyornis 

6l   Con  vertebre  a  forma  di  sella   .  Finora  sconosciuto 

b    Senza  denti Forme  recenti  ed  esistenti 

I  RATITAE  sono  divisi  in  sci  Ordini  : 

1.  Aepyornithes Famiglia    Aepiornithidak 

2.  Apteryges »  Apterygidae 

\  1 .  Dinornithidae 

3.  Immanes »    |2.  Palapterygidak 

\  1 .  Casuariidae 

4.  Megistanes »     )2.  Dbomabidak 

5.  Rheae »  Rheidae 

6.  Struthiones »  Stbuthionidae 


(')  Artide  « Ornithology »  aeVL'Eneyelopafdia  Uri/unnica.  Voi.  XVIII  (1884). 


VII. AMI     ORNITOLOGICO 


95 


I   CARINATAE  sarebbero  da  lui  ilivisi  in  l'v- 

GOPODES,  GrAVIAE,  I.IMHul  \l,  GALL1NAE,  Co- 
LUMBAE,  ÀNSI  RI  S,  HeBODIONES,  STEGANOPODES, 
A.CCIPITRES,  poi  altri  due  gruppi  che  presen- 
tano oaratteristiehe  assai  differenti  Inter  se, 
cioè  Picakiak  e  Alectorides  ed  infine  i  Pas- 


sivai i  i  :  qnesti  grappi  sono  alla  lor  volta  sud- 
divisi  in  ordini,  sottordini,  etc. 

Il  Dr.  Reichenow  di  Berlino  nel  1882  (') 
ebbe  a  proporre  una  nuova  classificazione  degli 
Uccelli,  che  si  può  così  riassumere: 


SERIE 

ORDINE 

SOTTORDINE 

FAMIGLIA 

SOI  rOFAMIGLIa 

SEZIONE 

I. 

I.  Brevipennes 

1. 

Struthionidar 

II.  Natatoreg 

II.  Urinatores 

III.  Longipennes 

IV.  Steganopo- 
des 

V.  Lamelliro- 
stres 

2. 
5. 
8. 

11. 

Spheniscidae  -  3.  Alcidac  - 

4.    Ciilsiiilihi.il- 
Proeellariidae  -  ti.  Lariihu-   - 

7.  Sternidae 
Graculidae  -  9.  Sulidae  -  10. 

Pelecanidac 
Mergidae   -    12.  Anatidae  - 

13.  Anseridae  -  14.  Cygni- 

dae  -  15.  Palamedeidae 

III.   Grallatores 

VI.  Cursores 

A.  Limicolae 
/;.  Arvioolae 

16. 
19. 

Charadriiilae  -  17.  Droraadi- 
dae  -  18.  Scolopacidae 

Otididae  -  20.  Gruidae 

A.  HLmantopodinau 
li.  Totauinae 
C.  Scolopacinae 

C.  Calaraocolae 

21. 
22. 

Rallidae 
Eurypygidae 

A.  Rallinae-  li.  Gal- 
linulinae  -  C.  Par- 
rinae 

I).  Deserticola!- 

23. 

Thinocoridae  -  24.  Turnici- 
dae  -  25.  Pteroclidao 

VII.  Gressures 

26. 

Ibidae  -27.    Giconidae  -  28. 
Phoenicopteridae  -  29.  Sco- 
pidae  -  30.  Balaenioipidae 

31.  Ardeidae 

IV. 

Vili.  Gyrantes 

32. 

Dididae  -   33.  Didunculidae 
34.    G'arpophagidae    -    35. 
Geotrygonidae    -    36.    Co- 
lumbidae 

V.  Captatores 

IX.  G'rypturi 

X.  Kasores 

37. 

38. 

42. 
43. 

Crypturidae 

Megapodidae  -  39.  Cracidae 

40.  Opisthocouiidae   -    41. 

Phasianidae 

Perdicidae 
Tetraonidae 

A.  Pavouinae 

B.  Phasianinae 

A.  Perdicinae 

B.  Odontophorinae 

• 

XI.  Raptatores 

44. 
45. 

46. 

Vulturidae 
Faloonidae 

Strigidae 

A.  Sarcorhaiuphinae 

B.  Vulturinae 
0.  Gypaetinae 

A.  Polyboriuae 

B.  Àccipitrinae 

C.  Buteoninae 

D.  Falconinae 

A.  Buboninae 

B.  Ululinae 

C.  Striginae 

a.  Asturinae 

b.  Spizaetiuae 

a.  Milviuae 

b.  Buteoninae 

(')  Die   Yùgtl  dar  ZoologUchen  niirlen  (1882). 


96 


ATLANTE    OHN1TOI.OGICO 


SERIE 


VI.  Fibulatofea 


ORDINE 


XII.  Psittaci 


XIII.  Seaneoree 


SOTTORDINE 


TAMIL 1.1  \ 


VII.  Arboricolae    XIV.  Insessores 


XV.  Strisorea 


XVI.    Clamato- 
res 


XVII.  Oseiues 


47.  Stringopid.ie  -  4s.  Tlissolo- 
phidae  -  49.  Platyceroidae 
50.  Micropaittacidae  -  51. 
Trichoglossidae  -  52.  Pa- 
laeomithidae  -  53.  l'sit- 
tacidae  -  54.  Conuridae  - 
5."'.  Pionidae 

56.  Musophagidae  -  57.  Coliidae 
-  58.  Crotophagidae  -59. 
Cuculidae 


60.  Indicatoridae  -  61.  Bueconi- 
dae  -  62.  Trogonidae  -  63. 
Galbulidae  -  64.  Rhampha- 
stidae  -  65.  Capitonidae 


66.  Pioidae 


67.   Bncerotidae   -    68.  Alcedini- 
dae 

69.  Meropidae  -  70.   Upupidae  - 
71,  72.  Coraciidae 

73.  Caprimulgidae  -  74.  G'ypse- 
Iidae  -  75.  Trochilidae 


76.  Ampelidae 


77.  Tyranuidae  -  78.  Anabatiuae 


79.  Eriodoridae 

80.  Hirundinidae  -  81.  Muscica- 

pidae 


82.  C'arupephagidae 

83.  Laniidae 

84.  Corvidae 


85.  Paradiaeidae 


86.  Oriolidae  -  87.  Sturnidae  - 
88.  Icteridao-89.  Ploceidae 

90.  Fringillidae 


SOTTOFAMIGLIA 


SI  /li 'NE 


A.  Zancloatominae 

B.  Coceystinae 

C.  Cucolinae 


A.  Picumninae 
li.   Dendrocopinae 

C.  Psilorhinae 

D.  Picinae 

A.  Haleyouinae 

B.  Alcedinidae 

./.  <  oraciinae 
/>'.   Podarginae 

A.  Phaethornitliidae 

B.  Trochilinae 

A.  Phytotoruinae 

B.  Anipelinae 

C.  Lipauginae 

A.    Dendrocolapti- 

nae 
/;.  Auabatinae 
C.  Furnariinae 

A.  Hylactinae 

B.  Eriodorinae 

A.  Bombyoillinae 

B.  Muacicapinae 

C.  Myiagrinae 

A.  Laniidae 

/>'.  Malaconotinae 

A.  Gynmorinhae 

B.  Corvinae 

C.  ftarrulinae 

IL  Dendrocittinae 

/.'.  Fregillinae 

A.  Paradiseinae 

B.  Tectonarchiuao 

C.  Glaucopinae 

A.   Ploceinae   -    B. 
Spermestinae 

A.  Fringillinae 

B.  Pyrrhulinae 
O.  Coceoborinae 
li.  Emberiziuao 


a.  Geococcyges 
').  Zanclostominae 


a.  Specie  americane 

b.  Specie  asiatiche 
e.  Specie  africane 


Al  I.AN  I  1      <>l;s '.,,|(  i, 


SKKIH 


oniuM-: 


SOTTORDINE 


FAMIGLIA 


91.  Sylvioolidae 


92. 


Alaudidae    -    93.   Hrachypo- 
didae   -   94.    Meliphagidae 

-   95.    Nectarinidac    -   9ti. 
Dacninidae 


97. 
99. 


Certhiidae 
Timeliidae 


98.  Paridae 


100.  Sylviidae 


SOTTOFAMIGLIA 


.(.  Arremoninae 

/>'.  Tlir;iii|iiii:n 

C.  Sylvicolinae 

/'.  Motac-illiiiac 


«.  FormedelNuovo 
Mondo  {Dumi*, 
etc.) 

b.  Forme  del  Mon- 
do Antico  (IH- 
eaeum,  etcì 

.1.  Timeliinae 

/■'.  Cisticolinae 

C.  Troglodytinae 

I).  Miiuinae 

E.  Copsychinac 

A.  Sylviinae 

B.  Turdiuae 


sezioni; 


ii.   Turdiformes 
b.  Lueciniformes 


Questa  è  una  pallida  idea  della  classifica- 
zione proposta  dal  valente  prof.  Reichenow,  che 
incontrò  il  favore  degli  Ornitologi  tedeschi  e 
che  è  fondata  su  mirabile  senso  pratico  e  studio 
analitico  profondo. 

In  America  abbiamo  la  classificazione  dello 


Stejneger,  che  ebbe  a  collaboratori  l'Elliot,  il 
Barrows  ed  il  Kingsley  ed  è  lavoro  affatto  ori- 
ginale, differente  da  quello  dello  Sclater,  ma 
non  meno  ricco  di  deduzioni  nuove  e  profon- 
damente studiate.  Ecco  lo  schema  dettagliato  ('): 


OTTOCLASSE 


fcaurtirae 
Odoutotormae 


I.    Odontohol- 

cae 
'.  Eurhipidurae 


SOPRAORDINE 


I.  l'romaeogna- 
thae 


II.  Impennes 

III.  Euornithes 


ORDINE 


I.  Ornithopappi(.4r- 

chaeopteryx,  Laop- 

teryx  1) 
I.  Pteropappi  (Ich- 

thyornis,     Apator- 

nis) 
I.  Dromaeopappi 

(Hesperornis,  etc.  i 
I.  Struthiones 


II.  Aepyornithes 

III.  Apteryges 

IV.  Crypturi  (ordi- 
ne Gastornithes) 

V.  Ptilopteri 

VI.  Cecomorphae 


SOPRAFAMIGLIA 


I.  Strnthioideae 

II.  Rheoideae 

III.  Casuaroideae 


IV.  Dinornithoideae 


I.  (.'olymboideae 


FAMIGLIA 


1.  Dromaiidae 

2.  Casuariidae 


Spheniscidae 
(  lo]  vmliidae 
(Podieipedidae,  anct.) 


SOTTOFAMIGLIA 


ii  sin  intani  Maturai  Eittory  «Avea»  IV.,  Boston,  1885. 
Atlante  ornitologico  —  Parte  I. 


98 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


SOTTOCLASSE 


SOPRAORDINE 


ORDINE 


VII.  Grallae 


Vili.       Chenuiiiur- 
phae 


IX.  Herodii 


X.  Steganopodea 


SOPRAFAMIGMA 


\  l .  i  ipisthocomi 

XII.  Gallinae 
Sottordine  I.  <  rft] 

linae    Alectoro- 
podes 

Sottordine  II.  Gal- 
linae Peristero- 
podes 

XIII.  Pterocletes 

XIV.  Columbae 


XV.   Aecipitres 


II.  Beliornithoideae 
(Beliornìs 

III.  Alcoideae 

IV.  Laroideae 

V.  Proccllaroideae 

VI.  Chionoideae 

VII.  Scolopacoideae 


VIII.Eurypygoideae 


IX.  Cariamoideao 

X.  Gruioidae 


XI.  Aiihimuideui- 


XII.  Anatoideae 


XIII.  Phoeuicopte- 
roideae 

XIV.  Ibidoideae 

XV.  Ardeoideae 


XVI.  Pelecanuiduait 


XVII.  Fregatoideao 

XVIII.  PhaStontoi- 
deae 


FAMICI.I  \ 


1.  Urinatoridae 

2.  Alcidae 

1.  Stercorariidae 

2.  I.aridae 

1.  Diomedidae 

2.  Procellariidae 

3.  Pelecanoididae 

1.  Chiunidao 

2.  Thinocoridae 

1.  Glareolidae 

2.  Dromadidàe 

3.  Charadiiidae 

4.  Jacanidae 

5.  Scolopàcidae 

6.  Oedicnemidae 

7.  Otididae 

1.  Enrypygidae 

2.  Rhinoohetidae 

3.  Mesitidae 

1.  Psophiidae 

2.  Gruidae 

3.  Aramiilat- 

4.  Rallidae 


1.  CnemioTiiithidae 

2.  Cereop8Ìdae 

3.  Anseraiiatidae 

4.  Plectropteridae 
r>.  Anatidae 

1 .  Palaelodontidae 

2.  Phoeuicopteridae 

1.  Cieoniidae 

_.  Scopidae 

3.  Balaenicipitidae 

4.  Ardeidae 

1.  Pelecanidae 

2.  Sulidae 

3.  Phalaciocoraoidae 

4.  Anliingidae 


1.  Tetraouidae 

2.  Phasiauidae 

1.  Megapudiidae 

2.  Cracidae 


1.  Dididae 

2.  Didunouiidae 

3.  Gouridae 

1.  Columbidae 

5.  Carpophagidae 

1.  Gypogeranidae 

2.  Cathartidae 

3.  Faleonidae 


SOTTOFAMIGLIA 


\  I  1  \\|  E    '  IRN1  rOLOGII  •  I 


99 


3TTOCLASSK  SOPKAORDINE 


ORDINE 


XVI.  Psittaoi 


XVII.  Picariae 


XVIII.   Passere» 


1 


SOPRAFAMIGLIA 


I.  Cuculoideae 

II.  Coraeoideae 


III.  Colioideae 

IV.  Alcediuoideae 


V.  Upupoideao 

VI.  Pieoideae 


VII.  Trogonoideae 


I.  Menuroideae 

II.  Eiirvlaiinoideae 

III.  Tyranuoideae 


IV.  Forniicaroideae 


V.  Passeroideae 


i  \mic;i.i  \ 


I.  Strigidae 

1.  Stringopidae 

2.  Plictolophidae 

3.  Platycercidae 

1.  Pali rnitliidac 

5.  Psittacidae 

6.  Conuridae 

1.  Mnsophagidae 

2.  Cacnlidae 

1.  Steatornithidae 

2.  Podargidae 

3.  Caprimulgidae 

4.  Coraciidae 

5.  Leptosomatidiic 


Moropidae 

Todidae 

Momotidae 

Alcedinidae 

Bucerotidae 

Upupidae 

Irrisoridae 

BneconidiK* 

Galhulidae 

Rhamphastidac 

Megalaemidai' 

Indicatori  dae 

Picidae 


1.  Cypselidae 

2.  Trochilidae 

1.  Monuridae 

2.  Atricliornithidae 


Xeniscidae 

Philepittidae 

Pittidae 

Tyrannidae 

Pipridae 

6.  Cotingidae 

7.  Phytotomidae, 

1.  Conopophagidae 

2.  Pteroptochidae 

3.  Formicariidae 

4.  Dendrocolaptidae 

5.  Furnariidae 

1.  Alandidae  -  2.  Motacil- 
lidae  -  3.  Enionridae  - 
Timaliidae  -  5.  Liotri- 
cbidae  -  6.  Mascicapidae 

-  7.  Turdidae  -  8.  Cin- 
clidae-  9.  Troglodytidae  - 

10.  Chamaeidae  -  11.  Mi- 
midae  -  12.  Hirnndinidae 

-  13.    Campephagidae   - 

1 1 .  Diomridae  -  15.  Ani- 


soi  roj  wim.i.ia 


1 .  Vultnrinae  -  2. 
Aqnilinae  -  3.  Pan- 
dioninae  -  4.  Cir- 
oinae  -  5.  Milvinae 
6.  Polyborinae  -  7. 
Accipitrinao  -  8. 
Falconinae 

1.  Asioniuae  -  2.  Stri- 
li  ■ 


1.  Picunminae-  2.Pi- 
cinae  -3..Iynginae 

1.  Chaeturinao  -  2. 
Micropodinae 


100 


ATLANTE    i  UiNITOI.OGICO 


SOTTOCLASSE  SOPRAORIUXE 


ORDINE 


SOPRAFAMIGLIA 


FAMIGLIA 


pelidae  -  16.  Artamidae 
-  17.  Laniidae  -  18.  Vi- 
reonidae  -  19.  Paridae  - 
20.  Oriolidae  -  21.  Para- 
diseidae  -  22.  Corvidae  - 
23.  Sturnidae  -  24.  Me- 
liphagidae  -  25.  Nectari- 
niidae  -  26.  I  licaeidae  - 
27.  Certhiidae  -28.  Coe- 
rebidae  -  29.  Mniotil- 
tidae  -  30.  Tauagridae 
-31.  Plooeidae  -  32.  Icte- 
ridae  -  33.  Fringillidae 


SOTTOFAMIGLIA 


Nel  1888  il  Prof.  Fiivbringer  (')  propose  una 
classificazione,  che  si  può  più  o  meno  adottare, 
ma  che  è  mirabile  lavoro  e  per  indagini  e  per 
la  sottile  analisi.   Io  la  riproduco  come  le  altre. 


servendomi  del  riassunto  offerto  dal  Gadow  (') 
ed  osservando  che  il  1888  ha  t'ormato  epoca 
nella  storia  della   .Sistematica  Ornitica: 


Classe  AVES. 

I.  -  Sottoclasse  SAURURAE. 


Ordine 
Archoruithes  .   . 


Sottoriusv: 
Archaeopterygiforiiies. 


Stirpe 
Arehaeopteryges 


Famiglia 
Arehaeopterygidae 


II.  -  Sottoclasse  ORNITHURAE 


Ordine 

Struthiornithes  .   .   . 

Rheornithes 

Hyppalectryoruithes 


Sottordine 

Struthioniformes  . 
Rheiformes  .... 
Casuari  ifornies   .   . 


Sottordine  intermedio  : 

Aepyornithiforuies 

Sottordine  intermedio  : 

Palamedeiformes  . 

[    Anserifonnes  .    .    . 


Pelargornithes 


Podicipitiformes. 


Stirpe  Famiglia 

Struthiones Struthionidae 

Rheae Rbeidae 

Casuarii Dromaeidae,     Casuarii- 

dae,  Dromornithidae 

Aepyornithes Aepyornithidae 

I'ahuuedeae Palaniedeidae 

\  Gastornithes Gastormtbidae 

/   Anseres  o  Lamelliiostiea  Anatidae 

Eualiornithes Enaliornithidae 

Hesperornitlics  ....  Hesperornithidae 

r,  ,      u     t>   t       .  ^  Colvmbidae 

Colymbo-Podioipites         j  Po/ioipiaidae 


(')   Untersuchungeii  zur  Morphologie  unti  Sistematila  der   V'ùgel,  Amsterdam  (ISs^i. 
(-)  Nature,  Voi.  XXXIX,  pp.  150-152,  177-181  (die.   1888). 


ATI.ASTK    OKNITQ]  i".l(  il 


1(11 


Ordine 


Classe  AVES  (Continua). 

I.   -  Sottoclasse  SAURUKAF.  (Contìnua). 

SOTTOR  DI  N  E  S  l  1 1  :  P  E 

Phoenicopteri 


Polargomithes -    Ciconiil'ormee 

(Continua) 


Sottordine  intermedio  : 

Procellariiformes  . 

Sottordine  intermedio  : 

Aotenodytiformes . 

Sottordine  intermedio  : 

Ichtliyornithiforme 


Charadriornithes  ....       Charadriiformes. 

(Aegialornithesi 


Sottordine  intermedio  : 


Gruilbrnies 

Sottordine  intermedio  : 

Ralliformes 


Pelargo-Herodii. 


Accipitres 

//(  merohaì pages,   Pelar- 
gokarpages) 


Steganopodes  . 


Famiglia 

Palaeodidae 
Phoenicopteridae 
Plataleidae  o  Hemiglot- 

tides 
Ciconiidae  o  Pelargi 
Scopidae 

Ardeidae  o  Herodii 
Balaenicipitidae 
Gypogeranidae 
Cathartidae 
Gypo-Falcouidar 
Phaetontidae 
Phalaoroeoracidne 
Pelecanidae 
Fregatidae 


Prooellariae  o  Tubinares       Procellariidae 


Aptenodytes  o  Impeunes       Aptenodytidae 


Ichthyornites 


\    Iclithyornithidao 
)  Apatoruithidae 


Chara- 
drii 


Laro-Limicolae . 


l'arrae 
Otides. 


Enrypygae 
Grues.  .  . 


(  Charadriidae 
'  Glareolidae 
(  Dromadidae 

Cbionididae 

Laridae 

Aleidae 

Thiuoeoridae 

Parridae 
l  Oedicnemidae 
/  Otididae 


i  Enrypygidae 
}  Rhiuochetidae 
(  Aptoruithidae 
i  Gruidae 


i   Fulicariae. 
Hemipodii 


! 


Alectorornitbos 
(G'hameornithesi 


Apterygiformes Apteryges 

Crypturiformes Crypturi   . 


Gallitbrmes 


Gallidae 


Opisthocomidae 


<  Psophiidae 
f  Cariainidae 


Heliornithidae 

Kallidae 
\  Mesitidae 
;  Hemipodiidar 
)  Apterygidae 
/  Dinornithidar 

Cryptnridae 

ÌMegapodiidae 
Cracidae 
Gallidae  o  Alec- 
tiinipodes 


102 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Ordine  Sottobdink 

Sottordine  intermedio  : 

Coliimbiformea  .   . 


Stirpe 


Sottordine  intermedio  : 

Psittaciformes. 


I   Pterocletes 
J  Colnmbae  . 


Famiglia 


PtcToclidae 


l'sittaci 


ÌDididae 
Colninbidai 


Psittacidae 


Coracornithes .   .   .   . 

(Venflrornilhes) 


Coccygiformes Coccyges \  MMophagidae 

•  °  j  Cnoulidae 

Stirpe  intermedia.: 

Galbulae 


Pieo-Passeres  , 


Pico-Passeri  f brmes . 


Makrochires. 

[  Colii    .... 
Stirpe  intermedia: 


I   Bucconidae 
)  Galbulidae 

Capi  fon  idae 
Rharaphasti- 
Pici    .   .   ì      dae 

!  Indicatoridae 

Picidae 
l  Pseudoscines 
Passeres  !  Passeridae     o 
(      Passeres 

\  Cypselidae 
/  Trochilidae 

Coliidao 


Halcyonifbrmes . 


Trogone» Trogonidae 

Halcyones )   Halcyonidae 

)   Alcedmidae 

Bncerotes J  Dpnpidae 

I   micerotidae 


Meropes Meropidae 

Stirpe  intermedia: 

Todi 


Coraciiformes  . 


\  Momotidae 

/  Todidae 

\  Coraciidae 

)  Leptosomidae 

l  Caprimulgidae 

,  .  .   I  Steatornithidae 

(  Podargidae 

Striges Strigìdae 


(  'oraria» 


Caprimulgi  . 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


in:; 


E  finalmente  qui  offro  la  classificazione  proposta  per  la  Classe  Aves  dallo  Sharpe  nel  1891  (' 


sottoclassi: 


I.  Sauroxae 
li.  Eatitae 


III.  C'arinatae 


OKI 'INI 


I.  ArcbaeopterygesfFos- 

sile) 

II.  Rheiformes    Neotro- 
pica) 

III.  StruthioniformesfE 
tiopica) 

IV.  Casuariit'ormes  (Au- 
stralasiana) 


V.  Apterygif'oriues  (Au- 
stralasiana) 

VI.  Crypturiformes 

VII.  Gallii'orines 


VIII.  Columbil'onnes 

(Cosmopolita) 

IX.  Opistbocomit'urincs 
(Neotropicii  i 

X.  Ralliformes  (Cosmo- 
polita) 


XI.  Heliornitbifomies 
(Neo  tropica) 

XII.  Podicipcdiformes 
(Cosmopolita) 

XIII.  Colymbiforrnes 
(Artico  o  sub-Artico) 

XIV.  Sphonisciformes 

XV.  Procellariiformes 
(Cosmopolita;  Pela- 
gico) 

XVI.  Alciformes  (Cir- 
cumpolare) 

XVII.  Laril'ormes 


sul TOKDINE 


I.  Dromeae 

II.  Casuarii 

III.  Apteryges 

IV.  Tinami  (Neotropica) 

V.  Megapodii  (Austra- 
l  asiana  e  Indo-Malese) 

VI.  Craces(Neotropiea) 

VII.  Phasiani 


VIII.  Hemipodii  (Parti 
sub-temperate  e  tro- 
picali del  Mondo  An- 
tico) 

IX.  Pterocletes  (Parti 
sub -tropicali  delle 
Regioni  Paleartica , 
Indiana  ed  Etiopica) 

X.  Geophapes  (Austra- 
lasiana) 

XI.  Columbae 

XII.  Didi 

XIII.  Opistbocomi 

XIV.  Halli 

XV.  Heliomithes 

XVI.  Podicipedides 

XVII.  Colymbi 

XVIII.  Impennes 

XIX.  Tubinares 

XX.  Alcae 

XXI.  Lari  (Cosmopo- 
lita) 


SEZIONE 


FAMIGLIA 


1.  Pbasiauidae  (Palear- 
tica e  Indiana) 

2.  Tetraonidae  (Palear- 
tica e  Neartiea) 

3.  Perdicidae    (Cosmo- 
polita) 

4.  Numididae  (Etiopica) 

5.  Meleagridae    (Near- 
tiea e  Neotropica) 


Turuicidao 


Opisthocomidae 

1.  Gallinnlidae 

2.  Kallidae 

3.  Ortygometridae 

4.  Podicae 
Heliornithidae 

Podicipedidae 

Colymbidae 

Aptenodytidae 

1.  Diomedeidae  -  2.  Pro- 

cellariidae  -  3.  Pele- 

canoidae 
Alcidae 

1.  Stercorariidae 

2.  Laridae 


SOTTOFAMIGLIA 


l.ariuae 

Sterninae 

Rhynchopinac 


I1)  Vlaseit.  Birdt  |  L891). 


104 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


SOTTOCLASSE 


ORDINE 


XVIII.  Cbaradriiformes 
(Cosmopolita) 


XIX.  Gruitbrmes 


XX.   Pelargiformes 


XXI.  Phoenicopterifor- 
mes  (Parti  temperate 
e  tropicali  di  ambe- 
due gli  Emisferi) 

XXII.  An  8eriformes(Co- 
smopolita) 


XXIII.    Peleeanii'ormes 
(  losmopolita) 


SOTTORDINE 


XXII.  Dromades  (Etio- 
pica e  Indiana] 

XXIII.  Chionides  (An- 
tartico) 

XXIV.  Attagides  (Neo- 
tropica) 

XXV.  Charadrii  (Co- 
smopolita) 

XXVI.  Glareolae  (Etio- 
pica ;  Mediterraneo- 
Persica;  Indiana  e 
Australiana) 

XXVII.  Cursorii  (Etio- 
pica; Mediterraueo- 
Persica;   Indiana) 

XXVIII.  Parrae  (Neo- 
tropica ;  Etiopica  ; 
Indiana;  Australiana) 

XXIX.  Oedicnemi  (Qua- 
si Cosmopolita) 

X  XX .  Otides  (  Parti  tem- 
perate e  tropicali  del 
Mondo  Antico) 

XXXI.  Grues  (Quasi 
Cosmopolita  ,  però 
mancante  nella  Re- 
gione Neotropica) 

XXXII.  Arami  (Neo- 
tropica) 

XXXIII.  Rbinochetides 
(Confinato  alla  Nuo- 
va Caledonia) 

XXXIV.  Mesitides  (Con- 
finato al  Madagascar) 

XXXV.  Eurypygae 
(Neotropica) 

XXXVI.  Psophiae(Neo- 
tropica) 

XXXVII.  Dicholophi 
(Neotropico) 

XXXVIIII.Ardeae(Co- 
smopolita) 

XXXIX.  Ciconii  (Quasi 
Cosmopolita) 

XL.  Balaenicipitides 
(Etiopica) 

XLI.   Scopi  (Etiopica) 

XLII.  Plataleae  (Co- 
smopolita) 

XLIII.  Phoeuicopteri 


XLIV.  Anseres 


XLV.  Palamedeael  Neo- 
tropico) 
XLVI.  PhaSthontes 


SEZIONE 


FAMIGLIA 


SOTTOFAMIGLIA 


Droniadidae 
Cbiouididae 

1.  Attagidae 

2.  Thiuocoridae 

1.  Haematopodidae 

2.  Charadriidae 

3.  Scolopacid;  e 


1.  Plataloidae 
1.  Ibididae 


1.  Cnemiornitbidae 

2.  Anseranatidae 

3.  Plectroptoridae 
I .  Anatidae 


Auhimidae 
Phaetontidae 


Anserinae 
Cygninae 

Anatinae 
Mergiuae 


\  i  i   \M  i     ORNI  rOLOGICO 


105 


rTOCLASSE 


OKDINE 


XXIV.  Catbartidiformes 
Neoge; 

XXV.  Xecipitriformes 


XXVI.  CoraciiformeB 


XXVII.  Trogones  (Neo- 
tropica ;  Indiana  ;  E- 

li"!' 

XXVIII.  Cocoyges 


X.XI.X.  Psittaciformos 


Si  'i  n  >i:i>i\r, 


XI. VII.  Sulae 
XLVIII.     Pbalacroco- 

races 
XLIX.   Pelacani 
L.   Fresati 


1,1.   Pseudogrypbi 

1.1 1.  Serpentari i  i Etio- 
pica) 

LUI.  Accipitres  (Co- 
smopolita 


l.l\'.  Pandionea  Quasi 
Cosmopolita 

l,V.  Striges  (I  losmopo- 
lita) 

LVI.  Steatornithes 
(Neotropica) 

LVII.  Podargi  (Austra- 
lasiana) 

LVIII.   Leptosomati 
(Lemuriano) 

1.1  X.  Coraciae  (Paleo- 
geno) 

LX.  Halcyones  ((  ìosmo- 
polita) 

LXI.  Bucerotes  (Etio- 
pica; Indiana;  Au- 
stro-Malese 

LXII.  Upupae  (Palear- 
tica ;  indiana  ;  Etio- 
pica i 

LXIII.  Meropes  (Paleo 
geno) 

1.X1V.  Momoti  (Neo- 
tropica 

I.XY.  Todi  (Antille 

LXVI.  Caprimulgi  :  Qua- 
si Cosmopolita 

l.XVll.  Cypseli  (Co- 
smopolita) 

LXIII.  Trqohili  (Neo- 
geno) 

LXIX.  Colii  (Etiopica) 


LXX.  Muaophagi  I  Etio- 
pica) 
LXXI,  Cuculi 
L.X.Xll.  Psittaoi 


SEZIONE 


FAMIGLI  \ 


SOTTOFAMIGLIA 


Sulidae 

l 'nalacrocoracidae 

Plotidai 

l 'elei lao 

Fregatidae  I  Mari  tem- 
pri iti  e  tropicali  ili 
ambedue  gli  Emi- 
sferi) 

Cathartidae 


1.  Vulturidae  Mediter- 
raneo-Persica ;  Etio- 
pica ;   Indiana) 

2.  Falconidae 


1.  Bubonidae 

2.  Strigidae 


1.  Nyctibiidae 

2.  Caprimnlgidae 


Polyborinae 

Accipitrinae 

Buteoninae 

Aquilina* 

Falconinae 


1. 

Nestoridae 

2, 

Loriidae 

3. 

(  iyclopaittaoidae 

i. 

i  lacatuidae 

5. 

Psittacidae 

6. 

Stringopidae 

Atlante  ornitologico. 


Tallo  I. 


106 


Al  I.  VNTE    ORNITI  ILOGK  I  I 


SOTTOI   LASSI) 


ukuim: 


-(  ITTI  >KDINE 


XXX.  Scansorea 


XXXI.   Picifonues 


XXXII.  Eurylaemi  (In- 
diana e  Austro-Ma- 


XX.VIII.  Menurae  (Au- 
straliana 

XNX1V.  Passeriformes 
(<  losmopolita) 


LXXIII.    Rhamphasti- 

des  (Ncotropiea) 

l.\  \  I  V.  Capitonea  Neo- 
tropica; Ktiopica  ;In- 
diana) 

I.XW.  Indicatori-*  (E- 
tiopica;   Indiana) 

LXXVI.  Pici  (Cosmo- 
polita, ma  è  mancan- 
te nelle  Regioni  Au- 
straliane) 

I. XXVII.  r.nccones(Neo- 
tropica) 

LXXVIII.  Galbulae 
i  Neotropica) 


SEZIONE 


A.  i  Iscinea 


B.  Oligomyodae 


C.  Tracheopho 
uae 

D.  Atriohiidae 


FAMIGLIA 


l ,  (  in  \  idae  -  2.  Para- 
diseidae  -  :).  Ptilono- 
rhynchidae  -  1.  Stur- 
nidae  -  5.  Eulabeti 
dae  -  li.  Euryceroti- 
dae  -  7.  Dicruridae 
-8.  Òriolidae  -9.  Ic- 
teridae  -  10.  Plocei- 
dae  -  11 .  Tanagridae 
- 12.  Coerebidae- 13. 
Fringillidae  -  11.  A  — 
land  idae  -  15.  Mota- 
cillidae  -  16.  Mnio- 
tiltidae  -  17.  <  Vrtliii- 
il.ir  -  18.  Meliphagi- 
dae  -  19.  Neetarinii- 
dae  -  20.  Dicaeidae 

-  l'I .  Zosteropidae  - 
22.  Paridae  -  23.  Re- 
gulidae  -  24.  Lanii- 
dae  -  25.  Artamidae 

-  26.  impelidae-  27. 
Vireonidae  -  28.  Syl- 
viidae  -  29.  Turdidae 

-  30.  Cinclidae  -  81. 
Troglodytidae  -  32. 
Mimidae  -  :ì;>.  Time- 
liidae  -34.  Pycnono- 
tidae  -  35.  Campo- 
phagidae  -  :>(i.  Mu- 
scicapidae  -  :>7.  Hi- 
rundinidae. 

1 .  Tyrannidae-2.  <  >xj  - 
rbampbidae  -  3.  Pi- 
pridae  -  I .  Cotingi- 
dae  -  5.  Phytotomi- 
dae-6,  Philepittidae 
-7.  l'illiilae  -  8.  Xe- 
niscidae 

1.  Dendrocolaptidae 

2.  Forniicariiilae 
:s.  Pteroptochidae 


SOTTOFAMIGLIA 


ATI.AMI      ■•RMIoI.OGICO 


HIT 


Lo  Sliarpe,  ì  t  ■  an  recentissimo  lavoro  (')  non 
ancora  compiuto,  ha  modificato  un  po'  tale 
classificazione  elevando  qualche  sottordine  a 
ordine,  ma  le  l>asi  sono  sempre  le  stesse. 

La  Classificazione  qui  citata  è  certamente  <li 
grande  importanza,  l'Autore  \  i  ha  lavorato  d'ai 
torno  si  può  diro  trent'anni  passati  uella  più 
ricca  Raccolta  del  Mondo  elicila  Libreria  più 
l'ornila,  olire  a  ciò  il  sapere,  l'analisi  fine  e 
ponderata  e  le  molte  pubblicazioni  diedero 
allo  Sliarpe  il   titolo   di   Principe  dei    moderni 

Ornitologi.   I. a  detta  (  lasMtìen/ione  SÌ   basa  prin- 

cipalmente  sulle  particolarità  anatomiche,   sul 
colore   delle    nova,    sull'ubicazione    del    nido, 

sulla    pterilosi,  sui   pulcini    inetti   <>  precoci   etc. 

Infatti  si  nomina  spesso  il  palato  egi  cognato  (*), 


saurognato  |    .  schizognato  i   |  e  desmognato 

le    narici     scliizoi  inali    |    i  ed  nlorinali  I     i  e  molti 

altri  termini  osteologi  ed  anatomici,  che  trovano 
spiegazioni   Dei  testi  speciali. 

Non  posso  lasciare  sotto  silenzio  la  grandiosa 
opera  del  Catalogo  degli  Uccelli  del  Museo  1  ">  i  i  - 
tannico,  ma  siccome  essa  fu  compilala  da  molti 
Auioii  [Shai-pe,  Sclater,  Gadow,  8alvadort. 
Hargitt,  Ogilvie-Grant,  Saunders),  così  la  Clas- 
sificazione, che  ne  risulta,  non  è  opera  di  uno 
solo   e   non   è   animata    dallo   stesso   spinto. 

Degli  Italiani  citerò  i  lavori  faunistici  gene- 
rali del  Prof.  Ciglioli  e  del  Conte  Salvadori. 
Il  primo  n  ha  così  divisi  gli  Uccelli,  in  un 
libro  (dio  tratta  però  la  zoologia  in  tesi  ge- 
nerale. 


ORDINE 

SOTTORDINE 

TRIBi 

FAMIGLIA 

GENERE 

ì   Sanrnrae 

Archaeopteryx 

t  Odontotorinae 

Ichtbyornis 

Baptornis 

Apatornis 

i  tdontolcae 

1  [esperornis 

Eatitae 

Struthionidae 

Rheidae 

Dromaeidae 

t  Dinornithidae 

1  Aepyornithidae 
Apterygidae 

Strinino 

Rhea 

I  iroraaeus 

(  'asnai  ni- 

1  liiinrnis 

Palapterj  s 

Aepyornis 

Aptci\  \ 

t  Megalaptoryx 

Carinatae 

1  Iromaeognathae 

<  r>  pt  uri 

rinamomorphae 

Tinaiuidao 

Tinamus 

Scbizognathae 

[mpennes 

Spheniscomorpbae 
I'\  gopodes 

Spheniscidae 

SpllCIlisCIIS 

Aptenod]  ics 
t  Colymboides 

Cecomorphae,  pt. 

Podicipedidae 
(oh  mbidae 
Alcidae 

Podiceps 
Colymbus 

i     Alca 

Utamannia 
l 'ratercula 

Tubinares 

Procellariidae 

Pelecanoides 

(  'ecomorphae,  pi. 

l'iltlinus 

Procellaria 

Thalassidi a 

i  iceanites 
Oeatrelata 

(')  Hand-list  of  ti,  Bi  I  '  voi.   London,  1899-1902    In  eorso  di  stampa). 

ato,  cenando  i  proci  o  palatini  sono  liberi  eil  il  vomere  è  troncato  sul  davanti,   come  la  modi- 

Reazione  dell'osso  del  palato  noi  Passeracei,  negli   Eurylaemi  etc. 

nato,  quando  il  vomere  consta  «li  due  parti  laterali,  come  la  modificazione  dell'osso  del  palato  dei  Picchi. 
i  ,   Palato  ìehizognato,  quando  i  processi  mascello.palatini  sono  separati  «tu   una  fenditura  «lei  lelli  ed  il  vo- 

tii«i«'  terminano  in  punta  anteriormente,  come  la  modificazione  dell'osso  del  palato  nei  Gallinacei,  Pivieri,  Gabbiani  eto. 

^  )  /'.//. ito  dosmognata,  quando  i  processi  mascello'palatlni  sono  uniti   nel  centro,   direttament 1   indirettamente   -il  il 

vomere  è  talora  rudimentale  o  inolio  piccolo,  come  la  modificazione  dell'osso  del  palato  nei  Bapaoi,  Pappagalli,  ^u 
\  rinati,  quando  le  ossa  nasali  sono  ù**t'  profondamante,  come  ai  i   Pappagalli,  Piccioni  etc. 

i  i   Varici     '■  rinati,  quando  le  ossa  nasali  sono  riunite  assieme  o  leggermente  Borente,  come  nelle  Galline,  Pi 
{*)  Zoologia,  U.  pag.  59-110  (1886).  Le  divisioni  ohe  non  sono  precedute  da  alcuna  ossei         ■  anere  famiglie, 

lineile  precedute  ila  a,  b,  eie.  sezioni. 


L08 


\  ri  imi     ORKITOLOGICO 


ORDINE 

SOTTORDINE 

1  RIBÙ 

FAMIGLIA 

GENERE 

l'ricm 

]  >iomedea 

(  !a\  iao 

Stercorari  idae 

Lestris 

(  tecomorphae,  ]>i .  i 

Laridae 
Sternidae 

l.arns 

Rissa 

i  ielastes 

l 'bcoocephalus 

Sylochelidon 

Tbalasseus 

Gelocbelidoo 

Onychoprion 

Sterna 

Sternula 

1  [j  drochelidon 

Rhynchops 

Limicolae 

(  llareolidao 

(  ìlareola 

il  iharadriomorpbae) 

Scolopacidae 

Thinocoridae 

Chionididae 

Charadriidae 

Parridae 

<  ledicnemidae 

Numenius 

Limosa 

Scolopax 

Gallinago  ,  Terekia,  Totanns, 
Actites,  Bartrainia,  Calidris, 
Machaetes,  Tringa,  Actodro- 
mas.  Pelidua,  Limicola,  Pha- 
laropus,  Himantopus,  Recur- 
virostra 

Attagis 

Cbionis 

Haematopus,  Strepsilas,  Vanel- 
lus,  Hoplopterus,  Cbettusia, 
Aegialites,  Eudromias,  Squa- 
tarola,  Cbaradrius,  (  ursorius 

l'arra 

<  ledicnemus 

Alectorides 

Otidae 

otis.  Houbara 

(Geranomorphae) 

Cariamidae 

Psophidae 

Gruidae 

Eurypygidae 

Aramidae 

Cariama 

Psophia 

Grns,  Autbropoides 

Eurypyga 

Aranius 

Fulicariae 

Rallidae 

i    Gypsornis,    f  Aphanapteryx, 

li ìeranomorphae.  pt.) 

Heliornitbidae 

Rallus,   Ortygometra,    Cres, 
Gallinola,     Efydrornia,    Por- 
phyrio,  Notornis,  |  Leguatia, 
Fnlica 
Heliornis 

1  [emipodii 

Turnicidae 

Turili  \ 

Turnicimorphae) 

Opiathocomi 

<  Ipistll Hlli(l:l<> 

<  Ipisthocomns 

i  Heteromorphae) 

<  ìallinae 

Cracidae 

Penelope,  i  ireopbasis,  (  Iras 

Alectoroniorphae) 

Megapodidae 

Phasianidae 

Meleagridae 

Numididae 

Perdicididae 

Tetraonidae 

Megapodins,  Talegallus 

l'iiasianns,    PaVO,    (Ialina, 

Meleagris 

Numida 

r.ilaoorlvx,    |   Palaeoperdis, 

Francolinus,   Perdix,  starna. 

Coturnis 
Tetrao,  Lyrurus,  Bonasa,   La- 

gopus 

l'trrorli-ti'S 

Pteroclidae 

Pterocles 

i  Pteroclomorphae) 

Syrrbaptes 

(  iolnmbae 

<  lolumbidae 

Columba,  Tnrtur 

1  Peristeromorphael 

Carpophagidae 
(  ìouridae 
1  lidunculidae 

(  larpophaga,  Treron 
Goura 

1  lidlllll'lllllS 

mi  w 1 1.  oimi  roLOGii  M 


109 


OEDINE 


801  CORDINE 


I  '■  smognatbae 


TRIBÙ 


Anseres 
Cbonomorphae,  ;>i. 


Palamedeae 

(Chenomorphae,  pi. 
<  >dontoglosaae 

i  Amphimorpbae 
Kerodiones 

(Pelargomorphae) 


Steganopodes 
(Dyspoiomorpbae) 


Accipitrea 
i  Aetomorphae,  pt.) 


Striges 
(Aetomorpbae,  pi. 

Paittaci 
Psi1  tacomorphae) 


Anisodactylae 
(  loccygomorpbae,  ;//.  i 


l' AMl'.l.l  A 


i   Dididae 

ttomitbidao 
Anaeridae 

Anatidae 


Mergidac 
<  lygnidae 
Palamedeidae 

Phoouicopteridae 

Plataleidae 
Ibidae 
I  iconiidae 
Ardeidae 


Plotidae 

I  >\  sporidae 

Pbalacrocoiacidae 

Pelecanidae 

Pbaetbontidae 

Fregatidae 

Serpentariidae 

l 'atbartidae 

Vnltnridae 

Falconidae 


Bubonidae 


Strigidae 

Stringopidae 

Palaeornithidae 


Cacatuidae 
Paittacidae 


Steatornithidao 
Podargidae 
Leptosomidae 
(  loraciidae 
Todidae 
Momotidae 
Meropidae 
Irrisi. liil.id 

l  pnpidae 


GENERE 


Didns,   Pòzopbapa 

a  nia 
A 1 1 -<  i  anas,  (  !<  1 1 . .|i-i -■ .  Bernicla, 
Ans<  i- 

ca,  Tadorna,  Anas,  Chan- 

Irlasinns.  Spalili;!.  Dalila. 
Mareca,  Marmaronotta,  Quer- 
quedula,  (  !j  anopterua,  l-'uli- 
gnla,  Pulix,  Bucepbala,  Ha- 
relda,  <  lidemia,  Somati  i  ia 
Erismatura 

Morgue,   Mergellua 

i  osco:  oba    i  |  gnus 

Palamedea,  Chauna 

f    Palaelodus,    f  Agnopterns, 

Phoenicoptcì  ns 
Platalea 

'li  g  .IN.  Tantalus 
i  iconia 
Nycticorax,   Botanms,  Ardetta, 

Ardeola,   Bubulcus,    Egretta, 

Axdea,   Cancroma,    Balaeni- 

ceps 

PlotllS 

Pelagornis,  Siila 

Microcarbo,  Phalacrocorax 

Pclei'anus 

Phaethon 

Fregata 

Serpentarina 

Sarcorhamphns 

Neopbron,  Gyps,  \'nlinr,  Gy- 
paetus 

1  ircaetua  .  Nisaetua  ,  Aquila  , 
llali.irtns.  Archibuteo,  Bnteo, 
Pernia,  Milvns.  Cerchneis, 
Erythropns .  Hypotriorcbis , 
Falco.  Gennaja,  Astar,  Ac- 
cipiter,  Circns,  Pandion 

j    Palaeociicus 

I'hiIi".  Asio,  Scopa,  Athene, 
Glancidium,  Nyctala,  Syr- 
niiiiii.  Surnia 

Strix 

Stringops 

Palaeoruis,  Dorina-,  Trichoglos 
sns.  Eelectus,  Melopsittacua, 
Eupbema,    Pezoporus,    Aga- 
pornis 

Cacatua.  Calyptorhynohna,    Mi 
oioglosaa,  Calopsitta 

Platyeercus,  Paephotea,  Psitta- 
cnla,  Coracopsis,  Paittacna, 
Nestor,  Ara.  <  'onrjrrjs,  (  liry- 
sotis 

Steatornis 

Podargns 

Leptosomna 

i  loracias 

Todns 

Momotns 

Werops 

Irrisor 

Laurillardia 


110 


ATLANTE    OKNITOI.IN  UCO 


ORDINE 


SOTTORDINE 


Saurognatbae 


TRI  HI' 


Fleterodactylae 

(Coccygoraorphae,jjt. 
Zygodactylae 

(Coccygomorpbae,  pi. 


Coccyges 
(Coccj  gomoiphae,j>t. 


Pici 

l 'eleomorpbae 

Macrochires 
((  \  aelomorphac) 


Pasaeres 
(Coracomorphae) 


FAMIGLIA 


Bucerotidae 

Aleedinidae 
Trogonidae 

Galbulidae 

Bucconidae 

Rhamphaatidao 

Capitonidae 

[udicatoridae 

(  luculidae 


Miisiipliagidar 
Picidae 

Iyngidae 
Caprimulgidae 

Cypselidae 
Trochilidae 


Hinmdinidao  (') 

Muscicapidae  i 

Laniidae 

Ampelidao 

Vireonidae 

Mniotiltidae 

Chaniaeadae 

Aegithinidae 

<  (riolidae 

Ptilonorhynchidae 

Artamidae 

Dicinridae 

Certhiidae 

Sitti  dae 

Paridae 


\ccentoridae 
Eupetidae 
Cinclidae 
Tronglodytidae 

I  >r\'I ridai- 

Pycnonotidae 


Sylviidae 


Xnrdidae 


GENERE 


Upupa 

;'  i   (  irj  ptornis 

Buceros,   Bucorvua 

Alrrdu 

Trogoli,   1  [arpactea 

Calurus 

(.alluda 

Bucco 

Rbampbaatoa,   Pterogloaaua 

.'  Homalopu8,Pogonorhyncbu3, 
Megalaima,  Capito,  Indicator 

Cnculus,  Coccyatea,  Coccyzna, 
Centropua,  Crotophaga,  Sau- 
rotbera,  Coua,  Pboenicopbaua 

ffNecrornis.Turacus,Mu8ophaga 

Dryocopu8 ,  Piena,  Picoidoa, 
Geciuus,    Picumnua 

Iynx 

Nyetibius,  Caprimulgus,  l'o- 
da ger 

Cypselus,  Collocalia,   Chaetura 

Pbaethoinia,  Troohilus,  Oreo- 
trocbilus,  Polytmua,  Topaza, 
Docimaatea,  Saphos 

Hirundo,    Cbelidon,    Olivicola, 

(  'utile 

Muscicapa,  Erytbrosterna,  Un- 
tali* 

Laniiis 

Ampelia 

Vireo 

Mniotilta 

Cbamaea 

Lciotbrix,   Timalia 

Oriolua 

Clamydera,  Amblyomis 

Artamua 

Diernrus,   Irena, 

Certhia,  Tichodroma 

Sitta 

:'|  Palaegithalua,  Lopbopbanea, 

P àie,    Cyaniates,     Parus, 

Panurus,  Acredula,  Aegitba- 
lus,  Regulus 

Accento! 

Eupetea 

Cinclus 

Troglodytea 

Ciaticola 

l'\  'cnonotua ,  Phyllornis,  Po- 
raatorhinua,  Garrulax 

Cettia,  Potamodus,  Locuatella, 
Luaciniola  .  Calamodua,  A- 
crocepbalus,Hypolais,Phyllo- 
scopus,  Agrobates,  Melizo- 
philua,  Pyrophtalma,  Curru- 
ca,  Sylvia 

Pratincola,  Ruticìlla,  Neraura, 
Cyanecula,    Eritacue,    Oreo- 


i  a    0sciNK8  (Acromyody  1.  Lutirostres. 
(-)  2.  Dentirostrea  (lutto  le  famiglie  Ikro  al  N\  :;  i b!  di  Beguito). 


\  I  I   \N  TI.    ORNI  ["OLI  li 


111 


ORDINE 

SOTTORDINE 

TKir.i 

FAMIGLIA 

GENERI 

ciurla.  Tnrdus,  Menila,  Mon- 

ocola,  1  iromolaea,  Saxicola 

Motacillidae 

Calobatee,   Motaeilla,   Bud 
Ambii*,  Corydalla 

Alaudidae  (') 

i  ìalerita,  Alauda,  A tmanes, 

(  lalandrella,  <  itocorj  8,  i'alla- 
sia.   Melanocorypha 

Kinlpcrìziilac 

Calcarius,  Emberiza.  Miliaria, 
Passerina 

Fringillidae 

Loxia,  Pinicola,  Pj  rrhnla,  Ery- 
throspiza,  Carpodacus,  Ae- 
giothus,  Cannabina,  Serinns, 
(  laxduelis,  <  Ihrysomitris,  <  'hlo- 

roptila,    Ligurinus,    C so- 

thraustes,  Passer,  Petronia. 
Montifcingilla,   Fringilla 

Ploceidae 

Plocena 

TaDagridae 

Callisto 

[cteridae 

Cacicus,     Vgelaeus,     Quiscalus 

sturiiiil:i.' 

|  Fregilupus,  Falculia,  Juida, 
Euryceros,  Bnphaga,  Stnr- 
iins.   Pastoi 

Paradiseidae 

Xantbomelus,  Ma sodia,  Pa- 
radisea, Epimacus 

Corvidae 

FxegihlS,    l'yrrl ura\.    Garru- 

lus,  l'ira.  Nucifraga,  Lycos, 
Corvus 

Promeropidae 

Neotarinia,    Promerops,    Dre- 

panis 

(  loerebidae 

i  loi  reba,  Certbiola 

Meliphagidae 

Myzomela,  Meliphaga,  Zoste- 
rops 

Pittidae  (l) 

Pitta,   Philepitta 

Oxyrbamphidae 

i  ixyrhampbus 

Tyrannidac 

Tyrannns,  Muscisaxicola 

Pipridae 

Pipra 

(  lotingidae 

Tityra,  Rupicola,  1  loi  inga,  1  >•- 
phalopterus 

Phytotomidae 

l'bytotoma 

Eurylaemidae 

Eurylat'inus,   (  'alyptomoua 

Dendrocolaptidae  (6) 

Geositta,  Furnarius,  Synallaxis 
1  lendrocolaptee 

Formicariidae 

Thamnophilus  ,  Formicn  ora  . 
Grallaria 

Pteioptocbidae 

Scytalopus,  Pteroptochus,  Trip- 
fcorhinus 

Atriohiidae  (°) 

Atrichia 

Menuridae 

Menura,  fOrthonys 

{')  3.  Conirostres. 

(-)  4.  Oultirostres. 

(  ■)  .">.   Tenuirostres. 

O  hi  Oligomyodae  '  Mcsomyodi,  pt.). 

(i  e)  T&acheophonae  (Mesomyodi,  pt.). 

('■)  d)  Pai ìi  Ines. 


DI- 


ATI.AVI  E    0RNIT01  OGK  0 


Il  Giglioli  seguì  la  sua  elaborata  classifica- 
zione anche  nei  susseguenti  lavori  che  riguar- 
dano l'Ornitologia  italiana  ('),  beninteso  occu- 
pandosi dei  gruppi  del  nostro  paese. 


11  Conte  Salvadori  nel  suo  ottimo  Elenco  (:') 
ha  diviso  nel  seguente  modo  gli  Uccelli  Ita- 
liani : 


ORDINE 

SOTTORDINE 

SEZIONE 

FAMIGLIA 

SOTTOFAMIGLIA 

GENERE 

Accipitres 

Vccipitres  diurni 

Vulturidae 

Gypaetidac 
Falconidae 

Vultur,(  >togyps,  Gyps,  Neo- 
phron 

(  .\  paetus 

aquila,  Hieraetus,  Nisae- 
tns.  Ilaliaetiis.  Pandion, 
(  iircaetus,  Archibuteo,  Un- 
ti... Pernia,  Milvus,  Ela- 
nuH,  Astnr.  Accipiter,  Mi- 
cronisua,  <  ìennaja,  Palco, 
Aeaalon  .  1  [ypotriorcliis  . 
Erythropu8,  Tinnunculus, 

(  'Il  VHS 

Àccipitres    noc- 

Strigidae 

Stris 

turni 

Asionidae 

Svin inni .  Surnia,   Nyctala, 
(  ìarino,Glaucidium,  Bubo, 
Aaio,  Scop8 

Picariae 

Zygodactj  lae 

Picidae 

Gecinua,   Picus,   Dendroco- 
pus,   Picoidea,   Jynx 

(  'uculidae 

Cuculila,  (  ìoccj  atea,  t  loccj  - 

/US 

Anisodactylae 

(  'oraci  idae 
Meropidae 
\  Icedinidae 
1  Fpupidae 

(  loraciaa 
Meropa 

Alcedo,  Ceryle 
Upupa 

Hiautes 

(  ìaprimulgidae 
i  !j  pselidae 

Caprimulgus 
(  lypaelus 

Passeres 

(  lacinea 

i  isciuos    latiro- 
8trea 

liirundinidae 
Muacicapidae 
Ampelidae 

Cheli  don,   Hiruudo,   Biblis, 

Cotile 
Muacicapa,  Ficedula,  Ery- 

throaterna 
Ampelia 

i  lacinea  dentiro- 

Laniidae 

Laniua 

strea 

e  lacinea  acutiro- 

l'aridae 

Regulua,     Aegitbalus,    l'a- 

atrea 

Sittidae 

uurua,    Acredula,    l'ani*. 
Lophophanos 

Sitta 

i  iscines  curviro- 

Certhiid  i 

Tichodroma,  Certhia 

atrea 

(  lacinea   aubuli- 

Troglodytidae 

Troglodj  tea 

rostrea 

(  linclidae 

(  'llirlns 

Turdidae 

Acceutoriuae 
Turdinae 

Syh  iinae 

Accentor 

Tui'iliis.  i  ireocincla,  Turdu- 
lus,  .Menila,  Montieola  . 
1  iromolaea,  Saxicola,  Pra- 
line. .Li.  Ruticilla,  Cyane- 
eula.  Calliopi'  ,  Iantina  , 
1  i'i  oacus,    |  .iisriiiia 

Sylvia,  MelizophiluB,  Pli.vl- 
loscopus,  Hypolals,  Acro- 
cophalus.  Potamodus,  Lo- 
cnsiclla,  < lalamodua,  Lu- 
sciniola,    Cettia,    Aedon 

(  )    i  "'..  Ttal.  1886  .■  Pubi 
(  )  Elenco   l'ec.  Itul.  1887. 


Oì  nitologioo  Italiano  otc. 


V  I  I    AMI       ORNI  l"l  "'.I'   " 


113 


ORDINE 

SOTTORDINE 

SEZIONE 

1    WIKU.IA 

SOI  rOFAMIGLIA 

GENERE 

<  ìistioolinae 

i  liaticola 

Motacillidae 

Motacilla,  Budj  tea,  Antboa 

i  iNfiiips  amtelli- 

Alaodidae 

Alauda.    Lulliila,    (aderita. 

plantarea 

(  Calandrella  ,    Pterocorj  ». 
Melanocorj  pha,  <  Itocorya, 
Ammomanea  ,    Alaemon  , 
Certliilanda 

i  isciues  coniro- 

1  i  ingillidae            Emberizinae 

l'I  i-i't  rupi  lai  ns.  Plectrophe- 

strea 

nax.     Enspiza  ,     Miliana, 

1. udienza 

Fringillinae 

Passer,     Petronia,    Cocoo- 
thianatea,  Montifringilla, 

l'ri  umilia,  Liguri  mis,( 'libi- 
le >l  itila.  Cbry  som  i  tris, Car- 
dnelis,     Scrinila,    Canmt- 
iiina.   Aegiothoa 

Loxiinae 

Pyrrhnla,   Bucanetea,  Car- 
podacua,   Pinicola,   Loxia 

(  laoinea  cultiro- 

[cteiidae 

Lgelaena 

Btrea 

Sturnidae 
i  iriolidae 
<  'orvidae 

Stornila,   Pastor 

Oriolna 

P.vrrbocorax,   Corvua,    C'o- 

loena ,    Nooifraga,    Pica. 

Garrnlua 

Colombaie 

Columbidae 

Colomba;  Tortor 

Gal  li  mie 

Pteroclidae 

Phaaianidae 

Tetraonidae 

Perdicidae 

Syrrhaptee,   Pteroclea 

Pbaaianua 

Lagopna,  LJrogalIua,Tetrao, 

Bonasa 
Francolino»,  Caccabia.  Per- 

dix,  Cut  unii  x 

Grallatorea 

l.imicolae 

<  nididae 
Glareolidae 

1  'liaradriidae 

Scolopacidae 

l  Hi»,    Hoiiliara 

Glareola,  Cnrsoriiia 

Oedicnemna,  Vanellria,  Ho- 
ploptrrns.  CI  iettasi  a.  Scpia- 
tarola,  Cliaradrina.  Eudro- 
miaa,  Aejjialitis.  Strepai- 
las,    Haematopua 

Kecurviroatra,Himautopua, 
Lobipe9,  Phalaropua,  Ca- 
lidris,  Limicola,  Arqua- 
tella,  Aucylocbeilua,  Pe- 
lidua,  Actodromaa,  Trin- 
ca, Machetea,  Bartramia, 
Tringoidea ,  Bymphemia, 
Helodroinas,  Totaniia.Te- 
rckia,  Limoaa,  Kunienius, 
Sc'olopax,  Galliuago,  I.ini- 
nocryptea 

l'ulicariae 

Rallidae 

Palina,  C'rex,  Porzana,  Gal- 
linola,   Jooocicca ,    Por- 
phyrio,  Eolica 

Alectoridea 

Gruidae 

Gnia,  Autbropoidea,  Balea- 
rica 

Herodionea 

Ardeidae 

Ciconiidae 
Ibididae 

Anlea,  Eerodiaa,  Bnbnlous, 
Ardeola.  Ardetta,  liotan- 
rns,  Nyotioorax 

Ciconia,  Leptoptiloa 

Plegadia,   Platalea 

Phoeuicopteri 

Phoenicopteridao 

Phoenicopteriis 

Ari  aerea 

Lamelliroatrea 

Lnatidae 

Chènalopex,  Anaer,  Branta, 

Cygniis  .       1  teiidrory  ona  . 
Tadorna,   Casarca.   Anaa, 
Chanlelaaiiuta  ,     Mareoa  , 
Datila,  Spatula,  Qoerqoe- 

Atlante  ornitologico,  —  Parte  I. 


15 


in 


\  l  I   INTE    ORSITOl.OfilCO 


ORDINE 

SOTTORDINE 

SEZIONI'. 

FAMIGLIA 

SOTTOFAMIGLIA 

GENERE 

dilla,   Marmaionetta,  l'ai 
lichen,  Nyroca,  Euligula, 

Aetbyia,  Clangala,  llarel- 
da,   Sninati-na,    Oedemia, 
Erisimi!  ara  .     Mergellns , 
Mergus 

Steganopodes 

Polecanidae 

Phalacrocorax,  Microoarbo, 
Pelecanus,  Siila 

Lougipennes 

Laridae 

Sterni  nae 

Larinao 
Stercorariinae 

Thalassens,    Actochelidon  . 

Sicilia,  Sternuta,  Onycho- 

prion,  Gelochelidon,  Hy- 

drochelidon 
Ailflariis  ,     Hydrocolaeua  , 

Gelastes,  Larus,   Rissa 
Megalestris,  Stercorariiis 

Tubinares 

Procellariidae 

Piiftinus,    Procellaria,   Cy- 
mochorea,  Oceanites 

Pygopodes 

Alcidae 

Colymbidae 

Podicipedidae 

Fratercula,  Alca,  Loinvia 
Colymbus 

Aechmopborns,    Podivipes, 
Tacbybaptes 

Tale  classificazione  mentre  ha  il  pregio  di 
essere  consona  all'attuale  stato  scientifico,  si 
presenta  molto  semplice  ;  io  ammetto  elio  per 
un  lavoro  eon  speciali  intenti  anatomici  ed  osteo- 
logie] siano  preferibili  classificazioni  stretta- 
mente basate  sull'interna  struttura  degli  re- 
celli,  ma  per  lavori  d"  indole  generale  e  direi 
quasi  popolare  o  ohe  illustrano  Avifaune  locali 
quella  del  Conte  Salvadori  è  di  ginn  lunga 
ottima  e  preferibile  per  chiarezza  e  semplicità. 
Ed  è  perciò  che  io  l'adottai  in  questo  la- 
voro nelle  sue  grandi  linee  con  lievi  modifi- 
cazioni riguardo  le  famiglie  e  le  sottofamiglie, 
ma  tenendo  fermi  i  sette  ordini  fondamentali 
e,  senza  qui  riprodurre  lo  schema,  rimando  il 
lettore  all'Indice  Sistematico,  ove  il  sistema  è 
del  tutto  sviluppato.  Gli  Autori  italiani  tro- 
veranno che  non  tutti  i  nomi  da  me  adottati 
sono  eguali  a  quelli  adoperati  dai  nostri  due 
migliori  Ornitologi;  ho  sempre  cercato  di 
usare  il  nome  che  godeva  la  priorità  e,  se  tal- 
volta avrò  errato,  ciò  de\esi  attribuire  alle 
enormi  difficoltà  che  si  incontrano  nello  stabi- 
lirla esattamente,  ma  non  all'abbandono  di  ciò 
che  ogni  Autore  ha  obbligo  di  scrupolosamente 
osservare  — la  legge  di  priorità — .  prendendo 
come  punto  di  partenza  la  X  edizione  del  Systema 
Naturae  di  Linneo  (175S)  e  scegliendo  Autori 
costantemente  binomiualisti  ;  come  è  noto,  pei 
nomi  generici  si  scelgono  anche  quelli  di  Au- 
tori non  costantemente  binominalisti ,  quali  il 


Brisson.  Quando  però  tali  nomi  erano  diffe- 
renti da  quelli  adoperati  nelle  opere  del  Giglioli 
e  del  Salvadori,  li  citai  sotto  quello  da  me 
usalo  chiudendoli  tra  parentesi,  così  i  lettori 
potranno  facilmente  comprendere  di  quale  uc- 
cello volevo  parlare;  nell'Elenco  Sistematico 
poi  dopo  ogni  singolo  nome  collocai  quello  del- 
l'Autore die  per  primo  ebbe  a  stabilirlo  e  l'anno 
nel  quale  ciò  avvenne.  Come  di  leggeri  si  com- 
prende per  l'indole  del  mio  lavoro  io  non  avrei 
potuto  arricchirlo,  come  sarebbe  slato  mio  vivo 
desiderio,  di  una  estesa  sinonimia,  delle  diciture 
dialettali  e  di  quelle  delle  lingue  più  note  od 
estendermi  soverchiamente  sulle  diagnosi,  sui 
dati  della  distribuzione  geografica ete.,  perchè  a 
tale  scopo  non  sarebbe  stato  sufficiente  un  solo 
volume,  come  desiderava  il  nostro  editore,  ma 
un'opera  di  grande  mole  e  quindi  di  costo  rile- 
vante, ciò  die  avrebbe  svisato  l'intento  cui  si 
mirava  da  entrambe  le  parti.  Pei  nomi  geo- 
grafici mi  sono  attenuto  alle  diciture  Italiane 
dell'Atlante  di  Habenicht  (').  pelle  abbrevia- 
zioni dei  nomi  degli  Autori  alla  Lisia  pubblicata 
dal  Museo  di  Berlino  (  )  e  per  quelli  degli  IV- 
celli  Americani  alla  Lisia  edita  dall'  Unione 
Ornitologica  Americana  ('). 


t'f  Habeiilclit,  E.,  Atlante  tateoAUe^  Gotha  o  TorÌDO,  luuo. 

'i  Liste  Autor,  Zool.  Art.  dati.  2  ni.  Musco  »li  Bertiiio, 
6. 

i  i  Inter,  'hit.   Un.  Check  List.  -  <><!.  1806. 


ATLANTE    ORNITOl.OiiH  0 


116 


Sg  nardo  storico-bibliografico  su  IP  Ornitologia  Europea. 


Ho  creduto  utile  e  doveroso  ad  un  tempo  di 
stendere  un  breve  studio  bibliografico  su lli< 
Opere  die  maggiormente  interessano  l'Ornito- 
logia Europea.  Ripeto  utile,  perchè  in  Italia 
tante  opere  eminenti  e  di  grande  valore  scien- 
tifico sono  purtroppo  poco  note;  doveroso, 
perchè  è  giusto  riconoscilo  con  quali  pazienti 
ricerche  questi  Autori  hanno  l'alio  progredire 
tali  studi  e  quanto  ci  danno  facilitato  il  com- 
piti! di  oggidì. 

Mio  Padre  molti  anni  addietro  ha  pubblicato 
alcuni  capitoli  di  una  «  Storia  dell'Ornitolo- 
gia (')  »  che  purtroppo  non  fu  continuata.  Issi 
sono  scritti  con  singolare  compotenza  e.  ciò 
che  non  guasta,  col  suo  brio  naturale  e  con 
lingua  purissima,  e  non  sono  certamente  io  il 
solo,  (')  a  rimpiangere  che  questo  lavoro  sia 
stato  troncato,  si  può  dire,  nei  suoi  primi 
albori.  Occupato  in  affari  pubblici  e  privati, 
ove  la  sua  intelligenza  e  la  sua  capacità  ciano 
grandemente  riconosciute  ed  apprezzate,  Egli 
dovette  suo  malgrado  abbandonare  uno  studio 
per  il  quale  aveva  grande  trasporto  e  ciò  fu 
certamente  una  grave  perdita  nella  patria  Or- 
nitologia. Ed  io  ho  pensato  che  il  più  bell'o- 
maggio alla  sua  opera  ed  il  più  bell'ornamento 
per  questo  capitolo  era  quello  di  cominciarlo 
colle  sue  stesse  parole,  per  continuarlo  poi  con 
le  mie  critiche  più  brevi  e  più  disadorne. 

A  taluno  sembrerà  strano  invero,  che  io,  fisso 
di  tesservi  la  storia  dell'ornitologia,  incominci 
a  trattarne  da  epoche  tanto  remote.  I  moderni 
hanno  a  vezzo  insucidare  la  mano  nella  dotta 
polvere  dell'antichità;  ebbene  sarò  per  loro  il 
naturalista  che  stende  una  noiosa  pagina  d'ar- 
cheologia. Opposto  affatto  al  parere  di  coloro 
che  non  ammettono  il  graduato  progredimento, 
per  me  la  scienza  è  una  fede,  è  un  complesso 
di  verità,  che  insieme  si  appuntellano,  si  so- 
stengono: è  una  catena  che  ogni  di  più  s'ina- 
nella. L'edifìcio,  il  monumento  del  progresso 
non  giganteggia,  fattura  dell'oggi  :  tulle,  sì 
tutte  le  generazioni,  clic  si  successelo,  affati- 
cale   da    ignota   pressione   \  i  recarono  la  loro 


(')  Lu  Storia  dell'Ornitologia,  I  IV,  Atti  Soe.  Hai.  Ss. 
Nat.  yoL  X,  pp.  136-144.  Milano,  1867  ;  id.  VVI..  Ro- 
vigo, 1873. 

P)  Ibi;  1x08,  p.  312;  etc.  eU\ 


pietra  per  fondarlo,  per  ergerlo.  Discepolo  di 
questa  idea,  reco  ai  grandi  che  impresero  ad 
aprirci  il  varco  nell'intentato  sentiero,  il  mio 
debito  di  gratitudine;  benemeriti  della  scienza, 
essi  ci  legarono  colle  loro  oliere  il  dovere  di 
rammentarli;  io  non  so  esimermi  dal  compierlo', 
e.  facendovi  retrocedere  ventiline  secoli,  vi  con- 
duco  meco  ai   tempi   di   Aristotile. 

ARISTOTILE. 

Nella    Grecia    da    trecento    e  cinquantanni 

prima  dell'Era  volgare  fioriva  Aristotile  di  Sta- 
gna. Versatissimo  in  lutto,  di  tutto  così  dif- 
fusamente trattò,  da  sembrare  quasi  impossibile, 
che,  nella  breve  giornata  di  una  vita  umana, 
potesse  dar  termine  a  tanto.  Come  filosofo  non 
è.  mio  sunto  ragionarne  ;  vi  dirò  solo  colle  pa- 
role di  un  sommo  tedesco  (')  che  il  suo  pen- 
siero ha  penetrato  tutte  le  sfere  delle  coscienze 
umane,  e  ch'egli  fu  per  molti  secoli  di  seguito 
l'unico  fondamento  di  tutto  lo  sviluppo  del- 
l'intelligenza. Ma  tanto  i  contemporanei  che 
la  posterità  non  furono  giusti  di  premio  al 
naturalista.  Il  Greco,  tiglio  di  una  magica  terra, 
dove,  o  riposi  lo  sguardo  nell'amenità  dei 
poggi,  o  lo  spazii  nell'ampiezza  del  mare,  sotto 
la  curva  di  un  cielo  ridente,  trova  sempre 
nuove  ispirazioni  alla  poesia,  naturalmente  ri- 
fuggo dai  severi  vincoli  dall'  analisi.  Perciò 
nessuno  fra  i  suoi  contemporanei,  per  (pianto  ab- 
biamo contezza,  seguì  Aristotile  nello  studio  della 
storia  naturale,  assoggettandosi  ai  contini  del 
metodo;  e  i  suoi  lavori  di  questo  genere  do- 
vettero giacere  obliati,  tanto  più  che  erano 
stesi  in  uno  stile  conciso  ed  arido.  Proseguendo 
nel  mio  assunto,  vedremo  la  varia  sorte  che 
corsero  nei  tempi  posteriori,  investigandone, 
per  quanto  sapremo,  le  cause;  per  ora  ritor- 
niamo all'autore,  a  quell'opera  immortale  che 
è  la  Storia  degli  Animali. 

Valendosi  del  dono  di  un'attenta  ossei  \  azione, 
egli  primo  vi  crea  il  concetto  dell'Anatomia 
comparata.  Poi  questi  esseri  culi  assoggetta  al- 
l'esame il  più  diligente:  ogni  parte  singolar- 
mente ne  analizza,   imi  capacitarsi  quale  sia  la 


(')  Hegel,  Stternmtliehe  W«rke,  T.  XIV,  pag.  418. 


116 


ATI.ANTK    ORNITOLOGICO 


funzione  ch'essa  adempie  nell'ordine  dell'in- 
sieme, e  questo  insieme  con  accuratezza  lo 
studia,  ne  interroga  il  modo  di  vivere  e  di 
riprodursi  ;  perchè  la  natura,  così  forzata  dal- 
l'incalzante lavoro  dal  genio,  manifesti  tutto 
il  segreto  congegno  dell  'esistenza  e  il  compito 
che  a  ciascuna  parte  ha  la  Provvidenza  asse- 
gnato nell'opera  armonica  della  creazione. 

Ma  il  pensiero  dell'uomo  non  ha  limite  fisso, 
l'idea  è  feconda  d'idea;  l'indefesso  investiga- 
tóre dalla  conformazione  interna  ed  esterna 
degli  individui  e  dai  loro  costumi  riconosce  il 
costante  concorso  di  eguali  rapporti  che  costi- 
tuiscono l'affinità  fra  taluni,  e  marcano  nel 
tempo  stesso  la  totale  segregazione  da  altri  : 
una  nuova  scoperta  è  fatta:  si  caratterizzano 
le  classi,  si  pianta  il  cardine  sul  quale  sì  aggi- 
rano tutte  le  Classificazioni.  Qui  taluno  potrà 
darmi  la  taccia  di  metodista,  non  lo  sono;  ma 
stimo  folle  del  pari  chi  crede  la  natura  preordi- 
nata a  sistema,  come  chi  opina  si  possa  coll'u- 
niaua  intelligenza  comprenderla  senza  seguire  un 
sistema.  Dell'avviso  di  un  illustre  italiano,  mi  at- 
talenti! figurarmi  il  creato  un' immensa  rete,  leciti 
maglie  hanno  contatto  ed  intreccio  da  tutte  le 
parti  fra  loro  ;  e  pure  mi  è  d'uopo  slacciarne  i 
nodi,  disfarli  uno  ad  uno,  per  conoscerne  la  tes- 
situra. Aristotile  stesso  era  penetrato  di  questa 
verità,  e  me  n'è  garante  il  modo  ch'ei  tenne 
costantemente  nel  suo  lavoro,  la  comparazione. 
Dal  generale  scendendo  al  particolare,  meri- 
tano menzione  il  Capo  111  del  Libro  Vili,  ove 
parla  del  cibo,  costituendolo  uno  dei  caratteri 
per  le  divisioni,  donde  i  carnivori,  i  frugivori, 
gli  onnivori,  ed  altri;  e  le  dettagliate  descri- 
zioni racchiuse  dal  Capo  VII  al  XXXVI  del 
Libro  IX.  Le  memorie  sullo  penne,  sul  volo, 
sulle  abitudini,  sulle  nidificazioni,  sulle  uova, 
sparse  qua  e  là,  fanno  prova  di  un'analisi  più 
accurata,  primo  pregio  di  un  naturalista.  Lungi 
da  me  1'  idea  che  gli  studi  del  filosofo  greco 
debbano  essere  il  manuale  del  zoologo  odierno; 
una  giusta  ammirazione  non  mi  fa  travedere 
cotanto;  io  non  m'ebbi  altro  scopo  Dell'accen- 
narne i  molti  pregi,  che  far  conoscere  quali 
immensi  vantaggi  ne  scaturirono  alla  scienza; 
che  cercare  che  tutti  convengano  con  me  averci 
Aristotile  fatta  la  via,  steso  un  piano  facile 
da  seguire.  Nelle  epoche  passate  si  deviò;  ma 
oggi  sembra  che  avvedutisi  del  fallo  si  rinsa- 
visca, e  si  rinvenga  alla  sorgente,  per  cercarvi 
quella  limpidezza,  che  nella  corrente  dei  tempi 
è  stata  tanto  intorbidata.  Talora  scorrendo  a 
caso  i|Uelle  opere,  che  circolano  dappertutto, 
mera  speculazione  libraria,  voglio  dire  alcuni 
trattati  enciclopedici,  ai  (piali  si  affida  la  ver- 


gine intelligenza  dei  nostri  giovani  nella  folle 
speranza  die  ricevano  una  coltura  su  tutto, 
quando  invece  non  ne  ridonda  che  una  confu- 
sione generale,  mi  avvenne  di  leggervi  malme- 
nata la  fama  dello  Stagirita.  Facile  compito 
ergersi  censore  dille  opere  altrui,  quant'ò  dif- 
ficile imitarle.  Il  (litico  coscienzioso  deve  ri- 
farsi all'epoca  dell'Autore  che  analizza,  stu- 
diai nei  costumi,  immedesimarsi  nelle  abitudini 
di  quei  tempi,  respirarne  persino  l'aria  stessa. 
Scrittorelli  Bapien tacci,  che  non  sapendo  creare 
nulla  del  proprio,  mordono  continuamente  le 
fatiche  degli  altri,  stendono  lunghi  articoli 
frutto  non  della  riflessione  ma  calcolo  del  de- 
naro; questi  scrittorelli  considerano  Aristotile 
del  secolo  diciinono.  E  in  fatti  solo  a  chi  vive 
nella  luce  del  progresso,  colla  facilità  delle 
comunicazioni,  coi  pronti  espedienti  per  im- 
padronirsi di  ciò  che  desidera,  coi  mezzi  sicuri 
per  conservarlo,  col  continuo  scambio  d' idee, 
con  musei  quasi  in  ogni  borgata,  con  mille 
opere  da  consultare,  si  può  rinfacciare  l'asser- 
zione non  giusta  di  alcune  abitudini  degli  ani- 
mali, le  nozioni  non  esatte  sulle  specie,  la 
ripetizione  di  favolose  credenze  tradizionali  in 
(pici  giorni,  e  qualche  altra  ben  piccola  mac- 
chia in  tanta  vastità  di  dottrina.  Ma  il  vano 
cicaleccio  non  trova  eco;  e  voi  tutti,  che  giu- 
stamente retribuiste  d'encomio  D'Alembert  e 
Diderot,  essi  che  incarnando  un  ardito  conce- 
pimento fecero  uno  e  concorde  il  lavoro  dei 
grandi  viventi  e  trapassati,  compendiando  nel- 
l'Enciclopedia tutte  le  creazioni  e  tutte  le  sco- 
perte, ammirerete  con  me  Aristotile,  quest'uomo 
più  unico  che  meraviglioso,  che  nelle  molte  e 
svariate  sue  opere  tutto  l'ambito  della  scienza 
umana  abbraccia  coll'individualità  d'un  ingegno 
prepotente. 

PLINIO. 

Nel  difetto  di  opere  speciali  sulla  natura,  o 
perchè  nessuno  dopo  Aristotile,  siasene  occu- 
pato con  un  vero  metodo  scientifico,  o  perchè 
la  vicenda  dei  tempi  ce  le  abbia  fatalmente 
involate,  c'è  forza  trascorrere  quattro  secoli 
di  silenzio  pei  nostri  studi,  e  dalla  Crecia  re- 
carci  a  Poma,  per  trovarvi  il  secondo  dei  na- 
turalisti dell'antichità,  (aio  Plinio  il  Vecchio, 
Ilio  sguardo  ai  numerosi  e  diversi  suoi  lavori, 
a  una  vita  indefessamente  divisa  fra  i  doveri 
del  magistrato  e  le  fatiche  del  guerriero  ;  fra 
le  lucubrazioni  del  filosofo  e  gli  studi  del  let- 
terato, fra.  L'amena  coltura  dei  viaggi  e  lo  spi- 
noso arringo  dell'oratore,  e  nell'ammirazione 
di   tanta   operosità  saremo  (piasi    trascinati   nel 


ATLANTE    o  I  :  N 1  rOLOGII  0 


117 


dubbio  sconfortante,  che  successivamente  de- 
crescano le  forze  fisiche  e  inorali  dell'umanità. 
Alcuno  nel  discorrere 'questi  monumenti,  leci- 
tici dal  sapere  degli  antichi,  che  a  Btudiare 
basta  appena  la  vita,  si  dà  a  crederli  meglio 
che  L'opera  «li  uno  solo,  il  successo  riassunto 
di  dotte  produzioni  che  smarrirono,  o  almeno 
le  fobiche  ili  molti  contemporanei,  sotto  il  nome 
«li  un  grande  compendiate;  ma  a  combattere 
quest'  opinione,  che  la  vergogna  troppo  facil- 
mente persuade,  basta  la  lettela  «li  Caio  Plinio 
Cecilio   a   Tacito,    che   e   ad    un    tempo    la    BUC 

cinta  biografìa  <■  l'esatta  enumerazione  dei  la- 
vori incredibili  «li  suo  Zio.  Il  più  prezioso  «li 
essi,  l'unico  che  ci  rimani',  è  la  Storia  Natu- 
rale in  IrentaseUe  libri,  dove  con  un 'erudizione 
sorprendente,  infinita,  variata  «piasi  come  la 
stessa  natura,  sono  trattate  pressoché  tutte  le 
scienze  e  le  arti.  Ma,  nel  ricchissimo  manuale 
della  Lingua  del  Lazio,  nell'inesausta  miniera  di 
peregrine  e  svariate  cognizioni,  nella  vivacità 
di  uno  stile  fantastico,  nell'  arditezza  inaspet- 
tata d'immaginosi  pensieri,  se  è  colpito  di  me- 
raviglia il  lettole  profano  della  scienza,  non 
egualmente  avviene  al  naturalista,  che  op- 
presso dalle  numerose  favole  cerca  invano 
quell'analisi,  che  paziente  s' interna  nei  più 
reconditi  recessi,  con  ordine,  e  accurata  per- 
severanza li  indaga,  «^  coscienziosa  reca  alla 
luce  del  giorno  frutto  di  sudati,  diligentissimi 
studi  la  verità.  Storico  non  fedele,  osser- 
vatore non  filosofo,  Plinio  ha  ideato  un  pro- 
getto troppo  vasto,  perchè  uomo  lo  potesse 
compiere;  è  inesatto  nelle  descrizioni,  nella 
nomenclatura  confuso  ed  incerto,  om messi  i 
caratteri  di  classificazione,  o  se  accennati  che 
non  spiccano  né  stabili,  né  essenziali,  pecca 
«li  credulità,  «li  superstizione,  di  panteismo. 
Nei  settantacinque  capi  del  Libro  X,  egli  si 
occupa  degli  augelli  ;  e  qui  la  vita  secolare 
della  fenice,  la  nascita  degli  ossifragi,  la  me- 
tamorfosi del  cuculo  e  d'altri  uccelli,  il  pas- 
saggio del  .Mar  di  Tonto,  insomma  un  conti- 
nualo succedersi  di  favolosi  racconti,  non  una 
storia.  Dove  lascia  spaziare  l'immaginazione, 
poeta-,  dettò  superbe  descrizioni  come  nel 
Capo  XXI  sul  gallo,  nel  Capo  XXXIII  sui  nidi, 
e  sopratutto  nel  Capo  XXXYIII  sui  mezzi  di 
locomozione. 

Nella  giusta  severità  della  critica  esaminale 
Plinio,  naturalisti,  non  vi  rinverrete,  come  so- 
pra accennava  né  osservazione,  né  coscienza  ; 
filosoli,  vi  troverete  tessuta  L'interessantissima 
storia  del  progresso  della  specie  umana,  tutti 
nieraviglieremo  con  Buffon  dell'opera  di  questo 
uomo   inspirato,  che  semina   abbia   misurata   la 


natura  e  trovatala  ancora  troppo  piccola  per 
l'estensione  del   suo   ingegno. 

La  grandezza   romana    dilegua,    il    Cristiane- 
simo  oppresso    assiduamente  mina  i  fondamenti 

del  vecchio  culto  degli  idoli  e  lo  scrolla;  in- 
numerevoli orde  di  stranieri,  varii  di  nome, 
eguali  di  barbarie,  franta  ogni  diga,  inondano 
L'Europa,  e  i  popoli  nel  turbamento  della  lede. 
nell'incertezza  della  minacciata  esistenza,  stanchi 

subiscono  un  necessario  sonno  di  torpore.  COSÌ 
ci  è  forza  scorrere  un  lungo  periodo,  che  colli- 
sile liere  burrasche  non  solo  non  ha  concesso 
che  sorgano  nuovi  studi,  ma  impedito  il  pro- 
gresso degli  incominciati,  ina  travolto  preziose 
memorie  degli  antichi.  Lo  storico,  che  segue 
il  sentiero  corso  dalle  generazioni  che  ci  pre- 
cedettero, improvvisamente  arrestato  innanzi  a 
quest'immense  lacune,  è  colpito  da  meraviglia 
e  d'avvilimento  ;  ma  il  filosofo  scorge  il  genio 
dell'uomo,  incatenato  dalla  forza  degli  eventi, 
dibattersi  ;  questa  fiamma,  che  il  cielo  ci  ha 
immedesimata  coli' esistenza,  per  tanto  tempo 
non  spenta,  compressa,  mandar  tratto  tratto 
scintille  ;  una  face  italiana  abbagliare  il  mondo 
(l'Alighieri,  il  poeta  dell'immortalità!);  e  an- 
tivede il  secolo  di  Colombo,  di  Leonardo  «la 
Vinci,  di  Guttemberg,  quando  le  numerose  sco- 
perte tutto  sconvolgono,  ricreano,  per  così  dire. 
il  creato.  Circa  quest'epoca  esuberante  di  vita, 
noi  pure  incominciamo  lo  studio  storico  della 
nostra  scienza  con  Uelon  e  (Jesner. 

BELON  PIETRO   (1518-1564). 

Se  la  memoria  «li  un  uomo  maggiormente  si 

raccomanda  quando  alle  gloriose  sue  azioni 
siasi  fatta  compagna  indivisibile  la  sventura, 
a  Pietro  Belon  non  sarà  mai  per  mancare  una 
somma  rinomanza.  Nato  nel  Maine  circa  il 
1518,  da  poveri  e  oscuri  parenti,  lottò  fino  dalla 
prima  sua  età  coll'indigenza.  Ma  i  granili,  che 
indovinano  nello  sguardo  dell' irrequieto  fan- 
ciullo balenare  l'ingegno,  gli  si  fanno  mece- 
nati ed  egli  usa  dei  potenti  loro  mezzi  solo 
per  dedicarsi  indefesso  allo  studio.  Quell'ar- 
dente smania  d'imparare,  che  in  lui  fu  una 
seconda  natura,  lo  spinse  a  perigliarsi  in  tempi 
malsicuri  in  viaggi  lunghi  e  disastrosi  per  la 
Germania.  A  Thionville  lo  arrestarono,  riscat- 
tato, non  gli  venne  meno  il  coraggio  o  la  lena. 
Riviaggiò  la  Germania,  scorse  Italia,  lincia. 
Turchia,  Egitto,  Palestina,  Asia  Minore  e  ovun- 
que osservando  e  raccogliendo  da  per  tutto, 
tornò  nel  1550  a  Parigi  a  pubblicarvi  le  innu- 
merevoli e  svariate  sue  cognizioni,  a  coordinare 


118 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


i  tesori  radunati  mi  differenti  pellegrinaggi. 
Qui  mi  cade  in  acconcili  fermare  l'attenzione 
sopra  un  curioso  contrapposto.  Versò  la  somma 
occorrente  pel  suo  riscaldi  un  ignoto  signore 
solo  perchè  lo  seppe  conterraneo  del  poeta  il- 
lustre Konsarcl  :  ora  gli  si  contende  ostinata- 
mente dai  suoi  colleglli  e  compatrioti  l'ammis- 
sione nella  facoltà  di  medicina  in  Parigi. 
Sempre  questa  legge  straziante,  il  pane  della, 
sventura  bandito  sul  desco  dal  fratello!  Nel 
1564,  attraversando  il  bosco  di  Boulogne,  re- 
duce da  altri  viaggi,  fu  morto  per  mano  d'un 
assassino  a  quarantacinque  anni.  .Ma  l'invidia 
non  ha  serbato  rispetto  nemmeno  allo  sue  ce- 
neri disgraziate.  Si  calunniò  e  la  calunnia  fu 
con  tanta  insidia  tessuta  che  anche  uomini 
grandi  e  creduti  le  tennero  fedo  e  inconsape- 
voli l'accreditarono.  Lo  si  disse  servitore  di 
Gillio,  suo  compagno  di  viaggio,  furatole  dei 
suoi  manoscritti,  dopo  la  morte  di  quell'eru- 
dito pubblicati  —  a  rubar  fama  —  col  proprio 
nome;  tardi  sì,  ma  finalmente  gli  fu  resa  giu- 
stizia, e  la  Francia  va.  a  ragione  superba  di 
avere  dato  i  natali  a  Belon,  uno  fra  coloro  che 
maggiormente  la  illustrarono  nel  risorgimento 
delle  scienze.  Di  un'attività  infaticabile,  di  una 
vastissima  erudizione,  antiquario  e  geografo, 
agricoltore  e  naturalista,  commentò  e  tradusse 
opere  degli  antichi,  dei  paesi  visitati,  descrisse 
popoli,  costumanze,  monumenti  ;  lasciò  sull'a- 
gricoltura un  trattato,  e  fu  primo  a  suggerire 
l'idea  dei  giardini  pubblici  pel  coltivamento 
d'alberi  esotici,  dettò  sui  pesci  e  sugli  animali 
in  generale.  Ma  il  lavoro  che  più  d'ogni  altro 
gli  sopravvive,  secondo  anche  l'avviso  dei  piò 
illustri  zoologi,  è  la  Storia  (Iella  natura  degli 
augelli,  colle  loro  descrizioni  e  ritratti  al  na- 
turale scritta  in  sette  libri  (').  Compreso  delle 
verità  che  ha  palesato  Aristotile,  ne  seguì  il  si- 
stema coll'istituire  anatomiche  comparazioni  (  ). 
vi  intravide  il  bisogno  di  un  metodo  per  meglio 
comprendere,  per  ritenere  più  agevolmente  que- 
sto numero  straordinario  di  esseri,  dei  quali  si 
occupa  l'ornitologia.  Ed  ecco  il  grande  che  af- 
ferra un'  idea,  intimamente  convinto  si  tor- 
menta per  mandarla  ad  effetto,  ora  con  attenta 
meditazione  la  studia,  ora  con  fantastico  sbalzo 
la  tenta,  incapace  a  persuadersi  che  se  alla 
.-coperta  di  un  veld  spesso  è  chiamato  uno  sol- 
tanto, quasi  sempre  la  sua  attuazione  perfetta 
è  riservata  al  lavoro  lento  e  paziente  ili  molti 
uomini  insieme.   Bisogna  dividere,    smembrare 


li  Parigi   1655|  in  lui. 

(-')  Vedi  Libro  I  o specialmente Cap.  SII    (Comparazione 
dello  scheletro  d'un  uccello  con  quello  d'un  nomo). 


quest'immensa  materia  per  ordinarla,  e  Belon 
riconobbe  la  necessità  di  una  classificazione, 
ma  non  seppe  eseguirla  felicemente.  Ter  questo 
egli  aggruppa  gli  uccelli  secondo  i  luoghi  che 
frequentano,  o  il  nutrimento  che  prediligono, 
talora  per  conformità  di  abitudini,  tal  altra 
per  somiglianza  di  forma,  sempre  perplesso  in 
diverso  sistema,  mai  fermo,  mai  sicuro  in  al- 
cuno. Fu  tra  quei  fortunati  ai  quali  la  Prov- 
videnza ha  concesso  aprire  questo  arcano  vo- 
lume della  natura,  e  per  facilità  e  robustezza 
di  stile,  per  osservazione  diligentemente  minu- 
ziosa.  per  esattezza  di  racconto  (che  se  spesso 
è  troppo  breve,  spicea  però  per  quella  franca 
lealtà  che  sottomette  lo  straordinario  ad  esame, 
che  accenna  l'inverosimile  dubbiando),  la  sua 
opera  ornitologica  oggi  ancora  volontieri  si 
legge  come  utile,  attraente,  curiosissima.  Essa 
va  corredata  di  ligure  intagliate  in  legno,  in- 
gegnoso ritrovato  che  avvantaggia  d'assai  i 
lavori  dei  moderni  su  quelli  degli  antichi,  fa- 
cilitando coli' esposizione  al  senso  il  compren- 
dimento dello  intelletto;  ma  sfortunatamente 
sono  così  male  eseguite  da  non  dare  il  più 
delle  volte  nemmeno  l'idea  di  ciò  che  dovreb- 
bero rappresentare. 

GESNEE  CORRADO  (1516-1565). 

Contemporaneo  a  Belon  è  lo  svizzero  Gesner; 
figlio  di  un' ignota  famiglia  che  doveano  illu- 
strare le  sue  geste  e  quelle  de' suoi  nepoti  — 
martiri  o  eroi  sui  campi  di  battaglia,  di  quel 
libero  paese  —  sortì  i  natali  a  Zurigo  nel  1510. 
La  fortuna  gli  arrise  dalla  culla  alla  tomba. 
Protetto  e  soccorso,  visitò  varie  città  della 
Svizzera  e  della  Francia  e  fermò  dimora  in 
alcune  per  coltivarsi.  Fu  uno  di  quegli  uomini 
straordinari  non  nati  alla  specialità,  che  tra- 
vagliati dal  bisogno  di  apprendere,  afflitti  per 
dir  così  da  una  continua  sete,  cercano  estin- 
guerla ad  ogni  fonte  si  pari  loro  dinanzi,  ed 
è  perciò  che  lo  vediamo  a\  viccndare  i  suoi 
studi  Sulle  lettere  e  sulle  scienze;  il  precettore 
di  lingua  greca  a  Losanna  trasformarsi  in  dot- 
tore di  medicina  a  Basilea;  se  oggi  pubblica 
un  catalogo  di  botanica  in  quattro  lingue,  do- 
mani dare  alla  luco  brani  di  letteratura  o  di 
filosofia;  stendere  la  famosa  Biblioteca  Univer- 
sale e  lilialmente  il  grandioso  lavoro  della  Storia 
Naturale.  La  parte  più  considerevole  di  que- 
st'ultima è  indubbiamente  quella  che  abbraccia 
il  regno  animale,  della  quale  il  III  volume 
stampato  a  Zurigo  ha  per  tema  gli  uccelli.  Vi 
segue  l'ordine  d'alfabeto  premettendo  il  nome 
latino,    cui    fa    succedere    quelli    di    moltissime 


ATI  AN .'N li" 


119 


altre  lingue.  QuesI etodo  curioso   di  dispo- 

BÌzione  ingenera  disordine  raccostando  specie 
del  tatto  per  naturale  disuguaglianza  lontane 
e  viceversa,  come  l'applicazione  «li  tante  ap- 
pellazioni, clie  se  antiche  non  ponno  riuscire 
che  ambigue,  se  moderne  equivoche,  quando 
ne  è  grande  la  varietà  anelli'  nella  medesima 
lingua,  anzi  nello  stesso  paese,  è  sfoggio  di 
una  dottrina  che  in  verità  tocca  al  prodigio, 
ina  qui  l>iii  che  superflua,  dannosa.  Ila  nozioni 
utili  sulle  malattie,  sugli  usi,  sui  nutrimenti, 
aggiunge  particolarità  inutili  sulle  ispirazioni 
elio  fornirono  ai  poeti,  varie  citazioni  dei  passi 
degli  autori,  ch'egli  addine  per  qualunque 
ragione  ne  abbiano  molto  o  j>oco  parlato,  ar- 
ricchisce la  sua  opera  di  tavole  generalmente 
scorrette.  Se  non  si  può  negargli  coscienza, 
bisogna  del  pari  confessare  che  non  ha  reso 
alla  zoologia  i  servizi  che  prestò  alla  botanica, 
pose  le  fila  di  un  immenso  ordito,  lasciando 
ai  posteri  il  pensiero  della  tessitura,  lìeneviso. 
colmato  di  onori,  la  morte  lo  colse  non  ancora 
compito  il  decimo  lustro  di  età,  e  fu  degno 
suggello  di  una  vita  attivissima  spesa  pel  bene 
altrui.  Avea  combattuto  accanitamente  la  pe- 
stilenza che  afflisse  la  sua  patria,  prestandovi 
la  sua  coscienza  e  la  sua  persona;  ma  in  capo 
a  due  anni  ne  rimase  affetto  egli  stesso.  Ac- 
cortosene volle  essere  trasportato  nel  suo  stu- 
dio e  là  neir assettare  i  suoi  libri  soccombette. 
Corrado  Gesner  è  vantato  il  Plinio  della  Ger- 
mania —  a  buon  diritto!  Entrambi  oltrepas- 
sarono la  sfera  dell'umana  capacità  nell'ideare 
il  progetto,   entrambi  sviarono  nell'esecuzione. 

ALDROVANDI   (1522-1605). 

Come  il  peregrino  che  s? imbatte  in  persona 
del  proprio  paese,  che  dopo  lungo  spazio  di 
tempo  risente  il  desiderato  suono  della  patria 
favella,  ad  una  eguale  compiacenza  si  schiude 
il  mio  animo  oggi,  che  nel  rifare  il  cammino 
precorso  dai  grandi  naturalisti  antichi  m'  in- 
contro in  un  nostro  Italiano:  l' Aldrovandi. 
Spero  che  non  verrò  tacciato  d'esagerazione, 
se  asserisco  che  le  opere  lasciatili  da  questo 
Sommo  valgono  a  rassodarci  nell'opinione,  che 
quando  sorge  un  Genio  nella  nostra  terra  la 
sua  azione  è  arditamente  spiccata  cos'i  da  pre- 
cipitare l'avanzamento  della  scienza  o  dell'aite 
a  cui  si  consacrò.  L'epoca,  sulla  quale  richiamo 
la  vostra  attenzione,  è  una  certo  delle  più 
splendide  del  nostro  passato,  il  secolo  di 
Leone  X,  allora  che  i  Municipi]  Italiani,  go- 
\  il  mintisi  col  reggimento  della  vera  libertà,  Com- 
battevano la  lotta  generosa  del  progresso.  Quanto 


tesoro  di  luminose  memorie,  quale  esempio  im- 
ponente pei  posieii!    Perdonate  questa  digres- 
sione,  i'lie   un   giusto  orgoglio   Ila  originalo. 
Bologna     ha     il    vanto    ili    essere   siala    pallia 

ad  llisse  Aldrovandi.  Vi  nacque  da  illustre 
famiglia     nella    prima     mela    del     secolo     XVI 

(1522).  l'i  un  carattere  si latamente  vivace, 

ili  una  intraprendenza  ardila  quanto  mai.  do- 
dicenne diserta  il  teiio  natale,  abbandonando 
la  madre  vedova  e  solo  \  iene  a  Roma.  Espa- 
triato dopo  quattro  anni,  imprende  un  lungo  e 

disastroso  viaggio  a  piedi  per  l'Italia,  la  ["ran- 
cia  e   la   Spagna.    Studia  poscia   legge   e   lisiea  a 

Bologna  ed  a  Padova,   riede  a  Roma,  coopera 

Mauro  nel  lavoro  sulle  antichità,  scrive  un 
Irai  (alo   sulle   statue    egli    stesso.     È    un    genio 

che   ossesso   dal    bisog lei    lavoro,  ansioso   lo 

rena,  lo  abbraccia  con  frenesia  sotto  qualun- 
que forma  gii  venga  innanzi,  presente  che  un 
posto  insigne  gli  è  riservato,  ma  quale,  ma 
dove  lo  ignora;  è  ciò  che  si  affanna  a  ricer- 
care.  Lo  prime  orine  nella  carriera  segnate 
dagli  uomini  illustri  marcano  spesso  questo 
penoso  ondeggiamento  di  spirito,  che  il  con- 
temporaneo, ignaro  della  febbre  che  li  assale, 
giudica  erroneamente  o  pazzia  o  perplessità. 
Ma  avvicinato  l'illustre  Rondelet,  coll'assìsterlo 
nel  trattato  sui  pesci  Aldrovandi  si  sente  pre- 
dominare dalla  passione  per  le  discipline  na- 
turali; ecco  finalmente  lo  ha  trovato,  è  questo 
il  campo  dove  quel  suo  prepotente  ingegno  potrà 
spaziare.  A  I'isa  perfeziona  sotto  il  Ghini 
(grande  come  maestro,  più  che  come  autore) 
lo  studio  della  botanica  intrapreso  a  Bologna, 
ove  appresso  nel  1553,  presa  la  laurea  in  filo- 
sofia e  medicina,  diviene  professore  prima  di 
logica,  indi  di  filosofia,  alla  fine  di  botanica. 
Liberalmente  prodigandovi  le  avite  ricchezze, 
sorretto  dalla  munificenza  del  Senato  Bolognese 
e  dagli  splendidi  doni  degli  Ottimati  Italiani, 
piantò  un  giardino  botanico,  raccolse  un  granile 
musco,  mise  assieme  una  copiosa  biblioteca  di 
libri  scientifici.  Su  queste  salde  basi  ha  fon- 
dato un  monumento  :  la  sua  Storia  Naturale. 
indici  volumi  in  foglio.  Quattro  solo  (i  primi) 
furono  da  lui  pubblicati,  gli  altri  nove  sono 
postumi,  egli  li  aveva  legati,  grato  delle  bene- 
merenze ricevute  e  della  pensione  ottenuta  in 
tarda  età,  al  Senato  di  Bologna,  assieme  al 
Museo,  alla  Biblioteca,  e  ad  un  numero  stra- 
grande di  lettere,  note,  trattati  e  osservazioni, 
die  si  conservano  preziosamente  in  quell'insi- 
gne Istituto.  Discorrendo  quii  manoscritti  ine- 
diti di  architettura,  di  pittura,  di  antichità,  di 
musica,  di  poesia,  di  arti  meccaniche,  di  cri- 
tica,   di   storiti,   di   geografìa,  di    proverbi,  di 


120 


ATLANTE    OKN]  fOLOGICO 


matematica,  ili  filosofia,  «li  medicina,  di  mo- 
rale e  perfino  di  teologia,  bisogna  confessare 
elio  nell'universo  scibile  Aldrovandi  ha  lasciato 
una  traccia  profonda  di  una  versatilità  emi- 
nente,  di  una  infaticabile  operosità,  di  una  eru- 
dizione prodigiosa,  bisogna  ammettere  eoi  Me- 
rosio  che  egli  fu  l'Ercole  degli  scrittori. 

È  erronea  l'asserzione  di  Lindenio  e  d'altri 
sulla  miseria  che  afflisse  la  sua  tarda  età,  come 
è  falso  del  pari  eh 'ci  morisse  eieco  ricoverato 
allo  spedale.  Vi  sono  biografi  i  quali,  quasi 
che  a  costituire  la  gloria  abbisognino  ingrati- 
tudini e  persecuzioni,  svisano  gli  avvenimenti 
a  danno  della  verità,  e  credono  avvantaggiare 
la  fama  del  lodato  quanto  più  denigrano  la 
condotta  dei  contemporanei  verso  di  lui.  È  un 
tatto  die  Aldrovandi  morì  (1605)  ricco  e  colmo 
d'onori,  come  è  un  fatto  che  la  sua  figura  si 
rileva'  abbastanza  nello  sfondo  dei  tempi  per- 
chè non  sia  d'uopo  irradiarla  davvantaggio  col- 
L'aureola  del    martirio. 

Rare  volte  accade  di  poter  formarsi  un'idea 
cos'i  chiara,  tanto  esatta  di  un'Opera,  come 
dalla  seguente  leggenda  dell'Ornitologia  tV Al- 
drovandi :  Ornitologia,  cioè  Delia  Storia  degli 
Uccelli  Libri  XI 1  nei  quali  si  descrivono  gli 
Uccelli,  descrìtti  si  sottopongono  figurati  agli 
occhi  dei  lettori,  la  loro  natura,  i  costumi  e  le 
proprietà  per  modo  si  dichiarano,  che  facilmente 
(jiii  possa  trovarsi  ciucche  occorra  dire  intorno 
àgli  Uccelli.  Pazientate  che  io  vi  enumeri  le 
intestazioni  di  un  Capo  per  provarvi  la  verità 
del  mio  asserto,  e  precisamente  del  primo, 
quello  sulle  Aquile.  Genere,  dignità,  nomi,  si- 
nonimi, l'orma,  sensi,  sesso,  scili,  volo,  costumi, 
docilità,  voce,  coito,  incubazione,  generosità,  tem- 
peranza, liberalità,  'pugna,  antipatia,  predo,  ma- 
lattie, storia,  ani/uri,  ieroglifici,  emblemi,  /aride, 
apologì,    uso   in    medicina,    nei   cibi,    nelle   ciiciie. 

nelle  costellazioni,  nelle  insegne,  nelle  immagini, 
negli  scudi,  nelle  armi  gentilizie.  Novanta  pa- 
gine (formato  in  t'olio)  trattano  delle  cose  enun- 
ciate. Ora  quando  vi  avrò  detto  che  con  mag- 
giore 0  minore  prolissità  tutti  i  capitoli  abbrac- 
ciano i  soggetti  suesposti,  che  la  sinonimia,  è 
ricca  di  diciannove  linguaggi,  che  cinqueceu- 
toottantuno  sono  gli  autori  citati,  io  spero 
avervi  convinto  essere  compendiata  l'opera  in 
quelle  parole:  che  facilmente  i/ui  possa  trovarsi 
checche  occorra  dire  intorno  agli  Uccelli.  In  un 
lavoro  così  traboccante  di  erudizione,  al  cui 
confronto  la  Storia  di  Plinio  è  un  compendio, 
nou  è  a  meravigliarsi  se  abbondano  gli  errori. 

Per   questi    studi   giganteschi   cusa   è   la    vita  ili 

un  Uomo?  Per  quanto  si  cerchi  sopprimere  le 

lacune,   non   si   vince   un    ostacolo    insormonta- 


bile: il  difetto  del  tempo;  per  le  condizioni 
poi  ilei  secolo  nel  quale  visse,  il  nostro  Alitim- 
ela impossibilitato  di  verificare  tutto  da  sé, 
dovette   quindi    valersi    assai   dei    lavori   altrui. 

Scendendo  al  particolare,  del  Volume  Primo 
citerò  a  modo  d'esempio  nelle  seicento  pagine 
degli  otto  Libri,  che  trattano  sui  Rapaci,  gli 
Avvoltoj  pei  falsi  caratteri  generici;  le  Averle. 
questo  anello  di  congiunzione  fra  due  ordini, 
confuse  fra  i  Nibbi  e  le  l'ojane;  il  Cuculo  co- 
mune non  solo  erroneamente  specificato,  ma  ciò 
che  è  stiano  e  che  marcherebbe  un'imperdo- 
nabile trascuratezza  di  analisi,  forse  per  leg- 
gile somiglianze  nell'abito,  messo  fra  i  Rapaci 
diurni,  come  nei  Rapaci  notturni,  perchè  not- 
turno, il  Nottolone;  ed  il  troppo  agevole  tro- 
vato di  designare  coinè  ibridi  quegli  uccelli, 
che  gli  erano  poco  noti  e  che  a  prima  vista  si 
avvicinano  a  due  gruppi.  Divide  con  altri  Au- 
tori antichi  l'errore  di  ammettere  i  Chirotteri 
fra  gli  Uccelli,  abbenchè  dia  a  conoscere  di 
dubitarne  dal  titolo  imposto  al  Libro  IN  dove 
ne  tratta  (Degli  Uccelli  di  media  natura  cioè  in 
parte  quadrupedi"!  in  parte  uccelli)  e  dove  com- 
mette un  nuovo  sbaglio  nel  collocare  lo  Struzzo. 
Fantastico  è  il  Libro  X,  basta  citare  la  indi- 
cazione: Degli  Uccelli  favolosi.  Neil  Libro  XII, 
considerando  clic  fu  falso  il  punto  di  partenza, 
non  dobbiamo  meravigliare  se  è  falsa  la  via 
che  percorse.  Vi  discorre  dei  Corvi  e  degli  altri 
Uccelli,  che  hanno  il  rostro  duro  e  robusto,  e 
quindi  considerandoli  sotto  quest'unico  punto 
di  osservazione,  unisce  generi  ben  differenti, 
come  i  Beccofrusoni,  i  Picchi,  i  Crocieri,  i  Ri- 
gogoli etc.  etc.  A  proposito  anzi  di  questi  ul- 
timi falsifica  anche  la  tavola  del  nido  rappre- 
sentandolo rotondo,  quando  invece  è  negli  Au- 
tori tutti  e  negli  esami  diretti,  clic  ini  avvenne 
di  l'are,  lo  trovai  sempre  emisferico  tessuto  sopra 
una  biforcazione.  Credetti  bene  segnalare  questo 
errore,  perchè  uno  dei  pochi  che  s' incontrano 
nei  disegni  di  Aldovrandi,  i  quali,  inteso  sem- 
ine dogli  Uccelli  e  nidi  comuni,  in  generale 
sono  eseguiti  con  molta  fedeltà. 

Passando  ora  al  Volume  Secondo  io  mi  devo 
permettere  egualmente  di  annunciare  di  volo 
nel  Libro  XIII  (Degli  Uccelli  polvei'izzatori  sil- 
vestri) quella  bizzarra  preferenza  accordata  alla 
splendidezza  delle  penne  o  all'eccellenza  delle 
carni,  dal  che  naturalmente  origina  un'immensa 
confusione,  quale  l'agglomeramento  dei  l'olii 
d'India,  dei  fagiani,  degli  Urogalli  colle  Otarde 
e  cogli  Occhioni,  delle  Tei  niei  e  delle  Quaglie 
cogli  Ortolani  a  tacerne  tanti  altri,  qui  però 
troviamo  un  compenso  nella  verità  delle  fa- 
vole.   Fra  i  Polverizzatori   che   si  lavano  (Li- 


ATI. ANI  I     ORNITOLOGI)  0 


Ili! 


bro.  XV)  i  Colombi  sono  assieme  colle  Passere. 
Nei  Baccivori  (Libro  XVI)  coi  Tordi,' gli  Storni 
ed  i  Prosoni.  Noi  Vermivori  (Libro  XVJI)  alle 
Rondini  sono  associate  !<•  Pernici  ili  mare,  i 
Rondoni  olle  Upupe,  le  Cincie  alle  Ballerine, 
le  Maciole  alle  Capinere,  eciò  cheè  strano  com 
presivi  perfino  i  Ciuffolotti.  Chiunque  poi  esa- 
ìii ini  la  disparità  delle  specie  (Silvie,  Fringille, 

LodOle,    eie.    ele.i    disdille     nel     Libro     XVIII, 

i  Canori,    dovrà    concedermi    che    L'Autore  lo 

ideò   (piale    un    ripostiglio  acconcio   a.   radunarvi 

quegli  Uccelli  che,  in  una  classatone  tanto  ca- 
pricciosa, inni  aveano' trovato  altro  posto. 

In  sistema  del  tulio  contrario  a  quello  te- 
nuto pei  dui'  primi,  addotto  l'Autore  nella 
classificazione  pel  terzo  ed  ultimo  Volume.  Si 
direbbe  che  quella  mente  profondissima  avesse 

esaurita  tutta    la  vena   della   imaginativa,  0  che 

spossata  dall'improbo  sforzo  di  attenersi  ad  una 
distribuzione  cosi  minuziosa  e  sconnessa,  si 
tosse  lasciata   vincete  dal  bisogno  di  affrettare 

la   line   del   grandioso   lavino.    È    perciò  die  noi 

troviamo  due  soli  Libri:  il  XIX  dei  Palmi- 
pedi o  il  XX  degli  Uccelli  clic  slatino  presso 
le  acque.  Prima  però  di  emettere  questa  se- 
conda opinione,  io  ho  voluto  sottopolla  al  giu- 
dizio, che  meritamente  apprezzo,  di  due  scien- 
ziati miei  amici  i  cui  nomi  la  loro  modestia 
non  mi  permette  di  pronunciare".  La  piena  con- 
fermo., die  n'ebbi,  valse  a  diradarmi  il  sospetto 
che  travolto,  come  ero,  dal  vortice  di  una  eru- 
dizione esuberante  e  contusa  travedessi  in  Al- 
drovandi quell'ansia  di  venirne  a  capo,  che 
intieramente  dominava  il  mio  spirito.  Difatti 
il  mio  spirito  si  trovava  in  questo  momento 
nella  condizione  di  un  fanciullo,  che  dopo  avere 
errato  a  lungo  negli  ini  ricali  sentieri  di  un  la- 
birinto, siano  pure  ombrosi  ed  ameni,  si  sente 
sopraffatto  dalla  penosa  impazienza  di  uscirne. 
Se  fra  i  Palmipedi  nel  Libro  XIX  noi  troviamo 
inclusi  dei  lobi  pedi  e  dei  grallatori,  come  la 
Monachina  e  il  Suasso,  e  sci  pei  primi  le  pinne, 
pei  secondi  le  palme  dei  diti  possono  in  qual- 
che modo  attenuare  L'errore,  il  solo  fatto  che 
abitano  lungo  le  aeque  non  basta  certo  a  giu- 
stificare  nel  Libro  XX  fra,  gli  Uccelli  di  ripa 
la  collocazione  del  .Merlo  acquaiolo,  che  abita 
i  monti,  o  di  un  Alcione  o  Passero  che  dire  si 
voglia.,  qual'è  il  Martin  pescatore. 

l'assali  così  in  una  rapida  rivista  i  tre  Vo- 
lumi    dell'Ornitologia,     veniamo     ad     un    cenno 

sull'insieme  dell'i  Ipera. 

f;  facile,  che  chiunque  interroghi,  quanti  eb- 
bero a  discorrere  dell'Aldrovandi,  non  sappia 
darsi  ragione  di  tanta  discrepanza  nei  pregiu- 
dìzi!;  io   mi  confermo  in  una  osservazione  che, 


ripetutamente  verificata  mi  ha  adatto  convinto; 
ed  è  che  la  rinomanza  degli  nomi  ni  attraversa 
sovente  varie  fasi;  in  vitti  l'inviditi  la  rode; 
Sopraggiunta  la  morte,  quasi  a  compenso  l'e- 
sagerazione   la    ingigantisce:     il    tempo,    quesiti 

giudico  tranquillo,    la  mette    spassionatamente 

nel    vero   suo    posto,    donde  non  viene    tolta  che 

quando  dopo  molti  anni  L'esagerarla  di  nuovo 

serve  ad  impicciolire  a  proprio  vantaggio  i  me- 
riti di  un  contemporaneo,  o  almeno  di  uno  die 
troviamo  a  noi  più  vicino  per  la  via  del  pro- 
gresso. Devo  citarne  un  esempio.'  Qui  me  lo 
otite  Buffon,  il  quale  non  è  forse  tanto  parco 
di  encomio  col  creatore  delle  scienze  naturali 
Linneo,  quanto  è  prodigo  collo  Aldrovandi  ? 
Dia  non  mi  negherete  che  la  pentiti  dell'in- 
signe francese  (anche  a  sua  insaputa,  se  così 
vi  piaci'  ritenere)  fosse,  guidata  da  un  ecces- 
sivo amor  proprio  nel  vergare  quelle  pagine, 
che  magnificando  i  meriti  dei  nostri  Autori, 
diminuiscono  quelli  assai  maggiori  dello  •"sve- 
dese. Amai  inarcare  il  carattere  per  lue  spic- 
cante dell'elogio  di  Buffon,  elogio  tanto,  anzi 
troppo  abusato  dagli  apologisti  più  fanatici  di 
Aldrovandi.  Sotto  l'impero  di  giudizi  così 
discordi,  è  ben  difficile  alla  critica  serbarsi 
seria  ed  imparziale.  <'iò  premesso!,  io  entro 
nieiio  liiuliatite  nell'argomento,  confessando 
che  non  intendo  di  esporre  che  modestamente 
e  in   breve  le  mie  impressioni. 

È  per  ine  Aldrovandi  un  pittore  felice,  ed 
originale,  non  è  uno  scienziato  ;  perchè  la  sua 
opera  non  è  hi  storiti  dei  fatti  ;  egli  non  inve- 
stiga,  non  analizza,  non  medita,  dipinge.  Do- 
tato di  un  ingegno  multiforme,  quindi  vero 
Italiano;  non  valse  ad  arginarlo,  non  seppe 
dominarne  la  vasta  comprcnsività;  e  se  il  genio 
negli  uomini  eminenti  non  è  che  la  pazienza  ('), 
questo  dono  gli  e  fatalmente  mancato.  Aderisco 
a  chi  lo  accusa  di  idee  vaghe  e  indeterminate, 
non  però  a  chi  me  lo  presenta  come  il  sem- 
plice plagiario  di  Aristotile,  o  quello  che  è 
forse  peggio,  come  un  commentatore  che  l'o- 
scura: respingo  la  taccia  che  mancante  affatto 
di  giudizio  e  di  critica,  non  avesse  altro  scopo 
clic  d'  ingrossare  hi  sua  opera.  Io  lo  ritengo 
più  credulo  che  poco  curante  del  vero;  panni 
che  per  l'analisi  gli  mancassero  il  tempo  e 
l'opportunità;  alcune  osservazioni  alle  quali 
volle  o  potè  applicarsi  le  trovo  esatte,  conio 
ad  esempio  quelle  sullo  sviluppo  del  pulcino 
nell'uovo;  non  vi  vedo  quell'abituale  inesat- 
tezza nelle  citazioni  di  cui  alcuno  si  piacque 
addebitarlo.  Finalmente  quanto  aliti  classitìca- 


(')  Wauveuarguoa. 


Atlante  ornitologico.  —  Parto  I 


122 


ATI.ANTK    ORNITOLOGICO 


zione.  lodando  i  suoi  sforzi  per  tentarla,  am- 
metto il  fallo  (e  chi  noi  riconosce,  e  gravis- 
simo?) di  avella  basata  sopra  principi  che  lo 
trassero  all'innaturale  unione  di  generi  dispa- 
valissiini.  ma  non  lo  chiamo  in  errore  perchè 
in  luogo  «li  attenersi  ad  un  unico  criterio,  ne 
ha  seguiti  diversi.  L'accusarlo  «li  questo  è  per- 
donabile appena  a  chi  non  vede  nella  natura 
che  un  blocco  di  domabile  argilla,  che  possa 
l'uomo  a  suo  talento  plasmare,  e  che  non  co- 
nosce  quanto  essa  sia  insofferente  ai  freni  dei 
sistemi  scientifici. 

Davanti  l'opera  dell'immortale  Bolognese  io 
mi  sento  colpito  di  ammirazione,  come  davanti 
ai  nostri  antichi  monumenti:  il  tempo  li  rispetta. 
scuola  ai    posteri   ed  eccitamento! 

(•LINA   (1684). 

Abbenchè  più  cinegetica  che  ornitologica,  io 
non  posso  esimermi  dal  raccomandare  all' at- 
tenzione degli  studiosi  un'operetta  divenuta 
rara  e  ricercata:  l'Uccelliera  di  Giovanni  Pietro 
Olina  Novarese,  edita  in   Roma  nel   1684. 

Le  descrizioni  delle  varie  caccie  vi  sono  fatte 
con  molto  chiarezza,  e  quantunque  semplicis- 
sime, la  loro  lettura  non  manca  di  amenità. 
Da  esse  chiaramente  traspare  come  gli  uccelli 
fossero  allora  più  domestici  che  oggidì.  La  scar- 
sità delle  abitazioni,  una  popolazione  meno  fitta 
nelle  campagne  e  le  campagne  poco  coltivate, 
e  perciò  quasi  deserte,  dovrebbero  a  prima 
giunta  fai'  credere  che  l'isolamento  influisse 
per  rendere  gli  uccelli  selvaggi:  ma  bisogna 
invece  convincersi  che  in  essi,  come  in  tutti  gli 
animali,  predominando  il  sentimento  della  pro- 
pria conservazione,  il  maggior  contatto  col- 
l'uomo  non  fa  che  creare  il  sospetto,  raddop- 
piare l'astuzia,  soltanto  perchè  vi  avvertono  un 
nemico.  Ho  creduto  fermarmi  sopra  questo 
fatto,  segnalato  anche  dalle  osservazioni  dili- 
genti di  moderni  viaggiatori,  che  mi  prova 
all'evidenza  come  gli  uccelli  non  temano  la 
novità,  ma  l'agguato;  poiché  è  un  fatto  che 
ha  un'assoluta  importanza  per  chi,  al  pari  di 
me,  trova  in  loro  un  ausiliario  potente  all'a- 
gricoltura, e  cerca  assicurarselo,  oltreché  eoi 
frenarne  la  persecuzione  insensata,  circondan- 
done di  agi  la  vita.  Quanti  invece  si  schierano 
nel  campo  contrario,  e  duolini  vedervi  natu- 
ralisti d'altronde  i aspettabilissimi,  quanti  so- 
stengono essere  gli  uccelli  non  solo  innocui, 
ma  perfino  dannosi  ai  nostri  raccolti,  ne  esa- 
gerano la  diffidenza,  perchè  ciò  torna  a  loro 
vantaggio  per  combattere,  come  inutili  le  ap- 
plicazioni dei  nidi  artificiali  e  quant'altro  stu- 


diosamente si  tenta,  onde  popolare  i  nostri 
boschi  e  le  nostre  campagne  di  questi  preziosi 
alleati. 

Ma  io  ritorno  all'Uccelliera,  dove  l'i 'lina  col 

suo  stile  facile  e  piano  piacevolmente  m'istruisce 
e  l'occhio  si  allieta  nelle  venuste  incisioni  che 
l'adornano.  Infatti  l'autore  allo  sfoggio  di  co- 
noscenze estesissime  sulle  varie  uccellagioni, 
che  con  minuta  accuratezza  mi  narra,  sul  go- 
verno, sugli  alimenti,  siili' accecamento,  sulle 
mute,  sulle  medicine  pegli  uccelli  captivi,  sul- 
l 'acconciare  le  pelli,  nelle  descrizioni  delle 
cinquantanove  specie,  che  ha  stese,  aggiunge 
osservazioni  particolarissime  e  nuove.  Analitica 
è  quella  per  l'appunto  sul  pigolìo  del  fior- 
rancino, (piasi  un  ravvedimento  dell'  averlo 
confuso  col  reattino,  e  fu  guida  forse  ai  recenti 
ornitologi  nel  creare  la  tribù  dei  pigolanti  ; 
veritiera  l'altra  sull'agevolezza  della  capinera, 
penetrante  una  terza  sulla  mobilità  della  man- 
dibola superiore  e  sul  modo  con  cui  il  pappa- 
gallo si  serve  della  zampa  e  del  rostro.  Se 
addita  attività  terapeutiche,  allora  indisputa- 
bilmente attribuite  alle  carni  degli  uccelli,  lascia 
spesso  trapelare  che  dubita  della  loro  efficacia, 
talora  perfino  la  nega,  ciò  che  è  notevole  in 
un  giurista,  (piale  egli  era.  Davvero  che  ha 
saputo  spogliare  il  suo  racconto  dal  prestigio 
affascinante  del  soprannaturale,  schermirsi  dalle 
attrattive  del  favoloso,  due  scogli  pericolosi  oggi 
ipiasi  inevitabili  in  quei  tempi,  nei  (piali  la 
scienza  era  l'ambito  retaggio  di  pochi,  ed  il 
suo  merito  generalmente  si  giudicava  non  alla 
stregua  giusta  della  verità,  macoli  quella  nebu- 
losa del  mistero.  Ora  devo  aggiungere  un'ul- 
tima parola  sulle  stupende  figure  a  bulino  del- 
l'Uccelliera.  Le  incisero  il  Tempesta  e  il  Vil- 
lainena;  dei  (piali  se  nell'ultimo  il  pregio  de] 
facile  intaglio  e  dell'ottimo  disegno  rimane 
alquanto  ecclissato  da  un  certo  manierismo  nei 
contorni  ;  il  primo  si  fa  rimarcare  per  la  si- 
curezza del  tratto,  per  la  verità  delle  pose,  per 
una  vivacità  tale  di  tocco,  che  manca  il  colo- 
rito, ma  non  manca  la  vita,  anzi  si  direbbe 
che  (piasi    no    spicca   anche  il  moto.  Mi  accu- 

seran io  lo  prevedo,   di    essermi    soperchia- 

mente  allungato  nella  critica  di  quel  cimelio, 
che  è  l'operetta  di  olina,  ma  io  sono  certo  che 
chi,  invogliato  dal  mio  elogio  si  farà  a  scor- 
rerla, non  troverà  esagerato  di  troppo  il  biso- 
gno che  provai  di  renderla  conosciuta,  compa- 
tendomi  del   resto:   è  nostro  Nazionale. 

GERIN1  GIOVANNI,  Storia  Naturale  degli  Ce- 
nili, voi.  5,  con  tav.  di  S.  Manetti,  L. 
Lorenzi    e    V.    Vanni.    Firenze    17(>7-177ti. 


Mi   Wli     0BNITO1  OGH  '• 


123 


Opera  considerevole  più  ohe  :ili  1  <>  pelle  ta- 
vole colorate  dello  quali  va  adorna  <■  che  pei 
quei  tempi  ivano  di  rara  bellezza,  né  si  deve 
far  attenzione  alla  positura  grottesca  ili   molti 

uccelli,  porcile  in  allora  si  usava  prendere 
come  modelli  animali  imbalsamati  e  non  sog- 
getti  viventi  o  bene itati.  Il  testo  è  in  gran 

parte  quello  di  Urisson  {Ornili/.  lTiiOj.  Diversi 
Autori  e  tra  questi  lo  Sliarpe  ed  il  Madarasz 
hanno  accettato  alcuni  nomi  proposti  dal  (Sc- 
rini, come  quello  di  Falco  mirili US  etc:  ma  io 
non  lio  creduto  di  seguirli,  non  essendo  il  Ge- 
rmi di  regola  Autore  binominalista. 

RANZAN1    CAMILLO,    Elementi   di    Zoologia, 

'Ionio   III.    contenente    la    Storia   Naturale 

degli    recelli,  nove  parti.    Bologna   1821- 

1  s'->6. 

Ottimo  lavoro  per  descrizioni  di  livree  e  di 

costumi  e    meno   noto  di  quanto  meriterebbe. 

SAVI    PAOLO,    Ornitologia    Toscana,    voi.    3, 
Pisa  1827-1831. 
Possiamo  dire   clic   anche   oggi    quest'opera 

è  la  migliore  del  genere  che  abbiamo  in  Italia. 
Le  descrizioni  degli  abiti,  dei  costumi,  delle 
caccie  etc.  sono  in  gran  parte  originali,  esatte 
ed  in  generale  inarrivabili  per  chiarezza  e  brio, 
la  distribuzione  geografica,  per  sé  stessa  dilet- 
tosa, dati  quei  tempi  risulta  molto  accurata; 
la  classificazione  è  quella  del  Temminck  [Man. 
d'Om.  1815).  Il  Savi  descrisse  come  nuovo  il 
Falco  pojana  che  non  è  differente,  dal  /•'.  buteo, 
accennò  ad  una  Sylvia  Pajolae  che  è  il  gio- 
vane della  Sylvia  nisoria,  fece  pel  primo  co- 
noscere la  Sylvia  (Looustélla)  luscinioides  ottima 
specie,  hi  MotaeiUa  cinereocapilla  che  io  misi 
tra  le  forme  delle  M.  flava  etc.  Sorpassando 
ad  alcune  piccole  mende,  l'opera  mantenne 
sempre  la  sua  grande  riputazione  ed  essendo 
divenuta  assai  rara,  un  provvido  Editore,  il 
Lemonnier  di  Firenze,  pubblicò  un  2"  edizione 
col  titolo  di  Ornitologia  Italiana  e  con  prefa- 
zione del  tiglio  Adolfo  Savi.  Ma  tanto  la  2'  edi- 
zione che  la  ristampa  del  1900  peggiorarono 
la  la,  essendosi  introdotte  specie  che  non  ven- 
nero colte  entro  i  confini  italiani,  eliminate 
altre  che  dovevano  esservi  incluse  e  per  nulla 
corretti  i  pristini  ertoti  :  fu  nude  che  le  nuove 
edizioni  di  un'opera  di  tanto  merito  come 
V Ornitologia  Toscana  di  Paolo  Savi  non  siano 
state  affidate  a  qualche  distinto  Ornitologo  (e 
non  mancava  in  Italia)  come  opportunamente 
fu  fatto  in  Inghilterra  pelle  varie  edizioni  dello 
Varrell,    British  Hinhed  in  altri  simili  casi,  ove 


le  ristampe  riuscirono  sempre  di  \  ero  miglio- 
lamento. 

BONAPARTE  C.  I...  Iconografia  della  l'anna 
Italica,  Uccelli,  t.  I,  pi.  2";  Soma  ina- 
imi, con  tav. 

Le  tavole  sono  bellissime  per  esecuzione  , 
per  rassomiglianza  e  rappresentano  uccelli  rari 
o  poco  noti.  Il  Bonaparte  incluse  tra  gli  Uc- 
celli   Italiani  alcune  specie  che  allora  non  erano 

veramente  tali,  ma  che  però  in  parte  lo  furono 
poi  (Gerthilauda  desertorum,  Lomvia  traile  etc) 
altre  sono  nominali  {Alauda  cantarella,  Lanu 
capislratus  etc.),  poi  ad  esempio  la  sua  7'.';»- 
ber-iza  Duraezoi  è  identica  a  certi  individui 
dell*/-.',  pusilla  e  dell'/-.',  sohoenichus  ed  il  /.«™s 
Lamìrnischinii  al   L.  gelastes. 

SALV ADORI  TOMMASO,  Uccelli  nella  pt.  - 
della  l'anna  d'Italia,  Milano,  1n7'_\ 
i  'pera  notevolissima,  perche  dà  un  quadro 
(salto  e  veritiero  dell'Avifauna  Italica  e  credo 
sia  difficile  condensare  in  un  numero  piuttosto] 
list  retto  di  pagine  tutti  i  dati  eccellenti  che 
questo  noto  Autore  offre  sulle  livree  delle 
singole  specie,  sulla  loro  distribuzione  geogra- 
fica in  Italia,  sui  costumi  e  sullo  stato  della 
Scienza  Ornitologica  in  quel  tempo,  per  cui 
panni  indubitato  che  il  lavoro  del  Salvadori 
per  rigore  scientifico  superi  di  gran  lunga  quello 
del  Savi.  Le  specie  accettate  come  italiane  sono 
■ili,  ma  alcune  di  esse  (Looustélla  Jluviatilis, 
Lotus  leucophthalmus  etc.)  vennero  poi  susse- 
guentemente  cancellate  dallo  stesso  Autore.  E 
qui  sento  il  piacere  di  testimoniare  il  mio  sin- 
cero plauso  all'ottimo  amico  Conte  Salvadori, 
che  tra  gli  Ornitologi  Italiani  certamente  ec- 
celle per  ingegno,  per  sapere  e  peli' imparziale 
giudizio. 

GIGLIOL1  E.  II.,    Elenco  delle  specie  di  Uccelli 

ehe  trovami  in   Italia  etc,  Roma,   1881. 
Lo  stesso,  Avifauna  Italica    (per  servire  all'In- 
chiesta   Ornitologica    in    Italia),    Firenze, 
1886. 
Lo  stesso,   Avifauna  Italica  (Primo  Resoconto 
dei  Risultati  dell'Inchiesta  Ornitologica  in 
Italia),  Firenze.    1889,   1890,    1891. 
L'  Illustre,   Direttore  del  1!.  Museo  di   Firenze 
e  Capo  dell'  Ufficio  Ornitologico   Italiano  nelle 
suesposte  pubblicazioni   ha  estesamente  parlato 
sugli    Uccelli   Italiani,    i   primi   due  lavori   sono 
originali,  nell'ultimo  diviso  in  tre  volumi  rag- 
gruppò,   coordinandole    diligentemente,   le   no- 
tizie offerte  dai  Membri   dell'Inchiesta  Ornito- 
logica  in   Italia,   fili   studiosi   vi   trovano  molto 


124 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


o  svariate  osservazioni  più  die  altro  sulla  di- 
stribuzione geografica  delle  varie  speeie  e  sulle 
più  notevoli  catl me  avvenute,  e  invero  può  dirsi 
lavorìi  completo,  Se  qualche  inesattezza  si  av- 
verte nei  dati  forniti,  issa  deve  attribuirsi  alla 
difficoltà  di  trovar  dovunque  corrispondenti 
coscienziosi  e  di  vera  competenza  scientifica  ed 
alla  quasi  impossibilità  di  indagare  in  unni 
singolo  caso  la  verità  delle  provenienze.  I  >rl 
resto  l'Ufficio  Ornitologico  Italiano  non  avrebbe 
potuto  trovare  un  Direttori'  così  zelante  ni 
operoso  come  il  Professore  Giglioli  e  della  cui 
valentìa  fa  sicura  prova  1'  inarrivabile  Colle- 
zione t'entrale  dei  Vertebrati  Italiani  del  R.  Mu- 
seo di  Firenze,  ove  sono  racchiusi  tanti  te- 
sori e  che  venne  compiuta  in  un  tempo  rela- 
tivamente molto  breve.  1/ Elenco  comprende 
412  specie  (per  mera  dimenticanza  venne  ora- 
messa  la  Terekia  cinerea),  V Avifauna  44:ì,  il 
primo  ed  il  secondo  volume  dei  Risultati  del- 
l'Inchiesta 450,  nel  terzo  vennero  aggiunte  il 
Palco  barbarne,  la  Motacilla  fava  beano  e 
VApus  affini*.  Mi  associo  pienamente  al  parere 
dell'Egregio  Conte  Salvadori  nell'escludere  dal 
novero  delle  specie  Italiane  il  Gaprimulgus 
asiaticus,  VAgelaeus  phoenieeus,  la  Dendrocycna 
javanica  etc.  E  giacché  mi  trovo  su  questo  ar- 
gomento, non  posso  astenermi  dall' accennare 
a  un  fatto,  che  se  fosse  quale  certi  sospetti 
indurrebbero  a  ritenere,  meriterebbe  severo 
biasimo.  In  Italia  ho  osservato  da  vario  tempo 
che  vi  sono  alcune  località  ove  gli  Uccelli  cosi 
detti  rari  siano  settentrionali  o  meridionali, 
siauo  orientali  od  occidentali  sembrano  fare  a 
tiara  per  darsi  convegno  e  queste  località  par- 
ticolarmente benemerite  sarebbero  ad  esempio 
Nizza,  Sarzana  e  qualche  altra  e  tra  queste 
una  situata  nel  bel  mezzo  della  Valle  Padana, 
Non  nomino  persone,  ma  con  la  franchezza  riu- 
nii distingue  e  con  quella  pratica  che  acquistai 
e  come  cacciatore  e  come  ornitologo,  dichiaro 
che  ho  sempre  avuto  il  sospetto  che  tali  sog- 
getti in  quelle  località  siano  bensì  comparsi, 
ma  arrivandovi  sempre  o  quasi  sempre  in  pelle. 
Così  io  diffido  di  tutti  gli  esemplari  che  vedo 
nelle  Collezioni  con  quelle  provenienze  direi 
quasi  prestabilite  e  ritengo  che  pur  troppo  per 
essi  siano  stati  introdotti  nella  Scienza  errori, 
che  torna  impossibile  di  correggere. 

Il  Griglioli  ha  pubblicato  anche  una'lcono- 
yrafia  dell'Avifauna  Italica,  della  quale  usci- 
rono circa  fio  fascicoli  Con  300  tavole  colorate, 
molte  delle  quali  veramente  buone,  il  lesto  è 
in  gran  parte  quello  dell'Avifauna  Italica  (18S6) 
con  l'aggiunta  di  brevi  diagnosi;  purtroppo 
questo   lavoro,  che  sarebbe    riuscito   un   cimelio 


per  la  Scienza  e  per  l'Arte  Italiana,  è  rimasto 
interrotto,  lasciando  poeo  speranza  ohe  venga 
compiuto. 

SALVADORI  TOMMASO,  Elenco  degli  Uccelli 
Italiani.  Genova,  1887. 
Questo  Elenco  è  fatto  sul  tipo  delle  Liste 
pubblicate  dall' Unione  Ornitologica  Inglese  e 
da  quella  Americana.  Contiene  brevi  sinonimie, 
il  significato,  l'origine,  e.  l'etimologia  dei  nomi 
generici  e  specifici  ed  alcuni  ragguagli  sulla 
distribuzione  geografica  delle  singole  specie. 
La  classificazione  e  affatto  moderna  e  vi  spicca 
dovunque  quella  chiarezza  e  quell'esatto  di- 
scernimento scientifico  che  sono  i  pregi  ili  ogni 
lavoro  del  Conte  Salvadori.  Neil  'Elenco  il  Sal- 
vadori annovera  512  specie,  delle  quali  428  se- 
condo lui  appartengono  veramente  all'Avifauna 
Italiana  e  74,  chiuse  tra  parentesi,  egli  dichiara 
ammesse  fra  le  Italiane  per  errine  o  senza  prove 
sufficienti. 

MART0RELL1  GIACINTO,  Monografia  illu- 
strati! degli  Uccelli  di  Bapina  in  Italia. 
con  fotoincisioni  e  tavole  sincromiche, 
Milano,    1895. 

Il  diligentissimo  Prof.  Martorelli  ha  illustrato 
con  molti  disegni  e  tavole  da  lui  ottimamente 
eseguite  i  Rapaci  Italiani,  servendosi  del  ma- 
teriale della  stupenda  Collezione  Turati  di  Mi- 
lano. E  un  lavoro  di  grande  utilità  allo  stu- 
dioso, ed  il  miglior  augurio  si  è  che  tale  opera 
venga,  completata  per  tutti  i  rimanenti  gruppi 
degli   Uccelli   Italiani. 

Queste  sarebbero  le  opere  più  importanti 
sull'Avifauna  Italica  in  generale,  nuove  specie 
furono  aggiunte  con  semplici  note,  dal  Salva- 
dori  quali  il  Falco  punicus,  la  Menila  torquata 
al/iistris,  VApus  a/fnis,  la-  Motacilla  fava 
lncnm.  VAegialitis  asiatica,  le  apparizioni  del 
Sywhaptes  pa/radoxuè  etc,  dal  Ninni  pella 
Somalcria  spectdbiUs,  dal  Ferragni  pella  Sylvia 
ninni,  da.  me  pella  Calliope  calliope,  pel 
Unico  Unico  ilcsertoriim  ,  peli'  Aquila  rapax , 
pella.  Motacilla  citrulla  etc.  Per  Regioni  clic 
quantunque  non  appartengano  politicamente 
all'  Italia,  pure  da  parecchi  Autori  sono  am- 
messe quali  parti  geografiche  integranti,  come 
il  Trentino  e  la.  Dalmazia,  abbiamo  i  lavori 
dell' Althammer,  dell'Unterstefner  e  di  recente 
gli  accuratissimi  del  mio  amico  Prof.  Agostino 
Bonomi  e  ili  Oraziano  Vallon,  pella  Dalmazia 
gii  altri  del  Micliaelles,  di  Eggenhofifer,  del 
Washington,  di  Kolomhatovich,  dello  Scliia- 
vuzzi  e  sopratutto  del  Brusina,  che  raccolse 
preziosi   materiali  pel   Museo  di   Zagabria.  Se  il 


ATLANTI-'.    ORNITOLOGI!  0 


1 23 


Trentino  lui  un'Avifauna  prettamente  Italiana, 
la  Dalmazia,  secondo  me,  non  mio  compararsi 
nei  riguardi  scientifici  al  nostro  paese,  poi  solo 
l'alio   che  pareccliie  specie  orientali  vi   sono  fre- 

ipienti  o  vi  compariscono  di  tratto  in  tratto. 

Il  Veneto  ciedo  sia  la  regióne  d'Italia  meglio 
nota.  Quantunque  non  abbia  una  propria  Avi- 
fauna locale  del  tutto  esauriente.  Esso  conta  i 
Cataloghi  generali  del  Martens,  del  Contarmi, 
del  Nardo  e  del  Ninni  ed  i  parziali  del  Pollini, 
del  Baseggio,  del  Naccari,  del  Catullo,  del  Perini, 

del  De-Bctta.  dell'Arnioni  Degli  Oddi,  del 
Dal  l'ionie,  del  Valimi,  del  Tcllini  e  di  pa- 
recchi  ancora. 

E  qui  cito  alcuni  lavori  che  abbiamo  sul  Ve- 
ronese, che  è  una  delle  provincie  più  interes- 
santi del  Veneto,  ed  altri  che  olirono  speciale 
importanza. 

1.  POLLINI  CIRO,   Maggio  al  Lago  di  Garda 
e  al   molile    llaldo   etc,   vedi   Biblioi/r. 

E  uno  dei  primi  lavori  sugli  Uccelli  del  Ve- 
neto l'atto  senza  rigore  scientifico;  dopo  i  nomi 
manca  perfino  quello  dell'autore,  che  io  sup- 
porrei fosse  lo  Gmelin,  dal  l'atto  che  ne  adottò 
la  classificazione  pegli  Insetti   (pag.   29). 

Annovera  (pag.  23-24)  specificamente  diversi 
il  Coìymbus  glacialis  dal  0.  immer,  il  C.  cri- 
stalli* dall'  urinalo)-,  scambia  (pag.  2(5)  il  Te- 
lino francolinus  col  T.  bonasia,  chiama  il  Tur- 
ilns  iliacus  Tordo  comune  o  Bottaccio,  ed  il 
T.  musieus  Tordo  sassello  o  Malvizzo  (pag.  27). 
.Non  elenca  fra  gli  Uccelli  del  Garda  il  Larus 
riilibiinihis,  il  Colymbus  arcticus  e  septentrionalis 
e  la  sua  lista  comprende  all' incirca  150  specie. 

È  invero  l'elenco  più  misero  dell'Ornitologia 
Veneta,  e  la  mancanza  assoluta  di  notizie  sulla 
frequenza,  sulla  nidificazione,  sul  passo  od  altro, 
la  scarsità  delle  specie  ammesse,  lo  scambio 
di  alcune  lo  rendono  un  lavoro  poco  apprez- 
zabile. 

Dopo  questa  pubblicazione,  comparve  un 
opuscolo  col  titolo  :  «  Osservazioni  di  Cenomio 
Kiiganeo  intorno  al  viaggio  al  Lago  di  (iarda 
etc.  del  dott.  Ciro  Pollini.  1817».  È  un'acre 
ed  astiosa  critica,  vi  si  dice  che  l'opera  del 
Pollini  è  tutto  un  plagio;  copiato  il  Catalogo 
dei  Pesci  dal  Tommaselli  e  le  due  specie 
nuove  determinate  dal  Kenier;  quello  degli  ec- 
celli compilato  dal  francese Lorrè e  dal  Conti  etc. 
E  invero  una  critica  poco  opportuna  e  poco 
commendevole,  perchè  sente  troppo  di  pole- 
mici. Nello  stesso  anno  rispóse  Deuterio  Be- 
nacense  con  lo  scritto  «  Rispósta  di  Eleuterio 
P.enacense  alle  osservazioni  di  Cenomio  l'.u- 
ganeo    intorno  al    viaggio    etc,    del  dott.   Cito 


Pollini.  Timepoli,   lslT  »   vivamente  ribattendo 
e  contraddicendo   le   asserzioni   del   Cenomio. 
Se    trOTO   doveróso   attenuare    il    biasimo   alle 

molte   imperfezioni   del    lavoro  del   Pollini,  ri« 

Sottendo  .alle  condizioni  del  tempo  remòto  in 
cui  fu  steso,  panni  del  pari  inutile  occuparci 
degli  scritti  suaccennati  che  gli  successero,  nei 
quali  la  polemica,  anziché  ispirarsi  alla  sco- 
perta del  vero  in  servizio  della  scienza,  scese 
nell'ingrato  campo  della  personalità  partigiana. 

2.  VOLTA  n s.  GIO.  SERAFINO,  Descrizione 

<I<1   Lago  ili  (larda  etc,  vedi  Bibliogr. 

L'Autore  dice  che  gli  Uccelli  del  Lago  con- 
sistono (pag.  13):  «  in  alcune  sorte  di  Anitre 
comuni  nella  stagione  del  freddo  alla  maggior 
parte  dei  laghi  e  dei  fiumi,  in  Merghi,  Foli- 
che,  Colimbi.  Lari,  Fenicopteri,  Ai-dee,  Palli 
ed  altri  simili  generi  di  volatili   acquatici ». 

Introduce  fra  gli  abitatori  del  Benaco  anche 
il  Fenicottero,  mentre  vi  è  specie  accidentale 
e  molto  rara. 

Poscia  si  dilunga  a  parlare  (pag.  13-15)  di 
una  specie  di  Motacilla,  cui  dà  il  nome  di  M. 
montana  e  ne  unisce  la  tavola  col  nome  vol- 
gare di  Francolino.  Il  testo  mi  pare  le  assegni 
caratteri  che  possono  essere  propri]  ad  una 
Motacilla  ed  alla  Frinijilla  montifrinijilla,  men- 
tre la  figura  sembra  rappresentare  un  Tordo 
leucocrostico !  Né  io  so,  né  lo  sa  lo  stesso  mio 
amico  Amadei  di  Salò  interpellato,  che  si  ap- 
plichi sulle  rive  del  Garda  il  nome  di  Fran- 
colino ad  alcuna  specie  di  piccoli  uccelli. 

Anche  questa  operetta,  per  la  parte  ornito- 
logica,  non  ha  interesse. 

3.  PEKINI  GAETANO,  Degli   Uccelli    Veronesi 

e  Manuali  d'Ornitologia  Veronese  etc,  vedi 

BibUogr. 
In  questi  due  lavori,  il  secondo  dei  quali  di 
rilevante  mole,  l'Autore  ha  riunito  una  grande 
quantità  di  nozioni  per  la  maggior  parte  co- 
piate qua  e  là,  ripetendo  gli  errori,  dando  no- 
tizie o  poco  attendibili  o  punto  esatte  su  molti 
Uccelli  del  Veronese,  creando  specie  non  rico- 
nosciute come  tali,  fornendo  dati  di  sovente 
errati  sulla  distribuzione  geografica,  sulla  ni- 
dificazione, sul  colore  delle  uova  etc,  ciò  che 
rivela  a  priori  mancare  nel  Perini  lo  spirito 
analitico,  le  cognizioni  scientifiche  adatte,  anzi 
necessarie  per  chi  si  prefigge  di  scrivere  e  dif- 
fusamente sopra  unti  Ornitologia  in  ispecie 
locale. 

Non  riporterò  qui  tutti  gli  errori  nei  (piali 
incorse;  basterà  che  accenni  come  scambiò  pel- 
individui   del    Falco    l-'.leonorae  soggetti   da    lui 


1  -.'lì 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


stesso  in  seguito  detcrminati  cmne  Falco  lana-? 
rius  =  Henna  ja  Feldeggi,  e  che  vennero  rico- 
nosciuti poscia  per  F.  peregrinivi,  come  chiamò 
col  nuovo  nome  di  Turdus  Menegazzianus  eerti 
individui  non  completamente  adulti  della  Me- 
rititi inerititi,  come  classificò  per  Fringilla  islau- 
diea  taluni  soggetti  in  abito  autunnale  del 
Serinus  serinus,  per  Fringilla  borealis  esemplari 
di  maggiori  dimensioni  iélV  Aegiothus  linaria, 
come  ritenne  V Alauda  cantarella  specificamente 
diversa  dallM.  arrensis.  la  Limosa  Mei/eri 
dalla  L.  lapponica,  lo  Scolopax  Bretoni  dal  Oal- 
linago  gallinago,  conte  inchiuse  erronee  notizie 
sull'arrivo  e  stazionarietà  del  Gaprimulgus  eu- 
ropaeus,  del  Larvi  atricilla  cinque  volte  preso 
nel   Veronese,   del  L.  eapistratits  etc.   etc. 

Molti  altri  e  gravissimi  sbagli  di  vario  genere 
si   palesano  tratto  tratto  in  questi   volumi. 

Del  rimanente  le  notizie  in  generale  non  sono 
né  sicure,  né  interessanti,  per  cui  non  saia 
tacciato  di  severità  un  giudizio  sfavorevole  su 
queste  due  opere. 

1.   DE  BETTA  EDOARDO,  Materiali  per  una 

Fauna    Veronese,  etc.,   vedi  Bibliogr. 
— ,  Sulla  straordinaria  od  accidentale  comparsa 

ili  alcune   specie   di    Uccelli    nelle  provincie 
Venete  etc.,   vedi    Bibliogr. 
— ,  Le  Cavallette  e  lo  Storno  roseo  in  l'ine,  di 
Verona  nell'anno  1875  etc,  vedi  Bibliogr. 
-  ,   Un  nuovo  Chirottero  per  Iti  Fauna   Venda 
e  trienni  cani  ili  albinismo  negli  Uccelli  del 
Veronese  etc,   vedi    Bibliogr. 
— ,    Alcune   noie  in    Appendice  ai  Mal.  per  una 
Fauna    Veronese  etc.,  vedi  Bibliogr. 
Il   torto  più  grave  del  De  Betta   fu  l'essere 
stato  troppo  ligio  all'opera  del  Perini  e  quindi 
aver  ripetuti  gli  stessi  spropositi.   Ebbe  a  con- 
vincersene   egli    stesso    ed    in    l'atti    scrisse  (in 
littl)  nel    1885   riguardo   ai    Materiali:  «È  un 
lavoro  fatto  già  da  oltre  vent'anni  e  vi   si  tro- 
vano alcuni  errori    di  classificazione    specifica, 
essendomi    allora   fidato    un     po'    troppo    delle 
determinazioni  del   Perini,   elio   passava   per  un 
Ornitologo  di    vaglia».     Così    vi    sono    ripetuti 
gli  sbagli  del  Falco  Fileonorae,  Aquila  Bonella, 
Sylvia  (.'elli e  sericea.  Fieedula  reguloides,  Alauda 

cantarella.  Limosa  Mei/eri  e  riifa.  Scolopax 
Bréhmi  e  gallinago,  Caria  atricilla.  (1 .  capi- 
slrala  etc. 

l'ili    tardi    l'Autore    (Sulla    slraorilinaria   etc. 

1805)  ripetè  quelli  sul  Falco  Fleonorae,  sulla 
dacia  atricilla  e  eapìstrata  eil  elencò  tra  le 
nuove  specie  Veronesi  Y Accentar  iitonlauclliis 
su  dati  di  poi  ritenuti  erronei,  la  Limita  bo- 
realis   su    individui    maggiori    della    linaria,    la 


FringiUa  islandica  su  un  maschio  in  abito  au- 
tunnale del  Serinus  serinus,  il  Lanius  ineri- 
dionalis  probabilmente  su  soggetti  fortemente 
coloriti  di  rosa  sul  gastreo  del  X.  minor  etc. 
Posteriormente  pero  se  ne  avvide  {Alitine  note 
etc.  1S70),  emendando  le  opinioni  sul  Falco 
Eleonorae,  sulla  Sylvia  tetti  e  sericea,  sulla 
Fieedula  ielerina  e  siliilatri.c,  Fr.  islandica,  Fm- 
beriea  Buraezi,  Limasti  Mei/eri  e  rtifa.  Lotus 
atricilla  e  sul  solito  scambio  della  Fr.  incerta 
col  Carpoilaetts  erj/thrinus,  scambio  ripetuto  da 
molti  Naturalisti  per  un  lungo  seguito  di  anni. 
La  classificazione,  cui  si  attenne  l'A..  non 
può  considerarsi  tra  le  migliori,  quantunque 
dica  di  essersi  «  accomodato  ai  più  moderni 
metodi  di  distribuzione  di  nomenclatura  »,  sog- 
giungendo «  almeno  per  quanto  lo  comporta- 
vano a  mio  modo  di  vedere  la  quantità  nume- 
rica ed  i  caratteri  generici  o  specifici  degli 
oggetti  rispettivamente  compresi  in  cadauna 
delle  nostre  divisioni  zoologiche  »,  né  mi  sem- 
bra coerente  a  sé  stesso  quando  dopo  aver 
detto  di  voler  ridurre  «  a  più  rigorosi  limiti 
alcuni  vecchi  generi  con  non  molto  rigore  cir- 
conscritti, e  quindi  o  troppo  estesi  o  specie 
troppo  disparate  fra  esse  riunendo  »,  aggruppa 
nel  suo  genere  Luteo  il  latteo,  V Arcltibuleo 
lagopus  ed  il  Fernis  apivorus,  uccelli  tanto 
differenti  e  ben  meritevoli  di  formare  tre  ge- 
neri distinti  Inter  se.  Il  De  Betta,  che  rifulse 
in  altri  rami  della  Zoologia,  non  seppe  assi- 
curarsi la  fama  di  vero  Ornitologo  come  il 
suo  ingegno,  come  la  vastità  del  sapere  glielo 
avrebbero  concesso.  E  strano  che  il  valente 
scienziato  il  quale  impiegò  la  più  minuziosa, 
la  più  seria  investigazione  nelle  osservazioni 
personali,  le  cui  notizie  spiccano  tutte  per  at- 
tendibilità e  per  coscienza,  abbia  trascurata 
qualunque  analisi  sugli  asserti  del  Perini,  al 
cui  l'atto  devonsi  attribuire  la  ripetizione  di 
tanti  errori,  e  le  conscguenti  emende  e  i  tardi 
ravvedimenti  che  si  succedono  così  spesso  nei 
suoi  scritti. 

Nell'opuscolo  Bull'<iM>»n»8i»o(1883),  il  De  Betta 
descrive  varii  casi  interessanti  di  anomalie  di 
colorito  osservate  in  esemplari  Veronesi,  ed  in 
quello  sull'apparizione  del  Pastor  roseus  (1876) 
diede  ragguagli  dettagliati  ed  esattissimi  su 
quella  straordinaria  incursione  ed  è  appena 
degno  di  rilievo  un  errore  di  distribuzione  geo- 
grafica, laddove  dice  che  é  anche  specie  afri- 
cana, ciò  clic  va  rettificato  nel  senso  che  il 
F.  roseus  non  si  trova  che  Ira  gli  uccelli  ac- 
cidentali di  quel  continente,  come  lo  omette 
anche  lo  Shelley  nella  sua  recente  opera  Lirds 
of  Africa   (1896). 


vii  \\  1 1    cinsi  ri un 


L27 


5.  SQUARZ0N1  AUGUSTO,  L'uccellagione  etc., 
vedi   Bibliogr. 

In  quest'illustrazione  dell'opera  del  Tira- 
boschi,  l'A.  ha  corredato  e ote  illustrative 

i  imssi  relativi  agli  uccelli,  alle  piante  etc.  1. 
un  libro  «*lio  si  legge  volontieri,  scritto  più 
pel  dilettantismo  che  pella  scienza.  Intani  con- 
siderandolo sotto  questo  ultimo  aspetto,  si  do- 
vrebbero segnalare  parecchi  errori,  quali  ad 
esempio  che  alla  Cutrettola  è  riferita  la  J/<>/<(- 
cilla  alba,  alla  Calandra  la  Lullula  arborea,  che 
è  erroneo  V habitat  assegnato  al  l'ansa-  monta- 
mi», dacché  tale  specie  non  manca  in  Sicilia, 
ed  è  soltanto  rara  in  Sardegna,  mentre  che  per 
la  Corsica  non  abbiamo  positive  notizie,  che 
il  Beccafico  è  riferito  all'  ffypolais  polyglotta, 
mentre  e  vero  che  fra  i  Beccafici»  troviamo 
confuse  varie  specie  conte  le  Sylviae  simplex, 
nis<niii,  eurruca,  Sylvia,  l'Bypolais  hypólais  epo- 
ly gioita,  ma  pel  linguaggio  scientifico  il  Becca- 
fico è  la  8.  simplex,  che  parlando  dell'Aliuzza 
le  «là  il  nome  di  Muscicapa  collaris,  offrendo 
invece  i  caratteri'  della  Muscicapa  atricapilla  etc. 

Utilissima  è  la  serie  delle  note  colle  quali 
il  Conte  Francesco  Cipolla  di  Verona  ha  uso 
di  pubblica  ragione  alcuni  fatti,  illustrando 
principalmente  apparizioni  di  uccelli  rari  od 
accidentali  da  lui  depositati  nella  sua  Colle- 
zione, ed  altrettanto  dicasi  dei  vàrii  Elenchi 
stesi  da  Vittorio  Dal  N'ero  degli  uccelli  avven- 
tizi i  o  poco  comuni  comparsi  nella  regione  e 
da  lui  preparati,  e  da  ultimo  delle  notizie  che 
il  prof.  Adriano  Garbini,  scrivendo  sulle  Faune 
Atesina  e  del  Lago  di  Garda,  ha  porto  sulle 
varie  specie  di  uccelli  di  quelle  località  unen- 
done gli  Elenchi.  Ho  citato  questi  brevi  la- 
vori perchè  meritano  una  lode  speciale,  for- 
nendo larga  messe  di  peregrine  osservazioni  al 
Naturalista, 

Finalmente  anch'io  scrivendo  sul  Milrus  Icor- 
srliiiii  nel  territorio  Veronese,  ho  illustrato  il 
fatto  importante  della  regolare  sua  nidificazione 
in  I  Bosco  del  Grezzano,  ed  ebbi  la  compiacenza 
di  veder  questa  memoria  inserita  nel  Journal 
J'iir  Omiihologie  colla  traduzione  tedesca  del 
Sig.  ().  Haase;  e  colla  collaborazione  del  Signor 
Vittorio  Dal  N'ero  compilai  i  «  Materiali  per 
una  Avifauna  Veronese  »,  ove  ho  cercato  di  rias- 
sumere con  brevi  critiche  quanto  si  conosceva 
sull'Avifauna  di  quella  bella  Provincia. 

ti.   XACCAKI  F.  L.,  Ornitologia    Veneta,  ossia 

Catalogo   itegli    Uccelli  thila    Provincia  ili 

Venezia  etc.  vedi  Bibliogr. 

Lavoro    pubblicato    nel    1823,   se  è  ricco  di 

interessanti   notizie  non  è  punto  scevro  di  molti 


errori  ;    la    classificazione   seguita   e    quella    di 
Linneo  ediz.   di   Gmelin. 

(ita  un  Falco  aeruginosus  ed  un  Falcorufus 
entrambi  poco  frequenti;  un  Mergus  niinutvs 
ed  un  .1/.  albellus;  la  Fulica  alni  e  la  /*'. 
iiliiiima,  un'  Manila  arrensis  ed  Un'Alauda 
italica  eli-.,  attesta  le  niililicazioni  del  Mirijaii- 
srr  castor,    della     Ihijila    aiuta,    della    < 'languii! 

liani/ula  ete.  fatti  poco  probabili,  descrive   un 

I'Iiasianns   ailriatiius   che   è    VOlis   tttra.r. 

7.  C0NTAR1NI    N'.,     Prospetto    tirali    Uccelti 

Un'ara  assentiti  utile  Vinile  Provincie, 
ite.,   vedi  Bibliogr. 

In  questo  lavoro  il  Conte  Contarini  si  limita 
«a  presentare  soltanto  un'alfabetica  disposi- 
zione dei  nomi  che  si  danno  agli  Uccelli  co- 
nosciuti comunemente  a  Venezia  e  nei  luoghi 
circonvicini  dai  cacciatori  e  dai  venditori,  ap- 
ponendovi il  nome  sistematico,  seguendo  il  Ma- 
nuel d' Ornithologie  del  Temminck,  Parigi,  1820, 
L835  e  1840». 

Nota  sotto  il  nome  di  <•  Aquila  a  lesta  bianca» 
l' Iltiliaelus  leucocephalus,  specie  Nord-Ameri- 
cana mai  finora  comparsa  in  Italia  e  sulla  cui 
apparizione  in  Europa  vi  sono  i  più  gravi  dubbi, 
giacché  parcelle  siansi  scambiati  per  quella  spe- 
cie gli  individui  molto  vecchi  dell' M.  albidUp,'; 
cita  V Aquila  heliaca,  probabilmente  basando 
l'errore  su  qualche  soggetto  di  A.  chrysdètus, 
enumera  lo  Scolopax  Brehrni  distinto  dal  (!al- 
linago  gallinago,  il  Larus  capistratuè,  il  Larve 
alritilla.  il  Telmo  uragallus  come  «uccello  di 
semplice  passaggio»,  il  Totan un  luiuularia  come 
di  doppio  passo  etc. 

Questi  ed  altri  errori  si  rimarcano  nel  la- 
voro del  Conte  Contariui,  ma  essi,  siano  di 
distribuzione  geografica,  di  difettosa  classifica- 
zione o  di  mancata  frequenza,  sono  in  massima 
parte  inerenti  all'epoca  in  cui  venne  compilalo 
e  riuscirono  più  gravi  pei  la  deficiènza  di  libri 
indigeni  iu  materia  e  per  lo  studio  semi-em- 
brionale uel  quale  giaceva  a  quel  tempo  l'Or- 
nitologia locale  (1847).  Del  rimanente  è  un 
Catalogo  non  certo  privo  di  buone  ed  esatte 
indicazioni,  e  tra  i  vecchi  è  quello  che  offre  i 
maggiori   materiali   all' Ornitologo   Veneto. 

8.  SAVON  G.  A.,  I  Cacciatori  Trivigiani  etc 

vedi  Bibliogr. 

Mi  occuperò  dei  due  quesiti  trattati  dall' A., 
cioè  1.°  Cenni  sulle  emigrazioni  degli  Uccelli; 
2."  Il  colo  degli  Uccelli. 

Nel  primo  divide  gli  Uccelli  in  Stazionari. 
Cosmopoliti  e  Migratori  e  motiva  tale  classifi- 
cazione,   che    è    però    troppo    lata    e  generale. 


128 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Assevera  che  causa  delle  lunghe  peregrinazioni 
ilei  TrampoUeri,  e  di  quelle  dei  Colombi  e  degli 
AppoUajatori  è  la  ricerca  del  cibo  e  ritìnta  del 
tutto  le  ipotesi  sull'amore  e  sulla  muta.  Chiama 
nomadi  i  Gallinacei,  mentre  certamente  le  Qua- 
glie ed  i  Siri-atti  sono  veri  migratori.  Però 
concludo  dicendo  di  essere  «impacciato»  a  spie- 
gaie  il   fenomeno  delle  migrazioni  ! 

Sul  volo  degli  Uccelli  fa  molte  osservazioni 
in  rapporto  alle  diverse  forme  delle  ali  e  dà 
un  quadro  delle  velocità  fissate  in  101  miglia 
pel  Beccaccino,  in  liti  pel  Rondone,  in  70  pel 
Moriglione  e  cosi  via.  Ne  deduce  che  un'Ani- 
tra trapasserebbe  la  lontananza  dalla  Norvegia 
alle  Valli  del  nostro  Estuario,  da  lui  calcolata 
in  1000  chilometri,  in  12  ore!  Sicché  un  Ger- 
mano potrebbe  pranzare  nel  fiord  di  Vardo  e 
far  la  successiva  colazione  nella  laguna  di  Ve- 
nezia!!! È  inutile  ripetere  che  il  problema  della 
velocità  di  volo  è  oltremodo  intricato  e  che  vi 
sono  strettamente  connessi  lo  stato  dell'atmo- 
sfera, delle  temperature,  la  forza  del  vento,  la 
resistenza  degli  uccelli  e  così  di  seguito;  ciò 
uon  toglie  però  che  il  Sig.  Savon  abbia  scritto 
un  lavoretto  cou  passione  di  cacciatore  e  che 
si  legge  volentieri. 

9.  DOGLIONI  F.,  Catalogo  della  Baeeolta  l)o- 
glioni  etc.,  vedi  Bibliogr. 

Cita  e  mediocremente  abbondante»  la  Loxia 
eurvirostra  pityopsittacus,  scambiandola  colla 
comune  L.  eurvirostra  :  parla  di  un  Larus  ca- 
pistratus  etc.;  ma  è  un  lavoro  interessante,  il- 
lustrando una  ricca  Raccolta  Ornitologica  locale. 

E  qui  non  posso  passar  sotto  silenzio  gli 
ottimi  studi  del  Conte  A.  P.  Ninni,  rapito  così 
presto  alla  scienza  ed  agli  amici,  e  le  «  Escur- 
sioni Ornitologiche»  del  mio  simpatico  amico 
daziano  Vallon,  ardente  e  distinto  Ornitologo.  I 
«  Materiali  per  una  Fauna  Veneta  »  del  Conte 
Ninni  condensano  con  poche  parole  fatti  inte- 
ressanti e  nuovi,  rilevati  con  sano  criterio  cri- 
tico e  con  una  verità  quasi  ingenua,  ma  non 
meuo  reale  ed  apprezzabilissima.  Questa  pub- 
blicazione che  può  bene  chiamarsi  un  gioiello 
è  rimasta  incompleta,  la  morte  colpì  inaspet- 
tatamente l'illustre  estensore  nella  giovane  età 
di  56  anni!  Nel  (onte  Ninni  tutti  apprezzeranno 
lo  scienziato  generoso  di  aiuti  e  largo  di  con- 
sigli a  chiunque,  il  Naturalista  dotto  e  coscien- 
zioso, che  si  era  imposto  come  un  doveroso 
compito  di  asserire  sempre  la  schietta  verità, 
documentandola  su  fatti  da  lui  veduti  od  os- 
servati da  persone  A1  indubbia  fede. 

Pel  Piemonte  abbiamo  il  Catalogo  del  Bo- 
nelli  che  è  un  semplice  elenco  di  nomi  scien- 


tifici, francesi  e  piemontesi,  alla  line  vi  sono 
descritte  con  chiarezza  alcune  specie  quali  il 
Fiorrancino,  il  Luì  bianco,  il  Passero  ed  altre; 
il  tiene  parlando  su  alcuni  Fccelli  del  Museo 
di  'l'orino  illustrò  un  Turdus  Werneri  che  è  il 
'/'.  obscurus,  ed  iutìue  il  ('amusso  pubblicò  un 
Elenco  de/ili  Uccelli  del  Basso  Piemonte,  lavoro 
senza  critica  e  che  riesce  incompleto,  vi  sono 
citate  228   specie. 

Pella  Lombardia  noto  gli  studi  del  Lan fossi, 
del  Balsamo-Crivelli,  del  Monti,  del  Brambilla, 
del  Pavesi,  del  Piada,  del  Mazza  etc.  E  qui 
devo  ricordare  la  ricca  opera  dovuta  ai  Conti 
Turati,  che  commisero  al  Bettolìi  la  illustrazione 
degli  Uccelli  elie  nidificano  in  Lombardia:  Le 
tavole  colorate  sono  di  grande  valore  e  possono 
gareggiale  con  quelle  di  Gould,  ma  il  testo  è 
molto  incompleto  e  vi  mancano  le  illustrazioni 
di  specie  note  come  il  Lanius  minor,  V Aquila 
chrysaètus  ed  altre.  11  Ferragni  ha  pubblicato 
un"1  Ornitologia  Cremonese,  che  è  da  registrarsi 
tra  le  buone. 

Bell'Emilia  abbiamo  V Avifauna  del  Modenese 
e  della  Sicilia  del  Doderlein,  lavoro  esatto  e 
serio,  il  Catalogo  anteriore  del  Bonizzi,  puro 
un  Catalogo  degli  l'ecciti  del  Modenese  del  Pi- 
caglia  ed  un  lavoro  del  Carniccio  sulla  Impor- 
tanza delle  Collezioni  faunistiche  locali  e  contri- 
buzione alla  Fauna  dell'  Emilia.  Da  ultimo  il 
Calzolari  pubblicò  un  piccolo  studio  sull'Avi- 
fauna della  provincia  di  Ferrara,  oggi  par- 
ziale, ma  che  l'A.  promette  di  completare  con 
successive  puntate. 

Pel  Nizzardo  contiamo  gli  scritti  del  Risso  e 
del  Verany.ove  rinveugonsi  errori  ed  inesattezze, 
parecchie  specie  descritte  dal  Risso  non  sono 
riconoscibili  (Curruca  torquata,  C.  rubricala, 
Totanus  duìna),  altre  errate  come  la  Fringilla 
incerta  che  è  una  varietà  del  Carpodaeus  erg- 
ili rinus:  possiamo  concludere  che  tali  scritti 
sono  di   ben   poco   valore. 

Pella  Liguria  abbiamo  l'eccellente  Catalogo 
del  Calvi,  quello  meno  esatto  del  I Milazzo  e 
gli  interessanti  Materiali  per  una  Avifauna  di 
Spezia   del   Carazzi. 

Pelle  Marche  i  notevoli  lavori  del  Paninoci, 
del  Gasparini  e  del  mio  buon  amico  Conte  di 
Carpegna. 

La  Toscana  ed  il  Veneto  sono  le  due  regioni 
classiche  dell'Ornitologia  Italiana,  colla  diffe- 
renza che  quella  emerge  spiccatamente  pell'Or- 
nitologia  Toscana  di  Paolo  Savi  cui  fanno  se- 
guito, abbencbè  con  minore  importanza,  il  Ca- 
talogo  degli  Uccelli  Pisani  dello  stesso  A.,  quello 
di  Siena  del  Dei,  della  Val  di  Chiana  del  Conte 
Arrigbi-Griffoli  e  recentemente  gli  accurati  studi 


vi  I  w  IT.    ORNITOLOGI»  0 


1  29 


del  Damiani  sull'Isola  d'Elba,  la  così  detta 
Helgoland  Italiana.  In  Toscana  sono  molle  poi 
le  Raccolte  che  si  ammirano,  la  grandiosa  del 

Et,  Musco  di  Firenze,  le  altre  ili  Pisa,  ili  Siena 
e  ili  l'in  toforraio  e  parecchie  private  e  tra  eS8e 
quella   della    Marchesa    l'aulueci,    ilei     Marchese 

Ridolfi,  «Iella  Contessa  Larderei,  del  Conte 
della  Gherardesca,  ilei  fonie  Arrighi-Griffoli, 
della  Signorina  Picchi  ed  altre  certamente  no- 
tevoli. 

Del  Romano  si  occupò  anzitutto  il  Bonaparte 
e  cou  quell'operosità  che  tutti  gli  riconoscono 
e  recentemente,  a  merito  della  Società  Italiana 
pegli  Studi  Zoologici  della  quale  è  anima  e  vita 
il  Prof.  Carniccio  ed  il  Conte  di  Carpegna,  si 
formò  nella  R.  Università  di  Roma  un'inte- 
ressante Collezione  locale  arricchita  dai  muni- 
tici doni  dei  Marchesi  Lepri  e  Patrizi,  ad  essa 
debbono  aggiungersi  le  particolari  del  Principe 
Chigi  e  del  Principe  Aldobrandino  e  nuove  no- 
tizie apparvero  negli  Atti  della  detta  Società  a 
merito  del  Marchese  Lepri,  del  Conte  di  Car- 
pegna,  del   Prof.   Angelini  e  di  altri. 

La  parte  meridonale  d'Italia  è  poco  nota,  la 
Fauna  del  Regno  di  Napoli  del  C'osta,  ornitolo- 
gicamente parlando,  è  opera  di  poco  valore. 
Bari  invece  è  conosciuta  pegli  eccellenti  studi 
del  de  Romita;  egualmente  la  Calabria  per 
quelli  del  De  Fiore,  del  Moscbella  e  del  Luci- 
fero, le  cui  notizie  sembrano  esatte  ed  attendi- 
bili. Noto  però  come  il  Falco  barbarus,  citato 
da  quest'ultimo  Autore  (')  come  preso  a  Capo 
d'Armi  (Spartivento)  il  19  dicembre  1898  e 
conservato  nella  Raccolta  Arrigoni  Degli  Oddi, 
sia  un  semplice  /•'.  pcrcyriiiux.  L'antico  Regno 
di  Napoli  è  ricchissimo  dal  lato  Ornitologico  e 
non  possiamo  ebe  augurare  che  qualcuno  seria- 
mente lo  illustri.  La  Sicilia  fu  studiata  dal  Benoit 
e  dal  Doderlein,  nel  cui  importante  lavoro  si  ri- 
scontrano alcuni  errori  come  l'ammissione  del 
Glaueidium  passerinum  e,  dell'jHmwido  cahirica, 
quanto  dice  sul  Dendrocopus  nudius  è  invece  ri- 
feribile al  />.  major  ed  altro.  Il  Malherbe  pub- 
blicò un  plagio  dell'opera  del  Benoit  per  di  più 
mal  copiato  e  coll'aggiunta  di  errori  ed  è  spiace- 
vole che,  essendo  scritto  in  lingua  francese,  gli 
Autori  di  oltre  Alpe  lo  tengano  ingenuamente  per 
testo.  Il  Leonardi  scrisse  sugli  Uccelli  di  Gir- 
genti  ed  il  Whitaker  s'occupò  pure  di  Ornito- 
logia Sicilia  e  possiede  un'importante  Raccolta. 

Malta  fu  studiata  dallo  Schembri  e  più  re- 
centemente dal  YVright,  il  (piale  diede  le  più 
complete   notizie. 


La  Sardegna  infine  ebbe  una  plejade  di  illu- 
stratori  dal     Celti    al    Kusler,    al    ('aia.    al     La 

Marni  ora,  al  Salvadori,  al  Lepori  etc.,  il  la\ 

del  Conie  Salvadori  è  però  sempre  il  migliore, 

«  Monografie  più  o  meno  interessanti,  e  descri- 
zioni   di    specie     i\i',    o    supposte    tali,     s 

state    pubblicate  dal  Savi,  dal    La  Mai a.  dal 

(ieuè,  dal  Laul'ossi,  dal  De  Filippi,  dal  Ile 
Leila  e  da  altri,  e  di  tutte  sarà  l'atta  menzione 
nella  Bibliografia. 

Qui  ricorderò  le  supposte  nuove  spelinogli 
autori   che  le  hanno  descritte. 

Il  Rafinesque  descrisse  per  nuove  it  specie 
di  uccelli  :  la  massima  parte  non  sono  ricono- 
scibili, le  altre  ciano  già  State  descritte,  tranne 
forse  una: 


1. 

2. 

3. 
4. 
5. 

li. 
7. 


(')  Avicula,  V.  pag.  37   (1901). 
Atlante  ornitologico.  —  Parte  I 


Falco  erythruros  =  F.   vespertinus. 
Ardea  xanthodaetyla  =  1  A.  gargotta. 
Ardea  lucida  =  A.  ibis. 
Trinità  pietà  !    Totanus  alareola. 

Fmberiza  atrata  =  1  E.  eia. 

Friui/illa   oli  cacca  =   1 

Motaeilla  erythrowrus  =  Buticilla  tithys. 

8.  Sylvia  fulva  =   .' 

9.  Sylvia  juncidis.  Credo  di  poter  riferire  que- 
sta specie  alla  Cisticola  schocnieola,  e  se 
ben  mi  appongo  il  nome  del  Ratinesque, 
che  si  dovrà  scrivere  junci,  deve  avere  la 
priorità  su  quello  del  Temmiuck. 

10.  Sylvia   capinera  =  Pyrophthalma    melano- 
ccphala. 

11.  Sylvia  xanthogastra  =  1  S.  hortensis. 

12.  Sylvia  rhodogastra  =  1  S.  conspicillata. 
LL  Sylvia  tordella  =  1  S.  subalpina  femm. 
li.  Sylvia  meleuca  =  ?  Pyrophthalma  melano- 

cephala  femm. 

Il  Bouelli  denominò  varie  specie  italiane,  che 
poi  col  suo  nome  furono  da  altri  descritte,  tali 
la  Sylvia  subalpina,  V Alauda  calandrella,  ed  il 
Turdus  Werneri;  quest'  ultimo  fu  descritto  e 
figurato  dal  Gene,  ma  non  è  diverso  dal  T. 
pallens,  Pali.  Il  Bonelli  denominò  anebe,  ma 
non  pubblicò,  una  Sylvia  fuscieapilla,  che  poi 
fu  descritta  dal  Temminck  col  nome  di  S.  me- 
lanopogon. 

11  Lamarmora  ebbe  la  fortuna  di  scoprire 
non  poche  specie  nuove,  cioè  lo  Sturnus  uni- 
color,  la  Sylvia  sarda,  la  S.  conxpieìllata,  il 
Falco  (Aquila)  Bonella,  il  Falca  Eleonora*  e 
la  Sylvia  Cettii,  ma  soltanto  quest'ultima  egli 
descrisse,  mentre  delle  prime  tre  troviamo  la 
descrizione  nel  Manuel  d' Ornithologie  del  Tem- 
minck, che  conservò  il  nome  imposto  dal  La 
Mormora;  il  Falco  Bonella  fu  denominato  e  de- 
scritto dal  Temmiuck  poco  dopo  il  Vieillot,  che 

17 


L30 


A  1  I.ANTK    ORNITOLOGICO 


avevalo  chiamato  Aquila  fasi  tata,  ed  infine  il 
Falco  Eleonorae  fu  descritto  dal   (iene. 

Il  Payraudeau  ha  descritto  due  specie  ita- 
liane:  il  Larus  Audouinii,  buona  e  rara  specie, 
ed  il  Garbo  Desmaresti  ('),  identico  col  J'Ita- 
lacrocorax  graculus. 

Nel  1839  il  marchese  di  Brera  e  pubblicò  la 
descrizione  di  un  Larus  Genei,  che  circa  nello 
stesso  tempo  il  Bonaparte  descrisse  col  nome 
di  L.  Lambruschinii,  siuouimi  ambedue  di  L. 
gelastes. 

Un  Empieo,  dolychonia  fu  descritta  dal  Bo- 
naparte nel  1845,  e  pare  che  sia  da  riferire 
all'i?,  aureola,  come  pure  ì'Emberiza  Selysii  del 
Verany. 

Il  De  Filippi  fu  tra  i  primi  in  Italia  a  rico- 
noscere l1  esistenza  di  due  specie  del  genere 
Hypolais,  confuse  sotto  il  nome  di  Sylvia  hy- 
polais; egli  ne  dette  buonissimi  caratteri  distin- 
tivi, e  credendo  non  descritta  una  delle  due  la 
chiamò  Salicaria  italica,  la  quale  invero  non  è 
diversa  dalla  Motacilla  hypolais,  L. 

Il  Lanfossi  ha  descritto  una  Sylvia  reguloides, 
che  pare  riferibile  alla  Motacilla  superciliosa, 
Gm.,  ma  sopra  un  individuo,  che  probabilmente 
non  era  stato  preso  in  Italia. 

Il  Contarmi  fece  menzione,  al  Congresso  degli 
Scienziati  Italiani  in  Venezia,  di  un  Numenius 
hastatus,  che  è  varietà  del  N.  ai/piata  ;  pare 
inoltre  che  distinguesse  col  nome  di  Larus  af- 
finis  un  gabbiano,  la  descrizione  del  quale  e 
stata  pubblicata  dal  Nardo  col  nome  di  Gavia 
affinis,  e  che,  secondo  il  Ninni  (in  Hit.),  è  da 
riferire  al  Larus  melanocephalus  in  abito  im- 
perfetto »  (Sedvadori). 

Recentemente  il  Prof.  Giglioli  descrisse,  non 
senza  riserve,  una  nuova  specie  di  Civetta  sotto 
il  nome  di  Alitene  Chiaradiae  su  di  un  esem- 
plare avuto  dal  Friuli  e  conservato  al  R.  Museo 
di  Firenze  e  che  io  ritengo  debba  riferirsi  ad 
una  rara  e  singolare  varietà  di  colore  della  co- 
mune Carine  nociuti  ('). 

Per  lo  studioso  dell'Avifauna  Europea  la  mi- 
glior opera  è.  sempre  1'  Ornithologie  Europi \en ne 
di  Degland  e  Gerbe;  certo  buono  è  anche  il 
lavoro  del  Fritsch,  VSgél  Europa's;  splendide, 
ma  troppo  costose  le  tavole  di  Gould,  Birds 
of  Europe.  Così  l'oliera  del  mio  grande  amico 
H.  E.  Dresser,  Birds  of  Europe,  che  è  senza 
dubbio  la  più  colossale  e  la  più  completa,  non 


(')  Secondo  ino  il  0,  Desmaresti  è  la  forma  meridionale 
del  F.  graculus  o  merita  di  essere  distinta  quale  sottospecie. 

(-)  Di  questa  sU'wmìi  i-pininne  r  puro  il  Chiarissimo  Pro- 
fessor G.  Martorolli  (Ulteriori  ossorv.  suir.4.  Chiaradiae,  Atti 
Soc.  it.  Se.  Nat.   Voi.  XLpp.  325-339  (1U02)). 


e  accessibile  a  tutti  pel  grave  costo.  Altri  libri 
utilissimi  sono  il  Check-Lisi  del  Coues,  2aed., 
il  lavoro  dell'Evans  Birds  (Cambridge  Nat. 
Ilist.  Series)  The  Royal  Nat.  llist,  III  e  IV, 
il  Dictionary  of  Birds  del  venerando  Prof.  A. 
Newton  ed  inlino  gli  Elementi  of  Ornitlwlogy 
del   compianto   .Mivart. 

Poi,  tra  i   libri  più  utili  nei  riguardi  dei  vari 
paesi  d'Europa,   noto  : 

Gran  Bretagna  :  —  Yarrell  British  Birds,  I  '  ed .  ; 
Seebohm,  British  Birds  : 
Sharpe,  Handbooh  of  British  Birds; 
Saundeis,    Manual    of  Jlritish    Birds,   2a  ed. 

Norvegia:   —  Collett,   liemarks  on   the  Orniti/. 
of  Northern    Xorirai/  ; 
Collin,   Skandinavien   Futjle  ; 
Sundevall,  Svenslca  Foglarne (opera  purtroppo 
incompleta). 

Russia:  —  Non  esiste  alcun  lavoro  completo  ed 
esauriente  sull'Ornitologia  di  questo  immenso 
Impero,  ma  molte,  pubblicazioni  parziali  di 
grande  valore  come  quella  di  W'right-Palnieii, 
Finland  Foglar  (eccellente  pelle  diagnosi  degli 
abiti  di  muta  estiva     delle  Anitre)  ed  altre. 

Germania:  —  Naumann,  Naturgeschichte  der  Vo- 
gel  Deutschlands  (ottimo  lavoro  del  quale  ora 
(dal  1897)  si  sta  pubblicando  in  Germania 
una  nuova  ed  importantissima  ristampa,  ri- 
veduta ed  in  gran  parte  rifatta  dai  migliori 
Ornitologi  Tedeschi). 

Belgio:   —  Fallon.   Oiseaux  de  la  Belgique. 

Olanda:   —    Schlegel,    Vogels  ran   Nederlaud. 

Francia:  —  Degland  e  Gerbe,  Ornithologie  Ftt- 
ropéenne; 

Bailly.   Ornithologie  ile  la  Savoye; 
Crespon,   Ornitlwlogie  du  Card  e  Faun.  mè- 
riti.   eie.,   ilu   midi  ile   la   Frutice . 

Italia:  —  Savi.  Ornitologia  Toscana:  malgrado 
i  difetti,  indietro  accennati,  anche  la  Orni- 
tologia Italiana  : 

Salvadori,  Uccelli,  nell'opera  Fauna  ti'  Italia  .• 
Giglioli,    Avifauna    Italica   in    varii   volumi. 

Spagna:  —  Arevalo,  Aves  de  Espana; 
Irbv,   Ornithology  of  Gibi'àltar. 

Portogallo:  —  Bocage,  Lista  de  los  Ares  de 
Portugàl  : 

Tait.  A    List  of  the   Birds  of  Portugàl;  Aves 
de  Portugàl, 

Grecia:    —  Lindermayer,  Vogel  Griechlamls. 

Penisola  Balcanica:  —  Reiser,  Vogel  von  Mon- 
tenegro, Bosnicn  unti  Bulgarien  (verrà  pub- 
blicato il  resto  in  seguito). 

Dopo  tutto,  è  indubitato    che    per  chi  vuol 
raccogliere  cognizioni  estese,  per  chi  vuol  fare 


ATI.AN  I  1      ORNI! i.K  •' 


i:;i 


un  importante  lavoro  conia  necessario  pò  i 
-cil.ic  1'  Ibis  ('),  questo  grandioso  Giornale  Or- 
nitologico, il  (inule  purtroppo,  olire  alla  ilitli- 
coltà  ili  ritrovarlo  completo,  importa  una  spesa 
gravissima,  del  pari  può  dirsi  del  Catalogni 
of  the  Birds  del  Museo  Britannico  i  ).  Come 
pine  ricordo  tra  i  più  importanti  periodici  ili 
Ornitologia,  ed  a  titolo  di  < re  e  perchè  con- 
tengono articoli  notevoli  per  l' intera  Avifauna 
Europea,  i  seguenti  : 

Agitila,  Zeitschrift  f.  Ornithologie,   Red.  v.  0. 

Herman  gr.  in  4"  in.  col.  Kpfrt.   Budapest, 

1 89  i  e  Begg. 
Bullettin    de   la    Société    Ornithologiqut    Suisse, 

2  voi.  (il    tutto    pubblicato)   8°,    av.  plchs. 

col.  Genève,   1865-1871. 
Bullettin   of  the   British    Ornithologist' s    Club, 

ed.  by  R.  B.  Sharpe.  8  .  London,  1892  e  segg. 
Isis,  Encyelopailische/eitsciil't  ete..  von  L.<  >ken, 

Leipzig,   1817-1848. 
Journal  fii/r    Ornithologie,    hrsg.    v.    Cabauis, 

Baldamus    u.    A.    gr.    sJ    mil    col.    Kpfrt. 

1853  e  segg, 
Mittheilimgen     des    Ornithologischen     Fereines, 

hrsg.  v.  Pel/ehi.  Hayek,  Knauer,  u.  Palliseli, 

I-MI.  W'ien.  1877-1892  (il  mito  pubblio |. 

.XaiuìKuntiii,  Journ.  f.  Ornith.  red.   v.  E.  Bal- 

daniits.   Bd.   1-6  u.   Reg.  8°,  mit  col.  Kpfrt. 

I-VI.  Stuttgart  uud   Leipzig,   L850-1856. 
Qrnis,  Zeitschr.  fiir   die   gesam.  Ornitb.  hrsg. 

v.   lilasius    u.   Hayek,    Band    I-Y1II,    8°,   ni. 

Abbili).    W'ien,    1885-1892;    continuation  : 

Orni»,  Bull.  il.  Comité  Ornith.  intera.  Pubi. 

p.  E.  Oustalet  et  de  Claybrooke,  voi.  1X-XII. 

uvee  plchs.   Paris  1897  e  segg. 
Ornithologische  Monatsberiehte,  hrsg.  v.  A.  Rei- 

chenow,   Merlin,   1893  e  segg. 
Ornithologische  Jahrbuch,  hrsg.  v.  V.  Tschusi 

zu  Schmidhoffen.  Hallein,  1890  e  segg. 
lì/tea,    Zeitsehrit't    fiir    die    gesammte   Ornitho- 
logie,   brsg,   v.    F.  A.  Thienemann,   lleft  1 

e  2  in  8°,  Leipzig,   1846  e  1849. 
Die  Sehwalbe,  Neue  Folge,  Wien,  1898  e  segg. 
Zeitschrift  tur  die  Gesammte  Ornithologie,  hrag. 


v.  J.  v.    Madarasz,    gì',    in    8°,  ni.   52    col. 
Kpfrt.  ii.  •_'  Karten.  Budapest,  1884-1887. 
The  Zoologist,  London,    1843  e    . 

Ricordo   inoltre: 

Centralblatt,  Ornithologie.  Hrsg.  \.  Cabanis  u, 
Reichenow.  Jahr.  1876-1882  (tutto  il  pub- 
blicato), gr.  in  4°,   Leipzig,    1876-1882. 

Congress,  Ornithol.  Sitzunsberichte  d.  1  internat. 
Ornith.  Congresses  zu  W'ien,  1884.  gr.  in  1  '. 
Wien.   1884. 

—  II.  Internat.  Ornith.  -  Congress  zu  Bu- 
dapest. 2Thle.  Berichl  u.  wissensch.  Abhandl. 
gr.   1.  ni.  2  col.  u.  si-liw.  Kpfrt.   Budapest, 

L892.  — III.  Congr.  Ora.   Int.   l'uri-.    I' : 

Paris.    1901. 

Jahresberichi  il.  Beobachtungensstationen  il. 
Vògel  Deutschlands  f.  1882-1886.  gr.  8  m. 
Karte,   Leipzig,   L884-1888. 

Jahresberichi  L886.  d.  Comité  's  f.  ornithol. 
Beobachtungsstat.  in  Oesterrecih.  -  lugani  , 
hrsg.  v.  Blasius  a.   Hayek.  8°,  Wien.  1888. 

Jahresberiehte  d.  Ornith.  Beobachtungs  sta- 
tion i.  Konigr.  Sachsen.  Bearb.  v.  Meyer  u. 
llelni  f.  1885-1894.  10  Abthlgn.  g.  8  u. 
gr.  4.  Berlin,    L886-1896. 

Jahresberichi  d.  Ornithol.  Vereins  Miinchen  l*. 
ls. 17-1900,  2  voi.  8°.  Miinchen,  1899  e  1901. 

Monatssclirifi  des  deutsehen  Vereins  /.uni  Sehutze 
der  Vogelwelt,  redig.  v.  E.  von  Schlechtendal 
u.  W.  Thienemann.  Jahr.  3-12,  gr.  8°,  in. 
zahlreich,  2.  Th.  col.  Kpfrt.  Halle.  1878- 
L887,  und  Index  v.  P.  Leverkiihn,  HaUe, 
1888.  Dieselbe,  Bd.  16-22.  8°  ni.  col.  Kpfrt. 
Merseb.  u.  Gera,  1891-1897. 
Verhandlungen  d.  Zool.-Botan.  Gesellsch,  in 
W'ien.  Von  Beginn.au:  1851-1901,  incl.  51 
Jahrg.  nebst  3  Reg.-Bden.,  gr.  in  8  mi! 
vieleu  Kpfrt.   Wien.   1852  e  segg. 

Zoological  Society  of  London,  Transactions.  roy. 
4.   \v.   nuin.  plat.  London,   1  s:;."i   e  segg. 

—  Proceedings,  roy.  8.  w.  very  numerous 
col.  plat.  London,  1830  e  segg.  ('). 


(')  The  Ibis,  Quarterly    Journal    ut    Oraithology,  ed.  by 

s. laici,   N.\\  h.ii,  Saiindere,  Salvin  ete.  w.  col.  plat.  8°,  Lon- 
don, 1859  o  Boguenii  (ainora  r>  voi mpresi  tee  indici). 

(-}  Catalogne  0/  the  Jlìrds  in  th,1  lìrithh  Mutì,'im\  l>\ 
Sliarpe,  IJadou.  Soebolmi,  Sclater,  Salvatimi,  Saunders  ete. 
27  voi.  8°,  w.  uiany  col.  plat.  London,  1874-1898  (non  ancora 
completo). 


t1)  Cfr.  anclie  per  la  Bibliografia  la  soguonto  opera  :  Zoo- 

i'  \i.  Rlcoiid   from  tho  beginiiing   in    1864    to  1900   incl, 

:t7  voi.  I. Imi  1864-1901. 

L'Ornitologo  italiano  troverà  inoltre  notizie  interi 
angli  Uccelli  locali  in  iBpecial  nh.i1.»  nel  Bollettino  del 
ralieta  e  mila  Rivieta   I  arali  del  po- 

riodo  1881-isyG  e  neH'Avteulà  1897  eeegg.  Non  bo creduto  di 
citare  VAuk,  notissimo  Giornale  Ornitologico  Americano,  che 
non  si  è  occupato  che  incidentalmente  dell'Avifauna  E 


132 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


MATERIALI 
per  una  Bibliografia   Ornitologica  Europea 


EUROPA  IN  GENERALE  ('). 


Arnold  F.  -  Die  Vògel  Enropas.  Stuttgart,  1897. 

Back  house  J.  -  Handbook  of  European  Birds, 
8°.  w.  platea,  clotli.  London,  1890. 

Baedeker.  -  Eier  ti.  Europ.  Vògel,  fol.  ni.  8°. 
Kpfrt.  Iserlolin,  1863. 

Bonaparte.  Principe  C.  L.  -  Revue  critique  de 
l'Orn.Eur.  de Degland,  12mo.  Bruxelles,  1850. 

Bree  C.  R.  -  llistory  of  the  Birds  of  Europe 
not  observed  in  the  British  Isles,  voi.  4,  8°. 
London,  1857.  Seconda  ediz.  voi.  5,  8".  Lon- 
don,  1875-1876. 

Bniim  C.  L.  -  Lelirbuch  der  Naturgeschichte 
aller  europaisclien  Vògel,  voi.  2,  Picc.  8°. 
Jena,   1823-1824. 

Degland  C.  D.  -  Ornithologie  Enropéenne,  etc, 
voi.   2,   8°.   Paris,   1849. 

Degland  etGerbe.  -  Ornithologie  Enropéenne,  etc, 
voi.   2.  Seconda  ediz.,   8°.  Paris,  1867. 

Dresser  H.  E.  -  The  Birds  of  Europe,  voi.  9. 
4  .  con  722  tav.   col.   London,  1871-1896. 

Fritsch  A.  -  Naturgeschichte  der  Vògel  Euro- 
pa'», voi.  1,  testo  8°;  voi.  1,  tavole.  Piagne, 
18  70-1 871. 

Gloger  C.  L.  -  Vollstandiges  Handbuch  der  Na- 
turgeschichte der  Vògel  Europa's  (venne  pub- 
blicato un  solo  volume  contenente  gli  Uccelli 
terrestri).  Breslau,  1834. 

Gould  J.  -  The  Birds  of  Europe,  voi.  5,  fol. 
London,   1832-1837. 

Hartert  E.  -  On  some  Paleartic  Birds  (Nor. 
Zool.,  IV,  pp.  131-147,  1897  e  VII,  pp.  525- 
534,   1900). 

Keyserling  und  Blasius.  -  Die  Wirbelthiere  Eu- 
ropa's, voi.  1,  8°.  Brunswick,  1840. 


Murs  des  0.  -  Description  des  Oiseaux  d'Eu- 
rope, voi.  4,  gr.  8°.  1886. 

Noble  H.  -  A  list  of  European  Birds,  S1.  Lon- 
don,  1898. 

Prevost  et  Lemaire.  -  Ilistoire  naturelle  des  Oi- 
seaux de  l'Europe,  gr.  8°.  av.  80  plclis.  col. 
Paris,   1864. 

Rothschild,  Hartert  u.  Kleinschmidt.  -  Oomatìbis 
eremita,  a  Europ.  Bird,  4°,  w.  3  col.  plat. 
a.  pi,   London,  1897. 

Rudolf  of  Austria  (H.  I.  R.  H.).  -  Notes  on  Sport 
and  Ornithology,  transl.  by  C.  Gr.  Danford, 
Londra,  l,s!>9)  Traduzione  dall'originale  te- 
desco). 

Schinz  H.  -  Europàische  Fauna  etc.  voi.  2,  8". 
Stuttgart,   1840. 

Schlegel  H.  -  Revue  critique  des  Oiseaux  d'Eu- 
rope,  voi.   1.   8°.    Leiden,   1S44. 

Suchetet  A.  -  I»cs  Hybrides  a  l'état  sauvage, 
Paris,   1890-1897. 

Susemihl  u.  Schegel  H.  -  Abbildgn.  der  Vògel 
Enropas,  65  col.  Kpfrt.  (Lief.  1-24).  Darm- 
stadt, 1829-1835. 

Temminck  C.  J.  -  Manuel  d'Ornithologie,  etc, 
voi.  1,  8°.  Amsterdam  et  Paris,  1815.  Se- 
conda ediz.   voi.   4,   8°.  Paris,   1820-1840. 

Temminck  et  Laugier.  -  Nouvoau  Ree.  pi.  col. 
d'Ois.  5  vols.  gr.  in-4".  av.  600  pi.  col. 
Paris,  1822-1838. 

Temminck  et  Werner.  -  Arias  des  Oiseaux  d'Eu- 
rope, gr.,  8°.  av.  530plell8.  col.  Paris,  1848. 

ThienemannF.  A.  L. -Syst.Darstell.  d.Portpflan- 
zuug  der  Vògel  Enropas,  ni.  Abbild.  d.  Eier. 
5  Hefte.  4°.  in.  col.  Kpfrt.  Leipzig,  1825-1838. 


0)  Non  intondo  di  offrire  una  bibliografia  complota  doi  lavori  sull'Ornitologia  europea,   ma   di   citare  quelli  cho  mi  fu- 
rono di  a.juto  e  che  potei  esaminare. 


\  I  I  \s  I  I     I IKN1 GICO 


ISOLE  D'ISLANDA    K    FAK-OKK. 

Andersen  K.  -  Meddelelser  ohi  Faniernes  Fugle 
Mcil  saerligt  Hensyn  tal  Nolso;  Efter  skrif- 
tlige  Oplysningei  fra  P.  I".  Poterseli,  Nolso, 
Vidnish.  Meddel.  nat.  Form,  I,  Klilion,  (£98 
e  segg. 

Baring-Gould's.  -  Iceland  its  Scones  and  Su- 
gas,  8°.  1862. 

Briinnich  M.  T.  -  Oraithologia  Borealis,  etc, 
8U.  Hafniae,   1764. 

Clarke  W.  E.,  and  Bakouse,  J.  -  Ad  Autunni 
Kamblc  in  Lastern  [celand,  with  some  no- 
tes l'ioni  the  Faeroes,  Ibis .  pp.  364  riso, 
1885. 

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Cederstròm  C.  G.  -  Om    de   i   trakten  af  Carl- 

stad  fòrekommande  fogelarter,    voi.    1,   8°. 

L'psala,   1851. 
Christiansen    F.    D.    -  Viborgs    Omegns   Fugle, 

Viborg,   1890. 
Colle»  R.  -  Norges  Fugle,  8°.  1868  e  Supple- 
mento,  1871. 

—  Remarks  on  the  Ornithology  of  Northern 
Norway,  For.  Selsk-,   Christ.,  p.  1,    1872. 

—  Min  die  Meddelser  vedrorende  Norges  Fu- 
glefauna  i  Aaren  1877-1 8so,  Nyt,  Mag.  for 
Natwrvidensk,  pp.  254-394,   1881. 

—  Tringa  Temmincki  und  minuta,  und  deren 
Briiten  in  Norwegen,  Jonrn.  fiir  Ornith., 
pp.   323-332,   1881. 

—  Oreocinela  earia  (l'ali.), og  Aegialites  alexan- 
drinus  (Lin.),  nye  for  Norges  Fauna.  Far. 
Vid.  Selsk.   Christ.  n.  10,  pp.   1-6,  1881. 

—  Carpodaeus  erythrinus  (Pali.),  og  Botaurus 
stellari*  (Lin.),  nye  l'or  Norges  Fauna.  Far. 
Vid.   Selsk   Christ.   n.    17,   pp.    1-3.    1882. 

—  Ardetta  minuta  (Lin.), Sterno  caniiaca(Gméì.), 
og  Larus  minutus  (l'ali.),  nye  l'or  Norges 
Fauna.  For.  Vid.  Selsk  Christ.  n.15,  pp.  1-6, 
1883. 

—  Ueber  Alea  impenni*  in  Norwegen,  Mittheil. 
Ornith.    Vereins  Wien,  u.  5-6,  p.  22,  1884. 


(')  Le  Spitzberghon  non  farebbero  parto  dell'Europa  geo- 
grafica, ma  io  le  incinsi  essendo  esse  strettamene  collegato 
all'Avifanna  europea. 


134 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Collett  R.  -  Oni  5  for  Norges  Fauna  nye  Fugle, 
fundne  i  1883  og  1884,  For.  Vid.  Selsk. 
Ohrist.  n.   12,  pp.    1-14,  1884. 

—  Om  4  for  Norges  Fauna  nye  Fugle,  fundne 
i  1885  og  L886,  For.  Vid.  Selsk.  Ohrist.n.  8, 
pp.  1-11,   1886. 

• — ■  On  Lanius  excubitor  and  Lanius  major.  Ibis, 
pp.   30-40,   1S86. 

—  Further  Notes  on  Phylloscopus  borealis  in 
Norway,  Ibis,  pp.  217-223,  1886. 

—  On  the  Hybrid  between  Lagopus  albus  and 
Tetrao  tetrix,  P.  Z.  S.,   pp.   224-240.   isso. 

—  On  a  Breeding  Colon]  of  Larus  eburneus 
on  Spitzbergen,  Ibis.  pp.   440-443.    1888. 

—  Om  6  for  Norges  Fauna  uve  Fugle,  fundne 
1887-1889,  For.  Vid.  Selsk.  Christ.  u.  4, 
pp.  1-19,   1890. 

—  On  the  Immigration  of  Syrrhaptes  para- 
doxus  into  Norway  in  1888,  Ornis,  Jahrg.  VI, 
pp.  155-159,  Wien,  1890. 

—  Bird-life  in  Arctie  Norway,  tradotto  da 
A.  Heanage  Cocks,  8°.  London,  1894. 

—  Mindre  Meddelelser  vedròrende  Norges  Fu- 
gìefauna  i  Aarene  1881-1892,  med  Tillag  og 
Kegister,  Nyt,  May.  for  Naturvidensk.  35  Bd., 
pp.  1-387,  1893-1894. 

—  On  the  occurrente  of  Colymbus  adunisi  in 
Norway,  Ibis,  pp.  269-283,   1894. 

—  A  List  of  the  Birds  of  Norway,  arranged 
according  to  the  Rules  of  lì.  0.  1  .  Bird-life 
in  Arctie  Norway,  Appendi:,  pp.  1-10.  Lon- 
don,  1894. 

—  Oni  4  for  Norges  Fauna  nye  Fugle,  For. 
Vid.  Selsk.   Christ.  n.  2,  pp.  1-12,  1895. 

—  On  a  Hybrid  Thrush  fouiid  in  Norway  (T. 
iliacuset  T.pilaris),  Ibis,  pp.  317-319,  1898. 

Colliri  J.  -  Skandinaviens  Fugle,  voi.  1,  8°.  Co- 
penhagen,  1875-1877. 

—  Bidrag  till  Kunaskaben  on  Dauinarks  Fu- 
glefauna,  Kjòbenhavu,  1888. 

—  Faunestiske  og  biologiske  Meddelelser  om 
Dauske  Fugle,  Kjòbenhavu,    1895. 

Ekstrom  CU.-  Beskrifning  ofver  Morkò  socken 

i  Sòdermanland,  8  .  Stoekholm,    182s. 
Esmark.  -  Optegnelser  og   Beniaeikningcr   till 

den    Norske   Fauna,    Nyt,    Mag.    /.   Natur., 

voi.   1.  Christiauia,   J838. 
Evans  E.,   and  Sturge  W.  -  Notes  on  tho  Birds 

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Gloger  C.  W.  -  Gottlands  fogelfauna,  ofv.   Vet. 

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Grieg  J.  A.  -  Lagopus  urogallo-alòus  ehi   ueuer 

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Aarsberetning,  V,  pp.    1-13,   1889. 


Grieg  J.  A.  -  En  Zoologisk  Excursion  til  Husòen, 

Bergens  Museums  Aarsberetning,  VI,  pp,  1-8, 

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Hagerup   A.  T.  -  Voikonimen   der  Secschwalben 

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Deutseh.   Ver.  Z.  Schutze  d.   Vogelwelt,  1804. 
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Heiberg  P.  V.  -  Thylands  Fugle,  Viborg,   1886. 
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pp.   55-65,    1001. 
Herschend  P.  -  Iagttagelser  over  Danmarks  Fu- 

glefauna    med    saerling    Hensyn     till    egnen 

mellem  Horsens  og  Aarhus,  Horsens,  issi. 
Holmgren    A.    E.    -    Skandinaviens    Foglar,   8°. 

Stoekholm,   1866-1871. 
Kjellman  A.    F.  -   Svenska   polar   expeditionen 

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denskjòld,   8°.  Stoekholm,   1875. 
Kjaerbolling  N.  -  Danmarks  Fughi,  test.  voi.  1. 

8°,   atl.   ibi.  Copenhagen,   1852-1S5S. 
Kolthoff  G..  and  Jagerskiold  L.  A.  -  Nordens  Fa- 

glar,  Parts  1-7,   4".  Stoekholm.   1895-1896. 
Korner  M.  -  Skandinaviska  Foglar  tecknade  efter 

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ATLANTE    ORNITOLOGI!  " 


13S 


Rasch.  -  Fortegnelse  og  Bemarkningei  tilldoi 

Norge  forekom mende    Fugle,    Nyt,    Mag.  f. 

Saturv.,  voi.  1,  1838.  Primo  suppl.  voi.  IV. 

1845.  Secondo  sappi,   voi   V,   1848. 
Retzius  A.  J.  -  Fannae  Suecicae  a  favolo  Linné 

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—  Òfver  de  i  Bohiislan  observ.  Foglarne.  8  . 
Gòtbenburg,   1851. 

—  Oiseaiix  ree.  pend.  l'Erped.  frane,  en  Scan- 
dinavie, en  Laponie,  aux  Spitzbcrg  et  aux 
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ATLANTE    ORNITOLOGI!  0 


139 


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140 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


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Lesauvage.  -  Catalogne  méthodique  des  Uiseaux 

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dans  le  département  d'Lure  et  Loire,  voi.  1, 

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1869. 

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Mlllet  S.  -  Panne  de  la  Maine  e  Loire,  voi.  2. 
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observés  dans  le  département    de    la    Haute 

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Nouel.   -  Catalogue  des  Uiseaux  observés   dans 

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Nourry.  -  Catalogne    des   Oiseaus    de   la   Nor- 

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ile  Kouen,  pp.  86-107,   1865. 
Ogerien,  le  trère.  -  Zoologie  du  Jura,  ou  Ilist. 

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PalaSSOn.   -   Montone   pour  servir  a   llist.    Nat. 

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Paquet  R.  (sotto  il  pseudonimo  di  Neree  Quepat).  - 

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Pellicot.  -  Les  Oiseaus  royageurs  et  leur  mi- 
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Tottlon.    1872. 

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Picot  Ph.  -  lab.  méthodiques  des  Mammifères 
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ment de  la  Haute-Garonne,  voi.  1,  8'.  Tou- 
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Proteau.  -  Catalogne  des  uiseaux  observés  dans 
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1844-1860. 

Ragut.  -  Statitisque  du  département  du  Saòue 
et    Loire. 

Ray  J.  -  Catalogue  de  la  Faune  de  l'Aube, 
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Regmier  R.  -  Les  Uiseaux  de  Provence.  enu- 
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Paris,   1826. 

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Roux  P.  -  Uruitliologie  Provengale,  etc,  voi.  4. 

4".   Marseille.    1825. 
Sahler.   -  Catalogne   raisonné  des  animaux   ver- 
tebre* qui  se  reneontrent  dans  l'Arroudisse- 
ment   de   Montbeliard.    Meni,    de   In    Soe.  d'e- 

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Salle.    Dr.  -  Faune  du  dep.   de   la   Marne,    Meni. 

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1860. 
Tasle.  -  Ilistoire   Nat.    de    Morbilian.    Vaunes, 

1860. 
Tournel.   -   Faune  ile   la   Moselle.    Metz,   1837. 
Vieillot.   -   Faune   francaise,    etc.,    8°.     Uccelli, 

voi.  2.   Paris.   1821-1828. 
Tremeau    de    Rochebrune.    -    Catalogne    d'une 

partie  des  Animaux    vivants  dans  le  départ. 

de    la    Charente,     Ael.    de    In    Soe.    Limi,    di' 

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Villeneuve  (comte  de).  -  Statistique  des  dépar- 
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OLANDA  E  BELGIO. 

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atlanti-:  cii:mtoi.o<;ico 


141 


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(linilf    in    Nederland.     Tijdsclir.   d.    Nederl. 

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1894. 

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voi.   1,  8°.  Arlow,  1847. 

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Fatio  V.  -  Faune  des  Vertébrés  de  la  Suisse, 
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Meisner  F.,  und  Schinz  H.  R.  -  Oie  Vògel  der 
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142 


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Anzinger  F.  -Vògel  Mitteleuropas,Innsbrùk,1899. 
Bechstein  J.  M.  -  Ornitkologisches  Taschenbuch 

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Vògel,  voi.  3,  8°.  Leipzig,  1791-1794.  Se- 
conda ediz.  voi.  3,   8°.  Leipzig,   1804-1809. 

Bekker,  Lichthammer,  und  Susemihl.  -  Deutsche 
Omithologie,  od.  Naturg.  aller  Vògel  Deutsch- 
lands,  2  Bande  cplt.  gr.  fol.  ni.  132  col. 
Kpfrt.  Darmstadt.    1 800-1 811. 

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Brittinger  C.  -  Die  Brutvògel  Oberòsterreichs 
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—  Sastanak  oruitologa  i  izlozbaptica  u  Becu. 
Vienne.  Zagreb,   1884. 

—  Kekericka  (Syrrhaptes  paradoxusj,  Glasnik 
hrv.   nar.   (ir.,    I.   Zagreb,    1886. 

—  Motriteljem  ptica  selica,  Glasnik,  etc.  I. 
Zagreb,   1886. 

—  Ornitoloske  biljezke  za  hrvatsku  faunu,  Glas- 
nik hrv.   naravosl.  ilrus.,   III.  Zagreb,  1888. 

—  Kirgizka  sa,àzn(8yrrliaptes  paradoxus),  Glas- 
nik, etc,   III.   Zagreb,  1888. 

—  Strani  gosti  i  zbirka  ptica  nar.  zool.  niu- 
zeja,   Glasnik.  etc,  III.   Zagreb,   1889. 

—  Skvrlj  krijesvar  (Pastor  roseus),  Glasnik,  etc., 
III.   Zagreb,    1889. 

—  Nove  ornitoloske  biljeske,  Glasnik,  etc,  IV. 
Zagreb,   1889. 

—  Motriocem  pticjega  svijeta,  Glasnick,  etc, 
V.  Zagreb,   1890  (Avee  usuine). 

—  Beitrag  zur  Ornis  von  Cattaro  und  .Monte- 
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—  K  ornitologiji  Kotora  i  Cruegore,  Glasnik. 
etc,  VI.  Zagreb,   1891. 

—  Ptice  hrvatsko-srpske,  Beograd,  1880,  Pt.  1  ; 
1892,  Pt.  II. 

—  Ispravci  i  dodaci  popisu  doniacib  ptica,  Glas- 
snilc,  etc,   VII.   Zagreb,   1892. 

—  Pomornik  (Stercorarius  parasiticus)  a.  Ilr- 
vatskoj,  Lovacko-ribarski  viestnik,  VII.  Za- 
greb, 1898. 


Brusina  S.  -  Geronticus  eremita  (L.)  Izumrla 
ptica  nase  faune,  Prosvjeta.,  VII.  con  tig. 
Zagreb,    1899. 

—  Nova  ptica  za  hrvatsku  fauna,  Lovacko-ri- 
barski viestnik,  VIII.  Zagreb,   1899. 

Megalestris  »kua,  nova  ptica  za  hrvatsku 
faunu,  Lovacko-ribarski  viestnik,  IX.  Zagreb, 
1900. 

—  Nove  i  rijetke  ptice  nar.  muzeja,  Lovacko- 
ribarski  viestnik,  IX.  Zagreb,   1900. 

—  Jos  O  porijetlu  velikog  pomornika  (Mega- 
lestris skìiaj.  Lovaclco-ìnbarski  viestnik.  IX. 
Zagreb,  1900. 

Chernel  J.  -  Magyar.  Ornithol.  Die  \  òfjel  Un- 
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Hartert  E.,  und  Kleinschmidt  0.    -  The.   Brehm 


kTJ.  \N  1  I.    ORNITOLOGICO 


1  13 


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Hueber  L.  von.  -  Verzeichniss  der  Vògel  ICarn- 

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1850  bis  1900,  FesUehr.  d.  fiinfeigjahr.be- 
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Madaràsz  J.  -  Further  Contribution  to  the  Huu- 
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ni.   Anbg. :   Die  Vògel.  Neusiedler  Sees's,  8°. 

in.  Kart».   Wien,   1882. 
Meyer  B.  -  Eurze  Beschreibung  der  Vògel  Liv-  u. 

l'.stlilands,    voi.    1.    8°.    Nurnberg,    1815. 
Meyer  und  Wolf.  -  Taschenbucb  der  deutschen 

Vogelkunde,  voi.  3,  8°.  Frankfurt  a  \I.  L810- 

1  822. 
Meyer  A.  B.  -  (Jnser  Ami-.    Rackel-  u.    Birk- 

wild  u.    seine    Abarten.  gr.  4  .  mit  atlas  in 

gr.  fol.  von  17  von  Mutzel  gezeichn-  n.  pràch- 

rig  col.  Tat'eln.  Wien,  1887. 
Meyer  A.  B.,  und  Helm  F.    -    Verzeichniss   der 

bis  jetzt   ini  Kònigreiche   Sachsen  beobach- 

teten   Vògel,  4°.  Berlin,  1892. 

MoJSÌSOVÌCS  A.  VOn.  -  Biol.  unii  l'ami.  Mittlieilgn. 
iiber  Sàugeth.  und  Vògel  Siid- Ungarns  u. 
Slavonien,  7  sthdlgn.  8  ni.  '-'  Kpfrt.  Graz, 
1883-1889. 

—  Excursionen  ini  Bais-Brodoger  u.  Baranyaer 
Comit.  8".  Graz,   1884. 

—  Self.  Erscbeingn.  in  d.  Vògel-Fauna  Òesterr.- 
Ung.  8°.   Graz,   1887. 

Naumann  J.  A.,  und  J.  F.  -  Natnrgeschichte  der 
Vògel  Deutschlands.  Seconda  ediz.  voi.  13, 
8°.  Leipzig,  1822-1844.  (È  in  corso  di  stampa, 
dal  1897  a  Gera,  una  nuova  edizione  della 
medesima  opera  a  cura  di  parecchi  Ornito- 
logi Tedescbi). 

Ornitologie.  -  Teutscbe,  od.  Naturgescb.  aller 
Vògel  Deutschl.  in  natugetr.  Abbild.  Hersg. 
v.  Borkhausen ,  Lichthammer,  Bekker  u. 
Lembcke.  WTollst.  in  22  Heften,  in.  132  Kpfrt. 
gest.  v.  Suse  inibì,  gr.  fol.  Darmstadt,  1800- 
1841. 

Palliardi  A.  -  Syst.  Uebers.  der  Vògel  Bòh- 
mens,  etc,  8°.  Leitmeritz,   1852. 

Pelzeln  A.  von.  -  Beitrag  zar  Ora.  Fauna  d. 
òsterreich-ung.  Monarchie,  Abh.  d.  k.k.  Zool- 
bot.  Gesellseh.  in  Wien,  pp.  689-730.  1871; 
pp.  559-568,    1874;  pp.  16:1-166,   1876. 

Petenyi.  -  Reliquia  Petényana,  8°.  Budapest, 
1877. 

Petényi-Herman  0.  -  J.  S.  von  Petényi,  der  Be- 
griinder  d.  wissenseb.  Ornitbol.  in  Un  gara. 
gr.  4'  in.  Port.  u.  col.  Kpfrt.  Budapest, 
1891. 

—  Ornitb.  Naohlass  (iiber  Pasior  roseus,  etc, 
hrsg.  v.  O.  Herman,  4.°  ni.  Kpfrt.  Buda- 
pesi,    1897. 

Ratzeburg  J.  S.  C.  -  Syst.  Verzeichniss  der  ora. 

Sammlung   zu  Xeustadt-Eberswalde,    voi.    1, 

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Reichenow  A.   -  Syst.    Verzeichniss   der    Vògel 

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U4 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


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aiigreuz  Mitteleuropas,  Text.  gì'.  8°  in.  Atlas 
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burg,  1884. 

—  Kennzeichen  anserei*  Suuapf-  a.  Schwimni- 
vògel  nebst  An.  iib.  Entenjagd.  gr.  8' .  ni. 
4  col.  Kpfrt.   Berlin,   1889. 

—  Kennzeichen  d.  Vògel  Mittel-Europas,  Abth. 
I-III  (soviel  erschienen),  s.°  m.  9  col.  Kpfrt. 
Berlin.   1888-1891. 

Rohweder  J.  -  Die  Yogel  Schleswig-Holsteins, 
4°.  Husum,  1S75. 

—  Bemerkung.  zu  schlesw.  holstein  Ornithologie, 
gr.   8°  m.  Kpfrt.  Kiel,   1876. 

Schinz  H.   R.    -    Beschreibung   mid    Abbildung 

der  Nester  nnd  Eier  dei"  Vògel  welche  in  d. 

Schweiz  in   Deutscbland,  etc,  gr.  4°.  ni.  73 

col.  Kpfrt.  o   in.  144  col.  Kpfrt.  Ziiricb,  1830  ; 

rn.   144   Kpfrt.   Leipzig,  1833. 
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Seidensacher  E.  -   Die   Vògel  der  Steiermark, 

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Taczanowski    L.    -    Ptaki    Krajowe   (Uccelli   di 

Cracovia),  voi.  2,  8°.  Krakau,  1882-1885. 

Tschusi-Schmidhoflen  V.  Ritter  von.  -  Die  Vògel 
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345-349,  385-390,  421-430,  457-461,  1875; 
pp.   333-334,   1876. 

Tschusi-Schmidhoflen  V.,  und  Homeyer  F.  von  - 
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Drummond  H.  M.,  and  Strickland.  H.  E.  -   Ca- 

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Kruper  T.  und  Hartlaub  G.  -  Zeiten  des  Gehens 
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Lindertnayer  A.  -  Viigel  Griechenlands,  voi.  1, 
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Mutile  H.  von  der.  -  Beitrage  zur  Ornithologie 
Griechenlands.  voi.   1,   8J.   Leipzig,   1844. 

Reiser  0.  -  Materialien  zu  einer  Ornis  Balca- 
nica, II,  Bulgarien,  Wien,  1894;  IV,  Mon- 
tenegro, Wien,  1896  (il  rimanente  in  corso 
di  pubbl.). 

—  L'activité  deployée  dans  le  domaine  orni- 
thologique  sur  le  territoire  de  Péninsule  del 
Balkans  par  le  Muséuni  de  Bosnie  Herzégo- 
vine  a  Serajevo  -  CompteSendus  111  Congrès 
Oni.    Inteni.   pp.   141-151.   Paris,    1901. 

Reiser  0.  und  Knotek  J.  -  Krgebnisse  der  Orni- 
thologischen  ZugsbeobacbtuDgen  in  Bosnien 
unii  Hercegovina,  Wissensch.  MittJieil.  aus 
Bosnien  nnd  dei-  Hercegovina,  \'III.  Band, 
1901  j  Wien,   1901. 

Simpson  W.  H.  -  A  Fortnight  in  the  Dobrud- 
scha,   Ibis,  pp.   361-374,   1861. 

Thompson  W.  -  A  Glossary  of  Greek  Birds,  8°. 
Oxford,    1895. 


PENISOLA  BALCANICA. 


RUSSIA. 


Alléon    le  Comte,  et  Vian  J.   -    Des    migrations 
des  Oiseaux  de  proie  sur  le  Bosphore  de  Co- 


Aksakow  J.  T.    -  Sapiski    rujeinego   ochotnika 
Orenburgskoy  Gub.,  voi.  1,  8°.  Mobcow,1856. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


UT. 


Alpheraki  S.  -  Le  Anitre  della  Russia  (in  Russo). 

Pietroburgo,  8°  col  tav.,   1901    (in  corso  ili 

stampa). 
Alston  E.  R..  and  Harvie-Brown  J.  A.    -    Notes 

froni  Archangel,   Ibis,  p.   "il,    1873. 
Andrzejowski  A.  -  Rys  Botaniecznj  kraim  zwed- 

zooyek  u    podrozack    promiesdzy    Bobem.    1 

Dniestrom,  etc.,  voi.   1,  8°.   Wilna,    Ì823. 
Arendarenke  N.  -  Sapiski  o  Poltawokoy   Gub., 

voi.   1,  8°.  Poltava,  1848. 
Artzjbascheff  N.    -    Excursions    et  observations 

sur  les  borda  de  la  Sarpa,   voi.   1,   8°.    Mo- 

scow,   1859. 
Beitràge  zur  Naturk.  a.  d.  -  <  (stseeprovinzen  Russ- 

lands,  hrsg.  y.  Pander,  Eschscholtz,  v.   Baer 

uiid  A.   Dorpat,   8Ù,   ni.   3  Kpfrt.   1820. 
Bianchi  V.  -  Biologische   Notizen    iiber  die    in 

Soinmer   Issi   liei   ITschaki  (Governo  di  Nov- 

gorod)  beobachteten  Vogel,  8°.St.  Petersburg, 

1888. 
Bogdanow  M.    -    Plitzoi    Kavkaza,    voi.   1,  8°. 

Kazau,   1879. 

—  Otsherky  prirodny  Kbivinskago  Oazissa  u 
poustyni  Kisil-Kuni  (Note  sull'Oasi  di  Kiva 
e  sul  deserto  di  Kisil-Kum).  Tashkend,  1882. 

—  Conspectus  Avium  Infierii  Rossici,  Fase.  I, 
4°.   St.   Petersburg,   1884   (incompleto). 

Biichner  E.  -  Die  Vògel  des  St.  Petersburger 
Gouvernements,  Beitr.  -.  Knntn.  ti.  Euss. 
Beichs,  Folg.  3,  Bd.  II,  1888. 

Butleroff  M.  -  Ornitologitsbeskaya  fauna  mest- 
nosti  Xoukoussa  lejasbtscbey  mejdon  Amu- 
Darya  i  Kouvan-Djarmoi  (Ornitologia  di  Xoii- 
koussa,  etc.).  St.  Petersb.  Soc.  Nat.  Se. 
pp.  140-155,  1879. 

Bykoff  A.  M.  -  Katal.  u.  Beschr.  d.  Sanimi,  z. 
Biologie  il.  Vogel  il.  Gouv.  Polen.  (Russ.), 
4°.   ni.   12  Kpfrt.    Warschau,  1896. 

Chelebnikoff  V.  A.  -  Faunistitsbeskia  nabliude- 
nia  v  Borovitcheskom  ouyezde  (Fauna  del 
Distretto  di  Borovitchesky),  St.  Petersb.  Soc. 
Nat.   Se.   pp.    171-172,   1880. 

—  Material  k  fanne  pozvonotchnykh  Borovit- 
cheskago  on  Novgorodskoi  Goub.  (Materiali 
per  una  fauna  dei  Governi  dei  Borovitchesky 
e  Novgorod),  St.  Petersb.  Soc.  Nat.  Se. 
pp.  21-58,   1888. 

—  Spissok  ptitz  Astraklianskoi  Goub.  (Sup- 
plem.  all'antecedente). 

Czernay  A.   -   Ornith.    u.   icththyol.  Beobacht. 

ini    Chaikowschcn    Gouvern.  ,     8°.     Mosk.  , 

1850. 
Derjugin  K.  -  Ornithol.  Forsobungen  ina  Gouv. 

Pskow.   (Russo),   gr.   8°.   Petersburg,   1897. 
Dinnick   N.    -    Ornitologitsbeskaya    Nabludenia 

uà  Kavkaze  (Osservazioni  Ornitologiche  fatte 


nel  Caucaso),  St.  Petersb.  Soc.  Nat.  Soe. 
pp.  260-378,    1886. 

Dresser  H.  E.  -  Notes  on  Birds  collected  by 
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Drumpelmann  u.  Friebe.  -  Abbildgn.  a.  Besckrei- 
bung  il.  Thierreichs  d.  nòrdl.  Prov.  liuss- 
lands,  liesonil.  Lief-Ebst-u.  Kurlands,  8 
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Envald  R.  -  Ornithologiska  anteckmingar gjorda 
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radet,  Medd.  Soc. prò  Faun.et  Fior.  Vennica, 
\V,  pp.   1-23,   1886. 

Eversmann  E.  -  Addenda  ad  celeberrimi  I "al- 
lusi i  Zoographiam  Rosso-Asiaticam,  Pt.  3,  8°. 
Kasan,  1835-1842;  ristampato  ed  edito  «la 
11.    E.    Dresser,   London.    lsTti. 

—  Naturgescb.  der  Vògel  il.  <  irenburger  Kreises 
(Russ.),  gr.  s1.  Kasau,    1866. 

Holmerus  A.  L.  -  Ornithologiska  iaktagelser  i 
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1885,  Medd.  prò  Fanti,  ci  Fior.  Fenilica, 
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Jastschenko  A.  -  Ornitologitsheskaya  nabludenia 
Da  sredni  Amu-Daria  V.  rayoue  Tchardjui 
Kalif  (Note  Ornitologiche  del  Distretto  di 
Chardi-Kalif  nell'Amu-Darya  centrale),  St. 
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Johansen  H.  -  Die  Vogelwelt  des  Gouverne- 
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Kessler  K.  -  Kukowdstwo  dlia  opredelenia  ptiz 
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Lavroff  V.  V.  -  Resultaty  svoikh  faunistitske- 
skikh  V  Borovskom  ou  Kalougskoi  Goub. 
(Sulla  fauna  dei  Governi  di  Borovski  e.  di 
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193,  1880. 

Lichtenstein  H.  -Naturhist.  Ein.  zu  Eversmann 's 
Reise  von  Orenburg  nach  Buchara,  voi.  1, 
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Liljeborg  W.  -  Zoologisk  resa  i  nona  Kyssland 
och  Fiiinmarkeii,  Ufr.  V.  Ak.  Forlì,  pp.  16- 
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Lorenz  T.  -  Beitrag  zur  Kenntniss  der  orni- 
thologischen  Fauna  an  der  Nordseite  des 
Kaukasus,  picc.  fol.  Moscow,  1887. 

—  Die  Vogel  des  Moskauer  Gouvernements, 
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Madarasz  J.  -  Uber  die  Kaukasischen  Acre- 
dula, Arten.   Termész  Fihetek.  1900. 

Mela  A.  J.  -  Soumen  Luurankoiset,  eli  Inoli- 
noli tic  tediseli  solimeli  Luiiransk  oi  seliii  misto 
(I  Vertebrati  della  Finlandia),  8°,  Helsing- 
fors,  1882. 


Atlante  ornitologico.  —  Parti)  I. 


19 


146 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Ménétriés  E.  -  Catalogue  raisonné  des  objets 
de  Zoologie  recueillis  dans  un  voyage  au 
Caucase,  etc.,  voi.  1.  4°.  St.  Petersburg, 
1832. 

Menzbier  M.  -  Ornithol.  Fauna  d.  Gouvern. 
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—  Tetrastes  griseiveniris,  n.  sp.  Menzb.  8°.  m. 
col.  Kpfrt.  Moskau,  1880. 

—  Ornitologitsheskaya  geographia  Europaiskoi 
Ros8Ìi,  8°.  Moskva,   1882. 

—  Revue  comparative  de  la  Faune  Ornitholo- 
gique  des  Gouvernements  de  Moscou  et  de 
Toula,   8°.  Moscou,   1883. 

—  On  tue  Geographical  Distribution  of  Birds 
in  European  Russia  north  of  the  Caucasus, 
Ibis.  pp.  278-315,  1884  ;  pp.  255-263,  1885. 

—  Die  Zugstrasseu  der  Vògel  ini  europàischen 
Russland,  Bull.  Soc.  Nat.  Moscou,  pp.  291- 
369,   con  due  carte,   1886. 

Meves  W.  -  Ornithologiska  iakttagelser  i  Nord- 
yestra  Ryssland,  Ófv.  Vet. Al.  Forlì.,  pp.  731- 
788,  1871. 

—  OrnithologischeBeobachtnngengròsstentheils 
im  Sommer  1869,  auf  einer  Reise  ini  nord- 
westlichenRusslandgesaimiielt,0)»/«,  pp.181- 
288,  1886. 

Michalovski  J.  -  Ornitologitsheskaya  nabludenia 
V  Zakarkaze  letom  1878  (Osservazioni  orni- 
tologiche sulla  Transcaucasia),  St.  Petersb. 
Soc.  Nat.  Se.  pp.   12,   39,   1880. 

Nazarotf  P.  S.  -  Recherches  zoologiques  des 
Steppes  des  Kirguiz,   8°.  Moscou,   1886. 

Nikolsky  A.  -  Material  k  poznanin  pozoonot- 
shnykh-jevotnykh  Severo- Vostotshuoi  Persii 
i  Zakaspikago  Kraya  oblasti  (Materiale  per 
una  fauna  del  N.  E.  della  Persia  e  della 
Transcaspia),  St.  Petersb.  Soc. Nat. Se. pp.  379- 
399,  1886. 

—  K  faune  mlekopitayushtshikh  i  ptitz  pria- 
ralskikh  stepney  (Sui  Mammiferi  e  sugli 
Uccelli  delle  steppe  dell'Arai)  Bull.  Soc. 
Nat.  Mosc,  pp.  477-500,   1892. 

Nordmann  A,  von.  -  Faune  Pontique,  nel  voi.  3°, 
de  Demidoff's.  Voyage  dans  la  Russie  meri- 
dionale, etc.  roy.  8°.  Paris,  1841-1842. 

Noska  M.,  und  Tschusi  zu  Schmidhoffen  V.  -  Daa 
Kaukasische  Birkhuhn  [Tetrao  mlokosiewiezi, 
Tacz.).   Ornith.  Jahrb.  VI.  Hallein,  1895. 

Olsson  P.  H.  -  Nagra  anmarkningsvàfda fogel- 
fynd  i  Kinitis,  Medi/,  prò  Fauna  et  Mora 
Fenilica,  XX,  p.   11,    1894. 

Pallas  P.  -  Zoographia  Rosso-Asiatica,  voi.  3, 
4°.   St.    Petersburg,    1811-1831. 

Palmgrén  J.  A.  -  Finlands  Foglar,  etc.  voi.  2, 
8°.   Helsingfors,   1873. 

Palmén  J.  A.  -  Bidrag  till  kamedomen  om  Si- 


biriska  Isbafsknstens  Fogelfauna  enligt  Vega- 
expeditionens  [akttagelsei  <>cli  Samlingar, 
Fega-exp.  Vetensk.  laìdt.  voi.  V.  Stockholm, 
1887. 

Patschoskij  J.  -  0  Fanne  i  Flore  okrestnostei  g 
Vladimira-Volynskago  (Fauna  e  Flora  di  ^'la- 
dimir-Volhynia),  Proc.  Soc.  Nat.  Ilist.  Eiew, 
IX,     Vertebrati,    pp.   306-312,    1888. 

Pearson  H.  J.  -  Notes  on  Birds  olisci  ved  in 
Russian  Lapland,  Kolguev ,  and  Novaya 
Zemlya  in  1895,  with  Introductory  Remarks 
by  Col.  H.  W.  Feilden,  Ibis,  pp.  199-226, 
1896. 

Petroff  A.  E.  -  Material  dlia  spisski  ptitz  Nov- 
gorodskoi  Gonb.  Oblasty  Ilnienia  (Uccelli 
d'Ilnienia,  Gover.  di  Novgorod),  St.  Petersb. 
Soc.  Nat.  Se,  pp.  505-528,   1885. 

Pleske  T.  -  Ornithologische  Notizen  aus  Ost- 
Russland  (Basehkirien),  Jour.  f.  Ornith., 
pp.   89-94,   1878. 

—  Uebersicht  der  Saiigethiere  und  Vogel  der 
Kola-IIalbinsel.  T.  IT.  Vógel  und  Nachtràge, 
8°.  St.  Petersburg,   1886. 

-  Ornithographia  Rossica,   Band  11,  Sylviinae, 

4°.   St.   Petersburg,    1891. 
Radakoff  B.  -  Hand-Atlas  d.  geograph.  Verbrei- 

tung  d.  Vògel.  d.  europ.   Russlands,    in   19 

Karten,  gr.   fol.  Moskau,  1 876-1 S77. 
Radde  G.  -  Ornis  Caucasica  (und  erster  Xach- 

trag),   4°.   Kassel,   1884. 

—  Zweiter  Nachtrag  zar  Ornis  Caucasica  fiir 
das  Jahr   1884,  Journ.f.  Om.  p.  74,    1885. 

—  Die  Fauna  und  Flora  des  suducstlichen 
Caspi-Gebietes,  etc,  8°.  Leipzig,  18s6. 

—  Dritter  Nachtrag  zur  Ornis  Caucasica  liii 
das  Jahr  1885,   Ornis,  pp.  457-500,   1887. 

—  Vierter  Nachtrag  zur  Ornis  Caucasica,  Ornis, 
pp.   400-441,   1890. 

—  Die  Sanimlungen  des  Kaukasischen  Museunis, 
Bd.   1,  Zoologie.  Titlis.   1899. 

Radde  G.  und  Walter  A.  -  Die  Vògel  Transca- 
s]iiens,    Ornis,   1X90. 

Rossikoff  K.  N.  -  Obzor  zimnei  fauny  ptitz  vo- 
stiitslnioi  tshasti  dolili  r.  Malki  (Kavkaz), 
(Uccelli  invernali  della  parte  orientale  della 
vallata  di  Malki  (Caucaso),  Trans.  Ac.  Imp. 
Se.  St.   Petersburg,  XLIX,  n.  4,   1884. 

—  Resultaty  nabludenij  nad  ptitzami  zap. 
tchasti  S.  V.  Kavkaza  (Note  sugli  Uccelli  della 
parte  meridionale  e  sud-orientale  del  Caucaso), 
St.  Petersb.  Soc.  Nat.  Se.  XIX,    pp.   36-57, 

1S.N7. 
Rlizskij.     -    Ornitologitsheskaya    nabludenia    V 
Simbirskoi    Goub.    (Note    Ornitologiche   del 
Gover.  di  Simbirsk),  l'roe.  Kazan  University, 
u.   142,   1893-1894. 


ATI.ANTK    '  11IN-IT0LOGIC0 


147 


Sandman  J.  A.  -  Fogelfaunan  pa  tarlò  och 
Kringliggande  Skàr,  Medd.  prò  lumini  et 
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Satounire  K.  -  Aves  Faun.Mosq.  Atti  del  Congr. 
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Schweder  J.  -  Die  Wirbelthiere  der  baltischen 
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pp.  204-232,   1882. 

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Sundman  u.Palmén.- Fumisene  Vogeleier, 9  Hcfte. 

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(Busso),  8°.  M<»skaii,   1897. 

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Taczanowski  L.  -  Liste  des  Oiseaux  observés 
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Tardetit  Y.  -  Essai  sur  l'histoire  naturelle  de 
la  Bessarabie,  voi.   1.    16°.   Lausanne,  1841. 

Teplouchoff  T.  A.  -  Beobachtungen  iiber  <li«' 
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gestellt  ini  Friihjahre  1873  ini  l'hai  des 
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d'Amai,  des  Se.  Nat.,  VII.  pp.  38-59, 
1883. 

Tyzenhaus  H.  v.  - Ornithologia  powszechnia,  etc. 
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|  lologia  ptakow  Polskich  (Oologia  del  Regno 
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Whright  M.  v.  -  Bidr.  i.   Prakt-Eiderns,  4°.  ni. 
Kpfrt.   Helsingfors,    1847. 

—  Helsingfors  traktens  Fogel-Faima.  4 ".  in.  col. 
Kpfrt.   Helsingfors,    1848. 

—  Finlands  Foglar  hufvudsakligen  till  deras 
dragter,  voi.  1,  %°.   Belsingfors,    1859. 

—  Aves  Fennicae,  Finlands  Foglar,  voi.  •_'.  ed. 
J.  Palmén,  8°.  Helsingfors.    1859-1878. 

Wilkouskij  F.  V.  -  Otchet  ob  oroitologisheskikh 
izsledovaniakh  Kuteliiskoi  Goub.  (Ornitologia 
del  Gover.  di  Kntchisk),  Bull.  Soc.  Nat. 
Mosc,  pp.  497-504.   1893. 

Zarudny  N.  -  Oiseaux  de  la  Contrée  Transca- 
spienne,  8°.  Moscou,  1885. 

—  Ornitologitsheskava  fauna  Orenburgskago 
Kraya  pod.  red.  Th.  Pleske  (Fauna  ornitolog. 
del  Distretto  di  Oreuburgo),  8J.  St.  Peter- 
sburg,   1888. 

—  Dopolnitchuaya  zanetka  k  poznaniu  Ornito- 
logitsheskoi  Fanny  Orenburgskago  Kraya 
(Note  sull'Ornitologia  del  Distretto  di  Oreu- 
burgo), Bull.  Soc.  Nat.  Mose.  pp.  658-681, 
1888. 

—  KecheirhesZoologiqursilnns  la  Contrée  Tran- 
scaspienne,  8°.  Moscou  :  Bull.  Sor.  Sat.  Mo- 
scou ,  pp.  128-160,  1889;  pp.  228-315, 
1890. 

—  Ornitologitsheskava  fauna  oblasti  Àmu-Darii 
mejdou  g.  g.  Tcherdjuein  i  Kalifoni  (Orni- 
tologia del  Distretto  tra  Toherdjuem  e  Kalif, 
Aniu-Darva).  Bull.  Sor.  Nat.  Mosc.,  pp.  1-41, 
1890. 


148 


atlanti:  ornitologico 


ITALIA  IX  <i i:\T.RAI.K. 


Aldrovandi  U.  -  Ornithologia,  siveAviumhistoria, 
libri  XX,  t.  3.   Bononiae,  1599-1603  ('). 

(Anonimo).  -  Osservazioni  sull'Ornitologia  To- 
scana di  Paolo  Savi,  nella  Biblioteca  Italiana, 
t.  50,  pp.  186-194  (182.8),  t.  61,  pp.  187- 
201    (1831),  t.  67,  pp.  76-83  (1832), 

Arrigoni  Degli  Oddi  E.  -  Nota  sopra  un  ibrido 
artificiale  (Turtur  risorius  e  T.  auritns  (L.). 
Rovigo,   1885. 

—  Catalogo  della  Raccolta  Ornitologica  Arri- 
goni Degli  Oddi  in  Ca'  Oddo,  I,  Uccelli  Ita- 
liani.  Padova,   1885. 

—  Di  una  femmina  di  Passera  reale  (Passcr 
Italiae,  Cab.  ex  Vieill.)  che  assuuse  in  parte 
l'al>ito  del  maschio.  Atti  Soe.  Ital.  Se.  Nat. 
Milano,   1886. 

—  Osservazioni  sul  Germano  reale  (Anas  bo- 
seas).  Bollettino  ilei  Naturalista,  Anno  VI, 
n.   11,  p.  1-16.  Siena,  1886. 

—  Due  ibridi  ottenuti  in  domesticità  nel  mag- 
gio 1885  {Anas  boscas  var.  doni,  e  A.  bo- 
8ca8  fera).  Boll.  Soc.  \'en.  Tr.  Se.  Nat., 
t.    IV,   n.    1.   Padova,    1887. 

—  Notizie  sopra  un  uccello  nuovo  per  l'Avi- 
fauna Italica  (Calliope  camtsehatkensis),  nel 
Boll.  Soe.  Ven.  Tr.  Se.  Nat.,  t.  IV,  u.  1. 
Padova.   1887. 

—  Note  ed  osservazioni  sopra  un  ibrido  non 
ancora  descritto  (Fuligula  ferina  e  cristata) 
e  sull'ibridismo  in  generale,  nell'Ateneo  Ve- 
neto, gennaio-febbraio   1887.    Venezia,  18,s7. 

—  Notizie  sopra  un  Ligurinus  chloris  (L.)  ed 
una  Alauda  arvensis  anomali  nel  rostro,  con 
fig.  Boll,  del  Nat.,  IX,  pp.  21-22.  Siena,  1889. 

—  Notizie  sopra,  un  ibrido  rarissimo  (J)ajila 
acuta  e  Querquedula  entra),  con  tav.  col. 
Atti  Soe.  Yen.  Tr.  Se.  Nat.,  voi.  XI,  fa- 
scicolo  II.   Padova,    1889. 

—  Un  ibrido  nuovo  nella  famiglia  delle  Anitre 
(Ma reca  penelope  e  Querquedula  erecea).  Atti 
Soe.  Li.  Se.  Nat.,  voi.  XXXIII.  .Milano,  1890. 

—  Su  di  un  maschio  di  Hirundo  rustica,  L. 
colle  timoniere  esterne  straordinariamente 
allungate,  con  fig. ,  nel  Boll,  del  \at..  X, 
fase.   V.  Siena,   1890. 


(')  Sebbene  1  Ornithologìa  del]  Aldrovandi,  <*  la  Storia  Na- 
turale degli  Uccelli  tratl I-  li  Ornitologìa  in  generale,  tut- 
tavìa drvmio  essere  qui  annoverate,  perone  in  osso  eù  la 
particolare  menzione  dogli  Uccelli  d'Italia  o  cosi  puro  nelle 
opero  del  Bernini,  «tri  Ranzani  e  del  Geno  (Salvadori). 


Arrigoni  Degli  Oddi  E.  -  Studi  sugli  Uccelli 
uroptero-fasciati.  Atti  Soe.  Ven.  Tr.  Se.  Nat.. 
voi.  XI,  fase.  II,  con  tav.  col.  Padova,  1890. 

-  Sopra  un  individuo  femmina  di  Querquedula 
erecea,  anormalmente  colorito.  Atti  Soe.  Ven. 
Tr.  Se.  Nat.,  voi.  XII,  fase.  I.  Padova,  1891. 

—  La  caccia  di  Valle,  brano  p.  nozze  Lonigo- 
De  Zigno.  Padova,   1891. 

—  Su  di  un  ibrido  di  Lanopus  mutus  e  Bo- 
nasa  betulina.  Atti  Soe.  It.  Se.  Nat.,  con 
tav.  col.  Milano,   1892. 

—  La  Fuligula  Momeyeri,  lìaed.  nel  Veneto. 
Nota,  Ornitologica.  Atti  Soe.  hai.  Se.  Nat.. 
voi.  XXXIV,  fase.  II.  pp.  179-193.  Milano, 
1S93. 

—  Un  ibrido  naturale  di  Mareea  penelope  e 
Anas  boscas  preso  nel  Veneto.  Alti  Soe.  Ven. 
Tr.  Se.  Nat.,  ser.  II,  voi.  II.  fase.  IL  Pa- 
dova,  1893. 

—  Anomalie  nel  colorito  del  piumaggio  osser- 
vate in  216  individui  della  mia  Collezione 
Ornitologica  Italiana.  Atti  Soe.  It.  Se.  Nat.. 
voi.   XXXIV,  pp.   193-255.   Milano,   1893. 

-  Nota  sopra  cinque  ibridi  selvatici  del  ge- 
nere Fringilla  colti  in  Italia.  Atti  Soe.  It. 
Se.  Nat.,   voi.  XXXV.   Milano,   1894. 

—  Nota  sull'Agiata  rapax  e  sul  Buteo  deser- 
torum  in  Italia,  Arieula.  Ili,  fase.  21-22, 
pp.   125-12S,   1.899. 

Arrigoni  Degli  Oddi  E.  &  Leverkiihn  P.  -  Die  Orni- 
tliologische  Litteratur  italiens  wàhrend  der 
Jahre  1891  bis  1893,  in  Journal  fiir  Orni- 
thologie,  XLII.  Berlin,   1891. 

Arrigoni  Degli  Oddi  0.  -  Deviazioni  delle  ma- 
scelle degli  uccelli,  con  tig.  Atti  Soe.  It. 
Se.  Nat.,  voi.  XXV.   Mila 1882. 

Azzi  E..  Delor  F..  e  Camusso  N.  -  Manuale  del 
Cacciatore  italiano.    Milano,    1887. 

Bacchi  della  Lega  A.  -  ('accie  e  Costumi  degli 
I  cecili   Silvani.   Città  di  Castello,   1892. 

Bernini  C.  -  Ornitologia  dell'Europa  meridio- 
nale. Parma.  1772-1782,  in  foglio,  con  25 
tavole. 

Besta  R.  -  Sulla  deformazione  del  becco  in  un 
J'icus  ri  ridili.  Atti  Soe.  It.  Se.  Nat.,  VO- 
lumeXXVl,  pp.  1  22-124,  conflg.  Milano,  1883. 

Brehm  A.  E.  -  La  vita  degli  animali.  Tradu- 
zione italiana,  Uccelli,  voi.  Ili  e  IV.  Milano, 
1869-1870.  (Vedi  le  note  di  M.  Lessona  e 
T.   Salvadori). 


\  1 1  \nti    (H:\rriii. hck'o 


l  19 


Bolle  C.  -  Bruchstiicke  einigei  Briefe,  nel  Jour- 
nal f  tir   Ornithnltnjie.   1858,   pp.   !.".(»-  KIT . 

Bonaparte,  Principe  C.  L.  -  Iconografia  della 
Fauna  Italica  per  le  quattro  classi  degli  ani- 
mali vertebrati.  Uccelli,  t.  I.  pt.  2'.  Roma, 
1832-1841,  con  tavole. 

—  Catalogo  metodico  degli  Uccelli  Europei. 
Bologna,  1842.  (In  quest'opera  le  specie  ita- 
liane solici  segnate  con  asterisco). 

Canterano   L.   -    Note   Zoologiche.    Unii.    Mus. 

Zoo/.  AikiI.    Torino,  voi.  IV.   n.  ti."..  Torino, 

issi). 
Carcano  da,  F.  S.  -  1  tre  libri  degli  ('cetili  da 

Rapina.  Vicenza,  1622. 
Cattaneo  G.  -  Iu torno  ad  un  caso  singolare  «li 

Orimi  in  uni.  Atti  Sor.  11.  Se.  Nat.,  voi. XXII, 

pp.  66-78.  Milano,   1N79. 
Comalia   E.   -   Sopra  due  casi  (li  albinismo  negli 

Uccelli.  Atti  Soc.  11.  Se.  Nat.,  voi.  X, 
pp.   449-45S.    Milano,    ISiiT. 

Dal  Fiume  C.  -  Sopra  un  ibrido  naturale  ili 
Murerà  penelope    e    Untila  arata    (preso  nel 

Veneto).   Atti  Soc.  11.  Se.  Nat.,  < tav.  col. 

Milano,    1893. 

Damiani  G.  -  Sulla  frequenza  in  Italia  della 
Rissa  triiìaeti/la,  L.  Arirula.  anno  III,  fasci- 
colo 23-24.  Siena,    1899. 

De  Filippi  F.  -  Fauna  d'Italia,  nell'opera:  1 
tre  Retini  delln  Natura,  Uccelli,  pp.  271-272. 
Milano,    L852. 

—  Il  Si/rrliaptrs  paradoxus  in  Italia,  nel  (liorn. 
Uff.  del  "Regno  d'Italia,  9  marzo  18(14,  e 
nella  Notizia  storica  dei  larari  fatti  dalla 
Classe  ili  Scienze  Fisiche  e  Matematiche  tirila 
],'.  Arr.  tirile  Scienze  ili  'l'orino  negli  anni 
isti!  e  L865,  pp.  2  1-27. 

Dei  A.  -  Sulla  possibilità  che.  le  Quaglie  covino 
in  Africa  anco  dopo  aver  nidificato  nella 
primavera  in  Italia,  nel  giorn.  Il  Libero  Cit- 
tadino,  anno   XXII.    n.   49.   Siena,   1887. 

—  Su  cinque  casi  di  Brachydactilia  negli  Uc- 
celli domestici,  nel  giorn.  L' 'Agricoltore  Ita- 
liano, anno  XVI,   fase.   195.   Firenze,    1890. 

Fiori  A.  -  Alcuni  casi  di  melanisnto  in  due 
specie  di  Uccelli.  Atti  Soc.  Nat.  di  Modena, 
ser.  Ili,  voi.  XIII,  anno  XXVIII,  pp.  87-92. 
Modena,    1N94. 

Gene  G.  -  Sulla  Iconografia  della  Fauna  Italica 
di  Carlo  Luciano  Bonaparte,  Principe  di 
Musignano.  Osservazioni,  nella  Bibl.  Hai., 
t.  71,  pp.  165-:i.">6  (1833),  t.  75,  p.  13  (1834), 
t.  77,  p.  59  (1835),  t.  80,  p.  22  (1835),  t.  83, 
p.  376  (1*36),  t.  92,  pp.  26-174  (1839),  t.  95, 
p.  50  (1839). 

La  stessa  opera  iu  un  volumetto.  Milano, 
1839. 


Gene  G.  Storia  aaturaledegli  animali  esposta  in 
lezioni  elementari.  Opera  postuma.  Uccelli, 
voi.  Il,  pp.  1-230.  Torino.  L850.  (\.  Ila 
parte  ornitologica  di  quest'opera  si  parla  di 
quasi  tutte  le  specie  italiane,  e  perciò  deve 
essere  qui   menzionata). 

Gerini  G.  -  storia.  Nat  male  degli  Uccelli,  voi.  •"'. 
con  tav.  col.   Firenze,   1767-1776. 

Giglioli  Hillyer  E.  -  Catalogo  degli  Uccelli  os- 
servati in  Italia.  Fase.  I  della  Iconografia,  etc. 
l'iato.    1879. 

—  Iconografia  dell'  Avifauna  Italica.  Fase. 1-52, 
con  265  tav.  col.  foglio,  l'iato,  1879-1895. 
(Quanto  ne  venne  pubblicai pera  incom- 
pleta i. 

—  Elenco  dei  Mammiferi,  digli  Uccelli  e  dei 
Rettili  ittiofagi  appartenenti  alla  Fauna  Ita- 
lica e  Catalogo  degli  Anfibi  e  dei  Pesci  Ita- 
liani.   Firenze,    1880. 

—  Elenco  delle  specie  di  Uccelli  che  trovatisi 
in  Italia,  stazionarie  o  di  passaggio,  colla 
indicazione   delle   epoche    della    nidificazione 

e  della  migrazione.    Annali   di  Agricoltura, 

n.   .'iti.    Roma,    issi. 

—  Notes  on  the  Avifauna  of  Italy,  in  Ibis, 
ser.  IV,  voi.  VI,  pp.  181-222.  London,  Issi. 

—  Avifauna  Italica.  Elenco  delle  specie  sta- 
zionarie o  di  passaggio  in  Italia,  colla  loro 
sinonimia  volgare  e  con  notizie  più  special- 
mente intorno  alle  migrazioni  ed  alle  nidi- 
ficazioni.  Firenze,   1S86. 

—  Primo  Resoconto  dei  Risultati  dell'Inchiesta 
(•mitologica  in  Italia,  l'i.  I,  Avifauna  Ita- 
lica. Elenco  sistematico  delle  specie  di  Uc- 
celli stazionarie  o  di  passaggio  in  Italia  con 
nuovi  nomi  volgari,  e  eolle  notizie  fin  qui 
fornite  dai  Collaboratori  dell'Inchiesta  Or- 
nitologica, con  una  carta  delle  Stazioni  Or- 
nitologiche Italiane.  Firenze.    1889. 

—  Primo  Resoconto  dei  Risultati  dell'Inchiesta 
Ornitologica  in  Italia.  Pt.  II,  Avifaune  lo- 
cali, Risultati  dell'Inchiesta  Ornitologica  nelle 
singole  provineie.  Firenze,   1890. 

—  Primo  Resoconto,  etc.  Pt.  III.  Notizie  d'in- 
dole generale,  migrazioni,  nidificazioni,  ali- 
mentazione,  etc.   Firenze,    1891. 

—  L'Attiene    Cliiarailiar.    sp.    n.     uell' Ariritla. 

IV.  fase.  29-30,  pp.  57-60  (1900)  e  nell'Oro», 
tonieXI,  n.  2-'.',,  pp.  237-242,  1900-1902,  etc. 
Mauretti  P.  -  Sopra  alcuni  casi  di  scoloramento 
delle  penne  in  Uccelli  nostrali.  Atti  Soc.  It. 
Se.  Nat.,  voi.  XXII,  pp.  292-300.  Milano, 
1879. 

—  Aberrazione  nel  colorito  delle  penne  in  Uc- 
celli dell'Ordine  dei  Passeraeei.  Atti  Soc.  It. 
Se.  Nat.,  voi.   XXV.   Milano,   1882. 


150 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Martens  G.  V.  -  Iutieri.  8  Bde.  Stuttgart,  1844- 
isKi.  [Die  geografisclie  Zoologie,  pp.  253-502. 
Vogel,  pp.  268-311). 

Martorelli  G.  -  Sopra  un  Falco  islandieus,  Briinn. 
(err.  det.t  annunciato  per  la  prima  volta  in 
Italia, nello  Spallanzani  di  Roma,  taso.  V  e 
VI.  Roma,   1887. 

—  Sopra  alcuni  esemplari  del  gen.  Limosa. 
Atti  Soc.  lt.  Se.  Nat.,  voi.  XXXIII.  Mi- 
lano, 1890. 

—  Note  Ornitologiche  sopra  osservazioni  fatte 
nell'anno  1894-95.  Atti  Soc.  It.  Se.  Nat.. 
voi.  XXXV.  Milano,   1895. 

—  Monografia  illustrata  degli  Uccelli  di  Rapina 
in  Italia.  4°.  con  5  tav.  col.  Milano,  1895. 

—  Le  forme  e  le  simmetrie  nelle  macchie  del 
piumaggio,  nel  voi.  VI,  fase.  II,  delle  Me- 
morie della  Soc.  11.  (li  Se.  Nat.  e  Mus.  Gir. 
tli  Stor.  Nat.  di  Milano,  con  una  tav.  cro- 
mol.  e  zincotip.  Milano,  1898. 

—  UEmberiza  luteola  e  la  Menila  Naumanni 
in  Italia,  Arieula.  V,  fase.  45-46,  pp.  131- 
133,   1901. 

—  Ibrido  probabile  di  Turdus  obscurus  e 
T.  iliacus,  nell'Orafe,  XII,  n.  2-3,  pp.  229- 
231  (1901). 

Olina  G.  P.  -  Uccelliera,  ovvero  discorso  della 
natura  e  proprietà  di  diversi  uccelli,  e  in 
particolare  di  quelli  che  cantano,  con  il 
modo  di  prendergli  e  mantenergli,  con  figure. 
Roma,   1622. 

—  Idem.  Roma,   1684. 

Parona  C.  &  Grassi  G.  B.  -  Sovra  alcune  mo- 
struosità di  uova  di  Gallina.  Atti  Soc.  It. 
Se.  Nat.,  voi.  XX,  pp.  103-124,  con  tav. 
Milano,   1877. 

Parona  C.  -  Alcune  particolarità  di  due  indi- 
vidui AelV Anas  boschas.  Atti  Soc.  It.  Se. 
Nat.,    voi.   XIX,   fase.    IV.   Milano,    1877. 

—  Due  casi  di  deviazione  nella  mascella  in- 
feriore degli  Uccelli.  Atti  Soc.  It.  Se.  Nat., 
voi.  XXIII,  pp.  127-134,  con  tìg.  Milano, 
1880. 

—  La  pigomelia  nei  Vertebrati.  Atti  Soc.  II. 
Se.  Nat.,  voi.  XXVI,  pp.  211-326.  con  fig. 
Milano,    1883. 

Pavesi  P.  -  SulF  importanza  del  melauismo  negli 
Uccelli,  negli  Atti  I.  E.  Acc.  degli  Agiati, 
ser.  Ili,  voi.  I,  fase.  I.  Rovereto,   1895. 

Pelzeln  Aug.  v.  -  (Due  Cataloghi  con  cenni 
sugli  Uccelli  Italiani),  voi.  XXI  e  XXVI, 
delle  Verhandhingen  ilei-  K.  K.  Zool.  Bot. 
Gesellsch.  in   Wien,   1871-76. 

Ranzani  C.  -  Elementi  di  Zoologia.  Tomo  terzo 
contenente  la  Storia  Naturale  degli  Uccelli. 
Bologna.  Pt.  I  eli  (1821),  pt.  Ili  e  IV  (1822), 


pt.    V,   VI   e   VII    (1823),   pt.    VIII    (1825), 
pt.   IX  (is-j(ì). 
Salvador!  T.    -    Lettera   intorno   al    Syrrhaptes 
paradoxus  in  Italia,  neìVlbis.   1864,  p.  228. 

—  Studio  intorno  agli  scritti  Ornitologici  del 
Prof.  P.  De-Pilippi,  negli  Atti  della  E.  Acc. 
di    Torino,  p.   263.   Torino,   1868. 

—  Degli  Uccelli  avventizi  in  Italia,  negli  Atti 
della  Soc.  Hai.  di  Scienze  Nat.,  voi.  XII. 
pp.  544-547.  Milano,   1869. 

—  Lettera  (nella  quale  vengono  contradette 
alcune  osservazioni  del  Sig.  Saunders,  rela- 
tive all'Ornitologia  Italiana),  nell'i&fe,  1870, 
pp.   153-154. 

—  Intorno  alla  Fringìlla  citrinella,  L.,  negli 
Atti  della  E.  Acc.  Se.  di  Torino,  voi.  VII. 
pp.   259-264   (1871)   ('). 

—  Fauna  d'Italia,  parte  II,  Uccelli.  Milano, 
1872. 

—  Intorno  a  una  specie  di  Falco  nuova  per 
l'Italia.  Aiti  dell' Acc.  di  Se.  Torino,  voi.  XIX. 
Torino.    1884. 

—  La  Aegialitis  asiatica  (Pali.)  trovata  per  la 
prima  volta  in  Italia.  Atti  B.  Acc.  di  Se. 
Torino,  voi.   XXIII.   Torino,   1887. 

—  Elenco  degli  Uccelli  Italiani,  negli  Annali 
del  Mus.  Civ.  di  St.  Nat.  di  Genova,  ser.  II, 
voi.  Ili,  ed  in  voi.  separato.  Genova,  1887. 

-  Il  Sinatte  in  Italia  nella  primavera  del  1888. 
Boll,  dei  Musei  di  Zool.  Anat.  della  lì.  Univ. 
di   Torino,   n.   47,   voi.  III.   Torino,    1888. 

—  Altre  notizie  intorno  al  Sirratte  in  Italia 
nel  1888.  Boll,  dei  Musei  di  Zool.  Anat. 
Camp.  li.  Univ.  di  Torino,  u.  52,  voi.  III. 
Torino,   1888. 

—  Le  ultime  notizie  intorno  al  Sirratte  in 
Italia  negli  anni  1888-1889.  Boll,  dei  Musei  di 
Zool.  Anat.  Oomp.  E.  Univ.  di  Torino,  n.  70, 
voi.  IV.    Torino,   1889. 

—  Il  Cypselus  affinis  in  Liguria.  Ann.  Mus. 
Civ.  St.  Nat.  di  Genova,  ser.  II,  voi.  IX 
(XXIX).   Genova,   1890. 

—  Intorno  a  una  Cutrettola  nuova  per  l'Italia. 
Boll.  Mus.  Zool.  Anat.  Oomp.  E.  Univ.  To- 
rino, voi.   VI.   n.   101.   Torino,   1891. 

Intorno  alla  Menila  alpestris,  Brehm,  nel 
Boll.  Mus.  Zool.  Anat.  Gomp.  E.  Unir, 
di  Torino,  voi.  VIII.  n.  152.  Torino, 
1893. 


(')  Numeroso  notizie  intorno  all'Ornitologia  Italiana  sono 
registrate  negli  Atti  tifila  2a.  \illt  5a,  6a,  7a  ed  8a  Riunione 
degli  Scienziati  Italiani,  tenute  in  Torino  (1840),  in  Firenze 
(18-11),  in  Lucca  (1843),  in  Milano  (1844),  in  Napoli  (1845), 
ed  in  Genova  (1846).  I  Sigg.  Hollniayr  e  Tachusi  zu  S<'lnni- 
«Uiuilrn  (Oni.  Jah.br,  XI,  pp.  5-G,  1900,  etc.)  parlarono  delle 
Cincie  di  padule  italiano. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


151 


Saunders  H.  -  Notes  od  the  Ornithology  <if  Italy 
and  Spain,   Dell'Ito,    L869,  pp.  891-403. 

—  Lotterà  (in  risposta  alle  osservazioni  «lei 
dott.  Salvadori);  nell'Ito,  L870,  pp.  289-299. 

Savi  P.  -  Ornitologia  Toscana,  ossia  I  •(•scrizione 
e  Storia  degli  Uccelli  ohe  fcrovansi  nella  To- 
scana, con  l'aggiunta  delle  descrizioni  di 
tutti  gli  altri  propri  del  rimanente  d'Italia. 
Pisa,  t,  I  (1827),  t.  Il   (1829),  t.   tll  (1881). 

—  Quadri  sinottici  dell' Ornitologia  Italiana. 
Pisa,  1831. 

—  Considerazioni  sul  Fagiano  che  vive  in 
Italia,  onde  decidere  se  delibasi  considerare 
come  animale  selvaggio  o  come  domestico, 
scritte  in  occasione  di  un  processo  per  tra- 
sgressione di  caccia  e  pubblicate  in  un  opu- 
scolo intitolato:  Parole  in  difesa  di  Sabba- 
Uno  di  (laddo  avanti  il  Tribunale  di  Prima 
Istanza  di  Pisa.  Pisa.    Isti:!,   pp.   14-31. 

—  Ornitologia  Italiana,  tomi  3.  Firenze,  1873- 
1877,  seconda  ediz.,  1900. 

Settembri  A.  -  Quadro  geograflco-ornitologico, 
ossia  quadro  comparativo  le  Ornitologie  di 
Malta,  Sicilia,  Toscana,  Liguria,  Nizza  e  la 
provincia  di  Garda,  Malta,   1843. 

Selys-Longchamps  E..  Baron  de  -  Notes  on  va- 
rious  Birds  observed  in  Italian  Museums  in 
1866,  Dell'Ito,  1870,  pp.  449-455. 

Sharpe  R.  B.  -  On  Whitehead's  Nuthatch.  Proc. 
Zool.  Soc,   1884,  n.  28. 

Spallanzani  L.  -  Opuscoli  cinque  sopra  diverse 
specie  di  Rondini,  nell'opera:  Viaggi  alle 
due  Sicilie  ed  in  alcune  parti  dell'Appennino, 
Appendice.  Pavia,  1792-97.  (Milano,  1826, 
t.  Ili,  pp.   369-470). 

—  Opuscolo  sopra  l' Uccello  notturno  da  di- 
versi naturalisti  chiamato  Strix  scops  ed  in 
alcune  provincie  d'Italia  Chinino,  1.  e.  (Mi- 
lano, 1826,  t.  Ili,  pp.  471-500). 

Tanara  V.  -  La  Caccia  degli  Uccelli,  da  ma. 
inedito  della  Bibl.  Commi,  di  Bologna,  a 
cura  di  A.  Bacchi  della  Lega.  Bologna,  1886. 

Tschusi  zu  Schmidhoflen.  Ritter  V.  von.  -  Vor- 
laiifiges  ii ber  don  Zug  des  Steppenhuhncs 
(Si/rrhaptes  paradoxus,  P.)  durch  Oesterreich- 
Ingani  in  Jahre  1888-1889  nel  giorn.  Die 
Sclnralbc,  Mittlicilung  des  Ornitliologischen  Ve- 
reines  in   Wien,  n.   14,  aprile  1889. 

Valli  A.   -  Il  canto  degli  augelli.   Koma,   1601. 

Vallon  G.  -  Die  Samnilung  italienischer  Vògel 
des  Prof.  Graf  Arrigoni  Degli  Oddi  in  Caoddo 
(Mouselice)  bei  Padua,  nell'Orma.  Jahrb., 
XII,  Heft  2  e  3,  pp.  89-97.  Hallein,  1901. 
Tradotto  con  aggiunte  da  G.  Damiani.  Avi- 
dità,  fase.   45-46,   pp.   121-131   (1901). 

—  Nota  intorno  alla  nuova  specie    di  Civetta 


scoperta  nella  provincia  del  Friuli.  Atti  Ac- 
cad.  di   Udine,  Ber.    III.   Tel.    VII  (1901),  e 
Om.  Jahrb.,   XII.   Heft  6  (1901). 
Zinanni  Conte,  G.  -  Orile  Uova  e  dei  nidi  degli 
Uccelli,   con   22  tav.   Venezia,   1 7  :  :  7 . 

TRENTINO. 

Althammer  L.  -  Catalogo  dogli  Uccelli  osservati 
nel   Tirolo.   Padova,   1  *.">(>. 

—  Verzeichniss  der  bis  jet/.t  in  Tyrol  beobach- 
teten  Viigel,  nella  Naumannia,  1857,  pp.  392- 
104. 

—  Briefliche  Mittheilungen,  nella  Naumannia, 
1858,   pp.   167-168. 

Ambrosi  F.  -  Prospetti!  delle  specie  Zoologiche 
conosciute  nel  Trentino,  pubblicato  nella 
Statistica  del  Trentino  di  A.  Perini.  Trento, 
voi.  I,  p.   269,   1852. 

—  Cenni  per  una  Storia  del  progresso  delle 
Scienze  Naturali  in  Italia.  Atti  Soc.  Ven.  Tr. 
Se.  Nat.,  voi.  V,  pp.  234-274.  Padova,  1877. 

(Anonimo).  -  Catalogo  di  una  Collezione  degli 
Uccelli  del  Trentiuo,  s.  a. 

Azzolini  L.  -  Elenco  degli  Uccelli  esistenti  nel 
Civ.  Mus.  di  Rovereto  al  31  dicembre  1898. 
Rovereto,  1899. 

Bonomi  A.  -  Notizie  sugli  Uccelli  tridentini. 
Boll,  del  Natur.  e  Rivista  It.  Se.  Nat.  (varie 
comunicazioni),   I-XIV.   Siena,   1881-1894. 

Idem,  neWOrnithologisclies  Jaìirbuch  (Hal- 
lein),  s.  a. 

—  Avifauna  tridentina,  nel  Programma  dell'I. 
B.  Ginnasio  superiore  dello  Stato  in  Rovereto, 
anno  1883-84.  Rovereto,  1884. 

—  Ornituologische  Beobachtungs.  Stationen  in 
Oesterreich-Ungarn .   Wien,   1884-1889. 

—  Calendario  ornitologico  Trentino,  ne]V Agri- 
coltura, Giornale  pegli  interessi  della  classe  ru- 
rale nel  Trentino,  ser.  Ili,  anno  XVI,  pp.  9- 
10,  25-28,  42-44,  58-61,  74-76,  95-97, 
123-124,  140-142,  153-155,  170-171,  187- 
188.  Trento,   1887. 

—  Nuove  contribuzioni  all'Avifauna  Tridentina, 
nel  Programma  dell'I.  E.  Ginnasio  supcriore 
dello  Stato  in  Rovereto,  anno  1888-1889. 
Rovereto,  1889. 

—  Materiali  per  un'AvifaunaTridentina,  nel  Pro- 
gramma dell'I.  R.  Ginnasio  superiore  dello  8ta- 
toinRovereto, unno  1890-1891.  Rovereto,  1891. 

—  Quarta  contribuzione  all'Avifauna  Triden- 
tina, nel  Programma  dell'I.  lì-  Ginnasio  su- 
periore dello  Stato  in  Rovereto.  Rovereto,  1895. 

—  Lo  Zigolo  dal  collaro  catturato  per  la  prima 
volta  nel  Trentino.  Atti  1.  R.  Se.  Lelt.  ed 
Ar.,  ser.  Ili,  voi.  V,  fase.  IL  Rovereto,  1899. 


152 


ATLANTIC    ORNITOLOGICO 


Garbari  ti.  -  L'Uccellagione  quale  viene  prati- 
cata  nel   nostro  Paese.  Trento,   1897. 

Untersteiner.  -  Aggiunta  al  Catalogo  degli  Uc- 
l'i'lli  osservati  nel  Veneto  dal  Sig.  A.  1*.  Ninni, 
relativa  agli  Uccelli  osservati  nel  Trentino, 
nel  Commentario  della  Flora,  Fauna  e  (Ica 
del  Ventiti  e  dil  Trentino,  voi.  I,  pp.  252- 
253.   Venezia.    1859. 

Vallon  G.  -  Escursioni  ornitologiche  nel  Tren- 
tino. Boll.  Soe.  A, Ir.  Se.  Hat.,  voi.  XIII. 
pt.   II.  Trieste,    1892. 

DALMAZIA  ('). 

Brasilia  S.  -  Motriocein  Pticjega  Svijeta.  Soe. 
Hist.  Nat.   Oroat.,  anno  V.   Zagabria,  1890. 

-  Sulle    Alche,    etc,    Boli.    Soc.    Zoo!.    Hai. 
X.   Roma,   1901. 

Eggenhòffer.  -  Vogel  uni  Triest,  neH'is/s,  1842, 

pp.  296-298. 
Kolombatovich   G.    -   Osservazioni    sugli    Uccelli 

della  Dalmazia,  nel  Programma  tirila  I.  R. 

Scuola  superiore.  Spalato,   1880-1881. 

—  Catalogus  Vertebratorum  Dalmaticoruni. 
Spalati,   1888. 

-  Novi  Nadodatci  Kraljesnjacima  Dalmacije. 
Spalato,   1S93. 

-  0  njekim  Kraljesnjacima.  Spalato,  1895. 

—  Zoologiske  Vijesti  iz  Dalmacije.  Spalato, 
is',16. 

-  Druge  Zoologiske  Vijesti  iz  Dalmacije.  Spa- 
lato, 1900. 

Michaelles  C.  -  Ueber  das  Winterkleid  von 
Larus  atricilla,  Temm.  {plumbeiceps :  Brehra) 
nebst  einigen  Bemerkungen  iiber  die  im  J In- 
feri von  Triest  bemerkten  Movenarten,  nel- 
Vlsis,   1829,  pp.   12(i'J-i270. 

Schiavuzzi  B.  -  Elenco  degli  Uccelli  viventi 
nell'Istria  ed  in  specialità  nell'agro  pirauese. 
Boll.  Soc.  Adr.  Se.  Nat.,  n.  1.  Trieste,  1878. 

—  Sulla  comparsa  del  Larus  tridaetylus,  L.,  in 
volgare  Gabbiano  Terragnolo,  nella  rada  di 
Tirano.  Boll.  Soc.  Adr.  Se.  Nat.,  voi.  V, 
n.    1.   Trieste,   1879. 

—  Aggiunte  e  correzioni  all'Elenco  degli  Uc- 
celli viventi  nell'Istria  ed  in  specialità  nel- 
l'agro piranese.  Boll.  Soc.  Adr.  Se  Nat., 
voi.  V,  p.  287.  Trieste,  1880,  voi.  VI, 
p.   165,  1881,  e  voi.  VII,   p.  13,   1882. 

—  Materiali  per  un'Avifauna  del  territorio  di 


(')  Qualche  notizia  su^li  rjooelli  dalmati  si  trova  anche  nei 
due  seguenti  lavori:  Arrigoni  Degli  Oddi  lì.  Note  Ornlt.  sol 
Muboo  Noz.  «li  Zagabria,  Boll.  Soe.  Zool.  TttU.  Voi.  I,  sor.  Il, 
fase.  1-2,  pp.  69-81,  1900;  Lo  stesso  Autore,  Rimi.  Orn.  di 
Serajevo,   Orme,  pp.  175-182,  1900. 


Trieste  tino  a  Monfalcone  e  dell'  Istria.  Boll. 
Soe.  Adr.  Se.  Nat.,  voi.  VII,  fasci.  Trieste, 
1888. 
Schiavuzzi  B.  -  Sulla  comparsa  di  specie  nor- 
diche nella  regione  Adriatica  settentrionale. 
Zeitsehrift  fiir  die  (itsiniinite  Ornitlioloi/ic.  I, 
Jahrg.   issi.   Budapest,   1884. 

-  Alca  tortiti,  L.  nel  golfo  di  Trieste.  Zeit- 
seìirifl  fiir  die  gesam.  ornilh.  von  /'.'  Mu- 
darti*;. 1  Jahrg.  p.  248,  1884,  e  Miltheil. 
der  ornilli.    Verdina  in     Wien.   p.   127.  1884. 

Idem,    Zeitsehrift,   etc.    Budapest,   1884. 

—  Osservazioni  fenologiche  e  sui  passaggi  degli 
Uccelli  del  litorale  Austriaco  durante  l'anno 
1884.   Monfalcone,    1885. 

—  Anas  boscas  anom.  Millheilungcn  des  oruilh . 
Ver.  in  Wien.  anno  Vili.  p.  38,  1884,  e  Zeit- 
sehrift fiir  die  gesam.  Ornith.  di  Madarasz, 
II,  p.  53,   1885. 

—  Materiali  per  un'Avifauna  del  litorale  Au- 
stro-Ungarico. Boll.  Sur.  A  tir.  Se.  Nat., 
voi.   X.  Trieste.   1887. 

Washington  S.  -  Ornithologische  Notizen  aus 
Istrici],  Zeitsehrift  fiir  die  gesam.  Ornilh. 
di  Madarasz  in  Budapest,  voi.  II.  pp.  341- 
368,  1885. 

VENETO. 

(Anonimo).  -  Osservazioni  intorno  all' Ornito- 
logia Toscana,  etc.  nella  Bilil.  Jtnl..  voi.  L, 
pp.  180-194,  1828,  voi.  LXI,  pp.  187-202, 
1831,   voi.  LXVII.   pp.   76-83,   1832   ('). 

Arrigoni  Degli  Oddi  E.  -  Lettera  aperta  al  pro- 
fessor E.  II.  Gigli. di.   Padova,   1884. 

-  Note  ed  osservazioni  fatte  dall'agosto  al  di- 
cembre 1885,  specialmente  in  riguardo  al- 
la migrazione  degli  Uccelli  nella  provincia 
di  Padova  e  nell'Estuario  Veneto.  Boll.  Soc. 
Yen.  Tr.  Se.  Nat.,  t.  ITT,  n.  4.  Padova, 
1886. 

-  Sul  Codirosso  nel  Padovano,  nel  Boll,  del 
Nat.,  anno   VI,   n.    11,   p.  146.   Siena,  1886. 

—  Cicogna  e  Codirosso,  nel  Boll,  del  Nat., 
VII,   n.   7.   Siena,    1887. 

—  Sulla  colorazione  a  fascio  della  coda  in  al- 
cuni individui  giovani  del  .Merlo  nero  (Me- 
nda nit/ra,  L.  ex  Schw.)  della  mia  Collezione 
Ornitologica  Italiana,  con  tav.,  negli  Atti 
E.  Afe.  Se.  Leti,  ed  Ar.  di  ì'titlortl.  letta 
nella  tornata  22  maggio  1887,  inserita  nel 
voi.  Vili,  disp.  IV.  Atti  e  Meni.  Padova, 
1887. 


(')     Ho    creduto    di     dover    menzionare    anche    questo    la- 
voro di  anonimo  Autore,  giacché  in  esso  si  parla  specialmente 

degli  Uccelli  del  Veneto. 


\  n   \M  i     I  ii;\i  imi  06ICO 


153 


Arrigoni  Degli  Oddi  E.  -  Notizie  su  aldine  cat- 
ture di  Uccelli.  Boll,  del  Nat.  Siena,  1887. 
l'asso    straordinario    di    Uccelli.     Boll,   del 
Noi.  Siena,  1887. 

■ —  La  Lusciniola  melanopogon,  la  Ceiiia  Oettii 
e  la  Oyaneoula  Wolfi  nel  Padovano.  Boll. 
Nat.,   Vili.  Siena.   1888. 

—  Notizie  su  alcune-  catture  di  l'ccelli  nel  1SSS. 
Boll,  del  Nat.,  IX.  Siena.   1889. 

—  Contribuzioni  all'Avifauna  del  Padovano, 
nel  Primo  "Resoconto  dei  Eisultati  dell'Inchie- 
sta Ornitologica  in  Ito  Ho,  l't.  1,  li,  III.  Fi- 
renze,  1889-91. 

—  Notizie  sulle  peregrinazióni  della  Ghiandaia 
(Garrtilus  glandarius)  in  un  quinquennio  di 
osservazioni (1885-1889). Boll.  Nat.,  fase.  VI. 
Siena,   1890. 

—  I  Cigni  del  Veneziano.  Gozzetta  di  Venezia, 
due  mini,  del  febbraio   1892. 

—  Catture  di  Uccelli  negli  anni  1890-1891 .  Ri- 
vista lt.  Se.  Nat.  e  Boll.  Nat.,  XII.  Siena, 
1892. 

-—  Su  di  un  Mónachus  atricapillus  a  becco  ano- 
malo. Atti  Soc.  Yen.  Tr.  Se.  Nat.,  ser.  II, 
voi.   I.   fase.   I,  con  tav.   Padova,   1892. 

—  La  Branta  leueopsis  nel  Veneto,  rota  orni- 
tologica. Atti  Soc.  lt.  Se.  Nat.,  voi.  XXXIV, 
fase.   I,  pp.   117-123.   Milano.   1892. 

—  Catture  di  Uccelli  avvenute  durante  l'anno 
1892.  L'insta  lt.  Se.  Nat.,  XIII.  Siena,  1893. 

—  Note  ornitologiche.  Rivista  lt.  Se.  Nat., 
XIV.  Siena,   1894. 

—  La  Tadorna  cornuta  nel  Veneto.  Spori  Il- 
lustrato. XIII,   n.  595,  p.  41.  Milano,  1894. 

L' Haliaètus  albichila  nel  Veneto.  Sport  Il- 
lustrato, XIII,   n.   598,   p.   77,   1894. 

—  Materiali  per  la,  Fauna  Padovana  dei  Ver- 
tebrati, II,  Uccelli.  Atti  Sor.  lt.  Se.  Nat., 
voi.   XXXIV,   pp.   367-433.   Milano,   1894. 

—  La  Caccia  ili  botte  o  di  valle  nelle  lagune 
di  Venezia.  Sport  Illustrato,  ed  in  un  Opu- 
scolo separato  di  pag.  50.  con  fig.  Milano, 
1894. 

—  Le  ultime,  apparizioni  dell'  Actochelidon 
sandvicensis  (Lath.)  nel  Veneziano.  Atti  Soc. 
lt.  Se.  Nat.,  voi.  XXXVI,  pp.  17-32.  Mi- 
lano, 1896. 

La  cattura  di  un  Fenicottero  nel  Veneziano. 
Atti  Soc.  lt.  Se.  Nat.,  voi.  XXXVI,  pp.  221- 
223.  Milano,   1896. 

—  Note  ornitologiche  per  l'anno  1895.  Atti 
Soc.  It.  Se.  Nat.,  voi.  XXXVI,  pp.  231-38. 
Milano,   1896. 

—  Note  ornitologiche,  nella  Eivista  11.  Se.  Nat., 
voi.  XVII,  n.   11.  Siena,  1896. 

—  La  nidificazione  del  Mibms  migrane,  I?.  nel 


territorio  Veronese,    atti   /.'.    Ist.   IV»..  eie. 

t.    IX.    sei.    VII.    pp.    93-114.    Venezia,   1898. 

Arrigoni    Degli    Oddi  E.    -    Eine  Brutstàtte  dea 

schwarzeii    Milans    bei    (Mezzano    bei    Verona. 

Journal  fur  Ornith.,  XX.IV,  pp.  524-587. 
Berlin,  1898.  Lo  stesso,  tradotto  in  inglese 
nello  Zoologist,   1898. 

Notes  on   some    specinicns    of   Anatidae    in 

the  late  Count  Ninni's  Collection  in  Venice, 

in  Ibis  for   Jan.   1898,  pp.  67-74.    London, 

L898. 

-  Le  recenti  comparse  del  Puffinus 2T«/ift(Boie) 

nel  Veneziano.  Atti  Noe.  //.  Se.  Nat.,  XXXVII, 
pp.   21  1-218.    Milano.    1898. 

—  Letter  on  the  ocourrence  of  Skuas  in  the 
monti)  of  Septemher  1898  on  the  Lake  of 
Garda,  nell'Ibis,  1899.  pp.  156-158.  London. 
1 899. 

Arrigoni  Degli  Oddi  E.,  e  Sicher  E.  -  Alcuni  Uc- 
celli anomali  del  Veneto,  con  tav.  Atti  Soc. 
IV».  Tr.  Se.  Nat.,  voi.  X,  fase.  II.  Padova, 
1887. 

Arrigoni  Degli  Oddi  0.  -  Uccelli  stazionari,  di 
passaggio  annuale  o  tenuti  in  domesticità 
delle  provincie  di  Padova  e  Venezia  (class. 
Temminck-Catal.  Contarmi),  s.  a.  (Mss.  in 
Coli,  opusc.  Prof.  Canestrini). 

Bagatta  F.  -  La  Provincia  di  Verona,  voi.  I. 
Verona,   1865. 

Baseggio  G.  B.  -  Degli  l'ccelli  dei  contorni  di 
Bassano,   nella  Bibl.    Ita!.,  t.   XXVII.    1822. 

—  Catalogo  degli  Uccelli,  classato  secondo 
Latham.  Bibl.   Hai.,  t.   XXVIII,    1822. 

—  Ornitologia  Bassanese  (Mss.  s.  a.  in  Còli. 
opusc.  Prof.  Saccardo). 

Camerano  L.  -  Il  Co:  Alessandro  Pericle  Ninni, 
cenni  biografici.  Boll.  Mus.  Zoòl.Anat.  Oomp. 
B.  Univ.  di  Torino,  n.  113,  4  febbraio  1892, 
voi.   VII.  Torino,   1892. 

Canestrini  G.  -  Commemorazione  del  Co:  A. 
P.  Ninni.  Atti  E.  Ist.  IV».  Se.  Lèti.,  t.  LI, 
ser.  VTI,  voi.  IV,  disp.  IL  Venezia,  1892-93. 

Canestrini  R.  -  Il  colera  dei  polli  nel  Pado- 
vano. Padova,  1888. 

Carraro  G.  B.  -  Raccolta  degli  Uccelli  della 
Provincia  Vicentina  da  esso  preparati,  inse- 
rita nel  libro:  Primo  inoltrili  dell'industria 
e  delle  arti  dello  Provincia  Vicentina,  p.  11, 
sezione   IL   Vicenza,    1855. 

Catullo  T.  A.  -  Brano  di  lettera  a  Mous.  Ran- 
zani,  Prof,  di  Storia  Naturale  nella  Pontif. 
Università  di  Bologna,  nel  (ìiorn.  sulle  Se. 
e  Leti,  delle  Provincie  Venete,  voi.  XVII, 
p.    189.   Treviso.    1829. 

Sulla   Loria  Infasciala,    nel     Qiorn.   di    Tre- 
viso, voi.   XVII,   p.   186,   1829. 


Atlante  ornitologico  —  Parte  I. 


154 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Catullo  T.  A.  -  —  Catalogo  ragionato  degli 
Animali  Vertebrati  permanenti  o  solo  di 
passaggio  nella  Provincia  Bellunese,  pub- 
blicato nelle  fauste  Sponsalizie  Manzoni-Viil- 
lestorf,   Belluno,   1838. 

—  Animali  <lel  Canale  di  S.  Croce,  cui  si  ag- 
giungono quelli  che  si  reputano  i  più  spe- 
ziosi  delle  Alpi  Bellunesi,  nel  Trattato  sopra 
la  Costituzione  Geognostico-fisica  dei  terreni 
diluviali  e  postdiluviani  delle  Provincie  Ve- 
nete.   Padova,  1838  (Uccelli,    pp.    1652-194). 

—  La  etessa  opera,  seconda  ediz.,  note- 
volmente accresciuta  ed  emendata.  Padova, 
1S44   (Uccelli,  pp.   145-171). 

Cipolla  F.  -  Fenicotteri  sul  Benaco.  Comuni- 
cazione. Atti  E.  Ist.  Yen.  Se.  Leti.,  voi.  L, 
ser.  VII,  voi.  Ili,  disp.  IV  e  V,  pp.  445-446. 
Venezia,   1891-1)1'. 

— •  Il  Beccofrusone  nel  territorio  Veronese. 
Atti  E.  Ist.  Yen.  Se.  Leti.,  t.  LI,  ser.  VII. 
voi.  IV,   disp.   X.   Venezia,   1892-1893. 

—  Il  Merlo  nel  canto  XIII  del  Purgatorio.  Atti 
E.  Ist.    Ven.  Venezia,   1894. 

—  Albinismo  ed  Isabellismo.  Atti  E.  Ist.  Yen., 
t.   VI,   ser.   VII.   Venezia,   1895. 

—  Metacromatismo  di  un' Fmberiza  citrinella,  L. 
Atti  E.  Ist.    Yen.,  ser.   VII.   Venezia,  1895. 

—  Due  Corvi  ed  un  Rondone.  Atti  E.  Ist.  Yen., 
t.  VII,  ser.  VII.  Venezia,   1895. 

—  Due  parole  sulla  mia  Emberiza  citrinella,  L. 
Atti  E.  Ist.  Ven.,  t.  VII.  ser.  VII.  Venezia, 
1896. 

—  Del  Metacromatismo  degli  Uccelli.  Avicula. 
L   pp.   51-52.   Siena,   1897. 

-  Tetraonidinel  Veronese.  Atti  E.  Ist.  T"e».,etc. 
t.  IX,  ser.  VII.  Venezia,  1898. 

—  Aquila  reale.  Atti  E.  Ist.  Ven.,  etc,  t.  LIX, 
pt.  II,   1899-1900.  Venezia.   1900. 

-  Cataloghi  degli  Uccelli  e  degli  Insetti  delle 
Provincie  di  Padova  e  Venezia,  in  4.°  Bas- 
sano,  1843. 

—  Sopra  la  muta  degli  Uccelli.  Memoria  letta 
all'Istituto  il  22  gennaio  1843,  inserita  nel 
voi.   I,   II  Atti,   p.   265.   Venezia,   1S43. 

—  Nozioni  sopra  la  Plectrophanes  calcarata 
o  Fringilla  lapponica,  lette  all'Assemblea 
Milanese  degli  Scienziati  Italiani  il  13  set- 
tembre 1844,  publi.  per  estr.  negli  Atti, 
p.  344    1844. 

—  Nota  sulla  Fringilla  incerta,  letta  all'I.  R.  Isti- 
tuto di  Scienze  ed  inserita  nel  voi.  VI  degli 
Atti,  p.   440.   Venezia,    1846. 

—  Notizie  sulla  Fauna  terrestre  e  particolar- 
mente sull'Ornitologia  del  Veneto  Estuario, 
con  cenni  sul  passaggio  degli  Uccelli  e  sulla 
caccia,   inserite  nel   voi.   II,    dell'opera:    Ve- 


nezia e  le  sue  lagune,  pp.  157-259.  Venezia, 
4°,  tip.  Antonelii.  1S47. 
Contarini  N.  -  Memoria  sopra  una  nuova  specie 
di  Numenius  da  esso  chiamata  Xumcnius  ba- 
stata, affine  alla  comune  Numenius  arquata  e 
frequentatrice  al  pari  di  questa  dei  lidi  veneti, 
letta  alla  Sezione  di  Zoologia  del  IX  Con- 
gresso il   22  settembre   1S47.    inalilo. 

-  Memoria  sulla  Sterna  aranea,  Savi,  imiti 
ammessa  prima  nell'Ornitologia  Veneta,  letta 
alla  Sezione  di  Zoologia  il  22  settembre  1847 
del   IX   Congresso  degli   Scienziati    Italiani. 

-  Prospetto  degli  Uccelli  finora  osservati  nelle 
Venete  Provincie,  con  alcune  notizie  sopra 
la  comparsa,  permanenza  e  partenza,  se  vi 
nidificano  o  no,  se  vi  siano  stazionari  o  rari 
e  qualche  cenno  sui  loro  costumi,  nell'opera: 
Venezia  e  le  sue  lagune,  voi.  II,  p.  193- 
238.  Venezia,   1847. 

—  Cenno  sopra  il  passaggio  degli  Uccelli  nelle 
Venete  Provincie,  nell'opera:  Venezia  e  le 
lagune,  voi.  II,  pp.  239-244.  Venezia,  1847. 

—  Cenno  sopra  la  caccia  nelle  Venete  Pro- 
vincie, nell'oliera;  Venezia  e  le  sue  lagune, 
voi.   Il,   pp.  245-259.   Venezia,   1847. 

—  Osservazioni  sui  costumi  della  Fringilla  in- 
certa, Risso,  comunicate  da  D.  Nardo  al 
l'I.  R.  Ist.  Ven.  nella  Seduta  4  agosto  1851, 
Atti  1.  E.  Ist.  Ven..  voi.  Il,  ser.  II.  Ve- 
nezia,  1851. 

Dal  Fiume  C.  -  11  Syrrhaptes  paradosus  nel 
Veronese,  Boll,  del  Nat.,  Vili,  n.  6,  p.  89. 
Siena.   1888. 

—  Il  Calcarius  lapponicus,  nel  Veneto.  Atti 
Soc.  Ita}.  Se.  Nat.  Milano,    1895. 

-  Contributo  allo  studio  dell'  Avifauna  del 
Polesine,  Atti  Soc.  Ven.  Tr.  Se.  Nat.,  ser.  11. 
voi.   III,  fase.  1.   pp.   3-40.   Padova.    1896. 

Dal  Nero  V. -Il  Sym'haptes paradoxus,  lllig.  nel 
Veronese,  Boll,  del  Nat.,  Vili,  p.  164.  Siena, 
1888. 

—  Ancora  sulla  comparsa  dei  Sirratti  nel  Ve- 
ronese, Rivista  It.  Se.  Nat.,  IX,  p.  38.  Siena, 
1889. 

—  Cyanecula  suecica  albina,  Bivista  It.  Se. 
Nat.,  IX.  p.  38.  Siena,  1889. 

—  Note  ornitologiche  sul  Veronese,  nella  L'iri- 
stalt.  Se.  Nat.,  XI.  pp.  43-44.  74.  Siena,  1890. 

—  Note  ornitologiche  sul  Veronese,  nella  Bi- 
vista It.  Se.  Nat.,  XII,  pp.  59-60,  121-122. 
Siena,   1891. 

—  Varie  note  ornitologiche  sul  Veronese,  Boll. 
Agr.  Veronese,  I,  pp.  331-332,  347,  362-363, 
378-379,   393-394.   Verona,   1891. 

—  Note  ornitologiche  sul  Veronese,  turista  II. 
Se.   Nat.,   XII,   pp.   59-60.   Siena,    1893. 


ATI.AN  IK    ORNITOT.OOICO 


156 


Dal  Nero  V.  -  Il  Byrrhaptes paradomis  nel  Ve- 
ronese, Boll.  Agr.  Veronese,  n.  24.  Verona, 
1892. 

—  Varie  note  ornitologiche  sul  Veronese,  Full. 
Agr.  Veronese,  II.  pp.  Il,  68,  80,  102-104, 
168-164,  235-286,  260,  284,  882,  341,  355. 
Verona,    L892. 

—  Vario  noie  ornitologiche  sul  Veronese,  Unii. 
Agr.  Veronese,  111.  pp. 629-631, 666-667, 690- 
791,   726-727,   749-750.   Verona,   1898. 

—  Proverbi  Ornitologici  Veronesi,  nelle  Me- 
morie dell'  Acc.  d' Agr.,  etc,  voi.  LXX, 
sei.    111.   Verona,   1894. 

De  Betta  E.  -  Materiali  per  una  Fauna  Vero- 
nese, nelle  Memorie  dell' Acc.  d'Agr.  Ar.  e 
(Jomm.  dì  Verona,  voi.  XL1I,  Aves,  pp.  42- 
110.  Verona,  1868. 
-  Sulla  straordinaria  od  accidentale  comparsa 
di  alcuni  Uccelli  nelle  Provincie  Venete,  Alti 
dell'I,  li.  Tst.  Veri.,  sor.  Ili,  voi.  X.  Venezia., 
1865. 

—  Alcune  note  in  appendice  dei  Materiali  per 
una  Fauna  Veronese,  Atti  delVAcc.  d'Agr. 
Art.  e  Ciniini.  ili  Verona,  voi.  XLVII.  Ve- 
rona,  1870. 

—  Le  Cavallette  e  lo  .Storno  roseo  in  Provincia 
di  Verona  nell'anno  1875,  Atti  li.  Ist.  Yen., 
voi.    Il,   ser.   V.   Venezia,   1875. 

Vedi  anche  t.   I,   ser.   V,  disp.  8,  p.    836 
(1875-76).  Venezia,  1876. 

—  On  the  Appeaiance  and  Breeding  of  Po- 
star roseus  in  the  l'roviuce  of  Verona,  tran- 
slated  liv  W .  Long,  in  Zoedogist  t'or  1878, 
pp.   16-22.  London,   1878. 

—  Un  nuovo  chirottero  per  la  Fauna  Veneta 
ed  alcuni  casi  di  albinismo  negli  uccelli  del 
Veronese,  Atti  II.  Ist.  IV».  Se., voi.  1,  ser.  VI. 
Venezia.    1883. 

De  Toni  E.  -  Note  sulla  Fauna  e  Flora  Veneta 
e  Trentina.    Udine,  1898. 

DÌSCOnzi  D.  F.  -  Catalogo  degli  Uccelli  inset- 
tivori, nella  Entomologia  Vicentina,  pp.  260- 
272.    Padova.    1865. 

Doglioni  F.  -  Catalogo  della  Raccolta  Zoologica 
di  Angelo  nob.  Doglioni,  in-S".  liclluno,  ls71. 

G.  F.  M.  (Grimani  F.  M.)  -  Per  li  cacciatori, 
uccellatori  ed  ornitologi.  Almanacco  per 
l'anno  1825.  Venezia,  1825.  (La  raccolta 
comprende  quattro  volumi  1-IV  e  va  dal 
1825  al  1828,  essi  però  vennero  redatti  da 
varii  Autori). 

Garbini  A.  -  Primi  Materiali  per  una  Monografia 
Limnologica  del  Lago  di  Garda,  nel  Boll. 
8oc.  Entomol.  lt..  XXVI,  trini.  I.  Firenze, 
1894. 

—  Distribuzione  ed  Intensità  della   Fauna  Ate- 


sina,    nelle    Mi  nini  n    dell' Acc.    d'    \gr.,    vo- 
li  •    LXXI.    sei.    Ili,    fase.     II.     Verona, 

IMI."). 
Gemma  G.   -  Catture   interessanti   nel  Veronese, 
Boll.    Nat.,    XII,    pp.    5-6.    Siena.    1892. 

Gianese   M.    -    importanti    cattare    di    eccelli, 

turista  II.  Se.  Xiil.,  voi.  XI.  pp.  18-19.  Siena. 

1891. 
Giglioli  H.  E.  -  V Attiene  OMaràdiaé,  sp.  o.  nel- 

VArìetila,    [V,    fase.   29-30,    pp.  57-60  (1900) 

éOrttis,  Ionie  XI,  n.  2-3,   pp.   237-242,  1900- 

1901,  etc. 
L'Arena.   -   Il    l'autor  roseti.?,    L.    nel    n.    147. 

Verona,   4  giugno  1875. 
La   educazione  ilei    Fringuelli.    Padova,    1817. 
La    Tribuna.    -     Sopra    un'  Aquila     imperiale 

(err.det.),  anno  XIII,  12,  nov.  1895,  2a ediz., 

n.   314,   Poma,   1895. 
Lanzani   E.    -    Saggio    di    una    l'autografia    Vi- 
centina,   Volatili,    fase.    II,   pp.    67-82.   Ve- 
nezia, 1834. 
Lioy  P.  -  Sulle  condizioni  tisiche  ed  economiche 

del  Vicentino,  Atti  Hoc.  lt.  Se.  Nat.,  voi.  XI, 

pp.  425-439.   Milano,   1868. 
Mariacher  G.    -   Note    Fenologiche,    Boll.   Soc. 

Mei.  It.  Torino,   1885. 
Mariacher  G.,  e  Dal  Nero  V.  -  Due  Tetraonidi 

Veronesi  che  scompaiono,  Rivista  lt.  Se.  Nat., 

IX,   p.   23;   Siena,  1889. 
Martorelli    G.  -  SulVAthene   Chiaradiae,   Gigi., 

Atti  Soc.   Hai.   Se.    Xat.   Voi.   XL,   1902. 
Martens  G.  V.  -  Reise  nach  Veuedig.  Ulm,  1824 

(l'amia,  voi.  II,  pp.  381-538). 

—  Reise  nach  Venedig,  ediz.  2a  Ulm,  1838 
(Fauna,    Vogél;  voi.   II,   pp.   395-404). 

Moschen  L.  -  Sopra  un  ibrido  naturale  di  Frin- 
gilla  coelebs  con  Fiim/illa  nuintifringilla .  Full. 
Soc.  Ven.  Tr.  Se.  Nat.,  voi.  I,  pp.  99-105. 
Padova,   1880. 

Mugna  P.  -  Della  Collezione  Ornitologica  del 
nob.  Angelo  Doglioni  di  Belluno,  con  osser- 
vazioni in  gran  parte  tolte  a  ras.  di  Lui  (Mss. 
s.  a.  in  Coli,  opusc.   Prof.   Saccardo). 

Musatti  C,  e  De  Toni  E.  -  Il  Dizionario  Vene- 
ziano del  Boerio  e  X.  Contarmi,  Ateneo  Ve- 
neto, anno  XXII.    Venezia,   1899. 

Naccari  F.  L.  -  Ornitologia  Veneta,  ossia  Ca- 
talogo degli  Uccelli  della  Provincia  di  Ve- 
nezia. Treviso,  ls'j:;. 

—  Aggiunte  pubblicate  nel  n.  57  del  Giani. 
dell'Ita!.  Letteratura  del  Co.  Da  Rio  di  Pa- 
dova, p.   188,  maggio-giugno,   1823. 

Nardo  D.  -  Garin  affinis,  descrizione  lasciata  dal 
Contarini  e  pubblicata  a  cura  di  D.  Nardo. 
Atti  dell'I.  U.  Ist.  Ven.  ser.  Il,  voi.  IV, 
p.  1056.  Venezia,    1858-1859. 


156 


ATLANTE    ullXITiil.DClni 


Nardo  D.  -  Prospetti  sistematici  degli  Animali 
delle  Provincie  Venete,  Atti  dell'I,  li.  Ist. 
Ven..  sor.  HI.  voi.  IV.  Aves.  pp.  1035-1070. 
Venezia,    L858-1859. 

—  Biografia  scientifica  de]  Cav.  Fortunato  Luigi 
Naccari  nel  Commentario,  ete  1m;t. 

—  Bibliografia  cronologica  della  Fauna  delle 
Provincie  Venete  e  del  mare  Adriatico,  Alti 
E.  Ist.   Yen.,  voi.  I,  ser.  V.  Venezia,   1875. 

Ninni  A.  P.  -  Delle  emigrazioni  degli  Animali 
nelle  Provincie  Venete,  Pt.  1.  Venezia,  1866, 
cui  fa  seguito  il  Prospetto  delle  specie  di 
Mammiferi  e  di  Uccelli  fino  ad  ora  osser- 
vali nelle  Venete  Provincie,  con  cenni  sul- 
l'epoche nelle  quali  si  fanno  vedere,  Bulla 
loro  frequenza,  sui  luoghi  che  prediligono,  ete. 

—  Catalogo  degli  Uccelli  del  Veneto,  con  note 
ed  osservazioni;  Rapaci,  Rampicanti  e  Pas- 
seracei  nel  Commentario,  ete.,  voi.  I,  pp.  5- 
20,  411-65,  136-149,  186-190.  Venezia,  1869; 
Colombe,  Gallinacei,  Gialle  e  Palmipedi  pub- 
blicati a  parte.   Venezia,   1870. 

—  Materiali  per  la  Fauna  Veneta,  Vi,  Aves, 
Atti  li.  Ist.    Ven,   Venezia,   1879-1885. 

—  Sopra  due  rarissime  specie  di  Uccelli  pos- 
sedute dal  Civ.  Museo  di  Venezia,  Atti  Soc. 
Ital.  Se.  Nat.,  voi.  XXVI.  Milano,  1883. 

—  Sulle  mute  del  Larus  melanocephalus  e  del 
Lai-us  canus,  Atti  Soc.  Ital.  He.  Nat., 
voi.   XXVI.   .Milano,   1883. 

—  I  Merli  urofasciati,  Atti  Soc.  It.  Se.  Nat., 
voi.   XXX.   Milano.   1887. 

-  Sul  passaggio  straordinario  della  Querque- 
dula  ciicia  nel  marzo  1886  nell'Estuario  Ve- 
neto, Atti  Soe.  11.  Se.  Nat.,  voi.  XXX.  Mi- 
lano,   1887. 

-  La  Cicogna  nel  Veneto,  Boll.  Nat.,  VII, 
pp.   136-137.  Siena,    1887. 

—  Sul  passaggio  del  Codirosso  nel  Veneto, 
Boll,   del  Nat.   Siena,  1888. 

—  Sulle  recentissime  opinioni  intorno  alle,  spe- 
cie Venete  del  gen.  Acredula.  Venezia,  1889. 

—  Le  Acredule  Venete,  con  tav.  Atti  B.  Ist. 
Ven.,  voi.  VII,  ser.   VI.   Venezia,  1889. 

—  La  Caccia  degli  Uccelli  acquatici  nelle  valli 
del  Veneto  Estuario,  Lo  Sport,  n.  39,  Mi- 
lano, 15  febbraio  1890;  con  aggiunte.  Ve- 
nezia. 1890. 

-  Giunte  e  Correzioni  al  Dizionario  del  Dia- 
letto Veneziano.   Venezia,   1890. 

—  Nota  sul  Otreus  ntjus  (L.),  Boll.  Nat.,  XI, 
pp.   15-16.  Siena,   1891. 

—  Materiali  pei  un  vocabolario  della  Lingua 
Rusticana  del  Contado  di  Treviso,  ser.  I-III. 
Venezia,   1891-1892. 

Ninni  A.  P.,  e  Trois  F.  -  Catalogo  degli   Ani- 


mali della  Fauna  della  Provincia  di  Venezia, 
nella  Provincia  di  Venezia,  monografia  sta- 
tistica, economica,  amministrativa  raccolta  e 
coordinata  dal  Co:  L.  Sorniani-Moretti,  R.  Pre- 
fetto. Venezia,  1880-81. 
Ninni  E.  -  Noto  sopra  un  Uccello  nuovo  (Larus 
gelastes,  Thienm.)  per  l'Avifauna  del  Veneto. 
Siena,   1898. 

—  Note  ornitologiche  per  hi  Provincia  di  Ve- 
nezia, Atti  Soc.  It.  Se.  Nat.,  voi.  XNN1X. 
Milano,   1900. 

Pagello  S.  -   Il  Roccolo,    per    nozze   Polcastro- 

Papafava.   Bassano,  1795. 
Pavesi  P.  -  Commemorazione  del  Co:  A.P.  Ninni, 

Boll.    Soc.    Ven.    Tv.    Se.  Nat.,    t.    V,   n.   2. 

Padova,  1892. 
Perini  G.   -  Manuale    di  Ornitologia    Veronese, 

nelle  Memorie  dell' Acc.  d'Agr.,  ete.,  voi.  LI 

(1873).  Verona,  1874  (opera  postuma  in  due 

volumi). 

—  Degli  Uccelli  Veronesi,  nelle  Memorie  del- 
l'Acc.  d'Agr.  Ar.  e  Connn.  di  Verona, 
voi.  XXX VII.  Verona,  1858. 

Pirona  G.  A.  -  Voci  friulane  significanti  ani- 
mali e  piante.    Udine,    1854. 

—  Lettera  intorno  al  Tetrao  paradoxus,  Atti 
dell'I.  B.  Ist.  Ven.,  ser.  Ili,  voi.  X,  pp.  331. 
Venezia,    1X64. 

—  La  Provincia  di  Udine  sotto  l'aspetto  stor. 
nat.  Udine,   lf-7  7. 

-  Della  vita  e  degli  studi  di  G.  D.  Nardo. 
Commemorazione,  Atti  li.  Ist.  Ven.  Se.  Lett. 
eil  Ar.,   voi.    VI,   ser.    V.   Venezia,    1878. 

—  Vocabolario  friulano  pubblicalo  dal  Pro- 
fessor Giulio  Pirona.   Venezia,   1871. 

Pollini  C.  -  Viaggio  al  Lago  di  Garda  ed  al 
Monte  Baldo,  ete.  Verona,  1816  (Uccelli, 
pp.  23-28). 

Savon  G.  A.  -  Caeadori  al  fogJier  che  se  la 
conta.    Padova,    1856. 

—  Cenni  intorno  alle  emigrazioni  degli  Uccelli 
nell'opera:  I Cacciatori  'Trevisani,  pp.  203-213. 
Treviso,   1866. 

—  Il  volo  degli  Uccelli,  con  tav.  nell'opera: 
1  Cacciatori  Trevisani,  pp.  214-226.  Treviso, 
1S66. 

Scarpa  G.  -  Catalogo  della  Raccolta  Zoologica 
del   D.1  G.   Scarpa.   Treviso.  1882. 

A.    P.     Ninni,     cenni    biografici.     Treviso, 
1S92. 

Squarzoni  A.  -  L'Uccellazione  di  Antonio  l'i- 
mbosco, con  note  storico-ornitologiche.  Ve- 
rona,  1888. 

Stefanoni  D.  -  Sirratte  nel  Padovano,  liirista 
It.  Se.  Nat.  e  Boll,  del  Nat.,  Vili,  a.  11, 
p.    156.   Siena,   1888. 


\  !  I  \\  I  I     (>i:nit<)I.cm;icii 


Teli  ini  A.  -  Della  vita  e  delle  opere  di  (fil- 
lio  Andrea   l'irona.    Odine,    1  x ì •  7  . 

—  11  Gabinetto  di  Storia  Naturale  di  Odine. 
Udine,    1897. 

Tirabosco  A.   -    L' Uccellatone,    lil>.   tre.    Ve- 
rona, 4".    177:, 
TorOSSI     G.    B.    -    La    Collezione    Zoologica    del 

D.,f   Giuseppe   Scarpa    in   Treviso.   Treviso, 
1889. 

—  Ricordi  autunnali  (Cenni  Bulla  Raccolta  Or- 
nitologica del  Conte  E.  Arrigoni  Degli  Oddi). 

Vicenza,   1897. 

Trevisan  V.  -  Uccelli  a  pag.  198  nell'oliera: 
I  Colli  Enganei,  illustrazione  storico-artistica 
con  appendice  ili  notizie  statistiche,  geolo- 
giche,  igieniche,  etc.,   1845. 

Trois  F.  -  Sulla  comparsa  accidentale  della 
Fratereula  arctica  sulla  spiaggia  di  Mala- 
mocco,  Atti  lì.  Ist.  Ven.,  sei.  IV,  voi.  III. 
p.  2397.   Venezia,    1874. 

—  Annotazioni  sopra  un  Phoenicopterus  roseus 
preso  nel  Veneto,  Atti  lì.  Ist.  Yen.  Se.  Leti., 
voi.  IV,  ser.   VI.   Venezia,   1885. 

—  Sopra  un  esemplare  di  Utamania  lorda  presa 
il  20  luglio  L887  sulla  spiaggia  di  Mala- 
niocco,  Atti  lì.  Jsl.  Yen.  Se.  Lelt.  Venezia, 
1886-1887. 

Vallon  G.  -  Note  sull'Avifauna  del  Friuli,  Boll. 
Soc.  Adr.  Se.  Nat.,  voi.  IX,  u.  2.  Trieste, 
1886. 

—  Escursioni  ornitologiche  nella  Provincia  del 
Friuli,  T'  serie,  Boll.  Soc.  Adr.  Se.  Nat., 
voi.  IX.  Trieste,  1887. 

—  Escursioni  ornitologiche  nella  Provincia  del 
Friuli,  2'1  serie,  Boll.  Soc.  Adr.  Se.  Nat.. 
voi.  XII.  Tiieste,   1890. 

—  Contribuzioni  allo  studio  sopra  alcuni  dei 
nostri  Acroeephalus  e  Calamoherpe,  con  6  tav. 
col.  Boll.  Soe.  Adr.  Se.  Nat.,  voi.  XIII. 
Trieste,  1891. 

—  Contribuzioni  allo  studio  sopra  alcuni  Uc- 
celli delle  nostre  paludi  e  marine  (Ardetia 
minuta),  con  tav.  col.,  Boll.  Soc.  Adr.  Se. 
Nat.,  voi.   XIV.  Trieste,   1893. 

—  Alcuni  Uccelli  molto  rari  per  la  Provincia 
del  Friuli,  Avicula,  voi.  I,  pp.  81,  61,  102, 
131  (1897);  voi.  II,  pp.  7,  48  (1898).  Siena, 
1897-1898. 

—  Nota  intorno  ad  una  nuova  specie  di  Civetta 
scoperta  nel  Friuli  (Attiene  CliiaradiaeJ.  Alti 
Acc.  di  Udine,  ser.  III,  voi.  Vili.  Udine, 
1901,  etc. 

Volta   Mons.   G.    S.    -  Descrizione    del    Lago  di 


Garda  6  ilei  suoi  dintorni  con  osserva/ioni 
di  Storia  Naturale  e  di  Belle  Arti.  Mantova. 
1828,   con   tav. 

LOMBARDIA, 

Angelo    G.    B.    (dell')    -   Catalogo    della    Raccolta 

Ornitologica  Vigezzina,    L887, 

Arrigoni  Degli  Oddi  E.  -  Nota  sopra  una  specie 
del  gen.  Perili.r  nuova  pei-  l'Italia  (Conio). 
Padova,    1885. 

—  Sul  Synoeeiis  Lodoisiae  (melanismo  d.  Co- 
turnix  communis),  con    tav.    col.,    Atti   Soc. 

Ven.   Tr.  Se.    Xat.   Padova,   1890. 

—  Bird  Notes  froni  Rrein baua  Valley,  Zoologist, 
.Jan.   1901. 

Arrigoni  G.  -  Notizie  storiche  sulla  Valsassina, 
con  aggiunte  di  L.  Arrigoni  e  di  A.  Stop- 
pani.    Lecco,    1889. 

Atti  della  Giunta  per  l'Inchiesta  Agraria,  voi.  V, 
fase.  IV,  p.  657,  articolo  di  Sandri,  L.,  Il 
Circondario  di  Chiari  ed  a  p.  698  quello  di 
Erra  C,  Il  Circondario  di  Verolanuova  con 
notizie  ornitologiche,    L882. 

Balsamo  Crivelli  G.  -  Uccelli  indigeni  finora 
osservati  in  Lombardia,  nell'opera:  Notizie 
naturali  e  civili  sulla  Lombardia,  pp.  355- 
386.  Milano,   1844. 

—  Prospetto  ornitologico  della  Lombardia,  in-8  . 
Milano,   1848. 

Berinzaghi  E.  e  Lanza  E.  -  Sopra  alcuni  albini 
del  Museo  Zoologico  di  Pavia.  Pavia,   1875. 

Bettoni  E.  -  Storia  Naturale  degli  Uccelli  che 
nidificano  in  Lombardia,  voi.  2,  con  tav. 
col.   Milano,   1865-1868  ('). 

—  Prodromi  della  Faunistica  Bresciana.  Rrescia, 
1884. 

—  Elenco  dell'Ornito-fauna  Rresciaua  di  L.  Erra 
a  cura  di  E.  Rettoni,  Comm.  dell'Ateneo. 
Rrescia,   1899. 

Borromeo  C.  -  Osservazioni  ed  appunti  di  Or- 
nitologia, Atti  Soc.  It.  Se.  Xat..  voi.  XXIX. 
Milano,   1886. 

Brambilla  G.  -  Elenco  degli  Uccelli  che  si  tro- 
vano nell'Agro  Pavese.  Al  ninna  ero  Pavese, 
ls.~>6;  e  nelle  Notizie  Nat.  e  Ohim.-.agr.  Prov, 
Pavia,  pp.   45-57.   Pavia,   1864. 

Bossi  L.  -  Trattato  delle  malattie  degli  Uccelli 
e  dei  diversi  metodi  di  curarle.  Si  aggiun- 
gono alcune  altre  notizie  utili  e  curiose  di 
ornitologia, con  tre  tav. in-8".  Milano.  1822  ('). 


(')  Venne  ristampata  nel  1807  in  line  edizioni,    cioè  in-4  '. 
Verona,  eredi   il.   Meloni  ed   in >".   Vernini     Tip.    I*.ìs«-m1  i . 


(')  Sebbene  il  II  volume  di  quest'opera  abbia  la  data  del 
lsiis,  tuiiavia  la  8 uà  pubblicazione  ba  continuato  tino  al  1871 
Bai I 'KÌvrij. 

(■')  In  quest'opera  v'è  un  Catologo  degli  Uccelli  di  Lom- 
bardia (Vedi   lìihl.    Hai.,  voi.  I.  p.   181 


158 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Caffi  E.  -  Saggio  «li  un  Dizionario  dell'Avifauna 
Bergamasca.   Bergamo,   1898. 

Capoferri  L.  -  Memoria  sulla  Valcamonica.  Ber- 
gamo,  1808. 

Cornalia  E.  -  Sopra  «lue  rasi  ili  albinismo  negli 
Uccelli,  Atti  Soc.  11.  Se.  Nat.,  voi.  X.  Mi- 
lano,   isti?. 

De  Carlini  A.  -  Vertebrati  della  Valtellina,  Aiti 
Soc  It.  Se.  Nat.,   voi.  XXXI.  Milano,  1888. 

De  Filippi  F.  -  .Sul  'l'urdù*  olivaeeus,  L.,  e  sul 
T.  Naumanni, Temm.  presi  nel  Bresciano,  Atti 
VII  Riunione  degli  Se.  It.  in  Napoli  nel  1845, 
p.   739. 

Erra  L.  -  Sul  Phalaropus  platyrliynehus,  let- 
tera al  Prof.  Emilio  Cornalia,  Atti  Soc.  It. 
Soc.   Nat.,   voi.   li,   p.   58.   Milano,   1860  ('). 

Ferragni  0.  -  Avifauna  Cremonese.  Cremona, 
L885,  e  Suppl.    1886. 

—  Nuove  specie  di  Uccelli  per  la  Provincia 
di  Cremona,  giorn.  Lo  Provincia,  anno  Vili, 
n.  99.   Cremona,    1886. 

—  La  Sylvia  inula  e  VAnser  erythropus  nel  Cre- 
monese, giorn.  La  l'rorineia,  anno  Vili, 
n.   78.   Cremona,    1886. 

—  Rassegna  Urnitica  Cremonese,  giorn.  Inte- 
ressi Cremonesi,  anno  XIII,  n.  128.  Cremona, 
1887. 

—  Annotazioni  Ornitologiche  per  la  Provincia 
di  Cremona,  giorn.  Interessi  Cremonesi.  Cre- 
mona,  1890. 

—  Il  Picchio  murajolo  sul  Duomo  di  Cremona 
e  albinismo  in  una  Cornacchia,  giorn.  In- 
teressi Cremonesi,  anno  XXI,  u.  149  e  14(i. 
Cremona,  1895. 

—  L'Anthus  lìichardi  nel  Cremonese,  giorn. 
La  Provincia,  anno  XXVIII,  n.  227.  Cre- 
mona,  1896. 

Frate  Gregorio  (al  secolo  Brunelli).  -  Curiosi  trat- 
tenimenti contenenti  ragguagli  sacri  e  pro- 
fani dei  popoli  Comuni  etc.  Venezia,  1698. 

Galli  V.  B.  -  Materiali  per  la  Fauna  dei  Ver- 
tebrati  Valtellinesi.   Sondrio,   1890. 

Guida  Alpina  per  la  Provincia  di  Brescia,  com- 
pilata dalla  Sezione  di  Brescia  del  C.  A.  I. 
Brescia,    1882. 

Lanfossi  P.  -Cenni  sull'Ornitologia  Lombarda, 
Bibì.  It.,  t,  LXXVII,  pp.  357-361,  1885, 
t.  LXXVIII,  pp.  31-71,   1885. 

—  La  stessa  in  un  volumetto.  Milano,  1835. 

—  Memoria  sulla  Storia  Naturale  dei  Crocieri, 
Bibl.   It.,  t.   LXXXV,   p.   202,    1S37. 

—  Notizie  riguardanti  la  Storia  Naturale  dei 
Crocieri,  Bibl.  It.,  t.  XC,  pp.  236-247,  1838. 


(')  La  specie  <li  <'ni   bì   tratta  in   questa  lettera  non  è  il 
l'h.  plaiyrhyiifhuK,  uè  L'altra  dello  steBso  genere  (Salvadori). 


Lanfossi  P.  -  Sopra  varie  Motacille  appartenenti 
al  sottogenere  Sudi/tes  di  t'uvier,  Comm.  del- 
l'Ateneo,  p.  91.  Brescia,    1840. 

—  Notizie  spettanti  alla  Storia  di  alcune  Mo- 
tacille e  di  alcune  Emberize,  Comm.  del- 
l'Ateneo, p.   76.   Brescia,   1X45. 

—  Lettera  intorno  una  Sylvia  reguloides,  n.  sp. 
Giorn.  dell'I.  E.  Ist.  Lomb.,  nov.  ser.  I, 
pp.   268-270,   1847. 

—  Sopra  l'albinismo  e  melanismo  di  una  Loxia 
curvìrostra  e  di  una  FrimjiUa  cisalpina  e  sul- 
V  Emberiza  rustica,  Pali.  Giorn.  dell'I,  li.  Ist. 
Lomb.,   nov.   ser.   II,   pp.   111-113,   1850. 

—  Sopra  varie  Fringille  appartenenti  al  sotto- 
genere Linaria  di  Brehm,  Giorn.  dell'I.  E. 
Ist.  Lomb.,  nov.  ser.  Ili,  pp.  95-100,  1851. 

—  Intorno  a  varie  sorta  di  Motacille,  Giorn. 
dell'I.  B.  Ist.  Lomb.,  nov.  ser.  VI,  pp.  224- 
240,   1854. 

— -  Intorno  ai  Crocieri  a  doppia  fascia.  Giorn. 
dell'I.  1!.  Ist.  Lomb..  nov.  ser.  IX,  pp.  117- 
127,   1856. 

—  Intorno  ad  alcune  sorta  di  Pigliamosche  o 
Muscicapae.  Atti  Soc.  It.  Se.  Nat.,  Voi.  IV, 
pp.   105-135.  Milano,   1862. 

—  Intorno  ad  alcune  specie  di  Silvine  appar- 
tenenti al  genere  Hippolais  di  Brehm  ed  al 
genere  Calamoherpe  di  Meyer,  Atti  Soc.  It. 
Se.  Nat.,  voi.  IV,  pp.  105-135.  Milano, 
1862. 

Maestri  A.  -  Osservazioni  intorno  all'albinismo 
e  melanismo  di  diversi  Uccelli  raccolti  nel- 
l'Agro Pavese,  B.  Ist.  Lomb.  Se.  e  Lett., 
fase.   XVII   e  XVIII.   Milano,    1871. 

Maironi  da  Ponte  G.  -  Catalogo  degli  Eccelli  del 
dipartimento  del  Serio,  in-8°.  Bergamo,  1803 
(190  specie). 

—  I  Tre  Pegni  della  Natura  della  Provincia 
Bergamasca,    Mem.  Soc.  It.,    t.  XIX,    1822. 

—   Idem,   in  un  volumetto,  Modena,  1822. 

Martorelli  G.  -  Due  nuovi  casi  d'Ibridismo  negli 
Uccelli  (Menda  menila  e  Turdus  pilaris,  Anas 
bosCOS  e  Datila  acuta).  Atti  Sue.  11.  Se.  Nat., 
voi.  XL,  pp.  129-151,  con  tav.  Milano, 
1901. 

Masserotti.  -  Catalogo  degli  animali  selvatici 
finora  osservati  in  Lombardia  (lide  Riva,  Oru. 
Ticin.  p.  XV). 

Mazza  F.  -  Note  Faunistiche  sulla  Valle  di 
Staffora.  Atti  Soc.  It.  Se.  Nat.,  voi.  XXIV. 
Milano,   1881. 

Menis  W.  -  Saggio  di  Topografìa  statistico-me- 
dica della  Provincia  di  Brescia  etc.  etc.,  voi.  IL 
Brescia,  1837. 

Micheletti  F.  -  Viaggio  attorno  al  Garda.  Bre- 
scia,  1878. 


\  I  !   \\  I  i     ORNITOLOGI!  0 


l§9 


Monti  M.  -  Ornitologia  Comense,  nel  Munitale 
per  In  città  ili  <'miio.  Como,    1844. 

—  Catalogo  e  notizie  compendiose  degli  Uc- 
celli «li  stazione  e  di  passaggio  nella  Città, 
Provincia  e  Diocesi  ili  ('omo.   Como,   1845. 

Parona  C.  -  Annotazioni  ili  Teratologia  e  Pato- 
logia comparata.  Pavia,  1879. 

Pavesi  P.  -  Lo  StrepsUas  interpres.  Uccello  nuovo 
per  la  Fauna  Lombarda.  Eend.  R.  Ist.  Lomb., 
ser.  II,  voi.  XII,  fase.  XI  e  MI.  Milano,  1879. 
Dalle  mie  Annotazioni  Zoologiche.  Rendi- 
conti del  R.  Ist.  Lomb.,  ser.  II,  voi.  XIV, 
fase.    XVIII   e   XIX.    Milano,    Issi. 

—  La  Ilernicla  leucopsis  in  Lombardia,  Eeniì. 
E.  Ist.  Lomb.,  sii.  II,  voi.  XIX,  fase.  VII. 
Milano,    1886. 

—  Catalogo  Ornitologico  Pavese  in  cinque  parti, 
1W,J.17.  Atti  Sor.  lt.Sc.  Nat.,  voi.  XXXII, 
1889  e  Boll.  Se.  Ann.,  1890,  1893,  1895, 
1897. 

—  Di  un  altro  Uccello  nuovo  per  la  Lombardia 
e  Calendario  Ornitologico  Pavese,  1897-98. 
Boll.  Svieni.,  voi.  XX.  Pavia,  1898. 

Perego  A.  -  Relazione  sull'eclisse  totale  dell'otto 
luglio  1842.  Covivi.  dell'Ateneo.  Brescia,  1842 
(rilevato  dal  ms.  presentato  all'Ateneo). 

Pilati.  -  Saggio  di  Storia  Naturale  Bresciana, 
voi.  I,  con  tav.  Brescia,  1869. 

Prada  T.  -  Elenco  degli  Uccelli  che  si  trovano 
nell'Agro  Pavese.  Notizie  naturali  e  Chimi- 
co-Agronomiche della  Provincia  di  Pavia, 
pp.  45-57.  Pavia,  1864. 

—  Avifauna  della  Provincia  di  Pavia.  Pavia, 
1877. 

Ragazzoni  G.  B.  -  Dell' Ottarda  maggiore,  ma- 
schio e  femmina,  Oornm.  dell'Ateneo,  p.  68. 
Brescia,   1830. 

Raimondi  E.  -  Caccie  delle  fiere  annate  e  di- 
sarmate e  degli  animali  quadrupedi,  vola- 
tili, etc.   Brescia,   1621,   e  Venezia,   1630. 

Riva  A.  -  Schizzo  Ornitologico  delle  Provincie 
di  Como,  di  Sondrio  e  del  Canton  Ticino. 
Lugano,  1860. 

Tiboni  P.  E.  -  Tremosino  e  suo  territorio.  Bre- 
scia, 1859. 

Verreaux  L.  et  des  Murs  0.  -  Description  d'une 
nouvelle  espèce  de  Ki/itnivus.  Hwiiv  et  Magatili 
de  Zool.,  pp.   225-226,   avec  pi.   1862. 

Zanni  6.  B.  -  Vocabolario  Bresciano  Ornitolo- 
gico, nella  Strenna  pel  1881  del  giorn.  // 
Cittadino  di  Brescia.  Brescia,   1880. 


l'Olisi  viatorie    de     Turin  .     1811,     pp. 

278  ('). 
Camusso   N.   -   (ili   Uccelli  del    lìasso    Piemonte. 

Milano,    1887. 
Gene  G.   -    Description    de    qnclque  espèces  de 

la  Collection  zoologique  de  Turin.  Mém.  Aee. 

de   Turin,  t.   37,  pp.  291-306,  1834,  con   fig. 
Groma  M.  E.  -    Description  du  Phoenicopterus 

tue  en   l'ii-nioiii   le  31    Mai    1806,  etc.   Mém. 

Acc.  de   Turin.   1  sur.- 1, sos,  pp.  318-327. 
Morozzo.  Conte.       Description  d'un  Cygne  sau- 

vage   pris  en   Piémont   le  '_".•  décémbre  1788. 

Suivie  d'une  notice    de   quelques    autres   oi- 

seaus    étrangers   qui    ont   parti  dans  l'Inveì- 

de  1788-1789.    Mém.    Acc.   de  Turin,  1789, 

p.  99. 
Salvadori  T.  -  Notizie  intorno  al  Gypaètus  bav- 

liatus.  /ioli.  Mas.  '/.ool.  An.   Comp.  E.  Univ. 

di  Torino,  X,   n.   207.  Torino,   1895. 

TICINO. 

Pavesi  P.  -  Su  alcuni  Uccelli  albini  osservati 
a  Lugano  nel  1869.  Atti  Soo.  It.  Se.  Nat., 
voi.   XII.   pp.   649-657.   Milano,   1869. 

—  Materiali  per  una  Fauna  del  Canton  Ticino. 
Atti  Soo.  It.  Se.  Nat.,  voi.  XVI.  Milano,  1873. 

Riva  A.  -  L'Ornitologo  Ticinose,  in-8°.  Lu- 
gano, 1865. 

—  Sopra  una  Sylvia  rarissima  presa  nel  Cir- 
condario di  Lugano.  Atti  Soc.  It.  Se.  Nat., 
voi.   XV.   Milano,    1872. 

NIZZARDO. 

La  Marmora  A.   -  Mémoire   sur  deux   Oiseaux 

du  Corate  de  Nicc,  avec  trois  pi.  Mém.  Acc. 

Se.  de    Turin,  t.    25,  pp.    253-261.    Torino, 

1820. 
Moggridge  Traherne  J.  -  An  Ornithological  lettor 

troni  Mentone,   Ibis,   1863,  pp.   152-162. 

—  An  Ornithological  letter  fiora  Mentone,  Ibis, 
1864,  p.  406. 

Moggridge  Weston  M.  -  An  Ornithological  letter 
frora  Mentone,   Ibis,   1863,  p.  233. 

Risso  A.  -  Histoire  naturelle  des  principales 
production»  de  l'Europe  meridionale  et  par- 
ticulicrment  de  celles  des  environs  de  Nice 
et  des  Alpes  Maritimes.  Paris,  1826  (Oi- 
seaux,  t.   Ili,  pp.   26-84). 


PIEMONTE. 

Bonelli    F.     A.     -    Catalogne    des  Oiseaux    du 
Pieraont,     1811     (Estratto     dagli     Ann.     de 


C)  Il  Bonetti,  durante  t:li  anni  l h lo- 1811  raccolse  in  Pio- 
munte  giornaliere  osservazioni  orjutolpgiohQ,  ohe  comò  in  uu 
Calendario  »i  trovano  registrata  negli  Ann.  de  VObiervatorie 
'/•   l'Ano,  'le  Furi».  Turni,   1810-1812    Saìvadori). 


160 


ATLANTE    OKNITOLOUICO 


Verany  J.  B.  -  Zoologie  des  Alpes  Maritimes 
ou  Catalogne  des  :iiiiiiinux  observés  dans  le 
département,  Oiseaux,  pp,  10-25.  Nice,  1862. 
(Estratto  dalla  Statistique  generale  dv  Dé- 
partement). 

LIGURIA. 

Calvi  G.  -  Catalogo  d'Ornitologia  di  Genova. 
Genova,   1828. 

Carazzi  D.  -  Materiali  per  un'  Avifauna  del 
Golfo  di  Spezia  e  della  Val  di  Magia.  Spezia, 
1887. 

Dimazzo  C.  -  Gli  Uccelli  Liguri,  con  tav.  Ge- 
nova, 1840. 

-  Uccelli.  Descrizione  di  Genova,  voi.  I,  pt.  II, 
pp.  151-178,  con  tav.  Genova,  1846. 

Giylioli  Hillyer  E.  -  Letter  on  Coti/le  rupestris, 
Ibis,   1863.  p.   474. 

Issel  A.  -  Il  Museo  Civico  di  Genova.  Genova, 
1886. 

Magni-Griffì  F.  -  Di  una  specie  d' Eij'polais 
nuova  per  l'Italia.  Meni.  Soc.  lì.  Se.  Nat., 
I,   p.   2,  con   tav.  Milano,   1864. 

Riccardi  G.  -  Sugli  Uccelli  di  passaggio.  Me- 
morie di  un  vecchio  osservatore.  Genova, 
1836. 

EMILIA  E  MARCHE. 

(Anonimo).  -  Una  buona  cattura,  giorn.  Il  Pa- 
naro, auuo  XX,  n.  31618.  Modena,   1881. 

Bonizzi  P.  -  Catalogo  degli  Uccelli  del  Mode- 
nese,  in-8ù.   Modena,   1868. 

-  I  Colombi  di  Modena,  con  tav.  Modena.  1876. 
Calzolari  A.    —    Primo   contributo   allo   studio 

dell'Avifauna  Ferrarese.  Ferrara,   1898. 
Carniccio  A.  -  Di  un  Ampelis  garrulità,  L.  preso 
nel  Modenese.    Ann.    Soc.    Nat.  ài   Modena, 
anno  VII,  pp.   119-125.   Modena,   1872. 

—  Sul  Si/rrhaptes  paradoriis  nel  Modenese. 
Mem.  R.  Acc.  Se.  Leti,  ed  Ar.  di  Modena, 
voi.  XVII,  pp.  247-264  e  Ann.  Soc.  Nat.  di 
Modena,  ser.  II,  anno  XI,  pp.  129-145.  Mo- 
dena,  1877. 

-  Nuove  aggiunte  alla  Fauna  dei  Vertebrati 
Modenesi  ed  alle  Collezioni  Universitarie. 
Ann.  Soc.  Nat.  di  Modena,  anno  XIII, 
pp.   180-195.   Modena.    1879. 

-  Sulle,  specie  dei  Vertebrati  albini  e  raela- 
nici  del  R.  Museo  di  Modena.  Ann.  Soc. 
Nat.  di  Modena,  anno  XIII,  pp.  17-19.  Mo- 
dena, 1879. 

—  Note  illustrative  al  Catalogo  dei  Vertebrati 
del  Modenese.  Atti  Soc.  Nat.  di  Modena. 
Mem.,  ser.  III,  voi.  I,  anno  XVI.  app., 
pp.   1-112.  Modena,  1882. 


Carruccio  A.  -  Varietà  interessante  di  Pernis 
apivorus.  Atti  Soc.  Nat.  di  Modena,  ser.  III, 
voi.   I,   p.   38.   Modena,    1882. 

-  Cenni  sull'importanza  delle  Collezioni  Fau- 
nistiche locali,  etc.  Vertebrati  del  Modenese. 
Ann.  Soc.  Nat.  di  Modena,  voi.  XV.  ser.  II, 
pp.    130-184.   Modena.    1884. 

Bonizzi  P.  -  Primo  Catalogo  delle  Collezioni  dei 
prodotti  naturali  della  Provincia  Modenese. 
Gab.  di  St.  Nat.  dcll'lst.  Tecn.  Prov.  Mo- 
dena, 1881. 

Cicognani  E.  -  Avifauna  Forlivese,  iu-8°.  Forlì, 
1875. 

Doderlein  P.  -  Avifauna  del  Modenese  e  della 
Sicilia,   in-4°.   Palermo,   1869-1872. 

Fiori  A.  -  Uccelli  albini  del  Modenese.  Ann. 
Soe.  Nat.  di  Modena,  anno  XIII.  p.  19.  Mo- 
dena,  1879. 

—  Nuovi  Uccelli  del  Modenese.  Ann.  Soc.  Nat. 
di  Modena,  anno  XIV,  ser.  II,  pp.  175-176. 
Modena,   1881. 

—  Contribuzioni  all'Avifauna  del  Modenese  e 
del  Reggiano.  Ann.  Soc.  Nat.  di  Modena, 
anno  XIV,  ser.  II,  pp.  90-130.  Modena,  1881. 

—  Sulla  Querquedula  formosa  nel  Modenese. 
Atti  Soc.  Nat.  di  Modena.  Eend.  delle  Adun., 
ser.  Ili,  voi.  I,  p.  4,  1882;  e  Zool.  Anzeig, 
V,  Jakr.,  1882,  n.  104,  p.  94.  Leipzig,  1882. 

Gasparini  V.  -  Sulle  specie  più  rare  dell'Avi- 
fauna Marchigiana.   Fano,   1889. 

—  Avifauna  Marchigiana.   Fano,    1894. 
Ginanni  Conte  G.  -  Storia  delle  Pinete  Ravennati, 

Uccelli,  pp.   338-373.  Roma,   1774. 

Imparati  E.  -  Uccelli  del  Piacentino,  Arienla, 
anno  II,  fase.  IX  e  seg.,  fase.  XXI  e  XXII. 
Siena,  1898-1899. 

Maggera  A.  -  Sul  passaggio  dello  Storno  roseo 
avvenuto  nella  scorsa  primavera  in  varie 
parti  del  Modenese.  Ann.  Soc.  Nat.  di  Mo- 
dena, anno  VII,  pp.  230-233.  Modena,  1872. 

Massa  C.  -  Notizie  intorno  alla  Fauna  dei  Ver- 
tebrati di  Monteggibio.  Atti  Soc.  Nat.  di  Mo- 
dena, Mem.,  ser.  Ili,  voi.  Ili,  anno  X, 
pp.  89-100.   Modena,   1884. 

Monti  C.  -  De  Penduliuo  Bononiensium,  sive 
Reniiz  Polonoruni  (Parus pendulinus).  Gomm. 
Bonon.,  t.  II,  pt.  I,  pp.  63-64,  1745  :  Gomm. 
cit.  pt.  II,  pp.  57-63,   1746. 

Picaglia  L.  -  Sulla  comparsa  di  un  Vnrsorins 
gallicus  nel  Modenese.  Ann.  Soc.  Nat.  di 
Modena,  anno  XIII,  fase.  III.  Modena,  1879. 

—  Vertebrati  del  Modenese.  Atti  Soc.  Nat.  di 
Modena,  ser.  Ili,  voi.  I,  pp.  133-135.  Mo- 
dena,  1883. 

-  Straordinaria  comparsa  del  Lestris  parali- 
tica (L.  crepidatus)  nel  Modenese.   Atti  Soc. 


Ml.wir    ORNITOLOUICO 


161 


Vat.  'li  Modena,  ser.   IH.  voi.  Il,  pp.  U-44. 
Vlodena,    1884. 

Picaglia  L.  -  Sunto  della  Relazione  sull'Inchiesta 
Ornitologica  [>«-l  Modenese.  Uti  Soc.  Nat.  di 
Modena,  Eend.  delle  Adun.,  Ber.  Ili,  voi.  Ili, 
pp.  1 16-119.  Modena,  L887. 
Mote  <  (mitologiche.  Alti  Soc.  Nat.  di  Modena, 
Rend.  delle  Adun.,  Ber.  Ili,  voi.  III.  pp.  121- 
123.   Modena,   1887. 

Elenco  degli  Decolli  nel  Modenese.  Atti  Soc. 
Nat.  dì  Modena,  ser.  Ili,  voi.  VII  e  Vili. 
Modena,  1889. 
-  Appunti  ed  aggiunte  ili  Ornitologia  Mode- 
nese. Atti.  Soc.  Nat.  <li  Minienti,  ser.  Ili, 
voi,   IX.   Modena,   1890. 

Picaglia  L.  e  Fiori  A.  -  Contribuzioni  all'Avi- 
fauna ilei  Modenese.  I  nn  Soc.  Nat.  ili  Modena, 
ser.  Il,  unno  XII,  pp.  130-140.  Modena,  L879. 


TOSCANA. 

A.  B.  -  Estratto  dell'Ornitologia  Toscana  del 
D.1  Paolo  Savi.  Nuovo  Giorn.  dei  Lett., 
ii.  36,  voi.  XV,  pp.  227-236,  n.  37,  voi.  XVI, 
pp.  10-45,  ii.  In,  ibid.,  pp.  191-202.  Pisa, 
L827-29. 

(Anonimo).  -  Catalogo  (lolla  Collezione  Oruito- 
logicadel  Conte  Luigi  Capponi.  Firenze,  1879. 

Arrighi  Griffoli  G.  -  Avifauna  della  Val  di  Chiana. 
Siena,    1891. 

Sulla  comparsa  accidentale  della  Clielusia 
gregaria  in  Val  di  Chiana.  Atti  Soc.  L'uni. 
per  ijli  studi  /uni.,  voi.  II.  Poma,   1893. 

Baldacconi  F.  -  Comunicazione  intorno  al  Tur- 
ine migratorius  (')  indigeno  dell'America 
settentrionale,  presentata  al  Congr.  degli  Se. 
Sedente  in  Milano  Panno  1844,  con  tavole. 
Siena,    1844. 

Benvenuti  E.  -  Lettera  intorno  al  Falco  Ho- 
mi li.  alla  Caccabis  petrosa  ed  alla  Oaccabis 
graeca,   Ibis,  ]>.  227.  London,   1S64. 

Bolle  C.  -  Bruchstiicke  einiger  Briefe.  Journ. 
/tir  Ornith.,  p.    150,   1858. 

Damiani  G.  -Cenni  sugli  Uccelli  dell'Elba  della 
Collezione  Toscanelli,  Avicula,  anno  III,  fa- 
scicolo  17-18  e  segg.  Siena,   1899. 

—  Note   Ornitologiche   dell'Elba   (1898),   Avi- 
cula, anno   III,   fase.   23-24.  Siena,   1899. 
-  Sul  Phalaropus  hyperboreus,  Patii,  all'isola 
d'Elba.    Atti   Sor.    Lio.    Sr.    Nat.    e   Ocogr., 
anno  XI,  voi.  XI.  Genova,  1900. 
11   Turdus  Swainsoni  (T.  aliciae,  B.) all'Isola 


d'Elba,  Atti  Soc.    Lig.  Anno  XII.  voi.   XII. 
Pini . 
Dei  A.  -  Il   Beccapesci,   la    Gazza    marina  <■  la 
i; line    montana,  giorn.    Libero    Cittadino, 

n.    16  e   17.   Siena,    Issi;. 
Catalogo  degli    Uccelli    della    Provincia    di 

Siena.    Siena,    IstiL'. 

Escursione  fatta    al    Monte   Argentario   ed 
all'Isola   del   Giglio.   Siena.    1884. 

Sulle  emigrazioni  e  sui  passaggi  in  ge- 
nerale e  su  i|iiello  delle  Staine  in  parti- 
colare, giorn.  /."  Caccia,  anno II, n.  12,  pp.92- 
94.    Panna.    1886  ('). 

Giacchetti  G.  C.  -  I  Piccioni  del  Duomo  di 
Firenze.    Firenze.    L888. 

Giglioli  Hillyer  E.  -  Notes  on  the  Birds  obser- 
ved  at  Pisa  and  in  ils  Neighbourbood  dnring 
the  Winter,  Spring  and  Snmmer  of  1864, 
Ibis,  pp.  50-63.  London,   lsi;:,. 

—  Lettor  on  Bernicla  ruficollis,  Ibis,  p.  241. 
London.   1869. 

Passerini  C.  -  Frammento  di  lettera  intorno 
alla  Sylvia  orphea,  al  l'uni*  palustris  ed  alla 
Stri.r  bulio.  Xiioro  (Unni,  dei  Lett.  VI,  n.  X. 
p.   347.   Pisa,    1823. 

Roster  D.  -  Sulle  irregolarità  del  passo  prima- 
verile, L'ir.  Scimi.  /min*,  anno  XV,  n.  8, 
pp.   153-155.  Firenze,   1883. 

—  Intorno  al  passo  della  Fuligula  i  ufina  |  l'ali.  | 
e  della  Wrismatura  leucocephala  (Scop.).  Eiv. 

Stirili.    Intliis.    anno    XVI,    n.    5,    pp.    89-91. 
Firenze.    1884. 
Savi  P.  -  Catalogo  degli  Uccelli  della  Provincia 
Pisana,    Est.    dal     Xuoro     Giorn.    dei   Lett., 
V,   pp.  299-327.   Pisa.    1823. 

—  Sopra  una  nuova  specie  di  Sylvia,  lettera 
al  Dr.  Carlo  Passerini,  Xuoro  Gwr.  dei  Lett. 
voi.  VII,  pp.  341-343.  Pisa,   1824. 

—  Osservazioni  per  servire  alla  Storia  di  al- 
cune Sylvie  toscane,  Nuovo  Giorn.  dei  Lett., 
voi.   XI,   pp.    1(5-30,   con   tav.    Pisa,    1825. 

Sul  nido  del  Beccamoschino.   Xuoro  Giorn. 

dei  Lett.,  VI.  n.  XI.  pp.  117-130,  con  tav. 
del  nido  (1823),  e  Mnn.  Scientifiche,  Dee.  I. 
pp.   103-115,  tav.  Ili  (1828).  Pisa. 

—  Ornitologia  Toscana,  voi.  :'..  Pisa.  1827-31 
(voi.  I,  1827,  voi.  II,  1829,  voi.  IH. 
1831). 

Sopra  due   nuove  specie   di    Motacillae    non 

per  anche  state  trovate  in  Italia,  una  delle 
quali  inedita.  Xuoro  Giom.  dei  Lett.  a.  57, 
pp.   186-194.  Pisa,  1881. 


i   .  E  V  Accentar  alpinus 

.1  tktnù  "i  nUologieo       l'arie  I. 


i1.  Molti   articoli   relativi   all'Orni»  Italiana  e   toscana    n 

..,  ,.,  ,,,;,,,■  sono  contentiti  ni  I  Bollettino  < 

nella  Bt».    Ital    *  Se.    Voi      188»-1890)   e  nell'J 

,1.-'.iT   .-   «».'« 

21 


1 62 


\  1 1  w  1 1    CHINI  mi  im, ii  I. 


Savi  P.  -  Sopra  tre  specie   di    Falchi  europei. 

Xti,,n>  (Unni,  dei  Lett.  Pisa,  1S31. 
Stolker  C.  -  Ornitologische  fragniente  aus  Flo- 

renz,  Journ.  fiir  Orti.,  p.  :'^!7.   1869. 

ROMA. 

Birbeck  R.  -  Notes  on  the  Birds  of  Italj  and 
Sicih  made  in  1n,->:;.  Zoologi* t,  pp.  4249-4251, 
1854. 

Bonaparte.  principe  C.  L.  -  Specchio  compara- 
tivo delle  Ornitologie  di  Roma  e  di  Filadelfia, 
Nuovo  Giorn.  dei  Lett.,  n.  38,  voi.  XIV, 
pp.  161-185  (1827),  voi.  XV,  pp.  3-29. 
95-120,  etc. 

Idem,  in  opuscolo  separato.   Pisa,  1827. 

-  Supplemento  allo  Specchio  comparativo  delle 
Ornitologie  di  Roma  e  di  Filadelfia,  Nuovo 
(liani.   dei   Lett..   etc.   (1831). 

Idem,   in   opuscolo  separato.   Pisa,   1831. 

Carniccio  A.  -  Specie  animali  della  Provincia 
di  Roma  esistenti  nella  nuova  Collezione, 
Boll.  Mus.  Zool.  R.  Unir,  di  Roma,  voi.  I, 
1888,  disp.  1-8,  estratto  dallo  Spallanzani, 
anno  XVII  della  serie  II,  fase.  VII  e  Vili. 
Roma,  1888. 

—  Indications  piincipales  sur  les  Vertébrés 
de  la  uouvelle  Collection  regionale  Romanie, 
presentato  al  Congr.  Zool.  Intero,  di  Cam- 
bridge, 1898,  e  Bull.  Soc.  Romana  Studi 
Zool..  voi.  VII,  pp.  178-203  (1898)  e  voi.  Vili, 
pp.   72-S2   (1S99). 

Diorio  V.  -  Rarità  zoologica,  ossia  Houbara, 
venute  nel  Territorio  Romano,  Bull,  della 
Ooì"risp.  Sfinii,  di  lumia  per  l'aean:.  delle 
Nr.,  anno  XII.  n.  l'I .  con   tav.  in  fotogr.  1860. 

Gilius  Ph.  A.  -  Agri  Romani  Historia  Naturalis, 
l'ars  prima.  Tornile  primus,  Ornithologia.  in 
8°,   inni   tal).   Romae,    1781. 

Lezzani  M.  -  Ai  cultori  di  Storia  Naturale,  nota 
intorno  ad  un  individuo  del  Pleetrophanes 
niralis  ucciso  nel  Romano,  estratta  fiali  'Album, 
anno   XXIII,   distrili.    Iti,   con  tav.    1857. 

Martorelli  G.  -  Sopra  un  falcone  Sacro  preso 
nella  Provincia  Romana,  con  tav,  Roma,  1888. 

Salvadori  T.  -  Letter  on  the  supposed  existence 
of  l'Iectnijdianrs  nirnlis  on  Mouut  Vetore, 
Ibis,  pp.  236-238,  1863. 

-  Letter  on  the  sanie  argument,  Ibis,  p.  128, 
1864. 

Sclater  Ph.  L.  -  List  of  Roman  Birds,  Zoolo- 
gi t,  pp.  4160-4164,   1854. 

Società  Romana  per  gli  Studi  Zoologici  (Bollet- 
tino della).  -  Anno  I  e  seguenti  (1892  e  segg.), 
parecchi  articoli  del  Marchese  Lepri,  del 
Conte  di  Carpegna,   del   Prof.   Angelini,  etc. 


Tristram    H.    B.    -    Letter   on    the   supposed    exi- 
stence of  Pleetrophanes  nivàlis  on  Mouut  \  i 
tote.   Ibis,  p.   364,    1863. 

NAPOLI  E  ITALIA  MERIDIONALE. 

Arrigoni  Degli  Oddi  E.  -Nota sopranna  Gennaja 
Weldeggi  colta  in  Calabria,  Ai-inda,  I.  fase.  ti. 
1S97. 

Beck   A.    -   Nota,  sui   passaggio  autunnale    degli 
Uccelli    nei    dintorni    di   Napoli,    Ann.    del- 
l'Aee.  degli  Aspir,    Natur.,   voi.  Il,  pp.  256 
258,  1844  (Vedi  ('osta.  Fauna,  Uccèlli,  pt.  2, 
p.  32). 

Cavanna  G.  -  Dal  Vulture  al  Pollino,  Boll,  della 
Sue.  Entom.  Ita!.,  anno  XIV,  fase.  1.  Firenze, 
1882. 

Costa   0.   -    Cenni    Zoologici,    ossìa    Descrizione 

sommaria  delle  specie  nuove  d'Animali  di- 
scoperti in  diverse  condrade  del  Regno  nel- 
l'anno 1834,  in  8°  di  pag.  90.  Napoli,  1834. 

—  Notizie  intorno  alla  emigrazione  degli  Uc- 
celli, linai.  dell'Ace.  Pontoniana,  anno  IL 
p.   20  (18...?). 

-  Panna  d'Aspromonte  e  sue  adiacenze,  Uc- 
celli, Atti  delVAcc.  Se.  di  Nap.,  voi.  IV, 
pp.   70-73.   Napoli.    ls:i<». 

—  Vocabolario  Zoologico,  comprendente  le 
voci  volgari  con  cui  in  Napoli  ed  altre  con- 
trade del  Regno  appellatisi  animali  o  parti 
di  essi,  in  8°  di  ]>.  53.  Napoli,  1N4I1. 

-  Fauna  del  Regno  di  Napoli,  Uccelli,  pt.  I 
e  II,  con  15  tav.  Napoli,   1857. 

Costa  A.  -  Sul  Cuculus  glandarius,  L.,  Ann. 
dell'Ace.  degli  Aspir.  Natur.,  ser.  III.  voi.  VI. 
pag.  90.  Napoli,   1866? 

-  Su  {'Manda  alpestri.?.  L'end,  della  li.  Are. 
delle  Se.  Fix.  e  Materni,  di  Napoli,  p.  149. 
Napoli,  1869. 

—  Notizie  relative  alla  Fauna  Italiana  (l'ha- 
lowopus  lobatiis  ed  Anser  albifrnnx),  Remi, 
della  R.  Ace.  delle  Se.  Fis.  e  Maiem.  di  Napoli, 
fase.   II,   p.   22.   Napoli,    1870. 

Fiore  de  C.  -  Materiali  per  un'Avifauna  Ca- 
labre.  Roma.   1X90. 

Kònig  A.  -  Vogelwelt  atif  Capri.  Naumb.  s". 
isso. 

Lucifero  A.  -  Avifauna  Calatila  (dall' Arieula, 
auno  II,  fase.  8  e  segg.  1898  e  segg.).  Siena, 
1901. 

Martorelli  G.  -  Sopra  un  nuovo  esemplare  di 
Falcone  Saero  preso  nelle  vicinanze  di  Lu- 
cerà, Atti  Soc.  Hai.  Se.  Nat.,  voi.  XXXVI, 
pp.   199-203.   Milano,   1896. 

Moschella  G.  -  CU  Uccelli  di  Reggio  Calabria. 
Reggio  di  Calabria,  1891. 


vi  l  \N  II     ORNITOLOGICO 


Moschella  G..-  La  Siila  bassotta  a  Reggio  Ca- 

labria,    gioni.     Calabria,    ai VII,    d.   5. 

Reggio-Calabria,  29-30  gennaio  1899. 

Romita  de  V.    -   Avifauna    Pugliese,    Ann.   dei 

/.'.  Istit.    l'ein.  di  Bari,  anno  IL  Bari,  1883. 

Aggiunta  all'Ornitologia  Pugliese,    Ann.  del 

/.'.  hi.    Tecn.  ili  Bari,  voi.  Vili.  Bari,  L890. 

Nuove   aggiunte   all'Ornitologia    Pugliese, 

.1»».  del  /.'.  Tst.    l'ini,  ili   Bari,   voi.  XVIII. 

Bari,   L899. 

Materiali  per  una  Fauna  Barese,  nel  voi.  Ili 
dell'Opera    La    Ferra  ili  Bari.    Trani,    L900. 
Sofia  Moretti  F.  -  I  Tetraonidi,  giorn.  La  Caccia, 
Anno    VII.    n.    17(1,    L890. 

SICILIA. 
Angelini  G.  -  Nota  sulla  Turnix  sylvatica,  Boll. 

Sor.    Unni.    Stilili    '/noi.,  anno  I.  voi.  I.  1892. 

—  Sulla  permanenza  invernale  di  alcune  s]>.  oi< 
ili  Uccelli  in  Sicilia.  Boll.  Sur.  ],'om.  Studi 
Zool.,  anno  II.  voi.  II.   Roma,   1893. 

Contributo  allo  studio  delle  migrazioni  Or- 
nilirlie  con  osservazioni  l'aite  specialmente 
attorno  lo  Stretto  di  Messina,  Boll.Soc.  L'imi, 
simii  /unì.,  voi.  V,  fase.  I  a  VI.  Roma, 
1896. 

Benoit   L.  -  <  'mitologia  Siciliana.  Messina.  IMO. 

Birbeck  R.  -  Notes  on  the  Birds  of  Italv  and 
Sicily  inaile  in  1853,  Zoologist,  pp.  4249- 
1253,   1854. 

Calcara  P.  -  Elenco  di  alcuni  Uccelli,  L'ircirhr 
sulla    Si.    Xat.    dei   dintorni   ili  Xilosio,  in  S    . 

Palermo,  1831. 

—  Catalogo  Uccelli,  Descrizione  dell' Isola  d'U- 
stica, in  8°.  Palermo,    1842. 

Elenco  di  alcuni  Uccelli,  Descrizione  dell'I- 
sola  Linosa,  in  8°.  Palermo,   1851. 

Cancilla  G.  -  Elementi  di  storia  Naturale,  vedi 
voi.   II.   1801. 

CupaniF.  -PanphitonSiculum.  Palermo,  1713  ('). 

Oes  Murs  0.  -  Analyse  de  la  Faune  Ornitholo- 
gique  de  la  Sicile  de  M.  A.  Malherbe,  /.Ve. 
et  Mini,  ile  Zool..  pp.   21-24,   1854. 

De  Stefani.  -  Note  diverse  di  Ornitologia,  Sul. 
Siril..  anno   X,   p.  50.   Palermo,    1895. 

Doderlein  P.  -  Avifauna  del  Modenese  e  della 
Sicilia,  giorn.  Scienze  Nat.  ed  Eco».,  voi.  V, 
1869,  voi.  VI,  1870,  voi.  VII,  1871,  voi. Vili, 
L872,  ete.  Palermo.    L869-1874. 

—  Alcune  generalità  intorno   la   Fauna    Sicilia 


(')  Vedi  Brocchi,  Notizie  bibliografiche  intorno  al  Panphi- 
ton  tùulum  «lei  Caponi,  Bibl  Ital.  i.  XXVII,  pp,  190-202. 
Uili 1822     S 


dei   Vertebrati,    Uccelli,  p.   10-20,  Ann.  della 

Soc.    Xat..    anno    VI.    Modena,    1872. 

Doderlein  P.  -  Sulla    accidentale    comparsa    di 

una  Buia  bassana  nelle  vicinanze  di  Palermo, 

Natur.  Siril..  anno  II,  n.  2.  Palermo,  1883. 

Sulla   immigrazione    in    Sicilia    del    Turdns 

torquatUS,    L..    .Xat.    Sicil.,     anno     II.     li.     2. 

Palermo,   1883. 

—  Rivista    della    l'amia    Sicilia    dei    Vertebrati, 

Nuove  Effem.  Siril..  voi.  NI.  Palermo,  1881. 
Ferrara  F.  -  Storia  Naturale,  s.  a. 
Galvagni  G.  -  Mei ia  sull'Ornitologia  dei  din- 
torni  dell'Etna,    |>.   .".(>.   Catania.    L839. 
Panna  Etnea,  Mini.  dell'Acc.  Oioenia,  Ber.  I. 

t.   NIN.  pp.   245-259,    1842,  t.  XX,  pp.  L65- 

185,    L843. 
Gemellaro  C.  -  Zoologia  del  Colio  di  Catania, 

Uccelli,  Meni.  I.  Atti/Irli'  .[rr.  Qioenia,  voi.  XII, 

p.    ls.  1837. 
Gonzenbach  Th.   V.  -  Beobachtungen    iiber  die 

Vogel  in  der  Gegend  vini  Messina,  st.tini- 

lischer  Bericht,  i>.   104,   L863. 
Graf  G.  -  l>i    un    Picchio    murajolo    rinvenuto 

nelle    vicinanze   di    Messina.    Messina.    L842. 
-    Lettera   e  descrizione  di   un   Avvoltoio  Gri- 
fone. Messina,   IMI. 

Leonardi  C.  -  (ili  Uccelli  dei  dintorni  di  Gir- 
genti.  Girgenti,    1893. 

Malherbe  A.  -  Faune  Ornithologique  de  la  Si- 
cile.  Metz.   1M::. 

Minà-Palumbo  F.  -  Catalogo  degli  Uccelli  delle 
Madonie.  Palermo,   1853. 
Aggiunte  al    Catalogo    degli    Uccelli    delle 

Madonie,   giorn.   La  Favilla,  n.  10.  Filler 

ls.jT. 

—  Ossei  vazioni  sull'albinismo  degli  Uccelli, 
1858. 

Mina-Palumbo  F.  e  Morici-Minà  M.  -  Avifauna 

Sicilia,    Metiicrotuatisnio,     Alienili,    anno    II, 

fase.   11.  Siena,   1898. 
Morici-Minà  F.    -    Osservazioni  sull'albinismo, 

Boll,  del  Xat.  n.   1,   Issi;,  n.  0  e  s,  l^sT. 

n.  :.',   1888. 
Muth  G.  P.  -  Die  Vogel    ani'  Sicilien,  Zoologi- 

scile  Garten,  p.   1  ;::,   1870. 
Nocito  G.  -  Catalogo  degli  Uccelli  del  territorio 

di  Girgenti,   in  4°,   1844. 
Palazzotto  B.  -  Trattato  di  i  (mitologia  Siciliana, 

nis.   conservato   alla    Biblioteca   di    Palermo 

ilxil   circa). 

—  Lettera  intorno  ad  un  Uccello  di  singolare 
forma  nella  conformazione  del  becco  (Comi* 
graculus).  Giorn.  di  Se.  Lett.  ed  Ar.  di  Si- 
cilia, t.  XXTT,  pp.  137-152,    1826. 

Patti-Zuccarello  M.  -  Ricerche  Ornitologiche  in 
Sicilia.  Palei- ,   1844. 


164 


ATLANTE    oHNITi  H.i  »  ilei  > 


Patti-Zuccarello  M.  -  Osservazioni  e  ricerche  su 
ili  un  vago  Uccellino  Siciliano  (Sylvia  atrica- 
pilla),  Alti  Acc.  (limili/i.  ser.  II,  f.  I,  pp.  137- 
11'.',    1844. 

Osservazioni  Ornitologiche  sopra  molti  Uc- 
celli Siciliani,  Atti  Acc.  Gioenia,  ser.  II,  t.  I, 
pp.  145-148,   1844,  t.  II,  pp.  321-335,  1845. 
-  Sulla  grande  Ottarda,  sull'Anitra  casarca  e 
sul  Pellicano  bruno,  AttiAcc.  Gioenia,  sor.  II, 

t.  in,  pp.  r;,i-r.H,  1846. 

Pistone  A.  -  Metacromatismo  in  alcuni  Uccelli, 
Nat.  Sicil.,  p.  9.   Palermo,   1890. 

Power  M.  G.  -  Lista  di  Uccelli  Siciliani,  Guida 
pei'  la  Sicilia,  in  8°.  Napoli,   1842. 

Rafinesque  Schmaltz  C.  S.  -  Caratteri  di  alcuni 
nuovi  generi  e  nuove  specie  di  animali  e 
piante  della  Sicilia  (Uccelli,  pp.  ">-").  Pa- 
lermo,  1810. 

Riggio  e  De  Stefani.  -  Appunti  e  note  di  Or- 
nitologia Siciliana,  Nat.  Sicil.,  anno  V,  n.  8°. 
Palermo,    1895. 

RUSSO    E.    T.    -    Discorso  per  l'inaugurazione  del 

Gabinetto  di  Storia  Naturale,  in  4°,   1841. 
Russo  F.   -   Breve  descrizione  di  tutte  le    sorti 

ili   Uccelli  conosciuti  nella  Sicilia,   etc,   ms. 

depositato  nella  Piccola  Biblioteca  di  Palermo. 
Sava  R.    -   Lucubrazioni    sulla  Flora  e   Fauna 

dell'Etna,  e  sull'origine  delle  caverne   nelle 

lave  di  questo  vulcano.   .Milano,   1844. 
Scinà  D.  -  Catalogo   di  Uccelli,   Topografia  di 

Palermo,  in  8°,   Palermo,  1818. 
Whitaker  J.  -  Sulla    riproduzione    in    cattività 

del  l'orplu/rio  coeruleus  (  Vandelli),  Nat.   Sicil. 

anno   III,   n.   s.    n.    1.    Palermo,   1899. 

—  Acredula  stenla.  Bull.  Jhiih.  Orti.  Club., 
li.    78°.    London,    1901. 

—  Further  Informat.  on  tuo  recenti?  described 
Species  of  Passerine  Birds,  Ibis,  Jan.  1892, 
Pp.  54-59,  w.  pi. 

MALTA. 

Blasius  R.  -  Ornis  vmi  Malta  und  Gozo,  Ornis, 
VII  .Jalirg.  lieti  1  und  II,  pp.  139-211.  Brami- 
seli weig,   1895. 

Godeheu  de  Riville.  -  Sur  le  passage  des  Oiseaux 
de  Malte,  Meni,  de  Miti,  et  de  Pliis.  prés  a 
VAcc.de Sole  Paris,t.  IH,  pp.   90-93,  1760. 

Grant  W.  -  Birds  found  in  Malta  and  Gozo 
witli    their     Knglish,    Maltese   and    Latin    na- 

mes.  La  Villetta,    1866. 
Medlycott     W.     -     Catalogne    of    the     Birds     of 

Malta  witli  their  English  and  Maltese  iianies. 

Sherborne,  1860. 
Schembri   A.   -  Catalogo  Ornitologico  del  gruppo 

di   Malta,   con   una   tav.    Malta,    IS4:!. 


of    Birds  etc, 
pp.    245-256, 


Sperling  R.   M.   -  Some  Accountofan  Ornitho- 

logist's    Cruise    in    the    Mediterranea»,    Ibis, 

pp.  268-290,  1864. 
Strickland  H.   E.  -  On  Thalassidroma  melitensis, 
Schembri,  a  supposed  ne^  species-  of  Storni;* 
Petrel,     I»».  and  Mag.  N.  II..  XIV,  p.  318, 

1844. 

(in  the  occurrence  of  Charadrìvs  virginia- 
nus,  Bork.  at  Malta,  Ann.  and  May,  .V.  11., 
V,  p.  IO,  1850. 
Wright  C.  A.  -  Lista  di  l'ccelli  Maltesi,  Beper- 
torìo  ili  Storia  Naturale  del  Di'.  Gulia,  alla 
parola  Ghasfur,  p.  160-174,  1862. 

-  A  visit  to  the  Islet  of  Filila  on  the  South 
Coast  of  Malta,   Ibis,  pp.  435-440,    L863. 

—  List  of  the  Birds  observed  in  the  tslands 
of  Malta  and  Gozo,  Ibis,  pp.  42-7:'.,  137-157, 
1864. 

-  Appendix  to  a  List  of  Birds  observed  in 
the  Islands  of  Malta  and  Gozo,  Ibis,  p.  '-'91, 
1864. 

Seciuiil  Appendix  to  a  List 
Ibis,  pp.  459-466,   1865. 

—  Third    Appendix   etc,    Ibis 
L869. 

-  Fourtli  Appendix   etc,    Ibis,    pp.   488-493, 

1S70. 

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Arrigoni  Degli  Oddi  E.  -  Note  di  Caccia  in  Sar- 
degna, giorn.  La  Provincia  ili  l'adora,  varii 
numeri  del  marzo-maggio  1901. Padova,  1901. 

Bellenghi  A.  -  Notizie  sulla  Storia  Naturale  del- 
l'Isola di  Sardegna,  giorn.  Arcailies,  t.  LYII. 
pag.  60-109,   1832  (')• 

Bonomi  P.  -  Nota  Zool.  sopra  i  Fenicotteri  emi- 
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Club   Alpino  Sardo.   Cagliari.    1896. 

Breme,  Marquis  de.  -  Nouvelle  éspèce  euro- 
pi-enne du  genie  l.ains,  lice,  /un/.,  p.  321, 
1839. 

Cara  G.  -  Elenco  degli  l'ccelli  che  trovansi 
nell'Isola  di  Sardegna  od  Ornitologia  Sarda, 
in   4°.  Torino,   1842. 

—  Osservazioni  di  Gaetano  Cara  al  Catalogo 
degli  Uccelli  di  Sardegna  pubblicato  dal 
I)r.  Tommaso  Salvadori.  Cagliari,  1866. 

Carrucolo  A.  -  Catalogo  metodico  degli  Ani- 
mali Vertebrati  riportati  dalle  escursioni  nelle 
Provincie  meridionali,  in  Sicilia,  e  Sardegna 
negli  anni  1868-69  dal  Cav.  prof.  A.  Tar- 
gioni-Tozzetti,  Atti  Hoc.  lt.  Se.  Nat.,  voi.  XII, 
pj).  553-586.   Milano,   1869. 


(')  Tgnoro  se  in  questa  memoria  *i  imi  ti   degli    Uccelli  ili 
Sardegna  {Salvadori). 


\  I  I  km  1     ORNITOLOGI!  0 


1 65 


Cetti  F.  -  Gli  Uccelli  di  Sardegna.  Sassari,  l  T 7 •  ".  . 

Gene  G.  -  Nouvelle  éspèce  européenne  da  genre 
Faucon,  Eev.  /noi.  p.  L05,  In:!'.'  e  giorn. 
L'Institui   \  11.   p.  396,    1839. 

Descrizione  d'un  i vo  Falcone  di  Sardegna 

i  / '.    Eleonorae),   Mem.  li.  Acc.  Se.  di  Torino, 
t.   Il,  sci.   IT,  pp.  LI -48,  con  due  tav.,  1840. 

Gloger  Dr.  C.  W.  L.  -  Pio  l1"  unii  .">"'  europei  - 
sclir  Scharben  Art  :  Ualieuj  Desmarestii  und 
//.  teueogaster,  Journal  fur  Ornith.,  pp.  \-T.\, 
1  s.-.  1 . 

Hansmann  A.  -  Die  Sylvien  der  Insel  Sardinien, 
Su  ii  lini  »  n  in,   pp.  404-429,    lx,->7. 

Homeyer  E.  v.  -  Garbo  Desmarestii,  Journ.  f tir 
Ornith.,  p.  247,    L858. 

Kuster  H.  C.  -  Die  Vògel   der  Insci   Sardinien, 
Tsis,  pp.  208-231,   1835. 
Die  \'<>ml  der    Insci    Sardinien    (continua- 
zione),  Isis,  pp.  732-739,   L841. 

La  Marmerà  A.  -  Voyage  en  Sardaigne,  1  '  ed. 
Paris,    L826. 

Determination  ed  description  des  differénces 
d'ìiges  de  l'Aigle  Bonelli  [Falco  Bonetti, 
Teram.),  Meni.  lì.  Ae.  de  Turili,  t  XXXVII, 
pp.  100-124,  pi.  I,  1834  (Memoria  lotta,  il 
1'  I  gingno  1832). 

Voyage  en  Sardaigne,  2a  ed.,  Oiseaux, 
pp.   173-176.  Paris,  1835. 

Lepori  C.  -  Contribuzioni  allo  studio  dell'Avi- 
fauna Sarda,  Atti  Soe.  It.  Se.  Nat.,  voi.  XXV, 
pp.   293-345.   .Milano,    Issi'. 

Magretti  P.  -  Ina  seconda  escursione  zoologica 
all'Isola  di  Sardegna,  Atti  Soc.  11.  Se.  Wat. 
voi.   XXIII,   pp.   17-+1.   Milano,    isso. 

Martorelli  G.  -  Osservazioni  sui  Mammiferi  ed 
Uccelli  fatte  in  Sardegna.   Pistoia,   1884. 


Picchi  C.  -  Breve  nota  sulla  cattura  della  1,'issn 
tridaetyla  in  Sardegna  e  sulla  sua  frequenza 
in  Italia,  Alienili,  anno  III,  taso.  XXI-XXII. 
Siena,    1899. 

Salvadori  T.  -  Catalogo  degli  Uccelli  di  Sarde- 
gna,   Atti   SOC.    11.  Se.  .V,,/.,  voi.  VI,  pp.  10-66, 

L93-228,    124-497.  Milano,   L864. 

Idem,    in   un    volume.    Milano,    1864. 
Katalog    der     Yiigel     Sardinicns    in i t    N'olcn 

und  Beobachtungen  von  Tommaso  Salvadori, 

Aus  tieni  llalienisclien  iibei  tnigen  dindi 
Dr.  Cari  Bolle,  Journ.  fiir  Ornith.,  pp.  15- 
67,  128-144,  271-288,  314-326,  H5-432, 
1865  ('). 

CORSICA. 

Payraudeau  B.  C.  -  Description  de  dens  éspèces 
nouvelles  d'Oiseaus  appartenenl  aux  Genres 
Mouette  (Larus)  et  Cormoran  [Garbo),  Ann. 
Se.  Nat.  Vili,  pp.  460-465,   1826. 

—  Curili)  Desmarestii  n.  sp.  et  Larus  Audoui- 
nii  n.  sp.  Nouv.  Bull.  Se.  Soe.  Philomat., 
pp.  122-123.  —  Ferussac,  Unii.  Se.  Sul.  t.  XI, 
p.  •-'<>:;,   1827.   Isis,  pp.  894-895,   1834. 

Sharpe  R.  B.  -  On  Whitehead's  NuthatcL,  Prue, 
'/.noi.  Soe.  n.  28,   1884. 

Wharton  B.  C.  -  Notes  on  the  Ornitbologj  of 
Corsica,  Ibis,  ser.  Ili,  voi.  VI,  pp.  17-29. 
London,   1876. 

Whitehead  J.  -  O  in  ittiologica]  Notes  troni  Corsica, 
lbix.  ser.  Y,  voi.  II.  pp.  24-4s.  London,    lss.">. 


I1)  Se  la  memoria  non  m'ingaiuin  anche  m-1 1.«  Zoologitt 
dell  anno  limi  ii  1902  \i  è  un  brevissimo  Bcritto  Bnil'Ornito- 
logia  Minila     ili. Milo  ail    ini   sottnfHcialc  fittila    Marina    inglese. 


Parte  Seconda 


Indici:  Sistematico 


unirne  ACCII'ITKKS     .         .  .         . 

Sottordine  \<  !<  IIPITRES  DIURNI 

Famiglia  Vulturidae 

Genere  Vultur,  Brisson,    L760  ..... 

1.  Vultur  monachus,   Linnaeus,  L766;   Avvoltoio 

i .,  mi  ii  Gyps,  Savigny,    1809   ...... 

•_'.  Gyps  fulvus  (Gmelin),    L788;   Grifoni  . 

Genere  Yeopkron,  Savigny,    1808     ..... 

3,  Neophron   percnopterus  (Limiaeus),  1758;   Capovaccaio 

Famiglia  Gypaétidae 

Genere  Gypactus,  Storr,    17M 

l.  Gypaétus  barbatus  (Linnaeus),  1758;   Avvoltoio  degli  agnelli 

Famiglia  Falconidae 

Sottofamiglia  Accipitkinak 

Genere  Astur,  Lacépède,    1801         ..... 

5.  Astur  palumbavius  (Linnaeus),    L758;    Astore 

6.  Astur  brevipes,  Severtzow,   1850;  J'-imi-  levantino 
i.i Aceipiter,  Brisson,    I7iiu      ..... 

7.  Aceipiter  uisus  (Linnaeus),    L758;   Sparviere 
Genere  Oircus,   Lacépède,    L801        ..... 

8.  Circus  aeruginosus  (Linnaeus),    1758;   Albanella  . 

9.  Circus  macrurus  (S.  Gmelin),   1777:   Albanella  pallidi 
LO.  Circus  cyaneus  (Linnaeus),   17ii(>;  Albanella  irate 
LI.  Circus  pygargus  (Linnaeus),    1758;   All'aneliti  minore 

Sottofamiglia  Bi  tbonutae        ....... 

Cenere  Buteo,  Cuvier,    1X00   ...... 

li'.  Buteo  buteo  (Linnaeus),  L758;    Pojana 
I2a.  Buteo  buteo  desertorum  (Daudin),    1799;    Pojana  minori 
L26.  Buteo  desertorum   Zimmermannae  (Ebmcke),    1893;   Pojan 
nore  dello  Zim-mermann         ..... 

13.  Buteo  feros   (S.  Gmelin),    1771:   Pojana  dalla  coda  bianca 

Genere  Archibuteo,  Brenna,    L828     ...... 

1+.  Archibuteo  lagopus  (')   (Gmelin),    1  7ss  ;    Pojana  calcata 

Sottofamiglia  Aquii.inak.         ........ 


Pag. 


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O  Fata  i'i  anni*  b    Orti,  boi ,,  p    I     L764J 

Atlante  ornitologico. 


23 


\  I  I.  \N  11      ORNITOLOGICI  l 


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Iquila,   Brisson.    min.         ....... 

àquila  chrj-saétii6  (Linnaeus),    1758;    Aquila  reale 
Aquila  heliaca('),   Savigny,    1810;    Aquila  imperiale     . 
Aquila   Adalberto',    Brehra,    1860;    Aquila  dalle  spalle  Inanehe 
Àquila  rapax  (Temiuinck),    1828;   Aquila   rapace. 
Aquila  orientalis,  Cabanis,    1  s.",  i  ;    Aquila  orientale  e  formi 
Aquila  maculata   (Guielin),    1788;   Aquila  anatrala   maggiore 
Aquila  poraerana,   Brehin,    1835;     iquila  anatrala  minore 
Nisaetus,  Hodgson,    1836     ....... 

Nisaetus  fasciatus  (Vieillot),    1822;   Aquila  del    Bottelli 
Nisaetus  pennatus  (Gmelin),    1788;   Aquila   minore 
Haliaetus,  Savigny,    1809     ....... 

Haliaetus  albicilla  (Linnaeus),   175N;  Aquila  ili  man   . 

Haliaetus  leucorypbus  (l'aliasi.    ITTI:    Aquila  ili  muri-  di    Pallas 

Oircaetus,   Vieillot,   1816      . 

Circaétus  gallicus  (Gmelin),   17s,s;    Biancone 

Milvus,  Cuvier,   1 800  ........ 

Milvus  milvus  (Linnaeus),   17">s;    Nibbio  reale 
Milvus   Uniscimi)  {-)   (S.   Gmelin),    1771  :    Nibbio  Inumi   . 
Milvus  aegpytius  (Gmelin),   1788;    Nìbbio  egiziano 
.Milvus    tnelanotis,    TemmincL    &    Schlegel,     ?1845;     Nibbio   dalle 
orecchie  nere         ....  ... 

Elanus,  Savigni .    1809 

Elanus  caevuleus  (Desfoutaines),   I7s7:   NibMo  bianco   . 

l'cniis.  (  luvier,    1  si7  . 

Pernis  apivorus  (Linnaeus),   1758;    Falco  pecchiaiolo 

Hierofalco,  Cuvier,    1817 

Hierofalco  cherrug(')  (J.   E.  Gray),    1833;   Sacro 
Hierofalco  Feldeggi  (*)  (Schlegel),    1844  (B);    1, unni-in 
Hierofalco  candicans  (Gmelin),   1788;   Oìrfalco  ili  Groenlandia 
Hierofalco  islandus  (Gmelin),    1788 1  );   Girfalco  d'Islanda  . 
Hierofalco  gyrfalco  (')  (Linnaeus),   1758;   Girfalco 
Falco,    Linnaeus.    1758  ....... 

Falco  peregrinus,  Tunstall,    1771:    Faleone  . 
Falco  punicus,   Levaillant,    1n.">o;    Faleone  minori 
Palco  barbari»,   Linnaeus.   1 7 ."> s  ;   Falcone  ili   Birberia. 
Falco  subbuteo,   Linnaeus,    1758;   Lodolaio  . 
Falco  Eleonora*,  Gene,    1839;    Falco  della   regina 
Falco  aesalon  (8),  Tunstall,   1771:  Smeriglio 

Tinnuneuhi8,  Vieillot,    1807  ...... 

Tinniinculus    vespertillUS   (Linnaeus,,    17(ili:    Folio   euculo 
Tinnunculus  tionunculus  (Linnaeus),    L758;   Gheppio    . 


l'Oli. 

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48 


'Falco  melanaetus,   Linnaeus    Syst.    Vai.,   !.  \>.  ■- -  i  ileo  impenalis,    lieeli  toiii    Om.    Vaseh.,   HI,  553,  u.    3 

(1803-1805). 

i)  Falco  migram     Boddaerl     Cabl    d.  IM.  Eni.,  p.  21     □  (1783). 

(:1)  Cfr.  Dr.  Reicheno^      \..  Syst    Viste    Vogel   Deutechl  n    33  (lfi    I 

i  ■  |  /  aXco  Feldeggii,  Schlegel. 

Pedi  Kleinechmidt,  O      iquila,  \ni,  p.        (1901) 

■   i   /  ■  '      BrUnnich,  Orn.  bor.  (1764). 

i  »   Monili    Latori  dicono  che    Li    nome  «li   F.  I  ■    ■■       ■  mimo  di  F.  peregrinus,   m.i  basta  vedore   le  dimensioni 

offerte  da   Linneo  (Faun.  Suec,  ed.  r,  p.  2]     L746)  pei   convincersi  che  tale  a    orto 

I  i    .'■    "■    '■-     i    erronoainonte  stampato  (cfr.  pag    IC). 


ISIMi   I      -1-1  I   M  \  l'K  0 


Hi.  Tinnunculus  Nauraanni  (Fleischei  .    1818;    Falco  gi-illajo 

Sottofamiglin  Pandionin  le  .         .  •  • 

i  ienere  Pandion,  Sa\  ignj .    L809      ...... 

IT.  Pandion  lialiaètus  (Linnaeus),    L758  ;    Falco  pescatore   . 

Sottordine  \>  CIPITRES  N0CTURN1 

Famiglia  Bubonidae 

Sottofamiglia  Boboninai 

Genere  Bubo,  Cuvier,    isi? 

|s.  Bnbo  bubo  (Linnaeus),    L758;   Gufo  troie    . 

Genere  Pisoì'hina,  Kaup,   1848         ...... 

4-9.  Pisorhina  scops  (LinnaeuR),    L758;   Assiolo  . 

Genere  Nyctea,  Stephens,   L826       ...... 

50.  Nyctea   nyctea(')  (Linnaeus),    1758;   Civetta  delle  nevi. 
Genere  Surnia,  Duméril,   1806         ...... 

51.  Surnia  ulula  (*)  (Linnaeus),    1758;    Ulula 
aia.  Surnia  nlnla  capameli   (P.  L.  S.   Miiller),    ITTti;    Ulula  «mei 

Genere  Carine,  Kaup,    1829    ....... 

52.  Carine  noctua  (Scopoli),    1769;   Civetta 

52«.  Curine  noe  tua  glaux  (Savigny),   1809;   Civetta  meridionali 

Genere  Glaucidium,  Boie,   1826       ...... 

53.  Glaucidium  passerinum   (Linnaeus),    L758;   Civetta   minori 
Sottofamiglia  Syrniinae  (s)      ........ 

Genere  Asio,  Brisson,   !7<io    ....  .         . 

54.  Asio  otus  (Linnaeus),    L758;   Gufo  comune  . 

55.  Asio  accipitrinus  (Pallas),   1771:   Gufo  <li  padule 
:>G.  Asio  capensis  (Smith),    1835;   Gufo  del  Capo 

Genere  Syrnium,  Savigny,    Iso'.i      ...... 

."p".  Syrnium  aluco  (Linnaeus),    L758;   Gufo  selvatico. 

58.  Syrnium  oralense  (Pallas),    1771;   Gufo  degli  Urali 

.">;>.  Syrnium  lapponicum   (Retzius),   1800;   Gufo  ili  Lapponia 

Genere  Nyctala.  Brehro,    1826  ...... 

60.  Nyctala  Tengmalmi  (')  (Gmelin),   1788;   Civetta  eapogrosso 
Famiglia  Strigidae     ......... 

Genere  Strix,   Linnaeus,   1758  ...... 

61.  stri \  flammea,   Linnaeus,   I7(iii:    Barbagianni 
Ordine  PICARIAE.         .  ... 

Sottordine  ZYGODACTYL1 

Famiglia  Picidae 

Sottofamiglia  Picinae      ......... 

Genere  Geeinus,  Boie,   1831    . 

62.  Geeinus  viridis  (Linnaeus),   1758;   Picchio  verde  . 

62«.  Geeinus    viridis   Sliarpei    (Saunders),    ls72;    Picchio    verdi 
Olinolo  ........ 


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ri     Umili  Anidri    adottano   per   qnestn    specio  il  1 'li    V*.  scandiaca,  e  1--1  »    pifi  .<   p iccu<    Linneo 

chiamò   Stria    seandiaca   l'adulto  <■    Stria    Yyctea  il  giovani     ma  siccome  entrambi  i  nomi  -1  trovano   nella  \  edizione  (V3  ■  1 

-1  può  usai  e  1  ano  0  l 'ali  ro  indifl'ei  entem<  nte. 

Surnia  ulula  (L  1  e  S.  funerea  (L.)  Bono  sinonimi;   Linneo  [Syst.   Nat,    l     p,  93,  n.  7  ■■  LO,   L758)  dà  loro    ■■  1 

l'Eni-opa,  pero  il   Naumann  1  1  -•■     h'.ff    Eur.)  dice  «'li>'  Linneo  nella  Faw  diede  per  habitat  alla  S.  funerea  l'Europa 

i'  l'America,  <■  che  quindi  il  nome  «li  8.   ulula  >    da   pn  fi 

(ili  corrispondente  italiano  Barebbe  Sirniini  e  non  &                eonn    ?enno  orroneamento  stampato  {cfr.  pa| 
11)  in  scrivo   Tengmalmi  >■  non  tengmalmi,  0(1  in  tata  sauro  va  e >tto  a  pag.  68    iinoa    I 


VI  t.ANTI      ORNI  rOI.OGICO 


i  ienere 
i  tenere 


Genere 

Sottofamiglia 
i  tenere 

Famiglia 

Sottofamiglia 

Genere 

Genere 

Genere 


Sottordine 

Famiglia 

Genere 

Famiglia 
Genere 


Famiglia 
Genere 

Genere 

Famiglia 
i  Ienere 

Sottordine 


63.  Gecinns  canus  (Gmelin),    lTss:    Picchio  cenerino. 

Ficus,  Linnaeus,   1758         ....... 

lil.    l'icus   111:111  i us.    Linnaeus,    IT."1-:    Picchio  nero 

Dendrocopus,  Koch,   1816   . 
iì.'i.   Dendrocopus  major  (Linnaeus),   1758;   Picchio  rosso  maggiori 
65a.   Dendrocopus    major  syriacus    (Hempricli   &    Elirenberg),    1828 

Picvliio  rosso  maggiore  siriani      ..... 
66.   Dendl'ocopus  leuconotus  (Bechstein),  1802;   Picchio  a  dorso  bianc 
66«.   Dendrocopus  leuconotus  Lilfordi  (Sharpe  &  Dresser),   Isti  ;   Pie 

chio  11  dorso  bianco  di  Lilford      ..... 
UT.   Dendrocopus  medius  (Linnaeus),    1758;    Picchio  rosso  mezzano 

68.  Dendrocopus  minor  (Linnaeus),    1758;   Picchio  rosso  minore 
68tt.    Dendrocopus   minor  pipra   (l'aliasi.    1831;     l'ici-hio    rosso  minor- 

silurili  no        ......... 

68&.   Dendrocopus  minor  Danfordi  (Hargitt),   Iss:;;  Picchio  rosso    mi 
non   di  Danford.         ....... 

Picoides,  Lacépède,   1801    ....... 

69.  Picoides  tridactyliiB  (Linnaeus),    1758;    Picchio  tridattilo 
Iynginae    ...  ...... 

Ii/u.i,   Linnaeus,   1758.  ....... 

70.  Iynx  torquilla,   Linnaeus,    1758;    Torcicollo  .... 

Cuculidae 

Cucolinae.         ......... 

i'iiciilns.   Linnaeus,   1758     ....... 

71.  Cuculus  canorus,   Linnaeus.    I75S;    Cuculo  .... 
Goccystes,  Gloger,   1834         ....... 

Ti'.  Coccystes  glandarius  (Linnaeus).   17.">s;   Cuculo  dal  ciuffo 

Coccyzus,  Vieillot,   lslii      . 
73.   Coccyzus  americanus  (Linnaeus),    1  7 r> s  ;    Cuculo  americano    . 
"il.   Coccyzus   erythrophthalmns    (Wilson),     1811   :    Cuculo    americani 
dagli  occhi   rossi  ........ 

ANISODACTYLT         .  .... 

Coraciidae  .... 

CoraciaS,  Linnaeus,   1 7 ."> s      ....... 

75.  Coracias  garrnlusC),  Linnaeus,    1758;   Ghiadaja  marina 

Meropidae 

Merops,    Linnaeus,    1758        ....... 

7ii.   Merops  apiaster,   Linnaeus,  17.">s:  Gruccione 

77.  Merops  persicus,   Pallas,    177:;  :   Gruccione  egiziano 
Alcedinidae  ......... 

Alcedo.   Linnaeus.    1758 

78.  Alcedo    ispida,    Linnaeus,    17.VS 

Ceryle,  Boie,  1828      . 

79.  Ceryle    rudis   (Linnaeus),    I7.">S; 

Upupidae 

Upupa,    Linnaeus.    17.~>s 
su.   I  pupa  epops,  Linnaeus,   175S;    Upupa 
HIANTES  


Martin  pescatore 

Marlin   pescatore  bianco   e   nero 


Paq. 


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(i)  Coraciai  garritivi,   Llnnaens,  Spit.  Xal  ,  l    ]>.  107  (1' 


IMiH    I       -I-I  I    M  MI'  0 


Famiglia 
(  renere 


Famiglili 

Sottofamiglia 

Genere 


Sottofamiglia 
Genere 

<  Inlinc 

Sottordine 

Sezione 

Famiglia 

Genere 

(  tenere 


(  tenere 

(  tenere 

Famigli!) 
Genere 

i  tenere 


i  tenere 

Famiglia 
i  tenere 

Sezione 

Famiglia 

Genere 


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Caprimulgidae 

Caprimulgus,  Linnaeus,   L758       ..... 

Caprimulgus  enropaeus,   Linnaens,    L758;  Succiacapre 
Caprimulgus  ruficollis,  Temminck,    1820;    Succiacapi-e  dal    collo 
rosso  .......... 

Caprimulgus  aegyptius(Lichtenstein),  L823;  Succiacapre  algerino 
Cypselidae.         ....... 

Ci  PSELINAE  ......... 

[pus,   Scopoli,    1777  .'...... 

A|piis  melba  (Linnaens),   L758  ;   Rondoni   alpino, 

Apus  apns    LinnaeuB  .    1758  :    Rondone      .... 

a.   Apus  apus  ti i ii ìi ti 1 1 ^  (Brel 1855;    Rondone  pallido 

Apus  afSnis  (J.   E.  Gray),    L832  ;    Rondone  indiano    . 
('hai  il  i:in  vie     ......... 

Cimi  Inni.  Stephen  s,    L826  .         ...... 

Chaetura  caudacuta  (Lathara),  1801  :  Rondone  dalla  coda  spinosa 

PASSERES 

OSCINES. 

OSCINES    LATIROSTRES 

Hirundinidae 

Clielidon,   Unir.    Ì822 
.  (  Ihelidon  urbica  i  Linnaeus 

lliriiiìilo,  Linnaeus,  1758. 
.  Hirundo  rustica,  Linnaeus. 
.   Hirundo  rufula,  Temminclì 

Olivicola,  Forster,  1817  . 
.  Olivicola  riparia  (Linnaens),   1758;    Topino. 

Ootile,    Unir.    1822 

.  Colile  rupestri*  (Scopoli).   1769;    Rondini    montana    . 

Muscicapidae 

Muscicapa,  Linnaeus,    1766        ...... 

.  Muscicapa  grisola,   Linnaeus,   1766;    Pigliamosche 

Ficedula,  Brisson,    1760    ....... 

.   Ficedula  atricapilla  (Linnaeus),   L766  ;    Balia  nera 
a.   Ficedula  atricapilla  semitorquata  (Homeyer),  1885;  Balia  ean 
casica  ......... 

.   Ficedula  collaris  (Bechstein),   1895;    Balia  dal  collare 

Erythrostema,  Bonaparte,   1838.         ..... 

.  Erythrosterna   parva   (Bechstein),    1795;    Pigliamosche  pettirosso 

Ampelidae  .......... 

Ampelis,   Linnaeus,    I7cti  .  ...... 

.   Ampelis  garrulus  (Linnaeus),    1758;    Beccofrusone 

OSCINES   ADUNCTROSTRES 

Laniidae    .......... 

Lanius,   Linnaeus,    1758     ....... 

.   Lanius  excubitor,   Linnaeus,  1758;   Averla  maggiore. 

a.  Lanius   excubitor  major  (' )  (Pallas),  isll  ;  Averla   maggiori   ri 

Pallas.       .         .  

.   Lanius  meridionalis,  Temminck,   1820;   Averla  meridionale 


1  758  :    Balestruccio 

1  7nS  ;    Rondine. 
1 835  :    Rondine  rossiccia 


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(')  Il  Coni.    Salvatimi  od  il  l'ini',  i  figlioli  adoperarono  il  nome  ili  ì .  major  poi  nni    tn  Botfc 


ATLANTI-:    ORNITOLOGICI  I 


ino.   Lanius  algeriensis,   Lesson,    L839  ;   Averla  algerina 

101.  Lanius  minor,  Gnielin,    1788;    Averla  cenerina  . 

102.  Lanius  collurio,   Linnaeus,    1 7 r. s  :    Averla  piccola 

103.  Lanius  senator,   Linnaeus,    L758  ;    Averla  capirossa 

104.  Lanius  nubicus,   Lichtenstein,    1823  ;   Averla  dalla   maschera 

105.  Lanius  isabellinus,  Ehrenberg,    1828;    Averla   rossiccia 
Sezione                         OSCINES    A.CUTIROSTRES  ....  .  . 

Famiglia  Paridae     ........  .         . 

Sottofamiglia  Regulinae        .......... 

Genere  Beguine,  Cuvier,   1800        ........ 

106.  Begulus  regulus  (Linnaeus),    1758;    Regolo.         .... 

107.  Regulus ignicapillu8(Temniinclc ex C.  L.  Rrehm),  1820;  Fiorrancino 
Sottofamiglia  Parinae   ........... 

Genere  Bemieus,  Stejneger,   issi;  ........ 

108.  Remizus  penduliuus  (Linnaeus),   l7."iS:   Pendolino 

108  a.   Remizus    penduliuus   castaneus    (Severtzow),     ls7:l;    Pendolino 
castagnolo  .......... 

Genere  Panurns,  Kock,  1816         ........ 

109.  Panarne  biarmicus  (Linnaeus),   1758;    Basettino. 

Genere  Aegithalus  ('),  Hermann,  1804    ....... 

110.  Aegithalus  caudatus  (Linnaeus),  1758;  Codibugnolo  testabianca  . 
110«.   Aegithalus  caudatus  senes   (Madarasz),  1900;    Codibugnolo  testa 

bianca  causasico.  ........ 

Ilo//.  Aegithalus  caudatus  dorsalis  (Madarasz),  1900  ;  Codibugnolo 
caucasico  <lal  dorso  nero     ....... 

lille.  Aegithalus  caudatus  roseus  (Blyth),   1836;   Codibugnolo   rovo. 

110  d.  Aegithalus  caudatus  macedonicus  (Salvadori  &  Dresser),  1892; 
Codibiignolo  macedonico       ....... 

110  e.  Aegithalus  caudatus  Irbyi  (Sharpe  &  Dresser).  1  s 7 1  :  Codibu- 
gnolo grigio         ......... 

110./'.  Aegithalus  caudatus  caucasicus  (Lorenz).  1887;  Codibugnolo 
caucasico    .......... 

110  gr.  Aegithalus  caudatus  siculus  (Whitaker),  1901;  Codibugnolo 
siciliano     .......... 

Ilo/.    Aegithalus    caudatus    tephronotus    (Giinther),     1865;    Codibu- 
gnolo  Inno  ......... 

Genere  Parus,  Linnaeus,   1758      ........ 

111.  Parus  caeruleus,   Linnaeus,   1758;   Cincioyrella     .... 

112.  Parus  Pleskei,  Cabanis,   1  s77  :   Cinciarella  ili  Pleske  . 

113.  Parus  cyanus,   Pallas,   1770:   Cincia/reila  azzurra 

111.   Parus  major,   Linnaeus,   1758;   Cinciallegra  .         .         .         . 

115.    Parus  aler,   Linnaeus.    1758;    Cincin   mora.  .  .  .  . 

115  a.   Parus  ater  britannicus  (Sharpe  &    Dresser),  1872;  cincia  moni 
Ini  la  ìi  n  ira   .......... 

116-118.   Parus  palustris,  Linnaeus.   17f>s,  e  fanne  affini   . 
119.   Parus  lugubris,  N'aiterei-,   1820;   Cincia  dalmatina 

ll'll.    ParUS   eineliis,    Boddaert,     1783;    Cincia    siberiana 

Genere  Lophophanes,   Kaup,    1829.         ....... 

121.    Lophophanes  cristatus   (Linnaeus),    1758;    Cincia  col   ciuffo. 


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I1)  Il  Salvador!  Del  il  Giglioli  cosi  ohinmarono  lo  Irò  voooliio   l'ormo    ilo!    Codibugnoli   Italiani:    Aeredvla   emulata  (110), 
A.  rotea  filmi     1.   Trbyi  (110. 


IM'H  I      SISTEMA 


Famiglia  Sittidae      ........... 

Genera  Sitta,   Linnaeus,    1758         ........ 

122.  Sitta  caesia,   Meyer  >\    Wolf,    lslo:    Picchio   muratore 

123.  Sitta  europaea,   Linnaeus,    I T ."■  s  ;    Picchio  muntimi    nordico, 

124.  Sina  Ne ayeri,   Michaholles,  L830;  Picchio  muratori  dalmati  no  . 

125.  Sina   YVhiteheadi,  Sharpe,    1884;    Picchio  muratore  còrso     . 

Sezione  OSCINKS  CDRVIEOSTRES 

Famiglia  Certhiidae 

Genere  Gerthia,  Linnaeus,   1758    ........ 

126.  Certllia  familiaris,   Linnaeus,    1758;    Rampichino  alpestri 

126  a.  Certhia   familiaris  brachydactyla  (Brehm),   1831;    Rampichino  . 
Genero  Tichodroma,   llliger,   lsii  ........ 

r_'T.  Tichodroma  muraria  (Linnaeus),    lTiiii:    Picchio  illuminiti    . 

Sezione  OSCINES  SUBULEBOSTEBS 

Famiglia  Troglodytidae      ........ 

Genere  Anorthura,   Rennie,    1831    . 

128.   Anorthura  troglodytes  (Linnaeus),    1758;   Scricciolo 

128  a.  Anorthura  troglodytes  liirtensis  (Seebohm),   1884;  Scricciolo  ili 
Situili   Kilda        ......... 

128  6.   Anorthura    troglodytes    borealis    (Fischer),     1861;    Scricciolo 

isltllltlifo         .......... 

Famiglia  Cinclidae 

Genere  Cinclus,   Bechstein,    1802    ........ 

li'it.  Cinclus  cinclus  (Linnaeus),    1758;   Merlo  acquajolo     . 

129  «.  Cinclus  cinclus  aquaticus  (Bechstein),    1802;    Merlo    acquajolo 

nordico        ......  ... 

1296.  Cinclus    cinclus  melanogaster (')  (C.  L.  Brehm),    ls-j:ì;    Merlo 

acquajolo  pancia  nera  ....... 

129  e.  Cinclus  cinclus  cashmiriensis    (I |d),     1859;    Merlo    acquajolo 

asiatico       .....  ... 

Turdidae 

\'  <  I  \  CORINAK    .......... 

Accentor,  Bechstein,   1802.         ...  ... 

130.  Accentili'    cullali-    (Scopoli),     1  Tli'.t  :    Snri/tnit  .... 

131.  Accentor  modulane  (Linnaeus),    L758;   Passera  scopajola 

132.  Accentor  montanellus  (Pallas),    177ti:    Passera  scopajola  asiatica. 

133.  Accentor  fulvescens,  Severtzow,    IsT.'l;   Passera  scopajola  bruna. 

134.  Accentui-  ai ri.uularis.   Brandt,   ls44  :   Passera  scopajola  dalla  gola 
nera   ........... 

TUBDINAE.  ........ 

Turdus,    Linnaeus.    IT.'iS     ...... 

135.  Turdus  viscivorus,   Linnaeus,    1758;   Tordela      .... 

136.  Turdus  musicus,   Linnaeus,    1758;    Tordo  ..... 

137.  Turdus  ustulatus  Swainsoui  (Cabanis),  1846;  Tordo  di  Swainson . 

138.  Turdus  aonalaschkae  l'aliasi  (Cabanis),   ls4T  :    Tordo  nano 

139.  Turdus  pilaris,   Linnaeus,    1758;   Cesena     ..... 

140.  Turdus  iliacus,   Linnaeus.    IT.'iS:    Tordo  sassella 
1  •'  neic  Ma  ulti.   Leach,    1816 


Famiglia 
Sottofamiglia 
(  renere 


Sottofamiglia 
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\TI.  \\  I  i     i  >i:\ ,ini 


111.   Mei  uhi  obscura   (Ginelin),    1788;    Tordo  oscuro  . 

142.  Merlila   fuscata   (Pallas),    L811;   Cesena  fosca 

143.  Merula   Naiiinanni   (Temminck),    1820;   Cesena  di    Nanmann 

144.  Merula  rufieollis  (Pallas),   177H;    Tordo  dalla  gola  rossa 

145.  Merula  atrigularis  (Temniinck),    1820;    'l'arilo  dalla  gola  veni 

146.  Menila  merula  (Linnaeus  .    1758;   Merlo  nero 

1  17.   Menila,  torquata  (Linnaeus)   1758;    Merlo  dal  collare. 

I  17  a.  .Menila  torquata  orientalis,  Seebohm,  1888;  Merlo  ilul  lollan 
orientale     .....  .  . 

117/'.   Morula  torquata  alpestris  (C.   L.   Brehm),    1828;    Merlo  dal  col- 
lare meridionale.         ........ 

i, Micie  Geociehla,  Kuhl,  anno?     ....... 

148.  Geociehla  varia  (Pallas),    1811;    Tordo  doralo     .         .         .         . 

149.  Geociehla  sibirica  (Pallas),    1776;    Tordo  siberiano 
Genere  Monticola,  Boie,   1822        ....... 

150.  Monticola  solitarius  (Linnaeus),    L758  ;   Passera   solitaria 
'.."il.   Monticola  saxatilis  (Linnaeus),    17ii(i;   Codirossone 

Genere  Saxicola,   Bechstein,    1802.  ...... 

152.  Saxicola  leucura  (Gmelin),    1788;    Monachella  nera 

153.  Saxicola  leucopyga  (Brehui),   1855;   Monachella  testa  hi, min 

154.  Saxicola  leucomela  (Pallas),   1770;  Monachella  dal  dorso  una 

155.  Saxicola  melanoleuca  (Giildenstadt),  1775;  Monachella  gola  nera. 
155  «I.  Saxicola  melanoleuca  occidentalis  (Salvadori),  1ss7  :   Monachella 

gola  nera  occidentale  ........ 

156.  Saxicola    stapazina    (Linnaeus),    17i;ii:    Minute/iella 

157.  Saxicola  oenaufclie  (Linnaeus).    1758;   Culbianco  . 

158.  Saxicola  isalielliua.  Cretzschmar,   1826;   Culbianco  isabellhw 

159.  Saxicola    deserti.    Riippel    in    Temminck,     1825;    Culbianco    del 

deserto        .......... 

Genere  Pratincola,   Koch,   isiti      ........ 

160.  Pratincola   rubetra  (Linnaeus),   1 7 r> s  :   Stiaccino  .... 

161.  Pratincola  rubicola  (Linnaeus),    17(iii;  Saltinpalo 

1(51  a.  Pratincola  rubicola  Hemprichi  (Ehrenberg),  1829;  Saltinpalo 
orientale     .......... 

ili-.'.   Pratincola  caprata  (Linnaeus),   17(i(>;  Sali  in  pala  nera 
i. cncie  Ruticilla,  C.   L.  Brehm,    1828    ....... 

16:.!.    Kulieilla   phoenicurus  (Linnaeus).    17.~>N;    Culi  rossa 

163  «.  Ruticilla  phoenicurus  mesoleuca  (Ehrenberg),  1829;  Codirosso 
ili   Ehrenberg      ......... 

164.  Ruticilla  tilis  (Scopoli),   1769;   Codirosso  spazzacamino 

165.  Kulieilla  ochvura  (S.  Gmelin),    1771:   Codirosso  ili  Gould  . 

166.  Kulieilla   Moussieri  (Olphe-Galliard),    1852;   Codirosso  algei-ino    . 

167.  Ruticilla  erythrogastra   (Giildenstiidt),    1775;    Codirosso    ili    Giil- 

ilnishiill      .......... 

Genere  Cyanecula,  C.  L.   Brehm,    1828.         ...... 

168.  Cyanecula  suecica  (Linnaeus),    1758;    Petf  azzurro  orientale 

168 a.  Cyanecula  succici  cyanecula  (Wolf),  1810;  PetV  azzurro  occidentali 
Generi  Calliope,  Gould,   1836        ........ 

169.  Calliope  calliope  (Pallas),    I77ii;   Calliope  ..... 
Genere  Nemura,   Bodgson,    1845    . 

17(1.    Neiniira    cvaniira    (Pallas),    177:;;    Cod'azzuìTO      . 


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Genere 


Genere 


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Genere 


Genere 


Genere 


Erithacus,  Cuvier,    Imni    ....... 

iti.   Erithacus    rabecula  (Linnaeus),    L758;    Pettirosso 

171  a.  Erithacus  rabecula  nyrcanus  I  BIau forti),  ls7  1  :  Pettirosso  /»  vaiano 

l  i  limi,   Forster,   1  si  1 
172.  Aitimi  luscinia  (Linnaeus),    L758;    Rusignolo 
17l'  a.  Aèdon  luscinia  Golzi  (Cabanis),    1873;    Busignolo  ■persiano 
17:'..  Ai  iiun   philomela  (Bechstein),    1795;  Busignolo  maggiore    . 

Svi. \  usai:.  ......... 

Sylvia,  Scopoli,    17ii!i         ....... 

171.  Sylvia  simplex,   Latbaui,    1787;  Beccafici)  .... 

17.").  Sylvia  atricapilla  (Linnaeus),    1758;   Capinera    . 
I7ii.  Sylvia  ui Boria  (Bechstein),   1795;    IHijia  padovana 
177.  Sylvia  orphaea,  Temminck,    1815;    Bigia  grossa. 
17s.  Sylvia  eunuca  (Linnaeus),    1758;    Bigiarella 
17:i.  Sylvia  Sylvia  (Linnaeus),    1758;   Sterpazzola 

180.  Sylvia  conspicillata,   La   Marmora  in  Temminck,    1820;    Steipaz- 

sola  ili  Sardegna         ....... 

181.  Sylvia  nana  (Hemprich  ov    Ehrenberg),    L828;   Sterpazzola    nana 
lx'_>.  Sylvia  subalpina,   Bonelli  in  Temminck,   1820;   Sterpazzolina 
182  a.  Sylvia    subalpina    mystacea    (Ménétriés),    1832;   Sterpazzola  il 

Menci  ri  cs     ......... 

183.  Sylvia  raelanocepbala   (Gmelin),    L788;   Occhiocotto 
183a.  Sylvia  melanocepbala  momus    (Ehrenberg),    L829;   Sterpazzola 

ili  Lmiimtn  ........ 

184.  Sylvia.  Rueppeli  ('),  Temminck,  1823;    Bigia  del  Riippel 
Melizophihis,  Leacb,   1816  ....  .         . 

ls.'i.   Mcli/cipliilus  iinilaiiis  (Boddaert),    1783;   Magnanina   . 

186.  Melizophilus  sardus  (La   Marmora  in  Temminck),    1820;   Magna 

nina    saniti  ........ 

Phylloscopus,  Boie,    1826    ....... 

Is7.   Phylloscopus  Eversmauni  (Middendorff),  1851;  Luì  di  Bversmann 

188.  Phylloscopus  nitidns,   Blyth,    1843;    Lui  giallo    . 

189.  PhyUoseopus  vi  ridano»,   Blyth,   1S4:'.  :    Lui   verdognolo 

190.  Phylloscopus  sibilator  (Bechstein),    17;»:;;    Lui  verde 

191.  Phylloseopns  trocbilus  (Linnaeus),   1758;  Luì  grosso. 

192.  Phylloscopus  Bonellii  (Vieillot),  1819:   Luì  Manico 

193.  Phylloseopns  rufas  (Bechstein),    iso'^;   Luì  piccolo 

194.  Phylloseopns  (ristia,   Blyth,   lst:ì;   Luì  sibcriano 

195.  Phylloscopus  proregulus  (Pallas),    1811;  Luì  ili  Pallas 

196.  Phylloscopus   SUperciliosne   (((melili),    1788;    Lui    /mestieri!  . 

tìypolaia,  e.   !..   Brehm,    1828 

197.  Hypolais  hypolaia  (Linnaeus),   17.VS;   ('tinnì, imi  maggiore 

198.  Hypolais  polyglotta  (Vieillot),    1M7:   Canapino. 

199.  Hypolais  olivetorura  (Strieklaud).  ls:'.?:   Canapino  levantino 

200.  Hypolais  pallida  (Hemprich  &  Ehrenberg),  1829;  Canapino  ehiar 

ellenico       ......... 

201.  Hypolais  opaca  (Licbtenstein),    1850;   Canapino  ciliare  iberico 

202.  Hypolais  caligata  (Licbtenstein),   ls'_':ì;   Canapino  asiatico. 


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Atlante  ornitologico. 


A  ll.AN  I  I.     I  'KM  L'OLOGII   " 


Genere 


(   MIMI  | 


Genove 

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Genere 


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204. 
205. 
206. 
207. 
208. 
209. 

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212. 
213. 
214. 
215. 

216. 
217. 

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219 


Sottofamiglia 
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Famiglia 
Genere 


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227 


228 
229 
230 
231 

232 
233 


Acrocephalus,  Xauniaun,    IMI    ....... 

Acrocephalus  sckoenobaenus  (Linnaeus),    1758;    Forapaglie 

Acrocephalus  aquaticus  (Gmeliu),    1788;    Pagliarolo    . 

Acrocephalus  arundinaceus  (Linnaeus),    1758;   Colmareccio  ne 

Acrocephalus  palustri»  (Bechstein),   lst»2;   Cannajola  verdognola. 

Acrocephalus  streperus  (Vieillot),    1M7;   Cannajola    . 

Acrocephalus  dumetorum,   Blyth,   1849;   Cannajola  di   Blyth 

Acrocephalus  agricolus  (Jerdon),  1X44  ;   Cannajola  di  Jerdon 

Loeustella,   Kaup,    L829        ........ 

Locustella  luscinioides  (Savi),    1824;   Salciajola  . 

Loeustella  fluviatilis  (Meyer  &   Wolf),  1810;  Salciajola  fluviatile. 

Locustella  certhiola  (Pallas),    1811;   Forapaglie  ili   Pallas  . 

Locustella  naevia  (Boddaert),   1783;  Forapaglie  macchiettato 

Locustella  straminea  (Severtzow),    1873;    Forapaglie  siberiano 

Locustella  lanceolata  (Temminck),   1N4H;   Forapaglie  lanceolato. 

Lusciniola,  G.  R.  Gray,  1841    . 

Lusciniola  melanopogon  (Temminck),  1823  ;  Forapaglie  castagnolo  ■ 

Lusciniola  Sclrwarzi  (Radde),   1863;    Forapaglie  di   Eadde  . 

Ci  Itin.  Bonaparte,   1838     ........ 

Cettia  Cettii  (La  Marmora),   1820;    Eusignolo  ili  fiume 
Igrobates,  Swainson,   1837  ....... 

Agrobates  galactodes  (Temminck),    L820;    Eusignolo   d'Africa 
a.  Agrobates  galactodes    familiaris    (Ménétriés),    ls.">2  :    Eusignolo 
levantino     .......... 

Cisticolinae     .......... 

Cisticola,  Kaup,   L829         ........ 

Cisticola  cisticola  (Temminck),    1820;    Beccamoschino. 

Motacillidae 

Motacilla,   Linnaeus,    1758.  ....... 

.   Motacilla  alba,   Linnaeus,    17.">N;    Ballerina  .... 

.   Motacilla  lugubris,  Temminck,   1820;   Ballerina  nera 
.  Motacilla  melanope,  Pallas,   1776;   Ballerina  gialla     . 
.  Motacilla  citreola,  Pallas,  I77ti;  Cutrettola  lenta  gialla  orientale  . 
.  Motacilla  campestri»,  Pallas,   177*5  ;   Cutrettola   testa  gialla. 
.  Motacilla  Bava,   Linnaeus,   1 7 ."> s  ;   Cutrettola  gialla 
n.   Motacilla,  flava  beema  (Sykes),  1832;  Cutrettola  gialla  orientale. 
h.  Motacilla  Bava  borealis,  Sun  de  vali,  IMO:  Cutrettola  capo  scuro, 
e.   Motacilla     flava    cinereocapilla    (Savi),     ls:ìl  ;     Cui  retiniti    capo 
cenerino      .         .         .         .         . 

.  Motacilla melanocephala,  Lichtenstein,  1X2;!:  Cutrettola  capinera. 
a.   Motacilla  melanocephala  paradoxa  (('.   L.  Brehm),    1855;    Cu- 
trettola capinera  a  sopraccigli  bianchi.         .... 

ti.   Motacilla  melanocephala    xanthophrys    (Sharpe),    L885;   Cutret- 
tola capinera  a  sopraccigli  gialli.         ..... 

Aiilhiis.   Bechstein,    1x07    ........ 

Antlius  1 1  i \  i.-i I i s.  (Linnaeus),    1758;    Prispolone    .         .         .         . 
.  Antlius  Gustavi,  Swinhoe,    1  sr>7  ;    Prispolone  di  Swinhoe     . 
.  Antlius  pratensis  (Linnaeus),    I7r>s:    Pispola      .         .         .         . 
.  Antlius  cervinus  (Pallas),    IMI  ;   l'ispida  gola  rossa  . 

Autlius  pennsylvanicus  (Latham),   1787;   Spioncello  americano    . 

Antlius  spipoletta  (Linnaeus),   1758;  Spioncello 


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INDICI     5IST1  M  vi  h  0 


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288  a.  A ii ili iis  spipoletta  obscurus  I   I  (Latbain),  L790  :  Spioncello  marino     Pag.    23  I 
233  6.   Anthus  obscurus  rupestris,    Nilsson,    1  si 7  :    Spioncello    marino 
scandinavo .......... 

284.   Anthus  campestris  (Lionaeus),    1758;   Calandro. 

235.  Anthus  Richardi,   Vieillot,   1818;   Calandro    maggiori 

Sottordine  OSCINES  SCUTELLIPLANTARES 

Famiglia  Alaudidae 

Genere  Mintila,  Linnaeus,   1758    ....... 

236.  Allunili  arvensis,   Linnaeus,    1758;    Lodola 
Genere  Lulhila,  Kaup,    1829  .....  .         . 

237.  Lullula  arborea  (Linnaeus),    1758;    Tottavilla     .... 
Genere  Galerita,  Boie,    1828  ........ 

238.  Galerita  cristata  (Linnaeus),   1758;   Cappellaccia 

239.  Galerita  Theklae,   Brehm,   L858  ;   Cappellaccia  spagnuola 
Genere  Calandrella,  Kaup,    1829   ........ 

240.  Calandrella  braebydactyla  (Leisler),   IMI:    Calandrella 

241.  rullili. lidia   pispoletta   (l'allusi.    L811  ;    Pispoletta 
241  a.  Calandrella  pispoletta  minor  (Cabanis),  L850;   Pispoletta   minore. 
2416.  Calandrella  pispoletta  baetica  (Dresser),   1873;    Pispoletta  spa- 
gnuola.      .......... 

Genere  Pterocoì'ys,  Stejneger,   1884        ...... 

242.  Pterocorys  sibirica  (Gmelin),   1788;   Lodola  siberiana 
Genere  Melanocorypha,  Boie,    L828        ....... 

243.  Melanocorypha  calandra   (Linnaeus),   176IÌ  ;   Calandra. 

244.  Melanocorypha   yeltoniensis   (Forster).    17li7:    t'uh, mini    vera 

Genere  Otocorys,  Bonaparte,    L839  ....... 

245.  Otocorys  alpestris  (Linnaeus),    1758;   Lodola  nula  gialla     . 
24(5.  otocorys  peniciUata  (Gould),   1837;  Lodola  gola  gialla  orientale 
247.  Otocorys  bilopha  (Temraink),  1823;    Lodola  gola  bianca  algerina 

Genere  Ammomanes,  Cabanis,   1850       ....... 

2is.  Ammomanes  cinctura  (Gould),   IMI  ;   Lodala  del  deserto  minore . 

Genere  Chersophilus,  Sharpe,   L890         ....... 

249.  Chersophilus   Daponti  (Vieillot),    1820;   Lodala  del  Dupont 
Sezione  OSCINES    CONIROSTEBS 

Famiglia  Fringillidae.        ........ 

Sottofamiglia  Emberizinae     .......... 

Cenere  Càlcarius,  Bechstein,    1802         ....... 

250.  Càlcarius  lapponicus  (Linnaeus).   1758;  Zigolo  di   Lapponia 
Genere  Plectroplienax,  Stejneger,   lssu  .         ...... 

251.  Plectrophenas   nivaMs  (Linnaeus).   1758;   Zigolo  della  nere. 
Genere  Miliaria.  ('.   L.   Brehm,   1828    ....... 

252.  .Miliaria  calandra  (Linnaeus).   1758;   Strilloeso   .... 
Genere  lùtspha.    l'.nnapai'te.    ls:;2  ....... 

253.  Euspiza  raelanocephala  (Scopoli),    lTiiH:  Zigolo  capinero 

254.  Euspiza   aureola   (l'aliasi.    177::  ;    '/.aiolo  dal  collare 

255.  Euspiza  luteola  (Sparrman),    17siì:  Zigolo  dalla  lenta  aranciata  . 
Genere  Emberiza,   Linnaeus.   1 7 r> s  ....... 

256.  Emberiza   chrysophrys,    Pallas,    177d  :     Zigolo    ilal   sopracciglio 

giallo » 


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U  nome  nauta  (Ini   Proff.  RnlvaAnri  i1  Giglioli  per  questa   Bottoapt 


XIV 


ATLANTE    ORNITOLI  "(•  '  I 


Sottofamigli 

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i  tenere 
Genere 

Genere 

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Genere 
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(  tenere 

Genere 
Genere 

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257.  Emberiza  citrinella.   Linnaeus,    1 7 ."i s  -,  Zigolo  giallo 

258.  Emberiza  cirlus,   Li leus,    17(>ii  :  Zigolo  nero    . 

259.  Emberiza  hortnlana,   Linnaeus,   1758;   Ortolano. 

260.  Emberiza  Buchanani,   Blyth,    1844;   Ortolano  dal  colli}  grigio 

261.  Emberiza   caesia,  Cretzschmar  in   Ruppe),   1826;   Ortolano  grigi 

262.  Emberiza  eia,   Linnaeus,   17(i<>:  Zigolo  miniano. 

263.  Emberiza  Leucocephala,  S.  Gmelin,    17  70  :   Zigolo  nota    rossa 
2(!4.   Emberiza  rustica,   Pallas,    1  7 7 1 >  ;  Zi, /alo  boschereccio 

265.  Emberiza  pusilla,  Pallas,  1776  :  Zigolo  minore  . 

266.  Emberiza  schoeniclus,  Linnaeus,    17.">N;    Migliarino  <li  padtde 
L'ini  a.  Emberiza  schoeniclus  palustris  (Savi),    1829;    l'ossero  ili  padu 
266  6.   Emberiza  schoeniclus  pyrrhuloides  (Pallas),   IMI  :    Passera 

patitile  orientale  ........ 

1  Ef!1NG1I.I.INAE      ......... 

l'asser,   Brisson,   1760         ....... 

Passer  domesticus  (Linnaeus),   1 7,">s  ;  l'ussero  oltremontana 

l'asser  Italiae  (Vieillot),  1817  :   Passera     .... 
.    l'asser   liispaniensis   (Temminck),    1820  ;     Passera   sartia 

l'asser  montanus  (Linnaeus).   1 7 ."■  s  :   Passera  mattnggia 

Petronio.   Kaup.    1829         ....... 

Petronia  petronia  (Linnaeus).   17(i(i;    Passera    logia     . 

Monti  fringilla.  C.   L.  Brehm,   1828 

.   Montifringilla  nivalis  (Linnaeus),    L766  ;    Fringuello  alpino. 
a.  Montifringilla  nivalis  alpicola  (Pallas),  1811  :   Fringuello  alpin 
caucasico     ......... 

Fringilla,   Linnaeus,  1758  ...... 

.  Fringilla  coelebs,   Linnaeus,    1 7.">s  :  Fringuello   . 

Fringilla  spodiogenys,   Bonaparte,   184]  ;   Fringuello  algerino 
.  Fringilla  montifringilla,   Linnaeus.   175S;    Peppola 

Carduelis,   Brisson,    17(10   ...... 

.  Carduelis  carduelis  (Linnaeus).    1 7 ." n  :   Cardellino 

Carduelis  caniceps,   Vigors,   1837,   Cardellino  dell'Imalaia  . 

Cltriisoinitris.   Boie,    1828    ....... 

.   Chrysomitris  spinus  (Linnaeus),    175*  ;    Liicarino. 

Chloroptila,  Salvadori,  1871       ...... 

.  Chloroptila  citrinella  (Linnaeus).    1766  ;    Venturone     . 
a.  Chloroptila  citrinella  corsicana  (Kònig),  1899;    Venturone    mi 
ridionale    ....  .... 

Serinus,    Kocli.    1816  ....... 

.  Serinus  serinus  (Linnaeus),   17-66  :    Verzellino 

Serinus  canarius   (Linnaeus),    1758:    Canario 
.  Serinus  imsillus  (Pallas),  IMI  :    Verzellino  dalla  fronte  rossa 

Ctinnaliìna,    Brelim,    1828   ...-•• 
.  Cannabina  cannabina  (Linnaeus).   1758  ;   Fanello 

Cannabina  flavirostris   (Linnaeus).    1758:    Fanello  nordico  . 

Aeanthis,  Bonaparte,  1850         ...... 

.   Acantbis  linaria   (Linnaeus).    1758;    Organetto     . 

a.  Aeanthis  linaria  rufescena  (Vieillot),   1818;   Organetto  minori 

l>.   Aeanthis  linaria  exilipes  (Coues),   18(11  :   Organetto  di  Coues 

Pijrrlinla,    l'.vissiin.    17(10     ....... 

Pyrrhuln  [(.urinila  (Linnaeus),    I75s;   Ciuffolotto  maggiwe  . 


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Sottofamiglia 
Genere 

Genere 

Sottofamiglia 
Genere 


Sottordine 
Famiglia 
i  renere 


Genere 

Famiglia 
Genere 

Famiglia 

i  nuore 


i  renere 


286a.   Pyrrhnla  pyrrhnla  enropaea  (Vieillot),   1816;   Ciuffolotto. 

287.  Pyrrhula  Cassini  (Kami).   1869;  Ciuffolotto  di  Cassin 
Erythrospiza,  Bonaparte,    1888  ....... 

288.  Erythrospiza  githaginea  (Lichtenstein),   1823;    Trombettieri 

289.  Erythrospiza  sanguinea  (Gould),  L837  ;  Trombettiere  dalle  ali  rom 
Carpodacus,   Kaup,   1sl".i    ........ 

290.  Carpodacus  erythrinus  (Pallas),   1770;   Ciuffolotto  scarlatto 

291.  Carpodacus  roseua  (Pallas),   I77f>:   Ciuffolotto  roseo    . 

292.  Carpodacus  rubicillus  (Giildenstadt),  1775;   Ciuffolotto  roseo  cau- 

casico ........... 

Finirò!, i.  Vieillot,  1807 

293.  Pinicola  enucleator  (Linnaeus),   1758;   Ciuffolotto  delle  pinete 
Uragus,  Keyserling  .^    Blasius,    1840.         ..... 

294.  Oragus  sibiricus   (Pallas).  1771:   Ciuffolotto  roseo  siberiano 

COCCOTHBATJSTINAK      ......... 

Coecothraustes,  Brisson,   L760     ....... 

295.  Coecothraustes  coecothraustes  (Linnaens),   1758":   Frosone  . 
Chloris,  Brisson,   1 7<>o       ........ 

296.  Chloris  chloris  (Linnaeus),  17:>s:    Verdone         .... 

LOXIINAE  ........... 

Loria,  Linnaeus,  1758       ........ 

•J07.  Loxia  curvirostra,  Linnaeus.   17."is;   Crociere       .... 

•_':i7  K.  Loxia curvirostra pityopsittacus  (Bechstein),  L802;  Crociere  delle 
pinete  .......... 

L'ii7  b.  Loxia  curvirostra  rubrifasciata,    Bonaparte    ^\    Schlegel,    1850; 
Crociere  dalle  /a.srie  rosse     ....... 

l'US.  Loxia  Rilasciata.   Brehm,   ls-_'7:   Crociere  fasciato 

OSCINES  CULTIROSTEES 

Sturnidae 

sturnus,   Linnaeus,    1758    ........ 

299.  Sturnus  vnlgaris,  Linnaeus,  1  7 ."•  s  :  Sturilo.  .... 
299  a.  Sturnus  vnlgaris  purpurascens  (Gould;,  1868;  Stormi  porporino  . 
299  6.  Sturnus  vnlgaris  Poltoratskii   (Finsch),  1878;    Storno  •porporino 

ili    h'inseh       .......... 

•_'!(!!  e.  Sturnus  vnlgaris  caucasicus    (Lorenz),    1887:    Storno  porporino 
caucasico      .......... 

300.  Sturnus    unicolor.    La    Mannoia    in  Temminck,   ÌSI^II;  Storno    nero 

"Pastor,  Temminck,    1815  . 

301.  Pastor  roseus   (Linnaeus).    17.">S;    Storno   roseo     .... 

Oriolidae 

Oriolus,    Linnaeus,    17tiC     ........ 

302.  Oriolus  oriolus  (Linnaens),   1758;    Rigogolo         .... 

Corvidae 

Corvus.    Linnaeus,    17.">s     ........ 

303.  CorvuS   frugilegUS,    Linnaeus.    1758;    Corro  .... 

:uil.  Corvus  corax,   Linnaeus,   1758;   Corro  imperiali 

304  a.  Corvus  corax  tingitanus  (Irby),  1874;   Corro  imperiale  africano . 

305.  Corvus  monedula,   Linnaeus,   17.">S;    Taccola       .... 

306.  Corvus  cornix,  Linnaeus,  I7."is  :  Cornacchia  .... 
:!07.   Corvus  corone.    Linnaeus.    17."is:    Cornacchia    nero 

Vucifraga,   Brisson,    17(io  ........ 


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ATI.ANTK    ORNITOLOGI!  0 


308.  Nucifraga  caryocatactes  (Linnaeus).   1 7.">s  :   Nocciolaja 

Genere  Pica,  Brisson,  1760  ......... 

309.  Pica  pica  (Linnaeus),    1758;    (!a::<i    ...... 

Genere  <  'i/iniopoliiis.   Bonaparte,    1S4U    ....... 

310.  Cyanopolius  Cooki,  Bonaparte,   1849;   <:<i::<i  dalle  ali  a~:nrre   . 
Genere  Garrulus,   Brisson,    17HO    ........ 

311.  Garrulus  glandarius  (I.innacus).   1758;   Ghiandaja 

::i  1  a.  Garrulus  glandarius  Brandti  (Eversmann),  lst:;;  Ghiandaja  dei 

Brandt 

311  fi.  Garrulus  glandarius  Krinicki  (Kaleniczenko),    1839;    Ghiandaja 
a   testa   nera       ......... 

:'.l  1  e.  Garrulus  glandarius  liyrcauus(Blanford),  1  s7:i:  Ghiandaja  persiana 
Genere  Perisoreus,  Bonaparte,  1838       ....... 

312.  Perisoreus  infaustus  (Linnaeus),   1758;   Ghiandaja  ili  Siberia 
Genere  Pyrrhoeorax,  Vieillot,   1X16        ....... 

313.  Pyrrhoeorax  graculus  (I.innacus),   17li(>:   Gracchio  corallino 
::1  1.  Pyrrhoeorax  pyrrhoeorax  (Linnaeus),   lTlili;   Gracchio 

Online  COLUMBAE      . 

Famiglia  Columbidae         .....  ... 

Genere  Coluniba,  Linnaeus,   1758  .  .  ..... 

315.  Collimila  livia.  Bonnaterre,   1790;    Piccione  selvatico  . 

)!1(>.   Columba  oenas.    Linnaeus,   17."is  ;    Colombella      .... 

MIT.  Columba  palumbus,   Linnaeus,   1758;   Colombaccio 
Genere  Turtur,  Selby,   1835 

318.  Turtur  turtur  (Linnaeus),   1758;    'l'urloni   ..... 

■  '■\\K  Turtur  orientalis  (Latliam),   1790;   Tortora  orientali   . 

:'.'J0.  Turtur  douraca,   Hodgson,    1N44:    'l'orioni  dal  collare 

321.  Turtur  scnegalensis  (Linnaeus),    170IÌ  ;    Tortora   egiziana 

322.  Turtur  cambayensis  (Gmelin),  1788;    l'orioni  indiana 

Ordine  (fALLINAE         ...  .  . 

Famiglia  Pteroclidae 

Genere  Syrrliaptes,  Illiger,   1811   . 

323.  SyrrhapteB  paradoxus  (Pallas),  177)!;  Siri-atte    .... 
Genere  Pterocles,  Temrainck,   1815        ....... 

:!'_'!.  Pterocles  alcliata  setarius  (Temminck),  1815;  Grandula  medi- 
terranea     .......... 

325.   Pterocles  arenarius  (Pallas),   1 7  7 .">  :   Ganga         .... 

Famiglia  Phasianidae        .......... 

Genere  Tetraogallus,  Cray,  1833  ........ 

.".'_'iì.  Tetraogallus  caucasicus  (Pallas),   1811;    Tetraogallo  del  Caucaso. 

327.  Tetraogallus  caspius  (S.  Gmelin),   17*1;   Tetraogallo  del  Caspio. 
Genere  Caccabis,  Kaup,   1829         ........ 

328.  Caccabis  saxatilis  (Wolf  &  Meyer),   1805;  Coturnice. 
328a.  Caccabis  saxatilis  chukar  (')  (Gray),   1829;   ('iiil.or 

329.  Caccabis  ruta  (Linnaeus),   1758;   Pernice  rossa    .... 

330.  Caccabis  petrosa  (Gmelin),    1788;    l'irniir  sarda 

Genere  Francolinus,  Stephens,   1819       ....... 

331.  Francolinus  francolinus   (Linnaeus),    17li(i:    Francolino 


'mi. 

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Genere 

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Famiglia 
Genere 

Famiglia 
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Sottordine 
Famiglia 
Genere 


Genere 

Genere 

Famiglia 
Genere 

Genere 

Genere 


Famiglia 

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Genere 


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Perdix,  Brisson,   1 7 »»o        ....... 

Perdis   perdis  (Linnaeus),   1758  ;  starna     .... 

Coturnix,  Moehring,   17.">l'.         ...... 

Coturnix  coturnix  (Linnaeus),    1758;   Quaglia 

Phasianus,  Linnaeus,    1758        ...... 

Phasianus  colchicus,  Linnaeus,    I7."is;    Fagiano  . 

Turnicidae 

Tumix,   Bonnatorre,    L790.         ..... 

Turnix   s\  h alien   (Desl'ontaines),    17.s7  ;    tanaglia  tridattila    . 

Tetraonidae 

Lagopus,   Brisson,   lTiio     ..... 
Lagopus  scoticus  (  Lai liam  ).    1783;    Pernice  di  Scozia. 
Lagopus  lagòpus  (Linnaeus).   1758;   Perniee  Manca  nordica 
Lagopus   inittus  (Montili).    L776-1786  ;    Pernice  bianca 
Lagopus  rupestris  (Gmelin),   1788;  Pernice  bianca  delle  roccie 
Lagopus   hyperboreus   (Sundevall),    1838;    Pernice    bianca    della 

Spitzbergen.         ........ 

Lyrurus,  Swainson,    1831  .  .... 

Lyrurus  tetrix   (Linnaeus),    IT.'ìS;    Fagiano  ili  manie    . 
.  Lyrurus  Mlokosiewiczi  (Taczanowski),   1  s  7  .">  ;   Fagiano   di   monti 

del  Oaucaso         ...... 

Tetrao,    Linnaeus,    17.">s       ....  .  . 

,   Tetrao   urogallus,    Linnaeus,    1758;    dalla   cedrane 

a.   Tetrao    urogallus    uralensis    (Nazarow),    1886;    dalla  cedrini 
degli   l'rali.  ...... 

Tetrastes,  Keyserling  &  Blasius,  1850         .... 

.   Tetrastes  bonasia   (Linnaeus),    17.">N;    Francolino   di   manie   . 
.  Tetrastes  griseiventris,    Menzbier,    1880  ;    Francolino    di    manie 
orientale       ......... 

(tRALLAK 

ltmicolae 

Otididae.  

Otis,    Linnaeus,    175S  ....... 

.  Otis  tarda,  Linnaeus,   17.~>S;    Otarda  ..... 

.  Otis  tetrax,   Linnaeus,    1758;   Gallina  pratajola  . 

Honbara.   ltonaparte,    1831 
.  Honbara  andulata  (Jacquin),   1784;   Oubara 
.  Houbara  Macqueeni  (J.  E.  Gray),  1833-1834;   Oubara  asiatica 

Oedienemus,  Temminck,    1815    .... 

Oedicnemus  oedienemus  (Linnaeus),   17,"j8;   Occhione  . 

Cursoriidae 

Pluvianus,  Vieillot,   1816  . 

Pluvi anus  aegyptius  (Linnaeus),   17.">S;  Piviere  egiziano 

Cursarius,    Latliam,    17110  ...... 

Cursorius  gallicus  (Gmelin),  1788;   Corrione  biondo    . 

Glareola,  Brisson,   1760     ....... 

Glareola  pratincola  (Linnaeus),   17ti(i;    Pernice  di  mare 

Glareola  melanoptera,  N'ordinami,  1842  ;  Pernice  di  mare  orientale 

Charadriidae 

HaKMATOI'ODIN.W.         ........ 

Ilaematopus,   Linnaeus.    I  7 ."•  S       ...... 


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363 

\  l'I.  \N  I  I.    ORNI  rOI.OGICO 


355.  Hacmatopus  ostrilegus  il).   Linnaeus,    17.">s:    Beccaccia  ili  mare 
Genere  Arenaria,   Brisson,   ITiiti    ....... 

356.  Arenaria   interpres  (Linnaeus),    17.">n:    Voltapietre 

Sottofamiglia  Charadriinae 

Genere  Hoplopterus,    Bonaparte,    L830    ...... 

357.  Hoplopterus  spinosus  (Linnaeus),   1758;   Pavoncella  armata 
Genere  Vanellus,   Brisson,   1760     ..... 

.;.".s.   Vanellus  vanellus  (Linnaeus),    L758;    "Pavoncella 
Genere  Chettusia,   Bonaparte,    1841  ...... 

359.  Chettusia  gregaria  (Pallas),   1771  ;    Pavoncella  (irei/aria 

360.  Chettusia  leucura  (Lichtenstein),  ls2;i;    Pavoncella  <i  coda  bianca 
Genere  Squatarola,   Leach,   1816   ....... 

361.  Squatarola  squatarola  (Linnaeus),    L758;  Pivieressa    . 
Genere  Charadrius,   Linnaeus.    1758       .... 

362.  Charadrius  apricarius  (').   Linnaeus,    1758;    Piviere  dorato. 
::ii:;.  Charadrius  dominicus  il'.  !..  S.  &f  filler) i   lTTti;  Piviere  orientali 

Genere  Eudromias,  C.  1..  Brehin,    1831 

364.   Eudromias  morinellus  (Linnaeus),    L758;    Piviere  tortolino 
Genere  Oxi/echvs,  Reichenbach,   1n."'J      ...... 

:{ii.").  Oxyechus  vociferus  (Linnaeus),    17.">s;   Corriere  americano  . 
Genere  Aegialitis,  lìdio,   1822         ..... 

:;iii;.   Aegialitis  asiatica  (Pallas),   177:'>;   Corriere  asiatici) 

367.  Aegialitis  hiaticula  (Linnaeus),   1758;   Corriere  grosso 

368.  Aegialitis  duina  (Scopoli),   1786;   Corriere  /limilo 

369.  Aegialitis  alexandrina   (Linnaeus).    175S;    Fratino 
Sottofamiglia  Himantopodinae       ........ 

Genere  Himantopus,   Brisson,    1760         ...... 

:'.7().   Himantopus  himantopus  (Linnaeus),    17,".s;   Cavalier  d'Italia 
Genere  Eecurvirostra,  Linnaeus,   1758    ...... 

371.  Recurvirostra  avocetta  (Linnaeus),   1758;  Avocetta 
Sottofamiglia            Totaninae         ......... 

Genere  Numenius,  Brisson,   17(ii>  ....... 

372.  Numenius  arcuatus  (Linnaeus),    1758;    Chiurlo  maggiore 
::7:'..   Numenius  tenuirostris,   Vieillot,   1  si 7  :  CMurlotello     . 
:;7t.    Numenius  phaeopus  (Linnaeus).    1758;    Chiurlo  pinolo 

375.  Numenius  borealis  (Forster),    1772;   Chiurlo  piccolo  eschimese 
Genere  Limosa,  Brisson,   1760       ....... 

376.  Limosa  lapponica  (Linnaeus).    L758;    Pittima   minore. 
:\11.    Limosa  limosa  (Linnaeus),    17."iS;    Vittima    reale 

Genere  Macrorhamphus,  Leach,  1816    ...... 

378.  Macrorhamphus    griseus    (Gmelin),     L788  ;    Piro-piro    dal   /ietti 

rossiccio       ......... 

i  '■ lolaniis.    Cuvier.    1800         ...... 

379.  TotanUS   fuscus   (Linnaeus).    L758  ;     lutano    moro 
::si».  Totanus  calidris  (Linnaeus),   17(Ui;  Pettegola 

381.  Totanus  stagnatilis,   Bechstein,    Ino:'.  ;    Albastrello 

382.  Totanus  flavipes  (Gmelin),    I7ss:   Albastrello  americano 


Pilli. 

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Sottofamìglia 
Genere 

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Genere 


Totai) U6  littoreus  (Linnaeus),    1758;    Pantana    . 

384.  Totan uà  glareola  (Linnaeus),   L758;    Piro-piro  boschereccio 

385.  Totanus  ocbropus  (Linnaeus),    IT.".--:    Piro-piro  culbianco 

386.  Totanus  solitariu8  (Wilson),    1813;   Piro-piro  solitario 
Tringoides,  Bonapai'to,   183]       ..... 

387.  Tringoides  bypoleucus  (Linnaeus),    L758,   Piro-piro  piccolo 

388.  Tringoides  maculari us  (Linnaeus),  1766;   Piro-piro  macchiato 
Terekia,  Bonaparte,    l  vi--.  ...... 

389.  Terekia  cinerea  (Giildenstadt),    ITTI:    Terechia   . 
Pavoncella,  I. cucii,    1816  . 

390.  Pavoncella  pugnas  (Linnaeus),    1758;   Combattente 
Bartramia,  Lesson,    1831  . 

391.  Bartramia  longicauda  (Beckstein),    L811;   Piro-piro  coda  lunga 
Tringinai  ........ 

Tringites,  Cabanis,    1856    ...... 

392.  Tringites  snb-ruficollis  (Vieillot),    1819;   Piro-piro  fulvo 
('tilii/ns.  Cuvier,   1800        ...... 

:;:•:;.  Calidris  arenaria  (Linnaeus),    ITiiii;    Piovanello  intintalo 
Tringa,  Linnaeus,   1758     ...... 

394.  Tringa  minuta,   Leisler,  1812;   Gambecchio. 

395.  Tringa  minutilla,   Vieillot,   1819;   Gambecchio  minore. 

396.  Tringa  Temmincki,   Leisler,    1812;   Gambecchio  nano. 
:;'.t7.  Tringa   maculata,   Vieillot,   1819;   Gambecchio  dal   petto  fasciato 

min  ritinto     ......... 

398.  Tringa  acuminata    (Horsfleld),    1821;    Gambecchio   tini  petto    i>' 

sciato  siberiano     ....... 

399.  Tringa  fuscicollis,   Vieillot,   1819;  Gambecchio  americano 
ino.  Tringa  maritima,   Briinnick,   1764;   Piovanello  violetto 
101.  Tringa  subarcuata  (Giildenstadt),    1774:  Piovanello     . 
Hi'.'.  Tringa  Canuti,  Linnaeus.    L758  ;    Piovanello  maggiore 
103.  Tringa  alpina,   Linnaeus,   175S;    Piovanello  pancia  nera 

(.cuci e  Limicola,  Kocb,   1816        ...... 

lui.   Limicola  pygmaea  (Beckstein),    1802;   Gambecchio  frullino 
Sottofamiglia  Scolopacinae  ........ 

i. cuci  e  Scolopax,  Linnaeus,    1758.  ..... 

105.  Scolopax  rusticula,  Linnaeus.    l7.Ys;    Beccaccia  . 
Lenire  Gallinogo,  Leacli,  1816     ...... 

406.  Gallinago  inedia  (Frisck),    17ii:;:   Oroccolone 

Ki7.  Gallinago  gallinago  (Linnaeus).    17;.s;    Beccaccino 
Genere  Limnocryptes,  Kaup,  1829  ..... 

408.   Limnocryptes  gallinula   (Linnaeus),    1766;    Frullino     . 
Sottofamiglia  I'iialaropixak  .         ....... 

(■cuore  Phàlaropus,   Brisson,    1760  ..... 

411'.».    Pkalaropus  lobatUS   (Linnaeus),    17">s  ;    Fnltiro/io   ti   becco  sottili 
Genere  Orymophihis,  Vieillot,  1816        ..... 

410.  Crymopkilus  fulicarius  (Linnaeus),  I7.">s:  Falaropo  a  becco  largo 

Sottordine  ITLK'ARIAE 

Famiglia  Rallidae 

Genere  Eallus,  Linnaeus.    1758     ...... 

111.  liallus  aquaticus,   Linnaeus,    I7.">s;   Porciglione  . 
Genere  Orex,  Becbstein,   1803        ...... 


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412.  Cres  cres  (Linnaeus),    1758;    III-  ili  Quaglie 
Genere  Poi-zana,  Yieillot.  lsiu     ....... 

413.  Porzana  porzana  (Linnaeus),    1700;    Voltolino 
+14.  Porzana  intermedia  (Hermann),   L804;   Schiribilla  grigiata  . 
415.  Porzana  parva  (Scopoli),    1769;   Schiribilla 

Genere  Gallinula,  Brisson,   17(i(i  ....... 

410.  Gallinula  chloropus  (Linnaeus),   1758;   Gallinella  d'acqua  . 

Genere  Porphyriola,  Blyth,   1N49  ....... 

117.  Porphyriola  Alleni   (Thompson),   1842;    l'olio  sul/, ino  dell'Alien 

i  ■ciicic  Porphyrio,  Brisson,   1700  ....... 

418.  Porphyrio  caeruleus  (Vandelli),   1707:   Pollo  sulla  no  . 

419.  Porphyrio  porphyrio  (Latham),  1700;    l'olio  sultano  dalla  schiena 

verde  ......... 

420.  Porphyrio  poliocephalus  (Latham),    1802;    Pollo  sultano  indiano 
Genere  Fulica.   Linnaeus,   175N      .... 

421.  Fulica  atra,   Linnaeus,    1 75s  :    Folaga 

422.  Fulica  distata.   Ginelin,    17NX;    lutinoti  crestata 

Sottordine  ALECTORIDES 

Famiglia  Gruidae      ....... 

Genere  Grus,  Pallas,   1760    ..... 

4l':;.  Grus  grus  (Linnaeus),    1758;    Gru 

Genere  Sarcogeranus,  Sharpe,    L893 

424.  Sarcogeranus  leucogeranus  (Pallas),  177:1:    Gru  b\ 
Genere  Antigone,  Reichenbach,   1S52     ..... 

425.  Antigone  collaris  (Boddaert),    17s:i;   Gru  antigonc 
Genere  Anthropoides,  Vieillot,    1816       ...... 

42li.  Antliropoides   virgo   (Linnaeus),    1758;    Damigella   ili  Numidia 

Sottordine  HERODIONES 

Famiglia  Ardeidae    .......... 

Genere  Ardea,   Linnaeus,   1758     ..... 

427.  Arfea  cinerea,    Linnaeus.    175*  ;   Airone  cenerino 

428.  Artica    melanocephala,    Vigors    &    Children,     1826;     Airone   i 

collo  nero     ......... 

129.  Arde;)    pui'purea,    Liunaeus,    1760;    Aironi    rosso 

Genere  Herodias,  Boie,  1822         ....... 

430.  Herodias  alba  (Liunaeus),    I75N;  Airone  bianco   maggiore   . 

431.  Herodias  garzetta  (Linnaeus),   1706:   Gai-setta    . 
Genere  Bubulcus,  Bonaparte,   1854        ...... 

L32.  Bubulcus  lucidus  (Kafinesque),   1810:  Airone  guarda-bum  . 

Cenere  Ardeola,  Boie,  1822.  ....... 

433.  Ardeola  ralloides  (Scopoli),   1760:   Sgarsa  ciuffeito 
Genere  Ardetta.  G.   K.  Gray,   1842        ...... 

434.  Ardetta  minuta  (Linnaeus),    1700:    Tarabusino  . 
Genere  Botaurus,  Brisson,    1700    ....... 

t35.  Botaurus   stellari*    (Linnaeus),    175S;    Tarabuso   . 

4:ì0.  Botaurus    lentiginoSOS    (Montagu),    1813;    Tarabuso   americano 

Genere  Nyctieorax,  Rafinesque,  1815     ...... 

437.  Nyctieorax    nyctieorax    (Linnaeus),    1758:    MHirora 

Famiglia  Ciconiidae 

Genere  Ciconia,  Brisson,    1760       ....... 

138.  Ciconia  ciconia   (Linnaeus),   175!S:   Cicogna  Manca 


.     Pag. 

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Famiglia 
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Sottofamiglia 
Genere 

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Genere 

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Genere 

Genere 
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139.  < ' i«-<«n in  nigra  (Linnaeus),   1758;   Cicogna  nera    . 

Ibididae 

Plegadis,  Kaup,   1829 

440.  Plegadis  faleinellus  (Linnaeus),    1766;   Mignattajo 

Platalea,    Linnaeus,    1 758  ..... 

441.  Platalea  leucerodia,   Linnaeus,   1758;  Spatola     . 

PH0ENIC0PTER1 

Phoenicopteridae  ...... 

Phoenicopterus,  Liunaeus,    L758.         .... 

4  il'.   Phoenicopterus  roseus,   Pallas,   isll  :   Fenicottero 

ANSERES 

Anatidae    ....  .... 

Ctgninae.         ...... 

Gygnus,  Bechstein,    1809    ...... 

143.  Cygmis  cygnns  (Linnaeus),   I75s;    Gioito  selvatico 

144.  Cygnus  Bewicki,   Varrell,   1830;   Ciano  minore    . 

445.  Cygnns  olor  (Gmelin),    1788;   Ciano  reale  . 

A\-l  RINAE  ........ 

ci,,,,.  Boie,   1822 

446.  Clien   byperborens  (Pallas),    ITiiT;   Oca  della   neve  minor 

447.  Chen  nivalis  (Forster).   1772;   Oca  della  neve  maggiore 
Anser,  Brisson,   1760         ...... 

Us.  Anser  anser   (Linnaeus),    1758;    Oca  selvatica 

t49.  Anser  albifrons  (Scopoli),    17(i>»;   Oca  lombardella 

450.  Alisei-  erythropus  (Linnaeus).   1758;    Oca   lombardella   mino 

451.  Ansei-  fabalis  (Latham),    1 7 s 7  ;   Oca  granaiola    . 

152.   Anser  neglectus,  Sushkin,   1895;   Oca  granaiola  orientale 
t53.  Anser  brachyrhynchus,   Baillon,    1833;   Oca  dalle  stampe  i 

Branta.    Scopoli,    I7C1I         ...... 

4.")4.  Branta  leucopsis  (Bechstein),  1803;  Oca  faccia  bianca 
455.  Branta  bernicla  (Linnaeus),  L758;  Oca  colombaccio  . 
156.   Branta  ruficollis  (Pallas),  1769;   Oca  collo  rosso 

A  SATINAI"..  ........ 

Tadorna,  Fleming,    1822   ...... 

+57.  Tadorna  tadorna  (Linnaeus),   1758;    Volpoca 

Casarca.  Bonaparte,   1838  ..... 

458.  Casarca   casarca   (Gmelin),    1788;    Casarca   . 
Alias,    Linnaeus,    1758         ...... 

459.  Alias  lioscas,  Linnaeus,   1758;   Germano  reale    . 
lùniciia.  Bonaparte,   L856.         ..... 

400.  Eunetta  falcata  (Georgi),   1775;  Ah, imi,,  forestiera    . 

Chaulelasmus,  G.   K.  Gray,  1838        .... 
461.  Chaulelasmus  streperus  (Linnaeus).   1758;    CanapigUa 

Marie,,.  Stephens,   1n'_'4    ...... 

402.  Mareca  penelope  (Linnaeus),    1758;    Fischione 

463.  Mareca  americana  (Gmelin),   1788;   Fischione  americano 

Xeiiiiiin.  Kaup,   1829         ..... 
404.  Xettium  formosum  (Georgi),    1775;  Alzavola  asiatica. 
Ki5.  Xettinm  crocea  (Linnaeus),    1758;   Alzavola 

166.    Xettinm    caiolinelise    (Gmelin),     1788;    Alzavola    americana 

1  infila.  Stephen»,    L824 


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ATLANTE    OKNIT01  CM31CO 


167.  Datila  acuta  (Linnaeus),   17.">S;    Codone      .... 
Genere  Querquedula,  Stephens,   1 S2+     ..... 

168.  Querquedula  circia   (Linnaeus),    L758;   Marsajola 

169.  Querquedula  discors  (Linnaeus),   ITiìiì;   Marsajola  dalle   ali  blu 
Genere  Spalala.   Boie,  1822.         ...  ... 

ITO.  Sputala,  clipeata  (Linnaeus),    1758;    Mestolone 

Genere  Marmar  ometta,   Reichenbach,   1852      ..... 

471.  Marmaronetta  angustirostris  (Menéfcriés),    1832;    Anatra  manna 
rizzata         ......... 

Sottofamiglia  Fuligulinae      ......... 

Genere  Netta.  Kaup,   isnv)     ....... 

172.  Netta  ratina  (Pallas),   177:ì;    Fistiane  turco 

Genere  Nyroea,   Fleming,   1822      ....... 

47:!.  Nyroea  felina  (Linnaeus),   1758;   Moriglione 

474.  Nyroea  nyroea  (Giildenstiidt),   17(1!»  ;  Moretta  tabaccata 

Genere  Fuligula,  Stephens,    1824.  ...... 

1 7 r> .  Fuligula  marila  (Linnaeus),    1758;   Maretta  grigia 

4711.  Fuligula   fuligula  (Linnaeus).    17(i(i:   Maretta 

Genere  Clangula,   Leach,  1819       ....... 

477.  Clangula  clangula  (Linnaeus).    17.">N;   Quattr'occhi 

478.  Clangula  islandica  (Gmelin),    17ss;   Quattr'occhi  islandico  . 

479.  Clangula  albeola  (Linnaeus),    1758; 
Genere  Harelda,  Stephens,    1  sii  1  . 

INO.  Harelda  liyemalis  (Linnaeus),    17."iS 

Genere  Histrionicus,  Lesson,   1828  . 

4SI.  Histrionicus  histrionicus  (Linnaeus). 

Genere  Oidemia,  Fleming,  1S22    . 

482.  Oidemia  nigra  (Linnaeus),    1758 

183.  Oidemia  fusca  (Linnaeus).    1  7 r. s 

4S4.  Oidemia  perspicillata   (Linnaeus) 

(/rande         ......... 

Genere  Heniconetta,  G.  K.  Gray,    isti».         ..... 

tsr>.  Heniconetta  Stelleri  (Pallas),   1769;    Edredone  di  steller    . 

Genere  Somateria,  Leach,   1819     ....... 

486.  Somateria  moltissima  (Linnaeus),    1758;    Edredone 

187.  Somateria  spectabilis  (Linnaeus).    17,'iS;    Uè  degli   Edredoni 

Sottofamiglia  Erismaturinaf.  ........ 

Genere  Erismatura,  Bonaparte,   ls;{2     ...... 

488.  Erismatura  leucocephala  (Scopoli),   1769;   <!ohha  rugginoso 

Sottofamiglia  Merginae  ......... 

Genere  Mergus,   Linnaeus,    1758    ....... 

189.  Mergus  albellus,   Linnaeus,   I7.">s:    Peseiajola 

Genere  Lophodytes,  Reichenbach,   1852  ..... 

490.  Lophodytes  cucullatus   (Linnaeus),    175S;    Smergo  americana 
Genere  Merganser,  Brisson,  1760.         ...... 

491.  Merganser  merganser  (Linnaeus),    1758;   Smergo  maggiore. 
192.  Merganser  serrator  i  Linnaeus).    1758;   Smergo  minare 

Sottordine  STEGANOPODES 

Famiglia  Phalacrocoracidae 

Genere  Phaìaeroeara.i\    Brisson.    1760     ...... 

493.  l'iialacrocorax  carilo  (Linnaeus).    17.".s:    Marangone 


Quattr'occhi   americano 

Marcita   codona  . 

■-),  17f>s  ;   Morella  arlecchino 

Orchetto   marino 
Orco   marino  . 
17'iS  :    Orco    marino    dal    becco 


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I  N  !•[■    1      -I-I  I   M  ITICO 


194.  Phalacrocorax  graculus  (Linnaeus),    1766  j   Marangoni    col  ciuffo 

settentrionale       ......... 

194  a.   Phalacrocoras  graculus  Desmaresti  (Payraudeau),  1826;  Maran- 
gone col  ciuffo  meridionali  ....... 

195.  Phalacrocoras  pygmaeus  (Pallas),    ITT:!:   Marangone  minori 
Famiglia  Sulidae      . 

Genere  Sula,   BrissoD,    1760.         ....  ... 

196.  Sula  bassana  (Linnaeus),    1758;    Svia         .  ... 
Famiglia                   Pelecanidae 

Genere  Pelecanus,  Linnaeus,    L758.        ...... 

hit.  Peleoanua  onocrotalus,  Linnaeus,  1758  :  Pellicano 
1:98.  Pelecanus  roseus,  Gmelin,  1788;  Pellicano  minore 
199.   Pelecanus  crispus,   Bruch,    1832;   Pellicano  riccio 

Sottordine  LONGIPENNES 

Famiglia  Laridae 

Sottofamiglia  Sterminai  .......  • 

Genere  ffydroehelidon,  Boie,    L822.        ...... 

500.  Hydrochelidon   hybrida   (Pallas),   1811  :   Mignattino  bigio     . 

501.  Hydrochelidon  nigra  (Linnaeus),   1758;  Mignattino    . 

502.  Hydrochelidon  Gssipes  (Pallas),    IMI  :   Mignattino  ali  bianchi 
Genere  Gelochelidon,  Brehm,    1831         ....... 

503.  Gelochelidon  anglica  (Montagli),   1813;    Eondine  di  mare  rampe 

nere  ........ 

Genere  Hydroprogne,  Kaup,   1829.         ....... 

.".ni.   Hydroprogne  caspia  (Pallas),    IVVO;   Eondine  ili  mare  maggiore. 
Genere  sterna,   Linnaeus,    1 7 r> s      .....  . 

.mi."..  Sterna  hirundo,   Linnaeus,   1758;   Eondine  ili  mure    . 

506.  Sterna  paradisea, (')  Briinnich,  1764;  Eondine  ili  mare  coda  lunga 

."■ut.  Sterna  Dougalli,  Montagu,  1813;  Eondine  di  mare  di  Mae  Dovgall 

508.  Sterna  cantiaca,  Gmelin,   1788;    Beccapesci         .         .         .         . 

509.  Sterna    maxima,    Boddaert,    17t;:i  ;    Eondine    ili    mure    maggiwe 

americana  .......... 

:>lo.  sterna  media,    Horsfield,    1820;    Eondine  ili  man-  ilei   Eùppel 
.MI.  Sterni)   fuliginosa,  Gmelin,    1788;    Eondine  ili  mure  scura  . 

512.  Sterna  minuta,   Linnaeus,    1766;   Frittiteli"         .         .         .         . 
Genere  Anous,  Stephens,   1826      ....... 

513.  Anous  stuliilus  (Linnaeus),   1758;  L'inuline  di  mure  stolida 
Sottofamiglia  Laminai-:  .......... 

Genere  Xema,  1, cucii,    1819  ......... 

514.  Xema  Sabinei  (.1.  Sabine),    1818;   Gabbiano  ilei  Sabine 
Genere  Eliodostethia,  Mac  Gillivray,   1842      ..... 

515.  Rhodostethia  rosea  (Mac  Gillivray),   1824;   Gabbiano  dalla 

cuneata       ......... 

Genere  Larus,  Linnaeus.    1 7.">s      ....... 

."■li;.   Larus  ininiitus.   Palina,   iTTii:    Gabbianello 
MT.    Larus  ichthyaétus,   l'allas.    177:'.;   Gabbiano  ilei   Pallas 
.Ms.   Larus  melanocephalus,   Natterer,    1818;   Gabbiano  corallino 
519.   Larus  philadelphia   (Ord),    1815;    Gabbiano  ilei  Bonaparte. 


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(')  Secondo  SannAers  (Cat.  IKrdi  Brit.  llru.  XXV.  p    82.1! levi     criversi  *S    mraih  mieli,  Ora.  fior.  p. -IH 

i      [ìornholni     no.   152,  adulto. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


520.  Larus  riilibundus.   Linnaeus,    ITtili:    Gabbiano  comune 

521.  Larus  gelastes,  Tbienemann,   1  s  :  :  s  ;    Gabbiano  roseo 
522..   Larus  marinila,   Linnaeus.   L758  ;  Mugnaiaccio    . 
.">!':!.   Larus  fuscus,   Linnaeus.    1  T.'.s  :  Zafferano  .... 
523><i.    Larus  fuscus  aflìnis  (Reinhardt),    1853;   Zafferano  siberiano 

524.  Larus  argentatus,   Briinnicli,    litit:   Gabbiano  reale  mudilo 
524 a.   Larus  argentatus  cacliinnaus  (')  (Pallas),   181J  ;  Gabbiano  reah 

525.  Larus  Audouini.   Payraudeaa,   ]N2(i:   Gabbiano  còrso 

526.  Larus  canus,   Linnaeus,   1758;   Gavina       .... 
.v_'7.   Larus  glaucus,   Briinnicli,  1764  ;  Gabbiano  glauco 

528.  Larus  leneopterus,  Fàber,   1822;   Gabbiano  islandico . 
Genere.  Pagoph/ila,  Kaup,    1S29     ....... 

529.  Pagopbila  eburnea  (Pbipps),   1774;   Gabbiano  tbwmeo 
Genere  Eissa,  Stephens,  1N2(>        ........ 

530.  Rissa  tridactyla  (Linnaeus),    1758;   Gabbiano  tridattilo 

Famiglia  Stercorariidae 

Genere  Megalestris,   Bonaparte,    1856      ...... 

531.  Megalestris  catari liactes   (Linnaeus),    17lil>:    Stercorario  maggiore 
Genere  Stercorai'ius,   Brissoo,    17(50        ...... 

532.  Stereorarios  pomatorliinus  (Temniinck),    L815  ;    Stercorario  me: 

:<i)io  .......... 

533.  Stcreorarius  crepidatu-.   (Banks),    177:'.;    Labbo    . 

534.  Stercorari us  parasiticus  (Linnaeus),    1758;    Labbo  ernia  lumia 

Sottordine  TUBINARES 

famiglia  Procellariidae     ......... 

Sottofamiglia  Procella  riinae        ........ 

Genere  Procella/ria,   Linnaeus.   1758       ...... 

535.  Procellaria  pelagica,   Linnaeus,   1758;    Uccello  delle  tempeste 
Genere  Oeeanodroma,   Reiehen bacìi,    1852       ..... 

536.  Oeeanodroma  leucorrhoa  (Vieillot),   1817;    Ueeello  (ielle  tempeste 

a  cmla  forcuta   ........ 

537.  Oeeanodroma   castro   (Harcourt),    185]  :    l'eccito  licite  tempeste  ili 

Marititi         ......... 

I  >.   l-.ANITINAE        ......... 

Oceanites,  Keyserling  &   Blasius,   1840       .... 

538.  <»eeanites  oceanicus  (Kuhl),  1820;    Uccello    tifile    tempeste    ame- 
ricano        ......... 

l'elatjoti roma.  Reichenbacli,   1852       ..... 

539.  Pelagodroma   marina    (Latham),    1790;     Ueeello    delle    tempesU 

fregata       ........ 

Famiglia  Puffinidae. 

Sottofamiglia  Pukiininak       ......... 

Genere  Puffinus,  Brisson,   1760     ....... 

540.  l'ulìinus  gravis  (0'  Reilly),    1818;    Berta  dell'Atlantico 

541.  Puffinus  Kubli  (Boie),  1NX".  :    Berta  maggiore     . 

r.  12.   Puffinus  anglorum  (Ray),   171:;  :    Berta  minore  nordica 

542  a.   l'ulìinus  anglorum  yelkouaa  (Acerbi),   1827;    Berta   minore 

543.  l'uttìnus  aaglovom,  Gould,    ls:;7  ;   Berta  minore  tosco 

544.  l'ulìinus  grisella  (Gmelin),    17SS  :    licita  grigia    . 


Sottofamiglia 
Genere 


Genere 


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(')  A  pag,  511,  linea  34  il  nome  .li  /..  caehinnam  v:.  (sorretto /..  a.  cnchinnans. 


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Sottofamiglia 
Genere 

famiglia 
Genere 


Sottordine 

Famiglia 

Genere 


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549. 


Genere  Oeeirelaia,  Bonaparte,    1855        ...... 

545.    Oestrelata    liaesitata    (Kuhl),    L820;     Uccello    delle    tempeste    <"l 
cappuccio    ......... 

."ili;.  Oestrelata  brevipea    (Peale),    ists;    Uccello    <l<ll<    tempeste   dalla 
gola  bianca  ........ 

Bulweiia,   Bonaparte,    1842 

Bulweria   Bulweri  (Jardine  &   Selby),    1830;     Uccello    delle    lem 
peste  <li  Bulwer  ........ 

1  i  i  M  \m\  \i: 

Fulmams,  Stephens,    L826  ..... 

Fulmarus  glacialis  (Linnaeus),   lTiiii;   Fulmaro  . 
Diomedeidae        ......... 

THomedea,  Linnaeus,   1758  ...... 

Diomedea  melanopbrys,  I !<>ii-  in  Temminck,  L828;  THomedea  dalli 
ciglia  nere  ......... 

PYGOPODES     

Colymbidae 

Colymbus,  Linnaeus,    L758  ...... 

Colymbus  septentrionalis,  Liunaeus,    1766;   Strologa  imi  uhi 
Colymbus  arcticus,   Linnaeus,    1758;   Strologa  mezzana 
Colymbus  glacialis,   Linnaeus,    L766  ;   Strologa  maggiore 
Colymbus  Adunisi.  G.   R.  Gray,    1859;   Strologa  dat  he<<u  giallo 

Podicipedidae 

Podicipes,  Latham,   1787   ....... 

Podicipes  Buviatilis  (Tunstall),    1771  ;    Tuffetto  . 
Podicipes  auritus  (Linnaeus),    1758;   Svasso  cornuto  . 
Podicipes  nigricollis,  Brehm,   \*:\\  :   Svasso  i>irr<>io    . 
Podicipes  griseigena  (Boddaert),    L783  ;  Svasso  dal  collo  rosso 
Podicipes  cristatus  (Linnaeus),   1758;   Svasso  maggiore 

Alcidae 

Ali  inai:    .......... 

Alca,    Linnaeus.    17.">S         ....... 

Alca  inipennis.    Linnaeus.    L758  ;    .1/'"    maggiwe 
Alca  torda.    Linnaeus.    1758  :    Gassa   marina 

Alle,  Link,   1806 

Alle  alle  (Linnaeus),    1758;   Gassa  marina  minore 
Uria,   Brisson,    1760.  ....... 

Uria  trofie  (Linnaeus),    17lit>  ;    Uria    ..... 

l'via  Bruennicbi,  Sabine,  1818  ;    Uria  dal  becco  grosso 
Uria  grylle  (Linnaeus),    1758;    Uria   nera  .... 

Sottofamiglia  Fraterculinae         ........ 

Genere  Fraternità.    Hrissou,    17tit).  ...... 

."ili.").  Fratercula  arctica  (Linnaeus),    L758  ;  Polcinella  di  mare    . 


Famiglia 
Genere 


Famiglia 

Sottofamiglia 

Genere 


Genere 
Genere 


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545 

Ordine  ACCIPITRES  -  Rapaci. 


Becco  di  tipo  accipitrino  perfetto,  eorto,  robusto,  col  culmine  fortemente  arcuato 
in  basso,  tornito  alla  base  di  cera  nella  quale  si  aprono  le  narici;  redini  di  solito 
coperte  parzialmente  di  setole  e  non  di  vere  penne;  ali  grandi  di  dieci  primarie 
bene  sviluppate;  gambe  coperte  di  penne;  tarsi  intieramente  od  in  parte  piumati; 
forti,  raramente  molto  lunghi,  reticolati,  scudettati  o  a  granulazioni  rugose;  piedi 
forti;  diti  grossi  in  numero  di  quattro,  il  posteriore  più  grande  di  tutti  e  rivolto 
all' indietro,  i  laterali  più  o  meno  riuniti  alla  base  col  mediano,  l'esterno  riunito 
e  non  versatile  o  libero  e  versatile;  unghie  acute,  di  solilo  molto  curvate,  mira- 
bilmente atte  ad  afferrare,  offendere  e  difendere,  mobili  ed  in  generale  retrattili. 

Piumaggio  rigido,  talora  molle,  opaco  o  poco  brillante:  sessi  con  poche  ec- 
cezioni simili  di  tinta,  la  femmina  di  regola  maggiore  in  statura  del  maschio,  i 
pulcini  inetti  e  coperti  di  piumino,  anche  gli  adulti  hanno  il  corpo  coperto  di 
piumino. 

Si  dividono  in  duo  grandi  sottordini:  Rapaci  diurni  e  Rapaci  notturni. 


Sottordine  ACCIPITRES  DIURNI  -  Rapaci  diurni. 


Manca  il  disco  facciale  completo;  narici  di  solito  nude.  Becco  col  margine 
della  mandibola  superiore  intaccato  o  festonato,  sinuoso,  non  intero;  occhi  laterali, 
più  o  meno  infossati;  cera  nel  più  dei  casi  molle  e  scoperta  o  in  parte  coperta 
dai  peli  delle  redini;  orificio  auricolare  di  solito  piccolo;  piedi  editi  in  generale 
nudi;  tarsi  talora  intieramente  piumati;  pollice  rivolto  all'indietro,  dito  esterno 
di  solito  non  versatile;  piumaggio  in  generale  rigido  e  resistente,  fornito  di  più 
mino  in  ogni  età.  Hanno  abitudini  diurne. 

Sono  uccelli  di  grande  potere  di  volo  che  in  generale  non  compiono  lunghe 
migrazioni,  ma  più  specialmente  si  spostano  qua  e  là  in  cerea  di  cibo,  i  giovani 
viaggiano  più  degli  adulti,  però  molte  specie  sono  essenzialmente  migranti;  il 
loro    piumaggio    è    oltremodo    variabile,  e   vanno    soggetti    a    numerose    varietà 

Atlante  ornitologico,  1 


ATI.ANTK     0KN1T<  >I.<  )<  i  l(  '(> 


locali,  climatiche,  melaniche  ecc.,  sicché  il  gruppo  è  uno  dei  più  difficili  a  stu- 
diarsi: il  loro  nutrimento  è  quasi  del  tutto  animale  e  di  solito  il  rifiuto  vieni'  poi 
ricettalo  in  t'ornia.  di  una  pallottola.  Sono  cosmopoliti,  risultano  maggiormente 
distribuiti  nell'America  meridionale,  scarseggiando  nello  isole  del  Pacifico.  Le 
400  specie  note  si  scindono  in  tre  grandi  famiglie  ed  in  80  generi,  un  quarto  dei 
quali  è  rappresentato  in  Europa. 


Famiglia  VULTURIDAE  -  Vulturidi. 

Testa  nuda  o  rivestita  di  piumino  colla  parte  superiore  coperta  in  parte  di 
rade  piume  rigide,  giammai  di  vere  penne;  bordo  della  mandibola  superiore 
sinuoso;  cera  di  regola  nuda,  non  coperta  di  setole  e  generalmente  molle  e 
carnosa;  occhi  laterali  ed  a  fior  di  testa,  coda  di  12  a  14  penne;  tarsi  reticolati: 
diti  nudi,  l'esterno  non  versatile,  unito  all'interno  da  una  membrana;  unghie  non 
aguzze  e  poco  ricurve. 

Comprende  questa  famiglia  dieci  generi  con  circa  2f>  specie  delle  quali  tre 
soltanto  si  trovano  in  Europa.  Vivono  di  solito  in  società,  nutrendosi  di  animali 
morti,  di  biscie,  di  lucertole  e  talora  d'insetti  di  vario  genere.  Sono  uccelli  dal 
volo  lento,  ma  forte  e  resistente  e  possono  imprendere  lunghi  viaggi  in  cerca  di 
cibo;  frequentano  le  località  montuose,  le  campagne  alberate  ed  anche  le  pianure 
sterili,  s'internano  entro  le  città  dei  paesi  orientali,  ove  apportano  notevole  utile, 
cibandosi  di  carogne  e  dei  rifiuti  abbandonati  sulla  strada.  Fabbricano  il  loro  nido 
od  area  sugli  alti  alberi,  sulle  nude  roccie  o  nei  vecchi  fabbricati,  deponendo  un 
uovo  o  due  di  forma  allungata,  il  cui  colore  va  dal  bianco  al  bruno-rossiccio-vivo 
con  o  senza  macchie.  La  questione  se  essi  nella  ricerca  del  cibo  siano  guidati 
dal  senso  della  vista  o  da  quello  dell'olfato  fu  per  lungo  tempo  discussa  ed  ec- 
citò sempre  il  più  vivo  interesse  tra  gli  Ornitologi.  Oggi  però  prevale  l'opinione 
che  ciò  sia  dovuto  alla  loro  acutissima   vista. 

Talune  specie  hanno  abitudini  sedentarie  e  se  migranti,  si  presentano  il  più 
delle  volte  erratiche;  i  giovani  diversificano  nelle  tinte  dagli  adulti,  ma  i  sessi 
sono  simili  nel  colorito  e  la  loro  muta  è  semplice,  la  femmina  ha  in  generale  mag- 
giore statura  del  maschio,  ma  vi  sono  eccezioni  a  tale  regola. 

Genere  VULTUR,  Beisson, 

Becco  robusto,  diritto  alla  base,  subeguale  alla  testa,  colla  mandibola  supe- 
riore festonata  sul  margine  e  adunca  all'apice;  narici  rotonde,  aperte  nella  parte 
anteriore  della  cera  nuda;  occhi  mediocri,  non  infossati:  ali  lunghe,  ottuse  colla 
.",'  e  4  '  delle  remiganti  primarie  le  più  lunghe,  la  la  molte  breve:  coda  rotonda 
di  12  penne;  calzoni  mediocri;  tarso  robusto,  subeguale  o  più  corto  del  dito  me- 
diano senza  unghia,  piumato  nella  metà  superiore,  reticolato  nell'inferiore;  diti 
quattro  dei  quali  uno  volto  all'indietro,  l'esterno  unito  col  medio  alla  base  da  una 
piccola  membrana. 

Testa  piuttosto  piccola,  coperta  in  gran  parte  di  lanugine  e  di  fitte  piume 
setolose  sui  lati  delle  redini  sino  all'apertura   auricolare   e  posteriormente  oltre 


VII    VVI  1.     IIIÌSITil K  II 


L'occhio,  collo  in  parte  nudo,  colla  pelle  ('orinante  pieghe  trasversali;  corpo  mas- 
siccio, voluminoso. 

I.  Vultur  monachus,  Linnaeus,  Avvoltoio. 

l'I'.w.   Ili,  &g.  2  o  Tav.  XLVIII,  fig.  2]. 

Cera  carnicino-cerulea;  piumaggio  bruno-nero-opaco  o  lucido  più  cupo  sulle 
remiganti  e  sulle  timoniere;  parti  inule  della  testa  e  del  collo  carnicino-livide 
coperte  da  una  lami-ine  nero-scura  che  forma  un  ciuffo  sull'occipite;  sui  lati  del 
collo  un  collare  di  penne  lunghe  dirette  all'infuori  ed  all'insù;  spallacci  grandi, 
formati  di  penne  lunghe  ed  acuminate;  coda  arrotondata;  piedi  celestognoli  (ad.). 
In  generale  più  bruni  cella  regione  lanuginosa  della  testa  meno  estesa  (giov.). 

Lunghezza  totale  da  l."<><>  a  l,m20;  becco  da  0,"'088  a  0,m097;  ala  da  0,m760 
a  ii.  830;  coda  da  0,m355  a  0,'"410;  tarso  0,m115;  dito  mediano  senz'unghia  0,m125(1). 

Questa  specie  abita  l'Europa  meridionale,  l'Africa  settentrionale-orientale  e 
l'Asia  centrale  sino  all'India  ed  alla  Cina.  In  Italia  è  discretamente  abbondante 
in  Sardegna,  manca  in  Corsica,  molto  rara  si  presenta  in  Sicilia,  sul  continente 
è  di  accidentale  comparsa  e  fu  colta  in  Liguria,  in  Toscana,  nelle  Marche  e  presso 
Piacenza,  fu  trovata  in  Gamia  ed  è  specie  rara,  ma  sedentaria  in  Dalmazia.  Ni- 
difica in  febbraio  sugli  alberi,  raramente  sulle  roccie,  deposita  un  uovo  e  molto 
raramente  due,  così  fittamente  macchiati  di  rossiccio-cupo  da  sembrare  per  intero 
di  questo  colore. 

(ili  individui  provenienti  dalla  Sardegna  e  riferiti  dal  Cara  all'Africano  Oto- 
gyps  auricularis  (Daudin),  altro  non  sono  che  V.  monachus  col  meato  uditivo  dila- 
tato soverchiamente  per  difettosa  preparazione.  Le  affermazioni  poi  della  cattura 
di  esemplari  di  quella  specie  nella  Spagna  e  nel  mezzodì  della  Francia  meritano 
conferma  e  non  sono  basate  sufficientemente  per  ammetterla  tra  le  Europee. 


Genere  GYPS,  Savigny. 

Becco  forte  e  robusto,  subeguale  alla  testa  colla  mandibola  superiore  unci- 
nata; narici  strette  e  verticali,  mule,  poste  presso  il  margine  anteriore  della 
cera,  pure  nuda;  testa  piccola,  essa  ed  il  collo  in  parte  coperti  di  fitto  piumino 
bianco;  collo  ornato  nella  sua  parte  bassa  da  un  collare  di  penne  semi-lanose 
(ad.)  o  di  vere  penne  allungate  (giov.);  ali  lunghe  colla  4a  remigante  primaria  la 
massima,  la  la  molto  breve;  coda  leggermente  graduata  di  14  penne;  calzoni  me- 
diocri; gambe  e  piedi  molto  grossi  e  forti;  tarso  reticolato  nella  sua  parte  supe- 
riore e  piumato  nell'inferiore,  più  corto  al  dito  mediano  senz'unghia;  diti  lunghi, 


(')  Quando  non  è  indicato,  o  non  vi  siano  osservazioni  in  proposito,  s'intende  che  la  statura  minore 
e  ilei  maschi  e  la  maggiore  delle  femmine  e  che  la  differenza  tra  le  due  ;■  data  dai  soggetti  intermedi, 
perchè  naturalmente  ne  tutti  i  maschi,  né  tutte  le  femmine  hanno  dimensioni  matematicamente  identiche, 
quanto  dissi  s'intende  solo  pei  Rapaci;  mentre  del  rimanente  posi  due  dimensioni  soltanto  quando  esse 
variavano  cosi  tra  individui  della  stessa  specie,  da  tonnare  duo  estremi,  come  primo  misi  quel  dato  cui 
giunjre  il  più  ferali  numero  dei  soletti  della,  specie  della  quale  si  parlava,  ed  è  semplicemente  per  questo 
che   talora   si   trova  indicata   in   primo  luogo  la   lunghezza   massima  e  talora  la  minima. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


l'esterno  unito  col  mediano  alla  base  da  una  piccola  membrana;  unghie  forti,  poco 
curvate  e  quasi  ottusi'. 

Questo  genere  consta  di  sette  specie  sparse  nel  Mondo  Antico  e  delle  quali 
una   sola   abita   l'Europa. 

2.   GypS  fulvus  ((Ì.MELIN),   Grifone. 
[Tav.   Ili,   fig.   1]. 

Estremità  delle  penne  arrotondata;  testa  e  collo  coperti  di  piumini)  bianco  che 
sul  collo  forma  un  folto  collare  costituito  di  penne  semi-lanose  bianche  legger- 
mente isabelline;  colorito  generale  di  una  tinta  caffè  e  latte  più  cupo  sull'alto 
dorso,  più  chiaro  sulle  cuopritrici  medie  e  piccole  delle  ali,  le  grandi  colla  base 
scura  ed  un  largo  margine  grigio-bianchiccio;  parti  inferiori  più  chiare,  eccetto 
il  gozzo  che  ha  piume  fittissime  marrone-cupo;  remiganti  e  timoniere  bruno-nere; 
coda  leggermente  graduata  (ad.).  Estremità  delle  penne  acuminata.  Collare  formato 
di  vere  penne  lunghe,  acuminate  bruno-fulve,  bianchiccie  soltanto  nel  loro  centro; 
tinta  generale  più  accesa,  colla  parte  mediana  delle  penne  bianchiccia  a  guisa  di 
siria  longitudinale  chiara  (giov.). 

Lunghezza  totale  da  1,"'00  a  l,m25;  becco  da  0,'"073  a  0,'"080;  ala  da  0,m720 
a  0,n,750;  coda  da  0,'".'!00  a  0,m320;  tarso  0,'"095;  dito  mediano  s.  u.  0,m125.  La 
femmina  è  di  poco  più  piccola  del  maschio. 

È  specie  accidentale  nelle  parti  settentrionali  d'Europa  e  ne  abita  costante- 
mente le  porzioni  centrali  e  meridionali,  nonché  l'Africa  settentrionale  sino  al 
Sudan.  In  Italia  è  comune  in  Sardegna  ed  in  Sicilia,  trovasi  pure  sulle  Alpi  del 
Nizzardo  e  del  Friuli  e  sembra  vivesse  un  tempo  anche  in  quelle  del  Piemonte. 
E  di  casuale  comparsa  nel  resto  della  Penisola,  credo  però  non  vi  sia  provincia 
d'Italia  ove  non  siasi  mostrata  ed  in  generale  le  sue  comparse  avvennero  dopo 
violenti  bufere. 

Fabbricano  il  nido  in  febbraio  sulle  roccie,  depongono  un  solo  uovo  bianco- 
sudicio  talora  con  grosse  macchie  fulviccie  o  vinate. 

I  soggetti  colti  in  Sardegna  ed  attribuiti  dal  Temminck  e  dal  Cara  al  0.  Kolbi 
(Daudin)  devono  riferirsi  a  questa  specie  e  cosi  il  G.  occidentalis  del  Bonaparte  e 
del  Salvadori  altro  non  è  che  un  sinonimo  della  presente.  Come  ben  nota  que- 
st'ultimo Autore,  l'Avvoltoio  indiano  del  Savi  è  un  semplice  Grifone,  sebbene  non 
vi  corrisponda  la  sinonimia  ed  il  (ì.  occidentalis  dello  stesso  Autore  è  l'adulto  di 
questa  specie. 

II  (4rifone  di  Spagna  infine  fu  distinto  dallo  Sharpe  col  nome  di  G.  hispanìolensis, 
ma  gli  Autori  sono  concordi  nel  non  ammetterlo  quale  buona  specie. 


Genere  NEOPHRON,  Savigny. 

Becco  sottile  più  lungo  della  testa,  rivestito  sino  a  mela  lunghezza  della  cera 
nuda,  coi  margini  della  mandibola  superiore  leggermente  sinuosi,  uncinato  alla 
punta  e  coll'apice  della  mandibola  interiore  ottuso;  occhi  non  infossati:  narici 
mediane,  allungate,  orizzontali;  ali  lunghe,  appuntite,  1"  remigante  primaria  molto 
breve,  la  4a  la  massima;  coda  cuneata  di  14  penne;  piedi  piuttosto  sottili;  tarso 


ATI. AMI.    "i:\IHil.nGICO 


ivii.-, .lato  più  corto  del  dito  mediano;  diti  anteriori  riuniti  da  una  membrana; 
unghie  ottuse. 

Parie  anteriore  della  testa  sino  oltre  l'orecchio  e  sola  inule,  la  regione  po- 
steriore ed  il  collo  coperti   di   penne   lanceolate.   Statura  relativamente  piccola; 

corpo  snello,  colorito  uniforme,  biancastro  negli  adulti,  bruno  nei  giovani.  Si  co- 
noscono quattro  specie  appartenenti  a  questo  genere,  una  delle  quali  è  propria 
anche  all'Europa. 

3.  Neophron  percnopterus  (Ltnnaeus),  Capovaccaio. 

[TAV.   Ili,    6g.  5  e  6J. 

Biancastro  più  e  meno  gialliccio  od  isabellino;  parte  anteriore  della  testa  e 
gela  nude  e  gialle,  penne  occipitali  Lunghe  e  lanceolate;  remiganti  primarie  nere, 
le  secondarie  con  la  base  cenerina,  talora  nerastra  {ad.).  Bruno  cenerino  uniforme; 
parte  nuda  della  testa  e  gola  carnicino-livide  qua  e  là  coperte  di  lanugine  ne- 
rastra; cuopritrici  alari  marginate  di  fulvo  (giov:).  Nello  stadio  intermedio  il  piu- 
maggio è  fulviccio  sul  groppone  e  sulla  coda,  cioccolata-nerastro  sulle  lunghe 
penne  del  collo,  a  tali  tinte  si  mescolano  sovente  le  incipienti  penne  biancastre 
dell'abito  degli  adulti. 

Lunghezza  totale  da  0,'"700  a  0,"800;  becco  da  0,'"058  a  0,'"06(.i;  ala  da  0,'"4GO 
a  0,m498:  ceda  da  0,m200  a  0,m228;  tarso  0,'"075;  dito  mediano  s.  u.  0,m085.  La 
femmina  è  più  piccola  del  maschio. 


# 


r    '    f  f    f    f   f    ;    ì    J    "x  J*e,mrf* 


Testa  di  N.  percnopterus. 


Piedi»  di   N.  percnopti  i ■«.«. 


Abita  l'Europa  meridionale,  l'Africa  e  la  sottoregione  Mediterraneo-Persica, 

accidentalmente  fu  preso  in  Inghilterra,  nella  Norvegia  ed  in  Germania.  In  Italia 
è  specie  poco  comune,  ma  sedentaria  nel  Nizzardo,  nella  Maremma  Toscana,  al- 
l'Isola del  Giglio,  nella  Campagna  Romana  ed  in  alcune  provincie  meridionali 
come  a  Taranto,  in  Basilicata  e  finalmente  in  Sicilia  ed  è  strano  che  manchi  in 
Sardegna.  Comparve  a  Malta,  in  Calabria  ed  io  ne  ebbi  uno  dal  Vicentino,  l'unico, 
a  quanto  sembra,  preso  nella  Valle  Padana. 

Si  riteneva  fosse  specie  non  migrante,  ma  ora  è  noto  che  in  certi  distretti 
della  Svizzera  e  della  Savoja  arriva  di  marzo,  ripartendo  nell'autunno  dopo  le  cove. 


ATLANTE    ORNITI  >!.'  «i:li  '■  > 


5 


Nidifica  «la  maggio  a  luglio  sulle  sporgenze  delle  roccie,  nei  vecchi  fabbricati  e 
più  di  rado  sugli  alberi;  deposita  uno  o  due  uova  bianco-sudicie  quasi  interamente 
rupi  aie  (li  macchie  rossiccio-vive. 


Famiglia   GYPAETIDAE.    Gipaetidi. 

Becco  subeguale  alla  testa,  robusto,  col  culmine  rialzato,  a  margini  diritti  o 
leggermente  sinuosi,  fortemente  ricurvo  all'apice  della  mandibola  superiore,  occhi 
grandi,  poco  infossati;  la  cera,  le  narici,  ovali  ed  allungate,  la  base  della  mandi- 
bola inferiore  e  le  rediui  sono  coperte  di  penne  setolose,  come  grossi  peli,  che  sotto 
il  mento  si  foggiano  a  pizzo  diretto  all'innanzi;  ali  lunghe  ed  acute  colla  .">'  re- 
migante primaria  la  massima;  coda  di  dodici  penne,  lunga,  cuneata;  calzoni  ampi 
e  pendenti:  tarso  robusto,  più  corto  del  dito  mediano,  piumato  di  solito  sino  ai 
diti  che  sono  squamosi  coll'esterno  riunito  alla  base  col  medio  da  una  membrana; 
unghie  ricurve,  ma  poco  adunche. 

Testa  e  collo  ricoperti  di  penne  con  quelle  delle  guancie  e  della  parte  ante- 
riore della  testa  corte  e  quelle  dell'occipite  e  della  regione  dal  collo  aU'ingiù  lunghe 
ed  acuminate.  Statura  elevata;  corpo  allungato  e  massiccio;  piumaggio  forte  e  re- 
sistente, ma  poco  variabile  di  colore;  sessi  eguali,  adulti  differenti  dai  giovani,  il 
piumaggio  completo  degli  adulti  viene  assunto  dopo  vari  anni  di  età. 

Questa  famiglia  consta  del  solo  genere  Gypaetus  ed  è  l'anello  di  congiunzione 
tra  i  Vulturidi  ed  i  Falconidi,  se  ne  conoscono  due  specie,  delle  quali  l'Europea  è 
ben  nota  col  nome  di  Avvoltoio  degli  agnelli.  Esso  abita  le  più  alte  montagne,  ove 
si  nutre  di  carogne,  di  ossa  e  meno  comunemente  di  carne  viva,  sembra  però  che 
molti  fatti  che  si  raccontano  in  argomento  siano  esagerati  e  che  il  medesimo  attacchi 
animali  viventi  solo  se  stimolato  da  una  fame  eccezionale.  Vi  sono  però  attesta- 
zioni positive  che  esso  talora  assali  fanciulli.  Naumann  ricorda  il  fatto  avvenuto  nel- 
l'Oberland  di  Berna  nella  persona  di  Anna  Zurbuchen  di  Hachbern,  fanciulla  di 
tre  anni,  che  venne  salvata  a  tempo  dal  padre,  però  ferita  al  braccio  ed  alla  mano 
sinistra  e  che  venne  in  seguito  chiamata  Lammergeier  Anni.  È  notissima  la  sua 
abitudine  di  prendere  le  ossa  e  lasciarle  cadere  da  una  grande  altezza  perchè  si 
frangano  contro  le  roccie  e  poterle  mangiare  più  facilmente  (piando  sono  spez- 
zate, ma  non  sembrano  troppo  veri  i  racconti  che  esso  si  getti  contro  gli  animali 
che  si  trovano  sull'orlo  dei  precipizi  per  farveli  cadere  dentro.  Non  ha  il  volo 
pesante  dei  veri  Avvoltoj,  ma  invece  esso  è  agile  e  leggero  e  si  riconosce  tosto, 
quando  rotea,  pella  coda  lunga  e  cuneata.  Voracissimo,  mangia  grandi  (pian 
tità  di  cibo  in  una  volta,  potendo  poi  rimanere  digiuno  per  vari  giorni;  costruisce 
il  rozzo  nido  sui  greppi  più  dirupati  dei  monti,  nei  siti  più  impraticabili  e  sel- 
vaggi ;  la  femmina  vi  deposita  un  solo  uovo,  raramente  due  di  un  bianco-sudicio 
con  macchie  gialliccio-rossiccie. 


Genere  GYPAETUS,  Storr. 
Ila  i  caratteri  della   famiglia. 


A  LI.  A  S  I  I      OBN -'"■li  O 


4.  Gypaétus  barbatus  (Linnaeus),  Avvoltoio  <l<t/li  agnelli. 

(Arpia). 
[Tav.   Ili,  6g.  3  o  4]. 

[ride  bianca  o  bianco-gialla  circondata  di  rosso  vivo;  becco  avviluppato  alla 
base  da  grosse  penne  setolose  che  formano  sotto  il  mento  un  ciuffo  di  peli  ispidi 
rivolti  in  avanti;  sopra  l'occhio  una  fascia  nera  che  si  unisce  all'occipite;  testa 
e  collo  con  penne  lanceolate  bianco  gialliccie  lavate  più  o  meno  intensamente  di 
rosso-rugginoso;  colorito  generale  delle  parti  superiori  grigio-bruno  più  o  meno 
nero  con  una  stria  centrale  bianchiccia  o  bianco-fulviccia  su  ciascuna  penna; 
gastreo  rosso-lionato  più  o  meno  biancastro.  I  soggetti  molto  vecchi  presentano 
fìtte  macchie  nerastre  sulla  testa,  che  si  tanno  rade  sulle  penne  del  collo  e  del- 
l'addome [ad.).  Iride  di  solito  bruna:  testa  e  collo  nero-fuliggine  o  leggermente 
lucido;  colorito  generale  bruno-cinereo  con  penne  bianco-fulviccie  e  come  scolo- 
rite sul  dorso,  sulle  cuopritrici  delle  ali  e  sul  gastreo;  remiganti  e  timoniere  ne- 
rastre (giov.). 

Lunghezza  totale  da  1,'"00  a  l,m30;  becco  da  0,'"090  a  0,m105;  ala  da  0,m750 
a  0,'"920;  coda  da  0,m550  a  0,m665;  tarso  da  0,m090  a  0,'"110;  dito  mediano  s.  u. 
da  0,'"115  a  0,m122.  La  statura  varia  assai  e  giunge  sino  a  l,m48,  la  femmina  è 
più  grande  del  maschio. 

Abita  le  montagne  più  elevate  delle  contrade  circummediterranee,  spingendosi 
fino  all'Europa  centrale,  al  Caucaso,  all'Asia  centrale,  all'Imalaia  ed  alla  Cina 
settentrionale.  Per  l'Italia  è  specie  discretamente  comune  in  Sardegna,  fu  rinvenuta 
in  Corsica  e  nelle  Madonie  in  Sicilia,  ove  è  molto  rara.  Sulla  catena  delle  nostre 
Alpi  si  può  dire  estinta,  tranne  pel  tratto  delle  Marittime  tra  il  Colle  di  Tenda 
ed  i  monti  sopra  Valdieri,  ove  negli  ultimi  trenta  anni  se  ne  catturarono  sette  esem- 
plari, viveva  sulle  Alpi  del  Bergamasco  (min  Culli1: ione)  e  sembra  esistere  ancora 
su  quelle  sopra  Chiavenna  (Alpi  Retiche),  ma  non  su  quelle  del  Bellunese  e  del 
Friuli  come,  certo  erroneamente,  venne  asserito.  Si  trova  anche  nelle  montagne 
della  Svizzera,  ma  ovunque  è  in  diminuzione. 


Famiglia  FALCONIDAE,  Falconici/. 


Testa  e  collo  coperti  di  penne:  becco  in  generale  più  corto  della  testa,  co 
perto  alla  base  di  cera  nuda  sparsa  di  peli  e  pennuzze,  coi  bordi  interi  od  intac- 
cati e  L'apice  ricurvo  ad  uncino;  occhi  infossati  e  protetti  da  una  protuberanza 
più  o  meno  sviluppata  dell'arcata  sopracigliare;  narici  nude,  di  varia  forma,  aperte 
verso  la  base  del  becco;  redini  di  solito  nude  e  raramente  coperte  di  penne  di 
forma  speciale;  nessun  collaretto  distinto  sul  collo,  un  ciuffo  di  setole  sotto  il 
becco;  ali  di  varia  lunghezza,  acute,  subrotonde;  coda  di  varia  l'orina,  composta 
di  dodici  timoniere;  calzoni  quasi  sempre  presenti  e  pendenti;  tarsi  scudettati  o 
reticolati,  nudi  o  piumati;  dito  esterno  libero  o  unito  al  inedia  no  da  una  meni 
brana  e  di  solito  non  versatile;  unghie  adunche,  appuntite  e  molto  retrattili. 


vn.AVli:   ORNI! [CO 


Questa  famiglia  si  suddivide  in  cinque  grandi  sottofamiglio,  tutte  rappresen- 
tate in  Europa,  tranne  l'Americana  dei  Poliborini  (Polyborinae). 

Si  htokamiglia  ACCIPITRINAE.   Ai  ri),, trini. 

Becco  piccolo  o  mediocre  col  margine  della  mandibola  superiore  sinuoso, 
testa  in  generale  piuttosto  piccola:  ali  e  coda  lunghe,  talora  le  ali  in  rap- 
porto più  brevi  di  questa;  tarsi  lunghi  e  sottili,  dito  esterno  unito  al  mediano  con 
una  membrana  alla  base  ;  tibie  molto  lunghe,  eguali  al  tarso  ;  unghie  molto  acute. 

Piumaggio  talora  molle,  alle  volte  esiste  un  disco  facciale  incompleto  che 
si  estende  da  una  regione  auricolare  all'altra,  sessi  eguali  o  differenti;  forma  al- 
lungata e  spesso  gracile;  la  femmina  è  nel  maggior  numero  delle  specie  più 
grande  del  maschio.  Questa  sottofamiglia  consta  di  13  generi  con  147  specie,  delle 
quali  sette  ripartite  in  tre  generi  abitano  l'Europa. 

Genere  ASTUR,  Lacépède. 

Becco  più  corto  della  testa,  molto  adunco,  curvato  dalla  base,  margine  ta- 
gliente della  mandibola  superiore  festonato;  occhi  poco  incassati:  narici  ovali, 
semicoperte  da  penne  setolose  come  le  redini;  ali  corte,  quando  sono  piegate,  le 
maggiori  penne  arrivano  alla  metà  delle  timoniere,  la  remigante  primaria  molto 
corta,  la  4U  la  massima:  coda  arrotondata  e  troncata:  tarso  forte,  piumato  nella 
parte  superiore,  coperto  sulla  faccia  anteriore  e  posteriore  di  larghi  scudetti,  re- 
ticolato sulla  laterale;  diti  mediocri,  il  mediano  piuttosto  corto,  distintamente  più 
breve  del  tarso  e  più  lungo  dei  due  laterali  che  sono  subeguali,  l'esterno  non 
versatile  ed  unito  alla  base  col  mediano  da  una  piccola  membrana,  questo  sen- 
z'unghia in  lunghezza  meno  del  doppio  (0,'"053)  del  culmine,  calcolando  Io  spazio 
dall'angolo  anteriore  della  cera  all'apice  del  becco  (0,m028);  unghie  assai  lunghe, 
adunche,  acuminate,  con  quella  del  dito  interno  assai  più  grande  di  quella  dell'e- 
sterno. 

Statura  piuttosto  forte  col  corpo  più  o  meno  robusto  e  massiccio;  calzoni  in 
generale  sviluppati;  sessi  eguali,  adulti  differenti  dai  giovani.  Piumaggio  degli 
adulti  cenerino  al  disopra  con  fascie  trasversali  sul  gastreo,  i  giovani  superiormente 
brunastri  con  strie  scure  allungate  nelle  parti  inferiori. 

(ili  Astori  sono  uccelli  assai  fieri  e  rapaci,  dotati  di  volo  rapido  ed  estrema- 
mente agile,  si  nutrono  di  colombi,  di  pernici,  di  anitre  e  di  altri  uccelli,  arre- 
cando grandi  danni  ai  Gallinacei  ed  alla  selvaggina  in  generale,  si  cibano  anche 
di  piccoli  mammiferi  e  di  insetti,  ma  sdegnano  le  carogne.  Abitano  tanto  le 
foreste  e  le  boscaglie,  quanto  l'aperta  campagna  vicina,  sono  molto  sanguinari 
e  dicesi  che  uccidano  più  vittime  di  quelle  che  non  consumino.  Erano  molto 
adoperati  e  stimati  nell'antica  Falconeria.  Nidificano  sugli  alberi  alti,  talora  oc- 
cupando i  nidi  abbandonati  dalle  gazze,  dalle  cornacchie  e  da  altri  uccelli  e  vi 
depongono  da  due  a  quattro  uova  bluastre  o  bianco  verdastre  senza  macchie. 
Questo  genere  quasi  cosmopolita  abbraccia  sessantatre  specie,  due  sono  proprie 
all'Europa  ed  un'altra  forse  vi  giunse  accidentalmente. 


Tav.  2. 


1  e  4.  Aquila  anatraja  maggiore.    2.  Aquila  anatraja  minore  (2).    3.  Aquila  anatraja  minore  (&*  giov.). 
5.  Biancone.     H.  Aquila  minore  (cf1  forma  scura).     7.  Aquila  minore  (  J  forma  chiaraì.     8.  Falco  pescatore. 


Ulrico  Huepli,  Editore,  Milano. 


ATLANTE    OKN1TOLOGICO 


5.  Astur  palumbarius    l,i\v\i.t>.  Astore. 

[TAV.  V.  fig.  5  e  <3J. 

Iride  giallo-aranciato  vivace;  guancie  grigio-bruno-cupe;  sopraciglio,  redini  e 
nuca  bianco-grigiastre;  parti  superiori  grigio-plumbeo-scure  colla  coda  terminata 
ili  bianco  e  attraversata  «la  quattro  fascie  di  un  bruno  più  cupo;  remiganti  pri- 
marie con  fascie  Maire;  pani  inferiori  bianche  collo  stelo  delle  penne  a  lai- he 
fascie  trasversali  bruno  mie,  eccetto  sul  sottocoda  che  è  immacolato  (mi.).  Iride 
giallastra;  parti  superiori  grigio-brune  con  Larghi  margini  bianco-rossicci  o  fulvi; 
Le  inferiori  di  un  bianco-fulvo,  talora  molto  acceso,  marcate  di  grandi  e  Larghe  mac- 
chie a  goccia  od  allungate  bruno-cupe;  ceda  bruna  con  cinque  fascie  più  cupe  e 
l'apice  biancastro  (giov.  . 

Lunghezza  totale  da  0,  180  a  0,m650;  becco  da  0,ro030  a  <».:  040;  ala  da  0,m290 
a  0,  370;  coda  da  0,m200  a  O,"1^."»:  tarso  da  0,m065  a  0,m085;  dito  medio  s.  u.  da 
0,'"04r>  a  0,'"055.  Varia  assai  nelle  dimensioni. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale,  l'Africa  settentrionale-orientale,  la 
Siberia  sino  all'Imalaia  ed  al  Giappone.  In  Italia  è  specie  sedentaria,  ma  rara,  un 
pò  meno  infrequente  durante  l'epoche  del  passo,  nidifica  certamente  in  Sicilia,  in 
Sardegna  ed  in  parecchie  altre  località. 

Una  specie  affine  che  ha  le  stesse  dimensioni  dell'Astore,  ma  ne  è  distinta 
pel  colorito  scuro  della  testa  e  pella  tinta  delle  parti  inferiori,  nelle  quali  la  co- 
lera/Jone cupa  è  disposta  a  macchie  e  non  a  fascie  trasversali,  abita  l'America 
settentrionale  e  venne  trovata  finora  tre  volte  nelle  Isole  Britanniche,  cioè  una 
volta  nella  Scozia  e  due  nell'Irlanda,  essa  è  nota  col  nome  di  A.  atrieapillus 
Wilson)  o  Astore  americano.  Il  Saunders  lo  esclude  dalla  lista  Britannica  e  cosi 
il  Dresser  dall'Europea,  è  ammesso  pella  <  Iran  Bretagna  dallo  Sharpe,  sicché  la  sua 
inclusione  nell'Avifauna  Europea  è  per  lo  meno  poco  sicura. 

6.  Astur  brevipes.  Severtzow,  Astore  levantino. 

Iride  gialla;  colorito  generale  di  un  grigio-ardesia,  nerastro  sul  dorso,  pallido 
all'apice  della  coda;  i  lati  della  faccia  ed  il  collo  cenerino-pallidi;  gola  biancastra; 
parti  inferiori  bianche  fittamente  fasciate  per  traverso  di  un  fulviccio  delicato; 
cuopritrici  inferiori  della  coda  bianche;  timoniere  attraversate  da  cinque  fascie 
bruno-scure,  poco  appariscenti  o  mancanti  sulle  due  centrali  e  sulle  due  esterne 
(ad.).  Iride  bruno-nerastra;  parti  superiori  bruno-cenerognole  con  le  penne  mar- 
ginate di  rossiccio  più  accentuato  sulla  testa;  nuca  macchiata  di  bianco:  un  di- 
stinto sopraciglio  e  lati  della  testa  bianchi  striati  di  grigio-bruno;  gola  bianca 
con  strie  nere  sul  centro;  gastreo  bianco  con  larghe  macchie  bruno-rossiccie  a 
goccia  sul  petto,  ovali  sui  fianchi,  a  fascie  sul  basso  petto,  lanceolate  sui  fianchi, 
meno  numerose  sul  sottocoda;  coda  bruno-cenerognola  terminata  di  fulvo- rossiccie 
e  traversata  da  cinque  fascie  nerastre  (giov.). 

Lunghezza  totale  da  0,m337  a  0,m392;  becco  0,'"022;  ala  da  0,'"224  a  0,'  '232;  ceda 
da  0,'"172  a  0,m177;  tarso  0,'"040;  dito  mediano  s.  u.  0,m029, 

Il  primo  esemplare  di  questa  specie  fu  preso  nella  Serbia  i  Museo  Britannico),  poi 
sette  ne  ebbe  dal  Montenegro  il  mio  amico  prof.  Brasilia  e  sono  conservati  nel  Museo 

i  tlanti  <m  nitologieo. 


10 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


diZagabria.  È  uccello  che  abita  l'Europa  meridionale-orientale  (Montenegro,  Grecia, 
Turchia,  ecc..  la  Palestina,  l'Egitto  e  l'Asia  Minore.  Non  venne  finora  trovato  in 
Italia,  però  ricordo  come  al  Museo  di  Firenze  vi  sia  un  soggetto  colla  data  2  otto- 
bre 189.">  Reggio  Calabria,  è  un  maschio  giov.  Lo  Strickland  asserì  che  a  Malta  com- 
parve L'africano  Melierax gabar  (David.)  o  Gabar,  ciò  fu  indicato  anche  pella  Spagna 
e  pel  Portogallo,  ma  sono  fatti  che  meritano  conferma. 


Genere  ACCIPITER,  Beisson. 


Piede  di  A.  nisus,  -jB 


Ha  i  caratteri  del  genere  Astur,  ma  il  tarso  è  gracile, 
lungo  e  sottile,  i  diti  lunghi  e  scudettati  su  tutti  i  lati, 
il  dito  mediano  senz'unghia  è  più  del  doppio  (0,m037)  del 
culmine  misurato  dall'angolo  anteriore  della  cera  all'apice 
del  becco  (0,m016). 

Nelle  abitudini  somigliano  agli  Astori,  ma  sono  ancora 
più  fieri,  più  coraggiosi  e  dotati  di  maggiore  attività,  sicché, 
quantunque  di  piccola  mole,  non  si  peritano  di  assalire  Per- 
nici e  giovani  Fagiani.  Depositano  da  quattro  a  sette  uova 
bianco-bluastre  macchiate  di  rossiccio  più  o  meno  vivace. 
Si  conoscono  quarantadue  specie  di  questo  genere. 


7.  Accipiter  nisus  (Linnaeus),  Sparviere. 

[Tav.    V,    iig.    7,  8,  9  e  IO    e   Tav.    XLVIII,    fig.    i}. 

Occipite  bianco;  parti  superiori  di  un  grigio-bluastro-cupo  leggermente  tinto 
di  brunastro  sulla  coda  che  è  attraversata  da  quattro  fascie  bruno-nerastre  e 
terminata  di  bianco;  guancie  fulvo-rossiccie  cogli  steli  bruno-chiari;  mento  e  gola 
bianchi  leggermente  rossicci  cogli  steli  bruno-rossicci:  resto  delle  parti  inferiori 
bianco  con  fascie  trasversali  bruno-fulve  o  rossiccio-fulve  più  o  meno  distinta 
mente  sfumate  od  incorniciate  di  cenerognolo;  fianchi  fulvo-vivace;  sottocoda  di 
solito  non  fasciato  (mas.  ad.}.  Simile;  ma  il  rossiccio- fulvo  delle  parti  inferiori  è 
limitato  ad  uno  spazio  spesso  indistinto  sui  fianchi;  le  fascie  sono  più  numerose 
brune  o  bruno-nerastre  (femm.  ad.).  Parti  superiori  brune  con  Larghi  margini 
rossicci;  spazio  auricolare  bruno-rossiccio;  occipite  e  sopraciglio  bianco  misto  a 
strie  nerastre;  parti  inferiori  bianche  con  strie  trasversali  nerastre  dalla  gola  al 
petto  e  da  questo  all'ingiù  con  strisele  allungate  bruno-nerastre  miste  a  macchiette 
rossiccie;  timoniere  bruno-cenerine  con  cinque  fascie  più  scure  e  l'apice  bian- 
castro (semi-ad.).  Fondo  di  tinta  delle  parti  superiori  bruno-rossiccio  coi  margini 
rossicci  estesi  anche  alle  timoniere,  che  portano  quattro  t'ascie  brune  poco  distinte; 
mento,  gola  e  guancie  bianco-cenerognole  con  piccole  strie  brune;  resto  del  ga- 
streo  bianco-gialletto  collo  stelo  delle  penne  nero  e  macchie  a  goccia  bruno-fulve 
o  rugginose  sbiadite;  sottocoda  di  solito  immacolato  (giov.). 

Lunghezza  totale  da  0/"300  a  0,"'400;  becco  da  0,"'<»i;>  a  0,m022;  ala  da  0,m205 
a  0,'"2:")0;  coda  da  O/"140  a  0,"'195;  tarso  da  0,m05_!  a  0,m061;  dito  mediano  s.  u. 
da  0,n,036  a  0,m041. 

Le  femmine  sono  assai  più  grandi   dei    maschi   ed  è   specie   eminentemente 


vi  i  \vn:   ORNITOLOGI!  0  11 


variabile  nelle  dimensioni,  nel  numero  delle  fascie  sulla  coda  e  nel  colorito,  per  mi 
andrebbe  studiata  meglio  su  materiale  di  varie  provenienze;  gli  individui  di  mag- 
giore statura  furono  distinti  dal  Bekker  l)  col  nome  di  Falco  nisus  major  dando  ai 
più  piccoli  lincilo  ili  Falco  nisus  minor;  inoltre  il  primo  era  caratterizzato  dal  tarso 
due  o  tre  mm.  più  Lungo,  da]  tono  di  tinta  più  cupo  sulle  parti  superiori  e  meno 
fulvo  nelle  imi  rimi,  da  sette  a  otto  zone  sulla  coda  in  luogo  di  cinque  a  sci.  (Ili 
individui  di  grande  statura  non  sono  che  femmine  il  cui  colorito  è  variabile; 
sembra  (die  esse  quando  sono  mollo  vecchie  divengano  sterili  ed  indossino  una 
livrea  semi-maschile,  che  si  può  così  brevemente  descrivere:  Parti  superiori  di  un 
grigio-lavagna,  più  cupo  sulla  testa;  parti  interiori  ed  ascellari  tinte  di  rossiccio, 
cosi  le  guancie  che  hanno  lo  stelo  delle  penne  grigio;  la  gola  mostra  strette  strie 
bruno-fuligginose  ed  il  resto  delle  parti  interiori  fascie  trasversali  bruno-fuliggi- 
nose, le  penne  del  petto  sono  ornate  di  due  fascie,  una  delle  quali  più  stretta 
dell'altra  e  non  sempre  presente. 

Questa  specie  abita  la  regione  Paleartica,  arrivando  d'inverno  fino  all'Asia 
ed  all'India.  Lo  Sparviere  di  Tunisi  fu  distinto  dall'Erlanger  col  nome  di  A.  pu- 
nii ns,  l'altro  di  Madera  dallo  Sharpe  sotto  quello  di  A.  Granti.  In  Italia  è  ovunque 
uccello  sedentario  e  comune,  nidifica  specialmente  nelle  parti  settentrionali,  ma 
è  più  abbondante  all'epoche  del  passo  e  nell'inverno.  Il  mio  amico  Rev.  Kleinsch- 
midt  ha  recentemente  distinto  col  nome  di  A.  nisus  Wolterstorffi  gli  individui  sta- 
zionari di  Sardegna  e  ciò  su  di  un  esemplare  avuto  da  Lanusei  nel  dicembre  1900. 
Lo  Sparviere  di  Sardegna  avrebbe  statura  minore,  tinte  più  chiare  sulle  parti 
inferiori,  più  cupe  sulle  superiori  e  formerebbe  parallelo  notevolissimo  coll'.l.  Granti. 
Io  possiedo  larghissime  serie  di  Accipiter  d'Italia  e  delle  Isole,  compresa  la  Sar- 
degna, e  sono  dolente  di  dire  che  non  approvo  punto  le  deduzioni  del  chiaris- 
simo ornitologo  Tedesco. 

Le  anomalie  albine  sono  rarissime  in  questa  specie. 


Genere  CIRCUS,  Lacépède. 

Becco  più  corto  della  testa,  piccolo,  compresso,  colla  mandibola  superiore 
curvata  dalla  base  e  leggermente  festonata  sul  suo  margine  tagliente;  cera  estesa 
e  molto  appariscente;  narici  ovali  senza  escrescenza  cornea,  in  parte  nascoste  da 
piume  setolose  che  coprono  anche  le  redini:  occhi  molto  infossati:  ali  lunghe  e 
strette  che  giungono  in  generale  all'apice  della  coda  colla  la  remigante  primaria 
di  solito  molto  corta  e  la  massima  oscillante  tra  la  2H,  la  3a  e  la  4'  primaria; 
coda  lunga,  quadrata  e  subrotonda;  tarsi  quasi  interamente  nudi,  lunghi,  retico- 
lati nella  parte  posteriore  e  scudettati  nel  resto;  diti  piuttosto  corti,  non  molto 
differenziati,  il  medio  molto  più  corto  del  tarso,  esso  è  unito  alla  base  coll'esterno 
da  una  membrana:  unghie  leggermente  curve  e  molto  acute. 

Piumaggio  molle  e  di  colorito  variabile;  forma  allungata  e  gracile,  ma  slan- 
ciata; testa  piccola  fornita  di  un  collaretto  di  penne  fitte  e  piccole  a  forma  di 
disco    facciale    incompleto,    a   somiglianza    di  quello  dei  Rapaci  notturni,  che  si 


(')  Teutscht  Uni.   Ileft  iii.  pia.   1,  2,  3,  4,  5  (e.  1800). 


12  ATLANTE    ORNITOI.Oi  ili  e  ( 


estende  tra  le  due  regioni  auricolari  passando  sotto  la  gola;  calzoni  bene  svilup- 
pati, sessi  differenti  negli  adulti  e  questi  differenti  dai  giovani:  pulcini  coperti  di 
piumino  ed  inetti. 

Questo  genere  quasi  cosmopolita  consta  di  18  specie,  quattro  delle  quali  abi- 
tano anche  l'Europa.  Frequentano  le  aperte  pianure,  ma  più  che  tutto  le  paludi 
e  le  località  acquitrinose,  nutrendosi  di  piccoli  mammiferi,  di  uccelli  specialmente 
se  giovani  o  feriti,  di  rettili,  di  pesci  e  di  uova  di  uccelli.  Il  loro  volo  non  è  alto 
se  non  quando  migrano,  del  resto  è  lento,  ma  sostenuto,  fanno  grandi  giri  circo- 
lari poco  discosti  dal  terreno  in  cerca  di  preda,  molte  specie  però  imprendono 
lunghissimi  viaggi.  Nidificano  sul  terreno,  costruendo  il  grosso  e  rozzo  nido  sopra 
un  rialzo  di  terra  frammezzo  alle  acque  e  intessendolo  di  canne  e  di  erbe  palustri, 
vi  depositano  da  tre  a  cinque  uova  bianco-bluastre  senza  macchie  o  macelliate 
di  bruno-pallido. 

8.  Circus  aeruginosus  (Linnaeus),  Aìbanélla.. 

(Falco  di  padule). 
[Tav.  Vili,   fig.  1.    2  e  3]. 

Disco  facciale  foco  sviluppato;  1'  remigante  primaria  assai  breve,  ■'!''  e  4"  li  mag- 
giori; coda  senza,  fascie  ed  uniforme  nel  colorito. 

Parti  superiori  bruno-cupe  con  margini  rugginosi  più  o  meno  apparenti  e 
molto  accentuati  sulle  cuopritrici  alari;  testa,  gola  e  collo  bianco-rossicci  con  fitte 
strie  longitudinali  bruno-nerastre;  resto  delle  parti  inferiori  rosso-fulvo  più  o  meno 
vivace,  uniforme  o  con  strie  bruno-nerastre;  cuopritrici  delle  remiganti  primarie, 
remiganti  secondarie,  sopracoda  e  coda  grigio-azzurrognolo  uniforme  {mas.  ad.).  Co- 
lorito generale  bruno-castagno  con  riflessi  porporini,  più  chiaro  sulle  parti  infe- 
riori, talora  con  margini  lionati  o  rossicci  più  accentuati  sul  dorso  e  sulle  cuo- 
pritrici alari;  pileo  tino  alla  nuca  e  gola  bianco  più  o  meno  giallognolo  o  fulviccio, 
taluni  esemplari  offrono  di  tale  tinta  il  petto,  le  cuopritrici  piccole  delle  ali  e  più 
di  rado  il  centro  dell'addome  (fen/n/.  ad.  e  giov.).  I  giovani  nel  primo  abito  sono 
di  un  castagno-nerastro-scuro  ed  uniforme,  smorto  o  con  riflessi,  e  con  poche  mar- 
ginature di  un  nocciola-castagno  acceso  sul  dorso  e  più  che  tutto  sulle  cuopri- 
trici, di  tale  colore  è  pure  la  fronte  ed  un  grande  spazio  sull'occipite  {giov.  1"  abito). 
L'iride  in  questa  specie  e  nelle  Albanelle  è  in  generale  gialla  negli  adulti  e  bruno- 
cupa  nei  giovani,  dico  in  generale  perchè  talora  trovansi  anche  giovani  coll'iride 
gialla. 

È  specie  molto  variabile  di  colorito,  sicché  non  è  facile  trovarne  due  del  tutto 
eguali,  presenta  una  varietà  dimorfica  scura  e  nerastra  che  s'incontra  non  vara- 
mente in  Turchia  e  nel  Caucaso,  ma  la  coda  è  sempre  di  un  grigio-azzurrognolo. 
Conservo  da  Reggio  Calabria  un  consimile  soggetto  nerastro  colla  fronte,  il  mento, 
il  basso  petto' e  l'addome  biancastri;  le  timoniere,  le  remiganti  secondarie  e  le 
cuopritrici  delle  remiganti  primarie  grigio-azzurrognole. 

Lunghezza  totale  da  0,m48Q  a  0,m520;  becco  da  0,m030  a  0,m040;  ala  da  0,ffi410 
a  0,m435;  ceda  .la  0,m250  a  0™275;  tarso  da  0,'"082  a  0,m090;  dito  mediano  s.  u. 
da  0,m038  a  0,™046. 

Abita  l'Europa  temperata  e  la  Siberia,  pollandosi  d'inverno  nella  Cina,  nel- 
l'India e  nell'Africa  settentrionale.  In  Italia  è  ovunque  specie  comune,  stazionaria 


\  M   \\  I  1     ORNITOLOGICO  13 


ed  anche  di  passo.  Frequenta  Le  località  ricche  di  paludi  ed  è  specialmente  ab 
bondante  d'inverno,  però  gli  individui  nel  caratteristico  abito  di  maschio  adulto 
sono  rari,  specialmente  nelle  provincie  settentrionali.  Nidifica  ovunque  siano  lo- 
calità adatte. 

9.  Circus  macrurus    s.  Gmelin  ,  Albanella  pallida. 

(Circus  Swainsoni.  Smith). 
|Tav.    Vili,    Bg.   7.   8  e  9]. 

Disco  facciale  distinto;  i'  remigante  primaria  piccola,  la  intaccatura  del  suo  ves- 
sillo interno  corrisponde  all'estremità  delle  primarie  cuopritrici  esterne  o  la  supera  di 
poco  (meno  ili  0,m010);  -'  remigante  molto  più  lunga  della  5"  {io  media  0,  038),  di- 
stintamente più  corta  della  I'  (in  media  0,m012);  3a  remigante  la  massima  e  più 
lunga  della  ■!'  di  circa  0,m010;  vessillo  esterno  della  ~>  primaria  intero  e  senza  smar- 
ginatura. 

Parti  superiori  cenerino-chiare  più  pallide  sul  vertice,  scure  e  coi  centri  delle 
penne  bruni  sull'occipite,  periate  sul  collo,  sulle  medie  e  piccole  cuopritrici  e 
sulle  remiganti  secondarie  interne;  sopracoda  bianco  con  fascie  cenerine  strette, 
ma  distinte;  parti  interiori  bianche,  immacolate;  remiganti  primarie  nere  nel  terzo 
apicale,  bianche  nel  resto;  timoniere  cenerine  disopra,  biancastre  disotto  con  sei 
o  sette  fascie  poco  distinte  cenerine  (mas.  ad.)  Parti  superiori  di  un  bruno-cene- 
rino o  di  un  bruno-chiaro  miste  a  rossiccio  colle  piccole  cuopritrici  marginate  di 
giallo-ocra,  dello  stesso  colore  ed  immacolate  le  parti  inferiori  o  bianche  con 
macchie  centrali  brune;  coda  fulvo-rossiccia  con  cinque  fascie  trasversali  brune 
(femm.  ad.  e  giov.  i. 

Lunghezza  totale  da  0,m405  a  0,'"445;  becco  da  0,'  <>l>4  a  0,m030;  ala  da  0,m320 
a  d.'.iTO;  coda  da  0,m220  a  0,m235;  tarso  da  0,m065  a  0,"'070;  dito  mediano  s.  u. 
da  0,'"030  a  0,,!,037. 

Le  femmine  ed  i  giovani  sono  molto  variabili  di  tinta  e  si  confondono  spesso 
con  quelli  del  C.  cyaneus  e  del  C.  pygargus,  i  caratteri  dati  in    testa   alla   specie 
servono  a  distinguerli  a  priori,  pur- 
ché l'individuo  abbia  raggiunto  il 
completo  sviluppo  delle  penne  delle 

ali  e  quindi  nel  massimo  numero  '  4  u 

dei  casi. 

L'Albanella  pallida  abita  l'Eu- 
ropa orientale  e  temperata  e  l'Asia,  Qi 
portandosi   d'inverno    nell'Africa, 
nell'India  e  nella  Cina.  Essa  fu  rin- 
venuta ovunque  in  Italia  compreso 

il  Piemonte  (mia  Collezione),  in  generale  è  poco  abbondante,  quantunque  più 
facile  ad  aversi  delle  due  specie  seguenti  e  trovasi  con  maggiore  frequenza 
nelle  provincie  meridionali  ed  in  Sicilia;  la  riterrei  sedentaria,  però  si  presenta 
anche  migrante  e  ne  ricevetti  molte  di  Calabria  in  aprile  e  maggio.  Nidifica, 
ma  non  abbiamo  notizie  positive,  sappiamo  però  che  si  trova  tra  noi  in  ogni 
stagione. 


Ala  di 

C. 

macruruSj 

■ 

3." 


1  i  ATI.ANTK   ORNITOLOGICO 


IO.  Circus  cyaneus  (Linnaeus),  Antonella    nule. 

[Tav.  Vili,   fig.    I.  5  0  6]. 

Disco  facciale  distinto;  1'  remigante  primaria  come  nel  G.  macrurus;  2a  remigante 
distintamente  più  breve  della  5a  {in  media  0,m012)  e  multo  più  breve  della    I'  {in   me 
dia  0,m030)\    I'    remigante   la    mussiti/a  e  più  lunga  della  5"  ili  circa  0,™010;  vessillo 
esterno  della  5'  primaria  smarginato;  statura  maggiore  del  C.  macrurus. 

Occipite  bianchiccio  con  macchiette  centrali  bruno-fulve:  parti  superiori, 
testa,  collo  e  petto  cenerino  plumbeo  talora  periato,  più  chiaro  sulle  cuopritrici 
delle  ali;  resto  delle  parti  inferiori,  calzoni  e  sopracoda  bianco-uniforme,  talora 
con  piccole  macchie  ovali  ocraceo-pallide,  mancanti  sul  sopracoda;  remiganti  pri- 
marie dalla  la  alla  6a  nere,  più  ciliare  all'apice,  nella  faccia  inferiore  nere  dal- 
l'apice sino  oltre  metà  lunghezza;  coda  grigio-cenerina  coll'apice  biancastro  e 
qualche  fascia  sulle  timoniere  laterali,  spesso  incompleta  e  poco  apparente  {mas.  ad.). 
Parti  superiori  bruno-cenerine  marginate  di  fulviccio;  testa,  collo  e  parti  inferiori 
o  fulvo-rossiccie  con  larghe  macchie  brune  longitudinali  o  rosso-ocracee,  senza 
macchie;  sopracoda  bianco  con  qualche  macchia  bislunga  fulva:  timoniere  con 
cinque  bande  brune  su  fondo  fulviccio  sfumato  di  cenerognolo  sulle  due  mediane 
e  colla  fascia  subterminale  più  larga  (femm.  ad.  e  giov.). 

Lunghezza  totale  da  0,'"470  a  0,m550;  becco  da  0,m024  a  0,m031  ;  ala  da  0,m350 
a  0,'"410;  coda  da  0,m225  a  0,m250;  tarso  da  0,'"062  a  0,'"076;  dito  mediano  s.  u. 
da  0,'"034  a  0,'"041. 


5.1 

4. 

::. 

■» 

~^H 

1. 

Ala  di   G. 

cyaneus,  '/:-• 

'l'est. i  ili   0.  cyaneus,   vista  di  l'accia,  e  di   liane»,   '    . 

Abita  le  parti  settentrionali  d'Europa  e  dell'Asia,  svernando  nelle  regioni  me- 
ridionali dei  due  continenti,  si  trova  anche  nel  Nord  dell'Africa,  In  Italia  è  specie 
stazionaria  e  di  passo,  non  egualmente  distribuita  ed  in  generale  poco  abbondante, 
più  comune  nelle  Isole  e  nelle  provincie  centrali  e  meridionali.  Nidifica. 

II.  Circus  pygargus  (Linnabus),  Albamélla  minori. 

|  Circus  cineraceus  (Montagi  fl. 
[Tav.  IX,  Bg.  1,  2  e  3]- 

Disco  facciale  distinto;  V  remigante  primaria  piccola^  la  iuta, totani  del  suo  ves- 
sillo interno  supera  da  0,m025  a  0,m030  l'apice  delle  primarie  cuopritrici  esterne;  i':i 


\  I  [.  \  N tNITOLOGIi  0  1S 


remigante  un  po'  più  breve  {'ina  0,m010)  della    /    e  molto  più  lumia  della  :'>''  {in  me 
din    0,m050);   ■'<"   remigante  la   mussi mu  <■   piu  lunga  della    I     dì  circa  '>,<>l<>:  vessillo 
esterno  della  ■">'  remiganti   intero,  senza  smarginatura  ;  statura  minore  del  C.  maCTurus. 

l'arti  superiori,  testa,  collo  e  petto  cenerino-plumbeo  più  chiaro  sul  groppone 
e  sul  sopracoda;  timoniere  dello  stesso  colore, uniforme  sulle  due  mediane  e  con  fascie 
brune  o  rossiccio  rugginose  sulle  laterali;  resto  delle  parti  interiori  cenerine  chiaro 
coi  fianchi,  l'addome  ed  i  calzoni  sparsi  di  macchie  rossiccio-marrone  centrali, 
Larghe  ed  acute  di  forma;  remiganti  1"  nere  per  intero  nella  l'accia  superiore, 
le  secondane  con  due  fascie  aere  trasversali  l' un  a  esposta  subapicale,  l'altra  ba- 
silare nascosta  dalle  cuopritrici  maggiori  (mas.  ad.).  Parti  superiori  grigio-brune 
quasi  senza  macchie  o  solo  con  macchie  estese  alle  piccole  cuopritrici  alari  (femm. 
ad.)  o  con  larghi  margini  rosso-fulvi  (giov.);  ultime  sopracaudali  bianche  miste 
talora  a  macchie  rugginose;  fronte,  vertice  e  base  del  collo  fulvo,  bianchiccio 
sull'occipite,  il  tutto  con  macchie  nerastre  allungate;  parti  inferiori  bianco-ros 
siccie  con  macchie  longitudinali  rosso-brune  (femm.  ad.)  o  rosso-fulve  uniformi  e 
di  solito  senza  macchie  (giov.);  timoniere  grigio-brune  con  cinque  fascie  di  un 
bruno-nero  che  volge  al  fulviccio  sulle  laterali  (femm.  ad.  e  giov.).  Varietà  metanica. 
Di  un  grigio-bluastro  più  o  meno  cupo  e  nerastro  con  riflessi  verdastro-porporini; 
coda  uniforme  senza  fascio  e  di  tinta  più  chiara.  I  soggetti  nei  quali  il  fenomeno 
non  è  perfetto,  presentano  parziali  colorazioni  di  tipo  usuale. 

Lunghezza  totale  da  0,'"400  a  0,'"440;  becco  da  0,m024  a  0,'"030;  ala  da  0,m355 
a  0,"'385j  coda  da  0,m216  a  0,m232;  tarso 
da  0,'"056  a  0™060;  dito  mediano  s.   u. 
da  0;'"027  a  0,n,030. 

Abita  le  parti  temperate  d'Europa 
e  d'Asia, portandosi  d'inverno  nell'Africa. 
nella  Cina  e  nell'India.  In  Italia  è  uc- 
cello di  passo  e  parzialmente  estivo,  ni- 
difica anche  nella  Valle  l'adatta,  ma  è  più 
distribuito   nelle   provincie   meridionali,  Ala  ,]l  c-  pygargus,  '   . 

mentre  in  alcune  delle  nord-occidentali 

è  rarissimo,  è  abbondante  all'epoche  del  passo  primaverile  in  Liguria,  in  Cala- 
bria ed  a  Malta,  sembra  assai  scarso  in  Sardegna  e  può  dirsi  da  noi  la  specie 
più  rara  del  genere  Circus.  È  strano  il  fatto  del  soggetto  ricevuto  dal  Giglioli  nel 
gennaio  dal  Veneto,  il  che  indicherebbe  essere  uccello  stazionario,  avendone  io 
avuti  da  marzo  a  novembre. 


5.a 

j.  ' 


Sottofamiglia  BUTEONINAE,  Buteonini. 

Becco  mediocre  coi  margini  della  mandibola  superiore  sinuosi,  capo  -rosso; 
cera  in  parte  coperta  di  peli  sui  lati;  tarsi  di  solito  in  gran  parte  nudi,  piuttosto 
alti,  più  corti  della  tibia,  non  reticolati,  ma  squamati  posteriormente;  gambe  e 
diti  piuttosto  brevi;  dito  esterno  riunito  al  mediano  da  una  membrana  alla  base; 
unghie  adunche.  Piumaggio  variabile;  sessi  eguali;  forma  robusta   e  tozza. 

Questa  sottofamiglia  consta  di  sedici  generi  e  circa  settantacinque  specie 
più  o  meno  autentiche,  di  queste  soltanto  due,  con  due  altre  sottospecie,  riunite 
in   un  solo  genere,  abitano  l'Europa. 


Hi  ATLANTK    OENIT .l'i» 


Genere  BUTEO,  Civili;. 

Becco  debole  e  piccolo,  più  corto  della  testa,  appena  Festonato;  testa  subro- 
tonda; cera  nuda,  coperta  di  peli  sui  lati;  occhi  poco  incassati:  narici  verticali, 
ovali  non  esposte,  coperte  in  parte  dai  peli  delle  redini;  ali  subeguali  alla  coda, 
ll  remigante  primaria  corta,  4;i  la  massima;  le  quattro  prime  primarie  con  una 
marcata  intaccatura  nel  vessillo  interno  Q);  coda  piuttosto  grande,  troncata;  tarsi 
piuttosto,  lunghi,  scudettati  e  piumati  solo  sul  davanti  della  parte  superiore;  dito 
esterno  unito  al  mediano  da  una  piccola  membrana,  questo  più  lungo  dei  due 
laterali,  unghie  mediocri,  adunche.  Piumaggio  opaco  e  molto  variabile. 

(Questo  genere  abbraccia  trentatre  specie,  delle  quali  parecchie  sono,  a  mio 
vedere,  semplici  sottospecie,  sparse  su  tutto  il  Mondo,  eccettuata  l'Australia.  Sono 
uccelli  estremamente  variabili  di  colorito  e  che  offrono  non  poche  difficoltà  al 
sistematico.  Abitano  tanto  il  monte  che  il  piano,  i  boschi  e  le  pianure  alberate, 
hanno  volo  pesante  e  si  nutrono  più  che  altro  di  piccoli  mammiferi,  di  rettili  e 
d'insetti  e  meno  comunemente  d'uccelletti,  che  non  inseguono  a  volo.  Nidificano 
sugli  alberi  o  sulle  roccie,  occupando  talora  i  nidi  abbandonati  da  altri  uccelli  e 
depositano  uova  bianco-bluastre  con  macchie  di  disegno  e  colorito  molto  variabile. 
La  muta  è  semplice. 

12.   Buteo    buteo  C2)  (Linnaeus),  Pojana. 

(Buteo  vulgaris,  Lkach). 
[Tav.  IV,  fig.  3,  4  e  Tav.  XLVIU,   fig.  3]. 

Colorito  generale  bruno  superiormente  col  margine  delle  penne  più  o  meno 
rossiccio;  gola  bruna,  bianco-gialletta  sul  margine  delle  penne;  petto  ed  addome 
bianchi  leggermente  gialletti  o  con  macchie  longitudinali  brune,  talora  così  nume- 
rose sull'addome  da  formare  una  grande  fascia  scura,  o  con  fitte  fascie  brune  trasver- 
sali; coda  con  dieci  o  dodici  bande  trasversali  brune  disopra,  bianco-grigie  di- 
sotto {ad.).  Colorito  generale  bruno  più  pallido,  parti  inferiori  bianco-giallette  mac- 
chiate di  bruno  (giov.). 

Butto  mutans,  Vieillot.  Parti  superiori  di  un  bruno-ferruginoso  con  le  penne 
della  testa  e  del  collo  marginate  di  bianco;  gola  e  gastreo  bianchi  con  macchie 
longitudinali  brune,  quasi  nulle  sulla  gola,  numerose  e  larghe  sul  petto,  più  strette 
sul  basso  petto,  rade  sull'addome  e  cordiformi  sul  sottocoda;  coda  attraversata 
tanto  disotto,  che  disopra  da  ventiquattro  fascie  eguali,  alternate  grigie  e  brune, 
faccia  inferiore  della  stessa  bianco-grigia. 

Buteo  fasciattcs,  Vieillot.  Parti  superiori  bruno-scure,  bordate  di  bruno  chiaro 
sulle  scapolari,  sulle  cuopritrici  alari  e  sulle  remiganti  secondarie;  sola  bruna  e 


\ui   multi   soletti   clic  esaminai,   non  ebbi   a  ritrovare  la   ,V    primaria   con   intaccatura. 
(')   Ilo   accettato   tale  dicitura  seguendo    gli    Autori    Inglesi    e  Tedeschi    più    accreditati,     i    quali    si 
hanno  tatto  scrupoloso  dovere  di   non  venir  meno   alla    rigida    osservanza    della    legge   di   priorità  e  ciò 
quantunque  Linneo  avesse  scritto:   «  .Xomìins  specifici  vocabula    non        ni   composita,   nominibus   generici» 
similia».  (Boukgi  tGS  n .  Method.  conchyol.  denomin.,  pag.  63). 


Tav.  3. 


1.  Grifone.    2.  Avvoltojo.    8.  Awoltojo  degli  agnelli  (ad.).    4.  Awoltojo  degli  agnelli  (giov.). 
5.  Capovaccajo  (.ad.)-    6.  Capovaccajo  (giov.). 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


IT]  \N  n     "i.'N .'  IGICO  17 


bianca,  davanti  del  collo  con  tacche  trasversali  bianche;  Lati  e  porzione  alta  del 
petto  'li  un  bruno-cupo  uniforme,  base  del  petto  ed  addome  striati  trasversalmente 
di  bianco  e  di  bruno,  ciascuna  penna  ha  cinque  bande  bianche  e  cinque  brune; 
sottocoda  bruno-rossiccio  con  linee  trasversali  di  un  bruno  più  cupo,  coda  attra- 
versata ut-ila  sua  faccia  inferiore  da  nove  bande  grigie  e  nove  brune,  La  bruna 
preapicale  almeno  doppia  in  Larghezza  delle  altre. 

Buteo  pojana  (Savi  .  Penne  del  pileo,  della  cervici-  e  del  collo  bruno-chiare 
all'apice,  bianche  alla  base  e  sul  margine;  resto  delle  parti  superiori  bruno-chiaro 
cangiante  in  paonazzo,  col  margine  delle  penne  ceciato-sbiadito ;  gastreo  bianco 
ceciato  con  una  macchia  apicale  bislunga  scura,  meno  apparente  sulle  penne 
della  linea  mediana,  quelle  del  sottocoda  immacolate  e  con  una  macchia  subcordata 
nerastra;  coda  bruno-chiara  con  sedici  a  diciotto 

l'ascie  bruno  nere  e  bruno-chiare  che  lungo  lo  stelo  ^^''^C   "T^--. 

volgono  al  ceciato-lionato.  \ 

Lunghezza   totale  da  0,'"545  a  0,m660;  becco  •. 

da  O;  040  a  0,ni048;  ala  da  0,'"400  a  0.  44u:  coda  da         '  -| 

(i.  L'I.",  a  0/  L'iu:  tarso  da  0,ra072  a  o.  085;  dito  me- 
diano s.  il.  da  II.1  dio  a  0,m046. 

<,iue>ra  specie  è  di  colorito  cosi  estremamente 
variabile,   che   si  può  dire    difficile  il  trovare  due  Testa  di  /;   ,,„,, 

jetti  di  tinta  eguale.  Il"  descritto  le  principali 
varietà  di  piumaggio,  che  da  taluni  Autori,  e  tra  questi  il  Savi,  vennero  elevate 
al  rango  di  specie  distinte. 

I.a  Pojana  abita  1  Kuropa  occidentale  e  verso  oriente  si  incontra  co]  U.  ìmim 
desertorum.  In  Italia  è  ovunque  comune,  sedentaria  e  nidificante;  più  abbondante 
d'inverno  per  l'arrivo  di  numerosi  soggetti  Nordici;  gli  individui  residenti  in 
Sardegna  sono  leggermente  più  piccoli  e  più  rossicci  e  con  molta  probabilità  in- 
termedi tra  il  B.  bilico  ed  il  /.'.  buteo  desertorum. 

Il  B.  buteo  va  anche  soggetto  a  varietà  albine  e  se  ne  trovano  talora  di  un 
bianco  più  o  meno  puro  ed  immacolato. 

Le  specie  americane  li.  lineatus  (Gmelin)  e  /;.  borealis  (Gmelin)  furono  colte 
in  Inghilterra,  ma  pare  che  le  informazioni  su  tali  catture  non  siano  del  tutto 
attendibili,  né  il  Dresser  le  ammette  tra  gli  Uccelli  Europei,  né  il  Seebohm  ed  il 
Saunders  tra  i  Britannici. 


12".  Buteo  buteo  desertorum    Daudin),  Pojana  minore. 

Colorito  generale  bruno-nerastro  con  tutte  le  penne  largamente  marginate  e 
terminate  di  fulvo-rossiccio-vivace.  tranne  sul  groppone  che  è  unicolore,  tali  mar- 
gini sono  più  larghi  sulla  testa,  sul  petto,  sui  fianchi  e  specialmente  sui  calzoni, 
che  sembrano  del  tutto  rossigni;  penne  del  sopracoda  rossastre  all'apice  e  sul  ves- 
sillo esterno;  timoniere  di  un  rossigno-fulvo-acceso  misto  a  brunastro,  che  forma 
varie  bande  poco  regolari  ed  una  larga  fascia  subapicale  brunastra,  fi  terminale 
è  fulvo-rossigna  (femm.  mi.  Foggia,  2-2.  II.  1899).  Più  pallido  degli  adulti,  special- 
mente sulle  parti  inferiori;  coda  con  tinte  rossigne  ed  in  generale  con  tredici 
fascie  [giov.). 

Atlante  ornitologico.  3 


1  S  ATLANTIC    ORNITOLOGICO 


Lunghezza  totale  0,m520;  becco  da  0,m030  a  0,m040;  ala  0,  375;  coda  0,m190 ; 
tarso  0,m072;  dito  mediano  s.  u.  (),'"():;r). 

Questa  sottospecie  è  assai  variabile  di  colorito  e  talora  identica  al  II.  buteo 
dal  quale  si  distingue  pelle  dimensioni  sempre  decisamente  minori,  pei  colori  ]iiù 
rossigni  specialmente  sui  calzoni,  sul  .sopracoda  e  sulla  coda,  le  cui  fascie  in  ge- 
nerale sono  da  nove  a  dieci  e  nei  giovani  sino  a  tredici,  talora  esse  mancano 
completamente  od  è  solo  presente  una  larga  banda  subapicale  nera,  la  tinta  fulva 
è  allora  assai  vivace.  Ho  constatato  che  il  carattere  del  dito  mediano  eorto  e 
grosso  offerto  da  parecchi  Autori  è  poco  apprezzabile,  ciò  che  può  dirsi  anche 
rispetto  al  Lanario  (Hierofalco  Feldeggi  [Seni.]). 

Questa  sottospecie  abita  il  sud-est  dell'Europa,  l'intera  Africa  e  l'India; 
nell'Europa  occidentale  è  avventizia,  ma  fu  rinvenuta  tanto  nella  Spagna  e  nel  Por- 
togallo, quanto  nella  Penisola  Balcanica,  quindi  non  è  fatto  straordinario  se  com- 
parve anche  tra  noi.  Nulla  posso  dire  sulla  sua  distribuzione  in  Italia,  due  esem- 
plari che  il  Martorelli  le  riferisce  e  che  provengono  dalla  Sardegna  si  conservano 
nel  Museo  di  Milano,  essi  hanno  le  seguenti  dimensioni:  maschio  giov.  ala  0,m360, 
illumina  giov.  ala  0,m380,  io  credo  che  essi  appartengano  alla  forma  Sarda  e  non 
al  B.  buteo  desertorum  propriamente  detto. 

Io  conservo  nella  mia  Raccolta  i  seguenti  soggetti  Italiani:  quattro  femmine, 
cioè  due  da  Foggia  e  due  di  Sardegna,  maschio  e  femmina  da  Reggio  Calabria, 
una  femmina  da  Roma  avuta  nel  giugno  ed  una  femmina  da  Padova.  Il  loro  co- 
lorito è  assai  vario,  le  dimensioni  delle  ali  oscillano  da  0,m350  a  0,'"380,  tre  di 
essi  hanno  la  coda  fulva  unicolore  e  vivace  con  una  fascia  subapicale  larga  e 
nera,  gli  altri  la  portano  fasciata  su  fondo  rugginoso,  eccetto  uno  di  Roma  che 
la  tiene  eguale  a  quella  di  un  B.  buteo  tipico.  Avendo  esaminato  e  possedendo 
larghissime  serie  di  li  buteo  <h  si  riunì m  orientali  ed  autentici,  non  ho  alcun  dubbio 
circa  l'esatta  determinazione  dei  miei  Italiani.  Il  fatto  della  femmina  avuta  nel 
giugno  da  Roma  darebbe  a  credere  che  questa  specie  abbia  nidificato  tra  noi. 
Infine  ricordo  un  soggetto  conservato  nel  Museo  di  Firenze  colto,  secondo  il  Gi- 
glioli,  a  Elmas  in  Sardegna  nell'ottobre  1893  e  che  presenta  il  dito  mediano  assai 
corto  e  molto  grosso. 

Ho  considerato  il  B.  desertorum,  che  la  maggior  parte  degli  Autori  ritiene  buona 
specie,  quale  sottospecie  pel  fatto  dei  numerosi  individui  intermedi  che  si  incon- 
trano, secondo  me  esso  è  il  semplice  rappresentante  orientale  del  B.  buteo  e  nulla 
più.  Per  tale  fatto  lo  chiamai  II.  buteo  desertorum. 

12/'.  Buteo  desertorum  Zimmermannae  (Ehmcke)  f1). 
Pojdìio  minore  dello  Zimmermann. 

Parti  superiori  bruno-scure  largamente  marginate  di  rossiccio;  dorso  rossigno 
macchiato  di  bruno;  gola  e  lati  della  testa  bianco-rossicci,  striati  di  bruno-scuro; 
parti  inferiori  con  una  macchia  eentrale  grande  e  larga  castagno-rossiccia  e  lo 
sirlu  nero  distintissimo,  alcune  penne  hanno  due  macchie,   una  basilare,  l'altra 


(')  Buteo  Zimmermannae,  Ehmcke,  Jcrarn.  f.  Ornitli.  XLI.  p.  117  (1893J. 


Ali  \MI     <  >i:n  1 TOI-OGICO  19 


apicale  e  lo  spazio  intermedio  è  rossiccio-chiaro  o  rossiccio  gialletto;  coda  ros- 
siccio-fulva  vivace,  le  timoniere  centrali  rossigno-chiare  marginate  ili  bianchiccio 
con  una  larga  banda  subapicale  e  da  due  a  quattro  fascie  più  strette,  le  timoniere 
esterne  col  vessillo  esterno  bruno-nerastro  tinto  di  grigio  o  di  rossigno-bruno, 
l'interno  rossiccio  con  fascie  trasversali  bruno-nerastre  su  tutte  le  penne,  la  fascia 
terminale  molto  più  larga,  gli  steli  bianchi  (Bogdanow). 

Lunghezza  tei,-. le  (>.  T> n >;  becco  0,m032;  ala  0,m370;  coda  0,m200 ;  tarso  0,n,070; 
dito  mediano  s.  u.  0,m034. 

Secondo  me  questa  non  è  che  una  t'orina  nord-orientale  e  rossiccio  scura  del 
/;.  buteo  desertorum  ed  a  ciò  mi  convinsi  maggiormente  dopo  aver  veduto  il  tipo 
di  Ehmcke  nella  raccolia  Kleinselimiilt  a  Yolkinaritz ;  è  quindi  da  chiamarsi  sem- 
plicemente /•'.  des(  rtorum  Zimmeriinutiitii •:,  parecchi  Autori  Mussi  ed  alcuni  occidentali, 
come  lo  Sharpe,  la  reputano  buona  specie  e  le  assegnano  quale  patria  la  Russia  e  la 
Transcaucasia. 

Cosi  il  lì.  Mi m  tursi,  Bogdanow  viene  considerato  dallo  Sharpe  e  dal  Madarasz 
buona  specie  il  cui  habitat  si  estenderebbe  nel  S.  E.  dell'Europa,  il  I M'esser  dice 
che  non  può  separarsi  nemmeno  (piale  sottospecie.  Le  differenze  tra  questa  t'orma 
ed  il  B.  desi  rioni w  Zimmermannae  mi  parvero  cosi  di  poco  momento  da  non  po- 
tersi ammettere  quali  specifiche  e  tutt'al  più  anche  questa  Pojana  potrà  esser 
divisa  (piale  sottospecie  col  nome  lì.  desertorum  Menetriesì  o  Pojana  minore  del 
Ménétriès. 

13.  Buteo  ferox  (S.  Gmelin),  Pojana  dalla  coda  bianca. 

l'arti  superiori  brune  coi  margini  delle  penne  rossiccio-ocracei  ;  bruno  uniforme 
sul  basso  dorso  e  sul  groppone;  testa  e  collo  bianco-rossigno  con  una  stria  scura 
sullo  stelo;  sopracoda  e  sottocoda  fulvo-rossigni,  le  maggiori  sottocaudali  brune; 
petto,  addome  e  fianchi  fulvo-rossicci  con  macchie  lanceolate  brune;  remiganti 
primarie  brune,  bianche  alla  base;  coda  bianco-rossigna ;  le  due  timoniere  laterali 
esternamente  lavate  di  grigio  e  talora  con  una  macchia  bruna  presso  l'apice  (ad.). 
Il  rosso-fulvo  volge  al  bruno-deciso;  la  testa  ed  il  collo  sono  sparsi  di  molte  macchie 
brune  sul  centro  delle  penne;  coda  rossigno-pallida  con  fascie  trasversali  di  un 
rossiccio  più  cupo  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"700;  becco  0,'"04:7;  ala  0,ffi500;  coda  0,m250;  tarso  0,m090 
dito  mediano  s.  u.  0,'"040. 

Anche  questa  è  una  specie  sempre  molto  variabile  di  colorito,  ma  la  -rande 
statura,  la  coda  lunga,  il  tarso  assai  lungo  e  le  dita  grosse  e  brevi  in  confronto 
col  tarso  la  rendono  facilmente  distinguibile. 

Abita  le  regioni  sud-orientali  d'Europa,  l'Africa  nord-orientale,  spingendosi 
sino  all'India  nord-orientale.  In  Italia  è  specie  affatto  accidentale,  ne  comparve 
un  individuo  in  Liguria  [Museo  di  Genova),  due  a  Girgenti  (Museo  di  Firenze) 
due  a  Reggio  di  Calabria,  ed  uno  a  Foggia  (questi  tre  ultimi  sono  nella  mia  Col 
lezione).  Sembra  che  un  altro  individuo  colto  nel  maggio  1900  a  Reggio  Calabria 
sia  andato  perduto  ('). 


(')  Avutila,  1900,  pag.  76. 


20  ATLANTI-,   ORNITOLOGICO 


Genere  ARCHIBUTEO,  Bkehm. 

Ha  i  caratteri  del  genere  Buteo  e  se  ne  distingue  prin- 
cipalmente pei  tarsi  piuttosto  lunghi  e  piumati,  eccetto 
che  posteriormente  sulla  linea  mediana  (pianta  tarsi,. 

Piumaggio  variabile,  biancheggiante  negli  adulti,  mor- 
bido e  fitto;  calzoni  bene  sviluppati. 

Questo  genere  abbraccia  quattro  specie,  delle  quali 
una  sola  è  Europea.  Abitano  principalmente  le  aperte  pia- 
nure e  si  nutrono  più  che  altro  di  piccoli  mammiferi,  di 
uccelli,  di  rettili  ed  eventualmente  di  pesci.  Nidificano 
sulle  roccie  o  sugli  alti  alberi,  depongono  da  due  a  quattro 
o  cinque  uova  bianco-bluastre  molto  variabili  di  colorito. 

14.  Archibuteo  lagopusi1)  (Gmelin),  Pojana  calzata. 

[Tav.   IV,  tìjr-  5  e  6]. 

Tarsi   piumati   sino    all'inserzione   dei  diti    nella   parie    anteriore    e    laterale. 

Parti  superiori  brune  miste  a  spazi  bianchi  e  fulvi;  testa,  collo,  una  fascia 
sul  petto  e  sottocoda  di  imbianco  striato  di  bruno-scuro;  basso  addome  bruno-scuro; 
coda  bianca  alla  base  delle  penne,  cenerognola  e  rossiccia  nella  metà  apicale 
delle  stesse,  ove  talora  si  notano  quattro  o  cinque  fascio  scure,  l'apice  è  bianco 
preceduto  da  una  distinta  fascia  subapicale  nerastra  (ad.).  Più  brunastro;  parti 
inferiori  più  striate  di  bruno:  coda  meno  bianca  alla  base,  brunastra  verso  l'apice 
ove  manca  la  banda  subterminale  (giov.). 

Lunghezza  totale  da  0,m500  a  Ó,ffi575;  becco  da  0,nl036  a  ().'"( >4i>  :  ala  «la  0,m200 
a  0,ra250;  coda  0,m220;  tarso  0,m075;  dito  mediano  s.  u.  0,'"040. 

È  specie  estremamente  variabile  di  colorito  ed  io  non  sono  lontano  dal  cre- 
dere che  i  soggetti  di  tinta  molto  scura  siano  dovuti  al  fenomeno  del  dimorfismo, 
anziché  all'età.  I  sigg.  D.  Urban  e  Mathew  figurano  nell'opera  The  Birds  of  Devon 
un  esemplare  del  tutto  nero  con  vivaci  ritiessi  porporini,  caso  giudicalo  estrema- 
mente raro. 

La  Pojana  calzata  abita  le  parti  settentrionali  d'Europa  e  dell'Asia,  nonché 
l'Alasca,  discendendo  verso  Sud  all'avvicinarsi  della  stagione  fredda.  In  Italia  è 
specie  di  comparsa  rara  ed  irregolare  durante  l'inverno,  ma  fu  presa  ovunque,  anche 
nelle  Isole;  sembra  trovarsi  più  facilmente  nel  Veneto  e  ricordo  le  sue  numerose 
comparse  d'attorno  Venezia  nel  freddissimo  inverno  1879-80,  nel  dicembre  1899 
e  nel  febbraio  1900,  quando  le  vidi  io  stesso  inseguire  le  Anitre  ferite  dai  cac- 
ciatori. Non  nidifica  in  Italia. 

L'esemplare  riferibile  all'Americano  A.  Sancti-Johannis  (Gmelin)  colto  nel 
Devoushire  settentrionale  e  citato  nello  Zoologista),  altro  non  erase  non  una  va- 


1 1  |  BkUnnich,  (ini.  Bor.  p.    I.   17CI  |. 
i      L876,  pag.    isi  i   ,.   is70. 


ATI.ANTK    OKNITOI.OOICO  21 


rietà  della  presente  specie,  giova  perù  ricordare  che  non  tutti  gli  Autori  an 
tono  la  validità  specifica  della  t'orina  Americana,  che  andrebbe  quindi  chiamata 
A.  lagopus  Sancti-Johannis  (Gm.). 


SOTTOFAMIGLIA  AQUILINA  E.  Aquilini. 

Becco  piuttosto  lungo,  di  solito  forte,  a  margini  sinuosi  od  intaccati;  ali  grandi; 
tarsi  grossi  e  robusti  o  sonili,  rivestiti  di  penne  lino  all'inserzione  dei  diti  o  invece 
più  o  meno  nudi;  dito  esterno  non  versatile  ed  unito  al  medio  da  una  membrana 
basilare. 

Questa  sottofamiglia  comprende  cinquanta  generi  con  circa  duecentocinquanta 
specie  sparse  per  tutto  il  Mondo. 

Lo  studio  di  questo  gruppo  fu  ed  è  tuttora  dei  più  complessi  ed  incerti  pel 
sistematico  e  la  validità  specifica  di  parecchie  forme,  finora  ritenute  linone  specie. 
non  è  del  tutto  sicura. 


Genere  AQUILA.  Bkisson. 

Becco  più  corto  della  testa,  forte  e  curvato  dalla  base,  assai  uncinato  all'a- 
pice della  mandibola  superiore,  margini  della  stessa  festonati;  cera  nuda,  solo 
parzialmente  coperta  dalle  setole  delle  redini;  narici  laterali,  ovali,  inclinate,  di- 
rette all'indietro  ed  all'ingiù,  esposte,  talora  rotonde  e  verticali;  ali  grandi  e  lunghe, 
colla  quarta  remigante  primaria  in  generale  la  massima;  coda  grande,  rotondata; 
calzoni  di  solito  sviluppati;  tarso  ricoperto  di  piume  tino  ai  diti,  in  parte  nudo 
e  reticolato  sulla  taccia  posteriore;  diti  forti  e  reticolati,  scudettati  sulla  porzione 
apicale,  dito  esterno  unito  alla  base  col  mediano  da  una  membrana;  unghie  grandi, 
acute,  uncinate  e  forti. 

Corpo  robusto,  statura  varia;  penne  del  collo  acuminate;  adulti  eguali,  ma 
differenti  dai  giovani:  nidiacei  coperti  di  piumino  ed  inetti. 

Il  genere  Aquila  comprende  quindici  specie  sparse  nel  Mondo  Antico,  peto 
VA.  chrysaetus  si  trova  anche  nell'America  settentrionale,  sebbene  alcuni  conside- 
rino differente  questa  forma  sotto  il  nome  di  A.  canadensis,  Cassiti.  Le  Aquile  sono 
i  più  potenti  tra  gli  Uccelli  Rapaci,  vivono  sulle  alte  montagne  o  nelle  grandi 
foreste  e  si  nutrono  in  generale  di  preda  viva  e  sanguinante,  talune  piccole  specie 
anche  di  rettili  e  di  insetti,  il  fatto  che  esse  attacchino  bambini  non  è  del  tutto 
sicuro.  Di  solito  cacciano  sole,  ma  talora  ne  furono  vedute  a  due;  il  loro  volo  è 
agile,  elevato,  grazioso,  innalzandosi  e  discendendo  fanno  dei  grandi  semicerchi, 
talora  colle  ali  aperte,  quasi  immobili,  scoperta  la  preda  vi  si  gettano  conno  colla 
celerità  del  fulmine.  Fabbricano  un  indo  mal  connesso  sulle  roccie  o  sugli  alluri 
e  lo  intrecciano  di  rami  e  di  stecchi,  foderandolo  internamente  di  musco,  di  penne. 
di  lana,  ecc.;  depositano  poche  uova  di  fondo  di  tinta  bianchiccio  più  o  meno 
bluastro  con  grandi  macchie  cenerine  o  rossiccio-scure.  Le  Aquile  difendono  di 
solito  energicamente  il  loro  nido  e  molti  sono  gli  accidenti  patiti  dai  maldestri 
che,  senza  la  dovuta  prudenza,  tentavano  di  involarne  le  uova  od  i  pulcini. 


22 


ATLANTE    ORNITOI.OOII '(  > 


15.  Aquila  chrysaètus  (Linnaeus),  Aquila  reale. 

[Aquila]. 

[Tav.  I,  fig.   1,  2  e  5]. 

Colorito  generale  bruno-nerastro  con  leggeri  riflessi  porporini;  penne  della 
nuca  e  della  parte  posteriore  del  collo  lanceolate  bruno-dorate;  remiganti  nera- 
stre; coda  brunastra  alla  base,  nerastra  all'apice,  attraversata  nel  suo  centro  da 
una  larga  fascia  grigia;  calzoni  bruno-scuro  uniforme  {ad.).  Coda  bruna  verso 
l'apice,  nel  resto  bianca,  sicché  la  fascia  risulta  molto  larga;  base  delle  penne 
bianca,  ciò  che  è  più  visibile  sul  gastreo;  calzoni  con  macchie  bianche  {giov.). 

Lunghezza  totale  da  0,m900  a  1,'"00;  becco  da  0,m060  a  0,'"072;  ala  da  0,m600 
a  0,'"720;  coda  da  0,m300  a  0,m350;  tarso  da  0,m098  a  0,m100;  dito  mediano  s.  u. 
da  0."'110  a  0,"1 '_'(). 


t 1 1 1 1 1 1 ( 1 — yi  ,    i     Me^i- 


w/.     • 


Testa  ili  A.  chryiaetns. 


Piede  ili  -/.  ohryeaetus. 


Abita  l'Europa,  l'Africa  giungendo  all'Abissinia,  l'Asia  sino  all'Imalaia,  la  Cina, 
il  Giappone  e  l'America  settentrionale  sino  alle  montagne  del  Nuovo  Messico.  È 
sedentaria  sui  monti  più  alti  dell'Italia  continentale  e  delle  Isole,  ed  è  abbastanza 
comune  in  date  località  (Valtellina).  Durante  le  migrazioni,  nell'autunno  o  nel- 
l'inverno, e  di  consueto  per  l'imperversare  di  forti  burrasche  o  per  la  caduta  di 
abbondanti  nevicate,  qualche  individuo,  per  lo  più  giovane,  scende  in  basso  e  se  ne 
catturano  nelle  pianure,  nelle  valli  e  nelle  paludi.  Nidifica  di  marzo  e   d'aprile. 

Parecchi  Autori  distinguono  due  specie  di  Aquila  reale.  L'ima  detta  A.  chry- 
saètus presenta  il  petto  rossiccio  colle  penne  strette  e  lanceolate  e  la  base  di 
tutte  le  penne  comprese  le  ali  e  la  coda  non  è  mai  bianca,  le  timoniere  sono 
macchiate  di  bruno-cenerognolo  che  a  grado  a  grado  sparisce,  la  metà  apicale  è 
di  un  bruno  uniforme  e  sarebbe  la  forma  settentrionale;  la  meridionale  fu  detta 
A.  fulva  o  .1.  iidbilis  e  non  ha  colorazioni  rossigne  sul  petto,  le  cui  penne  seno 
ottuse  ed  abbastanza  larghe,  la  metà  basilare  delle  piccole  penne  sul  corpo  sa- 
rebbe bianca,  mentre  quella  delle  remiganti  e  timoniere  nell'adulto  sarebbe  simile 
a  quella  della  specie  precedente,  ma  invece  variata  di  tinta  più  chiara  e  di  bianco- 
puro.  Secondo  il  Severtzow  tre  sarebbero  le  forme  tipiche  dell'Aquila  reale  e  cioè: 
a)  A.  fulva  (L.),  il  giovane  ha  la  base  della  coda  bianca,  ma  questo  carattere 
sparisce  con  l'età  e  la  coda  è  scura  nell'adulto. 


\  I  r.ANTl      OKNI  M'I'i'.lHi  23 


b)  A.  chrysaetus {L.),  il  giovine  non  ha  la  base  della  roda  bianca,  essa  è  scura 
come  nell'adulto. 

e)  A.  nobilis,  l'ali.,  il  bianco  alla  base  della  ceda  è  permanente,  si  nel  gio 
\  .me  che  nell'adulto. 

UÀ.  Barthelemyi,Ja,ubert,è  un' A.  chrysaetus  con  Le  scapolari  più  o  meno  bianche. 
Queste  forme  e  quella  nota  sedo  il  nome  di  A.  ilaplianea,  I Iodismi  non  sembrano 
rappresentare  specie  distinte,  o  sottospecie  o  varietà,  ma  pare  costituiscano  e 
rappresentino  semplicemente  Le  varie  livree  indossate  dall'. I.  chrysaetus  nei  diversi 
passaggi  dall'eia  giovanile  all'adulta. 

16.  Aquila   Meliaca,  s.vvigny,   Aquila  imperiale. 

I Aquila  mogilnik,  Strickl.  ('),  A.  imperialis  (Bckst.  ]. 
[Tav.  I.  lì-.  3  «   IJ. 

('(intoniti  dell'ala  si-uro,  spalle  in  'parte  bianche  (ad.);  aspetto  striato  (giov.)  02). 

Tinta  dominante  bruno-nerastra;  testa  e  parte  posteriore  del  collo  di  un  gial- 
Liccio-biancastro,  talora  fulviccio;  basso  collo  rossiecio-gialletto;  scapolari  in  parte 
bianche,  in  parte  brune;  parti  interiori  bruno-nerastre  (ad.)  Apparenza  striata; parti 
superiori  bruno-chiare,  col  centro  delle  penne  fulvo;  basso  dorso,  groppone  e  so- 
pracoda  fortemente  lavati  di  fulviccio;  coda  bruno-uniforme  coll'apice  bruno- 
biancastro;  mento,  gola  e  talora  i  calzoni,  il  tarso  ed  il  sottocoda  di  un  giallastro 
uniforme,  resto  del  gastreo  d'aspetto  striato,  colle  penne  acuminate  giallastre  nel 
centro,  bruno-scure  sul  contorno;  ali  con  tre  fascie  fulvo-chiare;  coda  bruno-uni- 
forme coll'apice  bruno-biancastro  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"790;  becco  0/"064;  ala  0,m575;  coda  0,m310;  tarso  0,m088; 
dito  mediano  s.  u.  0,m062. 

Abita  l'Europa  sud-orientale  sino  all'Asia  centrale,  l'India  settentrionale  e  la 
Cina  e  non  venne  mai  trovata  sino  ad  ora  in  Italia,  quantunque  parecchi  Au- 
tori, cominciando  dal  Savi,  ve  l'abbiano  annoverata,  basando  l'errore  su  individui 
dell'. 1.  chrysaetus.  Non  posso  omettere  però  che  al  Museo  di  Firenze  vi  è  un  ma- 
schio giov.  che  il  Giglioli  ritiene  preso  a  Firmo  presso  Castrovillari  in  Calabria. 
nel  settembre  1898. 

17.  Aquila  Adalberta  Bkehm,  Aquila  dalle  spalle  Manche. 

Contorno  dell'ala  e  spalle  bianche  per  intero  (ad.);  aspetto  uniforme  (giov.). 

Parti  superiori  brune  di  terra  d'ombra,  col  dorso  più  cupo  e  l'apice  delle 
sopracaudali  biancastro;  gastreo  terra  d'ombra  uniforme,  rossiccio  sulla,  gola  e 
sul  collo;  coda  di  un  grigio-chiaro,  picchiettata  di  bruno,  color  terra  d'ombra 
nel  terzo  apicale  e  terminata  di  grigio  (ad.).  Apparenza  uni  fornir;  parti  superiori 
bruno-rossiccio-chiare   qua  e  là  miste  a  bruno-scuro  e  di   un   giallo-rossigno   sul 


Ci  Lo  Sharpe  [  llaml-lhi  Btode,  I.  pag.  261  (1899)]  motte  VA.  mogilnik,  Gm.  tra  i  .sinonimi  del- 
l' A.  bifasciata,  I.  E.  Gray. 

I  i  \un  ho  trovato  apprezzabile  il  carattere  del  numero  delle  scaglie  sull'ultima  falange  del  dito 
mclmno  fissato  in  numero  di  tre  peli' Aquila  reale,  di  1  e  5  peli' Aquila  imperiale,  non  avendolo  riscon- 
trato costante. 


24  ATLANTE    ORNIT GICO 


groppone  e  sul  sopracoda;  remiganti  e  timoniere  senza  fascie  trasversali;  c'uopri- 
trici   inferiori  delle  ali  giallo  rossiccie;  gastreo  bruno-rossiccio  uniforme  e  legger 
melile  striato  sul  petto  che  è  fulvo-chiaro  con  poche  penne  marginate  di  bruno; 
coda  grigio-rossiccia,  marginata  e  terminata  di  bruno;  remiganti  e  timoniere  senza 
fascie  trasversali  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m830;  Lecco  0,'"078;  ala  0,m620;  coda  0,m350;  tarso  0,m105; 
dito  mediano  s.  u.  0,'"065. 

Abita  la  Spagna,  il  Portogallo  ed  il  nord-ovest  dell'Africa,  è  accidentale  nella 
Francia  occidentale. 

Questa  specie  rimase  confusa  coll'.l.  heliaca  sino  al  1860,  quando  venne  de- 
scritta dal  Brehm  sotto  il  nome  di  A.  Adalberti  e  nel  1872  dal  Dresser  sotto  quello 
di  .1.  leucolena. 

18.  Aquila  rapax  (Temmtnck),  .\<i>ii/<t  rapace. 

|  TAV.    XI. VII,    lig.    1  J. 

Colorito  generale  delle  parti  superiori  bruno-cupo  più  o  meno  rossastro  sul 
collo  e  sulla  testa,  t'ulviccio  sul  dorso  e  biancastro  sul  sopracoda  colle  penne 
più  chiare  nella  loro  parte  centrale  e  ciò  pili  manifesto  sulla  regione  interscapolare  >■ 
sulle  scapolari  superiori;  parti  interiori  bruno-fulviccio  scure  colle  penne  del  petto 
e  dell'addome  più  cupe  nella  parte  centrale;  timoniere  di  un  bruno  quasi  uniforme, 
macchiettate  di  grigio  e  terminate  di  fulviccio  {ad.).  Colorilo  generale  fulvo-ocraceo 
qua  e  là  sfumato  di  cenerino-rossigno-gialletto  sul  collo  e  sulla  gola,  cenerognolo 
sulle  penne  che  marginano  l'ala,  si  dal  lato  interno  che  dall'esterno;  molte  penne 
specialmente  sul  collo,  sulle  cuopritrici  alari,  sul  petto,  sui  lati  e  sui  fianchi  in 
parte  fulve  lavate  di  cenerino  sulla  linea  centrale,  in  parte  cioccolata-brune  con 
riflessi  porporini  (particoloured  feathers),  ciò  che  dà  una  fisonomia  speciale  a  questo 
uccello;  parti  inferiori  più  chiare  delle  superiori;  timoniere  brunastro-cenerognole, 
terminate  di  fulvo  (gioì-.). 

Lunghezza  totale  0,m800;  becco  0,n,046;  ala  0,ra545;  coda  0,m25O;  tarso  0,'"080; 
dito  mediano  s.  u.  0,m062. 

Abita  l'Africa.  In  Europa  è  rara  nella  Spagna  meridionale,  finora  non  sembra 
comparsa  in  Francia,  i  due  esemplari,  che  vennero  citati  dal  Degland  come  colti 
nella  Camargue,  erano  invece  due  .1.  Aduli» -rli ;  venne  trovata  in  Bulgaria,  in 
Turchia  ed  attraverso  la  Russia  sino  all'Asia  centrale  ed  all'India  nord-occiden- 
tale. In  Italia  comparve  una  sol  volta  nel  novembre  1898  a  Cagliari,  è  un  indi- 
viduo giovane  che  fa  parte  della  mia  Raccolta,  un  secondo  maschio  ad.  preso, 
a  quel  che  pare,  a  S.  Antioco  pure  in  Sardegna  nel  marzo  1 8 7 ( >  sarebbe  conser- 
vato nel  Museo  di  Firenze. 

ai  S'arili  verticali  ed  orali . 

19.  Aquila  orientalis.  Cabanis,  Aquila  orientali  <■  formi  affini. 

A.  orientalis,  Cabanis.  Bruno-scuro  uniforme  con  uno  spazio  uucale  fulvo  {ad.). 
Il  1°  piumaggio  è  bruno  di  terra  macchiato  di  fulvo-pallido  sul  basso  dorso,  sulle 
scapolari  mediane,  sulle  cuopritrici  mediane  e  piccole  delle  ali.  sul  petto  e  sul- 
l'addome; le  grandi  cuopritrici  alari  e  le  remiganti  secondarie  hanno  estese  mac- 


ìav.  4. 


1.  Aquila  di  mare  (ad.).    2.  Aquila  di  mare  (giov.).    3.  Pojana.    4.  Pojana  (varietà).    5.  Pojana  calzata  (2  giov.). 

6.  Pojana  calzata  (o*  ad.). 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


UI.vmi     e  "i:\ITOLOGICO 


25 


chic  apicali  fulve,  cuopritrici  superiori  ed  inferiori  della  coda  fulve.  Dopo  la   1 
muta  le  macchie  fulve  'li  tutte  le  penne  spariscono  più  o  menu,  con  l'eccezione 
di  quelle  sulle  grandi  cuopritrici  alari  e  sulle  remiganti  secondarie.  Dopo  la   2 
mula  il  piumaggio  diviene  quasi  uniforme,  ma  le  doppie  fascie  attraverso  le  ali 
e  le  traccie  di  fulvo  sulle  cuopritrici  della  coda  esistono  sino  alla  4°  mula,  culla 
quale  l'uccello  assume  l'abito  di  adulto  {giov.  . 

A.  infasciata,  J.  E.  Gray.  Bruno  di  terra  con  doppia  fascia  sulle  ali  e  le  cuo- 
pritrici superiori  ed  inferiori  della  coda  fulve;  le  remiganti  primarie,  le  secondarie 
e  le  timoniere  senza  fascie  {ad.).  Bruno  di  terra  con  la  doppia  fascia  sulle  ali, 
ma  senza  le  macchie  uelle  altre  parti  del  corpo;  il  2°  piumaggio  è  macchialo  di 
fulvo;  dopo  la  3"  e  4  muta  l'uccello  addiviene  colorito  più  uniformemente  ed 
assume  il  suo  piumaggio  di  adulto,  mantenendo  soltanto  le  due  fascie  sull'ala  giov.  . 

. I.  Glitschi,  Servertzow.  Bruno  di  terra  con  una  banda  liticale  fulva  ed  una 
fascia  trasversale  di  un  fulvo-pallido  sul  basso  dorso;  le  remiganti  primarie,  le 
secondarie  e  le  timoniere  fasciate  ad.).  Il  1°  piumaggio  di  quest'Aquila  è  quasi 
per  intero  di  una  tinta  bruna  di  terra  uniforme  con  macchie  apicali  fulve  su 
alcune  delle  più  grandi  cuopritrici  alari:  remiganti  secondarie  e  timoniere  ter- 
minate dello  stesso  colore;  timoniere  fulve,  le  più  esterne  fasciate  irregolarmente 
di  bruno;  però  la  fascia  lineale  fulva  e  quella  di  un  fulvo-pallido  attraverso  il 
basso  dorso  si  manifestano  con  la  3a  e  la  4"  muta  (giov.    (Menxbier). 

Lunghezza  lutale  da  0,m555  a  0,m660;  becco  da  0,m066  a  0,  072;  ala  daO,m215 
a  0,m350;  coda  da  0,'"()70  a  0,'"080;  tarso  da  0,'"090  a  0™098;  dito  mediano  s.  u. 
da  (i.  (MIO  a  0,n'066. 

Queste  tre  forme  dell'Aquila  orientale  sono  confinate  alle  steppe  della  Russia 
sud  orientale,  dell'Asia  centrale  e  non  sarebbero  mai  comparse   in    Italia,   quan- 


Becco  di  A.  maculala,   '/2, 


Becco  di  A.  orientalis,  '/2- 


tunque  un  soggetto  da  me  ucciso  in  Sardegna  nell'inverno  1901  presenti  i  carat- 
teri dell'.!,  orientalis,  per  cui  sembrerebbe  accidentale  nell'Isola. 

VA.  Infasciata  poi,  sotto  il  nome  di  A.  nipalensis,  Hodgson,  fu  elencata  dal  Gi- 
glioli  tra  gli  Uccelli  del  nostro  Paese  su  di  un  esemplare  conservato  al  Museo  di 
Genova;  il  Salvadori  però  non  è  di  tale  parere,  dicendo  che  la  sua  provenienza 
è  incerta  e  che  in  ogni  caso  dovrebbe  essere  riferita  molto  probabilmente  alla 
forma  occidentale,  cioè  all'-l.  orientalis. 

Le  forme  dell' J.  tuinitnhs  anzidescritte  sono  molto  simili  interse,  ma  parecchi 
Autori  e  tra  questi  il  Severtzow  e  lo  Sharpe  recentemente  le  considerano  specie 
distinte;  io  posseggo  materiale  troppo  scarso  per   interloquire   in   questione,   ma 

Atlante  ornitologico.  ± 


L't)  ATLANTI    <  il, -MITOLOGICO 


ricordo  come  Autori  competenti  le  ritengano  più  che  altro  varietà  climatiche  da 
riunirsi  sotto  l'unica  specie  A.  orientalìs. 

In  Narici  orizzontali  e  rotonde. 

20.  Aquila  maculata  (Gmelin),  Aquila  anatrata  maggiore. 

| Aquila  clanga,  Pam...  A.  naevia,  Schrenck]. 
[Tav.   II,  fig.   1  e  4]. 

Ali  che  distintamente  non  raggiungono  l'apice  della  coda. 

Colorito  generale  bruno-nero-uniforme,  talora  con  riflessi  porporini  sulle  parti 
superiori;  penne  della  parte  posteriore  del  collo  e  della  nuca  leggermente  ros- 
siccie; coda  senxa  fascie,  ma  con  vestigio  di  tinte  grigie  sul  vessillo  esterno  negli 
individui  più  vecchi  (ad.).  Colorito  generale  più  chiaro;  scapolari,  grandi  e  medie 
cuopritrici  delle  ali  con  larghe  macchie  ovali  di  un  fulvo-bianchiccio  all'apice 
delle  penne,  le  piccole  cuopritrici  le  hanno  a  forma  di  goccia,  quelle  del  grop- 
pone sono  più  grandi  e  (piasi  triangolari;  gastreo  nerastro,  brunastro  sulla  gola 
con  macchie  ocraceo-brune  sul  centro  delle  penne  del  petto;  addome  ocraceo 
(piasi  uniforme:  cuopritrici  superiori  della  coda  bianche,  le  interiori  fulvo-ocracee; 
coda  nerastra  uni  fornir,  terminata  di  fulvo-bianchiccio  (giov.  i. 

Lunghezza  totale  da  0,m650  a  0,'"710;  becco  da  O^óO  a  0,m062;  ala  da  0,m505 
a  0,m560;  coda  da  0,m220  a  0,m250;  tarso  0,'n100;  dito  mediano  s.  u.  0,'"065. 

Abita  le  parti  meridionali  d'Europa,  le  settentrionali  d'Africa,  l'India,  l'Asia  cen- 
trale e  nord-orientale.  In  Italia  è  specie  di  comparsa  irregolare  e  non  tanto  rara  nel- 
l'abito giovanile,  rarissima  in  quello  di  adulto  coll'eccezione  della  Liguria,  ove  sarebbe 
di  passo  quasi  regolare  di  primavera  e  nell'ottobre  e  novembre:  fu  presa  ovunque 
tranne  a  Malta,  io  ne  ebbi  di  Sardegna,  ove  pareva  mai  comparsa,  avrebbe  nidificato 
quasi  di  certo  a  Modena,  sul  Pavese,  in  Toscana  ed  in  Sicilia,  quindi  dovrebbe  trovar 
posto  tra  le  specie  irregolarmente  estive.  Costruisce  il  nido  sugli  alti  alberi. 

UÀ.  fiilirsrrus,  J.  E.  <iray,  sembra  doversi  riferire  a  questa  specie. 

21.  Aquila  pomerana1',  Brehm,  Aquila  anatrala  minore. 

| Aquila  maculata,  Sharpe  (neo.  Gm.),  A.  naevia,  M.  W.  (nee  Gm.),  A.  pomarina,  Brehm,  err.]. 

[Tav.  II,  fig.  2  e  3]. 

Ali  che  raggiungono  quasi  l'apice  della  coda  o  la  sorpassano. 

Dimensioni  minori  della  specie  precedente;  colorito  più  chiaro,  minor  copia 
di  riflessi  limitati  negli  adulti  alle  ali  ed  alla  coda;  fondo  di  tinta  più  chiaro  e 
brunastro-terreo;  nei  giovani  minor  numero  di  macchie;  tarsi  più  sottili. 

Lunghezza  totale  0,'"520;  becco  0,m054;  ala  0,m460;  coda  0,m210;  tarso  0,m084; 
dito  mediano  s.  u.  0,'"050. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale,  migrando  d'inverno  verso  l'india.  In 
Italia  è  specie  di  passo  irregolare,  ma  che  sembra  assai  più  rara  dell' J.  maculata, 
sebbene  possa  venir  con  essa  confusa.  Conosciamo  dieci  catture  avvenute  sul 
continente  e  nelle  Isole  e  fu  presa  anche  a  Malta. 


.  Brehm  scrisse  A.  pomarina  {VSg.  Deutschl.  p.  27.  1835),   nome  che  giustamente  va  corretto 
A.  pomerana,   cioè  di   Poiiicrania. 


ITLANTI    OHXITOLOGICO  27 


VA.  Wahlbergì  e  VA.  Desmursi  dei  Cataloghi  Italiani,  prese  vicino  a  Pisa  ed 
a  Firenze,  altro  non  sono  che  due  A.  pomerana,  mentre  invece  col  nome  di  A.  Wahl- 
bergì, Sundevall  .1.  Desmursi,  Verreaux  s'indica  una  specie  dell'Africa  tropicale, 
mai  comparsa  in  Europa. 


Genere  NISAÉTUS.  Eodgson. 

Becco  mediocre,  ma  alto  e  grosso,  più  corto  della  testa,  curvato  dalla  base, 
uncinato  all'apice  e  munito  di  un  grosso  lesione;  narici  elittiche,  vellicali,  coperte 
di  penne  setolose  come  le  redini:  cera  coperta  di  setole  sui  lati;  occhi  mediocre- 
mente infossati;  ali  abbastanza  sviluppate  ed  ampie,  ma  relativamente  brevi:  la  1' 
remigante  primaria  piuttosto  corta,  l  '  di  solito  la  massima;  ceda  alquanto  lunga 
e  troncata;  gambe  grandi,  allungate,  ricoperte  di  penne  fino  all'articolazione  dei 
diti:  calzoni  abbastanza  Lunghi;  tarso  di   solito  più   lungo  del  dito  mediano;  diti 

Lunghi  e  forti  col  diano  maggiore  dei  laterali,  forniti  di  unghie  grandi,  potenti 

ed  uncinate. 

Forma  allungata  e  snella;  testa  piccola  e  sottile;  colorito  in  alcune  specie 
molto  variabile;  statura  mediocre,  talora  piccola. 

Quattro  specie  compongono  questo  genere,  tre  abitano  il  Mondo  Antico,  la 
quarta  è  propria  all'Australia. 

Hanno  le  abitudini  delle  Aquile  e,  come  esse,  si  nutrono  di  piccoli  mammiferi, 
di  uccelli,  di  grossi  rettili,  dicesi  anche  di  pesci  e  d'insetti.  Nidificano  sulle  rupi 
e    SUgli    alberi. 


22.  Nisaètus  fasciatus  (Vieillot),  Aquila  del  Bonetti. 

[Aquila  fasciata,  Vikili..  |. 

[Tav.  XLVII,  tìg.  2]. 

l'arti  superiori  brune  colla  base  delle  penne  bianca;  parti  inferiori  bianche 
con  macchie  longitudinali  brune  più  o  meno  numerose  lungo  il  centro  delle  penne 
e  che  divengono  lanceolate  sui  fianchi;  coda  a  f'ascie  bruno-cenerognole  e  grigio- 
rossastre  con  una  larga  t'ascia  bruna  all'estremità  (ad.).  Parti  superiori  brune;  le 
interiori  fulve  di  vario  tono  con  strie  longitudinali  brune  sullo  stelo,  più  o  meno 
grandi  <•  numerose  a  seconda  dell'età;  coda  ornata  di  f'ascie  trasversali,  ma  non 
dell'apicale  distinta  ((//oc), 

Lunghezza  totale  0,'"700;  becco  0,'"050;  ala  0,'"485;  coda  0,,"i,T;">;  tarso  0,m095; 
dito  mediano  s.  u.  0,ra093. 

Abita  le  contrade  bagnate  dal  Mediterraneo,  estendendosi  dalla  Spagna  verso 
Esf  tino  all'India.  In  Italia  è  specie  stazionaria  in  Sardegna,  ove  e  discretamente 
comune,  meno  abbondante  si  presenta  in  Sicilia,  rara  nelle  provincie  meridionali 
della  penisola,  accidentale  altrove,  cioè  in  Toscana  ed  in  Lombardia  [mia  Collezione). 
Non  venne  presa  finora  nel  Veneto,  L'esemplare  citato  dal  Perini  dovendosi  ri- 
ferire ali*.  1.  chrysaetus.  (ili  adulti  col  gastreo  quasi  del  tutto  bianco  sono  molto 
diffìcili  ad  aversi  anche  in  Sardegna. 


\>H  ATLANTE    ORNITI  D.OOH  O 


23.  Nisaètus  pennatus    Gmelin),  Aquila  minore. 

I  Aquila  pennata  (Gm).,    Hieraetus  pennatus  (Gm.)]. 
[  Tav.  II.   Bg.  6  e  7]. 

a)  Tipo  chiaro. 

Froiiic  biancastra;  mustacchio  bruno-nerastro;  parte  supcriore  e  laterale  della 
testa  e  del  collo  giallo-fulve  con  tacche  longitudinali  brune  ;  parti  superiori  bruno- 
opache  con  margini  bruno-chiari;  spallette  bianche;  parti  inferiori  bianche  più 
o  meno  rossiccie  con  dei  piccoli  tratti  bruni  sullo  stelo  delle  penne  e  special- 
mente su  quelle  del  petto  e  dell'addome;  coda  bruna  disopra,  biancastra  disotto, 
con  bande  brune  trasversali  (ad.).  Fronte  biancastra;  un  mustacchio  sviluppai  is 
simo  bruno-nerastro:  parti  superiori  come  gli  adulti,  ma  più  lucide;  spallette  di 
un  bianco-puro;  le  parti  inferiori  giallo-rossiccie  con  dei  tratti  bruni  sullo  stelo 
delle  penne  (giov.). 

b)  Tipo  seuro. 

Simile  all'adulto  del  tipo  chiaro:  parti  inferiori  bruno-fuligginose  o  bruno- 
nerastre  con  tratti  longitudinali  più  scuri  sullo  stelo  delle  penne  (ad.).  Fronte 
biancastra;  un  mustacchio  assai  accentuato  bruno-nerastro;  parte  superiore  e  laterale 
della  testa  rosso  di  ruggine  vivace  con  tacche  longitudinali  brune;  parti  superiori 
come  negli  adulti,  ma  più  lucide:  spallette  bianco-pure;  le  inferiori  bruno-fulig- 
ginose con  dei  tratti  più  scuri  sullo  stelo  delle  penne  (giov.). 

Lunghezza  totale  da  0,m490  a  0,"'540;  becco  0,m040;  ala  da  0,m355  a  0,'"410; 
coda  0,,n19r>;  tarso  0,'"060;  dito  mediano  s.  u.  0,m0G.r>. 

P.rchm  divise  l'Aquila  minore  in  due  specie,  A.  pomata  o  tipo  chiaro,  A.  mi- 
nuta o  tipo  scuro,  quest'ultima  era  distinta  dalla  prima  pelle  tinte  cupe,  pella 
mancanza  di  spallette  bianche  e  pella  statura  minore.  Ora  è  perfettamente  asso- 
dato che  esse  formano  un'unica  specie  e  che  noi  ci  troviamo  dinanzi  ad  un  sem- 
plice caso  di  dimorfismo,  offerto  anche  da  varie  specie  di  Rapaci,  come  il  Falco 
Eleonorae,  Gene,  il  Cinti*  pijtjargus  ed  altri,  e  possiamo  concludere  col  Bureau  che 
il  N.  pennatus  presenta  il  tipo  chiaro  ed  il  tipo  scuro  indipendenti  da  vere  ano- 
malie di  colorito,  che  la  livrea  dell'uno  e  dell'altro  viene  rivestita  indifferentemente 
dai  maschi  e  dalle  femmine  e  che  gli  individui  delle  due  forme  si  accoppiano 
assieme;  sui  nidi  si  trovano  di  solito  individui  di  un  solo  tipo,  ma  talora  sono 
anche  frammischiati,  il  loro  piumaggio  si  modifica  parallelamente  con  l'età,  ma 
i  cambiamenti  sono  più  accentuati  nel  tipo  scuro;  i  soggetti  dei  due  tipi  nel  pas- 
saggio all'età  adulta  si  modificano,  conservando  il  carattere  loro  proprio  (Bureatt). 

Abita  l'Africa,  l'Asia  centrale,  l'India  ed  in  Europa,  la  Russia  meridionale,  la 
Turchia,  la  Penisola  Balcanica  e  la  Spagna  ed  è  strano  che  sia  così  rara  in  un 
paese  intermedio,  quale  l'Italia.  Da  noi  può  dirsi  accidentale,  quantunque  sembri 
capitare  più  facilmente  in  aprile  e  nell'ottobre,  fu  presa  nelle  provincie  settentrio- 
nali, in  Liguria,  in  Toscana  e  presso  Roma  e  finora  mai  nelle  regioni  meridionali 
e  nelle  Isole  (l). 


(')  Se  ben  ricordo,   ael   R.   Museo  ili  'l'orino  esiste  un  individuo  ili  questa  specie  proveniente  dalla 

Sardegna. 


ATLANTE    ORNITI JI.Cn  .  I'  0 


29 


Genere  HALIAÉTUS.  Savigny. 

Becco  subeguale  alla  testa,  molto  forte,  diritto  alla  base,  curvato  dalla  cera 
all'apice  in  t'orina  di  un  profondo  uncino;  redini  coperte  di  setolo  piuttosto  corte; 
cera  seminuda,  bene  sviluppata,  concolore  o  quasi  col  becco  ;  narici  grandi,  ovali, 
perpendicolari;  ali  ampie  che  giungono  quasi  all'apice  della  coda,  1°  remigante 
primaria  brevissima,  2"  minore  della  .">',  r  la  massima;  coda,  cuneata  o  legger- 
mente rotonda;  tarso  piumato  nella  sua  parte  superiore,  poi  nudo  <  scudettato,  coi  lati 
e  la  parte  posteriore  reticolata;  diti  divisi,  l'esterno  versatile;  unghie;  forti,  unci- 
nale, solcate  di  sotto,  con  quella  del  dito  mediano  più  lunga  ili  tutte. 

Statura  elevata;  colorito  generale  bruno;  penne  della  testa  e  della  parte  po- 
steriore del  collo  allungate  ed  acuminate;  calzoni  mediocri. 

Questo  genere  abbraccia  nove  specie  sparse  su  tutto  il  Mondo,  delle  quali 
due  sono  anche  Europee  (').  A  differenza  delle  vere  Aquile,  esse  abitano  i  grandi 
fiumi,  le  coste  del  mare,  i  laghi  o  le  località  non  lontane  dalle  acque;  si  cibano 
di  pesci  e  di  uccelli  acquatici  e  non  sono  molto  coraggiose,  ne  assaltano  mam- 
miferi maggiori  di  un  coniglio.  Nidificano  sulle  roccie  o  sugli  alti  alberi,  depo- 
nendo due  o  tre  uova  bianche  qua  e  là  macchiate. 


24.  Haliaètus  albicilla    Linnakis,  Aquila  di  mare. 

[Tav.   IV,   fig.   1  è  2]. 

Becco  giallognolo;  colorito  generale  bruno  coi  margini  delle  penne  più  chiari, 
testa  e  collo  di  un  grigio-giallognolo;  coda 
bianca,  senza  macchie  e  leggermente  gra- 
duata (ad.).  Becco  bruno;  piumaggio  bruno  su 
fondo  fulvo-giallastro  ;  testa,  collo  e  calzoni 
bruno  -  uniformi  ;  timoniere  variegate  grigio- 
bianchiccie  a  zig-zags  grigio-brunastri,  brune 
sul  margine  (giov.). 

Lunghezza  totale  da0,m900  a  l,m05;  becco 
da  0,'"078  a  0,m086;  ala  da  0,m645  a  0,m750; 
coda  0,m290;  tarso  0,'"105;  dito  mediano  s.  u. 
0,'"090. 

Abita  l'Europa,  l'Islanda,  la  Groenlandia 
od  il  Nord  dell'Africa  e  dell'Asia,  da  dove 
si  reca  a  svernare  nella  Cina  e  nell'India. 
L'Aquila  di  mare  sarebbe  uccello  più  che 
altro  di  passo  irregolare  in  Italia,  vi  compare 
specialmente  d'autunno  o  nell'inverno,  meno 
difficile  a  trovarsi  è  nel  Veneto,  ove  talora 
qualche  esemplare  sverna  negli  estesi  paludi 
dell  Estuario;  gli  adulti  sono  sempre  più  dif- 
fìcili ad  aversi  dei  giovani.  Sembra  non  rara  in  Sardegna,  colà  ed  in  Corsica  non 


Piede  di   //.   albicilla, 


(')  L'Haliaetu»  le  licori  pluiliix  (L.j  venne  più  volle  citato  per  l'Europa,  scambiando  per  esso  individui 
inolio  vecchi  dell'//,   albicilla.  L'II.  leucocephaliu  abita   l'America  del  Nord. 


30  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


è  improbabile  possa  nidificare  :  se  ciò  si  avverasse  positivamente,  andrebbe  inclusa 
tra   le  specie  sedentarie.  Nidifica  in  marzo. 

25.  Haliaètus  leucoryphus  (Pallas),  Aquila  di  more  di  Pallas. 

Becco  corneo- verdastro  ;  testa  e  eolle  giallo-rossiccio-vivace,  più  pallido  sul 
mento  e  sulla  gola;  parti  superiori  brune  di  terra  d'ombra;  parti  inferiori  ros- 
signo-brune,  più  cupe  sul  sottocoda  e  sui  fianchi;  coda  bruna  alla  base  ed  all'apice, 
bianca  nel  centro  (ad..).  Testa  e  collo  fulvo-bruno-cupo,  striato  di  bruno-rossigno ; 
parti  superiori  bruno-scure,  colle  penne  del  dorso  più  cupe  alla  base;  resto  delle 
parti  inferiori  di  un  bruno-fulvo  più  chiaro,  le  penne  sul  petto  sono  terminate  di 
bruno-bianchiccio;  coda  uniforme  bruno-scura,  lavata  di  grigiastro  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m820;  becco  0,'"068;  ala  da  0,m560  a  0,m620;  coda  0,ra300; 
tarso  0,ni095;  dito  mediano  s.  u.  0,m093. 

Abita  le  regioni  dal  Mar  Caspio  all'Asia  centrale,  l'India  ed  il  Burina.  In 
Europa  si  trova  nella  Russia  orientale,  in  Crimea  e  secondo  Farman  fu  osservata 
anche  in   Bulgaria. 

Genere  CIRCAÉTUS,  Vieillot. 

Becco  più  corto  della  testa,  robusto,  curvato  fino  dalla  base,  non  intaccato, 
soltanto  appena  festonato;  occhi  grandi  e  molto  infossati:  narici  ovale-allungate, 
perpendicolari,  coperte  di  setole  lunghe  e  rigide;  redini  fornite  di  piccolissime  penne 
e  di  lunghe  e  grosse  setole;  ali  grandi,  lunghe,  con  le  quattro  prime  remiganti 
primarie  profondamente  intaccate  nel  vessillo  interno;  la  la  remigante  primaria 
.Mila,  la  .">'  massima:  coda  grande,  quasi  quadrata;  tarso  alquanto  lungo,  esile, 
nudo,  tranne  che  nella  parte  più  alta,  più  lungo  del  dito  medio,  esso  ed  i  piedi 
coperti  di  grosse  scaglie  esagonali;  diti  corti,  forti  colle  unghie  robuste,  acute  e 
poco  curvate. 

l'està  subrotonda,  grossa,  coperta  come  il  collo  di  penne  lunghe  ed  acuminate; 
occhi  splendenti;  calzoni  mediocri;  statura  piuttosto  elevata;  colorito   variegato. 

Questo  genere  consta  di  sei  specie  sparse  in  Europa,  nell'Africa,  nell'Asia  e 
indie  Isole  della  Sonda. 

Hanno  le  abitudini  delle  Pojane  e  si  nutrono  principalmente  di  rettili  e  di 
piccoli  mammiferi.  Nidificano  di  solito  sugli  alberi,  sugli  arbusti  e  sulle  roccie, 
deponendo  un  solo  uovo  bianco  colla  superficie  ruvida. 

26.  Circaétus  gallicus  (Gmelin),  Bianconi. 

|  Tav.   II,   li-.   5]. 

Tarso  e  diti  nudi,  reticolati,  coperti  di  grosse   squame   scagliose,   esagonali. 

Iride  giallo-vivacissima.  Fronte  e  redini  biancastre  sparse,  come  i  lati  della 
testa,  di  setole  nere,  che  formano  un  folto  sopraciglio;  base  di  tutte  le  penne  bianca: 
parti  superiori  bruno-grigie,  più  chiare  sul  margine  delle  penne,  nere  sullo  stelo, 
con  splendore  porporino  sulle  scapolari  e  sulle  cuopritrici  alari;  parti  inferiori 
bianche  con  numerose   macchie   centrali   larghe   e   longitudinali   scuro-rossiccie, 


\  1 1.  vm  i     ORNITI ICO  31 


trasversali  e  più  rade  sul  basso  addome;  talora  i  calzoni  ed  il  sottocoda  sono 
immacolati,  come  puro  altri  soletti,  ohe  sembrano  molto  vecchi,  mostrano  il 
gastreo  quasi  del  unto  bianco-immacolato;  coda  superiormente  bruna,  terminata 
ili  bianco  e  con  tre  fascie  trasversali  bruno-nerastre,  biancastra  di  sotto 
Cuopritrici  alari  col  margine  più  pallido;  gola  e  petto  bianchi  con  macchie  bruno- 
rossiccie  centrali  ed  allungate  sullo  stelo,  ma  più  o  meno  numerose  a  seconda 
degli    individui:   fascio  sull'addome   più   larghe  (ffiov.). 

Lunghezza  totale  da  0,  650  a  0,m700;  becco  da  0,m050  a  0,ra057  ;  ala  da  0,m540 
a  0,  570;  coda  0,m280;  tarso  0,ra085;  dito  mediano  s.  u.  0,m055. 


''*> 


resta  ili   C.  gallicus,   '    .  Piede  ili    C.  gallicns,  '    . 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale,  l'Africa  settentrionale  e  l'Asia  centrale, 
estendendosi  fino  a  Timor  e  Flores.  In  Italia  è  specie  abbastanza  comune,  sparsa 
ovunque  anche  in  Sardegna,  ove  perù  sembra  essere  più  rara.  È  sedentaria,  ma 
anche  di  passo,  che  effettua  più  che  tutto  nel  marzo  e  nel  settembre,  allora  si  può 
dire  comune  in  Liguria.  Nidifica. 


Genere  MILVUS,  Cuvier. 

Becco  un  po'  allungato,  diritto,  molto  adunco,  curvato  dalla  base  fino  alla 
pice,  non  intaccato,  ma  leggermente  festonato;  narici  ovali,  oblique:  redini  o  cera 
coperto  di  piccole  penne  setoloso;  ali  appuntite,  lunghe,  la  la  remigante  primaria 
corta,  la  .">  e  la  f  le  più  lunghe;  coda  lunga,  più  o  meno  forcuta;  tarso  corto, 
debole,  piumato  nella  metà  superiore,  nudo  e  coperto  di  larghe  piastre  nella  parte 
basilare  anteriore,  la  laterale  e  la  posteriore  rivestite  di  fine  reticolazioni;  diti 
corti  e  forti,  il  mediano  più  corto  del  tarso  e  più  lungo  dei  diti  laterali,  l'esterno 
leggermente  versatile,  unito  col  mediano  alla  sua  base;  unghie  moderatamente 
acute,  lunghe  e  curvate. 

Forma  allungata;  statura  piuttosto  grande;  colorito  costante;  testa  appiattita, 
<olle  penne  della  cervice  e  della  nuca  più  o  meno  allungate  ed  appuntite;  occhi 
molto  infossati:  calzoni  lunghi. 

I  Nibbi  hanno  il  volo  rapidissimo  ed  un  po'  le  abitudini  delle  Aquile,  si  ve 
dono  spesso  roteare  lungamente  ad  un'altezza  così  rilevante  che  sembrano   Eton 
dini,  girando    in    cerchio    o   librandosi    immobili  per   qualche  minuto    sulle    ali    o 
descrivendo  grandi  spirali  nelle  diverse  evoluzioni  di  salita  e  discosa.  Nidificano 


32 


ATLANTE    0BX1 


_!i  alberi  o  sulle  roccie,  depositando  quattro  uova  poco  difFerenti  da  quelle 
delle  Pojane.  il  nido  è  un  rozzo  ammasso  di  stecchi,  foderato  di  rimasugli  di  carta 
o  di  lana  uniti  e  saldati  con  fango  o  sterco  animale.  Si  nutrono  di  bircie,  di  ra- 
marri, di  piccoli  mammiferi,  di  vermi,  di  artropodi,  di  molluschi  e  sono  molto 
avidi  dei  nidiacei  e  più  specialmente  dei  pulcini  delle  galline  che  assaltano  colla 
rapidità  del  dardo.  Compiono  grandi  migrazioni,  riunendosi  in  enormi  stuoli.  È  un 
genere  quasi  essenzialmente  Paleartico,  ma  una  specie  abita  l'Australia  (M.  affi 
Gould  :  le  altre  cinque  il  Mondo  Antico. 


27.  Milvus  milvus  iLinnafxs  , 


Nibbio  reale. 

Milvus  regalis,  Boux,  M.  ictinus.  Sav.]. 
[Tav.  v.  fig.  3]. 


('<,!>, r  dominanti  f><      -  :  coda  fulva,  molto  forcuta. 

Iride  giallo-pallida:  penne  della  testa  acuminate  bianco-cenerine,  con  una  stria 
longitudinale  nera  su  cadauna  penna;  parti  superiori  bruno-nerastre,  fulve  sul 
margine;  parti  inferiori  e  cuopritrici  alari  fulvo-accese,  con  una  larga  macchia 
centrale  nerastra  lungo  il  mezzo  delle  penne;  coda  fulvo-accesa,  le  timoniere  la- 
terali brunastre  sul  vessillo  esterno,  con  macchie  trasversali  nerastre  poco  accen- 
tuate sull'interno  ad.  .  Iride  bruno-cenerognola  ;  penne  della  testa  arrotondate 
fulvo- chiare,  marginate  di  bianco  e  senza  macchie  centrali  nere;  colorito  generale 
meno  vivace;  penne  del  dorso  marginate  di  bianchiccio:  strie  sul  gastreo  più 
strette:  coda  bruno-cenerognola  debolmente  fulviccia  [giov.  . 

Lunghezza  totale  da  0,  650  a  0,  710;  becco  da  0.       -       :  "44:  ala  da  0.     - 

515;  ■oda,  timoniere  esterne  da  0,n,320  a  0.  350,  timoniere  mediane  da  0,m240 
a  0,:'2*0:  tarso  0,ra050:  dito  mediano  s.  u.  0,*!-:  - 


Becco 
ili   M. 


Apice  della  coda 
ili   M.   milru»,   '/<• 


Apice  della  coda 
di   .1/.   lcoi 


Abita  l'Europa  meridionale  e  centrale  e  d'inverno  l'Africa  settentrionale.  In 
Italia  è  specie  abbondante  e  comune  nelle  Isole  e  sul  versante  Mediterraneo  dalla 
Toscana  in  giù,  raro  ed  estivo  nell'Italia  settentrionale.  Nidifica,  talora  fram- 
misto al  M.  Ttorschun.  Dall'Italia  settentrionale  migrano  tutti  alla  fine  di  luglio  e 
nell'agosto,  ma  anche  nelle  parti  centrali  e  meridionali  si  notano  individui  che 
partono  dopo  le  cove. 


1.  Falco  pecchiaiolo  (a*  ad.).   2.  Falco  pecchiaiolo  (5  semi-ad.).  3.  Nibl 
6.  Astore  (giov.).     7.  Sparviere  ( o71  ad.).     8.  Sparviere  (cf 

Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


eale.   4.  Nibbio  bruno.    5.  A 
..).    9  e  10.  Sparviere  ($). 


ni  \\  ri     ORNI  DOLOGICO  33 


28.  Milvus  korschun  (S.  Gmelin  .  Nibbio  bruno. 

IMilvus  migrans  (Bodd.),   M.  niger,  Bp.;   Nibbio  nero], 
[Tav.   V.  6g. 

Color  dominante  bruno-scuro  ;  coda  bruna  con  fascie  nerastre,  poco  forcuta;  Intra  riero. 

[ride  giallognola;  penne  «Iella  testa  bislunghe  ed  appuntite  di  un  bianco  leg- 
germente fulviccio,  lavato  di  bruno  stille  cuopritrici  auricolari;  tutte  Le  penne 
della  testa  con  una  stretta  fascia  centrale  nera;  parti  superiori  bruno-cupe,  collo 
stelo  delle  penne  nero  e  l'orlo  fulvo-rossiccio;  le  parti  interiori  fulve  accese,  tranne 
il  sottocoda  che  è  di  un  f ulvo-rossigno ;  una  larga  stria  bruna  bordata  di  grigiastro 
sulle  penne  del  petto,  più  stretta  e  che  occupa  solo  lo  stelo,  e  quindi  senza  bordo, 
sui  calzoni,  sui  fianchi  e  3ul  sottocoda;  cuopritrici  alari  bruno-cupe,  collo  stelo 
nero  ed  il  margine  fulvo;  di  sotto  delle  ali  scuro;  timoniere  con  fascie  nerastre 
indistinte  su  fondo  bruno-scure,  quasi  nero  sulle  penne  laterali,  che  tendono  al  l'ulvo- 
bruno  all'apice  {ad.).  Iride  nocciola;  colorito  generale  più  cupo  con  margini  ful- 
vicci  e  l'apice  delle  penne  ceciato,  molto  esteso  su  quelle  della  testa  e  del  collo; 
timoniere  terminate  di  f ulvo-rossigno    ./ 

Lunghezza  totale  da  0,m610  a  0,m640;  becco  da  0,m038  a  (V045 ;  ala  da  0,m440 
a  0,'"475;  coda  da  O,"'2f)0  a  0,'"280;  tarso  0,ra045;  dito  mediano  s.  u.  0,m043. 

Abita  l'Europa  centrale,  la  meridionale  e  l'Asia  centrale,  svernando  nell'A- 
frica. In  Italia  è  specie  di  passo  ed  estiva,  non  egualmente  distribuita,  general- 
mente rara  coll'eccezione  della  Campagna  Romana,  del  Veronese,  ilei  1  lassa nese 
e  di  diverse  località  delle  Alpi  Venete  e  probabilmente  di  parecchie  altre  Pro- 
vincie; nidificò  anche  nel  Pavese  e  ciò  avviene  di  certo  nelle  grandi  boscaglie 
degli  Appennini  e  delle  Alpi.  Nidifica  in  maggio  e  riparte  in  luglio  ed  agosto. 

29.  Milvus  aegyptius  (Gmelin),  Nibbio  egiziano. 

Color  dominante  bruno-scuro;  rodo  bruna  noi  fascie  nerastre,  poco  forcuto;  Inerti 
giallo. 

Molto  simile  alla  specie  precedente,  anche  nel  colorito,  ma  il  becco  è  giallo;  testa 
leggermente  più  rossiccia  e  coda  un  po'  più  forcuta. 

Dimensioni  eguali. 

Questa  specie  abita  l'Africa  fino  al  Madagascar  e  venne  catturata  qualche  velia 
nel  sud-est  d'Europa  e  precisamente  in  Grecia,  nelle  Cicladi,  in  Turchia,  in  Un- 
gheria e  nella  Germania.  Ma  non  fu  mai  presa  finora  in  Italia,  però  venne  citata 
dal  Giglioli  nell'Elenco  del  1881;  egli  stesso  poi  corresse  l'erronea  asserzione  e 
sembra,  secondo  il  sullodato  Autore,  che  la  sua  cattura,  a  (pianto  pare,  avve- 
nuta in  Dalmazia,  sia  poco  attendibile. 

30.  Milvus  melanotis.  Tkm.mim  k  <£  Schlegel,  Nibbio  dalle  orecchie  nere. 

Come  il  M.  korschun;  base  delle  remiganti  primarie  bianca  a  furino  di  specchio  sullo 
faccia  inferiore  delle  ali. 

Simile  al  M.  korschun  dal  quale  si  distingue:  pei  margini  delle  penne  della 
testa  e  del  collo  bruno-rossigni  e  non  bianchi;  pelle  cuopritrici  auricolari  bruno- 

Atlanle  ornitologico.  5 


.",1  MI  \M  I     ORNITOLOGI!  0 


scure,  nerastre  sul  margine  supcriore:  pelle  parti  interiori  più  pallide  e  menu 
rossiccie:  pel  vessillo  interno  delle  remiganti  primarie  bianco  alla  base  e  che 
t'urina  uno  spazio  cospicuo  a  specchio  sulla  superficie  inferiore  delle  ali,  infine 
pel  becco  bluastro. 

Lunghezza  totale  0,'  630;  becco  0/"040;  ala  0,!l  178;  coda  0,m245 ;  tarso  0,m050 ; 
dito  mediano  s.  u.  0,m046. 

Abita  l'Asia  settentrionale  fino  al  Giappone,  l'Imalaia  e  sverna  nell'India  e 
nel  Burma;  in  Europa  si  trova  in  Russia  nei  governi  di  Perni,  di  Ha.  di  Oren- 
burgo  e  negli  Urali  {}). 

Una  specie  affine  a  questo  genere,  VElanoides  forficatus  (L.)  o  Nibbio  a  coda 
di  rondine,  fu  citata  nei  Cataloghi  Europei  come  presa,  in  Francia  e  nelle  Isole 
Britanniche.  Però,  trattandosi  di  catture  molto  antiche,  gli  Autori  non  sono  con- 
cordi nell'ammetterla  nelle  liste  Europee.  Essa  ha  il  capo,  il  collo,  il  basso  dorso, 
il  groppone  e  le  parti  inferiori  bianche,  tutto  il  resto  nero-porporino  o  verde,  le 
cuopritrici  superiori  delle  ali  bianche  alla  base,  grigio-verdi  nel  resto,  le  ali  molto 
lunghe  e  la  coda  assai  forcuta  colla  timoniera  esterna  lunghissima.  Abita  le  parti  me- 
ridionali del  Nord  America, portandosi  d'inverno  nell'America  centrale  e  meridionale. 


Genere  ELANUS.  Savigny. 

Becco  piuttosto  piccolo,  leggermente  festonato,  coll'apice  fortemente  uncinato 
ed  appuntito  e  la  mandibola  superiore  curvata  dalla  base:  narici  ovali,  in  parte 
coperte  da  setole;  ali  lunghe  e  grandi,  sopravanzanti  la  coda,  colla  2:i  e  3a  delle 
remiganti  primarie  le  più  lunghe:  coda  corta,  (piasi  quadrata;  gambe  e  piedi 
l'orti;  tarso  leggermente  più  lungo  del  dito  medio  s.  u.,  piumato  sul  davanti  per 
circa  :ì'1  della  sua  lunghezza,  reticolato  nel  resto;  diti  forti,  grossi,  reticolati, 
l'esterno  non  versatile,  unito  alla  base  col  medio  da  una  piccola  membrana;  un- 
ghie moderate,  acute  e  curvate. 

Colorito  delicato  bianco  e  cenerino  di  vario  tono;  dimensioni  piuttosto  piccole; 
forma  elegante;  testa  leggermente  rotonda  e  coperta  di  penne  usuali. 

Questo  genere  consta  di  cinque  specie  sparse  nell'Africa,  nell'India,  nelle 
Isole  della  Sonda.  nell'Australia  e  nell'America,  una  di  osse  giunge  talora  in  Europa. 

Hanno  abitudini  crepuscolari  e  si  cibano  a  preferenza  di  pipistrelli,  di  piccoli 
mammiferi,  di  insetti,  frequentando  i  siti  alberati  e  boscosi;  nidificano  sugli  al- 
beri, ove  fabbricano  un  rozzo  nido  di  stecchi  riuniti,  foderandolo  nell'interno  di  peli  e 
di  radici  e  depositandovi  parecchie  uova  bianco  giallognole  con  macchiette rossigne. 

31.  Elanus  caeruleus  (Desfontaines),  Nibbio  Manco. 

Iride  gialla  o  rossa:  spazio  perioculare  e  palpebre  nere;  parti  superiori  gri- 
gio-piombate, leggermente  brunastre  sulle  due  timoniero  centrali;  fronte,  redini, 
guancie,  sopraciglio,  lati  de!  collo,  ascellari,  parli  inferiori  e  timoniere  laterali 
bianche,  tinte  di  cenerino  sui  fianchi;  piccole  e  inedie  cuopritrici  alari  nere  ad.). 


,    Molto    l'neilineiite   questo   Nibbio  od    il    precedente   non   sono   che   l'orine    locali    del    Nibbio    brillìo. 


Ali  imi     ORNI  rOI-OGIi  0  35 


[ride  bruna;  parti  superiori  cenerino-brune  con  un  largo  spazio  apicale  bianco- 
cenerognolo  o  fulviccio;  coda  della  stessa  tinta,  biancastra  nel  vessillo  interno 
delle  penne;  parti  inferiori  bianche,  coi  lati  del  petto  rossastri  e  strette  strie  ili 
egual  colore  nella  parte  centrale  dello  stesso  e  sui  Banchi  ;  cuopritrici  alari  come 
Dell'adulto,  ma  terminate  di  fulviccio   giov.). 

Lunghezza  t.-iale  0,'  305;  becco  0,'  029;  ala  0,'  268;  coda  0,m128;  tarso  ".  <> 
dito  mediano  s.  u.  0,'"0:;o. 

Abita  L'Africa  settentrionale,  la  Palestina,  l'India.  Ceylan  e  la  Penisola  Malese. 
In  Europa  giunge  talora  nella  Spagna  e  nella  Grecia  e  sembra  essere  stato  preso 
in  Irlanda,  nel  Belgio,  in  Francia  ed  in  Germania.  Non  è  mai  comparso  in  Italia, 
quantunque  il  Malherbe  asserisca  che  è  di  passo  in  Sicilia,  ciò  che  non  venne 
confermato  e  certamente  ebbe  erigine  da  inesatte  informazioni. 


Genere  PERNIS,  Cuvier. 

Becco  piuttosto  lungo,  sottile  e,  debole,  mediocremente  curvate  dalla  base, 
coi  margini  taglienti  della  mandibola  superiore  ne  festonati,  né  intaccati,  ma 
quasi  diritti;  cera  grande  e  nuda;  narici  ovali,  allungate,  oblique;  redini  fittamente 
coperte  da  penne  piccole,  rigide  e  scagliose  come  quelle  della  faccia;  ali  grandi  e  lunghe, 
cella,  r  remiganti.'  primaria  certa,  la  3  e  1  le  più  lunghe  ed  i  vessilli  interni 
delle  quattro  prime  primarie  profondamente  intaccati:  coda  grande,  lunga,  tron- 
cata: tarso  corto,  più  lungo  del  dito  mediano  s.  u.,  piumato  Della  metà  superiore, 
nel  resto  a  fine  reticolazioni  poco  sporgenti;  diti  mediocri,  separati  alla  base,  il 
mediano  più  lungo  dei  laterali;  unghie  sottili,  mediocremente  curvate  ed  acuminate. 

Testa  un  po'  piatta:  calzoni  mediocri;  forma  allungata:  taglia  moderata;  piu- 
maggio consistente  ed  assai  variabile. 

Questo  genere  consta  di  cinque  specie  sparse  nel  Mondo  Antico.  Sono  uccelli 
meno  coraggiosi  della  Pojana  e  si  nutrono  di  piccoli  mammiferi,  di  rettili,  d'in- 
setti e  specialmente  di  api  e  di  pecchie,  essendo  avidissimi  delle  larve  e  del  miele. 
Costruiscono  il  nido  sugli  alti  alberi  con  stecchi  male  intrecciati  o  s'impadroni- 
scono di  quelli  abbandonati  da  altri  uccelli:  la  femmina  vi  depone  due  uova,  di 
solito  giallette  o  rosso-mattone  nella  tinta  di  fondo  con  macchie  rosso-mattone  o 
rosso-vivo.  L'incubazione  dura  tre  settimane. 

32.  Pernis  apivorus  (Linnaeus),  Falco  pecchiajolo. 

[Tav.   V,   Bg.    1.  -2  e  Tav.   XI. Vili,  fig.   8]. 

Redini  e  fronte  fittamente  coperte  ili  penne  rigide  ni  n  scaglie,  mancanza  assoluta 

ili  srtiiìr  al/11  Imsr  ilil  becco;  tutte  le  penne  colla  base  bianca,  talora  per  lungo  tratto; 
iride  gialla  più  o  meno  aranciata  o  limone  o  bruna. 

Testa  e  lati  della  stessa  di  un  cenerino-bluastro  pallido;  parti  superiori  bruno- 
scure,  con  riflessi  porporini  e  le  ali  coll'apice  nerastro;  parti  inferiori  bianche  con 
qualche  macchia  bruna  sui  fianchi  e  talora  sui  lati  del  petto;  coda  con  numerose  e 
strette  fascie  scure  indistinte  e  tre  0  quattro  larghe  e  scure,  specialmente  larga 
e  nerastra  la  preapicale,  apice  biancastro  (n/ns.  mi.).  La  testa  come  il  precedente, 
però  le  redini  e  lo  spazio  perioculare  di  un  cenerino-bluastro  pallido;  cervice  e  nuca 


36  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


bruno-scure  col  margine  delle  penne  bruno-rossiccio,  talora  vivacissimo;  parti 
superiori  come  il  maschio  o  lavato  di  cenerognolo  o  più  tendenti  al  rossiccio; 
parti  inferiori  bianco-fulviccie  con  numerose  fascie  di  varia  forma  bruno-scure  o 
Derastre  o  fulvo-accese  così  fìtte  da  coprire  quasi  del  tutto  il  bianco;  talvolta  la 
nula  è  bianco-fulva  debolmente  striata  di  bruno,  e  le  fascie  sul  petto  obliterano 
completamente  il  bianco  e  formano  uno  spazio  scuro  (femm.  ad.  e  probabilmente  il  ma- 
schio idi//  del  tutto  adulto).  Testa  e  collo  bianco-gialli  con  macchie  centrali  brunastre; 
parti  superiori  bruno-scure  variate  di  bianco  colle  remiganti  e  le  cuopritrici  termi- 
nate di  biancastro;  parti  inferiori  bianco-gialle,  unicolori  sulla  gola  e  sul  sotto- 
coda, nel  resto  ornate  di  strette  strie  centrali  allungate  di  un  bruno  più  o  meno 
nerastro  (giov.  .  Parti  superiori  di  un  bruno-cioccolata  più  o  meno  cupo,  talora  quasi 
nero  con  una  stria  centrale  nerastra  sullo  stelo  delle  penne;  ali  e  coda  più  cupe  del 
consueto;  la  base  bianca  delle  penne  è  in  alcuni  individui  assai  distinta  ed  estesa, 
sicché  traluce  qua  e  là;  gli  individui  adulti  mostrano  la  testa  tinta  di  celestognolo, 

mentre  i  meno  vecchi  hanno  il  petto  e  l'addome 
-->  più  chiaro  e  le  strie  centrali  nerastre  limitate  o 

Ék  \  più  distribuite  (tipo  scuro). 

"\  Lunghezza   totale   da  0,móbO  a  0,'"620;  becco 

da  0,m034  a  0,"'042;  ala  da  0,m400  a  0,'"450;  coda 
0,245;  tarso  0,'"048;  dito  mediano  s.  u.  0,'"045. 
E  specie  che  varia  assai  nelle  dimensioni,  ma 
■'        più  che  altro  nel  colorito  e  tali  modificazioni  sem- 
brano avvenire   senza    mute    complete;    io   credo 
Testa  eli  /•.  apioorus,  '   .  che   il   Falco  pecchiaiolo  al  pari  di  altri  Rapaci 

presenti  fenomeno  di  dimorfismo  e  che  nella  fase 
scura  oltreché  giovani,  si  trovino  anche  soggetti  del  tutto  adulti;  ricordo  in- 
fatti di  averne  osservati  di  simili,  e  precisamente  uno  al  Museo  di  Zagabria,  che 
ritenni  allora  una  semplice  livrea  giovanile.  Se  ciò  si  potesse  sicuramente  assodare, 
i  giovani  della  forma  scura  avrebbero  la  testa  uniforme  col  resto;  negli  adulti  invece 
essa  sarebbe  di  un  cenerino-bluastro-pallido  ed  il  piumaggio  più  cupo  e  con  mag- 
giore intensità  di  riflessi  porporini,  le  varie  tonalità  di  tinta  sarebbero  proprie  agli 
stadi  intermedi.  Nelle  descrizioni  da  me  offerte  ho  cercato  di  citare  i  principali  abiti, 
ma  la  cosa  è  bene  intricata,  trovandosi  diffìcilmente  due  Falchi  pecchiaioli  eguali. 
Abita  l'Europa  e  la  Siberia  occidentale,  eccettuato  l'estremo  Nord,  sverna  in 
Africa.  Per  l'Italia  è  specie  poco  comune  e  di  passo,  più  abbondante  in  quello 
primaverile,  è  comune  allora  in  Sicilia,  in  Calabria  ed  in  Liguria;  fu  trovata  anche 
in  Sardegna.  Nidifica,  ma  piuttosto  raramente,  ciò  avvenne  di  certo  nel  Veneto 
e  forse  nel  Piemonte,  da  dove  tanto  il  Giglioli  che  io  ne  avemmo  in  giugno  e 
dove  è  frequente  nel  passo  autunnale,  come  mi  consta  /Ir  visu.  In  Calabria  sene 
uccidono  molti  nell'aprile  e  nel  maggio,  ma  difficilmente  si  possono  avere,  essendo 
ricercatissimi  pelle  loro  carni  assai  grasse  e  saporite. 


Genere  HIEROFALCO,  Cuvler. 

Becco  corto,  fortemente  convesso,  ricurvo  fino  dalla  base  e  grosso;  mustacchi 
stretti  o  quasi  nulli;  narici  ovali  e  con  un  tubercolo  anteriore;  ali  acute, lunghe, 


mi   \Mi     0RNIT01  "meo  37 


ma  che  non  giungono  all'apice  della  coda,  distanza  tra  gli  apici  delle  remiganti 
primarie  e  delle  secondarie  eguale  a  mela  o  a  più  della  metà  della  coda;  la   2 
remigante  primaria  la   massima:    coda    larga,    lunga,  enneata:    tarso  sempre    più 
lungo  del  dito  mediano  s.  u.,  piumato  Dei  i/s  antero-superiori,  finamente  reticolato 
sul  davanti:  dito  esterno  ed  interno  eguali;  unghie  grosse,  grandi  e  robuste. 

Colorito  chiaro  variabile;  t'orma  tarchiata  e  robusta;  statura  piuttosto  rile- 
vante. 

Questo  genere  consta  di  IO  specie,  che  sono  sparse  in  gran  parte  dd  M lo, 

mancando  nell'Africa  meridionale,  nell'Oceania  e  nell'America  meridionale;  alcune 
di  esse  sono  confinate  alle  più  alte  latitudini.  Aiutano  più  che  tutto  le  aperte  pianure  e 
sono  uccelli  sanguinari,  arditi  e  robusti.  In  molti  paesi  si  usano  pella  Falconeria 
e  nell'India  con  successo  per  la  caccia  alla  Gazzella,  all'Otarda  ed  alla  Gru. 
Nidificano  sugli  alberi  o  sulle  nude  roccie,  senza  fabbricare  nido,  e  se  lo  costrui- 
scono, esso  è  rozzo  e  voluminoso:  depongono  due  uova  bianche  macelliate  di  un 
rossiccio  di  vario  tono. 

33.  Hierofalco  cherrug  (J.  E.  Okay,  Sacro. 

[Falco  saker  o  sacer     .  Gm.,  Gennaja  o  Hierofalco  saker    Gm.)  |. 
[Tav.  XI. vii.  Kg.  3]. 

Distanza  tra  gli  apici  delle  remiganti  primarie  e  delle  secondarie  (maschio, 
0,mlSf>;  femmina,  0,m200)  eguale  a  2/3  circa  della  lunghezza  della  coda  maschio, 
0,  240;  femmina  0,m260). 

Testa  e  collo  bianchi  senza  macchie,  la  fronte  e  la  gola  con  piccole  mac- 
chiette brune,  centrali,  lanceolate:  occipite  tinto  di  rossiccio;  dorso  bruno  leg- 
germente cenerino,  talora  tinto  di  rosso  ruggine  verso  il  groppone  con  le  penne 
a  larghi  margini  rossicci  o  nocciola  ;  ali  come  il  dorso  con  larghe  marginature 
rossiccie  o  nocciola  e  macchie  ovali  e  fascie  trasverse  rossiccie  sulle  secondarie, 
sulle  scapolari  e  sulle  maggiori  cuopritrici;  mento,  gola,  sottocoda,  penne  del 
tarso  e  della  tibia  dal  lato  interno  biancastre  immacolate,  col  resto  delle  parti 
inferiori  biancastro  con  macchie  nere  rotondeggianti  sul  petto,  allungate  sull'ad- 
dome e  sui  fianchi;  coda  grigio  bruna,  biancastra  all'apice,  timoniere  centrali  uni- 
colori, le  laterali  con  numerosi  spazi  ovali  bianco-fulvicci,  che  disotto  sembrano 
fascie;  piedi  giallastri  (m/.\.  Testa  bianco-fulviccia  più  chiara  sulla  fronte  e  coti 
macchie  brune  centrali,  fitte,  più  numerose  sulla  regione  inalare,  ove  formano  due 
mustacchi  ben  distinti,  ma  piuttosto  ristretti;  parti  superiori  bruno-cenerine  molto 
più  scure  degli  adulti,  con  larghi  e  spiccati  margini  di  un  rossiccio  jiiii  o  unni* 
chiaro  ed  estesi  su  tutte  le  penne;  tinta  delle  parti  inferiori  bianco-fulviccia  immaco- 
lata come  gli  adulti  e  con  macchie  longitudinali  brune  sul  petto,  sull'addome  e 
sui  fianchi,  esse  in  queste  due  parti  sono  talora  così  fitte  da  nascondere  il  fondo 
di  tinta  chiaro;  timoniere  centrali  di  solito  senza  macchie,  le  altre  con  numerose 
macchie  di  forma  ovale  di  un  bianco  più  o  meno  puro  e  che  disotto  sembrano 
fascie;  piedi  bluastri  {giov.). 


i.\!i.i.i\     Sy»i   Sui.    I.   [i.  27::.   1888  ex  Iiri«s.    scrisse  sacer,  ma  «leve  esser  scritto  saker,  essendo 
nome  arabo  e  non   latino. 


\  ri. ami:   ORNITOLOGICO 


Lunghezza  totale  da  0,n  1=80  a  0,m520;  becco  da  0,m030  a  0,  036;  ala  da  0,'  365 
a  0,"  120;  coda  da  0,,n240  a  0,m260;  tarso  0,m060;    dito  mediano  s.  u.   0,m050,  diti 

laici-ali  eguali  in  lunghezza;  2"  remigante  primaria 

la  massima:    1"    più    corta    della    .">  '    e    più    lunga 
^  della  4l,  però  mai  più  di  0,'"005. 

" '>~€P>  ^  Sacro  ha  la  fisonomia    affatto    distinta    dal 

X-;  Falcone,   quantunque   gli   assomigli   talora  in  gio- 

ventù. La  sua  forma  è  però  piuttosto  tozza  e  molto 
B        forte;  il    becco   grande  e  fortemente  convesso;  il 
'i        mustacchio  molto  più  strette,  .piasi  Invisibile  negli 
adulti;  la  coda  molto  più  allungata  e  con  macchie 
resta  di  //.  cheirug,  '   .  rotondeggianti  e  grandi,  eccetto  sulle  due  timoniere 

mediane;  le  zampe  grosse  e  robuste  col  farse  ( i.  "010 
più  lungo  del  dito  mediano  senz'unghia  ed  i  diti  laterali  eguali  in  dimensioni  o 
tutt'al  più  l'esterno  più  lungo  dell'interno  di  uno  scudetto;  infine  la  tinta  è  diffe- 
rente, sempre  più  chiara  di  quella  del  Falcone  e  con  notevoli  margini  rossicci 
o  nocciola  sulle  parti  superiori. 

Esso  abita  l'Europa  sud-orientale,  non  è  raro  in  Slavonia,  si  trova  falcia 
in  Croazia  (Brusitia)  e  presso  Vienna,  nell'Asia  si  estende  sino  alla  Cina  e  al- 
l'India nord-occidentale.  In  Italia  è  specie  di  comparsa  irregolare,  fu  presa  un 
po'  dappertutto,  ma  specialmente  nelle  provincie  meridionali  ed  in  Calabria: 
l'ebbi  in  giugno  da  Pontebba.  È  uccello  raro  ed  in  generale  ritenuto  rarissimo, 
ma  lo  è  meno  di  quanto  si  credi/:  possiedo  undici  soggetti  avuti  dal  Veneto  alla 
Sicilia  ed  alla  Sardegna. 

Una  specie  affine  detta  II.  milvipes,  .leni.,  sulla  cui  validità  specifica  vi  sono 
molti  dubbi,  vive  nell'Asia  dal  Tibet  alla  Mongolia  ed  al  Nepal  e  fu  presa  presso 
Tifiis  nel  Caucaso;  essa  ha  le  parti  superiori  rossiccie  a  fascie  brunastre  e  la  coda 
egualmente  fasciata  e  non  a  macchie  ovali. 

34.  Hierofalco  Feldeggi  (Schlegel),  Lanario. 

[.Falco  Feldeggi,  Sem..,  F.  lanarius,  Sem...  Gennaja  Feldeggi  iSchl.)]. 
[Tav.   VI.   6g.  2  e  3]. 

Testa  e  nuca  rosso-fulve  con  macchiette  scure  sul  vertice  e  sulla  parte  bassa 
della  nuca-,  separate  dal  biancastro  della  fronte  da  una  fascia  a  semicerchio  bruno- 
nera:  mustacchi  ristretti  neri  e  cosi  una  fascia  dall'angolo  posteriore  degli  occhi 
ai  lati  del  colle:  dorso  bruno-nerastro,  grigio- plumbeo  sul  groppone  e  sul  sopra- 
coda; queste  parti  e  le  ali  fasciate  trasversalmente  di  cenerino-grigiastro;  parti 
inferiori  bianco  giallette  con  una  tinta  rossiccia  sul  petto,  immacolate  sulla  gola 
e  sul  collo,  con  strie  allungate  sull'alto  petto  e  piccole  macchie  a  goccia  bruno- 
nerastre  che  assumono  la  forma  di  fascie  sui  fianchi  e  sulle  cuopritrici  inferiori 
delle  ali;  timoniere  bruno-grigie  con  nove  a  dieci  Larghe  fascie  trasversali  bruno- 
scure  e  l'apici'  bianchiccio  ad.).  Pileo  nerastro,  più  chiaro  sul  margine  delle  penne; 
nuca  rossiccia  sul  margine,  nerastra  sul  centro  delle  penne;  dall'angolo  posteriore 
dell'occhio  min  linea  nerastra  che  passando  sui  lati  della  nuca  raggiunge  la  parte 
bassa  posteriore  del  collo;  baffi  ristretti  bruno-nerastri;  parti  superiori  ed  ali 
bruno-cenerine   col  margine   indistintamente   più   chiaro;   parti   inferiori  bianco- 


MI  INT1     ORNI  rOLOGH  0  39 


giallette  senza  macchie  sulla  gola,  sul  ''"ilo  e  sul  sottocoda,  nel  rimanente  con 
macchie  centrali  allargate  all'apice  delle  penne,  che  talora  obliterano  la  tinta 
chiara  di  fondo  e  che  sulla  parte  laterale  delle  penne  dei  fianchi  e  dei  calzoni 
presentano  spazi  rotondi  più  o  meno  allungati  ed  affatto  particolari;  angolo  dell'ala 
di  solito  bianco;  timoniere,  le  due  centrali  cenerognolo  brunastre  con  lasci. ■  ab 
bozzate,  Le  altre  bruno-rossigne  coll'apice  bianco-ceciato  e  macchie  ovali  sul  ves- 
sine esterno  e  fascie  fulve  chiare  sull'interno  (giov.  . 

Lunghezza  letale  da  0,'  150  a  0,m500;  becco  da  0,m026  a  0,m032;  ala  da  0,m306 
a  0,m342:  da  0,m329  a  <>.!  :;77:  ceda  0,m170;  tarso  da  0,m044  a  0,  058;  da  0,  046 
a  0,,n053;  dito  mediane  s.  u.  da  0,m043  a  0,m051;  da  0,m046  a  0,"'0:>1. 


Piede  di  //.  Feldeggij  Piocl«  di   P.  peregriniu,  '/b. 

Ala,  2n  remigante  primaria  massima,  1  '  più  corta  della  3a  e  più  lunga  della  4" 
(il  secondo  carattere  non  sempre  costante). 

L'H.  Feldeggi  adulto  è  facilmente  riconoscibile  dal  /•".  peregrinus  pella  testa 
rosso-fulva,  pel  mustacchio  corto  e  stretto  e  per  l'assenza  delle  fascie  trasversali 
nerastre  sull'addome  e  sui  calzoni;  da  giovane  si  può  talora  confondere  col  Sacro 
e  col  Falcone.  Dal  primo  si  distingue  pella  forma  più  esile,  il  becco  meno  grosso; 
i  tarsi  più  lunghi  e  meno  grossi,  il  dito  mediano  in  proporzione  più  grosso,  inoltre 
la  colorazione  scura  della  parte  pesici  ime  del  collo  si  prolunga  in  modo  sui  lati 
dello  stesso  da  formare  un  facsimile  di  mezzo  collare  ben  distinto;  poi  la  linea 
nerastra,  che,  partendo  dall'angolo  posteriore  dell'occhio  si  dirige  sui  lati  del  collo, 
si  unisce  indistintamente  in  basso  sugli  stessi  al  mustacchio,  abbracciando  uno 
spazio  bianco  con  penne  scure  sul  centro,  tale  spazio  è  formato  dalla  regione 
auricolare  e  dai  lati  del  collo,  questo  è  carattere  ottimo  anche  per  distinguerlo 
dal  Falcone;  mancano  i  margini  rossigni  o  nocciola  sulle  parti  superiori,  i  diti 
sono  sempre  gialli  ad  ogni  età;  dal  Falcone  è  distinto,  oltreché  pel  carattere  prima 
accennato,  pel  fatto  del  mustacchio  ristretto  e  corto,  pel  dito  mediano  più  eorto 
del  tarso,  pei  laterali  eguali  od  al  più  l'esterno  eccedente  l'interno  di  un  solo 
scudetto,  mentre  nel  Fa  leene  è  più  lungo  e  se  alquanto  corto,  supera  sempre  l'in- 
terno di  almeno  due  scudetti,  poi  i  giovani  da  me  esaminati  avevano  la  tinta 
delle  parti  superiori  uniforme  e  scura,  senza  le  marginature  bianco-fulviccie  o  ros- 
siccie così  cospicue  nel  Falcone,  la  cui  tinta  di  fondo  è  sempre  notevolmente  più 
chiara.  Le  distinzioni  offerte  da  alcuni  Autori  e  che  riguardano  L'estensione  del 
bruno  sotto  gli  occhi,  la  gola  striata,  l'angolo  dell'ala  bianco,  la  1  e  2°  remi- 
gante intaccata  sul  vessillo  interne,  le  differenti  dimensioni  delle  remiganti,  la 
ferina  delle  macchie  del  sottocoda,  i  diti  corti  e  grossi,  specialmente  il  mediano  ecc. 


IO  \  Il Wli     ORNITOLOGICO 


sono  caratteri  differenziali  di  poco  valore,  perché  non  si  riscontrano  eguali  in  tutti 
i  soggetti. 

UH.  Feldeggi  abita  le  regioni  circummediterranee,  estendendosi  sino  alla  Persia 
ed  al  N.  E.  dell'Africa.  Fu  trovato,  od  anzi  descritto,  su  esemplari  di  Dalmazia, 
si  riscontra  nell'Erzegovina  e  nidifica  nel  Montenegro.  In  Italia  è  specie  rara,  presa 
nel  Veneto,  nell'Auro  Romano,  nelle  Puglie  ed  in  Sicilia.  Secondo  il  Giglioli,  sarebbe 
stazionaria  nel  distretto  di  Modica  (Siracusa)  e  nell'Agro  Romano  e  nidificherebbe 
di  certo  in  ambedue  le  località.  È  però  rara  e  talora  più  difficile  ad  aversi,  se- 
condo me,  del  Sacro. 

35.  Hierofalco  candicans  ')  (G-melin),  Gvrfako  di  Groenlandia. 

Becco  giallo,  bluastro  all'apice;  tinta  di  t'ondo  tanto  delle  parti  inferiori,  che 
delle  superiori  bianca  a  tutte  le  età,  fianchi  senza  t'ascio  trasversali. 

Bianco- puro  unicolore  sulla  testa  e  sulle  parti  inferiori,  talora  con  piccole 
strie  nere  sulla  nuca;  dorso,  groppone  ed  ali  con  macchie  subapicali  nere  a  forma 
di  V  più  o  meno  numerose;  remiganti  bianche  con  macchie  nere  nel  vessillo 
esterno  e  macchiette  nell'interno;  coda  bianca  m/as.  ad.).  La  femmina  ad.  è  più 
cupa  di  colore.  Bianco  con  strie  brune  di  forma  irregolare  ed  allungata  sul  gastreo 
e  sui  fianchi;  redini  e  lati  della  faccia  con  macchiette  allungate  brune;  timoniere. 
bianche,  fasciate  trasversalmente  di  nerastro  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,m582;  becco  0,'"036;  ala  0;"318;  coda  0,"'250;  tarso  0,"'07.V. 
dito  mediano  s.  u.  0,'"066. 

Abita  le  estreme  regioni  Artiche  e  la  Groenlandia,  qualche  individuo  arriva 
accidentale  nell'Europa  settentrionale,  giungendo  verso  sud  sino  al  versante  fran- 
cese dei  Pirenei.  Non  venne  mai  preso  in  Italia. 

36.  Hierofalco  islandus  (Gmelin),  Girfalco  d'Islanda. 

[Tav.   VI,  rig.   1  ]. 

Becco  bluastro;  fianchi  con  strette  fascie  trasversali  più  o  meno  regolari: 
fondo  di  tinta  delle  parti  superiori  grigio-cupo  a  tutte  le  età. 

Testa  bianco-sudicia  con  strie  nerastre  lungo  lo  stelo,  strette  sulla  fronte  e 
larghe  sulla  nuca;  parti  superiori  di  un  grigio-bruno-cupo  colle  penne  fasciate  e 
terminate  di  bianco  più  o  meno  fulviccio  e  spesso  irregolarmente:  remiganti  bruno- 
scure  macchiettate  di  bianco-fulvo;  gastreo  bianco,  unicolore  sulla  gola  e  sul 
mento,  nel  resto  con  macchie  allungate,  centrali  bruno-nerastre  che  terminano  a 
goccia  all'apice  di  alcune  penne;  fianchi  con  fascie  trasversali  bruno  nerastre. 
abbastanza  larghe:  timoniere  cenerognole  a  fascie  nerastre,  bianche  all'apice  (ad.). 
Testa  biancastra  con  fitte  strie  allungate,  centrali  nerastre  ;  parti  superiori  bruno- 
cenerognole  con  macchie  ovali  bianche  sulle  cuopritrici  della  coda,  delle  ali  e 
sulle  scapolari  e  coi  margini  delle  penne  biancastro-grigi ;  parti  inferiori  bianche, 
immacolate  sul  mento,  sulla  gola  e  sul  sottocoda,  con  fascie  allungate  bruno  nerastre 
nel  resto,  che  sui  fianchi  si  dispongono  a  fascie  trasversali  [giov.). 


'     II    Falco  rustieului,  !..  min   i-   probabilmente  un  Girl'alru,   ina    mu    varietà  albina  (lolla    l'ojana. 


Tav.  6. 


1.  Girfalco  d'Islanda.    2.  Lanario  (<?  ad.).    3.  Lanario  (J  ad.).    4.  Falcone  (.<f  ad.).    5.  Falcone  (J  giov.). 

6.  Lodolajo  (q71  ad.).    7.  Lodolajo  (giov.). 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


\  I  I  \\  I  I     ORNI  COLOGK  0  II 


Lunghezza  totale  da  0,  557  a  0,  602;  becco  0,  034;  ala  da  0,  365  a  0,  W5; 
coda  0,m230;  tarso  0™060;  dito  mediano  8.  u.  0,"'0f><». 

Abita  L'Islanda  da  dove  s'allontana  ben  di  rado,  giungendo  nelle  [sole  Bri- 
tanniche e  sul  continente  Europeo  più  scarsamente  dell'i?,  candicans;  fu  preso  aneli'' 
nella  Svizzera  Fatió).  In  Italia  comparve  una  sola  volta,  un  esemplare  giovane 
venne  ucciso  il  15  gennaio  1880  dal  ('unte  Labia  nell'Estuario  Veneto  presso  Ve- 
nezia, mentre  volava  frammisto  a  parecchi  Archibuteo  lagopus  in  una  giornata 
molto  rigida.  Esso  fa  parie  della  mia  Collezione. 

37.  Hierofalco  gyrfalco  (Linnaeus),  Gfirfalco. 

Becco  bluastro,  nero  all'apice;  t'ondo  di  tinta  delle  parti  superiori  blu-grigio 
(•un  larghe  fascie  trasversali  lavagna-cupe. 

Redini  e  fronte  biancastra;  testa  grigia,  macchiata  di  nero  sullo  stelo;  parti 
superiori  a  fascie  alternate  blu-grigio  e  lavagna-cupo,  più  pallide  sul  groppone, 
sul  sopracoda  e  sulla  coda:  parti  interiori  bianco-cenerognole  immacolate  sulla 
gola,  con  strie  longitudinali  nere  sul  petto,  allargate  verso  l'apice  delle  penne  e 
che  si  dispongono  a  fascie  trasversali  sull'addome,  sui  fianchi  e  sulle  ascellari  {ad.  . 
Testa  bruna,  macchiata  di  bianco-fulviccio  sul  margine  delle  penne;  tinta  gene 
rale  delle  parti  superiori  bruno-lavagna  con  margini  e  macchie  biancastre  e  fui 
viccie  e  con  chiazze  fulviccie  sulle  scapolari,  sulle  cuopritrici  alari  e  sulle  remi- 
ganti specialmente  dal  lato  esterno  e  più  accentuate  sul  sopracoda;  parti  inferiori 
bianche  con  macchie  centrali  brune  su  ciascuna  penna:  timoniere  bruno-cupe  con 
bande  irregolari  fulviccie. 

Lunghezza  totale  da  0,m506  a  0,  '530;  becco  0,m033;  ala  da  0,m366  a  0,m380; 
coda  0,m255;  tarso  0,'"074;  dito  mediano  s.   u.  0,m064. 

11  Grirfalco  nell'abito  giovanile  è  «piasi  irriconoscibile  dai  due  congeneri,  in  quello 
di  adulto  sembra  un  grande  Falcone  senza  l'ombreggiatura  nera  verso  l'apice  della 
coda;  e  cpii  giova  notare  che  la  validità  specifica  dei  tré  Girfalchi  è  da  molti 
Autori  contestata  ed  infatti,  anche  a  mio  veliere,  esse  non  sono  che  raxxe  Inculi  di 
un  tipo  unico  ///.  gyrfalco). 

Abita  l'Europa  settentrionale,  la  Siberia  e  l'America  nordica  dall' Alasca  alla 
Baja  di  Hudson.  Non  venne  mai  preso  in  Italia. 


Genere  FALCO,  Linnaeus. 

Becco  fortemente  intaccato  su  ambedue  le  mandibole  e  fornito  di  dente  sulla 
superiore,  corto,  forte,  curvato  dalla  base  e  grandemente  uncinato  all'apice;  con- 
torno dell'occhio  nudo:  narici  rotondate,  munite  di  un  tubercolo  centrale;  pochi 
peli  alla  base  della  cera;  ali  acute  ed  appuntite  che  talora  sorpassano  l'apice 
della  coda,  colle  remigami  primarie  molto  più  lunghe  delle  secondarie,  la  1'  ole 
due  prime  soltanto  sono  intaccale  sul  vessillo  interno,  la  2:i  è  di  solito  la  mas 
sima;  coda  di  media  lunghezza  e  generalmente  rotondata:  tibia  molto  più  lunga 
del  tarso;  tarso  breve,  sempre  i>iii  eorto  del  dito  mediano  s.  ti.  e  più  o  meno  forte. 
piumato  nella  parte  antero-superiore  e  reticolato  nel  resto;  piede  robusto;  diti 
allungati  e  sottili,  forniti  di  grossi  tubercoli  al  di  sotto,  il  mediano   subeguale   o 

A.tìant\   ornitologie**.  C 


12  Ali. AMI'.    ORNITOLOGI!  0 


più  lungo  del  tarso,  mai  più  corto;  dito  esterno  riunito  al  mediano  da  una  raem- 
brana  interdigitale  alla  base  e  sempre  pia  lungo  dell'interno;  unghie  forti,  lunghe 
e  ricurve. 

Piumaggio  rigido;  taglia  relativamente  forte;  mustacchi  in  generale  distinti  ; 
corpo  di  solito  massiccio,  ma  slanciato:  sessi  simili:  i  giovani  differenti  dagli  adulti. 

La  specie  del  genere  Falco,  in  numero  di  trentasette,  sono  sparse  in  tutte  le 
regioni  del  Mondo  coll'eccezione  delle  artiche  e  delle  Isole  del  Pacifico.  Esse  abitano 
tanto  le  aperte  pianure,  quanto  i  boschi  e  sono  sanguinari  per  eccellenza,  attac- 
cando uccelli  e  piccoli  mammiferi,  dei  quali  fanno  loro  principale  nutrimento.  Per 
questo  istinto  e  pel  loro  volo  potente  furono  impiegati  molto  proficuamente  nella 
Falconeria.  Altre  specie  però  si  nutrono  d'insetti  e  sono  in  generale  di  piccola 
mole.  Nidificano  sulle  roccie  o  sugli  alberi,  costruendo  un  rozzo  nido  di  stecchi 
ammassati  ed  intrecciati  e  foderandolo  di  lana  e  di  musco,  depositano  parecchie 
uova  di  un  colore  vario,  ma  per  lo  più  bianco-sudicio  o  rossastro  o  verdastro 
macchiate  di  rossiccio-aranciato  o  di  rossiccio-scuro,  qualche  specie  nidifica  in 
buche  senza  costruire  un  vero  nido.  Anche  sulle  specie  di  questo  genere  gli  Au- 
tori non  sono  concordi,  e  sulla  validità  specifica  di  parecchie  non  fu  ancora  pro- 
nunciata l'ultima  parola. 

38.  Falco  peregrinus,  Tunstall,  Falconi. 

|  Falco  communis,  Gm.  | 

|  Tav.  VI,   Big.  4  e  5  e  Ta.v.  XLVIII,  fig.  .",  |. 

Testa  e  cervice  nero-azzurrognole  ;  guancie,  cuopritrici  auricolari  ed  un  grande 
mustacchio  nerastri;  un  tratto  bianco  tra  la  parte  posteriore  del  collo  e  le  cuopri- 
trici auricolari;  resto  delle  parti  superiori  grigio-azzurrognolo  con  fascie  trasversali 
nerastre,  la  tinta  di  fondo  più  pallida  sul  groppone  e  sul  sopracoda;  le  inferiori  bianche, 
unicolori  sulla  gola,  tinte  leggermente  di  rosso-vinato  e  sparse  di  macchie  nere  a 
goccia  sul  petto,  bianco-grigie  con  numerose  fascie  trasversali  nerastre  sull'addome, 
sui  calzoni  e  sul  sottocoda;  timoniere  grigie  con  nove  larghe  fascie  trasversali  ne- 
rastre, l'ultima  subapicale  più  cupa  e  più  larga  in  modo  da  formare  un'ombreg- 
giatura distintissima,  coda  terminata  di  bianco;  piedi  gialli  {ad.).  Parti  superiori 
bruno-nerastre  senza  fascie  e  con  margini  bianco-fulvicci  o  rossicci,  un  largo 
mustacchio  nero-brunastro;  parti  inferiori  fulviccio  rugginose,  senza  macchie  sulla 
gola,  con  macchie  allungate  brune  sul  mezzo  delle  penne  nel  resto,  che  sulle 
cuopritrici  inferiori  della  coda  e  delle  ali  assumono  l'aspetto  di  fascie  trasversali; 
coda  bruno-chiara  lavata  di  cenerino-plumbeo,  coll'apice  bianco-sudicio  e  nove  a 
dieci  fascie  fulviccie  spesso  interrotte  (jgiov.). 

Le  tinte  rossiccie  sul  petto  variano  assai  di  intensità  e  talora  colorano  molto 
vivacemente  anche  parte  del  gastreo,  così  le  macchie  sul  davanti  del  petto  sono 
più  o  meno  cospicue  od  anche  mancanti  sulla  parte  alta,  il  mustacchio  nero  che 
spicca  assai  sulla  tinta  uniforme  della  gola  è  alle  volte  molto  largo  ed  esteso  su 
quella  e  quindi  lo  spazio  chiaro  tra  la  detta  parte  e  la  posteriore  del  collo  si 
porta  più  o  meno  all'insù,  inoltre  varia  assai  nelle  dimensioni.  Su  questi  carat- 
teri, resi  più  costanti  e  più  accentuati  nei  vari  paesi  ove  vive  il  Falcone,  come 
tipo  principale,  si  fondano  molte  altre  forme  consimili  che  vennero  distinte  coi 
nomi  di  F.  mélanogenys,  dould  (Australia),  F.  anatum,  Bp.  (America),  /•'.  minor,  Bp. 


Ul    \\  I  I      "K\ [I   0 


43 


(Africa),  /•'.  leucogenys,  Brehm,  /•'.  cornicum,  F. griseiventris età,  e  che  da  taluni  Autori 
vennero  ritenute  buone  specie,  da  altri  riuniti'  in  tutto  od  in  parte  sotto  il  F. •peregrinus. 

Lunghezza  totale:  maschio,  0,o,420;  femmina  0,m490;  becco:  maschio,  0,n,028, 
femmina  0,m036;  ala:  maschio  0,m320,  femmina  0,m380;  coda:  maschio  0,m142,  fem- 
mina 0,m185;  tarso:  maschio  (V040,  femmina  0,m050; 
dito  mediano  s.  u.:  maschio  0,ro045,  femmina  0,ro060. 

La  1  ■'  remigante  primaria  più  corta  della  2"  che 
è  la  massima,  ma  più  lunga  della  3"  e  molto  più  Lunga 
della  4a. 

.Muta  l'intera  Europa,  l'Asia,   l'America   setten 
(rionale,  d'inverno  l'Africa  e  L'India.   In   Italia  questa 
specie  è  stazionaria  ovunque,  ma  poco  comune  e  più 
facile  ad  aversi  al  tempo  dei  passi. 

'l'auto  il  F.  Brookei,  Sharpe,  preso  in  Sardegna 
che  il  F.  leucogenys  del  Piemonte  [Menxbier)  vanno 
riferiti  a  questa  specie  ;  noto  però  come  il  /•'.  Brookei, 

fosse  da  alcuni  Autori  attribuito  al  /•'.  punicus^  ma,  avendo  esaminato  più  volte  a 
Londra  quei  soggetti,  essi  mi  parvero  Falconi  del  tipo  proprio  a  quelli  che  vivono 
nelle  nostre  grandi  Isole  e  nelle  provincie  mediterranee  ed  a  questo  proposito 
osservo  come  tali  Falconi  andrebbero  studiati  più  accuratamente,  il  loro  tipo  mo- 
strando differenza  con  quelli  settentrionali  e  con  quelli  della  cesta  Africana  me- 
diterranea. 


Testa  di    /•'.  peregrinili,    '■  . 


39.  Falco  punicus.  Levaillant,  Falcone  minore. 

[Falco  minor,  Bp.;  Falcone  tunisino]. 

Piumaggio  identico  a  quello  del  F.  peregrinus,  se  ne  distingue  pei  seguenti 
caratteri:  forma  più  tarchiata,  statura  più  piccola  coi  piedi  in  proporzione  più 
grandi;  uno  spazio  iitgginoso  distinto  sulla  nuca,  colle  penne  rugginose  anche  alla 
base;  parti  superiori  assai  meno  fasciate  che  nel  Falcone:  uno  spazio  assai  esteso 
bruno-nero-lucido  dalla  base  della  mandibola  inferiore  alla  regione  auricolari»,  sic- 
ché non  vi  sono  mustacchi,  ma  il  nero  di  essi  è  fuso  col  nero  delle  guancie  e 
della  regione  auricolare  come  talora  nel  /•'.  peregrinus,  ma  più  specialmente  nel- 
l'australiano 7'1.  mélanogenys;  aspetto  delle  parti  inferiori  assai  più  fosco;  le  fascio 
sull'addome  più  avvicinate;  dimensioni  generali  minori:  il  tatto  della  1' remigante 
primaria  più  corta  della  .">'  non  è  costante,  l'ero  secondo  il  Gurney  il  maschie  giov. 
del  F.  punicus  somiglia  tanto  alla  femmina  del  F.  barbarus,  ed  egualmente  la  fem- 
mina del  F.  punicus  tanto  al  maschio  giov.  del  /*'.  peregrinus  che  la  sola  constata- 
zione del  sesso,  fatta  colla  dissezione,  può  illuminare  sull'esatta  identità  specifica. 

Ecco  le  dimensioni  offerte  dal  Gurney  stesso: 

Maschio:  ala  da  0,m286  a  0,m296;  tarso  da  0,m038  a  0,m045;  dito  mediano  s.  u. 
da  0,m045  a  0,m051. 

Femmina:  ala  da  0,m330  a  0,m337;  tarso  da  0,'"04ij  a  0,'"051  ;  dito  mediano  s.  u. 
da  0,'"Or>l  a  0,'n054. 

11  Falcone  minore  o  Falcone  tunisino  abita  le  contrade  occidentali  bagnate  dal 
Mediterraneo,  tanto  dal  lato  Europeo  che  dall'Africano.  In  Italia  lo  si  trova  in 
Sardegna  ed  in  Sicilia,   fu  colto  in  Liguria    ed    anche    in   Calabria    e   si    suppone 


U  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


possa  essere  discretamente  abbondante  lungo  Le  scogliere  delle  nostre  Isole  del 
Mediterraneo,  ma  poco  o  nulla  si  sa  della,  sua  frequenza  e  della  sua  distribuzione 
geografica,  data  la  grande  difficoltà  di  procurarsene  e  l'altra  enorme  di  esatta 
mente  determinarli.  Questa  non  è  certamente  una  buona  specie,  ma  una  sottospecie 
del  /•'.  peregrinus,  però  io  non  potei  stabilire  ciò  del  tutto  sicuramente  non  avendo 
materiale  sufficiente,  tanto  più  clic  i  così  detti  F.  punicus  di  Sardegna  sono  forse 
differenti  da  quelli  autentici  dell'Africa  mediterranea,  e  devono  riferirsi  alla  forma 
insulare  del  /•'.  peregrinus  nota  sotto  il  nome  ili  /•'.  Broókei.  Se  ciò  fosse  assodato. 
i  Falconi  minori  italiani  dovrebbero  chiamarsi  F.  peregrìnus  Broókei  (Sharpe). 

40.  Falco  barbarus,  Linnaeus,  Falco  ili  Ba/rberia. 

Molto  simile  al  Falcone  ed  al  F.  punicus  dai  quali  differisce  per  dimensioni 
minori,  pelle  parti  superiori  più  chiare  e  più  grigie,  pella  nuca  rosso-rugginosa 
macchiata  di  nero,  pel  gastreo  gialletto  tinto  di  rossiccio  colla  gola  ed  il  petto 
unicolori  e  xrir.a  macchie,  pei  fianchi  ed  il  basso  addome  debolmente  striati  per 
traverso  di  nerastro,  cioè  con  fascie  più  piccole  ed  in  minor  numero;  da  giovane 
è  molto  difficile  l' identificarlo  ;  esso  però  ha  il  color  rossiccio,  macchiato  di 
nerastro  della  cervice  molto  più  esteso  che  nei  giovani  F.  punicus,  inoltre  pre- 
senta il  vertice  unicolore  coi  lati  del  capo  ed  i  mustacchi  molto  più  larghi 
ed  oscuri,  nel  F.  barbarus  il  mustacchio  è  discretamente  sviluppato  e  copre  in 
parte  le  guancie  bruno-nerastre  miste  a  rugginoso;  il  F.  barbarus  avrebbe  le ^mar- 
ginature rosso-ruggine  o  nocciuola  delle  parti  superiori  più  cospicue  e  le  macchie 
sul  petto  e  sull'addome  più  piccole  e  meno  larghe  che  nel  /•'.  punicus,  finalmente  nei 
giovani  di  quest'ultima  specie  le  cuopritrici  inferiori  della  coda  portano  fascie  trasver- 
sali molto  larghe  e  spiccate,  mentre  nel  F.  barbarus  esse  sono  ridotte  a  macchie  ri- 
strette e  piuttosto  angolari  sul  centro  delle  penne  e  che  qua  e  là  si  fanno  trasversali. 

Lunghezza  totale  0,ffi328;  becco  0,m029;  ala  da  0,m283  a  0,m304;  coda  0,m120; 
tarso  da  0,m037  a  0,m044;  dito  mediano  s.  u.  da  0,'"045  a  0,'"048.  La  femmina  è 
più  grande  del  maschio. 

Abita  L'Africa  sino  alla  Senegambia,  spingendosi  verso  Est  all'India  nord-occi- 
dentale. In  Europa  sembra  essere  stato  preso  nella  Spagna,  in  Francia.  nell'Olanda, 
in  Dalmazia  ed  in  Croazia.  L'esemplare  colto  in  Croazia,  che  io  già  illustrai,  è  un 
giovane  individuo  affatto  tipico  e  si  conserva  nel  Museo  di  Zagabria,  quello  preso 
in  Dalmazia  è  andato  perduto.  Le  catture  del  F.  barbarus  citate  pell'Italia  sem- 
inano invece  spettare  tutte  ad  esemplari  del  F.  punicus,  sicché  tale  specie  an- 
drebbe esclusa  da  quelle  del  nostro  paese,  però  recentemente  (1891 1  il  Giglioli  c'in- 
forma che  un  bellissimo  individuo  preso  a  Malta  nel  L885  è  conservato  nella  Raccolta 
del  Dresser,  ove  lo  vide  pure  il  Salvadori.  Nel  lì.  Museo  di  Firenze  esiste  un  /-'.  bar- 
barus, avuto  in  camino  dal  Museo  di  Norwich,  colla  scritta:  mas.  mi.  1850,?  Malta. 

41.  Falco  subbuteo,  Linnaeus.  Lodolai». 

[  Hypotriorchis  subbuteo  (L.)]. 
1  Tav.    VI.   ftg.   li  o  7  e  Tav.   XLVIII,   lig.   6]. 

l'arti  superiori  scuro-nere  con  ridessi  bluastri;  le  gote  ed  un  largo  mustac- 
chio neri:  parti  inferiori  bianche,  immacolate  sulla  gola   e  sul  collo,  giallognole 


ATLANTE   ORNITOLOGICO  t."i 

sul  petto,  sull'addome  e  9uj  fianchi  che  sono  percorsi  da  strie  centrali  allungate 
nere,  più  Larghe  su  quest'ultimi,  calzoni  e  sottocoda  di  un  fulvo-vivace  uniforme 
ed  immacolato;  remiganti  primarie  con  faseìe  sul  vessillo  interno  ;  ali  che  giungono 
all'apice  delia  coda  ad.).  Parti  superiori  grigio -nerastre  con  margini  giallognoli 
più  ii  menu  grigiastri;  due  macchie  rossiccie  sulla  nuca;  gote  e  mustacchio  neri; 
parti  inferiori  bianco-giallette  con  oumerose  macchie  aere,  centrali,  allungate  pre 

senti   anelli-   sui   calzimi   e   sul   sottocoda  <</ior.  . 

Lunghezza  totale  da  0,'  305  a  0,'  325;  becco  da  0,m020  a  0,m026  ;  ala  da  0,m255 
a  0,m290;  «-oda  0,m140;  tarso  da  0,m030  a  0,m035;  dito  mediano  s.  u.  maschio  0,ra030, 
femmina  0,m035. 

Abita  le  parti  settentrionali  e  centrali  d'Europa  e  dell'Asia,  spingendosi  d'in- 
verno sino  all'Africa.  all'India  ed  alla  (ina.  In  Italia  è  specie  abbastanza  comune 
durame  le  epoche  del  passo  e  non  pochi  svernano  tra  noi;  di  primavera  è  più  ab- 
bondante sul  versante  Mediterraneo  e  d'autunno  su  quello  Adriatico.  Fu  asserito 
(die  nidifica  nel  Pavese  {Brambilla)  e  nel  Trentino  (Althammer),  ma  tali  lattinoli 
vennero  confermati. 

42.  Falco  Eleonorae.  Gene,  Falco  della  regina. 

|  Hypotriorchis  Eleonorae    Gen*)]. 

|  Tav.    XI. VII.    Hg.    I   |. 

a)  Tipo  chiaro.  —  Parti  superiori  bruno-nere,  più  scure  sulla  testa,  sulle  gote 
e  sui  mustacchio;  gola  e  lati  del  collo  bianco-giallognoli  senza  macchie  o  con 
sottilissime  strie  centrali  aere;  parti  inferiori  rossiccie,  più  cupe,  quasi  rosso- 
mal  ione  sull'addome  e  sui  calzoni,  con  tutte  le  penne  ornate  di  una  grande  mac- 
chia centrale  nerastra,  più  stretta  su  quelle  dei  calzoni  e  del  sottocoda:  remiganti 
primarie  bruno-nere  senxa  macchie  o  faseie  ilo/  loto  intinto,  ali  che  giungono  all'apice 
della  coda;  timoniere  grigio-brune  con  macchie  rossiccie  sul  vessillo  interno,  nella 
faccia  inferiore  esse  appaiono  a  fascio  alterne  rossiccie  e  bruno-grigie,  ma  sempre 
soltanto  nel  vessillo  interno  (ad.),  l'arti  superiori  di  un  nero  plumbeo  con  largo 
margine  nocciola-ocraceo  esteso  anche  sulle  cuopritrici  alari  ed  all'apice  delle 
remiganti,  tali  orli  molto  più  larghi  e  fulvi  sulla  testa:  parti  inferiori  come  l'adulto: 
timoniere  ardesia- uniforme  sulle  due  centrali,  coll'apice  nocciola  fulvo.  Le  laterali 
dello  stesso  colore  ardesia,  ma  fasciale  anche  sul  vessillo  esterno  con  otto  o  nove 
bande  e  L'apice  nocciola-fulvo  (giov.). 

b)  Tipo  scuro.  —  Colorito  generale  nero-fuliggine  più  o  meno  cupo  e  lucente; 
timoniere  grigio-nere  unicolori  o  talora  con  traccio  poco  appariscenti  di  fascio 
più  cupe  (ad.  e  giov.). 

Questa  specie  presenta  il  fatto  singolare  di  offrire  due  abiti  del  tutto  differenti, 
l'uno  chiaro,  l'altro  scuro,  essi  sono  affatto  indipendenti  da  sesso,  da  età  o  località 
e  posso  positivamente  asserire  che  si  trovano  giovani  tanto  coll'abito  chiaro,  quanto 
collo  scuro.  Nel  tipo  chiaro  questo  Falco  assomiglia  assai  al  /•'.  subbuteo,  dal  quale 
si  distingue  a  priori  pella  statura  maggiore  e  pelle  remiganti  primarie  unicolori  e 
senza  macchie  sul  vessillo  interno,  il  dito  mediano  s.  u.  è  in  generale  più  lungo 
del  tarso,  ma  quest'ultimo  non  è  carattere  costante  ('i. 


Nella   Raccolta  Ornitologica   della  Marchesa  M.   Paninoci  alla  Boa  Villa  ilei  Munti'   presso  Cer- 


4G  ATLANTE    OliXITOI.OGICO 


Lunghezza  totale  da  O,m350  a  0,m410;  becco  0,m025;  ala  da  0,m280  a  0,m340; 
coda  0,ra160;  tarso  da  0,,n035  a  0,m038;  dito  mediano  s.  u.  da  0,m037  a  o,'"(>40. 

Questa  specie  abita  le  contrade  circummediterranee  e  d'inverno  l'Africa  orien- 
tale e  risiila  di  Madagascar  (Shciì-pe).  In  Italia  essa  è  sedentaria  ed  abbastanza 
comune  sugli  isolotti  del  Toro  e  della  Vacca  all'angolo  S.  0.  della  Sardegna, 
sembra  trovarsi  su  parecchi  altri  punti  delle  coste  di  Sardegna  e  della  Corsica: 
inoltre  il  Giglioli  l'incontrò  all'isola  Lampione  al  Sud  di  Lampedusa  e  venne 
presa  accidentalmente  a  Malta,,  in  Sicilia,  in  Calabria  ed  in  Liguria.  Il  F.  Eleo 
norae,  che  venne  citato  pel  Veronese  dal  Perini  e  dal  de  Betta,  è  il  giovane  del  /•'.  /« 
regrinus. 

Una  specie  affine  il  F.  concolor,  Teimn.  comparve,  secondo  il  Temminck,  in 
Dalmazia  ed  in  Grecia,  ma  egli  non  offre  dati  sicuri.  Esso  abita  l'Africa  nord- 
orientale verso  Est  sino  alle  coste  dell'Arabia  e  verso  Sud  giunge  al  Madagascar. 

43.  Falco  aèsalon,  Ttjnstall,  Smeriglio  f}). 

[Falco    I  i  t  h  o  falco,    Gm.  |. 
|  Tav.   VII.  fig.   le.']. 

Parti  superiori  cenerino-bluastre  con  strie  longitudinali  nere  sullo  stelo  delle 
penne;  coda  dello  stesso  colore,  bianca  all'apice  con  fascie  incomplete  ed  una  di- 
stinta zona  subterminale  nera;  base  del  collo  e  nuca rosso-fulviccie  macchiettate 
di  nerastro;  mustacchi  quasi  nulli;  fronte,  gote,  lati  del  collo  e  sopraciglio  bian- 
chicci con  macchie  bruno-nerastre;  mento  e  gola  bianchi;  parti  inferiori  di  un  bianco- 
rossiccio  più  o  meno  vivo  con  macchie  bislunghe  nerastro-rugginose,  molto  strette 
sui  calzoni,  i  quali  hanno  inoltre  la  tinta  di  fondo  più  accentuata;  ali  circa  un 
terzo  più  corte  della  coda  (ad.).  Parti  superiori  grigio-brune  con  larghi  margini 
fulvo-rossicci  e  fascie  dello  stesso  colore  specialmente  sulle  scapolari,  con  macchie 
fulve  sul  vessillo  esterno  delle  remiganti  primarie  e  fascie  incomplete  sull'interno; 
mento  e  gola  bianchi;  parti  inferiori  bianco -fulviccie  con  macchie  allungate 
bruno-rugginose  più  larghe  sui  fianchi,  più  strette  sui  calzoni;  timoniere  bruno- 
cenerine  (un  sette  fascie  fulviccie,  la  subterminale  nerastra  e  l'apicale  bian- 
chiccia (giov.). 

Lunghezza  totale  da  0,m260  a  0,m305;  becco  da  0,m020  a  0,m026;  ala  da  0,m210 
a  0™235;  coda  0,'"125;  tarso  0,m035;  dito  mediano  s.  u.  0,"'0:ì2. 

Abita  l'Europa  ed  il  Nord  dell'Asia,  svernando  nelle  parti  meridionali  di  questi 
due  continenti  e  nell'Africa  settentrionale.  In  Italia  è  specie  di  passo  ed  invernale, 
di  arrivo  in  settembre  e  nell'ottobre  e  di  partenza  nel  marzo-aprile;  non  è  co- 
mune in  Sicilia,  discretamente  abbondante  in  Sardegna,  ma  in  generale  è  poco 
frequente  e  non  parimenti  distribuita.  La  sua  nidificazione  da  noi  non  è  accertala. 
nò  probabile. 


tallio  esislr  un  giovane  falco,  ucciso  nelle  vicinanze  ilei  Folte  ilei  Marmi  presso  Viaieggio,  ohe  a  prima 
rista  sembra  un  /-.  Eleonorae,  ma  che  è  invece  un  vero  /■'.  tubbuteo.  La  statura  e  pero  più  rilevante 
speeialnieiite  riguardo  al  lieeco.  la  tinta  delle  parti  superiori  molto  pia  scura  e  (inolia  del  gastreo  di  un 
rossiguo  chiaro;   non   lui  alcun  dubbio  sulla  sua   identità,   ma  è  un  soggetto  veramente  notevole. 

(')  Lo  Shaki-i-:.  Ihuuì-lhl  of  Birdi   I,  pag.  275  (1899)  adotta  il  nome  /•'.  merillua  (Gbbini)  che  io  i 

alluperò,    non   essendo   il  (Jkkini    ili    regola    Autore   lunominalista. 


\  1 1  \\  1 1.   ORNI  i [CO  17 


Genere  TINNUNCULUS.  Vieillot. 

Becco  abbastanza  grosso,  uncinato  all'apice  con  un  dente   ili   solito  ben   di 

stinto;  narici,  spazio  attorno  all'occhio  e  redini  come  nel  gen.  Falco;  ali  appun 
tite,  strette,  subeguali  alla  coda;  coda  abbastanza  lunga,  subquadrata  o  rotonda,  piut- 
tosto flessibile;  tarsi  piumati  sul  terzo  antero-superioro  o  poco  più  e  nel  l'osto  reticola  ti 
o  subscudettati;  diti  piuttosto  deboli  e  corti,  coi  laterali  (piasi  eguali  ed  il  mediano 
s.  u.  un  po'  più  lungo  di  essi  e  di  solito  molto  più  corto  del  tarso;  dito  esterno 
unito  al  mediano  da  una  membrana  abbastanza  sviluppata;  unghie  mediocri,  for- 
temente uncinate,  ma  relativamente  deboli. 

Taglia  di  solito  piccola;  corpo  piuttosto  slanciato:  calzoni  bene  sviluppati; 
piumaggio  piuttosto  molle;  abito  degli  adulti  dissimile  in  riguardo  al  sesso  e  diffe- 
rente da  quello  dei  giovani. 

Questo  genere  consta  di  circa  trenta  specie  sparse  in  quasi  tutto  il  Mondo. 
Essi  sono  veri  Falchi,  dalle  abitudini  in  generale  eminentemente  migratorie,  riu- 
nendosi in  grandi  branchi  all'appressarsi  dell'inverno  per  portarsi  in  paesi  più 
meridionali.  Si  nutrono  di  uccelletti  ecc.,  ma  alcuni  fanno  loro  cibo  principale* 
locuste  ed  altri  insetti. 

44.  Tinnunculus  vespertinus  (Linnakks),  Fulco  cuculo. 

[Falco  vespertinus,  l...  Cerchneis  o  Erythropus   vespertinus  (L.);  Barletta  |. 

LTav.  vii,  ttg.  :;,  ì  e  .">  |. 

Colorito  generale  cenerino-bluastro-cupo,  più  chiaro  sulle  remiganti  primarie 
e  sulle  parti  inferiori,  eccetto  le  penne  dei  calzoni,  del  basso  addome  e  del  sotto- 
coda fulvo-rosse;  becco  celestognolo  coll'apice  nerastro;  cera,  piedi  e  palpebre  rosso- 
vivo;  unghie  bianco-giallette  {mas.  ad.).  Parti  superiori  di  un  cenerino-plumbeo  con 
Larghe  fascie  trasversali  nerastre:  testa  fulvo-rossastra ;  fronte,  gote  e  gola  bianco- 
fulviccie;  parti  inferiori  rosso- fulve  di  vario  tono,  più  vivace  sul  petto  e  sui  fianchi, 
il  rosso-fulvo  è  unicolore  o  con  poche  macchiette  allungate  nerastre;  timoniere 
grigie  coll'apice  tinto  di  biancastro,  con  una  larga  fascia  subterminale  nerastra 
e  otto  a  nove  fascie  pure  nerastre  (femm.  ad.),  l'arti  superiori  grigio-brune  coll'apice 
delle  penne  grigiastro;  le  inferiori  bianchiccie  collo  stelo  nero  e  macchie  centrali 
bruno-nere  poco  distinte;coda  con  fitte  fascie  cenerognolo-biancastre;  unghie  bianche 
o  rossiccie  (giov.  d'aut).  Nella  primavera  susseguente  il  color  dominante  è  il  piombato 
più  chiaro  sul  petto  e  sull'addome  con  gli  steli  neri,  esistono  traccie  più  o  meno 
apparenti  di  tinte  fulve  sul  petto,  sul  sottocoda  e  sui  calzoni  e  le  timoniere  hanno 
le  fascie  biancastre  e  scure  più  visibili  e  regolari.  Dice  il  Martorelli  che  i  giovani 
nel  primo  abito  d'autunno  si  possono  confondere  coi  giovani  del  Lodolaio  e  dello 
Smeriglio,  ma  che  si  conoscono  tosto  pei  caratteri  delle  unghie  bianche  o  rossiccie. 
del  piede  piccolo  dai  diti  brevi  e  del  color  giallo-vivace  delle  parti  nude. 

Lunghezza  totale  da  0,m280  a  0,m310;  becco  da  0,'"018  a  0,"'0i'l  ;  ala  da  0,m240 
a  0."'265;  coda  0,m122;  tarso  da  0,m025  a  0,m028;  dito  mediano  s.  u.  da  O/'Oi'l 
a  0,m026. 

Questo  grazioso  Falchette  abita  l'Europa  centrale,  la  nord-orientale  e  l'Asia 


|s  vii   \\|]     ORNITOLOGICO 


Minore,  svernando  nell'Africa  sud-occidentale;  è  poco  abbondante  nella  Spagna. 
In  Italia  è  uccello  principalmente  ili  passo  primaverile,  nell'autunnale  può  dirsi 
raro;  è  più  distribuito  nelle  provincie  meridionali  che  non  nelle  settentrionali, 
ove  in  alenne  è  quasi  sconosciuto,  così  è  comune  nel  Friuli  e  raro  nel  Veneziano. 
Non  sembra  che  abbia  mai  nidificato  in  Italia  ed  è  eminentemente  insettivoro. 

45.  Tinnunculus  tinnunculus  (Linnaeus),  Gheppio. 

|  Falco  tinnunculus,  L.,  Tinnunculus  alaudarius  [Gm.),  Cerchneis  tinnunculus  (L.)  I- 
[Tav.   VII,   Bg.  8,  9  «■  Tav.   XLVIII.   Bg.   7  ]. 

l 'ui/h/'i  nere.  Fronte  lionato-chiara;  testa  e  nuca  di  un  cenerino-piombato  con 
mia  st'iiina tura  f'ulviceia  ed  una  stria  nerastra  sullo  stelo  delle  penne,  negli  indi- 
vidui più  vecchi  manca  la  velatura  t'nlviccia  ed  il  fondo  di  tinta  è  più  cupo: 
unte  ed  un  mustacchio  ben  distinto  leggermente  più  cupi;  dorso,  scapolari  e 
cuopritrici  rosso- mattone  vivace  con  grandi  macchie  triangolari  nere  sulle  sca- 
polari e  assai  piccole  sulle,  minori  cuopritrici;  groppone,  sopracoda  e  coda  di  un 
cenerino-plumbeo,  questa  con  una  larga  fascia  subapicale  nera  e  l'apice  bian- 
chiccio; parti  interiori  isabellino-chiare  immacolate  sulla  sola,  sui  calzoni  e  sul 
sottocoda,  con  strie  centrali  nere  sul  petto,  più  grandi  e  lanceolate  sui  fianchi  e 
sul  basso  addome;  remiganti  secondarie  interne  castagne  (mas.  ad.).  Differisce  dal 
maschio  pella  testa  rossiccio-fulva  con  macchie  centrali  nerastre  e  talora  sfumata 
di  grigio;  pelle  parti  superiori  rossigno-nocciola  fasciate  di  nero  sulle  scapolari 
e  sulle  cuopritrici  alari  e  con  macchie  più  numerose  sul  dorso;  pel  groppone 
nocciola  e  lavato  di  bluastro  nei  vecchi  individui;  pella  coda  nocciola  con  nove  a 
undici  fascie  trasversali  e  non  sempre  complete  nere,  l'ultima  delle  quali  è  sub- 
terminale e  molto  più  larga,  infine  l'apice  è  bianco-fulviccio  (femm.  ad.).  Le  parti 
nude,  cioè  cera,  piedi  e  diti  sono  giallo-aranciati  negli  adulti.  Parti  nude  giallo 
pallide;  somigliano  alle  femmine  ad.,  ma  le  parti  superiori  hanno  le  penne  con  larghi 
margini  bianco-rossicci  e  le  macchie  nere  sono  nel  complesso  meno  decise  igiov.). 

Lunghezza  totale  da  0,ra325  a  0,m360;  becco  da  0,'"021  a  0,m026;  ala  da  0,m240 
a  0,ra275;  coda  da  0,m160  a  0,'"180;  tarso  da  0,hl042  a  0,ra050;  dito  mediano  s.  u. 
da  ",  ii: io  a  0,'"035. 

Abita  l'Europa  e  l'Asia  settentrionale,  svernando  nell'Africa  e  nell'India.  In 
Italia  è  specie  ovunque  comune  e  sedentaria,  abita  anche  entro  le  città,  sulle  toni, 
sui  campanili  e  nei  vecchi  ediflzi.  Gli  individui  sedentari  di  Sardegna  sono  di  sta- 
tura leggermente  minore  e  di  tinte  più  cupe,  ma  sono  differenze  di  lieve  valore  e  non 
reputai  necessario  di  dar  loro  nome  speciale,  quantunque  pensi  che  questo  non 
tarderà  a  venire!  Nidifica;  questa  specie  si  presenta  anche  di  passo  d'autunno  e 
di  primavera  ed  è  in  generale  più  abbondante  da  noi  durante  l'inverno.  Ila  abi- 
tudini carnivore. 

46.  Tinnunculus  Naumanni  (Fleischer),  Falco  grillqjo. 

|  Falco  cenchris,  Vum..  Tinnunculus  tinnunculoides  (Natt.),  Cerchneis  Naumanni   Fi.eisch.);  Grillato]. 

|    Tav.   VII.  iig.   (i  e  7  |. 

l'ntlliii  biancastre  o  giallette;  sempre  distinto  dal  precedente  pella  statura  mi- 
nore e  pelle  unghie  biancastre  o  giallette.   11  mas.  mi.  presenta  il  grigio  della  testa 


lav.   /. 


1.  Smeriglio  (giov.).    2.  Smeriglio  (o"  ad.).    3.  Falco  cuculo  (tf  ad.).    4.  Falco  cuculo  ($ad.). 
5.  Falco  cuculo  (giov.).    6.  Falco  grillajo  ($).    7.  Falco  grillajo  (e?  ad.).    8.  Gheppio  (o"  ad.). 

9.  Gheppio  (J). 


Ulrieo  Iloepli,  Editore,  Milano. 


UI.WM.    0BNIT0L06IC0  t9 


pili  chiaro  e  ili  solito  senza  gli  steli  scuri;  il  mustacchio  assai  meno  accentuato; 

inoltre  ha  il  dorso,  lo  scapolari  e  lo  cuopritrici  alari  rosso  inaitene  vivace  senza 
macchie  nere;  li'  parti  inferiori  rosso-vinate,  cenerino  sui  lati  del  petto,  giallette 
sul  basso  addome  e  sul  sottocoda  con  poche  e  piccole  macchie  nerastre  ovali 
sull'addome  e  sui  fianchi;  le  remiganti  secondarie  grigio-bluastre  marginate  di 
rossiccio-biancastro.  La  femm.  mi.  è  più  piccola  ed  ha  le  unghie  biancastre  o 
giallette;  colorito  più  chiaro,  le  macchie  e  le  fascie  sullo  parti  superiori  più  fitte. 

La.  V  remigante  primaria  è  subeguale  o  più  lunga  della  '■'<'.  raramente  più 
cena,  ma  sempre  più  lunga  che  noi   '/'.  tinnuneulus. 

Lunghezza  totale  da  0,ffi280  a  0,m315;  becco  da  0,m017  a  0,m020;  ala  da0,m240 
a  0,m255;  coda  da  0,in142  a  0,m158;  tarso  da  0,,n030  a  0,'"O.H4;  dito  mediano  s.  u. 
da  0,ra024  a  0,m026. 

Abita  le  contrade  bagnate  dal  Mediterraneo  fino  all'Asia  centrale  ed  alla 
(ina,  sverna  nell'Africa  e  nell'India.  In  Italia  è  specie  di  passo  ed  estiva,  ni- 
difica in  Sicilia,  in  Sardegna,  nelle  provincie  meridionali  e  forse  anche  nelle 
centrali;  in  parte  sverna  in  Sicilia  ed  in  Sardegna,  sicché  colà  vi  sarebbe  sta- 
zionaria, almeno  parzialmente.  Non  è  ovunque  egualmente  distribuita,  ina  sempre 
più  comune  nel  mezzodì  d'Italia  che  nelle  parti  settentrionali,  anzi  in  alcune  delle 
Provincie  nord-occidentali  è  quasi  sconosciuta,  sarebbe  abbondante  in  Sicilia. 

Sottofamkìlia  PANDIONINAE,  Pandioniìii. 

Narici  non  coperte  di  setole;  manca  il  disco  facciale;  diti  liberi,  non  congiunti 
da  membrana  alla  base,  l'esterno  interamente  versatile,  squamine  dei  diti  spini- 
formi :  tarsi  mediocri:  piumaggio  compatto  ed  impermeabile. 

Questa  sottofamiglia,  consta  di  due  generi  con  sei  specie  più  o  meno  buone, 
delle  quali  una  sola  si  trova  anche  in  Europa,  il  gen.  Polioaètus  abita  la  sottoregione 
Indo-Malese. 


Genere  PANDION,  Savigny. 

Becco  forte  e  grosso,  più  corto  della  testa,  festonato,  rialzato  sul  culmino, 
fortemente  uncinato;  cera  in  parte  scoperta,  in  parte  coperta  alla  base  dalle  se- 
tole delle  redini;  narici  nude,  oblique,  oblungo-ovali;  ali  molto  lunghe  e  strette 
che  oltrepassano  la  coda,  questa  grande  e  troncata;  gambe  grosse  ed  alquanto 
lunghe  con  piedi  robustissimi  ed  i  diti  completamente  liberi;  tarsi  piumati  sul 
lato  supero-anteriore  e  coperti  nel  resto  di  piccole  scaglie  rotonde  all'apice  od 
embricate  dall'alto  in  basso,  le  scaglie  della  parte  posteriore  del  tarso  sono  em 
bricate  in  senso  opposto;  diti  coperti  di  scaglie  e  di  tre  o  quattro  grosse  placche 
nella  porzione  preunguinale,  colla  faccia  inferiore  dei  diti  guarnita  di  piccoli  nodi 
a  rugosità  spiniformi;  dito  esterno  del  latin  versatile,  subeguale  in  lunghezza  al  mediano 
questo,  senza  unghia,  più  corto  del  tarso;  unghie  grandi,  forti,  molto  uncinate. 

Mancano  i  calzoni;  le  penne  del  capo  e  del  collo  sono  lanceolate  ed  allun- 
gate; il  capo  sottile;  le  dimensioni  mediocri;  la  forma  allungata;  il  piumaggio 
compatto,  impermeabile:  i  sessi  eguali:  i  giovani  differenti  dagli  adulti. 

Atlante  ornitologico.  1 


50 


ATLANTE    OR.MTlll,l  (GICO 


Si  distinguono  tre  specie  di  Pandion;  alcuni  Autori,  e  torse  più  a  proposito, 
le  riducono  sotto  l'unico  tipo  principale  /'.  haliaétus  (L.),  mentre  altri  accettano  il 
P.  leucocephalus,  Gould  dell'Australia,  rigettando  l'Americano  P.  carolinensi 's  (Grmelin  . 
Il  Falco  pescatore  si  nutre  esclusivamente  di  pesci,  che  prende  anche  tuffandosi 
sott'acqua  ed  è  raro  ed  accidentale  nelle  regioni  povere  di  vaste  superfìcie  d'acqua  : 
vola  a  mandi  altezze,  ma  quando  è  in  cerca  di  cibo  rotea  continuamente  poco 
lontano  dalla  superficie  delle  acque  e  non  appena  scopre  la  previa  vi  si  getta  ad- 
dosso di  botto,  sommergendosi,  ed  afferratala. con  grandi  spirali  ritorna  alla  primiera 
altezza.  Dicesi  che  talora  rimanga  affogato,  vittima  della  propria  avidità.  Nidifica 
sulle  rocce  o  sulla  nuda  terra,  preferendo  però  gli  alti  alberi  ed  il  nido  è  un  rozzo 
intreccio  di  stecchi,  foderato  di  musco  nella  sua  baso  interna:  vi  depone  tre  uova 
di  solito  biancastre  macchiate  di  rossiccio. 


47.  Pandion  haliaétus  (Linnaeus),  Falco  pescatore. 

[Tav.   11,   (ig.  8  e  Tav.   XI. Vili,   Hg.   1  J. 

Pènne  della  lista  e  del  colli)  distintamente  lanceolate. 

Una  fascia  che  dagli  occhi  scende  sui  lati  del  collo,  riunendosi  sul  dorso 
e  parti  superiori  bruno-scure,  più  chiare  sul  margine  delle  penne  :  occipite  e  parte 
alta  del  pileo  bianche  con  macchie  longitudinali  brunastre;  linea  post-oculare  che 
si  dirige  verso  la  nuca,  gran  parte  della  testa,  gote  e  parti  inferiori  bianche; 
petto  sparso  di  macchie  brune  piti  o  meno  fulve  che  formano  una  larga  banda; 
coda  grigio-scura  senza  fascie  o  con  le  stesse  poco  apparenti  ed  estese  di  solito 
sul  vessillo  interno  (ad.).  Testa  e  collo  bianco-fulvicci  con  macchie  centrali  ne- 
rastre molto  fitte  sul  vertice;  fascia  che  dall'occhio  si  dirige  verso  il  dorso,  parti  su- 
periori ed  ali  bruno-nere  con  margini  bianco-gialletti  o  rugginosi,  mancanti  sulla 
fascia  oculare;  parti  inferiori  bianche,  talora  leggermente  fulviccie;  alle  volte  sul 

davanti  del  petto  vi  è  uno  spazio  molto  cospicuo 
ed  esteso,  tal'altra  imperfetto,  di  tinta  fulviccio- 
vivace;  coda  grigio-bruna  con  sei  fascie  bruno- 
cupe  ii/inr.K 

Lunghezza  totale  da  0,m560  a  0,m610;  becco 
da  0,m042  a  0,'"04U;  ala  da  0,m500  a  0,m538;  coda 
da  0,ra205  a  0,ra225;  tarso  da  0,m060  a  0,ra070;  dito 
mediano  s.   u.  da  0,m045  a  0,'"050. 

Considerando  le  tre  forine  di  Pandion  riunibili 
sotto  questa  specie,  il  suo  Inibitili  sarebbe  quasi 
cosmopolita,  altrimenti  il  /'.  haliaétus  abiterebbe 
l'Emisfero  Orientale,  il  /'.  carolinensis  l'America 
del  Nord,   ed  il   /'.  leucocephalus  l'Australia. 

In  Italia  è  specie  poco  comune,  ina  nemmeno 
rara,  più  frequente  e  sedentaria  nelle  Isole  di  Sar- 
degna, di  Corsica  e  di  Montecristo  ove  nidifica,  sul  continente  appare  di  tanto  in 
tanto  di  primavera  e  d'autunno,  e  non  consta  nidifichi.  Ai  tempi  del  passo  viaggia 
ed  allora  compare  qua  e  là,  ma  non   sembra   imprendere  vere  migrazioni. 


Piede  ili   /'.  haliaétus,  7ju. 


VII    \  N  1  I      ORNI  l"l .'  »■!'  0  51 


Sottordine  ACCIPITRES  NOCTURNI  -  Rapaci  notturni. 


Becco  corto,  accipitrino,  col  margine  della  mandibola  superiore  di  solito  intero, 
circondato  alla  base  di  piume  setolose  dirette  in  avanti;  narici  grandi  e  coperte 
di  piume  setolose;  occhi  molto  grandi,  diretti  in  avanti,  chiusi  in  un  cerchietto 
di  piume  setolose,  sormontati  da  un  arco  sopracigliare  e  contornati  di  cerchi  com- 
pleti sui  lati  del  capn  formati  da  piccole  piume  speciali;  orecchie  esterne  assai 
grandi  e  tornite  di  un  opercolo  o  padiglione  mollile,  alquanto  simile  alla  conca 
auricolare  dei  mammiferi;  ali  grandi  colla  prima  remigante  primaria  di  solito 
dentellata  esternamente;  coda  coita,  in  generale  di  dodici  penne;  tibia  il  doppio 
in  lunghezza  del  tarso;  tarsi  e  diti  più  o  meno  piumati  e  talora  piumati  anche 
per  intero;  quattro  diti,  due  diretti  in  avanti  e  due  all'indietro,  l'esterno  versatile 
e  più  corto  del  mediano,  il  posteriore  di  media  lunghezza,  non  elevato;  unghie 
molto  Lunghe  e  curvate,  acutissime,  quella  del  dito  mediano  spesso  pettinata. 

Testa  molto  grande  e  larga;  piumaggio  morbidissimo  e  vellutato,  tornito  di 
piumino  ad  ogni  età;  sessi  (piasi  eguali,  la  femmina  è  di  solito  di  statura  mag- 
giore del  maschio;  le  tinte  sono  opache  e  protettive,  egualmente  diffuse  e  non  a 
spazi  in  contrasto  ed  offrono  notevoli  difficoltà   per  una  esatta  diagnosi. 

Questi  uccelli  hanno  abitudini  notturne,  salvo  rare  eccezioni,  possedono  vista 
adatta  pell'oscurità,  soffrono  dei  raggi  solari,  ma  è  inesatto  che  durante  il  giorno 
non   vedano  affatto. 

Hanno  volo  del  tutto  silenzioso,  ciò  che  si  deve  alla  struttura  molle  del  loro 
piumaggio;  si  nutrono  di  piccoli  mammiferi,  di  uccelli,  di  rettili,  di  pesci  e 
più  di  rado  d'insetti  e  cacciano  di  notte,  protetti  dall'oscurità,  come  i  carnivori. 
Dopo  il  pasto,  come  altri  Rapaci,  rigettano  in  una  pallottola  rotonda  ossa,  penne, 
peli  ed  altre  sostanze  diffìcili  a  digerirsi.  Passano  le  giornate  nascosti  nelle  sof- 
fitte, nei  siti  diroccati,  nelle  fitte  boscaglie,  nelle  buche  degli  alberi,  nelle  caverne, 
uscendone  al  cader  del  giorno.  Pongono  il  nido  nei  loro  nascondigli  diurni;  esso 
è  rozzamente  intessuto  di  stecchi,  talora  depongono  nelle  buche  degli  alberi 
senza  nido  alcuno  le  loro  uova  di  solito  bianche  e  subsferiche  in  numero  da  tre 
a  sei.  Mutano  una  volta  all'anno,  in  generale  nel  luglio  ed  agosto,  sicché  d'autunno 
il  loro  piumaggio  è  brillante  e  di  primavera  consunto.  Si  conoscono  all'incirca  :-?(.K) 
specie  sparse  per  tutto  il  Mondo,  parecchie  delle  quali  non  meritano  il  rango 
specifico. 

Conchiudendo,  possiamo  dire  che  i  Rapaci  notturni  assomigliano  al  Oircus  pel 
disco  facciale,  all'Aquila  pel  tarso  piumato,  al  Pandion  pel  dito  versatile  (Seebohm). 


Famiglia   BXJBONIDAE,  Bubonidi. 

Margine  posteriore  dello  sterno  profondamente  fesso,  con  due  o  più  intacca 
ture;  clavicola  libera,  non  fissata  alla  carena  dello  sterno  ;  dito  medio  sempre  più 


52 


ATLANTK    ORNITOLOGICO 


Lungo  dell'interno  e  col  margine  interno  delle  unghie  non  pettinato.  La  testa  è 
talora  provveduta,  su  ogni  lato  della  fronte,  di  pennacchi  frontali  composti  di  un 
ciuffo  di  penne  più  o  meno  allungate  ed  erigibili. 


sterno  ili  dsio  otna  (Eubonitiae) 


sterno  <li  Sirio;  flammea  (Strigidae). 


Questa  famiglia  può  dividersi  in  due  sottofamiglie,  la  prima  dei  Buboninae, 
nella  quale  il  disco  tacciale  è  imperfetto,  essendo  meno  sviluppato  al  di  sopra 
degli  occhi  che  al  di  sotto,  la  conca  auricolare  è  più  piccola  dell'occhio  e  non 
presenta  opercolo  di  sorta;  in  Europa  comprende  sei  generi  con  otto  specie;  hi 
seconda  detta  dei  Syrniinae,  che  presenta  il  disco  perfetto,  essendo  alto  tanto  al 
di  sopra  che  al  di  sotto  degli  occhi,  la  conca  auricolare  più  grande  dell'occhio 
e  chiusa  da  un  opercolo  distinto;  essa  è  rappresentata  in  Europa,  da  tre  generi 
con  sette  specie. 

Questa  famigliti  comprende  molti  generi  diversi  che  vanno  dall'Indiano  Ketupa 
che  mangiti  pesci,  ai  nostri  Gufi  e  Civette,  ma  pochi  di  essi  sono  Europei. 


Sottofamiglia  BUBONINAE,  Bubonini. 
Genere  BUBO.  Cuvier. 


Becco  corto,  robusto,  curvato,  fortemente  uncinalo,  col  margine  della  mandi- 
bola superiore  quasi  diritto  e  quello  dell'inferiore  intaccato;  narici  grandi,  rigonfie, 
ovali  o  rotonde,  esse  del  tutto,  ed  il  becco  solo  parzialmente,  sono  coperti  di  piume 
setolose;  occhi  assai  grandi;  dischi  facciali  incompleti,  ma  bene  distinti;  aper- 
tura auricolare  piccola,  ovale,  senza  opercolo;  .piume  del  mento  dirette  in  avanti 
verso  Iti  mandibola  inferiore;  ali  alquanto  corte  però   mai    meno  di  0,m300,  più 


ATLANTE    0RNI1 [CO 


53 


corte  della  coda  che  è  breve,  ma  larga;   tarsi    sempre  coperti   di  piume 
corte,   '-"-i    i    diti,   the   sono   alle   volte 
in  parte  nudi;  unghie  Lunghe,   liscie  e 
ricurve. 

Testa  grande  e   roi la,  fornita  di 

due  ciuffi  di  penne  lunghe;  piumaggio 
assai  molle  e  vellutato;  calzoni  mediocri: 
statura,  elevata:  prima  remigante  pri- 
maria dentellata  sul  margine  esterno; 
colorito  quasi  costante. 

Sono  tra  i  Rapaci  notturni  i  più 
potenti  ed  audaci;  si  nutrono  in  ispe 
cial  modo  di  piccoli  mammiferi  e  di 
glossi  gallinacei,  di  lepri,  di  conigli,  di 
gatti,  etc;  hanno  le  abitudini  dei  con 
generi.  Questo  genere  consta  di  circa 
L'i)   specie   sparse    per   tutto    il    .Mondo. 


fitte  e 


tranne  nella   Regione  Australiana. 


Nidiacei  ili   /.'.  bubo. 


48.  Bubo  bubo  (Lmnaeus),  Gufo  reni,: 

IBubo  ignavus,  Forster,  B.  maximus.  Fi. km.]. 
[Tav.  X.  fig.  l|. 


Cerchi  tacciali  grigio-gialletti  macchiati  di  bruno  e  di  fulviccio;  iride  giallo- 
aranciata;  ciuffi  assai  lunghi  bruno  neri,  fulvieci  sul  margine  interno;  parti  su- 
periori giallo-fulve  sui  lati,  nerastre  nel  mezzo  delle  penne,  le  scapolari  e  le  cuo- 
pritrici  alari  miste  a  spazi  biancastri;  la  testa  ed  il  collo  più  chiari  del  dorso; 
mento,  gola  e  centro  del  petto  bianchi,  tra  le  due  prime  parti  una  banda  di  penne 
giallette  eoi  centro  delle  stesse  nero;  parti  inferiori  fulve  con  grandi  macchie  nere 
sul  mezzo  delle  piume  e  strie  brunastre,  trasversali,  strette  e  numerose  sull'addome 
e  sui  fianchi;  remiganti  e  timoniere  giallo-fulviccie,  macchiate  di  nerastro  e 
con  t'ascie  trasversali  nerastre  uniformi  o  macchiate  di  fulviccio;  tarsi  piumati  e 
cosi  i  diti  sino  all'inserzione  delle  unghie,  cioè  all'anello  antiunguinale,  le  dette 
piume  l'ulve  quasi  unicolori  o  macchiate  di  nericcio  sui  tarsi. 

Lunghezza  totale  da  0,ni610  a  0,m660;  becco  da  0,m044  a  0,m052 ;  ala  da  0,m450 
a  0,m520;  coda  da  0,'"260  a  0,m290;  tarso  da  0,'"072  a  0,'"090:  dito  mediano  s.  u. 
da  0,m056  a  0,m065. 

Abita  l'Europa,  dalla  Scandinavia  al  Mediterraneo,  parte  dell'Asia  settentrio- 
nale e  dell'Africa  del  Nord.  In  Italia  è  specie  sparsa  ovunque,  tranne  in  Sardegna, 
ove  sembra  mancare;  è  però  dappertutto  poco  abbondante  e  più  distribuita  mdlc 
grandi  boscaglie  alpine  del  Piemonte,  del  Veneto  e  dell'Appennino  Toscano;  pare 
che  al  tempo  del  passo  si  osservino  individui  migranti  d'oltre  Alpe. 

Secondo  il  Menzbier  tanto  il  II.  sibiricus,  Lichtenstein,  che  il  lì.  tureomamis 
(Eversmann)  sarebbero  comparsi  entro  i  limiti  Europei,  il  primo  nei  Governi  di 
Perni  e  di  Orenburgo,  il  secondo  ad  Ovest  delle  pianure  Aralo-Caspiane.  11  Dresser 
però  non  li  ammette  nella  sua  grande  opera    The   Birds  of  Europe. 


54  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Il  lì.  siili r ir iis  è  di  statura  maggiore  del  B.  bubo  e  di  tinta  più  pallida  ed  e 
proprio  delle  regioni  ad  oriente  dei  monti  Urali  e  della  Bashkiria;  il  lì.  turcomamts 
è  più  piccolo  del  11.  bull»,  più  pallido  di  tinta,  più  biancastro  sulle  parti  interiori 
essendo  più  rade  le  strie  addominali,  ha  le  gambe  rivestite  di  piume  bianche  e 
coperte  sino  alle  unghie;  le  due  penne  centrali  della  coda  hanno  tinte  brune 
prevalenti  nel  />'.  bubo  ed  invece  fulvo-giallette  nel  />'.  turcomanus;  inoltre  le  cuo- 
pritrici  inferiori  delle  ali  sono  a  fascie  trasversali  nel  />'.  I>uhi>  ed  uniformi  nel 
/.'.  turcomanus.  Non  tutti  gli  Autori  sono  concordi  circa  la  validità  specifica  ili 
questi  due  Gufi  asiatici.  Il  lì.  turcomanus  abita  la  Siberia  sud-occidentale,  il  Tur- 
cheatan,  il  Tibet  e  lTmalaia. 

Il  lì.  ascalaphtis,  Savigny,  che  è  proprio  dell'Africa  settentrionale.  Cu  eitalo 
eome  preso  nella  Spagna  (Lilford),  in  Sicilia  (Temminck,  Bonaparte  e  Malherbt  .  in 
Sardegna  (Malherbé)  e  presso  Sorrento  {Saunders),  ma  tali  informazioni  sembrano 
molto  dubbiose,  sicché,  fino  a  nuova  conferma,  è  da  escludersi  dalle  specie 
Europee. 


Genere  PISORHINA  ■  ,  Kaup. 


Becco  abbastanza  lungo,  molto  curvato  dalla  base  col  margine  della  mandi- 
bola superiore  festonato  e  quello  dell'inferiore  intaccato;  cera  piccola;  narici  pie 
cole,  rotonde,  non  rigonfie;  esse,  la  cera  e  gran  parte  del  becco  nascoste  da 
piume  setolose;  ciuffi  abbastanza  larghi  ed  allungati;  dischi  facciali  piuttosto  grandi, 
incompleti  sopra  gli  occhi;  conca  auricolare  assai  piccola  e  senza  opercolo;  ali 
molto  lunghe,  subacute,  non  più  lunghe  di  0,'"2?>8  che  arrivano  all'apice  della 
coda  la  quale  è  mediocre,  rotonda  e  composta  di  penne  molli;  tarso  più  lungo 
del  dito  mediano,  rivestito  di  piccole  penne  sul  davanti;  diti  spesso  nudi,  l'esterno 
versatile;  unghie  piccole  e  mediocremente  adunche,  quella  del  dito  posteriore  la 
massima. 

Testa  piuttosto  piccola,  fornita  di  due  ciuffi  di  piume  abbastanza  cospicui; 
occhi  piuttosto  grandi;  statura  piccola;  forma  snella  ed  elegante;  la  remigante 
primaria  dentellata  su  lungo  tratto;  calzoni  poco  sviluppati;  sessi  eguali;  colorito 
simile  a  quello  del  gen.  Caprimulgus;  piumaggio  molle,  abbastanza  lungo. 

Sono  uccelli  migratori,  nel  senso  lato  della  parola;  si  cibano  in  gran  parte 
d'insetti;  una  sola  specie  è  propria  all'Europa,  essa  è  ben  nota  pel  suo  canto 
che  odesi  spesso  nelle  notti  d'estate  e  che  si  può  ripetere  colla  parola  chiù, 
donde  il  suo  nome  ben  conosciuto  in  molte  delle  nostre  Provincie.  Questo  gè 
nere  consta  di  ottanta  specie,  alcune  delle  quali  non  offrono  validità  specifiche 
rilevanti  e  sparse  per  tutto  il  Mondo,  eccetto  l'estremo  Nord,  il  lato  sud  del- 
l'America meridionale  e  la  Regione  Australiana,  sembra  perù  che  abitino  la 
Nuova   Zelanda. 


Un  adottato  il  gen.  Pisorkina,  Kaup  (1840)  anziché  Scopa,  Sav.,  1*09,  perchè  esso  dianzi  venne 
usato  dal  Briinnicfa  1 7 7 '_' i  per  un  pesce,  ed  il  munì'  EpkiaUes,  Keys-Blas,  (1840  era  stato  adoperato  in 
Entomologia,  se  la  memoria  non  mi  inganna. 


\n  w  il     ORMI ili  0  55 


49.  Pisorhina  scops    Linnaeus),  Assiolo. 

|  Ephialtes  scops    i.  .  Scops  giù  (Scoi*.)]. 

[Tav.   \.  dg.  2], 

[ride  gialla;  ciuffi  mediocri,  rossicci  sul  vessillo  esterno  dello  penne,  grigi  sullo 
stelo;  dietro  la  regione  auricolare  una  t'ascia  semilunare  nera  marginata  di  bianco- 
fulvo;  dischi  facciali  interrotti  sul  margine  interiore-,  faccia  grigia  macchiata  ili  bruno 
e  di  fulviccio;  piumaggio  generale  cenerino-chiaro  lavato  di  rossiccio  più  o  meno 
vivo  e  fulviccio,  con  strie  Longitudinali  bruno-nere  sullo  stelo  di  ogni  penna,  miste 
a  lineette  trasversali  ed  a  punteggiature  o  tini  zig-zags  dello  stesso  colore  e  con 
macchie  o  spazi  grigio-chiari  o  biancastri,  questi  sono  più  accentuati  sulle  sca- 
polari esterne  che  sono  nere  all'apice  e  formano  uno  spazio  alare  e  sulle  cuopri- 
trici  medie  e  grandi,  che  presentano  macchie  bianche  sul  vessillo  esterno;  parti 
inferiori  dello  stesso  disegno,  ma  più  variate  di  bianco  e  di  fulviccio;  mento  bian- 
castro; remiganti  primarie  sul  vessillo  esterno  a  fascio  trasversali  regolari  bruno- 
rossiccie  macchiate  di  biancastro,  sull'interno  quasi  uniformi  bruno-rossiccie, 
eccetto  sul  margine,  che  è  fasciato;  tarsi  piumati  fulvo-aranciati  con  piccole  li- 
neette centrali  allungate  bruno-nere;  diti  nudi,  squamati.  Vi  sono  individui  for- 
temente lavati  di  rossiccio,  altri  più  di  grigiastro  e  poca  dif- 
ferenza esiste  coi  giovani  dell'anno,  che  però  di  solito  sono 
meno  rossicci. 

Lunghezza  totale  da  0,m152  a  0,m205;  becco  da  0,'"012 
a  0,  oi;,;  ala  da  0,m145  a  0,'"170;  coda  da  0,'"Htif>  a  0,m072; 
tarso  da  0,m024  a  0/"028;  dito  mediano  s.  u.  da  0,"0lf>  a  0,'"018. 

Abita   l'Europa  centrale  e  meridionale,   giungendo  acci- 
dentalmente nella  settentrionale,  e  l'Asia  centrale,  migrando 
d'inverno   nel   Nord   dell'Africa  fino   alla   Senegambia  e  al- 
l'India  settentrionale.   In  Italia  è  specie  abbondante,  sopra-        Te8ta  dl  ''■  ""'"■ 
tutto,  come  estiva,  arriva  in  marzo  ed  in  aprile,  riparte  in 
settembre  e  nell'ottobre,  sverna  a  Malta  ed  in  Sardegna  e  talora  nelle  provincie 
meridionali  e  centrali,  sicché   può   dirsi  scarsamente  sedentaria,  non  venne  mai 
trovata  d'inverno  nella  valle  del  Po.  Nidifica  in  maggio  e  nel  giugno. 

Dubbiosamente  venne  asserito  che  una  specie  Nord-Americana  la  Pisorhina 
usili  (Linnaeus),  ora  stata  colta  due  volte  nelle  Isole  Britanniche,  ma  le  notizie  sono 
troppo  vaghe  per  ammetterla. 


Genere  NYCTEA.  Stephens. 

Becco  (piasi  del  tutto  coperto  da  penne  setolose,  mediocre,  curvato  dalla  base, 
col  margine  della  mandibola  superiore  e  quello  dell'inferiore  intaccato;  narici 
grandi,  ovali,  non  rigonfie;  cera  corta;  disco  facciale  molto  incompleto;  apertura 
auricolare  piuttosto  piccola,  senza  opercolo;  ali  subacute,  mediocri,  colla  1"  re- 
migante primaria  dentellata  esternamente,  la  3"  la  più  lunga,  la  2"  e  la  4  eguali, 
le  ali  non  giungono  all'estremità  della  coda;  coda  rotonda  e  di  media  lunghezza, 
ampia,  colle  cuopritrici  inferiori  che  quasi  ne  toccano  l'apice;  tarso  più  corto  del 


56  ATLANTI    ORNITOLOGICO 


dito  mediano  con  unghia,  tarso,  piedi  ed  in  parte  anche  le  unghie  coperti  da  lunghe 
penne  fitte  e  molli;  unghie  mediocri,  acute,  abbastanza  ricurve. 

'I"esta  grande  e  grossa  senza  ciuffi  apparenti,  in   taluni   esemplari   del    tutto 
mancanti  e,  se  esistono,  sempre  molto  brevi;  occhi  mediocri:  calzoni  molli  ed  assai 
sviluppati;  piumaggio  uè  troppo  molle,  né  troppo  rigido  colle  timoniere  e  le  re 
miganti  resistenti:  statura  elevata. 

Questo  genere  consta  di  una  sola  specie  che  abita  le  più  alte  latitudini  imi' 
.  diche,  ove  frequenta  le  località  più  aride  e  desolate,  spoglie  di  qualsiasi  albero, 
portandosi  raramente  nelle  foreste;  caccia  più  che  tutto  di  giorno  ed  ha  quindi 
prevalentemente  abitudini  diurne:  si  nutre  di  piccoli  mammiferi  e  più  che  altro 
di  Lemmings,  che  segue  nelle  migrazioni.  Nidifica  sulla  nuda  roccia  o  talora  nelle 
buche  e  deposita  da  quattro  a  cinque  uova,  alle  volte  tino  a  dieci,  ovali  e  di  un 
bianco-puro. 

50.  Nyctea  nyetea  (Linnaeus),  Civetta  <l<llt   nevi. 

[Tav.  IX,  fig.  4]. 

Tinta  generale  bianco-nivea.  sfumata  di  brunastro  sul  pileo  ed  all'apice  delle 
remiganti;  becco  ed  unghie  nerastre  di  corno;  iride  gialla  {ad.).  Bianco  di  neve 
con  fascie  bruno-scure  angolari  sulle  parti  superiori  e  trasversali  sul  gastreo, 
sulle  remiganti  e  sulle  timoniere,  più  abbondanti  quanto  più  l'uccello  è  giovane 
e  più  rade  quanto  più  invecchia  (giov.  . 

Lunghezza  totale  da  0,'"o40  a  0,'"680;  becco  0,m065;  ala  da  0,m400  a  0,m450; 
coda  da  0,ra250  a  0,m270;  tarso  da  0,'"050  a  0,m060;  dito  mediano  s.  u.  da  0,"'060 
a  0,'"070. 

Questa  specie  abita  le  regioni  Artiche  d'Europa,  dell'America  e  dell'Asia, 
spingendosi  d'inverno  al  sud  sino  agli  Stati  Uniti,  all'Asia  centrale  ed  all'Imalaia: 
nella  stessa  stagione  in  Europa  giunge  al  Caspio  ed  al  mare  d'Azov,  alla  Dani- 
marca, alla  Germania  settentrionale  e  comparve  irregolarmente  in  Inghilterra, 
in  Olanda,  in  Francia,  nella  Svizzera  e  nell'Austria,  ma  non  venne  mai  colta  in 
Italia  e  nei  paesi  circummediterranei. 

Genere  SURNIA.  Duméeil. 

Becco  corto,  alto,  forte,  curvato  dalla  base,  col  margine  della  mandibola  su- 
periore leggermente  festonato  e  quello  della  inferiore  intaccato,  in  gran  pai-te 
nascosto,  come  le  narici  e  la  cera,  da  lunghe  penne  setolose;  narici  piccole  e  ro- 
tonde; cera  coita:  disco  facciale  quasi  nullo;  orificio  auricolare  piccolo,  subovale. 
senza  opercolo;  ali  corte,  che  terminano  ben  lontano  dall'apice  della  coda,  subacute 
■  olla  l1  remigante  primaria  dentellata  esternamente  ed  eguale  alla  li',  lai'1  più 
lunga  della  .">',  la  3°  e  -T  subeguali  e  le  più  lunghe,  le  tre  prime  col  vessillo  in- 
terno intaccato;  coda  lunga,  cuneata,  cioè  colle  penne  graduate,  le  laterali  arro- 
tondate e  le  due  mediane  acuminate;  tarso  piuttosto  corto, più  breve  del  dito  mediano, 
esso  ed  i  diti  fittamente  coperti  di  penne  mediocremente  allungate;  unghie  me- 
diocri, curvate,  acute. 

Testa  mediocre,  piuttosto   stretta,   piatta,   senza    ciuffi;   occhi   un  po' piccoli: 


Tav.  8. 


1.  AlbaneUa  (tf  ad.).    2.  Albanella  ($  ad.).    3.  Albanella  (cfgiov.)-    4.  Albanella  reale  (e?  ad.).    5.  Albanella 
reale  (9  ad.).    6.  Albanella  reale  (giov.).    7.  Albanella  pallida  (tf  ad.).    8.  Albanella  pallida  (  J  ad.) 

9.  Albanella  pallida  ((?  giov.) 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


\  I  I   \\  I  I     OENJ  rOLOGII  0  ■>' 


calzoni  mediocri;  piumaggio  abbastanza  lungo  e  molle  colle  remiganti  e  Le  timoniere 
discretamente  rigide,  penne  mediane  della  coda  più  molli;  statura  mediocre. 

Queste  Civette  hanno  abitudini  del  tutto  diurne  e  cacciano  solo  durante  il 
giorno,  sono  coraggiose  ed  il  loro  volo  silenzioso  è  però  sostenuto  <•  rapido.  Non 
a  torto  gli  Inglesi  le  chiamano  Haivk  Oivls,  paragonandole  all'Astore,  di  cui  hanno 
in  parte  le  abitudini  ed  il  grido  acuto  e  t'urto.  Si  nutrono  di  uccelli,  di  piccoli 
mammiferi  ed  anche  d'insetti,  prendendo  di  solito  la  preda  a  volo;  uidiflcano  nelle 
buche  degli  alberi;  deponendo  da  tre  a  sette  nova  bianco  scure,  un  po'  arrotondate. 

Si  conoscono  due  specie,  una  dolio  quali  Europea,  l'altra  dotta  S.  doliata  (Pali.) 
abita  la  Siberia,  il  Kamciatka  e  l'Alasca;  una  forma  poco  differente  dalla  specie 
Europea  vivo  in  America,  da  dove  talora  giunge  accidentalmente  nelle  Isolo  Bri- 
tanniche. 

51.  Surnia  ulula  (Linnaeus),  Ulula. 

|  Surnia  funerea,  Dum.  |. 
[Tav.  IX,  fig.  5]. 

Becco  giallo-chiaro;  iride  gialla;  testa  Inaino  nerastra  con  fitte  macchie  bianche 
che  quasi  obliterano  la  tinta  scura,  fronte  e  nuca  quasi  intieramente  bianche; 
cuopritrici  auricolari  bianche  d'argento  terminate  di  nero,  tale  tinta  torma  una 
t'ascia  a  mezzaluna,  che  corre  dal  margine  posteriore  dell'occhio  fino  al  posteriore 
della  regione  auricolare  a  guisa  di  disco  facciale,  che  non  è  presente;  un  anello 
oftalmico  ed  una  macchia  davanti  agli  occhi  neri:  colorito  generale  delle  parti 
superiori  bruno  di  seppia  con  fascie  bianche;  scapolari  bianche  sul  vessillo  esterno 
in  forma  di  spazio  distinto  sull'ala,  macchie  bianche  ovali  sulle  grandi  cuopri- 
trici alari  e  sulle  mediane;  gola  ed  alto  petto  bianchi  separati  da  una  fascia 
bruno  scura;  resto  del  gastreo  bruno  con  strette  fascie  brune  trasversali,  più  larghe 
sul  sottocoda;  remiganti  bruno-cenerognole  con  fascie  bianche  e  l'apice  pure  bianco; 
timoniere  molto  lunghe  e  graduate  bruno-cenerognole  con  nove  strette  fascio 
trasversali  di  un  bianco  sudicio  (ad.).  Testa  bruno-pallida  colle  penne  strettamente 
terminate  di  bianco-sudicio;  mancano  quasi  del  tutto  le  macchie  ovali  bianche 
sulle  cuopritrici  ed  il  bianco  sulle  scapolari;  le  fascie  sulla  coda  sono  di  un  bianco- 
brunastro  e  quelle  sulle  parti  inferiori  tinte  di  biancastro:  l'ascia  pettorale  poco 
distinta;  in  generale  il  colorito  chiaro  è  meno  puro  e  lo  scuro  più   cupo   [giov.). 

Lunghezza  totale  da  0,m354  a  0,m367;  becco  0,m023;  ala  da  0,m226  a  0,m232; 
coda  da  0,"'17.7  a  0,   190;  tarso  0,m025;  dito  mediano  s.  u.  0,m027. 

Questa  specie  abita  le  estreme  parti  nordiche  dell'Europa  e  dell'Asia  occi- 
dentale, svernando  nella  Russia  centrale  e  visita  irregolarmente  d'inverno  le  Isole 
Britanniche,  la  Danimarca,  la  Germania  settentrionale,  è  accidentale  in  Polonia, 
in  Austria,  nella  Francia  settentrionale  e  nella  Svizzera;  non  comparve  mai  in 
Italia,  ma  il  Bonaparte  l'annoverò  sotto  il  nome  di  8.  funerea  tra  quelle  (die  vi 
capitano  raramente  d'inverno,  senza   però  offrire  dati  positivi. 

51  a.  Surnia  ulula  caparoch  (P.  L.  S.  Muller),  Ulula  americana. 

Distinta  dalla  S.  ulula  per  le  tinte  delle  parti  superiori  più  cupe,  specialmente 
sul  dorso;  pel  bianco  della  gola  meno  scuro;  pelle  fascie  scure  sulle  parti    infe- 

AtUmte  ornitologico.  8 


58  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


riori  più  larghe  e  di  un  bruno-vinato  o  di  un  bruno-castagno;  la  statura,  secondo 
lo  Sharpe,  è  maggiore  nel  maschio  che  nella  femmina. 

Lunghezza  totale:  maschio,  0,m382;  femmina,  0,m355. 

Abita  l'America  Artica,  spingendosi  d'inverno  sino  alle  parti  nordiche  degli 
Stati  Uniti,  è  accidentale  nelle  Isole  Britanniche. 

Alcuni  Autori  considerano  la  presente  quale  specie  distinta,  ma  io  ritengo 
debba  considerarsi  una  forma  della  S.  ulula. 


Genere  CARINE,  Kaup  ('). 

Becco  curvato  dalla  base,  forte,  abbastanza  alto,  colla  mandibola  inferiore 
intaccata  all'apice;  narici  coperte  da  piume  setolose,  ovali,  rigonfie  e  aperte  sul 
margine  anteriore  della  cera,  che  è  corta;  conca  auricolare  larga,  subrotonda  col- 
l'orificio  piccolo  e  senza  opercolo;  disco  facciale  non  bene  definito  col  collaretto 
incompleto  e  sviluppato  sopratutto  sui  lati;  ali  grandi  e  rotonde,  colla  la  remi- 
gante primaria  dentellata  esternamente,  allungata,  poco  più  corta  della  2a  e  sub- 
eguale alla  6a,  3a  e  4  '  quasi  eguali  e  le  più  lunghe;  le  quattro  prime  col  vessillo 
esterno  smarginato  poco  distintamente;  coda  mediocre,  leggermente  rotonda;  tarso 
lungo,  interamente  coperto  di  penne  corte  anche  posteriormente,  abbastanza  ele- 
vato, un  po'  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia;  diti  parzialmente  squamosi, 
coperti  di  rade  setole;  unghie  forti,  curvate,  acute. 

Testa  rotonda,  grande,  schiacciata,  ma  senza  ciuffi;  corpo  accorciato  e  mas- 
siccio; occhi  grandi  e  gialli;  calzoni  nulli;  piumaggio  molle  e  corto;  remiganti 
e  timoniere  abbastanza  rigide;  taglia  piccola. 

La  specie  di  questo  genere  in  numero  di  sei  abitano  le  regioni  Paleartica, 
Etiopica  ed  Indiana,  due  di  esse  s'incontrano  nei  limiti  Europei. 

Sono  rapaci  di  abitudini  eminentemente  notturne  e  quando  escono  di  giorno, 
sembrano  stupidi  e  meravigliati;  si  nutrono  di  piccoli  mammiferi,  di  uccelletti, 
di  biscie,  di  rane  e  d'insetti;  il  loro  grido  è  triste  e  riscalda  la  fantasia  del  popo- 
lino, che  li  ritiene  apportatori  di  disgrazie. 

Le  Civette  nidificano  nelle  soffitte,  nelle  buche  degli  alberi,  delle  roccie,  nei 
luoghi  disabitati  etc,  senza  fabbricare  nido,  ma  accumulando  stiacci,  peli,  pezzi 
di  carta  e  deponendovi  sopra  poche  uova  bianche  e  rotonde  in  numero  da  quattro 
a  cinque. 

52.  Carine  noctua    Scopoli),  Civetta. 
|  Athene  noctua  (Scop.)  |. 

|  TAV.   X,   flg.   7  |. 

Becco  verde-giallastro;  iride  gialla;  parti  superiori  di  un  cenerino-bruno- 
olivastro  più  o  meno  rossiccio,  con  macchie  subrotonde  bianche  più  o  meno  ful- 
viccie,  ben  distinte  sulle  scapolari  e  sulle  grandi  cuopritrici  delle  ali,  disegnate 
a  fascie  sul  sopracoda  e  più  o  meno  nascoste  dalle  penne  soprapposte,  il  bianco 


(')  Ho  adottato  il  nome  Carine,  Kaup  1829,  anziché  rpiello  ili  Athene,  Boie  1822,  perchè  questo  era 
stato  già  usato  dall' Hiibner  nel  1816  per  un  genere  di  Farfalle 


ITLANT]     ORNITOI  OGICO  59 


più  esteso  sulla  nuca,  sulla  porzione  Laterale  e  posteriore  del  collo;  penne  della 
faccia  e  del  sopraciglio  biancastre,  nerastre  verso  L'apice  delle  penne;  guancie 
biancastre  striate  di  nericcio;  mento  e  collo  biancastri,  con  una  banda  bruna 
sulla  gola  ;  Le  parti  inferiori  bianche  con  strie  centrali  allungate,  brunastre  e  fascie 
trasversali,  indistinte  sui  fianchi;  remiganti  brunastre  con  macchie  bianco-fulviccie 
sul  vessilln  esterno  e  fascie  trasversali  sull'interno  ;  timoniere  brunastre,  Mancasi  re 
all'apice  e  con  quattro  fascie  trasversali  bianco-brunastre ;  diti   grigio-biancastri 


Testa  di   C.  nootuu,  '  Piede  di  C.   nociva,  '/3. 

rivestiti  di  radi  peli  (ad.).  Colorito  più  opaco;  macchie  bianche  sulle  parti  supe- 
riori meno  accentuate;  macchie  allungate  delle  parti  interiori  più  allungate  e  la- 
vate di  rossiccio. 

Lunghezza  totale  da  0,,n240  a  0,'"250;  becco  da  0,'"014  a  0,m017:  ala  da  0,m160 
a  0,'"180;  coda  da  0,m080  a  0,m088;  tarso  da  0,m030  a  0,m035;  dito  mediano  s.  u. 
«la  <),'"020  a  0,m026. 

Questa  specie  abita  l'Europa  centrale  e  meridionale,  portandosi  accidental- 
mente nella  settentrionale.  In  Italia  è  specie  abbondante  e  sedentaria,  eccetto 
a  Malta,  ove  è  rara  e  di  apparizione  irregolare;  in  alcuni  paesi  delle  provincie 
settentrionali  migra  d'inverno.  Nidifica  in  maggio.  È  molto  usata  nel  Veneto,  in 
Lombardia,  nella  Toscana,  nel  Romano,  in  Sicilia  etc.  per  la  caccia  degli  uccel- 
letti e  delle  Allodole  in  particolare. 

Il  GiglioliC)  ha  recentemente  descritto  una  nuova  specie  di  Civetta  sotto  il 
nome  di  Athene  Charadiae,  sopra  di  un  solo  soggetto  avuto  dai  monti  del  Friuli.  È  un 
po'  più  piccola  della  C.  noctua  e  vi  predominano  le  striscie  e  le  macchie  in  dire- 
zione longitudinale  anziché  trasversale,  inoltre  appare  più  macchiata;  il  colore 
delle  parti  cupe  del  piumaggio  è  di  un  bruno-bigio-scuro  e  mancano  le  tinte 
fulvo-rossiccie;  l'iride  è  bruno-cupa  quasi  nera.  Lo  stesso  chiarissimo  Autore  la  de- 
scrive come  nuova  specie,  non  nascondendo   però  fortissimi  dubbi   in   proposito. 

Di  recente  ho  veduto  a  Udine  un  soggetto  consimile,  che  il  signor  G.  Val- 
lon  trovò  egualmente  sui  monti  del  Friuli  in  un  nido  di  C.  noctua  che  conte- 
neva quattro  nidiacei,  tre  dei  quali  di  C.  noctua,  il  quarto  della  specie  detta 
A.  Chiaradiae  ('-).  Io  ho  lungamente  studiato  lo  strano  individuo  e  se  devo  mani- 
festare la  mia  opinione,  francamente  ritengo  che  non  sia  una  buona  specie,  la 
statura,  la  voce  e  la  fisionomia  sono  di  C.  noctua,  come  lo  sono  il  becco,  le  zampe 
ed  il  portamento.  Riguardo  alla  tinta,  il  colorito  generale  del  gastreo  si  può  dire 


(')  Avicula,  pag.  57-60  (1900);   Orafa,  XI.  no.  2,  3,  pp.  237-242  (1901). 

(■)  Vai.lon  O.,  Nota  int.  alla  nuova  specie  di  Civetta  scoperta  nella  provincia  del  Friuli,  diti  dee. 
ili   Udine,  Sor.  Ili,  Voi.  Vili,  e  Ora.  Jahrb.  XII.  Heffc  G  (1901). 


60 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


rassomigli  assai  a  (inolio  di  C.  nottua,  solo  il  l'ondo  di  tinta  è  bianco  e  le  strie 
scure  più  ristrette  sono  maggiormente  appariscenti  sulla  colorazione  più  chiara;  Le 
principali  differenze  appaiono  sulle  parti  superiori,  ove  la  tinta  chiara,  anziché  a 


Ala  (li   Caline  uncina. 


spazi  trasversali,  si  palesa  quasi  ovunque  in  senso  longitudinale,  come  di  estese  orla- 
ture die  s'allargano  qua  e  là.  specialmente  sulle  ali  e  sulla  coda.  Sicché  i  caratteri 
più  notevoli  sarebbero  la  differente  disposizione  delle  macchie  e  delle  fascie  sulle 


Ala    di    Alimi,-   Chiaradiae. 


parti  superiori  ed  il  colore  dell'iride.  Per  l'iride  non  saprei  dare  un'esauriente 
spiegazione,  sebbene  altre  nidiate  di  specie,  anche  ben  differenti,  offrano  talora 
individui  con  occhi  a  vario  colore  inter  se,  ciò  che  venne  più  volte  osservato;  polla 
differente  disposizione  delle  macchie  e  delle  fascie  ricordavo  al  signor  Vallon  come 
anche  il  così  detto  Synoecus  Lodoisiae  presenti  macchie  dirotte  in  senso  opposto 
a  quelle  della  C.  coturnix,  sicché  per  me  VA.  Chiaradiae  è  una  semplice  varietà 
di  coloro  per  quanto  singolare,  e  due  sarebbero  i  soggetti  noti,  l'uno  nel  Museo 


MI  INTE   ORXITOI.OMCO  GÌ 


di  Firenzi'  ed  il  secondo  ancora  in  possessi,  de]  signor  G.  Vallon,  ebbi  occasione 
di  esaminarli  entrambi  Lungamente  e  li  trovai  identici 

52".  Carine  noctua  glaux    Savigny),  Civetta  meridionale. 

\  Athene    persica     Virili..),    A.    glaux   (Sav.);    Civetta    minore]. 

Differisce  dalla  C.  noctua  per  la  tinta  delle  parti  superiori  più  pallida  e  di 
un  bruno-rossigno  e  per  le  strie  longitudinali  delle  pai-ri  inferiori  più  dilavate  e 
rossigne  su  fondo  di  un  bianco  più  puro.  Innli re.  secondo  lo  Sharpe,  il  margine 
interno  dell'ala  è  molto  pallido,  la  1  remigante  primaria  ha  quattro  fascie  tra- 
sverse  sul  vessillo  interno  e  quelle  delle  altre  penne  sono  molto  larghe,  mentre 
india  C.  noctua  il  detto  margine  è  di  un  bruno  molto  cupo,  le  fascie  nella  r  re 
mi-ante  sono  tre  e  quelle  delle  altre  più  strette. 

Statura  eguale  o  leggermente  minore. 

Abita  questa  sottospecie  le  regioni  Africane  bagnate  dal  Mediterraneo,  estenden- 
dosi fino  all'Asia  eentrale:  in  Europa  si  trova  in  Grecia,  in  Turchia,  nel  Sud  della 
Russia  e  molto  dubbiosamente  nella  Spagna,  nelle  Baleari,  nel  Portogallo  e  nella 
Francia  meridionale.  Non  comparve  mai  in  Italia,  quantunque  sia  stata  indicata 
per  Malta  e  con  dubbio  pella  Sicilia,  e  l'errore  pare  fondare  su  individui  in  abito 
rossiccio  della  specie  comune.  Gli  Anturi  sono  concordi  nel  riferire,  come  già 
dissi,  la  Strix  meridionalis  del  Risso  trovata  a  Nizza  ad  una  varietà  rossigna  del 
Syrnium  aluco. 

U  Athene  glaux  Savigny)  non  è  ritenuta  da  molti  Autori  come  specie  distinta. 
ma  forma  o  varietà  climatica  della  C.  noctua,  i  giovani  delle  due  specie  sono  iden- 
tici; cosimi  sembrano  di  poco  momento  le  differenze  date  pell'.I.  noctua  meridio- 
nalis, Schlegel  rappresentata  da  individui  di  C.  noctua  di  tinte  grigio-brune  secondo 
alcuni  o  rossiccie  secondo  altri;  ma  io  non  possiedo  materiale  sufficiente  per  de- 
finire tale  questione. 


Genere  GLAUCIDIUM.  Bore. 

Becco  piuttosto  grande,  torte,  curvato  dalla  base,  ove  è  in  gran  parte  coperto 
di  pilline  setolose,  col  margine  della  mandibola  inferiore  intaccato;  narici  pie-cole, 
rotonde,  nascoste  da  piume  setolose;  cera  corta;  disco  facciale  quasi  del  tutto 
mainante;  conca  auricolare  piccola,  subovale,  senza  opercolo;  collaretto  poco  s\  i 
luppato,  eccetto  dietro  le  guancie;  ali  corte,  larghe  e  rotondate,  la  distanza  tra 
esse  e  l'apice  della  coda  più  lunga  del  tarso;  la  la  remigante  primaria  dentellata 
esternamente  e  ben  più  corta  delle  secondarie  che  sono  lunghe,  .1.4  e  5  sub- 
eguali, 4"  la  più  lunga,  le  tre  prime  smarginate;  coda  molto  più  lunga  della  meta 
dell'ala  e  debolmente  rotondata;  tarso  più  lungo  del  dito  mediano,  fittamente  co- 
perto di  piccolo  penne;  diti  coperti  di  piume  per  la  maggior  parte  lunghe  e  se 
tolose:  unghie  sottili,  lunghe,  curvate  ed  acute. 


!.'■  'in'-  ;ili  figurate  appartengono  :i  due  individui  della  nidiata  rinvenuta  dal  Bignor  Vallon  ani 
monti  ili-I   Friuli. 


(il'  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Testa  appiattita  senza  ciuffi,  arrotondata  e  relativamente  piccola;  occhi  piccoli; 
calzoni  mediocri;  piumaggio  abbastanza  lungo  e  molle;  remiganti  e  timoniere  piut- 
tosto rigide;  statura  molto  piccola,  talora  mediocre. 

Trenta  specie  circa  compongono  questo  genere,  una  sola  delle  quali  abita 
l'Europa,  le  altre  sono  sparse  per  tutto  il  Mondo,  eccetto  l'Australia.  Hanno  abi- 
tudini quasi  del  tutto  notturne  e  raramente  si  vedono  durante  il  giorno,  cacciano 
di  solito  sul  crepuscolo,  quantunque  uccelli  piccoli,  sono  assai  rapaci,  violenti  e 
coraggiosi,  ma  punto  timidi  anche  dell'uomo.  Depongono  poche  uova  bianche  in 
una  buca  degli  alberi  senza  fabbricare  nido,  né  alcun  letto  per  deporvele. 

53.  Glaucidium  passerinum  (Linnaeus),  Civetta  nana. 

|  Civetta  minore  |. 
[Tav.     X,    fig.    8]. 

Becco  e  iride  gialli;  parti  superiori  grigio-brune  più  o  meno  rossiccie,  sparse 
di  fitte  macchie  rotonde  bianco-sudicie  disposte  talora  a  mezzaluna  sull'occipite 
e  sempre  a  strie  trasversali  sul  dorso,  sulle  scapolari,  sulle  cuopritrici  alari,  sulle 
remiganti,  sul  groppone  e  sul  sopracoda;  faccia  cenerino-bruna  con  numerose 
macchiette  bianche;  sopraciglio  ed  uno  spazio  a  mezzocollare  sulla  gola  bianchi  ; 
parti  inferiori  bianco-argentee  con  macchie  allungate  longitudinali  brune  e  fascie 
bianchiccie  su  fondo  bruno  sui  lati  del  petto;  timoniere  bruno-rossiccie  con  cinque 
fascie  trasversali  bianche;  tarsi  e  diti  rivestiti  di  fitte  piume  setolose,  biancastre 
o  cenerine  con  rade  macchiette  scure. 

Lunghezza  totale  da  0,'"132  a  0,m162;  becco  0,n,015;  ala  da  0,m108  a  0,"'llf>; 
coda  da  0,'"060  a  0,"'0(J9;  tarso  da  0,'"021  a  0,'"020;  dito  mediano  s.  u.  da  0,'"015 
a  0,'"019. 

Abita  le  Alpi  orientali  ed  attraverso  le  parti  centrali  sino  alle  regioni  più  nor- 
diche d'Europa  e  la  Siberia,  manca  nelle  Isole  Britanniche.  In  Italia  è  specie 
molto  rara  e  di  comparsa  accidentale  nelle  Alpi  della  Lombardia,  del  Veneto 
e  del  Trentino,  ove  però  secondo  il  Bonomi  sarebbe  sedentaria  nella  foresta  della 
»  Parisa  »  presso  Folgheria.  Non  nidifica  da  noi,  per  quanto  si  sa,  ed  il  limite 
più  meridionale  di  riproduzione  fu  trovato  a  Olii  nella  Stiria. 

I  due  G.  passerinum  citati  dal  Doderlein  (fide  Benoiti  e  dal  Saunders  come 
presi  in  Sicilia  e  conservati  a  Catania  sono  riferibili  al  brasiliano  G.  pumilum 
'Temili.)  specie  venuta  d'America  ma  in  pelli',  quindi  il  G.  passerinum  deve  scom- 
parire dai  Cataloghi  di  quell'Isola. 

II  Madarasz,  nel  suo  recente  lavoro  sull'Ornitologia  Ungherese  ('i.  distingue  la 
forma  Ungherese  o  meridionale  dal  Glaucidium  passerinum  del  Nord,  sotto  il  nome 
di  G.  setipes,  che  cosi  caratterizza:   Glaucidio  passerino  Linn.   simile,  sed  striis  fu- 
scis  iilnloiiiiiiiiUlins  distilliti*,  a  colore  albo    iiiai/is    discrrtis,    plumibus    iiusitlihns    obscu 
rioribus,  digitisene  brevibus  et  parcius  plumosis,  fere  setosis  diversum. 

Le  dimensioni  sarebbero  le  seguenti: 

Lunghezza  totale  da  0,'"160  a  0,m170;  becco  0,"'01T>;  ala  da  0,'"096  a  <).'  107  ; 
coda  da  0,m065  a  0,'"070;  tarso  0,'"020;  dito  mediano  s.  u.  0,m015. 


l'i  Magyarorszdg.  Madarai.  V,  pag.  203-204  (1900) 


\  il  \\ :m  i  •  >  i  ....  i .  o 


In  Italia  io  ho  trovato  entrambe  le  forme,  giacché  di  due  esemplari   Veneti 
presi  nel  novembre,  uno  apparterrebbe  al  G.  setipes,  l'altro  al    0.  passerinum.  Il 

primo  ha  i  «liti  poco  piumati,  ma  un  po'  ]>iù  di  (incili  figurati  dal  Madarasz,  clic 
li  avrebbe  quasi  nudi  e  le  penne  sono  più  setolose  (die  nei  soggetti    Scandinavi. 


Piede  ili  '■'.  pai xi  rimini,  un  po' ingrandito. 


Piede  ili   Gr.   ìetipes,  un  po' ingrandito. 


F.eeone  le  dimensioni:  ala  0,ra110;  dito  mediano  senz'unghia  0,'"014.  Del  resto 
trovai  individui  di  Scandinavia  che  avevano  quasi  pari  le  tinte  dell'addome  e 
quelle  delle  penne  nasali:  i  diti  solo  erano  un  po'  più  brevi  e  più  fittamente 
piumati  (');  mi  sembra  poi  che  tali  distinzioni  specifiche  siano  di  poco  momento 
e  credo  che  il  G.  setipes,  anziché  come  specie,  tutt'al  più  forse  potrà  accettarsi 
quale  semplice  sottospecie  col  nome  di  G.  passerinum  setipes. 


Sottofamiglia  SYRNELNAE,  Sirniinae. 
Genere  ASIO,  Brisson. 

Becco  allungato,  molto  curvato  sino  dalla  base,  col  margine  della  mandibola 
superiore  quasi  diritto  e  quello  dell'inferiore  appena  intaccato  all'apice;  cera  grande: 
narici  ovali,  aperte  in  parte  nella  cera  ed  in  parte  sul  becco,  nascoste  da  fitte 
piume  setolose;  disco  facciale  completo  e  ben  distinto:  conche  auricolari  grandi, 
munite  di  un  opercolo  semicircolare  e  membranoso;  meato  uditivo  asimetrico  e 
mediocre;  ali  lunghe,  colla  2a  remigante  primaria  di  solitola  massima,  la  1'  den- 
tellata per  intero,  la  2"  solo  verso  l'apice;  coda  mediocre,  troncata;  gambe  e  diti 
piumati,  questi  fino  all'anello  antiunguinale  o  talora  parzialmente  nudi,  il  mediano 
senz'unghia  più  corto  del  tarso;  unghie  lunghe,  acute,  adunche,  piuttosto  sottili. 

Iride  generalmente  gialla;  testa  fornita  di  due  ciuffi  più  o  meno  allungati; 
calzoni  abbastanza  sviluppati;  statura  mediocre;  piumaggio  abbastanza  lungo  e 
morbido;  colorito  piuttosto  costante. 

Alcune  specie  di  questo  genere  hanno  abitudini  migratorie  ed  oltre  che  ci- 
barsi di  piccoli  mammiferi  e  di  uccelli,  non  sdegnano  gli  insetti,  ma  il  loro  nu- 
trimento principale  sono  i  sorci.  Se  ne  conoscono  quattordici  specie  sparse  in 
tutto  il  Mondo,  eccetto  l'Australia,  si  trovano  anche  nelle  Isole  Sandwich  (A.  acci- 
pitr/iiiis). 


(')  Ho  osservato  che  anche  i  soggetti  nordici  del  /•'.  imito  hanno  le  gambe  e  i  «liti  piii  fittamente 
pinmati  degli   individui  meridionali. 


li  I  ATLANTE    ORNITOLOGI!  0 


54.  Asio  otus    Linnaeus),  Gufo  comune. 

[  Otus  vulgaris.  Fi  km.:  Gufo  |. 
[Tav.   IX.    Bg.   7  |. 

Iride  giallo  aranciata;  ciuffi  lunghi  e  grandi  neri,  sul  margine  esterno  fulvi, 
bianco-grigi  sull'interno;  disco  tacciale  bruno-gialletto;  le  penne  dal  lato  interno 
dell'occhio  nere;  penne  del  collaretto  bianche  alla  base,  scure  all'apice;  parti 
superiori  grigio-lionate  o  grigio-biancastre  con  larghe  strie  longitudinali  bruno- 
nerastre  e  numerose  macchiette  bruni  trasversali,  tali  tinte  si  dispongono  qua  e  là 
a  zig-zags,  più  appariscenti  nella  metà  apicale  delle  penne  sul  dorso  e  sulle  cuo- 
pritrici  delle  ali;  mento  biancastro:  parti  inferiori  giallo-lionate  con  larghe  fascie 
longitudinali  ed  altre  frasi-ertali  ma  più  strette  nere;  fianchi,  basso  addome  e  calzoni 
immacolati:  penne  del  petto  in  gran  parte  bianche  con  una  linea  centrale  nera 
sulle  penne  e  pochi  zig-zags  trasversali  :  ali  e  coda  a  fascie  bruno-grigie  e  bruno- 
scure  e  tinte  giallo-fulve  negli  interspazi.  Si  trovano  individui  di  tinta  più  rossiccia 
o  più  chiara  e  grigio-biancastra. 

Lunghezza  totale  da  0,m350  a  0,  380;  becco  0,m025;  ala  da  0,m310  a  0,'"330;  coda 
da  0,m135  a  0,m150;  tarso  da  0,'"041  a  0,'"044;  dito  mediano  s.  u.  da  0,m030  a  0,  032, 

Abita  l'Europa,  il  Nord  dell'Asia  fino  al  Giappone,  la  Cina,  l'Imalaia  e  il  nord- 
ovest dell'India.  È  stazionario  ovunque  in  Italia,  ma  più  abbondante  quale  uccello 
invernale  e  di  passo.  Nidifica  certamente  nell'Italia  settentrionale  e  centrale  ed 
in  Sicilia;  è  in  generale  poco  comune. 

55.  Asio  accipitrinus  (Pallas),  Gufo  di  patitile. 

LOtus  brachyotus   Forst.),  Otus  accipitrinus  (Pall.  |. 
[Tav.  IX.  flg.  8]. 

Iride  gialla;  ciuffi  assai  corti,  del  color  della  testa,  poco  distinti,  situati  in 
alto  sul  davanti  dei  dischi  facciali;  occhi  circondati  da  uno  spazio  nero:  disco 
facciale  bianco-fulvo  misto  a  strie  nere:  penne  delle  parti  superiori  bruno-nere 
largamente  marginate  sui  lati  di  fulvo-chiaro  e  con  spazi  bianco-giallicci  sulle 
cuopritrici  alari;  mento  bianco;  parti  inferiori  giallo-fulve  con  sole  strie  centrali, 
longitudinali  bruno-nere,  strette  dal  basso  petto  all'ingiù,  mancatili  sui  calzoni  e 

sul  sottocoda;  remiganti  fulve  a  fascie  ed  apice  bru- 
nastri;  timoniere  bianco-fulve  con  sei  o  sette  fascie 
scuro-nerastre  e  terminate  di  bianco-fulvo.  Le  macchie 
strette,  allungate  sul  sottocoda  e  sulle  cuopritrici  in- 
feriori delle  ali  non  sono  speciali  alle  femmine,  ma 
un  semplice  segno  di  immaturità. 

Lunghezza  totale  da0,m370  a  0,'"390;  becco  0,,n025; 
ala  da  0,'  316  a  0,  336;  coda  da  0,m135  a  0,m155;  tarso 
da  0,  035  a  n.  oli:  dito  mediano  s.  u.  da  0,m028  a 
0,m032. 

resta  Hik.occipitri .'   .  Questa  sPecie   V;|   soggetta  a  notevoli  variazioni 

di  colorito  del  tutto  indipendenti  dalle  località  e  che 
si  osservano  specialmente  nel  tono  chiaro  o  scuro  delle  tinte  di  fondo. 


Tav.  9. 


1.  Albanella  minore  (o"  ad.).    2.  Albanella  minore  (giov.).    3.  Albanella  minore  (2).    4.  Civetta  delle  nevi. 
5.  Ulula.    6.  Gufo  degli  Urali.    7.  Gufo  comune.    8.  Gufo  di  padule. 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


WLANTB    ORNITOLOGI*  0 


65 


Abita  quasi  tutto  il  Mondo,  eccetto  l'Australia,  si  trova  però  alle  isole  Sand- 
wich. In  Italia  è  specie  comune  più  che  altro  ai  tempi  del  passo  e  uell'inverno, 

taut 'Ile  paludi,  che  uri  campi  alberati  e  nei  boschi  di  1 itagna.  Nidifica  noi 

Veneto,  in  Sicilia  ed  in  altre  parti.  È  migratoria  in  modo  inarcato. 

56.  Asio  capensis  (Smith),  Gufo  del  Capo. 

Iride  bruno-nerastra;  ciuffi  molto  corti;  attorno  all'occhio  uno  spazio  piumato 
nero;  disco  facciale  brunastro,  macchiato  di  rossiccio-gialletto  poco  accentuato; 
parti  superiori  bruno-scure  tinte  di  cioccolata  e  con  zig-zags  stretti  ed  indistinti 
brunastri,  più  accentuati  e  commisti  a  macchie  sulle  cuopritrici  delle  ali:  parti 
inferiori  bruno-ocracee  pallide  con  fascie,  macchie  a  zig-zags  fulvo  chiare  e  ta- 
lora biancastre;  petto  con  fascie  di  tal  colore;  basso  addome,  sottocoda  e  gambe 
di  un  fulvo-gialletto  immacolato;  remiganti  primarie  pialletto-rossiccie  con  l'apice 
a  fascie  trasversali  bruno  -nerastre,  alcune  delle  più  interne  e  le  secondarie 
esterne  per  un  grande  spazio  bianche  all'apice;  timoniere,  le  due  centrali  bruno- 
cupe  con  tre  fascie  basilari  distinte  e  due  terminali  poco  accentuate  di  un  fulvo- 
carico,  le  altre  terminate  di  bruno-fulviccio  :  diti  ili  solito  midi  limisi  del  tutto. 

Lunghezza  totale  da  0,m340  a  0,m355;  becco  0,m028;  ala  0,m295;  coda  0,m150; 
tarso  0,'"037;  dito  mediano  s.  ti.  0,'"030. 


Piede  di  A.  otus,  al  vero. 


Piede  di  A.  capensis,  al  vero. 


Questa  specie  abita  l'Africa  tropicale  e  settentrionale,  mostrandosi  acciden- 
talmente nella  Spagna  e  non  venne  finora  inai  riscontrata  in  Italia, 


Genere  SYRNIUM,  Savigny. 


Becco  curvato  dalla  base,  piuttosto  corto,  distintamente  più  breve  della  testa 
e  compresso,  col  margine  della  mandibola  superiore  intero  e  con  quello  dell'inferiore 
leggermente  intaccato;  narici  grandi;  cera  piccola,  più  corta  del  culmine;  conca 
auricolare  breve,  ovale,  cassa  ossea  dell'orecchio  simmetrica  sui  due  lati,  apertura 
auricolare  larga  e  fornita  di  un  grande  opercolo  semilunare;  cera,  narici  e  parte 
del  becco  coperte  di  penne  setolose;  dischi  facciali  rotondi,  grandi  e  completi; 
ali  ottuse  o  subottuse,  piuttosto  corte,  larghe,  che  non  arrivano  all'apice  della 
coda,  remiganti  piuttosto   molli,  le  due  prime  remiganti   primarie   piti   o    meno 

Atlante  ornitologico.  9 


66  k.TI  VNTl    ORNITOLOGI!  •• 


distintamente  dentellate;  coda  molto  lunga  e  alquanto  molle:  tarso  subeguale  al 
dito  mediano  con  unghia,  diti  piumati  fino  alle  unghie  e  coperti  di  penne  setolose 
o  nudi  del  tutto;  unghie  lunghe,  curvate,  acute,  scanalate  di  sotto. 

Testa  -lande,  gl'essa,  rotonda  e  senza  ciuffi;  occhi  piccoli,  rispettivamente 
all'animale;  calzoni  mediocri;  piumaggio  lungo  e  assai  molle:  statura  grande  o 
abbastanza  grande;  sessi  simili:  i  giovani  se  coperti  di  piumino  bianco,  lo  tengono 
soltanto  per  brevissimo  tempo;  forma  robusta,  resa  voluminosa  dall'abbondante 
piumaggio. 

Il  Syrnium  è  notturno  nelle  sue  abitudini  ;  nidifica  nei  siti  più  disparati,  nelle 
foreste  selvaggie,  ma  furono  trovate  le  sue  uova  perfino  nei  campi  alberati  in 
pianura,  in  montagna,  in  padule  entro  le  buche  degli  alberi  e  nelle  tane  scavate 
dai  cenigli.  Anche  questi  Gufi,  oltre  di  essere  carnivori,  mangiano  insetti. 

Si  conoscono  31  specie  sparse  per  tutto  il  Mondo,  mancano  però  nella  regione 
Australiana  e  nel  Madagascar;  tre  di  esse  abitano  l'Europa. 

57.  Syrnium  aluco  (Linnaeus),  Gufo  selvatico. 

[  Allocco']. 
[Tav.   X,   fig.   3  e  4]. 

l'arti  superiori  cenerine  più  o  meno  grigie  o  rossiccie  con  una  larga  fascia 
longitudinale  sullo  stelo  di  ogni  penna  ed  altre  trasversali  strette  ed  ondulate  bruno 
nere,  con  spazi  bianchi  sulle  scapolari  esterne  e  sulle  cuopritrici  alari  esterne,  ec- 
cettuate le  piccole;  ampi  cerchi  facciali  biancastro-rugginosi  sulle  penne  centrali. 
bruni  variati  di  fulvo  e  di  bianco  sulle  laterali,  tali  colorazioni  foggiate  talora  a  cer- 
chi concentrici  d'attorno  l'occhio;  mento  bianco-rossigno;  fondo  di  tinta  del  gastreo 
bianco  o  fulviccio,  di  disegno  eguale  a  quello  delle  parti  superiori;  remiganti  primarie 
bruno-chiare  con  fascie  bruno-scure  sulle  esterne  e  con  sei  larghe  bande  trasver- 
sali brunastre  a  zig-zags  scuri  agli  apici,  con  le  due  prime  penne  dentellate  sul 
bordo  esterno,  tale  carattere  talora  si  estende  anche  fino  alla  5a;  coda  brunastro- 
rossiccia  o  cenerognola,  biancastra  all'apice  e  con  zig-zags  bruno-cupi,  fascie 
larghe,  più  o  meno  regolari,  in  numero  di  sei  sulle  timoniere 
- .<•- •"»r^»v  laterali;  tarsi  e  diti  piumati,  questi  sino  all'anello  preungui- 

,•  ~^V  naie;  dito  mediano  più  lungo  dell'interno. 

Lunghezza  totale  da  0,m380  a  0,m425;  becco  0,,n026;  ala 
■  \        da  0,m260  a  0,m310;  coda  da  0,m165  a  0,'"190;  tarso  da  0,m040 
a  0,  050;  dito  mediano  s.  u.  da  0,'"030  a  0,ra032. 

1  nidiacei  non  sono  coperti   di   piumino  bianco  che  nei 
primi  giorni  di  vita,  poi  di  piumino  cenerino  chiaro  con  fa- 
Tosta  di  S.  aluco,  '   .       scie   trasversali   ondulate  brune   e  rossiccie   coll'apice  bian- 
chiccio, presentano  due  tipi  di  colorazione,  cioè  l'ondo  di  tinta 
grigio  0  rossigno-rugginoso  sempre  chiazzato  e  varialo  di  biancastro  e  di  bruno. 
Questa  specie  presenta  casi  di  dimorfismo  spiccato   sotto   più   aspetti  e   più 
che  altro  si  trovano  oltre  il  tipico  descritto: 

a)  individui  di  un  fulvo-rossiccio  di  vario  tono  col  disegno  normale  con- 
servato e  che  furono  attribuiti  a  livree  femminili,  ma  a  torto  non  esistendo  dif- 
ferenza fra  i  sessi,  quantunque  tale  abito  sia  più  frequente  nelle  femmine. 


MI   Wl  I     oi;\i  ini. ni. li  i>  07 


b)  individui  di  un  colorito  scuro,  talora  bruno-cioccolata  o  bruno  aero,  nei 
quali  il  disegno  Dormale  traluce,  mentre  uei  più  completi  e  scuri  la  tinta  è  uni- 
forme ed  il  disegno  del  tutto  scomparso. 

Questa  specie  abita  l'Europa  e  i  paesi  circummediterranei;  in  Italia  è  ovunque 
stazionaria  ed  anche  di  passo,  manca  in  Sardegna  ed  è  rara  uelle  Provincie  me- 
ridionali ed  in  Sicilia.   È  però  dappertutto  poco  comune  e  non  egualmente  distri 
Unita.  Nidifica. 

La  stri.r  meridionalis  del  Risso  è  probabilmente  riferibile  alla  forma  rossigna 
di  questa  specie,  quantunque  l'Autore  le  asse-nasse  occhi  gialli 

58.  Syrnium  uralense  (Pallas),  Gufo  degli   Urali. 

I  Allocco  dell'  little  ]. 
[Tav.  IX,  fig.  6]. 

Becco  giallo;  iride  nocciola-cupa:  parti  superiori  bianco-grigie  col  bianco  più 
o  meuo  puro  e  chiaro,  ed  una  larga  macchia  bruno-nerastra  longitudinale  cen- 
trale sulle  penne  e  spazi  biancastri  grandi  ed  accentuati  sulle  scapolari  e  sulle 
grandi  euopritrici;  le  penne  del  dorso  spesso  più  scure  e  con  t'ascio  trasver- 
sali dello  stesso  colore  scuro,  sicché  la  colorazione  chiara   si  dis| >  qua   e  là  a 

grosse  macchie;  cerchi  facciali  bene  accentuati  e  completi  grigio-bianchicci  collo 
stelo  delle  penne  nerastro  e  con  macchie  rugginose  d'attorno  all'occhio;  collaretto 
bianco,  nero  sulla  linea  centrale  delle  penne  e  macchiato  di  bruno-fulviceio,  in 
certi  soggetti  alcune  penne  del  tutto  nero-lucenti;  parti  inferiori  bianche  qua 
e  là  giallette  con  larghe  strie  centrali  longitudinali  bruno-cupe,  più  scure  sul  petto, 
sul  basso  addome  e  sui  fianchi;  remiganti  primarie  bruno-grigie  coll'apice  bianco- 
fulviccio  e  con  larghe  fascio  brune;  coda  graduata,  lunghissima,  le  due  timoniere 
centrali  eccedono  le  laterali,  di  un  grigio-bruno  con  fine  macchiette  biancastre 
a  zig-zags  e  con  sei  o  sette  fascie  indistinte,  più  accentuate  sulle  laterali:  penne 
dei  calzoni  biancastre  uniformi  o  macchiate  di  brunastro. 

Anche  questa  specie  offre  differenti  toni  di  tinta,  in  alcuni  individui  il  colorito 
scuro  specialmente  sulla  testa  è  nerastro  e  lucido  ed  il  soggetto  è  nel  tutto  più  scuro: 
abbiamo  casi  di  dimorfismo  come  nel  S.  educo,  cioè  di  tinta  scura,  talora  nerastra 
più  o  meno  fuligginosa  e  nei  più  completi  il  disegno  normale  è  scomparso,  né  essi 
sono  rari  ove  la   specie  è  comune. 

Lunghezza  totale  da  0,ra550  a  0,  '696;  becco  0,,n035;  ala  da  0,m380  a  Q,m398; 
coda  da  0,'"270  a0,'"2iS0;  le  timoniere  laterali  di  0,m038  più  corte  delle  mediane: 
tai-so  da  0,in055  a  0,m063;  dito  mediano  s.  u.  da  0,'"040  a  0,m0r>0. 

Abita  il  Nord  dell'Europa  e  la  Siberia,  d'inverno  si  porta  verso  Sud  *  giunge 
tino  nella  Stiria  e  nella  penisola  Balcanica:  ma  forse  nidifica  ed  è  specie  stazionaria 
in  Croazia  ed  in  Slavonia,  ove  è  però  più  comune  d'inverno  [Brusina)  e  dove  si  tro- 
vano anche  facilmente  individui  della  forma  scura.  In  Italia  é  specie  accidentale 
e  molto  rara,  è  strano  che  fu  presa  soltanto  due  volte  e  ambedue  nell'Udinese 
ilsT'.ie  1898,  lì:  Museo  </i  Fimr.e  e  mia  Collezione).  Il  soggetto  giovane  citato  dal 
Costa  pel  Napoletano  colla  data  1883,  certamente  non  appartiene  a  questa  specie, 
ma  al  S.  itine»  od  al   lì.  Imbo. 


US  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


59.  Syrniutn  lapponicum  (Retzius),  Gufo  di  Lwpponia. 

Becco  bruno-gialletto ;  iride  gialla;  parti  superiori  bruno-cenerognolo-cupe  con 
macchie  a  zig-zags  irregolari  bianche  e  macchie  centrali  allungate  scure  più 
accentuate  sul  dorso;  scapolari  bianche  con  una  stria  centrale  e  poche  fascie 
trasversali  brune;  disco  facciale  bianco-grigiastro  con  fascie  avvicinate,  ondulate 
nerastre;  spazio  sopra,  l'occhio  nerastro,  sotto  lo  stesso  bianchiccio;  mar-ine  del 
collaretto  bruno-cioccolata,  macchiato __  di  bianco  nella  sua  parte  bassa;  mento 
bruno-nerastro  con  macchiette 'bianche  ;  parti  inferiori  bianco -brunastre  con 
strie  centrali  bruno-cupe  e  barre  poco  distinte  bruno-chiare;  remiganti  bruno- 
scure  con  fascie  larghe  bianco-brunastre,  zig-zags  fini  bruno-grigiastri  e  tinte 
fulviccie  sul  vessillo  interno  delle  penne;  timoniere  cenerino-brune,  più  cupe  al- 
l'apice e  attraversate  da  cinque  fascie  indistinte  biancastre,  fittamente  macchiate 
di  bruno-cenerino;  penne  dei  tarsi  e  dei  diti  bianco-grigiastre  con  strette  fascie 
bruno-grigie. 

Lunghezza  totale:  maschio,  0,"'G80,  femmina,  0,'"710;  becco  0,'"048;  ala  da  0,m450 
a  0,'"470;  coda  da  0,'"325  a  0,'"340;  tarso  da  0,'"06ó  a  0,'"07S. 

Questa  specie  abita  l'Europa  settentrionale  e  il  Nord  dell'Asia,  mostrandosi 
accidentalmente  nelle  parti  centrali  dei  due  continenti  e  nell'America  nord  occi- 
dentale, né  mai  comparve  finora  in  Italia. 

Il  Temminck  e  il  Gould  hanno  ammesso  il  &  nebulosum  (Forster)  dell'America 
settentrionale  tra  gli  uccelli  colti  nella  penisola  Scandinava,  senza  offrire  però 
prove  esaurienti.  Il  Gould  lo  ha  anche  figurato  (l). 


Genere  NYCTALA,  Breiim. 

Becco  corto,  forte,  curvato  dalla  base,  compresso  colla  mandibola  superiore 
non  festonata  e  coll'inferiore  intaccata  verso  l'apice;  cera  rudimentale;  narici 
piccole,  quasi  circolari;  esse  e  la  cera  del  tutto  ed  il  becco  in  gran  parte  nascosti 
da  penne  setolose;  conca  auricolare  grande,  ovale,  fornita  di  un  opercolo  bene 
sviluppato,  colla  cassa  ossea  dell'orecchio  asimetrica  sui  due  lati;  dischi  facciali 
mandi,  rotondi,  quasi  completi;  ali  lunghe,  rotonde,  la  3a  remigante  primaria  la 
pi  fi  lunga,  la  la  e  la  2!l  smarginate  verso  l'apice,  la  la  dentellata  per  intero  sul 
margine  esterno,  la  2;l  solo  verso  l'apice;  le  ali  non  giungono  all'estremità  della 
coda,  che  è  piuttosto  corta,  rotonda,  remiganti  e  timoniere  molli:  tarso  piumato 
per  intero  e  più  lungo  del  dito  mediano,  quantunque  piuttosto  corto,  diti  piumati 
fittamente  fino  alle  unghie. 

Testa  grande  e  grossa  senza  ciuffi;  piumaggio  molle  e  molto  lungo;  taglia 
piuttosto  piccola. 

Due  specie  compongono  questo  genere,  una  delle  quali  la  N.  acadica  (Gmelinì 
è  propria  all'America  settentrionale,  taluni  considerano  distinte  anche  la  N.teng- 
malmi  dell'America  Artica  e  la  chiamano  N.  Eichardsoni,  Bp. 


i'i  Birds  of  Europe,  I.  pi.  XLVI. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  69 


60.  Nyctala  Tengmalmi  (Gmelln),  Civetta  capogrosso. 

|  Tav.   X,   Bg.   5  e  6]. 

Becco  giallastro;  iride  gialla;  parti  superiori  bruno-rossiccio-chiare  o  cenerine, 
macchiale  di  bianoo,  a  larghe  fascie  sul  dorso  e  sul  collo  ove  talora  sono  a  mezzo 
nascoste,  a  macchie  ovali  estese  sul  vessillo  esterno,  sulle  scapolari  e  sulle  cuo- 
pritrici  alari,  eccettuate  le  piccole;  penne  attorno  all'occhio  nerastre:  dischi  fac- 
ciali bianco-grigiastri  con  Le  penne  dell'orlo  rossiccio-scure  e  con  una  macchia 
apicale  bianca;  mento  e  davanti  del  collo  bianchi,  separati  da  una  banda brunas tra; 
parti  inferiori  biancastre  tinte  di  fulviccio,  con  fascie  trasversali  ed  irregolari,  che 
sui  fianchi  si  foggiano  a  strie  bruno-scure;  remiganti  biancastre  più  chiare,  col 
margine  di  entrambi  i  vessilli  macchiati  di  bianco,  ma  più  estesamente  sull'interno: 
coda  bruna  con  cinque  fascie  trasversali  bianche:  tarsi  e  diti  rivestiti  fino  alle 
unghie  di  penne  bianche  macchiate  di  fulviccio  {ad.).  Bruno-cioccolata  con  spazi 
bianchi  sulla  testa  e  macchie  ovali  sulle  ali;  parti  inferiori 
brunastre  miste  a  bianco-sudicio;  tre  fascie  incomplete  sulla 
coda;  peune  del  sottocoda  e  dei  tarsi  bianco-giallette  con 
macchiette  brune  {gioì'.). 

Lunghezza  totale  da  0,'"230  a  0,'"25ó;  becco  da  0,'"017 
a  0,'"020;  ala  da  0,m165  a  0,m186;  coda  da  0,'"094  a  0,'"099; 
tarso  da  0,'n025  a  0,m028;  dito  mediano  s.  u.  da  0,'"020 
a  0,'"022.  \v     '; 

Abita   l'Europa   centrale   e   settentrionale  ed  il  Nord        piede  (li  v  Tengmalmi, 
dell'Asia  e  specialmente   nella  Scandinavia  si  trova  sino  ai  vero, 

alle  latitudini  più  boreali;  discende  verso  Sud  nell'autunno. 

Questa  specie  è  rara  nelle  parti  settentrionali  d'Italia,  ove  si  prende  d'autunno 
e  d'inverno,  ma  forse  in  alcune  località  delle  Alpi  è  stazionaria  e  non  rara,  ciò 
succede  nel  Trentino  (Bonomi);  si  scosta  sempre  molto  raramente  dall'Alpi,  ove 
vive  nelle  foreste  di  conifere.  Ebbi  un  esemplare  ucciso  sul  Padovano  nell'agosto  1809. 
Il  Catullo  asserì  che  nidifica  nel  Bellunese. 

Anche  la  N.  acadica  (Gm.)  comparve  nei  Cataloghi  Europei  come  presa  in  In- 
ghilterra, anzi  il  Milner  ha  citato  nello  Zooloc/ist  (')  la  cattura  di  due  soggetti,  ma 
tale  notizia  è  poco  attendibile,  secondo  i  migliori  Autori  Inglesi.  Abita  gli  Stati  Uniti 
d'America  fino  al  Messico  e  si  distingue  per  la  statura  minore,  per  le  parti  su- 
periori più  uniformi  e  le  timoniere  con  tre  fascie  trasversali.  Giova  però  notare 
che  la  Strix  acadica  di  Temminck  va  riferita  al  0.  passerinum  e  non  alla  N.  aca- 
dica (Gm.). 


Famiglia  STRIGIDAE,  Strigidi. 

Margine  posteriore  dello  sterno  sinuoso,  ma  non  intaccato  distintamente:  eia 
vicola  fissata  alla  carena  dello  sterno;  dito  medio  ed  interno  eguali  in  lunghezza: 
margine  interno  dell'unghia  di  quello  pettinata.  Nella  porzione  anteriore  dello  spazio 


i'i    186(1,   [>ag.   71(11. 


70  ATLANTI      OUXITOLOGICO 


facciale  un  ciuffo  di  piccole  penne  rigide  molto  larghe;  non  esistono  ciuffi  erigi- 
teli sui  lati  della  testa;  apertura  auricolare  con  un  opercolo  bene  accentuato; 
diselli  tacciali  più  o  meno  perfetti  e  sempre  presenti;  tarso  e  diti  mai  coperti  per 
intero  di  penne. 

Questa  famiglia  consta  di  due  generi,  uno  dei  quali  il  genere  Strix  è  rappre 
sentato  in  Europa,  l'altro  Scelostriz  è  composto  di  due   specie   ed   abita   le    parti 
meridionali  d'Asia  e  le  isole  della  Honda,  si  distingue  per  i  dischi  facciali  incom- 
pleti e  frequenta  le  praterie  di  densa  vegetazione. 


Genere  STRIX,  Linnaei  rs. 

Becco  diritto  alla  base,  fortemente  curvato  verso  la  punta,  molto  compresso, 
col  margine  della  mandibola  inferiore  intaccato  e  quello  della  superiore  (piasi 
diritto;  cera  corta;  narici  ovali,  oblique,  esse,  la  cera  e  la  base  del  becco  in  gran 
parte  coperte  di  penne  setolose;  disco  facciale  grande  e  quasi  perfetto,  solo  ri- 
stretto al  di  sotto  degli  occhi  verso  il  becco;  collaretto  composto  di  penne  corte, 
arrotondate  all'estremità,  disposte  in  più  file  l'ima  dietro  all'altra  che  formano  un 
cordone  di  penne  di  apparenza  scagliosa,  che  contorna  la  testa,  come  un  circolo 
completo,  rientrante  sulla  fronte  e  che  termina  alla  base  della  mandibola  inferiore; 
conca  auricolare  rotonda,  estesa,  fornita  di  un  grande  opercolo  o  coperta  di  penne 
setolose,  rigide;  ali  lunghe  ed  ampie,  arrotondate  che  oltrepassano  la  coda;  lae  3a  re- 
migante primaria  eguali  e  di  poco  più  corte  della  2a  che  è  la  massima,  bordo  esterno 
della  la  dentellato;  coda  corta,  quasi  quadrata;  tarsi  lunghi  e  sottili,  circa  il 
doppio  in  lunghezza  del  dito  mediano  senza  unghia,  ricoperti  di  fitto  piumino  sino 
a  Vi  lunghezza  e  poi  di  piumino  setoloso  fino  all'origine  dei  diti:  diti  reticolati, 
coperti  sul  disopra  di  poche  setole  col  posteriore  versatile,  il  medio  e  l'interno  di 
pari  lunghezza;  unghie  lunghe  e  scanalate  di  sotto,  molto  arcuate  ed  acute  col 
margine  interno  di  quella  del  mediano  seghettato. 

Testa  liscia  senza  ciuffi;  occhi  piccoli;  taglia  mediocre;  forma  allungata;  piu- 
maggio molle:  remiganti  rigide;  timoniere  piuttosto  molli. 

Le  specie  di  questo  genere  hanno  abitudini  del  tutto  notturne  e  non  escono 
dai  loro  nascondigli  che  al  crepuscolo,  per  rientrare  all'alba.  Passano  il  giorno 
nei  luoghi  diroccati,  nelle  soffitte  o  nelle  buche  degli  edifici  e  più  di  rado  in 
quelle  degli  alberi.  Si  nutrono  di  ratti,  di  piccoli  mammiferi  e  d'uccelli  e,  se  vicini 
ad  una  piccionaia,  tanno  strage  di  colombi,  recandovisi  di  continuo  e  distruggendo 
più  che  altro  i  giovani.  Il  loro  grido  fu  paragonato  in  qualche  modo  al  russare 
di  un  uomo.  Depositano  da  tre  a  sette  uova  bianche,  senza  fabbricare  nido,  nei 
luoghi  che  abitano  durante  il  giorno  e  siccome  le  uova  sono  deposte  ad  intervalli, 
così  il  piccolo  Barbagianni  è  anche  nato  da  più  giorni,  quando  altre  uova  non 
sono  ancora   sgusciate. 

Il  genere  Strix  è  cosmopolita  e  le  sue  forme,  che  lo  Sharpe  recentemente  (1899) 
stabilisce  in  numero  di  26  specie,  sono  oggetto  di  vivo  dibattito  tra  gli  Ornitologi, 
molte  sembrando  doversi  ascrivere  a  semplici  varietà,  dovute  a  modificazioni  lo- 
cali o  climatiche;   una   sola  abita   l'Europa. 


ATLANTE    ORNI  rOLOGICO  1  I 


61.  Strix  flammea.  Uvwfis,  lUirl>«<ii<innì. 
[Tav.  \.  fig.  9]. 

Becco  quasi  bianco;  iride  aera;  partì  superiori  di  un  giallo-fulvo  vivaci'  con  pie 
cole  macchiette  Longitudinali  bianco-periate  e  bruno-nerastre  e  fine  striature  neric 
cio-grigiastre  a  zig  zags;  disco  lacciaie  bianco  d'argento,  penne  del  margine  del  col- 
laretto bianche  del  tutto  o  bianche  terminate  di  aranciai li   grigio  aerastro; 

una  macchia  estesa  sull'angolo  anteriore  dell'occhio  ed  il  piccolo  contorno  dello 
stesso  rugginoso  scuro;  parti  inferiori  bianco  candide  o  bianco-giallognole  con 
poche  niacchi. ite  cenerine  sui  fianchi  o  talora  sparse  qua  e  là:  remiganti  e  coda 
con  quattro  o  cinque  fascie  mal  definite  nerastre  macchiate  di  grigio,  specialmente 
sul  vessillo  interno  delle  prime  e  sulle  timoniere  laterali, 
chi'  sono  in  gran  parte  bianche    ad. .  l'arti  superiori  più  *■;•-'-'• 


pallide;  le  interiori  con  macchie  lanceolate  più  numerose 

Igiov.).  ,'■       >     ir 

Lunghezza  totale  da  0,m350  a  0,'n410;  becco  da  O^OSO 
a0,m036;  ala  da  0,  280  a  0,'"305;  coda  da  0,'"102  a0,'"ll  1;  \ ...  , 

tarso   da   0,m05<i    a    0,m061;    dito    mediano   s.  u.  da  0,m033 
a  0,m035. 

Questa  specie  va  soggetta  a  numerose  variazioni  di  co-        festa  di  s.  flammea, 
lolite,  ma  come  ben  dice  il  Martorelli,  le  Italiane,  ed  io 

aggiungo  anche  le  Europe,  sono  di  poca  entità:  una  forma  non  molto  rara  e 
che  s'incontra  su  di  una  vasta,  area  in  Europa  è  la  scura  che  presenta  le  parti 
superiori  grigio-scure  senza  o  con  scarso  accenno  di  fulvo,  esse  cioè  sono  va- 
riate di  grigio-nerastro,  di  nero  e  di  bianco-grigio  e  scarsamente  di  fulvo:  il 
disco  tacciale  biancastro  tinto  di  fulvo:  le  parti  inferiori  bianco-fulve  con  mac- 
chiette lanceolate  grigio-nerastre.  Questa  forma  abiterebbe,  secondo  l'Hartert,  la 
Scandinavia  meridionale,  l'Europa  centrale,  la  Francia,  la  Svizzera,  l'Austria  e 
l'Ungheria;  e  fu  chiamata  Strix  flammea.  La  forma  chiara  è  fortemente  lavata  di 
fulvo  sulle  parti  superiori,  specialmente  sul  contorno  del  disco,  nonché  sul  gastreo, 
ove  le  macchiette  sono  mal  definite;  essa  fu  distinta  dall'Hartert  sotto  il  nome 
di  S.  flammea  Kirchoffi  ed  abiterebbe  la  Gran  Bretagna,  l'Irlanda,  i  paesi  circum- 
mediterranei,  sebbene  i  Barbagianni  di  queste  ultime  regioni,  secondo  lo  stesso 
Autore,  forse  sarebbero  appartenenti  ad  altra  forma. 

In  Italia  ed  in  Sardegna  si  trovano  spesso  soggetti  differenti  dai  tipi  già  noti,  essi 
seno  in  gran  parte  bianchi  con  deboli  tinte  fulviccie  e  piccole  macchiette  lanceolate 
sulla  testa,  sul  dorso  e  sulle  cuopritrici  alari:  il  disco,  il  collaretto  anche  sul 
margine  apicale  e  le  parti  inferiori  sono  bianche  d'argento,  manca  il  rugginoso 
del  contorno  e  della  porzione  anteriore  dell'occhio:  le  fasciò  sulle  remiganti  e  sulle 
timoniere,  quantunque  deboli,  sono  bene  caratterizzale  ed  il  fondo  di  tinta  è  bianco 
Leggermente  fulviccio.  Ora  il  Kleinschmidt  (]  ha  recentemente  distinti  questi 
soggetti  col  nome  di  S.  Ernesti.  Egli  dice  questo  Barbagianni  di  Sardegna  è  ili 
un  bianco  vellutato  splendido,  che  si  estende  sulla  parte  superiore  della   coda  e 


(')  Or».   Monatti).  (190]  . 


72  ATI.ANTK    ORXIT(.II.0(iI('<) 


sul  centro  delle  remiganti  superiori.  Il  maschio  conserva  la  tinta  normale  del 
Barbagianni,  però  più  sbiadita,  soltanto  sul  vertice,  sulle  parti  posteriori  del  collo, 
sul  dorso  e  sui  margini  delle  ali.  Riscontratisi  poi  alcuno  fascie  sbiadite  sulla  coda 
e  sulle  ali  ed  una  macchia  bruna  davanti  agli  occhi.  La  femmina  è  di  poco  più 
scura.  Non  mi  pare  giustificata  l'unione  fatta  dall'Hartert  del  Barbagianni  inglese 
con  quello  spagnuolo.  Ad  ogni  modo,  ed  oggi  maggiormente,  è  necessario  dare 
un  nuovo  nome  alla  forma  sarda  che  è  costantemente  più  chiara  e  che  si  distingue 
notevolmente  da  tutte  le  altre  forme  poliforme  d'Europa  e  dell'Africa  settentrio- 
nale». Col  mezzo  gentile  di  molti  miei  Corrispondenti  (')  ho  raccolto  una  mira- 
bile serie  di  Barbagianni  di  ogni  parte  d'Italia  e  delle  Isole,  e  francamente  di- 
chiaro che  io  non  accetto  le  deduzioni  di  Kleinschmidt.  Con  numerosi  individui  noi 
troviamo  che  le  differenze  tra  soggetto  e  soggetto  si  riducono  a  nulla,  tante  sono  le 
gradazioni  di  tinte  e  più  chiare  e  più  scure  che  si  riuniscono  insensibilmente  a  quelle 
del  tipo  più  noto;  ed  io  credo  che  i  soggetti  di  un  «  bianco-vellutato  splendido  » 
siano  dovuti  all'albinismo  e  ne  ebbi  dalle  Isole  e  dal  Continente:  dirò  poi  come 
lo  Tschusi,  Autore  Tedesco  molto  benemerito  ed  anche  molto  tenero  pelle  sotto- 
specie, fu  della  mia  stessa  opinione  dopo  che  ebbe  veduti  i  soggetti  più  differen- 
ziati della  mia  Raccolta.  Se  il  Kleinschmidt,  invece  di  esaminare  soltanto  qualche 
individuo  di  Sardegna,  avesse  avuto  sott'occhio  serie  numerose  e  provenienti  da 
molte  e  differenti  località  italiane  insulari  e  continentali,  non  avrebbe  stabilito 
la  sua  <S'.  Ernesti. 

È  specie  che  abita  l'Europa,  eccettuato  l'estremo  Nord  e  propriamente  dalla 
Scandinavia  al  Mediterraneo;  si  trova  anche  nell'Africa  e  più  che  altro  sul  ver- 
sante Mediterraneo.  E  sparsa  si  può  dire  su  tutto  il  Mondo  con  variazioni  locali, 
alcune  delle  quali  poco  distinte  e  per  colorito  e  per  dimensioni,  e  sul  cui  valore 
specifico  gli  Autori  non  sono  punto  concordi.  In  Italia  è  ovunque  distribuita,  se- 
dentaria e  comune,  sebbene  non  molto  abbondante;  se  ne  mena  grande  strage,  oltre 
che  pei  pregiudizi  del  volgo,  per  uso  ornamentale  e  di  esportazione;  si  trova  tanto 
nelle  campagne  che  entro  città. 


Ordine  PICARIAE  -  Picarie. 


Becco  non  adunco  e  senza  cera;  narici  nude  e  ricoperte  di  pennuzze  o  di 
peli;  ali  assai  variabili,  con  dieci  remiganti  primarie  delle  quali  la  1°  è  raramente 
spuria;  di  solito  le  grandi  cuopritrici  sono  almeno  metà  in  lunghezza  delle  remi- 
ganti secondarie,  che  talora  coprono  o  ne  raggiungono  l'apice;  coda  variabile 
di  forma,  di  solito  con  8  a  12  penne;  gambe  di  solito  piumate;  tarso  sottile  e  nudo: 


(')  G.  Vallon,  V.  D.ilNoro,  A.  Corazza,  E.  Bonomi  (Alta  Italia-.  <;.  Damiani  (Elba),  C.  Coli,  S.  Hrogi, 
lì.  Giagnani  (Italia  eentrale  e  meridionale),  S.  Sgroi,  C.  Leonardi,  lì.  Meloni,  1'.  Monomi  (Sicilia  e  Sar- 
degna), ecc. 


1.  Gufo  reale.    2.  Assiolo.    3.  Gufo  selvatico  (forma  rossastra).     4.  Gufo  selvatico    6.  Civette  capogrosso 
6.  Civetta  capogrosso  (giov.).     7.  Civette     8.  Civetta  nana.     9.  Barbagianni  (forma  semai. 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


\  I  I  LNT1     ORNI  rOLOGICO  !'■'• 


piedi  variamente  modificati,  con  tre  diti  davanti  ed  uno  all'indietro  o  soltanto 
tre  complessivamente:  unghie  mediocri,  arcuate,  piccole,  quella  del  dito  posteriore 
più  piccola,  mai  più  grande  di  quella  del  3°  dito.  Apparato  vocale  debolmente 
sviluppato,  quindi  a  differenza  dei  Passeracei  sono  uccelli  poco  cantori.  Gruppo 
polimorfico  che  va  dai  Pappagalli  agli  Uccelli  Mosca  e  dai  Picchi  ai  Rondoni. 


Sottordine  ZYGODACTYLI  -  Zigodattili. 


Quattro  diti  dei  quali  il  primo  ed  il  quarto  diretti  all'indietro,  i  due  altri  in 

avanti  o  tre  soltanto,  col  primo  rivolto  all'indietro  ed  il  quarto  mancante:  palato 
desmognato. 


Famiglia  PICIDAE,  Picidi. 

Becco  lungo,  diritto,  cuneiforme,  talora  curvato,  assai  duro,  con  spinoli  mar- 
cati, le  mandibole  sono  eguali,  taglienti  e  troncate  all'apice;  narici  nude  o  coperte 
da  penili'  setolose;  lingua  saettiforme,  assai  lunga,  carnosa,  retrattile  coll'estre- 
mità  cornea  e  munita  di  setole  rivolte  all'indietro;  le  ali  offrono  la  particolarità 
delle  cuopritrici  assai  corte  e  così  della  la  remigante;  coda  mediocre,  composta 
di  li'  penne  graduate,  rigide  e  resistenti;  piedi  robusti,  diti  di  solito  quattro,  più 
raramente  tre,  terminati  da  unghie  grandi,  forti,  acute  e  molto  ricurve:  tarso 
scudettato  e  più  o  meno  rivestito  di  penne  nella  sua  parte  superiore. 

Abitano  i  boschi,  i  parchi  e  le  campagne  ricche  di  alberi  e  non  migrano. 
Sono  arrampicatori  tipici  e  si  nutrono  esclusivamente  d'insetti  e  di  larve,  cercando 
il  cibo  nei  buchi  che  praticano  negli  alberi,  intaccando  le  parti  più  guaste  di 
questi.  Il  loro  volo  è  abbastanza  rapido,  undulato,  ma  poco  sostenuto.  Depositano 
numerose  uova  bianche,  senza  nido,  nelle  buche  degli  alberi  da  essi  stessi  scavate 
e  talora  a  rilevanti  profondità.  Sono  monogami,  i  piccoli  nascono  inetti  e  vengono 
nutriti  per  qualche,  tempo  dai  genitori.  Cangiano  le  penne  una  volta  all'anno 
d'autunno  e  con  lento  procedimento,  di  modo  che  in  alcune  specie  la  muta  dura 
da  luglio  a  ottobre. 

Il  piumaggio  è  di  solito  brillante  ed  a  grandi  spazi  di  speciale  contrasto;  i 
sessi  di  solito  differenti  e  così  i  giovani;  si  conoscono  370  specie  all'incirca  clic 
abitano  le  regioni  tropicali  e  temperate  del  Mondo  tranne  il  Madagascar,  l'Australia 
e  la  Polinesia,  sembrano  mancare  anche  nell'Egitto. 

Sottofamiglia  PICINAE,  Picini. 

Becco  forte  e  robusto;  narici  coperte  di  piume  setolose  dirette  all' indietro; 
coda  rigida,  composta  di  penne  dure  e  lunghe;  sessi  differenti;  piumaggio  a  tinte 
varie  e  brillanti,  specie  sulla  testa  dei  maschi. 

Atlante  ornitologico.  10 


74  ATLANTI'.    ORNITOLOGICO 


Genere  GECINUS,  Bons. 

Becco  compresso,  lungo  quanto  la  testa,  piuttosto  forte,  con  i  margini  late- 
rali un  po'  concavi,  appuntito  all'apice,  mandibola  superiore  con  un  profondo  solco 
che  eerre  parallelo  su  ciascun  lato  e  che  si  rialza  vicino  al  culmine;  narici  basilari, 
coperte  di  penne  setolose,  dirette  in  avanti;  ali  moderate;  coda  lunga  (pianto  il 
tronco,  di  12  penne  graduate,  appuntite,  coi  vessilli  resistenti  e  gli  steli  curvati 
e  rigidi,  il  primo  pajo  di  poco  più  lungo  delle  cuopritrici  superiori  della  coda; 
tarsi  scudettati,  rivestiti  di  penne  su  breve  tratto  anteriormente;  diti  in  numero 
di  quattro,  due  rivolti  in  avanti  e  due  all'indietro,  il  2°  unito  al  .">"  alla  base,  il 
4°  rivolto  all'indietro  ed  eguale  al  3°;  unghie  forti,  ricurve,  quella  del  dito  interno 
la  minore. 

Colore  dominante  verdastro  con  scarse  tinte  rosse;  statura  mediocre.  Hanno 
abitudini  anche  terrestri,  ma  però  sono  eminentemente  arboricoli.  Questo  genere 
comprende  17  specie  sparse  nella  regione  Paleartica  e  nell'Indiana. 

62.  Gecinus  viridis  (Linnaeus),  Picchio  verde. 

[Tav.  XXVI,   flg.   13  e  14]. 

Redini,  penne  nasali,  parte  anteriore  della  faccia  e  contorno  degli  orchi  uni;  pileo, 
testa  e  mustacchio  rosso-eramswzo-brillante,  il  mustacchio  bordato  ili  nero;  parti  supe- 
riori di  un  verde-oliva,  giallo-brillante  sul  groppone  e  sul  sopracoda;  le  inferiori 
bianco-giallette  con  macchie  e  fascio  scure  sul  basso  addome  {mas.  ad.).  Mustacchio 
nero  e  meno  largo  (femm  ad).  Sopraciglio  e  mustacchio  di  un  nero-cupo  macchiato  di 
bianco-olivastro;  la  tinta  rossa  sulla  testa  è  leggermente  aranciata  e  non  colora  che 
l'apice  delle  penne:  tinta  verde  meno  brillante  e  sparsa  di  macchie  biancastre; 
numerose  macchie  brune  e  bianche  sul  gastreo  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"310;  becco  0,'"040;  ala  0,m160;  coda  0,m110;  tarso  0,m027. 

Abita  l'Europa  fino  al  63°  di  latitudine,  trovasi  pure  in  Persia,  nell'Asia  Minore 
e  sui  monti  Urali.  In  Italia  è  specie  comune,  sedentaria  e  nidificante,  rara  in 
Sicilia  e  mancante  in  Sardegna  ed  a  Malta,  ove,  come  si  sa,  non  vive  alcun  Picchio. 
Va  soggetta  a  varietà  albine  e  melaniche  ed  una  bellissima  è  di  un  bianco  canarino 
col  pileo  rosso. 

62".  Gecinus  viridis  Sharpei  (Saunders),  Ticchio  verde  spagnuolo. 

Simile  al  G.  viridis;  faccia  grigia  tranne  uno  macchia  nera  sitili  redini,  mustac- 
chio scarlatto  senza  la  bordatura  nera  {mas.  a</.<.  Mustacchio  nero  {femm.  ad.).  1 
giovani  si  distinguono  da  quelli  del  0.  viridis  pella  l'accia  grigio-lavagna,  verdastra 
anteriormente  con  macchie  bianco-sudicie;  sopraciglio  senza  macchie  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,m310;  becco  0,n,039;  ala  0,ml 60;  coda  0,m108;  tarso  0,m028. 

Abita  la  Spagna  a  mezzogiorno  della  Sierra  de  Guadarrama  ed  il  Portogallo. 


Ml.WI'l      OlIMTol  '"IH  il  75 


63.  Gecinus  canus  (Gmelin),  Ticchio  cenerino. 

[  Tav.   XXVI,   fig.   15  .■  lfi]. 

Uno  stretto  tratto  sulle  redini, mustacchio  e  nuca  neri:  pileo  rosso  nel  centro; 
fronte,  lati  del  vertice  e  della  testa  di  un  bel  cenerino-piombato-cupo;  parti  su- 
periori verde-gialle,  più  vivaci  su]  groppone  e  sulle  cuopritrici  superiori  della 
coda;  gola  cenerino-pallida;  parti  inferiori  verde-grigio-uniformi  (mas.  ad.).  Manca 
la  tinta  rossa  sul  pileo  ed  il  nero  «lei  mustacchio  e  delle  redini  è  più  ristretto; 
testa  cenerina  per  intero  (femm.  ad.).  Fascie  trasversali  nerastre  e  grigio-verdastre 
sulle  cuopritrici  superiori  delle  ali,  sui  vessilli  esterni  delle  remiganti  2e  e  delle 
timoniere;  i  maschi  hanno  tinte  rosse  sulla  fronte  ed  il  mustacchio  nero,  cai-atteri 
mancanti  nella  femmina  [giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"270:  becco  0,ra029;  ala  0,   li:.;  coda  0/  L08;  tarso  0,'"026. 

Abita  gran  parte  d'Europa,  specialmente  verso  il  Nord  ed  in  Asia  si  estende 
fino  alla  Cina.  In  Italia  si  trova  raramente  sulle  Alpi  ed  in  Liguria,  e  più  facil- 
mente sugli  alti  monti  del  Veneto,  del  Tirolo  e  della  Carniola. 


Genere  PICUS,  Linnaeus. 

Becco  forte,  che  termina  a  cono  troncato,  più  lungo  della  testa,  con  solchi 
longitudinali,  il  più  alto  dei  quali  parte  dalle  narici  ed  è  più  profondo  degli  altri: 
narici  coperte  di  fitte  penne  setolose  rivolte  in  avanti;  ali  piuttosto  lunghe;  coda 
più  lunga  del  tronco,  assai  rigida;  tarsi  piumati  quasi  fino  all'inserzione  dei  diti, 
scudettati  nel  resto;  diti  quattro. 

Statura  piuttosto  grande;  tinta  dominante  nera  con  scarse  colorazioni  rosse: 
penne  dell'occipite  rialzate  a  ciuffo;  sessi  e  giovani  differenti. 

Una  sola  specie. 

64.  Picus  martius,  Linnaeu.s,  Piceli  io  nero. 

\  Dryocopus  martius  (L.)  |. 

[Tav.  XXVI,  lig.  le  2]. 

Parte  superiore  della  testa  con  le  penne  allungate  a  ciuffo  di  un  bel  rosso 
vivacissimo;  nel  resto  nero-profondo  che  tende  leggermente  al  bruno  sulle  remi- 
ganti e  sul  gastreo,  ma  più  che  tutto  sul  petto  (mas.  ad.).  Tinta  generale  nera 
più  opaca  e  brunastra,  la  rossa  è  limitata  ad  una  macchia  sulla  nuca  (femm.  ad.). 
Becco  meno  forte,  nel  maschio  il  vertice  è  variato  di  rosso  e  di  nero;  tinta  nera 
più  pallida  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'n450;  becco  0,m058;  ala  0,in245;  coda  0,m180;  tarso  0, '"034. 

Abita  la  regione  Paleartica  tra  il  38°  ed  il  60°  di  latitudine,  spingendosi  ad  est 
sino  al  Giappone.  In  Italia  il  Picchio  nero  vive  lungo  la  catena  delle  Alpi,  più 
frequènte  su  quelle  dell'Ossola,  del  Tirolo  e  della  Carnia;  venne  citato  come  com- 
parso sugli  Appennini,  nella  Calabria  e  in  Sicilia,  ma  queste  informazioni  vanno 
meglio  assodate;  secondo  il  Savi  molti  anni  addietro  viveva  nei  boschi  della  Ma- 


7  ti  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


remma  Toscana,  ora  vi  è  scomparso.  Abita   le  foreste   di   conifere,  ove  è  seden- 
tario e  nidificante. 


Genere  DENDROCOPUS,  Koch. 

Becco  di  varia  dimensione,  coi  margini  laterali  quasi  rettilinei,  più  corto  della 
testa,  abbastanza  appuntito  e  leggermente  troncato  all'apice;  coda  subeguale  al 
tronco;  tarsi  scudettati,  rivestiti  di  penne  solo  su  breve  tratto  della  parte  superiore 
ed  anteriore;  diti  quattro,  col  4°  molto  più  lungo  del  3°. 

Statura  relativamente  mediocre;  colori  dominanti,  nero,  bianco  o  biancastro, 
con  scarse  tinte  rosse  o  gialle  sulla  testa  dei  maschi;  i  sessi  ed  i  giovani  differenti. 

Questo  genere  consta  di  circa  40  specie  sparse  nelle  regioni  Paleartica,  In- 
diana, Neartica  e  Neotropica. 

65.  Dendrocopus  major  (Linnaeus),  Picchio  rosso  maggiore. 

\  Picus  major,  L.  ]. 
[TAV.  XXVI,  fig.  5,  6  e  7], 

Fronte  e  redini  bianco-rossiccie;  occipite  rosso-brillante;  lati  della  testa,  del 
collo  e  scapolari  bianche;  dalla  base  del  becco  parte  una  fascia  nera  che  passa  al 
di  sotto  della  regione  parotica  ove  si  divide,  un  ramo  riunendosi  alla  nuca  in 
modo  che  separa  il  bianco  della  regione  parotica  da  quello  dei  lati  del  collo; 
l'altro  continua  sui  lati  del  petto;  testa,  dorso  e  groppone  nero  lucidi;  parti  in- 
feriori bianche  tinte  di  rossiccio;  basso  addome,  fianchi  {senza  strie)  e  sottocoda 
rosso-vivi;  remiganti  bruno-nere  con  macchie  bianche;  timoniere  centrali  nere, 
le  altre  nere  alla  base,  a  fascie  bianche  e  nere  nel  resto  {mas.  ad.).  Occipite  nero: 
tinte  nere  e  rosse  dell'addome  meno  pure  (femm.  ad.).  Vertice  rosso;  occipite  nero; 
remiganti  primarie  terminate  di  bianco:  fianchi  con  strie   poco  apparenti  (gioì-.). 

Lunghezza  totale  0,'"250;  becco  0,'"024;  ala  0,'"140;  coda0,'"088;  tarso  0,'"020. 

Abita  tutta  l'Europa  fino  al  70°  N.  lat.  e  la  Siberia  meridionale  fino  alla  Corea. 
In  Italia  è  specie  ovunque  sedentaria,  nidificante  e  comune,  mancante,  come  si  è 
detto,  a  Malta. 

Recentemente  l'Hartert  i})  divide  il  D.  major  dell'Inghilterra  col  nome  di 
D.  major  anglicus,  esso  sarebbe  più  piccolo  col  gastreo  più  scuro;  classifica  gli 
esemplari  nordici  sotto  il  nome  di  T).  major  major,  aggiungendo  che  egli  ritiene 
distinta  anche  la  forma  Italiana  e  meridionale  in  genere,  ma  gli  manca  il  mate- 
riale di  confronto.  11  Kleinschmidt  osserva  che  il  Dendrocopus  major  della  Sardegna 
è  più  piccolo  del  tipico,  più  scuro  e  col  becco  più  sottile,  egli  aggiunge  che  s'av- 
vicina a  quello  delle  Canarie,  come  notò  Hartert;  gli  individui  còrsi  e  quelli  al 
sud  degli  Appennini  sono  eguali  ai  sardi.  Dice  che  è  forma  eminentemente  di- 
stinta, ma  (die  il  nuovo  suo  nome  «'■  riservato  all'Hartert,  (die  per  primo  ne  con- 
statò le  diversità!  Il  Madarasz  cita  pell'Ungheria  il  I).  major  rissa  (Pali.).  Questa 
sottospecie  è  distinta  dal  D.  major  pella  tinta  di  fondo   del   gastreo  che  è  di  un 


(')  Novit.  Znol..   VII,  pag.   528  (1900). 


vii  .  wrr.  ORNITOLOGICO  T7 


bianco-puro,  per  il  bianco  sulle  timoniere  Laterali  che  occupano  uno  spazio  maggiore, 
le  inscio  non'  essendo  più  strette.  Abita  la  Siberia  tino  al  Kamciatka  od  allo  stretto 
di  Bering.  È  strano  che  la  forma  Siberiana  si  trovi  in  Ungheria  ed  io  ritengo  che 
si  incontri  anche  in  [talia  (mia  Collezione). 

Noi  Caucaso  abita  una  sottospecie  affine,  il  D.  major  l'ori-., imi  (Bogd.)  che  è 
di  statura  minoro  e  colle  parti  inferiori  di  un  bruno  molto  scuro,  quasi  cioccolata. 
Lunghezza  totale  0,ra210;  ala  0,m120. 

65'/.  Dendrocopus  major  syriacus  (Hemprich  &  Ehkenberg) 
Picchio  russo  maggiore  siriaco. 

Simile  al  D.  major;  lati  della  testa,  del  collo  e  parti  inferiori  bianco-fulviccie, 
dalla  base  del  becco  parto  una  fascia  nera  che  si  estende  all'ìngiù  sui  lati  del 
davanti  del  collo  e  del  petto,  un  ramo  di  essa  si  dirige  verso  le  spalle;  faccia  e 
collo  non  attraversati  dalla  fascia  nera;  fianchi  e  calzoni  striati  di  nero-scuro; 
addome  e  sottocoda  scarlatti. 

Lunghezza  totale  0,'"240;  becco  0,'"030;  ala  0,m102;  codaO,'"087;  tarso  0,'"021. 

Abita  l'Asia  minore  fino  alla  Persia  ed  alla  Palestina  ed  è  accidentale  nel- 
l'Europa orientale.  Due  esemplari,  presi  a  Silistria  nel  1890,  li  notai  nel  Museo  di 
Sera  j  evo  (Bosnia). 

Alcuni  Autori  considerano  il  D.  major  syriacus  buona  specie  col  nome  di  I).  sy- 
riacus (cfr.  Cat.  B.  Brit.  Mus.),  ma  io  ritengo  che  esso  rappresenti  semplicemente 
il  I>.  major  tipico  nelle  regioni  già  indicate. 

Due  specie  Nord-Americane  dette  I).  villosus  (Linn.)  e  D.  pubescens  (Linn.) 
sembrano  essere  state  prese  molti  anni  or  sono  in  Gran  Bretagna,  ma  il  Saunders 
nel  suo  eccellente  Manuale  (1899)  non  le  ammette  tra  le  Britanniche  ('). 

66.  Dendrocopus  leuconotus  (Bechstein),  Picchio  a  dorso  bianco. 

[  Picus  leuconotus,  Bchst.  ]. 

[Tav.  XXVI,  flg.   3  o   I  |. 

Parte  superiore  della  lesta  fino  alla  nuca  rosso-scarlatta;  nuca  nera;  lati  della 
faccia  e  del  collo  bianchi;  una  fascia  nera  parte  dalla  mandibola  inferiore,  passa 
sotto  la  regione  auricolare,  si  allarga  poi  portandosi  all'indietro  senza  però  riu- 
nirsi alla  nuca,  ed  un'altra  discendendo  corre  sui  lati  del  davanti  del  collo  e  del 
petto;  parte  alta  del  dorso  e  groppone  neri;  parte  bosso  del  dorso  bianca  attraversata 
anteriormente  da  una  fascia  bianca;  lati  del  petto  e  fianchi  rosei  striati  di  nero 
(mas.  ad.).  Testa  nera;  strie  sui  fianchi  più  cupe  e  più  numerose  (femm.  ad.).  Testa 
rosso-pallida,  nera  alla  base  delle  penne  (mas.  giov.).  Nella  femmina  il  rosso  è  più 
pallido,  più  giallastro  e  meno  esteso,  i  fianchi  grigi  con  strie  più  larghe,  la  tinta 
rossa  dell'addome  e  del  sottocoda  sostituito  da  rosa-pallido  (femm.  giov.). 

Lunghezza  totale  0,m260;  becco  0,'"030;  ala  0,'"144:  coda  0,'"099;  tarso  0,"'o21 . 


(')  Il  Dendrocopus  numidicus  (Malherbo)  fu  riluto  pclla  Spugna  (A.  Itrehm)  o  come  preso  nel  1*61 
vii-ino  a  Miinstei  (Aitimi);  abita  Tunisi,  Alacri  ed  il  Marocco;  credo  conveniente  attendere  prove  più  si- 
curo per  ammetterlo  nell'Avifauna  Europea.  Si  distingue  dal  l).  major  pei  statura  minore,  per  una  fascia 
rossa  sulla  gola  marginata  di  nero  negli  adulti  o  con  macchie»  di  quest'ultimo  colore  nei  giovani. 


78  ATLANTI".    ORNITOLOGI!  0 


Questa  specie  abita  l'Europa  continentale  e,  attraverso  la  Siberia  meridionale, 
si  estende  sino  alla  Mongolia.  La  sua  comparsa  in  Italia  non  è  del  tutto  certa, 
sembra  stato  preso  nel  Trentino  e  due  volte  in  Liguria,  gli  altri  soggetti  citati 
sotto  tal  nome  erano  invece  riferibili  alD.  leueonotus  Idlfordi  (Sharpe  &  Dress.).  Il 
Salvadori  non  l'ammette  tra  le  Italiane,  bensì  il  Giglioli  che  cita  un  quarto  esem- 
plare preso  in  Toscana;  la  sua  presenza  tra  noi  non  sarchile  del  resto  fatto  molto 
straordinario. 

66  a.  Dentlrocopus  leueonotus  Lilforcli  (Sharpe  &  Deesser),  Piccino  a  dorso  bianco 
di  TAlford. 

\  Picus  leueonotus.  Bp.,    aec  Bchat.)  e  Auct.  [tal.  (partii»),  Picus  Lilfordi  (Sharpe  &  Drkss.);  Picchio 
ili  Lilford,   Picchio  dalmatico  | 

Simile  al  precedente;  testa  rosso-cremisina;  una  fascia  nero-bluastra  molto 
più  larga  parte  dalla  mandibola  inferiore  e  si  dirige  all'indietro  sui  lati  del 
collo,  discendendo  su  quelli  del  petto,  un  braccio  di  questa  si  stacca  all'indietro 
della  regione  auricolare,  dirigendosi  verso  la  nuca,  ove  si  riunisce:  dorso  nero  colla 
parte  bassa  dello  stesso  ed  il  groppone  alternati  ili  fascie  nere  e  bianche,  sopracoda  e 
parte  bassa  del  groppone  neri;  strie  dei  fianchi  più  larghe  ed  estese  sui  calzoni  : 
cuopritrici  inferiori  delle  ali  più  variate  di  nero. 

Lunghezza,  totale  0,'"270;  becco  0,m032;  ala  0,m145;  coda0,m105;  tarso  0/"021. 

Abita  la  penisola  Balcanica,  la  Dalmazia  e  l'Asia  Minore.  In  Italia  è  specie 
accidentale  e  rarissima,  colta  però  a  più  riprese  in  Toscana  ed  in  Liguria,  una 
volta  presso  Ancona  e  presso  Pinerolo  in  Piemonte. 

67.  Dentlrocopus  medius  (Ltnnaeus),  Picchio  rosso  mezzano. 

[Picus  medius,  L>.  ;  Piccato  mezzano']. 
[Tav.  XXVI,  lig.  8  |. 

Fronte  cenerino-rossiccia;  penne  lunghe  ed  affilate  del  pileo,  vertice  ed  occipite 
di  un  bel  rosso  brillante;  nuca  e  parti  superiori  nero-lucide;  lati  della  faccia  e  del 
collo  di  un  bianco  più  o  meno  puro:  dai  lati  del  collo  una  Larga  fascia  nera,  che  esten- 
desi  sui  lati  del  petto;  dietro  le  cuopritrici  auricolari  corre  un  braccio  di  tale 
fascia,  che  talora  giunge  fino  alla  nuca:  penne  «lei  fianchi  rosa  con  numerose  fascie 
longitudinali  bruno-nerastre  (mas.  ad.).  Penne  della  testa  meno  lunghe  ed  affilale: 
rosso  dell'occipite  leggermente  giallastro  (femm.  mi.),  ('cine  gli  adulti:  rosso  della 
testa  meno  puro  e  commisto  a  nero;  remiganti  primarie  terminate  di  bianco  (giov.). 

Lunghezza  letale  0,m22O;  becco  0,m021;  ala  0,ml 22;  coda  0,m080;  tarso  0,m020. 

Abita  L'Europa  occidentale-centrale  fino  al  Caucaso  e  verso  Nord  fino  alla 
Finlandia.  In  Italia  è  specie  stazionaria,  ma  rara:  fu  trovata  nelle  provincie  sei 
tentrionali,  in  Liguria,  in  Toscana,  nel  Romano  e  fino  in  Sicilia.  Nidifica,  i giovani 
si  confondono  col  I>.  major,  ma  in  questa  specie  l'occipite  è  nere  e  non  rosso  ed 
i  fianchi  bianco-fulvieci  uniformi  senza  strie  o  con  le  stesse  poco  apparenti,  mentre 
sono  Larghe  e  su   fondo  rosa  nel  I>.  medius. 

lina  sottospecie  poco  dissimile  delta    D.  medius  Saneti-Johannis  Ulani'.)    vive 
nell'Europa  sud-orientale  (Serbia,  Turchia',  nel  Caucaso,  nella  Persia  e  nell'Asia 


vn.ANi  i:   ORNI  rOLOGICO  T:i 


Minore,  è  distinta  da]  l>.  medius  per  statura  minore,  pelle  parti  inferiori  <li  un 
giallo  o  rossiccio  vivace  e  scuro,  le  strie  sui  lati  e  fianchi  più  noie  e  più  larghe 
e  che  sui  calzoni  assumono  l'aspetto  di  fascie  trasversali. 

Lunghezza  totale  0,ra200;  becco  0,m023;  ala  0,'  120;  coda  0,m079;  tarso  0,m021. 

68.  Dendrocopus  minor  (Linnaeus),  Ticchio  rosso  minore. 

[  Picus  minor,  1..:   Picchio  minore  |. 
|  Tav.  XXVI,  tìg.  9  e  in  ]. 

Fronte  fulviccia;  patte  superiore  della  testa  cremisina  con  le  penne  bianche 
nella  loro  parte  mediana,  la  qua]  tinta  apparisce  qua  e  là;  una  stretta  linea  nera 
borda  il  rosso  della  testa;  una  striscia  nerastra  parte  dalla  mandibola  inferiore 
e,  passando  sotto  la  regione  auricolare  senxa  riunirsi  all'occipite,  si  dirigi' sui  lati 
ilei  collo,  ove  allargata  forma  una  grande  macchia  triangolare:  uno  spazio  dietro 
l'occhio,  lati  della,  l'accia  e  del  collo  di  un  bianco  più  o  meno  gialletto;  parti  superiori 
nero-lucide  colla  parte  bassa  del  dorso  e  le  scapolari  inferiori  a  t'ascio  alterne 
trasversali  bianche  e  nere;  parti  inferiori  bianco-brune  con  strie  allungate  nere 
sul  petto  e  sui  lati  e  macchie  triangolari  sul  sottocoda  (mas.  ad.).  Manca  il  rosso 
sulla  testa  che  è  di  un  bianco-giallastro,  bordato  posteriormente  e  sui  lati  di  nero 
[fiin/it.  mi.'.  Parti  nere  volgenti  al  bruno;  il  maschio  ha  la  testa  rossa  colla  base 
delle  penne  bianco-scura;  la  femmina  ha  la  stessa  parte  bruna  tinta  di  un  gial- 
letto più  carico  {gioii.). 

Lunghezza  totale  0,m155;  becco  0,'n014;  ala  0,m085;  coda  0,'"060;  tarso  0/"0 12. 

Abita  l'Europa  e  la  Siberia  meridionale,  spingendosi  verso  est  fino  alla  Mon- 
golia. In  Italia  è  specie  sedentaria,  ma  erratica  durante  l'inverno,  generalmente 
poco  abbondante  e  piuttosto  rara  in  .Sicilia  ed  in  Sardegna.  Nidifica  e  frequenta 
i  boschi,  specialmente  di  montagna. 

68  «.  Dendrocopus  minor  pipra  (Paij.as),  Picchio  rosso  minori'  siberiano. 

Simile  al  I>.  minor:  fronte  bianca;  basso  dorso  e  groppone  bianco-puri  senza 
fascio  o  con  deboli  indicazioni  di  esse:  parti  inferiori  bianco-pure  ed  uniformi: 
talora  il  sottocoda  ha  piccole  macchiette  nere;  statura  maggiore. 

Lunghezza  totale  0,'"164;  becco  0,'"018;  ala  0,'"095;  coda  0,'"06b' ;  tarso  0,m0 1  5. 

Abita  la  Russia  settentrionale  e  la  Siberia  fino  al  Giappone  ed  all'Isola  di 
Bering. 

68  A.  Dendrocopus  minor  Danfordi  (Hargitt),  V'urino  rosso  minore  di  Danford. 

Simile  al  1>.  minor:  un  ramo  della  stria  che  parte  dalla  mandibola  inferiore 
circonda  la  parte  posteriore  della  regione  auricolare  e  si  unisce  sull'occipite: 
parti  inferiori  più  scure  e  con  maggiori  stonature;  i  calzoni  ed  i  fianchi  con  fascie 
trasversali  scuro-nere. 

Lunghezza  totale  0,'"135;  becco  0,m016;  ala  0,m086;  coda  0,m048;  tarso  0,,n014. 

Abita  la  Turchia,  la  Grecia,  l'Asia  Minore  ed  il  Caucaso  settentrionale. 

Un  altro  Picchio  Americano  il  Colaptes  auratus  (L.)  è  stato  colto  nelle   Isole 


SO  ATLANTI.    ORNITOLOGI!  0 


Britanniche,  ma  il  Saunders  non  lo  ammette  nel  suo  ottimo  e  recente   Manuale. 
E,  sulla  sua  autorità,  lo  eseludo  da  questo  lavoro. 


Genere  PIC01DES,  Lacépède. 

Becco  più  corto  della  testa,  piuttosto  sottile  ed  appuntito,  allungato,  coi  solchi 
laterali  collocali  assai  vicino  al  bordo  della  mandibola  superiore,  i  cui  margini 
Laterali  sono  rettilinei;  narici  coperte  di  fitte  penne  setolose;  coda  cuneata,  sub- 
eguale al  tronco;  tarsi  scudettati,  rivestiti  di  piume  circa  sino  a  metà  lunghezza: 
diti  in  numero  di  tre,  due  rivolti  in  avanti  ed  uno  solo  e  lungo  diretto  all'indietro, 
pollice  nullo. 

Statura  mediocre:  piumaggio  bianco  e  nero:  il  giallo  rimpiazza  il  nero  sulla 
testa  dei  maschi;  sessi  e  giovani  differenti. 

Questo  genere  composto  di  dieci  specie  abita  L'Europa  centrale  e  settentrio- 
nale, parte  dell'Asia  e  l'America  settentrionale;  una  sola  specie  si  trova  anche 
in  Italia. 

69.  Picoides  tridaetylus  (Lixnakis),  Picchio  tridattilo. 

[ Picchio  ti  tre  dita,  Picchio  u  tridattilo]. 
|  Tav.  XXVI,  eg.  11  e  12  ]. 

Tre  diti,  dei  quali  uno  ricolti)  all'indietro.  Fronte  e  sopraciglio  nero-blu  e 
bianco;  parte  superiore  della  testa  gialla  all'apice  delle  penne,  che  sono  bianche 
nella  loro  parte  mediana,  sicché  appaiono  le  due  tinte;  Iati  della  faccia  e  nuca 
nero-blu;  dalla  mandibola  superiore  parte  un  mustacchio  nero-blu,  che  si  dirige 
sui  lati  del  collo:  una  fascia  dello  stesso  colore  circonda  l'occhio,  le  orecchie  e 
termina  sulla  spalla,  una  terza  bianca  parte  dalle  redini,  colora  le  guancie  e  ter- 
mina sui  lati  ed  infine  una  quarta  pure  bianca  parte  dall'angolo  posteriore  del- 
l'occhio, si  estende  al  disopra  della  regione  auricolare  e  termina  posteriormente 
sui  lati  del  collo,  riunendosi  alla  nuca;  dorso  nero,  col  coltro  Inauro  puro:  i  lati  del- 
l'alto petto  con  larghe  strie  allungate  nere:  fianchi  e  sottocoda  con  larghe  fascie  tras- 
versali nere  (mas.  ad.).  Testa  di  un  nero-blu-lucido,  cogli  apici  delle  penne  della  parte 
anteriore  bianco-argentee,  manca  il  giallo  (femm.  ad.).  Le  penne  nero-blu  qui  sono 
brune,  le  macchie  allungate  sul  centro  del  petto  e  dell'addome  nero-opache;  la 
tinta  gialla  sulla  testa  meno  estesa  nei  maschi,  bianco  argentea  meno  appariscente 
nelle  femmine  [giov.). 

Lunghezza  totale  0,m210;  becco  0,'"030  :  ala  0,m130;  coda  0,'"085;  tarso  0,m022. 

I  soggetti  Italiani,  come  quelli  della  Svizzera,  hanno  le  parti  inferiori  assai 
più  variegate  di  nero  ed  il  dorso  presenta  tinte  nere  bene  sviluppate,  che  talora 
assumono  la  l'orma  di  fascie.  La  forma,  che  abita  la  Siberia  settentrionale  e  cen- 
trale, il  Kamciatka  ed  a  quel  che  pare  la  Lapponia,  fu  distinta  col  nome  di 
/'.  tridaetylus  crissoleucus  (Bp.),  ''ss'1  presenta  i  Lati  del  petto  con  poche  e  strette 
fascie  nere,  i  fianchi  ed  il  sottocoda  hanno  rade  macchie  nere,  ed  il  bianco  del 
dorso  poche  fascie  nere.  La  tinta  generale  è  più  chiara.  Secondo  il  Eteichenow  (*) 


litt.  .tv.  Sharpe,   llund-ìhl,  II,  pag.  216    1900  . 


l'av.  li 


*stfT 


1.  Nocciolaia.    2.  Ghiandaja.    3.  Gracchio  corallino.    4.  Gracchio.     ■").  Gazza.     6.  Taccola.     7.  Corvo. 

8.  Cornacchia  nera.     '.<.  ;ua. 

Ulrico  Hoepli,  Editore.  Milano. 


vn.wn     ORNITOLOGICO  vl 


il  P.  Iridactylus  della  Norvegia  sarebbe  pure  distinto  e  ad  esso  spetterebbe  il  Dome 
di  P.  septentrionalù,  Un'Imi  <>  più  a  proposito  quello  di  P.  tridactylus septentrionalis. 
Concludendo,  gli  Autori  ammettono  due  forme  Europee  di  /'.  tridactylus,  cioè: 

a)  forma  settentrionale  o  /'.  /.  sr/itn/fn'owìlis,  bianco  del  gastreo  più  puro, 
fianchi  con  un  minor  numero  ili  strie. 

li)  t'onna  meridionale  o  /'.  t.  alpinus,   bianco  del  gastreo  menu  puro  e  al- 
quanto sudicio,  fianchi  eoo  un  maggior  mimerò  di  fascie. 

Nell'asiatico  P.  t.  crissoleucus  il  bianco  è  ancora  più  puro  e  più  esteso,  e, 
secondo  Menzbier,  la  statura  è  minore. 

(Questa    sarebbe   la    t'orma   (die   vive   in    Lapponia. 

Sottofamiglia  [YNGXNAE,  Tjngini. 

Becco  eorto,  debole;   narici   coperte   parzialmente   da   una   membrana  senza 

piume  setolose;   ali   corte;  coda  lunga,  arrol lata,  a  piume  non  rigide,  ma  molli; 

diti  in  numero  di  quattro. 

Sessi  (piasi  simili;  piumaggio  molle  ed  opaco  come  i  Succiacapre,  ma  eolle 
ali  lasciate  come  i  Picchi. 

Hanno  le  altitudini  dei  Picchi,  ma  non  s'arrampicano  che  raramente,  non 
potendo  come  essi  usare  la  coda  per  sostegno  e  non  praticano  fori  snidi  alberi, 
avendo  il  becco  troppo  debole,  ma  come  quelli  si  nutrono  di  formiche,  di  in- 
setti e  di  larve,  e  talora  si  vedono  saltellare  sul  terreno  in  cerca  di  formiche; 
nidificano  nelle  buche  degli  alberi,  che  non  si  scavano,  ma  scegliendo  quelle  già 
praticate  da  altri  uccelli,  senza  fabbricar  nido  e  deponendo  varie  uova  bianche 
e  lucide.  Hanno  il  potere  di  allungare  il  collo,  e  di  torcerlo  in  modo  singola- 
rissimo, tenendo  il  corpo  immobile,  ciò  che  tanno  specialmente  quando  sono  distur- 
bati. Questa  sottofamiglia  comprende  il  solo  genere  Iynx. 

Genere  IYNX,  Linnaeus  ('). 

Becco  più  corto  della  testa,  senza  solchi  laterali,  diritto,  quasi  conico:  narici 
basilari,  in  parte  coperte  da  una  membrana;  lingua  lunghissima,  vermiforme, 
retrattile  senza  setole,  coll'apice  corneo  e  piatto;  ali  moderate,  piuttosto  corte; 
coda  rotonda  di  12  penne  ordinarie,  col  paio  esterno  piccolo;  tarsi  forti,  scudet- 
tati,  piumati  in  fronte  sino  al  disotto  della  giuntura;  diti  quattro,  due  in  avanti 
riuniti  alla  base  e  due  all'indietro,  liberi,  col  4°  rivolto  all'indietro  e  più  breve 
del  .">";   unghie  mediocri,  acute,   soleate  lateralmente. 

Si  conoscono  quattro  specie  del  genere  /////.*•  disseminate  in  gran  parte  della 
regione  Paleartica  e  dell'Indiana,  una  sola  di  esse  giunge  in  Europa, 

70.  Iynx  torquilla,  Linnaeus,  Torcicollo. 

[Tav.   XIII,  flg.  4  e  Tav.   L,  flg.   1  a  J. 

Testa  e  nuca  grigio-chiare  alla  base  delle  penne,  con  una  lascia  trasversale 
nera  presso  l'apice,  preceduta  da  altra  marrone:  sul  centro  della  nuca  e  sul  dorso 


(')  Linneo  gerisse  Iynx  (1758)  e    Vun.r   1 7»>f>  ■.  m:i,  coinè  osserva  il  Sonile  vali,  de\e  eoiieji^iTsi  COI)  Iynx. 
Atluni>   01  nitologico.  1 1 


82  ATLANTF.    ORNITOLOGICO 


una  larga  estensione  di  penne  nere  nel  centro,  con  cospicuo  margine  e  contorno 
rossastro,  ciò  che  forma  uno  spazio  ben  distinto;  due  altri  spazi  longitudinali  consimili 
sulle  scapolari;  dorso,  groppone  e  sopracoda  misti  di  grigio  e  rossiccio  con  leg- 
geri zig  zags  nerastri;  gastreo  bianco-gialletto,  con  fascie  nerastre,  clic  verso  l'ad- 
dome assumono  la  t'orma  di  macchie  triangolari;  timoniere  grigie  con  zig-zags 
nerastri  e  quattro  o  cinque  bande  ben  distinte  nere  più  o  meno  lucide  {ad.).  Nelle 
parti  superiori  prepondera  il  grigio  sul  castagno,  lo  spazio  dorsale  è  quindi  più 
appariscente;  parti  interiori  tinte  di  giallo-fulvo  più  accentuato  e  colle  fascie 
meno  numerose  e  decise  igiov.). 

Lunghezza  totale  0,m175;  becco  0,n,013;  aia  0,,n082;  coda  0,m070;  tarso  0,m018. 

Il  Torcicollo  va  soggetto  all'albinismo,  ma  raramente. 

Questa  specie  aiuta  tutta  la  regione  Paleartica,  svernando  nelle  parti  meri- 
dionali. In  Italia  è  specie  estiva  e  nidificante,  comune;  arriva  di  aprile  e  parte 
a  settembre,  non  pochi  individui  si  trattengono  durante  l'inverno  nelle  nostre 
Provincie  centrali  e  meridionali,  per  cui  sarebbe  anche  uccello  sedentario.  Nel 
Veneto  l'uccisi  due  volte  in  dicembre. 


Famiglia  CUCULIDAE,  Cuculiai. 

Becco  mediocre,  conico,  arcuato,  dilatato  alla  base,  un  po'  allungato;  narici 
basilari,  scoperte;  regione  perioculare  di  solito  in  parte  nuda;  ali  (remiganti  pri- 
marie) e  coda  composte  di  solito  di  10  penne,  questa  talora  di  8  ;  gambe  rivestite 
di  penne;  tarsi  corti  e  deboli;  diti  zigodattili  coll'interno  versatile. 

Questa  famiglia  ha  distribuzione  cosmopolita,  e  consta  di  6  sottofamiglie  con 
circa  17  generi  e  75  specie. 

Sottofamiglia  CUCULINAE,  Ouculini. 

Coda  di  10  penne  colle  cuopritrici  che  non  arrivano  a  metà  della  sua  lun- 
ghezza; ali  lunghe. 

I  Cuculi  frequentano  i  giardini,  i  campi  alberati  e  le  boscaglie;  sono  insettivori 
ed  in  parte  anche  mangiano  frutti;  volano  con  eleganza  e  rapidi  là.  assomigliando 
allora  un  po'  allo  Sparviere  anche  pelle  ali  e  la  coda  lunghe. 

Sono  migranti  e  mutano  due  volte  all'anno.  Si  dividono  in  42  generi  ed  ab- 
bracciano circa  170  specie  sparse  in  tutto  il  Mondo.  Talune  specie  non  fabbricano 
nido,  né  covano  le  uova,  ma  hanno  abitudini  parassite;  altri  fabbricano  il  nido 
sugli  alberi  e  sono  molto  amorosi  della  loro  prole. 

Genere  CUCULUS,  Linnaeus. 

Becco  piuttosto  corto,  mandibola  inferiore  diritta,  la  superiore  leggermente 
intaccata  verso  l'apice  e  col  culmine  alquanto  curvato;  apertura  del  becco  grande 
ed  estesa  fino  sotto  gli  occhi;  lingua  cotta:  contorno  dell'occhio  poco  denudato; 


ATLANTE    <  (UNITI  >L<  IGICO 


83 


narici  rotonde,  basilari,  con  un  orlo  rilevato;  nessun  ciuffo;  ali  allungate,  che  giun- 
gono al  di  là  della  metà  della  coda;  remiganti  primarie  in  numero  di   LO  pe ■ 

colla  3"  remigante  la  più  Lunga  e  la  1  più  corta  della  primaria  più  interna; 
coda  allungata  a  ventaglio,  quadrata  di  li»  penne,  colle  quattro  mediane  quasi 
eguali;  tarso  corto,  acudettato,  piumato  sino  a  metà  Lunghezza  e  subeguale  al 
dito  esterno:  piede  piuttosto  corto  e  debole  con  due  diri  volti  in  avanti  e  due  al- 
l'indietro,  pollice  corto,  l'esterno  anteriore  il  più  lungo. 

Sessi  quasi  simili,  giovani  differenti;  tinta  grigia  predominante  negli  adulti. 

Il  genere  Cuculus  abbraccia  10  specie  sparse  su  tutto  il  .Mondo,  la  Polinesia 
eccettuata. 

71.  Cuculus  canorus.  Linnaei  s,  Cuculo. 

|Tay.  XXIV,  fig.  5  e  6  e  Tav.  L,  dg.  26], 

Parti  interiori  di  un  cenerino-piombato  più  cupo  e  bluastro  sul  groppone  e 
sul  sopracoda,  più  pallido  sulla  gola  e  sull'alto  petto;  resto  del  gastreo  bianco 
con  tascie  regolari  nerastre,  più  fitte  sul  petto  che  non  sull'addome  e  sul  sotto- 
coda: coda  graduata  nerastra,  macchiata  irregolarmente  di  bianco  sullo  stelo,  sul 
margine  ed  all'apice  delle  penne  (mas.  ad.).  Tinta  cenerina  menu  pura,  base  della 
gola  lavata  di  rossastro  (fauni,  ad.).  Parti  superiori  bruno-cupe  con  lascio  trasver- 
sali rugginose  ed  alcune  penne  traversate  o  fasciate  di  bianco;  una  macchia  bianca 
sulla  nuca  e  talora  una  seconda  sulla  fronte;  parti  inferiori  bianche  lavate  di 
ocraceo  e  con  fascie  nerastre;  timoniere  a  fascie  rugginose  e  nerastre  e  con 
macchie  bianche  all'apice,  sul  bordo  e  lungo  lo  stelo  (giov.).  Parti  superiori  a  fascie 
nere  e  rossiccio-cannella;  groppone  e  sopracoda  cannella-vivace  e  di  solito  uni- 
forme: gastreo  bianco-ocraceo  con  fascie  bruno-scure;  timoniere  a  fascie  rossiccio- 
cannella  e  nere  e  con  una  larga  banda  nera  subapicale  (fase  epatica). 

Lunghezza  totale  0,ra340;  becco  0,'"021:  ali  0,m230;  coda  0,'"175;  tarso  O."'0l  - 

Abita  l'intera  regione  Paleartica,  migrando  d'inverno  fino  nell'Africa  meridio- 
nale e  nell'India  ed  attraverso  la  sottoregione  Malese  sino  all'Australia.  K  uccello 
estivo  e  comune  in  Italia,  arriva  d'aprile  e  riparte  d'ottobre.  Si  riproduce  ovunque 
dalla  metà  di  maggio  al  luglio. 

Si  sa  che  il  Cuculo  non  fàbbrica  nido,  né  cova  le  proprie  uova,  ma  le 
colloca  nel  nido  di  un  altro  uccello  scelto  a  bella  posta  e  sembra  che  pre- 
scelga di  metterle  in  quei  nidi  che  contengono  uova  simili  alle  sue,  che  sono 
molto  variabili  di  colorito,  deposita  solo  un  uovo,  talora  due  in  ciascun  nido 
e  sembra  che  la  femmina  del  Cuculo  deponga  tre,  quattro  e  fino  venti  uova  in 
un  periodo  di  parecchie  settimane.  A  spiegazione  di  tale  fatto  si  cita  la  grande 
scarsità  di  femmine,  che  offre  questa  specie  in  riguardo  del  numero  dei  maschi 
ed  il  fenomeno  che  le  uova  di  Cuculo  sono  depositate  a  notevoli  intervalli,  questi 
due  fatti  realmente  difficultano  la  cura  dell'incubazione.  Le  uova  di  Cuculo  fu- 
rono trovate  nel  nido  di  più  di  cento  specie  di  Uccelli  (Passeracei,  Ita  lupicanti, 
Colombi  e  forse  la  Gallinella  d'acqua  ed  il  Tuffetto).  Il  giovane  Cuculo  viene  cosi 
allevato  dai  nuovi  parenti  ed  essendo  vorace  e  bisognoso  di  molto  cibo,  scaccia 
i  compagni  dal  nido  o  ne  getta  le  uova  se  non  sono  ancora  sgusciate,  ciò  che 
succede  talora  nel  terzo  giorno  dalla  nascita,  quando  è  ancora  nudo  e  cieco  o 
alle    volte    più  tardi.  Talora  due    uova  di  Cuculo  sono   depositate    nel    medesimo 


84  1TLANTE    ORNITOLOGICO 


nido,  ma  non  però  dalla  stessa  femmina,  allora  quando  i  due  piccoli  sono  nati, 
sorgono  fiere  contese,  sinché  il  più  torte  a  colpi  d'ala  e  col  groppone  ne  scaccia 
il  più  debole.  Le  uova  di  Cuculo  sono  molto  piccole,  data  la  sua  mole  e  variano 
assai  di  colori',  di  solito  di  un  bianco-grigiastro  macchiate  di  fulvo-verdastro  o 
blu-pallido,  o  verde-bluastre,  o  bianche,  o  grigie  macchiate  «li  rossigno,  etc. 


Genere  COCCYSTES,  Gloger. 

Becco  mediocre  con  entrambe  le  mascelle  leggermente  curvate  in  basso, 
apertura  dello  stesso  moderata:  narici  basilari,  ovali,  non  marginate,  colla  parte 
superiore  chiusa  da  una  membrana;  contorno  dell'occhio  in  gran  parte  nudo; 
un  ciuffo  sulla  testa;  ali  che  non  giungono  alla  metà  della  coda;  remiganti  pri- 
marie in  numero  di  dieci.  .'V  e  4:'  subeguali  e  le  più  lunghe;  coda  di  10  penne 
lunghe  e  graduate:  tarso  lungo  e  forte,  più  lungo  del  dito  esterno  anteriore,  piu- 
mato nella  sua  parte  alta,  nudo  all'indietro,  coperto  sul  davanti  di  quattro  scu- 
detti grandi  e  di  tre  inferiori  più  piccoli:  quattro  diti,  due  anteriori  e  due  all'indietro. 

Sessi  (piasi  simili,  giovani  differenti  dagli  adulti. 

Questo  genere  cousta  di  sei  specie,  che  abitano  l'Africa  e  l'Asia  tropicale, 
una  di  esse  arriva  sino  nell'Europa  meridionale.  Non  fabbricano  nido,  ed  anche 
in  tal  rapporto  hanno  le  abitudini  del  gen.  Cuculus. 

72.  Coccystes  glandarius  (Lixxaeus),  Cuculo  dui  ciuffo. 

Testa,  suoi  lati  e  nuca  di  un  cenerino-chiaro  con  lo  stelo  nero,  le  penne  molto 
lunghe  e  formanti  un  ciuffo  che  cade  all'indietro;  parti  superiori  cenerino-brune, 
macchiate  di  bianco  all'apice  delle  penne  delle  ali  e  sulle  cuopritrici  della  coda: 
gastreo  bianco,  tinto  di  cenerino  sui  fianchi,  di  lionato  sulla  gola  e  sul  petto;  coda 
molto  lunga,  graduata,  biancastra  all'apice  (ad.).  Ciuffo  corto  o  quasi  nullo,  testa 
nero-lucida;  le  macchie  bianche  sulle  parti  superiori  leggermente  lionate;  si  no- 
tano tinte  fulvo-vivaci  sul  collo  e  sul  petto  (tjior.). 

Lunghezza  totale  0,m415;  becco  0,m026;  ala  0,m215;  coda  0,m220;  tarso  0,ra032. 

Abita  il  Nord  dell'Africa  e  l'Europa  sud-occidentale,  spingendosi  verso  est 
fino  alla  Persia  e  giungendo  talora  nell'Europa  centrale.  In  Italia  è  specie  di 
comparsa  accidentale  e  molto  rara,  che  trovasi  più  facilmente  in  Liguria  ed  in 
Sicilia,  comparve  nel  Napoletano,  nelle  Puglie,  nel  Romano,  in  Toscana  e  presso 
.Mantova,  nel  Veneto  è  rarissima,  non  venne  mai  colta  in  Sardegna.  Sverna  nel- 
l'Africa tropicale. 


Genere  COCCYZUS,  Veeillot. 

Becco  lungo  circa  quanto  la  testa,  curvato  ed  appuntito  all'apice;  un  piccolo 
spazio  nudo  attorno  all'occhio;  narici  basilari,  elittiche,  esposte;  ali  rotondate,  al 
(pianto  appuntite  all'apice,  la   .'!'   remigante  primaria  la   più  lunga,   1     e  2"  corte; 
coda  di   10  penne,  molto  graduata,  poco  più  lunga  delle  ali;  tarso  nudo,  non  più 
lungo  dei  diti. 


MI   \N  I  I     ORNI  rOLOGICO  85 


Testa  senza  ciuffo;  penne  tibiali  complete;  piumaggio  opaco;  sessi  simili,  i 
giovani  differenti  dagli  adulti. 

Questo  genere  consta  di  sci  specie  sparse  nell'America,  eccettuate  le  estreme 
latitudini,  due  di  esse  giungono  accidentalmente  in  Europa. 

Sono  uccelli  insettivori  di  abitudini  migratorie,  non  parassiti,  ma  fabbricano 
il  nido,  deponendo  uova  verdastre  che  essi  stessi  covano,  mostrandosi  poi  assai 
amorosi  della  prole. 

73.  Coccyzus  americanus    I.ixx.\ii>.  Cuculo  a/mericano. 

Becco,  mandibola  superiore  gialla  alla  base,  bruna  nel  resto,  l'inferiore  gialla 
colla  punta  bruna;  lati  della  fronte,  della  testa  e  d'attorno  al  becco  oliva-grigia- 
stri; guancie  bianche;  parti  superiori  e  cuopritrici  delle  ali  brune  con  riflessi  me- 
tallici olivastri;  gastreo  bianco,  tinto  di  grigio  sul  collo;  remiganti  brune,  tinte  di 
castagno,  che  è  più  vivace  dal  lato  interno  delle  penne;  coda,  molto  graduata,  nero- 
bruna  con  una  larga  t'ascia  apicale  bianca  ad.).  Becco  giallo;  manca  il  castagno 
sulle  ali;  coda  grigiastra  di  sotto,  fascia  apicale  più  ristretta  (giot>.). 

Lunghezza  totale  0,m303;  becco  0,'"023;  ala  0,'"149;  coda0,m157;  tarso  0,'  027. 

Abita  l'America  settentrionale-temperata,  la  centrale  e  la  meridionale,  giun- 
gendo d'inverno  tino  all'Argentina.  Accidentale  in  Europa,  venne  preso  sei  volte 
nelle  Isole  Britanniche,  un  soggetto  comparve  nel  Belgio,  due  in  Francia  ed  uno 
in  Italia  nell'ottobre  1883  in  Piemonte,  esemplare  che  si  conserva  nel  R.  Musco 
di  Firenze. 


74.  Coccyzus  erythrophthalmus  (Wilson),  Cuculo  a  me  riamo  dagli  occhi  rossi. 

|  Coccygus  erythrophthalmus  (Wils.   :  Cuculo  americano  occMo-rosao]. 

Simile  al  precedente  del  quale  ha  la  statura;  becco  nero,  bluastro  alla  base 
della  mandibola  inferiore;  circolo  oftalmico  rosso-scarlatto;  parti  superiori  con 
ritiessi  di  color  rame  sulle  ali;  il  castagno  sulle  ali  manca  quasi  del  tutto  ed  è 
solo  accentuato  sul  vessillo  esterno  alla  base  delle  remiganti;  coda  più  dilavata 
di  colore,  cogli  apici  bianchi  molto  stretti  e  preceduti  da  una  banda  subapicale 
nero-scura. 

Abita  le  regioni  orientali  dell'America  del  Nord,  giungendo  d'inverno  sino 
alle  isole  Trinità  e  Cuba,  alla  Colombia  ed  al  Perù  orientale.  Accidentale  in  Eu- 
ropa, uno  fu  ucciso  in  Irlanda  nel  1871  ed  un  secondo  presso  Lucca  nel  1858; 
questo  è  conservato  nel  R.  Museo  di  Pisa. 


Sottordine  ANISODACTYLI  -  Anisodattili. 


Diti  tre  in  avanti,  tutti  più  o  meno  riuniti  alla  base,  il  quarto  sempre  rivolto 
all'  indietro  nelle  specie  Europee. 


86  ATLANTI     ..i:\i  i,,i  n,,ir,, 


Famiglia  C0UACI1DAK,   <ur<i<-ii<li. 


Hocco  (li  tipo  corvino,  compresso,  arcuato,  mascella    superiore  col  margine 
micio  e  l'apice  un  po'  adunco;  lingua  scariosa,  aguzza;  narici  basilari,  mule,  se 
michiuse  da  una  membrana  coperta  di  penne  setolose;  ali  mediocri,  acute,  allun- 
gate di  io  remiganti  primarie;  coda   abbastanza   lunga  di    12  penne,  talora   al- 
cune ecced i  le  altre;  tarso  scudettato,  più  o  meno  corto  del  dito  mediano;  piede 

anisodattilo;  diti  tre  anteriori,  uno  posteriore;  dito  esterno  unito  al  mediano  verso 
L'estrema  base,  l'interno  unito  nella  sua  articolazione  basilare. 

Statura  abbastanza  torte;  sessi  e  giovani  (piasi  eguali;  colori  brillanti  venie 
o  blu  misto  a  castagno;  mutano  una  volta  all'anno  nel  tardo  autunno. 

Questa  famiglia  è  composta  di  cinque  generi  e  di  circa  i'">  specie,  sparse  nelle 
parti  temperate  e  tropicali  del  Mondo  Antico.  Abitano  le  campagne  alberate  ed 
i  boschi,  nutrendosi  esclusivamente  d'insetti,  di  rettili  e  di  piccoli  mammiferi. 
Nidificano  nelle  buche  degù'  alberi  o  delle  case  in  rovina  o  disabitate,  fabbricando 
un  nido  di  radici  e  di  stecchi,  ove  depongono  varie  uova  di  un  bianco  lucido. 


Genere  CORACIAS,  Linnaeus. 

Becco  duro,  robusto,  arcuato,  più  lungo  che  largo,  nudo  alla  base,  leggermente 
uncinato,  apertura  larga;  narici  oblique,  a  metà  coperte  da  una  membrana  piti 
mata;  redini  limitate  sul  davanti  da  un  citi  Ilo  di  setole  rigide;  spazio  post-oculare 
nudo:  ali  lunghe,  con  10  penne  primarie,  delle  quali  la  L,:|  e  la  .'!  '  le  più  lunghe; 
coda  piuttosto  grande,  di  11'  penne;  tarso  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia, 
a  scudetti  larghi  sul  davanti  e  reticolato  all'indietro  coi  diti  liberi,  tre  rivolti  sul 
davanti  ed  uno  all'indietro;  unghie  robuste. 

Questo  genere  abbraccia  undici  specie,  che  abitano  l'Europa,  l'Africa  e  l'Asia 
centrale  tino  all'India  ed  a  Celebes:  una  sola  di  esse  giunge  in  Europa. 

75.  Coracias  garrulus,  Linnaeus,  Ghiandaia  marina. 

[Tav.   Xltt.  Bg.  L']- 

Fronte,  parte  anteriore  del  sopraciglio  e  mento  di  un  bianco-grigio;  testa,  collo  e 
parti  interiori  blu-pallide,  qua  e  là  verde-mare;  gita ncie,  regione  auricolare  e  gola 
blu  pallide  con  lineette  centrali  blu-chiare,  talora  argentine;  cuopritrici  blu-verde 
pallide,  quelle  lungo  il  margine  alare  blu  d'oltremare;  dorso  e  scapolari  nocciola- 
cupe;  groppone  violetto-porporino  scuro  e  blu-chiaro;  le  due  timoniere  esterne 
un  po'  più  corte  delle  altre,  con  una  macchia  apicale  nero-blu  (ad.).  11  verde  tinto 
di  gialliccio,  il  dorso  meno  vivace  e  misto  a  verde;  le  parti  intcriori  /issai  più 
pallide,  brunastre  sulla  gola  e  sull'alto  petto  con  strie  longitudinali  verdoguolo- 
bianchiccie;  penne  esterne  della  coda  più  corte  delle  altre  e  senza  macchie  api- 
cali  igiov.). 


\  1 1  \\i  i     0RNI1 [(  0  87 


Lunghezza  totale  o.  ;;40;  becco  O/'ol-s;  ala  0,'  L92;  coda  0,m130;  tarso  0,m022. 

Vive  nell'Europa  e  nell'Asia  centrale  e  meridionali',  si  estende  verso  est  fino 
al    Kaseniir    ed    all'India,    nord-occidentale,  sverna   nell'Africa.   In   Italia   è   uccello 
estivo,  (die  giunge  in  aprile  e  nel  maggio  e  parte  in  settembre,  raro  nelle  parti  sei 
tentrionali,  poco  comune   indie   centrali,  piuttosto  abbondante  in  Calabria  ed  in 
Sicilia;  in  Sardegna  sarebbe  scarso  e  mancante  in  Corsica.  Nidifica. 

Non  ho  citato  il  C.  indicus,  Linnaeus  tra  gli  uccelli  Europei  perchè  l'unico 
soggetto  registrato  come  tale  e  conservato  nel  Collegio  Bebck  a  Costantinopoli 
non  f'n  ucciso  in  Europa,  ma  sulla  costa  asiatica  del  Bosforo  (').  È  specie  che 
aiuta   l'India,  estendendosi   verso  ovest    tino  alla  Persia   ed  all'Arabia. 


Famiglia   MEROPIDAE,  Meropidi. 


Becco  subeguale  alla  testa,  affilato,  curvato,  appuntito,  col  culmine  munito  di 
un  solco  rialzato  e  mal  definito;  lingua  lunga  e  lanceolata;  narici  basilari,  in  parte 
o  nel  tutto  coperte  di  penne  setolose;  ali  lunghe  e  appuntite,  colla  la  remigante 
primaria  di  solito  corta  e  stretta;  coda  di  10  penne,  colle  due  centrali  spesso  più 
lunghe  delle  laterali  ed  acuminate;  tarsi  corti  e  deboli. 

Forma  slanciata;  colori  brillanti;  penne  del  petto,  in  alcuni  generi,  molto  al- 
lungate e  pendenti;  la  muta  è  semplice,  i  giovani  nascono  inetti,  gli  adulti  sono 
simili  Inter  -se  e  differenti  dai  giovani. 

Questi  uccelli  hanno  in  parte  abitudini  sedentarie,  altri  sono  migranti,  fre- 
quentano i  giardini  ed  i  siti  alberati,  mangiano  esclusivamente  insetti  che  pren- 
dono a  volo;  nidificano  nelle  buche  delle  roccie  o  nella  rena,  scavandosi  essi 
stessi  il  foro  e  vi  depositano  poche  uova  rotondeggianti  di  un  bianco-puro,  senza 
costrurre  alcun  nido.  Questa  famiglia  abbraccia  cinque  generi  con  35  specie,  sparse 
nelle  zone  temperate  e  tropicali  del  Mondo  Antico. 


Genere  MEROPS,  Linnaeus. 

Becco  allungato,  leggermente  curvato,  tetragono,  appuntito  all'apice,  col  cul- 
mine elevato,  apertura  del  becco  larga;  narici  ovali,  basilari,  in  parte  coperte  di 
peli  diretti  in  avanti;  ali  lunghe  di  10  primarie,  la  la  rudimentale,  la  2"  la  mas 
sima  e  subeguale  alla  .">"  ;  coda  abbastanza  lunga,  quadrata  e  tornita  di  li'  penne, 
colle  due  centrali  appuntite  e  che  sorpassano  notevolmente  le  altre;  tarsi  scudet- 
tati;  diti  piccoli,  tre  sul  davanti  ed  uno  all'indietro;  il  mediano  unito  all'esterno 
con  una  membrana  fino  alla  2a  articolazione  ed  all'interno  fino  alla  1',  il  poste- 
riore colla  base  dilatata;  unghie  sottili,  curvate  ed  acute. 

Questo  genere  dai  brillanti  colori  consta   di   17  specie,   che   abitano   l'intero 
Mondo  Antico,  tranne  le  latitudini  nordiche,  due  di  esse  giungono  anche  in  Europa. 


')  Ibis.  187U,  pag.  iì:ì. 


88  ATLANTI     ORNITOLOGICO 


76.  Merops  apiaster,  Linnaeus,  Gruccione. 

(  Groitaione,   Mi  ropi  |. 

[Tav.  XIII,  iìl 

Fronte  bianca,  die  sfuma  in  blu  d'acqua  marina  ed  in  verde  smeraldo;  testa, 
mica,  parte  posteriore  del  collo  e  dorso  di  un  marrone  castagno  vivo,  fulvo-gialletto 
sulle  scapolari,  a  guisa  di  due  bande;  groppone  blu  e  verde  gialle;  sopracoda  verde; 
gola  giallo  d'oro,  limitato  in  basso  da  una  banda  nera:  gastreo  verde-blu;  coda 
verde  mista  a  blu,  colle  due  timoniere  mediane  appuntite  ed  eccedenti  (mas.  ad.). 
Tinte  meno  vivaci:  testa  e  dorso  lavati  di  verde;  le  due  penne  mediane  della  coda 
più  corte  {fetnm.  ini.).  Tinta  pallida:  manca  la   fascia  nera  sulla  gola  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"290;  becco  0,m031;  ala  0,m145;  coda,  timoniere  mediane 
0,mllf);  le  due  penne  centrali  eccedono  le  laterali  al  massimo  di  0,m030;  timoniere 
laterali  0,'"090;  tarso  0,m012. 

Abita  l'Europa  meridionale  e  parte  della  centrale  ed  è  accidentale  nelle  re- 
gioni settentrionali,  si  estende  fino  all'Asia  centrale  e  d'inverno  migra  in  Africa 
e  nell'india  nord-occidentale.  In  Italia  è  uccello  estivo,  comune  nelle  provincie 
centrali  e  meridionali  e  nelle  Isole,  raro  nelle  settentrionali.  Nidifica  comunemente 
nelle  parti  centrali  e  meridionali,  ma  di  rado  nella  Valle  Padana.  Arriva  in  aprile 
e  nel  maggio  e  riparte  in  settembre. 

77.  Merops  persicus.  Pallas,  Gruccione  egiziano. 

L  Grottaione  egiziano  ]. 

Fronte  bianca,  che  poi  sfuma  in  blu;  sopraciglio  e  striscia  sulle  guancie  blu  di 
turchese;  redini  nero-verdone,  che  si  estendono  in  una  fascia  che  abbraccia  l'occhio 
e  termina  poco  dopo;  parti  superiori,  petto  ed  addome  di  un  verde-glauco,  bluastro 
sul  sopracoda;  guancie  di  un  blu-chiaro,  separate  dal  nero  dello  spazio  auricolare  da 
una  linea  bianca;  mento  giallo;  gola  rosso-mattone;  le  due  timoniere  centrali  ec- 
cedono le  laterali  (mas.  ad.).  Bianco  della  fronte  e  blu  del  sopraciglio  più  ristretti 
(femm.  "</.).  Più  cupo,  coi  margini  delle  penne  più  chiari,  manca  la  linea  frontale; 
sopraciglio  debole;  gola  di  un  castagno-bruno  dilavato:  mento  biancastro;  gastreo 
blu-verde-pallido,  biancastro  sul  centro  dell'addome;  timoniere  centrali  di  poco 
eccedenti  le  laterali  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,m27s;  becco  0,m036;  ala  0,1  157;  coda,  timoniere  mediane 
0,'"lt>5;  timoniere  laterali  0,m100;  tarso  0,m012. 

Abita  l'Africa  e  l'Asia  lino  all'India  nord-occidentale.  Accidentale  in  Francia, 
nella  Grecia  e  nella  Russia  meridionale:  in  Italia  è  specie  rarissima,  venne  presa 
in  Liguria,  nel  Barese,  a   Malta  e  forse  in  Sicilia. 

La  citazione  del  Dubois(')  sulla  cattura  di   un   M.  viridis,  Linnaeus  ('')  in   Si- 


(')  Bev.  <i  Mag.  /.««t.   1*7:;.  pag.  :;:'L'. 

(!)  Secondo  il  Salvatori  Elenco,  p.  7">,  1SS7  questo  esemplare  dm  rebbe  riferirsi  al  '/.  viridissimut, 
Swainson,  ohe  egli  crede  diverso  dal  >/.  viridis,  Linnaeus.  Il  prii aiterebbe  l'Africa,  l'altro  l'Asia  me- 
ridionale. 


I-'. 


1.  Tordela.    2.  Tordo.    3.  Tordo  sassello.     I.  Cesena.    5.  Merio  dal  collare.    6.  Merio  fà*  ad.).    7.  Merlo  ($). 

8.  Rigogolo  ((?  ad.).     9.  Rigogolo 


DIrico  Uoepli,  Editore,  Milano 


MI   l\IK   OBNITI li  0  89 


cilia,  basa  certamente  su  inesatte  informazioni.  È  specie  che  abita  l'Egitto  e  l'Africa 
nord  orientale  Sno  alla  Senegambia  e  l'Asia  attraverso  la  Persia  fino  all'India,  e 
non  pare  sia  mai  comparsa  in  Kuropa. 


Famigj  i\   ai.<  IEDINIDAE,  Alcedinidi. 

Becco  diritto,  subtetragono,  appuntito,  più  Lungo  della  testa,  col  culmine  spia- 
nale o  leggermente  rotonde:  apertura  larga,  lingua  acuta  e  brevissima;  narici 
basilari,  coperte  di  piume:  ali  alquanto  lunghe,  leggermente  rotonde,  di  10  pri 
marie;  coda  composta  di  lo  a  12  penne,  talora  eguali  e  corte  o  molto  lunghe  e 
eolle  due  mediane  eccedenti  le  laterali;  tarsi  deboli,  eorti,  reticolati,  coperti  ili 
pelle  molle  e  nuda:  diti  anisodattili,  deboli  e  corti,  col  4"  unito  al  '.',"'  per  più  di 
metà  della  sua  lunghezza,  il  2"  al  3°  nel  sito  terzo  basilare,  il  pollice  corto,  piatto 
di  sotto,  il  dito  interno  sempre  corto,  talora  rudimentale  o  mancante. 

Colore  vario,  talora  opaco  o  vi  predominano  il  blu-metallico,  il  verde,  il  ca 
stagno;  forme  massiccie:    sessi    simili,    i   piccoli    nascono    nudi    e  completamente 
inetti:  cangiano  le  penne  una  volta  all'anno,  talune  specie  peto  hanno  doppia  muta. 

Nidificano  nelle  buche  e  depositano  uova  bianche,  quei  generi  che  hanno  abi- 
tudini (Inviali  le  collocano  in  fori  scavati  nell'arena  in  prossimità  delle  acque,  gli 
altri  nelle  buche  degli  alberi.  Alcune  specie  si  cibano  eslusivamente  di  pesci,  altre 
di  insetti,  di  molluschi  terrestri  e  di  rettili. 

Questa  famiglia  abbraccia  l".i  generi  con  circa  200  specie  sparse  per  tutto 
il  Mondo,  comprendendo  anche  i  Dacelonini  (Daceloninae    della  Regione   Indiana. 


Genere  ALCEDO,  Lixnai.i  s. 

Becco  più  lungo  della  testa,  robusto,  quasi  diritto,  compresso,  largo  e  forte 
alla  base;  testa  con  un  ciuffo  poco  sviluppato;  narici  basilari,  semichiuse  da  una 
membrana;  lingua  carnosa,  brevissima;  ali  piuttosto  corte,  rotonde,  di  10  remi- 
ganti primarie,  2a  e  3a  le  più  lunghe:  coda  molto  corta,  di  dodici  penne;  -ambe 
nude  sopra  l'articolazione  del  tarso;  tarso  alquanto  corto;  diti  piuttosto  corti,  tre  an 
tenori  uniti  alla  base,  uno  volto  all' indietro  e  leggermente  più  corto  dell'interno; 
unghie  arcuate  ed  acute. 

Questo  genere  consta  di  10  specie,  che  abitano  gran  parie  del  Mondo  Antico, 
mancando  nell'Australia,  nella  Polinesia  ed  in  America. 

78.  Alcedo  ispida,  Linnaki  s,  Marlin  pescatore. 

[Piombino,   Uccel  Santa  Maria], 
[Tav.   XXIV,  lig.   10]. 

Redini  ed  una  fascia  che  avviluppa  l'occhio  nere;  un  ciuffo  corto  sulla  testa 
nero-blu,  tinto   di  lapislazzoli  verso  l'apice  delle  penne;  dorso,  groppone  e  sopra 

coda  verde-celeste  di  lapislazzoli;  una   fascia  sopra  le  redini,  regi auricolare. 

lati  della  faccia,  petto  e  parti  inferiori  di  un  castagno-vivace;  guancie  ed  una  mac- 

Atlante  ornitologico.  12 


HO  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


chia  sui  lati  del  petto  di  un  blu-carico;  uno  spazio  sui  lati  del  collo  e  gola  bianco- 
fulvi;  cuopritrici  delle  ali  verde-nerastre,  terminate  di  blu  di  lapislazzoli  (mas.  ad.). 
Cuopritrici  delle  ali  verde-oliva;  penne  sul  davanti  del  collo  e  del  petto  margi- 
nate di  bia n castro-cenerognolo;  gola  e  gastreo  bianco-fulvicci  igiov.). 

Lunghezza  totale  0,'"180;  becco  0,'"035:  ala0,'"080;  coda0,m035;  tarso  0,m009. 

Il  Martin  pescatore  abita  l'Europa,  l'Asia  settentrionale,  l'India,  il  Burina,  la 
Cina,  la  Malesia,  le  Molucche,  le  Filippine  e  le  Isole  della  Sonda,  però  nell'Isola 
di  Flores  i  Indie  or.)  vive  una  specie  affine  VA.  floresiana,  Sharpe,  e  nelle  Mo- 
lucche si  trova  anche  VA.  ispidoides,  Lesson,  etc.  In  Italia  è  specie  ovunque 
stazionaria  e  comune,  però  migra  parzialmente  d'inverno  dalle  provincie  set- 
tentrionali, portandosi  nel  sud  della  Penisola  e  nelle  Isole.  Nidifica  da  aprile  a 
giugno. 


Genere  CERYLE,  Boie. 

Becco  robusto,  più  lungo  della  testa,  assottigliato  fino  alla  punta,  col  culmine 
carenato,  compresso  sui  lati,  apertura  del  becco  grande;  narici  basilari,  colla 
membrana  nasale  corta;  ali  mediocri,  piuttosto  lunghe  e  larghe,  la  1"  remigante 
primaria  molto  corta,  3a  e  4a  le  più  lunghe;  coda  piuttosto  allungata  e  legger- 
mente rotonda;  tarsi  scudettati,  assai  corti  e  robusti;  piedi  corti,  deboli,  coi  tre 
diti  anteriori  riuniti  alla  base,  il  posteriore  volto  all' indietro;  unghie  compresse, 
acute,  arcuate. 

Piumaggio  poco  brillante,  bianco  e  nero;  testa  ornata  di  un  ciuffo;  dorso 
grigio  o  verde  senza  blu;  sessi  differenti. 

Questo  genere  consta  di  10  specie,  che  abitano  i  paesi  Mediterranei,  la  Re- 
gione Etiopica  e  l'Indiana,  portandosi  fino  al  Giappone,  e  l'America. 

79.  Ceryle  rudis  (Linnaeusi,  Martin  pescatore  Manco  e  nero. 

Parti  superiori  nere,  macchiate  e  variate  di  bianco;  un  tratto  bianco  dal  becco 
fino  alla  regione  auricolare,  passando  al  disopra  dell'occhio;  penne  della  testa  al- 
lungate a  ciuffo;  parti  inferiori  candide,  con  due  fascie  nere  attraverso  al  petto, 
l'ima  larga,  l'altra  stretta;  remiganti  e  timoniere  nere  con  macchie  bianche  (mas.  ad.). 
Petto  attraversato  da  una  sola  banda  (femm.  ad.).  Come  la  femm.  ad.,  parti  supe- 
riori molto  più  scure;  macchie  nerastre  sulla  gola;  fascia  sul  petto  grigiastra, 
marginata  di  nero  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"269;  becco  0/"054 ;  ala0,ra134;  coda0,'"090;  tarso  0,'"0 10. 

Abita  le  contrade  orientali  bagnate  dal  Mediterraneo  tino  alla  Persia  e  l'in- 
tera Africa.  Questa  specie  fu  citata  senza  fondamento  per  la  Sicilia  dal  Malherbe, 
ma  fino  ad  ora  non  venne  trovata  in  Italia  ('e  per  l'Europa  comparve  in  Grecia 
ed  in  Turchia,  ma  vi  è  specie  rara. 


(')  Nella  Raccolta  Magni  Griffi  composta,  per  quanto  so,  di  esemplari   colti    in    Liguria,   esiste  un 
C.    /»rfis   eolla   data        1867,    Bocca   di    Magra     .    esso  è  passato  ora   con    molli   altri    al    R.  Museo   Zoologico 


Ali   \Mi     ORNITOLOGICO  '.'  1 


Due  esemplari  dell'affine  C.  aleyon  (Linnaeus)  furono  presi  in  Irlanda,  ma 
l'Autore  Inglese  più  moderno,  che  è  il  Saunders,  non  L'ammette  nella  sua  lista; 
un  terzo  sarebbe  stato  ucciso  in  Olanda  presso  Arnheim  nel  dicembre  L899  (*). 
Abita  il  Nord-America,  arrivando  d'inverno  fino  alle  Antille. 

Anche  una  specie  del  gen.  Haleyon  e  precisamente  L'jET.  smyrnensis  (L.  com- 
parve nelle  Liste  Europee.  Questo  uccello  abita  gran  parte  dell'Asia,  estendendosi 
verso  oriente  fino  alla  Cina,  verse  occidente  alla  Siria,  verso  sud  sino  alle  Isole 
Andamane;  venne  trovato  a  Lenkoran  nel  Caucaso  (Radde),  due  altri  soletti 
rebbero  stati  veduti  Lungo  il  Reno,  uno  dei  quali  dallo  stesso  Alt  uni  -  .  Credo  pru- 
dente attendere  prove  più  sicure  per  ammetterlo  tra  le  specie  Europee.  La  sua 
statura  oscilla-  tra  0,m284  e  0,m288.  La  testa,  il  collo  ed  il  gastreo  sono  di  un  bianco- 
rossiceio-cupo;  il  mento,  la  gola,  il  gozzo  ed  il  petto  bianchi:  il  groppone  ed  il 
sopracoda  blu  di  lapislazzoli;  il  mantello,  le  spalle  e  gran  parte  delle  ali  di  un 
blu-scuro;  il  becco  ed  i  piedi  rossi. 


Famiglia  UPUPIDAE,    Upupidl 

Becco  più  lungo  della  testa,  sottile,  arcuato,  molto  compresso  ed  ottuso  al- 
l'apice; narici  aperte,  rotonde,  basilari,  seminude;  lingua  corta,  triangolare,  col- 
l'apice  ottuso;  ali  rotonde,  di  10  primarie,  la  4a  e  la  5"  le  più  lunghe,  la  la  metà 
in  lunghezza  della  2n  ;  coda  di  10  penne,  più  lunga  delle  ali,  leggermente  cuneata 
e  quadrata  all'apice;  gambe  rivestite  di  penne;  tarso  piuttosto  corto,  ma  più  lungo 
del  dito  mediano;  diti,  tre  diretti  in  avanti,  il  quarto  pure  ben  sviluppato  e  volto 
all'  indietro,  il  dito  esterno  unito  alla  base  col  mediano. 

Piumaggio  opaco,  senza  lucentezza  metallica;  pileo  ornato  di  un  lungo  ciuffo, 
formato  di  due  serie  longitudinali  di  penne,  che  sono  erigibili  a  ventaglio;  sessi 
eguali,  adulti  e  giovani  poco  differenti  di  colorito;  mutano  due  volte  all'anno,  in 
marzo  e  nel  settembre. 

Questa  famiglia  contiene  il  solo  genere  Upupa  con  sei  specie  sparse  nella  re- 
gione Paleartica  meridionale,  nell'Africa,  nel  Madagascar  e  nell'Asia,  ove  si  esten- 
dono fino  al  Giappone  ed  a  Borneo.  Frequentano  i  giardini  e  le  boscaglie  non  lontane 
dai  campi  coltivati  e  dalle  pianure  ed  emettono  un  grido  strano  e  monotono,  che  si 
riproduce  con  bu,  bu,  bu,  bit,  bu  e  che  ha  riscaldato  talmente  la  fantasia  popolare  da 
farli  considerare  uccelli  di  triste  augurio;  volano  a  scatti,  battendo  spessissimo 
le  ali.  Nidificano  nelle  buche  degli  alberi  senza  far  nido  e  lasciando  accumulare 
nello  stesso  gran  copia  di  escrementi,  che  esalano  un  forte  fetore;  le  uova  sono 
allungate  grigio-verdastre,  macchiate  di  grigio-scuro. 


di  Roma.  Il  mio  amico  Conte  di  Carpegna  mi  ha  gentilmente  favorito  nn  Elenco  dei  detti  soggetti,  ed 
io  non  ho  mancato  di  citarli  nel  mio  lavoro  ma  con  le  maggiori  riserve,  perchè  dubito  fortemente  del- 
l'esattezza di  tali  notizie  e  perchè  temo  che  la  buona  fede  del  Magni  Griffi  sia  stata  più  volte  sfrattata. 
E  ciò  mi  semina  tanto  piti  palese,  (piando  si  pensi  che  nel  solo  anno  1869  egli  avrebbe  avuto  la  Sylvia  Hinp- 
pelli,  Tenni).,  il  Turila*  ustulatue  Swainsoni  (Cab.)  e  la  Plerocoryt <  sibirica  (Gm.),  ciò  che  mi  pare  troppo 
fortuna  !  ! 

l'i  Aquila,  p.  194  (1901 1. 

(;)  Naomann,    VSgél  Deuttchl.  voi.  IV,  pp.  360-3b'l,  nuova  ediz.  (1901). 


92  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Genere  UPUPA,  Linnaeus. 
Ha  i  caratteri  della  famiglia. 


'-  ' 


80.  Upupa  epops,  Linnaeus,  Upupa. 

[Bubbola]. 
[I'av.   XXIV,  fig.   7  o  Tav.  L,  tìg.  3]. 

Ciuffo  sulla  testa  isabella-carico,  con  un  grande  spazio  apicale  nero  ed  alcune 
penne  ornate  di  una  macchia  preapicale  bianca;  dorso  e  parti  inferiori  isabelline, 
vinate  sul  petto,  biancastre  sull'addome,  con  strie  brunastre  sui  fianchi;  groppone 
nero,  marginato  di  bianco-fulviccio  ;  sopracoda  bianco-perfetto;  ali  a  fascie  bianche 
e  nere  :  coda  nera  con  una  fascia  bianca  trasversale  nel  centro,  più  larga  sulle 
timoniere  esterne  (ad.).  Becco  e  ciuffo  più  corto,  strie  brunastre  dei  fianchi  più 
sviluppate  igiov.). 

Lunghezza  totale  0,m260;  becco  da  0,,n050  (ad.)  a  0,'"035  {giov.);  ala  0,m145; 
coda  0,'"100;  tarso  0,'"021. 

Abita  la  regione  Paleartica,  dall'Inghilterra  e  dalla  Scandinavia  fino  al  Giap- 
pone, alla  Persia  ed  all'India  centrale,  è  accidentale  alle  Spitzbergen,  migra 
nell'autunno  in  Africa  sino  alla  Senegambia.  In  Italia  è  specie  estiva,  abbastanza 
comune,  d'arrivo  in  marzo  ed  in  aprile,  riparte  da  settembre  a  ottobre  e  nelle 
parti  meridionali  anche  in  novembre.  Vi  è  molto  da  dubitare  sulla  notizia  che 
nel   I '.arese  sia  specie  stazionaria.  Nidifica. 


Sottordine  HIANTES  -  Ianti. 


Diti  anteriori  liberi  o  con  una  membrana  interdigitale:  dito  posteriore  (pol- 
lice) assai  corto,  diretto  in  avanti  od  opposto  e  versatile. 


Famiglia  CAPRIMULGLDAE,  Caprimulgidi. 

Testa  grande,  depressa;  becco  molto  piccolo,  spianato  alla  base,  legger- 
mente uncinato  e  contornato  di  setole  assai  sviluppate;  occhi  molto  grandi;  na- 
rici basilari,  con  un  bordo  rialzato,  talora  tabulari;  apertura  del  becco  molto  grande 
ed  estesa  fino  oltre  la  metà  dell'occhio;  ali  più  o  meno  lunghe  ed  appuntite,  di 
10  primarie;  coda  con  10  timoniere;  tarsi  in  generale  molto  corti,  nudi  o  piu- 
mati; piedi  assai  piccoli;  diti   tre  rivolti  in  avanti,    talora    con    un    numero    inso- 


\  I  I  WTI     ORNITOI  OGII  0  93 


lito  di  falangi,  il  mediano  unito  ai  laterali  da  una  membrana;  unghie  lunghe,  non 
retrattili,  con  quella  del  dito  mediano  spesso  pettinata. 

Giovani  inetti,  ma  coperti  ili  piumino;  piumaggio  molle  e  morbido,  di  tinte 
opache,  sessi  e  giovani  quasi  eguali;  mutano  due  volte  all'anno  in  primavera  ed 

in  autunno. 

Questa  famiglia  è  composta  di  19  generi,  comprendendo  anche  L'Americano 
Nycfflrius,  Vieill.  dall'unghia  del  dito  mediano  non  pettinata,  ed  in  tutto  una  no- 
vantina di  specie  sparse  indie  regioni  temperate  e  tropicali  del  Mondo  intero. 
Frequentano  le  aperte  campagne  e  le  boscaglie,  raramente  escono  di  giorno,  ed 
hanno  abitudini  notturne  o  crepuscolari  coinè  i  Rapaci  notturni  ai  quali  assomi- 
gliano per  il  piumaggio  molle  e  vellutato,  per  il  volo  silenzioso  e  di  solito  per  il 
colore  protettivo:  alcune  specie  si  presentano  migranti,  portandosi  al  Sud  d'au- 
tunno; sono  eminentemente  insettivori  e  all'oliano  la  preda  volando  e  tenendo 
aperta  la  larghissima  bocca.  Non  fanno  nido,  ma  depositano  sulla  nuda  terra  e 
di  solito  frammezzo  ai  cespugli  due  uova  di  coloro  vario  e  spesso  protettivo.  Per 
Le  altitudini  ed  il  colorito  dettero  luogo  ai  più  strani   pregiudizi  del  volgo. 


Genere  CAPRIMULGUS,  Ltnnàeus. 

Becco  molto  piccolo  e  corto,  flessibile,  allargato  alla  base,  compresso  al- 
l'apice: mandibola  inferiore  coli' apice  rivolto  all'insù  e  che  tocca  quello  della 
superiore  che  è  adunco,  base  del  becco  circondata  da  setole  dirette  sul  davanti, 
dietro  il  punto  di  contatto  degli  .apici  delle  due  mascelle  un  meato  ben  distinto; 
apertura  del  becco  larghissima,  estesa  al  di  là  dell'occhio;  narici  basilari,  membra- 
nose, coperte  di  piccole  penne;  ali  grandi  di  10  primarie,  la  1"  leggermente  più 
corta  della  2,s  che  è  la  massima;  coda  di  10  penne  lunghe  e  leggermente  rotonde; 
tarsi  molto  corti,  piumati  nei  due  terzi  superiori;  piede  piccolo  e  corto;  diti  tre 
rivolti  in  avanti,  dei  quali  il  mediano  più  lungo  dei  due  laterali,  che  sono  eguali, 
l'interno  unito  al  mediano  da  una  membrana  e  munito  di  quattro  falangi,  il  quarto 
rivolto  all'indietro;  unghie  piccole,  curvate  all' infuori,  quella  del  dito  mediano 
pettinata  sul  margine  interno. 

Questo  genere  consta  di  42  specie,  tre  delle  quali  giungono  più  o  meno  re- 
golarmente in  Europa. 

I  Succiacapre  hanno  l'abitudine  di  cercare  gl'insetti  frammezzo  gli  armenti, 
questo  costume  fece  nascere  ai  pastori  l'idea  che  essi  succhiassero  il  latte  delle 
capre,  e  da  ciò  il  loro  nome  ripetuto  in  tutte  le  lingue. 

81.  Caprimulgus  europaeus,  Linnaeus,  Succiacapre. 

|  Nottolone']. 
l'I  \v.  XXIV.  fig.  8.  e  Tav.  L.  Bg.  1  &.]. 

Testa  e  parti  superiori  di  un  grigio-cenerino  e  brunastro  a  zig-zags  sottilissimi 
e  con  grandi  macchie  allungate  nere  sul  centro  della  testa  ed  una  ristretta  lungo 
lo  stelo  delle  penne  sulle  parti  laterali  della  stessa;  dorso  e  groppone  con  una  stria 
nera,  allungata  e  più  larga  sulla  linea  mediana;  parti  interiori  a  zig-zags  brunastri, 


9+  ATLANTE    OUNITOI.OGICO 


grigi  e  fulvicci  e  cou  grandi  macchie  bianco-fulviccie  sui  lati  della  gola;  le  tre 
prime  remiganti  primarie  con  una  macchia  bianca  sul  mezzo  del  vessillo  interno, 
le  due  timoniere  esterne  da  ogni  lato  colFestremità  bianca  (mas.  ad.).  Colori  più 
scialbi;  mancano  le  macchie  bianche  sulle  remiganti  e  sulle  timoniere  esterne 
(fri/ut/,  ad.).  I  giovani  sono  più  opachi  di  tinte,  ma  hanno  le  macchie  sulle  remi- 
ganti e  sulle  timoniere  (che  mancano  anche  nelle  femmine  giovani)  di  un  fondo 
di  tinta  più  rossigno. 

Lunghezza  totale  0,m280;  becco  0,'"009;  ala0,'"198;  coda0,'"145;  tarso  0,'"014. 

Abita  l'Europa  fino  al  63"  di  lat.,  la  Siberia  meridionale  e  l'Asia  minore,  sver- 
nando nell'Africa.  In  Italia  è  specie  estiva,  abbastanza  comune,  arriva  d'aprile 
e  nel  maggio,  ripartendo  in  ottobre.  Nidifica,  e  fu  asserito  che  sverni  in  Sardegna, 
tatto  che  non  venne  poi  confermato. 

Il  signor  Hartert  (J)  ha  distinto  una  forma  del  C.  europaeus,  che  presenta  statina 
minore  ed  ali,  anche  in  proporzione,  più  corte  e  la  chiamò  C.  europaeus  meridioiialis, 
essa  fu  elevata  al  raugo  di  vera  specie  dallo  Sharpe  (2)  e  dal  Madarasz  (3),  ma  l'IIar- 
tert  anche  in  un  susseguente  lavoro  (4)  la  ritiene  semplice  sottospecie  e  cosi  l'Er- 
langer  (5).  Abita  l'Europa  meridionale  ed  il  Nord  dell'Africa  e  nidifica  sempre 
al  di  qua  dell'Equatore.  Sarebbe  molto  cupa  di  colorito  nei  paesi  occidentali  (Spa- 
gna), distintamente  più  chiara  a  Tunisi,  ad  Algeri  e  nei  paesi  orientali  (Grecia). 
Ma  si  presenta  sempre  assai  variabile  nel  fondo  di  tinta,  mostrando  notevoli  pas- 
saggi al  tipico  C.  europaeus.  Ala  0,"'180;  coda  0,"'135.  Anche  in  Italia  ho  trovato 
soggetti  con  queste  dimensioni. 

82.  Caprimulgus  rufìcollis,  Temminck,  Succiacapre  dai  colio  rosso. 

[Nottolone  a  colture  rosso]. 

Parti  superiori  di  un  grigio-cenere  chiaro,  a  zig-zags  trasversali  grigio-rossa- 
stri e  con  fascie  longitudinali  nere  sulla  testa,  sulla  nuca  e  sul  groppone,  quelle  della 
testa  bordate  di  fulviccio;  attorno  al  collo  itti  largo  collare  rosso-castagno,  molto  distinto 
sitila  p(t iti-  posteriore  /lilla  stesso  e  macchiato  di  itero;  le  parti  inferiori  a  fascie  alterne 
ed  irregolari  giallette  e  nerastre;  sulla  gola  due  grandi  macchie  bianche,  più  ac- 
centuate che  nel  C.  europaeus;  macchie  sulle  remiganti  e  sulle  timoniere  come  nel 
C.  europaeus,  ma  presenti  anche  nella  femmina  (ad.).  Generalmente  più  pallido;  macchie 
sulle  remiganti  e  sulle  timoniere  meno  accentuate  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"298;  becco  0,'"012;  ala0,ra202;  coda0,m165;  tarso  0,'"0 19. 

Il  collare  rossiccio,  e  talora  dorato,  rende  subito  riconoscibile  questa  specie. 

Abita  l'Africa  nord-occidentale,  la  Spagna  ed  il  Portogallo  ed  è  accidentale 
in  Francia,  in  Inghilterra  ed  in  Dalmazia.  In  Italia  è  specie  pure  accidentale  e 
molto  rara,  presa  soltanto  una  volta  a  Trapani  ((!)  e  due  volte  a  Malta  nel  1860 
e  nel  1865,  questo  secondo  si  conserva  nel  R.  Museo  di  Firenze. 


(')  Ibis,   L896,  p.  370. 
ì   Band-List  lì.,  II.  p.  87  (1900). 
Uagyaror.   Mintami.  V,  p.   182  (1900). 
//,/.    li,  ,,,,,■!,    VSg.    l.uf.,   V,  p.   57(1897). 
■  loiirn.  Jiir   Ornili,..    XLV11.    p.    519   (1899). 
('  i  -tri,  .    Il,    pp.   102-103  (1898). 


ATLANTI'.    ORNITOLOGI'  0  95 


83.  Caprimulgus  aegyptius  (Lichtenstein),  Succiacapre  algerino. 

[  Vottolone  del  desi  rio]. 

Parti  superiori  ili  un  isabella-chiaro  a  zig-zags  estroni  finissimi  grigio-isabellini, 
fulvi  e  nero-bruni  con  macchie  nerastre  sulle  parti  superiori  della  testa  e  sulle  sca- 
polari, ove  sono  più  larghe:  parti  interiori  molto  più  pallide  con  due  macchie  bianche 
sulla  gola;  addome  di  un  grigio-isabella  con  strette  fascie,  unicolore  soltanto  nella 
sua  parte  più  bassa  (ad.). 

Lunghezza  totale  0/"267;  becco  0,'"008;  ala  0,m204;  coda  0,m140;  tarso  0,m023. 

Abita  l'Africa  settentrionale  fino  alla  Nubia  e  parte  dell'Asia,  dal  Caspio  al 
Baluccistan.  Accidentale  in  Europa  (Inghilterra  ed  Helgoland).  In  Italia  comparve 
tre  volte  a  Malta  e  due  in  Sicilia,  cioè  a  Girgenti  senza  data  e  nel  187'J  a  Mo- 
dica; questo  ed  un  secondo,  proveniente  da  Malta,  sono  conservati  nel  R.  Museo 
di  Firenze;  la  cattura  di  Girgenti  non  è  del  tutto  sicura,  la  notizia  è  riportata 
dal  Doderlein,  ma  il  soggetto  non  venne  preparato. 

Sembra   che   un  esemplare  di  C.  asiatieus,  Latham,  sia   stato  ucciso  presso 
Genova,  esso  si  conserva  ora  al  R.  Museo  di  Firenze.  Ma  anche,  a  detta  del  Salva 
dori,  tale  notizia  non  offre  sufficienti  garanzie.  È  specie  propria   all'Asia  e  che 
finora  non  comparve  in  Europa. 


Famiglia  CYPSELIDAE  (l),   Czpselidi. 


Becco  corto,  depresso,  uncinato,  largo  alla  base,  senza  setole;  apertura  del 
becco  larghissima,  estesa  fino  oltre  gli  occhi;  testa  ed  occhi  mediocri,  questi  incas- 
sati e  sormontati  da  un  opercolo  di  penne;  ali  assai  lunghe,  appuntite,  di  10 
primarie,  le  secondarie  assai  corte;  coda  di  forma  variabile,  composta  di  10  penne; 
tarsi  nudi,  corti  e  forti,  talora  piumati;  piedi  corti,  diti  di  solito  robusti,  separati, 
quasi  eguali,  tre  sul  davanti,  il  posteriore  più  o  meno  diretto  in  avanti  od  all'in- 
die tro  e  versatile:  unghie  compresse,  forti,  curvate. 

Giovani  inetti  e  nudi:  fu  asserito  che  mutano  due  volte  all'anno  di  primavera 
e  d'autunno,  ma  invece  pare  assodato  che  la  loro  muta  è  semplice  e  che  ha  luogo 
nel  nostro  mezzo-inverno,  cioè  di  febbraio;  tinte  piuttosto  scure,  miste  a  bianco, 
senza  colori  metallici;  sessi  e  giovani  eguali  o  con  lievi  differenze. 

Questa  famiglia  contiene  circa  75  specie,  che  abitano  tutto  il  Mondo,  tranne 
le  latitudini  più  settentrionali  e  le  più  meridionali.  Conducono  vita  esclusivamente 
aerea  e  hanno  potere  di  volo  straordinario,   assai   di  rado  si  posano  sugli  alberi 
o  a  terra.  Si  nutrono  quasi  esclusivamente  d'insetti,   che  cacciano  volando.  Fre 
quentauo  i  monti,  le  estese  pianure,  talune  specie  abitano  entro  le  stesse  città. 


Questa  famiglia  por  legge  di  priorità  dorrebbe  chiamarsi  Apidae  o  Apodidae,  ma  Biccome  ciò 
potrebbe  generare  confusioni  con  altri  gruppi  d'animali,  ln>  preferito  ritenere  il  vecchio  nome  ili  Cypte- 
lUlar,  scartando  anche  lincilo  ili  Micropidae  o  Micropodidae. 


96  atlanti;  ornitologico 


Sono  migranti  e  d'autunno  vanno  verso  Sud.  Nidificano  in  differenti  maniere,  na- 
scondendo i  nidi  nello  buche  delle  roccie,  dello  case  e  nelle  eaverne  o  fabbrican- 
doli qua  e  Là  appesi  come  quelli  delle  Panyptilae  e  delle  Collocalìae  <>  Salangane, 
(die  sono  anche  mangerecci,  pendio  fatti  quasi  esclusivamente  di  unisco  o  di  simili 
sostanze  agglutinate  con  una  secrezione  salivare  modificata,  emessa  dallo  glandole 
salivari  grandemente  sviluppate. 


Sottofamiglia  CYPSELINAE,  t  <ipst  lini. 

Diti  tutti  diretti  all'innanzi  ad  eguali  intervalli  l'uno  dall'altro,  il  posteriore 
volto  all'innanzi  o  laterale;  notasi  un  numero  anormale  di  falangi  nei  diti;  tarsi 
piumati,  talora  anche  i  piedi. 


Genere  APUS,  Scopoli  ('). 

Hocco  estremamente  piccolo,  largo,  triangolare  alla  base  e  compresso  all'apice, 
curvato,  coi  margini  della  mascella  inferiore  assai  piegati  all'indentro;  apertura 
del  becco  molto  larga,  estesa  fino  sotto  gli  occhi;  narici  longitudinali,  con  un  mar- 
gine rialzato  e  con  piccole  penne;  ali  di  10  primarie,  lunghissime,  acute,  1"  e  _' 
le  più  lunghe;  coda  di  10  penne,  forcuta,  talora  sorpassata  considerevolmente  dalle 
ali;  tarsi  assai  corti,  nudi  posteriormente,  piumati  in  fronte;  diti  nudi,  separati, 
in  numero  di  quattro,  dito  mediano,  l'esterno  e  l'interno  ciascuno  con  tre  fa- 
langi: unghie  corte,  grandi,  molto  curvate,  retrattili. 

11  genere  Apus  consta  di  circa  26  specie,  che  abitano  il  Mondo  intero,  eccetto 
l'estremo  Nord  e  l'America  settentrionale  e  sono  di  comparsa  irregolare  in  Au- 
stralia. 


84.  Apus  melba  (Linnaeus),  Rondone  alpino. 

[  Cypselus  melba  (L.;]. 

[Tav.  XXV,  fig.  11]. 

Tinta  generale  bruno-scura;  fascia  pettorale  e  cuopritrici  interiori  della  <^n\;\ 
grigio-bruni  :  mento,  gola,  addante  ili  un  bianco-puro  con  deboli  vestigi  di  tinte  nerastre 
lungo  lo  stelo  i  mi.),  l'enne  scure,  marginate  di  bianco;  fascia  pettorale  più  stretta  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m220;  becco  0,'"010;  ala  <),,il'l,7;  coda,  timoniere  laterali 
0,'"090;  tarso  0,'"014. 

Abita  le  montagne  dell'Africa  settentrionale  e  dell'Europa  meridionale  fino 
alle  Alpi,  al  cui  Nord  è  accidentale  e  si  estende  verso  oriente  fino  all'India.  In 
Italia  è  specie  estiva,  d'arrivo  in  aprile  e  di  partenza  alla  fine  di  agosto,  è  in 
generale   nieno  abbondante   sugli   alti   monti   del   continente,   che   non  sul  monte 


;i    [pui,  Scopoli  (1777);    Min-opus,  Meyor  &   Wolf  (1810),   Cypselue,   [Uiger  (1811) 


Tav    13. 


1.  Frosone.    2.  Ghiandaia  marina.    3.  Gruccione.    4.  Torcicollo.    5.  Codirossone  (o*  ad.).    6.  Passera  solitaria 
(cf  ad.).    7.  Passera  solitaria  (2).     8.  Tordo  oscuro.    9.  Tordo  dorato.     10.  Cesena  dì  Naumann. 

Ubico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


ATLANTE    ORNITOLOGI)  0  97 


Argentàrio,  in  Calabria  e  nelle  isole  di  Sicilia,  di  Sardegna,  ili  Corsica,  all'Elba  età, 
ove  è  abbondantissimo,  specialmente  d'attorno  alle  roccie  a  picco  sul  mare.  Ni- 
difica. 

85.  Apus  apus    Linnaeus),   Rondone. 

|  Cypselus  apus    l..)|. 

|  Tu.    XXV,    fig.     13  j. 

Tinta  generale  bruno-nerastra  di  fuliggine  con  una  leggera   lucentezza   ver 
dastra;   uno  spazio  nero  (lavami   agli  ocelli:  fronte  e  remiganti  debolmente  più 
pallide;  mento  e  gola  di  un  bianco-sudicio  e  cenerognolo;  coda  forcuta   ad.  .  Re- 
dini e  fronte  più  biancastre;  manca  la  lucentezza  verdastra;  le  penne  scure  con 
margini  biancastri   giov.). 

Lunghezza  totale  0,'  175;  becco  0,'"007:  ala  0,m170:  coda,  timoniere  laterali 
0,mO72;  tarso  o.'OlO. 

Abita  la  regione  Paleartica  fino  al  70°  di  lat.  X..  e  sverna  nell'Africa  del  Sud 
e  nell'India.  In  Italia  è  specie  abbondantissima,  di  arrivo  in  aprile  e  di  partenza 
dal  l'I  luglio  a  settembre.  Nidifica  due  volte  in  maggio  e  nel  giugno.  Sono  senza 
fondamento  le  notizie  sullo  svernamento  del  Rondone  in  Italia. 

85".  Apus  apus  murinus  (Brehm),  Rondoni  pallido. 

|  Cypselus   murinus   (Bkehm),    C.    pallidus,   Shell.;    Rondone   <hiaro~\. 

Simile  all'J.  apus,  ma  colle  ali  in  proporzione  più  corte:  statura  minore  e 
colorito  più  chiaro,  grigio-sorcio,  colla  fronte  e  la  parte  anteriore  della  testa  più 
sbiadite  ;  il  bianco  sul  mento  e  sulla  gola  più  esteso. 

Lunghezza  totale  0,'"152;  becco  0,m008;  ala  0,'"163;  coda  0,'"068;  tarso  0,'"011. 

Abita  le  parti  settentrionali  dell'Africa,  estendendosi  verso  Est  fino  alla  Persia 
e  d'inverno  sino  al  Damara  in  Africa.  È  comune  alle  Canarie,  alle  Azzorre  e  nella 
Spagna.  In  Italia  comparve  tre  volte,  cioè  due  a  Malta  nel  1874  ed  una  nel  1887 
a  Spezia,  i  tre  esemplari  sono  conservati  nel  R.  Museo  di  Firenze.  Sembra  essere 
specie  rara  da  noi  se  non  è  confusa  coll'J..  apus,  ciò  che  non  è  difficile:  fu  presa 
a  Creta,  in  Dalmazia,  in  Ungheria  ed  a  Cipro. 

86.  Apus  affinis   .1.  E.  Geay),  Rondone  indiano. 
[Cypselus  affinis  (J.  E.  Gk.)J. 

Testa,  nuca,  lati  e  parte  posteriore  del  collo  grigio-bruni;  dorso,  petto  e  addome 
nero-lucidi  a  riflessi  verdi;  mento,  gola  e  groppone  bianco-puri;  coda  poco  forcuta. 

Lunghezza  totale  0/"129;  becco  0,'"007  ;  ala  0,m131;  coda  0,'"042  (nelle  timo- 
niere esterne):  tarso  0,m008. 

Abita  l'Africa,  l'India  e  Ceylan,  ma  non  è  distribuito  uniformemente.  Com- 
parve una  sola  volta  in  Europa,  cioè  in  Italia,  a  Genova,  nel  1  1  maggio  1890  (Sal- 
vadori    ' 


(')  Nel   K.  Museo  di  Firenze   si   conserva    un   .1.  affini»,  ohe   sarel)l>e  stato   ucciso  il  li  luglio   1890 
nello  vicinanze  di  Roma, 

Atlante  ornitologico.  1U 


98  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


Sottofamhìlia  CIIAETURINAE,   Chetarmi. 

Steli  delle  timoniere  di  solito  rigidi  e  protratti  oltre  i  vessilli:  diri  con  un 
numero  nonnaie  di  falangi,  il  posteriore  non  rivolto  sul  davanti,  ma  versatile; 
tarsi  mai  piumati. 


Genere  CHAETURA,  Stephens. 

Simile  al  genere  Apus,  ali  molto  lunghe,  considerevolmente  eccedenti  la  coda 
che  è  corta,  quadrata  e  colle  penne  terminate  da  una  porzione  acuta  e  nuda  dello 
stelo  (coda  mucronata);  tarsi  nudi,  più  robusti;  dito  posteriore  diretto  all'indietro, 
numero  delle  falangi  normale. 

Una  trentina  di  specie  compongono  questo  genere,  che  è  sparso  nell'America, 
nell'Africa  tropicale,  nell'Australia  ed  in  parte  dell'Asia,  una  sola  di  esse  giunge 
accidentalmente  in  Europa. 

87.  Chaetura  caudacuta  (Latham),  Rondone  dalla  coda  spinosa. 

Fronte,  mento,  gola  e  basso  addome  bianchi;  testa,  suoi  lati  e  nuca  nero-bru- 
nastro-lucidi;  dorso,  scapolari  e  groppone  di  un  bruno-pallido;  ali  e  coda  nero- 
verdastre  miste  a  blu-metallico;  remiganti  secondarie  interne  coi  vessilli  interni 
in  gran  parte  bianchi  (ad.). 

'Lunghezza  totale  0,'"202;  becco  0,m009;  ala  0,m207;  coda  0,,n056;  tarso  0,m017. 

Abita  la  Siberia  orientale,  la  Cina,  l'Imalaia,  il  Giappone  e  d'inverno  l'Au- 
stralia. In  Europa  comparve  due  volte,  quale  uccello  accidentale,  nella  Gran  Bre- 
tagna nel  1846  e  nel  1879. 


Ordine  PASSERES  -  Passeracei. 


Becco  di  forma  estremamente  variabile,  interamente  o  parzialmente  corneo, 
mai  del  tutto  membranoso  o  fornito  di  cera  o  ceroma;  ali  di  forma  svariata, 
remiganti  1"  da  nove  a  dicci,  grandi  cuopritrici  mai  più  di  metà  lunghezza  delle 
remiganti  •_".  che  non  oltrepassano  il  numero  di  sei;  coda  molto  variabile  di  forma, 
di  12  timoniere,  salvo  casi  eccezionali;  piede  passerino,  adattatissimo  ad  appoggiare 
sui  rami  degli  alberi,  mai  zigodattile,  ma  semipalmato,  cioè  coi  diti  riuniti  più 
o  meno  del  tutto  alla  giuntura  basilare;  diti  in  numero  di  quattro,  tre  diretti  in 
avanti,  il  posteriore  sempre  all'indietro,  mai  in  avanti  o  lateralmente,  sempre  pre- 
sente ed  incunibentc.  con  unghia  tiene  sviluppata  e  larga. 


MI    \MI      0BN1  fOLOGICO  99 


un  uccelli  che  appartengono  a  questo  grande  ordine  sono  altamente  distinti 
per  caratteri  anatomici  ed  osteologici,  hanno  palato  egitognato  o  passerino,  le 
vertebre  cervicali  che  non  oltrepassano  il  ninnerò  di  15,  Lo  -ionio  semplice  con 
ampia  intaccatura  sul  margine  posteriore,  i  lendini  della  pianta  profondi,  liberi 
e  molto  semplici,  il  pollice  sempre  presente;  L'apparato  musicale  più  o  meno  com- 
plesso e  sviluppato,  ma  sempre  presente;  i  pulcini  nascono  inetti,  ciechi,  nudi, 
e  sono  nutriti  per  lungo  tempo  dai  genitori  in  un  nido  di  sedilo  artistico.  Si  sud- 
dividono in  quattro  grandi  sottordini,  dei  quali  solo  quello  degli  Oseines  o  Pas- 
seiacci  cantori  è  Kuropeo.  Questo  ordine  cosmopolita  contiene  pili  di  5800  specie. 


Sottordine  OSCINES  -  Passeracei  cantori. 


L'apparato  vocale  è  più  o  meno  sviluppato  e  consiste  di  cinque  a  sette  paia 
di  muscoli,  alcune  specie  però  non  cantano. 


Sezione  OSCINES  LATIROSTRES  -  Passeracei  latirostri. 


Becco  corto,  largo  e  depresso  alla  base,  profondamente  spaccato:  piedi  pic- 
coli, essi  ed  il  tarso  talora  in  parte  piumati.  Sono  uccelli  di  piccola  taglia,  cosmo- 
politi e  migratori. 


Famiglia  HIRUNDLNIDAE,  Irundinidi. 


•  Becco  corto  e  largo,  spaccato  fino  sotto  l'occhio,  piatto,  fornito  alla  base 
di  poche  setole  indistinte  e  talora  mancanti;  fosse  nasali  piccole,  narici  circolari, 
talora  del  tutto  aperte  o  coperte  da  una  membrana;  ali  acuminate,  assai  lunghe 
di  9  primarie  colla  1°  la  più  lunga,  se  non  esiste  penna  spuria  visibile;  coda  in 
generale  di  12  penne,  talora  forcuta  e  con  le  penne  esterne  filamentose;  tarso 
nudo,  scudettato  sul  davanti,  raramente  piumato,  molto  corto;  dito  mediano  riu- 
nito alla  giuntura  basilare  coll'esterno,  alle  volte  anche  coll'interno;  diti  corti 
e  deboli,  colle  unghie  mediocri  ed  arcuate. 

La  testa  è  subrotonda,  il  corpo  riunito,  gli  occhi  mediocri;  il  piumaggio  offre 
talora  tinte  metalliche  appariscenti;  i  sessi  sono  eguali  o  poco  differenti,  i  giovani 
dissimili  dagli  adulti;  la  taglia  è  relativamente  piccola. 

Le  Rondini  sono  sparse  per  tutto  il  Mondo,  se  ne  conoscono  circa  100  specie, 
si  cibano  d'insetti,  che  predano  volando;  dotate  di  volo  potente,  imprendono  lun- 
ghissime migrazioni  periodiche,  cangiano  le  penne  una  volta  all'anno  di  febbraio, 
e  non  hanno  muta  autunnale;  sono  residenti  nei  paesi  tropicali;  compiono  le  loro 
migrazioni  in  enormi  branchi;  non  si  posano  che  di  rado  sugli  alberi,  ma  se  ne 


100  AMAMI     ORNITOLOGICO 


stanno  sempre  librate  in  aria,  eccetto  quando  dormono  o  covano,  sul  terreno  cam- 
minano assai  a  mala  pena  e  stentano  a  prendere  il  volo  pel  tarso  breve.  Il  loro 
canio  è  un  semplice  cicaleccio,  ma  alcune  specie  esotiche  lo  hanno  melodioso. 
Il  nido  è  composto  di  fango,  di  penne,  di  paglia  etc.  e  lo  fabbricano  sulle  roccie, 
sulle  rive  dei  fiumi,  nelle  buche  degli  alberi,  fra  le  travi  delle  stanze,  sotto  i  cor- 
nicioni eie,  deponendo  uova  abbastanza  numerose  ovali-allungate  bianche,  imma- 
colate o  con  piccole  macchiette  grigie,  brune  o  rossiccie. 
Poche  specie  si  trovano  in  Europa. 


Genere  CHELIDON   '),  Bore. 

Becco  corto,  depresso,  rigonfio  e  largo  alla  base,  colla  commessura  appena 
curvata;  narici  basilari,  ovali,  semiaperte;  ali  subrotonde,  che  sorpassano  di  poco 
la  coda;  coda  di  12  penne,  mediocremente  forcuta,  le  due  timoniere  esterne  non 
prolungate;  tarso  corto,  esso  ed  i  diti  piumati,  diti  piuttosto  lunghi,  tre  in  avanti 
ed  uno  all'indietro;  unghie  forti. 

Piumaggio  bianco  e  nero  a  spazi;  una  gran  fascia  bianca  sul  groppone,  ben 
visibile  quando  l'uccello  vola. 

Costruiscono  i  loro  nidi  sui  cornicioni  o  sui  muri  degli  edifizi,  più  raramente 
sugli  alberi  e  talora  sulle  roccie,  preferendo  i  luoghi  abitati  alle  campagne. 

Si  conoscono  sei  specie  di  Chelidon,  una  sola  nidifica  in  Europa,  tutte  abitano 
il  Mondo  Antico. 

88.  Chelidon  urbica  (Linnaets),  Balestruccio. 

[Tav.   XXV,  tig.   10]. 

Becco  nero;  parti  superiori  nere  con  riflessi  blu  d'acciaio  decisi;  cuopritrici 
delle  ali,  remiganti  e  timoniere  bruno-nere;  groppone,  guancie,  gastreo,  piccole 
penne  del  tarso  e  dei  diti  bianche;  fianchi  grigi;  coda  molto  forcuta  (ari.).  Becco 
giallastro  alla  base;  parti  superiori  con  tinte  metalliche  più  scarse;  remiganti 
secondarie  coll'apice  bianco;  bianco  del  groppone  e  del  gastreo  meno  puro,  talora 
gialletto;  gola  e  mento  tinti  di  brunastro;  fianchi,  ed  alle  volte  il  sottocoda,  grigio- 
scuri;  coda  meno  forcuta  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,"145;  becco  0,'"006;  ala  0,n110;  coda  0,m056;  tarso  0,m0 10. 

Abita  l'Europa  d'estate,  portandosi  d'inverno  nell'Africa  al  sud  dell  Abissinia 
e  nell'Asia  fino  all'India,  ove  s'incontra  coll'affine  C.  urbica  eashmiriensis  iGould). 
In  Italia  è  specie  di  passo,  estiva,  nidificante  ed  abbondantissima.  Arriva  di  marzo- 
aprile  e  riparte  nel  settembre-ottobre.  Sembra  non  nidifichi  in  Sicilia  e  nemmeno 
vi  sverna,  come  asserì  il  Benoit.  Abita  di  preferenza  le  città  e  le  borgate.  Va 
soggetto  a  varietà  albine,  quelle  intieramente  bianche  sono  molto  rare,  come  pure 
i-aio  è  il  suo  ibridismo  colla  Rondine. 


(')  Non  ho  creduto  necessario  mutare  il  nome  «li  Chelidon  con  quello  di  Chelidonaria,  Reichenow 
i  issiti.  Ammesso  anche  ohe  Chelidon,  Forster  (1817)  sia  sinonimo  di  Stronfio  (tanto  più  che  venne  ado- 
perato senza  diagnosi),  miliari»  elio  si  possa  prescegliere  Chelidon,  Boie  (1822),  ohe  ti  i  stabilito  pel  Bale- 
Btruccio  e  ohe  è  inoltre  ili  uso  così  generale. 


\  i ■[.  w  i  i     ORNI 1 ICO  1"1 


Il  Giglioli  ha  citalo  come  appartenente  all'Asiatico  C.  cashmiriensis,  Gould  un 
piccolo  Balestruccio  preso  a  Firenze  nell'ottobre  lxs;>  e  conservato  in  quel  Et.  .Museo, 
considerato  però  quanto  sono  variabili  di  dimensioni  le  Hirundinidae  in  generale, 
credo  di  ritenerlo  una  varietà  minore  del  comune  Balestruccio  e  non  un  soggetto 

del   Malestruccio  del   Kascmir  (C.  urbica  cashmiriensis),  che  è  molto  affine  alla  specie 
Europea  e  dalla  quale  sarebbe  distinto  per  la  coda  meno  forcuta  e  la  statura  mi 
nore.  Questa  sottospecie  abita  l'hnalaia  di  estate,  scendendo  nelle  pianure  dell'India 
all'avvicinarsi  dell'inverno. 


Genere  HIRUNDO.   Linvw  i 

Distinto  dal  gen.  Chelidon  pei  seguenti  caratteri:  becco  depresso  e  molto  Largo 
alla  base,  colla  commessura  diritta;  coda  estremamente  forcuta  di  li*  penne,  colle 
esterne  assai  più  lunghe  delle  centrali  e  più  sottili  verso  l'apice  e  con  un'intaccatura 
sul  loro  vessillo  interno;  tarso  debole,  nudo,  scudettato;  diti  nudi:  unghie  mediocri. 

Statura  mediocre;  piumaggio  in  generale  nero  bluastro  di  sopra  e  bianco  di 
sotto  commisto  a  tinte  rossigne. 

Si  conoscono  circa  40  specie  di  questo  genere  cosmopolita,  due  delle  quali 
si  trovano  anche  in  Europa. 

89.  Hirundo  rustica,  Linnaeus,  Eondme. 
[Tav.  xxv,  fig.  g  «  tav.  l.  Bg.  l: -fi- 
Becco  nero;  fronte,  parte  anteriore  del  pileo,  mento  ed  alta  gola  di  un  rosso- 
mattone;  parti  superiori  ed  una  fascia  che  occupa  il  davanti  del  collo  nere  a 
riflessi  blu-porporini  o  verdi  assai  vivaci;  resto  del  gastreo  bianco,  più  o  meno  la- 
vato di  rugginoso,  specialmente  sui  fianchi  e  sul  sottocoda;  ali  molto  più  corte  della 
timoniera  esterna  allungata;  coda  forcuta  coll'esterna  estremamente  allungata,  le 
due  mediane  unicolori,  le  altre  con  una  macchia  bianca  sul  vessillo  interno  (ad.). 
Becco  nerastro,  gialletto  all'angolo  della  bocca;  fronte  e  gola  di  un  rossigno  più  o 
meno  bianchiccio;  riflessi  metallici  sulle  tinte  nere,  come  gli  adulti:  fascia  pettorale 
nero-brunastra  coi  margini  apicali  fulviccio-carichi  ;  gastreo  tinto  di  rosa-debole 
o  di  castagno-rossiccio;  ali  che  giungono  all'estremità  della  coda,  remiganti  col 
margine  del  vessillo  interno  e  l'apice  grigiastri;  esse  nel  resto  e  le  timoniere 
bruno  nerastre  a  riflessi  verdi,  la  coda  poco  forcuta  e  quasi  quadrata  negli  indi- 
vidui molto  giovani  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"180;  becco  0,n,007;  ala  0,m120 ;  coda  0,m080  (timoniere  la- 
terali), 0,"'05G  (timoniere  mediane);  tarso  0,'"011.  Varia  nelle  dimensioni,  si  trovano 
individui  colle  timoniere  laterali  di  0,m136.  Va  soggetta  a  numerose  varietà  albine 
e  quelle  del  tutto  bianche  non  sono  molto  rare. 

Questa  specie  abita  l'Europa  verso  est  fino  allo  Jenissei  ed  alla  Cina,  sverna 
in  Africa  al  sud  del  Sahara,  nell'India  e  nel  Burina.  E  uccello  estivo  e  di  passo 
molto  abbondante  in  Italia,  vi  arriva  nel  marzo-aprile  e  ne  riparte  nel  settembre 
ottobre.  Nidifica  come  i  Balestrucci,  ponendo  i  nidi  sulle  pareti  dei  muri  degli 
edilìzi  o  attaccati  alle  travi  dei  portici,  ed  abita  di  preferenza  le  campagne.  Le 
pretese  ibernazioni  di  questa  specie  tra  noi  meritano  conferma. 


102  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


90.  Hirundo  rufula,  Temminck,  Rondine  rossiccia. 

f  Tav.  xlvi.  Bg.  8  |. 

Base  della  fronte,  stretto  sopraciglio,  un  mezzo  collare  sulla  nuca  ed  alto 
groppone  di  un  rossigno-cannella  vivace,  che  sbiadisce  in  biancastro  sul  basso 
groppone;  resto  delle  parti  superiori,  sopracoda  e  sottocoda  neri  a  riflessi  porpo- 
rini e  blu  d'acciaio;  dorso  con  poche  strie  bianche,  talora  indistinte;  il  nero  l'orina 
come  una  calotta  sulla  cervice;  gastreo  rossigno-isabella,  con  una  linea  centrale 
nerastra  sullo  stelo  delle  penne;  remiganti  e  timoniere  nere  a  riflessi  verdastri, 
queste  ultime  senza  macchie  bianche  (ad.).  Tinte  rossigno-cannella  e  rossiccie  più 
pallide;  cuopritrici  delle  ali  e  remiganti  2°  terminate  di  rossiccio;  coda  poco  for- 
cuta,  1'  timoniera  esterna  con  una  macchia  bianca  alla  base  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,"'180;  becco  0,m00l>;  ala  0,m130;  coda  0,'"104  (timoniere 
esterne),  0,m055  (timoniere  mediane);  tarso  0,'"011. 

Questa  specie  abita  l'Europa  sud-orientale,  spingendosi  verso  ovest  fino  all'I- 
talia, si  trova  inoltre  nell'Asia  Minore,  in  Palestina,  in  Egitto,  e  nell'Abissinia. 
E  uccello  raro  in  Italia  ed  in  alcune  provincie  accidentale;  compare  ogni  anno 
di  primavera  in  Liguria,  nelle  Puglie  ed  in  Sicilia,  fu  trovato  anche  a  Malta,  nel 
Napoletano,  in  Toscana,  in  Piemonte  e  nel  Veneto.  E  sempre  molto  più  scarso 
d'autunno,  ma  non  è  improbabile  che  qualche  coppia  possa  nidificare  da  noi  ed 
io  ne  ho  avuti  nel  giugno  dal  Veneto. 

Il  Savi  chiamò  questa  specie  //.  daurica,  Savi  (nec  L.). 

h'Hirundo  Savignyi,  Stephens  o  Rondine  egiziana  fu  citata  dal  Bonaparte  tra 
gli  Uccelli  che  sembrerebbe  dovessero  capitare  in  Sicilia,  il  Wright  la  disse  ac- 
cidentale a  Malta  ed  il  Saunders  in  Sicilia,  l'Olphe-Gaillard  l'elencò  pel  S.  Got- 
tardo, ma  poi  corresse  l'errore,  Ehves  e  Buckley  per  Costantinopoli  e  poi  altri 
Autori  pella  Grecia  e  pel  Sud  della  Russia,  ma  non  consta  che  tali  osservazioni 
siano  fondate.  È  specie  che  abita  l'Africa  nord-orientale  e  la  Palestina  e  si  di- 
stingue tosto  dall'I/,  rustica  per  avere  il  gastreo,  anziché  bianco-rossigno,  di  un 
castagno-vivace.  Quantunque  la  sua  comparsa  in  Europa  sia  stata  asserita  più 
volte,  sembra  che  sempre  venissero  scambiati  per  essa  esemplari  di  IL  rustica 
col  gastreo  tinto  vivacemente  e  che  non  si  trattasse  della  vera  forma  Africana. 
UH.  cahirica,  Lichtenstein  citata  dal  Savi  è  da  riferirsi  a  questa  specie. 

Al  Museo  di  Dublino  (Irlanda)  esiste  una  Progne  purpurea  (Linnaeus)  o  Bale- 
st lincio  americano  ucciso  a  Kingstown  nel  1839  o  nel  1840,  ed  a  Norwich  (In- 
ghilterra) una  Rondine  arborea  americana  (Tachycineta  bieolor  (Vieillotn  uccisa  a 
Derby  nel  1850,  ma  gli  Autori  Britannici  sono  concordi  nel  ritenere  poco  certe 
queste  catture. 

Genere  OLIVICOLA,  Forster  ('). 

Becco  corto,  depresso  e  molto  largo  alla  base,  colla  commessura  diritta;  na- 
rici basilari,  semiaperte;   ali  subacute,  subeguali  o  che  oltrepassano   di   poco  la 

(')  Olivicola,  Forster,   1817;   Colile,  Boie,    1822. 


ah  imi    ornito]  ogico  lo:: 


coda;  coda  forcuta,  però  meno  del  genere  '  'hrliilon;  timoniere  laterali  non  molto  allun- 
gate, né  sopravanzanti  notevolmente  le  mediane:  tarso  sottile,  nudo,  eccetto  un  ciuf- 
fettodi  piccole  penne  sulla  sua  parte  posteriore  presso  il  pollice; diti  nudi;  unghieforti. 

Piumaggio  mollo:  parti  superiori  senza  tinte  metalliche;  timoniere  uniformi. 

Frequentano  Le  località  vicine  alle  acque  e  depongono  Le  uova  in  piccoli  cu- 
nicoli scavati  nei  torroni  sabbiosi  e  sugli  argini  «lei  fiumi,  esse  sono  bianche  leg 
germente   lucide.   Questo  genere   consta    ili    10  specie,   alcuno  delle  quali  poco 
distintamente  caratterizzate,  una  sola  di  esse  nidifica  in  Europa. 

91.  divietila  riparia   Linnaeis  ,  Topino. 

[Cotyle  riparia  (L.)]. 

[Tav.    XXV,    fig.    12]. 

Colorito  generale  delle  parti  superiori  grigio-brunastro  più  cupo  sulla  tosta, 
più  chiaro  sul  groppone;  remiganti  e  timoniere  bruno-nerastre;  guancie  e  gastreo 

candidi,  con  una  t'ascia   bruno-scura  sul  petto  ed  i  fianchi  pure  tinti  di  bruno-scuro; 

remiganti  e  timoniere  bruno-nerastre  {ad.).  Parti  superiori  più  bru •mi    Larghi 

margini  bianchicci  o  fulvicci;  banda  pettorale  con  margini  cenerognolo-rossicci 
o  biancastri;  fronte  e  gola  talora  tinte  di  gialliccio,  con  macchiette  brunastre,  più 
o  meno  fitte  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"135;  becco  0,'"005:  ala  0,ra112;  coda  0,'"050;  tarso  0,'"011. 

Questa  specie  abita  le  parti  settentrionali  delle  Regioni  Paleartica  e  Neartica, 
svernando  in  Africa,  nell'India,  nel  Burina  e  nell'America  settentrionale,  giungendo 
tino  al  Brasile.  In  Italia  è  uccello  di  passo,  estivo  e  nidificante,  ovunque  comune, 
arriva  e  parte  colle  specie  congeneri.  La  supposta  ibernazione  del  Topino  in  Si- 
cilia, citata  dal  Benoit,  merita  conferma. 

Va  soggetto  raramente  a  varietà  albine. 


Genere  COTILE,  Bole  '  . 

Distinto  dal  gen.  Olivìcola  pei  seguenti  caratteri:  Becco  leggermente  curvato 
verso  l'apice;  narici  subrotonde;  ali  subacute,  che  oltrepassano  notevolmente  la 
coda;  coda  quasi  quadrata,  con  macchie  bianche  sulle  timoniere;  tarso  del  tutto  nudo. 

Frequentano  le  località  montuose,  anche  in  riva  al  mare  ed  attaccano  i  loro 
nidi  semisferici  sulle  roccie,  le  uova  sono  bianche  senza  macchie. 

Si  conoscono  due  specie  di  Cotile. 

92.  Cotile  rupestris  (Scopou),  Rondine  montana. 

ICotyle  rupestris  (Scop.),  Biblis  rupestris  (Scop.)]. 

|  1  a\  .  XXV,   Bg.   11  ]. 

Parti  superiori  bruno-grigie  più  scure  sulla  testa,  più  chiare  e  con  mai-ini  bian- 
chicci sul  groppone,  ma  non  sempre  egualmente  distinti;  gola  e  petto  di  un  bianco- 


(';   ('olili-,   lìnic,   1S2J;   /alili*,   l, ('ìschi.   is:ìt.  lieve  scriversi  Colili1  ita  kot(A(£      colei  ohe  cinguetta 
o  non  Cotyle,  come  molti  fanno  erroneamente. 


lui  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


sudicio,  con  rade  macchiette  bruno-nerastre  sul  melilo  e  sulla  gola;  addome  bruno- 
lionato  ;  sottocoda  brunastro  con  margini  bianco  rossigni;  ali  remi;!  bruno-nerastre; 
timoniere  con  una  macchia  ovale  bianca  sul  vessillo  interno  di  tutte,  eccetto  l'e- 
sterna da  ogni  lato  e  le  due  mediane  {ad.).  Angolo  della  bocca  pialletto;  tinte 
generali  più  cupe;  penne  delle  parti  superiori  con  margini  rossicci:  macchiette 
sul  mento  e  sulla  gola  più  distinte:  gastreo  per  intero  fulviccio  o  giallo -rossiccio, 
molto  cupo  sull'addome;  le  quattro  timoniere  mediane  e  l'esterna  senza  macchie, 
le  altre  con  macchie  più  piccole  che  negli  adulti  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,m152;  becco  0,'"008:  ala  0,m135;  coda  0,,n063;  tarso  0,m011. 

Abita  l'Europa  meridionale  e  le  contrade  circummediterranee,  l'Africa  nord- 
orientale, la  Palestina,  spingendosi  sino  al  Caucaso,  all'Imalaia  ed  alla  Cina  set- 
tentrionale. È  specie  estiva  e  di  passo  nell'Italia  settentrionale  e  centrale,  stazio- 
naria nelle  parti  più  meridionali  e  nelle  isole  del  Mediterraneo,  in  alcune  provincie 
comune,  ma  sempre  molto  localizzata.  Talora  si  trovano  Rondini  montane  anche 
d'inverno  nelle  provincie  settentrionali  e  centrali,  ma  è  un  caso  raro  ed  a  tale 
fatto  devono  attribuirsi  le  notizie  sulla  pretesa  ibernazione  di  altre  specie  di  Ron- 
dini in  Italia. 

Il  Giglioli  indicò  come  presi  in  Italia,  ma  con  riserva,  due  soggetti  della  Ron- 
dine montana  minore  (C.  obsoleta,  Cabanis)  della  vecchia  Collezione  del  R.  Museo 
di  Firenze,  indicati  sulla  etichetta  come  presi  in  Toscana  nella  primavera  del  18.">1. 
Il  fatto  inerita  conferma,  tanto  più  che  questa  specie  non  fu  mai  presa  in  Europa. 
Abita  l'Africa  settentrionale,  la  Palestina,  l'Arabia,  ed  il  Baluccistan  e  si  di- 
stingue dalla  (  '.  rupestris  per  la  statura  minore,  pel  mento  e  la  gola  senza  macchie 
bianche  e  per  tinte  più  pallide  e  più  grigie. 


Famiglia  MUSCJCAPIDAE.  Muscicapidi. 


Becco  piatto,  con  spaccatura  profonda,  depresso  e  largo  alla  base,  un  po' 
uncinato  e  con  un'intaccatura  subapicale  sulla  mandibola  superiore,  con  peli  ba- 
silari più  o  meno  radi,  rigidi  e  sviluppati;  natici  più  o  meno  nascoste  dai  peli 
basilari;  ali  e  coda  di  varia  forma  e  dimensioni,  quelle  di  10  primarie  con  la 
prima  corta,  questa  di   12  timoniere;  tarsi  e  diti  relativamente  piccoli   e   deboli. 

Testa  abbastanza  grande;  occhi  relativamente  grandi  ;  sessi  in  generale  diffe- 
renti, giovani  macchiati. 

Sono  uccelli  del  Vecchio  Mondo  ed  anche  della  regione  Australiana,  i  Piglia- 
mosche Americani  spettano  invece  alla  famiglia  dei  Tirannidi  (Tyrannidae) ;  hanno 
abitudini  arboree,  si  nutrono  anche  di  trutta,  ma  quasi  esclusivamente  d'insetti, 
che  ili  solito  prendono  a  volo  con  evoluzioni  speciali,  abitano  li'  foreste,  i  giardini. 
|m>n,'|]|i]iisì  spesso  sulle  alte  cime  degli  alberi  e  degli  arbusti:  il  loro  canto  è  poco 
melodico,  nidificano  sugli  alberi  e  nelle  buche  degli  stessi,  il  nido  è  piuttosto  rozzo, 
intessuto  di  musco,  di  foglie  secche,  di  Lina,  di  penne  età,  le  uova  nelle  specie 
Europee  sono  da  quattro  a  sci  di  un  blu  pallido  senza  macchie  o  con  macchiette 
bruno-rossiccie.  Mutano  una  volta  all'anno  di  autunno,  di  primavera  hanno  muta 
ruptila. 


1.  Rusignolo.    2.  Rusignolo   maggiore.     8.  Pettirosso   (ad.).    4.  Pettirosso  (giov.).    5.  Pett'azzurro  occidentale 
(e?  ad.1.    6.  Pett'azzurro  occidentale  (2).    7.  Pett'azzurro  occidentale  (giov.).    8.  Codirosso  (d"  ad.).    9.  Codi- 
rosso (2).     10.  Codirosso  spazzacamino  (tf  ad.;.     11.  Codirosso  spazzacamino  (2).     12.  Beccafico. 
13.  Capinera  <(?  ad.;.     14.  Capinera  i^l.     15-  Sterpazzola. 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


VII  \\  I  I     OENM «CO  105 


Genere  MUSCICAPA,  l.iww  i  s. 

Becco  subeguale  alla  testa,  largo,  depresso  e  circondato  di  setole  alla  ba 

<•( impresso  ed  un  po'  curvato  verso  L'apice;  narici  Laterali,  basilari,  nascoste  par- 
zialmente dalle  piume  frontali  setolose:  ali  Lunghe,  appuntite,  ben  più  corte  «Iella 
coda,  la    1     remigante  primaria   molto  corta,    la    2     poco   più    corta    della   3a,    I 
e  f>\  .">:i  la  massima;  coda  ampia,  quadrata  o  Leggermente  smarginata;  tarso  eguale 
o  poco  più  lungo  del  dito  mediano;  unghie  lunghe,  arcuate,  acute. 

Sessi  simili;  uova  macchiate;  tinte  generali  grigiastre  (ad.);  i  giovani  avanti 
la  prima  muta  sono  macchiettati. 

Questo  genere  Africano  consta  di  sei  o  sette  specie,  delle  quali  una  sola  ni 
difica  in  Europa. 

93.  Muscicapa  grisola,  Linnaeus,  Pigliamosche. 

[  Butalis  grisola    L.    |. 
[Tav.    XXV,    ag.    2  e  Tav.   XLIX,   fig.   63  |. 

Fronte  e  testa  gialliccio-brunastre  sul  margine  delle  penne,  col  eentro  delle 
stesse  bruno-nerastro;  parti  superiori  di  un  grigio-bruno  volgente  al  rossigno; 
gastreo  bianco-gialletto,  col  centro  delle  penne  scuro  sui  lati  della  gola  e  sul  petto 
e  tinto  di  bruno-rossigno  carico  sui  fianchi;  ali  e  coda  brunastre  leggermente 
verdognole,  colle  cuopritrici  alari  marginate  di  rossigno-gialletto  (ad.).  Parti  supe- 
riori giallo-fulviccie  con  margini  bruno-nerastri;  ali  bruno-cupe,  colle  piccole  cuo- 
pritrici macchiate  di  fulviccio  nel  eentro,  le  altre  con  larghe  orlature  bruno-fulve; 
gastreo  bianco,  con  margini  bruni  sulle  penne  del  petto  e  della  gola  (gìov.  . 

Lunghezza  totale  0,'"155;  becco  0,ra011;  ala  0,'n091;  coda  0,m058;  tarso  0,m013; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"013. 

Abita  l'Europa,  spingendosi  verso  Est  sino  al  Turchestan,  sverna  nell'Africa 
fino  al  Natal  e  nell'India  nord-occidentali'.  In  Italia  è  specie  di  passo  ed  estiva, 
comune,  nidifica  ovunque,  arriva  d'aprile  e  riparte  di  ottobre.  .Secondo  il  De  Ro- 
mita essa  sarebbe  invernale  nelle  Puglie,  ciò  che  sembra  poco  probabile. 


Genere  FICEDULA,  Bmsson. 


Eguale  al  precedente;  becco  diritto  molto  più  corto  della  testa;  tarso  più  Lungo 
del  dito  mediano  con  unghia. 

Sessi  spiccatamente  differenti  in  colore;  uova  immacolate:  livree  variate  di 
nero  e  di  bianco  con  uno  o  due  specchi  bianchi  sull'ala:  nidificano  specialmente 
nelle  buche  degli  alberi  a  differenza  delle  Must  irti/itti -,  che  costruiscono  il  nido  nelle 
biforcature  dei  rami,  nelle  buche  dei  muri  e  nei  cespugli. 

Atlante  ornitologico.  1 1 


106  ATLANTE    ORNITOLOGI!  0 


94.  Ficedula  atricapilla  (Linnaeus),  Balia  nera. 

[Muscicapa  atricapilla,  L.  (')]. 
|  Tav.   XXV.   fig.   3,    1  e  Tav.   XLIX,   fig.   64  ]. 

l'arti  superiori  nere  miste  a  grigio  sul  groppone,  con  due  piccole  macchie 
bianche  sulla  fronte  ed  uno  spazio  bianco  piuttosto  piccolo  sull'ala,  formato  dagli 
apici  delle  cuopritrici  mediane,  dalle  grandi  cuopritrici  e  dalle  remiganti  2e  spe- 
cialmente le  interne,  che  sono  bianche  quasi  del  tutto;  gastreo  bianco;  timoniere 
nere,  colla  laterale  esternamente  marginata  di  bianco  (mas.  ad.  in  prim.).  Parti 
superiori  grigio-brunastre;  fronte  fulvo-accesa;  parti  inferiori  fulvo-pallide,  bian- 
castre sul  centro  della  gola,  bruno-fulve  sui  fianchi,  candide  sull'addome,  sui  cal- 
zoni e  sul  sottocoda;  lo  spazio  bianco  sull'ala  come  nel  maschio,  ma  meno  distinto; 
margini  delle  2"  interne  bruni  e  così  gli  apici  delle  grandi  cuopritrici  (femm.  mi. 
in  prim.).  Tinte  meno  pure;  macchia  sulla  fronte  meno  distinta;  il  bianco  del  gastreo 
tinto  di  fulvo  {mas.  mi.  in  aut.).  Più  rossiccia  che  di  primavera  {femm.  ad.  ili  aut.). 
Parti  superiori  con  macchie  subapicali  fulvo-pallide,  più  piccole  sulla  testa;  gastreo 
bianco-opaco,  lavato  di  fulviccio  sul  petto  e  colle  penne  marginate  di  bruno- 
cupo  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m152;  becco  0,'"007 ;  ala  0,"'080;  coda  0,"'052;  tarso  0,'"01 75; 
dito  mediano  e.  u.  0,m015. 

Abita  l'Europa,  sverna  in  Africa  sino  alla  Senegambia.  In  Italia  è  specie  co- 
mune, di  passo  ed  estiva,  nidifica  certamente  nelle  provincie  settentrionali  e  cen- 
trali, tanto  sui  monti  che  al  piano;  giunge  nel  marzo-aprile  e  riparte  da  agosto 
a  ottobre. 


94  a.  Ficedula  atricapilla  semitorquata  (Homeyer),  Balia  caucasica. 

Distinta  dalla  F.  atricapilla  per  aver  un  mezzo  collare  che  si  estende  solo 
sui  lati  della  nuca,  ma  che  non  si  unisce  posteriormente;  coda  nera,  timoniera  late- 
rale bianca  con  una  grande  macchia  terminale  nera  sul  vessillo  interno,  la  2'1 
bianca  con  una  macchia  apicale  nera,  estesa  su  ambedue  i  vessilli  (mas.  ad.).  Sta- 
tura della  F.  atricapilla. 

Questa  Balia  fu  distinta  come  specie  dall'Homever,  ma  le  differenze  spe- 
cifiche non  sono  del  tutto  sicure:  anche  il  Dresser  dice  che  le  femmine  talvolta 
mostrano  tinte  bianche  più  cospicue  sulle  ali  e  sulla  coda  della  F.  atricapilla,  e  che 
tal' altra  non  sono  riconoscibili.  Sapendo  come  la  /■'.  atricapilla  varia  di  colorito, 
è  forse  più  opportuno  ritenere  la  Balia  caucasica  una  forma  climatica  locale,  ma 
io  non  possiedo  in  proposito  il  materiale  necessario.  Abita  la  Russia  meridionale, 
il  Caucaso,  spingendosi  verso  est  sino  alla  Porsia,  verso  ovest  fino  alla  Turchia, 
al  Montenegro  ed  alla  Dalmazia. 


(')  Dovrebbe  adottarsi   il   nome  di    /•'.   atricapilla,   Brisson,   1760  anziché  quello  di   /*'.  atricapilla  (L.) 
1766,   ma   i   moderni   Autori   nou  accettano  elio  i  nomi  generici  proposti    dal   Brisson  e   non  gli   specifici, 

non    essendo    Kgli    di    regola    Iti  1 dualista, 


atlanti:  ornitologico  107 


95.  Ficedula  collaris    Becustkin),  Baita  dal  collare. 

[Muscicapa  collaris,  Bchst.]. 

[Tav.  XXV.  iig.  5  e  6]. 

l'arti  superiori  nero:  un  largo  spazio  sulla  fronte,  un  grande  collare  sulla 
nuca,  un  largo  e  cospicuo  spazio  sull'ala  ed  un  secondo  più  piccolo,  formato 
dalle  basi  delle  remiganti  1°,  e  gastreo  bianco-candidi;  groppone  bianco  e  nero; 
timoniere  nere  per  intero,  di  rado  il  margine  esterno  della  laterale  è  bianco  (mas. 
mi.  in  prilli.).  Molto  simile  a  quella  di  /•'.  atricapilla,  dalla  quale  è  distinta  pello 
spazio  bianco  alare  più  grande,  essendo  la  tinta  bianca  estesa  anche  alla  base 
delle  remiganti  le,  e  pel  tarso  più  corto  (femm.  mi.). 

Degland  poi  offre  come  carattere  specifico  della  presente  specie,  apprezzabile 
a  qualunque  età,  il  tatto  che  la  la  remigante  primaria  è  del  doppio  più  corta  della  2" 
e  questa  eguale  o  più  lunga  della  5";  mentre  nella  /■'.  atricapilla,  la  1'  sarebbe  del 
triplo  più  breve  della  2:l  e  questa  molto  più  coita  della  .">'  e  più  lunga  della  6a, 
inoltre  in  primavera  la  femmina  della  /•'.  collaris  avrebbe  anche  un  debole  accenno 
di  collare  sulla  nuca. 

Lunghezza  totale  0,m135;  becco  0,'"008;  ala  0,'"084;  coda  0,m054;  tarso  0,'"0165; 
dito  mediano  e.  u.  U,'"014. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale,  giungendo  verso  al  nord  sino  in  Da- 
nimarca, nelle  Isole  Britanniche  e  nella  Svezia  meridionale,  si  trova  anche  nel- 
l'Asia occidentale  e  sverna  in  Africa.  In  Italia  giunge  alle  epoche  della  Balia  nera, 
della  quale  è  più  rara,  specialmente  nelle  Provincie  settentrionali;  si  incontra  con 
più  facilità  nelle  meridionali  (Puglie  e  Sicilia).  Nidifica  sui  monti  (Salvadori  . 


Genere  ERYTHROSTERNA,  Bonaparte. 

Differisce  dal  gen.  Muscicapa  pei  seguenti  caratteri:  Becco  diritto,  un  po' più 
corto  della  testa;  setole  alla  base  del  becco  poco  numerose,  sempre  meno  di  sei; 
2a  remigante  primaria  molto  più  corta  della -5a;  coda  piuttosto  allungata;  rarso 
piuttosto  lungo,  più  del  dito  mediano  con  unghia;  nessuno  specchio  bianco  sull'ala. 

Sessi  differenti,  maschio  adulto  colla  gola  e  il  petto  rossicci;  uova  macchiettate; 
pongono  il  nido  nelle  biforcature  dei  grossi  rami. 

96.  Erythrosterna  parva  (Bechstein),  Viglia/mosche  petti/rosso. 

[Tav.  XXV,  fig.  7  e  8  e  Tav.  XLIX,  iig.  65]. 

Parti  superiori  cenerino-rossiccie,  sfumate  di  bluastro  sulla  testa;  redini  bianca- 
stre; gola,  collo  e  petto  di  un  rosso-arancione-vivacc,  resto  del  gastreo  bianco,  sfumato 
di  fulvo-acceso  sui  fianchi  e  sul  sottocoda;  remiganti  bruno-scure,  le  2°  marginate 
di  bruno-rossiccio;  timoniere,  le  quattro  centrali  bruno-cupe,  le  altre  in  gran  parte 
bianche  (mas.  ad.).  Come  il  maschio;  testa  bruno-uniforme;  gastreo  bianco,  lavato 
decisamente  di  gialletto-rossiccio  sulla  gola,  sul  collo,  sul  petto  e  sui  fianchi  ft  mm.ad.). 
Parti  superiori  grigio-brune,  macchiate  di  rossigno:  gola  grigio-fulva;  fianchi  tinti 
di  un  fulvo  più  vivace  del  petto,  che  è  sfumato  di  brunastro;   cuopritrici  alari 


108  ATLANTE    ORNITOLOGI!  0 


terminate  di  fulvo-rossigno;  le  2°  con  larghi  margini  fulvo-rossicci;  coda  come  il  ma- 
sehio  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m120;  becco  0,ni008;  ala.0,m065;  coda  0,'  052;  tarso  0™0176; 
dito  mediano  e.  u.  0,m012. 

Abita  l'Europa  centrale  e  sud-orientale,  spingendosi  sino  al  Turchestan,  è  ac- 
cidentale nelle  regioni  settentrionali  ed  occidentali  d'Europa,  e  torse  nella  Spagna, 
sverna  nell'Africa  settentrionale  e  nell'India  centrale  ed  occidentale.  In  Italia  è  specie 
molto  rara  ed  accidentale,  fu  trovata  più  volte  in  Liguria  e  nel  Veneto,  due  volte 
in  Piemonte  e  forse  in  Lombardia,  ma  sono  dubbie  le  asserzioni  in  proposito  of- 
ferii' dal  Kolombatovich  pella  Dalmazia  e  dall'Eggenhóffer  per  l'Istria. 


Famiglia  AMPELIDAE.  Ampelidi. 


Becco  corto,  largo  alla  base,  quasi  diritto,  forte  e  depresso  con  una  intac- 
catura distinta  all'apice  della  mandibola  superiore  che  è  curvato,  angolo  della 
bocca  senza  setole:  fosse  nasali  larghe;  narici  basilari,  ovali,  esposte,  sormontate 
da  una  larga  membrana,  in  parte  coperta  di  fitte  penne  vellutate  rivolte  all' in- 
nanzi; ali  lunghe  di  10  remiganti  primarie,  ovvero  di  9  distinte,  essendo  la  la  spuria 
e  molto  corta,  2a  la  massima,  3a  subeguale  alla  2a;  secondarie  interne  con  una 
macchia  rossa  sul  vessillo  esterno  e  collo  stelo  prolungato  in  appendici  cornee 
rosse  simili  a  ceralacca  rossa;  coda  di  12  penne,  corta,  quasi  quadrata,  colle  sot- 
tocaudali molto  lunghe  e  che  quasi  raggiungono  l'apice  delle  timoniere;  piedi  deboli, 
diti  forti;  il  tarso  scudettato  sul  davanti,  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia; 
unghie  mediocri,  acute,  arcuate,  con  un  solco  laterale. 

Sessi  simili;  timoniere  terminate  di  rosso  o  di  giallo;  testa  ornata  di  un  bel 
ciuffo  di  penne  molli,  erettili;  piumaggio  assai  molle;  giovani  striati  sul  gastreo 
e  senza  le  speciali  appendici  cornee;  corpo  tozzo. 

Poche  specie,  confinate  nelle  porzioni  nordiche  delle  Regioni  Paleartica  e  Near- 
tiea,  costituiscono  questa  famiglia,  che  riposa  su  di  un  solo  genere.  Abitano  i  boschi 
di  pini  e  di  larici,  sono  gregari  e  migratori  e  talora,  congregati  in  grandi  masse, 
si  abbandonano  a  lontane  escursioni;  non  hanno  canto  melodioso,  sono  silenziosi 
e  cinguettano  soltanto,  sono  domestici  e  poco  scaltri,  sicché  si  uccidono  facil- 
mente; si  nutrono  di  bacche,  di  frutti  molli  od  anche  di  insetti;  mutano  una  volta 
all'anno  di  autunno;  il  loro  nido  è  a  forma  di  imbuto  aperto,  collocato  sulla  biforca- 
zione degli  alberi,  e  tessuto  di  musco,  di  penne,  di  erbe  secche,  di  licheni  etc;  de- 
pongono ila  5  a  7  uova  di  tinta  varia  dal  bianco  al  verde  mare  nel  colore  di 
fondo  con   piccole  e  grandi  macchie  a  zig-zags  bruno  nerastri  e  violetti. 


Genere  AMPELIS,  Linnaeus. 

Ha  i  caratteri  della   famiglia. 

Si  conoscono  tre  specie;  una   nidifica  anche  in  Europa,  VA.  cedrarum,  Yieillot 
abita  l'America  del  Nord  e  VA.  japonicus  (Siebold)  il  Giappone. 


MI    \N  I  I     "KM  rOLOGII  o  109 


97.  Ampelis  garrulus  (Linnaeus)  (•),  Beccofrusone . 
[Tav.  xviii.  li-.  i,  e  Tav.  \i.ix.  fig.  62]. 

Una  stretta  fascia  sulla  li-onte,  che  avviluppa  l'occhio  e  continua  sui  lati  della 
cervice  e  gola  nero-vellutate:  un  abbondante  ciuffo  sulla  cervice;  colorito  gene- 
rale cenerino-roseo,  castagno-vivace  sulla  parte  anteriore  e  laterale  della  lesta, 
tinto  di  grigio  sul  groppone  e  sull'addome;  sottocoda  castagno-acceso;  cuopritrici 
primarie  aere  con  larghi  apici  bianchi,  Le  remiganti  1"  nere,  talora  quadrate  col 
vessillo  esterno  largamente  terminato  di  bianco;  le  2e  grigie  con  una  ombreg- 
giatura subapicale  nerastra,  esternamente  bianche  all'apice,  collo  stelo  un  po' 
dilatato  verso  la  porzione  apicale  in  appendici  allungate  rosso  di  lacca  vivace; 
coda  con  una  larga  fascia  subterminale  nera  ed  una  larga  apicale  giallo-canarino 
e  nei  vecchi  individui  sottili  appendici  rosse  [ad.).  Più  pallido,  bruno-oliva-cupo  con 
le  penne  marginate  di  bianco-brunastro;  ciuffo  più  breve;  manca  la  tinta  nera 
sulla  gola:  gastreo  iùlvo-grigio  con  strie  allungate  gialliccie;  addome  uniforme  e  più 
cupo;  sulle  secondarie  mancano  gli  apici  bianchi  e  le  appendici  rosse,  o  sono  sol- 
tanto estese  su  cinque  penne  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m193;  becco  (V'oli';  ala  0,m116;  coda  0,m075;  tarso  0,m022; 
dito  mediano  con  unghia  0,m021;  lunghezza  totale  della   femmina  0,m185. 

Abita  il  Circolo  Artico  di  ambedue  gli  Emisferi,  migrando  verso  Sud  d'inverno 
e  giungendo  (in  Europa  accidentalmente  fino  in  Francia,  in  Italia  ed  in  Turchia. 
In  Italia  è  specie  di  comparsa  irregolare  nell'inverno,  l'esemplare  più  meridionale 
noto  sarebbe  quello  citato  dal  Costa,  preso  nel  isi)(.t  sul  Gargano.  Talora  arriva 
in  grande  abbondanza  come  nel  1873  presso  Venezia,  ma  in  generale  è  molto  rara 
e  non  si  mostra  che  a  larghi  intervalli,  anche  nell'Italia  superiore. 

Sembra  poco  attendibile  la  cattura  dell'  A.  cedrorum,  Vieillot  in  Inghilterra; 
questa  specie  abita  l'America  settentrionale  e  si  distingue  dal  comune  Beccofrusone 
pel  sottocoda  biancastro,  e  per  la  mancanza  di  bianco  sulle  ali. 


Sezione  OSCINES  ADUNCIROSTRES  -  Passeracei  dal  becco  adunco. 


Becco  più  breve  della  testa,  alquanto  compresso,  robusto,  quasi  diritto  ed 
adunco  con  intaccatura  e  dente  ben  distinto,  un  po' simile  a  quello  degli  Uccelli 
Rapaci,  dal  quale  differisce  tosto  per  mancanza  di  cera;  ali  mediocri  o  piuttosto 
corte;  coda  spesso  lunga  e  stretta;  dito  esterno  unito  alla  base  col  mediano;  unghie 
larghe,  curve,  acute  e  forti. 

Sono  Uccelli  cosmopoliti,  di  taglia  piccola  o  mediocre,  carnivori,  raramente 
frugivori  e  di  abitudini  crudeli. 

La  sola  famiglia  dei  Laniidi  (Laniidae)  è  rappresentata  in  Europa. 


(')  laiiius  garrulus,   Linnaens,  Syst.    Val.,   I.  p.  95  (1758);     tmpelit  garrulus,  Gmelin,  Syst.  Ai//..  I, 
p.  83*.  n.    1   i  1788). 


110  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Famiglia  LANIIDAE,  Laniidi. 


Becco  più  corto  della  testa,  quasi  diritto,  compresso,  alquanto  adunco,  forte- 
niente  dentato  ed  uncinato,  mandibola  inferiore  più  corta  della  superiore,  acuta 
e  rivolta  in  su  all'apice;  narici  ovali  o  rotonde,  velate  di  peli  o  di  piccole  piume; 
ala  di  10  remiganti  primarie,  di  solito  subeguali  alla  lunghezza  totale  della  coda, 
la  la  molto  corta;  coda  rotonda  o  graduata  di  12  timoniere;  tarsi  in  generale 
piuttosto  deboli  e  sottili,  scudettati  sul  davanti  ed  esternamente,  eguali  o  di  poco 
più  lunghi  del  dito  mediano  con  unghia;  diti  quasi  liberi,  i  due  laterali  subeguali; 
unghie  forti  ed  adunche. 

Piumaggio  abbastanza  molle;  occhi  grandi;  statura  relativamente  piccola; 
testa  grossa;  pel  piumaggio  si  possono  dividere  in  due  sezioni,  nella  prima  i  sessi 
sono  simili  ed  i  giovani  poco  differenti,  le  tinte  grigio-bluastre  immacolate  con 
zig-zags  nerastri  sul  gastreo,  le  ali  e  la  coda  nere  variate  di  bruno  ed  una  fascia 
nera  attraversa  l'occhio;  nella  seconda  le  femmine  differiscono  dai  maschi  e  as- 
somigliano ai  giovani,  il  piumaggio  è  di  più  colori  ed  i  giovani  presentano  sempre 
(uscii'  trasversali. 

Sono  uccelli  d'indole  solitaria,  fiera  ed  insofferente,  sempre  in  lotta  tra  loro, 
prepotenti  coi  più  deboli,  capaci  di  mettere  in  fuga  uccelli  molto  più  grossi,  come 
i  Corvi  ed  anche  i  piccoli  Falchi;  e  rappresenterebbero  i  Rapaci  tra  i  Passeracei 
e  per  costumi  e  per  analogia  di  carattere.  Sono  carnivori,  nutrendosi  d'insetti  che 
infilzano  non  raramente  sulle  spine,  lasciandoli  poi  lentamente  morire,  più  di  rado 
si  cibano  di  piccoli  mammiferi,  di  uccelletti,  di  rane  e  di  frutti.  Il  loro  canto  è  una 
nota  rauca  e  stridula,  ma  alcune  specie  cinguettano  abbastanza  melodiosamente; 
mutano  una  volta  all'anno  in  primavera  e  migrano  col  piumaggio  consunto,  talune 
specie  hanno  una  seconda  muta  autunnale,  spesso  parziale;  non  sono  eminente- 
mente migratori,  ma  verso  l'inverno  si  dirigono  al  Sud;  frequentano  i  luoghi  ar- 
borati e  le  foreste,  e  costruiscono  sugli  alberi  un  nido  rozzo  e  grande,  composto 
di  radici  e  di  fuscelli  e  foderato  di  lana,  di  peli  e  di  penne  e  vi  depositano  da  4 
a  il  uova  bianco-rossigne  o  verdastre  con  macchie  e  chiazze  grigio-rossiccie  o  brune, 
che  talora  si  dispongono  a  corona  attorno  all'estremità  più  grossa.  Sono  uccelli 
del  Mondo  Antico  e  dell'Australia,  poco  rappresentati  nella  regione  Neartica,  discre- 
tamente nella  Paleartica,  se  ne  conoscono  circa  250  specie  più  o  meno  bene  di- 
stinte e  distribuite  in  molti  generi. 


Genere  LANIUS.  Linnaki  s. 

i 

Becco  corto,  forte,  diritto  alla  base,  leggermente  curvo  verso  l'apice  con  un 
dente  prominente  e  a  intacco  bene  distinto;  base  del  becco  circondata  di  setole; 
la  remigante  primaria  corta,  la  3a  di  solito  la  più  lunga;  piedi  forti;  unghie  ar- 
cuate e  robuste. 

Si  conoscono  circa  50  specie  di  Lanius,  sparse  nel  Mondo  Antico  e  nell'Ame- 
rica settentrionale.  Nove  di  esse  si  mostrano  anche  in  Europa. 


mi  w ;\n. •!..». li  i)  111 


a)  Specie  a  colori  inni)  variati,  grigi  e  Manchi  con  scarsi   tinte  nere;  sessi  simili, 
giovani  poco  differenti. 

98.  Lanius  excubitor,  Linnaeus  ('),  Art  rio  maggiore. 

[Tav.   XXIV,   Sg.    1.  e  Tav.   XLIX,  fig.  58]. 

Fronte  e  sopraciglio  biancastri;  parti  superiori,  compreso  il  groppone  e  il  so- 
pracoda,  cenerino-bluastri;  redini  ed  una  fascia  attraverso  l'occhio  e  che  termina 
sulle  cuopritrici  auricolari  nere;  parte  delle  scapolari  e  gastreo  bianchi;  due  spazi 
bianchi  sulle  ali  formati  dalla  base  delle  remiganti  1"  e  delle  secondarie,  eccetto 
le  tre  più  interne;  cuopritrici  alari  e  remiganti  nere;  coda  nera  sulle  due  penne 
centrali,  le  altre  bianche  e  nere  (ad.).  Parti  superiori  blu-cenerino-pallide  lavate 
di  bruno-fulviccio,  specialmente  all'apice  delle  penne,  ciò  che  è  più  distinto  sul 
groppone,  sulle  cuopritrici  alari  e  sulle  remiganti;  lascia  oculare  bianco-nerastra; 
centro  del  basso  addome  e  sottocoda  bianchi,  resto  del  gastreo  cenerino-fulviccio 
con  strette  fascie  trasversali  grigio-scure;  coda  e  remiganti  come  negli  adulti  (giov.). 

Lunghezza  totale  da  0,m245  a  0,m265;  becco  0,'"018;  ala  da  0,m105  a  0,m115; 
coda  da  0,m110  a  0,'"120;  tarso  0,'"028. 

Il  giovane  di  questa  specie  assomiglia  un  po'  a  quello  del  L.  minor,  ma  ne 
è  sempre  bene  distinto  pella  statura  maggiore,  poi  pella  la  remigante  che  è  larga, 
rotondata  all'apice  e  più  lunga  delle  cuopritrici  superiori  delle  remiganti  pri- 
marie di  0,m010,  mentre  nel  L.  minor  essa  è  stretta,  appuntita  e  subeguale  alle  dette 
cuopritrici,  inoltre  nel  L.  excubitor  la  2a  è  ben  più  corta  della  3a  che  è  la  massima, 
mentre  nel  L.  minor  è  subeguale. 

Abita  l'Europa  settentrionale,  portandosi  nelle  parti  meridionali  all'avvicinarsi 
dell'inverno.  In  Italia  è  specie  di  passo  ed  invernale,  però  sarebbe  da  ammettere 
tra  le  sedentarie,  giacché  nidifica  certamente  sui  monti  del  Veneto  (mia  Colli  '.ione) 
e  secondo  il  diligentissimo  Mazza  nel  Pavese  e  nel  Trentino  (Bonomi).  È  però 
uccello  in  generale  poco  abbondante  e  rarissimo  nelle  provincie  meridionali  e 
nelle  Isole. 

Il  L.  excubitor  I Tomi -gerì  (Cabanis)  è  intermedio  tra  il  L.  excubitor  major  ed  il 
L.  leucopterus,  Severtzow;  è  un  uccello  di  colorito  chiaro  con  due  specchi  alari 
molto  grandi  ed  estesi  alla  base  delle  remiganti  primarie  e  delle  secondarie,  essi 
sono  continui  quando  le  ali  sono  a  metà  chiuse  e  formano  quindi  allora  uno 
specchio  unico,  le  timoniere  esterne  sono  in  gran  parte  bianche,  il  groppone 
bianco  o  biancastro.  Abita  il  Caucaso.  Tutti  i  così  detti  L.  Homeyeri,  che  esaminai, 
colti  nelle  regioni  occidentali  di  Europa,  altro  non  erano  se  non  veri  L.  excubitor 
con  accenni  più  o  meno  sensibili  al  L.  excubitor  major.  E  certo  però  che  il  L.  excu- 
bitor Homeyeri  cova  nei  paesi  dell'Europa  orientale  bagnati  dal  Volga,  spingendosi 
nel  Turchestan  e  nella  Siberia  occidentale.  Giunge  talora  in  Ungheria  (Osato),  nella 
Frisia  orientale  (Jacobi).  nell'Olanda  (Knaut),  nell'Assia  (Erlanger),  nell'Assia  Re- 
nana (Kleinschmidt)  ed  in  altre  parti  della  Germania. 


(')  Paro  che  la  descrizione  che  Linneo  dà  del  suo  L.  excubitor  (1758)  sia  riferibile  all'Avella  mag- 
giore di  Pallas  (L.  excubitor  major),  se  così  fosse  il  L.  excubitor  major  (Pallas  1811  sarebbe  da  chiamarsi 
/..  excubitor,  Linnaeus,  1758,  e  nell'Averla  maggiore  converrebbe  cercare  il  nome  più  vecchio  della  si- 
nonimia, che  parrebbe  essere  quello  di  L.  rapar.    Un'Imi.    1854. 


112 


\  [  I   V\TI     ORNITOLOGI!  O 


Due  specie  poco  conosciute  e  molto  rare,  il  L.  Qrimmi,  Bogdanow  ed  il  L.  fu- 
nereus,  Menzbier,  sembrano  trovarsi  negli  estremi  limiti  orientali  d'Europa  (Cau- 
caso, un  esemplare  del  /..  fumreus,  che  sarebbe  la  forma  del  deserto  del  L.  excu- 


Ala  ili  L.  excubitor,  grandezza  naturale 

bitor,  tu  ucciso  presso  Arcangelo  (Collezione  Henke),  il  L.  Grimmi  sarebbe  la  forma 

deserticola  del  L.  rln/iuis,  Swainson, 


Ala  (li  L.  excubitor  major,  grandezza   naturale. 

l'.cco  la  descrizione  del   /..   < himmi  adulto  e  del  maschio  ad.  del  L.  funereus. 

L.    ''ninnili  (ad.). 

Parti  superiori  di  un  grigio  molto  pallido,  lavato  di  isabellino;  redini  bianche, 
con  una  macchia  preoculare  scura:  basso  groppone  e  cuopritrici  superiori  della 
coda  bianco-isabelline ;  scapolari  bianche;  cuopritrici  inferiori  della  coda  bianco- 
lune;  resto  del  gastreo  bianco  tinto  di  rosa  (Oadoiv). 

Lunghezza  totale  0,m228;  becco  0,'"019;  ala  0,m106;  coda  0,'"10.r);  tarso  0,'"028 

[fi  nini.    m/.ì. 


Tav.  16. 


à* 


^pi^pr^p^j^-w 


1.  Bigiarella.    2.  Bigia  padovana  (ad.).    :i-  Bigia   padcn  ma     giov.).    4.  Bigia  grossa.  5.  Canapino  maggiore. 

H.  Lui  verde.    7.  Uif  bianco.    8.  Lui  grosso.    9.  Luì  piccolo,    li).  Lui  forestiero,    li  incino.    12.  R 

13.  Scricciolo.    14.  Cannareccione.    15.  Cannatola.    16.  Cannajola  verdognola,    r  ito  di  autunno). 

18.  Pagliarolo  (abito  iti  primavera). 


[lirico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


ATLANTI     ORNI! 1ICO  11"' 


Abita  il  Turchestan,  giungendo  fino  nel   Baluccistan. 

L.  funereus  (mas.  ad.  . 

Colorito  generale  di  un  grigio  Lavagna  pallido,  che  volge  al  grigio  fulvo  al- 
l'apice  delle  più  grandi  scapolari  e  sulle  piccole  cuopritrici  alari;  il  dorso  tinto 
di  brunastro;  le  più  lunghe  cuopritrici  della  coda  terminate  ili  nero;  una  strei 
tissima  banda  frontale,  redini  e  regione  auricolare  nere;  remiganti  nero  brunastre, 
colla  porzione  basilare  delle  primarie  bianco  pura,  che  forma  uno  specchio  alare 
cospicuo;  mento  bianco-sudicio;  gastreo  biancastro  tinto  di  vinate  più  o  meno  ean 
nella:  il  davanti  del  eolio,  il  petto  e  l'addinne  con  strette  strisele  trasversali;  i  lati 
ed  i  fianchi  di  un  vinato-pallido,  quelli  lavati  di  grigiastro  (Dresser). 

Lunghezza  totale  0,ra220;  becco  0,m020;  ala  0,m129;  coda0,m127;  tarso  0,ra025. 

Abita  il  Turchestan. 

98".  Lanius  excubitor  major  (Pallas),  Averla  maggiore  di  Pallas. 

Differisce  dal  /-.  excubitor  per  dimensioni  maggiori,  per  avere  il  groppone  e 
il  sopracoda  differenti  dal  dorso  e  di  un  bianco  leggermente  cenerino;  esiste  una  sola 
fascia  bianca  sulle  ali  formata  dalla  base  delle  remiganti  primarie,  le  secondarie  es- 
sendo nere  per  intero,  il  bianco  sui  vessilli  interni  delle  remiganti  secondarie  nel 
disotto  è  assai  meno  pronunciato. 

Lunghezza  totale  0,m280;  becco  0,'"01<);  ala  0,m121;  coda  o.   li'.".:  tarso  0,  019. 

Secondo  alcuni  Autori  il  L.  excubitor  major  (Pallas,  1881)  sarebbe  eguale  al 
L.  excubitor  borealis  (Vieillot,  1S07)  ed  al  L.  borealis  europaeus  (Bogdanow,  1831  ; 
ed  in  tale  caso  il  nome  di  L.  borealis  (Vieillot,  1807)  godrebbe  del  diritto  di  prio- 
rità. È  certo  che  se  non  identici,  questi  Lanius  rappresenterebbero  tutt'al  più 
lievissime  variazioni  geografiche  del  L.  excubitor  major,  ma  la  questione  è  cosi 
complessa  ed  intricata,  che  ho  preferito  ancora  il  vecchio  nome  stabilito  dal 
Pallas,  anche  perchè  esso  è  in  generale  più  noto.  Il  /..  excubitor  major,  conside- 
rato in  senso  lato,  avrebbe  distribuzione  geografica  molto  estesa.  Abita  l'America 
settentrionale  e  la  Siberia  fino  al  65"  di  lat.  Nord  e  in  Europa  nidifica  nelle  parti 
settentrionali,  giungendo  fino  alla  Lapponia.  D'inverno  in  Asia  si  porta  sino  al 
Turchestan,  in  Europa  sino  alle  parti  orientali  e  centrati  e  di  rado  nelle  occi 
dentali,  arriva  verso  Sud  sino  all'Alta  Italia,  oltrepassando  raramente  gli  Appen- 
nini. In  Italia  il  L.  excubitor  major  è  piuttosto  raro,  specialmente  nel  tipo  puro. 
È  più  facile  trovare  individui  nei  quali  il  groppone  ed  il  sopracoda  sono  concolori 
col  dorso  e  che  presentano  inoltre  il  colorito  delle  parti  superiori  più  cupo,  il 
bianco  sulla  coda  meno  esteso,  la  statura  leggermente  minore,  l'ala  da  0,'"110 
a  0,'"115.  Questi  soggetti  sono  forse  ibridi  del  /..  excubitor  col  L.  excubitor  major 
e  rappresenterebbero  verso  Sud  la  forma  tipica  nordica.  Firenze,  secondo  le  mie 
osservazioni,  sarebbe  la  località  più  meridionale,  cui  questi  soggetti  speciali  sa- 
rebbero giunti  in  Italia. 

99.  Lanius  meridionalis,  Tkmmim ik,  Avérla  meridionale. 

Un  sopraciglio  bianco,  fronte,  parti  superiori  cenerino-piombato-cupe,  con  le 
scapolari  in  parte  bianche;  cuopritrici  e  remiganti  nere,  sull'ala  uno  specchio  ri 
stretto  bianco  formato  dalle  basi  delle  remiganti  1';  una  l'ascia  dal  becco  alla  re- 

Atlantc  ornitologico.  15 


114  VII.WTF    <IRNITOLOC.il  0 


gione  auricolare  attraverso  l'occhio  nera;  parti  inferiori  bianco-carnicine,  tinte  eli 
cenerognolo  sui  fianchi  (ad.).  Tinte  generali  delle  parti  superiori  bruno-cenero- 
gnolo cupe  qua  e  là  periate;  scapolari  bianco-sudicie  e  scure;  redini,  sopraciglio, 
gola  ed  addome  bianchicci;  petto  carnieino-pallido  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,ra255;  becco  0,'"018;  ala  0,"'llf>:  coda  0,m116;  tarso  0,ro029. 

Abita  le  contrade  cireummediterranee,  ma  sembra  mancati'  sulla  costa  Afri- 
cana, è  sedentario  nella  Francia  meridionale,  nella  Spagna  e  nel  Portogallo.  È 
specie  accidentale  in  Italia,  fu  trovata  nel  Nizzardo  ed  in  Liguria,  ma  anche  in  To- 
scana, nell'Umbria  e  nel  Romano.  È  molto  rara  e  si  mostra  d'inverno. 

La  comparsa  dell'Americano  L.  ludovicianus,  Linnaeus  nelle  Isole  Britanniche, 
anche  a  detta  dei  più  noti  Ornitologi  Inglesi,  merita  conferma. 

100.  Lanius  algeriensis.  Lesson,  Averla  algerina. 

Parti  superiori  grigio-lavagna-scure,  colle  scapolari  più  chiare  e  largamente 
marginate  di  bianco;  remiganti  primarie  nere  colla  baso  bianca,  che  forma  uno 
specchio  alare  molto  distinto  e  quasi  triplo  in  grande*  xa  di  tintilo  del  L.  meridio- 
nalis;  una  fascia  dal  becco  attraverso  l'occhio  sino  alla  regione  auricolare  nera; 
gastreo  grigio,  biancastro  sulla  gola,  sulle  guancie,  sull'addome  e  sul  sottocoda  (ad.). 
Colorito  generale  delle  parti  superiori  bruno,  qua  e  là  grigio;  gastreo  grigio,  con 
lineette  brune  trasversali  a  zig-zags  sul  petto  e  sui  fianchi,  gola  ed  addome  bian- 
castri (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"235;  becco  0,'"014;  alaO,m110;   coda  0,m098;  tarso  0,n,025. 

È  specie  facilmente  riconoscibile  pelle  tinte  delle  parti  inferiori  grigie  e  non 
bianche  (L.  excubitor),  né  carnicine  (L.  meridionalis);  il  giovane  è  sempre  distinto 
per  il  becco  molto  forte  ed  i  tarsi  grossissimi,  nonché  per  tinte  molto  più  cupe. 

Questa  specie  abita  l'Algeria,  la  Tunisia,  ed  il  Marocco.  È  accidentale  in 
Italia,  un  esemplare  venne  colto  a  Scandicci  (Firenze)  il  2  luglio  1892  ed  è  con- 
servato nel  R.  Museo  di  Firenze;  un  secondo,  preso  nel  maggio  1882  nei  Vosgi 
(Alsazia),  è  ricordato  dal  Blasius  (l).  Non  conosco  altre  catture  europee. 

101.  Lanius  minor,  Gmelin,  Averla  cenerina. 

[Tav.   XXIV,    6g.    I,   e  Tav.   XL1X,   Bg.  61 J. 

Fronte,  una  fascia  che  parte  dal  becco  ed  attraversa  l'occhio,  estendendosi 
lino  alla  regione  auricolare  nere;  parti  superiori  di  un  grigio-cenerino-cfàaro;  le 
inferiori  bianche,  tinte  di  rosa  sul  petto  e  sui  fianchi;  ima  fascia  bianca  sull'ala 
formata  dalla  base  delle  1"  remiganti,  le  secondarie  nere  ad  .  Fronte  bianco-ful- 
viccia:  una  fàscia  dal  becco  fino  alla  regione  auricolare  bruno-nerastra;  parti  su- 
periori più  cupe,  biancastre  all'apice  delle  penne,  con  una  l'ascia  subterminale 
nerastra;  gastreo  fulvo-gialletto,  tinto  di  cenerino  sui  fianchi;  apici  biancastri  delle 
cuopritrici  alari  e  delle  remiganti  molto  larghi  (giov.). 


(')  Blasins,  W.,  Verein  fiir   Naturg.  tu   Brannsohweig  15  Okt.  188")  e  Braunschweig.  Anzeig.  Nr.  254, 
Tom  29  (Hit.   1885. 


ATI  \\  il     OEN]  rOLOGIi  o  115 


Lunghezza  totale  0,  208;  becco  0,  014;  alaO,  116;  coda  0,m095;  tarso  0,m025. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale  e  l'Asia  occidentale,  svernando  nel- 
l'Africa. In  Italia  è  uccello  comune,  di  passo  ed  estivo,  arriva  in  aprile  e  parte 
in  settembre.  Nidifica  (piasi  dappertutto,  nel  maggio  e  nel  giugno. 

Questa  specie  è  facilmente  distinguibile  in  "uni  eia  per  la  1  remigante  pri- 
maria molte  più  eorla  cfr.  /..  excubitor),  mene  di  un  terzo  «Iella  1"  secondaria; 
da  adulto  la  fronte  nera  è  tm  carattere  assai   importante. 

li    Specie  a  colori  variati,  bianco,  nero  e  bruno-vivace;  sessi  differenti,  femmine 
distinte  dai  giovani. 

102.  Lanius  collurio.   Linnakis,   Averla  i> invia. 
[Tav.   XXIV.   fig.  2,  e  Tav.   M.IX.   fig.  60]. 

Una  stretta  fascia  frontale,  una  seconda  dal  becco  attraverso  l'occhio  sino 
sulla  regione  auricolare  nere;  cervice,  nuca,  groppone  e  sopracoda  grigio-bluastri; 
dorso  e  scapolari  marrone-nocciola;  gastreo  bianco,  tinto  di  carnicino  sul  petto  e 
sui  fianchi:  remiganti  1°  nere;  coda  nera  sulle  timoniere  centrali,  con  stretto  apice 
nerastro,  le  laterali  bianche,  con  una  larga  fascia  preapicale  e  gli  steli  neri  (mas.  ad.). 
Cervice  grigio-plumbea;  nuca  e  groppone  sfumati  di  brunastro;  dorso  brunastro- 
marrone;  gastreo  bianco-sudicio,  con  numerose  striscie  semilunari  brunastre,  estese 
anche  sul  petto  e  sui  fianchi;  coda  nero-brunastrasul  disopra,  grigia  di  sotto,  coll'apice 
biancastro  (femm.  ad.).  Parti  superiori  rossiccio-noceiola-brune,  con  fascie  trasver- 
sali nere  ed  ocracee;  gastreo  bianco-fulviccio,  con  fascie  semilunari  brunastre  più 
o  meno  numerose  sui  lati  del  collo,  sul  petto  e  sui  fianchi;  coda  bruno-rossiccia, 
marginata  di  marrone-nocciola,  coll'apice  bianco-rossiccio  ed  una  striscia  preapi- 
cale nerastra  [giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"  180;  becco  0,'"()13;  ala  0/"090;  coda  0,m075;  tarso  0,m022. 

Questa  specie  va  soggetta  a  varietà  albine  ed  isabelline,  ma  i  perfetti  leu- 
cocrostici  sono  molto  rari:  le  femmine  vecchie  talora  presentano  il  piumaggio  del 
maschio. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale,  verso  oriente  fino  al  Turchestan,  sverna 
in  Africa.  In  Italia  è  specie  comune,  di  passo,  estiva  e  nidificante,  arri\  a  nel  maggio 
e  riparte  nel  settembre  e  nell'ottobre.  Poche  sono  le  coppie  che  nidificano  in  Si- 
cilia, ciò  che  trova  analogia  nella  Spagna,  ove  si  dice  che  questo  uccello  non  covi 
affatto,  ma  sia  solo  di  passaggio. 

103.  Lanius  senator.  Linnaki  s,  Averla  rapi  rossa. 

[  Lanius   auriculatus,    P.    L.   s.    JIììi.i.kr:   L.  rufus,   Gm;   (')  ]. 
[Tav.   XXIV,  tig.  8,  e  Tav.   XI. IX.   Bg.  59]. 

Fronte  ed  una  larga  fascia  che  attraversa  l'occhio,  copre  la  regione  auricolare 
e  termina  sui  lati  del  collo  e  dorso  nere  lucide;  cervice,  nuca  ed  alto  dorso  rosso-ca- 
stagno-vivace; groppone  cenerino,  bianco  nella  parte  bassa,  sul  sopracoda  e  nel- 


i'i   Lanius  sena  t or,  Linuaens,   17."s  ;  L.  auriculatus,   I'.  !..  S.  MiSller,   1 TT  t  :  :   /..rufus,  Gnielin,  L788. 


110  ATLANTE    OKNITOT-OGICO 


l'intoro  gastreo;  scapolari  bianche;  base  delle  remiganti  1"  bianca,  che  forma  uno 
specchio  distintissimo;  timoniere  nere,  le  centrali  del  tutto,  le  altre  bianche  alla 
base  ed  all'apice  mas.  ad.).  Come  il  maschio,  ma  le  tinte  sono  più  opache,  il  mar- 
rone della  lesta  e  del  dorso  commisto  a  penne  brunastre;  le  tinte  nere  lavate  di 
brunastro  (femm.  ad.).  Molto  simile  al  giovine  del  L.  collurio,  ma  più  chiaro  spe- 
cialmente sulle  parti  superiori;  sempre  però  facilmente  distinguibile  al  fatto  che 
la  base  delle  1°  è  bianco-rossigna  e  forma  uno  specchio  sull'ala,  clic  manca  af- 
fatto nel  L.  collurio  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"195;  becco  0."'015;  ala  0^098;  codaO,m075;  tarso  0,m024. 

Questa  specie  va   sospetta  a  varietà  albine,  le  perfette  sono  molto  rare. 

Abita  le  parti  centrali  e  meridionali  di  Europa,  verso  Est  sino  alla  Persia, 
sverna  nell'Africa.  In  Italia  è  uccello  di  doppio  passo  ed  estivo,  abbondante  nelle 
Provincie  meridionali  e  nelle  Isole,  ove  è  la  specie  più  comune,  piuttosto  scarso 
anche  nelle  parti  centrali  e  più  che  altro  nelle  settentrionali,  così  nel  Trentino 
è  la  più  rara  delle  quattro  specie  che  vi  giungono  di  solito.  Arriva  da  aprile  a 
maggio  e  riparte  nel  settembre,  nidificando  specialmente  nelle  provincie  meridio- 
nali, in  Sicilia  ed  in  Sardegna  ('). 

104.  Lanius  nubicus,  Lichtenstein,  Averla  dalla  maschera. 

Parti  superiori  nero-lucide;  un  largo  sopraciglio,  fronte  e  scapolari  bianche: 
una  fascia  nera  dal  becco  attraverso  l'occhio  fino  sulla  regione  auricolare;  gastreo 
bianco,  tinto  di  gialletto  sul  collo  e  sul  petto  e  di  rosso-rui^inoso  sui  lati  del  petto 
e  sui  fianchi;  remiganti  le  bianche  alla  base,  in  forma  di  un  grande  specchio  alare 
(ad.).  Le  parti  nere  sono  grigie;  il  sopraciglio  è  più  marcato;  la  coda  è  quasi  senza 
tinte  bianche  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'n174;  becco  0,"'0ir>;  ala  0,'"089;  coda  0,'"086;  tarso  0,'"021. 

Questa  specie  abita  l' Europa  sud-orientale  e  l'Asia  Minore,  sverna  nell'Africa 
nord-orientale;  comparve  nella  Turchia  Europea  e  nella  Penisola  Balcanica,  ma 
è  molto  rara  ed  accidentale. 

105.  Lanius  isabellinus.  Ehkenberg,  Averla  rossiccia. 

Parti  superiori  rossiccio-brune  vivaci  ed  uniformi  ;  fronte  e  sopraciglio  bianco- 
gialletti;  una  stretta  linea  alla  base  della  fronte  ed  una  larga  fascia  dal  becco 
attraverso  l'occhio  sino  alla  regione  auricolare  nere:  dorso  bruno-rugginoso;  ga- 
streo bianco,  tinto  di  fulvo-rossigno  sui  fianchi  e  sul  sottocoda;  base  delle  remi- 
ganti 1'  bianca,  che  forma  uno  specchio  alare;  coda  fulvo-vivace  colle  due  centrali 
lavate  di  brunastro  (ad.).  Bruno-gialletto  sulle  parti  superiori,  con  fascio  trasver- 
sali brunastre;  le  inferiori  bianco-giallette,  con  pochi  zig-zags  trasversali  scuri 
[giov.). 


(')  Il  min  amico  O.  Kleinschmidt  (19011  ha  tentato  di  separare  il  Lanius  collurio  ili  Sardegna,  che 
avrebbe  lo  parti  inferiori  pili  bianche  od  il  marrone  «lei  mantello  più  estoso;  c>jli  crede  inoltro  che  il 
/,.  eeuaior  di  Sardegna  sia  invece  il  /-.  badius  dell'Africa  occidentale,  per  cui  tale  specie  (t)  sarebbe,  se- 
condo Ini,  da  includere  nell'Avifauna  europea. 


vi  I   \\  I  1     i  >K\I  l< HCO  117 


Lunghezza  totale  0,m177;  becco  0,m016;  ala0,m086;  coda  0,m081  ;  tarso  0,m024. 

Abita  gli  Orali,  verso  Esl  sino  alla  Mongolia,  verso  Sud  sino  all'Africa  nord 
orientale  fu  trovata  nei  governi  di  Perni   e  di  Orenburgo  ed  un  esemplare   fu 
eolio  ad  Eelgoland    coli.  Oàtke).  Nidifica  nel  Turchestan,  sverna  nell'India,  nella 
Persia,  nell'Arabia  ed  in  Abissinia. 

Una  specie  di  un  genere  affine,  il  'rrlrphonits  erythropterus  Shaw),  fu  più  volte 
citata  senza  sicure  garanzie  tra  gli  Uccelli  di  Europa.  Sarebbe  comparsa  nella 
Spagna,  ma  per  quanto  so  essa  non  è  citata  in  alcun  lavoro  Ornitologico  Spa 
gnuolo  (Scntnders),  né  l'ebbero  il  colonnello  trby,  né  il  compianto  Lord  Lilford;  il 
Degland  la  citò  polla  Bretagna,  e  certo  per  errore  di  nome  il  Dubois  tra  quelle 
che  capitano  nelle  Isole  Britanniche.  Essa  abita  L'estremità  meridionale  dell'Africa 
(Colonia  del  Capi'  . 


Sezione  OSC1NES  ACUTIROSTRES  -  Passeracei  dal  becco  acuto. 


Becco  di  varia  forma,  spesso  conico,  corto,  diritto  e  forte:  narici  coperte  da 
penne  o  da  peli  rivolti  in  avanti;  lingua  spesso  setolosa  all'apice:  1'  remigante 
primaria  corta;  unghia  del  dito  posteriore  adunca. 

Vivono  in  branchetti;  si  nutrono  specialmente  d'insetti,  non  sono  migranti 
nel  vero  senso  della  parola;  depongono  molte  uova,  collocandole  nelle  buche  degli 
alberi  o  in  un  nido  di  squisita  perfezione  artistica.  La  famiglia  Paridae  è  larga- 
mente rappresentata  in  Europa. 


Famiglia  PARIDAE,  Paridi. 

Becco  compresso,  forte  e  diritto,  molto  più  corto  della  testa;  narici  basilari 
o  laterali,  nascoste  da  fitti  ciuffi  di  penne;  lingua  setolosa  all'apice;  ali  mediocri, 
di  10  primarie,  la  1"  molto  più  corta  della  2a;  coda  di  varia  forma  e  lunghezza, 
colle  timoniere  né  rigide,  né  acuminate;  tarsi  piuttosto  corti,  più  lunghi  del  dito 
mediano  con  unghia;  diti  mediocri,  riuniti  alla  base. 

Piumaggio  molle,  in  generale  brillante  colle  penne  del  groppone  allungate  e 
così  quelle  della  testa,  che  sono  talora  disposte  a  ciuffo;  statura  di  solito  piccola 
o  minima:  sessi  eguali,  giovani  poco  differenti:  mutano  una  volta  all'anno. 

Sono  uccelli  attivi,  petulanti,  sempre  in  moto,  che  non  paventano  la  presenza 
dell'uomo;  si  nutrono  di  insetti,  ma  sono  omnivori  e  d'istinti  crudeli,  alcune  specie 
furono  vedute  assaltare  uccelli  feriti  o  presi  nelle  reti;  abitano  i  boschi,  i  giar- 
dini, specialmente  ove  sonvi  conifere,  poche  specie  sono  paludicole:  hanno  l'abi- 
tudine di  attaccarsi  ai  rami  degli  alberi,  rimanendone  sospesi  colla  testa  all' ingiù, 
da  ciò  il  loro  nome  di  tiuspaisons ,•  cantano  abbastanza  melodiosamente;  soppor-' 
tano  grandi  freddi  e  non' sono  strettamente  migratori,  ma  più  che  tutto  erratici, 
compiendo  i  loro  viaggi  in  branchetti;  costruiscono  nidi  assai  artistici,  finamente 
intcssuti,  o  di  forma  usuale,  o  fatti  a  borsa  con  un  foro  laterale  e  che  sospendono 


118  ATLANTE    ORNITOLOGI!  1 1 


sui  rami  o  sullo  canne,  altri  nidificano  nelle  buche  degli  alberi,  che  si  dice  sca- 
vino da  se  stessi;  depongono  molte  uova  fino  a  20  e  allevano  più  di  una  covata 
all'anno. 

È  una  famiglia  di  distribuzione  quasi  cosmopolita,  composta  di  circa  90  specie 
sparse  più  clic  altro  nelle  parti  settentrionali  del  Mondo  Nuovo  e  dell'Antico  e 
mancanti  nella  Regione  Neotropica  e  nelle  isole  del  Pacifico. 


Sottofamiglia  REGULINAE,  Rególini. 

Becco  subulato  colla  mandibola  superiore  leggermente  intaccata  e  la  base 
contornata  di  rade  penne  di  struttura  speciale,  delle  quali  una  lunga  nasconde  par- 
zialmente ciascun  foro  nasale:  coda  leggermente  forcuta:  tarso  coperto  anterior- 
mente da  una  sola  squama  e  lungo  più  del  doppio  del  dito  posteriore  senz'unghia. 

Fabbricano  nidi  sospesi,  hanno  statura  minima  e  la  testa  è  ornata  nel  centro 
di  un  ciuffo  di  penne  brillanti  (Regulus).  Secondo  il  Gadow  due  generi  compon- 
gono questa  sottofamiglia,  il  secondo  dei  quali,  detto  Leptopoecile  colla  specie  unica 
L.  Sophiae,  Severtzow,  abita  l'Asia  centrale:  nel  dare  i  caratteri  della  sottofamiglia, 
considerai  il  solo  genere  Europeo. 


Genere  REGULUS,  Cuvtce  (l). 

Il  gen.  Regulus  consta  di  circa  sei  specie  confinate  alle  parti  settentrionali  e 
temperate  della  Regione  Paleartica  e  dell'America  settentrionale,  estendendosi 
verso  il  sud  sino  al  Messico.  Nelle  isole  Canarie,  nelle  Azzorre  ed  a  Madera  vivono 
tre  forme  poco  differenti  dal  R.  ignicapillus,  che,  secondo  alcuni  Autori,  godono 
però  rango  specifico.  Depositano  da  cinque  a  dieci  uova  d'un  isabellino-rossiecio  o 
di  un  bianco  crema,  con  una  corona  di  macchie  scure  attorno  all'apice  più  largo. 

106.  Regulus  regulus  (Linxaeus),  Regni». 

I  Regulus  cristatus,  Vikii.i..]. 
I'Iav.   XV,   Bg.    li',   e    I'av.   XLIX.   fig,   171. 

Fronte  bruno-grigiastra;  parte  superiore  della  testa  gialla,  tinta  di  color  au- 
rora nel  centro,  limitato  sul  davanti  e  su  ciascun  lato  della  stessa  da  una  fascia 
nera:  sopraciglio  grigio-oliva;  parti  superiori  verde-olivastre,  rossigne  sul  grop- 
pone e  sul  sopracoda;  gastreo  oliva-gialliccio;  due  fascio  bianche  sull'ala,  formate 
dall'apice  delle  cuopritrici  medie  e  delle  grandi  (mas.  ad.).  Manca  il  giallo-aurora 
sulla  parte  centrale  della  testa,  che  è  tinta  di  giallo  come  le  due  fascie  laterali 
(femm.  ad.).  Manca  il  giallo  sulla  testa  che  è  tinta,  come  la  nuca,  di  un  nero-bruno 
'misto  ad  oliva;  gastreo  grigio,  tinto  di  fulviccio  sull'addome  e  sul  sottocoda  [giov.). 


l1)  Regulus,  Cuvior,    L800  e   Koch,  1816). 


vn.wn:    ORNITOLOGICO  110 


Lunghezza  totale  O/'O'.iS;  becco  O,'"'»"*;  ala  o,  n.'.l;  coda  0,  038;  tarso  0,  018; 
dito  posteriore  s.  u.  0,"'oof>. 

Abita  tutta  l'Europa  fino  al  Circolo  Artico  e  L'Asia  temperata  verso  oriente 
fino  all' Amur,  d'inverno  si  porta  verso  sud,  compiendo  parziali  migrazioni.  In 
Italia  è  specie  comune  e  stazionaria,  vive  sui  monti  d'estate  e  discende  al  piano 
il' inverno.  Nidifica.  Il  passo,  che  è  aumentato  anche  da  individui  di  oltr' Alpe,  ha 
luogo  nell'ottobre-novembre  e  nel  marzo-aprile,  viaggia  in  branchetti.  Alleva  due 
covate;  il  nido  assai  artistico  è  subsferico,  intessuto  di  musei.,  sostenuto  da  pic- 
cole radici  e  sospeso  di  solito  sotto  l'estremità  di  un  ramo  di  pino  o  di  altro 
sempre\  orde. 

Secondo  Oh.  L.  Brehm  (')  tre  sarebbero  le  specie  Europee  di  R.  regulus,  che  io 
cito  a   titolo  di  cronaca. 

a)  R.  septentrionalis.  Regioni  settentrionali  di  Europa.  Lunghezza  totale  0,m106; 
becco  0,'"010;  coda  it.'iil  1:  tarso  0,n,017.  Groppone  verde-puro;  strisele  nere  della 
testa  strette;  tinta  gialla  sulla  testa  chiara:  t'ascio  sulle  ali  bene  accentuate. 

b)  /.'.  crococephalus.  Regioni  centrali  di  Europa.  Lunghezza  totale  0,  087; 
becco  0,'"0081;  coda  0,'"036;  tarso  0,'"0168.  Groppone  verde-giallognolo;  striscie 
nere  della  testa  larghe;  tinta  gialla  sulla  testa  più  intensa  che  nel  R.  septen- 
trionalis. 

e)  //.  chrysocephalus.  Regioni  orientali  di  Europa.  Lunghezza  totale  0,m081; 
becco  0,'"006;  coda  0,m031;  tarso  0,'"01(5.  Alto  dorso  misto  a  grigio;  groppone  verde; 
tinta  gialla  sulla  testa  vivace;  fascie  sulle  ali  leggermente  sbiadite  e  meno  di- 
stinte che  nelle  due  precedenti  specie;  macchia  nera  alla  base  delle  remiganti 
secondarie  di  forma  rotonda. 

107.  Regulus  ignicapillus  (Temminck  ex  C.  L.  Brehm  .  Fiorrancino. 

[Tav.    XV,   fig.   11,   o  Tav.   XL1X,   tìg.   16]. 

Fronte  ed  una  t'ascia  su  ogni  lato  della  testa  sino  presso  all'occhio  bianco- 
grigie;  centro  della  testa  giallo-aranciato,  incorniciato  sul  davanti  e  sui  lati  da 
una  banda  nera,  limitata  a  sua  volta  da  una  larga  fusi-in  bianca  u  sopraciglio;  re- 
dini, mustacchio  ed  un  tratto  attraverso  l'occhio  neri;  due  fascie  sulle  cuopri- 
trici,  come  nel  R.  regulus,  ma  molto  più  distinte:  parti  superiori  nero-giallastro- 
vivaci- gastreo  bianco-gialliccio;  sui  luti  del  collo  uno  spazio  verde-dorato  (mas.  ad.). 
Eguale,  manca  il  giallo-aranciato  sostituito  da  giallo  chiaro  e  brillante  (femm.  ad.). 
Tinte  generali  più  pallide  che  nell'adulto;  manca  il  giallo  sulla  testa  e  le  fascie 
nere  che  lo  limitano  sono  di  un  grigio-verdognolo;  le  fascio  sui  lati  della  testa. 
meno  accentuate    giov.). 

Lunghezza  totale  0,m105;  becco  0,'"008;  ala  0,'"065;  coda  0,m040;  tarso  0,'"020; 
dito  posteriore  s.  u.  0,m006. 

Questa  specie  è  facilmente  distinguibile  dalla  precedente  pel  largo  sopraciglio 
bianco  e  lo  spazio  giallo-dorato  sui  lati  del  collo,  inoltre  le  parti  superiori  hanno 
tinte  molto  più  vivaci. 

Abita  le  parti  temperate  e  meridionali  di   Europa,   estendendosi   verso  nord 


(')  Unni!.   Nat.    Vinj.   Deutschl.  pp.   47'J-IS1     is;;i  . 


120  MI  vmi     ORNITOl  OtìH  0 


sino  al  Fallico.  l'Asia  Minoro  e  l'Africa  settentrionale.  In  Italia  trovasi  ionio  il 
precedente,  ma  è  mono  abbondante,  sebbene  in  Sicilia  ed  in  Puglia  sembra  av- 
venire il  contrario.  Nidifica, 

Amori  Britannici  dicono  che  la  cattura  dell'Americano  lì.  cakndula  [L 
avvenuta  nel  1852  in  Inghilterra  merita  conferma.  Eisso  ha  la  cervice  scarlatta, 
a  tinte  nere  sulla  tosta. 

-    rrOFAMIGUA   FARINAI",    l'nriiii. 

Becco  conico,  colla  mandibola  superiore  non  intaccata  e  la  baso  contornata 
di  penne,  che  nascondono  del  tutto  le  narici,  ohe  sono  rotonde  e  senza  opercolo 
coriaceo;  coda  di  solito  non  forcuta,  di  varia  t'orma  e  lunghezza;  tarso  scudettato, 
meno  del  doppio  del  diro  posteriore  s.  u. 

llocano  il  nido,  salvo  eccezioni,  nelle  buche  degli  alberi:  la  testa  è  spess 
ornata  di  un  ciuffo;  la  statura  e  piccola, 

-  specie  compongono  questa  sottofamiglia,  cJ  -  arsa  in  Europa, 
nell'Africa  e  nell'America  settentrionale  sino  al  Messico.  Depongono  numerose  uova 
di  colore  variato,  a  seconda  del  genere  cui  appartengono. 


Genere  REMIZUS.  STI    v 

Becco  conico,  più  eorto  della  testa,  diritto,  acutissimo  all'apice:  narici  sub 
rotonde,  assai  piccole,  nascoste  da  penne  rivolte  in  avanti:  lingua  setolosa:  ali 
piuttosto  corte.  1  remigante  primaria  cortissima  ed  eguale  alle  cuopritrici  le, 
la  •_''  e  subeguale  alla  7*,  la  4*  la  massima:  coda  mediocre,  troncata  o  forcuta; 
tarso  scudettato.  poco  più  lungo  del  dito  mediano  senz'unghia,  i  tre  diti  anteriori 
subeguali;  unghie  piuttosto  grandi,  assai  gì   ss      subadunche, 

3  atura  piccola,  senza  ciuffo. 

\>:tano  le  località  paludose,  fabbricano  splendidi  nidi  a  fiasco,  che  attaccano 
alla  estremità  di  un  ramo  pieghevole,  muniti  di  una  o  più  aperture  superiori,  vi 
impiegano  nel  costruirle  i  pappi  lanosi  del  salice,  di  tifa  pai.  -  ,i  riuni- 

>  on  finissimi  filamenti  di  varie  -  depongono  quattro   o  cinque  uova 

bia-  ss         .  macchiate  di  bruì)      -  s  otto  specie,  più  o  meno  buone, 

appartenenti  a  ques  ve.  sparse  nel  Mondo  Antico  e  nell'America  del  Nord. 

Due  —     -    trovano  anche  in  Europa. 

108.  Remizus  pendulinus    Link       -  iloìino. 

tkatas   pendulinus    I 
S  I 

Fronte  e  una      -  o  all'occhio,  che  s'allarga  appena  oltrepassatolo 

nero-profonde;      s  e   nuca   bìaa  gnole;   dorso  e   scapolari  di   un 

- 

-  "  -  •  -  nome  «li   hV«ù  Hi  ii;       Pi 


I.  Forapaglie.    2.  Forapaglie  macchiettato.    3.  Salciajola  fluviatile.    4.  Salciajola.    5.  Forapaglie  castagnolo, 
b   Passera  scopajola  (ad.).   7.  Passera  scopajola  (giov.).   8.  Sordone.    9.  Stiaccino  (q*  ad.).    10.  Stiaccino  (9) 

II.  Saltinpalo  (<?  ad.).    12.  Saltinpalo  (g   ad.).    13.  Culbianco  (ad.).    14.  Culbianco  (giov.).     15.  Monachella 

gola  nera.     16.  Monachella. 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


ATLANTE    0BN1 [CO  1-1 


marrone  misto  a  tinta  più  chiara  e  che  diviene  rossiecio-gialletto  sul  basso  dorso, 
sul  groppone  e  sul  sopracoda;  guancie,  mento,  gola  e  sottocoda  candidi;  Le  penne 
del  petto  castagne  alla  base,  bianche  all'apice;  addome  e  fianchi  fulviccio-marrone; 
remiganti  e  timoniere  bruno-nerastre,  marginale  ili  bianco  (mas.  ad.).  Testa  e  lati 
del  collo  cenerino -br anastri;  aero  della  ironie  meno  esteso  e  più  opaco,  anche 
dopo  l'occhio;  colorazione  marroni'  del  petto  meno  accentuata;  tinte  generali  più 
pallide  {frinii,  ad.).  Tinte  generali  pallide:  testa  ocracei  e  grigia;  regione  aurico- 
lare rossastra:  fronte  e  lati  della  testa  senza  colorazioni  nere:  gastreo  rossiccio- 
pallidissimo,  qua  e  là  biancastro    giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"110;  becco  0,'"009;  ala  0,m054;  coda  0,ra050;  tarso  0,m014; 
dito  mediano  e.  u.  0,m0125. 

Abita  l'Europa  meridionale,  spingendosi  verso  oriente  sino  alla  Persia,  al  Tur- 
chestan,  alla  Cina  ed  al  Giappone.  In  Italia  è  specie  sedentaria  nel  Veneto,  nelle 
Provincie  meridionali,  in  Sicilia  e  forse  in  Toscana,  estiva  mdle  altre;  però  è  molto 
localizzata  e  di  solito  poco  abbondante,  in  alcune  provincie  rara  e  mancante  in 
Sardegna.  Nidifica  dall'aprile  al  luglio. 

108^.  Remizus  pendulinus  castaneus  (Sevektzow),  Pendolino  castagnolo. 

Simile  al  precedente,  ma  distinto  per  statura  maggiore;  cervice,  parte  posteriore 
e  laterale  del  collo  castagno-vivaci,  come  il  dorso;  castagno  del  petto  più  accentuato; 
marginature  bianche  sulle  remiganti  e  sulle  timoniere  più  larghe  {mas.  ad.  .  I  lecipite 
e  nuca  isabella-scure  macchiate  di  castagno,  specialmente  sull'occipite  >/<  unii.  <ul.\ 

Lunghezza  totale  0,m112;  becco  0,'"010;  ala  0,'"057;  coda  0,n'052;  tarso  0,m016  : 
dito  mediano  e.  u.  0,m0135 

Abita  il  delta  del  Volga  e  l'area  di  distribuzione  di  questa  sottospecie  semina 
molto  limitata;  fu  colta  anche  in  Ungheria  (Madarasx). 

Nell'Europa  meridionale  (Russia  meridionale,  Galizia  or.)  sembra  vivere  una 
forma  intermedia  tra  il  lì.  pendulinus  ed  il  R.  p.  castaneus,  che  dovrebbe  forse  chia- 
marsi E.  Radaci,  ma  è  poco  nota.  Il  R.  Raddei  avrebbe  la  striscia  castagna  sui 
lati  della  testa,  ma  essa  non  oltrepasserebbe  l'occhio,  mentre  manca  nel  lì.  pen- 
dulinus. Questo  è  quanto  dice  il  Naumanni'i,  ma  io  credo  che  tuffai  più  si  trat- 
terà di  una  sottospecie  da  distinguersi  col  nome  di  R.  p.  Raddei. 

Narici  ovali  con  un  largo  opercolo,  semiaperte,  in  parte  nascoste  dalle  setole 
della  base  del  becco  (Panurinae). 

Un  solo  genere  con  una  specie  ed  una  sottospecie  detta  Panurus  biarmìcus  sibi- 
ìinis  (Bp.),  essa  è  di  statura  maggiore,  ma  di  colorito  mollo  simile  al  tipo  Europeo, 
abita  l'Asia  centrale;  e  da  taluni  viene  considerala  (piale  buona  specie  col  nome  di 
/'.  sibiricus. 

Genere  PANURUS,  Koch. 

Becco  giallo,  corto,  subconico,  acuminalo,  mandibola  superiore  più  larga  e 
più  lunga  dell'inferiore  e  curvata  leggermente  dalla  base,  l'inferiore  quasi  diritta; 


i'i   \ui.    Vog,  Mitt.-Earopaa,  voi.   II,  pag.  242  (nuova  udizione,  1898). 
Atlante  ornitologico. 


122  \  Il   INI  I     ORNI  l"l  .1  iGICi  ' 


lingua  setolosa;  ali  mediocri,  1°  remigante  primaria  cortissima,  28  subeguale  alla 
71.  4l  la  massima;  coda  molto  graduata  e  molto  lunga,  la  r  timoniera  esterna 
meno  della  metà  dello  due  centrali;  sottocaudali  allungate  ed  acuminate;  tarso 
scudettato,  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia;  diti  lunghi,  l'esterno  più  corto 
dell'interno;  unghie  grandi,  ma  poco  adunche:  penne  laterali  della  gola  allungate 
a  mustacchio  nei  maschi  adulti. 

Costruiscono  un  nido  subsferico,  intessuto  di  foglie  secche  e  di  sottili  fili  d'erba, 
e  lo  foderano  di  fiori  molli  di  canne  palustri,  vi  depositano  sei  o  sette  uova  di 
un  rossigno  macchiato  di  scuro.  Allevano  due  covate  all'anno. 


109.  Panurus  biarmicus  (Linnaeusi,  Basettino. 

I'I'av.  XVII,   fig.   12  o  13  e  Tav.  XI. IX.   fig.   24], 

Testa,  nuca  e  lati  di  un  cenerino-bluastro;  mustacchio  lungo  e  cadente  su  ciascun 
dei  lati  della  gola,  redini  e  parte  anteriore  dell'occhio  nere;  resto  delle  parti  supe- 
riori e  coda  di  un  rossiccio-cannella, lavato  di  ametistino  sul  sopracoda;  parti  inferiori 
bianco-ametistine  miste  a  bluastro;  fianchi  di  un  cannella-rossiccio;  sottocoda  nero 
(mas.  ad.).  Manca  il  mustacchio  nero,  e  cosi  le  tinte  nere  delle  redini  e  del  sot- 
tocoda: parti  superiori  fulvo-grigie,  più  vivaci  sul  dorso;  gastreo  bianco,  tinto  di 
ametistino  specialmente  sin  lati,  che  degrada  in  fulvo  sui  fianchi  e  sul  sottocoda 
fniini.  ad.).  Simile  alla  femmina  ad.:  alcune  macchie  allungate  nere  sulle  penne 
del  dorso;  le  penne  esterne  della  coda  in  gran  parte  nere;  colori  più  vivi  nei 
maschi  e  più  pallidi  nelle  femmine  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,m175;  becco  0,m009;  ala  0,m060;  coda  0,m080;  tarso  0,m020; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"016. 

Abita  l'Europa  meridionale  ed  occidentale  fino  alle  Isole  Britanniche,  verso 
oriente  si  spinge  al  Turchestan  ed  alla  Siberia  meridionale,  ed  è  parzialmente  mi- 
gratore. In  Italia  è  specie  localizzata  ed  in  parecchi  luoghi  comune  (Veneto,  Man- 
tova, Toscana,  Napoletano,  Sicilia);  la  credo  quasi  ovunque  stazionaria,  manca  in 
Sardegna  ed  è  rara  nelle  Puglie.  Nidifica. 


Genere  AEGITHALUS  ('),  Hermann. 

Becco  nero,  molto  corto,  acuto,  forte,  lateralmente  compresso,  curvato  tanto 
sulla  mandibola  supcriore  che  nell'inferiore,  che  è  più  corta:  natici  basilari,  pic- 
cole, subrotonde,  coperte  di  penne;  uno  spazio  nudo  e  relativamente  grande  sulle 
palpebre;  ali  rotonde,  moderate,  con  la  la  remigante  primaria  molto  corta,  la  2a 
subeguale  alla  9a,  -1'  e  5"  le  più  lunghe;  coda  molto  lunga,  più  del  corpo,  stretta 
ed  assai  graduata,  la  timoniera  esterna  circa  V:i  i'1  lunghezza  delle  due  centrali; 
tarso  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia;  diti  moderati,  i  tre  anteriori  riuniti 


(')  Aegithalut,  Hermann,  Oi«.  Zool.  I.  ]>.  UU  (1804  :  tipo  Pipra  Teuropaea  Acredula,  sp.  La  de- 
scrizione dei  caratteri  generici  e  molto  chiara  e  non  lascia  alcun  sospetto  che  il  nome  Aegìihalus  sia 
.slato  fondato  pei  nostri  Codibugnoli;  ma  non  È  del  pari  certo  se  la  descrizione  del  tipo  corrisponda  al 
caudatus  od  al  rosetu,  e  quindi  il   nome  di  europaeus  deve  sparire    llelhnayr,  in  KM.). 


MI  Wll     ORNITO]  OGN  0  123 


alla  base,  l'esterno  più  lungo  dell'interno,  il  posteriore  forte  con  l'unghia  distin- 
tamente uncinata. 

Piumaggio  assai  molle:  tinte  predominanti  nere  e  bianche  miste  a  roseo; 
penne  della  testa  leggermente  allungate,  e  quelle  della  fronte  che  si  avanzami 
sul  becco. 

Fabbricano  un  uido  sferoidale  od  ovato  che  attaccano  ai  rami,  e  vi  depositano 
numerose  uova  bianche  con  macchie  di  un  rossiccio  vivace.  E  un  genere  del 
tutto  Paleartico,  composto  di  sedici  specie  all' incirca,  alcune  delle  quali  assai 
affini   tra  esse. 


a)  Senza  macchia  nera  sulla  góla. 

NO.  Aegithalus  caudatus    Linnaeus),  Codibugnolo  testa  bianca. 

[Tav.   XVII,   fig.    10  e   li    e  Tav.    .MIX.   fig.   L'I/,  |. 

Testa  per  intero  bianco-candida;  parte  posteriore  del  collo  e  regione  inter- 
scapolare  nero-profonde;  scapolari  e  lati  del  mantello  di  un  roseo-carico;  resto 
del  dorso  vinato  e  nero,  predominando  la  tinta  nera;  cuopritrici  alari  e  sopracoda 
nere;  gastreo  bianco-candido,  sfumato  di  ametistino  sui  fianchi  e  sul  sottocoda; 
remiganti  nerastre,  marginate  di  bianchiccio  sulle  2e,  quelle  interne  bianche  con 
una  stretta  stria  centrale  bruna;  timoniere  nere,  le  tre  paja  esterne  con  larghi 
margini  e  gli  apici  bianchi;  circolo  oftalmico  giallo-canarino  (ad.).  Contorno  dell'oc- 
chio rosso-carico;  centro  della  testa  con  una  fascia  bianco-cenerina;  fronte,  lati 
della  testa  e  parti  superiori  di  un  bruno-nerastro-opaco  con  larghi  apici  bianchi 
sulle  scapolari,  sui  lati  del  dorso  e  talora  sul  centro  dello  stesso;  bianco  del  ga- 
streo meno  puro  (giov.).  Nei  soggetti  più  adulti  lo  spazio  bianco  sulla  testa  è  più 
largo,  ed  i  lati  neri  si  presentano  come  due  fascio,  che  marginano  il  centro  chiaro. 

Lunghezza  totale  0,'"160;  becco  0,'"00(i  :  ala  0,  063;  coda0,m098;  tarso  0,'"017. 

Questa  è  la  specie  tipo  descritta  da  Linneo;  essa  abita  l'Kuropa  settentrionale 
e  giunge  d'inverno  sino  nelle  contrade  Mediterranee,  verso  est  si  estende  attra- 
verso la  Siberia  >' >  fino  al  Giappone  settentrionale,  surrogata  nelle  porzioni  meri- 
dionali dello  stesso  dall'ai,  e.  trivirgatus  (Temminck  &  Schlegel).  In  Italia  è  specie 
di  comparsa  invernale  secondo  gli  Autori,  che  non  sono  concordi  sulla  sua  fre- 
quenza. Le  notizie  che  abbiamo  sono  in  fatto  poco  sicure;  ma  posso  dire  che  nel 
Veneto  trovai  questo  uccello  in  ogni  stagione,  che  vi  è  comune  e  nidificante,  seb- 
bene d'inverno  sia  più  abbondante  per  l'arrivo  degli  individui  nordici  migranti. 

110".  Aegithalus  caudatus  senex  (Madakasz),  Codibugnolo  testa  bianca  caucasico. 

Simile  air.4.  caudatus,  differisce  pel  dorso  grigio;  pella  fronte,  la  regione  paro- 
tica  ed  occipitale  tinte  di  fulviccio  appena  visibile;  è  distinta  dall'.!,  e.  caucasicus  pella 
fascia  laterale  della  testa  del  tutto  mancante. 

Lunghezza  totale  0,m155;  becco  0,'"006;  ala  0,'"063;  coda0,m095;  tarso  o.".n,s. 


ii  Scebolmi  distinse  gli  esemplari  siberiani  col  Dome  di  .1.  e.  macrurus,  essi  presenterebbero  la 
coda  più  lunga  di  (inolia  dell'ai,  caudatus;  anche  in  molte  parti  d'Europa  trovai  Codibugnoli  culla  coda 
molto   lunga,   ed  r   perciò  clic    non   accetto    tale   separazione. 


124  \m\ll.    ORNITOLOGICO 


Questo  Codibugnolo  e  VA.  <■.  dorsalis  furono  recentemente  (listimi  dal  Madarasz  e 
divisi  dall'  l.  caudatus,  sicché  coli' A.  e.  tephronotus  e  colT-4.  e.  caucasicus  sarebbero 
cinque  le  forme  ili  Aegìtkalus  viventi  nel  Caucaso. 

110 /'.  Aegithalus  caudatus  dorsalis  (Madarasz),  Codibugnolo  caucasico  dal  dorsonero. 

Molto  affine  ed  assai  simile  all'.l.  e.  caucasicus  e  facilmente  distinto  pel  dorso  nero; 
differisce  d&U! A.  e.  roseus  per  la  fascia  Laterale  della  testa  scura,  pei  lati  del  dorso 
e  le  scapolari  grigio-biancastre. 

Lunghezza  totale  0,ffi135;  becco  0,m006;  ala  0,m061;  coda  0,m080;  tarso  0,ra017. 

Abita  il  Caucaso  [Madarasx) ;  questa  sottospecie,  secondo  Hellmayr,  non  è  suf- 
ficientemente distinta,  ma  riferibile  ad  esemplari  multo  scuri  di  tinta  dell'-l.  e. 
caucasicus  (in  liti.). 

NO'.  Aegithalus  caudatus  roseus  '    (Blyth),  Codibugnolo  rosa,. 

Redini,  penne  alla  base  del  becco  e  centro  della  testa  di  un  bianco-puro  limitate 
sui  lati  della  stessa  da  una  fascia  di  un  nero-puro,  che  si  estende  sino  alla  nuca 
e  si  unisce  alla  tinta  nera  dell'alto  dorso  e  della  regione  interscapolare;  /«isso  dorso 
rimilo  con  'pochi  Imiì/  neri;  cuopritrici  alari  nere,  le  grandi  terminate  di  bianco 
e  lavate  di  roseo;  sopracoda  nero;  gastreo  bianco  con  poche  macchie  brune  sul 
petto  e  tinto  di  vinato,  specialmente  sui  fianchi  e  sul  sottocoda;  anello  oftalmico 
aranciato  (ad).  Somigliano  a  quelli  dell', 1.  caudatus  (L.),  ma  hanno  le  ali  e  la  coda 
più   corte   (giov.). 

Lunghezza  totale  0,ro165;  becco  0,'"008;  ala  0,n,062;  coda  0,'"088;  tarso  0/"018. 

Abita  l'Inghilterra,  la  Francia,  il  Belgio  e  la  parte  occidentale  della  Germania 
{Salvadori).  I  soggetti  britannici  sono  di  tinte  più  cupe  e  di  minore  statura;  quelli 
germanici  intermedii  collii,  caudatus,  come  ad  esempio  quelli  dell'Assia  (Berlepsch), 
del  Salisburghese  (Tschusi)  etc.  In  Italia  sarebbe  la  specie  più  rara  del  genere, 
di  comparsa  invernale  e  non  nidificante. 

NO  '/.  Aegithalus  caudatus  macedonici^  (Salvador!  iS  I  iresser),  Codibugnolo  macedonico. 

Simile  alT.I.  e.  roseus,  ma  le  bande  nere  sui  lati  della  testa  sono  più  cospicue, 
più  larghe  ed  estese  alla  base  del  becco  e  sulle  min//;  gastreo  bianco,  coi  lati  della 
gola  striati  di  grigio;  pila  macchiata  di  grigio;  una  stretta  banda  nerastra  attra- 
versa il  petto. 

Lunghezza  totale  0,m140;  becco  0,'"007;  ala  0,,ll002;  coda  0,m089;  tarso  0,'"015. 

Abita  la  Grecia  e  la  Penisola  Balcanica. 

110'.  Aegithalus  caudatus  Irbyi  (Sharpe  .V  Dresser),  Codibugnolo  grigio. 

Statura  minore  dell'^4.  C roseus;  fronte  ed  una  stretta  fascia  sul  centro  della  testa 
bianca,  più  o  meno  macchiala  di  brunastro;  sui   due   lati   della   testa  una  larga 


(')  Nanmanu  (Vogel  Deutschl.  11.  pag.  242,  nuora  edizione  1898)  chiama  questa  sottospecie  col  nomo 
di  .1.  e.  vagane  i  Latham). 


un  usti    ornitoi  "'.li  o  125 


fascia  aera  che  si  estende  dall'occhio  alla  mica,  uve  si  unisce  ad  una  piccola  linea 
che  limita  molto  marcatamente  la  nuca  dal  dorso;  dorso  i/i  un  cenerino-piombato 
chiaro;  regiont  scapolari  vinata;  cuopritrici  alari  nerastre,  le  più  grandi  interne 
lavale  di  bianco-grigio;  sopracoda  nero,  con  gli  apici  delle  penne  grigiastri  poco 
appariscenti;  gastreo  bianco,  tinto  di  vinato  debole  sui  fianchi  e  più  vivace  sul 
sottocoda,  talora  con  poche  macchie  brune  sul  petto;  anello  oftalmico  aranciato 
(ad.).  Simile  a  quelli  dell'.!,  caudatus,  ma  più  piccolo  (giov.). 

Lunghezza  totale  0."'110;  becco  0,'"007;  ala  0,m058;  coda  0,'"08r>;  tarso  0,'"0 IT. 

E  la  specie  più  comune  del  genere  in  Italia,  di  doppio  passo  e  stazionaria, 
specialmente  nelle  provincie  centrali  e  meridionali  e  anche  in  Corsica;  si  sup- 
poneva che  appartenesse  a  questa  la  forma  clic  vive  in  Sicilia,  e  che  venne  re- 
centemente separala.  Nel  Veneto  è  abbondante;  abita  anche  la  Francia  e  la  Spagna, 
e  tu  scoperta  in  quest'ultimo  paese. 

110/.  Aegithalus  caudatus  caucasicus  (Lorenz),  Codibugnolo  caucasico. 

Simile  ali". I.  e.  Irbyi;  cervice  bianca,  colla  fronte  tinta  di  bruno-rossiccio;  dorso 
grigio-lavagna-pallido,  più  cupo  nella  por/ione  alta  dello  stesso;  regione  scapolare 
grigio-biancastra;  sopracoda  grigio,  tinto  di  roseo;  gastreo  bianco,  tinto  di  grigio 
sui  lati  del  petto. 

Lunghezza  totale  0,m134;  becco  0,'"007:  ala  0,m062;  coda  0,'n083;  tarso  0,'"0 Iti. 

Abita  il  Caucaso. 

NO'/.  Aegithalus  caudatus  siculus  (Whitaker),  Codibugnolo  siciliano. 

[Tav.  XI, VI,  fig.  3]. 

Molto  simile  alì'A.  e.  caucasicus,  dal  quale  è  distinto  pelle  ali  <•  la  coda  più  corte, 
i  lati  bruni  della  testa  non  sono  cosi  scuri  e  la  stria  bianca  lungo  il  centro  della 
cervice,  cosi  ben  marcata  nellM.  e.  caucasicus,  è  molto  meno  pronunciata,  le  penne 
essendo  parzialmente  striate  di  bruno;  contorno  dell'occhio  giallastro  (Whitaker). 

Lunghezza  totale  0,'"127;  becco  0,m006;  ala  0,"'0ó7;  coda  0,'"073;  tarso  0,'"01.~>. 

Questa  sarebbe  la  forma  sicula  dell'  A.  e.  Irbyi,  recentemente  distinta  dal  Whi- 
taker. abiterebbe  la  Sicilia  e  sarebbe  l'unico  Aegithalus  che  si  trova  nell'Isola. 

E  qui  ringrazio  il  ben  noto  Ornitologo  J.  Whitaker,  che  fu  tanto  gentile  di 
offrirmi  due  bei  esemplari  della  nuova  forma  da  lui  descritta. 

b)    I  Ti/a  macchia  nerastra  sulla  gola. 
110/.  Aegithalus  caudatus  tephronotus  (Gunther),  Codibugnolo  turco. 

Cervice  bianco-cenerognola;  lati  della  testa  nero-lucidi,  in  modo  da  formare 
due  bande  laterali  dalla  parte  anteriore  dell'occhio  alla  nuca:  dorso  blu-grigio- 
chiaro,  alquanto  variato  di  bianco  nella  regione  interscapolare;  cuopritrici  alari 
nere,  le  più  piccole  lavate  di  grigio,  le  grandi  interne  e  le  mediane  brunastre.  con 
margini  stretti  e  pallidi;  sopracoda  grigiastro;  gastreo  biancastro,  con  iuta  grami, 
macchia  nerastra  sulla  gola;  lati  del  collo  grigi  striati  di  nerastro;  fianchi  e  sotto- 
coda lavati  di  ametistino;  remiganti  bruno-cenerognole,  col  margine  esterno  grigio; 


L26  ATLANTI-:    iHÌNIlDMliai'il 


timoniere  nere,  le  centi-ali  marginate  esternamente  di  grigio,  specialmente  verso  la 
base,  le  tre  paja  esterne  con  larghi  margini  e  gli  apici  bainchi  [ad.). 

Lunghezza  totale  0,m120;  becco  0,m008;  ala  0,'  063;  coda  0,m071;  tarso  0,m018. 

Abita  la   Etumania,  la  Turchia.  l'Asia  Minore  e  la  Persia. 

Sicché  nove  sarebbero  le  forme  Europee  del  gen.  Aeijilltnhis.  che  si  possono 
così  brevemente  distinguere,  sempre  parlando  degli   individui  adulti: 

A)  Senza  macchie  nerastre  sulla  gola. 
a1)  Testa  senza  fascio  brune  laterali. 

«'-'(Testa  bianco  -  pura  ;  dorso  nero;  regione  scapolare  tinta  di  rosa 
(.1.  caudatus). 

I>~)  Testa  bianca,  fronte,  regione  parotica  ed  occipitale  tinte  leggermente 
di  fulviccio;  dorso  grigio;  regione  scapolare  grigio-biancastra  (A.  e.  senex). 
b1 1  Con  una  larga  fascia  bruna  su  ambedue  i  Iati  della  testa. 

e2)  Alto  dorso  e  regione  scapolare  nere;  basso  dorso  vinato,  con  pochi 
tratti  neri;  redini  e  base  del  becco  bianchi  [A.  e.  roseus). 

(Ì-)  Parti  superiori  come  nell'-4.  e.  roseus,  le  fascie  brune  sui  lati  della 
testa  molto  più  larghe  ed  estese  sino  alla  base  del  becco  e  sulle  redini  (A.  e. 
rnacedonicus). 

<  -    Dorso  cenerino-piombato-chiaro;  regione  scapolare  vinata  {A.  e.  Irbi/i). 

/"-)  Dorso  grigio-lavagna-pallido;  un'ombreggiatura  nera  sull'alto  dorso; 
regione  scapolare  grigio-biancastra;  ala  0,'"0(>2;  coda  0,m083  (A.  <•.  caucasicus). 

//-)  Simile;  ali  e  coda  più  corte;  ala0,"'0ò7;  coda  0,"'073  (A.  e.  siculus). 

fi)  Dorso  nero;  regione  scapolare  grigio-brunastra  (A.  e.  dorsali?). 

B)  Con  una  macchia  nerastra  sulla  gola  (A.  e.  tephronotus). 

Anche  nello  stadio  adulto  si  trovano  numerosi  individui  intermedii,  ciò  che 
fa  supporre  a  casi  di  ibridismo  tra  forme  tanto  vicine;  i  giovani  sono  indistinguibili 
inter  se,  soltanto  quelli  delle  forme  di  statura  maggiore  si  distinguono  dai  con- 
generi di  dimensioni  minori;  le  macchie  sul  gastreo  e  le  strie  scure  che  talora 
si  dispongono  a  corona  sul  petto  sono  semplicemente  effetto  di  gioventù  e  di  livree 
incomplete  e  non  servono  per  distinzioni  specifiche,  eccetto  nel  caso  dell'ai,  e.  tephro- 
notus.  Questo  è  uno  dei  generi  nei  quali  i  sistematici  «  separatisti  »  hanno  avuto 
maggior  agio  di  scapricciarsi  nel  formare  tante  specie  e  sottospecie  simili,  cosi 
difficili  ad  identificare  e  sul  cui  valore  specifico  vi  sono  i  maggiori  dubbi. 


Genere  PARUS,  Linnaeis. 

Becco  conico,  più  corto  della  testa,  appuntito,  leggermente  curvato  sul  cul- 
mine e  compresso,  mandibola  superiore  di  poco  più  lunga  della  inferiore,  con  in- 
taccatura poco  apparente  o  mancante:  lingua  setolosa:  narici  basilari,  piccole, 
rotonde,  senza  opercolo  coriaceo,  coperte,  come  la  base  del  becco,  dalle  penne  seto- 
lose della  parte  anteriore  della  fronte,  che  sono  rivolte  in  avanti:  ali  con  10  remiganti 
primarie,  la  1  '  piuttosto  corta,  meno  della  metà  della  2a,  3a,  4il  e  5a  le  più  lunghe; 
coda  corta,  quadrata  o  leggermente  arrotondata;  tarso  scudettato,  più  lungo  del 
dito  mediano  con  unghia;  piedi  grandi  e  forti;  unghie  mediocri,  subadunche,  ap- 
puntite, acute. 


vi  I  w  il     ORNI  COI  OGICO  1-7 


Piumaggio  molle;  penne  della  testa  spesso  allungate  o  rilevate  a  ciuffo;  piu- 
maggio brillante  nero,  blu  o  giallo  od  opaco;  spesso  osservasi  uno  spazio  chiaro 
sulla  nuca  ed  una  banda  longitudinale  mediana  sull'addome. 

Sui  in  uccelli  sei  leni  a  i'i  o  parzialmente  migranti,  se  ne  conoscono  circa  60  specie, 
alcune  delle  quali  poco  distinte,  sparse  nell'Emisfero  settentrionale  e  specialmente 
nelle  Regioni  Paleartica,  Neariica  ed  Orientale,  scarseggiano  nell'Etiopica;  nidificano 
in  buchi  di  varia  sorte  e  depositano  da  ■<  a  12  uova  bianco  pure,  immacolate  o  i-nn 
macchiette  bruno-rossiccie  o  bruno  scure. 

a)  Senza  ciuffo;  calotta  blu  <>  bianca;  frinite  e  sopraciglio  bianchi;  spazio  nucale 
chiaro;  banda  addominale  scura,  incompleta  (gen.  CYANISTES,   Kaup). 

MI.  Parus  caeruleus,   Linnaeus,   Cimi/mll/i. 

LCyanistes  caeruleus  (L.)]. 

[Tav.  XVII.  Bg.  7  e  8  e  Tav.  XUX,  fìg.  23  |. 

Penne  del  pileo  lunghe  ed  erigibili  blu-azzurre,  che  t'ormano  una  calotta  az- 
zurra circondata  da  una  fascia  bianca;  una  banda  che  dal  becco  attraversa  gli 
occhi  e  si  unisce  ad  un'altra  sulla  parte  alta  della  nuca,  che  discende  allargandosi 
sui  lati  del  collo  e  si  attacca  ad  una  grande  macchia  quasi  triangolare,  che  oc- 
cupa la  gola  ed  il  mento  di  un  blu-azzurro;  spazio  nucale  bianco-grigio;  fronte, 
gote,  regione  auricolare  ed  una  fascia  che,  come  dissi,  cinge  il  blu  del  pileo  bianche; 
dorso  e  groppone  verde-giallastri;  resto  del  gastreo  giallo-cenerino,  con  una  fascia 
azzurra  sulla  linea  mediana  del  petto;  centro  dell'addome  bianco;  ali  e  coda  blu, 
con  una  fascia  apicale  bianca  che  forma  una  banda  trasversale  sulle  grandi  cuopri- 
trici  alari  e  sulle  26  interne;  coda  quasi  quadrata  [ad.).  Tinte  generali  più  cupe; 
pileo  nero- verdastro  ;  parti  bianche  della  testa  e  delle  ali  tinte  di  gialletto;  gola 
nera  mista  a  giallo;  gastreo  giallo-limone  (valde  gìov.). 

Lunghezza  totale  0,'"  135;  becco  0,'"011;  ala  0,m065;  coda  0,m055;  tarso  0,m016. 

Va  soggetta  a  varietà  albine,  isabelline  ed  acianiche,  una  curiosissima  presenta 
il  dorso,  il  petto  e  l'addome  di  un  giallo-canarino  e  tutto  il  resto  bianco-candido. 

Abita  l'intiera  Europa  ed  è  rimpiazzata  nel  Marocco  dal  .".  ultramarinus,  Bo- 
naparte,  nelle  Canarie  dal  /'.  tenerifae,  Lesson,  dal  P.  ombriosus,  Meade-Waldo  e 
dal  /'.  palmensis,  Meade-Waldo,  tutte  forme  affini.  In  Italia  è  specie  sedentaria, 
comune  e  nidificante;  però  è  più  abbondante  durante  i  tempi  del  passo  e  nel- 
l'inverno, manca  a  Malta;  ed  in  alcune  provincie  settentrionali  è  precipuamente 
uccello  estivo;  frequenta  più  il  monte  del  piano. 

112.  Parus  Plcskei.  Cabanis,  Cineiwrélla  di  Pleske. 

Simile  al  /'.  caeruleus,  dal  quale  è  distinto  pei  seguenti  caratteri: 

Pileo  blu-chiaro,  formante  una  calotta;  dorso  cenerino-bluastro:  gastreo  bianco, 
tinto  leggermente  di  giallastro  sul  petto  e  sui  fianchi;  timoniere  blu,  con  stretti 
apici  bianchi  ed  il  vessillo  esterno  delle  laterali  pure  bianco;  coda  quadrata. 

Dimensioni  del  /'.  caeruleus. 

Abita  la  Russia  settentrionale  e  più  che  altro  i  distretti  di  Mosca  e  di  Pietro- 
burgo; un  individuo  colto  a  Liegi  (Belgio)  nel  1878  è  nella  Raccolta  del  compianto 
mio  amico  il  Barone  Edm.  de  Selys  Longchamps. 


IL'--  iiumi     ORNITOLOGI!  0 


Riguardo  la  validità  specifica  del  Parus  Pleslcei,  ecco  quanto  mi  scrive  recen- 
temente (21)  ottobre  1901)  il  mio  amico  dr.  Eellmayr:  11"  esaminato  circa  otto 
esemplari  del  P.  pleskei  e  li  trovai  corrispondere  nei  caratteri  principali  colla 
descrizione  del  Cabanis.  In  seguito  vidi  due  soggetti  della  varietà  da  me  chia- 
mata pallesce?is  (•/.  fiir  Ornith.  1901,  pag.  17.V.  È  difficile  il  dire  con  precisione  se 
questa  «specie»  sia  o  no  un  ibrido  tra  P.  caeruleus  e  cyanus.  Argomenti  favore- 
voli all'ibridismo  sembrano  essere  il  fatto  della  grande  rarità  della  specie»,  la 
circostanza  che  essa  si  trova  soltanto  nei  distretti,  ove  vivono  il  P.  caeruleus  ed 
il  P.  cyanus,  e  le  sue  variazioni  ili  colorito  e  di  dimensioni.  In  questo  caso  il 
sig.  Th.  Lorenz  (Vogél  (ics  Moslcauer  Govemm.  pag.  93)  inclina  a  considerare  i  ti- 
pici pleslcei  (più  simili  al  caeruleus;  con  la  calotta  azzurro-bluastra,  una  macchia 
gialla  sul  petto  e  scarse  tinte  bianche  sulle  ali)  come  ibridi  di  caeruleus  maschio 
e  cyanus  femmina;  e  la  mia  var.  pallescens  (con  la  calotta  grigio-bluastra,  mac- 
chia gialla  sul  petto  appena  indicata,  tinte  bianche  sulle  ali  più  estese)  come 
ibridi  di  caeruleus  femmina  e  cyanus  maschio.  Ma  io  non  sono  del  tutto  del  suo 
parere;  e  ritengo  il  P.  pleskei  una  specie  molto  antica,  che  sta  per  estinguersi; 
mentre  le  specie  (geologicamente)  più  recenti  (caeruleus  e  cyanus)  tendono  ad  esten- 
dere la  loro  distribuzione.  I  tipici  pleskei  quindi  devono  essere  considerati  come 
gli  ultimi  rappresentanti  di  una  specie,  che  in  tempi  remoti  aveva  distribuzione 
molto  estesa,  e  la  mia  var.  pallescens  ([naie  ibrido  tra  il  tipico  pleskei  ed  il  cyanus  ». 

113.  Parus  cyanus,  Pallas,  Cinciarella  azzurra. 

[Tav.   XVII,   fig.  !•]. 

Testa  e  parti  inferiori  bianco-candide,  con  una  piccola  macchia  bluastra  sul 
centro  del  petto;  una  fascia  dal  becco  all'occhio,  diesi  congiunge  ad  una  banda 
lineale  blu-scura;  dorso  e  groppone  blu-grigio-chiari;  una  larga  fascia  all'apice 
delle  cuopritrici  alari,  margine  delle  grandi  remiganti,  apice  delle  2°,  la  timoniera 
esterna  per  intero  e  le  altre  nella  parte  terminale  bianche;  base  delle  cuopritrici 
alari,  centro  delle  remiganti  e  il  resto  delle  timoniere  di  un  blu-violetto;  coda 
rotonda  (ad.).  Testa  brunastra,  colle  tinte  bianche  Leggermente  gallette  anche  sul 
gastreo,  redini  e  fascio  attraverso  gli  occhi,  che  non  si  uniscono  alla  banda  nucale, 
di  un  grigiastro  senza  lucentezza,  metallica;  le  tinte  libi  e  bianche  mono  pure  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m135;  becco  0,m009;  ala  0,mO68;  coda  0,'"070;  tarso 0,m016. 

Abita  la  Siberia  meridionale,  le  parti  centrali  ed  orientali  della  Russia  eu- 
ropea e  venne  colto  quale  uccello  accidentali:  india  Svezia,  in  Danimarca,  nella 
Germania,  in  Polonia  e  nell'Austria.  Il  Dr.  Uhtersteiner  citò  questa  specie  come 
presa  a  Striglio  di  Valsugana  nel  Trentino,  su  asserzioni  di  cacciatori. Tale  notizia  me- 
rita conferma,  quantunque  la  sua  cattura  da  noi  non  sarebbe  latto  molto  eccezionale. 

b)  Senza  ciuffo;  calotta  nera;  fronte  nera;  mancanza  ili  sopraciglio;  spazio  nu- 
cale presente;  limala  addominale  scura,  compiila  (gen.  Parus,  Linnaeus). 

114.  Parus  major,  Linnaeus,  Cinciallegra. 

|  Ta\  .   XVII,  ag.   1.  e  Tv\ .  xi.tx.  fig.   19]. 

Una  linea  dalla  mandibola  inferiore  che  passa  sotto  l'occhio,  guancie  e  re- 
gione auricolare  bianco-argentine;  resto   della  lesta,  lati   del  collo,  mento,  gola, 


v.  Js 


\ir 


I.  Cinciallegra.    3.  Cincia  mora.    3.1  ol  ciuffo.     1.  Cincia  bigia.    5.  Cincia  alpestre.    6.  Cincia  dalmatina. 
7     Cinciarella    (ad.).      8.    Cinciarella    (giov.).      9.    Cinciarella    azzurra.      IO.    Codibu  bianca    (ad.). 

II.  Codibugnolo  testa  bianca  (giov.).     12.  Basettino  itf  ad.).     L3.  Basettino  (J).     14.  Pendolino.     15.  Pi 

muratore,     le.  Rampichino. 


I  Irico  Horpli,  Editore.  Milano. 


\  i  I   IHTB   ORNITOLOGICO  1 '-"-1 


una  larga  banda  longitudinale  sul  centro  del  petto  e  dell'addome  nero  bluastro- 
lucenti;  sul  centro  della  nuca  uno  spazio  bianco,  susseguito  da  un  tratto  giallo- 
citrone,  che  sfuma  col  verde-giallo  del  dorso;  cuopritrici  alari  cenerino-bluastre, 
le  grandi  terminate  da  una  cospicua  fascia  bianco-gialletta,  che  forma  una  banda 

trasversale   sull'ala;   groppone  e  snpraeoda  grigio-bluastri  ;    lati  ilei  petto  ed  addome 

gialli:  basso  addome  bianco;  timoniere  grigio-bluastre  cogli  steli  ed  il  vessillo  in- 
terno neri,  l'esterna  è  bianca  all'apice  e  sui  lati  (ad.).  Colora/ione  generale  molto 
pallida:  guancie  e  regione  auricolare  variate  di  gialliccio;  la  fascia  addominale 
longitudinale  nera  mancante  od  appena  accennata  sull'addome;  tinte  nere  meno 
lucide  e  miste  a  grigio  sulla  noia  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,m160;  becco  0,'"011;  ala0,n,074;  coda  0,m068;  tarso  0,'"021. 

La  Cinciallegra  va  soggetta  alle  stesse  varietà  di  tinte  del  P.  caeruleus,  col 
(piale  si  è  incrociata  per  quanto  so  una  sol  volta,  e  l'esemplare,  colto  nel  L 892  sul 
Padovano,  offre  caratteri  intermedi  assai  distinti  (mia  Collezione);  le  anomalie  di 
tinta  e  le  teratologiche  sono  piuttosto  rare  in  questa  specie. 

Abita  l'Europa  verso  est  attraverso  l'Asia  fino  al  Pacifico,  la  Palestina,  la 
Persia  e  l'Asia  centrale:  a  Cipro  è  rimpiazzata  dal  /'.  ajihroih/tes,  Madarasz.  nella 
Cina  e  nel  Giappone  dal  /'.  minor,  Temm.  e  Schl.;  dal  P,  einereus,  Bonn,  e  Vieill. 
nell'India;  dal  /'.  boìcharensis,  Liclit.  nell' Afghanistan  e  nel  Turchestan.  In  Italia  e 
specie  comune  e  sedentaria;  di  autunno  ne  arrivano  molte  d'oltre  Alpe  e  sver- 
nano tra  noi.  E  accidentale  a  Malta.  Nidifica  ed  alleva  più  di  una  covata  all'anno. 

Il  Blasius  ha  citato,  sull'autorità  di  C.  L.  Brehm,  il  P.  minor  tra  gli  Uccelli 
d'Europa,  ma  non  dice  ove  sia  stato  colto. 

e)    Testo   talora  fornito  ili  ciuffo;  ridotta   nera;  fronte  e  sopraciglio  mai  Inanelli  ; 
spazio  nmaìe  chiaro  presente;  lima  addominale  mancante  (gen.  PEKIPAKUS,  Selys). 

115.  Parus  ater,  Linnaeus,  Cincia  mora. 

[Tav.  XVII,   fig.  2.  e  Tav.  XLIX,  fig.  20]. 

Una  linea  che  parte  dalla  mandibola  inferiore  e  si  dirige  verso  l'occhio,  guancie, 
regione  auricolare  e  lati  del  collo  bianco-puri;  un  grande  spazio  nucale  bianco; 
resto  della  testa,  due  fascie  che  limitano  lateralmente  la  nuca  e  si  dirigono  sui 
lati  del  collo  ove  s'allargano,  mento  ed  un  largo  spazio  sulla  gola  di  un  nero-blu 
profondo  e  lucido;  ali  attraversate  da  due  bande  biancastre,  formate  dagli  apici 
delle  medie  e  delle  grandi  cuopritrici  delle  ali;  dorso  cenerino-piombato  chiaro; 
groppone  e  sopracoda  bruno-fulvo-olivastro;  gastreo  bianco,  tinto  di  gialletto  sul- 
l'addome e  di  fulviccio-olivastro  sui  fianchi,  sul  basso  addome  e  sul  sottocoda; 
timoniere  nero-cenerognole,  leggermente  sfumate  di  olivastro;  becco  nero  (ad.).  Tinte 
nere  più  opache;  spazio  sulla  nuca,  guancie  e  le  due  fascie  sulle  ali  col  bianco 
sfumato  di  gialletto;  dorso  oliva-cupo;  gola  lavata  di  olivastro;  gastreo  gialletto; 
fianchi  più  bruni;  becco  giallastro  alla  base  della  mandibola  inferiore  (jgiov.). 

Lunghezza  totale  0,m125;  becco  0,'"009 ;  ala  0,m060;  coda  0,'"04ii;  tarso  o.'ois. 

Abita  l'Europa  e  la  Siberia  settentrionale,  rimpiazzata  a  Cipro  dal  /'.  cypriotes, 
Dresser,  in  Algeria  dal  /'.  /<  udoci,  Malherbe,  nella  Siberia  orientale  e  nel  Gfiap 
pone  dal  /'.  pekinensis,  David,  che  ha  un  ciuffo  mediocre,  nell'India   e   nel   Tur- 
chestan da  forme  affini.  È  accidentale  nella  Gran  Bretagna,  ove  vive  una  sotto- 

Allante  ornitologico.  17 


1  30  MI  \\  i  1     ORNITI  fi  ....  i .  0 


specie  molto  simile.  È  specie  comune  in  [talia,  dimora  sui  monti  nell'estate  e  di- 
scende al  piano  d'autunno,  quando  molti  individui  arrivano  pure  d'oltr'Alpe  per 
svernare;  è  meno  abbondante  in  generale  delle  precedenti,  però  in  alcuni  anni  è 
comunissima;  ebbi  esemplari   anche  dalla   Puglia,   ove   pareva    non  giungesse  e 

dalla  Sicilia,  uve  si  dice  sia  rarissima  [Boderlein).  Nidifica  ed  alleva  più  eovate 
nella  slessa  annata. 

115  a.  Parus  ater  britannicus  (Sharpe  «V   Deesskr),  Cincia  moni  britannica. 

simile  al  P.  uti  r.  ma  distinto  pel  dorso  grigiastro,  fortemente  lavato  di  oliva- 
giallastro;  groppone fulviccio-cbiaro;  fianchi  e  basso  addome  tinti  più  vivacemente. 

Dimensioni  del   P.  ater. 

Questa  sottospecie  vive  nelle  Isole  Britanniche,  arrivando  nella  Scozia  sino 
al  Sutherlandshire  e  Caithness,  manca  nelle  Isole  Shetland.  Orkney  ed  Ebridi. 

Parecchi  Autori  sono  concordi  nel  non  ammettere  la  Cincia  britannica  come 
distinta  dalla  specie  Europea;  a  questo  proposito  il  diligontissimo  Saunders  dice 
ohe  quantunque  alcuni  individui  offrano  tinte  differenti  sul  dorso,  altri  sono  in- 
termedii  ed  altri  principalmente  di  Scozia,  ove  è  uccello  comune,  sono  affatto  si- 
mili ai  tipici  P.  ater  continentali.  E  nel  materiale  che  esaminai,  ho  trovato  che 
tali  osservazioni  sono  del  tutto  esatte,  ma  siccome  gli  individui  provenienti  in 
pelle  dalle  Isole  Britanniche  sono  in  preponderanza  di  colorito  leggermente  diffe- 
rente, così  io  accetto  il  /'.  britannicus,  Sharpe  Dress.  come  forma  sottospecifica 
del  P.  ater,  Linnaeus. 

Nel  Caucaso  vive  poi  una  l'orma  intermedia  tra  le  due  sunnominate,  che  fu 
distinta  col  nome  di  P.  Michailoivski,  Bogdanow,  venne  trovata  anche  nella  regione 
del  Transcaspio,  ma  sembra  essere  eguale  al  P.  phaeonntus,  Blanford  della  Persia. 
Ha  statura  maggiore  (lunghezza  totale  0,m130)  ed  offre  il  dorso  di  un  bruno-oli- 
vastro-pallido, più  dilavato  sul  groppone. 

Testa  senza  ciuffo;  calotta  nera  o  bruna;  fronte  e  sopraciglio  mai  bianchi;  manca 
tu  spazio  chiaro  minile  e  la  Unni  addominale  (gen.  Poecile,  Kaup). 

116-118.  Parus  palustris.  Linnaeus,  e  forme  affini. 

[  Tav.   XVII,   fig.    I   e  5,  e  Tav.   XL1X,  Bg.  22]. 

l  ii  tempo  le  così  dette  (lucie  di  padule  (')  o  Cincie  bigie  si  trovavano  riu- 
nite sotto  il  nome  di  /'.  palustris,  Linnaeus:  ma  quando  ebbero  il  sopravvento  gli 
studi  ornitologici  più  accurati  ed  anche  un  po' di  mania  di  dividere  e  suddividere  le 
specie  in  una  quantità  di  torme  climatiche  e  regionali  che  il  più  delle  volte  non  sono 
apprezzabili  che  nel  solo  piumaggio  primaverile  completo  e  di  Cresco  mutato),  si 
trovò  la  necessità  di  scindere  il  tipo  Linueano  in  tre  grandi  gruppi,  ognuno  dei 
(piali  è  tipo  di  molte  tórme  e  sottoforme  più  o  meno  valide,  anche  diagnostica- 
mente parlando.  Dò  qui  anzitutto  la  diagnosi  del  vecchio  tipo  Linueano.  ove  sono 


I!  nome  <li  /'.  palustris  o  Cincia  ili  padule  e  molto  inalo  appropriato,  non  abitando  iint'sti  uc- 
celli le  pulluli,  ma  bensì  più  che  altro  i  boschi  ili  montagna.  Gli  Amori  Italiani  comprendono  tutte  le 
forme  del   /'.  palustris  sotto  i  nomi   Parus  o  PoeciU   palustris  e  boreali». 


ATLANTI     OENITOI.OGICO  131 


compresi  i  tre  gruppi  moderni  e  quindi,  come  meglio  posso,  Le  distinzioni  delle 
molte  sottospecie  e  la  loro  distribuzione  geografica,  che  per  alcune  non  è  del 
tutto  nota. 

Parus  palustris,  I.iw ah  s,  Cincia  bigia. 

Fronte  e  parte  superiore  della  testa  fino  verso  la  nuca  di  un  nero-bluastro 
lucido  o  tinto  di  brunastro  e  con  riflessi  più  o  meno  decisi;  mento  e  gola  dello 
stesso  colore,  bordato  di  bianco  sulle  penne  «Iella  parte  bassa  della  gola;  dorso, 
groppone,  sopracoda  e  margini  delle  2*  di  un  grigio  rossiccio,  leggermente  olivastro  e 
tinto  di  bruno  gialletto  sul  basso  dorso  e  sul  groppone;  guancie,  regione  parotica 
e  lati  del  collo  bianchi  sotto  L'occhio,  tinti  di  cenerognolo  nel  resto;  centro  del 
petto  e  dell'addome  biancastri:  fianchi  e  sottocoda  lavati  di  fulviccio;  coda  quasi 
quadrata  grigio-bruna,  con  le  timoniere  esterne  biancastre  sul  margine  ed  all'a- 
pice (ad.).  Colorazioni  nere  della  testa  non  estese  sulla  nuca  ed  opache;  tinte  delle 
parti  superiori  di  un  oliva-brunastro,  più  cupo  sul  groppone;  bianco  delle  uote  e 
della  regione  auricolare  più  ristretti)  :  gastreo  fulviccio  tinto  di  rosa,  più  accen- 
tuato sui  fianchi:  margini  delle  timoniere  bruno-olivastri  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m117;  becco  0,m008;  ala  0,m062;  coda  0,m053;  tarso  0,' "016. 

Questo  gruppo,  sotto  forme  diverse,  abita  l'Europa,  L'Asia  Minore,  il  Turche- 
stan,  la  Siberia  al  sud  del  Circolo  Artico,  la  Cina  settentrionale  ed  il  Giappone. 

Proseguendo  poi  si  trovò,  come  era  ben  giusto,  la  necessità  di  suddividere  il 
tipo  Linneano  troppo  Largo  per  essere  ritenuto  singola  specie,  ed  a  ciò  contri- 
buirono irli  studi  di  molti  Ornitologi,  tra  i  (piali  cito  il  Baldenstein,  il  Brehm, 
Grerbe,  Selys-Longchamps,  etc.  Ed  in  questi  ultimi  tempi  ad  opera  dei  Sigg.  Tschusi 
zu  Schmidhoffen,  Kleinschmidt  ed  Hellmayr  le  Cincie  di  palude  furono,  in  parte 
mi  quelle  basi,  divise  nuovamente  in  molte  sottospecie  dipendenti  da  ceppi  spe- 
ciali, sottospecie  (die  non  sempre  sono,  a  mio  vedere,  apprezzabili  e  della  cui 
validità  gli  stessi  chiarissimi  Autori  talora  non  sono  sicuri,  introducendo  infatti 
troppo  spesso  la  parola  «  sembra  »,  ed  il  sospetto  che  si  tratti  di  un  ibrido  tra  due 
sottospecie  molto  prossime  e  che  vivono  nello  stesso  distretto. 

Lo  Tschusi  zu  Schmidhoffen  (')  divide  il  /'.  palustris  in  tre  specie  (/'.  communis, 
/'.  tnontanus,  /'.  borealis)  e  queste  nel  modo  seguente: 

.li  /'.  communis,  Baldenstein,  o  Cincie  bigie  dal  capo  lucido  o  splendente. 
•  'alotta  breve;  calotta  nera  con  lucentezza  azzurrina  ;  macchia  unipolare  piccola: 
lati  del  collo  bianchi,  poco  estesi  all' ingiù  e  bianco-sudici  verso  le  guancie:  dorso 
bruno-grigio;  parti  inferiori  di  un  bianchiccio,  spesso  molto  sudicio;  fianchi  leg 
germente  lavati  di  rugginoso;  ali  e  coda  di  un  grigio-bruno-cupo;  remiganti  i"  per 
lo  più  con  marginature  del  colore  del  dorso;  coda  non  graduata. 

"    Sottospecie  di  dimensioni  maggiori. 

in  /'.  e,  meridionalis  (Liljeb);  lati    del  collo  di   tinta  più  pura;  dorso  più 
grigio  (bruno-grigio);  parti  inferiori    abbastanza    chiare;    fianchi    appena    sfumati 


El  BOP.    Qeauhmkiskn,   Ora.   Juhrb.    IX.   pag.   1153-176  (1898). 


132  ATI. AMI     ORNITI  II.OGH  0 


di  tinta  rugginosa.  Abita  la  Svezia  meridionale,  la  Prussia  orientale  e  le  Provincie 
del  Baltico;  ed  è  il  rappresentante  nordico  del  /'.  e.  subpalustris. 

a1)  P.  e.  stagnatilis  (Brehm);  dorso  un  po' più  brunastro;  becco  più  corto 
e  più  grosso.  Abita  le  parti  occidentali  dell'Ungheria,  la  Galizia,  la  Transilvania, 
la  Rumaiiia.  la  Serbia  e  la  Bosnia;  può  dirsi  il  rappresentante  orientale  del  P.  e. 
subpalustris. 

b)  Sottospecie  di  dimensioni  minori. 

</')  /'.  e.  communis  (Baldenstein);  lati  del  collo  di  un  bianco  più  sudicio; 
dorso  grigio-bruno  (bruno-grigio);  parti  inferiori  sudicie.  Abita  i  boschi  alpini. 

«:ì)  P.  e.  subpalustris  (Brehm);  tinta  preponderante  del  dorso  bruna;  fianchi 
sfumati  di  rugginoso.  Abita  la  Germania,  eccettuate  le  parti  più  nord-orientali  e 
le  più  occidentali,  nonché  l' Austria-Ungheria,  eccettuate  le  parti  orientali. 

a4)  /'.  e.  Dresseri  (Stejneger);  dorso  bruno-cupo;  fianchi  più  distintamente 
lavati  di  rugginoso.  Il  /'.  e.  Dresseri  è  eguale  al  P.  e.  longirosùis,  Br.  Lunghezza 
totale  da  0,m059  a  0.m065.  Abita  le  Isole  Britanniche,  la  Francia  ed  i  paesi  del  Reno. 

Secondo  l'Hellmayr  (')  a  queste  si  dovrebbero  aggiungere  le  due  forme  ita- 
liane ]'.  e.  italieus  e  /'.  e.  Tsehusii  (2);  ecco  la  frase  specifica  della  prima  che  sta- 
rebbe tra  il  P.  e.  Dresseri  ed  il  P.  e  subpalustris.  , 

P.  e.  italieus,  Tschusi  &  Hellmayr;  mas.  ad.,  calotta  che  giunge  fino  alle  parti 
anteriori  della  nuca  nero-azzurra  lucente;  guancie  e  regione  auricolare  di  un 
bianco  leggermente  sudicio;  lati  del  collo  e  le  parti  chiare  sui  lati  della  calotta 
distintamente  sfumate  di  bianchiccio-rugginoso;  dorso  bruno  con  tendenze  pro- 
nunciate al  rugginoso;  ali  rugginose  sui  vessilli  esterni,  col  colore  più  deciso  sulle 
secondarie  più  interne,  soltanto  le  primarie  verso  l'apice  hanno  i  margini  bian- 
chicci; parti  inferiori  gialletto-rugginose,  sul  centro  del  petto  la  tinta  è  più  chiara, 
più  intensa  invece  sui  lati.  Lunghezza  totale  da  0,'"061  a  0,m065.  Abita,  a  quel  che 
pare,  i  distretti  al  sud  degli  Appennini;  i  miei  esemplari  dell'Italia  meridionale, 
di  Sicilia  e  di  Sardegna  furono  riconosciuti  tali  da  Hellmayr,  e  la  sottospecie  fu 
fondata  su  soggetti  di  Toscana. 

/'.  e.  Tsehusii,  Hellmayr.  Esso  sta,  in  quanto  a  colorazione,  tra  il  P.  e.  sub- 
palustris ed  il  /'.  e.  italieus,  s'avvicina  però  di  più  a  quest'ultimo  per  il  gastreo 
dalle  parti  anteriori  del  collo  all' ingiù  sfumate  di  giallo-rugginoso  pallido,  più  ac- 
centuato sui  lati  del  corpo;  la  parte  laterale  del  collo  è  tinta  distintamente  di 
bruno-grigiastro;  il  dorso  è  bruno-grigio,  circa  come  nel  P.  e.  stagnatilis;  le  remi- 
ganti 2°  sono  marginate  del  colore  del  dorso,  le  timoniere  hanno  i  margini  più 
grigi.  Lunghezza  totale  da  0,'"050  a  0,m067,  va  soggetta  però  a  grandi  variazioni  di 
statura.  Abita  l'Italia  tra  le  Alpi  e  gli  Appennini,  cioè  l'Alta  Italia,  e  la  sottospecie 
fu  descritta  su  esemplari  di  Cremona. 

Il)  /'.  borealis,  Selys,  o  Cincie  nordiche.  Calotta  lunga,  che  si  prolunga  assai 
posteriormente;  calotta  nera,  senza  lucentezza;  macchia  giugulare  estesa;  lati  del 
collo  bianchi;   dorso  più  grigio   (grigio-brunastro) ;   parti   inferiori   bianco-grigie; 


(')  F,ix.   BKMKRK.   ih.   die  GrauNMEISEN.   (ini.  Jahrb.   XI,   pag.  201-217  (1900). 

i  i  Eine  nki'k  Gkaunmeisenform  acs  Italien,  Uni.  Jahrb.  XII.  pag.   110-111  (1901). 


VI  I   Wl  1     ORNI' [CO  1  33 


fianchi  senza  sfumature  rugginose;  ali  e  coda  grigio-ardesia;  remiganti  secondarie 
e  primo  timoniere  esterne  marginate  di  bianchiccio;  coda  graduata. 

«    Sottospecie  minori. 

b)  /'.  h.  borealis  (Selys  Longchamps);  colorito  mono  puro;  parti  superiori 
brunastre.  Abita  la  Scandinavia,  la  Russia  settentrionale  ed  occidentale,  la  Li- 
vonia  e  la  Prussia  orientale. 

In  Sottospecie  maggiori. 

bl)  P.  li.  baicalensis  (Swinhoe);  macrurus,  Taczanowski,  colorito  più  puro; 
parti  superiori  più  grigie.  Abita  la  Russia  nord-orientale,  la  Siberia  e  la  Cina  set- 
tentrionale. 

C)  P.  montamts,  Baldenstein  o  Cincie  alpine.  Calotta  nero-opaca,  con  o  senza 
lucentezza  bruna;  lati  del  collo  nella  parte  bassa  sfumati  di  color  crema;  dorso 
ombreggiato  di  brunastro  (grigio-brunastro) ;  parti  interiori  più  sudicie;  fianchi 
più  o  meno  lavati  di  rugginoso;  ali  e  coda  più  brune. 

Sottospecie. 

a)  Calotta  con  lucentezza  bruna  ben  distinta;  fianchi  leggermente  sfumati 
di  rugginoso;  marginature  delle  remiganti  secondarie  chiare,  sfumate  di  brunastro; 
timoniere  più  larghe. 

e)  /'.  m.  moìdanus  (Baldenstein),  (grande  statura).  Abita  le  Alpi  del  Sali- 
sburghese,  dalla  Stiria  sino  a  quelle  della  Francia. 

b)  Calotta  con  lucentezza  bruna,  non  bene  distinta;  timoniere  più  strette. 
e1)  /'.  hi.  accedens  (Brehm),    statura  più  piccola).  Abita  i  boschi  di  conitele 

delle  regioni  montane  dalla  Germania  centrale  sino  alla  Svizzera  Francese  e  non 
sulle  Alpi. 

/<  i  Lati  del  collo  piuttosto  sudici;  dorso  più  grigio  (del  colore  del  borealis). 
e1)  P.  m.  murinus  (Kleinschmidti,  (statura  più  piccola  delle  precedenti). 
Abita  la  Germania,  la  Boemia  settentrionale,  la  Moravia,  la  Svezia  ed  i  monti  Tatra. 
e)  Calotta  priva  di  lucentezza  bruna;  lati  del  collo  di  un  bianco-puro,  tinti  di 
crema  soltanto  sulle  parti  più  basse  (dorso),  che  sono  più  chiare,  più  grigie  con 
o  senza  zonature  rugginose  nelle  sue  parti  anteriori  ;  parti  inferiori  più  pure,  spe- 
cialmente nella  parte  centrale;  fianchi  distintamente  sfumati  di  rugginoso. 

e3)  /'.  vi.  assimilis  (Brehm),  (grandezza  dell' accedens).  Abita  i  Carpazi  della 
Galizia,  le  Alpi  Transilvane  e  della  Bosnia  ed  i  monti  della  Boemia. 

e1)  Lati  del  collo  sfumati  di  color  crema  sino  alla  parte  superiore;  dorso 
grigio-brunastro  (più  cupo  che  in  tutte  le  altre  specie);  fianchi  distintamente  sfu- 
mati di  color  rugginoso;  remiganti  primarie  marginate  di  grigio-biancastro. 

e1)  P.  ni.  salicarius  (Brehm),  grandezza  tra  V arredai*  ed  il  murinus).  Abita 
l'Inghilterra  (')  e  la  Germania  occidentale  e  centrale. 

11  Sig.  Ilellmayer  <-i  riconosce  egualmente  le  tre  specie  del  P.  palustris  e  le 
divide  come  segue: 


(')  Secondo  1"  llellinavr  tali  esemplari  devono  riferirsi  alla  *u:i  sottospecie  /'.  ni.    Kleineehmidti. 

|  |  1.  e. 


134  atlanti:  ornitologico 


A)  l'ani*  coinmunis,  Baldenstein. 

a)  P.  e.  Dresseri,  Gran  Bretagna,  Francia  e  Germania  occidentale. 

b)  P.  e.  italicus,  Italia,  al  sud  degli  Appennini. 

e)  P.  e.   Tschusii,  Italia,  al  nord  degli  Appennini. 

il)  /'.  e.  subpaluslris,  gran  parte  della  Germania  e  dell' Austria-Ungheria. 

e)  P.  e.  communis,  Alpi  della  Svizzera  e  dell'Austria  occidentale  e  me- 
ridionale. 

f)  P.  e.  meridionalis,  Germania  nord-orientale  e  Svezia  meridionale. 

g)  /'.  e.  stagnatili^,  Galizia,  Serbia,  Bosnia,  Rumania,  sud  della  Russia  fino 
al  Caucaso  e  forse  l'Ungheria  occidentale. 

E  le  Asiatiche  P.  e.  brevirostris  (Asia  centrale),  P.  e.  crassirostris  (Siberia  sud- 
orientale),  /'.  e.  Se* bobini  (Giappone),  P.  e.  Illusimi  (Giappone). 

B)  J'nrns  montanus,  Baldenstein. 

a)  P.  ni.  montanus,  dalle  Alpi  del  Salisburghese  e  della  Stiria  fino  a  quelle 
della  Francia. 

b)  /'.  ni.  accedens,  /'.  m.  murinus  (Brehm),  monti  delle  regioni  della  Ger- 
mania centrale,  della  Boemia  settentrionale,  della  Moravia  e  della  Slesia.  Catena 
Tatra,  verso  occidente  fino  alla  Svizzera  Francese. 

e)  P.  ni.  assimilis,  monti  della  Galizia  e  della  Bosnia  ed  Alpi  della  Tra n- 
silvania. 

d)  /'.  in.  salii iniiis,  Germania  centrale  ed  occidentale. 

e)  P.  in.  Kleinschmidti,  Hellmayr;  si  avvicina  assai  al  /'.  m.  salicarius,  però 
il  dorso  è  di  colore  più  intenso  e  bruno-rugginoso  cupo;  le  remiganti  '2"  hanno 
larghi  margini  bruno-rossicci:  la  tinta  crema  dei  lati  del  collo  si  estende  sino  alla 
base  del  becco  e  circonda  anche  la  macchia  giugulare  sulla  parte  anteriore  e  la- 
terale; lati  del  collo  color  crema;  parti  inferiori  di  un  giallo-rugginoso  intenso. 
Abita  l'Inghilterra  (dintorni  di  Londra'. 

f)  P.  ih.  Bianchii,  Zarudny  &  Harms;  calotta  bruno-nera  e  parti  inferiori 
lavate  quasi  uniformemente  di  rugginoso,  per  quest'ultimo  carattere  sembra  av- 
vicinarsi alla  forma  inglese  con  la  calotta  priva  di  lucentezza.  Abita  la  Russia 
occidentale. 

C)  ì'arus  borealis,  Selys-Longchamps. 

a)  P.  b.  borealis,  Europa  settentrionale  Scandinavia,  Russia  nord-occiden- 
tale, Livonia  e  Prussia  orientale). 

h)  P.  b.  baicalensis,  Russia  nord-orientale,  Siberia   e  Cina   settentrionale. 

e)  P.  li.  restrictus,  Hellmayr,  Giappone  meridionale. 
Oltre  a  questi  ricorda  il  P.  kamtséhatlcensis,  Bp.,  che  sarebbe  la  forma  più 
estrema  del  gruppo  Borealis  e  che  egli  logicamente  non  potrebbe  accettare  quale 
specie,  ma  ad  ogni  modo  non  è  possibile  stabilire  per  la  specie  P.  borealis  una 
caratteristica  generale.  L'esemplare,  che  egli  esaminò  a  Tring,  s'avvicina  per  le 
sfumature  grigio-bruniccio-chiare  del  dorso  al  /'.  b.  baicalensis,  ma  per  il  colorito 
bianco-puro  del  groppone,  s'appalesa  un  vero  kamtséhatlcensis,  in  quanto  alla  forma 
del  becco  s'avvicina  al  P.  b.  restrictus,  senonchè  l'apice  della  mandibola  superiore 
sporge  nel  P.  h.  restrictus  molto  di  più  oltre  l'inferiore,  che  nel  kamtschatkensis.  Il 
vessillo  esterno  delle  due  timoniere  più  laterali  sono  di  color  bianco-puro,  ca- 
rattere che  non  si  riscontra  in  nessuna  altra  specie  di  Ponile.  Abita  il  Kain 
ciatka. 


*  l'I.  \\  i  i     0EN1  I ICO  1  '■'•'> 


Il  Rev.  Kleinschraidl  ('  invece  considera  in  massa  il  ^•miv  Europeo  l',,,,,!, 
e  ne  fissa  quattro  o  cinque  specie: 

a)  Parus  einctus,  Boddaert,  Europa  nord  orientale. 

In  Parus  lugubris,  Natterer,  Europa  sud  orientale. 

e)  Parus  afpms  Bianchii,  Zarudny  &  Harms,  Russia  settentrionale,  forse  ibrido 
del  /'.  einctus  e  P.  borealis. 

d)  Parus  montanus  )        Vere  Cincie  di  padule   distribuite   in   < masi    tutta 

e)  Parus  communis]  l'Europa. 

Il  /'.  borealis  ed  il  /'.  montanus  non  sono  specificamente  distinte,  ma  sotto- 
specie della  stessa  specie,  ossia  di  ciò  che  egli  chiama  dello  stesso  «  orbis 
formarum  ». 

L'«  orbis  formarum  ■  del   /'.  communis  ha  molte  forme  geografiche: 

Europa  N.  E.  —  uccelli  grandi  e  chiari.  —  P.  e.  meridionalis. 

Germania  centrale  —  uccelli  più  piccoli  e  più  scuri.         /'.  e.  subpalustris. 

Germania  occidentale  e  Francia  uccelli  ancor  più  piccoli  e  più  scuri.  - 

/'.  e.  longirostris. 

Inghilterra  -uccelli  più  piccoli  e  più  scuri.  —  /'.  e.  Dresseri.  P.  e.  com- 
munis e  /'.  e.  subpalustris  sono  quasi  lo  stesso,  borealis,  salicarvus,  rhenanus,  e  cesi 
di  seguito. 

L'<  orbis  formarum  »  del  /'.  montanus  offre  quasi  le  medesime  differenze,  ma 
nella  Svizzera  le  differenze  geografiche  (del  montanus  montanus)  sono  meno  accen- 
tuate (che  quelle  del  communis). 

P.  m.  salicarius,  P.  m.  accedens  e  /'.  m.  mitrimi*  sono  certamente  lo  stesso 
uccello,  soltanto  con  differenze  individuali.  Le  differenze  dei  vari  tipi  geografici 
sono  spesso  riconoscibili  in  belle  pelli  di  individui  molto  vecchi:  i  giovani  e  le 
femmine  sono  meno  differenti  e  per  apprezzare  tali  diversità  sono  necessarie  lar- 
ghissime serie  (in  liti.). 

Lo  Stejneger  (2)  ha  diviso  il  P.  palustris  {borealis  tipico)  della  Scandinavia  in 
due  sottospecie,  cioè  P.  Collctti,  che  abita  la  parte  occidentale  e  più  specialmente 
la  Norvegia  occidentale  e  P.  borealis  della  Scandinavia  orientale,  entrambe  del 
gruppo  P.  borealis,  che  egli  riconosce. 

Eccone  le  differenze: 

P.  Colletti.  i 

l'arti  superiori  della  testa  e  nuca     .     .  nero-scure  senza  lucentezza 

Dorso grigio  di  fumo 

Margine  esterno  delle  remiganti  2e  .     .  come  il  dorso,  ma  un  po' più  chiare 

Sottocoda grigio-fumo,  come  il  dorso. 

1'.     BOKEAUS. 

Parti  superiori  della  testa  e  nuca    .     .  nero-brunastre 

Dorso grigio-fumo  pallido 

Margine  esterno  delle  remiganti  _'   .     .  biancastro 

Sottocoda biancastro. 


i'i  in  liti.  VJ  die.  limo. 
i  Knr.   Marah-Tits,   Proceed.    Un.  St.   Nat.   Mite.,  pp.   71-76  (1888;. 


VI  1.  \N  I  I     ORNITOLOGICO 


In  tutti  gli  esemplari  osservati  nelle  varie  parti  della  Scandinavia,  egli  non 
trovò  la  più  piccola  differenza  costante.  Però  il  mio  amico  R.  Collett  mi  informa 
(in  litt.ì  che  il  /'.  Colletti  è  tutt'uno  col  P.  borealis  tipico  o  P.  borealis  borealis,  e  la 
distinzione  non   venne  aeeettata  dagli  Autori. 

Concretando  dirò  come  io  ammiri  la  pazienza  certosina  di  questi  Chiarissimi 
Autori,  ina  aggiungo  altresì  che  io  non  ne  divido  con  pari  slancio  le  idee;  che  il 
suddividere  le  torme  settentrionali  dalle  meridionali  o  le  occidentali  dalle  orien- 
tali più  vivaci  di  tinte,  più  chiare  o  più  scure,  etc.  si  possa  ammettere,  passiamo 
pure  oltre,  ma  il  creare  tante  suddivisioni,  che  gli  stessi  Autori  dichiarano  im- 
possibili a  riconoscersi,  se  non  si  tratti  di  individui  di  tresco  mutati  e  di  completo 
sviluppo,  è  un  sottilizzare  la  scienza,  che  crea  molti  e  gravi  imbarazzi  al  siste- 
matico ed  ammette  anzitutto  la  necessità  di  possedere  un  materiale  cosi  esteso 
di  libri  e  di  esemplari  che  non  tutti  possono  procurarsi. 

10  ritengo  che  si  possa  dividere  il  gran  tipo  Linneano  P.  palustris  in  tre 
specie,  sempre  in  riguardo  alle  forme  Europee: 

P.  communis,  Baldenstein  o  Ciucia  bigia;  calotta  aera  con  lucentezza  bluastra, 
coda  non  graduata. 

P.  montantis,  Baldenstein  o  Cincia  bigia  alpestre;  calotta  nera  con  o  senza 
lucentezza  brunastra,  coda  graduata,  timoniere  larghe. 

P.  borealis,  Selys  o  Cincia  bigia  settentrionale  ;  calotta  nera  senza  lucentezza, 
coda  graduata,  timoniere  strette;  forse  questa  Cincia  è  tutt'uno  col  P.  montani  s, 
od  almeno  le  differenze  tra  essa  ed  il  P.  communis  sono  molto  più  rilevanti  che 
non  quelle  col  P.  montanus. 

11  P.  communis  sarebbe  la  forma  meridionale,  il  /'.  montanus  quella  dell'Europa 
centrale,  il  P.  borealis  della  settentrionale,  parlando  naturalmente  in  linea  generale, 
e,  pur  riconoscendo  che  queste  tre  specie  offrono  lievi  differenze  climatiche  e  re- 
gionali, trovo  che  esse  non  si  presentano  sempre  costanti  e  non  credo  quindi  di 
ammettere  le  sottoforme,  sulle  quali  mi  sono  estesamente  dilungato. 


■msPn 

Testa  ili  /'.  communis,  grandezza  D atarale. 


Testa  di   /'.   montanus,  grandezza  naturale. 


In  Italia  abitiamo,  a  quel  che  pare,  le  tre  specie;  una  delle  quali  probabil- 
mente avventizia. 

Il  /'.  communis  è  abbastanza  distribuito  (quelli  dell'Alta  Italia.  /'.  e.  Tschusii; 
quelli  al  di  là  dell'Appennino.  /'.  e.  italicus),  però  poco  abbondante,  sedentario  ai 
monti  d'estate,  da  dove  discende  nel  verno;  sarchile  raro  nelle  Provincie  meri- 
dionali, ma  l'ebbi  da  parecchie  località  e  l'uccisi  in  Sardegna. 

Il   /'.  monili nus  si  trova  certamente  sulle  Alpi,  ma  non  ho   materiali  sicuri; 


Tav.  18. 


1.  Beccofrusone.  2.  Storno  roseo  (ad.).  3.  Merlo  acquaiolo.  4.  Ballerina  (mi.).  5.  Ballerina  (giov.).  6.  Ballerina 
nera.  7.  Ballerina  gialla  (e?  in  abito  di  primavera).  8.  Ballerina  gialla  (Ji.  9.  Cutrettola  gialla  (0*  in 
abito  di  primavera).     10.  Cutrettola  gialla  (a*  in   abito  d'autunno).     11.  Cutrettola  gialla  (2).     12.  Pispola 

(in  abito  di  primavera).  mrìlM  Hocp,.    ],,ijtmv    m&no 


UXANTI     OHM  COLONICO  L37 


ne  ricevetti  da  Pontebba  ed  il  detto  esemplare  fu  riferito  da  Hellmayr  al  /'.  m. 

iiioiitmiiis  e  dallo  Tschusi  al  /'.  m.  ttstdmilis  o  /'.  m.  accedens.  Dirò  come  Tschusi  opini 
clic  tale  specie  si  trovi  sulle  nostre  Alpi,  probabilmente  sotto  La  sottospecie  P.  m. 
tinnì  hi  a  tts  e  /'.  in.  accedens. 

Del   /'.  borealis  dirò  che  due  esemplari  di  Nizza  e  di  Corsica  della   mia  Col 
lezione  sono  indistinguibili  da  quelli  di  Norvegia,  essi  furono  veduti  anche  dallo 
Tschusi  e  da  Hellmayr  che  vollero  esaminare  la  mia  ricchissima  serie  di  /'.  pa 
It/stris  Europei.  Sicché  dunque  questa  specie  ci  giunge  nelle  migrazioni  o  vive  in 
piccole  colonie. 

Semina  che  in  alcuni  paesi  europei,  ove  le  tre  specie  si  trovano  assieme,  il 
P.  borealis  nidifichi  sempre  sui  sempreverdi  e  fabbrichi  da  sé  stesso  le  cavità,  ove 
depone  le  uova;  mentre  il  P.  communis  ed  il  P.  montanus  non  Io  collocherebbero 
mai  nei  sempreverdi  ed  adoprerebbero  qualunque  cavità  abbandonata,  anche  i 
materiali  impiegati  nella  eostruzione  del  nido  sarebbero  differenti  e  cosi  il  loro 
canto. 

Non  dò  i  caratteri  delle  tre  specie,  giacché  con  quelli  enunciati  nelle  pagine 
precedenti  si  possono  ottimamente  riconoscere. 

Quantunque  la  sinonimia  di  tutte  queste  forme  e  sottoforme  sia  molto  intri- 
cata, pure  sembra  che  il  P.  fruticeti,  Wallengren  corrisponda  al  complesso  delle 
sottospecie  del  P.  communis,  eccettuato  il  P.  e.  communis;  ed  il  P.  aVpestris,  Railly 
al  complesso  di  quelle  del  P.  montanus,  il  P.  m.  montanus  eccettuato.  Ma  come 
ripeto  ciò  non  è  del  tutto  sicuro,  i  caratteri  offerti  essendo  troppo  vaghi. 

119.  Parus  lugubris,  Natterer,  Cincia  dalmati  ita. 

[  Poecile  lugubris    Xatt.)]. 

[Tav.  XVII,  fig.  6]. 

Parte  superiore  della  testa  soltanto  sino  alla  nuca,  parte  più  alta  della  regione 
auricolare,  gola,  davanti  del  collo  e  parte  più  bassa  delle  guancie  di  un  nero- 
fuliggine-cupo;  resto  delle  parti  superiori  bruno-cenerognolo,  piuttosto  pallido;  re- 
gione auricolare,  lati  della  faccia  e  del  collo  biancastri,  questi  (del  collo)  lavati 
di  bruno-cenerognolo;  resto  del  gastreo  bianco,  tinto  di  bruno-cenerognolo  sui  lati 
dell'alto  petto  e  dei  fianchi;  cuopritrici  alari,  eccetto  le  piccole,  e  coda  bruno- 
chiare,  marginate  esternamente  di  bianco  (ad.  in  prim.).  Tinte  generali  delle  parti 
superiori  più  cupe,  con  le  penne  marginate  di  bruno-oliva;  parti  nere  della  testa 
volgenti  al  brunastro;  lati  del  petto,  fianchi,  margini  delle  grandi  cuopritrici  alari, 
delle  remiganti  2e  e  delle  timoniere  bianco-fulvicci  (ad.  in  aut.).  Tinte  generali 
delle  parti  superiori  e  della  gola  bruno-olivastre-sbiadite,  più  scure  sulla  testa; 
regione  parotica,  Iati  del  collo  e  gastreo  bianco-sudici,  lavati  di  brunastro;  grandi 
cuopritrici  terminate  di  bianco;  remiganti  e  timoniere  brune, con  margini  fulvi  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m150;  becco  0,m012;  ala  0,n,077;  coda  0,,n063;  tarso  0,'"0 19. 

La  femmina  è  un  po'  più  grande  del  maschio. 

Abita  l'Europa  sud-orientale,  verso  ovest  sino  alla  Dalmazia,  alla  Bosnia-Er- 
zegovina ed  alla  Grecia,  si  trova  anche  in  Palestina.  Sembra  poco  sicura  la  sua 
frequenza  presso  Trieste  accennata  dall'EggenhCfer  e  dallo  Schlegel  e  coni  indetta 
dallo  Schiavuzzi,  però  vi  compare  di  tanto  in  tanto  e  sarebbe  connine  attorno  a 

i'hmi    ornitologico.  18 


138  ATLANTI':   ORNITOLOGICO 


Spalato   (Kolombatovich).  È  dubbia  la  sua  comparsa  nel  Veneto,  nel    R.  Museo  di 
Firenze  si  conserva  un  esemplare  avuto  da  Nizza  nel  1878,  cattura  strana. 

120.  Parus  cinctus,  Boddaert,  Cincia  siberiana. 

Calotta  di  un  bruno-cupo,  estesa  fino  all'alto  dorso;  regione  auricolare,  lati 
della  testa  e  del  collo  bianchi;  resto  delle  parti  superiori,  scapolari  e  cuopritrici 
alari  bruno-gialle,  leggermente  rugginose;  gola  bruno-nerastra,  colle  penne  della 
sua  parte  più  bassa  marginate  di  biancastro;  gastreo  rugginoso-pallido,  col  petto 
ed  il  centro  dell'addome  biancastri;  remiganti  nere,  col  margine  esterno  bianco; 
timoniere  nere  lavate  di  grigio,  col  margine  e  l'apice  delle  laterali  biancastro  (aiì.i. 
Parti  superiori  più  pallide;  il  rugginoso  appena  accentuato  e  tinto  di  grigiastro; 
calotta  meno  estesa  e  di  una  tinta  più  opaca,  come  il  nero  della  gola:  gastreo  di 
tinta  più  dilavata  (i/ior.). 

Lunghezza  totale  0,m131;  becco  0,'"010:  ala  0,m071;  coda0,m070;  tarso  0,™018. 

Questa  sarebbe  la  forma  nordica  del  /'.  lugubris  ed  abita  la  Lapponia,  le  parti 
Artiche  della  Scandinavia  e  della  Russia,  spingendosi  verso  est  sino  allo  Jenissei, 
d'inverno  discende  verso  sud  senza  oltrepassare  la  Finlandia,  ove  giunge  di  rado. 
Nella  Siberia  orientale,  dallo  Jenissei  al  lago  Baikal,  vive  una  t'orma  affine  detta 
P,  obtectus  (Cabanis). 


Genere  L0PH0PHANES,  Kàtjp. 

Ha  i  caratteri  del  gen.  Parus,  ma  la  testa  è  sormontata  da  un  ciuffo  cospicuo 
di  piume  lunghe  ed  acuminate;  la  base  del  becco  non  presenta  penne  setolose; 
manca  lo  spazio  nucale  chiaro  e  la  fascia  longitudinale  sull'addome;  esiste  un 
collare  auricolare;  il  dorso  e  le  ali  sono  scure  senza  tacche;  la  coda  subrotonda 
o  leggermente  forcuta. 

Questo  genere  comprende  parecchie  specie,  che  abitano  l'Europa,  l'Asia  fino 
aU'Imalaia  e  l'America  settentrionale  fino  al  Messico. 

I  Lophophanes  hanno  le  abitudini  del  gen.  Parus;  nidificano  nelle  cavità  o 
nelle  fessure  degli  alberi,  ma  occupano  talora  i  nidi  abbandonati  da  varie  piccole 
specie  di  uccelli  ed  anche  quelli  delle  gazze  e  dello  scoiattolo. 

121.  Lophophanes  cristatus  (Linnaeus),  Cincia  col  ciuffo. 

[Tav.  XVII,  rig.  3  o  Tav.  XIJX,  &g.  21  a]. 

Base  della  fronte  biancastra:  fronte,  testa  ed  occipite  neri,  coi  margini  e  l'a- 
pice delle  penne  di  un  bianco-grigio;  le  penne  dell'occipite  allungate,  lanceolate  e 
formanti  un  lungo  ciuffo;  redini  e  regione  parotica  bianco-brunastre;  lati  del  collo 
e  guancie  bianco-cenerine;  dietro  la  regione  parotica  una  fascia  semilunare  nera, 
che  con  un  braccio  arriva  alla  parte  posteriore  dell'occhio:  gola  nera;  nuca  cir- 
condata da  un  mezzo  collare  nero,  che  si  unisce  al  nero  della  gola;  parti  supe- 
riori cenerino-rossiccie;  petto  biancastro,  resto  del  gastreo  tinto  di  rossiccio-pallido, 
più  vivace  sui  fianchi;  remiganti  e  timoniere  luunonerastre,  col  margine  esterno 


vi  I  \  vi  I     ORNI  I Il  0  1 :'''-' 


olivastro  (ad.).  Ciuffo  più  curio;  parti  nere  della   testa  variate  di  grigio;  gastreo 

più   CUpO    ('/""'•)• 

Lunghezza  totale  0,m116;  becco  0,  008;  ala  0,ra064;  coda  0,n,052;  tarso  0,m019. 

Abita  le  boscaglie  ili  conifere  sui  munti  dell'Europa  dalla  Scandinavia  al  Me 
diterraneo.  In  Italia  è  stazionaria  nei  boschi  più  elevati  delle  Alpi,  non  vive  sugli 
Appennini,  né  in  Sicilia  e  uemmeno  in  Sardegna.  Scende  al  piano  molto  di  rado. 
Nidifica,  allevando  due  covate  all'anno. 

Lo  Stejneger  ha  distinto  la  Cincia  col  ciuffo  della  Germania  e  dell'Ungheria 
da  «incile  che  abitano  il  nord  dell'Europa,  queste  sarebbero  più  grigiastre  e  le 
chiama  col  vecchio  nonio  di  L.  cristatus,  quelle  più  brunastre  e  di  statura  leg- 
germente maggiore  e  dà  loro  il  nome  di  L.  cristatus  mitratus,  anche  il  Brehm  ne 
aveva  tatto  una  sottospecie  col  nome  di   Parus  mitratus. 

Secondo  Naumann  tre  sarebbero  le  forme  europee  del  /'.  cristatus,  cioè: 

a)  Parus  cristatus  cristatus  (Linnaeus,    1758);  Europa  settentrionale  ed   oc- 
cidentale. 

b)  Parus  cristatus  mitratus  (Brehm,   1831);  Europa  centralo  e  meridionale. 
e)  Parus  cristatus  brunneseens  (Prazàk,  1897);  Europa  occidentale  (questi  sa- 
rebbero distinti  pel  colore  delle  parti  superiori  di  un  caffè-cupo). 

Non  ho  materiale  sufficiente  per  stabilire  se  realmente  esistano  diversità  tra 
queste  forme,  che  non  sono  accettate  dagli  Autori  più  competenti. 

Il  L.  Incoiar  (Linnaeus)  dell'America  settentrionale  fu  incluso  dal  Brehm  e 
dal  Gould  tra  gli  Uccelli  d'Europa,  quest'ultimo  anche  lo  figurò,  dicendo  che  un 
esemplare  fu  colto  in  Russia,  ma  trattasi  certamente  di  qualche  equivoco. 


Famiglia  SITTIDAE,  Sittidi. 


Becco  forte,  cuneato,  mai  dentato,  talora  intaccato,  appuntito,  compresso, 
subeguale  alla  testa,  colla  mandibola  superiore  diritta,  o  (piasi,  e  l'inferiore  rivolta 
all'insù  nella  metà  apicale;  lingua  acuta,  cornea,  coll'apice  troncato  e  setoloso; 
narici  rotonde,  senza  opercolo  e  seminascoste  da  penne  setolose  o  con  opercolo  ed 
esposte;  ali  piuttosto  lunghe,  di  10  remiganti  primarie  colla  la  spuria,  4il  e  5a  le 
più  lunghe;  coda  di  12  penne,  corta,  flessibile,  quasi  quadrata  o  rotonda:  gambe 
corte  e  forti:  piedi  grandi:  tarso  scudettato  sul  davanti,  più  corto  del  dito  me- 
diano con  unghia:  diti  lunghi,  il  posteriore  molto  forte,  l'esterno  più  lungo  del- 
l'interno, riunito  alla  base  col  mediano  come  l'interno,  che  ha  la  membrana 
più  estesa;  unghie  grandi,  molto  curvate,  uncinate,  compresse. 

Testa  abbastanza  grossa;  corpo  compresso;  piumaggio  compatto;  sessi  simili 
o  poco  differenti;  mutano  una  volta  all'anno. 

Come  i  Picchi  si  arrampicano  e  s'aggrappano  sugli  alberi,  ma  sono  più  agili 
e  destri,  potendo  star  fermi,  camminare  e  discendere  colla  testa  all'invilì,  ciò  che 
quelli  non  fanno,  non  si  servono  della  coda  quale  appoggio,  ma  bensì  dell'unghie 
potenti  e  dell'intero  tarso,  sul  quale  si  sostengono.  Sono  sedentari  ed  insettivori, 
ma  si  nutrano  anche  di  frutti  duri,  come  noci  e  nocciole,  che  fissano  nelle  fenditure 
delle  scorze  degli  alberi  e  poi  spaccano  col  forte  becco,  mangiandone  il  contenuto; 
vanno  in  piccole  brigate,  strepitando  continuamente  e  sono  sempre  in  moto.  De- 


110  \  I  I   \\  I  I     ORNITOl  OGII  0 


pongono  da  quattro  a  sci  uova  bianche,  macchiate,   e  le  collocano   in   un   nido 
sullo  roccie  o  più  spesso  nella  cavila  degli  alberi,  restringendone  il  t'oro  con  fango. 
Questa  famiglia  comprende  tre  o  quattro  generi  con  circa  trenta  specie,  che 
sono  distribuite  per  tutto  il  Mondo,  eccetto  la  regione  Xooiropica  ed  Etiopica. 


Genere  SITTA.  Linnaki  s. 

Becco  quasi  cuneato,  inai  dentate,  né  intaccale,  colla  mandibola,  superiore 
diritta;  narici  seminascoste  e  senza  opercolo  cutaneo;  coda  certa  e  quasi  quadrata; 
dito  posteriore  con  unghia  subeguale  o  più  lungo  del  tarso  e  del  dito  mediano 
con  unghia. 

Colori  prevalenti  cenerino-bluastro,  chiaro  sulle  parti  superiori:  testa  senza 
strie;  gastreo  bianco  o  rossiccio.  Uova  bianche,  macchiate  di  rossiccio. 

Questo  genere  abbraccia  circa  20  specie  sparse  in  Europa,  in  Asia  ed  in 
America;  quattro  delle  quali  nidificano  in  Europa. 

122.  Sitia  caesia,  Meyer  &  Wolf,  Picchio  muratore. 

[Tav.   XVII,   li.    !.">  <■  Tav.   XLIX,   Bg.  25]. 

Parti  superiori  e  le  due  timoniere  centrali  di  un  cenerino  piombato  lucido  e 
brillante;  le  altre  timoniere  nere,  terminate  di  grigio  e  con  una  macchia  subapi- 
cale  bianca  nelle  due  o  tre  esterne:  redini  nere,  clic  continuano  in  una  fascia 
attraverso  gli  occhi  e  che  termina  sui  lati  del  cello;  guaneie  e  mento  bianchi;  gastreo 
rossi gno-cannella,  colle  penne  ili  i  fumiti  in  parte  cannella  cupo  <•  vivace  e  quelle  del 
sottocoda  bianche,  col  margine  ili  un  cannella  vivace  (ad.).  l'arti  superiori  più  cupe  e 
le  interiori  dilavate:  tinte  bianche  del  incuto  e  delle  guaneie  mene  pure  e  meno 
estese;  talora  lo  spazio  apicale  grigio  delle  timoniere  esterne  è  meno  puro  e  la- 
vato di  bianco  (giov.). 

Lunghezza  totale  O/'lóO;  becco  0,'"017;  ala  0,m082;  ceda  0,m048;  tarso  0,m019; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"018;  dito  posteriore  e.  u.  da  0,'"018  a  0,™020i 

Abita  la  (Iran  Bretagna,  la.  Scozia  meridionale  (manca  in  Wanda),  l'Europa 
centrale  e  meridionale  al  Nord  sino  al  Baltico  e  lo  Jutland,  ove  s'incontra  colla 
8.  europaea  (L.),  all'est  sino  all'Asia  minore  ed  alla  l'alesi  ina.  In  Italia  è  specie 
abbastanza  comune,  sedentaria  e  nidificante,  si  trova  più  frequentemente  nei  boschi 
di  montagna  che  al  piano,  manca  in  Corsica,  in  Sardegna  ed  a  Malta,  l'ebbi  una 
volta  dall'Elba.  Nidifica  in  aprile  e  maggio. 

123.  Sitta  europaea,  Linnaki  s,  "Picchio  muratore  nordico. 

Simile  alla  precedente,  tinta  delle  parti  superiori  più  chiara;  parti  inferiori 
bianche  per  intero;  fianchi  ili  un  cannella  vivace;  sottocoda  bianco,  con  l<  pruni  larga- 
mente marginate  ili  cannella  vivace. 

Lunghezza  totale  0,m152;  becco  0,'"018;  ala.  0,m089;  coda  0,m050;  tarso  0,m020. 

Questa  specie  abita  la  Scandinavia  e  la  Russia  settentrionale,  spingendosi  at- 
traverso la  Siberia  lino  al  Kameiatka  ed  al  Giappone.  Il  suo  limiti'  meridionale 
europeo  è  la  Danimarca,  ove  s'incontra  anche  la  S.  caesia.  Nella  sua  larga  distri- 


ATLANTI     OBNITOLOGK  0  l'I 


buzione  geografica  olire  indivìdui  intermedii  o  che  presentano  lievi  differenze  e 
che  furono  suddivisi  in  sottospecie,  come  la  S.  uralensis,  Lichtenstein  ed  altre. 

I  dati  caratteristici  offerti  daJ  Picchio  muratore  nordico  mi  parvero  sufficienti 
per  considerarlo  buona  Bpecie;  però  non  tutti  gli  Autori  sono  della  stessa  opi- 
nione, ed  a  tale  riguardo  ricordo  qui  le  divisioni  recentemente  proposte  dal  si- 
gnor Ilart'TtC.1)  pelle  Sittae  europee: 

a)  Sitta  ■umilimi  i  mulinili  :  Scandinavia,  Russia  settentrionale  (gli  esatti  con- 
fini geografici  della  sua  distribuzione  mi  Bono  sconosciuti  . 

b)  Sitta  europaea  Homeyeri:  Prussia  orientale,  Polonia,  etc.  (si  dice  che  anche 
in  Danimarca  si  trovi  simile  forma  . 

e  Sitta  europaea  caesia:  In  generale  l'Europa  occidentale,  centrale  e  meri- 
dionale. (I  soggetti  delle  regioni  meridionali  e  quelli  dell'Asia  Minore  dovrebbero 
re  meglio  studiati). 

d  Sitta  europaea  britannica:  Comune  in  Inghilterra,  più  rara  nella  Scozia, 
mancante  nell'Irlanda.  Si  distingue  pel  gastreo  di  tinte  più  pallide  <■  per  il  becco 
che,  in  generale,  è  sottile  e  più  appuntito. 

124.  Sitta  Neumayeri.  Michahelles,  Picchio  munì  imi  dalmaiino. 

Parti  superiori  e  le  due  timoniere  centrali  di  un  cenerino-pioni  1  iato,  quasi 
come  nella  S.  caesia;  redini  ed  una  fascia  più.  larga,  che  passa  attraverso  l'occhio 
e  si  dirige  sui  lati  del  collo  nere;  timoniere  laterali  bruno-nere,  la  più  esterna  con 
una  macchia apicale  rossiccia  sul  vessillo  intèrno  e  la  base  dell'esterno  rossiccia  sul 
margine;  resto  del  gastreo  bianco-puro,  tinto  ili  rossiccio-pallido  sull'addomi  <■  iti  ■ 
turiti -i ,in,i  sui  fianchi  i-  sul  basso  addomi  sottocoda  rossiccio,  con  una  larga  mac- 
chia centrale  di  un  grigio-blu-cupo;  timoniere  laterali  bruno-nere,  le  più  esterne 
con  una  macchia  apicale  rossiccia  sul  vessillo  interno  e  la  base  dell'esterno  ros 
siccia  sul  margine  \ml.  .  Tinte  più  pallide;  il  tratto  nero  attraverso  gli  occhi  più 
sbiadito  e  brunastro   giov.  . 

Lunghezza  totale  0,'"140;  becco  0,  020;  ala  o,  -OTO;  coda  0,m051  ;  tarso  0,  023. 

Questo  Picchio  muratore  fu  trovato  dal  Saunders  nella  Spagna  (?)  ed  abita 
tutta  la  Penisola  Balcanica  e  l'Asia  minore,  verso  est  fino  all'Afganistan;  non  è 
specie  Italiana,  ma  fu  citata  dal  Bonaparte,  -otto  il  nome  di  S.  syriaca,  in  base  ad 
un  individuo  preso  sopra  una    nave,   che  ava  dalla  Dalmazia  alle  nostre 

coste,  il  Malherbe  la  notò  tra  gli  Uccelli  della  Sicilia  senza  serie  garanzie  ed  il 
lii.-lioli  l'incluse  tra  quelli  della  Dalmazia,  che  egli  considera  nelle  terre  della 
lumini  hi  Italiana.  Nidifica  sulle  roccie. 

125.  Sitta  Whiteheadi.  Shaepe,  Picchio  muratore  corso. 

[Tav.  XLVT,  ti;:.   12], 

Parti  superiori  di  un  blu-ardesia  pallido:  cervice,  mirti,  redini  ed  una  fascia 
che  attraversa  gli  occhi  ed  occupa  la  regione  auricolare  nere:  sopraciglio  e  lati 
delia  testa  bianchi,  resto  dei  gastreo  bianco,  più  o  meno  lavato  di  eenerognolo- 


|      Hartert,  E.,  Misceli.  Not.  on  Palaeartic  Hir.ls,  Noe.  Zool.  VII,  •!<•'•.  1900,  pag 


142  ATLANTE    ORNITOI.OOICO 


fulviccio;  timoniere  mediane  blu-ardesia,  macchiate  di  nero  presso  l'apice,  le  altre 
nere  terminate  di  bianco,  ciò  che  è  più  esteso  sulle  due  esterne  [mas.  ad.).  Tinte 
più  scure;  cervice  e  tratto  dell'occhio  di  un  grigio-ardesia  cupo,  tinto  di  nerastro 
.[timi/,  ad.). 

Lunghezza  totale  0,'"121;  becco  0,m015;  ala  (VOTI:  coda  0,m065;  tarso  (V020. 

Abita  le  foreste  di  conifere  delle  alte  montagne  della  Corsica,  ove  fu  scoperta 
dal  Whitehead  nel  1883.  È  specie  affatto  localizzata  e  molto  rara  nelle  Collezioni. 
Tre  soggetti  sono  conservati  nel  R.  Museo  di  Firenze  ed  una  coppia,  proveniente 
da  Vizzabona,  fa  parte  della  mia  Raccolta,  l'iene  il  tipo  della  &  Krueperi,  Pelzeln 
della  Siria,  della  S.  ri/Iosa,  Verreaux  del  Nord  della  Cina  e  della  Mongolia  orien- 
tale e  della  &  canadensis,  Linnaeus  (l)  dell'America  settentrionale. 


Sezione  OSCINES  CURVIROSTRES  -  Passeracei  dal  becco  curvo. 


Becco  più  o  meno  lungo,  sottile,  appuntito,  arcuato;  lingua  scariosa,  bifida  ed 
acuminata;  lr'  remigante  primaria  mediocre;  coda  spesso  robusta  ed  appuntita; 
tarsi  coperti  di  scudetti  o  di  squamine;  dito  posteriore  fornito  di  un'unghia  grande 
ed  arcuata. 

Sono  uccelli  di  piccola  statura;  di  solito  rampicanti,  sedentari  o  parzialmente 
migratori,  si  nutrono  d'insetti:  nidificano  nelle  cavità  o  nelle  fessure  degli  alberi 
e  delle  roccie,  e  sono  quasi  cosmopoliti,  mancando  nell'America  meridionale  e 
nella  Nuova  Zelanda. 


Famiglia  CERTHIIDAE,  Cerziidi. 

Becco  debole,  compresso,  non  intaccato,  né  tornito  di  peli  alla  base,  subeguale 
o  più  lungo  della  testa,  acuto,  arcuato,  appuntito;  lingua  scariosa,  cornea,  coll'a- 
pice  bifido,  lanceolato  o  acuminato;  narici  nude,  basilari,  bislunghe,  in  parte  co- 
perte da  una  piccola  membrana  a  volta:  ali  rotonde,  con  10  primarie,  la  T' me- 
diocre e  larga,  più  breve  della  metà  della  i'1;  :'.',  4  e  5"  le  più  lunghe;  coda 
subcuneata  o  troncata,  di  12  penne,  leggermente  arcuate,  molli  o  rigide,  acuminate 
ed  appuntite  all'apice;  tarso  scudettato  o  coperto  di  una  squamma,  più  corto  del 
dito  posteriore  con  unghia  e  subeguale  al  mediano.  L'esterno  più  grande  dell'in- 
terno e  riunito,  come  questo,  al  mediano  fino  alla  la  articolazione;  unghie  tutte 
molto  lunghe,  curvate  ed  acute,  quella  del  dito  posteriore  la  massima. 

Piumaggio  molle  e  fitto;  testa  mediocre  ;  colorito  bianco  e  bruno-rossiccio  con 
macchie  più  chiare  (eccetto  nel  gcn.  Tichorfrontn);  muta  semplice;  sessi  e  livree 
di  stagione  poco  differenti. 

Sono  piccoli  uccelli,  sempre  in  moto  ed  irrequieti,  che  abitano  i  boschi;  s'ar- 


(')  Siila  canadensis  —  lìrissou,  1760  —  Linuaeus,  17GG. 


\  I  i. ani  i.    0EN1  COLOGH  0  143 


rampicano  continuamente  sugli  alberi  o  sulle  roccie,  ed  a  tale  scopo  (incili  che 
hanno  la  coda  rigida  l'usano  quale  sostegno  come  i  Picchi,  ma  non  procedono  colla 
lesta  all'ingiù  come  le  Sittae;  si  nutrono  d'insetti  e  di  larve  che  trovano  nelle  fes- 
sure degli  alberi  o  delle  roccie,  ove  pure  nidificano,  deponendo  numerose  uova 
macchiate  di  rossiccio  nel  geni  Certhia,  immacolate  nel  gen.  Tichodroma. 

Non  sono  migratori;  né  cantano;  vanno  in  piccole  compagnie  assieme  alle 
Ciucio  o  ad  altri  piccoli  uccelli.  Quattro  generi  con  circa  l'o  specie  compongono 
questa  famiglia,  due  dei  quali  non  sono  rappresentati  in  Europa. 


Genere  CERTHIA,  Linnaki  s. 

Ha  i  caratteri  della  famiglia:  becco  subeguale  alla  testa,  arcuato;  lingua  acumi- 
nata all'apice:  coda  subcuneata,  colle  penne  acuminate  e  rigide;  tarso  scudettato; 
unghia  del  dito  posteriore  più  lunga  delle  altre. 

Questo  genere  abbraccia  quattro  specie,  due  delle  quali  abitano  l'Europa.  Si 
arrampicano  e  nidificano  sugli  alberi. 

126.  Certhia  familiaris,  Linnaeus,  Rampichino  alpestre. 

[Tav.   XVII,  lig.   16,  e  Tav.  XLIX,  ng.  26]  ('). 

Sopraciglio,  dalla  base  del  becco  fino  oltre  l'occhio,  bianco-puro;  fronte  fitta- 
mente macchiata;  parti  superiori  brune,  lavate  di  fulviccio  e  con  una  stria  cen- 
trale sulle  penne  bianco-sudicia  o  gialletta;  groppone  e  sopracoda  rugginoso-vivi; 
cuopritrici  superiori  delle  ali  nerastre,  con  una  macchia  terminale  bianco-gialletta: 
cuopritrici  inferiori  delle  ali,  margine  delle  stesse  e  gastreo  bianchi,  col  basso  ad- 
dome ed  il  sottocoda  tinti  di  rossigno-chiaro;  remiganti  attraversate  da  una  fascia 
bianco-fulva  a  metà  della  loro  lunghezza;  timoniere  acuminate  di  un  rossiccio-can- 
nella  (ad.).  Tinte  più  pallide;  parti  superiori  lavate  di  una  tinta  giallo-rossigna : 
becco  poco  lungo  e  quasi  diritto  (fjior.). 

Lunghezza  totale  0,"T38;  becco  0,'"015;  ala0,ul065;  coda  0/"064  ;  tarso  0,'"016; 
unghia  del  dito  posteriore  0,'"009. 

Abita  l'Europa  e  forse  parte  dell'Asia  nord-occidentale.  In  Italia  è  sedentaria 
sulle  Alpi,  ne  ebbi  però  anche  dalla  Toscana,  quindi  forse  vive  sugli  Appennini 
e  questa  sembra  essere  la  forma  della  Corsica.  È  di  solito  poco  abbondante.  Ni- 
difica dall'aprile  al  maggio,  ed  alleva  due  covate.  Questa  specie  fu  suddivisa  da 
vari  Autori  in  parecchie  sottospecie,  così  fece  il  Rigdway  per  i  soggetti  inglesi  che 
chiamò  C.  britannica,  distinta  pel  colorito  più  cupo,  specialmente  sul  gastreo.  Gli 
Autori  Inglesi  non  accettano  tale  distinzione,  anzi  l'Hartert  dice  che  le  Certhia 
locali  non  sono  che  C.  brachydactylae,  questo  Autore  adottando  la  nomenclatura 
trìnomia  ammette  cinque  forme  in  Europa,  cinque  in  America  dal  50°  di  hit.  Nord 
sino  al  Messico  ed  al  Guatemala  ed  un  numero  ben  maggiore  in  Africa  (2). 


(')  Le  figuro  citate  rappresentano  realmente  il  Rampichino  alpestre  ed  il  suo  uovo  e  non  si  rife- 
riscono al  Rampichino,  come  è  scritto  sotto  le  tavole  colorate. 

i  i  11  signor  E.  Hartert  (Xov.  '/.ool.  IV,  pp.  138-139,  1897)  cosi  si  esprimeva  nel  1897  oirca  la  C.f.  britan- 
nica (Ridgway;:  Abita  le  Isole  Britanniche:   Inghilterra,  Scozia,  Irlanda  e  Isola  di   Man.  Qnesta  è  oerta- 


14+  ATLANTE    ORNITOLOGI!  O 


126^.  Certhia  familiaris  brachydactyla  (Bkehm),   Rampichino. 

[  Certhia  brachydactyla,  Br.]. 

E  distinta  dalla  C.  familiaris  per  statura  minore;  becco  più  lungo;  sopraciglio 
meno  accentuato:  colorito  della  fronte  uniforme;  colorito  delle  parti  superiori  più 
scuro;  gastreo  bianco  solo  sulla  gola  e  sul  petto,  nel  rimanente  bianco-rossigno, 
tinto  di  brunastro-rossigno,  più  vivo  sui  fianchi;  cuopritrici  interiori  delle  ali  e 
margini  delle  stesse  biancastri,  con  macchiette  nerastre  o  rossiccie:  unghia  del 
dito  pollice  più  corta. 

Lunghezza  totale  0,'"130;  becco  0,'"01f>:  ala0,m058;  coda  0,m055;  tarso  0,'"014: 
unghia  del  dito  posteriore  0,'"007. 

Abita  l'Europa  temperata,  l'Algeria  e  l'Asia  occidentale.  In  Italia  è  uccello 
sedentario  e  comune,  mancante  in  Sardegna  ed  a  Malta;  nidifica  dall'aprile  al 
luglio,  allevando  più  covate.  Secondo  le  mie  osservazioni,  questa  specie  sulle  Alpi 
si  trova  mista  alla  C.  familiaris  come  è  noto,  ma  ne  sarebbe  più  frequente.  Sembra 
che  la  C.  familiaris  prediliga  i  boschi  di  pini  e  la  C.  f.  brarhi/ilncti/ln  quelli  a  foglie 
caduche;  però  dovunque  in  Italia  ed  anche  nell'Europa  centrale  le  due  forme  vi- 
vono assieme. 


Genere  TICHODROMA,  Illigee. 

Ha  i  caratteri  della  famiglia:  becco  più  lungo  della  testa,  sottile,  poco  ar- 
cuato; lingua  lanceolata,  coll'apice  bifido;  coda  quadrata,  colle  penne  arrotondate 
all'apice  e  molli;  tarso  coperto  da  una  larga  squamma;  unghia  del  dito  posteriore 
molto  più  lunga  delle  altre. 

Tinte  generali  grigio-ardesia,  con  le  ali  rosse  e  nere  e  le  timoniere  laterali 
macchiate  di  bianco. 

Questo  genere  abbraccia  una  sola  specie,  che  s'arrampica  sulle  roccie  più  nude 
e  sulle  muraglie,  sulle  quali  s'attacca  colle  unghie,  ma  non  vi  cammina  sopra  e 
di  rado  va  sugli  alberi;  nidifica  nelle  fenditure  delle  roccie  e  dei  muri,  deposi- 
tando uova  bianche,  senza  macchie 

127.  Tichodroma  muraria  (Ldjnaeus  .  Picchio  murajolo. 

[Tav.   XXV.   fig.   1,  e  Tav.   XI. IX,   fig.  27], 

Parti  superiori  grigio-ardesia-chiare,  tinte  di  rossigno  sulla  testa  e  sulla  nuca, 
più  scure  sul  groppone,  quasi  nerastre  sul  sopracoda;  mento,  gola  e  davanti  del 
collo  di  un  nero- cupo;  resto  del  gastreo  cenerino-scuro,  colle  penne  del  sottocoda 
terminate  di  biancastro;  cuopritrici  alari  in  gran  parte  rosso-cremisine,  così  gran 
parte  del  vessillo  esterno  delle  remiganti,  che  sono  nere  nel  rimanente,  coll'apice 


mento  la  sola  specie  ili  Rampichino  che  si  trova  nel  Kfgno  Unito.  11  Rampichino  inglese  digerisce  dalla 
C.  familiari*  familiaris  dell'Europa  occidentale  pel  colore  fulvo  aranciato  del  groppone  più  esteso  e  leg- 
germente più  aranciato;  il  tono  generale  <li  tinta  delle  patti  superiori  e  più  rossiccio;  il  becco  è  più 
breve,  L'unghia  del  pollice  più  lunga. 


« 


3\up    yi^ect-vV 


1.  Pispola  gola  rossa  (ad.).    2.  Prispolone.    3.  Spioncello  (in  abito  di  primavera).    4.  Spioncello  (in  abito 

d'autunno).     5.  Spioncello  marino   (in  abito  d'autunno).     6.  Calandro.     7.  Calandro  maggiore.     8.  Lodola. 

9.  Tottavilla.     10.  Cappellaccia.    11.  Lodola  gola  gialla.    12.  Calandra  nera. 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


\  Il   \\  il     0KN1  rOLOGICO  I  !."■ 


bianco  sudicio  e  due  macchie  rotonde  bianche  sul  vessillo  esterno  delle  prime 
quattro  o  cinque,  eccettuata  la  la;  timoniere  uere,  cenerine  all'apice,  le  due  la- 
terali con  un  largo  spazio  subapicale  bianco  mas.  ad.  in  prim.).  [1  nero  sulla  gola 
meni»  puro  e  meno  esteso  (femm.  ad.  in  prim.).  Gola  e  parie  anteriore  del  collo  di  un 
biancastro  più  o  meno  puro;  il  grigio  delle  pani  superiori  più  chiaro  e  più  vivace 
ad.  in  mit..  Becco  più  breve  e  quasi  diritto;  tinte  generali  menu  vivaci,  il  rosso 
sulle  ali  più  ristretto  (giov.).  Le  macchie  gialle,  che  si  osservano  sul  vessillo  in- 
terno delle  primarie  più  interne,  sono  un  segno  di  immaturità  e  non  di  sesso,  mai 
le  trovai  negli  individui  vecchi  o  del  tutto  adulti. 

Lunghezza  totale  0,m  170;  becco  0,m027;  ala  o.hlo<.i'.i;  coda  0,m057;  tarso  0,I"023. 

Abita  le  montagne  dell'Europa  centrale  e  meridionale,  l'Africa  centrale,  la 
('ina.  l'India.  l'Asia  minore,  l'Egitto  e  l'Abissinia.  In  Italia  è  specie  stazionaria 
sugli  alti  monti;  d'autunno  non  pochi  scendono  in  collina  ed  ba  luogo  un  pas 
saggio  alla  fine  d'ottobre  e  nel  novembre,  ripassano  in  minore  quantità  nel  marzo. 
Transitano  in  piccole  brigate,  prediligendo  le  giornate  piovose.  È  poco  abbondante 
in  generale,  più  scarso  nelle  provincie  meridionali  e  specialmente  in  Sardegna. 
Nidifica,  allevando  due  covate;  e  talora  si  vede  anche  entro  le  città,  aggrappato  ai 
murasrlioni  o  sulle  torri. 


Sezione  OSCINES  SUBULIROSTRES  -  Passeracei  dal  becco  a  lesina. 


Becco  sottile,  ristretto  all'apice  a  guisa  di  lesina,  ma  diritto,  eguale  alla  testa 
o  di  puce  più  corto:  la  remigante  primaria   cuna. 

Sono  insettivori  o  frugivori,  vivono  solitari  od  in  branchi;  di  solito  nidificano 
sui  rami  degli  alberi,  costruendo  nidi  eleganti.  Sono  in  gran  parte  migranti; 
ed  in  generale  dotati  di  canto  armonioso;  alcuni  vivono  nei  boschi  e  nei  luoghi 
alberati,  o  nelle  paludi. 


Famiglia  TROGLODYTIDAE,   Trogloditidi. 

Becco  in  generale  sottile,  diritto  o  poco  arcuato,  di  varia  lunghezza,  di  solito 
imn  intaccato,  colla  base  senza  setole:  narici  ovali,  esposte,  ma  sormontate  da 
una  membrana;  ali  corte,  più  o  meno  rotonde,  concave,  aderenti  al  corpo,  di  10 
primarie  colla  1'  breve,  ma  non  propriamente  spuria:  ceda  mediocre  o  coita; 
tarsi  lunghi  e  scudettati,  dito  posteriore  molto  lungo;  diti  unti  limi  quasi  liberi 
i/allii  base. 

Questa  famiglia  è  quasi  del  tutto  americana,  abbraccia  circa  100  specie  ripartite 
specialmente  nelle  regioni  tropicali  di  quel  continente;  sono  punto  selvatici,  e  ira- 
scibili sol  quando  vengono  disturbati;  la  loro  muta  è  semplice;  di  tinte  opache,  domi- 
nando il  bruno,  e  mancando  del  tutto  le  brillanti  o  metalliche.  Sono  (piasi  lutti  migra- 
tori, ma  di  solito  non  essenzialmente;  cantano  melodiosamente  e  costruiscono  nidi 
artistici:  alcuni  abitano  le  praterie  e  le  paludi,  costruendo  nidi  globulari,  volunii- 

A.tlante  ornìtoloffieo.  19 


llli  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


nosi  con  un'apertura  laterale  e  deponendo  da  6  a  8  uova  bianco-pure,  altri  nidi- 
ficano ovunque  nei  cespugli,  nelle  cavità  o  fessure;  sono  molto  prolifici,  allevando 
più  covate;  il  loro  nutrimento  è  insettivoro. 


Genere  ANORTHURA    L),  Rennie. 

Becco  mediocre,  subulato,  sottile,  compresso,  poco  curvato,  non  acuminato,  m'- 
intaccato, appuntito;  lingua  stretta,  setolosa;  narici  basilari,  oblunghe,  in  parte 
coperte  da  una  membrana;  ali  molto  corte,  arrotondate,  concave,  la  1'  remigante 
primaria  piuttosto  corta,  3a  e  4"  le  più  lunghe;  tarso  forte  e  lungo  più  del  dito 
mediano  con  unghia;  il  mediano  unito  coll'esterno  alla  base,  ma  non  eoli' interno, 
il  posteriore  lungo,  ma  meno  del  mediano:  unghie  lunghe,  forti,  acuminato,  spe 
cialmente  quella  del  dito  posteriore,  che  è  però   più   breve  del   dito   stesso. 

Piumaggio  lungo  e  molle,  testa  arrotondata. 

Vivono  nelle  siepi  e  nei  cespugli,  non  lontano  da  terra  o  sulla  tona  stessa  e 
portano  quasi  sempre  la  coda  rialzata;  il  volo  è  diritto,  rapido  e  basso;  il  canto 
abbastanza  melodioso  e  lo  fanno  sentire  anche  d'inverno:  nidificano  nei  cespugli, 
costruendo  un  nido  grande,  oblungo  o  rotondo,  fortemente  intessuto  e  composto 
di  musco  e  di  pagliette,  vi  depositano  numerose  uova  bianche,  macchiate  e  pic- 
chiettate di  rossiccio. 

Si  conoscono  da  io  a  12  specie  di  Anorthurae,  sparse  nelle  parti  settentrionali  del 
Mondo  Antico  ed  in  gran  parte  della  Regione  Paleartica  e  dell'America  del  Nord  <-)• 

128.  Anorthura  troglotlytes  (Linnaeus),  Scricciolo. 

[Troglodytes  parvulus,  Koch], 

[Tav.  XV,  fig.  13,  e  Tav.  XLIX,  fig.  18]. 

Parti  superiori  bruno-rossiccie,  unicolori  sulla  testa  e  sul  collo,  col  rossiccio 
più  accentuato  sulle  timoniere,  e  con  fascio  trasversali  nero-opache  nel  rimanente, 
comprese  le  ali  e  la  coda,  ma  meno  distinte  e  meno  numerose  sul  dorso  e  sul 
groppone;  una  fascia  biancastra,  talora  mancante  od  indistinta,  dopo  l'occhio;  poche 
macchiette  bianche  sul  groppone,  spesso  indistinte  e  macchietto  pure  bianche  sullo 
scapolari  e  verso  l'apice  delle  cuopritrici  mediane;  gastreo  bruno-rossiccio,  bian- 
castro sulla  gola  e  sul  centro  dell'addome,  più  bruno  sul  petto,  sull'addome,  sui 
fianchi  e  sul  sottocoda,  con  fascie  nere  e  lavato  di  rossigno  carico;  penne  del 
sottocoda  con  una  fascia  apicale  bianchiccia;  vessillo  esterno  delle  remiganti  pri- 
marie a  tacche  biancastre,  fulviccie  o  nerastre  (ad.).  Penne  della  gola  con  mar- 
gini scuri;  petto  lavato  di  un  rossigno  più  intenso,  col  margine  delle  penne  bru- 
nastro;  addome  tinto  di  un  rossiccio  più  accentuato  e  con  poche  fascie  scure; 
bande  sulle  ali  e  sulla  coda  meno  distinte  (,</""■)• 


'i  11  Dome  ili  Troglodytes,  fondato  dal  Vieillot  nel  isti?  (Ois.  Amér.  sepi.  !..  p.  62),  ebbe  per  tipo 
ana  specie  americana,  e  quiDdi  adoperai  ciucilo  di  Anorthura,  Rennie,  issi,  di  cui  è  tipo  l'I.  troglodytes, 
V.  non  si  scartò  punto  il  nome  di  Troglodytes,  perchè  dianzi  usalo  in  Mammalogia,  mentre  la  sua  crea- 
zione e  posteriore  a  quella  del  nome  di  Vieillot:  infatti  abbiamo  :    Troglodytes,  Et,  Geofrroy,  L81il        ./«- 

thropiihecus,  Blainville,   1839  (cfr.  Ti Bsart,   <"«/.   Mamm.   1..  pag.  3,   1897). 

I    i   Le   sperici   uor (1-aincTÌea io-   spettano   al    yen.    Troglodytes,    \  Hill. 


\  I  I  INT1     ORNI K3ICO  117 


Lunghezza  totale  0,  095;  becco  0,m012,  sua  larghezza  alla  base  0,  0037;  ala 
0,m047;  coda  0,  035;  tarso  0,  "17. 

Abita  l'Europa,  l'Africa  settentrionale,  l'Asia  Minore,  il  Caucaso,  la  Persia  e 
la  Palestina.  Lo  Scricciolo  della  costa  occidentale  della  Norvegia  fu  descritto  dallo 
Stejneger,  come  forma  distinta,  col  nome  di  Troglodytes  parvulus  beigi  nsis;  ma,  secondo 
il  Collett  (in  liti.,  esso  uon  presenta  differenza  alcuna.  È  uccello  sedentario  in 
Italia  sui  munti,  d'autunno  discende  al  piano  e  uon  pochi  arrivano  a  quell'epoca 
dal  Nord  per  svernare.  È  accidentale  a  Malia.  Nidifica  dall'aprile  al  luglio,  alle- 
vando due  covate.  Va  raramente  soggetto  a  varietà  albine  od  isabelline. 

128".  Anorthura  troglodytes  hirtensis    Seebohm  .  Scricciolo  ili  Santa   Kilda. 

Eguale  al  precedente,  ma  più  grande,  specialmente  nelle  dimensioni  del  becco 
e  dei  piedi. 

Il  carattere  delle  fascie  più  distinte  sulle  parti  superiori  e  l'altro  della  gola 
e  del  petto  immacolati  lo  distinguono  dall'. I.  troglodytes  pallesceiis  (Stejneger  delle 
Isole  .Mentine;  ma  non  sono  caratteri  importanti  per  noi,  giacché  si  riscontrano 
anche  in  esemplari  d'Europa  e  quindi  non  hanno  alcun  valore  specifico. 

Lunghezza  totale  0,'  L05;  becco  0, 14;  ala  0,  053;  e, da  0,m038;  tarso  0,m019. 

Questa  sottospecie  0  forma  locale,  che  non  ho  mai  esaminata,  fu  distinta  dal 
Seebohm  nel  1884,  ed  abita  l'Isola  di  Santa  Balda,  presso  le  coste  nord-occidentali 
dell'Irlanda. 

128/'.  Anorthura  troglodytes  borealis  (Fischer),  Scrini,, Ih  Islandico. 

Simile  come  disegno  all'.l.  troglodytes,  ma  il  becco  è  più  largo,  circa  il  doppio 
alla  base;  la  tinta  generale  più  scura  e  di  un  bruno  cupo;  le  fascie  sulle  parti 
superiori  più  cupe;  la  coda  del  colore  del  dorso. 

Lunghezza  totale  0,m105;  becco  0,m016,  sua  larghezza  alla  base  0,m0075;  ala 
0,"'0f>.".:  «-oda  0,m038;  tarso  0,m020. 

Abita  l'Islanda  e  le  Isole  Far  Oèr,  ove  il  Fischer  la  scoperse  nel  1861. 

Alcune  specie  del  genere  Africano  Pycnonotus,  Kuhl  (famiglia  Pycnonotidae 
comparvero  nei  Cataloghi  Europei,  e  precisamente  le  seguenti: 

/'.  xantkojnjgits  (Ehrenberg),  citato  dal  Krfiper  come  di  comparsa  annuale  nelle 
Isole  Cicladi  Grecia).  .Ma  tale  asserto  non  venne  più  confermato;  abita  la  Siria 
e   la  Palestina. 

/'.  eapensis  (Linnaeus),  citato  dal  Newton  come  colto  in  Irlanda  nel  gennaio  1838, 
ma  gli  Autori  si  accordano  nel  ritenerlo  fuggito  di  gabbia,  data  anche  l'epoca  di 
cattura.   Abita   il   Sud   Africa. 

/'.  barbatus  (Desfontaines),  citato  dal  Temminck  come  comparso  nella  Spagna 
meridionale,  notizia  che  sembra  erronea.  Abita  l'Africa  nord  occidentale  dall'Al- 
geria al  Marocco  fino  al  Gabun,  e  sembra  molto  abbondante  a  Tangeri,  ma  min 
consta   abbia    mai   passalo   lo  Stretto.  Sicché,   tino  a    prova   contraria,  le   specie  ilei 

gen.  Pycnonotus  devono  cancellarsi  dalle  liste  Europee. 


1  1S  ATLANTI     ORNITOLOGI!  " 


Famiglia  CINCLIDAE,   Cinclidi. 


Becco  mediocre,  sottile,  più  alto  che  largo  alla  base,  un  po'  rivolto  all'insu, 
gonide  convessa,  culmine  leggermente  concavo,  compresso,  rotondo  all'apice,  con 
la  mandibola  supcriore  leggermente  curvata  all'estremità;  base  del  becco  senza 
setole;  apertura  molto  stretta;  narici  laterali,  lineari,  basilari,  in  parte  coperte 
da,  una  membrana;  ali  corte,  lunghe,  rigide,  concave,  con  IO  primarie,  di  cui  la  1 
è  spuria,  .">'  e  r  le  più  lunghe;  coda  di  12  penne,  quadrata,  corta,  in  gran  parte 
nascosta  dalle  proprie  cuopritrici;  gambe  piumate  sino  all'articolazione  tibio-tarsale, 
die  è  nuda;  tarso  coperto  da  un  grande  scudo  e  da  due  piccoli  alla  base,  più 
lungo  ilei  dito  mediano  con  unghia,  questo  è  riunito  alla  base  coll'esterno,  i  dui- 
diti  laterali  eguali;  unghie  robuste  e  ricurve. 

Piumaggio  opaco,  lucido,  compatto,  impermeabile,  col  corpo  fittamente  co- 
perto di  piumino;  corpo  grosso;  abitudini  terrestri  e  semiacquatiche;  muta  sem- 
plice; statura  picei  da  o  mediocre. 

Questa  famiglia  comprende  un  solo  genere  con  12  specie,  più  o  meno  valide. 
delle  (piali  quattro  sono  Europee;  si  trovano  sparse  nell'Europa,  nell'America  set- 
tentrionale e  centrale,  abitando  le  Ande  dell'Equatore,  il  Perù  e  la  Colombia. 
Stanno  lungo  i  corsi  d'acqua  chiara  e  corrente  delle  montagne  e  camminano 
facilmente  anche  sott'acqua  in  cerca  di  cibo,  che  consiste  di  sostanze  animali,  come 
insetti  acquatici,  uova  di  pesce  e  molluschi;  il  canto  è  mediocre;  fabbricano  un 
nido  singolare  a  cupola,  con  un  foro  laterale,  poco  differente  da  quello  degli  Scric- 
cioli, coi  quali  hanno  comuni  molti  caratteri,  vi  impiegano  musco,  erbe  secche  e 
foglie  e  lo  collocano  sotto  le  roccie  e  fra  le  radici  delle  piante,  depositano  da  G 
a  7  uova  bianche. 


Genere  CINCLUS,  Bechstein. 

Ila  i  caratteri  della  famiglia;  sono  uccelli  sedentari,  (die  viaggiano  parzial- 
mente all'avvicinarsi  del  freddo,  ritornando  alle  vecchie  dimore  in  primavera;  nei 
vari  paesi  che  abitano  formano  razze  poco  dissimili  e  che  parecchi  Autori  innalzano 
al  rango  specifico. 

129.  Cinclus  cinclus  (')  (Linnaeus),  Merlo  acquajolo. 

|  Cinclus  menila  (Schaffkii),   C.  aquaticus,  Savi  |. 
|  Ta\  .   WIII.   Bg.  3  |. 

Testa,  cullo  ed  alto  dorso  di  un  bruno-rossiccio  chiaro;  basso  dorso,  groppone  e 
sopracoda  di  un  cenerino-piombato-chiaro,  con  larghe  marginature  bruno-nerastre: 


(')  Linneo  chiamo  Sturami  limimi  un  Merlo  acquajolo  che,  secondo  alcuni  Autori,  sarebbe  la  forma 
melauogasler.  Ciò  non  è  improbabile,  perchè  questa  è  la  forma  predominante  in  Scandinavia  ed  è  facile 
clic    l'Anton  se   le  specie  comuni   SU  materiale  locale,    l'ero   le   sur    panile   sono:    t ,  uhi  alba  :  fumiti 


MI   \\u     ORNITOLOGI»  0  I  19 


niellili,  -ola,  alio  pi •tin  e  su ui  lati  bianco  argentei  :  una  Larga  banda  sul  basso  petto  e 
sull'addome  ili  un  rosso  mattone;  fianchi  e  parte  più  bassa  dell'addome  cenerino 
piombato-cupi,  con  l'apice  delle  penne  brunastro,  quelle  del  sottocoda  quasi  ne 
rastre,  con  l'apice  bianco-rossiccio  (ad.),  l'ani  superiori  simili  mi  appena  Legger 
mente  più  chiari';  Le  tinte  rossastre  e  Le  scure  del  gastreo,  con  margini  api  cali 
biancastri,  eccetto  sulle  penne  dei  fianchi;  il  bianco  meno  puro  e  tinto  ili  gialletto; 
remiganti   1°  con  margini  stretti  bianco-sudici,  più  larghi  sulle  2°  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,ra198;  becco  0,in017;  ala  0,m087:  coda  0,m055;  tarso  0,m028. 

AMia  L'Europa  meridionale,  versi»  oriente  fino  alla  Grecia  ed  alla  Turchia;  si 
trova  anche  in  Algeria.  In  Italia  è  specie  sedentaria  e  non  rara  Lungo  i  torrenti 
dell'alta  montagna;  d'inverno  scende  in  basso,  ma  ili  rado  giunge  in  pianura,  si  trova 
talora  in  quel  tempo  nell'Estuario  Veneto;  e  non  pochi  giungono  dal  Nord  e  sver- 
nano tra  noi.  Nidifica  due  volte  da  marzo  a  Luglio. 

129».  Cinclus  cinclus  aquaticus    Bechstein),    Merlo  acquaiolo  nordico. 

|  Cinclus  aquaticus,  Bechstbin  |. 

Colorito  delle  parti  supei'iori  decisamente  più  scuro  e  nerastro;  lime  brune 
della  tosta  e  del  collo  più  cupe  e  meno  estese  verso  il  dorso  ;  bianco  del  gastreo 
che  in  taluni  soggetti  si  estende  meno  in  basso;  rosso  del  basso  pelle  meno  vi- 
vace e  meno  protratto  sull'alto  addome,  (die  è  bruno-nerastro  sino  al  sottocoda; 
fianchi  assai  meno  grigi  (ad.).  .Sono  simili  a  quelli  del   C.  cinclus  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,"T77;  becco  (V'olii;  ala  0,m090;  coda  0,m054;  tarso  n.!lloi>7. 

Abita  l'Europa  eentrale  e  occidentale,  cioè  la  Francia,  la  Germania,  L'Olanda 
od  il  Belgio;  e  nei  Carpazi,  nei  Pirenei  e  indie  Alia'  e  rimpiazzato  da]  C.  cinclus; 
la  t'orma  Britannica  tu  recentemente  distinta  dallo  Tschusi  in  liti.)  col  nome  di 
C.  cinclus  bntannicus  ed  uno  dei  tipi  è  nella  mia   Raccolta. 

129/'.  Cinclus  cinclus  melanogaster  (C.  L.  limimi.  Merlo  acquaiolo  panda  nera. 

Distinto  dal  0.  cinclus  pel  colorito  della  testa  e  del  collo  bruno-cupo,  quasi 
come  nel  G.  e.  aquaticus;  si  può  dire  che  il  suo  colore  sia  di  tono  intermedio  tra 
i  due:  gola  ed  alto  petto  bianco-sale;  parti  inferiori  più  cupe,  specialmente  sull'ad- 
dome; parte  inferiore  del  petto  nerastra  o  nera  del  tutto  ed  i  fianchi  tinti  di  un 
grigio-lavagna-cupo;  talora  il  petto  olire  una  debole  tinta  rossigna  mila  sua  parte 
bassa  (ad.).  I  giovani  sono  eguali  a  quelli  delle  due  specie  precedenti  e.  secondo 
il  Seebohra,  i  suggelli  molto  giovani  delle  tre  specie  avrebbero  L'addome  nero  o 

nerastri.. 

Lunghezza  totale  0,m190;  beco  0,'"016;  ala  0,m090;  coda  0,m050  ;  tarso  O,"^. 

Abita  la  Scandinavia  e  la  Russia  settentrionale,  fu  collo  accidentalmente  nella 
Gran  Bretagna,  in  Danimarca,  nella  Germania  settentrionale  e  nell'olanda.  È 
specie  accidentale  in   Italia,  presa  in  Toscana    e    nel    Veneto.    Si   riteneva   che  la 


ninni:  abdomen  femtgineum ;  juniori  ari  album.  Questa  diagnosi  può  adattarsi  a  nati'  lo  tre  forme  più 
comuni  in  Europa,  e  min  >■  improbabile  che  Linneo  descrivesse  il  suo  Slurniis  ciucliu  bu  materiale  nini 
solo  Scandinavo,  ma  ili  altre  parti  d'Europa,  corue  apparirebbe  tUtll'ftait/ai  che  oltre.  Se  si  dovesse  chia- 
mare C.  cinclus  il  '.'.  ••.  melanogaster,  allora  al  ''.  cincillà  spetterebbe  il  noi li  C.  <•.  albiaollu  i  Virilio!'. 


150  ATLANTI      ORNI! [<  0 


forma  della  Corsica  l'osse  questa,  ma  è  certamente  distinta;  un  esemplare  che  io 
vidi  appartenente  a  Mr.  Sapsworth  Duer  misurava:  ala  0,  081;  becco  O^Olò; 
tarso  0,m028;  le  tinte  delle  parti  superiori  e  del  gastreo  erano  un  po' meno  scure 

di  quelle  dei  soggetti  nordici,  sul  petto  si  notava  una  tinta  rossigna.  Se  questa 
sottospecie1  /".s.sr  costimi/1,  io  proporrei  di  distinguerla  col  nenie  di  Ce.  Sapsworthi. 
l'are  che  alcuni  esemplari  della  Valle  del  Lui;',  nei  Pirenei,  e  dei  Monti  Can- 
tabrici  siano  riferibili  al  C.  einclus,  ed  altri  a  questa  t'orma  o  ad  una  molto  affine, 
che  si  presenta  più  pallida  sulla  testa  e  sul  collo,  col  gastreo  più  pallido  e  bru- 
nastro,  le  ali  sarebbero  più  piccole  ed  il  Dresser  la  distinse  col  nome  di  Oinclus 
melanogaster  pyrt  naieus. 

129'.  Cinclus  einclus  cashmiriensis  (Gould),  Merlo  acquaiolo  «sia/ivo. 

Parti  superiori  di  tono  più  pallide,  col  bruno  della  testa  esteso  più  in  giù  verso 
il  dorso  sino  alla  regione  inter -scapolar -e;  porzione  scura  del  gastreo  più  cupa  e  più 
brunastra;  fianchi  senza  tinte  grigio  lavagna. 

Lunghezza  totale  0,m185;  becco  0,,n019;  ala  0,m086;  coda  i>.'"oi;.".:  tarso  0,m029. 

Abita  il  Caucaso,  l'Asia  minore,  la  Persia,  portandosi  verso  est  tino  alla  Mon- 
golia Cinese  (M. 


Famiglia  TURDIDAE,   Turdidi. 

Pecco  quasi  diritto,  di  solito  tanto  alto  che  largo  alla  base,  sottile,  depresso, 
colla  mandibola,  superiore  un  po'  curvata  e  in  generale  con  una  leggera  intacca- 
tura subapicale;  base  della  mandibola  superiore  fornita  di  setole;  narici  basilari, 
ovali,  non  coperte  dalle  penne  frontali,  che  giungono  soltanto  sino  al  loro  bordo 
posteriore;  ali  più  o  meno  corte,  di  1(1  primarie,  la  corta  e  spuria,  2°  più  corta 
della  4';  coda  poco  allungata,  di  solito  di  12  penne;  tarso  più  o  meno  robusto, 
scudettato,  ma  di  solito  coperto  sul  davanti  e  di  dietro  da  una  larga  lamella,  in  luogo 
dei  piccoli  scudetti:  diti  piccoli  o  mediocri,  liberi  dalla  base,  specialmente  l'interno, 
l'esterno  riunito  al  mediano  sino  alla  giuntura  basilare;  unghie  mediocri,  arcuate, 
quella  del  pollice  la  massima,  ma  più  corra  del  dito  stesso. 

Piumaggio  ordinario  e  molle;  sessi  di  solito  simili:  giovani  ili  generale  mac- 
chiati, ma,  dopo  perduto  l'abito  d'infanzia,  di  poco  differenti  dagli  adulti:  hanno 
muta  semplice  autunnale  ed  allora  Tallito  di  primavera  e  assunto  pel  lento  logorio 
delle  porzioni  terminali  dei  vessilli  e  per  le  tinte  che  si  tanno  più  vivaci,  o  in- 
vece la  muta  è  doppia,  autunnale  e  primaverile. 

Sono  uccelli  di  solito  migratori;  cantano  più  o  meno  melodiosamente;  le  uova 
sono  poco  numerose  uniformi  o  macchiate;  riguardo  l'Europa  questa  famiglia, 
che  ha  distribuzione  geografica  quasi  cosmopolita,  consta  di  quattro  sottofamiglie. 


(b  II  Cinclus  Pallosi,  Temili,  sembra  essere  stato  veduto  in  grande  quantità  ad  Helgoland  nell'au- 
tunno 1847;  nessun  esemplare  venne  però  ucciso.  E  di  tinta  caffè-cupo,  con  le  ali  eia  coda  nero-bru- 
nastre.  Lunghezza  totale  0,m200;  becco  0,m014;  ala  0,ra090;  coda  0,™053;  tarso  0,»>>030.  Abita  la  Si- 
beria orientale,    il    Kamcialka    e   le    . Mentine,    il    Giappone,    la   Cina   e   le    Indie. 


V.TLANTK   ORNITI SICO  1  •"'  1 


Si  (TTOFAMIGLLA  ACCIAI'i  IRINAE,  Accentorini. 

Becco  quasi  diritto  e  acuto,  ili  solito  più  largo  che  alto  alla  base,  e  coi  bordi 
rientranti;  ali  mediocri;  piedi  abbastanza  robusti;  tarsi  scudettati;  giovani   mac 
chiali. 

Due  generi,  con  circa  20  specie,  compongono  questa  sottofamiglia,  rhe  è  propria 
della  Regione  Paleartica  e  dell'Australia. 

Sono  piccoli  uccelli,  insettivori  e  granivori,  alcuni  abitano  i  Luoghi  alberati, 
nitri  i  rocciosi  e  muli;  fabbricano  un  uido  intessuto  piuttosto  grossolanamente, 
voluminoso  e  aperto,  che  collocano  nei  cespugli  poco  elevati  o  in  qualche  cavità 
del  suolo  o  delle  roccie;  cantano  bene  anche  d'inverno j  camminano  salterellando; 
sono  stazionari,  ma  all'approssimarsi  del  freddo  discendono  verso  sud,  compiendo 
parziali  migrazioni;  il  piumaggio  è  simile  nei  due  sessi,  i  giovani  nel  1°  abito 
sono  leggermente  differenti  dagli  adulti. 

Genere  ACCENTOR,  Bechstein. 

Becco  forte,  diritto,  Lungo,  compresso,  largo  alla  base,  alquanto  conico,  ap- 
puntito, colla  mandibola  superiore  che  sormonta  l'inferiore  e  Leggermente  intaccata 
all'apice;  base  della  mandibola  superiore  con  setole  poco  apparenti;  narici  basi- 
lari, oblique,  lineari,  semichiuse  da  una  larga  membrana;  ali  più  o  meno  rotonde, 
colla  la  remigante  primaria  corta,  3°  e  4'  Le  massime;  coda  abbastanza  Lunga, 
(piasi  quadrata;  gambe  forti:  tarsi  piumati  nella  parte  più  alta,  più  lunghi  del 
dito  mediano  con  unghia  e  coperti  sul  davanti  di  scudetti  Larghi,  il  dito  esterno 
riunito  col  mediano  alla  base;  unghie  forti,  curvate,  con  quella  del  posteriore  molto 
più  lunga  delle  altre  e  subeguale  al  dito  stesso. 

È  un  genere  Paleartico  composto  di  dieci  specie. 

a)  Ali  appuntite  ni  allungate,  eolle  remiganti  secondarie  \>iìi  corte  ih  III'  l  ;  abita  Ir 
roccie  iil  i  luoghi  scoscesi,  nelle  mi  cavità  nidifica  (gen.  A.CCENTOR,  Bechstein 

130.  Accentor  collaris  (Scopoli),  Sordone. 

L  Accentor  alpinus,  Bkchstein  |. 
[Tav.  XVI,  Bg.  8]. 

Parti  superiori  cenerognole,  leggermente  lavate  di  brunastro,  più  scure  sulla 
testa  e  sulla  fronte,  col  centro  delle  penne  nerastro  più  Largo  ed  apparente  sul 
dorso,  ove  i  soli  margini  sono  cenerino-gialletti ;  groppone  di  un  cenerino-gialletto 
più  uniforme:  cuopritrici  medie  e  grandi  delle  ali  e  le  primarie  remiganti  con 
una  macchia  apicale  biancastra;  mento  e  gola  bianche,  con  macchiette  terminali  ne- 
rastre a  scaglia;  petto  ed  addome  di  un  bruno-cenerino,  questo  Lavato  di  rossiccio, 
coll'apice  delle  penne  biancastro,  preceduto  da  una  fascia  preapicale  nerastra  poco 
appariscente;  lati  del  nnpu  e  fianchi  rosso-mattone  uniforme;  parte  bass,-i  dei  fianchi 
rosso-mattone,  col  centro  delle  penne  nerastro    e    i    margini   bianchicci;    sottocoda 


152  ATLANTE    0RN1T0 l<  •• 


bruno-nero,  con  Largo  margine  bianco;  remiganti  co]  margine  esterno  rossiccio  e 
l'apice  bianco-rossiccio;  cucia  bruno^nera,  col  margìm  esterno  olivastro-gialliccio  e 
l'apici  cenerognolo-rossiccio  (ad.).  Parti  superiori  più  marcate  ili  rossiccio;  gastreo 
biancastro-fulviccio,  con  larghi  centri  bruno-cupi  sulle  penne  (giov.  . 

Lunghezza  totale  0,'"185;  becco  0,'"01o;  ala  0,m  105;  coda  0,,n065;  tarso  0,m025. 

Abita  l'Europa  meridionale  dalla  Spagna  alla  Grecia,  all'Asia  minore,  al  Cau- 
caso ed  alla  Persia;  giungendo  accidentalmente  nelle  parti  nordiche  dell'Europa 
centrale  e  nelle  Isole  Britanniche.  Recentemente  il  Sordone,  clic  vive  nella  Peni- 
sola Balcanica,  t'n  distinto  dallo  Tschusi  col  nome  di  .1.  e.  Reiseri.  Esso  ha  tinte 
più  chiare;  le  parti  superiori  ed  il  pileo  sono  grigi,  senza  ombreggiatura  bruna. 
Il  suo  habitat  sembra  estendersi  dalla  Dalmazia  e  dal  Montenegro  alla  Grecia  ed 
alle  Alpi  della  Transilvania (x).  In  Italia  il  Sordone  abita  lo  Alpi  e  gli  Appennini, 
ove  è  stazionario  e  nidifica  nelle  parti  più  elevate,  d'inverno  scende  all'ingiù,  ma 
arriva  di  rado  al  piano;  fu  colto  all'Elba,  in  Sardegna  ed  in  Sicilia.  Alleva  due  covate 
da  maggio  a  luglio.  A  questa  specie  deve  riferirsi  il  Freddolotto  di  Radicofani, 
descritto  nel  1814  dal  Paldacconi  sotto  il  nome  di   Turdus  migratorius. 

b)  Ali  piccole,  rotondate,  con  le  remiganti  !"  lunghe  quanto  li  1''  ;  abita  i  cespugli 
ni  i  siti  alberati,  ove  pone  il  nido  (gen.  Prunella,  Vieillot). 

131.  Accentor  modularis  (Linnaeus),  Passera  scopatola. 

[Tav.  XVI.   lì;;,  (i  o  7  o  Tav.  XL1X,   fig.   1  <ij. 

Testa  e  nuca  grigio-scure,  col  centro  delle  penne  bruno-nerastro  in  contrasto 
con  quelle  del  dorso  nere  nel  centro,  rossiccio-brune  sul  margine;  regione  paro- 
tica  e  penne  sotto  l'occhio  cenerino-brunastre,  striate  di  bianco-fulviccio ;  groppone 
e  sopracoda  di  un  bruno-rossiccio  più  uniforme;  sopraciglio,  lati  della  testa,  del  collo 
e  dell'alto  petto  cenerini;  gola  e  petto  grigio-ardesia:  centro  dell'addome  bianco  quasi 
puro;  fianchi  e  tibie  rossiccio-brunastre,  col  centro  delle  penne  più  cupo;  sottocoda 
bruno-nerastro,  di  un  bianco  leggermente  fulviccio  sul  margine;  cuopritrici  e  remi- 
ganti bruno-nere,  col  margine  esterno  lavato  di  marrone-rossiccio,  più  largo  e  vivace 
sulle  26,  le  più  grandi  cuopritrici  con  una  macchia  bianco  giulietta  all'apice  del 
vessillo  esterno,  che  non  forma  fascia  regolare  sull'ala;  coda  bruno-nerastra,  col 
margine  bruno-oliva  (ad.).  Testa  più  scura;  lati  della  testa  e  sopraciglio  lavati 
di  rossiccio,  che  forma  una  macchia  distinta  sulla  legione  parotica;  mento  e  alta 
gola  bianchicci;  gola  e  petto  grigio-cenerognoli,  coli' apice  delle  penne  rossastro 
ed  una  stretta  fascia  apicale  bianchiccia;  ali  più  rossigne  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m146;  becco  (V'Oli:  ala  0,m067;  coda  0,w0b8;  tarso  0,ffi020. 

Abita  l'Europa  lino  al  Caucaso,  l'Asia  minore,  la  Palestina  e  l'Arabia  Petreà. 
In  Italia  è  stazionaria;  d'estate  dimora  sugli  alti  monti,  ove  nidifica  due  volte  da 
aprile  a  luglio,  d'autunno  scende  al  piano  e  sverna,  specialmente  nelle  provincie 
centrali  e  meridionali.  È  piuttosto  rara  in  Sardegna  e  in  Corsica.  Questa  specie 
va.  facilmente  soggetta  a  varietà  albine. 


'i   Ora.    Mimai.    IX,    n'    !>.    pag.    131      L901). 


1.  Calandrella.    2.  Calandra.     3.  Zigolo  di  Lapponia  Ce/1  ad.)-    4.  Z,.. 
5.  Zigolo  della  neve  Strillozzo.    7.  2 

giallo  i  J  i.     LO.  Zigolo  nero  (a*  ad.).     11.  Ortolano  (o*).     12.  I 


Hoepli,  Editore,  Milano. 


A  I  l.\N  II.    ORNITOLOGI!  0  L53 


132.  Accentor  montaneilus    Pallas),  Passera  scopatola  asiatica. 

Cervice  bruno-grigiastro-scura,  limitata  Lateralmente  da  una  fascia  nera,  che' 
è  seguita  da  un  Largo  sopraciglio  fulvo-ehiaro,  il  quali'  parte  dalla  base  del  liecco 
e  si  dirige  sui  lati  del  collo,  passando  al  disopra  della  regione  parotica;  questa, 
le  redini,  le  penne  sotto  e  attorno  l'occhio  nere;  Lati  del  collo  grigio  cenerini;  dorso 
rossastro,  col  mar-ine  delle  penne  più  pallido  ed  il  centro  bruno-nero;  aroppone  e 
sopracoda  di  un  bruno-uniforme;  gastreo  fulvo-ocraceo,  che  degrada  in  biancastro 
sull'addome;  lati  del  petto  e  fianchi  bruno  castagni,  macchiati  longitudinalmente  di  bruno- 
rossiccio  m/.).  Tinte  generali  più  pallide:  sopraciglio  e  gastreo  biancastri, con  sfu- 
mature e  macchie  brunastre  sulla  gola  e  sul  petto  [giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"151;  becco  0,'"011:  ala0,m075;  coda  0™080;  tarso  0,m019. 

Abita  l'Asia  centrale  ed  orientale  e  la  parte  meridionale  della  Russia  Europea, 
ove  forse  nidifica;  fu  preso  verso  occidente  lino  a  Vienna.  Accidentale  in  Italia; 
un  esemplare  venne  colto  a  Udine  nel  1884  (II.  Musco  ili  Finir.:),  nn  secondo,  che 
sarebbe  stato  ucciso  in  Liguria  nel  1863,  era  nella  Raccolta  Magni  Griffi  (E.  Museo 
ili  Iìumn),  finalmente  una  femmina  di  questa  specie  sarebbe  siala  presa  nell'au- 
tunno 1901  sul  Veronese  e  farebbe  parte  della  Collezione  del  signor  Conte  Car- 
tolari di  Verona  (V.  Dal  Nero,  in  litt.).  Il  Temminck  certo  su  erronee  informa- 
zioni citò  questa  specie  come  frequente  nel  Napoletano  e,  sulla  fede  del  Perini, 
fu  ricordata  di  comparsa  nel  Veneto  dal  De  Betta  e  dal  Ninni.  Ma  il  soggetto  del 
Perini  era  un  A.  atrigularis,  che  il  Perini  ebbe  in  pelle  da  Vienna. 

133.  Accentor  fulvescens,  Severtzow,  Passera  scopatola  bruna. 

Cervice  bruno-nerastra  vivace,  con  una  stria  laterale  nerastra,  seguita  da  una 
fascia  sopracigliare  bianco-fulvicda,  che  parte  dal  becco  r  termina  sulla  nuca;  redini, 
lati  della  testa  e  cuopritrici  auricolari  nere;  dorso  bruno-cenerino-pallido,  col  centro 
delle  penne  più  cupo  ed  uniforme  sul  groppone  e  sul  sopracoda;  mento,  gola  e 
centro  dell'addome  biancastri;  guancie  e  resto  del  gastreo  di  un  fulvo-gialletto,  la- 
vato di  grigio-bruno  sui  fianchi,  che  sono  uniformi  o  col  centro  delle  penne  scuro  ad.). 

Lunghezza  totale  0,m139;  becco  0,m013;  ala  0,'"077;  coda0,m066;  tarso  0,  020. 

Abita  l'Asia  centrale  dal  Turchestan  al  Kascmir  settentrionale,  fu  colto  una 
volta  nel  Caucaso.  La  tinta  dei  fianchi  lo  distingue  tosto  dall'. I.  montaneilus. 

134.  Accentor  atrigularis,  Brandt,  Passera  scopatola  dalla  gola  nera. 

Cervice  bruno-cenerina,  limitata  da  una  stretta  fascia  laterale  nera,  seguita 
da  un  largo  sopraciglio  fulvo- biancastro,  che  parte  dalla  base  del  becco  e  va  fino  sui  lati 
della  nuca;  resto  delle  parti  superiori  cenerino-brune  uniformi,  col  dorso  elesca 
polari  bruno-nerastre  sul  centro  delle  penne;  redini,  lati  della  testa,  porzione  poste- 
riore delle  guancie,  regioni'  parotica  e  gola  nere;  lati  del  collo  cenerino  ardesia;  parte 
anteriore  delle  guancie  e  gastreo  fulvo-vivaci  :  addome  bianco;  sottocoda  cenerino: 
fianchi  bruni,  con  strette  strie  centrali  bruno-nerastro-pallide  (ad.  . 

Atlante  ornitologico.  20 


L54  \  n.  imi.   ORNITOLOGI»  O 


Lunghezza  totale  0,'"1  10;  becco  0,'"013;  ala  0,'"075;  coda0,'"068;  tarso  0,m021. 

Abita  l'Asia  dagli  Urali  al  Turchestan  orientale  e  dagli  Aitai  al  Pangiab. 
Comparve  in  Russia  nel  governo  di  Orenburgo  nel  1885  e  nel  1887-88,  anzi  in 
quest'ultimo  anno  (1888)  ne  Cu  osservato  un  branco  di  oltre   150  individui. 


Sottofamiglia  TURDINAE,  Turdini. 


Becco  sottile,  insettivoro,  compresso,  tanto  alto  che  largo  alla  base,  non  sempre 
fornito  di  setole  nella  porzione  basilare  e  con  una  leggiera  intaccatura  subapicale; 
penna  spuria  sempre  presente,  talora  molto  piccola  e  sempre  più  corta  e  più  stretta 
della  2a;  tarso  coperto  di  un  solo  scudo  allungato  e  con  due  o  tre  scudetti  sopra 
i  diti,  questi  abbastanza  forti;  testa  arrotondala. 

E  una  sottofamiglia  composta  di  circa  150  specie  sparse  su  tutto  il  Mondo, 
eccetto  la  Nuova  Zelanda,  e  più  specialmente  distribuite  nelle  regioni  tropicali; 
abitano  i  boschi;  si  nutrono  di  insetti,  ma  mangiano  anche  bacche  e  frutti;  sono 
erratici,  migratori  ed  in  gran  parte  gregari;  fabbricano  rozzi  nidi  sulle  biforca- 
zioni dei  rami,  talora  cementandoli  con  terra  bagnata,  deponendo  da  4  a  6  uova 
verdastre  o  bluastre,  immacolate  o  macchiate;  alcuni  cantano  melodiosamente; 
camminano  saltellando  ed  imprimendo  bruschi  movimenti  alla  coda. 

In  alcuni  generi  i  sessi  sono  eguali,  in  altri  molto  differenti;  i  giovani  sono 
macchiati  di  sotto  e  di  sopra  e  perciò  diversificano  dagli  adulti;  hanno  muta  sem- 
plice d'autunno,  i  giovani  cangiano  Ir  prime  nell'anno  prima  ili  migrare  e  assumono 
l'uliiti)  degli  adulti,  mentre  la  livrea  primaverile  è  prodotta  dalla  semplice  abrasione 
degli  apici  delle  barbe  dei  vessilli,  e  non  da  muta. 


Genere  TURDUS,  Linnaeu.s. 


Becco  mediocre  e  quasi  diritto,  convesso  al  di  sopra,  colla  mandibola  supe- 
riore poco  curvata  ed  intaccata  presso  l'apice,  e  fornito  alla  base  di  pochi  peli; 
narici  basilari,  ovali,  in  parte  nascoste  da  una  membrana;  ali  acute  o  subacute, 
mediocri,  abbastanza  larghe,  che  arrivano  alla  metà  della  coda,  la  penna  spuria 
molto  corta,  2a  primaria  più  corta  della  3''  e  della  4a,  che  sono  le  maggiori;  coda 
troncata,  abbastanza  lunga,  di  12  penne;  tarso  piuttosto  lungo,  di  poco  ecce- 
dente il  dito  mediano  con  unghia,  l'esterno  riunito  con  esso  alla  base;  unghie 
piuttosto  forti. 

Gli  adulti  sono  macchiati  sul  gastreo  e  di  tinta  uniformo  sulle  parti  superiori,  i 
giovani  nel  1°  abito,  che  dura  pochissimo,  presentano  macchie  anche  sul  disopra; 
i  sessi  sono  simili,  la  femmina  è  soltanto  più  pallida  del  maschio  e  di  solito  ha  il 
mento  e  la  gola  striate,  i  giovani  prima  di  migrare  vestono  un  abito  eguale  a 
quello  degli  adulti  e  se  ne  distinguono  pelle  cuopritrici  alari,  che  hanno  macchie 
apicali  poco  distinte  e  pallide.  I  Tordi  abitano  tutte  le  regioni,  eccetto,  si  può 
dire,  l'Australiana  e  la  sottoregione  Indo-Malese,  e  sono  più  largamente  rappre- 
sentati nella  Neotropica;  in  generale  sono  cantori  per  eccellenza. 


\  1 1  \vi  i     0UNIT01  OfllCO  155 


135.  Turdus  viscivorus,  Linnaeus,  Tordda. 

j  Tw.  XII,  Bg.  1  o  Tav.  XI. Vili.  Bg.  23  |. 

l'arti  superiori  bruno-grigio-olivastre,  più  chiare  sulla  testa,  volgenti  all'ocra 

ceo  sullo  scapolari,  sul  basso  dorso  e  sul  groppone;  nessun  .sopraciglio;  cuopritrici 
alari  grandi  e  medie  con  una  macchia  apicale  grigio-biancastra;  gasi  reo  bianco, 
timo  di  l'ulviceiu.  specialmente  sul  petto,  sull'addome,  sui  fianchi  e  sul  sottocoda, 
e  con  piccole  macchiette  nere  triangolari  sull'alto  petto,  ovali  sulla  parte  bassa 
dello  stesso  e  sull'addome  e  che  si  allargano  notevolmente  sulla  parie  centrale 
del  peite,  vai  fianchi  e  sul  basso  addome;  porzione  mediana  dell'addome  e  calzoni 
biancastri;  timoniere  cenerino  brunastre,  olivastre  dal  lato  esterno,  con  una  macchia 
bianca  all'apice  delle  laterali  sul  vessillo  interno;  ascellari  e  cuopritrici  inferiori 
delle  ali  bianche  (ad.),  l'ani  superiori  con  gli  apici  delle  penne  in  gran  parte  nera- 
stri, lime  di  ocraceo  gialletto  e  con  fascie  Longitudinali  di  eguaJ  colore;  cuopritrici 
alari  con  larghi  spazi  a  pi  cali  od  una  macchia  triangolare  terminale  gialliccia;  gastreo 
tinto  vivamente  di  giallo-ocraceo  e  con  macchie  meno  numerose  (giov.  nel  /"  abito). 

Lunghezza  totale  0,'  295;  bocce  0,m021;  ala  0,ra145;  coda  0,'  105;  larso  0,m0.;.'.. 

Abita  la  regione  Paleartica  ad  oriente  sino  al  Lago  Baikal;  d'inverno  giunge 
nei  paesi  Mediterranei,  Dell'Africa  settentrionale,  nell'Asia  minore  e  nella  Persia. 
Questa  specie  nidifica  pure  nell'Imalaia,  discendendo  a  svernare  al  piano  T.  Hodgsoni, 
Homeyer),  ciò  che  avviene  anche,  ma  raramente,  nel  Nord  dell'Africa.  In  Italia  è 
specie  stazionaria,  nidifica  ovunque,  ma  più  che  altro  sui  monti,  di  autunno  molti 
ci  arrivano  dal  Nord  per  svernare  o  di  passo;  allora  è  più  comune,  però  non  è  mai 
abbondante.  Alleva  due  o  tre  covate  da  febbraio  a  giugno.  La Tordela  va  soggetta 
a  numerose  anomalie  di  colorito  e  più  di  frequente  al  melanisnio,  a  tali  fatti  si 
devono  i  supposti  ibridi  col  Merlo,  incrocio  che  invece  è  molto  raro. 

136.  Turdus  musicus,  Linnaeus,  Tordo. 

[Tav.   XII.   fi;;-.   L'  o  Tav.   XLVI1I.   fig.   21]. 

Parti  superiori  oli va-br uno-cupe;  redini  e  sopraciglio  poto  distinto  e  ristretto  iti  mi 
bianco-gialletto;  cuopritrici  auricolari  bruno-ocracee;  cuopritrici  medie  e  grandi  delle  ali 
internamente  bianco-scure,  esternamente  ocracee,  le  più  interne  con  una  macchia 
apicale  bianco  fulva;  gastreo  bianco,  tinto  di  gialletto  sui  lati  del  collo  e  sul  petto  e 
di  fulviccio-oliva  sui  fianchi;  gola  bianca  nella  parie  centrale,  con  macchie  triangolari 
sui  lati  e  (die  si  allargano  notevolmente  sul  petto,  ove  sono  o  triangolari  od  ovali  e  si 
fanno  allungate  sui  fianchi;  centro  dell'addome  quasi  immacolato;  cuopritrici  inferiori 
tirile  a  li  ed  ascellari  aranciato  vive;  coda  di  un  oliva-bruno,  lavato  di  rossiccio  .,uì.  i.  Parti 
superiori  bordate  di  rossiccio,  penne  della  testa  e  del  dorso  con  tinte  bianche  nel 
centro  delle  stesse;  redini  e  fascia  sopracigliare  di  un  fulvo-ocracco  vivo;  gastreo  più 
intensamente  lavato  di  ocraceo,  con  le  macchie  più  rade  e  più  piccole  (giov.  uri  l'abito  . 

Lunghezza  totale  0,m247;  becco  0,'"017;  ala  0,'"llf>;  coda0,m088;  tarso  0,'"030. 

Abita  la  Regione  Paleartica  occidentale,  estendendosi  verso  esl  sino  alla  Val- 
Lata  dcdlo  Jenissei,  divenendo  sempre  più  raro  nelle  regioni  orientali  della  Siberia. 
Nidifica  ovunque  in  Europa,  ma  in  special  modo  nelle  parti  centrali  e  settentrio- 
nali; svernando  nelle  meridionali,  nel  Nord  dell'Africa,  nella  Palestina,  in  Egitto 


156  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


e  più  di  rado  nella  Nubia  e  nell'Arabia.  In  Italia  è  dappertutto  molto  abbondante 
all'epoche  del  passo;  quale  uccello  invernale  è  molto  copioso  nelle  provincie  cen- 
trali e  meridionali  e  nelle  Isole.  Nidifica  sugli  alti  monti,  più  che  altro  nella  Valle 
Padana  dall'aprile  al  luglio,  allevando  due  covate;  ma  come  estiva,  è  specie  ovunque 
piuttosto  rara.  Il  Tordo  va  soggetto  a  numerose  anomalie  di  colorito  e  s'incrocia 
col  T.  iliaeus  (Collett);  sembra  perù  che  il  Turdus  illuminus,  Lòbenstein,  descritto 
dal  Mcvos,  sia  L'ibrido  '/'.  iliaeus  X  T.  pilaris. 


137.  Turdus  ustulatus  Swainsoni  (Cabanis),  Tordo  di  Swainson. 

[Turdus  Swainsoni,  Cab.]. 

Parti  superiori,  ali  e  coda  con  color/  di  un  bruno-oli ni ,  ijna  <■  Hi  verdastro;  redini, 
circolo  afidi inico,  lati  della  testa  e  del  collo  ocraceo-accesi  ;  gola  biancastro-ocracea, 
limitata  da  un  mustacchio  brunastro;  petto  di  un  ocraceo-acceso,  con  poche  macchie 
triangolari,  estese  anche  sui  lati  della  gola,  sulle  guancie  e  sulla  parte  più  alta 
dei  fianchi,  resto  del  gastreo  bianco,  tinto  di  oliva-pallido  sui  fianchi;  ascellari  e 
cuopritrici  inferiori  delle  ali  fulve,  lavate  di  bruno  {ad.).  Parti  superiori  con  mac- 
chie giallastro-rugginose  sullo  stelo  delle  penne  e  l'apice  scuro  (giov.  nel  1"  aiuto). 

Lunghezza  totale  0,'"182;  becco  0,'"012;  ala  U,"1UU;  coda  0,'"070;  tarso  0,n,027. 

Aiuta  l'America  nord-orientale,  spingendosi  verso  oriente  sino  alle  Montagne 
Rocciose,  nidificando  al  Nord  degli  Stati  Uniti  e  svernando  dalla  Vallata  del  Mis- 
sissipi  fino  al  Panama  ed  al  Perù;  fu  trovato  qualche  volta  nella  Siberia  orientale. 
Accidentale  in  Europa,  fu  preso  nell'Holstein  molti  anni  fa  {Musco  i/i  Amburgo), 
a  Namur  nel  Belgio  nell'ottobre  1847  (L'oli,  de  Selys-Longehamps),  ad  Helgoland 
nel  1869  {Coli.  Gatké).  In  Italia  vennero  catturati  tre  esemplari,  colle  seguenti  date: 
18-UJ  presso  Genova  (H.  Museo  di  Firenze),  1878  presso  Rovereto  (/.  lì.  Musco  di  Ro- 
vereto), ed  uno  nella  Collezione  Magni-Griffi  colto  in  Liguria  (Cara*  \i),  il  (figlioli  non 
lo  vide  quando  visitò  quella  Raccolta,  questo  esemplare  è  ora  nel  R.  Museo 
di  Roma  e  porta  la  data  «  1869,  Sarzana  »  (Conte  di  Carpegna,  in  liti.). 

Il  2  novembre  1901  fu  ucciso  nell'Isola  d'Elba  un  piccolo  Tordo  che,  esami- 
nato dal  Prof.  Martorelli  di  Milano,  fu  riconosciuto  per  un  Turdus  Aliciae.  Il  Turdus 
Aliciae  sarebbe  una  sottospecie  del  Tordo  di  Swainson  e  secondo  i  sigg.  Baird, 
Brewer  e  Ridgway(1)  ne  differirebbe  pei  seguenti  caratteri:  «  Statura  maggiore,  becco 
più  lungo  ed  ali  specialmente  più  grandi.  Dorso  di  un  oliva  più  verdastro.  Petto 
e  lati  della  testa  del  tutto  senza  tinte  fulviccie,  od  appena  indicate  sull'alto  petto. 
I  caratteri  principali  si  riscontrano  sui  lati  della  testa.  Qua  e  là  non  è  manifesta 
la  stria  chiara  dalle  narici  all'occhio  e  si  distingue  appena  l'anello  chiaro  attorno 
all'occhio,  l'intiera  regione  essendo  oliva-grigiastra,  con  leggiere  strie  chiare  sullo 
stelo  delle  cuopritrici  auricolari.  I  lati  del  corpo,  le  ascellari  e  le  tibie  sono  grigio- 
olivastre,  senza  le  tinte  fulviccie  che  si  notano  nel  T.  Swainsoni, 

Questa  sottospecie  (-,)  abita  l'America  nord-orientale  fino  sulle  coste  dell'Oceano 


(•)   X.-Am.    liirds,    I,   p.    11. 

(2)  Alcuni  Autori  considerano  il   Turdus  Aliciae,   Baird   comò  buona  specie;  altri   quale   sottospecie 
col  uome  di   Turdus  swainsoni  vai.  aliciae,  C'oues  (1872)  o  T.  ustulatus  aliciae,  Coues  (1885). 


ITLANT1     0RNIT0L06K  0  157 


Artico,  nidificando  in  quantità  straordinaria  alle  bocche  del  Mackenzie  e  del  Cop- 
permine, svernando  ;il  sud  sino  a  Costa  Rica.  Fu  colta  in  Siberia  a  nord  di  .Ja- 
kutsk  e  nella  Penisola  dei  Ciucci,  ma  non  fu,  a  quanto  pare,  catturata  nella  Re- 
dimii- Paleartica  occidentale,  a  meno  che  non  siano  ad  essa  riferibili  o  nel  tutto 
ud  in  parte  i  soggetti  del   T.  itstulatus  Swainsoni  presi  in  Europa. 

138.  Turtlus  aonalaschkae  Pallasi   :    (Cabanis),  Tordo  mino. 

I  Turdus  Pallasi.  Cab.,  T.  nanus,  Ari..  J. 

l'arti  superiori  di  un  bruno-oliva  sfumato  «li  rossiccio; circolo  oftalmico  bruno-cupo 
groppone  e  cuopritrici  alari  rossiccie;  gastreo  bianco,  lavato  ti i  fulvo-pallido  sul  petto, 
sul  sottocoda  e  di  bruno  sui  Banchi;  guancie,  lati  della  gola,  del  collo  e  del  petto 
con  macchie  ben  distinte,  subtriangolari,  brunastro-cupe;  fianchi  olivastro-pallidi, 
coll'apice  delle  penne  bruno-pallido;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed  ascellari 
bianche  debolmente  fulviccie,  in  parte  lavate  di  bruno;  ceda  di  un  bruno-rossiccio 
vivo  ■"</..  Leggermente  più  rossiccio  degli  adulti  sulle  parti  superiori  e  con  mac- 
chie giallastro-rugginose,  longitudinali  e  nere  sul  margine;  gola  e  petto  fulvi  con 
macchie  nere;  petto  e  lati  del  corpo  con  fascie  scure  agli  apici  delle  penne  giov. 
ih  l  l"  abito). 

Lunghezza  totale  0,'"190;  becco  0,m016;  ala  0,  096;  ceda  0,m073;  tarso 0,m029. 

Abita  l'America  uord-orientale,  nidificando  al  Nord  degli  Stati  l'aiti;  sver- 
nando dal  40'  fino  alla  Florida  ed  a  Cuba,  sempre  sul  lato  orientale.  E  accidentale 
in  Europa;  venne  colto  nell'Annali  nel  dicembre  1*lV>  (Naumanri),  ad  Helgoland 
nell'ottobre  1836  {Coli.  Gàtke),  nella  Svizzera  {Museo  ili  Strasburgo),  presso  Vienna 
nel  L846  Thienemann),  ed  in  Italia  a  Genova,  nell'anno  L854  circa  (//.  Museo  ili  Fi 
renxe).  Le  catture  avvenute  nella  Svizzera,  presso  Vienna  ed  a  Genova  sono 
molto  dubbiose. 

Il  Turdus  olivaceus,  Linnaeus  dell'Africa  meridionale,  fu  citato  dal  De  Filippi 
come  comparso  in  più  esemplari  presso  Brescia  nel  1843,  la  qual  cosa  poi  fu  ri- 
petuta dal  Bonaparte  e  dal  Degland  e  Gerbe.  Questa  specie  va  però  cancellata 
dal  novero  delle  Europee,  ed  a  questo  proposito  il  Conte  Salvador]  .'-',  ha  tornito 
eccellenti  motivi.  Cosi  il  Turdus  barbaricus,  filato  dal  Iìis>o  pel  Nizzardo,  è  ancora 
un'incognita,  certo  trattasi  di  qualche  sbaglio  di  specie  ed  ali/uni  Autori  giunsero 
fino  a  intravedervi  ['Oriolus  oriolus  (Linnaeus). 

Il  Turdus  migratorius,  Linnaeus  comparve  più  volte  nei  Cataloghi  Europei  come 
presso  in  Irlanda,  presso  Dover,  ad  Helgoland,  presso  Vienna  e  Ilei  lino  ed  in  Boemia, 
perù  parecchi  degli  Autori  più  noti  non  lo  ammettono  pel  latto  notorio  che  molti 
Tordi  migratoli  sono  portati  in  Europa,  come  uccelli  di  gabbia.  Abita  le  regioni 
settentrionali  dell'America  del  .Nord.  11  T.  migratorius,  che  l' Ab.  Baldacconì  trovò 
in  Toscana  e  descrisse  sotto  tale  nome,  come  dissi,  altro  non  è  che  V Accentar  collaris, 
ciò  che  riconobbe  per  primo  il  Bonaparte. 


(')  11  Seebohm  (Cai.  Birih  III  il.  Mus.  V,  pag.  199,  1881)  ha  esaurientemente  spiegato  come  è  meglio 
adottare  il  nome  «li  T.  l'all<mi.  Cabanis,  1816,  anziché  quello  ili  T.  nanus,  Aadubon,  1839,  che  puri' 
avrebbe  la  priorità. 

(2)  Faun.  d'Italia,  Uccelli,  p.  80-81  (1872). 


1.VS  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


139.  Turdus  pilaris,  Linnaeus,  Cesena. 

[Tav.  XII,  fig.  4  e  Tav.   XLVI1I,  fig.  26  |. 

Fronte  e  cervice  cenerino-piombate,  col  centro  delle  penne  nerastro;  parte 
posteriore  del  collo,  basso  dorso,  groppone  e  sopracoda  cenerino-piombati;  dorso, 
scapolari,  piccole  cuopritrici  marrone,  misto  a  nerastro  sul  centro  delle  penne  e 
cenerognole  all'apice;  stretto  sopraciglio,  dal  becco  alla  parte  posteriore  dell'occhio, 
bianco-fulviccio;  gola  e  petto  giallo-aranciati  vivi  col  centro  delle  penne  bruno- 
nerastro,  che  assume  forma  di  macchia  lanceolata  sui  lati  del  petto;  fianchi  con 
una  grande  macchia  nerastra  alla  base  delle  penne  e  tinti  di  castagno  sul  margine; 
addome  e  centro  del  basso  petto  di  un  bianco-puro;  cuopritrici  delle  ali  ed  ascellari 
bianco-candide;  timoniere  nerastre,  con  margini  grigiastri  (ad.).  Colorito  generale 
più  cupo;  dorso  e  scapolari  con  fascie  longitudinali  biancastre  sul  centro  delle 
penne,  che  volgono  al  fulviccio  sulle  piccole  e  medie  cuopritrici  delle  ali,  tali 
fascie  bordate  e  terminate  di  nero;  groppone  con  margini  grigio-bianchicci  {gioì: 
ari  1°  abito). 

Lunghezza  totale  0,'"275;  becco  0,'"019;  ala  0,'"156;  coda0,m105;  tarso  0,ra053. 

Le  colorazioni  ocracee  della  gola  e  del  petto  variano  assai  d'intensità  e  così 
le  macchie  nere  sul  gastreo,  che  diversificano  anche  nella  forma;  questa  specie 
va  soggetta  a  numerose  varietà  di  tinta  e  specialmente  al  melanismo,  sono  però 
rari  gli  individui  del  tutto  neri;  sembra  incrociarsi  colla  .1/.  menila  (Linnaeus). 
Il  mio  amico  Prof.  Martorelli  anzi  ha  recentemente  descritto  (l)  una  Cesena  da 
lui  creduta  ibrido  di  T.  pilaris  e  .1/.  menila  (L.).  Io  ricordo  benissimo  quell'esem- 
plare, che  comperammo  assieme  sul  mercato  di  Milano  il  7  novembre  1900,  e  fin 
d'allora  mi  dichiarai  contrario  a  questa  ipotesi;  ritengo  fermamente  che  sia  una 
semplice  varietà  melanica,  posseggo  infatti  quattro  esemplari  nella  mia  Raccolta 
con  analoghe  colorazioni,  tre.  hanno  statura  intermedia  ed  uno  di  Cesena,  le  tinte 
sono  consimili  al  soggetto  del  Martorelli,  così  la  forma  delle  ali  è  accorciata, 
il  becco  in  uno  di  essi  è  giallo  sino  all'apice,  le  penne  nere  si  mescolano  alle  nor- 
mali, etc. 

Nidifica  nelle  foreste  nordiche  della  Regione  Paleartica  dall'Islanda  allo  Je- 
nissei,  giungendo  fino  alla  Dauria  ed  al  Baikal  e  di  rado  in  quelle  dell'Europa 
centrale;  sverna  nell'Europa  meridionale,  ma  è  raro  nella  Spagna;  giunge  però 
nell'Africa  settentrionale,  nelle  Canarie,  nell'Asia  minore,  nel  Turchestan,  nel 
Kascmir  e  nell'India  nord-occidentale.  In  Italia  è  specie  di  passo  ed  invernale, 
arriva  in  ottobre  ed  in  novembre,  si  trattiene  fino  a  marzo;  di  solito  è  poco  ab- 
bondante e  di  comparsa  irregolare  in  parecchie  Provincie  meridionali  e  nelle  Isole. 
La  sua  nidificazione  nel  Veneto  e  nel  Trentino  merita  conferma,  ed  è  poco  probabile. 

140.  Turdus  iliacus,  Linnaeus,  Tardo  sassello. 

|  Tav.   XII.   Bg.  3  o  Tav.   XLYIII.   Kg.   25  |. 

Parti  superiori  bruno-cupo,  leggermente  rossiccie  sulla  fronte  e  sulla  cervice; 
rei  li  ni  nerastre;  un  largo  sopraciglio  bianco-fulvo  che  'parte  dal  becco,  sorpassi!  l'occhio 


\')  Atti  Soc.  Ital.  Se.  Nat.,   Voi.  XL,  pp.    L29-151   (1901). 


ah. ami.  oasi roLOGii  o  L59 


e  termina  sui  lati  dell'occipiti  ;  cuopritrici  auricolari  bruno-scure;  grandi  cuopritrici 
alari  con  mar-ini  bruno-castagni  e  macchie  apicah"  più  pallide  ed  indistinte;  ga- 
streo  bianco,  tinto  di  fulviccio  sui  petto  e  di  castagno-acceso  sui  fianchi;  mento  e 
centro  della  gola  senza  macchie;  lati  della  gola,  petto,  Lati  dell'addome  e  fianchi 
con  strie  brunastre,  formate  dai  centri  scuri  delle  penne;  cuopritrici  inferiori  delle 
ali  ed  ast< limi  castagno  vivaci;  coda  bruno-olivastra,  coi  mar-ini  più  pallidi  ad.). 
Parti  superiori  grigio-brune,  eolla  cervice  olivastra;  sopraciglio  distinto,  ma  più 
ristretto;  tinte  castagne  più  pallide;  penne  del  dorso  e  scapolari  con  un  tratto 
bianco-gialletto  sul  loro  centro  [giov.  nel  l"  abito). 

Lunghezza  totale  0,  240;  becco  0,  018;  ala  0,'  120;  codaO,  080;  tarso  0/-030. 

Abita  l'Europa,  nidificando  nell'estremo  Noni  dall'Islanda  alla  Vallata  dello 
Jenissei;  sverna  nelle  parti  meridionali,  nell'Algeria,  nella  Persia,  nel  Turchestan 
e  nell'Imalaia  nord-occidentale.  In  Italia  è  specie  comune  all'epoche  del  passo  e 
nell'inverno,  più  frequente  nelle  parti  settentrionali,  però  sempre  meno  abbondante 
del  '/'.  musicus.  Mai  ebbi  nidiace]  del  Tordo  sassello  e  creilo  che  la  sua  nidificazione 
nelle  Alpi  Venete  meriti  conferma. 

Questa  specie  va  soggetta  a  numerose  varietà  albine  e  melaniche,  né  sono 


rari  i  soletti  rossicci. 


Genere  MERULA,  Leach. 

Ha  i  caratteri  del  gen.   Turdus  e  Oeoeichla,  ed  è  distinto  dal  primo  pel  fatto 

che  i  sessi  nel  più  gran  numero  dei  casi  sono  differenti  e  che  i  maschi  ad.  hanno 
di  solito  piumaggio  uniforme,  tanto  sulle  parti  superiori  che  sulle  inferiori  e  sono 
senza  strie  sulla  gola;  dalle  Gemi,  hi, i,  perchè  è  sempre  mancante  la  banda  tra- 
sversale chiara  sulla  l'accia  inferiore  delle  ali.  Queste  distinzioni  servono  bene  pelle 
specie  Europee,  ma  non  pelle  esotiche  nei  riguardi  del  gen.  Turdus  e  la  separa- 
zione è  piuttosto  artificiale.  I  giovani  sono  macchiati  di  sotto  e  di  sopra. 

I  Merli  mancano  nelle  Regioni  Etiopica  e  Neartica,  e  sono  rappresentati  in 
tutte  le  altre  da  circa  50  specie,  alcune  delle  quali  di  dubbia  validità  specifica; 
tre   o   quattro  soltanto  nidificano  in  Europa. 

Vivono  sugli  alberi,  cantano  armoniosamente  e  costruiscono  nidi  aperti,  ben 
fatti,  composti  di  foglie  secche,  di  radici,  di  musco  e  di  fango  e  li  collocano  di  solito 
a  poca  altezza  dal  terreno  sui  cespugli,  sulle  mura,  frammezzo  all'edera  e  talora 
a  terra  specialmente  nel  1°  anno  di  età;  le  uova  da  4  a  7  sono  verdi-bluastre, 
macchiate  di  bruno-rossastro  a  vari  toni  di  tinta.  Si  nutrono  d'insetti,  di  bacche 
e  di  frutti. 

141.  Merula  obscura    (ìmk.i.in.  Tordo  oscuro. 

[Turdus  pallens,  Pali..,  T.  obscurus,  Qm.]- 

|  T.u.   XIII,  Kg.  8  |. 

Parti  superiori  bruno-oliva-vivaci,  tinte  di  lavagna-bruno  sulle  redini  e  sulla 
regione  parotica  e  di  grigio-cupo  sulla  testa  e  sulla  nuca:  un  sopraciglio  distinto, 
che  si  esteude  sino  alla  parte  laterale  della  nuca,  mento  ed  un  largo  spazio  sotto 
l'occhio,  che  si  unisce  al  mento,  bianco-puri;  parte  alta  della  gola  e  guancic  bruno- 


1(50  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


lavagna-cupe;  pitto  e  fianchi  ili  un  araneiato-fulvo-eupo ;  resto  del  gastreo  bianco, 
tinto  di   bruno-grigio  sul  sottocoda;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed  ascellari  di  un 

grigio-lavagna-pallido,  coll'apice  delle  penne  biancastro;  coda  bruno-cupa,  bianca 
all'apice  sul  vessillo  interno  delle  timoniere  laterali  (mas.  ad.).  Manca  il  grigio-cupo 
della  cervice,  della  nuca  e  dei  lati  della  testa;  la  gola  è  biancastra  con  strie 
brunastre;  i  fianchi  castagno-bruno-pallidi  (femm.  ad.  .  l'arti  superiori  olivastre,  con 
una  stria  longitudinale  ocracea  lungo  lo  stelo  delle  penne;  il  sopraciglio  poco  di- 
stinto e  la  gola  lavati  di  ocraceo;  vessilli  esterni  delle  cuopritrici  alari  e  delle 
2e  interne  ocracei  all'apice;  gastreo  bianco,  macchiato  di  bruno-cupo  sulle  penne 
delle  guancie,  del  petto  e  dei  fianchi,  quest'ultimi  su  fondo  di  tinta  aranciata 
(giov.  uri  1"  abito). 

Lunghezza  totale  0,ra210;  becco  0,'"015;  ala  0,m130;  coda  0,'"085;  tarso  0,'"032. 

La  tinta  della  gola,  del  petto,  dei  fianchi  e  delle  cuopritrici  inferiori  delle 
ali  distinguono  a  priori  questa  specie  dal  T.  iliacus,  cui,  a  prima  vista,  somiglierebbe. 

Abita  la  Siberia  orientale,  la  Mongolia  ed  il  Kamciatka;  svernando  nelle  parti 
sud-orientali  dell'Asia,  nelle  Filippine,  nell'India,  nel  Malacca  e  nell'Arcipelago 
Malese.  È  accidentale  nel  Turchestan,  nel  Nepal  e  nei  seguenti  paesi  d'Europa: 
Germania,  Austria,  Boemia,  Olanda,  Belgio  e  Francia.  In  Italia  è  uccello  di  passo 
accidentale  e  molto  raro,  comparve  almeno  dieci  volte  d'autunno  e  d'inverno;  cinque 
volte  in  Piemonte, due  nel  novembre  1827  (R.  Museo  ili  Twino),  una  nel  novembre  1828 
(B.  Museo  di  Pisa),  due  nell'ottobre  1899  a  Pinerolo  (/?.  Musco  di  Firenze);  tre 
volte  in  Toscana,  a  Siena  nel  1877  (C'oli.  Magni-Orifp,  quest'esemplare  è  ora  nel 
R.  M/isro  ili  Roma,  colla  data  1876  «  Olivete  a  Fungaja,  Siena  »,  Conte  di  Car- 
pegna,  in  liti.),  febbraio  1897,  Palaja  presso  Pisa  (Coli.  Marchese  Ridolfì);  no- 
vembre 1899  a  Siena  (Coli.  Brogì);  una  volta  a  Roma  nel  dicembre  1879  (R.  Museo 
ili  Firenze)  e  finalmente  l'ultimo  trovato  sul  mercato  di  Milano  dal  prof.  Marto- 
relli,  proveniva  dalla  Maremma  Toscana  (ottobre  1898,  Museo  Civico  di  Milano). 

Il  Temminck  citò  la  .V.  pallida  (Gm.)  come  colta  nel  1823  in  Sassonia,  il  Bo- 
nelli  ed  il  Gene  come  comparsa  presso  Torino;  secondo  il  Dresser,  tali  soggetti 
sono  semplici  M.  obscurae,  quantunque  quella  figurata  dal  Gould  nella  sua  classica 
opera  sugli  Uccelli  d'Europa  sia  una  vera  M.  pallida,  specie  che  abita  la  Siberia 
orientale  ed  il  Giappone.  Il   T.    Werneri  del  Bonelli  è  la  .1/.  obscura. 

142.  Menila  fuscata  (Pallas),  Cesena  fosca. 

LTurdus  Naumanni,  Auot.  Ital.  nec  Temminck,  T.  fuscatus,  Pali..,  T.  dubius,  Gjgl.  Dee  Bchst.]. 

Fronte,  cervice  e  nuca  neri  nel  centro  delle  penne,  rossigno-grigiastri  sul 
margine;  dorso  dello  stesso  colore,  coi  margini  rossigni  più  vivaci;  groppone  e 
sopracoda  nerastri  presso  lo  stelo  alla  base  delle  penne,  rossigno-chiari  nel  resto, 
gialletto-cenerognoli  all'apice;  coda  bruno-scura,  talora  tinta  di  castagno  sul  ves- 
sillo interno;  un  largo  sopraciglio,  dal  becco  ai  lati  dell'occipite,  bianco-fulviccio; 
un  grande  spazio  nerastro  e  rossigno  sulla  regione  parotica  e  sui  lati  della  faccia; 
gola  e  collo  bianco-fulvicci,  immacolati  nella  parte  centrali',  con  numerose  mac- 
chiette triangolari  bruno-nerastre  sui  lati:  petto  coperto  di  macchie  nere,  terminate 
di  bianco-grigiastro;  fianchi  con  grandi  macchie  nere,  ornate  di  una  banda,  preapicale 
rossigna  e  coll'apice  bianco-grigio;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed  ascellari  ca- 
stagno-pallide, biancastre  all'apice;  coda  bruno-scura,  tinta  di  castagno  sul  vessillo 


Tav.  21. 


Z^VA^-vyuV^- 


I.  Zigolo  muciatto  (cf  ad.).    2.  Zigolo  muciatto  (9).    3.  Migliarino  di  padule  |    '  in  abito  di  primavera.     I    Mi- 
gliarino ili  padule  (a*  in  abito  d'autunno).    5.  Zigolo  gola  rossa  (<f  ad.).    6.  Fringuello  y  ad.).    7.  Fringuell 

8.  Peppola  (cf  ad.  in  abito  di  primavera).     9.  Peppola  (tf  ad.  in  abito  d'autunno,.     [0.  Fringuello  della  neve 

II.  Passera  oltremontana  (<?  ad.).    12.  Passera  oltremontana  ,  J  ,.     13.  Passera  mattuggia.     M.  Passera  lagia. 


Ulrico  Hoppli.  Editore,  Milano. 


V'I'I.AN  II      CHINI  KM  Olile  o  II'.  I 


interno  delle  timoniere,  faccia  inferiore  della  stessa  bruno-rossiccia  (mas.ad.).  Parti 
superiori  più  chiare;  parie  bassa  della  gola  e  petto  fulvo  cenerognoli,  con  macchie 
terminali  bruno-scure  femm.  ad.).  Parti  superiori  più  pallide  e  più  brunastre  degli 
adulti,  con  margini  ocracei  sulle  cuopritrici  delle  ali  e  sulle  2"  interne;  parti  in- 
feriori conio  le  femmine  ad.,  ma  colle  macchie  più  grandi  giov.  nel  l"  abito). 
Lunghezza  totale  0,m234;  becco  0,m018;  ala0,m130;  coda  0,'"105;  tarso  0,m034 
Abita  la  Siberia  orientale,  verso  occidente  fino  allo  Jenissei  e  verso  oriente 

tino  al  Kamciatka  ;  sverna  nel  Giappone  e  nella  Cina  meridionale,  e  talvolta  giunge 
sino  all'India  nord-occidentale.  È  accidentale  in  Europa,  comparve  in  Russia,  nel 
Belgio  (de  Selys-Longckamps  e  nella  Francia  meridionale  (Jaubert  <&  Barthelemy);  in 
Italia,  questa  specie  fu  colta  nel  1829  presso  Torino  (R.  Museo  Zoologico),  nel  L844 
e  nel  1887  presso  Brescia  (tre  esemplari,  uno  dei  quali  è  nella  Raccolta  Camoxxi 
l'irturif,  nel  isti.")  sui  monti  presso  Spezia  [Coli.  Maani-Oriffi,  ora  nel  /.'.  Museo  ili 
Unum);  nel  novembre  1*79  nel  Chianti  ,'/■'.  Museo  ili  Firenze),  nel  febbraio  1893 
presso  Bergamo  (mia  Collezione)  e  nel  novembre  1899  presso  Verona  (mia  Colle- 
zione). Questa  specie  fu  talora  citata  sotto  il  nome  di  T.  dubius. 

143.  Menila  Naumanni    Tk\imi\<  k  .  Cisoia  di  Naumann. 

[Turdus  Naumanni,  Timm.j. 

[Tav.  XIII.  fig.  10]. 

Parte  superiore  della  testa  grigio-bruno-olivastra,  con  una  stria  bruno-opaca 
sul  centro  delle  penne;  nuca  e  dorso  di  egual  colore,  ma  senza  la  stria  centrale  ; 
un  sopraciglio  fulvo-rossiccio  dalla  base  del  becco  fin  sui  lati  della  nuca;  grop- 
pone e  sopracoda  rosso-rugginosi  e  bruno-grigi;  poche  macchie  nerastre  sui  lati 
del  collo,  alcune  formano  come  un  mustacchio;  tinta  del  mento  e  della  gola  va- 
riabile dal  bianco-giallo  al  castagno- vivace  ;  centro  dell'addome  bianco;  il  resto 
delle  parti  inferiori,  comprese  le  penne  dei  fianchi,  distillino,  con  larghi  margini  bianchi; 
cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed  ascellari  castagno-chiare  coll'apice  biancastro,  come 
nella  .1/.  fuscata;  coda  grigio-bruna  nella  metà  apicale  di  entrambi  i  vessilli  sulle 
due  mediane  e  sul  vessillo  esterno  delle  altre,  nel  resto  castagno  chiara,  faccia 
interiore  della  stessa  fulvo-accesa  {mas.  ad.).  Parti  superiori  olivastre:  groppone  la- 
vato di  rossiccio;  tinte  della  gola  e  del  petto  più  pallide  e  marginate  di  scuro 
(femm.  ad.).  Parti  superiori,  compreso  il  groppone,  di  un  olivastro  più  bruno  che  nel- 
l'adulto; sopraciglio  meno  sviluppato:  gastreo  bianco,  coi  fianchi  tinti  di  rossiccio; 
coda  bruno-cupa,  rossiccia  solo  alla  base  della  timoniera  esterna  {giov.  nel  I"  abito). 

Lunghezza  totale  0,'"240;  becco  0,'"017:  ala0,,n130;  coda0,'"106;  tarso  0,m033. 

La  .1/.  Naumanni  in  ogni  età  è  sempre  affatto  differente  dalla  .1/.  fuscata, 
perchè  la  prima  ha  le  macchie  sui  fianchi  fulvo-accese  e  la  seconda  nere, 
inoltre  da  adulta  la  M.  fuscata  ha  la  faccia  inferiore  della  coda  bruno-nocciola- 
scura,  la  M.  Sun  mulini  fulvo-accesa  ;  da  giovane  la  .1/.  fuscata  presenta  il  sopra- 
ciglio più  bianco,  manca  il  rossiccio  o  fulvo-acceso  sul  gastreo,  la  faccia  inferiore 
della  coda  è  bruno-nerastra  e  non  rossiccia;  inoltre  a  parità  la  M.  fuscata  è  sempre 
di  minore  statura  della  .1/.  Naumanni. 

Abita  la  Siberia  orientale,  il  Baikal,  la  Dauria,  la  Manciuria  e  la  Corea,  e 
sverna  nella  Cina,  specialmente  nelle  sue  parti  occidentali.  Accidentale  in  Europa, 
comparve  più  volte  nella  Slesia,  in  Germania  e  nell'Ungheria,  una  volta  nel  Belgio 

Atlante  ornitologico,  ji 


Ili'.'  ATI. AMI.    ORNITOLOGICO 


e  due  nella  Francia  meridionale.  Venne  citata  tra  gli  Uccelli  d'Italia,  e  l'errore 
basa  positivamente  su  alcuni  degli  individui  di  M.  fmcata  già  citati,  colla  quale 
venne  confusa,  né  mai  finora  apparve  tra  noi;  e  così  alcune  delle  catture  Europee 
riferite  a  tale  specie  andrebbero  forse  ascritte  alla  .1/.  fuscataQ). 

144.  Menila  rufìcollis  (Fallasi.  Tordo  dulia  gola  rosso. 
[Turdus  rufìcollis,  Pam,.]. 

Parti  superiori  bruno-olivastre,  tinte  di  grigio-pallido;  sopraciglio,  spazio  sotto 
l'occhio,  mento,  gola  ed  alto  petto  di  un  castagno-vivace,  più  debole  sul  margine  delle 
penne;  resto  del  gastreo  bianco,  tinto  di  grigio  sui  fianchi  e  di  fulviccio  sul  sot- 
tocoda; cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed  ascellari  fuko-castagne;  coda  bruno-scura 
sulla  faccia  superiore  quando  è  piegata,  fulvo-accesa  sul  vessillo  interno  delle  la- 
terali e  sulla  faccia  inferiore  (mas.  mi.).  Parti  superiori  più  olivastre;  sopraciglio 
fulvo-acceso;  mancano  le  tinte  castagne  sul  gastreo;  alta  gola  rossiccio-fulva,  con 
macchie  nere;  parte  bassa  della  stessa  ed  alto  petto  rossiccio-fulvi,  col  margine 
delle  penne  bianco-fulviccio;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed  ascellari  ruggiuoso- 
fulve;  coda  come  nel  maschio  (ferrini,  od.  e  forse  il  giovane). 

Lunghezza  totale  0,m255;  becco  0,'"020;  ala0,m134;  codaO,m104;  tarso  0,'"034. 

La  M.  rufìcollis  è  molto  variabile  di  colorito  ed  è  simile  in  alcuni  abiti  alla 
M.  Xaumanni,  ma  ne  è  distinta  in  qualunque  età  pel  fatto,  che  questa  presenta  la 
porzione  del  gastreo  al  di  sotto  del  petto  più  o  meno  fortemente  macchiata  di  ca- 
stagno, mentre  ciò  non  si  nota  nella  M.  rufìcollis,  nella  quale  è  bianca,  lavata  di 
grigio  sui  fianchi. 

Abita  gran  parte  dell'Asia,  nidificando  nel  Turchestan,  nella  Cina,  nella  Si- 
beria, nella  Mongolia,  nell'Imalaia  e  nelle  montagne  della  Siberia  meridionale; 
sverna  nel  Turchestan  occidentale,  nell'India  e  nel  Baluccistan.  E  accidentale  in 
Europa;  venne  colta  nel  1836  presso  Dresda  (Naumann),  nel  1848  ad  Helgoland 
(Coli.  Qàtke),  nel  1866  presso  Mùuster  (Alto in).  Nel  Museo  di  Rovereto  vi  è  un  sog- 
getto preso  a  Riva  sul  Garda  nel  gennaio  1868  riferito  dall' Untersteiner  alla 
M.  pallida  obscura,  dal  Bonomi  alla  M.  atrigularis  e  dal  Conte  Salvadori  alla  pre- 
sente specie;  il  Bonomi  (in  Hit.)  recentemente  mi  conferma  la  sua  opinione  con- 
divisa anche  dal  Giglioli;  giova  notare  che  il  Salvadori  non  esaminò  il  detto 
esemplare,  ma  soltanto  una  figura  colorata  dello  stesso. 

145.  Menila  atrigularis  (Temminok),  Tordo  dallo  gola  nera. 
[Turdus  atrigularis  (Temm.)]  (*). 

Parti  superiori,  comprese  le  cuopritrici  alari  bruno-grigiastre,  qua  e  là  tinte 
di  olivastro  più  cupo  sul  centro  delle  penne,  ciò  che  è  molto  più  marcato  in 
quelle  della  cervice,  sopraciglio  nero  e  redini  quasi  nere  ;  mento  e  gola  fino  verso 
al  petto  di  un  nero  profondo,  più  chiaro  sul  margine  delle  penne;   resto   del   gastreo 


(')  Recentemente  il  Prof.  Martorelli  illustrò  un  esemplare,  conservato  nella  Collezione  Turati,  proso 
il  2  novembre  1901  a  S.  Pancrazio  (Bresoia)  o  che  apparterrebbe  a  questa   specie  {. trinila,  pag.  32,   1901). 

i  i  T.  atrogularis,  Tbmminck,  Man.  i'Orn.  ed.  2,  I.  p.  169  (is20j. 


ATLANTE   ORNITOl  OQ1CO  163 


bianco,  col  centro  delle  penne  grigio-pallido;  centro  dell'addome  immacolato:  fianchi 
tutti  iti  grigio;  cuopritrici  intcriori  delle  ali  grigie,  tinte  qua  eia  di  araneiato-ros- 
siccio;  ascellari  aranciato-rossiccie.  tinte  di  grigio;  ali  e  coda  di  un  bruno-opaco,  più 
chiaro  sul  margine  i  mas.  ad. .  l'arti  superiori  più  olivasi  re;  Le  colorazioni  nere  del  ma- 
schio sono  mancanti;  sopraciglio  biancastro;  guancie  e  gola  biancastre,  con  macchie 
nerastre;  petto  e  lati  del  corpo  bruno-cenerognoli,  con  fascio  longitudinali  bruno- 
scure;  cuopritrici  intcriori  delle  ali  ed  ascellari  di  tinta  più  vivace  (femm.  ad.). 
Penne  della  gola,  petto  e  Banchi  con  macchie  nerastre,  allargate  e  distinte;  tinta  di 
fondo  della  gola  ocracea,  cesi  gli  apici  delle  cuopritrici  alari  ed  il  centro  delle 
penne  dm-sali,  che  sono  nerastre  all'estremità;  secondo  alcuni  Autori  la  coda  sa- 
rebbe fulva  alla  base  (giov.  net  1"  abito  . 

Lunghezza  totale  o.  -.Mi;  hocco  O."ois:  ala  0,'"140;  coda  0,m102;  tarso  0,m034. 

Abita  l'Asia  centrale,  l'Iraalaia,  gli  l'rali,  il  Turchestan  orientale,  le  vallate 
dell'itili  e  dello  Jenissei  e  gli  Aitai;  sverna  nella  Persia,  nell'Afgani  stan,  nel  Tur- 
chestan occidentale  e  aell'India.  È  accidentale  in  Europa;  comparve  però  un  po'  dap- 
pertutto, cioè  nella  Scandinavia,  nelle  Isole  Britanniche,  nella  Germania,  nella  Dani- 
marca, nel  Belgio,  in  Francia,  nel  Tirolo  e  più  che  altro  nelle  regioni  centrali 
ed  orientali,  eccettuato  il  Caucaso,  ove  sembra  di  estrema  rarità.  In  Italia  giunse 
nel  Piemonte  nel  gennaio  1826  (R.  Museo  di  Torino),  a  Pavia  nell'inverno  1849 
(Museo  civile  di  l'uria),  nel  1863  a  Siena  (i?.  Museo  di  Firenze),  nel  1868  nella 
N'aliata  tra  Lerici  e  S.  Terenzo  in  Liguria  (<'i>ll.  Magni-Griffì,  ora  nel  li.  Museo  ili 
Roma),  un  altro  soggetto  preso,  a  quel  che  pare,  in  Toscana,  è  nel  Museo  Civico  di 
Milano,  ma  non  esiste  né  data,  né  località  di  cattura,  un  quinto  fu  ucciso  presso 
Roma  nel  dicembre  1898  (R.  Museo  di  Roma),  infine  si  avrebbe  il  soggetto  con- 
trastato  del  Musco  di  Rovereto    cfr.  .1/.  ruficollis). 

146.  Menila  menila    Li.waki  s  .    \ferlo  nero. 

[Turdus  merula,  L.,  M.  nigra,  Leach:   Merlo], 

[Tav.    XII.    ti;;,    6,    7    e    TaV.    XI, Vili.    fig.  28]. 

Colorito  generale  nero-lucido,  comprese  le  ali  e  la  coda,  che  temi., no  al  bruno; 
becco  e  palpebre  giallo-aranciate  (mas.  od.)- Colorito  generale  delle  parti  superiori 
bruno-nerastro,  lavato  di  oliva-scuro,  più  chiaro  sulle  ali.  e  di  nero-bruno  sulla 
coda;  redini  ed  un  sopraciglio  distinto  più  chiari;  gola  lavata  di  rossiccio,  più 
vivo  sul  petto  e  con  macchie  longitudinali  nerastre:  addome  grigio-cenerognolo, più 
chiaro  sullo  stelo  delle  penne;  sottocoda  nero-brunastro;  becco  nerastro  (femm.  ut/.). 
Invecchiando  la  femmina  diviene  più  grigia,  specialmente  sul  gastreo  ed  il  becco 
volge  al  giallo  (femm.  multo  vecchia).  Superiormente  bruno-rossiccio,  con  una  linea 
allargata  rossigno-pallida  sullo  stelo  di  ogni  penna;  grandi  cuopritrici  terminate 
di  rossiccio-pallido;  gastreo  bian co-rossi gno;  la  gola  macchiata  di  bruno-nerastro, 
coll'apice  delle  penne  cenerognolo;  alto  petto  e  lati  con  fascio  bruno-nerastre;  nei 
maschi  le  tinte  predominanti  sono  il  bruno  ed  il  grigio-pallido;  nelle  femmine  il 
rossigno   ed  il  castagno-pallido  (giov.  nel  1°  abito). 

Lunghezza  totale  0,m270;  becco  0,'"029;  ala  0,m127;  coda0,m105;  tarso  0,'"027. 

Questa  specie  va  soggetta  a  numerose  anomalie  di  colorito;  sono  noti  gli  in- 
dividui a  spazii  od  a  toppe  bianche,  quelli  intieramente  bianchi,  i  lionati  ed  i  cene- 


K'.l  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


lini,  questi  forse  sono  i  più  rari;  col  nome  di  Merlo  montano  poi,  fu  distinta  una 
varietà  che  presenta  le  redini,  i  lati  della  testa,  il  gastreo  e  le  cuopritrici  infe- 
riori dello  ali  di  un  bel  rosso-mattone,  si  trova  più  di  frequente  in  Toscana,  tale 
anomalia  venne  osservata  tanto  nei  maschi  che  nelle  femmine,  e  si  capisce  che 
in  tal  caso  quelli  assumono  il  piumaggio  di  queste.  In  due  precedenti  lavori  ho 
parlato  lungamente  di  una  varietà,  che  presenta  questa  specie  di  solito  nel  1° 
stadio  giovanile.  Essa  consiste  in  una  fascia  bianca  più  o  meno  pura  che  attra- 
versa in  alcuni  esemplari  la  sola  coda,  in  altri  anche  le  ali.  Questa  anomalia 
ha  in  generale  un  periodo  breve,  apparendo  per  decolorazione  e  scomparendo 
per  annerimento  delle  parti  chiare,  quando  però  si  nota  nel  periodo  adulto 
sembra  persistere  più  a  lungo.  Il  T.  Menegaxxianus  del  Perini  non  è  altro  che 
un  maschio  non  del  tutto  adulto  del  Merlo  nero,  di  tinte  nerastre  coi  margini 
delle  penne  più  chiari,  ed  il  becco  scuro;  essi  nidificano  a  terra  e  sono  quelli 
che  gli  Uccellatori  chiamano  comunemente  Merli  terragnoli  o  di  passo. 

Il  Merlo  abita  tutta  l'Europa  verso  est  fino  al  Turchestan,  ove  s'incontra  colla 
M.  ni.  ninni  imi  (Seebohm),  l'Africa  settentrionale,  la  Palestina,  l'Asia  minore  e  la 
Persia.  In  Italia  è  specie  stazionaria  e  molto  comune;  più  abbondante  all'epoca 
del  passo  in  ottobre  e  novembre  e  nel  febbraio  e  marzo  per  l'arrivo  di  individui 
nordici,  che  svernano  più  che  altro  nell'Isole  e  nelle  provincie  meridionali  e  cen- 
trali. Nidifica  da  marzo  ad  agosto,  allevando  due  o  tre  covate  all'anno. 

147.  Menila  torquata  (Linnaki  s  ,  Merlo  dal  collare. 

[Turdus  torquatus,  L.;  Merio  col  petto  bianco]. 
[Tav.  XII,  lig.  5  e  Tav.  XLVIII,  fig.  27]. 

Tinte  generali  di  un  nero-bruno-cupo,  penne  delle  parti  superiori  e  delle  in- 
feriori con  un  margine  strettissimo,  indistinto  e  più  chiaro;  sulla  parte  anteriore 
del  collo  un  mezzo  collare  di  imbianco  quasi  puro,  esteso  da  una  spalla  all'altra; 
ali  e  coda  con  distinti  margini  bianco-grigi;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed 
ascellari  bruno-cenerognole,  marginate  strettamente  «li  bianco-sudicio  (mas.  ad.  . 
Collare  di  un  bianco  più  sudicio;  le  tinte  di  fondo  di  un  tono  brunastro,  an- 
ziché nero-bruno:  gola,  petto  ed  addome  con  margini  bianchi  [f&mm.  ad.).  Tutte 
le  marginature  larghe  e  distinte  bianche  più  o  meno  lavate  di  ocraceo;  col- 
lare quasi  invisibile  nelle  femmine;  nei  maschi  esso  è  cenerino-cupo  alla  base, 
marginato  di  bianco-ocraceo  all'apice  ed  ovunque  sfumato  di  bruno  nei  ma- 
schi (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"300;  becco  0,m02ì;  ala  0,m135;  coda  0,ml  15;  tarso  0,m033. 

Abita  l'Europa  settentrionale,  e  d'inverno  visita  più  o  meno  regolarmente  i 
paesi  Mediterranei  e  l'Africa  nord-occidentale.  Sebbene  raramente,  fu  trovata  d'e- 
state nella  Spagna  e  nell'Italia  e  forse  nidifica,  quantunque  quegli  esemplari  po- 
tessero passare  l'estate  senza  nidificare,  come  talora  avviene  in  altre  specie.  In 
Italia  è  uccello  di  comparsa  piuttosto  rara  ed  irregolare  durante  la  stagione  fredda, 
più  numeroso  quando  l'inverno  è  rigido  e  più  che  altro  capita  nelle  provincie 
settentrionali.  Sembra  stazionario  sulle  Alpi  Piemontesi,  giacché  io  ebbi  individui 
uccisi  a  Lanzo  in  aprile  e  nel  maggio  ed  i  giovani  nell'agosto  ;  quindi  parrebbe 
nidificare  tra  noi.  Va  soggetto  a  varietà  albine  ed  isabelline. 


ATLANTI     ORNITOLOGI)  '•  lli."i 


147".  Merula  torquata  orientalis.  Skkiihiim.    Merlo  dal  rullare  orientale. 

Simile  alla  M.  torquata,  col  bianco  delle  .ili  di  un  tono  più  puro  e  molto  più 
esteso,  specialmente  sulle  grandi  cuopritrici,  delle  quali  occupa  l'intero  margine; 
mancano  i  centri  bianchi  sulle  penne  del  gasi  reo.  coinè  nella  .1/.  tort/ nata  alpestris, 
esse  souo  invece  strettamente  marginate  di  bianco  e  quelle  del  sottocoda  hanno 
un  distinto  tratto  bianco  sullo  stelo;  le  ascellari  sono  (piasi  del  tutto  bianche  e 
quindi  la  tinta  chiara  è  molto  più  estesa  che  nella  vera  .1/.  I.  alpestris. 

Lunghezza  totale  0,m295;  becco  0,'n022;  ala  0,m140;  coda  0,inl  10;  tarso  0,m032. 

Abita  il  Caucaso;  fu  trovata  anche  in  Ungheria  (Mai/mas-.)  e  forse  questa 
sarebbe  la  forma  che  vive  in  Persia.  Non  ho  mai  veduto  in  Italia  una  M.  t.  orien- 
talis tipica;  ma  soggetti  di  M.  torquata  con  le  ascellari  in  gran  parte  bianche  e 
colle  marginature  alari  larghe  cosi  da  costituite  un  cospicuo  bordo  sulle  grandi 
cuopritrici,  anziché  una  debole  frangia,  si  trovano  anche  in  Italia  ed  io  ne 
conservo  uno  da  Trento,  preso  nell'autunno  1898. 

147  b.  Merula  torquata  alpestris  (C.  L.  Brehm),  Merlo  dal  rollare  meridionale. 

|  Merula  alpestris,  C.  L.  Brehm], 
[Tav.  m, vi,  fig.  7]. 

Distinta  dalla  .1/.  torquata  per  la  colorazione  nera  di  fondo  di  un  tono  più 
brunastro,  per  le  marginature  delle  ali  più  larghe,  per  avere  la  parte  centrale 
basilare  di  molte  delle  penne  dei  fianchi,  del  petto  e  dell'addome  bianca,  tali  centri 
sempre  presenti  e  inolio  accentuati  sulle  sottocaudali,  che  hanno  inoltre  un  largo  mar- 
gine apicale  bianco.  Di  primavera  i  margini  delle  penne  del  petto  e  dell'addome 
sono  sempre  presenti,  mentre  mancano  (piasi  del  tutto  nella  M.  tort/autu  tipica; 
d'autunno,  quando  si  osservano  anche  nella  .1/.  torquata,  in  questa  forma  sono  molto 
più  larghi;  ascellari  scure,  con  marginature  bianche. 

Lunghezza  totale  0,m300;  becco  0,m022;  ala  0,"140;  coda  0,ml  12;  tarso  0,m033. 

Si  osservano  individui  intermedi,  probabilmente  prodotti  da  ibridismi  delle 
due  specie.  Abita  le  regioni  alpine  dell'Europa  centrale  e  meridionale,  ove  nidi- 
fica, scendendo  al  basso  d'inverno,  ma  compiendo  migrazioni  più  ristrette  della 
.1/.  torquata  e  fu  trovata  anche  nell'Asia  minore.  In  Italia  è  uccello  comune  e 
stazionario  sulle  Alpi  del  Piemonte,  della  Lombardia  e  del  Veneto,  ove  nidifica 
regolarmente,  scendendo  un  po'  più  in  basso  nell'inverno,  ma  è  sempre  rara  al 
piano.  Fu  osservata  nidificante  anche  sugli  Appennini,  ma  non  comunemente  e 
verso  il  sud  diviene  sempre  meno  abbondante.  E  più  frequente  alle  epoche  del 
passo;  nidifica  dal  maggio  al  luglio,  allevando  talora  due  covate. 

Do  qui  brevemente  la  chiave  sinottica  delle  tre  forme  del  Merlo  dal  collare: 

.1/.  torij/iatn,  marginature  bianche  sulle  cuopritrici  alari  quasi  mancanti;  penne 
del  gastreo,  compreso  il  sottocoda  coi  centri  scuri;  ascellari  scure,  con  uno  stretto 
margine  bianco. 

M.  t.  orientalis,  marginature  bianche  sulle  cuopritrici  alari  assai  larghe;  penne 
del  gastreo  coi  centri  scuri,  eccetto  il  sottocoda;  ascellari  quasi  bianche. 

M.  t.  alpestris,  larghe  marginature  bianche  sulle  cuopritrici  alari;  penne  del 
gastreo  coi  centri  bianchi,  ascellari  scure  coi  margini  bianchi. 


160  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Genere  GEOCICHLA.  Kiml1). 

Becco  piuttosto  forte  e  subeguale  alla  testa,  più  o  meno  fornito  di  peli  alla 
base,  talora  depresso  e  corto;  penna  spuria  molto  corta;  ala  piuttosto  rotondata; 
un  carattere  importante  e  sempre  presente  in  questo  genere  è  dato  dal  fatto 
che  la  parte  basali-  del  vessillo  interno  delle  2'  e  di  molte  dille  1'  è  bianca  o  bìaneo-fnl- 
riccia  e  in  contrasto  col  bruno  del  resto  delle  penne;  le  ascellari  presentano  tinte  dif- 
ferenti dalle  cuopritrici  inferiori  alari,  e  tanto  queste  che  quelle  hanno  la  parte 
basale  differente  dall'apicale,  sicché  se  le  ascellari  sono  scure  alla  base  e  chiare 
all'apice,  le  cuopritrici  sono  l'opposto  e  viceversa,  ciò  però  non  è  sempre  costante; 
coda  quasi  quadrata,  di  dodici  o  quattordici  penne. 

I  sessi  sono  eguali  o  differenti  ed  i  giovani  macchiati,  il  piumaggio  varia  a 
seconda  delle  specie,  in  modo  che  parecchi  Autori  «  separatisti  »  ne  fecero  argo- 
mento di  molti  generi  affini,  la  maggior  parte  dei  quali  non  è  Europea.  Sono  Tordi 
che  se  ne  stanno  più  sul  terreno  che  non  sugli  alberi;  in  generale  sedentari!,  però 
alcune  specie,  come  la  G.  varia,  imprendono  lunghi  viaggi.  Abitano  l'Australia. 
l'Asia,  l'Africa,  qualche  specie  l'America  del  Nord,  e  non  giungono  che  acciden- 
talmente in  Europa. 

a)  Piumaggio  lunulato,  con  macchie  e  fascie  caratteristiche  sulgastreo;  presentano 
lunule  più  o  meno  distinte  anehe  sulle  parti  superiori  ;  sessi  eguali  (gen.  Okeocincla, 
Gouldi. 

148.  Geocichla  varia  (Pallas),  Tordo  dorato. 

ITurdus  varius,  Pall.,  Oreocincla  varia  (I'all.)]. 

[Tav.  XIII,  fig.  9  1. 

Parti  superiori  e  piccole  cuopritrici  alari  bruno-ocracee,  con  fascie  circolari 
nere  estese  anche  sul  margine  apicale,  collo  stelo  ed  un'ombreggiatura  subapicale 
di  un  ocraceo  più  chiaro,  questa  più  sviluppata  sulla  testa  e  sul  dorso;  cuopri- 
trici grandi  e  mediane  internamente  di  un  oliva-bruno-cupo,  bruno-ocracee  dal 
lato  esterno,  le  le  cuopritrici  coll'apice  nero;  gastreo  bianco  leggermente  fulviccio, 
lavato  di  bruno  sui  lati  del  petto,  con  una  fascia  subterminale  bruno-giallastra 
ed  una  larga  apicale,  semilunare  nera;  mento,  gola,  centro  dell'addome  e  sottocoda 
immacolati  o  quasi;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  nere,  terminate  di  bianco;  ascel- 
lari bianche,  terminate  di  nero  ;  una  fascia  bianca,  più  u  meno  fulviccia,  attraversa  la 
faccia  inferiore  dell'ala  ed  è  estesa  alla  base  dei  ressi/ti  interni  dille  remiganti;  remi- 
ganti brunastre,  colla  parte  esterna  fulvo-ocracea  e  l'apice  nero;  timoniere  i/nat- 
tordici,  le  quattro  centrali  di  un  bruno-uniforme,  le  altre  bruno-nerastre  con  gli 
apici   ciliari  e  biancastri  nelle  esterne  (ad.). 

Lunghezza  totale  0,m320;  becco  0,'"025;  ala  ()/"lf>0;  coda.  0,'"  120;  tarso  0,m033. 

Questa  specie  abita  la  Siberia  meridionale-centrale  e  la  sud-orientale,  il  (ìiap- 


(')  Fide  Seoliolun.  Non  si  s:i  ove  il  Iv ulti  adoperasse  tale  nome,  elio  certamente  e  anteriore  a  quello 
di  Oreocincla,  Gould  1837. 


\  I  I  \\  i  i.    ORNI  COLOGICO  167 


pone  e  la  Cina  Bettentrionale;  sverna  nelle  parti  meridionali  di  questi  due  ultimi 
paesi,  a  Formosa  e  nelle  Filippine.  In  Europa  è  specie  accidentale,  ma  è  il 
'l'orde  Siberiano  che  vi  giunge  più  facilmente;  fu  preso  nella  Scandinavia 
(4  volte),  nelle  Isole  Britanniche  (IT  volte,  ad  Helgoland  (11'  volte,  nel  Belgio  e 
nella  Vallala  del  Reno  (11  volte),  in  Francia  (4  volte),  in  Austria  (2  volte),  etc. 
In  Italia  è  molto  raro,  ma  comparve  almeno  dicci  volte,  eioè  nell'ottobre  1854 
a  Borgo  Valsugana  nel  Trentino  (/.  li.  Museo  di  lionnto),  nel  1861  ad  Arco 
sul  Garda  Althammer),  nel  1863  uno  venne  trovato  sul  mercato  di  Genova  Museo 
civico  ili  Milano],  nell'ottobre  1870  presso  Genova  {Museo  civico  di  < intorni,  nel- 
l'autunno 1870  presso  Roma  (R.  Museo  di  Rama),  nell'ottobre  1873  in  Toscana 
(!>'.  Museo  ili  Firenze),  nell'autunno  1885  all'Isola  d'Elba  (Martorelli),  nel  no- 
vembre 1889  presso  Siena  (Brogi),  nel  1897  (?)  a  Foggia  (Avicula,  I,  pag.  84), 
inoltre  nel  Museo  di  Roma  si  conserva  un  esemplare  avuto  da  Tor  S.  Lorenzo  Agro 
Romano)  nel  dicembre  1890  ed  un  secondo  che  faceva  parte  dell'antica  Collezione 
Lezzani,  colto  certamente  nella  provincia  ili  Roma  (Conte  di  Carpegna,  in  lift.)] 
la  cattura  di  Foggia  sarebbe  poco  accertata  ('). 

La  0.  dauma  (Lath.),  che  abita  l'Imalaia  e  l'India  sino  al  Tenasserim,  com- 
parve nei  Cataloghi  Europei  per  un  esemplare  colto  ad  Helgoland.  esso  però  era 
stato  invece  acquistato  dal  negoziante  Brandt  di  Amburgo  ed  è  riferibile  alla  0. 
llrinri,  Cabanis  (Sharpe),  specie  che  abita  l'Australia  nord-orientale,  un  secondo 
venne  colto  presso  Vienna  (Pelxeln),  un  terzo  nel  1854  presso  Savona  (Qiglioli). 
Però  tali  catture  sembrano  offrire  garanzie  poco  sicure,  e  la  specie  non  è  da 
accettarsi,  per  ora,  tra  le  Europee.  Si  distinguo  dalla  lì.  varia  per  statura  mi- 
nore,  mentre  la  coda  ha   12   timoniere  in  luogo  di  14. 

b)   Un  sopraciglio  più  o  meno  il  istinto;  le  parti  inferiori  nel  maschio  mi  ulto  sono 

uniformi  ;   sessi  differenti   (gen.   GEOCICHLA,    Kulll). 

149.  Geocichla  sibirica  (Pallas),  Tordo  siberiano. 
[Turdulus  sibiricus  (Pali..),  Turdus  sibiricus,  Pallas,  Tordo  o  Merlo  ili  Siberia]. 

Parti  superiori  di  un  grigio-lavagna-cupo,  e  più  pallido  sul  margine  delle  penne; 
sopracoda  concolore;  testa,  redini  e  regione  parotica  quasi  nere;  un  largo  sopraciglio 
bianco  dal  beerò  alla  nuca;  gastreo  grigio-lavagna-cupo,  col  centro  del  petto  e  del- 
l'addome bianco  e  le  sottocaudali  terminate  di  bianco;  vessillo  esterno  delle  re- 
miganti primarie  uniforme  dalla  base  all'apice;  ascellari  bianche,  coli' apice  lavagna; 
i  uo/iritrici  inferiori  delle  ali  lavagna,  coli' apice  bianco;  faccia  inferiore  delle  ali  con 
una  larga  fascia  bianca,  formata  dalle  porzioni  basali  delle  2°  e  di  molte  l1';  le  due  ti- 
moniere centrali  eguali  in  colore  al  dorso,  le  altre  nere  marginale,  esternamente 
di  lavagna,  e  le  due  laterali  con  largo  apice  bianco  (mas.  ad.).  Parti  superiori  di 
un  bruno-oliva,  tendente  al  lavagna-cupo  sul  basso  dorso  e  sul  groppone;  so- 
pracoda  bruno-oli  ni;  sopraciglio  più  stretto  bianco-fulvo;  gastreo  bianco-ocraceo, 
più  vivace  sul  petto,  con  macchiette  scure  sulla  gola  e  fascie  subterminali  nera- 
stre sul  davanti  del  collo  e  sul  petto,  parte  bassa  di  questo  ed  addome  bianco; 


l1)  Recentemente  (line  gennaio  1902),  il  Prof.  E.  H.  Giglioli  ebbe  In  fortuna  di   acquistare  in  carne 
sul  mercato  di  Firenze  uu  esemplare  di  cjuosta  specie  (Contessa  M.  di  San  (Jiorgio,   in  liti.). 


L68  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


ali  e  coda  bruno-rossiccie,  le  due  timoniere  esterne  con  una  macchia  apicale 
bianca;  ascellari  bianche,  coll'apice  bruno;  cuopritrici  interiori  delle  ali  brune; 
fascia  sotto  l'ala  bianco-fulviccia  {frinii/,  ad.).  Cuopritrici  alari  terminate  di  giallo- 
ocraceo  (giov.  nel  1°  abito). 

Lunghezza  totale  0,m228;  becco  0,'"022;  ala  0,m118;  coda  0,'"090;  tarso  0,m028. 

Abita  le  vallate  dello  Jenissei  e  della  Lena  (dal  90"  al  130°  di  long.  Greenwich): 
svernando  nella  Cina,  nel  Giappone,  nel  Burina  e  nelle  Isole  della  Sonda,  e  verso 
sud  fino  a  Giava.  È  accidentale  in  Europa;  fu  presa  una  o  due  volte  nelle  Isole 
Britanniche,  circa  dodici  volte  in  Germania,  due  volte  in  Olanda,  una  volta  nel 
Belgio,  in  Francia  ed  in  Bulgaria.  Il  Giglioli  la  citò  dubbiosamente  tra  le  italiane 
su  di  un  soggetto  colto  nel  1878  a  Grosseto  (Toscana),  ma  poi  corresse  egli  stesso 
Terrore,  dicendo  trattarsi  di  una  strana  anomalia  di  tinta  della  M.  menda;  sicché 
questa  specie  va  cancellata  dalle  Italiane. 


Genere  MONTICOLA,  Boie. 

Becco  forte,  allungato,  più  lungo  della  testa,  diritto,  mandibola  superiore  senza 
intaccatura  e  un  po'  arcuata  verso  l'apice;  apertura  del  becco  con  setole  poco  ap- 
pariscenti ;  narici  basilari,  rotonde  e  in  parte  fornite  di  peli  ;  ali  moderate,  acute,  la 
la  remigante  primaria  molto  corta,  la  2a  di  solito  subeguale  alla  3a,  che  è  la  più 
lunga;  coda  quadrata,  con  le  penne  rotonde  all'apice;  tarso  di  poco  più  lungo  del 
dito  mediano  con  unghia,  coperto  da  una  grande  squamma  e  con  quattro  scudetti 
nella  parte  inferiore;  piedi  piuttosto  forti. 

Forma  l'anello  di  congiunzione  tra  i  Tordi  e  le  Monachelle;  le  femmine 
differiscono  dai  maschi  e  portano  fascie  sulle  parti  inferiori,  tranne  in  una  specie; 
il  becco  ed  i  piedi  sono  quasi  sempre  neri;  le  cuopritrici  inferiori  della  coda  blu 
o  castagne;   hanno   abitudini   più   o   meno  migratorie. 

Si  conoscono  circa  10  specie  appartenenti  al  Mondo  Antico,  delle  quali  due 
sole  nidificano  in  Europa;  frequentano  le  nude  roccie;  sono  uccelli  attivi  e  solitari; 
alcuni  grandi  cantori:  si  nutrono  di  insetti,  e  di  rado  di  frutti;  nidificano  nelle 
buche  dei  muri  o  nei  crepacci  delle  roccie,  deponendo  da  quattro  a  sei  uova 
blu-verdastro-pallide,  raramente  macchiate  di  bruno-pallido. 

150.  Monticela  solitarius  i1)  (Linnaeusì,  Passero  solitaria. 

I  Monticola  cyana    I.  |. 

[Tav.  XIII,  fig.  6  e  7  o  Tav.  XLVIII,  iig.  22]. 

Colorito  generale  grigio-blu-cupo,  tinto  di  lapislazzoli  sulla  testa  e  sulla  gola, 
più  cupo  sulle  redini;  cuopritrici  alari  ed  ali  bruno-scure,  col  vessillo  esterno  blu 
e  l'apice  bianchiccio;  petto,  addome  e  fianchi  di  un  blu-cupo,  con  margini  apicali 
bianchi,  poco  accentuati  sull'addome  e  sul  sottocoda;  coda  blu-brunastra  [mas.  ad. 
inprim.).Di  autunno  le  tinte  sono  meno  pure;  le  penne  del  dorso,  dell'addome  e 


(')   Turdus  solitarius,    Linnaeus,    Syst.    Xat.,   I,    pag.    170    11758:    Habitat    in    Orienti-};     T.   cyanus, 
Liunaeus,  Syst.  JS'at.,   I,  pag.  296  (1766:   Habitat  in  llaìiae,   Creine  rupibus). 


1.  Fanello  <tf  ad.,.    2.  Fanello  (2).   3.  Fanell 4.  Verzellino  (tf  ad.).    5.  Verzellino  f<  1    6   Venturone 

r.  Lucanno  fo"  ad.).    8.  Lucarino  (9).    9.  Organetto  1^  in  abito  d'autunno).     IO  ,1  , 

11.  Cardellino  (giov.).     12.  Ciuffolotto  fcf").     13.  Ciuffolotto  ($).     14.  Ciuffolotto  roseo 


Ulrico  Koepli,  Editore,  Milano. 


\  Il   \\  I  I     ORNITOLOGI!  "  169 


del  petto  grigio-cenerine  ;ill';ipiee  e  con  una  fascia  sub-terminale  nera  (mas.  ad.  in 
aut.).  Testa  e  collo  di  un  grigio-bruno  tinto  di  bluastro  e  colle  penne  terminate 
ili  bianchiccio;  resto  delle  partì  superiori,  basso  petto  ed  addome  di  un  bluastro- 
cupo,  con  gti  apici  delle  penne  cenerognoli  ed  una  fascia  subapicale  nerastra;  mento, 
gola  e  petto  con  una  grande  macchia  giallo-fulviccia  ed  un  margine  nerastro,  che 
circonda  tale  tinta,  e  l'apice  delle  penne  cenerognolo  (femm.  ad.).  Bruno-cenerognolo 
qua  e  là  bluastro,  coll'apice  delle  penne  biancastro  ed  una  fascia  subapicale  nera- 
stra; ali  e  coda  bruno  nerastre;  remiganti  2*  e  cuopritrici  alari  terminate  di  bian- 
castro (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m265;  becco  0,n,023;  ala  0,'"120;  coda0,m088;  tarso  u."o:;o. 

Abita  l'Europa  meridionale,  verso  oriente  fino  alla  Persia,  al  Turchestan  ed 
alla  ('ina  sud-occidentale;  sverna  nell'Africa  settentrionale,  nell'India,  nel  Burina 
e  nella  Cina  meridionale;  la  sua  distribuzione  in  Asia  non  è  ancora  del  tutto  nota, 
incontrandosi  col  -1/.  manilU  nsis  ('  ,  (Gm.).  In  Italia  è  specie  sedentaria  e  comune 
nelle  regioni  centrali  e  meridionali  e  nelle  Isole,  meno  abbondante  nelle  setten- 
trionali, da  dove  parzialmente  migra  nell'autunno,  ma  nel  Veneto  è  anche  sta- 
zionaria; nidifica  in  aprile  e  nel  maggio  sui  monti,  ed  il  suo  canto  è  dei  più  dolci 
ed  armoniosi. 

151.  Monticola  saxatilis    Linnaei- ,  Codirossone. 

[Tav.   XIII,  Bg.  5  e  Tav.   XLVIII,  li;;.  21]. 

Testa,  collo  e  gola  per  intero  di  un  cenere-turchino,  tinto  di  nerastro  sull'alto 
dorso  e  sulle  scapolari;  centro  del  dorso  e  scapolari  interne  bianche,  con  pochi 
margini  apicali  bluastri;  groppone  grigio-bluastro,  bianco  alla  base  delle  penne; 
sopracoda  e  coda  castagno-aranciate,  colla  metà  apicale  delle  due  timoniere  me- 
diane brunastra;  resto  del  gastreo  dal  collo  all' ingiù  castagno-vivace,  con  pochi 
margini  grigiastri  (mas.  ad.  in  prim.).  Penne  delle  parti  superiori  con  fascio  sub- 
terminali  scure  e  larghi  apici  castagno-fulvicci,  che  obliterano  quasi  del  tutto  il 
bianco  del  dorso;  cuopritrici  e  remiganti  con  larghi  margini  bianco-fulvi;  penne 
del  gastreo  con  larghi  apici  bianchi  e  macchie  o  fascio  subterminali  nerastre  (mas. 
in/,  in  aut.).  Parti  superiori  brune  leggermente  azzurrognole,  con  una  fascia  sub- 
terminale  e  una  striscia  sugli  steli  scure;  sopracoda  e  coda  castagne,  quello  con 
fascie  subapicali  scure,  questa  colle  due  timoniere  centrali  ed  il  margine  delle 
laterali  bruni;  gola  e  mento  grigio-biancastri;  resto  del  gastreo  bruno-castagno- 
smorto,  tinto  di  aranciato  sul  petto  e  sui  fianchi,  ciascuna  penna  con  una  stretta 
banda  subapicale  bruno-scura  (femm.  ad.).  Simili  alle  femmine;  ma  i  maschi  mostrano 
tinte  bluastre  alla  base  delle  penne  delle  parti  superiori,  la  banda  terminale  è  ful- 
viccia,e  notatisi  colori  aranciati  sulle  penne  del  gastreo  dal  petto  all'ingiù;le  femmine 
hanno  la  base  delle  penne  sulle  parti  superiori  di  un  cenerino  appena  bluastro 
e  la  larga  banda  apicale  sulle  stesse  bianchiccia  e  le  tinte  aranciate  sul  gastreo 
estese  solo  al  sottocoda  (giov.  nel  r  al/ito). 

Lunghezza  totale  0,"T95;  becco  0,'"020;  ala  0,m126;  coda  0,m070;  tarso  0,'"029. 


(')  Turdus  solilarius,  P.  L.  S.  Miiller  (1776,  i'S  Muntili         /.  muiiilla,   Boddaert  (1783,  ex  Menti). 
1.  manillensi»,  Gmelin  (1788,  ex  Monili.)        ìlonticola  trythroptems,  Gray  (1869). 

Atlante  ornitologico.  JJ 


17(1  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Abita  l'Europa  meridionale  e  centrale  ed  è  accidentale  nella  settentrionale, 
nell'Asia  frequenta  la  Persia,  il  Turchestan  e  la  Siberia  meridionale;  sverna  nel- 
l'Africa e  nell'India  settentrionale.  In  Italia  è  specie  estiva  anche  pella  Sardegna, 
d'arrivo  in  aprile  e  di  partenza  in  settembre;  nidifica  sugli  alti  monti,  però  di 
rado  su  quelli  delle  Provincie  meridionali. 


Genere  SAXICOLA,  Bechstein. 

Becco  diritto,  sottile,  più  largo  che  alto  alla  base,  colla  mandibola  superiore 
internata  nelle  penne  frontali,  più  o  meno  intaccata  e  curva  nella  porzione  api- 
cale;  narici  basilari,  ovali;  apertura  del  becco  con  pochi  peli;  ali  piatte  ed  appuntite, 
colla  la  remigante  primaria  minima,  3a  e  4a  le  più  lunghe;  coda  quadrata,  me- 
diocre di  12  penne;  tarso  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia,  coperto  da  una 
larga  Bquamma  e  con  due  o  tre  scudetti  più  corti  alla  base,  dito  esterno  riunito  in 
parte  al  mediano,  i  due  laterali  eguali  o  subeguali;  unghie  torti,  arcuate  e  com- 
presse, quella  del  posteriore  subeguale  a  quella  del  dito  mediano. 

Il  becco  e  le  gambe  sono  sempre  nere;  il  groppone,  il  sopracoda  e  la  base 
della  coda  di  solito  bianchi  o  di  rado  castagni. 

Questo  genere,  proprio  del  Mondo  Antico,  è  composto  di  circa  40  specie,  delle 
quali  alcune  devono  considerarsi  semplici  sottospecie  o  forme  locali;  esso  è  più  che 
altro  largamente  distribuito  nella  Regione  Etiopica,  otto  specie  soltanto  si  mostrano 
in  Europa.  Raramente  montano  sugli  alberi,  ma  se  ne  stanno  sul  terreno,  sulle 
pietre  o  sulle  roccie,  frequentando  i  luoghi  aperti,  coltivati  o  deserti  o  le  località 
rocciose;  il  loro  canto  è  poco  armonioso;  si  nutrono  di  vermi  che  colgono  sul  ter- 
reno o  d'insetti  che  prendono  a  volo;  depongono  le  uova  in  un  rozzo  nido  o  in 
una  buca  nel  terreno  o  nelle  cavità  dei  muri  e  delle  roccie,  esse  sono  da  5  a  6  blu 
qua  e  là  macchiate  di  bruno-rossiccio. 


a)  Tinte  generali  in  gran  parte  nere,  miste  a  bianco:  aiutano  le  località  rocciose 
gcn.  Dromolaea,  Cabanis). 
a1)  Sessi  differenti. 

152.  Saxicola  leucura  (Gmelin),  Monachella  nera. 

[  Dromolaea  leucura  (Gm.),  Culbianco  abhnoiui»  |. 

[Tav.  XLVI,  iig.  11]. 

Colorito  generale  nero-lucido  e  con  ritiessi  violetti;  ali  brunastre;  basso  grop- 
pone, sopracoda  e  sottocoda  di  un  bianco-puro;  timoniere  bianche,  con  una  larga 
fascia  apicale  nera,  più  estesa  sulle  due  centrali  (mas.  ad.).  Parti  nere  del  maschio 
tinte  di  bruno-fuligginoso  e  lavate  di  rossiccie  sulla  porzione  apicale  delle  penne; 
tinte  bianche  leggermente  lavate  di  gialletto  (femm.  ad.).  Penne  delle  ali  margi- 
nate e  terminate  di  biancastro;  timoniere  bianche  all'apice  (giov.  . 

Lunghezza  totale  0,'"190;  becco  0,'"016;  ala  0,'"100;  codaO,'"077;  tarso  0,""029. 

Abita  l'Europa  meridionale  e  l'Africa  nord-occidentale.  In  Italia  è  specie  sta- 
zionaria, ma  piuttosto  rara;  si  trova   in    Liguria,  nel  Nizzardo,   in   Sardegna,   in 


ATLANTI     ORNITOLOGICO  171 


Sicilia  e  forse  al  Capo  Argentario  in  Toscana.  Nidifica  certamente  nel   Nizzardo 
ed  in  Liguria  nel  maggio. 

In  SI  ssi  eguali. 

153.  Saxicola  leucopyga  (Bhehm  .  Monachella  testa  Manca. 

Urinimi. ira  leucopyga    Brkhw        ,    Monachella   nera  a  testa  bianca']. 

Testa,  nuca,  groppone,  cuopritricì  superiori  della  coda,  basso  addome  e  sotto- 
coda di  un  bianco  puro;  coda  bianca,  con  la  metà  apicale  delle  due  penne  centrali 
ed  una  macchia  irregolare  \  erso  l'apice  delle  altre,  aere.  Tulio  il  resto  del  piumaggio 
nero-lucido,  con  riflessi  blu-d'acciaio  od.)- Simile;  testa  aera  con  una  o  due  penne 
bianche  [giov.  nel  /  abito  ili  prim.).  Testa  nera  con  qualche  penna  bianca,  o  testa 
bianca  con  penne  nere;  marginature  chiare  sulle  remiganti  e  talora  sulle  cuopri- 
trici  alari;  e  nello  stadio  più  giovanile  il  nero  è  opaco  e  senza  riflessi  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m150;  becco  0,"'016;  ala  0,m109;  coda  0,"'07<>;  tarso  0,ra027. 

Anita  l'Africa  settentrionale  e  la  Palestina.  Fu  culla  una  sola  volta  entro  i 
limiti  Europei  a  Malia  aell'aprile  1872  (Wright)  e  l'esemplare  è  nel  R.  Museo  di 
Firenze. 

b  Colorito  per  grandi  mass,',  variabile,  con  tìnti  neri  saliti  testa  a  forma  varia; 
abita  di  prefei'enxa  le  località  aperti  coltivati  od  aridi  ed  anche  le  rocciosi  gen.  Saxi- 
cola, Bechstein). 

154.  Saxicola  leucomela  -    (Pallas),  Monachella  dal  dorso  nero. 

Testa,  nuca,  parie  posteriore  de]  collo,  groppone,  sopracoda,  sottocoda,  petto, 
fianchi  ed  addome  di  un  bianco  lavato  ili  grigio  sulla  nuca,  e  talora  di  fulvo  sulle 
sottocaudali;  tutto  il  resto,  comprese  le  ascellari  e  le  cuopritrici  inferiori  dell'ali, 
nero;  remiganti  bruno-cupe  col  vessillo  interno  bianco,  le  2"  biancastre  all'apice; 
timoniere  bianche,  le  due  centrali  nere  sulla  metà  apicale,  le  altre  con  una  larga 
fascia  subapicale  nera,  e  l'apicale  bianca  e  stretta  mi..  Tinte  nere  meno  pure; 
remiganti  e  cuopritrici  alari  pallide  all'apice  e  sul  margine;  penne  del  dorso  e 
dell'alto  petto  coi  centri  più  pallidi  e  l'apice  più  cupo  e  brunastro  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m160;  becco  0,m012;  ala  0,'n095;  coda  0,m062;  tarso  0,m024 
Abita  l'Europa  sud-orientale;  non  è  rara  nella  Turchia  {Elwes  db  Buckley)  e 
nella  Russia  meridionale  (Nordmann,  Jacovlew,  Bogdanow,  etc);  si  trova  nella  Persia, 
nel  Turchestan  e  nella  Mongolia;  sverna  nell'Arabia,  nella  Palestina,  nell'Egitto, 
nell'Abissinia  e  oell'Africa  aord-occidentale.  In  lialia  è  specie  accidentale  e  ra- 
rissima, colta  tre  volte  in  Liguria,  cioè  presso  Cornigliano  nel  oovembre  1850 
/,'.  Museo  di  Firenze),  nel  dicembre  1866  pure  presso  Cornigliano  Museo  Civico  di 
Gei/uni*,  il  terzo  esemplare  preso  a  Veniarza  (?  Liguria  (a)  era  conservato  nella  Rac- 
colta Magni  Griffi  ed  ora  è  nel  R.  Mas,,,  ili  Unum,  ha  la  data  1862  (Conte  di  Car 
pegna,  m  Hit.). 


i'i    Fìtiflora  leueopygia,   Brehm,   Vogelfàng,  p,  225  (1855 

Wotacilla  pleschanka    Lepkchin),   177u.  —  S.  leucomela    Pallas),   177o. 
(3)  Probabilmente  è  Vernazza  (Spezia). 


172  ATI.AKTK    ORNITOLOGICO 


La  S.  morto,  Ehrenberg  è  assai  affino  a  questa  specie,  e  ne  è  riconoscibile  a 
prima  vista  pel  vessillo  interno  delle  remiganti  nero  e  non  bianco,  sicché  la  superficie 
inferiore  dell'ala,  quando  è  aporia,  nella  S.  leucomela  è  bianca  e  nella  S.  morto  nera, 
e  ciò  distingue  la  specie  ad  ogni  età,  gii  altri  caratteri  come  del  sottocoda,  etc. 
non  sono  apprezzabili.  Abita  la  Siberia,  l'India  e  la  Persia;  sverna  nella  Siria, 
nell'Africa  nord-orientale  e  si  trova  pure  nello  regioni  sud-orientali  d'Europa 
(Crimea),  ma  è  più  rara  della  S.  leucomela. 

155.  Saxicola  melanoleuca  (Gùldenstadt)  Monachella  </ola  nera. 

ISaxicola  stapazina,  pait.  Auct.  I tal . :   Monachellu  bianca  i    nera]. 

Parte  superiore  della  testa,  dorso,  groppone,  sopracoda,  sottocoda,  addome,  petto 
e  fianchi  di  un  bianco  puro,  o  leggermente  tinto  di  fulviccio  sul  dorso  e  sul  gastreo 
e  di  grigio  sulla  testa;  redini,  parte  anteriore  della  fronte,  lati  della  testa  fino 
sopra  gli  occhi,  regione  auricolare,  mento,  gola,  cuopritrici  superiori  ed  inferiori 
delle  ali  di  un  nero-puro  e  lucido;  remiganti  nero-brunastre;  timoniere  bianche,  nere 
nei  2/3  apicali  delle  due  mediane  e  con  una  larga  fascia  nera  apicale  nelle  altre 
(ad.  in  prim.).  Le  tinte  bianche  sono  fulvo-rossigne  con  margini  cenerognoli,  ec- 
cetto quelli  del  groppone  e  del  sopracoda  che  sono  bianco-cenerognoli;  le  penne  nere 
della  gola  con  margini  biancastri;  ali  con  margini  brunastri  e  rossicci;  coda  come 
di  primavera  e  terminata  strettamente  di  bianco  (ad.  in  aut.).  I  giovani  sono 
eguali  a  quelli  della  specie  susseguente,  solo  il  nero  della  gola  è  più  esteso  in 
quelli  della  S.  melanoleuca. 

Lunghezza  totale  0,in145;  becco  0,'"012;  ala  0,m090;  coda  0,m065;  tarso  0,nl025. 

Abita  l'Europa  orientale,  l'Asia  minore,  la  Persia,  l'Africa  nord-orientale,  la 
Palestina,  la  Nubia  e  l'Abissinia.  La  Monachella  gola  nera  fu  citata  nel  1H74  per 
Malta  (Wright),  poi  pella  Toscana  e  pella  Puglia,  ove  sarebbe  la  forma  predomi- 
nante (Giglioli).  E  specie  estiva  e  di  passo,  ed  è  quasi  certo  che  nidifica  da  noi. 
Ne  ebbi  anche  dal  Veneto  e  dalla  Sicilia;  ma  è  difficile  dare  un  esatto  giudizio 
sulla  sua  distribuzione  geografica  in  Italia,  essendo  molto  facilmente  confusa  colla 
seguente. 

155  ".  Saxicola  melanoleuca  occidentalis  (Salvador]  .  Mimarlo  Ila  gola  nera  occidentale. 

ISaxicola  stapazina,  part.  Auct.   [tal.,  S.  rufa,  Brehm  (neo  Stkph.),     S.  occidentalis,  Salvai..]. 

|  I  \\  .   MI.   (ig.   15]. 

Simile  alla  specie  precedente,  ma  collo  penne  bianche  lavate  di  giallo  rossiccio, 
specialmente  quelle  del  dorso  e  del  gastreo;  nero  della  gola  assai  meno  esteso 
all'in  giù  (ad.  in  prim.).  D'autunno  si  distingue  pel  nero  della  gola  meno  esteso 
in  basso  (ad.  in  oat.).  Nero  della  gola  o  delle  parti  vicine  nascosto  dai  larghi  mar- 
gini delle  penne  rossiccio-gialletti  ;  parti  superiori  di  un  cenerino-rossiccio  più 
chiaro  all'apice;  groppone  e  sopracoda  bianco-fulvicci;  apici  e  margini  delle  ali 
ocraceo-rossigni ;  gastreo  fulvo-rossigno,  più  pallido  sull'addome  e  sul  sottocoda; 
colorazioni  noie  interrotte  in  alcune  timoniere  e  particolarmente  estese  sulle  due 
centrali  e  sulla  laterale  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"145;  becco  0,m012;  ala  0,'"090;  coda  Cy"005;  tarso  0,'"02.ó. 

Abita  l'Europa  sud-occidentale,  e  sverna  nell'Africa  nord-occidentale.  In  Italia 


\  1 1  \vi  i     cinsi  H [CO 


17:: 


è  uccello  estivo  e  di  passo,  nidifica  sui  monti  nel  maggio  e  nel  giugno  quasi  ovunque; 
è  più  frequente  sul  versante  Mediterraneo  in  Liguria,  nel  Nizzardo  ed  in  Sicilia. 


Testa  e  collo  <li  £.  melanoleuca, 
inns.  ad.  in  prim.,  gr.  imi. 


TVstil   «   rollo  di    iS.    un  lininl,  uni    m  rìilinliilis, 

mas.  ad.  in  prim.,  gr.  aat. 


ma  è  in  generale  poco  abbondante.  Questa  sarebbe   La   forma  occidentale  della 

Miinnchi  Ila  gola   nera. 


156.  Saxicola  stapazina  (Linnaeis),  Monachella. 

[  Saxicola  aurita,  Temm.,  S.  albicollis  (Vikii.i..   |. 
|  Tav.   XVI,   Hg.     Hi  ]. 

Base  della  fronte,  redini,  contorno  dell'occhio,  un  grande  spazio  sulla  regione 
parotica,  cuopritrici  superiori  ed  inferiori  delle  ali  di  un  nero  profondo;  remiganti 
nero-brunastre,  le  2°  nere  coll'apice  bianco  rossigno;  scapolari  nere,  talora  rossigne 
all'apice;  tutto  il  resto  bianco-argenteo,  distintamente  tinto  di  giallo  crema  sul 
dorso  e  sulla  testa,  che  talora  è  sfumata  di  grigio,  e  fortemente  lavato  ili  lionato 
sul  gastreo;  timoniere,  le  due  centrali  bianche  nel  terzo  basale,  la  laterale  a  metà 
bianca  ed  a  metà  nera,  le  altre  bianche  con  una  larga  t'ascia  terminale  nera  (ad. 
in  prim.).  Tinte  nere  della  testa  marginate  di  bianco-rossigno;  ali  con  larghi  mar- 
gini e  l'apice  di  un  rossigno-nocciola;  parti  superiori  cenerino-rossiccie,  coll'apice 
più  sbiadito;  groppone,  sopracoda  e  apice  della  coda  bianchi;  gastreo  fulvo-ros- 
signo,  vivace  sul  collo  e  sul  petto,  sbiadito  e  brunastro  nel  resto  (ad.  in  aut.). 
Mancano  le  tinte  nere  sulla  testa;  ali  e  coda  con  larghi  margini  bianco-fulvicci 
(giov.).  I  giovani  assomigliano  un  po'  a  quelli  della  S.  oenantke,  ma  sono  più  ros- 
signi,  hanno  uno  spazio  scuro  ben  accentualo  sulla  regione  panifica;  la  gola  è 
bianca  e  in  contrasto  col  rossigno  del  petto;  le  ascellari  e  le  cuopritrici  inferiori 
delle  ali  nero-brune,  coi  margini  chiari  ristretti  ed  estesi  soltanto  alle  piccole 
penne  del  contorno  dell'ala,  mentre  nella  S.  oenantìu  i  margini  sono  ovunque 
assai  larghi  e  di  un  bianco  più  o  meno  puro. 

Riguardo  la  tinta  delle  timoniere,  in  taluni  esemplari  di  N.  stapaxina  il  nero 
forma  una  fascia  apicalc  larghissima;  mentre  in  altri  varia  di  estensione,  anche 
da  penna  a  penna,  oltreché  a  seconda  dei  soggetti. 

Lunghezza  totale  0,'"150:  becco  0,m012;  ala  0,'"092;  coda  0,"'0G8;  tarso  0,m0J.\ 

Abita  l'Europa  meridionale,  la  Persia,  l'Asia  minore,  la  Palestina,  l'Abissinia 
e  l'Africa  settentrionale,  spingendosi  d'inverno  lino  alla  centrale.  In  Italia  è  specie 


174  ATLANTI,    ORNITOLOGI*  0 


di  ] tasso  e  nidificante  nel  maggio  sui  monti,  e  specialmente  su  quelli  delle  Pro- 
vincie settentrionali.  È  sempre  poco  abbondante  e  non  egualmente  distribuita;  più 
frequente  durante  il  passo  nelle  parti  meridionali  e  sul  versante  Mediterraneo.  D 
Giglioli   ebbe  un  soggetto  da  Pistoia  nel  gennaio  1875. 

La  forma  orientale  della  Monachella  fu  distinta  col  nome  di  S.  s.  amphileuca 
(Heinprich  &  Ehrenberg).  Essa  presenta  il  nero  tra  gli  occhi  e  le  narici  più  esteso; 
le  tinte  chiare  bianche,  e  solo  leggermente  lavate  di  giallo  sul  pileo  e  sul  dorso  ; 
il  groppone  è  bianco;  la  faccia  inferiore  delle  penne  della  coda  bianca;  anche  il 
pileo  è  bianco  nei  soggetti  più  vecchi.  La  tipica  8.  stapaxina  ha  invece  il  pileo 
ed  il  dorso  gialli  ed  il  groppone  bianco-giallo;  la  faccia  inferiore  delle  timoniere 
grigia.  La  forma  orientale  fu  trovata  nella  Bulgaria,  nell'Erzegovina  e  nella  Tu- 
nisia; comparve  anche  in  Italia  il!.  Musi,,  ili  Firenze  e  mia  Collezione),  ma  non 
abbiamo  dati  positivi  riguardo  alla  sua  frequenza. 

157.  Saxicola  oenanthe  (Linnaeus),  Culbianco. 

[Tav.  XVI,  flg.   13.   14  e    I  \\.   XLVIII,   6g.   20  6]. 

Cervice,  nuca,  scapolari  e  dorso  di  un  cenerino-piombato;  redini,  una  fascia,  che 
passa  sotto  l'occhio  e  si  allarga  sulla  regione  parotica,  nero-cupe;  fronte,  un  largo 
e  lungo  sopraciglio,  basso  groppone  e  sopracoda  di  un  bianco-puro;  gastreo  bianco, 
tinto  di  gialletto  debole,  più  vivace  sul  petto,  sulla  gola  e  sui  lati  ;  cuopritrici  inferiori 
delle  ali  arre,  terminate  di  bianco;  le  ascellari  bianche  sul  vessillo  interno  ed  all'a- 
pice, brunastre  sull'interno;  ali  bruno-nerastre,  con  margini  rossicci  indecisi;  coda 
bianca  nel  primo  terzo  delle  timoniere  centrali  e  nei  '  .,  .Ielle  altre,  nel  resto  nera 
[mas.  mi.  in  prini.).  Parti  superiori  bruno-rossiccie,  le  tinte  cenerine  estese  solo 
alla  base  delle  penne;  groppone  e  sopracoda  coinè  il  maschio,  così  le  ali  e  la  coda, 
ma  col  nero  sfumato  di  brunastro  ;  fronte  e  sopraciglio  di  un  bianco-gialletto  ;  man- 
cano le  tinte  nere  sulla,  testa,  regione  auricolare  br 'ossiccia;  gastreo  rossigno- 

gialletto  (femm.  ad.  in  prim.).  Fronte  e  sopraciglio  assai  distinti;  parti  superiori 
grigio-cenerine,  coli' apice  delle  penne  rossiccio;  ali  con  larghi  margini  e  apici 
bianco-fulvi;  nero  della  regione  parotica  terminato  ili  rossigno  all'apice  delle  penne; 
gastreo  tinto  più  vivacemente;  coda  terminata  di  bianco  (mas.  ad.  in  aut.).  Sopra- 
ciglio meno  esteso  ed  appariscente;  tinte  delle  parti  superiori  più  rossiccie;  mar- 
ginature sulle  ali  più  cospicue  (/inni/,  ad.  in  niit.ì.  Somigliano  le  femmine  di  au- 
tunno; ma  i  maschi  hanno  leggere  tinte  cenerine  sulla  testa;  il  gastreo  è  di 
colorito  più  vivace;  il  sopraciglio  più  distinto;  le  redini  e  lo  spazio  auricolare 
nerastri   giov.  i/i  aut.). 

Lunghezza  totale  0,'"155;  becco  0,"m013;  ala  0,'"100;  coda  0,ra055;  tarso  0,m025. 

Abita  l'intera  regione  Paleartica  occidentale  dalla  Groenlandia  all'Africa,  alla, 
Siberia  ed  alla  Cina;  d'inverno  migra  verso  sud  lino  verso  l'Equatore;  fu  trovato 
quale  uccello  accidentale  nell'Alaska,  nel  Colorado,  nelle  porzioni  orientali  degli 
Stati  Uniti  e  nel  Canada.  Nidifica  ovunque  al  Nord,  ina  al  Sud  solo  sui  monti. 
In  Italia  è  specie  estiva,  comune,  nidifica  dappertutto  sugli  alti  monti  in  maggio 
e  nel  giugno,  sembra  svernare  in  Sardegna.  H  però  molto  più  abbondante  all'epoca 
del  passo  in  aprile  e  maggio  e  nel  settembre  ed  ottobre. 

Va  soggetto  a  varietà  albine. 


ATI. AMI.    ORNITOl  0GI<  0  IT.". 


158.  Saxicola  isabellina.  Cretzschmae  ('  .  Culbianco  isabellmo. 

Parti  superiori  bruno  rossiccie,  tinte  di  grigio;  regione  parotica  bruno  rossiccio- 
pallida;  un  largo  sopraciglio  bianco  dalla  base  del  becco  sino  oltre  l'occhio,  ove  è 
tinto  di  fulviccio;  groppone  e  sopracoda  bianchi;  gastreo  bianco-rossiccio,  più  vi- 
vace sul  petto,  biancastro  sulla  gola  e  sul  centro  dell'addome;  ali  bruno-nerastre, 
marginate  di  bianco-f ulviccio  ;  euopritrici  inferiori  délk  ali  ed  ascellari  bianche,  talora 
tinti'  leggermente  ili  gialletto;  timoniere  aere  nei  due  terzi  apicali  delle  esterne, 
quasi  fino  alla  base  nelle  due  centrali,  tutte  terminate  e  marginate  di  bianco  e 
di  fulviccio  (ad.). 

Lunghezza  totale  0,'ifió:  becco  0,m016;  ala  0,m105;  coda  0,m063;  tarso  0,m030. 

Questa  specie  in  alcuni  abiti  assomiglia  molto  alla  S.  oenantke,  ma  ne  è  sempre 
distinta   per   maggiori   dimensioni;    pelle  tinte  generali  più  rossiccie;  pelli    usui 
lari  e  euopritrici  inferiori  dell'ali  del  tutto  bianche;  pelle  tinte  nere  della  coda  più 
estese;  per  la  fan-in  inferiore  tirili1  remiganti  molto  più  pallida,   beninteso   nel  disotto 
dell'ala,  e  pel  tarso  decisamente  più  lungo. 

Essa  abita  la  Russia  sud-orientale,  l'Asia  minore,  l'Afganistan,  il  Turche- 
Man  e  la  Siberia  meridionale;  sverna  nel  Nord  della  Cina,  come  sverna,  ma  è 
anche  sedentaria,  nell'Africa  nord-orientale  dall'Egitto  all'Arabia  ed  alla  Somalia; 
fu  colta  nel  novembre  1887  in  Inghilterra  e  sembra  in  Dalmazia (Brehm).  S.  A.  I.  e  R. 
l'Arciduca  Rodolfo  d'Austria  narra  i~;  anzi  di  aver  veduto  un  individuo  a  Lacroma 
e  poi  di  averne  osservati  molti  nelle  stesse  località  e  poi  a  Ragusa  ed  a  Trebigne, 
ma  certamente  queste  asserzioni  sono  prive  di  fondamento.  Questa  specie  apparve 
sotto  il  nome  di  S.  saltato/-  nei  Cataloghi  del  Nardo  pel  Veneto,  ma,  come  bene  dicono 
il  Salvadori  ed  il  Ninni,  quell'Autore  riferi  alla  S.  isabellina  qualche  esemplare  di 
maggiore  statura  della  S.  oenanthe. 

159.  Saxicola  deserti,  Ruppel  (3),  Culbianco  del  deserto. 

Parti  superiori  grigio-rossiccie,  che  tendono  al  fulvo  sul  dorso;  un  sopraciglio 
bianco  ben  distinto  sin  oltre  l'occhio;  euopritrici  alari  nere,  le  interne,  le  mediane  e 
le  grandi  bianco-rossiccie,  in  modo  da  costituire  un  grande  spazio  sulle  ali;  basso  grop- 
pone e  sopracoda  di  un  bianco-gialletto;  redini,  lati  della  testa,  gola  e  lati  del  collo 
tino  alle  spalle  neri;  resto  del  gastreo  bianco,  tinto  di  fulviccio  sul  petto;  euopritrici 
inferiori  delle  ali  bianche;  ascellari  nere,  terminate  di  bianco;  coda  ilei  tutto  nera 
fino  a  l/g  dulìa  base,  ov'è  bianca  [mas.  ad.)  Bruno-rossiccia;  groppone  e  sopracoda 
bianchi,  tinti  di  rossiccio;  ali  brune,  marginate  di  rossiccio,  manca  il  nero  sulla 
gola;  coda  nera  fino  a  '  .,  dalla  base  (femm.  ad.).  Come  il  giovane  della  S.  in.  oeei- 
dentalis,  ma  la  coda  è  bruno-nerastra  fino  a  '  .,  dalla  base  ii/iov.). 

Il  colore  della  coda  distingue  questa  specie  sempre  in  ogni  età  e  livrea,  e 
così  anche  le  femmine,  che  sono  alquanto  simili  a  quelle  delle  S.  oenanthe,  mcla- 
noleuca  e  stapaxina. 


(')  Saxicola  isabellina,  Cretzeohmar  in   Ruppel.   Ahi.  p,  52  r  1 826). 

I  |  Notes  un  Sport  ami  Ornith.  pag.   628  (1889). 

C)  Saxicola  amarti,  Kiipp.  in  Temminok  l'I.  color,  p.  —  pi.  359,  li;;.  -  <  L825  . 


176  atlanti:  ORNITOLOGICO 


Lunghezza  totale  0,'  150;  becco  0,m019;  ala  0,  088;  coda  0,roO68;  tarso  0,m028. 

Abita  l'Africa  settentrionale  dall'Egitto  all'India,  l'Arabia,  la  Palestina,  il  Tur- 
chestan  e  l'Africa,  ove  sverna  fino  alla  Somalia.  È  accidentale  in  Europa;  fu  colta 
nel  novembre  1880,  nell'ottobre  1885  e  nel  dicembre  1887  nelle  Isole  Britanniche, 
e  tre  volte  pure  ad  Helgoland,  cioè  nell'ottobre  1856  e  1857  e  nel  giugno  1880; 
non  conosco  altre  cai  iure   Kuropee. 

La  S.  pittata,  Hemprich  &  Ehrenberg  è  ricordata  dal  Zarudny  come  frequente 
nel  giugno  presso  Baku,  ma  non  la  trovo  citata  nell'Orma  Caucasico,  del  Radde. 
Abita  il  Transcaspio,  il  Turchestan  e  Gilgit;  svernando  nell'Arabia  e  nell'Abissinia. 


Genere  PRATINC0LA.   Koch. 

Simile  al  gen.  Saxicola,  ma  col  becco  più  corto,  più  forte  e  più  ricurvo  al- 
l'apice; peli  alla  base  'dello  stesso  fortemente  sviluppati;  ali  più  corte,  così  la  coda, 
che  è  più  stretta;  tarso  relativamente  corto.  Piumaggio  più  molle,  macchiato  sulle 
parti  superiori  delle  specie  Europee,  una  eccettuata. 

È  un  genere  del  Mondo  Antico,  ptfi  specialmente  rappresentato  in  Africa  e 
composto  di  quattordici  specie,  delle  quali  tre  nidificano  in  Europa.  Hanno  abi- 
tudini più  arboricole  delle  Saxicolae,  però  si  posano  anche  sul  terreno,  amano 
mettersi  sempre  più  che  altro  sulle  cime  degli  alberi  e  degli  arboscelli,  o  sulle 
zolle  elevate;  sono  insettivori  e  si  procurano  il  cibo  volando;  cantano  discretamente; 
nidificano  a  terra,  deponendo  da  4  a  6  uova  di  un  blu  di  vario  tono,  con  macchie 
bruno-rossiccie:  la  muta  è  semplice  d'autunno  e  ruptila  di  primavera. 

160.  Pratincola  rubetra  (Linnaeus),  Stiaccino. 

L'I'av.   XVI,  6g.  9  e  10  e  Tav.  XLVIII.  fig.  20o.]. 

Base  dellu  rixln  bianca;  groppone  e  sopracoda  senza  ti /ite  bianche. 

Parti  superiori  nero-brunastre,  con  stretti  margini  fulvo-rossicci  più  o  meno 
ocracei,  e  più  larghi  sul  groppone;  sopracoda  gialletto-ocraceo,  con  una  fascia  ali /in- 
nata su  ciascuna  penna  eduna  macchia  subajiirnh -nerastra  ,■  sopraciglio,  mento  ed  una 
fascia,  che  dalla  mandibola  inferiore  corre  sui  lati  della  gola  e  del  collo,  bianchi; 
cuopritrici  primarie  bianche  alla  base  a  guisa  di  uno  spazio  sull'ala,  cuopritrici  più 
interne  bianche,  che  t'ormano  un  altro  spazio  presso  il  dorso,  le  rimanenti  cuopritrici 
nero-lucide;  gastreo  fulvo-aranciato,  col  cenno  dell'addome  biancastro;  timoniere, 
le  due  centrali  bianche  nel  terzo  basale,  le  altre  per  metà,  nel  resto  bruno-nerastre, 
con  margine  ed  apice  bianco-rossigni  (mas.  ad.).  Più  brunastra  del  maschio;  fascia 
sopracigliare  lavata  di  t'ulviccio;  spazio  bianco  sull'ala  presso  il  dorso  quasi  man- 
cante; sul  davanti  del  petto  poche  macchie  brunastre  \femm.  ad.).  Come  gli  adulti; 
apici  delle  penne  delle  parti  superiori  bianco-tulvicci;  i  due  spazi  sull'ala  indi- 
stinti; gastreo  giallo  fulviccio,  talora  biancastro  e  con  macchiette  nere  sul  davanti 
del  petto  e  sui  lati  [giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"130;  becco  O/'Ol-*:  ala  0,m075;  coda  0,"'04<);  tarso  0,n,022. 

Secondo  Meves  questa  specie  avrebbe  anche  una  muta  primaverile  completa, 
ciò  che  sarebbe  un'eccezione  a  quanto  succede  nel  genere   Pratincola. 


-*uj  Svtcftf 


1.  Ciuffolotto  scarlatto  (r*  ad.).    2    Ciuffolotto  <u>nrlattn  i"Ol     a   n;,,«-  i  ..      ih 

delle  Dfau*.  ,o,     S   ri, u,     "  .      f  alt°^V    3.  Ciuffolotto  deUe  pinete  (e?  ad.).    4.  Ciuffolotto 


«!«.).    8.  Crociere  (cT  ad.).    9.  Crociere  fcf  gu>v.).    IO.  Crociere  ($).    11.  Verdone  (tf«  ad.).    12.  Verdone  (J). 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milann. 


MI  IMI     0JRN1T GICO  ITT 


Abita  L'Europa,  spingendosi  molto  più  al  nord  della  specie  susseguente  e  la 
Persia;  si  porla  d'inverno  nell'Europa  meridionale  e  nell'Africa  settentrionale. 
In  Italia  è  uccello  estivo  e  di  passo,  nidifica  sulle  montagne,  specialmente  delle 
Provincie  settentrionali,  da  maggio  a  luglio  ed  anche  in  agosto,  allevando  due  co- 
vate;  sembra  essere  raro  in  Sardegna,  in  molte  provincie  è  assai  meno  abbon- 
dante del  Saltinpalo;  ma  è  specie  generalmente  comune. 

Va  soggetta  raramente  alle  varietà  albine. 


161.  Pratincola  rubicola    Lixwi.ts,  Saltinpalo. 

L'I'av.  XVI,  flg.  11  e  12]. 

Coda  nera  anche  alla  base;  groppone  e  sopracoda  bianchi,  macchiati  di  rossiccio. 

Testa  per  intero,  mento,  parte  anteriore  della  gola  e  del  collo,  dorso  e  grop- 
pone di  un  nero-profondo  e  lucido,  con  margini  indistinti  rossiccio-ocracei;  il  nero 
della  parte  posteriore  del  collo,  sui  lati  dello  stesso,  è  diviso  da  quello  della  gola 
da  uno  spazio  bianco;  cuopritrici  superiori  dilla  co/In  e  groppone  bianchi,  macchiati  ili 
nero;  timoniere  per  intero  e  remiganti  bruno-nerastre,  marginate  di  rossigno;  cuo- 
pritrici superiori  delle  ali  dello  stesso  colore,  colle  mediane  più  interne  e  le  grandi 
bianche,  che  formano  un  grande  spazio  sull'ala:  gastreo  castagno  aranciato,  più 
chiaro  sull'addome,  il  cui  centro  è  biancastro;  ascellari  e  cuopritrici  interiori  delle 
ali  nere  alla  base,  bianche  all'apice  (mas.  mi.  in  pria/.).  Parti  superiori  fulvo-ros- 
siccie,  col  centro  delle  penne  nerastro;  spazio  bianco  sull'ala  e  quello  sui  lati  del 
collo  meno  estesi  ;  un  sopraciglio  poco  distinto  bianco-fulviccio;  gola  grigio-bruna, 
con  una  grande  macchia  nera  nel  mezzo  (femm.  mi  in  j>rim.-.  Simile  alle  femmine; 
tinte  delle  parti  superiori  più  nerastre;  la  macchia  nera  sulla  gola  più  distinta 
ed  estesa  sul  mento;  lo  spazio  bianco  sull'ala  più  grande,  e  quello  sui  lati  del  collo 
tinto  di  fulviccio  (mas.  mi.  in  aut.).  Parti  superiori  bruno-nerastre,  con  wwa  macchia 
triangolare  o  allungata  sul  centro  delle  penne;  spazio  bianco  sull'ala  poco  esteso 
e  tinto  di  fulviccio;  gola  bianco-sudicia;  gastreo  isabellino  fulviccio,  macchiato  di 
nerastro  sul  davanti  del  collo,  sull'alto  petto  e  sui  fianchi;  sopracoda  rossiccio 
(giov.  -nel  1°  abito). 

Lunghezza  totale  0,n,12f);  becco  0,'"010;  ala  0,'"065;  coda  0,'"045;  tarso  0,n,021. 

Questa  specie  è  sempre  distinta  dalla  precedente  per  la  coda  sovra  e  mai 
bianca  alla  base;  il  maschio  ad.  poi  ha  la  gola  nera,  e  la  femmina  ad.  ha  una 
macchia  nera  sulla  stessa  ed  il  tono  generale  di  colore  è  più  cupo. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale  e  le  regioni  temperate  della  setten- 
trionale, l'Africa  settentrionale  e  la  Siberia,  fino  alla  Cina  ed  al  Giappone.  Sembra 
che  nelle  parti  orientali  della  Russia  sul  versante  del  Volga,  questa  specie  s'in- 
contri coll'affine  P.  maura  (Pallasi  dell'India,  che  ha  il  sopracoda  bianco-perfetto 
e  la  base  della  coda  bianca,  le  ascellari  del  tutto  nere  e  così  le  cuopritrici  in- 
feriori delle  ali.  In  Italia  è  specie  stazionaria  e  comune;  migra  parzialmente 
d'  inverno  dalle  provincie  settentrionali ,  coli'  eccezione  del  Veneto.  Nidifica 
ovunque,  più  comunemente  sui  monti  dal  maggio  all'agosto,  allevando  due  o 
tre  covate. 

Va  soggetta  raramente  ad  anomalie  di  colorito. 

Atlante  ornitologico.  'Si 


178  Wl   \\ ;\l  COLOGK  0 


161  a.  Pratincola  rubicola  Hemprichi  (Ehrenberg),  Saltimpalo  orientale. 

Coda  bianca  alla  base;  groppone  e  sopracoda  bianchi,  macchiati  di   rossiccio. 

Simile  alla  /'.  rubicola,  ma  di  tìnte  un  po'  più  pallide  e  eolla  coda  bianca  nei 
due  terzi  basilari  delle  timoniere  laterali  e  nel  1"  terzo  soltanto  sulle  due  centrali, 
tutte  marginate  e  terminale  di  fulvo-rossiccio. 

Lunghezza  totale  0,m119;  becco  (V'Oli;  ala  0,u'072;  coda  0,m051;  tarso  0,'"022. 

Il  rappresentante  orientale  della  /'.  rubicola  abita  l'Europa  sud-orientale  e  la 
Siberia  occidentale;  sverna  nell'Africa  nord-orientale,  sino  all'Abissinia. 

162.  Pratincola  caprata  iLinnai  i  s  .  Saltinpalo  nero. 

Una  spazio  bianco  sull'ala,  t'ormato  dalle  cuopritrici  più  vicine  al  dorso;  parte 
bassa  del  groppone  e  dell'addome  e  sottocoda  bianco-puri;  nel  resto  nero-lucido 
mas.  ad.  in  prim.  .  Tinte  nere,  marginate  di  ocraceo-rossiccio  (mas.  ad.  in  aut.). 
Parti  superiori  bruno-grigiastre,  coi  centri  delle  penne  più  cupi;  sopracoda  e  basso 
groppone  di  un  bianco  tinto  di  rosso-rugginoso;  timoniere  bruno-nere;  cuopri- 
trici alari  e  remiganti  bruno-scure,  coi  margini  più  chiari:  gastreo  brunastro,  con 
margini  più  chiari  sul  mento  e  sulla  gola,  tinto  di  fulvo  sull'addome  e  con  striscie 
più  cupe  sul  petto;  sottocoda  bianco;  timoniere  bruno-nere  (femm.  ad.)',  il  giovane, 
secondo  lo  Sharpe,  assomiglia  molto  a  quello  della  P.  rubetra. 

Lunghezza  totale  0,m137;  becco  0,"  01  :■',;  ala  0,ro066;  coda  0,m053;  tarso  0,'"020. 

Abita  le  regioni  fra  il  Transcaspio  e  la  Persia,  l'Afganistan  e  l'India  setten- 
trionale fino  a  Giava  ed  alle  Filippine,  ed  è  accidentale  nella  Russia  Europea 
Mi  nxbier). 


Genere  RUTICILLA,  C.  L.  Beehm. 

Becco  .sottile,  depresso  alla  base,  compresso  verso  L'apice,  un  po'  incurvato 
e  fornito  alla  base  di  peli  abbastanza  sviluppati  ;  narici  Glittiche,  piccole,  basilari, 
superiori:  ali  abbastanza  lunghe,  la  remigante  primaria  corta,  poco  più  lunga 
delle  1°  cuopritrici,  2a  eguale  alla  6a,  3a  di  solito  la  più  lunga;  coda  lunga  e  leg- 
germente rotonda:  gambe  sottili;  il  tarso  non  scudettato,  più  lungo  del  dito  mediano 
con  unghia,  coperto  sul  davanti  da  una  grande  squanima  e  da  tre  scudetti  infe- 
riormente; unghie  mediocri,  leggermente  ricurve. 

Sono  uccelli  di  colori  vivaci,  i  cui  sessi  sono  differenti  e  variegati;  hanno 
le  gambe  sempre  nere  e  così  iu  generale  la  gola;  molti  presentano  il  groppone, 
il  sopracoda  e  la  coda  colle  penne  laterali  castagne,  i  giovani  sono  macchiati;  la 
muta  e  semplice,  completa  d'autunno  e  ruptila  di  primavera.  Si  conoscono  circa 
15  specie  di  Codirossi,  che  abitano  nella  massima  parte  l'Imalaia  e  le  montagne 
della  sottoregione  Mediterraneo-Persica;  alcuni  sono  stazionari,  altri  migratori.  Hanno 
abitudini  arboricole;  alcuni  amano  le  località  rocciose,  ma  tu  generale  i  cespugli 
ed  i  luoghi  coltivati,  e  sono  buoni  eautori;  si  nutrono  d'insetti,  che  cacciano  vo- 
lando; fabbricano  il  nido  nelle  buche  delle  mura  o  degli  alberi,  deponendo  uova 
bluastre,  talora  quasi  bianche  con  rare  macchie  brune,  ma  più  spesso  immacolate. 


ATLANTE    ORNITOLOGI!  "  ITU 


163.  Ruticilla  phoenicurus  '     I.invui-.  Codirosso. 

[Tav.   XIV.  Bg.  8,  li  e  Tav.   XLVIII,  fig.    19]. 

Ascellari  e  cuoprìtrici  inferiori  détte  ali  ili  un  [uhi,  più  o  numi  vivace. 

Penne  nasali,  redini,  lati  della  taccia,  del  collo,  mento  e  gola  di  un  nero-pro- 
fondo;  parte  anteriore  della  fronte  e  sopraciglio  di  un  bianco-puro;  parti  supe- 
riori cenerino-azzurrognole,  qua  e  là  lavate  di  rossigno;  groppone,  sopracoda  e 
timoniere  castagno-vivaci,  colle  due  meditine  brunastre,  marginate  di  castagno; 
cuoprìtrici  inferiori  delle  ali,  ascellari  e  petto  di  un  fulvo-vivace,  che  diventa  più 
pallido  sui  fianchi  e  bianco  sul  cenili»  dell'addome;  ali  bruno-nerastre,  con  mar- 
gini bruno-chiari  mas.  mi.  in  prim.).  Bianco  della  fronte  e  del  sopraciglio  meno 
puro  e  più  stretto;  parti  superiori  lavate  di  un  rossiccio  più  intenso:  tinte  nere 
della  gola  e  le  vivaci  del  gastreo  marginate  di  bianco  e  le  ali  di  nocciola  (mas. 
ini.  in  uni.:.  Fronte  ed  un  tratto  dall'occhio  al  becco  rossicci:  parti  superiori 
bruno-cenerine,  lavate  di  rossiccio:  tinte  castagne  del  sopracoda  e  coda  come  nel 
maschio;  gola  cenerognola;  lati  della  testa,  petto  e  fianchi  brunastri,  lavati  di 
rossigno  verso  l'apice  delle  penne;  sottocoda  bianco-fulvo  femm.  mi.  e  giov.  in  ani.). 
l'arti  superiori  già  Ilo- ocracee,  con  margini  neri;  cervice  nero-brunastra  ;  sopra- 
coda marginato  di  nero;  gastreo  giallo-fulviccio,  lavato  di  rossiccio  sul  basso  ad- 
dome e  sid  sottocoda  e  con  margini  scuri,  (piasi  nerastri  (giov.  mi  1"  aitilo). 

Lunghezza  totale  o,"  140;  becco  (V'Oli;  ala0,"07s:  eoda0,m059;  tarso  0,n,021. 

Le  ascellari  e  le  cuoprìtrici  inferiori  delle  ali  sono  quasi  sempre  di  mi  fulvo 
più  o  meno  vivace,  carattere  che  dislingue  questa  specie  in  mini  dà  dalla  lì.  lilis. 

Abita  l'Europa,  verso  est  sino  allo  Jenissei,  nidificando  fino  al  Capo  Nord; 
sverna  nell'Africa  e  nella  Persia.  In  Italia  è  specie  estiva,  ma  particolarmente 
abbondante  all'epoche  del  passo;  nidifica  sui  monti  delle  provincie  centrali  e  set- 
tentrionali ;  pochi  svernano  in  Sicilia  ed  in  Sardegna. 

Va  soggetta  a  varietà  albine  e  isabelline. 

163  a.  Ruticilla  phoenicurus  mesoleuca    Ehrenbeeg),  Codirosso  di  Ekrenb&rg. 

Simile  alla  precedente,  col  nero  della  gola  e  la  tinta  grigia  di  un  tono  più 
cupo,  il  bianco  della  fronte  più  esteso;  le  remiganti  secondarie  hanno  il  vessillo 
esterno,  dalla  base  quasi  sino  all'apice,  bianco,  in  modo  da  tonnare  un  grande  spazio 
chiaro  sull'ala  (mas.  ad.).  Simile  alla  femmina  di  lì.  phoenicurus,  ma  più  scura  e 
grigiastra;  intermedia  di  colore,  dice  il  Seebohm,  tra  questa  e  quella  di  lì.  titis 
femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,ra152;  becco  0,m012;  ala  0,'"079;  coda  0,™061;  tarso  0,m021. 

Abita  il  Caucaso  e  l'Asia  minore;  sverna  nell'Arabia,  nell'Abissinia  e  nel  Se- 
negal. In  Europa  oltre  nel  Caucaso,  ove  nidifica,  fu  colta  presso  Costantinopoli 
(Bobson  e  Museo  di  Bebelc,  America  sett.),  presso  Atene  (Coli.  Kruper),  in  Ungheria 
(Museo  di  l'est)  e  a  Helgoland  (Cali.  Odtìce). 


l'i  Pai  greco  ù  qtoivàtùVQOS       codirosso  (Aristotile). 


180  ATLAM tNITOl  OGN  0 


164.  Ruticilla  titis   Scopoii)  ('),  Codirosso  spazzacamino. 

[Ruticilla  titys  o  tithys        Scop.)  |. 
[  Tav.  xiv.    fig.  io  e  11]. 

Ascellari  e  cuopritriei  inferiori  dell*   ali  lavagna  di  vario  tono,  terminate  di  bianco. 

Parti  superiori  di  un  grigio-lavagna;  basso  groppone,  sopracoda,  penne  laterali 
della  coda  e  sottocoda  fulvi;  le  due  timoniere  centrali  bruno-nerastre;  redini  e 
gastreo  di  un  bel  nero-lucido,  col  eentro  del  basso  addome  biancastro;  i  lati  del 
corpo  ed  i  fianchi  di  un  grigio-lavagna;  le  remiganti  primarie  nerastre,  margi- 
nate di  bianchiccio,  che  è  più  puro  e  più  esteso  sulle  26,  ove  forma  uno  spazio 
alare;  ascellari  e  cuopritriei  inferiori  delle  ali  di  un  grigio-lavagna,  terminate  di 
bianco  (mas.  mi.  in  prim.).  Parti  superiori  leggermente  lavate  di  rossigno;  penne 
nere  del  gastreo  con  margini  bianco-cenerognoli;  spazio  alare  bianco  più  esteso 
(mas.  mi.  in  ani.),  l'arti  superiori  bruno-cenerognole,  qua  e  là  olivastre;  tinte  ca- 
stagne  più  pallide:  gastreo  come  le  parti  superiori,  ma  leggermente  più  chiaro; 
cuopritriei  inferiori  delle  oli  ni  ascellari  di  mi  bruno  di  lavagna  (femm.  ad.  e  giov. 
in  aut.). 

Lunghezza  totale  0,m150;  becco  0,'"011;  ala  0,m088;  coda  0,"'0G0;  tarso  O^'Oi'i'. 

La  E.  filini,  tiorbe  non  è  altro  che  il  giovane  della  II.  titis,  che  all'età  di 
un  anno  può  generare,  conservando  l'abito  della   femmina. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale,  verso  est  tino  alla  Russia  occidentale, 
ove  è  poro  avventizia;  migra  d'inverno  fino  nell'Africa  settentrionale.  In  Italia 
è  specie  stazionaria:  abita  d'estate  i  monti  delle  provinole  settentrionali,  ove  ni- 
difica, allevando  da  aprile  a  luglio  due  o  tre  covate;  d'inverno  discende  al  piano, 
ma  non  pochi  migrano  dalla  Valle  Padana  verso  il  sud,  e  allora  è  abbondante 
in  Sardegna,  in  Sicilia  e  nelle  Puglie.  E  meno  copiosa  della  specie  precedente,  e 
non  ovunque  egualmente  distribuita. 

165.  Ruticilla  ochrura  (S.  Gmelin),  Codirosso  dì  GovM-. 

Simile  alla  li.  titis,  ma  distinta  pel  dorso  nero  (nella  fi.  titis  esso  è  tinto  di 
rado  di  nero,  e  sempre  in  modo  parziale);  addome  rosso  castagno;  cuopritriei  supe- 
riori od  inferiori  dolio  ali  od  ascellari  nero,  talora  variate  di  castagno  (mas.  ad.). 
.Simile  alla  femmina  della  li.  titis.  ma  distinta  pelle  pani  inferiori  di  un  grigio 
meno  puro  e  col  basso  addome  tinto  di  castagno  pallido  (femm.  ad.). 

Lunghezza  toiale  0,m152;  becco  0,'"012;  ala  0,m082;  coda  0,'n063;  tarso  0,U)022. 

Abita  il  Caucaso  e  l'Alia  minore;  rimase  molto  tempo  confusa  colla  B.  titis, 
ma  ora  si  sa  (die  è  specie  distinta  e  ciò  a  molilo  degli  illustri  Naturalisti  Russi; 
essa  fu  descritta  dal  Gmelin  nel  1774,  ed  il  Gould,  ignorandolo,  la  ritenne  specie 
nuova  nel  1855,  e  la  chiamò  di  E.  erythroprocta;  alcuni  Autori  però  la  considerano 
una  semplice  sottospecie  della  li.  titis. 


'     ■  Uotaeilta  lili/s.  I.innui-,  .s,ht   .\«/.  I,  p.  1S7  (1758),   M.  )ilm<  iiirunis  (ì.  tOys,  Linnaeus,  Si/st. 
V.i/.   I.    |i.  :;:::i  (1766);    Sylvia  tithys,  Scopoi.i,   .lini.  I,  p,   l.">7  (1769). 

i  Si  devi-  Bcrivere  titis  dal  greco   iixig,  efr.   inibir,   pigolare;  e  Don  tithys,  come  fece  Scopoii,  o 
titys  del   Dressei  e  di  altri  Autori. 


\  1 1  \  N  11     ORNITOLOGICO  '^' 


166.  Ruticilla  Moussieri  (Olphe-Gali.iakim.  Codirosso  «li/trino. 

Cervice,  lati  della  atessa  e  del  collo,  dorso  ed  ali  nere;  una  linea  bianca 
attraverso  la  fronte,  che  passa  sugli  occhi  e  si  unisce  ad  una  Larga  t'ascia  dello 
strsso  colore  su  ciascun  Udo  della  parte  anteriore  del  dorso;  groppone,  cuopri 
trici  superiori  della  coda,  timoniere  laterali  e  gastreo  di  un  rosso- araneiato-vi- 
vace.  più  pallido  sull'addome,  specialmente  nel  centro;  uno  spazio  bianco  sulle 
ali.  t'ormato  dai  vessilli  esterni  delle  penne,  che  sono  bianchi  nella  metà  basi- 
lare {mas.  ini.  in  pri>H.).  Eguale  alla  femmina  della  E.  phoenicurus,  ina  più  pic- 
cola; molto  più  rossiccia  sul  gastreo,  sulle  cuopritrici  inferiori  delle  ali.  Millo 
ascellari,  e  meno  sul  solo  groppone  [('min.  mi.'. 

Lunghezza  totale  0,m120;  becco  0,"011;  ala  (VOTO:  coda  n.1  (>!>:  tarso  0,  025. 

Abita  l'Europa  nord-occidentale,  specialmente  L'Algeria,  la  Tunisia  ed  il  Ma- 
rocco. Un  esemplare,  preso  il  22  novembre  1890  a  Nizza  (Oal),  è  nel  R.  Museo 
di    Firenze.   Non  so  che  altri   soggetti   siano  stati   colti  in   Europa. 

167.  Ruticilla  erythrogastra   <;t  ldenstàdt),  Codirosso  di  OvMenstait. 

Cervice,  nuca  ed  un  grande  spazio  alare  bianco,  formato  dalla  porzione  basale 
delle  remiganti  l6  e  2"  e  più  esteso  sulle  secondarie;  base  della  fronte,  redini, 
guancie,  lati  della  testa,  gola  per  intero,  collo,  alto  petto,  dorso,  scapolari,  il  resto 
di  die  remiganti,  cuopritrici  inferiori  e  superiori  delle  ali  di  un  bel  nero-profondo; 
resto  del  gastreo,  ascellari,  groppone,  sopracoda  e  timoniere  di  un  rosso-casta- 
gno-vivace, colle  due  timoniere  centrali  tinte  di  brunastro  (mas.  mi.).  Di  un  bruno- 
cenerognolo,  più  cupo  sulla  testa,  più  pallido  sul  mento,  sulle  ascellari,  sulle 
cuopritrici  inferiori  delle  ali  e  sull'addome;  coda  rossiccio-brunastra  sulle  due 
penne  centrali;  sottocoda  e  sopracoda  di  un  rossiccio-pallido;  margine  delle 
grandi  cuopritrici ,  e  delle  2"  interne  quasi  bianco  (femm.  ad.).  Penne  grigio-blua- 
stre alla  base  e  bruno-giallastre  all'apice,  sicché  il  disegno  appare  tutto  mac- 
chiettato; basso  addome,  sopracoda  e  sottocoda  di  un  bianco-fulviccio  (giov.  se- 
condo Hend.  &  Hume). 

Lunghezza  totale  0,'"177;  becco  0,'"013;  ala  0,m104;  coda  0,m080;  tarso  0,m025. 

Questa  specie  nidifica  nei  boschi  di  conifere  degli  alti  monti  del  Caucaso, 
del  Turchestan,  dell'Imalaia  fino  verso  il  Tibet  e  la  Cina,  e  discende  al  piano  du- 
rante l'inverno;  in  Europa,  oltre  che  pel  Caucaso,  è  citata  dal  Conte  AUéon  pella 
Bulgaria  (Reiser). 


Genere  CYANECULA,  C.  L.  Brettm. 

Differisce  dal  gen.  Ruticilla  per  avere  la  base  del  becco  fornita  di  peli  in 
piccolo  numero  e  molto  corti:  narici  ovali;  ali  più  corte;  quattro  scudetti  nella 
porzione  inferiore  del  tarso;  dito  mediano  ben  più  corto  del  tarso,  che  è  piuttosto 
allungato. 

La  gola  è  colorita  di  azzurro,  ma  solo  nei  maschi  adulti  e  la  coda  sempre  di 
fulvo  alla  base;  i  sessi  sono  differenti;  mutano  come  i  Codirossi;  sono  cantori  abi- 


182  ATLANTI     ORNITOLOGICO 


INsimi  e  fanno  intendere  le  loro  melodie  anche  di  notte:  abitano  i  cespugli  ed  i 
luoghi  alberati,  specialmente  nelle  località  paludose  od  umide:  nidificano  a  terra, 
deponendo  uova  olivastro,  immacolate:  sicché  come  i  Codirossi  hanno  sessi  diffe- 
renti, ma  le  uova,  il  colorito  vivace  della  gola  ed  i  costumi  sono  più  propri  degli 
Erifkaei.  Se  ne  conoscono  due  torme. 

168.  Cyanecula  suecica  (Linnaeus),  Pett'azzurro  orientale. 

[Cyanecula  suecica,  park  Auct.  [tal.]. 

[Tav.  Xi.vi.  ftg.  10]. 

Il  maschio  adulto  di  questa  specie  è  distinto  da  quello  della  C.  suecica  c;/a- 
necula,  per  avere  una  macchia  castagna  e  no»  bianca  nel  centro  dell'azzurro  del 
collo.  Sembra  del  resto  che  i  cambiamenti  di  piumaggio  si  succedano  come  nella 
e.  s.  cyanecula.  La  statura  è  uguale. 

Si  distinguono  due  forme  di  maschi  adulti: 

a)  Cola  e  collo  azzurri,  con  una  macchia  castagna  sul  centro  del  collo 
[C.  suecica,  Linnaeus,  1758);  è  la  forma  comune. 

b  Gola  e  collo  azzurri,  con  una  macchia  castagna,  circondata  da  un  anello 
bianco  sul  centro  del  collo  (C.  orientala,  Brehm,  1831);  è  forse  una  livrea  inter- 
media tra  l'età  giovanile  e  l'adulta. 

La  forma  orientale  del  Pett' azzurro  abita  le  parti  settentrionali  d'Europa 
e  d'Asia,  dal  Circolo  Artico  all'Imalaia,  In  trovata  anche  nel  Kamciatka  e  nell'A- 
laska; sverna  nell'Africa  sino  all'Abissinia,  all'equatore,  e  nell'Asia  sino  al  sud  della 
Cina,  nell'India  ed  a  Ceylan,  transitando  per  l'Europa  meridionale  ed  orientale, 
pel  Turchcstan  e  pella  Cina  settentrionale.  In  Italia  è  specie  di  passo,  molto  più 
i-ara  della  precedente  e  colta,  a  quel  che  pare,  (inora  solo  nelle  provincie  setten- 
trionali ed  in  Toscana;  non  nidifica. 

168'/.  Cyanecula  suecica  cyanecula  (Wolf),  Pett'azzurro  occidentale. 
[Cyanecula  suecica,  pari.  Ami  [tal.,  C.  Wolfi  (Bbkhm)]. 

[Tav.  XIV,  li;:.  •"•,  f>  <>  7]. 

Fronte  e  sopraciglio,  talora  indistinti,  bianco-rossicci  ;  parti  superiori  bruno- 
cenerognolo-olivastre,  più  scure  sul  centro  delle  penne;  guancie,  mento,  gola,  petto 
blu-azzurro-vivace,  con  una  grande  macchia  bianca  d'argento  sul  centro  del  collo. 
sotto  l'azzurro  una  lascia  nero-blu,  marginata  in  basso  sul  [ietto  da  altra  larga  e 
castagna:  il  resto  ilei  gastreo  bianco-sudicio,  lavato  di  fulviccio  sul  sottocoda,  sulle 
cuopritrici  inferiori  delle  ali  e  sulle  ascellari;  coda  cannella  fulva  nella  metà  basale, 
nero-bruna  nel  resto,  marginata  e  terminata  di  rossiccio-cenerognolo  (mas.  ad.  in 
prim. i.  Fronte  e  sopraciglio  t'ulvo-accesi;  tinta  azzurra  e  le  due  fascie  seguenti  con 
larghi  margini  apicali  bianchi  (mas.  mi.  in  atti.).  Guancie  azzurrognole,  (terminate  di 
bianco  nell'aiuto  d'autunno  :  centro  della  gola  bianco-fulviccio,  limitato  sui  lati  da 
due  fascie  brunastre;  sul  petto  tre  larghe  bande,  la  prima  azzurra,  la  seconda  blu- 
nera,  la  terza  castagno-vivace,  (marginate  di  biancastro  nella  livrea  d'autunno);  coda 
terminata  di  rossiccio,  nel  resto  come  il  maschio  ft  mm.  molto  vecchia).  Tinte  generali 
come  il  maschio,  un  po'  più  pallide;  mento  e  gola  bianco-sudicie  nel  centro,  dalla 


MI  \M  i.   ORNI  rOLOGH  '>  L88 


basi'  della  mandibola  inferiori'  parte  una  stretta  fascia,  che  si  unisce  ad  un  mezzo 
collare  che  limita  il  collo  in  basso,  nero-brunastra,  bianco  cenerognola  all'apice 
delle  penne;  petto  tinto  di  fulviccio  e  di  brunastro;  resto  del  gastreo  fulviccio, 
tinto  di  rossiccio  sul  sottocoda  femm.  ad.  e  giov.  in  aut.  .  l'aiti  superiori  bruno- 
nerastre,  con  una  larga  stria  centrale  longitudinale  giaUetta  su  ogni  penna,  collo 
per  intero  e  alto  petto  ili  egual  disegno;  cuopritrici  superiori  della  coda  rossiccie; 
coda,  come  nel  maschio  adulto,  ma  più  pallida  (giov.  nel  I"    abito). 

Lunghezza  totale  0,m145;  becco  0,"012;  ala  0,'"075;  coda  0,m060:  tarso  0,'n026. 

Si  distinguono  due  forme  di  maschi  adulti: 
a    <lola  e  collo  azzurri,  con  una  macchia  bianca  sul  centro  del  collo  {Sylvia 
i  iiniin  uhi,   Wulf,    1810)  ;  ed  è  la  forma  più  comune. 

b)  Gola  e  collo  azzurri  immacolati  8.  Wolfii(l)  Brehra,  1822) ;  è  rara  e  forse 
una  forma  aberrata  od  una  livrea  del  maschio  non  del  tutto  adulto,  ciò  che  è  più 
facile. 

Questa  specie  abita  d'estate  l'Europa  centrale  ed  occidentale,  è  rara  nella 
Russia;  sverna  nell'Africa  settentrionale  ed  in  Palestina,  passando  per  l'Europa 
meridionale  e  giungendo  di  rado  nell'Asia  (Persia  ed  Indiai.  In  Italia  è  uccello 
abbastanza  comune  durante  le  epoche  del  passo,  qualcuno  sverna  più  che  altro 
in  Sicilia;  non  è  però  specie  egualmente  distribuita,  molto  rara  nelle  Puglie  {De 
Romita  e  mia  Collezione),  discretamente  copiosa  in  Liguria,  nel  Nizzardo  e  nel 
Veneto.  Non  consta  nidifichi,  quantunque  si  trovino  individui  anche  nel  maggio. 


Genere  CALLIOPE,  Gould. 

Becco  quasi  diritto,  alquanto  lungo,  subeguale  alla  testa,  fornito  di  setole  di- 
scretamente sviluppate  alla  base,  e  leggermente  intaccato  presso  l'apice;  penna 
spuria  corta,  ma  alquanto  più  lunga  delle  prime  cuopritrici;  2U  remigante  primaria 
eguale  alla  7a,  3a  e  4a  le  più  lunghe;  gambe  alquanto  lunghe;  tarso  lungo,  coperto 
da  una  piastra  sulla  parte  antero-superiore  e  da  quattro   scudetti   sull'inferiore. 

I  maschi  hanno  uno  spazio  rosso-vivace  sulla  gola;  si  conoscono  poche  specie 
proprie  alla  Regione  Paleartica,  ed  alla  sottoregione  Indo-Malese;  una  sola  di  esse 
giunge  in  Europa;  sono  buoni  cantori;  depongono  uova  verdi-bluastre,  macchiate 
di  rossiccio-scuro,  e  frequentano  le  località  umide  e  ricche  d'alberi. 

169.  Calliope  calliope  (Pallas),  Calliopi. 

[Calliope  camtschatkensis  (Gmhxin)]. 

Parti  superiori  di  un  bruno-oliva,  più  cupo  sulla  testa;  una  fascia  bianca  dal 
becco  fino  oltre  l'occhio,  una  seconda  pure  bianca  dalla  base  della  mandibola 
inferiore,  che  si  estende  allargata  sui  lati  della  gola;  redini,  spazio  davanti  e 
sotto  gli  occhi  e  base  della  mandibola  inferiore  nere;  gola  e  davanti  del  collo 
di  un  rosso-rubino,  colla  base  nascosta  delle  penne  bianca,  il  detto  spazio  incorni- 
ciato da  una  stretta  fascia  grigio-nerastra,  che  diviene  cenerina  sui  lati  del  collo 


{')  Dovrebbe  scriversi    Wolfi,  iti  onore  ili  J.   Wolf,  distinto  Ornitologo  tedesco. 


ls  |  \immi     OKN]  l'OI.OGICO 


e  sul  petto;  lati  del  petto  e  Manchi  bruno-oliva;  centro  dell'addome  e  sottocoda 
bianco-isabellini  od  olivastri;  ali  e  coda  brune  di  terra  d'ombra,  quelle  con  le 
penne  marginate  di  oliva-rossigno  {mas.  ad.  in  prim.).  Tinte  rosse  di  rubino,  con 
deboli  margini  apicali  bianchi  (mas.  ad.  in  aut.).  Simile  al  maschio;  mento  e  gola 
Inanelli:  mancano  del  tutto  le  tinte  russe  di  rubino  (femm.  <kì.:  Simile  alla  fem- 
mina; cui  mento  e  la  gola  tinte  di  rossiccio  (gioì:  secondo  Dresser). 

Lunghezza  totale  0,m160;  becco  0,'"014;  ala  0,'"078;  coda  0,'"066;  tarso  0,'"027. 

Abita  l'Asia,  specialmente  nelle  parti  orientali;  è  accidentale  in  Europa,  giunge 
negli  Urali  e  nel  Caucaso,  e  sembra  rara  nelle  provincie  orientali  della  Russia 
Europea.  Nelle  parti  occidentali  di  Europa  sembra  comparsa  una  volta  a  Westgate- 
on-Sea,  in  Inghilterra,  nell'ottobre  1900(,]),  fu  colta  due  volte  nella  Francia  meri- 
dionale nell'agosto  1829  (Museo  ili  Draguignan)  e  nell'aprile  del  1835  (Museo  di 
Marsiglia),  e  quattro  volte  in  Italia,  il  primo  l'ebbi  io  nel  dicembre  1886  dal  Pa- 
dovano (lì.  Musei)  di  Firenze),  due  nel  dicembre  1898  dal  Vicentino  (min  Collezione) 
ed  un  quarto  venne  preso  nell'ottobre  1899  sul  Padovano  (Coli.  Dal  Fiume). 


Genere  NENIURA,  Hodgson(2). 

Becco  diritto,  abbastanza  forte,  molto  più  corto  della  testa,  più  largo  che 
alto  alla  base,  ove  è  fornito  di  setole  distinte  e  intaccato  presso  l'apice,  che  è 
leggermente  ricurvo;  narici  ovali,  basilari;  ali  abbastanza  lunghe,  prima  remigante 
primaria  più  lunga  nel  terzo  apicale  delle  l6  cuopritrici,  2il  subeguale  alla  7a,  4a 
la  massima;  coda  piuttosto  lunga,  appena  forcuta;  gambe  sottili  e  lunghe,  ma 
forti;  tarso  ben  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia,  coperto  sulla  parte  antero- 
superiore  da  una  grande  piastra  e  da  quattro  scudetti  sull'inferiore;  unghia  del 
dito  posteriore  distintamente  più  grande  delle  altre. 

Sessi  differenti,  i  maschi  hanno  le  parti  superiori  tinte  di  blu,  tranne  in  una 
specie. 

Questo  genere  venne  collocato  da  molti  Autori  tra  le  Muscicapae,  delle  quali  si 
dice  abbia  le  abitudini;  i  Cod'azzurri  frequentano  i  luoghi  alberati  ed  amano  star- 
sene sulle  cime  degli  arboscelli;  sono  uccelli  insettivori,  il  loro  canto  è  poco  più 
che  piacevole;  nidificano  nei  crepacci  delle  roccie,  depositando  quattro  uova  bianco- 
bluastre,  macchiate  di  bruno-rossiccio-pallido.  Poche  specie,  proprie  della  Regione 
Paleartica,  compongono  questo  genere;  una  sola  compare  nelle  parti  occidentali 
della  detta  Regione,  ed  una  specie  è  propria  dell'Africa  meridionale. 

170.  Nemura  cyanura  (Pallas),  Codazzurro. 

'lanthia  cyanura  (Paix.)]. 

Parti  superiori  di  un  blu-cupo,  tinto  di  oltremare  sulla  fronte,  sul  sopraciglio, 
sul  groppone  e  sulle  piccole  cuopritrici;  il  sopraciglio  è  in  parte  bianco,  ma  di  solito 
nascosto  dalle  tinte  azzurre;  gola  e  petto  di  un  bianco-gialletto,  coi  fianchi  rossiccio- 


(')    rimtH,  ani  of  Decombei  1900;  Ibis,  Jan.   1901,  pag.   158. 

Ventura,  Hodgson,   /'.  /..  S.  1815,  p.  27;  lanthia,  Blyth,  ./.   A.  8.   />'.   XVI,  p.  132  (8471). 


1.  Averla  maggiore.    2.  Averla  piccola.    3.  Averla  capirossa.     I.  Averla  cenerina,     a    Cuculo 
6.  Cuculo  Upupa.    8.  Succiacapre.     9.  Storno  (ad.  in  abito  d'autunno).     10.  Marti) 


lineo  Hoepli,  Editare,  Milano. 


MI  ANTE    oKMTOLOGICO  185 


aranciati;  remiganti  e  timoniere  nerastre,  col  vessillo  esterno  blu-vivacè  {mas.  ad. . 
Pari  superiori  oliva-bruno-chiare,  tinte  di  blu  sulle  piccole  cuopritrici,  sul  groppone 
e  sul  sopracoda;  redini,  fronte,  una  striscia  attorno  l'occhio  e  gola  di  un  bianco-fulvo; 
petto  bianco,  tinto  di  bruno-oliva,  a  guisa  di  una  banda;  resto  del  gastreo  bianco- 
sudicio,  coi  fianchi  rossigno-aranciati;  remiganti  col  margine  bruno-rossiccio;  timo- 
niere grigio-nerastre,  col  bordo  esterno  blu  {femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,'"140;  becco  0,'"010;  ala  0,'"08G;  coda  0,m060;  tarso  O^'Ol'i'. 

Abita  l'Asia,  dagli  (Jrali  al  Giappone,  e  verso  sud  sino  alla  Cina  e  all'India. 
E  di  rara  comparsa  nelle  provincie  nord-orientali  della  Russia  Europea,  dove  giunge 
dagliUrali.  In  esemplare  venne  colto  in  Italia  nel  novembre  1879  presso  Pisa  /.'.  Musi,, 
,li  fflrenze);  non  conosco  altre  catture  europee;  debbo  però  ricordare  come  nella 
Raccolta  Magni-Griffi  vi  sia  un  esemplare,  che  si  dice  colto  a  Limi  in  Liguria  nel  1867, 
e  che  ora  è  conservato  nel  R.  Musco  di  Roma  (Conte  di  Carpegna,  in  litt.). 


Genere  ERITHACUS.  Cuvier  (•). 

Becco  più  corto  della  testa,  depresso  alla  base,  ove  è  fornito  di  setole  bene 
sviluppate,  curvato  verso  l'apice,  che  è  intaccato;  narici  basilari,  laterali,  ovali; 
ali  rotonde,  Ìa  remigante  primaria  grande,  circa  metà  della  2a,  e  che  sorpassa  le 
le  cuopritrici  nella  sua  metà  apicale;  2a  più  corta  deUa  7a;  4a,  5a  e  6:'  subeguali 
e  le  più  lunghe;  coda  stretta  ed  allungata;  gambe  lunghe  e  sottili;  il  tarso  poco 
più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia,  coperto  sulla  parte  antero-superiore  da 
una  grande  piastra  ed  in  basso  da  tre  piccoli  scudetti;  dito  posteriore  più  forte 
degli  altri,  ma  non  più  lungo  del  mediano. 

Piumaggio  molle;  giovani  macchiati;  sessi  simili;  adulti  colla  gola  e  colpetto 
rossi;  la  muta  è  uguale  a  quella  dei  Codirossi. 

È  un  genere  Paleartico,  composto  di  poche  specie  e  sottospecie,  due  delle  quali 
europee;  sono  parzialmente  migratori;  frequentano  i  boschi  ed  i  giardini  ed  anche 
i  luoghi  abitati,  paventando  poco  l'uomo;  si  nutrono  d'insetti,  che  rincorrono  sul 
terreno,  tenendo  le  ali  basse  e  la  coda  orizzontale;  sono  ottimi  cantori  e  si  fanno 
intendere  anche  nelle  belle  giornate  invernali;  nidificano  al  Nord  o  sui  monti  nel 
Sud,  fabbricando  un  nido  fatto  a  sacco,  ponendolo  a  terra  o  a  poca  altezza  da 
essa;  le  uova  sono  da  5  a  6  di  un  bianco-rossiccio,  con  macchiette  rosso-scure. 

171.  Erithacus  rubecula    Linnaeus),  Pettirosso. 

[Tav.  XIV,  tìg.  3,  4  e  Tav.   XLVIII,  lig.   18]. 

Fronte,  redini,  una  stria  che  si  estende  fino  sopra  l'occhio,  regione  parotica, 
lati  della  faccia,  del  collo,  del  petto,  mento,  gola  ed  alto  petto  di  un  rosso-aran- 
ciato-vivo,  marginato  di  grigio-bluastro  dalla  fronte  fino  ai  lati  del  petto;  centro 
del  petto  e  dell'addome  bianco;  tutto  il  resto  bruno-oliva,  cogli  apici  delle  grandi 
cuopritrici  di  un  fulviccio  poco  distinto,  e  più  sviluppato,  in  forma  di  banda  alare 
trasversale,  negli  individui  dell'anno  (ad.).  Bruno-ocraceo,  col  centro  delle  penne 


Erithaous  da  ègìtìanog,  uec  Erytkacus. 

Atlante  ornitologico. 


186  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


tendente  al  fulvo,  e  molte  delle  quali  hanno  margini  apicali  nerastri;  centro  del 
petto  e  dell'addome  di  un  bianco-sudicio;  ali  e  coda  nerastre,  marginate  di  oli- 
vastro esternamente,  e  coll'apice  delle  cuopritrici  alari  ocraceo-vivace  (gioì:  nel 

/'  abito  . 

Lunghezza  totale  0,m140;  becco  0,'"010;  ala  0,'"070;  coda  0,m060;  tarso  0,m025. 

Questa  specie  va  soggetta  a  numerose  varietà  di  tinte;  se  ne  trovano  di  quelli 
tutti  bianchi,  colle  tinte  aranciate  presenti  o  del  tutto  mancanti,  o  di  normali,  ec- 
cetto nelle  colorazioni  aranciate,  che  sono  bianche  o  sbiadite;  il  tono  di  colore 
dell'aranciato  varia  notevolmente  da  individuo  ad  individuo. 

Abita  l'Europa,  verso  est  sino  agli'  Urali;  si  trova  nelle  Canarie,  nelle  Az- 
zorre  ed  a  Tenerifìà,  ove  vive  una  forma  analoga  coH'arauciato  del  petto  molto 
cupo  e  che  venne  distinta  col  nome  di  E.  rubecula  superbus  (Koenig);  d'inverno  si 
porta  fino  nella  Palestina  e  nell'Egitto,  e  verso  oriente  nella  Persia  e  nel  Tur- 
chestan.  In  Italia  è  uccello  comune  e  sedentario;  nidifica  sui  monti,  scendendo  al 
piano  d'autunno,  è  però  molto  più  abbondante  al  tempo  del  passo,  pel  transito 
degli  individui  migranti  dal  Nord  e  che  in  parte  svernano  anche  tra  noi. 

171  a.  Erithacus  rubecula  hyrcanus  iBlanford),  Pettirosso  persiano. 

Simile  all'  E.  rubecula;  tono  di  tinta  dell'aranciato  molto  più  vivo;  groppone 
non  olivastro,  ma  castagno-bruno;  statura  talora  leggermente  minore;  becco  sempre 
più  grande. 

Lunghezza  del  becco  dell' -E",  rubecula  0,'"010,   id.  dell' .E.  /•.  hyrcanus  0,'"014. 

Abita  il  Caucaso,  estendendosi  verso  est  sino  alla  Persia. 


Genere  AÉDON,  Forster  0). 

Becco  subeguale  alla  testa,  diritto,  verso  l'apice  leggermente  curvato  ed  in- 
taccato indistintamente,  rivestito  alla  base  di  peli  molto  corti;  narici  basilari,  su- 
periori, rotonde;  ali  mediocri,  la  la  remigante  primaria  molto  corta,  al  più  un 
terzo  della  2a  e  circa  al  livello  delle  le  cuopritrici,  2a  più  lunga  della  6a,  3a  la 
massima;  coda  ampia  e  rotonda;  tarso  lungo  e  sottile,  molto  più  lungo  del  dito  me- 
diano con  unghia,  coperto  sul  davanti  da  una  squama  e  da  quattro  scudetti  alla 
base;  unghie  piuttosto  corte. 

Giovani  macchiati;  sessi  simili;  colori  opachi;  coda  rossiccio-bruna  o  castagno- 
chiara  ;  muta  semplice. 

Abitano  i  boschi  ed  i  giardini;  migrano  d'autunno,  svernando  in  paesi  più 
caldi;  sono  i  migliori  cantori  d'Europa,  facendo  intendere  il  loro  canto  modulato 
e  robusto  più  di  notte,  che  di  giorno;  il  loro  regime  è  insettivoro;  fabbricano  nidi 
aperti,  formati  in  gran  parte  di  foglie  e  li  collocano  nei  cespugli  bassi;  vi  depo- 
sitano da  4  a  5  uova  di  un  bruno-olivastro  uniforme.  Si  conoscono  poche  specie, 
quasi  simili  tra  loro,  che  abitano  la  regione  Paleartica. 


(')  Aedon,  FoitSTElt,  Syn.   Cai.  lir.  li.,  p.  53  (1814);  Luscima,  C.  L.  Bkeiim,  Ma,  \>.  1280  (1828); 
Umiliali,   BOIE,  lui»,  p.  512  (1831). 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  187 


172.  Aèdon  luscinia  (Ltnnaeus),  Rusignolo. 
[Philomela  luscinia    !..  ,  Daulias  luscinia  (L.),  Luscinia  vera,  Si  so.]. 

[TAV.   XIV,    iig.   1,   u  T.w.   XLVIII,   6g.    17]. 

Prima  remigante  primaria  mediocre,  lunga  ila  o,"1  0152  a  0,m0176,  sopravanzante 
le  cuopr ittici  primarie. 

Parti  superiori  bruno-rossiccie,  più  vivaci  e  castagne  sul  groppone,  sul  so- 
pracoda e  sulle  timoniere,  eccettuate  le  due  centrali,  che  sono  leggermente  bru- 
nastre;  redini  bianco-grigiastre;  lati  del  collo  e  guancie  cenerognoli;  gastreo  bianco- 
grigiastro,  tinto  di  bruno  sulla  parte  bassa  della  gola,  sul  petto  e  sui  lati  del  corpo 
e  di  fulviccio  sul  sottocoda  (ad.).  Più  cupo,  con  una  macchia  ocracea  subapicale 
su  ciascuna  penna  delle  parti  superiori  e  la  porzione  apicalc  più  scura:  gastreo 
lavato  di  giallo-brunastro,  più  cupo  all'  apice  delle  penne  della  gola  e  del  petto, 
ciò  che  forma  fascie  irregolari;  cuopritrici  alari  terminate  di  rossigno-ocraceo 
(giov.  nel  1"  abitò). 

Lunghezza  totale  0,m160;  becco  0,m014;  ala  0,'"085:  coda  0,'"063;  tarso  0,m028. 

Va  soggetto  a  varietà  albine  ed  isabelline. 

Abita  l'Europa,  non  giunge  però  sino  alla  Scandinavia,  e  cosi  manca  nelle 
Provincie  nord-orientali  della  Germania,  si  estende  ad  oriente  sino  alla  Russia,  di  cui 
abita  le  sole  parti  meridionali;  sverna  in  Africa,  spingendosi  più  al  sud  dell'Abis- 
sinia  e  venne  trovato  alla  Costa  d' Oro  (Shelley).  In  Italia  è  specie  estiva  e  di 
passo,  arriva  in  aprile  e  riparte  a  settembre,  nidifica  ovunque;  ma  non  credo  sverni 
che  assai  di  rado.  È  uccello  discretamente  abbondante  e  in  generale  egualmente 
distribuito;  ma  sembra  scarso  nelle  Puglie. 

172  a.  Aèdon  luscinia  Golzi  (Cabanis),  Rusignolo  persiano. 

Prima  remigante  primaria  corta,  lunga  da  0,m0149  a  0,m0164,  pari  alle  cuopritrici 
primarie. 

Parti  superiori  bruno-rossiccie,  leggermente  più  vive  sul  groppone,  sul  sopra- 
coda e  sulla  coda;  redini  ed  un  sopraciglio  poco  marcato  bianco-sudici;  becco  e  coda 
leggermente  più  lunghi  dell' A  luscinia,  cui  molto  somiglia. 

Lunghezza  totale  0,'"1 64;  becco  0,'"015;  ala  0,m083;  coda  0,'"075;  tarso  0,'"028. 

A.  I.  Golxi  becco  0,m017;  coda  0,m075. 

A.  luscinia  becco  0,'"014;  coda  0,'"063. 

UÀ.  I.  Golxi,  che  è  il  rappresentante  orientale  dellM.  luscinia,  abita  il  Cau- 
caso, il  Transcaspio,  la  Persia,  il  Turchestan  ed  il  Dresser  la  ricorda  da  Oudh 
nell'India;  secondo  il  Madarasz  sarebbe  stato  colta  presso  Banostor  in  Slavonia 
nel  maggio  1899. 

173.  Aèdon  philomela  iBeciistein),  Rusignolo  maggiore. 

[  Philomela  aèdon  (Fall.),  Daulias  philomela  (Bchbt.),  Luscinia  philomela  (Bciist.   | 

[Tav.  XIV,  ag.  2]. 

Prima  remigante  primaria  cortissima,  lumia  ita  0™ 0101  a  0,m0126,  non  sopravan- 
zante le  cuopritrici  primarie,  ma  più  corta  ili  esse. 


1S.N  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


Eguale  alla  A.  luscinia;  distinta  pella  la  remigante  primaria  assai  corta;  pella 
statura  maggiore;  pelle  tinte  di  solito  più  cupe,  col  colorito  tendente  all'olivastro, 
specialmente  sul  groppone  e  colla  coda  lavata  di  fulvo-scuro;  parte  alta  della  gola 
e  del  petto  con  macchie  trasverse,  semilunari,  non  sempre  presenti  o  distinte. 

Lunghezza  totale  C'ITO;  becco  0,'"015;  ala  0,'"090;  coda  0,m068;  tarso  0,'n028. 

Abita  l'Europa  orientale,  la  Danimarca,  la  Scandinavia,  la  Siberia  sud-occi- 
dentale ed  il  Turchestan;  sverna  in  Africa.  In  Italia  è  specie  accidentale  e  molto 
rara,  spesso  si  scambiano  per  A.  philomela  gli  individui  di  dimensioni  maggiori 
(Icll'J.  luscinia;  consta  presa  certamente  nella  Liguria,  a  Nizza,  nel  Veneto  e  forse 
nel  Trentino,  pel  qua!  paese  venne  citata  più  volte,  ma  sempre,  a  quel  che  pare, 
erroneamente. 

Sottofamiglia  SYLYIINAE  i1),  Silviini. 

Becco  molto  sottile,  quasi  diritto,  talora  allargato  alla  base,  più  corto  della 
testa,  appena  leggermente  intaccato  e  curvato  all'apice,  talora  fornito  di  peli  in- 
distinti o  perfettamente  sviluppati;  narici  esposte,  o  parzialmente  sormontate  da 
una  membrana,  mai  fittamente  nascoste;  ali  con  10  primarie,  la  la  talora  bene 
sviluppata,  spesso  spuria,  lunga  circa  la  metà  della  L'\  che  è  più  corta  della  6a; 
tarso  scudettato  anteriormente;  unghia  del  dito  posteriore  poco  sviluppata.  Testa 
subrotonda  od  angolare. 

I  sessi  sono  eguali  in  generale,  i  giovani  simili  agli  adulti  o  poco  differenti 
e  non  macchiati,  e  se  gli  adulti  offrono  macchie  sulle  parti  superiori,  queste  sono 
meno  accentuate  nei  giovani.  La  muta  è  di  solito  doppia,  prima  di  migrare  (marzo 
e  agosto-settembre),  l'adulto  in  autunno  è  intermedio  di  colore  tra  quello  di  pri- 
mavera ed  il  giovane,  questo  muta  nel  1°  anno  di  vita  (autunno),  assumendo  un 
piumaggio  eguale  a  quello  degli  adulti,  o  tutt'al  più  lavato  di  gialletto  sul  gastreo; 
le  mute  non  cangiano  il  colore,  ma  solo  il  tono  di  tinta.  Sono  uccelli  di  statura 
piccola;  abitano  i  boschi,  alcuni  le  località  paludose  e  sono  insettivori. 

Questa  sottofamiglia,  molto  numerosa,  è  sparsa  soltanto  nell'Emisfero  orientale; 
una  sola  specie  trovandosi  nell'Alaska,  dove  giunge  dall'Asia;  quasi  tutte  le  specie 
sono  migratrici  e  poche  le  sedentarie. 


Genere  SYLVIA  (2),  Scopoli. 

Becco  quasi  diritto,  poco  più  di  metà  della  testa,  piuttosto  forte,  corto,  non 
molto  largo  alla  base,  colla  mandibola  superiore  leggermente  curvata  ed  intac- 
cata presso  all'apice,  colla  base  del  becco  fornita  di  tre  setole  e  di  radi  peli,  questi 


(')  La  Dendroeoa  virens  (Gnielin,  1788),  (lolla  famiglia  americana  delle  Mniotii/tidae,  venne 
colta  ad  1  (cigolami  il  19  ottobre  1858  (Glitke,  Vogrlu:  p.  :i2ii,  ls'Jl  .  Questa  specie  ha  le  parti  superiori 
per  intero  «li  un  verde-oliva,  tinto  di  giallognolo—vivace  ;  i  Iati  della  testa,  e  del  collo  giallo-vivi;  la 
parte  anteriore  del  collo  nera;  il  petto  e  l'addome  bianchi;  le  ali  attraversate  da  due  fascio  bianche; 
lunghezza  totale  0,ni129;  abita  l'America  settentrionale. 

{')  tSylvia,  Klein. 


Mi  Wli     0EN1 ti  0  189 

poco  sviluppati;  narici  basilari,  ovali  ed  esposte;  ali  arnie  o  subacute,  la  l1  re- 
migante primaria  molto  corta,  sempre  meno  della  metà  della  2a,  la  •">'  la  massima: 
coda  di  12  penne,  poco  graduala,  o  (piasi  quadrata;  piedi  e  tarso  forti,  questo  scu- 
dettato  e  un  po'  più  lungo  del  dito  mediano:  dita  ed  unghie  corte. 

Colori  prevalenti  poco  brillanti;  ascellari,  o  bianche,  o  grigie,  o  brune,  mai 
gialle;  penne  della  fronte  alquanto  ruvide  e  decomposte;  coda  di  solito  più  corta 
delle  ali  in  dimensioni,  eccetto  nella  S.  melanocepkala  (Gmelin). 

Le  specie  di  questo  genere  abitano  più  che  altro  il  bacino  del  Mediterraneo, 
e  sono  sparse  nelle  Regioni  Paleartica,  Etiopica  ed  Orientale.  Sono  insettivore,  ma 
d'autunno  si  nutrono  anche  di  bacche  e  di  frutti;  sono  uccelli  mimanti,  e  di  solito 
cantori  di  grande  merito.  Nidificano  nei  cespugli  più  o  meno  bassi,  fabbricando 
nidi  a  coppa,  in  generale  poco  artistici  e  poco  solidi,  intessuti  di  capelli,  di  piccole 
radici  secche  età,  deponendo  uova  macchiate  su  tondo  chiaro. 

174.  Sylvia  simplex,  Latham  '  ,  Beccafico. 

[Sylvia  o  Monachus  hortensis  (Gm.),  S.  o  Curruca  salicaria  (L.)]. 

[Tav.    XIV,   fig.    12,   e  Tav.   XLIX.   fig.   16]. 

Parti  superiori  di  un  bruno-olivastro,  più  puro  sulle  ali,  che  hanno  margini  più 
chiari;  regione  parotica  bruno-rossiccia,  cogli  steli  delle  penne  più  chiari;  redini, 
lati  del  collo  e  guancie  di  un  cenerino-ceciato;  gastreo  bianco  nel  centro  de]  petto 
e  dell'addome,  ceciato  sulla  gola,  sul  prilli  e  sul  sottocoda,  bruno-oliva  sui  fianchi; 
cuopritrici  inferiori  delle  ali  fulvo-vivaci ;  coda  brunastra,  col  margine  olivastro  (ad.  . 
Più  cenerino  di  sopra,  più  chiaro  di  sotto  (giot\). 

Lunghezza  totale  0,m145;  becco  0,"'010:  ala  0,m075;  coda  0,"'0('.<»;  tarso  0,'"020. 

Questa  specie  va  raramente  soggetta  a  varietà  albine  od  isabelline. 

Abita  l'Europa,  il  Caucaso,  la  Persia  occidentale,  la  Palestina,  l'Asia  minore; 
sverna  in  Africa,  sino  al  Capo  di  Buona  Speranza.  In  Italia  è  specie  molto  abbon- 
dante all'epoche  del  passo  autunnale  (agosto-settembre  .  e  assai  meno  in  quello 
primaverile  (aprile).  Come  estiva  è  scarsa,  ma  nidifica  in  piccolo  numero  nel  maggio 
sui  monti  più  elevati  delle  provincie  settentrionali.  La  sua  carne  è  molto  prelibata, 
e  di  autunno  se  ne  fa  strage  colle  reti. 

175.  Sylvia  atricapilla  (Linnaeus),  Capinera. 

[Curruca  o  Monachus  atricapillus  (L.)]. 

[Tav.  XIV,   Bg.    13,    U   e  Tav.   XI. IX,  fig.  2]. 

Fronte  e  cervice  nero-lucide;  parti  superiori  oliva -cenerognole;  nuca,  redini,  lati 
della  testa,  del  collo  e  del  petto  cenerino-piombato-chiari;  gola  ed  alto  petto  di 
egual  colore,  col  basso  petto  ed  il  centro  dell'addome  più  chiari;  fianchi  lavati  di 
bruno;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  bianco-cenerognole  (mas.  ad.).  Fronte  e  cervice 
rossastro-rugginose;  tinte  generali  dilavate  (femm.  ad..  Somigliano  alle  femmine,  ma 


(')  Sylvia  simplex,  Latham.  (;.».  Syn.  Stiiq,!.  I,  p.  287  (1787)  è  il  nome  da  adottarsi,  giacche  quello 
di  Motacilla  salicaria.  Linnakcs  (1758)  <•  incorretto  vedi  SeebOHM,  Ibis,  lt>79,  p.  312  e  Cat.  li.  lir.  Mus. 
V,  p.  10,   1881;   Madarasz,  Magyar.  Mudar.   11,   67,   1899). 


190  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


sono  più  scuri,  mancano  le  tinte  cenerine  sul  collo  (gioì-."'.  Anche  in  primavera  si 
uccidono  maschi  che  hanno  ancora  la  testa  rossiccia,  come  le  femmine. 

Lunghezza  totale  0,m140;  becco  0,m011;  ala  0,m070;  coda  0,m058 ;  tarso  0,'"020. 

Va  soggetta  a  varietà  albine  ed  isabelline,  come  si  trovano  individui  a  gola 
gialla,  tinta  affatto  superficiale  e  dovuta  al  polline  dei  fiori,  che  l'uccello  sflora 
talora  con  quella  parte. 

Il  Landbeck  (Vog.  Wurtemb.,  pag.  44,  n.  148)  distinse  col  nome  di  Ourruea 
rubricapilla  alcuni  esemplari  di  questa  specie,  che  presenterebbero  la  parte  supe- 
riore della  testa  di  color  ruggine-cupo  (mas.  ad.),  o  semplicemente  ruggine  (femm.), 
la  statura  sarebbe  eguale  a  quella  della  S.  atricapiUa.  Secondo  me  tale  distinzione 
è  affatto  immaginaria,  e  deve  riferirsi  ad  individui  non  del  tutto  adulti  della 
Capinera.  La  Sylvia  Eemékeni  è  una  varietà  melanica  della  presente  specie,  che 
vive  a  Madera;  essa  fu  illustrata  anzitutto  dall' Heineken  (Zool.  Journ.  V,  p.  75) 
e  descritta  per  primo  dallo  Jardine  (Edinb.  Journ.  Nat.  and.  Geogr,  Se.  I,  p.  243, 
1830),  sotto  il  nome  di  Carruca  heineken.  Il  fatto  che  i  sessi  sono  differenti  nella 
Capinera  consigliò  parecchi  Autori  a  collocarla  in  un  genere  distinto,  detto  Mo- 
nachus  dal  Kaup  (1829). 

Abita  l'Europa,  il  Caucaso,  la  Persia  occidentale,  l'Asia  Minore  e  la  Palestina; 
sverna  nell'Europa  meridionale  e  nell'Africa  sino  alla  Senegambia.  In  Italia  questa 
specie  è  comune  e  stazionaria,  però  non  pochi  migrano  nell'autunno  dalle  provincie 
settentrionali.  Nidifica  ovunque  in  aprile  e  nel  maggio.  Il  suo  canto  è  molto  dolce 
e  melodioso. 

176.  Sylvia  nisoria  (Bechstein),  Bigia  padovana. 

[Tav.  XV,  fig.  2,  3  e  Tav.  XLIX,  fig.  5]. 

Iride  giallo-pallida  ;  parti  superiori  grigio-cenerine,  più  chiare  sulla  testa,  sul 
groppone  e  sul  sopracoda,  più  brune  sulle  ali;  penne  del  dorso,  di  una  parte  delle 
scapolari,  del  groppone  e  del  sopracoda  terminate  di  bianco,  e  precedute  da  una 
banda  subapicale  nera;  gastreo  bianco-cenerino,  con  fascie  semilunari  grigio-ce- 
nerognolo-cupe,  ed  il  centro  dell'addome  biancastro;  cuopritrici  inferiori  delle  ali 
bianco-grigie,  con  fascie  trasversali  grigio-cupe;  timoniere  cenerino-scure,  con  uno 
spazio  apicale  bianco  sul  vessillo  interno  (ad.).  Iride  giallo-pallida,  o  talora  bru- 
nastra;  parti  superiori  grigio-biancastre,  con  margini  apicali,  indistinti,  fulviccio- 
biancastri,  più  cospicui  sulle  cuopritrici  e  sulle  remiganti  2°;  gastreo  bianco  sulla 
gola  e  sul  centro  dell'addome,  lavato  di  fulvo-chiaro  sul  petto,  sui  fianchi  e  sul 
basso  addome;  sottocoda  fasciato  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"175;  becco  0,'"014;  ala  0,m088;  coda  0,m075;  tarso  0,'"024. 

Questa  specie  da  adulta  è  sempre  distinguibile  pelle  fascie  trasversali  sulle 
penne  del  sopracoda  e  del  sottocoda  e  così  da  giovane;  sebbene  in  questi  le  fascie 
del  sottocoda  si  foggino  più  ad  uno  spazio  scuro  sul  centro  delle  penne,  e  quelle 
del  sopracoda  siano  formate  dai  margini  apicali  fulvicci. 

Abita  l'Europa  centrale,  meridionale  ed  orientale,  nidificando  fino  alla  Dani- 
marca ed  alla  Svezia  meridionale;  sverna  nell'Africa  nord-orientale;  quelli  che 
nidificano  nel  Turchestan  e  nell'Asia  centrale,  svernano  nella  Persia.  In  Italia  è 
specie  estiva,  comune  nel  Veneto,  nella  Lombardia  (Cremona),  nel  Piemonte  (To- 
rino) e  su  quel  di  Parma;  non  è  rara  in  Liguria  e  nel  Nizzardo;  altrove  è  molto 


\  i  i  \  s  1 1.   ORNI  rOLOGICO  191 


scarsa  o  di  comparsa  accidentale;  né  fu  mai  presa,  secondo  il  Giglioli,  dalla  To- 
scana in  giù.  Arriva  in  aprile  e  maggio  nel  Veneto  e  riparie  nel  settembre,  dopo 
aver  nidificato. 

177.  Sylvia  orphaea('),  Tkmui\<  k.  Bigia  grossa. 

|  Tav.   XV,   Bg.   4j. 

Iride  giallo-languida;  fronte  e  cervice  nere  di  lavagna;  parti  superiori  grigio- 
cenerognolo-cupe,  tinte  di  brunastro;  gola  e  gastreo  bianchi,  con  una  tinta  vinato- 
grigia  sul  petto  e  sui  fianchi,  e  cenerognolo-vinata  sul  basso  addome  e  sul  sotto- 
coda; cuopritrici  inferiori  delle  ali  bianco-cenerognole;  timoniere  bruno-nerastre 
terminate  di  bianco  e  la  laterale  bianca  sul  vessillo  esterno  [mas,  ad.  .  La  cervice, 
e  la  fronte  sono  soltanto  leggermente  più  cupe  della  tinta  del  dorso  (femm.  ad.).  Parti 
superiori  più  pallide;  le  inferiori  più  lavate  di  vinato;  iride  bianco-gialletta  giov.  . 

Lunghezza  totale  0,m175;  becco  0,"!014;  ala  0,'"082;  coda  0,"'07l';  tarso  0,m024. 

La  statura  maggiore,  il  bianco  della  gola  e  della  coda  e  l'iride  gialla,  e  non 
bruna,  distingue  tosto  questa  specie  dalla  S.  atricapilla. 

Abita  l'Europa  centrale,  ma  più  che  altro  la  meridionale;  sverna  nell'Africa 
sino  alla  Senegambia.  In  Italia  è  specie  estiva  e  piuttosto  comune,  specialmente 
alle  epoche  del  passo  autunnale  nelle  provincie  settentrionali  e  d'attorno  a  Fi- 
renze; è  poco  frequente  nelle  centrali,  rara  nelle  meridionali  ed  in  Sicilia;  sembra 
mancare  nella  Sardegna  e  in  Corsica.  Frequenta  le  colline,  ove  nidifica  in  maggio 
e  nel  giugno. 

178.  Sylvia  curruca  (Linnaeus),  Bigiarella. 

[Tav.  XV,  flg.  1,  e  Tav.  XLIX,  fig.  4]. 

Prima  remigante  primaria  dì  poco  sopravanxante  le  cuopritrici  primarie;  testa 
non  concolore  col  dorso. 

Cervice  e  lati  della  testa  cenerino-chiari,  il  resto  delle  parti  superiori  cene- 
rino-bruno; redini,  lati  della  faccia  e  regione  auricolare  cenerino-scure;  palpebre 
biancastre;  un  sopraciglio  grigiastro,  poco  distinto;  gastreo  bianco,  tinto  di  vinato 
sul  davanti  del  collo  e  sul  petto,  di  isabellino-cenerino  sui  fianchi;  cuopritrici  in- 
feriori delle  ali  bianche,  con  una  tinta  isabellina  sulle  ascellari  ;  ali  brunastre,  con 
margini  grigio-rossigni;  timoniere  bruno-nerastre,  marginate  di  bianco-cenerognolo, 
l'esterna  in  gran  parte  bianca  {ad.).  Sopraciglio  più  distinto;  parti  superiori  più 
brunastre,  le  inferiori  meno  tinte  di  carnicino;  marginature  alari  tendenti  al  ros- 
signo  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"140;  becco  0,'"011;  ala  0,'"062;  coda  0,,n056;  tarso  0,m019. 

La  la  remigante  primaria  più  lunga  delle  cuopritrici  le  e  la  testa  cenerino- 
chiara  distinguono  a  priori  questa  specie  dalla  seguente,  nella  quale  la  la  primaria 
è  più  corta  delle  le  cuopritrici  e  la  testa  è  concolore  col  dorso. 


(')   Alcuni   Autori    scrivono    orphea,    dicitura    elio    sarebbe    erronea    (cir.    Salvador!,    Ccc.   Ila!.. 
pag.  128,  1887). 


192  \  I  l   INI  I     ORNITCH  06K  0 


Aliita  L'Europa;  sverna  nell'Africa,  in  Palestina,  nell'Asia  Minore  ed  in  Persia. 
In  Italia  è  specie  estiva,  ma  di  solito  poco  abbondante,  tranne  nel  Veneto  e  credo 
in  generale  nell'Italia  superiore,  uve  non  è  comunissima,  ma  nemmeno  scarsa  nel 
tempo  del  passo  autunnale.  Nidifica  in  maggio  e  nel  giugno;  non  è  ovunque  egual- 
mente distribuita;  cosi  è  molto  rara,  nelle  Puglie. 

179.  Sylvia  Sylvia  (Linnaeus),  Sterpazzola. 

|  Sylvia  cinerea,    Bchst.,  S.  rufa  (Bodi>.)  ]. 

[Tav.  XIV.  tÌR.  15eTAV.  XLIX,  tìg.  3]. 

Prima  remigante  primaria  molto  più  iurta  delle  cuopritrici  primarie;  testa 
concolore  col  dorso. 

Parti  superiori  grigio-rossiccie,  leggermente  più  cenerine  sulla  cervice  e  sulle 
guancie;  cuopritrici  e  remiganti  con  larghi  margini  nocciola;  gastreo  bianco,  lavato 
di  vinato  sul  petto,  fulviccio  sui  fianchi  e  sul  sottocoda;  cuopritrici  interiori  delle 
ali  grigio-sbiadite;  timoniere  nero-brunastre,  coll'esterna  in  gran  parte  bruno- 
biancastra  e  tutte  marginate  di  grigio-rossigno  [mas.  mi.  in  prim.).  Manca  il  cene- 
rino sulla  testa;  parti  superiori  più  rossigne  (femm.  mi.).  Testa  rossigna,  come  il 
dorso,  colla  base  delle  penne  cenerina  e  col  vinato  del  gastreo  di  solito  man- 
cante {ad.  in  unt.).  Più  brunastro  degli  adulti,  colle  marginature  delle  ali  più  larghe 
e  più  accentuate  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m145;  becco  0,'"011;  ala  0,m072;  codaO,m065;  tarso  0,n,022. 

Abita  l'Europa,  la  Siberia  sud-occidentale,  la  Persia,  l'Asia  Minore  e  la  Pa- 
lestina; sverna  in  Africa  sino  al  Capo  di  Buona  Speranza.  Nel  Turchestan  sembra 
vivere  una  specie  o  forma  affine,  la  S.  fuseipilea  (Severtzow).  In  Italia  è  uccello 
estivo  e  molto  abbondante,  specialmente  all'epoche  del  passo;  arriva  d'aprile  e 
riparte  in  settembre.  Nidifica  dall'aprile  al  luglio,  allevando  più  covate. 

180.  Sylvia  conspicillata,  La  Marmora  in  Temminck,  Sterpa; cola  di  Sardegna. 

Questa  specie  è  distinta  dalla  precedente,  pelle  dimensioni  'issai  minori;  pel 
cenerino  della  testa  più  cupo;  pel  carnicino  del  gastreo  esteso  sul  davanti  del 
collo,  del  petto  e  dei  fianchi  ;  pei  margini  nocciola  delle  cuopritnei  e  delle  remi- 
ganti secondarie  molto  più  larghi  e  distintamente  più  vivaci;  pelle  cuopritrici 
inferiori  dello  ali  e  le  ascellari  rossigno-vinate;  pella  1"  remigante  primaria  sopra- 
vanzante  le  1°  cuopritrici,  e  la  2a  più  corta  della  5a;  nella  S.  Sylvia,  la  la  remi- 
gante è  distintamente  più  corta  delle  1°  cuopritrici,  e  la  2a  è  più  lunga  della  5a. 

Lunghezza  totale  0,'"125;  becco  0,'"010;  ala  0,'"058;  coda0,m051;  tarso  0,ra018. 

Abita  l'Europa  meridionale,  la  Palestina,  arrivando  verso  est  fino  alla  Persia, 
l'Africa  settentrionale  e  le  isole  Canarie,  Madera  e  del  Capo-Verde  (S. e. bella,  Tschusi). 
In  Italia  è  specie  principalmente  estiva  nelle  Isole,  compresa  la  Corsica  e  Malta; 
s'incontra  pure  nelle  parti  meridionali  e  centrali  del  continente,  raramente  in 
Liguria,  ed  è  accidentale  nelle  Puglie  (De  Romita)  ed  in  Lombardia  {mia  Collezione). 
In  parte  è  anche  stazionaria,  ed  io  ne  ebbi  e  ne  uccisi  in  Sardegna  nell'inverno. 
Nidifica  ne]  maggio  e  nel  giugno,  ed  alleva  anche  due  covate;   ma   è  specie  gè- 


1.  Picchio  mura. jolo  (abito  d'autunno).     2.  Pigliamosche     3.  Balia  n 

5.  Balia  dal  collare  (a*  ad.),    ti.  Balia  dal  collare  ($).    7.  Pigliamosche  pi 

pettirosso  ($).     9.  Rondine.     IO.  Balestruccio.     11.  Rondine  montana.     12.  13.  Rondone. 

14.  Rondone  alpino. 


Ulrico  Hoepli.  editore.  Milam». 


RNITOLOGH  0  193 


neralmente  poco  abbondante,  anche  perchè  vive  nel  più  folto  dei   bassi  cespugli 
ed  è  perciò  difficile  ad  aversi. 

181.  Sylvia  nana  (Hempricb  *v  Ehrenberg),  Sterpazzola  nana. 

Parti  superiori  isabelline,  leggermente  grigiastre,  che  divengono  rossigne  sul 
basso  groppone  e  sulle  cuopritrici  superiori  della  coda;  gastreo  bianco-fulviccio, 
lavato  di  fulvo,  più  cupo  sui  fianchi  e  sul  petto;  cuopritrici  interiori  delle  ali 
bianco  fulviccie;  remiganti  fulvo-brunastre,  marginate  e  terminate  di  isabella,  le 
2e  interne  lavate  di  fulvo-rossigno  sul  margine;  timoniere  mediane  rossigno-fulvo- 
vivaci,  l'esterna  da  ogni  lato  bianca,  la  2"  bianca  all'apice,  le  altre  bruno-scure, 
marginate  di  rossigno-fulvo-vivace. 

Lunghezza  totale  0,m113;  becco  0,'"010;  ala  0,m055;  coda  0,"'048;  tarso  0/"0 17. 

Le  tinte  rossiccie  e  la  statura,  cosi  piccola,  distinguono  tosto  questa  specie. 

Abita  l'Africa  settentrionale  dall'Algeria  alle  regioni  nord-orientali,  la  So- 
malia, la  Palestina,  l'Arabia,  la  Persia  meridionale,  il  Turchestan,  il  Transcaspio, 
l'India  nordoccidentale  e  la  Cina  occidentale.  È  specie  accidentale  in  Europa 
(Russia  ed  Italia);  nella  Russia  venne  uccisa  più  volte,  per  l'Italia  non  abbiamo 
che  l'esemplare  catturato  nel  novembre  1883  presso  Cremona  (II.  Museo  ili  Firenze). 

182.  Sylvia  subalpina,  Bonelli  in  Tejiminck,  Sterpazzolina. 

Contorno  delle  palpebre  nudo  e  rossastro,  con  un  anello  di  penne  rosso-mattone; 
parti  superiori  e  gote  di  un  ceneriuo-piombato-turchiniccio,  più  cupo  sulla  testa 
e  sul  collo;  gastreo  cenerino-ametistino,  separato  dalle  tinte  delle  parti  superiori 
da  una  linea  bianca,  che  parte  a  guisa  di  baffo  dalla  base  della  mandibola  infe- 
riore e  termina  alla  spalla;  centro  dell'addome  bianco;  sottocoda  bianco-carni- 
cino; ascellari  carnicino-pallide ;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  grigio-pallide;  ali 
bruno-scure,  marginate  di  rossigno-gialletto;  timoniere  brunastrc,  la  la  esterna 
in  gran  parte  bianca,  la  2a  e  la  3a  con  una  grande  macchia  bianca  terminale,  le 
altre  terminate  di  bianco  (mas.  ad.  in  prim.).  Parti  superiori  di  un  cenerino,  legger- 
mente lavato  di  rossiccio-olivastro;  gastreo  bianco-ceciato,  più  vivace  sui  fianchi 
e  sul  davanti  del  petto  (femm.  ad.).  Tinte  meno  pure  e  vivaci;  le  parti  superiori 
lavate  di  brunastro  {mas.  ad.  in  aut.).  Parti  superiori  rossiccie,  più  cariche  sulla 
testa  e  senza  tinte  cenerine;  ceciato  delle  parti  inferiori  di  un  tono  di  tinta  più 
chiaro;  marginature  delle  ali  più  visibili;  timoniera  esterna  brunastra,  bianco- 
brunastra  sul  vessillo  esterno  ed  all'apice  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m128;  becco  0,'"010;  ala  0,m061;  coda  0,'"053;  tarso  0,'"019. 

Questa  specie  è  distintissima  nell'abito  di  maschio  adulto  in  primavera;  ma 
specialmente  nel  piumaggio  consunto  (luglio-agosto)  e  da  giovane  può  talora  con- 
fondersi colla  aS.  curruca,  però  oltre  la  statura  minore,  le  redini  che  sono  di  un 
bianchiccio-cenerognolo  delicato  e  che  continuano  meno  distinte  e  come  un  so- 
pracciglio che  sorpassa  l'occhio,  offrono  un  buon  carattere  differenziale  con  la 
S.  curruca,  alla  quale  talora  la  S.  subalpina,  come  dissi,  assomiglia  assai;  questa 
tinta  bianchiccio-cenerognola  è  più  manifesta  davanti  l'occhio,  ove  notiamo  un  ciuf- 
fetto  indistinto  di  piccole  penne;  le  tinte  cenerognole,  che  invadono  quelle  della  testa. 

Atlante  ornitologico.  35 


194  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


sono  più  delicate  e  debolmente  celestine  nella  &  subalpina,  più  cupe  e  di  un  ce- 
nerino più  puro  nella  S.  curruca,  nella  quale  inoltre  le  penne  della  regione  auri- 
colare formano  uno  spazio  più  scuro  del  contorno,  ciò  che  manca  del  tutto  nella 
S.  subalpina;  le  penne  dei  fianchi  hanno  una  sfumatura  lionato-chiara,  che  nella 
S.  curruca  volge  al  cenerognolo.  Invece  la  varia  lunghezza  delle  remiganti  non 
mi  sembrò  un  buon  carattere,  tranne  che  nella  la  primaria,  che  è  sempre  più  corta 
che  non  nella  S.  curruca;  la  tinta  chiara  delle  timoniere  offre  pure  un  dubbio  ca- 
rattere, perchè  di  luglio  e  di  agosto,  essendo  in  periodo  di  muta,  non  sono  sempre 
o  tutte  presenti  o  di  completo  sviluppo,  cosi  quello  delle  peune  ciliari  rossastre 
è  per  la  S.  subalpina  di  poca  entità,  quando  i  soggetti  sono  giovani. 

Abita  l'Europa  meridionale  ed  è  accidentale  nelle  Isole  Britanniche,  l'Asia 
minore  e  la  Palestina;  sverna  nell'Africa  settentrionale,  nel  Kordofan,  nella  Se- 
negambia  e  nell'Asia  minore.  In  Italia  è  specie  generalmente  estiva  e  comune 
dalla  Toscana  all' ingiù  e  nelle  Isole;  nelle  parti  meridionali  è  anche  parzialmente 
sedentaria.  È  invece  rara  nella  Valle  del  Po,  anzi  può  dirsi  quasi  accidentale,  però 
dal  Veneto  e  dal  Piemonte  ne  ebbi  più  volte,  anche  nel  dicembre.  Nidifica  nelle 
Provincie  centrali  e  meridionali  in  maggio  e  nel  giugno,  ed  alleva  due  covate. 

182  a.  Sylvia  subalpina  mystacea  (Ménétriés),  Sterpazzola  di  Ménétriés. 

Circolo  oftalmico  giallo-brillante;  cervice,  lati  della  testa  e  guancie  nerastre; 
parti  superiori  grigio-lavagna  chiare;  mento  ed  una  linea,  che  margina  il  nero 
delle  guancie,  bianchi;  gastreo  bianco-roseo,  tinto  di  ametistino-pallido  sulla  gola  e 
sul  petto,  di  rossiccio-pallido  sui  fianchi  e  di  bianco-rossiccio  sulle  cuopritrici  in- 
feriori delle  ali  e  sulle  ascellari;  remiganti  brunastre,  marginate  di  bianco-bru- 
nastro  {mas.  ad.).  Bruno-grigio-rossiccia,  colla  testa  più  cupa  e  grigiastra  ;  gastreo 
bianco,  tinto  di  ocraceo  (femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,ml  19;  becco  0,m012;  ala0,'"059;  coda  0,'"053;  tarso  0,m019. 

Abita  il  Caucaso,  il  Transcaspio  fino  alla  Persia  ed  all'Afganistan  settentrio- 
nale. In  Europa  non  si  trova  che  nel  versante  Caucasico  Europeo  e,  secondo  Pleske, 
i  tipi  di  Ménétriés  provenivano  da  Saljany,  che  è  il  limite  più  occidentale  nel 
quale  questa  specie  giunse  in  Russia. 

183.  Sylvia  melanocephala  (Gmklin),  Occhiocotto. 
[  Pyrophthalma  melanocephala  (Gm.)J. 

Circolo  oftalmico  rossastro-chiaro;  fronte,  cervice  e  regione  parotica  nero- 
lucide;  parti  superiori  e  fianchi  di  un  bel  cenerino-bluastro,  più  chiaro  sul  basso 
addome;  gastreo  bianco,  tinto  di  cenerino  sui  lati  del  petto;  cuopritrici  inferiori 
delle  ali  grigio-chiare;  remiganti  nero-brunastre,  marginate  di  cenerino-biancastro; 
coda  rotonda,  nero-brunastra,  esternamente  lavata  di  cenerino,  la  la  timoniera  esterna 
in  gran  parte  bianca,  la  2a  con  una  grande  macchia  bianca  apicale,  più  piccola  nella 
3a,  e  talora  perfetta  nella  4il  (mas.  ad.).  Parti  superiori  cenerino-rossiccie,  tinte  di 
cenerino  sul  pileo  e  sui  lati  della  testa;  gastreo  bianco,  sfumato  di  vinato;  fianchi, 
basso  addome  e  sottocoda  di  un  brunastro-rossiccio;  ali  e  coda  più  cupe  che  nel  ma- 
schio, con  margini  esterni  castagno-bruno-pallidi,  ed  il  bianco  della  coda  legger- 


ATLANTE    ORNITOLOGI*  0  195 


mente  sudicio  (femm.  mi.).  Becco  nero,  colla  base  della  mandibola  interiore  più  chiara 
e  cenerognola;  parti  superiori  di  un  rossigno-bruno,  più  uniforme  sulla  testa;  parti 
inferiori  biancastre  sulla  gola  e  sul  centro  dell'addome,  lavate  di  grigiastro  misto 
a  fulviccio  nel  resto  e  di  bruno-rossigno  sui  fianchi;  remiganti  e  cuopritrici  nero- 
brunastre,  con  margini  bruno-rossigni  su  quest'ultime  e  sulle  remiganti  secondarie; 
timoniere  nerastre,  bruno-rossigne  sul  margine,  coll'apiee  del  vessillo  esterno,  quasi 
per  intero,  e  quello  dell'interno,  solo  verso  l'apice,  bian castro-cenerognoli;  zampe 
bruno-rossiccie  (giov.  nel  1°  abito  . 

Lunghezza  totale  0,'n145;  becco  0,'"011;  ala  0,n,060;  coda  0,n,063;  tarso  0,m021. 

Abita  l'Europa  meridionale,  l'Africa  settentrionale  e  l'Asia  minore;  in  alcuni 
luoghi  è  migrante,  in  altri  stazionaria.  In  Italia  è  specie  sedentaria  e  connine  dalla 
Liguria  in  giù  sul  lato  Mediterraneo,  dalle  Puglie  versi,  sud  sul  versante  Adria- 
tico e  nelle  Isole;  accidentale  e  rara  nella  Vallata  del  Po,  da  dove  ne  ebbi  anche 
nell'inverno  (Veneto  e  Lombardia).  Nidifica  dall'aprile  al  giugno. 

183  a.  Sylvia  melanocephala  momus  (Ehrenberg),  Sterpazzola  ili  Bowman. 

Simile  alla  precedente;  ma  distinta  pel  circolo  oftalmico  giallo;  pelle  parti 
superiori  molto  più  pallide;  pel  gastreo  bianco,  tinto  di  vinato  sul  petto  e  sui  fianchi, 
senza  le  tinte  cenerino-piombate,  che  sono  estese  soltanto  sui  lati  del  basso  ad- 
dome (mas.  ad.).  Più  pallida  della  femmina  della  precedente  specie  (femm.  ad.). 

Dimensioni  della  S.  melanocephala. 

Abita  il  Caucaso,  l'Asia  minore,  la  Palestina  e  l'Africa  nord-orientale,  arrivando 
verso  est  quasi  fino  all'India.  Fu  lungamente  confusa  colla  S.  melanotrjihala,  di  cui 
ha  le  abitudini. 

184.  Sylvia  Rueppeli  (l),  Temminck,  Bigia  del  Eiippel. 

Cervice,  redini,  regione  perioculare  nere;  parti  superiori  e  lati  del  collo  grigio- 
lavagna;  mento  e  gola  neri,  separati  dal  nero  della  testa  da  un  tratto  bianco,  che 
parte  dalla  base  della  mandibola  inferiore  e  si  dirige  sulla  spalla;  gastreo  bianco- 
roseo,  tinto  di  grigio  sui  fianchi;  ali  bruno-nerastre,  con  margini  biancastri,  che  sono 
più  accentuati  sulle  2e  e  sulle  cuopritrici;  coda  nerastra,  colla  la  timoniera  esterna 
in  gran  parte  bianca,  la  2"  e  la  .'i:'  con  una  macchia  apicale  bianca  (mas.  ad.). 
Più  brunastra;  cervice  bruno-grigia  come  il  dorso,,  ma  col  centro  delle  penne  scuro: 
gola  e  gastreo  tinti  di  bruno-grigio;  mancano  Le  colorazioni  nere;  margini  delle 
ali  bianco-brunastri  (femm.  ad.).  Come  la  femmina;  parti  superiori  più  brunastre; 
margini  delle  ali  bruno-rossicci;  gastreo  bruno-grigio,  tinto  di  rossigno  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m131;  becco  0,"'0H;  ala  0,'"069;  codaO,m065;  tarso  0,™020. 

Abita  la  penisola  Balcanica,  la  Grecia  e  l'Asia  minore;  sverna  nell'Africa  set- 
tentrionale. Comparve  tre  volte  in  Italia;  cioè  uno  venne  ucciso  nel  1869  nel 
Vallone  di  Butri  presso  Lerici  (Liguria),  si  conservava  nella  Raccolta  Magni-flrifri 
ed  ora  è  in  quella  del  R.  Music  ili  Roma,  il  secondo,  colla  data  20  marzo  1882, 


(')  S.  Rueppeli,  nec  Riippelii;  Temminck  scrisse  Ilupellii. 


19f)  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Glossina  (R.  Museo  ili  Firenze),  finalmente  un  terzo  venne  catturato  nel  marzo  1898 
presso  Bari  (Museo  ili  Bari). 


Genere  NIELIZOPHILUS,  Leach. 

Becco  alquanto  corto,  narici  longitudinali;  ali  corte,  la  1"  remigante  primaria 
più  lunga  delle  1"  cuopritrici,  4a  e  5"  le  più  lunghe;  coda,  come  dimensioni,  più 
lunga  delle  ali,  graduata,  stretta. 

Piumaggio  molle;  giovani  poco  differenti  dagli  adulti;  sessi  eguali. 

Sono  insettivori  e  si  procurano  il  cibo  al  volo  come  le  Balie  ;  due  specie  com- 
pongono questo  genere,  che  è  distinto  dalle  vere  Sylviae  sopra  rutto  pel  carattere 
della  coda.  Sono  cantori  piacevoli. 

185.  Melizophilus  undatus  (Boddaert),  Magnanimi. 
[Melizophilus  provincialis  (Gmeun)]. 

Circolo  oftalmico  rosso,  cinto  di  penne  rosso-fegatose;  parti  superiori,  lati  della 
faccia,  del  collo  e  dell'alto  petto  di  un  cenerino-cupo,  tendente  al  rossiccio-olivastro 
sul  dorso;  grandi  cuopritrici  e  remiganti  bruno-cupe,  col  margine  tinto  di  castagno- 
pallido;  coda  bruno-nerastra,  tinta  esternamente  di  grigio,  colla  timoniera  laterale 
in  gran  parte  bianca;  gastreo  rosso-fegatoso,  cogli  apici  delle  penne  del  mento  e 
della  gola  biancastri;  centro  dell'addome  biancastro:  sottocoda  grigio,  coll'apice 
delle  penne  bianchiccio;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  grigio-bluastre  (ad.  inprim.). 
Tinte  più  cupe;  margini  apicali  delle  penne  del  mento  e  della  gola  più  distinti 
e  più  bianchi  [ad.  in  uni.).  Penne  cigliari  scuriccie:  parti  superiori  bruno-ciocco- 
lata, coi  margini  delle  ali  bruno-rossastri:  parti  inferiori  cenerine  e  giallo-lionate, 
cioè  le  penne  sono  cenerino-scure  alla  base  e  giallo-lionate  verso  l'apice;  gola 
leggermente  più  chiara,  e  fianchi  più  scuri  igiov.). 

Lunghezza  totale  0,'"132;  becco  0,'"009;  ala  0,m054;  «oda  0,n,06T;  tarso  0,'"020. 

Abita  l'Europa  occidentale  e  meridionale,  la  Palestina  e  l'Africa  settentrio- 
nale; è  stazionario  in  Inghilterra,  ma  in  continua  diminuzione.  In  Italia  è  co- 
mune e  sedentario  nelle  provincie  mediterranee  e  nelle  Isole,  un  po'  più  scarso 
in  Sicilia;  poco  comune  o  raro  nelle  parti  centrali  e  meridionali  sul  versante 
Adriatico.  È  raro,  anzi  quasi  accidentale  nella  Vallata  del  Po,  ma  conviene  av- 
vertire che  è  specie  molto  localizzata,  e  che  vive  ove  la  vegetazione  è  più  densa. 
Nidifica  dall'aprile  al  luglio. 

186.  Melizophilus  sardus  (La  Marmora  in  Tkmmim  k  .  Magnanina  sarda. 

[Tav.   XLVl,   lig.   4]. 

.Margini  delle  palpebre  rossi;  parti  superiori  cenerino-piombate,  quasi  nerastre 
sulla  testa:  mento  biancastro;  gola  e  collo  di  un  cenerino  più  chiaro  e  terminato  di 
bianchiccio,  ciò  che  dà  l'apparenza  di  striature;  centro  del  petto  e  dell'addome 
biancastri,  quest'ultimo  leggermente  lavato  di  vinato;  fianchi  cenerino-vinati;  cuo- 
pritrici inferiori  della  coda  grigio-scure,  terminate  di  biancastro;  remiganti  e  cuo- 
pritrici bruno-nerastre,  con  margini  grigiastri:  timoniere  grigio-cupe,  con  l'esterna 


ATI.AN  I  I     '  IBM  1  n  ■  I -<  (GII  0  197 

largamente  marginata  di  biancastro  e  le  altre  strettamente  di  grigio-pallido  ;  cuo- 
pritriei  inferiori  delle  ali  ed  ascellari  di  un  grigio-scuro  {mas.  ad.).  Tinte  generali  più 
chiare;  parti  superiori  bruno-rossiccie;  redini  nerastre;  gastreo  più  uniforme,  grigio 
nerastro,  col  centro  dell'addome  biancastro  femm.  ad.  .  l'arti  superiori  bruno-ce- 
nerognole, tinte  di  lavagna  come  nell'adulto;  ali  e  coda  più  scure,  coi  margini  delle 
ali  più  decisi;  petto  ed  addome  lavati  di  un  fulvo  piuttosto  vivo  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"130;  becco  0,'"009;  ala0,'"058;  coda  0,'"064;  tarso  p,'"020. 

Abita  l'Europa  sud-occidentale,  la  Palestina,  l'Algeria  e  dicesi  anche  la  Grecia. 
È  specie  stazionaria  e  abbastanza  comune  in  Sardegna,  in  Corsica,  in  Sicilia,  a 
Pantelleria  ed  a  Malta;  sembra  vivere  in  numero  ristretto  anche  in  Liguria,  ed 
è  noto  come  fu  colta  due  volte  a  Sestri.  Pare  meno  abbondante,  anche  nelle  lo- 
calità da  essa  abitate,  perchè  vive  nel  più  fitto  dei  cespugli.  Nidifica  in  aprile  e 
maggio;  ma  si  presenta  anche  di  passo,  giacché  sarebbe  di  solito  più  copiosa  d'estate. 


Genere  PHYLLOSCOPUS  ('),  Rote. 

Becco  sottile,  piuttosto  corto,  dilatato  alla  base  e  fornito  di  setole,  colla  man- 
dibola superiore  leggermente  curvata,  compressa  ed  intaccata  nella  metà  apicale; 
narici  allungate,  laterali,  basilari,  munite  di  una  membrana,  che  è  parzialmente  ri- 
vestita di  piccole  penne  setolose;  ali  alquanto  lunghe,  la  1  remigante  primaria  re- 
lativamente grande,  la  3a  e  la  4"  le  più  lunghe;  coda  di  12  penne,  leggermente  for- 
cuta; tarso  scudettato  sul  davanti,  esso  ed  i  diti  deboli  e  allungati:  unghie  ricurve. 

Sessi  quasi  sempre  simili,  giovani  poco  differenti:  tinte  generali  delicate,  verdi  e 
gialle;  ascellari  ecuopritrici  inferiori  delle  ali  gialle:  statura  piccola;  muta  semplice. 

Sono  uccelli  migranti  che  abitano  le  Regioni  Paleartica,  Etiopica  ed  Orientale, 
una  sola  specie  trovandosi  nelle  estreme  latitudini  nord-occidentali  della  Neartica; 
sono  abili  cantori  ed  insettivori:  costruiscono  nidi  subsferici  con  un  foro  laterale; 
depongono  uova  bianche,  con  macchie  rossiccie. 

a)  Becco  largo  alla  base  e  alquanto  piatto,  fornito  ili  setole  basilari  assai  svilup- 
pate, (/nasi  Muscicapino;  mandibola  superiore  scura,  l'inferiore  chiara;  nel  piumaggio 
non  consumato  si  osservano  due  fascie  alari,  di  cui  la  prima  distinta,  formata  dagli  apici 
pallidi  delle  (/rondi  cuojiritrici  e  la  seconda  superiore,  poco  appariscente  e  farinata  dagli 
apici  pallidi  delle   mediane    sottogen.   ACANTHOPNETJSTE,   Rlasius).  (Secboltm). 

187.  Phylloscopus  Eversmanni  (2)  (Middendorff-,  Luì  di  Eversmann. 

Parti  superiori  olivastre,  lavate  di  giallastro  sul  groppone;  un  sopraciglio  stretto, 
ma  distinto  bianco-grigiastro,  dal  becco  ai  lati  della  nuca;  gastreo  bianco-grigiastre 


(')  Il  Pkylloecopus  coronatili  (Temm.  &  Sohl.)  fu  accettato  tra  gli  Uccelli  Europei  in  base  ad  un  esem- 
plare colto  il  4  ottobre  1S-13  a  Helgoland.  elle  san-1. 1.. •  stalo  ceduto  dal  signor  Kevmers  al  Brandt  di 
Amburgo  (Gatke,  Vogelus  Helgoland,  p.  MOT.  L891).  Questa  specie  presenta  una  striscia  cbiara  e  zolfina 
sulla  linea  mediana  della  testa  ed  estesa  sino  alla  nuca:  il  gastreo  è  bianco;  l'addome  verdastro;  lun- 
ghezza totale  0,'"135;  becco  0'»,013  ;  ala  0,m059;  coda  0,™047;  tarso  0,™017.  Abita  Dasnri,  la  Corea 
ed  il  Giappone;   migra  lungo  le  coste  della  Cina,   svernando  a   Hia\a   e   aelle    Indie. 

(2)  Sylvia  eversmanni,  Middendorff,  Sib.  Beiee,  p.  tTs  1851,  nec  Bp);  PhyUopneutte  boreali»,  l'.la- 
sius,   Saumunnia,  p.   313  (1858). 


11IS 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


sulla  gola  t  sull'addome,  petto  e  fianchi  lavati  di  giallastro  e  di  grigio;  ali  attra- 
versale da  dm  [uscii  bianco-grigiastre,  delle  quali  una  molto  distinta  sulle  grandi 
cuopritriei,  la  seconda  poco  accentuata  sulle  mediane:  ascellari  e  cuopritrici  infe- 
riori delle  ali  gialle;  becco  Aerocefali  no. 


Becco  Muscicapino    ila  Shakpei. 


Becco  Acroee/alino  (da  Sharpe). 


Lunghezza  totale  0,m120;  becco  0,m013;  ala  0,m068;  coda  0,'"050;  tarso  0,m020. 

Proporzione  delle  remiganti:  3a  e  4a  le  più  lunghe;  2"  lunga  come  o  più  della  6" 
e  intermedia  tra  la  5a  e  la  6a;  la  spuria  e  non  eccedente  le  le  cuopritrici,  e  che 
misura,  nella  parte  esposta,  0,,n0081  negli  adulti  e  0,m0105  nei  giovani. 

Abita  il  Fìnmark,  spingendosi  attraverso  l'Asia  fino  all'Alaska,  la  Siberia 
nord-orientale  e  la  Mongolia;  sverna  nell'Arcipelago  Malese,  nel  Malacca  e  nelle 
isole  Andamane.  Venne  colto  a  Helgoland,  in  Norvegia  e  nella  Russia,  nelle  cui 
parti  boreali  nidifica. 

188.  Phylloscopus  nitidus,  Blyth,  Luì  giallo. 

Parti  superiori,  compresa  la  cervice,  verde-brillanti ;  un  largo  sopraciglio  giallo- 
zolfino,  dal  becco  fino  oltre  l'occhio;  gastreo  giallo-zolfo;  ali  e  coda  bruno-scure, 
col  margine  esterno  delle  penne  verde-chiaro;  due  fascie  sull'ala  giallo-pallide, 
una  indistinta  formata  dagli  apici  delle  cuopritrici  mediane,  l'altra  cospicua  formata 
dagli  apici  delle  grandi;  piedi  bruni;  becco  Acrocefalino  (ad.). 

Lunghezza  totale  0,m118;  becco  0,'"013;  ala  0,"'0(51;  coda  0,m049;  tarso  0,n,018. 

Proporzione  delle  remiganti:  2"  più  corta  della  fi"  e  della  8a;  3a  e  4n  le  più 
Lunghe;  la  spuria  eccedente  le  le  cuopritrici,  e  che  misura,  nella  parte  esposta,  da 
0,'"0149  a  0,m0152. 

Abita  il  Caucaso  ed  il  Transcaspio;  sverna  nell'India  ed  a  Ceylan.  In  Europa, 
oltre  che  nel  Caucaso,  comparve  in  Crimea  e  forse  vi  nidifica  (Pleslce),  un  individuo 
fu  colto  ad  Helgoland  nel  1867  (Gdtlce). 


189.  Phylloscopus  viridanus,  Blyth,  Luì  verdognolo. 

Parti  superiori  verdi-o/ÙYwfr-o-cupe,  più  chiare  e  verdastre  sul  groppone;  un 
sopraciglio  abbastanza  distinto  giallo-brunastro;  gastreo  bianco,  sfumato  di  gialliccio 
e  tinto  di  grigio  sul  petto  e  sui  fianchi;  ali  e  coda  brunastre,  col  margine  esterno 
verde-oliva,  le  grandi  cuopritrici  alari  terminate  di  bianco-gialletto,  che  forma 
una  sola  banda  alare  trasversale  e  cospicua;  ascellari  e  cuopritrici  inferiori  delle 
ali  gialle;  piedi  plumbei  (ad.). 


ATLANTK    ORNITOLOGICO  199 


Lunghezza  totale  0,'"114;  becco  0,m0125;  ala  0,m059;  coda  0,m051;  tarso  0,'"019. 

Proporzione  delle  remiganti:  2"  intermedia  tra  la  7il  e  la  8:(  ;  :i  ,  1  e  5a  le  più 
lunghe;  1"  spuria  che  eccede  le  le  cuopritrici,  e  che  misura,  nella  parte  esposta, 
da  0,n,013  a  0,m016. 

Abita  gli  Urali,  il  Turchestan,  il  Kascmir  e  sverna  nell'India.  Compare  nella 
Russia  Europea  (distretto  di  Olonez,  di  Jaroslavl  e  di  Kasan)  e  questi  soggetti 
furono  da  parecchi  Autori  attribuiti  al  P.  plumbeitarsus,  Swiuhoe  ed  al  /'.  Mid- 
deiulor/fi,  I\leves,  che  sono  del  tutto  Asiatici  e  quasi  certamente  una  sola  specie;  fu  colto 
tre  volte  ad  Helgoland  nel  settembre  1878,  nel  maggio  1879  e  nel  giugno  1880  ed 
una  volta  nel  Lincolnshire  (Inghilterra)  nel  settembre  1896-  {(uhm  Haigh). 

b)  Becco  più  stretto  alla  base,  appiattilo,  sottile,  con  setole  basilari  abbastanza  svi- 
luppate. Entrambe  Ir  mascelle  ili  sul/tu  scure,  ma  l'inferiore  in  rari  casi  pallida.  Nessuna 
banda  attraverso  le  ali  (sottogen.  Phylloscopus,  Boie).  {Seebohm). 

190.  Phylloscopus  sibilator  (Bechstein),  Luì  verde. 

[  Phyllopneuste  sibilatrix  (Bchst.),  Phylloscopus  sylvicola    Moni.),  Phylloscopus  sibilatrix  (Bohst.)]. 

[Tav.  XV,  fig.  6  e  Tav.  XLIX,  tìg.  13]. 

Parti  superiori  giallo-olivastre,  tinte  di  giallo-canarino,  più  brillante  sulla  testa, 
sul  groppone  e  sul  sopracoda;  parte  anteriore  della  fronte  e  sopraciglio,  esteso  sino 
sui  lati  della  nuca,  di  un  giallo-zolfino-brillante;  lati  della  testa,  mento,  davanti 
del  collo,  gola,  fianchi  e  calzoni  di  un  giallo-zolfino-chiaro,  in  contrasto  col  petto,  col- 
l'addome  e  col  sottocoda  di  un  bianco-argenteo  ;  ali  e  coda  con  margini  giallo-zolfo, 
timoniere  bianco-grigiastre  sul  margine  del  vessillo  interno;  ascellari  grigio-pallide, 
cuopritrici  inferiori  delle  ali  biaiico-giallette;  becco  Filloscopino  (ad.).  Più  verdastro; 
il  giallo  colora  in  parte  il  davanti  del  collo  e  del  petto  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m120;  becco  0,m010;  ala  0,m072;  coda  0,'"050;  tarso 0,m019. 

Proporzione  delle  remiganti:  2a  sempre  più  lunga  della  5a;  3a  la  più  lunga;  la 
la  spuria  piccola  e  stretta,  più  corta  delle  l6  cuopritrici  e  che  misura  nella  parte 
esposta  da  0,m00759  a  0,m0101. 

Abita  l'Europa  fino  alla  Svezia,  manca  in  Norvegia;  sverna  nell'Africa  nord- 
orientale (ove  anche  in  parte  nidifica)  e  nell'occidentale  sino  alla  Costa  d'Oro. 
In  Italia  è  specie  estiva  e  di  passo;  nidifica  in  poche  coppie  nel  maggio  e  nel  giugno 
sui  monti  delle  provincie  settentrionali  e  centrali;  è  però  più  copiosa  nel  passo 
primaverile  che  nell'autunnale;  ma  non  è  egualmente  distribuita,  mentre  è  rara  in 
Sardegna  e  nelle  Puglie  e  manca  in  Corsica. 

191.  Phylloscopus  trochilus  (Linnaeus),  Luì  grosso. 

[Phyllopneuste  trochilus  (LO  |. 
[Tav.  XV,  fig.  8,  e  Tav.  XLIX,  fig.   11]. 

Parti  superiori  olivastre,  tinte  di  giallo  sul  groppone  e  sul  sopracoda;  sopra- 
ciglio giallastro,  abbastanza  distinto;  gastreo  bianchiccio,  tinto  di  giallo  special- 
mente sul  collo  e  sul  sottocoda,  e  con  strie  longitudinali  dello  stesso  colore  sul 
petto  e  sull'alto  addome;  fianchi  oliva-giallctti ;  ali  e  coda  bruno-nerastre,  margi- 


200 


\  I  I   1  N  ]  I.    ORNITOLOGICO 


nate  di  giallastro,  le  timoniere  bianco  grigiastre  sul  margine  del  vessillo  interno; 
ascellari  e  cuopritrici  interiori  delle  ali  giallo-zolfine;  piedi  bruni  ;  becco  MUosco- 

pino  {ad.),  l'arti  superiori  di  un  oliva  più  bru- 
nastro;  sopraciglio  e  gastreo  di  un  giallo-vivo 
(giov.). 

Lunghezza  lutale  0,m120;  becco  0,m010;  ala 
0,"06f>;  coda  0,m051;  tarso  0,m021. 

Proporzione  delle  remiganti: 2* più  iurta  della 5a 

è  nella  massima  parte  dei  oasi  piti  lunga  della  6a; 

3"  e  4a  le  più  lunghe;  la  spuria  piuttosto  grande  ed  arrotondata,  più  lunga  delle  le 

cuopritrici,   ma   piuttosto  variabile   nella   parte   esposta,   che   misura  da  0,'"0096 

a  Oj1"* >  1  r><. t ;  ala  molto  appuntita. 

Di  questa  specie,  che  talora  va  contùsa  coll'affine  P.  sibilator,  offro  in  succinto 
i  principali  caratteri  differenziali. 


Becco   Filloscopino  kIu  Shakpk). 


a)  Phylloscopus  sibilator. 

Ala  da  0,'"070  a  0,m075. 

Parti  superiori  di  un  giallo-olivastro, 
la  tinta  gialla  apparendo  più  brillante 
sulla  testa  e  sul  groppone. 

Sul  gastreo  la  tinta  gialla  invade 
il  mento,  la  gola  ed  il  davanti  del  collo; 
apparendo  meno  decisa  sui  fianchi  e  sulla 
parte  più  bassa  del  sottocoda,  e  fa  con- 
trasto con  tutto  il  resto  di  un  bianco- 
sericeo. 

Remiganti;  la  la  piccola  e  stretta, 
più  corta  delle  grandi  cuopritrici  esterne 
delle  remiganti  primarie,  hi  2a  sempre 
più  lunga  della  f>',  la  3a  più  lunga  di 
tutte. 


In   Phylloscopus  trochilus. 

Ala  da  0,'"062  a  0,'"068. 

Parti  superiori  olivastre,  talora  con 
una  leggiera  ombreggiatura  bruno-ver- 
dastra. 

Gastreo  bianchiccio,  tinto  di  giallo 
sul  collo  e  sul  sottocoda,  e  striato  dello 
stesso  colore  sul  petto  e  sull'addome  (ad.). 
<  lastreo  gialletto, sfumato  di  fulvo, più  de- 
ciso sul  petto  e  sui  fianchi  (gior.). 

Remiganti;  la  1"  piuttosto  grande 
ed  arrotondata  all'apice,  che  eccede  di 
circa  0,m005  l'apice  delle  grandi  cuopri- 
trici esterne  delle  remiganti  primarie, 
2a  intermedia  tra  la  5a  e  la  6a,  la  3a  e 
la  4a  le  più  lunghe. 


Abita  l'Europa  fino  alla  Vallata  del  Pecciora  e  dello  Jenissei  ed  il  Caucaso; 
sverna  aell' Africa  fino  al  Capo  di  Buona  Speranza.  In  Italia  è  specie  estiva  nelle 
Provincie  settentrionali  e  centrali,  sedentaria  od  invernale  nelle  meridionali  e 
nelle  Isole.  Nidifica  in  maggio  e  giugno,  tanto  sui  monti  del  Veneto,  quanto  su 
quelli  della  Sardegna  e  della  Sicilia;  ma  è  uccello  irregolarmente  distribuito,  che 
scarseggia  sul  versante  Adriatico,  il  Veneto  eccettuato,  e  che  sempre  è  più  co- 
pioso al  tempo  del  passo  autunnale. 

192.  Phylloscopus  Bonellii  (Vieillot),  Luì  Manco. 
[  Phyllopneuste  Bonellii  (Vieill.)  ]. 

[Tav.  XV,  fiff.  7J. 


l'aiti  superiori  di  un  fulviccio-bruno,  che  di  primavera   tende  al  cenerino-ver- 
dastro, in  contrasto  col  giallo  del  groppone  e  del  sopracoda;  un  sopraciglio  più  visi- 


lav.  a». 


1.  Picchio  nero  (tf  ad.).  2.  Picchio  nero  ($>)•  &•  Picchio  a  dorso  bianco  (a*  ad.).  4.  Picchio  a  dorso  bianco 
(2).  5.  Picchio  rosso  maggiore  (j*  ad.).  6.  Picchio  rosso  maggiore  (J).  7.  Piccino  rosso  maggiore  (giov.). 
8.  Picchio  rosso  mezzano.  9.  Picchio  rosso  minore  (o*  ad.).  10.  Picchio  rosso  minore  (9).  11.  Picchio  tri- 
dattilo (e?  ad.).    12.  Picchio  tridattilo  (  £  ).    13.  Picchio  verde  (o*  ad.).    14.  Picchio  verde  (giov.).    15.  Picchio 

cenerino  (q"  ad.).    16.  Picchio  cenerino  (<?)• 

Ulrico  Hoepli,  Editare,  Milano. 


ATLANTE    OBNITOl  OGK  ••  201 


bile  dopo  l'occhio,  bianco  grigio;  gastreo  bianco  sericeo,  tinto  di  gialletto-scuro  sui 
fianchi,  e  talora  ili  gialletto-chiaro  sul  petto;  ali  <•  coda  aero  brunastre,  con  i  mar- 
gini esterni  giallo-zolfini;  remiganti  e  timoniere  con  stretti  apici  più  chiari,  queste 
col  margine  del  vessillo  interno  bianco  grigio;  ascellari  e  cuopritrici  inferiori  delle 
ali  giallo-brillanti;  becco  Filloseopino  [mi.). 

Lunghezza  totale  0,m120;  becco  (V009 ;  ala  0,m066;  coda  0,  048 ;  tarso  0,m020. 

Proporzione  delle  remiganti:  .">''  e  I'  li'  più  lunghe;  2"  più  corta  della  .">  .  più 
lunga  della  6a  e  intermedia  ira  la  5"  e  la  7':  5a  poco  più  curia  della  .">  e  della 
I  ;  1'  spuria,  più  lunga  delle  l6  cuopritrici,  ma  meno  che  nel  /'.  trochikis  e  die 
misura,  nella  palle  esposta,  da  0,m0152  a  0,m0125. 

Abita  l'Europa  sud-occidentale  e  la  Palestina;  sverna  in  Africa,  sino  alla  Nubia 
ed  al  Senegal.  In  Italia  è  specie  estiva,  ma  più  copiosa  alle  epoche  del  passo. 
Arriva  in  aprile  e  riparte  in  settembre.  Non  è  generalmente  distribuita  e  di  solito 
scarsa;  è  più  frequente  nell'Alta  Italia  ed  in  Liguria,  non  rara  in  Toscana  ed 
in  Sicilia,  rara  altrove  e  specialmente  -ni  versante  Adriatico,  il  Veneto  eccettuato. 
Noi)  fu  trovata  in  Corsica,  e  indie  Puglie  {De  Romita),  e  sembra  rara  in  Sardegna. 

193.  Phylloscopus  rufus  (Bechstein  .   Luì  piccolo. 

[Phyllopneuste  rufa  (Bchst.),  P.  collybita  (err.l  (Vieiix.  .  Phylloscopus  collybista  fViEif.1 
[Tav.  XV,   fig.  :»  (■■   I'av.  XLIX,   iig.  15]. 

Parti  superiori  verde-olivastre,  appena  più  chiare  sul  groppone;  redini  brunastre; 
sopracciglio  bianco-gialletto;  lati  della  faccia  ed  una  fascia  attraverso  l'occhio  di  un 
oliva-cupo;  gastreo  bianco  olivastro,  tinto  di  gialletto  e  lavato  di  fulviccio-cupo 
sui  fianchi:  centro  del  petto  e  dell'addome  più  biancastro;  ali  e  coda  bruno  nera 
stre,  con  i  margini  esterni  verde-gialletti;  ascellari  e  cuopritrici  inferiori  delle  ali 
gialle;  piedi  nerastri;  becco  Filloscopi  no. 

Lunghezza  totale  0,1"  115;  becco  0,'"009;  ala  0,m055;  coda  0,'"047:  tarso  0,'uls. 

Proporzione  tirile  remiganti:  2a  più  corta  della  6"  e  intermedia  tra  la  6"  e  la  9  : 
3°  e  4'  le  più  lunghe;  6a,  7  '  e  8"  gradualmente  più  corte  tra  esse;  la  spuria,  sopra 
vanzante  di  circa  0,"'00ó  le  l6  cuopritrici  e  che  misura,  nella  parte  esposta,  da0,"'0163 
a  0,'"0125;  ala  molto  rotonda. 

La  statura  minore,  la  tinta  più  cupa,  l'ala  rotondata  ed  i  piedi  nerastri  di- 
stinguono questa  specie  dal  P.  tmchìlus;  inoltre,  secondo  il  Saunders,  il  /'.  trockilus 
porta  i  vessilli  esterni  delle  remiganti  smarginati  presso  all'apice  tino  alla  5  pri- 
maria, e  nel  /'.  rufus  tino  alla  6a   compresa. 

Riguardo  al  /'.  rufus  sylvestris  (Meisner),  ecco  quanto  dice  il  Nauniann   '  : 
a)  P.  r.  sylvestris:  2a  remigante  primaria  eguale  alla  8a;  tra  l'apice  delle  ali. 
allo  stato  di  riposo,  e  l'apice  della  coda   intercorrono  da  20  a  2">  mm. 

li)  V.  rufus.-  2"  remigante  primaria  assai  più  breve  della  3a  ed  eguale  alla  7  : 
tra  l'apice  delle  ali,  allo  stato  di  riposo,  e  l'apice  della  coda  intercorrono  20  nini. 

Il  /'.  /■.  sylvestris  sarebbe  intermedio  tra  il  /'.  trockilus  ed  il  /'.  rufus;  confron- 
tato col  P.  trorl/i/us,  gli  adulti  avrebbero  le  parti  superiori  più  cupe  e  senza  lime 
verdi  in  generale,  il  colorito  nel  tutto  più  scuro,  quello  del  gastreo  meno  giallo; 


(')  Naumann.    Vog.  Min.   Europ.   II,  pag.    108  (^iiuova  eilizioue.  is;ts  . 

Atlante  ornitologico.  26 


21  IL'  \  il  \M  I     ORNITOLOGICO 


confrontato  col  /'.  rufus,  sullo  parli  superiori  esso  apparirebbe  più  chiaro,  cioè  di 
mi  bigio-rossiccio,  più  cupo  però  sul  pileo  e  sull'alto  dorso  e  sfumato  di  rugginoso, 
ciò  che  sarebbe  più  visibile  d'autunno;  inoltro  il  /'.  rufus,  di  fresco  mutato,  sa- 
rebbe tosto  distinto  pel  gozzo  ed  il  petto  di  un  rossigno-gialletto,  con  le  striscio 
zolfine  così  particolari  alla  specie.  La  grandezza  è  intermedia  tra  le  due  specie, 
cioè  lunghezza  totale  da  0,,D098  a  0,m102;  ala  da  0,,n055  a  0,m059;  coda  da  0,m041 
a  0,ra043;  becco  della  t'orma  del  P.  rufus,  ma  più  grosso,  più  lungo  e  più  largo. 
Abita  gli  stessi  paesi  del  P.  rufus.  Mi  sembra  inutile  aggiungere,  come  io  non 
creda  punto  alla  validità  di  questa  l'orma. 

Abita  l'Europa,  nidificando  specialmente  verso  il  Nord,  è  distribuito  verso  esl 
tino  al  governo  di  Perm  in  Russia,  ove  si  trova  l'affine  P.  tristis,  Blyth;  sverna  nella 
Persia,  nell'Asia  Minore,  nella  Palestina,  nell'Europa  meridionale  e  nell'Africa 
sino  all' Abissinia ;  nelle  Canarie  trovasi  una  sottospecie  il  /'.  rufus  fortunatus, 
Tristram.  In  Italia  è  uccello  stazionario;  abita  d'estate  sugli  alti  monti,  ove  nidi- 
fica nel  maggio  e  nel  giugno  e  ne  discende  all'avvicinarsi  dell'inverno,  perù  in 
massima  parte  sverna  nelle  provincie  centrali  e  meridionali  e  nelle  Isole,  pochi 
rimanendo  nella  Valle  Padana.  Nidifica  certamente  nel  Trentino,  nell'Alta,  Italia,  in 
Sicilia  ed  in  Sardegna,  ed  è  abbondante  specialmente  durante  il  passo  e  nell'inverno. 

194.  Phylloscopus  tristis.  Blyth,  I.iù  sibcriano. 

Diversifica  dal  /'.  rufus  pelle  parti  superiori  più  brune,  e  di  un  debole  verde- 
giallastro  sul  groppone;  pel  sopracciglio,  le  gote  ed  il  gastreo  più  bianchi  e  pelle 
tinte  gialle  sul  margine  dell'ala,  sui  calzoni  e  sulle  ascellari;  il  becco  e  le  zampe 
sono  più  cupe,  e  la  statura  alquanto  minore.  Nei  cangiamenti,  cui  questa  specie 
soggiace  o  per  età  o  per  stagione,  essa  e  sempre  più  cupa  e  più  bruna  del  P.  rufus; 
becco  Filloscopino. 

Lunghezza  totale  0,m101;  becco  0,m009;  ala  0,ra052;  coda  0,m046;  tarso  0/"018. 

La  "proporzione  delle  remiganti  è  uguale  a  quella  del  /'.  rufus. 

È  questo  il  rappresentante  orientale  del  P.  rufus;  nidifica  nella  Vallata  del 
Pecciora  nella  Russia  settentrionale,  si  trova  verso  occidente  sino  al  governo  di 
Perm;  sverna  nel  Turchestan  e  nell'India.  A  questo  Luì  devono  riferirsi  i  sog- 
getti trovali  dal  Seebohm  nel  basso  Pecciora  e  da  lui  attribuiti  al  P.proregulus  (Pal- 
las  .  In  Italia  è  specie  affatto  accidentale  e  molto  rara;  ne  fu  colto  un  maschio 
ad.  nel  novembre  181)7  sul  Cremonese  (R.  Museo  ili  Firenze)^). 

e)   Becco  slittili-;  mandibola  superiore  scura.   Due  fascie  attraverso  l<  ali;  ili  solito 
osservasi  min  stria  centrale  longitudinale  sulla  cervice  (sottogenere  Reguloides,  Blyth.). 

i  Set boli  ni). 

195.  Phylloscopus  proregulus  (Pallas),  Luì  di  Pallas. 

l'arti  superiori  di  un  verde  oliva,  più  cupo  sui  lati  della  cervice  e  giallo-brillante 
sul   groppone,   il  detto    colore  ben  //istinto   da  quello  del  dorso;  fronte,  un  soprac- 


(')  il  signor  G.  Vallon  mi  avverte  (in  Un.)  di  aver  acquistato  il  5  Dicembre  1001  un  individuo  <li 
■  in-  i.i  cara  specie  sul  mercato  ili  Udine.  Lo  studio  (Ielle  forme  orientali  del  gen.  Phylloscopus  e  dei  più 
intricati,  e  non  si  conosce  bene  quali  meritano  rea] nte  rango  specifico  e  quali  si: semplici  sotto- 
specie "  forme  loculi. 


v  I  I  imi     ORN tCO  208 


ciglio  visibile  sino  sui  Lati  della  nuca,  ed  una  linea  mediana  centrale  sulla  cervia 
gialli)  jinlliili ,■  gastreo  bianco,  tinto  ili  grigio  sulla  parte  alta  e  di  gialletto  sul  petto, 
sui  fianchi  e  sul  sottocoda;  remiganti  e  coda  brune,  marginate  esternamente  di 
verde  giallo  e  con  gli  apici  delle  cuopritrici  medie  e  grandi  di  un  giallo-brillante,  '-io 
che  forma  due  fascie  larghe  e  distinte  sulle  ali;  vessillo  interno  delle  prime  penne  la 
terali  della  coda  bianco-grigio  sul  margine;  ascellari  e  cuopritrici  inferiori  dell'- 
ali gialle;  becco  Filloscopino  (ad.). 

Lunghezza  totale  0,m088;  becco  0,'"00<>:  ala  0,  053;  coda  0,  038;  tarso  «VOI 7. 

Proporxione  delle  remiganti:  2"  uguale  alla  8a;  •"•  e  5"  uguali;  la  1  di  poco  la 
massima;  1  '  spuria,  sopravanzante  le  cuopritrici  e  clic  misura,  nella  parte  esposta, 
da  <V"oM!>  a  0,m0154. 

Abita,  la  Siberia  orientale,  ove  nidifica,  non  fu  trovato  nelle  pani  occidentali, 
spingendosi  solo  fino  alla  Lena:  sverna  nella  Cina  meridionale  e  nell'India.  In 
Europa  comparve  anzitutto  nel  1829  in  Dalmazia  [Saunders),  poi  a  più  riprese,  e 
come  specie  di  apparizione  autunnale  abbastanza  regolare,  nel  distretto  di  Oren- 
burgo  (Zaroudnoi),  una  volta  certamente  ad  Belgoland  nell'ottobre  1845  ed  unse 
condo,  veduto  soltanto,  nell'ottobre  1875,  e  finalmente  una  femmina  adulta  nell'ut 
tobre  L895  in  Inghilterra  nel  Norfolk  (Southivell) ;  finora  non  venne  preso  in  Italia. 

196.  Phylloscopus  superciliosus  (Gmelin),  Luì  forestiero. 

I  Reguloides  superciliosus  (Gm.),  Regulus  modestus,  Godld]. 

Colorito  generale  delle  parti  superiori  oliva-verdastro,  groppone  e  sopracoda 
quasi  concolori,  ma  leggermente  più  chiari  e  verdastri;  testa  più  cupa,  nel  suo 
centro  vi  è  una  linea  verde-gialla  scura,  punto  distinta;  piccole  cuopritrici  oliva- 
verdastre,  marginate  largamente  di  giallastre,  le  medie  e  le  grandi  bruno-scure, 
verde-giallo  dal  lato  esterno  e  terminate  di  giallo  pallido,  <piosti  apici  t'ormano 
due  lunule  alari  trasversali  distinte;  due  macchie  brune  sull'ala,  prodotte  dalle  basi 
delle  cuopritrici  1"  e  delle  remiganti  2":  lati  della  faccia  di  un  oliva-cupo;  una  linea 
scura  attraversa  l'occhio,  e  corre  lungo  il  margine  superiore  della  regione  paro- 
tica;  palpebre  ed  un  sopraciglio  distinto,  ed  esteso  l'ino  sui  Ioli  ih  Ilo  nuca  giallo- 
pallidi;  gastreo  biancastro,  lavato  di  verde-giallo,  più  smorto  sull'addome;  coda 
bruna,  col  vessillo  interno  delle  laterali  marginato  di  bianco;  cuopritrici  inferiori 
delle  ali  bianco-gialli':  ascellari  giallo-zolfo-vivaci;  becco  Filloscopino  [ad.  in  prim.). 
Tinte  più  olivastre:  stria  centrale  del  vertice  più  bianca  e  più  distinta;  doppia 
banda  alare  più  gialla  e  più  accentuata  (mi.  in  a/ut.). 

Lunghezza  totale  0,'"096;  becco  0™009;  ala  0,m053;  coda  0,m041;  tarso  0/"01s. 

Proporzioni  delle  remiganti:  .'>',  4:|  e  5a  le  più  lunghe;  la  2ri  di  solito  intermedia 
tra  la  6a  e  la  "',  e  talora  tra  la  7  e  la  8a;  1  spuria  sopravanzante  le  le  cuopri- 
trici, e  che  misura,  nella  parte  esposta,  da  0,"'012G  a  0,'"0139. 

Abita  la  Siberia  dalla  Valle  dell'Obi  sino  al  mare  di  Ochotsk;  sverna  nella 
('ina  meridionale,  nel  Burma  e  nell'India.  È  accidentale  d'autunno  in  Europa;  venne 
preso  almeno  sette  volte  nelle  Isole  Britanniche,  non  meno  di  ottanta  volte  ad 
Helgoland  e  poi  in  Danimarca,  in  ((landa,  presso  Berlino  e  Vienna,  in  Palestina 
(Tristram)  e  nel  Turchestan  (Severtxow).  E  pure  accidentale  in  Italia,  il  primo  venne 
preso  nel  settembre  1847  sul  Milanese  (Coli.  Conte  Camozzi),  un  secondo  nell'ot- 
tobre L893  a  Udine  (R.  Museo  ili  Firenze),  un  terzo  a  Nizza  nell'ottobre  1894  [Oal, 


20  t  atlanti;  orni  ri  >i,ogii  o 


ih -1  /;.  Museo  'li  Firenze),  un  quarto  nel  settembre  L897  [iure  a  Udini'  Valimi'. 
Il  /'.  superciliosus,  citato  dal  Perini  pel  Veronese,  altro  non  rappresenta  se  non 
individui  del   /'.  rufus. 


Genere  HYPOLAIS  ('>,  C.  L.  Brehm. 

Becco  subeguale  alla  testa,  forte,  molto  lungo,  specialmente  alla  base,  ove  è 
più  largo  che  alto,  diritto,  alquanto  compresso  verso  l'apice,  ove  è  leggermente 
intaccato,  con  setole  basilari  deboli  e  peli  supplementari  indistinti;  narici  basilari, 
ovali  ed  esposte:  ali  piuttosto  lunghe,  acute,  la  1  '  remigante  primaria  spuria  e 
molto  corta,  la  '.V  in  generale  la  massima;  coda  leggermente  rotonda;  tarso  scu- 
dettato  sul  davanti,  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia;  diti  piccoli;  unghie 
corte,  ma  molto  ricurve,  specialmente  quella  del  dito  posteriore. 

Abitano  più  che  altro  il  bacino  del  Mediterraneo  e  la  Regione  Paleartica,  ed 
alcune  specie  le  regioni  nordiche  dell'Etiopica  e  dell'Orientale.  Amano  i  boschi, 
anche  umidi,  le  località  acquitrinose  ed  i  giardini;  fabbricano  nidi  quasi  sferici, 
lo  uova  da  4  a  G  sono  di  tinta  affatto  particolare,  cioè  violetto-pallide  o  porporine 
con  macchie  nero-porporine;  sono  più  o  meno  migranti;  hanno  muta  doppia,  però 
i  cangiamenti  di  stagione  sono  poco  accentuati,  d'autunno  la  tinta  generale  è  più 
grigiastra  e  non  presentano  bande  alari;  i  sessi  sono  simili  ed  i  giovani  poco  dif- 
ferenti dagli  adulti;  sono  buoni  cantori,  in  gran  parte  insettivori  e  talora  si  pro- 
curano il  cibo  volando. 

a)   Colorito  delle  parti  superiori  verde-oliva;  gastreo  giallastro;  roda  quasi  qua- 
drata (sottogen.  HYPOLAIS,  C.  L.  Brehm).  'Seebohm). 

197.  Hypolais  hypolais  (Linnaeus),  Canapino  maggiore. 

{  Hypolais  icterina  i  Virili,.)  |. 
[Tav.  XV,   Bg.  5,  e  Tav.   XI, IX,   fig.   12]. 

Parti  superiori  verde-olivastre,  (tendenti  al  cenerognolo  di  autunno',  le  infe- 
riori giallo,  ohe  volgono  al  color  limone;  bordo  esterno  delle  2e  che  tende  al  gial- 
letto  od  al   venie  uliva:   piedi  grigio  bluastri  :  becco  Acrocefalino. 

Lunghezza  totale  0,m136;  becco  0,m013;  ala  0,m075;  coda  0,m053;  tarso  0,™021. 

Proporzione  delle  remiganti:  l'  spuria,  appuntita  e  stretta,  che  non  sopravanza 
['apice  delle  1"  cuopritrici;  la  2°  intermedia  tra  la  4a  e  la  5a,  più  lunga  di  queste 
e  subeguale  a  quelle:  3a  e  4a  subeguali;  la  .">'  essendo  la   massima. 

Questa  specie  abita  l'Europa  ed  è  comune  nella  Scandinavia,  ma  accidentale 
in  Inghilterra;  sverna  in  Africa.  In  Italia  è  uccello  estivo  e  di  passe,  comune,  arriva 
in  aprile  e  parte  in  settembre.  Nidifica  ovunque,  ed  alleva  due  covate.  Sembra 
mancare  in  Corsica  e  torse  in  Sardegna,  ed  è  di  sola  comparsa  autunnale  nelle 
Puglie,  sicché   non   è  egualmente  distribuito. 


I.ii [Sysl.   .Ve/..  I.  pag.   185.  1758)  Borisse  erroneamente   Hippolaìs,  esso  deriva  da   bjroAatg, 

e  Tu  bene  corretto  con  Hypolais. 


mi   VNT1     OKNI'I U  0  205 


198.  Hypolais  polyglotta  (Veeilloi  .  Cornammo. 

Parti  superiori  ili  un  gialletto-olivastro,  leggermente  ombreggiato  di  brunastro; 
parti  inferiori  giallo-zolfine;  bordo  esterno  delle  2°  che  volge  al  biondo;  piedi 
bruno-pallidi;  bei-co  Aerocefalino. 

Lunghezza  totale  0,m125;  becco  0,'"014;  ala  0,m062;  coda  0,  050;  tarso  0,m021. 

Proporzione  delle  remiganti:  \'  spuria,  larga  ed  arrotondati/  all'apice,  e  che  so- 
pravanza notevolmente  (0,mO0b)  le  !•  cuopritrici;  2"  intermedia  ira  la  t;    e  la  7  . 
più   corta  «Iella  5"   e  di   solito  della   6  ;   •"•     e    1     eguali   e   le    più    lunghe,    la    4°   di 
solito  la  massima.  Offro  (ini  le  differenze,  'die  mi  apparvero  più  indicate,  adivi 
dere  1'//.  hypolais  dall'affine  //.  polyglotta. 

a    Hypolais  hypolais.  I>    Hypolais  polyglotta. 

Statura  daO,m122  a  0,m142,  su  dodici  Statura  da  0,m120  a  0,m130,  su  dodici 

esemplari.  esemplari. 

Lunghezza  dell'ala  .da  0,'"071aO,"'080.  Lunghezza  dell'ala  da0,,"0G0a0,'"065. 

Parti  superiori  di  un  verde-olivastro,  Parti   superiori   di   un   gialletto-oli- 

(tendente  al  cenerognolo  di  autunno).  vastro,  leggermente  ombreggiato  di  bru 

nastro. 

l'arti  inferiori  di  un  giallo,  che  tende  l'arti  inferiori  di  un  giallo-zolfino, 

al  limone. 

Remiganti:  la  la  appuntita  e  stretta,  Remiganti:  la  1     Larga  ed  arroton- 

e  (die  non  sopravanza  l'apice  delle  grandi  data  all'apice,   e  che  sopravanza   note- 

cuopritrici  esterne  delle  remiganti  pri-  volmente  (0,'"005)  le  grandi  cuopritrici 

marie,  la  2:l  più  lunga  della  5a  e  quasi  esterne  delle  remiganti  primarie.  21  più 

eguale  alla  4a,  3a  e  4a  quasi  eguali,  la  corta  della  .">    e  di  solito  della  6a,  :ì;'  e 

3a  essendo  la  più  lunga.  4a  eguali  e  le  più  lunghe,  la  4    essendo 

di  solito  la  più  lunga. 

Bordo  esterno   delle   remiganti   se-  Bordo   esterno   delle  remiganti  se- 
condarie  che   volge   al   gialletto,  od  al  condarie  che  volge  al  biondo, 
verde-olivastro. 

Abita  l'Europa  meridionale  e  l'Algeria,  giungendo  accidentalmente  in  Inghil- 
terra, e  irregolarmente  nella  Fi-ancia  settentrionale  e  nel  Belgio;  sverna  in  Africa, 
fino  alla  Senegambia.  In  Italia  arriva  e  parte  assieme  alla  specie  precedente,  colla 
quale  è  confusa;  in  alcune  provincie  ne  sembra  sia  più  frequente,  in  altre  meno 
comune  (Sicilia  e  Veneto);  mancherebbe  in  Corsica,  in  Sardegna  ed  a  .Malta.  Ni- 
difica, ed  io  la  credo  ovunque  più  scarsa  della   //.  Illumini*. 

b)  Colorito  i/i  in  rulr  ih  Ih  parti  superiori  bruno  i  grigio;  parti  inferiori  bianchi  o 
bruno-pallide;  penne  laterali  della  coda  più  brevi  delle  più  lunghe  da  >>.■  0038  a  0,m0051 
(sottogen.  Ini'NA,  Bonaparte). 

199.  Hypolais  olivetorum    Steickland),  Canapino  levantino. 

|  Canapino  (Irgli  o/in  fi  ]. 

Parti  superiori  e  lati  del  eolio  di  un  grigio-brunastro,  sfumato  di  oliva,  più  deciso 
sul  groppone  e  sul  sopracoda,  più  brunastro  sulle  remiganti,  che  sono  marginate 


206  ATl.AN  II     ORNITOLOGI!  0 


e  terminate  di  bianco-sudicio;  sopracciglio  indistinto  e  biancastro;  gastreo  bianco, 
lavato  ili  giallo-fulviccio  pallido  sul  petto  e  sull'addome  e  di  fulvo-grigio  sui  fianchi; 
bec<  n  Acrocefalino. 

Lunghezza  totale  0,'  L52;  becco  0,m016;  ala  0,m085;  coda  0,n,070 ;  tarso 0,m024. 

Proporxùnu  delle  remiganti:  V  molto  piccola,  e  che  misuradalla  giuntura  cai-pale 
all'apice  o.  o:;hi  e  più  carta  delle  1'  cuopritrici  ili  0,  0055;  2a  intermedia  tra  la 
4:'  e  la  5    e  quasi  eguale  alla  41.  la  41  un  po'  più  Lunga;  la  3"  la  massima. 

Abita  la  Grecia,  le  Isole  Ionie.  l'Asia  minore,  la  Palestina  e  l'Algeria,  fu  tro- 
vata anche  nella  Spagna  {Saunders);  sembra  svernare  nell'Africa  centrale.  E 
accidentale  in  Italia,  un  esemplare  colto  nel  1862  a  Sarzaha  in  Liguria  è  cella 
Colle/ione  Magni-Griffi  {Carazxi),  un  secondo  venne  preso  nel  maggio  issopi-esso 
Bari  i  R.  Museo  ili  Fin  n 

200.  Hypolais  pallida  (Hempeich  &  Ehrenberg),  Canapino  chiaro  ellenico. 

\~  Caneparola  forestiera,   Campino  chiaro  |. 

Parti  superiori  di  un  grigio  piuttosto  olivastre,  tinto  di  rossiccio  sul  dorso  e  sul 
groppone;  sopracciglio,  poco  distinto,  bianco-giallo;  gastreo  bianco-sudicio,  candido 
sulla  gola  e  sul  centro  dell'addome,  lavato  di  bruno-giallognolo  sui  fianchi;  becco 
Acrocefalino. 

Lunghezza  totale  0,m130;  becco  0,ra012;  ala  0,m066;  coda  0,m058;  tarso  0,"'021. 

Questa  specie  va  facilmente  confusa  coli' Acrocephalus  palustris,  ma  se  ne  di- 
stingue facilmente  pel  becco- più  depresso,  la  tinta  più  cenerognola,  mentre  VA. 
palustris  ha  predominio  di  colore  olivastro,  e  più  che  altro  pei  seguenti  caratteri: 

ai  Hypolais  pallida.  b    Aerocephalus  ]inìustris. 

Coda  troncata.  ('"da  graduata. 

Prima   remigante  discretamente  svi-  Prima  remigante  molto  corta,  stretta, 

luppata,  simile  ad  una  piccola  penna  nor-  assai  acuminata  all'apice,  e  che  non  61 

male  coll'apice  Leggermente  acuminato,  trepassa  le  grandi  cuopritrici  esternedelle 

e  che  oltrepassa  di   circa   0,m005  l'apice  remiganti  primarie. 
delle  grandi  cuopritrici  esterne  delle  re- 
miganti  primarie. 

Remigante  2"  eguale  alla  6',  e  più  Remigante  2"  più  lunga  «Iella  4:l  di 

corta  della    I     di    circa  0,m004;  3"   e    P  ,.jn.a    0,'"005,  e  più   lunga    della    6a    da 

eguali  e  le  più  lunghe.  0,m008  a  circa  (V'Oli;  2*  e  •"■ l  in  gene- 
rale eguali  e  le  più  lunghe. 

11  carature  delle  relative  lunghezze  offerte  dalle  remiganti  primarie  di  queste 

due  specie  (e  precisamente  //.  pallida,  3  uali  e  le  più  Lunghe,  ma  più  che  altro 

1.  palustris,  -2    più  lunga  della  4'  di  circa  "."005  e  della  6    da  0,m008  a  0,m011, 

2"  ,■  .",    eguali  e  le  più  lunghe)  mi  sembrano  di  poco  momento,  ad  esempio  fra  i 

molti  esemplari  di  .1.  palustris  della  mia  Collezione,  cito  un  soggetto  da  Cremona 

ma  - Luglio  1897  (n.  2295  del  Cai)  >  nel  quale  l'ala  sinistra  ha  la.  2°  remi 

gante  più  Lunga  della  4°  di  0,m004,   mentre   nella  destra   e  più   corta   di   (),'"002, 
inolile   la   muta   intralcia  di   molto,  potendo   facilmente   Le   penne  essere  collose   o 


\  i  r  \\  1 1     iii:n ,OGICO  207 


d'incompleto  sviluppo;  i  caratteri  offerti  invici-  dalla  1    remigante  primaria  sem 
brano  del  tutto  costanti. 

Abita  l'Europa  orientale-meridionale  e  l'Africa  occidentale;  sverna  nell'Africa 
orientale,  fino  all' Abissinia.  E  specie  accidentale  in  Italia;  due  esemplari  furono 
colti  nel  1863  lungo  la  Magra  nella  Liguria  orientale  (Coli.  Magni- Griffi  e  E.  Mu 
seo  ili  Pisa},  un  terzo  ucciso  pure  in  Liguria  è  nel  Museo  Civico  di  ninniti,  un 
quarto  preso  nei  dintorni  ili  Pisa  è  nel  II.  \Luseo  di  Firenze,  un  quinto  sarebbe 
sratu  ucciso  presso  Rovereto  nel  Trentino,  secondo  il  dr.  Untersteiner  Bonomi)  e 
finalmente  un  sesto  presso  Bergamo  ne]  settembre  1898  (fidi   Brogi  . 

201.  Hypolais  opaca (')  (Ltnn  i:\mi  t\).  Canapino  chiaro  illirico. 

Eguale  all'//,  pallida;  ma  è  di  statura  maggiore;  il  becco  più  largo  e  meno 
depresso;  la  prima,  remigante  alquanto  più  grande  e  che  eccede  ili  0,'  0063  le  pri 
marie  cuopritriei;  le  sottocaudali  ricoprono  appena  i  -  5  della  coda  e  le  ali  non 
arrivano  alla  metà  di  questa;  mentre  nell'i?,  pallida  le  sottocaudali  ricoprono  più 
dei  3  della  coda  e  le  ali  arrivano  alla  metà  della  coda,  beninteso  allo  stato  ili 
riposo,  de]   resto  la  formola  alare  è  la  stessa. 

Lunghezza  totale  0,ra135;  becco  0,m014;  ala  0,m070;  coda  0,m063 ;  tarso  0,m023. 

Abita  l'Europa  sud-occidentale,  cioè  la  Spagna  e  l'Africa  nord-occidentale 
(Algeria  e  Marocco)  ;  sverna  nell'Africa  equatoriale  occidentale.  È  affatto  acciden- 
tale in  Italia;  un  esemplare  venne  colto  a  Nizza  nell'agosto  1863  II.  Mn.su/  ili 
Fin  n:  i\. 

202.  Hypolais  caligata  (Lichtensteuj)   2),  Canapini)  asiatico. 

l'arti  superiori  e  lati  del  collo  di  un  bruno-grigio,  tendente  al  rossigno,  più  cupo 
sulla  testa,  più  chiaro  sul  groppone;  sopracciglio  fulviccio,  poco  distinto;  gastreo 
bianco  sul  mento  e  sulla  gola,  tinto  di  fulviccio-acceso  nel  rimanente  ;  ali  bruna- 
stre,  con  margini  bruno- rossicci;  becco  Aerocefalino. 

Lunghezza  totale  O,"i20;  becco  0,m012;  ala  0,m062;  coda0,ra048;  tarso  0,n,021. 

Proporzione  delle  remiganti:  l'  spuria,  più  lunga  delle  1''  cuopritriei  di  (),'"0051; 
•J  '   più  corta  della  3a  ed  intermedia  tra   la  ti     e  la   7  ;  3     la   massima. 

Abita  il  Kascmir,  il  Turchestan  e  la  Siberia  meridionale;  sverna  nell'India; 
In  Europa,  comparve  una  volta  ad  Belgoland  Gàtkt  e  più  volte  nella  Russia  set- 
tentrionale i  Weves)  e  negli  Urali  meridionali  (Eversmann,  Meves,  iti). 


Genere  ACR0CEPHALUS.  Naumann. 

Becco  «piasi  diritto,  più  largo  ile1  alto  alla  base   e   pialle,   cui  culmine  rial 
zato,  e  leggermente  intaccato  all'apice;   setole   bene   sviluppate   e    disposte  eri/. 


(')  Probabilmente  V Hypolais  pallida  i-  il  rappresentante  orientale  e  V il.  ninna  L'occidentale  ili  mia 
medesima  specie. 

Xaimiaiin  lumini  edizione)  propone  il  nome  di  //.  salicaria    Pallas  .  Zoogr.  Ross.-Atiat.,  I,  p.  192, 
N.     127,  excl.  syn.  (1811),  mentre  il   nome  del   Liclitenstein  •    del    1823. 


208 


ATLANTE    ORNITOLOGI!  0 


zon  talmente;  ali  piuttosto  corte,  1"  remigante  primaria  piccolissima,  non  eccedente 
le  1''  cuopritrici,  elio  eccezionalmente,  '■'>'  ili  solito  la  più  lunga;  coda  di  li*  penne 
rotondeggiante  o  cuneata,  piuttosto  lunga,  cuopritrici  inferiori  della  stessa  relati- 
vamente culle;  tarso  scudettato;  gambe,  diti  e  unghie  lunghe  e  l'orti,  queste  ab 
bastanza  ricurve.  Tinto  generali  brunastre. 

Si  conoscono  parecchie  specie  di  questo  genere,  che  abitano  il  Mondo  Antico 
e  due  soltanto  l'Australia;  in  gran  parte  sono  migranti  e  ottimi  cantori;  siciliano 
di  insetti;  abitano  le  paludi  ed  i  luoghi  umidi  e  bassi.  Hanno  muta  doppia;  i sessi 
--ono  simili  ed  i  giovani  poco  differenti.  Attaccano  i  loro  nidi  sferici  alle  canne 
e  sui  cespugli,  o  li  sospendono  sulle  acque,  le  uova  da  I  a  li  sono  grigie  o  verde- 
grigie  nel  l'ondo  di  tinta,  con  macchie  scure  più  o  meno  fitte. 

Non  ho  diviso  i  Calamodi  dagli  Acrocephali,  perchè  questi  due  generi  si  anno- 
dano strettamente  per  mezzo  di  specie  esotiche  intermedie. 

al  Cervice,  Ini  i  due  sopraccigli,  con  il 'ir  o  più  faseie  longitudinali  som-:  limi, 
piuttosto  stretto  alla  base,  come  nel  genere  Locustella,  ma  colle  setole  abbastanza  svilup- 
pate;  i-min   rinni fornir  r  i>iiitt<istn  n, riti   (gen.   CALAMODUS,   Kaup). 

203.  Acrocophalus  schoenobaenus  M  (Linnaeus),  Forapaglie. 

ICalamodyta  phragmitis  (Bchst),  C  schoenobaenus    i ..>.  Calamodus  schoenobaenus  (L.)]. 

|  Tav.   XVI,  fig.   1  e  Tav.   XXIX,   fig.  !»  |. 

Cervice  bruno-nerastra  sul  centro  delle  penne,  lionato-olivastra  sul  margine, 
in  guisa  da  formare  quattro  strie  longitudinali  sulla  cervice;  un  largo  sopracciglio, 

dal  becco  fino  sopra  la  regione  parotica,  bianco-pialletto;   parti  superiori  bruno- 


Becco  Locwtellino. 


'l'est:!  di  .1.  aquaiicus 
gr.    n;il. 


Testa  ili  -l.  «c&oenoftoi  »us 
gr.  nat. 


nerastro  pallide  nel  centro  didle  penne,  lionato  olivastre  sul  margine;  groppone 
e  sopracoda  lionato-olivastri;  ali  bruno  nerastre,  con  larghi  margini  più  chiari; 
gastreo  bianco-ceciato,  più  vivace  sul  petto  e  rossiccio  sin  fianchi,  sul  basso  ad- 
dome e  sul  sottocoda:  ali  bruno  nerastre,  con  larghi  mar-ini  più  chiari:  becco 
Locustellino  (ad.),  l'ani  superiori  più  rossiccie  e  cui  centri  neri  più  appariscenti; 
gastreo  più  vivace:  bassa  gola,  davanti  del  collo  e  allo  petto  con  tacche  nerastre 
triangolari  (giov.). 


Alcuni    Anturi    niuilcrni.    hasuinlusi    sul    latin    clic    l.i    i  ascrizione    della     Molacilla   schoenobaenui 

offerta  'la   Linneo    Syst.  Sui.  I.  pag.   184,   I7.'>si  ,.  punto  esatta,  preferisc i  adottare  pei  questo  uccello 

il  nome  imi  recente  ili   Acrocephalìit  (Sylvia)  phragmitis,   Bchst.  (1802). 


l.  Tortora.    2.  Colomba»  ilombella.    l.  Gallo 

di  monte  (tf  ad.).    6.  Fagiano  di  monte  (e?  •"'<  iah"  '''  m    '  '"''' 


vii  INTB    ORNITOLOGI!  "  209 


Lunghezza  totale  0,'"125;  becco  0,'"011;  ala  0,"'0G4;  coda  0,'"(t:»o:  tarso 
0,ra023. 

Proporzione  delle  remiganti:  1  '  appuntita  e  sottile,  più  corta  o  subornale  alle 
1°  cuopritrici;  2a  più  Lunga  della    I';  3"  la  più  lunga    [cfr.  huscmiola  melanopogon 

iTeinminckl|. 

Va  soggetta  a  varietà  albine. 

Abita  l'Europa  e  l'Asia,  fino  allo  Jenissei  ed  il  Turchestan   Severtxow  ;  sverna 
nell'Africa  settentrionale  e  centrale,  sino  al  Damara.   In   Italia  è  specie  estiva    e 
di  passo,  molto  comune  nelle  paludi;  arriva  in  aprile  e  riparte  in  ottobre.  Nidi 
fica.  Sarebbe  poco  abbondante  in  Sardegna  (Giglioh    e  rara    v    nelle  l'urlio    h* 
Romita). 

204.  Acrocephalus  aquaticus  (Gmelin),  Pagliarolo. 

Calamodyta  aquatica  (Gm.),  Calamodus  aquaticus  (Gm.)]. 
[Tav.  XV,   fig.   17,   18  e  Tav.  XI.IX.   fig.   10]. 

Due  bande  bruno-nerastre  sulla  cervice,  il  cui  centro  è  occupato  da  una  fascia 
longitudinale  bianco-fulva,  un  largo  sopraciglio  bianco-fulvo,  dal  becco  fino  alla  re- 
gione parotica;  parti  superiori  lionato-fulvo-grigiastre,  col  centro  delle  penne  scuro- 
nero  distintissimo,  groppone  e  sopracoda  con  tali  centri  meno  distinti,  ma  sempre 
prese////  e  la  tinta  di  fondo  più  vivace;  gastreo  bianco,  tinto  di  ceciato,  più  accen- 
tuato sul  petto,  sui  fianchi  e  sul  sottocoda  e  più  pallido  sulla  gola  e  sul  centro 
dell'addome;  becco  LoeusteUino  (ad.).  Parti  superiori  più  grigiastre  ;  gastreo  giallo- 
fulvo-acceso,  biancastro  sul  centro  dell'addome;  gola  e  fianchi  con  numerose 
e  strette  striscie  nerastre  sul  centro  delle  penne,  più  cospicue  sui  fianchi 
(giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"125;  becco  0,'"011;  ala  0,'"065;  coda  0,'"050;  tarso  0,'"022. 

Le  tinte  della  testa  e  delle  parti  superiori  distinguono  a  priori  questa  specie 
dalla  precedente. 

Un  tempo  si  riteneva  che  VA.  aquaticus  e  la  Sylvia  cariceti,  Naumann  [Isis, 
p.  785,  1821)  fossero  due  differenti  specie;  ma  ora  è  noto  indubbiamente  che 
VA.  aquaticus  è  il  Pagliarolo  in  abito  di  autunno  e  di  giovane,  e  la  S.  cariceti  lo 
stesso  uccello  in  livrea  completa  di  primavera  (vedi  tav.  XV.  fig.   17  e  18). 

Abita  l'Europa  temperata  ed  il  Nord  dell'Africa;  sverna  in  Africa:  è  acciden 
tale  nelle  Isole  Britanniche,  ma  non  giunge  nella  Scandinavia.  Arriva  e  riparte 
alle  epoche  del  Forapaglie,  ma  non  è  egualmente  distribuito;  così  è  comune  Del 
Veneto,  in  Toscana  ed  in  Sicilia,  ove  nidifica;  è  poco  comune  nelle  Marche  e  nel 
Piemonte,  sembrava  mancasse  nelle  Puglie  (De  Romita),  ma  io  ne  conservo  alcuni 
provenienti  da  Foggia  (mia  Collezione);  qualche  individuo  sverna  in  Sicilia  (Do- 
derlein).  È  in  generale  meno  comune  del  precedente. 

b)  Cervice  nello  spazio  tra  i  sopraccigli  uniforme;  becco  largo  alla  basi  i  più  ro- 
busto che  ori  gen.  Locustella,  colle  setole  abbastanza  sviluppate;  coda  quasi  quadrata  e 
mediocre  igen.  Acrocephalus,  Naumann). 

Atlante  ornitologico.  ~~ 


210  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


205.  Acrocephalus  arundinaceus  'i  (Linnaeus),   Caniuvreccione. 

[  Acrocephalus  turdoides  (Meytsb)]. 

[Tav.   XV,   fig.    Il   <■  Tav.    M.IX.   fig.   6]. 

Parti  superiori  bruno-olivastro-rugginose,  più  scure  sulla  testa,  più  chiare  sul 
dorso,  sul  groppone  e  sul  sopracoda;  sopracciglio  indistinto  bianco-sudicio;  gastreo 
bianco,  lavato  di  rossigno-carico  sul  petto  e  sui  fianchi  e  con  poche  strie  indi- 
stinte sulla  gola;  coda  bruna,  marginata  e  terminata  ili  biancastro-rossiccio; becco 
Acroce fatino  ;  piedi  bruno  pallidi  (ad.).  Più  rossastro  sulle  parti  superiori  e  più  chiaro 
sul  margine  delle  penne;  gastreo  rossigno-ocraceo;  gola  biancastra,  con  strie  poco 
distinte,  anche  sul  davanti  del  collo;  remiganti  1°  terminate  di  biancastro  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m195;  becco  0,m018;  ala  0,m095;  coda  0,m078;  tarso  0,m029. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale  e  l'Asia  occidentale,  è  rara  nell'Europa 
settentrionale;  nell'Asia  orientale  è  surrogata  dall' A.  orientala  (Temminck  &  Schle- 
gel); sverna  in  Africa,  sino  al  Capo  di  Buona  Speranza.  In  Italia  è  specie  estiva 
e  di  passo,  comune,  arriva  in  aprile  e  ci  lascia  a  ottobre.  Nidifica  ovunque,  da 
maggio  a  luglio.  Abita  le  paludi  ed  i  folti  canneti.  Il  suo  canto  è  modulato,  me- 
tallico e  molto  forte,  esso  si  può  riprodurre  cosi:  Kàrr  kàrr  kàrr,  —  Dorè  ilare 
dorè,     -  Karre,  karre,  karre,  —  Kai  Icei  lai  lei,  --    Karra-lcarraìded  (Naumanni. 

206.  Acrocephalus  palustris  (Bechstein),  Cannatola  verdognola. 

[Tav.   XV,   flg.   16  e  Tav.  XL1X,   fig.  8  |. 

Parti  superiori  grigie,  tinte  di  olivastro;  gastreo  bianco-fulvìccio  vivace,  l'ulvo- 
gialletto  sul  petto,  sui  fianchi  e  sul  sottocoda,  più  scuro  sui  fianchi,  quasi  bianco 
sul  mento,  sulla  gola  e  sul  centro  dell'addome:  coda  graduata,  essa  e  le  remiganti 
di  un  bruno  nerastro-pallido,  più  sbiadito  sulla  coda  e  col  margine  più  chiaro  e  più 
<'-teso  sulle  2°;  becco  Acrocefalino  (ad.  in.  prim.).  l'arti  superiori  con  una  Legge 
rissima  tinta  rossiccia,  più  pallida  sul  groppone    <"/.  in  aut.). 

Lunghezza  totale  0,m135;  becco  0,m013;  ala  0,m068;  coda  0,m055;  tarso  0,m022. 

Parlando  dell'//,  ■pallida,  diedi  i  tratti  caratteristici  e  differenziali  tra  essa 
eia  presente  specie,  qui  noto  però  come  VA.  palustris  somigli  molto  anche  all'. 1. 
strepervi  e  ne  offro  le  differenze  principali: 

a)   Acrocephalus  palustris.  b)   Acrocephalus  streperus. 

l'arti  superiori  grigie,  tinte  di  oli-  l'arti  superiori  olivastro-rugginose, 

vastro.  con  la    tinta    rugginosa  più    vivace  sul 

groppone. 

l'arti  inferiori  più  bianchiccie,  tinte  l'arti  inferiori  bianchiccie,  tinte  di 

di  giallastro  sul  petto,  sui  fianchi  e  sul  ceciato-vivo  sul  petto,  sui  fianchi  e  sul 

sottocoda,  più  scure  sui  fianchi;  2:|   re-  sottocoda,  piùscuresui  fianchi;  2a remi 

migante  in  generale  più  lunga  della   4'.  gante  in  generale  più  corta  della  4'. 


(')  La  descrizione  che  Linneo  (1758J  offre  del  suo  Furihi»  ui-midiimi  <  ■«*  e.  cosi  poco  chiara,  che  alenili 
Aulori  preferiscono  chiamai  questa  Bpecie  eoi  nomi  ili  dcrocephalus  lacustris  Naumann,  1811)  o  ./.  ittr- 
doides  i  Meyér,   L816  . 


ATLANII      iiKMDH.oKICO  -Il 


Abita  l'Europa  continentale  e  L'Asia  occidentale,  sino  alla  Persia;  è  acciden 
tale  nelle  Isole  Britanniche  ed  incerta  è  la  Bua  comparsa  nella  Scandinavia.  Nell'Alta 
Italia  è  specie  estiva  e  comune,  vi  arriva  in  aprile  e  riparie  nell'ottobre  dopo 
aver  nidificato,  nelle  provincie  centrali  e  meridionali  è  fora  inulto  tara,  dico  forst 
perchè  è  sempre  assai  tacile,  ma  specialmente  d'autunno,  confonderla  col  co- 
nnine ed  affine  A.  streperus;  l'ebbi  dalla  Valle  Padana,  dalla  Liguria,  dalla  Toscana, 
dalla  Sardegna  e  dalla  Sicilia  (mia  Collezione) (l). 

207.  Acrocephalus  streperus  (Vieillot),  Ccmnajola. 

|  Acrocephalus  arundinaceus  (Lightfoot)  |. 
[Tav.  xv.  fig.  15  e  Tay.  m.ix.  ag.  7]. 

Parti  superiori  oliva-rugginose,  con  la  tinta  rugginosa  più  vivace  sul  basso 
dorso,  sul  groppone  e  sul  sopracoda:  un  sopracciglio  indistinto,  fulvo-gialletto-pal- 
lido;  gastreo  bianchiccio,  tinto  di  ceciato-vivo  sul  petto,  sui  fianchi  e  sul  sottocoda, 
più  scuro  sui  fianchi  e  più  chiaro  sulla  gola  e  sul  centro  dell'addome;  piedi  bruno- 
cenerognoli;  becco  Acrocefalino. 

Lunghezza  totale  0,m135;  becco  0,m012;  ala  0,ra069;  coda  0,m056;  tarso  0,m022. 
M'ita  l'Europa,  fino  alla  Svezia  meridionale  e  l'Asia  occidentale,  sino  al  Tur- 
chestan;  sverna  in  Africa.  In  Italia  è  specie  estiva  e  di  passo,  giunge  in  aprile 
e  riparte  in  ottobre,  è  ovunque  comune  nelle  paludi.  Nidifica,  e  qualche  individuo 
pare  sverni  in  Sicilia  (Doderlein),  ciò  che  non  è  certo,  perchè  venne  trovala  colà 
solo  fino  a  novembre  ( '-'). 

208.  Acrocephalus  dumetorum,  Blyth,  Cannajola  di  Bh/th. 

Parti  superiori  bruno-olivastre,  leggermente  più  olivastre  sul  groppone,  e  col 
margine  più  chiaro  sulle  cuopritrici  alari  e  sulle  2e  interne;  remiganti  e  timo- 
niere più  cupe,  con  stretti  margini  bruno-olivastri:  gastreo  fulvo-brunastro,  col 
mento,  la  gola,  il  centro  dell'addome,  le  cuopritrici  inferiori  delle  ali  e  le  ascel- 
lari fulvo-biancastre;  becco  Acrocefalino  imi.  inprim.).  l'arti  superiori  tinte  di  ros- 
siccio ((ni.  in  n/i/.i. 

Lunghezza  totale  0,'"140;  becco  O,m011;  ala  0,'"064;  coda  (V066;  tarso  0,m023. 

Proporzione  delle  remiganti:  1"  piccola,  corta  e  subeguale  alle  1''  cuopritrici; 
2"  sempre  più  corta  della  F>:|,  e  di  solito  intermedia  tra  la  6"  e  la  7";  la  coda  è 
leggermente  rotonda. 

Abita  la  Russia  settentrionale,  da  Pietroburgo  alla  Vallata  dello  Jenissei  verso 
est,  e  l'Imalaia  dal  Kascmir  al  Nepal;  svernando  nell'India  ed  a  Ceylan. 

209.  Acrocephalus  agricolus  (Jeedon),  Cannajola  ili  Jerdon. 

Parti  superiori  di  un  bruno-rossiccio-pallido,più  scuro  e  brunastro  sulla  testa,  più 
vivace  sul  groppone;  sopracciglio  biancastro,  abbastanza  distinto:  gastreo  bianco, 


(')  I.'  Icroeephàlvi  paluttris  frulicolvs  NTaumann)  sarebbe  il  giovano  de.ir.-i.  palustri*  e  non  sotto- 
specie distinta. 

(*)  h' Acrocephalus  strepervi  hortieolus  (Nanmann),  che  alenili  Autori  ritengono  intermedio  tra  VA. 
strepervi  e  VA.  palustri!,  aarebbe  un  puro  e  semplice  A.  strepervi. 


212  ATLANTI".    ORNITOLOGICO 


tinto  di  fulviccio-vivace  sul  petto,  sui  fianchi  e  sul  basso  addome:  ali  e  coda  mar- 
ginate di  bruno-fulvo;  becco  sottile,  Filloscopino  (ad.  in  prim.).  Parti  superiori  più 
rossiccie  (ad.  in  aut.). 

Lunghezza   totale  0."'128;  becco  0,'"01 1  ;  ala  0,"'0.r>7;  coda  0,'  056;  tarso  0,'"021. 

Proporzione  delle  remiganti:  1"  più  lunga  che  nei  tipici  Aerocephali,  lunga  come 
le  le  cuopritrici  negli  adulti,  ed  eccedente  le  stesse  di  0,m0038  nei  giovani;  2  in- 
termedia tra  la  6a  e  la  7a,  e  più  corta  della  5a;  3a  e  4''  subeguali  e  le  più  lunghe; 
ernia   molto  rotonda. 

Abita  la  Valle  del  Basso  Volga,  verso  est  fino  al  Turchestan  e  forse  alla  Cina. 
e  l'Imalaia  dal  Kascmir  al  Nepal;  sverna  nell'India.  Dresser  conserva  due  sog- 
getti uccisi  a  Jekaterinburgo,  negli  Urali  Europei,  avuti  dal  Sabanaeff. 


Genere  LOCUSTELLA.  Kaup. 

Ha  i  caratteri  del  gen.  precedente,  ma  ne  è  distinto  pei  seguenti: 
Becco  sottile  e  non  piatto,  tanto  alto  che  largo  alla  base;  setole  basilari 
molto  piccole  ed  indistinte;  V  remigante  primaria  assai  piccola  e  di  solito  non 
eccedente  le  le  cuopritrici,  la  2:'  la  massima;  coda  più  tondeggiante,  con  le  cuo- 
pritrici inferiori  più  sviluppate  e  di  solito  più  lunghe  delle  timoniere  laterali:  tinte 
predominanti  bruno-rossiccie,  o  bruno-olivastre. 

Questo  genere  consta  di  otto  specie,  che  abitano  la  Regione  Paleartica,  sver- 
nando nell'Africa,  nell'India  e  nelle  Mollicene.  Sono  migranti  e  mutano  due  volte 
all'anno;  non  cantano  melodiosamente;  abitano  in  ispecial  modo,  ed  alcuni  esclu- 
sivamente, le  località  paludose;  le  uova,  da  4  a  6,  sono  bianco-rossiccie,  fittamente 
macchiate  di  rossiccio  o  di  bruno-rossiccio;  nidificano  di  solito  non  sulle  canne, 
ma  nei  bassi  cespugli  a  poca  altezza  da  terra. 

a)  Parti  superiori  ili  colore  quasi  uniforme;  tinta  della  faccia  inferiore  dello  coda 
{///osi  uniforme;  becco  leggermente  ricurvo  e  piuttosto  forte;  ali  mediocri  e  sultaciite  (ge- 
nere POTAMODUS,    Kaup). 

210.  Locustella  luscinioides,  (Savi),  Salciajola. 

|  Lusciniopsis  luscinioides  (Savi),  Potamodus  luscinioides  (Savi)]. 
[Tav.  XVI,  fig.  4  ]. 

l'arti  superiori  castagno-brune,  tendenti  all'olivastro,  più  cupo  sulla  testa  e 
sulle  remiganti, più  chiarosul groppone; sopracciglio  indistinto  fulviccio;  gola  e  centro 
dell'addome  di  un  bianco-puro;  il  resto  delle  parti  interiori  di  un  lionato-rossiccio, 
i  Banchi  e  le  cuopritrici  inferiori  della  coda  (più  lunghi  delle  timoniere  laterali) 
di  un  bruno-rossiccio-pallido, collo  stelo  e  la  parte  apicale  delle  penne  biancastri;  coda 
Imma,  larga  e  arrotondata  all'apice;  becco  Locustellino.  Alcuni  soggetti  presentano 
macchiette  lanceolate  cenerino-brunastre,  colla  punta  rivolta  all'insù,  sulla  gola, 
sui  lati  e  sulla  parte  anteriore  del  collo,  indipendenti  da  stagione  e  da  sesso. 

Lunghezza  totale  0,m145;  becco  0,'"0 13;  ala  0/"066;  coda  0,'"060;  tarso  0,m023. 

Abita  l'Europa  nord-occidentale  (Inghilterra),  la  centrale-orientale,  sino  alla 
Russia  meridionale  ed  al  Turchestan  occidentale,  fu  colta  a  Cipro  ed  una  volta  in 


ATI.ANTK    ORNITOLOGICO  L'I:: 


Palestina;  sverna  Dell'Africa,  ove  però  è  anche  stazionaria  <•  nidificante.  In  Italia 
è  specie  molto  localizzata,  comune  in  alcune  paludi  del  Veneto  (Valli  del  Po,  Pado- 
vano, Veneziano,  Veronese)  ed  in  Toscana  palude  ili  Massaciuccoli);  altrove  è  rara 
ed  anche  accidentale,  ciò  che  domani  potrebbe  sembrare  erroneo,  abitando  essa 
i  canneti  più  folti  ed  impenetrabili  e  potendo  perciò  molto  facilmente  sfuggire 
alle  indagini  più  accurate.  Arriva  di  aprile  e  parte  di  settembre;  sembra  stazio 
naria  in  Toscana  (Gragnani).  Nidifica,  e  cova  tanto  il  maschio,  quanto  la  femmina. 

211.  Locustella  fluviatilis  (Metee  >v   Wolf),  Salciajola  fluviatile. 

I  Lusciniopsis  fluviatilis  M.  &    W.  ,  Potamodus  fluviatilis    M.  &    W.)]. 
t  Tav.  XVI,  lig.  3  ]. 

Si  distingue  facilmente  dalla  L.  luseinioides  pei  seguenti  caratteri: 

Parti  superiori  bruno-olivastre;  le  interiori  bruno  grigiastre,  bianche  sulla  gola, 
sul  centro  dell'addome  ed  all'apice  delle  sottocaudali,  colla  gola  ed  il  davanti  del 
collo  marcati  di  tacche  brunastre  sul  centro  delle  penne,  le  quali  macchie  si  al 
largano  verso  l'apice  delle  stesse;  becco  Locustellino. 

Lunghezza  totale  0,m145;  becco  0,'"0T3;  ala  0,'"070;  coda  0,"'0H0;  tarso  0,'"021. 

Abita  la  Russia,  verso  nord  sino  al  Ladoga,  verso  ovest  sino  alla  Vallata  del 
Danubio  e  forse  la  Palestina  e  l'Asia  minore;  sverna  probabilmente  nell'Africa 
settentrionale.  Fu  asserita  la  sua  comparsa  nel  Veneto  [Contarini),  nel  Tirolo  [Air 
thammer)  ed  a  Malta  (Schembri),  ma  le  prove  sono  così  infondate,  che,  sino  a  fatto 
contrario,  è  più  conveniente  escluderla  dalla  nostra  Avifauna,  ricordo  però  che 
un  esemplare  del  R.  Museo  di  Roma,  proveniente  dalla  Raccolta  Magni-Griffi,  sa- 
rebbe stato  colto  in  Liguria  alle  bocche  della  Magra  nel  1851)  ('onte  di  Carpegna, 
in  h'tt.ì. 

b)  l'arti  superiori  macchiati',  cernir  nelle  Allodole;  faccia  inferiore  delle  timonière 
uniforme  o  con  apici  chiari  ed  una  fascia  subterminale  nera;  lucro  piuttosto  deboli  ed 
appuntito;  ali  corte  ed  acale  (gen.  Locustella,  Kaup). 

212.  Locustella  certhiola  (Pallas),  Forapaglie  di  Pallas. 

Cervice  e  nuca  di  un  bruno-rossiccio,  con  una  stria  centrale  distinta,  fulvo- 
grigia;  sopracciglio  indistinto  bianco  grigio;  dorso  e  cuopritrici  alari  di  un  bruno- 
ocraceo  sul  margine  delle  penne  e  di  un  bruno-nerastro  sul  centro  delle  stesse; 
groppone  e  sopracoda  della  medesima  tinta,  ma  coi  centri  più  indistinti:  gastreo 
bianco-puro,  tinto  di  fulvo-pallido  sul  petto  e  di  fulvo-bruno  sui  fianchi  e  sul  sot- 
tocoda, le  cui  penne  hanno  l'apice  biancastro;  coda  spiccatamente  rotonda,  bianco- 
grigia  all'apice;  becco  Locustellino  [ad.).  Parti  superiori  nere  sul  centro  delle  penne, 
bruno-  rossiccie  sul  margine;  sopracciglio  giallo-fulviccio;  gastreo  t'ulvo-gialletto, 
zolfino  sulla  gola,  che  ha  macchie  bruno-cupe;  talora  vi  sono  strie  sui  fianchi  e 
sul  sottocoda  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"132;  becco  0,'"014;  ala  0,'"071;  coda  0,"'05(i;  tarso  0,  <»-'■".. 

Abita  la  Siberia  orientale  e  centrale;  sverna  nell'india,  a  Ceylan,  nel  Burina  e 
nell'Arcipelago  Malese.  In  Europa  ne  venne  ucciso  un  soggetto  ad  Helgoland  nel 
l'agosto  1856  (Gdtke)  e  prima  era  stato  indicato  dal  Temmiuck,  (piale  abitante  della 


214  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Russia  meridionale  e,  sulla  sua  autorità  soltanto,  venne  mantenuto  nella  Lista  Eu- 
ropea, ma  la  notizia  sembra  del  tutto  priva  di  fondamento. 

213.  Locustella  naevia  (Boddaert),  Forapaglie  macchiettato. 

[  Locustella  rayi.  Gould,  fidi    Bp.  ]. 
[Tav.   XVI.    Bg.   2,   e  Tav.    XI. IX.   fig.    11]. 

Parti  superiori,  piccole  e  medie  cuopritrici  bruno-olivastre,  con  una  macchia 
nerastra  sul  centro  delle  penne,  quasi  mancante  sul  sopracoda;  cuopritrici  grandi 
e  primarie  e  remiganti  bruno-scure,  con  margini  esterni  olivastri;  coda  di  eguale 
colore,  spiccatamente  rotondata  e  col  margine  oliva-cupo:  gastreo  bianco  senza 
macchie,  ceciato-gialletto  debole  sui  lati  del  collo  e  del  petto,  colla  gola  ed  i  fianchi 
lavati  di  fulviccio;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed  ascellari  bruno-fulve,  quelle 
della  coda  molto  lunghe  bruno-giallette,  con  una  stria  centrale  bruno-scura:  becco 
Locustellino  (ad.).  Le  macchie  nere  sulle  parti  superiori  più  accentuate;  gastreo 
con  una  tinta  gialletta;  gola  e  davanti  del  petto  con  piccole  e  numerose  tacche  bruno- 
nerastre;  timoniere  più  chiare  all'apice  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"140;  becco  0,m010;  ala0,m062;  coda0,m052;  tarso  0,m020. 

Abita  l'Europa  centrale;  giunge  nell'Isole  Britanniche,  ma  non  nella  Scandi- 
navia, dalla  Russia  arriva  al  Caucaso,  al  Turchestan  ed  agli  Aitai,  ma  forse  non 
sugli  Urali,  ove  trovasi  la  L.  lanceolata  (Temminck)  e  la  L.  straminea  (Severtzow); 
sembra  svernare  nell'Africa  settentrionale  e  probabilmente  nella  Spagna.  In  Italia 
è  uccello  principalmente  di  passo  autunnale  e  piuttosto  raro,  compare  però  solo 
nelle  provincie  settentrionali  ed  è  mancante  dalla  Toscana  all' ingiù.  Non  l'ebbi 
che  d'agosto  e  settembre.  Sembra  nidifichi  nel  Trentino  (Bonomì)  ed  in  Lombardia 
(Bettoni),  e  che  si  prenda  di  primavera  anche  in  Liguria  (Luciani),  nel  Nizzardo  e 
nel  Piemonte  (Giglioli),  sicché  andrebbe  collocato  tra  le  specie  estive,  di  arrivo 
in  aprile  e  nel  maggio  e  di  partenza  in  agosto  e  nel  settembre. 

214.  Locustella  straminea  (Severtzow),  Forapaglie  siluriano. 

Molto  simile  alla  L.  viaria,  ne  differisce  polla  tinta  di  fondo  delle  parti  supe- 
riori più  pallida  e  di  un  bruno-olivastro  deciso,  ma  più  pallido  e  coi  centri  scuri 
meglio  definiti,  specialmente  sul  dorso  e  sul  groppone;  gastreo  bianco,  lavato  di 
bianco-grigio  sulle  sottocaudali,  che  hanno  centri  bruno-scuri  distinti  (ad.).  Centri 
sulle  parti  superiori  più  accentuati;   gola  con  macchie  bruno-nerastre  (giov). 

Lunghezza   totale  0,m112;  becco  <V012;  ala  0,m054;  coda0,m049;  tarso  0,m021. 

Abita  la  Siberia  sud-occidentale;  verso  ovest  sino  al  Turchestan  ed  al  Cau- 
caso; sverna  nell'India.  In  Europa  si  trova  nel  governo  di  Orenburgo,  ove  è  più 
comune  della  /..  a<a  ria  (Zarudnoi),  sembra  che  la  sola  Locustella  trovata  nel  Cau- 
caso sia  la  presente  (Pleske). 

215.  Locustella  lanceolata  (Temminck  •■.  Forapaglie  lanceolato. 

Distinta  dalla  L.  naevia  per  statura  minore:  pelle  parti  superiori  con  una 
tinta  rossiccia;  pel  sopracoda   coi   centri   uerastri,  come   il  dorso;  pelle  ali  di  un 


ATI.ANTK    0RNI1 I<  0  L'I.' 


castagno-pallido  e  pel  gastreo  coperto  di   macchie   oerastre  numerose   e  strette, 
ma  ben  definite  e  lanceolate,  più  rade  sul  mento  e  mancanti  sul  centro  dell'addome. 

Lunghezza  totale  0,   L25;  becco  0,m010;  ala  0,""055;  Coda  0,  048;  tarso  0,m018. 

Abiterebbe  La  Russia  settentrionale  presso  Pietroburgo  Seebohm),  ma  invi 
pare  sia  stata  colta  una  sol  volta  sull'Onega  i  \feves),  si  trova  d'attorno  al  Lago 
Baikal,  nelTAmur,  nel  Turchestan  e  passa  polla  Cina,  andando  a  svernare  ael 
Burma,  nelle  Isolo  Andamane  e  nelle  Molucche.  Il  Durazzo  l'elencò  pella  Liguria, 
basando  forse  la  sua  opinione  su  individui  giovani  della  L.  naevia  e  il  Nardo  tra 
quelle  del  Veneto;  questa  specie  non  comparve  mai  in  Italia, 


Genere  LUSCINIOLA,  G.  Et.  nkay. 

Becco  piuttosto  sottile,  forte,  abbastanza   lungo,   appena    intaccato  all'apice, 

ioli  forti  setole  alla  base;  ali  leggermente  concave,  1  remigante  primaria  ben 
più  Lunga  dello  l"  cuopritrici,  mai  più  della  metà  della  l':i:  3",  t"  e  '■>■'  le  più  Lun- 
ghe; coda  di  12  penne,  considerevolmente  rotonda:  sottocaudali  corte;  tarso  coperto 
più  o  meno  del  tutto  da  larghi  scudetti;  piedi  grandi,  e  cosi  le  unghie,  che  sono 
robuste. 

Le  tredici  specie  di  questo  genere  si  raggruppano  d'attorno  all'Imalaia,  una 
sola  abita  il  Bacino  del  Mediterraneo  ed  un'altra  il  sud  dell'Africa.  Hanno  le  abi- 
tudini dei  generi  precedenti;  le  uova  sono  4  o  5,  bianco-bluastre,  macchiate  di 
bruno;  abitano  le  paludi. 

216.  Lusciniola  melanopogon  Temmim  k  .  Forapaglie  castagnolo. 

|  Tav.   XVI,   flg.  ó]. 

Un  largo  sopracciglio  biancastro  dal  becco  -ino  -ni  lati  della  cervice;  testa 
e  cervice  nell'insieme  nero-scure,  con  uno  stretto  margine  rugginoso;  dorso  col 
eentro  delle  penne  nerastro,  poco  marcato  ed  un  largo  bordo  castagno-marrone 
carico;  nuca,  groppone  e  sopracoda  castagni;  gastreo  bianco  sulla  gola  e  sul  centro 
dell'addome,  tinto  di  castagno-chiaro  sul  petto  e  di  colore  più  cupo  sui  fianchi, 
biancastro  sul  sottocoda;  ali  e  coda  bruno-nerastre,  con  margini  castagni  (ad.  in 
primi).  Marginature  più  larghe;  tinte  nere  più  cupe;  il  bianco  del  gastreo  più 
puro  ed  i  fianchi  più  cupi  (ad.  in  aut.).  l'etto  con  deboli  tinte  brunastre  e  piccole 
strie  sul  centro  delle  penne,  più  o  meno  sviluppate  (giov. 

Lunghezza  totale  0,m128;  becco  0,m011;  ala  0,  055;  coda  O,"^;  tarso  0,m022. 

Proporzione  delle  remiganti:  1  spuria,  meno  di  metà  della  2a,  misurando 0,'  0152; 
•_,:'   intermedia  tra  la  8a  e   la   9a;   '■'>',    La  e  .V  subeguali  e  le  più  lunghe. 

Questa  specie  talora  assomiglia  un  po'  all'.l.  schoenobaentis,  ma  oltre  ad  es 
sere  distinta  pelle  tinte  castagne,  specialmente  sui  fianchi  e  per  altri  caratteri,  ha 
la  la  remigante  primaria  spuria,  larga  e  rotonda  all'apice  e  che  sopravanza  le  1'' 
cuopritrici  di  0,'"007.:>,  mentre  nell'.l.  sckoenobaenus  essa  è  appuntita,  sottile  e  più 
corta  o  subeguale  alle  L«  cuopritrici.  tale  carattere  e  quello  della  proporzione  delle 
remiganti  sono  ottimi  ad  identificarle. 

Abita  i  paesi  circummediterranei,  spingendosi  fino  alla  Persia;  nell'India  noni 
occidentale  si  trova  solo  durante  la  stagione  fredda.  In  Italia  e  specie  stazionaria 


2  Ili  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


in  Toscana,  nella  Campagna  Romana  e  nel  Veneto,  non  è  rara  in  Sicilia,  bensì  in 
Sardegna,  si  presenta  di  passo  in  Liguria.  È  irregolarmente  distribuita  e  mentre 
si  trova  nidificante  anche  nelle  paludi  dell'Udinese  e  del  Veronese,  è  rara  in  quelle 
del  Veneziano.  Nidifica  dall'aprile  al  luglio. 

217.  Lusciniola  Schwarzi  (Radde)(1),  Forapaglie  di  Eadde. 

Parti  superiori  di  un  bruno-olivastro,  più  chiaro  sul  groppone,  con  le  ali  e  la  coda 
Inune,  marginate  di  olivastro;  sopracciglio  ben  distinto,  che  va  dal  becco  alla  nuca, 
bianco-fulviccio; parti  interiori  di  un  bianco-gialletto-vivace,più  biancastro  sulla  gola 
e  sul  centro  dell'addome;  ascellari  e  cuopritrici  inferiori  delle  ali  fulve  (ad.  in  prim.) 
Gastreo  più  biancastro,  tinto  di  gialletto  e  di  fulviccio  sul  basso  addome  e  sul 
sottocoda  [cui.  in  aut.).  Parti  superiori  più  olivastre  igiov.). 

Lunghezza  totale  0,m140;  becco  0,m012;  ala  0, 62;  coda  0,m052;  tarso  0,m022. 

Proporzione  delle  remiganti:  la  relativamente  molto  lunga,  misurando  più  di 
metà  della  2a,  cioè  0,'"022  nella  parte  esposta;  2a  eguale  alla  8a,  o  intermedia  tra 
la  7a  e  la  8a. 

All'epoca  delle  migrazioni  questa  specie  è  comune  nella  Siberia  nord-orientali' 
e  nella  Dauria  e  vi  è  largamente  distribuita  in  autunno;  è  più  rara  nell'Ussuria. 
È  probabile  nidifichi  nei  governi  di  Irkutsk  e  di  Tomsk;  parte  dall'Ussuria  alla 
metà  di  settembre  (OodlewsM);  d'inverno  visita  la  Cina  meridionale,  il  Pegu  e  le 
regioni  centrali  e  settentrionali  del  Tenasserim  (Oates),  E  accidentale  in  Europa; 
un  unico  esemplare  fu  ucciso  nel  Lincolnshirc  (Inghilterra)  nell'ottobre  1848 
\Caton  Haigh)(2). 


Genere  CETTIA,  Bonaparte. 

Becco  mediocre,  assai  appuntito,  diritto,  compresso  alla  base,  più  alto  che 
largo  nella  porzione  anteriore,  tanto  alto  che  largo  nella  basilare,  mandibola  su- 
periore appena  intaccata  presso  all'apice  e  leggermente  curvata;  narici  oblunghe, 
strette  e  basilari;  ali  alquanto  lunghe,  1"  remigante  primaria  assai  sviluppata, 
circa  metà  della  2a;  4a  e  óa  le  più  lunghe;  coda  molto  graduata,  di  IO  penne,  larghe 
e  rotonde,  sopracaudali  molto  lunghe  e  rotonde,  le  sottocaudali  giungono  alla 
metà  della  coda;  tarso  moderatamente  lungo  e  forte,  scudettato,  più  lungo  del  dito 
mediano  con  unghia;  piedi  e  diti  robusti,  unghie  forti  e  curvate. 

Piumaggio  decomposto  e  molle;  penne  del  groppone  molto  sviluppate;  testa 
rotonda;  tinte  bruno-rossiccie  o  bruno-olivastre;  la  muta  è  semplice;  i  sessi  eguali 
ed  i  giovani  poco  differenti. 


Ci  Salicaria  cantillans  (Temminck  &  Schlegel),  ;i]>n<l  Swinhoe,  I'roc.  Zool.  Soe,   1882,  i>.  316. 

i  i  Gatke  (Vogelw.  p.  L".U.  1891)  cita  un  soggetto  «Iella  Lum-iiiiniu  /«.«■«(«  (Blyth),  avuto  noli '  in- 
verno ad  Eelgoland.  Questa  specie  abita  la  Siberia  meridionale,  dallo  Jenissei  sino  alle  rive  del  Pacifico, 
è  di  passo  Della  .Mongolia,  nella  Cina  settentrionale  e  forse  Del  Giappone  ;  sverna  a  Formosa,  nella  Cina 
meridionale,  nel  [lumia  e  nelle  Indie.  Ila  le  parti  superiori  brune;  il  gastreo  biancastro,  lavato  di  ros- 
signo-olivastro  ;  la  coda  è  |iiù  breve  delle  ali.  Il  becco  è  Filloacopino;  le  penne  laterali  della  coda  circa 
ii  '"(hi.,  piti  brevi  delle  due  centrali;  la  la  remigante  quasi  metà  in  lunghezza  della  2". 


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d'inverno).     7 

12  L). 


MI  ISTE    ORNITOLOGICO  217 


Questo  genere  consta  di  parecchie  specie,  che  abitano  specialmente  d'attorno 
all'Imalaia,  spargendosi  nella  Regione  Paleartica.  Frequentano  le  Località  umide  e 
paludose,  i  margini  dei  fiumi;  sono  molto  timidi  e  selvatici;  si  nutrono  d'insetti,  che 
cercano  nei  cespugli  più  fitti;  hanno  canto  piace\  ole  e  mollo  sonoro,  ma  poco  variato 
e  lo  fanno  intendere  anche  ili  notte;  il  nido  profondo  ed  a  tazza  Lo  fabbricano  nei 
cespugli  poco  elevati  da  terra,  e  depongono  uova  caratteristiche  di  un  rosso  mattone. 

218.  Cettia  Cettii  (La  Marmora),  Busignolo  di  fiume. 

I  Bradypterus  Cettii    l.\  Marm.)]. 

Redini  bruno-scure,  una  fascia  bianca  a  sopracciglio  dal  becco  sino  oltre  l'oc- 
chio; parti  superiori  di  un  castagno-vivace, più  chiaro  sulla  testa;  petto  bianco  sudicio 
o  gialliccio;  gastreo  bianco  sulla  gola,  sul  davanti  del  collo  e  sul  petto  e  di  un  bruno- 
vivace  sui  fianchi,  sul  basso  addome  e  sulle  sottocaudali,  queste  terminate  di 
biancastro;  ali  e  coda  castagno-brune,  talora  molto  scure,  col  margine  esterno  più 
vivace  {ad.  >n  prim.).  Tinte  meno  pure  e  vivaci  (ad.  in  aut.  e  giov.  . 

Lunghezza  totale  0,m135;  becco  0,m012;  ala  0,m060;  coda  CV065;  tarso  0,"1022. 

Abita  l'Europa  meridionale,  L'Africa  settentrionale  e  l'Asia,  fino  verso  il  Tur- 
chestan.  In  Italia  si  trova  nelle  parti  centrali  e  meridionali  sul  versante  Medi 
terraneo  e  nelle  Isole,  ovunque  sedentario.  È  raro  nella  Vallata  del  Po,  può  dirsi 
accidentale  nelle  Puglie,  in  Lombardia,  in  Piemonte  (mia  Collezione)  e  cosi  pareva 
nel  Veneto,  ove  si  sa  ora  che  è  sedentario  nell'Udinese  (  Fallon)  ed  io  l'ebbi  più  volte 
dal  Padovano  e  dal  Veneziano.  È  specie  molto  localizzata.  Nidifica  dall'aprile  al  giugno. 


Genere  AGROBATES,  Swainson. 

Becco   torte  e  lungo,    appena    intaccato,    curvato    e    molto    compresso  verso 
l'apice;  narici  ovali,  superiori:  apertura  del  becco  con  poche  setole,  disposte  ori/, 
zontalmente  e  senza  serie  supplementari;  ali  conia   la  remigante  primaria  corta, 
2'  subeguale  alla  3a,  questa  e  la  4"  le  più   lunghe:   coda  di    11'   penne   lunghe  e 
molto  graduate;  piedi  lunghi;  diti  corti  e  unghie  piccole. 

Una  fascia  subterminale,  scura,  trasversale  sulla  coda,  eccetto  sulle  due  penne 
centrali;  timoniere  colorite  vivacemente;  tinte  generali  rossigne;  sessi  eguali,  i  gio 
vani  sono  poco  differenti  e  non  macchiati. 

Una  specie  ed  una  torma  affine  compongono  questo  genere  ed  abitano  la  Re- 
gione Paleartica  e  l'Etiopica;  se  ne  stanno  tanto  nelle  località  umide  e  paludose 
che  nelle  aride,  collocano  il  nido  sugli  alberi  di  tamarindo  e  sui  cespugli,  esso 
è  forte  e  grosso,  composto  di  paglia  e  radici  secche  e  foderato  di  peli,  di  lana 
e  di  pezzi  di  pelle  di  serpi;  le  uova  sono  biancastre  o  grigio  bluastre,  macchiate 
di  bruno-rossiccio  e  di  violetto-grigio;  si  nutrono  d'insetti  e  li  raccolgono  a   terra. 

219.  Agrobates  galactodes    Tkmminck).  Eusignolo  ti' Africa. 
[  Aédon  galactodes    Temm.)  ]. 

Timoniere  centrali  e  dorso  fulvo  rossicci. 

l'arti  superiori  fulvo-rossiccie,  pallide   sul  dorso,  vivaci    sul   groppone   e  sul 

Atlani'   ornitologico. 


218  ATLANTI''.   ORNITOLOGICO 


sopracoda;  un  largo  sopracciglio  bianco-gialletto;  gastreo  bianco,  tinto  di  grigio 
fulviccio  e  di  brunastro,  lavato  di  bruno-pallido  sui  lati  del  collo  e  del  petto; 
remiganti  bruno-scure,  marginate  di  rossigno  e  terminate  di  bianchiccio,  colle 
cuopritrici  alari  marginate  di  un  bruno-cenerognolo,  quasi  biancastro;  timoniere  een- 
trali rossicci, i-vivaci  per  intero,  le  altre  dello  stesso  edere  o  leggermente  più  vi- 
vaci, con  una  fascia  preapicale  nera  e  l'apice  ornato  da  un  largo  spazio  bianco, 
più  esteso  sulle  esterne  (ad.).  Cuopritrici  alari  e  remiganti  marginate  di  fulviccio- 
pallido    giov.  sec.   Dresser). 

Lunghezza  totale  0,"i71;  becco  0,m016;  ala  0,m089 ;  coda  (V080 ;  tarso  0,m026. 

Abita  la  Spagna,  il  Portogallo  e  tutta  l'Africa  settentrionale,  dal  Marocco  alla 
Palestina;  sverna  verso  sud  fino  nell'Abissinia  ed  alla  Costa  d'Oro;  in  Europa  è 
accidentale  in  Francia,  in  Inghilterra,  ad  Helgoland  ed  in  Germania.  In  Italia  è 
specie  accidentale  e  molto  rara,  citata  dal  Durazzo  pella  Liguria,  dal  Doderlein 
polla  Sicilia  e  dallo  Schembri  per  Malta,  ma  non  sappiamo  se  i  detti  esemplari 
appartenessero  a  questa  specie  od  al  Rusignolo  levantino.  Déìì'A.  galactodes  cono- 
sciamo i  seguenti  individui  presi  da  noi:  due  a  Malta  nel  maggio  1873  e  nel 
settembre  187  4  i  R.  Museo  di  Firenxt  i,  uno  nel  maggio  1862  a  Sarzana  (Race.  Magni- 
Griffì,,  ora  nel  R.  Museo  ili  Roma),  uno  nel  maggio  1883  presso  Genova  [R.  Mns<<> 
ili  Firenxe),  a  Nizza  nel  1887  (Museo  l'ir,  di  Nizza),  nel  Veneto  nel  1882  (R.  Museo 
ili  Firenxe),  e  finalmente  l'esemplare  del  R.  Museo  di  Roma  proveniente  dalla 
Collezione  Lezzani,  senza  data  e  località,  come  tutti  i  soggetti  di  quella  Raccolta; 
un  individuo  sarebbe  stato  osservato  e  non  preso  nel  maggio  1897  nel  Trentino 
(Bonomi). 

219".  Agrobates  galactodes  familiaris  (Ménétriés),  Rusignolo  levantino. 
[  Aé'don  galactodes,  Salvad,  pait.,  A.  familiaris  (Ménétk.j  ]. 

Timoniere  centrali  e  dorso  bruno-grigiastri. 

Parti  superiori  bruno-grigiastre,  col  groppone  ed  il  sopracoda  rossicci;  gastreo 
bianco-grigio-pallido,  biancastro  sulla  gola  e  sul  centro  dell'addome,  lavato  di  ful- 
viccio-rossigno  sui  fianchi  e  sul  sottocoda;  margini  delle  remiganti  e  delle  timo- 
niere bianco  t'ulvieci;  le  due  timoniere  centrali  bruno-grigiastre  talora  per  intero, 
tal'altra  variate  di  rossiccio,  specialmente  alla  basi' del  vessillo  esterno  e  sul  mar- 
gine; nel  resto  eguale  allM.  galactodes. 

Lunghezza  totale  0,'"170;  becco  0,ra016;  ala  0,m085;  coda  0,"'078 ;  tarso  0,m026. 

M  il  rappresentante  orientali'  dell' A.  galactodes;  si  trova  nella  Grecia,  verso 
ovest  fu  osservato  tino  a  Cattare  in  Dalmazia  (Musei  di  Serajevo  e  di  Zagabria, 
lido  Brusirla)  e  verso  esl  dall'Asia  Minore  e  dal  Caucaso  sino  al  Turcliestan  ed 
alla.  Persia;  sverna  nell'India  nord  occidentale  e  forse  nell'Arabia  e  nell'Africa 
orientale;  giunse  accidentalmente  ad  Helgoland  (Gàtke).  E  specie  molto  i-ara  ed 
accidentale  in  Italia.  Ne  ebbe  cinque  esemplari  il  Giglioli,  colti  nel  Nizzardo  dal 
gennaio  L878  al  settembre  issi  /,'.  Museo  ili  Firenxe)  ed  il  Gal  dice  che  vi  arriva 
di  autunno  e  nell'inverno  '.  .  ma  che  è  piuttosto  raro;  uno  venne  colto  a  Sarzana 
nell'aprile  1864  Coli.  \fagni-Gh-iffi),  un  alito  nel  1886  a  Udine  (R.  Museo  i/i  Fi 
renxe),  due  ne  ebbi  io  nel  giugno  e  luglio  1892  dal  Padovano  e  sono  nella  mia 
Raccolta.  Non  nidifica  in  Italia,  e  l'asserzione  del  Seebohm,  a  questo  proposito,  basa 
certo  su   inesatti'  informazioni. 


vi  CANTI    OHM ••'.!'  0  219 


Sottofamiglia  cisti»  !<  ILINAE,  (  Haticolini. 

Hocco  corto  ed  abbastanza  fòrte,  appena  intaccato  e  curvato  e  con  rade  se- 
tole basilari;  narici  ovali,  basilari;  ali  piuttosto  corte;  coda  molto  graduata;  tarso 
lungo  e  scudettato. 

La  muta  è  doppia;  i  sessi  quasi  simili  ed  i  giovani  poco  differenti  dagli  adulti; 
il  maschin  è  sempre  più  grande  della  femmina,  il  giovane  assomiglia   alla  fi 
mina,  ma  ha  la  coda  sempre  più  lunga  ;  il  piumaggio  è  molle,  macchiato;  la  taglia 
piccola:  sono  insettivori  ed  amano  le  località  paludose. 

Questa  sottofamiglia  abbraccia  per  lo  meno  quattordici  generi  con  circa  cento 
dieci  specie,  sparse  nelle  pani  meridionali  della   Regione  Paleartica,  Dell'Indiana, 
nell'Etiopica,  nell'Australiana;  la   sola,  Cisticola  cuticola  (Temminck    fa    parte    del- 
l'Avifauna della  Regione  Paleartica  occidentale. 


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Genere  CISTICOLA.  K  u  r. 

Becco  più  corto  della  testa  ed  abbastanza  forte,  poco  largo  alla  base,  medio- 
cremente lungo,  assai  compresso  nella  metà  anteriore,  curvato  perso  l'apice,  for- 
nito alla  base  di  due  setole  bene  sviluppate,  ma  corte;  narici  ovali,  basilari;  ali 
piuttosto  corte,  remiganti  2e  subeguali  alle  1",  1  '  remigante  primaria  corta,  ma 
larga  ed  assai  più  lunga  delle  le  cuopritrici;  2il  più  lunga  della  7;|;  la  '■'•'.  -1 ',  5"  e 
0a  subeguali;  coda  mediocre,  assai  graduata  e  arrotondata;  tarso  lungo  e  scudet- 
tato; piedi  mediocri. 

Sono  piccoli  uccelletti,  sempre  in  moto  ed  irrequieti,  che  amano  le  località 
paludose  o  quelle  non  lontane  dalle  acque;  sono  insettivori  ed  accalappiano  gli 
insetti  sulla  terra  o  tra  i  cespugli  e  le  canne,  sulle  quali  si  arrampicano  destra- 
mente, volando  piuttosto  a  malapena;  il  nido  è  fatto  a  borsa  e  \  i  depositano  poche 
uova  di  un  blu-pallido  o  biancastre,  macchiate  di  rossiccio.  Cantano  mediocremente 
e  sono  in  parte  migratori. 

220.  Cisticola  cisticola  (Temmenck),  Beccamoschino. 

(  Cisticola  cursitans  (Franklin  .  C.  schoenicola,  Bp.]. 

Parti  superiori  nere  sul  centro  delle  penne,  con  larghe  strit  e  margini  giallo 
fulvicci;  groppone  fulvo-rossiccio- acceso  unicolore,  le  più  lunghe  sopracaudali  col 
centro  nero;  gastreo  bianco  sulla  gola  e  sul  centro  dell'addome,  nel  resto  lavato 
di  fulvo;  interno  della  bocca  nero-woUlto ;  ali  bruno-nerastre,  con  margini  esterni 
fulvo-rossicci;  timoniere  nero-brunastre,  terminate  di  cenerino  brunastro,  le  late- 
rali di  bianco,  cui  precede  una  macchia  nera  subapicale,  mancante  o  meno  visi 
bile  sulle  due  centrali  [mas.  ad.).  Tinte  più  cupe:  gastreo  col  fulvo  più  vivo,  spe- 
cialmente sui  fianchi;  apice  delle  timoniere  cenerognolo,  senza  bianco;  interno 
della  bocca  giallastro  femm.  ad.).  Marginature  delle  parti  superiori  più  chiare,  sicché 
la  tinta  nera  apparisce  più  distinta,  ma  meno  intensa;  gastreo  lavato  fortemente 
di  fulviccio  {ijior.). 


220  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


Varia  notevolmente  nell'intensità  della  tinta  e  nel  tono,  alcuni  essendo  più 
rossigni,  altri  più  cupi,  o  presentando  la  testa  brunastra,  coi  eentri  seuri  quasi 
del  tutto  inauranti  :  i  soggetti  di  Sardegna  e  di  Sicilia  sono  più  vivaci  di  colorito 
dei  continentali. 

Lunghezza  totale  0,m109;  becco  0,'"009;  alaO,'"049;  coda  0,'"042;  tarso  0,m019. 

Abita  l'Europa  meridionale,  l'Africa  e  l'Asia  meridionale,  sino  alla  Cina  eie 
Isole  dell'Arcipelago  Malese.  In  Italia  è  stazionaria  e  molto  copiosa  nelle  Isole  e 
nelle  provincie  meridionali  e  centrali,  ove  non  pochi  giungono  anche  d'autunno 
e  vi  svernano;  è  poco  comune  ed  estiva  nelle  parti  settentrionali,  tranne  forse 
in  Lombardia,  ove  pare  abbondante.  Nidifica  dall'aprile  al  settembre,  allevando  più 
covate;  è  specie  molto  localizzata. 


Famiglia  MOTACILLIDAE.  Motacillidi. 


Becco  più  corto  della  testa,  molto  sottile,  quasi  diritto,  acuto,  coll'apice  della 
mandibola  superiore  leggermente  curvato  ed  intaccato;  narici  basilari,  oblunghe, 
esposte,  coperte  da  una  membrana,  che  è  in  parte  nascosta  dalle  piccole  penne 
frontali;  ali  con  9  primarie  visibili,  senxa  penna  spuria  distinta,  la  1"  subeguale  alla 
2a,  le  2*  interne  allungate,  le  più  lunghe  subeguali  alle  le;  coda  allungata,  di  solito 
subeguale  alle  ali;  piede  grande;  tarso  squamato  alV indietro,  scudettato  sul  dannili , 
più  lungo  del  dito  mediano,  l'esterno  riunito  alla  base  sino  alla  giuntura  basilare 
col  mediano,  l'interno  libero;  unghia  del  dito  posteriore  in  generale  lunga  e  quasi 
diritta. 

Questa  famiglia  composta  di  circa  100  specie  è  cosmopoliti,  manca  però  nelle 
Isole  del  Pacifico  tropicale;  hanno  abitudini  esclusivamente  terrestri,  camminano 
con  estrema  facilità,  ma  non  saltellano  come  molli  degli  Oscines;  sono  gregari,  mi- 
granti ed  insettivori;  il  loro  canto  è  poco  melodioso;  tanto  le  Molari/Ine  che  gli 
Authi  hanno  muta  doppia,  cioè  cangiano  tutte  le  penne  nell'autunno  prima  di  viag- 
giare, di  primavera  la  loro  muta  è  incompleta,  perchè  conservano  intatte  le  ali 
e  la  coda  dell'abito  autunnale;  nidificano  a  terra,  le  uova  sono  poco  numerose  di 
fondo  chiaro,  con  macchie  e  punti  grigi,  oliva,  bruni  o  rossicci. 

Alcuni  Autori  divisero  questa  famiglia  in  due  sottofamiglie,  Motaeillinae  ed 
Anthinae,  però  i  caratteri  assegnati  non  sono  del  tutto  esaurienti,  quantunque  gli 
Anthinae  formino  un  eccellente  tratto  d'unione  colle  Alaudidae. 


Genere  MOTACILLA.  Linnaeus. 

Becco  sottile,  circa  '/•>  della  testa,  quasi  diritto,  leggermente  intaccato  e  cur- 
vato all'apice  della  mandibola  superiore,  assai  compresso  sul  davanti;  ali  mediocri, 
l!l  remigante  primaria  lunga  (piasi  (pianto  la   2a;  la  2,  '■'>'  e  4'  subeguali  e  le  più 

lunghe,  la  :V  molto  più  nula,  le  2"  interne  assai  lunghe,  la  più  lunga  di  esse 
eguale  alla  T>  primaria;  coda  di  12  penne,  molto  lunga,  più  o  meno  del  corpo  del- 
l'animale, quasi  quadrata  o  leggermente  rotonda;   tarso  debole,   molto   più  lungo 


\  I  i.  w  I  I     i  IRN]  rOLOGK  i)  22] 

del  dito  mediano  e  scudettato  sul  davanti:  diti  piuttosto  deboli  e  mediocri  ;  unghia 
del  dito  posteriore  allungata,  le  altre  curii'. 

Parti  superiori  uniformi,  nere  o  grigie,  colle  interi,, ri  bianche  e  culla  gola  ed 
il  petto  aeri,  o  le  superiori  oliva-verdastre  e  le  interiori  gialle;  piedi  neri;  testa 
in  generale  differente  dal  dorso. 

Abitano  i  luoghi  coltivati,  le  rive  dei  fiumi  e  le  località  umide,  ed  hanno  l'a- 
bitudine di  alzare  ed  abbassare  continuamente  la  ceda,  per  cui  furono  detti  Codi 
tremole  o  Batticode;  nidificano  a  terra  o  indie  buche  degli  alberi  e  delle  roccie  e  le 
uova  variano  nella  tinta  di  fondo  dal  bianco-bluastro  al  bruno,  con  fitte  macchie 
brune  o  grigie  di  vario  tono;  abitano  ovunque  nel  .Mondo  Antico,  mancando  nel 
l'Oceania  e  nell'Australia,  nella  regione  Xeartica  ne  troviamo  una  sola  specie, 
(die  giunge  all'Alaska  per  il  Canale  di  Berilli;':  i  sessi  in  alcune  specie  sono  si- 
mili, in  altre  differenti  ed  i  giovani  sono  differenti  dagli  adulti. 

Riunii  in  un  solo  i  due  generi  Motaeilla  e  Budytes,  giacché  i  caratteri  fondati 
sulla  colorazione,  o  sulla  coda  più  o  meno  lunga  del  corpo,  quasi  quadrala  o  leg 
germente  rotonda  e  sull'unghia  del  pollice  più  o  meno  allungata  ed  arcuata  som,  di 
poco  valore,  trovandosi  specie  che  offrono  caratteri    intermedi,  come  la  .1/.  favi 
ventris,  Verreaux,  la  quale  indica  che  i  due  generi  devono  fondersi. 

Unghia  del  <litu  pollice  corta  <■  curvata;  coda  più  lunga  dell'ala  per  dimensioni; 
tinte  nere  e  bianche  (gen.  Motacilla,  Linnaeus). 

221.  Motacilla  alba,  Linnaeus,   Ballerina. 

[Tav.  XVIII,  fig.  4,  ò  e  Tav.  XLIX,  ti;;.  :ìl   |. 

Parti  superiori  e  piccole  cuopritrici  delle  ali  di  un  cenerino-chiaro,  colle  ali  bruno- 
nerastre,  marginate  e  terminate  di  bruno-cenerognolo  sulle  cuopritrici  mediane  e 
grandi  e  sulle  remiganti  2e  allungate;  le  timoniere  nero-scure,  tranne  le  due  esterne 
da  ogni  lato  bianche,  quasi  per  intero;  fronte,  spazio  perioculare,  redini,  guancie, 
regione  parotica,  lati  del  collo,  petto  ed  addome  di  un  bianco-candido;  vertice,  nuca, 
menio.  gola  e  davanti  del  collo  neri;  fianchi  cenerini  ad.  in prim.).  Cenerino  delle 
parti  superiori  meno  puro,  margini  delle  ali  più  cenerognoli,  vertice  e  nuca  la- 
vati di  cenerognolo,  leggermente  gialletto;  fronte,  guancie,  regione  parotica  e  pe- 
rioculare e  gola  di  un  bianco,  talora  tinto  di  gialliccio;  davanti  del  collo  con  una  mez- 
zaluna nera  e  con  alcune  penne  marginate  di  bianco,  quella  più  larga  nel  suo  centro, 
che  non  sulle  branche,  che  risalgono  fino  alla  parte  inferiore  della  regione  l'aro 
tica  (ad.  in  un/.).  Mezzaluna  più  ristretta;  lati  della  testa  bianchi,  misti  a  nerastro 
sulla  regione  auricolare;  tinte  bianche  della  faccia  e  del  petto  lavate  di  gialletto 
(ijinr.  in  aut.).  Fronte,  come  la  testa,  cenerognole;  parti  superiori  lavate  di  olivastro; 
mezzaluna  ridotta  ad  una  stria  strettissima  sui  lati  del  collo  e  più  larga  sul  da- 
vanti, o  ad  una  sola  macchia  nerastra  sul  davanti  del  [ietto;  petto  misto  a  cene- 
rino, come  i  fianchi  [giov.  nel  V  abito). 

Lunghezza  totale  0,'"190;  becco  0,'"013;  ala  0,m088;  coda  0™090;  tarso  0,  024. 

Va    soggetta   a   varietà   albine,  quelle  del   tutto  bianche  sono  molto  rare 

Abita  l'Europa  e  l'Asia  settentrionale;  sverna  nell' Africa  nord  orientale  e  nella 
Senegambia,  nell' India  nord-occidentale  e  nel  Burma.  In  Italia  è  specie  sedentaria 
ed  abbondante;  più  comune  però   nell'inverno   ed   all'epoche   del   passo;   nidifica 


222  ATLAN1  l     ORNITOLOGICO 


ovunque  dall'aprile  al  giugno,  allevando  due  con  aie.  Giungono  quelle  di  passo  dalla 
2a  metà  di  settembre  alla  metà  di  ottobre  e  ripartono  nell'aprile. 

222.  Motacilla  lugubris.  Temminck,   Ballerina  inni. 

Motacilla  Yarrelli,  Gould  |. 
I  Tav.  XVIII,  fig    G]. 

Distinta  dalla  \f.  alba  per  avere,  oltre  la  nuca  e  la  cervice,  anche  il  dorso,  il 
groppone,  le  scapolari  e  le  piccole  cnoprittici  alari  di  un  nero  lucido  e  profondo;  fianchi 
di  un  nero-ardesia;  margini  bianchi  sulle  cuopritrici  alari  e  sulle  lunghe  secon- 
darie di  solito  più  estesi;  tinte  bianche  in  generale  meno  puri'  {ad.  in  prim.).  Coinè 
la  M.alba;  dorso  cenerino-piombato,  misto  a  nero;  groppone  più  nerastro;  margini 
sulle  ali  in  generale  più  larghi  e  più  puri;  fianchi  grigio-cupi  ad.  inani.).  Tinte 
generali  più  cupe,  specialmente  sul  dorso,  sul  groppone  e  sui  fianchi;  talora  poco 
distinguibile  da  cpiello  di  M.  alba,  ma,  confrontandolo,  sempre  più  cupo  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,m190;  becco  0,ra013;  ala  0,m085;  coda  0,m090;  tarso  0,m025. 

Come  la  precedente  specie  va  soggetta  a  varietà  albine. 

Abita  l'Europa  occidentale;  è  sedentaria  in  Inghilterra,  nidifica  nella  Norvegia 
sud-occidentale,  nel  nord  della  Francia.  nell'Olanda  e  nel  Belgio;  sverna  nel  sud 
della  Francia,  nella  Spagna  e  nell'Africa  nord-occidentale,  sino  al  Marocco.  In 
Malia  è  specie  accidentale  e  rara,  più  di  frequente  capita,  in  Liguria:  fu  trovata 
nel  Piemonte,  nel  Veneto,  in  Sicilia,  in  Sardegna,  e  sembra  perfino  a  Malta;  venne 
colta  anche  di  autunno,  ma  di  solito  in  primavera. 

Unghia  del  dito  pollice  piuttosto  corto  e  innata;  coito  molto  più  In  min  dell'ala  in 
dimensioni;  esistono  Imlc  gialle  (gen.  Calobates,  Kaup). 

223.  Motacilla  melanope,  Pallas,  Hai/crina  gialla. 

I  Motacilla  boarula,  1...  M.  sulphurea,  Bchst.,  Pallenura  <>  Calobates  melanope  (Pali-.  |. 
[Tav.  XVIII,  fig.  7,  8  e  Tav.  XLIX,   lig.  32  J. 

Parti  superiori  di  un  bel  cenerino-chiaro,  sfumato  di  giallognolo- olivastro  ;  so- 

pràcoda  giallo-oliva,  misto  a  zollino  sui  Iati;  un  sopracciglio  bianco  dal  becco  fino 
sui  lati  della  nuca:  inclito  e  gola  neri,  marginati  sui  lati  da  un  mustacchio  bianco 
poco  distinto,  che  scende  dalla  mandibola  inferiore,  resto  del  gastreo  giallo-cana- 
rino più  puro  e  vivace  sul  sottocoda,  più  cenerognolo  sui  fianchi;  base  delle  re- 
miganti 2"  bianca,  a  forma  di  fascia  trasversale  sull'ala;  timoniere  bruno-nerastre, 
marginate  di  zolfino,  la  laterale  bianca,  le  due  seguenti  (piasi  bianche  del  tutto 
(mi.  in  prim.).  l'arti  superiori  con  una  tinta  olivo  giallastra;  sopracciglio  più  stretto 
e  fulviccio:  mento  e  gola  di  un  bianco  debolmente  lavato  di  giallo-aurora,  più  in- 
tenso sul  davanti  e  sui  lati  dell'alto  petto;  giallo  del  gastreo  più  vivace  sul  basso 
ventre  e  sul  sottocoda  (ad.  in  ani..  Tarli  superiori  cenerino  grigie,  tinte  di  olivastro; 
mento  e  gola  bianco-giallette ;  sopracciglio  fulviccio:  gastreo  bianco,  tinto  di  annua 
vivace  sulla  gola  e  sul  petto  e  di  zolfino-pallido  sul  sottocoda:  talora  dalla  base 
della  mandibola  inferiore  parte  una  stria  bruna,  formata  di  piccole  macchiette  in- 
distinte, (die  circonda   la  gola  (giov.). 


Wl.vsu     ORNITOLOGICO  223 


Lunghezza  totale  0,m195;  becco  u.'-oi:.';  ala0,n,082;  coda  0,m102;  tarso  0,  020. 

Le  varietà  albine  in  questa  specie  sono  rare. 

Abita  l'Europa  e  l'Asia  sin,,  al  Pacifico,  ma  non  è  distribuita  più  al  nord  della 
Scandinavia  meridionale;  sverna  parzialmente  nell'Africa  nord  orientale  e  remi-ale, 
nella  Palestina,  nell'India,  nel  Burma  e  nelle  Molucche.  In  Italia  è  specie  stazio- 
naria, che  nidifica  dal  marzo  al  giugno  sullo  montagne,  discendendo  d'autunno  al 
piano;  si  osserva  anche  di  passo  dalla  metà  di  agosto  a  quella  di  settembre  e 
nella   1'  quindicina  di  aprile;  è  poco  abbondante. 

Xauniann  {Vogel  Miit.-Eur.  III.  pp.  118-123,  1900  distingue,  col  nome  di 
.1/.  boarula  menalopt  (Pallas),  la  forma  orientale  di  questa  specie.  Essa  abiterebbe 
la  Siberia  orientali-,  il  Giappone,  la  Cina  e  Formosa;  svernerebbe  nell'India,  nel- 
l'Isole della  Sonda  o  nella  Guinea  settentrionale;  la  sua  coda  sarebbe  più  corta 
(Om,089,  Dauria  (Taczanowski,  Sibir.  or.  p.  .".77  .  Cosi,  secondo  tinello  che  dice  \;i,i 
marni,  il  vero  nome  della  nostra  Ballerina  gialla  (forma  occidentale  sarebbe 
\f.  boarula,  Linnaeus,  Mantirsa  plantarum,  I.  pag.  527  177  li  ed  il  nume  della 
forma  orientale  M.  boarula  melanope  l'aliasi,  Reise  Prov.  Euss,  Eeiches.  III.  App. 
p.  696    1776). 

Unghia  del  dito  pollici   allungata  e  poco  ricurva;  coda  più  corta  dell'ala  in  divwn 
sioni;  predominio  di  Unte  gialle  (gen.  Bi  dytes,  Cuvier). 

224.  Motacilla  citreola.  Pallas,  Cutrettola  testa  gialla  orientale. 

Testa  per  intero,  gola  e  gastreo  'li  un  giallo  canarino  brillante;  groppone  e  dorso  grigio- 
lavagna,  separato  dal  giallo  della  testa  da  ww  collare  minili  nero;  fianchi  grigio- 
scuri  :  cuopritrici   alari    grandi  e    mediane  largamente   terminate   di    bianco,  le 

remiganti  28  con  larghi  margini  pure  inanelli:  cuopritrici  superiori  della  coda 
nerastre,  colle  laterali  bianche  esternamente,  le  inferiori  quasi  bianche;  timoniere 
nero-lucide,  le  due  esterne  quasi  del  tutto  bianche:  cuopritrici  inferiori  delle  ali 
bianche,  variate  di  nero  alla  base  ad.  in  prim.).  «Hallo  della  testa  in  gran  parte 
nascosto  dagli  apici  delle  penne  nero-lucidi:  fronte  e  sopracciglio  giallo-immaco 
lato;  una  t'ascia  nera  sul  margine  inferiore  della  regione  parotica;  gola  con  mac- 
chie nere;  i  margini  bianchi  delle  ali  meno  puri:  fianchi  cenerino- olivastri  [ad. 
in  mil.i.  l'arti  superiori  oliva-brunastre,  più  chiare  sulla  testa,  nerastre  sul  sopra 
coda,  che  è  marginato  di  cenerino  e  di  biancastro  sui  lati;  sopracciglio  e  fronte 
giallo-pallidi:  regione  parotica  giallo-pallida,  con  una  linea  nerastra  -ni  su,,  inar- 
gine inferiore:  bassa  gola  tinta  di  giallo,  con  macchie  di  un  grigio  bruno  cupo; 
gastreo  gialletto-aurora,  col  sottocoda  bianco  {giov.). 

Lunghezza  totale  O,'"170;  becco  <>.''"<  H:;;  ala  0,m085;  coda  1 1.  (is;;;  tarso  0,  027. 

Abita  il  nord  est  dell'Europa,  specialmente  la  Russia  orientale,  tino  alla  Valle 
dello  Jenissei;  vagando  dal  Turchestan  e  dall'Asia  centrale,  verso  occidente  sino 
al  Caucaso  e  verso  oriente  all'Imalaia;  -verna  nell'India  e  nella  Cina.  Fu  colto, 
(piale  uccello  accidentale,  in  Germania,  ad  Eelgoland  e  nei  Pirenei.  In  Italia  coni 
parve  una  volta  soltanto  il  29  aprile  1900  presso  Venezia  in  tre  individui,  due  dei 
quali  sono  nella  mia  Collezioni  ed  il  terzo  lo  cedetti  al  /,'.  Museo  ili  Firenze;  non 
è  confermata  la  sua  comparsa  a  Malta  Wright),  <•  l'esemplare  citato  dal  Calvi, 
come  preso  in   Liguria,  deve  riferirsi  alla    .1/.  campestris,   Pallas. 


'l'I  1 


ATLANTE    ORNITI  )l. e  »  .  i<  .  > 


225.  Motacilla  campestris,  Pallas,  Cutrettola  testa  gialla. 

Parti  superiori  giallo-olivastre,  più  ciliare  sulla  testa  e  sul  groppone;  fronte, 
un  largo  sopracciglio  esteso  anche  sui  lati  della  nuca,  rei  ini,  parti  interiori  e  cuopHtrici 
inferiori  delle  ali  di  un  bel  giallo-brillante,  tinto  di  cenerino  sui  fianchi;  cuopritrici 
alari,  le  piccole  nero-brunastre,  marginate  di  giallo-olivastro,  le  mediane  margi- 
nate e  largamente  terminate  di  giallo-zolfino,  le  grandi  marginate  di  giallo-cene 
rognolo  (-mas.  ad.  in  prim.).  Meno  brillante,  fronte  del  colore  del  dorso  (femm.ad. 
iti  prim.).  Parti  superiori  bruno-oliva,  tinte  di  verde-giallo  sul  groppone;  sopracciglio 


Testa  di  M.  ciireola. 


Testa  ili  .)/.  campestris. 


bianco-fulvo  o  gialletto-pallido;  gastreo  giallo-olivastro,  leggermente  tendente  al 
verdognolo,  ciò  che  è  più.  manifesto  sull'addome  e  sul  sottocoda;  petto  e  gola  con 
tinte  bruno-fulve  (giov.).  Simile  ai  giovani;  parti  superiori,  compresa  la  testa,  più 
verdastre;  sopracciglio  più  giallo;  petto  e  gola  di  un  giallo-zafferano;  talora  vi  sono 
macchie  poco  apparenti  sui  lati  della  gola  e  sul  davanti  del  collo  (ad.  in  aut.). 

Lunghezza  totale  0,m165;  becco  0,m012;  ala  0,m080;  coda  0,m075;  tarso  0,m023. 

Abita  l'Inghilterra,  il  Nord  della  Francia  e  la  Russia  sud  orientale  fino  al 
Turehestan;  sverna  nell'Africa  occidentale  e  meridionale  e,  quelli  che  abitano  la 
Russia ,  nell'Africa  orientale;  è  specie  molto  rara  ed  accidentale  in  Italia,  venne 
colta  nel  Veneto,  nel  Trentino,  in  Liguria  e  forse  in  Sicilia  ed  a  Malta.  Lo  credo 
uccello  rarissimo,  ed  a  questo  proposito  ricordo  di  aver  ricevuto  e  di  aver  veduto 
nelle  Collezioni  Italiane  parecchie  Cutrettole  a  sopracciglio  giallo  catalogate  come 
M.  campestris,  ma  dall'esame  fattone  le  trovai  vere  M.  /inni,  Linnnaeus  e  altro 
non  erano  se  non  esemplari  erroneamente  determinati;  la  VI.  campestris  distintis- 
sima nell'abito  di  primavera,  lo  è  meno  in  quello  d'inverno  e  meno  ancora  da 
giovane,  ma  dall'esatto  confronto  che  feci  tra  molle  Italiane  supposte  tali  e  molte 
.1/.  campestris  autentiche  di  ogni  età,  ho  dovuto  convincermi  che  questa  specie 
giunge  in  Italia  molto  più  raramente,  di  (pianto  si  crede  da  alcuni.  Sono  indotto 
a  ritenere  ciò  anche  dal  fatto  che  i  soggetti  di  .1/.  campestris  presi  da  noi  nel  di- 
stintissimo abito  di  nozze  sono  estremamente  pochi  e  così  quelli  nella  livrea  di  adulti 
in  inverno  distinti  dai  congeneri  pelle  linfe  più  verdastre,  da  giovani,  sopratutto  nel 
primo  piumaggio,  credo  quasi  impossibile  identificarli,  come  accade  in  molte  forme 


1.  Slrolaga  piccola  (ad.  in  abito  di  primavera).    2.  Strolaga  piccola  (ad.  in  abito  d'autunno).    3.  Uria  (ad.  in 

abito  di  primavera).     4.  Uria  (ad.  in  abito  d'autunno).     5.  Uria  nera  (ad.  in  abito  di  primavera).     6.  Uria 

nera  (ad.  in  abito  di  transizione).    7.  PolcineUa  di  mare  (ad.  in  abito  di  primavera).    8.  Gazza  mai-ina  (ad. 

in  abito  d'autunno).    9.  Folaga  (.ad.).     10.  Folaga  (giov.). 


[Jh-ico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


VII  \\ tNITOLOGII  I  •  225 


del  sottogenere  Budytes,  ma  è  ovvio  che  se  gli  adulti  sono  cosi  rari,  i   giovani 
con  le  maggiori  probabilità  offriranno  analoga  distribuzione. 

Naumann  (Vògel  Miti.  Km-..  Ili,  pp.,  L27-128,  1900)  ammette  La  forma  "rei- 
dentale  ed  orientale  della   .1/.  campestris,  e  qui  riassumo  le  sue  parole: 

a)  Budytes  campestris  flavissimus  (Blytb  .    \fagaz.   Nat.  Hish,  VII,  p.  342    1834  , 

Nel  maschio  la  parli"  mediana  della  lesta  e  la  nuca  sono  di  un  verde  giallo- 
gnolo vivace,  una  fascia  gialla  dalle  redini  attraverso  agli  occhi;  nella  femmina 
queste  tinte  sono  di  un  venie  bigio;  ma  uli  individui  più  scuri  sono  quasi  eguali 
alle  femmine  di  B.  flavus.  Abita  l'Inghilterra,  la  Francia  meridionale,  la  Spi 

e  la  Nubia   ,'  lllnsi/is). 

li)   Budytes  campestris  campestris    l'aliasi,    Reist    Rnss.    Reich.,    III.   .!/<//</"/.,    p.    697 

ITT.;, 

Assomiglia  alla  forma  occidentale;  distinta  per  tinte  più  vivaci  e  pelle  gialle 
più  accentuate,  il  maschio  adulto  ha  la  testa  e  le  cuopritrici  auriculari  di  un 
he!  giallo-uniforme.  Aiuta  la  Russia  meridionale,  verso  est  sino  al  Turchestan; 
sverna  nell'Africa  orientale.  dall'Egitto  tino  allo  Zambesi;  in  Europa  verso  occi- 
dente comparve  in  Ungheria,  in  Boemia  ed  in  Croazia. 

La  Motacìlla  /Inni  leucocephala  (Przewalski),  Zapiski  Imp.  Akad.   Nauk.   St.   /'< 
tersb.,  LV,  p.  85  (1887    e  distinta  polla  fronte  e  la  testa  bianca,  la  nuca  è  bigia. 
Abita  gli  Aitai  meridionali  (Prxeivalshi),  l'itasi  di  Merv  e  l'Anni  Daria  (Zarudnoi'). 

Ter  quanto  so,  mai  comparve  in   Europa. 

226.  Motacìlla  flava.  Linnaeus,  Cutrettola  gialla. 

(  Budytes  flavus  (L.)  |. 
[Tav.   XVIII,  fig.  9,   io.    Il   ,■  Tav.   M.I.V   Hg. 

Fronte,  testa,  nuca  e  lati  della  testa  di  un  bel  grigio-cenerino,  cuopritrici  au- 
ricolari di  un  cenerino  leggermente  Lavagna, colla  parte  bassa  mista  a  biancastro;  un 

largo  sopracciglio  dalla  base  del   becco  sino  sui  lati  della  nuca,  unni I  una  pie 

cola  macchia  alla  base  della  mandibola  inferiore  bianchi  ;  patii  superiori  olivastro 
verdognole,  tinte  di  zolfino  sul  groppone  e  sul  sopracoda,  Le  più  lunghe  sopracau 
dali  col  centro  nerastro,    il    margine   e    l'apice    verde-gialli;    cuopritrici   alari:   le 
inedie  terminate  di  bianco-giallognolo,  le  grandi  marginate   di   bianco-sudicio,  le 
piccole  di  olivastro,  remiganti  •_"'  marginate  di  bianco-giallognolo;  pisi  reo  per  in 
tero  giallo-canarino  (mas.  mi.  in  /irmi.  .   l'in   bru nastra   del   maschio,  celia  testa 
cenerino-sbiadita;  margini  delle  ali   più   ristretti;   gastreo   biancastro  sulla    gola, 
gialletto  sul  petto  con  macchie  nerastre,  talora  numerose,   disposte  a  mezzaluna 
fino  sui  lati  del  collo,  giallo-zolfino  sul  Ims^i  addome  e  sul  sottocoda    femm,   mi. 
in  prim.  i.  l'arti  superiori  bruno-olivastre  unicolori,  eccetto  il  groppone  e  il  sopracoda 
tinti  quasi  come  nell'ad.  in  primavera;  regione  auricolare  bri biancastra  ;  mar- 
gini delle  ali  più  larghi;  gastreo  giallo  sul  l>a>~n  ventre,  bianco-gialletto  sull'ad 
duine  e  sul  sottocoda,  bianco  più  o  meno  isabella   nel  resto;  sul  davanti  del  collo 
si   osservano   talora    macchie  nerastre  (giov.  .  Situile,  ina  sempre  distinto  dal  gastreo 
per  intero  giallo  più  o  meno  vivace  (ad.  in  inv.). 

Lunghezza  totale  0,m170;  becco  ".  "li*:  ala  0,  080;  inda  0,m073;  tarso  0,  025. 

i  ri,, ni.  oì  nitotoffico. 


226  \  I  iw ;\i  POI-OGII  0 


Questa  e  le  forme  congeneri  vanno  raramente  soggette  ad  anomalie  albine. 
Abita  l'Europa  e  sverna  in  Africa;  dalla  Siberia  nord-orientale  alla  Cina  ed 
all'Alaska  vive  una  colonia,  che  sverna  udir  Molucche. 

226".  Motacilla  flava  beema    Sykes),  Cutrettola  gialla  orientale. 

(Budytes  beema    Syk.  :   Cutrettola  «  gote  bianche]. 

Eguale  alla  M.  flava,  ma  col  cenerino  della  testa  e  della  parte  posteriore  del 
cullo  più  pallido  e  periato;  guancie  e  mento  bianco;  regione  auricolare  in  gran 
parte  biancastra,  colla  porzione  più  alta  nero  scura  o  di  lavagna  (mas.  ad.  in  prim.). 
Le  Femmine  ed  i  giovani  sembrano  indistinti  da  quelli  della  .1/.  flava,  ili  cui  questa 
forma  ha  le  dimensioni. 

Questa  forma  non  deve  in  alcun  modo  considerarsi  quale  buona  specie,  tro- 
vandosi numerosi  soggetti  intermedi  colla   .1/.  flava. 

Rappresenta  la  1/.  flava  nella  Siberia  occidentale  e  centrale;  sverna  nellAf- 
ganistan  e  nell'India.  Forse  giunge  nelle  migrazioni  fino  all'Europa  occidentale  ed 
al  Mediterraneo    Sliarpé). 

226/'.  Motacilla  flava  borealis  b.  Sundevall,  Cutrettola  capo  scuro. 

[Budytes  borealis  (Sund.);   Cutrettola  boreali  |. 

Si  distingue  dalla  .1/.  flava  negli  individui  tipici  pei  caratteri  seguenti:  ness/ni 
sopracciglio;  testa  di  un  grigio  più  cupo;  regione  auricolare  molto  cupa,  quasi  di 
un  nero-lucido,  cosi  le  redini  e  le  penne  davanti  l'occhio;  gastreo  giallo  per  intero, 
compresa  la  gola  mas.  mi.  in  prim.).  Colorito  meno  puro  del  maschio;  testa  di  un 
cenerino-sudicio;  redini  e  regione  auricolare  di  un  bruno-cenerognolo,  misto  a 
bianco  sulla  parte  bassa;  gola  e  davanti  del  collo  di  un  bianco-gialletto,  più  bril- 
lante sul   resto  del  gastreo  ifemm.  mi.  in  prim.  . 

Dimensioni  eguali  a  quelle  della   .1/.  flava. 

Aitila  le  parli  nordiche  d'Europa  dalla  Scandinavia  alla  Siberia;  migra  d'au- 
tunno attraverso  l'Europa  meridionale,  portandosi  sino  nell'Africa  del  Sud;  gli 
individui  che  aiutano  in  Asia  svernano  nell'India,  nel  Burma  e  nella  Malacca. 

226'.  Motacilla  flava  cinereocapilla  (Savi),  Cutrettola  capo  cenerino. 

\  Budytes  cinereocapillus  (Savi),  B.  viridis,  (aia.  •.  Gm.)  |. 

Si  distingue  dalla  1/  /'.  borealis,  negli  individui  tipici,  pei  seguenti  caratteri: 
Guancie  e  gola  bianche  per  intero;  sopracciglio  stretto,  esteso  o  sul  davanti  o 
dietro  l'occhio,  di  solilo  non  continuo  e  talora  mancante  del  tutto.  Parti  superiori 
più  chiare  «he  non  india  .1/.  /'.  borealis,  del  tono  di  colore  della  .1/.  /luca  o  di  poco 
più  scure  (mas.  mi.  in  prim.).  Eguale  a  quella  della,  .1/.  flava,  ma  colla  gola  deci- 
samente bianca  (femm.  ad.).  Eguali  a  quelli  della  .'/.  flava,  ma  col  sopracciglio 
niello  largo  e  meno  esteso  e  colla  gola  tinta  di  bianco,  (die  si  stacca  visibilmente 
dal  colorilo  più  o  meno  gialletto  del  gastreo   giov.). 


,    f    \/,,l„,  ili,,    rullìi,.    (Imi.  lui      1788). 


\  l  I  \\  i  i     ORNI  rOLOGH  0  227 


Dimensioni  della  M.  flava. 

Unta  i  paesi  bagnati  dal  Mediterraneo  e  talora  si  trova  nell'Europa  centrale  ; 
sverna  nella  Senegambia. 

Distribuzione  geografica  in  Italia  ed  osservazioni  sulla  flf.  flava  e  forme  affini. 

.1/.  flava,  Specii  •  -< >n i u 1 1< '  durante  le  epoche  del  passo,  specialmente  nel 

l'autunnale  dall'agosto  all'ottobre  e  meno  nel  marzo-aprile;  nidifica' poco  comui 
mente    maggio    nell'Italia  superiore;  sembra  svernare  in  Sardegna  {Lepori  . 

M.  /'.  beema.  Questa   forma  fu  trovata  ti a  più  «die  altro  nella  provincia  di 

Bari,  da  dove  il  De  Romita  ebbe  i  primi  nell'aprile  1890;  per  quanto  so,  non  fu 
trovata  indi' Italia  centrale  e  superiore,  sempre  parlando  di  individui  tipici;  io 
pure  tengo  quattro  soggetti  che  snun  riferibili  a  questa  forma,  che  molto  facilmente 
si  può  confondere  colla  M.  flava.  Fu  presa  anche  a  Tunisi  dal  Fraser  e  questo 
individuo  è  nel  Museo  Britannico. 

!/.  /'.  borealis.  ('cune  la  1/.  flava,  ma  se  non  è  confusa,  sembra  più  si-arsa. 
specialmente  nell'Italia  superiore.  Non  è  certo  se  nidifichi;  in  Puglia  sarebbe  più 
abbondante  della    M.  /'.  einereocapilla,  ma  meno  della    1/.  flava    De  Romita). 

\l.  f.  einereocapilla.  Come  la  M.  flava;  nidifica  però  comunemente  maggio 
nell'Italia  superiore,  specialmente  nel  Veneto,  in  Toscana  ed  in  Sicilia. 

Non  fui  capace  di  distinguere  i  giovani  della  M.  /'.  borealis  da  quelli  delle 
forme  consimili,  e  mi  pare  che  la  descrizione  che  ne  dà  l"  Sharpe  '  sia  ben 
poco  differente  da  quella  dei  giovani  della  .1/.  flava;  la  particolarità  offerta  più 
marcata  sarebbe  che  la  .1/.  /".  borealis  ha  il  gastreo  in  gran  pari''  fulvo-cenero 
gnolo,  pallido  o  isabella  profondo,  biancastro  sull'addome  e  sul  sottocoda,  mentre 
india  .1/.  flava  il  gastreo  sarchile  Manco-sudicio,  gialletto  sull'addome,  biancastro 
sul  sottocoda,  mi  semina  perù  che  tali  caratteri  non  siano  abbastanza  distinti. 
giacché  si  trovano  giovani  della  .1/.  flava  coi  caratteri  stabiliti  pella  M.  f.  borealis. 
I  giovani  della  .1/.  flava  e  della  M.  /'.  einereocapilla  non  sono  sempre  a  prima  vista 
distinguibili,  però  avrei  osservato  che  in  quelli  di  M.  /'.  einereocapilla  la  gola  è 
bianca  senxa  sfumature  gialle,  il  sopracciglio  più  stretto  e  meno  puro  di  colore, 
in  quelli  di  .1/.  flava,  anche  se  la  gola  è  bianca,  traluce  qua  e  la.  e  special- 
mente sul  mento  e  sui  lati  delia  -ola,  qualche  indizio  di  giallo  più  o  meno  ma- 
nifesto; i  giovani  didla  .1/.  /'.  beema,  come  dissi,  sembrano  eguali  a  quelli  «lidia 
1/.  flava. 

In  (pieste  l'orme  si  trovano  notevoli  variazioni  nei  caratteri  tipici  dei  ma- 
schi specialmente,  che  si  risolvono  più  «die  altro  nelle  colorazioni  della  testa;  cosi 

osservai: 

.1/.  flava.  Maschio  ad.  in  primavera. 

a)  Mentd  bianco  ed  il  resto  del  gastreo  giallo        o  mento  e  gastreo  gialli  - 
o  mento  ed  una  linea  lungo  le  guancie  bianchi  ed  il  resto  del  gastreo  giallo. 

I»)  Regione  parotica  cenerina,  o  con  scarse  tinti'  bianche  più  o  meno  distinte 
india  parte  bassa,  o  con  una  fascia  bianca  che  lambe  le  guancie;  sicché  abbiamo 
teste  che  presentano  una.  due  o  tre  fascie,  considerata  la  sopraccigliare  sempre 
presente,  quella  che  lambe  le  guancie  e  l'altra  sulla  parte  bas^,  , lolla  regione 
parotici. 


(')  Cui.   Birda  B.    M.   X,   pag.  :.l  I   |  1884  - 


228  ati.  \\  1 1    orni  roi  ogii  o 


.1/.  /'.  borealis.  Maschio  ad.  in  primavera. 

Sopracciglio  nel  massimo  numero  dei  casi  nullo  od  incompleto  -  gastreo 
giallo  per  intero,  o  cui  mento  bianco,  o  col  mento  e  la  -ola  bianchi. 

l/.  /'.  cinereoeapilla.  Maschio  ad.  in  primavera. 

Sopracciglio,  come  dissi,  variabile  -  gola  bianca  per  intero;  o  solo  nella  parie 
alta,  cioè  sul  mento  e  sulle  guancie  -  regione  parotica  tinta  di  cenerino-nerastro 
o  di  cenerino-grigio. 

Oltre  a  ciò,  si  notano  tinte  a  macchie  più  o  meno  nerastre  complete,  od  in- 
complete e  distinte,  talora  a  semicerchio  sui  lati  della  gola  e  sul  petto  specialmente 
nella  .1/.  /'.  borealis,  il  cenerino  è  in  generale  di  vario  tono,  la  tinta  del  gastreo 
tendente  al  giallo-canarino,  od  all'aranciato  nei  maschi;  nelle  femmine  il  bianco 
è  lavato  di  giallo  di  vario  tono  ed  intensità  e  così  le  colorazioni  isabelline  e  ful- 
viccie,  specialmente  sul  petto.  Inoltre  si  trovano  non  pochi  soggetti  intermedi] 
sempre  di  primavera,  che  partecipano  dei  caratteri  di  due  specie  p.  e.  M.  flava  e 
.1/.  f.  borealis,  M.  /.  borealis  e  -1/.  /'.  cinereoeapilla,  M.  flava  e  .1/.  /'.  cinereocapilla,  ciò 
(die  dà  a  sospettare  che  tali  forme  nidifichino  in  e pagnia  e  frammischiate  pro- 
ducano ibridi,  in  fatto  la.  somiglianza  in  esse  è  talora  estrema  ed  allora  le  diffe- 
renze si  possono  apprezzare  solo  nei  maschi  ad.  in  primavera,  e  beninteso  quasi 
soltanto  negli  individui  tipici. 

227.  Motacilla  melanocephala,  Lichtenstein  ('),  Outrettola  capinera. 

I  Budytes  nigricapillus,   Bp.,  B.  melanocephalus  (Lichtenstein  .  B.  Feldeggi  (Michah.)  |. 

Simile  alla  M.  /Inni,  dalla  quale  è  distinta  pei  seguenti  caratteri: 

Testa,  comprese  le  redini,  la  regione  parotica  e  perioculare,  i  lati  e  la  parte 
posteriore  del  collo  di  mi  bel  nero-lucido,  talora  misto  ad  olivastro;  dorso  di  un 
verdastro-cupo  sul  centro  delle  penne;  gastreo  per  intero  di  un  giallo-canarino 
o  col  mento  ed  una  linea  lungo  le  guancie  bianchi  [mas.  mi.  in  prim.).  Cervice  ne- 
rastra, mista  a  penne  bruno-cenerognole;  parti  superiori  oliva-brunastre,  lavate 
di  verde  e  di  giallo  sul  groppone;  guancie  e  mento  bianchi,  così  la  gola  che  è 
lavata  di  giallo-pallido;  gastreo  giallo-pallido  e  (Inaio,  con  qualche  macchia  nera 
sul  petto,  che  si  osserva  talora  anche  ned  maschio  [femm.  ad.).  Somiglia  a  quello 
della  M.  /Ima,  ma  ha  la  testa  più  cupa  e  manca  della  lascia  chiara  sull'oc- 
chio {giov.). 

Dimensioni  della   .1/.  flava. 

Abita  l'Europa  sud-orientale,  sino  all'Asia  centrale;  sverna  nell'Africa  e  nel- 
l'India. In  Italia  <■  specie  di  passo,  specialmente  primaverile,  nell'aprile  e  nel  maggio, 
d'autunno  è  molto  più  rara.;  si  trova  abbastanza  facilmente  nelle  Puglie,  poi  in 
Liguria,  in  Toscana,  in  Sicilia  ed  a  Malta,  ma  l'ebbi  in  primavera  da  tutte  le 
Provincie,  eccetto  il  Piemonte,  e  talora  nel  giugno,  uno  solo  d'agosto.  Però  è  in 
generale  uccello  scarso  ed  irregolare  nelle  sue  comparse,  eccetto  in  Puglia  ove 
è  abbastanza  comune  e  di  passo  primaverile  costante,  ma  non  si  vede  d'autunno. 
Sembra  nidificare  indie  Madonie,  in  Sicilia. 


i'j   Motacilla  melanm ■. jihiilu,   l.ii-liiciistrin.   Ver/.    Donili,    p.    :sti     L823     (fide   Sharpi    ;    M.    Feldeggi, 
Michahelleg,   [sia.    L830,   p.  Mi'  (fide  Salvatori). 


ATLANTE    "UNI  hiu  >..|.  .1  229 


227".  Motacilla  melanocephala  paradoxa   C.  L.  I'.kkiim  . 
Cutrettola  capinera  a  sopraccigli  bianchi. 

I  Budytes  paradoxus,  C.   1..  Brehm.]. 

Differisce  dal  maschio  di  .1/.  melanocephala  per  un  largo  sopracciglio  bianco, 
clic  si  estende  dalla  base  del  becco  sino  sui  lati  della  cervice;  la  parte  anteriore 
della  cervice  è  biancastra  (mas.  mi.  in  prim.). 

Dimensioni  della   .1/.  melanocephala. 

Questa  specie  abita  la  Dalmazia,  l'Ungheria,  la  Iiussia  meridionale  e  la  Crimea 
(Sharpe).  In  Italia  comparve  d'attorno  a  l'ari,  il  de  Romita  ne  ebbe  più  volte  di 
tipici  e  di  non  tipici,  cioè  col  sopracciglio  non  completo;  è  molto  difficile  ad 
aversi  e  generalmente  rara  nelle  Collezioni. 

227  b.  Motacilla  melanocephala  xanthophrys  (Siiakm 
<'nt rettolo  capinera  «  sopraccigli  gialli. 

|  Budytes  xanthophrys,  Su.]. 

Differisce  dal  maschio  della  .1/.  melanocephala  per  avere  un  lungo  sopracciglio 
giallo,  che  parte  dalla  base  del  becco  e  termina  sui  lati  della  cervice  >nms.  mi. 
in  prim.). 

Dimensioni  della   .1/.  melanocephala. 

Fu  trovata  in  Dalmazia,  nel  Caucaso  e  nella  Persia  e,  secondo  Dresser,  abita 
i  paesi  tra  il  Mar  Nero  e  la  Persia.  Un  esemplare  colto  presso  Bari  è  nella  Col- 
lezione del  Prof,  de  Romita,  egli  ne  avrebbe  avuto  altri  ancora  non  tipici  e 
perciò  soggetti  dubbi,  due  di  essi  sarebbero  però  tipici.  Il  Kolombatovich  parla  di 
.!/.  melanocephalae  colte  a  Spalato  che  avevano  il  sopracciglio  giallo,  soggetti 
forse  riferibili  a  questa  forma. 

Ho  citato  tutte  le  forme  europee  finora  note  del  gei).  Motacilla,  seguendo  le 
deduzioni  che  potei  fare  sul  ricco  materiale  che  ho  a  disposizione  nella  mia 
Raccolta  e  mi  è  sembrato  opportuno  mantenere  quale  specie  la  M.  melanocephala, 
e  non  considerarla  quale  sottospecie  della  M.  /loro,  fatto  seguito  dagli  Autori  più 
accreditati.  Riguardo  alle  due  forme  della  M.  mrhmoerphala,  non  sono  lontano  dal 
crederle  aberrazioni  e  non  vere  sottospecie,  ciò  che  sarebbe  anche  indicato  dalla 
loro  generale  rarità:  ed  un  esempio  consimile  lo  troviamo  nella  M.  /Ioni,  che 
presenta  individui  a  sopracciglio  talora  bianco  e  talora  giallo.  Del  resto  il  ge- 
nere Motacilla  in  molti  suoi  tratti  è  ancora  avvolto  nel  mistero  e  noto  assai  im- 
perfettamente. 

Nel  Museo  Nazionale  di  Budapest  vi  sono  due  esemplari  che  si  ritengono  di 
M.  taivana  (Swinhoe)  e  che  sembrano  uccisi  in  Ungheria  presso  il  Lago  di  Va- 
lencze  nel  maggio  1893.  L'Almàsy  però  dice  che  furono  fatti  da  pelle  e  che  per 
questo  le  penne  della  testa  sono  così  arruffate,  che  non  se  ne  può  esattamente 
rilevare  il  colore,  fatto  contradetto  da  Madarasz,  il  quale  assicura  che  furono  uc- 
cisi dal  Prof.  Szikla  e  da  lui  stesso  preparati.  È  specie  asiatica,  che  mai  comparve 
in  Europa;  la   .1/.  taivana  ha  la  fronte  grigia:  il  pileo  è  verdognolo,  come  il  dorsi >. 


230  ATI.AN  II      I  IEK  I [I  0 


Genere  ANTHUS.  Bechstein. 

Ha  i  caratteri  del  genere  Motaeilla. 

Tv'  remigante  primaria  corta,  ma  in  alcune  specie  lunga  quanto  le  r  esterne; 
le  i"    interne  molto  lunghe,  talora  più  della  5"  primaria;  coda  mediocre  e  legger 
mente  forcuta;  tarso  scudettato  sul  (lavami,  subeguale   al   dito  mediano   con   un- 
ghia;  diti  piuttosto  lunghi;   unghie  mediocri,  quella   del   dito  posteriore  in  certe 
specie    è    assai   lunga. 

Piumaggio  a  macchio;  penne  della  testa  concolori  con  quelle  del  dorso,  col 
centro  scuro  ed  i  margini  pallidi;  gastreo  chiaro  o  fulviccio,  più  cupo  sui  fianchi; 
uniforme  e  senza  macchie,  o  striato,  o  macchiato  sui  lati  della  gola,  sul  petto  e 
sui  fianchi,  sempre  nei  giovani  e  spesso  negli  aduli i. 

Sono  cosmopoliti,  ma  mancano  nella  Polinesia:  se  ne  conoscono  40  specie, 
sono  in  parie  granivori  ed  in  parte  insettivori;  alcuno  specie  amano  le  pianure, 
altre  i  siti  alberati. 

228.  Anthus  trivialis  (Linnaeus),  Prispolone. 

,  Anthus  arboreus,  Bkchstkin  |. 
[Tav.  XIX.   lig.   2,  e  Tav.   XLIX,   lig.   35]. 

Parti  superiori  olivastro-chiare,  col  centro  delle  penne  nerastro;  gastreo  ce- 
ciato, biancastro  sul  mento,  sul  centro  dell'addome  e  sul  sottocoda,  più  cupo  sui 
fianchi;  lati  della  gola  e  del  gozzo  e  petto  con  numerose  macchie  disposte  a  striscie, 
che  si  fanno  più  rade  e  più  strette  sui  fianchi;  centro  dell'addome  e  sottocoda 
immacolati:  ali  marginate  di  olivastro-bianchiccio,  cuopritrici  medie  e  grandi  ter- 
minate di  biancastro,  che  font/mio  due  bande  trasversali  sull'ala;  timoniera  esterna 
bianca,  con  ima  striscia  oblunga  sul  vessillo  interno,  che  non  giunge  all'apice  della 
penna;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  bianco-cenerognole,  talora  debolmente  lavate  di 
fulviccio;  unghia  del  pollice  fortemente  curvata  e  più  corta  del  dito  stesso  (ad.  in  prim.). 
Colorito  più  carico,  anche  sul  gastreo;  margini  delle  ali  più  larghi  (ad.  in  aut. 
e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,'M170;  becco  0,m011;  ala  0,m088;  coda  0,n,065;  tarso  0,m022; 
unghia  del  dito  posteriore  O."'00X;  dito  posteriore  con  unghia  0,'"0171. 

Varia  considerevolmente  nelle  dimensioni,  e  va  soggetto  a  varietà  albine  e 
melamene,  ma  quelle  tutte  nere  o  affatto  bianche  sono  rare. 

Abita  l'Europa  centrale  e  settentrionale  fino  allo  Jenissei,  parzialmente  ni- 
difica audio  sugli  alti  monti  dell'Europa  meridionale:  sverna  in  Africa  e  nell'India 
occidentale,  ove  si  incontra  coU'al'tine  A.  maculatus,  Hodgson.  In  Italia  è  specie 
che  nidifica  in  maggio  sui  monti  delle  provinole  settentrionali;  invece  nelle  me 
ridionali  e  nelle  Isole  è  invernale;  ma  è  specialmente  uccello  di  passo  in  prima- 
vera od  in  autunno,  piuttosto  abbondante  ed  in  alcune  località  comune. 

229.  Anthus  Gustavi.  Swinhoe,  Prispolone  ili  Swirilioe. 

Parti  superiori  bruno-rossigne  sul  margine  delle  penne,  col  contro  delle  stesse 
I unno-nero  ed  il  lato  esterno  di  quelle  del  dorso  e  del  mantello  bianco;  cuopritrici 


ATLANTE    ORNI  TOLOGICO  -'.'<\ 


grandi  e  mediane  nerastre,  còri  lai  azio  apicale  di  un  bianco  quasi  puro,  che 

forma  due  bande  trasversali  cospicue  sulle  ali;  tinta  chiara  della  coda  fulviccio 
brunastra;  gastreo  bianco,  lavalo  di  fulvo-acceso  sulla  bassa  gola,  sul  petto  e  sui 
Manchi,  e  con  strie  nerastre  larghe  ed  allungate  sul  petto  e  sui  Manchi:  remiganti 
i"'  interne  con  larghi  margini  fulvo  vivaci. 

Lunghezza  letale  0,m145;  becco  0,m01b;  ala  (V076;  coda  0™057 ;  tarso  0,m024 ; 
unghia  del  dito  posteriore  0,'"0111. 

Abita  tutte  le  regioni  noni-orientali  della  Russia  Europea,  dal  Pecciora  alla 
Siberia  fino  al  Kamciatka;  sverna  nelle  Filippine,  nel  Borneo  e  nelle  Molucche. 
I  soggetti  avuti  dal  Seebohm  nel  Pecciora  furono  descritti  dal  Dresser  lsT.">  come 
specie  nuova,  sotto  il  nome  di  A.  Seebohmì  [A.  Ghustavì,  Swinhoe  (1863)  ('  . 


230.  Anthus  pratensis  (Linnaeus),  Pispola. 

l'I'.u.   XVIII,  flg.   12  o  'I'av.  XLIX;  tig.   34]. 

Parti  superiori  nere  nel  centro  delle  penne,  olivastro-chiare  sul  margine,  tali 
cenrri  mancatiti  sul  groppone  e  sul  sopracoda,  che  sono  di  una  tinta  olivastra  uni 
fonnr;  cuopritrici  alari  mediane   con  larghi    margini   bianco-sùdici,  che  formano 


Piede  ili   .1.  pvatenHs,  gr.  nat.  Piede  ili  ./.  trivialis,  gr.   uat. 

un'unica  banda  alare  distinta:  gastreo  fulvo-roseo,  più  pallido  sul  centro  dell'addome 
e  sul  sottocoda,  queste  parti,  il  centro  del  petto  e  la  gola  immacolate:  lati  della  gola  e 
davanti  del  petto  con  macchie  triangolari  brunastre,  disposte  a  mezzaluna;  fianchi 
con  poche  macchie  brunastre,  strette  ed  allungate;  timoniere  esterne  come  néH'A.tri- 
vialis;  cuopritrici  interiori  delle  ali  ed  ascellari  brunastre,  lavate  di  giallo-limone;  unghia 
del  dito  posteriore  più  lunga  del  <l/t<>  stesso  <■  quasi  diritta  (mi.  in  prim.).  l'arti  su- 
periori di  un  bruno  più  olivastro:  gastreo  bianco  leggermente  ceciato,  colle  macchie 
sul  davanti  del  petto  più  larghe  ed  estese:  fianchi  olivastri  [ad.  in  (ini.,.  Eguale 
al  precedente:  leggermente  più  cupo,  avendo  i  centri  delle  penne  delle  parti  su 
periori  piti  accentuati;  parti  inferiori  più  giallette,  specialmente  sul  petto  e  sui 
fianchi  (giov.). 

Il  carattere  delle  cuopritrici  superiori  delle  ali.  dell'unica  banda  alare  distinta, 
dell'unghia  del  dito  posteriore  e  la   statura    minore   rendono    facilmente   disi  ima 

questa    specie    (hill'.l.    tririnlis. 


Il   l'r.izak    cita    (Journ.   /'.   Orn.,  p.  324,    1  >:< •    un  esemplare  ili  questa    specie  ohe  tarebbi   stato 
iiini.it,,  ii, .ih,  C;ilizin  orientale  dal  collezionista  Zadoroznj  il   IT  ottobre  1894. 


232 


\  I  I  IMI,    ORN n  ii 


La  Pispola  va  soggetta  a  varietà  isabelline,  albino  e  inelaniche,  che  non  sono 
molto   rare. 

Lunghezza  totale  0,m150;  becco  i)."dll:  ala  n.  078;  coda  0,  063;  tarso  0,ID021; 
unghia  del  dito  posteriore  0,m012;  dito  posteriore  con  unghia  0,m020. 


{èém 


^ :c:ìÉk 


Groppone  e  sopraeoda 

ili     I.  pratensis,  ingrandito. 


Groppone  e  sopraeoda 
di  ./.  cervinus,  ingrandito. 


l'arte  apicale  di  una   lunga 

cnopritriee  inferiore  della  coda 

ilcir.l.  cervinus,  ingrandita. 


Abita  l'Europa  centrale  e  settentrionale,  sino  alla  Valle  dell'Obi,  nidifica  anche 
nei  paesi  circummediterranei,  ma  vi  è  principalmente  uccello  invernale;  sverna 
nell'Africa  nord-orientale,  nell'Asia  minore  ed  in  Palestina.  È  specie  stazionaria 
in  Italia:  nidifica  sugli  alti  monti  e  anche  nelle  paludi  del  Veneto  nell'aprile 
e  nel  maggio,  e  talora  anche  nel  luglio.  Jla  è  più  abbondante  come  uccello  di 
passo  ed  invernale;  giunge  nell'ottobre  e  sverna  tra  noi,  ripartendo  nella  prima 
quindicina  ili  aprile. 

231.  Anthus  cervinus  (Pallas),   Pispola  gola  russa. 

|  Ta\  .   XIX,  rig.   1  |. 


l'arti  superiori  cenerino-olivastre  sui  margini  delle  penne,  e  quasi  biancastre 
su  quelli  del  mantello,  col  centro  delle  stesse  nerastro,  i  detti  centri  ben  decisi  anche 
sul  groppone  e  sul  sopraeoda;  una  l'ascia  dal  becco  sopra  l'occhio  fino  sui  lati  della 
nuca,  guancie,  mento,  gola,  lati  del  collo  ed  alto  petto  di  un  fulvo-rossigno-vivace, 
con  macchie  nerastre,  più  o  meno  numerose  sui  lati  del  petto  e  sulla  parte  bassa 
dello  stesse:  centro  del  petto,  dell'addome  e  sottocoda  bianco-ceciati,  colle  sotto- 
caudali  più  lunghe  nerastre  sul  nutrii  delle  penne  fino  limisi  all'apice;  fianchi  bian- 
co-ceciati, con   strie  centrali  nerastre;    una    lascia    bianco  fulviccia,   abbastanza 


1.  Gallinella  d'a.  .     2.  Gallinella  oltolino 

fà"   ad.)     fi.    Voltolili  schiribilla 

1<>.  Schiribilla  a 


\  Il  VNTI    ORNITOLOGICO  233 


distinta  sulle  ali,  tonnata  dagli  apici  delle  inedie  cuopritrici  (mas.  ad.  in  prim.). 
pracciglio  ) >i  11  stretto;  tinte  fulvo-rossigne  più  pallide  ed  estese  solo  sul  mento  e 
sulla  gola;  davanti  e  Lati  del  petto  con  macchie  nerastre,  piuttosto  numerose  f<  mm. 
ni/,  in  prim.). 

Si  trovano  in  autunno  dei  maschi  ad.  simili  alle  femmine  in  abito  di  prima- 
vera, ma  in  generale  essi  d'autunno  ed  i  giovani  sono  molto  simili  all'.l.  pra- 
tensis  adulte  in  autunno,  e  se  ne  distinguono:  gli  adulti,  per  i  margini  bian- 
castri sulle  l'enne  del  mantello;  inoltre  essi  ed  i  giovani  hanno  il  sopracciglio 
più  chiaro  e  più  che  altre  il  groppone  ed  il  sopracoda  con  larghe  macchie  eentrali 
bruno-nerastre  o  nere  e  la  tinta  di  tendo  più  grigiastra  :  i  margini  più  Larghi  e 
biancastri  sulle  penne  alari;  i  centri  neri  più  decisi  sulla  testa  e  sul  dorso;  Le 
macchie  sulle  parti  inferiori  e  sui  Banchi  più  numerose  e  più  larghe,  talora  la 
gola  Ita  una  tinta  t'ulvieeia:  inoltre  le  cuopritrici  inferiori  più  lunghe  della  coda 
presentano  una  lai'ga  macchia  centrale  nerastra  lino  all'apice  delle  penne.  Anche 
VA.  trivialis  offre  un  accenno  a  tale  carattere,  ma  e  più  un  annerimento  d'attorno 
allo  stelo,  che  una  macchia  centrale,  allungata,  nerastra  e  decisa.  Ad  ogni  modo 
le  inni, in,  centrali  sul  groppone  e  sul  sopracoda,  ed  anche  quelle  sulle  Lunghe 
cuopritrici  inferiori  della  coda,  distinguono  a  /intuì  questa  specie,  in  qualunque 
iiliito.  dall'affine  .1.  pratensis. 

Lunghezza  totale  0,m160;  becco  0,n,011;  ala  0,m090;  coda  0,ra065;  tarso  0,m021  ; 
unghia  del  dito  posteriore  0,'"011;  dito  posteriore  con  unghia  0,m020. 

Questa  specie  abita  i  paesi  compresi  tra  la  Scandinavia  ed  il  Kameiafka, 
giunge  tino  all'isola  di  Bering,  nidificando  nelle  pei/ioni  boreali  d'Europa  e  d'Asia; 
sverna  nella  Cina,  nelle  Filippine,  nel  Borneo,  nel  Burina  ed  in  Persia;  manca 
nell'India  ed,  attraversando  l' Europa,  giunge  d'inverno  nell'Africa  settentrionale, 
tino  all'Abissinia.  In  Italia  è  specie  di  passo  abbastanza  frequente  nelle  Puglie  ed 
in  Sicilia:  meno  abbondante  nell'Italia,  superiore,  la  ebbi  da  tutte  le  nostre  re 
-ioni  in  aprile,  nel  maggio,  in  settembre  ed  in  ottobre.  E  strano  che,  nel  Veneto 
almeno,  gli  Uccellatori  distinguano  con  nome  speciale  questo  uccello,  tanto  simile 
in  alcuni  abiti  al  precedente  A.  pratensis,  ciò  che  è  dovuto  al  suo  canto  affatto 
differente.  E  specie  generalmente  meno  rara  di  quanto  si  erede:  ma  non  fu  osser 
vata    nidificante  tra    noi. 


232.  Anthus  pennsylvanicus  (Latham),  Spioncello  americano. 

l'arti  superiori  Inaino  cupi'.  Leggermente  olivastre,  con  centri  scuri  sulla  testa 
e  sul  dorso;  sopracciglio  e  gastreo  vinati  (di  prima  vera),  o  fulviccio-pallidi,  od 
ocracei  di  vario  tono,  con  striscio  scure  sui  lati  del  collo,  del  petto  e  sui  fianchi  ; 
penna  esterna  della  coda  bianca,  eccetto  un  tratto  obliquo  seuro  sul  vessillo  interno,  In 
penultima  dello  stesso  colore,  imi  col  tratto  scuro  più  esteso  nul.  . 

Lunghezza  totale  0,m165;  becco  0™013;  ala0,m084;  coda  0,  °076;  tarso  0,lu023. 

(ili  Autori  Americani  (l)  considerano  questo  Spioncello  «piale  Intona  specie 
sotto  il  nome  di  .1.  pennsylvanicus  (Lath.). 


(')  ./.  O.   I  .  cinfh-i.isi.  i"  ed.,  pag.  289  (1895;. 
All'ini:'  orniloloffico. 


234  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Rappresenta  VA.  spipoletta  nella  Regione  Neartica-  abita  l'America  settentrio- 
nale, nidificando  nelle  alte  latitudini,  sulle  Montagne  Rocciose  e  verso  sud  sino 
al  Colorado;  sverna  nell'America  centrale,  dal  Messico  al  Guatemala.  Accidentale 
in  Europa,  fu  preso  due  volte  ad  Helgoland  nel  novembre  1851  e  nel  maggio  1858. 
Le  sue  catture  nelle  Isole  Britanniche  meritane  conferma,  a  quanto  assicurano 
gli  Autori  Inglesi. 

233.  Anthus  spipoletta  i1    (Linnaeus),  Spioncello. 

\  Anthus  spinoletta  (L.)  |. 

[Tav.  XIX,  fig.  3,  4  e  Tav.   XI. IX.   fig.  olì  J. 

Parti  superiori  di  un  cenerino-olivastro,  lavato  di  brunastro  sul  dorso,  col  centro 
delle  penne  più  cupo  sulla  testa,  e  specialmente  sul  dorso;  largo  sopracciglio  bianco- 
roseo:  guancie  e  gastreo  di  un  rosa-pallido-immacolato;  basso  addome  e  sottocoda 
biancastri;  fianchi  con  strie  brunastre;  tinta  chiara  delle  timoniere  esterne  Manca, 
la  seconda  con  ima  macchia  apicale  e  bislunga  bianca;  cuopritrici  interiori  delle  ali 
bianco-grigie  (ad.  in  prim.).  Tinte  delle  parti  superiori  più  olivastre;  guancie  e 
gastreo  per  intero  di  un  bianco-sudicio,  talora  tinto  ili  gialletto  sulla  gola  e  sul 
petto,  e  con  macchie  brunastre,  centrali  sui  lati  della  gola,  sul  davanti  del  collo  e 
sul  petto;  sottocoda  bianco-fulviccio ;  tinta  chiara  delle  timoniere  esterne  bianca 
[ad.  in  (t>il.  e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"170;  becco  0,m014;  ala  0,m085;  coda  0,m065;  tarso  0,m025. 

Le  varietà  albine  di  questa  specie  sono  piuttosto  rare. 

Abita  i  distretti  montani  dell'Europa  centrale  e  meridionale  e  dell'Asia  oc 
cidentale,  verso  est  sino  agli  Aitai,  alla  Persia  ed  al  Turchestan;  sverna  nel- 
l'Africa settentrionale.  In  Italia  questa  specie  abita  le  Alpi,  uve  nidifica  dal  maggio 
al  luglio  e  discende  al  piano  nell'autunno;  ma  è  di  solito  poco  comune,  discreta- 
mente più  abbondante  come  uccello  invernale  e  di  passo,  d'arrivo  in  fine  di  set- 
tembre e  nell'ottobre  e  dalla  2a  metà  di  marzo  alla  la  di  aprile;  d'inverno  ama 
le  località  acquitrinose. 

Il  Prazak(-)  ha  distinto  col  nome  di  A.  spipoletta  Reichenowi  lo  .Spioncello  dei 
Carpazi,  che  sarebbe  di  minore  statura  di  quello  delle  Alpi,  di  tinte  più  cupe  e 
coi  piedi  più  chiari,  se  vivo  o  morto  da  poco.  Anche  l'Homeyer  ha  separato  col 
nome  di  A.  s.  carpathìca  lo  Spioncello  dei  Carpazi  polla  schiena  cenerognola  e  lo 
parti  interiori  di  un  bigio  di  lavagna,  leggermente  lavato  di  rossiccio.  Ma  tanto 
quella  del  Prazak,  che  questa  dell'Homeyer  non  sono  buone  distinzioni. 

233".  Anthus  spipoletta  obscurus  (Latiiam,  Spioncello  marino. 
Spioncello  settentrionale  ]. 
[  Tav.  Xl\.  fig.  •".  ]. 

Va  distinto  dalla  specie  precedente  polla  tinta  generale  più  cupa;  pella  gola 
bianco  sudicia;  pel  gastreo  biancastro,  con  macchie  fitte  e  centrali  sulle  penne; 


(')  Linneo  (Syst.  Nat.  I,  pag.  161.  1758)  per  errori-  scrisse  spinoletta,  invece  'li  spipoletta,  nomo 
italiano  adoperato  in  parecchi  luoghi  per  melatesi,  invece  ili  rifinitila  (.'etti,  Vcc.  Sani.  p.  159)  per 
indicare  varie  specie  di   Pispoli . 

Mai.   zn  ein.  Ornis  Ostgalizions,   .Ianni,  f.   Ora.   p.  326.    1897. 


ATLANTI     OEN]  I 


pella  tinta  chiara  della  timoniera  esterna  e  1"  spazio  apicale  della  2'  bruni  di 
l'inni)  in  qualunque  età,  anziché  bianchi;  pelle  cuopritrici  inferiori  delle  ali  'li  un  gri- 
gio-fumo, leggermente  lavato  di  oliva-gialletto  ad.  in  prìm.).  Gola  lavata  di  uliva: 
gastreo  oliva,  con  macchie  centrali  bruno-scure  sul  (lavami  del  collo  e  sul  petto, 
e  striscie  dello  stesso  colore  sui  fianchi,  bianco  lavato  di  oliva-giallastro  sull' addome 
e  sul  sottocoda;  tinta  chiara  delle  timoniere  comi  di  primavera    ad.  in  aut.). 

Abita  l'Inghilterra  e  le  coste  occidentali  e  settentrionali  della  Francia,  e  si 
scosta  raramente  dalla  spiaggia  marina.  11  Wrighl  a'ebbe  uno  a  Malta  nell'aprile 
lsiiT,  fu  preso  a  (ìenova  nel  marzo  1846,  a  Carmagnola  Piemonte)  nel  settembre 
isso  ed  il  Whilehead  ne  avrebbe  ucciso  uno  in  Corsica  nel  marzo  1883.  Secondo 


Piede  di  A.  Biehardi,  ut.  nat. 


Piede  di  A.  campestri^,  ut.  nat. 


il  Salvadori  la  presenza  di  questa  specie  in  Italia  deve  essere  meglio  confermata 

e,  secondo  lui,  l'esemplare  di  Carmagnola  è  un  A.  spipoletta.  Io  non  ne  ebbi  mai; 
devo  però  dire  che  individui,  avuti  da  Collettori  Italiani  sotto  tal  nome,  erano 
appartenenti  invece  alla  forma  comune,  e  solo  leggermente  più  scuri  del  tipo  or- 
dinario: ad  ogni  modo,  se  è  specie  italiana,  sarebbe  di  comparsa  accidentale  e 
rarissima. 

233/'.  Anthus  obscurus  rupestris  (Nilsson),  Spioncello  inorino  scandinavo. 

Gastreo  vinato  uniforme,  senza  macchie;  nel  resto  simile  al  precedente  {mi. 
in  prìm..  (ili  ad.  in  inverno  sono  simili  a  quelli  dell'. I.  obscurus. 

Abita  le  coste  marine  rocciose  del  Baltico  e  della  Scandinavia,  sino  al  Mar 
Bianco;  è  di  passo  regolare  in  Inghilterra,  e  può  dirsi  la  forma  Scandinava  del- 
l'ai, s.  obscurus.  Alcuni  Autori  però  non  ammettono  questa  distinzione. 

234.  Anthus  campestris  (Linnaeus),  Calandro. 

I  Agrodroma  campestris  (L.  J. 
[Tav.   XIX,   flg.  6]. 

Parti  superiori  grigio  ceciate,  col  centro  delle  penne  nerastro,  groppone  e 
sopracoda  uniformi:  redini, sopracciglio  e  gastreo  di  un  ceeiato-vivace  uniforme:  pitia 


236  IT]  \MI     ORNITOLOGICO 


uniforme;  fianchi  senza  strisele;  centro  della  gola  pialletto,  con  qualche  piccola  tnac 
chia  indistinta  sui  lati  del  petto,  ed  un  mustacchio,  o  talora  due  brunastri  sui  lati 
della  gola;  ali  nerastre,  con  margini  ceciati,  inolio  larghi  sulle  cuopritrici  e  sulle 
remiganti  2'  :  le  duo  timoniere  laterali  bianco-ceciate,  con  un  tratto  scuro  sul  ves 
siilo  interno  ad  ogni  età  (ad.  in  frinì.).  Tinto  più  pallide;  mustacchio  quasi  invisi 
bile;  tinte  ceciate  dolio  parti  superiori  più  estese  e  più  chiare  {ad.  in  aut).  Tutte 
le  ponno  delle  parli  superiori  con  margini  visibili  bianco  fulvicci;  mustacchio  poco 
visibile,  e  sposso  interrotto;  gastreo  più  pallido;  polio  e  davanti  del  collo  con  nu- 
merose macchiette  triangolari,  od  allungate  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m170;  becco  i>;iii;.:  ala  0/"091;  onda  0,m075;  tarso  0,m025; 
unghia  del  dito  posteriore  0,m010  e  leggermente  ricurva:  dito  posteriore  con  unghia 
(I.-OIT. 

abita  le  località  arido  dell'Europa  centrale  e  meridionale,  verso  est  sino  alla 
Palestina,  all'Asia  Minore,  al  Turchestan  ed  alla  Siberia  orientale;  sverna  india 
Senegambia,  nel  Damara,  nell'Africa  nord-orientale  e  nell'India  nord-occidentale. 
In  Italia  è  uccello  principalmente  di  passo;  comune  nell'aprile  e  nel  maggio  e 
dall'agosto  all'ottobre.  Però  nidifica  ovunque,  in  località  adatte,  nel  maggio  e  nel 
giugno;  dicosi  sverni  in  Sardegna.  Non  è  però  specie  egualmente  distribuita. 

235.  Anthus  Richardi.  Vieillot,  <  'ala miro  maggiore. 

|  Agrodroma  o  Corydalla  Richardi  (Vieill.)  |. 

|  Ta\  .    \IX.    fig.   7  |. 

l'arti  superiori  nero-scure,  col  margine  delle  penne  fulvo-cupo;  un  largo  so- 
pracciglio ceciato- vivace  ;  redini  ed  una  macchia  davanti  l'occhio  ceciato-pallidi  ; 
guancie  bianco-rossiccie,  con  una  linea  distinta  bruno  nerastra,  che  ne  limita  il 
margine  supcriore  ed  inferiore:  un  mustacchio  bruno,  dalla  base  del  becco  su 
ciascun  lato  del  cullo;  gastreo  ceciato,  vivace  sul  petto,  che  ha  macchie  triangolari 
estese  anche  sui  Itili  della  gola;  centro  dell'addome  pallido,  più  vivace  sul  sottocoda: 
ali  bruno-nerastre,  con  larghi  margini  ed  apici  ceciati,  qua  e  là  pallidi;  codacome 
nel  precedente  .1.  campestris,  ma  più  grande  e  colla  tinta  chiara  di  un  bianco-puro; 
tarso  mollo  lungo;  unghia  del  dito  posteriore  più  lunga  del  dito  stesso  e  poco  al- 
enata (ad.),  l'arti  superiori  con  apici  biancastri,  tono  di  tinta  più  rossiccio  sulla 
testa  e  più  chiaro  sul  collo:  margini  dello  cuopritrici  alari  di  un  bianco  quasi 
puro:  duo  mustacchi  ben  distinti;  sopracciglio,  guancie  e  i-clini  biancastri;  ga 
atreo  più  biancastro,  lavato  di  ceciato  sul  davanti  del  colie  e  sul  petto,  (dio  sono 
coperti  di  macchie  triangolari  brunastre;  fianchi  con  poche  macchie  centrali, 
allungate;  unghia  del  dito  posteriore  eguale  al  dito  stesse  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m195;  becco  o.'oir-:  ala  0,m098;  coda  0/"085;  tarso  0,m031; 
unghia  del  dito  posteriore  0,m020;  dito  posteriore  con  unghia  0,'n0326. 

\wita  la  Siberia  orientale;  sverna  nella  Cina,  nell'India,  nelle  Molucehe,  nel 
Burina  e  nell'Africa  nord  orientale,  passando  più  o  meno  regolarmente  per  molti 
paesi  d'Europa  al  tempo  delle  migrazioni.  In  Italia  e  specie  piuttosto  rara:  ma 
.die  giunge  qua  e  là  quasi  tutti  gli  anni  nel  passo  autunnale,  fu  prese  dappertutto 
tranne  in  Sardegna.  Nel  Veneto  capita,  si  può  dire,  .piasi  regolarmente  nel  set- 
tembre e  nell'ottobre,  ma  è  raro:  l'ebbi  in  dicembre  dalle  Puglie. 


Al  i.  \\  I  E    01ÌN .OGII  •  •  23  i 


Sottordine  OSCINES  SCUTELLIPLANTARES 
Passeracei  con  protuberanze  plantari. 


Becco  siili  (•unico,  o  sonile  ed  allungato,  o  curio,  più  o  meno  compresso,  quasi 
diritto,  o  poco  curvato;  narici  mule,  o  coperte  di  penne  e  di  peli  rivolti  in  avanti; 
ali  di   K>  primarie,  abbastanza  appuntite  e  grandi,  colle  2'    interne  più  o  menci  ca 
denti  e  prolungate,  l"  remigante  primaria  corta,  o  molto  corta  e  talora  invisibile; 
tarso  per  intero  scudettato  tanto  sul  davanti,  quanto  all'indietro,  con  un  solco  prò 
fonilo  lungo  la  parte  laterale  interna    ed   uno   leggiero,  o  mancante  sull'esterna; 

piedi  i liocri;  unghia  del  pollice  eguale,  o  più  lunga  del  dito  stesso  e  ili  solito 

diritta. 

Sono  cosmopoliti  e  di  solito  migratori;  hanno  taglia  piccola  o  mediocre;  sono 
granivori  e  anche  in  parte  insettivori  :  abitano  i  luoghi  aperti  :  vivono  e  nidificano 
a  terra;  e  non  s'appollajono  sugli  alberi,  che  raramente.  Una  sola  famiglia  compone 
questo  sottordine. 


Famiglia  ALAUDIDAE,  Alaudidi. 

Ila   i   caratteri   ilei   sottordine. 

La  muta  è  semplice  autunnale,  e  Tallito  di  primavera  è  rivestito  per  mudi 
ruptila;  i  sessi  sono  sempre  simili  ed  i  giovani  differenti  e  macchiati,  ma  colla 
nutra  autunnale  divengono  simili  agli  adulti.  Si  conoscono  circa  ottanta  specie 
di   Alaudidae,  (piasi  tutte  confinate  al  .Mondo  Antico. 

Genere  ALAUDA.  Linnaeus. 

Becco  corto  e  sottile,  alquanto  conico,  leggermente  compresso  sul  margine, 
quasi  diritto,  colla,  mandibola  superiore  non  intaccata  e  leggermente  arenata: 
narici  basilari,  ovali  e  nascoste  da  penne  setolose,  dirette  in  avanti;  ali  abbastanza 
lunghe,  la  1°  remigante  primaria  sempre  più  corta  delle  primarie  cuopritrici,  talora 
cortissima  e  quasi  indistinta.  :;  la  massima,  la  più  lunga  secondaria  più  interna 
più  corta  delle  remiganti  le;  coda  mediocre,  leggermente  smarginata;  tarso  poco 
più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia,  coperto  di  penne  nella  regione  superiore  ; 
unghie  leggermente  curvate  e  corte,  eccetto  quella  del  dito  posteriore,  (die  è  mollo 
allungata  e  quasi  diritta. 

Nelle  vere  Alaudae  le  piume  occipitali  sono  un  po' allungate,  ma  non  formano 
ciuffo:  le  tinte  sulle  parti  superiori  sono  rossiccie  o  nerastre;  la  timoniera  esterna 
e  bianca,  col  bordo  interno  bruno. 


238  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Abitano  le  Regioni  Paleartica,  Orientale  ed  Etiopica;  se  ne  stanno  nei  prati, 
nei  luoghi  coltivati  o  nelle  località  sabbiose  ed  aride,  raramente  si  posano  sugli 
alberi,  alcune  specie  amano  spolverarsi:  senio  gregarie  d'autunno  e  d'inverno,  e 
vivono  appajate  d'estate;  sono  insettivore,  ma  d'inverno  granivore,  alcune  specie 
cantano  melodiosamente,  elevandosi  a  grandi  altezze;  nidificano  a  terra,  deposi- 
tando da  :;  a  6  uova  bianche  o  bln-verdast re-pallide,  con  macchiette  più  o  meno 
numerose,  brune  di  varia  tinta  e  violetto  grigie.  Offrono  il  tatto  di  colori  protet- 
tivi, analoghi  all'ambiente,  ove  vivono. 

236.  Alauda  arvensis,  Linnaeuk,  Lodola. 

[Tav.   XIX,  fig.  8,  e  Tav.   XI. IX,   lig.  28]. 

l'arti  superiori  di  un  bruno  qua  e  là  rossiccio,  col  centro  delle  penne  nero, 
e  molte  di  esse  tinte  di  grigio  sulla  parte  marginale;  sopracciglio  rossiccio;  ga- 
streo  bianco,  lavato  di  fulvo-rossigno  su]  davanti  del  collo,  sul  petto  e  sui  fianchi, 
con  piccole  macchie  triangolari  nerastre  sui  lati  della  taccia  e  della  gola,  più 
allungate  e  distinte  sul  collo  e  sul  petto,  ed  a  lunghe  striscie  sui  fianchi;  timoniera 
esterna  bianca,  eccetto  una  fascia  obliqua  sul  vessillo  interno,  che  giunge  quasi 
all'apice,  la  2:i  bianca  nel  margine  esterno  (ad.).  Parti  superiori  nerastre  sul  centro 
delle  penne,  rossigne  sul  bordo,  con  larghi  margini  apicali  bianchi  o  bianco- 
ocracei;  sopracciglio  e  gastreo  candidi,  con  una  larga  banda  scura  sul  collo  e 
sul  petto,  formata  dai  centri  delle  penne  brunastri,  gli  apici  essendo  rossicci, 
perciò  la  detta  banda  non  è  continua  (tjiov.). 

Lunghezza  totale  da  0,'"1H0  a  0,m202;  becco  0,'"011;  ala  da  0,'"095  a  0,'"115; 
coda  da  0,'"060  a  0,'"075  ;  tarso  0,'"024;  unghia  del  dito  posteriore  da  0,'"010  a  0,m018. 

Abita  l'Europa  e  la  Regione  Paleartica.  In  Italia  è  specie  stazionaria  ovunque; 
ma  molto  più  abbondante,  come  uccello,  di  passo  nell'ottobre,  nel  novembre  e  di 
marzo  ed  aprile,  in  alcuni  anni  il  passaggio  è  straordinario.  Nidifica  dal  marzo 
al  luglio.  Sverna  ovunque,  ma  è  molto  più  comune,  come  invernale,  nelle  parti 
centrali  e  meridionali  e  nelle  Isole. 

Nelle  serie  italiane,  che  esaminai,  ho  trovato  rappresentanti  della  forma  senni, 
della  rossastra  e  della  così  detta  A.  cantarella,  Bp.  L'Allodola  stazionaria  è  certa- 
mente un  uccello  più  rossiccio  di  colore  e  di  statura  maggiore  (ala  da  0,'"100 
a  0,'"115),  mentre  quelle  di  passo  sono  più  grigiastre  e  di  statura  minore  (ala 
da  0,'"095  a  0,'"102);  inoltre  le  Lodole  delle  parti  meridionali  e,  specialmente 
quelle  delle  Puglie,  hanno  la  tinta  generale  pili  grigiastra  (A.  cantarella),  gli 
esemplari  delle  forme  scure  e  rossiccie  vi  si  trovano  in  minore  quantità. 'E  si- 
curo chetali  varietà  nidificano  assieme;  anche  come  dimensioni  si  hanno  nume- 
rose variazioni  affatto  indipendenti  dalle  località  (cfr.  .1.  nana,  Giglioli). 

Questa  specie  va  soggetta  a  numerose  varietà  teratologiche  e  di  tinta,  riscon- 
trandosi non  raramente  l'albinismo,  l'isabellismo  ed  il  melanismo.  Nella  Campagna 
Romana  specialmente,  ma  anche  altrove,  sembra  vivere  una  singolare  varietà 
della  quale  ebbi  parecchi  esemplari.  Essi  conservano  il  disegno  normale,  ma  seno 
interamente  di  un  castagno-rossiccio,  coi  soliti  centri  delle  penne  nerastri,  la  tinta 
di  fondo  volge  alle  volte  leggermente  al  grigiastro,  le  parti,  che  di  consueto  sono 
immacolate  sul  gastreo,  hanno  la  tinta  anormale  scura  senza    macchie.   Sarebbe 


mi   w  il     ORNITOLOGI!  0  239 


un'anomalia  analoga  a  quelle  della  Gallinago Sabinei  Vìgors)e  del  Synoecus  Lodoisiae 
Verreaux  <S  Des  Murs;  anche  il  Tali  ('j  cita  una  varietà  più  cupa  che  si  trova  nel 

Portogallo,  ma  non  credo  sia  riferibile  alla  presente. 


Genere  LULLULA.  Eaup. 

Distinto  dal  gen.  Mutuiti  pei  seguenti  cai-alteri: 

Becco  un  po'  acuto:  narici  a   là  esposte,  ed  a  meta  sormontate  da  un  oper 

colo;  la  remigante  primaria,  bene  sviluppata,  subeguale  alle  1°  cuopritrici;  coda 
corta  e  quadrata:  diti  piuttosto  corti;  unghia  del  dito  posteriore  più  lunga  del 
dito  stesso,  talora  anche  del  doppio. 

Ciuffo  completo  e  rotondo;  sopracciglio  cospicuo:  penna  laterale  della  coda 
biancastra  sul  solo  margine  esterno,  le  quattro  esterne  da  ogni  lato  con  una  macchia 
apicale,  biancastra,  bene  distinta.  Le  specie  di  questo  genere  si  posano  spesso 
sugli  alberi,  a  differenza  delle  Alaudae;  se  ne  conosce  una  sola  specie. 

237.  Lullula  arborea  (Linnaeus),  Tottavilla. 
[Alauda  arborea,  L.], 

[Tav.   XIX,   Bg.   9  e  Tav.   XI. IX.    fig.   211  |. 

Penne  della  testa  a  ciuffo  e  quelle  del  dorso  nere  nel  mezzo,  con  largo  mar- 
gine lionato-isabella;  groppone  e  sopracoda  di  un  rossigno-bruno,  che  volge  al  gri- 
giastro; ali  bruno-nerastre,  con  margini  di  un  castagno-chiaro-vivace;  largo  so- 
pracciglio bianco-giallastro,  dal  becco  sino  alla  nuca,  ove  forma  un  collare 
indistinto  colla  tinta  chiara  della  parte  posteriore  del  collo;  gastreo  bianco-gial- 
letto,  con  macchie  allungate  e  strette  brunastre  sulla  gola,  più  larghe  e  nera- 
stre sul  petto  e  sui  lati,  fianchi  più  brunastri,  con  strie  indistinte-  (ad.  in  prim.). 
Tinta  di  fondo  più  fulviccia  di  sopra  e  più  gialletta  di  sotto;  le  macchie  scure 
sul  petto  e  sui  lati  del  collo  marginate  di  rossiccio  (ad.  in  aut.).  Più  scuri,  coi 
margini  delle  parti  superiori  più  stretti;  sopracciglio  bianco-puro:  gastreo  più 
biancastro  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"160;  becco  0,'"011;  ala  0,m094;  coda  (V056;  tarso  0,m022; 
unghia  del  dito  posteriore  0,"'Oir>. 

Va  soggetto  a  varietà  albine,  isabelline  e  melaniche. 

Abita  l'Europa,  non  più  al  nord  della  Scandinavia  meridionale,  verso  est  si 
porta  sino  agli  Urali;  sverna  nell'Europa  meridionale,  nell'Africa  settentrionale  e 
nella  Palestina,  nei  quali  paesi  però  anche  nidifica.  In  Italia  è  specie  stazio- 
naria e  nidificante,  specialmente  sui  monti;  ma  è  molto  più  copiosa  all'epoche 
del  passo  e  più  che  altro  nell'autunnale  dalla  2"  metà  di  ottobre  alla  2"  metà  di 
novembre,  il  primaverile  ha  luogo  nell'aprile;  è  uccello  molto  abbondante  in  Si- 
cilia ed   in  Sardegna,  particolarmente  come  invernale  t-t. 


(')  Ibis,  1887,  pag.  197. 

Ci  La  Lullula  arborea  Chetiteli,  Piazak  (Ora.  Mulinisi*.  L895,  pag.  ll.'Si.  trovata  in  L'njilioria  i('o- 
initiit.»  '1Viiio.ii.ti,  o  l'ondata  in  di  un  esemplare  sciupato  e  sbiadito,  colto  in  ostato  in  terreni  sabbiosi 
(Cfr.  Sharpe,  Bull.  Jiril.  Ora.   Club,   L897,  pag.   i2). 


240  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Genere  GALERITA,  Bons  ('). 

Differisce  dal  gen.  Alauda  pei  seguenti  caratteri: 

Becco  piuttosto  allungato,  compresso  ed  un  po'  curvato  in  basso;  1  remi- 
gante primaria  bene  sviluppala  e  subeguale,  ma  leggermente  più  corta  delle 
l6  cuopritrici;  coda  mediocre,  quasi  quadrata;  unghia  del  divo  posteriore  piuttosto 
debole,  poco  arcuata  e  poco  più  lunga  del  dito  stesso. 

Ciuffo  appuntito,  conico  ed  incompleto  ;  timoniera  esterna  marginata  esterna- 
mente <li  rossiccio;  coda  senza  tinte  bianche. 

Aiutano  l'Europa  centrale  e  meridionale,  e  l'Africa  sino  all'Abissinia  ed  alla 
Senegambia,  e  nell'Asia  le  parti  centrali,  l'India  e  la  ("ina  settentrionale. 

Quattro  o  cinque  sono  le  specie  note,  ma  che  potranno  esseri'  ulteriormente 
suddivise,  essendo  un  gruppo  ancora  non  Viene  studiato.  Abitano  i  distretti  sali 
biosi,  (i  le  terre  non  coltivate,  o  i  campi,  e  si  trovano  non  raramente  sulle  strade, 
amano  assai  spolverarsi:  sono  gregari,  ma  non  veri  migranti  e  discreti  cantori: 
raramente  si  posano  sitali  alberi;  le  uova  sono  bianco-sudicie,  con  macchiette 
di  varia  grandezza  brune  e  grigio-porporine. 

238.  Galerita  cristata  (Linnaeus),  Cappellaccia. 

|  Tav.   XIX.   tìg.   1(1  e  Tav.   \1.1\.   Sg.   :id  |. 

l'arti  superiori  rossiccio-lionate  sul  margine,  nerastre  sul  centro  delle  penne, 
colla  testa  lavata  leggermente  di  vinato;  otto  o  dieci  penne  sulla  testa  lunghe  e 
strette,  lei-manti  un  ciuffo;  ali  con  margini  rossiccio-pallidi;  guancie,  mento  e 
alta  -ula  di  un  biancastro  seuza  macchie;  gola,  lati  del  collo  e  petto  bianco-isa- 
bella, con  fitte  macchie  nerastre  sul  petto,  e  più  allungate  brune  o  bruno-rossiccie 
sui  lati  e  sui  fianchi;  addome  e  sottocoda  di  un  bianco-isabella;  gran  parte  del 
vessilli!  interini  delle  remiganti,  cuopritrici  interiori  delle  ali  ed  ascellari  di  un 
isabella-rossiccio  chiaro;  timoniera  esterna  bruno-pallida,  marginata  esternamente 
di  rossiccio-fulvo,  culi  una  fascia  di  un  brune  più  cupo  sul  vessillo  interno,  le  cen- 
trali brune,  con  margini  cenerognoli  (ad.).  Più  pallidi  degli  adulti,  colle  penne 
delle  parti  superiori  bianche  all'apice  e  con  una  fascia  subapicale  nerastra  {giov.). 

Lunghezza  imalc  0,m180;  becco  0,ra016;  ala  0,m105;  coda  0™070;  tarso  0,ra025; 
unghia  del  dito  posteriore  da  0,'"010  a  0,'"01f>. 

La    Cappellaccia   va  soggetta  a  numerose  varietà,  riguardo   la  statura   e  la 
tinta:  come  aberrazioni   di  colorito  se  ne   trovano  di   affette  di    albinismo,   di    isa 
bellismo,  di  melanismo  più  o  meno  completo,  ed  anche  di  quelle  co]  becco  eccezio 
nalinente  lungo  ed  incrociato. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale:  è  rara  nelle  Isole  Britanniche,  seden- 
taria nella  Scandinavia  e  nella  Russia  tino  al  60°;  sotto  forme  diverse  abita  l'area 

data  pel  genere,  però  le  tinte  variano  e  nei  distretti  sabbiosi  diveng più  ros- 

signe,  il  becco  e  la  statura   ingrandiscono,   ma    come  dissi,  tale  genere    e  la  sua 

Il    Boie     /'■■..   1K2X.  p.  231)  i-i-  errore   scrisse  Galeridu. 


1.  Corriere  grosso  (e?  ad.  in  abito  di  primavera).  2.  Corriere  grosso  (giov.).  3.  Fratino.  4.  Corriere  piccolo 
(o"  ad.).  5.  Corriere  piccolo  (giov.).  6.  Piviere  tortolino  (cf  ad.  in  abito  di  primavera).  7.  Piviere  dorato 
(c?  ad.  in  abito  di  primavera).  8.  Piviere  dorato  (giov.).  9.  Pivieressa  (ad  in  abito  di  primavera).  10.  Pi- 
vieressa  (giov.).    11.  Pavoncella  (o"  ad.  in  abito  di  primavera).    12.  Pavoncella  (giov.).    13.  Voltapietre  (ad.  in 

abito  di  primavera).    14.  Voltapietre  (giov.). 


Citrico  Iloepli,  Editore,  Milano. 


\  I  I   w  I  I     ORNI  rOLOGII  0  241 


distribuzione  sono  ancora  noti  incompletamente.  In  Italia  è  specie  comune  e  sta 
zionaria  nelle  parti  centrali  e  meridionali  <■  nel  Veneto,  altrove  sembra   più  che 
altro  estiva.  Manca  in  Sardegna  ed  in  Corsica  e  di  solito  non  è  molto  abbondante. 
Nidifica  dall'aprile  .-il  luglio,  allevando  duo  o  tre  covate.  Secondo  il  Giglioli  l'I. 
undata  del  Risso  sarebbe  il  giovane  di  questa  specie. 

I  n.i   forma  rossiccia  della   G.  cristata,  delia  G.  senegalensis  o  G.  e.  senegalensis 
(P.  L.  S.  Moller),  distinta  per  tinte  più  rossiccie  e  per  le  timoniere  laterali  fulvo 
rossiccie,  fu  indicala  per  le   contrade   eircummediterranee;  si   troverebbe  in   Un- 
gheria,  in   Dalmazia,  nell'Abissinia,  nel  Senegal,  nell'Asia  minore  enei  Caucaso; 
il  Sharpe   però   non    la   distingue,  ina  ne  mette  il    nenie  nella  sinonimia  della  /,.  cri 
staili,  altri  Autori,  e  tra  questi  il  Madarasz,  la  considerano  come  specie  distinta. 
Esemplari,  che  vidi,  provenienti  dalla   Dalmazia  erano  evidentemente  più  rossicci 
degli  ordinari  Europei  ed  appartenenti,  io  credo,  a  questa,  torma  dio  sembra  ti" 
varsi  nel  Carso  presso  Fiume   (Madarasz).  11  mio  amico  Prof.  Brusina  mi  diceva, 
come  egli  considerava  differente  dalla  G.  e.  senegalensis  la  forma  di  Cappellaccia 
cdie  vive  india  Dalmazia,   nella    Croazia    e   india   Slavonia   e  (die    teneva    in    pronto 
una    comunicazione   in    proposito,    nella  quale  la    distingueva   col  nome  di  G.  e. 
balcanica. 

Secondo  llariert   (')  le  seguenti   sarebbero  le  t'orine  europee  della   Cappe] 
laccia  : 

n    Galerita  distata  cristata  (L).  Europa  in  generale. 

b)  Galerita  cristata  senegalensis  il'.  L.  S.  Miiller).  Senegambia,  Hausa  land,  secondo 
Sharpe,  Spagna  meridionale  e  Marocco  -■  :  eguali  dimensioni;  però  più  n>>- 
siccia,  più  pallida  e  di  un  colorito  simile  alla  sabbia;  anche  il  becco  è  più 
grande,  ma  talora  anche  più  piccolo. 

e)  Galerita  cristata  theklae  (C.  L.  Brehm). 

Molto  piccola  ed  assai  scura  di  colorilo:  petto  con  strie  nerastre  larghe  e 
numerose;  questa,  secondo  lo  Sharpe,  è  una  buona  specie;  Spagna  meridio- 
nale e  Marocco;  sembra  spingersi  sino  a  Tunisi  (costa),  secondo  il  Whitaker, 
ma  certamente  esse  non  sono  tipiche,  ma  somiglianti  alla  G.  cristata  cristata. 

ili  Galerita  cristalli  caucasica,  Taczanowski,  Caucaso. 

11  Taczanowski  (2)  ha  parlato  di  una  varietà  di  G,  instata,  da  lui  trovata  a 
Lagodechi  nel  Caucaso  e  che  chiamò  <i.  cristata  caucasica.  Secondo  questo  Autore 
il  becco  di  questa  nuova  sottospecie  è  abbastanza  lungo,  (piasi  come  nella 
G.  abyssinica,  Bp.,  più  allungato  della  G.  cristalli  dell'Europa  centrale,  ma  più 
sottile  india  porzione  apicale,  è  pero  assai  più  corto  di  quello  della  <<'.  macro- 
rhyncha,  Tristram  del  Sahara  e  della  G.  magna,  llunie  dell'Asia  centrale,  etc.  Il 
fondo  di  tinta  è  grigio,  ma  più  chiaro  di  quello  della  G.  cristata  europea,  i  centri 
scuri  più  accentuati,  i  margini  delle  penne  delle  pani  superiori  molto  stivili,  le 
tinte  rossiccie  sulle  cuopritrici  superiori  della  coda  quasi  mancanti;  nel  coni 
plesso  assomiglia  assai  agli  esemplari  spaglinoli  della  G.  instata    a.  striata.  Brehm); 


(')  Nov.  /noi.  IV.   1897,  pp.   142-147. 

Bull.  Soc.  /.noi.  ili    Fruì,,;,  XII,  pp.  620-621   (1888). 

Atlante  ornitologico. 


'.'Il'  ATL.W  11     0RNIT01  OGK  0 


becco  dalla  commessura  0,m0215;  ala  0,m109;  coda  0,m064.    Non    ho  mai    veduto 
tale  forma. 


239.  Galerita  Theklae  '  .  Brehm,  Cappellaccia  spagnuola. 

Simile  alla  G.  cristata;  ma  molto  più  piccola,  e  coll'apparenza  di  una  A.  ar- 
vensis  di  tipo  grigiastro  sulle  parti  superiori  e  con  una  tinta  gialletta  sulle  parti 
inferiori.  Le  macchie  sul  petto  sono  molto  numerose  ed  anche  quelle  dei  fianchi 
non  meno  decise:  la  penna  esterna  della  coda  ha  la  tinta  chiara  molto  rossiccia 
e  questa  specie  è  facilmente  riconoscibile  pel  suo  becco  molto  corto  e  per  la  pic- 
cola statura. 

Lunghezza  totale  0,'"139;  becco  0,m013,  ala  0,m099;  coda  0,,n060;  tarso  0,m024. 

Abita  la  Spagna  meridionale  e  l'Africa  orientale  {Sharpe);  parecchi  Autori 
considerano  sottospecie  la  Cappellaccia  spagnuola,  ma  a  me  è  sempre  parsa  una 
specie  bene  caratterizzata. 


Genere  CALANDRELLA.  Cai  p. 

Differisce  dal  gen.  Alauda  pei  seguenti  caratteri: 

Becco  piccolo,  corto,  conico  e  piuttosto  grosso;  ali  più  lunghe;  la  remigante 
primaria  molto  corta,  rudimentale  e  spesso  mancante,  in  tal  caso  le  l6  sono  nove; 
unghia  del  dito  posteriore  corta  e  curvata;  statura  piccola;  nessun  ciuffo  per- 
cettibile. 

Poche  specie,  alcune  delle  quali  reciprocamente  molto  simili,  che  abitano  la 
Regione  Paleartica,  l'Etiopica  e  l'Orientale,  frequentando  le  pianure  brulle  o  colti- 
vate; in  autunno  e  nell'inverno  sono  gregarie;  cantano  melodiosamente,  innalzali 
dosi  a  grandi  altezze;  le  uova  sono  bianco-grigie  o  bianco-fulviccie,  macchiate  di 
brunastro. 

a    Remiganti  secondarie  e  primarie  ili  eguale,   lunghezza  (gen.  Calandrella, 
Kaup). 

240.  Calandrella  brachyclactyla  (Leislee  ,  Calandrèlla. 

[Tav.  XX,  tig.   lj. 

Parti  superiori  grigio-isabella,  con  una  macchia  bislunga,  centi-ale,  nerastra; 
sopracciglio  e  redini  bianco-gialliccie;  gastrco  biancastro,  lavato  di  ceciato,  spe- 
cialmente sul  petto,  con  poche  macchiette  nerastre  sui  lati  della  gola,  del  petto 
e  sul  centro  dello  stesso,  o  più  spesso  il  petto  è  senza  macchie,  cioè  con  due  sole 
grosse  e  scure  sui  suoi  lati;  sottocoda  ceciato;  margini  delle  ali  bianco-ceciati;  tinta 
chiara  della  timoniera  esterna  bianco-ceciata,  con  una  fascia  obliqua  scura  sul 
vessillo  interno.  2a  scura,  col  margine  esterno  ceciato  im/.i.  Più  rossiccio  dell'ad.; 
parti  superiori  rossigno-chiare,  col  centro  delle  penne  nero  e  l'apice  bianco-ros- 


n.t  thecklai    Sh 


ITI  \M  i     OKNH aCO  243 


signo;  mar-ini  delle  ali  Larghi,  bianco-rossigni ;  gastreo  più  lavato  di  ceciato  che 
nelT adulto,  culle  macchie  mene  distinte;   timoniere   marginate  di   nocciola-pai 
lido  [giov.  . 

Lunghezza  totale  0,m150;  becco  0,m010;  ala0,m088;  coda  u,-( i.v,:  tarso  0,ffi020; 
unghia  del  dito  posteriore  0,'"010. 

Abita  l'Europa  meridionale,  mostrandosi  irregolarmente  in  Germania,  nelle 
Isole  Britanniche  e  nella  Francia  settentrionale;  si  estende  verso  esl  sino  alla 
Persia,  alla  Siberia  occidentale,  all'India  nord-occidentale;  si  trova  anche  nell'A- 
frica settentrionale.  In  Italia  è  specie  di  passe  ed  estiva,  giunge  nel  marzo-aprile 
e  nel  settembre-ottobre,  ed  è  specialmente  comune  nelle  parti  centrali  e  meridio- 
nali; piuttosto  rara  nelle  settentrionali  e  più  «die  altro  in  quelle  occidentali.  Nidifica 
ovunque,  dall'aprile  al  Luglio,  nelle  provincie  centrali  e  meridionali,  e  talora  nelle 
settentrionali  (Veneto). 

b)  Remiganti  secondarie  molto  più  corti   delh    primarie  (gen.  Alaudula,  Hor 

sfield  iv_  Moore). 

241.  Calandrella  pispoletta  (Pallas),  Pispoletta. 

Simile  alla  precedente,  ma  più  grigia  e  più  bruna;  mar-ini  delle  ali  biancastri: 
striscie  Longitudinali  numerose  e  ben  distinte  sul  davanti  del  collo  e  del  petto;  le 
2e  più  interne  molto  più  corte  della  V  primaria  (beninteso  se  non  è  spuria),  cioè  di 
circa  O.'O'JH:  la  colorazione  chiara  sulle  due  timoniere  esterne  di  ogni  lato  bianco- 
pura;  becco  più  corto  e  più  ottuso. 

Lunghezza  totale  0,'"150;  becco  0,'"009  ;  ala0,n,090;  coda0,n,068;  tarso  0,'"020; 
unghia  del  dito  posteriore  0,n'008. 

Abita  l'Europa  meridionale-orientale,  specialmente  il  sud  della  Russia;  si 
estende  verso  est  sino  alla  Cina,  attraverso  l'Asia  centrale.  Tre  esemplari  vennero 
colti  in  Italia;  uno  nel  marzo  1870  presso  Grosseto  (Jì.  Museo  ili  Finir.,),  il  se- 
condo l'ebbe  il  de  Romita  da  Bari  nel  1875  (Museo  'li  Bari),  un  terzo  venne  preso 
nel  maggio  1894  nel  Veneziano  (mia  Collezione);  è  specie  accidentale  e  molto  rara. 

24h/.  Calandrella  pispoletta  minor  (Cabanis),  Pispoletta  minore. 

[  Calandrella  minor    Cab.),  Calandrella  pispoletta,  part.  Giglioli;   Calandrella  minore}. 

Differisce  dalla  C.  pispoletta  per   statura    minore:   più  rossiccia,  specialmente 

sulle  cuopritrici  superiori  della  coda;  lati  del  corpo  fulvo  vinati,  celle  striscio  ben 
distinte,  ma  strette  sul  davanti  del  collo  e  sul  petto;  resto  del  gastreo  bianco: 
2e  interne  più  corte  della  1"  primaria  (cfr.  G.  pispoletta)  di  circa  0,ra013,  quindi 
molto  più  Lunghe  che  nella  C.  pispoletta. 

Dimensioni  di  poco  minori  della  C.  pispoletta. 

Questa  specie  abita  le  Isole  Canarie,  L'Africa  settentrionale  fino  all' Egitto  ed 
alla  Nubia,  e  verso  est  sino  alla  Palestina,  all'Arabia  ed  al  Golfo  Persiano.  È  ac- 
cidentale in  Italia:  il  Wright  ne  ebbe  una  da  Malta,  che  fu  considerata  tale  dal 
Dresser.  il  Giglioli  però  la  ritiene  una  C.  pispoletta  ed  io  la  cito  tra  le  italiane 
sull'autorità  del  mio  amico  II.  E.  Dresser,  distinto  Ornitologo  e  Autore  della  più 
splendida  Opera  esistente  sulla  Avifauna  Paleartica. 


244  ATLANTI'.    ORNITOLOGI!  << 


24IA.  Calandrella  pispoletta  baetica  (Dresser),  Pispoletta  spaglinola. 

Simile  alla  C.  pispoletta;  ma  di  un  bruno  più  cenerognol ;on  macchie  bruno- 
nerastre  larghe,  grandi  e  numerose  sulla  gola  e  sul  petto,  e  che  sui  fianchi  assu- 
mono la  forma  di  striscie  allungate. 

Lunghezza  totale  0,'"  140:  becco  0,m009;  ala  0/087;  coda  0,'"048;  tarso  0,m020. 

Abita   la  Spagna  meridionale. 


Genere  PTEROCORYS.  Stejneger  (>). 

Differisce  dal  gen.  Melanocorypha  pel  becco  meno  conico  e  meno  grosso,  colla 
mandibola  inferiore  leggermente  volta  all'in  su;  narici  quasi  del  tutto  coperte  da 

piccole  penne;  remiganti  primarie  in  numero  di  9,  mancando  o  essendo  invisibile 
la  prima  spuria;  coda  leggermente  forcuta;  unghia  del  dito  posteriore  leggermente 
più  curvata,  meno  forte  e  grossa;  piedi  e  tarsi  più  sortili. 

Colore  predominante  delle  due  penne  esterne  della  coda  da  ogni  lato  bianco, 
colla  base  delle  stesse  scura:  cervice  e  parte  delle  cuopritrici  alari  di  un  rossiccio- 
brillante. 

Due  specie  compongono  questo  genere,  l'ima  è  europea,  l'altra  della  Siberia 
orientale. 

242.  Pterocorys  sibirica  (Gmelin),  Lodala  siberiana. 

|  Melanocorypha  sibirica  (Gm.),  Pallasia  sibirica  (Gm.)"]. 

Fronte  e  testa  sino  alla  nuca  di  un  rossiccio-rugginoso,  col  centro  delle  penne  più 
scuro  e  l'apice  più  chiaro  o  bianchiccio;  parti  superiori  con  larghe  strie  centrali 
nerastre  ed  il  margine  brunastro-rossigno,  qua  e  là  lavato  di  rugginoso,  molto 
intenso  sulle  lunghe  cuopritrici  della  coda;  cuopritrici  alari  piccole  e  l  rossieeio- 
rugginose,  le  altre  bruno-rossigno,  biancastre  all'apice  ed  esternamente:  remiganti 
26  esterne  bianche  nella  metà  apicale,  nerastre  nella  basilare,  il  bianco  delle  remi- 
ganti i"1  eil  il  rugginoso  delle  piccole  cuopritrici  formano  due  spazi  sull'ala:  guancie 
e  gastreo  di  un  bianco  lavato  di  fulviccio  sui  calzoni  e  sui  fianchi,  con  macchiette 
bruno-nerastre  sui  lati  della  gola  e  sul  petto,  più  rossiccie  e  più  larghe  sulla  parte 
alta  dei  fianchi  e  più  nerastre  sulla,  parte  inferiore  degli  stessi  ;  timoniera  esterna 
bianca,  eccetto  un  tratto  oblungo  scuro  alla  base  del  vessillo  interno,  la  2"  è  bianca 
sul  vessillo  esterno  ed  all'apice  dell'interno,  nel  resto  scura  {mas.  ad.).  Testa  bru- 
nastro-cenerognola,  lavata  di  rugginoso  e  col  centro  delle  penne  nero;  colorito 
del  gastreo  meno  puro,  con  le  macchie  più  numerose  e  più  decise  (die  nel  ma- 
schio //'  mm.  mi  e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,'  185;  becco  0,m013;  ala  0,ml  14;  coda  0,m070;  tarso  0,m023; 
unghia  del  dito  posteriore  0,'"012. 


(')  Il  genere  Pallasia,  Homeyek,   is7:;.  era  stato  prima  usato  in  Entomologia  e  quindi  adottai  il 
nome  ili   Pterocorys,  Stejnegek,   1884. 


\  [  i.a N ;\i  rOLOOH  0  2  15 


Abitala  Russia  centrale,  estendendosi  verso  esl  fino  all'Asia  centrale  ed  agli 
Aitai,  e  verso  nord  fino  ad  Omsk.  Fu  presa   accidentalmente  in  Polonia,  in   G 
li/.ia.  ad  Helgolaml,  uri  lielgio,  in  Inghilterra;  ed  in  Europa  sverna  nella  Russia 
meridionale  ed  in  Turchia.  In  Italia  fu  celia  sette  volte;  cioè  uel  novembre  1869 
a  Trento  e  nell'ottobre  l<s'.'i  a   Bergamo  ed  a  Verona  (72.  Musai  di  Firenze),  nel 
l'ottobre  1885  a  Ro\  < -reto    Museo  civico  di   Rovereto),  nell'ottobre    1887   esemplare 
colto,  probabilmente,  nel  Nizzardo  e  che  il  Giglioli  ebbe  dai  fratelli  Gal;  nel  gerì 
naie   L896  presso  Roma  (II.  Museo  Zoologico  ili  Roma),  ed  inline  nel  marzo  1896  nel 
Padovano  [mia  Collezione);  ricordo  anche  che  nella  Rai-celta  Magni-Griffi   vi   era 
un  soggetto,  che  dicesi  colto   nel    1869  in    Liguria,   e  che  ora    è  nel  II.  Museo  ili 
Unum:  è  specie  accidentale  e  molto  rara. 


Genere  MELANOCORYPHA.  Boie. 

Distinto  dal  gen.  Alauda  pei  seguenti  caratteri: 

Becco  molto  torte,  ottuso,  quasi  diritto,  ma  convesso  al  di  sopra  e  fortemente 
rivolto  all'in  su  nella  porzione  apicale  dilla  mandibola  inferiore;  narici  solo  in 
parte  coperte  da  piccole  penne;  ali  più  appuntite,  egualmente  di  IO  primarie  colle 
l"  ben  più  corte  delle  1"  e  la  1°  primaria  rudimentale;  coda  mediocre,  quasi 
quadrata;  diti  piuttosto  robusti;  unghia  del  pollice  torte  e  quasi  diritta,  meno  del 
doppio  in  lunghezza  del  dito  stesso. 

Statura  piuttosto  grande;  testa  senza  ciuffo  ;  mantello  nero,  o  con  macchie  nere, 
o  variato  di  rossiccio  o  di  bruno:  talora  notasi  una  larga  macchia  nera  su  cia- 
scuno dei  lati  del  collo. 

Hanno  le  abitudini  delle  Alaudae,  e  come  lineile  sono  eccellenti  cantori;  se  ne 
conoscono  quattro  specie  distribuite  nei  paesi  circumuiediterranei,  verso  est  sino 
all'Africa  Centrale  ed  all'India  sud-occidentale. 


ai   Un  largo  spazio  nero  sui  lati  del  petto;  remiganti  &  esterne  strettamente  ter 
minate  ili  bianco. 

243.  Melanocorypha  calandra  (LlNNAEUS),  <  '«landra. 

|  TAV.    XX,   Bg.   2  |. 

Parti  superiori  eoi  centro  delle  penne  nero-scuro  ed  il  margine  grigio-lionato, 
che  tende  al  cenerino;  redini  e  largo  sopracciglio  ceciati;  gola,  una  grande  fascia 
sotto  la  regione  auricolare,  parte  media  del  petto,  addome  e  sottocoda  bianchi; 
lati  della  gola  con  macchiette  brunastre;  una  grande  macchia  nera  su  ciascuno 
dei  lati  del  collo;  alto  petto  bianco  ceciato,  con  numerose  macchie  a  goccia  scuro- 
nerastre;  fianchi  bruno-grigiastri;  remiganti  2°  bianche  all'apice-,  timoniera  esterna 
limisi  ilvl  tulio  bianca,  tranne  mi  Ini  fin  oblungo  bruno  nl/n  base  del  vessillo  interno,  In 
L>"  bianca  all'apice  e  sull'intero  vessillo  esterno  (mas.  ad.).  Macchie  sul  gastreo  più  pie 
cole,  e  di  un  tono  più  rossiccio  sulle  parti  superiori  [femm.  ad.).  Più  cupo  sulle 
parti  superiori,  le  cui  penne  sono  bianche  all'apice  e  (ulve  sul  margine;  le  mac- 
chie sul  gastreo  meno  distinte  Igiov.). 


246  viiw citologico 


Lunghezza  totale  0,m200;  becco  0,'"017;  ala  0,"'  130;  coda  0,'"068 ;  tarso  0,m028  ; 
unghia  del  dito  posteriore  0,'"017. 

Varia  molto  nelle  dimensioni  e  nell'intensità  della  tinta;  oltre  a  ciò  si  no- 
lani' anomalie  di  colorito  melamene,  albine  ed  isabelline. 

Abita  l'Europa  meridionale  e  le  regioni  d'attorno  al  Mediterraneo,  verso  esl 
sino  alla  Persia  ed  all'Afganistan ;  è  rara  nell'Europa  centrale  e  nella  settentrio- 
nale. In  Italia  è  stazionaria  ed  abbondante  sul  versante  Mediterraneo  della  parte 
centrale  e  nella  meridionale,  comprese  le  Isole;  scarsa  e  di  passo  alquanto  irre- 
golare nelle  Marcile  e  nella  Valle  Padana,  può  dirsi  accidentale  nelle  provincie 
nord-occidentali;  nel  Veneto  capita  quasi  ogni  anno  in  pochi  esemplari  nell'ottobre, 
nel  novembre  e  durante  l'inverno,  sembra  però  stazionaria  nell'Udinese;  nidifica 
in  aprile  e  nel  maggio. 

Un'altra  specie  la  M.  bimaculata  (Ménétriés)  o  Calandra  orientale  sarebbe 
Europea,  mostrandosi  nelle  estreme  regioni  orientali  (Caucaso),  ma  la  cosa  non 
è  del  tutto  sicura;  è  distinta  per  la  tinta  generale  più  rossiccia,  pel  mantello  più 
pallido,  ma  più  che  altro  pel  disegno  e  pel  colore  della  coda,  nella  quale  le  timo- 
niere hanno  una  grande  macchia  apicale  bianca  sul  vessillo  interno,  l'esterna 
non  è  del  tutto  bianca,  ma  somiglia  alle  altre  ed  è  bianca  soltanto  sul  vessillo 
esterno;  lo  Sharpe,  a  ragione,  dice  che  la  timoniera  laterale  della  M.  bimaculata 
assomiglia  alla  penultima  della  M.  calandra.  Probabilmente  la  M.  bimaculata  è  una 
semplice  sottospecie  della  M.  calandra.  Abita  l'Africa  nord-orientale  sino  alla 
Siria,  l'Asia  Minore,  il  Caucaso,  la  Persia  sino  all'Asia  centrale;  spingendosi  a 
Irkutsk  ed  a  Krasnojarsk,  e  verso  sud  all'Afganistan  ed  all'India  nord-occiden- 
tale (Sharpe). 

b)  Vinniaaifnt  nero  (maschio),  fianchi  striati  di  nero  (femmina);  remiganti  _'  esterne 
min  terminate  di  bianco. 

244.  Melanocorypha  yeltoniensis  (Forster),  Calandra  nera. 

[Tav.  XIX,  fig.   12]. 

Tutto  nero,  con  marginature  fulviccie  poco  distinte  sul  dorso  e  sui  fianchi; 
apice  delle  remiganti  brunastro  (mas.  ad.  in  prim.).  Tutte  le  penne  nere,  con  mar- 
nini  rossicci  (mas.  ad.  in  aut.).  Parti  superiori  bruno- ocracee,  col  centro  delle  penne 
più  scuro  e  macchiato  di  nero  sulla  cervice;  redini  e  sopracciglio  biancastri;  ga- 
streo  bianco,  fulviccio  sulla  gola  e  più  vivo  sui  fianchi;  davanti  del  collo,  petto 
e  lati  macchiati  di  nero  in  senso  longitudinale  o  triangolare,  le  dette  macchie 
più  fitte  e  longitudinali  sui  fianchi;  coda  bruno-scura,  coll'apice  grigio  e  con  margini 
rossicci  e  biancastri  sulle  laterali  (femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  o,'"190;  becco  0,n,016;  ala  0,u,130;  coda  0,'"071;  tarso  0,m023; 
unghia  del  dito  posteriore  0,'"01G. 

Abita  l'Asia  cenii  ale;  migra  d'inverno  nella  Russia  meridionale;  accidental- 
mente venne  presa  nel  Belgio  (Dubois)  e  ad  Helgoland  (Gàtlce).  Comparve  una  sol 
volta  in  Italia  nel  lso.s  in  Piemonte,  l'esemplare  non  venne  conservato,  ma  ne  esiste 
un  disegno  del  Bonelli  (R.  Museo  ili  Torini»  che  non  fu  mai  pubblicato;  un  sog- 
getto, che  dicesi  collo  nel  1868  presso  Sarzana,  proveniente  dalla  Raccolta  Magni- 
ti riffi,  è  nel  II.  Museo  di  Roma. 


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\  ri  \vi  I,    ORNITOl  OGH  "  2  17 


Genere  0T0C0RYS.  Bonaparte. 

Becco  piuttosto  corto,  appuntito,  subconico,  convesso  superiormente,  non  in- 
taccato,  colla  mandibola  inferiore  arcuata  all'in  su;  ali  lunghe  ed  appuntite  di  10 
penne,  la  la  primaria  minima,  spesso  mancante,  la  2:i  la  più  lunga,  la  4a  più  corta  <li 
parecchio;  coda  piuttosto  luuga  e  leggermente  forcuta;  tarso  più  lungo  del  dito 
mediano  con  unghia;  unghie  mediocri  e  poco  curvate,  quella  del  dito  posteriore 
(piasi  diritta  e  subeguale  al  dito  stesso. 

Testa  ornata  nei  maschi  ad.  di  un  ciuffetto  di  penne  allungate,  erigibili  sui 
lati  della  testa  sopra  ciascun  occhio. 

Hanno  le  abitudini  delle  Alaitdae.  Se  ne  conoscono  quindici  specie,  che  con 
altre  torme  abitano  le  parti  nordiche  delle  Regioni  Paleartica  e  Neartica  fino  al- 
l'Imalaia,  alla  subregione  Mediterraneo-Persica,  ai  confini  nordici  della  regione 
Etiopica,  giungendo  al  Messico  ed  a  Bogota  sul  lato  Americano. 

245.  Otocorys  alpestris  (Linnaeus),  Lodola  gola  gialla. 
[Philammus  alpestris  il..  J. 

[Tav.   XIX,   fig.    11  ]. 

Fronte,  largo  sopracciglio,  gola,  parte  posteriore  della  regione  auricolare,  l'ante- 
riore delle  guancie,  una  fascia  sotto  la  regione  auricolare  di  un  giallo-pallido;  redini. 
parte  anteriore  della  testa,  penne  attorno  e  sotto  gli  occhi,  un  largo  spazio  sulla 
parte  anteriore  della  regione  auricolare,  sino  alla  porzione  posteriore  delle  guancie. 
davanti  del  collo  e  un  grande  spazio  sull'alto  petto  di  un  nero-lucido;  nero  della  regione 
auricolare  diviso  da  quello  del  />ctt<>:  sul  sopracciglio  due  ciurt'etti  di  penne  erigibili 
allungate  nere;  nuca  bruno-vinata;  dorso  e  groppone  bruno-nerastri  nel  centro  cU  Ih 
-penne, bruno-rossigni  sui  lati  ed  all'apice, il  rossigno  più  vivo  sul  groppone;  cuopritrici 
alari  terminate  di  biancastro;  resto  delle  parti  inferiori  bianco-sudicio,  coi  fianchi 
lavati  di  bruno-rossigno  e  con  strie  centrali  scure,  indistinte  sui  medesimi;  timoniere 
centrali  bruno-vivaci,  le  altre  nerastre,  le  due  esterne  marginate  di  biancastro 
(mas.  ail.  in  prim.).  Tinte  più  cupe;  mancano  i  ciuffetti,  ed  il  nero  sulla  testa  é 
meno  esteso  (femin.  ad.).  Tinte  più  opache;  il  nero  della  testa  marginato  di  gial- 
letto,  quello  del  petto  di  bianchiccio;  tinte  gialle  meno  pure;  il  bianco  del  gastreo 
lavato  di  brunastro  sull'alto  petto  (ad.  in  aut.).  Parti  superiori  nerastre  sul  centro 
delle  penne,  col  bordo  brunastro,  lavato  di  rossigno  sulla  nuca  e  sul  sopracoda; 
coda  come  l'ad.; regione  auricolare  brunastra,  lavata  di  rossiccio;  sopracciglio  grigio- 
rossigno;  guancie  e  gola  bianco-giallette,  leggermente  lavate  di  brunastro;  sull'alto 
petto  una  macchia  nera  ristretta,  coll'apice  delle  penne  grigio-rossigno  (giov.).  Parti 
superiori  bruno-nerastre,  con  macchie  rotonde  bianco-f'ulviccie.  più  o  meno  ocracee 
(giov.  nel  1°  abito). 

Lunghezza  totale  0,'"1T5;  becco  0™012;  ala  0/"110;  coda  0,'"0iis:  tarso  0,m023; 
unghia  del  dito  posteriore  0,'"01i'. 

Abita  le  regioni  settentrionali  d'Europa  e  d'Asia,  sino  al  Mare  di  Ochotsk,  la 
Groenlandia  e  l'America  Artica:  migrando  verso  sud  nell'autunno.  In  Italia  è  specie 


2  |S  Ali.  \\  I  I.    ORNI  COLOGICO 


rara,  di  comparsa  irregolare  nell'autunno  e  nell'inverno;  capita  più  sovente  nel 
Veneto;  fu  colta  parecchie  volle  in  Liguria  ed  in  Toscana  ;  una  volta  nel  Napole- 
tano e  nella   Puglia  (maggio)* 

246.  Otocorys  penicillata  (Gould),   Lodo/a  (/ola  Umica  orientale. 

Assomiglia  alla   0.  alpestrù;  ma  le  parti  superiori  sono  più  pallide,   unifonni 

sul  ilorsi)  o  appena  striate  ili  inni,  le  colorazioni  gialle  della  testa  quasi  bianche; 
i  ciuffetti  laterali  della,  testa  molto  più  lunghi;  la  linfa  nera  del  petto  assai  più 
estesa  ni  unita  u  quella  della  regione  auricolare. 

Dimensioni  dell'O.  alpestris. 

Abita  la  Bulgaria,  la  Bosnia  e,  secondo  il  Brusina,  anche  la  Dalmazia,  le  parti 
sud  orientali  d'Europa  e  l'Asia  minore  sino  agli  Aitai  ed  al  Nord  della  Cina;  nel 
Tibet  vive  una  forma  più  pallida,  divisa  sotto  il  nome  di  0.  longirostris,  Moore. 
Questa  specie  non  comparve  mai  in  Italia. 

247.  Otocorys  bilopha  (Temminck),  Lodola  gola  bianca  algerina. 

l'arti  superiori,  coni  prese  lecuopritrici  alari, di  un  isabella  rossigno-vivace,  conco- 
lore ril  a  ni  fornir,  tinto  di  vinato  sulla  cervice;  remiganti  bruno-scure,  marginate  di  isa- 
bella-rossigno  e  sulla  la  remigante  primaria  di  biancastro;  coda  come  nell'c.  alpe- 
stris,  ma  le  timoniere  centrali  del  colore  delle  parti  superiori:  fronte,  sopracciglio, 
die  continua  fino  sulla  nuca,  parte  posteriore  della  regione  auricolare,  una  fascia 
ni  ili  sutto  della  stessa  e  gola  bilimbi  :  sul  sopracciglio  una  fascia  nera,  che  con- 
tinua sui  lati  della  nuca  in  due  ciuffetti  lunghissimi;  redini,  penne  sotto  l'occhio, 
parte  anteriore  della  regione  auricolare  ed  una  larga  fascia  semilunare  sulla  bassa 
gola  e  sul  davanti  del  collo,  neri;  il  nero  della  regione  auricolare  non  unito  a 
quello  della  gola  e  del  collo;  gastreo  bianco,  tinto  di  isabella-vinato  sui  fianchi: 
remiganti  bruno-scure,  marginate  di  isabella-rossigno,  la  la  primaria  biancastra 
sul  bordo  esterno  (mi.). 

Lunghezza  totale  0,m152;  becco  0,'"012;  ala  0,m096;  coda  0,m061  ;  tarso  0,m021  ; 
unghia  del  dito  posteriore  0,"'0<>7.~>. 

Abita  l'Arabia  e  l'Africa  settentrionale;  sembra  di  accidentale  comparsa  nel 
sud  della  Spagna.  ' 


Genere  AMMOMANES  ('),  Cabanis. 

Becco  abbastanza  forte,  lungo  e  subconico;  narici  rotonde;  ali  abbastanza 
lunghe,  la  1"  remigaute  primaria  corta,  ma  molto  più  lunga  delle  cuopritrici,  2a  più 
curia  della  IV,  He  la  massima;  coda  piuttosto  lunga  e  leggermente  smarginala; 
tarso  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia;  unghie  deboli,  poco  curvate  e  corte. 
eccetto  quella  del  dito  posteriore,  che  è  lunga  quanto  il  dito  stesso. 

Tinte  uniformi  grigie  più  o  meno  rossiccie  od  isabelline.  Somigliano  alle  Ca 


l'i  Per  le  sottospecie  del  gen.  .immolinone  vedi  Hartert,    Voti.  /•><>/.,  TV,  ]>)>.   L40-141,   1897. 


I'av.  32. 


1.  Beccaccia  di  mare  (ad.)-  2.  Beccaccia  di  mare  (giov.).  3.  Calidra  (ad.  in  abito  di  primavera).  4.  Calidra 
(giov.)  5.  Piovanello  maggiore  (ad.  in  abito  di  primavera).  6.  Piovanello  maggiore  (ad.  in  abito  d'autunno). 
7.  Piovanello  (ad.  in  abito  di  primavera).  8.  Piovanello  (giov.).  9.  Piovanello  pancia  nera  (ad.  in  abito  di 
primavera).  10.  Piovanello  pancia  nera  (ad.  in  abito  d'autunno).  11.  Piovanello  pancia  nera  (giov.).  12.  Gam- 
becchio nano  (ad.  in  abito  di  primavera).  13.  Gambecchio  nano  (ad.  in  abito  d'autunno).  14.  Gambecchio 
(ad.  in  abito  di  primavera).     15.  Gambecchio  (ad.  in  abito  d'autunno).     16.  Gambecchio  (giov.). 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


mi  xml    ORNITOLOGICO  '-'  l'( 


landrellae;  hanno  canto  abbastanza  melodico,  ma  monotono;  abitano  le  regioni  de- 
serte  e  sabbiose  della  Regione  Paleartica  meridionale,  dell'Etiopica  e  dell'Orientale. 

248.  Ammomanes  cinctura  (Gould),  Lodala  del  deserto  minore. 

Colorito  delle  parti  superiori  rossiccio-cenerognolo,  più  vivace  sul  groppone, 
col  centro  delle  penne  scuro  sulla  testa  e  più  deciso  sulle  cuopritrici  alari;  gola 
e  guancie  biancastro  rossiccie,  il  resto  del  gastreo  fulvo-isabellino,  con  piccole 
macchiette  brunastre  sul  petto,  rossigno-vivace  uniforme  sui  lati  e  sui  fianchi; 
remiganti  rossiccio-vivaci,  con  margini  più  chiari  sulle  26,  le  primarie  con  una 
grande  macchia  subapicale  nerastra;  timoniere  di  un  rossiccio-isabclla-vivace.  con 
una  larga  fascia  subapicale  nera,  incompleta  e  solo  estesa  sul  vessillo  interno 
delle  laterali;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  rossiccie  (ad.). 

Lunghezza  totale  0,m140;  becco  0,'"010;  ala  0,,n090;  coda  0,n,060 ;  tarso  0,n,020 ; 
unghia  del  dito  posteriore  0,"'007:">. 

Proporzione  dette  remiganti:  la  primaria  corta,  di  0,'"0051  più  corta  della  2a,  che 
è  di  poco  più  breve  della  3a  e  della  4a,  che  sono  le  più  lunghe. 

Abita  l'Arabia,  verso  est  sino  alla  Persia,  l'Africa  settentrionale  e  le  isole 
del  Capo  Verde.  In  Italia  è  accidentale  a  Malta,  ove  venne  trovata  dal  Wright 
nell'aprile  1867  (Coli.  Dresser);  sembra  che  un  altro  soggetto  vi  sia  stato  colto 
dallo  Schembri,  ma  ciò  non  è  sicuro. 

Una  specie  affine  VA.  deserti  (Lichtenstein)  o  Lodola  del  deserto  fu  citata  pella 
Spagna  e  pel  Portogallo  (Degland  éb  Gerbe),  pella  Grecia  i  Ti  'tinnititi  ;e  Von  der  Muhle) 
e  pelle  Cicladi  (Erhardt),  ma  nessuna  di  tali  notizie  è  sicura;  il  Cara  l'elencò 
pella  Sardegna  su  varietà  isabelline  dellM.  arvensis  (fide  Salvadorii,  il  Wright  per 
Malta  su  di  un  esemplare  posseduto  dallo  Schembri  e  che,  come  dissi,  facilmente 
apparteneva  all' A.  tintinni;  sicché  la  Lodola  del  deserto  è  da  escludersi  per  ora 
dalla  lista  Europea.  Essa  è  di  statura  maggiore  dell'ai,  cinctura,  ha  le  parti  supe- 
riori brunastro-cenerognole,  tinte  di  fulviccio-vinato,  più  vivace  sul  groppone;  ga- 
streo bianco,  tinto  di  rossiccio  sull'addome  e  sui  fianchi;  la  proporzione  delle  re- 
miganti è  differente;  le  timoniere  sono  meno  rossiccie  e  non  hanno  la  banda  nera 
subapicale;  abita  il  Nord  dell'Africa,  la  Nubia  e  l'Abissinia. 

Una  specie  del  gen.  Alaemon,  Keyserling  &  Blasius,  VA.  alaudipes  (Desf.),  com- 
parve più  volte  nei  Cataloghi  Europei,  ma  le  notizie  sono  malsicure  per  ammet- 
terla; abita  i  distretti  sabbiosi  dell'Africa  settentrionale  e  dell'Asia  occidentale; 
fu  citata  peli' Andalusia  [Schlegel),  pella  Francia  meridionale  (Degland  &  Gerbe,  Bar- 
thelemy-Lapommeraye),  pella  Grecia  (Von  der  Miihle  e  Lindermayer),  per  Candia 
(Cabanis)  pella  Sicilia  e  pella  Provenza  (Malherbe);  ma  prima  ancora  il  Bonaparte 
ed  il  Temminck  la  dissero  colta  in  Sicilia,  cosa  negata  recisamente  dal  Benoit  e 
dal  Doderlein. 


Genere  CHERSOPHILUS,  Sharpe. 

Becco  lungo  quanto,  e  più  della  testa,  sottile,  curvato  e  discretamente  forte, 
tanto  alto  che  largo  all'altezza  delle  narici;  narici  ovali;  la  remigante  primaria 
corta,  meno  di  metà  del  tarso  e  più  lunga  delle  1"  cuopritrici;  coda  discretamente 

Atlante  ornitologico.  32 


250  ATI.  \MT.    OKN1TOLOGICO 


lunga  e  quasi  quadrata  ;  unghie  corte  e  leggermente  curvati',  forti  ed  ottuse,  quella 
del  dito  posteriore  subeguale  al  dito  stesso. 

Abitano  le  località  sabbiose  e  deserte;  cantano  poco  melodiosamente;  le  uova 
sono  bianco-sudicie,  macchiate  a  vario  disegno  di  bruno.  Una  sola  specie,  con 
una  sottospecie  compongono  questo  genere. 

249.  Chersophilus  Duponti  (Vieillot  .  Lodola  del  Thvpont. 

Parti  superiori  bruno-rossiccie  o  biancastre  sul  margine  delle  penne,  col  centro 
delle  stesse  nerastro,  quelle  della  cervice  di  egual  disegno,  col  margine  bianchiccio, 
che  forma  una  stria  longitudinale  sul  centro  della  testa;  redini  e  stretto  soprac- 
ciglio bianco-rossicci;  una  stria  scura  sui  lati  della  gola,  che  parte  dalla  base 
del  becco:  gola  bianco-pura;  gastreo  isabella-rossiccio-immacolato  sull'addome  e 
sul  sottocoda,  con  piccole  macchiette  brunastre  sulla  bassa  gola  e  sul  petto,  queste 
macchiette  poco  distinte  sui  fianchi;  timoniere,  le  due  centrali  bruno- rossiccie,  col 
centro  delle  penne  nerastro,  le  laterali  bruno-scure,  col  margine  più  chiaro,  la  la- 
terale bianca,  con  uno  spazio  obliquo  scuro  alla  base  del  vessillo  interno,  la  pe- 
nultima col  solo  bordo  biancastro  (ad.).  Parti  superiori  con  margini  isabella-chiari: 
le  macchie  sulle  parti  inferiori  più  cospicue,  basso  addome  e  sottocoda  lavati  di 
gialletto  {gioì:). 

Lunghezza  totale  0,'"188;  becco  0,'"025;  ala  0,m100;  coda0,"071;  tarso  0,n'0i':!: 
unghia  del  dito  posteriore  0,'"0096. 

Abita  il  Sahara  Algerino  ed  il  sud  della  Spagna.  Venne  citata  pella  Spagna 
anzitutto  dal  Degland  &  Gerbe  e  tale  notizia  è  esatta,  ma  non  sembrano  del  pari 
attendibili  quelle  riguardanti  la  sua  comparsa  nella  Francia  meridionale  (Degland 
&  Gerbé),  nella  Provenza  (Roux)  (sebbene  non  è  certo  che  la  A  In  min  ferruginea  del 
Roux  sia  la  presente  specie),  nella  Grecia  (Voti  der  Muhle)  ed  in  Sicilia  (Malherbe). 
Il  Giglioli  possiede  un  soggetto,  che  sarebbe  stato  ucciso  nel  novembre  1900  a 
Piombino  in  Toscana  (B.  Museo  ili  Firenze). 

Una  forma  simile  vive  nel  Portogallo  lungo  la  riva  del  Tago  ;  essa  fu  distinta 
dal  Bocage  sotto  il  nome  di  C.  Duponti  var.  lusitanica,  è  più  piccola  del  C.  Du- 
ponti, di  tinta  grigiastra  sulle  parti  superiori;  penne  del  dorso  e  cuopritrici  alari 
con  larghi  margini  bianchi;  petto,  gola  e  fianchi  con  grandi  e  fitte  striscie  bruno- 
nerastre.  Lunghezza  totale  0,™139;  becco  0,'"021;  ala  0,m097;  coda  0,'"060;  tarso  0,m027; 
unghia  del  dito  posteriore  0,'"0090. 


Sezione  OSCINES  CONIROSTRES  -  Passeracei  conirostri. 


Becco  più  corto  della  testa,  conico,  talora  un  po'  compresso,  alle  volte  intac- 
cato; narici  più  o  meno  coperte  di  piume  setolose  e  corte,  dirette  in  avanti;  ali 
mediocri,  un  po'  allungate,  colla  1"  remigante  primaria  sempre  una  delle  più  lunghe 
e  rarissimamente  spuria;  piedi,  di  solito,  abbastanza  robusti. 

Sono  piccoli  uccelletti,  o  di  mole  relativamente  piccola;  granivori  o  baccivori, 
ma  si  nutrono  anche  d'insetti,  specialmente  durante  l'epoca  nella  quale  allevano 


vii  \sn     ORNITOLOGICO  251 


i  pulcini;  sono  in  gran  parte  migratori  e  cosmopoliti;  amano  i  boschi  e  le  località 
alberate  e  nidificano  in  gran  parte  sugli  alberi,  tra  i  quali  vivono.  Una  famiglia 
con  quattro  sottofamiglie  sono  rappresentate  in  Europa. 


Fami.; lia  FR1NGILLIDAE,  Fringillidi. 


Becco  più  o  meno  del  tutto  conico,  forte,  più  corto  della  testa,  più  o  meno 
convesso  e  talora  così  contratto,  che  i  margini  sono  in  parte  concavi,  questi  sono 
interi  o  intaccati  e  le  mascelle  diritte  o  incrociate;  talora  vi  sono  setole  alla 
base  del  becco  e  qualche  volta  anche  molto  sviluppate:  narici  esposte,  o  coperte 
di  ciuffi  di  penne  rivolte  in  avanti;  ali  variabili,  di  solito  lunghe  ed  appuntite, 
di  9 primarie  distintamente  visibili;  coda  pure  variabile,  sempre  di  12  penne:  piede 
Oscino,  tarso  nudo,  abbastanza  robusto,  scudettato  sul  davanti,  lamellato  sui  lati 
e  posteriormente,  ove  forma  un  margine  tagliente;  dito  esterno  unito  alla  base  col- 
l'interno. 

Questa  famiglia,  composta  di  500  specie,  è  cosmopolita,  però  manca  nella 
Regione  Australiana,  ove  è  surrogata  da  quella  alfine  dei  Plocenli  l'itu-tnliir  .  Hanno 
muta  autunnale  semplice,  l'abito  primaverile  è  assunto  per  muta  ruptila  e  per  un 
rinforzamento  nell'intensità  del  colore;  i  giovani  sono  più  macchiati  e  più  striati 
dell'adulto,  ma  mutano  tale  abito  tosto  nel  primo  autunno;  sono  granivori,  ma  si 
nutrono  anche  di  semi,  di  frutta  e  di  sostanze  vegetali  molli  di  vario  genere,  come 
pure  nutrono  sempre  la  prole  d'insetti;  vivono  a  coppie,  e  si  riuniscono  in  grandi 
stuoli  al  tempo  delle  migrazioni  o  nell'inverno;  di  solito  sono  migratori;  il  canto 
in  alcune  specie  è  melodioso;  nel  gran  numero  dei  casi,  se  le  tinte  sono  poco 
brillanti,  allora  i  sessi  sono  quasi  eguali  od  eguali,  se  le  tinte  sono  vivaci,  i  sessi 
si  presentano  differenti;  costruiscono  i  loro  nidi,  di  solito  poco  eleganti,  sugli  alberi 
tra  i  quali  vivono. 

Quattro  sottofamiglie  sono  rappresentate  in  Europa;  ho  seguito  la  classifica- 
zione ed  i  caratteri  dati  dallo  Sharpe,  aggiungendo  la  sottofamiglia  Loxiihae. 


Sotti  (Famiglia  KMBERIZINAE,  Kinl»  rlxini. 

Ossa  nasali  non  sporte  al  di  là  della  linea  anteriore  dell'orbita:  margini  ta- 
glienti della  mandibola  non  contermini,  ma  che  lasciano  un'apertura  distinta  sul 
margine  del  becco  chiuso,  angolo  della  mandibola  al  mento  molto  acuto  e  marcato; 
in  molti  generi  osservasi  sul  palato  una  protuberanza  dura,  cornea,  saliente  e  più 
o  meno  convessa. 

Questa  sottofamiglia  è  largamente  distribuita  nell'America  settentrionale  e 
meridionale  e  nel  Mondo  Antico;  manca  nella  Malesia,  nell'Oceania  e  nell'Au- 
stralia. 


252 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Genere  CALCARIUS,  Bechsteix. 


Becco  duro,  conico,  rigonfio  all' indietro,  mediocre,  con  la  mandibola  superiore 
a  spigolo  un  po'  concavo,  alta  quanto  l'inferiore  e  non  più  larga  della  stessa,  coi 
bordi  di  entrambe  fortemente  rientranti  e  quelli  dell'inferiore  sinuati;  palato  senza 

tubercolo   rilevato;   narici   basilari,   ovali, 
«  '■  poste  molto  vicine  allo  spigolo  del  becco, 

a  metà  nascoste  da  piccole  penne  ;  ali 
mediocri,  appuntite,  la  (l)  e  2a  primarie 
le  più  lunghe,  4:i  assai  più  lunga  della 
5a  ;  coda  piuttosto  lunga  e  leggermente 
forcuta;  tarso  lungo  circa  quanto  il  dito 
mediano    con    unghia,   scudettato    sul  da- 

Cranio  di  Emìeriea. 

a)  visto  dal   disopra.  rt 

b)  visto  lateralmente 


Cranio  di   Pringilla. 

a)  visto  dal  disopra 

b)  visto  lateralmente. 


(da  Sharpe). 


Cranio  di    Cocoothraustes. 

u)  visto  dal  disopra. 
b)  visto  lateralmente. 


vanti  e  coperto  sui  lati  da  una  lamina,  che  nella  parte  posteriore  forma  un  margine 
tagliente;  unghie  dei  diti  anteriori  corte  e  leggermente  curvate,  la  posteriore  quasi 
diritta  e  più  lunga  del  dito  stesso. 

I  sessi  sono  differenti  inter  se,  gli  adulti  hanno  un  collare  nucale  ed  i  giovani 
somigliano  alle  femmine  d'autunno;  il  piumaggio  è  scuro  e  piuttosto  molle;  una 
sola  specie  abita  l'Europa. 

Si  conoscono  tre  specie  di  questo  genere,  che  abitano  le  parti  boreali  del- 
l'Europa, dell'Asia  e  dell'America.  Camminano  come  le  Allodole  e  non  saltellano 
come  i  veri  Zigoli,  e  come  quelle  cantano  abbastanza  melodiosamente,  innalzan- 
dosi nell'aria;  hanno  più  abitudini  terrestri  che  arboree;  si  nutrono  di  grani,  di 
semi  e  talora  anche  d'insetti;  il  loro  nido  è  rozzo  e  depositano  uova  di  un  bianco- 
sudicio,  macchiate  di  lilla  e  di  bruno- rossiccio. 


(')  Secondo  alcuni  Autori  esisterebbe  una  penna   spuria   all'atto   piccolissima,   che  io  non   ho  notato, 
quindi  per  la  1"  primaria  s' intende  la  normale  2a. 


\  1 1  INTE    ORNITOI  ouico  253 


250.  Calcarius  lapponicus    Linnaeus  .  Zigote  di  Lapponia. 

[  Plectrophanes  lapponicus   L.)]. 
[  Tav.  20,  lig.  3  ]. 

Remiganti  secondarie  sempre  scure;  code  .-rum,  colla  timoniera  esterna  in  <jrmi  parte 
bianca;  unghia  dei  dito  posteriori   '/nasi  diritta,  più  lunga  del  dito  stesso. 

Testa,  lati,  gola  e  collo  nero-lari,//,-  un  sopracciglio  bianco-gialletto,  molto  largo 
dopo  l'occhio  e  che  discende  sui  lati  del  collo,  marginando  la  tinta  nera;  un  largo 
collare  rossa-'  astagno  sulla  ama:  parti  superiori  nere  nel  centro  delle  penne,  castagno- 
rossiccie  sui  lati;  gastreo  bianco,  con  due  macchie  nere  sui  lati  del  petto  ed  i  fianchi 
striati  di  nero;  ali  marginate  di  cocciola  pallido;  timoniera  esterna  ingrati  parte  bianca 
(mas.  ad.  in  pria>.\.  Parti  superiori  nere,  con  larghi  margini  apicali  bianchi  o  bianco- 
rossigni;  sopracciglio  ceciato-rossigno ;  collare  poco  appaiente  e  largamente  margi- 
nato di  biancastro;  fascie  nere  dei  fianchi  marginate  di  rossiccio  [mas.  ad.  in  aut.). 
Mancano  le  tinte  nere  della  testa  ed  il  collare  è  quasi  invisibile,  macchiato  di  nero  e 
terminato  di  rossigno;  gola  e  lati  della  testa  di  un  fulvo-opaco,  con  macchie  nerastre; 
petto  nero,  rossigno  all'apice  delle  penne;  margini  del  dorso,  delle  ali  e  della  coda 
più  larghi  e  bruno-rossicci  Ifemm.  ad.).  Più  opaco  di  tinta;  collare  mancante  del 
tutto  e  cosi  le  tinte  nere  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"150;  becco  0,'n009;  ala  0,'"096;  coda  0,'"060;  tarso  0,ra021; 
dito  posteriore  0,'"012,  unghia  dello  stesso  0,'"019. 

Abita  le  parti  boreali  d'Europa,  d'Asia  e  d'America;  sverna  in  Asia  sino  al 
30°  di  N.  lat.,  nella  Cina  e  in  America  sino  al  Kansas  ed  al  Colorado;  e  mentre  le  sue 
apparizioni  non  sono  regolari  nell'Europa  centrale,  si  può  dire  accidentale  al  di  qua 
delle  Alpi.  In  Italia  è  specie  di  comparsa  irregolare  nel  Veneto  e  credo  anche 
nel  resto  delle  parti  settentrionali  (Lombardia  e  Piemonte),  accidentale  altrove; 
comparve  in  Liguria,  in  Toscana  e  nelle  Marche,  da  dove  ne  ebbi  uno  nel  maggio 
1883.  Dall'Italia  superiore  in  11'  anni  ne  raccolsi  trenta  esemplari  presi  nell'au- 
tunno e  nell'inverno,  cioè  da  novembre  a  febbraio. 


Genere  PLECTROPHENAX  ('),  Stejneger. 

Simile  al  precedente,  ma  distinto  pei  seguenti  caratteri: 
Mandibola  superiore  con  lo  spigolo  convesso,  e  più  stretta  dell'inferiore,  coi 
bordi  di  entrambe  fortemente  rientranti;  narici  quasi  del  tutto  coperte  di  penne, 
base  del  becco  fittamente  piumata;  ali  lunghe,  che  giungono  quasi  all'apice  della 
coda;  coda  moderata;  unghia  del  dito  anteriore  alquanto  lunga  e  curvata,  quella 
del  posteriore  curvata  ed  eguale  o  subeguale  al  dito  stesso. 


(')  Siccome  tanto  il  nome  di  l'Icctrophanes,  Meyer  (1810),  quanto  quello  di  Ciìdrophantx,  Kaup  1 1  s Lì 0 
furono  adoperati  invariabilmente  pello  Zigolo  di  Lapponia  e  pello  Zigolo  della  neve,  mentre  questi  due 
Zigoti  meritano  rango  specifico  distinto,  cosi  adottai  il  nome  di  Plectrophenax  proposto  dallo  Stejneger 
(1882)  pello  Zigolo  della  neve.  Gray  poi  dico  che  1"  Emberiza  nivali*  servì  a  Linneo  di  tipo  del  gen. 
Emberisa,  quando  scrisse  il  suo  classico  Syttema  Naturae,  ed  intatti  essa  porta  il  N.  1  tra  le  Emberitae 
(ci'r.  Linnaeus,  Syil.  Nat.,  1,  pag.    176,  1758;. 


254  atlanti:  ohm  i<>i  <>  <.!.■■■ 


Piumaggio  molle,  pallido,  bianco  e  nero  negli  adulti  ;  due  specie  compongono 
questo  genere,  una  delle  quali,  il  P.  hyperboreus,  Ridgway,  si  trova  solo  nell'Alaska 


e  nelle  regioni  boreali  d'America. 


251.  Plectrophenax  nivalis  (Ltnnaeus),  Zigolo  dilla  neve, 

[  Plectrophanes  nivalis  (L.),  Calcarius  nivalis  (L.)]. 

[Tav.  20,  tig.  4  e  5]. 

Remiganti  secondarie  bianche  del  tutto  (ad.)  od  alla  base  soltanto  (giov.);  sei  delle 
timoniere  centrali  nere,  marginate  anche  all'apice  ili  bianco,  le  tre  esterne  da  ogni  lato 
bianche,  con  ano  spazio  nero  all'apice  del  vessillo  estinto:  unghia  del  dito  posteriore  al- 
lungata, annata,  subeguale  al  dito  stesso. 

Dorso,  scapolari  e  groppone  nero-lucidi;  ala  bastarda,  grandi  cuopritrici  delle 
ali  e  remiganti  2°  interne  nere;  le  le  nere,  col  terzo  dalla  base  bianco;  timoniere 
nere,  col  margine  e  l'apice  biancastri;  le  tre  esterne  bianche,  con  una  piccola  mac- 
chia nerastra  sul  vessillo  esterno;  testa  e  tutto  il  resto  di  un  bianco-niveo  {mas.  ad. 
in  prim.).  Testa  lavata  di  rugginoso;  tinte  nere  terminate  di  grigiastro;  cuopritrici 
alari  bruno-nerastre,  terminate  di  bianco;  sopracciglio  e  gastreo  di  un  bianco-sudicio 
{fé  in  ai.  mi.  in  prim.).  Testa  tutt'attorno  rugginosa,  sopracciglio  bianco;  penne  del  dorso 
e  del  groppone  nere  e  bianche,  più  o  meno  rugginose  sul  margine  ed  all'apice;  ga- 
streo bianco,  con  una  fascia  rugginosa  da  una  spalla  all'altra,  non  sempre  presente; 
il  grande  spazio  bianco  sull'ala  lavato  di  rugginoso  {ad.  in  aut.).  Testa  nerastra 
alla  base  delle  penne,  fortemente  lavata  di  rossigno  all'apice;  sopracciglio  rossastro 
indistinto;  parti  superiori  nere  sul  centro  delle  penne,  con  larghe  marginature 
rossiccie;  tinte  chiare  della  coda  lavate  di  rossiccio;  regione  auricolare  rossigno- 
vivace  ;  gastreo  di  egual  colore  sulla  fascia  del  petto,  sulla  gola  e  sui  fianchi,  bian- 
castro nel  basso  petto  e  sul  centro  dell'addome;  cuopritrici  nerastre,  terminate 
largamente  di  bianco,  alcune  delle  medie  2e  bianche,  con  una  macchia  scura  al- 
l'apice (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"170;  becco  0,'"010;  ala  0,'"109;  coda  0,m063;  tarso  0,,n022; 
dito  posteriore  0,'"019,  unghia  dello  stesso  0,'"018. 

È  specie  piuttosto  variabile  di  colorito,  ma  sempre  riconoscibile  pelle  remi- 
ganti 2e  bianche  del  tutto  (ad.),  o  solo  alla  base  (giov.).  Va  raramente  soggetta  al- 
l'albinismo. 

Abita  le  parti  Artiche  d'Europa,  d'Asia  e  d'America;  migrando  d'autunno 
verso  il  sud  sino  alle  regioni  Mediterranee  d'ambo  i  lati  ed  alle  Azzorre,  al  Tur- 
chestan,  alla  Cina  settentrionale  ed  alla  Georgia.  In  Italia  è  specie  di  comparsa 
irregolare;  giunge  più  facilmente  (piando  il  freddo  è  intenso,  ma  è  piuttosto  rara 
principalmente  nelle  provincie  meridionali,  fu  perù  presa  un  po'  ovunque,  eccetto 
in  Sardegna  (')  edin  Corsica.  Ne  ebbi  anche  d'estate  cioè,  uno  nell'agosto  1884  e 


(')  Nello  Bcorso  autunno  (1SI01)  due  esemplari  dello  Zigolo  della  neve  sarebbero  stati  comperati 
sul  mercato  di  Cagliari  l'uno  dal  Bonomi,  l'altro  dal  Meloni.  Furono  colti  alle  reti  nel  piauo  di 
San  Sperato  presso  Cagliari  in  due  successivi  giorni  e,  per  l'interessamento  del  Prof.  Mazza,  vennero 
ceduti  al  E.  Museo  Zoologico  di  quella  cilta,  ove  la  specie  non  era  rappresentata  da  alcun  esemplare 
(Monomi,   I'.,  in   KW.). 


ATLANTE    Ol;\ .U"  255 


due  nel  maggio  dal  Piemonte  (Moncenisio  e  dal  Veneto  (Alpi).  Nidifica  nella  Scozia 
e  nelle  terre  Artiche,  e  gli  asserti  circa  la  sua  riproduzione  in  regioni  meridionali 
devono  riferirsi  alla  Montifringilla  nivalis  (Linnaeus  . 

Il  P.  hyperboreus  tu  citato  dal  (ìould  sull'autorità  del  Temminck,  come  colto 
in  Islanda,  ma  la  notizia  non  venne  confermata. 


Genere  MILIARIA,  C.  L.  Bbehm. 

Distinto  dal  gen.  Calcarius  pei  seguenti  caratteri: 

Becco  grosso,  piuttosto  curvato  all'in  su  nella  mandibola  inferiore,  specialmente 
sulla  gonide,  mandibola  superiore  un  po'  meno  alta  dell'inferiore,  coi  bordi  di  en- 
trambe fortemente  rientranti;  palato  fornito  di  un  tubercolo  molto  sviluppato;  ali 
acute,  piuttosto  corte  e  poco  appuntite;  coda  mediocre  e  leggermente  forcuta;  tarso 
di  solito  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia. 

Tinte  terree;  sessi  simili;  piumaggio  rado;  statura  abbastanza  elevata. 

La  specie  di  questo  genere  e  degli  affini  (Emberizae,  lùtspixae,  etc.)  abitano 
i  boschi  ed  i  giardini  o  i  distretti  aridi  o  quelli  paludosi  ed  hanno  abitudini  ar- 
boree; non  camminano  come  le  specie  dei  due  generi  precedenti,  ma  saltellano; 
le  uova  variano  nella  tinta  di  fondo  dal  bianco-rossiccio  al  bianco-grigio,  al  grigio- 
fulvo,  con  macchie  di  differente  forma  brunastre,  o  talvolta  con  lineette  tortuose 
scure. 

252.  Miliaria  calandra  (Linnaeus)  ('),  Strillozzo. 
|  Miliaria  europaea,  Sw.,  M.  projer  (P.  L.  S.  Miii.i..)]. 

[Tav.  XX,  tìg.  6  e  Tav.  XLIX.  Hg.  SO]. 

Penne  delle  parti  superiori  (pigio-olivastre,  con  una  macchia  centrale  nerastra, 
meno  distinta  sul  groppone:  parti  inferiori  bianco-ceciate,  con  macchie  nerastre 
triangolari,  scarse  sulla  gola  e  più  numerose  sul  petto  e  sul  davanti  del  collo,  al- 
lungate e  numerose  sui  fianchi;  ali  e  coda  nerastre  unicolori,  con  margini  lionato- 
ceciati,  qua  e  là  olivastri  {ad.  in  prim.).  Tinta  marginale  chiara  delle  parti  supe- 
riori più  pallida,  sicché  la  nera  appare  più  distinta:  il  ceciato  del  gastreo  tende 
al  gialletto-fulvo;  le  macchie  della  gola  sono  più  distinte  (ad.  in  aiit.  e  giov.). 

Lunghezza  totale  da  0,m180  a  0,,n200;  becco  0,'"014;  ala  da  0,'"088  a  0,m100; 
coda  da  0,n,072  a  0,m079;  tarso  0/"026. 

Questa  specie  varia  assai  nelle  dimensioni  da  individuo  a  individuo,  e  non 
sono  rare  le  anomalie  di  colorito,  specialmente  quelle  albine. 

Abita  l'Europa,  più  che  altro  le  parti  centrali  e  meridionali,  l'Africa  settentrio- 
nale e  le  Canarie,  estendendosi  verso  est  sino  al  Caucaso  ed  al  Turchestan;  sembra 
che  quelli  che  abitano  le  regioni  orientali  siano  di  tinta  più  pallida  degli  occidentali. 
In  Italia  è  uccello  sedentario,  comune  e  molto  abbondante,  non  pochi   migrano 


(')  Emberiza  calandra,  Linnaeus,  8ytt.  Sai.,  I.  pag.   176  (  1 T ."i H  ;  E.  miliaria,  Linnaeus,  Sytt.  Xat., 
I,  pag.  308  (1766J. 


256  ATI.  \  N  I  i     ORNI  COLOGH  0 


nell'autunno  dalle  provincie  settentrionali.  11  passo  ha  luogo  dal  settembre  al  no- 
vembre e  nell'aprile.  Nidificano  d'aprile  e  di  maggio. 


Genere  EUSPIZA,  Bonapaete. 

Becco  allungato,  compresso  verso  l'apice,  elevato  a  commessura  obliqua,  rigonfio 
al  di  sopra  delle  narici;  palato  liscio  o  poco  convesso;  narici  in  gran   parte  esposte 
ali  piuttosto  corte;  coda  grande,  ampia,   unicolore,   appena    forcuta;   unghie   me- 
diocri, poco  curvate,  quella  del  posteriore  più  corta  del  dito  stesso. 

Sessi  differenti,  giovani  simili  all'abito  della  femmina  adulta. 

Parecchie  specie  compongono  questo  genere,  due  delle  quali  nidificano  nel- 
l'Europa e  due  nella  regione  Neartica  settentrionale. 

253.  Euspiza  melanocephala  (Scopoli),  Zigolo  capinero. 

[Passerina  melanocephala  (Scop.   |. 
[Tav.  XX,  fig.  7]. 

Testa  e  regione  parotica  di  un  nero-puro,  talora  con  margini  cenerognoli,  spe- 
cialmente d'autunno;  parti  superiori  di  un  marrone-chiaro,  colle  penne  terminate 
di  cenerognolo,  che  si  fa  aranciato  sul  basso  dorso,  sul  groppone  e  sul  sopracoda; 
intero  gastreo  ed  una  fascia  sui  lati  del  collo,  che  sale  fino  alla  nuca,  di  un  giaUo- 
canarino-vivace,  con  una  macchia  sui  lati  del  petto  ed  i  fianchi  di  un  castagno- 
marrone  /mi forme  e  ne n\ a  strie  scure;  ali  nerastre,  con  larghi  margini  bianco-bru- 
nastri  (mas.  ad.).  Testa  bruna,  con  strie  nere;  dorso  e  groppone  di  un  castagno-pallido 
e  uniforme,  seminascosto  dagli  apici  cenerognoli  delle  penne;  cuopritrici  superiori 
della  coda  lavate  di  gialletto,  le  inferiori  gialle;  gastreo  bianchiccio,  isabellino- 
gialletto  sull'addome  (femm.  ad.  e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,m180;  becco  0,"'0ir>;  ala  0,'"100;  coda  0,'"078;  tarso  0,m022. 

Abita  l'Europa  sud-orientale,  la  Germania  meridionale  e  la  Francia  meridio- 
nale; si  spinge  verso  ovest  sino  all'India  nord-occidentale  e  centrale,  ove  anche 
sverna.  In  Italia  è  specie  estiva  e  non  molto  rara  in  alcune  località  del  litorale  Adria- 
tico presso  Ancona,  nel  Barese  e  nel  Veneto  (Verona  e  Friuli),  capita  sovente  nel 
Nizzardo  e  nella  Liguria,  comparve  anche  in  Sicilia  e  nel  Piemonte;  ma  è  sempre 
uccello  piuttosto  raro.  È  estivo  e  comune  in  Dalmazia  e  nell'Istria.  Nidifica  nel 
maggio;  ed  in  passato  era  più  frequente  nei  luoghi  suddetti  del  versante  Adria- 
tico, almeno  pel  Veneto. 

254.  Euspiza  aureola  (Pallas),  Zigolo  dal  collare. 
L  Passerina  aureola  Hall.)]. 

Testa  e  parti  superiori  di  un  marrone-intenso,  col  centro  delle  penne  del  dorso 
nero  ed  il  margine  cenerognolo;  sopracciglio  cenerognolo-scuro  indistinto;  fronte,lati 
della  faccia,  regione  auricolare,  mento  e  gola  nere;  resto  del  gastreo  giallo-vivace, 
con  una  stretta  fascia  marrone  da  una  spalla  all'altra;  basso  addome  e  sottocoda 
biancastri;  fianchi  striati  di  nerastro-rossigno;  piccole  cuopritrici  delle  ali  grigio- 


Tav.  33. 


1.  Combattente  (cf  ad.  in  abito  di  primavera).   2.  Combattente  ($).   3.  Piro-piro  piccolo.   4.  Piro-piro  culbianco. 
5.  Piro-piro  boschereccio   (ad.  in  abito  di  primavera).     6.  Piro-piro  boschereccio   (ad.  in  abito  d'autunno). 
Pettegola  (ad.  in  abito  di  primavera).    8.  Pettegola  (ad.  in  abito  d'autunno).    9.  Totano  moro  (ad.  in  abito 
li  primavera).     10.  Pantana  (ad.  in  abito  di  primavera).     11.  Pantana  (ad.  in  abito  d'autunno). 

Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


vii.  \s  1 1    OENl  i n  '•  257 


nerastre,  le  lucilie  bianche,  che  t'ormano  une  spazio  distintissimo  sull'ala  (mas.  ad.). 
Parti  superiori  bruno-grigiastre,  con  strie  nerastre  sul  centro  delle  penne,  testa 
con  una  fascia  centrale,  longitudinale  bruno-pallida  e  leggermente  fulviccia;  gastreo 
gialliccio-biancastro  sulle  guancie,  sulla  gola,  sull'addome  e  sul  sottocoda:  [ietto 
e  fianchi  con  strie  numerose  longitudinali  n<  rastre;  cuopritrici alari  mediane  nerastre, 
terminate  di  bianco,  che  forma  una  fascia  sull'ulti  (femm.  ad.  e  yiov.). 

Lunghezza  totale  0,'"150;  becco  u.'iMO;  ala  0,'"080;  coda  0,m055;  tarso  0,""021. 

Abita  la  Russia  settentrionale  verso  est  sino  al  Kamciatka;  sverna  nella 
Cina,  neh"  Imalaia  e  nell'India  nord-occidentale,  arrivando  talora  nell'Europa 
sud-orientale.  In  Italia  è  specie  affatto  accidentale,  presa  almeno  sette  od  otto 
volte,  cioè  uno  venne  colto  nel  1846  presso  Brescia  (Lanfossì),  un  secondo  in  Li- 
guria [Museo  Civico  ili  (lenoni),  due  nel  Nizzardo  e  sono  i  tipi  AéH'Emberiza  Selysi, 
Verany  (uno  di  essi,  maschio  semi-ad.,  è  nel  R.  Museo  di  Firenze),  uno  a  Sarzana 
in  Liguria  nel  novembre  1878  {Coli.  Magni-Griflì,  sarebbe  ora  nel  R.  Museo  di  Roma 
colla  data  1878,  Spezia;  probabilmente  è  lo  stesso  esemplare),  il  sesto  nell'ot- 
tobre 1894  sul  Padovano  (mia  Collezione),  il  settimo  nel  settembre  1898  presso  Ro- 
vereto (Museo  Civico  di  Rovereto),  poi  il  Sig.  Vallon  mi  diceva  di  possedere  un  giovane 
di  questa  specie  comprato  sul  mercato  di  Udine  nel  settembre  1901,  e  finalmente 
anch'io  ebbi  recentemente  un  giovane  individuo  colto  alle  reti  nel  novembre  1901 
sul  Padovano  e  gentilmente  favoritomi  dal  Nob.  Signor  Eugenio  Crema. 

255.  Euspiza  luteola  (Sparrman  ,  Zigolo  dalla  testa  aranciata. 

Cervice  e  nuca  giallo-aranciate;  dorso  e  groppone  oliva-gialli,  colle  penne  del 
dorso  nerastre  sulla  linea  centrale;  redini,  regione  oftalmica  ed  auricolare,  gola 
e  davanti  del  collo  di  un  giallo-castagno;  resto  delle  parti  inferiori  di  un  giallo- 
vivace;  ali  e  coda  bruno-cupe,  con  margini  bianco-isabellini  (mas.  ad.  in  prim.). 
Le  tinte  brillanti  sono  più  opache  pei  margini  cenerognoli;  il  gastreo  è  legger- 
mente tinto  di  cenerino  (mas.  ad.  in  aut).  Parti  superiori  cenerino-brune,  con  una 
linea  nerastra  sulla  parte  mediana  delle  penne;  groppone  uniforme  scuro-gialliccio, 
giallo  nella  parte  nascosta  dalle  penne;  redini  e  lati  della  testa  di  un  bianco- 
grigio-sudicio;  regione  auricolare  bruno-pallida;  parti  inferiori  di  un  grigio-rossiccio 
uniforme,  leggermente  tinte  di  gialletto  sul  basso  addome  e  sul  sottocoda  (femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,'n154;  becco  0,'"014;  ala  0,m087;  coda  0,'"072;  tarso  0,m021. 

Abita  il  Transcaspio,  il  Turchestan,  l'Afganistan;  sverna  nelle  pianure  del- 
l'India. Come  uccello  accidentale,  fu  preso  verso  nord  sino  in  Siberia,  verso  sud 
sino  al  Golfo  Persiano;  comparve  due  volte  ad  Helgoland,  cioè  nel  giugno  1860 
e  un  secondo  parecchi  anni  dopo  di  settembre.  Il  Prof.  Martorelli  (  '  I  ha  recente- 
mente illustrato  un  individuo  di  questa  specie,  che  sarebbe  stato  preso  nell'ot- 
tobre 1896  a  Dervio  (Como)  dal  signor  Andreani. 

Genere  EMBERIZA,  Linnakus. 

Ha  i  caratteri  dei  generi  precedenti  e  specialmente  del  gen.  Calcarius,  ne 
è  distinto  pei  seguenti: 


'  i  dvicula,   VI.  pag.  132  (1901;. 

Atlante  ornitologico.  .  33 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Margini  taglienti  delle  due  mascelle  meno  rientranti;  becco  appuntito,  colla 
gonide  subeguale  al  dito  posteriore;  palato  munito  di  tubercolo;  ali  piuttosto  corte; 
coda  lunga,  ampia,  poco  forcuta  e  di  solito  con  tinte  chiare;  unghie  dei  diti  an- 
teriori curvate,  e  quella  del  posteriore  più  corta  del  dito  stesso. 

Testa  gialla,  piccole  cuopritrici  delle  ali  bruno-rossiccie,  marginate  di  verde- 
giallo onas.);  testa  gialla  alla  base  delle  penne  che  è  in  parte  o  del  tutto  nascosta, 
piccole  cuopritrici  alari  bruno-rossiccie,  con  margini  giallo-olivastri  (femm.);  grop- 
pone castagno. 

Sessi  di  solito  distinti,  giovani  eguali  alle  femmine. 

Questo  genere  comprende  una  trentina  di  specie  che  abitano  la  Regione  Pa- 
leartica, l'Indiana  e  l'Etiopica,  mancano  nella  sottoregione  Indo-Malese  e  nella 
Regione  Australiana. 

256.  Emberiza  chrysophrys,  Pallas,  Zigote  dal  sopracciglio  giallo. 

Cervice  e  lati  della  testa  neri,  con  una  fascia  centrale  bianca  sul  centro  della 
testa;  un  sopracciglio  giallo-limone  largo  ed  esteso;  dorso  nerastro  sul  centro  delle 
penne,  bruno-rossiccio  sul  margine;  groppone  colla  tinta  rossiccia  più  accentuata; 
due  bande  biancastre  sull'ala,  formate  dagli  apici  delle  cuopritrici  medie  e  grandi; 
lati  del  collo  bianchi,  con  poche  macchiette  brune,  poco  accentuate;  gastreo  bianco, 
sulla  parte  laterale  della  gola  un  mustacchio  nero;  petto  bianco-sudicio,  con  strie 
allungate,  centrali,  nerastre,  che  formano  uno  spazio  irregolare  sulla  sua  parte 
anteriore;  le  stesse  più  estese,  più  numerose  e  più  larghe  ed  a  forma  di  strie  sui 
fianchi,  il  cui  fondo  di  tinta  è  fulviccio  (mas.  ad.).  Come  il  maschio,  ma  con  tinte 
più  rossiccie  sul  dorso  e  sul  groppone  e  col  nero  della  testa  tendente  al  brunastro; 
le  macchie  delle  parti  inferiori  più  numerose  e  quelle  del  petto  lanceolate  ed 
estese  anche  in  parte  sulla  gola  (femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,'"139;  becco  0,m011;  ala0;"080;  coda  0,'"063;  tarso  0,'"019. 

Abita  la  Siberia  orientale,  la  Cina  settentrionale  e  la  Dauria,  ove  questa 
specie  venne  scoperta  dal  Pallas. 

Si  ammette  tra  gli  uccelli  d'Europa  sulla  fede  di  un  soggetto  preso  a  Lilla 
e  conservato  nel  Museo  di  quella  città  (Degland),  e  di  un  secondo  ucciso  nella  pri- 
mavera del  1863  nel  Lussemburgo  (De  la  Fontaine). 

257.  Emberiza  citrinella,  Linnaeus,  Zigote  giallo. 

[Tav.   XX,   fig.   S  o  9  e  Tav.   XLIX,   tig.   51]. 

Testa  gialla;  piccole  cuopritrici  delle  ali  bruno-rossìccie,  marginate  di  verde-giallo 
(mas.);  testa  gialla  alla  base  delle  penne,  che  è  in  parie  a  del  tutto  nascosta,  piccole 
cuopritrici  alari  bruno-rossiccie,  con  margini  giallo-olivastri  (femm.);  groppone  castagno. 

Testa  di  un  giallo-canarino  nella  metà  basilare  delle  penne,  olivastra  sui  lati, 
nera  nel  centro  della  parte  apicale;  scapolari,  dorso  e  cuopritrici  alari  rossigno- 
nocciola  sui  lati,  nere  nel  centro  delle  penne  ;  groppone  e  sopracoda  neri  sullo  stelo, 
castagni  nel  resto,  terminati  di  bianco-cenerognolo;  gastreo  giallo,  verde-oliva  sul 
davanti  e  sui  lati  del  collo,  con  macchiette  nerastre  allungate  sulla  gola,  nerastre 
lavate  di  rossiccio  sul  petto  e  sui  fianchi  (mas.  ad.  in  aut.).  Tinte  olivastre  scom- 


\  1  I   \\  i  1     ORNITOLOGICO  259 


parse,  sicché  il  giallo  è  brillante  sulla  testa,  sulla  gola  e  sul  gastreo:  gola  imma- 
colata, con  due  mustacchi  di  un  castagno-chiaro  sui  lati;  petto  e  lati  con  strie  di 
un  castagno  imi  fornir,  fianchi  con  strie  nerastre  lungo  h  stelo  delU  penne  mas.  ad. 
in  priin.ì.  Tinte  più  opache  del  maschio  in  autunno,  lavate  di  verde-olivastro  anche 
alla  base  delle  penne;  groppone  marrone-fulvo,  nero  sul  centro,  cenerognolo  sul  mar- 
gine delle  prini,  friinii.  mi.,.  \  -invaili  assomigliano  alle  femmine,  ma  il  gastreo  è 
fittamente  striato  per  lungo;  groppone  come  Ir  femmine  ìt/ior.). 

Lunghezza  totale  0,'"180;  becco  0,m011;  ala  0,m090;  coda  0,'"074;  tarso  0,m020. 

Questa  specie  va  soggetta  a  numerose  varietà  albine,  ma  gli  individui  del 
tutto  bianchi  sono  rari.  Col  nome  di  E.  citrinella  var.  Brehmi,  l'I lunieyer  distinse 
gli  individui  di  questa  specie  che  presentano  macchiette  rosse  come  a  mustacchio 
sui  lati  della  gola,  essi  sono  individui  adulti  e  nulla  più  e  si  prendono  indiffe- 
rentemente nelle  varie  regioni  abitate  dall'i?,  citrinella.  Invece  VE.  citrinella  Mo- 
lessoni,  Zarudny  avrebbe  la  gola  per  intero  rossa,  la  testa  come  i  vecchi  masi  .-hi 
di  E.  leucoeephala,  soltanto  le  parti  bianche  sarebbero  rimpiazzate  da  un  giallo- 
brillante.  Individui  di  questa  forma,  che  abiterebbe  la  Siberia  occidentale,  furono 
presi  a  Orenburgo  nel  maggio  1887  e  nel  maggio  1891  (vecchio  stile)  etc.  Za- 
rudny dice  che  questa  varietà  è  connessa  con  la  E.  e.  Brehmi,  e  che  indiche- 
rebbe come  abbia  esistito  una  prima  forma  atavica  di  E.  citrinella  strettamente 
affine  aìl'E.  leucoeephala  ('). 

Abita  l'Europa  fino  all'Obi  ed  allo  Jenissei;  spingendosi  verso  sud  al  Turche- 
stan,  alla  Persia  ed  all'Asia  Minore.  In  Italia  è  specie  invernale,  molto  abbondante 
nelle  provincie  settentrionali  e  centrali;  è  rara  nelle  meridionali,  manca  in  Sar- 
degna ed  in  Corsica;  d'estate  è  comune  sui  monti  delle  parti  settentrionali  e  del 
Trentino,  ove  nidifica  da  aprile  a  giugno;  il  passo  ha  luogo  nell'ottobre  e  dalla 
metà  di  marzo  a  quella  di  aprile,  ed  in  generale  è  copioso. 

258.  Emberiza  cirlus,  Linxaeus,  Zigolo  nero. 

[Tav.   XX,   ti<;.   10  e  Tav.  XLIX,  fig.  52]. 

Piccole  cuopritrid  alari  oliva-verdognole;  groppone  verde-olivastro. 

Redini,  sopracciglio,  che  termina  sui  lati  della  nuca,  ed  una  fascia  a  mezzaluna, 
che  parte  dalla  mandibola  inferiore  e  passa  sotto  l'occhio,  gialli;  testa  nera  sul  centro 
delle  penne,  olivastra  sui  lati  ;  dorso  nero,  col  margine  castagno-vivace;  groppone 
e  sopracoda  verde-olivastri;  piccole  cuopritrid  oliva-verdognole;  gola  ed  una  fascia  sotto 
la  regione  auricolare  nere;  parte  bassa  della  gola  e  lati  del  collo  di  un  giallo-vivace: 
petto  olivastro  nel  centro,  castagno  in  basso  e  sui  lati:  fianchi  oliva-gialli,  con 
strie  più  cupe;  resto  del  gastreo  giallo;  sottocoda  biancastro  mas.  mi.  in  prim.). 
Tinto  di  verde-oliva  sulle  parti  superiori  ;  colorazioni  nere  della  testa  con  margini 
oliva-gialli;  orli  gialletti  sul  castagno  del  petto  [mas.  mi.  in  aut.).  Eguale  alla  fem- 
mina della  E.  citrinella,  ma  più  piccola;  groppone  e  piccole  cuopritrid  alari  di  un 
verde-olivastro:  base  delle  penne  della  testa  nerastra  e  non  gialla,  sicché  manca  del 
tutto  il  giallo  sulla  stessa;  tinta  gialla  del  gastreo  più  debole  (femm.  ad.).  Simili 
a  quelli  di  E.  citrinella,  ma  tosto  distinti  dalle  tinte  del  groppone  e  delle  piccole 


(')  Cfr.  Pophaiu,  H.  L.,  Birds  of  the  Yenisei  River,  Ibis,  July  1901,  pp.  453-454. 


260  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


cuopritrici  alari  di  un  verde-olivastro  (giov.).  I  giovani  poco  diversificano  nel 
fondo  di  tinta  dalle  femmine,  solo  le  macchie  sul  gastreo  sono  più  allargate  e 
più  fitte;  sicché  il  colorito  oliva-giallognolo  è  meno  appariscente,  superiormente 
il  giallo-zolfino,  che  invade  qua  e  là  il  piumaggio,  non  è  presente  nei  giovani,  lo 
sostituisce  un  gialletto  slavato  e  tinto  di  fulvo-marrone  pure  sbiadito;  deboli  tinte 
giallette  sulla  faccia  inferiore  delle  ali  e  sul  sottocoda;  cuopritrici  superiori  della 
coda  olivastre. 

Lunghezza  totale  0,'"165;  becco  0,'"011;  ala  0,'"080;  codaO,m068;  tarso  0,m019. 

Abita  le  parti  occidentali  dell'Europa  centrale  e  meridionale,  portandosi  verso 
est  sino  in  Crimea  e  all'Asia  Minore;  nidifica  anche  nell'Africa  settentrionale,  ma 
vi  è  più  specialmente  uccello  invernale.  Comune  e  stazionario  in  Italia;  nidifica 
sui  monti  nel  maggio  e  nel  giugno,  sarebbe  invernale  nelle  Puglie;  non  è  però 
egualmente  distribuito  e  sembra  raro  nel  Trentino,  ciò  che  mi  pare  strano,  essendo 
comune  nel  Veronese.  Molti  giungono  nel  nord  d'autunno  e  vanno  a  svernare  nelle 
Provincie  meridionali  e  nelle  Isole. 

259.  Emberiza  hortulana.  Linnaeus,  Ortolano. 

[Tav.  XX,  tìg.   11,   12  e  Tav.   XL1X,    tig.  53]. 

Testa  oliva-verdastra;  dorso  nero  sul  centro  delle  penne,  bruno-rossiccio  sul 
margine;  groppone  e  sopracoda  di  un  fulvo-rossiccio  quasi  uniforme,  col  centro 
delle  penne  leggermente  più  scuro;  gola,  guancie,  penne  ciliari  e  ascellari  giallo- 
limone,  guancie  divise  dalla  gola  da  due  mustacchi  oliva  verdastri;  sul  gozzo  una 
fascia  larga  gialliccio-verdastra  ;  resto  del  gastreo  fulvo-rossiccio,  tinto  di  giallo 
sul  basso  addome,  petto,  fianchi  <■  iati  senza  striseie;  ali  nerastre,  coi  margini  bianco- 
fulvicci;  la  timoniera  esterna  bianca,  eccetto  un  tratto  obliquo  nella  metà  basilare, 
la  2il  bianca  nella  metà  apicale  (mas.  a</.).  Tinte  più  pallide;  testa  con  numerose 
macchie  centrali  nerastre  su  fondo  oliva-verdastro;  gola  e  collo  gialletti,  con  mac- 
chie scure;  fianchi  con  poche  macchie  allungate  scure  e  indistinte  {fiumi,  ad.).  Come 
le  femmine,  ma  colla  testa  più  rossiccia,  i  due  mustacchi  più  cupi,  molto  distinti 
e  che  dividono  il  gialletto  della  gola  da  quello  delle  guancie;  gastreo  più  giallo, 
tinta  fulva  più  pallida,  con  molte  macchiette  bruno-nerastre  sul  collo,  sul  petto 
e  più  rade  sui  fianchi  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,"'ltì5;  becco  0,'"010;  ala0,'"085;  coda  0,'n070;  tarso  (),"'( )2(>. 

Questa  specie  va  soggetta  a  varietà  melaniche  e  isabelline,  quelle  albine  sono 
molto  più  rare. 

Abita  l'Europa  sino  al  Circolo  Artico,  ma  è  accidentale  nelle  Isole  Britanniche; 
si  estende  verso  est  sino  all'Asia  centrale  ed  agli  Aitai,  abita  pure  l'Asia  Minore, 
il  Turchestan  e  la  Persia;  a  quel  che  pare,  sverna  nell'Africa  settentrionale  e 
nord-occidentale  e  nell'India  nord-occidentale,  però  nidifica  anche  in  Africa.  In 
Italia  è  specie  estiva,  particolarmente  nelle  parti  settentrionali  e  centrali,  sverna 
in  Sicilia  e  forse  nelle  provincie  meridionali  ;  è  però  molto  più  abbondante  all'e- 
poche del  passo  e  più  che  altro  in  quello  autunnale,  giunge  nel  maggio  e  parte 
in  ottobre;  sarebbe  raro  in  Sardegna  e  non  fu  trovato  finora  in  Corsica.  Nidifica 
in  maggio  e  nel  giugno. 


\  I  I  wi'K    ORNITI  ILOGK  0  261 


260.  Emberiza  Buchanani.  Blyth,  Ortolano  dui  collo  grigio. 

Cervice  e  nuca  di  un  grigio-cenerino,  con  una  stria  centrale  scura,  indistinta  e 
stretta  nel  mezzo  delle  penne;  redini  e  mento  di  un  bianco-cenerino;  parti  superiori 
bruno-cenerognole  con  una  stria  nerastra  sul  eentro  delle  penne  del  dorso;  guancie, 
cuopritrici  auricolari,  lati  della  taccia  e  dell'alto  petto  cenerini;  gola  e  resto  del  ga- 
streo  di  un  castagno  pallido,  s<  n  ut  strie  e  con  margini  indistinti  grigiastri;  lati  del  corpo 
e  fianehi  brunastri;  addome  castagno-pallido,  bianchiccio  sulle  cuopritrici  inferiori 
laterali  della  coda  (mas.  ad.  in  prim.).  Eguale  al  maschio,  tinte  più  pallide;  regione 
auricolare  bruna  e  non  grigia;  gastreo  di  un  castagno-vinato-pallido,  eolle  penne 
marginate  di  grigio-cenerino  e  la  parte  anteriore  del  petto  con  strette  strie  scure 
(friinn.  ad.  in  jirim.  i.  Gola  biancastra;  tinte  generali  rese  più  pallide  dai  margini 
grigio-cenerini  (ad.  in  uni.). 

Lunghezza  totale  0,m164;  becco  0,'"011:  ala  0,mO88;  coda  0,ra073;  tarso  0,'"019. 

Abita  il  Caucaso,  spingendosi  verso  est  sino  alla  Persia  ed  all'Afganistan; 
sverna  nei  piani  dell'India. 

261.  Emberiza  caesia,  Cretzschmar  (J),  Ortolano  grigio. 

Testa  e  collo  per  intero,  e  ima  larga  banda  sull'alto  petto  di  un  cenerino-bluastro; 
redini,  una  fascia  dall'occhio  attraverso  la  fronte,  gola,  mento  ed  un  mustacchio, 
che  sui  lati  del  collo  s'interna  nella  tinta  cenerina,  di  un  castagno-pallido;  dorso 
nero  nel  centro  delle  penne,  bruno-rossastro  sul  margine;  groppone  e  sopracoda 
di  un  rossigDO-bruno  uni  forme  e  coi  centri  appena  leggermente  più  scuri  ;  resto 
del  gastreo  di  un  fulvo-rossigno-carico;  ali  nerastre,  marginate  di  nocciola-chiaro, 
che  forma  una  larga  fascia  alare  trasversale  all'apice  delle  cuopritrici  mediane 
(mas.  ad.).  Come  il  maschio;  testa,  collo  e  petto  di  una  tinta  più  cupa  e  col  centro 
delle  penue  nerastro;  gola  castagno-pallida,  con  macchiette  nere,  che  sui  lati  for- 
mano due  mustacchi  indistinti;  tinte  fulve  del  gastreo  più  pallide,  con  strie  nera- 
stre indistinte  sui  fianchi  (femm.  mi.  e  (fior.). 

Lunghezza  totale  0,'"150;  becco  0,'"010;  ala  0,,n086;  coda  0,'"070;  tarso  0,'"019. 

Abita  l'Europa  sud-orientale,  giungendo  accidentalmente  nella  sud-occidentale, 
l'Asia  Minore  e  la  Palestina;  migra  d'inverno  nell'Africa  nord-orientale.  È  specie 
accidentale  in  Italia;  capita  più  spesso  e  non  molto  raramente  nel  Nizzardo 
(Giglioli),  fu  presa  parecchie  volte  in  Liguria,  due  volte  nelle  Marche,  forse  in 
Sicilia  e  due  esemplari,  colti  presso  Venezia  nel  marzo  1895,  sono  nella  mia  Rac- 
colta. È  specie  certamente  molto  rara  da  noi. 

262.  Emberiza  eia,  Linnaeus,  Zigolo  maciullo. 

[Tay.  XXI,  fig.  1,  2  o  TAV.  XL1X,  H^.  54]. 

Piccole  cuopritrici  alari  lavagna-bluastre. 

Vertice  cenerino-rossiccio,  nero  nel  centro  delle  penne,  limitato  sui  due  lati 
da  due  strie  nero-brune,  poco  distinte;  largo  sopracciglio  cenerognolo-biancastro;  una 


(')  Emberiza  caesia,  Cretzschmar  in   Btippel,   Aliti»,  p.    17,  tav.  X,   lig.  li  (1826). 


2P>2  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


fascia  stretta,  a  guisa  di  mustacchio,  circonda  le  guancie  e  la  regione  auricolare 
e  s'unisce  nella  sua  porzione  posteriore  ad  un'altra,  che  parte  dal  becco  ed  attra- 
versa l'occhio,  oltrepassandolo;  guancie,  regione  auricolare,  gola  e  gozzo  di  un 
cenerino  leggermente  lavato  di  brunastro;  nuca  e  dorso  neri  nel  centro  delle 
penne,  di  un  marrone-castagno  sul  margine;  groppone  rossiccio  rivo-uniforme,  più 
pallido  e  con  stretti  centri  nerastri  sul  sopracoda;  resto  del  gastreo  rossiccio- 
chiaro,  biancastro  lungo  la  linea  centrale,  con  strette  strie  nerastre  indistinte 
sui  fianchi;  grandi  e  medie  cuopritrici  alari  terminate  di  bianco,  a  forma  di 
due  bande  alari  (mas.  ad.  in  a  ut.).  Vertice  nel  suo  centro  fino  alla  nuca  di  un 
grigio-bluastro-puro;  le  fascie  nere  molto  più  distinte  e  di  un  nero-puro;  tinte  ce- 
nerognole di  un  bluastro-puro,  tutto  il  piumaggio  più  vivace  (mas.  ad.  in  prim.). 
Come  il  maschio,  ma  di  tinta  più  dilavata;  testa  più  giallastra  col  cenerino  na- 
scosto ed  esteso  solo  alla  base  delle  penne;  le  fascie  sulla  testa  poco  distinte  e 
parzialmente  interrotte;  tinta  cenerina  sui  lati  della  testa  e  della  gola  coll'apice 
delle  penne  rossiccio-brunastro  (femm.  ad.).  Come  la  femmina,  ma  colla  tinta  ancor 
più  dilavata,  fascie  nere  interrotte  ed  indistinte;  gola  e  lati  del  collo  cenerognolo- 
rossicci,  con  poche  macchiette  triangolari  brunastre;  lati  del  petto,  petto  e  fianchi 
di  un  castagno-pallido,  con  strie  centrali  scure  allungate  (gior.). 

Lunghezza  totale  0,m170;  becco  0,"'011;  ala  0,m084;  coda  0,'"075;  tarso  0,'"019. 

Le  varietà  albine  ed  isabelline  di  questa  specie  sono  piuttosto  rare. 

Abita  l'Europa  centrale  e  specialmente  la  meridionale,  l'Asia  Minore  e  la 
Palestina;  sverna  nell'Africa  settentrionale.  In  Italia  è  specie  abbastanza  comune, 
specialmente  all'epoche  del  passo  e  nell'inverno;  è  rara  nelle  parti  meridionali  e 
nelle  Isole.  Nidifica  sulle  Alpi  e  sugli  Appennini  in  maggio  e  nel  giugno. 

263.  Emberiza  leucocephala.  S.  Gmelin,  Zigolo  gola  rossa. 

[Tav.  XXI.  fig.  5]. 

Testa  con  una  fascia  bianca  centrale  o  la  base  nascosta  delle  penne  bianca;  basso 
dorso  e  groppone  castagni. 

Una  fascia  bianca  sul  eentro  della  festa;  fronte  e  lati  della  cervice  nerastri; 
redini,  sopracciglio,  regione  oftalmica,  mento,  gola  e  lati  del  collo  castagni;  una 
fascia  bianco-brunastra  parte  dal  becco  e  copre  la  regione  auricolare;  sotto  la  gola 
un  mezzocollare  bianco;  dorso  nero  nel  centro  delle  penne,  bajo-chiaro  sul  mar- 
gine; groppone  e  sopracoda  di  un  rosso-castagno-vivace;  ali  in  gran  parte  marginate 
di  nocciola;  petto  castagno-chiaro;  fianchi  bruno-rossicci;  addome  bianco  (mas.  ad. 
in  prim.).  Fascia  bianca  della  testa  ridotta  alla  base  delle  penne  e  indistinta,  perchè 
nascosta  dagli  apici  delle  stesse;  mancano  le  tinte  castagne  sulla  testa  e  sulla  gola: 
groppone  castagno-pallido,  con  margini  bianchicci;  gastreo  bianco,  con  macchiette 
nerastre  sul  centro  della  gola  e  sui  lati,  qui  come  a  forma  di  due  mustacchi,  no- 
tatisi macchie  anche  sul  petto,  le  cui  penne  hanno  la  base  castagno-rossiccia,  più 
larghe  le  dette  macchie  e  marginate  di  rossiccio  sui  fianchi;  resto  del  gastreo  bianco- 
grigio,  col  centro  delle  penne  nero  femm.  ad.).  Fascia  bianca  sulla  testa  tinta  di 
grigio;  castagno  della  gola  e  del  petto  con  marginature  biancastre  o  giallette; 
nerastro  della  fronte  più  puro  (mas.  ad.  d'ani).  Come  il  maschio  d'autunno,  ma 
il  bianco  sulla  testa   è  solo  esteso  alla  parte  basale  delle  penne  e  nascosto;  gola 


Ili    \MI      "KMTOI.OGICO  263 


bianca,  con  macchiette  brunastre  e  con  due  Larghi  mustacchi  sui  lati  della  stessa; 
regione  parotica  e  mento  rosso  castagni,  coll'apice  delle  penne  bianco-cenerino 
giov.). 

Lunghezza  totale  0,   180;  becco  0,'"011:  ala  0,m092;  coda  0,'"07>;  tarso  0,m021. 

Abita  la  Siberia  orientale;  sverna  nell'India  e  nelle  regioni  orientali  d'Europa, 
mostrandosi  accidentalmente  nelle  parti  sud-occidentali.  È  uccello  piuttosto  raro 
in  Italia  e  di  comparsa  irregolare,  più  tacile  ad  aversi  di  primavera,  che  di  au- 
tunno o  d'inverno;  capita  più  frequentemente  nel  Veneto  e  nelle  Provincie  set- 
tentrionali, in  Liguria  ed  in  Toscana,  fu  preso  una  volta  nelle  Puglie,  ma  non 
comparve  più  al  sud.  UE.  pitkyornis,  Gm.,  citata  da  parecchi  Autori  Italiani,  è 
riferibile  a  questa  specie. 

264.  Emberiza  rustica,  P.u.i.as,  Zino/o  boschereccio. 

Piccole  cuopritrici  ola  ri  castagne  (mas.  ad.),  o  brune  (ferrini,  ad.)  o  castagne,  marginate 
di  fui vo-rossigno  (giov.  ;  cuopritrici  auricolari  brunastre,  non  castagne:  fianchi  e  petto 
con  larghe  strie  centrali  castagne  o  bruno-rossiccie. 

Testa  e  guancie  nere;  una  fascia  indistinta,  bianco-grigia  nel  mezzo  del  pileo; 
un  collare,  tutt'attorno  al  collo,  castagno;  un  largo  ed  esteso  sopracciglio,  gola  e 
centro  del  gastreo  bianchi;  dorso  rosso-castagno,  col  centro  delle  penne  nero; 
groppone  rosso-castagno,  coll'apice  delle  penne  bianchiccio;  lati  del  petto  e  fianchi 
con  numerose  e  larghe  strie  centrali  castagne;  ali  attraversate  da  due  bande  bian- 
castre, formate  dagli  apici  delle  cuopritrici  medie  e  grandi  (mas.  ad.  in  prim.).  Tinte 
nere  e  castagne  della  testa  e  del  collo  in  parte  nascoste  dai  margini  fulvo-ce- 
nerognoli;  sopracciglio  tinto  di  fulviccio;  le  due  bande  alari  meno  distinte  e  tinte 
di  fulviccio  (mas.  cui.  in  aut.).  Bruno-cupa,  con  strie  longitudinali  nerastre;  testa 
eguale  al  dorso;  groppone  tinto  di  rossiccio;  gastreo  bianco-fulviccio,  isabella 
sulla  gola;  alto  petto  e  fianchi  con  numerose  striscie  longitudinali  bruno-rossiccie 
(femm.  ad.).  Distinti  da  quelli  di  E.  schoeniclus  per  una  stria  poco  visibile  biancastra 
sul  centro  della  testa,  pel  tono  di  tinta  più  rossiccio  anche  sulle  strie  dei  fianchi; 
esiste  lo  spazio  castagno  sulla  nuca,  ma  è  lavato  di  fulviccio  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"145;  becco  0,'"010;  ala  0,m073;  codaO,m060;  tarso  0,m018. 

Questa  specie  va  soggetta  a  varietà  albine  ed  isabelline,  io  ne  ebbi  una  del 
tutto  bianca. 

Abita  l'Europa  nord-orientale  e  l'Asia  settentrionale,  è  accidentale  nell'Europa 
occidentale;  sverna  nella  Cina  e  nell'India.  In  Italia  è  specie  di  comparsa  irre- 
golare e  piuttosto  rara  nell'autunno;  fu  colta  più  spesso  nel  Veneto  ed  in  Liguria, 
poi  nel  Trentino,  in  Piemonte,  in  Lombardia,  nel  Romano  e  nelle  Puglie.  Questa 
è  la  specie  chiamata  dal  Calvi  e  da  altri  Autori  Italiani  E.  lesbia,  Temminck  (nec 
Gmelin). 

265.  Emberiza  pusilla,  Pallas,  Zigolo  minore. 

Cuopritrici  auricolari  castagne;  piccole  cuopritrici  alari  bruno-uni  fornii,  o  {argomenti 
marginate  e  terminate  ili  fulvo-gialletto,  col  centro  'bile  penne  più  scuro. 

Centra  ili  Ila  arricc  castagno-rinato,  ani  mia  banda  nera  su  ciascun  lata;  sopracciglio. 


264  ATLANTI'.    OliNITOl.OOICO 


redini,  regione  auricolare  e  mento  ili  un  castagno-vinato;  dorso  grigio-rossiccio,  con  una 
stria  centrale  nera  sulle  penne;  groppone  grigio-rossiccio;  gasi  reo  bianchiccio,  con 
strie  nere  longitudinali  sulla  bassa  gola,  sul  collo,  sul  petto  e  sui  fianchi;  due  mu- 
stacchi scuri  sui  lati  della  gola  {mas.  ad.  in  prim.).  Più  rossigno,  specialmente  sulla 
testa  e  sui  margini  delle  ali  e  della  coda:  gastreo  tinto  di  fulviccio  sul  petto  e  sui 
fianchi,  e  eolle  strie  meno  accentuate  (mas.  ad.  d'aut.).  Come  il  maschio,  ma  di  tinte 
più  pallide  (femm.  ad.).  Cervice,  lati  della  stessa  e  parti  superiori  bruno-castagne, 
con  strie  centrali  nerastre  e  bruno-fulve  lungo  il  centro  della  testa:  gastreo  per 
intero  bianco,  fulviccio  sulla  gola  e  sul  petto,  che  sono  fittamente  macchiati  di 
nero;  fianchi  tinti  di  fulvo,  e  con  strie  longitudinali  nerastre  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,ra135;  becco  0,"'009;  ala  0,'"070;  coda  0,'"056:  tarso  0™018. 

Questa  specie  va  soggetta  a  varietà  di  colorito,  che  sono  perù  rare,  un  po' 
meno  quelle  albine. 

L'È.  pusilla  e  VE.  rustica  si  confondono  facilmente  cogli  individui  di  piccola 
statura  dell'I?,  schoeniclus,  non  però  nell'abito  di  maschio  ad.  L'È.  pusilla  ne  è 
sempre  distinta  pelle  piccole  cuopritriei  superiori  delle  ali  brune  o  brune  mar- 
ginate di  fulviccio,  mentre  nell'i?,  schoeniclus  esse  sono  castagne  o  castagne  colla 
base  nerastra;  VE.  rustica  è  sempre  riconoscibile  pella  tinta  di  fondo  del  groppone 
castagna  con  o  senza  margini,  mentre  nell'UE,  schoeniclus  essa  è  grigio-cenerognola, 
inoltre  VE.  rustica  ha  tinte  castagne,  più  o  meno  accentuate  a  seconda  dell'età, 
sulla  nuca  ed  in  forma  di  strie  sui  fianchi. 

L'È.  pusilla  abita  l'Europa  nord-orientale  e  l'intera  Siberia;  sverna  nella  Cina, 
nell'India,  nell'Asia  Minore  e  nella  Siria;  è  accidentale  nell'Europa  occidentale. 
In  Italia  è  specie  di  comparsa  irregolare  e  piuttosto  rara  al  tempo  dei  passi  e 
specialmente  nell'autunno;  fu  colta  nel  Nizzardo,  in  Liguria,  nel  Veneto  ed  in  Lom- 
bardia, poi  nel  Piemonte,  nel  Trentino,  nel  Romano  e  nelle  Puglie.  Le  notizie  della 
sua  nidificazione  in  Liguria  (Duraxxo)  e  dell'essere  uccello  estivo  nel  Modenese  (Do- 
derlein)  sono  inesatte.  L'È.  Duraxxi  (parti)»)  del  Bonaparte  è  da  riferirsi  a  questa 
specie,  e  cosi  gli  individui  citati  sotto  tal  nome  pel  Veronese  dal  Perini. 

266.  Emberiza  schoeniclus,  Lixxaei  rs,  Migliarino  di  padule. 

[Tav.  XXI,  iig.  3,  4  e  Tav.  XLIX,  tìg.  55]. 

Cuopritriei  auricolari  nere  o  nere  con  margini  castagni  (maschio)  o  castagne  per 
intero,  o  castagne  colla  base  più  cupa  e  iterasi  ni  (femm.);  piccole  cuopritriei  delle  ali 
castagne  uni  formi  (ad.)  o  castagne,  marginate  ili  rossiccio  (giov.  . 

Testa,  lati  della  faccia  e  per  intero  la  regione  parotica  di  un  nero-cupo;  uno 
spazio  bianco  sul  collo,  che  si  unisce  alla  tinta  bianca  dei  lati  dello  stesso  for- 
mando un  collare;  un  largo  mustacchio  bianco  parte  dalla  base  della  mandibola 
inferiore  e  borda  il  nero  del  mento,  della  gola  e  della  parte  alta  centrale  del  petto; 
parte  posteriore  del  collo,  sotto  il  collare,  di  un  grigio-cupo,  misto  a  nerastro;  dorso 
nerastro  nel  centro  delle  penne,  col  bordo  ocraceo  o  bajo;  groppone  e  sopracoda 
di  un  grigio-ferro,  collo  stelo  più  cupo  e  nerastro;  gastreo  bianco,  con  strie  grigie 
lavate  di  rossastro;  piccole  cuopritriei  alari  di  un  castagno-uniforme  (mas.  ad.  in 
prim.).  Nero  della  testa  marginato  di  rossiccio,  quello  della  gola  di  biancastro; 
bianco  del  collare  e  del  mustacchio  tinto  di  cenerognolo-fulviccio  (mas.  ad.  in  ani.). 


1.  Albastrello.    2.  Falaropo  a  becco  sottile  (ad.  in  abito  d'autunno).    3.  Falaropo  a  beci  ad.  in  abito 

di  primavera).    4.  CavaUer  d'Italia  (ad.).    5.  Cavalier  d'Italia  (giov.).    6.  Avocetta.    7.  Frullino.    8.  ' 

!>.  Croccolone.     10.  Beccaccia.     11.  Pittima  reate  (ad.  in  abito  d'autum 


Ulrico  Hoepli,  Edi; 


Milano. 


ATLANTE   ORNI  TOLOGH  0  265 


Più  piccola:  testa  bruno-rossiccia,  con  strie  nerastre;  sopracciglio  bianco-t'ulviccio; 
regione  auricolare  nerastra,  con  margini  bruno-rossicci,  una  macchia  al  di  sotto 
della  stessa,  le  guancie  e  i  lati  del  collo  bianchi;  gola  bianco  cenerognola,  con  due 
mustacchi  nerastri  che  si  allargano  in  basso  sul  collo;  davanti  del  collo  e  alto 
petto  di  un  bruno-rossiccio,  con  strie  nerastre:  fianchi  striati  di  1  ir  uno-rossiccio 
(femm.  ad.).  Come  le  femmine,  ma  più  pallidi  e  giallastri  sulle  parti  superiori, 
colla  gola  ed  il  petto  marcati  di  strie  scure;  fianchi  con  fitte  striscio  bruno-ne- 
rastre   i/inr.l. 

Lunghezza  totale  0,'"145;  becco  da  0,'"008  a  0,'"010;  ala  0,m082;  coda  0,ni065; 
tarso  0,m020. 

Questa  specie  va  soggetta  a  varietà  albine  ed  isabcllinc. 

Sotto  forme  diverse  abita  l'Europa,  spingendosi  verso  est  fino  alla  N'aliata  dello 
Jenissei  e  la  Siberia  sino  al  Kamciatka,  l'Asia  centrale  ed  il  Turcliesi.in:  sverna 
nell'India  nord-occidentale,  giungendo  nelle  sue  parziali  migrazioni  all'Africa  set- 
tentrionale. La  Siberia  sud-orientale  sarebbe  abitata  da  una  forma  affine  detta 
E.  schoeniclus passerina  (Pallas),  nel  Giappone  si  troverebbe  17-7.  s.  pyrrkulina  Swinh.). 
In  Italia  l'i?,  schoeniclus  tipica  è  specie  comune,  che  pare  invernale  e  non  nidifi- 
cante nelle  Provincie  settentrionali,  stazionaria  e  nidificante  nelle  centrali,  nelle 
meridionali  e  nelle  Isole;  il  passo  ha  luogo  nel  marzo  e  nell'aprile  e  nell'ottobre- 
novembre;  nidifica  dall'aprile  al  luglio,  allevando  due  o  tre  covate;  abita  le  paludi. 

Le  variazioni  dell'i?,  schoeniclus,  riguardo  le  dimensioni  e  il  colorito,  agita- 
rono lungamente  gli  Ornitologi  ;  molto  fu  discusso  a  tale  proposito,  ma  le  nostre 
cognizioni  non  sono  ancora  complete.  Però  sembra  assodato  che  la  tipica  E.  schoe- 
niclus abiterebbe  tutta  la  regione  Paleartica,  mentre  forme  distinte  si  troverebbero 
su  aree  relativamente  assai  limitate  e  le  loro  distinzioni  sarebbero  più  in  un  pe- 
riodo di  formazione,  che  del  tutto  fissate.  Stabilito  come  capo  stipite  VE.  schoe- 
niclus, si  avrebbero,  secondo  il  Reiser,  le  seguenti  forme  subspecifiche  : 

Quadro  sinottico  rielle  forme  appartenenti  al  gruppo  E.  schoeniclus,  L. 

Forme  occidentali.  Forme  orientali. 

(Brune).  (Grigie). 

E.  schoen.  aquatica  (Savi,  fide  Brehm).  E.  schoen.  pyrrhuloides  (Pallas). 

In  Italia  e  nella  Tessaglia.  Nella  Russia  meridionale. 

E.  schoen.  palustris  (Savi). 

Nella  parte  orientale 
della  penisola  Balcanica. 

E.  schoen.  intermedia  (Michahelles).  /■'.  schoen.  Tschusii  (Almasy  &  Reiser). 

In  Ungheria  e  nella  parte  occid.  Nella  Dobrugia, 

della  penisola  Balcanica.  sino  alla  Russia  meridionale. 

E.  schocn.  ti/pica.  E.  schoen.  passerina  (Pallas). 

Nell'Europa  media,  Nella  Siberia, 

di  passo  nella  meridionale. 

A  queste  l'Angelini,  un  Ornitologo  di  non  comune  senso  pratico  ed  intuitivo, 
vorrebbe  aggiungere  l'occidentale  E.  schoen.  Duraxxi  (Bp.i  fondata  sugli  individui 

Atlante  ornitologico.  34 


266  ATLANTE    OKNITOl.OGICO 


piccoli  doli'/.",  schoeniclus  tipica  e  VE.  schoen. pyrrhulina  (Swinh.)  del  Giappone,  na- 
turalmente forma  orientale. 

Lo  Tschusi  (in  litt.)  distingue  in  Europa  le  seguenti  sottospecie  déH'Emberixa 
schoeniclus: 

Statura  mediocre,  colorito  generale  bruno. 

E.  schoeniclus  schoruieìns  (L.),  stessa  statura. 

E.  schoeniclus  intermedia  (Bp.),  becco  grosso,  della  forma  di  quello  del  Ciuf- 
folotto. 

Statura  maggiore,  colorito  generale  bruno. 

E.  schoeniclus  palustris  (Savi),  becco  piuttosto  grosso,  timoniere  più  larghe. 

Statura  grande,  colorito  generale  grigio. 

E.  schoeniclus  pyrrhuloides  (Pallas),  becco  molto  grosso,  quasi  eguale  a  quello 
del  Ciuffolotto. 

E.  schoeniclus  Tschusii  (Alm.),  statura  di  una  grande  schoeniclus,  nel  resto  come 
l'intermedia. 

Io  non  mi  oppongo  alla  scissione  di  alcune  delle  sottospecie  dell'i?,  schoeniclus 
tipica  ed  ammetto  pure  che  la  cosi  detta  E.  palustris,  Savi,  debba  chiamarsi  E.  s. 
palustris  (Savi),  infatti  in  larghe  serie  si  possono  chiaramente  vedere  i  passaggi 
dalla  specie  tipica  alla  sottospecie.  Molti  Autori  non  concordano  in  ciò,  più  che 
altro  perchè  VE.  s.  palustris  si  presenta  poco  variabile  al  confronto  dell'affine,  che 
si  vorrebbe  suo  capostipite.  E  su  ciò  rimando  il  lettore  all'ottimo  articolo  del  mio 
amico  G.  Vallon  (!). 

Le  E.  schoeniclus  tipiche  d'Italia,  che  io  ho  diligentemente  studiate  su  centi- 
naia di  esemplari,  ma  pur  troppo  non  del  tutto  definitivamente  mancandomi  esem- 
plari di  molte  provincie,  possono  suddividersi  in  due  tipi: 

a)  tipo  piccolo  —  b)  tipo  grande; 
però  le  differenze  tra  questi  due  tipi  non  mi  sembrano  cosi  marcate  e  sicure  da 
meritare  di  essere   descritti  come  sottospecie,   s'intende   che  i  piccoli  individui 
sarebbero  le  così  dette  E.  s.  Duraxxi  (Bp.). 

L'È.  schoeniclus  Duraxxi  avrebbe  statura  minore,  ala  in  media  0,'"072,  tono  di 
colore  più  scuro  e  più  rossiccio,  l'ebbi  dall'  Udinese  e  dalle  foci  del  Po.  Nelle  due 
forme  si  trovano  individui  a  tinte  chiare  o  scure,  a  becco  grosso,  mediocre  o  sot- 
tile, indipendentemente,  a  quel  che  so,  dalle  località.  Quelle  di  becco  grosso,  dette 
E.  schoeniclus  intermedia,  fornirebbero  ottimo  carattere  di  passaggio  alle  E.  schoe- 
niclus  palustris.  Non  si  deve  credere  che  tutte  le  /•,'.  schoeniclus  a  becco  grosso 
siano  E.  s.  intermediae,  la  A'.  ■--•.  intermedia  ha  il  becco  rigonfio  e  più  allungato,  colla 
mandibola  superiore  più  curvata  all'ingiù  sullo  spigolo,  e  la  curvatura  all'in  su 
della  gonide  assai  meno  sensibile,  tutto  il  becco  è  distintamente  più  grande.  Se- 
condo me  le  vere  E.  s.  intermediae  non  sono  tanto  comuni,  mentre  invece  sono 
più  frequenti  di  tutte  quelle  a  becco  mediocre,  meno  assai  quelle  a  becco  sottile, 
la  media  essendo  per  gli  individui  a  becco  grosso. 

Seguendo  quanto  dice  il  mio  amico  Angelini,  i  piccoli  Migliarini  di  padule  do- 
vrebbero chiamarsi  /•'.  schoeniclus  "Dura  1 1  /  -i,  adottando  il  nome  di  Bonaparte,  ma  sic- 
come una  delle  due  E.  Duraxxi  è  riferibile  all'i?,  pusilla  (////<■  Salvadori),  sarebbe 


(')  Alcuno  notizie  intorno  alla   Sohoenicola  2>al>t8iris  (Savi),   —    .trinila,   paj;.    125-130  (1898). 
(2)  o  forse  meglio  Dnrazzoi. 


\n  wti:   m:\riMi  m..i.  ., 


267 


preferitale  (issare  mi  nome  nuovo  e  più  chiaro   per   evitare  confusioni,  giacché 
17'.'.   Durazzi  entra  nella  sinonimia  di  due  specie  distinti'.  E  nel  caso  che  si  pò 
assodare  per  tali  soggetti   una  validità   almeno   sottospecilica.  proporrei   di  chia- 


Testa 

di   E.  eohoeniclus  palustri) 

(maschio  ad.  . 


~ 


Testa 

di   A',  schot  niclus  ititi  rmedia 

(maschio  ad.  . 


Testa 

di   /■:.  schoeniclus  ?  Valloni 

(maschio  giov.). 


marli  col  nome  di  E.  schoen.  Valloni  in  omaggio  ad  un  ben  noto  field-ornithologist, 
che  si  è  reso  assai  benemerito  dell'Avifauna  italiana.  UE.  scoiata  (!)  è  un' JE.  schoe- 
niclus colla  gola  tinta  artificialmente  di  rosso. 

266  a.  Emberiza  schoeniclus  palustris  (Savi),  Passera  di  padule. 

[  Emberiza  pyrrhuloides,  Bp.  (nec  Fall.)]. 

Simile  alla  precedente,  ma  di  maggiore  statura,  col  becco  più  grosso,  ri- 
gonfio ed  ottuso,  un  po'  simile  a  quello  del  Ciuffolotto;  parti  superiori  più  pallide 
che  non  nell'i?,  schoeniclus;  penne  del  dorso  in  alcuni  esemplari  con  marmili  più 
chiari;  groppone  cenerognolo-chiaro ;  la  femmina  è  sempre  decisamente  più  scura 
di  quella  di  E.  schoeniclus. 

Lunghezza  totale  0,ra165;  becco  0,m010;  ala  0,n,090;  coda0,ra070;  tarso  0,m021. 

Questa  forma  va  soggetta  ad  anomalie  di  colorito;  ma  di  solito  la  tonalità 
delle  tinte  varia  poco  nei  soggetti  ordinari. 

Abita  le  parti  occidentali-meridionali  d'Europa;  è  sedentaria  ed  abbondante 
in  Italia,  eccetto  forse  nelle  provincie  nord-occidentali,  ove  sarebbe  invernale.  Non 
fu  incontrata  in  Corsica,  in  Sardegna  né  a  Malta.  Nidifica  nel  Veneto,  nel  Mode- 
nese e  nell'Italia  centrale  e  meridionale  dall'aprile  al  luglio,  ed  ama  le  località 
paludose. 

266  l>.  Emberiza  schoeniclus  pyrrhuloides  (Pallasi,  Passera  <li  padule  orientale. 

Tinte  generali  più  pallide  della  precedente;  lati  del  corpo  uniformi  del  tutto, 
e  con  tratti  scuri  allungati  indistinti;  margini  delle  penne  delle  parti  superiori 
bianco-cenerognoli;  groppone  quasi  bianco;  becco  più  grosso. 

Dimensioni  dell'io",  s.  palustris. 


(' f  Emberiza  «colala,  Bonomi,   in   Bp.    I!ir.  et,   May.    '/.'tal.   1857,   pi.   7. 


268  ATI.ANTK    ORNITOLOGICO 


Abita  il  delta  del  Volga  e  quello  del  Danubio,  si  estende  sino  al  Turche- 
stan  e  a  Jarkand. 

Infine  cito  VE.  s.  Tschusii,  che  presenta  pure  tinte  chiare  e  la  statura  della 
E.  s.  pyrrhuloides  e  che  vive  nelle  paludi  della  Dobrugia,  estendendosi  sino  a  quelle 
della  Russia  meridionale. 

Altre  specie  di  Emberizae  e  di  generi  affini  comparvero  nelle  liste  Europee, 
e  qui  ne  dò  qualche  cenno: 

UEmberiza  pirata,  Pallas,  fu  citata  da  Keyserling  &  Blasius  tra  gli  Uccelli 
d'Europa  e  cosi  dallo  Sharpe,  certo  sull'autorità  del  Temminck,  che  la  dice  co- 
mune in  Crimea,  in  Grecia,  in  Italia  ed  in  Provenza,  il  Gould  la  figurò  anzi  sotto 
il  nome  di  E.  lesbia,  Gm.;  non  occorre  dire  che  la  notizia  data  dal  Temminck  è 
del  tutto  infondata.  È  specie  dell'Asia  orientale. 

UEmberiza  cinerea,  Strickland,  fu  citata  dal  Dr.  Kruper  come  presa  nel  sud 
della  Russia  e  di  possibile  comparsa  in  Grecia,  notizie  che  non  vennero  confer- 
mate; abita  l'Asia  Minore  (l). 

UEmberiza  cioides,  Brandt,  fu  colta  nel  novembre  1886  in  Inghilterra,  essa 
abita  la  Siberia  orientale;  due  soggetti  di  Zonotrichia  albicollis  (Gm.),  dell'America 
nord-orientale,  vennero  pure  uccisi  in  Inghilterra  nell'agosto  1867  e  nel  marzo  1872; 
e  così  una  Passerini!  riris  (L.)  nel  1802,  questa  è  specie  dell'America  settentrionale 
e  centrale.  Ma  gli  Autori  britannici  sono  concordi  nel  non  ammettere  queste  specie 
nelle  loro  Avifaune,  dato  il  gran  numero  di  tali  uccelli  che  annualmente  ven- 
gono importati  nel  Regno  Unito  ed  io  credo  che  in  ciò  abbiano  perfettamente  ragione. 

Sottofamiglia  FRINGILLINAE,  FringilUni. 

Ossa  nasali  non  sporte  al  di  là  della  linea  anteriore  dell'orbita;  margini  ta- 
glienti della  mandibola  contermini  o  quasi,  senza  fessura  sul  margine  del  becco 
chiuso,  angolo  della  mandibola  al  mento  assai  leggermente  marcato;  palato  non 
rigonfio,  di  solito  concavo;  becco  conico,  diritto,  o  leggermente  convesso,  o  rigonfio, 
colla  mandibola  superiore  ricurva  all'apice  e  più  o  meno  appuntita. 

La  muta  in  questa  sottofamiglia  è  semplice  autunnale,  il  piumaggio  prima- 
verile è  differente  dall'autunnale,  ed  è  assunto  per  muta  ruptila  e  talora  per  in- 
tensificazione di  colore;  i  giovani  sono  macchiati  più  degli  adulti,  ma  nell'autunno 
assumono  l'abito  perfetto.  Questa  sottofamiglia  è  più  largamente  rappresentata 
nelle  regioni  nordiche  del  Mondo  Antico  e  del  Nuovo  e  dell'America  meridionale; 
marna  adatto  nell'Australia  e  nella  Polinesia. 


Genere  PASSER,  Bresson. 

Becco  diritto,  alquanto  conico  ed  allungato,  un  po'  protuberante  in  avanti  ed 
all' indietro;  mandibola  superiore  più  lunga  e  più  alta  dell'inferiore,  coi  margini 
quasi  eguali  e  leggermente  rientranti  e  con  pochi  peli  basilari;  narici  laterali, 
basilari,  rotonde,  quasi  nascoste  dalle  penne  frontali  protese  in  avanti  e  legger- 


')  Un  soggetto  di  questa  specie  sarebbe  stato  veduto,  ma  non  preso  il  ld  giugno  1S77  a  Hi'lgolaml  ! 


\ TI  \\  I  !     ORNITOl  OGK  "  2()fl 


mente  ricurve:  ali  piuttosto  corte,  la  2:l  e  la  3a  delle  remiganti  primarie  le  più 
lunghe,  1:|  di  poco  più  corta  e  bene  sviluppata;  coda  piuttosto  coita,  leggermente 
forcuta  o  quasi  quadrata:  tarso  e  diti  forti,  quello  scudettato  sul  davanti,  lamellato 
sui  lati  e  subeguale  al  dito  mediano  con  unghia;  unghie  piuttosto  corte  e  poco  curvate. 

Piumaggio  bruno  di  vario  tono,  talora  variato  di  bianco  e  di  nero;  tinta  uni- 
forme sulla  testa,  che  è  grossa  :  coda  di  solito  uniforme.  Sessi  simili  o  poco  differenti. 

Le  specie  di  questo  genere  abitano  le  regioni  del  Mondo  Antico  e  del  Nuovo, 
sono  molto  sparso  in  Africa  e  mancanti  nella  Regione  Australiana;  sono  più  o  meno 
gregarie  e  migranti;  alcuno  specie  amano  la  vicinanza  dell'uomo,  vivendo  nelle  città 
enei  luoghi  abitati,  altre  nei  campi  e  meno  comunemente  sui  monti;  collocano  il 
nido  voluminoso  e  poco  artistico  sugli  alberi,  sulle  case,  nei  buchi  dei  muri  e 
delle  roccie,  le  uova  sono  piuttosto  numerose,  con  fondo  di  tinta  biancastro  e  gri- 
giastro, più  o  meno  macchiate  di  grigio  e  di  bruno,  le  macchietto  ammassandosi 
all'apice  più  grosso;  sono  granivori,  ma  allevano  i  piccoli  nutrendoli  di  insetti  e 
possono  dirsi  onnivori;  il  canto  è  punto  melodioso  e  poco  modulato. 

267.  Passer  domesticus  (Lixnaeus),  Passera  oltremohiana. 

[  Passera  europea  ]. 
[Tav.  XXI,  fig.   11,   12  e  Tav.  XLIX,  fig.  39]. 

Parte  superiore  centrale  del  pileo  cent  rotinola,  castagna  sui  lati  e  posteriormente 
(maschio). 

Vertice  grigio-cenerognolo,  marginato  da  una  fascia  rosso-castagna,  che  si  uni- 
sce, allargandosi,  sui  lati  del  collo;  scapolari  e  dorso  di  un  castagno-cupo,  col  centro 
delle  penne  nero;  piccole  cuopritrici  alari  di  un  castagno-uniforme, le  medie  terminate 
di  bianco;  mento  e  gola  neri;  guancie  e  lati  della  faccia  di  un  bianco-cenerino,  una 
piccola  macchia  bianca  dietro  l'occhio;  gastreo  bianco-grigio,  tinto  di  cenerognolo 
sui  lati  del  petto  e  sui  fianchi  {mas.  ad.  in  prim.).  Vertice  più  cupo  e  tinto  di  bru- 
nastro,  castagno  della  testa  quasi  nascosto  dai  margini  delle  penne  cenerino-bru- 
nastri;  tinta  nera  della  gola  con  largo  apice  cenerino  {mas.  ad.  in  aut.  .  l'arti  su- 
periori bruno-rugginose,  dorso  col  centro  delle  penne  nerastro  ed  il  margine  fal- 
viccio;  groppone  grigio-cenerognolo;  cuopritrici  marginate  di  fulvo-gialletto;  gastreo 
cenerognolo-pallido,  con  tinte  brunastre,  più  cupe  sui  fianchi,  più  chiare  sulla  gola 
e  sul  centro  dell'addome  (femm.  ad.).  Come  le  femmine;  gastreo  più  bianco  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"150;  becco  0,m012;  ala  0,n,080;  coda  0,'"060;  tarso  0,'"01N. 

Abita  l'Europa,  la  parte  abitata  della  Siberia  e  la  Dauria,  Madera,  parte  del-. 
l'Africa  occidentale  e  l'Arabia  ;  vive,  introdotto,  nell'America  settentrionale  (Stati 
Uniti)  nell'Australia  e  nella  Nuova  Zelanda.  In  Italia  si  trova  talora  accidental- 
mente nei  paesi  subalpini,  come  nel  Friuli  etc,  è  stazionaria  nel  Nizzardo,  nell'Istria 
e  nella  Dalmazia;  sembra  che  a  Udine  viva  assieme  al  P.  Italiae  (fide  Vallon). 

268.  Passer  Italiae    Yieillot),  Passera. 

[Tav.  XLVI,  iig.  5]. 

Pileo  per  intero  castagno;  dorso  castagno  e  nero;  fianchi  uniformi  senza  strie 
(maschio). 

Si  distingue  dal  P.  domesticus  pel  colorito  delle  parti  superiori  più  vivace, 


270  ATLANTE   OENITOLOGICO 


quello  delle  guancie  è  più  biancastro;  testa  castagno-vivace  per  intero  sino  alla  nuca; 
dal  becco  una  fascia  bianca  ben  distinta,  che  passa  sull'occhio  e  termina  poco 
dopo  (mas.  ad.  in  prim.).  Tinta  castagna  della  testa  con  larghi  margini  grigiastro- 
cupi;  nero  della  gola  con  larghi  margini  biancastri  {mas.  ad.  in  aut.).  Simili  a 
quelli  del  P.  domesticus  (femm.  ad.  e  gioì:). 

Ha  le  dimensioni  della  specie  precedente. 

Questa  Passera,  come  il  P.  domesticus  e  le  due  specie  seguenti,  va  soggetta 
a  molte  anomalie  nel  colorito  del  piumaggio,  non  sono  rarissime  quelle  tutte  bianche 
o  chiazzate,  o  le  isabelline,  più  scarse  le  melamene,  se  ne  trovano  colla  gola  tinta 
di  castagno-acceso  (P.  Italiae)  e  i  parziali  scolorimenti  sono  comuni  all'epoca  della 
muta  totale,  cioè  nell'agosto  e  nel  settembre. 

Abita  la  Francia  sud-orientale,  il  nord  dell'Africa  e  la  Palestina  (Sharpe).  È 
la  specie  propria  all'Italia,  dove  rappresenta  il  P.  domesticus;  abita  anche  la  Cor- 
sica e  Malta  i1);  manca  nel  Nizzardo,  in  Sardegna  ed  in  Sicilia,  però  giunge  talora 
nel  Nizzardo  dalla  Liguria  e  nella  Sicilia  dalla  Calabria,  ove  forse  si  trovano  ibridi 
col  P.  kispaniensis  o  individui  che  presentano  leggere  differenze  dai  tipi  puri.  Nidi- 
fica dall'aprile  al  luglio,  allevando  due  covate;  è  anche  di  passo  parziale  nel  marzo 
e  dall'agosto  al  novembre,  almeno  nel  Veneto;  è  uccello  molto  abbondante. 

269.  Passer  hispaniensis  (2)  (Temmixck),  Passera  sarda. 
[  Passer  salicicolus  f3)  (Vieill.),  P.  hispaniolensis  (Temm.),  P.  salicicola  (Vieill)]. 

[Tav.  XLVI,  flg.  6]. 

Pileo  come  il  P.  Italiae;  dorso  bianco  e  nero;  fianchi  con  strie  (maschio). 

Differisce  dal  P.  Italiae  pel  dorso  e  le  scapolari  nere,  con  alcune  penne  lar- 
gamente marginate  di  bianco-gialletto;  fianchi  più  o  meno  fortemente  striati  di  nero, 
ma  sempre  in  modo  distinto  (mas.  ad.  in  prim.).  Differisce  dal  P.  Italiae  pelle  parti 
superiori  più  chiare,  con  margini  giaUetto-fulvi  sul  dorso;  strie  dei  fianchi  nerastre, 
marginate  di  bianchiccio  (mas.  ad.  in  aut).  Simile  a  quella  del  P.  Italiae,  ma  la 
tinta  chiara  sul  dorso  è  più  biancastra;  la  gola  talora  presenta  una  macchia  scura 
sul  centro  delle  penne  (femm.  cui.  e  gior.). 

Ha  le  dimensioni  del  P.  Italiae  o  di  poco  minori. 

Abita  le  contrade  circummediterranee,  la  Nubia,  l'Asia  Minore,  spingendosi 
attraverso  la  Persia  all'Afganistan  ed  all'India  nord-occidentale.  Abita  in  Italia  la 
Sardegna,  la  Sicilia,  Pantelleria  e  Malta,  qualche  individuo  si  trova  talora  anche 
in  Calabria  e  forse  nel  Napoletano,  ove  si  incrocierebbe  col  /'.  Italiae.  Fu  trovata 
come  specie  accidentale  presso  Bari,  presso  Livorno  ed  in  Liguria.  Nidifica  dal- 
l'aprile al  luglio. 


I     i    ll\c     \ivc    mirili'    il     /'.     Insjiiiilirinis    (Tk.MMINCK  i. 

(2)  Temminck  [Man.  Oriti,  I,  p.  Sài!  (1820))  scrisse  Pritigilla  kiepamiolensis,  e  ciò  per  errore,  hispa- 
niolennitì  sarebbe  aggettivo  derivato  da  llixjiiiiiiola,  cioè  S.  Domingo!  cosi  si  devo  correggere  con  hispa- 
iiiriiHi*.  Non  trovo  però  di  rigettare  questo  nomo,  come  vorrebbe  il  Honaparto  (Bev.  Ois.  Eur,  p.  33), 
solo  perchè  esso  venne  scritto  erroneamente;  tanto  più  che  la  correzione  non  è  difficile,  e  che  la  nuova 
dicitura  differisce  di  poco  dalla  primitiva. 

(J)  Devo  scriversi  /'.  talicicola  e  non  nalicicolua  (Vieillot,  182Xì,  derivando  da  salix  =  salice,  e  colo 
io  abito. 


ATLANTK    ORNITOLOGI*  0  SS7J 


270.  Passer  montanus  (Linnaeus),  Passera  mattuggia. 

|  I  a\  .   XXI,   ili;.    L3  <•    I'av.   \\A\.  (ig.  40  |. 

Testa  castagno-vinata;  una  macchia  nera  sul  bianco-grigio  della  regione  auricolare. 

Testa  castagno-vinata;  dorso  con  le  penne  nere  su  di  un  lato,  castagne  sul- 
l'altro, con  margini  fulvo-cenerini;  groppone  brunastro-cenerognolo,  leggermente 
lavato  di  rossiccio;  piccole  cuopritrici  di  un  bruno-uniforme,  le  medie  nere,  lar- 
gamente terminate  di  bianco,  che  forma  una  banda  alare;  redini,  una  grande 
macchia  sulla  regione  auricolare,  mento,  centro  della  gola  e  del  collo  di  un  nero- 
puro;  lati  della  testa  e  del  collo  di  un  bianco  più  o  meno  puro;  gastreo  cenero- 
gnolo, lavato  di  biancastro  sul  centro  del  petto  e  dell'addome,  e  di  brunastro  sui 
fianchi  (ad.  in  prim.).  Tinte  meno  vivaci;  testa  con  marginature  grigiastre  poco 
decise  (ad.  in  aut.).  Piumaggio  più  grigiastro;  tinte  bianche  della  testa  e  del  collo 
lavate  di  cenerognolo;  nero  della  gola  meno  esteso  e  con  margini  biancastri  poco 
accentuati  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,,n135;  becco  0,'"011;  ala  0,'"070:  coda  0,'"055;  tarso  0,m017. 

Abita  l'Europa,  la  Siberia  fino  alla  Cina  ed  al  Giappone,  l'Asia  centrale,  la 
Persia,  l'Afganistan,  l'Imalaia,  sino  al  Burina,  alla  Malesia  e  a  Giava,  e  l'Africa  nord- 
orientale. In  Italia  è  specie  comune  e  stazionaria,  in  parte  estiva  nelle  provincie  set- 
tentrionali, manca  in  Sardegna  ed  in  Corsica,  ma  vive  nelle  Isole  dell'Arcipelago 
Toscano.  Non  pochi  svernano  tra  noi,  arrivando  dal  settembre  al  novembre  e  par- 
tendo nel  marzo.  Nidifica  dall'aprile  all'agosto,  allevando  anche  tre  covate.  Talora 
si  stabilisce  nelle  case  e  vive  assieme  al  P.  Italiae. 


Genere  PETRONIA,  Kaup. 

Becco  conico,  diritto,  robusto,  piuttosto  corto  e  largo  alla  base,  compresso 
verso  l'apice,  che  è  appuntito,  margini  leggermente  festonati;  narici  piccole,  ba- 
silari, esposte;  ali  acute,  allungate,  appuntite,  la  la  remigante  primaria  la  mas- 
sima; coda  quasi  quadrata  e  piuttosto  corta;  tarso  mediocre,  scudettato,  un  po'  più 
lungo  del  dito  mediano;  unghie  piuttosto  corte,  acute,  leggermente  curvate,  con 
un  solco  laterale. 

Sessi  simili,  piumaggio  terreo,  più  opaco  che  nel  gen.  Passer;  maschi  senza 
tinte  nere  sulla  testa,  timoniere  macchiate. 

Si  conoscono  sette  od  otto  specie  di  Petroniae,  che  abitano  la  Regione  Palear- 
tica, l'Etiopica  e  l'Orientale;  hanno  le  abitudini  del  genere  precedente;  ma  abi- 
tano di  frequenza  le  località  rocciose,  ove  fabbricano  un  nido  voluminoso  nei  cre- 
pacci e  nelle  buche. 

271.  Petronia  petronia  iLinnakus),  Passera  lagia. 
t  Petronia  stulta  (Gm.)  ]. 

Testa  bruno-scura,  colle  penne  della  parte  mediana  centrale  grigio-brunastre  e 
l'apice  biancastro-sudicio;  largo  sopracciglio  bianco-brunastro;   dorso  grigio-bru- 


27L*  ATLANTE    DliXITlll  <><;!'  <• 


nastro  sul  lato  esterno  delle  penne,  nei 'asl  ro  sull'interno  e  bianco-sudicio  all'apice 
esternamente;  groppone  e  sopracoda  di  un  grigio-brunast ro -uniforme, col  margine  più 
chiaro;  guancie  e  gastreo  di  un  bianco-sudicio,  col  centro  delle  penne  scuro,  bruno- 
cupo  sui  lati  del  petto  e  sui  fianchi;  sottocoda  bianco-opaco,  colla  base  delle  penne  de- 
cisamente  brunastra;  sul  gozzo  una  grande  macchia  di  un  giallo-canarino,  meno  accen- 
tuata nella  femmina;  medie  e  grandi  cuopritrici  alari  nerastre,  terminate  da  una 
macchia  bianca,  le  dette  macchie  formano  due  bande  poco  regolari  sull'ala;  timo- 
niere con  una  grande  macchia  rotonda  biancastra  presso  l'apice  del  vessillo  in- 
terno, meno  accentuata  verso  le  centrali  (ad.).  Manca  la  macchia  gialla  sul  gozzo; 
tinte  brune  più  uniformi;  parti  inferiori  più  biancastre,  con  strie  brunastre  più 
accentuate  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,,n150;  becco  0,'"013;  ala  0,"'095;  coda0,m056;  tarso  0,m020. 

Abita  l'Europa  meridionale  e  centrale,  spingendosi  verso  est  sino  alla  Siberia 
orientale  ed  alla  Cina  settentrionale,  Madera!1),  le  Canarie  e  l'Africa  settentrio- 
nale. È  uccello  stazionario  in  Italia,  specialmente  nelle  località  montuose,  ove  ni- 
difica nel  maggio  e  nel  giugno;  parzialmente  migra  d'autunno  dalle  provincie 
settentrionali  e  giunge  in  grande  quantità  d'oltr'Alpe  per  svernare  nelle  parti 
meridionali  e  nelle  Isole. 


Genere  MONTIFRINGILLA,  C.  L.  Brehm. 


Becco  piuttosto  corto,  poco  più  alto  che  largo  e  forte  alla  base,  diritto,  co- 
nico, coi  bordi  piuttosto  rientranti  e  l'apice  molto  acuto  ed  appuntito;  base  del 
becco  senza  setole;  narici  basilari,  nascoste  dalle  penne  rigide  della  cavezza,  di- 
rette all'innanzi;  ali  lunghe,  appuntite,  acute,  la  2a  remigante  primaria  massima, 
le  tre  prime  subeguali;  coda  grande  e  piuttosto  lunga,  quasi  quadrata  o  legger- 
mente forcuta;  tarso  scudettato  e  subeguale  al  dito  mediano  con  unghia;  gambe 
e  diti  forti;  unghie  compresse,  forti,  solcate  lateralmente,  curvate,  quella  del 
posteriore  subeguale  al  dito  stesso,  leggermente  curvata  e  allungata,  essa  ed  il 
dito  forti. 

Sessi  simili,  giovani  poco  differenti  dagli  adulti;  piumaggio  lungo  e  molle,  di 
solito  bruno  di  vario  tono  e  bianco. 

Si  conoscono  18  specie  di  Monti fringiUuc,  che  abitano  le  montagne  più  elevate 
dell'Europa  centrale  e  meridionale,  dell'Asia  centrale  e  nord-orientale  e  dell'Ame- 
rica nord-occidentale,  giungendo  sino  al  Nuovo  Messico. 

Frequentano  le  località  più  elevate  delle  montagne  e  sono  semplicemente 
erratici,  scendendo  uu  po'  più  in  basso  d'autunno,  ma  raramente  giungono  al  piano; 
si  uniscono  in  branchetti  appena  finita  l'epoca  delle  cove;  si  nutrono  d'insetti,  di 
sementi,  di  granelli;  il  loro  canto  è  poco  armonioso;  nidificano  nei  crepacci  delle 
roccie  o  sui  tetti  delle  abitazioni,  depongono  cinque  uova  di  un  bianco-puro,  alle- 
vando due  covate  dal  maggio  al  luglio,  la  prima  delle  quali  entro  i  limiti  delle 
nevi  eterne. 


(')  La  Passera  lagia   ili    Madera  sarebbe  una   sottospecie  distinta   (Turhimi). 


Tav.  35. 


1.  Pittima  reale    (<f  ad.  in  abito  di  primavera1).     2.  Pittima  minore   (ad.   in   abito   di   primavera).     3.  Pittima 

minore  (ad.  in  abito  d'autunno).     4.  Chiurlo  maggiore.     5.  Chiurlo  piccolo.     «.  Mignattajo  (ad.  in  abito  di 

primavera).     7.  Mignattajo  (ad.  in  abito  d'autunno).     8.  Spatola,     9.  Garzetta.     10.  Gru. 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


MI  \vi  |     ORNI  ["OLI  ><.I<  0  -~:; 


272.  Montifringilla  nivalis  (Ltnnaeus),  Fringuello  alpi  ho. 
[Tav.  xxi,  ag.  io]. 

Testa,  parte  superiore  del  collo,  lati  e  regione  parotica  di  un  cenerino-ardesia- 
chiaro,  col  centro  delle  penne  più  cupo  ;  dorso  brunastro,  con  margini  più  ciliari; 
groppone  bruno-scuro-uniforme;  cuopritrici  superiori  della  coda  nere,  con  margini 
brunastri,  e  l'esterne  bianche  per  intero  o  sul  vessillo  esterno  ;  timoniere  bianche, 
con  una  t'ascia  nera  apicale  quasi  nulla  nell'esterne,  le  due  centrali  ili  un  nero- 
uniforme;  mento  e  gola  neri;  gastreo  bianco-gialletto,  tinto  di  cenerognolo  e  di 
brunastro  sui  lati  e  sui  fianchi;  tutte  le  cuopritrici  alari  e  le  remiganti  i"  esterne 
bianche;  ala  bastarda  nera;  1°  cuopritrici  bianche,  con  l'apice  nero  (mas.  ad.  in 
prim.).  Tinte  generali  più  slavate;  margini  più  chiari  e  più  larghi  specialmente 
sul  dorso;  la  macchia  della  gola  quasi  nascosta  dalle  larghe  marginatura  bianche  delle 
•penne;  parti  inferiori  di  tinte  meno  pure  (ad.  in  aut.).  Simile  agli  adulti  in  autunno; 
piccole  cuopritrici  con  munii  ni  bruno-nerastri    giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"180;  becco  0,™013;  ala  0,m118;  coda  0,m07s  :  tarso  0,m023. 

Abita  le  montagne  dell'Europa  centrale  e  meridionale,  portandosi  verso  est 
sino  alla  Palestina.  In  Italia  è  specie  abbastanza  abbondante  sulla  catena  delle 
Alpi  e  sulle  cime  più  elevate  degli  Appennini,  scende  più  in  basso  nell'inverno, 
giungendo  rarissimamente  in  pianura.  Manca  in  Sardegna  ed  in  Sicilia.  Nidifica 
in  maggio. 

272  a.  Montifringilla  nivalis  alpicola  (Pallas),  Fringuello  alpino  caucasico. 

Simile  al  precedente,  ma  colla  testa  e  la  parte  posteriore  del  collo  di  un  bruno- 
uni  forme,  concolore  col  dorso;  ala  bastarda  bianca,  come  le  cuopritrici  alari  piccole, 
medie  e  grandi;  statura  leggermente  minore;  becco  alquanto  più  lungo  e  più 
grosso. 

Lunghezza  totale  0,'"177;  becco  0,'"015;  ala  0/"112;  coda  0,m070;  tarso  0,m023. 

Abita  le  alte  montagne  del  Caucaso,  della  Persia,  del  Turchestan,  dell'Afga- 
nistan,  estendendosi  verso  est  sino  ai  monti  Bei-schan. 


Genere  FRINGILLA,  Linnaeus. 

Becco  mediocre,  sottile,  alquanto  lungo  e  quasi  conico,  duro,  appuntito  e 
leggermente  protuberante,  mandibole  quasi  eguali  anche  d'altezza,  coi  margini 
interi,  appena  rientranti  e  l'apice  della  superiore  con  un  intacco  indistinti! ;  narici 
ovali,  basilari,  in  parte  nascoste  dalle  penne  frontali;  apertura  del  becco  diritta 
e  fornita  di  setole  diritte;  ali  mediocri,  acute,  la  la  remigante  primaria  assai  pic- 
cola, la  2"  minore  della  3a,  essa  e  la  4'  le  più  lunghe;  coda  abbastanza  lunga  e 
decisamente  forcuta;  tarso  forte,  subeguale  al  dito  mediano  con  unghia,  scudet- 
tato  anteriormente  e  lamellato  sui  lati;  unghie  poco  curvate  e  piuttosto  corte,  la- 
teralmente solcate,  quella  del  posteriore  subeguale  al  dito  stesso. 

Gli  adulti  sono  differenti  ed  i  giovani  eguali  alle  femmine. 

Atlante    truìtvlogico.  US 


274  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Si  conoscono  sette  od  otto  specie  appartenenti  a  questo  genere,  sei  delle  quali 
sono  proprie  alle  isole  Canarie,  Azzorre,  Madera  ed  all'Algeria,  altre  due  abitano 
l'Europa,  i  paesi  circummediterranei  e  l'Asia  occidentale. 

Le  specie  di  questo  genere  e  degli  affini  frequentano  le  località  alberate  di 
montagna  e  di  pianura;  sono  granivori,  ma  d'estate  si  nutrono  di  frutti  e  d'in- 
setti; alcuni  hanno  canto  potente  e  melodioso;  tranne  di  primavera,  nel  resto  del- 
l'anno sono  gregari,  alcuni  sedentari,  altri  migranti;  fabbricano  nidi  aperti,  molti 
dei  quali  sono  artistici  e  ben  costrutti,  le  uova  hanno  la  tinta  di  fondo  che  varia 
dal  verde-grigio  al  bianco  bluastro,  con  svariate  macchiette  brune  di  vario  tono  e 
grigio-pallide  e  nelle  Fringillae,  propriamente  dette,  sono  bluastre  con  macchie  e 
velature  bruno-rossiccie. 

273.  Fringilla  coelebs,  Linnaeus,  Fringuello. 

[Tav.  XXI,  tig.  6,  7  e  Tav.  XLIX,  tig.  37]. 

Groppone  venie;  fianchi  non  macchiati  ili  nero.  —  Piccole  cuopritrid  alari  bianche; 
regione  parotica  e  gastreo  rossiccio-mattone  vivace;  dorso  e  scapolari  castagne  (mas. 'dà..); 
piccole  cuopritrid  alari  cenerognole  (femm.  e  giov.). 

Testa  nero- vellutata;  parte  superiore  della  testa,  nuca  e  lati  del  collo  di  un 
plumbeo-celeste;  dorso  e  scapolari  castagni,  più  cupi  sul  centro  delle  penne,  di  un 
gialletto-  canarino  sul  margine;  groppone  giallo-verdastro;  sopracoda  plumbeo-ce- 
lestognolo;  redini,  regione  parotica,  lati  della  testa  e  gastreo  di  un  rossiccio-mat- 
tone di  vario  tono  e  talora  vinato,  tinto  di  cenerognolo  sui  fianchi  ;  centro  del  basso 
addome  e  sottocoda  di  un  bianco-fulviccio  ;  cuopritrici  piccole  e  medie  bianche,  le 
grandi  nere  alla  base,  bianche  all'apice;  remiganti  e  timoniere  con  margini  giallo- 
olivastri,  una  macchia  cuneiforme  bianca  sulle  due  timoniere  esterne  (mas.  ad.  in 
pria/.).  Tinte  generali  rese  più  opache  dai  margini  apicali  cenerognolo-fulvicci  del 
gastreo;  testa,  collo  e  dorso  sfumati  di  olivastro;  apice  delle  grandi  cuopritrici 
lavate  di  gialletto  (mas.  ad.  in  avi.).  Parti  superiori  bruno-cenerognole,  lavate  di 
giallo-olivastro  e  di  giallo-verdastro  sul  basso  dorso  e  sul  groppone;  cervice  bruno- 
cenerognola  nel  centro,  con  due  fascie  laterali  più  cupe,  che  si  estendono  verso 
la  nuca;  sopracciglio  bruno-cenerognolo,  che  si  allarga  sulla  parte  laterale  della 
nuca;  gastreo  bianco-cenerognolo,  più  chiaro  sul  centro  dell'addome  e  fulviccio 
sul  sottocoda;  piccole  cuopritrici  delle  ali  grigio-cenerognole,  sfumate  di  bruno,  le 
mediane  bianche,  le  grandi  nere  terminate  di  bianco-gialletto  (femm.  ad.  e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,m160;  becco  0,'"012;  ala  0,'"085;  coda  0,'"070;  tarso  0,m019. 

I  maschi  adulti  in  primavera  variano  sensibilmente  nel  tono  del  colore  ros- 
siccio del  gastreo,  che  volge  al  color  mattone,  al  salmone  ed  al  vinato;  anche  le 
femmine  talora  presentano  il  gastreo  lavato  di  rosa.  Questa  specie  va  soggetta 
a  parecchie  anomalie  albine  ed  isabelline,  i  soggetti  bianchi  del  tutto  sono  molto 
rari  ;  una  varietà  abbastanza  costante,  ma  rara,  presenta  la  testa  ed  il  dorso  la- 
vati di  rossigno  su  tinta  ordinaria;  groppone,  piccole  e  medie  cuopritrici  e  una 
fascia  apicale  sulle  grandi  di  un  bajo-vivace;  gastreo  vinato-delicato.  La  varietà 
acianica  completa  è  bianca  del  tutto,  col  dorso  e  il  groppone  di  un  giallo-zolfino. 
Questa  specie  s'incrocia  colla  F.  montifringiUa,  L.,  e  nascono  ibridi  singolari,  che 
assomigliano  in  generale  alle  due  specie,  ma  hanno  il  groppone  nero  alla  base  delle 
penne  e  giallo-zolfino  all'apice;  le  femmine  hanno  l'abito  della  F.  coelebs  femmina,  ma 


ATI.AXTK    ORNITOLOGICO 


le  grandi  cuopritrici  portano  una  larga  t'ascia  apiealc  f/t Ito-aranciata.  Tale  ibridismo 
non  è  molto  raro,  ma  il  più  detti  volti  si  scambiano  per  ibridi  semplici  anomalie 
di  colorito  e  perciò  diedi  la  frase  caratteristica. 

Abita  l'Europa,  verso  est  sino  agli  Orali.  In  Italia  è  specie  comune  e  nidificante; 
è  però  più  copiosa  all'epoche  del  passo  dalla  metà  di  settembre  a  novembre,  e  dal 
marzo  alla  prima  quindicina  di  aprile;  non  pochi  giungono  dal  Nord  nel  tardo 
autunno,  svernando  tra  noi  e  ripartendo  in  primavera.  Nidifica  nel  maggio  e  nel 
giugno,  specialmente  sui  monti  delle  provincie  settentrionali.  Le  femmine  giunge- 
rebbero nelle  migrazioni  prima  dei  maschi,  viaggiando  in  branchi  separati. 

274.  Fringilla  spodiogenys,  Bonaparte,  Fringuèllo  algerino. 

Regione  parotica  e  scapolari  di  un  blu  di  piombo;  dorso  giallo-verde-cupo;  gastreo 
rinato-debole  (mas.  ad.). 

Redini  e  fronte  nere;  testa,  regione  parotica,  lati  del  collo  di  un  blu-piombo, 
tinto  di  rossiccio  sulla  regione  parotica;  dorso  e  groppone  di  un  giallo-verde-cupo; 
sopracoda  grigio-bluastro,  lavato  di  verde;  scapolari  di  un  blu-piombo;  gastreo  vinato- 
chiaro,  tinto  di  un  ardesia-grigio-pallido  sui  fianchi,  biancastro  sull'addome  e  sul  sot- 
tocoda (mas.  ad.  in  prim.).  Eguale  a  quella  di  F.  coelebs  (femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,m160;  becco  0,m012;  ala  0,m087;  coda  0,'"072;  tarso  0,ra019. 

Abita  l'Algeria,  la  Tunisia,  ed  il  Marocco.  È  uccello  accidentale  nell'Europa 
meridionale;  venne  preso  due  volte  a  Marsiglia  (Degland  &  Herbe)  ed  una  sol  volta  in 
Italia  nel  dicembre  1895  presso  Prato  (Toscana),  questo  soggetto  è  un  maschio  ad. 
(R.  Museo  di  Firenxe). 

275.  Fringilla  montifringilla  Linnaeus,  Peppola. 

[Tav.  XXI,  fig.  8,  9  e  Tav.  XLIX,  Hg.  38]. 

Groppone  bianco  e  nero;  piccole  cuopritrici  delle  ali  giallo-lionate  ;  fianchi  macchiati 
di  nero. 

Parte  superiore  e  laterale  della  testa,  la  posteriore  e  la  laterale  del  collo  ed  il 
dorso  di  un  nero-blu,  colla  base  nascosta  delle  penne  bianca;  parte  bassa  del  dorso  e 
groppone  bianchi  variati  di  nero,  specialmente  sui  lati;  cuopritrici  superiori  della 
coda  grigio-nerastre,  terminate  di  bianco-aranciato;  gola,  petto  e  lati  giallo-lionato- 
puri;  addome  bianco-puro,  lavato  di  lionato  sui  fianchi  e  sul  sottocoda;  i  fianchi 
con  macchie  rotonde  nere;  scapolari  e  piccole  cuopritrici  di  un  aranciato-fulviccio, 
le  inedie  bianche,  le  grandi  nere,  largamente  marginate  di  aranciato  (mas.  ad.  in 
privi.).  Tinte  nere  della  testa  e  delle  parti  superiori  con  larghi  margini  lionati, 
talora  cosi  estesi  da  oscurare  la  tinta  nera;  gastreo  più  pallido,  tinte  bianche  lavate 
di  lionato,  fianchi  con  numerose  macchie  rotonde  nere  ed  il  lionato  più  accen- 
tuato (mas.  ad.  in  aut.).  Testa,  due  fascie  sui  lati  della  cervice  e  schiena  scuro- 
nere,  con  margini  rossicci;  centro  della  nuca  e  lati  della  parte  posteriore  del  collo 
cenerino-lionati;  sopracciglio  cenerino-rossiccio;  gola  e  petto  cenerognolo-rossicci, 
tinti  di  lionato-rossiccio;  fianchi  grigio-rossicci,  con  le  macchie  meno  accentuate; 
nel  resto  come  il  maschio,  ma  le  tinte  sono  più  pallide  (femm.  ad.  e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,'n160;  becco  0,'"012;  ala0,'n095;  coda0,"'066;  tarso  0,m0 19. 


276  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Anche  questa  specie  va  soggetti  ad  anomalie  di  colorito,  che  sono  piuttosto 
rare.  I  maschi  ad.  in  completo  abito  di  primavera  sono  molto  difficili  ad  aversi 
in  Italia,  tutti  o  quasi  tutti  presentano  rimasugli  della  livrea  invernale,  cioè  qual- 
che marginatura  lionata  sul  nero-blu  delle  parti  superiori. 

Abita  l'Europa  al  Nord  del  60°  e  l'Asia  settentrionale,  fino  al  Giappone  ed 
alla  Cina  settentrionale;  sverna  nelle  contrade  Mediterranee  e  nell'India  nord- 
occidentale. In  Italia  è  principalmente  uccello  di  passo  ed  invernale,  comune, 
arriva  dalla  fine  di  settembre  agli  ultimi  di  novembre  e  riparte  nel  febbraio 
e  nel  marzo.  È  rara  dalla  Toscana  in  giù  e  non  fu  trovata  in  Sardegna.  Pare  che 
talora  nidifichi  nel  Trentino  (Bonomi),  nel  Pistoiese  e  nel  Casentino  (Giglioli),  ciò 
sarebbe  strano,  giacché,  come  dice  il  Salvadori.  tale  specie  cova  raramente  al 
sud  del  60°  parallelo. 


Genere  CARDUELIS,  Brisson. 

Becco  più  alto  che  largo  alla  base,  quasi  conico,  decisamente  compresso  sul 
davanti  e  leggermente  curvato,  coll'apice  sottile  ed  acuto,  ed  i  margini  leggermente 
rientranti  e  undulati,  non  intaccato;  apertura  del  becco  senza  setole;  narici  ba- 
silari, laterali,  rotonde,  in  parte  nascoste  dalle  penne  della  fronte;  ali  alquanto 
lunghe  ed  appuntite,  la  la  remigante  primaria,  quando  esiste,  atrofica,  la  2a  la 
massima,  21,  38  e  4a  subeguali  e  ristrette  sul  bordo  esterno;  coda  moderata  e 
leggermente  forcuta;  tarso  corto,  più  breve  del  dito  mediano  con  unghia,  piuttosto 
forte,  anteriormente  scudettato,  lateralmente  lamellato;  unghie  piuttosto  lunghe, 
quella  del  dito  posteriore  subeguale  al  dito  stesso  e  forte. 

Piumaggio  molle;  sessi  simili;  penne  della  faccia  rosse,  corte,  rotonde  e  sca- 
gliose; petto  bianco;  ali  con  tinte  gialle;  timoniere  con  macchie  bianche. 

Hanno  le  abitudini  delle  Fringillae  e  se  ne  conoscono  due  specie;  le  uova 
sono  bianche,  macchiate  di  rossiccio  o  di  bruno-rossiccio. 

276.  Carduelis  carduelis  (Ldtnaeus),  Cardellino. 

[Carduelis  elegans,  Btbph.]. 

[Tav.   XXII,  fig.   10,  11  o  Tav.  XI. IX,  ag.  446]. 

Maschera  rosso-creiaisiiai  ;  parte  posteriore  delta  cere  ire  e  lati  del  collo  neri;  dorso 
e  lati  dell'alto  petto  di  un  nocciola-cupo;  nessuno  spazio  bianco  sulle  remiganti  i'1'  interne. 

Faccia  e  alta  gola  di  un  rosso-cremisino;  parte  mediana  e  posteriore  della  cer- 
vice ed  una  fascia  che  da  essa  discende  sui  lati  del  collo,  nero-vellutate;  lati  della 
testa,  regione  auricolare,  parte  posteriore  delle  guancie,  centro  del  petto  e  del- 
l'addome di  un  bianco  più  o  meno  puro;  dorso,  groppone  e  lati  del  petto  di  un 
nocciola-carico;  sopracoda  bianco-fulviccio;  remiganti  con  una  macchia  bianca  api- 
cale  non  presente  in  tutte,  eccetto  la  l"  primaria  lunga,  tutte  hanno  un  largo  spazio 
giallo  dalla  base  a  circa  metà  lunghezza,  anche  le  cuopritrici  grandi  esterne  delle 
ali  sono  in  parte  di  tal  colore,  e  la  colorazione  gialla  forma  uno  specchio  alare 
notevole;  timoniere  nere,  con  una  macchia  apicale  bianca  indistinta  sulle  interne, 
che  diminuisce  verso  le  esterne,  le  due  laterali  su  ogni  lato  con  un  largo  spazio 
preapicale  bianco  sul  vessillo  interno  (ad.).  I  sessi   possono   dirsi  eguali,   perù   la 


ATLANTE    ORNITOT.OGICO  277 


femmina  ad.  è  sempre  distinta  dal  maschio  ad.,  perchè  le  piccole  cuopritrici  alari 
hanno  margini  bruno-gialletti,  che  mancano  del  tutto  in  quelle  del  maschio  ad. 
Mancano  il  rosso  sulla  faccia  e  Le  tìnte  aere  sulla  testa:  parti  superiori  brunastro- 

chiare,  nerastre  all'apice  delle  penne;  gastreo  bianco-sudicio,  lavato  di  brunastro 
sulla  gola,  sul  petto  e  sui  lati,  che  sono  macchiati  di  nerastro;  macchie  terminali 
bianche  delle  remiganti  e  delle  timoniere  lavate  di   fulviccio  (ffiov.). 

Lunghezza  totale  0,n,140;  becco  0,'"013;  ala  0/"080;  coda  0,m050;  tarso  0,'n016. 

Va  soggetta  a  varietà  melamene  e  più  di  rado  alle  albine;  però,  di  solito, 
la  tinta  gialla  rimane  immutata. 

Il  Madarasz  descrisse,  sotto  il  nome  di  C.  e.  albìgularis  ('),  una  varietà  della 
presente  specie  che  presenta  il  mento  e  l'alta  gola  bianchi  e  che  venne  trovata 
in  Ungheria,  in  Dalmazia  e  in  Croazia  Brusi/na),  nel  Brandeburgo  (Schalow)  e  nelle 
Isole  Britanniche  (Sharpe),  ma  più  tardi  (1899)  passò  tale  nome  (C.  albìgularis  o 
WringiUa  albìgularis    nella  sinonimia  del  C.  earduelis. 

Abita  l'Europa,  l'Africa  settentrionale,  Stadera  e  le  Canarie,  è  invernale  in 
Egitto,  e  verso  est  si  trova  fino  in  Persia.  In  Italia  è  specie  sedentaria  e  comune, 
il  loro  numero  aumenta  grandemente  nell'inverno  per  l'arrivo  di  numerosi  indi- 
vidui di  oltr'Alpe,  che  svernano  tra,  noi  specialmente  nelle  provincie  meridionali 
e  nelle  Isole,  giungono  nell'ottobre.  Nidifica  da  maggio  a  luglio,  più  che  altro 
nelle  parti  settentrionali. 

277.  Carduelis  caniceps,  Vigors,  Cardellino  dell' I malata. 

Maschera  rosso-cremisina;  parli  posteriore  della  cervice  e  lati  del  collo  seti -.a  tinte 
nere;  dorso  e  lati  dell'alto  petto  cenerognoli;  uno  spazio  bianco  sa/Ir  remiganti  LJ'  interne. 

Faccia  e  alta  gola  di  un  rosso-cremisino;  cervice  e  parti  superiori  bruno-cenero- 
gnole, più  pallide  sul  groppone  e  bianche  sul  sopracoda;  gastreo  bianco,  lavato  di 
bruuo-cenerino-pallido  sul  collo,  sui  lati  dell'alto  petto  e  sui  fianchi;  ali  come  nel 
C.  carduelis,  ma  la  2a  più  interna  è  quasi  del  tutto  bianca,  le  due  seguenti  hanno 
un  tratto  apicale  bianco  sul  vessillo  esterno  (ad.).  Eguale  a  quello  di  C.  carduelis,  ma 
tosto  riconoscibile  pello  spazio  bianco  sul  vessillo  esterno  delle  2e  più  interne  ((por). 

Lunghezza  totale  0,m139;  becco  0,m013;  ala  0,'"083;  coda  0,'"056;  tarso  0,'"015. 

Questa  specie  sembra  produrre  ibridi  col  (  '.  carduelis  e  colla  forma  maggiore 
del  Cardellino  detta  C.  carduelis  major  (Tacz.),  che  abita  ad  est  degli  Urali  e  che 
non  pare  specificamente  distinta. 

Abita  le  regioni  dal  Turchestan  all'Imalaia  e  dal  Lago  Baikal  a  Krasnojarsk 
in  Siberia;  venne  trovato  nel  distretto  di  Orenburgo  (Russia  Europea),  ove  giunge 
alla  fine  di  settembre  od  ai  primi  di  ottobre,  però  sempre  come  uccello  raro  e 
di  comparsa  irregolare  (Za  mail  noi). 


Genere  CHRYSOMITRIS.  Boie. 

Ha  i  caratteri  del  gen.  <  'ardadis,  il  becco  è  diritto,  corto,  conico,  assai  com- 
presso, sottile  e  appuntito  all'apice  e  coi  margini   quasi   diritti;   narici  del  tutto 


(')  Natiirhist.    Ih/le,   ISSI.   p.   l'I. 


278  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


nascoste  dalle  penne  frontali;  ali  alquanto  lunghe,  colle  3  prime  remiganti  pri- 
marie subeguali  e  le  più  lunghe,  la  2°  e  la  3B  ristrette  sul  bordo  esterno  verso 
l'apice;  coda  piuttosto  corta  e  forcuta;  piedi  piccoli;  unghie  piuttosto  corte. 

Differente  ne  è  il  tipo  di  colorazione  (cfr.  gen.  Carduelis)  e  cosi  i  sessi  interse, 
i  giovani  sono  simili  alle  femmine;  colori  predominanti  verde  e  giallo,  vertice 
spesso  nero;  timoniere  senza  macchie  bianche.  Le  uova  sono  simili  a  quelle  del 
Cardellino. 

278.  Chrysomitris  spinus  (Linnaeusi,  Lucarino. 

[Tav.  XXII,  iig.  7,  8  e  Tav.  XLIX,  fig.  44  a]. 

Coda  gialla  alla  base;  fianchi  striati  ili  nero. 

Pileo,  mento  ed  una  macchia  sulla  gola  neri;  nuca  e  dorso  cenerognolo-ver- 
dastri,  colla  linea  centrale  delle  penne  nerastra;  groppone  e  sopracoda,  verde-giallo 
lavato  di  cenerognolo,  colle  penne  del  groppone  più  cupe  sulla  linea  centrale; 
cuopritrici  alari  nere,  terminate  di  giallo-verdastro,  che  forma  una  banda  sul- 
l'ala all'apice  delle  più  grandi  cuopritrici  ;  lati  del  collo,  della  faccia,  petto  e  lati 
giallo-verdastri;  centro  dell'addome  biancastro;  fianchi  giallo-cenerognoli,  col 
centro  delle  penne  nero;  timoniere  nere  all'apice,  gialle  nel  resto,  la  prima  nera 
esternamente  (mas.  ad.  in  prim.).  Tinte  più  opache;  penne  nere  della  testa  margi- 
nate di  cenerognolo;  macchia  nera  sul  mento  quasi  invisibile  (mas.  ad.  in  aut.). 
Parti  superiori  di  un  cenerino-olivastro  misto  a  gialletto,  col  centro  delle  penne  nera- 
stro; sopracciglio  gialletto;  groppone  giallo-verdastro,  con  fitte  macchie  centrali 
nere;  gastreo  bianco,  tinto  di  gialletto  sul  petto  e  sui  lati  dello  stesso,  con  strie 
allungate  nerastre  sui  fianchi  e  sul  sottocoda  (femm.  ad.).  Tinte  generali  più  bru- 
nastre;  macchie  fitte  bruno-nerastre,  triangolari  sulla  gola  e  sul  petto  ed  allun- 
gate sui  fianchi;   gastreo  più  biancastro  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"115;  becco  0,'"010;  ala  0,"'070;  coda  0,m045;  tarso  0,'"0 14. 

Abita  l'Europa  e  la  Siberia,  fino  al  Giappone;  sverna  al  sud  sino  all'Africa 
settentrionale;  nell'India  è  rappresentata  dal  ''.  spinoides  (Vigors).  In  Italia  è 
specie  principalmente  invernale,  che  giunge  di  solito  in  ottobre,  ma  non  tutti 
gli  anni  egualmente  abbondante  ed  il  suo  passo  (agosto-novembre)  è  piuttosto  ir- 
regolare. È  anche  sedentaria  e  fu  osservata  nidificante  in  varie  località  delle  Alpi 
Venete  e  Lombarde  ed  anche  presso  Firenze  (Qiglioli).  Nidifica  in  generale  da  marzo 
a  giugno.  Ripassa  a  marzo,  ma  sempre  in  piccola  quantità;  di  solito  è  uccello  poco 
abbondante. 


Genere  CHLOROPTILA,  Salvadoki. 

Becco  conico,  breve,  poco  compresso  e  poco  arcuato  verso  l'apice,  col  mar- 
gine delle  mandibole  rettilineo;  narici  nascoste  dalle  penne  frontali;  ali  mediocri, 
la  remigante  primaria  eguale  alla  I  .  2a  la  massima,  2',  3"  e  4a  ristrette  sul  bordo 
esterno  verso  l'apice;  coda  decisamente  forcuta;  tarso  corto,  un  po'  più  corto  del 
dito  mediano  con   unghia;  unghie  allungate,  poco  ricurve. 

Sessi  simili;  giovani  differenti;  testa  senza  colorazioni  nere;  tinte  dominanti 


\  I  I   \  M  I     i.i.M  ri  'LOGICO  279 


verde-gialle  e  grigie;  ali  e  coda  senza    spazi    chiari  o  gialli,  quest'ultima   senza 
tinta   gialla   alla  base. 

Una  sola  specie  ed  una  sottospecie  rappresentano  questo  genere  in  Europa. 

279.  Chloroptila  citrinella  (Linnaeus),    Venturone. 

[Tav.   XXII,  Bg.  6  o  Tav.   XUX,  fig.  43]. 

Dorso  verde-olivastro,  incuto  di  cenerino  (mas.  ad.);  dorso  verde-olivastro,  lavato  di 
cenerino,  rulla  linea  centrale  tirili  penne  nerastra  (t'emm.  ad.). 

Fronte,  parte  anteriore  del  vertice,  regione  oftalmica  ed  auricolare,  mento 
ed  alta  gola  di  un  giallo-oliva-vivace;  occipite,  nuca,  parte  posteriore  della  regione 
auricolare, parte  posteriore  e  laterale  del  collo  di  un  blu-ardesia;  dorso  verde-olivastre, 
lavato  di  cenerino  e  colla  linea  centrale  delle  penne  leggermente  più  scura;  groppone, 
sopracoda  e  gastreo  di  un  giallo-oliva  molto  vivace;  ali  e  coda  nerastre,  con  stretti 
margini  giallastri;  cuopritrici  piccole  e  medie  giallo-verdastro-scure  alla  base,  le 
grandi  bruno-nerastre,  con  un'estesa  banda  apicale  giallo-verdastra,  che  forma  una 
larga  fascia  sull'ala;  fianchi  grigio-ardesia  (mas.  ad.).  Tinte  generali  più  pallide; 
le  gialle  sfumate  di  verdastro  e  di  cenerognolo;  dorso  verde-olivastro,  fortemente 
lavato  di  cenerognolo  e  colla  linea  centrale  delle  penne  nerastra  (femm.  ad.).  Parti 
superiori  di  un  cenerino-rossiccio,  con  una  stria  nera  centrale;  sull'ala  due  fascie 
giallo-ocracee,  formate  dagli  apici  delle  cuopritrici  grandi  e  delle  mediane;  ga- 
streo bianco-gialletto,  con  fitte  macchie  brune,  più  scarse  sull'addome  ;  remiganti 
e  timoniere  brune,  con  bordi  grigi  (giov.  nel  1°  abito). 

Lunghezza  totale  0,'"130;  becco  0,'"010;  alaO,'"078;  coda  0,'"062;  tarso  0,'"015. 

Abita  specialmente  le  località  montuose  dell'Europa  centrale,  verso  oriente 
fino  al  Turchestan.  La  forma  settentrionale  del  Venturone  non  sembra  nidificare 
in  Italia,  ma  sarebbe  solo  di  passo  e  di  comparsa  invernale  nelle  provincie  setten- 
trionali ed  in  Toscana;  però,  da  quando  si  distinse  la  forma  meridionale  o  C.  ci- 
tri urliti  corsicana,  le  nostre  nozioni  in  proposito  vennero  menomate;  si  crede  che 
sia  questa  seconda  la  forma  stazionaria  sugli  alti  monti  d'Italia  e  delle  Isole  di 
Corsica  e  di  Sardegna.  Nidifica  dall'aprile  a  luglio,  allevando  due  covate.  Il  passo 
non  è  regolare  ed  è  uccello  poco  abbondante;  lo  ebbi  dal  Padovano  e  dal  Mila- 
nese (settembre),  dal  Bergamasco  (ottobri),  dalle  Alpi  orientali  e  dall'  Appennino 
Toscano  (novembre)  e  dalla  Sardegna  (dicembre). 

279  a.  Chloroptila  citrinella  corsicana  (Kònig),  Venturone  meridionale. 

Dorso  bruno-rossiccio,  con  la  parte  centrale  delle  penne  nerastra. 

Simile  alla  specie  precedente,  ma  di  statura  minore;  tinte  in  generale  più  vi- 
vaci; cervice,  le  altre  parti  gialle  della  testa,  groppone,  sopracoda  e  addome  di  un 
verde-giallo  tendente  allo  zolfino  e  di  tono  molto  più  brillante;  dorso  bruno-rossiccio, 
colla  linea  centrale  delle  penne  bruno-nerastra,  tali  linee  centrali  più  o  meno 
larghe  sullo  stelo,  le  trovai  indifferentemente  negli  adulti  dei  due  sessi. 

Lunghezza  totale  0,'"120;  becco  0,m009;  ala  0,'"060;  coda  0,m05:!;  tarso  0,'"013. 

Possiedo  nella  mia  Raccolta  un  ibrido  di  C.  e.  corsicana  e  Chloris  chloris  (L.), 
che  uccisi  io  stesso  nel  febbraio  1901  sul  Gennargentu  (Sardegna).  Lo  Tschusi,  che 
esaminò  questo  esemplare,  condivide  la  mia  opinione. 


280  atlanti:  oiinitologico 


Questa  forma  fu  distinta  nel  1899  dal  Kònig  su  esemplari  di  Corsica,  e  pre- 
cedentemente (1877)  il  Dresser  aveva  figurato  la  nuova  forma,  credendo  fosse 
l'ad.  in  autunno  della  C.  citrinella  t1).  Del  suo  habitat  poco  si  sa.  Vive  certa- 
mente in  Corsica  ed  in  Sardegna,  ove 'sembra  essere  la  forma  preponderante 
e  stazionaria,  scendendo  al  piano  d' autunno  e  nidificando  sui  monti,  però  in 
Corsica  nidifica  anche  al  piano,  e  probabilmente  questo  è  il  Venturone  delle 
nostre  Alpi  Venete,  Lombarde,  Piemontesi  e  di  Liguria,  si  può  arguire  che  sia 
colà  sedentario  e  scenda  al  piano  d'autunno;  mentre  la  C.  citrinella  non  nidifiche- 
rebbe da  noi,  ma  ci  giungerebbe  dal  Nord.  I  Venturoni,  come  dissi,  verso  sud 
sul  continente  non  oltrepasserebbero  la  Toscana.  Ebbi  la  C.  e.  corsicana  da  Ber- 
gamo (ottobre),  da  Verona  (novembri)  e  dalla  Sardegna  (dicembre  e  febbraio),  in  que- 
st'ultima regione  mi  consta  de  visu  che  è  comune,  ma  vi  giunge  anche  la  tipica 
C.  citrinella  (mia  Collezione). 


Genere  SERINUS,  Koch. 

Becco  coi  lati  convessi,  anziché  concavi  come  nei  generi  precedenti,  forte,  molto 
corto,  subconico,  rigonfio  alla  base  e  col  tornio  curvato  verso  l'apertura  del  becco 
e  la  sua  metà  distale  d'un  tratto  assottigliata  fino  all'apice,  non  appuntito,  man- 
dibole subeguali  in  altezza,  la  superiore  arcuata,  un  po'  più  lunga  dell'inferiore, 
margini  leggermente  arcuati;  apertura  del  becco  diritta,  senza  setole;  narici  ba- 
silari, superiori,  subovate  e  nascoste  dalle  penne  frontali  che  sono  a  barbe  sepa- 
rate, ricurve  e  proiettanti  all'innanzi;  ali  corte,  appuntite,  la  la  remigante  pri- 
maria (quando  esiste)  così  breve  che  è  quasi  invisibile,  2a,  3a  e  4a  subeguali,  la  3a 
di  poco  la  più  lunga;  coda  mediocre  e  assai  forcuta;  tarso  e  diti  sottili,  quello 
più  corto  del  dito  mediano  con  unghia,  scudettato  sul  davanti  e  lamellato  late- 
ralmente; diti  laterali  subeguali;  unghie  piccole  e  piuttosto  deboli,  poco  arcuate 
e  solcate  lateralmente. 

Testa  relativamente  piccola  e  piuttosto  piatta;  taglia  molto  piccola;  adulti  poco 
dissimili  nei  due  sessi  e  giovani  di  solito  differenti  da  essi;  piumaggio  misto  giallo 
e  verde. 

Hanno  le  abitudini  del  gen.  Fringilla;  le  uova  sono  bluastro-pallide,  più  o 
meno  macchiate.  Se  ne  conoscono  16  specie,  tutte  abitano  l'Africa,  eccetto  una 
che  vive  nelle  Canarie,  una  nell'Europa,  una  nella  Palestina  ed  una  quarta  fi- 
nalmente nell'Asia  (S.  pusillus,  Pallas). 

280.  Serinu?  serinus  (Linnaeusi,  Verzellino. 

[Serinus  hortulanus,  Koch  |. 

[Tav.  XXII,  tìg.  i,  5  e  Tav.  XLIX.  fig.  42]. 

Fronte  gialla;  dorso  lini  no,  striato  di  nerastro  (mas.);  fronti  comi'  il  dorso  (femm.). 

Fronte  e  sopracciglio  di  un  giallo-canarino;  cervice  e  nuca  giallo  alla  base  delle 

penne,  verde-olivastre  nel  resto,  con  un  tratto  centrale  bruno-nerastro;    dorso  e 


i'j  Birdt  nf  Europe,   voi.   Ili,  tav.   Iti7    1.^77  . 


1.  Cicogna  nera  (ad.).    2.  Cicogna  nera  (giov.).    3.  Airone  rosso  (ad.).    4.  Tarabuso.    5.  Sgarza  ciuffetto  (ad.). 
6.  Sgarza  ciuffetto  (-   giov.).    7.  Nitticora  (ad.).    8.  Nitticora  (q71  di  due  anni).    9.  Nitticora  ($    giov.'.    10.  Tara- 
busino (e?)-     11.  Tarabusino  (J).     12.  Tarabusino  (giov.). 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


Mi   w  1  I     ORNITOLOGI!  0  28] 


sopracoda  di  un  bruno,  lavato  di  giallo-olivastro,  uerastro  sul  centro  delle  penne,  con 
l'apice  delle  cuopritrici  laterali  della  coda  bianchiccio;  groppone  giallo-canarino, 
con  macchie  verdastre;  due  l'ascio  giallastre  sull'ala  piegata,  formate  dagli  apici 
delle  medie  e  delle  grandi  cuopritrici;  gastreo  giallo-verdastro,  tinto  di  bianco- 
cenerognolo  sui  lati  e  fianchi,  che  hanno  numerose  strie  centrali  nerastre;  basso 
addome  e  sottocoda  bianco-gialletti,  con  macchiette  nerastre  (mas.  ad.  in.  prim.  . 
Tinte  meno  vivaci,  tranne  sul  groppone:  tosta  con  marginature  bruno-grigie;  mar- 
gini delle  ali  tinti  di  t'ulviccio;  dorso  meno  sfumato  di  giallastro  (mas.  ad.  in  aut.). 
Tinte  generali  più  smorte;  parti  superiori,  compresa  la  fronte,  bruno-scure  sulla 
linea  centrale  delle  penne,  con  margini  più  chiari  e  qua  e  là  giallo-grigiastri; 
sopracciglio  bianco-gialletto ;  groppone  e  sopracoda  giallo-zolfini;  il  giallo  del  ga- 
streo limitato  alla  gola  ed  al  petto  e  tinto  di  biancastro,  con  numerose  macchie 
anche  sui  fianchi;  centro  dell'addome  bianco-uniforme  (femm.  ad.).  Come  la  fem- 
mina; piumaggio  più  pallido,  dominando  le  marginature  bruno-grigie;  groppone  e 
sopracoda  giallo-zolfini  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m114;  becco  0™007;  ala  0,m070;  coda  0,™046;  tarso  0,m014. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale  fino  all'Asia  Minore  ed  alla  Palestina. 
e  verso  nord  sino  alla  Danimarca.  In  Italia  è  specie  stazionaria,  nidifica  sui  monti 
delle  parti  settentrionali  e  centrali;  ma  è  molto  più  abbondante  alle  epoche  del 
passo  dalla  metà  di  ottobre  a  quella  di  novembre  e  nell'aprile;  sverna  più  copio- 
samente nelle  provincie  meridionali  e  nelle  Isole.  Nidifica  dall'aprile  al  giugno. 

281.  Serinus  canarius  (Linnaeus),  Canario. 

Fronte  gialla;  i/orso  grigio,  striato  di  nerastro  (mas.);  fronti  come  il  ilorso  (femm.). 

Sopracciglio  e  fronte  di  un  giallo-puro;  parti  superiori  bruno-cenerognole,  lavate 
di  giallo,  col  centro  delle  penne  nerastro;  groppone  giallo-oliva-uniforme;  una  banda 
alare  verde-gialliccia,  formata  dagli  apici  delle  cuopritrici  mediane,  una  seconda 
che  inclina  al  biancastro  all'apice  delle  grandi  cuopritrici  ;  gastreo  giallo-dorato- 
vi vace,  più  pallido  e  biancastro  sul  basso  addome  e  sul  sottocoda;  fianchi  tinti 
di  grigio  e  striati  di  bruno-nerastro  (mas.  ad.).  Piumaggio  più  opaco;  tinte  gialle 
assai  meno  accentuate  ;  groppone  lavato  di  verde  giallo;  sottocoda  bianco-fulviccio, 
tinto  di  oliva-giallo  sulla  gola  e  sul  petto  (femm.  ad.).  Grigio-bruno  sulle  parti  su- 
periori, con  tinte  nerastre  e  strie  poco  distinte;  due  bande  alari  grigio-giallette 
formate  dagli  apici  delle  piccole  e  grandi  cuopritrici;  faccia  e  gastreo  bianco- 
gialletti,  bianco  sull'addome,  grigio-gialletto  sui  fianchi  e  sul  basso  addome  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m127;  becco  0,m010;  ala  0,'"073;  coda0,m058;  tarso  0,n,01*. 

Abita  Madera,  le  Canarie  e  le  Azzorre;  un  esemplare  venne  colto  nell'ottobre  1883 
a  Firenze  (lì.  Museo  di  Firenze),  varie  volte  fu  preso  in  Inghilterra  ed  altrove. 

Gli  Autori  non  sono  concordi  nel] 'ammettere  questa  tra  le  specie  Europee  e 
certamente  non  a  torto,  giacché  molti  Canari  viventi  sono  importati  dai  paesi 
d'origine  e  non  è  improbabile  siano  fuggiti  di  schiavitù,  essendo  specie  adatto 
sedentaria,  o  può  trattarsi  anche  di  veri  individui  domestici  gialli  che  abbiano  per 
atavismo  ripreso  il  piumaggio  tipico,  giacché  come  è  noto  questo  è  il  capostipite 
delle  numerose  varietà  dei  Canarini  domestici.  Altri  Serini  furono  presi  in  Europa. 
certamente  fuggiti  di  gabbia,  ad  es.  il  8.  icterus  (Bonnat.  &  Vieill.)  del  Madaga 
scar,  colto  a  Portsmouth  (Inghilterra)  ed  a  Verona  (mia  Collezione),  il  S.  canicollis, 

Atlanta  ornitologico  .;i, 


282  ATLANTE    OKNIT Il  0 


Swainson  del  Sud  Africa,  ucciso  prèsso  Brightou  (Inghilterra),  il  S. canonieus,  Dresser, 
ricordato  pella  Dalmazia  (Kolombatovich)  ed  altri  ancora. 

282.  Serinus  pusillus  (Pallas  .    Verzellino  dalla  fronte  rossa. 

Fronte  rossa;  gola  arni   (ad.). 

Fronte  e  parte  anteriore  della  cervice  ili  un  rosso- vivace;  resto  della  testa 
e  gola  di  un  bruno-nerastro;  dorso  e  scapolari  nere  sul  centro,  con  margini  giallo- 
dorati,  quelle  del  sopracoda  della  stessa  tinta,  coi  margini  delle  penne  più  bian- 
castri; groppone  giallo-aranciato;  due  fascie  bianche  sull'ala,  forniate  dagli  apici 
delle  cuopritrici  grandi  e  delle  medie;  resto  del  gastreo  giallo-brillante,  colpetto 
macchiato  di  nero,  i  fianchi  più  pallidi  e  striati  di  nero;  addome  biancastro;  coda 
nera,  marginata  di  bianco-giallastro  e  tinta  di  giallo  alla  base  (mas.  ad.).  Tinte 
eguali,  ma  più  pallide,  specialmente  le  gialle;  rosso  della  testa  meno  esteso  (femm. 
ad.).  Testa  brunastra  per  intero,  con  strie  centrali  scure;  fronte  tinta  di  giallo- 
aranciato;  parti  superiori  bruno-cenerognole,  con  striscie  centrali  nerastre;  gola  e 
petto  neri,  con  le  penne  largamente  marginate  di  bianco-gialletto  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"113;  becco  0,m008;  ala  0,'"071;  coda  0,m052;  tarso  0,'"021. 

Abita  il  Caucaso  e  la  Persia  settentrionale,  tino  al  Turchestan;  sverna  nel- 
l'Asia Minore,  sino  al  Libano  e  nell'Imalaia  nord-occidentale. 


Genere  CANNABINA,  Beehm. 

Becco  duro,  compresso,  quasi  conico,  corto,  un  po'  più  alto  che  largo  alla 
base,  piuttosto  appuntito  all'apice,  leggermente  rigonfio  al  di  là  delle  narici  e  a 
profilo  un  po'  arcuato;  apertura  del  becco  quasi  diritta;  narici  basilari,  rotonde 
e  più  o  meno  nascoste  dalle  penne  frontali,  ricurve,  ma  non  disposte  a  ciuffo; 
ali  corte,  piuttosto  appuntite,  la  la  remigante  primaria  (quando  è  presente;  mi- 
nima, 2a,  3"  e  4a  subeguali;  coda  piuttosto  lunga,  decisamente  forcuta  e  colle  ti- 
moniere acuminate;  tarso  corto,  subeguale  o  più  corto  del  dito  medio  con  unghia, 
scudettato  anteriormente,  lamellato  lateralmente;  diti  l'orti;  unghie  mediocri,  non 
dilatate  alla  base,  quella  del  posteriore  più  grande  e  subeguale  al  dito  stesso. 

Mancano  le  tinte  gialle;  colorazioni  rosse  sulla  testa,  sul  petto  e  sul  groppone, 
almeno  di  primavera;  sessi  diversi  inter  se  e  giovani  simili  alle  femmine. 

Tre  specie,  due  delle  quali  proprie  all'Europa,  compongono  questo  genere,  la 
terza,  <  '.  brevirostris  (Bonaparte)  è  propria  all'Asia  Q);  nidificano  verso  il  nord,  mi- 
grando d'autunno  al  sud. 

283.  Cannabina  cannabina  (Linnaeus),  Fanello. 

I  Cannabina  linota  (Gmelin)]. 
|  Tav.   XXII,   Sg.    1,  2  o  Tav.  XLIX,  flg.    Il  J. 

Dnii)  scuro;  groppone  senza  tinte  rosse;  gola  bianca  senza  min.  —  Fronte  cremi 
sina;  cuopritrici  alari  castagno  bruno-uniformi  (mas.);  testa   e   luti  dilla   faccia   ili  un 
ignolo-ceeiato,  "in  strie  centrali  scure  (femm.  e  giov.). 


(')  Il  Madarasz  dice  che  abita  anche  il  ('.nummi  .■  ubo  comparve  in   Ungheria, 


ITI .wit   ORNI  283 


Base  della  fronte  bruno-cenerognola,  fronte  nel  rimanente  e  parte  anteriore 
del  vertice  di  un  rosso-cremisino;  cervice  e  nuca  bruno-rossastre,  con  margini 
grigi;  dorso  e  groppone  castagno-bruni,  colla  linea  centrale  dolio  penne  più  scura: 
sopracoda  nerastro  nel  centro  dolio  penne,  con  larghi  margini  bianco-cenerini; 
gola  biancastra,  macchiata  di  bruno;  davanti  del  collo  e  del  petto  cremisi,  a  forma 
di  terrò  di  cavallo  sull'alto  petto;  centro  del  petto  e  dell'addome  di  un  bianco-sudii 
fianchi  fulvo-nocciola;  cuopritrici  alari  castagno-uniformi,  solo  lo  1"  e  l'ala  bastarda 
nerastre,  col  margine  bruno;  timoniere  e  remiganti  marginate  di  bianco,  le  2r  di 
nocciola  mas.  ad.  in  prim.).  Tosta  e  collo  ceciato  cenerognoli,  con  strie  centrali 
nerastro;  parti  superiori  più  brunastre;  petto  e  fianchi  di  un  ceciato  sudicio,  stri 
di  Inaino  scuro:  manca  la  tinta  rossa  sulla  testa  e  sul  petto  (femm.  ad.).  Tinte  più 
vivaci  dell'abito  primaverili  niglia  alla  femmina;  dorso  più  nocciola;  ver- 

tice, petto  e  collo  col  rosso  estoso  sulla  parte  mediana  dello  penne,  ma  in  gran  parte 
nascosto  da  larghe  marginature  cenerognolo-biancastre  (mas.  ad.  in  aut.).  Somi- 
gliano alle  femmine,  ma  le  parti  superiori  e  le  inferiori  sono  più  fittamente  striate 
di  bruno-cupo,  compresa   la  parte  bassa   del   petto  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m135;  becco  0,'"010;  ala  0,m075;  coda  0,m056;  tarso  0,m016. 

Il  Fanello  va  soggetto  a  numerose  varietà  albine  e  isabelline,  ed  i  maschi 
molto  vecchi  talora  hanno  leggere  tinte  cremisine  sul  groppone. 

Abita  l'Europa,  l'Africa  settentrionale,  le  Canarie  e  Madera  (C.  cannabina  nauti, 
Tschusi);  sembra  che  la.  razza  Caucasica  che  si  estende  nell'Asia  Minore  e  nella 
centrale  sia  prevalentemente  la  C.  cannabina  fringillirostris  (Bp.)  di  tinte  più  chiare 
e  colle  cuopritrici  alari  marginate  di  bianco.  In  Italia  è  specie  sedentaria,  nidi- 
fica ovunque  sui  monti,  ma  è  molto  più  abbondante  come  uccello  invernale  e  di 
passo,  arriva  dalla  1"  metà  di  ottobre  a  quella  di  novembre  e  riparto  da  aprilo  a 
giugno;  alleva  due  covate;  sverna  specialmente  nello  provincie  meridionali  e  nelle 
Isole,  e  se  ne  sta  più  spesso  a  terra  che  sugli  alberi. 

284.  Cannabina  flavirostris  (Linnaklsi.  Fanello  nordico. 

[  Fanello  Risica  ]. 

| "Tav.  XXII,  fig.  3  |. 

Ali  con  due  [uscir  trasversali.  —  Becco  giallo-scuro;  testa  e  petto  senza  tinte  rosse; 
groppone  roseo  (mas.);  becco  giallo;  lati  della  testa  e  {/ola  fulviccio-chiari  (femm.). 

l'arti  superiori  di  un  bruno-lionato-cupo,  col  centro  delle  pei nero,  più  distinto 

sul  dorso;  groppone  roseo,  con  una   ombreggiatura  scura  delle  penne; 

sopracoda  come  il  dorso,  ma  più  chiaro  sul  margine;  piccole  cuopritrici  bruno- 
rossiccie,  col  margine  più  chiaro,  le  medie  e  le  grandi  nerastre,  giallo-rossiccie 
sul  margine  ed  all'apice,  i  detti  apici  l'ormano  due  t'ascio  trasversali  sull'ala;  ti- 
moniere col  margine  rossiccio,  biancastro  sullo  laterali;  lati  della  l'accia,  del  collo 
ed  i  fianchi  gialletto-rossicci,  col  contro  delle  penne  nerastro,  ohe  forma  poche 
macchio  anche  sulla  parte  centralo  della  bassa  gola  e  del  petto;  redini,  soprac 
ciglio  e  gastreo  di  un  ceciato-scuro,  bianco  sul  centro  del  petto,  dell'addome  e  sulle 
sottocaudali,  alcune  delle  quali  hanno  il  centro  nero  [mas.  ad.).  Tinte  meno  pure; 
groppone  come  il  dorso;  parti  superiori  più  chiare;  le  inferiori  più  rossigne  e  con 
un  numero  di  macchie  maggiore  femm.  ad.).  [  giovani  sono  come  le  femmine,  ma 
hanno  il  becco  più  scuro. 


ATI. AMI.    ORNITOLOGICO 


Lunghezza  totale  0,m140;  becco  0,'"ons:  ala  0,m075;  coda  0,  064;  tarso  0,m016. 
Abita  le  Isole  Britanniche,  la  Scandinavia  e   la    Russia   nord  occidentale;   di 

autunno  si  porta  verso  sud,  giungendo  ili  rado  sino  ai  paesi  Mediterranei.  E  specie 
rara  ed  accidentale  in  Italia;  venne  colta,  per  lo  più  d'autunno  e  d'inverno,  nel 
Veneto,  nel  Trentino,  nella  Lombardia,  in  Liguria  e  forse  nel  Modenese. 


Genere  ACANTHIS,  Bonaparte 


Ila  i  caratteri  del  gen.   Cannabina,  e  cosi  ne  differisce: 

Becco  molto  compresso  verso  l'apice,  che  è  decisamente  assai  acuto  e  sottile, 
più  alto  che  largo  alla  base  e  a  profilo  rettilineo:  narici  del  tutto  coperte  e  sor- 
montate da  ciuffi  di  penne  setolose;  coda  abbastanza  lunga,  molto  forcuta,  ma  colle 
timoniere  poco  acuminate;  tarso  un  po'  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia; 
diti  piccoli;  unghie  un  po'  dilatate  alla  base  e  solcate  di  sotto. 

Calotta  rossa  nei  due  sessi;  i  giovani  simili  alle  femmine,  ma  senza  calotta 
rossa;  sessi  alquanto  differenti. 

Le  specie  di  questo  genere  abitano  i  paesi  nordici,  nidificando  di  solito  nelle 
più  alte  latitudini;  presentano  piumaggi  poco  dissimili,  più  definibili  come  forme 
dello  stesso  tipo,  che  quali  specie  veramente  distinte,  per  alcune  il  becco  forma 
un  carattere  differenziale  importante. 

285.  Acanthis  linaria  (Linnaeus),  Organetto. 

[Aegiothus  linarius  (L.)]. 

[Tav.  XXTI,  tìg.  9]. 

Ouopritrieì  diari  formanti  coi  loro  apici  due  bande  biancastre  sull'ala;  busso  dorso 
e  groppone  col  cadrò  (ielle  pome  brunastro,  ionie  il  dorso. 

Base  della  fronte  e  redini  nerastre;  una  grande  macchia  di  un  rosso-rubino  sulla 
fronte  e  sul  vertice;  un  largo  sopracciglio  bianco-gialletto ;  parti  superiori  bruno- 
nerastre,  con  margini  bruno-chiari  o  bruno-biancastri,  tale  tinta  più  chiara  sul 
groppone  e  sul  .sopracoda,  quello  distintamente  sfumato  di  roseo;  medie  e  grandi 
cuopritrici  alari  terminate  di  biancastro,  che  forma  due  bande  sull'ala;  una  mac- 
chia nera  sul  mento;  guancie,  gola,  parte  anteriore  del  collo  e  petto  di  un  bel 
rosa-cremisino;  lati  del  petto  e  fianchi  bianco-fulvicci,  lavati  di  rosa  e  con  una 
stria  centrale  nerastra;  addome  e  sottocoda  di  un  bianco-puro,  talora  tinto  di  rosa; 
becco  giallo  coll'apice  bruno  (mas.  ad.  in  prim.).  Tinte  rosee  «lei  groppone  meno 
estese,  quelle  del  gastreo  con  larghi  margini  bianco-cenerognoli,  che  in  parte 
nascondono  le  tinte  rosee;  strie  dei  fianchi  meno  accentuate  (mas.  ad.  in  aut.). 
Macchia  rossa  sul  vertice  più  ristretta;  tinta  rosea  del  groppone  indistinta:  gastreo 
tinto  di  rosa  come  nel  maschio,  ma  di  tono  molto  debole:  macchia  nera  sul  mento 
più  grande  e  brunastra  (femm.  ad.).  Tinte  generali  più  rossiccie;  testa  senza  tinta 
rossa  e  del  colore  del  dorso;  manca  il  nero  sulla  gola;  gastreo  biancastro,  tinto 
di  gialletto  sull'addome,  e  col  petto  ed  i  fianchi  striati  giov.). 

Lunghezza  totale  0,m128;  becco  0,'"009;  ala  0,'"076;  codaO,m056;  tarso  0,m015. 

Abita  le  regioni  boreali  d'Europa,  d'Asia  e  d'America,  presso  l'estremo  limite 


mi  w ri    obki roLOQico  28£ 


ili'li.'i  vegetazione  arbore;i;  torso  nidifica  anche  nelle  regioni  alpine  dell'Europa 
centrale.  La  forma  Groenlandica  è  da  riferirsi  all'.l.  Unaria  rostrata,  Stejneger. 
È  specie  di  passo  piuttosto  irregolare  e  di  solito  rara  in  Italia,  ma  in  alcuni  anni 
giunge  abbondantemente  nell'autunno  e  duranti-  L'inverno  nelle  provincie  superiori 

ed  anche  nello  eentrali  (Marche).  Secondo  il  Giglioli,  non  sarebbe  mai  comparsa 
dalla  Toscana  all'inaili,  ma  io  l'ebbi  una  volta  dalla  Sardegna  <•  dalla  Calabria  e 
due  volte  dalla  Toscana.  Nidificherebbe  nel  Comasco  (Salvadori)  e  nel  Trentino 
(Bonomi))  ma  credo  che  tali  notizie  meritino  conferma. 

Una  forma  sottospecifica  detta  A.  Unaria  Eolboelli  Brenna)  va  distinta  per 
maggiore  statura,  becco  più  grosso,  essa  ha  le  seguenti  dimensioni:  Lunghezza  to- 
tale 0,m136;  becco  0,'"012;  ala  (V080;  coda  0,m060;  tarso  0,m01 5;  questa  sottospecie 
abita  L'Europa  settentrionale  dalla  Scandinavia  alla  Siberia  orientale,  ed  è  acciden- 
tale nelle  Isole  Britanniche  e  nell'America  del  Nord.  Alcuni  Autori  opinano  che 
l'.l.  /.  Holboelli  sia  una  varietà  maggiore  dellM.  Unaria  e  VA.  I.  rufescens  la  minore. 
e  che  non  debbano  differenziarsi  specificamente. 

285'?.  Acanthis  linaria  rufescens    Vik.illot.  Organetto  minore. 
I  Aegiothus  cabaret,  Salvad.,  A.  rufescens  (Vieiia.)]. 

Simile  all'.l.  Unaria,  ma  di  statura  minore;  le  due  fascie  sulle  ali,  forniate 
dalle  marginature  apicali  delle  cuopritrici  medie  e  grandi,  lionato-rossiccie  e  non 
biancastre;  colorito  generale  delle  parti  superiori  più  cupo  e  rossiccio;  groppone 
fortemente  macchiato  di  nerastro  nel  centro  delle  penne  e  con  scarse  tinte  bian- 
che; becco  giallo  coll'apice  nerastro. 

Lunghezza  totale  0,m115;  becco  0,'"0086;  ala0,'"066;  eoda0,'"052;  tarso  0,ra013. 

Abita  le  montagne  delle  Isole  Britanniche,  dell'Olanda,  della  Germania  occi- 
dentale, della  Francia  e  della  Stiria.  Giunge  in  Italia,  come  la  specie  precedente, 
però  vi  è  anche  uccello  stazionario,  giacché  nidifica  certamente  sulle  nostre  Alpi; 
nelle  sue  comparse,  alle  epoche  del  passo,  sembra  inoltrarsi  più  verso  mezzogiorno 
e  compare  in  Toscana.  Le  sue  apparizioni,  come  quelle  dell'J.  liuuriu.  avvengono 
ad  intervalli  di  tre  o  quattro  anni  e  quando  accadono  sono  assai  copiose  (Alta 
Italia). 

285/'.  Acanthis  linaria  exilipes  (Coues),  Organetto  di  Coues. 
Cuopritrici  ala  ri  che  (ormano  coi  loro  apici  ilm  bande  bianche  steli' ala;  basso  dorso 

e  gropponi    ili   un    Linneo  puro,    liuto   i/i   rosi  o. 

l'.ase  della  fronte  e  redini  nerastre;  vertice  e  resto  della  fronte  rossi;  soprac- 
ciglio biancastro;  lati  della  testa  e  parti  superiori  bianco-grigiastre,  con  strie  cen- 
trali nerastre;  basso  dorso  e  groppone  di  un  bianco  tinto  di  roseo-vivace;  sopracoda 
bianco,  col  centro  delle  penne  bruno;  medie  e  grandi  cuopritrici  alari  terminate 
di  bianco,  che  forma  due  bande  alari:  inculo  con  una  macchia  nera;  gastreo  bianco, 
tinto  di  roseo  sulla  gola,  sul  davanti  del  collo  e  sul  petto  e  con  strie  nerastre 
sui  fianchi;  becco  giallastro  alla  base,  scuro  di  corno  all'apice  mais.  mi.).  Più  pal- 
lida; più  piccola;  maina  il  roseo  sul  groppone  e  sul  gastreo  {femm.  ad.). 

Lunghezza   totale  0,m126;  becco  0,'"010;  ala  0, "076;  coda  0,"'0f)8;  tarso  0/"0 14. 


286  ATLANTI'.    ORNITOLOGICO 


Abita  la  Scandinavia,  la  Russia  settentrionale  ed  attraverso  la  Siberia  giunge 
al  Nord  America,  che  abita  intieramente;  è  citata  per  l'Ungheria  (Madarasz). 

Un'altra  l'urina  sottospecifica,  detta  A.  linaria  Unnirnianui  illolboelli,  va  distinta 
per  maggiore  statura  e  presenta  queste  dimensioni:  Lunghezza  totale  0,m134; 
becco  0,m010;  ala  0,m077;  coda.  0,'"058;  tarso  0,ra017;  essa  abita  la  Groenlandia, 
l'America  nord-orientale  e  l'Islanda;  due  esemplari  di  questa  forma  furono  colti 
in  Inghilterra  (Cordeaux,  Hancock),  quello  di  Hancock  è  noto  sotto  il  nome  di  A. 
canescens  (Bp.  ,  nec  (ìould. 

La  questione  della  validità  specifica  di  queste  forme,  tra  loro  così  affini,  è 
molto  controversa  ed  intricata.  Per  citare  il  Dresser,  grande  Ornitologo  Paleartico, 
egli  riconosce  le  specie  A.  linaria,  A.  rufescens,  A.  Homemanni,  .1.  exilipes,  pone 
VA.  Holboelli  come  sinonimo  dell'. 1.  linaria  e  non  nomina  VA.  rostrato,  perchè  non 
Europea.  Lo  Sharpe  invece  nel  Catalogne  of  the  Birds  of  the  Br.  Mus.Q)  le  di- 
vide così: 

a)  A.  linaria.  b)  A.  exilipes. 

sottosp.  .1.  Holboelli.  sottosp.  A.   Horneinqnni. 

sottosp.  A.  rufescens. 

sottosp.  A. n >stmtn  (Groenlandia, 

America  N.   0.,    sembra   che 

qualche  esemplare  sia  giunto 

nelle  Isole  Britanniche). 

Ma  lo  stesso  Autore  in  un  lavoro  più  recente  (2)  allarga  le  sue  vedute,  ed  eleva 
a  rango  specifico  1.1.  linaria,  VA.  Holboelli,  VA.  rufescens,  parla  casualmente  del- 
l'.1.  rostrata  pure  come  specie  e  non  nomina  le  altre  due,  non  facendo  esse  parte 
dell'Avifauna  britannica. 

Riporto  le  ultime  deduzioni  del  Naumann  :ìi  sulle  varietà  geografiche  dell'ai. 
linaria. 

I.  Penisola  Scandinava  fino  al  G9°  di  lat.  sud,  Finlandia,  Russia  occidentale 
e  Prussia  orientale.  Parti  superiori  grigie  lavate  di  bruno,  con  macchie  nere  lungo 
lo  stelo;  d'estate  più  cupo,  d'inverno  di  un  bruno-giallo,  ma  più  striato;  fianchi 
con  strie  distinte,  che  con  l'età  sbiadiscono  assai.  Lunghezza  dell'ala  maschio 0,m076- 
0,'"073,  femmina  0,'"074— 0,m071  ;  becco  non  oltre  0,'"010. 

linaria.    tip.,   Linnaeiis  (1758). 

II.  Norvegia,  Lapponia  settentrionale.  Un  po'  più  grande  della  linaria.  Lun- 
ghezza dell'ala  0, "'OT'.i— 0,"'07f>;  becco  molto  più  robusto  e  più  lungo  0,m011—.0,m009; 
nel  complesso  anche  le  tinte  sono  più  distinte,  quantunque  non  sempre.  Brehm 
descrisse  per  primo  questa  forma  e  le  altre  Holbólli,  alnorum  che  man  mano  si 
confondono  colla,  linaria. 

longirostris,  Brehm  (1831). 


(')  Voi.  XII,  pp.  235-256  (1888  . 

Handb.   Brit.   Birds,   I,  pp.    15-48  l  L8SM  . 
i   |    Vogel  Min.   Eur.  III.  pp,  301-312  [1900;. 


LTLANT1     0KN1  COLOGII  0  281 


III.  Costa  orientale  della  Groenlandia.  Parti  superiori  molto  più  cupe  dei  tipi 
europei;  d'estate  quasi  completamente  aera,  senza  toni  bruni;  petto  di  un  rosso  molto 
più  intonso.  Dimensioni  eguali  a  quelli'  déil'Holbolli.  Non  possiedo  materiali  suffi- 
cienti per  stabilire  a  (pialo  forma  groenlandica  si  riannodi  questa  razza. 

brunnescens,  Homeyer  (1879). 

IV.  Terre  interfluviali  del  .Maro  Glaciale  settentrionale.  Leggermente  più  pic- 
cola delle  tipiche  lìnariae;  becco  e  piedi  piuttosti  piccoli,  che  poro  variano;  grop- 
pone noi  giovani  leggermente  striato,  negli  adulti  bianco-puro,  nei  maschi  in  abito 
estivo  lavato  di  rosa-pallido  e  cosi  il  petto;  dorso  (d'inverno)  giallo-bruno,  con 
macchio  bruno  lungo  gli  steli,  d'ostato  più  cupo;  mai  però  nell'insieme  di  un  nero- 
uniforme  e  deciso  misto  a  bianco,  ma  sempre  di  un  tono  bruno-giallo,  ben  mar- 
cato sui  lati  del  collo  (giovani).  Ala  noi  maschio  0,m077— (V074,  nella  femmina 
0,'"074— 0,'"071;  becco  OfWSò— 0,m0065.  La  maggior  parte  degli  Autori  riunisce 
ipiosta  l'orma  sM'exilipes,  cui  in  realtà  assomiglia  assai. 

caneseens,  Dybowsky  (1868),  nec  Gould,  Bp.  &  Schl. 

V.  Siberia  sud-orientale.  Assai  simile  all' A.  linaria  linaria,  ina  distinta  pel 
disegno  più  marcato  del  dorso  e  delle  macchie  sui  fianchi  su  fondo  di  un  giallo- 
crema-delicato.  D'estate  i  maschi  hanno  il  rosso  più  intenso  sul  petto  e  sul  grop- 
pone, su  quest'ultima  parte  osservatisi  strisele  marcate  e  chiare:  becco  sottile  e 
slanciato,  di  varia  lunghezza;  la  mandibola  inferiore  oltrepassa  quasi  sempre  l'in- 
feriore, e  talvolta  fino  di  0,m002;  lati  del  collo  di  un  giallo-delicato  e  nella  linaria 
di  un  giallo-sudicio. 

intermedius,  Dybowsky  (1883). 

VI.  VII,  Vili,  forme  del  tutto  Americane  (senza  nome,  eccetto  il  N.  Vili, 
Aegiothus  exilipes,  Coues  (1861). 

IX.  Groenlandia  al  nord  del  69°  di  lat.  N.,  Isole  Jan  Mayen,  Spitzbergen  e 
Islanda  (?);  la  più  grande  e  la  più  chiara  di  tutte  le  linai  im.  (  iroppone  di  un  bianco- 
puro,  lavato  di  rosa  nel  maschio  in  primavera,  petto  di  egual  colore;  fianchi  di  un 
bianco-puro,  sovente  striati  di  scuro  nella  femmina.  I  larghi  margini  sulle  penne, 
le  fascie  sulle  ali  ed  i  margini  delle  timoniere  di  un  bianco-puro;  i  giovani  hanno 
il  collo  e  la  nuca  lavati  di  gialletto;  becco,  come  nel  Ciuffolotto,  corto  e  grosso, 
scuro  d'estate,  giallo  coll'apice  nero  d'inverno;  piedi  grossi  e  robusti,  corrispon- 
denti alla  grandezza  dell'uccello;  ali  nel  maschio  0,'"089 — 0,'"080,  nella  femmina 
0,'"081—  0/"079. 

komemanni,  Hòlboll  (1845). 

X.  Groenlandia,  lato  occidentale  al  sud  del  li'.)0  di  lat.  Nord  ed  il  paese  di  Martin. 
•  Statura  della  precedente  o  di  poco  più  piccola:  becco  pure  grosso;  parti  superiori 

però  di  un  tono  molto  più  cupo,  con  larghe  macchie  centrali  di  un  nero-intenso; 
i  margini  leggermente  più  chiari;  groppone  e  fianchi  con  macchie  larghe  bene 
distinte;  petto  e  groppone  di  un  rosso  carmino-intenso  noi  maschio  d'ostati'.  Ala 
nel   maschio  0,m084— 0,m079,   nella    femmina  0,ra080-  0,n,076;   becco  0,m009     0,m008. 

grbnla?idica,  Bonaparte  (1857). 


288  ATLANTE    01AN1TOI.OU1C0 


XI.  Alpi  (italiane,  francesi,  svizzere,  tirolesi  e  salisburghesi);  notevolmente  più 
piccola  della  tipica  linaria;  il  complesso  delle  tinte  più  vivace;  parti  superiori 
bruno-rossiccie;  petto  rosso-intenso;  penne  del  dorso  con  macchie  centrali  molto 
cupe,  quasi  nere  e  stretti  margini  di  un  giallo-chiaro;  groppone  bianchiccio,  lavato 
di  un  bel  rosso  e  con  macchie  nere,  fianchi  col  fondo  di  tinta  chiaro,  o  giallo- 
rugginoso  e  striati  decisamente;  i  margini  delle  cuopritrici  alari,  che  formano  la 
banda  alare,  quelli  delle  remiganti  e  delle  timoniere  di  un  giallo-rugginoso,  più 
chiaro  sulla  coda;  becco  debole,  allungato,  cupo  d'estate,  giallo-ocraceo  d'inverno. 
La  femmina  non  ha  rosso  sul  petto,  né  sul  groppone.  Ala  nel  maschio  0,"'O73— 
0,m069,  nella  femmina  0,n,070— 0,'"066. 

rufescens,  Vieillot  (1816). 

XII.  Isole  Britanniche.  Molto  simile  alla  forma  alpina  e  di  eguale  statura.  È 
distinta  per  una  tinta  generale  di  un  bruno  più  cupo  ed  uniforme.  Parti  superiori 
bruno-uniformi,  le  macchie  centrali  indistinte  o  sfumate  coi  margini  bruno-scuri. 
anche  i  lati  del  petto  e  dell'addome  sono  decisamente  lavati  di  bruno-rugginoso 
ed  hanno  macchie  indistinte,  che  scompajono  con  l'età;  il  bruno  dei  margini  delle 
remiganti  e  delle  cuopritrici  è  più  cupo  e  più  accentuato;  il  becco  è  più  grosso 
che  nella  rufescens;  petto  e  groppone  del  maschio  di  un  rosso-carminio-intenso. 
Ala  nel  maschio  0,'"073— 0,m070,  nella  femmina  0,n'070— 0,'"066. 

(?)  L.  flavirostris,  Brehm  (1823) 

A  citare  tutte  le  opinioni  sarebbero  necessarie  molte  pagine  e  con  poco  co- 
strutto, quindi  preferisco  dire  come  io  ritenga  che  si  possano  cosi  suddividere 
i  sopraddetti  Acanti)  is, 

a)  A  linaria. 

sottosp.  a1)  A.  Hoìboclìi. 

a2)  A.  rostrata  (simile  all' .4.    Holboelli,   distinta   per   le   strie   sui 

fianchi  più  larghe,  pel  becco  più  grosso  e  più  ottuso). 

a3)  A.  rufescens. 

a1)  A.  exilipes. 

a5)  A.  Hornemanni, 

sicché  uno  solo  sarebbe  il  capostipite  di  tutte  le  forme  europee  del  gen.  Aeanthis, 
considerando  che  le  differenze  tra  VA.  linaria  e  VA.  I.  rufescens  sono  di  poco  mo- 
mento, ma  però  più  accentuate  di  quelle  delle  tre  rimanenti  sottospecie  col  tipo 
più  puro. 

Come  avverti  il  Salvadori,  il  nome  di  Frim/illa  borealis,  Teinminck  nec  Vieillot, 
comparì  più  volte  nei  Cataloghi  di  Autori  Veneti  e  Lombardi.  Essa  in  sinonimia 
sarebbe  riferibile  allM.  /.  Homnnanni,  invece  secondo  probabilità  geografiche  all'.!. 
/.  Holboelli,  però  è  indubitato  che  la  pretesa  Fr.  borealis  degli  Autori  Italiani  come 
anche  VA.  canescens  o  /•'.  canescens,  pure  citati  dai  nostri  Autori,  altro  non  sono  che 
individui  di  maggiori  dimensioni  della  A.  Intana,  sempre  interpretando  quanto 
intesero  questi  Ornitologi,  perchè  realmente  abbiamo  veduto  che  cosa  rappresenta 
la  vera  F.  borealis,  e  VA.  canescens  è  VA.  I.  exilipes,  sottospecie  sicuramente  non  com- 
parsa in  Italia. 


\  i um  i.  orni  i" ti  o  289 


Genere  PYRRHULA,  Brisson. 

Becco  duro,  corto,  rotondeggiante,  largo  e  grosso  alla  base,  protuberante  sui 
lati  verso  la  base,  ma  leggermente  curvato  sui  lati  verso  l'apice,  mandibola  supe- 
riore assai  curvata  ed  ovunque  uniformemente,  più  lunga  dell'inferiore  che  sormonta 
colla  sua  parte  apicale;  apertura  del  becco  leggermente  arcuata;  narici  basilari, 
subrotonde,  completamente  nascoste  da  piccoli'  penne  setoloso;  ali  subacute,  al- 
quanto corte,  ma  più  lunghe  in  dimensioni  della  coda,  la  1  remigante  primaria 
mancante  o  minima,  la  2a  e  la  3"  subeguali  e  le  più  lunghe,  2"  troncate  in  forma 
quadrata;  coda  moderata  e  leggermente  forcuta;  tarso  più  lungo  del  dito  mediano 
con  unghia,  scudettato  anteriormente,  lamellato  lateralmente;  diti  forti,  l'interno 
più  corto  dell'esterno;  unghie  moderatamente  curvate,  piuttosto  corte  e  solcate 
lateralmente. 

Piumaggio  molle,  testa  grossa  e  rotonda;  petto  del  maschio  di  solito  rosso, 
grigio  nella  femmina,  ma  alcune  specie  hanno  i  sessi  simili  ed  allora  il  petto  non 
è  rosso,  ma  grigio  o  bruno;  statura  mediocre. 

Le  specie  di  questo  genere  abitano  la  Regione  Paleartica,  specialmente  le 
parti  nordiche,  la  P.  Cassini,  Tristr.  dell'Alaska  si  estende  nella  zona  Neartica. 
Le  uova  sono  blu-verdastre,  con  macchie  grigio-porporine  e  bruno-scure. 

286.  Pyrrhula  pyrrhula  (Linnaeusi,  Ciuffolotti)  maggiore. 
[  Pyrrhula  major,  Bbehm  J. 

Eguale  al  maschio  della  susseguente  specie,  ma  di  statura  maggiore  e  più  cupo 
sulle  parti  superiori,  mentre  il  gastreo  ha  il  rosso  più  chiaro  e  brillante;  becco 
più  forte,  grosso  e  più  rigonfio  (mas.  ad.).  Eguale  alla  femmina  della  susseguente 
specie,  distinta  pel  becco  differente  e  per  la  statura  maggiore  ifemm.  ad). 

Lunghezza  totale  0,m180;  becco  0,"'011;  ala  0,m092;  coda  0,m075;  tarso  0,m020. 

Abita  la  Scandinavia  e  l'Europa  orientale,  portandosi  verso  ovest  sino  alla 
Polonia  e  la  Siberia;  migra  verso  sud  nell'inverno.  Il  Giglioli  cita  tre  o  quattro 
soggetti  conservati  nel  R.  Museo  di  Firenze  riferibili  alla  l'orma  nordica  del  Ciuf- 
folotto, ma  il  Salvadori,  riconoscendo  che  sono  esemplari  di  dimensioni  maggiori 
del  consueto,  non  crede  alla  bontà  specifica  del  Ciuffolotto  nordico.  Io  ebbi  quattro 
individui  perfettamente  eguali  a  quelli  di  Scandinavia  presi  sulle  Alpi  del  Veronese, 
dell'Udinese  e  del  Bergamasco  nei  mesi  di  ottobre  e  novembre.  Credo  che  questa 
specie  ci  arrivi  dal  Nord  all'epoche  del  Ciuffolotto  però  in  minor  quantità,  e  che 
non  sia  stazionaria  in  Italia. 

286  a.  Pyrrhula  pyrrhula  europaea  (Veeillot),  Ciuffolotto. 

[Pyrrhula  europaea,  Vikii.i..,  P.  rubicilla,  Kkys.-Bi,.  ]. 
L'I'av.  XXII,   fig.  12,   13  e  Tav.  XLIX,   fig.  45]. 

Calotta  nera;  dorso  differente  dal  (/usino.  —  Guarnir  e  cuopritrici  alari  russi ,  conte 

il  gastreo  (mas.);  guancie  e  regione  auricolare  cenermo-rossiceìe,  rome  il  gastreo  (femm.). 

Redini,  mento  e  l'intera  calotta  di  un  nero-lucido;  parti  superiori   cenerino- 

Atlante  ornitologici'.  37 


290 


ATLA  VI  K    (  I UNITI  ILI  IGICO 


celestognolo-chiare  ;  basso  groppone  bianco-candido;  guancie,  regione  auricolare  e 
gastreo,  compresi  i  lati,  di  un  rosso-vermiglione;  basso  addome  e  sottocoda  bianchi; 
una  t'ascia  trasversale  sull'ala,  formata  dagli  apici  celestognoli  delle  grandi  cuo- 
pritrici;  piccole  2e  più  interne  rosse  all'apice  e  cenerine  alla  base;  timoniere  nere 
a  ritiessi,  le  due  centrali  e  le  sopracaudali  nero-violette  (mas.  ad.).  Tinte  nere  della 
testa  meno  vivaci;  parti  superiori  di  un  cenerino-celestognolo-cupo  tinto  di  bru- 
nastro,  specialmente  sul  basso  dorso;  guancie,  regione  auricolare  e  gastreo  di  un 
cenerino-rossiccio  tinto  di  vinato,  più  vivo  sull'addome  e  sui  fianchi;  2e  più  interne 


Testa  di  P.  pyrrhula, 

gr.  nat. 


'l'osta  di   P.  pyrrhula  eiiropaea, 
gr.  nat. 


cenerino-rossiccie  quasi  sino  all'apice  del  vessillo  esterno;  nel  resto  come  il  maschio 
(fonili,  ad.).  Tinte  eguali  a  quelle  della  femmina;  testa  brunastra,  come  il  dorso; 
colorito  generale  più  cupo  e  brunastro,  specialmente  sul  gastreo;  groppone  bianco- 
brunastro;  nelle  2°  più  interne  le  tinte  rossiccie  sono  rimpiazzate  da  bruno-pal- 
lido (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m160;  becco  0,'"010;  ala  0,m087;  coda  0,m070;  tarso  0,'"017. 

Il  Ciuffolotto  va  specialmente  soggetto  alle  varietà  melaniche. 

Abita  l'Europa  occidentale,  verso  est  sino  alla  Germania,  le  contrade  Medi- 
terranee e  l'Algeria.  In  Italia  si  trova  nella  regione  dei  faggi  delle  provincie  set- 
tentrionali e  delle  centrali,  ove  nidifica  nel  maggio  e  nel  giugno;  al  sopravvenire 
del  freddo  discende  al  piano,  ma  giunge  assai  di  rado  nelle  provincie  meridionali 
e  nelle  Isole.  È  di  solito  poco  abbondante,  compare  più  facilmente  nel  gennajo  od 
alle  epoche  del  passo,  che  ha  luogo  dalla  fine  di  ottobre  alla  la  quindicina  di  no- 
vembre; il  ripasso  sembra  avvenire  nel  gennajo. 

287.  Pyrrhula  Cassini  (Baird)  ('),  Ciuffolotto  di  Cassini. 

Calotta  nera;  guancie  e  euopritrici  auricolari  cenerino  grigli  <>  brunastre,  come  il 
dorso  ed  il  gastreo  (ad). 

Calotta  e  mento  di  un  nero-lucido;  parti  superiori  grigio-bluastre;  groppone 
bianco;  sopracoda  e  coda  di  un  nero-lucido;  piccole  e  medie  cuopritrici  come  il 
dorso,  le  grandi  nere  con  una  fascia  apicale  blu-grigia,  che  forma  una  banda  sul- 
l'ala; gastreo  cenerino-grigio-chiaro,  più  pallido  sulle  guancie,  sulla  regione  auri- 
colare e  sui  fianchi;  basso  addome  e  sottocoda  bianchi  (mas.  ad.).  Eguale,  ma  più 
cupa  sulle  parti  superiori;  gastreo  grigio-bruuastro  (fi nini.  ad.). 


'    Pyrrhula  coccinea   var.   Cassini,  Baird,    Trini*.   C'Mc.   dead.   1,  p.  316  (1869). 


ati  wrr   ORN (Gli  0  291 


Lunghezza  totale  0,m152;  becco  0,'"011;  ala  0,m087;  coda  0,ro071;  tarso  0,ra016. 

Abita  la  Siberia  dagli  Qrali  all'Alaska,  e  verso  sud  fino  al  Turchestan  ed  agii 
Aitai;  è  accidentale  nella  Regione  Neartica  boreale  ed  in  Europa.  Un  esemplare 
venne  colto  a  Pietroburgo  nel  febbraio  1877  Cabanis  e  tutti  gii  anni  nell'inverno  si 
troverebbe  nelle  vicinanze  di  Orenburgo  (Menxbier). 


Genere  ERYTHROSPIZA.  Bonaparte. 

Ha  presso  a  poco  i  caratteri  del  gen.  Pyrrhula: 

Becco  molto  corto  e  grosso,  forte,  rigonfio,  con  ambedue  le  mandibole  forte- 
mente curvate  ed  egualmente  rigonfie  e  profonde;  margini  delle  mandibole  quasi 
diritti;  profilo  del  becco  spianato;  narici  coperte  dalle  penne  frontali  ricurve  ;  ali 
molto  acute  ed  abbastanza  lunghe;  coda  corta  e  un  po'  forcuta. 

Tinte  prevalenti  dei  maschi  adulti  cremisine  o  porporine;  statura  mediocre. 

Abitano  le  località  selvaggie  e  sterili,  a  preferenza  di  quelle  coltivate;  le  uova 
sono  di  un  nerastro-pallido,  con  macchie  brunastre  o  rossiccio-brune.  Questo  ge- 
nere comprende  poche  specie,  una  di  esse  abita  parte  dell'Africa  e  dell'Asia  ed 
arriva  talora  in  Europa,  le  altre  sono  asiatiche 

288.  Erythrospiza  githaginoa  (Lichtenstein),  Trombettiere. 

[  Bucanetes  githagineus    Lem.)]. 

Becco  rosso;  testa,  collo,  scapolari,  dorso  e  petto  di  un  porporiuo-vinato  al- 
l'apice delle  penne,  di  un  cenerino-brunastro  alla  base;  groppone  e  sopracoda  di 
un  rosa-pallido;  regione  auricolare  e  guancie  roseo-argentine,  resto  del  gastreo 
bruno-cenerognolo  tinto  di  rosa,  più  vivace  sull'addome;  sottocoda  biancastro  tinto 
di  rosa,  specialmente  sul  margine  esterno  delle  penne;  margine  esterno  delle  remi- 
ganti e  delle  timoniere  rosa,  nel  resto  brunastre  (mas.  ad.).  Come  il  maschio;  tinte 
rosee  assai  più  deboli  specialmente  sulla  fronte,  sul  dorso  e  sul  gastreo  (femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,m130;  becco  0,'"010;  ala  0,m087;  coda  0,"'052;  tarso  0,m018. 

Abita  l'Africa  settentrionale  e  le  contrade  Mediterranee  meridionali,  spingen- 
dosi verso  est,  per  la  Persia  e  per  l'Afganistan,  sino  al  distretto  di  Dehli  nell'India. 
Accidentale  in  Europa,  ove  pare  sia  giunto  nella  Francia  meridionale  (Boux)  e  nella 
Grecia  I  Von  der  Miihle).  È  pure  specie  di  comparsa  accidentale  in  Italia,  venne 
presa  nel  Veneto,  in  Liguria,  in  Toscana  ed  in  Sicilia  e  sembra  comparire  quasi 
ogni  anno  dall'ottobre  al  marzo  a  Malta,  è  sempre  però  uccello  molto  raro.  Io  ne 
ebbi  due  dal  Padovano  e  dall'Udinese,  entrambi  nel  mese  di  ottobre. 

Ilrrni  jiiii  fa/ir  e  i'dìi  mi  leggero  spigolo  sul  culmine;  tinte  rosse  sulle  ali  (genere 
Rhodopechys,  Cabanis). 

289.  Erythrospiza  sanguinea  (Gould),  Trombettiere  dalli  ali  russe. 

Fronte  nera,  coll'apice  delle  penne  roseo;  parte  mediana  della  cervice  nera,  come 
a  calotta;  lati  della  cervice,  parte  posteriore  del  collo  di  un  fulvo-rossigno;  dorso, 
scapolari  e  piccole  cuopritrici  brune  di  terra  d'ombra,  queste  lavate  di  roseo,  tutte 


292  ATI.ANTK    ORNITOLOGICO 


con  macchia  subapicale  nerastra;  groppone  e  sopracoda  rosei,  le  più  lunghe  so- 
pracaudali noie,  rosee  all'apice;  redini  e  penne  attorno  al  becco  rosa;  gola,  lati 
e  fianchi  della  tinta  del  dorso,  ma  più  pallida  e  col  centro  delle  penne  più  cupo; 
eentro  del  petto,  addome  e  sottocoda  bianco-rosei;  ali  con  larghi  margini  di  un  rosa 
tinto  di  rosso-brillante,  2°  terminate  di  bianco  :  timoniere  esterne  bianche,  le  altre 
bianche  terminate  di  nero,  il  nero  più  esteso  verso  le  centrali,  che  lo  sono  quasi 
per  intero  {mas.  ad.).  Tinte  eguali  al  maschio,  ma  più  pallide  e  più  opache,  le 
rosee  più  dilavate;  penne  della  cervice  con  margini  rossigni;  gastreo  più  pallido, 
colle  penne  della  gola,  dei  lati  e  dei  fianchi  senza  i  centri  scuri,  ovvero  poco  ac- 
centuati (femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,m160;  becco  0,'"014;  ala  0,'"105:  coda0,'"056;  tarso  0,'"019. 

Abita  il  Caucaso,  da  un  lato  sino  all'Asia  Minore  orientale  e  la  Palestina,  dal- 
l'altro alla  Persia  ed  a  Jarkand  (Hit me),  l'Australia  (Sharpe)  e  forse  l'Algeria  {Locke}. 


Genere  CARPODACUS.  Kaup. 

Becco  conico,  alquanto  corto  e  rigonfio,  robusto,  grosso  alla  base,  col  culmine 
piuttosto  rotondo,  appena  compresso  all'apice,  profilo  assai  arcuato,  ambedue  le 
mascelle  curvate  e  di  pari  altezza,  apertura  del  becco  quasi  diritta,  tornio  sempre 
diritto;  narici  robuste,  basilari  e  nascoste  dalle  penne  frontali  ricurve  ;  ali  medio- 
cremente lunghe,  la  1"  remigante  primaria,  quando  esiste,  atrofica,  3a  la  massima, 
2a,  3a  e  4a  subeguali;  coda  alquanto  lunga  e  distintamente  forcuta;  tarso  scudet- 
tato  anteriormente  e  piuttosto  sottile;  diti  lunghi  e  sottili,  l'esterno  subeguale  al- 
l'interno; unghie  moderate,  curve  e  solcate  lateralmente. 

Piumaggio  alquanto  fitto;  in  gran  parte  rosso  nei  maschi,  verdastro  nelle 
femmine. 

Questi  uccelli  frequentano  le  colline,  le  pianure  alberate  anche  se  paludose; 
sono  buoni  cantori;  le  uova  sono  di  un  verde-blu-cupo,  con  macchie  bruno-nera- 
stre. Abitano  la  Regione  Paleartica,  la  Neartica,  l'Orientale  e  le  parti  settentrionali 
della  Neotropica  e  dell'Etiopica. 

.Se  ne  conoscono  2G  specie. 

290.  Carpodacus  erythrinus  (Pallasi.  Ciuffolotto  scarlatto. 

[Tav.  XXIII,  fi£.   1  e  2]. 

Testa  e  gobi  di  un  rosso-uniforme  (mas.  ad.).  Tinte  generali  delle  /unii  superiori 
bruno  olivastre,  mi  centro  delle  penne  pili  scuro;  groppone  e  sopracoda  imi  formi  (femm.  ad). 

l'arti  superiori  bruno-cupe,  coll'apice  delle  penne  rosso,  la  tinta  rossa  predo- 
mina essenzialmente  sulla  testa  ed  è  più  sbiadita  sul  dorso;  basso  dorso  e  groppone 
di  un  cremisino-pallido;  cuopritrici  alari  brunastre  alla  base,  rosee  all'apice,  le 
grandi  e  le  remiganti  col  margine  esterno  roseo  e  l'apice  bianco-brunastro;  la 
tinta  rosea  sulle  cuopritrici  forma  due  fascie  sull'ala  piegata;  gastreo  e  guancie 
di  un  rosso-brillante,  tinto  di  brunastro  sui  fianchi  e  di  bianco- roseo  sul  basso  addome 
e  sul  sottocoda  (mas.  ad.).  Parti  superiori  bruno-olivastre,  uniformi  sul  groppone  e 
sul  sopracoda,  colla  parte  centrale  scura  nel  resto  e  nerastra  sulla  testa;  gastreo 
biancastro,  tinto  di  fulviccio  sul  collo  e  sul  petto,  con  strie  scure  sui  medesimi  e 


ATI  \nti-:   ORNITOLOGICO  293 


macchie  scure  sui  fianchi;  cuopritrici  mediane  e  grandi  bruno-cupe,  oliva  sul  mar 
gine  e  terminate  di  bianco-pialletto,  che  forma  due  bande  sull'ala  piegata;  ali  e 
coda  marginate  di  oliva-cupo  (femm.  ad.).  Più  lavato  di  gialletto  sul  gastreo,  colle 
macchie  e  le  strie  meno  marcale;  doppia  banda  alare  gialletta    giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"140;  becco  0,m011;  ala  0,'"08*;  coda  0,m060;  tarso  0,m020. 

Abita  le  regioni  della  Prussia  orientale,  verso  est,  attraverso  la  Russia  set- 
tentrionale e  la  Siberia,  sino  al  Pacifico,  l'Asia  Minore  e  la  centrale;  sverna 
principalmente  nell'India  e  nella  Birmania;  giunge  accidentalmente  nella  Svezia 
meridionale,  nelle  Isole  Britanniche,  ad  Helgoland,  nella  Francia,  nella  Spagna 
(Saunders)  e  nell'Austria.  In  Italia  è  specie  che  arriva  irregolarmente,  ma  di  solito, 
nell'autunno  e  nell'inverno,  fu  però  presa  in  molte  provincie,  mai  in  Sardegna; 
è  sempre  rara,  rarissima  nell'abito  rosso  di  adulto,  in  generalo  giungono  i  giovani. 

Gli  individui  giovani  ed  anche  gli  adulti  del  C.  erythrintts,  tenuti  in  domesti- 
cità, assumono  un  piumaggio  speciale,  che  fu  descritto  sotto  il  nome  di  Fringilla 
incerta  dal  Risso  e  questa  venne  ritenuta  per  molto  tempo  buona  specie.  Ecco  i 
dati  distintivi:  —  Testa  e  collo  di  un  giallo-dorato  o  aranciato;  dorso-olivastro- 
giallo,  col  centro  delle  penne  cenerognolo;  groppone  e  sopracoda  di  un  giallo  leg- 
germente olivastro;  due  fascie  indistinte  olivastro-lionate  sull'ala;  gola  e  davanti 
del  collo  di  un  giallo-dorato  o  aranciato;  resto  del  gastreo  giallo-olivastro,  tinto 
di  cenerognolo  sui  fianchi  e  di  biancastro  sul  basso  addome.  Insomma  la  F.  incerta, 
detta  anche  Chlorospiza  incerta  o  Verdone  bastardo,  a  periodo  completo  offre  le 
parti  che  nei  soggetti  ordinari  sono  tinte  in  rosso-carmino  di  un  giallo  più  o  meno 
dorato  o  verdognolo,  dominando  il  dorato  sulla  testa  e  sulla  gola  ed  il  verdognolo 
sulla  regione  dorsale. 

291.  Carpodacus  roseus  (Pallasj,  Ciuffolotto  roseo. 

[Tav.  XXII,   fig.   14]. 

Colorito  generale  delle  parti  superiori  roseo,  il  mantello  e  l'alto  dorso  legger- 
mente più  cenerognoli,  con  larghe  strie  centrali  nere;  groppone  e  basso  dorso  di 
un  roseo-vivace  uniforme;  piccole  cuopritrici  alari  di  un  cremisino-profondo;  le  me- 
diane e  le  grandi  bruno-cupe,  marginate  di  roseo  e  terminate  di  bianco-roseo,  che 
forma  una  doppia  banda  alare;  ala  bastarda,  cuopritrici  primarie  e  remiganti 
bruno-cupe,  marginate  di  roseo,  le  secondarie  interne  di  bruno-cenerognolo,  bianche 
verso  l'apice  del  vessillo  esterno  e  simili  alle  grandi  cuopritrici;  cuopritrici  su- 
periori della  coda  di  un  roseo-vivo,  con  strie  centrali  nerastre;  timoniere  bruno- 
nerastre,  marginate  di  roseo;  pileo  rosa-pallido;  fronte  e  parte  anteriore  del  pileo 
di  un  bianco-perla-lucido  a  guisa  di  banda  frontale;  redini  e  penne  attorno  l'occhio 
cremisino-vivaci;  cuopritrici  auricolari  e  lati  della  faccia  di  un  rosa-vivace;  parte 
anteriore  delle  guancie  minutamente  macchiata  di  bianco-perlaceo;  gola  e  linea  ma- 
lare  con  piccole  macchiette  bianche,  che  si  estendono  all' indietro  sui  lati  del  collo; 
parte  anteriore  del  collo  e  resto  del  gastreo  di  un  rosa-profondo,  con  strette  linee  ne- 
rastre sullo  stelo;  centro  del  basso  petto  ed  addome  bianchi;  lati  del  corpo  e  fianchi 
rosei,  questi  con  le  lineette  nerastre  sullo  stelo  più  accentuate;  calzoni  cenero- 
gnolo-biancastri;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed  ascellari  bianco-cenerognole,  tinte 
di  rosa,  più  distintamente  quelle  attorno  al  margine  dell'ala  (mas.  ad.).  Colorito 
generale  delle  parti  superiori  bruno,  tinto  di  roseo,  le  penne  del  mantello  e  del 


294  ATLANTE   ORNITOI.OfnCO 


dorso  con  ima  larga  stria  centrale  bruno-nerastra:  basso  dorso  e  groppone  rosei, 
coi  centri  scuri  poco  indicati;  piccole  cuopritrici  «Ielle  ali  vermiglione-vivaci;  le 
mediane  e  le  grandi  bruno-cupe,  marginate  esternamente  di  t'ulvo-ocraceo,  che  tende 
al  biancastro  all'apice  delle  penne;  ala  bastarda  e  primarie  cuopritrici  bruno-cupe. 
marginate  di  bruno-pallido;  remiganti  bruno-cupe,  marginate  di  fulvo-ocraceo,  più 
pallido  sulle  secondarie,  le  secondarie  interne  con  marginature  più  larghe,  le  più 
interne  hanno  il  vessillo  esterno  fulvo-ocraceo;  cuopritrici  superiori  della  coda 
brune,  tinte  di  roseo  e  col  centro  delle  penne  nerastro;  timoniere  bruno-cupe,  mar- 
ginate di  fulvo-ocraceo  e  leggermente  tinte  di  roseo;  pileo  bruno,  lavato  di  rosa 
e  con  striscie  bruno-cupe  ed  una  leggera  ombreggiatura  perlacea  sulla  fronte;  re- 
dini fulvo-ocracee;  cuopritrici  auricolari  bruno-pallide,  con  strie  bruno-cupe  leg- 
germente sfumate  di  rosa;  guancie  e  gastreo  di  un  rosa-pallido  o  di  un  bruno  lavato 
di  rosa  e  con  strette  striscie  brune  o  nerastre,  queste  striscie  più  larghe  sui  lati 
del  corpo,  che  sono  più  brunastri;  addome  biancastro;  calzoni  cenerini;  cuopritrici 
inferiori  della  coda  bianche,  leggermente  sfumate  di  roseo  e  con  strie  centrali  ne- 
rastre; cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed  ascellari  biancastre,  con  una  tinta  vermi- 
glione presso  il  margine  dell'ala  (femm.  ad.)  {Sharpe). 

Lunghezza  totale  0,m150;  becco  0,ra011;  ala  0,'"090;  coda  0,m068;  tarso  0,'"01 9. 

Abita  la  Siberia  orientale,  la  Cina  ed  il  Giappone.  Questa  specie  comparve 
più  volte  nei  Cataloghi  Europei,  ma  quasi  sempre  con  scarse  garanzie.  Fu  citata 
quale  accidentale  peli' Ungheria  (Temminck)  e  recentemente  il  Madarasz  la  am- 
mette per  un  individuo  colto  nel  1850,  poi  pella  Russia  e  pella  Germania  (De- 
gland  &  Oerbe,  Arnold)  e  per  Helgoland  (Blasius).  Secondo  il  Blasius  tre  sono  i 
soggetti  presi  nella  classica  Isola  e  tutti  giovani,  io  ne  esaminai  uno  quest'anno 
nella  Raccolta  Gatke.  Sarebbe  uccello  di  comparsa  accidentale  e  molto  raro  in 
Europa  ('). 

292.  Carpodacus  rubicillus  (Guldenstadt),  Ciuffolotto  roseo  caucasico. 

Testa  e  gola  di  mi  rosso  macchiato  di  bianco  (mas.  ad.):  parti  superiori  bruno-ce- 
nerognole col  centro  delle  penne  nero,  meno  accentuato,  o/o  presente  anche  sol  groppone 
e  sul  sopracoda  (femm.  adi. 

Penne  attorno  al  becco  nerastre;  testa,  suoi  lati  e  gastreo  di  un  rosso-scarlatto, 
con  macchie  bianche  d'argento,  più  larghe  ed  estese  sul  davanti  del  collo  e  sul 
petto;  parti  superiori  e  cuopritrici  alari  di  un  rosso-cupo,  con  margini  cenerognoli 
eslesi  e  prevalenti  sulla  tinta  brillante;  groppone  e  sopracoda  di  un  rosso-roseo- 
vivace;  basso  addome  e  sottocoda  rosso-rosei;  fianchi  tinti  di  brunastro;  sotto- 
caudali con  strie  centrali  scure  e  nerastre  [mas.  ad.).  Parti  superiori  bruno-cene- 


(')  Alenili  Anturi  accettano  Pyrrhula  eryllvrina,  Temminck,  nec  Pallas  e  /'.  roma.  Temminck,  nec 
I'allas.  porche  lo  duo  descrizioni  dati'  dal  Pallas  non  sono  molto  chiaro.  Questi  duo  Ciuffolotti  talora  si 
scambiano  facilmente  l'uno  por  l'altro;  secondo  il  Nauinann  (l'iigel  Mitl.-Eur.,  nuova  edizione,  III, 
pp.  246-2">5,  1900)  queste  sarebbero  le  duo  frasi  caratteristiche: 

Carpodacus    erythrinus :  -  Becco   molto   rigonfio;    pileo   rosso-roseo,   o   bigio-verdognolo.  Statura  di  un 

Fringuello. 
CarpodaeuB  roseus  :  -  Hocco    piuttosto    convesso;    pileo   rosso  con  piccolo  macchietto  bianco-argentee,  o 

bruno.   Statura   di   una   Passera. 


Ali.  \  S  I  i     ORNI  COLOGH  0  -'•'•"' 


roguole,  coi  centri  scuri  presenti,  ma  meno  distinti  sul  groppone  e  sul  sopracoda; 
gastreo  cenerognolo  fulviccio,  con  strie  centrali  nerastre;  sottocoda  bianco-fulviccio; 
ali  e  coda  di  un  bruno-scuro,  con  mar-ini  bruno-cenerino-pallidi  (femm.  ad.).  Di  una 
tinta  di  terra  d'ombra  pallida,  qua  e  là  gialletta,  specialmente  sulle  marginature 
delle  ali  e  della  coda    giov.  . 

Lunghezza  totale  0,'"200;  becco  0,'"014;  ala  < ».   Ili;  coda  o/'O'.ti);  tarso  0,m023. 

Abita  il  Caucaso,  estendendosi  attraverso  il  Turchestan,  all'Imalaia  ed  agli 
Aitai;  non  comparve  mai  in  Italia,  e  nemmeno  nell'Europa  occidentale. 

Il  G.  sinaitieus,  Bp.,  che  abita  la  Palestina,  fu  citato  dal  Von  der  Z\I u lile  pella 
Grecia,  ma  certamente  lo  scambiò  col  C.  erythrinus;  anche  il  C.  rhodoehlamys 
(Brandt)  venne  annoverato  pell'Europa  (Blasius)  senza  alcun  dato  positivo;  abita 
gli  Aitai  dal  Turchestan  a  Jarkand  (Asia). 


Genere  PINICOLA,  Vieillot. 

Becco  simile  a  quello  del  gèn.  Pyrrhula,  ma  più  lungo  e  più  ricurvo,  all'in- 
dentro lateralmente  verso  l'apice;  narici  come  nel  gen.  Pyrrhula  e  cosi  le  ali,  colla 
3a  e  la  4"  remigante  primaria  le  più  lunghe;  coda  alquanto  lunga  e  distintamente 
forcuta;  piumaggio  molle  e  fitto;  statura  piuttosto  elevata. 

Questo  genere  composto  di  una  sola  specie  ha  molta  affinità  col  gen.  Pyr- 
rhula al  quale  fu  riunito  da  parecchi  Autori,  quantunque  abbia  statura  più  elevata 
e  differenti  ne  siano  il  becco  ed  il  tipo  di  colorazione.  Altri  Ornitologi  invece  lo  in- 
clusero nel  gen.  Loxia,  pel  fatto  che  anche  i  giovani  nelle  Pinicolae  sono  di  un 
giallo  più  o  meno  verdastro  e  gli  adulti  rossi. 

293.  Pinicola  enucleator  (Linnaeus  .  Ciuffolotto  delle  pinete. 

[Tav.   XXIII,   fig.   3  e  4]. 

Tinta  generale  rosso-carmino  colla  base  delle  penne  di  un  cenerognolo-vivace, 
la  tinta  brillante  essendo  più  accentuata  ed  uniforme  sulla  testa  e  sui  lati  del  ga- 
streo, che  non  sul  dorso  e  sul  groppone;  penne  del  dorso  e  scapolari  con  una  fascia 
subapicale  bruno-cupa;  cuopritrici  superiori  della  coda  cenerognolo-cupe,  coll'apice 
roseo;  medie  e  grandi  cuopritrici  alari  nero-brunastre,  largamente  marginate  di 
bianco-roseo,  che  forma  due  bande  sull'ala;  fianchi  tinti  di  cenerognolo,  più  chiaro 
sul  basso  addome  e  sul  sottocoda  (mas.  ad.).  Testa,  collo  ed  alto  dorso  giallo-aran- 
ciati, colla  base  delle  penne  cenerognola,  resto  delle  parti  superiori  cenerognolo, 
qua  e  là  tinto  di  giallo-aranciato  e  di  bianchiccio;  due  bande  bianche  sull'ala; 
gastreo  cenerino,  tinto  di  giallo-oliva  sulla  bassa  gola  e  sul  petto  (femm.  ad.).  Come 
la  femmina;  tinta  gialla  sfumata  di  aranciato,  più  vivace  e  più  estesa  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"210;  becco  0,m016;  ala  0,m110;  codaO,'"086;  tarso  0,m024. 

Abita  le  parti  boreali  d'Europa,  d'Asia  e  d'America;  migra  verso  sud  di  au- 
tunno, ma  non  giunge  che  irregolarmente  nell'Europa  centrale.  E  accidentale  e 
rarissimo  in  Italia,  venne  colto  due  volte  nel  Trentino  (Museo  di  Rovereto  e  R.  Museo 
ili  Firenze)  e  due  volte  nel  Padovano  (mia  Collezione),  forse  nel  Piemonte  (Bonelli, 
Coli,  del  Collegio  dei  RR.  PP.  Barnabiti  in  Lodi),  dubbiosamente  in  Liguria  (Coli, 
Magni-Griffi,  ora  nel  R.  Museo  di  Roma)  e  nel  Nizzardo  (Risso). 


296  Vll.wil-    ORNITOLOGICO 


Genere  URAGUS.  Keyserling  iS  Blasius. 

Becco  corto,  forte,  protuberante  sui  lati,  tanto  alto  che  largo  alla  base,  la 
mandibola  superiore  più  lunga  e  che  sormonta  l'inferiore;  narici  basilari,  nascoste 
da  penne  rigide  e  curvate;  ali  alquanto  corte,  la  1"  remigante  primaria  minima 
e  acuta,  la  4il  e  la  5a  le  più  lunghe;  coiln  jiiù  h/i/i/n  ili  Ile  ali  e  leggermente  forcuta; 
tarso  scudettato  anteriormente,  esso  ed  i  diti  piuttosto  corti;  unghie  moderate, 
arcuate  e  acute. 

Piumaggio  molle;  tinte  predominanti  nel  maschio  di  un  rosso-roseo  (Dresser). 

Le  specie  di  questo  genere  hanno  le  abitudini  ed  il  modo  di  nidificare  di 
quelle  del  gen.  Carpodaeus,  cui  molto  somigliano.  Abitano  i  boschetti  ed  i  cespugli 
lungo  i  fiumi  e  sulle  colline  e  sono  buoni  cantori.  Tre  sole  specie  compongono 
il  genere,  due  delle  quali  abitano  la  Siberia  orientale,  le  isole  Kurili,  la  Manciuria 
ed  il  Giappone,  la  terza  si  trova  nella  Cina, 

294.  Uragus  sibiricus  (Pallas),  Ciuffolotto  roseo  siberiano. 

Fronte  e  redini  roseo-cremisine;  cervice,nuca  e  collo  di  un  bianco-argenteo,  tinto 
di  roseo;  sopracciglio  bianco-periato;  alto  dorso  rosso-roseo,  col  centro  delle  penne 
scuro  e  l'apice  in  parte  bianco-argenteo;  sopracoda  rosso-cupo,  conia  base  delle 
penne  nerastra;  basso  dorso  e  groppone  rosso-rosei;  gastreo  rosso  roseo,  coi  lati 
della  testa  ed  il  gozzo  bianco-rosei  e  le  penne  del  collo  lanceolate  ;  addome  bianco  ; 
remiganti  con  largo  margine  esterno  bianco,  le  medie  cuopritrici  bianche,  le  grandi 
largamente  terminate  di  bianco;  le  tre  timoniere  esterne  bianche,  le  centrali  nere, 
con  margini  bianchi  (mas.  ad.).  Parti  superiori  bruno-rossiccie,  con  strie  centrali 
nerastre;  basso  dorso  e  groppone  più  uniformi  e  tinti  di  rosa;  sopracoda  bruno, 
tinto  di  roseo;  coda  bruno-cupa,  le  due  timoniere  esterne  bianche  per  intero  e 
la  terza  in  parte;  gastreo  cenerino-rossiccio,  con  strette  strie  bruno-nerastre 
sulla  gola  e  sul  petto;  fianchi  tinti  di  roseo  e  con  le  strie  poco  distinte;  addome 
bianco  (femm.  ad.).  Assomiglia  alla  femmina,  ma  è  più  sbiadito  e  più  fulviccio; 
groppone  aranciato  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"170;  becco  0,,n009;  ala  0,,n080;  coda  0,m090;  tarso  0,'"016. 

Abita  la  Siberia  orientale  e  la  Cina  settentrionale,  arrivando  verso  ovest  a 
Krasnojarsk,  ed  il  Turchestan.  È  accidentale  in  Europa;  un  branco  di  circa  quin- 
dici soggetti  comparve  nel  settembre  1882  nel  distretto  di  Orenburgo  (Russia)  ed 
una  femmina  venne  uccisa  (Menxbier). 

Sottofamiglia  COCCOTHRAUSTINAE,  Coccotraustini. 

Ossa  nasali  sporte  all'indietro  al  di  là  della  linea  anteriore  dell'orbita,  man- 
dibola molto  forte  e  profonda  posteriormente;  angolo  della  gonide  appena  indi- 
cato; palato  di  solito  concavo,  non  rigonfio;  becco  estremamente  forte,  conico, 
quasi  grande  quanto  la  testa,  un  po'  quadrangolare  e  rigonfio. 

Questa  sottofamiglia  manca  in  Africa  ed  in  Australia,  ed  è  bene  rappresen- 
tata nelle  altre  regioni  del  Mondo. 


Tav.  38. 


-9 

10.    ~ 


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JRÉtfÉt 


I.  Mignattino  (9  ad.  in  abito  di  primavera).  2.  Mignattino  (giov.).  3.  Mignattino  ali  bianche  (cf  ad.  in  abito 
di  primavera).  4.  Mignattino  ali  bianche  (9  ad.  in  abito  d'autunno).  5.  Gabbianello  (ad.  in  abito  di  primavera). 
6.  Gabbianello  (ad.  in  abito  d'autunno).  7.  Gabbianello  (giov.).  8.  Gabb'aoo  comune  (ad.  in  abito  di  primavera). 
9.  Gabbiano  comune  (ad.  in  abito  d'autunno).    10.  Gabbiano  comune  (giov.  di  un  anno  in  abito  di  primavera). 

II.  Gabbiano  comune   (giov.).     12.  Gavina   (ad.  in  abito  di  primavera).     13.  Gavina   (ad.  in   abito  d'autunno). 

14.  Gavina  (giov.).     15.  Gabbiano  tridattilo  (ad.  in  abito  d'autunno).     16.  Gabbiano  tridattilo  (giov.) 

Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


ATLANTI.    ORNITOLOGICO  297 


Genere  COCCOTHRAUSTES,  Brisson. 

Becco  molto  forte,  quasi  conico,  diritto,  più  ulto  che  largo  alla  base  e  molto 
grosso,  ma  assottigliato  rapidamente  verso  la  punta  e  col  culmine  rotondato; 
le  mandibole  subeguali  in  lunghezza,  la  superiore  assai  più  alta  dell'inferiore,  i 
margini  rientranti  e  quello  della  superiore  leggermente  intaccato  all'apice  ;  narici 
basilari,  laterali,  elittiche  e  quasi  nascoste  dalle  penne  frontali  ricurve;  ali  grandi 
e  acute,  mediocremente  lunghe,  la  1"  remigante  primaria  mancante,  2a,  •">  e  l 
subeguali,  le  primarie  dalla  5a  in  poi  al- 
largate e  festonate,  con  l'angolo  saliente 
all' infuori,  le  secondarie  quadrate  all'a- 
pice; coda  piccola,  corta  e  quasi  qua- 
drata; tarso  forte,  scudettato  sul  davanti. 
lamellato  sui  lati,  più  corto  del  dito  me- 
diano con  unghia;  unghie  piuttosto  curve, 
corte  e  forti. 

Piumaggio  molle  e  liscio;  corpo  mas-  Ala  (li  c-  coccothraustes,  gr.  nat. 

siccio,  grosso  e  corto;  remiganti  primarie 

con  riflessi  metallici  e  una  macchia  bianca:  statina  mediocremente  elevata:  i  sessi 
sono  poco  differenti,  i  giovani  ben  differenti  dagli  adulti,  ma  nell'autunno  dopo  la 
muta  divengono  eguali  a  quelli. 

Frequentano  i  boschi  ed  i  luoghi  alberati,  sono  più  o  meno  sedentari,  migrando 
in  masse;  sono  granivori,  ma  si  nutrono  anche  di  frutti  e  d'insetti;  il  canto  è  assai 
mediocre;  nidificano  sugli  alberi  a  rilevante  altezza,  le  uova  sono  grigie,  tinte  di 
verdastro  più  o  meno  cupo,  con  macchie  o  lineette  porporine  e  brunastre.  Si  co- 
noscono tre  specie,  due  dell'Asia,  una  è  propria  all'Europa. 

295.  Coccothraustes  coccothraustes  (Linnaeus»,  Frosone. 

[Coccothraustes  vulgaris,  Pam.,  j. 

[Tav.   XIII,   fig.    1,   e  Tav.   XLIX,   ti;;.    l'J  |. 

Medie  e  grandi  ciiopritriai  alari  terminate  di  bianco^  "  guisa  di  spazio  alare  <  min 
ili  Inalile  traversali.  —  Cervice  giallo  castagna;  lati  del  corpo  ri  miti  (mas.);  cervice  bruno 
cenerina;  lati  del  cor/in  gialletto-ocracei  (femm.). 

Redini  e  penne  attorno  al  becco  nerastre;  testa  per  intero  giallo-baja,  tinta 
di  castagno  sull'occipite  e  sulla  nuca;  bassa  nuca,  lati  del  collo  e  alto  dorso  grigio- 
cenerognoli;  dorso  marrone-cupo;  groppone  lionato,  più  vivace  ed  isabcllino  sul  so- 
pracoda; mento  e  alta  coda  di  un  nero-vellutato,  resto  del  gastreo  ametistino-vinato, 
biancastro  sul  basso  addome  e  sul  sottocoda;  cuopritrici  alari  nere  a  ridessi  ed  in 
gran  parte  terminate  di  bianco  ;  remiganti  nero-bluastre,  alcune  primarie  con  uno 
spazio  bianco  dal  lato  interno,  esse  dalla  .">'  in  poi  a  l'orma  ondulata  e  come  uncinate 
nel  centro,  le  secondarie  quadrate  all'apice  (mas.  ad.).  Tinte  più  pallide  ed  opache; 
cervice  bruno-cenerina,  colla  parte  posteriore,  l'occipite  e  la  nuca  di  un  bruno-ciocc»  i 
latta;  gastreo  gialletto-ocraceo,  macchia  della  gola  più  piccola:  i  fianchi  solo  leg- 

Atlantc  ornitologico. 


298  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


germente  lavati  di  amotistino;  il  bianco  delle  cuopritrici  meno  puro  {femm.  ad.). 
Testa,  gola  e  lati  gialletto-brunastri,  colle  penne  più  cupe  all'apice;  dorso  mar- 
rone, colle  penne  terminate  di  nero;  groppone  fulvo-giallo,  nero  all'apice  delle 
penne;  gastreo  giallo-fulviccio,  con  una  fascia  apicale  nerastra  sulle  penne;  centro 
dell'addome  e  sottocoda  di  un  biancastro-fulviccio  senza  macchie;  margini  delle 
cuopritrici  bianchi,  tinti  di  fulviccio  (givo.). 

Lunghezza  totale  0,'"180;  becco  0,ro020;  ala  0,'"100;  coda  0,'"055;  tarso  0,'"02:'.. 

Questa  specie  varia  da  individuo  a  individuo  nell'intensità  delle  tinte;  gli  indi- 
vidui che  ci  arrivano  dal  Nord  sono  sempre  più  sbiaditi  e  così  va  soggetta  all'al- 
binismo, ma  i  perfettamente  bianchi  sono  molto  rari. 

Abita  l'Europa,  l'Algeria,  spingendosi  verso  est  sino  all'Asia  Minore  ed  al  Cau- 
caso, fu  trovata  anche  in  Egitto  e  in  Palestina;  è  accidentale  nella  Scandinavia 
meridionale,  nidifica  in  Russia  fino  al  G0°  lat.  In  Italia  è  specie  sedentaria;  può 
dirsi  anche  invernale,  ma  più  che  altro  nelle  Isole  e  nelle  provincie  meridionali, 
nidifica  nelle  centrali  e  più  certamente  sui  monti  delle  settentrionali,  e  talora  anche 
in  pianura,  nei  mesi  da  maggio  a  luglio,  allevando  due  covate.  Effettua  il  passo 
dalla  metà  di  ottobre  alla  fine  di  novembre  e  dalla  metà  di  marzo  ai  primi  di  aprile. 
E  in  generale  uccello  discretamente  abbondante. 


Genere  CHLORIS  ('•),  Brisson. 

Becco  duro,  diritto,  abbastanza  forte,  conico,  quasi  tanto  largo  che  alto  alla 
base,  compresso  ed  acuto  verso  l'apice,  con  una  intaccatura  apicale  indistinta  ed 
i  bordi  leggermente  rientranti;  narici  quasi  superiori,  subrotonde  e  seminascoste 
da  penne  rigide  rivolte  in  avanti;  ali  discretamente  lunghe  e  alquanto  appuntite, 
la  1  '  remigante  primaria  mancante,  2a,  3a  e  4:|  subeguali  e  le  più  lunghe,  la  3a 
appena  eccedente,  le  secondarie  di  tipo  ordinario,  ma  coll'apice  quadrato;  coda  al- 
quanto corta  e  decisamente  forcuta;  gambe  piuttosto  corte;  tarso  più  corto  del 
dito  mediano,  forte  e  sculettato  sulla  parte  anteriore;  unghie  arcuate,  acute  e 
solcate  lateralmente. 

Hanno  le  abitudini  del  genere  precedente.  Se  ne  conoscono  cinque  specie 
che  abitano  l'Asia,  una  sola  nidifica  in  Europa  e  nell'Asia  centrale;  i  sessi  sono 
poco  differenti  e  così  i  giovani  dagli  adulti,  ma  colla  muta  autunnale  ne  diven- 
gono eguali;  tinte  dominanti  verdi  e  gialle;  le  uova  sono  bianco-bluastre,  con 
macchie  grigie. 

296.  Chloris  chloris  (Llnnaeus),   Verdone. 

[Ligurinus  chloris  (L.)]. 

[Tav.   XXIII,   fig.    11,  12  e  TAV.  XLIX.  flg.  18], 

Timoniere  esterne  gialle  alla  base  di  entrambi  i  tesatili  (mas.),  o  gialle  sul  solo  ves- 
sillo  esterno  i  femm.). 

Parti  superiori  verde-gialle,  lavate  di  grigio-cenerino,  specialmente  sulla  testa; 


(')   Chloris  apud  Cuvier,   £<<•   dnat.    Camp.  tab.   11    (1800). 


VII    VMI      olìSIIiil  ..,,!(  i.  209 


fronte,  sopracciglio,  dorso  e  groppone  ili  un  verde-giallo-vivace ;  sopracaudali  più 
lunghe  grigio-cenerognole;  gastreo  verde-giallo-brillante.  Leggermente  sfumato  di 
cenerino,  specialmente  sui  lati  del  collo  e  sui  fianchi;  centro  del  basso  addome  bian- 
castro; orlo  dell'ala  e  vessillo  esterno  delle  remiganti  primarie,  per  un  gran  tratto 
della  base,  del  tutto  giallo-brillante;  piccole  e  medie  cuopritrici  alari  venir  gialle,  le 
grandi  cenerino-celestognole,  marginate  di  verde-giallo:  timoniere  centrali  nere, 
con  margini  grigi,  le  altre  nere  nel  terzo  apicale,  gialle  nel  resto  (mas.  ad.  in  prim.). 
Numerose  marginature  brunaatre  sulle  parti  superiori  e  grigiastre  sulle  inferiori 
rendono  le  tinte  brillanti  meno  apparenti,  però  il  maschio  ad.  è  sempre  (list imo 
per  la  base  gialla  delle  penne  laterali  della  coda,  e  pel  giallo  delle  primarie  che 
le  nitorii  sino  allo  strln  i/i  ciascuna  penna  (mas.  ad.  in  aut.).  Più  brunastra  del  maschio; 
parti  superiori  bruno-olivastre,  col  centro  delle  penne  più  cupo  e  lavato  di  verde- 
giallo sul  groppone;  gastreo  grigio-cenerino,  lavato  di  verde-giallo;  le  1"  margi- 
nate di  giallo  soltanto  nella  putir  rstm/u  del  vessillo  esterno;  timoniere  esterne 
marginate  di  giallo  sul  solo  vessillo  esterno  (femm.  ad.).  Come  la  femmina;  gastreo 
bianco-gialletto,  con  numerose  macchie  allungate  centrali  nerastre  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"150;  becco  0,'"012;  ala  0,n,085;  coda  0,m0f>5;  tarso  0,'"01  7. 

Questa  specie  va  soggetta  a  varietà  albine,  che  sono  molto  rare;  ma  la  tona- 
lità delle  sue  tinte  varia  assai  d'intensità  e  di  vivacità;  in  generalo  i  soggetti  del 
sud  sono  più  piccoli  e  più  brillantemente  coloriti. 

Abita  l'Europa,  verso  est  sino  alle  regioni  nord-occidentali  della  Persia  e  del 
Turchestan.  In  Italia  è  specie  sedentaria  e  nidificante  ovunque,  ma  il  loro  numero 
aumenta  grandemente  nell'autunno  per  l'arrivo  di  molti  individui  d'oltr'Alpe,  die 
vengono  a  svernare  tra  noi,  specialmente  nelle  provincie  meridionali  e  nelle  Isole. 
arrivano  nell'ottobre,  ripartendo  alla  fine  di  marzo.  Nidifica  da  aprile  a  giugno, 
allevando  due  covate. 

Nella  Spagna  sembra  vivere  una  forma  più  vivamente  colorita  della  tipica  e 
che  corrisponde,  secondo  me,  ai  caratteri  dati  dallo  Sharpe  pel  C.  chloris  chloroticus, 
(Cab.),  cioè:  Tinte  molto  più  brillanti  e  non  lavate  di  grigio  sulla  testa  e  sul  dorso; 
fronte,  sopracciglio,  guancie  e  gastreo  di  un  giallo-oliva-vivace,  e  di  un  tono  più 
giallo  e  brillante  sulla  parte  anteriore  della  testa,  sul  petto  e  sull'addome;  statura 
più  piccola,  ala  0,'"072.  Questa  forma  vivrebbe  nella  Siria  e  nella  Palestina,  sver- 
nando nell'Arabia;  un  esemplare  che  comperai  a  Barcellona  mi  sembra  di  tale 
tipo,  però  l'Irby  non  parla  di  Verdoni  speciali  trovati  in  Ispagna   '  . 

Sottofamiglia  LOXIINAE,  Lossiini. 

Ossa  nasali  non  sporte  al  di  là  della  linea  anteriore  dell'orbita:  margini  ta- 
glienti delle  mandibole  non  contermini  e  che  lasciano  un'apertura  sul  margine  del 


(')  Un  soggetto  di  Chlorin  sinica  (L.)  fu  preso  a  Copenaghen  il  6  novembre  1*92,  esso  visse  in 
galil>ia  sette  mesi,  mostrandosi  di  temperamento  assai  selvatico  (cfr.  ktmd  Andersen,  Fidenih.  Meddel. 
iiiilurh.  Fumi.  Kbhnv.  1893,  pag.  166  etc).  Questa  specie  abita  la  Cina  e  la  Siberia  orientalo:  non  semina 
trovarsi  nel  Giappone,  ove  vivrebbe  la  C.  kauarahilia  minor  (Schlegel  &  Temminckt.  11  Verdone  siberiano 
ha  il  disegno  ed  il  colorito  delle  ali  e  delta  coda  analoghi  a  ciucili  del  Cardellino,  da  cui  si  distingue  pel 
becco  grosso  di  Verdone,  mentre  il  giallo-vivo  alla  tinse  delle  penne  delle  ali  lo  caratterizza  fra  tutti  i 
congeneri. 


300  ATLANTK    ORNITOLOGICO 


becco  chiuso,  con  entrambe  le  mandibole  allungate,  curvato,  più  o  meno  incrociate 
e  l'inferiore  più  larga  della  superiore  alla  base;  angolo  mandibolare  al  mento 
Leggermente  accentuato. 

Questa  sottofamiglia  è  composta  di  un  solo  genere  con  poche  specie,  che 
abitano  le  regioni  montane  dell'Europa,  dell'Asia  sino  all'Imalaia  e  dell'America 
settentrionale  sino  al  Messico. 


Genere  LOXIA,  Linnaeus. 

Becco  duro,  forte,  grosso  alla  base  e  molto  compresso  verso  l'apice;  ambedue 
le  mandibole  falcate  e  curvate  in  senso  opposto,  l'inferiore  curvata  all'in  su,  la 
sua  punta  incrociando  in  alcune  specie  la  superiore,  che  è  volta  all'ingiù;  narici 
basilari,  rotonde,  nascoste  da  ciuffi  di  penne  ricurve  e  setolose;  ali  lunghe,  che 
sorpassano  la  metà  basilare  della  coda,  1"  remigante  primaria,  quando  esiste, 
molto  piccola,  ma  distinta,  2!l  di  solito  la  massima;  coda  corta,  forcuta  e  colle  penne 
acuminate;  piedi  forti;  tarso  forte  e  corto,  scudettato  sul  davanti,  lamellato  sui 
lati;  diti  corti;  unghie  robuste,  curve,  acute  e  solcate. 

Il  becco  negli  individui  molto  giovani  è  di  tipo  fringìllino,  quando  l'uccello  è 
sviluppato  assume  la  forma  lossiina;  i  maschi  ad.  sono  rossi  con  le  ali  e  la  coda 
scure,  le  femmine  ad.  ed  i  giovani  olivastri  o  giallastri  con  strie  scure;  la  tinta 
rossa  è  raggiunta  dall'abito  giovanile  verdastro  passando  per  uno  di  giallastro, 
che  è  livrea  temporanea. 

Le  specie  di  questo  genere  abitano  i  giardini,  i  luoghi  alberati,  ma  più  che 
altro  i  boschi  di  conifere,  delle  quali  mangiano  i  semi,  sbucciandoli  col  robu- 
stissimo becco,  se  ne  stanno  di  preferenza  sulle  cime  degli  alberi,  penzolandosi 
come  i  Pappagalli,  non  sono  timidi,  ma  confidenti  ed  alquanto  stupidi;  il  loro 
canto  è  assai  povero  di  note,  ma  in  alcune  specie  (L.  Infasciata,  Brehm)  abba- 
stanza melodioso;  sono  gregari,  talora  radunandosi  in  enormi  branchi  e  compiendo 
migrazioni  irregolari,  spinti  da  inclemenza  di  stagione  o  da  bisogno  di  cibo.  Ni- 
dificano molto  precocemente  nell'anno,  talora  anche  in  gennajo;  le  uova  sono  simili 
a  quelle  del  Verdone,  ma  più  grandi;  si  nutrono  di  semi,  di  frutta,  di  bacche  ed 
eventualmente  anche  d'insetti. 

a)  Ali  st  ir.  a  fascie  bianche. 

297.  Loxia  curvirostra,  Linnaeus,  Crociere. 

|Tav.  XX1I1,  fig.  8,  9,  10  e  Tav.  XI. IX.  fig.  471. 

Eguale  alla  sottospecie  seguente,  ma  col  becco  più  piccolo,  più  sottile  e  poco 
curvo,  coll'apice  della  mandibola  inferiore  che  di  solito  oltrepassa  il  culmine:  sta- 
tura minore,  ala  in  proporzione  più  lunga.  Quantunque  il  becco  varii  assai,  pure 
non  ho  mai  trovato  individui  che  lo  avessero  cosi  sviluppato  da  potersi  paragonare 
al  forte  e  alto  della.  /,.  curvirostra  pityopsittacus  (Bchst.). 

Lunghezza  totale  0,m170;  becco  0,'"018,  altezza  del  becco  alla  base  0,'"012, 
larghezza  della  mandibola  inferiore  alla  base  0,'"010:  ala  0,'"100;  coda  0,'"061  ;  tarso 
0,'"0ls. 


v  i  i  wri:   ORNITOLOGI!  0  301 


Questa  specie,  come  la  susseguente  e  le  congeneri,  va  soggetta  a  varietà  al- 
itine, rhe  però  sono  rare;  mi  è  sembrato  che  in  questa  Loxia,  come  nella  /..  e. 
pityopsittacus,  il  carattere  della  mandibola  inferiore  che  eccede  o  meno  il  culmine 
non  sia  assolutamente  costante,  ma  le  due  forme  per  le  dimensioni  del  becco  sono 
«  priori  distintissime. 


Testa  L'està 

di  /..  eurvirostra,  ili  L.  curvirostra  pityopsittacus, 

gr.   nat.  >;r.   uat. 

Abita  le  foreste  di  pini  di  quasi  tutta  la  Regione  Paleartica.  In  Italia  è  specie 
sedentaria  sulle  Alpi,  nidifica  forse  nel  Trentino  {Bonomi),  certamente  nel  Ber- 
gamasco (Arrigoni  Begli  Oddi)  ed  in  Toscana  (Savi),  forse  nel  Modenese  (Doderleirì) 
e  nella  Corsica  (Whitehead).  È  in  generale  di  apparizione  irregolare  dal  Veneto  alla 
Sicilia  ed  a  Malta,  compare  più  facilmente  nell'estate  o  nel  novembre  ed  in  alcuni 
anni  molto  copiosamente;  nidifica  nel  febbraio  e  nel  marzo,  ma  anche  in  qualunque 
mese  dell'anno. 

297  a.  Loxia  curvirostra  pityopsittacus  (Bechstein),  Crociere  dille  pinete. 

[  Loxia  pityopsittacus,  Bchbt.]. 
[Tav.    XXIII,    li».    5.   (j,   7  e  Tav.    XI. IX.    6g.    Il",  |. 

Becco  molto  alto,  grosso  e  ricurvo,  apice  della  mandibola  inferiore  che  non 
sopravanza  di  solito  il  culmine.  Colorito  generale  rosso-cinabro,  assai  vivace  sul 
groppone,  lavato  di  cenerognolo  sulle  guancie,  sui  lati  e  sui  fianchi;  sopracoda 
nerastro,  coll'apice  delle  penne  rosso;  centro  dell'addome  biancastro;  sottocoda 
nerastro,  con  larghi  margini  bianco-cenerognoli;  ali  e  coda  bruno-nerastre,  con 
margini  rossicci  {mas.  ad.).  Le  parti  che  nel  maschio  sono  rosse,  qui  sono  oliva - 
gialle,  più  zolfine  e  brillanti  sul  groppone;  mantello  più  cupo  e  nerastro,  coll'apice 
delle  penne  giallo-oliva  (femm.  ad.).  Parti  superiori  grigio-brunastre,  che  tendono 
al  gialletto,  con  una  striscia  bruno-scura  sul  centro  delle  penne  ;  sopracciglio  bianco- 
sudicio;  gastreo  bianco-grigio,  con  strie  centrali  bruno  cupe  e  lavato  di  verde- 
pallido,  con  poche  penne  gialle  sul  davanti  del  collo  e  del  petto;  ali  e  coda  con  mar- 
gini di  un  verde-oliva  [giov.).  Sembra  che  per  rivestire  l'abito  completo  degli  adulti, 
i  giovani  impieghino  due  o  tre  anni,  in  questo  frattempo  rivestono  livree  di  co- 
lori intermedii  nei  quali  il  rosso  e  le  tinte  olivastre  e  gialle  sono  frammischiate, 
ciò  che  si  può  seguire  facilmente  in  ricche  serie  complete  e  di  sicure  identificazioni. 
Analogo  fenomeno  presenta  la  L.  eurvirostra.  La  mandibola  inferiore,  come  nei 
Lossiini  in  generale,  volge  ora  a  destra,  ora  a  sinistra  della  superiore,  ma  ili  regola 
non  la  sopravanza  mai. 


302  ATLANTIC    ORNITOLOGICO 


Lunghezza  totale  0,'"180;  becco  0,m021,  altezza  del  becco  alla  base  0,m015, 
larghezza  alla  base  della  mandibola  inferiore  0,'"012;  ala  0,'"106;  coda  0,'"070; 
tarso  0,'"019. 

Questa  sottospecie  abita  le  foreste  delle  regioni  circumpolari  d'Europa,  del 
Baltico  e  della  Germania  settentrionale,  migrando  verso  sud  d'autunno,  ma  giun- 
gendo raramente  al  di  qua  dell'Europa  centrale,  e,  secondo  Nordmann,  nidifiche- 
rebbe anche  sulle  montagne  della  Russia  meridionale.  Credo  accidentale  e  molto 
raro  questo  uccello  in  Italia,  fu  trovato  nel  Trentino  (Althammer),  nel  Veneto 
(Giglioli  e  l'alio»),  nel  Piemonte  (Bonetti),  in  Liguria  (due  individui  dell'inverno  1851 
erano  nella  Collezione  Magni-Griffi  (Corazzi),  il  maschio  è  nel  7.'.  Musco  di  Roma, 
la  femmina  nella  mia  Raccolta),  nel  Nizzardo  (E.  Museo  di  Firenze)  ed  in  Dalmazia 
i  Kolombatovich).  Non  è  però  improbabile  che  altri  individui  ritenuti  tali  siano  sem- 
plicemente soggetti  di  grande  statura  della  L.  eurvirostra,  che  alcuni  Autori  consi- 
derano tutt'uno  colla  presente  specie.  Ed  a  ciò  deve  attribuirsi  l'asserto  che  la 
L.  e.  pityopsittacus  nidifichi  nel  Bellunese  (Fulcis,   fissi). 


297  A.  Loxia  eurvirostra  rubrifasciata.  Bonaparte  &  Schlegel  ('), 
Crociere  dalle  fascie  rosse. 

Simile  alla  L.  eurvirostra,  ma  le  tinte  leggermente  più  vivaci;  apici  delle 
cuopritrici  alari  grandi  e  medie  rosso- rosei,  formanti  due  bande  sull'ala;  apici 
delle  remiganti  2"  interne  rosso-rosei  {mas.  ad.).  Simile  alla  femmina  della  L.  eur- 
virostra, ali  grigio-nerastre,  con  le  bande  piuttosto  indistinte  e  cenerognole  (femm. 
ad.).  Simile  al  giovine  della  L.  eurvirostra;  sulle  ali  due  fascie  verde-grigiastre. 

Lunghezza  totale  0,m160;  becco  0,'"020,  altezza  del  becco  alla  base  0,'"011, 
larghezza  della  mandibola  inferiore  alla  base  0,'"010;  ala  0,'"094;  coda  0,'"057  ; 
tarso  0,m018. 

Questa  sottospecie  abita,  a  quel  che  pare,  la  Kussia  occidentale,  da  dove 
giunge  sino  nella  Germania  centrale  e  fu  colta  anche  nella  Svezia  presso  Stoc- 
colma. Secondo  lo  Sharpe,  questo  Crociere  altro  non  sarebbe  se  non  una  varietà 
o  stadio  adultissimo  della  L.  bifasciata,  invece  Brehm,  Dresser,  Pleske  e  Meves 
la  considerano  buona  specie,  ed  io  l'ammetto,  ma  quale  sottospecie  della  L.  eur- 
virostra; è  uccello  molto  raro  nelle  Collezioni. 

b)  Ali  attraversate  ilo  due  fascie  bianche,  formate  dai/li  apici  delle  grandi  e  medie 
cuopritrici. 

298.  Loxia  bifasciata,  Brehm,  Crocieri  fasciato. 

[Loxia  taenioptera,  Glog.,  L.  leucoptera,  Gigl.  (neo  Gm,  i|. 

Colorito  generale  rosso-carmino,  colla  base  delle  penne  scura,  il  color  rosso 
più  vivace  sul  groppone  e  sul  petto  e  biancastro  sul  centro  dell'addome;  2°  interne 


{')  Loxia  rubri/usi  iuta,   Brehm,  in  liti,  fide  tip.  &  sdii.:   Loxia  cmiiioxtra  rubrifasciata,  Bp.  A  Sdii. 
Monogr.  Lox.  pag.  5  (1850). 


MI   \MI     OEN1TOLOGII  " 


con  largo  apice  bianco;  medie  e  mandi  cuopritrici  largamente  terminate  di  bianco, 
che  t'orina  due  bande  sull'ala;  sopracoda  nero;  ali  e  coda  nere,  con  Larghi  margini 
bianco-rossicci  una*,  mi.).  Colorito  generalo  giallo  zolfino,  colla  base  dello  penne  nera- 
stra, più  opaco  nelle  parti  superiori  e  più  scuro  sullo  interiori;  duo  fascie  trasvi 
bianche  sull'ala,  formate  dagli  apici  dello  cuopritrici  grandi  e  mediane;  margini 
delle  ali  e  della  coda  giallastri  ((ciudi.  «</.■.  Colorito  generale  bianco-sudicio,  tinto 
di  giallo- fu lviccio  sul  dorso,  sul  groppone,  sul  petto  e  sui  fianchi  e  con  strie  cen- 
trali bruno-nerastro,  più  strette  sul  gastreo;  ali  e  coda  come  negli  adulti,  ma  con 
le  marginature  più  larghe  igiov.). 

Lunghezza  totale  0,m150;  becco  0,'"017,  altezza  del  becco  alla  base  0,"'011  :  ala 
0,'"091;  coda  0,'"062;  tarso  0,'"015. 

Abita  la  Scandinavia  e  la  Russia  settentrionale,  spingendosi  verso  est,  attra- 
verso la  Siberia,  sino  al  Pacifico;  è  accidentale  in  Inghilterra  e  nell'Europa  cen- 
trale. È  pure  accidentale  in  Italia;  venne  colto  più  volte  nel  Trentino,  nel  Veneto 
ed  in  Lombardia,  ma  è  uccello  molto  raro. 

Una  forma  della  L.  hi  fasciala,  detta  L.  Infasciata  leucoptera  (Gm.)  Q)  o  Crociere 
fasciato  americano,  abita  l'America  boreale  dall'Alaska  al  Labrador,  migrando  d'au- 
tunno verso  sud;  essa  comparve  più  volte  nelle  Isole  Britanniche,  magli  Autori 
Inglesi  non  l'ammettono,  dicendo  che  sono  soggetti  fuggiti  di  schiavitù,  fu  colta 
anche  ad  Helgoland;  le  catture  italiane  della  L.  b.  leucoptera  sono  riferibili  alla 
L.  bifasciata,  dalla  quale  differisce  per  le  tinte  rosse  più  brillanti  e  pelle  scapolari 
più  cupe.  Gli  Autori  non  sono  concordi  nell'assegnare  rango  specifico  alla  forma 
americana  del  Crociere  fasciato. 


Sottordine  PASSERES  CULTIROSTRES 
Passeracei  dal  becco  coltelliforme. 


Becco  piuttosto  grosso,  a  bordi  più  o  meno  taglienti,  più  o  meno  compresso, 
diritto  ed  appuntito,  o  alquanto  curvato;  narici  più  o  meno  coperte  di  penne  corte 
e  setolose,  dirette  in  avanti;  lingua  fessa  all'estremità;  ali  di  varia  grandezza; 
piedi  robusti;  tarsi  lamellati  interamente,  o  solo  all'indietro  ed  allora  scudettati 
sul  davanti. 

Sono  uccelli  di  statura  grande  o  mediocre;  onnivori,  ma  più  che  tutto  frugi- 
vori, però  si  nutrono  anche  d'insetti,  altri  sono  carnivori  ed  assalgono  piccoli  uc- 
celli; hanno  distribuzione  geografica  semi-cosmopolita  e  nella  gran  parte  sono  più 
o  meno  migranti;  nidificano  sugli  alberi  o  nelle  buche  delle  roccie;  tre  famiglie 
sono  rappresentate  in  Europa. 


l'i  Oli  Autori  Americani  (./.  0.    U.   Gheck-Lint,  .'    ed.,    L895,  pag.  215)  la  riteugono  buona   specie 
col  uoiiic  di   /..  leucoptera,  Cini. 


304  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Famiglia  STURNIDAE,  Sturnidi. 


Becco  diritto,  acuto,  a  cono  allungato,  non  intaccato,  riè  fornito  di  setole  alla 
base,  col  culmine  entrante  nelle  penne  frontali,  che  rimangono  così  divise,  e  che 
essendo  prolungate  coprono  più  o  meno  le  narici;  ali  piuttosto  lunghe  ed  acute,  con 
nove  remiganti  primarie  sviluppate,  la  1"  rudimentale,  la  2a  la  più  lunga;  coda  me- 
diocre, di  12  penne;  tarso  subeguale  al  dito  mediano  con  unghia,  scudettato  sul 
davanti;  unghia  del  dito  posteriore  più  forte  di  quella  del  mediano  negli  Sturnidi 
propriamente  detti. 

Alcune  specie  hanno  la  testa  fornita  di  ciuffo,  altre  (esotiche)  di  caruncole 
o  con  parti  nude;  il  piumaggio  è  nero-lucido,  con  riflessi  metallici:  i  sessi  sono 
quasi  simili  od  eguali  nelle  specie  europee,  i  giovani  molto  differenti  da  essi,  ma 
ne  divengono  eguali  nel  1°  autunno. 

Mutano  una  volta  all'anno  d'autunno,  l'abito  nuziale  è  assunto  per  muta  rup- 
tila;  alcune  specie  hanno  abitudini  migranti,  altre  sono  stazionarie,  e  per  la  maggior 
parte  sono  uccelli  insettivori  o  frugivori;  camminano  e  non  salterellano  come  i 
Fringillidi  etc;  nidificano  nelle  cavità  degli  alberi,  delle  roccie,  sotto  i  tetti  o 
nei  fori  dei  fabbricati,  le  uova  sono  bianco-bluastre  senza  macchie.  Sono  sparsi 
nel  Mondo  Antico,  eccettuate  le  regioni  Artiche;  appartengono  a  questa  famiglia 
42  generi  con  circa  150  specie,  una  di  esse  il  Fregilupus  varius  (Gmelin),  confinato 
all'Isola  Riunione,  sembra  ora  del  tutto  estinto  ed  è  uno  degli  uccelli  più  rari  nelle 
Collezioni,  in  Italia  ne  abbiamo  esemplari  nei  RR.  Musei  di  Pisa  e  di  Firenze  ed  in 
quello  Civico  di  Milano. 

Una  specie  della  famiglia  Americana  Ieteridae  e  precisamente  V  Agelaius  phoe- 
nìceus  (Linn.),  o  Ittero  dalle  spalle  rosse,  fu  annoverato  in  parecchi  Cataloghi  Eu- 
ropei in  base  a  soggetti  colti  nelle  Isole  Britanniche  (circa  dodici  volte)  e  due 
volte  in  Italia  nel  1864  in  Lombardia  (Coli.  Conte  Camoxxi),  ed  uno  nella  Raccolta 
Magni-Griffi  (Angelini,  in  Hit.),  ma  con  tutta  facilità  trattasi  di  soggetti  fuggiti  di 
schiavitù.  Abita  l'America  settentrionale;  del  pari  dicasi  dell' Icterus  galbula  (L.). 
della  Sturnella  magna  (L.),  dello  Scolecophagus  carolinus  (Moller  i,  tutti  Uccelli  Ame- 
ricani, colti  nelle  Isole  Britanniche,  ove  venne  pure  uccisa  la  Gracula  religiosa,  L. 
dell'India;  devo  anche  ricordare  la  cattura  di  un  Molothrus  Cabanisi,  Cassine) 
avvenuta  ad  Helgoland  il  1°  ottobre  1899,  l'uccello  però  aveva  la  coda  rovinata 
ed  è  probabilissimo  che  sia  fuggito  di  gabbia,  quantunque  non  si  tenga  di  solito 
nei  Giardini  Zoologici.  Abita  il  Venezuela  e  la  Colombia.  Finalmente  cito  la  com- 
parsa di  due  Dolychonix  oryxivorus  (L.)  avvenuta  ad  Helgoland,  capitarono  d'estate, 
uno  di  essi  aveva  le  penne  sciupate,  l'altro  sembrava  vissuto  allo  stato  selvatico; 
è  però  quasi  certo  che  erano  fuggiti  di  gabbia;  è  specie  dell'America  setten- 
trionale. 


i'i   MolotTinu  (Lampropsar)  Cabaniaii,  Cassili,   Proc.  .1.   X.  S.   Philad.   1886,    pag.    :V2;    M.   Corsini, 
Filiseli,   Proe.    '/.,ml.  Soo.   1870,  [kilt.  576. 


1.  Gabbiano  reale  nordico  (giov.).  2.  Gabbiano  reale  nordico  (ad.  in  abitc  d'autunno).  3.  Mugnajaccio  (giov.). 
4.  Zafferano  (ad.  in  abito  d'autunno).  5.  Zafferano  (giov.)  6.  Mugnaiaccio  (ad.  in  abito  di  primavera. 
7.  Gabbiano  reale  nordico  (ad.  in  abito  di  primavera).  8.  Labbo  (a*  della  forma  scura).  9.  Marangone  (J). 
10.  Marangone  (giov.).    11.  Marangone  minore  (giov.).    12.  Marangone  minore  (cf  ad.).    13.  Marangone  col  ciuffo. 


r  Urico  Iloepli,  Kditore,  Milano. 


\  n   vm  I     ORNITOLOGI!  <•  305 


Genere  STURNUS,  Li.vvwi  s 

Becco  molto  lungo,  appuntito,  ma  ottuso  all'apice,  quasi  diritto,  depresso, 
tanto  alto  che  largo  alle  narici  e  più  largo  che  alto  verso  l'apice;  gonade  piatta, 
e  larga  in  mila  la  sua  estensione;  margini  della  mandibola  superiore  estesi  su 
quelli  dell'interiore  ed  entrambi  del  tutto  piatti;  apertura  del  becco  angolare  e 
senza  setole;  narici  allungate  e  basilari,  in  parte  nascoste  da  un  opercolo  di- 
stinto e  nudo;  ali  allungate,  acute,  appuntite,  di  10  primarie,  la  1  '  assai  piccola 
e  sottile,  2a  e  3a  subeguali  e  le  più  lunghe;  coda  corta,  un  po'  forcuta  e  colle 
penne  appuntite  all'apice;  tarso  scudettato  anteriormente,  lamellato  sulla  taccia 
posteriore  e  laterale;  unghie  corte,  acute  e  poco  curvate. 

Piumaggio  fitto;  sessi  simili,  giovani  nel  1°  abito  differenti  dagli  adulti,  colla 
prima  muta  autunnale  però  divengono  eguali  ad  essi;  tinte  generali  nere  a  riflessi 
metallici,  che  mancano  uei  giovani,  le  cui  tinte  sono  opache;  penne  della  testa  e 
della  parte  anteriore  del  corpo  sottili,  allungate  ed  appuntite;  le  cuopritrici  infe- 
riori della  coda  arrivano  quasi  all'apice  delle  timoniere. 

Otto  o  nove  specie,  alcune  delle  quali  sono  più  che  altro  forme  locali,  com- 
pongono questo  genere  ed  abitano  la  Regione  Paleartica  e  l'Indiana.  Sono  emi- 
nentemente gregari  ed  in  parte  migranti;  frequentano  i  campi  alberati,  i  giardini, 
i  siti  ove  pascolano  le  mandre  di  buoi,  di  pecore  etc,  sul  cui  dorso  colgono  i  pa- 
rassiti; si  nutrono  d'insetti,  di  vermi  e  di  frutti;  il  loro  canto  è  un  fischio  legger- 
mente modulato,  ma  molto  sonoro;  depongono  le  uova  nei  buchi  degli  alberi,  dei 
muri  o  sotto  il  tetto  delle  abitazioni  entro  le  città,  esse  sono  di  una  tinta  bluastra 
immacolata. 


a)  Penne  della  lesta,  del  rollo  e  del  dorso  lanceolate;  cuopritrici  alari  verdi  0  blu 
d'acciaio. 

299.  Sturnus  vulgaris,  Linnaei  -.  storno. 

[Tav.   XXIV,  flg.  :>  <•  Tav.   XI.1X,  iig.  56], 

Tinta  generale  nera  a  ritiessi  metallici  brillanti,  violetto-porporini  sulla  testa, 
sulla  gola,  sulla  parte  alta  del  collo  e  sulla  regione  interscapolare,  verdi  d'acciaio 
sulle  scapolari,  sul  groppone  e  sulle  cuopritrici  delle  ali,  porporino-verdastri  sulle 
cuopritrici,  sulla  parte  posteriore  del  collo  e  sul  petto,  porporini  d'acciaio  sui  fianchi 
e  sull'alto  addome;  penne  della  testa,  del  collo,  del  dorso  e  del  groppone  con  piccole 
macchiette  apicali  bianche,  che  si  foggiano  a  margine  sul  sopracoda  ;  basso  ad- 
dome e  sottocoda  nerastri,  con  orlature  bianco-giallette;  ali  con  margini  nocciola- 
gialletti  (mas.  ad.  in  prim.).  Tutte  le  penne  marginate  di  bianco,  leggermente  ful- 
viccio,  cosi  esteso  sull'alto  collo,  sul  dorso,  sul  groppone  e  sulla  parte  bassa  del 
petto  da  oscurare  quasi  del  tutto  la  tinta  metallica  (mas.  od.  in  aut).  orlature  e 
macchiette  più  estese  che  nel  maschio:  riflessi  meno  accentuati  (femm.  ad.).  Co- 
lorito generale  bruno-fuligginoso,  con  margini  nocciola-rossicci  sulle  ali  e  sulla 
coda;  gastreo  più  biancastro,  specialmente  sul  mento,  sulla  gola  e  sul  centro  del- 
l'addome e  lavato  di  bruno-cupo;  angoli  ed  interno  della  bocca  gialli  (ijior.  ori  /-  abito). 

Atlante  umiloloyico.  3U 


.'{(Iti  ATLANTI-:    ORNITOLOGICO 


Lunghezza  totale  0,m220;  becco  0,m025;  ala  0,m128;  coda  0,m066;  tarso  0,m028. 

La  vera  forma  occidentale  della  S.  vulgaris  sarebbe  cosi  sommariamente  de- 
scritta dallo  Sharpe:  Testa,  cuopritrici  auricolari,  gola,  scapolari  e  cuopritrici  alari 
verdi;  fianchi  blu-d'acciaio  o  blu-verdastri;  la  forma  italiana  invece  ha  la  testa 
violetto-porporina,  le  sole  cuopritrici  auricolari  hanno  riflessi  verdi  estesi  più  di 
rado  sulla  porzione  anteriore  del  collo,  il  quale  di  solito  ha  le  tinte  della  testa, 
mentre  quella  verde  comincia  solo  sulla  parte  posteriore  dello  stesso.  Mai  ho  tro- 
vato nei  nostri  esemplari  il  vero  S.  M&nxbieri,  Sharpe,  che  presenta  la  testa,  le 
cuopritrici  auricolari,  la  gola  ed  il  davanti  del  collo  di  un  porporino-rossiccio,  che 
volge  al  violetto  sui  fianchi;  esso  abita  la  Siberia,  sverna  nelle  pianure  dell'India 
ed  ha  statura  maggiore;  lunghezza  totale  0,228;  ala  0,m130.  È  citato  dal  Madarasz 
pell'Ungheria  e  dal  Reiser  pella  Bulgaria.  H.  E.  Dresser  non  ammette  la  validità 
specifica  dello  S.  Menzbieri,  dicendo  che  la  maggior  parte  degli  S.  vulgaris  da  lui 
avuti  e  descritti  dagli  Autori  presentano  la  testa  porporino-violetta,  anche  sulle 
cuopritrici  auricolari  e  giammai  la  tinta  verde  era  prevalente.  Ed  io  credo  pure 
che  non  sia  che  una  forma  dello  S.  vulgaris  e  che  tutt'al  più  quindi  debba  chia- 
marsi 8.  vulgaris  Menzbieri  (Sharpe).  Mi  sembra  che  il  tipo  italiano  sia  intermedio 
tra  il  vero  S.  vulgaris  a  testa  verde-cupo  e  lo  S.  Menzbieri  colla  testa  e  le  cuopritrici 
auricolari  violetto-porporino. 

Lo  8.  vulgaris,  come  lo  S.  unicolor,  va  soggetto  a  numerose  varietà  albine,  i 
bianchi  del  tutto  sono  molto  rari,  non  tanto  quelli  cenerino-periati  od  isabellini. 

Questa  specie  abita  l'Europa  centrale  ed  occidentale  e  la  Russia,  portandosi 
verso  sud  d'autunno  sino  in  Persia,  nella  Siria  e  nell'Africa  settentrionale.  In  Italia 
è  specie  assai  abbondante  come  estiva,  principalmente  nelle  provincie  meridionali 
ove  nidifica  copiosamente,  come  invernale  e  di  passo  nel  Veneto  e  nelle  provincie 
centrali,  meridionali  e  nelle  Isole  ;  nidifica  in  aprile  e  maggio.  Nel  Veneto  si  può 
ritenere  quasi  stazionaria,  vi  mancherebbe  dalla  fine  di  luglio  a  quella  di  settembre 
(21  luglio  -  21  settembre). 

b)  Penne  della  testa,  del  volto  e  del  dorso  lanceolate;  cuopritrici  ola  ri  porporine. 
299".  Sturnus  vulgaris  purpurascens  (Gould),  storno  porporino. 

Simile  allo  S.  vulgaris;  testa  e  gola  porporine;  dorso  e  mantello  verdi  (Gould 
nella  descrizione  originale  dice:  dorso  per  intero  di  un  bel  porporino);  scapolali 
porporino-rossiccie;  basso  dorso  e  groppone  dello  stesso  colore,  ma  leggermente 
lavati  di  blu-acciaio;  fianchi  porporino-bronzati;  cuopritrici  alari  porporino-ros- 
siccie. 

Lunghezza  totale  0,'"215;  becco  0,u'028;  ala  0,'"127;  coda  .  0,'"06<);  tarso  0,'"030. 

Abita  la  Dobrugia  nell'Europa  orientale,  Cipro,  l'Asia  Minore  fino  all'Afgani- 
stan  e  giunge  talora  sino  all'India. 

299/'.  Sturnus  vulgaris  Poltoratskii  (Finsch),  Storno  porporino  di  Finsch. 

Simile  allo  S.  vulgaris;  testa  porporina,  talora  con  deboli  riflessi  verdastri; 
scapolari  verdi;  basso  dorso,  groppone,  gola  e  gastreo  porporini;  fianchi  di  un  bel 
porporino-rossiccio,  con  leggero  splendore  bronzato;  cuopritrici  alari  violette  o  por- 
porino-rossiccie. 


AI'I.AN  I  1     ORNI  rOLOGII  •■  307 


Lunghezza  totale  0,  215;  becco  i».  030;  ala  0,n,124;  codaO,  068;  tarso  0,m030. 
Abita  gli  Aitai  sino  al  Turchestan,  verso  sud  giunge  alle  pianure  dell'India, 
verso  est  sino  al  Caucaso  ed  anche  a  Cipro;  comparve  in  Ungheria   i  \Ladara 

299'.  Sturnus  vulgaris  caucasicus  (Lorenz),  Storno  porporino  caucasico. 

Simile  allo  8.  vulgaris;  testa  verde-scura;  basso  dorso,  groppone,  sopracoda  e 
gola  verdi;  petto  verde-rame;  Banchi  rosso-porporini;  cuopritrici  alari  violette  se- 
condo il  Lorenz,  lo  Sharpe  invece  dice  che  sono  di  un  verde-acciaio  cupo  col  mar- 
gine esterno  porporino,  gli  esemplari  che  esaminai  combinavano  con  l'asserto  del 

Lorenz. 

Lunghezza  totale  0,ra215;  becco  0,m030;  ala  0,m132;  coda0,,n064;  tarso  0,m030. 

Abita  il  Caucaso,  spingendosi  verso  est  sino  alla  Persia. 

Con  analoghe  parole,  lo  Sharpe  distinse  le  tre  forme  dello  Storno  porporino 
che  ho  citato,  egli  ritiene  buona  specie  lo  S.  r.  PoUoratskii  e  lo  S.  /'.  purpurascens, 
mentre  invece  considera  lo  S.  r.  caucasicus  solo  sottospecificamente  distinto  dallo 
S.  r.  PoUoratskii.  11  Dresscr  ilice  che  le  tre  forme  sono  molto  simili,  differendo  lo 
S.  v.  PoUoratskii  e  lo  S.  v.  caucasicus  nell'essere  più  lavati  di  verde  dello  S.  v.  pur- 
purascens, il  primo  avendo  il  dorso  tinto  di  verde-acciaio  ed  il  groppone  porpo- 
rino, mentre  lo  S.  v.  caucasicus  ha  lo  splendore  verde  esteso  all' ingiù  del  grop- 
pone. Anche  con  la  limitata  estensione  che  si  dà  oggi  in  biologia  alla  specie,  io 
non  inclino  a  ritenere  specificamente  distinte  le  forme  dello  Storno  porporino  e 
perciò  riunii  sotto  il  capostipite  S.  vulgaris  lo  Storno  porporino,  quello  di  Finsch 
ed  il  Caucasico,  giacché  sembra  che  le  modificazioni  orientali  dello  Storno  siano 
costanti  ed  abitino  paesi  distinti  e  sempre  esattamente  indicabili,  mentre  quelle 
che  troviamo  nei  rappresentanti  europei  dello  S.  vulgaris  sono  variabili  ed  in- 
dipendenti dalla  località  abitata,  quindi  più  che  altro  individuali  e  ciò  /»  r  quanto 
oggi  si  conosce. 

ci  Tutte  Ir  penne  del  corpo  lunghe,  sottili  ed  acuminate  ali  e  coda  eccettuate). 
300.  Sturnus  unicolor,  Là  Maemora  in  Temmtnck,  Storno  nero. 

[Tav.  XLVI,  fig.  H]. 

Colorito  generale  nero  cangiante  in  violetto  ed  in  porporino;  timoniere  e  re- 
miganti bruno  cenerognole,  marginate  di  violetto-verdone  sulle  2°  e  di  violetto-por- 
porino sulle  le,  le  le  interne  e  le  2°  con  un  orlo  preapicale  nerastro  {mas.  ad.  in 
l>rini.>.  Penne  meno  lunghe  e  meno  affilate;  tinte  generali  meno  vive,  coi  riflessi 
meno  accentuati  e,  di  solito,  con  qualche  piccola  macchietta  grigiastra  apicale  sulle 
penne  della  testa  e  su  quelle  delle  parti  inferiori  (femm.  ad.  e  mas.  ad.  in  aut.). 
Fronte  e  gola  bianco-brunastre;  quelle  del  dorso,  del  groppone  e  dell'intero  ga- 
streo  nere  a  riflessi  e  con  piccole  macchiette  apicali  biancastre;  remiganti  bru- 
nastre  (giov.  d'uni,  in  passaggio  alla  lima  completa).  I  giovani  nel  1"  abito  sono 
eguali  a  quelli  dello  S.  vulgaris. 

Lunghezza  totale  0,'"230;  becco  0,'"027;  ala  0,m130;  coda  0,m070;  tarso  0,"'<>i".i. 

Abita  la  Spagna,  il  Portogallo,  l'Africa  settentrionale  e  la  Palestina.  È  specie 


308  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


molto  abbondante  in  Sardegna,  meuo  copiosa  in  Sicilia,  vive  anche  in  Corsica;  è 
ovunque  eminentemente  stazionaria.  Fu  presa  tre  volte  in  Liguria,  e  sembra  anche 
a  Malta. 


Genere  PASTOR.  Tkm.mixck. 

Simile  assai  nei  caratteri  al  gen.  Sturnus. 

Becco  più  corto,  più  alto  e  maggiormente  curvato,  più  alto  che  largo  alla 
base,  la  mandibola  superiore  intaccata  verso  l'apice  e  leggermente  curvata;  na- 
rici basilari,  ovali  ed  in  parte  nascoste  da  una  membrana  coperta  di  penne;  ali 
come  nel  gen.  Sturnus,  ma  più  larghe;  coda  più  lunga,  colle  penne  in  gran  parte 
rotonde  all'apice;  tarso  scudettato  sul  davanti,  lamellato  sul  resto,  nella  parte 
posteriore  [pianta)  le  piastre  formano  un  margine  tagliente  ed  acuto;  unghie  più 
curve. 

Penne  del  petto  allargate;  sottocaudali  molto  più  corte  della  coda;  penne  della 
cervice  allungate  ed  appuntite,  formanti  un  enorme  ciuffo,  che  ricade  sulla  nuca: 
adulti  dei  due  sessi  eguali,  tinti  di  rosa  e  di  nero:  giovani  assai  differenti. 

Hanno  le  abitudini  degli  Storni;  si  nutrono  specialmente  di  grilli  e  di  locuste; 
nidificano  in  colonie  e  spesso  non  nello  stesso  paese  dell'anno  precedente,  le  uova 
sono  bianco-bluastre  immacolate.  Una  sola  specie  compone  questo  genere. 

301.  Pastor  roseus  (Linnaeus),  Storno  roseo, 

Tav.  XVIII,  fig.  2]. 

Un  gran  ciuffo  sul  pileo,  testa  e  collo  per  intero,  gola  ed  alto  petto  neri  a 
riflessi  porporini:  resto  delle  parti  superiori  ed  inferiori  di  un  rosa-pallido;  basso  ad- 
dome, sottocoda,  ali  e  coda  di  un  nero-verdone  {mas.  ad.).  Ciuffo  meno  lungo;  tinte 
più  pallide,  coi  riflessi  meno  accentuati  (femm.  ad.).  Senza  ciuffo;  parti  superiori  ce- 
nerino-rossiccie, più  biancastre  sul  groppone;  gastreo  bianco-fulviccio,  più  chiaro 
sulla  gola,  essa  ed  i  suoi  lati  con  piccole  macchie  centrali  bruuastre,  più  o  meno 
numerose;  ali  e  coda  bruno-scure,  con  larghi  margini  bianco-cenerognoli   (gìov.). 

Lunghezza  totale  0,,n225;  becco  0,m020;  ala  0,m132;  coda  0,m070;  tarso  0,'"032. 

Nell'abito  giovanile  questa  specie  potrebbe  alle  volte  confondersi  col  giovane 
dello  S.  vulgaris,  ma  il  tono  di  tinta  molto  più  chiaro  e  le  distinte  marginature 
bianco-cenerognole,  e  noti  rossiccie,  la  caratterizzano  a  bella  prima. 

Abita  per  brevissimo  tempo,  cioè  nell'epoca  delle  cove,  l'Asia  centrale  e  la 
Minore,  il  sud-ovest  d'Europa  (Russia  meridionale,  Bulgaria  e  Dobrugia)  ed  alle 
volte  nidifica  irregolarmente  in  altre  parti  d'Europa,  come  nella  Slavonia,  nella 
Croazia  ed  in  Dalmazia,  ove  talora  si  trovano  a  migliaia  durante  l'epoca  della  ri- 
produzione {Brusina);  sverna  nelle  pianure  dell'India,  giungendo  accidentalmente 
nel  periodo  delle  migrazioni  dalla  Scandinavia  e  dalle  Isole  Britanniche,  attraverso 
l'Europa,  alla  Spagna  ed  al  nord  dell'Africa.  È  specie  di  comparsa  irregolare  in 
Italia,  di  solito  giunge  nell'estate  o  d'autunno;  è  piuttosto  rara,  un  po'  meno  nell'a- 
bito di  giovane.  Talora  nidifica  ed  è  nota  la  grande  comparsa  che   avvenne  nel 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  300 


giugno  1875  a  Villafranca  (Verona  .  ove  una  numerosa  colonia  di  parecchie  mi- 
gliaia di  individui  arrivò  il  5  giugno,  compiendo  la  riproduzione  tra  il  detto  giorno 

ed  il  10  luglio,  ripartendo  giovani  ed  adulti  il  14  dello  stesso  mesi-. 

Famiglia  ORIOLIDAE,  Oriolidi. 

Becco  subeguale  alla  testa,  leggermente  conico,  abbastanza  robusto,  curvato, 
collo  spigolo  che  si  addentra  un  po' nelle  penne  frontali:  mandibola  superiore  leg- 
germente curvata  e  intaccata  presso  all'apice;  lingua  un  po'  cibata  all'apice;  narici 
basilari,  laterali  e  nude;  ali  lunghe,  di  10  remiganti  Incolla  1  sviluppata;  coda 
quadrata  o  forcuta,  di  12  penne;  tarso  robusto,  piuttosto  corto,  scudettato  sul  da- 
vanti e  lamellato  all'indietro;  diti  robusti,  specialmente  il  pollice,  che  è  grande, 
cosi  la  sua  unghia;  unghie  robuste  e  curvate. 

Sessi  di  solito  differenti  ;  giovani  simili  alle  femmine;  piumaggio,  in  generale, 
nero  e  giallo,  o  misto  a  giallo-verdastro. 

Questa  famiglia  in  gran  parte  abita  il  Mondo  Antico  ed  è  rappresentata  nel 
Nuovo  da  famiglie  affini;  questi  uccelli  sono  insettivori  o  frugivori,  e  più  o  meno 
migratori:  hanno  muta  semplice;  collocano  l'artistico  nido  nella  biforcazione  di 
un  ramo,  le  uova  sono  di  un  bianco-puro,  con  macchie  bruno-nerastre.  In  solo 
genere  è  rappresentato  in  Europa. 

Genere  0RI0LUS,  Linnaeus. 

Becco  allungato,  conico,  curvato  e  leggermente  intaccato  presso  l'apice;  aper- 
tura del  becco  con  poche  setole;  narici  basilari,  laterali,  ovali  ed  aperte  in  una 
membrana;  in  generale  un  piccolo  spazio  nudo  dietro  l'occhio;  ali  piuttosto  acute, 
la  1  '  remigante  primaria  corta,  circa  la  metà  della  2a,  questa  più  breve  della 
3",  che  è  la  massima;  coda  mediocre,  subrotonda,  colle  timoniere  larghe  ed  ano 
fondate;  tarso  scudettato  sul  davanti,  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia;  scu 
detti  del  tarso  e  dei  diti  grandi:  unghie  arcuate  e  solcate  lateralmente. 

Il  maschio  è  differente  dalla  femmina,  il  giovane  simile  a  questa;  le  specie  di 
questo  genere  frequentano  i  boschi,  i  giardini  ed  i  frutteti,  non  amano  le  piante 
conifere;  sono  migratori,  insettivori  o  frugivori;  se  ne  conoscono  circa  40  specie, 
che  sono  ripartite  in  Africa,  in  Asia  ed  in  Australia,  una  sola  nidifica  in  Europa. 

302.  Oriolus  oriolus  '    (Linnaeus),  Rigogolo. 

|  Oriolus  galbula,  L.  |. 
[TaV.  XII.  Bg.  8,  9  e  Tav.  XI. IX.  6g.  57  J. 

Tinta  generale  giallo-dorata:  redini  nero-lucide;  ali  nero-vellutate  con  uno 
spazio  giallo,  formato  dalla  metà  apicale  delle  le  cuopritrici;  alcune  remiganti  le 


(')   Coracias   oriolus,  Linnaeus,   Hyst.    Nat.,    I,    p;ij^.    107    (1758);    Oriolus   galbula,    Linnaeus,    Sytt. 
Nat.,  I,  pag.  160  (1766). 


310  ATLANTI'.    ORNITOLOGICO 


e  2e  terminato  di  giallo  strettamente  sullo  centrali,  a  larga  fascia  sullo  altre,  la 
tinta  chiara  più  estesa  sul  vessillo  interno,  che  non  nell'esterno  (mas.  ad.).  Parti 
superiori  e  lati  di  un  giallo-olivastro,  qua  e  là  velato  di  brunastro  poco  apparente; 
gastreo  bianco  cenerognolo,  sfumato  di  giallo  sul  petto,  con  una  linea  sottile  cen- 
trale nerastra  sulle  penne  del  petto  e  dell'alto  addome:  fianchi  di  un  giallo-oliva,  con 
linee  centrali  scure;  sottocoda  e  basso  addome  di  un  giallo-oliva-vivace;  ali  nerastre, 
con  marginature  giallo- olivastre  o  cenerognole;  timoniere  centrali  giallo-olivastre, 
lavate  di  nerasl  ro,  le  esterne  nerastre  lavate  di  giallo- olivastro,  ed  il  vessillo  interno 
verso  l'apice  in  gran  parte  giallo  (femm.  ad.).  Simile  alla  femmina,  ma  colle  tinte 
olivastre  più  spiccate  e  le  gialle  più  dilavate;  gastreo,  tranne  la  gola,  con  larghe 
macchie  centrali  nerastre  ed  il  giallo  più  pallido  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m250;  becco  0,,n025  ;  alaO,"lf>0:  coda  0,'"090;  tarso  0,'"023. 

Varia  nell'intensità  e  nel  tono  del  giallo,  che  talora  è  tinto  di  aranciato,  ma 
l'albinismo  è  sempre  molto  raro. 

Abita  l'Europa,  nidificando  verso  nord  sino  circa  al  63°  lat.,  verso  est  fino  al 
Turchestan  russo  ed  agli  Aitai,  verso  sud-est  sino  al  Golfo  Persiano.  .Sverna  nel- 
l'Africa meridionale  e  nella  sud-occidentale,  in  Italia  è  specie  estiva  e  comune; 
giunge  ai  primi  di  aprile  e  riparte  alla  fine  di  settembre;  nelle  provincie  meri- 
dionali e  nelle  Isole  nidifica  quasi  esclusivamente  nei  1  toschi  montani,  nelle  altre 
parti  ovunque. 

Famiglia  CORVIDAE,   Corvidi 

Becco  forte,  più  o  meno  lungo  della  testa,  un  po'  curvato  ed  acuto,  di  solito 
con  un'intaccatura  subapicale,  il  culmine  convesso  e  che  non  si  addentra  nelle 
penne  frontali;  base  del  becco  fornita  di  setole  rigide;  narici  coperte  di  solito  con 
abbondanti  ciuffi  di  penne  setolose,  dirette  in  avanti;  ali  con  10  primarie,  la  1* 
corta,  circa  metà  della  2a;  coda  di  12  penne,  molto  variabili  nella  forma,  di  solito 
rotonde,  talora  eminentemente  graduate;  tarso  scudettato  sul  davanti,  separato 
dalle  lamelle  laterali  da  un  solco,  alle  volte  nudo  o  coperto  di  piccoli  scudetti,  più 
lungo  del  dito  mediano  con  unghia;  piedi  robusti;  dito  posteriore  forte  e  lungo, 
però  più  corto  del  mediano  con  unghia;  unghie  robuste,  compresse  e  curvate. 

Piumaggio  opaco  od  a  riflessi,  ma  non  variato  (Corvinae),  o  brillante  con  pre- 
dominio di  blu  e  la  testa  fornita  di  un  ciuffo  (Garrulinae).  Sessi  simili  e  con  can- 
giamenti di  età  poco  accentuati;  la  muta  è  doppia,  primaverile  ed  autunnale. 

Non  cantano  ed  hanno  voce  rauca  o  stridula,  odorato  e  vista  acutissimi;  abi- 
tano le  località  più  disparate,  non  sono  in  generale  propriamente  migratori,  né 
gregari,  ma  alcune  specie  pascolano,  viaggiano  e  s'appollaiano  in  masse  enormi; 
non  saltellano,  ma  camminano  speditamente;  sono  onnivori,  alcuni  eminentemente 
frugivori  o  carnivori;  il  loro  modo  di  nidificare  è  variato,  ma  il  nido  sempre  rozzo 
e  voluminoso;  le  uova  bluastre  o  verdastre  macchiettate.  Sono  cosmopoliti. 

Genere  CORVUS,  Lesnaeus. 

Becco  più  o  meno  rigonfio  alla  base,  lungo,  forte,  compresso,  diritto  alla  base, 
arcuato  verso  la  punta,  che  è  indistintamente  intaccata  ed  acuto  sui  margini;  na- 


\  1  I   Wl  I     ORNI  rOLOGIl  0  ili 


rici  basilari,  generalmente  nasci  iste  da  penne  setolose  dirette  in  avanti  e  che 
giungono  fino  alla  metà  della  mandibola,  esse  sono  poste  vicino  alla  parte  supe- 
riore del  culmine  e  non  presso  il  margine  inferiore;  ali  lunghe,  che  giungono 
quasi  all'apice  della  coda,  graduate,  1     remigante  primaria  che  sorpassa  la  metà 

della  2\  3°  o  4a  la  massima  :  coda  più   0  meno 

graduata;  tarso  a  larghi   scudetti,  poco  più 

bilico  del  dito  mediano  con   unghia,  l'esterno 

attaccalo   all'interno    sino    alla     l1    articola  <£: 

zione;  unghie  forti,  acute  e  curvate.  .  ^ 

Piumaggio  nero  a  riflessi;  fronte   e  lati 

della  faccia  talora   nudi   negli   adulti;  becco 

e  piedi  neri;  sessi  simili  e  giovani  poco  diffe- 

,.  .    .  ,         ,  Becco  ili  Corvus  frugileaus.  sriov. 

renti;  statura  piuttosto  elevata.  ,  »   >  e 

r  circa   ■      gr.   n.it. 

Sono  onnivori,  si  nutrono  anche  di  carne 
e  di  pesce;  se  ne  stanno  nelle  più  svariate  località  ove  possono  trovar  cibo;  sono 
gregari;  cosmopoliti,  ma  mancano  nel  Sud-America,  nella  Nuova  Zelanda  ed  in  gran 
parte  delle  Isole  del  Pacifico.  Nidificano  sugli  alberi  o  nelle  buche  degli  stessi  o 
dei  fabbricati,  negli  spacchi  delle  roccie  e  depositano  uova,  che  variano  dal  bianco 
al  verde  nella  tinta  di  fondo  e  qualche  volta  rossiccio,  con  macchie  verdi  di  vario 
tono  di  colore. 

a)  Becco  piuttosto  lungo,  poco  curvato,  conico,  non  adunco;  urtili  udititi  la  base  del 
becco,  la  fronte  il  mento  e  la  gola  sono  nudi,  senza  penne  e  coperti  ili  pelle  verrucosa 

grigiastra  (gen.  TripanocORAX,  Sundevall). 

303.  Corvus  frugilegus,  Linnaeus,  Corvo. 

[Tav.  XI,  fig.  7,  e  Tav.  XLVIII,  tig.  11]. 

Colorito  generale  nero  a  riflessi  metallici  violetto-porporini,  più  vivaci  sulle 
parti  superiori  che  nelle  inferiori  e  di  un  verde-bottiglia  sulla  regione  oftalmica 
ed  auricolare  ed  in  parte  sulle  remiganti  e  sulle  timoniere  ;  la  base  del  becco,  la 
fronte,  la  parte  anteriore  delle  guancie,  il  mento  e  la  gola  nude,  cioè  del  tutto 
senza  penne  e  coperte  di  pelle  verrucosa  grigiastra  (ad.).  Tinte  opache;  parti  nude 
della  testa  piumate,  talora  imperfettamente  (gioc). 

Lunghezza  totale  0,m490;  becco  0,m056;  ala  0,m350;  codaO,m188;  tarso  0,"UV.'. 

Abita  l'Europa  centrale  e  settentrionale,  portandosi  verso  est  in  Siberia  sino 
alla  Vallata  dell' Irtysc,  l'Asia  centrale  ed  il  Turchestan.  Sverna  nell'Europa  me- 
ridionale, nell'India  nord-occidentale  e  nella  Persia;  però  nidifica  anche  nel  sud 
dell'Europa  (Vallata  del  Danubio  ed  Italia  settentrionale).  In  Italia  è  specie  quasi 
affatto  invernale,  d'arrivo  in  ottobre  e  novembre  e  di  partenza  nel  marzo  e  nel- 
l'aprile, poche  coppie  nidificano  nel  Veneto  (Ninni);  è  iu  generale  uccello  abbondante. 

b)  Becco  alto  e  grosso,  notevolmente  curvato  e  subegtiale  alla  testa   gen.  COEVUS, 
Linnaeus;. 

304.  Corvus  corax.  Linnaeus,  Corvo  imperiale. 

Colorito  generale  nero  a  riflessi  violetti  e  porporini,  specialmente  sulle  parti 
superiori;  penne  della  gola  lanceolate,  biforcate  all'apice  ed  a  riflessi  porporino- 


312  ATLANTE   o  UNITO  Li»  ileo 


vivaci;  coda  arrotondata,  colle  due  penne  centrali  più  lunghe  delle  laterali  (mas. 
ad.).  Statura  minore;  tinte  più  opache;  penne  della  gola  assai  meno  lanceolate 
(femm.  ad.).  Più  pallido  di  tinta,  colle  penne  della  gola  non  lanceolate;  gastreo,  ali 
e  coda  lavate  di  brunastro  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m685;  becco  0,m073,  altezza  dello  stesso  alla  base  0,m030; 
ala  0,m440;  coda  0,'°250;  tarso  0,'"070.  Varia  nella  statura  da  0,'"640  a  0,m730. 

Abita  gran  parte  dei  paesi  nordici  della  Regione  Paleartica  e  Neartica,  in 
America  sino  alle  montagne  del  Messico  e  del  Guatemala,  in  Europa  fino  a  quelle 
del  Mediterraneo  settentrionale  e  nell'Asia  sino  alla  linea  dell'Imalaia.  In  Italia 
si  trova  sugli  alti  monti  e  talora  anche  in  pianura,  ma  è  uccello  poco  frequente 
e  localizzato,  più  abbondante  nelle  Isole;  gli  adulti  sono  sedentari,  i  giovani  fanno 
brevi  viaggi.  Nidifica  da  gennaio  a  marzo;  vive  a  coppie  od  in  piccole  compagnie 
ed   ha  istinti  carnivori. 

I  Sigg.  Hartert  e  Kleinschmidt  f1)  hanno  lungamente  parlato  delle  varie  forme 
del  Corvo  imperiale  europeo  e  le  divisero  come  segue: 

a)  Forme  etiropee. 

1.  Far  Oér  (Isole).  —  Corvus  forar  varius,  Brùnnicli. 

Lunghezza  totale  dell'ala  0,'"440.  Piedi  più  grandi  degli  individui  di  Groen- 
landia. Parte  basilare  delle  penne  molto  chiara  e  biancastra;  penne  coi  vessilli 
molto  larghi;  becco  un  po'  più  corto  e,  di  solito,  più  largo  di  quello  dei  soggetti 
di  Groenlandia.  Va  facilmente  soggetto  all'albinismo  parziale,  che  si  osserva  sulla 
testa,  sulla  parte  bassa  del  petto,  sulle  ali  e  sulla  coda. 

2.  Europa  nordica  e  settentrionale.  —  C'orai*  corax  corax,  L. 
Lunghezza  totale  dell'ala  0,'"450.   Becco  meno  lungo,   ma  relativamente   più 

alto  di  quello  dei  soggetti  di  Groenlandia.  Penne  come  struttura,  colorito  e  lu- 
centezza intermedie  tra  i  soggetti  di  Groenlandia  e  delle  Isole  Far  Gèi*  da  un  lato 
e  quelli  di  Spagna  e  del  Marocco  dall'altro.  Non  sappiamo  se  questa  sia  la  forma 
dell'  Europa  meridionale. 

3.  Atlante.  —  Corvus  corax  tingitanus,  Irby. 

Lunghezza  totale  dell'ala  0,m430  (massimo).  Penne  molto  lucenti  con  la  parte 
basilare  scura  o  molto  scura;  becco  piccolo,  ma  alto  e  curvato,  colla  parte  su- 
periore (mesorinio)  singolarmente  rialzata.  Penne  della  gola  molto  corte,  tutte  le 
penne  in  generale  brevi,  ciò  che  si  osserva  notevolmente  sulle  gambe. 

4.  Spagna.  —  Corvus  corax  hispanus,  Hartert. 

Lunghezza  totale  dell'ala  0,'"430  (massimo).  Becco  grande,  alto  e  molto  arcuato 
all'apertura.  Penne  corte  a  vessilli  stretti,  specialmente  visibili  sulle  gambe.  Sta 
Ira,  il  C.  corax  corax  e  tingitanus,  ma  è  distinto  da  ambedue  pel  suo  becco  molto 
forte,  relativamente  alla  piccola  statura. 

Altre  forme  abitano  le  Canarie  (C.  forar  caiiarifiisis,  Hartert  iv  Kleinschmidt), 
l'Imalaia  (C.  corax  thibetanus,  Hodgson),  l'India  nord-occidentale  fino  alla  Vallata 
dell'Eufrate,  la  Palestina  e  forse  la  Grecia  (C.  corax  lawrencei,  Hume),  il  distretto 
del  Sahara  (('.  corax  umbrinus,  Sundevall),  la  Somalia  (C.  corax  edithae,  Phillips), 
il  Kamciatka,  la  Groenlandia,  etc. 


The  Brehiu  Colleotion,  Noi).  Zool.  Vili.  feto.  1901,  pagg.  38-48. 


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313 


304".  Corvus  corax  tingitanus    li;uv.  Corvo  imperiale  africano. 

Differisce  dal  Corvus  corax  per  statura  minore,  pel  becco  corto,  grosso,  colla 
mandibola  superiore  notevolmente  arcuata,  pelle  ali  più  corte,  pelle  penne  lanceo- 
late estese  solo  alla  parte  alta  de]  collo,  più  larghe  e  per  piccolo  tratto  biforcute, 
pella  colorazione  generale  nero-metallica,  con  riflessi  vivacissimi  d'acciaio  e  por- 
porini. 

Lunghezza  totale  0,'"640;  becco  0,m058,  altezza  dello  stesso  alla  base  0,'"025; 
ala  0,'"400;  coda  0,'"230;  tarso  (V'Oli:;. 


Becco  di   C.  corax  tingitanus, 
circii  '/2  gr.  nat. 


becco  di  Corrus  corax, 
circa  '/s  gr.  nat. 


Abita  l'Africa  nord-occidentale,  le  Canarie,  le  Azzorre  e  Madera.  Sembra  sia 
comparso  nella  Spagna  (Irby),  ma  tale  notizia  non  è  del  tutto  certa.  Fu  preso  due 
volte  in  Sardegna,  ambedue  a  S.  Antioco  nell'agosto  1894  (/.'.  Museo  di  Firenze)  e 
nel  gennajo  1899  {mia  Collezione);  la  combinazione  è  strana,  ma  avendone  avuti 
altri  dalle  stesse  località  li  trovai  C.  corax  di  tipo  normale  o  forse  intermedio 
tra  le  due  forme,  sicché  il  C.  e.  tin</itaniis  appare  di  comparsa  accidentale. 

o  Becco,  a  differenza  dei  precedenti  generi,  assai  corto,  più  breve  della  testa;  3"  re- 
migante primaria  la  più  lunga  (gen.  Coloeus,  Kaup). 

305.  Corvus  monedula,  Linnaeus,  Taccola. 

[Lycos  monedula  (L.i,  Coloeus  monedula  [L.)]. 

[Tav.  XI.  flg.  6  o  T.w.   XLVIII,  Bg.  13]. 

Fronte  e  parte  superiore  della  testa  nero-blu,  che  forma  una  calotta;  cervice, 
nuca  e  collo  di  un  cenerino-bluastro,  qua  e  là  argentino;  ali  e  coda  nere  a  riflessi 
violetto-porporini  o  verde-acciaio  ;  guancie  e  tutto  il  resto  di  un  nero-cenerognolo, 
più  cupo  sulle  parti  superiori  (ad.).  Testa  cenerino-nerastra;  sulle  ali  e  sulla  coda 
domina  il  verde-acciaio,  misto  a  violetto  sulle  remiganti  2°;  tutto  il  rimanente 
come  l'ad.,  ma  più  cupo  e  senza  riflessi,  tranne  sul  dorso  (ijiov.). 

Lunghezza  totale  0,'"350;  becco  0,m026;  ala  0,m240;  coda  0,m115;  tarso  0,'"0t:;. 

Questa  specie  e  le  precedenti  del  gen.  Corvus  vanno  soggette  ad  anomalie 
albine  ed  isabelline,  ma  i  soggetti  del  tutto  bianchi  sono  estremamente  rari,  ne 
ebbi  anche  colle  mandibole  incrociate. 


Aliante  ornitologico. 


40 


314  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


Abita  l'Europa,  fino  alle  parti  più  boreali  e  la  Siberia  fino  alla  Vallata  dello 
Jenissei,  al  Turchestan  ed  al  Kascmir  (C.  monedula  cgllaris  (Drummond)),  giungendo 
sino  all'Africa  nord-occidentale.  In  Italia  è  specie  stazionaria  in  Sicilia,  in  Sar- 
degna ed  a  Malta,  a  Lecce,  Roma,  S.  Gimignano,  Rovigo  e  in  qualche  altra  città  o 
borgata;  è  accidentale  o  di  irregolare  comparsa  altrove,  nidifica  in  numerose  co- 
lonie nei  buchi  delle  torri  e  sui  campanili,  è  molto  localizzata,  ma  abbondante 
nei  siti  che  abita. 

Il  C.  m.  collaris  è  una  Taccola  che  abita  le  contrade  orientali  d'Europa,  verso 
est  sino  alla  Persia,  all'Afganistan  ed  al  Kascmir,  ne  ebbi  una  dalla  Puglia  (mia 
l'olle: ione);  si  distingue  dal  tipo  usuale  per  un  mezzocollare  bianco,  leggermente 
gialletto  sulla  parte  posteriore  del  collo,  che  si  allarga  sulle  spalle;  molti  Autori, 
appoggiandosi  sul  fatto  che  nello  stesso  branco  si  trovano  numerosi  individui  in- 
termedi, non  lo  considerano  specificamente  distinta  dal  C.  monedula. 

di  Becco  mediocre,  eoi  culmine  curiato  e  un  po'  rotondeggiante  verso  la  punta,  che 
è  ri  rolla  all' ingiù  igen.  Corone,  Kaup). 

306.  Corvus  cornix,  Linnaeus,  Cornacchia. 

[Tav.  XI,  fìg.  9  e  Tav.  XLVIII,  iig.   10]. 

Testa  e  lati,  mento,  gola,  davanti  del  collo,  centro  del  petto,  ali  e  coda  di  un  nero 
a  riflessi  porporini  o  verde-violetti,  verdi  sulle  cuopritrici  auricolari,  sul  mento  e 
sulla  gola;  penne  sul  davanti  del  collo  lanceolate;  tutto  il  resto  grigio-cenerino, 
con  la  regione  dello  stelo  nera,  poco  distinta  sul  gastreo  e  più  indicata  sulle  parti 
superiori  (ad.\  Tinte  nere  più  opache  e  senza  riflessi,  le  cenerine  lavate  di  ne- 
rastro, più  cupo  sulle  parti  superiori,  più  chiaro 
sul  gastreo;  penne  sul  davanti  del  collo  non  lan- 
ceolate; ali  e  coda  con  riflessi  metallici  {gioì:). 
Lunghezza  totale  0,m480;  becco  0,'"047;  ala 
0,m330;  coda  0,'"180;  tarso  0,m050.  Le  dimensioni 
Pi*      del  becco  variano  considerevolmente. 

Abita  l'Europa  e  la  Siberia  sino  allo  Je- 
nissei, ove  incontra  il  C.  cornix  Sharpei  (Oates), 

Becco  di  corvus  cornix,  rAsia  Minore  e  l'Egitto,  nell'Africa  nord-occi- 

eirca  '/2  gr.  nat.  dentale  è  solo  di  passo  e  non  nidifica.  In  Italia  è 

specie  comune,  stazionaria  e  nidificante  quasi 
ovunque,  sarebbe  rara  sul  versante  Adriatico  dell'Italia  centrale  e  non  venne  tro- 
vata a  Malta,  d'inverno  è  molto  più  abbondante. 

Questa  specie  s'accoppia  comunemente  colla  Cornacchia  nera,  ciò  che  succede 
su  larga  scala  nella  Siberia  ed  il  mio  compianto  amico  H.  Seebohm,  che  studiò 
accuratamente  la  questione  sul  sito,  mi  diceva  che  gli  ibridi  derivati  sono  fecondi. 
Anche  in  Italia  si  trovano  analoghi  soggetti  ibridi  di  C.  corone  e  C.  cornix  o  che 
si  suppongono  tali,  nati  facilmente  tra  noi,  ove  entrambe  le  specie  si  riproducono, 
essi  hanno  il  becco  più  grande  di  quelli  di  Siberia  e  presentano  tre  tipi  distinti: 

a)  Tinte  del  C.  corone,  con  parziali  colorazioni  grigie  sul  petto  e  suoi  lati. 

b)  Tinte  del  C.  corone,  con  macchie  grigie  sparse  irregolarmente  sul  colore 
scuro. 


ATI.AN  1  I     "KM  rol.OGII  0 


i    Tinte  del  C.  cornix,  con  parte  del  dorso,  del  petto,  fianchi   ed   addome 
sparsi  di  grandi  macchie  nere  a  goccia. 

Tengo  un  soggetto  di  Sardegna  clic  ha  il  tipo  del  C.  corone,  con  tinte  grigie 
sul  collo,  sul  dorso  e  sul  petto  e  col  becco  di  (  '.  frugilegus. 

307.  Corvus  corone.  Linnaeus,  Cornacchia  nera. 

■    [TAV.  XI,  flg.  8«-Tav.  XLVIII,  fig.  9). 

Piumaggio  generale  nero,  con  riflessi  violetti  leggermente  porporini,  e  verdi 
sulla  testa,  sul  collo  e  sulla  gola;  d'inverno  le  ali  e  la  coda  sono  lavate  di  bru- 
nastro,  tinta  che  sparisce  di  primavera  {ad.).  Piumaggio  senza  riflessi  e  più 
cupo  igior.). 

Lunghezza  totale  0.'"480;  becco  0,'"050;  ala  0,m310;  coda  0,m200;  tarso  (V060. 

Questa  specie  si  distingue  <i  priori  dal  C.  frugilegus  pel  becco,  la  cui  mandi- 
bola superiore  è  fatta  a  volta  e  la  base  sempre  piumata,  pelle  penne  della  gola 
larghe  e  lanceolate,  inoltre  il  Savi  dice  che  la  2a  remigante  primaria  è  più  corta 
della  6',  mentre  è  l'opposto  nel  C.  frugilegus. 

Abita  le  parti  meridionali  d'Europa,  in  Germania  nidifica  sino  all'Elba;  si 
trova  in  Inghilterra,  è  accidentale  nella  Scandinavia  meridionale,  nidifica  anche 
nel  Turchestan  ed  in  gran  parte  della  Siberia,  ove  s'incrocia  cui  C.  cornix  Sharpei 
(Oates)-  in  una  forma  maggiore  [C.  e  orientalis  (Eversm.)]  è  distribuito  fino  al 
Pacifico,  alla  Cina  ed  al  Giappone;  in  Africa  il  C.  corone  fu  trovato  a  Madera. 
In  Italia  è  forse  specie  stazionaria  nelle  provincie  superiori,  ove  nidifica  sulle 
Alpi  del  Piemonte,  della  Lombardia,  del  Veneto,  del  Trentino  ed  in  Corsica  Wharton  : 
è  molto  rara  nelle  provincie  centrali  e  nelle  meridionali  e  non  abbiamo  dati  sicuri 
circa  la  sua  comparsa  in  Sicilia  ed  in  Sardegna.  È  di  solito  specie  poco  abbon 
dante  e  confusa  colla  precedente. 


Genere  NUCIFRAGA,  Brisson. 

Becco  subeguale  alla  testa,  molto  fino,  conico,  allungato,  duro,  forte,  quasi 
diritto,  dilatato  alla  base,  colle  due  mandibole  ottuse  e  piatte  all'apice,  e  la  su- 
periore leggermente  arcuata  all'apice:  narici  piccole,  basilari,  rotonde,  nascoste 
da  penne  setolose  rigide,  corte  e  dirette  in  avanti;  ali  mediocri,  alquanto  rotondi'. 
colle  remiganti  2C  interne  gradualmente  più  corte  delle  esterne,  la  V  remigante 
primaria  abbastanza  grande  e  rotonda,  la  4a  la  massima;  coda  leggermente  ro- 
tonda ed  ampia;  tarso  scudettato  sul  davanti,  mediocre,  più  lungo  del  dito  mediano, 
l'esterno  riunito  al  mediano  alla  base;  unghie  acute,  curvate,  quella  del  pollice  La 
più  grande. 

Penne  della  cervice  corte;  piumaggio  abbastanza  molle,  scuro  macchiato  di 
bianco,  ali  bianche  e  nere. 

Le  poche  specie  di  questo  genere  abitano  le  conf-ade  della  Regione  Palear- 
tica in  Europa  ed  in  Asia,  e  le  montagne  Rocciose  nella  Neartica;  vivono  nei 
boschi  di  conifere,  ma  solo  in  quelli  montani  nelle  parti  meridionali;  si  nutrono  di 
nocciole  e  di  frutti,  non  hanno  canto  e  la  loro   voce   è   rauca;    nidificano   molto 


:;ll.  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


precocemente  nella  stagione;  i  nidi  sono  grandi  ;  depositano  uova  verdastre  o  bianco- 
bluastre,  inarchiate  di  bruno. 


308.  Nucifraga  caryocatactes  (Linnaeus),  Nocciolaia. 

[Tav.   XI.   fig.    1   «•   Tay.    XI. Vili.    fig.    16]. 

Fronte,  cervice  e  groppone  di  un  bruno-cupo  tinto  di  verdastro  e  senza  macchie, 
sopracoda  di  egual  tinta,  ma  che  volge  al  nerastro;  nuca  e  dorso  del  colore  della 
fronte,  con  una  macchia  grande  a  goccia  sul  centro  di  ogni  penna  nella  porzione 
apicale;  gola  brunastra,  con  strette  macchiette  allungate  bianche;  gastreo  e  lati 
di  un  nerastro  più  o  meno  rossiccio,  con  grandi  macchie  bianche  talora  leggermente 
rugginose,  più  larghe  sul  petto  e  sull'addome;  sottocoda  bianco-puro;  ali  nero- 
verdastre,  con  macchie  triangolari  bianche  sulle  cuopritrici  e  margini  bianchi 
sulle  remiganti;  timoniere  nero-verdastre,  con  una  fascia  apicale  bianca,  più  co- 
spicua sulle  laterali  (ad.).  Colorito  generale  brunastro,  collo  stelo  bianco-sudicio, 
la  qual  tinta  si  allarga  a  macchia  in  alcune  penne  ;  bianco  delle  cuopritrici  alari 
e  del  sottocoda  leggermente  sudicio;  ali  e  coda  senza  riflessi  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"350;  becco  da  0,m039  a  0,"'045;  ala0,'"190;  coda  0,'"130; 
tarso  0,m042;  il  becco  varia  notevolmente  di  dimensioni  e  di  grossezza. 

Abita  le  foreste  di  conifere  d'Europa  e  di  Siberia,  arrivando  sino  al  Giappone; 
si  estende  tino  al  G7U  lat.  nella  Svezia,  verso  sud  nelle  montagne  della  Spagna 
e  dell'Italia.  Da  noi  è  stazionaria  sulle  Alpi  del  Trentino  e  del  Veneto,  ove  nidifica 
(Banomi  e  Bayer)  di  marzo  e  d'aprile,  sembra  nidificare  anche  sulle  montagne  del 
Piemonte  e  della  Lombardia;  d'autunno  il  loro  numero  si  accresce  notevolmente 
per  l'arrivo  di  numerosi  individui  nordici,  che  svernano  tra  noi.  Oltrepassa  rara- 
mente i  limiti  dell'Alta  Italia  e  scende  di  raro  al  piano,  è  accidentale  e  molto 
rara  in  Toscana,  nelle  Marche,  nelle  provincie  meridionali  e  nelle  Isole. 

La  Nocciolaia  per  la  forma  e  grossezza  del  becco  fu  divisa  dal  Brenna  in  due 
specie,  i  cui  caratteri  assegnati  non  sono  sempre  costanti: 

a)  N.  brachyrhynchos,  forma  settentrionale  a  becco  corto,  grosso,  con  l'apice 
ottuso  e  troncato. 

in  N.  macrorkynchos,  forma  meridionale  a  becco  lungo,  sottile,  con  l'apice 
acuminato  ed  allungato. 

Il  prof.  K.  Blasius,  perù  a  più  ragione  basando  i  suoi  studi  su  largo  mate- 
riale di  confronto,  divise  la  N.  caryocatactes  in  due  sottospecie,  cioè: 

a)  N.  caryocatactes  pachyrhynchus,  forma  molto  robusta;  testa  grossa;  becco 
forte  e  largo  alla  base,  alto  verso  il  centro,  colla  mandibola  superiore  molto  convessa 
e  ricurva  e  che  sorpassa  di  poco  l'inferiore,  troncata  obliquamente  all'apice;  spazio 
bianco  apicale  delle  timoniere  laterali  relativamente  piccolo  o  mediocre;  tarsi  forti. 
Abita  le  parti  occidentali  della  Regione  Paleartica,  dalla  Lapponia  ai  Carpazi  ed 
alle  Alpi,  è  sedentaria  ed  erratila:  è  la  forma  comune  in  Italia. 

b)  N.  caryocatactes  leptorhynchics,  forma  meno  robusta;  testa  più  piccola; 
becco  relativamente  sottile,  stretto  alla  base  e  poco  elevato  nel  centro,  colla  man- 
dibola superiore  quasi  diritta  fino  all'apice,  che  è  arrotondato  a  forma  di  cucchiaio 
e  che  sorpassa  notevolmente  l'inferiore  ;  spazio  bianco  apicale  delle  timoniere  la- 
terali alquanto  più  grande;  tarso  più  sottile.  Abita  le  contrade  orientali  della  Re- 


ATI.ANTK    ORNITOLOGI!  •  I 


311 


gione  Paleartica  occidentale,  cioè  le  foreste  degli  Urali  e  della  Russia  Europea, 
spìngendosi  poi  per  la  Siberia  fino  al  Kamciatka  ed  al  Giappone  e  portandosi 
accidentalmente  nell'Europa  occidentali',  talora  anche  in  truppe  numerose;  è  di 
comparsa  rara  ed  irregolare  in  Italia. 


Becco 

di  N.  caryocatactes  pachyrhynchiin, 

circa  '/,  gr.  n.it. 


Faccia  inferiore  della  coda  "li  .V.  caryocatactes 
pachyrhynohus,  per  illustrare  l'estensione  «  1«- 1  bianco 
all'apice  delle  timoniere,  circa  '     gr,  nat. 


Becco 

di  -V.  caryocatactes  leptorhynchue, 

circa  '/3  ST-  n:,t- 


Faccia  inferiore  della  coda  di  .V.  caryocatactes 
leptorhynchue,  per  mostrare  l'estensione  del  bianco 
all'apice  delle  timoniere,  circa   '  ,  jxt.  nat. 


Hartert  (l)  ammette  tre  specie  di  Nucifragae,  cioè: 

1.  Nucifraga  multipunctatus,  Gould  (Kascmir,  Imalaia  occidentale  fino  a  Ku- 
maon). 

2.  Nucifraga  hemispikis,  Vigors  (Imalaia,  dalla  Valle  Sutlej  a  Buthan). 

3.  Nucifraga  caryocatactes  (Linnaeus)  e  questa  suddivide  in: 

a)  N.  caryocatactes  caryocatactes  (L.).  Becco  molto  robusto;  apici  bianchi 
delle  remiganti  piccoli;  cuopritrici  superiori  della  coda  in  gran  parte  senza  mac- 
chie; colore  delle  parti  superiori  in  generale  molto  pallido  (Scandinavia,  Bornholm, 
Lapponia,  Provincie  Baltiche  russe,  Parti  orientali  della  Prussia  orientale). 

b)  N.  caryocatactes  relieta  (2)  (Rchw.).  Becco,  coda  e  cuopritrici  superiori 
della  coda  come  nel  tipo  a;  colore  delle  parti  superiori,  di  solito,  di  un  bruno  più 
cupo  (Montagne  dell'Europa  centrale,  Alpi  da  ovest  a  est,  Carpazi.  Montagne  della 
Moravia,  dell'Ilarz,  ?  Pirenei). 

e)  N.  caryocatactes  macrorhynchus  (('.  L.  Brehm).  Becco  più  sottile  e  più  fino; 
tipici  bianchi  delle  timoniere  molto  grandi;  cuopritrici  superiori  della  coda  in 
gran  parte  con  macchie  bianche  (Siberia,  migrando  in  Europa  --e  forse  parte 
della  Cina  ?). 


(')  Notes  on  some   l'alacartic   birds  and  allicci   forma.    Nov.   /noi.   IV,   aprii    1  Si» 7,   pp,    131-186. 

i  i  Posteriormente  (Nov.  Zool.  VII,  pag.  526,  1900)  l'Hartert  disse  che  la  .V.  e  oaryooataotM  e  la 

N    e.  relieta  non  potevano  separarsi,  ciò  ohe  non  stentiamo  a  erodere  !  ! 


318  ATI.AKTK    ORNITOtOCftCO 


*/)  X.  caryocatactes  japonicus,  Hartert.  Becco  non  così  robusto  come  in  a 
e  b,  ma  più  robusto  che  in  e;  cuopritrici  superiori  della  coda  come  in  e;  macchie 
bianche  sul  gastreo  in  generale  più  grandi  ('). 

Lo  stesso  Autore  che  prima  accettava  la  N.  relieta,  Rchw.,  non  la  mantiene 
più  anche  nella  nuova  edizione  degli  Uccelli  Tedeschi  del  Naumann  e  distingue  due 
forme  europee  di  Nocciolaie,  cioè  la  X.  caryocatactes  caryocatactes  (L.)  col  becco  molto 
grosso  e  l'apice  bianco  delle  timoniere  esterne  poco  esteso  (Europa)  e  la  N.  car.  ma- 
crorhynchus,  Breb.ni  dal  becco  slanciato  e  sottile  e  l'apice  delle  timoniere  esterne  più 
esteso  (Siberia,  di  passo  in  Europa).  Lo  Tschusi  ammette  le  due  sottospecie  del 
Blasius,  che  anch'io  accetto  pienamente. 

Genere  PICA,  Brisson. 

Becco  abbastanza  forte,  compresso,  diritto  e  più  alto  che  largo  alla  base, 
mandibola  superiore  un  po'  curvata  e  leggermente  intaccata  presso  l'apice;  aper- 
tura del  becco  quasi  diritta;  narici  oblunghe,  basilari,  coperte  di  ciuffi  di  penne 
setolose;  un  piccolo  spazio  nudo  dietro  l'occhio  di  colorito  vario;  ali  piuttosto 
corte,  molto  più  corte  della  coda,  subottuse  e  rotonde,  larghe,  la  la  remigante 
primaria  molto  corta,  sinuata  e  che  termina  in  una  punta  acuta,  4a  e  5a  le  più 
lunghe;  coda  molto  lunga  e  assai  graduata,  colle  timoniere  abbastanza  larghe  e 
subrotonde;  tarso  scudettato  sul  davanti,  lamellato  all'indietro,  più  lungo  del  dito  me- 
diano con  unghia,  l'esterno  riunito  al  medio;  unghie  assai  corte,  forti,  acute  e  ricurve. 

Testa  senza  ciuffo,  piumaggio  di  tipo  ordinario,  nero  a  riflessi  e  bianco;  sessi 
eguali  e  giovani  poco  differenti. 

Sono  uccelli  scaltri,  che  abitano  i  luoghi  alberati  ed  i  boschi,  ma  talora  anche 
le  località  paludose  e  le  coste;  non  cantano,  ma  hanno  un  grido  aspro  e  abba- 
stanza forte;  sono  granivori  ed  insettivori,  ma  succhiano  anche  spesso  il  conte- 
nuto delle  uova  di  altri  uccelli  e  si  nutrono  pure  di  pesce;  il  nido  è  una  grossa  e 
rozza  costruzione,  che  collocano  sugli  alberi  a  rilevante  altezza,  deponendo  da  5 
a  9  uova  bianco-bluastre  o  di  un  verdastro-pallido,  con  macchie  brune  o  grigio-brune. 
Si  tengono  spesso  in  domesticità  ed  hanno  l'istinto  di  rubare  e  nascondere  gli 
oggetti  luccicanti  o  di  metallo. 

Si  conoscono  cinque  specie  di  Picae  sparse  su  gran  parte  d'Europa  e  d'Asia, 
nell'Africa  nord-occidentale  e  nell'America  settentrionale. 

309.  Pica  pica  (Linnaeus),  Gazza. 

[Pica  caudata,  L.  (  i,  P.  rustica  (Scop.)]. 
[Tav.    XI,    fig.    5    e   Tav.    XLV1II,    fig.    U  ]. 

Testa,  collo,  dorso  e  petto  per  intero  di  un  nero-profondo  e  lucido  a  riflessi 
verde-bottiglia  o  violetto-verdi;  un  piccolo  spazio  nudo  nerastro  dietro   l'occhio; 


(')  Cfr.  anche  le  seguouti  pubblicazioni  sullo  forme  dello  Nucifragae,  Tsehusi-Schmidhoffen,  Orni», 
V,  pp.  130-148  con  tav.  e  Verh.  zool.  boi.  Gesellsch.  Ificn.  1888,  pp.  407  con  tav.;  Iilasius,  R.  Omis, 
1887;  Stojneger,   l'roc.    U.  S.  Nat.   Mia.   1888,  pp.  425-432. 

(')  11  nome  ili  1'.  caudata  trovasi  nella  6a  ed.  del  Systema  Naturae  di  Linneo  (1748),  ma  i  nomi 
accettati  in  sinonimia  non  cominciano  clic  colla  10"  ed.  cioì*  col  1758,  quindi  è  necessario  adottare  P.  pica 
iL.,    1758). 


ATLANTE   OBNITOLOGICO  319 


gola  dello  stesso  colore,  fittamente  striata  di  grigio;  scapolari  ed  addome  di  un 
bianco-puro;  sul  groppone  un  tratto  bianco-cenerognolo  di  varia  estensione;  grop- 
pone, sopracoda  e  sottocoda  di  un  nero-lucido;  ali  nere  a  ritiessi  verde- violetti 
o  blu-brillanti:  le  remiganti  1"  in  gran  parte  bianche  nel  vessillo  interno;  timo- 
niere di  un  verde-cupo  che  degrada  in  rosso-rame  o  porporino  o  porporino-blu, 
coll'apice  nero-opaco  (mas.  ad.).  Tinte  meno  brillanti,  e  la  coda  più  breve  fi  min.  mi.  . 
llillessi   assai   deboli   ii/inr.i. 

Lunghezza  totale  0,m500;  becco  0,m035;  ala  0,'"210;  coda  0,m280;  tarso  ti,  (ibi. 

Questa  specie  va  soggetta  a  varietà  albine  ed  isabelline,  alcune  di  questui 
timo  di  mirabile  effetto. 

Abita  l'Europa  e  l'Asia  settentrionale  sino  alla  Cina,  e  gran  parte  dell'Ame- 
rica del  Nord.  E  specie  sedentaria  e  comune  in  Italia,  accidentale  a  Malta, 
manca  in  Sardegna,  in  Corsica  ed  all'Elba.  Nidifica  nei  mesi  di  aprile  e  maggio 
ed  è  abbastanza  abbondante. 

In  Algeria  e  nel  Marocco  abita  la  /'.  mauritanica,  Malherbe,  distinta  pella 
mancanza  di  bianco  sul  groppone,  pollo  spazio  nudo  dietro  l'occhio  blu-vivo,  pel 
nero  del  petto  esteso  più  in  giù  e  pelle  ali  più  corte.  Sembra  che  la  Pica  che 
vive  nella  Spagua  sia  intermedia  tra  la  /'.  pica  e  la  /'.  mauritanica,  ma  non  di- 
stinta specificamente. 


Genere  CYANOPOLIUS,  Bonapartk. 

Becco  piccolo  e  sottile,  quasi  diritto,  alquanto  grosso  alla  base,  mandibola 
superiore  leggermente  intaccata  presso  l'apice  e  un  poco  curvata,  l'inferiore  ri- 
volta all'in  su  dall'angolo  della  gonide;  narici  basilari,  coperte  da  fitte  penne  se- 
tolose dirette  all'innanzi;  ali  corte,  larghe,  la  la  remigante  primaria  più  corta 
delle  2e,  4a,  5a  e  6a  subeguali,  la  ò"  la  più  lunga;  coda  lunga  e  molto  graduata; 
tarso  lungo,  alquanto  sottile,  scudettato  sul  davanti  e  lamellato  all'indietro;  diti 
mediocri:  unghie  alquanto  corte,  forti,  curvate  ed  acute. 

Questo  genere  consta  di  due  specie,  l'una  abita  la  Regione  Paleartica  orien- 
tale, l'altra  l'occidentale  cioè  la  Spagna  ed  il  Portogallo.  Hanno  le  abitudini  delle 
Gazze.  Depositano  uova  di  un  bianco- verdastro  o  fulviccie,  con  macchie  grigio- 
porporine  e  bruno-cupe. 

310.  Cyanopolius  Cooki.   Bonapaete,   (lazza  dalle  ali  azzurre. 

Cervice,  nuca  e  lati  della  testa  di  un  nero-vellutato  e  leggermente-porporiuo; 
parti  superiori  grigio-brune  leggermente  lavate  di  bluastro,  specialmente  sul  so- 
pracoda; gastreo  bianco  sulla  gola,  sulle  guancie  e  sul  centro  dell'addome,  bruno- 
cenerino  nel  resto;  ali  blu  di  cobalto,  le  remiganti  l6  nere,  bianche  all'apice  e  blu 
alla  base;  coda  molto  graduata  di  un  bel  blu  di  cobalto,  terminata  di  bianco  solo 
sulle  esterne  (ad.).  Testa  nero-opaca,  con  margini  bruno-grigiastri;  tinta  grigio- 
bruno  delle  parti  superiori  con  margini  fulvo-rossicci;  guancie  e  gola  fulvo-ros- 
signe  (gipv.). 

Lunghezza  totale  0,'"335;  becco  0,m02.rK  ala  0,'"134;  coda  0,'n2O.">;  tarso  0,n,035. 

Abita  la  Spagna  ed  il  Portogallo,  ma  non  giunge  fino  a  Gibilterra. 


320  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Genere  GARRULUS,  Brissok. 

Becco  più  corto  della  testa,  tanto  alto  che  largo  alle  narici,  duro,  forte,  un 
po'  compresso,  diritto  alla  commessura,  acuto  sui  margini,  collo  spigolo  curvato 
verso  l'apice;  mandibola  superiore  debolmente  curvata  e  che  sorpassa  l'inferiore, 
entrambe  intaccate  presso  l'apice,  l'inferiore  curvata  all'in  su  dopo  la  gonide; 
narici  piuttosto  grandi,  basilari,  nascoste  da  penne  rigide  dirette  all'innanzi;  ali 
piuttosto  corte,  ma  come  dimensioni  più  lunghe  della  coda,  rotonde  ed  ottuse,  la 
la  remigante  primaria  corta  e  non  assottigliata,  4a,  5a  e  6il  subeguali,  una  di  esse 
la  più  lunga;  2e  moderatamente  lunghe  e  subeguali  alla  2'1  primaria;  tarsi  scu- 
dettati  sul  davanti,  lamellati  all'indietro,  assai  più  lunghi  del  dito  mediano  con 
unghia;  unghie  piuttosto  lunghe,  mediocremente  forti,  acute,  curvate  e  compresse. 

Piumaggio  abbastanza  molle  e  lungo,  talora  con  tinte  brillanti  :  penne  della 
cervice  lunghe  ed  erettili;  gola  in  alcune  specie  bianca,  in  altre  nera,  ciò  che 
serve  a  dividere  in  due  gruppi  le  forme  note;  sopracoda  di  solito  bianco  e  le 
cuopritrici  alari  a  fascie  nere,  bianche  e  blu  ;  sessi  simili  e  giovani  poco  differenti 
dagli  adulti. 

Si  conoscono  14  specie  che  abitano  la  Regione  Paleartica,  l'Etiopica  e  l'Indiana. 
Parecchie  di  queste  così  dette  specie  non  souo  che  forme  locali;  in  questo  lavoro, 
anzi,  parlo  delle  Ghiandaje  orientali  considerandole  tutte  sottospecie  del  G.  glan- 
darius  e  non  feci  ciò  a  caso,  ma  dopo  aver  esaminate  e  vedute  larghissime  serie 
colle  più  differenti  provenienze.  Frequentano  i  boschi  ed  i  luoghi  alberati  e  sono 
timidi  e  scaltri;  si  nutrono  d'insetti  e  di  frutti,  di  piccoli  uccelli,  specialmente 
di  quelli  da  nido,  e  bevono  le  uova  degli  stessi;  hanno  grido  rauco  e  forte;  il  loro 
nido  è  una  grossa  e  ruvida  costruzione;  le  uova  bianco-grigie  o  grigiastre,  con  mac- 
chie bruno-pallide. 

311.  Garrulus  glandarius  (Linnaei rs  .  Ghiandqja. 

[Tav.  XI,  tìg.  2,  o  Tav.  XLVIII,  tìg.   15]. 

Peline  della  fronte  e  della  cervice  nere,  marginate  di  bianco;  naca  e  dorso  vinati: 
gola  bianca. 

Testa  coperta  da  un  folto  ciuffo;  fronte  e  parte  anteriore  della  testa  bianche, 
lavate  di  vinato  sui  lati  delle  penne,  colla  parte  centrale  bianca;  penne  nasali 
bianco-rossigne;  resto  delle  parti  superiori  vinate,  più  vivaci  sulla  parte  posteriore 
del  collo  e  con  lucentezza  grigiastra  sulle  penne  occipitali,  tinte  di  cenerognolo- 
pallido  sul  dorso  e  sul  groppone,  colla  parte  più  bassa  di  questo,  il  sopracoda  ed 
sottocoda  bianchi;  guancie  nere,  formanti  un  mustacchio  distinto;  gola  bianca,  resto 
del  gastreo  bianco-vinato,  lavato  di  cenerognolo,  specialmente  sulla  linea  mediana; 
piccole  cuopritrici  delle  ali  grigio-chiare,  lavate  di  vinato  e  volgenti  al  castagno 
sulle  mediane;  ala  bastarda  e  le  cuopritrici  a  fascie  nere  e  blu  di  cobalto  a  gra- 
dazione chiara  e  scura,  le  grandi  cuopritrici  nere  colle  esterne  nerastre  dal  lato 
interno,  esternamente  a  fascie  come  le  le  cuopritrici;  remiganti  nere,  nel  vessillo 
esterne  bianco-grigie  ombreggiate  di  cobalto,  più  esteso  sulle  mediane  e  disposto 
qua  e  là  a  fascie,  2e  esterne  bianco-argentee,  ombreggiate  di  cobalto  per  più  di 


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321 


metà  del  vessillo  esterno,  questo  colore  è  disposto  a  fascie  sulli 

interno   delle  quali   sono  castagne  coll'apice  nero;  coda  nero-grigiastra  verso  La 

base  e  con  barre  indistinte  grigie  ili  cobalto    ad.).  Tinte  eguali,  ma  meno  vivaci 

(giov.). 

Lunghezza  totale  0,ra350;  becco  0,m028;  ala  0,   190;  coda  0,'  L60  ;  tarso  0,m045. 

Questa  specie  varia  assai  nelle  dimensioni  e  nell'intensità  del  colorito,  e  va 
soggetta  a  numerose  varietà  albine  ed  isabelline,  quelle  bianche  del  tutto  sono 
molto  rare;  mi  pare  che  i  soggetti  nordici  di  regola  abbiano  tinte  più  cupe  dei 
meridionali. 

Abita  l'Europa  sino  al  63°  lat.  in  Russia,  verso  sud  (in  Russia  si  trova  sino 
alla  vallata  del  Volga;  nell'Europa  sud-orientale  vivono  forme  affini,  talora  s'in- 
contra nel  governo  di  Perni  e  nei  limitrofi,  ove  si  frammischia  al  Q.g.  Brandii; 


Testa  'li  0,  glandarius, 
(tipo  ciliare),  circa  '/.,  gr.  nat. 


Testa  ili   0.  glandarius, 
(tipo  scuro i.  circa  ',    gr.  nat. 


manca  negli  Urali.  In  Italia  è  specie  sedentaria  ovunque,  anche  nelle  Isole; 
non  si  trova  a  Malta.  Nidifica  tra  marzo  e  giugno  ed  è  erratica  d'autunno  e  di 
primavera. 

Avendo  riunito  numerose  Ghiandaje  da  ogni  parte  d'Italia,  trovai  che  presen- 
tano due  tipi  diversi  nei  riguardi  della  tinta  della  testa,  forme  che  si  trovano 
egualmente  nelle  slesse  località. 

a)  Tipo  chiaro.  Tinte  della  testa  in  predominio  bianche.  Fronte  e  parte  an- 
teriore della  testa  di  un  bianco  leggermente  rossigno,  con  una  piccola  macchietta 
nera  nel  centro  delle  penne;  parte  alta  della  testa  con  una  macchietta  allungata 
nera  sul  centro  delle  penne  e  col  bordo  molto  esteso  bianco-rossigno ;  lati  della 
faccia  e  gola  biancastri  tendenti  al  bianco-puro;  mustacchio  un   po'  ristretto. 

b)  Tipo  scuro.  Tinte  della  testa  in  predominio  scure.  Fronte  e  cervice  con 
grandi  macchie  nere  sul  centro  delle  penne,  il  bordo  rimanente  ristretto  bianco 
cenerognolo,  tinto  di  vinato  sulla  cervice:  gola  e  lati  della  tàccia  bianco-cenero- 
gnoli; mustacchio  largo. 

311'/.  Garrulus  glandarius  Bramiti  (K\  r.i;s\i  \xn),  Ghiandaia  del  Brandt. 


Testa  di  un  rossiceio-vivo,  con  larghe  strù   nere;  nuca   rossiccio  eira  in   contrasto 
col  dorso  grigio;  gola  bianca,  /arata  ili  rossiccio. 

Simile  al  G.  glandarius;  testa  e  nuca  di  un  rossiccio  assai  più  vivace,  con  le 

penne  della  fronte  e  della  parte  anteriore  della  testa  nere  nel  centro;  penne  na 


Atlante  ornitologico. 


il 


322  ATLANTE    OKNITOLOG1CO 


sali  rossiccio-vive,  terminate  di  nero;  dorso  e  scapolari  grigio-cenerognole,  quelle 
tinte  di  fulviccio  sul  groppone. 

Lunghezza  totale  0,m350;  becco  0,,n030;  ala  0,m174;  coda  0,ml 57;  tarso  0,m039. 

Abita  gli  Urali,  verso  est,  attraverso  tutta  la  Siberia,  sino  alla  Cina  ed  al 
Giappone,  in  Europa  nei  distretti  addossati  agli  Urali  (governi  di  Perni,  Orenburgo, 
Jekaterinburgo,  Kasan,  Ufa,  etc).  Alcuni  degli  esemplari  Europei  di  tale  forma, 
trovati  nel  distretto  di  Perni  ed  in  altre  provincie,  si  presentano  con  tinte  meno 
brillanti  dell'asiatico  G.  g.  Brandii  e  furono  descritti  dal  Bogdanow  sotto  il  nome 
di  (1.  <iliiii(la ri iis  Severtxowi,  ma.  secondo  me,  non  sono  distinguibili  dai  veri  G.  g. 
Brandii  dell'Asia,  tanto  le  differenze  sono  piccole  ed  estese  solo  alla  regione 
lineale. 

311/'.  Garrulus  glandarius  Krinicki  (Kaleniczenko),  Ghiandaia  a  testa  nera. 

Cervice  nero  uni  forme;  luti  i/ella  faccia  e  del  collo  rimiti,  come  il  dorso. 

Simile  al  G.  glandarius;  taccia,  più  biancastra;  fronte  bianco-grigia,  con  una 
macchia  terminale  nerastra  su  ogni  penna;  cervice  e  nuca  nere,  formanti  un 
ciuffo  più  allungato;  mustacchio  più  stretto;  dorso  e  scapolari  leggermente  più 
grigiastri. 

Lunghezza  totale  0,'"410;  becco  0,'"030;  ala  0,m200;  coda  0,'"180;  tarso  0,m042. 

Abita  il  Caucaso  e  l'Asia  Minore,  la  Russia  meridionale,  la  Bulgaria,  la  Si- 
beria e  la  Turchia  e  qui  s'incontra  col  G.  glandarius. 

Nella  Siria  e  nella  Palestina  vive  una  forma  affine  il  G.  atricapillus,  Is.  Geoffr., 
ed  in  Algeria  il  G.  cervicalis,  Bp.,  forme  poco  differenti,  ma  ritenute  da  alcuni  Or- 
nitologi specificamente  distinte. 

311  e.  Garrulus  glandarius  hyrcanus  (Blanford),  Ghiandaia  persiana. 

Penne  della  fronte  e  della  cervice  nere  nel  centro  e  rimile  sul  mari/ine;  linea  e  ilorso 
rimiti;  gola  rinata. 

Simile  al  G.  glandarius;  penne  della  fronte  e  della  parte  anteriore  della  testa 
nere  nel  centro,  col  margine  fulviccio-rossigno  e  tinte  leggermente  di  cenerognolo; 
penne  nasali  isabelline,  terminate  di  nero;  parti  superiori  rossiccio-vinate;  mu- 
stacchio largo  e  più  rossiccio;  resto  del  gastreo,  compresa  la  gola,  di  un  rossiccio 
più  vivo;  ali  e  coda  eguali  a  <|uelle  del  G.  glandarius;  statura  più  piccola. 

Lunghezza  totale  0,m280;  becco  0,'"032;  ala  0,"' 164;  coda  0,m  130;  tarso  0,'"04(). 

Abita  la  Persia  verso  est  sino  al  Caucaso  ed  è  una  forma  molto  simile  al 
(J.  glandarius,  soltanto  un  po'  più  rossigna. 


Genere  PERISOREUS,  Bonaparte. 

Becco  piuttosto  corto  e  largo,  forte,  conico,  leggermente  intaccate  all'apice 
della  mandibola  superiore,  culmine  quasi  diritto  ed  appuntito  all'apice;  narici  ba- 
silari, coperte  da  penne  rigide,  setolose,  dirette  all'in nanzi  e  che  giungono  quasi 
alla  metà  del  becco;  ali  arrotondate,  corte  e  larghe,  la  V  remigante  primaria  più 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  323 


corta  delle  2*  interne,  la  2"  subeguale  ad  esse,  la  5  la  più  lunga;  coda  lunga  e 
leggermente  graduata;  tarso  lungo,  più  del  dito  mediano  con  unghia,  l'urte  e  scu- 
dettato  sul  (lavanti;  diti  moderati,  pollice  forte;  unghie  acute,  curvate,  piuttosto 
lunghe,  quella  del  pollice  subeguale  al  dito  stesso. 

Piumaggio  molle  e  disunito,  testa  fornita  di  un  cappuccio;  fondo  di  tinta  delle 
timoniere  grigio  o  rossiccio. 

Si  conoscono  quattro  specie  di  questo  genere  che  aiutano  le  foreste  di  coni- 
fere della  regione  Neaftica  settentrionale,  una  soltanto  quelle  della  Paleartica 
boreale;  sono  uccelli  molto  confidenti  e  che  qod  temono  la  presenza  dell'uomo; 
si  nutrono,  come  le  Gazze,  di  insetti  e  di  bacche  e  talora  >li  piccoli  mammiferi  e  di 
uccelletti;  la  vece  è  ranca  ed  aspra;  nidificano  assai  presto  nell'anno,  deponendo 
da  .">  a  ;")  uova  bianco-verdastre,  macchiate  di  grigio-porporino  e  di  bruno. 

312.  Perisoreus  infaustus  (Linnaeus),  Ghiandaia  di  Siberia. 

Cervice  e  nuca  coperte  di  un  cappuccio  bruno-scuro,  più  chiaro  sulla  fronte; 
penne  nasali  cenerino-fulviccie :  dorso  e  scapolari  grigio-cenerognole,  lavate  di 
bruno-rossiccio  verso  il  basso  dorso;  groppone  e  sopracoda  di  un  rossiccio  vivace; 
cuopritrici  e  remiganti  bruno-scure,  tinte  in  parte  esternamente  di  rossiccio-^  ivo;  ti- 
moniere rossiccio-vivaci,  coll'apice  grigio-cenerognolo,  le  due  centrali  grigio-cene- 
rognole per  intero;  lati  del  collo  e  gastreo  di  un  grigio-cenerino  più  chiaro;  addome, 
fianchi  e  sottocoda  castagno-rossicci  (ad.).  Più  opaco  di  tinte,  specialmente  nel 
colore  rossiccio  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,n,316;  becco  0,m019;  ala  o,m142;  coda  0,m140;  tarso  0,m035. 

Abita  le  regioni  settentrionali  d'Europa,  arrivando  accidentalmente  nel  nord 
della  Germania  ed,  attraverso  l'Asia  settentrionale,  giunge  sino  al  Pacifico. 


Genere  PYRRHOCORAX.  Vieillot  C1). 

Becco  sottile  e  stretto,  compresso,  più  o  meno  arcuato,  appuntito:  narici  si- 
tuate aU'ingiù  più  vicine  al  margine  inferiore  della  mandibola  che  al  superiore, 
basilari,  nascoste  da  penne  fitte  e  dense;  ali  graduate,  molto  lunghe  ed  appuntite, 
la  la  remigante  primaria  ben  più  corta  della  2a,  la  4a  la  massima,  le  prime  cinque 
intaccate  sul  margine  interno;  coda  (piasi  quadrata;  tarso  in  gran  parte  lamellato, 
più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia;  diti  scudettati,  il  posteriore  grande,  l'e- 
sterno unito  al  mediano  sino  alla  prima  giuntura;  unghie  forti  e  molto  curvate. 

Piumaggio  nero  a  ritiessi. 

Se  ne  conoscono  due  specie,  che  abitano  le  alte  montagne  del  Mondo  Antico  e  più 
raramente  le  scogliere  dell'Oceano.  Si  nutrono  d'insetti,  di  vermi  e  di  grani,  ma 
non  sono  del  tutto  onnivori;  gregari  a  tutte  le  epoche  dell'anno;  nidificano  negli 
spacchi  delle  roccie,  le  uova  da  3  a  6  sono  verdastre  o  bianco -candide,  con  mac 
chie  brune  o  grigio-porporine. 


l'i  Pyrrhocorax,  Vieillot  1816,  e  secondo  Brasilia  {liotr.  Ptii  .  Snjeta.  pag.  LO  dell'E,  1890)  il  Tunstall 

l'avrebbe  istituito  nel   1771. 


32  1  A 'l'I  Wll     ORNITOLOGICO 


a)  Becco  lungo  e  arcuato,  non  intaccato;  base  della  mandibola  inferiore  piumata; 
fili  <ululti  hanno  il  becco  ed  i  piedi  rossi  (gen.  Graculus,  Koch). 

313.  Pyrrhocorax  graculus  (Lennaeus),  Gfracchio  conti/ino. 
[  Fregilus  graculus    i  .   |. 

|  Tav.   XI.   fig.   3]. 

Intero  piumaggio  nero-lucido  a  riflessi  blu-violetti  e  tendenti  al  verde-carico 
sul  sottoroda,  sulle  grandi  cuopritrici,  sulle  remiganti  e  sulla  coda;  becco  e  piedi 
di  un  rosso-vermiglione  (ad.).  Nero-cupo  senza  riflessi;  becco  e  piedi  giallo-aran- 
ciati, o  brunastri  mentre  sono  nel  nido  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m420;  becco  0,m050:  ala0,m300;  coda0,m150;  tarso  0,m056. 
Questa  specie  varia  assai  di  statura,  specialmente  nelle  dimensioni  del  becco  (da 
0,m056  a  0,m044)  e  dei  tarsi  (da  0,m056  a  0,m053). 

Abita  le  montagne  dell'Europa  meridionale  e  della  centrale  sino  al  58°  lat. 
e  alcuni  distretti  delle  Isole  Britanniche,  specialmente  sulle  roccie  Oceaniche:  verso 
esl  sino  al  Caucaso  e  le  montagne  della  Persia  e  dell'Asia  centrale  fino  alla  Cina 
nord-orientale;  il  Gracchio  corallino  che  si  trova  nell'Imalaia  sarebbe  una  torma 
di  statura  più  elevata  (P.gracidus  himalajanus,  Gonidi;  vive  inoltre  nell'Asia  Minore, 
nell'Africa  settentrionale  e  nell'Abissinia.  In  Italia  è  specie  stazionaria  sulle  Alpi 
più  che  altro  del  Piemonte  e  sugli  Appennini,  nonché  in  Sicilia,  in  Sardegna  ed  in 
Corsica,  ma  sempre  sulle  più  alte  montagne.  Scende  in  basso  assai  di  rado  e  d'in- 
verno si  avvicina  talora  al  mare.  Nidifica  in  aprile  e  nel  maggio  ed  è  in  generale 
poco  abbondante. 

b)  Becco  corto,  intaccato  presso  l'apice,  base  della  mandibola  inferiore  nuda;  gli 
adulti  hanno  il  beerò  giallo  ed  i  -piedi  rossi  (gen.  PYRRHOCORAX,  Vieillol  . 

314.  Pyrrhocorax  pyrrhocorax    Livvuus  .  Gracchio. 

[Pyrrhocorax  alpinus,  Vikill.]. 
[Tav.   XI,   tifi,   i  e  Tav.   XI. Vili.   fig.    12]. 

Piumaggio  generale  nero-lucido  con  riflessi  verde-acciaio  o  verde-bottiglia,  più 
apparenti  sul  dorso,  sulle  ali  e  sulla  coda;  becco  giallo;  piedi  ressi  (ad.).  Mancano 
inflessi;  il  piumaggio  volge  qua  e  là  al  brunastro;  becco  nerastro,  gialliccio  alla 
base  della  mandibola  inferiore;  piedi  nerastri,  con  scarse  colorazioni  rossiccie  sulle 
articolazioni  (giov.). 

Lunghezza  totale  o.'"-110:  becco  0,m028;  ala  0,m280;  coda0,m180;  tarso  0/"04L 
La  femmina  è  un  po'  più  piccola. 

Abita  le  alte  montagne  dell'Europa  centrale  e  meridionale,  spingendosi  verso 
est  sino  all'Imalaia  ').  In  Italia  vive  sulle  alte  vette  delle  Alpi  e  degli  Appennini, 
non  più  al  sud  della  parte  t'entrale;  manca  in  Sardegna  ed  in  Sicilia,  ma  esiste 


(')  Il  Gracchio  dell'Asia  Minoro,  secondo  nlcuni  Autori,  sarebbe  distinto  dalla  l'orina  Europea, 
avrebbe  l>ecm  imi  grosso  e  piii  Iiiiijjo.  piedi  <■  coda  di  maggiori  dimensioni  e  dovrebbe  chiamarsi  P.  pyr- 
rhoconu  var.  digitata  (Hompr.  A.  Khrenli.i.  Si/iiib.  piti/*.  1828.  i.  inutile  aggiungere  die  tali  caratteri 
hanno  poro  valore,  essendo  i  Gracchi  molto  variabili  nello  dimensioni  individuali. 


\n.A\ih   ornii ìico  325 


in  Corsica  (Whitehead).  Nidifica  in  aprile  e  nel  maggio.  È  molto  più  abbondante 
della  specie  precedente  della  quale  scende  più  facilmente  in  pianura  d'inverno, 
perù  semine  irregolarmente. 


Ordine  COLUMBAE  -  Colombi. 


Becco  coperto  nella  porzione  basilare  da  una  membrana  molle,  allargato  al- 
l'apice, ristretto  nel  mezzo;  narici  laterali,  aperte  nella  prima  metà  del  becco 
sulla  membrana  molle  e  coperte  da  una  vòlta  cartilaginea;  ali  acute,  di  varia 
lunghezza;  coda  di  varia  t'orma:  gambe  piumate:  tarsi  corti,  grossi,  più  o  meno 
coperti  di  penne;  diti  quattro,  tutti  allo  stesso  livello,  tre  anteriori  liberi,  il  quarto 
posteriore  piccolo  e  rivolto  all'indietro;  unghie  mediocri,  ottuse. 

Quest'ordine  comprende  circa  500  specie  sparse  su  tutto  il  Mondo;  fu  diviso 
in  due  grandi  sottordini  Columbae  e  Didi,  questi  avevano  ali  inette  al  volo,  erano 
uccelli  di  grande  statura  e  vivevano  confinati  alle  isole  Mascarene  (Maurizio,  Ro- 
driguez  e  Riunione),  però  sono  attualmente  estinti  e  non  esistono  nei  Musei  che 
avanzi  ossei  o  riproduzioni,  e  disegni. 


Famiglia  COLUMBIDAE,   Cohmbidi. 

Becco  piuttosto  corto,  diritto  alla  base,  compresso,  coll'apiee  leggermente  ri- 
curvo, coperto  alla  base  della  mandibola  superiore  da  una  membrana  molle,  sulla 
quale  si  aprono  le  narici:  ali  lunghe,  torti,  2°  remigante  primaria  la  più   lunga. 

la  la  molto  più  lunga  della  ('>';  coda  leggermente  arrol lata,  di  L2  penne;  tarsi 

corti,  di  solito  meno  lunghi  del  dito  mediano,  scudettati  anteriormente,  piumati 
nella  parte  superiore  per  una  piccola  estensione,  che  può  giungere  però  sino  ai  due 
terzi  di  lunghezza. 

Il  piumaggio  è  quasi  eguale  nei  due  sessi;  essi  mostrano  tinte  metalliche  a 
riflessi  sul  collo,  le  quali  mancano  nei  giovani;  mutano  due  volte  all'anno,  di  pri- 
mavera e  d'autunno;  sono  monogami  ed  assai  amorosi  dei  piccoli,  che  vengono 
curati  tanto  dal  padre  che  dalla  madri',  al  loro  affetto  ed  alla  loro  tenerezza,  così 
nota,  fa  strano  contrasto  la  irascibilità  e  le  frequenti  lotte  a  cui  si  abbandonano. 
I  pulcini  nascono  inetti,  coperti  di  piumino  giallo  e  completamente  ciechi  e  sono 
nutriti  Con  una  secrezione  lattiginosa  unita  a  cibo  macerato,  che  i  genitori  riget- 
tano dall'esofago  e  che  danno  ai  piccini  introducendo  il  becco  nella  loro  bocca,  questo 
è  il  cosi  detto  «  latte  dei   Piccioni  ».  che  è  secreto  dall'ingluvie  simmetrico. 

Poche  specie  abitano  l'Europa,  mentre  invece  le  isole  dell'Arcipelago  Malese 
e  l'America  ne  sono  abbondantemente   fornite;  frequentano   i   distretti  boscosi    e 


:V2('i  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


rocciosi,  come  le  pianure  e  le  caverne:  collocano  il  nido  sugli  alberi,  sulle  roccie 
od  anche  a  terra,  esso  è  sempre  una  struttura  rozza  e  semplice,  composta  di  stecchi, 
depositano  due  uova  bianche,  o  talora  uno  soltanto. 


Genere  COLUMBA,  Linnaeis. 

Tarso  scudettato  sul  davanti,  reticolato  nella  parte  posteriore,  coperto  di  penne 
su  di  un  piccolo  spazio  della  porzione  superiore,  non  eccedente  la  metà  dell'esten- 
sione totale.  Color  dominante  nelle  specie  europee  cenerino-piombato;  piedi  rossi. 

Si  conoscono  circa  60  specie  di  Columbae,  sparse  su  tutto  il  Mondo. 

315.  Columba  livia,  Bonnaterke,  Piccione  selvatico. 

Colorito  generale  cenerito-piombato-cupo;  groppone  bianco;  collo,  gola  e  petto 
di  un  cenerino  cangiante  in  verde  e  in  porporino-metallico;  due  fascie  nere  attra- 
verso le  ali;  coda  cenerina,  coli' apice  nero;  ascellari  e  cuopritrici  inferiori  delle  ali 
bianche  (mas.  ad.).  La  femmina  ad.  è  di  colore  più  opaco  ed  i  giovani  non  presen- 
tano le   tinte  metalliche. 

Lunghezza  totale  0,m340;  becco  0,v"020;  ala0,m225;  codaO,m125;  tarso  0,m029; 
la  femmina  è  di  statura  minore. 

Abita  la  regione  Paleartica  occidentale,  si  trova  fino  all'Afganistan  ed  all'India. 
In  Italia  è  specie  stazionaria  in  Sicilia,  in  Sardegna,  nelle  isole  del  Mediterraneo 
e  lungo  la  costa  mediterranea  dell'Italia  centrale  e  meridionale;  è  dubbia  la  sua 
migrazione  nel  Veneto,  ma  è  stazionaria  e  comune  lungo  le  sponde  alte  e  roc- 
ciose del  Natisone  e  sembra  essere  invernale  nel  Veronese. 

Questa  specie  è  il  capostipite  di  tutte  le  forme  domestiche  e  delle  semido- 
mestiche, note  queste  sotto  il  nome  di  «  Piccioni  torrajoli»,  essi  talora  sono  quasi 
indistinguibili  dai  Piccioni  selvatici,  tal'  altra  offrono  il  groppone  grigio  ed  allora 
furono  chiamati  C.  turricola,  Bp.,  nome  che  va  posto  tra  i  sinonimi  della  C.  li  ria; 
quando  i  Piccioni  torrajoli  hanno  lo  stesso  abito  del  Piccione  selvatico  si  distin- 
guono sempre  alla  statura  decisamente  minore.  Nidifica  nelle  buche  delle  ca- 
verne o  nelle  vecchie  torri. 

316.  Columba  oenas,  Linnaeis,  Colombella. 

[Tav.   XXVII.   fig.   3]. 

Distinta  dalla  C.  livia  pei  seguenti  caratteri:  statura  maggiore;  mantello  di 
un  grigio  più  cupo;  groppone  cenerino;  verde-metallico  sulla  gola  mancante;  petto 
rosso-ametistino,  senza  riflessi  metallici;  ali  con  tre  serie  di  macchie  nere  di  varia 
grandezza,  che  non  (anno no  bande  regolari;  fascia  apicale  scura  della  coda  più 
larga;  ascellari  e  cuopritrici  inferiori  delle  ali  cenerine  (mas.  ad.).  La  femmina  è 
più  piccola  e  di  tinte  più  opache.  I  giovani  non  hanno  tinte  metalliche  sul  collo 
e  le  macchie  sulle  ali  sono  appena  distinte. 

Lunghezza  totale  O/'oGO;  becco  0,'"020;  ala  0,'"220;  coda  0,m125;  tarso  0,'"027. 


vi  i  \\  1 1    okm (CO  327 


Come  il  precedente,  abitala  Regione  Paleartica  occidentale,  verso  oriente  fino 
al  Turchestan  ed  al  golfo  Persiano.  In  Italia  è  comune  quale  uccello  invernale  e 
di  passo,  più  che  altro  durante  quello  autunnale,  nidifica  in  Sardegna,  in  Liguria, 
nel  Veneto  ed  in  altre  Provincie,  però  in  numero  ristretto  di  coppie. 

317.  Columba  palumbus,  Lixnaki  s,  Colombaccio. 

[Tav.   XXVII,  Bg.  2  |. 

Parti  superiori  cenerino-bluastre,  tinte  di  brunastro  sul  dorso:  basso  collo  e 
davanti  del  petto  vinati;  lati  del  collo  di  un  verde-splendente,  con  due  spaxi  a  macchie 
bianche;  una  fascia  longitudinale  bianca  sulla  parte  esterna  dell'ala,  formata  dalle 
cuopritrici  alari  esterne  (mas.  ad.).  Più  cupa  e  più  piccola  (fé unii.  ad.).  Mancano 
le  macchie  bianche  sui  lati  del  collo  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"450;  becco  0,n,024;  ala  0,m230;  coda  0,'"  160;  tarso  0,m030. 

Abita  la  Regione  Paleartica  occidentale,  fino  al  Golfo  Persico  ed  il  Nord  del- 
l'Africa fino  alle  Canarie  e  biaderà,  ove  troviamo  le  specie  affini  C.  tinnì-.,  lleinek. 
C.  la  uri  nini,  W.  B.,  C.  Bollei,  Godm.  È  specie  sedentaria  nell'Italia  meridionale, 
in  Sardegna  ed  in  Sicilia,  di  passo  ed  estiva  nel  resto.  È  comune  e  nidifica  ovunque, 
anche  nei  parchi  e  nei  giardini  delle  grandi  città. 

Anche  il  Piccione  migratore  (Ectopistes  migratorius  (Linnaeus))  venne  colto 
varie  volte  in  Europa,  cioè  in  Inghilterra,  in  Francia,  etc,  ma  sembra  si  trat- 
tasse di  soggetti  fuggiti  di  schiavitù.  Abita  l'America  nord-orientale. 


Genere  TURTUR,  Selby. 

Becco  diritto,  sottile,  coll'apice  della  mandibola  inferiore  debolmente  curvato, 
e  colla  base  della  stessa  coperta  di  due  rigonfiature  molli  e  nude,  situate  sopra 
le  narici;  circolo  oftalmico  nudo;  ali  alquanto  lunghe  e  appuntite,  la  2a  remigante 
primaria  più  lunga  di  tutte,  la  la  un  po'  più  corta  della  2a;  coda  rotonda  o  qua- 
drata, composta  di  12  penne  abbastanza  lunghe;  tarso  piuttosto  forte,  alquanto 
più  eorto  del  dito  mediano;  dito  interno  più  lungo  dell'esterno. 

Tinte  prevalenti  brune,  assenza  totale  di  colorazioni  metalliche;  collo  di  solito 
fornito  di  un  collare  nero  o  con  macchie,  e  colle  penne  rilevate,  come  a  scaglia. 

Questo  genere  comprende  circa  30  specie,  sparse  nelle  Regioni  Paleartica, 
Etiopica  ed  Indiana;  esse  non  differiscono  nelle  abitudini  dai  Colombi  propria- 
mente detti,  e,  come  quelli,  depongono  uova  bianche. 

318.  Turtur  turtur  (Linnaeus),  Tu  rioni. 
|  Turtur  auritus,  Ray.,  T.  communis,  Sklby,  T.  tenera  (C.  L.  Bbehm),  T.  vulgaris,  Eyton]. 

[Tav.  XXVII,   flg.   1  |. 

Testa  cenerino-brunastro-viuata;  dorso  nocciola;  scapolari  nocciola,  nere  nel 
centro  delle  penne;  petto  carminio-vinato;  sui  lati  del  collo  quattro  bande  oblique, 
formate  da  quattro  file  di  penne  nere,  marginate  di  bianco;  addome  bianco;  timo- 
niere grigio-nerastre,  terminate  di  bianco,  colle  due  centrali  per  intero  di  un  bruno- 


328  ATI. avi  I.    <  IRNITOLOGK  •  i 


uniforme  (mas.  ad.).  Più  piccola  e  più  pallida  femm.  ad.).  Mancano  le  bande  bianche 
e  nere  sui  lati  del  collo:  colorito  gerierale  delle  parti  superiori  eenerognolo-bian- 
castro   giov. . 

Lunghezza  rotalo  0,m300;  becco  0,m016;  ala  0,m176;  coda  0,'"110;  tarso  0,m020. 

Abita  la  Regione  Paleartica  orientalo,  e  d'inverno  l'Africa  fino  all'Abissinia  e 
l'Asia  lino  alla  Persia  e  a  Iarkand.  È  specie  estiva  e  comune  in  Italia,  nidifica 
ovunque,  arrivando  in  aprile  e  ripartendo  in  settembre.  In  alcune  provincie  il  passo 
autunnale  è  meno  abbondante. 

319.  Turtur  orientalis  (Lathami,  Tortora  orientale. 

Simile  al  '/'.  turtur,  ma  i  margini  delle  penne  sui  lati  del  collo  sono  grigio- 
bluastri,  e  della  stessa  tinta  e  non  bianche  sono  le  cuopritrici  inferiori  delle  ali 
e  la  fascia  apicale  della  coda;  addome  vinato,  come  il  petto;  statura  maggiore. 

Lunghezza  totale  0,m330;  becco  0,m015;  ala  0,m180;  coda  0,m130;  tarso  0,'"025. 

Abita  l'Imalaia  orientale  tino  all'India  centrale,  la  Cina,  il  Giappone,  la  Man- 
ciuria  e  la  Siberia  meridionale.  Accidentale  in  Europa  (Inghilterra'.  Non  venne 
finora  mai  trovata   in   Italia. 

320.  Turtur  douraca,  Hodgson,  Tortora  dal  collare. 

[Turtur  risorius,  Auot.  nec  L.  ]. 

Testa,  collo  e  petto  grigio-vinati;  sulla  parte  posteriore  del  collo  un  largo 
collare  nero,  parzialmente  marginato  di  bianco;  dorso  e  scapolari  di  un  bruno- 
pallido;  parte  bassa  del  petto  ed  addome  grigi,  comprese  le  cuopritrici  inferiori 
della  coda  (ad.). 

Lunghezza  totale  0,'"300;  becco  0,'"040;  ala  0,'"175;  coda  0,'"  126;  tarso  0,'"023. 

Abita  la  Palestina  e  l'Asia  meridionale,  sino  alla  Cina  ed  al  Giappone;  si  trova 
anche  nelle  regioni  sud-orientali  d'Europa,  la  località  più  occidentale,  ove  si  in- 
contra, sarebbe  Mostar  nell'Erzegovina  (*),  ove  la  vidi  comune.  È  accidentale  e 
molto  rara  in  Italia,  se  ne  conosce  una  sola  cattura  avvenuta  nel  Modenese  e 
l'esemplare  è  conservato  nel  R.  Museo  di  Firenze;  questa  comparsa  fu  annunciata 
dal  Doderlein,  ma  il  Salvadori  non  ammette  la  Tortora  dal  collare  tra  le  specie 
italiane,  dubitando  trattarsi  di  un  individuo  fuggito  di  schiavitù. 

321.  Turtur  senegalensis    Linnaeus),  Tortora  egiziana. 

Testa,  collo  e  petto  di  un  vinato-vivace,  che  diviene  bianco  sull'addome  e  sulle 
cuopritrici  inferiori  della  coda:  un  largo  collare  sul  davanti  e  sui  lati  del  collo, 
formato   di    penne   nere  terminate  di  rugginoso;  dorso  e  scapolari  di  un  vinato- 


Keiser  (Ornis   Balcanica,   II,   pag.    L42,    1  su  li  riferisce  la  Tortora  dal  collare  in  parola  al  T.  ri- 
sorius decaooto,  Friv.  si  adopera  il  nome  ili   r.  douraca,  anziché  quello  di  T.  risorius  (L.)  che  pure  avrebbe 
perchè  non  «i  *;,  precisamente  a  quale  b] io  ili  Tortora   dal  collare  sia  il   licito  Dome  ap- 
plicabile. 


1.  Fischione  (o*  ad.-).    2.  Fischione  ($).    8.  Mestolone  (a"  ad.).    4.  Mestolone  (9)-    5.  Fistione  turco  (e?  ad.). 
6.  Fistione  turco  (  J  ).    7.  Moriglione  (g*  ad.).    8.  Moriglione  (  J  ).    9.  Moriglione  (giov.).    10.  Moretta  tabaccata 

(c?  ad.).     11.  Moretta  tabaccata  ($). 


(lirico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


sii   \\i  I     ORNI MUCO  329 


rugginoso;  groppone  cenerino  ardesia  bluastro  [mas.  ad. .  La  femmina  è  più  piccola 
e  più  scura  di  colorito. 

Lunghezza  totale  0,m278;  becco  0,'"o  14:  ala0,m139;  coda  0,m121;  tarso  0,ro020. 

Abita  l'intera  Airi. -a,  Le  Canarie,  La  Palestina  e  Socotra.  In  Europa  fu  trovata 
in  Turchia  e  nella  Grecia;  ma  la  sua  comparsa  in  [spagna  e  nel  Portogallo  non 
venne  confermata. 

322.  Turtur  cambayensis  («imelin),  Tortora  indiana. 

Come  la  precedente  specie;  parti  superiori  non  rugginose,  ma  di  un  bruno 
di  terra  sbiadito;  groppone  della  stessa  tinta  e  solo  più  o  meno  bluastro  sui  lati. 

Dimensioni  come  il  T.  senegah  nsis. 

Questa  specie  è  propria  dell'Asia  .Minore  e  centrale  e  dell'India.  Fu  trovata 
nella  Grecia  ed  in  Turchia.  Ora  è  assodato  che  tanto  questa  che  il  T.  senegalensis 
si  trovano  attorno  al  Bosforo,  ove  sembrano  essere  abbondanti:  ma  pochi  anni  or 
sono  ciò  non  era  noto,  confondendosi  gl'individui  del  T.  cambayensis  con  quelli  del- 
L'affine  T.  senegalensis. 

Ho  accennato  alle  varie  Tortore  Europee  assegnando  a  tutte  rango  specifico. 
e  ciò  seguendo  gli  Autori  più  accreditati,  alcune  però  sono  cosi  simili  Inter  se  che 
meriterebbero  ili  essere  considerate  se»tplice»/eide  quali  sottospecie. 


Ordine  GALLINAE  -  Gallinacei. 


Becco  corto  e  grosso,  convesso  ed  ottuso,  arcuato  sul  culmine,  e  colla  man- 
dibola superiore  che  nasconde  l'inferiore;  testa  talora  nuda  ed  ornata  di  caruncole 
o  con  porri  dei  più  brillanti  colori;  narici  coperte  da  una  lamina  subcartilaginea, 
arcuata,  nuda  o  piumata;  ali  corte,  forti,  adatte  ad  un  volo  rapido,  ma  non  con- 
tinuato; coda  di  varia  forma,  talora  mancante,  tal'altra  enormemente  sviluppata, 
di  solito  con  più  di  12  penne;  gambe  forti  e  robuste;  tarsi  spesso  piumati,  talora 
anche  i  piedi,  che  di  solito  sono  nudi,  scudettati  e  reticolati  e  spesso  forniti  di 
sproni  di  sostanza  cornea;  piedi  con  tre  dita  soltanto  o  col  posteriore  presente  e 
di  varia  grandezza  e  positura. 

Questo  ordine  molto  numeroso  è  cosmopolita,  ma  la  gran  parte  dei  suoi  gruppi 
ha  aree  di  distribuzione  affatto  stabilite;  per  le  razze  di  polli  domestici  e  per  i  prin- 
cipali tipi  di  selvaggina  alcuni  offrono  un  grande  interesse,  altri  come  i  fagiani,  pre- 
sentano piumaggi  di  eccezionale  bellezza,  infine  per  le  loro  uova  e  la  carne  molto 
saporita  sono  assai  importanti  pell'economia  domestica.  Vivono  di  solito  in  pic- 
cole truppe  e  di  consueto  hanno  abitudini  terrestri,  prediligono  le  foreste,  le  mon- 
tagne nude  e  rocciose,  i  campi  fertili  e  coltivati  o  quelli  brulli  e  sabbiosi;  taluni 
gruppi  hanno  abitudini  migratorie.  Vario  è  il  loro  regime  alimentare  e  si  nutrono 
di  bacche,  di  grano,  di  semi,  di  erbe  e  d'insetti.  Una  parte  di  essi  sono  poligami 

Atlanti:  ornitologico.  4_» 


330  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


e  presentano  grandi  differenze  nei  sessi,  altri  sono  monogami  ed  in  questi  i  sessi 
sono  uguali  o  quasi:  depongono  di  solito  numerose  uova  in  un  nido  rozzo  o  sem- 
plicemente in  una  buca  nel  terreno;  strano  è  il  fatto  offerto  dai  Megapodi,  forme 
Australiane,  che  usano  per  l' incubazione  delle  uova  il  calore  svolto  da  enormi 
mucchi  di  avanzi  vegetali  da  essi  riuniti.  I  giovani  nascono  coperti  di  piumino 
e  precoci,  quindi  atti  a  correre  ed  a  procacciarsi  il  cibo  in  poche  ore  e  volano 
in  breve  tempo;  essi  prima  della  muta  autunnale  dei  genitori  cambiano  le  penne 
delle  ali  tre  o  quattro  volte,  e  le  nuove  assunte  sono  sempre  leggermente  più 
grandi  delle  vecchie,  che  perdono.  La  muta  autunnale  è  la  sola  completa;  alcuni, 
come  le  Pernici,  hanno  parziali  mute  primaverili  nelle  penne  della  testa  e  del 
collo,  e  così  anche  il  Fagiano  di  monte  (Meves),  mentre  la  Pernice  bianca  sembra 
avere  perfino  quattro  mute  incomplete  sulle  piccole  penne  (Macgillivray). 


Famiglia  PTEROCLIDAE,   Pteroclidi. 

Becco  discretamente  forte;  narici  laterali,  di  solito  in  parie  coperte  di  piume 
ed  in  parte  da  una  membrana;  ali  lunghe  ed  appuntite;  coda  appuntita,  spesso 
colle  due  penne  centrali  molto  allungate;  tarso  corto  e  piumato;  piedi  con  tic- 
diti  soltanto  o  col  posteriore  rudimentale;  diti  di  solito  piumati. 

Questa  famiglia  consta  di  tre  generi  con  diciassette  specie,  che  abitano  l'A- 
frica, l'Asia  e  l'Europa  meridionale;  hanno  abitudini  migratorie,  e  frequentano  le 
steppe  e  le  pianure  deserte.  Volano  celeremente;  depongono  in  una  depressione 
sul  nudo  terreno  tre  uova  macchiate,  ed  egualmente  rotonde  su  ambedue  le 
estremità. 


Genere  SYRRHAPTES,  Illiger. 

Becco  molto  piccolo;  narici  nascoste  dalle  penne  frontali;  ali  molto  lunghe, 
colla  la  remigante  primaria  assai  sopravanzantc  ed  appuntita;  coda  di  sedici 
penne,  curvata,  colle  due  penne  centrali  allungate  e  ristrette;  gambe  corte,  dito 
posteriore  mancante;  tarso  e  diti  piumati  fino  all'unghie  e  riuniti  da  una  mem- 
brana  estesa  quasi  fino  alle  stesse,  faccia  inferiore  dei  diti  rugosa;  unghie  forti, 
curvate  ed  ottuse. 

Due  specie,  una  delle  quali  giunge  talora  in  Europa. 

323.  Syrrhaptes  paradoxus  (Pallas),  Sirratte. 

[Tav.   XXVII,   Bg.   8  r  Tav.   I.,   fig.    12]. 

Testa  di  un  giallo-dorato-opaco;  mento  biancastro;  fronte  e  gola  giallognole;  dorso 
e  groppone  nocciola,  fasciato  di  nero:  remiganti  e  le  din-  Lunghe  timoniere  grigio- 
bluastre;  collo  e  petto  di  un  fulvo-grigio  attraversato  da  un  collaretto  di  penne  bian- 
che, clic  hanno  una  lascia  subapicale  nera;  addome  attraversato  da  una  larga  banda 
nera;  penne  del  basso  addome,  dei  piedi  e  dei  diti  bianco  sudicie  (mas.  ad.).  Testa, 


Mi  \M1     0RNI1 GII  0  '::;1 


lati  del  collo  e  parti  superiori  striate  e  macchiate  'li  nero;  parte  alta  della  gola 
[imitata  da  una  fascia  nera;  timoniere  centrali  più  corte  (femm.  ad.).  Simile  alla 

femmina;  le  macchie  sulle  parti  superiori  bri -nerastre  irregolari;  apice  filiforme 

della   I'  remigante  primaria  e  le  duo  timoniere  centrali   poco  sviluppate    giov.). 


~:'C> 


J 


Testa  Piede 

ili  Stjrrhaptei  paradoxiis,  ili   Syrrhaptes  paradoxus, 

circa        gr.  uat.  circa  '  ,  gr.  aat. 

Questi)  specie  si  d ist inaile  facilmente  in  ogni  età  pelle  dita  piumate  fino  alle 
unghie,  pella  suola  dei  piedi  callosa,  pelle  due  timoniere  mediane  che  sorpassano 
di  o.'"l.".o  le  Laterali  nei  maschi  e  di  0,m060  nelle  femmine. 

Lunghezza  totale  0/  :;40;  becco  0,'"010:  ala  0,m260:  coda  0,m165;  tarso  0,'"021. 

Abita  le  regioni  situate  tra  Le  steppe  dei  Kirghisi  e  l'Asia  centrale,  la  Mon- 
golia e  la  Cina.  Arriva  accidentalmente  in  Europa  durante  straordinarie  emi- 
grazioni ed  in  talune  regioni  (Isole  Britanniche,  Germania,  etc.)  passò  l'estate, 
nidificandovi.  In  Italia  è  pure  uccello  accidentale,  comparve  anzitutto  durante  le 
apparizioni  del  1863  e  del  1864  e  furono  in  allora  uccisi  dodici  individui,  poi  uno 
isolato  nel  1871.  due  nel  1876  e  finalmente,  durante  quelle  eccezionali  del  1888 
e  1889,  secondo  Le  notizie  diligentemente  raccolte  dal  Conte  Salvadori,  circa  cen- 
tocinquanta soggetti  furono  veduti,  dei  quali  ventisette  vennero  conservati;  essi 
furono  colti  in  gnin  parte  nell'Italia  settentrionale  e  verso  sud  fino  a  Roma; 
sembra  abbiano  nidificato  presso  Padova,  e  questo  sarebbe  in  Europa  il  luogo  più 
meridionale  di  riproduzione,  fino  ad  ora,  accertato  pel  Sirratte.  Si  vuole  che  il 
movente  di  tali  incursioni,  che  furono  abbondantissime  in  molti  paesi  d'Europa, 
sia  dovuto  ad  eccessiva  sovrabbondanza  della  specie  nel  paese  natio. 


Genere  PTEROCLES.  Temmim  k. 

Becco  piuttosto  corto;  narici  basilari  chiusi'  in  parte  da  una  membrana,  che 
è  parzialmente  nascosta  da  penne:  ali  assai  Lunghe,  eolia  r  remigante  primaria 
la  massima;  coda  cuneata  di  sedici  penne;  gambo  corto;  tarsi  forti,  piumati  solo 
sul  davanti;  diti  nudi,  i  tre  anteriori  riuniti  alla  base  da  una  membrana  col  po- 
steriore rudimentale,  ma  presente;  unghie  corte,  forti  e  piuttosto  ottuse. 

Si  conoscono  circa  quindici  specie  appartenenti  a  questo  genere,  che  hanno 
le  abitudini  della  famiglia,  esse  sono  sparse  nell'Africa,  nell'Asia  meridionale  e 
centrale  e  nell'Europa  meridionale. 

a)  Specie  nelle  quali  le  due  timoniere  centrali  sono  allungate  e  foggiate  u  filamento, 

r  che  (elidami  'più  a  ninni  Ir  laterali. 


332  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


324.  Pterocles  alchata  setarius  (')  (Temmncki,  annullile  mediterranea. 

[  Pterocles  alchata,  Bp.  &   Ami   [tal.  [nec  L.),   Grandule"]. 

Testa  e  collo  di  un  grigio-gialliccio,  rossiccio  sui  lati;  resto  delle  parti  superiori 
giallo-bruno,  con  fascie  nere  e  macchie  giallo-dorate  sul  dorso;  gola  ed  una  stria 
dietro  l'occhio  nere;  petto  fulvo-castagno,  separato  dal  collo  giallo  e  dall'addome 
Inalici)  da  due  strette  fascie  nere;  fascia  subapicale  delle  remiganti  2f  intinte  e  cuo- 
pritrici mediane  castagne  e  fulve;  le   due  timoniere   centrali   allungate   e  ridotte  a 

o  filamento  {mas.  ad.).  Numerose  fascie  nere  sulle  parti  superiori;  gola  bianca, 
limitata  da  un  follare  nero:  fascia  nera  marginale  /lille  remiganti  '-  interne  e  delle 
cuopritrici  mediane  separata  dalla  parte  bianca  da  una  larga  fascia  fulva  (femm.ad.). 
Parti  superiori,  collo  e  petto  gialli,  con  numerose  fascie  nere;  addome  bianco  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"3ò0;  becco  0,'"01f>;  ala  0,'"215;  coda  0,"'  160;  tarso  0,m028. 

Abita  le  contrade  circummediterranee,  estendendosi  verso  oriente  fino  a  Cipro. 
In  Italia  è  specie  accidentale,  trovata  nell'Emilia,  in  Liguria,  in  Toscana,  nel  Na- 
poletano, a  Malta  e  forse  in  Sicilia.  Questa  specie  fu  divisa  dalla  vera  P.  alchata 
Linnaeus)  nel  1880  da  Bogdanow  e  nel  1883  da  Seebohm,  è  più  brillante  di  tinta 
e  la  fascia  subapicale  delle  cuopritrici  è  fulva,  mentre  è  bianca  nella  vera  P.  alchata, 
che  ha  inoltre  il  petto  rossiccio-pallido.  Nei  cataloghi  italiani  troviamo  sempre  il 
vecchio  nome  di  P.  alchata.  Questa  è  affatto  una  specie  asiatica,  ma  sembra  giun- 
gere accidentalmente  nel  Caucaso  dalle  steppe  del  Turchestan,  che  pare  essere 
il  limite  più  occidentale  delle  sue  nidificazioni. 

bi  Specie  nelle  i/unli  le  due  timoniere  centrali  non  sono  allungate,  in  a  filamento 
e  sorpassami  le  laterali  solo  di  poco. 

325.  Pterocles  arenarius  (Pallas),  Gamia. 

Testa  cenerina;  parti  superiori  cenerine,  rossiccie  verso  la  base  delle  penne, 
giallo-ocra  all'apice;  mento  e  gola  castagni,  limitata  questa  da  una  macchia  trian- 
golare nera,  il  castagno  si  estende  sui  lati  del  collo  «  termina  in  aranciato  sulla 
nuca:  petto  cenerino-isabella,  tagliato  a  metà  da  una  banda  nera;  addome  nero 
{mas.  ad.).  Parti  superiori  grigio-rossigne,  con  tratti  e  macchie  nere  ondulate;  gola 
bianco-gialla,  termi  unta  ila  una  /muda  nera;  penne  del  petto  fulvo-pallide,  con  una 
macchia  subapicale  nera;  addome  nero  (femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,'"340;  becco  0,'"016;  ali  0,m225;  coda  0,"' 123;  tarso  0,m032. 

Abita  le  contrade  circummediterranee  lino  al  Sahara  ed  all'Asia  centrale. 
In  Italia  è  specie  finora  mai  comparsa,  giacché  l'esemplare  unico  sul  quale  fu  am- 
messa, ch'era  quello  della  Collezione  Benoit,  era  stato  acquistato  a  Parigi;  anche 
il  <  ; i iaIìoIì  ed  il  Salvadori  l'escludono  dai  loro  elenchi  ('i;  è  comune  nella  Spagna, 
nel  Portogallo  e  nel  Caucaso  ed  accidentale  nelle  altre  parti  meridionali  d'Europa. 


(')  Bonasa  pyrenaica,  Brisson,  Orti.  I,  p.  195,  pi.  XIX  (1760).  I'h-nielc*  pi/miiiii-us,  Seebolnu,  Ibis, 
1883,  p.  26. 

i  i  Nel  E.  Muscu  (li  Firenze  esistono  due  esemplari  di  questa  specie  colla  scritta  2  e  6  dicembre  1896, 
Greto  dol   Vari),   .Nizza    \Cul.). 


\  11   IMI     ORNITOLOGI!  0  :;:;:; 


Il  Frivaldskj  ricorda  un  individuo  di  Pterocles  exustus,  Temm.  comparso 
nel  1863  uel  Comitato  Sproner  Ungheria),  durante  la  prima  grande  immigra 
/.ione  dei  Sirratti  in  Europa.  Questo  soggetto  venne  catturato  da]  signor  Aug. 
Eug.  Eannibal  a  Szauy  ed  è  conservato  nella  Collezione  del  signor  Edmondo  von 
Buszthj  uel  Castello  di  Leka,  Comitato  di  Eisenburg  (Ungheria).  Questa  specie 
abita  l'Africa  settentrionale,  orientale  ed  occidentale  e  l'Asia  sud-occidentale, 
estendendosi  verso  ovest  sino  ai  Senegal,  verso  oriente  in  gran  parte  dell'India, 
verso  -mi  sino  al  fiume  Pangani  (Africa  orientale),  verso  nord  sino  alla  Pale- 
stina ed  all'Asia  centrale.  11  suo  colorito  generale  è  di  un  rossiccio-isabellino 
immacolato  nel  maschio,  con  macchie  nella  femmina);  l'addome  è  di  un  bruno 
cioccolatta;  la  pan.-  alta  del  petto  è  attraversata  da  una  t'ascia  nerastra:  lo 
vicl.i  della  prima  remigante  primaria  è  bruno. 


Famiglia   PHASIANIDAE,   Fagianidi. 

Becco  robusto,  arcuato;  narici  in  parte  coperte  da  una  membrana,  e  mai  da 
pimii;  ali  piccole,  rotonde;  coda  di  t'orma  e  lunghezza  varia;  tarsi  muli  in  parte 
o  per  intero  e  spesso  muniti  di  sproni:  diti  sempre  nudi,  mai  pettinati  sui  lati; 
dito  posteriore  inserito  sopra  il  livello  degli  altri  diti,  colla  sua  falange  basilare 
più  cuna  di  quella  del  terzo  dito. 

Questa  famiglia  comprende  cinquantanove  generi  con  circa  duecentosessanta 
specie,  sparse  su  tutto  il  Mondo,  eccetto  le  regioni  Artiche.  Essa  abbraccia  anche 
generi  e  specie  non  Europee  di  particolare  interesse  e  basta  citare  il  Pavone, 
le  cui  cuopritrici  superiori  della  coda  possono  rialzarsi  a  splendido  disco  e  che 
forma  uno  dei  più  notevoli  ornamenti  dei  nostri  giardini,  il  gen.  Numida  culle 
galline  di  Faraone,  il  gen.  Qallus  che  nell'asiatico  Gaìlus  bardava,  Temm.  ci  oft're 
il  progenitore  delle  numerose  varietà  di  Polli  domestici,  tanto  importanti  nell'a- 
limentazione di  tutti  i  paesi,  poi  il  gen.  Americano  Meleagris  col  comune  Pollino 
d'India,  il  gen.  Argus,  Phasianus,  le  Pernici  ed  i  Francolini,  animali  tutti  che  of- 
frono carni  saporitissime 


Genere  TETRAOGALLUS.  Gray. 

Becco  abbastanza  torte,  eoll'apice  arrotondato:  narici  coperte  da  una  membrana 
coll'apcrtura  semicircolare;  uno  spazio  nudo  dietro  l'occhio;  ali  appuntite.  1  '  re- 
migante primaria  eguale  alla  6  .  2"  subeguale  alla  4':  coda  lunga,  rotondata,  di 
venti  a  ventidue  penne:  gambe  forti;  tarsi  eorti,  torti  e  muniti  di  un  grande 
sprone  corneo,  piumati  soltanto  sino  alle  giunture,  il  tarso  eguale  o  di  poco  più 
lungo  del  dito  mediano  con  unghia:  diti  anteriori  scudettati,  il  posteriore  corto  ; 
unghie  forti,  larghe,  rotonde  e  leggermente  ricurve. 

Sessi  simili  o  di  poco  differenti,  statura  elevata.  I  Tetraogalli  in  numero  di 


(')  Ar.H  Hmiyariae,  pag.   11-!  1 1891  i. 


334  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


sci  specie  (Ogilvie  Grànf)  abitano  i  distretti  montanini  della  Regione  Paleartica 
orientale,  dal  Caucaso  portandosi  verso  est  fino  all'Imalaia.  Se  ne  stanno  al  disopra 
del  limite  di  vegetazione  nei  siti  scoscesi  e  di  diffìcile  accesso,  ove  nidificano,  de- 
ponendo numerose  uova  in  un  buco  nella  terra  foderato  di  musco  e  di  penne,  le 
uova  sono  ocraceo-olivastre,  con  macchie  rossiccie.  .Sono  monogami  e  tanto  il 
maschio  che  la  femmina  curano  i  piccoli,  che  nascono  precoci.  I  Tetraogalli  sono 
uccelli  di  prezzo  elevato  e  finora  molto  rari  nelle  Collezioni. 

326.  Tetraogallus  caucasicus  (Pallas),  Tetraogallo  tir/  Caucaso. 

Testa  e  nuca  cenerino-rossiccie;  una  larga  macchia  sulle  guancie,  che  occupa 
ambedue  i  lati  della  testa  e  del  collo,  bruno-cioceolatta;  resto  del  collo  e  gola 
bianchi;  parti  superiori  a  zig-zags  neri  e  fulvi;  cuopritrici  e  scapolari  a  larghe 
macchie  fulve  e  rosso-fulve;  bassa  gola  e  petto  grigio-nerastri,  con  margini  a 
fascie  e  zig-zags  fulvicci;  remiganti  2°  bianche,  terminate  di  nerastro  (ad.). 

Lunghezza  totale  0,m610;  becco  0,'"040;  ala  0,'"266:  coda  0,m190;  tarso  0,m059. 

Abita  le  montagne  del  Caucaso. 

327.  Tetraogallus  caspius  (S.  G-melin),  Tetraogallo  tiri  Cappio. 

Somiglia  al  precedente  specialmente  nelle  parti  superiori;  testa,  nuca  e  guancie 
di  un  cenerino-pallido,  più  cupo  sulla  fascia  dei  lati  della  testa  e  del  collo;  petto 
grigio-pallido  con  una  macchia  nera  su  ciascun  margine,  eccettuate  le  penne  della 
parte  centrale. 

Lunghezza  totale  0,m570;  becco  0,'"0?>0;  ala  0,'"278;  coda  0,'"172;  tarso  0,"'0fil. 

Abita  l'Asia  Minore,  la  Persia  ed  il  Caucaso;  probabilmente  è  una  forma 
geografica  del  T.  caucasicus. 


Genere  CACCABIS,  Kaup. 

Becco  corto  e  grosso,  coll'apice  della  mandibola  superiore  rotondo  e  ricurvo; 
narici  basilari,  coperte  da  una  scaglia  cornea  e  col  solco  nasale  piumato;  un  piccolo 
spazio  triangolare  dietro  l'occhio  e  sopracciglio  nudi;  ali  corte,  rotonde,  lil  remi- 
gante primaria  eguale  alla  li',  la  .'»"  la  massima;  coda  di  quattordici  penne,  corta 
e  rotonda;  tarsi  scudettati  sul  davanti,  reticolati  posteriormente,  muniti  di  un 
tubercolo  ottuso  solo  nei  maschi;  tre  diti  anteriori  riuniti  alla  base  da  una  mem- 
brana, il  posteriore  piccolo;  unghie  poco  ricurve  e  mediocri. 

Sessi  simili;  becco  e  piedi  rossi;  fianchi  fasciali,  a  differenza  del  resto  del 
gastreo;  parte  subapicale  del  vessillo  esterno  delle  remiganti  primarie  fulva. 

Abitano  la  regione  Paleartica  e  se  ne  conoscono  sei  specie.  Frequentano  le 
pianure  ed  i  campi  coltivati  o  le  montagne  scoscese,  sono  assai  adatti  a  cam- 
minare ed  a  correre  velocemente  ed  hanno  volo  rapido.  Nidificano  in  una  de- 
pressione del  terreno,  che  foderano  con  foglie,  musco  e  penne  e  vi  depositano 
numerose  uova  fulviecie,  macchiate  di  rossiccio.  Le  loro  carni  sono  prelibate. 


VII    V\l  I       o!;N ICO 


335 


328.  Caccabis  saxatilis  (Wolf  <S   Mimi:.  Coturnice. 
Perdix  saxatilis,  W.  M.]. 
[Tav.   \\\  ili.  Bg.   Il,  e  Tav.  I-.  flg.  IO]. 

Gola  biancastra  o  bianco  grigia,  circondata  da  un  collare  nero:  fronte,  mlini, 
pi  inno  delle  fossette  nasali,  della  base  della  mandibola  inferiore  e  del  mento  nere; 
testa  grigia,  vinata  nel  centro  e  sulla  mica;  cuopritrici  auricolari  nere,  miste  a  fulvo; 
scapolari  esterne  marginate  «li  vinato  o  di  grigio-sudicio  ;  petto  uniforme  cenerino- 
ametistino;  addome  fulvo  rossiccio  pallido;  penne  dei  fianchi  e  dei  lati  fulve  nel 


Testa  di  C.  saxatilis, 
circa  Vj  gr.  nat. 


Testa  di   C.  saxatilis  chukar, 
circa  2/a  S1-  nat- 


centro,  castagno-cupe  all'apice,  grigie  alla  base,  questi  colori  separati  da  due 
fascio  trasversali  nere;  tarso  del  maschio  munito  di  tubercolo,  che  manca  nella 
femmina  {ad.).  Non  esiste  il  collare  nero,  ne  le  penne  nere  d'attorno  al  becco  ed 
agli  occhi;  fascie  sui  Banchi  più  strette  e  meno  numerose  \giov.  nel  settembre). 

Lunghezza  totale  0,m360;  becco  0,"019;  ala  0,'"175;  codaO,'"095;  tarso  0,n,04(i. 

Abita  le  montagne  dell'Europa  meridionale.  In  Italia  è  discretamente  abbon- 
dante e  sedentaria  sulle  Alpi,  sugli  Appennini  ed  in  Sicilia,  ove  è  anche  connine 
al  piano.  La  Perdix  Labatei,  Bouteille  è  l'ibrido  di  questa  specie  colla  C.  nifa,  si 
conoscono  anche  incroci  colla  (  .  pi  trosa.  La  Coturnice  si  tiene  spesso  in  ischia- 
vitù  e  sovente  si  riproduce.  In  Sicilia  si  trova  talora  una  varietà  albina  perfetta. 


328  «.  Caccabis  saxatilis  chukar  (Gray),  Ciukar. 
[Perdix  chukar,  Gray.,  Caccabis  chukar  (Gbat)]. 

Come  la  precedente,  dalla  quale  va  distinta  per  le  penne  delle  fossette  nasali 
e  le  redini  bianche;  pelle  cuopritrici  auricolari  castagne;  pel  bianco  della  gola 
lavato  di   fulviccio  e  pel  colorito  generale  più  brillante. 

Lunghezza  totale  0,m360;  becco  0,'"020;  ala  0/"  175;  coda  0,'"095;  tarso  0,'"049. 


336 


\  1 1   imi:    ORNI  l' ILI  IG1CO 


Questa  forma  abita  le  parti  sud-orientali  d'Europa  (Isole  Ionie,  Grecia,  etc), 
l'isola  di  Cipro  (C.  s.  graeca),  la  Persia  e  l'Arabia,  spingendosi  fino  alla  Cina.  Per 
l'Italia  abbiamo  una  cattura  avvenuta  su  quel  di  Como  nel  maggio  1883,  essa  è 
una  vera  C.  chukar  ed  è  conservata  nella  mia  Collezione.  Date  le  abitudini  seden- 
tarie di  questi  uccelli,  è  presumibile  che  essa  sia  fuggita  di  schiavitù  e  fosse 
stata  importata  dall'Oriente,  quantunque  il  collettore  sig.  Cantarella  sia  persona 
superiore  ad  ogni  sospetto  e  la  Ciukar  non  mostrasse  segni  di  schiavitù. 


329.  Caccabis  rufa    Linxafas  ,  Pernice  rossa. 

[  Perdix  rufa  (L.),  P.  rubra,  Tkmm.:  Pernice]. 

Testa  simile  a  quella  di  C.  saxatilis;  gola  bianca  o  biancastra,  circondata  da  un 
collare  nero,  colle  penne  dei  lati  e  la  parte  posteriore  del  collo  marginati  di  nero; 
petto  carnicino  superiormente  e  cenerino  inferiormente,  marginato  dì  /aro,  tali  mar- 
ginature hanno  ovunque  l'aspetto  di  numerose  macchie  che  circondano  il  collare 
nero;  addome  rosso-fulvo-brillante;  penne  dei  fianchi  grigio-pallide  alla  base, 
seguite  da  due  fascie  la  prima  bianca  e  la  seconda  nera  e  terminate  da  una  larga 

castagna;  sul  tarso  uno  o  due  tubercoli,  meno  sviluppati 
nelle  femmine  [ad.).  Manca  il  collare  nero  e  vi  è  sul  petto 
uno  spazio  di  penne  marginate  di  nero;  colorito  generale- 
più  cupo  (ffiov.). 

Lunghezza  totale  0,m340;  becco  0,'"018;  ala  0,m165;  coda 
0,m095;  tarso  0,n,038. 

Abita  le  parti  sud-occidentali  d'Europa,  spingendosi 
al  nord  fino  al  Belgio,  al  sud  fino  alle  Azzorre,  a  Madera 
e  alle  Canarie  (Africa).  Vive  anche  nelle  Isole  Britanniche, 
ma  vi  venne  introdotta  nel  1770.  In  Italia  questa  specie 
s'incontra  sugli  Appennini  delle  provincie  settentrionali  e 
meridionali  fino  al  monte  Vetere,  nell'isola  d'Elba,  a  Montecristo  e  nella  Corsica: 
è  rarissima  nel  Veneto,  forse  ora  mancante  nel  Bergamasco;  la  sua  comparsa  nel 
Romano  e  nel  Napoletano  è  dubbiosa:  manca  pure  nelle  Puglie,  in  Sardegna  ed  in 
Sicilia.  Ovunque  si  trova,  è  in  costante  diminuzione. 

In  Ispagna  si  rinviene  una  forma  di  tale  specie,  clic  venne  distinta  dal  Secane 
col  nome  di  C.  rufa  hispanica,  essa  ha  le  tinte  più  scure  e  vivaci,  la  statura  mag- 
giore e  il  carattere  più  deciso  sarebbe  il  color  grigio-perla  della  gola.  Si  troverebbe 
ovunque  nella  Spagna,  ma  più  specialmente  nel  nord  e  nel  nord-ovest.  Io  ne 
ebbi  dalle  provincie  meridionali:  recentemente  il  Grant  e  lo  Sharpe  l'ammettono 
quale  buona  specie  sotto  il  nome  di  C.  hispanica;  ma  a  me  sembra  una  varietà 
più  colorita  e  di  maggiore  statura  della  C.  rufa.  Ala  0,'"170;  tarso  0,'"047. 


l'està  ili  C.  ruta. 
circa  '/?  gr.  nat. 


330.  Caccabis  petrosa   Gmelin  .  Pernice  sarda. 

[Perdix  petrosa  (Gm.);  Pernice  («reftesca]. 
[Tav.  XLV1I,  tig.  5]. 

Testa  castagno-cupa  :  redini,  mento  e  gola  cenerini,  questa  cinta  da  un  largo 
collare  castagno,  con  man  hit  bianche  specialmente  sui  lati;  petto  cenerino,  fulvo- 
cannella  nella  sua  parte  inferiore;  scapolari  interne  bordate  di  castagno-rossiccio; 


1.  Moretta  (e?  ad.).    2.  Moretta  (giov.).    3.  Moretta  grigia  (e?  ad.).    4.  Moretta  grigia  (5).    5.  Orchetto  marino 
(cT  ad.).    6.  Orchetto  marino  (  g  ).    7.  Orchetto  marino  (cf1  giov.).    8.  Orco  marino  (<f  ad.).    9.  Orco  marino  ( 
10.  Gobbo  rugginoso  (cf  ad.).     11.  Gobbo  rugginoso  ($).     12.  Quattr'occhi  (<f  ad.).-   13.  Quattr'occhi  (J). 

Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


XTI.AXii.    0EN1  rOLOGK  0 


peone  dei  fianchi  con  una  larga  banda  apicale  castagna,  ed   un'altra   preapicale 
e  stretta  Dera,  la  base  è  grigia,  limitata  da  una  stretta  l'ascia  urrà  e  la  parte  cen 
trale  l'ulva,  che  sbiadisce  in  biancastro;  addome  lionato;  i  maschi  sono  forniti  ili 
due  tubercoli  sui  tarsi  {ad.).  Meno  vivace  nelle  tinte  generali;  manca  in  gran  parte 
il  cullare  ii/mv.). 

Lunghezza  totale  0,  345;  becco  0,n,019;  ala  0,'"160;  coda  0,m102;  tarso  0,m039. 

.Miita  con  lievi  modificazioni  il  X(>.  dell'Africa  e  le  Canarie:  ed  in  Europa 
Gibilterra,  uve  fu  introdotta,  e  forse  la  Grecia  Lindermayer).  In  Italia  si  trova 
solo  in  Sardegna,  ove  è  stazionaria  e  comune  tanto  al  monte  che  al  piano;  manca 
a   .Malia,  in  Sicilia  ed  in  Corsica. 


Genere  FRANCOLINUS.  Stephens. 

Becco  robusto,  allungato,  cello  spigolo  che  s'interna  nelle  penne  frontali;  na- 
rici basilari,  coperte  da  una  scagb'a  nuda  e  rotonda;  ali  corte,  rotondate,  colle  re- 
miganti 2*  lunghe  quanto  le  l1.  1  remigante  primaria  variabile  in  lunghezza,  4  . 
e  6  le  più  lunghe  e  subeguali;  coda  moderata,  troncata,  di  quattordici  penne. 
(piasi  nascosta  dalle  cuopritrici;  tarsi  lunghi  più  del  dito  mediano,  senza  -prone 
o  da  uno  a  due  nei  maschi,  e  ridotti  a  squamma  ovata  nelle  femmine;  diti,  tre 
anteriori  riuniti  alla  base  da  una  membrana,  il  posteriore  piccolo;  unghie  come 
nel  gen.  Caccabis. 

I  sessi  in  generale  simili  o  quasi,  talora  però  molto  differenti;  i  lati  e  i  fianchi 
non  fasciati,  e  se  lasciati  non  in  contrasto  col  resto  delle  parti  inferiori. 

II  gen.  Francolinus  abbraccia  una  quarantina  di  specie  sparse  nell'Africa,  a 
Cipro,  nell'Asia  sud-occidentale,  una  sola  specie  è  Europea.  Hanno  le  abitudini 
delle  Pernici  ed  abitano  le  località  asciutte  e  sabbiose,  come  i  piani  coltivati  in 
prossimità  delle  acque;  non  s'appollaiano  mai  sugli  alberi  e  depositano  sul  ter- 
reno, in  una  laica  nascosta  e  foderata  di  erbe  filamentose,  numerose  uova  bruno- 
fulve,  qua  e  là  macchiate  di  bianco. 

331.  Francolinus  francolinus    Lixnaeus),  Fra  muli  ho. 

I  Francolinus  vulgaris,  Stephens  |. 

(  Tav.    XUV,    6g.    1  j. 

l'ileo,  dorso  ed  ali  nerastre  con  margini  fulvi,  macchie  rotonde  bianche  sul  dorso 
e  strette  fascie  alterne  bianco-giallognole  e  nere  sul  groppone  e  sul  sopracoda; 
parti  inferiori  nere,  con  numerose  macchie  ovali  bianche  sui  lati  del  petto  e  sui 
fianchi  ;  una  macchia  oblunga  bianca  sulla  regione  auricolare:  un  largo  collan  ca- 
stagno attorno  al  collo;  gola  nera;  addome  e  sottocoda  castagni  (mas.  ad.).  Parti  su- 
periori più  brunastre,  cuopritrici  auricolari  bruno-nerastre;  manca  il  rolline  ed 
esiste  solo  una  macchia  castagna  sulla  nuca; góla  biancastra;  gastreo  bianco  ocraceo, 
con  numerose  fascie  nere  su  ciascuna  penna;  sottocoda  castagno,  con  fascie  al- 
terne nere  e  bianchiccie  (fi  mm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,m335 ;  becco  0,m025;  ala  0,m180;  coda  (V098 ;  tarso  0,n,052. 

Questa  specie  vive  a  Cipro,  nell'Asia  Minore,  nella  Palestina,  estendendosi  verso 
esl  tino  alla  Persia  ed  all'India  centrale.  Un  tempo  si  trovava  anche  nella  Spagna 

Atlante  ornitologico.  jy 


338 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


e  nelle  isole  dell'Arcipelago  Greco,  in  Algeria,  a  Tunisi,  ma  ora  è  completamente 
estinta.  In  Italia  viveva  in  Sicilia  ed  in  Calabria,  nella  prima  Isola  era  abbastanza 
comune  e  l'ultimo  esemplare,  di  cui  si  ha  notizia,  fu  ucciso  a  Terranova  nel  1869, 
mentre  in  Calabria  gli  ultimi  due  sarebbero  stati  colti  nel  1857  a  Gerace  sul- 
l'Ionio (').  Fu  importata  in  Toscana  dai  Medici,  ma  ora  si  è  estinta.  Il  Salvadori 
non  è  lontano  dal  credere  che  tale  specie  sia  stata  introdotta  in  Sicilia  da  Cipro 
al  tempo  delle  Crociate,  ciò  che  non  è  impossibile. 

Genere  PERDIX,  Brisson. 

Becco  corto,  grosso,  colla  mandibola  superiore  curvata  all'apice;  narici  ba- 
silari, coperte  in  parte  da  una  scaglia  oblunga;  un  piccolo  spazio  nudo  dietro 
l'occhio;  ali  corte,  rotonde,  la  la  remigante  primaria  corta,  4a  la  massima;  coda 
corta  e  rotonda,  circa  metà  in  lunghezza  delle  ali,  composta  di  sedici  a  diciotto 
penne,  col  pajo  esterno  leggermente  più  corto  delle  due  timoniere  mediane;  tarsi 
senza  sproni,  lisci,  forti,  quasi  lunghi  quanto  il  dito  mediano  con  unghia  ;  piedi 
con  i  tre  diti  anteriori  riuniti  da  una  membrana  fino  alla  prima  falange,  il  poste- 
riore piccolo;  unghie  ottuse  e  curvate. 

Sessi  simili  in  piumaggio  o  di  poco  differenti. 

Questo  genere  abbraccia  quattro  specie,  delle  quali  una  Europea,  tutte  però 
vivono  nella  regione  Paleartica.  Nidificano  sotto  i  cespugli  nei  campi  coltivati, 
deponendo  da  quattordici  a  venti  uova  grigio-gialliccie  immacolate. 

332.    Perdix   perdix  (Linnaeusi,   Starna. 
[  Perdix  cinerea,  Lath.  ;  Starna  perdix  (L.)  ]. 
[Tav.  XXVIII,  fig.  9,  10  e  Tav.  L,  fig.  9]. 

Tinta  generale  bruno-fulviccia,  con  strette  fascio  ondulate  nere:  piccole  e  medie 
cuopritrici  alari  e  scapolari  macchiate  di  castagno  nel  vessillo  interno  e  con   una  stria 


mas.  ad.  femm.  ad. 

Cuopritrice  mediana  alare  di  /'.  perdix,  gr.  nat. 

fulva  sullo  stelo;  gola,  fronte  e  sopracciglio  lionati;  petto  cenerino,  fittamente  striato 
per  traverso  di  nero,  verso  l'addome  una  (/rande  macchia  castagna  a  ferro  di  cavallo; 


('j  II  Marchese  Lepri  (Riv.  Hai.  X,  1 890,  p.  86)  nomina  un  F.  fianoolinus  avuto  dal  l>e  I  luminici» 
nel  1889  ed  ucciso  alle  falde  del  Monto  Soratte  (a  37  cliil.  da  Roma),  aggiunge  elio  questo  monte  è  situato 
presso  il  contine  settentrionali)  eolia  Toscana,  ove  i  Medici  tenevano  i  Francolini  importati  dalla  Sicilia  e 
che    vissero  sino  alla    line  del   secolo  scorso  ilTOOl. 


\  n  inte  orni  roi  OGICO  339 


fianchi  COD  strette  fascie  sullo  stelo  e  larghe  bande  subapicali  trasversali  castagne: 
piedi  e  iliti  grigio  bluastri  (mas.  ad.).  Piccole  e  medie  cuopritrici  <  scapolari  in  gran 
parte  nerastre,  con  la  stria  fulva  sulla  stelo  e  larghe  fascie  trasversali  fulve;  la  macchia 
sul  petto  più  ri-nviia  o  mancante  del  tutto  \femm.  ad.).  Testa  e  collo  per  intero 
grigio-bruni,  col  centro  delle  penne  percorso  da  una  stria  fulviccia,  con  le  penne 
della  testa  più  cupe  e  di  l'ondo  di  tinta  quasi  nerastro;  fianchi  di  un  bruno-grigio, 
con  la  stria  centrale  fulviccia  più  larga;  mancano  le  tinte  lionate  sulla  testa  e 
sulla  gola  giov.  in  settembre).  Dice  lo  Sharpe  che  i  soggetti  non  del  tutto  adulti 
hanno  i  caratteri  degli  adulti,  ma  che  si  conoscono  tosto  al  fatto  della  1"  remi- 
nauti'  primaria  chi'  è  appuntita  in  quelli  e  rotonda  in  questi,  beninteso  all'apice. 

Lunghezza  totale  0,m310;  becco  0,m015;  ala0,ffl150;  coda  0,m080;  tarso 0,m038. 

Abita  l'Europa  e  l'Asia  centrale,  [n  Italia  trovasi  ovunque,  tranne  nelle  Isole, 
sembra  però  die  abbia  esistito  in  Sicilia;  è  però  più  comune  nelle  parti  setten- 
trionali  e   nelle  centrali.   Nidifica  ed  è  stazionaria. 

Una  varietà  particolare  di  questa  specie,  detta  già  dal  Brisson  P.  montana,  vive 
nelle  montagne  della  Lorena,  fu  trovata  anche  in  Inghilterra,  essa  ha  la  testa 
ed  il  collo  rosso-castagni,  il  resto  del  piumaggio  castagno-cupo,  eccetto  il  basso 

addi ìd  i  calzoni  che  sono  bianchi.  La  Starna  va  soggetta  a  varietà  albine  ed 

[sabeiline,  e  sono  da  considerarsi  locali  affatto  le  forme  dette  P.  robusta  (Moscai, 
/'.  sphagnetorum  (Friesland  or.),  P.  scanica  (Svezia  merid.),  P.  lucida  (Prussia  or.) 
che  vennero  distinte  dall' Altum  nel  1894  quali  sottospecie  della  P.  perdix,  e 
cosi  potremo  dire  egualmente  di  una  forma  detta  P.  perdix  charrela  dal  Seoane 
1894  ed  anteriormente  P.  hispaniensis  dal  Reichenow  (1892)  che  vive  nella  Spagna 
ed  è  distinta  per  tinte  più  cupe  e  macchie  romboidali  d'attorno  al  collo,  sul  dorso 

e  sul   peno.  ichè  della   /'.  robusta,  Homeyer,  che  abiterebbe  l'Europa  orientale 

e  la  Siberia.  La  P  damascena  (Brisson),  Latham  differisce  dalla  P.  perdix  per  sta- 
tura minore:  piedi  e  diti  gialli  ed  abitudini  migratorie,  abiterebbe  le  Alpi  dell' Eu- 
ropa occidentale,  la  sua  statura  sarebbe  0,'"220.  Le  tre  ultime  forme  sono  classate 
tra  le  buone  specie  dallo  Sharpe  (').  Io  non  ho  avuto  a  mia  disposizione  mate- 
riale sufficiente  per  studiarle  a  l'ondo,  ma  seguendo  la  pluralità  degli  Autori  non 
le  considero  separabili  dalla   /'.  perdine. 


Genere  COTURNIX,  Moeiiring. 

Becco  forte,  più  corto  della  testa,  colla  mandibola  superiore  curvata;  testa 
pennuta  per  intero  ;  carici  basilari,  coperte  a  metà  da  una  membrana  arcuata: 
ali  piuttosto  coite,  r  remigante  primaria  di  poco  più  corta  della  2l  ed  uguale 
alla  r.  2"  e  3"  le  più  lunghe;  coda  corta,  rotonda,  quasi  nascosta  dalle  cuopri 
trici  superiori,  di  dieci  a  dodici  penne  molli  e  curvate;  tarso  senza  tubercolo  o 
spione,  piuttosto  corto;  piedi  con  quattro  diti,  il  posteriore  piccolo  e  debole,  i  tre 
anteriori  riuniti  da  una  membrana  fino  alla  prima  falange;  unghie  piccole  eleg- 
germele ricurve. 

Sessi  differenti;  ascellari  lunghe,  bianco-pure. 


Bandi,  of  nini*.   I.  26    L899J. 


l'i  IO  ATLANTI:   ORNITOLOGI!  0 


Questo  genere  consta  di  sci  o  sette  specie  sparse  nell'Emisfero  orientale,  si 
trovano  anche  in  America,  ove  però  furono  introdotte.  Hanno  le  abitudini  delle 
Pernici,  ma  a  differenza  di  queste  sono  eminentemente  migratorie  e  quando  frul- 
lano non  vanno  riunite  in  branchi,  ma  soltanto  a  paja  od  isolate,  non  riunendosi 
se  non  i  nidiacei  della  stessa  covata  nel  primo  periodo  della  loro  età.  Hanno  volo 
celere,  ma  non  di  lunga  durata.  Sono  ad  un  tempo  monogami  e  poligami  ed  al- 
l'epoca delle  nozze  combattono  accanitamente  pel  possesso  delle  femmine,  delle  quali 
sono  poi  assai  amorosi.  Nidificano  in  una  buca-  nel  terreno,  che  foderano  con  erbe 
sottili,  e  depositano  numerose  uova  di  un  giallastro-bruno,  macchiate  di  bruno-cupo. 

333.  Coturnix  coturnix  (Linnaeus),  Quaglia. 

[  Coturnix  communis,  Bonn.  |. 
[Tav.  XXVI1J,  fig.  Il1  e  Tav.  1„  fig.  11]. 

Penne  della  parte  superiore  della  testa  bruno-nerastre,  terminate  di  rossiccio 
o  di  bruno-rossiccio,  con  due  fascie  laterali  ed  una  centrale  fulviccie;  colorito 
generale  bruno-rossigno,  con  fascie  e  macchiette  nere  ed  una  stria  sullo  stelo  ful- 
viccia;  una  fascia  rossiccia  più  o  meno  nerastra  che  dalle  narici  passa  sulle  cuo- 
pritrici  auricolari;  mento  o  gola  biancastri,  con  una  macchia  nera  nel  loro  centro, 
susseguita  da  una  fascia  di  macchie  nere  e  rossiccie  spesso  indistinte  {mas.  ari.). 
Gola  e  mento  bianco-fulvicci,  senza  la  macchia  nera;  parte  alta  del  petto  con  nu- 
merose macchiette  nero-brunastre  (femm.  ad.).  Come  la  femmina;  petto  con  mac- 
chie nere  più  numerose  e  rotondeggianti  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"180;  becco  0,n,010;  ala  0,'"107;  coda  0,m038;  tarso  0,m027. 

La  Quaglia  va  soggetta  a  numerose  variazioni  albine,  melaniche  e  locali,  queste 
riguardano  l'estensione  del  nero  della  gola,  la  colorazione  della  stessa  e  del  mento, 
l'estensione  delle  macchie  nere  e  le  tinte  generali  più  o  meno  vivaci;  vi  è  poi 
una  forma  intermedia  tra  la  C.  coturnix  e  la  (  '.  capensis,  Lichtenstein,  che  ha  lo 
spazio  tra  l'occhio  ed  il  becco,  i  lati  della  testa,  il  mento  e  la  gola  di  un  castagno- 
vivace  misto  a  bianco,  colla  tipica  macchia  centrale  nera,  questa  varietà  sarebbe 
più  facile  ad  aversi  in  primavera.  11  Synoecus  Lodoisiae,  Verreaux  &  Des  Murs,  che 
venne  preso  nel  Milanese,  in  Francia,  etc,  non  è  che  una  varietà  semi-melanica 
di  questa,  specie,  la  cui  colorazione  si  avvicina  a  quella  del  genere  australiano 
Synoecus.  ''osi  in  Ispagna  si  trova  una  curiosa  varietà  semi-melanica.  che  vive 
presso  Valenza,  il  cui  piumaggio  generale  è  nero  nel  maschio,  con  fascie  trasversali 
fulve  o  rossigne  sulle  parti  superiori  e  penue  bianche  sul  nero  della  gola,  del  mento 
e  sui  lati  della  testa,  mentre  la  femmina  ha  lo  parti  inferiori  lavate  di  bruno-fu- 
ligginoso. 

La  Quaglia  abita  l'Europa,  l'Africa  e  l'Asia  fino  all'India.  In  Italia  è  specie 

iva,d'arriv 'Ila  seconda  quindicina  d'aprile  e  nel  maggio,  riparte  in  settembre 

e  nell'ottobre.  Non  poche  svernano  nelle  parti  centrali-meridionah"  e  nelle  Isole, 
e  meno  frequentemente  nelle  provincie  sei  leni  rionali.  Nidifica  da  maggio  ad  agosto 
ed  alleva  varie  eovate  (]  i. 


(')  L'Or/i/j'  l'iriiiiiìiiiiiiK  iL.)  fu  colto  piti  volto  qua  e  là  in  Europa,  ma  è  specie  ohe  si  tiene  molto  co- 
munemente in  domesticità  o  elio  si  e  anche  acclimata  in  parecchie  riserve  (Inghilterra),  Abita  le 
regioni  orientali  degli  stati  Uniti  dell'America  del  Noni. 


mi  \\  1 1     ORNI  TOLOGICO  341 


Genere  PHASIANUS.  Lim  u:i  S 

Becco  moderato,  forte,  arcuato,  mandibola  superiore  curvata  all'apice;  narici 
basilari,  coperte  da  una  scaglia  cartilaginosa;  guancie  e  spazio  attorno  agli  occhi 
muli,  coperti  da  piccole  papille  cutanee  e  da  nule  piume  :  .-ili  cune,  larghe  rotonde, 
colla  1  remigante  primaria  certa  e  stretta  all'apice;  ('oda  da  sedici  a  diciotto 
penne,  molto  Lunga,  graduata,  cuneata,  col  pajo  mediano  molto  più  Lungo  dell'esterno; 
tarsi  forti,  scudettati,  forniti  all'indietro  di  uno  sprone  acuto  nei  maschi;  diti  tre 
anteriori,  uniti  da  una  grossa  membrana  fino  all'articolazione,  il  quarto  volto  all'in- 
dietro e  piccolo:  unghie  mediocri,  acute,  arcuate. 

Sessi  differenti;  se  esiste  un  ciuffo  occipitale,  esso  è  molto  corto;  ciuffi  auri- 
colari assai  sviluppati  nei  maschi. 

Questo  genere  comprende  ventidue  specie,  sparse  principalmente  nell'Asia 
Centrale  fino  al  Giappone  e  Formosa,  una  sola  si  trova  in  Europa.  Frequentano 
i  buschi  che  seno  circondati  da  campagne  t'ertili,  ove  si  recano  in  cerca  di  cibo. 
Sono  granivori  ed  insettivori;  fabbricano  una  specie  di  nido  in  una  depressione 
sul  terreno,  nella  quale  mettono  assieme  foglie  secche,  orbo.  etc.  e  depongono  nu- 
meroso uova  brunastre  od  olivastre,  senza  macchie.  I  piccoli  nascono  precoci  e 
atti  a  correre  appena  sgusciati  dall'uovo;  i  Fagiani  sono  poligami  e  combattono 
fieramente  pel  possesso  delle  femmine.  Molte  specie  esotiche,  più  o  meno  affini  al 
/'.  colrh ini*.  I..,  furono  recentemente  introdotte  in  Europa,  esse  si  incrociano  vicen- 
devolmente, sicché  i  tipici   /'.  rolehì'cìis  sono  oggidì  rari  nelle  nostre  foreste. 

334.  Phasianus  colchicus,  l.iwu.is.  Fagiano. 

|Ta\  .  XXVIII,  fig.  7.  8  e  Tav.  L,  fig.  8]. 

Contorno  degli  occhi  e  gote  nudi  rossi,  con  un  piccolo  spazio  piumato  sotto  gli 
occhi;  testa,  ciuffi  auricolari  e  collo  di  un  verdone-bronzato;  cuopritrici  delle  ali  giallo- 
rossiccio  brune;  penne  del  petto  e  fianchi  di  un  rosso-aranciato-vivace, largamentt  termi- 
nate ili  violetto-porporino-r/  mi  <,-  groppone  e  cuopritrici  superiori  della  coda  fulvo-rosse, 
macelliate  ili  nero  e  largamente  terminate  di  rosso  a  riflessi  rossi  di  lacca  ;  centro 
il,  l  basso  petto  verde-porporino-cupo  {mas.  ad.).  l'arti  superiori  nere  coi  margini 
delie  piume  rossicci  e  lavati  di  vinato  sulla  parte  posteriore  del  eolio;  le  interiori 
fulvo  rossiccie,  con  zig-zags  nerastri  ed  una  macchia  nera  nella  parte  basilare 
delle  penne    femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,m900;  becco  0,m030;  ala  0,m245;  coda  0,m460,  timoniere 
centrali  di  0,'"."U(>  più  lunghe  dell'esterne;  tarso  0,m068. 

Questa  specie  abita  le  regi,, ni  sud  orientali  d'Europa,  come  l'Albania,  la  Ma- 
cedonia, la  ciccia,  la  Turchia,  poi  il  Caucaso,  la  Transcaucasia  e  L*Asia  Minore, 
Che  è  la  sua  sera  patria.  In  Europa  fu  quasi  ovunque  introdotto  e  vive  protetto 
nelle  bandite,  ove  si  unisce  anche  allo  stato  selvatico  con  specie  affini,  come  il 
/'.  torquatus,  <im.  il  /'.  versicolor,  VieiU.  ed  il  P.  Reevesi,  (ir.,  producendo  ibridi 
fecondi;  manca  però  nella  Spagna,  nel  Portogallo  e  nelle  più  alte  latitudini.  In 
Italia  si  trova  ancora  allo  stato  libero  nel  cantone  di  (ihisoni  (Corsica),  in  Ca- 
labria e  nella  Basilicata,  ove  è   (piasi   estinto;    viveva   un  tempo  pure  vicino  al 


IU2  ATLANTI     0RNITO1  OGII  •• 


monte  Argentario:  ora  è  protetto  in  molte  riserve,  ove  però  venne  introdotto.  Va 
soggetto  a  numerose  varietà  albine  ed  isabelline  e  come  in  tutti  i  gallinacei  la 
femmina  assume  talora  eolla  veeehiaja  il  piumaggio  del  maschio  e  diviene  sterile. 


Famiglia  TURNICIDAE,  Turnicidi. 

Becco  piuttosto  sottile.  Leggermente  compresso,  colla  mandibola  superiore  che 
s'inflette  sull'inferiore,  coprendola:  narici  basilari,  nude  e  semicoperte  da  una  mem- 
brana piatta:  contorno  dell'occhio  piumato;  ali  mediocri,  concave,  con  tutte  le 
remiganti  di  lunghezza  quasi  pari:  coda  talora  nascosta  dalle  sue  cuopritrici  su- 
periori, composta  di  dieci  penne  molto  corte,  molli  e  flessibili;  tarsi  scudettatì  sul 
davanti,  sottili,  nudi  e  lisci;  piedi  con  tre  diti  anteriori  separati,  il  posteriore 
manca  {Turnix)  o  è  presente  (Pedionomus),  il  mediano  più  lungo  del  tarso:  unghie 
piccole,  ricurve,  acute. 

I  giovani  sono  precoci:  la  femmina  è  di  statura  maggiore  del  maschio  e  più 
brillantemente  colorita,  il  maschio  soliamo  cova  le  uova  ed  alleva  i  piccoli;  la 
muta  è  semplice. 

Non  tanno  nido,  ma  depositano  in  una  depressione  del  terreno  da  tre  a  cinque 
uova  grigiastre  o  t'ulviccie  macchiate.  Non  migrano  mai  e  se  ne  stanno  di  solito 
accovacciate  nei  cespugli  più  tolti,  nelle  piccole  vallette  più  remote,  quiete,  e  non 
lontano  dalle  acque,  vivendo  appajate  durante  l'epoca  delle  cove  e  solitarie  nel 
resto  dell'anno.  Questa  famiglia  consta  di  due  generi,  Turnix  con  ventuna  specie 
sparse  in  tutto  il  Mondo,  tranne  l'America,  una  sola  di  esse  è  Europea;  l'altro 
genere  è  l'Australiano  Pedionomus,  tosto  distinto  per  la  presenza  del  dito  poste- 
riore e  basato  su  di  un'unica  specie,  il   P.  torquatus,  Gould. 


Genere  TURNIX.  Bonnaterre. 
Ila   i  caratteri  della  famiglia. 

335.  Turnix  sylvatica  (Desfontaines),  Quaglia  tridattila. 

\  Quaglia  Ire  unghie  |. 
[Tav.   XLVII,  fig.  -  |. 

Tre  'liti. 

l'arti  superiori  castagno-chiare,  col  vessillo  esterno  marginato  e  fasciato  di 
bianco  o  di  grigio  e  l'interno  di  nerastro:  una  fascia  bianca  sulla  parte  mediana 
del  pileo  e  del  vertice;  mento  e  gola  bianchi  ne]  centro,  fasciati  di  nero;  lati  del 
collo  e  del  petto  fulvo-pallidi,  con  una  macchia  triangolare  subapicale  in  notevole 
contrasto  colla  parte  centrale  delle  stesse  regioni,  che  è  di  un  rosso-rugginoso 
uniforme  (fernm.  ad.).  Colorito  generale  più  pallido:  gola  e  mento  biancastri  (mas.  ad.). 

Lunghezza  totale  (i.'ltìO;  becco  0,m012;  ala  0,  "093;  coda  0™039;  tarso  0,m023. 

Abita  le  regioni  dell'Europa  sud-occidentale  (Spagna  e  Portogallo)  ed  il  Nord 
dell'Africa.  Fu  presa  accidentalmente  tre  volte  in  Inghilterra,  ma  gli  Autori  Bri- 


mi  w  1 1     OES i'  0  ;}43 


tannici  Qon  vi  prestano  fede,  aon  essendo  tale  specie  di  abitudine  migratorie.  In 
Italia  si  trova  solo  Delle  parti  meridionali  della  Sicilia,  ove  era  discretamente 
comune,  ma  decresce  continuamente  ed  ora  può  dirsi  rara;  poi  si  cita  un  esem- 
plare colto  in  Calabria  (Di    Fiore)  ed  un   sec 1"  nel    Bergamasco  {Caffi),  io  esa 

minai  questo  soggetto  e  per  nulla  mostra  di  essere  fuggito  ili  schiavitù,  in  ogni 
modo  è  cattura  da  registrarsi  cod  molte  riserve;  il  Verany  infine  ne  trovò  una 
sul  mercato  ili  Nizza. 


Famiglia  TKTKA<  iXIDAE,   Tri , amidi. 

Becco  forte,  curvato  sino  dalla  base,  colla  mandibola  superiore  che  sorpassa 
notevolmente  l'apice  dell'inferiore;  narici  coperte  da  penne  corte  e  fitte;  uno  spazio 
nudo  al  di  sopra  dell'occhio;  lati  del  collo  nei  generi  Europei  coperti  di  penne  a 
ti] rdinario;  ali  corte,  rotonde  e  molto  convesse;  coda  mediocre,  composta  di  se- 
dici a  venti  penne,  non  arcuate,  talora  curvate  in  do  particolare  e  colle  timo- 
niere mediane  alle  volte  nascoste  dalle  cuopritrici;  tarsi  e  diti  piumati  per  intero 
lino  alle  unghie  od  il  tarso  solo  e  più  o  meno  completamente,  tarsi  sempre  lisci, 
senza  sprone  acuto,  quando  i  piedi  sono  nudi,  i  diti  hanno  processi  laterali  a  denti 
itine,  diti,  esterno  unito  al  mediano  da  una  membrana  fino  alla  prima  ar- 
ticolazione, il  pollice  corto  ed  elevato  sul  livello  degli  altri. 

Questa  famiglia  consta  di  undici  generi,  dei  quali  quattro  sono  rappresentati 
in  Europa  e  nel  complesso  abbraccia  circa  venticinque  specie.  Non  migrano,  ma 
si  spostano  soltanto  durante  l'autunno  e  l'inverno;  frequentano  le  montagne  e  le 
boscaglie,  parecchi  hanno  abitudini  terrestri,  altri  si  appollaiano  sugli  alberi.  Si 
nutrono  di  bacche,  d'insetti,  di  trutta,  ili  radici  tenere  e  talora  sono  anche  gra- 
nivori; alcune  specie  hanno  abitudini  monogame,  ma  vivono  di  solito  in  piccole 
famiglie  nel  resto  dell'anno,  altri  sono  poligami;  il  nido  è  una  rozza  costruzione, 
che  collocano  fra  i  piccoli  cespugli  o  sopra  terra  e  depongono  numerose  uova,  i 
ni  nascono  precoci.  La  loro  carne  è  prelibata.  Vivono  nelle  parti  nordiche 
della  Regione  Paleartica  e  della  Neartica,  alcuni  hanno  habitat  circumpolare; 
manca  no  nell'Africa,  nell'America  meridionale  e  nell'Australia. 


Genere  LAGOPUS,  Bbisson. 

Becco  corto,  rivestito  di  penne  alla  base;  narici  nascoste  da  fìtte  piume;  ali 
colla  1'  remigante  primaria  molto  più  corta  della  2a  e  che  sta  fra  la  6a  e  la  7", 
3  e  4"  le  più  lunghe;  coda  di  sedici  penne,  discretamente  lunga  e  rotondeggiante 
ali  apice;  tarso  più  corto  del  dito  mediano,  unghia  compresa,  tarso  e  piedi  co- 
perti di  fitte  penne  fino  alle  unghie;  unghie  alquanto  lunghe,  arcuate,  depresse 
e  ottuse  all'apice. 

Ascellari  piuttosto  lunghe;  piumaggio  compatto;  tutte  le  specie,  una  eccettuata. 
bianche  d'inverno;  un  tratto  nudo  rosso  sopra  l'occhio  nel  maschio  ad.,  meno 
esteso  nella  femmina  ad. 

Questo  genere  consta  di  varie  specie  che  hanuo  habitat  circumpolare,  esten- 


:;  1  I  ATI-W  I  1     ORNI  I l(  •• 


dendosi  in  Europa  al  sud  (ino  alle  Alpi,  ove  perù  vivono  .soltanto  sulle  vette  più 
r\r\  ate. 


a    Remiganti  primarie  sempre  di  un  nero-brunastro. 

336.  Lagopus  scoticus    Latiiam  .  Pernice  di  Scozia. 

Colorito  generale  delle  parti  superiori  nero,  con  fascie  fitte  e  sottili  castagno- 
scure;  testa  e  collo  di  un  castagno-cupo,  con  macchie  nere  (mas.  ad.  d'inverno  e  di  au- 
tunno). Colorito  generale  delle  parti  superiori  nero,  con  macchie  e  macchiette  ros- 
siccie o  fulvo-rossiccie  e  margini  completi  fulvo-ehiari  (mas.  (ut.  d'autunno).  Colorito 
generale  delle  parti  superiori  nero,  con  strette  fascie  irregolari  rossiccie  e  macchie 
fulve  all'apice  della  maggior  parte  delle  penne  (femm.  mi.  ili  autunno  e  d'inverno). 
Colorito  generale  delle  parti  superiori  nero,  con  grosse  macchie  e  margini  fulvi 
o  fulvo-rossicci  (femm.  mi.  in  estate). 

Luughezza  totale  0,'"380;  becco  0,m021;  ala  u.1  1  95;  coda  0,'"100;  tarso  0,"'0o7. 

Questa  specie  è  molto  variabile  rispetto  alle  tinte  del  suo  piumaggio;  nei 
maschi  osserviamo  la  forma  rossiccia,  la  nera  e  quella  con  macchie  bianche,  la 
seconda  essendo  la  più  rara;  nelle  femmine  la  forma  rossiccia,  la  nera,  quella  a 
macchie  bianche  o  fulve  e  finalmente  quella  fasciata  di  fulvo,  le  due  prime  sono 
le  più  rare.  Ma  il  tatto  più  saliente  che  offre  questa  specie,  ed  affatto  unico  nel 
genere,  è  che  i  cambiamenti  di  piumaggio  si  succedono  nel  maschio  e  nella  fem- 
mina ad  epoche  differenti;  il  maschio  non  ha  piumaggio  estivo  distinto,  ma  invece 
presenta  piumaggio  d'autunno  e  d'inverno  e  questo  è  rivestito  anche  durante 
L'epoca  delle  cove,  la  femmina  ha  un  piumaggio  estivo  distinto,  che  è  completo 
alla  fine  d'aprile,  ed  uno  speciale  abito  autunnale,  che  è  vestito  fino  a  primavera; 
sicché  maschi  e  femmine  hanno  ogni  anno  mule  distinte,  che  nel  maschio  av- 
vengono d'autunno  e  d'inverno  e  nella  femmina  di  estate  e  d'autunno,  il  primo 
adunque  non  ha  speciale  abito  estivo  e  la  seconda  non  presenta  abito  invernale 
distinto  (Grani).  I  giovani  mutano  completamente  nel  loro  primo  autunno.  Le  va- 
rietà e  gli  albinismi  sono  rari  in  questa  specie.  Gli  ibridi  noti  avvengono  col  Gallus 
domesticasi  col  L.  mutus,  e  col  Lyrurus  tetsrix,  ma  si  riscontrano  assai  di  rado. 

La  Pernice  di  Scozia  abita  la  Gran  Bretagna,  l'Irlanda,  le  Ebridi  e  le  Orkneys. 

b)  Remiganti  primarie  sempre  bianche. 

b1)  //  bianco,  quando  è  presente  nel  assillo  estemo  delle  timonieri  esterne,  è  con- 
finato mila  porzione  basilare  ifirant  . 

337.  Lagopus  lagopus  (Linnaeiis),  Pernice  bianca  nordica. 

[T.w.   XX Vili,   (jg.   3  e  i]. 

Intieramente  di  un  bianco-puro;  tutte  le  penne  della  coda  bianche  alla  base 
ed  all'apice,  nere  nel  resto,  le  due  timoniere  mediane  di  un  nero  uniforme  (ad. 
d'incono).  Simile;  testa  e  collo  di  un  castagno  di  vario  tono,  talora  nerastro  sul 
petto,  il  resto  della  parti  superiori  bruno-rossiccio,  con  fitte  fascie  Imino-rossiccie 
(mas.  mi.  in  estate).  Simile;  gola  e  petto  di  un  rossiccio  chiaro  o  castagno-pallido,  con 
strette  fascie  nere  (mas.  ad.  in  autunno).  Le  femmine  sono  poco  differenti  dai  maschi. 


Tav.  44. 


1.  Moretta  arlecchino  fo*  ad.).    2.  Moretta  arlecchino  ($).    3.  Moretta  codona  (e?  ad.).    4.  Moretta  codona 

(g  giov.).    5.  Edredone  (tf  ad.).    6.  Edredone  (f  ).    7.  Smergo  maggiore  (e?  ad.).    8.  Smergo  maggiore  ($). 

9.  Smergo  minore  (a*  ad.).    10.  Smergo  minore  (?).     11.  Pesciajola  (tf  ad.).     12.  Pesciajola  (J). 


(Urico  Iloepli,  Editore,  Milano. 


\  il   \\  I  I     (MINI  fOl  OGICO 


Lunghezza  totale  0,  385;  becco  0,  016;  ala  0,m210;  coda  0,   120;  tarso  0,m035. 

Questa  specie  va  soggetta  a  tre  cambiamenti  annuali  e  quindi  presenta  tre 

abiti  distinti,  ([nello  d'estate,  quello  d'autunno  e   quello  d'inverno.  Si   e scono 

ibridi  tra  il  /..  lagopus  ed  il  /..  mutus  e  col   Tetrostes  bonasia,  ma  sono  molto  rari. 

abita  Le  estre parli  nordiche  d'Europa,  dell'Asia,  dell'America  Artica  e  della 

Groenlandia;  non  si  trova  in  Italia. 

338.  Lagopus  mutus  '    (Montini,  Vernice  bùtnea. 

|  Roncato  |. 
[Tav.  XXVIII,  Bg.    i,  6  e  I  LV.  !..  Bg.  TJ. 

Un  tratto  nero  sulle  redini  dio  attraversa  l'occhio  e  olio  e  mancante  nella  fem- 
mina; timoniere  nere,  inanello  all'apice  e  spesso  alla  base,  steli  dello  remiganti  pri 
marie  bruno-nerastri  verso  l'apice;  bianco  in  tutto  il  resto  ",/.  d'inverno).  Parti  supe- 
riori, petto  e  fianchi  bruno-nerastri,  con  fitte  strie  grigie  più  o  meno  giallognole  sul 
dorso,  sul  groppone  e  sulle  cuopritrici  superiori  della  coda,  più  uniforme  sul  petto 
e  sui  fianchi;  resto  delle  parti  inferiori,  remiganti,  cuopritrici  esterne  e  timoniere 
centrali  bianche  (mas.  ad.  in  estate),  l'ani  superiori  nero,  con  fitte  macchie  e  fascie 
trasversali  giallognolo-rossiccie;  le  parti  inferiori  fulvo-rossigne,  con  fascie  nere; 

coda  bruno-nera,  bianca  all'apice  <•  ialina  alla  base,  le  due  ti niere  mediane  a 

fascie  nere  e  fulve;  remiganti  e  cuopritrici  esterne  dodi-  ali  bianche  filini,  mi.  in 
estati  .  D'autunno  lo  parti  nere  sono  grigie,  finamente  macchiate  di  nero  e  talora 
di  fulvo,  specialmente  nella  femmina.  E  giovani  somigliano  alla  femm.  ad.  di  estate. 

Lunghezza  totale  0,m375;  becco  0,m014;  ala  0,m200;  coda0,m115;  tarso  h.h.ìi. 

Questa  specie  ha  tre  mute  annuali  incomplete  come  il  /..  lagopus.  Si  conoscono 
dui, li  col  /..  lagopus,  eoi  /..  scoticus  e  col  Tetrastes  bonasia,  ma  sono  casi  molto  rari. 

Abita  lo  alte  montagne  di  Europa  dalla  Scozia  agli  Urali  ed  allo  Alpi.  In  Italia 
si  trova  sedentaria  e  discretamente  abbondante  sulla  catena  delle  Alpi,  ove  vive 
presso  il  limito  dolio  nevi  perpetue,  abbassandosi  d'inverno  e  giungendo  talora  tino 
in  pianura,   ina  as>ai   raramente. 

339.  Lagopus  rupestris  (Gmelik  ('-'■,  Pernice  bianca  dilli   roccie. 

Simile,  secondo  Ogilvie  Grant,  al  !..  mutus  d'inverno,  e  d'estati'  distinto  pel 
polio  sempre  fasciato  di  nero  e  non  bruno-nerastro  uniforme  come  il  L.  mutus. 
Secondo  lo  stesso  Autore,  le  specie  o  sottospecie  nominate  L.  islandorum  e  /-.  Rei- 
nhardti,  Blasius  (1862),  /..  Nelsoni,  L.  atkensis  e  L.  Ridgivayi,  Stejneger  (1884), 
/..  insularis,  Bogdanow  1884)  e  /..  Welehii,  Brewster  iss.v  non  sono  clic  forme 
inseparabili  del  L.  rupestris. 

Il  /..  rupestris  ha  le  dimensioni  del  L.  mutus,  di  cui  è  molto  probabilmente 
una  semplice  fornia  locale,  ed  abita  L'Islanda,  l'America  àrtica  ed  il  Nord  dell'Asia 
fino  agli  Urali. 


Vetrao  lagopna,  Scopoli   17iili  (neo  Linnaeua). 
Vttrao  lagopiix,   l'iiliricius  1780    «o    I, immensi. 

Atltinh   ornitologi 


:'•  Iti  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


b)  Remiganti  primarie  sempre  Manche. 

h~)  11  bianco  del  vessillo  esterno  delle  ninne  esterne  della  coda  copre  dimeno  i  due 
h  r:i  della  base. 

340.  Lagopus  hyperboreus  (Sundevall)  (l),  Pernice  bianca  delle  Spitzbergen. 

Questa  specie  differisce  dalle  congeneri  per  una  maggiore  estensione  dello 
spazio  bianco  nella  porzione  basilare  delle  timoniere;  il  secondo  pajo  di  esse  ha 
i  due  terzi  della  base  bianchi,  tale  colore  decresce  gradatamente  nelle  paja  esterne 
ed  è  confinato  al  terzo  della  base  nel  vessillo  esterno  del  settimo  pajo,  mentre 
nel  pajo  più  esterno  sono  bianchi  almeno  i  due  terzi  della  base  (Ogilvìe  Grani). 
Abita  le  Spitzbergen  e  quindi  non  farebbe  parte  dell'Avifauna  Europea,  stretta- 
mente parlando. 


Genere  LYRURUS,  Swainson. 

Becco  corto,  robusto,  curvato;  narici  basilari,  nascoste  dalle  piccole  e  fitte  penne 
della  membrana  nasale;  uno  spazio  seni  Unno  re  nudo  sopra  l'occhio,  coperto  da  pa- 
pille rosse;  ali  corte,  rotonde,  colla  la  remigante  primaria  molto  più  corta  della  2a 
e  media  tra  la  7:l  e  la  8:i,  la  4"  e  5a  le  più  lunghe;  coda  di  diciotto  penne,  cinta. 
rotonda,  le  timoniere  esterne  lunghe  o  molto  più  lunghe  delle  due  mediane  e  curvati 
all' infuori  nel  maschio;  tarsi  corti,  più  del  dito  mediano  con  l'unghia,  piumati  per 
intero,  coi  diti  nudi,  pettinati  sui  lati,  i  tre  anteriori  riuniti  da  una  membrana  fino 
alla  prima  articolazione,  il  posteriore  corto;   unghie  corte,  forti,  ottuse  all'apice. 

Ascellari  bianche  e  lunghe;  sessi  differenti;  piccoli  precoci. 

Questo  genere  consta  di  due  specie,  che  abitano  entrambe  l'Europa,  il  L.  ri- 
ridanus,  Lorenz  non  essendo  buona  specie.  Frequentano  le  boscaglie  delle  montagne 
e  non  raramente  si  vedono  sugli  alberi,  sono  poligami  e  combattono  accanitamente 
di  primavera  pel  possesso  delle  femmine.  Il  nido  è  una  semplice  depressione  sul 
terreno,  che  coprono  con  foglie,  musco  e  penne  e  vi  depositano  numerose  uova  giallo- 
grigie  o  bianche,  macchiate  di  rosso  e  di  aranciato;  la  sola  femmina  cova  le  uova 
e  poi  cura  i  piccoli;  la  loro  carne  è  di  eccellente  sapore. 

341.  Lyrurus  tetrix  (Linnaeus),  Fagiano  di  monte. 

[  Tetrao  tetrix,  L.  ]. 

[Tav.  XXVII,  tìg.  6,  7  e  Tav.  L,  fìg.  5]. 

Nero-lucido,  con  ridessi  porporino-bluastri  sul  collo,  sulla  testa  e  sulle  parti 
superiori;  ali  bruno-nere,  con  una  fascia  trasversale  bianca  alla  base  delle  remi- 
ganti 2°,  che  sono  poi  strettamente  terminate  di  bianco;  ascellari,  cuopritrici  in- 
feriori delle  ali  e  della  coda  bianche;  coda  forcuta  in  forimi  di  min  lini,  colle  timoniere 
esterne  mallo  allungate  ed  assai  curvate  all'infuori,  circa  (>,'"  lui)  pili  ìnmjlie  delle  eentrali 


')  Tetrao  lagojms,  Ross  1828  (me  Linnaeus). 


\  I  1  \  N  1 1     ORNITOLOGICO 


347 


(mas.  ad.).  Tinte  generali  fulve  con  fascie  e  strie  nere  e  bianchiccie;  piume  del 
sottocoda  bianche  o  rossigne,  con  fascie  nere  e  che  sorpassano  Le  timoniere  centrali: 
petto  e  fianchi  bianchi  all'apice  delle  penne,  con  fascie  rossastre  e  nere  quesf  ultime 

più  larghe;  coda  più  breve  che  nel  maschio  e  poco  forcuta  {fonili,  ad.  e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"500  (dal  becco  all'apice  delle  timoniere  mediane);  becco 
0,  024;  ala  i>.  160;  coda:  timoniere  centrali  0,m120,  timoniere  laterali  0,m235;  tarso 
0,  048. 

Talora  invecchiando  le  femmine  assumono  il  piumaggio  del  maschio,  se  l'a- 
nomalia è  completa  si  conoscono  pella  statura  minore,  se  è  incompleta  hanno  il 
fonilo  di  tinta  i > i Ti  cupo,  la  tinta  nera  più  marcata  e  con  iridescenza  metallica 
spiccatissima.  Questa  specie  va  pure  soggetta  a  varietà  albine,  dal  bianco  perfetto 
ai  maschi  macchiati  di  bianco  sul  dorso  e  sul  groppone,  sulle  scapolari,  quest'ano- 
malia si  trova  anebe  in  Italia,  ma  è  molto  rara,  mentre  s'incontra  più  comune- 
mente nell'Europa  settentrionale  e  più  che  altro  nella  Scandinavia.  Si  conoscono 
ibridi  tra  questa  specie  ed  il  /,.  lagopusQ),  il  !..  mutus,  il  Tetrastes  bonasia  ed  il  /'.  col- 
chieus,  ma  sono  assai  iati. 

Abita  L'Europa,  L'Asia  centrale  e  settentrionale.  In  Italia  è  uccello  sedentario 
e  discretamente  abbondante  sulla  catena  delle  Alpi  da  Nizza  a  Udine;  si  citano  cat- 
ture accidentali  nel   .Modenese,  in  Toscana  e  nell'Umbria. 

342.  Lyrurus  Mlokosiewiczi  (TACZANOWSKl),  Fagiano  di  monte  dei  Citavano. 

[  Ta\  .    MAH.    6g.   6], 

Nero  lucido,  con  ritiessi  di  un  verde-bottiglia-scuro, comprese  Ir  cuopritrici  inferiori 
dillo  rodo:  cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed  ascellari  bianche;  timoniere  esterne  cur- 
vate all'ingiù  <d  appena  leggermente  all'infuori,  le  esterne  circa  0,'"050  più  lunghe 
delle  centrali  {mas.  od.).  Si  distinguono  tosto  dalla  femmina  del  /..  tetrix  per  le 
fascie  nere  sul  petto  molto  più  fine  ifemm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,'"500;  becco  0,ni024;  ala  0,m185;  coda  nel  centro  0,n'210 
/..  tetrix  0,ra120  ;  tarso  0,'"046. 

Abita   le  montagne  del  Caucaso. 


Genere  TETRA0,  Ijnnaeus. 

Come  nel  genere  hgrurus,  eccetto  la  coda  che  è  rotonda  o  cuneata,  col  pajo 
esterno  molto  più  corto  delle  due  timoniere  centrali.  Statura  grande,  sessi  diffe- 
renti. Ascellari  molto  lunghe,  bianche  e  talora  commiste  a  nero  e  fulvo. 

Si  conoscono  quattro  così  dette  specie,  due  delle  quali  si  trovano  anche  in 
Europa. 


('i  11  Tetrao  lagopidts,  detto  in  lingua  svedese  Riporre,  sarebbe  l'ibrido  Lyrurus  tetris  e  Lai/opus; 
nuli  si  conoscono  elio  uniscili  ed  i'  uccello  mollo  l'uro.  Il  Riporre  »  presenta  la  colla  ini  po'  forcuta,  i 
piedi  fittamente  piumati,  pero  le  dita  sono  nude  nella  metà  apicale:  le  parti  superiori  sono  nere,  sfu- 
mate distintamente  di  un  lied  grigio;  le  interiori  e  le  ali  Manche,  con  macchie  nere:  la  coda  è  nera:  la 
statura  it.n|  121  (mio   Collezione). 


348 


VI  I.  \vn:    0ENIT01  OGICO 


343.  Tetrao  urogallus,  Linnaeus,  Gallo  cedrow. 

[  Urogallus  vulgaris,  Flkming  ]. 
|  Tav.  XXVII.  fig.    I.  5  e  Tav.   I„   Bg.    I  |. 

Tosta  e  collo  nerastri,  con  fittissime  strie  trasversali  cenerino-scure,  bruno- 
castagne  sulle  scapolari  e  sulle  ali,  finamente  striate  di  nero  e  cenerino;  una  larga 
banda  ili  un  verde-metàllico  siil  rollo  e  sull'alto  pillo;  petto  ed  addome  nero-lucidi,  con 


Fig.  2. 

Coda  (parte  apicale)  di  Tetrao  hybridus  (femmina). 
Coda  (parte  apicale)  di  Telrao  urogallus  (femmina). 
C'oda  (parte  apicale)  ili  Lyrurus  telrix  (femmina). 

per  mostrare  la  differente  forma  (da   Naitmanii). 

poche  penne  nella  parte  mediana  terminate  ili  bianco;  centro  del  dorso  non  fasciato  ili 
toro  e  scapolari  non  terminate  di  bianco;  coda  rotondata,  aera  con  macchie  bianche 
verso  il  suo  centro  (mas.  ad.).  Color  dominante  fulvo,  con  numerose  t'ascio  nerastre; 
petto  fulvo-vivo,  in  parte  unicolore  ed  in  parte  fasciato  ili  nero;  cuopritrici  inferiori 
della  coda  che  non  arrivano   all'apice   delle   timoniere   centrali:   centro  del  dorso 

rossiccio  i   fulvo,  con  fitte  fascie  nere;   scapolari  con  stretti 
apici  bianchi  o  bianco-fulvi  [femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,m960  a  0,ro700;  becco  0,m055; 
ala  0,'"410;  coda  0,m300;  tarsi.  0,m071.  La  femmina  è  più 
piccola;  Lunghezza  totale  0,"'550  a  0,m650. 

11  T.  urogallus  s'incrocia,  molto  raramente  col  /..  la- 
gopus  e  più  comunemente  col  !..  tetrix,  questo  ibrido  fu 
chiamato  '/'.  hybridus,  Sparrm.  o  '/'.  medius,  Meyer,  etc. 
Il  maschio  è  intermedio  come  statura  Ira  il  maschio  del 
T.  urogallus  e  tinello  del  /..  tetrix,  ha  le  bande  del  petto 
a  ridessi  porporini  e  blu-violetti;  la  coda  smarginata, 
appena  forcuta  colle  due  penne  esterne  di  appena  0,m020  più  Lunghe  delle  due 
centrali  <]  ;  la  femmina  assomiglia  assai  a  quella  del  /,.  tetrix,  ma  è  più  grande, 
le  timoniere  sono  subeguali  e  la  coda  è  quadrata,  quindi  né  rotonda  (T.  urogallus), 
né  forcuta  (L.  tetrix),  inoltre  come  nel  maschio  le  cuopritrici   inferiori  della  coda 


Testa  di   T.   urogallus 

(mas.  ad.), 

circa    '       gr.    nal. 


(')    Vedi    Tav.    XXVII,    li- 
a.  "lini    Abarten.  Wien,   1887. 


Cfr.  l'importante   opera   «lei    Meyer,    Unser    Auir-JìackcUn.  Birkwild 


MI    \\  Il      ORNI .li  n 


349 


sono  più  corte  delle  timoniere  centrali,  mentre  sono  eguali  nel  L.  tetrix,  non  ha 
lo  spazio  scuro  sulla  parte  bassa  dell'addome  etc.  Esso  si  trova   non   raramente 

nella  Scandinavia,  nella  Russia   ed   in   Germania,   è  molto  raro  in  Italia,  ove  fu 
trovato  sinora  soltanto  nel  Trentino,  nel  Friuli  e  nel    Bergamasco.    La    femmina 
del  F.urogallus,  invecchiando,  assumi'  talora  Tallito  del  maschio,  ma  se  ne  distingue 
tosto  pella  statura  assai  minore,  inoltre 
uri  soggetti  incompleti  il  tonilo  di  tinta 
è  sempre  più  cupo,  la  testa  ed  il  collo 
grigiastri  a  zig-zags;  la  banda  del  petto 

Castagno-cupa   è  assai   distinta. 

È  noto  (die  il  <  fallo  cedrone  maschio 

per    alcuni    secondi    verso   la  line  della 
sua  estasi  voluttuosa,  è  completamente 
indifferente  a   qualsiasi   suono  esterno. 
Questa  sordità  è  prodotta  da  una  ripie 
gatura  erettile  della  parte  posteriore  del 
meato  uditivo;  tale  ripiegatura  o  lembo 
auricolare    addiviene    turgido     di     san- 
gue durante  l'eccitazione  dell'uccello  e 
sembra  inoltre  che,  nel  premere  forte- 
mente sul  margine  opposto  dell'osso  qua 
dialo  e  nel  chiudere  così  del  tutto  il  ca- 
nale auricolare,  sia  aiutato  dal  muscolo 
depressore  o  digastrico  della  mandibola- 
inferiore,  che  è  sempre  del  tutto  aperto 
in  questo  stati».  1  suoni  aspri  e  forti,  che 

il  <.allo  emette,  ed   il  canale  auricolare  chiuso  lo  rendono  del  tutto  insensibile  a 
qualsiasi  altro  rumore    Graff  \    Wurm  . 

Il  Gallo  cedrone  è  il  Re  dei  Gallinacei  Kuropei  ed  abita  le  grandi  foreste 
d'Europa  e  dell'Asia  centrale  e  settentrionale  tino  al  Lago  Haikal.  In  Italia  viveva 
in  tutta  la  catena  delle  Alpi:  ora  venne  in  gran  parte  distrutto,  si  trova  ancora 
perù  frequente  sulle  montagne  del  Friuli  e  del  Tirolo  e  più  raramente  su  quelle 
della  Lombardia  e  della  Val  d'Aosta,  ma  tende  sempre  più  a  scomparire  per  la 

caccia    insensata   a   cui   è   latto  segno. 


M    *V 


Gallo  cedrone  (maschio) 
durante  hi  sua  estasi  voluttuosa. 


343".  Tetrao  urogallus  uralensis  (Nazarow),  <ì<ill<>  cedrone  tl*<i/i  Uràli. 


hi  colorito  generale  più  pallido  del  '/'.  urogallus;  <l<il  'petto  all'ingiù  completa 
unni,  limititi:  alcune  penne  del  /«  ila  t  dei  l'unititi  terminate  'li  nero;  timoniere  più 
estesamente  macchiate  di  bianco;  cuopritrici  interiori  della  coda  nere,  bianche 
all'apice  e  sullo  stelo  mas.  ini.'.  Simile  a  quella  del  dallo  cedrone,  ma  più  pallida: 
apici  bianchi  dellt  scapolari  molto  pili  larghi;  basso  addome  (piasi  bianco,  e  larghi 
margini  bianchi  sulle  penne  delle  parti  inferiori  {femm.  ad.  . 

Lunghezza  totale:  ma  sdì  in  0,m885;  ala  0,m385;  lunghezza  totale:  lem  mina  (  >."  ,r>10; 
ala   0,m286. 

Abita  la  catena  degli   l'rali. 


350  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


Genere  TETRASTES.  Kkyskki.im;  <V  BlasiusO). 

Becco  mediocre,  poco  curvato,  colle  penne  frontali  che  s'avanzano  sino  a  metà 
della  mandibola  superiore;  narici  coperte  da  una  membrana  rivestita  di  penne; 
un  tratto  nudo,  carnoso  e  rosso  sopra  gli  occhi;  ali  corte,  rotonde,  la  remigante 
primaria  ben  più  corta  della  2",  -T  di  poco  la  massima;  coda  quasi  rotonda,  com- 
posta di  sedici  penne,  colle  esterne  appena  più  corte  delle  due  centrali;  tarsi  più 
corti  del  dito  mediano  con  unghia,  parzialmente  piumati,  nudi  e  scudettati  un 
po'  al  disopra  dell'articolazione  dei  diti,  che  sono  riuniti  alla  base  da  una  mem- 
brana, nudi  e  pettinati  sui  lati;  unghie  mediocri,  ottuse  e  poco  curvate. 

Sessi  differenti;  statura  piuttosto  piccola;  un  ciuffo  alquanto  corto  sulla  testa; 
ascellari  mediocri  con  faseie  o  macchie  bianche  e  nere:  piumaggio  morbido:  gio- 
vani precoci. 

Tre  o  quattro  sono  le  specie  appartenenti  a  questo  genere,  sparse  nelle 
montagne  dell'Europa  e  dell'Asia  settentrionale  e  centrale.  Frequentano  le  bo- 
scaglie di  pini,  specialmente  ove  si  avvicendano  gli  alberi  sempreverdi  e  quelli  a 
foglie  caduche.  Vivono  di  solito  appajati,  ed  in  brigate  soltanto  nell'autunno;  sono 
sedentari  e  d'inverno  gregari  da  un  monte  all'altro.  Depongono  in  una  depressione 
sul  terreno  numerose  uova  di  un  giallastro-rossiccio,  con  rade  macchie  rossiccie. 
Questi  uccelli  hanno  carni  prelibato,  perciò  sono  molto  perseguitati,  e  il  loro 
numero  decresce  sensibilmente. 

344.  Tetrastes  bonasia  (Linnaeuki,  Francolino  di  monte. 

[Bonasia  betulina  (Scop.),  Bonasa  betulina,  Ghay]. 

[Tav.   XXVIII,  fig.   1.  2  f  Tav.   L.   fig.   (ì  |. 

Penne  del  pileo  allungate  a  ciuffo;  parti  superiori  cenerino-rossiccie,  con  strette 
faseie  trasversali  nere  sul  collo  e  sul  dorso  e  macchie  allungate  nere  sul  grop- 
pone e  sul  sopracoda;  scapolari  e  euopritrici  alari  largamente  macchiate  ili  bianco  al- 
l'apice delle  penne;  mento  e  gola  neri,  circondati  da  una  fascia  bianca;  due  mac- 
chie bianche  sui  lati  del  collo,  le  cui  penne  sono  alquanto  allungate;  parti  infe- 
riori scure  volgenti  al  rossiccio,  con  grandi  macchie  o  larghi  margini  bianchi;  le 
piume  del  tinnititi  del  collo  e  del  petto  con  una  fascia  subapicak  una  e  larghi  margini 
bianchi;  coda  rotonda,  con  una  fascia  apicale  bianco  cenerina  ed  una  seconda  suba- 
picale,  larga  e  nera  {mas.  ad.).  Statura  minore;  mento  e  gola  biancastri  (femm. 
titl.).  Parti  superiori  con  fascio  e  macchie  nere  ed  una  linea  centrale  fulva  sullo 
stelo  delle  penne;  mento  e  gola  bianchi;  resto  delle  parti  inferiori  bianche,  tinte 
di  rossiccio,  con  macchie  nere  sul  petto  e  con  fascio  titte  pure  nere  sui  fianchi 
(giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"3G0;  becco  0,'"018;  ala  0,"'17r>;  coda  0,'"140;  tarso  0,n,034. 

Questa  specie  si  unisce  rarissimamente  col  L.  lagopus  e  non  si  conosce  che 
un  solo  caso  di  tale  ibridismo  conservato  al  Museo  di  Upsala;  in  Italia  fu  ucciso 


Il  gen.   lionata,  Stepliona  \x\9  è  adoperato  pel   /.'.  nmbellus  il...  del  Nord  America. 


vii  \\  1 1    oitNi  roLoun  "  :!.")  1 


sul  Bergamasco  un  soggetto  ibrido  col  L.  mutus,  il  solo  che  finora  si  conosci,  fa 
parte  della  Raccolta  del  Conte  Camozzi  di  Bergamo  e  venne  da  me  illustrato  e 
figurato  nel  1893  (').  Non  mi  sembra  meritevole  di  distinzione  il  li.  sylvestris  del 
Brehm,  essendovi  molti  soggetti  intermedii  tra  le  due  forme.  Il  Seebohm  (2)  ha 
parlato  di  un  '/'.  bonasia  septentrionalis ,  che  si  troverebbe  nelle  regioni  settentrio- 
nali dell'habitat  del  T.  bonasia,  sarebbe  un  uccello  di  spiccate  tinte  gl'igie  con 
scarse  colorazioni  rossiccie  e  la  coda  più  corta  in  riguardo  alla  specie  tipica, 
verso  la  quale  degrada  tanto  verso  E.  che  verso  0.,  come  fanno  molte  altre  forine 
Artiche;  lo  Sharpe  l'innalzò  al  grado  di  specie  distinta.  11  Francolino  di  monte  va 
raramente  soggetto  alle  varietà  albine. 

Vive  nell'Europa  e  nell'Asia  centrale  dalla  Scandinavia  al  Kamciatka,  al  Giap- 
pone, e  verso  sud  in  Europa  sino  alla  Spagna  settentrionale  ed  in  Asia  alla  Cina 
settentrionale.  In  Italia  si  trova  ora  soltanto  sulle  Alpi  del  Novarese,  su  quelle 
Lombarde,  del  Tirolo  e  del  Friuli,  ma  viveva  un  tempo  in  tutta  la  ('alena:  la 
caccia  sfrenata,  specialmente  coi  lacci  metallici,  lo  ha  in  gran  parte  distrutto,  è 
ovunque  piuttosto  raro  e  sedentario. 

345.  Tetrastes  griseiventris.  Menzbier,  Francolino  ili  monte  orientale. 

Tinta  generale  più  scura  e  più  grigia,  specialmente  sul  gastreo;  incuto  bianco; 
gola  nera  terminata  ili  rossiccio;  mainano  le  macchie  bianche  salir  scapolari,  suUe  cuo 
prillili  alari  e  la  lunula  bianca  sotto  la  gola;  penne  del  petto  nero-rossiccie,  con  l'apice 
e  fascie  trasversali  grigie;  resto  delle  parti  inferiori  grigiastro;  fascia  subapicale 
nera  della  coda  più  stretta  e  variata  di  fulvo  (mas.  ad.).  Mento  bianco;  gola  nera, 
con  larghi  margini  apicali  fulvi;  penne  del  petto  nere,  grigie  all'apice  con  fascie 
e  macchie  rossiccie  (femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,"':;560;  becco  0,'"018;  ala  0,m175;  coda  0,m114;  tarso  0,n,033. 

Abita  la  Russia  orientale  ed  il  governo  di  Perni. 


Ordine  GRALLAE  -  Trampolieri. 


Becco  per  lo  più  lungo,  talora  corto,  diritto,  arcuato;  narici  nude;  collo  di 
solito  lungo;  ali  in  generale  lunghe  e  strette,  talora  mediocri,  ampie  e  rotonde, 
con  20  a  36  remiganti;  coda  corta,  con  12  a  2(>  timoniere;  tarso  lungo  e  sottile: 
gambe  di  solito  lunghe  e  nude  al  disopra  della  giuntura  tibio-tarsale,  colle  tibie 
piumate  su  varia  estensione;  tarso  lungo  e  sottile;  diti  quattro,  tre  in  avanti,  riu- 
niti da  una  membrana  o  forniti  di   espansioni   membranose;   il  quarto   dito  volto 


i'i  Atti  Soo.   lini.  Se.   Nat.  XXXIV,  pp.  271-280,  con  tav.  col.  (1893). 
(*)  Ibis,  1884,  i>p.  430. 


352  ATLANTI     ORNITOLOGICO 


ali* indietro,  alle  volte  mancante  e  inserito  al  livello  degli  altri  o  più  in  alto;  lun- 
ghezza delle  gambe,  del  becco  e  del  collo  spessissimo  in  relazione  inter  se. 

Sono  uccelli  per  la  massima  parte  migratori  e  che.  tranne  poche  eccezioni, 
non  vivono  lontano  dalle  acque;  i  piccoli  nascono  inetti  o  precoci;  i  sessi  sono 
simili  e  solo  in  pochi  casi  differenti. 

Questo  grande  ordine  cosmopolita  si  suddivide  in  cinque  sottordini  Limi- 
colae,  Fulicariae,  Ahctorides,  Herodiones  e  Phoeriicopteri,  tutti  bene  rappresentati  in 
Europa. 


Sottordine  LIMICOLAE  -  Limicole. 


Becco  variabile  di  forma  e  di  lunghezza,  quasi  sempre  sottile,  lungo  quanto 
e  più  della  testa,  talora  ovunque  duro  e  coperto  da  una  pelle  molle,  membra- 
nosa e  sensibile  all'apice;  narici  in  generale  aperte  nella  parte  membranosa  del 
becco  e  sempre  nude:  redini,  contorno  degli  occhi  e  testa,  salvo  poche  eccezioni, 
coperte  di  penne;  ali  lunghe,  fine,  appuntite,  con  le  remiganti  primarie  strette, 
rigide,  graduate  dalla  la  alla  IO'1;  coda  di  solito  molto  corta,  mai  lunga,  gemi  al 
mente  con  12  timoniere,  talora  con  20  o  26  (Gallinago  strini  ni,  Kuhl);  gambe  di  solito 
allungate,  talora  di  molto  e  sottili,  di  rado  assai  curie,  scudettate  e  reticolate,  le 
penne  arrivano  raramente  al  calcagno;  diti  corti,  gli  anteriori  riuniti  di  solito 
alla  base  o  liberi,  raramente  lobati  o  palmati,  il  posteriore  sempre  corto,  elevato, 
tornito  di  una  piccola  unghia,  talora  esso  è  mancante  del  tutto. 

Questo  grande  sottordine  è  composto  di  uccelli,  in  generale  di  mediocre  o  di 
piccola  statura,  che  vivono  di  solito  nelle  pianure,  nei  luoghi  scoperti,  aridi  o  sab- 
biosi, nelle  paludi,  sulle  spiaggie  o  nelle  località  non  lontane  dalle  acque.  Corrono 
velocemente  ed  hanno  volo  sostenuto  e  rapido,  imprendendo  grandi  viaggi,  riuniti 
in  grossi  stuoli;  depongono  poche  uova  sul  terreno  in  un  rozzo  nido  od  in  una 
semplice  depressione;  i  giovani  nascono  coperti  da  piumino  ed  atti  a  correre  tosto 
(precoci).  Si  nutrono  d'insetti  e  di  vermi,  che  colgono  sul  terreno  o  entro  al  fango, 
sia  immergendo  il  becco,  sia  facendoli  sbucare  battendo  il  suolo  col  piede;  questo 
sottordine  cosmopolita  è  rappresentato  in  Europa  da  tre  famiglie  con  43  generi  e 
65  specie  all' incirca. 


Famiglia  OTIDIDAE,  Ottdidl 

Becco  alquanto  piatto,  ottuso,  curvato  verso  L'apice;  narici  ovali  e  scoperte: 
penne  frontali  estese  sino  al  margine  posteriore  delle  narici:  ali  strette,  lunghe 
ed  appuntite,  colle  remiganti  secondarie,  specialmente  le  interne,  subeguali  alle 
primarie;  coda  corta,  di  Ili  a  20  penne,  rotondata;  gambe  piuttosto  lunghe,  coperte 
ovunque  di  reticolazioni:  diti  molto  corti,  pollice  mancante;  unghie  piatte  con 
un  margine  laterale  corneo,  quella  del  mediano  non  pettinata. 


1.  Svasso  maggiore  (ad.  in  abito  di  primavera).  2.  Svasso  maggiore  (ad.  in  abito  d'autunno).  3.  Svasso 
maggiore  (giov.).  4.  Svasso  dal  collo  rosso  (ad.  in  abito  di  primavera).  5  e  6.  Svasso  cornuto  (ad.  in  abito 
di  primavera).  7.  Svasso  piccolo  (ad.  in  abito  di  primavera).  8.  Tuffetto  (ad.  in  abito  di  primavera). 
9.  Tuffetto  (ad.  in  abito  d'autunno).  10.  Strolaga  maggiore  (ad.  in  abito  di  primavera).  11.  Strolaga  maggiore 
(giov.).     12.  Strolaga  mezzana   (ad.  in  abito  di  primavera).     13.  Strolaga  mezzana   (giov.). 

Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


\i  i  w  ii    oknj  roLOGn  o  353 


Le  Otarde  sono  l'anello  di  congiunzione  dei  Gallinacei  con  i  Pivieri.  Mutano 
una  sol  volta  completamente  nell'anno,  ma  le  penne  del  collo  e  della  testa  cadono 
anche  di  primavera,  sicché  vi  è  una  seconda  muta  incompleta.  Nidificano  in  una 
depressione  sul  terreno,  i  giovani  nascono  coperti  di  piumino  e  precoci.  Le  uova 
sono  olivastre,  macchiate  di  bruno.  Questa  famiglia  quasi  cosmopolita  comprende 
15  generi  con  circa  43  specie,  tre  dei  quali  con  cinque  specie  si  trovano  più  o 
meno  regolarmente  anche  in  Europa. 


Genere  OTIS,  Ltnnaeus. 

Hocco  più  corto  della  testa,  alto,  moderato,  spaccato  sino  sotto  l'occhio,  diritto. 
depresso  alla  base,  coll'apicc  della  mandibola  superiore  curvato  tino  dalle  narici 
ed  il  margine  della  stessa  intaccato;  narici  laterali,  ovali,  coperte  sino  circa  a 
metà  del  becco  da  una  membrana  leggermente  piumata  alla  base,  nude  del  resto 
e  senza  solco  di  prolungamento;  penne  della  bassa  gola  e  del  davanti  del  collo  di 
tipo  ordinario,  e  non  pendenti  sul  gozzo;  ali  mediocri, alquanto  rotonde,  subacute, 
r  remigante  primaria  subeguale  alla  2a,  ■">'  la  più  lunga:  coda  breve,  rotondata, 
di  18  a  -Ji>  penne;  gambe  lunghe,  nude  per  un  terzo  al  disopra  del  calcagno  ;  tarso 
piuttosto  corto,  più  del  doppio  del  dito  mediano  con  unghia  e  compreso  «piatirò  volte 
circa  nella  lunghezza  delle  ali,  esso  e  la  parte  nuda  delle  gambe  reticolati;  diti 
tre  rivolti  in  avanti,  riuniti  da  una  membrana  alla  base,  che  continua  sul  loro 
margine;  unghie  corte  ed  ottuse. 

Sono  uccelli  poligami,  che  combattono  furiosamente  di  primavera  pel  possesso 
delle  femmine,  e  che  abitano  le  aperte  campagne  e  le  steppe,  camminano  e  cor 
rono  assai  speditamente  ed  il  volo  è  rapido;  si  nutrono  di  erbe,  di  grano  e  di 
insetti;  volano  in  generale  poco,  soltanto  quando  sono  pressati  dal  pericolo  e  non 
trovano  più  sicurezza  nella  corsa.  Nidificano  in  una  depressione  sul  terreno,  de- 
ponendo uova  di  un  oliva-brunastro  o  verdi,  macchiate  di  bruno-scuro.  La  sola 
femmina   cova  le  uova  e  si  prende  cura  dei  piccoli. 

Due  specie  abitano  l'Europa,  la  terza.  0.  Dybowski,  Taczanowski,  è  confinata 
alla  Siberia  ed  alla  Cina  e  probabilmente  non  è  specificamente  distinta. 

346.  Otis  tarda,  Lixnaki  s,  Otarda  ('). 

Un  ciuffo  dì  penne  lunghe,  sottili,  a  barbe  decomposte  sulle  guaneie;  statura  elevata. 

Testa,  lati  della  faccia,  guaneie,  gola,  gozzo  ed  angolo  dell'ala  cenci  ini:  sul 
pileo  una  fascia  longitudinale  più  cupa  e  che  si  estende  sulla  cervice;  remiganti 
26  interne,  medie  cuopritrici,  resto  delle  parti  superiori,  lati  del  collo  e  del  petto 


(')  È  affatto  inesatta  l'asserzione  del  Temminck  \l»n.  Orn.  IV,  p.  313)  ohe  in  Sicilia  vivami 
Taoobini  selvatici  (Meleagris  galloparo,  I...  i:^li  diede  questa  notizia  anche  nella  Dalmazia,  pero  con 
molte   riserve.    Io   posso  assicurare   che   in    questi    paesi    non    vivono   Tacchini   selvatici    e   che   tale  equivoco 

e  derivato  in  gran  parte  dal  fatto  che  talora  si  dà  questo  nome  all' 0.  tarda.  Circa  le  cattare  europee 
della  77.  gallopavo  |  ti.  americana,  Bartr.  e  della  M.  mexicana,  Gonld  avvenute  in  alcuni  distretti,  ove 
queste  specie  si  coltivavano  allo  stato  selvatic istese  banditi»,  e  sul  modo  nel  quale  tali  notizie  furono 

propalate  ct'r.    Xauniann.    17.7/.    Mitt.-Eur.,    ninna   edizione.    VI.    pp,    L87-194,    1  s ; 1 7 . 
AttanU  ornitologioo. 


35  I 


ATI..W  I  I      OHM  n  il  '".li  0 


ceciato-lionati,  con  numerose  fascio  trasversali  nere;  le  restanti  cuopritrici  bianche, 
con  macchie  cenerine  verso  l'apice  delle  penne;  remiganti  bianche  alla  base, 
bruno-nerastre  nel  resto;  parte  bassa  del  collo  ed  alto  petto  giallo-rossastri  a 
iiiuiiii  di  fascia;  petto  ed  addome  bianchi  {mas.  ad.).  Più  piccola:  parti  superiori 
con  t'ascio  più  strette  ed  avvicinate:  mancano  le  penne  a  ciuffo  sui  lati  del  incuto; 
una  fascia  longitudinale  nera,  con  strie  strette  trasversali  sulla  fronte  e  sul  centro 
della  testa;  gozzo  e  petto  per  intero  cenerini;  lati  del  petto  lionati,  con  fascie  aere 
trasversali  (femm.  ad.).  I  giovani  somigliano  alle  femmine,  ma  sono  di  tinte  più 
pallide;  bassa  gola  e  davanti  del  collo  fulvo  rossicci,  con  macchiette  trasversali 
scure. 

Lunghezza  totale  da  l.'l.Mi  a  0,  790;  becco  da  0,m040  a  0,'"034;  ala  da  0,m640 
a  0,m500;  coda  da  0,m265  a  0,m235;  tarso  da  0,m150  a  0,m130. 

Il  maschio  di  questa  specie  è  tornito  di  un  sacco  gelare,  che  è  Viene  svilup- 
pato durante  la  stagione 
degli  amori  e  che  si  con- 
trae .  addivenendo  insi- 
gnificante, appena  essa  e 
]  lassata. 

I. 'otarda  abita  L'Eu- 
ropa centrale  e  meridio- 
nale e  L'Africa  settentrio- 
nale ,  estendendosi  sino 
all'Asia  centrale  ed  al- 
l'India   settentrionale:    si 


Meleagris  gallopavo,  mas.  ad. 


Testa  e  collo  di   0.  telraj . 

mas.  ail.   in  abito  ili  primavera, 

circa         gr.  nat. 


mostra  accidentalmente  nell'Europa  settentrionale.  In  Italia  è  specie  rara,  di 
comparsa  invernale  e  si  può  dire  accidentale;  venne  presa  anche  d'estate  ed  a 
grandi  intervalli   un  po'  dappertutto,  tranne  in  Sardegna.  Non  nidifica. 

347.  Otis  tetrax,  Linnaeus,  Gallina  pratajola. 


Un  ciuffo  completo  ili  penne  allungate  sulla  mieti  e  sulla  parte  posteriore  del  collo; 
statura  mediocre. 

l'arte  superiore  della  testa  sino  alla  cervice  lionata,  macchiata  e  l'asciata  di 
nero,  col  vertice  più  cupo;  parti  superiori  e  timoniere  centrali  lionate  a  zig-zags 
irregolari   neri   e   macchie   nere  sul   centro  delle  penne  verso   la   base,   più   chiare 


\I1.\M!     ORNITOLOGI!  0  355 


e  miste  a  biancastro  sulle  cuopritrici  superiori  della  coda,  le  cui   penne  esterne 

più  lunghe  sono  bianche  o  bianche  macchiate  di  nero;  grandi  cuopritrici  delle  ali 
bianche,  con  fascie  nerastre  alla  base;  angolo  dell'ala   bianco  su  tutto  il  bordo; 

lati  della  lesta,  mento  e  parte  eentrale  della  gola  di  un  cenerino  piombato,  li- 
mitato da  una  larga  fascia  nera  a  V,  cui  sussegue  altra  della  stessa  forma 
bianca;  parte  bassa  del  collo  tutto  all'intorno,  e  che  sui  Lati  e  posteriormente  si 
allarga  ed  occupa  anche  la  nuca,  di  un  bel  nero-vellutato,  limitato  esso  pure  a 
sua  volta  da  una  larga  l'ascia  semicircolare  bianca,  che  è  divisa  per  mezzo  di  una 
stretta  banda  nera  dal  bianco  del  testo  del  gastreo;  ititi  del  petto  come  le  pani 
superiori,  ma  senza  macchie  nere:  lati  del  basso  addome  e  sottocoda  con  rade 
macchie  nere;  timoniere  laterali  bianche  leggermente  fulviccie,  macchiate  di  nero, 
con  (piatito  fascie  trasversali  nerastre,  talora  mancanti  ed  indi-tinte  (mas.  ad.  in 
piim..  Testa  nero-lucida,  con  macchiette  e  fascie  lionate  e  biancastre;  mento  e 
gola  bianchi,  con  poche  macchiette  nere,  limitate  da  un  mezzo  collare  bianco 
misto  a  nero,  che  raggiunge  a  semicerchio  la  regione  auricolare;  penne  della  linea 
centrale  del  collo  lionato-rossigne,  con  tiuissime  macchiette  nerastre;  penne  del 
collo  e  lati  lionate  nel  centro,  marginate  sui  lati  di  nerastro;  parte  bassa  del  collo 
e  petto  dèlio  stesso  colore,  fittamente  attraversate  da  fascie  nere  più  larghe  e 
meno  fitte  verso  il  petto:  lati  del  petto  e  tutto  il  resto  come  il  maschio  in  abito 
di  primavera  (mas.  mi.  inaut.).  Simile,  tinte  generali  più  chiare  ;  fascie  sulle  parti 
superiori  più  numerose  e  con  macchie  nere  più  larghe  e  più  abbondanti;  cuopri- 
trici e-t, ■me  e  penne  dell'orlo  dell'ala  fasciate  di  nero;  mento  e  parte  alta  della 
-ola  bianca-tri:  collo  e  petto  ceciato-lionati,  con  macchie  e  fascie,  talora  circolari: 
fianchi  con  fascie  nere,  limitate  di  lionato-debole  {femm.  mi.),  simile,  parti  superiori 
con  un  maggior  numero  di  macchie  centrali  lionate  a  goccia,  specialmente  sul 
dorso,  eguali  e  molto  più  visibili  sul  collo  e  sul  petto,  ove  si  disc-nano  a  fascie 
allungate;  parti  inferiori  dal  petto  all'umili  bianche,  con  macchie  e  fascio  nere. 
eccetto  nella  parte  mediana;  manca  il  fulviccio  della  tinta  di  fondu  delle  timo- 
niere  laterali  igiov.). 

Lunghezza  totale  0,m450;  becco  0,m025;  ala  0,  250;  coda  0,'  105;  tarso  0,m062. 

Questa  specie  abita  l'Europa  meridionale,  l'Africa  settentrionale  e  l'Asia 
centrale,  portandosi  d'inverno  nell'India  nord  occidentale.  In  Italia  e  sedentaria 
in  Sardegna,  in  Sicilia,  e  nelle  Puglie,  ove  è  discretamente  comune,  nel  resto 
d'Italia  è  di  passaggio  irregolare,  ma  vi  compare  più  che  altro  nell'inverno  ed 
in  qualche  provincia  imo  dirsi  affatto  accidentale.  Però  anche  in  Sardegna  si  pre- 
senta di  passo  ed  è  più  comune  quale  specie  estiva,  ripartendo  d'autunno.  Nidi- 
fica  in  mai;'i;'io. 


Genere  HOUBARA,  Bonapakte. 

Ha  i  caratteri  ilei  gen.  Otis  col  becco  perà  subeguale  alla  testa,  abbastanza 
grosso,  molto  depresso  nei  due  terzi  verso  l'apice,  diritto,  colla  mandibola  supe- 
riore intera  sul  mar-ine  e  curvata  solo  verso  l'apice;  narici  quasi  mediane,  larghe, 
aperte  nelle  fosse  nasali,  che  si  prolungano  in  un  solco  al  di  là  della  metà  de] 
becco;  ali  allungate,  sempre  più  di  quattro  volte  più  lunghe  del  tarso  e  subottuse. 


:;;,i;  atlante  ornitologico 


Penne  della  parte  bassa  della  gola  e  del  davanti  del  cullo  molto  allungate 
in   modo  da  pendere  all' infuori  e  da  ricadere  sul  gozzo. 

Questo  genere  ha  i  costumi  delle  Otarde  e  si  compone  di  due  specie,  che  corn- 
ila inno  di  tanto  in  tanto  in  Europa  e  di  una  terza  //.  fuerteventurae,  Kothsch.  Ilart. 
propria  a   Madera  e  che  è  certamente  una   forma  sottospecifica. 

l'urli  superiore  della  testa  con  un  ciuffo  mediano  erettile,  composto  dì  penne  strette  ; 
sui  In/i  del  rullìi  un  grande  collaretto  ili  'piume  limili. 

348.  Houbara  untlulata  (Jacquin),  (hibara. 

[  fllUltl    ufi  tinnii  \. 

Parte  supcriore  della  testa  brune-scura,  col  centro  ornato  di  un  piccolo  ciuffo 
di  piume  bianche  lunghe  e  pie-aie  all'indietro,  alcune  terminate  di  nero  e  di 
fulvo;  parti  superiori  fulvo-ocracee,  con  numerose  bande  scure;  collo  cenerino- 
biancastro,  tutt'attorno  finamente  punteggiato  di  nero  e  lavato  di  ocraceo;  sui  lati 
della  parte  bassa  del  collo  una  serie  di  piume  lunghe  e  sottili  nere  le  superiori, 
bianche  le  inferiori,  pure  allungate  e  cadenti,  che  formano  un  collaretto  distinto; 
penne  allungate  e  cadenti  della  parte  bassa  della  gola  e  dell'alto  petto  bianche; 
petto  e  gastreo  bianchi;  timoniere  ocraceo-fulve,  terminate  di  bianco  ed  attraver- 
sate da  cinque  fascie  nerastre  con  macchiette  scure  {mas.  ad.).  Statura  minore: 
collaretto  e  ciuffo  più  brevi  (frinii/,  ad.). 

Lunghezza  totale  0,'"700;  becco  0,m046;  ala  0,m360;  coda  0,m315;  tarso  0,m090. 

Abita  le  contrade  dell'Africa  settentrionale  e  dell'Asia  Minore  fino  all'Armenia, 
ed  è  accidentale  nelle  regioni  Mediterranee  Europee.  In  Italia  è  specie  affatto  av- 
ventizia; comparve  due  volte  a  Malta,  poi  in  Sicilia  e  presso  Roma  nel  1879 
i  /,'.  Museo  ili  Roma,  Conte  di  Carpegna,  in  UU.).  1  soggetti  di  Houbara,  colti  nelle  parti 
centrali  e  settentrionali  d'Europa  ed  i  <\uc  uccisi  presso  Roma  nel  1859,  sono  da 
riferirsi   alla  specie  Asiatica. 

349.  Houbara  Macqueeni  (J.  E.  Gray),  Oulara  asiatica. 

|  l  buia   asiatica  |. 

Differisce  dall'//,  undulata  per  la  parte  superiore  della  testa  bruno-rossiccia, 
con  minute  macchiette  nerastre  e  con  un  ciuffo  bianco  di  poche  penne  terminate 
di  nero;  parti  superiori  con  fascie  nere  meno  larghe  e  meno  fìtte;  dorso  a  tini 
zig-zags  neri,  in  modo  che  rimangono  scoperti  molti  spazi  fulvi:  piume  allungate 
e  cadenti  della  parte  bassa  della  gola  e  dell'alto  petto  brevi,  di  un  grigio-blua- 
stro e  non  bianche;  timoniere  con  tre  fascie  nerastre  e  la  porzione  basilare  fulvo- 
ocracea   >i//«s.  ini.).  Statura   minore;  collaretto  e  ciuffo  più  brevi  (fu/////,  ad.). 

Lunghezza  totale  0,m650;  becco  0,ro040;  ala  0,m390;  coda 0,m330;  tarso  0,m098. 

Abita  l'India  nord-occidentale,  l'Asia  centrale  e  la  Persia;  accidentale  in  Eu- 
ropa dalla  Svezia  al  Mediterraneo.  In  Italia  ne  vennero  colti  due  soggetti  nel 
novembre  e  nel  dicembre  1859  presso  Roma,  i  quali  furono  prima  scambiati 
per  appartenenti  alla  //.  undulata  e  come  tali  illustrati  dal  Diorio  e  da  altri 
Autori. 


VII    \M  I      OKNITOI.iMflCO  :!"'" 


Genere  OEDICNEMUS,  Tkmminck. 

Becco  forte  e  grosso,  più  corto  della  testa,  diritto,  un  po'  depresso  alla  base, 
colla  porzione  apicale  rigonfia  e  t'orinante  un  dertro  marcato,  la  inferiore  con  un 
angolo  corto  e  stretto,  e  la  linea  eentrale  della  mandibola  superiore  elevala;  un 
piccolo  spazio  nudo  dietro  l'occhio;  cinica  nasale  grande  e  coperta  da  una  mem- 
brana nuda;  narici  mediane,  aperte  sul  davanti  e  pervie:  ali  moderate,  le  due  prime 
remiganti  primarie  subeguali,  la  2a  la  massima;  le  secondarie  interne  lunghe  come 
le  primarie,  quando  l'ala  è  piegata;  coda  alquanto  corta,  molto  graduata,  com 
posta  di  11'  a  1.")  penne,  arrotondate  all'apice;  gambe  lunghe  e  sottili;  tarsi  abba 
stanza  lunghi  e  interamente  reticolati;  tic  diti  in  avanti  riuniti  da  una  membrana 
tino  alla  seconda  giuntura,  il  posteriore  mancante;  unghie  abbastanza  corte,  poco 
arcuate,  compresse,  quella  del  dito  mediano  eoi  margine  interno  ingrossato. 

Gli  Occhioni  hanno  le  abitudini  delle  Otarde,  sono  però  in  parte  crepuscolari, 
si  nutrono  di  vermi,  d'insetti,  di  rospi,  etc.  ;  non  tanno  nido,  ma  depositano  due 
uova,  e  raramente  tre,  in  una  leggiera  depressione  del  terreno;  i  piccoli  nascono 
precoci,  coperti  da  fitto  piumino  rossiccio  con  due  linee  nere  sul  dorso;  questo 
genere  forma  l'anello  di  congiunzione  tra  le  Otarde  ed  i  Pivieri,  come  quelle  ha 
palato  schizorinale,  narici  olorinali  e  tre  diti,  per  altri  caratteri  anatomici  si  av 
vieina  ai  Pivieri,  di  cui  ha  eguali  uova  e  lo  stesso  metodo  di  nidificare. 

Si  conoscono  otto  specie  di  Occhioni,  che  abitano  gran  parte  della  Regione 
Paleartica,  L'Etiopica,  l'Indiana  e  l'Australiana  per  intero,  vivendo  nell'America 
dal  Messico,  a  S.  Domingo,  sull'Amazzoni  ed  al  Perù. 

350.  Oedicnemus  oedicnemus  (Ltnxaei  s),  Occhioni. 

LOedicnemus  scolopax    s.  Gmki..),  0.  crepitans,  Temm.J. 

[Tav.  XXX,  iìr.  13 J. 

Occhi  grandi,  giallo-dorati;  parti  superiori  di  un  lionato-brunastro,  più  vivace 
sulla  testa  e  con  una  grande  macchia  centrale  longitudinale  nera,  che  insensibil- 
mente si  unisce  alla  tinta  del  margine,  tranne  sulla  testa  ove  il  contrasto  è  più 
palese;  una  striscia  biancastra  sopra  e  sotto  l'occhio;  una  macchia  nerastra  da- 
vanti all'occhio,  la  quale  continua  in  una  stretta  t'ascia  nera,  che  si  estende  al 
disotto  dello  stesso,  limitata  in  basso  da  altra  più  larga  e  bianca,  che  parte  dalla 
base  del  becco,  e  che  è  divisa  dal  bianco  della  gola  e  del  mento  da  una  zona  che  si 
dirige  dalla  base  della  mandibola  inferiore  sui  lati  del  collo  nera  nel  centro  delle 
penne,  lionata  sul  margine;  grandi  cuopritrici  delle  ali  in  gran  parte  biancastre, 
colla  base  cenerognola  ed  una  banda  subapicale  nerastra,  mia  fascia  più  i>  meno 
fulviecia  attraverso  la  linea  delle  enopritrici  mediaru  bordata  ili  sopra  e  i/i  sullo  ila  una 
fascia  nerastra:  parte  bassa  della  gola,  davanti  e  Iati  del  collo  lionato-chiari,  con 
una  linea  centrale  nera  più  stretta  sul  petto  e  sui  fianchi;  resto  delle  parli  infe- 
riori bianco-giallette,  tinte  di  fulvo  sul  sottocoda;  coda  cimenta;  timoniere  centrali 
cenerognolo-brunastre,  con  fascie  nere  trasversali  poco  visibili  e  con  una  banda 
subterminale  bianca,  le  esterne  a  larghe  fascie  bianche  e  nere,  colle  due  bande 


358  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


apicali  più  larghe  verso  la  penna  esterna,  che  è  bianca,  coU'apice  nero  (ad.).  Tinte 
meno  pure  e  più  chiare;  la  fascia  alare  indistinta:  fascie  della  coda  meno  distinto  e 
meno  regolari;  parte  superiore  del  tarso  molto  ingrossata;  becco  e  zampo  meno 
lunghe  [giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"420;  becco  0,m036;  ala  0,m260;  coda0,m140;  tarso  0,m075. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale  fino  all'Asia  centrale,  l'India,  Burina 
e  l'Africa  nord-orientale.  In  Italia  è  specie  sedentaria  nelle  provincie  centrali 
e  meridionali,  di  passo  ed  estiva  nelle  settentrionali,  ove  qualche  individuo  si  trova 
anche  d'inverno.  Nidifica  ed  è  abbastanza  comune. 

Il  Giglioli  ha  indicato,  come  preso  in  Italia,  anche  l'Occhione  del  Senegal 
(0.  senegalensis,  »S\v.)  su  di  un  vecchio  individuo  che  sembra  essere  stato  preso  in 
Toscana  circa  nel  1841.  Siccome  la  cosa  non  è  troppo  sicura  e  che  la  forma  nord- 
africana dell'Occhione  mai  apparve  entro  i  confini  Europei,  l'ommisi  da  questo 
elenco.  Abita  l'Africa  occidentale  e  la  nord-orientale  fino  all'Egitto,  e  si  distingue 
per  la  mancanza  della  fascia  bianca  attraverso  le  cuopritrici  mediane  delle  ali 
che  sono  grigie,  come  le  grandi,  con  fascie  centrali  nere  lungo  lo  stelo. 


Famiglia  CURSORIIDAE,   Oursoridi. 

Becco  di  forma  molto  variabile,  spaccato  sino  sotto  gli  occhi  e  colla  mandi- 
bola superiore  curvata  dalla  base;  fosse  nasali  poco  sviluppate:  ali  assai  lunghe 
e  strette;  coda  profondamente  forcuta  od  eguale:  tarsi  scudettati;  diti  quattro,  tre 
in  avanti,  pollice  elevato,  talora  mancante. 

Questa  famiglia  abbraccia  otto  generi  con  circa  26  specie,  che  abitano  il 
Mondo  Antico,  di  essi  tre  hanno  rappresentanti  in  Europa.  I  giovani  nascono  co- 
perti di  piumino  e  sono  precoci.  Non  costruiscono  nido,  ma  depositano  l'unico 
uovo  (Dromas)  o  più  uova  sul  terreno,  in  una  depressione  od  in  una  specie  di 
galleria  nell'arena,  esse  sono  bianche,  con  o  senza  macchie  e  lini  zig-zags  scuri. 
Hanno  muta  doppia. 


Genere  PLUVIANUS.  Viiiu.mi. 

Becco  molto  più  corto  della  testa,  piuttosto  robusto,  diritto,  allargato  alla  baso. 
curvato  dalle  narici  fino  all'apice,  clic  e  stretto  ed  appuntito:  apertura  nasale 
Larga  e  corta,  colle  narici  ovali,  rinchiuse  in  un  opercolo;  ali  munite  di  un  pic- 
colo tubercolo  alla  giuntura  carpale,  non  appuntite,  lunghe,  complete,  le  remi- 
ganti primarie  non  appuntite  e  che  non  giungono  né  al  di  là  del  piede  disteso, 
ne  all'apice  della  coda,  la  la  primaria  la  massima,  le  remiganti  secondarie  lunghe 
come  le  primarie,  le  scapolari  lunghe  e  strette;  coda  quadrata,  mediocre;  gambe 
piuttosto  lunghe,  sottili  e  nude  nel  terzo  inferiore;  tarso  scudèttato,  di  media  lun- 
ghezza; diti  in  numero  di  tre  sul  davanti  forti  e  scudettati,  col  mediano  ben  più 
lungo  dei  due  laterali  ed  unito  all'esterno  da  una  membrana  basilare,  il  poste- 
riore mancante;  unghie  l'orti,  curvate,  col  margine  interno  di  quella  del  dito  me- 
diano non  pettinato,  ma  ingrossato. 

Ina  sola  specie,  propria  all'Africa,  compone  questo  genere. 


VM.  IM  I     OllH %..c.M  0  '■'•'<'■> 


351.  Pluvianus  aegyptius    Linnaei ■-.  Piviere  egiziano. 

Parte  superiore  della  testa  e  la  posteriore  del  cullo,  redini,  che  si  prolungano 
contornando  l'occhio  e  seguitano  in  una  fascia  sulla  regione  auricolare,  sui  lati  del 
cullo  e  che  termina  sul  mantello  ili  un  nero  verde  lucido;  le  penne  del  mantello  al- 
lungate e  lanceolate  in  modo  da  coprire  uno  spazio  bianco  sull'alto  dorsn  e  bor- 
date, da  ogni  lato  della  regione,  di  bianco;  dal  becco  parte  una  t'ascia  bianca 
che  passa  sopra  l'occhio  e  circonda  la  testa,  riunendosi  alla  nuca,  con  le  penne 
allungate  a  ciuffo;  groppone,  sopracoda,  scapolari  e  cuopritrici  cenerino-bluastre, 
le  grandi  con  un  largo  bordo  esterno  bianco,  che  forma  uno  spazio  sull'ala  pie- 
gata; parti  inferiori  bianche,  lavate  di  fulviccio,  più  vivace  sui  fianchi, sull'addome 
e  sid  groppone;  attraverso  il  petto  una  larga  fascia  nero  verdone  lucida,  che  si 
unisce  a  quella  dei  lati  del  collo:  remiganti  nerastre  alla  base  ed  all'apice,  bianche 
nel  resto,  le  esterne  grigie  alla  base;  coda  cenerino-bluastra,  con  una  larga  fascia 
apicale  bianca  preceduta  da  una  stretta  nerastra,  mancante  sulle  due  centrali  [ad.). 

Lunghezza  totale  0,n,210;  becco  0,m018;  ala  0,m137;  coda  0,m060;  tarso  0,m033. 

Abita  l'Africa  occidentale  dalla.  Senegambia  al  fiume  Congo  e  la  nord-orientale 
lino  al  Delta  Egiziano  ed  è  particolarmente  comune  lungo  il  Nilo.  In  Europa  sembra 
comparso  nella  Svezia  (Seebokm)  e  nella  Spagna,  da  dove  il  dr.  C.  L.  Brehm  (') 
cita  due  esemplari,  che  il  Duca  di  Coburgo-Gotha  stesso  avrebbe  ucciso  in  un'isola 
davanti  la  costa  di  Spagna.  E  su  tale  asserzione  l'Arevalo  ammette  quésta  tra  le 
specie  Spagnuole,  il  Degland,  il  Dresser  ed  altri  Autori  frale  Europee,  ed  il  Gi- 
glioli  la  cita  tra  quelle  clie  potrebbero  eventualmente  capitare  in   Italia. 


Genere  CURSORIUS,  Latiiam. 

Becco  alquanto  più  corto  della  testa,  col  culmine  subeguale  al  dito  mediano 
con  unghia,  diritto  sino  alla  line  della  depressione  nasale,  quindi  curvato  all'indù 
su  ambedue  le  mandibole,  apice  stretto  e  rotondo;  narici  laterali,  ovali;  ali  lunghe, 
piuttosto  appuntite,  le  remiganti  primarie  appuntite  e  che  non  giungono  al  di  là 
del  piede  disteso,  né  all'apice  della  coda,  la  1°  remigante  primaria  e  la  .".  '  sub- 
eguali  ed  un  po'  più  corte  della  2a,  cdie  è  la  massima:  coda  rotondata:  gambe 
lunghe  e  sottili,  nude  sulla  parte  inferiore  .lei  tarso,  esse  ed  i  tarsi  scudettati; 
diti  in  numero  di  tre,  tutti  anteriori  corti  e  forti,  il  mediano  sempre  molto  più 
lungo  dei  laterali:  unghie  piccole,  sottili,  poco  curvate,  con  quella  del  mediano 
pettinata  sul  margine  interno. 

Compongono  questo  genere  cinque  specie,  proprie  all'Asia  ed  all'Africa,  delle 
quali  una  compare  talora  in  Europa.  Abitano  i  piani  sabbiosi,  di  solito  lontani 
dalle  acque  e  vivono  in  piccole  compagnie,  se  inseguiti  cercano  la  loro  salvezza 
india  corsa,  nascondendosi  in  qualche  cespuglio,  anziché  affidarsi  al  volo.  Si  nu- 
trono d'insetti  e  non  fabbricano  nido,  depositando  in  una  piccola  buca  sul  terreno 
due  o  tre  uova. 


('}  I.  f.    <>.    1S.")4,    p.    70. 


.'il',  Il 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


352.  Cursorius  gallicus  (<ìmelin),  Corrione  biondo. 


Parti  .superiori,  cuopritrici  alari  e  remiganti  secondarie  interne  lionato-isabella; 
occipite  e  parte  della  nuca  di  un  cenerino-bluastro;  una  macchia  nera  triangolare 
sulla  porzione  alta  della  nuca;  dietro  l'occhio  una  fascia  nera,  che  si  unisce  in 
basso  sulla  nuca;  parti  inferiori  lionato-pallide  e  biancastre  sulla  gola,  sulle  guancie 
e  sull'addome,  i  cui  lati  sono  in  basso  lavati  di  nerastro;  le  remiganti  secondarie 
esterne  nerastre  internamente,  isabelline  esternamente,  bianche  all'apice;  ala  ba- 
starda, remiganti  le,  orlo  dell'ala,  ascellari  e  cuopritrici  inferiori  delle  ali  nere; 
coda  isabellina,  bianca  all'apice  e  con  una  fascia  subapicale  nera,  mancante  nelle 
due  penne  centrali  (ad.).  Tinte  più  pallide,  con  piccole  linee  brunastre  angolari  e 

semicircolari  sulle  parti  superiori, 
più  fitte  sulla  testa  e  mancanti  sulla 
parte  posteriore  del  collo,  in  parte 
delle  sopracaudali  e  sulle  remiganti; 
un  largo  sopracciglio  bianco-isabel- 
lino  che  continua  sulla  nuca,  ove  si 
fonde  con  quello  della  parte  opposta, 
qualche  macchia  nera  sulla  parte 
alta  della  nuca;  petto  e  gola  con 
poche  lineette  angolari  brunastre  ; 
la  fascia  subapicale  nera  sulle  timo- 
niere mancante  o  appena  accennata, 
o  poco  distinta  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m270;  becco 
0,'"024:  ala  0,m165;  coda  0,m065;  tarso 
0,'"058. 

Abita  l'Africa  settentrionale  le 
isole  Canarie  e  del  Capo  Verde,  esten- 
dendosi nell'Asia  fino  all'Afganistan  ed  all'India  occidentale.  In  Europa  giunge 
irregolarmente,  ma  con  più  facilità  nelle  parti  meridionali  e  verso  Nord  venne 
colto  sino  alle  Isole  Britanniche.  In  Italia  capita  di  tanto  in  tanto  di  autunno 
e  di  primavera  con  più  frequenza  a  Malta;  comparve  un  pò5  dappertutto  anche 
in  Sardegna,  ma  è  specie  rara. 


11)   l'itilo  eli    Cursorius  gallicus. 

b)  Unghia  del  dito  mediano  del  piede  destro  di  C.  gal- 
licus, vista  dal  lato  intorno  por  mostrare  le  in- 
taccature (ingrandita). 


Genere  GLAREOLA,  Brisson. 


Becco  molto  corto,  intero,  convesso,  compresso  verso  l'apice,  colla  mandibola 
superiore  curvata  sino  dalla  base;  narici  basilari,  laterali,  oblique;  ali  assai  lunghe, 
le  remiganti  primarie  appuntite  e  che  sorpassano  il  piede  disteso  e  l'apice  della 
coda,  la  1'  delle  primarie  la  massima;  coda  assai  forcuta,  di  li'  penne,  colla  la- 
terale sopravanzante  sensibilmente  le  altre;  gambe  lunghe,  sottili,  nude  per  uno 
spazio  corto  al  di  sopra  del  calcagno;  tarso  più  lungo  del  dito  mediano,  sottile, 
allungato  e  scudettato;  tre  diti  abbastanza  lunghi  e  sottili  all'estremità,  il  poste- 
riore abbastanza  corto  e  inserito  sul  tarso,  il  mediano  lungo,  unito  da  una  meni- 


Tav.  46. 


1.  Francolino   (mas.  ad.).     2.  Quaglia  tridattila.     3.  Codibugnolo  siciliano.     4.  Magnanina  sarda.     5.  Pa 
(maschio).    6.  Passera  sarda  (mastino).     7.  Merlo  dal  collare  meridionale.    8.  Rondine  rossiccia.     9.  Storno 
nero.     10.  Pett'  azzurro  orientale  (maschio).     11.  Monacholla  nera.     12.  Picchio  muratore  corso    (maschio). 

13.  Uccello  delle  tempeste. 

Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


ATLANTI     0ONI1 HCO  36] 


brana  alla  base  coll'esterno,  l'interno  libero;  unghie  lunghe  e  fatte  a  lesina,  lineila 
del  mediano  pettinata  sul  margine  interno. 

Le  Glareolae  in  numero  di  tre  specie  sono  sparse  per  tutto  il  Mondo,  eccetto 
l'America;  due  specie  vivono  anche  in  Europa.  Sono  uccelli  migratori,  che  si  riu- 
aiscono  in  enormi  branchi;  hanno  il  volo  rapido  e  simile  a  quello  delle  Rondini. 
a  cui  somigliano  un  po'  esternamente  e  per  tal  fatto  Linneo  le  aveva  riunite  ad 
esse.  .Si  nutrono  d'insetti  di  varia  sorte,  che  prendono  a  volo  e  spesso  al  crepuscolo, 
per  cui  vanno  considerate  di  abitudini  seminotturne.  Non  tanno  nido,  ma  depositano 
in  colonie  sulla  nuda,  terra,  le  loro  uova  in  numero  di  due  o  tre,  senza  nemmeno 
scavare  una  piccola  fossa.  Abitano  le  paludi,  le  spiaggie  marine  ed  anche  le  lande 
alide  e  sabbiose,  come  le  rive  dei  fiumi,  dei  laghi  e  degli  stagni;  mutano  due 
volte  all'anno,  gli  adulti  sono  simili  nei  due  sessi  e  differenti  dai  giovani. 

353.  Glareola  pratincola  (Linnaeus),  Pernice  di  mare. 

L'I'av.   XXX,   tìg.   12  ]. 

l'arti  superiori,  comprese  le  cuopritrici  superiori  delle  ali.  di  un  grigio-bruno 
olivastro  più  cupo  sulla  fronte  e  sulla  testa,  lavato  di  rossigno  sulla  nuca  e  sul  collo; 
cuopritrici  superiori  della  coda  bianco-candide;  penne  sotto  l'occhio  bianchiccie; 
parte  anteriore  delle  guancie  e  gola  di  un  bel  fulvo-gi alletto,  circondato  da  una 
sirena  lascia  bianca,  che  a  sua  volta  è  seguita  da  una  seconda  larga  nera  che 
parte  di  sotto  all'occhio;  una  macchia  davanti  l'occhio  ed  una  stretta  fascia  tra 
questo  ed  il  becco  nere;  regione  auricolare,  parte  posteriore  delle  guancie,  lati  e 
davanti  del  collo,  petto,  e  suoi  lati  di  un  bruno-cenerognolo- olivastro,  sfumato  di 
ceciato  sull'alto  addome;  il  resto  delle  parti  interiori  bianco;  remiganti  secondarie 
terminate  di  bianco-cenerognolo:  coda  mollo  forcuta,  bianca  sulla  metà  basilare, 
nero-bru nastra  nel  resto;  ascellari  e  euopritrici  inferiori  interne  delle  ali  castagno- 
fulve,  le  esterne  nerastre,  alcune  terminate  di  bianco  (ad.).  Parti  superiori  e  le  in- 
feriori grigie,  con  numerosi  margini  e  gli  apici  delle  penne  biancastri  0  fulvicci, 
i  detti  contorni  più  larghi  sulle  penne  della  testa;  tinte  olivastre  scarse;  gola 
ceciata,  circondata  da  una  serie  di  macchie  disgiunte  nerastre;  alto  addome  ce 
ciato;  apici  delle  remiganti  secondarie  più  larghi;  coda  meno  forcuta,  più  curia. 
colla  tinta  nera  più  brunastra  (giov.  . 

Lunghezza  turale  0,m225  (dall'apice  del  becco  all'estremila  delle  timoniere 
mei  liane);  becco  0,"'01G:  ala  0,m190;  coda:  0,'"065  timoniere  mediane),  0,"'l  18  (timo- 
niera laterale);  tarso  0,'"033. 

Abita  l'Europa  meridionale,  sino  all'Asia  centrale  ed  all'India;  sverna  in  Africa; 
compare  irregolarmente  verso  Nord  sino  alla  Gran  Bretagna  in  Europa.  In  Italia  è 
specie  di  passo,  più  abbondante  di  primavera  (die  di  autunno,  ma  frequenta  sempre 
a  preferenza  il  versante  Mediterraneo,  e  l'Adriatico  soltanto  sino  alle  Puglie  ed  in 
parte  alle  Marche;  è  uccello  estivo  e  nidificante  in  Sicilia  e  forse  in  Toscana. 
Nelle  provincie  meridionali,  nelle  due  Isole  meridionali,  nelle  Marche,  in  Toscana 
e  Liguria  è  specie  abbastanza  frequente,  mentre  è  rara  e  si  può  dire  avventizia 
nella  Valle  Padana.  D'autunno  è  rara  e  certo  in  quell'epoca  non  transita  (die  par 
zialmente  per  l'Italia. 

Attuate  ornitologico,  fi 


362  ATLANTE    ORNITOLOl  :  li  (  i 


354.  Glareola  melanoptera,  Nokdmann,  Pernice  ili  mmre  orientale. 

Gli  adulti  differiscono  da  quelli  della  ninnola  pratincola  per  Le  ascellari  e 
le  cuopritrici  inferiori  delle  ali  nere  e  non  castagno-fulve;  pelle  parti  superiori  più 
scure  e  colla  tinta  olivastra  più  viva  e  tendente  al  verde-metallico;  pelle  parti 
inferiori  del  corpo  di  tinte  più  pallide,  coi  fianchi  più  scuri;  pella  gola  meno  ocracea 
e  più  biancastra;  pella  parte  posteriore  e  laterale  del  collo  più  rossigna;  pella 
testa  più  cupa  e  quasi  nera;  sulla  fronte  tra  l'occhio  ed  il  becco  vi  è  una  fascia 
nera  distinta,  che  forma  un  grande  spazio,  che  abbraccia  la  parte  anteriore  del- 
l'occhio, mentre  nella  G.  pratincola  la  fronte  è  dello  stesso  colore  della  testa  o  di 
poco  più  scura  e  vi  ha  solo  una  stretta  linea  nera  sulle  redini,  di  solito  quasi 
mancante  e,  talora  ma  non  sempre,  una  macchia  nera  sulla  parte  anteriore  del- 
l'occhio (ad.).  Cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed  ascellari  bruno-nerastre,  terminate 
di  fulviccio;  nel  resto  come  quello  della  G.  pratincola  (giov.). 

Dimensioni  uguali  o  di  poco  maggiori  a  quelle  della   G.  pratincola. 

Abita  l'Europa  sud-orientale,  svernando  in  Africa  ed  è  comune  nel  Sud  della 
Russia  e  nel  Caucaso;  verso  ovest  giunge  fino  nella  Dobrugia  ed  anche  nell'Un- 
gheria. In  Italia  comparve  una  sol  volta  il  5  maggio  1892  a  Bagnolo  presso 
Vicenza,  e  quest'esemplare  è  nella  mia  Collezione. 


Famiglia  CHARADBIIDAE,   Caradridi. 

Palato  schizognato;  narici  schizorinali;  testa  grossa:  occhi  piuttosto  grossi; 
becco  di  forma  assai  varia;  ali  appuntite;  coda  mai  molto  lunga;  gambe  mai  molto 
corte;  angolo  dell'ala  talora  fornito  di  sprone;  diti  con  membrana  parziale  o  senza 
membrana;  tarso  di  solito  reticolato,  o  talora  scudettato;  dito  posteriore  presente 
ed  elevato,  o  mancante. 

Non  fabbricano  nido,  e  si  servono  di  una  Leggiera  depressione  sul  terreno 
frammezzo  alle  erbe  per  depositare  in  generale  quattro  uova,  piriformi  e  di 
vario  colore,  di  solito  bruno  di  terra  nel  fondo  di  tinta  con  numerose  macchie  o 
linee  nere;  i  nidiacei  nascono  coperti  di  fitto  piumino  di  vario  genere  e  colore 
e  sono  precoci,  cioè  abili  a  correre  poco  dopo  sgusciati.  Mutano  di  solito  due  volte 
all'anno  nell'autunno  e  di  primavera,  ed  i  giovani  nel  primo  abito  assomigliano 
in  generale  agli  adulti  in  abito  invernale.  Questa  famiglia  è  cosmopolita  ed  ab- 
braccia più  centinaia  di  specie,  circa  un  quinto  delle  quali  si  trovano  più  o  meno 
largamente  rappresentate  in  Europa. 

Sottofamiglia  HAEMATOPODINAE,  Ematopodini. 

Becco  duro,  acuto  o  troncato  senza,  dertro  o  rigonfiatura  apicale;  lossc  nasali 
corte,  larghe  e  poco  profonde;  gambe  corte,  forti  e  brillantemente  colorite. 

Questa  sottofamiglia  comprende  due  generi  con  quindici  specie,  la  cui  distri- 
buzione geografica  è  per  alcune  quasi  cosmopolita. 


MI    IMI      OKS1  l'ol.oi.ll  '• 


363 


Genere  HAEMATOPUS.  Ljnnaeus. 


Becco  più  lungo  della  testa  e  del  tarso,  cu- 
ccato, forte,  stretto  ed  assai  compresso,  diritto, 
ma  volto  all'in  su  nella  metà  apicale,  troncato 
all'apice,  le  due  mandibole  di  pari  lunghezza,  con 
un  solco  laterale  esteso  sino  a  metà  Lunghezza 
india  mandibola  supcriore  ;  angolo  della  gonide 
assai  marcato,  situato  molto  all' indietro  presso 
la  base  del  becco,  la  sua  distanza  dall'apice  della 
mandibola  inferiore  doppia  (0,'"070)  della  disianza 
tra  l'angolo  e  la  base  della  mandibola  stessa  (0,"'(K'>»'>  i; 
narici  basilari,  laterali,  lineari,  aperte  nella  mem- 
brana del  solco:  gambe  di  media  lunghezza,  nude 
per  un  piccolo  spazio  sulla  tibia;  tarsi  forti,  reti- 
colati, più  lunghi  del  dito  mediano  con  unghia; 
diti  tre  anteriori,  soltanto  l'esterno  riunito  al  me- 
diano con  una  membrana  mediocre,  quella  dell'in- 
terno assai  piccola. 

Tredici  specie  compongono  questo  genere  co- 
smopolita; frequentano  più  di  altro  le  coste  del 
mare  e  le  lagune  salate;  si  nutrono  d'insetti, 
di  vermi,  ma  specialmente  di  molluschi  bivalvi, 
che  aprono  con  l'ottimo  istrumento  del  loro  becco 
cuneato.  Volano  e  corrono  con  pari  celerità,  ma 
il  volo  non  è  elevato.  Nidificano  tra  le  pietre  e 
nell'arena  in  una  buca  che  foderano  di  erbe  ac- 
quatiche, vi  depongono  quattro  uova  fulviccie,  mac- 
chiate di  grigio-porporino  e  di  bruno-nerastro. 


Piede  di  //.  ostrilegus. 

«)  per  mostrare  l'articolazione  del 
tarso  o  la  membrana  ilei  piede, 

b)  por    mostrare     la     reticolazione 
della  pianta   tarsi. 

(da  SharjM  ■ 


355.  Haematonus  ostrilegus  '),  Linnaeus,  Beccaccia  ili  mare. 

[Tav.  XXX  11,   li-.   1  o  2]. 

Becco  rosso-arancione,  giallo  all'apice;  testa  e  collo  per  intero,  dorso,  scapo- 
lari e  alto  petto  di  un  bel  nero  a  ridessi  verdoni  o  violetti;  basso  dorso,  groppone, 
sopracoda,  un  largo  spazio  sull'ala  formato  in  gran  parte  dalle  remiganti  2e  e  dalle 
grandi  cuopritrici  e  resto  delle  parti  inferiori  di  un  bianco-puro;  remiganti  le  nere, 
con  gran  parte  del  vessillo  interno  bianco,  lo  stelo  bianco  nella  parie  centrale  delle 
stesse  e  che  s'allarga  di  estensione  sul  vessillo  esterno  verso  le  penne  interne; 
coda  nera,  bianca  nel  terzo  dalla  base  [ad.  in  prim.).  Nero  meno  lucido,  quasi 
opaco   e  senza  riflessi;  una  macchia  bianca  sulla  gola  [ad.  in  aiti.).  Becco   rosso- 


(')  Linneo  veramente  scrisse  ostralegus,  ma  va  corrotto  con  OìlrUegus,  ila  ostraea      (intrica  e  lii/n  =  io 
raccolgo. 


364  Ali. ami:  ornitologico 


brunastro;  tinte  nere  lavate  di  brunastro;  una  fascia  biancastra  sulla  gola,  talora 
mancante;  tinta  bianca  addossata  allo  stelo  delle  remiganti   1'    più   estesa   (gioì:). 

Lunghezza  totale  0,m440;  becco  0,' "069;  ala  0,m25O;  coda  0,m124;  tarso  0,m048. 

Abita  l'Europa,  estendendosi  sino  all'Asia  centrale;  sverna  nelle  conti-ade  cir- 
cummediterranee,  nell'Africa  orientale  fino  al  Mozambico,  all'Arabia,  alla  Persia  ed 
all'India  occidentale.  In  Italia  è  specie  rara  come  sedentaria  e  nidificante, un  po'meno 
durante  il  passo  e  nell'inverno.  Nel  Veneto  è  più  facile  ad  aversi  di  primavera  e 
nelle  Puglie  d'autunno;  un  tempo  nidificava  comunemente  nelle  grandi  paludi  d'at- 
torno a  Venezia,  ora  ciò  succede  raramente;  ne  ebbi  d'estate  anche  dalla  Sardegna. 

Un  esemplare  di  Ghionis  alba  (Gru.)  dell'America  Antartica  fu  preso  a  Car- 
lingford  Longh,  Co.  Down  il  2  dicembre  1892  ed  è  nella  Collezione  del  sig.  K.  M. 
Barrington.  Spesse  volte  giungono  in  Europa  esemplari  viventi  di  questa  specie, 
che  provengono  dalle  Isole  Falkland  (Saunfars);  e  perciò  essa  è  da  escludersi 
dalla  Lista  Britannica  e  dall'Europea. 

Genere  ARENARIA,  BrissonO. 

Becco  più  corto  del  tarso  ed  eguale  alla  testa,  forte  e  grosso  alla  base  e  che 
si  restringe  gradualmente  verso  la  punta  a  t'orma  di  cono  allungato,  rivolto  all'in 
su  verso  il  centro,  colla  mandibola  superiore  più  lunga  e  leggermente  troncata 
all'apice;  solco  nasale  non  più  lungo  della  metà  del  becco;  narici  basilari, laterali, 
lineari,  pervie,  piuttosto  larghe  ed  in  parte  coperte  da  una  membrana  ;  ali  lunghe 
e  strette,  subeguali  alla  coda,  appuntite,  colla  l:l  remigante  primaria  la  massima 
e  le  2°  interne  allungate  ed  appuntite;  coda  subrotonda,  di  12  penne;  gambo  piut- 
tosto corte,  nude  su  di  una  piccola  porzione  della  tibia;  tarsi  scudettati  sul  davanti, 
reticolati  all'indietro,  di  poco  più  lunghi  del  dito  mediano  senz'unghia;  diti  tre 
anteriori  liberi  e  forniti  di  stretti  lobi  interdigitali  imperfetti,  il  posteriore  arti- 
colato sul  tarso,  coito,  ma  che  tocca  terra  con  l'unghia;  unghie  corte,  ottuse,  ar- 
cuate, quella  del  dito  posteriore  più  piccola,  ma  più  curva,  quella  del  mediano 
dilatata  sul  margine  interno.  Taglia   piccola. 

Due  specie  compongono  questo- genere,  delle  quali  una  è  cosmopolita,  mentre 
l'altra  abita  l'America  settentrionale.  Amano  le  sponde  del  mare,  specialmente 
ove  vi  sono  roccie;  si  cibano  d'insetti,  di  vermi  e  di  piccoli  animaletti  marini 
che  cercano  sotto  le  pietre,  smovendole  col  forte  becco,  e  da  ciò  il  loro  nome  ripe- 
tuto in  tutte  le  lingue.  Hanno  volo  elegante,  rapido  e  compiono  grandi  migrazioni 
appajati  od  in  piccole  compagnie.  Nidificano  sulle  eoste  del  mare  in  una,  depres- 
sione sul  terreno  clic  foderano  rozzamente  di  erbe  marine,  deponendo  quattro 
uova  grigio  verdastre,  con  macchie  e  chiazze  grigio  porporine  o  bruno-olivastre. 

356.  Arenaria  interpres  (Linnaeus),   Voltapietre. 

[Strepsilas  interpres  (L.)]. 
[  T.w.    XXXI,    lig.    13   e    11  ]. 

Parte  superiore  della  testa  e  la  posteriore  del  collo  bianche,  con  una  larga  stria 
centrale  nera  sulle  penne;  redini  e  parte  anteriore  delle  guancie  e  della  cervice 


i'i   Arenaria,   Brisson    L760      Strepsilas,   Uliger  IMI. 


MI  w  l  I     ORNIT (.K  0  365 


di  un  bianco-puro,  che  contìnua  in  un  sopracciglio,  il  quale  s'allarga  dopo  L'occhio 
sulla  parli'  posteriore  della  regione  auricolare  e  termina  sui  lati  del  collo;  fronte, 
una  linea  che  parte  da  essa  e  volgendosi  passa  davanti  agli  occhi,  s'allarga  in 
quadrato  sotto  t^lì  stessi  e  scendendo  poi  ristretta  sui  lati  del  eolie,  incornicia  il 
bianco  del  mento  e  della  gola  e  s'attacca  ad  una  grande  macchia,  che  occupa  i 
lati  ed  il  davanti  del  collo  ed  il  petto,  sui  cui  lati  si  allarga  e  sul  cui  centro  si 
restringe,  nere;  dorso,  ali  e  scapolari  fulve  e  nere  ;  basso  dorso,  groppone  e  resto 
delle  parti  interiori  bianche:  cuopritrici  superiori  della  coda  nere,  colle  più  lunghe 
bianche,  il  nero  forma  uno  spazio  col  inaino  del  groppone  e  delle  lunghe  sopra- 
caudali  (mas.  ad  in.  prim.).  'l'està  più  scura;  tinte  bianche  e  aere  meno  pure,  nero 
del  petto  con  margini  bianchicci;  nero  del  dorso  con  margini  biancastri  e  rossigni, 
scarseggiando  la  tinta  nocciola;  nocciola  delle  scapolari  meno  esteso,  più  chiaro 
e  misto  a  biancastro  ([riunì,  ad.  in  prim.).  Superiormente  bruno-scuro-uniforme, 
con  marginature  cenerino-brunastre;  testa  come  il  dorso;  lati  della  testa,  davanti 
del  collo  nerastri,  con  marginature  grigiastre;  la  tinta  sema  sul  petto  più  estesa 
sui  lati,  (die  sul  centro;  penne  del  dorso,  cuopritrici  alari  e  scapolati  nerastre, 
cou  scarse  tinte  fulvo-castagne ;  groppone  e  sopracoda  come  negli  mi.  in  prima 
firn:  mento  e  gola  bianchi;  t'ascia  semilunare  sui  lati  del  collo  tinta  di  bruno 
pallido  [mi.  in  nnt.ì.  Inferiormente  bruno-cupo,  con  marginature  rossigne  orossigno- 
fulviccie,  più  estese  sulle  cuopritrici  alari;  timoniere  terminate  di  fulvo-rossigno; 
faccia  e  fascia  semilunare  sui  lati  del  collo  tinte  di  rossigno-fulviccio    giov.). 

Lunghezza  totale  0,m240;  becco  0,m022;  ala  0,'"141S;  coda  0,,n054;  tarso  0,m02b. 

Il  Voltapietre  è  uccello  cosmopolita,  nidifica  nelle  alte  latitudini  boreali  del 
Mondo  Antico  e  del  Nuovo,  e  verso  sud  in  Europa  sino  alle  coste  del  Baltico  (Da- 
nimarca); sverna  lino  nelle  regioni  più  meridionali,  come  l'estremo  limite  del  .Sud- 
America,  il  Capo  di  Buona  Speranza  e  l'Australia.  In  Italia  è  specie  di  passo 
piuttosto  irregolare  lungo  il  mare  e  le  lagune,  che  abbandona  molto  di  rado.  E 
più  facile  ad  aversi  nell'autunno  da  agosto  ad  ottobre  dal  Veneto,  e  di  primavera 
da  marzo  a  maggio  dalla  Sardegna,  dalle  Puglie,  e  dalla  Toscana,  in  Sicilia,  se- 
condo il  Doderlein,  sarebbe  di  passo  regolare  e  talora  abbondante  nel  maggio;  il 
Prof.  (ìiglioli  ne  ebbe  uno  da  Nizza  nel  dicembre.  E  specie  generalmente  rara;  in 
alcune  provincic,  come  nelle  nordoccidentali,  rarissima. 

SOTT( >FA MIGLIA    C 1 1 A 1  \ A 1  ) li I IX  AE,    (  'unni fini. 

Becco  con  un  dcrtro  sempre  presente  e  più  o  meno  cospicuo;  tarso  di  solito 
reticolato  e  talora  scudettato  fcutt'attorno;  dito  mediano  ed  esterno  riuniti  alla  base 
con  una  membrana,  l'interno  (piasi  libero,  pollice  alle  volte  mancante. 

Questa  sottofamiglia  cosmopolita  consta  di  ventitré  generi  con  circa  sessanta 
specie. 

a)  Remiganti  secondane  interne  larghe  e  intonili-  all'apice;  la  distanza  dalle  più 
corte  secondarie  all'apice  delle  primarie  non  eguaU   alla  metà  lunghezza  dell'ala. 

Genere  HOPLOPTERUS.  Bonapaktb. 

Ila  i  caratteri  del  gen.  VdneUus,  da  cui  differisce  pel  becco  subeguale  alla 
testa  e  abbastanza  forte;  ali  colla  .".     remigante  primaria    massima,   1"  e  .">'    sub 


366  ATLANTE    OKXITOLOGICO 


eguali,  la  2  la  più  corta,  le  2C  interne  piuttosto  corte  ed  eguali  alla  7a  primaria; 
angolo  dell'ala  armato  dal  lato  interno  di  un  acuto  sprone,  curvo  in  avanti  ed  al 
di  fuori;  tarso  scudettato;  dito  posteriore  mancante. 

Questo  genere  consta  di  tre  specie  proprie  all'Africa  ed  alle  parti  meridionali 
dell'Asia,  una  di  esse  giunge  talora  anche  in  Europa. 

357.  Hoplopterus  spinosus  (Linnaeus),  Pavoncella  armala. 

Angolo  drìl'aìa  armalo  di  ano  sprone  lungo  ni  aiuto,  ili  color  nero-lucente. 

Nuca  con  un  ciuffo  di  penne  lunghe  ed  ottuse;  parte  superiore  della  testa, 
dalla  fronte  alla  nuca,  mento,  davanti  del  collo,  petto,  parte  alta  dei  fianchi  e  del- 
l'addome di  un  nero  lucente  e  metallico;  lati  della  testa,  del  collo  e  della  gola,  parte 
superiore  del  collo,  lati  del  groppone,  cuopritrici  superiori  ed  inferiori  della  coda, 
addome  e  calzoni  bianchi;  dorso,  scapolari  e  2°  interne  grigio-brune,  con  riflessi 
porporini;  remiganti  le  nere,  le  26  esterne  bianche  alla  base,  nere  all'apice  ;  coda 
bianca  nella  metà  basilare  ed  all'apice,  nera  nel  resto  (ad.).  Secondo  gli  Autori, 
non  vi  è  differenza  tra  i  giovani  e  gli  adulti,  né  tra  le  femmine  ed  i  maschi. 

Lunghezza  totale  0,"'300;  becco  0,'"026;  ala  0,m215;  coda  0,m100;  tarso  0,"'0<  14. 

Questa  specie  abita  l'Africa  occidentale  e  la  nord-orientale,  estendendosi  sino 
alla  Persia;  giunge  accidentalmente  nell'Europa  sud-orientale  (Grecia,  Turchia  e 
Russia  meridionale).  In  Italia  comparve  accidentalmente  a  Malta  una  volta  nel- 
l'ottobre 1865,  erano  due  individui,  dei  quali  uno  venne  ucciso  ed  è  conservato 
nel  R.  Museo  di  Firenze;  fu  presa  anche  a  Cattaro  nel  1859  e,  secondo  il  Ko- 
lombatovich,  due  altri  sarebbero  stati  uccisi  lungo  il  litorale  dalmate  II  Temminck 
asserì,  ma  non  si  sa  con  quale  fondamento,  che  un  esemplare  era  stato  colto  in 
Sicilia. 


Genere  VANELLUS.  Brisson. 


Becco  piuttosto  sottile,  più  alto  che  largo  alla  base,  diritto,  solo  leggermente 
curvato  verso  l'apice,  molto  più  corto  della  testa,  leggermente  compresso,  cogli 
apici  di  ambedue  le  mascelle  duri  e  cornei  e  che  finiscono  in  un  dertro  rotondati»; 
apertura  nasale  larga  e  che  occupa  circa  due  terzi  della  lunghezza  del  becco; 
narici  basilari,  lineari,  pervie,  aperte  nella  membrana  dell'apertura  nasale;  ali 
grandi  e  lunghe,  con  un  piccolissimo  tubercolo,  appena  pronunciato  sull'angolo  del- 
l'ala; remiganti  primarie  dalla  l'alia  I  leggermente  smarginate  dal  lato  esterno, 
la  1  poco  più  corta  della  2a,  2a,  ."•',  4:|  e  5"  subeguali,  la  .">'  la  massima,  le  se- 
condarie interne  larghe,  cogli  apici  rotondati  ed  eguali  alla  8"  primaria;  coda  larga, 
piuttosto  lunga  e  quadrata,  di  12  penne;  gambe  sottili,  alquanto  lunghe,  col  terzo 
intcriore  della  tibia  nudo;  tarsi  molto  corti,  circa  un  quarto  più  lunghi  del  dito  me- 
diano con  unghia,  reticolati  all' indietro  e  scudettati  sul  davanti;  tre  diti  anteriori,  il 
mediano  unito  coll'esterno  alla  base  da  una  membrana,  dito  posteriore  corto,  pic- 
colo, articolato  sopra  il  tarso;  unghie  corte,  curvate,  sottili,  col  margine  interno 
del  mediano  dilatato;  testa  fornita  di  un  lungo  ciuffo  occipitale  ricurvo. 


VIIWI1     OKKITOLOGICO 


Questo  genere  consta  di  una  sola  specie.  Le  Pavoncelle  frequentano  le  pra 
tene  umide  o  acquitrinose  e  le  paludi,  mostrandosi  talora  nei  prati  e  uei  campi 
coltivati  o  lungo  il  mare:  di  solito  stanno  in  numerosi  stormi  ed  anche  durante 
L'epoca  delle  covo  si  trovano  più  paia  riunite  assiemo.  Sono  uccelli  scaltri,  diffi- 
denti e  difficili  ad  avvicinarsi.  All'appressarsi  dell'inverno  imprendono  grandi 
migrazioni,  il  loro  volo  è  lento,  ma  sostenuto  e  talora  effettuano  i  loro  viaggi  a 
rilevanti  altezze.  Si  nutrono  di  vermi,  d'insetti  e  di  piccole  chiocciole:  non  fab 
bricano  nido  alcuno,  ma  depongono  sulla  nuda  superficie  di  una  piccola  depressione 
sul  terreno  quattro  uova  di  un  bruno-olivastro,  con  macchie  grandi  e  piccole  bruno- 
nerastre  o  rossigne. 

358.  Vanellus  vanellus    Linxaki rs  .  Pavoncella. 

|  Vanellus  capella,  J.  C.  Sch.,  V.  vulgaris,  Bchst.,  V.  cristatus,  M.  W.  ;   Bfa]. 
|  I'av.   XXXI,   fig.   11,  12  e  Tav.  L,  fig.   16]. 

l'arte  superiore  della  testa,  fronte,  mento,  redini,  gola,  parte  anteriore  delle 
guancie  e  del  collo,  alto  petto  e  suoi  lati  nero-vellutati  a  ritiessi  verdone-turchini, 
un  ciuffo  di  penne  fine  ed  allungate  sul  vertice;  nuca  cenerino-brunastra;  lati 
della  testa,  della  faccia,  del  collo  e  sopracciglio  bianchi,  con  macchie  nere  attorno 
all'occhio,  che  talora  formano  una  stria  sotto  lo  stesso;  parti  superiori  e  scapola  ri 
verdi,  cangianti  in  paonazzo  e  porporino;  parti  inferiori  bianche,  colle  cuopritriei 
inferiori  e  superiori  della  coda  fulvo-lionate;  remiganti  nero-violette,  le  tre  prime 
con  larga  fascia  apicale  di  un  grigio-lionato-sudicio ;  timoniere,  l'esterna  bianca, 
le  altre  bianche  nella  metà  basilare,  nere  nell'apicale  e  terminate  di  bianco-ful- 
vieeio  mas.  ad.  in  prim.).  Ciuffo  di  solito  più  corto:  tinte  più  opache,  con  riflessi 
meno  accentuati;  fronte,  gola  e  petto  misti  a  penne  bianche  (femm.  ad.  in  prim.  . 
Ciuffo  più  corto;  alcune  penne  delle  parti  superiori  terminate  di  fulvo;  gola  e  parte 
del  gozzo  bianco-fulviccie;  penne  della  larga  banda  sul  petto  nero,  marginate  di 
bianco-cenerino  o  di  fulviccio  (ad.  in  aut.).  Come  gii  adulti  in  autunno;  nuca  ros- 
signa;  marginature  fulve  sulle  parti  superiori  più  numerose;  in  essi  (giovani)  ed  anche 
talora  negli  ad.  in  autunno  le  tinte  bianche  della  testa,  della  -ola  e  del  gozzo  sono 
lavate  di  rossigno  con  macchie  nere  sul  sopracciglio,  sotto  l'occhio  e  sulle  guancie, 
ove  formano  due  spazi  cospicui;  una  stria  nerastra  parte  di  sotto  all'occhio,  si 
dirige  sulla  regione  auricolare  e  formando  un  mezzocerchio  si  congiunge  alla  tinta 
nera  sui  lati  del  collo  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m350;  becco  0,m026;  ala  o,'"235:  coda  0,'"116;  tarso  0,m050; 
dito  mediano  e.  u.  0,"0.'m. 

Abita  l'Europa  e  l'Asia  settentrionale  sino  al  nord  della  Cina,  al  Giappone 
ed  all'Alaska;  si  porta,  all'avvicinarsi  dell'inverno,  nell'Europa  meridionale,  nel 
l'India  nord-occidentale,  nella  Cina  meridionale  e  nell'Africa  settentrionale,  ose 
sembra  si  trovi  anche  d'estate  e  nidifichi.  In  Italia  è  specie  principalmente  in- 
vernale e  di  passo,  abbondante  nei  siti  adatti:  la  sua  riproduzione  da  noi  è  un  fatto 
raro,  ma  nidifica  però  certamente  nel  Veneto  (mia  Collezione)  e.  secondo  il  Gigliola, 
talora  in  Lombardia  e  nel  Piemonte;  di  solito  arriva  in  ottobre  e  nel  novembre 
e  riparte  di  marzo  e  nell'aprile. 


;;iiS  \  I  i.AM  I.    OKM  Idi, (il. H(i 


Genere  CHETTUSIA,  Bonaparte. 

Ha  i  caratteri  del  gen.  Vanellus;  becco  subornale  alla  testa,  tanto  larici  che 
alto  alla  base,  compresso  verso  1'  apice,  ove  è  leggermente  uncinato;  apertura 
nasale  che  occupa  tre  (piarti  della  lunghezza  del  becco;  '_):I  remigante  primaria 
la  più  lunga,  la  di  poco  più  lunga  della  3tt,  le  2e  interne  lunghe  come  la  5"  pri- 
maria; tibia  nuda  per  circa  metà  lunghezza;  tarsi  scudettati  e  di  varia  lunghezza; 
unghie  sottili,  un  po'  curvate,  quella  del  dito  mediano  leggermente  dilatata  sul 
margine  interno. 

Questo  genere  consta  di  due  specie. 

359.  Chettusia  gregaria  (')  (Pallas),  Pavoncella  gregaria. 
[Chaetusia  gregaria  (Pall.)  |. 

Tarso  corta,  incito  del  doppio  del  dito  mediano  con  unghia. 

Fronte,  mento,  un  largo  sopracciglio  esteso  fino  alla  nuca,  che  circonda,  e  gola 
bianchi;  patte  superiore  della  testa,  redini  ed  una  fascia  che  attraversa  l'occhio  e 
l'oltrepassa  di  un  nero-lucido;  lati  della  testa,  parte  posteriore  del  collo,  guancie  e  re- 
gione auricolare  di  un  isabella-pallido;  dorso  grigio,  tinto  di  brunastro;  lati  del  basso 
dorso,  groppone  e  sopracoda  bianchi;  lati  della  gola  rossigno-pallidi ;  petto  gri- 
giastro; parte  bassa  del  petto  ed  addome  nero-lucidi:  parte  bassa  dell'addome 
castagno  vivace;  parte  bassa  dei  fianchi,  taccia  inferiore  delle  ali,  sottocoda  e  cal- 
zoni di  un  bianco-puro;  remiganti  primarie  nere,  le  secondarie  più  interne  e  le  cuopri- 
trici  eguali  al  dorso,  le  secondarie  esterne  e  le  grandi  cuopritrici  bianche;  timo- 
niere bianche  alla- base  ed  all'apice,  nere  nel  resto,  le  due  laterali  bianche  (ad.). 
Parte  superiore  della  testa  brunastra,  con  penne  bianco-grigie;  fronte  e  sopracciglio, 
che  circonda  la  nuca,  di  un  bianco-rossiccio;  mento  e  gola  bianchi;  parti  supe- 
riori olivastro-cupe,  marginate  di  rossigno  o  di  pialletto:  parti  inferiori  bianco 
sudicie;  petto  bianco-fulviccio,  con  margini  apicali  e  macchie  centrali  nerastre; 
manca  il  nero  del  petto  e  dell'addome  ed  il  castagno  del  basso  addome  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m300;  becco  0,m028;  ala  0,m205;  coda  0,m095;  tarso  0,m056; 
dito  mediano  e.  u.  0,m033. 

Abita  l'Europa  sud-orientale  (Volga)  e  l'Asia  centrale;  sverna  nell'India  e 
nell'AlnVa  nord-orientale;  ed  è  accidentale  in  Polonia,  in  Inghilterra,  nella  Francia 
meridionale  e  nella  Spagna.  È  specie  accidentale  anche  in  Italia,  ove  consta  presa 
sette  volte,  cioè  quattro  in  Toscana,  due  in  Romagna  ed  una  in  Liguria;  non  è 
accertata  la  sua  comparsa  a  Malta. 

360.  Chettusia  leucura  (Lichtenstein),  Pavoncella  a  coda  bianca. 

|  Chaetusia  o  Chettusia  Villotaei  (Sav.)  |. 

Tarso  mollo  •più  lungo,  il  doppio  del  dito  mediano  con  unghia. 

l'arte  superiore  della  testa  e  la  superiore  del  collo  di  un  grigio-terreo,  più  pallido 


(')  Chettusia  gregaria,    Bp.,     Introd.    lùnoi.     Uni.     l'ir,    iislli,    ì\cc  l'Inni «>iii    lìp.,    con»!    scrisse    lo 
Bharpe,  Cai.  li.  /:.   Mici.  XXIV,  ]>;in\  174  (1896);  nella  tavola  il  Bonaparte  scrisse  Fanellus  gregarius. 


Tav.  47. 


1.   Aquila   rapace.     2.   Aquila  del  Bonelli.     3.  Sacro.     4.   Falco  della  Resrina   (tipo   scuro),     ó.    Pi-i 
6.  Fagiano  di  monte  del  Cauca-  io  ad.).    7.  Pollo  sultano.    8.   Fenicottero.    9.  Siili  Miiauo 

corso.     11.  Gabbiano  roseo.     12.  Gabbiano  dalla  coda  cuneata.    13.  Strolaga  dal  becco  giallo  (ad.  in  al 

primavera).     14.  Alca  maggiore. 

Dlrioo  Hoepli,  Editore,  Militilo. 


\  ri  imi    OR» .'».!'  0  369 


sulla,  fronte  e  sui  lati  della  testa;  dorso,  scapolari,  le  cuopritrici  piccole,  le  medie  e 
le  remiganti  l"  interne  grigio  terree  a  riflesso  porporino;  parie  alta  della  gola,  ad- 
dome e  sottocoda  bianchi,  tinti  di  isabellino;  petto  grigio-celestognolo,  coi  margini 
biancastri;  grandi  cuopritrici  alari  esterne,  remiganti  2a  esterne,  sopracoda  e  ti 
moniere  bianche;  grandi  cuopritrici  alari  interne  cenerognole  alla  base  e  aere 
nel  mezzo,  sicché  sull'ala  si  nota  una  fascia  aera  che  l'attraversa,  distaccandoli 
grigio  dal  bianco;  remiganti  1"  nere;  faccia  inferiore  dell'ala  bianca  ad.).  Margini 
sulla  t'ascia  pettorale  più  larghi;  ritiessi  meno  vivaci  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m270;  becco  0,m029;  ala  0,,n180;  coda  0,n,090;  tarso  0,m075; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"0;i4. 

Abita  l'Egitto,  hi    Nubia  e  l'Asia    centrale:    sverna    nell'India    nord  occiden- 
tale. Xe  furono  colti  tre  esemplari    nell'Europa  occidentale,  cioè  nel    1840  nella 
Francia   meridionale  e  nel    1864    e    1869   a    Malta,    quest'ultimo  individuo  è   con 
servato  nel  R.  Museo  di  Firenze;  è  però  uccello  all'atto  accidentale  in  Italia:  venne 
citato  anche  polla  Russia  meridionale. 

In  Remiganti  secondarie  interne  molta  lunghe  ed  appuntite,  In  distanza  lr<i  Ir  _'■ 
più  corte  e  l'apice  delle  I'  più  ili  nula  in  lunghex  :n  dell'ala. 

Genere  SQUATAROLA.  Leach. 

Becco  subeguale  alla  testa,  ma  un  po'  più  corto,  piuttosto  robusto,  diritto  lino 
al  termine  della  depressione  nasale,  poi  rivolto  leggermente  all'in  su  e  curvato 
all'apice,  che  è  rotondo,  ma  acuto;  depressione  nasale  lunga  e  larga;  narici  sub 
basali,  pervie,  lineari:  ali  lunghe,  subeguali  alla  coda,  appuntite,  la  1°  remigante 
primaria  la  massima;  coda  mediocre,  arrotondata,  di  11' penne;  gambe  moderate, 
sottili,  nude  sul  terzo  inferiore,  la  parte  nuda  più  corta  del  dito  esterno  s.  u.; 
tarso  reticolato,  ben  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia;  diti  quattro,  tre  in 
avanti  ed  uno  assai  piccolo,  ma  distinto,  all' indietro,  l'esterno  riunito  col  mediano 
alla  base  da  una  piccola  membrana,  l'interno  quasi  libero;  unghie  corte,  poco 
curvate  ed  ottuse,  quella  del  dito  posteriore  piccolissima  e  rivolta  all'in  su,  quella 
del  dito  mediano  dilatata  sul  suo  mar-ine  interno. 

Questo  genere  è  composto  di  una  sola  specie,  che  ha  distribuzione  quasi  cosmo- 
polita. Ha  le  abitudini  dei  Pivieri,  ma  frequenta  più  volontieri  le  coste  del  mare  eie 
lagune  non  lontane  dallo  stesso.  Nidifica  nelle  più  alte  latitudini  nordiche,  sver- 
nando negli  estremi  limiti  meridionali.  Deposita  quattro  uova  di  colore  intermedio  tra 
quelle  di  Pavoncella  e  di  Piviere  dorato,  più  o  meno  olivastre,  con  macchie  nerastre 
o  bruno-rossigne.  Il  suo  volo  è  assai  rapido  a  differenza  di  quello  delle  Pavoncelle. 

a)  Dito  posteriore  presente. 

361.  Squatarola  squatarola  '>  (Linnaeus),  Pmeressa. 

t  Squatarola  helvetica   !..    |. 
L  T.w.    XXXI,    Bg.    9,    m  .•   11  ]. 

Ascellari  nere. 

Redini,  regione  auricolare,  lati  della  testa  e  del  collo  e  partì  inferiori  nere  a 


(')  Linneo    (Sy»t.   Nat.,    I,   pag.    149,    L758     Òhiumo   faci,    in   autunno  «Iella   l'ivieressa    Trinca  My»«- 
Atlante  ornitologico.  17 


370  ITJ.ANT1     ORNITOLOGICO 


riflessi;  fronte,  largo  sopracciglio,  che  discende  come  una  fascia  sui  lati  del  collo 
e  che  limita  ovunque  le  predette  tinte  nere  allargandosi  sui  lati  del  petto,  ove 
tonua  uno  spazio,  fianchi,  basso  addome,  calzoni,  sottocoda  e  cuopritrici  intcriori 
delle  ali  di  un  bianco  puro;  parti  superiori  nerastre  alla  base  delle  penne,  qua  e  là 
brune  e  con  larghi  apici  bianchi  o  bianco-grigi;  remiganti  primarie  nere,  con  lo  stelo 
bianco  su  di  un  largo  spazio  subapicale;  timoniere  bianche)  con  larghe  l'ascio  nere 
o  nero-brunastre  (mas.  ad.  in  prim.).  Tinte  meno  pure:  la  fascia  che  circonscrive 
il  nero  sui  lati  delle  parti  inferiori  meno  distinta,  e  le  dette  tinte  nere  più  bru- 
nastre  e  miste  a  penne  bianche  (femm.  ad.  in  prim.).  l'arti  superiori  cenerognolo 
brunastre,  con  stretti  margini  apicali  biancastri  ed  una  l'ascia  subterminale  nerastra; 
sopracciglio  appena,  visibile;  lati  della  testa  e  redini  di  un  bianco-puro,  con  piccole 
macchiette  centrali  nere:  gola  e  mento  di  un  bianco-puro:  bassa  gola,  petto  e  fianchi 
bianco-cenerognoli,  con  macchiette  e  marginature  più  scure:  le  fascio  della  coda 
un  po'  più  strette  (ad.  in  aut.).  Simili  agli  ad.  in  autunno;  parti  superiori  nerastre, 
con  numerose  macchie  gialliccie  o  biancastre;  fascie  bianche  della  coda  miste  a 
pialletto  (giov.).  Questa  specie  nell'abito  giovanile  assomiglia  all'ad.  in  inverno  ed 
al  giovane  del  Charadrkis  pluvialis  (L.),  ma  si  distingue  facilmente  da  esso  pelli' 
ascellari  nere  e  non  bianche  <•  pel  dito  posteriore  piccolissimo,  uni  presente. 

Lunghezza  totale  0,m310;  becco  0/"030;  ala  0,'n20r>;  coda  0,m088;  tarso  0,ra045; 
dito  mediano  e.  u.  0,m035. 

Abita  le  regioni  subartiche,  ove  nidifica  ;  si  porta  d'inverno  verso  sud  sino 
all'Australia,  al  Capo  di  Buona  Speranza  ed  all'America  meridionale.  In  Italia  è 
specie  di  passo  ed  invernale,  non  egualmente  distribuita:  è  comune  d'inverno  nel 
Veneto,  nelle  Puglie  e  nelle  Isole  maggiori;  in  abito  di  nozze  è  poco  frequente 
ed  in  tale  livrea  è  più  facile  ad  aversi  in  Toscana,  ne  ricevetti  però  più  volte 
dal  Veneto  e  da  oi;'ni  parte  d'Italia,  compresa  Malta.  Si  trattiene  nel  Veneto  dal- 
l'agosto ai  primi  di  mangio. 


Genere  CHARADRIUS,  Linnaeus. 

Ha  i  caratteri  del  gcn.  Squatarola,  ma  il  becco  è  piuttosto  debole  e  più  corto 
della   lesta;  il  dito  posteriore  mancante,  sono  presenti  i  Ire  anteriori  soltanto. 

Si  conoscono  due  specie  di  Pivieri  dorati,  che  si  può  dire  abitino  tutto  il 
.Mondo.  Frequentano  le  praterie  paludose  di  pianura  e  di  montagna  o  i  luoghi  aridi, 
amando  meno  delle  Pivieresse  le  lamine  ed  il  mare.  Ma  come  esse  hanno  volo 
rapido,  nidificano  in  latitudini  molto  settentrionali  ed  all'epoca  delle  migrazioni 
si  riuniscono  in  enormi  stuoli.  Si  nutrono  di  vermi,  d'insetti  e  di  piccole  chioc- 
cioline e  le  loro  carni  sono  eccellenti;  senza  fabbricare  nido,  depositano  in  una 
buca  sul  terreno  quattro  uova  piriformi  di  un  verde-ocraceo-pallido,  macchiate 
di  bruno  e  di  rossigno-bruno. 


In  Dito  posteriore  inanimili. 


tinniti  e  l'.iil.   in  primavera    I.  helvetica  (l.  e,  pag.  250,    I7f.il;  quindi  questa  specie  dovrebbe  chiamarsi 
S.  In irriii 'io  ma  per  legge  ili  priorità  le  Bpetta  il  nome  ili  S.  iquatarola  (1758). 


vi  l.w  I  E    ORNI  rOLOGH  0  '■'  \ 


362.  Charadrius  apricarius  (]  .  I.inwi  i  s,  Pvoiere  dorato. 

|  Charadrius  pluvialis,  !..  J 
|  Tav.    XXXI,   fig.   7  e  8]. 

Ascellari  l'in  min . 

Base  della  fronte,  redini,  regione  auricolare,  lati  della  faccia  e  del  collo, 
mento,  gola,  parte  centrale  del  petto  ed  addome  di  un  nero  puro  e  Lucido;  fronte, 
una  macchia  sotto  l'occhio,  sopracciglio,  che  continua  scendendo  sui  lati  del  collo 
e  margina  tutta  la  rima  nera  (N'Ho  parti  inferiori,  allargandosi  notevolmente  sul 
petto  per  poi  restringersi  sui  fianchi  dell'addome,  e  calzoni  ili  un  bianco  puro;  pani 
superiori,  lati  del  collo  e  del  petto  presso  L'ala  neri  nel  fondo  ili  tinta,  con  macchie 
giallo-dorate  ed  in  minor  quantità  bianche;  parte  bassa  dell'addome  bianca,  con 
macchie  scure;  sottocoda  bianco,  con  macchie  nere  e  gialle  sulle  penne  laterali; 
remiganti  nero-brunastre,  più  chiare  all'apice  con  una  parte  dello  stelo  bianca:  ti 
mom  ere  bruno-nere,  con  li  tre  t'asci  e  trasversali  biancastre  tinte  di  gialletto,  più  bian- 
castre sulle  due  laterali;  cuopritrici  inferiori  dell'ala  bianche,  macchiate  di  cene 
rognolo  sul  margine  della  stessa  (vias. ad.  inprim.  .  La  femmina  è  uguale  al  maschio; 
ma  std  nero  delle  parti  inferiori  si  notano  penne  bianche  (femm.  ad.  in  prim.). 
Parti  superiori  di  disegno  eguale,  ma  le  tinte  meno  vivaci;  fronte,  sopracciglio 
iti  della  faccia  bianchi  lavati  di  gialletto,  con  una  stria  centrale  scura;  una 
fascia  scura  (die  parte  di  sotto  all'occhio  e  si  dirige  sulla  regione  auricolare,  che 
copre;  mento  e  gola  bianchi;  petto  e  fianchi  di  un  cenerino-grigio,  lavato  di 
gialletto;  parte  bassa  del  petto,  addome  e  sottocoda  bianchi,  colle  penne  laterali 
del  sottocoda    come    negli    adulti   in  primavera    ad.  in  aut.  e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,m280;  becco  0,m025;  ala  0,m190;  coda  0,  080;  tarso  0,'"041; 
dito  mediano  e.  u.  0,ra033;  porzione  nuda  della  tibia  0,m015. 

Abita  L'Europa  e  L'Asia  settentrionale,  ove  nidifica;  visita  d'inverno  Le  parti 
meridionali  d'Europa,  Le  settentrionali   dell'Africa   e   l'India   nord-occidentale.    In 
Italia  è  specie  di  passo  invernale  ed    ovunque   comune,  che  arriva   in  ottobre  e 
novembre,  ripartendo  di  marzo  e  di  aprile.  Non   nidifica:  ed    è  poco  comune  nel 
l'aiuto  di  primavera,  in  tale  Livrea  è  più  difficile  ad  aversi  della  Pivieressa. 

363.  Charadrius  dominicus  (P.  L.  S.  Muller),  Pwi&rt  orientale. 

[Charadrius  fulvus,  Gmelin;   Pivieri   minore]. 

Ascellari  grigio  cenerognole. 

Differisce  dal  precedente  ri/,  pluvialis  per  statura  minore,  pelle  ascellari  e  le 
cuopritrici  inferiori  delle  ali  grigio-cenerognole  ad  ogni  eia  o  stagione;  pelle  gambe 

più    Lunghe,    collo   spazio    nudo   della    tibia    più    esleso;     pel     tarso    più    sottile    ed    in 

confronto  più  lungo. 

Lunghezza  totale  0,m235;  becco  0,m023;  ala  0,m160;  coda  0,n,065;  tarso 0,m042; 

porzione  nuda   della   tibia  0,in024 


Secondo  Linneo  il  rh.  apricarius  Barebbe  il  Piviere  dorato  in  abito  'li  primavera  ed  il  Ch,  più 
viali*  lo  Bteno  accollo  in  livrea  autunnale  cfr.  Linuueus,  8yU.  Nat.  I.  pag.  imi  apricariun),  pag.  161 
(pluvialis),   i 


ATLANTI'.    i  >I!NIT<  >I.(  KilC'l  > 


Abita  le  regioni  Artiche  d'Asia  e  d'America,  portandosi  d'inverno  fino  all'Au- 
stralia, alla  Nuova  Zelanda  ed  all'America  meridionale;  arriva  in  Europa  solo  come 
uccello  accidentale  (Isole  Britanniche,  Helgoland  e  Polonia).  In  Italia  è  specie  ac- 
cidentale, comparsa  tre  volte  a  Malta,  poi  a  Reggio  Calabria  e  due  volte  presso 
Roma  (Conte  di  Carpegna,  in  lift.).  Non  è  impossibile  che  capiti  più  sovente,  es- 
sendo tacile  che  venga  confuso  col  Ch.  pluvialis,  dal  quale  però  è  ben  distinto. 

dola  inni  min:  addome  solo  parxialmentt  nero;  colorito  del  piumaggio  delle  /imi/ 
inferiori  uniforme. 

Genere  EUDROMIAS,  C.  L.  Breiim. 

Becco  alquanto  sottile,  compresso,  lungo  circa  metà  della  testa,  ambedue  le 
mandibole  diritte,  la  superiore  però  soltanto  sino  alla  depressione  nasale,  quindi 
volta  all'in  su  e  leggermente  curvata  all'apice,  che  è  rotondo  ed  acuto;  depressione 
nasale  estesa  fino  a  l/ì  della  mandibola  superiore;  coda  alquanto  lunga;  remiganti 
secondarie  interne  lunghe  quasi  quanto  le  primarie;  gambe  sottili,  piumate  tino 
quasi  alla  giuntura  tarsale;  tarso  corto,  però  più  del  doppio  del  becco  in  lunghezza. 
reticolato  posteriormente,  scudettato  sulla  porzione  anteriore;  pollice  nullo,  nel 
resto  come  il  genere  Squatarola. 

Una  sola  specie  compone  questo  genere.  Abita  le  paludi  e  più  spesso  anche 
i  siti  incolti  e  aridi  sulle  montagne,  i  prati  elevati  e  le  colline,  trovandosi  meno 
frequentemente  lungo  le  coste  del  mare.  Nidifica  sui  prati  di  montagna  e  sulle  roccie 
coperte  di  verzura,  depositando  tre  uova  di  un  fulvo-chiaro  o  verdastro  macchiate 
di  nero  e  di  bruno-nerastro. 

364.  Eudromias  morinellus  (Linnaeus).  Piviere  tortolino. 

[  Eudromias  morinella  (L.)]. 

[Tav.  XXXI,  fig.  6]. 

Fronte  e  parte  superiore  della  testa  di  un  nero  profondo,  con  margini  bian- 
castri o  fulvicci;  un  largo  sopracciglio  bianco,  che  si  congiunge  sulla  cervice  a 
quello  del  lato  opposto;  lati  della  faccia,  parte  bassa  della  regione  auricolare,  redini 
e  guancie  bianche,  con  piccole  macchie  nere;  parti  superiori  cenerino-brunastre.  con 
larghe  marginature  lionato-fulve;  mento  e  parte  alta  della  gola  di  un  bianco-puro; 
davanti  del  collo  di  un  grigio  bruno-gialliccio,  separato  dalla  tinta  aranciato-fulva 
del  petto  e  dei  fianchi  da  una  fascia  bianca,  marginata  superiormente  di  nero; 
nero  il  centro  della  parte  bassa  del  petto  e  dell'alto  addome;  remiganti  primarie 
bruno-nerastre,  la  L"  collo  stelo  bianco,  eccetto  all'apice;  timoniere  cenerognolo- 
scure,  nerastre  verso  l'apice,  che  è  bianco-fulviccio,  l'esterne  bianchiccie  sul  mar- 
gine; basso  addome,  calzoni  e  sottocoda  bianchi  uni.  in  />riw.<.  Margini  chiari  sulla 
testa  e  delle  palli  superiori  di  un  fulviccio  nocciola  più  deciso;  sicché  la  tinta  nera  è 
molte  ineiio  pronunciata;  il  bianco  del  sopracciglio  e  della  l'ascia  del  petto  meno 
accentuato  e  fulviccio;  fascia  sul  petto  bordata  superiormente  di  brunastro;  tinte 
nere  e  araneiato-fulve  delle  parti  inferiori  miste  a  penne  bianche,  o  cenerino- 
brunastre  coll'apice  bianco,  talora  a  segno  (die  le  tinte  nere  e  le  aranciate  sono 
sostituite  dalle  bianche:  fianchi  lavati  di  grigio,  e  di  bruno-giallastro  sulle  cuopri- 


\  1 1  \  n  1 1    orni  roLOGii  o  873 


trici  laterali  del  sottocoda  (ad.  in  aut.  .  Le  marginature  e  le  macchiette  appaiate 
sulle  penue  delle  partì  superiori  più  larghe  e  che  tendono  al  bianco-ceciato  od  al 

iciola-chiaro;  sopracciglio  fulvo-rossigno;  parte  posteriore  del   cullo   lavata  di 

rossigno;  gola  e  incuto  di  un  bianco  sudicio;  davanti  del  collo  ed  alto  petto  grigio- 
fuliggine,  alla  base  delle  penne  e  sul  marcine  rossigno-gialletti  e  divisi  a  metà 
da  una  l'ascia  bruno  t'ulviccia  indistinta;  una  tinta  t'ulviccia  sul  basso  petto,  sul- 
l'addome, sui  Banchi  o  sul  sottocoda;  centro  dell'addome  e  del  sottocoda  di  un 
bianco-puro  (giov.  . 

Lunghezza  totale  0,'  270;  becco  0,'"017:  ala  (V160;  coda  0,m075;  tarso  0,m037. 
La  femmina  è  un  po'  più  grande  del  maschio. 

Abita  le  parti  settentrionali  d'Europa  ed  il  Nord  dell'Africa;  sverna  nelle 
contrade  circummediterranee  e  nell'Africa  nord-orientale,  nel  Turchestan  e  nella 
Persia.  Questa  specie  è  di  doppio  passo  ed  invernale  in  Italia;  non  è  egualmente 
distribuita  ed  in  generale  poco  abbondante.  Arriva  in  agosto  e  riparte  di  marzo 
ed  in  aprile,  il  passo  primaverile  è  più  scarso:  nelle  provincie  settentrionali  si 
trattiene  solo  dall'agosto  al  novembre  ed  è  più  frequente  sugli  alti  monti  che 
non  nell'Estuario  Veneto  o  nelle  paludi,  ciò  che  succede  anche  nelle  Marche  Conti 
ili  Carpegna)  e  Dell'Abruzzo  (Bordi);  nelle  Puglie  è  invernale  e  comune. 


Genere  OXYECHUS.  Reichenbach. 

Ha  i  caratteri  del  gen.  Eudromias;  coda  cuneata  e  molto  lunga,  più  del  doppio 
della  lunghezza  dell'ala;  tarso  corto,  mai  il  doppio  del  becco. 

Si  conoscono  quattro  specie  appartenenti  a  questo  genere,  tutte  dell'Africa 
ed  una  Americana,  quest'ultima  giunge  talora  accidentalmente  in  Europa. 

365.  Oxyechus  vociferus  (Lutnaeus),  Corriere  «intricali». 

Fronte  e  una  banda  sopra  e  dietro  l'occhio  bianche  ;  cervice  nera  anteriormente, 
nel  resto  fino  alla  nuca  di  un  bruno-vivace;  colorito  generale  delle  parti  superiori 
bruno  scuro:  basso  dorso,  groppone  e  sopracoda  tinti  'li  rossiccic~4sabella-ckiaro;  basso 
collo  contornato  da  una  fascia  bianca  a  collare,  limitata  inferiormente  da  una 
banda  nera,  una  seconda  l'ascia  dello  stesso  colore  sul  petto,  resto  del  gastreo 
bianco;  remiganti  primarie  nere,  con  uno  spazio  bianco  sul  vessillo  interno,  le  L", 
specialmente  le  interne,  in  gran  parie  bianche;  penne  della  coda,  le  centrali 
bruno-cliiare  con  una  ombreggiatura  preapicale  bruno-nerastra  e  l'apice  rossiccio- 
isabella,  di  tal  colon  le  esterne,  che  sono  terminate  di  bianco,  con  una  l'ascia  sub 
terminale  nera  (ad.  l'arti  superiori  con  margini  rossicci;  nel  resto  eguali  agli 
adulti   (giov.  . 

Lunghezza  totale  0,'"228;  becco  0,"'02l:  ala  o,' "lf><>;  coda  0,'"0%;  tarso  0,'"033; 
la  femmina  è  più  grande  del  maschio. 

Abita  le  regioni  temperate  dell'America  settentrionale:  si  porta  a  svernare 
nell'America  centrale  e  nella  meridionale.  Accidentale  in  Inghilterra,  ove  venne 
preso  due  volte  e  sembra  sia  stato  colto  anche  a  Madera    Africa). 


31  I  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Genere  AEGIALITIS,  Boie. 

Como  nel  gen.  Squatarola;  becco  molto  più  corto  della  testa,  alquanto  sottile; 
narici  piccole,  lineari;  remiganti  •_"'  interne  che  toccano  l'apice  della  3a  primaria; 
coda  larga,  piuttosto  corta,  colle  due  timoniere  centrali  di  poco  sopravanzanti  le 
laterali;  gambe  abbastanza  lunghe,  sottili,  nude  per  una  piccola  estensione  della 
tibia;  tarso  reticolato,  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia;  diti  tre  anteriori, 
il  posteriore  mancante,  l'esterno  riimito  col  mediano  alla  base,  l'interno  quasi  li 
bero.   Statura  piccola. 

Si  conoscono  circa  venti  specie  di  Aegialitis  sparse  su  tutto  il  Mondo;  hanno 
Le  abitudini  dei  Pivieri,  vivono  lungo  i  fiumi,  i  laghi,  nelle  lagune  e  sulle  coste 
del  mare  ed  alcune  nelle  steppe  aride  e  sabbiose;  il  loro  volo  è  agilissimo  e 
corrono  velocissimamente.  Migrano  in  grandi  branchi  ;  nidificano  in  una  depressione 
sul  terreno,  depositando  quattro  uova  gialletto- ocracee,  più  o  meno  brune  a  chiazze 
bruno-nerastre. 


a)   Una  fascia  rosso-castagna  contìnua  su/In  parte  nuli  fiore  del  cullo,  li  milititi  in 
bassotta  una  banda  nera  (ad.  in  prim.)  o  da  una  banda  bruno-cenerognola  (ad.  in  aut.). 

366.  Aegialitis  asiatica  (Palla*),  Corriere  usiti  lieo. 

Becco  nerastro;  parti  superiori,  compresa  la  superiore  della  testa,  grigio-terree, 
con  leggieri  margini  rossicci;  regione  auricolare  grigia;  fronte,  un  largo  sopracciglio, 
spazio  davanti  e  sotto  l'occhio,  guancie,  mento  e  gola  di  un  bianco-puro;  davanti  del 
collo  e  parte  alta  del  petto  di  un  rosso-castagno,  limitato  in  basso  da  una  t'ascia  nera; 
resto  delle  parti  inferiori  bianche;  remiganti  primarie  nerastre  collo  stelo  bianco; 
timoniere  grigio-terree,  con  una  fascia  subterminale  scura  poco  distinta,  cogli  apici 
ed  il  margine  esterno  della  laterale  bianchi  (mas.  mi.  in  prim.).  Più  pallida;  bianco 
della  testa  e  della  gola  meno  esteso;  fascia  bruno-grigia  tinta  di  rossigno  sulla 
parte  anteriore  del  collo,  bruno-grigia  tinta  di  rossiccio  e  non  limitata  di  nero 
sull'alto  pelle  femm.  ad.  in  prim.).  Tinte  bianche  della  testa,  lavate  di  rossigno- 
fulvo,  quelle  delle  parti  superiori  più  cupe;  banda  sul  davanti  del  collo  grigio- 
cenerino-pallida;  gola  lavata  di  isabellino  (ad.  in  aut.).  Tutte  le  penne  delle  parti 
superiori  come  gli  ad.  in  inverno,  ma  con  margini  fulvo-ocracei  più  o  meno  bian- 
castri; lati  della  faccia,  fronte  e  sopracciglio  tinto  di  fulviccio;  banda  sul  davanti 
del  collo  indistinta  fulvo-grigiastra,  tinta  di  rossiccio  (giov  . 

Lunghezza  totale  0,'"200;  becco  0,m023;  ala  0,m143;  coda  0,'n055;  tarso  0,ra040. 

Abita  l'Asia  centrale,  portandosi  a  svernare  nell'Africa  e  nell'India  occiden- 
tale; nidifica  nel  Turchestan.  Questa  specie  si  trova  non  raramente  nella  Russia 
meridionale  e  specialmente  d'attorno  al  Caspio;  è  avventizia.  nell'Europa  occi- 
dentale, fu  colta  due  volte  ad  Eelgoland  nel  novembre  1850  e  nel  maggio  1859 
(Coli.  Gàtlcé);  due  volte  in  Italia,  cioè  presso  Sinigaglia  sul  Metauro  nel  novembre 
1897  (11.  Mnsio  ili  Firenze)  e  presso  Bari  nel  novembre  1898  (Race.  lì.  Istillilo 
'Di aito  ili  Bari),  e  finalmente  un  quinto  venne  catturato  in  Inghilterra  Del  maggio 
1890     Museo  ili   Normch). 


vii  \\  1 1     ni:\ [{  .. 


Il  Giglioli  annoveraj  tra  le  specie  comparse  in  [talia,  VA.  Geoffroyi  Wagl.), 
basandosi  mi  ili  un  esemplare  del  Et.  Museo  ili  Cagliari  che  sembra  ucciso  in  Sar 
degna,  ma  tale  provenienza,  anche  secondo  il  Conte  Salvadori,  inni  è  certa.  Questa 
specie  assomiglia  all'.l.  asiatica,  ma  la  banda  sul  davanti  del  collo  non  è  limitata 
di  nero  (ad.  in  prìm.  od  invece  non  è  completa  ni  il  davanti  del  collo  è  bianco 
come  il  gastreo,  e  solo  i  lati  del  petto  hanno  uno  spazio  bruno  (ad.  in  aut.  e  giov.). 
Abita  l'Asia  orientale  e  d'inverno  l'Africa,  l'India  e  l'Australia,  verso  occidente 
consta  esser  -mia  presa  nella  Siria  e  mai  in  Europa. 

Temminck  dire  clic  VA.  mongola  l'.tllas)  giunge  accidentalmente  in  Russia  e 
die  un  soggetto  fu  ucciso  presso  Pietroburgo,  tali  notizie  non  vennero  confermate. 
Alida  la  Siberia  orientale  ed  il  Kamciatka;  sverna  n<  Ile  Filippine,  nelle  Molucche 
ed  in  Australia. 

b)  / '//"  fascia  nera  routini/a  sul  duranti  il<  I  rullo  (ad.  :  ////'  steli  delle  remiganti  pri- 
marie in  parte  bianchi. 

367.  Aegialitis  hiaticula  (Linnaeus),  Corrieri  grossi,. 
|  Aegialites  hiaticola  o  hiaticula    !..    |. 
lV.  XXXI,  fig.   1  e  l' J. 

Becco  giallo  nllii  base  di  ambedue  le  mandibole. 

Becco  giallo,  terminato  di  nero;  fronte,  una  macchia  sotto  l'occhio,  uno  spazio 

al  di  sopra  dello  stesso  e  della  regi ■  auricolare,  un  largo  collare  che   occupa 

il  melilo,  la  pda  e  la  parte  posteriore  del  collo  di  un  bianco  puro;  base  della  fronte, 
parte  anteriore  dei  vertice,  una  fascia  dal  becco  all'occhio  od  una  seconda  che 
dalle  guancie  passa  M.no  l'occhio  e  colora  la  regione  auricolare,  cingendo  la 
nuca  in  modo  indistìnto  nere;  anteriormente  sul  collo  e  sull'alto  petto  una 
fascia  nera,  (die  s'allarga  -ni  lati  del  petto  e  cinge  la  base  posteriore  del  collo. 
separando  il  celiale  bianco  dalla  tinta  dei  dorso:  parti  superiori  grigio  terreo; 
pani  inferiori  bianche;  calzoni  grigi;  remiganti  1''  brunastre,  internamente  verso 
la  base  più  o  meno  bianche,  gli  steli  bianchi  in  gran  parte  della  metà  subapicale, 
[ale  lima  torma  uno  spazio  bianco  sull'ala,  più  visibile  sulle  primarie  interne; 
timoniere  grigio  terreo,  terminate  da  una  fascia  subterminale  nera  e  bianche  al- 
la].ice.  tale  tinta  va  aumentando  verso  le  laterali,  sinché  L'esterna  e  bianca  del 
inno  ad.  in  prini.  .  'l'ime  meno  puro:  le  nere  terminate  di  cenerino-biancastro 
(ad.  in  aut.  .  l'arti  superiori  di  colore  più  cupo,  con  sottili  margini  biancastri  più 
o  meno  fulvicci.  e  talora  \ u'eced u i i  da  una  fascia  subterminale  indistinta  nerastra: 
colorazioni  nere  mancanti  o  sostituite  da  brunastro,  con  mar-ini  bianco-cenerognoli 
o  rossicci;  la  fascia  del  collo  alle  volte  interrotta  sul  davanti;  tìnte  bianche  della 
testa  e  .lei  collare  meno  estese,  meno  pure  e  (pia  e  là  tinte  di  fulviccio;  la  fascia 
nerastra  alla  base  del  collo  mancante  o,  -e  esiste,  tinta  di  brunastro  [giov.). 

Lunghezza  totale  0,m185;  becco  0,'"014:  ala  0,  li'.".;  coda  0,m060;  tarso  0,m024. 
La    femmina   e   un   po'   più   -rande  del    maschio. 

Abita  L'Europa,  spingendosi  ad  oriente  nell'Asia  sino  al  lago  Baikal;  d'inverno 
si  porta  nell'Africa  e  nell'India  settentrionale,  è  di  irregolare  comparsa  nell'Ame 
rica  nordorientale  e  sembra  anche  nell'Australia   Oould).  In  Italia  è  specie  scarsa 
come  stazionaria  e  nidificante,  tanto   in   Sicilia   (die   in   Sardegna  (pianto  nel  Ve- 


:!7li  ATLANTIi   ORNITOLOGICO 


neto;  ma  è  più  abbondante  come  uccello  invernale  o  di  passo  e  specialmente  di 
primavera,.   È  abbastanza  comune,  ma  non  egualmente  distribuito. 

368.  Aegialitis  dubia  (Scopoli),  Corriere  piccolo. 

[  Aegialites  curonica,  A.  curonicus  o  Aegialitis  curonica  (Gmemn)]. 
[Tav.  XXXI,  flg.  4,  5  e  Tav.   L,   fig.    15  |. 

Becco  nero,  taluni  giallo  ma  salo  alta  base  della  mandìbola  inferiore;  steli  delle  re- 
miganti /'  scuri,  eccetto  quello  della  prima  che  è  bianco  quasi  /imi  all'apice. 

Simile  alla  specie  precedente,  da  cui  si  distingue  pei  seguenti  caratteri:  sta- 
tura minore;  un  anello  oftalmico  giallo-brillante;  nero  del  vertice  terminato  il  più 
delle  volte  di  bianco;  l'ascia  sul  davanti  del  collo  e  sul  petto  più  stretta;  steli  delle 
remiganti  primarie  scuri,  eccetto  quello  della  la  bianco  quasi  fino  all'apice;  coda 
più  lunga;  becco  più  sottile  e  nero,  e  se  giallo  solo  alla  base  della  mandibola  in- 
feriore; piedi  gialli  {ad.).  Simili  a  quelli  della  specie  precedente,  ma  di  statura 
minore;  penne  delle  parti  superiori  bordate  di  un  ceciato  quasi  rossiccio;  lo  stelo 
della  la  remigante  soltanto  è  bianco  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,m168;  becco  0,'"014;  ala  0,'"112;  coda  0,'"060;  tarso  0,ra023. 

Abita  l'Europa  e  l'Asia  settentrionale,  tranne  le  parti  Artiche  e  giunge  sino 
al  Giappone;  sverna  nell'Africa,  nell'India,  nell'Arcipelago  Malese,  mostrandosi  ac- 
cidentalmente nell'America,  dall'Alaska  alla  California.  In  Italia  è  specie  sedentaria, 
nidifica  dalle  parti  settentrionali  fino  alla  Puglia  e  sembra  anche  in  Sicilia  ed  in 
Sardegna.  E  però  più  abbondante  all'epoche  del  passo;  è  specie  generalmente 
comune,  più  facile  ad  aversi  dell'ai,  hiaticula  e  dell'ai,  alexandrina  (L.). 

a)  Non  esiste  la  haada  nera  continua  sul/a  /iurte  anteriore  del  eolio,  ma  solo 
due  macchie  estese  sui  lati  dell'alto  petto  (ad.);  stelo  della  I"  remigante  primaria  bianco, 
eccetto  all'apice,  quello  delle  altre  primarie  bianco  nella  metà  opinile. 

369.  Aegialitis  alexandrina  (Linnaeus)  Q-),  Fratino. 
[Aegialitis  o  Aegialites  cantiana  o  cantianus  (Latiiam  :  ]. 

[Tav.   XXXI,   fig.   3]. 

Fronte,  un  sopracciglio  che  si  estende  oltre  gli  occhi  sopra  la  regione  auri- 
colare, un  collare  che  cinge  la  base  del  becco,  guancie,  cuopritrici  laterali  della 
coda  e  parti  inferiori  bianchi  per  intero;  redini,  parte  anteriore  del  vertice,  una 
macchia  sull'alta  regione  auricolare  ed  uno  spazio  su  ambedue  i  lati  dell'alto 
petto,  che  non  forma  banda  completa,  neri;  parte  posteriore  del  vertice  sino  alla 
nuca  lionato-fulvo,  colla  base  delle  penne  cenerognolo-brunastra  ;  parti  superiori 
grigio-terree,  più  scure  sullo  stelo  delle  penne,  più  chiare  verso  l'apice;  remiganti 
primarie  bruno-cenerognole,  nerastre  verso  l'apice  e  sul  vessillo  esterno,  stelo 
bianco  sino  (piasi  all'apice  nella  la  e  nella  mela  subapicale  delle  altre  lc;  timo- 
niere, le  quattro  centrali  bruno-nerastre,  le  seguenti  bruno  chiare,  tutte  con  gli 
steli  bianchi,  le  tre  laterali  bianche;  becco  e  piedi  neri  (mas.  ad.  in prim.). Fronte 


1 1  ./.  cantiana  (Latham)  1801. 


1.  Falco  pescatore.  2.  Avvoltoio.  8.  Pojana.  4  Sparviere,  ó.  Falcone,  tì.  Lodolajo.  7.  Gheppio.  8.  Falco  pec- 
chiaiolo. 9.  Cornacchia  nera.  10.  Cornacchia.  LI.  Corvo.  12.  Gracchio.  13.  Taccola.  14.  Gazza.  15.  Ghiandaja. 
16.  Nocciolaja.  17.  Rusignolo.  18.  Pettirosso.  19.  Codirosso.  20  a.  Stiaccino.  90 b.  Culbianco.  l'I.  Codirossone. 
82.  Passera  solitaria.    23.  Tordela.   24.  Tordo.   25.  Tordo  sassello.    26.  Cesena,    27.  Merlo  dal  collare.    28.  Merlo. 


Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


\  I  i.  ivi  I     OKN ICO  377 


e  sopracciglio  bianchi;  redini  Bcure;  tìnte  lionato-fulve  dell'occipite  in  gran  parte 
cenerino-bruna8tre;  le  nere  della  testa  e  dei  lati  del  petto  miste  a  penne  cenerine 
e  con  margini  bianchicci  ifemm.  ad.  in  prim.  ed  miniti  in  uni.),  l'enne  delle  parti 
superiori  più  scure,  con  margini  stretti  apicali  cenerognoli  o  cenerognolo-rossicci; 
testa,  redini,  e  regione  auricolare  brunàstre,  lavate  ili  fulviccio;  fronte  e  parti 
inferiori  bianche;  spazio  dietro  al  collo  bianco-cenerognolo,  formante  un  collare 
indistinto;  spazio  sulla  parte  laterale  del  petto  brunastro,  cod  l'apice  delie  penne 
bianco-cenerognolo;  becco  e  piedi  nerastri  [giov.). 

Lunghezza  totale 0,m162 ;  becco  0,m016;  ala0,m112;  coda  0,  <>;,..:  tarso  0,  027. 

Questa  specie  abita  l'Europa  e  l'Asia  centrale,  sino  alla  Cina  ed  al  Giappone; 
sverna  nell'Africa,  nell'India  e  nell'Australia.  In  Italia  è  stazionaria  in  Sar- 
degna ecl  anche  nel  Veneto;  nidifica.;  però  si  trova  ovunque  più  facilmente  durante 
l'epoca  dei  passi  in  marzo  e  nel  settembre.  E  specie  non  egualmente  distribuita, 
rara  nella  Lombardia,  nel  Piemonte,  sembra  piuttosto  frequente  nel  Veneto,  in 
Toscana,  nelle  Puglie  ed  in  Sardegna;  ina  è  sempre  poco  comune. 


Se  i  ni  u'amhìi.i a   1 1 1  .M  A  XTOPODIN  A  K.    lmanlopodini. 

Becco  assai  sottile,  acuto,  diritto  o  curvato  all'in  .su  a  lesina  senza  dertro  0 
rigonfiatura  api  cale;  gambe  Lunghe. 

Questa  sottofamiglia  consta  di  tre  generi,  due  dei  quali  hanno  rappresentanti 
in  Europa,  il  terzo,  Cladorhynehus,  Gray,  con   una  sola   specie,  abita   l'Australia. 


Genere  HIMANTOPUS.  Brisson. 

Becco  'piasi  diritto,  lungo  il  doppio  della  testa,  sottile,  leggermente  curvato 
all'apice,  tanto  alto  che  largo  alla  base  e  che  termina  in  una  punta  acuta,  con  un 
solco  sui  lati  di  ambedue  le  mascelle,  che  finisce  a  metà  lunghezza;  narici  lineari, 
laterali, allungate  e  pervie;  ali  assai  lunghe,  appuntite,  colla  1  "  remi-ante  primaria 
la  massima;  coda  mediocre,  (piasi  quadrata,  di  \'2  penne:  gambe  molto  Lunghe  e 
sottili,  colla  tibia  nuda  su  mela  della  sua  lunghezza;  tarso  reticolalo,  più  del  doppio 
in  lunghezza  «lei  dito  mediano  con  unghia;  diti  tre,  anteriori,  il  mediano  unito 
all'esterno  da  una  membrana  mediocre  ed  all'interno  da  una  membrana  molto 
piccola,  dito  posteriore  mancante:  unghie  piccole,  piatte,  poco  curve,  ottuse. 
quella  del  dito  mediano  leggermente  dilatata  sul  margine  interno. 

Collo  abbastanza  lungo;  scapolari  poco  allungate;  statura  mediocre,  con 
gambe  assai  Lunghe;  colorito  nero  disopra  e  bianco  di  sotto. 

Questo  genere  cosmopolita  consta  di  sette  specie,  delle  quali  una  sola  è 
Europea.  Abitano  le  sponde  dei  laghi,  le  paludi,  gli  specchi  d'acqua,  le  lamine,  tanto 
ove  il  t'ondo  e  melmoso  quanto  dove  è  resistente,  inoltrandosi  nell'acqua  tino  all'al- 
tezza della  tibia.  Hanno  volo  facile  e  volando  tengono  le  gambe  iirote.se  molto 
all'indietro.  Nidificano  in  coppie  in  una  Leggiera  depressione  del  terreno,  che 
foderano  con  erbe  palustri  e  ove  depongono  tre  o  quattro  uova  t'ulvo-accese,  con 
macchie  e  chiazze  nerastre  o  bruno-nerastre. 

Atlante  ornitologico.  48 


:;7s  ATLANTE    0KNITOLOGIC0 


370.  Himantopus  himantopus  (Linnaeus),  Cavalier  ti' Haliti. 

[Himantopus  candidus,  Bonkatkurk.]. 
|  Tw.   XXXIV,  fig.  4  e  5  |. 

Parte  posteriore  della  cervice  e  del  collo  nera,  mista  a  bianco;  regione  alta 
del  dorso  ed  ali  nero-lucide  a  riflessi  verdoni;  timoniere  centrali  periate,  le  laterali 
biancastre;  un  collare  alla  base  del  collo  e  tutto  il  resto  del  piumaggio  tinti  in 
bianco,  lavato  di  rosa  sul  petto  e  sull'addome;  piedi  di  un  rosso-vermiglione  (mas.  mi. 
in  filini.'.  Manca  il  collare  bianco:  parte  superiore  della  testa  cenerino-brunastra  : 
nuca  e  parte  posteriore  del  collo  fino  al  basso  dorso  cenerine,  qua  e  là  brunastre; 
alto  dorso  e  lunghe  scapolari  brunastre;  ali  di  un  nero-verdone,  coll'apice  delle 
cuopritrici  e  la  parte  interna  delle  remiganti  e  le  timoniere  tinte  di  brunastro 
(femm.  mi.  in  prim.).  Testa  e  collo  bianchi,  spesso  con  penne  nerastre  nei  maschi 
e  cenerine  nelle  femmine,  che  hanno  inoltre  predominio  di  brunastro  sulle  tinte 
nere  (ai/,  in  ani.).  Tinta  bruna  del  dorso  e  delle  scapolari  più  pallida  che  nelle 
femmine;  parti  inferiori  bianche  tinte  di  cenerognolo  sul  davanti  del  collo;  remi- 
ganti  2"  brunastre   coll'apice  bianco,  così  quello  delle  le  interne  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,"'405;  becco  0,"'06f>:  ala  0,m240;  coda  0,m095;  tarso  da  0,m124 
a  0,'"110.  La  femmina  è  più  piccola  del  maschio. 

Abita  l'Europa  centrale  e  più  che  altro  la  meridionale,  l'Africa,  l'Asia  cen- 
trale, l'India  e  la  Cina  occidentale:  giunge  irregolarmente  nelle  parti  settentrio- 
nali d'Europa  e  d'Asia,  eccettuate  le  regioni  Artiche.  In  Italia  è  specie  di  passo, 
più  facile  ad  aversi  di  primavera  che  d'autunno,  ma  di  solito  poco  abbondante; 
nidifica  in  molte  parti,  dalla  Sicilia  alla  Toscana  ed  al  Veneto,  ma  con  poca  re- 
golarità; nel  passato  era  specie  comune  ed  estiva  nell'Estuario  d'attorno  Venezia, 
ora  si  è  fatta  rara  e  nidifica  eccezionalmente,  così  è  di  comparsa  molto  rara  nelle 
Provincie  nord-occidentali  della  penisola. 


Genere  RECURVIROSTRA,  Linnaki  s. 

Becco  lungo,  più  del  doppio  della  testa,  appiattito,  decisamente  ricurvo,  piegato 
ad  arco  e  volto  all'in  su  in  forma  di  lesimi,  sottile,  debole,  flessibile,  mandibola  su- 
periore con  un  solco  nella  parte  superiore  e  sui  lati  dell' inferiore,  base  dei  due 
rami  della  mandibola  inferiore  appiattita;  narici  lineali,  lunghe,  collocate  sulla 
parte  superiore  del  becco;  gambe  lunghe  e  sottili,  nude  e  reticolate  su  di  una 
grande  porzione  della  tibia:  tarso  meno  del  doppio  in  lunghezza  del  dito  mediano 
con  unghia:  diti  tre  in  avanti,  riuniti  sino  alla  La  articolazione  da  una  membrana 
profondamente  smarginata,  il  posteriore  presente  e  rialzato;  coda  ed  unghie  come 
nel  genere  Himantopus. 

Corpo  depresso;  tinte  predominanti  di  solito  nere  e  bianche;  piumaggio  delle 
parti  inferiori  fitto,  come  negli   uccelli  acquatici;  nuotano  con   facilità. 

Hanno  le  abitudini  delle  specie  del  gen.  Himantopus,  si  mettono  a  nuotare 
con  facilità  soltanto  quando  l'acqua,  ove  si  trovano,  polla  profondita  supera  la 
lunghezza  della  loro  gamba;  si  nutrono  essi  pure  d'insetti,  di  chioccioline  e  di 
vermi,  (die  cercano  nel  fango;  il  loro  volo  è  lento  e  piuttosto  pesante  e  volando 


\  I  I  \vi  i.    cm;m  fOLOGIi  "  379 


tengono  i  piedi  distesi  all'indietro.  Questo  genere  cosmopolita  -i  compone  ili  quattro 

specie,   delle   ijiiali  una   è  confinata   alle  Amie  del  Chili,  cioè  la   II.  andina,  l'Ini. 
&  Landb 

371.  Recurvirostra  avocetta     .  I.innaki -.  Avocetta. 

|  Iav.   XXXIV,   Bg.   6  ]. 

l'ileo,  una  t'ascia  che  si  estende  dalla  cervice  sino  alla  parte  infero  posteriore  del 
collo,  regione  alta  «entrale  del  dorso,  cuopritrici  piccole  e  medie  delle  ali  e  re- 
miganti primarie  nere;  scapolari  interne  variate  ili  cenerognolo  e  di  bianco,  al 
cime  delle  remiganti  i"  più  interne  bruno-nerastre;  timoniere  centrali  cenerino- 
periate,  tutto  il  rimanente  del  piumaggio  bianco  (ad,).  Tinte  nere  della  testa  e 
delia  parte  posteriore  del  collo,  delle  ali  e  del  dorso  miste  a  brunastro,  anche  al- 
l'apice delie  penne;  tutte  le  tinte  bianche  meno  pure  e  giallette,  lavate  di  cene- 
rino sulla  parte  bassa  del  collo,  sull'alto  dorso  e  sulle  scapolari  esterne;  remiganti 
1'    in   parie   biancastre  all'apice  (gioì .  . 

Lunghezza  totale  0,m445;  becco  0,n,083;  ala  0,m230;  coda  0,m085;  tarso  0,m085. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale  sino  all'Asia  centrale  ed  alla  Mongolia, 
tutta  l'Africa,  l'India  e  Ceylan;  arriva  irregolarmente  nelle  parti  settentrionali  di 
Europa,  ma  nidifica  ancora  in  Danimarca.  In  Italia  è  specie  più  (die  altro  di  passo, 
ma  scarsa,  tranne  nelle  Puglie  ed  in  Sardegna,  ove  è  invernale;  come  sedentaria 
è  molto  più  rara.  Nidifica  irregolarmente  nel  Veneto,  però  un  cinquant'anni  fa 
ciò  si  compieva  con  frequenza  e  regolarità. 

Sottofamiglia  TOTANINAE,  Totanini. 

Becco  diritto,  o  volto  all'in  su,  o  arcuato,  più  lungo  della  testa;  solchi  nasali 
estesi  -ino  quasi  all'apice  dei  becco;  tarsi  di  solito  scudettatì  tutto  all'intorno; 
diti  anteriori  riuniti  da  una  membrana  rudimentale,  più  sviluppata  nel  dito  esterno, 
né  mai   liberi  del  tutto  alla  base. 

Questa  sottofamiglia  cosmopolita  consta  di   17  generi,  con  circa    10  specie. 


Genere  NUMENIUS,  Beisson. 

Becco  lungo,  quasi  il  triplo  della  lesta,  sottile,  molto  arcuato  a  falce  e  «ur 
rato  all'apice  die  e  duro,  mandibola  superiore  alquanto  più  Imma  dell' inferiore, 
rotonda  press,,  l'apice,  un  solco  laterale  su  ambedue  le  mandibole,  più  esteso  sulla 
superiore,  per  Circa  ;  ,  della  sua  lunghezza;  depressione  nasale  lunga  e  stretta;  na- 
rici laterali,  lineari,  lunghe,  aperte  nel  solco  nasale,  semichiuse  da  una  membrana 
nuda   e  pervie:  ali  moderate,   la    1'   remigante  primaria    la    massima,    le    i"    interne 

lunghe  quasi  «pianto  le  le;  coda  subeguale  alle  ali.  roi la.  «li    12  penne;   tibie 

nude  su  circa  metà  estensione,  lunghe,  scudettate;  tarso  molto  più  lungo  del  «lite 
mediano,  con  scudetti  trasversali  per  circa  '  ..  sul  «lavanti,  nel  resto  ed  all'indietro 


Linneo    Syat.  Nat.,  I.  pag.   L51,   1758    Borisse  R.  avotetta. 


::m)  atlanti-:  ORNITOLOGICO 


reticolato;  diti  tre  sul  davanti,  riuniti  sino  alla  1"  articolazione  da  una  membrana, 
che  poi  margina  i  diti  stessi;  il  posteriore  presente,  articolato  in  basso  sul  tarso 
e  che  tocca  terra  con  l'unghia;  unghie  corte,  poco  arcuate,  quella  del  mediano 
dilatata  sul  margine  interno. 

Collo  abbastanza  lungo;  statura  mediocre;  tinte  generali  brunastre  o  grigie,  con 
strie  sul  petto,  sul  collo  e  sui  fianchi  e  la  testa  concolore  col  dorso,  o  attraver- 
sata longitudinalmente  da  una  fascia  chiara;  maschi  più  piccoli  delle  femmine, 
talora  rilevantemente. 

Nove  specie  compongono  questo  genere  cosmopolita.  Riuniti  in  grandi  branchi 
i  Chiurli  frequentano  le  lagune  e  le  coste  del  mare  nell'inverno  ed  all'epoca 
delle  migrazioni;  durante  le  cove  vivono  appaiati  nelle  paludi  e  negli  stagni  entro 
terra.  Sono  assai  timidi,  paurosi  e  difficilissimi  ad  avvicinarsi  col  fucile.  Il  loro 
suono  è  un  fischio  speciale  a  nota  metallica,  che  si  ode  a  grande  distanza.  Volano 
e  camminano  con  leggerezza  e  rapidità;  si  nutrono  d'insetti,  di  molluschi,  di  vermi 
terrestri  ed  acquatici.  Nidificano  in  una  piccola  depressione  sul  terreno  ove  fab- 
bricano un  rozzo  nido,  deponendovi  quattro  uova  di  un  verde-oliva,  macchiate  di 
bruno  e  di  grigio. 

372.  Numenius  arcuatus  (')  (Linnaeus),  Chiurlo  maggiore. 

[Numenius  arquata  (L.)]. 

[  Tav.  XXXV,  lig.  4  ]. 

Testa  nerastra  nel  centro  delle  penne,  bianco-sudicia  o  giallo-fulviccia  sul 
margine,  colla  tinta  più  chiara  sul  collo;  dorso  nero-lucido  a  riflessi  verdastri  o 
violetti,  con  larghi  margini  o  macchie  sullo  stesso  fulvo-chiare  e  vivaci,  sicché 
sembra  fasciato  per  lungo  e  meno  per  traverso;  basso  dorso,  sopracoda  e  grop- 
pone di  un  bianco  più  o  meno  fulviceio.  con  numerose  macchie  nerastre  sul 
centro  delle  penne,  più  larghe  sul  sopracoda,  ove  si  dispongono  talora  a  fascia  tra- 
sversale non  egualmente  decisa  su  ambedue  i  vessilli;  un  largo  sopracciglio  bianco 
immacolato  o  con  macchiette  nerastre;  mento  ed  alta  gola  bianco-fulvi;  gozzo, 
lati  dello  stesso,  collo,  petto  ed  alto  addome  di  un  bianco  più  o  meno  fulvo-noc- 
ciola,  con  una  stria  longitudinale  bruno-scura  sulla  linea  mediana  delle  penne; 
fianchi  nerastri  sullo  stelo  delle  penne  ed  a  fascie  trasversali  brunastre  o  bianco- 
fulve;  parte  del  basso  addome  e  calzoni  bianco-fulvicci  senza  macchie;  resto  del 
gastreo  con  strette  strie  centrali  brunastre;  timoniere  bianco-fulve,  talora  cene- 
rognole sulle  mediane,  con  9  a  10  fascie  trasversali  nero-brunastre  e  l'apice  bianco- 
fulvo;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed  ascellari  bianche,  il  più  delle  volte  im- 
macolate <"</.  in  prim.).  Simile;  sopracciglio  bianco  meno  distinto;  macchie  sul 
groppone  poco  distinte  e  quasi  del  tutto  nascoste  dalle  tinte  bianche;  cuopritrici  su- 
periori della  coda  con  poche  fascie  trasversali  brunastre;  manca  la  tinta  fulvo- 
nocciola  delle  parti  inferiori,  sostituita  da  bianco  brunastro  o  pialletto;  coda 
bianco  bruuastra,  con  le  fascie  più  scuro  (ad,  in  <</tt.).  Dimensioni  minori;  becco 
più  corto  e  meno  arcuato;  tinta  nera  della  testa  e  del  dorso  più  distinta,  essendo 
la  marginature  chiare  molto  più  ristrette;  il  bianco  del  dorso  non  lascia  scoperte 


(')  Linneo  scrisse  Scolopax  arquata,  ma  «leve  scriversi   .V.  arcuatus,  «la  arcua. 


\  Il    \MI      0RH '"■!'  '•  381 


le  macchie  nere  lineari;  attorno  alle  macchie  delle  parti  inferiori,  die  sono  strette 
e  lineari,  si  diffonde  una  tinta  cenerina  invece  della  bianca;  fascie  della  coda  più 
ristrette  ed  avvicinate;  taccia  inferiore  dell'ala  bianco-immacolata  (giov.). 

Lungh.  totale  femm.  0,'"700;                          mas.  0,"T>80;                           giov.  0,,u500: 

becco  »       <la  o.'li's  a  i),  i7.".;      »      da  0,mlÌ8  a  0,m168;       »     0,"  <>'.']  ; 

ala  0,m310;                           »      0,'"300;                             »     0,m270; 

tarso  0,m083;                           »      0,m082;                             »     0,m079; 

coda  »       0,m120.                                                                                — 

La   femmina  è  sempre  più  grande  del  maschio. 

È  specie  notevolmente  variabile  ili  dimensioni  e  di  colorito,  ed  io  credo  che 

i  supposti  ibridi  di  tale  specie  col  X  tenuirostris,  Vieill.  altro  non  siano  clic  i  gio- 
vani del  A',  arcuatus,  perchè  esso  nell'abito  giovanile  sembra  un  uccello  intermedio 
tra  le  due  specie  anzidette  e  per  tinte  e  per  dimensioni;  ad  individui  di  tale  specie 
con  leggere  modificazioni  di  colorito  è  pure  riferibile  il  N.  kastata  del  Contarmi. 
Questa  specie  abita  I'  Europa,  spingendosi  ad  oriente  fino  al  lago  Baikal;  sverna 
nell'Europa  meridionale,  nell'Africa,  nella  Cina,  nell'India  e  nell'Arcipelago  Ma- 
lese; in  Europa  nidifica  soltanto  nelle  parti  centrali  e  settentrionali.  Il  Chiurlo 
maggiore  giunge  in  Italia  nel  luglio  e  vi  si  trattiene  sino  ad  aprile:  perù  non 
pochi  riuniti  in  grossi  branchi  si  trovano  nell'Estuario  Veneto  durante  l'estate 
s,  n  .a  nidi ficnni;  io  tengo  un  soggetto  avuto  dai  dintorni  di  Venezia  nell'agosto  1896 
ancora  in  finiti  coperto  di  piumino,  ma  atto  a  volare.  E  uccello  comune  in  tutta 
Italia,  specialmente  come  di  passo  ed  invernale. 

373.  Numenius  tenuirostris,  Vieillot,  Chiurìothllo. 

Testa  nero-bruna  sul  centro  delle  penne,  lionato-fulva  o  biancastra  sul  mar- 
gine; dorso  e  scapolari  nero-brune  nel  centro,  con  margini  fulvo-grigiastri  nella 
parte  bassa  delle  penne  e  nocciola-fulvi  più  o  meno  biancastri  nel  resto;  basso  dorso 
e  groppone  di  un  bianco  immacolato;  sopracoda  bianco,  con  macchie  a  goccia  o  strie 
sullo  stelo  bruno-nerastre;  sopracciglio  bianco  ben  distinto;  gola  di  un  bianco-puro; 
lati  del  collo,  gòzzo  ed  alto  petto  bianco  ceciati,  coperti  da  macchie  nere  allungate 
ed  a  goccia  sul  centro  delle  penne;  basso  petto,  alto  addome  e  fianchi  bianchi,  con 
macchie  nere  rotonde  od  a  cuore  e  poco  allungate;  resto  del  gastreo  e  l'accia  in- 
feriore delle  ali  di  un  bianco-immacolato;  timoniere  bianche,  con  sei  fascio  trasversali 
nerastre  "</.  in  prirn.).  Tono  generale  di  un  fulvo  più  lionato;  le  parti  inferiori 
hanno  le  macchie  disposte  a  lineette  allungate  sullo  stelo,  e  solo  poche  rotondeg- 
gianti, che  di  solito  sono  confinate  sull'alto  addome  (<"/.  in  aut.).  Remiganti  i"1  in- 
terne con  macchie  chiare  su  ambedue  i  vessilli  [giov.). 

Lunghezza  totale  0,m450;  becco  da  h,i>7i>  a  (i,"o'.i();  ala  (V  '265;  coda  0,'  100; 
tarso  0,m066.  I.a  femmina  è  più  grande  del  maschio. 

(Questa   specie  si  distingue  a  prima   vista  dal  N.  arcuatus  per  statura  minore, 
pel  becco  più  sottile,  per  le  macchie  nere  centrali  e  molto  distinte  sul  sopracoda 
in  contrasto  col  basso  dorso  e  col  groppone,  che  sono  di  un  bianco  immacolato; 
pelle  tinte  di    fondo  della  coda  bianco  pure,  con  fascio  trasversali  distinte  bruno 
nerastre;  come  caratteri  accessori  abbiamo  il  sopracciglio  bianco  e  bene  accen- 


382 


ATLANTI'.    ORNITOLOGICO 


tuato,  che  sembra  talora  continuare  in  un  collare  mal  definito  che  cingerebbe 
la  nuca,  le  ascellari  e  le  cuopritrici  inferiori  delle  ali  sempre  bianche;  però  il 
primo  carattere  del  rollare  non  è  sempre  presente  e  l'ultimo  è  talora  visibile 
anche  nel  X.  areuatus. 

Abita  le  contrade  bagnate  dal  Mediterraneo,  spingendosi  irregolarmente  nel- 
l'Europa centrale.  In  Italia  è  specie  di  passo  ed  invernale;  abbastanza  frequente 
nelle  provincie  centrali  e  meridionali  e  molto  rara  nelle  settentrionali,  compreso 
il  Veneto.  Mi  sembra  più  facile  ad  aversi  nel  passo  di  primavera;  pare  si  ripro- 
duca in  Sicilia  nelle  paludi  del  Simeto,  il  che  merita  conferma.  Nidifica  però  nella 
Spagna,  nella  Ciccia  e  nella  Russia  meridionale,  oltre  che  nell'Africa  settentrionale: 
e  quindi  non  sarebbe  strano  se  ciò  avvenisse  anche  in  Italia. 

374.  Numenius  phaeopus  (Linnaeus),  Chiurlo  piccolo. 
[TaV.  xxxv,  %.  5]. 


Testa  bruno-scura  qua- 
si nerastra  con  tre  fascie, 
due  laterali  che  partono 
"  dalla  base  del  becco  e  pas- 
sano sopra  gli  occhi  e  l'al- 
tra centrale,  bianco-ceciate, 
macchiate  di  nero-bruna 
stro  sul  mezzo  delle  penne, 
che  si  dirigono  sulla  nuca  e 
quasi  la  circondano;  dorso 
e  scapolari  bruno-nere  nel 
centro  delle  penne  a  riflessi 
violetti  e  fulvicci,  più  o  me- 
no cenerognoli  sul  margi- 
ne; basso  dorso  e  groppone 
bianco-candidi,  con  mac- 
chie nere  longitudinali  sullo 
stelo  in  gran  parte  coperte 
dalle  penne  bianche,  le  mac- 
chie sul  sopracoda  si  dispon- 
gono a  fascie  trasversali; 
niente  e  gola  bianchi,  con 
qualche  macchietta  scura; 
gozzo,  collo,  lati  e  petto 
bianco-fulvo-ceciati,  con  li- 
nee longitudinali  nerastre 
lanceolate  sul  petto  e  tra- 
sversali sui  fianchi;  addome 
e  sottocoda  bianchi  quasi 
del  tutto;  remiganti  1°  bru- 
no nerastre,  con  macchie  e 
Fascie  biancastre  sul  vessillo  interno;  coda  cenerino  cupa,  con  '.)  fascio  trasver- 


Piedc  di  .V.  phaeopus. 

a)  per  mostrare  l'articolazione  del  tarso  e  la  membrana   del   piede. 
hi  per  mostrale  ir  reticolazioni  della  planiti  tarsi  (circa  gr.  nat.). 


MUNII.    ORNITOLOGI!  "  383 


sali    lniiiic rasile   e    L'apice  bianco;  etiopi-Urici  inferiori  delle  ali  ed   ascellari 

bianche,  con  numerose  fascie  trasversali  aere  mi.  i»  i>ri»t.i.  Masso  dorso  bianco, 
(•(in  le  macchie  scure  del  unto  nascoste  dalle  penne  bianche  sovrapposte;  pani 
inferiori  con  un  minor  numero  di  strie  e  di  fascie  ad.  in  aut.).  l'arti  superiori 
con  numero  variabile  di  macchie  biancastre  più  o  meno  fulve;  l'ascia  centrale 
sulla  testa  meno  distinta;  le  macchie  sul  groppone  e  sul  basso  dorso  assai  nume- 
rose e  del  tutto  scoperte;  macchie  longitudinali  sulle  parti  inferiori  assai  nume- 
rose; timoniere  di  tinta  di  fondo  più  chiara,  culla  fascia  apicale  più  larga  e  più 
bianca;  fascie  sulle  ascellari  più  incomplete  e  più  rade  {<j/i>r.\ 

Lunghezza  totale  mas.  0,m465;  femm.  0,m485; 

becco  »       0,,n07(>;  »        0,m094; 

ala  »       0,'"240;  »        0,'"260; 

coda  »      0,'"105;  »        0,m110; 

tarso  »      0,m056;  »       0/"060. 

La  femmina  è  mollo  più  grande  del  maschio. 

Questa  specie  si  distingue  facilmente  dalla  precedente  pella  stria  centrale 
chiara  sulla  linea  mediana  della  testa  coi  lati  della  cervice  bruni,  che  formano 
una  larga  banda  su  ogni  lato  della  stessa,  inoltre  pelle  ascellari  bianche  con  nu- 
merose fascie  nerastre;  è  anche  un  po'  più  grande  di  statura  quantunque  questo 
sia  un  carattere  poco  apprezzabile. 

Abita  la  Groenlandia  e  l'Europa  fino  alla  vallata  del  Pecciora,  svernando  nelle 
parti  circummediterranee  e  meridionali,  in  Africa,  e  verso  oriente  nell'India  e 
nell'Arcipelago  Malese.  In  Italia  è  specie  di  passo  ed  invernale,  che  giunge  in 
agosto,  rimanendo  sino  ad  aprile;  non  è  egualmente  distribuita,  cosi  è  comune  nel 
Veneto  ed  in  Sardegna,  mentre  è  piuttosto  rara  in  Lombardia  ed  in  Sicilia.  Non 
nidifica,  quantunque  durante  l'estate  se  ne  trovino  numerosi  branchi  nelle  lagune 
attorno  Venezia  ('). 


375.  Numenius  borealis  (Forster),  Chiurlo  />i<v<)/<>  eschimese. 

Distinto  dal  A',  phaeopus  pel  basso  dorso  ed  il  groppone  scuri,  come  l'alto  dorso; 
pelle  sti'ie  Longitudinali  centrali  nerastre  sulla  bassa  pila,  miste  a  numerose  mac- 
chie lame,, late,  più  distinte  sul  basso  petto  e  sui  fianchi;  pelle  remiganti  primarie 
bruno-nerastre  uniformi,  e  quindi  senza  fascio  o  barre  sul  vessillo  interno;  pelle 
ascellari  e  per  le  cuopritrici  inferiori  delle  ali  rossiccio-cannella,  con  fascie  bru- 
nastro-cupe  e  nerastre  (ad.).  Le  macchie  sulle  parti  superiori  come  nel  A',  phaeopus, 
ma  il  polio  ed  i  fianchi  le  presentano  lanceolate,  più  o  meno  regolari  e  distinte  (giov.) 

Lunghezza  totale  0,m354  (femm.),  0,m342  [mas.);  becco  0/"0G3  ;  ala  0,m218; 
coda  ((.'"usi  ;  tarso  0/"046. 

Aitila  L'America  settentrionale,  sino  alla  Groenlandia  e  alle  Regioni  Artiche; 
sverna  nell'Amerio iridionale;  giunge  accidentalmente  in  Inghilterra. 


(')  Secondo  I. ili,, ni.  Il    \ .  hudtonicìia,   Latti,  compare  accidentalmente  in  [spagna,  ila  dove  egli  ne 
avrebbe  avuto  un  individui,  nel  maggio  1872.    ì;  specie  dell'America  Bettentrionale. 


38  t  ati, ami;  ornitologico 


Genere  LIMOSA,  Brisson. 

Becco  molto  lungo,  il  doppio  circa  della  testa,  più  lungo  della  coda,  diritto, 
più  alto  che  largo  alla  base,  leggermente  curvato  all'in  su,  coll'apice  duro  ed  ot- 
tuso, ma  dilatato  e  le  due  mandibole  solcate  su  di  una  lunga  estensione,  la  supe- 
riore che  sorpassa  al  suo  apice  l'inferiore;  solco  nasale  stretto  e  lungo;  narici  ba- 
silari e  pervie,  aperte  nello  stesso  solco;  ali  acute,  appuntite,  la  la  remigante  primaria 
la  massima,  le  2e  interne  allungate  ed  appuntite;  coda  di  12  penne,  corta  e  qua- 
drata: gambe  lunghe  e  sottili,  nude  su  più  di  1/3  della  tibia  che  è  scudettata,  come 
i  tarsi  i  quali  sono  molto  lunghi  ;  quattro  diti,  uno  posteriore  elevato,  articolato 
sul  tarso,  tre  anteriori  marginati,  riuniti  alla  base  da  una  membrana,  quella  del- 
l'interno  piccolissima;  unghie  piccole,  poco  curvate,  ottuse,  con  quella  del  dito  me- 
diano dilatata  e  talora  pettinata  sul  lato  interno. 

Statura  piuttosto  grande;  testa  alquanto  piccola;  collo  abbastanza  lungo,  ros- 
sastro negli  adulti  in  abito  di  primavera;  maschi  più  piccoli  delle  femmine. 

Hanno  le  abitudini  dei  Chiurli,  frequentano  le  coste  marine  d'inverno  e  le 
paludi  durante  l'epoca  delle  cove;  nidificano  in  piccole  compagnie  e  migrano  in 
grossi  stuoli  e  spesso  unite  alle  Tringae.  Le  uova  sono  piriformi  verdi-opache,  mac- 
chiate di  bruno-olivastro. 

376.  Limosa  lapponica  (Linnaeus),  Vittima  minore. 

[  Limosa  rufa,  Temminck  J. 
[Tav.  XXXV,  fig.  2  e  3]. 

Remiganti  1'  interne  scure  alla  base,  con  macchiette  bianche  nel  inargine  interno; 
usci  limi  macchiate;  coda  con  fascie  regolari  bianche  e  nere;  unghia  del  dito  mediano  non 
pettinata. 

Testa  nero-lucida  sul  centro  delle  penne  e  lionato-fulva  sul  margine,  nel  collo 
predomina  la  tinta  lionata;  dorso  e  scapolari  nerastre,  con  margini  o  macchie  ovali 
fulvo-lionate;  basso  dorso  e  groppone  di  un  bianco-candido,  con  macchie  lanceolate 
nere;  sopracoda  a  fascie  bianche  e  nere  o  fulve  e  nere;  un  largo  sopracciglio  fulvo, con 
macchiette  nerastre  che  parte  dalla  fronte  ;  redini  nerastre  e  fulve;  parti  inferiori 
fulvo-accese,  con  poche  strie  longitudinali  scure  centrali  sui  lati  del  collo  e  del 
petto;  fascie  bianche  della  coda  talora  tinte  di  fulviccio;  ascellari  bianche,  con 
fascio  bruno-nerastre  (ad.  in  prim.).  Testa  bruno-cenerognola,  con  strie  centrali 
longitudinali  bruno-scure;  dorso,  scapolari  e  cuopritrici  delle  ali  bruno-cenerognole, 
col  centro  delle  penne  nero  e  marginature  biancastre  assai  larghe  sulle  cuopritrici; 
basso  dorso  e  groppone  di  un  bianco-candido,  così  il  sopracoda  che  presenta  poche 
macchie  angolari  scure;  coda  colle  fascie  più  chiare  e  le  nere  leggermente  bru- 
nastre;  un  largo  sopracciglio  biancastro,  esso,  i  lati  della  faccia  e  le  gote  con  piccole 
macchie  brunastre;  gola  e  mento  biancastri;  collo,  lati  e  petto  cenerini,  brunastri 
sui  lati  del  petto  e  sullo  stelo  delle  penne;  parti  inferiori  bianche  nel  resto,  con 
macchie  lanceolate  brune  sul  sottocoda  e  sui  fianchi;  coda  colle  fascie  bianche 
più  pure  e  le  nere  tinte  di  brunastro  uni.  in  aut.).  Testa  bruno-scura,  marginata 
di  bruno-fulviccio;  parti  superiori  con  decisi  margini  e  numerose  macchie  lionato- 


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69. 


1  a.  Passera  scopajola.  1  h.  Beccafico.  2.  Capinera  3  Sterpazzola,  4  Bigiarella  5.  Bigia  padovana.  6  Cannareccione.  7.  Canna- 
tola. 8.  Cannajola  verdognola,  9.  Forapaglie.  IO  Pasrliarolo  11.  Forapaglie  macchiettato.  12.  Canapino  maggiore.  i3.  I.D  verde. 
14  Lu  grosso.  15.  Lu  piccolo  16.  Fiorrancino.  17.  Regolo.  18.  Scricciolo.  19.  Cinciallegra.  20.  Cincia  mora.  21  a.  Cincia  col 
ciuffo.  21  b.  Codibugnolo  22.  Cincia  bigia.  23  Cinciarella.  24  Basettino.  25.  Picchio  muratore.  26.  Rampichino.  2i  Picchio 
murajolo.  28.  Lodola.  29.  Tottavilla.  30.  Cappellaccia  31.  Ballerina.  32.  Ballerina  gialla.  33.  Cutrettola  gialla.  34.  Pispola. 
35.  Prispolone.  36.  Spioncello.  37  Fringuello.  38.  Peppola.  39  Passera  oltremontana.  40.  Passera  mattuggia.  41.  Fanello. 
42.  Verzellino.  43  Venturone.  44a.  Lucarino  44b.  Cardellino.  45.  Ciuffolotto.  46.  Crociere  delle  pinete.  47.  Crociere.  48.  Verdone. 
49.  Frosone.  50.  Strillozzo.  51.  Zigolo  giallo.  52.  Zigolo  nero  53  Ortolano.  54  Zigolo  muciatto  55.  Migliarino  di  padule. 
56.  Storno.   57.  Rigogolo.    58.  Averla  maggiore.    59.  Averla  capirossa.    60.  Averla  piccola.    61.  Averla  cenerina.    62.  Beccofrusone. 

63.  Pigliamosche     «4   Balia  nera     65.  Pigliamosche  pettirosso. 

Ulrico  Hoepli,  Editore,  Milano. 


ATI.ANI  I      OR» h  0  is"' 


l'ulviccie;  sopracciglio  più  stretto  e  coperto  di  macchiette  bruno  cenerine,  come  i 
lati  della  testa;  basso  dorso,  groppone  e  sopracoda  bianchi,  con  grandi  macchie 
circolari  bruno-cenerognole,  talora  le  penne  sono  per  intero  di  tale  colore;  tinte 
cenerine  e  bianche  delle  parti  inferiori  lavate  di  fulviccio;  lascio  della  coda  bruno- 
scure  e  bianco-fulviccie  in  numero  da  7  a  9  (giov.). 

Lunghezza  totale:  i>.:;to  /;//////..  o.'.'.tid  (mas.);  becco  0,'"077;  ala  0,m205;  coda 
0,'"0sr>;  tarso:  0,m052  (femm.),  <v"047  (mas.).  La  femmina  è  più  grande  del  maschio. 

Abita  le  regioni  subartiche,  dalla  Lapponia  allo  Jonissei  ;  d'inverno  giunge 
sino  alle  cesie  del  Mediterranee,  in  Africa  sino  alla  Senegambia  e  nell'India.  Ar- 
riva irregolarmente  in  Italia  all'epoche  del  passo,  di  solito  durante  il  mese  di 
agosto  e  settembre  e  con  più  facilità  nel  Veneto,  ove  in  alcuni  anni  è  abbondante, 
ma  soltanto  nell'abito  giovanile.  Venne  prosa  ovunque,  tranne  in  Sardegna;  il 
De  Romita  però  non  la  cita  per  le  Puglie.  Coll'eccezione  del  Veneto  è  specie  rara, 
rarissima  nell'abito  di  primavera. 

377.  Limosa  limosa  iLixxaeus),  Pittima  reale. 

[Limosa  belgica    Gm.),  L.  aegocephala,  Bchst.,    L.  melanura,  Leisl.  ]. 

[Tav.  XXXIV,  (ig.  11,  e  Tav.  XXXV,  fig.   1]. 

Remiganti  V  interne  Manche  alla  base;  ascellari  bianco-candidi  snr.a  macchie;  coda 
min.  bianca  alla  base;  unghia  riti  dito  mediano  pitti  nata. 

Testa  fulvo-nocciola-ocracea,  con  una  stria  bruno-nerastra  sul  centro  delle 
penne,  più  ristretta  snlla  parte  posteriore  del  collo;  dorso  e  scapolari  nerastri,  con 
fascio  trasversali  lionato-nocciola;  basso  dorso  e  alto  groppone  cenerino-nerastri; 
basso  groppone  e  sopracoda  bianchi,  con  alcune  penne  ornate  di  una  fascia  sub- 
terrninale  scura  e  l'apice  bianco-rossiccio;  sopracciglio,  che  parte  dal  becco,  ros- 
signo  biancastro;  redini  t'ulvo-nocciola,  con  macchiette  nerastre:  mento  bianco-ros- 
signo;  collo  e  suoi  lati  t'ulvo-nocciola;  petto  e  suoi  lati  dello  stesso  colore,  con  una 
l'ascia  ondulata  subapieale  nera. cui  succede  una  stretta  banda  apicale  biancastra;  ad- 
dome, fianchi  dello  stesso  e  sottocoda  bianchi,  con  fascio  trasversali  bruno-nerastre; 
remiganti  Le  interne  bianche  alla  base,  nerastre  nel  rimanente;  ascellari  bianche 
ad.  in  prim.).  Parti  superiori  cenerino-grigiastre  lavate  di  bruno,  con  lo  stelo  ne- 
rastro ed  il  margine  più  pallido;  groppone  pure  nerastro;  sopracoda  bianco;  mento 
e  gola  bianchicci;  collo,  lati,  davanti  del  petto  e  fianchi  dello  stesso  colore,  ma  di 
tinta  più  chiara;  resto  delle  parti  interiori  bianco  (ad.  in  aut.).  Largo  sopracciglio  poco 
distinto  e  biancastro;  testa  bruno-nerastra  con  stretti  margini  bruno-rossicci,  molto 
più  estesi  sul  collo;  dorso  e  scapolari  neri,  con  larghi  margini  fulvo-rossicci  o 
rossiccio-gialletti  ;  groppone  cenerino-nerastro,  con  alcune  penne  terminate  di  nero; 
lati  della  testa  bianco-fulvicci,  con  macchiette  brunastre;  gola  e  mento  bianchicci; 
collo,  lati  e  petto  fulvicci,  tinti  di  cenerognolo  alla  base  delle  penne;  resto  delle 
parti  inferiori  bianco,  con  poche  strie  o  macchio  scuro  sul  sottocoda  e  sui  fianchi 
(giov.). 

Lunghezza  totale  mas.  0,'"408;  femm.  0,'"445; 


becco 

» 

0,'"090; 

» 

0,m120; 

ala 

» 

1  >,'  205; 

» 

0,'"225; 

coda 

» 

(V'Oso  : 

» 

O,'"085; 

tarso 

» 

0,"'07f>; 

» 

0*085. 

Atlanti  ornitologico. 

411 


386  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Questa  specie  abita  l'Europa  centrale  e  la  settentrionale,  sino  alla  vallata  del- 
l'Obi;  sverna  nei  paesi  Mediterranei  e  nell'Africa  nord-orientale.  In  Italia  è  specie 
di  passo  in  primavera  e  nell'autunno,  non  sverna  nel  Veneto,  né  sembra  accer- 
tato il  fatto  della  sua  ibernazione  nelle  nostre  provincie  meridionali  e  nelle  Isole; 
secondo  il  Giglioli  si  trova  a  Malta  anche  nel  gennaio.  Ne  ebbi  dal  febbraio  a  maggio 
e  dal  24  luglio  a  novembre,  ma  è  in  generale  specie  poco  abbondante  ed  anche 
rara  in  taluni  distretti.  La  L.  Meyeri,  Leisl.,  citata  dal  Perini,  è  la  presente  specie 
o,  secondo  altri  Autori,  la  L.  lapponica;  comunque  sia,  è  nome  da  mettere  tra  i 
sinonimi. 

Il  Martorelli  (L)  ha  parlato  di  una  Limosa,  da  lui  trovata  sul  mercato  di  Milano 
e  proveniente  da  Foggia,  che  presenterebbe  somiglianze  colla  L.  mirar  lealandiae 
(Gray)  o  L.  uropygialis  Gould),  t'orma  che  abita  la  Siberia  orientale,  portandosi 
d'inverno  in  Australia,  ove  rimpiazza  la  L.  lapponica.  Queste  due  Limosae  sono 
tra  esse  poco  distinte  e  non  è  difficile  che  esemplari  intermedi  possano  giun- 
gere fino  nelle  nostre  regioni;  questo  è  anche  il  pensiero  del  Martorelli,  che  volle 
attirare  l'attenzione  degli  Ornitologi  su  tale  probabilità. 

Il  Risso  e,  forse  sulla  sua  asserzione,  il  Verany  citarono  la  Symphemia  semi- 
palmata iGin.i  tra  gli  uccelli  di  passo  nel  Nizzardo  ed  il  Walleng'ren  tra  quelli 
comparsi  a  Upland  nella  Svezia  r').  Sembra  che  tali  notizie  basino  su  inesatte 
informazioni  e,  per  ora,  tale  uccello  è  da  escludersi  dalle  liste  Europee.  Abita 
d'estate  le  parti  temperate  dell'America  del  Nord  e  d'inverno  le  centrali  e  le 
Indie  occidentali. 


Genere  MACRORHAMPHUS,  Leach. 

Becco  molto  lungo,  quasi  il  doppio  della  testa,  più  alto  che  largo  alla  base, 
diritto,  sottile  nel  mezzo,  coll'apice  dilatato,  curvato  leggermente  all'in  su  e  ru- 
goso come  nel  gen.  GalUnago,  col  solco  laterale  esteso  sino  quasi  all'apice  delle 
due  mandibole  e  quello  sotto  al  becco  che  giunge  alla  metà  della  sua  estensione; 
narici  piccole,  laterali,  basilari;  ali  appuntite,  lunghe,  la  remigante  primaria  la 
massima,  le  26  allungate  più  lunghe  della  4a  primaria;  coda  corta,  quasi  quadrata, 
di  12  penne;  gambe  abbastanza  lunghe  e  sottili,  parte  bassa  della  tibia  nuda  per 
circa  ljz  di  estensione;  tarso  quasi  il  doppio  del  dito  mediano  con  unghia,  esso 
ed  i  diti  scudettati;  diti  tre  anteriori  leggermente  marginati,  l'esterno  riunito  col 
medio  alla  base  da  una  membrana,  il  posteriore  tocca  terra  con  l'unghia;  unghie 
piccole,  sottili  e  poco  curve,  quella  del  mediano  dilatata  sul  margine  interno. 

Due  specie  compongono  questo  genere,  una  delle  quali  propria  all'Asia,  l'altra 
giunge  irregolarmente  anche  in  Europa.  Hanno  le  abitudini  dei  congeneri,  ma  alle 
praterie  acquitrinose  preferiscono  le  lagune  e  le  coste  del  mare;  migrano  riuniti 
in  grandi  branchi,  hanno  volo  rapido,  corrono  velocemente  ed  all'occorrenza  nuo- 
tano con  facilità.  Nidificano  in  una  depressione  sul  terreno  e  le  uova  sono  bruno- 


(')   Nota   sopra    alcuni    esemplari   del   .urli.    Limimi,   ute    Alti   Sor.    II.    Se.    .Vii/.,    WXIII,   pag.   21-40 
(1890). 

(■')  Naumannia,  1854,  pag.  256. 


\  i  i  ISTE   0RN1T01  OGK  0 


fulviccio-pallidc  e  bruno  verdastre  nelle  tinte  di  fondo,  con  macchie  e  chiazze 
bruno-rossicio  scure  e  bruno  \  erdastro  pallide,  molto  simili  a  quelle  del  Beccaccino 
americano  (Oallinago  delicata  (Ord)). 

378.  Macrorhamphus  griseus    iìmki.in  i,  Pvro-pvro  dal  petto  rossiccio. 
Goda,  sur  euopritrici,  lati  del  corpo,  contorno  dell'ala  ed  ascellari  con  fase/,  cospicue 

nere   Q   Inanelli  ,    talora    Unte   ili   fn/en;   str/u   il,  Ila    /"   remigante   Inauro,  gli  altri  scuri. 

l'arti  superiori  di  un  uero-bruno-scuro,  con  fascio  e  margini  color  bajo  o  bajo- 
fulvo;  centro  del  dorso  bianco;  sopracciglio  fulviccio;  una  banda  scura  dal  becco 
all'occhio;  guancie  e  gastreo  di  un  rossiccio  chiaro,  con  poche  mai-chic  nero  scure, 
specialmente  sui  lati  dell'alto  petto  {ad.  in  prim.  .  Grigio  cenerognolo-uniforme  sulle 
parti  superiori  e  sul  petto,  senza  macchie  nere  o  fulve;  centro  del  dorso,  addome, 
sopracciglio  ed  una  macchia  sotto  l'occhio  bianchi  {ad.  in  aat.  .  (urne  gli  ad.  in 
inremo:  tinte  più  cupe,  dorso  nero  coll'apice  delle  penne  rossiccio  ed  una  lascia 
SUbterminale   nera;  grigio   lavato  di   rossiccio  sulla  gola  e  sui   petto   mim    . 

Lunghezza  totale  da  0,m280  a  0,m250;  becco  0,m056;  ala  0,m082;  coda  0,m051; 
tarso  i).  038.  La  femmina  è  più  grande  del  maschio.  Delle  due  dimensioni  date 
la  più  piccola,  di  0,m250,  sarchile  propria  alla  razza  minore  o  .1/.  griseus,  mentre 
l'altra,  ili  0,m280,  apparterrebbe  agli  individui  della  l'orma  maggiore,  che  fu  distinta 
col  nome  di   .1/.  scolopaceus  (Lawr.). 

Questa  specie  nidifica  nelle  parti  artiche  della.  Siberia  orientale  e  dell'Ame- 
rica settentrionale,  portandosi  d'inverno  nelle  parti  centrali  e  meridionali  del- 
l'America, fino  al  Brasile  meridionale.  Accidentale  in  Europa;  una  ventina  di 
soggetti  vennero  presi  in  Inghilterra,  poi  comparve  in  Danimarca,  in  Picardia 
ed  in  Normandia. 


Genere  TOTANUS.  <  ivikr. 

Becco  di  solito  assai  più  lungo  della  testa,  diritto  od  appena  ricurvo,  talora 
colle  mandibole  volte  all'in  su,  dilatato  e  molle  alla  base,  appuntito  e  duro  all'e- 
stremità, compresso,  con  un  solco  molto  esteso  su  ambedue  le  mandibole  e  l'apice 
della  supcriore  inclinato  su  quello  dell'inferiore;  narici  piccole,  lineari,  basilari: 
ali  mediocri,  appuntite,  la  1  '  remigante  primaria  la  massima.  2"  interne  lunghe 
ed  appuntite;  coda  piuttosto  corta,  subrotonda  o  quadrata;  gambe  sottili,  mediocri, 
nude  circa  sulla  metà  inferiore  della  tibia;  tarso  scudettato,  appena  una  volta  e 
mezzo  più  lungo  del  dito  mediano  senz'unghia  o  appena  più  lungo  dello  stesso; 
diti  quattro,  uno  all'indietro  piccolo,  elevato,  tre  anteriori,  l'esterno  unito  al  me- 
diano da  una  membrana  alla  base,  l'interno  quasi  lìbero  tino  dalla  base;  unghie 
molto  piccole  ed  ottuse,  ma  forti  e  poco  arcuate. 

Collo  piuttosto  lungo;  statura  mediocre  e  forma  svelta;  livrea  talora  molto 
differente  tra  l'abito  di  primavera  e  quello  d'autunno. 

Il  genere  Tutanns  è  cosmopolita  ed  è  composto  di  otto  specie,  delle  quali  sei 
abitano  anche  l'Europa  e  una  vi  giunge  accidentalmente  dall'America.  1  Totani  abi- 
tano di  preferenza  le  coste  del  mare  e  le  lagune  durante  l'inverno  e  se  ne  stanno  al- 


:iNN  ATLANTE   ORHITOLOGICO 


lora  riuniti  in  grandi  branchi;  frequentano  più  specialmente  le  paludi  e  gli  stagni 
nell'epoca  della  riproduzione,  quando  vivono  soltanto  appajati.  Il  loro  grido  è  un 
fischio  assai  sonoro  e  gradito,  che  emettono  con  modulazioni  nel  periodo  degli 
amori,  facendo  strani  movimenti  circolari  nell'aria  anche  a  grandi  altezze. 
Quando  sono  feriti  nuotano  con  facilità,  e  camminano  e  volano  con  estrema  spe- 
ditezza. Collocano  i  loro  rozzi  nidi  sulla  terra  poco  lontano  dalle  acque,  deposi- 
tandovi quattro  uova  piriformi,  la  cui  tinta  di  fondo  è  variabile  e  va  dal  grigio- 
verdastro  al  grigio-fulvo,  con  macchie  rossiccie  e  porporine,  lavate  di  bruno  e  di 
grigio  di  vario  tono;  essi  si  nutrono  come  le  Liviosae. 

a)  Basso  dorso  e  groppone  bianchi;  cuopritrici  superiori  della  coda  con  fascie  più 
o  muto  larghe,  ma  sempre  presenti. 

379.  Totanus  fuscus    Linxaeis  .   lottino  moro. 

[  Gambetta  fosca  ]. 
[Tav.  XXXIII,  tig.  9]. 

Becco  lungo;  remiganti  secondarie  con  fascie  regolari  bianche  o  bruno-nerastre;  ti- 
moniere fasciole;  piedi  gialli  o  rossi;  statura  maggiore. 

Testa,  collo,  petto  ed  addome  di  un  nero-bruno  o  fuligginoso,  con  alcune  penne 
qua  e  là  frangiate  di  bianco;  dorso,  cuopritrici  superiori  delle  ali  e  scapolari  bruno- 
nere  a  ritiessi  verdastri,  con  margini  e  grandi  macchie  bianche,  qua  e  là  sfumate 
di  fulviccio;  basso  dorso  e  groppone  bianco-candidi;  cuopritrici  superiori  ed  infe- 
riori della  coda  a  fìtte  fascie  alterne  bianche  e  bruno-nerastre;  remiganti  2e  con  fitte 
fascie  bianche  e  bruno-nerastre;  timoniere  nero-brunastro-cenerognole,  con  fascie 
trasversali  bianche  (ad.  in  prim.).  Testa,  collo  e  dorso  grigio-cenerini,  con  le  penne  del 
dorso  orlate  di  biancastro;  una  fascia  dal  becco  all'occhio  bianca  ben  distinta,  una 
seconda  sotto  l'occhio  e  redini  bruno-cenerognole;  parti  inferiori  bianco-candide, 
grigio-cenerognole  sul  collo  e  sull'alto  petto,  specialmente  nella  parte  centrale 
delle  penne;  fianchi  tinti  di  cenerognolo,  con  barre  incomplete  bianche  e  grigio- 
brunastre;  sottocoda  bianco,  con  poche  fascie  distinte  e  trasversali;  dorso,  groppone 
e  remiganti  2e  come  di  primavera  (ad.  in  a  ut.).  Penne  delle  parti  superiori  ce- 
nerognolo-nerastre,  con  riflessi  verdastri  sul  dorso  e  sulle  ali,  il  margine  delle 
penne  biancastro-fulviccio  sul  collo  e  con  Atte  macchie  sul  dorso,  sulle  cuopritrici 
alari  e  sulle  scapolari;  groppone,  sopracoda,  sottocoda  e  coda  come  di  primavera, 
colle  fascie  tinte  di  fulviccio  compreso  il  basso  dorso;  mento  e  gola  biancastri; 
guancie,  lati  della  testa  e  del  collo  bianco-cenerognoli,  con  macchie  molto  nume- 
rose bruno-grigio-scure,  il  resto  delle  parti  inferiori  bruno-nerastro  e  bianco-ce- 
nerognolo qua  e  là  fulviccio,  le  colorazioni  disegnandosi  a  fascie  sul  basso  addome, 
sui  fianchi  e  sul  sottocoda  (giov.). 

Questa  specie  si  distingue  in  ogni  età  ed  abito  dalla  susseguente  per  le  re- 
miganti !'■   non  bianche,  ma  a  fascie  regolari  bianche,  e  bruno  nerastre. 

Lunghezza  totale  0,m325;  becco  0/"060;  ala  0,m165;  coda  0,'"080;   tarso  0,058. 

Abita  l'Europa  settentrionale  e  l'Asia;  nidifica  nelle  parti  Artiche,  portandosi 
d'inverno  nelle  regioni  bagnate  dal  Mediterraneo,  nella  Cina  e  nell'India.  In  Italia 
è  specie  invernale  e  di  passo,  che  arriva  di  agosto  e  settembre  e  riparte  in  aprile 
e  nel  maggio,  se  ne  trovano  anche  di  giugno.  Non  sembra  probabile  la  sua  nidifi- 


ATLANTE    ORN .OGICO  -s'> 


catione  nel  Veneto,  che  venne  asserito  dal  Contarini  e  da]  Nardo.  È  uccello  piul 
tosto  comune;  in  talune  località  (Toscana,  Veneto  n 'aro  anche  nell'abito  di  nozze. 

380.  Totanus  calidris  (Linnaeus),  Pettegola. 

|  Tav.   XXXIII,  Hg.   7  «■  8  ]. 

Becco  nulli;  remiganti  '-  in  gran  parte  bianche  o  con  la  bast  scura,  ma  non  fa- 
si ii iti  ;  timoniere  con  fascit  strette;  piedi  russi  n  gialli;  statimi  minore. 

Parti  superiori  ili  un  cenerognolo-brunastro,  più  cupo  e  con  margini  bruno- 
rossicci  sulla  testa,  lavalo  di  rossiccio  nel  resto,  con  numerosi  tratti  nerastri 
sullo  stelo  delle  penne  e  macchie  nerastre  sul  margine  delle  stesse,  che  qua  e  là 

si  dis] gono  a  fascie  trasversali,  più  che  altro  sulle  scapolari;  basso  dorso  bianco. 

cosi  il  groppone  che  ha  macchie  nerastre  e  bianco-cenerognole:  parti  inferiori 
bianco-cenerognole,  immacolate  sul  centro  dell'addome,  lavale  di  rossiccio  sui  lati 
del  petto  e  sull'addome  e  con  una  grande  macchia  nerastra  bislunga  e  centrale 
su  cadauna  penna,  con  fascie  indistinte  nerastre  sul  petto,  ben  decise  e  miste  a 
tacche  lanceolate  sui  Banchi  e  sottocoda;  remiganti  2e,  specialmente  le  interne, 
bruno-nerastre  nella  meta  basilare,  bianche  senza  fascù  aell'apicale ;  timoniere  la- 
terali a  fascie  alterne  avvicinati  bianche  e  nerastre,  le  centrali  cenerino-rossiccie 
con  fascie  avvicinate  bruno-nerastre;  piedi  rossi  {ad.  in  prim.  .  Parti  superiori 
senza  macchie  e  di  un  cenci  ino  bruno  uniforme;  gola  bianca  e  così  le  parti  in- 
feriori, cui  lati  ded  collo  e  del  petto  bruno-grigi,  con  strie  nerastre  centrali  e  sui 
lati  della  taccia  e  sulla  linea  mediana  de]  eolio  e  del  petto;  fianchi  e  sottocoda 
con  piccole  macchiette  nerastre,  talora  foggiate  a  fascie  bianche  e  nerastre;  piedi 
rossi  mi.  in  imt.ì.  Bruno-nerastro  lavato  di  rossiccio  e  di  fulvo,  colla  testa  più 
scura  ed  il  collo  più  cenerino  e  grandi  tacche  o  fascie  bianco-fulviccie  sul  dorso, 
sulle  scapolari  e  sulle  cuopritrici  delle  ali;  gola  ed  addome  bianchi;  le  macchie 
sulle  parti  inferiori  più  numerose,  allungate  e  centrali,  «die  quasi  nascondono  la 
colorazione  bianca  sul  davanti  del  collo  e  sul  petto  e  alle  volte  sui  fianchi  e  sul 
sottocoda  ed  ove  talora  si  foggiano  a  piccole  fascie;  bianco  delle  fascie  delle  ti- 
moniere lavato  di   l'ulviccio;  piedi  gialli  (giov.). 

Lunghezza  totale  da  0,m310  a  0,m300;  becco  da  O,'"048  a  0,'n040;  ala  0,ID162; 
coda  0,"'OSO;   tarso  il,  ut*. 

Abita  l'Europa,  l'Asia  centrale  fino  alla  Siberia  orientale:  visita  d'inverno 
l'Africa  e  l'India,  spingendosi  fino  all'Arcipelago  Malese.  In  Italia  è  specie  stazionaria 
nel  Veneto,  ove  è  molto  comune  e  nidificante;  nel  resto  d'Italia  è  nei  elio  di  passo, 
svernando  più  che  altro  nelle  provincie  meridionali  e  nelle  grandi  Isole,  com- 
presa L'Elba.    È  abbondante,  specialmente  di  primavera. 

381.  Totanus  stagnatilis.  P.i:<  iisteix,  Albastn/lo. 

[  l'irn-jiirn  gambe  lunghe  |. 
[Tav.  XXXIV.  Bg.  1  |. 

Becco  lungo  e  sui  liti.-  remiganti  !"  interne  brune  senza  fascie,  coli' orlo  esterno  ed  il 
vessillo  interno  biancastri  sul  margine;  timoniere  fasi  ini,,  t,  esterne  bianche  non  fa- 
sciati- regolarmente,  ma  macchiate  ili  bruno  sul  vessillo  esterno;  incili  verdastri;  statura 
minon   ilei  ilm-  precedenti. 


390  ATLANTK    ORNITOLOGICO 


Parte  superiore  della  testa  cenerino-periata,  col  margine  lavato  ili  rossiccio 
e  con  macchie  ovate  nere  nel  centro  delle  penne,  più  ristrette  sul  collo;  alio  dorso 
e  scapolari  cenerino-periate,  vinate  sullo  stelo  e  con  fascie  più  o  meno  numerose 
e  regolari  nere  e  un  sottil  margine  bianchiccio;  basso  dorso  e  groppone  di  un  bianco- 
puro;  sopracoda  con  le  penne  molto  lunghe  bianche,  con  macchie  e  fascie  nerastre; 
timoniere  le  tre  esterne  con  una  stria  ondulata  nerastra,  di  solito  solo  sul  margine  del 
vessillo  esterno,  le  altre  con  fascie  cenerine  e  nerastre  irregolari  nelle  due  centrali; 
mento  e  gola  bianchi,  talora  con  macchiette;  redini,  lati  della  testa,  guancie  e  petto 
di  un  bianco  leggermente  cenerino,  con  macchie  numerose  allungate  o  lanceolate 
bruno-nerastre,  che  si  foggiano  anche  a  fascie  indistinte  sui  fianchi:  resto  del  ga- 
streo  bianco-puro,  con  poche  macchie  sul  sottocoda-  remiganti  2®  cenerino-bru- 
nastre,  col  margine  interno  e  l'orlo  bianchi;  piedi  verdastri  (ad.  in  prim.).  Parti 
superiori  grigio-cenerognole  più  cupe  e  terminate  di  biancastro,  specialmente  sulle 
cuopritrici  alari  che  sono  quasi  nerastre;  fronte  bianca,  con  una  piccola  macchietta 
sulla  linea  centrale  delle  penne;  sopracciglio  e  gastreo  bianchi  per  intero,  con  mac- 
chiette brunastre  sui  lati  del  collo,  del  petto  e  dei  fianchi;  remiganti  i"1  come  nel- 
l'abito di  primavera,  ma  più  cupe  (ad.  in  aut.).  Come  gli  adulti  in  autunno,  ma  i 
margini  biancastri  sulle  parti  superiori  più  larghi  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m245;  becco  0,'"045;  ala0,m130;  coda  0,'"060;  tarso  0,m053. 

Abita  l'Europa  sud-orientale,  estendendosi  sino  all'Asia  nord-orientale  e  giun- 
gendo irregolarmente  nelle  regioni  centrali  e  settentrionali  d'Europa;  sverna 
nell'Africa,  nell'India  e  nell'Australia.  In  Italia  è  specie  discretamente  comune 
durante  il  passo  primaverile  dal  Romano  in  giù,  non  è  rara  neppure  in  Toscana; 
invece  nel  Veneto  e  nella  valle  Padana  è  di  comparsa  affatto  irregolare  e  raris- 
sima. D'autunno  è  dovunque  assai  scarsa,  io  l'ebbi  nell'ottobre  da  Massacciuccoli 
(Lucca).  Non  nidifica. 

b)  Basso  dorso  e  groppone  bruno-scuri;  cuopritrici  superiori  della  roda  bianche, 
con   le  /H'unr  più   lunghe  fasciate. 

382.  Totanus  flavipes  (Gmelin),  Aibastrello  americano. 

Ascellari  distintamente  fasciate  di  bruno-cenerino;  piedi  giallo-vivaci  ad  ogni  età. 

Testa  e  collo  di  un  bianco-grigio  striato  di  nero;  parti  superiori  bruno-nerastre, 
con  macchie  bianche  e  fulvo-giallette,  che  formano  bande  irregolari  sulle  remiganti 
2°  e  sulle  scapolari;  basso  dorso  e  groppone  bruno  nerastri,  colle  pinne  marginate  di 
bianco; sopracoda  Inauro,  eolie  penne  laterali  fasciate  di  nerastro;  coda  biancastra,  con  fascie 
bruno-cenerine;  gastreo  bianco,  col  collo  ed  il  petto  striati  fittamente  di  bruno-nera- 
stro; ascellari  bianche,  con  fascie  bruno-cenerognole;  piedi  gialli  (ad.  in  prim.).  Mancano 
le  macchie  sulle  parti  superiori,  che  sono  più  scure  e  marginate  di  bianchiccio; 
gastreo  come  di  primavera,  colla  gola  ed  il  petto  lavati  di  bruno-grigio  (ad.  in 
aut.).  Le  marginature  bianche  sulle  parti  superiori  bruno-pallide  o  fulvo-giallette 
(giov.). 

Lunghezza  totale  da  0,'"240  a  0,m225;  becco  0,'"040;  ala  0,'"170;  coda  0,'"061; 
tarso  0,'"051. 

Abita  l'America  settentrionale  giungendo  d'inverno  sino  alla  Patagonia  ed  a} 
Chile;  è  accidentale  in  Inghilterra,  ove  venne  colto  due  volte. 


ATI.ANTK    OBK -'".Il  0 


391 


c)  Becco  decisamente  rivolto  all'in  su,  un  po'  alVindietro  della  sua  metàapicale 
i    ciò  più  distinto  nella  mandibola  inferiore;  statura  più  elevata  dei  precedenti   Totani. 

(gen.    I  rLOTTIS,    Koeh  . 

Una  sola  specie. 


383.  Totanus  littoreus  '    (Linnaeus),  Pantana. 

I  Totanus  glottis  (JLath.);  T.  nebularius  (Gunn.);  T.  canescens  (Gm.)], 

[Tav.   \.\X1II,  ng.   10  é  11J. 

Testa  e  collo  di  un  bianco-cenerognolo,  col  contro  dello  penne  néro-bruno  ed  il 
margine  bianco;  dorso  e  scapolari  con  lo  stelo  e  macchie  talora  molto  estese  e  nu- 
merose nere,  il  margine  bianco 
e  la  tinta  di  fondo  grigio-cenero- 
gnola; basso  dorso,  groppone  e 
cuopritrici  superiori  della  coda 
di  un  bianco  [turo:  parti  intcriori 
bianche,  cou  strie  centrali  nera 
stre  sulle  guancie  e  sui  lati  della 
tosta,  o  con  uumerose  macchie 
ovali  od  allungate  sullo  stelo 
delle  penne  della  gola,  del  collo, 
dell'alto  petto  e  dei  lati,  ove  ta- 
lora, come  sui  fianchi,  assumono 
la  forma  di  fascie  irregolari  ;  ti- 
moniere bianche,  tinte  di  cene- 
rino o  di  rossiccio  sulle  due  me- 
diane e  con  t'ascie  irregolari  scure, 
più  accentuate  sul  vessillo  ester- 
no [ad.  in  prim.).  Fronte  sui  lati 
che  continua  in  un  sopracciglio, 
guancie,  groppone,  sopracoda  e 
parti  inferiori  bianche; parte  cen- 
trale della  fronte,  lati  della  testa, 
del  collo  e  del  petto  con  lineette 
e  macchiette  bruno-nerasl  re;  dor- 
so, scapolari  e  cuopritrici  alari 
cenerino-periate,  con  lo  stelo  ed 
una  stria  submarginale  bruno 
nerastri  ed  il  margine  bianco; 
piccole  cuopritrici  alari  bruno- 
nerastre,  col  margine  bianco-cenerognolo  {ad.  maut.).  Parti  superiori  nero-bruna- 
stre,  lavate  di  rossiccio  e  marginate  di  bianco-cenerognolo  o  di  fulviccio;  lati 
del  groppone  talora  sfumati   di  gialletto;  collo   con  numerose  macchie  allungate 


per 


Piede  ili    l .  Ultori  ut, 

strare    In    scaletto   del    tarso, 

\  iato  sul  davanti  e  ili  Banco. 


(')  Autori  i terni,  rome  Reichenow,  Brnsina,   Reiser    usano   '/'.    litlorew  (L.)    1758.    anziché   T.  ne- 

bularim  (Gnnn.)  1707.   Linneo  adoperò  anche  i  nomi  di  glottis  e  Manna    17.r>xi,  ma  le  diagnosi  sono  così 
poco  chiare,   che  non  si  sa  con   precisione  quali   siano   lo  specie  delle  quali    intendeva  parlare. 


392  ATLANTI    ORNITOLOGICO 


bruno-nerastre,  che  si  fanno  più  larghe  e  più  fitte  sul  petto,  ove  colorano  un  po' 
la  tinta  di  fondo;  basso  addome  bianco-sudicio,  con  qualche  margine  brunastro  ed 
i  fianchi  macchiati  della  stessa  tinta;  timoniere  centrali  bianco-fulviccie,  con  fascie 
quasi  ovunque  complete  e  distinte  bruno-nerastre,  le  laterali  con  fascie  e  mac- 
chiette pure  bruno-nerastre  (gior.). 

Lunghezza  totale  0,m340;  becco  0,'"055;  ala  0,"'1!>0;  codaO,m085;  tarso  0,"'058. 

Abita  le  parti  settentrionali  d'Europa  e  d'Asia,  giungendo  d'inverno  sino  al- 
l'Africa, all'India  ed  all'Australia.  In  Italia  è  uccello  discretamente  abbondante 
all'epoche  del  passo  e  nell'inverno;  non  è  però  egualmente  distribuito.  Sembra 
nidificare  nel  Veneto,  ma  non  abbiamo  dati  positivi.  È  certo  che  in  parecchie 
Provincie  si  trovano  Pantane  nei  mesi  estivi,  ma  non  sappiamo  se  vi  si  ripro- 
ducano. 

d)  Becco  corto;  coda  più  lunga  del  becco,  le  due    timoniere   centrali  pia    lunghe 
delle   altre    e    sopravanxanti;    tarso    più    laitgo    del   dito    mediano   con   unghia   (gen. 
Riiyacophilus,  Kaup). 
Una  sola  specie. 

384.  Totanus  glareola  (Linnaeus),  Piro-piro  boschereccio. 

[Tav.  XXXIII,  lig.  ó  e  (ìj. 

Stelo  dr/hi  I"  remigante  primaria  Inaiar),  gli  altri  scuri;  cuopritrici  inferiori  delle 
oli  ni  ascellari  bianche,  con  poche  macchiette  o  tratti  scuri  ;  timoniere  centrali  con  fascie 
strette  e  numerose. 

Testa  bruno-nerastra,  con  strie  longitudinali  bianco-fulviccie;  dorso  nero-ver- 
dastro-lucido,  con  fascie  e  tacche  irregolari  bianco-grigie  o  fulviccie  su  entrambi 
i  vessilli;  groppone  bruno-nerastro,  con  sottili  margini  bianchirci:  cuopritrici 
superiori  della  coda  bianche,  le  più  lunghe  a  fascie  bruno-nerastre;  un  sopracci- 
glio bianco  poco  distinto  e  macchiato  di  bruno-nerastro:  mento,  centro  della  gola, 
basso  petto  ed  addome  di  un  bianco-immacolato;  collo  e  davanti  del  petto  bianco- 
cenerini,  con  macchie  subrotonde  brunastre  che  sui  lati  assumono  la  forma  di  strie 
centrali  allungate,  di  fascie  sui  fianchi  e  di  macchie  e  fascie  sul  sottocoda;  timo- 
niere centrali  bruno-cenerognole  con  numerose  fascie  bruno-nerastre,  qua  e  là 
biancastre  e  le  laterali  a  fascie  nerastre  e  bianche,  coi  vessilli  interni  delle  tre 
laterali  bianchi;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  bianche,  irregolarmente  variate  di 
bruno;  ascellari  bianche  con  pochi  tratti  trasversali  irregolari  o  macchiette  bruno- 
nerastre  (ad.  in  prim.)  Parti  superiori  più  pallide  e  con  macchie  e  fascie  più  nu- 
merose e  più  fulviccie;  le  inferiori  variate  di  cenerognolo,  più  pallide  sul  davanti 
del  collo,  sul  petto  e  sui  fianchi,  che  hanno  fascie  meno  numerose;  timoniere  con 
fascie  anche  sui  vessilli  interni  delle  prime  laterali  ;  sopracciglio  più  distinto  (ad. 
in  nat.).  Parti  superiori  più  brunastre  nel  fondo  di  tinta,  colle  strie  e  colle  tacche 
meno  abbondanti  tranne  sulle  ali  e  sulle  scapolari,  esse  sono  di  un  bianco-fulviccio 
e  si  presentano  rotondeggianti  ed  opposte  a  due,  a  quattro,  a  sei;  sopracciglio 
molto  distinto;  collo  e  petto  cenerognoli,  senza  o  con  poche  macchie,  ma  col  centro 
delle  penne  più  scuro;  timoniere  fasciate  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"225;  becco  0,n,029;  ala  0,'"125;  coda  0,'"0tJ0;  tarso  0,'"038. 

Questa  specie  abita  l'Europa  e  l'Asia,  portandosi  a  svernare  nell'Africa  e  nel- 


Tav.  50. 


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la.  Torcicollo.    1  b.  Succiacapre.     2a  Rondine.    2b.  Cuculo.    8.  Upupa.    4.  Callo  cedrone.    5.  Fabiano  t!i 

monte.     K.   Francolino  di  monte.     7.   Pernice  bianca.     8.  Fagiano.     9.  Starna.     10.  Coturnice.     11.   Quagli) 

12.  Sirratte.    13.  Folaga,     il    Gallinella  d'acqua.    16,  Corriere  piccolo.    16.  Pavoncella.    17.  Piovanello  pancii 

nera.     18.  Beccaccino,     in.  1,  i ine  di  mare.    21.  Beccapesci.     22.  Gabbiano  comune. 

23.  Gabbiano  reale  nordico. 


wi.wn     ORNJT HCO 


393 


l'India  e  giungendo  fino  all'Australia.  In  Italia  è  uccello  comune,  di  doppio  passo, 
non  ne  ebbi  mai  Dell'inverno,  ma  solo  Dei  mesi  d'aprile,  maggio,  agosto,  settembre  ed 
ottobre;  fu  asserita  la  sua  oidificazione  Del  Veneto,  in  Lombardia  e  forse  in  To 
scana,  ina  mancano  fatti  concreti  nanne  che  pel  Veronese,  ove  ciò  sarebbe  in 
dubbiamente  provato  (V.  Dal  Nero).  Nidifica  verso  sud  fino  nella  Vallata  del  Da- 
nubio e  pare  nella  Spagna  (//.  Saunders). 

Tua  sola  intaccatura  su  ciascun  lato  del  margine  posteriore  dello  sterno; 
becco  moderato,  non  più  In  mio  della  coda;  tarso  appena  più  In  min  del  dito  mediano  e.  u. 
(gen.  Helodromas,  Kaup). 

Due  sole  specie,  una  delle  quali  è  Americana  e  non  giunge  che  casualmente 
in  Europa. 

385.  Totanus  ochropus  (Linnaeus),  Pvro-pi/ro  culbianco. 
I  Helodromas  ochropus  (L.)]. 

|   I'av.   XXXIII,   li-.  4]. 

Tutti  gli  steli'delle  remiganti  scuri  ;  ascellari  e  cuopritrici  inferiori  delle  ali  nerastre, 
emi  strette  fast  i e  angolari  biancastre;  metà  basilari  delle  timoniere  eentrali  bianca,  metà 
apicale  con  tre  o  quattro  fascù   m  n   larghe  e  trasversali. 

Parti  superiori  olivastro-nericcie,  largamente  marginate  di  bianco  sulla  testa 
e  con  macchie  numerose  biancastre  sul  dorso  e  sulle  scapolari,  che  sono  tinte  di 


1.  Timoniera  centrale  di  T.  ochropus. 

2.  Penna  ascellare  di   T.  ochropus. 


3.  Timoniera  centralo  di    /'.  glareola. 
I.  l'i  Dna  ascellare  di   T.  glareola. 


bronzino-olivastro;  sopracciglio  bianco,  con  macchiette  scure:  groppone,  cuopritrici 

superiori  ed  inferiori  della  coda,  mento  e  gola  di  un  bianco-puro;  collo  e  petto  di  un 
cenerino-brunastro  sul  centro  delle  penne,  bianco  sul  margine,  sono  talora  visibili 
barre  scure  sui  lati  del  petto;  fianchi  irregolarmente  macchiati  di  bruno-nerastro; 

Atlante  ornitologico.  50 


394  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


timoniere  bianche  con  tre  o  quattro  fascie  nella  metà  apicale,  che  diminuiscono 
verso  le  esterne  e  che  in  taluni  soggetti  sono  del  tutto  bianche  (ad.  in  prim.).  Testa 
e  collo  di  un  cenerognolo-olivastro  uniforme;  sopracciglio  più  distinto;  macchie 
delle  parti  superiori  piccolissime  bruno-fulviccie  poco  apparenti;  lati  del  petto  col 
fondo  di  tinta  cenerognolo  olivastro  e  le  fascie  poco  sviluppate  (ad.  in  aid.).  Parti 
superiori  con  margini  cenerino-olivastri  e  le  macchie  bianco-fidviccie,  quelle  delle 
inferiori  lanceolate  e  sbiadite;  fascie  sulla  coda  più  strette  sulle  penne  centrali 
e  più  larghe  sulle  esterne  e  colla  subapicale  allargata  [giovX 

Lunghezza  totale  0,'"235;  becco  0,n'040;  ala  0,'"  140;  coda  0,'"060;  tarso  0,"'0.".4. 

Questa  specie  per  la  presenza  di  una  sola  profonda  intaccatura  su  ogni  lato 
del  margine  posteriore  dello  sterno,  pel  tarso  più  breve  etc.  fu  disgiunta  dal 
genere  Totanus  e  posta  nel  genere  Helodromas,  come  il  T.  glareola  pel  tarso  in 
proporzione  più  corto  del  gen.  Totanus  etc.  ne  fu  diviso  e  collocato  nel  genere 
Rhyacophilus,  fatti  che  ho  già  citato  senza  adottarli,  data  la  natura  generale  del 
presente  lavoro. 

Abitale  contrade  settentrionali  d'Europa  e  d'Africa,  ove  nidifica;  sverna  nelle 
regioni  circummediterranee,  nell'Africa,  nell'India  e  nell'Arcipelago  Malese.  Questa 
specie  è  abbastanza  comune  in  Italia  durante  le  epoche  del  passo  e  nell'inverno. 
Secondo  il  Giglioli  nidificherebbe  e  quindi  sarebbe  stazionaria  nel  Veneto  (Perii//), 
in  Lombardia  (Ferragni),  in  Toscana  (Scivi)  ed  in  Sicilia  (Doderlein),  ma  queste  as- 
serzioni non  riposano  su  dati  sicuri;  anzi  il  Savi,  Autore  del  resto  pregevolissimo, 
dice  che  questa  specie  nidifica  in  località  che  non  sono  quelle  normalmente  citate 
dagli  Osservatori  più  competenti,  egli  nota  che  nidifica  sulla  sabbia  e  sull'erba, 
mentre  ciò  sembra  avvenire  sugli  alberi.  Non  ho  mai  veduto  tale  specie  nei  mesi 
di  giugno  e  luglio,  e  non  so  che  altri  ve  l'abbiano  incontrata  con  certezza. 

386.  Totanus  solitarius  (Wilson),  Tiro-pi n>  solitario. 

Più  piccolo  del  precedente,  dal  quale  è  più  che  altro  distinto  pelle  parti  su- 
periori con  macchie  più  numerose;  le  cuopritrici  superiori  della  coda  non  bianche, 
le  cuopritrici  centrali  e  le  due  timoniere  mediane  sono  bruno-nerastre,  queste 
macchiate  di  bianco,  le  cuopritrici  laterali  e  le  rimanenti  timoniere  bianche  con 
larghe  fascie  nere;  ascellari  e  cuopritrici  inferiori  delle  ali  a  fascie  alternate 
bianche  e  nere  di  pari  larghezza;  statura  minore. 

Lunghezza  totale  0,m188;  becco  0,m030;  ala  0,m130;  coda  0,m051;  tarso  0,m028. 

Questa  specie  abita  le  parti  settentrionali  dell'America  del  Nord,  portandosi 
d'inverno  nelle  regioni  del  Sud-America  e  nidificando  nelle  terre  Artiche.  In  Eu- 
ropa arriva  accidentalmente  soltanto  in  Inghilterra,  ove  venne  presa   due  volte. 


Genere  TRINGOIDES,  Bonaparte. 

Becco  flessibile,  sottile,  diritto,  poco  più  lungo  della  testa  e  del  dito  mediano 
con  unghia  e  meno  della  coda,  con  un  solco  laterale  esteso  quasi  sino  all'apice; 
ali  più  corte  della  coda,  colle  remiganti  2°  eguali  alle  1°,  la  distanza  intercedente 
essendo  minore  della  lunghezza  del  tarso;  coda  graduata  o  rotonda,  alquanto  ampia 


mi  IKT1     ORNITOLOGI*  0 


e  lai-ira;  tarso  scalettato,  i li'"  re.  sidieguale.  ne  mai  più  lungo  del  dito  mediano 

con  unghia,  colla  parte  nuda  della  tibia  molto  ristretta;  dito  posteriore  piccolo, 
il  mediano  unito  coll'estemo  alla  base,  l'intorno  Libero;  unghie  piccole,  ottuse  e  poco 
ricurve;  statura  piuttosto  piccola. 

Questo  genere  è  composto  di  due  specie. 

387.  Tringoides  hypoleucus  i.Linnaki  -  .   Piro-pira  piccolo. 

[Actites  hypoleucus    !..  |. 

|  Tav.   XXXIII,  fig.  3  |. 

Remiganti  primarit  uniformi;  le  2l  brune  coli' apice  e  la  base  bianca,  le  interne 
colla  tinta  bruna  prevalente,  eccetto  la  8"  e  la  9"  che  sano  bianche  quasi  per   intero  e 

cotta   fascia    nera    non    completa. 

'l'està  grigio-brunastro-bronzata,  con  una  linea  eentrale  nera  sul  eentro  delle 
penne;  parti  superiori  bruno-grigie-bronzate  lucide,  con  strie  trasversali  o  grandi 
tacche  a  ferro  di  lancia  nere,  di  egual  tinta  le  scapolari  e  le  cuopritrici  alari  che 
hanno  t'ascio  trasversali  uerastre  e  sono  terminate  qua  e  là  di  biancastro;  timoniere: 
le  due  centrali  di  un  bruno-bronzato  uniforme,  le  altre  terminate  di  bianco,  con 
strie  trasversali  nerastro  spesso  irregolari,  le  esterne  a  t'ascio  bianche  e  uerastre 
spesso  irregolari;  mento,  gola  e  parti  inferiori  bianche,  tinte  di  cenerognolo  sul 
davanti  del  collo  e  sul  petto,  che  hanno  linee  brunastre  strette  e  centrali  (ad.  in 
pria/.',  l'arti  superiori  talora  meno  bronzate  e  più  opache,  sempre  più  uniformi 
e  meno  macchiate  di  nero;  le  tinte  del  collo  e  del  petto  più  grigiastre  e  striate 
(ad.  in  aut.).  Tinte  nere  delle  parti  superiori  poco  cospicue,  consistenti  in  una  stretta 
t'ascia  preapicale  bruno-nerastra  ed  in  una.  seconda  apicale  fulviccia  o  con  fascie 
alterne  bruno-nerastre  o  fulviccie,  ciò  che  è  più  manifesto  sulle  cuopritrici  alari; 
lati  del  petto  e  collo  di  un  grigio  più  scuro  e  più  uniforme,  ma  col  bianco  del 
resto  delle  parti  inferiori  più  distinto  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m220;  becco  0,m025;  ala0,m112;  coda0,ro060;  tarso  0,m024. 

Abita  una  larga  area,  cioè  I  Europa  e  l'Asia  settentrionale;  sverna  nelle  regioni 
Mediterranee,  nell'Africa.  nell'India  e  nell'Australia.  In  Italia  è  specie  più  die  altro 
estiva  e  di  passo;  nidifica  ovunque  ed  è  comune,  non  pochi  rimangono  tra  noi 
anche  nell'inverno,  specialmente  nelle  Provincie  centrali,  nelle  meridionali  e  nelle 
Isole  ed  anche  nel  Veneto,  ma  in  quest'ultima  parte  meno  frequentemente. 

388.  Tringoides  macularius  (Ltnnaeus),  Pinro-pwo  macchiato. 
I  Actites  macularius  il. in.    |. 

Remiganti  '-"'  bianche,  tutte  con  una  larga  fascia  subapicale  bruno-cenerina,  pan 

completa    mila    8"  e    nella    9°,   che   rimano   estesa   cieca    0}m020;   statara    minare. 

Simile  al  precedente,  ma  molto  più  fasciato  di  nero  sulle  parti  superiori  e  con 
numerose  macchie,  più  o  meno  tondeggianti,  bruno-nerastre  sul  gastreo  (ad.  in 
prim.).  Come  nel  precedente  '/'.  hypoleucus,  ma  sempre  distinti  pel  carattere  delle  re- 
miganti 2°  più  interne;  della  statura  minore  e  della  mandibola  inferiore  gialla  per 
una  grande  estensione;  i  giovani  non  avrebbero  inoltre  strie  scure  sulla  gola  {ad. 
in  aut.  e  ijior.). 


396  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Lunghezza  totale  0,m210;  becco  0,m023;  ala  0,"T10;  coda0™055;  tarso  0,'"022. 

Questa  specie  abita  le  parti  settentrionali  dell'America  del  Noni,  migrando 
d'inverno  nelle  centrali,  nelle  meridionali  e  nelle  Indie  orientali;  giunge  acciden- 
talmente in  Inghilterra,  ove  venne  colta  più  volte,  quantunque  una  sola  sia  la 
cattura  bene  autenticata,  e  questa  avvenne  nel  1899  (Saunders)',  sembra  che  un 
individuo  sia  stato  ucciso  nella  Baviera  Renana  nell'aprile  1875.  Il  Contarmi  pel 
Veneto  e  l'Althammer  per  il  Tirolo  citarono  tale  uccello  come  comparso  nei  rispet- 
tivi paesi,  queste  asserzioni  furono  ripetute  da  altri  Autori,  che  perciò  ammisero 
il  Piro-piro  macchiato  tra  le  specie  Italiane;  però  non  consta  che  alcuna  cattura 
sia  bene  constatata  ed  è  quindi  da  eliminarsi  fino  a  prova  contraria.  Anche  l'as- 
serzione dello  .Schlegel  che  una  piccola  colonia  si  riproduca  nella  Valle  del  Po  è 
erronea,  e  certo  frutto  di  inesatte  informazioni. 


Genere  TEREKIA,  Bonaparte. 

Becco  molto  lungo,  quasi  il  doppio  della  testa,  più  alto  che  largo  alla  base, 
sottile,  molto  curvato  all'in  su  verso  l'apice,  che  è  ottuso,  e  piegato  in  basso  al- 
l'estremità della  mandibola  superiore,  solcato  su  ambedue  le  mandibole  sino  a  3/4 
della  lunghezza  totale;  narici  basilari,  laterali,  lineari;  ali  lunghe,  appuntite,  colla 
la  remigante  primaria  la  massima  e  le  secondarie  interne  allungate  riguardo  le  lee 
che  giungono  quasi  all'apice  della  4;|  primaria;  coda  corta,  subeguale  alle  ali,  legger- 
mente rotondata,  di  12  penne;  gambe  mediocri,  sottili,  nude  sul  terzo  basilare  della 
tibia;  tarso  scudettato,  subeguale  al  dito  mediano  con  unghia;  dito  interno  ed 
esterno  riuniti  al  mediano  da  una  membrana  distinta  ed  estesa  sino  alla  terza 
falange,  tutti  e  tre  lunghi  e  con  sottili  marginature,  dito  posteriore  piccolo,  ele- 
vato; unghie  piccole,  quasi  diritte,  ottuse. 

Statura  piccola;  tinte  opache. 

Questi  uccelli  abitano  di  preferenza  le  rive  dei  fiumi,  degli  stagni  e  dei  laghi, 
anziché  le  coste  del  mare  ed  hanno  le  abitudini  dei  Totani.  Le  loro  uova  sono 
di  un  fulviccio-pallido,  con  macchie  grigio-porporine  e  bruno-porporino-cupe.  Una 
sola  specie  compone  questo  genere. 

389.  Terekia  cinerea  (Gùldenstàdti,  Tereohia. 

|  I'iltima  nana  ]. 

Becco  multa  curvato  all'in  su. 

Parti  superiori  cenerino-grigie,  con  una  linea  centrale  nerastra,  die  è  assai  più 
distinta  sulle  penne  del  dorso;  le  scapolari  più  interne  quasi  intieramente  nere  e 
che  formano  due  bande  distinte  sui  lati  del  dorso;  lati  della  testa  biancastri,  con  strie 
grigio-brune;  una  larga  fascia  sopraccigliare  bianca;  gote,  gola,  alto  petto  e  fianchi 
bianchi,  con  line  strie  centrali  cenerino-pallide  e  con  macchie  trasversali  più  cupe, 
e  biancastre  alla  base  delle  penne  (ad.  in  prim.).  Tinte  meno  decise,  grigiastro- 
cenerognole,  con  margini  bianchicci  indistinti  sulle  scapolari  e  sulle  cuopritrici 
delle  ali;  mancano  i  due  spazi  neri  sui  lati  del  dorso  e  le  strie  nere  sul  centro 
delle  penne  della  testa,  del  dorso  e  delle  cuopritrici  alari;  tinte  fulviccie  margi- 


ATLANTE   ORNITOLOGICO  397 


nano  le  penne  del  groppone,  del  sopracoda  e  le  timoniere;  le  strie  sui  lati  del 
collo  e  dell'alto  petto  nerastre  ben  distinte  mi.  in  mit...  l'arti  superiori  con  mar- 
gini giallo-rossicci  ;  penne  delle  spalle  e  cuopritrici  alari  con  strie  a  zig-zags  ne- 
rastri all'apice  delle  penne;  timoniere  con  poche  macchie  o  fascie  rossigno-pallidc 
terminate  di  fulviccio-rossigno  e  con  una  fascia  subapicale  nerastra    giov.). 

Lunghezza  totale  0,  225;  becco  0,m050;  ala  o;"135;  coda  0,  063;  tarso  0,'"028. 

Abita  le  parti  settentrionali-orientali  d'Europa  e  le  nordiche  della  Siberia,  ni- 
dificando indie  regioni  Artiche;  migra  d'inverno  nell'Africa,  indie  Indie,  giungendo 
tino  nell'Australia.  In  Italia  è  specie  molto  rara  ed  accidentale  ;  presa  almeno  sei 
volte  in  Toscana,  due  volte  in  Puglia,  una  in  Sicilia  ed  una  volta  nel  Veneto; 
quest'ultima  cattura  la  cito  sulla  tede  del  Sig.  Dal  Fiume  di  Badia  Polesine,  non 
essendo  stato  conservato  l'esemplare. 


Genere  PAVONCELLA  '  .  Leach. 

Becco  diritto,  piuttosto  sottile,  subeguale  alla  testa,  flessibile,  dilatato  e 
piatto  verso  l'apice  che  è  ottuso  e  rotondo,  più  alto  che  largo  alla  base,  con  un 
solco  sulla  mandibola  superiore  esteso  fino  a  '  -,  della  sua  Lunghezza;  narici  ba- 
silari, lineari,  laterali;  ali  Lunghe,  un  po'  più  della  coda,  appuntite,  la  la  remi- 
gante primaria  la  massima,  alcune  2e  interne  molto  allungate;  coda  di  12  penne, 
subrotonda,  mediocre,  assai  graduata;  gambe  lunghe,  nude  su  più  di  '/:»  della  tibia; 
tarso  scudettato,  lungo,  sottile,  un  po'  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia;  diti 
tre  sul  davanti  marginati  e  uno  all'indietro  corto,  elevato,  l'esterno  unito  all'in- 
terno con  una  piccola  membrana,  l'interno  libero;  unghie  mediocri,  curvate  ed 
acute. 

Statura  piuttosto  elevata;  sessi  differenti,  maschi  molto  più  grandi  delle  fem- 
mine; piumaggio  assai  variabile.  Di  primavera  i  maschi  hanno  la  testa  ed  il  collo 
forniti  di  lunghe  penne  a  barbe  decomposte,  che  sono  erigibili  in  modo  da  for- 
mare un  grande  collaretto  attorno  alle  dette  parti  e  due  ciuffi  cospicui  a  guisa 
di  orecchie  sui  lati  della  testa,  la  faccia  è  nuda  e  coperta  di  piccole  papille  car- 
nose di  vario  colore.  Le  femmine  non  hanno  collaretto  e  la  loro  testa  è  coperta 
di  penne  in  ogni  stagione. 

1  Combattenti  hanno  le  abitudini  del  gen.  Totanus;  il  loro  volo  è  rapido  e  di- 
ritto, ma  quando  spira  vento  il  collaretto  riesce  di  grande  impaccio;  il  grido,  ra- 
ramente emesso,  ù  un  kack,  Icack,  kick,  ketch  I Messeri  o  turitriht,  tu  wìht (Saunders); 
sono  poligami,  il  numero  delle  femmine  è  molto  maggiore,  sorpassando  di  circa 
2/;j  ed  anche  più  quello  dei  maschi;  di  prima  vera  all'epoca  degli  amori  i  maschi 
ponendosi  su  di  un  piccolo  rialzo  del  terreno  col  collaretto  spiegato  combattono 
fieramente  pel  possesso  della  femmina  lavorila  e,  quantunque  spinte  ad  oltranza, 
le  loro  lotte  sono  quasi  sempre  incruente.  Migrano  in  grandi  branchi,  ma  non 
nidificano  che  isolati,  collocando  il  nido,  nascosto  con  somma  cura,  in  località  pa- 
ludose e  deponendo  alla  metà  di  maggio  da  tre  a  quattro  uova  olivastre  o  ful- 
viccie,  con  macchie  e  chiazze  brune  o  grigio-porporine.   Si  nutrono  d'insetti,  di 


Pavoncella,  Leach,  1816       Machete»,  Cuvier,  1M7. 


::ils  ATLANTE    0KNIT01  0GK  0 


larve  di  vario  genere,  di  radici,  di  erbe  acquatiche  e  di  riso.  Vivono  benissimo 
in  domesticità,  sono  avidi  del  pane  bollito  nel  latte  e  di  carne  cotta;  durante  la 
primavera  moltissimi  vengono  presi  colle  reti  tese  in  località  adatte,  in  Olanda,  in 
Danimarca,  ed  in  altri  paesi  settentrionali  e  da  noi  principalmente  sul  litorale 
Toscano;  questo  fatto  ed  il  grande  commercio  che  si  fa  delle  loro  uova  uelle  re- 
gioni nordiche  ili  Europa  hanno  grandemente  decimato  questa  specie,  che  è  scom- 
parsa da  molti  distretti  dell'Europa  centrale  e  settentrionale.  Da  ciò  si  capisce  che 
imi)  sono  i  soli  Ultimili  che  distruggono  </li  uccelli!! 

390.  Pavoncella  pugnax  (Linnaeu.s),  Combattente. 

[Machetes  o  Machaetes  pugnax  (L.);  Gambetta'}. 
[Tav.  XXXIII,  6g.   1  e  2  |. 

Asn  limi,  sottocoda  e  cuopritrid  laterali  della  coda  bianche;  remiganti  primarie,  le 
2e  e  le  cuopritrid  superiori  centrali  della  coda  senza  Unir  bianche. 

La  tinta  del  collaretto  nei  maschi  in  abito  completo  in  primavera  varia  all'in- 
finito, ma  in  generale  possiamo  dire  che  le  tinte  predominanti  sono  il  bianco,  il 
nero,  il  nero-porporino  o  violetto,  il  fulvo  ed  il  castagno;  esse  si  presentano  con 
tono  variato  di  colore  e  si  dispongono  in  masse  uniformi  o  sono  solcate  da  fascie, 
ed  in  questo  caso  abbiamo  i  seguenti  disegni  f,1): 

Tinta  bianca  a  fascie  nere  o  nere  metalliche,  o  fulve  o  castagne  o  grigie. 

Tinta  nera  o  di  un  nero-metallico  a  fascie  bianche  o  fulve  o  castagne  o  grigie. 

Tinta  fulva  più  o  meno  castagna  o  rossiccia  a  fascie  bianche,  castagne,  grigie  e 
cosi  via. 

Si  riscontrano  numerose  forme  intermedie,  nelle  quali  troviamo  che: 

a)  Il  collaretto  è  uniforme,  ma  con  rade  penne  di  tinte  differenti  disposte 
a  disegno  irregolare  o  con  macchie  non  foggiate  a  fascia. 

b)  Il  collaretto  è  di  due  tinte  a  fascie  strette  ed  avvicinate  o  larghe  ed  al- 
ternate o  con  una  sola  fascia  su  cadauna  penna,  formata  da  due  tacche  scure  esi- 
stenti appaiate  all'apice  di  ognuna  delle  dette  penne. 

e)  Il  collaretto  è  di  tinta  varia  e  di  disegno  irregolare. 
d)  Il  collaretto  è  a  disegno  variato,  ma  sempre  con  spazi  bianchi  o  con  tinte 
di  fondo  uniformi,  o  colla  tinta  di  fondo  a  fascie  od  a  zig-zags. 

In  tutti  i  disegni  a  fascie  esse  possono  essere  sostituite  da  zig-zags  fini,  più 
o  meno  larghi  ed  avvicinati;  le  tinte  dei  ciuffi  auricolari  variano  assai  e  talora 
sono  concolori  col  collaretto  o  differenti  da  esso,  ma  non  si  scostano  dai  diversi 
disegni  sopraccitati;  così  le  verruche  carnose  sulla  faccia  sono  di  solito  rosse  o 
gialle,  e,  secondo  il  Chapman,  collimano  col  colore  di  fondo  del  collaretto;  le 
penne  del  petto  e  del  dorso  sono  pure  in  generale  variabili  a  seconda  del  colla- 
retto; basso  dorso  quasi  nero,  talora  con  marginature  castagne;  lati  del  groppone, 
cuopritrici  laterali  della  coda,  centro  e  lati  dell'addome,  calzoni,  sottocoda  e  faccia 


(')  Lo  deduzioni,  elio  sto  per  enunciare,  sono  il  frutto  dei  miei  lunghi  studi  in  argomento  tatti  sulle 
ricche  serie  di  Pavoncellae,  che  ebbi  agio  di  esaminare  nei  Musei  di  Berlino,  di  Leida,  di  Londra,  di 
Milano,  di  l'arici,  di  Pietroburgo,  di  Tring,  di  Vienna,  nella  Raccolta  del  sig.  Ch.  v.  Keinpen  etc,  inoltre 
anch'io  ho  radunato  nella  mia  Collezione  oltre  200  soggetti  in  tale  livrea,  alcuni  dei  quali  souo  di  alto 
interesse  scientifico,  come  quelli  riportati  dal  Meves,  dal  Seebohm,  dal  Wolley,  etc. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  399 


inferiore  delle  ali  di  un  bianco-puro;  remiganti,  cuopritrici  delle  ali  piccole  e  primarie 
di  un  bruno-uniforme;  coda  bruna,  alcune  penne  con  fascie  bruno-scure  o  fulviccie 
(»uis.  ad  in  prim.).  Senza  ciuffi,  né  collaretto,  verruche  mancanti,  testa  del  tutto  piu- 
mata; parti  superiori,  collo,  petto  e  suoi  lati  di  un  bruno-scuro,  col  centro  delle 
penne  nerastro-lucido  ed  il  margine  delle  stesse  bruno-cenerognolo  talora  tendente 
al  bianco-lionato,  quelle  della  testa  e  del  collo  di  un  bruno-lionato  quasi  uniforme; 
mento,  redini  e  guancie  biancastre;  addome  e  sottocoda  di  un  bianco-sudicio,  tinto  di 
brunastro  sui  fianchi;  timoniere  grigio-brunastre,  bianche  sullo  stelo  ed  all'apice, 
le  due  medie  hanno  alle  volte  una  fascia  nera  preapicale  (ad.  in  ani.).  Eguale  al- 
l'adulto in  autunno,  ma  colle  penne  delle  parti  superiori  più  scure  e  lucide,  termi- 
nate di  brunastro  qua  e  là  bianchiccio,  con  uno  spazio  subapicale  lionato-brunastro 
e  con  molte  penne  a  fascie  lionato-accese;  penne  della  testa  nere  nel  centro,  lio- 
nate sui  lati  e  terminate  di  bianchiccio;  gola  e  penne  del  petto  grigio-cenerognole, 
nere  alla  base,  terminate  di  bianchiccio  e  con  tinte  lionate  e  rossigne  sparse  qua 
e  là  (femm.  ad.  in  prim.).  Parti  superiori  nere  più  o  meno  scure,  con  larghi  mar- 
gini lionato-vivi  più  o  meno  biancastri  ;  sopracciglio  distinto  ;  fronte  e  redini  bian- 
castro-lionate,  con  macchiette  rossiccie;  mento  bianco-lionato;  lati  della  testa,  collo, 
petto  e  lati  lionato-pallidi,  ombreggiati  di  grigio;  addome  e  sottocoda  bianco-lio- 
nati; timoniere  bruno-cenerognole,  con  fascie  lionate  e  nerastre  verso  l'apice  delle 
penne  che  è  biancastro  (giov.). 

Lunghezza  totale:  mas.  0,'"310;  becco  0,m037;  ala  0,m180;  coda  0,"'075;  tarso 
0,m050;  lunghezza  totale:  femm.  0,'"250;  becco  0,'"032;  ala  0,'"150;  coda  0,n,063; 
tarso  0,m043.  Si  trovano  talora,  ma  però  molto  raramente,  femmine  di  dimensioni 
eguali  ai  maschi  e  viceversa. 

I  maschi  nell'abito  d'autunno  spesso  offrono  tinte  bianche  più  o  meno  giallette 
estese  sul  collo  e  sul  petto,  tal'altra  esse  colorano  tutto  il  collo,  la  testa,  il  dorso 
e  l'intero  gastreo;  sicché  l'uccello  è  bianco,  tranne  sul  groppone,  sulle  ali  e  sulla 
coda,  quantunque  alle  volte  anche  le  ali  ne  siano  invase;  non  vidi  mai  tale  fatto 
nelle  femmine  di  piccola  statura,  ma  bensì  in  quelle  che  hanno  la  statura  dei  ma- 
schi. Questa  specie  è  sempre  molto  variabile,  più  che  altro  nell'abito  di  nozze  e 
nell'epoche  di  passaggio  dalla  livrea  d'autunno  a  quella  di  primavera,  ma  però  è 
facile  riconoscerla  ai  caratteri  enunciati  in  testa  alla  descrizione. 

Abita  le  parti  centrali  e  settentrionali  d'Europa  e  d'Asia,  nidificando  verso 
sud  fino  alla  Vallata  del  Danubio  ed  alle  steppe  dei  Kirghisi  e  verso  nord  sino 
a  che  si  trova  terra;  sverna  nell'Europa  meridionale,  in  Africa,  nell' India  e  nel- 
l'Arcipelago Malese,  e  fu  colta  quale  accidentale  nell'America  settentrionale  e  nelle 
Indie  occidentali.  In  Italia  è  specie  di  passo  molto  più  comune  durante  quello  pri- 
maverile che  non  nell'autunnale;  essi  arrivano  nel  Veneto  il  20  luglio,  non  pochi 
svernano  nelle  provincie  centrali  e  meridionali  e  raramente  nelle  settentrionali 
e  ripartono  da  marzo  a  maggio.  Gli  individui  in  abito  di  transazione  sono  comuni 
nell'aprile  e  nel  maggio,  rari  quelli  in  abito  di  nozze  completo,  che  vengono  colti 
con  più  frequenza  in  Toscana,  nel  Veneto  ed  in  Lombardia  e  più  di  rado  in  Li- 
guria, in  Piemonte,  nel  Trentino,  etc.  ;  in  uno  spazio  di  sedici  anni  ne  ebbi  venti 
esemplari  con  provenienza  Italiana.  Qualche  individuo  isolato  talora  passa  l'estate 
tra  noi,  ma  non  nidifica. 


loti  ATLANTE   ORNITOI.f  ><  il<  <  I 


Genere  BARTRAMIA,  Lessox. 

Becco  uguale  al  dito  mediano  con  unghia,  poco  più  lungo  della  testa,  sottile, 
diritto,  col  solco  nasale  esteso  per  più  di  a/3  della  lunghezza  totale  e  con  una 
leggera  rigonfiatura  dertrale  all'apice;  narici  lineari,  basilari,  molto  grandi;  aper- 
tura del  becco  profonda,  estesa  fino  quasi  sotto  l'occhio  ;  ali  appuntite,  più  corte 
della  coda,  cioè  che  non  giungono  al  suo  apice,  colla  la  remigante  primaria  la 
massima,  le  2e  interne  piuttosto  allungate;  coda  graduata,  colle  timoniere  esterne 
più  brevi  delle  mediane,  molto  lunga  e  composta  di  12  penne;  gambe  alquanto 
lunghe  e  sottili,  colla  tibia  nuda  su  di  una  estensione  pari  alla  lunghezza  del  dito 
mediano  con  unghia;  tarso  scudettato,  quasi  il  doppio  del  dito  mediano  con  unghia 
e  del  becco;  diti  corti,  lunghi  e  sottili,  tre  anteriori,  coll'esterno  riunito  alla  base 
col  mediano,  il  posteriore  elevato:  unghie  piccole,  curvate,  ottuse,  quella  del  dito 
mediano  dilatata  sul  margine  interno.  Statura  mediocre. 

Una  sola  specie  compone  questo  genere.  Questi  uccelli  abitano  le  praterie 
ed  i  luoghi  elevati,  lontano  dalle  coste  del  mare;  migrano  riuniti  in  numerosissimi 
stuoli;  nidificano  nelle  praterie  e  lungo  i  boschi  sul  limite  degli  stagni,  in  una  de- 
pressione sul  terreno  rozzamente  foderata  di  erbe  acquatiche,  ove  depositano 
quattro  uova  grigio-fulviccie  o  brunastre,  con  macchie  e  macchiette  bruno-ros- 
siccie e  grigiastre. 

391.  Bartramia  longicauda  (Bechstein),  Pvro-piro  coda  Minga. 

Actiturus   longicaudus  (Kciist.);   Gambetta  americana]. 

Testa  bruno-nerastra,  con  le  penne  bordate  di  giallo-fulvo  e  macchiate  di  fulvo- 
rossiccio;  una  banda  centrale,  irregolare  fulviccia  sulla  cervice;  dorso,  groppone 
e  sopracoda  neri;  parti  inferiori  bianche,  tinte  di  isabellino  e  •  striate  longitudi- 
nalmente di  nero  sul  petto  e  sul  collo  e  con  fascie  nere  a  zig-zags  sui  fianchi  ; 
sottocoda  rossastro;  remiganti  l6  bruno-nerastre  all'apice  e  nel  vessillo  esterno, 
bianche  con  fascie  nere  nel  resto;  coda  lunga  e  graduata,  timoniere  rossigne  con 
bande  irregolari  trasversali  nere  ed  una  terza  fascia  terminale  bianca,  preceduta 
da  una  subterminale  nera  e  con  le  quattro  mediane  fulvo-brune,  con  fascie  nere 
(di!.).  Come  gli  adulti;  le  tinte  fulve  più  cupe  ;  il  dorso  nero-scuro,  con  le  penne 
bordate  di  fulvo;  le  strie  sul  davanti  del  collo  e  del  petto  meno  distinte  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,ra280;  becco  0,1U029;  ala  0,"'164;  coda  0,'"084;  tarso  0,ni044. 

Abita  l'America  settentrionale  d'estate  e  la  meridionale  d'inverno,  mostran- 
dosi accidentalmente  nell'  Europa  occidentale  e  nell'Australia.  Fu  presa  nove  volte 
in  Inghilterra  e  tre  volte  in  Italia,  una  presso  Genova  nell'ottobre  1859  (R.  Museo 
di  Genova),  l'altra  a  Malta  nel  novembre  1865  (R.  Museo  di  Firenze),  la  terza  presso 
Tivoli  nel  novembre  1895  (R.  Museo  di  Roma,  Conto  di  Carpegna,  in  Hit.).  Le 
altre  catture  Europee  non  sembrano  del  tutto  sicure. 

Sottofamiglia  TRINGINAE,  Trini/ini. 

Becco  poco  dilatato,  liscio  senza  solco  mediano  e  coi  solchi  della  mandibola 
superiore  estesi  quasi  fin  all'apice  del  becco;   coda  colle  due   timoniere  centrali 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  +01 


spesso  sopra vaozanti  le  altre  e  senza  fascie  regolari;  tarsi  scudettati  tutt' intorno; 
diti  completamente  liberi  alla  base. 

Questa  sottofamiglia  cosmopolita  comprende  12  generi  con  circa  24  specie. 


Genere  TRINGITES,  Cabanis. 

Becco  molto  piccolo  e  corto,  acuto  e  piuttosto  duro  all'apice,  circa  della  lun- 
ghezza della  testa  e  del  tarso,  sottile,  diritto,  col  solco  nasale  esteso  sui  2/3,  con  le 
penne  che  arrivano  quasi  alle  narici;  queste  grandi,  basilari,  lineari;  apertura  della 
bocca  molto  estesa;  ali  lunghe,  appuntite,  la  la  remigante  primaria  la  massima, 
osserva  usi  particolari  macchiette  nere  sui  vessilli  interni  delle  grandi  penile;  coda 
poco  lunga,  rotonda  e  con  le  timoniere  centrali  più  lunghe  delle  laterali  ;  gambe 
sottili  e  nude  per  un  grande  spazio  sulla  tibia;  tarso  scudettato,  sottile;  diti  tre 
anteriori  liberi  alla  base  e  marginati,  il  posteriore  piccolo  ed  elevato;  unghie  pic- 
cole, sottili  e  poco  arcuate. 

Il  piumaggio  d'autunno  è  di  poco  differente  da  quello  di  primavera;  statura 
piccola. 

Una  sola  specie  compone  questo  genere;  essa  abita  più  specialmente  le  rive  dei 
fiumi  e  dei  laghi,  i  prati  paludosi  e  le  paludi,  tanto  in  riva  al  mare  che  nell'in- 
terno delle  terre;  si  nutre  d'insetti,  di  piccole  chiocciole,  di  crostacei  marini  ed 
anche  di  bacche  e  di  piccoli  frutti.  Le  sue  uova  variano  dal  rossigno  al  giallo- 
vivace,  con  tacche  grandi  e  piccole  bruno-rossiccie  di  vario  tono  e  dimensione. 

392.  Tringites  sub-ruficollis  (Vieillot),  Piro-piro  fulvo. 

Parti  superiori  nerastre  nel  centro  delle  penne,  con  marginature  bianche  e 
fulviccie  specialmente  sulle  ali;  lati  della  testa,  il  collo  tutto  all'intorno  e  gastreo 
di  un  rossiccio-pallido,  con  macchie  scure  sui  lati  del  collo  e  del  petto  ;  vessillo  in- 
terno delle  remiganti  l6e  delle  26  bianco,  esse  sono  marmorizzate  di  nero  su  entrambi 
i  lati  del  vessillo  interno,  ciò  che  è  più  appariscente  dal  disotto;  cuopritrici  infe- 
riori delle  ali  biancastre,  marmorizzate  di  nero  nella  porzione  basilare,  le  interne 
rossiccie,  le  ascellari  bianche;  coda  grigia  senza  faseie,  con  una  zona  subterminale 
nera  e  gli  apici  bianchi,  le  timoniere  centrali  più  scure  {ad.).  Parti  superiori  con 
larghi  margini  bianco-sudici  e  fulvicci  sul  groppone  e  sul  sopracoda;  parti  infe- 
riori più  pallide  e  le  macchie  più  piccole,  così  le  remiganti  marmorizzate  più  in- 
completamente (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m202;  becco  0,'"026;  ala  0,m130;  coda0,'"054;  tarso  0,m027. 

Il  Saunders  dice  che  questa  specie  si  conosce  facilmente  pelle  belle  marmo- 
rizzature nere  su  entrambi  i  lati  del  vessillo  interno  delle  remiganti  primarie, 
delle  secondarie  e  delle  cuopritrici  inferiori  delle  ali;  superficialmente  essa  asso- 
miglia ad  un  Combattente,  quantunque  sia  molto  più  piccola  di  statura. 

Abita  d'estate  l'America  settentrionale,  nidificando  nelle  parti  Artiche,  d'in- 
verno le  regioni  meridionali  fino  al  Paraguay.  Accidentale  in  Europa,  venne 
trovata  almeno  dieci  volte  in  Inghilterra,  una  volta  ad  Helgoland  nel  1845,  in 
Isvizzera  sul  lago  di  Ginevra  ed  infine  in  Francia  presso  Abbeville. 

Atlante  ornitologico.  ol 


402  atlanti:   ORNITOLOGICO 


Genere  CALIDRIS,  (uvier. 

Becco  lungo  quanto  la  testa  e  subeguale  al  tarso,  duro,  forte,  diritto,  sottile 
e  flessibile,  compresso  alla  base,  dilatato  e  depresso  all'apice,  colla  mandibola  su- 
periore solcata  lateralmente  fino  quasi  all'apice;  narici  basilari,  laterali,  strette, 
aperte  nel  solco  nasale  e  coperte  da  una  membrana  nuda  ;  ali  mediocri,  appuntite, 
la  la  remigante  primaria  la  massima,  le  2C  interne  subeguali  alle  1";  coda  sub- 
rotonda, senza  fascie,  di  12  penne,  subeguale  alle  ali,  colle  due  timoniere  mediane 
appuntite,  sopravanzanti:  gambe  piuttosto  corte,  nude  per  una  certa  estensione 
della  tibia;  tarsi  mediocri,  scudettati,  più  lunghi  del  dito  mediano  con  unghia; 
diti  tre  anteriori  diretti  in  avanti,  marginati  e  riuniti  alla  base  da  una  membrana 
brevissima,  dito  posteriore  mancante;  unghie  mediocri,  appuntite,  ottuse  ed  arcuate. 
Statura  relativamente  mediocre. 

Hanno  le  abitudini  delle  Tringae  e  formerebbero,  secondo  alcuni  Autori,  come 
l'anello  di  transazione  col  Totani:  una  sola  specie  compone  questo  genere,  e  ni- 
difica nelle  regioni  più  artiche,  portandosi  a  svernare  verso  sud. 

393.  Calidris  arenaria  (Linnaeus  ,  Piovanello  tridattilo. 

[  Calidra  J. 
[Tav.  XXXII,  fig.   3  o   1]. 

Diti  in  numero  di  tre  /interiori,  il  posteriore  mancante. 

Parti  superiori,  lati  della  testa,  cuopritrici  centrali  della  coda,  gola  e  alto 
petto  neri  nel  centro  delle  penne,  fulvo-lionati  misti  a  biancastro  sul  margine; 
groppone  grigio-cenerognolo,  variegato  di  cenerino-nerastro;  cuopritrici  superiori 
delle  ali  grigio-cenerognole,  con  leggiera  tinta  fulvo-lionata  e  terminate  di  bianca- 
stro; lati  del  basso  dorso,  cuopritrici  laterali  della  coda  e  resto  delle  parti  infe- 
riori di  un  bianco-puro;  remiganti  2°  in  gran  parte  bianche:  coda  grigio-biancastra 
nelle  penne  laterali,  nerastra  nelle  centrali  (ad.  in  prim.).  Parti  superiori,  lati  del 
collo  e  del  petto  di  un  grigio-cenerino-chiaro  ed  uniforme,  collo  stelo  delle  penne 
nerastro,  marginature  apicali  bianche  più  o  meno  distinte  e  macchiette  nere  cen- 
trali sulla  testa;  fronte,  sopracciglio,  redini  e  intero  gastreo  di  un  bianco-puro  (ad. 
in  aut.).  Cervice  nera,  con  marginature  biancastre  o  leggermente  fulviccie;  parte 
posteriore  del  collo  bianco-cenerognola,  collo  stelo  delle  penne  bruno;  dorso,  sca- 
polari, cuopritrici  alari  interne  e  remiganti  2°  interne  nere,  con  macchie  margi- 
nali e  fascie  bianche  o  bianco-fulviccie;  basso  dorso,  groppone  e  cuopritrici  su- 
periori della  coda  cenerognole,  con  una  fascia  subterminale  fulviccia,  preceduta 
e  susseguita  da  una  nerastra;  redini  ed  una  fascia  sotto  e  dietro  l'occhio  bruno- 
nerastre;  fronte,  sopracciglio  e  gastreo  di  un  bianco  tinto  spesso  di  fulviccio,  special- 
mente sul  collo  e  sul  petto  e  col  centro  delle  penne  brunastro-cenerognolo  sui 
lati  del  petto  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m188;  becco  0,m025;  ala  0,'"120;  coda  0,'"054;  tarso  0,'"026; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"020. 

Questa  specie  abita  le  estreme  regioni  boreali,  ma  non  nidifica  al  di  là  del 


ATLANTE   ORNITOLOGICO  403 


Circolo  Artico;  migra  d'autunno  giungendo  nell'America  meridionale,  nelle  regioni 
circummediterranee,  nell'Africa,  nell'India  e  nell'Australia,  sicché  può  dirsi  uccello 
quasi  cosmopolita.  In  Italia  è  specie  di  passo  nel  settembre  ed  ottobre  e  neU'aprile 
e  maggio,  si  presenta  pure  come  invernale;  è  però  sempre  piuttosto  rara  ed  irre- 
golare nelle  sue  comparse,  anzi  nelle  Provincie  nord-occidentali  può  dirsi  acciden- 
tale, mentre  sembra  più  frequente  in  Sicilia  ed  in  Sardegna.  Non  nidifica,  e  sono 
dovute  ad  erronee  informazioni  le  notizie  date  in  proposito  dal  Nardo  pel  Veneto 
e  dal  Cara  pella  Sardegna. 


Genere  TRINGA,  Linnaeus. 

Becco  diritto  o  appena  curvato,  compresso  alla  base,  depresso,  coll'apice  ta- 
lora dilatato,  rotondo  e  piuttosto  ottuso,  alquanto  più  lungo  della  testa  e  di  solito 
del  tarso,  con  ambedue  le  mandibole  fornite  di  solco  sui  lati;  narici  laterali,  ovali, 
oblique;  ali  acute,  abbastanza  lunghe  ed  appuntite,  la  la  remigante  primaria  la 
massima,  le  2e  interne  strette  ed  allungate;  coda  appuntita  o  quadrata,  uni- 
forme, senza  fascie,  di  12  penne,  colle  cuopritrici  inferiori  e  superiori  lunghe; 
gambe  moderatamente  lunghe,  sottili,  colla  parte  più  bassa  della  tibia  di  solito 
nuda;  tarso  scudettato,  più  corto  del  becco  o  di  varia  lunghezza  riguardo  al  becco 
ed  al  dito  mediano  con  unghia;  diti  quattro,  tre  di  fronte,  intieramente  divisi 
alla  base,  il  posteriore  piccolo,  elevato,  articolato  sul  tarso,  raramente  mancante; 
unghie  alquanto  piccole,  curve,  ottuse. 

Livrea  primaverile  differente  dall'autunnale;  parte  posteriore  del  collodi  un 
disegno  più  uniforme  di  quello  della  testa  e  del  dorso,  coi  quali  offre  un  distacco 
sensibile;  statura  piuttosto  piccola  o  molto  piccola;  forme  slanciate;  collo  e  gambe 
corte. 

Il  presente  genere  fu  suddiviso  in  molti  altri  affini,  facendo  attenzione  a  ca- 
ratteri di  lieve  importanza  ;  in  questo  mio  lavoro  riunii  sotto  il  nome  di  Tringa 
i  generi  Aciodromas,  Hetervpygia,  Arquatella,  Aneylocheilus,  Tringa  e  Pelidna,  ponendo 
in  testa  ai  singoli  rappresentanti  i  tratti  generici  differenziali.  Sono  uccelli  in 
tutto  simili,  come  abitudini  e  modo  di  vita,  ai  Totani  ;  di  estate  si  raggruppano 
attorno  le  regioni  più  boreali  ove  nidificano,  abbandonandole  nell'  autunno  e  di- 
rigendosi verso  sud  riuniti  in  grandi  stuoli. 

Becco,  tarso  e  dito  mediano  con  unghia  circa  di  eguali  dimensioni;  cuopritrici  su- 
periori della  coda  (eccetto  le  laterali)  nere,  o  di  un  bruno  molto  cupo  (gen.  ACTODROMAS, 
Kaup). 

Si  conoscono  cinque  specie  appartenenti  a  questo  genere  ;  tre  di  esse  si 
trovano  e  sono  proprie  anche  all'Europa,  altre  due  VA.  ruficollis  (Pallas)  e  VA.  da- 
macensis   (Horsfield)  abitano  la  Siberia  orientale. 

394.  Tringa  minuta,  Leisler,  Gambecchio. 

|  Actodromas  minuta  (Lkisl.)J. 
[Tav.  XXXII,  lig.  14,  15  e  16]. 

Timoniere  esterne  bruno-cenerognole;  gambe  e  piedi  neri. 

Parti  superiori  nere  nel  centro  delle  penne,  col  margine  fulvo-rossiccio  e  l'a- 


(HI  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


pice  biancastro,  il  rosso  predominando  sul  nero;  parti  inferiori  bianche,  tinte  di 
cenerino  e  di  fulvo  sul  davanti  del  collo  e  dell'alto  petto  e  con  macchiette  cen- 
trali  uerastre,  più  visibili  sui  Lati;  sopracoda  aero,  marginato  di  rossiccio;  steli 
di  tutte  le  remiganti  1'  in  gran  parte  bianchi;  timoniere  centrali  nere,  con  largo 
margine  nocciola,  le  laterali  cenerognole,  marginate  di  biancastro;  gambe  e  piedi 
turi  (ad.  in  prim.).  l'arti  superiori  cenerino-brunastre,  col  centro  delle  penne  scuro 
e  miste  a  biancastro  sul  margine  ed  all'apice;  fronte  e  sopracciglio  biancastri: 
basso  dorso,  groppone  e  sopracoda  di  un  bruno-nerastro;  parti  inferiori  bianche,  tinte 
leggermente  di  cenerino  sulla  gola,  sul  davanti  del  collo  e  del  petto  e  di  bruna- 
stro  sui  lati  del  collo  e  del  petto:  timoniere  centrali  nero-brunastre,  le  laterali 
cenerognolo-brunastre,  con  uno  stretto  margine  bianchiccio  (ad.  in  aut.).  Fondo  di 
tinta  delle  parti  superiori  nerastro,  coi  margini  delle  penne  dorsali  rossicci  o  bian- 
castri; fronte  e  sopracciglio  bianchi;  scapolari  con  largo  margine  nero;  davanti 
del  collo  ed  alto  petto  di  un  cenerino  tinto  di  fulviccio-pallido,  con  macchie  cen- 
trali brunastre  sui  lati;  bianco  dell'addome  alquanto  sudicio. 

Lunghezza  totale  0,'"145;  becco  0,'"019;  ala  0,m092;  coda  0,m038;  tarso  0,m021. 
La  femmina  è  un  po'  più  grande  del  maschio,  è  del  resto  specie  piuttosto  varia- 
bile  nelle  dimensioni. 

Questa  specie  aiuta  le  parti  settentrionali  d'Europa  e  d'Asia  tino  al  Lago 
Baikal;  migra  d'inverno  nei  paesi  circummediterranei,  nell'Africa,  nell'India  ed  a 
Ceylan.  In  Italia  è  uccello  molto  comune  alle  epoche  del  passo  e  nell'inverno; 
in  quest'ultima  stagione  è  sopratutto  abbondante  nelle  provincie  meridionali  e  nelle 
Isole  e  poco  frequente  nella  valle  Padana.  I  primi  branchi  arrivano  alla  fine  di 
luglio  e  gli  ultimi  ripartono  nell'aprile  e  nel  maggio;  sicché,  come  nota  il  Giglioli, 
questa  specie  rimane  assente  dalle  nostre  regioni  circa  due  mesi.  Nel  Veneto  se 
ne  trovano  branchetti  anche  nei  mesi  estivi,  ma  non  nidificano;  ciò  sembra  av- 
venire anche  in  Lombardia  (Ferragni). 

395.  Tringa  minutilla,  Vieillot,  (Intubiceli io  minore. 

Simile  alla  T.  minuta  ma  visibilmente  più  piccola,  col  becco  in  proporzione 
più  lungo  e  più  sottile,  col  nero  delle  parti  superiori  più  accentuato  e  predominante 
sul  rossiccio;  lati  della  faccia  bruno-scuri,  senza  traccia  di  rossiccio;  centro  del 
davanti  del  collo  e  dell'alto  petto  di  un  cenerognolo  leggermente  rossiccio,  con 
strie  e  macchie  bruno-nerastre  ben  definite;  remiganti  nerastre,  con  lo  stelo  bianco; 
gambe  di  un  oliva-bruno  (ad.  in  prim.).  D'autunno  la  distinguono  dalla  '/'.  mimila: 
la  statura  piccola  ed  il  bruno-cenerognolo  del  davanti  del  collo  e  dell'alto  petto, 
con  macchie  nerastre  e  le  strie  sullo  stelo  che  formano  una  banda  sul  petto  più 
o  meno  distinta  (ad.  in  aut.).  Eguale  all'adulto  in  primavera;  parti  superiori  con 
margini  bianchi  sulle  penne;  davanti  del  collo  e  petto  immacolati  e  tinti  di  ful- 
viccio  (gior.). 

Lunghezza  totale  0,'"127;  ala  0,m086;  becco,  tarso  e  dito  mediano  con  unghia 
circa  0,'"020. 

Abita  l'America  settentrionale,  nidificando  nelle  parti  Artiche;  sverna  nelle  re- 
gioni meridionali  sino  al  Brasile.  Accidentale  nelle  Isole  Britanniche,  ove  venne 
colto  tre  volte;  mai  comparve  sul  continente. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  405 


396.  Tringa  Temmincki.  Leislee,  Gambecchio  numi. 

[  Actodromas  Temmincki    Li.i-i..  ]. 
[Tav.  XXXII.  fig.   12  e  13]. 

Timoniera  esterna  bianco-pura;  gambe  e  piedi  di  un  bruno-chiaro. 

Parti  superiori  grigio-brune  marginate  di  nocciola-vivo,  col  centro  delle  penne 
nero;  mento,  parte  alta  della  gola,  la  bassa  del  petto  e  gastreo  di  un  bianco-candido; 
bassa  gola  e  alto  petto  di  un  cenerino-grigio  leggermente  tinto  di  rossiccio  e  con 
macchiette  centrali  longitudinali  bruno-scure,  più  visibili  sui  lati:  steli  di  tutte  le 
remiganti  scuri,  eccetto  quello  della  la  primaria  che  è  bianco:  coda  bruno-cene- 
rognola nelle  due  timoniere  centrali,  bianca  e  bruna  sulle  laterali,  colle  due  esterne 
bianche  del  tutto;  gambe  e  piedi  di  un  bruno-chiaro  o  verdastro  ad.  in  prim.).  Parti 
superiori  grigio-bruno-verdastre  più  cupe  e  nerastre  sullo  stelo;  gastreo  candido, 
eccetto  le  parti  anteriori  del  collo  e  del  petto  bruno-cenerognole,  variate  di  bianco 
sul  margine  delle  penne  ad.  in  aut.).  Parti  superiori  di  un  grigio-bruno-bronzato- 
lucido,  con  un  margine  arcuato  subapicale  nero,  susseguito  da  una  fascia  apicale 
gialletta:  groppone  nerastro,  con  l'apice  delle  penne  gialletto;  gastreo  bianco-se- 
riceo, tinto  di  cenerino  sul  davanti  del  collo  e  del  petto  e  lavato  di  gialletto  sui 
lati  del  collo  e  del  petto,  il  cui  fondo  di  tinta  è  più  scuro  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"U2;  becco  0/017:  ala  0,'"093:  coda  0,M,047  ;  tarso  0,m0 16. 

Differisce  dalla  T.  minuta  per  avere:  lo  stelo  della  1'  remigante  primaria 
soltanto  bianco  e  gli  altri  scuri,  le  timoniere  laterali  bianche  in  gran  parte  e  le 
due  esterne  del  tutto,  statura  minore,  tarso  più  corto. 

Abita  le  parti  settentrionali  d'Asia  e  d'Europa,  portandosi  d'inverno  nelle 
settentrionali  d'Africa,  nell'India  ed  a  Ceylan.  In  Italia  è  specie  di  passo  regolare, 
arriva  e  parte  all'epoche  della  T.  minuta,  con  la  quale  viene  confusa  molto  facil- 
mente; sicché  si  ritiene  molto  più  "rara  di  quello  che  non  sia  realmente.  L'ebbi 
con  facilità  da  ogni  parte  d'Italia,  nel  giugno  dal  Padovano  e  nel  dicembre  dal 
Vicentino,  ma  è  più  frequente  di  primavera  specialmente  nel  maggio.  Sverna  cer- 
tamente, più  che  altro,  nelle  provincie  meridionali  e  nelle  Isole. 

Becco  più  corto  che  nei  gen.  Tringa  e  Pelidxa  e  più  lungo  di  quello  del  gerì.  ACTO- 
DROMAS; cuopritrid  superiori  della  coda  bianche  e  scure;  tarso  più  lungo  del  dito  mediano 
con  unghia  (gen.  Heteropygia,  Coues). 

Quattro  specie,  proprie  dell'America,  compongono  questo  genere;  tre  di  esse 
capitano  accidentalmente  di  tanto  in  tanto  in  Europa:  la  H.  Bairdi  non  comparve 
finora  nella  Regione  Paleartica  occidentale  ('),  fu  però  colta,  quale  uccello  avven- 
tizio, nell'Africa  sud-occidentale  (Damara). 

397.  Tringa  maculata.  Vteillot,  Gambecchio  dal  petto  fasciato  americano. 

Distinta  dalla  T.  acuminata:  pelle  tinte  meno  rossiccie  del  dorso,  del  mantello 
e  della  cervice,  questa  nerastra  in  contrasto  colla  parte  posteriore  del  collo  bruuo- 


(')  Sembra   che    un    indiridno  di    T.    Bairdi   sia    stato    colto    recentemente  nelle  Isole  Britanniche 
cfr.  B.   0.   C,  XI,  p.  27,  Heteropygia  Bairdi  (Cones). 


406  \  Il  AMI     ORNITOLOGICO 


cenerognola;  le  macchie  sulle  parti  inferiori  sono  fitte  ed  allungate,  poco  estese  sui 
fianchi  e  su  t'ondo  di  tinta  fulviccio-cenerognolo,  che  t'orma  una  banda  distinta  sul 
petto;  gambe  brunastre  {ad.  in  prim.).  Più  bruno;  testa  e  collo  unicolori  col  dorso; 
caratteri  del  gastreo  come  nella  '/'.  acuminata  (ad.  in  aut.).  Molto  più  rossiccio 
dell'"*/,  in  primavera;  scapolari  e  remiganti  2e  interne  con  margini  bianchicci;  le 
strie  sulle  parti  inferiori  estese  anche  sul  petto  (///«'■.  . 

Lunghezza  totale  0,m187;  ala  0,'"  132;  coda  0,'"043;  becco,  tarso  e  dito  mediano 
con  unghia  circa  0,'"027,  col  becco  ed  il  tarso  di  solito  leggermente  più  lunghi. 

Abita  le  parti  settentrionali  dell'America,  nidificando  nelle  artiche;  migra 
d'inverno  nelle  centrali  e  nelle  meridionali.  Accidentale  in  Europa,  venne  colto 
circa  25  volte  nelle  Isole  Britanniche,  tanto  in  autunno  che  in  primavera,  e  sembra 
vi  abbia  svernato;  non  si  conoscono  catture  sul  continente. 

398.  Tringa  acuminata  (Horsfiei.h  ,  Gambecchio  dal  petto  fascialo  siluriano. 

Parti  superiori  fulvo-rossiccie  sul  margine,  col  centro  delle  penne  nero,  ciò 
che  è  più  accentuato  e  brillante  sulle  scapolari  e  sulle  remiganti  2°  interne; 
groppone  e  cuopritrici  superiori  della  coda  bruno-nere,  le  laterali  fulvo-rossiccie 
a  fascie  nere;  guancie  e  gola  di  un  bianco-sudicio,  con  strie  brunastre;  petto  ful- 
viccio,  che  forma  una  banda  pettorali-  indistinta,  con  fìtte  macchie  nerastre  allungate  o 
lanceolate,  più  estese  e  molto  fitte  sui  fianchi;  resto  del  gastreo  bianco;  timoniere  cen- 
trali quasi  nere,  appuntite  e  sopravanzanti  le  laterali,  queste  bruno-cenerine,  col 
margine  bianchiccio  attorno  all'apice  {ad.  in  prim.).  Più  brunastro  sulle  parti  supe- 
riori, senza  tinte  fulvo-rossiccie  od  appena  indicate  sulla  testa;  penne  del  sottocoda 
con  una  piccola  stria  centrale  nerastra  sullo  stelo  \ad.  in  ani.).  Parti  superiori 
molto  più  rossiccie  che  negli  ad.  in  primavera  e  con  margini  biancastri  cospicui 
sul  dorso,  sulle  scapolari  e  sulle  remiganti  2e  interne;  strie  delle  parti  superiori 
meno  abbondanti  e  non  estese  sul  petto  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"202;  ala  0,"' 134;  coda  0,"'04f);  becco,  tarso  e  dito  mediano 
con  unghia  quasi  eguali  cioè  0,'"028,  il  becco  insensibilmente  più  corto  ed  il  tarso 
appena  più  lungo. 

Abita  l'Alaska  e  la  Siberia  orientale;  d'inverno  si  spinge  fino  alla  Cina,  al- 
l'Australia ed  alla  Nuova  Zelanda.  Accidentale  in  Europa,  venne  colta  due  volte 
in  Inghilterra.  Il  nido  e  le  uova  di  questa  specie  sono  ancora  sconosciute. 

399.  Tringa  fuscicollis,  Vieillot,  Gambecchio  americano. 
[  Actodromas  fuscicollis  (Viexix.)]. 

Becco  corto,  ma  più  lungo  del  tarso;  esiste  mia  fusi-in  bianca  completa  ira  il  grop- 
pone e  la  coda,  formata  dalle  cuopritrici  superiori  della  coda. 

Parti  superiori  bruno-cenerognole,  col  centro  delle  penne  più  cupo;  gastreo 
bianco  tinto  di  grigio,  con  macchie  e  strie  scure  sul  collo,  sul  petto  e  sui  fianchi; 
timoniere  bruno-cenerognole  colle  due  centrali  lunghe,  acuminate  e  più  cupe,  la 
fascia  formata  dal  sopracoda  con  poche  macchie  scure  {ad.  in  prim.).  Parti  supe- 
riori grigio-brune  senza  margini;  le  strie  e  le  macchie  delle  parti  inferiori  meno  ac- 
centuate {ad.  in  aut.).  Come  gli  ad.  in  primavera,  colle  marginature  bianche  molto 


MI. ANTE    ORNITOLOGICO  407 


visibili  sul  dorso  e  sulle  scapolari;  il  gastreo  come  in  quelli,  ma  però  tinto  di 
fulviccio  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m184;  becco  0,m025;  ala0,m102;  coda0,m043;  tarso  0,m023. 

Abita  l'America  nord-orientale,  nidificando  nelle  latitudini  Artiche;  migra 
nelle  parti  centrali  e  meridionali  di  quel  continente  e  nelle  Indie  occidentali. 
Giunge  accidentalmente  in  Europa,  venne  colta  almeno  14  volte  nelle  Isole  Bri- 
tanniche e  mai  sul  continente;  la  cattura  citata  dal  Giglioli,  come  avvenuta  in 
Toscana  nel  1835,  sembra  poco  sicura. 

Becco,  tarso  e  dito  mediano  di  differenti  misure;  becco  quasi  diritto;  tibie  piumate; 
gambe  corte;  tarso  più  corto  del  dito  mediano   con  unghia  (gen.  Arquatella,  Baird). 

Si  conoscono  tre  specie  appartenenti  a  questo  genere:  VA.  Coitesi,  Rigdw.  del 
mare  di  Bering  e  dell'America  occidentale,  VA.  ptilocnemis  (Coues)  dell'Alaska  e 
VA.  maritima  dell'Europa  e  dell'America. 

400.  Tringa  maritima,  Brùnxich,  Piovanello  violetto. 
[  Arquatella  maritima  o  Pelidna  maritima  (Brììnn.)]. 

Parti  superiori  di  un  grigio  molto  cupo  e  quasi  nero  a  riflessi  violetti,  colle  penne 
della  testa  striate  di  bruno  e  di  fulviccio  e  quelle  del  dorso  e  le  scapolari  di  rosso- 
fulvo  e  terminate  di  bianco-fulviccio;  parti  superiori  tinte  di  nero-grigio  sulla  gola, 
di  grigio-chiaro  sul  petto,  con  numerose  macchie  bianche  e  nero-grigie;  nel  resto 
bianco,  con  fitte  strie  nero-grigie  sui  fianchi  e  sul  sottocoda;  remiganti  secondarie 
dalla  7a  alla  9a  in  gran  parte  bianche;  timoniere  centrali,  sopracoda  e  groppone 
bruno-fuligginosi;  timoniere  laterali  bruno-cenerine  (ad.  in  prim.).  Testa  e  collo 
di  un  cenerino-lavagna;  parti  superiori  nerastre  cangianti  in  violetto,  con  margini 
cenerino-bianchicci;  penne  laterali  del  sopracoda  bianche  e  nere;  mento  bianca- 
stro; petto  cenerino-lavagna,  con  margini  bianchicci;  resto  del  gastreo  bianco, 
con  larghe  macchie  sul  petto  e  sui  fianchi  e  striscie  centrali  sul  sottocoda  (ad.  in 
aut.).  Simile;  margini  delle  penne  dorsali  e  delle  cuopritrici  più  pronunciati  e 
bianchi  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"205:  becco  0,m030;  ala  0,'"140;  coda  0,m054;  tarso  0,m022. 

Questa  specie  è  sempre  distinta  pel  groppone  e  le  cuopritrici  centrali  della 
coda  nerastre;  pelle  remiganti  secondarie  interne  in  gran  parte  bianche,  special- 
mente dalla  V  alla  9a,  ciò  che  è  visibile  anche  quando  l'uccello  vola,  e  finalmente 
per  le  gambe  corte  ed  il  colorito  generale  opaco. 

Abita  le  regioni  Artiche  d'Europa  e  dell'America  orientale,  ove  nidifica; 
migra  d'autunno  nell'Europa  temperata  e  nell'America  settentrionale.  E  specie  di 
comparsa  accidentale  e  molto  rara  in  Italia;  venne  trovata  nel  Veneto,  in  Pie- 
monte, nell'Emilia,  in  Liguria,  in  Toscana,  in  Sardegna  ed  in  Sicilia.  L'ebbi  quattro 
volte  nel  corso  di  dieci  anni,  cioè  nel  novembre  dal  Piemonte,  due  volte  nel  maggio 
dal  Veneto  e  nel  giugno  dalla  Sardegna.  Comparve  nel  Veneto  anche  d'agosto  e 
di  settembre,  il  che  darebbe  a  vedere  che  forse  vi  è  irregolarmente  di  doppio  passo. 

Becco  molto  curvato,  lungo,  sottile,  appuntito,  egualmente  largo  all'apice  che  nel 
centro,  di  poco  più  lungo  del  tarso;  tibia  nuda  su  di  un  largo  spazio  (gen.  ANCYLO- 
cheilus,  Kaup). 

Una  sola  specie  compone  questo  genere. 


lOS  All.ANTK    ORNITOLOGICO 


401.  Tringa  subarcuata  (')  (Guldenstàdt),  Piovanello; 

[  Pelidna  subarquata  o  Ancylocheilus  subarquata  (Gììld.)]. 
[Tav.  XXXII,  tìg.  7  e  8]. 

Parti  superiori  rosso-fulve,  col  centro  delle  penne  nero  ed  il  margine  bianco- 
grigiastro,  sulle  scapolari  il  bianco  è  molto  esteso  ed  il  nero  forma  fascie  irre- 
golari; groppone  cenerino-brunastro,  biancastro  sul  margine;  timoniere  cenerino-bru- 
nastre, colle  due  centrali  più  scure:  lati  della  testa  e  gastreo  castagno-fulvi,  cogli 
apici  delle  penne  bianchi  più  o  meno  appariscenti;  qualche  macchia  nera  indistinta 
sui  fianchi  e  sui  lati  del  petto;  centro  dell'addome  e  sottocoda  di  un  bianco  tinto 
di  rosso  e  con  fascie  nere;  timoniere  cenerino-brunastre,  le  due  centrali  più  scure 
ed  il  margine  biancastro  (ad.  in  prim.).  Parti  superiori  cenerino-brunastre,  pivi  cupe 
sullo  stelo  e  col  centro  delle  penne  della  cervice  nerastro  ;  sopracciglio,  groppone, 
sopracoda  e  gastreo  bianchi,  tinti  di  cenerino  sui  lati  della  testa,  sul  collo  e  sul- 
l'alto petto,  i  cui  steli  sono  brunastri  {ad.  vn  aut.).  Parti  superiori  nerastro-lucide, 
con  larghi  margini  bianchi  o  bianco-fulvicci,  più  cupi  sulla  cervice;  gastreo  come 
gli  mi.  in  autunno  ma  lavato  di  fulviccio,  colla  tinta  cenerina  meno  cospicua  e 
talnra  mancante;  becco  meno  lungo  e  meno  curvato  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"210;  becco  0,m040;  ala  0,m130;  coda0.n,050;  tarso  0,"'Ol".i. 
Questa  specie  varia  nelle  dimensioni  e  nella  lunghezza  del  becco,  la  femmina  è 
di  poco  maggiore  del  maschio. 

Questo  uccello  abita  l'Europa  e  l'Asia,  nidificando  nella  Siberia  Artica;  sverna 
nell'Europa  meridionale,  nell'Africa  e  nell'India  sino  all'Australia;  giunge  acci- 
dentalmente sulle  coste  dell'Atlantico  Americano  e  nelle  Indie  occidentali.  Le  sue 
uova  restarono  sconosciute  fino  al  1897,  quando  Popham  le  rinvenne  alla  foce  dello 
Jenissei  presso  il  Circolo  Artico.  In  Italia  è  specie  di  passo  ed  invernale,  molto 
abbondante.  Sverna  in  Sicilia,  in  Sardegna,  nelle  provincie  meridionali  e  molto 
raramente  altrove.  Durante  l'estate  se  ne  trova  sempre  qualche  individuo  nel- 
l'Estuario Veneto,  ma  certamente  non  nidificano. 

Becco  diritto;  ih 'stanza  tra  gli  apici  dette  remiganti  _''  intinte  e  quelli  dette  pri- 
marie eguale  o  più  della  metà  del  tarso;  coda  quadrata,  eguale;  tarso  più  lungo  del 
dito  mediano  con  unghia  (gen.  Tringa,  Linnaeus). 

Due  specie  compongono  questo  genere,  una  delle  quali  la  T.  crassirostris,  Temra. 
&  Schl.  abita  l'Asia  e  d'inverno  anche  l'Australia. 

402.  Tringa  Canuti,  Linnaeus  (2),  Piovanello  maggiore. 

[  Tringa  canutus,  L.  ]. 
[Tav.  XXXII,  fig.  5  o  6]. 

Parti  superiori  nere  nel  centro  delle  penne  col  margine  o  macchie  rosso-fulve 
o  bianchiccie;  groppone  cenerino-brunastro,  con  una  fascia  subapicale  nerastra  e 


(')  Guldenstadl    veramente  scrisse  Soolopax  sitimi <quaia.  ma  va  corretto  con  subarcuala,  da  arcuatili. 

(2)  Linneo  (Susi.  Nat.,  I,  pag.  149,  1758)  scrisse   T.  Canutus,  e  la  seguente  è  la  spiegazione  data 

dal  Salvador! :    Cauulus.  in  onore  del    Re   Canuto,    poiché  si  supponeva  che  venisse  dalla  Danimarca,  o 


ATLANTE    OKNITOLOGICO  -Ì09 


l'apicale  biancastra;  sopracoda  a  fascie  nere  e  bianco-fulve;  sopracciglio,  lati  della 
faccia  e  gastreo  rosso-fulvi,  con  macchie  nerastre  sulle  redini;  lati  del  collo  e  del 
petto  a  piccole  macchie  bianche  sul  margine;  centro  dell'addome,  fianchi  e  sottocoda 
bianco-rossigni,  con  fascie  o  macchie  nerastre  specialmente  sulle  due  ultime  parti; 
timoniere  cenerino-grigie,  collo  stelo  ed  il  margine  bianchicci  {ad.  in  prim.).  Manca 
la  tinta  rosso-fulva;  un  sopracciglio  bianco,  indistinto;  parti  superiori  grigio-ce- 
nerine più  scure  sul  centro  delle  penne,  le  inferiori  bianche  con  leggiere  macchie  o 
fascie  cenerine  sul  collo,  sul  petto  e  sui  fianchi:  groppone  e  sopracoda  bianchi,  con 
fascie  nere  {ad.  in  aut.).  Parti  superiori  di  un  cenerino  più  cupo  con  margini  bianca- 
stro-fulvicci,  preceduti  da  una  fascia  arcuata  preapicale  nerastra  ;  gastreo  lavato  di 
fulviccio  e  macchiato  di  bruno-cupo  sulla  gola,  sul  petto,  sui  lati  e  sui  fianchi  (<jioc). 

Lunghezza  totale  0,'"262;  becco  0,,n036;  ala  0,'"165;  coda  0,m070;  tarso  0,m0o0. 
La  femmina  è  più  grande  del  maschio. 

Nidifica  nelle  regioni  xVrtiche;  d'autunno  migra  nelle  contrade  circummedi- 
terranee,  nell'Africa,  nell'India,  spingendosi  fino  all'Australia  ed  alla  Nuova  Ze- 
landa, nell'America  giunge  sino  al  Brasile.  In  Italia  è  specie  di  comparsa  irregolare 
e  rara,  fu  presa  però  un  po'  dappertutto  ed  anche  nelle  Puglie  De  Romita).  Semina 
essere  meno  infrequente  in  Sardegna;  nel  Veneto  giunge  talora  in  agosto  e  qualche 
individuo  sverna,  ma  raramente. 

Becco  poco  curvato,  leggermente  allargato  all'apice,  inolio  più  lungo  ilei  tarso;  remi- 
ganti 2 e  più  interne  subeguali  alle  1'  o  più  carie  ili  esse  e  più  brevi  in  lunghezza  del  tarso; 
coda  appuntita,  colle  timoniere  mediane  acuminate;  tibia  nuda  nella  parte  bassa;  tarso 
non  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia  (gen.  Pelidna,  Cuvier). 

Due  specie  una  delle  quali  la  P.  pacifica,  Coues,  abita  la  Siberia  orientale, 
l'America  settentrionale  e  d'inverno  la  centrale  e  la  Cina. 

403.  Tringa  alpina.  Linnaeus,  Piocanello  pancia  nera. 

[Pelidna  alpina  (L.),  P.  cinclus  (Lkach)]. 

[Tav.  XXXII,  tig.  9.   10,   11  e  Tav.   L,  fig.  17]. 

Parti  superiori  nero-vellutate,  con  largo  margine  rossiccio-fulvo  misto  a  bian- 
castro, specialmente  sulle  scapolari  e  sul  dorso;  cuopritrici  alari  nero-brunastre, 
bianche  all'apice,  cenerognole  sul  margine;  mento  bianco-immacolato;  gola,  collo 
ed  alto  petto  di  un  bianco-cenerognolo,  con  una  larga  stria  nera,  longitudinale  sulla 
parte  mediana  delle  penne;  sul  basso  petto  e  sull'addome  uno  spazio  a  ferro  di  ca- 
vallo nero-profondo;  resto  del  gastreo  bianco,  con  qualche  macchia  nera  centrale; 
timoniere  centrali,  allungate  nero-brunastre  e  cenerognole  sul  margine,  le  altre  bru- 
no-grigie col  margine  biancastro  {ad.  in  prim.).  Parti  superiori  cenerino-brunastre, 
con  strie  nerastre  indistinte  sul  centro  delle  penne;  le  inferiori  bianche,  tinte  di 
cenerino  sulla  gola,  sul  petto  e  sui  lati  e  con  leggiere  striature  centrali  brunastre 


forse  anche  per  le  sue  abitudini  littorali,  in  allusione  alla  leggenda  della  celebre  riprensione  di  Canuto 
ai  suoi  cortigiani,  allorché  egli  si  sedette  sulla  spiaggia,  lasciandosi  bagnare  dalle  onde,  per  provare  ad 
essi  quanto  fossero  fallaci  le  loro  adulazioni,  quando  gli  dicevano  che  anche  le  onde,  gli  avrebbero  ob- 
bedito. E  siccome  la  specie  è  dedicata  a  Canuto,  la  chiamai  Canuti  e  non  Cunuius,  ciò  che,  secondo  me 
sarebbe  erroneo. 

Atlante  ornitologico.  52 


410  ATLANTI-:   ORNITOLOGICO 


sullo  dette  parti  (ad.  in  aut.).  Becco  più  corto;  sopracciglio  bruno-cenerognolo:  parti 
superiori  bruno-nerastre,  colle  penne  marginate  di  rossiccio  e  di  bianco-gialletto, 
quest'ultimo  colore  specialmente  distinto  sulle  scapolari:  collo  e  petto  bianco-ful- 
vicci,  con  macchiette  brunastre  più  cospicue  sui  lati  del  petto;  gola,  centro  del- 
l'addi uno  e  sottocoda  di  un  bianco  quasi  puro  (gioì:). 

Lunghezza  totale  0,"'19f>;  becco  0,m0o4;  ala  0,'"112;  coda0,'"058;  tarso  0,n,025. 
Questa  specie  è  piuttosto  variabile  di  dimensioni  e  nella  lunghezza  del  boero,  si 
trovano  anche  individui  mollo  piccoli  da  0,m160  a  0,'"170  in  Lunghezza  totale,  i 
quali  vennero  distinti  coi  nomi  di  '/'.  torquata,  Degland  ex  Briss.)  e  T.  Schinzi 
(Brehm),  il  più  piccolo  che  conservo  è  una  femmina  olio  ha  La  statura  di  0/n165, 
il  suo  becco  misura  0,m026. 

Abita  le  parti  Nordiche  d'Europa  e  d'Asia,  uidificando  nelle  Artiche:  migra 
nell'autunno  sulle  coste  del  Mediterraneo  e  dell'Oceano  Indiami.  In  Italia  è  specie 
di  passo  ed  invernale;  ma  siccome  nel  Veneto  è  comune  anche  d'estate,  cosi 
deve  prender  posto  tra  le  stazionarie;  sembra  che  i  molti  soggetti  che  si  trovano 
dal  marzo  all'agosto  nelle  grandi  paludi  dell'Estuario  Veneto  non  nidifichino,  ma 
io  ho  un  pulcino  inetto  a  volare  r  coperto  di  'piumino,  che  appartiene  indubbiamente 
a  questa  specie  e  che  venne  colto  d'attorno  a  Venezia  il  28  giugno  1895.  Lo  prese 
il  notissimo  cacciatore  ed  imbalsamatore  Giovanni  Minotto  e  mentre  lo  rincorreva 
gli  volavano  intorno  il  maschio  e  la  femmina  di  T.  alpina.  Nidifica  in  Olanda,  in  Da- 
nimarca e  sembra  nella  Spagna  (Chapman);  ma  di  solito  ciò  avviene  nelle  estreme 
latitudini  nordiche.  E  uccello  molto  abbondante  in  Italia. 


Genere  LIMICOLA,  Koch. 

Come  nel  gen.  Tringa;  becco  quasi  tanto  alto  che  largo  alla  base,  molto  largo, 
depresso  e  piatto,  a  foggia  di  lesina  verso  l'apice  che  è  ottuso  e  largo,  ma  curvato 
leggermente  all'ingiù;  coda  mediocre,  subtroncata,  colle  due  timoniere  mediane 
sopravanzauti  le  laterali;  tarso  uguale  al  dito  mediano  con  unghia  e  più  corto  del 
becco;  diti  anteriori  quasi  liberi  alla  base  e  solo  riuniti  da  una  membrana  rudi- 
mentale, un  po'  più  sviluppata  nel  dito  esterno. 

Una  sola  specie  compone  questo  genere. 

404.  Limicola  pygmaea(')  (Bechstein),  Gambecchio  frullino. 

[Limicola  platyrhyncha  (Temminck) ]. 

Parti  superiori  nere  con  margini  fulvicci  e  biancastri,  più  larghi  sul  dorso  e 
sulle  scapolari;  un  largo  sopracciglio  bianco  dalla  fronte  sui  lati  della  testa,  con  pic- 
cole macchie  nerastre;  parte  posteriore  del  collo  nerastra,  con  marginature  bian- 
chiccie; groppone  e  cuopritrici  superiori  della  coda  aere,  con  margini  nocciola-fulvi, 
le  laterali  bianche  con  fascie  nere;  mento,  alta  gola  ed  addome  di  un  bianco-immaco- 
lato; gola,  collo,  petto  e  lati  bianchi  leggermente  rossicci,  con  fitte  macchie  nerastro 
liruiie;  timoniere  nerastre,  le  laterali  brunastre,  bianche  sul  margine  e  sullo  stelo 


1    .Kit mi  liius  pynmin  m,   linehstein,  180'2,  (me   Luthani);    Vringa  plalyrhyncha,  Temminck,  1815. 


ATLANTE   ORNITOtOttlCO  411 


(ad.  in  prini.).  Parti  superiori  cenerine  leggermente  brunastre,  più  pallide  sul  mar- 
gine, talora  più  scure  e  nerastre  sul  centro  delle  penne;  sopracciglio  bianco- 
cenerino;  euopritrici  come  il  dorso,  ma  con  numerose  marginature  bianchiccie; 
groppone  e  sopracoda  nerastri,  con  margini  bianco-fulvi;  gastreo  bianco,  tinto  di 
cenerino  sul  collo,  sul  petto  e  sui  lati  e  con  strie  centrali  scure  (ad.  in  aut.).  Si- 
mile agli  ad.  in  primavera;  parti  superiori  più  nere,  con  margini  larghi  biancastri 
e  stretti  fulvi;  sopracciglio  più  largo:  davanti  del  collo  e  lati  del  petto  fulvicci, 
striati  di  bruno;  timoniere  laterali  in  gran  parte  bianche  sul  lato  interno  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"1 70;  becco  0,m032;  ala  0/"100;  coda  0,'"040;  tarso  0,m021. 

Abita  l'Europa  settentrionale  e  la  Siberia:  sverna  nelle  contrade  d'attorno 
al  Mediterraneo  ed  al  Mar  Rosso,  nell'India,  nella  Cina  e  nelle  Molucche.  In  Italia 
è  specie  di  passo  piuttosto  irregolare,  tranne  nel  Veneto,  ove  sembra  apparire 
tutti  gli  anni  dal  luglio  al  settembre  e  nell'aprile;  fu  trovata  inoltre  in  Lombardia, 
nel  Piemonte,  in  Liguria,  in  Toscana,  nel  Napoletano  e  nelle  Puglie,  l'ebbi  anche  dalla 
Dalmazia,  dalla  Calabria,  dalla  Sicilia  e  dalla  Sardegna,  sicché  apparve  un  po'  dap- 
pertutto; una  volta  si  riteneva  molto  rara,  mentre  realmente  ciò  non  è  esatto,  quan- 
tunque sia  sempre  in  generale  uccello  poco  abbondante. 

Sottofamiglia  SCOLOPACINAE,  Seolopacini. 

Becco  con  un  rialzo  mediano  elevato,  molto  molle,  flessibile,  diritto,  più  lungo 
della  testa,  colla  parte  distale  molle  e  rugosa,  piena  di  porri  e  di  nervi  e  che  co- 
stituisce un  organo  sensibile,  eccellente  e  mirabile,  usato  per  ricercare  il  cibo  sul 
terreno;  occhi  grandi,  collocati  molto  all'indietro,  orificio  auricolare  aperto  sotto  gli 
stessi;  coda  di  regola  non  fasciata;  tarso  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia; 
diti  anteriori  del  tutto  liberi  alla  base  e  quindi  affatto  senza  membrane. 

Questa  sottofamiglia  cosmopolita  consta  di  sei  generi,  dei  quali  tre  hanno  rap- 
presentanti in  Europa,  uno  di  essi  è  tridattilo,  in  tutti  comprendono  circa  trenta 
specie;  essi  vivono  isolati  e  non  si  riuniscono  mai  in  grandi  branchi  come  le  Tringae 
ed  i  Totani.  Abitano  le  paludi  ed  i  pantani,  eccetto  poche  specie  che  sono  proprie 
ai  boschi,  né  si  vedono  mai  nei  larghi  specchi  d'acqua  o  nelle  grandi  estensioni 
nude,  sicché  non  necessitano  di  colori  protettivi  e  infatti  non  abbiamo  cangiamenti 
riguardo  la  stagione  e  le  differenze  sessuali  sono  nulle  ;  le  loro  carni  sono  eccel- 
lenti a  mangiarsi  e  la  caccia  difficile,  essendo  uccelli  molto  accorti,  di  volo  so- 
stenuto, rapido  e  punto  facile  al  tiro.  Si  nutrono  e  si  muovono  più  che  altro  di 
notte,  camminano  e  corrono  con  speditezza;  il  cibo  che  cercano  sul  terreno  col 
lungo  becco  è  composto  di  vermi  e  d'insetti;  depongono  quattro  uova  piriformi 
in  una  depressione  sul  terreno  od  in  un  nido  rudimentale. 


Genere  SCOLOPAX,  Lixnaeis. 

Becco  elevato  alla  base,  lungo,  diritto,  subterete,  compresso,  sottile,  molle, 
colle  mandibole  munite  di  un  solco  esteso  quasi  fino  all'apice,  coll'apice  della  su- 
periore un  po'  più  lungo  dell'inferiore  e  curvato  a  leggero  uncino,  entro  il  quale 
s'appoggia  l'estremità  dell'inferiore;  narici  laterali,  basilari,  aperte  in  una  membrana 


412 


ATLANTI".    ORNITOLOGI*  0 


nuda,  che  le  sormonta;  ali  moderate,  la  1  '  remigante  primaria  la  massima,  2e  più 
interne  eguali  alla  5"  primaria;  scapolari  grandi  e  poco  allungate;  coda  ampia, 
curta.  rotondata,  ili  11'  penne,  collo  sottocaudali  piuttosto  lunghe  e  larghe,  con  mac 
cine  apicali  bianche  sulla  taccia  inferiore  delle  timoniero: -ambe  piuttosto  corte  e 
piumate  fino  all'articolazione  tarsale  nella  specie  Europea;  tarso  torte,  si-iniettato 
davanti,  reticolato  all'indietro,  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia  ;  tre  diti  an 
teriori  quasi  del  tutto  divisi,  il  posteriore  piccolo  e  che  tocca  terra  con  l'unghia  ; 
unghie  piccole, compresse, acute, quella  del  posteriore  che  non  oltrepassa  il  ditostesso. 

Corpo  massiccio,  tinte  opache;  colorazioni  nere  a  fascie  trasversali  sulla  testa 
e  sul  collo;  statura   relativamente  grande. 

Hanno  abitudini  in  parte  notturne;  abitano  i  boschi  di  pianura  e  di  montagna, 
specialmente  quegli  umidi  e  vi  nidificano,  depositando  quattro  uova  che  variano 
dal  bianco-grigio  al  fulvo-bruniccio,  con  macchie  e  chiazze  bruno-rossiccie  e  bruno- 
grigie,  di  forma  e  dimensioni  varie. 

405.  Scolopax  rusticula    '  ,  Linnaeus,  Beccaccia. 

[Tav.  XXXIV.  fig.   lOe'l'Av.  L,ng.l9]. 


Pi 


fronte  grigio- cenerina;  vertice  ed  occipite  con  tre  fascie  irregolari  cenero- 
gnolo-ceciate  e  quattro  nere,  che  sono  di  un  bajo-acceso 
nella  parte  nascosta  delle  penne;  dorso  screziato  di  ce- 
nerognolo e  di  bajo-acceso,  con  fine  strie  ondeggianti 
nerastre;  gola  biancastra;  gastreo  grigio- fulvi ccio,  fa- 
sciato trasversalmente  di  bruno;  remiganti  l6  nere  con 
macchie  ceciate,  la  1"  primaria  uniforme  senza  macchie 
sul  vessillo  esterno;  timoniere  nere,  con  macchie  apicali 
grigie  sulla  faccia  superiore,  bianco-argentee  nel  di- 
sotto e  castagne  sull'  orlo  del  vessillo  esterno;  piedi 
carnicini  {ad.).  Colorito  più  cupo  e  più  rossiccio;  le  mac- 
chie delle  parti  superiori  cenerognole  tinte  di  bianco-ce- 
ciato; fascie  sul  groppone  e  sul  sottocoda  più  larghe 
e  più  distinte;  parti  inferiori  più  rossiccie;  la  ^remi- 
gante primaria  macchiata  come  Ir  altre,  anche  sul  ves- 
sillo esterno  igiov.). 

Lunghezza  totale  da  0,m420  (massima!  a  0,ln400  | 

dia)  a  0,m340  (minima);  becco  0,'"0S0;  ala  0,ra195;  coda 
0,'"090;  tarso  0,m038.   La  femmina  è  più  piccola  del  ma 
schio. 

La  Beccaccia,  varia  assai  di  dimensioni,  si  distingue 
una  varietà  minore  detta  Beccaccia  scopajóla,  che  avrebbe 
statura  minore,  cioè  lunghezza  totale  0,m340,  ala  0,"i7O. 
tarso  0,'"o:;;s,  in  essa  il  becco  ed  il  tarso  sarebbero  in  pro- 
porzione più  lunghi,  i  colori  più  cupi  e  rossicci,  le  tinte 
baje  assai  vivaci,  i  tarsi  bluastri.  Questa  specie  offre  inoltre  varietà  melaniche, 


Prima  remigante  1   di.v.  rusticula, 
a)  adulto,  h)  giovane. 


(')  Linneo  veramente  scrisse  ruttinola,  ma  siccome  deriva  dal  latino  rnslieulus       contadinello,  oer- 

tainentr  egli   preso  abbaglio  o  dove  scriversi   rusticula. 


ATLANTE    OTiNlTOT.OCICO  413 


isabelline  ed  albine,  quest'ultime  sono  piuttosto  rare;  non  sono  rari  invece  i  sog- 
getti di  tinte  più  o  meno  vivaci  e  con  lievi  differenze  individuali. 

Abita  l'Europa  e  l'Asia  settentrionale  fino  all'Imalaia;  sverna  nell'Europa 
meridionale,  nell'India  e  nella  Cina.  In  Italia  è  specie  comune  alle  epoche  del  passo, 
sverna  nel  Veneto,  ma  più  specialmente  nelle  provincie  centrali  e  meridionali  e 
nelle  Isole.  Nidifica  di  rado  tra  noi,  si  hanno  notizie  a  ciò  relative  dalla  Sardegna, 
dalla  Liguria,  dalla  Toscana,  dall'Emilia,  dal  Piemonte,  dal  Veneto  e  sopratutto 
dalla  Lombardia,  ove  tale  fatto  avverrebbe  più  di  frequente. 

Genere  GALLINAGO,  Leach. 

Ha  i  caratteri  del  genere  Scolopax,  dal  quale  è  distinto  pei  seguenti: 
Becco  molto  più  lungo  e  dilatato  all'estremità:  remiganti  2e  interne  più  lunghe 
e  più  strette  e  quasi  eguali  alle  le;  coda  leggermente  rotonda  di  14  (G.  gallinago) 
a  26  \G.  sterilirà)  timoniere;  gambe  alquanto  lunghe,  nude  su  di  un  piccolo  spazio 
della  tibia  nelle  specie  Europee  ed  in  quasi  tutte  le  esotiche.  Piumaggio  opaco 
con  poche  tinte  metalliche;  le  macchie  sulla  testa  e  sul  collo  longitudinali;  remi- 
ganti le  col  vessillo  interno  senza  fascie;  abitano  le  paludi  ed  i  pantani  e  sono 
gustosissimi  a  mangiarsi. 

Questo  genere  quasi  cosmopolita  è  composto  di  22  specie. 

406.  Gallinago  mediai']  (Feischi,  Croccólone. 

[Gallinago    major   i  Gm.  )]. 
[Tav.  XXXI V,   flg.  9], 

Testa  percorsa  sui  lati  da  due  linee  nero-lucide  e  da  tre  ceciate,  di  cui  una 
centrale  e  due  laterali,  che  dal  becco  passano  sopra  l'occhio,  tutte  terminano  alla 
nuca;  dorso  nero-lucido,  ceciato-bianchiccio  sul  margine  delle  penne;  grandi  mac- 
chie bianche  apieali  sulle  penne  dell'ala  bastarda  e  sulle  cuopritrici  superiori  delle 
remiganti  le;  una  larga  fascia  apicale  bianca  sulle  cuopritrici  medie  e  grandi  e 
stretta  sulle  remiganti  2e;  gastreo  fasciato  fino  al  basso  addome;  la  remigante 
primaria  brunastro-uniforme-scura  sul  vessillo  esterno;  timoniere  di  un  rossiccio- 
vivo,  con  la  base  e  fascie  nella  metà  apicale  nere,  gli  apici  bianchi  delle  penne 
aumentano  di  estensione  verso  le  esterne,  sicché  le  4  esterne  da  ogni  lato  sono 
bianche,  eccetto  per  un  piccolo  tratto  alla  base  (ad.).  Timoniere  esterne  con  fascie 
su  entrambi  i  vessilli,  ma  il  fondo  di  tinta  è  bianco-puro  ;  tinte  generali  più  ros- 
siccie (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"290;  becco  0,m06ó;  ala  0,'"140;  coda0,m060;  tarso  0,'"040. 

Abita  il  Nord  dell'Europa  fino  alla  Vallata  dello  Jenissei;  sverna  in  Africa. 
In  Italia  è  specie  di  passo,  più  comune  nel  primaverile  (aprile-maggio)  che  nell'au- 
tunnale (agosto-ottobre).  Ha  nidificato  certamente  una  volta  nel  Veneto  (Ninni) 
ed  è  specie  discretamente  abbondante  all'epoche  del  passo  e  rarissima  quale 
estiva. 


('l  Scolopax  media,  Friscli.  1763,  teste  Dresser;  Scolopax  major,  Gmelin,   17 


Ut  VI'I.ANTK    ORNITOLOGICO 


407.  Gallinago  gallinago    Linnaeus),  Beccaccino. 

[  Gallinago  caelestis  (J.  S.  T.   Frknzel),  G.  scolopacinus,  Bp.  ]. 
[Tav.   XXXIV,   fig.  8,  e  Tav.   I,.   Bg.   18  |. 

Si  distingue  dalla  precedente  specie  per  statura  minore,  becco  e  piedi  in  pro- 
porzione più  lunghi;  addome  senza  fascie  e  biancastro;  ala  bastarda  e  cuopritrici 
superiori  delle  remiganti  le  con  piccole  macchie  bianche;  cuopritrici  alari  grandi  e 
medio  con  stretti  apici  bianco-cenerognoli,  remiganti  secondarie  largamente  terminate 
di  bianco;  1"  remigante  primaria  biancastra  lungo  il  vessillo  esterno;  timoniere  rosso- 
fulve,  nere  alla  base  e  terminate  di  bianco,  con  una  banda  subterminale  ondulata 
bruno-nerastra,  le  tre  esterne  a  t'ascio  regolari  nerastre  su  t'ondo  di  tinta  ros- 
siccio {ad.).  Timoniere  esterne  l'asciate  come  nel  giov.  della  G.  media,  ma  il  fondo 
di  tinta  è  rossiccio  e  non  bianco  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,m275;  becco  0,m068;  ala  0,m130;  coda  0,m055;  tarso  0,m032. 

Abita  l'Europa  settentrionale  e  l'Asia;  sverna  nell'Europa  meridionale,  nel- 
l'Africa settentrionale,  nell'India  e  nella  Penisola  Malese  fino  alle  Molucche.  In  Italia 
è  specie  abbondante  all'epoca  del  passo  ed  anche  come  invernale;  nidifica  talora 
nel  Veneto  ed  altrove  (Liguria),  ma  generalmente  ciò  avviene  soltanto  nelle  parti 
settentrionali;  ebbi  le  uova  ed  i  nidiacei  più  volte  nel  giugno,  però  non  tutti  quelli 
che  si  trovano  da  noi  nei  mesi  estivi  nidificano. 

Il  G.  Sabinei  (Vigors),  che  venne  trovato  circa  sessanta  volte  nelle  Isole  Bri- 
tanniche e  raramente  altrove,  è  una  varietà  melanica  di  un  bruno-uniforme-scuro 
della  presente  specie;  lo  Scolopax  Brehmi  o  S,  Orchmii  è  una  varietà  a  1G  timoniere, 
questa  fu  ritenuta  specificamente  distinta  anche  da  parecchi  Autori  Italiani  e  detta 
Beccucci  un  coda  larga  o  /■'.  muto,  perchè  credevasi  che  non  mandasse  alcun  grido 
nel  levarsi  a  volo;  in  questa  specie  il  numero  delle  timoniere  varia  da  12  a  18, 
ma  in  generale  da  14  a  16,  cosi  essa  è  variabile  come  colorito  e  statura,  ma  sono 
differenze  di  poco  momento.  Il  piumaggio  di  primavera  e  d'autunno,  quello  di 
giovane  e  di  adulto  sono  quasi  simili;  il  Beccaccino  va  soggetto  a  varietà  albine 
di  tinte  più  pallide  o  del  tutto  bianche  ed  isabelline,  ma  sono  molto  rare.  Esso  si 
posa  talora  sugli  alberi,  specialmente  nella  stagione  delle  cove  (!). 


Genere  LIMNOCRYPTES.  Kaup. 


Il  margine  posteriore  dello  sterno  ha  due  sole  intaccature  e  non  quattro  (ge- 
nere Gallinago)]  becco  piuttosto  corto,  molto  largo  all'apice  e  strettissimo  nel  centro; 
coda  di  12  penne,  appuntita,  cuneata,  senza  fascie,  le  due  timoniere  mediane  so- 
pravanzano le  laterali;  tarsi  più  corti;  unghie  acute.  Statura  piccola. 

Una  sola  specie  compone  questo  genere. 


(')  Secondo   Harting  (  Handb.    Brit.    Birds,   p.    143)  un   soggetto  di    G.   delicata  (Ordì    fu    UCCÌSO    nel- 

l' agosto  lsi;:s  in  Inghilterra.  K  s| ie  propria  dell' Amerioa  settentrionale,  ove  rappresenta  il  G.  gallinago 

al  «pialo  somiglia  assai  assai,  sicché  la   notizia  dell'Harding   va   accolta  con   le  maggiori   riserve. 


ATLANTE    OUNITOLOl .  H  0 


415 


408.  Limnocryptes  gallinula  i  Linnaeus),  Frullino. 

[Gallinago  gallinula  (L.)]. 

[Tav.  XXXIV,  fig.   7]. 

Cervice  nera,  con  macchie  e  margini  rossicci;  un  largo  sopracciglio  ceciato 
dal  becco  alla  nuca;  parte  posteriore  del  collo  brunastra,  macchiata  di  nerastro 
e  di  bianco-rossiccio,  t'ormando  uno  spazio  distinto  tra  la  testa  ed  il  dorso,  questo 
nero  a  riflessi  verdi  e  porporini  e  tacche  allungate  di  un  bajo-acceso,  con  due  fascie 
sui  lati  ceciato-lionate,  formate  dai  margini  delle  scapolari;  gastreo  bianco  tinto  di 
brunastro,  con  macchiette  nerastre  sui  lati  del  collo,  sfumato  di  bruno-rossiccio, 
variegato  di  nerastro  sul  davanti  del  collo,  sul  petto,  sui  lati  e  sui  fianchi;  sot- 


L.  gallinula  melanica,  uccisa  presso  Utliue  nel  genuaio  1897. 
(Collezione  Arrigoni  degli  Oddi). 


tocoda  variato  di  rossiccio  e  nerastro  su  fondo  bianco  ;  timoniere  appuntite 
bruno-nerastre  senza  fascie,  ma  con  largo  margine  rossiccio  (ad.  in  prim.).  Le 
tinte  metalliche  e  le  macchie  nere  sul  petto  e  sul  davanti  del  collo  meno  accen- 
tuate; fascia  ceciata  sulla  testa  più  vivace;  petto  e  davanti  del  collo  più  lavati 
di  rossiccio;  fianchi  e  sottocoda  rossicci,  col  centro  delle  penne  nerastro  (ad.  in 
aut.).  Gli  individui  a  tinte  rossiccie  accentuate  sembrano  essere  i  giovani  dell'anno. 

Lunghezza  totale  0,m200;  becco  0,m042;  ala  (VI  10;  coda  0,m050;  tarso  0,m022. 

Questa  specie  va  soggetta  raramente  alle  varietà  di  colorito;  io  conservo 
un  individuo  che  presenta  un'intensificazione  di  colorito  simile  a  quella  del  G. 
Sabinei,  venne  colto  nel  gennaio  1897  presso  Udine  ed  è  il  primo  caso  di  tal  ge- 
nere che  si  conosca  (Barret-Harailton,  in  litt.). 

Abita  l' Europa  settentrionale  fino  alla  Siberia  orientale,  nidificando  nelle  la- 
titudini più  boreali;  sverna  nelle  contrade  Mediterranee,  nell'India  e  nella  Cina. 


tu; 


LTLANTE    0BNIT0L.0G1C0 


In  Italia  è  uccello  di  passo  ed  invernale  connine,  ma  meno  abbondante  del  Bec- 
caccino; arriva  di  settembre  e  parte  in  aprile  e  nel  maggio.  Le  notizie  circa  la 
sua  nidificazione  nel  Veneto  e  nel  Trentino  meritano  conferma  e  sono  poco  pro- 
babili. 


Sottofamiglia  PIIALAROPINAE,  Falaropini. 

Diti  con  membrane  festonate  o  intere,  come  quelle  delle  Folaghe  e  degli  Svassi, 
ma  più  larghe  e  con  dentellature  lungo  la  parte  posteriore  {pianta)  del  tarso;  tarso 

scudettato  e  compresso;  dito  posteriore  pre- 
sente. 

Statura  piccola;  piumaggio  molle,  ma  titto 
ed  impermeabile;  abitudini  acquatiche;  l'abito 
di  primavera  è  molto  differente  dall'autunnale 
e  quello  dei  giovani  da  quello  dc.nli  adulti;  la 
femmina  è  più  grande  dei  maschi  e  più  vi- 
vamente colorita;  ambedue  i  sessi  covatili; 
la  muta  è  doppia. 

Tre   generi   assai    affini    con  tre    specie 
compongono   questa  sottofamiglia;   essi  sono 
sparsi  nelle  regioni   boreali  Artiche  durante 
l'epoca  della   riproduzione,   migrando    molto 
al  sud  all'appressarsi   del    freddo,   due   delle 
dette  specie  sono  anche  Europee,  la  terza  è 
confinata    all'  America.    Hanno    le    abitudini 
delle   Tringae,   dalle  quali   sono  ben   distinte 
anzitutto  pei  piedi  lobati,  ma  però  frequen- 
tano le    coste  del    mare   anziché   le   paludi 
entro  terra  e  nuotano  con  molta  facilità  ed 
a  ragguardevole  lontananza  dalle  sponde.  Fabbricano  un  rozzo  nido  presso  l'acqua 
e  vi  depositano  quattro  uova  piriformi  bruno-ocracee,  con  macchie  e  chiazze  bruno- 
scure  o  nerastre. 


l'ioile  ili  Pkalaropiis. 

a)  per  mostrare  l'articolazione  ile!  tarso 

e  la  membrana  del  piede. 

b)  per    mostrare    la    reticolazione   della 

pianta  tarsi. 

(ila  Sharpe). 


Genere  PHALAROPUS.  Brisson. 


Becco  più  lungo  della  testa,  subterete,  sottile,  diritto,  depresso,  come  a  lesina  di- 
ritta; con  un  solco  poco  profondo  su  ambedue  le  mandibole  quasi  fino  agli  apici, 
questi  (apici)  in  entrambe  le  mandibole  un  po'  piegati  l'uno  contro  l'altro;  narici 
basilari,  laterali,  ovali  e  con  margine  sporgente;  ali  lunghe,  appuntite,  la  la  remi- 
gante primaria  la  massima  e  subeguale  alla  2:l;  coda  di  12  penne,  graduala  ;  gambe 
piuttosto  corte,  sottili,  nude  circa  nel  terzo  inferiore  della  tibia;  tarso  compresso, 
dentellato  nella  sua  parte  posteriore,  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia;  diti 
anteriori  tre,  con  membrane  lobate  e  margini  smerlati,  il  posteriore  piccolo,  com- 
presso, senza  lobo,  articolato  sul  lato  interno  del  tarso;  unghie  piccole,  subadunche, 
compresse.  Becco  e  piedi  neri. 

Una  sola  specie  compone  questo  genere. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  417 


409.  Phalaropus  lobatus  (Linnaeus),  Falaropo  a  becco  sottile. 

[  Phalaropus  hyperboreus  (L.  .  Lobipes  hyperboreus    i..'|. 

[Tav.  XXXIV,  Kg.  2  o  3]. 

Farti  superiori  cenerino-piombate,  più  intense  sulla  schiena  che  ha  parecchie 
penne  marginate  di  fulvo-gialletto,  come  una  banda  su  ogni  lato  del  dorso;  grop- 
pone e  cuopritrici  superiori  della  coda  nerastre, le  cuopritrici  laterali  a  fascio  bianche 
e  nerastre;  mento  bianco  e  cenerino;  guancie  e  gola  di  un  bianco-puro;  lati  e  davanti 
dell'alto  collo  e  della  parte  bassa  della  gola  lionato-fulvi,  tale  colore  esteso  e  misto 
a  cenerino  sulla  parte  anteriore  del  collo  e  dell'alto  petto;  lati  del  basso  collo  e 
petto  cenerini,  marginati  di  bianchiccio;  resto  del  gastreo  bianco,  cenerino-piom- 
bato quasi  per  intero  sulle  penne  dei  fianchi;  timoniere  brunastre  (fauni,  mi.  in 
prim.).  Statura  minore;  tinte  meno  vivaci,  cosi  quelle  lionate  sui  lati  del  collo  {mas. 
ad.  in  privi.).  Fronte,  lati  della  faccia,  sopracciglio,  guancie  e  gastreo  bianchi,  la- 
vati di  cenerognolo  sul  davanti  del  collo,  sul  petto  e  sui  fianchi;  nessuna  tinta 
lionata  sui  lati  del  collo,  che  sono  bianco-gialletti;  testa,  parte  posteriore  del  collo, 
una  macchia  attorno  e  dietro  l'occhio  e  groppone  nerastri;  dorso  nero  nel  centro 
delle  penne,  fulvo- chiaro  sui  margini  (ad.  in  aut.  e  giov.).  Gli  adulti  in  autunno 
sembrano  avere  la  testa  quasi  del  tutto  bianca,  eccetto  attorno  e  dietro  l'occhio 
e  la  parte  posteriore  della  cervice  di  un  cenerognolo-nerastro. 

Lunghezza  totale  0,m182;  becco  0,'"021;  ala0,m110;  coda  0,m048;  tarso  0,UI019; 
dito  mediano  e.  u.  0,"'021. 

Abita  le  regioni  Artiche  del  Mondo  Antico  e  del  Nuovo;  migra  verso  sud 
nell'autunno,  giungendo  sino  al  Guatemala,  alla  Cina,  al  Giappone,  alla  Valle 
del  Volga  ed  all'Europa  centrale.  E  accidentale  sui  due  lati  del  Mediterraneo  e 
così  in  Italia,  ov'è  molto  più  raro  del  susseguente;  fu  preso  nel  Veneto,  nel  Pie- 
monte, in  Lombardia,  nel  Canton  Ticino,  in  Liguria,  in  Toscana  e  nelle  Puglie  ('). 


Genere  CRYMOPHILUS,  Vieillot. 

Ha"  i  caratteri  del  gen.  Lobipes,  ma  ne  è  distinto  pei  seguenti: 
Becco  corto,  ingrossato  alla  base,  spianato  e  visibilmente  allargato  verso  l'a- 
pice, che  è  appuntito  come  a  lancetta,  lungo  quanto  il  tarso,  subeguale  alla  testa  e 
col  solco  molto  profondo;  tarso  corto,  eguale  al  dito  mediano  con  unghia;  pollice 
munito  di  lobo.  Becco  giallastro  e  piedi  verdastri. 
Una  sola  specie  compone  questo  genere. 


i')  Un  individuo  dell'americano  Phalaropus  (Steganopus)  Wilsoni,  posseduto  dal  sig.  J.  Whitaker, 
sembra  essere  stato  ucciso  «  vari  anni  or  sono  »  nel  Leicestershire  (Isole  Britauniche),  questo  fatto  è 
però  negato  dal  signor  Montague  Browne  (Vertebr.  Leicest.  pag.  151).  Anche  il  sig.  H.  Saunders  (Man. 
lirit.   Birds,  see.   ed.   pag.   568)  riporta   tale  notizia,   senza  prestarvi   lede. 


Atlante  m > /litologico. 


I  1  8  ATLAN  n     ORNITOLOGICO 


410.  Crymophilus  fulicarius  (Linnaeus),   Falaropo  a  Invio  largo. 
(  Phalaropus  fulicarius  (L.)]. 

Parti  superiori  nerastre  con  larghi  margini  fulvo-aranciati,  molto  più  ristretti 
sulla  cervice;  sopracciglio,  penne  sotto  e  dietro  l'occhio  bianche;  fronte,  redini, 
mento  e  parte  alta  della  gola  nerastre  con  marginature  biancastre,  miste  a  ros- 
signo;  resto  delle  parti  inferiori  rosso-mattone  colla  base  delle  penne  bianca  più 
distinta  sui  fianchi,  con  poche  lineette  scure  centrali  sui  lati  del  eolio  e  del  petto 
e  poche  marginature  bianchiccie;  cuopritrici  alari  cenerino-piombate  scure,  le 
grandi  con  una  larga  fascia  terminale  bianca;  timoniere  bruno-nerastre  con  mar- 
ginature fulviccie,  le  laterali  grigio-scure,  marginate  di  bianco  (mas.  ad.  in  prim.). 
Tinte  più  vivaci;  cervice  nera;  bianco  dei  lati  della  testa  più  puro,  nero  del  mento 
immacolato;  colore  delle  parti  inferiori  più  carico  e  più  uniforme,  anche  sui  lati 
del  collo  e  del  petto  (femm.  ad.  in  prim.).  Penne  davanti  agli  occhi;  uno  spazio 
sulla  nuca  ed  una  linea  sul  margine  superiore  della  regione  auricolare  neri;  parti 
superiori  e  lati  del  petto  di  un  cenerino-celestognolo,  variato  di  nerastro  alla  base 
delle  penne  e  sullo  stelo  delle  stesse;  fronte,  sopracciglio,  resto  della  testa  e  gastreo 
bianchi  (ad.  in  aut.).  Parte  anteriore  della  cervice  bianco-l'ulvieeia,  con  una  larga 
macchia  a  ferro  di  cavallo  nera  sull'occipite  ed  una  seconda  pure  nera  attraverso 
l'occhio;  parti  superiori  bruno-nerastre,  con  marginature  gialliccie;  gola  ed  alto 
petto  vinati;  nel  resto  come  gli  ad.  in  autunno  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"200;  becco  0,"*024;  ala  0,'"lo0;  coda  0,1U060;  tarso  0,a,021  ; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"021. 

Abita  le  estreme  regioni  Artiche  del  Nuovo  Mondo  e  dell'Antico;  migra 
verso  sud  nell'inverno,  giungendo  sino  ai  paesi  circummediterranei  d'entrambi 
i  lati,  alla  Cina,  all'Oceano  Indiano,  alla  Nuova  Zelanda  ed  al  Chile.  In  Italia  (l) 
è  uccello  accidentale;  comparve  nell'Istria,  nel  Tirolo,  nel  Veneto,  in  Lombardia, 
in  Liguria,  in  Toscana,  nelle  Puglie,  nel  Napoletano  ed  a  Malta,  di  solito  tratta- 
vasi  di  individui  giovani  che  vennero  presi  dall'agosto  al  giugno  (mia  Collezione). 


Sottordine  FULICARIAE  -  Fulicarie. 


Becco  corto  e  forte,  di  rado  più  lungo  della  testa,  compresso,  coi  bordi  taglienti, 
diritto  o  leggermente  curvato,  col  culmine  che  si  interna  nelle  penne  frontali  e 
forma  uno  scudo  frontale  corneo,  largo  e  nudo;  narici  lineari  o  oblungo-lineari 
ed  ovali,  aperte  di  solito  in  una  membrana  prolungata;  ali  molto  corte  e  roton- 
date, di  10  remiganti  primarie;  coda  corta,  di  12  penne  molli,  rivolte  un  po'  al- 
l'in su  e  colle  sottocaudali  subeguali;  tibia  poco  nuda  e  talora  con  un  anello  di  tinta 


(')  Il  Savi  (Uni.    Tose.   Ili,  p.   lii|  chiama  questa  sni'cir  cui   nome    di   Phalaropus  lobatus,  Tonatali, 
nec  Linnaeus, 


ATLANTI'.    ORNITOLOGICO  419 


brillante  presso  l'articolazione  tarsale;  diti  quattro,  tre  anteriori,  il  posteriore  in- 
serito in  basso,  assai  lunghi,  liberi  alla  base  e  talora  marginati  o  muniti  di  lobi 
smerlati  e  fessi;  unghie  corte  e  compresse. 

I  giovani  sono  coperti  di  piumino  e  precoci,  alcuni  mutano  due  volte  all'anno, 
altri  una  sola  volta;  le  penne  dei  fianchi  in  alcune  specie  sono  molto  lunghe  e  di 
tinte  vivaci;  la  testa  piccola,  il  collo  medio,  il  corpo  più  o  meno  fortemente  com- 
presso; la  statura  in  generale  piccola  o  non  molto  grande:  il  piumaggio  imper- 
meabile, sinché  l'uccello  è  in  vita. 

Sono  uccelli  eminentemente  paludicoli,  vivono  isolati  ove  i  canneti  sono  più 
folti  ed  impenetrabili  coli'  eccezione  delle  Folaghe,  che  frequentano  anche  le 
grandi  estensioni  d'acqua  riunite  in  enormi  stuoli  durante  l'inverno;  corrono  e 
s'arrampicano  sulle  canne  con  estrema  facilità;  hanno  volo  impacciato  e  lento, 
alcune  specie  sembra  non  volino  affatto,  altre  invece  imprendono  lunghi  viaggi 
nel  periodo  delle  migrazioni,  volano  colle  gambe  pendenti;  sono  in  parte  nuota- 
tori e  tuffatori  abilissimi.  Nidificano  frammezzo  alle  canne  in  nidi  rozzissimi  ed 
assai  grandi,  deponendo  numerose  uova  giallastre  con  macchie  scure. 

Si  suddividono  in  due  grandi  famiglie  Rallidae  ed  Heliornithidae,  la  seconda 
delle  quali  non  è  Europea. 


Famiglia  RALLIDAE,  Rallidi. 

Ha  i  caratteri  del  sottordine,  ed  è  distinta  dall'altra  più  che  altro  per  spe- 
ciali modificazioni  anatomiche.  Questa  famiglia  abbraccia  50  generi,  con  circa  200 
specie  ed  ha  distribuzione  cosmopolita. 


Genere  RALLUS,  Linnaeus. 

Becco  più  lungo  della  testa,  sottile,  appena  curvato,  stretto,  compresso  alla 
base,  quasi  cilindrico  all'apice,  col  culmine  che  s'interna  un  po'  nelle  penne  della 
fronte,  la  mandibola  superiore  ha  un  solco  laterale  molto  lungo,  ben  distinto  e 
profondo,  esteso  sui  due  terzi  del  becco;  narici  longitudinali,  lineari,  aperte  nel 
principio  del  solco  presso  alla  base  del  becco,  in  parte  coperte  da  una  membrana; 
ali  mediocri,  concave,  la  la  remigante  primaria  molto  più  corta  della  2a,  la  3a  e 
la  4a  le  più  lunghe;  coda  corta  e  che  sorpassa  di  poco  le  ali;  gambe  robuste  e 
lunghe,  collo  spazio  presso  l'articolazione  tarsale  nudo  e  reticolato;  tarso  scudet- 
tato,  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia;  diti  quattro,  tre  anteriori  liberi  dalla 
base,  senza  membrana  marginale,  il  posteriore  inserito  sul  tarso;  unghie  mediocri, 
poco  curve,  appuntite. 

Sessi  uguali  in  piumaggio;  cangiano  le  penne  una  volta  all'anno  in  autunno,  e 
di  primavera  assumono  l'abito  più  brillante  per  muta  ruptila;  sono  eminentemente 
paludicoli,  il  loro  volo  è  facile,  ma  raramente  lungo;  si  nutrono  d'insetti  acqua- 
tici, di  radici  e  di  semi  d'erbe  acquatiche;  le  uova  sono  rossiccio-fulve  nella  tinta 
di  fondo,  con  chiazze  e  macchie  grigie  e  bruno-rossiccie.  Si  conoscono  ventuna 
specie  di  Rallus,  il  genere  è  cosmopolita,  ma  però  manca  nelle  alte  latitudini 
boreali. 


t20  \  I  1   imi     ORNITOLOGI!  0 


4M.  Rallus  aquaticus,  Linnaeus,   Porciglione. 

[Gallinella  |. 
|  T.w  .    XXX,    Bg.    3  e   4]. 

[ride  rosso-aranciata;  parti  superiori  e  Iati  del  petto  bruno-fulvicci,  con  un 
grande  spazio  nero  allungato  sulla  parte  mediana  delle  penne,  qua  e  là  la  rima 
chiara  è  lavata  di  olivastro;  sopracciglio,  lati  della  lesta  e  intero  gastreo  di  un 
piombato  azzurrognolo,  nerastro  stille  redini  ed  attorno  rocchio,  più  vivo  sul  petto; 
fianchi  neri  a  fascie  trasversali  bianche,  colla  porzione  apicale  delle  penne  tinta 
d' isabellino;  basso  addome  fulvo  isabella,  misto  a  grigio;  sottocaudali  nere,  fasciale 
di  bianco  e  terminate  di  fulvo-isabella,  le  laterali  biancastre:  timoniere  nerastre. 
tinte  di  oliva-bruno  sul  margine  ed  all'apice  ad.  in  prim.  .  Time  piombate  meno 
pure  e  lavate  di  brunastro  nella  parte  apicale  delle  penne:  mento  e  gola  in  parte 
biancastri;  parti  superiori  più  olivastre,  coi  centri  neri  più  spiccati:  fascie  bianche 
dei  fianchi  lavale  fortemente  di  isabella-fulvo  (ad.  in  <mt.'.  Iride  bruna:  mento  e 
gola  biancastri:  eentro  del  petto  ed  addome  di  un  giallo-rossiccio  e  biancastro, 
con  deboli  fascie  trasversali  brunastre  poco  decise,  nel  resto  come  gli  ad.  in  au- 
tunno (//""'•  . 

Lunghezza  totale  0,m275;  becco  0,ro038;  ala  0,m125;  coda  0,m058 ;  tarso  0,,n040. 
Le  varietà  albine  sono  molto  rare. 

Abita  l'Europa  e  l'Asia  centrale:  in  man  parie  sverna  nell'Africa  settentrionale 
e  nell'india  nordoccidentale.  In  Italia  è  uccello  stazionario,  ma  più  comune  al- 
l'epoca del  passo,  ed  in  alcune  provincie  come  invernale:  nidifica  regolarmente 
nelle  parti  settentrionali,  in  Toscana,  in  Sicilia  ed  in  Sardegna:  è  in  generale 
abbondante. 


Genere  CREX.  Bechstein. 


Hocco  più  cerio  della  lesta,  grosso  alla  base,  compresso,  col  culmine  gradual- 
mente curvato  dalla  fronte:  narici  ovoidale-allungate,  non  prolungate  nel  solco 
nasale,  che  giunge  tino  ai  '-'  3  del  becco;  ali  armate  di  uno  sprone:  coda  appuntila, 
c-olle  timoniere  sirene:  gambe  forti,  mediocri,  con  una  piccola  parte  nuda  presso 
l'articolazione  tarsale. 

In  tutto  il  resto  anche  riguardo  ai  costumi  e  alla  nidificazione,  questo  genere 
ha  le  abitudini  elei  Rulli ,  colla  differenza  che  i  He  di  quaglio  abitano  i  prati,  i  campi 
di  cercali,  le  località  asciutte  o  poco  umide  invece  delle  paludose.  Hanno  abitu- 
dini più  notturne  che  diurne.  Il  nome  di  He  di  quaglie  deriva  dal  t'aito  che  asso- 
miglia un  po'  al  piumaggio  di  queste  con  dimensioni  maggiori  e  che  spesso  si 
trova  nelle  località  da  esse  frequentate,  ma  non  è  vero  che  esso  le  guidi  nelle 
migrazioni,  come  fu  derto  più  volte.  Murano  due  volte  all'anno,  di  primavera  e 
d'autunno. 

Una  sola  specie  compone  questo  genere. 


ATLANTI'.    OHNITOLÒG1C0  121 


412.  Crex  crex  (Linnaeus),  Re  ili  quaglie. 

TCrex  pratensis,  Bchst.  ]. 
LTav.  XXX.  Bg.  li  ]. 

Parti  superiori  e  timoniere  nere  nel  centro  delle  penne,  col  margine  lionato- 
giallognolo  qua  e  là  nocciola,  i  centri  più  spiccati  sul  dorso,  sulla  coda  e  sul  so- 
pracoda, indistinti  sulla  parte  posteriore  del  collo  e  poco  accentuati  sulla  testa; 
cuopritrici  alari  di  un  cannella-fulvo;  sopracciglio,  che  continua  sui  lati  del  collo,  gola 
e  petto  di  un  cenerino-piombato-chiaro  misto  a  fulviccio;  lati  del  collo  grigio-ocracei, 
con  poche  macchie  bruno-rossiccie  e  brunastre;  centro  del  petto  e  dell'addome 
biancastri;  fianchi  e  sottocoda  con  le  penne  fulvo-isabella,  lavate  di  brunastro, 
coll'apice  e  fascie  trasversali  biancastre  più  cupe  sui  lati  del  basso  addome  (<i<l. 
in  aut.).  Tinte  cenerino-piombato-chiare  più  pure  e  non  lavate  di  fulviccio;  tinte 
nere  nel  centro  delle  penne  delle  parti  superiori  più  accentuate:  fianchi  tinti  più 
decisamente  di  rossiccio  {ad.  in  prim.).  Centri  delle  parti  superiori  ovunque  molto 
distinti:  mento  e  gola  bianco-rossicci;  sopracciglio,  collo  e  petto  di  un  fulvo-rossiccio: 
cuopritrici  superiori  delle  ali  percorse  da  strie  trasversali  distinte  bianche,  con 
margini  indistinti  scuri   giov.). 

Lunghezza  totale  0,m225;  becco  0,m022;  ala  0,'"140;  coda  0,'"055;  tarso  0,'"039. 

Abita  l'Europa  fino  alla  Vallata  dello  Jenissei  e  l'Asia  centrale;  sverna  nei 
paesi  circummediterranei  e  nell'Africa,  mostrandosi  accidentalmente  nell'America 
nord-orientale  e  nella  Nuova  Galles  del  Sud.  In  Italia  è  specie  di  passo,  in  gene- 
rale poco  abbondante  e  scarsa  come  stazionaria.  Nidifica  nelle  provincie  setten- 
trionali e  forse  in  Toscana  nei  mesi  di  maggio  e  giugno;  sverna  talora  nel  Ve- 
neto, nel  Modenese  (Tognoli),  e  più  spesso  nelle  provincie  meridionali  e  nelle  Isole. 


Genere  PORZANA,  Vieillot. 

Ha  i  caratteri  del  gen.  Crex,  ma  il  becco  è  più  debole  e  curvato  leggermente 
presso  l'apice;  fosse  nasali  che  giungono  al  terzo  basilare  del  becco;  ali  più  corte 
ed  appuntite,  remiganti  26  più  corte  delle  l6,  specialmente  in  alcune  specie;  tibie 
nude  su  di  uno  spazio  meno  breve;  tarso  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia. 

Sessi  in  alcune  specie  ili  differente  colore;  mutano  due  volte  all'anno,  come 
il  Crex  ed  hanno  abitudini  paludicole  per  eccellenza:  depositano  in  un  nido  volu- 
minoso, composto  di  canne  secche  e  di  erbe  acquatiche,  varie  uova  di  tinta  ocraceo- 
olivastra,  con  macchie  e  chiazze  rossiccie  o  bruno-scure. 

Questo  genere  quasi  cosmopolita  si  compone  di  16  specie,  tre  delle  quali  sono 
anche  Europee. 

413.  Porzana  porzana  (Linnaeus),  Voltolino. 

t  Ortygometra  porzana    L.),  Porzana  fulicula  (Scop.),  P.  maruetta  (Leach)]. 
[Tav.  XXX,  lig.  5  .    6]. 

Becco  giallo,  giallo-rosso  alla  base,  scuro  all'apice  e  sul  culmine;  cervice  nera 
nel  centro  delle  penne,  castagno-olivastra  sul  margine;  fronte  e  sopracciglio  di  un 


122  ATI.ANTK    OKNITOt.oi.H  i  > 


colorito  cenerino-piombato  die  continua  sui  lati  della  gola,  ov'è  finamente  macchiato 
di  bianco;  pani  superiori  come  la  cervice,  ma  con  macchiette  bianche  allungate 
sulla  parte  esterna  del  margine,  |>iù  accentuate  sui  lati  della  nuca,  sul  dorso,  sulle 
scapolari  e  sulle  cuopritrici  alari  nelle  quali  sono  marginate  di  nero,  in  queste 
ultime  il  bianco  assume  la  forma  di  zig-zags;  groppone  e  sopracoda  neri,  variati 
di  oliva-bruno  e  di  bianco:  mento,  collo  e  petto  cenerino-piombati,  coll'apiee  delle 
penne  olivastro  e  con  macchie  bianche  poco  numerose;  addome  biancastro;  sotto- 
coda ceciato;  fianchi  bruno-nerastri  alla  base,  a  t'ascio  bianche  ed  olivastre  nel 
resto,  le  bianche  precedute  e  susseguite  da  un  piccolo  orlo  nero;  timoniere  bruno- 
nerastre  nel  centro,  bruno-chiare,  con  strie  bianche  sul  margine  {ad.  in  prim.). 
Becco  olivastro;  sopracciglio  con  numerose  macchiette  bianche,  che  sono  pure 
numerose  sul  collo  e  sul  petto;  tinte  meno  vivaci  e  le  bianche  sulle  parti  superiori 

più  numerose  •mi.  in  imi.).  Gola  biancastra;  macchiette  bianche  più  numeros 1 

estese  anche  sulla  fronte;  groppone  più  scuro  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"220;  becco  0,m020;  ala  (V'HO;  coda  0,m050;  tarso  0,'"o:!4. 

Le  varietà  albine  sono  molto  rare. 

Abita  l'Europa  e  l'Asia  centrale;  sverna  nelle  contrade  circummediterranee, 
nell'Africa  e  nell'India.  In  Italia  è  uccello  molto  abbondante  all'epoche  del  passo 
ed  anche  come  estivo  e  nidificante,  giungendo  in  marzo  ed  in  aprile,  ripartendo 
in  ottobre  ed  in  novembre;  qualche  individuo  rimane  anche  nell'inverno,  special- 
mente nelle  provincie  meridionali,  in  tale  stagione  ne  ebbi  più  volte  e  ne  uccisi 
io  stesso  in  varie  località. 

La  P.  carolina  (L.),  che  si  distingue  dalla  P.  •porxana  pella  faccia  nera,  fu 
presa  nel  1865  nell'Isole  Britanniche,  ma  il  Saunders  non  l'ammette  nel  suo 
recente   lavoro  sugli  Uccelli  Inglesi. 

414.  Porzana  intermediai1    (Hermann),  Schvr&tilla  grigiata. 

[Porzana  Bailloni  i  Vieii.loii,  Ortygometra  Bailloni  (Vieiixot)  ]. 
[Tav.  XXX,  tig.  9  e  10]. 

Becco  verde-scuro,  nerastro  all'apice;  cervice  nera  nel  centro,  con  largo  margine 
castagno-olivastro;  nuca  e  parte  posteriore  del  collo  di  un  castagno  (piasi  unicolore; 
dorso,  scapolari  e  sopracoda  neri  nel  centro  con  orlo  di  un  castagno-olivastro  e 
numerose  macchie  irregolari  bianco-lucide  estese  anche  sul  groppone:  cuopritrici 
delle  ali  castagno-olivastre,  nerastre  verso  la  base  delle  penne,  alcune  dell'esterne 
e  le  grandi  con  macchie  allungate  bianche,  limitate  di  nero  ;  angolo  dell'ala  e  mar- 
gine isterilì)  della  1"  remigante  primaria  bianchi;  sopracciglio  e  gastreo  cenerino-ce- 
lestognoli;  basso  addome,  fianchi,  scapolari  e  sottocoda  nerastri,  con  fascie  tra- 
sversali bianche:  cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed  ascellari  bruno-cupe,  con  poche 
macchie  o  fascie  bianchiccie  [ad.).  Tinte  delle  parti  superiori  lavate  di  rossiccio; 
testa  come  il  dorso;  sopracciglio  e  gastreo  lavali  di  rossiccio,  con  fascie  trasver- 
sali scure  sid  davanti  del  collo  e  sull'alto  petto;  mento  biancastro  (giov.). 

Lunghezza  totale  (Viso;  becco  0,m017;  ala  0,u,090;  coda  0,"'04  7  ;  tarso  0,,n028. 


(')  11  Ballus  llusilhis.  Palina  ÌTTH  e,  secondo  loSharpe  (Co*.  />'.  Brit.  Mue.  XXIII,  i>ag.  106),  la  forimi 
orientale  della   /'.  intermedia  il  lenii,  i. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  423 


Abita  l'Europa  meridionale  e  la  centrale  verso  est  sino  al  Lago  Baikal;  sverna 
nella  Spagna,  nell'Africa  e  nel  Madagascar.  È  specie  di  doppio  passo  in  Italia, 
ma  generalmente  poco  abbondante.  In  Toscana  e  nel  Veneto  è  frequente,  non  è 
citata  pella  Puglia  (De  Romita)  e  sembra  rara  in  Sardegna.  Nidifica  certamente 
nel  Veneto  e  forse  in  Sicilia. 


415.  Porzana  parva  (Scopoli),  Schiribilla. 

I  Ortygometra  parva  (Scop.  ),  0.  minuta  (  Movi .  j. 
[Tav.   XXX,  flg.   7  e  8]. 

Il  maschio  è  distinto  dalla  P.  interinali/)  pei  seguenti  caratteri: 

Grandi  cuopritrici  alari  senza  macchie  bianche,  o  se  talora  esistono  non  più 
di  una  o  due;  le  macchie  sulle  parti  superiori  sono  poco  numerose  e  ristrette 
alle  scapolari  ed  al  centro  del  dorso;  angolo  dell'ala  e  margine  esterno  della  la 
remigante  bruno-olivastri;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  ed  ascellari  uniformi,  senza 
macchie  o  fascie  bianche;  fianchi  bruno- ocracei  quasi  uniformi:  statura  maggiore 
(mas.  ad.).  Simile  nelle  parti  superiori,  solo  di  tinta  più  olivastra  e  più  chiara;  redini 
e  sopracciglio  di  un  cenerino-azzurrognolo-chiaro;  guancie  e  gola  biancastri;  resto 
delle  parti  inferiori  lionato-chiaro;  calzoni  e  parte  bassa  dei  fianchi  cenerognoli,  con 
fascie  nerastre  e  biancastre  trasversali;  dello  stesso  colore  il  basso  addome  ed  il 
sottocoda,  che  sono  tinti  di  castagno  (frinii/,  ad.).  Come  la  femmina;  scapolari  ester- 
namente con  fascie  bianche;  lati  della  faccia,  sopracciglio  e  gastreo  bianchi,  con 
deboli  margini  scuri  sul  petto;  poche  macchie  apicali  e  scarsamente  decise  sulle 
grandi  cuopritrici,  sulle  cuopritrici  l6  e  sulle  remiganti  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m190:  becco  0,m018;  ala  0,ra105;  coda  0,'"050;  tarso  0,'"030. 

Abita  l'Europa  centrale,  la  meridionale  e  il  centro  dell'Asia;  sverna  nel  Nord 
Africa.  In  Italia  è  specie  di  passo,  più  frequente  di  primavera  e  meno  d'autunno, 
è  anche  estiva  e  nidificante  nelle  parti  settentrionali  ed  in  Toscana;  è  abbondante. 
Lo  Sharpe  ed  altri  Autori  hanno  collocato  questa  specie  nel  gen.  Zapornia,  Leach 
pel  fatto  che  i  sessi  diversificano  distintamente,  mentre  ciò  non  accade  nella 
P.  porzana  e  nella  P.  intermedia  nelle  quali  sono,  si  può  dire,  eguali. 


Genere  GALLINULA,  Brisson. 

Becco  subeguale  alla  testa,  grosso  alla  base,  poco  rigonfio  all'apice,  molto 
compresso;  mandibola  superiore  convessa,  che  forma  sulla  fronte  uno  scudo  fron- 
tale, largo,  nudo,  oblungo,  tumido,  rotondo  posteriormente,  mandibola  inferiore 
ascendente;  narici  lineari-oblunghe,  mediane;  solchi  nasali  larghi,  estesi  sui  due 
terzi  basilari  del  becco;  ali  abbastanza  lunghe,  concave,  la  remigante  primaria 
eguale  alla  5a,  2a  e  3a  eguali  e  le  più  lunghe,  le  2"  più  corte  delle  le;  angolo  del- 
l'ala fornito  di  un  piccolo  sprone  acuto;  coda  molle,  corta,  di  12  penne,  rotonda 
e  che  sorpassa  le  ali;  gambe  lunghe,  nude,  se  adettate  all'indietro,  reticolate  davanti 
su  di  uno  spazio  abbastanza  esteso  al  di  sopra  dell'articolazione  del  tarso,  che  è 
fornito  di  un  anello  di  tinte  brillanti  ;  tarsi  più  corti  del  dito  mediano  con  unghia, 
reticolati  all'indietro  sui  2/3  inferiori,  scudettati  sul  davanti;  diti  quattro,  tre  an- 


X2i  \  11.  kNTE    ORNITOLOGI)  0 


teriori  ed  uno  all'indietro,  Lunghi,  divisi  dalla  base  ed  ovunque  strettamente  mar- 
ginati: unghie  sottili,  mediocri  e  molto  acute. 

Piumaggio  impermeabile  sinché  l'animale  è  vivo:  statura  abbastanza  elevata. 
.Mutano  una  volta  all'anno  come  i   Ralli. 

Vivono  in  riva  ai  laghi,  nei  t'ossati  delle  paludi  e  sugli  stagni  ove  la  vegeta- 
zione di  canne  è  più  densa,  nuotano  e  si  tuffano  benissimo  e  se  perseguitati  si  sal- 
vano il  più  delle  volte  immergendosi  sott'acqua.  Quando  camminano  tengono  la  coda 
volta  all'in  su:  si  posano  anche  sugli  alberi,  ove  talora  nidificano.  Fabbricano  un 
nido  voluminoso  e  rozzo,  deponendo  molte  uova  t'ulvieeie,  marchiate  e  picchiettate 
di  bruno  e  di  grigio.  Otto  speeie  compongono  questo  genere  quasi  cosmopolita, 
una  sola  delle  quali  si  trova  in  Europa. 

416.  Gallinula  chloropus  fLiNNAEUS),  Gallinella  d'acqua. 

j  Sciabica  J. 

lu.  W.V  Hg.  1.  -'  e  T.w.  !..  Bg.  L4  !. 

l'Iacea  frontale  e  becco-rosso  arancione,  quoto  sino  a  metà  lunghezza,  verdas 
misto  a  giallo  nel  resto:  testa,  collo  e  gola  di  un  nero  lavagna:  parti  superiori  bruno- 
oliva  scure,  lavate  di  verde  sull'alto  dorso  e  sulle  scapolari:  parti  inferiori  grigio-la- 
vagna, tinte  di  bruno  sui  fianchi,  che  hanno  larghe  strie  centrali  bianche,  alcune 
penne  dell'addome  hanno  apici  biancastri,  più  accentuati  sul  basso  addome:  cuo- 
pritrici  inferiori  della  coda:  le  più  corte  nerastre,  le  più  lunghe  bianche;  parte  nuda 
della  tibia  rossa  ad.  in  prim.).  Lamina  frontale,  base  del  becco,  parte  nuda  della 
tibia  verdastri:  margini  bianchì  più  accentuati  sulle  penne  dell'addome  e  del  bass 
ventre:  tinte  generali  più  bruì'    3  ,d.  in  atit.).  Scudo  frontale  molto   piccolo  e 

verdastro  come  il  becco:  parti  superiori  bruno-olivastre:  mantello  e  remiganti 
i"'  interne  rossiccie:  mento,  gola  ed  addome  bianchi:  gozzo,  petto  e  fianchi  di 
uu  bianco-gialliccio  {gio 

Lunghezza  totale  0,  350;  becco,  dal  margine  posteriore  dello  scudo  frontale 
all'apice,  0,m035;  ala  0,m175;  coda  0,ra08O;  tarso  0.:;iv<>. 

Abita  l'Europa,  l'Asia.  l'Africa,  il  Madagascar  e  l'Isola  Maurizio,  in  Italia  è 
specie  sedentaria  e  comune:  nelle  provinole  settentrionali  è  anche  migrante,  giun- 
gendo in  marzo  e  partendo  in  settembre.  Nidifica  due  volte  all'anno,  in  aprile  o 
nel  maggio  ed  in  gingilo  o  luglio;  è  sempre  più  abbondante  all'epoche  dei  pa  — 


Genere  PORPHYRIOLA.  Livni      . 

Ha  i  caratteri  del  genere  Porphyrio,  ma  le  narici  sono  ovali-allungate  e  aperte 
in  un  solco  nasale  distinto:  piumaggio  verde  e  blu:  statura  piccola. 

Le  Porphyrìolae  hanno  in  tutto  le  abitudini  delle  GalUrmlae  e  formano  l'anello 
di  transazione  col  gen.  Porphyrio.  Questo  genere  consta  di  tre  specie,  due  Ameri- 
cane, la  terza  Africana  e  che  arriva  accidentalmente  nell'Europa  meridionale. 


Sua. levali.     Ir.  .1/,/.   Tmt.  p.  131  (1872  .   nome  corretto,  invece  di  l'urykijnda,  Lìlvth.  Co*.  &.  Min. 
Js.  Soc.  </    38        UH). 


ATLANTE    OKNITOL0G1CO  425 


Ho  chiamato  Porphyriola  questa  specie  e  non  Jonoeicca,  Salvadori,  come  di 
consueto,  per  legge  di  priorità.  Secondo  lo  Sharpe,  Blyth  fece  tipo  del  genere 
Porphyriola  l'Alleni  fino  dal  1849,  mentre  il  genere  Jonoeicca  fu  creato  dal  Sal- 
vadori nel  1887. 

417.  Porphyriola  Alleni  (Thompson),  Pollo  sultano  dell'Alien, 

[  Hydrornia  Alleni  (Thompson),  Jonoeicca  Alleni  (Thompson)]. 

Scudo  frontale  verde;  becco  e  piedi  cremisini;  testa  tutt'attorno  nerastro- 
porporina,  bluastra  sul  collo;  resto  delle  parti  superiori,  cuopritrici  alari  e  remi- 
ganti 2e  interne  verde-olivastre,  nerastre  sul  basso  dorso,  sul  groppone  e  sul  sopra- 
coda; cuopritrici  marginali  dell'ali  di  un  blu  di  cobalto  tinto  di  verde;  gastreo 
blu-profondo,  tinto  di  nerastro  siili'  addome  ;  sottocoda  bianco;  remiganti  e  coda 
nero-blu;  ascellari  nere  (ad.).  Becco  e  scudo  frontale  di  un  rossiccio-pallido;  cervice 
bruno-rossiccia;  parti  superiori  nerastre  nel  centro  delle  penne,  con  largo  margine 
ocraceo-vivace  ;  basso  dorso,  groppone  e  sopracoda  nerastri,  con  strettissimi 
margini  ocraceo-scuri;  cuopritrici  delle  ali  come  il  dorso  e  leggermente  lavate  di 
verde-oliva;  lati  della  faccia  e  parti  inferiori  di  un  ocraceo-vivace,  più  accentuato 
sul  sottocoda,  biancastro  sul  centro  della  gola  e  del  petto;  remiganti  scure,  ester- 
namente verde-oliva;  ascellari  nerastre,  terminate  strettamente  di  fulviccio-pallido ; 
piedi  bruno-rossigni  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m250;  becco,  dal  margine  posteriore  dello  scudo  frontale 
all'apice,  0,m038;  ala  0,,n150;  coda  0,n,070;  tarso  0,'"053. 

Abita  l'Africa  tropicale,  Madagascar  e  Rodriguez,  arrivando  accidentalmente 
nell'Europa  meridionale  e  nelle  Canarie:  venne  colta  una  volta  nella  Spagna  nel 
1854  e  tre  volte  in  Italia,  due  presso  Lucca  nell'autunno  1857  e  nel  dicembre 
1874,  il  terzo  in  Sicilia  nel  dicembre  1881,  i  due  ultimi  sono  conservati  nel 
R.  Museo  di  Firenze  il  primo  in  quello  di  Pisa. 


Genere  PORPHYRIO,  Brisson. 

Becco  subeguale  alla  testa,  molto  forte,  cuneato  in  senso  verticale,  molto  più 
alto  che  largo  alla  base  ed  appuntito  all'apice,  mandibola  inferiore  quasi  diritta, 
la  superiore  più  lunga  di  quella,  molto  arcuata  e  continuata  sulla  fronte  e  sul 
vertice  da  un  ampio  scudo  rotondo  all'indietro  ed  esteso  oltre  il  bordo  posteriore 
dell'occhio;  solchi  e  fosse  nasali  mancanti;  narici  piccole,  rotonde,  laterali,  aperte 
nella  base  cornea  del  becco;  ali  subrotonde,  la  remigante  primaria  eguale  alla  7% 
2a,  3a  e  4a  subeguali  e  le  più  lunghe,  remiganti  26  più  corte  delle  le;  coda  cuneato- 
rotonda,  molle,  che  oltrepassa  le  ali;  gambe  lunghe,  nude  su  di  un  considerevole 
spazio  della  tibia,  a  largo  reticolato  sul  davanti  e  sui  lati,  scudettate  all'indietro, 
scudettate  parzialmente  presso  il  calcagno  e  con  una  stretta  linea  centrale  poste- 
riore di  piccole  placche,  tarso  circa  un  terzo  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia; 
diti  quattro,  assai  larghi  e  sottili,  liberi  dalla  base  e  ovunque  senza  membrana, 
il  posteriore  tocca  terra  su  di  una  larga  estensione;  unghie  assai  larghe,  poco 
arcuate,  acute,  con  quella  del  posteriore  la  più  robusta,  essa  e  quella  del  me- 
diano le  maggiori. 

Atlante  ornitologico.  54 


426  MIAMI:    ORNITOLOGICO 


Piumaggio  molle;  tinte  metalliche  sulle  parti  superiori,  colorito  generale  degli 
adulti  di  un  blu-profondo;  statura  abbastanza  elevata. 

Hanno  le  abitudini  delle  Gallinulae;  sono  eminentemente  paludicoli,  vivendo 
isolati  nel  più  folto  dei  canneti,  depongono  parecchie  uova  ocracee,  macelliate  e 
picchiettate  di  grigio-violetto  e  di  bruno-rossiccio-cupo.  Volano  raramente,  sono 
solitari  e  timidi,  ma  si  addomesticano  e  vivono  in  ischiavitù  assai  facilmente, 
ove  pure  si  riproducono  (Whitaker).  Perla  lunghezza  dei  diti  quando  camminano 
alzano  molto  le  gambe;  la  muta  è  semplice.  Si  conoscono  sedici  specie  di  l'olii 
sultani;  tre  delle  quali  fanno  parte  della  fauna  Europea. 

418.  Porphyrio  caeruleus  (Vandelli),  Pollo  sultano  Q). 

[  Porphyrio  antiquorum,  Bp.  ]. 

[Tav.  XLVII,  fig.  7]. 

Placca  frontale,  becco,  piedi  e  iride  di  un  rosso  di  lacca;  tinta  generale  di 
un  azzurro  di  lapislazzoli-scuro,  chiaro  e  molto  brillante  sui  lati  della  testa, 
sul  davanti  del  collo  e  sull'alto  petto  ;  redini  e  regione  oftalmica  nerastre,  resto 
del  gastreo  blu-nerastro;  sottocoda  bianco  (ad.).  Placca  frontale  e  gambe  oliva- 
stro-rossiccie; parti  superiori  di  un  bluastro-cenerognolo,  più  scuro  sulla  cervice; 
groppone  nerastro;  mento  e  gola  bianco-cenerognoli;  centro  dell'addome  bianca- 
stro; sottocoda  bianco;  resto  del  gastreo  bluastro-lavagna  cupo,  con  le  penne  gri- 
gio-cenerognole all'apice  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"450;  becco,  dal  margine  posteriore  della  placca  frontale 
all'apice,  0,m072;  ala  0,'"270;  coda  0,'"105;  tarso  0,m098;  dito  mediano  con  unghia 
0,m135. 

Abita  le  contrade  circummediterranee,  sul  lato  Europeo  la  Spagna  ed  il  Porto- 
gallo; è  accidentale  in  Francia,  in  Germania  e  forse  nelle  Isole  Britanniche.  In  Italia 
è  stazionario  e  comune  in  Sicilia,  in  Sardegna  e  nelle  paludi  attorno  al  lago  di 
Lesina  (Puglie)  da  dove  l'ebbi  anche  d'inverno;  sembra  però  esser  sempre  più 
abbondante  all'  epoca  del  passo  e  nell'  estate,  nidifica.  È  accidentale  nella  Cam- 
pania, nel  Romano,  in  Toscana,  in  Liguria,  nel  Nizzardo  e  nelle  Marche;  non 
sembra  sinora  comparso  nella  Valle  Padana. 

419.  Porphyrio  porphyrio  (Latham),  Pollo  sultano  dalla  schiena  verde. 
[Porphyrio  smaragnotus,  Temm.,  P.  smaragdonotus,  (Jukn.  ]. 

Differisce  dal  precedente  pel  colore  verde-oliva  delle  parti  superiori,  più  chiaro 
sul  margine  del  dorso,  sulle  scapolari,  sulle  remiganti  2e  interne,  sul  groppone 
e  sul  sopracoda;  colorito  generale  nel  rimanente  azzurro  di  lapislazzoli,  più  chiaro 
e  quasi  celeste  sui  lati  della  testa,  sulle  parti  anteriori  del  collo  e  dell'alto  petto  (ad.). 
Colorito  più  cupo;  testa  e  collo  di  un  cenerino-rossiccio;  dorso  ed  ali  verde-oliva  : 
petto  e  fianchi  di  un  cenerino-olivastro  (giov.). 


(')  L'uccello  descritto  (la  Linneo  col  uomo  di  ludica  pin-p/o/Wo  (1758)  sembra  essere  riferibile  in 
parte  :il  Pollo  sultano,  in  parte  al  l'olio  sultano  dalla  schiena  verde  e  quiudi  ommisi  tale  nome  per  chia- 
rezza, Queste  sono  le  suo  parole:  Fulica  porphyrio.  /■'.  fronte  calva,  oorpoi'e  violaceo,  digitia  simplicibus, 
Habitat  in  Asia,  America  (Syst.  Nat.  1,  pag.  152,  1758). 


ATLANTE   0KN1T0L0GIC0.  427 


Lunghezza  totale  0,'"440;  becco,  dal  margine  posteriore  della  placca  frontale 
all'apice, 0,ffi060;  ala0,m250;  coda  0,m100;  tarso  0,l"090;  dito  mediano  e.  u.  0,'"133. 

Abita  l'Egitto  e  l'Africa  tropicale  fino  al  Capo  di  Buona  Speranza  ed  il  Ma- 
dagascar; in  Europa  è  accidentale  in  Francia  (una  volta)  ed  in  Italia,  dove  venne 
catturato  due  volte  in  Sardegna,  almeno  cinque  volte  in  Sicilia,  forse  una  volta  in 
Toscana  e  finalmente  un  individuo  venne  preso  in  Dalmazia  (Museo  di  Vienna). 

420.  Porphyrio  poliocephalus  (Latham),  Pollo  sultano  indiano. 

Placca  frontale,  becco  e  piedi  di  un  rosso-profondo;  colorito  generale  blu-vivace, 
più  brillante  sul  basso  gastreo,  nel  tutto  lavato  di  blu-verdastro  che  è  più  vivo  sulle 
ali;  coda  ed  alto  petto  del  colore  del  dorso;  regione  oftalmica  cenerina;  sottocoda 
bianco  (ad.).  Faccia,  gola  e  collo  tinti  di  verdastro,  col  dorso  e  le  ali  blu- verdastre; 
groppone  e  sopracoda  biancastri,  queste  parti  con  marginature  più  pallide;  blu  del 
gastreo  molto  meno  accentuato  e  con  margini  cenerino-grigiastri  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"445;  becco,  dal  margine  posteriore  della  placca  frontale 
all'apice,  0,'"066;  ala  0,'"280;  coda  0,m090;  tarso  0,'"086;  dito  medio  e.  u.  0,'"118. 

Questa  specie  abita  il  Caucaso,  l' Afghanistan,  l'India,  Ceylan  ed  il  Burina.  In 
Europa  si  trova  nel  Basso  Volga  e  sul  versante  europeo  del  Caucaso,  ed  è  per 
questo  che  lo  citai  nella  presente  lista. 

L'esemplare  di  1'.  smaragdìnus,  Temm.  preso  in  Liguria  e  quelli  di  P.  caeru- 
leus,  di  P.  porphyriO)  di  P.  melanotus,  Newt.  e  di  P.  poliocephalus  colti  nelle  Isole 
Britanniche  devono  certo  riferirsi  ad  individui  fuggiti  di  schiavitù,  anche  secondo 
l'opinione  dei  migliori  Autori. 


Genere  FULICA,  Linnaeus. 

Becco  e  placca  frontale  come  nelle  Gallinulae;  ali  mediocri,  la  remigante  pri- 
maria subeguale  alla  6a,  2a  e  3a  le  più  lunghe,  le  remiganti  2B  subeguali  alle  l6; 
coda  corta,  rotonda  composta  di  12  penne;  gambe  alquanto  lunghe,  nude  su  di 
un  piccolo  spazio  della  tibia;  diti  quattro  tutti  lunghi,  tre  in  avanti  ed  uno  po- 
steriore, uniti  alla  base  e  lobati,  cioè  forniti  sui  lati  di  una  membrana  lobata;  tarso 
scudettato,  assai  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia  ;  unghie  lunghe,  molto 
acute  e  poco  curvate. 

Mutano,  come  le  Gallinulae,  una  volta  all'anno;  corpo  depresso;  piumaggio  im- 
permeabile e  di  tinte  opache,  talora  la  placca  frontale,  il  becco  ed  un  anello  sulla 
parte  nuda  della  tibia  sono  di  colori  brillanti. 

Quantunque  abbiano  le  abitudini  delle  Gallinulae,  le  Folaghe,  oltre  che  essere 
Paludicolae,  amano  starsene  riunite  durante  l'inverno  in  enormi  branchi  nelle  larghe 
estensioni  d'acqua,  tanto  nelle  acque  dolci  che  nelle  salate,  sì  al  piano  che  sulle  al- 
ture, nelle  lagune  o  sui  laghi,  ritirandosi  nei  folti  canneti  all'epoca  della  riproduzione; 
nuotano  e  si  tuffano  con  grande  facilità  per  la  struttura  del  loro  piede  analogo  a 
quello  degli  Svassi  e  dei  Phalaropi,  come  camminano  con  pari  facilità  sul  terreno. 
Il  loro  nido  è  molto  voluminoso  e  talora  fabbricato  sulle  acque,  le  uova  sono  nu- 
merose di  un  bianco-fulviccio,  macchiate  e  picchiettate  di  bruno-chiaro  e  scuro. 


128  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


421.  Fulica  atra.  I.iwui  s,  Folaga. 

[Tav.  XXIX,   flg.   9,    LO  e    l'.v\  .   I..  Bg.   13]. 

Becco  e  lamina  frontale  di  un  bianco-avorio;  parti  superiori  nero-lavagna, 
tinte  di  olivastro  sul  dorso:  parti  intcriori  di  un  cenerino-lavagna-chiaro;  tosta. 
rollo,  roda  e  sottocoda  nere:  margine  dell'ala  e  apice  delle  remiganti  2*  più  pic- 
cole bianchi:  parte  mula  della  tibia  aranciata  i  -curo,  lamina  frontale 
meno  sviluppata;  sopracciglio  e  lati  della  testa  biancastri;  superiormente  più  bru- 
oastro  dell'adulto:  parti  interiori  cenerino-biancastre  o  cenerino-lavagna-chiare, 
terminate  di  biancastro  \giov.). 

Lunghezza  totale  0,  400;  becco,  dal  margine  posteriore  della  placca  frontale 
all'apice,  e.  050;  ala  0,  210;  coda0,",058;  tarso  0,  055;  dito  mediano  e.  u.  0,'"090. 

La  Folaga  va  soggetta  a  considerevoli  varietà  di  dimensioni  e  di  colorito,  se 
ne  trovano  di  quelle  del  tutto  bianche  o  scolorite,  variamente  pezzate  di  bianco 
e  di  quelle  isabelline. 

Abita  l'Europa  e  l'Asia,  estendendosi  verso  est  sino  al  Giappone  ed  alle  Isole 
della  Sonda  e  l'Africa  settentrionale-centrale.  In  Italia  è  specie  comune,  sedentaria 
e  nidificante;  però  è  molto  più  abbondante  nell'inverno  ed  all'epoche  del  passo. 
Nidifica  in  maggio. 

422.  Fulica  cristata.  Gmelin,  Folaga  crestata. 

[Folona  africana']. 

Distinta  dalla  F.  atra  per  la  mancanza  degli  apici  bianchi  sulle  remiganti  se- 
COndarie;  becco  e  lamina  frontale  bianchi,  questa  munita  nella  sua  parte  poste- 
riore di  due  caruncole  carnose  rosso-scure  [ad.).  I  giovani  talora  non  hanno  le  due 
caruncole  o  esse  sono  poco  sviluppate,  ma  mancano  sempre  degli  apici  bianchì 
sulle  remiganti  secondarie. 

Lunghezza  totale  0.  440:  becco,  dal  margine  posteriore  dello  scudo  frontale 
all'apice.  0.  °035;  ala  0,m215;  coda  0,  068;  tarso  0, ""062;  dito  mediano  e,  u.  0,ml00. 

Abita  tutta  l'Africa  ed  il  Madagascar,  estendendosi  nelle  parti  sud-occidentali 
di  Europa,  è  rara  nel  Portogallo,  nidifica  nella  Spagna  e  nelle  Isole  Baleari.  In 
Italia  è  specie  accidentale  e  molto  rara:  comparve  in  Liguria,  in  Toscana,  a  Malta, 
in  Sicilia  e  finalmente  in  Sardegna,  ove  st  dice  abbia  anche  nidificato. 


Sottordine  ALECTORIDES  -  Alettoridi. 


Questo  sottordine  riposa  su  famiglie  come  quella  delle  Mesitidae,  delle  Eunj- 
pygidae  ed  altre  che  mancano  in  Europa:  sicché  ho  creduto  più  conveniente,  trat- 
tandosi di  uccelli  molto  disparati  tra  essi  e  distinti  specialmente  per  tratti  ana- 
tomici ed  osteologici,  di  offrire  i  caratteri  delle  Crru,  l'unica  famiglia  rappresentata 
in  Europa. 


atlante  oKfnroioGico  429 


Famiglia  GRUIDAE,  Gruidi. 

Becco  piuttosto  corto  e  sottile,  eguale  o  poco  più  lungo  della  testa,  diritto, 
forte  e  compresso,  colla  punta  ottusa  ed  un  leggero  solco  nella  mandibola  infe- 
riore; fosse  nasali  corte,  larghe,  profonde,  estese  sui  lati  del  becco;  narici  poste 
verso  la  metà  del  becco  con  larghe  aperture,  del  tutto  pervie,  aperte  nella  mem- 
brana nuda  che  copre  le  fosse  nasali;  ali  ampie,  colle  remiganti  2e  interne  talora 
più  lunghe  delle  primarie,  allargate,  molli,  cadenti  ed  ornamentali;  coda  corta, 
quadrata,  di  12 grandi  penne;  tibie  nudo  su  di  una  grande  estensione;  tarso  scu- 
dettato  sul  davanti;  diti  quattro,  corti,  palmati  alla  base,  il  posteriore  elevato 
e  molto  corto. 

Sono  uccelli  di  grande  statura,  talora  eccezionale,  colle  gambe  ed  il  collo  assai 
lunghi,  la  testa  è  di  solito  in  parte  nuda  e  papillosa  o  con  tubercoli  negli  adulti 
o  con  penne  setolose  o  con  ciuffi  di  penne  particolari  a  spazzola;  il  piumaggio  è 
compatto;  mutano  le  penne  due  volte  all'anno;  i  giovani  nascono  coperti  di  piu- 
mino ed  atti  a  camminare  in  poche  ore;  fabbricano  il  nido  sulla  terra  o  sui  rialzi 
di  terreno  emergente  da  acque  poco  profonde;  le  uova  sono  di  un  bel  oliva  o  bruno- 
oliva,  macchiate  e  picchiettate  di  bruno  di  vario  tono.  Frequentano  le  località  palu- 
dose molto  estese  e  prive  di  alberi  e  le  steppe,  sono  astutissime  e  non  si  lasciano 
avvicinare  che  molto  difficilmente;  corrono  velocemente  ed  hanno  volo  sostenuto  ed 
abbastanza  celere;  di  solito  nidificano  al  Nord,  portandosi  a  svernare  al  Sud  in 
regioni  molto  calde,  compiendo  grandi  viaggi  ad  immense  altezze,  i  branchi  di- 
sponendosi a  Y  e  concentrandosi  a  semicerchio  se  il  vento  è  troppo  forte  o  se  è 
in  vista  qualche  grosso  rapace.  Si  nutrono  di  sostanze  vegetali  di  vario  genere 
e  d'insetti;  la  loro  voce  è  forte  e  simile  al  suono  di  una  trombetta.  Si  conoscono 
19  specie  di  Gru  ripartite  in  nove  generi  con  habitat  cosmopolita,  eccettuate  le 
regioni  Artiche. 


Genere  6RUS,  Palmas. 

Ha  i  caratteri  della  famiglia. 

Becco  più  lungo  della  testa;  narici  lineari,  allungate;  la  remigante  primaria 
più  corta  della  2%  la  3a  la  massima,  le  le  ristrette  nel  vessillo  interno,  le  2e  in- 
terne più  lunghe  delle  1°,  falcate  e  rivolte  all'infuori,  appuntite  e  colle  barbe  de- 
composte all'apice;  dito  mediano  unito  coll'esterno  aUa  base  sino  all'articolazione 
della  2a  falange,  l'interno  quasi  libero;  gambe  nude,  reticolate  nella  metà  infe- 
riore; tarso  molto  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia,  reticolato  posteriormente 
e  presso  le  articolazioni  e  con  scudetti  cornei  quadrilateri  nel  rimanente;  unghie 
corte,  curvate  ed  alquanto  ottuse. 

Cervice  nuda,  con  papille  più  o  meno  sviluppate  nella  parte  posteriore  e  par- 
zialmente coperta  di  penne  setolose;  regione  auricolare,  parte  posteriore  delle 
guancie  e  lati  del  collo  coperti  di  penne  ordinarie. 

Il  genere  Grus  comprende  sette  specie,  delle  quali  una  sola  Europea. 


4.'J.0  ATLANTE    ORNMTOT.OGICO 


423.  Grus  grus  (Linnaeus),  Gru. 

[Grus  communis,  Bensì..  G.  cinerea,  M.  W. ;  Grue~\. 

[Tav.  XXXV,  flg.  IO]. 

Colorito  generale  grigio-cenerino:  il  pileo  coperto  di  corti  peli;  il  vertice  e 
l'occipite  di  papille  rosse;  una  larga  fascia  bianca  parte  di  dietro  all'occhio  e  copre 
la  parte  posteriore  ed  i  lati  del  collo;  nuca,  gola,  gozzo  di  un  nero-lavagna;  remiganti 
2e  molto  allungate,  lanceolate  ed  in  parte  curvate  grigio-lavagna,  nerastre  all'a- 
pice; piedi  neri  {ad.).  Grigio-brunastro;  penne  marginate  di  fulviccio,  cervice  e 
nuca  rugginose;  ciuffo  posteriore  delle  remiganti  secondarie   meno  lungo  {giov.). 

Lunghezza  totale  l,m250;  becco  0,'"110;  ala  0,'"G20;  coda  0,"22();  tarso  0,'"250; 
dito  medio  e.  u.  0,'"099. 

Abita  l'Europa  e  sverna  nell'Africa  settentrionale;  in  Asia  è  rimpiazzata  da 
una  forma  molto  affine,  detta  dallo  Sharpe  G.  Li I furili.  In  Italia  è  uccello  sopratutto 
di  passo,  anzi  si  può  dire  di  semplice  transito,  perché  i  branchi  sorvolano  a  grandi 
altezze,  abbassandosi  raramente;  qualcuna  sverna  specialmente  nella  Maremma 
Toscana,  nelle  provincie  meridionali  ed  in  Sardegna  e  nidifica  ancora  nel  Veneto 
nelle  grandi  paludi  di  Caorle;  quindi  è  specie  stazionaria,  come  dice  anche  il  Giglioli, 
ma  generalmente  rara. 


Genere  SARCOGERANUS,  Shajkpe  (l). 

Parte  anteriore  delle  guancie  nuda  e  cosi  la  parte  anteriore  della  cervice; 
le  penne  del  collo  ascendono  fino  alla  parte  posteriore  della  cervice;  redini  e  re- 
gione oftalmica  nude;  parte  posteriore  delle  guancie  piumata  (Sharpe).  Statura 
molto  elevata. 

Una  sola  specie. 

424.  Sarcogeranus  leucogeranus  (Pallasi.  Gru  Manca  di  Siluriti. 

Becco  bruno  di  terra  d'ombra,  colla  base  e  la  membrana  del  solco  nasale 
rosse;  parte  nuda  della  testa  rosso-cupa;  piumaggio  generale  bianco-puro,  com- 
prese le  ali  e  la  coda;  le  remiganti  2"  interne  e  le  scapolari  allungate  e  sopra- 
vanzanti le  le  remiganti  di  circa  0,m070;  lati  della  faccia,  del  collo  e  gola  grigio- 
lavagna  (mas.  ad.).  Gran  parte  del  piumaggio  rossiccio,  tinto  di  fulvo  sulla  testa 
e  sul  collo  (giov.). 

Lunghezza  totale  l,m420;  becco  0,'"177;  ala  0,m7f>7;  coda  0,'"220;  tarso  0,'"300. 

Abita  l'Europa  sud-orientale  (Russia)  e  l'Asia  Minore,  giungendo  sino  alla  Siberia 
occidentale  ed  al  Giappone;  sverna  nell'India  nord-occidentale  e  nella  Cina.  Nella 
Russia  europea  fu  trovata  accidentalmente  presso  Pietroburgo  (Pallas)  ed  in  pri- 
mavera è  di  passo  regolare  nel  Governo  di  Jekaterinburgo  (Nórdmanrì). 


(')  Cfr.  Sharpe,  Bulk!,   lini.   uni.   Club,  u.   VII,  p.  XXXVII  (March  28,  1893J. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  431 


Genere  ANTIGONE,  Reichenbach. 

Testa  nuda,  così  il  collo  per  metà  della  sua  lunghezza;  regione  auricolare  co- 
perta da  un  ciuffo  di  penne;  remiganti  2e  interne  appuntite,  che  sopravanzano 
notevolmente  le  primarie  e  prolungate  al  di  là  della  coda. 

Tre  specie,  delle  quali  una  arriva  accidentalmente  nelle  regioni  orientali  di 
Europa. 

425.  Antigone  collaris  (Boddaert),  Gru  antifone. 

Testa  e  porzione  alta  del  collo  nude,  granulose  di  un  rosso-aranciato,  con  pochi 
peli  neri;  cervice  cenerino-verdastra;  un  ciuffo  di  penne  grigio-cenerine  sulla  regione 
auricolare;  un  largo  spazio  di  penne  bianche  divide  la  porzione  nuda  del  collo 
dalle  tinte  grigie  della  parte  bassa  del  collo  e  del  dorso;  nella  porzione  nuda  più 
bassa  del  collo  un  anello  nudo  aranciato;  piumaggio  generale  grigio-periato,  più 
pallido  sul  sottocoda;  remiganti  2e  interne  allungate,  lanceolate,  di  un  bianco-puro 
(ad.).  Testa  e  parti  alte  del  collo  coperte  di  penne  rugginose;  tinte  generali  grigio- 
cenerine,  lavate  di  rossiccio  (gioì-.). 

Lunghezza  totale  l,m105;  becco  0,m170;  ala  0,n,670;  coda  0,m240;  tarso  0,m280. 

Abita  Astracan  e  le  coste  del  Mar  Caspio,  però  come  specie  di  rara  com- 
parsa; è  propria  dell'India  centrale  e  settentrionale. 

Quantunque  il  nome  di  Ardea  anUgone,  Linnaeus  1758,  sia  anteriore  a  quello 
di  Grus  collaris,  Boddaert  1787,  ho  preferito  adottare  il  secondo,  perchè  ora  V Ardea 
antigone  (Antigone  antigone,  Bp.)  è  riferita  alla  forma  orientale  dell'Antigone  collaris. 


Genere  ANTHROPOIDES,  Vleillot. 

Testa  piumata  interamente  ;  regione  auricolare  piumata  ed  ornata  di  un  lungo 
ciuffo  di  penne  a  barbe  divise;  piume  della  base  del  collo  ristrette,  lanceolate, 
allungate  e  pendenti;  remiganti  2e  interne  mediocremente  allungate  e  lanceolate. 
Statura  mediocre. 

Una  sola  specie. 

426.  Anthropoides  virgo  (Linnaeus),  Damigella  di  Numidia. 

[Damigella]. 

Cervice,  nuca,  parte  posteriore  del  collo  e  colorito  generale  di  un  cenerino- 
celestognolo;  gola  e  collo,  comprese  le  lunghe  penne  appuntite  e  pendenti  sul  petto, 
nero-profonde;  dall'angolo  posteriore  dell'occhio  un  grosso  ciuffo  di  penne  bianche  a 
barbe  decomposte  lunghe  circa  0,™110,  che  si  prolungano  dietro  la  testa;  remiganti 
secondarie  interne  cenerine,  nerastre  all'apice,  molto  più  lunghe  delle  altre  e 
piegate  in  basso;  piedi  neri  (ad.).  Tinte  più  opache;  testa  e  collo  di  un  cenerino- 
piombato;  remiganti  secondarie  interne  e  penne  pendenti  sul  petto  più  corte; 
ciuffi  sulla  parte  laterale  della  testa  più  brevi  e  cenerognoli  (giov.). 


432  AII.Wl'K    DHNITOLOGICO 


Lunghezza  totale  0,m880;  becco  0,'"060;  ala  0,m430;  coda  0,m182;  tarso  0,' "175. 
Abita  l'Europa  meridionale,  la  Russia  e  la  Spagna;  comparve  accidentalmente 

in  Francia,  nel  Belgio,  in  Olanda,  nella  Germania,  nella  Svezia  ed  anche  in  In- 
ghilterra (?  aufuga).  Si  trova  inoltre  nell'Asia  centrale  sino  alla  Cina,  svernando 
nell'Africa  settentrionale  e  nell'India  nord-occidentale.  In  Italia  è  specie  molto 
rara  ed  accidentale;  venne  presa  dubbiosamente  nel  Veneto,  nel  Piemonte  ed  in  To- 
scana, e  positivamente  nel  Napoletano,  in  Sicilia,  a  Malta  ed  in  Dalmazia. 

La  Bàkarica  pavonina  (Linnaeus)  o  Gru  pavonina  comparve  più  volte  nei  Ca- 
taloghi Europei  come  presa  in  Inghilterra,  fide  R.  Gray  (?  aufuga),  poi  in  Sicilia 
(Malherbe),  a  Malta  e  Lampedusa  (Savi  e  Swainson,  noe  Wright),  ma  nessuna  cat- 
tura autentica  ha  avvalorato  tali  asserzioni.  È  specie  propria  dell'Africa  occiden- 
tale, orientale  ed  equatoriale,  che  si  tiene  in  domesticità  non  di  rado,  e  dove  vive 
benissimo.  È  tosto  distinta  per  un  grosso  ciuffo  sulla  nuca  di  penne  gialle  seto- 
lose, filiformi,  collo  stelo  volto  a  spira  e  per  le  caruncole  e  le  membrane  carnose, 
che  porta  sulle  gote  e  sulla  gela. 


Sottordine  HERODIONES  -  Aironi. 


Becco  allungato-cuneato,  duro  quasi  dappertutto,  coi  margini  taglienti,  ap- 
puntito all'apice,  talora  uncinato  o  molto  largo  all'apice,  largo  verso  la  fronte  {cui 
tirostre);  redini  nude  o  piumate;  palato  desmognato;  ossa  nasali  dormali,  schizo- 
rinali  nelle  Plataleae;  ali  ampie,  larghe,  lunghe,  di  10  remiganti  primarie;  coda 
corta  e  quadrata,  di  10  a  12  timoniere;  piede  insessore,  cioè  atto  a  posarsi  sui  rami 
degli  alberi;  diti  lunghi  e  sottili  in  numero  di  quattro,  i  tre  anteriori  con  mem- 
brane interdigitali  rudimentali,  il  quarto  libero,  decisamente  insistente  od  elevato. 

Sono  uccelli  di  grande  statura,  dal  corpo  compresso,  la  testa  è  piumata  per 
intero,  colla  parte  bassa  del  collo  nuda,  il  becco,  il  collo  e  le  gambe  lunghe;  la 
pterilosi  si  presenta  speciale,  perchè  alcune  famiglie  sono  fornite  di  spolverini;  mu- 
tano una  volta  all'anno,  però  parziali  cangiamenti  di  penne  piccole  ed  ornamentali 
hanno  luogo  di  primavera  e  le  remiganti,  quando  sono  fruste,  possono  essere  can- 
giate ad  ogni  singola  stagione  (eccetto  durante  l'epoca  delle  cove).  I  pulcini  na- 
scono inetti  e  nudi,  dimorano  lungo  tempo  nel  nido,  incapaci  di  reggersi  e  di  nu- 
trirsi da  sé,  cure  riservate  ai  genitori  per  un  tempo  considerevole. 

Sono  di  abitudini  semi-acquatiche  e  si  nutrono  di  rettili,  di  pesci,  d'anfibi,  di 
molluschi  e  d'altre  sostanze  animali,  che  accalappiano  camminando,  colpendole  col 
becco  robusto;  sono  spesso  gregarii, erratici  o  migranti. Nidificano  in  località  svariate. 

Questo  sottordine  cosmopolita  consta  di  circa  60  generi  con  160  specie,  esso 
non  è  rappresentato  nelle  estreme  regioni  Artiche. 

Famiglia  ARDEIDAE,  Ardeidi. 

Becco  più  lungo  della  testa,  diritto  o  quasi,  cultrato,  col  culmine  rialzato  o  ro- 
tondo, intaccato,  ma  non  uncinato  sulla  mandibola  superiore,  che  è  fornita  di  un  lungo 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  133 


solco;  narici  aperte  in  un  solco  abbastanza  distinto,  basilari,  lineari,  comunicanti, 
pervie;  remiganti  secondarie  interne  di  solito  lunghe  come  le  le  ad  ala  chiusa; 
coda  corta,  di  10  a  12  penne,  molli  e  larghe;  tibie  nude  per  un'estensione  più  o 
meno  grande;  tarsi  scudettati  sul  davanti  e  talora  all' indietro,  ma  più  spesso  re- 
ticolati all' indietro  e  sui  lati;  dito  posteriore  insistente  e  relativamente  molto  lungo, 
l'esterno  con  una  larga  membrana  basilare,  che  è  rudimentale  nell'interno;  un- 
ghia del  dito  mediano  pettinata  sul  lato  interno,  quella  del  posteriore  assai  grande 
e  curvata. 

Testa  stretta,  allungata,  piumata,  colle  redini  nude;  gli  spolverini  raggiungono 
in  questa  famiglia  il  massimo  sviluppo  in  modo  che  ne  sono  presenti  due  o  più 
paja  ;  i  tratti  sono  di  solito  molto  stretti  e  si  riscontrano  sul  collo,  la  regione 
posteriore  dello  stesso  è  nuda  in  basso,  ma  coperta  esternamente  dalle  penne 
circostanti  allungate. 

Questi  uccelli  hanno  abitudini  marine,  palustri,  lacustri  e  fluviali  e  sogliono 
starsene  lungamente  in  piedi  posati  su  di  una  sola  gamba,  sicché  i  loro  piedi  ed 
i  diti  talora  si  presentano  inter  se  rispettivamente  più  grandi;  alcune  specie  sono 
sedentarie,  ma  quelle  che  nidificano  in  regioni  nordiche  si  portano  d'inverno  in 
latitudini  meridionali;  camminano  con  grande  facilità  e  spesso  si  inoltrano  nel- 
l'acqua, ove  essa  non  è  più  alta  delle  loro  lunghe  gambe  in  cerca  di  cibo;  il  volo 
è  lento,  ma  sostenuto  e  durevole;  il  loro  grido  è  un  forte  gracidamento ;  nidificano 
in  colonie  sugli  alberi,  sui  cespugli,  sulle  roccie  o  sulle  canne,  costruendo  un  nido 
rozzo  e  piatto  formato  di  canne  e  di  stecchi;  le  uova  sono  grosse,  bluastre  o  ver- 
diccie immacolate,  di  vario  numero  a  seconda  della  grandezza  dell'animale,  da  due 
a  tre  nelle  specie  j)iù  grandi,  da  cinque  a  sei  nelle  più  piccole;  gli  adulti  sono 
eguali  nel  colorito  nel  più  dei  casi  e  differenti  dai  giovani,  tranne  in  alcuni  generi, 
come  il  Botaurus,  nei  quali  sono  simili;  il  colore  varia,  alcuni  sono  bianchi,  altri 
cenerini  e  scuri  e  portano  penne  ornamentali  sulla  testa,  sul  collo  e  sul  dorso 
note  sotto  il  nome  di  «  egrette  »,  che  in  alcune  specie  forniscono  un  ricercato 
oggetto  di  commercio,  ma  che  sono  presenti  solo  negli  adulti  in  abito  di  primavera, 
mancando  nelle  altre  epoche  dell'anno  e  nei  giovani. 


Genere  ARDEA.  Linnaeus 


Becco  lungo  più  del  doppio  della  testa,  forte,  diritto,  cultrato,  con  un  solco 
laterale  sul  culmine  e  con  un'intaccatura  subapicale  poco  accennata  sulla  man- 
dibola superiore  ed  i  margini  di  entrambe  seghettati  ;  redini  e  spazio  davanti  agli 
occhi  nudi;  ali  moderate,  che  arrivano  quasi  all'apice  della  coda,  le  prime  quattro 
remiganti  le  subeguali,  la  2:i  e  la  3a  le  più  lunghe,  le  tre  prime  intaccate  inter- 
namente; coda  di  12  penne,  corta  e  quasi  quadrata;  gambe  lunghe  e  sottili,  nude 
sul  terzo  inferiore  della  tibia;  tarsi  scudettati  sul  davanti,  reticolati  all'indietro 
e  sulle  articolazioni;  quattro  diti,  il  posteriore  insistente  e  diretto  all'indietro,  tre 
anteriori  coll'esterno  unito  al  mediano  da  una  membrana  distinta;  unghie  lunghe, 
curvate,  quella  del  mediano  pettinata  dal  lato  interno. 

Occipite  ornato  di  un  ciuffo  con  due  o  tre  penne  lunghe  e  strette,  alcune  penne 
allungate  e  filamentose  in  parte  sul  dorso,  ma  più  che  altro  sulle  parti  anteriori 

Aliante  ornitologico.  55 


l::(  ATI,  A  Mi     ORNITOLOGICO 


del  rullo,  mancanti  o  rudimentali  nei  giovani;  scapolari  strette  ed  allungate;  colorito 
generale  cenerino,  bianco,  castagno  e  nero  disposto  per  grandi  masse. 

Questo  genere  (piasi  cosmopolita,  coll'eccezione  delle  estreme  latitudini  Artiche, 
è  composto  di  12  specie,  delle  quali  tre  si  trovano  anche  in  Europa,  una  di  esse 
però  all'atto  accidentalmente. 

a)  Tarso  decisamente  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia;  unghia  del  dito 
posteriori  distintamente  curvata  e  meno  di  metà  del  dito  stesso  (gen.  Ardea,  L.,  secondo 
Skarpe).  Consta  dì    IO  specie  ed  è  quasi  cosmopolita. 

427.  Ardea  cinerea,  Linnaeus,  Airone  criteri  no. 

|  Airone  |. 

Colorito  generale  delle  parti  superiori  cenerino-chiaro  con  le  scapolari,  le 
remiganti  secondarie  e  le  penne  del  paraptero  molto  strette,  filiformi  bianco- 
cenerino-perlate;  fronte,  parte  centrale  del  pileo,  guancie,  gola  e  sottocoda  bianchi; 

lati  del  pileo  ed  occipite  neri, 
con  un  ciuffo  di  penne  lunghe 
e  pendenti,  due  delle  quali 
sono  inserite  sulla  nuca  e  sono 
più  allungate  delle  altre,  collo 
bianco  tinto  di  cenerino  e  con 
numerose  macchie  nere  sulla 
linea  centrale  anteriore;  sulle 
parti  inferiori  del  collo  vi  sono 
penne  strette,  lunghe,  penden- 
Testa  di  A.  cinerea,  '/,  gr.  nat.  ti  alcune  immacolate,  altre,  e 

sono  le  più  corte,  con  macchie 
nere;  gastreo  bianco,  tranne  i  lati  del  petto;  due  lunghi  spazi  sui  lati  dell'addome 
neri;  remiganti  le  nere;  margine  dell'ala  bianco;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  grìgio- 
cenerognole  (ad.).  Tinte  generali  cenerino-scure  ;  centro  del  pileo  bianco  e  cenerino; 
piume  occipitali  e  le  pendenti  sul  collo  meno  lunghe;  collo  e  lati  del  petto  cene- 
rini, quest'ultimi  con  strie  biancastre:  parte  bassa  della  gola  e  davanti  del  collo 
con  lunghe  e  larghe  strie  longitudinali  nere;  gola  ed  addome  biancastri  (giov.). 
Lunghezza  totale  l,ra000;  becco  0,m122;  ala  0,'"470;  coda  0,m180;  tarso  0,m150; 
dito  mediano  e.  u.  0,m103. 

Abita  l'Europa,  l'Asia,  l'Africa  e  l'Australia,  manca  in  America.  In  Italia  è 
specie  comune  e  stazionaria,  ma  più  abbondante  all'epoche  del  passo  e  durante 
l'inverno  nelle  provincie  centrali,  meridionali  e  nel  Veneto.  Nidifica  in  numerose 
colonie  nei  luoghi  paludosi  da  maggio  a  luglio,  al  complesso  dei  nidi  si  dà  il  nome 
di  garxaie. 

428.  Ardea  melanocephala,  Vigoks  <$  Childeen,  Airone  dal  collo  nero. 

Colorito  generale  delle  parti  superiori  nerastro,  tinto  di  cenerognolo  sul  man- 
tello e  sul  dorso,  colle  scapolari  allungate  cenerino-periato;  lati,  parte  posteriore 
del  collo  e  nuca  neri,  questa  con  due  lunghe  penne  liticali  grigio-lavagna;  guancie 


ATLANTI':    ORNITOLOGICO  435 


e  gola  bianche,  quest'ultima  in  parte  bianca  alla  base  delle  penne  con  strie  e 
macchie  nere  nel  resto;  Lunghe  penne  del  davanti  del  collo  grigio-periate,  alcune 
col  centro  nero;  lati  del  petto  e  resto  del  gastreo  di  un  grigio-cenerino  uniforme; 
cuopritrici  inferiori  delle  ali  bianche  (ad.).  Più  brunastro  dell'adulto;  testa  nera; 
ciuffo  occipitale  meno  lungo;  parti  superiori  brunastro-cenerognole;  parte  poste- 
riore del  collo  grigio-cenerognola;  gastreo  bianco,  tinto  di  fulviccio  sul  davanti 
del  collo  che  ha  macchie  nerastre  e  sui  lati  del  petto,  che  hanno  i  centri  bian- 
chi (giov.). 

Lunghezza  totale  1,'"000;  becco  0,m154;  ala  0,"470;  coda0,m180:  tarso  0,'"173; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"110. 

Abita  le  regioni  dell'Africa  tropicale  ed  è  accidentale  sulle  coste  Mediterranee 
d'ambo  i  lati.  Comparve  una  volta  in  Provenza  nel  1845  ed  una  seconda  sul 
Piccolo  Rodano,  ma  questa  seconda  cattura  è  poco  accertata;  pare  sia  stato  colto 
anche  in  Ispagna  (Degland).  Mai  comparve  finora  in  Italia. 

b)  Dito  mediano  u/olto  lungo  ed  eguale  al  tarso  in  dimensioni;  unghia  del  dito 
posteriore  più  lunga  della  metà  del  dito  stesso  e  solo  leggermente  curvata  (gen.  Pyrrhe- 
rodias,  Finsch  &  Hartlaub,  secondo  Sì/arpe).  Due  specie  compongono  questo  ge- 
nere, la  seconda  delle  quali,  detta  P.  manillensis,  venne  recentemente  distinta 
dallo  Sharpe  ed  abita  l'Asia  orientale,  la  Penisola  Malese  e  le  Filippine. 

429.  Ardea  purpurea,  Lixnaeus,  Airone  rosso. 

[Tav.  XXXVI,  fig.  3]. 

Parti  superiori  cenerino-scure,  con  le  penne  allungate  e  strette  di  un  grigio- 
biancastro  e  di  un  rossiccio-chiaro;  pileo  nero-verdone,  sull'occipite  un  ciuffo  con  due 
o  tre  penne  allungate,  sottili  e  pendenti;  cervice  e  lati  del  collo  rosso-fulvi,  con  una 
linea  bianca  centrale  posteriore  e  due  laterali  nere;  gola  bianca;  penne  della  base  del 
collo  lunghe,  strette,  pendenti,  bianco-ceciate  all'apice,  fulviccie  alla  base,  quelle 
sul  davanti  del  collo  rossigno-fulviccie,  biancastre  sulla  linea  centrale  e  con  nume- 
rose e  larghe  macchie  allungate  nerastre;  lati  del  petto  ed  addome  castagni,  col 
centro  delle  dette  regioni  in  gran  parte  nerastro;  coda,  fianchi  e  calzoni  rossicci 
(ad.).  Parti  superiori  cenerino-nerastre,  cioè  con  strie  allungate  nere  e  un  mar- 
gine assai  largo  bajo-lionato  vivace;  pileo  nerastro  anteriormente,  nel  resto  ca- 
stagno-vivo, le  due  o  tre  penne  occipitali  o  mancanti  o  assai  corte;  collo  fulvo- 
rossiccio-chiaro  con  grandi  macchie  allungate  nerastre,  i  lati  rossicci  senza  la 
stria  nera  centrale  e  le  due  laterali,  penne  della  base  del  collo  dello  stesso  co- 
lore, ma  più  larghe  e  più  corte  e  cosi  le  filiformi  delle  parti  superiori,  che  sono 
mancanti  o  quasi;  parti  inferiori  bianco-fulve,  con  poche  macchie  allungate  ne- 
rastre (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m900;  becco  0,m112;  ala  0,'"380;  coda  0,'"120;  tarso  0,'"130; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"130. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale,  spingendosi  fino  all'Asia  centrale;  sverna 
nell'Africa  e  nel  Madagascar;  compare  irregolarmente  durante  la  buona  stagione 
nell'Europa  settentrionale.  In  Italia  è  specie  molto  abbondante  all'epoche  del  passo 
e  come  nidificante  in  colonie  nel  maggio  e  nel  giugno,  riparte  in  settembre.  Il  fatto 
della  sua  ibernazione  in  Sicilia  (Doderlein)  ed  in  Sardegna  (Lepori)  merita  conferma. 


136  VTl.ANTK    ORNITOLOGI) 


Genere  HERODIAS,  Boee. 

Becco  lungo,  piuttosto  sottile,  coi  margini  delle  mandibole  interi  ed  mia  in- 
taccatura subterminale  sulla  superiore;  parte  nuda  della  tibia  più  estesa,  pari  alla 
metà  superiore  della  tibia  stessa. 

Color  dominante  bianco-puro,  talora  per  intero;  collo  molto  lungo  e  sottile; 
occipite  senza  ciuffo,  ornato  negli  adulti  in  date  stagioni  di  qualche  penna  stretta, 
appuntita  e  pendente  che  si  osserva  anche  sul  basso  dorso,  cosi  il  dorso  ha  un 
enorme  cumulo  di  penne  lunghe  a  barbe  rade  e  filiformi  e  con  lo  stelo  lungo, 
arricciato  e  volto  all'in  su  verso  l'apice;  le  dette  penne  ornamentali  sono  note 
sotto  il  nome  di  egrette  ed  il  loro  complesso  sulle  parti  superiori  viene  chiama  tu 
treno  dorsale,  tutte  queste  penne  sono  mancanti  o  poco  sviluppate  negli  adulti  in 
abito  d'autunno  e  nei  giovani. 

Queste  sono  le  particolarità  che  distinguono  le  Herodias  dal  gen.  Ardea,  del 
quale  hanno  eguali  le  abitudini  ed  il  modo  di  vita. 

Si  conoscono  cinque  specie  appartenenti  a  questo  genere,  che  alcuni  Autori 
dividono  nei  due  nominati  Herodias  e  Garxetta. 

a)  Becco  più  '(irto  del  ilihi  mediano  con  unghia  (l)',  nessun  ciuffo  sull'occipite,  che 
porta  però  alcune  penne  speciali,  fioro  allungate  ependenti  (gen.  Herodias,  Boie).  Genere 
cosmopolita,  composto  di  tre  specie. 

430.  Herodias  alba  (Linnaeus),  Airone  bianco  maggiore. 

(  Egretta  alba  (L.);   Airone  bianco,  Sgarza"]. 

Bianco  di  neve,  colle  penne  dell'occipite  ali  pianto  allungate  e  quelle  della 
parte  anteriore  del  basso  collo  lunghe  ed  appuntite;  sul  dorso  40  penne  (nei  sog- 
getti più  completi)  con  lo  stelo  lunghissimo,  arricciato  e  rivolto  all'in  su  nella 
porzione  apicale  e  con  le  barbe  rade,  lunghe,  filiformi,  che  si  estendono  oltre  la 
coda:  becco  nero;  spazio  perioftalmico  nero-olivastro  ;  piedi  nerastri  (ad.  in  prim.). 
.Mancano  le  lunghe  penne  dorsali  o  ve  ne  sono  in  minor  copia;  il  bianco  del  piu- 
maggio leggermente  tinto  di  gialletto;  penne  del  basso  collo  più  corte:  becco  giallo, 
nerastro  all'apice  {ad.  in  imi.  e  giov.). 

Lunghezza  totale  da  l,m050  a  l,m120;  becco  da  0,m120  a  0,m140;  ala  da  0,m400 
a  0,m460;  coda  da  0,m150  a  0,m190;  tarso  da.  0,m160  a.  0,m215;  dito  mediano  e.  u.  0,m110 
(in  media). 

Abita.  l'Europa  meridionale  fino  all'Asia  centrale  e  verso  sud  l'Africa,  l'India 
ed  il  Burina.  Questa  specie  si  è  fatta  ora  scarsa  nelle  paludi  dell'Ungheria,  della 
Dobrugia  e  di  altri  paesi  orientali  d'Europa  pell'enorme  strage  fattane  a  scopo 
commerciale.  In  Italia  è  uccello  di  passo  invernale,  i  primi  si  vedono  nel  Veneto 
in  agosto  e  vi  si  trattengono  sino  a  maggio.  In  alcuni  punti  della  Laguna  di  Venezia 
(Burano)  sono  abbastanza  frequenti;  vivono  in  branchi  numerosi,  che  arrecano  no- 


i  \.-i  soggetti,  che  esamina.!,  riscontrai  inesatto  questo  carattere  dato  dallo  Sharpe. 


ATLANTI'.    OIÌNITOLOGICO  437 


tevolissimi  danni  alle  coltivazioni  di  pesce; è  sempre  specie  estremamente  localizzata, 
così  non  è  molto  rara  in  Sicilia,  in  Sardegna  e  nelle  Puglie;  altrove,  ma  sopra- 
tutto nelle  Provincie  nord-occidentali,  è  rarissima.  Non  nidifica. 

L'/I.  melanorhyncha  del  Bonaparte,  citata  da  questo  Autore  tra  gli  uccelli  di 
Sicilia,  deve  riferirsi  agli  individui  a  becco  nero  dell'//,  alba. 

b)  Becco  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia;  nessun  ciuffo  occipitale,  ma 
poche  penne  speciali,  molto  allungate  e  pendenti  (gen.  Garzetta,  Kaup).  Due  specie, 
una  delle  quali  [Garzetta  nigripes  (Temm.)|  abita  Griava,  le  Mollicene  e  l'Australia. 

431.  Herodias  garzetta  (Linnaeus),  Garzella. 

[Egretta  garzetta  (L.ì:  Sgarzttta  ]. 
[Tav.  XXXV,  fig.  9], 

Bianco  di  neve  con  le  penne  dell'occipite  allungate,  comprese  due  lunghe 
circa  0,'"170,  pendenti  e  lanceolate;  parte  anteriore  del  basso  collo  con  penne 
giallastre  lunghe,  sottili  e  pendenti  ;  sul  dorso  molte  penne  con  lo  stelo  lungo, 
filiformi,  con  rade  barbe  e  che  giungono  al  di  là  della  coda  ;  spazio  perioftalmico 
blu-piombato;  becco  nero,  giallastro  alla  base;  tarso  nero;  diti  gialli  {ad.  in  prim.). 
Mancano  le  lunghe  penne  sull'occipite  e  sul  dorso  un/,  in  a  al.).  Mancano  le  penne 
lunghe  sul  basso  collo;  diti  nerastri  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"600;  becco  0,'"090;  ala  0,'"290;  coda  0,'"100;  tarso  0,"'105; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"075 

Abita  l'Europa  meridionale,  ove  diminuisce  sempre  più  per  la  caccia  spietata, 
cui  vien  fatto  segno  a  scopo  commerciale;  si  estende  fino  alla  Cina  ed  al  Giap- 
pone, all'India  e  Ceylan,  alle  Filippine,  alla  Penisola  Malese  e  a  tutta  l'Africa. 
in  Italia  è  specie  di  passo  ed  anche  estiva;  in  Sardegna  ed  in  Sicilia  sarebbe 
stazionaria,  ma  è  sempre  più  copiosa  di  primavera.  Di  solito  è  poco  abbondante, 
in  talune  delle  provincie  nord-occidentali  rara,  comune  nelle  Isole  maggiori  ed  in 
Puglia,  scarsa  nel  Veneto. 

Questa  specie  può  rialzare  completamente  l'abbondante  treno  dorsale  (Lilford), 
ciò  che  non  fu  osservato  nell'I/,  alba. 

UH.  xanthodaetyla  del  Rafinesque  e  YH.  egrettoides  del  Cara  devono  riferirsi 
a  questa  specie.  La  Mesophoyx  intermedia  (Hasselt)  fu  citata  dal  Temminck  sotto 
il  nome  di  Ardea  intermedia  come  comparsa  in  Sicilia,  ma  tale  notizia  basa  su 
inesatte  informazioni  (Schlegel),  secondo  lo  Schembri  essa  dovrebbe  riferirsi  nei 
riguardi  di  Malta  al  Bubulcus  lucidus,  ciò  che  mi  sembra  strano,  data  la  differente 
statura  ed  il  piumaggio  di  tipo  affatto  dissimile.  La  vera  M.  intermedia  abita  l'Asia 
dall'India  alla  Cina  ed  all'Arcipelago  Malese;  ha  un  ciuffo  sulla  testa  ed  un  treno 
dorsale  immensamente  sviluppati,  il  piumaggio  è  bianco  col  becco  nero. 


Genere  BUBULCUS,  Bonaparte. 

Becco  relativamente  breve,  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia,  colla 
mandibola  superiore  ovunque  curvata  e  l'intaccatura  subapicale  indistinta;  por- 
zione nuda  della  tibia  minore  della  metà  della  sua  lunshezza. 


t:'.S  ATLANTE    ORNITOL*  »  .  K  i  > 


Gambe  e  collo  poco  lunghi;  piumaggio  bianco,  tinto  di  rossiccio  o  d'aranciato 
in  varie  parti;  le  piume  dell'occipite,  quelle  del  gozzo  e  le  dorsali  lunghe  e  lili 
formi;  statura  piuttosto  piccola;  becco  giallo:  sessi  eguali,  giovani  poco  differenti. 

Questo  genere  consta  di  duo  specie.  Hanno  abitudini  diurne:  nidificano  in 
colonie;  frequentano  le  praterie,  ove  pasturano  le  truppe  di  bufali  e  si  posano 
anello  sul  loro  dorso,  nutrendosi  degli  insetti  e  dei  vermi  che  quegli  animali  sco- 
prono camminando  e  il  nome  di   Bubulcus  deriva  da  tali  abitudini. 

432.  Bubulcus  lucidus  (Rafinesque),  Airone  guarda-buoi. 

[Bubulcus  ibis  il'.,  portóni);  Sgarza  guarda-buoi ]. 

Bianco-candido,  con  le  lunghe  penne  del  pileo  che  ricadono  sulla  cervice,  le 
lunghe  del  gozzo  e  l'abbondante  treno  ornamentale  sul  dorso  di  un  rosso-lionate: 
mento,  gola  e  davanti  del  collo  tinti  di  vinato;  becco  giallo;  piedi  gialli  misti  a 
nerastro  (ai/,  in  prim.).  Manca  il  treno  ornamentale  del  dorso;  cervice  rossiccia: 
colorito  generale  bianco-rossiccio  (ad.  in  aut.).  Come  gli  adititi  in  autunno;  pileo, 
cervice  e  dorso  leggermente  fulvicci  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m470;  becco  0,'"060  ;  ala  0,m265;  coda  0,m097;  tarso  0,m078  ; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"079. 

Questa  specie  abita  l'Europa  meridionale,  cioè  la  Spagna  ed  il  Portogallo;  nel 
Nord  fu  presa  solo  in  Inghilterra  e  le  sue  catture  nella  Russia  meridionale,  nella 
Slavonia,  nella  Grecia  ed  in  Francia  sono  assai  rare;  la  vera  patria  sarebbe 
l'Africa  ed  il  Madagascar,  in  Asia  si  trova  fino  nelle  regioni  centrali.  È  acciden- 
tale e  molto  rara  in  Italia;  venne  finora  colta  nel  Piemonte,  nel  Nizzardo,  in  Li- 
guria, in  Toscana,  nelle  Puglie,  in  Sardegna,  in  Sicilia  ed  a  Malta.  Non  so  però 
se  tutte  queste  catture  siano  bene  accertate;  più  volte  vidi  dei  sedicenti  V>.  lucidus, 
che  invece  erano  vere  e  proprie  Garzette. 

Il  Giglioli  ha  citato  fra  le  specie  italiane  il  Guarda-buoi  indiano  ili.  coromandus, 
Bodd.)  su  di  un  esemplare  ucciso  dal  Comba  in  Piemonte.  Però  la  notizia  non  sembra 
del  tutto  sicura  (Salvadori);  anche  il  Malherbe  l'aveva  indicata,  su  dubbiose  refe- 
renze, tra  gli  uccelli  di  Sicilia.  È  specie  di  poco  diversa  dal  />'.  lucidus,  che  rap- 
presenta nell'Asia  orientale  e  meridionale  e  del  resto  non  fu  mai  presa  in  Europa. 


Genere  ARDEOLA,  Bole. 

Becco  diritto,  uguale  in  lunghezza  al  dito  mediane  con  unghia,  meno  del  doppio 
della  testa,  le  due  mandibole  seghettate  poco  apparentemente  nella  porzione1  api- 
cale,  coi  solchi  sulla  superiore  quasi  nulli  e  basilari;  tibie  nude  sul  terzo  inferiore; 
tarso  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia. 

Colori  dominanti  lionato-chiaro  e  bianco;  becco  bicolore;  penne  della  cervice 
strette  ed  allungate,  quelle  della  nuca  ornamentali  e  pioventi  sulla  parte  poste- 
riore del  collo,  che  è  coperto  di  piumino;  treno  ornamentale  sul  dorso  sviluppa 
tissimo;  penne  dei  lati  del  collo   allargate,   dirette  all' indietro,  quelle   del  gozzo 
ornamentali;  sessi  uguali,  adulti  differenti  dai  giovani. 

Amano  le  paludi;   raramente  si  posano  sugli  alberi:  hanno  abitudini  migra- 


\  1 1   V.NTE   OItNITOLOGICO  139 


torie;  quattro  o  cinque  specie  compongono  questo  genere  proprio  al  Mondo  Antico, 
di  queste  una  sola  è  anche  Europea. 

433.  Ardeola  ralloitles  (Scopoli),  Sgwza  omffetto. 

[Tav.   XXXVI,  fig.  5  e  6]. 

Collo,  gozzo,  lati  del  petto  e  scapolari  di  un  giallo  più  o  meno  dorato,  colle 
penne  della  testa  e  della  nuca  assai  lunghe  e  pendenti  sul  collo,  con  stretti  margini 
nerastri  che  divengono  submarginali  sulle  più  lunghe  occipitali,  le  quali  sono  bianche 
nel  resto;  dorso  con  le  penne  molto  lunghe  ed  a  barbe  distinte  di  un  rossigno-arneti- 
stino;  ali,  groppone,  gola,  gozzo,  basso  addome  e  coda  di  un  bianco-puro;  becco  nero 
nel  terzo  apicale,  cenerognolo-bluastro  nel  resto  (ad.  in  prim.).  Come  gli  adulti  in 
primavera;  lunghe  penne  del  pileo  e  della  cervice  meno  sviluppate,  quelle  della 
nuca  come  quelle  del  pileo  e  non  tanto  lunghe;  cuopritrici  alari  lavate  di  ocraceo; 
dorso,  scapolari  e  remiganti  2e  interne  di  un  bianco-gialliccio  'mi.  in  aùt.).  Simili: 
steli  delle  remiganti  primarie  nerastri;  coda  lavata  di  bruno  all'apice  (fjioc). 

Lunghezza  totale  0,'"450;  becco  0,m069;  ala  0,'"235;  coda  0,'"085;  tarso  0,'"060; 
dito  mediano  e.  u.  0,"'070. 

Abita  le  contrade  del  Mediterraneo  e  l'Europa  centrale,  estendendosi  fino  al 
Mar  Caspio  e  d'inverno  l'Africa;  è  accidentale  nell'Europa  settentrionale.  In  Italia 
è  specie  di  passo,  più  abbondante  di  primavera  aprile  e  maggio)  e  rara  di  autunno 
(settembre),  tranne  in  Sicilia  (Doderleirì)  ed  in  Puglia  (De  Romita),  ove  sarebbe  egual- 
mente comune  alle  due  epoche  del  passo.  Sembra  nidificare  in  Sicilia  e  nel  Piemonte 
e  forse  raramente  nel  Veneto.  È  abbastanza  frequente,  ma  non  egualmente  distri- 
buita ;  si  presenta  più  sparsa  nelle  provincie  centrali  e  nelle  meridionali.  UÀ.  so- 
loniensis,  Gm.  citata  dal  Risso  sarebbe  riferibile  a  questa  specie  (Giglioli)  (l). 


Genere  ARDETTA,  G.  R.  Cray. 

Becco  quasi  diritto,  poco  distintamente  seghettato,  sottile,  appuntito,  col  cui 
mine  intaccato  nella  porzione  subapicale  ed  un  po'  piegato  all' ingiù;  2:|  remigante 
primaria  la  massima;  coda  di  10  penne,  molli  e  corte;  gambe  corte,  piumate  fino 
quasi  al  tarso;  dito  mediano  con  unghia  subeguale  al  tarso. 

Le  Ardettae  come  i  Botauri  hanno  due  paia  di  spolverini,  mentre  i  veri  Ai- 
roni ne  hanno  tre;  adulti  differenti  tra  loro  e  dai  giovani;  piumaggio  distribuito 
in  grandi  masse;  statura  piccola:  penne  dell'occipite  allungate  in  forma  di  ciuffo 
corto,  appuntito,  che  non  copre  la  parte  posteriore  del  collo,  che  è  nuda;  quelle 
dei  lati  del  collo  allungate,  larghe,  rivolte  all' indietro;  quelle  del  gozzo  lunghe, 
appuntite,  pendenti;  manca  il  treno  ornamentale  sul  dorso;  corpo  molto  compresso. 

E  un  genere  cosmopolita  composto  di  10  specie,  che  mancano  nell'estremo 
Nord;  sono  paludicoli  ed  hanno  abitudini  piuttosto  notturne,  restando  durante  il 
giorno  nascosti  nel  più  fitto  delle  paludi;  si  posano  spesso  sugli  alberi;  le  loro  uova 
sono  bianco-bluastre. 


(')  Il  Sutorides  virescens  IL.)  sembra  essere  stato  ucciso  una  volta  nella  Gran  Bretagna  iCìi.  Sawle) 
nell'ottobre  1889.  Abita  l'America  settentrionale,  la  Centrale,  Panama  e  il  Venezuela. 


140  \  11. AMI.    ORNITOl  OGICO 


434.  Ardetta  minuta    l.i\\\i.i>i.   Tarabusino. 

\  Vonnotlo]. 
|  Tw.   XXXVI,  fig.  10,   li  e   i-  |. 

Partì  superiori  di  un  aero-verdone,  eccetto  la  parte  posteriore  del  colio  mula,  ma 
nascosta  dalle  penne  laterali  isabella  rossiccie:  le  piccole  cuopritrici  delle  ali  ce 
ciato-unicolori;  le  medie  e  le  grandi  lavate  di  grigio;  lati  della  taccia  rossiccio 
vinati:  parte  anteriore  del  collo  e  gastreo  ceciati:  lati  della  gola  ed  addome  bruna- 
stri:  penne  dei  lati  del  petto  nere  nel  mezzo,  con  largo  margine  ceciato  (mas.  mi.  . 
Parti  superiori  nero-brune;  le  penne  del  dorso,  le  scapolari,  le  remiganti  l"1  interni/ 
castagno-brune,  fulviccie  sui  margini;  lati  della  faccia  rossigni,  quelli  del  collo  (piasi 
castagni;  gola,  collo,  petto  e  fianchi  con  strie  centrali  nerastre  (femm.  (al.).  Si- 
mile; parti  superiori  più  opache  e  brunastre  coi  margini  più  rossicci  e  più  larghi; 
cuopritrici  alari  col  centro  scuro;  strie  sul  gastreo  più  numerose  e  più  larghe  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"250;  becco  0,",04S;  ala  0,'"148;  coda  0,"'05f>;  tarso  0,'"0  l;">: 
dito  mediano  e.  u.  0,"'04t'>. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale  fino  all'Asia  centrale  ed  all'India  nord 
occidentale;  è  di  comparsa  irregolare  nell'Europa  settentrionale;  sverna  nell'Africa. 
In  Italia  è  specie  estiva  e  di  passo,  abbondante  ovunque.  Nidifica  in  maggio  e  nel 
giugno. 

L' Ardeirallus  Sturmi  (Wagl.)  fu  indicato  dal  Bonaparte  e  susseguentemente  dal 
Degland  &  (ierbe  come  comparso  nei  Pirenei.  Tale  notizia  è  certamente  infondata: 
questa  specie  abita  gran  parte  dell'Africa. 


Genere  BOTAURUS'i,  Brisson. 

Come  nel  gen.  Ardetta.  Becco  alquanto  più  lungo  della  testa,  forte,  mandibola 
superiore  curvata  all'iugiù,  con  intaccatura  subapicale  e  pettinata  indistintamente; 
remiganti  2°  interne  lunghe  quanto  le  1",  le  tre  prime  primarie  eguali  e  le  più 
lunghe;  gambe  di  moderata  lunghezza;  tibia  nuda  sul  terzo  inferiore;  diti  lunghi 
specialmente  il  posteriore,  che  è  articolato  sull'interno  ed  insistente;  unghie  lunghe 
e  forti  specialmente  quella  del  dito  posteriore,  che  è  molto  curvata  e  subeguale  al 
dito  stesso. 

Collo  abbastanza  lungo;  statura  discretamente  elevata:  piumaggio  fitto  e  molle 
a  tacche,  a  strie  ed  a  zig-zags  scuri;  penne  dell'occipite  allungate,  larghe  e  ot- 
tusamente quadrate  all'estremità;  quelle  sui  lati  del  collo  e  sul   gozzo   molto  al 
lungate,  le  prime  dirette  obliquamente  all' indietro  così  da  coprire  la  parte  poste 
riore  del  collo,  che  è  nuda  e  solo  rivestita  di  piumino  molle,  le  seconde  formano 
un  ampio  ciuffo  pendente  sul  petto;  nessun  treno  ornamentale  sul  dorso. 

Cinque  specie  compongono  questo  genere  cosmopolita,  una  di  esse  è  Europea, 
una  seconda  vi  giunge  di  quando  in  quando.  Hanno  abitudini  più  notturne  che 
diurne,  cibandosi  di  notte  e  sul  crepuscolo;  paludicoli  e  indolenti,  amano  staisene 


l'i  Botaurus,  Brisson,   L760;  nec,  Stephene,  in  Shaw,   1819, 


ATLANTE   ORNITOLOGICO  441 


lungamente  immobili  nel  più  folto  delle  canne;  i  sessi  sono  uguali  ed  i  giovani 
leggermente  differenti  dagli  adulti.  11  loro  nome  deriva  dall'ululato  che  emettono 
specialmente  di  notte  e  sul  quale  si  formularono  le  più  strane  credenze. 

435.  Botaurus  stellaris  (Linnaei rs i,   Tarabuso. 

[Tav.  XXXVI,  flg.  4]. 

Pileo  nero  uniforme,  con  le  piume  più  lunghe  ed  erettili  terminate  di  fulviccio; 
un  mustacchio  bruno-nerastro  passa  sotto  l'occhio  e  inquadra   solo   lateralmente 
la  gola,  che  è  bianco-gialletta;  tinte  generali  fulvo-ceciate,  più  vive  sul  collo  con 
numerose  fascie  e  macchie  irregolari  scure,  più 
grandi  e  del  tutto  nere  sul  dorso  e  sulle  scapo- 
lari, bruno-nere  sui  lati  del  petto  e  sulle  parti 
inferiori,  rosso-brune  picchiettate  di  nero  sulla 
gola,  sulle  lunghe   penne   pendenti  sul  davanti 
del  collo  e  sulla  linea  centrale  del  petto;  cuo-  >,„   * 

pritrici  alari  a  zig-zags  neri  e  bruni  su  fondo 
fulvo  più  o  meno  rossiccio  e  ceciato;  ala  bastarda, 
1°  cuopritrici  e  remiganti  con  fascie  a  zig-zags 
bruno-nerastri  e  rossiccio-scuri  (ad.).  Le  tinte 
fulve  sono  meno  accentuate  e  le  nere  più  bru- 

nastre  (gÌOV.).  Tosta  tli  B.   stellari*, 

Lunghezza  totale  0,'"710;  becco  0,'"070;  ala 
0,m350;  coda  0,m120;  tarso  0,'"097;  dito  mediano  e.  u.  0,,n120. 

Abita  le  parti  temperate  dell'Europa  e  della  Regione  Paleartica  in  generale, 
nonché  l'India  nord-occidentale,  Burina  ed  è  di  comparsa  irregolare  nel  nord  del- 
l'Europa. In  Italia  è  specie  sedentaria  nel  Veneto,  nelle  provincie  centrali,  nelle 
meridionali  e  nelle  Isole;  però  è  più  comune  all'epoche  del  doppio  passo.  Nidifica 
ovunque  vi  siano  estese  paludi,  ed  è  in  generale  discretamente  abbondante. 

436.  Botaurus  lentiginosus  (Montagu),  Tarabuso  americano. 

Si  può  tosto  distinguere  dal  comune  />'.  stellaris  pella  sua  testa  bruno-ne- 
rastra uniforme;  pelle  parti  superiori  bruno-rossiccio-scure  variegate  ed  a  zig- 
zags  fulvo-gialletti  e  bruno-nerastri;  pell'ala  bastarda,  pelle  primarie  cuopritrici 
e  per  le  remiganti  grigio-lavagna  uniformi,  coli' apice  rossiccio;  per  la  statura 
minore. 

Lunghezza  totale  0,"'610;  becco  0,'"078;  ala  0,'"280;  coda  0,'"114;  tarso  0,'"092. 

Abita  l'America  settentrionale  e  la  centrale;  dal  Circolo  polare  Artico,  ove  è 
però  rara,  giunge  d'inverno  fino  al  Guatemala.  Accidentale  in  Europa.  Dal  1804 
ne  vennero  presi  almeno  trenta  esemplari  nelle  Isole  Britanniche  ed  è  strano  che 
questa  specie  americana  fu  descritta  dal  Montagu  su  di  un  soggetto  preso  nel  1804 
nel  Dorsetshire!  Non  comparve  mai  sul  continente  Europeo  e  venne  colta  una 
volta  in  Groenlandia  nel  1869. 

Atlante  ornitologico.  56 


t  ti'  \  il   \\  I  I     ORNI  rOLOGH  0 


Genere  NYCTICORAX,  Rafinesque. 

Come  nel  genere  Ardea.  Becco  subeguale  alla  testa,  forte,  quasi  diritto,  solo 
leggermente  curvato  verso  l'apice  del  culmine,  che  ha  un'intaccatura  subapicale  e 

i  margini  interi:  solchi  nasali  profondi;  tibia  reticolata,  nuda  su  di  un  quarto  di 
estensione;  gambe  mediocri;  tarso  subeguale  al  becco  ed  al  dito  mediano  senza 
unghia  o  di  poco  più  corto,  reticolato  in  gran  parte  anche  sul  davanti. 

Adulti  eguali,  ma  distinti  dai  giovani;  nuca  con  un  ciurlo  e  fornita  di  due  o 
tre  penne  ornamentali,  cilindriche,  a  barbe  riunite,  pendenti,  che  giungono  talora 
quasi  tino  alla  base  della  coda;  nessun  treno  ornamentale  dorsale;  penne  del  gozzo 
allungate  e  pendenti. 

Sono  cosmopoliti,  ma  non  si  trovano  nelle  alte  latitudini  Nordiche;  se  ne  co- 
noscono otto  specie  delle  quali  una  Europea,  sono  paludicoli  e  di  abitudini  quasi 
del  tutto  notturne,  da  ciò  il  loro  nome    Nyeticorax  ==  Corvo  di  notte). 

437.  Nyeticorax  nyeticorax    Linnaei  s  ,  Nitticora. 

|  Nyeticorax  griseus  (L.);   Corro  di  notte  |. 
[Tav.   XXXVI,   fig.   7.   8  o  9]. 

Pileo  con  un  ciuffo,  dorso  e  scapolari  di  un  nero-verdone;  sull'occipite  tre 
lunghe  penne  cilindriche,  sottili,  pendenti,  bianche,  che  nei  soggetti  del  tutto  com- 
pleti giungono  anche  fino  alla  base  della  coda;  fronte,  sopracciglio,  gola  e  parti 
inferiori  bianche,  tinte  di  cenerino  sui  lati;  ali  e  coda  cenerine,  tinte  di  verdastro 
sulle  remiganti  2e  [ad.  in  prim.).  Mancano  le  tre  penne  occipitali  (ad.  in  aut.).  Ciuffo 
del  pileo  e  collo  nerastri,  tinti  di  lionato  sul  centro  delle  penne;  dorso  e  ali  ce 
uerino-brunastre,  con  grandi  macchie  a  goccia  bianche  più  o  meno  fulviccie  e  più 
distinte  sulle  cuopritrici;  gola  ed  addome  bianchi;  collo  e  petto  bianco-fulvicci, 
con  strie  e  margini  brunastri  e  coi  lati  del  corpo  tinti  di  cenerino;  coda  cenerina, 
terminata  di  biancastro  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m580;  becco  0,'"077;  ala0,ra320;  coda  0,'"  110;  tarso  0,"'07.r): 
dito  mediano  e.  u.  0,'"089;  dito  mediano  s.  u.  0,'"076. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale  sino  all'India,  alla  Cina,  al  Giappone, 
l'Arcipelago  della  Sonda,  l'Africa  e  l'America  centrale  e  settentrionale,  sino  al- 
l'Equatore ed  alla  Columbia  ed  è  d'irregolare  comparsa  nell'Europa  settentrio- 
nale. In  Italia  è  specie  di  passo  ed  estiva;  nidifica  nel  Veneto,  in  Lombardia,  nel 
Trentino  ed  in  Sicilia,  ma  ciò  non  succede  del  tutto  regolarmente;  è  invernale 
in  Sardegna  e  forse  in  Sicilia,  sicché  sarebbe  anche  uccello  sedentario  ed  è  ab- 
bastanza abbondante,  specialmente  di  primavera. 


Famiglia  CICONIIDAE,  Oiconidi. 

Distinta  dalla  famiglia  Ardeidae  pei  seguenti  caratteri: 

Becco  diritto  sulla  linea  del  culmine  o  appena  leggermente  curvato:   solchi 
nasali  quasi  nulli:  diti  uniti  da  palme  abbastanza  sviluppate  alla   base  e   che  li 


ATLANTI".    ORNITOLOGICO  4J.'l 


marginano  fino  alle  unghie,  ciò  che  è  più  deciso  nell'esterno;  il  dito  posteriore  non 
insistente,  ma  elevato  al  di  sopra  del  piano  degli  anteriori;  unghia  del  dito  me- 
diano ottusa,  intera,  non  seghettata.  Mancano  gli  spolverini. 

Appartengono  per  la  maggior  parte  al  Mondo  Antico,  tre  specie  su  19  essendo 
proprie  all'America.  Abitano  le  paludi,  i  prati  ed  i  campi  presso  le  acque,  le  rive 
dei  fiumi  ;  abilissimi  volatori  imprendono  lunghi  viaggi  a  rilevanti  altezze,  soffer- 
mandosi allora  anche  in  località  aride  e  montuose;  sono  straordinariamente  scaltri 
e  di  difficile  approccio;  collocano  il  grosso  nido,  composto  di  stecchi  e  di  grosse 
erbe,  sugli  alberi,  sulle  roccie,  sui  fabbricati  anche  nell'interno  delle  città  e  le 
loro  uova  sono  bianche  e  ruvide;  si  nutrono  di  piccolissimi  mammiferi,  di  rettili, 
d'anfibi  e  di  insetti. 


Genere  CICONIA,  Brisson. 

Becco  molto  più  lungo  della  testa,  diritto,  leggermente  intaccato  presso 
l'apice  della  mandibola  superiore,  forte,  appuntito,  conico  e  duro;  narici  quasi  ba- 
silari, ovali,  inserite  longitudinalmente  in  una  piccola  depressione  allungata  nel- 
l'integumento corneo;  redini  e  contorno  dell'occhio  nudi;  ali  piuttosto  grandi,  un 
po'  più  corte  della  coda,  la  la  remigante  primaria  più  corta  della  2a,  la  3a  e  la 
4a  le  più  lunghe,  le  2e  più  interne  quasi  eguali  alle  1°;  coda  corta  e  leggermente 
rotondata,  colle  sue  cuopritrici  inferiori  di  tipo  usuale;  gambe  lunghe;  tibia  nuda 
per  circa  metà  lunghezza  e  reticolata  tutt'attorno  come  il  tarso,  che  è  lungo;  piedi 
con  quattro  diti  piuttosto  corti,  scudettati,  eccetto  alla  base  che  è  reticolata,  i 
tre  anteriori  riuniti  nella  parte  basilare  da  una  membrana  fino  alla  1"  articola- 
zione e  che  poi  li  margina  strettamente  sino  alle  unghie,  il  posteriore  elevato 
poggia  a  terra  soltanto  con  l'unghia;  unghie  larghe,  corte  ed  ottuse. 

Sessi  eguali;  piumaggio  compatto,  discretamente  fitto;  piume  del  mento  che 
si  avanzano  in  un  angolo  acuto  sulla  membrana  intermandibolare;  quelle  del  gozzo 
allungate,  appuntite  e  che  formano  un  ciuffo  pendente  sul  petto. 

Tre  specie,  due  delle  quali  nidificano  in  Europa,  la  terza  nell'Asia  orientale. 

438.  Ciconia  ciconia  (Linnaeus),  Cicogna  bianca. 

[Ciconia  alba,  Bchst.;   Cicogna]. 

Del  tutto  bianco,  eccetto  le  remiganti,  l'ala  bastarda,  le  cuopritrici  primarie  e 
le  grandi  e  le  scapolari  posteriori  di  un  nero  a  riflesso  porporino  o  verdone;  con- 
torno dell'occhio,  pelle  nuda  della  gola  presso  il  becco,  della  parte  alta  della  gola, 
becco  e  piedi  di  un  rosso-cinabro  (ad.).  Bianco  meno  puro  ;  tinte  nere  che  volgono 
al  nero-scuro  e  con  minore  lucentezza  metallica;  becco  e  piedi  di  un  rosso-nera- 
stro (gioc.'. 

Lunghezza  totale  da  l,m200  a  0,'"980;  becco  da  0,m190  a  0,m170;  ala  da  0,m570 
a  0,M1530;  coda  da  0,'"280  a  0,n,250;  tarso  da  0,m210  a  0,'"185.  È  specie  molto  va- 
riabile nelle  dimensioni. 

Abita  l'Europa  tranne   le   parti   molto  nordiche,   estendendosi   verso  oriente 


I  1  I  ati.an  1 1:   onsrriii.oGICO 


sino  all'Asia  centrale;  sverna  oelTAfrica  e  urli' India   settentrionale.   In    Italia   è 

specie  di  passo  regolare,  ritenuta  molto 
più  rara  di  quanto  in  realtà  non  sia,  per- 
chè i  branchi  s'abbassano  soltanto  di 
rado.  11  passaggio  primaverile  è  più 
-■■-^  copioso    dell'autunnale,    che    è   sempre 

■\  molto  scarso.  Nel  Veneto   non   è  diffi- 

cile vengano  uccise  in  montagna  ed  in 
collina;  sembra,  che  qualcuna  sverni  in 
Sicilia  e  che  nidifichino  talora  nel  Ve- 
neto ed  in  Lombardia,  fatti  però  che  me- 
Testa  ili  c.  cieonia,  circa  '  ,  gr.  nat.  ritano  conferma.  Oltre  che  all'epoche  del 

passo  n'ebbi   nel   giugno   e   nell'ottobre 
dal  Veneto  ed  in  novembre  dalla  Sardegna;  è  uccello  in  generale  poco  frequente. 

439.  Cieonia  nigra  (Lixxai:i;s),  Cicogna  tura. 

[TAV.   XXXVI,    fig.    1  e  2], 

Colorito  generale  nero-verdone  cangiante  in  porporino  ed  in  paonazzo  vivaci', 
specialmente  sulla  testa  e  sul  collo;  addome,  sottocoda  ed  ascellari  bianche:  redini, 
circolo  oftalmico,  pelle  nuda  della  gola,  becco  e  piedi  di  un  rosso-cinabro  (ad.  . 
Nero  meno  lucido  e  con  minori  riflessi,  tendente  al  bruno  più  che  altro  sulla  testa 
e  sul  collo,  che  sono  sparsi  di  numerose  macchie  apicali  biancastre,  nonché  sul 
petto  le  cui  penne  hanno  marginature  bruno-biancastre;  becco,  piedi  e  spazi  nudi 
olivastri  (giov.). 

Lunghezza  totale  l,m030;  becco  0,'"175;  ala  0,m550 ;  coda  0,ra210 ;  tarso  0,m180. 

Abita  l'Europa,  verso  Nord  giungendo  sino  alla  Svezia  meridionale,  verso 
oriente  sino  alla  Mongolia  ed  alla  Cina;  sverna  nell'Africa,  e  nell'India.  In  Italia 
è  specie  di  passo,  ma  rara,  in  alcune  provincie  anche  più  della  Cicogna  bianca. 
come  nel  Veneto;  è  sempre  più  facile  averla  d'autunno  che  di  primavera  e  non 
è  attendibile  la  notizia  alla  sua  nidificazione  da  noi. 

LoSphenorhynchusAbdimii  (Lcht.)  dell'Africa  i\\  annoverato  pellaSpagna  [Seoant  , 
ma  la  notizia  non  è  del  tutto  sicura,  come  l'altra  data  dal  Costa  della  comparsa 
di  un  Leptoptilus  dubius  (Gmelin)  presso  Napoli  a  Castelvolturno.  Ma,  come  osserva 
il  Conte  Salvadori,  egli  lo  descrive  di  7  piedi  d'altezza  con  lunghe  penne  sul  petto, 
che  i  Marabou  non  hanno  mai  in  quelle  parti,  ma  solo  sul  sottocoda  ed  inoltre 
se  tale  individuo  fosse  stato  un  Leptoptilus  esso  avrebbe  dovuto  appartenere  al- 
l'africano  L,  erumenifents  (L.)  e  non  all'asiatico  /,.  dubius. 


Famiglia   IBIDIDAE,  Ibididi. 

Becco  di  forma  variabile;  lesta  talora  parzialmente  nuda  {ad.)  o  coperta  di 
piumino  (giov.);  ali  più  o  meno  rotondate,  con  le  remiganti  2*  interne  assai  lunghe; 
coila  di  12  penne  larghe  e  corte;  tibie  nude  per  un  lungo  tratto;  tarso  reticolato, 
talora  scudettato  sul  davanti;  diti  quattro,  tre  anteriori  e  palmati  alla  base,  il  pò- 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  445 


steriore  allungato,  insistente  e  che  tocca  terra;  unghia  del  dito  mediano  intera, 
non  pettinata  completamente,  ma  fornita  di  profonde  incisioni  laterali. 

Colore  variabile,  in  alcuni  tipi  bianco-puro;  sessi  uguali,  giovani  differenti 
dagli  adulti;  corpo  piccolo,  gambe  e  collo  lunghi;  non  sono  forniti  di  spolverini; 
alcune  specie  presentano  tinte  metalliche  e  brillanti  colori;  mutano  completamente 
d'autunno,  e  di  primavera  cangiano  soltanto  le  piccole  penne  della  testa;  la  statina 
è  variabile,  talora  elevata. 

Hanno  abitudini  palustri,  frequentando  però  anche  le  lagune,  i  laghi  ed  i 
fiumi  e  sono  abitanti  dei  paesi  caldi.  Si  dividono  in  una  ventina  di  generi  con  35 
specie,  due  delle  quali  si  mostrano  in  Europa. 


Genere  PLEGADIS,  Kaup. 

Becco  simile  a  quello  dei  Chiurli,  lungo  e  sottile,  largo  alla  base,  ovunque 
arcuato,  depresso  all'apice,  con  un  solco  distintissimo  e  completo  sulla  mandibola 
superiore;  narici  superiori,  basilari,  elittiche,  strette;  nudi  il  mento,  le  redini  eia 
parte  più  alta  delle  guancie  sotto  la  linea  anteriore  dell'occhio;  ali  mediocri,  che 
non  sorpassano  la  coda,  la  la  remigante  primaria  più  corta  della  2M  e  della  3a, 
che  sono  le  maggiori;  coda  di  12  penne,  mediocremente  quadrate;  gambe  alquanto 
lunghe,  nude  nella  metà  inferiore;  tarso  scudettato  sul  davanti,  poco  più  lungo 
del  dito  mediano  con  unghia;  diti  quattro,  il  posteriore  insistente,  i  tre  anteriori 
uniti  alla  base  da  una  membrana,  più  sviluppata  nell'interno;  unghie  appuntite, 
aguzze,  con  quella  del  dito  mediano  quasi  diritta  e  con  incisioni  profonde  sul  lato 
interno. 

Collo  lungo  e  sottile,  piume  della  testa  acuminate  a  ciuffo  corto,  quelle  della 
nuca  strette;  statura  piuttosto  elevata.  Tinte  brillanti,  sessi  eguali,  adulti  differenti 
dai  giovani;  hanno  abitudini  migratorie  e  vanno  riuniti  in  grandi  branchi;  nidi- 
ficano in  colonie  nell'estese  paludi,  depositando  uova  verdi  o  bianche,  macchiate 
di  bruno-rossiccio. 

440.  Plegadis  falcinellus  (Linnaeus),  Mignattajo. 

[Tav.  XXXV,  fig.  6  o  7]. 

Alto  dorso,  collo,  piccole  cuopritrici,  scapolari  (^tranne  all'apice  verdi)  e  parti 
inferiori  rosso-castagne;  parte  anteriore  del  pileo,  basso  dorso  e  coda  color  nero- 
verdone,  cangiante  in  porporino-bronzato  e  verde  (ad.  hi  prim.).  Simile,  testa  e  collo 
striati  di  bianco  e  di  nero  (ad.  in  a/ut.).  Testa,  collo  e  parti  inferiori  bruno-nerastre, 
colle  penne  della  testa  e  della  gola  striate  e  macchiate  di  biancastro,  però  meno 
decisamente  che  negli  adulti  in  inverno  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"630;  becco  0,'"140;  ala  0,m310;  coda  0,"'l  15;  tarso  0,m094. 

Abita  l'Europa  meridionale,  spingendosi  verso  oriente  sino  all'India,  la  Cina, 
l'Australia,  l'Africa,  gli  Stati  Uniti  orientali  e  Giamaica.  In  Italia  è  specie  di  passo 
regolare,  più  o  meno  abbondante  secondo  gli  anni  e  non  egualmente  distribuita; 
rara  nelle  Provincie  settentrionali,  comune  nelle  meridionali,  nidifica  in  Sicilia 
e  sembra  svernare  in  Sardegna  (C'ara,  Lepori),  la  notizia  però  merita  conferma,  il 


Ibi  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Conte  Ninni  n'ebbe  uno  dal  Padovano  nel  gennaio  1871;  è  sempre  molto  meno  ab 
bondante  nel  passo  autunnale. 

Una  specie  singolare  di  questa  famiglia  apparve  recentemente  nei  trattati 
di  Ornitologia  Europea  come  propria  al  nostro  continente,  quantunque  ora  del 
tutto  estinta;  intendo  parlare  del  Comatibis  eremita,  meglio  detto  Oeronticus  ere- 
mita (L  '.  Venne  citata  da  Autori  relativamente  antichi,  quali  il  Gesner,  Albino. 
Brisson,  Jonstonus,  Willughby,  Barrère,  Latham,  Bechstein,  età,  e  la  specie  fu 
descritta  da  Linneo  (l)  col  nome  di  Upupa  Eremita  Corvus  sylvaticus,  Gesner 
e  l'habitat:  Helvetia.  Sembra  che  l'Ibis  dalle  guancie  rosse  abitasse  la  Baviera, 
la  Stiria,  la  Lorena,  la  Dalmazia  e  sul  Lago  Maggiore,  e  che  vi  sia  scomparso 
del  tutto  sino  dalla  fine  del  secolo  decimottavo  (1700).  Per  quanto  si  riferisce  alla 
Baviera,  alla  Stiria,  alla  Svizzera  io  non  posso  oppormi  alle  generali  vedute, 
quantunque  trovi  strano  che  un  uccello  di  abitato  assai  limitato  e  più  che  limi- 
tato, raro  nei  pochi  paesi  d'Africa  e  d'Asia  ove  venne  trovato,  fosse  anche  proprio 
di  regioni  cosi  lontane,  come  quelle  citate  dell'Europa  centrale.  Pel  Lago  Maggiore 
io  ritengo  che  trattisi  del  Phalaerocorax,  difatti  tanto  colà,  che  sul  Lago  di  Como, 
nel  Veneto  ed  a  Comacchio  si  dà  il  nome  di  Corvo  marino  (Sea-Raven)  alle  specie 
del  gen.  Phalaerocorax  ed  in  questo  caso  al  Ph.  carbo,  che  di  tanto  in  tanto  compare, 
specialmente  a  Comacchio,  nell'Estuario  Veneto  e  sul  Lago  di  Garda,  e  tale  nome 
è  in  generale  noto  ai  cacciatori.  Per  l'Illirico  (Dalmazia)  riferisco  le  parole  del  mio 
ottimo  amico  Prof.  Brusina:  Di  recente  si  lesse  col  massimo  interesse  il  bel  lavoro 
di  Rothschild,  Hartert  e  Kleinschmidt,  col  quale  dimostrarono,  che  l'africano  ed 
asiatico  Oeronticus,  o  Comatibis  eremita  abitava  tempo  addietro  anche  l'Europa,  e 
nella  stessa  anche  1'  «  Illirico  ».  I  detti  tre  Autori  dimostrano  cioè,  che  l'uccello 
descritto  e  figurato  dall' Aldrovandi  e  del  quale  dice:  Phalaerocorax  ex  Tllyrico  missus. 
vada  cogli  altri  esemplari,  descritti  dall'Italia,  dalla  Svizzera,  dalla  Stiria,  iden- 
tificato al  Comatibis  eremita.  In  base  a  questo  loro  lavoro  ho  rivendicato  il  Geron- 
ticus  eremita  per  la  fauna  slavo-meridionale  e  ne  ho  scritto  nel  giornale  letterario- 
scientifico  croato  «  Prosvjeta  »,  accettando  del  tutto  il  loro  modo  di  vedere,  che 
deve  dirsi  molto  attraente.  Trovo  opportuno  qui  di  aggiungere,  che  senza  pretender 
punto  di  sciogliere  la  questione,  oggi  sono  più  propenso  a  credere,  che  l' Aldro- 
vandi ebbe  piuttosto  dall'  «  Illirico  »  il  vero  e  solito  Phalaerocorax  (2).  Al  mio  modo 
di  vedere  si  oppone  la  figura  dataci  dall'Aldrovandi,  dal  becco  ben  più  lungo  e 
curvo,  dai  piedi  più  alti  e  senza  membrana,  dal  ciuffo  più  discendente;  ma  tutta 
la  figura  è  rozza  ed  è  perciò  dubbio  se  corrisponda.  I  disegnatori  d'allora  spesso 
copiavano,  o  ligi  si  tenevano  a  figure  d'opere  anteriori,  e  ben  più  di  rado  tene- 
vano il  modello  sott'occhio.  È  certo  che  i  Marangoni  comuni  ancora,  erano  allora 
ben  più  comuni  sulle  coste  dell'Adriatico  orientale.  Il  nome  usato  dall'Aldrovandi 
meglio  corrisponde  al  Marangone,  che  chiamasi  in  islavo,  e  per  meglio  dire  in 
serbo-croato  Morovran;  benissimo  vocabolo  non  punto  tradotto,  ma  volgare,  specie 
a  Ragusa,  e  significa  alla  lettera  Corvo  marine).  È  adunque  probabile,  anzi  vero- 
simile, che  l'Aldrovandi,  grande  naturalista,  primo,  dell'epoca  sua,  in  Italia,  abbia 
inteso  parlare  dei  neri  corvi  marini,  comuni  sull'altra  sponda   dell'Adriatico,   ed 


Syst.  Nat.  I.  pag.   US.   1758. 
i  i  [ntendeai  parlare  'tri   Ph.  gracilini  Desmaresti  (Payr.), 


ATLANTE    OltNITOLOGlCO  447 


abbia  avuto  modo  di  procurarsene  uno.  Questa  si  è  una  mia  supposizione,  ma 
non  avendo  ora  a  mia  disposizione  né  l'opera  dell' Aldrovandi,  né  altre  d'Autori 
italiani  coetanei,  o  posteriori,  non  sono  in  caso  di  dilucidarla.  Forse  vorrà  accin- 
gersi a  farlo  qualche  collega,  il  quale  potrà  disporre  dei  necessari  mezzi  biblio- 
grafici ('). 

E  per  parte  mia,  avendo  consultato  le  opere  dell'Aldrovandi  e  di  altri,  credo 
positivamente  che  il  famoso  Phalacroeorax  ex  Illyrieo  missus,  sul  quale  si  fabbricò  tutto 
un  edificio  ideale,  altro  non  sia  che  il  Marangone  col  ciuffo  meridionale,  comune 
sulle  roccie  e  gli  scogli  delle  coste  ed  isole  della  Croazia,  Dalmazia,  Montenegro  ed 
Albania.  Ecco  la  descrizione  del  G.  eremita:  Piumaggio  generale  di  un  verde-rame  o 
verde-bottiglia  scuro  e  metallico;  cervice  nera;  testa  e  gola  nude;  penne  del  collo 
allungate,  appuntite  e  formanti  una  specie  di  collaretto;  piccole  cuopritrici  alari 
di  un  bel  porporino-rame;  becco,  gola  e  parte  della  testa  nude  e  di  un  rosso-sangue 
opaco;  gambe  di  un  rosso-sangue-opaco;  iride  di  un  rosso-vivo.  Lunghezza  totale 
circa  0,'"600;  becco  0,'"132;  ala  0,'"320;  coda  0,m215;  tarso  0,m076.  Le  penne  della 
coda  di  questa  specie  sono  alquanto  caratteristiche,  avendo  gli  apici  nettamente 
acuminati  (Dresser).  Questa  specie  abita  l'Algeria  meridionale  (Bon  Guizonn  sulla 
strada  per  El  Aghouat,  Boghar,  Provincia  di  Bona),  il  Sahara,  giungendo  sino  al- 
l'Abissinia  (Senafè,  Alitalo,  Wogara  e  Hamedo),  le  coste  del  Mar  Rosso  nell'Arabia 
e  Birejik  sull'Eufrate  ed  è  generalmente  rara  nelle  Collezioni  (a). 


Genere  PLATALEA,  Linnaeus. 


Becco  molto  più  lungo  della  testa,  diritto  e  molto  piatto,  tanto  largo  che  alto 
alla  base  e  più  largo  che  alto  nel  resto,  dilatato  a  guisa  di  spatola,  mandibola 
superiore  rugosa  alla  base  e  con  solchi  lineari;  narici  superiori,  avvicinate,  oblunghe, 
aperte  nel  principio  del  solco  e  bordate  da  una  membrana;  fronte,  redini,  regione 
oftalmica  e  mento  nudi,  regione  auricolare  piumata;  ali  alquanto  grandi,  la  3a 
remigante  primaria  quasi  uguale  alla  2a,  che  è  la  massima;  coda  corta,  di  12  penne; 
gambe  lunghe  e  robuste,  nude  nella  metà  inferiore;  tarso  reticolato,  molto  più 
lungo  del  dito  mediano  con  unghia;  quattro  diti,  tre  in  fronte,  uniti  da  una  grande 
membrana  estesa  fino  alla  2a  articolazione  e  col  margine  profondamente  inciso, 
più  sviluppata  la  detta  membrana  nel  dito  esterno,  il  posteriore  un  po'  rialzato,  ma 
che  parzialmente  tocca  terra;  unghie  corte,  aguzze  ed  acute. 

Piumaggio  in  gran  parte  bianco,  con  le  penne  della  testa  e  dell'occipite  lunghe 
e  formanti  un  gran  ciuffo  cadente;  non  vi  sono  penne  ornamentali  sul  dorso  o 
sul  gozzo,  ma  quest'ultime  sono  leggermente  allungate. 

Abitano  le  grandi  paludi,  gli  stagni,  le  rive  dei  laghi  e  dei  fiumi,  sono  uccelli 
astutissimi  ed  il  loro  volo  è  grazioso  e  leggiero:  si  nutrono  di  rane,  d'insetti  acqua- 
tici, di  vermi,  etc.  e  si  dice  nuotino  e  si  tuffino  all'uopo.  Non  gridano,  ma  fanno 
intendere  un  suono  strano,  battendo  le  due  mandibole  l'ima  contro  l'altra;  nidifi- 


(')  Brusina  S.,    «Sulle  Alche  etc.  > ,  Boll.  Soc.  Zool.  Hai.  X,  pp.   14-15  dell'E.  (1901). 
('-')  Per  maggiori  dettagli   vedi    Kotbscbild,   Hartert  e  Kleiuschmidt,   Comatibis   eremita,    Nov.    Zool. 
IV,  dee.   1897,  pp.  371-377. 


HS  ATI..W  li     ORNI  M'I  OGH  0 


■ 


cano  sugli  albori  o  sul  terreno  uelle  grandi   paludi  e  depositano  uova  bianco  su 
dicie,  con  macchie  e  chiazze  bruno-rossiccie. 

441.  Platalea  leucerotlia.  Linnakisi1,  Spatola. 

[  Platalea  leucorodia,  L.  ]. 

L'I'.w.   XXXV,  fig.  8  |. 

Candido,  i)enne  del  gozzo  tutt'attorno  e  della  cervice  giallognole;  sulla  nuca 
un  Lungo  e  grosso  ciuffo  di  penne  lunghe  e  spioventi,  più  corte  nella  femmina  e 
mancanti  negli  adulti  in  autunno;  becco  largo  a  spatola  nero-lavagna,  con  l'ascie 
irregolari  nerastre  e  uno  spazio  giallo  subapicale  nella  mandibola  inferiore;  gambe 

e  piedi  neri  (ad.).  Senza  ciuffo  e  senza 
giallo  sulla  cervice  e  sul  gozzo;  gli  steli 
delle  le  cuopritrici  e  delle  remiganti  ne- 
rastri e  la  la  remigante  esterna  nerastra 
sul  vessillo  esterno  ed  all'apice;  becco  gial- 
lastro (c/iov.). 

Lunghezza  totale  0,m810;  becco  0,'"210; 
ala  0,n,405;  coda  0,m140;  tarso  0,'"142. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale 
sino    all'Asia    centrale,   la   Cina,    il   Giap- 
erodia,  '.,  gr.  nat.  pone   e   l'India,   spingendosi    fino    all'Asia 

orientale.  In  Italia  è  specie  di  passo  piut- 
tosto irregolare  e  rara  nelle  provincie  meridionali  e  nelle  Isole;  sembra  di  regolare 
apparizione  in  primavera  nelle  Puglie;  il  fatto  della  sua  ibernazione  in  Sardegna 
(Cara,  Lepori)  merita  conferma;  altrove  è  specie  accidentale  e  molto  rara. 


Sottordine  PHOENICOPTEM  -  Fenicotteri. 


Becco  molto  largo  e  forte,  nettamente  piegato  all'ingiù  a  metà  della  sua  lun- 
ghezza, fornito  di  lamelle  orizzontali  e  trasversali  su  ambedue  i  margini  del  becco, 
che  è  intieramente  rivestito  da  una  membrana;  ali  mediocremente  lunghe,  ampie: 
collo  e  gambe  straordinariamente  allungati;  tarso  tre  volte  in  lunghezza  il  femore, 
largamente  scudettato,  come  la  tibia,  che  è  nuda  su  di  una  grande  porzione,  tarsi, 
molto  più  lungo  dei  diti  ;  diti  tre  anteriori  completamente  palmati,  il  posteriore 
piccolo  e  talora  mancante. 

Questi  uccelli  speciali  formano  un  piccolo  gruppo  proprio  dei  paesi  tropicali 
e  sarebbero  come  l'anello  di  congiunzione  tra  iTrampolieri  ed  i  Palmipedi;  il  presente 


(')  Linneo  scrisse  /'.  leucorodia,  ma  Move  correggersi  con  leucerodia  da  XevneQOÒiòs  =  Spatola,  in 
Aristotile  (Hist.  ./».  Vili,  :i,  12). 


ATLANTI''.   ORNITOLOGICO  UH 


gruppo  colla  moderna  classificazione  fu  posto  nell'ordine  delle  (  Tienomorphae  e  vi 
costituirebbe  un  sottordine  analogo  e  collaterale  a  quello  delle  Anseres.  Hanno  abi- 
tudini acquatiche,  sono  gregarii,  migrando  in  grandi  branchi  e  vivono  sempre  in 
colonie  anche  all'epoca  delle  cove;  frequentano  i  laghi,  le  lagune,  gli  stagni  e  le 
coste  del  mare,  sono  diffidentissimi  e  di  difficile  approccio;  volano  con  facilità, 
ma  faticano  a  levarsi  a  volo,  nuotano  con  destrezza,  ma  soltanto  quando  l'acqua 
è  più  profonda  delle  loro  altissime  gambe;  i  nidiacei  diventano  precoci  in  poche 
ore,  nascono  coperti  di  piumino  bianco-roseo  ed  hanno  inoltre  il  becco  quasi  diritto; 
fabbricano  un  nido  con  fango;  nuotano  e  gridano  come  le  oche;  il  colorito  generale 
degli  adulti  è  bianco-roseo,  tinto  di  rosso-vivace  sulle  ali. 


Famiglia  PHOENICOPTERIDAE,  Fenicotteridi. 


Questa  famiglia,  l'unica  del  sottordine,  comprende  tre  generi  con  circa  sei 
specie,  proprie  dei  paesi  molto  caldi;  una  sola  di  esse  giunge  in  Europa. 


Genere  PHOENICOPTERUS,  Linnaeus. 

Becco  più  lungo  della  testa,  mandibola  inferiore  più  larga  e  più  alta  della 
superiore,  che  sorpassa  le  lamelle  più  basse  sui  margini  della  superiore  quasi 
perpendicolare;  redini  e  gola  nude;  narici  sub-basilari,  laterali,  bislunghe,  comu- 
nicanti, chiuse  superiormente  da  una  membrana;  lingua  grossa  e  glandolare  alla 
base,  coperta  di  papille  curve  all'indietro,  cartilaginose  ed  acute  all'apice;  ali 
grandi,  la  la  e  la  2"  delle  remiganti  primarie  subeguali,  la  la  di  poco  la  massima, 
le  2°  interne  più  lunghe  delle  le,  scapolari  lunghe;  coda  di  16  penne,  quadrata; 
gambe  lunghissime  e  in  gran  parte  nude;  diti  quattro,  i  tre  anteriori  con  palme 
del  tutto  intere  ed  incise,  il  posteriore  corto,  sottile,  libero,  articolato  un  po'  più 
in  alto  degli  anteriori,  tutti  marginati  sino  all'apice;  unghie  corte,  ottuse  e  forti. 

I  piccoli  nascono  coperti  di  piumino  e  capaci  di  correre  e  di  nutrirsi  quasi 
appena  sgusciati  dall'uovo;  mutano  una  volta  all'anno,  il  piumaggio  perfetto  degli 
adulti  è  rivestito  nel  secondo  autunno. 

Questo  genere  consta  di  tre  specie,  che  abitano  il  Nuovo  Mondo  e  l'Antico, 
mancando  nell'Australia;  una  sola  di  esse  nidifica  in  Europa. 

442.  Phoenicopterus  roseus,  Pallas  ('),  Fenicottero. 

[  Fiammante  ]. 
[Tav.  XLVII,  fig.  8]. 

Bianco-roseo,  più  vivo  sul  dorso  e  sulla  coda  che  non  sulle  parti  inferiori; 
cuopritrici  alari  inferiori  e  superiori  ed  ascellari  di  un  rosso  di  fuoco  assai  vivace; 


(')  Linneo  {Sysl.  Nat.,  I,  pag.  139,  1758)  descrive  una  sola  specie  di  Phoenicopterus  che  chiama 
/'.  riilur,  P.  ruber,  remigibus  primoribus  nUjris;  Habitat  in  Africa,  America,  rarivs  in  Europa.  Siccome 
non  si  capisce  a  quale  specie  volesse  alludere,  così  si  preferisce  il  nome  di  Pallas. 

Atlante  ornitologico.  57 


t.">i>  ATLANTE   ORNITOLOGI!  1 1 


remiganti  nere,  le  2e  interni'  rosee;  becco  roseo  coll'apice  ed  il  margine  della 
mandibola  inferiore  neri;  pelle  nuda  della  testa,  della  gola  e  piedi  rosei  {ad.). 
Bianco-Mviecio,  colle  cuopritrici  ed  il  dorso  cenerino-bruni,  con  strie  brune  cen- 
trali; grandi  cuopritrici  alari  di  un  bruno-uniforme;  ascellari  di  un  roseo-pallido ; 

becco  grigio-roseo  alla  base,  bruno  all'apice,  piedi  lividi  o  grigiastri  (t/ior.).  Prima 
di  assumere  l'abito  del  tutto  completo  il  Fenicottero  è  bianco,  colle  cuopritrici  e  Le 

scapolari  di  un  bianco  leggermente  roseo  alla  base 
delle  penne  e  con  una  larga  fascia  apicale  nera- 
stra; parti  nude  grigio- celestognole. 

Lunghezza    totale  da   l,m500  a  I,m320;   becco 
0,m145;  ala  da  0,ra450  a  0,m420;  coda  0,m170;  tarso 
.  ,  .  v  da  0,m350  a  0,m295. 

I  v"  '\        In  Abita  l'Europa  meridionale  sino  all'Asia  ceri 

trale  ed   al  lago   Baikal,  l'India   e   l'Africa;   è  ili 

.V5  comparsa  accidentale  in  Germania,  nella  Svizzera 

e  nelle  Isole  Britanniche.  In  Europa  nidifica  sol- 

/  tanto   nella   Spagna    meridionale   alle   bocche   del 

Guadalquivir,  e   nella   Francia   meridionale   nelle 

lagune  del  delta  del  Rodano  e  talora  nello  stagno 
Testa  di   /'.  roseus,         ei.  nat.  ..  .,   ,         .       _     Ti    ,.        .  ..     ,     ,,      , 

di  Valcarès.  In  Italia  abita  la  Sardegna,  ove  arriva 
in  agosto  e  nel  settembre,  venendo  dal  sud  e  ne 
riparte  in  marzo  ed  aprile  dirigendosi  egualmente  verso  il  sud;  talora  se  ne  tro- 
vano anche  in  giugno,  ma  pare  non  nidifichino  per  la  poca  sicurezza  che  possono 
godere  in  quegli  stagni  relativamente  piccoli  e  molto  frequentati  dai  pescatori; 
è  specie  comune  in  branchi  assai  numerosi  negli  stagni  d'Oristano  e  di  Cagliari. 
scarsa  in  quelli  del  Capo  settentrionale;  è  accidentale  nel  resto  d'Italia,  ove  però 
comparve  un  po'  dappertutto. 

Questa  specie  fabbrica  sulle  acque  un  grosso  ed  alto  nido  di  fango.  Iti  sua 
altezza  varia  da  0,'"005  a  0,'"060  circa  a  seconda  dell'altezza  dell'acqua,  vi  depo- 
sita due  uova  bianche  a  riflesso  verde-bluastro,  la  femmina  cova  coi  lunghi  piedi 
piegati  sotto  il  corpo  e  non  a  cavalcioni  sul  nido,  come  fu  erroneamente  asserito. 
Cova  in  numerose  colonie  alla  fine  di  maggio  e,  come  dissi,  i  nidiacei  hanno  il 
becco  quasi  diritto.  I  Fenicotteri  si  nutrono  di  minuti  crostacei  durante  il  giorno. 

II  /'.  erythraeus,  I.  &  E.  Verreaux  sembra  fondato  su  individui  piccoli  e  di 
tinte  brillantissime  della  presente  specie. 


Ordine  ANSERES  -  Palmipedi. 


Becco  di  varia  forma  e  lunghezza;  ali  di  solito  snelle  ed  appuntite;  coda 
corta  o  nulla:  tarsi  in  generale  corti,  più  o  meno  in  equilibrio  sul  corpo,  robusti, 
spesso  compressi  lateralmente;  diti  tre  o  quattro,  i  tre  anteriori  e  talora  il  po- 
steriore riuniti  da   una  membrana  intera  o  lobata. 

Piumaggio  corto,  fìtto,  lucido    impermeabile;  ordine  cosmopolita. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  451 


Famiglia  ANATIDAE,  Anatidi. 


Becco  più  o  meno  compresso,  largo  ed  appiattito  in  generale,  talora  (Mer- 
ginae,  etc.)  più  o  meno  appuntito  e  stretto,  col  margine  munito  di  lamelle  più  o 
meno  prominenti  e  di  differente  forma  e  dimensione  (Lamellirostres)  e  coll'apice  della 
mandibola  superiore  fornito  di  un'unghia  ben  distinta;  lingua  larga  e  carnosa,  coi 
margini  dentellati;  ali  strette,  piccole,  acute;  gambe  corte;  tarso  reticolato  all' in- 
dietro e  di  solito  anche  sul  davanti;  diti  anteriori  in  numero  di  tre,  riuniti  da  una 
membrana  completa,  il  posteriore  di  varia  lunghezza  con  o  senza  lobo. 

Sono  monogami,  il  maschio  è  fornito  di  un  organo  copulatore  a  larghe  spi- 
rali; tinte  variate,  talora  bianche  del  tutto,  talora  con  colori  metallici;  migranti. 

Questa  famiglia,  composta  di  uccelli  che  hanno  abitudini  del  tutto  acquatiche, 
comprende  undici  sottofamiglie  delle  quali  sei  sono  rappresentate  in  Europa  e  si 
suddivide  in  circa  settanta  generi  con  più  di  duecento  specie,  che  si  trovano  sparse 
in  tutto  il  Mondo.  Essa  è  ottimamente  caratterizzata  nei  tre  generi  ben  conosciuti 
Cigno,  Oca  ed  Anitra. 

Sono  in  gran  parte  uccelli  migratori,  che  compiono  lunghi  viaggi  riuniti  in 
stormi'.  Nuotano,  si  tuffano  e  si  sommergono  ed  il  loro  elemento  è  l'acqua;  co- 
struiscono un  rozzo  nido  che  collocano  in  situazioni  svariate,  ma  di  solito  non 
lontano  dalle  acque,  depongono  uova  di  un  bianco  più  o  meno  puro,  ma  senza 
macchie;  i  nidiacei  sono  precoci,  cioè  atti  a  nuotare  appena  nati  e  sono  coperti 
di  piumino  nella  loro  prima  età. 

Ommisi  dalla  lista  Europea  le  seguenti  specie: 

Plectropterus  gambensis  (L.)  o  Oca  della  Gambia  (Africa  occidentale). 

Cedrina  mosci/cita  (L.)  o  Anitra  muta  (America  tropicale). 

Aex  sponsa  (L.)  o  Anitra  carolina  (Regione  Neartica  dal  50"  parallelo  fino  al 
golfo  del  Messico  i. 

Aex  gale riddata  iL.)  o  Anitra  mandarina  (Cina  centrale  e  meridionale,  Giappone. 

Anser  iiuiirits  (Latin)  o  Oca  indiana  (Asia  centrale,  India  settentrionale). 

Cygnopsis  cygnoides  (L.)  o  Oca  cignoide  (Siberia  orientale,  Cina). 

Dendrocycna  javanica  (Horsf.)  o  Anitra  arborea   (India,  Cina,   Borneo,  Griava). 

<  'henalopex  aegyptiacus  (L.)  o  Oca  egiziana  (Africa  e  Palestina); 
perchè  ritengo  che  gli  individui,  che  capitano  di  tanto  in  tanto  in  Europa,  siano 
semplicemente  fuggiti  di  schiavitù,  essendo  queste  specie  allevate  molto   di   fre- 
quente in  domesticità. 


Sottofamiglia  CYGNINAE,  Cignini. 

Redini  nudef1);  collo  sottile  e  lungo  quanto  e  più  dell'animale  stesso;  tarso  non 
scudettato  sul  davanti,  ma  reticolato  tutt'attorno;  dito  posteriore  senza  lobo  ;  sessi 


(')  In  tutti  j;li  adulti  (lolle  specie  note,   tranne  nella  Coscoroba  candida  (Vieill.)  del  Chili,  del  Pa- 
raguay e  dell'Argentina. 


152  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


simili  ii  quasi;  una  muta  annuale  in  autunno  soltanto;  piumaggio  bianco  (ad.  delle 
specie  Europee)  o  grigio  (giov.).  Sessi  eguali,  giovani  differenti  dagli  adulti. 

Si, uh  cosmopoliti;  questa  sottofamiglia  comprende  tre  generi  dei  quali  uno 
Europeo,  il  gen.  Oygnus  con  tre  specie,  che  si  allevano  anche  in  domesticità  e 
che  formano  uno  dei  principali  ornamenti  dei  nostri  giardini. 


Genere  CYGNUS.  Bechstein. 

Becco  grosso,  ovunque  egualmente  largo,  depresso  all'apice,  più  alto  che  largo 
alla  base  e  fornito  di  lamelle  perpendicolari,  con  un'unghia  grande  e  rotondeg- 
giante all'apice  della  mandibola  superiore;  narici  oblunghe,  submediane,  laterali; 
ali  piuttosto  rotonde,  remiganti  2*  lunghe  e  larghe,  esse  allo  stato  di  riposo  rag 
giungono  l'apice  delle  le;  coda  corta  e  rotonda;  gambe  e  tarsi  coiti,  quelle  inse- 
rite piuttosto  all'indietro;  tarso  reticolato  anche  anteriormente,  più  corto  del  dito 
mediano;  unghie  forti  ed  arcuate. 

Mutano  una  volta  all'anno  d'autunno,  i  giovani  però  non  cangiano  le  penne 
nel  primo  autunno,  ma  per  abrasione  degli  apici  grigi  delle  barbe  addivengono  più 
bianchi  (muta  ruptila);  gli  adulti  perdono  le  remiganti  dopo  la  stagione  delle  cove 
ed  allora  sono  impotenti  a  volare,  epoca  nella  quale  ne  viene  fatta  una  granile 
strage  itagli  indigeni. 

Sei  specie  compongono  questo  genere,  tre  delle  quali  sono  Europee;  vivono 
nelle  acque  del  mare  e  durante  l'epoca  della  nidificazione  nelle  dolci;  nuotano  e 
volano  con  estrema  leggerezza,  ma  non  si  tuffano  e  camminano  sulla  terra  con  dif- 
ficoltà; si  nutrono  di  sostanze  vegetali,  d'insetti,  di  vermi  e  di  anfibi;  migrano 
riuniti  in  immensi  stuoli. 

443.  Cygnus  cygnus  (Linnaeus),  Cigno  selvatico. 

1  Cygnus  musicus,  Bchst.  |. 

Becco  giallo  alla  base,  nero  all'apice,  il  giallo  si  estende  sino  all'estremità  an- 
teriore delle  mirici  e  termina  in  punta;  fronte  senza  tubercoli,  le  piume  frontali 
l'orinano  un  angolo  acuto;  piumaggio  bianco  [ad.).  Grigio-chiaro;  becco  nerastro 
alla  punta,  carnicino-livido  alla  base  (giov.). 

Lunghezza  totale  l,m500;  becco  0,'"100;  ala  0,'"620;  coda  0,m230;  tarso  0/"l  15; 
dito  mediano  e.  u.  0,m150. 

Abita  la  regione  Paleartica,  nidifica  nella  Svezia,  nella  Russia  nord-orien- 
tale, etc.  In  Italia  è  piuttosto  raro  e  di  passo  irregolare  durante  l'autunno  e  l'in- 
verno, compare  accidentalmente  nell'estate;  talora  sverna  nel  Veneto  ed  altrove. 

444.  Cygnus  Bewicki,  Yarrell,  Cigno  minori. 

[Cygnus  minor,  Keys.-Bjlas. ]. 

Statura  piccola,  il  giallo  alla  base  del  becco  non  si  estende  fino  atU  narici,  nel 
resto  il  becco  è  nero;  piume  della  fronte  formanti  un  angolo  ottuso;  coda  di  20 
penne;  piumaggio  bianco  (ad.).  Bruno-grigio:  base  del  becco  giallo-limone,  cene- 
rognolo nerastro  nel  resto  (giov.). 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


453 


Lunghezza  totale  l,'"2ó0;  becco  0,m084;  ala  0,m500;  coda0,in170;  tarso  0,'"08 1  ; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"11I>. 

Abita  le  regioni  settentrionali  di  Europa  e  d'Asia;  migra  al  sud  all'avvicinarsi 
dell'inverno,  giungendo  al  Caspio,  alla  Cina  ed  al  Giappone;  nidifica  nella  Siberia 
artica.  In  Italia  è  spe- 
cie accidentale  duran- 
te l'inverno  (Taranto, 
Toscana,  Lombardia  e 
Veneto)  ;  si  può  dire 
finora  il  più  raro  Ci- 
glio da  noi  (M. 


asw 


Becco  ili   C.  cygnus,  circa   '/*  gr.  nat. 


%    -      gg?s*_ 


Becco  di   C.   liemcki,  circa  '/.,  gr.  nat. 


445.  Cygnus  olor 

(Gmelin), 
Cigno  noie. 

[Cigno]. 

Un  grosso  tuber- 
colo frontale,  redini, 
base  e  margine  della 
mandibola  superiore, 
narici,  unghia  del  bec- 
co e  mandibola  infe- 
riore per  intero  di  co- 
lor nero,  resto  del  bec- 
co rosso  -  arancione  ; 
piedi  neri;  piumaggio 
bianco  (ad.).  Grigio-ce- 
nerognolo, più  chiaro 
sul  collo;  becco  e  pie- 
di piombati  (giov.). 

Lunghezza  totale 
l,m460;  becco  0,'"096; 
ala0,'"600;coda0,m250; 
tarso  0,'"090;  dito  me- 
diano e.  u.  0,"'135. 

Abita  la  Regio- 
ne Paleartica,  nidifica 
nella  Germania  set- 
tentrionale, nella  Sve- 
zia ed  in  altri  paesi  settentrionali  ;  è  stazionario  in  Turchia,  nella  Grecia,  però,  con 
queste  eccezioni,  può  del  resto  considerarsi   di  apparizione  invernale  nel  bacino 


Becco  di  C.  olor,  circa   '/2  £?•  na* 


^>v^àf-.;- 


(')  Un  soggetto  di  C.  columbianus  (Ord)  sarebbe  stato  comperato  a  Edinburgo  da  un  pollajnolo  dal 
Macgillivray  nel  febbraio  1841,  e  quattro  individui  del  C.  buccinator  (Eichardson)  sarebbero  stati  uccisi 
a  Aldenburgh  (Snftblk)  nell'ottobre  1866.  Probabilmente  tali  notizie  sono  erronee  o  frutto  di  inesatte 
riferte,  le  due  specie  sono  proprie  dell'America  settentrionale. 


l.'it  MUNII      liKXITOLOGICO 


ilei  Mediterraneo.  In  Italia  è  specie  di  comparsa  accidentale  e  rara  nelT inverno 
e  nel  lardo  autunno,  venne  presa  ovunque  dal  Veneto  alla  Sicilia.  Questa  è  la 
specie  più  comunemente  tenuta  in  domesticità.  11  G.  immutabile,  Xarrell,  sembra 
doversi  riferire  ad  una  fase  semi-albina  del  Color  prodottasi  in  [schiavitù;  esso 
venne  trovato  più  volte  in  Gran   Bretagna  ed  una   volta  in  Olanda. 

Sottofamiglia  ANSERINAE,  Anserini. 

Becco  piuttosto  grosso  ed  alto  alla  base;   lamelle  sul   mar-ine   della    mandi- 
bola superiore  visibili  per  una  grande  estensione  del  tornio  o  esternamente  invi 
sibili;  tornio  sinuato,  concavo  o  quasi  diritto;  redini  piumate;  tarso  reticolato  tutto 
all'intorno;  pollice  senza  lobo;  colorito  vario,  senza   tinte  metalliche  o  specchio 
alare.  Sessi  simili  ;  muta  semplice,  come  i  Cigni. 

Questa  sottofamiglia  consta  di  sei  generi  con  ventiquattro  specie,  che  abitano 
specialmente  le  parti  nordiche  d'Europa,  d'Asia  e  d'America,  il  solo  Nesochen,  Salvad. 
essendo  confinato  alle  Isole  Sandwich.  Nelle  migrazioni  visitano  le  parti  setten- 
trionali della  Regione  Etiopica  e  dell'Orientale. 


Genere  CHEN.  Boie. 


Becco  molto  grosso,  meno  lungo  della  testa,  più  alto  che  largo  alla  base,  la- 
melle visibili  per  un  grande  tratto  del  tornio,  che  è  decisamente  sinuato;  narici 
mediane,  elittiche,  sub-basilari;  penne  del  collo  strette,  disposte  a  solchi  obliqui 
e  profondi;  ali  lunghe,  colla  2U  remigante  primaria  la  massima:  coda  corta,  ro 
tonda;  tibie  piumate  fino  alla  giuntura;  tarsi  reticolati,  alti,  più  lunghi  del  dito 
mediano;  sessi  eguali,  adulti  differenti  dai  giovani,  quelli  bianchi  o  bluastri  colle 
remiganti  1°  nerastre. 

Hanno  le  abitudini  delle  vere  Oche;  questo  genere  comprende  quattro  specie 
che  abitano  le  regioni  Artiche  dell'Emisfero  settentrionale,  due  di  esse  si  mostrano 
accidentalmente  in  Europa. 


446.  Chen  hyperboreus  (Pallas),  Oca  della  neve  minori. 

Piumaggio  generale  bianco;  remiganti  primarie  grigiastre  alla  base,  nere  nel 
resto,  le  1°  cuopritrici  grigio-cenerine;  becco  rosso-porporino,  con  l'unghia  bian- 
castra e  lo  spazio  tra  i  tornii  nero  (ad.).  Colorito  generale  grigio-pallido;  gastreo 
bianco-grigio;  becco  nero  (giov.). 

Lunghezza  totale  da  0,'"700  a  0,m580;  becco  0,m051;  ala  da  0,m430  a  0,m328; 
coda  0,m170;  tarso  0,ni076. 

Abita  le  regioni  nord-occidentali  dell'America  del  Nord  e  le  nord-orientali 
dell'Asia,  nidifica  nell'Alaska  e  nell'America  artico-occidentale;  è  accidentale  in  Eu- 
ropa (Inghilterra,  Norvegia,  Russia.  Germania,  llclgoland,  Olanda,  Francia,  Un- 
gheria e  forse  in  Grecia);  mai  comparve  finora  in   Italia. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  455 


447.  Cheti  nivalis  (Forster),  Oca  della  neve  maggiore. 

Simile  al  precedenti',  ma  di  maggiore  statura. 

Lunghezza  totale  da  0,,n960  a  0,'"760;  becco  O/'OliT;  ala  da  0,m442  a  0,m438; 
coda  0,'"164;  tarso  0,'"08:;. 

Abita  le  regioni  settentrionali  dell'America  orientale,  nidificando  nella  Baja 
di  Hudson  e  seguendo  le  coste  dell'Atlantico  come  linea  di  migrazione  durante 
l'inverno;  sverna  negli  Stati  Uniti  d'America,  verso  sud  fino  al  Texas  ed  alle  Ber- 
mude  ed  è  accidentale  in  Groenlandia;  i  branchi  o  gli  individui  migranti  si  mostrano 
in  differenti  località  della  regione  Paleartica  dall'Atlantico  al  Pacifico,  così  essa 
è  di  comparsa  più  o  meno  regolare  anche  in  paesi  molto  distanziati  come  nella 
Russia  e  nel  Giappone;  non  venne  mai  colta  finora  in  Italia.  Probabilmente  que- 
st'Oca non  è  specificamente  distinta  dal  C.  hyperboreus. 


Genere  ANSER,  Brisson. 

Becco  piuttosto  debole,  depresso,  ricoperto  da  una  membrana  tranne  all'apice, 
che  è  occupato  da  un'unghia  cospicua,  subconico  e  più  stretto  verso  la  punta, 
coi  margini  della  mandibola  superiore  dentellati;  narici  laterali,  moderate,  oblunghe, 
mediane  ;  ali  grandi,  che  oltrepassano  la  coda,  la  2"  remigante  primaria  la  mas- 
sima;  coda  di  16  penne;  tibia  visibile  per  un  brevissimo  tratto;  tarsi  reticolati, 
col  dito  posteriore  libero,  elevato;  unghie  corte,  arcuate  ed  ottuse. 

Sessi  eguali  in  piumaggio,  adulti  poco  differenti  dai  giovani,  mancanza  di  tinte 
metalliche,  piumaggio  fitto  colle  penne  del  collo  strette  e  disposte  a  solchi  obliqui 
e  poco  profondi;  color  dominante  degli  adulti  cenerino,  mai  bianco  del  tutto.  Unta 
semplice,  come  nei  Cigni. 

Questo  genere  abbraccia  dieci  specie  disseminate  nell'Emisfero  settentrionale, 
delle  quali  cinque  si  trovano  in  Europa,  nessuna  di  esse  nidifica  in  Italia. 

448.  Anser  anser    Linxaeus),  Oca  selvatica. 

[  Anser  cinereus,  Metter  ]. 

[  Tav.  XL,  fig.   1  ]. 

Colorito  generale  cenerino-cupo,  più  chiaro  a  bluastro  sul  groppone  e  sulle  cuo- 
pritrici  alari;  una  strettissima  linea  bianca  alla  base  della 
mandibola  superiore;   gastreo  bianco    nella   parte   bassa, 
tinto  di  cenerino  sul  davanti  del  collo,  sul  petto  e  sull'alto 
addome;  poche  macchie  trasversali  nere  sull'addome;  becco  "^ 

cenerino-aranciato,  unghia  bianca;  gambe  e  piedi  carnicini  (ad.). 
Tinte  più  cupe,  mancano  le  macchie  nere  sull'addome  (gioc). 

Lunghezza  totale  0,in830;  becco  0,m063;  ala  0,m460;  coda 

0,m170;  tarso  0,'"071.  Testa  di  J.  anser, 

Nidifica  nelle  regioni  settentrionali   d'Europa  e  pare  'U  gr-  nat. 

anche  in  Ispagna,  nell'autunno  si  porta  al  sud,  giungendo 
nelle   regioni  circummediterranee  dei  due  lati,  nella  Cina  e  nell'India.   In  Italia 


456 


\  I  I   \vi  I     ORNI  rOLOGH  " 


è  specie  di  passo  ed  invernale,  piuttosto  rara:  arriva  in  novembre  e  riparte  di 
marzo,  tu  asserito  che  abbia  nidificato  in  Toscana,  ina  ciò  è  poco  probabile.  L'.l. 
anser  è  il  capostipite  di  tutte  le  varietà  di  Oche  domestiche. 

449.  Anser  albifrons  (Scopoju),  Oca  lombardella. 

[Tav.   XL,  fig.  4J. 

l'arti  superiori  cenerino-brune  col  groppone  grigio-lavagna-scuro,  il  cenerino  delle 
ali  cupo  specialmente  sulle  grandi  cuopritrici  esterne,  che  hanno  larghi  margini 
biancastri;  fronte  e  base  del  becco  tutt'all' intorno  bianche,  la  tinta  bianca  non  /<"/ 


ISecco  di  .1.  albifrons. 


Becco  ili  .1.  erytkropu8. 


giunge  l'altezza  dell'occhio  sulla  parte  mediana  della  testa;  parti  interiori  come 
nell'ai,  anser,  ma  con  le  macchie  bruno-nere  più  numerose;  becco  giallo -aranciato, 
unghia  biancastra;  gambe  e  piedi  aranciati  (ad.).  Più  cupo  di  tinte;  mancano  le  mac- 
chie nere  sull'addome;  apice  del  becco  ed  unghia  dello  stesso  bruno-chiari  ;  le  penne 
bianche  attorno  al  becco  sono  assunte  in  gennaio. 

Lunghezza  totale  0,'"720;  becco  0,'"047 ;  ala  0,m4P>0;  coda  0,'"152;  tarso  (V065. 

Abita  la  Regione  Paleartica  settentrionale,  nidificando  molto  al  nord;  d'inverno 
migra  al  sud,  giungendo  fino  all'Egitto  e  nell'India.  In  Italia  è  di  comparsa  irre- 
golare e  rara  nell'autunno  e  nell'inverno;  sembra  capitare  più  facilmente  nel  Ve- 
neto ed  in  Lombardia,  non  fu  mai  presa  sinora  nelle  nostre  Isole. 


450.  Anser  erythropus  (Linnaeus),  Oca  lombardella  minore. 

[Lombardella    minore  ]. 

Come  la  precedente,  statura  decisamente  minore  e  becco  anche  in  propor- 
zione più  piccolo;  la  tinta  bianca  sulla  fronte  è  più  estesa  e  raggiunge  l'altezza 
degli  occhi  sulla  parte  mediana  della  testa;  tinte  generali  più  cupe;  macchie  ne- 
rastre sul  gastreo  più  numerose;  becco  bianco-sudicio,  tinto  di  carnicino-roseo, 
unghia  cornee-pallida  {ad.).  Simile  a  quello  dell'ai,  albifrons,  ma  distintamente  più 
piccolo  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"500;  becco  0,"'0o8;  ala  0,'"380;  coda  0,'"MO:  tarso  0,m060. 

L'A.  erythropus,  che  è  la  forma  orientale  dell'ai,  albifrons,  aiuta  l'Europa  sud- 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


457 


orientale  e  l'Asia  sino  al  Giappone;  giunge  d'inverno  nell'India,  nell'Asia  Mi- 
nore e  nell'Egitto.  In  Italia  è  di  comparsa  accidentale  e  molto  rara,  venne  colta 
nel  Veneto  (R.  Musco  ili  Firenze  ,  in  Lombardia,  in  Toscana  e  presso  Romafi?.  Museo 
Zoologico). 


451.  Anser  fabalis  (Latham),  Oca  granajola. 

[Anser  segetum    (Gm.)]. 

[Tav.  XL,  fig.  2  e  3]. 

Parti  superiori  bruno-cenerine,  più  cupe  sul  dorso,  sulle  scapolari  e  sulle  cuo- 

pritrici  alari,  che  sono  marginate  di  biancastro;  poche  penne   bianche  alla  base 

del  becco;  basso  addome  bianco,  non  ri 

sono  macchie  nere  in  alcuna  parte  del  ga- 

streo;  becco  nero  sai  margine,  alla  base  e 

sull'unghia,  giallo-aranciato  arila  porzione 

mediana;  gambe   e  piedi  giallo-aranciati 

{ad.).  Più  scuro  e  tinto  di  fulviccio  sul 

collo  (giov.). 

Limg'hezzatotaleO,in850;beccoO,'"056; 

ala0,'"450;  coda0,'n160;  tarso  0,m069. 
Nidifica  nella  Scandinavia   e   nelle 

parti  Artiche  della  Russia  e  della  Sibe- 
ria; d'inverno  migra  verso  il  sud,  rag- 
giungendo le  regioni  circummediterranee 
sino  a  Madera,  la  Palestina,  la  Cina  ed 
il  Giappone.  In  Italia  arriva  nel  novem- 
bre in  grandi  stuoli,  che  di  solito  tran- 
sitano senza  fermarsi  nelle  provincie  set- 
tentrionali, e  che  vanno  a  svernare  nelle 
parti  centrali,  nelle  meridionali  e  nelle 
Isole.  h'A.  arvensis,  C.  L.  Brehm,  è  fon- 
data su  piccoli  individui  di  questa  specie. 


452.  Anser  neglectus,  Sushkin, 
Oca  granajola  orientale. 


Becco  di   .1.  fabalis. 


Becco  eli   .1.   neglectu 


Color  della  testa  e  della  parte  po- 
steriore del  collo  più  cupo;  parti  supe- 
riori più  scure  e  cosi  i  margini  delle 
penne  cupe  del  gastreo  e  dei  fianchi; 
porzione  mediami  del  becco  carnicina;  piedi 
carnicini;  becco  più  sottile,  unghia  più 
ricurva,  lamelle  più  piccole.  Nel  resto 
simile  alla  precedente  specie,  della  quale 
ha  le  dimensioni. 

Venne  trovata  finora  nella  Russia   orientale,   in   Ungheria   ed  una  volta   in 

Atlante  ornitologico.  -ft 


Becco  di  A.  brachyrfaynckus. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Bosnia;  io  citai1)  un  individuo  della  Raccolta  Ninni  di  Venezia,  colto  nel  febbraio 
1890  Dell'Estuario  Veneto,  che  sembra  riferibile  a  questa  specie,  della  quale  non 
possiedo  alcun  esemplare  tipico. 

453.  Anser  brachyrhynchus,  Baillox,  Oca  dulie  zampe  rosee. 

Simile  all'.  1.  fabalis,  dalla  quale  è  distinta  per  statura  minore,  pelle  bande  sul 
becco,  le  gambe  ed  i  piedi  rosso-carnicini,  unghia  del  becco  di  un  nero  più  cupo; 
dallM.  negleetus  per  statura  minore,  pel  becco  più  corto  e  più  grosso,  per  le  tinte 
più  pallide,  colle  cuopritrici  grandi  dell'antibraccio  e  le  carpali  grigio-blu  chiaro. 

Lunghezza  totale  0,m650;  becco  0,m040;  ala  0,m400;  coda  0,'"1 20;  tarso  0,'"0(i0. 

Abita  le  parti  settentrionali  d'Europa;  migra  verso  sud  d'inverno  fino  alla 
Francia,  alla  Germania  ed  alla  Boemia;  poco  si  conosce  del  suo  habitat  in  Asia, 
ma  si  sa  che  comparve  nell'India.  Non  fu  mai  colta  in  Italia,  quantunque  il  Wright 
l'includesse  per  Malta  (crr.  det.),  la  sua  comparsa  tra  noi  non  sarebbe  però  fatto 
straordinario  (~i. 

Ho  considerato  tutte  le  specie  europee  del  gen.  Anser  come  distinte  inter  se. 
Devo  però  dire  che  questa  è  più  che  altro  una  semplice  supposizione,  perche  mi 
mancano  studi  accurati  in  proposito.  I  soggetti  di  A.  negleetus  e  di  A.  brachy- 
rhynchus sono  estremamente  difficili  ad  aversi  in  buona  quantità  e  con  uno  o  due 
soggetti  non  si  può  stabilire  nulla  di  positivo.  Però  io  propenderei  a  ritenere 
buone  specie  VA.  anser,  VA.  aliti fro/ts  e  VA.  fabalis.  mentre  VA.  erythropus  sarebbe 
la  forma  orientale  dell'ai,  albifrons,  VA.  negleetus  e  VA.  brachyrhynchus  due  sotto- 
specie dell'ai,  fabalis. 


Genere  BRANTA,  Scopoli. 

Becco  più  corto  della  testa,  forte,  diritto,  conico,  ristretto  all'apice,  coli' un- 
ghia poco  sviluppata,  ovale,  lamelle  della  mandibola  superiore  quasi  nascoste  dal 
bordo  della  stessa:  tornio  quasi  diritto;  narici  mediane,  elittiche,  poste  sulla  por- 
zione anteriore  della  depressione  nasale;  gambe  corte  e  forti  colla  base  piumata, 
inserite  piuttosto  in  avanti;  tarso  un  po'  più  lungo  del  dito  mediano,  reticolato; 
dito  posteriore  libero;  unghie  piccole,  ottuse,  eccetto  quella  del  dito  mediano  ro- 
tondata. 

Piumaggio  eguale  in  ambedue  i  sessi,  adulti  poco  differenti  dai  giovani;  penne 
del  collo  strette  e  compatte,  ma  che  non  formano  solchi. 

Questo  genere  comprende  otto  specie,  che  nidificano  nelle  parti  settentrionali 
delle  Regioni  Paleartica  e  Neartica;  arrivano  nelle  migrazioni  invernali  ai  confini 
dell'Etiopica  e  della  Neotropica.  Tre  di  esse  abitano  anche  l'Europa,  ove  com- 
parve pure  l'americana  B.  canadensis  (Linnaeus),  ma  sembra  trattarsi  di  individui 
fuggiti  di  domesticità. 


(')  Ibis,  1898,  p.  173. 

(2)  E.  Verreaux  cita  duo  esemplari  di  Philactt  <-<utitt:ir<i  (Sevastionow)  acciai  sul  Volga,  notizia  cer- 
tamente poco  sicura.  È  specie  elio  abita  le  coste  dell'Alaska,  lo  isolo  Iterili^  o  si  spingo  verso  occi- 
dente sino  alla  penisola  dei  Ciucci. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  459 


454.  Branta  leucopsis  (Bechstein),  Oca  faccia  inaura. 

|  Bermela  leucopsis  (Hchst.);  Oca  a  faccia  bianca]. 
[  T.iv.  XL,   tig.   5  ]. 

Becco,  gambe,  piedi,  redini,  parte  superiore  della  testa,  mica,  gola  e  collo  per  intero 
ed  alto  petto  ili  un  néro-profondo  e  lucido;  dorso  cenerino,  colle  penne  largamente 
terminate  di  nerastro;  fronte,  gtiancie,  mento,  lati  del  groppone,  cuopritrici  superiori 
ed  inferiori  della  coda  e  basso  addome  bianchi;  groppone  nero-bluastro;  cuopritrici 
alari  e  scapolari  grigio-chiare,  con  una  fascia  subterminale  bruno-nerastra  ed  uno 
stretto  apice  bianco;  petto  ed  alto  addome  di  un  bianco-grigio,  coi  fianchi  indistin- 
tamente fasciati  {ad.).  Bianco  delle  guancie  misto  a  penne  nerastre;  margini  ros- 
sicci sulle  penne  del  dorso  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,"630;  becco  0,m030;  ala  0,'"420;  coda  0,m140;  tarso  0,m060. 

Abita  le  parti  settentrionali  d'Europa  e  la  baja  di  Hudson,  migrando  verso 
sud  nell'inverno;  sembra  nidifichi  nelle  contrade  circumpolari  (Groenlandia,  Islanda, 
Spitzbergen  e  Terra  di  Francesco  Giuseppe).  In  Italia  è  specie  affatto  accidentale 
e  molto  rara,  che  sarebbe  comparsa  solo  cinque  volte:  a  Foggia  nel  1878  (11.  Museo 
ili  Napoli),  a  Lugano  nel  1878  (R.  Museo  ili  Firenze),  a  Pavia  nel  1886  (Museo 
Civico  di  Pavia),  sul  Padovano  nel  1891  (Collezione  Arrigoni  Begli  Oddi),  il  quinto 
finalmente  nel  dicembre  1901  a  Massaciuccoli  (Collezione  Pierotti). 

455.  Branta  bernicla  (Linnaeus),  Oca  colombaccio. 

[Bernicla  brenta  (Pali-.)]. 

[Tav.  XL,  fig.  6]. 

Becco,  testa  e  collo  per  intero,  alto  petto  e  remiganti  nere  ;  due  spazi  bianchi  sui 
lati  del  collo;  dorso,  scapolari  e  cuopritrici  alari  di  un  bruno-cenerino-cupo,  con  mar- 
gini più  chiari;  groppone  nerastro;  cuopritrici  superiori  ed  inferiori  della  coda 
così  lunghe  che  quasi  la  nascondano  del  tutto,  esse  ed  il  basso 
addome  bianchi;  petto  ed  alto  addome  grigio-brunastri  (ad.). 
Mancano  le  macchie  bianche   sui  lati   del  collo;  cuopritrici 
alari  e  scapolari  marginate  di  biancastro;  tinte  generali  più 
pallide  (gioc). 

Lunghezza  totale  0,m600  ;  becco  0,m038;  ala  0,m360;  coda     ff 
0,m100;  tarso  0,'"052.  „,   ,     ..  „  , 

lesta  ai  li.  bermela, 

Nidifica  nelle  più  alte  latitudini  Nordiche  della  Regione  >/4  gr.  nat. 

Paleartica  e  della  Neartica,  migrando  verso  sud  nell'autunno. 
In  Italia  è  la  specie  del  genere  che  si  trova  con  più  facilità,  ma  è  rara  e  di  com- 
parsa accidentale,  venne  colta  nelle  provincie  nord-orientali  e  sopratutto  nel  Ve- 
neto ed  anche  in  Toscana. 

Gli  Autori  distinguono  due  forme  di  B.  bernicla,  quella  dal  gastreo  scuro  o 
B.  bernicla  che  nidifica  nella  penisola  Taimyr,  nella  Nuova  Zembla,  nella  Terra 
di  Fr.  Giuseppe  e  nelle  Spitzbergen  e  l'altra  dal  gastreo  piuttosto  chiaro  o  B.glau- 
cogaster,  Brehm  che  è  propria  dell'America  Artica,  dalle  coste  occidentali  della 
Groenlandia  sino  all'Isole  Parry.  Entrambe  queste  forme  viaggiano   assieme  alle 


Ilio  ATI.ANTK    ORNITOLOGI»  0 


epoche  delle  migrazioni  e  non  sembrano  meritevoli  di  distinzione  specifica,  tanto 
più  che  nella  Nuova  Zembla  si  trovano  nidificanti  anche  individui  dell'altra  forma. 

456.  Branta  rufìcollis  (Pallas),  Oca  rulli,  rosso. 

[  Bermela  ruficollis  (Pali..)]. 

Una  grande  macchia  bianca  tra  l'occhio  ed  il  becco;  cervice  per  intero  e  parte 
posteriore  del  collo  nere,  il  nero  della  cervice  attraversa  L'occhio  e  occupa  il  mento 
e  la  gola;  petto  ed  una  macchia  triangolare  sulla  regione  auricolare  di  un  rosso- 
i  (istillino  circondato  di  bianco,  che  limita  il  castagno  sui  lati  del  collo  e  sulla  parte 
bassa  del  petto  che  è  nera;  dorso,  groppone  e  cuopritrici  alari  nere,  con  margini 
pallidi  e  bianco-grigiastri;  fianchi  bianchi,  con  fascie  nere;  cuopritrici  superiori 
ed  interiori  della  coda  e  del  basso  addome  bianche  (ad.).  Spazio  sulla  regione  au- 
ricolare di  un  bruno  leggermente  rossigno;  collo  e  petto  tinti  di  castagno-fulviccio; 
addome  e  cuopritrici  della  coda  bianche  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m550;  becco  0,m027;  ala  0,m360;  coda  0,"' 125;  tarso  0,m058. 

Questa  specie,  essenzialmente  asiatica,  nidifica  nella  Vallata  dell'Ubi  e  dello 
Jenissei  e  sverna  nella  Siberia  occidentale,  nel  Turchestan  settentrionale  e  nelle 
regioni  adiacenti  all'Arai  ed  al  mar  Caspio;  in  Europa  arriva  quasi  sempre  come 
accidentale  e  fu  trovata  anche  nell'Egitto.  In  Italia  è  la  specie  più  rara  del  ge- 
nere, di  comparsa  accidentale  nell'inverno,  fu  colta  due  volte  in  Lombardia  (Colle- 
zione ilei  Liceo  S.  Alessandro  in  Milano  e  Raccolta  Conte  d'Arco)  ed  una  in  Toscana 
(R.  Museo  di  Firenze). 

Sottofamiglia  ANATINAE,  Anatini. 

Becco  piatto  e  largo;  lamelle  perpendicolari  ;  redini  pennute;  laringe  for- 
nita di  una  bulla  ossea  nei  maschi;  tarsi  scudettati  sul  davanti,  dito  posteriore 
con  un  lobo  molto  piccolo;  collo  alquanto  allungato  e  sottile;  color  dominante  vario; 
sessi  di  solito  differenti,  colori  metallici  ornano  quasi  sempre  gli  specchi  alari  (') 
e  nei  maschi  sovente  anche  la  parte  superiore  della  testa. 

Questa  sottofamiglia  comprende  diciannove  generi  con  circa  70  specie  sparse 
su  tutto  il  Globo.  Vivono  quasi  esclusivamente  sulla  superfìcie  delle  acque,  il  loro 
volo  è  rapidissimo,  nuotano  con  la  maggior  facilità,  ma  non  smergano  che  rara- 
mente e  nessuna  specie  ha  abitudini  essenzialmente  marine.  La  muta  è  all'atto 
speciale.  Con  una  o  due  eccezioni  i  maschi  sono  di  colorito  molto  più  brillante 
delle  femmine.  Queste  anitre  femmine  hanno  una  sola  muta  annuale  completa. 
mentre  i  maschi  di  molte  specie,  quantunque  non  di  tutte,  mutano  due  volte  le 
loro  piccole  penne.  Non  appena  i  giovani  sono  capaci  di  volati',  la  femmina  muta 
tutte  le  sue  penne,  cominciando  dalle  piccole  e  terminando  con  quelle  delle  ali 
e  della  coda.  La  muta  del  maschio  è  affatto  differente.  Quando  la  femmina  inco- 
mincia a  covare,  il  maschio  della  più  gran  parte  delle  specie  ha  una  muta  com- 


(')  l'or  speoohio  b' intende  quell'area  colorita  in  inolio  speciale  che  si  trova  sull'ala  di  alcuni  uccelli 
e  nelle  Anati nae,  di  solito,  sulla  porzione  distale  od  esterna  delle  remiganti  secondarie. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  461 


pietà  e  cangia  tutte  le  sue  piccole  penne  in  un  piumaggio  protettivo  che  somiglia 
a  quello  della  femmina,  cosi  che  quando  esso  perde  le  penne  delle  ali  e  della  coda 
(ciò  che  succede  come  ultima  cosa  e  siccome  cadono  tutte  in  una  volta,  l'animale 
non  può  volare  per  un  certo  tempo),  esso  non  si  trova  esposto  ad  alcun  pericolo, 
perchè  il  suo  abito  non  presenta  alcuna  vivacità  di  tinte,  però  egli  non  porta 
questa  livrea  opaca  per  un  lungo  tempo,  al  più  quattro  mesi.  Più  tardi  in  autunno 
il  giovane  cangia  il  suo  piumaggio  in  quello  degli  uccelli  «  dell'anno  »,  che  in 
ambedue  i  sessi  assomiglia  assai  a  quello  dell'adulto  ed  i  maschi  adulti  cangiano 
il  loro  «  abito  di  muta  >  in  quello  gaio  di  nozze.  In  nessun  caso  però  (né  nel  gio- 
vane di  ambedue  i  sessi,  né  nei  maschi  adulti)  le  remiganti  o  le  timoniere  sono 
mutate  in  autunno,  eccezione  fatta  alle  volte  pelle  due  timoniere  centrali,  che 
nell'abito  di  nozze  sono  talora  specialmente  modificate  o  colorite  brillantemente. 
Vi  sono  adunque  sei  tipi  di  piumaggio  per  ogni  specie  di  Anitra,  oltre  quello 
dei  giovani  coperti  di  piumino  e  sono: 

1)  giovane  in  primo  piumaggio,  nel  quale  i  sessi  sono  simili,  soltanto  legger- 
mente differenti  dalla  femmina  dell'anno; 

2,3)  maschio  e  femmina  dell'anno,  leggermente  differenti  dagli  adulti; 

4)  maschio  adulto  in  piumaggio  ili  inulti,  di  ben  poco  differente  dalla  femmina 
adulta; 

5)  maxi-liio  miai  lo  in  livrea  ili  noxxe; 

6)  femmina   minila    (Seebohlìl). 

Questo  piumaggio  estivo  che  si  riscontra  nelle  Anitre  è  un  fatto  notevole 
e  non  molto  conosciuto,  sul  quale  poco  fu  scritto  e  le  descrizioni  che  si  hanno 
sono  poco  chiare  e  soddisfacenti.  «  In  primo  luogo  questo  piumaggio  estivo  non 
è  affatto  una  livrea  singolare;  mentre  quantunque  esso  possa  apparire  prima  che 
i  piccoli  siano  sgusciati,  non  si  mostra  di  solito  che  quando  la  stagione  del  con- 
nubio è  finita  ed  è  distintamente  un  «  abito  post-nuziale  ».  Esso  è  principalmente 
ristretto  alla  testa,  al  collo,  al  petto,  alle  scapolari,  come  osservò  già  Montagu, 
cioè  a  quelle  porzioni  che  sono  più  cospicuamente  colorite.  Il  più  importante 
punto  di  connessione  con  questo  piumaggio  di  estate  è  che  la  muta  annuale  delle 
remiganti  non  comincia  prima  che  questo  piumaggio  opaco  sia  del  tutto  assunto 
ed  appena  che  le  nuove  remiganti  sono  atte  al  volo  il  detto  piumaggio  opaco, 
come  tutto  il  resto  delle  vecchie  penne,  cade  e  la  muta  annuale  delle  penne 
del  corpo  progredisce  normalmente.  Da  ciò  si  comprende  come  questo  piumaggio 
opaco  permane  soltanto  durante  il  periodo  nel  quale  l'uccello  è  inetto  al  volo, 
perchè,  come  è  generalmente  noto,  le  Anitre  mutano  le  remiganti  tutte  ad  un 
tratto  e  perdono  allora  temporaneamente  il  potere  di  volare.  In  questo  tempo 
un  piumaggio  opaco  e  non  appariscente  è  senza  dubbio  e  naturalmente  importante 
per  rendere  l'uccello  poco  visibile  e  agisce  come  fattore  protetti  co;  questa  io  credo 
sia  la  migliore  spiegazione  della  curiosa  muta  estiva.  Dei  vari  nomi  che  furono 
impiegati  a  distinguerlo,  quello  di  piumaggio  di  «  muta  estiva  »  mi  sembra  il  mi- 
gliore, giacché  esso  è  nel  suo  tipo  differente  da  qualsiasi  piumaggio  noto  tra  gli 
uccelli;  e,  come  già  fu  dimostrato,  esso  nulla  ha  da  che  fare  colla  stagione  nu- 
ziale, ma  è  intimamente  connesso  colla  muta  autunnale.  Infine  si  può  anche  dire 
che  le  penne  di  questo  piumaggio  sono  strutture  molli  ed  imperfette  come  quelle 
del  piumaggio  «  primo  »  o  «  post-nidale  »  dei  giovani  uccelli,  che  è  pure  un  semplice 
abito  estivo  temporaneo  (Stone). 


462  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Gli  Anatini  si  nutrono  d'insetti,  di  semi  e  di  piante  acquatiche;  nidificano 
nei  prati  acquitrinosi  e  nelle  paludi;  vivono  congregali  in  enormi  quantità  impren- 
dendo grandi  migrazioni;  il  loro  grido  è  aspro  e  la  carne  di  alcune  specie  è  buona 
a  mangiarsi. 


Genere  TADORNA,  Fleming. 

Becco  più  largo  all'apice  che  alla  base,  unghia  rotonda,  piccola,  culmine 
convesso,  lamelle  presenti  in  entrambe  le  mascelle,  più  sviluppate  però  verso  l'apice 
della  superiore,  più  strette  e  non  prospicienti  esternamente  sull'inferiore;  ali  lunghe, 
appuntito;  coda  leggermente  rotondata;  tarso  scudettato  anteriormente;  dito  poste- 
riore fornito  di  una  membrana  molto  piccola;  unghie  piccole  e  compresse. 

Sessi  quasi  eguali,  non  hanno  la  muta  come  le  Anatinae,  ma  essa  è  semplice 
autunnale,  sicché  il  maschio  non  ha  abito  di  muta  estiva;  le  ali  presentano  uno 
specchio  distinto;  zampe  carnicine;  angolo  delle  spalle  armato  di  un  piccolo  sprone, 
coperto  dalle  penne  circostanti. 

Le  Tadornae  hanno  tratti  caratteristici  con  le  Oche  e  da  alcuni  Autori  furono 
ad  esse  riunite;  due  sono  le  specie  di  questo  genere,  la  seconda  delle  quali  T.  ra- 
(ìjitìi  (Garn.)  abita  le  Molucche  e  l'Australia. 

457.  Tadorna  tadorna  (Linnaeus),  Volpoca . 

[Tadorna  cornuta  (Gin.)]. 

[Tav.  XL,  fig.  7]. 

Testa,  collo  e  specchio  di  un  nero-verdone  lucente;  un  largo  collare  bianco  at- 
torno il  basso  collo;  una  larga  fascia  attorno  al  tronco  e  cuopritrici  inferiori  della 
coda  fulvo-castagne;  resto  del  dorso,  groppone,  ali  e  fianchi  bianchi  ;  scapolari  nere, 
eccetto  le  interne  bianche;  una  fascia  nera  lungo  il  centro  del  petto  e  dell'ad- 
dome; coda  bianca,  nera  all'apice;  becco  rosso,  con  una  protuberanza  alla  base; 
piedi  carnicini  {mas.  ad.).  Simile,  tinte  meno  pure,  manca  la  protuberanza  alla  base 
del  becco  (femm.  ad.).  Testa  e  collo  bruno-neri;  fronte,  guancie,  mento  e  gastreo 
bianchi;  becco  carnicino  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"G20;  becco  0,'"060;  ala  0/n340;  coda  0,'"128;  tarso  0,m053. 

La  Volpoca  abita  la  parte  temperata  della  Regione  Paleartica,  spingendosi 
fino  al  Giappone  durante  l'estate;  d'inverno  frequenta  il  sud  dell'Europa,  l'Africa 
settentrionale  e  l'Asia  fino  alla  Cina,  l'India  ed  il  Giappone.  In  Italia  è  uccello 
sopratutto  di  passo  piuttosto  irregolare  ed  invernale,  lo  si  trova  da  agosto  a  marzo, 
ma  è  in  generale  scarso;  più  abbondante  nelle  saline  di  Barletta  ed  in  Sardegna, 
ove  è  anche  sedentario  e  nidificante  (Sorso,  Oristano). 


Genere  CASARCA,  Bonaparte. 

Becco  più  stretto  all'apice  che  alla  base,  unghia  mediocre,  culmine  quasi  di- 
ritto; lamelle  piuttosto  sviluppate  lungo  il  margine  interno  della  mandibola  su- 
periore, quelle  sul  margine  dell'inferiore  prospicienti  esternamente;  ali  più  lunghe 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  463 


della  coda;  becco  e  piedi  scuri;  sessi  differenti;  tarso  subeguale  al  dito  mediano. 
Non  presenta  abito  di  muta  estiva  (')• 

Quattro  sono  le  specie  del  genere  Casarca,  che  si  incontrano  nel  Mondo  An- 
tico e  nella  Regione  Australiana,  una  di  esse  compare  in  Europa,  la  seconda 
C.  cana  (Gin.)  è  propria  del  Sud-Africa,  le  altre  due  dell'Australia. 

458.  Casarca  casarca  (Gmelin),  Casarca. 

[Casarca  rutila  (Pall.)J. 

[Tav.  XL,  fig.  8]. 

Colorito  generale  lionato-acceso;  testa  e  parte  alta  del  collo  di  un  t'ulvo-chiaro,  li- 
mitato in  basso  da  un  collare  nero;  cuopritrici  delle  ali  bianche;  cuopritrici  su- 
periori della  coda,  remiganti  le  e  coda  nere;  remiganti  26  esternamente  di  un 
verdone-porporino  e  formanti  uno  specchio  alare  {mas.  ad.).  Testa  bianco-fulva;  tinte 
generali  più  chiare;  manca  il  collare  nero  (  few  in.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,"'600;  becco  0,'"044:  ala  0,m375;  coda  0,m  139;  tarso  0,'"057. 

La  Casarca  abita  le  regioni  sud-orientali  d'Europa  ed  è  accidentale  nelle  oc- 
cidentali, si  trova  in  tutta  l'Africa  settentrionale  fino  allo  Scioa  e  dall'Asia  occi- 
dentale sino  alla  Cina  ed  al  Giappone;  sverna  a  Burina  e  nell'India.  In  Italia  è 
di  comparsa  accidentale  e  molto  rara,  venne  presa  in  Toscana,  nel  Romano,  nel 
Napoletano,  nella  Puglia,  in  Capitanata,  in  Sicilia  ed  a  Malta  ed  una  volta  anche 
in  Dalmazia  sul  Narenta;  senza  quest'ultimo,  dieci  sarebbero  i  soggetti  catturati 
finora  da  noi. 

Genere  ANAS,  Linnaeus. 

Becco  non  fatto  a  spatola,  largo,  lungo  quanto  la  testa,  tanto  alto  che  largo 
alla  base  e  dilatato  all'apice,  unghia  ovato-rotondata;  lamelle  assai  lunghe,  trian- 
golari alla  base,  solcate  verticalmente  e  presenti  in  ambedue  le  mascelle  ;  narici 
ovali,  subeguali;  ali  mediocri,  che  non  giungono  all'estremità  della  coda,  acute, 
le  due  prime  remiganti  l6  le  più  lunghe,  le  26  interne  allungate  e  piuttosto  appun- 
tite; coda  rotondata,  corta;  tarsi  più  corti  del  dito  mediano,  scudettati  anteriormente, 
reticolati  nel  resto;  unghie  piccole,  ottuse,  arcuate.  Sessi  differenti  in  piumaggio. 

Il  genere  Anas,  colle  sue  sedici  specie,  ha  una  estesissima  distribuzione  geo- 
grafica e  si  può  dire  affatto  cosmopolita,  una  sola  di  esse  è  propria  dell'Europa, 
cioè  VA.  boscas. 

459.  Anas  boscas  (-),  Linnaeus,  Germano  reale. 

[Anas  boschas,  L.;  Gè  mi  ano']. 
[Tav.  XLI,  flg.  1*  e  2]. 

Becco  verde-giallo  ;  testa  e  collo  di  un  verde-splendente,  limitato  da  un  collare 
bianco  nella  parte  mediana  del  collo;  petto  castagno-cupo;  dorso  ed  addome  cenerini, 


(')  Secondo  F.  E.  Blaiiuw  (Ibis,   1891,  p.  317)  la  C.  tadornoides  (Jard.  Selby)  presenterebbe  doppia 
muta  e  quindi  abito  di  muta  estiva,  che  verrebbe  rivestito  alla  fine  di  agosto. 

(-)  Deve  scriversi  boscas,  e  non  boschas  come  erroneamente  fece  Linneo  (Syst.  Nat.,  I,  pag.  127,  1758). 


464  ATI.  \v tNITOLOGK  0 


con  strie  trasversali  finissime  scuro  nere;  groppone  sopracoda  e  sottocoda  nero- 
bluastri;  ali  cenerino-cupe;  specchio  aero-violetto  cangiante  in  verde  marginato 
superiormente  ed  inferiormente  prima  di  nero  e  poi  di  bianco;  le  quattro  sopra- 
caudali maggiori  avvolte  a  spira  [mas.  ad.).  Becco  giallo  e  nero:  parti  superiori 
bruno-scure,  marginate  di  lionato;  le  inferiori  f'ulviccie,  cou  macchie  centrali 
bruno-nere;  mento  e  gola  immacolati;  ali  come  nel  maschio  (femm.  ad.  e  giov.). 
D'estate  dine  maggio-agosto)  il  maschio  assume  un  piumaggio  simile  a  quello  della 
femmina,  è  però  sempre  più  cupo  di  tono  ed  ha  il  becco  di  una  tinta  verde-gialla 
[mas.  ad.  in  abito  di  muta  estiva). 

Lunghezza  totale  0,'"600;  becco  0,"0r>0:  ala  0,m290;  coda0,m110;  tarso  0,m047. 

Questa  specie  va  soggetta  a  numerose  varietà  di  colorito  specialmente  nelle 
fémmine,  le  lionate  essendo  le  meno  rare  e  la  leucocrostica  la  più  difficile  ad 
aversi.  Si  ricordano  ibridi  domestici  con  quasi  tutte  le  Anitre  congeneri  e  fra  i 
selvatici  noto  quello  con  la  Dafila  acuta  L.  crime  il  più  comune,  sono  molto  più 
rari  gli  altri  colla  Manca  penelope  (L.),  col  Nettium  crecca  (L.)  e  col  Chaulelasmtis 
streperiis  (L.). 

Il  Germano  ha  una  larga  distribuzione  geografica  ;  abita  tutta  l'Europa,  l'Asia 
fino  alla  Cina,  il  Giappone.  l'India  settentrionale,  l'Africa  dalle  Azzorre  alla  Nuliia 
ed  all'Abissinia,  l'America  dal  Circolo  Artico  fino  al  Panama  ed  al  Messico.  Nidi- 
fica in  tutte  le  regioni  d'Europa,  ma  in  maggior  numero  a  primavera  si  porta 
verso  il  Nord  attorno  al  Circolo  Artico.  In  Italia  questa  specie  è  una  delle  più 
abbondanti  fra  le  Anitre,  specialmente  durante  l'inverno  ed  all'epoche  del  passo; 
è  sedentaria  e  nidificante  dal  Veneto  alla  Sicilia;  i  branchi  migranti  arrivano 
nell'agosto,  ma  il  grosso  in  novembre  e  ripartono  da  febbraio  a  marzo. 

Il  Savi  ha  fatto  una  notevole  osservazione  sui  Germani,  cioè  che  in  dati  in- 
verni essi  sono  attaccati  da  una  malattia  che,  paralizzando  più  o  meno  completamente 
i  muscoli  del  petto  e  delle  estremità  anteriori,  li  rende  inetti  a  volare.  In  quegli  anni 
i  cacciatori  trovavano  Germani  che  appena  spaventati  pigliavano  come  al  solito 
il  volo,  mentre  altri,  impotenti  a  levarsi,  cercavano  rifugio  nel  folto  delle  canne 
o  sugli  stessi  laghi,  di  modo  che,  inseguiti  o  dai  cani  o  dai  cacciatori,  venivano 
presi  anche  con  le  mani.  Tali  uccelli  esaminati  non  presentavano  anomalie  di 
sorta,  solo  frammezzo  al  cibo  ingoiato  vennero  rinvenuti  pallini  di  piombo,  alcuni 
talmente  corrosi  da  essere  ridotti  in  sottili  lamine.  Ora  conoscendo  le  qualità  ve- 
nefiche del  piombo,  tanto  più  se  ossidato,  e  sapendosi  che  esse  producono  una  specie 
di  paralisi,  si  venne  a  dedurre  che  tale  indebolimento  provenisse  dall'azione 
dello  stesso."  Sembra  che  i  Germani  raccolgano  il  piombo  sul  fondo  dei  paduli  as- 
sieme al  cibo  e  che  il  fatto  che  non  tutti  gli  anni  si  osservano  debba  addebitarsi 
alle  differenti  condizioni  del  detto  fondo  dei  paduli,  che  sarebbe  variabile  a  se- 
conda degli  anni. 

Il  Germano  reale  è  il  capostipite  delle  numerose  varietà  di  Anitre  domestiche. 


Genere  EUNETTA,  Bonaparte. 

Becco  compresso,  poco  largo,  più  corto  della  testa;  penne  della  cervice  e 
della  nuca  lunghe,  larghe,  decomposte  e  formanti  un  grande  ciuffo,  che  ricade  po- 
steriormente sul  collo;  remiganti  secondarie  interne  a   forma  di   l'alce   e   non    di 


ATLANTE-:    ORNITI  H.OCilco  1-65 


ritte;  cuopritrici  superiori  ed  inferiori  della  coda  che  oltrepassano  e  coprono  per 
intero  la  coda;  timoniere  centrali  che  non  oltrepassano  le  laterali. 

Una  sola  bellissima  specie  che  abita  la  regione  Paleartica  orientale. 

460.  Eunetta  falcata  (Georgi),  Alzatola  forestiera. 

Cervice  castagno-cupa;  lati  della  testa  porporino-bronzati,  tinti  di  verdastro 
sulla  parte  posteriore  della  stessa;  un  ciuffo  di  penne  allungate  verdi  sulla  nuca; 
un  collare  nero-verdastro  separa  a  metà  il  bianco  della  gola  da  quello  della  parte 
alta  del  collo;  alto  petto  a  fascie  semicircolari  a  guisa  di  scalette  nere  e  bruno- 
grigie,  come  il  dorso  e  le  alte  scapolari;  remiganti  2e  formanti  uno  specchio  di  un 
bel  verde-metallico,  limitato  anteriormente  e  posteriormente  di  bianco;  le  2"  più 
interne  lunghe  e  strette,  foggiate  a  forma  di  falce,  nero-vellutate  collo  stelo  bianco, 
il  margine  e  parte  del  vessillo  interno  grigi;  coda  nascosta  dalle  sue  cuopritrici 
(mas.  ad.).  Eguale  alla  femmina  di  C.  streperus;  ne  differisce  per  avere  la  porzione 
visibile  delle  ultime  remiganti  secondarie  nera  con  riflessi  di  un  verde-metallico, 
strettamente  terminata  di  bianco  e  l'apice  delle  grandi  cuopritrici  biancastre, 
mentre  nel  C.  streperus  femmina  la  porzione  visibile  delle  ultime  secondarie  è  bianco- 
pura  e  l'apice  delle  grandi  cuopritrici  nero,  inoltre  VE.  falcata  femmina  presenta 
le  timoniere  bruno-grigie,  rossastre  sul  margine,  mentre  nel  C.  streperus  femmina 
le  timoniere  esterne  sono  biancastre,  con  macchie  irregolari  brune  (femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,'"480;  becco  0,m044;  ala  0,'"253;  coda  0,n,076;  tarso  0,n'034. 

Abita  le  regioni  orientali  dell'Asia  ed  il  Giappone;  si  porta  d'inverno  in  Cina 
ed  a  Formosa.  In  Europa  è  specie  accidentale;  venne  catturata  una  o  due  volte 
nella  Svezia  ed  anche  presso  Vienna  nel  1839. 


Genere  CHAULELASMUS,  G.  R.  Gray  ('). 

Becco  poco  largo,  più  corto  della  testa  e  ristretto  verso  l'apice;  lamelle  della 
mandibola  superiore  inolio  prominenti  e  visibili  al  di  là  delle  branche  dell'inferiore;  re- 
miganti 26  interne  e  scapolari  appuntite;  penne  centrali  della  coda  di  poco  so- 
pravanzanti le  laterali;  specchio  alare  nero  esternamente,  bianco  internamente; 
sessi  di  poco  differenti;  penne  della  cervice  e  della  nuca  piuttosto  lunghe  e  fitte. 

Le  due  specie  di  questo  genere  abitano  l'Emisfero  settentrionale,  l'ima  C.  stre- 
perus è  anche  propria  dell'Europa,  l'altra  C.  Coitesi,  Streets,  abita  le  Isole  Wa- 
shington e  New  York  del  gruppo  Fanning  (Pacifico). 

461.  Chaulelasmus  streperus  (Linnaeus),  Canapiglia. 

[Tav.  XLI,  tìg.  5  e  6]. 

Becco  nero;  testa  e  collo  di  un  grigio-rossigno,  con  fascie  nerastre  piccole, 
numerose  ed  indistinte;  alto  dorso  e  scapolari  a  sottili  fascie  ondulate  nere  e 
bianco-cenerognole;   basso   dorso,   groppone,   sottocoda  e  sopracoda   di   un   nero- 

(')  Chaulelasmus,  G.   R.  Gray,  ride  Bonaparte,   Compi.  List  B.  Eur.  &  N.  Amer.  p.  56  (1838). 
Atlante  ornitologico.  59 


166  \n   w  li     ORNI  COLOGK  0 


vellutato;  petto  nero,  con  due  o  tre  fascie  bianche,  semilunari  e  concentriche  su 

ogni  penna,  le  dette  fascie  sono  più  fitte  e  più  strette  sui  fianchi:  medie  cuopri- 
trici  alari  rosso-castagne;  specchio  alare  nere  vellutato  esternamente,  bianco  inter 
namente;  tarsi  e  diti  gialli,  con  la  membrana  interdigitale  nerastra  {mas.  ad.). 
Becco  giallo-olivastro;  parti  superiori  bruno-nerastre,  con  marginature  fulviccie 
più  uniformi  sulla,  testa:  collo,  petto  e  fianchi  fulvicci,  col  centro  delle  penne  nere: 
specchio  bianco  esternamente,  grigio-cenerino  internamente  ;  spazio  castagno  del- 
l'ala più  piccolo  {[finiti,  ad.).  In  estate  il  maschio  assume  un  abito  simile  a  quello 
della  femmina,  ma  lo  specchio  rimane  invariato,  inoltre  il  colorito  generale  è  sempre 
più  scuro  {mas.  ad.  in  abito  di  unita  estiva). 

Lunghezza  totale  0,m545;  becco  0,m045;  ala  0,m270;  codaCyO^O;  tarso  0.m039, 
È  specie  che  nidifica  sopratutto  nelle  parti  più  fredde  e  sub-artiche  di  Europa, 
d'Asia  e  d'America;  migra  d'inverno  verso  sud  fino  all' Abissinia,  alla  Cina,  al  Giap- 
pone e  ncir  Airi  erica  settentrionale  giunge  al  Messico.  In  Italia  arriva  colle  con- 
generi ed  è  uccello  di  passo  ed  invernale,  ma  non  abbondante;  però  nel  Veneto, 
in  Toscana,  in  Sicilia  ed  in  Sardegna  si  può  avere  facilmente  da  ottobre  ad  aprile. 
Non  nidifica  da  noi,  ciò  che  però  succede  in  latitudini  egualmente  meridionali, 
come  la  Spagna  e  la  Vallata  del  Danubio. 


Genere  MARECA.  Stephens. 

Becco  piccolo,  ben  più  corto  della  testa  e  ristretto  verso  l'apice;  lamelle 
della  mandibola  superiore  appena  visibili  di  profilo;  penne  centrali  della  coda 
acuminate  ed  estese  alquanto  al  di  là  delle  laterali;  tarso  lungo  quanto  il  dito 
mediano;  sessi  distintamente  differenti. 

Tre  sono  le  specie  del  genere  Mareca,  due  delle  quali  s'incontrano  nei  paesi 
Europei,  la  terza  M.  sibilatrix  (Poepping)  è  confinata  nelle  parti  meridionali  del- 
l'America del  Sud. 

462.  Mareca  penelope  (Linnaeus),  Fischione. 

[I  av.   M.II.  6g.  1  o  2]. 

Becco  blu  di  cobalto,  nero  all'apice;    fronte  e  vellico  ceciati:  il    resto    della 
lesta   e  del  collo  di  un   fu  Ivo -castagno  con  piccole  macchiette  verde-bottiglia,  spe- 
cialmente d'attorno  agli  occhi;  mento  e  gola  nerastri;  dorso 
..,.-■■  e  scapolari  a  zig-zags  neri   e  bianco-grigi;  cuopritrici  alari 

4.  ed  addome  bianchi;  petto  ametistino;  sottocoda  nero:  specchio 

/  verde,  limitato  anteriormente  e  posteriormente  di  nero  e  su- 

periormente di  bianco  {mas.  ad.).  Testa  e  collo  bruno-lionati, 
con   fitte  macchie  nere;    parti    superiori  bruno-nerastre  con 
margini  bianchicci,  rossastri  sulle  scapolari;  cuopritrici  almi 
Testa  di  u  penelope        cenerino-scure,  con  margini    bianchicci:    specchio  cenerino- 
mas,  mi.,   '  ,  gr.   imi.      sudicio,   marginato  di  bianco;   sottocoda   bianco   a  macchie 
scure  i  frinii/,  in/.).  I giovani  somigliano  alle  femmine.  D'estate 
giugno-ottobre)  il  maschio   assume   un  abito  simile  a  quello  della  femmina;  ma 
l'ala  si  conserva  come  d'inverno  compreso  lo  specchio  e  le  cuopritrici  alari,  che 


^ 


\T1. ASTIO   ORNITOLOGICO  467 


rimangono  bianche  con  una  fascia  nera  apicale  sulle  grandi,  le  tinte  inoltre  sono 
più  rossastre  che  nelle  femmine,  sul  dorso  e  sulle  scapolari  esiste  sempre  qualche 
linea  a  zig-zags  neri  o  bianco-grigi  (mas.  ad.  in  abito  di  muta  estiva). 

E  specie  variabile  di  colorito  e  di  statura,  tali  variazioni  relativamente  al 
colore  sono  in  generale  effetti  delle  mute.  Le  anomalie  albine  si  riscontrano  di 
solito  sulla  testa,  ma  sono  molto  rare.  Si  conoscono  ibridi  selvatici  col(iermano 
reale,  col  Codone,  coll'Alzavola,  colla  Canapiglia,  ne  vennero  colti  anche  in  Italia 
(Museo  Currcr  ili  Venezia,  Raccolta  dell'Accademia  dei  Concordi  di  Rovigo,  Collezione 
Arrigoni  degli  Oddi),  ma  sono  assai  rari. 

il  Fischione  è  specie  Paleartica,  che  nidifica  dall'Islanda  al  Kamciatka  e  di 
solito  al  di  là  del  60"  lat.;  è  accidentale  nell' America,  eccetto  dall'Alaska  fino  alla 
California  lungo  il  Pacifico.  In  Italia  arriva  e  parte  colle  congeneri  ed  è  abbon- 
dantissima, qualche  coppia  nidifica,  ma  di  rado;  dui-ante  l'estate  si  trovano  talora 
nell'Estuario  Veneto  Fischioni  riuniti  in  branchi,  composti  in  gran  parte  di  maschi 
giovani  colle  euopritrici  alari  ancora  scure,  e  che  non  nidificano. 

463.  Nlareca  americana  (Gmelin),  Fischione  america  no. 

Fronte  e  vertice  di  un  bianco-sudicio,  quasi  senza  macchie;  una  larga  fascia 
verde,  che  dall'occhio  si  dirige  sul  collo;  guancie  e  collo  biancastri,  macchiati  di 
nero;  specchio  alare  verde,  limitato  anteriormente  e  posteriormente  di  nero  (mas. 
mi.).  Simile  alla  femmina  di  M.  penelope,  ma  colla  testa  ed  il  collo  biancastri  mac- 
chiati di  nero  {femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,m500;  ala  0,m265. 

Abita  il  Nord-America,  migrando  d'inverno  fino  ali1  America  centrale.  È  ac- 
cidentale in  Europa  (Inghilterra  e  Francia)  e  nelle  Azzorre. 


Genere  NETTIUM,  Kaup. 

Becco  stretto,  lungo  quanto  la  testa,  con  l'apice  non  ristretto,  ma  alquanto 
allargato  e  rotondeggiante,  unghia  piccola  e  rotonda,  lamelle  poco  prominenti;  re- 
miganti secondarie  interne  e  scapolari  più  lunghe  e  più  strette  che  nel  gen.  Ma- 
reca;  coda  di  16  penne;  membrana  interdigitale  smarginata;  sessi  distintamente 
differenti. 

Questo  genere  cosmopolita  comprende  15  specie,  delle  quali  una  si  presenta 
propria  anche  dell'Europa,   mentre   altre   due  vi  giungono  solo  accidentalmente. 

464.  Nettium  formosum  (Georgi),  Alsavola  asiatica. 
[  Querquedula  formosa  (Georgi),  Nettion  formosa  (Georgi)]. 

Parte  superiore  della  testa,  la  posteriore  del  collo,  gola  ed  una  fascia  che  dagli  uniti 
ili see udì-  sulla  stessa  e  vi  si  allaccia  nere;  il  nero  della  cervice  dietro  l'occhio  è  mar- 
ginato di  bianco,  che  giunge  fino  sui  lati  della  nuca  e  s'allarga  su  quelli  del  collo; 
dietro  l'occhio  una  larga  fascia  verde-metallica,  che  si  estende  allargata  sui  lati 
del  collo;  basso  collo  ed  alto  petto  vinati,  con  macchie  ovali  nere;  sui  lati  del  petto 


168  ATLANTE    OHNITOLOC.IOO 


una  fascia  semiluiiare  bianca;  specchio  verde-metallico,  limitato  anteriormente  da 
una  t'ascia  cannella  e  terminato  prima  di  nero  e  poi  di  bianco  (mas.  ad.).  Bruna, 
con  le  penne  marginate  di  rossigno;  una  macchia  rotonda  biancastra  sulla  parte  an- 
teriore delle  guancie  presso  la  base  del  becco;  ali  come  nel  maschio,  specchio 
colla  t'ascia  apicale  bianco-fulva  (femm.  ad.  . 

Lunghezza  totale  0,m460;  becco  0,'  038  ;  ala  0,m215;  coda  0,"'10G;  tarso  0,'"024. 

Abita  la  Siberia  orientale;  d'inverno  giunge  fino  alla  Cina,  al  Giappone  e 
raramente  nell'India.  In  Europa  è  specie  accidentale  e  rarissima;  cinque  esemplari 
furono  colti  nel  novembre  1836  sulla  Sauna  ad  Epervans  (Francia),  uno  dei  quali 
venne  conservato  {Coli,  de  Montessus),  un  sesto  nella  Manche  pure  in  Francia 
(Coli.  Conti'  di  SI, ■udì  ed  una  volta  in  Italia  nel  1885  presso  Modena  (lì.  Museo 
di  Firenze). 

465.  Nettium  crecca  (Linnaeus),  Alzavola-, 

|  Querquedula  crecca  (L.),  Nettion  crecca  (L.)]. 

[Tav.  XLI,  fig.  H  e  10]. 

Testa  e  collo  rosso-castagni,  con  due  larghe  fascie  verdi-metalliche  che  par- 
tono dagli  occhi  e  terminano  sulla  nuca,  marginate  di  bianco  che  continua  poi 
dall'occhio  alla  base  del  becco;  petto  biancastro,  con  macchie  ovali  nere;  alcune 
delle  basse  scapolari  bianco-giallastre,  con  largo  margine  esterno  nero-vellutato; 
specchio  alare  verde-metallico  nel  lato  superiore,  nero-azzurro  nell'inferiore,  limi- 
tato posteriormente  di  bianco  e  anteriormente  di  bianco-fulviccio  (mas.  ad.).  Parti 
superiori  bruno-nerastre,  con  margini  bruno-rossicci:  dorso  e  scapolari  con  due  fa- 
scie  trasversali  strette  bruno-fulviccie;  parti  inferiori  brunastre,  con  macchie  scure 
poco  distinte  sul  centro  delle  penne  del  petto,  dei  fianchi  e  del  sottocoda;  spec- 
chio come  nel  maschio  (femm,.  ad.).  D'estate  (giugno-ottobre,  anche  alle  volte  fino 
a  dicembre)  il  maschio  assume  un  abito  simile  a  quello  delle  femmine,  ma  la  sta 
tura  maggiore,  la  tinta  più  scura  uniforme  e  cenerognola,  la  mancanza  dei  mar- 
gini bruno-rossicci  sul  dorso  e  sulle  scapolari  rimpiazzati  di  grigiastro  e  alcune 
scapolari  con  largo  margine  esterno  nero  lo  distinguono  a  priori  (mas.  ad.  in  abito 
di  muta  (stiro  . 

Lunghezza  totale  0,'"400;  becco  0,'"039;  ala  0,m180;  coda  0,ra080;  tarso  0,m028. 

L'Alzavola  va  soggetta  a  varietà  albine  o  isabelline  ed  anche  allo  stato  sci 
valico  s'incrocia  col  Germano  reale,  col  Fischione,  colla  Canapiglia,  ibridi  noti 
sotto  il  nome  di  Bimaculated  Di/eh;  Penn.,  Arias  i/toiitnns.  Lath.,  Querquedula  glo- 
eitans,  Vig.,  Bimaculated  Tedi,  Selby,  A.  bimaculata,  Gra.  fide  Bp.,  Q.  o  Eunetta 
l>i maculata,  Bp.,  essi  però  sono  molto  rari;  s'incrocia  anche  colla  D.  acuta  e  dub- 
biosamente colla  Q.  circia. 

L'Alzavola  abita  l'intera  Regione  Paleartica,  nidificando  di  solito  nelle  parti 
Nordiche  e  portandosi  verso  Sud  nell'inverno;  è  accidentale  in  Groenlandia  e  nel 
Nord-America.  In  Italia  è  specie  essenzialmente  di  passo  ed  invernale,  abbondan- 
tissima; qualche  coppia  nidifica  tanto  nelle  provincie  settentrionali  che  nelle  me- 
ridionali, sicché  apparirebbe  anche  stazionaria.  Le  prime  colonie  migranti  giun- 
gono nell'Italia  supcriore  ai  primi  di  agosto,  ma  il  grosso  arriva  in  ottobre  e  ne] 
novembre.  Partono  in  marzo  e  nell'aprile. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  469 


466.  Netiium  carolinense  (Gmelin),  Alzatola  americana. 

La  femmina  sembra  eguale  a  quella  del  X.  erecca,  il  maschio  va  distinto  dai 
seguenti  caratteri:  la  linea  biancastra  che  circonda  la  banda  verde  sui  lati  della 
testa  e  che  passa  ondulando  dall'occhio  alla  base  del  becco  è  quasi  invisibile;  le 
scapolari  sono  di  un  grigio-lavagna  uniforme  e  senza  bianco;  una  fascia  larga  semi- 
circolare biancastra  su  ciascun  lato  del  petto  in  faccia  alla  spalla,  che  manca  nel 
X.  erecca. 

Nidifica  nelle  regioni  Artiche  dell'America  del  Nord;  migra  durante  l'in- 
verno verso  Sud  fino  nelle  parti  centrali  (Honduras  e  Cuba).  Accidentale  nella 
Regione  Paleartica,  venne  colto  tre  volte  nelle  Isole  Britanniche  [John  Kraus.  Ar- 
thitr  Felloires,  Hoivard  Saunders). 


Genere  DAFILA,  Stephen*. 

Becco  lungo  quanto  la  testa,  leggermente  allargato  verso  l'apice,  guarnito 
sul  margine  della  regione  apicale  .della  mandibola  superiore  di  una  membrana 
stretta  e  molle;  culmine  del  becco  quasi  diritto;  remiganti  secondarie  interne  e 
scapolari  allungate  ed  appuntite;  coda  lunga,  colle  penne  centrali  molto  allungate, 
acuminate  e  che  sorpassano  notevolmente  le  laterali  [mas.  ad.);  collo  lungo  e 
sottile. 

Tre  specie  compongono  questo  genere  cosmopolita  (si  eccettui  la  Nuova  Ze- 
landa e  l'Australia);  di  esse  la  T).  acuta  è  anche  Europea,  la  I).  Eatoni  iSharpe) 
abita  le  Isole  Kerguelen  e  forse  le  Crozette,  la  D.  spinicanda  (Vieilloti  l'America 
meridionale. 

467.  Dafila  acuta    LinnaeuS',  Codone 

[Tav.  XLI,  flg.  3  e  4]. 

Testa  ed  alto  collo  di  un  bruno  a  ritiessi  porporini  sui  lati  della  testa  e  sull'oc- 
cipite; linea  centrale  della  nuca  nera,  limitata  da  due  fascie  bianche  sui  lati  del 
collo,  che  si  fondono  col  bianco  della  parte  anteriore  del  collo,  del  petto  e  del- 
l'addome; specchio  verdone-bronzato,  marginato  anteriormente  di  nocciola  e  po- 
steriormente di  nero  e  di  bianco;  coda  grigia,  senza  fascie  trasversali,  le  due  timo- 
niere centrali  acuminate,  nere  e  sopravanzanti  le  laterali  di  parecchi  centimetri  (mas. 
ad.).  Parti  superiori  di  un  nero-cupo  con  margini  e  macchie  fulve,  che  divengono 
biancastre  sul  groppone;  parti  inferiori  bianco-sudicie,  con  strie  scure  sui  fianchi, 
sull'addome  e  sul  sottocoda;  specchio  nocciola-bronzato,  con  macchie  nere;  timo- 
niere grigie,  con  fascie  oblique  fulve  e  le  mediane  quasi  eguali  alle  laterali  (ferrini. 
ad.).  I  giovani  somigliano  alle  femmine,  ma  i  maschi  giovani  hanno  lo  specchio 
alare  dei  maschi  ad.  D'estate  (luglio-ottobre)  il  maschio  assume  un  abito  simile  a 
quello  delle  femmine,  ma  lo  specchio  rimane  intatto,  le  timoniere  non  hanno  fascie, 
mancano  le  tinte  nocciola  sulle  parti  superiori  ed  esiste  qualche  zig-zags  sul  dorso 
(mas.  ad.  in  abito  di  mata  estiva). 


ITO  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Lunghezza  totale  0,m680;  bec< ™050;  ala  0,m270;  coda  0,m170;  tarso  0,,n039 ; 

le  penne  mediane  della  coda  sorpassano  le  laterali  da  0,ra112  a  0,'  127;  è  specie 
piuttosto  variabile  di  dimensioni. 

Le   varietà  albine  del  ('odono  suini   rare,   più   frequenti  lineile  isabelline. 

Xiditiea  nelle  parti  settentrionali  della  Regione  Paleartica  e  della  Xeartiea: 
migra  d'inverno  fino  (piasi  all'Equatore.  In  Italia  è  specie  invernale  e  di  passo, 
giunge  eolio  congeneri  od  è  ovunque  abbondante,  parte  in  marzo  e  nell'aprile;  però 
in  giugno  si  vedono  ancora  individui  solitari,  clic  sono  pei-  lo  più  maschi.  Non 
nidifica  tra  noi. 


Genere  QUERQUEDULA.  Stephens 


Differisce  dal  gen.  Nettium  pel  becco  guarnito  sul  margine  della  porzione 
apicale  della  mandibola  superiore  di  una  membrana  strotta  e  molle,  esso  epuro 
lungo  quanto  la  testa,  ma  molto  più  largo  specialmente  all'apice,  unghia  gratulo 
e  larga;  cuopritrici  superiori  delle  ali  blu  o  grigio-bluastre. 

Questo  genere  consta  di  cinque  specie;  una  di  esse  è  comune  in  Europa. 
un'altra  vi  è  accidentale  e  le  tre  rimanenti  sono  proprie  dell'America. 

468.  Querquedula  circia  (Linnaeusi,  Mwsajola. 

|  Tav.  XLI,  ttg.   7  e  8  |. 

Vertice  bruno-scuro,  limitato  da  due  sopraccigli  larghi  e  bianchi;  lati  della  testa 
e  del  collo  di  un  marrone-vinato,  con  una  stria  centrale  bianca  su  cadauna  penna: 
parti  superiori  nerastre,  con  margini  grigio-olivastri;  scapolari  appuntite,  allungate 
nere,  con  una  stria  centrale  longitudinale  bianca;  mento  nero;  petto  fulvo-lionato,  con 
fitte  fascie  semilunari  nere  come  a  scaglie;  cuopritrici  alari  cenerino-bluastro; 
specchio  verde-glauco,  limitato  superiormente  ed  inferiormente  di  bianco  (mas.  ad.). 
Simile  alla  femmina  dell' Alzavola,  ma  il  becco  è  più  largo:  una  tacca  biancastra 
sulle  redini;  altre  macchie  più  larghe  dietro  l'occhio;  mancano  le  chiazze  rossigne 
sulle  scapolari;  lo  specchio  è  cenerino-scuro  cangiante  leggermente  in  verdone, 
marginato  anteriormente  e  posteriormente  da  due  bande  bianche  (ferrini,  mi.).  I 
giovani,  se  femmine,  sono  eguali  alle  femmine  ad.,  i  maschi  hanno  eguale  livrea, 
ma  sono  tosto  riconoscibili  allo  specchio  alare  differente.  D'estate  i  maschi  per 
un  periodo  molto  lungo  (luglio-novembre)  rivestono  un  abito  simile  a  quello  delle 
femmine,  ma  <t  priori  se  ne  distinguono  per  il  colorito  brillante  delle  cuopritrici  alari 
e  dello  specchio  (mas.  <t<l.  i>t  abito  <li  muta  rsti 'va  . 

Lunghezza  totale  0,'"400;  becco  0,m039;  ala  0/300;  coda  0,m072;  tarso  0,m025. 

Abita  la  Regione  Paleartica,  eccettuato  l'estremo  Nord;  sverna  nell'Africa  set- 
tentrionale sino  alla  Somalia,  nella  Palestina,  nella  (ina.  nel  Giappone,  nell'India 
ed  a  Giara.  In  Italia  è  uccello  estivo  e  nidificante,  ma  specialmente  copioso  quale 
specie  di  passo  da  febbraio  ad  aprile  e  da  agosto  a  settembre;  si  presenta  più 
uniformemente  distribuito  e  più  abbondante  in  primavera,  d'inverno  si  uccide 
assai  di  rado. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  471 


469.  Querquedula  discors  (Linnaeus),  Mwzajóla  dulie  ali  blu. 

Una  fascia  semilunare  bianca  tra  gli  occhi  ed  il  becco;  guancie  e  collo  grigio- 
bluastri;  gastreo  rossiccio,  macchiettato  di  scuro;  cuopritrici  alari  di  un  blu  dì  mimi  hi 
brillante;  specchio  verde-bronzo,  limitato  anteriormente  da  una  fascia  bianca:  apice 
delle  remiganti  secondarie  nero-bluastro  {mas.  ad.).  Cuopritrici  alari  blu;  specchio 
scuro,  con  la  fascia  bianca  più  stretta;  un  distinto  sopracciglio  bianco  (femm.  ad.). 

Le  dimensioni  sono  presso  a  poco  eguali  a  quelle  della  specie  precedente. 

Abita  l'America  settentrionale;  sverna  nella  centrale,  arrivando  sino  al  Perù 
ed  all'Equatore;  è  accidentale  in  Europa;  un  esemplare  colto  nel  1858  in  Gran 
Bretagna  (')  è  conservato  nel  Museo  di  Edimburgo,  un  secondo  individuo  venne 
catturato  in  Danimarca  nell'aprile  1868  [Olof  Winge). 


Genere  SPATULA,  Boie. 

Becco  senza  membrana,  molle  sui  lati  verso  l'apice,  più  lungo  della  testa,  for- 
temente spatolato,  largo  il  doppio  all'apice  che  alla  base,  lamelle  assai  prospicienti, 
specialmente  alla  base  del  becco  e  molto  numerose,  esse  formano  come  una  frangia 
laterale;  cuopritrici  alari  bluastre;  coda  graduata,  appuntita,  di  14  penne;  sessi 
differenti  in  piumaggio. 

Questo  genere  cosmopolita  comprende  quattro  specie,  delle  quali  una  sola 
Europea. 

470.  Spatula  clypeata  (Lixnaeus),  Mestoloni. 

[Tav.  XLII,  tìg.  3  e  4]. 

Testa  e  collo  di  un  verde-metallico  scuro;  basso  collo,  petto  e  scapolari  su- 
periori bianche;  addome  castagno-acceso;  cuopritrici  alari  superiori  ed  il  vessillo 
esterno  delle  due  maggiori  scapolari  diunbluastro-cenerognolo;  scapolari  nere,  con 
una  larga  stria  longitudinale  mediana  bianco-argentea;  specchio  verde-metallico, 
limitato  anteriormente  e  posteriormente  di  bianco;  piedi  aranciati  (mas.  ad.).  Colorito 
generale  nerastro  sulla  linea  centrale  delle  penne,  lionato-gialliccio  sul  margine; 
cuopritrici  alari  leggermente  bluastre;  specchio  nerastro-verdognolo  (femm.  ad.). 
D'estate  (fine  maggio-ottobre  ed  anche  più  tardi)  il  maschio  riveste  un  abito  simile 
a  quello  della  femmina,  ma  ne  è  distintissimo  per  le  tinte  più  cupe,  e  pel  fatto 
delle  cuopritrici  alari  e  dello  specchio  che  non  mutano  (mas.  ad.  in  abito  ili  mata 
estiva). 

Lunghezza  totale  0,m505;  becco  0,n'070;  ala0,m260;  codaO,m096;  tarso  0,m033. 

Abita  le  Regioni  Neartica  e  Paleartica,  pare  si  trovi  anche  in  Australia  (Gould); 
nidifica  nelle  latitudini  settentrionali  fino  al  68°  lat.  In  Italia  giunge  colle  specie 
congeneri,  i  primi  stuoli  in  agosto,  ma  il  grosso  da  ottobre  a  dicembre,  ripartono 


(')  NaturalUt,  Vili,  1858,  p.  168. 


ITI'  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


o  ripassano  in  marzo  ed  aprile.  È  .specie  abbondante,  più  specialmente  all'epoche 
dei  passi  che  nell'inverno:  non  nidifica,  quantunque  il  Malherbe  l'asserisca  per  la 

Sicilia. 


Genere  MARMARONETTA,  Reichenbach. 

Becco  stretto  e  piuttosto  lungo,  subeguale  alla  testa,  leggermente  più  depresso 
verso  il  centro  e  rilevato  verso  l'apice  ed  alla  base;  lamelle  fitte,  poco  visibili; 
specchio  alare  senza  tinte  metalliche,  eguale  al  colorito  generale  grigio  o  grigio- 
bruno;  piume  dell'occipite  rilevate  a  ciuffo  poco  pronunciato;  sessi  eguali. 

Questo  genere  consta  di  una  sola  specie  propria  alla  Regione  Paleartica  me 
ridionale. 

471.  Marmaronetta  angustirostris  (Ménétriks),  Anatra  marmorizzata. 

[  Garganella  marmorizzata  J. 

Testa  grigiastro-pallida,  con  fascie  trasversali  nerastre  sul  vertice  e  sul  ciuffo, 
regione  perioculare  occupata  da  una  fascia  bruno-nerastra;  dorso  e  scapolari  bruno 
grigie,  con  una  macchia  apicale  grigio-chiara  su  ogni  penna;  gastreo  grigio-bian- 
castro, con  macchie  e  fascie  brunastre  distinte  sul  collo,  sul  petto,  sui  fianchi  e 
sul  sottocoda;  groppone  bruno-grigio,  col  margine  delle  penne  più  pallido  ; 'remi- 
ganti 2e  cenerino-pallide  a  guisa  di  specchio  alare  indistinto  (mas.  ad.).  Tinte  gene- 
rali più  opache;  ciuffo  corto;  fascia  perioftalmica  meno  distinta  (femm.  ad.).  In 
estate  certamente  vi  è  una  2a  muta  nei  maschi  ed  un  soggetto  della  mia  Raccolta, 
ucciso  nel  luglio  1892  in  Toscana,  mostra  la  testa  senza  ciuffo  e  di  tinta  uniforme, 
col  collo  bianco-gialletto  misto  a  macchie  brunastre;  lo  spazio  perioftalmico  è  sbia- 
dito e  così  le  tinte  generali. 

Lunghezza  totale  0,'"430;  becco  0,m048;  ala  0,m210;  coda  0,m088;  tarso  0,m037. 

Questa  specie  si  trova  dall'India  alle  Canarie,  seguendo  la  linea  della  Persia, 
del  Caucaso,  della  Palestina,  dell'Egitto,  dell'Algeria;  è  comune  nella  Spagna  e 
nel  Portogallo  ed  accidentale  nel  resto  dell'Europa  meridionale,  in  Dalmazia,  nel- 
l'Erzegovina, in  Ungheria,  in  Boemia  ed  in  Baviera.  In  Italia  l'Anatra  marmoriz- 
zata è  specie  di  comparsa  accidentale,  tranne  forse  in  Sicilia;  nel  passato  era  ri- 
tenuta di  eccezionale  rarità,  ma  pare  invece  che  di  tanto  in  tanto  capiti  anche 
in  branchi  numerosi  ed  avrebbe  eziandio  nidificato  (Toscana).  Comparve  anzitutto  in 
Sardegna  (tre  individui,  uno  dei  quali  colla  data  giugno  lS.'ill  è  nel  lì.  Musco  di 
Firenze),  nel  Napoletano  (tre  individui,  uno  dei  quali  colla  data  «  circa  1850  »  è 
nel  li.  Museo  di  Napoli),  a  Malta  (11  maggio  1874,  fide  Wright)  e  finalmente  in 
Sicilia,  ove,  secondo  le  osservazioni  del  Doderlein  e  del  Giglioli,  sembra  ginn 
gere  nei  pantani  di  Catania  di  tanto  in  tanto  e  con  una  certa  frequenza.  Su  questi 
dati  adunque  risultava  palesemente  che  la  specie  in  parola  era  molto  rara  in 
Italia,  quando  nel  giugno  1892  un  branco  di  circa  f>0  individui  comparve  sul  lago 
di  Massaciuccoli  (Lucca);  parecchi  di  essi  vennero  uccisi  e  sono  conservati  nel 
11.  Musili  di  Firenze,  nelle  Collezioni  della  Marchesa  Paulucei,  del  Marchese  Ridolfi,del 
t'unir  Spada,  della  signorina  C,  Picchi,  Arrigoni  Degli  Oddi,  età;  nonostante  tale 
fatto,  quando  essi  ripartirono  (agosto)  il  branco  poteva  calcolarsi  di  circa  70  in- 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  t  i  3 


dividili,  quindi  certamente  si  erano  riprodotti  in  quegli  estesi  pachili.  Poi  nell'a- 
gosto 1893  ne  venne  ucciso  un  soggetto  a  Osimo  e  cinque  a  Porto  Corsini  Ra- 
venna) nel  dicembre  del  medesimo  anno,  ed  un  maschio  era  stato  pure  catturato 
nel  febbraio  a  Maccarese  '/.'.  Museo  ili  Roma  .  Per  quanto  so  questa  specie  non 
è  mai  capitata  nella  Valle  Padana.  Da  ciò  risulta  che  la  Marmaronetta,  in  altri 
tempi  di  comparsa  affatto  accidentale,  ora  tenderebbe  a  farsi  specie  di  appari- 
zione irregolare  in  Italia. 


Si  > ttofamkìlia  FULIGULLNAE,  Fuligulini. 

Denti  laminari  su  ambedue  le  mascelle;  timoniere  normali,  da  14  a  18,  non 
particolarmente  rigide;  tarsi  seudettati  sul  davanti,  più  corti  del  dito  mediano,  in- 
seriti molto  all'indietro  dell'equilibrio  del  corpo:  dito  posteriore  muuito  di  una 
larga  espansione  membranosa  posta  sul  suo  lato  inferiore. 

Collo  corto  e  grosso;  colori  dominanti  opachi:  mancanza  di  specchio  con 
splendore  metallico;  sessi  differenti. 

Questa  sottofamiglia  comprende  tredici  generi  con  circa  36  specie,  sparse  su 
tutto  il  Globo.  Uno  di  essi,  che  è  detto  Camptolaimits,  Gray,  con  una  sola  specie 
C.  labradoritis,  (Gmel.),  sembra  ora  estinto;  era  proprio  delle  contrade  setten- 
trionali-orientali dell'America  del  Nord  e  se  ne  contano  circa  41  esemplari  nelle 
varie  Raccolte  del  Mondo. 

Le  Fuligulinae  hanno,  a  differenza  delle  Anatinae,  abitudini  in  gran  parte  ma- 
rine, si  tuffano  e  possono  rimanere  sott'acqua  lungo  tempo.  La  muta  si  effettua 
come  nelle  Anatinae  ed  i  maschi  adulti  presentano  un  abito  estivo  quasi  eguale 
a  quello  delle  femmine,  ma  pur  troppo  i  materiali,  che  abbiamo  in  argomento, 
sono  troppo  scarsi  per  poterci  pronunciare  esattamente  a  tale  riguardo. 


Genere  NETTA.  Kaup. 

Becco  piuttosto  piatto,  largo  e  lungo  quasi  come  la  testa:  denti  e  lamelle 
delle  mandibole  distinti  e  prominenti,  specialmente  sulla  superiore:  testa  coperta 
interamente  da  un  ciuffo  (mas.);  specchio  grande  e  bianco;  timoniere  in  numero  di  ltj. 

Consta  di  una  sola  specie,  la  X  rufina. 

472.  Netta  rufina    Palla-  .  Fistiane  timo. 

[  Branta  u  Fuligula  rufina    Pali..  :  Callichen  rufinus  (Pali..  :  Germano  tur,,,]. 

[Tav.    XLII,    tìg.    5  e  6]. 

Becco  rosso-vermiglione,  con  l'unghia  più  chiara;  vertice  ed  occipite  coperti 
da  un  fìtto  ciuffo  bajo-fulvo;  lati  della  testa  e  gola  bajo-ametistini:  linea  centrale 
della  nuca,  parte  posteriore  del  collo,  gozzo,  petto  e  parti  inferiori  nere:  una 
macchia  bianca  su  ciascuna  spalla:  un  grande  spazio  bianco-roseo  sui  lati  del- 
l'addome; specchio  di  un  bianco  leggermente  roseo,  con  una  banda  subapicalo 
bruno-grigiastra  (mas.  ad.).  Becco   bruno-rossastro;   vertice  bruno,  con  un  ciuffo 

Atlante  ornitologico.  60 


474  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


corto;  parti  superiori  grigio-brune;  groppone  tinto  di  nerastro;  parti  inferiori  grigio- 
biancastre,  tinte  di  brunastro  sull'addome;  sottocoda  bianco  (femm.ad.).  I  maschi 
nella  muta  d'ostato  si  distinguono  dallo  femmine,  cui  molto  assomigliano,  pel  becco 
rosso-brillante,  pel  ciuffo  bene  sviluppato,  pel  bruno-cupo  dell'addome  e  del  sotto- 
coda   mas.  mi.  in  abito  ili  muta  estiva). 

Lunghezza  totale  0,m600;  becco  0,m050;  ala  0,,n270;  coda  0,"'098;  tarso  0,"< Un. 

I /unica  specie  di  questo  genere  abita  la  Regione  Paleartica  meridionale,  dal 
Mediterraneo  al  Turchestan  ed  all'India  (inverno);  giunge  accidentalmente  nel 
Nord  dell'Europa,  e  venne  presa  una  volta  nell'America  settentrionale.  In  Italia  è 
uccello  discretamente  comune  e  nidificante  in  Sicilia,  in  Sardegna  e  forse  nella 
Capitanata  e  nelle  Puglie;  nelle  provincie  settentrionali  è  accidentale  d'inverno 
ed  alle  epoche  del  passo,  coll'eccezione  del  Veneto,  ove  compare  irregolarmente 
d'attorno  a  Venezia  e  più  frequentemente  nelle  Valli  delle  foci  del  Po. 


Genere  NYROCA.  Fleming. 

Becco  liscio  alla  base,  alquanto  corto  e  largo,  stretto  in  confronto  del  genere 
Netta,  ovunque  egualmente  largo;  denti  non  prominenti  sulla  mandibola  superiore; 
testa  senza  ciuffo. 

Vi  appartengono  dieci  specie,  delle  quali  due  fanno  parte  della  fauna  Pa- 
leartica. 

a)  Colorita  generale  grigio;  testa  e  rulla  ili  un  castagno -bajo  uri  masi  Iti  ad.  (gen. 
Aktmyia  ('),  sec.  Salvadori). 

473.  Nyroca  ferina  (Linnajeus),  Moriglione. 

[  Fulix  ferina  o  Aethyia  ferina  "  Fuligula  ferina  (L.)j. 
[Tav.   XLII,   fig.   7,   8  o  il]. 

Becco  cenerino-blu  nel  centro,  urrà  nel  risto;  testa  e  collo  di  un  castagno-bajo;  base 
del  collo  tutt'attorno  e  petto  neri;  schiena,  i/orso,  scapolari  e  cuopritrici,  fianchi 
ed  addome  a  zig-zags  cenerino-periati  e  neri,  più  distinti  sulle  parti  superiori: 
specchio  cenerino,  terminato  di  bianco  (mas.  ad.).  Testa  e  collo  di  un  bruno-rossigno, 
più  scuro  sul  vertice;  petto  e  parte  posteriore  del  collo  bruni,  coi  margini  più 
chiari;  dorso  come  nel  muschio,  ma  più  scuro  (finn»,  ad.).  1  maschi  adulti  in  abito 
di  muta  estiva  hanno  le  tinte  della  testa  e  del  collo  più  pallide,  il  nero  del  petto 
e  dell'alto  dorso  rimpiazzato  da  bruno-cupo  (Salvadori). 

Lunghezza  totale  0,m450;  becco  0,m051;  ala  0,m230;  coda  0,m07.">:  tarso  0,m035. 

Il  Moriglione  s'incrocia  coll'^4.  boscas,  colla  .V.  rufina,  colla  N.  nyroca,  colla 
Clangala  clangala,  etc;  l'ibrido  colla  V.  nyroca  fu  detto  Fuligula  ferinoides,  Bartl. 
o  F.  Homi  uni.  Bad.,  se  ne  conoscono  circa  dodici  esemplari  conservati  nelle  varie 
Raccolte  d'Europa,  compreso  il  soggetto  colto  in  Italia  (Coli.  Arrigoni  degli  Oddi)  ('-'). 


(')  Ayllni»,   Buie    /..;-.,    isul',   |.ag.  5 (vi. 

I   ;   Vedi  mia  Nota,  Atti  Soc.  llul.  Se  Nat.,  XXIV,  pp.   179-193  (1893). 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  475 


Abita  la  Regione  Paleartica,  dall'Islanda  al  Giappone;  nell'inverno  migra 
verso  sud  fino  al  Nord-Africa,  all'India  ed  alla  Cina.  Il  Moriglione  è  molto  abbon- 
dante in  Italia  durante  l'inverno  ed  all'epoca  dei  passaggi;  arriva  e  parte  coi 
congeneri,  ma  nel  Veneto  se  ne  trova  qualche  individuo  anche  in  agosto.  Fre- 
quenta le  acque  profonde  ed  i  larghi  specchi  d'acqua  specialmente  del  mare,  delle 
lagune  e  degli  stagni.  Non  nidifica. 

b)  Colorito  generale  linaio;  testo,  eccetto  nella  N.  Baeri  (Radde),  intieramente 
o  parxialmente  tinta  di  castagno,  specialmente  nei  maschi  adulti  (gen  Nyroca,  sec.  Sal- 
vadori). 

474.  Nyroca  nyroca  (Gììlden.stàdt),  Moretta  tabaccata. 

[  Fulix  nyroca  (Gui.d.),  Nyroca  africana  (Gm.)]. 
[Tav.  XLII,  fig.  10  e  11]. 

Iride  bianca;  testa,  collo  e  parte  alta  del  petto  di  color  castagno,  sul  collo  un 
collare  bruno-nerastro;  dorso,  groppone  e  cuopritrici  della  coda  lnuno-nerastre, 
scapolari  di  eguale  tinta,  con  punteggiature  castagne  poco  apparenti  e  talora 
mancanti;  mento  bianco;  fianchi  bruno-castagni;  resto  del  gastreo  e  specchio 
bianchi,  quest'ultimo  bordato  posteriormente  da  una  fascia  nera  a  riflesso  verdone 
i  mas.  ad.).  Tinte  più  opache;  testa  e  collo  bruno-castagni  ;  manca  il  collare  nerastro; 
petto  bruno,  col  margine  delle  penne  più  chiaro;  addome  bianco;  banda  terminale 
dello  specchio  più  opaca  (femm.  ad.).  Nell'abito  di  muta  estiva  il  maschio  ad.  si  di- 
stingue dalla  femmina  per  le  tinte  più  lucide  e  più  cupe;  testa,  collo  e  petto  lavati 
di  castagno,  il  collare  nero  è  presente,  i  fianchi  castagni;  lo  specchio  di  un  bianco 
più  puro  e  la  fascia  terminale  più  vivace,  inoltre  la  statura  è  maggiore. 

Lunghezza  totale  0,"'4:00;  becco  0,"'042;  ala  0,'"190;  coda  0,m065 ;  tarso  0,,n029. 

Io  ho  descritto  speciali  individui  (')  uccisi  di  primavera  e  d'autunno  che  pre- 
sentavano un  bel  collare  distinto  bianco,  fatto  che  si  osserva  in  altre  specie  come 
nel  (  '.  streperus  (Coli.  Marchese  Ridolfi),  nel  A',  crecca  (Coli.  Arrigoni  Degli  Oddi)  etc. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale  e  l'Africa,  migra  al  sud  d' inverno  fino 
alle  Canarie  ed  all'Abissinia,  all'India  e  ad  Arrakan.  È  specie  sedentaria  e  comune 
nell'Italia  meridionale,  in  Sardegna,  in  Sicilia  ed  a  Malta,  ma  in  maggior  quantità 
è  in  generale  di  passo  o  d'arrivo  in  primavera  e  di  partenza  d'autunno;  oltre 
che  nelle  parti  citate,  nidifica  in  Toscana,  nel  Mantovano  e  nelle  Valli  del  Po;  è 
poco  comune  nel  Veneto,  specialmente  d'attorno  a  Venezia. 


Genere  FULIGULA,  Stephens. 

Becco  subeguale  alla  testa,  più  largo  verso  l'apice  che  alla  base,  ove  è  rial- 
zato, largo,  corto  e  molto  più  arrotondato  all'estremità  che  non  nel  gen.  Nyroca; 
testa  nei  maschi  adulti  nera  a  riflessi;  specchio  bianco,  terminato  di  nero  nelle 
specie  europee. 


(')  Alti  Soc.  ltul.  Se.   Nat.   XXXVI,   pag.  215-23  con  tav.  (1897). 


IVli  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Questo  genere  comprende  cinque  Bpecie  proprie  dell'Emisfero  settentrionale 
e  della  Nuova  Zelanda,  due  di  esso  sono  anche  europee,  mentre  le  comparse  della 
F.  affìnis,  Eytoii  e  della  F.  collaris  (Donov.)  nelle  Isole  Britanniche  non  sono  ancora 
positivamente  comprovate. 

,-i    Nessun  ciuffo  occipitale;  dorso  <   scapolari  con   sig-xags  neri  su  fondo  bianco 
periato,  /i/fi  nei  maschi  adulti,  più  radi  nelle  femmim  e  nei  giovani,  più  o  meno  distin- 
tamente accentuati,  ma  sempre  presenti;  statura  maggiore. 

475.  Fuligula  marila  (Liiwaeus),  Monito  grigia. 

L  Fulix  marila  (L.  i]. 

[Tav.  XLIII,  fig.  :;  e  I  ]. 

Becco  mollo  largo  celestognolo,  coll'apice  nero:  testa  e  cervice  di  un  nero- 
verdone  e  senza  ciuffo;  dorso  e  scapolari  bianco  periate  a  zig-zags  neri;  gola,  gozzo 
e  petto  di  un  nero-puro;  specchio  bianco,  nero  all'apice  (mas.  ad.  i.  Uno  spazio  distinto 
bianco  tutt'attorno  al  becco  e  sulla  fronte,  più  largo  nelle  femmine  adulte:  parli 
che  nel  maschio  adulto  sono  nere  qui  bruno-scure;  cosi  di  egual  colore  il  dorso 
e  le  scapolari,  che  hanno  zig-zags  bianco-cenerini  più  o  meno  apparenti  (feinm. 
ad.  e  giov.).  1  maschi  adulti  in  abito  di  muta  estiva  assomigliano  alle  femmine,  ma 
sono  più  cupi  di  tinta  e  di  statura  maggiore. 

Lunghezza  totale  0,m510;  becco  0,m045;  ala  0,m210;  coda  0,m075;  tarso  0,m034. 

Gli  esemplari  dell'Asia  orientale  furono  divisi  sotto  il  nome  di  F.  mariloides, 
Vlg.  e  gli  Americani  sotto  quello  di  F.  neartica  (Steju.);  sembra  però,  anche  se- 
condo il  Conte  Salvadori,  che  non  vi  siano  sufficienti  differenze  per  una  tale  se- 
parazione. Si  conoscono  ibridi  della  F.  marila  colla  N.  nyroca  e  colla  Clangula  clan- 
gula,  ma  sono  estremamente  rari. 

Abita  la  Regione  Paleartica  settentrionale  e  la  Neartica,  d'estate  fino  al  50° 
lat.;  d'inverno  migra  fino  nel  bacino  del  Mediterraneo,  nell'Africa  settentrionale, 
nella  Cina,  nel  Giappone,  ma  è  rara  nell'India,  ed  in  America  si  spinge  sino  al 
Guatemala.  Nell'Italia  superiore  è  specie  di  passo  ed  invernale,  arriva  in  novembre 
e  riparte  nel  marzo,  perù  non  può  dirsi  di  comparsa  affatto  regolare,  ma  neppure 
rara  (Estuario  Veneto  e  lago  di  Garda);  diviene  sempre  più  scarsa  nelle  Provincie 
centrali  ed  è  quasi  accidentale  nelle  meridionali.  Conservo  nella  mia  Collezione 
quaranta  esemplari  avuti  da  Udine  alla  Sicilia,  dalla  Sardegna  e  da  Malta. 

In  /  inastili  adulti  hanno  un  lungo  ciuffo  occipitale  pendente,  esso  è  assai  breve, 
ma  presente  anche  nelle  femmine  e  nei  giovani;  i  tig-xags  sul  dorso  e  sitili  scapolari 
del  tutto  inauranti,  sala  i  inastili  athilti  hanno  tatara  punteggiature  biancastre  indistinte  o 

l'in  issi  ine. 

476.  Fuligula  fuligula  (Linnaeus).  Moretta. 

L Fulix  fuligula  iL.ì,  Fuligula  <•  Fulix  cristata  (Lkacii.)]. 

[Tav.  XLIII,  Bg.   1   <<  2], 

Becco  celestognolo,  coll'apice  nero;  penne  della  testa  erette  a  lungo  ciuffo  pen- 
dente, esse  e  quelle  del  collo  nere  cangianti  in  paonazzo;  schiena  e  scapolari  di  un 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  I  i  i 


nero-verdone,  finissimamente  punteggiate  di  biancastro  poco  appariscente;  gola  e 
petto  neri;  specchio  bianco,  terminato   di  nero  (mas.  ad.).   Fronte   e  redini   mac- 
chiate di  bianco  nelle  femmine,  talora  bianche  nei  giovani;  tutte  le  parti  che  nel 
maschio  sono  nere  qui  bruno-nerastre:  dorso  uniforme;  ciuffo 
più  corto,  ma  sempre  presente  (femm.  mi.).  L'abito  di  inntn  estiva 
del  maschio  ad.  è  simile  a  quello  della  femmina,  ma  più  cupo 
nella  tinta  e  di  statura  maggiore. 

Lunghezza  totale  0,'"440;  becco  0,'"042;  ala  0;"210:  coda 
0,'"070;  tarso  0,'"030. 

I  giovani  di   questa  specie  si  possono  alle   volte  scam-        . ,  ... 

biare  per  quelli  della  precedente,  che  sono  però  sempre  di  mag  ad  y  gr.  nat. 
statura  maggiore;  un  carattere  ottimo  a  distinguerli  è  la  tinta 

delle  scapolari  e  del  dorso  che  è  uniforme  nella  F.  eristata,  mentre  invece  nella 
F.  inorila  si  notano  zig-zags  bianco-cenerini  e  bruno-nerastri,  che,  per  quanto 
scarsi,  sono  però  o  qua  o  là  sempre  pr/sn/ti.  Questa  specie  s'incrocia  molto  rara- 
mente col  N.  crecca,  colla  X.  ferina  e  colla  X.  nyroea. 

Abita  la  Regione  Paleartica,  dall'Atlantico  attraverso  l'Asia  Ano  al  Pacifico; 
d'inverno  giunge  sino  nell'Africa  settentrionale,  nella  Cina.  nell'India  e  raramente 
a  Borneo  e  nelle  Filippine:  non  è  certo  se  nidifichi  sugli  alti  laghi  dell'Abissinia, 
come  venne  asserito.  E  specie  molto  abbondante  in  Italia,  arriva  in  novembre  e 
riparte  nel  marzo  e  nell'aprile;  non  è  difficile  possa  nidificare,  ciò  che  però  non 
venne  accertato  sinora. 

Due  specie  nord-americane  la  F.  collaris  iDonov.  e  la  /-'.  afpnis,  Eyton,  furono 
incluse  nella  Fauna  Europea  senza  le  dovute  garanzie:  la  prima  come  colta  in 
Inghilterra  (Donoran),  la  seconda  pure  in  Inghilterra  (Thompson)  e  forse  in  Olanda 
(Dresser). 


Genere  CLANGULA,  Leach  (l). 

Becco  forte  e  depresso,  molto  più  corto  della  testa,  più  alto  che  largo  alla 
base,  depresso  e  ristretto  verso  l'apice;  margini  della  mandibola  superiore  non 
piegati  all'indentro  e  che  nascondono  gli  apici  delle  lamelle;  remiganti  di  forma 
normale;  ali  senza  specchio  bianco;  coda  mediocre,  colle  penne  rotondate  all'apice; 
dito  mediano  lungo  circa  il  doppio  del  tarso. 

Sessi  differenti;  testa  con  un  ciuffo  di  un  nero-vellutato  nel  maschio,  bruna 
nella  femmina. 

Tre  specie,  proprie  all'Emisfero  settentrionale,  compongono  questo  .nenere. 

477.  Clangula  clangula  (Linnaeus),  Quattr'occhi. 

[  Bucephala  clangula,  (L.),  Clangula  glaucion,  (L.),  ]. 

[Tav.  XLIII,   fig.    12  e  13  ]. 

Becco  nero;  un  ciuffo  sul  vertice,  testa  e  collo  di  un  nero-verdone;  una  grande 
macchia  roto/imi  sulle  redini,  medie  e  grandi  cuopritrici,  remiganti  2°  e  gastreo 


f)  Clangula,  Leach  in  Roes's,    Voy,  Discoli.  App.  p.  XLVI1I  (1819)  (ex  Gesner) 


ITs  \TI.\NTK    (}  UNITO  LOGICO 


bianchi;  dorso,  scapolari  interne,  groppone,  sopracoda,  piccole  cuopritrici  e  remi- 
gante 1'  neri-:  scapolari  esterne  bianche,  con  un  largo  margine  esterno  nero  (mas. 
ad.).  Stai ura  notevolmente  minore;  becco  bruno-nero,  con  un  tratto  giallo  presso 
l'apice;  testa  e  parto  superiore  del  collo  bruno-cupe,  con  un  collare  bianco  at- 
torti" al  basso  collo;  collo  e  petto  cenerini,  bianchicci  sul  marnine;  cuopritrici 
grandi  delle  ali  talora  terminate  di  nero,  che  divide  in  due  la  macchia  bianca 
formata  da  esse  e  dalle  remiganti  2°;  ascellari  brune  (femm.  ad.).  I  maschi  gio- 
vani somigliano  alle  femmine,  ma  hanno  l'ala  più  bianca  e  macchiette  bianche 
sulle  redini.  I  maschi  adulti  in  abito  di  muta  estiva  si  distinguono  dalle  femmine 
per  statura  maggiore  e  la  colorazione  dell'ala  che  non  si   modifica. 

Lunghezza  totale  0,m520;  becco  0,'"036;  ala  0,ra230;  coda  0,'"  100;  tarso  0,'"0:'.l: 
dito  mediano  con  unghia  0,'"072.  La  femmina  è  distintamente  più  piccola  del 
maschio;  ala  0,m195. 

Si  citano  ibridi  col  Moriglione,  colla  Moretta  grigia  e  colla  Pesciajola;  questo 
ultimo  incrocio  fu  distinto  come  specie  e  chiamato  Mergus  anatarius,  Eimb., 
C.  angustirostris,  Brehm,  C.  mergoides  e  Arias  mergoides,  Kjarbolling. 

Abita  la  Regione  Paleartica  settentrionale,  nidificando  nelle  parti  artiche  e 
subartiche,  verso  sud  sino  alla  Germania  ed  al  Caucaso,  si  trova  anche  nel 
Nord-America;  d'autunno  migra  verso  sud  sino  all'Africa  settentrionale  ov'è  raro, 
all'India,  alla  Cina,  al  Messico  ed  a  Cuba.  In  Italia  è  specie  invernale,  d'arrivo 
in  novembre  e  di  partenza  in  marzo;  nel  Veneto  è  comune,  diviene  meno  abbon- 
dante quanto  più  discendiamo  verso  le  provincie  meridionali,  però  non  è  rara  in 
Sardegna;  i  maschi  ad.  sono  più  scarsi  dei  giovani,  le  femmine  ad.  si  confondono 
con  questi.  Ne  ebbi  da  tutte  le  nostre  provincie,  compresa  la  Calabria  e  la  Sicilia. 

478.  Clangula  islandica  (Gmelini,  Quattr'occhi  islandico. 

Testa  e  parte  superiore  del  collo  di  un  blu-nero  metallico,  con  una  grande 
macchia  bianca  verticale  -  triangolare  sulle  redini;  bianco  dell'ala  formato  da  due 
spazii  divisi  da  una  breve  banda  scura  (mas.  ad.).  La  femmina  è 
eguale  a  quella  di  C.  clangala,  ma  più  grande,  con  la  banda  grigia 
sul  petto  più  scura  e  più  larga  e  le  grandi  cuopritrici  delle  ali 
terminate  in  generale  di  nerastro  {femm.  mi.  e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,ra510;  becco  0,'"037;  ala  0,m250;  coda  0,'"112; 
3  tarso  0,m039. 

I,sl:"1"  ;'"'"'"'"'"•  Abita   l'Islanda;  giunge   accidentalmente  in   Europa,  cioè  in 

Norvegia  (  Cotteti),  nel  Belgio  (Fallon),  in  Ispagna  (Dresser),  ma  non 
indie  Isole  Britanniche  (Sharpe).  Abita  poi  l'America  settentrionale  dalla  Groen- 
landia all'Alaska,  svernando  nel  sud  sino  all' Illinois  etc. 

479.  Clangula  albeola  (LlNNAEUS),  Quattrocchi  americano. 

Testa  e  parte  superiore  del  collo  di  un  verde-metallico  e  porporino-lucido,  con  un 
granile  spazio  bianco  triangolare  che  si  estende  sui  lati  della  testa  dalla  parte  posteriore 
dell'occhio  all'occipite,  ove  termina  inun  ciuffo:  scapolari  e  spazio  alare  bianchi  (mas, 
ad.)  Testa,  collo  e  parti  superiori  bruno-scure,  leggermente  porporine;  una  grande 


ATLANTE  O  UNITO  LOGICO  479 


macehia  bianca  longitudinale  sui  lati  della  testa  dalla  regione  posteriore  dell'occhio 
attraverso  l'auricolare  fino  sui  lati  del  collo  (femm.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,m350;  becco  0,n,025;  ala  0,m160;  coda  0,m072;  tarso  0,n,025. 

Abita  l'America  settentrionale  artica,  migrando  d'autunno  sino  al  Messico. 
Accidentale  a  Cuba  (Sai radon'),  nelle  Isole  Britanniche  (Yarrell,  Cordeaux,  R.  Gray) 
ed  in  Asia  nelle  Isole  Gommander. 


Genere  HARELDA,  Stephens. 


Becco  molto  più  corto  della  testa  e  che  si  restringe  verso  l'apice;  margini 
della  mandibola  superiore  in  parte  ripiegati  all'indentro,  sicché  le  lamelle  sono 
parzialmente  scoperte,  unghia  fortemente  ricurva;  testa  fornita  di  ciuffo;  spec- 
chio alare  mancante;  scapolari  molto  lunghe  ed  appuntite  (mas.  ad.);  tarso  molto 
più  corto  del  dito  mediano  con  unghia;  piumaggio  variato;  sessi  differenti. 

Una  sola  specie  propria  dell'Emisfero  settentrionale. 

480.  Harelda  hyemalis  (Linnaeus),  Moretta  codona. 

[Harelda  glacialis  (L.);   Moretta  pezzata]. 
[Tav.   XLIV,  fig.  3  e  4]. 

Testa,  collo,  lunghe  scapolari  e  basso  addome  di  un  bianco-periato;  parti  supe- 
riori bruno-nerastre;  lati  della  testa  plumbeo-grigi,  seguiti  da  uno  spazio  ovale  bruno 
sui  lati  del  collo;  dorso,  petto  ed  ali  bruno-nere;  timoniere  bruno-nerastre  mar- 
ginate di  biancastro,  la  tinta  bianca  aumenta  verso  le  esterne  che  ne  sono  invase 
quasi  per  intero,  le  due  centrali  nere,  fine,  appuntite,  sopravanzanti  di  molto  (massimo 
0,'"150)  le  laterali  (mas.  ad.).  Testa  e  parti  superiori  bruno-scure;  lati  della  testa 
di  un  bianco-sudicio;  uno  spazio  sui  lati  del  collo  bruno-sudicio;  una  fascia  bianca 
dietro  l'occhio;  gola  e  petto  bruno- cenerognoli;  scapolari  e  ti- 
moniere mediane  non  allungate  (femm.  ad.  e  gioì.).  Tinta  gene- 
rale bruno-scura,  col  dorso  e  le  lunghe  scapolari  con  margini 
rossastri  larghi  e  distinti;  lati  della  testa,  fronte  e  cervice  grigio- 
fuligginosi;  basso  addome  bianco  (mas.  ad.  in  abito  ili  ìnula  estiva). 

Lunghezza  totale,  comprese  le  timoniere  centrali,  0,n'700; 
becco  0,'"029;  ala  0,'"220;  coda:  timoniere  centrali  0,'"290,  timo- 
niere laterali  0,m130:  tarso  0,'"031;  dito  mediano  e.  u.  0,'"060.  La    Testa  din  H:  ''"""«'^ 

mas.  ad., '/,  gr.  uat. 

femmina   è   più   piccola  del  maschio;  lunghezza  totale  0,™420. 

Abita  le  parti  Artiche;  d'inverno  migra  fino  al  bacino  del  Mediterraneo,  al 
Mar  Caspio,  al  Giappone  ed  in  America  sino  alle  regioni  dei  Grandi  Laghi.  In 
Italia  è  uccello  raro,  specialmente  nell'abito  di  maschio  ad.  ;  può  dirsi  di  appari- 
zione irregolare  soltanto  nell'Estuario  Veneto  durante  gli  inverni  più  rigidi,  compare 
di  solito  in  novembre  e  ne  ebbi  più  di  venti  esemplari,  in  gran  parte  giovani;  nel 
resto  d'Italia  è  accidentale  e  venne  colto  in  Lombardia,  in  Toscana  e  nelle  Puglie, 
tengo  un  soggetto  dal  Ferrarese  e  dalla  Liguria;  non  so  se  sia  comparso  in  altre 
Provincie. 


tso  ATl.wn;   ORNITOLOGICO 


Genere  HISTRIONICUS.  Lesson  (•). 

Becco  molto  più  corto  della  testa  e  piccolo,  assai  appuntito  all'apice,  che  è 
interamente  occupato  dall'unghia;  un  piccolo  lobo  membranoso  su  ciascun  lato 
del  becco  alla  base  della  mandibola  superiore,  le  lamelle  non  proiettano  esterna- 
mente coi  loro  apici;  testa  senza  ciuffo;  remiganti  2e  interne  arricciate;  ala  senza 
specchio;  coda  molto  graduata  e  composta  di  14  penne  appuntite;  piumaggio  a 
spazii  irregolari  di   vari   colori;   sessi  differenti,  maschio  brillantemente  colorito. 

Una  sola  specie  propria  delle  regioni  Artiche. 

481.  Histrionicus  histrionicus  (Linnakis),  Moretta  arlecchino. 

LCosmonetta  histrionica  (L.)]. 

[Tav.  XLIV.  fig.   1  e  2]. 

Colorito  generale  blu-ardesia-cupo,  tinto  di  brunastro  sulle  parti  inferiori;  una 
stria  dall'occhio  ai  lati  della  nuca  e  fianchi  rosso-castagni;  linea  mediana  della 
lesta  blu  aera;  una  grande  macchia  bianca  alla  base  del  becco,  che  continua  in 
un  sopracciglio  sui  lati  della  cervice,  una  seconda  invece  piccola  sulla  regione 
auricolare  ed  una  terza  allungata  sui  lati  del  collo,  ambedue  bianche;  sulla  parte 
bassa  del  collo  un  collare  quasi  completo  bianco,  bordato  di  nero  ed  una  grande 
mezzaluna  bianca  bordata  di  nero  sui  lati  del  petto  di  fronte  alle  spalle;  numerose 
macchie  bianche  sulle  scapolari,  sulle  remiganti  2"  interne  e  più  scarse  sulle  grandi 
cuopritrici;  sottocoda  nero,  con  una  macchia  bianca  sui  lati;  uno  specchio  porporino 
sull'ala,  formato  dai  vessilli  esterni  delle  secondarie  più  corte  (mas.  ad.).  Parti  su- 
periori bruno-scure  ed  olivastre;  parti  inferiori  più  pallide,  con  fitte  macchie  bian- 
castre sul  petto  e  sull'addome  prodotte  dai  margini  delle  penne;  una  macchia 
bianca  sotto  e  davanti  l'occhio,  un'altra  sulla  regione  auricolare  (femm.  mi.).  Il 
maschio  adulto  in  abito  di  muta  estiva  somiglia  alla  femmina,  ma  presenta  una 
grande  macchia  biancastra  sui  lati  anteriori  della  testa  estesa  anche  sotto  gli 
occhi:  vi  sono  traccie  di  bande  castagne  sulle  parti  posteriori  dei  lati  della  cer- 
vice; alcune  penne  nere  framezzo  il  bruno  del  collo;  una  stretta  banda  bianca 
sui  lati  della  nuca;  poche  penne  bianche,  marginate  di  nero  sui  lati  del  petto 
(Salvadori). 

Lunghezza  totale  0,'"4r>0;  becco  0,m026;  ala  0,'"200;  coda  0,'"  100;  tarso  0,m030. 

Abita  l'Islanda  e  le  parti  settentrionali  dilla  Regione  Neartica  ed  il  N.  E. 
dell'Asia,  giungendo  d'inverno  al  Giappone.  È  uccello  accidentale  in  Europa;  venne 
colte  parecchie  volte  nelle  Isole  Britannichee  nella  Svezia;  secondo Degland  in  Ger- 
mania ed  in  Francia,  forse  nella  Svizzera  e  nel  Tirolo  {Tschusi).  In  Italia  cono- 
sciamo soltanto  la  cattura  di  due  individui  giovani,  che  vennero  uccisi  dal  cac- 
ciatore Antonio  Puppi  il  2  marzo  1902  nel  Canale  di  Piove.  Estuario  Veneto  in 
Prov.  di  Venezia   [OolUxione  Arriyoni  Begli  Oddi). 


(')  Geu.   Iliairiiniiru,.   i.csmmi,   1828;   Cotmoneita,   Kaup  [1829), 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  481 


Genere  OIDEMIA.  Fleming  (';. 

Becco  robusto,  quasi  lungo  come  la  testa,  depresso  e  molto  largo  all'apice, 
mandibola  superiore  rigonfia  o  gibbosa  alla  base  ;  lamelle  forti,  larghe,  molto  di- 
stanti, abbastanza  esposte,  unghia  piatta,  molto  larga  e  arcuata  all'apice;  coda  gra- 
duata ed  appuntita;  tarsi  inseriti  molto  all'indietro,più  corti  del  dito  mediano;  sessi  di- 
stinti; piumaggio  opaco,  nero-cupo  nei  maschi,  grigio-bruno  senza  fascie  nelle  femmine. 

Sei  specie,  di  abitudini  prettamente  marine  e  proprie  dell'Emisfero  settentrio- 
nale, compongono  questo  genere,  tre  di  esse  fanno  parte  dell'Avifauna  Europea. 

a)  Lunghezza  della  commessura  molto  minore  di  quella  del  dito  interno  senz'un- 
ghia; becco  nel  maschio  adulto  molto  rigonfio  sulla  sommità  alla  base;  ala  senza  specchio 
bianco  (gen.  Oidemia  (Salvador!)). 

482.  Oidemia  nigra  (Linnaeus),  Orchetto  marino. 

[  Oedemia  nigra  (L..)]. 

[Tav.   XLIII,  fig.  5,  6  e  7]. 

Intieramente  nero-lucente;  becco  nero,  con  una  macchia  gialla  sul  centro  del 
culmine  (mandibola  superiore)  davanti  alla  protuberanza  della  base  del  becco  (mas. 
ad.).  Bruno-fuligginosa,  più  chiara  sulle  parti  inferiori;  mento  e  gola  biancastri; 
lati  della  testa  e  del  collo  bianco-grigi,  tinti  di  brunastro;  becco  nero-opaco  senza 
protuberanza  alla  base,  solo  rigonfio  alla  base  della  mandibola  superiore  (femm. 
ad.).  I  giovani  somigliano  alle  femmine,  ma  hanno  l'addome  più  biancastro. 

Lunghezza  totale  0,'"500;  becco  0,m050;  ala  0,m230;  coda,  comprese  le  timoniere 
mediane,  0,m140;  tarso  0,m047;  dito  mediano  e.  u.  0,m084. 

Abita  la  Regione  Paleartica  settentrionale  verso  est  sino  alla  Penisola  Taimyr  ; 
sverna  sul  Baltico  e  sulle  coste  dell'  Europa  occidentale,  giungendo  accidentalmente 
sulle  Mediterranee;  venne  preso  anche  alle  Azzorre.  In  Italia  è  specie  di  comparsa 
accidentale  e  molto  rara  ;  venne  catturata  nel  Veneto,  in  Lombardia,  in  Liguria, 
in  Piemonte,  in  Toscana,  io  ne  ebbi  anche  dalla  Sardegna,  ed  è  singolare  che 
gli  adulti  si  trovino  con  più  facilità  dei  giovani. 

b)  Lunghezza  della  commessura  molto  maggiore  di  quella  del  dito  interno  senz'unghia; 
penne  della  testa  estese  più  in  avanti  sulle  redini  che  sulla  fronte;  ala  con  uno  specchio 
bianco  (gen.  Melanetta  (2)  (Salvadori)). 

483.  Oidemia  fusca  (Linnaeus),  Orco  marino. 

[Oedemia  fusca  (L.);   Germano  di  mare  ]. 
[Tav.  XLIII,  fig.  8  e  9  ]. 

Penne  delle  redini  separate  dalla  narice  da  uno  spazio  ugiuile  o  quasi  eguale  alla 
lunghezza  della  narice  stessa   Salvadori  . 


(')  Oidemia,  Fleming,   Phil.  of  Zool.  II,  p.  260  (18221,  nec  Oedemia,  Auct.,  da  olòtjfia  =  gonfiezza, 
per  causa  del  becco  rigonfio  alla  base. 

(2)  Melanina,  Boie,  Isis,  1822,  p.  564. 

Atlaìite  ornitologico.  (il 


t82  ATI.\N  I  E    ORNITOLOGI!  0 


Nero-vellutato  per  intero:  iride,  contorno  degli  occhi,  una  piccola  tacca  sotto 
gli  stessi  e  largo  specchio  alare  bianchi;  becco  colla  porzione  basale  elevata,  ma 
non  t'orinante  una  protuberanza  distinta  e  coi  processi  laterali  ingrossati  della 
mandibola  superiore  senza  penne,  esso  è  giallo-aranciato-pallido,  nero  sulle  parti 
rigonfie,  sulla  linea  centrale  e  sul  margine  {mas.  ad.  .  Bruno-nerastri,  con  margini 
biancastri  sul  petto  e  sull'addome;  due  macchie  biancastre,  una  presso  la  base 
del  becco,  l'altra  sulla  regione  parotica;  specchio  come  nel  maschio;  becco  bruno 
(fruì ni.  ad.  e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"580;  becco  0,'"049;  ala  0,'"280;  coda  0,'"092;  tarso  0,'"042; 
dito  mediano  e.  u.  0,m081. 

Abita  la  Regione  Paleartica  settentrionale,  giungendo  sino  alla  Siberia  occi- 
dentale; sverna  sulle  coste  dell'Europa  temperata,  sul  Mar  Nero  e  sul  Caspio;  è  ac- 
cidentale in  Groenlandia  e  nel  bacino  del  Mediterraneo.  In  Italia  è  specie  di  passo 
irregolare  nel  Veneto,  non  rara  in  alcuni  anni  specialmente  nel  novembre;  ma 
siccome  frequenta  il  mare,  si  uccide  di  rado;  è  molto  più  scarsa  nelle  provincie 
nord- occidentali,  in  Liguria,  nell'Emilia,  in  Toscana  e  nel  Romano.  Comparve 
anche  nelle  Puglie  (De  Romita  e  Coli.  Arrigonì  Begli  Oddi)  ed  in  Calabria  {Coli.  Ar- 
rigoni  Degli  Oddi)  ed  una  volta  in  Sardegna;  non  consta  segnalata  per  la  Sicilia 
e  per  Malta.  Gli  adulti,  specialmente  i  maschi,  sono  molto  più  rari  dei  giovani. 

e)  l'i  uni  d<  Un  testa  estese  molto  più  in  manti  sulla  fronte,  che  non  salir  redini; 
lati  del  becco  alla  base  con  parti  rigonfie  del  tatto  nude;  ala  senxa  specchio,  <gen.  Pe- 
lionetta  (Salvadori)). 

484.  Oidemia  perspicillata  (Linnaeus),  Orco  marino  dal  becco  grande. 

Nero-vellutato  per  intero;  un  grande  spazio  bianco  semiquadrangolare  sulla 
nuca,  uno  di  più  piccolo  sulla  cervice;  ali  senza  tinte  bianche;  becco  rossiccio-scuro, 
con  una  grande  macchia  nera  alla  base  sulla  regione  laterale  della  parte  ri- 
gonfia {mas.  ad.).  Simili  a  quelli  della  specie  precedente,  ma  più  cupi  e  facilmente 
distinti  all'impennatura  differente  della  testa,  alla  mancanza  di  penne  sui  lati  del 
becco  e  di  specchio  alare  (femm.  ad.  e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"530;  becco  0,'"039;  ala  0,m225;  coda  0,"'08S;  tarso  0,m038. 

Abita  la  Regione  Neartica  boreale,  portandosi  tino  alle  coste  asiatiche  del 
mare  di  Bering;  sverna  verso  sud  sino  in  California  e  Giamaica.  E  accidentale 
in  Europa  (Inghilterra,  Francia,  Norvegia,  Svezia,  Helgoland). 


Genere  HENICONETTA,  G.  U.  (ìray. 

Becco  senza  processi  frontali,  meno  lungo  della  testa,  stretto,  quasi  eguale 
ovunque,  lamelle  molto  piccole  e  non  prospicienti,  margini  della  mandibola  su- 
periore piegati  verso  l'interno,  mandibola  inferiore  colla  regione  apicale  piatta 
e  quasi  spatolata;  remiganti  2e  interne  falcate;  scapolari  lunghe  e  strette,  piegate 
all' ingiù;  coda  lunga  e  graduala;  dito  mediano  più  lungo  del  tarso;  sessi  diffe- 
renti; maschi  e  femmine  con  specchio  metallico. 

Una  sola  specie. 


ATLANTE   ORNITOLOGICO  483 


485.  Heniconetta  Stelleri  (Pallas),  Edredone  di  Stalin-. 

Testa,  parte  posteriore  e  laterale  del  collo  di  un  bianco-periato;  redini  ed  un 
ciuffo  occipitale  color  verde-oliva-lucido:  spazio  perioculare,  una  macchia  sui  lati  del- 
l'occipite e  parti  superiori  nero-violacee  vellutate;  collare  nero-porporino  bordato  di 
bianco  superiormente  ed  inferiormente,  tranne  nella  parte  centrale  ove  si  unisce  al 
nero  della  gola  e  del  mento  ;  parti  inferiori  rossigno-bruno-vivaci,  con  una  macchia 
nera  rotonda  sui  lati  del  petto  ed  una  tinta  nerastra  sul  basso  addome,  biancastra 
sui  fianchi;  scapolari  blu-nero-lucide  sul  vessillo  esterno,  l'interno  molto  stretto 
e  bianco;  specchio  alare  di  un  blu-nero-metallico,  terminato  e  limitato  superior- 
mente di  bianco;  cuopritrici  alari  bianche,  che  formano  un  grande  spazio  sull'ala 
mas.  ad.).  Bruno-rossigna  con  fascie  nerastre  poco  distinte  sulla  testa,  sul  collo 
e  sulle  parti  anteriori  de]  gastreo:  basso  addome  rossigno-nerastro  uniforme;  apici 
delle  grandi  cuopritrici  soltanto  e  quelli  delle  remiganti  2e  bianchi,  racchiudenti 
lo  specchio  blu-nero-metallico  (fé  ut  in.  ad.). 

Lunghezza  totale  0,m450;  becco  0,'"041;  ala  0,m215;  coda  0,"'l  15;  tarso  0,'"037; 
dito  mediano  e.  u.  0,m062. 

Abita  la  Regione  Paleartica  nordica  e  artica  fino  all'Alaska;  nidifica  nel  Fjord 
Varanger  e  nel  Finmark  (Norvegia;  e  nelle  parti  boreali  d'Asia.  È  accidentale  in 
Inghilterra,  Helgoland  e  Francia  e  non  venne  mai  trovato  in  Italia. 


Genere  SOMATERIA,  Leach. 

Becco  con  processi  frontali,  stretto,  appuntito,  meno  lungo  della  testa,  rigonfio 
ed  elevato  alla  base;  lamelle  assai  distanti  inter  se;  margini  della  mandibola  superiore 
non  piegati  verso  l'interno;  redini  separate  dalle  penne  della  fronte  da  uno  spazio 
nudo;  remiganti  2°  alquanto  ricurve  od  a  ferro  di  lancia;  tarso  più  corto  del  dito 
mediano;  sessi  differenti  in  piumaggio;  specchio  alare  mancante. 

Questo  genere  è  composto  di  quattro  specie  confinate  alle  regioni  artiche  e 
subartiche  d'America,  d'Europa  e  d'Asia. 

a)  Linea  centrale  delle  penne,  sulla  mandibola  superiore  che  si  estende  solo  a  metà 
lunghezza  tra  la  regione  posteriore,  delle  narici  e  la  posteriore  degli  angoli  frontali 
nudi;  le  penne  delle  redini  si  estendono  oltre  l'angolo  posteriore  delle  narici;  becco  con 
lunghi  processi  posteriori,  come  due  branche,  che  coirono  in  continuazione  del  cui  mine 
sui  lati  della  fronte,  divise  da  un  lungo  interspazio  pennuto  (gen.  Somatekia). 

486.  Somateria  mollissima  (Linnaeu.s),  Edredone. 

[  EUÌa--\. 
[Tav.    XLIV,    tìg.    5  e   6]. 

Bianco,  tinto  di  fulvo-gialletto  sul  petto  e  di  verde  sull'occipite  e  suoi  lati; 
parte  superiore  della  testa  nero-vellutata,  divisa  nella  linea  mediana  dal  livello 
degli  occhi  fino  alla  nuca  da  una  fascia  biancastra;  gola  bianca;  basso  dorso, 
groppone,  parti  inferiori  dal  petto  all'ingiù,  remiganti  e  coda  nere;  una  macchia 


184 


ATLANTK    GUNITI  ILOfilOl  l 


bianca  sui  lati  del  basso  addome;  scapolari  e  remiganti  2"  interne  piegate  a  falce 
Imi  nelle  [mas.  ad.).  Bruno-rossigna  o  bruno-ocracea;  macchiata  e  fasciata  di  nerastro 

più  distintamente  sulle  parti  superiori; 
grandi  cuopritrici  alari  e  remiganti  2" 
terminate  di  bianco  (femm.  ad.).  I  maschi 
ad.  in  abito  di  muta  estiva  hanno  come  i 
giovani  i  margini  di  tutte  le  penne  non 
rossigni  od  ocracei,  ma  invece  grigiastri 
e  penne  nere  e  bianche  dell'abito  del- 
l'adulto. 

Lunghezza  totale  0,'"tióO;  becco 
0,'"057;  ala  0,m295;  coda  0,m110;  tarso 
0,,n047;  dito  mediano  e.  u.  0,n,079. 

Abita  le  parti  settentrionali  artiche 
della  Regione  Paleartica  occidentale, 
verso  oriente  sino  al  mare  di  Kara,  e 
una  forma  dubbiosamente  distinta  (S.  rnol- 
lissima  borealis,  A.  E.  Brehm)  è  propria 
dell'America  artica  orientale  ;  quella  mi- 
gra d'inverno  sino  alla  Manica  e  sulle  co- 
ste settentrionali  della  Francia,  questa 
sino  alle  coste  del  Massachusetts.  È 
specie  accidentale  e  molto  rara  in  Italia; 
venne  colta  nel  Veneto,  in  Liguria,  in 
Toscana  e  nelle  Puglie  [Coli.  Arrigoni 
Degli  Oddi)  e  forse  nel  Tirolo;  quattro 
sarebbero  gli  adulti  presi  nella  nostra  penisola.  L'esemplare  di  Puglia  e  quello 
del  Museo  di  Serajevo,  colto  nelle  vicinanze  di  quella  città,  sarebbero  le  due  cat- 
ture più  meridionali  che  si  conoscano. 


a)  Becco  di  5.  spectabilis,  femm. 

L'estremità  anteriore  dello  spazio  pennuto  sulla 
fronte  arriva  all'angolo  posteriore  delle  narici  fi,  1): 
le  penne  delle  redini  (2,  2)  terminano  molto  prima 
del  detto  angolo. 

b)  Becco  di  S.  moltissima,  femm. 

La  linea  centrale  delle  penne  sulla  mandibola 
superiore  (1,  1)  si  estende  solo  a  metà  lunghezza 
tra  la  regione  posteriore  delle  narici  (2,  2)  e  la  po- 
steriore degli  angoli  frontali  nudi  ;  le  penne  delle 
redini  si  estendono  oltre  l'angolo  posteriore  delle 
narici. 


hi  Becco  rossiccio-aranciato,  con  processi  frontali  larghi,  quadrati,  quasi  verticali,  che 
formano  protuberanza  fuori  della  linea  del  culmine  e  che  sono  divisi  sulla  fronte  da  uno 
spazio  pennuto  (mas.  ad.);  estremità  anteriore  dello  spazio  pennuto  sulla  fronte  che  ar- 
riea  ali1  angolo  posteriore  delle  miriti  ;  le  penne  delle  redini  terminano  molto  prima  del 
dello   umililo   (sottogeil.    EHI!  INETTA,   Coues). 

487.  Somateria  spectabilis  (Linnaeus),  Re  degli  Edredoni. 

[Re  defili  Eider  ]. 


Cervice  e  nuca  cenerino-bluastre;  lati  della  testa  verde-mare;  guancie,  gola, 
parte  alta  del  collo  e  del  dorso  bianchi,  con  una  macchia  nera  a  V  sulla  gola; 
una  fascia  nera  che  dal  culmine  margina  la  base  del  becco,  una  macchia  pure 
nera  sotto  l'occhio;  petto  bianco-crema;  cuopritrici  piccole  e  medie  ed  un  grande 
spazio  sui  lati  del  groppone  bianchi  ;  nel  resto  nero  e  bruno,  comprese  le  scapolari 
molto  larghe  e  falcate  sul  vessillo  esterno  (mas.  ad.).  Eguale  a  quella  di  S.  mol- 
tissima: più  rossigna  e  più  piccola;  il  becco  non  ha  gli  scudi  laterali  del  maschio  e 
si  distingue  a  prima  vista  pel  carattere  degli  spazi  pennuti  sulla  fronte  e   sulle 


ATLANTE    OKNITOM  irilCO 


185 


redini  sopraccitati  ifemm.  ad.).  I  maschi  ad.  in  abito  di  muta  estiva   si   differen- 
ziano tosto  da  quelli  di  8.  umilissima  al  carattere  del  becco. 

Lunghezza  totale  0,m57O;  becco  0,'"032;  ala  0,'n270;  codaO,m088;  tarso  0,m042; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"070. 


Becco  di  S.  mollissima, 

mas.    ad.,    visto    di    fianco, 

circa  '/:-  gr-  nat. 


Becco  di  S.  apeotàbilis, 
mas.    ad.,    visto    di    fianco, 
circa   '      gv.   nat. 


Abita  le  regioni  artiche  dell'Emisfero  settentrionale,  nidifica  nell'Isola  Kol- 
gujev,  nella  Nuova  Zembla  e  nelle  terre  settentrionali  dalla  Siberia  al  mare  di 
Bering.  Compare  raramente  d'inverno  nella  Russia  settentrionale,  nella  Scandi- 
navia, nelle  Isole  Britanniche,  in  Olanda,  sul  Baltico  ed  in  Francia.  In  Italia  venne 
colto  una  sol  volta  nell'Estuario  Veneto  nell'agosto  1888  e  l'esemplare  è  nel  Museo 
Correr  di  Venezia,  un  secondo  conservato  nel  R.  Museo  di  Firenze  sarebbe  stato 
catturato  nel  novembre  1892  a  Ravenna  (Giglioli,  in  liti.). 


Sottofamiglia  ERISMATURINAE,  Erismaturini. 


Becco  largo,  spianato,  lungo  quanto  la  testa,  rigonfio  alla  base  e  sulle  na- 
rici, largo  all'estremità  con  l'unghia  piegata  al  di  dentro;  lamelle  perpendicolari 
poco  visibili;  ali  molto  corte,  piuttosto  appuntite;  timoniere  strette,  lunghe,  sepa- 
rate, in  numero  di  18,  molto  rigide  e  visibili  fino  alla  base,  essendo  assai  corte  le 
cuopritrici  della  coda;  dito  posteriore  munito  di  un  grosso  lobo,  il  mediano  sen- 
z'unghia (0,m058)  lungo  più  del  doppio  del  dito  posteriore  con  unghia  (0,'"020)  nella 
specie  Europea;  sessi  differenti;  nessuno  specchio  alare. 

Questa  sottofamiglia,  che  ha  un  abitato  quasi  cosmopolita,  consta  del  solo  ge- 
nere Erismatura  che  comprende  undici  specie,  delle  quali  una  sola  è  Europea. 
Abitano  specialmente  le  acque  dolci,  i  laghi  ed  i  fiumi  e  se  assalite,  anziché  pren- 
dere il  volo,  si  sommergono  e  rimangono  sott'acqua  un  lungo  tempo,  sicché  in  ciò 
partecipano  dell'abitudini  degli  Svassi. 


Genere  ERISMATURA,  Bonaparte. 


Ha  i  caratteri  della  sottofamiglia. 


486  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


488.  Erismatura  leucocephala  (Scopolu,  Gobbo  ninninosi). 

[Tav.  XLIII.  fig.  10  e  11]. 

Colorito  generale  bruno-rugginoso,  con  stretti  zig-zags  nerastri  e  che  volge 
al  castagno  sul  petto  e  sui  fianchi;  cervice  nera;  fronte,  occipite,  nuca,  mento  e 
guancie  bianchi;  coda  nerastra;  becco  blu  (mas.  ad.).  Più  rossiccia,  specialmente 
sulle  parti  inferiori;  parte  superiore  della  testa  bruna;  un  tratto  bianco  dal  becco 
alla  nuca,  passando  sotto  l'occhio;  mento  e  gola  biancastri,  con  macchie  nere  sui 
lati  del  collo  ifemm.  ad.  e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"480;  becco  0/"048;  ala  0,'"160;  coda0,m100;  tarso  0,m035. 

Abita  la  Regione  Paleartica  meridionale,  verso  est  sino  al  Turchestan  e  pare 
anche  sino  alla  Siberia  meridionale  (Fi)iseh);  è  raro  nel  Nord  dell'Europa,  venne  tro- 
vato sino  in  Germania  e  nell'Olanda.  In  Italia  è  stazionario  in  Sicilia,  in  Sardegna  e 
forse  anche  nelle  provincie  meridionali;  accidentale  altrove,  sembra  che  non  sia 
mai  stato  preso  in  Piemonte.  Nidifica  nelle  nostre  grandi  Isole  e  forse  negli  estesi 
paduli  della  Capitanata. 


Sottofamiglia  MERO  IN  AE,  Margini. 

Becco  più  o  meno  compresso,  ma  non  depresso  del  tutto,  a  cono  cilindrico, 
lungo  quanto  e  più  della  testa,  stretto  e  sottile,  coli' unghia  curvata  ad  uncino; 
mandibola  inferiore  priva  di  lamelle  sui  lati,  ma  con  intaccature  distinte,  simili  a 
denti,  lungo  il  suo  margine  superiore  e  su  quelli  della  mandibola  superiore,  l'in- 
feriore scoperta;  dito  esterno  lungo  quanto  il  mediano;  membrane  interdigitali 
larghe;  sessi  differenti,  femmine  sempre  distintamente  più  piccole  dei  maschi; 
penne  della  cervice  rialzate  a  ciuffo,  specialmente  nei  maschi  adulti. 

Questa  sottofamiglia  abbraccia  quattro  generi  con  nove  specie,  quattro  delle 
quali  fanno  parte  all'Avifauna  Europea.  A  differenza  delle  Fulicjulinae  si  nutrono 
quasi  esclusivamente  di  pesce,  che  inseguono  sotto  acqua  come  i  Marangoni;  abi- 
tano tanto  le  acque  dolci  che  le  marine,  nuotano  e  si  tuffano  a  perfezione.  La  loro 
carne  è  quasi  immangiabile. 


Genere  NIERGUS,  Linnaeus. 

Becco  piccolo,  col  culmine  più  corto  del  tarso;  piumaggio  bianco  e  nero. 
Una  sola  specie  Paleartica  compone  questo  genere. 

489.  Mergus  albellus,  Linnaeus,  Pesciajola. 

[  Mergellus  albellus  (L.)]. 

[Tav.    XLIV,   fig.    11    e    12]. 

Colorito  generale  nero  e  bianco;  un  ciuffo  sulla  testa,  collo  e  parti  inferiori 
bianche;  una  macchia  triangolare  sulla  nuca  nero-verdastra,  uno  spazio  sulle  re- 
dini, sulle  guancie  ed  attorno  all'occhio,  centro  del  dorso  e  due  fascie  a  mezzaluna 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  487 


sui  lati  del  collo  e  del  petto  color  nero;  groppone  e  sopracoda  grigi,  coi  margini 
delle  penne  biancastri;  cuopritrici  alari  bianche,  con  le  interne  e  quelle  del  con- 
torno dell'ala  nere,  le  grandi  nere  con  gli  apici  bianchi,  che  formano  una  banda 
trasversale  sull'ala;  coda  cenerina  (mas.  ad.).  Testa  e  nuca  castagne,  con  un  ciuffo 
pendente;  uno  spazio  più  scuro  e  nerastro  tra  l'occhio  ed  il  becco  (esso  manca 
nei  giovani);  ali  come  nel  maschio,  ma  la  tinta  generale  meno  pura;  dorso  lava- 
gna-bruno-scuro, con  margini  grigio-chiari;  basso  collo  e  petto  cenerino-lavagna, 
resto  del  gastreo  bianco  (femm.  ad.  e  giov.).  I  maschi  ad.  in  abito  di  muta  estiva 
somigliano  alle  femmine  adulte,  ma  hanno  le  due  fascie  semilunari  scure  sui  lati 
del   collo   e    del  petto  (Salvador-i). 

Lunghezza  totale  0m,450;  becco  0m,032 ;  ala  0"',210;  coda0'n,085;  tarso  0m,030. 

Abita  la  Regione  Paleartica  settentrionale;  sverna  nei  paesi  Mediterranei, 
nell'India  e  nel  Giappone,  giunge  accidentalmente  nell'America  del  Nord.  E  uc- 
cello invernale  comune  nell'Italia  centrale  e  nella  settentrionale  sopratutto  ;  più 
scarso  nelle  proviucie  meridionali  e  nelle  Isole.  Gli  adulti,  specialmente  maschi, 
sono  assai  meno  frequenti  dei  giovani;  arriva  nel  novembre  e  riparte  a  marzo; 


non  nidifica. 


Genere  LOPHODYTES,  Reichenbach. 

Becco  più  corto  della  testa,  in  gran  parte  nero,  dentellature  di  ambedue  le 
mandibole  corte,  ottuse  e  non  inclinate  distintamente  all'indietro  agli  apici;  narici 
sub-basilari. 

Una  sola  specie  Nord-Americana  compone  questo  genere. 

490.  Lophodytes  ciicullatus  (Llnnaeus),  Smergo  americano. 

Un  ciuffo  compatto,  erettile,  rotondo,  compresso  sui  lati,  bianco  nel  centro 
e  nerastro  sul  contorno;  tinte  generali  nere,  comprese  due  fascie  semiluuari  sui 
lati  del  petto  ed  una  attraverso  lo  specchio  ;  specchio  bianco  ;  gastreo  color  bianco 
dal  collo  in  giù  ;  fianchi  castagni,  fasciati  di  nero  (mas.  ad.).  Ciuffo  più  corto  e 
meno  rotondo,  bruno-rossiccio  più  chiaro  all'apice;  testa  e  collo  bruni,  di  un  tono 
più  cupo  sul  dorso  e  sui  fianchi;  mento  biancastro  (femm.  ad.  e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,m455;  becco  0,m040;  ala  0,,u198;  coda  0,m100;  tarso  0,ro035. 

Abita  l'America  settentrionale,  sino  all'Alaska  e  forse  alla  Groenlandia;  sverna 
al  sud  fino  a  Cuba;  è  accidentale  nelle  Isole  Britanniche,  ove  venne  colto  più  volte 
e  forse  comparve  anche  in  Francia. 


Genere  MERGANSER,  Brisson. 

Becco  più  lungo  della  testa,  in  gran  parte  rosso,  sottile,  più  alto  che  largo 
alla  base,  appuntito  all'apice;  narici  quasi  mediane,  intaccature  di  entrambe  le 
mascelle  assai  simili  a  denti  e  fortemente  inclinate  all'indietro  agli  apici,  unghia 
larga  e  assai  ricurva;  statura  maggiore;  sessi  differenti. 


(SS  ATLANTI'.    OIINITOI.OGICO 


Questo  genere  è  composto  di  sette  specie  ed  è  proprio  della  Regione  Paleartica 
e  della  Neartica  fino  al  Brasile  e  delle  Isole  Aukland;  due  di  esse  sono  pure  Europee. 

491.  Merganser  merganser  (Linnaei  s  ,  Smergo  maggiore. 

(  Mergus  merganser,  I..  ]('). 
|  i.u.  XI.IV,  ttg.  7 e 8]. 

•  Un  ciuffo  sulla  testa  ed  alto  collo  di  un  nero-verdone;  un  largo  collare  e  parti 
interiori  bianco-carnicine;  dorso,  scapolari  e  remiganti  2e  interne  nero-porporine; 
groppone,  sopracoda  e  coda  cenerine;  cuopritrici  delle  ali  e  remiganti  2°  esterne 
bianche,  queste  con  uno  stretto  margine  nero  (mas.  ad.).  Statura  minore;  ciuffo 
distinto;  testa  e  collo  di  un  castagno-brillante;  le  parti  che  nel  maschio  sono  nere, 
qui  sono  colorite  in  cenerino;  gola  del  tutto  bianca;  fianchi  con  i  margini  delle 
penne  biancastri;  remiganti  2e  interne  grigio-cenerine;  specchio  alare  bianco; 
ala  0,'"270  (femm.  ad  e  gioì:).  I  maschi  ad.  in  abito  di  muta  estiva  somigliano  alle 
femmine,  ma  mostrano  traccie  di  un  collare  nero;  sono  più  scuri  sul  dorso  e  sulle 
spalle;  l'ala  è  biancastra,  come  negli  individui  non  del  tutto  adulti  (Seebohm). 

Lunghezza  totale  0™650;  becco  0,m062;  ala  0,m300;  coda  0,m122;  tarso  0,m046. 

Abita  la  Regione  Paleartica  settentrionale;  migra  d'inverno  fino  al  bacino 
del  Mediterraneo,  alla  Cina  ed  al  Giappone.  È  rappresentata  nell'America  nordica 
dall'affine  M.  americanus  (Cass.)  e  dal  M.  comatus,  Salvad.  nell'Asia  centrale.  In 
Italia  è  uccello  di  comparsa  autunnale  ed  invernale  irregolare  e  rara;  di  prima- 
vera è  ancora  più  scarso  e  può  dirsi  ovunque  accidentale,  eccetto  nelle  provincie 
settentrionali  e  più  che  altro  nel  Veneto. 

492.  Merganser  serrator  (Linnaeus),  Smergo  minore. 

[  Mergus  serrator,  L.  ;  Smergo  ]. 
[Tav.  XLIV,  fig.  9  e  10]. 

Penne  del  vertice  e  dell'occipite  lunghe  e  sottili,  esse,  l'alto  collo  ed  una  stria 
nella  parte  centrale  della  nuca,  che  giunge  al  dorso 
di  un  nero-verdone  ;  lati  del  collo  bianchi  e  cosi  un 
collare  (bianco)  che  divide  il  nero  dell'alto  collo  dalle 
tinte  rossigno-fulve  a  macchie  nere  del  petto;  basso 
dorso  cenerino-grigio,  con  fascie  a  sottili  zig-zags 
bruno-neri;  ali  attraversate  da  due  bande  nere  su 
fondo  bianco  (mas.  ad.).  Simili  a  quelli  del  M.  mergarìr 
ser,  ma  più  piccoli  e  più  bruni;  parte  superiore  della 
testa  più  cupa  in  contrasto  col  rossigno  dei  suoi  lati; 
gola  rossigna;  remiganti  2°  interne  marginate  di  nero; 
fianchi  bruno-scuri;  una  fascia  nera  sullo  specchio 

'  .  resta  di  .!/.   serrator,  mas.   ad., 

alare  bianco;  ala  0,m225  (femm.  ad.  e  gioì:).  I  maschi  i     gr   uat 

ad.  in  abito  di  muta  estiva  hanno  come  i  giovani  nel 

1«  abito  di  nozxe  il  basso   dorso  bruno,  il  collare  bianco  striato  di  bruno,  ma  le 


(')  11  Mergus  caslor,  L.  è  la  femmina  della  presente  specie. 


ATLANTE    OKN1TOLOC5ICO  489 


macchie  scure  sul  petto  e  sui  fianchi  sono  di  un  grigio-lavagna  e  non  brune 
(Seebohìii). 

Lunghezza  totale  0,m610;  becco  0,m058;  ala  0,,n270  coda  0,m099;  tarso  0,m040. 

Abita  le  parti  artiche  delle  Regioni  Paleartica  e  Neartica;  migra  d'inverno 
sino  al  bacino  del  Mediterraneo,  al  Mar  Caspio,  alla  Cina  ed  agli  Stati  Uniti 
d'America.  In  Italia  è  specie  invernale  ;  frequente  nel  Veneto,  irregolare  e  molto 
più  rara  quanto  più  discendiamo  al  sud,  però  comparve  anche  in  Sicilia  ed  a  Malta. 
I  giovani  sono  sempre  assai  più  facili  ad  aversi  degli  adulti  ;  il  maschio  in  abito 
perfetto  è  sempre  molto  raro  da  noi. 


Sottordine  STEGANOPODES  -  Steganopodi. 


Becco  né  membranoso,  né  con  lamelle,  ma  coi  margini  taglienti  e  intaccati; 
narici  piccole,  rudimentali  o  del  tutto  imperfette;  la  pelle  nuda  della  gola  forma 
talora  una  borsa;  ali  grandi,  ma  che  chiuse  non  giungono  all'estremità  della  coda; 
coda  di  solito  mediocre  colle  timoniere  resistenti,  talora  forcuta;  diti  quattro  di- 
retti in  avanti  e  totipalmati,  cioè  tutti  collegati  da  una  stessa  membrana  completa. 

Sessi  quasi  simili  in  colorito;  giovani  differenti  dagli  adulti;  mutano  una  volta 
all'anno,  ma  in  inverno  prima  di  appajarsi  subiscono  un  nuovo  cangiamento,  cioè 
non  mutano  le  penne  parzialmente  o  del  tutto,  ma  assumono  ciuffi  ed  altri  or- 
namenti, anche  sulle  parti  dure,  che  scompariscono  per  abrasione  di  estate  o 
anche  di  primavera. 

Questo  sottordine  comprende  cinque  famiglie,  delle  quali  tre  sono  rappresen- 
tate in  Europa,  esso  racchiude  non  meno  di  ottanta  specie,  sparse  su  tutto  il 
Mondo,  quantunque  il  gruppo  non  sia  rappresentato  nelle  regioni  Artiche.  Sono  di 
abitudini  essenzialmente  acquatiche,  si  tuffano  e  possono  rimanere  sott'acqua  lungo 
tempo.  La  loro  nutrizione  è  quasi  completamente  animale  e  consumano  enormi 
quantità  di  pesce.  Sono  monogami,  i  piccoli  nascono  nudi,  ma  in  breve  sono  ricoperti 
di  fitto  piumino  e  non  si  allontanano  dal  nido  finché  non  possono  volare  (inetti), 
i  genitori  li  nutrono  rigettando  il  cibo  dal  sacco  golare.  Nidificano  talora  in  grandi 
colonie,  deponendo  poche  uova  od  uno  solo,  di  solito,  se  non  sempre,  di  tinte 
chiare  e  con  una  speciale  incrostazione  calcarea  bianca  ;  il  nido  è  rozzo  e  volu- 
minoso e  lo  fabbricano  sul  terreno,  sulle  roccie  o  sugli  alberi  non  lontano  dalle 
acque. 


Famiglia  PHALACROCORACIDAE,  Falacrocoracidi. 

Becco  subcilindrico,  profondamente  uncinato,  con  una  specie  di  unghia  ricurva 
al  suo  apice  ed  il  margine  della  mandibola  intero  (Phalacrocoracinae)  o  allungato 
ed  appuntito  col  margine  della  mandibola  seghettato  (Plotinae);  narici  quasi  invi- 
sibili; coda  rotondata  o  leggermente  cuneata,  con  le  timoniere  mediane  di  poco 

Atlante  ornitologico.  tì2 


L90  atlanti-:   ORNITOLOGI!  1 1 


sopravanzanti  le  laterali;  membrane  interdigitali  non  smarginate  o  solo  legger- 
mente. 

Questa  famiglia  cosmopolita  comprende  i  due  generi  Phalaerocorax  e  Plotus, 
il  primo  dei  quali  è  rappresentato  anche  in  Europa.  Hanno  livrea  estiva  differente 
dall'invernale,  ma  mutano  del  tutto  una  sola  volta  all'anno. 


Genere  PHALACROCORAX,  Brisson. 

Becco  subcilindrico,  piuttosto  lungo,  munito  di  un  forte  uncino  all'estremità, 
margine  tagliente  delle  mascelle  intero,  uno  stretto  solco  su  ciascun  lato  della 
mandibola  superiore  che  termina  sull'uncino;  narici  rudimentali  negli  adulti,  più 
sviluppate  nei  giovani;  faccia  e  mento  nudi;  spaccatura  del  becco  che  oltrepassa 
la  linea  dell'occhio;  ali  abbastanza  lunghe  ed  appuntite,  colle  remiganti  rigide  e 
forti;  coda  rotonda  o  cuneata,  composta  di  12  a  14  penne  rigide;  gambe  piumate 
tino  sotto  l'articolazione  tarsale;  tarsi  corti  e  compressi,  collocati  molto  all' in- 
dietro; dito  esterno  il  più  lungo,  l'interno  corto;  unghia  del  dito  mediano  pettinata 
dal  lato  interno,  tutte  curvate  e  forti. 

Una  quarantina  di  specie  compongono  questo  genere,  che  ha  distribuzione 
quasi  cosmopolita,  mancando  nel  Pacifico  centrale  e  nelle  regioni  artiche.  Molte 
hanno  abitudini  marine  o  abitano  i  laghi  ed  i  fiumi  contornati  di  alti  alberi. 

493.  Phalaerocorax  carbo  (Linnaeus),  Marangone. 

[Tav.  XXXIX,  Bg.  9  e  10]. 

(  'oda  ili  il  penne,  //ecco  grosso. 

Un  piccolo  ciuffo  di  penne  nero-verdone  sull'occipite;  numerose  e  lunghe 
penne  sottili  bianche  sulla  testa  e  sul  collo,  che  in  parte  nascondono  la  tinta  nera 
sottostante;  colorito  generale  nero-verdone  metallico  o  porporino,  che  tende  al 
bluastro-scuro  sulle  parti  inferiori;  spazio  golare  nudo  giallo,  bordato  di  penne  bianchi  ; 
dorso  e  cuopritrici  alari  bruno-bronzate,  marginate  di  nero  verdone;  una  (/rande  macchia 
bianca  su  ciascun  fianco;  remiganti  nero-verdastre;  iride  verde;  piedi  neri  (ad.  in 
idiito  di  nozze,  fine  febbrajo-maggio).  Eguale,  mancano  le  penne  bianche  lunghe  e 
sottili  sulla  testa  e  sul  collo  e  le  macchie  bianche  sui  fianchi  (ad.  in  abito  ordinario). 
l'arti  superiori  bruno-nerastre,  con  le  penne  della  testa  e  del  collo  bruno-cenero- 
gnole e  la  parte  centrale  delle  stesse  nerastra;  parti  inferiori  biancastre,  coi  lati 
del  corpo  ed  il  sottocoda  brunastri;  iride  bruna  (giov.).  L'abito  completo  di  adulto 
in  questa  specie  viene  assunto  nel  terzo  anno  d'età  e  si  riscontrano  numerosi 
stadi  intermedi,  nei  quali  il  piumaggio  è  formato  di  penne  proprie  agli  adulti  ed 
ai  giovani. 

Lunghezza  totale  0,'"910;  becco  0,'"073;  ala  0,m360;  coda  0,m185;  tarso  0,m058; 
dito  esterno  e.  u.  0,'"102.  E  specie  variabile  di  dimensioni. 

E  specie  quasi  cosmopolita,  manca  sulla  costa  Americana  del  Pacifico  e  nell'A- 
merica meridionale.  In  Italia  è  sedentaria  e  comune  nelle  parti  centrali-meridionali 
e  nelle  nostre  grandi  Isole;  piuttosto  rara  ed  invernale  nel  Veneto,  nelle  paludi 
di  Comacchio  e  sembra  anche  sul  Carda;  l'ebbi  anche  dal  Piemonte,  ove  pare  di 
casuale  comparsa  ;  nidifica. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


491 


494.  Phalacrocorax  graculus  (LlNNAEUS),  Marangone  col  ciuffo  settentrionale. 

[Tav.   XXXIX,   fig.   13]. 


Coda  di  12  penne,  becco  piuttosto  sottili. 

Nero-verdone-sericeo  cangiante  in  porporino  sul  dorso  e  sulle  scapolari,  che 
sono  largamente  marginate  di  nero- verdone-vellutato;  penne  del  pileo  lunghe  e 

formanti  un  grosso  ciuffo 
erigibile  e  ricurvo  in  avan- 
ti; remiganti  e  timoniere 
nero-verdastre;  spazio  go- 
lare  nudo  giallo,  con  fitte 
macchie  nere;  iride  verde- 
bottiglia;  piedi  neri  {ad.  in 
abito  di  nozze,  fébbrajo-mag- 
gio).  Manca  il  ciuffo;  la  fa- 
scia marginale  delle  penne 
del  dorso,  delle  cuopritrici 
e  delle  scapolari  è  più  stret- 
ta; le  tinte  generali  meno 
lucide;  le  penne  che  bor- 
dano lo  spazio  golare  nudo 
bianco-sudicie  {ad.  in  abito 


Testa  di  P.  graculus,  ad.  in  febbrajo  pisolo  Far  Oer), 
circa  3/6  gr-  nat- 


Testa  di  P.  graculus  Desmaresti, 

ad.    in   dicembre    (  Isola    d'  Elba  ), 

circa  3/6  gr.  nat. 


Testa  di  P.  graculus  Desmaresti, 

ad.    in  febbrajo  (mare  di  Venezia), 

'U  gr.  nat. 


ordinario).  Parti  superiori  bruno-verdastre;  le  inferiori  grigio-brune  macchiate  di 
bruno  più  scuro,  col  mento,  la  gola  ed  il  centro  del  basso  addome  color  bian- 
chiccio; iride  bianco-brunastra  {gior.ì.  Gli  individui  di  questa  specie  impiegano  tre 
anni  a  rivestire  l'abito  completo  degli  adulti. 

Lunghezza  totale  0,n,760;  becco  0,'"063;  ala  0,m265;  coda  0,m165;  tarso  0,,n058; 
dito  esterno  e.  u.  0,m102. 

Abita  le  coste  dell'Europa  occidentale  dalla  Norvegia  e  dall'Islanda  al  Por- 
togallo; non  sembra  entrare  nel  bacino  del  Mediterraneo,  sebbene  io  conservi 
nella  mia  Raccolta  degli  individui  provenienti  dalla  Sardegna  con  becco  molto 
grosso,  essi  vennero  uccisi  nell'inverno. 


492  Ali. ANTE    ORNITOLOGICO 


494".  Phalacrocorax  graculus  Desmaresti    I'ayk.u  deau) 

Mara/agone  col  ciuffi)  meridionale. 

[Phalacrocorax  Desmaresti,  Payk.,  P.  cristatus,  savi,  P.  graculus,  Mììhi.k  (nec  Linn.)  e  Auct.  I tal  ; 

Cormorano  col  ciuffo]. 

Simile  al  precedente,  ma  col  becco  più  lungo  e  più  sottile;  ciuffo  più  corto  e 
meno  folto  di  quelli  del  Nord;  inoltre  le  tinte  generali  mi  parvero  meno  vivaci 
e  metalliche  nei  moltissimi  soggetti  che  ho  esaminati;  la  statura  è  alquanto  mi- 
noro (ad.).  Parti  inferiori  bianco-pure,  tinte  leggermente  di  brunastro  sui  fianchi 
e  di  cenerognolo  sul  petto  (giov.).  Sicché  ad  ogni  età  la  forma  meridionale  avrebbe 
il  becco  più  sottile  e  più  lungo  e  di  solito  la  statura  minore;  inoltre  i  giovani 
hanno  il  colorito  delle  parti  inferiori  differente  e  su  questi  dati  ritengo  distingui 
bile  la  forma  meridionale  dalla  nordica. 

Lunghezza  totale  0,'"700;  becco  da  0,m062  a  0,'"076;  ala  0,'"270;  coda0,'"160; 
tarso  da  0,m053  a  0,m061;  dito  esterno  e  a.  0,ra104. 

Questo  Cormorano  abita  il  Mediterraneo  e  le  coste  rocciose  dell'Adriatico 
dall'Istria  e  dalla  Dalmazia  all'Albania,  il  Mar  Nero  ed  il  Caspio.  Nel  Mediter- 
raneo italiano  è  comune  nell'Isola  di  Sardegna  e  di  Corsica,  scarso  in  Sicilia  e 
nelle  Isole  dell'Arcipelago  Toscano;  comparve  quale  uccello  accidentale  in  Liguria, 
a  Bari  e  nel  Veneziano  ('). 

495.  Phalacrocorax  pygmaeus  (Pallas),  Marangone  minore. 

L  Microcarbo  pygmaeus  (I'all.);  Marangone  nano  ]. 
[Tav.  XXXIX,  tig.  11  e  12]. 

Coda  di  12  timoniere  lunghe  e  sottili,  becco  breve. 

Testa  e  collo  di  un  bruno-rossiccio,eccetto  la  fronte, le  redini  e  le  penne  d'attorno 
l'occhio  nere;  parte  bassa  del  collo  e  resto  del  piumaggio  di  un  nero-lucido,  con  riflessi 
verdi  più  appariscenti  sul  gastreo;  scapolari  e  cuopritrici  alari  grigio-cupe,  mar- 
ginate di  nero;  sulla  testa,  sul  collo,  sul  dorso,  sul  groppone  e  sulle  parti  infe- 
riori osservatisi  piccole  penne  bianche  lunghe,  sottili  e  fornite  di  barbe  soltanto  alle 
loro  estremità;  coda  graduata,  nera;  iride  verde;  spazio  golare  nudo  e  becco  neri; 
piedi  nerastri  {ad.  in  abiti)  di  no-,  te).  Mancano  del  tutto  le  piccole  penne  bianche  sparse 
sul  corpo;  testa  e  collo  rossiccio-bruni  per  intero;  mento  e  penne  che  contornano 
la  gola  nuda  bianche  (ad.  in  obito  ordinario).  Parti  superiori  bruno-nerastre  sul 
dorso  e  sul  groppone,  senza  tinte  a  riflesso  metallico  e  con  marginature  grigia- 
stre; testa  e  collo  bruno-rossicci;  parti  inferiori  grigio-biancastre,  colla  gola  bianca; 
i  fianchi  ed  il  sottocoda  bruno-nerastri  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"550;  becco  0,'"029;  ala  0,'"210;  coda  0,m165;  tarso  O/TOS; 
dito  esterno  e.  u.  0,'"068. 


(')  11  chiarissimo  prof.  Brasilia  ha  distinto  i  soggetti  dalmato-oroati  od  adriatici  dai  mediterranei 
col  nome  di  1'.  gracula»  croaticus  e  fu  tanto  cortese  di  donarmene  una  serie  veramente  superba  ;  io  li 
ho  esaminati  molto  accuratamente,  ma  non  trovai  alcun  carattere  importante  per  convalidare  la  nuova 
sottospecie;  anche  lo  stesso  prof.  Brusina  ora  non  ammetto  più  la  divisione  dei    Marangoni    col    cinffb 

adriatici   dai  mediterranei. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  493 


Abita  l'Europa  meridionale  specialmente  le  parti  orientali,  l'Africa  settentrio- 
nale, l'Asia  sud-occidentale  e  la  centrale.  In  Italia  è  specie  accidentale;  capita 
più  facilmente  nel  Veneto  ed  in  .Sardegna,  venne  uccisa  anche  a  Carignano  in 
Piemonte  (E.  Museo  di  Torino),  presso  Bari  ed  è  comune  durante  l'inverno  alle  foci 
del  Narenta  in  Dalmazia. 


Famiglia  SULIDAE,  Sulidi. 

Becco  più  lungo  della  testa,  colla  spaccatura  che  arriva  al  di  là  degli  occhi, 
subcilindrico,  appuntito,  mai  uncinato,  ma  coli' estremità  leggermente  ricurva  ed  in- 
taccata distintamente;  un  solco  lineare  lungo  ogni  lato  del  culmine,  margini  ta- 
glienti delle  mandibole  irregolarmente  intaccati;  narici  del  tutto  chiuse  negli 
adulti,  aperte  nei  giovani;  mento  e  parte  alta  della  gola  più  o  meno  nudi;  ali 
molto  lunghe  ed  appuntite;  coda  cuneata,  lunga,  rigida  e  composta  di  12  a  18 
penne;  tarsi  molto  corti,  dito  mediano  subeguale  all'esterno;  unghie  uncinate,  quella 
del  mediano  pettinata  e  grande. 

Piumaggio  compatto,  adulti  simili  in  colore  e  differenti  dai  giovani,  tinte  pre- 
valenti bianco  e  nero;  la  muta  è  semplice  e  non  hanno  livrea  di  nozze  differente. 

Abitano  i  mari  tropicali  e  temperati  ed  hanno  abitudini  essenzialmente  ma- 
rine. Si  nutrono  esclusivamente  di  pesci,  dei  quali  s'impadroniscono  gettandosi  a 
capofitto  in  acqua  dall'alto  in  direzione  perpendicolare,  ma  non  seguono  la  preda 
sott'acqua.  Nidificano  in  grandi  colonie  sulle  roccie,  deponendo  un  solo  uovo  bianco 
senza  macchie.  Si  conoscono  nove  specie  appartenenti  all'unico  genere  Siila,  delle 
quali  una  sola  è  Europea. 

Genere  SULA,  Brisson. 
Ha  i  caratteri  della  famiglia. 

496.  Sula  bassana  (Linnaeusj,  Siila. 

[Tav.  XLVII,  tìg.    9]. 

Bianco,  colla  testa  e  il  collo  lavati  di  fulvo-giallo  ;  remiganti  primarie  e  1°  cuo- 
pritrici  alari  nere;  coda  di  12  penne:  becco 
grigio-blu;  sacco  golare  e  redini  nerastre; 
piedi   verdastri,   nerastri   sulle  membrane 
(ad.).  Bruno-scuro,  con  una  macchia  trian-  M 

golare  bianca  all'apice  di  ogni  penna;  penne 
del  petto  e  dell'addome  bianche,  coll'apice 
bianco-grigio;  remiganti  e  timoniere  nera- 
stre U/iov.).  L'abito  completo  è  assunto  nel 

_„  ,.     ,,  ,-,,..  .         ,  „.t  lesta  di  ò'.  bassana,  giov.,   7,  ex.  nat. 

o  anno  di  età  o,  secondo  altri  Autori,  nel  3  . 

Man  mano  che  la  Sula  invecchia  il  bianco  invade  le  tinte  scure,  cominciando  dalla 

testa  e  dal  collo. 

Lunghezza  totale  0,m900;  becco  0,m102;  ala  0,ra475;  coda  0,m210;  tarso  0,ra057. 

Abita  le  coste  dell'Atlantico  settentrionale,  spingendosi  d'inverno  sino  alle  Ca- 


494  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


narie  e  sull'altro  versante  sino  al  Golfo  del  Messico.  Raramente  s' interna  nel  Me- 
diterraneo ed  è  accidentale  in  Italia;  comparve  in  Liguria,  in  Toscana,   in  Sar 
degna,  in  Sicilia  ed  in  Calabria;  ma  è  specie  sempre  molto  rara  nei  nostri  mari. 


Famiglia  PELECANIDAE,  Pelecanidi. 

Becco  molto  più  lungo  della  testa  e  assai  depresso,  composto  di  una  costola 
mediana  molto  rialzata,  che  termina  in  una  grossa  unghia  assai  uncinata  e  di  due 
solchi  longitudinali  laterali  scagliosi  e  divisi  dalla  costola  da  uno  stretto  cana- 
letto; narici  basilari  appena  visibili;  branche  della  mandibola  inferiore  sottili  e 
flessibili  riunite  all'apice  e  che  sostengono  verso  la  base  una  grande  membrana, 
che  forma  un  sacco  golare  assai  dilatabile;  spazio  davanti  e  d'attorno  all'occhio 
nudo;  ali  molto  grandi,  acute;  coda  corta,  quasi  quadrata  di  22  a  24  penne;  tibia 
nuda  nella  parte  bassa;  tarsi  molto  compressi,  reticolati;  dito  esterno  eguale  al 
mediano,  la  cui  unghia  è  liscia  dal  lato  interno. 

Sessi  simili,  giovani  differenti  dagli  adulti. 

Questa  famiglia  comprende  un  solo  genere  e  nove  specie,  sparse  nelle  regioni 
tropicali  e  temperate  del  Mondo  Antico  e  del  Nuovo,  tanto  lungo  le  coste  che 
entro  terra  ;  sono  uccelli  essenzialmente  gregarii  che  nidificano  ammassati  in 
enormi  truppe;  le  uova  deposte  sono  due  o  tre,  ruvide  e  bianche. 

La  particolarità  più  interessante  che  offrono  gli  uccelli  di  questa  famiglia  è 
l'enorme  sacco  di  pelle  che  pende  dal  becco  e  che,  quando  è  disteso,  può  contenere 
parecchi  litri  di  liquido,  ma  che  si  contrae  anche  in  modo  d'occupare  soltanto  un 
piccolo  spazio.  Questo  organo  si  usa  come  una  rete  a  sacco  per  prendere  i  pesci, 
quando  è  riempito  l'uccello  chiude  il  becco  e  lo  rialza,  contraendo  il  sacco  a  segno 
che  l'acqua  sorta  dai  lati  della  bocca,  quindi  ingoia  la  preda.  La  generale  credenza 
che  esso  serva  per  portare  i  pesciolini,  tenuti  vivi  nell'acqua  contenutavi,  ai  gio- 
vani Pellicani  mentre  si  trovano  ancora  nel  nido  è  falsa,  essi  vengono  nutriti  con 
pesciolini,  parzialmente  macerati,  che  i  genitori  rigettano  dal  gozzo. 

Genere  PELECANUS  (M,  Linnaeus. 
Ha  i  cai-atteri  della  famiglia. 

497.  Pelecanus  onocrotalus,  Linnaeus,  Pellicano. 

Coda  composta  di  24  timoniere;  regione  nuda  attorno  agli  occhi  e  sui  lati  della 
fronte  molto  estesa;  pelle  nuda  dei  lati  della  fronte  fornita  <li  tubercoletti;  pinne  della 
frinite  che  formano  un  angolo  acuto  anteriormente. 

Tinte  generali  bianco-rosee  ;  sull'occipite  un  ciuffo  assai  sviluppato  nella  fem- 
mina e  poco  nel  maschio;  remiganti  le  e  cuopritrici  1"  nere;  remiganti  2°  nerastre 
e  cenerine;  spazio  pettorale  giallastro  (ad.).  Cenerino,  brunastro  sul  dorso  e  sulle 
ali;  biancastro  sulle  parti  inferiori  (giav.). 


(')   «Il  P.  Sharpei  del   Danubio  (uuico)  non  era  altro  che  un  l'i  Itemi  un  in  particolare  abito  di  nozze 
col  petto  aranciato»    (Brusina,  in  liti.). 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


495 


Lunghezza  totale  l,m800;  becco  0,m450;  ala0,m725;  coda  0,m210;  tarso  0,m131. 

Abita  le  regioni  sud-orientali  d'Europa  e  l'Africa,  spingendosi  nell'Asia  tino 
all'India  settentrionale.  È  accidentale  in  Italia,  ove  comparve  in  quasi  tutte  le 
Provincie  ad  epoche  indeterminate  e  di  solito  dopo  violenti  bufere. 

498.  Pelecanus  roseus,  U-melin,  Pellicano  minore. 
[  Pelecanus  minor,  Rupi-.  ]. 

Coda  composta  di  22  timoniere. 

Simile  alla  specie  precedente;  distinto  pella  fronte  senza  tubercoli,  pel  becco  più 
corto,  pella  pelle  nuda  dietro  l'occhio  che  forma  un  angolo  e  non  una  linea  rotonda 
come  nel  P.  onocrotalus,  pel  numero  differente  delle  timoniere,  per  la  statura  minore. 

Lunghezza  totale  l,,n500;  becco  0,m350;  ala  0,"'680;  coda  0,m200;  tarso  0,m126. 

Abita  l' Indo-Cina,  Giava  e  Borneo,  giungendo  nelle  regioni  sud-orientali  di 
Europa  e.  nell'Africa.  L'asserto  dell' Elliot  e  del  Dubois  che  questa  specie  capiti 
in  Sicilia  è  infondato;  finora  non  è  comparsa  in  Italia. 


499.  Pelecanus  crispus,  Bruch,  Pellicano  riccio. 

Coda  composta  di  J.'  timoniere;  regione  nuda  attorno  agli  occhi  assai  ristretta:  penne 
della  fronte  formanti  una  linea  concava  alla  base  della  mandibola  superiore. 

Piumaggio  generale  bianco-argenteo;  un  grosso  ciuffo  sull'occipite;  remiganti 
primarie  e  cuopritrici  primarie  nere;  spazio  petto- 
rale giallo-dorato  (ad.)  Colorito  generale  grigio- 
bruno;  ciuffo  appena  sviluppato;  basso  dorso  e 
groppone  bianchi,  le  penne  di  questo  cogli  steli 
scuri  (gioc). 

Lunghezza  totale  l,m600;  becco  0,U14:10;  ala 
0,m700;  coda  0,m220;  tarso  0,m125. 

Abita  la  Dalmazia,  l'Europa  sud- orientale, 
l'Africa  settentrionale  e  l'Asia  fino  alla  Cina  ed 
all'India  settentrionale.  Il  Salvadori  non  ammette 
questa  specie  tra  le  Italiane;  io  però  sarei  d'opi- 
nioni che  vi  capitasse  come  uccello  accidentale, 
ciò  che  è  strano  perchè  è  comune  e  nidifica  nella 
vicina  Dalmazia  alle  foci  del  Narenta.  Sarebbe  com- 
parsa nel  Modenese  Q-)  e  nel  Bergamasco  (Giglioli), 
in  Calabria  (Moschella)  e  recentemente  nel  Veneto. 

Tanto  il  Fetonte  (Phaéton  aethereus,  Linnaeus) 
che  la  Fregata  (Fregata  aquila,  Linnaeus)  furono 
annoverati  tra  gli  uccelli  d' Europa ,  ma  senza 
prove  abbastanza  sicure,  nemmeno  il  Dresser  li 


Testa 
(li  /'.   crispus, 

'U  gr.  »at. 


Testa 

di  P.  onocrotalus, 

'L  gr.  nat. 


cita  nel  suo  grande  lavoro:  Birds  of  Europe. 
tropicale. 


Essi   abitano   le  coste  dell'America 


(')  Secondo  il  Picaglia  (Bollett.  Nat.  1888,  p.  29)  l'esemplare  colto  nel  Modenese  e   conservato   al 
B.  Museo  di  Firenze  non  è  di  origine  italiana,  ma  proviene  dall'Egitto. 


496  ATLANTI.    ORN]  H  H.(H  ;|l  0 


Sottordine  LONGIPENNES  -  Longipenni. 


Becco  di  forma  variabile,  mai  del  tutto  membranoso,  né  fornito  di  lamelle, 
l' integumento  corneo  è  talora  discontinuo;  narici  di  varia  forma  e  posizione,  mai 
invisibili;  ali  lunghe,  appuntite,  che  oltrepassano  talora  la  coda;  questa  allungata, 
composta  di  solito  di  12  penne;  gambe  inserite  al  di  là  del  centro  di  gravità  del 
corpo,  in  generale  nude  al  di  sopra  dell'articolazione  tarsale;  tarso  scudettato  in 
fronte,  reticolato  all' indietro,  piccolo  e  talora  rudimentale. 

Nessun  sacco  golare;  pulcini  inetti,  coperti  di  piumino  ed  abili  a  camminare 
in  breve  tempo;  muta  doppia  invernale  ed  autunnale;  uova  raramente  in  numero 
maggiore  di  tre,  di  fondo  oliva,  bianco  o  gialletto,  macchiate  e  picchiettate  di  scuro. 

Cosmopolita.  Abbraccia  due  famiglie  Laridae  e  Stercorariidae  che  si  suddivi- 
dono in  tre  sottofamiglie,  delle  quali  due  sono  rappresentate  in  Europa  con  circa 
21  generi  e  115  specie,  che  per  abitudini  possono  dividersi  in  oceaniche  o  con- 
tinentali e  delle  quali  parecchie  si  trovano  anche  in  Italia. 


Famiglia  LARIDAE,  Laridi. 

Integumento  del  becco  continuo,  cioè  senza  cera;  narici  aperte  nella  parte 
nuda  del  becco  e  di  solito  nella  la  metà;  ali  lunghe  ed  appuntite;  gambe  corte; 
piedi  piccoli;  diti  forniti  di  palme  complete  o  parziali;  unghie  deboli  o  mediocri. 

Cosmopoliti.  In  generale  si  trovano  sulle  coste  del  mare  o  negli  specchi  di 
acqua  entro  terra,  sui  fiumi  o  sulle  lagune;  si  raggruppano  in  enormi  quantità 
al  tempo  delle  cove.  Si  cibano  essenzialmente  di  pesce  e  la  loro  carne  è  di  pes- 
simo sapore;  tanto  essi  che  i  Labbi  cangiano  due  volte  all'anno  in  febbraio  ed 
in  agosto,  ma,  a  differenza  di  quelli,  hanno  una  livrea  nuziale  distinta.  I  sessi 
sono  sempre  eguali,  i  giovani  differenti  e  più  scuri  degli  adulti;  l'abito  completo 
d'adulto  è  assunto  dopo  4  o  5  anni  nelle  specie  di  grande  statura,  nel  primo  nelle 
Sterne  e  dopo  il  secondo  nei  piccoli  Gabbiani;  di  solito  la  tinta  generale  degli 
adulti  è  bianca  col  mantello  più  scuro. 

Sottofamiglia  STERNINAE,  Stemmi. 

Becco  diritto,  lungo,  sottile,  colle  due  mandibole  di  pari  lunghezza;  narici  di 
solito  lineari;  coda  mai  quadrata,  ma  più  o  meno  forcuta  ;  ali  assai  lunghe,  sottili, 
appuntite;  diti  deboli,  corti  e  poco  adatti  a  camminare. 

Questa  sottofamiglia  è  cosmopolita  ed  è  composta  di  circa  50  specie,  parec- 
chie delle  quali  sono  Europee.  Frequentano  il  mare,  le  lagune,   i   laghi  e  le   pa- 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  497 


ludi;  depongono  le  uova(')  in  una  depressione  del  terreno  o  tra  la  vegetazione 
acquatica;  si  può  dire  che  vivano  volando,  si  nutrono  di  pesci,  di  crostacei  e  d'in- 
setti ed  hanno  volo  elegantissimo;  sono  gregari  e  migrami. 


Genere  HYDROCHELIDON,  Boie. 

Becco  lungo  quanto  la  testa;  ali  die  sorpassano  la  coda;  coda  mediocre,  poco 
forcuta:  membrana  tra  i  diti  anteriori  che  non  arriva  a  metà  degli  stessi  e  den- 
tellata; unghia  del  dito  mediano  assai  sottile  e  poco  curva. 

Quattro  specie,  tre  delle  quali  Europee,  compongono  questo  genere. 

500.  Hydrochelidon  hybrida  (Fallasi,  Mignattino  bigio. 

I Rondine  ili  mure  piomoata"]. 
[Tav.   XXX VII,   flg.   13  e   14]. 

Becco  grosso  rosso-aranciato;  pileo  e  cervice  neri;  mento  e  lati  della  faccia 
bianchi;  parti  superiori,  ascellari,  gola  e  petto  grigi,  nerastri  sull'addome;  euo- 
pritrici superiori  della  citila  e  coda  grigie;  euopritrici  inferiori  delle  ali  bianche  uni.  in 
prim.).  Testa  e  euopritrici  auricolari  con  macchie  e  si  rie  nere;  fronte  e  gastreo 
bianchi;  coda  grigia:  groppone  grigio  come  il  dorso  (ad.  in  aut.).  Parte  superiore 
della  testa  nerastra,  macchie  brune  sulle  parti  superiori  ;  groppone  grigio,  nini 
bianco  (gioì'.). 

Lunghezza  totale  0,m275;  becco  0,m029;  ala  0,m240;  coda  O,m10O;  tarso  0,"°023. 

Abita  l'Europa  centrale  e  meridionale,  l'Asia,  l'Australia  e  l'intera  Africa: 
è  accidentale  a  Barbados  (una  volta).  In  Italia  è  specie  di  passo  primaverile,  poco 
abbondante  (Toscana),  nelle  provincie  settentrionali  molto  rara,  ne  ebbi  anche 
dalla  Sardegna  e  ne  ricevetti  in  giugno  dalla  Lombardia:  quindi  non  è  improbabile 
nidifichi.  Il  passo  autunnale  è  quasi  nullo,  tranne  forse  a  Malta. 

501.  Hydrochelidon  nigra  (Linnaeus),    Mignattino. 

[Hydrochelidon  fissipes  (Lath.)]. 
L'I'av.  XXXVII,  tìg.  15,  16  e  Tav.  XXXVIII,  fig.   1  e  2]. 

Becco  nero;  testa  e  collo  quasi  neri:  petto  ed  addome  di  un  cenerino-piombato- 
cupo;  basso  addome  bianco;  euopritrici  superiori  della  coda  e  coda  grigie;  euopritrici  infe- 
riori della  coda  grigio-pallide  (ad.  in  prim.).  Fronte,  gola,  nuca  e  gastreo  bianchi; 
groppone,  euopritrici  superiori  della  coda  e  coda  grigie,  come  il  dorso  (ad.  in  aut.). 
Fronte  biancastra;  testa  e  nuca  nerastre;  lati  della  faccia,  collare  e  gastreo  bianchi; 
ali  e  mantello  macchiati  di  bruno;  tinta  chiara  sul  margine  interno  della  la  re- 
migante ceneri  nò-periata,  mai  bianca  e  poco  estesa;  becco  0,'"025  (gioc). 


(')  Il  gerì.  Gygis  è  composto  di  iluo  specie  bianche  di  nove,  che  non  costruiscono  alcun  nido.  Il 
loro  singolo  uovo  viene  sovente  depositato  su  di  una  foglia  «li  noce  o  di  palma  o  di  cocco  e  in  tale 
posizione,  come  si  può  di  leggieri  arguire,  dovrebbe  venir  contuso  o  rotto  molto  facilmente,  ma  invece 
esso  dondola  mosso  dal  vento  senza  alcun  rischio  apparente  (Sharpt). 

Atlante  ornitologico.  63 


198  ATLANTI     ORNITOLOGICO 


Lunghezza  totale  0,m250;  becco  0,m028;  ala0,m220;  codaO,  090;  tarso  0,m017. 

\liita  d'ostate  la  Regione  Paleartica;  d'inverno  l'Africa  e  l'Asia  tino  al  Tur- 
chestan.  Jn  Italia  è  specie  di  doppio  passo,  inolio  copiosa;  nidifica  specialmente 
nelle  provincic  settentrionali  (Veneto). 

502.  Hydrochelidon  fissipes  '    (Pallas),  Mignattmo  ali  bianche. 

[  Hydrochelidon  leucoptera  (Meisn.  Sch.),  H.  nigra  (G    R.  Gkay   ]. 
[Tav.  XXXVIII,  tis.  3  e  4]. 

Becco  rosso-livido;  testa,  collo  gastreo,  cuopritriei  inferiori  delle  ali  aere;  pic- 
cole cuopritrici  alari  bianche  per  una  considerevole  estensione  lungo  il  marnine 
dell'ala:  cuopritrici  superiori  della  coda,  le  interiori  e  le  timoniere  bianche  {ad. 
in  prilli.).  Còda  bianca,  cosi  il  collo,  la  testa  ed  il  gastreo;  vertice  e  cervice  ne- 
rastri; cuopritrici  inferiori  delle  ali,  dorso  e  scapolari  grigie  {ad.  in  aut.).  Grop- 
pone e  cuopritrici  superiori  della  coda  in  gran  parte  bianchi,  nel  resto  simile  al 
giovane  dell' IL  nigra,  però  il  becco  è  più  corto  misurando  0,'"021,  la  coda  più 
biancastra  e  la  tinta  chiara  sul  margine  interno  della  la  remigante  più  estesa  e 
bianca  (yiov.). 

Lunghezza  totale  O,'"250;  becco  0,'"023;  ala  0,m21o;  coda  0,m070;  tarso  0,™020. 

Abita  la  Regione  Paleartica  meridionale,  l'Africa,  l'Australia  e  la  Nuova  Ze- 
landa ed  è  accidentale  a  Barbados  e  nel  Wisconsin  (America).  È  specie  abbondante 
in  Italia  durante  il  passo  primaverile  nelle  parti  centrali,  nelle  meridionali  e  nelle 
Isole,  più  scarsa  nelle  settentrionali;  probabilmente  nidifica,  ma  è  quasi  rara 
d'autunno. 


Genere  GELOCHELIDON,  Brehm. 

Becco  forte,  più  corto  della  testa,  ottuso,  nero;  remiganti  le  non  concolori; 
penne  laterali  della  coda  più  lunghe  delle  interne  ed  appuntite,  coda  corta,  meno 
di  metà  in  lunghezza  dell'ala  e  leggermente  forcuta;  tarso  grosso,  più  lungo 
del  dito  mediano  compresa  l'unghia  e  più  corto  del  becco;  piedi  neri;  statura 
mediocre. 


503.  Gelochelidon  anglica  C2)  (Montaci-,  L'ondine  di  mare  campi-  nere. 

I  Gelochelidon  nilotica  (Gm.);   Beccapesci  inglese  |. 
[Tav.    XXXVII,    lì-.    2   e   :i  |. 

Becco  e  piedi  neri;  pileo,  cervice  e  ciuffo  nucale  neri;  mantello,  groppone  e 
coda  cenerino-periati;  le  due  timoniere  esterne  biancastre;  remiganti  primarie  ce- 
nerino-periate con  una  stria  bianca  longitudinale  sul  vessillo  interno  più  allargata 
alla  base  della  penna;  parte  bassa  delle  redini,  mento  e  parti   inferiori   bianche 


(')  Sterna  fissipes,   l'ali.   1811,  S.  leucoptera,  Meisn.  Sch.   1815. 

Ho  adoperato  il  nome  Gelochelidon  ««<//i™  (Montagli)  1*1".    perchè  non  e  certo   [Saunders)  che 
la  Sterilii  nilotica.  Gmelin,   1788  sia  la  presente  specie. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  499 


(ad.  in  priii/.).  Testa  bianca,  variata  di  strie  nerastre  >ad.  ///  imi.).  Remiganti  pri- 
marie scure,  strie  sulla  testa  grigio-fulve;  parti  superiori  con  margini  bianco-fulvi 
e  macchie  lanceolate  centrali  brune  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"360;  becco  0,"'0.">7;  ala0,m330;  coda  0,m140 ;  tarso  0,D,I  15; 
dito  mediano  e.  a.  0,m033. 

Abita  la  Regione  Paleartica  meridionale  e  centrale,  l'Asia,  l'Australia,  l'Ame- 
rica fino  air  Argentina,  ma  è  quasi  sconosciuta  nel  Pacifico  Americano.  Per  l'I- 
talia è  specie  scarsa,  di  passo,  ma  probabilmente  anche  estiva  e  nidificante;  è 
sempre  più  abbondante  nelle  parti  meridionali.  L'ebbi  dal  maggio  al  luglio,  d'au- 
tunno è  rarissima. 


Genere  HYDROPROGNE  \),  Kaup. 

Becco  assai  forte,  grosso,  molto  più  lungo  del  tarso  e  brillantemente  colorito; 
remiganti  1°  concolori  su  entrambi  i  vessilli;  penne  laterali  della  coda  come  nel 
genere  Gelockelidon;  coda  molto  corta,  appena  più  di  un  terzo  dell'ala  e  poco  for- 
cuta; tarso  più  lungo  del  dito  mediano  compresa  l'unghia;  piedi  neri;  grande  statura. 

Una  sola  specie  compone  questo  genere. 

504.  Hydroprogne  caspia  (2)  (Pallas),  Rondine  di  mare  maggiore. 

I  Sylochelidon  caspia  o  Thalasseus  caspius  (Fall.);  Beccapesci  maggiore']. 
[Tav.   XXX VII,   iig.   1  ]. 

Becco  rosso;  cappuccio  nero;  mantello  cenerino-periato;  remiganti  le  cene- 
rino-periate cogli  steli  bianchi,  ma  senza  strie  bianche;  coda  bianca;  parti  infe- 
riori candide;  piedi  neri  (ad.  in  prim.).  Testa  bianca,  variata  di  strie  nerastre  (ad. 
in  aut.).  Becco  giallo  e  scuro;  dorso,  ali  e  coda  macchiate  di  bruno  e  di  nera- 
stro (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"540;  becco  0,"'0"1;  ala  0,n,420;  coda,  timoniera  esterna 
0,m150;  tarso   0,m043;  dito  mediano  e.  u.  0,m038. 

Abita  quasi  tutto  il  Mondo,  eccetto  le  Isole  del  Pacifico,  l'America  meridio- 
nale e  le  regioni  artiche.  Accidentale  e  molto  rara  in  Italia,  però  apparve  un 
po'  ovunque,  in  Sardegna  sarebbe  meno  scarsa  e  forse  nidificante  nella  parte 
settentrionale  ;  l'ebbi  in  giugno  da  Capo  Caccia.  Negli  esemplari  da  me  esaminati 
ho  trovato  che  il  tarso  è  maggiore  in  lunghezza  del  dito  mediano  con  unghia. 


Genere  STERNA,  Linnaeus. 

Becco  compresso  e  sottile,  più  lungo  della  testa  e  quasi  diritto;  penne  esterne 
della  coda  come  nei  due  generi  precedenti,  coda  corta,  più   o   meno   forcuta,   in 


(')   Thalasseus.  partim,  Boie,  Isis,  1822,  pag.  563;  Sylochelidon,  Brehm,  Vog.  Deutschl.  p.  770  (1831). 

(')  Ho  preferito  chiamare  questa  specie  col  vecchio  nome  di  Sterna  caspia,  Palina,  1770,  perchè 
anche  quello  di  S.  tsehegrava,  Lepechin,  1770,  fu  stabilito  nel  medesimo  anno  e  quindi  non  sono  lese, 
a  parer  mio,  le  leggi  di  priorità  e  si  fanno  meno  confusioni  nella  sinonimia. 


:,oo 


Ali.  \\  Il     ORNITOLOGICO 


-ciiiialo  metà   <>  iiieiio  di  metà  in  lunghezza  delle  ali;  tarso  corto,  eguale   o  più 
curte  del  dito  mediano  con  unghia;  statura  mediocre  o  molto  piccola. 

Genere  cosmopolita  e  ili  abitudini  quasi  essenzialmente  marine,  talune  specie 
frequentano  però  anche  le  acque  entro  iena.  Questo  genere  consta  di  33  specie 
secondo  il  Saunders,  delle  quali  otto  giungono  più  o  meno  regolarmente  in  Europa. 

505.  Sterna  hiruntlo  ('),  Lt.vvu'.rs,  Eondine  di  man. 

[Sterna  fluviatilis,  Vw  mann  |. 

|  Tav.   XXXVII,   fig.   li.  7  e  Tav.    I..   fig.   20]. 

Tarso  fiiii  lungo  del  dita  mediano  senz'unghia. 

Becco  rosso,  coll'apice  color  di  corno:  testa  nera;  mantello  cenerino-periato; 
coda  bianca,  coi  vessilli  esterni  delle  timoniere  cenerini:  gastreo  bianco,  periato 


i,i 


V_^_^? 


l'arte  apicale  della  1°  remigante  primaria. 
«/  Sterna  paradisea,  giov.  -  la  Sterna  hintndo,  giov.   -  e)  Sterna  Dougalli,  ad. 

sul  petto  e  sull'addome  (ad.  in  prim.).  Maura  il  cappuccio  urrà;  testa  striata  ili 
bianco  (ad.  in  ani.).  Fronte  bianca;  una  t'ascia  grigio-scura  sulle  cuopritrici  su- 
periori delle  ali;  parti  superiori  l'asciale  e  macchiate  di  bruno-cenerognolo;  piedi 
gialli  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m380;  becco  0,m038;  ala  0,'"280;  coda  0,m165;  tarso  0,'"021  : 
dito  mediano  s.  u.  0,m019. 

Abita  la  Regione  Paleartica  temperata,  il  Nord-America,  l'Africa  meridio- 
nale [inverno)  e  l'Asia.  In  Italia  è  specie  estiva  odi  doppio  passo,  nidifica  più  che 
altro  nelle  parti  settentrionali-centrali  ed  in  Sardegna:  sarebbe  rara  nel  basso 
Adriatico,  specialmente  nelle  Puglie;  nel  resto  d'Italia  è  comune. 


(')  Sterna  hirundo,  Linnaeae,   17.">s    parlim);  8.  fluviatilis,  Naumanu,   1831. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  501 


506.  Sterna  paradisea  ('),  Brùnnich,  Bum/ine  di  mare  coda  lunga. 

[Sterna  hirundo.  Buunn.  ;   Rondine  ili  mare  artica"]. 
[Tav.  XXXVII,   Bg.  8,  9  <•  10]. 

Tarso  più  corto  del  dito  mediano  senz'unghia. 

Simile  alla  specie  precedente  dalla  quale  differisce  inoltre  per  il  becco  intie- 
ramente rosso;  per  le  parti  superiori  più  scure  e  le  inferiori  cenerino-periate;  le 
ali  sono  più  corte;  coda  e  più  lunga  e  più  forcuta;  la  1"  remigante  'primaria  con 
la  striscia  grigia  lungo  lo  stelo  del  vessillo  interno  non  più  larga  del  vessillo  esterno 
(anatre  è  ilei  doppio  più  larga  <leì  vessillo  esterno  velia  specie  precedente). 

Lunghezza  totale  0,m370;  becco  0,ffi033;  ala  0,m277;  coda  0,m200;  tarso  0,m015; 
dito  mediano  s.  u.  0,'"017. 

Abita  le  regioni  circumpolari  e  nordiche  del  Nuovo  Mondo  e  dell'Antico  ; 
migra  verso  sud  nell'inverno.  È  specie  accidentale  e  molto  rara  in  Italia,  venne 
colta  nel  Veneto,  in  Toscana,  in  Liguria  ed  in  Sicilia. 

507.  Sterna  Dougalli,  Montagli,  Rondine  di  mare  del  Mac  Dougall. 

[Sterna  Douglasii,  Schl, ;  Rondine  di  mare  zampe  gioite]. 

Margine  interno  delle  1'  remiganti  primarie  bianco  sino  all'apice,  ove  occupa  en- 
trambi i  vessilli. 

Becco  lungo  e  sottile,  nero  con  la  base  rossiccia;  pileo  e  cervice  neri  ;  parti 
superiori  cenerino-periate;  le  inferiori  bianche,  tinte  di  roseo  negli  individui  fre- 
schi; coda  bianca,  lunghissima  e  molto  forcuta;  piedi  rosso-aranciati  (ad.  in  prim.). 
Fronte  macchiata  di  bianco  (ad.  in  aut.).  Testa  nerastra,  striata  di  bianco;  una 
fascia  nera  sulle  piccole  cuopritrici  delle  ali;  una  banda  subapicale  nera  sulle 
penne  delle  parti  superiori,  delle  ali  e  della  coda  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"370;  becco  0,,n041  ;  ala  0,'"270;  coda  0,m185;  tarso  0/"020; 
dito  mediano  e.  u.  0,n'024. 

Questa  specie,  essenzialmente  marina,  abita  le  regioni  temperate  e  tropicali 
del  Globo.  Accidentale  e  rarissima  in  Italia,  venne  presa  due  volte,  cioè  in  Liguria 
nel  1822  [Calvi)  ed  in  Toscana  nel  1835,  quest'ultimo  esemplare  è  conservato  nel 
R.  Museo  di  Firenze. 

508.  Sterna  cantiaca,  Gmelin,  Beccapesci. 

[Actochelidon  sandvicensis  (Latham)  (J),  Thalasseus  cantiacus  (Gm.)]. 

[Tav.   XXXVII,  fig.  4,  5  e  Tav.  L,  fig.   21]. 

Becco  nero  coli' apice  giallo;  pileo  nero  colle  penne  dell'occipite  distintamente 
allungate   ed    appuntite;  parti  superiori   grigio-perlato-chiare;   collo   tutt'attorno, 

(')  Sterna  hirundo  (partivi)  Briinn.   Orn.  Bor.  p.  45,  n.  151,  jnv.  (1764),    L.  Syst.   Nat.  I,   p.  227 

(1766).   S.  paradisea,  Briiun.   Orn.   Bor.  pag.   46,   n.   152,   adulto  (1764).    S.   murrina,    Naum.    Isis,   1819, 
p.   1847. 

(2)  Sterna  sandvicensis,  Lath.  Syn.  Sappi.  I,  p.  296  (1757),  nonien  nudimi,  dice  il  Saunders  (Cut.  Birds 
Br.  Mus.,  XXV,  p.  75,  1896),  in  seguito  ignorato  dallo  stosso  Latbam.  il  quale  (Ind.  Orn.  II,  p.  806, 
1790)  chiamò  questa  specie  S.  Boynìi;  per  questo  ho  preferito  il  nome  dato  dallo  Gmelin. 


502  ATLANTE   OKNITOLOGICO 


groppone,  coda  e  parti  inferiori  bianche;  piedi  ram,  colle  membrane  interdigitali 
gialle  (ad.  in  prim.).  Pileo  bianco  anteriormente,  cosparso  di  numerose  macchie  nere 
verso  la  nuca  e  sulla  parte  anteriore  dell'occhio  (ad.  in  aut.).  Simile,  becco  color 
di  corno;  fronte  bruno-cenerina;  cervice  bianco-sudicia,  fittamente  macchiata  di 
bruno-nerastro;  parti  superiori  variate  di  bianco  e  di  nero;  piedi  neri  [giov.). 

Lunghezza  totale  0,m420;  becco  0,'"050;  ala  0,m300;  coda  0,m130;  tarso  0,m027; 
dito  mediano  e.  u.  0,m028. 

Abita  le  regioni  temperate  d'Europa,  l'Africa  per  intero  {inverno),  il  sud-ovesi 
dell'Asia  e  le  regioni  orientali  dell'America  settentrionale.  In  Italia  si  vede  rara- 
mente nelle  parti  settentrionali  all'epoche  del  passo;  è  invernale  e  comune  in  Pu- 
glia, abbondante  e  stazionaria  in  Sardegna  ed  in  Sicilia,  ove  pure  nidifica.  Ne 
ebbi  parecchi  individui  dal  Veneziano  nell'agosto-settembre  1894. 

509.  Sterna  maxima.  Boddaert,  Rondine  di  mure  maggiore  americana. 

liccio  rosso-aranciato;  statura  rilevante.  Penne  della  testa  fino  alla  nuca  allun- 
gate, acuminate  e  nere;  collo  bianco;  mantello  grigio-periato;  parti  inferiori 
bianche;  coda  bianco-periata;  piedi  neri  (ad.  in  prim.).  Simile,  fronte  e  cervice 
macchiate  di  bianco  (ad.  in  aut.).  Cervice  bianca;  nuca  bianca  e  nera;  strie  bruno- 
nerastre  sulla  fronte  e  sulle  redini  ;  mantello  di  un  cenerino  più  cupo  e  macchiato 
di  grigio-cenerognolo  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m531;  becco  0,'"068;  ala  0,'"367;  coda  0,m200;  tarso  0,n,0:U; 
dito  mediano  e.  u.  0,m035. 

Abita  l'America,  giungendo  verso  sud  sino  al  Brasile;  sverna  sulle  coste  occi- 
dentali dell'Africa  e  attorno  allo  stretto  di  Gibilterra;  non  venne  mai  colta  in  Italia, 

510.  Sterna  media,  Horsfield,  Mondine  di  nutre  del  Riippel. 

I  Actochelidon  media  (Hoksk.),  Thalasseus  medius  (Hoksf.);   Beccapesci foretltero,  Sterna  del  Riippel]. 

Simile  in  tutti  gli  abiti  alla  precedente  specie.  Becco  giallo-cera;  mantello 
di  un  grigio  più  cupo,  col  groppone  e  la  coda  dello  stesso  colore;  il  bianco  sul 
margine  interno  delle  remiganti  1°  è  meno  pronunciato;  piedi  gialli  di  sotto,  neri 
di  sopra;  statura  minore. 

Lunghezza  totale  0,'"430;  becco  0,'"054;  ala0,'"300;  codaO,"'15G;  tarso  0,m02ò ; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"030. 

Abita  le  coste  del  Mediterraneo  africano  da  Gibilterra  all'Egitto,  l'Africa,  le 
isole  dell'Oceano  Indiano,  l'Asia  meridionale  e  l'Australia.  Questa  specie  venne 
presa  due  sole  volte  in  Italia,  cioè  in  Sicilia  nel  1833  e  nel  1839,  quest'ultimo 
individuo  è  conservato  nel  E.  Museo  di  Firenze. 

La  specie  asiatico-africana  St.  Herijii,  Lichtenstein,  fu  elencata  tra  le  Italiane 
dal  Savi,  e  tra  le  Irlandesi  dal  Thompson;  ma  finora  non  venne  mai  trovata  si- 
curamente in  Europa. 

511.  Sterna  fuliginosa,  Gmelin,  Rondine  di  mure  scura. 

|  Onychoprion  fuiiginosum  (Gm.);   Beccapesci  oscuro]. 

Grande  statura;  fronte,  una  mex  taluna  davanti  gli  occhi  e  parti  inferiori  bianche, 
coll'addome  tinto  di   cenerino;    redini  e   parti  superiori   nero-fuligginose;   penne 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  503 


esterne  della  coda  biancastre  nei  2/3  dalla  base;  becco  e  piedi  neri,  leggermente 
rossicci  (ad.  in  prim.).  Simile,  con  macchie  bianche  sulle  redini  e  sulla  cervice  (ad. 
in  uiit.).  Parti  superiori  bruno-fuligginose,  con  stretti  margini  bianchi;  le  inferiori 
bruno-scure  (gior.). 

Lunghezza  totale  0,m430;  becco  0,'"041  ;  alaO,'"267;  coda  0,m180;  tarso  0,n,022; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"030. 

Abita  il  mare  e  le  coste  intertropicali  ;  comparve  tre  volte  in  Inghilterra  ed 
una  volta  in  Italia  a  Fenestrelle  (Piemonte)  nell'ottobre  1862  e  questo  esemplare 
è  conservato  nel  B.  Museo  di  Firenze. 

Un'altra  specie  affine  (8.  anaestheta,  Scop.),  pure  dei  mari  intertropicali,  sa- 
rebbe stata  presa  in  Europa  sul  Tamigi,  ma  ciò  non  sembra  del  tutto  sicuro 
(Saimders).  Differisce  dalla  St.  fuliginosa  per  statura  minore,  pelle  tinte  delle  parti 
superiori  più  brune,  pella  membrana  interdigitale  del  tutto  completa;  il  giovane 
ha  inoltre  il  gastreo  bianco. 

512.  Sterna  minuta,  LrxNAEUs,  Fraticello. 

[  Sternula  minuta  (L.)]. 

[Tav.  XXXVII,  tìg.  11  e  12]. 

Becco  giallo-aranciato,  coll'estremità  nera;  redini,  vertice  e  nuca  neri;  parti 
superiori  cenerino-periate;  fronte,  coda  e  parti  inferiori  bianche;  groppone  grigio, 
più  pallido  del  dorso;  le  due  o  tre  prime  remiganti  l6  collo  stelo  nerastro;  piedi 
giallo-aranciati  (ad.  in  prim.).  Simile,  il  bianco  sulla  fronte  più  esteso;  tinte  nere 
meno  vivaci,  nero  delle  redini  misto  a  bianco  (ad.  in  aut.).  Becco  bruno-nerastro; 
fronte  grigio-fulviccia;  strie  e  margini  grigio-fulvicci  sul  nero  della  testa;  parti 
superiori  macchiate  e  fasciate  di  bruno-nerastro  su  fondo  grigio-scuro  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m230;  becco  0,m034;  ala  0,m170;  coda0,m089;  tarso  0,'"018; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"020. 

Abita  le  parti  temperate  della  Regione  Paleartica  fino  all'  India,  l'Africa  set- 
tentrionale e  la  costa  occidentale  fino  al  Capo  di  Buona  Speranza.  In  Italia  è 
ovunque  uccello  estivo  ;  comune  da  aprile  a  settembre,  coli'  eccezione  della  Pu- 
glia, ove  sarebbe  quasi  accidentale  (De  Romita).  Nidifica  dappertutto,  tranne  forse 
in  Toscana  (Salvadori). 


Genere  ANOUS,  Stephens. 

Becco  forte  e  ricurvo,  più  lungo  del  dito  mediano  compresa  l'unghia;  penne 
della  fronte  formanti  una  linea  convessa  sul  becco;  coda  graduata  sui  lati,  smar- 
ginata nel  centro,  colle  quattro  timoniere  esterne  le  maggiori. 

Questo  genere  consta  di  due  specie  proprie  dei  mari  intertropicali,  delle  quali 
una  giunge  accidentalmente  in  Europa. 

513.  Anous  stolidus  (Linnaeus),  Rondine  di  mare  stolida. 

Becco  forte,  nero  ;  cervice  e  fronte  grigie  ;  redini  e  regione  orbitale  nere,  con 
uno  stretto  sopracciglio  biancastro;  colorito  generale  bruno-cupo,   nerastro  sulle 


,">0l  ATLANTI-,    ORNITOLOGICO 


ali  e  sulla  cuiia.  piombato-scuro  sulla  gola;  piedi  rossiccio-bruni  (mas.  ad.).  Più  piccola 
e  più  bruna  (femm.  ad.),  simile  alla  femmina,  ma  ha  inoltre  una  sirena  fascia  soprac- 
cigliare bianca  ben  distinta  ed  in  contrasto  colle  redini  che  sono  nerastre  giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"410;  becco  0,m056;  ala  0,  260;  coda0™170;  tarso  0,m025; 
dito  mediano  e.  u.  0,m039. 

Abita  i  mari  intertropicali  del  Mondo  :  comparve  una  sol  volta  in  Europa, 
cioè  in  Irlanda  nel  maggio  1830  (Thompson)  C1);  prima  però  il  Temminck  aveva 
vagamente  asserito  che  giungeva  talora  sulle  coste  Francesi  ed  il  Risso  ranno- 
vero  per  Nizza,  notizie  non  ancora  comprovale. 


Sottofamiglia  LAR1NAE,  Lari  ni. 


Becco  colla  mandibola  superiore  più  lunga  dell'inferiore,  sul  cui  apice  s'incurva; 
narici  oblungo-lineari  ed  aperte;  ali  piuttosto  corte,  ma  che  oltrepassano  la  coda, 
remiganti  acuminate  e  forti;  coda  quadrata  o  smarginata,  di  rado  forcuta  o  cu- 
neata;   piedi  piuttosto  forti,  atti  a  camminare. 

Il  piumaggio  è  di  solito  bianco,  col  mantello  e  le  ali  più  cupe,  alcuni  indossano 
un  cappuccio  scuro  nella  livrea  primaverile,  che  è  sempre  differente  dall'ani  un 
naie;  i  giovani  sono  macchiati  e  la  loro  coda  è  ornata  di  una  fascia  subapicale 
scura  che  perdono  solo  nel  periodo  completo;  sicché  gli  individui  nel  1"  abito  di 
nozze  hanno  il  cappuccio  scuro  e  la  fascia  sulla  coda,  questo  dicasi  per  le  specie 
che  impiegano  più  anni  ad  assumere  la  livrea  completa  degli  adulti,  sicché  l'ul- 
timo carattere  giovanile  che  rimane  è  la  fascia  presso  all'apice  della  coda. 

Cosmopolita;  sette  generi  con  circa  cinquantadue  specie  compongono  questa 
sottofamiglia.  Di  essi  cinque  hanno  rappresentanti  in  Europa,  Come  le  Sterne 
frequentano  le  coste  del  mare,  i  laghi  ed  i  fiumi;  si  nutrono  di  pesce,  che  acca- 
lappiano sommergendosi  alla  guisa  di  quelle,  altri  si  cibano  di  sostanze  che  galleg- 
giano o  di  parassiti  che  trovano  sui  Pellicani.  Tutti  nuotano  con  estrema  eie- ai i/.a  ; 
depositano  due  o  tre  uova  di  vario  colore  sul  nudo  terreno  senza  nido  speciale, 
sono  gregari  e  in  parte  migranti.  Adulti  simili  e  differenti  dai  giovani. 

a)  Coda,  forai  tu. 

Genere  XEMA,  Leacii. 

Becco  alquanto  più  corto  della  testa,  colla  mandibola  superiore  diritta  e  cur- 
vata da  oltre  le  narici  fino  all'apice;  testa  fornita  di  cappuccio  e  di  collare  (ad. 
in  pritn.i;  coda  forcuta;  dito  posteriore  piccolo,  libero,  elevato. 

Questo  genere  è  composto  di  due  specie,  una  di  esse  giunge  anche  in  Europa. 

514.  Xema  Sabinei  r   (J.  Sabine),  Gabbiano  del  Sabine 

Becco  nero,  terminato  di  giallo;  testa  e  parte  alta  del  collo  di  un  Lavagna-cupo, 
limitato  in  basso  da  un  collare  nero-vellutato:  parti  superiori  grigio-perlato-scure ; 


(•)  Bircia  of  Ireland,  III,  p.  308. 

(2)  Molti  Autori  scrivono  Sabiuii  anche  pello  Scolopax  o  Q-allinago  Sabinei,  ma  sembrami  i>iù  giusto 
Sabinei  essendo  dedioato  a  J.  Sabine. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  ">('>.") 


coda  e  parti  inferiori  bianche;  margine  dell'ala  e  remiganti  1"  quasi  nere,  con 
una  larga  fascia  apicale  bianca;  piedi  neri  (ad.  in  prim.).  Simile,  fronte  e  cervice 
bianche:  nuca  nerastra  (ad.  in  aut.).  Fronte  bianco-sudicia;  testa  grigia,  con  mac- 
chie fulviccie;  parti  superiori  cenerino-grigie,  con  fascie  brune  e  bianco-opache; 
coda  bianca,  con  una  fascia  subapicale  nera  (giov.  . 

Lunghezza  totale  0,m350;  becco  0,'"025;  ala  0,m270;  coda  0,ml  10;  tarso  0,n,033. 

Questa  è  una  specie  di  Imi, Uni  circumpolare  durante  l'estate;  d'inverno  migra 
verso  sud  e  si  trova  sino  sulle  coste  della  Francia  occidentale.  In  Europa  com- 
parve nelle  Isole  Britanniche,  in  Norvegia,  in  Olanda,  in  Francia,  nella  Svizzera  e 
in  Germania  ;  ma  sempre  come  uccello  raro,  tranne  forse  sulle  coste  dell'Oceano 
Atlantico  in  Francia  (Bureau)  ;  è  più  comune  in  America  dal  Circolo  Artico  fino 
al   Perù   ed   alle  Bermude.  Non  venne  mai  colto  finora  in  Italia. 

b)  Coda  cuneata. 

Genere  RHODOSTETHIA('),  Mac  Glllivray. 

Becco  molto  più  corto  della  testa,  colla  mandibola  superiore  curvata  e  stretta 
verso  l'apice;  narici  .sub-mediane;  collo  fornito  di  uno  stretto  collare  (ad.  in  prim.); 
coda  cuneata,  le  due  timoniere  centrali  circa  0,'"050  più  lunghe  delle  più  esterne; 
dito  posteriore  molto  distinto. 

Una  sola  specie. 

515.  Rhodostethia  rosea  (Mac  Glllivray),  Gabbiano  dalla  cada  cuneata. 

[Tav.  XLVII,  fig.    12]. 

Becco  nero;  testa  e  collo  bianchi;  mantello  cenerino-periato;  remiganti  pri- 
marie come  il  mantello,  col  vessillo  esterno  della  la  primaria  nero;  coda  cuneata 
bianca;  nel  resto  bianco-roseo,  con  uno  stretto  collare  nero;  piedi  rossi  (ad.  in 
prua.).  Simile,  manca  il  collare  nero  (ad.  in  aut.).  Testa  e  parti  inferiori  bianche, 
con  strie  nerastre  attorno  l'occhio;  il  collare  è  mal  definito;  groppone  con  fascie 
bruno-cupe;  coda  cuneata,  con  una  banda  subterminale  nerastra  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"340:  becco  0,'"027;  ala  0,'"270;  coda  0,m133;  tarso  0,m031. 

Abita  le  estreme  regioni  artiche  dalla  Groenlandia  all'Alaska;  comparve  una 
volta  nelle  Isole  Far  Oér  (Coli.  Benxon),  nello  Yorkshire  (Coli.  Milner)  ed  a  Helgo- 
land  (Coli.  Oàtke).  È  specie  molto  rara  nelle  Collezioni. 

e)   Coda  quadrata. 

Genere  LARUS,  Lustnaeus. 

Becco  più  corto  della  testa  e  del  tarso,  forte,  curvato  verso  l'apice,  due  o  tre 
volte  più  lungo  che  alto;  narici  lineari  od  ovato-lineari ;  coda  quadrata  o  quasi; 
dito  posteriore  non  rudimentale,  moderato  o  bene  sviluppato. 


(')  Rhodostethia,  J.   Mac  Gillivray  (1842);   .avrebbe  la  priorità  il  nome  di  Iìossia,  Bp.  (1838),  ma  esso 
era  stato  precedentemente  (1835)  adoperato  dall' Owen  per  un  genere  di  Molluschi. 

Atlante  ornitologico.  64 


506  ATLANTE    MUNITI  ILOGICO 


Comprende  circi  44  specie,  delle  quali   15  fanno  parte  all'Avifauna  Europea; 

alcune  di  esse  vi  capitano  però  soltanto  accidentalmente. 

a)  Specit   che  presentano  un  cappuccio  scuro  nell'abito  di  primavera  (gen.  Gavia). 

516.   Larus  minutus,    Pallas,    Gabbianello. 

[Chroocephalus  o  Hydrocolaeus  minutus  (Pall.)]. 
[Tav.  XXXVIII,  fig.  5,  6  o  7]. 

Statura  piccola,  cappuccio  nero  (ad.  in  prim.);  faccia  inferiore  delle  ali  grigio-la- 
vagna (ad.)  o  bianca  (giov.). 

Becco  rosso-cupo;  cappuccio  nero:  mantello  cenerino-periato;  parti  inferiori  e 
coda  bianche;  remiganti  cenerino-periate  coll'apice  bianco,  faccia  inferiore  delle 
stesse  di  un  grigio-lavagna,  colle  penne  terminate  di  bianco  (ad.  in pi-im.).  Manca  il 
cappuccio;  fronte  bianca,  resto  della  testa  grigiastro  (ad.  in  aut.  ).  l'arti  superiori  brune 
di  terra  d'ombra,  cogli  apici  delle  penne  biancastri  o  grigio-biancastri;  una  banda 
bruno-nerastra  terminata  di  biancastro  sulle  ali,  formata  dalle  cuopritrici  e  dalle 
scapolari  interne,  un'altra  di  egual  colore  subapicale  sulla  coda;  remiganti  l6ne- 
rastre  su  entrambi  i  lati  dello  stelo  e  bianche  sul  margine  interno  ed  all'apice, 
la  banda  apicale  più  larga  nelle  interne  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m270;  becco  0/"026;  ala  0,'"220;  coda  0,,n100;  tarso  0,'"027. 

Abita  d'estate  l'Europa  temperata  e  subartica  e  l'Asia  temperata;  sverna  nel 
bacino  del  Mediterraneo.  È  accidentale  nell'America  settentrionale  (Stato  di  Nuova 
York).  È  specie  invernale  e  di  doppio  passo  in  Italia,  comune  nelle  provincie 
meridionali  e  nelle  Isole,  poco  frequente  nelle  centrali,  rara  nelle  settentrionali  ; 
però  non  è  sempre  regolare  nelle  sue  comparse.  Non  nidifica. 

517.  Larus  ichthyaétus,  Pallas,  Gabbiano  del  Pallas. 

|  Hydrocolaeus  ichthyaétus  (Pall.);   Gabbiano  «  tetta  una  maggiore'}. 

stnhi ni  grande;  cappuccio  nero  (ad.  in  prim.). 

Becco  aranciato,  con  una  fascia  nera  sull'angolo  della  gonide;  cappuccio  nero 
lucido,  due  tratti  bianchi  semicircolari  sopra  e  sotto  l'occhio;  dorso,  scapolari  e 
cuopritrici  alari  grigio-bluastre;  collo  tutt'attorno,  groppone,  coda  e  gastreo  fino  alla 
gola  candidi;  piedi  verde-gialli  (<nl.  in  prim.).  Simile,  testa  bianca  con  strie  bruno- 
nerastre  (ad.  in  aut.).  Macchiato  di  bruno  sulla  testa,  sul  collo  e  sul  mantello; 
gastreo  e  coda  bianchi,  questa  con  una  larga  fascia  subapicale  bruno-nerastra; 
remiganti  2°  brune,  con  una  estesa  fascia  apicale  ed  un  cospicuo  margine  bianco 
sul  vessillo  esterno  (gioc.  . 

Lunghezza  totale  0,'"700;  becco  0,'"076;  ala  0,'"490;  coda  0,m210;  tarso  0,m075. 

Abita  la  parte  orientale  del  Mediterraneo,  il  Mar  Nero  (raro),  il  Caspio,  l'Egitto, 
il  Mar  Rosso;  è  accidentale  in  Inghilterra  (una  voltai.  Il  Wright  lo  incluse  tra  gli 
uccelli  di  Malta  sull'autorità  del  Tristram;  ma  realmente  non  era  mai  stato  trovato 
in  Italia,  quando  io  ne  uccisi  due,  maschio  e  femmina  ad.  davanti  all'Isola  Vacca 
(lato  SO.  Sardegna)  il  2  marzo  1901.  (Coli.  Arrigoni  Degli  Oddi). 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  507 


518.  Larus  melanocephalus,  Natteree,  Gabbiamo  corallino. 
[  Chroocephalus  o  Hydrocolaeus  melanocephalus  iNatt.i], 

Statimi  mediocre;  cappuccio  nero  (ad.  in  prim.). 

Becco  rosso,  con  ima  macchia  subapicale  nera;  cappuccio  nero;  due  brevi 
tratti  semicircolari  bianchi  sopra  e  sotto  l'occhio;  mantello  cenerino-periato;  collo 
tutt'attorno,  coda  e  parti  inferiori  dal  collo  all'ingiù  bianchi;  remiganti  1°  bianche 
anche  sullo  stelo,  la  prima  collo  stretto  margine  esterno  nero  sino  a  2/3  dalla 
base  (ad.  in  prim.'.  .Simile,  testa  bianca  con  strie  nere,  più  numerose  attorno  roc- 
chio e  sulla  regione  parotica  (ad.  in  aut.).  Numerose  macchie  grigio-brune  sulla 
testa;  dorso  e  cuopritrici  alari  brune,  con  larghi  margini  cenerino-bianchicci;  re- 
miganti 2°  come  nel  L.  ichthyaè'tus,  le  remiganti  primarie  bruno-scure  su  entrambi 
i  lati  dello  stelo,  il  resto  del  margine  interno  bianco,  eccetto  la  la  che  ha  parte 
del  vessillo  interno  bianco,  tale  tinta  essendo  estesa  solo  sul  centro  del  vessillo  e 
non  sul  margine  igior.). 

Si  trovano  adulti  col  cappuccio  nero  anche  d'inverno  come  nell'altre  specie 
consimili;  le  remiganti  1°  variano  negli  adulti  e  ne  cito  di  tre  tipi  differenti: 
a)  R.  P.  interamente  bianche,  la  prima  soltanto  col  margine  interno  in  parte  nero 
(febbraio,  marzo,  agosto,  settembre);  b)  R.  P.  cenerine,  tranne  la  loro  parte  in- 
terna, che  è  bianca  e  col  vessillo  della  la  esternamente  nero  (inverno,  autunno); 
e)  R.  P.  cenerine  macchiate  di  nero  verso  l'estremità  e  con  largo  spazio  bianco 
alla  cima  (agosto)  (Ninni). 

Lunghezza  totale  0,m420;  becco  0,,n034;  ala  0,n,300;  coda  0,'"125;  tarso  0,,n048. 

Abita  il  Mediterraneo  per  intero  ed  il  Mar  Nero;  compare  irregolarmente 
sulle  coste  occidentali  della  Francia  e  nelle  Isole  Britanniche.  In  Italia  è  uccello 
di  passo  invernale;  abbastanza  comune  nell'Adriatico,  molto  più  abbondante  sul 
lato  Mediterraneo,  specialmente  in  Liguria  ed  in  Sicilia;  è  incerto  se  nidifichi 
(Veneto  e  Sardegna).  Questa  specie  esclusivamente  marina  si  trova  accidentalmente 
soltanto  entro  terra;  però  comparisce  talora  in  Lombardia  e  nel  Piemonte,  come 
si  sa  che  venne  trovata  più  volte  sui  laghi  e  sui  fiumi  lontani  dal  mare. 

519.  Larus  philadelphiai1)  (Ord),   Gabbiano  del  Bonaparte. 

Becco  nero;  cappuccio  nero-piombato,  con  uno  stretto  anello  bianco  attorno 
agli  occhi;  remiganti  bianche,  la  la  primaria  nera  all'apice  ed  esternamente,  le 
altre  fino  alla  6a  con  una  larga  banda  subterminale  nera;  piedi  rosso-aranciati  (ad. 
in  prim.).  Simile,  testa  bianca  macchiata  di  grigio  (ad.  in  ani.).  Testa  bruno-grigia; 
scapolari  con  largo  margine  bianco;  il  nero  è  assai  poco  esteso  sul  vessillo  in- 
terno della  la  e  della  2a  remigante  primaria  e  mancante  lungo  il  margine  interno 
dello  stelo  della  3a  primaria  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m360;  becco  0,m038;  ala  0,,n260;  coda0,'"114;  tarso  0,'"035. 

Abita  l'America  settentrionale,  nidificando  nelle  parti  Artiche  ;  è  accidentale 
in  Europa  (Helgoland  ed  Isole  Britanniche). 


')  Sterna  philadilphia,  Ord,  in  Guthrie's  Geogr.  2nd  Amer.  ed.  II,  p.  319  (1815). 


508 


ATI..W  II.    oi:\i  fOLOGICO 


Il  Gabbiano   piombino    Larus  atrieilla,  L.    venne   citato   da]    Montagli   come 
comparso  nelle  Isole  Britanniche  e  fu  erroneamente  incluso  tra  le  specie  Italiane 
dal   Temminck  e  da  altri  Autori,  scambiando  per  esso  individui  semi-adulti  del 
L.   melanocephalus.  È  specie  propria  dell'America  settentrionale  e  che  mai   com 
parve  sinora  in   Europa. 


520.  Larus  ridibundus,  Linnaeus,  Gabbiano  comune. 

I  Chroocephalus  <>  Hydrocolaeus  ridibundus  (L.)J. 
[Tav.  XXXVIII,  fig.  8,  9,   10,   11  e  Tav.  L,  fig.  22  |. 

Becco  resse;  cappuccio  bruno-caffè;  ali  e  mantello  cenerino-periati;  collo 
tutt'attorno,  sopracoda,  coda  e  parti  inferiori  bianche,  spesso  tinte  di  un  rosa 
delicato  e  temporaneo;  remiganti  1°  bianche  col  margine  interno  e  l'apice   neri, 

la  1°  primaria  nera  anche  sul  margine  esterno  per 
2  3  dalla  base;  piedi  rossi  (ad.  in  prim.).  Testa  bianca. 
tinta  di  grigiastro  sull'occipite  e  con  una  macchia 
V  nericcia  sulla  regione  auricolare  (ad.  in  aut.).  Fronte 
biancastra;  parti  superiori  brune,  con  gli  apici  delle 
penne  bianchicci  o  fulvicci;  coda  con  una  lascia  suba- 
picale  nerastra;  manca  il  nero  sulla  linea  interna 
dello  stelo  della  2a  e  della  3il  remigante  primaria  ed 


Testa  «li  /..  gelaste»,  ad.  in  prim., 


Testa 
di   /..   ridibundus,  ad.   in  prim., 

7s  sr-  nat- 


Parte  apicale  della   1     remigante  primaria,  -/.   gr.  nat. 
a)  J.urtts  ridibundus,  ad.  -  b)  Larus  gelasles,  ad. 


è  appena  accennato  nella  la  primaria  verso  la  base,  le  tre  primarie  esterne 
con  una  larga  fascia  nerastra  lungo  il  margine  del  vessillo  interno;  le  2e  cene- 
rino-periate, col  centro  nero  e  l'apice  biancastro;  funia  inferiore  delle  oli  bianco- 
grigiastra  (cfr.  L.  canus,  L.)  (giov.). 

Lunghezza,  totale  0,"oS0;  becco  0,MI08r>;  ala  0,"'800;  coda  (),'"1 15;  tarso  0,"'<>44. 

Il  giovane  di  questa  specie  si  distingue  sempre  da  quello  del  L.  melanocephalus, 
oltre  che  pel  disegno  generale  differente,  anche  polla  prima  remigante  primaria 
che  nel  L.  melanocephalus  è  nerastra  uniforme  e  con  un  tratto  bianco  isolato  presso 
l'apice  del  vessillo  interno,  mentre  nel  L.  ridilmmlus  essa  è  nera  sul  vessillo  esterno, 
all'apice  e  sul  solo  margine  dell'interno,  col  centro  bianco,  eccetto  una  piccola 
linea  scura  lungo  lo  stelo  alla  base.  Questa  specie  va  soggetta  raramente  all'al- 
binismo, ne  ebbi  uno  leucocrostico  ucciso  nell'Emilia  (Coli.  Arrigoni  Begli  Oddi). 

Abita  la  regione  Paleartica,  e  d'inverno  anche  l'Africa  settentrionale,  il  Mar 
Rosso  e  L'Asia.  E  specie  molto  abl dante  in  Italia  da  agosto  ad  aprile:  ci  abban- 
dona nell'estate;  nidifica  però,  ma    raramente,    nel    Veneto,    in    Lombardia,    nel 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  509 


Piemonte  e  sembra  regolarmente  in  Sardegna  (Bonomi).  Il  L.  cupistratus,  Teram. 
è  fondato  su  piccoli  individui  giovani  del  Gabbiano  comune  e  non  è  una  buona 
specie.  Così  il  L.  leucopkthalmus,  Lcht.  citato  dal  Temminck  per  la  Sicilia,  dal 
Vian  per  Nizza,  dal  Durazzo  polla  Liguria  e  dal  Von  dei*  Miihle  per  la  Grecia, 
ed  il  L.  Hemprichi  (Bruch),  che  si  disse  colto  a  Nizza,  vanno  cancellati  dal  no- 
vero delle  specie   Europee;  ambedue  abitano  l'Africa  e  parte  dell'Asia. 

b)  Specie  che  non  presentano  mai  cappuccio  scuro  (gen.  Lakus). 

521.  Larus  gelastes  (l),  Thienemann.  Gabbiano  roseo. 

[Gelastes  Genei  (Brbme)]. 

[  Tav.  xlvii.  6g.  11  ]. 

Becco  rosso;  testa  bianca;  dorso,  cuopritrici  alari  e  remiganti  2e  cenerino- 
periate;  le  remiganti  le  bianche,  nere  all'estremità  e  sul  margine  interno,  la  la 
anche  nell'esterno  e  con  una  stretta  banda  estrema  marginale  sull'interno,  che 
talora  è  mancante;  nel  resto  bianco-roseo*  piedi  rossi  (ad.).  Simile,  senza  tinta  rosea, 
parzialmente  grigio  sulla  fronte  e  sulla  regione  auricolare;  bruno-scuro  sulle  cuo- 
pritrici, sulle  lunghe  secondarie  e  sulle  le  esterne;  una  banda  subapicale  nerastra 
sulle  timoniere;  becco  e  piedi  gialli  tgiov.). 

Lunghezza  totale  0,m450;  becco  0,"'040;  ala  0,m325;  coda  0,m128;  tarso  0,ra052. 

Questa  specie  è  sempre  distinta  dal  L.  ridibundus  pella  mancanza  di  cap- 
puccio (prim.)  e  nel  massimo  numero  dei  casi  del  nericcio  sulla  regione  auri- 
colare (aut.),  pella  testa  e  pel  becco  allungati  e  infine  pella  la  remigante  primaria 
che  è  bianca  lungo  il  margine  interno  fino  quasi  all'apice  o  con  una  strettissima 
banda  nerastra  poco  distinta,  mentre  nel  L.  ridibundus  tale  banda  è  molto  larga, 
visibile  e  sempre  presente. 

Abita  il  Mediterraneo,  l'Africa  occidentale,  il  Mar  Rosso,  il  Mar  Nero,  il  Caspio, 
ed  il  Golfo  Persico.  In  Italia  è  uccello  stazionario  e  discretamente  abbondante  in 
Sardegna,  meno  comune  in  Sicilia;  venne  trovato  anche  a  Malta,  una  volta  a  Reggio 
Calabria  e  quattro  volte  (a)  nell'Adriatico  (Veneto  e  Puglie).  È  incerto  se  nidifichi 
(Sardegna)  e  sembra  esser  sempre  più  abbondante  all'epoche  del  doppio  passo, 
che  non  nell'inverno  (Sardegna). 

522.  Larus  marinus,  Linnaeus,  Mugnaiaccio. 

[Tav.  XXXIX,  fig.  3  e  6]. 

Tarso  eguale  in  lunghezza  al  dito  mediano  con  unghia. 

Becco  giallo,  con  l'angolo  della  gonide  aranciato;  testa  e  collo  per  intero,  apici 
delle  remiganti  le,  delle  2e  e  delle  scapolari  che  formano  una  banda  alare  discon- 
tinua, coda  e  parte  inferiori  color  bianco;  mantello  ed  ali  di  un  nero-lavagna:  piedi 
carnicini  (ad.  in  prim.).  Simile,  becco  color  di  corno;  striscie  grigiastre  sulla  parte 
superiore  e  laterale  della  testa  (ad.  in  aut.).  Testa  biancastra,  striata  di  bruno;  tinta 


(')   Larus  gelasi,».  Tinnii..    Forlpfiang.    Tiig.  Eur.  pt.   V  p.   22   (1838:   ex  Lcht.) 

(i   Tre  di  questi   individui  sono  conservati  nella  Collezione  Arrigoui  Digli   (Iddi,   il  quarto  in  quella 
del  Coiitt    Emilio  Siimi  a  Monastier  (Treviso). 


."illl  ATLANTI.    ORNITOLOGICO 


generale  bruna,  con  macchie  e  fascio  di  un  bruno-cupo,  specialmente  sul  mantello 
e  sul  sopracoda;  remiganti  molto  scure,  biancastre  all'apice;  coda  tratteggiata  ovunque 
di  nerastro  e  fasciata  all'apice  pure  di  nerastro  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,  700;  becco  0,m062;  ala0,m500;  coda  0.  '  i' 1  .">  :  tarso  0,m01S; 
dito  mediano  e.  u.  0,n,074. 

Questo  bellissimo  Gabbiano  assomiglia  da  adulto  al  /,.  fuscus,  L.,  da  giovane 
al  L.  argentatus,  Brunn.  ed  anche  al  /..  fuscus,  ma  la  statura  molto  maggiore  lo 
distingue  sempre  facilmente;  l'abito  completo  di  adulto  è  raggiunto  nel  5°  anno  di 
età,  quindi  presenta  parecchie  livree  intermedie. 

Abita  le  regioni  nord-orientali  d'America  e  le  settentrionali  d'Europa;  d'in- 
verno venne  trovato  sino  alle  Canarie  ed  all'Egitto.  È  uccello  rarissimo  nel  ba- 
cino del  Mediterraneo,  venne  catturato  tre  volte  in  Italia  ('),  cioè  un  giovane 
circa  nel  gennaio  1860  in  Liguria  (fi.  Museo  di  Firenze),  un  giovane  in  Liguria 
(gennajo  1892)  ed  un  adulto  in  Sardegna  (aprilo  1899),  ambedue  nella  Collezione 
Arrigoni  Begli  Oddi.  L'individuo  ucciso  in  Piemonte  e  conservato  nel  fi.  Museo 
di  Tori/io  sarebbe  un  L.  argentatus  cachinnans  (''),  più  volte  gli  Autori  Italiani  ri- 
tennero giovani  del  L.  rnarinus  quelli  del  L.  a.  cachinnans;  lo  Schiavuzzi  infine  (3) 
dice  di  aver  veduto  volare  un  L.  rnarinus  presso  Pirano,  il  6  marzo   1882  '. 

523.  Larus  fuscus,  Linnaeus,  Zafferano. 

[Tav.   XXXIX,  6g.    4  e  5]. 

Tarso  distintamente  più  lungo  del  dito  mediano  con  unghia. 

Simile  al  precedente;  statura  decisamente  minore,  tarso  in  paragone  più  lungo; 
piedi  gialli;  ali  corte,  però  in  proporzione  più  lunghe,  colla  1"  primaria  senza  l'a- 
pice bianco  per  circa  0,'"070,  ma  invece  nera  con  una  fascia  subapicale  bianca 
che  è  di  rado  presente  nella  2a  (ad.).  Remiganti  di  un  nerastro-uniforme,  senza 
gli  apici  bianchi  o  talora  soltanto  presenti  sulla  l'1  primaria  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"510;  becco  0,n,052;  ala0,m420;  coda  0,'"165;  tarso  0,'"0i;<;: 
dito  mediano  e.  u.  0,'"057. 

Questa  specie  impiega  quattro  anni  a  rivestire  l'abito  completo  di  adulto. 

Abita  l'Europa  e  d'inverno  l'Africa,  il  Mar  Rosso  ed  il  Golfo  Persico.  In 
Italia  è  uccello  poco  comune,  quasi  accidentale  nell'Adriatico,  discretamente  ab- 
bondante in  Liguria  ed  in  Sicilia;  sembra  che  nidifichi  in  Liguria.  Da  giovane  >i 
confonde  facilmente  col  L.  a.  cachinnans,  però  la  lunghezza  del  tarso  in  paragone 
del  dito  mediano  sono  differenti  ed  ha  sempre  statura  minore. 

523  a.  Larus  fuscus  affinis  (Reinhardt),  Zafferano  sibcriano. 

Simile  al  precedente,  ma  decisamente  di  statura  maggiore;  tinta  del  mantello 
più  chiara  che  nei  più  pallidi  L.  fuscus;  una  barra  subapicale  bianca  sulla  la  e  2a 
remigante  primaria;  vessillo  interno  delle  remiganti  di  un  cenerino-lavagna-scuro 
(ad.).  Il  giovane  è  più  pallido  di  quello  del  /..  fuscus,  specialmente  sulle  ali  e  sul  dorso. 


(')  Il  sig.  A.  Lucifero  (Avicula,  p.   139,  1901)  ha  citato  con  riserva  questa  specie  per  la  Calabria. 
[■)  Salvatlori,    Tee.  Ital.  pag.  288  (1887). 
{')  Zeitschr.  f.  d.  g.   O.   I.  p.   102. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  ."ili 


Lunghezza  totale  0,n,610;  becco  0,'"073;  ala  0,ni460;  coda  0,"' 163;  tarso  0,'"070; 
dito  mediano  e.  li.  0,m063. 

Abita  la  Russia  settentrionale  e  la  Siberia;  migra  verso  sud  in  inverno  tino 
all'India  ed  alla  Somalia.  È  accidentale  in  Groenlandia,  ad  Helgoland,  nella  Francia 
sud-orientale,  e  secondo  il  Finsch  nel  Portogallo  ed  in  Olanda;  non  venne  mai 
trovato  in  Italia;  nel  Museo  di  Zagabria  esiste  un  soggetto  riferibile,  secondo  al- 
cuni Autori,  alla  presente  specie,  ma  che  io  credo  un  L.  fuscus,  venne  preso  a 
Fiume  sul  litorale  dalmato-croato  nell'aprile  1899. 

La  Gavia  affìnis,  citata  dal  Nardo  tra  gli  uccelli  del  Veneto,  deve  riferirsi  ad 
individui  semi-adulti  del  Gabbiano  corallino. 

524.  Larus  argentatus,  Brììnnich,  Gabbiano  reale  nordico. 

[Tav.   XXXIX,  fig.  1,  2,  7  e  Tav.  L,  lig.  23]. 

Tarso  subeguale  al  dito  mediano  con  unghia,  ma  in  [letterale  itti  po'  jt/ii  lungo  del 
dito  stesso;  piedi  carnicini  {ad.). 

Becco  giallo,  aranciato  all'angolo  della  gonide;  anello  oftalmico  bianco  o  di  un 
giallo  assai  dilavato;  testa  e  collo  per  intero,  apici  delle  remiganti  2e  e  delle  sca- 
polari che  formano  una  visibile  banda  alare,  coda  e  parti  inferiori  color  bianco; 
mantello  ed  ali  di  un  cenerino-perlato-chiaro;  remiganti  le  esterne  nere  terminate 
di  bianco  e  con  uno  spazio  subapicale  nel  più  dei  casi,  cenerine  alla  base  e  nel 
detto  spazio  subapicale  ;  piedi  carnicini  (ad.  in  prim.).  Simile,  con  strie  brune 
sulla  parte  superiore  e  laterale  della  testa  e  del  collo  (ad.  in  aut.).  Simile  al  gio- 
vane del  L.  marinus,  del  quale  è  più  piccolo  (cfr.  le  dimensioni)  ed  a  quello  del 
L.  fuscus,  del  quale  è  più  grande  e  colle  remiganti  di  un  bruno-cupo  di  terra 
d'ombra,  col  vessillo  interno  più  pallido  e  gli  apici  biancastri  (gior.). 

Lunghezza  totale  0,m610;  becco  0,,n056;  ala  0,m458;  coda  0,'"167;  tarso  0,m062; 
dito  mediano  e.  u.  0,"'066. 

Varia  molto  nelle  dimensioni  e  sembra  impieghi  cinque  anni  ad  indossare 
l'abito  completo  degli  adulti. 

Abita  il  Nord  dell'Europa  e  dell'America;  d'inverno  giunge  fino  al  Messico  da 
un  lato  e  dall'altro  alle  coste  occidentali  della  Francia  e  della  Spagna,  spingen- 
dosi verso  sud  sino  alle  Canarie.  In  Italia  (l)  conosco  un  soggetto  ucciso  nel- 
l'Estuario Veneto  (Coli.  Arrigoni  Degli  Oddi)  e,  se  le  notizie  che  abbiamo  sono 
esatte,  è  specie  molto  rara  ed  accidentale;  ma  siccome  gli  Autori  dicono  che 
viaggiano  in  gran  parte  i  soli  giovani  i  quali  sono  identici  a  quelli  del  L.  cachin- 
nans, la  cosa  è  molto  diffìcile  a  precisarsi. 

524  a.  Larus  argentatus  cachinnans  (Pallas),  Gabbiano  reale. 

[  Larus  argentatus,  Anet.  Ital.  «ec  BkSnn.,  L.  cachinnans,  Pallas,  1811,  L.  Michaellesi,  Bhuch,  1853, 

L.  leucophaeus,  Lcht.  1854]. 

Tarso  snbeguede  al  dito  mediano  con  unghia,  ma  in  generale  itti  po'  più  corto  del 
dito  stesso;  piedi  gialli  (ad.). 


(')  Se  la  memoria  non  m'inganna,  anche  nella  Collezione  Italiana  del  R.  Musro  di  Firenze  si  con- 
serverebbe un  L.  argentatus,  femmina  ad.  ;  questo  individuo  sarebbe  stato  catturato  il  14  settembre  1882 
a  Pallanza  (Lago  Maggiore^  e  sarebbe  un  dono  del  sig.  Butterfleld. 


<yl2  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Simile  al  precedente,  ne  differisce  pell'anello  oftalmico  di  un  rosso-aranciato 
e  brillante;  pella  tinta  del  becco  più  vivace;  pel  mantello  sempre  più  cupo;  pelle 
tinte  nere  e  grigie  delle  remiganti  primarie  che  mostrano  un  tono  di  tinta  più 
scuro;  pei  piedi  giallo-vivaci  (ad.  in  jnim.).  I.<  strii  sulle  parli  superiori  e  laterali 
della  testa  e  del  collo  sono  meno  accentuate  (ad.  in  avi.).  I  giovani  sono  identici 
a  quelli  del  L.  argentatus. 

Lunghezza  totale  0,m580;  becco  0,'"050;  ala  0,m430;  coda  0,m190;  tarso  0,m060; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"0l>7. 


X 


Testa  Piede 

di  L.  a.  cachinnans,  <li   /-•  ».  cachinnans, 

l/4  gr.  aat.  -  gr.  nat. 

È  specie  molto  variabile  nelle  dimensioni,  però  gli  individui  di  Sardegna  sono 
in  generale  di  statura  più  rilevante  (becco  0,'"0(>0;  ala  0,"'4G0:  tarso  0,"'07ri)  e  sem- 
brano intermedi  di  colorito. 

Abita  l'Europa  meridionale  dal  Golfo  di  Guascogna  fino  a  Madera,  il  bacino 
del  Mediterraneo,  il  Mar  Nero,  il  Caspio  e  il  Baikal;  sverna  nel  bacino  del  Me- 
diterraneo, nel  Golfo  Persiano,  nel  Mar  Rosso  e  sulla  costa  occidentale  dell'Africa 
fino  a  Dongola. 


525.  Larus  Auclouini,  I'ayraudeau,  Gabbiano  còrso. 
Tav.  xlvii,  fig.  io  j. 

Becco  rosso  con  una  larga  ha  min  subapicale  nera;  putii  nnlr  oliva. 

l'està,  coda  e  gastreo  bianchi;  collo  cenerino-periato,  di  un  tono  più  cupo  sul 
mantello,  sulle  ali  e  sul  groppone;  parti  inferiori  bianche  lavate  di  cenerino-chiaro, 
specialmente  sui  fianchi,  ove  il  cenerino  è  di  un  tono  periato  deciso  ;  le  due  prime 
remiganti  le  nere  terminate  di  bianco,  le  altre  cenerine,  nere  presso  l'apice  e 
terminate  di  bianco;  le  2°  come  il  dorso,  ma  bianche  all'apice  (ad.).  Parti  late- 
rali e  superiori  della  testa  e  del  collo  striate  di  grigio  (ad.  quasi  completo  i1)). 

L'adulto  del  L.  Audouini  è  un  uccello  affatto  distinto,  esso  però  assomiglia 
un  po'  al  L.  a.  cachinnans  ed  al  L.  canus;  è  più  piccolo  del  primo,  maggiore  del 
secondo,  inoltre  il  suo  becco  rosso-corallo,  con  una  o  due  fascie  nere  subterminali 
è  sempre  un  carattere  di  alta  importanza.  Ila  i  piedi  di  un  verdé-oliva-cupo,  talora 
con  una  ombreggiatura  plumbea;  le  ali  misurano  circa  0,'"400  (L.  canus  da  0,m350 
a  0,m380,  L.  a.  cachinnans  0,m445),  esse  sono  molto  lunghe  in  proporzione,  così  che 


(')  Questo  è  probabilmente  anche  L'abito  dell'ori,  in  autunno. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


513 


anche  a  volo  facilmente  può  riconoscersi.  Riguardo  ai  giovani,  io  li  paragonai  con 
(lucili  del  L.  a.  cachinnans,  ma  non  con  quelli  del  L.  fuscus  o  del  L.  canus,  dai 
quali  sono  affatto  distinti  per  la  forma  del  becco.  E  qui  offro  i  tratti  caratteristici 
del  giovane  del  Gabbiano  reale  e  di  quello  del  Gabbiano  còrso: 


Larus  argentatus  cachinnans 

(giovane  nel  1"  abito). 


Larus  Audouini 

(giovane  nel  1°  abito). 


Becco  nerastro,  di  color  corneo  all'a-  Becco  nerastro  lavato  di  rossigno  alla 

pice,  più  pallido  alla  base  della  mandibola  base  e  presso  l'apice  del  culmine,  di  color 

inferiore;  esso  è  più  forte  e  più  grande,  corneo  all'estremità,  più  sottile  ed  in  pro- 

con  le  branche  della  mandibola  inferiore  porzione  più  allungato,  con  le  branche 

diritte  o  leggermente  curvate  ad  arco,  lo  della   mandibola    inferiore   decisamente 

spazio  tra  la  gonide  e  l'apice  del  becco  arcuate,  lo  spazio  tra  la  gonide  e  l'apice 

leggermente  arcuato,  la  base  del  culmine  del  becco  più  lungo   e   più   arcuato,  la 


sulla  faccia  superiore  un  po'  convessa, 
l'angolo  della  gonide  leggermente  indi- 
cato; le  narici  allungate,  quasi  ovali-al- 
lungate e  larghe. 

Tono  di  tinta  del  piumaggio  più 
chiaro  e  meno  uniforme;  gastreo  uniforme 
nella  tinta,  tranne  il  centro  del  basso  ad- 
dome che  è  biancastro. 

Timoniere  bianche  alla  base,  con  po- 
che fascie  trasversali  nerastre  (tranne 
l'esterna  e  talora  la  2:1);  timoniera  esterna 
bianca  all'apice  e  per  3/4  della  sua  lun- 
ghezza verso  la  base  e  con  una  larga  banda 
subterminale  nerastra;  le  altre  bianche 
per  circa  s/4  della  loro  lunghezza  nella 
2a  e  nella  3a  delle  esterne,  e  per  Va  nelle 


base  del  culmine  sulla  faccia  superiore 
più  spianata;  l'angolo  della  gonide  di- 
stintamente indicato;  le  narici  diritte,  li- 
neari e  strette. 

Tono  di  tinta  del  piumaggio  più 
scuro  e  più  uniforme;  gastreo  uniforme 
nella  tinta,  eccetto  l'addome  che  è  per 
intero  biancastro. 

Timoniere  di  un  bianco-grigio-per- 
lato  alla  base  senza  fascie  trasversali 
nerastre,  la  tinta  chiara  è  più  estesa  nei 
vessilli  interni  delle  penne,  le  dette  ti- 
moniere sono  di  un  bianco-grigio-per- 
lato  per  circa  V4  di  estensione,  la  tinta 
chiara  aumenta  in  estensione  fino  a  3/4 
della  loro  lunghezza  nei  vessilli  interni  di 


altre,  tutte  fasciate  di  nerastro,  queste      tutte,  eccetto  nelle  due  centrali  che  sono 


nere  tranne  alla  base,  nel  resto  esse  sono 
nerastre,  terminate  di  bianco-sudicio  e 
con  l'esterna  di  ogni  lato  marginata  di 
bianco;  becco  dalla  fronte  0,m032;  ala 
0,'"332 (giovane  mas.  in  T  abito,  capace  di 
volare,  12  luglio  1901,  Isola  Vacca  (Sar- 


bande  spesso  irregolari  e  sempre  più  ac- 
centuate e  numerose  nelle  susseguenti 
e  nelle  due  centrali,  tutte  con  una  fascia 
subterminale  nerastra  e  l'apice  bianco- 
sudicio;  becco  dalla  fronte  0,m047;  ala 
0,m392 (giovane  mas.  in  T'abito,  capace  di 
volare,  20  giugno  1901,  Isole  dell'Estuario  degna  meridionale  (')). 
Veneto  C1)). 

Lunghezza  totale  0,'"510;  becco  0,n,051  ;  ala  0,m400;  coda  0,'"165;  tarso  0,'n058; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"052. 

Abita  il  Mediterraneo  occidentale  fino  a  Gibilterra,  il  Mar  Tirreno  e  l'Jonio; 
non  consta  che  sia  stato  mai  preso  nell'Adriatico.  È  specie  sedentaria  sulle  coste 


(')  Collezione  Arrigoni  Degli  Oddi. 
Atlante  ornitologico. 


65 


"il  4  atlanti-:   ORNITOLOGI!  0 


della   Sardegna  e  della  Corsica,  talvolta  compare  su  quelle  di   Sicilia,  di   Malta 
all'Isola  d'Elba  ed  una  volta  Tenne  colta  anche  in  Liguria.  E  in  generale  poco  ab- 
bondante; aiiiia  il  mare  aperto  ed  è  difficile  ad  aversi,  sicché  è  specie  piuttosto 

rara  nelle  Collezioni  ('). 

526.  Larus  canus,  Linnaeus,  Gemina. 

[Tav.  XXXVIII,  Rg.   12.  13  e  il]. 

Becco  e  piedi  giallo-verdastri,  quello  giallo  all'apice:  testa,  collo,  codaegastreo 
candidi;  dorso  ed  ali  di  un  cenerino-perlaio  cupo;  la  prima  remigante  la  nera,  più 
pallida  alla  base  e  con  un  largo  spazio  subterminale  bianco  che  misura  circa  0,  051, 
le  altre  cenerine  alla  base,  bianche  all'apice,  nere  nello  spazio  preapicale,  le  2°  lar- 
gamente terminate  di  bianco  (ad.  in  prim.).  Macchiette  brune  sulla  parte  supe- 
riore e  laterale  della  testa  e  del  collo;  piedi  olivastri  imi.  in  <tut.).  Becco  carni- 
cino-livido,  con  una  larga  t'ascia  apicale  nera;  tinta  di  fondo  delle  parti  superiori 
bianchiccia,  macchiata  di  bruno  sul  centro  delle  penne;  le  inferiori  bianche,  con 
macchie  cenerino-sudicie;  le  primarie  in  gran  parte  bruno-scure,  coll'apice  bian- 
castro: faccia  inferiori  delle  ali  macchiata  ili  lutino  (cfr.  L.  ridibundus  :  coda  bianca, 
con  una  larga  fascia  apicale  nerastra  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m420;  becco  0,m042 ;  ala  0,"I;!K);  coda  0,'"150;  tarso  0,m054; 
dito  mediano  e.  u.  0,m049. 

Impiega  tre  anni  a  rivestire  il  completo  abito  degli  adulti  e  specialmente  in 
tale  livrea  può  dirsi  un  piccolo  L.  a.  cachinnans. 

Abita  la  Regione  Paleartica  settentrionale;  è  accidentale  in  America  (La- 
brador), d'inverno  giunge  fino  al  bacino  del  Mediterraneo,  al  Nilo,  al  Golfo  Per- 
sico e  sul  lato  del  Pacifico  dal  Kamciatka  alla  Cina.  E  abbastanza  comune  in 
Italia  come  specie  invernale  e  di  passo,  sembra  stazionaria  sulle  coste  della  Sar- 
degna e  della  Corsica;  ma  io  non  credo  nidifichi,  né  mai  ne  vidi  d'estate  nel  Ve- 
neto od  altrove. 


Remiganti  srir.it  Unir  nere  ni  in  gran  parte  bianche. 

527.  Larus  glaucus,  Brunnich  (2),  Gabbiano  glauco. 

Becco  giallo,  aranciato  all'angolo  della  gonide;  cenerino-periato  sul  mantello, 
sulle  scapolari,  alla  base  delle  remiganti  e  sui  vessilli  esterni  delle  remiganti  1°: 
nel  resto   bianco-candido,   compreso  l'apice  tirili   remiganti;   piedi   di    un   carnicino 
roseo-vivace  (ad.  in  prim.).  Simile:  strie  bruno-pallide  sulla  parte  superiore  e  la- 
terale   della  testa  e  del  collo  (ad.  in  tini.  .   Bianco  giallastro,    macchiato    e  strialo 


l'i  In  un  mio  lavoro  'in  corso  <ìi  stampa)  sul  /..  Audouini,  diedi  anche  mi  Elenco  delle  Raccolte 
Italiane  che  possiedono  ipicsto  Taro  Lari  no  e  del  numero  degli  esemplali  conservati.  Qui  ricordo  le 
/.'/,'.   Collezioni  ili  Cagliari,   Firenze,   Genova    e    Palermo,   la   Civica  ili  Milano  e  le  private  della    Marchesa 

Paulucci,  della   Signorina   Picchi,  del   Marchese    Pinelli-Gentile  e  del  Signor   Whitaker.  Final nte  io  ebbi 

la  fortuna  di  raccogliere  una  ventina  di  soggetti,  elle  formano  una  serie  completa  e  per  le  epurile  di 
cattura   e   per   le   varie   livree     l'oli,     trrignui    Degli   Oddi). 

i  •  Larus  glaucus,   Brttnnioh  (1764),  Fabricius  (1780). 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  515 


di  bruno-pallido;  remiganti  esterne  bruno-giallastre  sul  vessillo  esterno  e  più 
pallide  sull'interno;  becco  giallo-ocraceo  all'angolo  e  nerastro  sino  all'apice  (giov. \. 
Prima  di  assumere  il  mantello  cenerino-periato,  per  un  po'  di  tempo  si  mantiene 
per  intero  di  una  tinta  bianco-giallastra  (L.  Hutchinsi,  Richards.). 

Lunghezza  totale  0,n,720;  becco  0,'"0G7;  ala  0,m500;  coda  0/"230;  tarso  0,'"070; 
dito  mediano  e.  u.  0,m077. 

D'estate  abita  le  regioni  circumpolari;  migrando  nell'inverno  fino  al  bacino 
del  Mediterraneo,  al  Caspio,  al  Giappone,  alla  California  ed  alla  Florida.  Acci- 
dentale e  rarissimo  è  in  Italia;  venne  annoverato  dal  Durazzo  pella  Liguria,  ove  si 
conoscono  due  catture  autentiche  l'ima  del  185.3,  l'altra  dell'aprile  1877,  entrambi 
i  soggetti  sono  conservati  nel  li.  Musco  ili  Firenze;  io  ne  ebbi  un  maschio  giovine 
nell'ottobre  1898  da  Cagliari  {Còli.  Arrìgoni  Begli  Oddi).  Le  sue  comparse  nel  Ve- 
neto ed  altrove  basano  su  inesatte  notizie. 

528.  Larus  leucopterus,  Faber,  Gabbiano  islandico. 

Simile  al  precedente,  ma  più  piccolo  e  colle  ali  a  paragone  più  lunghe. 

Lunghezza  totale  0,'"560;  becco  0,m048 ;  ala  0,'"400;  coda  0,'"175;  tarso  0,'"Onl; 
dito  mediano  e.  u.  0,m058. 

Abita  le  regioni  circumpolari  d'Europa  e  d'America;  capita  irregolarmente 
d'inverno  nella  Scandinavia,  nel  Baltico,  nelle  Isole  Britanniche  e  verso  sud  sino 
al  Golfo  di  Guascogna.  Non  si  conoscono  catture  autentiche  in  Italia,  perchè  i  due 
esemplari  della  Raccolta  Contarmi  di  Venezia  e  quello  del  R.  Museo  dell'Univer- 
sità di  Genova  non  offrono  sufficienti  garanzie  {Salvadori). 


Genere  PAGOPHILA,  Kaup. 

Becco  più  corto  della  testa,  robusto,  compresso;  narici  basilari,  lineari,  più 
larghe  anteriormente,  coperte  al  di  sopra  ed  all'indietro  da  una  membrana  sottile  ed 
obliqua;  coda  piuttosto  lunga  e  leggermente  graduata;  dito  posteriore  fornito  di 
una  lunga,  unghia  e  riunito  dal  lato  interno  col  tarso  da  una  membrana  seghet- 
tata e  bene  sviluppata;  unghie  forti,  curvate;  piumaggio  bianco  negli  adulti. 

Questo  genere  consta  di  una  sola  specie,  che  abita  le  regioni  subartiche; 
costruisce  un  rozzo  nido  sulle  roccie,  ove  deposita  uova  olivastre  macchiate  di 
bruno;  si  ciba  di  pesce  e  degli  avanzi  gettati  in  mare  dalle  barche  peschereccie 
o  baleniere. 

529.  Pagophila  eburnea  (Phipps)  (*),  Gabbiano  eburneo. 

Becco  giallo-rosso  all'apice,  verdastro  nel  resto;  colorito  generale  di  un 
bianco-avorio;  piedi  neri  ('"/.).  Becco  nero;  grigio-scuro  sulla  faccia,  sul  mento 
e  sulla  gola;  macchie  nerastre  sul  dorso,  sulle  cuopritrici  alari,  sulle  remiganti 


(])  Non  è  certo  che  il  Larus  albus,  Gunnerus,  in  Leeni's  Besìcr.   Filini.   Lupp.  p.   285  (1767),  sia  la 
presente  specie  e  quindi  preferii  il  nonio  di  L.  eburneus,   Phipps,    Voy.  X   l'ole,  App.  p.   187  (1774). 


516  \I1.\MI.    ORNITOLOGICO 


primarie  e  sulle  cuopritrici  superiori  della  coda;  coda  con  una  banda  subapicale 
nerastra  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,m455;  becco  0,m043;  ala  0,m330;  coda  0,,n  152;  tarso  0,m040; 
dito  mediano  e.  u.  0,"040. 

Abita  le  regioni  circumpolari  d'Europa,  d'Asia  e  d'America:  è  specie  di  com- 
parsa invernalo  quasi  regolare  nella  Norvegia  nordica,  accidentale  e  molto  rara 
invece  nelle  Isole  Britanniche,  rarissima  in  Olanda,  in  Francia,  in  Germania  e  sul 
lago  di  Ginevra;  non  venne  mai  colta   (inora  in  Italia. 


Genere  RISSA,  Stephen*. 

Becco  piuttosto  corto  e  grosso;  narici  mediane,  oblunghe;  coda  Leggermente 
forcata  (giov.)  o  quadrata  [ad.);  tarso  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia;  dito 
posteriore  rudimentale  e  di  solito  senz'unghia;  unghie  deboli  e  appena  ricurve. 

Due  specie  delle  quali  una  Europea;  hanno  le  abitudini  dei  Gabbiani  e  nidi- 
ficano sulle  roccie. 

530.  Rissa  tridaetyla  (Linnaeus),  Gabbiano  tridattilo. 

[Gabbiano  terragnolo  ). 
[Tav.   XXXVIII,  fig.   15  e  16]. 

Pollice  rudimentale;  coda  leggermente  smarginata  nei  giovani. 

Becco  verde-giallo;  testa  e  collo  per  intero,  groppone,  coda  e  parti  inferiori 

bianche;  dorso,  scapolari  e  cuopritrici  alari  cenerino-periato- scure;  della  stessa  tinta 

le  remiganti  le,  che  sono  nere  verso  l'apice  dalla  la  alla  3*  e 

con   una    t'ascia    subterminale  nera   tino  alla  6a;  piedi  nerastri 

(ad.  inprim.).  Simile,  regione  oftalmica  cenerina:  nuca  e  parte 

posteriore  del  collo  in  gran  parte   cenerino-periate   del   colore 

del  dorso  (ad.  in  aut.).   Simile,   becco   nero;   un   mezzo   coliate 

Piede  sulla   nuca  ed  una  fascia  attraverso  le   spalle   color  nerastro; 

di  /,'.  indonni,!.        giuntura  carpale  e  cuopritrici  alari  con  fitte  macchie  nerastre; 

/    et    nat 

remiganti  l6  dalla  la  alla  4a  esternamente  ed  in  parte  del 
vessillo  interno  nerastre,  le  2°  interne  lunghe  con  una  stria  nera  lungo  il  ves- 
sillo esterno  presso  lo  stelo  verso  l'apice;  coda  bianca,  con  una  fascia  subapicale 
nerastra  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m400;  becco  0,m033;  ala  0,m300;  coda  0,m132;  tarso  0,m031  ; 
dito  mediano  e.   u.  M,'"047. 

Abita  la  Ragione  Paleartica  settentrionale  e  il  X.-E.  della  Neartica;  giunge 
d'inverno  fino  al  .Mediterraneo  ed  all'Africa  settentrionale  e  sul  versante  Ame- 
ricano sino  al  :'.;">"  lat.  N.  In  Italia  è  uccello  di  comparsa  irregolare  e  piuttosto 
rara,  tranne  in  Liguria,  ove  in  alcuni  anni  è  abbondante  nel  maggio;  nel- 
l'Estuario Veneto  è  particolarmente  raro,  si  prende  con  più  facilità  nel  Veronese 
e  nel  Vicentino  da  dove  l'ebbi  più  volle.  Compare  di  solito  nell'abito  giovanile 
e  non  nidifica. 


ATLANTE    ORNITOLOGI!  '  >  517 


Famiglia  STERCORARIIDAE,  S(<  non  iridi. 


Integumento  del  becco  discontinuo,  cioè  fornito  di  cera,  sul  cui  margine  an- 
teriore s'aprono  le  narici  strette  oblique  ed  in  parte  coperte  da  uno  scudo  corneo; 
apice  della  mandibola  superiore  uncinato,  come  negli  uccelli  rapaci;  coda  cunei- 
forme; diti  riuniti  da  una  membrana  intera;  unghie  grandi  e  forti,  decisamente 
uncinate  ed  aguzze. 

Sessi  simili,  i  giovani  in  generale  differenti  dagli  adulti;  le  varie  specie  of- 
frono un  abito  melanico,  che  sembra  essere  una  livrea  transitoria  normale  e  che 
non  ha  relazione  col  sesso,  gli  individui  rivestiti  dei  due  abiti  si  trovano  egual- 
mente nelle  medesime  latitudini  ed  anche  appajati  assieme. 

Abitano  le  regioni  meridionali  e  settentrionali  del  Globo,  compiendo  migra- 
zioni abbastanza  lunghe  nell'autunno  e  nell'inverno;  questa  famiglia  abbraccia  due 
generi  entrambi  Europei  con  sette  specie,  due  delle  quali  Antartiche.  Abitano  le 
coste  del  mare,  i  laghi  ed  i  grandi  corsi  d'acqua;  nidificano  nelle  regioni  boreali, 
deponendo  in  una  depressione  del  terreno  da  due  a  tre  uova  scure  e  variegate; 
si  nutrono  di  piccoli  mammiferi,  di  piccoli  uccelli,  di  pesci,  di  uova,  di  crostacei, 
d'insetti  e  di  solito  assalgono  le  Rondini  di  mare  ed  i  Gabbiani,  cui  rubano  il  cibo 
talora  di  già  quasi  ingoiato  e  perciò  sembrano  rappresentare  i  Rapaci  tra  gli  Uc- 
celli acquatici  ;  ma,  tranne  questa  abitudine,  assomigliano   in   tutto   ai  Gabbiani. 


Genere  MEGALESTRIS,  Bonaparte. 

Statura  maggiore,  forma  robusta;  profondità  del  becco  alla  base  esposta  quasi 
uguale  alla  lunghezza  della  cera;  coda  corta,  le  timoniere  centrali  sopravanzanti  le 
laterali  di  circa  0,'"012;  becco  e  tarso  alquanto  più  corti  del  dito  mediano  con 
unghia   i  Saunders). 

Quattro  specie,  delle  quali  una  sola  Europea,  compongono  questo  genere. 

531.  Megalestris  catarrhactes  (Linnaeusì,  Stercorario  maggiore. 
[  Lestris  catarractes  (L.)  ]. 

Testa  e  nuca  color  terra  d'ombra,  più  chiaro  sul  collo  le  cui  penne  sono  acu- 
minate ed  offrono  striature  giallo-brune;  parti  superiori  bruno-scure,  variate  di 
castagno  e  di  bianco;  le  inferiori  castagno-chiare;  remiganti  le  bruno-nerastre, 
bianche  alla  base,  il  bianco  forma  uno  specchio  alare  specialmente  visibile  quando 
l'uccello  vola;  coda  bruno-nerastra,  bianca  alla  base  che  è  nascosta  dalle  cuopri- 
trici;  le  due  timoniere  centrali  appena  sopravanzanti  le  laterali;  cuopritrici  inferiori 
delle  ali  nerastre,  talora  tinte  di  rossiccio  (ad.).  Come  l'adulto;  penne  del  collo  meno 
acuminate  e  con  le  strie  più  scarse;  penne  del  mantello  con  margini  rossicci  (gioc). 
Esistono  varietà  melamene  di  un  bruno  uniforme  e  più  o  meno  nerastro.  È  specie 
sempre  riconoscibile  alla  grande  statura. 


518  ATLANTI     ORNITOLOGI!  0 


Lunghezza  totale  0,m530;  becco  0,m061;  ala0,m390;  coda0,m163;  tarso  0,'"070: 
dito  mediano  e.  u.  0,m076. 

I'.  specie  oceanico-artica,  che  abita  l'Europa  nord-occidentale  e  l'America 
boreale-orientale,  giunge  raramente  durante  le  migrazioni  nell'Europa  centrale: 
venne  perù  presa  anche  a  Gibilterra  ed  a  Tangieri.  11  Wright  l'annoverò  per 
Malta,,  scambiandola  collo  Stercorarius  pomatorhinus  (Temm.  :  forse  cadde  nello 
stesso  errore  lo  Schiavuzzi,  quando  citò  questa  specie  per  l'Istria,  però  nel  Museo 
di  Zagabria  esiste  un  soggetto  colto  nell'Isola  Curzola  in  Dalmazia  {Brusina).  In 
Italia  consta  Comparsa  una  sola  volta  nelle  Valli  del  Veronese  nell'autunno  lShi' 
(lì.  Museo  di  Firenze). 


Genere  STERCORARIUS,  Brisson. 

Statura  minore,  forma  più  sottile;  profondità  del  becco  alla  base  esposta  de- 
cisamente minore  della  lunghezza  della  cera;  tarso  di  poco  più  lungo  del  dito 
mediano  con  unghia;  le  due  timoniere  centrali  sopravanzanti  le  laterali  da  O?m075 
a  0,'"2.'50  negli  adulti  {Sawiders). 

Tre  specie  che  nidificano  nelle  regioni  Artiche  e  Subartiche  e  che  migrano 
d'inverno  verso  sud  sino  nei  mari  dell'Africa  meridionale  e  della  Nuova  Zelanda. 

532,  Stercorarius  pomatorhinus  (Temminck)  (*),  Stercorario  mezzano. 
[  Lestris  pomarina,  Temm.,  Lestris  pomatorhinus,   Temm.]. 

Statura  maggiore  a  confronto  delle  due  susseguenti  specie;  becco  azzurrognolo, 
coll'apice  nero;  testa  e  gote  di  un  nero-opaco;  uuca,  mento  e  gola  colle  penne 
acuminate  bianche  e  gialle;  collo  bianco-gialletto,  con  numerose  fascie  bruno-nere 
estese  anche  sui  fianchi  e  disposte  a  spazio  sul  petto;  remiganti  1B  nere;  timo- 
niere centrali  larghe,  rotonde  all'estremità,  torte  verticalmente  e  che  sopravanzano 
le  laterali  di  0,'"100;  tarso  azzurrognolo;  diti  e  membrane  interdigitali  nere  [ad-.). 
Tinte  gialle  meno  accentuate  sul  collo;  le  parti  interiori  hanno  un  maggior  nu- 
mero di  fascie;  cuopritrici  inferiori  e  superiori  della  coda  a  fascie  bianche  e 
nere:  timoniere  centrali  non  torte  verticalmente  e  sopravanzanti  le  laterali  di 
0,'"050  circa  (semi-ad.).  Colorito  generale  bruno-nerastro  sul  dorso  e  sulle  ali,  che 
hanno  margini  apicali  rugginoso-rossicci;  talora  le  parti  inferiori  presentano  striscio 
brune  e  rossiccie  {giov.). 

Lunghezza  totale  0,m430;  becco  0,m045;  ala  0,m350;  coda:  0,'"120  (timoniere 
laterali),  0,'"179  e  più  (timoniere  centrali);  tarso  0,"'05o;  dito  mediano  e.  u.  0,m051. 

Questa  specie  è  sempre  riconoscibile  alla  statura  iterata  ed  atti  timoniere  cen- 
trali larghe  e  rotonde  agli  apici  (cfr.  S.  crepidatus  (Banks)  e  n.  parasitieus  (Linnaeus  l. 

Abita  le  regioni  Artiche:  migra  d'inverno  fino  all'Australia,  all'Africa  meri 
dionale  ed  al  Perù.  È  uccello  piuttosto  raro  in  Italia,  ma   venne  colio    ovunque; 


(')  Pomaiorhinns,  da  tidiki,  genit.  na/iarog  coperchio  e  j5i£,  genit.  j5evog  oaso,  narice,  in  cmus:i  del- 
l'opercolo che  sta  sopra  li'  narici;  il  Temminck  scrisse  pomarinits  e  hi  correzione  in  fatta  dallo  Sclater 
{Ibis,   1862,  p.  297). 


ATLANTI'.    ORNITOLOGICO 


519 


compare  d'estate  e  d'autunno,  più  raramente  d'inverno  e  di  solito  nell'abito  gio- 
vanile; si  trova  più  facilmente  in  Liguria  e  può  ritenersi  uccello  di  semplice 
apparizione  irregolare.  Non  nidifica. 

533.  Stercorarius  crepidatus    Banks,  Làbbo. 

[  Lestris  parasi  fica  (Bodd.  ueu  L.i.  Lestris  crepidatus  (Banks)]. 

[Tav.  XXXIX,  Sg.  8  ]. 

Statura  minore;  angolo  anteriore  delle  narici  più  vicino  all'apice  del  becco  che  alle 

1><iiii<  frinitali;  becco  piuttosto  It/i/i/u;  oli  .-ti/i  ,1, tir  principali  remiganti  primarie  bianchi; 
Ir  iliir  timoniere  centrali  acuminate  e  che  terminano  a  punta. 

Forum  chiara.  Parte  superiore  della  testa  bruno-nera:  dello  stesso  colore,  ma 
più  chiari  il  dorso,  le  ali  e  la  coda  ;  collo  tutt'all'intorno  bianchiccio-cenerognolo, 


Becco  di  S.  crepidatus,  mas.   ad. 


Becco  di  6'.  parasìtìeus,  mas.  ad. 


tinto  di  giallo  e  colle  penne  acuminate;  guancie  e  lati  della  testa  di  un  bianco-giallo: 
gastreo  bianco  tinto  di  cenerognolo  sulla  parte  anteriore  del  petto,  ove  forma  uno 
spazio  e  lavato  di  bruno-cenerognolo  sui  fianchi  e  sul  sottocoda;  le  due  timoniere 
mediane  acuminate  e  che  terminano  a  punta,  più  lunghe,  non  però  il  doppio  delle 
laterali;  piedi  nericci  (ad.).  Esiste  una  forma  scura  di  un  bruno-fuliggine  uniforme. 
I  giovani  della  forma  chiara  sono  tinti  di  bruno  di  terra  d'ombra  con  margini 
rossicci  sulle  parti  superiori,  la  testa  ed  il  gastreo  sono  bruno-rossicci  con  fascie 
e  strie  scure;  quelli  della  forma  scura  sono  di  un  bruno-nerastro-scuro,  con  margi- 
nature grigie. 

Lunghezza  totale  0,'"410  (sino  all'apice  delle  timoniere  laterali);  becco  0,™038; 
ala  0,m400;  coda:  0,m140  (timoniere  laterali),  0,in220  (timoniere  centrali);  tarso  0,m043; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"042. 

Abita  le  regioni  Artiche  e  Subartiche;  migra  d' inverno  verso  sud  lungo  le 
coste  d'Europa  e  d'Africa  fino  al  Capo  di  Buona  Speranza,  alla  Nuova  Zelanda  ed 
al  Brasile.  E  specie  rara  in  Italia,  ritengo  sia  la  più  rara  del  genere;  però  venne 
catturata  in  molte  parti  (Liguria,  Piemonte,  Veneto,  Emilia.  Puglia,  Sicilia  etc.  . 
sopratutto  durante   la  stagione   fredda   o   nell'autunno   e   di   solito   nell'abito   di 


520  ATLANTE    ORNITOLOGI'  0 


534.  Stercorarius  parasiticus  '    (Linnaeus),   Làbbo  coda  lunga. 
[  Lestris  parasiticus    !..  .  L.  Buffoni,  Boii:  J. 

stallini  minore  anche  del  precedente;  angolo  anteriore  delle  narici  a  metà  lunghi  \  ta 
tra  le  penne  frinitali  e  l'apice  del  becco  o  più  vicino  a  quelle  chi  a  questo;  becco  piut- 
tosto corto;  steli  delle  principali  remiganti  l"  scuri,  eccetto  quello  della  I"  e  ih  Ila  '_>■•  eh 
sono  bianchi:  le  due  timoniere  centrali  acuminate  e  che  terminano  n  punta. 

Testa  bruno-nera;  guancie  e  collo  tutt'all'intorno  di  un  bianco-giallo;  mantello, 
■  ili.  addome  e  fianchi  bruno-cenerognoli;  petto  bianco-giallastro;  remiganti  l"  nere, 
collo  stelo  delle  due  prime  bianco;  penne  centrali  della  coda  appuntite  e  sopravanzanti 
del  doppio  le  laterali  (ad.).  I  giovani  sono  più  piccoli  di  quelli  del  Labbo,  di  una  tinta 
bruno-cenerognola  più  scura  sulla  testa,  con  fascie  bianco-grigiastre  sul  dorso, 
sulle  cuopritrici  della  coda  e  sull'addome,  col  collo  e  col  petto  più  uniformi. 

Lunghezza  totale  0,'"370  i sino  all'apice  delle  timoniere  laterali);  becco  0,"'0.">l' : 
ala  0,'"320;  coda:  0,m150  (timoniere  laterali),  0,m310  (timoniere  centrali);  tarso  0,m042; 
dito  mediano  e.  u.  0,m038. 

Abita  le  regioni  circumpolari:  migra  d'inverno  fino  allo  Stretto  di  Gibilterra 
ed  in  America  sul  versante  dell'Atlantico  sino  al  40°  N.  Credo  che  questa  specie 
sia  più  rara  in  Italia  dello  Stercorario  maggiore  e  meno  del  Labbo,  col  quale  viene 
facilmente  confusa.  Capita  d'autunno  e  d'inverno  e  conservo  dieci  esemplari  cat- 
turati nelle  provincie  settentrionali  e  nelle  Puglie;  venne  presa  anche  in  Toscana 
ed  in  Sicilia  e  gli  adulti  sono  sempre  molto  più  rari  dei  giovani.  Comparve  in 
gran  numero  sul  (iarda  nel  settembre  1898  e  vi  si  trattenne  circa  un  mese. 


Sottordine  TUBINARES  -  Tubinari. 


Becco  colla  mandibola  superiore  uncinata  e  coll'integumento  discontinuo  e  com- 
posto di  più  piastre  distinte  e  separate  da  solchi  profondi;  narici  esterne  aperte  in 
tubi  e  che  si  riuniscono  più  o  meno  completamente  sul  lato  dorsale  del  culmine: 
ali  lunghe,  forti  ed  appuntite;  coda  corta  o  mediocre,  con  un  numero  di  penne 
minore  di  venti;  tarso  compresso  e  reticolato;  tre  diti  anteriori  di  solito  corti, 
intieramente  palmati,  col  posteriore  molto  piccolo  e  fornito  di  una  sola  falange,  o 
mancante  del  tutto. 

I  giovani  nascono  inetti  e  coperti  di  piumino,  rimangono  nel  nido  sin  che 
possono  volare  e  vengono  nutriti  dai  parenti;  piumaggio  compatto;  sessi  uguali 
in  piumaggio  senza  livrea  di  stagione,  in  alcune  specie  i  giovani  sono  molle  dif- 
ferenti dagli  adulti;  mutano  una  volta  all'anno  d'autunno  soltanto;  grandezza 
variabile,  dalla  piccola  di  una  Rondine  all'immensa  della  Diomedea,  che  ha  la  più 


(')  LaritH  parasiticus,  L.  Syst,   Nat.  I,  pag.  136  (1758)  « leotricibns  dualms  intermediislongiaaimie    : 
Catharaeta  paralitica,  Briiiin.   Orn.   Bor.  p.  37  (1764)   «reetricibus  duabus  intermediis  longissimis  > . 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  521 


grande  apertura  d'ali  che  si  conosca  tra  gli  Uccelli  viventi;  all'epoca  della  ripro- 
duzione si  riuniscono  in  grandi  colonie,  deponendo,  in  buche  scavate  sul  terreno 
o  semplicemente  sul  terreno,  di  solito  un  solo  uovo  bianco,  con  macchiette  ros- 
signe  verso  l'apice. 

Questo  sottordine  comprende  quattro  famiglie  con  più  di  cento  specie  sparse 
pegli  Oceani  e  per  i  Mari  di  tutto  il  Mondo;  sono  uccelli  di  grande  potenza  di 
volo  e  di  nuoto,  che  non  si  sommergono  e  che  raramente  vengono  a  terra  essendo 
prettamente  pelagici:  hanno  per  la  massima  parte  abitudini  crepuscolari.  Si  cibano 
di  materie  animali  e  sono  talora  così  grassi  che  si  usano  come  lampada,  passando 
un  lucignolo  attraverso  il  loro  corpo;  a  differenza  dei  Gabbiani  sono  molto  si- 
lenziosi. 


Famiglia  PROCELLAPJ1DAE,  Proceliar  idi. 


Narici  riunite  esternamente  sopra  il  culmine;  2a  remigante  primaria  la  più 
lunga  (Salvin). 

Due  sottofamiglie,  entrambe  rappresentate  in  Europa,  compongono  questa  fa- 
miglia. 


S(  >TTOFÀMlGLU  PROCELLARIINAE,  Procellari  ni. 

Remiganti  secondarie  almeno  in  numero  di  tredici;  tarsi  coperti  di  scudetti 
esagonali  sulla  faccia  anteriore;  unghie  compresse,  aguzze;  dito  esterno  più  corto 
del  mediano  (Salvin);  colorito  generale  scuro. 

Comprende  tre  generi;  uno  dei  quali  V Halocyptena,  Coues  è  proprio  della  costa 
occidentale  dell'America  centrale,  dalla  California  al  Panama. 


Genere  PROCELLARIA,  Linnaeus. 

Becco  molto  più  corto  della  testa,  piccolo  e  robusto;  narici  dorsali;  ali  lunghe 
e  strette,  2a  remigante  primaria  di  poco  più  lunga  della  3a,  la  4a  più  lunga 
della  la;  coda  mediocre,  un  po'  più  corta  delle  ali,  quadrata  o  quasi;  tarso  più 
lungo  del  dito  mediano  con  unghia,  dito  posteriore  molto  piccolo  :  piedi  unicolori. 

Due  sole  specie  compongono  questo  genere;  l'una  la  comune  P.  pelagica,  L., 
l'altra,  detta  P.  tetlujs,  Bp.,  abita  le  Isole  Galapagos  e  la  costa  occidentale  del- 
l'America centrale. 

535.  Procellaria  pelagica,  Linnaeus,  Uccello  delle  tempeste. 

|  Tav.   XLVI,   fig.   13]. 

Intieramente  nero-fuliggine,  più  cupo  sulle  parti  superiori;  groppone,  cuopri- 
trici  superiori  della  coda  (eccetto  all'apice  nero-fuligginose)  le  inferiori,  e  la  base 

Atlante  ornitologico.  6li 


522  ATLANTE   ORNITOLOGICO 


delle  timoniere  di  color  bianco;  una  banda  bianco-grigia  indistinta  sulle  ali,  t'or- 
mata dai  margini  delle  grandi  cuopritrici. 

Lunghezza  totale  0,m180;  becco  0,'"014;  ala  0/"120;  coda  0,m060;  tarso  0,'"021  ; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"019. 

Abita  il  Mediterraneo  e  l'Oceano  Atlantico  settentrionale  sino  all'Africa  oc- 
cidentale; è  specie  frequente  nel  Mediterraneo  Italiano  e  nidificante  nelle  Isole 
(Coli.  Arrigoni  Degli  Oddi),  rarissima  nell'Adriatico,  di  rado  si  avvicina  alle  coste 
e  perciò  si  ritiene  in  generale  poco  abbondante. 

La  Thalassidroma  ntrlitensis  dello  Schembri,  trovata  a.  Malta,  è  la  presente  specie. 


Genere  OCEANODROMA,  Reichenbach. 

Becco  più  corto  della  testa  e  poco  robusto;  ali  strette  e  lunghe,  colla  la  re- 
migante primaria  più  corta  della  2a  e  della  3a  e  subeguale  alla  4";  coda  lunga  e 
leggermente  forcuta;  tarso  subeguale  al  dito  mediano  con  unghia;  dito  posteriore 
piccolo;  piedi  unicolori. 

Tredici  specie,  distribuite  specialmente  negli  Oceani  dell'Emisfero  settentrio- 
nale, compongono  questo  genere  :  due  di  esse  si  mostrano  anche  in  Europa. 

536.  Oceanodroma  leucorrhoa  (Vieillot),  Uccello  delle  tempeste  a  coda  fannia. 

[Cymochorea  leucorrhoa  (Virili...);  Procellaria  «  nuin  /menta  ]. 

Colorito  generale  nero-fuligginoso,  colla  testa  e  la  gola  di  color  piombato  e 
con  una  tinta  brunastra  sulle  grandi  cuopritrici  alari,  sulle  mediane  e  sul  ga- 
streo;  timoniere  laterali  nero-fuligginose  anche  alla  base,  con  la  parte  basilare 
degli  steli  bianca;  cuopritrici  superiori  della  coda  più  lunghe  bianche,  con  uno 
stretto  apice  fuligginoso. 

Lunghezza  totale  0,m225;  becco  0,m019;  ala  0/"lf>2;  coda  0,'n088  (timoniere 
laterali);  tarso  0,'"023;  dito  mediano  e.  u.  0,m024. 

Abita  i  mari  dell'Emisfero  settentrionale  tanto  sul  versante  Europeo  quanto 
sull'Americano;  compare  nelle  Isole  Britanniche,  in  Norvegia,  nella  Erancia,  spin- 
gendosi verso  sud  sino  a  Madera.  Accidentale  in  Italia,  un  soggetto  colto  nel  1845 
a  Siracusa  (Sicilia)  è  nel  R.  Museo  di  Firenze. 

537.  Oceanodroma  castro  (Harcourti,   Uccello  delle  tempeste  di  Muderà. 

Simile  alla  0.  leucorrhoa,  ma  più  brunastra;  timoniere  laterali  bianche  alla  base 

per  circa  un  quarto  della  loro  lunghezza,  le  più  lunghe 
cuopritrici  superiori  della  coda  bianche  con  una  larga 
fascia  apicale  fuligginosa;  coda  meno  fere/ita. 

Lunghezza  totale  0,m195;  becco  0,'"016;  ala  0,m152; 
coda  0,'"078   (timoniere   laterali);   tarso   0,ra023;   dito 
mediano  e.  u.  0,m022. 
Testa  di  o.  'castro.  Abita  le  Isole  del  Capo  Verde,  l'Atlantico  meri- 

dionale verso  nord  sino  a  Madera,  le  Isole  Galapagos 
e  le  Havaii.  Accidentale   in   Inghilterra   (Coli.   Boyd  Alexander).  Prima  del    1898 


ATLANTE   ORNITOLOGICO  523 


questa  specie  era  nota  sotto  il  nome  di  0.  eryptoleucura  (Ridgway,  1882)  cangiato 
poi  dal  Grant  in  quello  di  0.  castro  (Harcourt,  1851)  per  legge  di  priorità.  Finora 
questa  specie  non  venne  mai  colta  in  Italia. 

Sottofamiglia  OCEANITINAE,  Oceanitini. 

Tarsi  coperti  in  generale  da  un  unico  scudo  o  da  piccoli  scudetti  trasversali  ; 
unghie  di  solito  molto  piatte;  dito  mediano  ed  esterno  subeguali;  remiganti  2e  in 
numero  di  dieci  {Salvin). 

Consta  di  cinque  generi,  dei  quali  due  soltanto  sono  anche  Europei. 

Genere  OCEANITES,  Keyserling  &  Blasius. 

Becco  piccolo  e  debole  ;  narici  del  tutto  orizzontali  ;  ali  assai  lunghe,  colla  2  ' 
remigante  primaria  la  più  lunga  e  la  la  più  corta  della  4a;  coda  quasi  rotonda; 
scudetti  anteriori  del  tarso  quasi  indistinti;  dito  posteriore  mancante;  unghie 
aguzze,  poco  piatte;  piedi  non  unicolori;  colorito  scuro. 

Due  specie,  una  delle  quali  è  anche  Europea. 

538.  Oceanites  oceanicus(')  (Kuhl),  Uccello  delle  tempeste  americcmo. 
[  Oceanites  Wilsoni  (Bp.);  Petrello]. 

Bruno-nero-fuligginoso,  più  pallido  sulla  fronte  e  sulle  parti  inferiori;  sopra- 
coda e  lati  del  basso  addome  bianchi;  margini  delle  grandi  cuopritrici  alari  e 
delle  remiganti  secondarie  interne  bianco-grigiastri;  becco  e  piedi  neri,  base  della 
membrana  interdigitale  gialla. 

Lunghezza  totale  0,m175;  becco  0,n,016;  ala  0,m13o;  coda  0,m061  (timoniere 
centrali);  tarso  0,™034;  dito  mediano  e.  u.  0,'"028;  dito  esterno  e.  u.  0,'"027. 

Abita  l'Oceano  Indiano  e  l'Atlantico  fino  ai  mari  del  Circolo  Artico,  l'Australia 
e  la  Nuova  Zelanda.  Accidentale  nelle  Isole  Britanniche  e  in  Francia;  comparve 
una  volta  (1863)  anche  in  Sardegna  (B.  Museo  di,  Firenze).  A  questo  proposito  il 
Lepori,  nel  suo  lavoro  sull'Avifauna  Sarda,  fa  la  strana  supposizione  che  questa 
specie  possa  essere  eguale  alla  P.  pelagica,  cosa  certamente  affatto  immaginaria. 
Il  soggetto  del  Museo  di  Pavia,  ritenuto  dal  Prada  di  provenienza  Sarda,  non 
sembra  tale. 


Genere  PELAGODROMA,  Reichenbach. 

Unghie  piatte  e  larghe;  la  remigante  primaria   più   corta   della  3a;   colorito 
chiaro;  piedi  non  unicolori. 

Una  sola  specie  compone  questo  genere. 


(')  Procellaria  pelagica,  Wilson,  Am.   Om.   VII,  p.  90,  pi.  60,  fi<?    6  (1813). 


52  t  ATLANTE    ORNlTOI.OfSICO 


539.  Pelagodroma  marina  (Lathamj,   renilo  delle  tempeste  fregata. 

Superiormente  bruno-ardesia  più  pallido  e  grigiastro  sul  dorso,  sul  groppone 
e  sul  sopracoda,  le  penne  di  queste  due  ultime  parti  biancastre  alla  base;  cuo- 
pritrici  alari  brune,  coi  margini  apieali  bianco-grigi;  fronte,  redini,  un  sopracciglio 
allungato,  parti  inferiori  del  corpo  e  faccia  inferiore  delle  ali  di  un  bianco-candido; 
becco  e  piedi  neri,  questi  colle  membrane  interdigitali  gialle. 

Lunghezza  totale  0,m202;  becco  0,'"023;  ala  0,'"147;  coda  0,'"()70  (timoniere 
centrali);  tarso  0,'"040;  dito  mediano  e.  u.  0,m034;  dito  esterno  e.  u.  0,"'034. 

Abita  i  mari  dell'Emisfero  meridionale,  portandosi  verso  nord  sino  alle  Ca- 
narie; accidentale  nell'Atlantico  settentrionale,  nelle  Isole  Britanniche  (Macpherson) 
e  nel  Massachusets;  non  venne  mai  trovata  finora  in  Italia. 


Famiglia  PUFFINIDAE,  Pufflllidi. 

Tubi  nasali  meno  di  metà  in  lunghezza  del  becco;  narici  riunite  esterna- 
mente o  semiriunite  sul  culmine;  la  remigante  primaria  la  più  lunga  e  non  più 
corta  della  2a. 

Consta  di  due  sottofamiglie  entrambe  rappresentate  in  Europa. 

Sottofamiglia  PUFF1NINAE,  Puflìnini. 

Lati  del  palato  senza  lamelle  (Salvìn). 

Questa  sottofamiglia  è  composta  di  otto  generi,  due   dei  quali  sono  Europei. 

Genere  PUFFINUS,  Brisson. 

Becco  alquanto  più  lungo  della  testa  o  subeguale  alla  stessa,  sottile,  con  am- 
bedue le  mandibole  ricurve  in  basso;  narici  dirette  all'insù,  tubolari  e  con  due 
orifizi  distinti;  ali  lunghe,  appuntite,  colla  1  '  remigante  primaria  la  massima;  coda 
quadrata,  composta  di  12  penne;  tarsi  reticolati,  lateralmente  compressi,  divaria 
lunghezza  o  lunghi  circa  quanto  il  dito  mediano  con  unghia;  diti  tre  rivolti  in 
avanti,  lunghi,  completamente  palmati,  il  pollice  rudimentale;  unghie  compresse, 
ricurve;  colore  predominante  di  solito  scuro  di  sopra,  bianco  di  sotto. 

Venti  specie  costituiscono  questo  genere,  esse  abitano  i  mari  di  tutto  il  Mondo; 
sei  di  esse  dimorano  o  capitano  più  o  meno  regolarmente  in  Europa. 

540.  Puffinus  gravis  (0'  Reilly),  Berta  dell' Atlantico. 

Becco  color  scuro  di  corno;  parti  superiori  brunastre,  più  cupe  sul  vertice, 
più  chiare  sulla  nuca  e  con  margini  bruno-pallidi  sul  corpo;  lati  del  rollo  bianchi; 
gastreo  bianco,  con  macchie  scure  sui  fianchi;  eentro  dell'addome  e  sottocoda  fuligginosi, 


ATLANTE    ORNITOLOGI!  !0  ")25 


apici  delle  penne  del  sottocoda  bianchi;  remiganti  bianche  verso  la  base  del  vessillo 
interno. 

Lunghezza  totale  0,m480;  becco  0,ra052;  ala  0,m32G;  coda  0,"' 150;  tarso  0/"054; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"070;  dito  esterno  e.  u.  0,m0Òb;  dito  interno  e.  u.  0,™057. 

Abita  l'Oceano  Atlantico,  dalle  Isole  Far  Oér  e  dalla  Groenlandia  lungo  le 
coste  occidentali  di  Europa  sino  al  Capo  di  Buona  Speranza  e  lungo  le  orientali 
d'America  sino  alle  Isole  Falkland.  Non  venne  mai  trovato  sinora  nel  Medi- 
terraneo. 


541.  Puffìnus  Kuhli(')  (Boie),  Berta  maggiore. 

Becco  giallastro,  coll'apice  color  corneo;  parti  superiori  grigio-brune  più  cupe 
sulla  cervice,  con  margini  grigio-pallidi  sul  dorso;  lati  del  collo  grigio-pallidi,  mac- 
chiati di  biu neo;  gastreo  bianco,  compresi  i  fianchi  ed  il  eentro  dell'addome;  sottocoda 
bianco,  macchiato  di  scuro  sul  margine   delle  penne,  ma 
nel  più  dei  casi  indistintamente. 

Lunghezza  totale  0,'"460;  becco  0,"'OU5;  ala  0,'"350;  coda         tf  >■      -^ 

0,'"145;  tarso  0,'"054;  dito  mediano  e.  u.  0,'"070;  dito  esterno  ~-^>j 

e.  u.  0,'"068;  dito  interno  e.  u.  0,m061.  v-1.       ^ 

Abita  esclusivamente  il  Mediterraneo  e  l'Atlantico  tra 
Madera  e  le  Canarie,  la  costa  del  Massachusetts  e  le  Isole  .'    „r   liat 

Kerguelen.  È  comune  nel  Mediterraneo  Italiano,  ove  nidifica 

sulle  Isole;  nell'Adriatico  è  specie  rara  nel  golfo  di  Venezia,  vi  è  però  di  doppio 
passo  e  forse  la  sua  rarità  è  più  che  altro  supposta,  perchè  vive  a  più  chilometri 
dalle  spiaggie  marine  e  sfugge  alle  facili  ricerche  dei  cacciatori  costieri. 


542.  Puffinus  anglorum  (')  (Ray),  Berta  minore  nordica. 

Becco  bruno-scuro;  parti  superiori  di  un  nero-lavagna  quasi  uniforme;  gastreo 
bianco,  con  macchiette  grigio-brune  sui  lati  del  collo  e  della  gola;  ascellari  bianche 
anche  all'apice  e  con  uno  spazio  preapicale  indistinto  scuro-nero;  fianchi,  e  cuo- 
pritrici  inferiori  della  coda  in  gran  parte  bianche. 

Lunghezza  totale  0,'"360;  becco  0,'"044;  alaO,m23f>;  coda  0,'"080;  tarso  0,m044; 
dito  mediano  ed  esterno  e.  u.  0,'"045;  dito  interno  e.  u.  0,'"044. 

Abita  l'Oceano  Atlantico  settentrionale,  giungendo  d'inverno  verso  sud  sino  a 
Madera,  alle  Canarie  ed  al  Brasile.  Non  entra  nel  bacino  del  Mediterraneo,  né 
consta  che  questa  specie  vi  sia  mai  comparsa. 


(')  Procellaria  puffinus,  Temminck  (1820),  P.   Kuhli,  Boie  (1835). 

(')  Procellaria  anglorum,  Ray  (1713),  Bris9on  (1760),  Temminck  (1820),  P.  pnffinns,  Brilnnieh  (1764), 
Linnaeus  (1766):  per  non  creare  contusioni  ho  preferito  conservare  l'antico  nome  tanto  alla  Berta  mag- 
giore, quanto  alla  Berta  minore  nordica. 


526  vn.  w  n     ORNITOLI IGII  0 


542".  Puffinus  anglorum  yelkouan  ( ! i  (Acerbi),   Berta  minore. 
f  Puffìnus  anglorum.  Savi  a   A.uct.  li  ai..  ]. 

Simile  alla  specie  precedente,  parti  superiori  più  pallide  e  più  brune:  ascel- 
lari brune  verso  l'apice  delle  penne;  fianchi  bruno-scuri,  come  anche  in  generale 
le  cuopritrici  inferiori  della  coda. 

Lunghezza  totale  0,'"370;  becco  0,m043;  ala0,n,250;  coda  0,'"085;  tarso  0,"'044; 
dito  mediano  ed  esterno  e.  u.  0,m059;  dito  interno  e.  u.  O,"1*»."''.'. 

Abita  il  bacino  del  Mediterraneo  ed  il  Mar  Nero,  giungendo  quale  uccello  ac- 
cidentale verso  nord  fino  alle  Isole  Britanniche.  E  specie  comune  e  nidificante 
nel  Mediterraneo  Italiano,  rara  neh  Adriatico  specialmente  nel  golfo  di  Venezia, 
ma  è  comune  nel  Quarnero  (Brusina)  ;  ha  abitudini  quasi  del  tutto  notturne  ed  è 
specie  molto  localizzata. 

543.  Puffinus  assimilis.  Gould,  Berta  minore  fosca. 

Becco  nero;  parti  superiori  di  un  nero-lavagna  un  po'  bluastro;  redini,  guancie 
e  parti  inferiori  del  tutto  bianche;  lati  del  collo  ed  alto  petto  cenerini,  con  l'apice 
delle  penne  bianco;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  bianche  e  così  il  margine  esterno 
del  vessillo  interno  delle  remiganti  le,  eccetto  verso  l'apice. 

Lunghezza  totale  0,ni266 ;  becco  0,'"035;  ala  0,m188;  coda0,m066;  tarso  0,m036; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"036;  dito  esterno  e.  u.  0,,n039;  dito  interno  e.  u.  0,m032. 

Abita  i  mari  dell'Australia  e  dell'Atlantico,  spingendosi  verso  nord  sino  a  Ma- 
dera; è  accidentale  nelle  Isole  Britanniche,  fu  il  Saunders  che  riferì  a  questa 
specie  i  così  detti  P.  obscurus  (Gm.)  che  erano  stati  colti  nelle  Isole  Britanniche. 
Io  conservo  un  P.  assimili*  che  acquistai  dalla  Collezione  Manxone  di  Brà,  esso 
è  fatto  da  fresco  ed  ha  la  data  5  ottobre  1895  lungo  la  Stura  (Piemonte),  un  se- 
condo, che  sarebbe  stato  ucciso  ad  Oristano  (Sardegna)  nell'ottobre  1892,  è  nel 
I'.  Museo  di  Fin  ir.i  „■  queste  sono  le  sole  catture  italiane  che  conosco.  Il  vero  P.  ob- 
scurus  è  proprio  dei  mari  tropicali  e  subtropicali  del  Mondo  intero.  Il  Risso  l'an- 
noverò pel  Nizzardo,  il  Uurazzo  pella  Liguria  ed  il  Savi  tra  gli  Uccelli  Italiani 
per  la  possibilità  che  possa  giungervi,   ma  probabilmente  si  voleva  parlare  del 

P.  assimili*. 

544.  Puffinus  griseus  (G-melin),  Berta  grigia. 

Becco  color  di  corno;  bruno-fuligginoso  nelle  parti  superiori,  più  cupo  sulla 
testa,  sull'alto  dorso,  sulle  ali  e  sulla  coda,  con  marginature  più  chiare  e  poco 
decise  sulle  penne  del  dorso;  gastreo  bruno-grigiastro,  colle  pentii  più  pallide  nel  centro 
che  sul  margine;  cuopritrici  inferiori  delle  ali  biancastre,  rollo  stelo  scuro. 

Lunghezza  totale  0,'"400 ;  becco  0,n'053 ;  ala  0,m300;  coda  n,  076;  tarso  0,m0< il  : 
dito  mediano  ed  esterno  e.  u.  0,'"066;  dito  interno  e.  u.  0,m053. 

Abita  l'Oceano  Atlantico,  dalle  Isole  Far  Oér  allo  stretto  di  Magellano,  ed  il 


(')  Alcuni  Autori  scrivono,  invece  di  yelkouan  =  uccello  del  vento  in  lingua  turca  (Acerbi),  yelcouan 
(Sharpe),  altri  yelkouanua  (Salvili). 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  527 


Pacifico  dalle  Isole  Kurili  fino  alle  Aukland  verso  sud.  Accidentale  nelle  Isole 
Britanniche,  ad  Helgoland,  in  Francia,  nel  Portogallo;  questa  specie  non  venne 
mai  trovata  sinora  nel  Mediterraneo. 


Genere  OESTRELATA,  Bonapabte  (M. 

Becco  nero,  alquanto  più  corto  della  testa,  grosso,  compresso  e  fortemente 
ricurvo  all'apice;  tubi  nasali  abbastanza  lunghi,  colle  narici  subcircolari  e  dirette 
all'in  su;  ali  lunghe,  appuntite,  sopravanzanti  la  coda  quando  sono  chiuse,  la  la  re- 
migante primaria  di  poco  più  lunga  della  2a;  coda  mediocre,  graduata;  tarsi  re- 
ticolati, coi  tre  diti  anteriori  ed  i  piedi  di  discreta  grandezza,  il  posteriore  piccolo, 
elevato  e  fornito  di  una  piccola  unghia. 

Trenta  specie  compongono  questo  genere,  che  è  proprio  degli  Oceani  tem- 
perati e  tropicali  dell'Emisfero  meridionale,  due  delle  dette  specie  arrivano  ac- 
cidentalmente anche  in  Europa. 

545.  Oestrelata  haesitata  (Kuhl),   Uccello  delle  tempeste  col  cappuccio. 

Becco  nero;  parti  superiori  bruno-fuligginose;  cervice  nera,  che  forma  un  cap- 
puccio isolato;  parte  posteriori  del  collo,  redini,  cuopritrici  superiori  della  coda  e  gastreo 
bianchi;  fronte  e  spazio  davanti  e  sotto  l'occhio  bianchi,  macchiati  di  nero;  coda 
nera,  bianca  alla  base  per  due  terzi  della  sua  lunghe*  :</. 

Lunghezza  totale  0,n,400;  becco  0,""043;  ala  0,m290;  coda  0,m127  (timoniere 
centrali);  tarso  0,'"040;  dito  mediano  e.  u.  0,m051;  dito  esterno  e.  u.  0,'"049. 

Abita  le  Indie  occidentali  ed  è  specie  avventizia  in  Europa;  venne  colta  una 
volta  nelle  Isole  Britanniche  nella  primavera  1850  [Coli.  Newcomé)  ed  una  volta  in 
Francia  (Museo  di  Boulogne);  non  conosco  altre  catture  europee. 

546.  Oestrelata  brevipes  (Peale),  Uccello  delle  tempeste  dalla  gola  Manca. 

Becco  nero  ;  parti  superiori  di  un  nero-lavagna  col  centro  del  dorso,  le  grandi 
cuopritrici  alari  e  le  cuopritrici  superiori  della  coda  grigie;  parte  posteriore  del  collo 
bianca;  fronte  e  guancie  bianche;  parti  inferiori  grigie  o  bianche,  colla  gola  sempre 
bianca;  lati  del  petto  di  un  grigio-lavagna;  timoniere  nero-grigie,  colle  laterali  gri- 
gio-pallide. 

Lunghezza  totale  0,m290;  becco  0,m033;  ala  0,ra220;  coda  0,m098  (timoniere  cen- 
trali) ;  tarso  0,'"028;  dito  mediano  e.  u.  0,m033;  dito  esterno  e.  u.  0,m033. 

Abita  l'Oceano  Pacifico,  giungendo  sino  ai  mari  Antartici;  è  accidentale  nelle 
Isole  Britanniche  (2),  ove  venne  colto  una  volta  soltanto  nel  novembre  1889 
(Brit.  Mas.). 


(')  Bonaparte  (Consp.   Av.   II,  p.   188,  1855)  scrisse  veramente  Aestrelata  ed  il  nome  venne  corretto 
dal  Newton  [Ibis,  1870,  p.   277)  con   Oestrelata. 

C)  Zoologìa,  1890,  p.  454;  Ibis,   1891,  p.  411.  pi,  IX. 


528  Ali. AMI     ORNITOLOGICO 


Genere  BULWERIA,  Bonapakte. 

Becco  lungo  quanto  la  tosta,  grosso  alla  base,  compresso;  narici  tubolari, 
dorsali,  corte,  separato,  dirette  all'innanzi  ed  all'in  su,  coi  tubi  nasali  carnosi  al- 
l'apice; ali  lunghe  ed  appuntite,  la  remigante  primaria  la  massima;  coda  lunga 
e  cuneata;  tarso  reticolato,  coi  piedi  interamente  palmati,  dito  interno  più  corto 
del  mediano  e  dell'esterno;  il  posteriore  assai  piccolo  ed  elevato;  unghie  ricurve; 
piumaggio  scuro  uniforme;  piedi  non  unicolori. 

Due  specie,  una  delle  quali  giunge  accidentalmente  in  Europa;  l'altra  detta 
B.  Mar  Gillivrayi  (Gr.)  abita  il  Pacifico  centrale  e  le  Isole  Figi. 

547.  Bulweria  Bulweri  (Jardine  &  Selby)  (*),   Uccello  delle  tempeste  di  Buhver. 

[  Bulweria  columbina  (Webis.  Berth.)]. 

Becco  nero;  tinta  generale  bruno-nerastro-fuligginosa,  più  chiara  di  sotto  e 
grigiastra  sulle  maggiori  cuopritrici  alari  e  sul  mento;   ali   e   coda  nere,  questa 

distintamente  cuneata;  piedi  rossiccio-bruni,  colle 
membrane  interdigitali  scure. 

Lunghezza  totale  0,ra280;  becco  0,m030;  ala 
0/"195;  coda:  0,m104  (timoniere  centrali),  0,m076  (ti- 
moniere laterali);  tarso  0,'"027;  dito  mediano  ed 
esterno  e.  u.  0,'"030;  dito  interno  e.  u.  0,'"024. 

Abita  Madera  e  le  Canarie;  questa  specie  venne 
trovata  anche  nelle  isole  Havaii,  Bonin  e  Volcano 
Testa  <ii  /■'.  Bulweri,  gr.  oat.  (al  sud  del  Giappone)  e  presso  Amoy  (Cina);  è  acci- 

dentale nelle  Isole  Britanniche,  ove  venne  colta  una 
volta  nel  maggio  1837  (Museo  di  Tori).  Sarebbe  accidentale  anche  in  Italia,  un 
maschio  colla  data  giugno  1898,  preso  vivo  in  alto  mare  davanti  a  Genova,  è 
nel  R.  Museo  di  Firenze  (Giglioli,  in  liti.) 


Sottofamiglia  FULMARINAE,   Fulmarini. 
Lati  del  palato  con  lamelle  più  o  meno  distintamente  sviluppate  (Sidri//'. 

Genere  FULMARUS,  Stephens. 

Becco  grosso  e  forte,  molto  ricurvo  all'apice,  più  corto  della  testa  e  del  tarso  ; 
tubo  nasale  alto  alla  base  e  grande;  narici  prominenti  lungo  il  solco  della  man- 
dibola superiore,  riunite  ed  alquanto  nascoste  nel  tubo  nasale  e  con  un   singolo 


(')  Procellaria  anjinho,  Beinoken,  in  Brewst.  Journ.  1829,  p.  231;  /'.  BuUaeri,  .lardine  &  Selby, 
III.  (ini.  pi.  65  (1829-35  :  Jardine,  Edinb.  ./unni.  \ut.  $  Geogr,  sc.  I.  p.  245  (1830  :  Puffinus  colum- 
hiniis,  Moq.  Tand.   (ini.  Omar.  p.   14  (1841). 


ATLANTE    OKNIT»  ll.Ocaco  529 


orificio  esterno;  ali  piuttosto  lunghe,  la  la  remigante  primaria  la  massima;  coda 
di  14  penne,  rotondata;  tarsi  robusti  e  compressi:  piedi  mediocri,  le  tre  dita  an- 
teriori riunite  da  una  membrana,  il  posteriore  rudimentale  e  munito  di  un'unghia 
conica;  colorito  chiaro,  ma  si  riscontra  anche  una  fase  scura. 

Questo  genere  abbraccia  tre  specie,  una  delle  quali  Europea,  le  altre  due 
abitano  il  Pacifico  settentrionale. 

548.  Fulmarus  glacialis  (Linnaeus),  Fulmaro. 

Parte  anteriore  del  becco  gialla,  biancastro  sui  lati,  coi  tubi  nasali  olivastri; 
mantello  e  cuopritrici  alari  di  un  grigio-periato;  remiganti  bruno-scure;  nel  resto 
il  colorito  generale  è  bianco,  variato  di  grigio  sui  lati  del  petto  e  sui  fianchi  (ad). 
Colorito  generale  grigio-cenerognolo,  lavato  di  bluastro;  parti  inferiori  più  pal- 
lide; remiganti  come  l'adulto  (giov.).  Esiste  anche  una  fase  scura  di  un  grigio 
uniforme,  più  chiaro  sulle  parti  inferiori. 

I  tubi  nasali  distinguono  tosto  questa  specie  da  qualunque  Lariiw,  cui  somiglia 
nel  colorito. 

Lunghezza  totale  0,'"470;  becco  0,m053;  ala  0,m330;  coda:  0,m123  (timoniere 
centrali),  0,m114  (timoniere  laterali):  tarso  0,'"051  ;  dito  mediano  e.  u.  0,'"066;  dito 
esterno  e.  u.  0,'"068. 

Abita  l'Oceano  Atlantico  settentrionale;  è  frequente  in  Islanda,  si  trova 
invece  raramente  nelle  Isole  Britanniche,  ma  nidifica  nella  Scozia  a  S.  Kilda,  età, 
nell'inverno  discende  in  Europa  sino  al  43°  ed  in  America  sino  al  Massachusetts. 
Non  venne  mai  trovato  nel  bacino  del  Mediterraneo. 

II  Saunders  esclude  dalla  lista  Britannica  e  quindi  dall'Europea  il  Daption 
capensis  (L.)  specie  propria  agli  Oceani  meridionali,  che  sembrava  essere  com- 
parsa tre  volte  in  Francia  (Degland  &  Gerbe)   ed   una  volta  in  Irlanda  (More). 


FamiCxLIa  DIOMEDEIDAE,  Diomede/di. 

Narici  laterali,  poste  alla  base  del  becco,  dirette  all' innanzi,  inserite  in  una 
guaina  cornea  e  separate  dal  culmine  che  è  largo;  la  remigante  primaria  la 
massima. 

Genere  DIOMEDEA,  Linnaeus. 

Becco  più  lungo  della  testa,  molto  robusto,  col  culmine  rotondo,  mediocre- 
mente compresso;  lati  della  mandibola  superiore  senza  solco  longitudinale  e  lisci: 
ali  lunghissime,  il  doppio  od  il  triplo  della  coda  e  molto  strette;  coda  corta,  ro- 
tonda; tarsi  corti  e  reticolati;  dito  mediano  più  lungo  del  tarso,  il  posteriore  man- 
cante; unghie  deboli  e  quasi  diritte.  Grande  statura. 

Nove  specie  costituiscono  questo  genere,  che  è  proprio  degli  Oceani  meridio- 
nali e  del  Pacifico  settentrionale.  Due  di  esse  vennero  comprese  nelle  Liste  Eu- 
ropee, ma  la  D.  exi/lans,  Linnaeus,  deve  esserne  esclusa,  non  essendo  abbastanza 

Atlante  ornitologico.  G7 


530  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


sicuri  i  dati  delle  sue  ealture  avvenute  molti  anni  or  sono  in  Norvegia  ed  in 
Francia  e  nel  1833  in  ((landa.;  cosi  pure  deve  cancellarsi  il  congenere  Tkalas- 
sogeron  ckloì'orhynckus  (6m.),  che  l'Esmark  asserì  preso  in  Norvegia  (1837)  e  l'Os- 
sifraga gigantea  (Gni.)  che,  secondo  Brehm,  sarebbe  stata  celta  sul  Reno. 

549.  Diomedea  melanophrys,  Boi  e,  Diomedea  dulie  ciglia  iure. 

Becco  corneo-giallastro,  più  scuro  all'apici  ;  testa  e  gastreo  bianchi;  una  fascia 
corta  nero-lavagna  davanti  e  dietro  l'occhio;  regione  interscapolare  cenerina; 
dorso  ed  ali  nero-brunastre;  coda  grigio-lavagna,  cogli  steli  bianchi:  cuopritrici 
inferiori  delle  ali  bianche,  nero-grigie  lungo  il  margine  dell'ala. 

Lunghezza  totale  0,m760;  becco  0,m132;  ala  0,m500;  coda  0,'"180;  tarso  0,'"083 ; 
dito  mediano  e.  u.  0,m122;  dito  esterno  e.  u.  0,,n116. 

Abita  gli  Oceani  meridionali,  giungendo  accidentalmente  nel  Nord  dell'Atlan- 
tico [Capitano  David  (ìray,  lat.  80°,  11'  N.,  e  long.  4  E.,  1878;  a  nordovest  delle 
Spitzbergen  (Museo  Peterhead);  Isole  Far  Oér,  1893  (Knud  Andersen);  Cambridg- 
shire,  1897  (Ibis,  1897,  pag.  625)]. 


Sottordine  PYGOPODES  -  Pigopodi. 


Becco  di  forma  variabile,  mai  del  tutto  membranoso  o  lamelloso  o  fornito  di 
borsa  golare;  narici  pure  di  varie  forme,  mai  tubolari  o  mancanti;  ali  corte,  ta- 
lora rudimentali;  coda  corta  o  quasi  mancante;  diti  palmati  o  lobati,  il  posteriore 
presente  (Alcidae  eccettuate);  nidiacei  in  parte  precoci,  in  parte  inetti;  sessi  si- 
mili, i  giovani  differenti  dagli  adulti;  piumaggio  fitto  ed  impermeabile. 

Questo  sottordine  comprende  quattro  famiglie  con  circa  50  specie,  delle  quali 
una  sembra  essere  certamente  oramai  del  tutto  estinta:  sono  uccelli  oceanici, 
che  si  ritirano  nei  laghi  entro  terra  o  sulle  coste  per  nidificare.  Camminano  assai 
a  mala  pena,  tenendo  posizione  eretta  col  tarso  quasi  del  tutto  appoggiato  a  terra 
e  colla  coda  che  serve  loro  come  punto  di  appoggio;  volano  invece  celeremente 
e  con  facilità  battendo  spessissimo  le  ali,  ma  se  inseguiti  di  solito  si  tuffano  com- 
parendo a  galla  dopo  notevoli  distanze,  che  coprono  aiutandosi  colle  ali  e  coi 
piedi;  si  può  dire  che  questo  sottordine  offra  tipi  nei  quali  la  funzione  nuotatoria 
è  perfezionata  al  sommo  grado.  Si  nutrono  quasi  essenzialmente  di  pesce.  Depon- 
gono poche  uova,  talora  uno  solo  in  un  rozzo  nido  posto  vicino  all'acque  o  nelle 
buche  delle  roccie. 

Una  specie  di  Alca  (Alca  impennis)  ed  il  sottordine  alfine  dei  veri  Pinguini 
(Impennes),  che  non  è  rappresentato  in  Europa,  sono  impotenti  a  volare,  quella 
perché  presenta  l'ala  troppo  piccola  pel  peso  del  corpo,  mentre  questi  mancano 
di  vere  e  proprie  remiganti  e  l'ala  serve  a  guisa  di  pinna  come  organo  pel  nuoto; 
alenili  specie  di  Impennes  offrono  inoltre  la  particolarità  ili  non  deporre  il  loro 
unico  uovo,  che  invece  portano  seco  in  una  borsa  temporanea  formata  da   una 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  531 


ripiegatura  addominale  i  Ferreaux),  con  notevole  analogia    a  quanto   succede   nel 
gruppo  dei  Mammiferi,  detto  dei  Marsupiali. 


Famiglia  COLYMBIDAE,   Colimbidi. 

Becco  subeguale  alla  testa,  robusto,  diritto,  compresso  ed  appuntito  verso 
l'apice;  redini  pennute;  narici  lineari  e  semichiuse  da  una  membrana;  ali  lunghe 
e  strette,  composte  di  penne  lunghe  e  rigide,  la  la  e  la  2'1'  delle  remiganti  pri- 
marie le  più  lunghe  e  subeguali  inter  se;  coda  corta,  rotonda,  composta  di  18  a 
20  penne  rigide;  gambe  sottili,  inserite  molto  all'indietro;  tarso  reticolato,  molto 
compresso  lateralmente  e  più  corto  del  dito  mediano  compresa  l' unghia;  tre  dita 
anteriori  riunite  da  una  membrana,  1'  esterno  il  massimo,  il  posteriore  è  bene 
sviluppato,  inserito  alla  stessa  altezza  degli  altri  e  riunito  all'interno  da  una 
membrana  floscia;  unghie  piatte. 

Questa  famiglia  comprende  un  solo  genere  con  cinque  specie,  proprie  delle 
latitudini  artiche  e  subartiche  delle  Regioni  Paleartica  e  Neartica  ove  nidificano, 
portandosi  verso  sud  all'epoca  delle  migrazioni.  I  piccoli  nascono  coperti  di  piu- 
mino e  divengono  precoci  in  breve  tempo;  mutano  due  volte  all'anno  ed  hanno 
abito  nuziale  distinto;  i  sessi  sono  uguali  in  piumaggio,  ma  i  giovani  differiscono 
dagli  adulti  e  impiegano  più  di  un  anno  ad  assumere  la  livrea  completa  di 
questi;  la  femmina  è  più  piccola  del  maschio.  Depongono,  in  un  nido  presso  il 
bordo  delle  acque,  due  o  tre  uova  bruno-scure,  con  macchie  nerastre. 


Genere  COLYMBUS    '>,  Linnaeus. 

I  caratteri  sono  gli  stessi  della  famiglia. 

Questo  genere  comprende  cinque  specie,  quattro  delle  quali  si  trovano  anche 
in  Europa;  tre  di  esse  giungono  anche  in  Italia  durante  le  migrazioni. 

550.  Colymbus  septentrionalis,  Linnaeus,  Strolaga  minore. 

[Strologa  piccola~\. 
[Tav.  XXIX,  flg.  1  e  2]. 

Parti  superiori  bruno-cenerognole,  talora  con  macchie  bianche  poco  distinte; 
parte  superiore  della  testa  con  macchiette  nerastre  su  fondo  grigio-cupo;  lati  della 
testa,  del  collo,  mento  e  gola  dì  un  grigio-scuro,  con  una  (/rande  macchia  triangolare 
castagno-vinata  sul  centro  del  collo;  nuca,  parte  posteriore  del  collo  e  lati  del  basso 
collo  nerastri  con  margini  bianchi  e  in  apparenza  striati;  gastreo  bianco,  con 
penne  scure  sui  fianchi  e  con  una  fascia  di  egual  colore  sulla  parte  più  bassa 
dell'addome;  coda  composta  di  18  a  20  penne  {ad.  inprim.).  Parti  superiori  bruno- 
cenerognole,  ciascuna  penna  con  due  macchie  bianche  appajate;  lati  della  faccia, 


(')  Cfr.  la  Nota  a  i>ag.  535. 


582  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


gola  e  gastreo  bianchi:  ascellari  bianche,  col  centro  delle  penne  scure;  fianchi 
brunastri,  con  margini  bianchi;  fascia  sul  basso  addome  brunastra  (ad.  iti  aut.). 
l'enne  delle  parti  superiori   marginate  'li  bianco,  anziché  macchiate  (giov.). 

Lunghezza  letale  0,ra630;  becco  0,m056;  ala  (V300;  coda  0™059;  tarso  o."<i70; 
dito  mediano  e.  u.  0,m084;  dito  esterno  e.  u.  0,m091. 

Abita  le  regioni  Artiche;  giunge  d'inverno  sino  al  Mediterraneo,  al  Mar  Caspio, 
alla  Cina,  alla  California  ed  alla  Florida.  È  discretamente  comune  in  Italia  du- 
rante la  stagione  fredda,  però  meno  abbondante  del  C.  areticus,  L.  e  più  facile  a 
trovarsi  nelle  provincie  settentrionali  e  eentrali,  che  non  nelle  meridionali  e  nelle 
[sole.  L'adulto  in  abito  di  primavera  è  sempre  rarissimo  tra  noi. 

551.  Colymbus  areticus.  Ltnnaeus,  Strolaga  messane/,. 

|  Tav.  XLV,  Bg.   Il'  e   13]. 

Parti  superiori  nero-lucide,  con  quattro  aree  di  macchie  bianche  semiquadrate, 
disposte  due  sulla,  parte  alta  del  dorso  e  due  sulla  regione  scapolare;  cuopritrici 
alari  macchiate  di  bianco;  testa  e  parte  posteriore  del  collo  di  un  grigio-tortora; 
davanti  del  collo  di  un  nero-porporino-cupo,  diviso  in  due  da  inni  fascia  bianca  a 
linee  nere:  lati  e  base  del  collo  e  lati  del  petto  striati,  cioè  a  penne  nere  margi- 
nate di  bianco;  fianchi  in  gran  parte  neri;  gastreo  bianco:  coda  composta  di  Hi 
a  18  penne  mi.  in  privi.).  Parti  superiori  cenerino-bruno-cupe,  più  chiare  sulla  testa 
e  sul  collo;  gola  e  tutte  le  parti  inferiori  bianche  eccetto  i  fianchi,  parte  delle 
sottocaudali  ed  una  fascia  sul  basso  addome  color  nerastro  (ad.  in  aut.-.  Simili, 
penne   delle   parti  superiori   con  margini  grigi  igiov.). 

Lunghezza  totale  0,'"680;  becco  0,'"062;  ala  0,m300;  codaO,ro062;  tarso  0,m068 ; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"10o;  dito  esterno  e.  u.  0,'"106. 

Abita  il  Nord  dell'Europa  e  dell'Asia:  giunge  d'inverno  sino  al  Mediter- 
raneo ed  al  Mar  Caspio.  È  specie  discretamente  abbondante  in  Italia  durante  la 
stagione  fredda,  comune  nelle  parti  settentrionali  ove  si  trova  talora  anche  di 
agosto,  meno  frequente  nelle  meridionali.  L'adulto  in  abito  di  primavera  è  raro. 
ma  capita  di  tanto  in  tanto  nel  Veneto  anche  nel  maggio  e  nel  giugno.  Non 
nidifica. 

552.  Colymbus  glacialis,  Linnaeis,  Strolaga  maggiore. 

[Tav.   XLV,    Bg.    10  o   11 J. 

Becco  nero;  parti  superiori  nero-lucide,  con  le  penne  ornate  di  macchie  nu- 
merose ovali  o  subrotonde  appajate  bianche,  più  grandi  sulle  scapolari,  più  rotonde 
e  più  piccole  sulle  cuopritrici  alari,  sul  groppone  e  sui  fianchi;  testa  e  parie  po- 
steriore del  collo  nere  tinte  di  porporino  sulla  cervice,  di  verde  sui  lati  della 
testa  e  del  collo  e  sulla  gola,  con  tre  bande  di  penne  nere  marginate  di  bianco. 
l'ima  attraverso  la  base  della  gola  e  le  altre  due  più  larghe  su  cadauno  dei  due 
Iati  del  collo  a  forma  di  collare  interrotto;  lati  del  basso  collo  ed  alto  petto  neri, 
striati  di  bianco;  resto  del  gastreo  bianco,  con  una  fascia  bruno-nerastra  sul  basso 
addome,  parte  delle  sottocaudali  di  egual  colore;  coda  di  20  penne  (ad.  in  prim.). 
l'arti  superiori  bruno  scure,  con  margini  cenerino-grigi,  testa   e   collo   più   scuri; 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  588 


parti  inferiori  intieramente  bianche,  eccetto  i  fianchi  che  sono  eguali  al  dorso; 
la  banda  del  basso  addome  e  parte  delle  lunghe  sottoeaudali  brunastre  (ad.  in 
aut.).  Simile,  ma  col  becco  più  corto  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,ra800;  becco  0,ro086;  ala  0,m370;  oda  0,m075;  tarso  0,m078; 
dito  mediano  e.  u.  0,m120;  dito  esterno  e.  u.  0,m126. 

Abita  le  parti  Artiche  dell'America  nordica,  dell'Asia  nord-orientale  e  dell'Eu- 
ropa nord-occidentale;  giunge  d'autunno  sino  al   bacino   del  Mediterraneo  ed   al 


<_-- 


Becco  ili   C.  glacialis,  gr.  nat. 


■v  ■■■.'•■ 


Becco  «li  C.  arcticus,  gr.  nat. 


golfo  del  Messico.  In  Italia  è  specie  invernale  e  molto  rara,  compare  più  che 
altro  nell'Alta  Italia  e  specialmente  nell'Estuario  Veneto,  sul  Lago  di  Garda 
(Coli.  Arrigoni  Begli  Oddi),  nelle  grandi  Valli  alle  foci  del  Po  (Coli.  Arrigo-ni  Begli 
Oddi);  venne  presa  anche  in  Liguria  dì.  Museo  di  Firenxe),  a  Orbetello  (Coli. 
Conte  Bella  Gherardesca),  a  Taranto  (Giglioli)  e  pare  anche  in  Sardegna  i Salva- 
dori).  Gli  individui  in  abito  di  primavera  completo  sono  particolarmente  rari,  in 
generale  capitano  in  livrea  giovanile  od  autunnale  e  siccome  in  tal  caso  è  facile 
scambiarlo  col  C.  arcticus,  così  figura  in  molti  Cataloghi  ed  in  molte  Eaccolte, 
mentre  realmente  trattasi  invece  di  individui  appartenenti  a  quest'ultima  specie; 
i  soggetti  di  C.  glacialis  presi  in  Italia  sono,  a  parer  mio,  estremamente  pochi.  La 


534  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


differenza  tra  lo  due  specie  (ad.  in  ab.  d'aut.  e  giov.)  consiste  sopratutto  nella  gros 
stv./.a  del  becco  che  è  rilevante  nel  C.  glacialis,  il  ([naie  presenta  inoltre  la  man- 
dibola inferiore  col  tratto  dalla  gonide  all'apice  decisamente  volto  all'in  su,  mentre 
esso  è  diritto  nel  <  '.  arrlinis;  la  statura  poco  vale,  trovandosi  dei  C.  arctieus  ili 
grandi  dimensioni,  più  di  0,'"800  e  dei  C.  glacialis  giovani  di  0,m720  in  lunghezza 
totale,  sebbene  di  regola  questo  sia  sempre  considerevolmente  maggiore  di  (niello. 

553.  Colymbus  Adamsi,  G.  Et.  Gray,  Strolaga  dal  becco  giallo. 

[Tav.  XI, VII,  fig.   18]. 

Simile  al  C.  glacialis,  ma  il  becco  è  giallo  o  bianco-giallastro  col  culmine  quasi 
del  lutto  diritto,  mentre  è  curvato  all'ingiù  nel  C.  glaeialisf  l'angolo  della  gonide 
è  molto  più  accentuato  che  nel  C.  glacialis;  basso  dorso  e  groppone  immacolati;  gola 
con  riflesso  porporino  e  non  verde-cupo;  banda  trasversale  sulla  gola  di  otto  strie 
bianche  (12  nel  C.  glacialis),  quelle  del  collo  dicci  (20  nel  C.  glacialis);  coda  di  18 
penne  (ad.  in  pri-m.).  Simile  a  quello  del  C.  glacialis;  il  becco  ha  forma  differente 
ed  il  suo  colorito  è  di  un  bianco-avorio  (ad.  in  atri,  e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"830;  becco  0,'"090;  ala  0,ra380;  coda  0,'"066;  tarso  0,"'osi;; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"121;  dito  esterno  e.  u.  0,'"129. 

Abita    le    regioni   Artiche   dell'America  e  dell'Asia;    giunge    d'inverno    nella 
Russia  settentrionale,  nella  Norvegia,  più  di  rado  nelle  Isole  Britanniche  e  acci 
dentalmente  in  Austria.  È  specie  rara  nelle  Collezioni. 


Famiglia  PODICI  PEDI  DA  E,  Podicipedidi. 


Becco  come  i  Colga////,  ma  di  solito  più  debole  [tranne  nel  gen.  Americano 
Podilymbus,  Lesson(1)];  narici  lineari  od  ovali;  redini  nude;  ali  molto  corte  e  con- 
cave, colle  remiganti  primarie  coperte  dalle  penne  interne  quando  l'ala  è  chiusa: 
coda  con  le  timoniere  imperfette  e  ridotta  ad  un  semplice  ciuffo  di  penne  a  piu- 
mino; gambe  inserite  molto  all'indietro;  tarsi  assai  corti,  compressi  e  scudettati  : 
piedi  lobati  colle  dita  piatte,  le  anteriori  semipalmate,  cioè  munite  di  larghi  lobi  lati  rati 
riuniti  alla  base;  dito  posteriore  inserito  più  in  alto  del  livello  degli  altri  diti,  il 
mediano  unito  all'esterno  da  una  membrana  basilare  più  estesa  che  non  nel  dito 
interno;  unghie  corte,  piatte,  un  po'  simili  alle  umane. 

I  piccoli  nascono  coperti  di  piumino  e  dopo  poche  ore  sono  atti  a  nuotare 
(precoci)  Mutano  d'autunno,  perdendo  di  primavera  le  piccole  penne  ed  assumendo 
una  livrea  nuziale  caratteristica;  il  piumaggio  è  molle  e  fittissimo. 

Questa  famiglia  comprende  tre  generi  con  circa  ventitre  specie  sparse  su 
tutto  il  Globo,  delle  quali  cinque  abitano  anche  l'Europa.  Hanno  i  costumi  dei 
Colimbidi,  ma  abitudini  meno  oceaniche,  abitando  comunemente  anche  i  fiumi  ed 


(')  Lo  Sbarpe  ebbe  un  individuo  di  /'.  podicipes  (L.)  coli '1  gennaio  1881  a  Radipole  (Inghil- 
terra). Credo  trattisi  ili  qualche  soggetto  fuggito  di  schiavitù.  E  specie  propria  all'America  settentrionale, 
centrale  e  meridionale. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  535 


i  laghi;  se  scorgono  qualche  pencolo  non  prendono  il  volo,  ma  si  sommergono 
di  botto,  ricomparendo  a  galla  ad  una  notevole  distanza.  Gli  adulti  nell'abito  pri- 
maverile sono  molto  differenti  da  quello  autunnale  e  dal  giovanile  avendo  ciuffi  e 
collaretti  tinti  in  colori  brillanti,  la  mancanza  di  coda  dà  ad  essi  una  fisonomia 
grottesca;  il  gastreo  è  di  solito  di  un  bianco  sericeo  e  gli  adulti  d'autunno  per- 
dono cosi  ad  un  tratto  tutte  le  remiganti  da  rimanere  per  qualche  tempo  impo- 
tenti a  volare,  come  avviene  nelle  Anitre.  Il  piumaggio  bianco-sericeo  di  molte 
specie  è  impiegato  efficacemente  per  confezionare  manicotti,  collari  ed  altri  og- 
getti di  pellicceria  ed  è  noto  sotto  il  nome  di  Orebe,  però  ha  un  valore  commer- 
ciale limitato. 


Genere  PODICIPES  ('),  Latham. 

Becco  non  più  lungo  della  testa,  quasi  diritto  o  col  culmine  leggermente 
curvato  all'ingiù  verso  l'apice,  e  la  mascella  inferiore  rivolta  all'in  su;  le  penne 
morbide  della  testa  e  del  collo  formano  in  generale  ciuffi  o  collaretti  di  vario 
genere;  remiganti  2e  eguali  o  non  più  corte  delle  primarie;  tarso  compresso  come 
la  lama  di  un  coltello,  posteriormente  dentellato,  scudettato,  corto  e  molto  più 
corto  del  dito  mediano  con  unghia. 

Questo  genere  consta  di  una  ventina  di  specie,  il  cui  abitato  è  cosmopolita, 
cinque  di  esse  appartengono  anche  all'Avifauna  Europea. 

554.  Podicipes  fluviatilis  (Tunstall),  Tuffetto. 

|  Podiceps  fluviatilis  (Tunst.),  P.  minor  (Gm.)]. 

[Tav.  XLV,  tìg.  8  e  9]. 

Parti  superiori  bruno-nero-lucide;  Diruto  nero;  lati  della  testa,  parte  laterale 
ed  anteriore  del  collo  di  un  fulvo-castagno;  petto  nerastro,  con  sfumature  grigie  ; 
addome  nero  e  bianco;  becco  nero,  coll'apice  chiaro;  pelle  nuda  delle  redini  e 
della  base  della  mandibola  inferiore  gialla,  nera  davanti  all'occhio  (ad.  in  prim.). 
Parti  superiori  bruno-scure;   mento   ed   alta  gola   color  bianco;   addome   bianco- 


II  1  primi  Autori  Sfrissero  Podiceps  ed  il  Glogor  tJouni.  f.  Gru.,  1851,  p.  430  nota)  corresse  con 
Podicipes,  da  podici»  =  deretano  e  pes  =  piede. 

Witti  reference  to  tbe  use  of  this  generic  nume  l'or  the  Grebes,  Mr.  Ridgway  (Proc.  U.  S.  Nat.  Mus., 
1882,  p.  42)  has  written  as  follows:  —  «  Linnaens  nuited  the  Grebes  and  tbe  Loons  or  Divers  in  tbe 
sanie  genus  Columbus,  but  in  1760  Brisson  liad  already  separated  tbe  Loons  troni  the  Grebes,  retaining 
tbe  nane  Colymbus  fior  the  bitter.  In  1777  Scopoli  followed  bis  example.  Ten  years  later  Latham  applied 
tbe  name  Podiceps  to  tbe  sanie  groups,  this  consequently  beiug  a  mere  synouim  of  Columbus  as  rostricted 
li.v  Brisson».  Mr.  Ridgway  and  the  authors  of  the  «  American  Check-list»  therefore  uso  Colymbus  for 
the  Grebes,  and  Urinator  of  Cuvier  for  the  Divers.  Against  this  view  I  may  state  that  botb  Brisson  and 
Seopoli  really  intended  but  did  not  succeed  in  separati ng  the  Grebes  from  tbe  Loons,  as  the  generic 
appellations  proposed  by  tbem  for  the  Loons  (viz.  Mergus  and  Cria)  were  liotb  preoccupied.  Tberefore 
tbiiigs  remaiued  as  tbey  were  when  Linné  made  bis  genus  Colymbus  (to  embrace  Loons  and  Grebes) 
iiiit.il  Latham  created  Podiceps  for  the  Grebes,  this  having  boeu  tbe  first  legai  subdivisiou  of  the  genus 
Columbus.  L.  (Berlepsch,  H.,  &  Stolzmann,  J.,  A  now  Species  of  Grebe  troni  Central  Peni,  Ibis,  1894. 
p.   109). 


336 


ATLANTI'.    <  IKN IMO 


sericeo,  resto  delle  parti  inferiori  bruno  rossiccio   mi.  in  tini.).  Simile,  strie  scure 
sui  lati  della,  testa  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m230;  becco  0,,n020;  ala  0,m082;  tarso  0,m031;  dito  mediano 

e.  u.  o.'"o|<.l;  dito  esterno  e.  u.  0,m050. 

Abita  le  regioni  eentrali  e  meridionali  d'Europa  e  le  centrali  dell'Asia.  È  sta- 
zionario e  nidificante  in  Italia,  ma  più  abbondante  nell'autunno  e  nell'inverno  per 
l'arrivo  degli  individui  migranti  dal  Nord. 

555.  Podicipes  auritus  (Linnaeus),  Svasso  cornuto. 

[Podiceps  auritus    l..>,  P.  cornutus  (Gm.j]. 

[Tav.  xlv,  fig.  5  e  iì  ]. 

Becco  diritto,  uno  spaxio  nudo  tini  becco  all'occhio;  remiganti  primarie  e  le  tre 
secondarie  esterne  bruno-scure. 

Parti  superiori  nerastre,  con  marginature  grigie;  pileo,  mento,  gola  ed  un 
collare  cospicuo  color  nero;  un  ciuffo  di  penne  lunghe  giallo-lionate  dietro  ciascun 


Becco  ili   /'.  auritus,  et.  nat. 


Becco  di   /'.  nigricollis,  gr.  nat. 


occhio;  parte  anteriore  e  laterale  del  gozzo,  alto  petto  e  fianchi  di  un  rosso- 
castagno;  petto  ed  addome  color  bianco-sericeo  {ad.  in  prim.).  Pileo  e  parti  su- 
periori nerastre;  gola,  gote  e  resto  delle  parti  interiori  di  un  bianco-sericeo  [ad. 
in  tini,  e  giov.). 

Lunghezza  totale  0,m350;  becco  0,"'02f>;  ala  0,m140;  tarso  0,,n042;  dito  mediano 
e.  u.  0,'"056;  dito  esterno  e.  u.  0,'"060. 

Abita  le  regioni  Artiche;  d'inverno  migra  irregolarmente  in  Europa,  però 
nidifica  nella  Scandinavia,  in  Russia  ed  in  Danimarca,  giunse  pure  in  Cina  e  negli 
Stati  Uniti  d'America  (in renio).  In  Italia  è  specie  di  comparsa  irregolare  e  rara, 
rarissima  nell'abito  di  adulto  in  primavera;  venne  presa  solo  nelle  parti  setten- 
trionali e  nelle  centrali;  l'ebbi  in  giugno  dal  Veneto  e  dalla  Toscana,  ma  non 
credo  nidifichi. 


556.  Podicipes  nigricollis,  Bkehm,  Svasso  piccolo. 

L  Podiceps  nigricollis.   Hhkiim,  >'™«n  dal  collo  nero']. 
[Tav.   XLV,   fig.   7]. 

Becco  limilo  all'in  su;  le  quattro  remiganti  primarie  interne,  ili  un  bianco-puro. 
Testa,  collo,  petto  e  parti  superiori  nere,  dietro  gli  occhi  una  stria  di   penne 


ATLANTE    OHXITllI.tKIICO  537 


lunghe  e  sottili  giallo-dorate;  base  del  davanti  del  collo,  lati  del  corpo  e  fianchi 
color  castagno;  petto  ed  addome  di  un  bianco-sericeo  (ad.  in  prim.).  Gli  adulti 
d'autunno  ed  i  giovani  sono  molto  simili  a  quelli  del  P.  auritus,  colla  differenza 
della  forma  del  becco  e  delle  i  remiganti  primarie  interne  sempre  bianche. 

Lunghezza  totale  0,m320;  becco  0,VD025;  ala  0,m132;  tarso  0,n,043;  dito  mediano 
e.  u.  0,'"054;  dito  esterno  e.  u.  0,m059. 

Questa  specie  abita  le  contrade  centrali  e  meridionali  d'Europa,  l'Africa  fino 
al  Transvaal  ed  al  Capo  di  Buona  Speranza  e  l'Asia  centrale  sino  alla  Cina  ed 
Giappone.  Verso  Nord  nidifica  sino  nelle  Isole  Britanniche,  dubbiosamente  in  Da- 
nimarca; sembra  sia  accidentale  in  Islanda,  quantunque  non  abbiamo  prove  si- 
cure (Slater).  In  Italia  è  specie  di  passo  ed  invernale,  comune;  però  nidifica  ed  è 
quindi  stazionaria  in  parecchie  provincie  (Veneto,  Toscana,  Sicilia,  etc). 

557.  Podicipes  griseigena  (')  (Boddaert),  Svasso  dal  collo  rosso. 
L  Podiceps  griseigena  (Bodd.),  Svasso  collo-rosso ]. 
[Tav.  XLV,  fig.  4]. 

Parti  superiori  bruno-nerastre,  con  una  ombreggiatura  verdastro-lucida;  le 
penne  della  cervice  considerevolmente  allungate  a  ciuffo;  penne  delle  guancie, 
del  mento  e  della  gola  non  dilungate  e  cenerine,  tale  tinta  limitata  da  una  fascia 
bianchiccia  molto  cospicua  sotto  l'occhio;  parte  anteriore  e  laterale  del  collo  e 
gozzo  di  un  rosso-castagno,  più  pallido  sull'alto  petto;  petto  ed  addome  di  un 
bianco-sericeo,  macchiato  di  cenerino  poco  accentuato  imi.  in  prim.).  Parti  supe- 
riori tinte  di  brunastro;  lati  della  testa  bianchicci,  con  fascie  longitudinali  nera- 
stre; collo  cenerino  sulla  parte  anteriore  e  senza  tinte  castagne  (mi.  in  aut.).  Simile 
all'adulto  in  autunno,  ma  col  collo  tinto  di  rossiccio  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"400;  becco  0,'"042;  ala  0,m182;  tarso  0,m052;  dito  mediano 
e.  u.  0,'"067;  dito  esterno  e.  u.  0,'"075. 

Nell'abito  d'autunno  e  di  giovane  questa  specie  potrebbe  talora  confondersi 
col  P.  cristatus,  ma  la  mancanza  di  sopracciglio  e  del  bianco  sulle  redini  la  distin- 
guono a  priori. 

Abita  l'Europa  e  l'Asia  occidentale;  migra  verso  sud  sino  al  Mediterraneo  ed 
all'Africa  settentrionale.  In  Italia  è  ovunque  specie  piuttosto  rara  e  di  comparsa  ir- 
regolare nelle  parti  centrali  e  meridionali  ;  nel  Veneto  invece  è  discretamente 
abbondante,  vi  arriva  nell'agosto  e  si  trattiene  fino  in  primavera,  non  è  però 
egualmente  distribuita  tutti  gii  anni  e  sempre  difficile  ad  aversi  nell'abito  com- 
pleto di  nozze;  è  pure  uccello  raro  nelle  provincie  nord-occidentali.  Conservo 
venticinque  esemplari  colti  in  Italia,  tra  i  quali  uno  preso  in  Sardegna,  ove 
sembrava  non  giungesse.  Non  nidifica. 

558.  Podicipes  cristatus  (Linnaeus),  Svasso  maggiore. 

[Podiceps  cristatus  (L.)]. 

[Tav.    XLV,    fig.    1,    2   e   3]. 

Penne  dell'omero  di  un  bianco  quasi  /mr<>;  piccole  euopritrici  alari  bianche,  formanti 
ami  larga  ha/ala  lungo  il  mari/ine  interno  dell'ala. 


(')  Columbus  grisegena,  Boddaert,  1783,  ma  va  scritto  invece  griseigena,  da  griseus  =  grigio  e  gena 
=  gote. 

Atlante  ornitologico.  68 


538  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


Partì  superiori  bruno-cenerine,  tendenti  al  nerastro;  cervice  e  due  ciuffi  al- 
lungati sulla  parte  laterale  della  stessa  di  un  nero  leggermente  verdastro;  redini, 
spazio  oftalmico  e  penne  delle  guancie  bianche  volgenti  al  rossigno,  esse  sono  al- 
lungate e  sottili  e  formano  colle  lunghe  penne  della 
parte  posteriore  della  testa  un  collare  castagno-fulvo, 
che  è  incorniciato  di  nero  dalle  penne  allungate  del 
collo  disposte  a  collaretto  sviluppatissimo;  collo  e  parti 
inferiori  bianco-sericee,  coi  fianchi  tinti  di  castagno- 
rossiccio   e   terminati   di   cenerognolo-brunastro   (ad. 
in    prim.).   Simile,  i   ciuffi   laterali  ed  il  collare  sono 
^  molto  più  corti  ;  redini  ed  una  stria  sull'occhio  color 

bianco  (ad.  in  aut.).  Simile,  testa   e   collo  con  fascie 

resta    i     .  entatnt,  longitudinali  grigio-  brunastre;  ciuffi  laterali  e  colla- 

1  j  gr.  nnt.  °  °     ° 

retto  del  tutto  mancanti;  nel  1°  anno  d'età  le  fascie 

sid  collo  e  sulla  testa  sono  mancanti  e  tali  parti  lavate  di  bruno  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"530;  becco  0,m053;  ala 0,m190;  tarso  (V063;  dito  mediane 
e.  u.  0,'"(i7  1;  dito  esterno  e.  u.  0,"'07(>, 

Abita  l'Europa,  il  Nord  dell'Asia,  l'India,  l'Africa  e  l'Australia.  E  uccello  co- 
mune e  sedentario  in  Italia,  ma  più  abbondante  durante  la  fredda  stagione.  Nidifica 
ovunque  trovi  località  adatte,  sembra  che  allevi  due  covate,  luna  nel  maggio  e 
l'altra  in  luglio. 

Pare  che  il  /'.  longirostris,  Bp.,  citato  pella  Sardegna,  altro  non  sia  che  ì'Aech- 
mophorus  major  (Bodd.)  dell'America  meridionale;  questa  specie  va  cancellata 
dal  novero  delle  Europee,  perchè  l'individuo  preso  in  Sardegna  aveva  prove- 
nienza esotica. 


Famiglia  ALGIDA  E,  Aloidi. 

Becco  corneo,  senza  lamelle,  di  forma  assai  variabile  e  talvolta  fornito  di 
strane  appendici  e  solchi  o  brillantemente  colorite:  narici  variabili,  ma  non  tabu- 
lari; redini  piumate;  ali  e  coda  corte;  gambe  inserite  molto  all'indietro ;  tarso  di 
solito  non  compresso  lateralmente,  più  corto  od  uguale  al  dito  mediano  con 
unghia;  diti  tre  anteriori  riuniti  da  una  membrana  completa,  il  posteriore  manca, 
il  dito  mediano  è  il  più  lungo. 

Questi  uccelli  hanno  forma  tozza;  nascono  coperti  di  piumino  e  sono  precoci, 
cioè  possono  nuotare  appena  sgusciati  dall'uovo;  mutano  completamente  nel  set- 
tembre e  cangiano  le  piccole  penne  di  marzo,  assumendo  l'abito  di  primavera. 

Questa  famiglia  comprende  circa  26  specie  sparse  pei  mari  Artici,  ove  si  tro- 
vano in  grandi  quantità  e  dove  rappresentano  i  Pinguini  delle  regioni  Antartiche: 
sono  uccelli  essenzialmente  gregari  e  d'inverno  migrano  portandosi  verso  sud, 
ma  non  arrivano  però  all'Equatore.  Nuotatori  per  eccellenza,  si  sommergono  per 
abitudine,  volano  rapidamente  e  battendo  spessissimo  le  ali,  tranne  una  specie 
che  è  inetta  al  volo;  si  nutrono  quasi  esclusivamente  di  pesce:  depongono  da 
uno  a  tre  uova,  senza  costrurre  nido  sulle  roccie  nude  od  in  qualche  crepaccio 
delle  stesse.   Alcuni   generi  (Fraterctda,  Lurida,  etc),   portano   sui   lati  della  testa 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  539 


ciuffi  ornamentali,  appendici  o  solchi  sul  becco  coloriti  brillantemente  e  che  ca- 
dono di  solito  verso  settembre,  cioè  appena  finita  la  stagione  delle  nozze  nello 
stesso  modo  col  quale  gli  uccelli  perdono  comunemente  le  penne.  Vanno  talora 
soggetti  ad   anomalie  di  colorito. 


Sottofamiglia  ALCINAE,  Airi  ni. 

Inserzione  delle  penne  sulle  redini  che  si  protrae  almeno  [ino  al  borilo  posteriore  ilei 
l'apertura  nasale,  che  è  esposta  o  sormontata  e  parzialmente    nascosta    ila   dense  penne 
diluiate,  che  possono  estendersi  fino  al  margine  anteriore  (Ogilvie-Granti. 

Questa  sottofamiglia  comprende  sette  generi  con  17  specie,  otto  delle  quali 
fanno  parte  anche  dell'Avifauna  Europea.  Non  ho  creduto  di  dividere  generica- 
mente in  questo  lavoro  generale  le  due  specie  di  Alene,  ma  ne  indicherò  i  tratti 
caratteristici. 


Genere  ALCA,  Linnaeus. 

Becco  alto,  piuttosto  lungo,  fortemente  compresso  e  con  solchi  trasversali 
presso  l'apice,  colla  mandibola  superiore  fortemente  curvata  all'ingiù  ed  uncinata 
presso  l1  apice  e  l' inferiore  ascendente  sulla  sua  linea  dorsale  e  concava  verso 
la  punta,  entrambe  coperte  di  penne  nella  metà  basilare;  narici  laterali,  lineari, 
mediane,  colle  aperture  in  gran  parte  coperte  di  penne;  ali  corte;  coda  mediocre, 
cuneata,  di  12  o  14  penne;  tarso  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia;  unghie 
ottuse  e  leggermente  curvate. 

Due  specie  compongono  questo  genere,  una  delle  quali  estinta  da  pochi  anni. 

a)  Coda  composta  eli  14  penne;  impennatura  tra  le  branche  della  mandibola  inferiore 
distintamente  estesa  al  di  là  di  una  linea  verticale  tirata  ded  bordo  anteriore  dell'aper- 
tura nasale  Statura  molto  elevata;  lunghezza  totale  di  circa  0,m760  (genere  Plautus, 
Brunii.).  (Ogilvie-Grantj.  Una  sola  specie. 

559.  Alca  impennis,  Linnaeus,  Alca  maggiore. 

[Tav.  XLVII,  fig.   14]. 

Becco  con  6  a  10  solchi  bianchi;  testa  e  collo  per  intero  di  un  nero-verda- 
stro; una  grande  macchia  bianca  ovale  sulle  redini;  parti  superiori  nere;  apici 
delle  remiganti  2"  e  gastreo  di  un  bianco-puro;  coda  di  14  penne  (ad.  in  prim.). 
Simile,  mento,  gola  e  lati  dell'occipite  bianchi  (ad.  in  aut.).  Simile,  un  minor  nu- 
mero di  solchi  sul  becco  (da  2  a  3)  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,'"800;  becco  0,'"100  (dalle  penne  della  fronte  all'apice),  al- 
tezza massima  del  becco  alla  base  0,'"040;  ala  0,,n160;  coda  0,'"078;  tarso  0,'"056; 
dito  mediano  e.  u.  0,m087. 

Questa  specie,  ora  estinta,  abitava  le  coste  e  le  isole  dell'Atlantico  nord-oc- 
cidentale al  sud  del  Circolo  Artico  e  venne  presa  inoltre  in  Francia,  in  Germania, 
nelle  Isole  Britanniche,  in  Danimarca  e  nella  Scandinavia,  nidificava  a  S.  Kilda 


")40  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


(Scozia  :  l'ultimo  esemplare  sarchile  stato  ucciso,  «  quel  che  pare,  tra  il  1859  ed  il 
lsiin  in  (iroenlandia,  ma  la  notizia  sembra  poco  esatta  [Colliri  . 

Simo  circa  80  i  soggetti  conservali  nelle  varie  Raccolte  d'Europa  e  d'America, 
cinque  dei  quali  nei  Musei  Italiani  [RR.  Musei  ili  Torino,  di  Pisa,  di  Firenze,  di 
Roma  (l)  e  Museo  Civico  di  Milano,  nel  B.  Museo  di  Bologna  esiste  un  pezzo  incom- 
pleto). Oltre  i  79  o  80  esemplari  montati,  si  conoscono  da  23  a  24  scheletri  più 
o  meno  completi,  da  850  a  861  singole  ossa,  due  o  tre  preparati  fisiologici  e 
72  uova  (Orieve).  Oltre  gli  esemplari  delle  Raccolte  Italiane,  ebbi  la  fortuna  di 
vedere  quelli  conservati  nei  seguenti  Musei  esteri:  Amsterdam,  Berlino,  Brun- 
swick, Bruxelles,  Cambridge,  Dresda,  Edimburgo,  Graz,  Leida,  Londra,  Newcastle 
(ove  è  conservato  1'  unico  soggetto  giordane,  che  si  conosca),  Parigi,  Braga.  Stra- 
sburgo, Vienna  e  Coli,  del  Barone  de  Selys-Longchamps).  Questi  esemplari  salirono 
a  prezzi  favolosi,  vuoisi  fino  a  20,000  franchi;  quello  comperato  nel  1895  dal 
Museo  di  Edimburgo  raggiunse  il  prezzo  di  circa  9000  lire  e  1'  uovo  nell'istesso 
giorno  quello  di  5000  lire,  l'ultimo  uovo  venduto  a  Londra  nel  luglio  1899  ap- 
parteneva al  compianto  mio  amico  il  Barone  d'Hamonville  e  venne  pagato  circa 
8000  lire.  Questa  specie,  per  la  cortezza  delle  sue  ali  rispetto  al  corpo  massiccio, 
non  poteva  volare  e  questa  fu  la  causa  principale  della  sua  distruzione  avve- 
nuta nel  secolo  scorso  (1800). 


b)  Coda  composta  ili  li'  penne;  impennatura  tra  le  branche  della  mandibola  inferiore 
estesa  sino  a  toccare  una  linea  verticale  tirata  dal  limilo  anteriore  dell'apertura  nasale. 
statura  moderata;  lunghezza  intuir  ili  circa  0"', 450  (gen.  Alca,  L.).  (Ogilvie-Grant). 

560.  Alca  torcia.  Linnaeus,  Gazza  marina. 

[  Utamannia  turila    L.iJ. 
[Tav.   XMX.   fig.  8]. 

Testa,  collo  e  parti  superiori  nere,  con  riflessi  verdi;  remiganti  2"  strettamente 
terminate  di  bianco,  in  forma  di  una  distinta  banda  trasversale  sull'ala  piegata; 
una  stretta  stria  dalla  base  della  mandibola  superiore  all'occhio  (come  fosse  una 
piegatura)  e  parti  inferiori  dal  collo  in  giù  bianche;  becco  nero,  con  una  banda 
trasversale  arcuata  bianca  nel  centro  su  ogni  lato  e  due  o  tre  solchi  tra  essa  e 
l'apice  del  becco;  coda  di  12  penne  (ad.  in  prim.).  Mento,  gola,  lati  della  testa, 
regione  dietro  l'occhio  e  collo  bianchi;  manca  od  è  incompleta  la  stretta  stria 
dal  becco  all'occhio  [ad.  in  aut.).  Simile,  becco  meno  alto,  nero,  liscio,  cioè  senza 
i  solchi,  né  la  linea  centrale  trasversale  (giov.  . 

Lunghezza  totale  0,m400:  becco  0,m050  alalie  penne  della  fronte  all'apice), 
altezza  massima  del  becco  alla  base  0,'"021;  ala  0,'"185;  coda  0,'"100;  tarso  0, '"033; 
dito  mediano  e.  u.  0,m046. 

Abita  le  parti  settentrionali  della  Regione  Paleartica  e  della  Neartica;  giunge 
d'inverno  verso  sud  fino  al  bacino  del  Mediterraneo  ed  alle  Canarie,  ed  alla  Nuova 
Inghilterra  dal  lato  Americano.  In  Italia  è  specie  di  comparsa  irregolare  e  piut- 
tosto rara;  in  alcuni  anni  però  capita  in  abbondanza  nel  Mediterraneo  (Liguria.  To- 


i     l\>suiiiplari>  <'<>ni]>iT:it<>  ila   S.   M.   il    KV   Vittorio  Emanuele   II   nel    isti?. 


ATLANTI'.    ORNITOLOGICO  ")41 


scana,  Sardegna)  ed  è  sempre  di  gran  lunga  più  scarsa  nell'Adriatico,  special- 
mente nel  Golfo  di  Venezia  e  sul  litorale  dalmato-croato;  venne  presa  in  ogni 
stagione,  ma  più  che  altro  d'inverno. 


Genere  ALLE,  Link. 

Becco  molto  più  corto  della  testa,  forte,  alquanto  curvato  all'ingiù  sul  cul- 
mine, più  alto  che  largo  alla  base,  intaccato  presso  l'apice  di  entrambe  le  man- 
dibole e  con  solchi  poco  distinti  sulla  superiore;  narici  rotonde,  laterali,  basilari  e 
in  parte  coperte  di  penne;  ali  e  coda  corte,  questa  arrotondata  e  composta  di  12 
penne;  gambe  inserite  molto  all'indietro;  tarso  compresso,  scudettato  anterior- 
mente, più  corto  del  dito  mediano  con  unghia;  tre  sole  dita  rivolte  in  avanti  e 
completamente  palmate;  unghie  compresse  ed  acute;  statura  piccola. 

Una  sola  specie  compone  questo  genere. 

561.  Alle  alle  (LlNNAEUS),   Gazza  marina  minore. 
[Mergulus  alle  (L.)]. 

Becco  nero;  cervice  e  parti  superiori  nere,  con  riflessi  verdi;  lati  della  testa 
collo  ed  alto  petto  di  un  nero-fuligginoso;  petto,  addome,  apici  delle  remiganti  2C  e 
margini  delle  scapolari  laterali  bianchi;  coda  di  un  nero-grigiastro  (ad.  in  prim.). 
Simile,  mancano  i  riflessi  verdi;  parte  bassa  delle  guancie,  lati  della  nuca,  mento, 
gola,  davanti  del  collo  e  parti  inferiori  bianche,  quest'ultime  macchiate  di  scuro 
più  distintamente  sui  fianchi  (ad.  in  aut.).  Simile,  mancano  i  riflessi  sulle  parti 
superiori;  becco  più  piccolo  (c/ior.). 

Lunghezza  totale  0,'"225;  becco  0,'"017  (dalle  penne  della  fronte  all'apice), 
altezza  massima  del  becco  alla  base  0,'"010;  ala  0,'"126;  coda  0,'"046;  tarso  0,'"020; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"033. 

Abita  l'Oceano  Artico,  spingendosi  verso  nord  sino  alla  Terra  di  Francesco 
Giuseppe,  verso  est  alla  Nuova  Zembla,  verso  ovest  alla  Groenlandia  ed  alla  Baja 
di  Baffin;  d'inverno  migra  verso  sud  al  Mare  del  Nord  ed  all'Atlantico,  giun- 
gendo sino  alle  Isole  Azzorre  e  Canarie  (Ogilvie-Grant).  Parecchi  Autori  Italiani 
hanno  citato  questa  specie  come  comparsa  tra  noi,  ma  realmente  ciò  non  avvenne 
prima  del  1898  nella  quale  epoca  ne  fu  catturato  un  individuo  a  Migliarino  (Pisa), 
esso  è  conservato  nel  R.  Museo  di  Pisa  (Angelini,  in  litt.);  un  secondo  che  sarebbe 
stato  raccolto  morto  sulla  spiaggia  di  San  Remo  il  giorno  11  novembre  1889  dal 
signor  Butterfield,  è  conservato  nel  R.  Museo  di  Firenze  (Giglioli,  in  litt.) 


Genere  URIA,  Brisson. 

Becco  di  media  lunghezza,  forte,  diritto,  ma  leggermente  curvato  verso  l'a- 
pice della  mandibola  superiore,  appuntito,  senza  solchi  e  leggermente  intaccato  sul 
margine  verso  l'apice;  narici  basilari,  laterali,  longitudinali,  parzialmente  chiuse 
da  una  membrana  che  in  parte  è  coperta  di  penne;  ali  corte;  coda  piuttosto  corta, 
di  12  a  14  penne;  gambe  forti,  inserite  molto  all'indietro;  tarso  reticolato  o  scudet- 


.". 4 -J  ATLANTE    ORNITOLOGICO 


tato  sul  davanti,  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia;  tre   soli   diti   diretti  in 
avanti  e  interamente  palmati:  unghie  poco  curvate. 

Questo  genere  abita  l'Oceano  Artico  e  le  parti  nordiche  del  Pacifico  e  del- 
l'Atlantico, consta  di  sette  specie,  quattro  delle  quali  si  trovano  anche  in  Europa. 

562.  Uria  troile  (Linnaeus),  Uria. 
L  Lomvia  troile  (L.)]. 

|  Tav.   XXIX,   iig.   3  o  4]. 

Inserzione  ilcllr  penne  sulla  mandibola  superiore  estesa  sulla  parte  basilare  del  tornio, 
che  resta  così  coperta. 

Parti  superiori,  mento  e  gola  bruno-scure;  penne  attorno  all'occhio  e  sulla 
linea  a  piegatura  nella  parte  posteriore  dello  stesso  nere;  parti  inferiori  dal  collo 
in  giù  bianco-pure,  comprese  le  cuopritrici  inferiori  delle  ali;  fianchi  e  lati  del 
corpo  con  strie  grigio-scure;  becco  nerastro  (ad.  in  prim.).  Simile;  mento,  gola, 
davanti  del  collo,  lati  della  testa  bianchi,  con  una  banda  post-orbitale  grigio-ne- 
rastra (ad.  in  aut.).  Simile;  parte  anteriore  del  collo  e  lati  dell'occipite  macchiati 
di  scuro  (giov.).  Esiste  una  varietà  detta  Uria  ringvia,  Briinn.  o  Uria  dalla  briglia 
colle  penne  attorno  agli  occhi  ed  una  linea  stretta  dopo  gli  stessi  (come  una  pie- 
gatura) di  un  bianco-puro. 

Lunghezza  totale  0,'"455;  becco  0,'"046  (dalle  penne  della  fronte  all'apice), 
altezza  massima  del  becco  alla  base  0,'"014;  ala0,m205;  coda  0,'"05.r>;  tarso  0,m038; 
dito  mediano  e.  u.  0,'"055. 

Abita  le  parti  settentrionali  dell'Oceano  Atlantico  e  del  Pacifico;  migra  nel- 
l'inverno verso  sud  sino  al  Portogallo,  estendendosi  nell'Atlantico  sino  al  30°  e 
nel  Pacifico  giunge  alle  coste  della  California.  Entra  irregolarmente  nel  bacino 
del  Mediterraneo;  è  specie  molto  rara  in  Italia,  venne  catturata  nel  Piemonte, 
nel  Veneto,  in  Liguria,  in  Sardegna  ed  apparve  finora  d'inverno  e  di  primavera. 

563.  Uria  Bruennichi,  Sabine,  Uria  dal  becco  grosso. 

Becco  più  corto,  più  forte  e  più  curvato  che  non  nell'i/,  troile;  inserzione 
delle  pinne  sulla  mandibola  superiore  non  estesa  sulla  parte  basilare  ibi  tornio,  che  è 
mula  i1). 

Simile  alla  U.  troile,  testa  e  parti  superiori  nero-grigiastre;  lati  della  testa, 
mento  e  gola  d'un  bruno-cioccolata  (ad.  in  prim.).  Simile  alla  U.  troile,  lati  della  testa 
uon  bianchi,  ma  scuri  anche  sulla  banda  post-orbitale  (ad.  inaut.).  Simile  a  quello 
di    U.  troile  (gior.). 

Lunghezza  totale  0,'"480;  becco  0,m046  (dalle  penne  della  fronte  all'apice), 
altezza  massima  del  becco  alla  base  0,m015;  ala  0,'"223;  coda  0,'"060;  tarso  0,'"040: 
dito  mediano  e.  u.  0,'"056. 

Abita  l'Oceano  Artico  e  l'Atlantico  settentrionale:  migra  d'inverno  in  Nor- 
vegia e  più  di  rado  nelle  Isole  Britanniche.  11   Bonaparte  elencò  questa  specie 


('i  Secondo  il   !>.'   Stejneger    il    giovane   ili    sui  mesi  di  questa  specie  avrebbe  la  parie  basilare  ilei 
tornio  coperta  ili  in  »m 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  543 


tra  le  Italiane,  senza  dati  positivi,  sotto  i  nomi  di   U.  arra  (Pallasj  e  di  U.  Bruen- 
nichi,  Sabine. 


564.  Uria  grylle  (Ltnnaeus),   Uria  ne  ni. 

[Tav.  XXIX,  flg.  5  8  6]. 

Becco  nero;  tinta  generale  nero-fuligginosa,  con  ridessi  verdi;  un  grande 
spazio  bianco  sull'ala  formato  dalle  medie  e  delle  grandi  cuopritrici,  queste  nere 
nella  metà  basilare  che  è  di  solito  nascosta;  parte  interna  delle  remiganti  1°, 
delle  2e  e  faccia  inferiore  delle  ali  bianche;  piedi  rossi  {cui.  in  prim.).  Parti  su- 
periori nere  con  margini  e  fascie  bianche;  bianchi  il  groppone  quasi  del  tutto 
e  le  parti  inferiori;  ali  come  di  primavera  {ad.  in  a  ut.).  Parti  superiori  di  un  nero- 
fumo con  pochi  margini  biancastri,  più  distinti  sulla  nuca;  cuopritrici  delle  ali 
grandi  e  mediane  largamente  marginate  di  bruno-nerastro;  penne  delle  parti 
inferiori   con   marginature  grigio-nerastre  (giov.). 

Lunghezza  totale  0,m390;  becco  0,"'0B2  (dalle  penne  della  fronte  all'apice), 
altezza  massima  del  becco  alla  base  0,m010;  ala  0,'"157;  coda  0,'"060;  tarso  0,"'0:->:> ; 
dito  mediano  e.  u.  0"',048. 

A  differenza  della  specie  precedente,  l'Uria  nera  depone  due  uova  anziché  uno. 

Abita  l'Atlantico  settentrionale  verso  est  sino  al  Mar  Bianco,  verso  ovest  sino 
al  Labrador;  d'inverno  in  Europa  giunge  fino  alla  Francia  settentrionale,  ma  non 
venne  mai  trovata  in  Italia. 

Una  specie  affine  abita  la  Nuova  Zembla,  le  Spitzbergen  e  le  coste  dei  mari 
circumpolari,  essa  viene  chiamata  U.  Mandti,  Lcht. ;  ha  il  becco  più  sottile  dell' U. 
grylle  e  la  base  delle  cuopritrici  alari  medie  e  grandi  (che  formano  il  grande 
spazio  alare  bianco)  più  o  meno  grigia  e  non  nera  come  nellTr.  grylle,  statura  legger- 
mente minore. 


Sottofamiglia  FRATERCULINAE,  Fraterculini. 

Inserxione  delle  penne  sulle  redini  die  non  giunge  al  bordo  posteriore  dell'apertura 
nasale,  la  quale  è  sormontata  da  una  guaina  cornea  (Ogilvie-  Grani). 

Questa  sottofamiglia  comprende  sei  generi,  dei  quali  il  solo  Fratercula  è  pro- 
prio dell'Europa  e  dell'America  settentrionale  artica. 


Genere  FRATERCULA,  Brisson. 

Becco  molto  alto  e  molto  compresso,  assai  più  stretto  che  alto  alla  base  della  man- 
dibola superiore,  con  solchi  trasversali  all'apice  della  slessa  e  la  sommità  del  culmine 
che  forma  il  taglio  ottuso  di  un  coltello;  narici  laterali,  nude,  semicoperte  da  una 
membrana;  ali  e  coda  corte,  questa  composta  di  16  penne;  gambe  poste  molto 
all' indietro;  tarso  più  corto  del  dito  mediano  con  unghia;  tre  diti  anteriori  riu- 
niti da  una  membrana  completa;  unghie  ricurve,  quella  del  dito  interno  molto 
più  fortemente  curvata  delle    altre;    non   esistono  ciuffi   ornamentali   sulla   testa. 


5  I  I  Ali.  \NTI-.    ORNITOLOGI!  '  ' 


Durante  la  stagione  primaverile  (maggio-agosto)  si  nota  un  piccolo  orlo  corneo 
che  abbraccia,  come  una  piccola  forchetta,  la  base  della  mandibola  superiore,  ed 
uno  scudo  nasale  diviso  in  spigoli  e  solchi  che  copre  la  base  del  becco,  nonché 
placche  cornee  sulle  palpebre;  queste  parti  sene  caduche  e  l'uccello  le  perde  verso 
l'autunno  come  fossero  penne,  quando  avviene  la  muta  completa.  Come  già  dissi 
durante  l'epoca  delle  nozze  (maggio-agosto)  le  specie  di  questo  genere  e  di  altri,  che 
appartengono  alla  stessa  sottofamiglia  (gen.  Symorhynckus,  Phaleris,  <  'erorkyncka  etc.), 
presentano  sul  becco  ornamenti  cornei  speciali,  che  cadono  nel  settembre  (piando 
mutano  le  penne,  offrendo  un  fenomeno  del  tutto  nuovo  ed  ignorato  prima  dei 
diligenti  lavori  del  Bureau.  Il  becco  in  questi  uccelli  si  divide  in  due  partì  di- 
stinte, l'ima  anteriore  persistente,  l'altra  posteriore  sottomessa  ai  fenomeni  della  muta. 
Quest'ultima,  quantunque  sembri  anche  all'esame  più  attento  d'una  perfetta  omo 
geneità,  risulta  dall'unione,  dall'intima  fusione  delle  placche  cornee  che  si  disso- 
ciano e  cadono  dopo  l'epoca  delle  nozze,  dimodoché  l'uccello  diviene  allora  irri- 
conoscibile, esse  sono  analoghe  alle  parti  di  una  armatura  e  diversificano  a  seconda 
dei  generi  e  delle  specie.  E  sembra  che  la  provvida  natura  abbia  fornito  questi 
uccelli  di  tali  parti  per  rinforzare  e  proteggere  le  porzioni  molli,  aumentandone 
la  superficie  e  facendone  come  un  organo  potente,  un  fac-simile  di  piccola  vanga 
per  iscavarsi  le  profonde  tane  ove  depongono  le  uova  (gen.  Fratercula  e  Lunda  , 
mentre  d'autunno  un  becco  semplicemente  rivestito  di  una  molle  cera  alla  base 
è  sufficiente  alle  esigenze  della  vita.  Per  limitarci  alla  specie  Europea  riferirò 
(pianto  il  Bureau  dice  in  riguardo  al  becco  della  F.  arctica:  «  La  F.  arctica  adulta 
in  primavera  ha  il  becco  elevato  alla  base,  la  mandibola  inferiore  regolarmente 
curvata  dalla  base  all'apice.  Esso  si  divide  in  due  parti  molto  distinte,  l'ima  po- 
steriore che  presenta  il  fenomeno  di  muta,  l'altra  anteriore  e  persistente. 

l.°  La  parte  posteriore  è  formata  dall'unione  e  dalla  sutura  di  nove  pezzi 
cornei,  che  si  disuniscono  e  cadono  dopo  la  stagione  delle  nozze.  Essi  sono:  sulla 
mandibola  superiore:  Vorletto  corneo  (a),  la  coraxxa  nasale  b),  le  due  lamelle  solto- 
nasali  (e)  e  le  due  lamelle  trasparenti  uh  che  ricoprono  la  parte  posteriore  del  primo 
spigolo;  sulla  mandibola  inferiore:  le  due  lamelle  cornee  (e)  e  lo  scudo  del  mento  (f). 
2."  La  parte  anteriore  o  persistente  presenta  tre  spigoli  e  tre  solchi  che  si  chia- 
mano, procedendo  dalla  base  all'apice  del  becco:  lc  o  grande  spif/olo  (I),  2°  o  spi 
golo  inni  in  un  (II),  3"  o  spigolo  piccolo  (UT);  1°  o  solco  grande  (1),  2°  o  solco  mediano  (2), 
3°  o  solfo  picco  In  (.'!).  In  fine  il  becco  termina  con  una  parte  liscia,  che  forma  un 
triangolo  a  base  curvilinea,  che  chiamo  la  punta  del  becco  ((/).  Alle  commessure 
del  becco  una  pelle  grossa,  festonata  ed  a  pieghe  forma  un  grande  rosone  d'un 
giallo-aranciato.  Gli  ornamenti  delle  palpebre  consistono  in  un  bordo  libero,  grosso 
di  un  rosso-vermiglione  e  due  placche  cornee  di  un  grigio  di  ferro,  l'una  supe- 
riore triangolare,  l'altra  inferiore  allungata. 

Vediamo  ora  l'aspetto  che  presenta  l'adulto  in  inverno,  cioè  dopo  la  stagione 
degli  amori. 

Il  suo  becco  è  più  piccolo,  come  troncato  anteriormente  e  sopratutto  nella 
mandibola  inferiore  che  forma  una  linea  spezzata,  invece  di  una  curva  regolare. 

Vi  si  ritrovano  le  due  parti  ben  distinte  che  abbiamo  indicate  nell'adulto 
in  primavera,  l'una  posteriore  stranamente  modificata  polla  caduta  dei  nove  pezzi 
conici,  l'altra  anteriore  che  è  rimasta  intatta.  1.  La  parte  posteriore  ha  perduto 
del  suo  spessore  e  della   sua  consistenza,  essa   è  ricoperta  di  una  grossa  pelle  clic 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  54-5 


presenta:  sulla  mandibola  superiore:  l'orletto  membranoso  (a!)  e  la  membrana  nasale  (b')\ 
sulla  mandibola  inferiore:  la  lamella  membranosa  (f)  ed  il  mento  senza  scudo  i</  . 
'2.  La  parte  anteriore  non  ha  subito  alcuna  modificazione,  ed  è  rimasta  ciò  che  era 
all'epoca  delle  nozze.  Il  rosone  alla  commessura  del  becco  è  ridotto  ad  una  stretta 
banda  di  un  giallo-pallido.  Il  bordo  libero  delle  palpebre  è  scolorito  e  privo  delle 
placche  cornee.  L'uccello  adulto  deve  la  struttura  del  suo  becco  nell'abito  pri- 
maverile a  fenomeni  di  tre  specie:  ipertrofia,  formazione  di  sostanza  cornea  e 
colorazione,  e  la  perde  sotto  l'influenza  di  tre  effetti  opposti:  atrofia,  perdita  di 
sostanza   cornea  e  decolorazione  {Bureau). 

Questo  genere  consta  di  due  specie,  una  delle  quali  abita  anche  l'Europa. 

565.  Fratercula  arctica  (Linnaeus),  Poldnelìa  di  mare 

[Tav.   XXIX,  fig.  7]. 

Cervice  nero-cenerognola,  più  cupa  sulla  fronte;  parti  superiori  ed  un  collare 
sulla  parte  bassa  del  collo  neri;  spazio  sopra  gli  occhi,  lati  della  testa,  redini  e 
noia  di  un  grigio-chiaro;  petto  ed  addome  candidi;  becco  rosso  nella  metà  apicale 
limitato  da  una  stretta  zona  gialla,  grigio-lavagna  nella  basilare  che  è  susseguita 
verso  la  fronte  da  un  orlo  corneo  giallo;  placche  orbitali  bluastre;  piedi  aran- 
ciati (ad.  in  prim.).  «Simile,  penne  della  parte  anteriore  della  faccia  ed  attorno  agli 
occhi  nere;  mancano  gli  scudi  nasali  e  le  placche  orbitali,  che  cadono  verso  il 
principio  di  settembre,  e  per  la  mancanza  degli  scudi  nasali  il  becco  appare  più 
piccolo  (ad.  in  uni.).  Simile,  becco  più  piccolo  e  liscio,  cioè  senza  solchi  trasver- 
sali (t/ior.). 

Lunghezza  totale  0,"oOO;  becco  0,'"050  (dalle  penne  frontali  all'apice),  altezza 
massima  del  becco  alla  base  0,'"040;  ala  0,'"150;  coda  0,"'0f>5:  tarso  0.'"027;  dito 
mediano  e.  u.  0,'"048. 

A  complemento  di  quanto  dissi  nei  caratteri  generici  di  questa  specie,  ecco 
come  l'illustre  mio  amico  Dr.  L.  Bureau  descrive  il  becco  della  F.  arctica  adulta 
di  primavera  e  d'autunno  in  un  lavoro  ([)  che  è  rimasto  uno  dei  migliori  di  questi 
ultimi  anni,  mirabile  per  l'estremo  spirito  analitico  e  descrittivo  dal  quale  è 
animato: 

Ad.  in  prim.  (maggio-agosto).  Becco  compresso  lateralmente,  quasi  tanto  alto 
che  lungo;  mandibola  inferiore  arcuata  dalla  base  all'apice;  un  orletto  giallastro, 
corneo,  molto  saliente  alla  base  della  mandibola  superiore;  regione  nasale  rigonfia 
e  coperta  da  una  corazza  cornea  di  un  bel  grigio  di  ferro,  corrispondente  ad  una 
porzione  consimile  della  mandibola  inferiore;  resto  del  becco  rosso-vermiglione, 
marcato  di  tre  spigoli  e  di  tre  solchi  obliqui  in  forma  di  angolo  al  loro  punto  di 
contatto;  il  primo  spigolo  formato  di  due  bande,  l'una  posteriore  giallo-aranciata, 
l'altra  anteriore  rossa.  Un  grande  rosone  festonato  alla  commessura  del  becco  di 
un  color  giallo-aranciato.  Bordo  libero  delle  palpebre  rosso-vermiglione;  due  ap- 
pendici cornee  di  un  grigio  di  ferro  situate  l'una  al  di  sopra  della  palpebra  su- 
periore, l'altra  al  disotto  dell'inferiore. 


(')  L.  Bureau,  De  hi  mue  du  beo  et  dea  ornemenU  palpebrauz    da    Macareiu    arctique  e    Reeherehet 

sur  la  mue  du  beo  dea  Ois.   de  la  l'uni,  de»  Marmonidés.  Extr.   du  Bull,  Sue.  Zool.  de  France,  1878  e  1879 
con  tavole. 

Atlante  ornitologico  ftp 


546 


\  n  \\  i  i     ORNITOl  OGH  " 


a, 


Becco  ili   /'.  arctica,   mas.  ad. 
in  prim.  o  durante  la  stagione  delle  cove, 

gr.    nat.   ni;i    Bureau). 

Parte  posteriore  decidua. 

i .   Mandibola  supcriore  : 
a    Orietta  corneo-  '<-  Corazza  nasali-  -  r.  Lamelle  sottonasali 

-  (/.  Lamelle  trasparenti. 

lì.  Mandibola  infoi  ìon 
-    Lamelle  cornee  -  /  Scudo  del  monto. 

Parte   anteriore   persistente. 

I.  Grande  spigoli»  -  li.  Spigolo  mediano  -  III.  Spigolò  pie 
eolo  -  1.  Solco  grande  •  2.  Solco  mediano  •  '6.  Solco  pic- 
colo -  ff.   Punta  del   becco. 


lu <■*■,■  di   }\   ar elica f  mas.   ad. 
in  ani.  o  dopo  la  stagione  delle  cove. 

gr.     nut .       da      Bum  <iu  i. 


l'arie  posteriore  decidua. 

.1 .  Mandìbola  supei  ìore 
a'.  Orletto  membranoso  -  b'.  Membrana  nasale. 
/■'.    Mandibola  inferiore  : 
f.   I. aniella  membranosa      g'    Mento  senza  scudo 


a. 


i 


/-.  arctica,  ad.  ohe  assume  le  appendici  nuziali, 
gr.   nat.    «la   Bureau). 

i .  ( hnainenti  delle  palpebi i 
«.  Bordo  libero  grosso  ■  fi.  Placca  superiore    triangolare 
Placca  inferiore  allungata. 

/■'      l'.eCCO 

Rosone  -  b'  Mandibola  superiore           Orletto  corneo 
Corazza  nasale     g.  Lamelle  sottonasali  •  i.  La Ile  tra- 
sparenti -  b".    Mandibola   Inferiore   -   l.    Lamelle   cornei 

m.    Scudo   del    meni". 


e 


j- 


Appendici  nuziali 

che  cadono  dopo  la  stagione  delle  cove, 

gr.    nat.   ula    Bureau  . 


a.     Orletto  corneo  -  o.  Corazza    nasale       e.    Lamelle   sotto 

nasali  ulne)  -  ti.   Lamelle  trasparenti   ■  >■.  Lamelle  cornee 
(due)  Scudo   del    mento       y.   Le    due  placche  delle 

palpebre. 


ATLANTE    ORNITOLOGICO  547 


Ad.  in  a  ut  (da  settembre  ad  aprile).  Becco  stretto  alla  base,  troncato  ante- 
riormente e  sopratutto  sulla  mandibola  inferiore:  regione  nasale  spianata,  mem- 
branosa, brunastra,  corrispondente  ad  una  parte  simile  della  mandibola  interiore: 
resto  del  becco  rosso,  marcato  di  tre  spigoli  e  di  tre  solchi  obliqui  che  formano 
un  angolo  al  loro  punto  di  contatto,  il  primo  spigolo  senza  la  fascia  giallo-aran- 
ciata. Uno  stretto  rosone  alla  commessura  del  becco  giallo-pallido.  Bordo  libero 
delle  palpebre  incolore  e  senza  placche  cornee. 

Questa  specie  abita  le  coste  e  le  isole  dell'Europa  settentrionale  e  le  parti 
Artiche  verso  est  sino  alla  Nuova  Xembla,  verso  ovest  sino  alla  Groenlandia  ed 
all' America  nord-orientale,  nidificando  verso  sud  sino  a  Terranova  ed  alle  coste  oc- 
cidentali del  Portogallo  (Isole  Berlengas);  giunge  d'inverno  alle  Canarie,  entra  nel 
bacino  del  Mediterraneo  e  sul  lato  Americano  sino  alla  Nuova  Inghilterra.  È  di 
passo  irregolare  in  Italia;  arriva  talora  in  grandi  quantità,  specialmente  di  pri- 
mavera, sempre  però  nel  Mediterraneo  o  nell'Adriatico  meridionale;  nel  golfo  di 
Venezia  è  uccello  molto  raro  e  può  dirsi  affatto  accidentale,  venne  preso  anche 
a  Trieste  ed  una  volta  nel  Quarnero.  Ne  ebbi  un  individuo  colto  vivo  sui  Colli 
Euganei  in  una  località  arida  a  circa  000  m.  sul  livello  del  mare  {Coli.  Arrigoni 
Degli  Oddi). 

La  F.  glacialis  (Naum.)  è  una  forma  leggermente  più  grande  della  presente 
specie,  con  un  becco  più  forte  e  grosso  e  la  testa  più  cenerina,  vive  nelle  Spitz- 
bergen,  nella  Nuova  Zembla  ed  in  Groenlandia,  l'ala  è  di  circa  0,'"175,  non  sembra 
specificamente  separabile  dalla  /•'.  arctica,  alla  quale  pare,  e  non  alla  F.  arctica 
qlaeialis  (Naum.),  devono  riferirsi  le  F.  glacialis  citate  dagli  Autori  Italiani  ('). 


(')  Degland  e  Gerbe  dicono  clic  la  F.  coriiiculata  (Nuumann)  è  comune  nelle  Spitzbergen  ed  in 
Groenlandia  e  non  rara  in  Norvegia,  ma  trattasi  certamente  di  un  equivoco.  Questa  specie  abita  le  coste 
e  le  isole  del  Pacifico  settentrionale  dal  Kamciatka  e  dal  mare  di  Ochotsk  all'Alaska  ed  alla  Colombia 
Britannica,   né  mai  comparve  entro  i  contini  Europei. 


Fine. 


*\  *;-/>♦-/>;*/ >;*/y.'i^w.M%*>;*/ 


Indice  Generali: 


287. 
285, 


287. 
286, 


Acanthis,   '284,  288. 

Acanthis  cxìl i]>vs,   286. 

Acanthis     exilipes      Hornemanni  . 

286. 
Acanthis  Hornemanni,  286. 
Acanthis  linaria,  *284,   285,  286, 

288. 
Acanthis  linaria  allumini,   286 
Acanthis  linaria  brunnesrens,  287. 
Acanthis  linaria   canesceus,   287. 
Acanthis    linaria    exilipes,    *285, 

287,  288. 
Acanthis  linaria.  gronlandica, 
Acanthis     linaria    Holboelli. 

286,  288. 
Acanthis  linaria  Hol bolli,  286 
Acanthis  linaria  Hornemanni, 

2SS. 
Acanthis  linaria  hornemanni,  287. 
Acanthis  linaria  intermedina,  287. 
Acanthis  linaria  linaria.   286,  287. 

288. 
Acanthis  linaria  longirostris,  286. 
Acanthis  linaria,  rostrata,  285,  286, 

288. 
Acanthis  linaria  rufescens 

286,  288. 
Acanthis  rostrata,   286. 
Acanthis  rufescens,   286. 
Acanthopneuste,   197. 
Accentar,  *151. 
Accentorinae,  *151. 
'Accentorini,  "''"15 1 . 
Acccntor  alpinus.   151. 
Accentar  atrigularis,  *153. 
Accentor  collaris,  *151,  157. 
Accentor  collaris  Reiseri,   152. 
Accentor  fulvescens,  *153. 
Accentor  modularis,  *152. 


285, 


Accentor  montanellus.     i  ."•::. 
Accipiter,    '10.   11. 
Aceipiter  Granti,   11. 
Accipiter  nisus,     in. 

Accipiter   nisus    Wnlterstiulìi.    11. 
Accipiter  pnniciis,    1 1. 
Accipitres,  *1. 
Accipitres  diurni.      1 . 
Accipitres  noctiiriii.    *51. 
Accipiti  'inno,      s. 
Accipiirini,  *8. 
Acredula,    122. 
Acrocephali,   208.   211. 
Acrocephalus.    *207,  200. 

Acrocephalus  agricolus.  *2ll. 
Acrocephalus  aquaticus,  208,   200 
Acrocephalus  arundinaceus,    210. 

211. 
Acrocephalus  dumetorum.     211. 
Acrocephalus   lacustris,   210. 
Acrocephalus  orieutalis,  210. 
Acrocephalus  palustris,  206,  *210. 

211. 
Acrocephalus   palustris    l'ruticolus. 

211. 
Acrocephalus   phragmitis,   208. 

Acrocephalus  schoenobaenus,*208, 

215. 

Acrocephalus  streperus,  210.    211 . 
Acrocephalus  streperus  horticolus. 

211. 
Acrocephalus  turdoides,   210. 
Actites  hypolcucus,   395. 
Actites  niacnlarius.    395. 
Actiturns  longieamlus,    100. 
Actochelidon   media.   502. 
Actochelidon  sandvicensis,   501. 
Actodromas,  403,  405. 
Actodromas  damaceusis,   403. 


Actodromas  luseicollis,  106. 
Actodromas  minuta,   403, 
Actodromas  rulicollis,    lo:; 
Actodromas  Temmiucki,   405. 
Aechmophorns  major.  538. 

Aclcili.    'INO. 

Acilon    l'aniiliaris.    L'I  8. 

Aedon    galaetoiles,    L' 17. 

Aedon  luscinia,  *187,   188. 
Aedon  luscinia  Golzi,  *187. 
Aedon  philomela,     1*7,   188. 
Aegialites  cantiana,  376. 
Aegialites  cantianus,  376. 
Aegialites  curonica,  376. 
Aegialites  ouroniens.   376. 
Aegialites  hiaticola,   375. 
Aegialites  hiaticula,   375. 
Aegialitis,  *374. 
Aegialitis  alexandrina,  :  376. 
Aegialitis  asiatica,  *374,  375. 
Aegialitis  cantiana.,  376. 
Aegialitis  cantianus,   376. 
Aegialitis  curonica,   376. 
Aegialitis  dubia,  *376. 
Aegialitis  Geoftroyi,  1175. 
Aegialitis  hiaticula,  *375,  376. 
aegialitis  mongola,  375. 
Aegithalus,   120,     '122.    121.    125, 

126. 
Aegithalus    caudatus,    122.      12:;. 

124,  125.    120. 

Aegithalus   caudatus    caucasicus, 

123,   121,   *125,    126. 
Aegithalus  caudatus  dorsalis, *124. 

126. 
Aegithalus  caudatus   Irbyi,   "124. 

125.  126. 

Aegithalus  caudatus  macedonicus, 

*124,   126. 


('i  Nel  presento  Indice  generale  i  nomi  stampati  in  qualsiasi  carattere,  ina  preceduti  da  mi  asterisco  (cfr.  * Agricoltura  (V)  e 
>tli  Uccelli]  si  riferiscono  alla  prima  parte  del  lavoro;  tutti  «.'li  altri  xrtt-a  asterisco  alla  Beconda  parte.  Questi  ultimi  se  stampati 
in  carattere  grosso  (ci'r.  Acanthis  linaria)  indicano  i  numi  latini  prescelti  pelle  singolo  specie  o  sottospecie,  se  in  carattere  corsivo 
(cfr.  Accentorini)  i  nomi  italiani  adottati  per  le  specie,  sottospecie,  famiglie  etc.  nonché  i  sinonimi,  inlìuc  quelli  in  carattere 
ordinario  (cfr.  Acanthis)  i  latini  delle  famiglie  e  di  altre  divisioni,  nonché  i  sinonimi.  I  numeri  preceduti  da  un  asterisco  in- 
dicano la  pagina  ove  si  trova  la  descrizione  dettagliata  delle  singole  specie,  sottospecie,  famiglia  etc,  mentre  i  numeri  senza 
asterisco  indicano  semplici  citazioni  ;  sicché  si  può  vedere  di  primo  acchito  quale  nomo  sia  sinonimo  e  quale  il  prescelto  ed  ove 
le  singolo  specie  od  altre  divisioni  vennero  trattate  diffusamente  o  semplicemente  citate.  Pel  gruppo  dell'Aquila  orientali*,  del 
Parus  palustris  o  di  speciali  nomi  forestieri  conio  Bimacùlatku  In  ck  vennero  adoperati  caratteri  differenti;  ed  il  motto  (err.  det.), 
che  sussegue  qualche  numero  (eli  Anthvs  obscurvs),  trova  la  sua  spiognziono  0  net  presente  Indice  0  in  quello  Sistematico  0 
iieH'l'àrata-l  lurrìgo. 


-..-.Il 


VTI.ANT1     i  IRNITOl  OGN  0 


aegithalus  caudatus  macrurus,  123. 
Aegithalus  caudatus  roseus.    121. 

126. 
Aegithalus  caudatus  senex.     il'::. 

L26. 
Aegithalus  caudatus  siculus,  *125, 

L26. 
Aegithalus   caudatus   tephronotus. 

L24,     125.    126. 
aegithalus    caudatus     trivirgatus, 

123. 
Aegithalus  caudatus  vagali».   124. 
Aegithalus  enropaeus,   122. 
Aegithalus  pendulinus,   120. 
aegithalus  roseus,   122. 
Aegiothue  cabaret,  285. 
Aegiothus  canesceiis.  288. 
Aegiothus  exllipes,   2*7. 
Aegiothus   liliali.!.    284. 
Aegiothus   rul'i-scens.   285. 
Aestrelata,  527, 
Aethvia.   471. 
Aethyia   ferina,   474. 
\>-\  galericulata,  451. 
\r\    spi. usa.    451. 
^gelaius  phoeniceus,  304. 

Igricoltura  il'),  e  oli   l  eet  Ili,  5  I . 
Agrobates.     L'I  7. 

Agrobates  galactodes,   *217,  218. 
Agrobates    galactodes    familiaris, 

218. 
^grodroma  campestris,   235. 
Igrodroma   Richardi,   236. 
Airone,    4:54. 
Airone  Manco,  430. 
Airone  bianco  maggiore,   '436. 
lirone  cenerino,     134. 
Aironi    dui   collo   in  in.      134. 
Aironi'  guardo-buoi,  *438. 
ìnnui    rosso,    435. 
Aironi,     132,    139. 
Alacinoii.   249. 
Ala. inoli   alaudipes,    240. 
Alauda.     237,  239,  240,   242,   245. 
Alauda  arborea,  239. 
Alauda  arvensis,  *238,  249. 
Alauda  cantarella,  238. 

Alauda    nana.    L'US. 
Alauda   nudala.   241. 
Alauda.-.   237,  239,  245,  247. 
Alandidae,   220,   *237. 
Alo  nitidi.  *237. 
Alandola,  243. 

IHminllil.       IL'. 

Ululili  Un  minore,     14. 
Albanella  pallida,     14. 
Allumi  Un   reale,     15. 
Albastrello,     389. 

AlbaSlrellO   uiniriiuiio.   *390. 

Alca,  530. 

Alea,  *539,  540. 

Alca  impennis,  530,     539. 

Alca  maggiore,     539. 

Alca  torda.     540. 

Alca.-.    539. 

Al.-. -dilli. la.-.    MI 

Alridiuidi.      89. 

Aleedo,     89. 

Ah-.-.lo    llor.-sialia.    90. 

Alcedo  ispida,     89. 


Aleedo  ispidoides,  90. 
Alche,    117. 
\lrlda,-.   530,      538 
idi,     538. 

Ali-ina, -, 
Ali-ini.     *539. 

\  i  dui  i\  \  m.i.  i  llassificaz  di  .  82. 
Alectorides,  352,     128. 
Aleitoridi,      128. 

Ali,  in.  11.  IL',  13. 
forma  delle  ali,  13. 
penne  delle  ali,   10,   li.  12. 

VII.-.    *541. 
Alle  alle.     541. 

Ulocco,  66. 
Allocco  il, ir  l'ini,  .   67. 

tlzavola,    167,      168,    170. 
Alzavola  americana,  *469. 
Alzavola  asiatica,      107. 
Alzavola  forestiera,   *465. 
Animomanes,      L'IN. 
Ammomanes  cinctura.    h249. 
Aniiiiiuiiaiu-s  deserti.  249. 

Irnpelidae,     108 

Ainin  lidi.       108. 

Ampelis.     108. 

Ampelis  Irornm,    108,    109. 

Ampelis  garrulus.  *109. 
Ampelis  japonicus.    l"v. 
Alias.      163. 
Auas  bimaculata,    Iti*. 
Anas  boscas,  *463,   17 1. 
\uas  bosebas,  -Ili:;. 
Auas  glocitans.    168. 
Auas  inergoides,   478. 
Anatidae,      151 
Anaiidi,      151. 
Anatinae,     Idi'.    162,    17:; 

Auulini.       Illli. 
Anniia  marmorizzata,      172. 
Inilni.    151.    Kit. 
Anitra  arborea,   451. 
Anitra  carolina,   151. 
Aniirn  mandarino,  451. 
Anitra  muta,   451. 
Anitre,    4(11.     Idi.    535. 

Ancylocheilus.  403,    107. 

Ancylocheilue  subarquata,    108. 

Anisodactyli,    *85. 

Anisodailili,     85. 

Anorthuro .     1  Hi. 

Anorthura  troglodytes,     ilo.  117. 

Anorthura     troglodytes     borealis, 

•■147. 
Anorthura    troglodytes    hirtensis. 

"147. 
Anorthura    troglodytes  pallescens, 

147. 
Anous.     503. 
Anous  stolidus, 

Anser.      155.    1  18 

Anser  albifrons.  *456,    158. 
Anser  anser,      155,    156,  458. 

A  user  ar\  .-nsis,     157. 

Anser  brachyrhynchus,   157.     158. 

Anser  eiiu-reus.    155. 

Anser  erythropus.    h456,   158. 

Anser  fabalis.     157.    158. 

Anser  indicus,    151. 

Anser  neglectus.     157.    158. 


\ns.-r  segetum,   457. 

\n~i-rrs.    I  in.      150. 

luserinae,     151 
Ansi  imi.     151 
Antigone,     451 . 
Antigone  antigene,    151. 
Antigone  collaris.     151 . 
Anlhi.  220. 
Anthinao,   l'l'ii. 
Antbropitbeeus,   1 16, 
Anthropoides,  *431. 
Anthropoides  virgo,     131 

inthus,    230. 
Anthus  arboreus,  230. 
Anthus  campestris.     255.  236. 
Anthus  cervinus.    252. 
Anthus  Gustavi.     230,  231. 
Anthus  maculatila,   230. 
Anthus  obsenrus,  235    err,  ilei.). 
Anthus  obscurus   rupestris,     235 
Anthus  pennsylvanicus.     235. 
Anthus  pratensis.     251.  252.  233. 
Anthus  Richardi.  235.     236. 
Anthus  Seehohmi,   251. 
Anthus  spinoletta,    25  I . 
Anthus  spipoletta,     25  1.  255. 
Anthus  spipoletta  carpathica,   251. 
Anthus  spipoletta  obscurus.    251. 

255. 

Anthus  spipoletta  Reiebeuowi.  254. 
Anthus  trivialis.    230,  251.  233 

A]. lilar.    '.'5. 

Apodidae,  95. 

A  pus,    *96,    OS. 

Apus  affinis,  *97. 

Apus  apus,  "97. 

Apus  apus  murinus.     97. 

Apus  melba.     00. 

A. pula.      21  .    51. 

Aquila,   22. 

Aquila  Adalberti,     25.  21. 

Aquila  anatrala  maggiore,     26. 

Aquila   iinntrnin   mintili.      20. 

Aquila    llaltli. -lenivi.    25. 

A. pula   Infasciata,   25.   25. 

Aquila    eanadensis.    21. 

A. [mia  clanga,  20. 

Aquila  chrysaé'tus,  21.     22.  27. 

Aquila  dulie  spalle  bianche,     25. 

Aquila    daphaiiea.    25. 

Aquila  dtl  Bonelli,  *27. 

Aquila  Desmursi,  27. 

Aquila  tìi  mare,     20. 

Aquila    di    muli     di    l'ulUli.       50. 

Aquila  fasciata,  27. 

Aquila    liilva,    22. 

Aquila    l'ilh  eseens.     20. 

Aquila    Glitschi,    25. 

Aquila  heliaca.     23,  21. 

tijiiilu  impi  riale,  23. 

Aquila  imperialis,  25. 

Aquila  leu. -.il. -na.    21. 

Aquila  maculata,     20. 

Aquila  minore,  *28. 

Aquila  minuta.    28. 

Aquila  mogiluik,    25. 

Aquila  na.-via.    20. 

Aquila  ni]. al. -nsis.    25. 

Aquila  nobilie,  22,  23. 

hjiitln    01  il  ululi  .        24  . 


INDICE    GENERALE 


55  ! 


AQUILA    ORIENTALIS.      24,     25, 

26. 
Aquila  pennata,  28. 
Aquila  pomaxina,   26. 
Aquila  pomerana.     26,  27. 
Aquila  rapace,     21 . 
Aquila  rapax,     24. 
Affittili   reale,     22. 
Aquila  Wahlbergi,  27. 
Aquilinae,  *2l. 
Aquilini,  *21. 
Arcbibuteo     2i>. 
Archibuteo  lagopus,   '20,   li 
Arcbibuteo  lagopus  Simcti-Johan- 

uis,   20,   21. 
Arde;..  *433,   434,    136. 
Ardea  antigone.    131 . 
Ardea  cinerea,  *434. 
Ardea  intermedia,    187. 
Ardea  melanocephala.     134. 
Ardea  purpurea,  *435. 
Ardea  soloniensis,  439. 
Ardeidae,  *432,    I  12. 
Ardi  idi.   *432. 
Ardeirallus  Sturmi,  4  10. 
Ardeola,  *438. 
Ardeola  ralloides,  *439. 
Ardetta,    '439,    140. 
Ardetta  minuta,     140. 
Ardettae,    139. 
Arciiaria.    "364. 

Arenaria  interpres,     364. 

Argus,  333. 

"Aki.su itili:   (Classificazione   di   . 

82. 
Irpia,  7. 
Arquatella,    103,    107. 

\i.|iiatclla   Conesi,    '107. 
Arquatella  marmimi,   407. 
Arquatella  ptilocnemis,  407. 
Asio.   *63. 

Asio  accipitrinus,  63,     6  i 
Asio  capensis,  *65. 
Asio  otus,  52,  "64,  65. 
,  istilliti.    .".;». 
Astori  .     9. 
Ailort   americano,  9. 

latore  levantino,  *9. 
Astur,     8. 

Astiir  atricapillus,  0. 
Astur  brevipes,    9. 
Astur  palumbarius,    9. 
Athene,  58. 

Attiene  Cbiaradiae,  59,  60. 
Athene  glaux,   01. 
Atbene  noctna,  58, 
Atbene  noctua  meridionali*,  01. 
Averla  algerina,  *114. 
Alititi  capir  ossa,  *115. 
Averla  cenerina,     1 1 1. 
Artriti  dalla   maschera,  *116. 
Artriti  maggiore,  *111. 
Amiti   maggiore  ili   Palla*,     11;;. 
Attriti  meridionale,     113. 
Amiti  piccola,     1 15. 
Affliti   rossiccio,   "116. 
Avocetta,  *379. 
Avvoltoio,  *3. 
Avvoltoio  degli  agnelli.   *7. 
Aythya,    474. 


Balearica   pavonina,    132. 
Balestruccio,     1'  0,    101. 
Balestruccio  ami  tifanti,    L02. 
Balestruccio  del  Kascntir,   mi. 
/.Wi<;  caucasica,     loo. 
Balia   tini  collari  .    "lo". 
/>'(i/i»   nera,  *106. 
Ballerina,     221. 
Ballerina  gialla,  *222,   223. 
Ballerina   nera,   :  222. 
Uni  bagianni,     7 1 . 
Iittiit  Ita,    17. 
Haiti-amia.       imi 

Bartramia  longicauda,     100 
Basettino,  *122. 
Batticode,   221. 
Beccaccia,     112. 
Beccaccia   ili   mari .     363. 
Beccaccia   ncopajola,  412. 
Beccafico,  *189. 
Beccaccino,      1 1 1 . 
Beccaccino  coda   larga,    114. 

li 'tinti    nutlo,    ili. 

Hi  ci  amoschino,      2  10. 
/;.  ci  api  sci,  *50 1 , 
/;,  ccapesci  forestiero,  502. 
Beccapesci  inglese,   498. 
l,i  •  capesci  maggiore,    199. 
Beccapesci  scuro,  502. 
Becco,    l.  ."..  o.  7. 
apice  del   becco,   0. 
direzione  del  becco,  0. 
figura  del  becco,  0. 
forma  dell'apice  del  becco,  0.  7. 
l'iuiiie   del    becco,   4. 
integumento  del  becco,  5. 
lunghezza  del   becco,   6. 
parti   del  becco,   5. 
superficie  del  becco,  0. 
Beccofrusone,     109. 
*Bklon  (Classificazione  di).  82. 
Bernicla   brenta.   450. 
Bernicla  leucopsis,   459. 
Bermela  ruficollis,   100. 
Berta  dell'Atlantico,  *524. 
Berta  grigia,  *526. 
Berta   minore,     520. 
Berta  minore  fosca,     520. 
Berta  minore  nordica,    :  525. 
liittiiftiitt,     .'in. 
Bibliografia,   132. 
ICuropa  in  generale,   152. 
Isole  d'Islanda  e  Fiir-<  ler,  133. 
Scandinavia.      Danimarca      e 

Spitzberghen,   133. 
Isole   Britanniche.    135. 
Francia,    138. 
(Manda  e   Belgio,    Ilo. 
Svizzera   e  Savoia.    14  4. 
Penisola    Iberica.    141. 
Germania  e  Austria-Ungheria, 

112. 
Penisola   Balcanica,   141. 
Kussia,  144. 
Italia  in  generale.    1  18. 
Trentino,    151. 
Dalmazia,  152. 
Veneto,   152. 
Lombardia,    157. 
Piemonte,   159. 


Ticino,    150. 
Nizzardo,    L59. 
Liguria,    160. 

Emilia    e     Marcile.     11. li. 

Toscana,   161. 

Koina.    162. 

Napoli  e  Italia  meridionale.  102. 

Sicilia,    io.;. 
Malia,    101. 

Sardegna,   164. 

l'or-lea.      Ili... 

Biblis,    ino. 
Biblis  rupestris,    103. 
Bigia  ili  tiiippel,     10.5. 
Bigia  grossa,     101. 
Bigia  padovana,      190. 
Bigiari  Un,  *191. 

BlMACULATED  DUCK,  468. 
BlMACULATED  TeAI-,  168. 

Blomembach  (Classificazione  di  , 

85. 
Tiri  i  o  A  'lassi Reazione  di),  88. 
Bonasa,  350. 
Bonasa  betnlina,  350. 
Bonasa  pyrenaica,  332. 
Bonasa   ninbelhis,    350. 
Bonasia  betnlina,   350. 
Bonasia  eylvestris,   551. 

IinsNAi  erre  (Classificazione  di  , 
84. 
Botanri,    150. 
Botaurus,  433,     1 10. 
Botaurus  lentiginosus,     ili. 
Botaurus  stellaris,  *441. 
Bradypterus  Cettii,  247. 
*Branot   (Classificazione  di),  88. 
Branta,   *458. 
Branta  bernicla,     150. 
Branta  canadensis,   45S. 
Branta  leucogaster,   450. 
Branta  leucopsis,  *459. 
Branta  ruficollis,  *460. 
Branta  rntìna,    4  75. 
*Brisson     Classificazione  di  .  83. 
Bubbola,  02. 
Bubo,  *52. 
Bullo   asealapbus.    51. 
BubO    bubO,       55.    54.    05.    07. 

Bubo  ignavus,  53. 
Bubo  maximus,  53. 
Bubo  sibiricus,   53.  54. 
Bubo  turcomanns,   53.  51. 
Bubonidae,     51. 

lini, niittli.       51. 

Buboninae.  *52. 
Bubonini,    '52. 
Bubulcus,  *437,  438. 
Bubulcus  coroinandus.    138. 
Bnbulcns  ibis.  438. 
Bubulcus  lucidus,   137,  *438. 
Bucanetes  githaginens,  204. 
Bucephala  clangala,   4  77. 
Bndytes,   221.  223.  225. 
Budyles   beeina,    220. 

Bndytes  borealis,  226. 

Bndytes     campestris     campestris, 

225. 
Bndytes     campestris     ilavissimns  . 

225. 
Bndytes  cinerencnpillns.   220. 


ATLANTE    i>i;\i  1 I'  0 


Budytes  l^eldeggi,   228. 
Budj  tea  Bavus,  225. 
Budytes  melanocephalus,   228. 
Budytea  uigricapillus,  228. 
Budytea  paraduxns,   229. 
Budytea  viridi»,  226. 
Budytea  xanthopbrys,  229. 
l'.i  kkiin  (Classificazione  di),  83 
Bulweria,     S28. 
Bulweria  Bulweri.     528. 
Bulweria  columbina,  528. 
Bulweria   Mac  Gillivrayi,  528. 
Butalia  gl'isola,   10."). 
Buteo,      L6,   L'i). 
Buteo  buteo,  *16,   17.   L8. 
Buteo  buteo  desertorum,     li.  18, 

19. 
Buteo  deaertorum,    L8. 
Buteo  desertorum  Meuetriesi,   19. 
Buteo  desertorum  Zimmermannae. 

18,  19. 
Buteo  fasciatns,    16. 
Buteo  ferox,   19. 
Buteo  Meuetriesi.   19. 

UllteO     Illlll.lllS.     16. 

Buteo  pojana,    17. 
Unirli  vulgaris,   Hi. 
Unico  Zimmermannae,    18. 
Buteoninae,  *15. 
Hitteoniiii,      15. 
Butoridea  vireacens,    139. 

*Cabanis  (Classilioasiiouo  di),    89. 
Caccabis,     334 .  337. 
Caccabia  cbukar,  335,  336. 
Caccabis  hispanica,  336. 
Caccabis  petrosa.   *335,  336. 
Caccabis  rufa,  335,   *336. 
Caccabis  rubi  bispanica,   336. 
Caccabis  saxatilis,    '335,  336. 
Caccabis  saxatilis  chukar.    335. 
Caccabis  saxatilis  graeca,   336. 
*Caccie  di  Sardegna,    71. 
'Cacete  maggiormente   usate  in  Ila- 
li».  60. 
Cairi o a  moschata,    151. 
Calamodi,  208. 
Calamodus,  '-'un. 

Cali "bis  aquaticus,  209. 

Calamodus  aohoeuobaenus,   208. 
Calamodyta  aquatica,  209. 
Calamodyta  phragmitis,   208 

Calai lyta  schoeiiobaenns,    L'US. 

Calandra,    *245. 

fai  alt  tira   urrà,    *246. 

Calandra  orientale,  246. 

Calandrella,   *242. 

Calandrella,  *242. 

Calandrella  brachydactyla.     -li' 

Calandrella  minor,  243. 

(  ala ndrella   minali',  24 3. 

Calandrella  pispoletta.    '243,  244. 

Calandrella  pispoletta  baetica,  244. 

Calandrella  pispoletta  minor,    243. 

Calandrelle,  248. 

Calandro,   *235. 

/'ala mira  maggiore,   *236. 

Calcarins,     l'."ìl'.  255,  l'.">7. 

Calcarius  lapponicus,    '253. 

Calcarins   uivalis,    254. 


lai,, ha.      102. 

Calidris,      102. 
Calidris  arenaria.     102. 
< 'al Heller   rutinus,    I  ,'■',. 
Calliope.     183. 
Calliope,      L83 
Calliope  calliope.     183. 
Calliope  eamtscbatkeusis,    !  vii 
Calobates    222, 
Calobates  nielanope,   222. 
Camptolaimus,    I7M. 
Camptolaimus  labradorius,    I7;i. 
Canapino.   *205. 

lana/lina    asiatico,     *207. 

Canapino  chiaro  ellenico,     L'ini. 
Canapino  ritiara  iberico,     L'ti7. 
Canapino  degli  olivefi,  205. 
Canapino  levantino,   "205. 
Canapina  maggiore,   *204. 
Canapiglia,    '465,    1 67,    168. 

(  a  nari.    L'Sl  . 

Canarini  domestici,   281. 

Canaria,      L'Sl. 

(  'aneparola  forestiera,   206. 

I  ani  pina    chiaro,    L'Oli. 

Cannabiua,   *282,   284. 
CannaliiiKi  brevirostris,  282. 
Cannabina  cannabina,     282. 

Calllialiina    cannabina    nana.    283. 

Cannabina  flavirostris.    '283. 
Cannabina   fringillirostris,  283. 
Cannabina  lincia,  l'sl'. 

Canna  pila,      L*  1  1  . 
Ciiiinnjnla    di    liltjth,    *211. 
Canna jala   ili  Jerdon,      _'  1  1  . 
Cannajola   verdognola,  *210. 

Cannali, rialti.    '2  1(1. 

Capinera,  *189. 
Capovaccaio,     ■>. 

Cappi  llarriii,       L'IO.    L' 1  1 . 

Cappellaccia   spaglinola,     l'Il'. 
Caprimulgidae,     92. 

l 'api  imnlijidi,    *92. 

Caprimnlgus,  54,    '93. 
Caprimulgus  aegyptius,     95, 
Caprimulgua  asiaticus,  95. 
Caprimulgus  europaeus.     :<:ì.  94. 
Caprimulgus    europaeua    meridio- 

nalis,   94. 
Caprimulgus  rufìcollis,    '94 
Caradridi,  *362. 
l 'aradrini,     365. 
Cardellino,  *276,   L'77,   299, 
Cardellino  dall'  luminiti .    L'77 
Carduelis,  *276,   L'77.   L'7s 
Carduelia  albigularis,  277. 
Carduelis  caniceps.     -77 
Carduelis  carduelis.     l'7iì.  l'77. 
Carduelis  carduelis  albigularis,  277. 
Carduelis  carduelis  major,  277. 
Carduelis  elegans,   -76. 
Carine.    *58. 

Carine  noctua,     58,  59,  60 
Carine  noctua  glaux.     t > l . 

l'aula    il,  ah     I  trilli.      15. 

Carpoilacns,      L'HL'.    296. 

Carpodacus  erythrinus,    292,  293, 

294,  295. 
Carpoilacns  rhodochlamys,  295. 
Carpodacus  roseus.   *293,  294. 


Carpodacus  rubicillus.     294. 
Carpoilacns  sinaiticns,    295. 
l 'asarca,      I  63. 
Casarca,     iiìl'.    hi:;. 
Casarca  cana,    163. 
Casarca  casarca,     163. 
Casarca   rutila,    163. 

Casarca    tailor li--.     I    3 

Catliaracta   parasi tica,    520. 
<  avalier  d'Italia,     .17*. 
Centroplianes,  253. 
Cerobneia  Naumanni,    18. 
Cerchneis  tinnunculus,    18. 
Ccrclnii'is  vespertinns,    17. 
(  lerorbj  neba,   .'11. 
Cerfcbia,    '143. 

Certhia   brachydactyla,   1  13,    III. 
Certhia   britannica.    1  13, 
Certhia  familiaris.     1 13,   ili 
Certhia  familiaris  brachydactyla. 

in. 
Certbia   familiaris  britannica,  143. 
Certbia  familiaria  familiaris,    111. 
Certbiidae,   *142. 
Cerziidi,     \  11'. 
Ceryle,     imi. 
Coryle  aleyon,  IH. 
Ceryle  rudis,     90. 
Cesena,   *158. 

Cesena  di   Naamann,     ini . 
Cesena   fosca,    "Ilio. 

Crllia,  '   216. 

Cettia  Cettii.    217. 

Cbactura.      98. 

Chaetura  caudacuta.     98. 

Chaclnrinac,    *98. 
Cbaetusia,  368. 
Cbaetusia  gregaria,  368. 
Cbaetusia   Villotaci,  368. 
Cbaradriidae,    *362. 
(  Iharadriinae,     :;iì.i 
Cbarailrins.      i!70. 

Charadrius  apricarius.     371. 
Charadrius  dominicus,    371. 
Charadrius  rulvus,  371. 
Charadrius  pluviali»,  370  err.det  i, 

371. 
Chanlelasmus,      l(i.~>. 
Chanlelasmus  Couesi,    165. 
Chaulelasmus  streperus,  mi,  M65, 

17.".. 
Cbelidon,    '100,   UH,    lo::. 
Chelidou   casbiniricusis.    UH. 
Chelidon  urbica,     ino. 
Chelidon  urbica  casnmiriensis,  100. 
Cbcbilonaria,    UHI. 
Cbcn.    *454. 

Chen  hyperboreus.     154,    155. 
Chen  nivalis.     155. 
Cbcnalopcx   aegyptiacus,    151. 

I  licniiiniirpbac.    449. 

(  Ihersopbilns,  *249. 
Chersophilus  Duponti.     250. 
Cbcrsopbilus  Duponti,   cor.  iusita- 
nioa,  '-'.Mi. 

Chettusia,      368. 

Chettusia  gregaria,   *368. 

Chettusia  leucura,   *368. 

Cbctlnsia  Villotaei,   368. 

(  h,  turini,  s98. 


IXDICIC    <  il  N  li;  A  II- 


553 


Chionis  alba,  364. 

Chinilo  maggiore,  *380,  381. 

Chiurlo  piccolo,  *382. 

Chiurlo  piccolo  <schinusi,   :;is:;. 

Chiurlottello,    *381. 

Chiurli,  380,  384,  445. 

Chloris.   *298. 

Chloris  chloris,  *298,  279. 

Chloris  chloris  chloroticus,  299. 

Chloris  kawarahiba  minor,  299. 

Chloris  sinica,  299. 

Chloroptila,  *27s. 

Chloroptila  citrinella,  *279,    280. 

Chloroptila    citrinella    corsicana, 

*279,  280. 
Chlorospiza  incerta,  293. 
Chroocephalusmelauocephalus,507. 
Chroocephalus  minutata,   506. 
Chroocephalus  ridilmudus,  508. 
Chrysomitris,   w277. 
Chrysomitris  spiuoides,   278. 
Chrysomitris  spinus,  *278. 
Cicogna,  443. 

Cicogna  bianca,    "443,   444. 
Cicogna  nera,  *444. 
Ciconia,  *443. 
Ciconia  alba,  443. 
Ciconia  ciconia,  *443,  444. 
Ciconia  nigra,  *444. 
Ciconidi,  *442. 
Ciooniidae,  *442. 
Cigno,   451,   453. 
Cigno  minore,  *452. 
Cigno  reale,  *453. 
Cigno  selvatico,  *452. 
Cigni,   454,  455. 
Cignini,  *451. 
Cincia  bigia,  *131,  *136. 
Cincia  bigia  alpestre,  *136. 
Cincia  bigia  settentrionale,   *136. 
Cincia  col  ciuffo,  *138. 
Cincia  dalmutina,  *137. 
Cincia  mora,  *129. 
Cincia  mora  britannica,    *130. 
Cincia  siberiana,   *138. 
Cincie  bigie,  130. 
Cincie  di  pachile,  130. 
Cinciallegra,  *128,  129. 
Cianciarella,  *127. 
Cinciarella  azzurra,  *128. 
Cinciarella  di   l'Ieske,  *127. 
Cinclidae,  *118. 
Cìnclidi,  *148. 
Cinclns,  *148. 

Cinclus  aquaticus,  148,  149. 
Cinclus  cinclus,  *148,  149,  150. 
Cinclus  cinclus  albicollis,   149. 
Cinclus  cinclus  aquaticus,     ir.1 

Cinclus  cinclns  britaunicus,   149. 

Cinclus  cinclus  cashmiriensis,  150. 
Cinclus  cinclus  melanogaster,  148, 

■149. 
Cinclus  cinclus  pyreuaicus,   150. 
Cinclus  cinclns  Sapsworthi,   150. 
Cinclus  merula,   148. 
Ciuclus  Pallasi,   150. 
Cipselidi,  *96. 
Cipselini,  *96. 
Circaetus,  *30. 
Circaetus  gallicus,  *30,  31. 


Cirous,  *11,  15,  51. 
Circus  aeruginosus.  *12. 
Cirous  cineraceus,   14. 
Circus  cyaneus,  lì.     1  i 
Circus  macrurus,  *13,   li,   L5. 
Circus  pygargus,  13,  *14,  15,  28. 
Circus  Swainsoni,   13. 
CisticoUi,  *219. 
Cisticola  cisticola,  *219. 
Cisticola  cursitans,  219. 
Cisticola  schoenicola,   219. 
Cisticolinae,  *219. 
CisHcolini,  *219. 
Ciuffolotto.  287,  *289,    290. 

Ciuffolotto   delle  pinete.    *295. 
Ciuffolotto   di   Cassi»,      2110. 
Ciuffolotto  maggiore,  *289. 
ciuffolotto  roseo,  *293. 
ciuffolotto  roseo  caucasico,  *294. 
Ciuffolotto  roseo  siluratilo.      L'ini. 
Ciuffolotto  scarlatto,   *292. 
l'i ii kur,  *335. 
(  iettiti,  *58,   59. 
Civetta  capogrosso,  *69. 
Civetta   delle   nevi.    *56. 
Civetta  meridionale,  *61. 
Civetta  minore,  62. 

Civetta    nauti.    *62. 
Civette,  52,  57.  58. 
Cladorhynchns,  377. 
Clangula,  *477. 
Clangula  albeola,  *478. 
Clangula  angustirostris,  478. 
Clangula  clangula,  474,  47tì,    477, 

478. 
i  langula  glaucion,  477. 
Clangula  islandica,  *478. 
Clangula  mergoides,  47*. 
*  Classificazione  degli   lettili,  si. 
Olivicola,  *102,  103. 
Olivicola  riparia,  103. 
Coccothraustes,  252,  *297. 
Coccothraustes  coccothraustes, 

*297. 
Coccothraustes  vulgaris,    297. 
Coccothraustinae,  *296. 
Cocco traustini,  *296. 
Coccygus  erythrophthaliuus,   S">. 
Coccystes,  *84. 
Coccystes  glandarius,  *84. 
Coccyzus,  *84. 
Coccyzus  americanus,  *85. 
Coccyzus  erythrophthalmus,  *85. 
Coda,  13,  14. 

forma  della  coda,   13,   14. 

penne  della  coda,  13. 
Codazzurro,  *184. 
t 'odibutjnolo  caucasico,  *125. 
Codibugnolo  caucasico  dal  dorso  nero, 

*124. 
Codibugnolo  grigio,  *124. 
Codibugnolo  macedonico,  *124. 
Codibugnolo  roseo,  *124. 
Codibugnolo  siciliano,    *125. 
Codibugnolo  testa  bianca,  *123. 
Codibugnolo  testa  bianca  caucasico, 

*123. 
Codibugnolo  turco,  *125. 
Codirosso,  *179,   185. 
Codirosso  algerino,  *181. 


Codirosso  ili  Ehrenberg,  *179. 
Codirosso  ili  Gould,  *180. 
Codirosso  ili  Giildenstadt,   "181. 
Codirosso  spazzacamino,  *180. 
t  'odir ossone,    f169. 
Coditrèmole,  221. 
Codone,    1U7       L69,    170. 
<  lolaptes  aura  tue,  79. 
Cui, minili.     531,  534. 
*Collo,  9. 

parti  del  collo,   9. 
Collocaliae,  96. 
Coloeus,  313. 
Coloeus  monedula,   313. 
Colombaccio,  *327. 
Colombella.    *326 

Colombi.     ;;j:.. 
Colombidi,  *325. 
*Colorazione  imitativa,  25. 
»  mimetica,  25. 

Columba,  *326. 
Columba  Bollei,  327. 
Columba  laurivora,   327. 
Columba  livia,  *326. 
Columba  oenas,  *326. 
Columba  palumbus,  *327. 
Columba  trocaz,   327. 
Columba  turricola,   326. 
Columbae,  *325. 
Columbidae,   *325. 
Colymbi,   534. 
Colymbidae,   *531. 
Colymbus,   *531,   535. 
Colymbus  Adamsi.  *534. 
Colymbus  arcticus,  *532,  533, 534. 
Colymbus  glacialis,  *532,  533,534. 

Colymbus  grisegena,   537. 

Colymbus  septentrionalis,  *531. 

Comatibis  eremita,  446,   447. 

Combattente,  *398. 

Coracias,   *86. 

Coracias  garrulus,  >:86. 

Coracias  iudicus,  87. 

Coracias  oriolus,  309. 

Coraciidae,  *86. 

Coraciidi,    :mì 

Cornacchia,  *314. 

Cornacchia  nera,  314,   -315. 

Corone,   314. 

Corriere  americano,  *373. 

Corriere  asiatico,  *374. 

Corriere  grosso,   *375. 

Corriere  piccolo,  *376. 

Corrione  biondo,    *360. 

Cormorano  col  ciuffo,   492. 

Corvidae,  «310. 

Corvidi,  *310. 

Corvinae,  310. 

Corvo,  *311. 

Corro  di  notte,   442. 

Corvo  imperiale,  *311,  312. 

Corvo  imperiale  africano,  *313. 

Corvo  marino,  446. 

Corvus,   *310,   311,   313. 

Corvus  corax,  *311,  313. 

Corvus  corax  canariensis,  312. 

Corvus  corax  corax,  312. 

Corvus  corax  edithae,  312. 

Corvus  corax  hispanus,  312. 

Corvus  corax  lawrencei,  312. 


Atlante  ornitologico. 


55  l 


ATLANTE    ORNITOLOGICO 


(  on  us  corax  thibetanus,  3 12. 
Corvus  corax  tingitanus,  312,  *313. 
Corvus  corax  umbrinus,  542. 
Corvus  corax  varius,  312. 
Corvus  coriiix,     31  l.  315. 
Corvus  eornix  Sharpei,  314, 
Corvus  corone,  514.    315. 

Corvus  coroni'  orientali»,   315. 
Corvus  frugilegus,  *311,  315. 
Corvus  monedula,  *3J3,  31  l. 
Corvus  monedula  collaris,  314. 
(  lorvus  sylvaticus,  446. 
Corydalla   Kiohardi,  236. 
Coscoroba  candida,  4  r.  ] . 
Cosmonetta,   480. 
Cosruonetta  histrionioa,  480. 
(olile,   102,   *103. 
Colile  obsoleta,    104. 

Cotile  rupestris,  *103,  104. 

lui  il  miri,    *335. 
Coturnix,  *339. 
Coturnix  capensis.   340. 
Coturnix   eoinnmuis,   340. 
Coturnix  coturnix,  60,  *340. 

Cotyle,    103. 

Col  vie  riparia,    103. 

Cotyle  rupestris,   103. 

Crex,  *420,  421. 

Crex  crex,  *421. 

Crex  prateusis,  421. 

Oroccolone,  *413. 

Crociere,  *300. 

Crociere  dalle  ali  rosse,  *302. 

Crociere  ielle  punir.  *301. 

Crociere  fasciato,  *302. 

Crymophilus,   *417. 

Crymophilus  fulicarius,  "418. 

Cuculidae,  *82. 

Cuculiai,  *82. 

C'uculinae,  *82. 

Cuc ul ini,    *82. 

Cuculo,  *83,  84. 

Cuculo  americano,   *85. 

Cuculo  americano  dagli  occhi  rossi, 

*85. 
Cuculo  americano  occhio-rosso,  85. 
Cuculo  dui  ciuffo,  *84. 
Cuculus,    *82,  83,   84. 
Cuculus  canorus,  *83. 
Culbianco,   *174. 
Culbianco  abbrunato,  170. 
Culbianco  del  deserto,  *175. 
Culbianco  isàbellino,  *175, 
Curruca  atricapilla,   189. 
Currnca  heineken,   190. 
Curruca  rubricapilla,   190. 
Curruca  salicaiia,   189. 
Cursoridi,   *358. 
Cursoriidae,    x358. 
Cursorius,  *359. 
Cursorius  gallicus.  "360. 

ini  lettola  a  gote  bianche.    226. 
Cutrettola   burniti ,    226. 
Cutrettola  capinera,   *228. 
Cutrettola     capinera    a    sopraccigli 

bianchi,  *229. 
Cutrettola    capinera    a     sopraccigli 

gialli,  *229. 
Cutrettola   capo  cenerino,      L'L'Il. 
Cutrettola  rapo  scuro,  *226. 


Cutrettola  gialla,   *225. 
Cutrettola  gialla  orientale,    *226. 
Cutrettola  testa  gialla,  "221. 
Cutrettola  testa  gialla  orientale,   223. 
i  uhi  lini,  a  sopracciglio  giallo,  224. 
t'rviKi!  (Classificazione  ili1.  84. 
Cyanecula,   *181. 
Cyanecula  orientalis,   1N2. 
Cyanecula  suecica.  *182. 
Cyanecula  suecica  cyanecula,    1X2. 
Cyanecula  Wolfi,   182. 
Cyanistes,  127. 
Cyanistes  caoruleus,  127. 
Cyanopolius,  *319. 
Cyanopolius  Cooki,  *319. 
Cygninae,  *451. 
Ctgnini,  *451. 
Cygnopsis  cygnoides,  451. 
Cygnus,  *452. 

Cygnus  Bewicki,  *452,  453. 
Cygnus  buccinator,   453. 
Cygnus  columbianus,    153. 
Cygnus  cygnus,    452.  4  53. 

Cygnus  inimutabilis,   454. 
Cygnus  minor,   452. 
Cygnus  musious,  452. 
Cygnus  olor,  *453,  454. 
Cypselidae,  *95. 
C'ypselinae,   *96. 
Cypselns,  mi. 
(  >  pselus  atlinis.   97. 
Cypselus  apus,  97. 
(  iypselus  melba,   96. 
Cypselus  ninrinus,  97. 
Cypselns  pallidus.   97. 

Daceloniuae,  89. 

Dacelonini,   89. 

Datila,  *469. 

Datila  acuta,  464,   168,     169. 

Datila  Katoni,  469. 

Datila  spinioauda,  469. 

Damigella,  431. 

Damigella  di  Numidia,     431. 

Daption  capensis,  529. 

^Darwin  (Opera  di),  89. 

Daulias,   186. 

Daulias  luscinia,    1X7. 

Daulias  philomela,   187. 

*Dk    Blainville    (Classificazione 

di),  86. 
Dendrocopus,   *76. 
Dendrocopus  leuconotus,    77. 
Dendrocopus   leuconotus  Lilfordi. 

*78. 
Dendrocopus  major.     76.  77,    78. 
Dendrocopus  major  anglicus,   76. 
Dendrocopus   major  rissa,    76. 
Dendrocopus  major  major,   76. 
Dendrocopus   major   I'oelzami.    77. 

Dendrocopus  major  syriacus,  :;77. 
Dendrocopus  medius,    ;7x,  79. 
Dendrocopus  innlius  Saucti-Johan- 

nis,   78. 
Dendrocopus  minor,  ■  79. 
Dendrocopus  minor  Danfordi,    79. 
Dendrocopus  minor  pipra,     79. 
Dendrocopus  numidions,   77. 
Dendrocopus  pubescens,   77. 
Dendrocopus  syriacus,  77. 


Dendrocopus    villosus,    77. 
I  lendrooycna  javanica,   151 . 
Dendroeoa  rirens,  188. 
*Desmognato,   l'ululo.   in7. 
Indi.  325. 

I  Mnioilismo,  27. 
Dura  a  dea,   520. 
Diomedea,     529. 

Diomedea   dalle  ciglili   nere,      530. 
Diumedea   exulans,    529. 

Diomedea  melanophrys,  *530. 
Diomodeidae,  *529. 
I limili  ih  idi,    *529. 

^Distribuzione  geografica  degli  I  e 

celli.  30. 
Dolychonix  oryzivorus,  304. 
Dromas,   358. 
Dromolaea,  170. 
Dromolaea  lencopyga,   171. 
Dromolaea  leucura,  170. 
Dryocopus  martius,  75. 

Ectopistes  migratorius,  327. 
Edredone,  *483. 
Edredone  di  Steller,    >:  183. 
*Egitognato,  l'alato,  107. 
Egretta  alba,  436. 
Egretta  garzetta,  437. 
Elanoides  forficatns,  34. 
Elanns,  *34. 
Elanus  caeruleus,  '-34. 

l-'niiiliipndini.    ''"362. 
Emberiza,   252,   253,   *257. 
Emberiza  Buchanani,    261. 
Emberiza  caesia,  *26l. 

Emberiza   calandra,   255. 
Emberiza  chrysophrys,  *258. 
Emberiza  eia,  *261. 
Emberiza  cinerea,  268. 
Emberiza  cioides,  268. 
Emberiza  cirlus,  *259. 
Emberiza  citrinella,  *258,  259. 
Emberiza  citrinella,    var.    lirelnni, 

259. 
Emberiza  citrinella  Molessoni,  259. 
Emberiza  Durazzi,  264,   266,   267. 
Emberiza  fucata.  268. 
Emberiza  hortulana,  *260. 
Emberiza  lesina,  263,  26S. 
Emberiza  leucocephala,  259,  *262. 
Emberiza   miliaria,   255. 
Emberiza  uivalis,  253. 
Emberiza  palustri».   266. 
Emberiza   pithyornis,   263. 
Emberiza  pusilla,  *263,  264,  266. 
Emberiza  pyrrhuloides,   267. 
Emberiza  rustica,  *263,  264. 
Emberiza  schoeniclus,  263.  " u t;  i , 

265,   266,   267. 
I  '.mberiza  schoeniclus  aquatica ,  265. 
Emberiza  schoeniclus  Durazzi,  265. 
1. mberiza  schoeniclus  Dura  zzoi. 266. 
Emberiza    schoeniclus  intermedia, 

265,  266. 
Emberiza    schoeniclus    palustris, 

265,  266.   «267. 
Emberiza     schoeniclus    passerina, 

265. 

Emberiza  .schoeniclus   pyrrhnlina, 
265,   266. 


INDICE    GENERALE 


555 


Emberiza    schoeniclus    pyrrhuloi- 

des,  265,  266,     267.  268. 
Emberiza  schoeniclus  schoeniclus, 

266. 
Emberiza  schoeniclus  Tschusii,  26ó, 

266,   268. 
Emberiza  schoeniclus  typica,   265. 
Emberiza  schoeniclus  Valloni,  L'UT. 
Emberiza  scotata,  267. 
Emberizae,   253,   255,  268. 
Emberizae  schoeniclus  intermediae, 

266,  267. 
Emberizinae,   *251. 
Emberizini,  *251. 
Ephialtes,  54. 
Ephialtes  scops,   55. 
Erionetta,   484. 
Erismatura,    "485. 
Erismatura  leucocephala,  *486. 
Erismaturinae,   *485. 
Erismat mini,  *485. 
Erithacus,  *185. 
Erithacus  rubecula,  *185,  1*6. 
Erithacus  rubecula  hyrcanus,*186. 
Erithacus  rubecula  superbus,  186. 
Erythropus  vespertinus,    17. 
Erythrospiza,   *291. 
Erythrospiza  githaginea,  *291. 
Erythrospiza  sanguinea,  *291. 
Erythrosterna,  *  107. 
Erythrosterna  parva,  *107. 
Eudromias,   *372,   373. 
Eudromias  raorinella,  872. 
Eudromias  morinellus,  *372. 
Eunetta,   464. 
Eunetta  bimaculata,  468. 
Eunetta  falcata,  *465. 
Eurypygidae,   428. 
Euspiza,  *256. 

Euspiza  aureola,  *256. 
Euspiza  luteola,  "257. 
Euspiza  melanocephala,  *256. 
Euspizae,   255. 

Falacrocoracidi,  *489. 

Falaropini,  *416. 

Falaropo  a  becco  largo,   *418. 

Falaropo  a  becco  sottile,  *417. 

Falco,   *41.   42,   47. 

Falco  aesalon  (err.  dei.),  *46. 

Falco  aiiatum,   42. 

Falco  barbarus,  43,  *44. 

Falco   Iirookei,   43,  44. 

Falco  cenchris,  48. 

Falco  communis,   42. 

Falco  concolor,   46. 

Falco  cornieuin.   43. 

Falco  cuculo,  *47. 

Falco  della  regina,  *45. 

Falco  di  patitile,   12. 

Falco  Eleonorae,  28,  *45,  46. 

Falco  Feldeggi,   38. 

Falco  grillajo,  *48. 

Falco  griseiventris,   43. 

Falco  lanarius,  38. 

Falco  leucogenys,   43. 

Falco  lithofalco,   46. 

Falco  melanogenys,   42,   43. 

Falco  merillus,  46. 

Falco  minor,  42,  43. 


Falco  uisus  major,   11. 

Falco  nisns  minor,   li. 

Falco  pecchiaiolo,     35,   Ibi. 

Falco  peregrinus.  39,     II'.  13,  44, 

46. 
Falco  peregrinila  Brookei,    II. 
Falco  pescatore,  *50. 
Falco  punicus,  *43,   14. 
Falco  rusticulus,  40. 
Falco  sacer,  37. 
Falco  saker,   37. 
Falco  subbuteo,     ti.  45,  46. 
Falco  tinnunculus,  48. 
Falco  vespertinus,   47. 
Falcone,  38,   39,   *42,   43,   44. 
Falcone  di   Barberia,  44. 
Falcone  minore,    *43,  44. 
Falcone  tunisino,  43. 
Falconidae,   *7. 
Falconìdi,  *7. 
Fanello,   *282. 
Fanello  nordico.  *283. 
Fanello  Risica,  283. 
Fagiani,  341. 
Fagianidi,  *333. 
Fagiano,   *341. 
Fagiano  di  monte.  *346. 
Fagiano  di  monti  il,  I  Caucaso,  "347. 
*  Femmina  in  livrea  di  maschio,  28. 
Fenicotteri,   *448. 
Fenicotteridi,  *449. 
Fenicottero,  *449. 
Fetonte,  495. 
Fiammante,   449. 
Ficedula,  *10o. 

Ficedula  atricapilla,  "106,  107. 
Ficedula  atricapilla  semitorquata, 

*106. 
Ficedula  collaris,  *107. 
Fiorrancino,    119. 
Fischione,   *466,  467,  468. 
Fischione  americano,  *467. 
Fistiane  turco,  *473. 
Folaga,  *428. 
Folaga  africana,  428. 
Folaga  crestata,   "428. 
Folaghe,   416,  4 li 7. 
Forapaglie,  *208. 
Forapaglie   castagnolo,   *215. 
Forapaglie   di  P alias,   *213. 
Forapaglie  di  lladde,  *216. 
Forapaglie   lanceolato,   *214. 
Forapaglie  macchiettato,  *214. 
Forapaglie   siluriano,   *214. 
Francolini,   333,   338. 
Francolino,   *337. 
Francolino  di  monte,  *350,  351. 
Francolino  di  monte  orientale,  *351. 
Fraucolinus,  *337. 
Francolinus  francolinus,  *337, 338. 
Fraucolinus  vulgaris,  337. 
Fratercula,   538,   *543,   544. 

Fratercula  arctica,  544,  *545,  546, 

547. 
Fratercula  arctica  glacialis,  547. 
Fratercula  corniculata,   547. 
Fratercula  glacialis.  547. 
Fraterculinae,  *543. 
Fraterculini,   *543. 
Fraticello,  *503. 


Fratino,  *376. 

Freddoloso  ili   liadicofani,   152. 
Fregala,    10... 
Fregata  aquila.   105. 
Fregilupus  varins,  304. 
Fregilus  graculus,   324. 
Fringilla,  252,  *273,  280. 
Fringilla  albigularis,   277. 
Fringilla  borealis,  288. 
Fringilla  canescens,  288. 
Fringilla  coelebs,  *274,  275. 

Fringilla   incerta,   293. 
Fringilla  montifringilla,  274,  *275. 
Fringilla  spodiogenys,  *275. 
Fringillae,  274.  276. 
Fringillidao,  *251. 
Fringillidi,  *251. 
Fringillinao,   -268. 
Fringillini,  *268. 

Fringuello.    *274. 

Fringuello    algerino,    *275. 

Fringuello   alpino,    *273. 

Fringuello    alpino  caucasico,  *273. 

Frosone,  *297. 

Frullino,    *415. 

Fulica,  *427. 

Fulica  atra,  *428.- 

Fulica  cristata,  *428. 

Fulica  porphyrio,  426. 

Fulicariae,  352,  *4ls. 

Fulicarie,   "418. 

Fuligula,  *475. 

Fuligula  affinis,   476,   477. 

Fuligula  collaris,  476,  477. 

Fuligula  cristata,  476,   477  (')  (err. 

det.). 
Fuligula  ferina,  474. 
Fuligula   ferinoides,   474. 
Fuligula  fuligula,  *476. 
Fuligula   Homcyeri,   474. 
Fuligula  marila,  *476,  477. 
Fuligula  mariloides,   476. 
Fuligula  neartica,  476. 
Fuligula  ruiina .   473. 
Fuligulinae,  *473,  486. 
Fuligulini,  *473. 
Fulix  cristata,   476. 
Fulix  ferina,   474. 
Fulix  fuligula,   476. 
Fulix  marila,   476. 
Fulix   nyroca,   475. 
Fulniarinae,  *528. 
Fiilmurini,   *52S. 
Fulmaro,   "520. 
Fulmarus,    *528. 
Fulmarus  glacialis,  *529. 
•FiiKiìuiNGEK,  (Classificazione  di), 

100. 

Gabbianello,    *506. 
Gabbiani,   496,   517,   521. 
Gabbiano  a  lesta  nera  maggiore,  506. 
Gabbiano  comune,  *508. 
Gabbiano  corallino,   *507. 
Gabbiano  còrso,  *512,  513. 
Gabbiano  dalla  coda  cuneata,  *504. 
Gabbiano  del  Bonaparte,  *507. 


(0  Fuligula  fuligula. 


556 


\  I  i.an  DE    ORNITOLOGIl  " 


Gabbiano  del  l'alta».     506. 
Gabbiano  del  S.  504. 

Gabbiano  ebttrm  o,    '515. 
Gabbiano  giamo,     ."il  1. 
Gabbiano  islandico,   *515. 
Galdiiano  piombino,   508. 
Gallinomi  reale,  -"ili,  513. 
(hthl, inno  reale  nordico,  *511. 
Gabbiano  roseo,  *509. 
iiiil'hiono  terragnolo,  516. 
Gabbiano  tridattilo,  *516. 
Galerida,  240. 
Galerita,     240. 
Galerita  abyssinica,  241. 
Galerita  cristata,     240,  241,  242. 
Galerita  cristata  balcanica,  241. 
Galerita   distata    caucasica.    -11. 
Galerita  cristata  cristata.  241. 
Galerita  cristata  sencgalensis.  211. 
Galerita  cristata  theklae,  241,  242. 
Galerita  macrorhyncha,   241. 
Galerita  manna.   241. 
Galerita  senegalensis,  211. 
Galerita  striata.   211. 
Galerita  Theklae,     212. 
Gallina  pi'atajola,  *354. 
Gallinacei,   *329,  353. 
Gallina*,  *329. 
Gallinago,  386,   *413,  414. 
Gallinago  caelestis.  414. 
Gallinago  delicata,  387.  414. 
Gallinago  gallinago,  413.     111. 
Gallinago  gallinula,  415. 
Gallinago  major,    113. 
Gallinago  media.     1 13,   114. 
Gallinago  Sabinei,  239,  414,    11.".. 

504. 
Gallinago  scolopacinus,  414. 
Gallinago  stemmi,  352,   413. 
Galline    di    Foroonr,    333. 
Gallinella,   420. 
Gallili, Ila  d'acqua,   83,      124. 
Gallinula,     12:;. 
Gallinula  chloropus,     121. 
Gallinulae,    124,  426,  427. 

Gallo    et  dinne,       3  1  S  .     3  19. 

Gallo   cedrone   degli    I  l'ali.      3  IH. 

Gallus,   333. 

Gallus  baukiva,   333. 

Gallus  do stieus,  344. 

Gambecchio,     103. 

Gambecchio  americano,  *406. 

Gambecchio  dal  petto  fasciato  ameri- 
cano,  "403. 

Gambecchio  dal  petto  fascialo  sibc- 
riano,     406. 

Gambecchio  frullino,      I  IO. 

Gii  mi,,  echio    minor,  .        104. 

Gambecchio   nano,      105. 

G, imi, ella,   39*. 

Gambetta  americana,  400. 

Ganga,     332. 

Garrulinae,  310. 

Garriti  un,   *320. 

Garrulus  atricapillus,  322. 

Garrnlus  cervicalis.    322. 

Garrulus    glandarius,    *320,    321, 

322. 

Garrulus  glandarius  Brandti,    321 , 

322. 


Garrulus     glandarius     hyrcanus, 

322 
Garrulus  glandarius  Krinicki.  322. 
Gai inlns    glandarius    Sewertzowi, 

32 1 . 
Garzella.    136,    437. 
Garzi  Ita.       137. 
Garzetta  nigripes,    137. 
Garzella.    138. 
Gavia,  506. 
Gavia  allinis,  511. 
Gorilla,      "il  I. 
Gazza,  *318. 
Gazza    marina.    *540. 
Gazza    marina   minori.      311. 
Gazze,  323. 
Geciuns,   *74. 
Gecinus  canus.     75. 
Gecinus  viridis,    74. 
Gecinus  viridis  Sharpei,    71. 
Gelasies  Genei,  509. 
Gelochelidon.      198,    199. 
Gelochelidon  anglica,  *498. 

Gelochelidon    nilotica.    19S. 
Genuaja  Feldeggi,   38. 
Gennaja  saker,   37. 
Geocichla,    159,      166,    167. 
Geocichla  dauma,   167. 
Geocichla   Heinei,  1(>7. 
Geocichla  sibirica,     L67. 
Geocichla  varia,  *166,  167. 

Germani.   461, 

Gt  rimino    di  unire.    481. 

Germano  nule.     163,  164,  107.  468. 
Germano  lineo,    173. 
Geronticns  eremita,  446.   447. 

Gheppio,     ■  IN. 

Ghiandaia,     320,  321. 

Ghiandaia  a    lesta    nera.      322. 

Ghiandaia  del   Brandt,     321. 

Ghiandaia  dì  .sili,  rio,     323. 

Ghianda/a  marina,     '86. 

Ghiandaia  persiana,     -322. 

Ghiandaie  orientali.  320. 

*Giglioli  (Classiricazio li),  107. 

Ginnico,  li. 

Gir/alea   di    G meni, india.    *40. 
lini, ileo    d'Islanda.        10. 
Giare., la.    *360. 

Glareola  melanoptera.     362. 

Glareola  pratincola,     361,  362. 

Glareolae,  301. 

Glaueidium,   *61. 

Glaucidium  passerinum.     62.   63, 

69. 
Glaucidium  passerinum  setipcs,  63. 
Glaucidium  pumilum,  62. 
Glaucidium  setipes,  62,  63. 
*Gl.OGER  (Classificazione  di),  88. 
Glottis.    391. 
Gol, ho  rugginoso,  *486. 
Gracchio,     321. 
Gracchio  corallino,     32  I . 
Gracula  religiosa.   30  I . 
Graciilns.    32  1. 
Grallae.  *351. 

Grandule  mediterranea,     332. 
:;GkavkmihKst  (Classiliia/Hine  di) 

87. 
Grìcbe,  535. 


Grifone,     l. 
Grillato,  48. 

G  lotto  io,,, .  B8. 

Grottaione  egiziano,  88. 

Gruccione     88. 

Gin,, ione  egiziano,     88. 

Gru,    128,      130. 

Gru  antigone,     131. 

Gru  bianca  di  Siberia,     430. 

Gru  paronimi,   432. 

I,,  „,.     130. 

Grillila.-.       129. 

Gnidi,      129. 
Gius.      429. 
I  Mais  cinerea  ,    430. 
Gius  collari»,    131. 
Grus  eiiininiiiiis,    430. 

Grus  grus.     430. 
Grus  l.illordi.  430. 

Gufi.    32. 

Gufo   connine,    :04. 

G  Ilio    del     I  tipo,        65. 

Gufo   degli    l'ralì.      07. 
Gufo   di    l.tiji/ioniii,      6S. 
Gufo   ili  padttle,      01 . 

Glifo    reale.       32. 

Gufo  selvatico,     00. 
Gtiiirdti-hmii   indiano,   -138. 
Gygis,  197 
Gypaetidae,     6. 

Gvpaetns.     -6. 

Gypaètus  barbatus.  *7. 
Gyps,     3 
Gyps  fulvus.     I. 
Gyps  liisjiaiiioleuNis,   4. 
Gyps  Kolln.    I. 
Gyps  occidentalis,  4. 

Un  niatopodinae,   *362. 
Haematopus,  "303. 
Haematopus  ostralcgus,  363. 
Haematopus  ostrilegus,  *363. 
Haliaetus,     29. 
Haliaétus  albicilla,     29. 
Haliaetus  leuuocephalus,  29. 
Haliaetus  leucoryphus,  *30. 

Malevoli.    91. 

Malevoli   sin.x  rnonsis,   91. 

Halocyptena,  321. 

Marchia.       179. 

I  lardila   glaeialis,    479. 

Harelda  hyemalis,  *479. 

IIawk-Ovvi.s,    37. 
Ileliornitliiilae,    119. 
Helodromas,  393.  394. 

I  lelodronias    OChropUS,    393. 
1  leni. '.niella.      4S2. 

Heniconetta  Stelleri,  *483. 

"Mion.MiNiKUil  la.ssirieazionodil,  87. 
llerodias,       136. 

Herodias  alba,     430.  437. 

llerodias  egrettoides,    137. 

Herodias  garzetta,     437. 
Herodias  melanorhyncha,  437. 
llerodias   xantliodaetyla,    437. 
lleriiiliimes.    352,      432. 
Heteropygia,  403,  403. 
Heteropygia   Iiairdi.  405. 
Hiantes,  *92. 
Hieraetus  pennatus,  28. 


INDICE   i.knki; Ali, 


Hierofalco,   ;<~36. 
Hierofalco  candicans,  *40,    il. 
Hierofalco  cherrug,  *37. 
Hierofalco  Feldeggi,  18,  *38.   39, 

40. 

Hierofalco  gyrfalco.     n. 
Hierofalco  islandus,     IO. 
Hierofalco  milvipes,  38. 
Hierofalco  Baker,  37. 
Himantopodiuae,   *377. 
Himantopus.   ;  377.  378. 
Himantopus  candidila,   378. 
Himantopus  himantopus,     ::7s. 
Hippolais,  204. 
Hirundiuidae.  *99. 
Hinmdo,  100,  *101. 
Hirundo  eahirica,   102. 
Hirundo  danrica,   102. 
Hirundo  rufula,  s102. 
Hirundo  rustica,  *101,  102. 
Hiruudo  Saviguyi,   102. 
Histrionicus.     480. 
Histrionicus  histrionicus,  *480. 
Hoplopterus.   *365. 
Hoplopterus  spinosus,  *366. 
Houbara,  *355,  350. 
Honbara  fnerteventurae,  356. 
Houbara  Macqueeni,  *356. 
Houbara  undulata,   *356. 
*Hu-\i.ey  (Classificazione  di),  90. 
Hydrochelidon,   *497. 
Hydrochelidon  fissipes,  *498,  407. 
Hydrochelidon  hybrida,  *497. 
Hydrochelidon  leucoptera,   498. 
Hydrochelidon  nigra,     4:>7.  498. 
Hydrocolaeus  ichthyaé'tus,  506. 
Hydrocolaeu9inelauocepbalus,  507. 
Hydrocolaeus  minutus,  506. 
Hydrocolaeus  ridibnndus,  508. 
Hydroprogne,   *499. 

Hydroprogne  caspia,  *499. 

Hydrornia  Alleni.   425. 
Hypolais,  *204. 
Hypolais  caligata,  );207. 
Hypola'S  hypolais.     -04.  205. 
Hypolais  icterina.   204. 

Hypolais  olivetorum,  *205. 
Hypolais  opaca,  *207. 
Hypolais  pallida,  *206.  207. 
Hypolais  polyglotta,  s205. 
Hypolais  saliearia,  207. 
Hypotriorcbis  Eleonorae,   45. 
Hypotriorcbis  subbuteo,   44. 

Ibididae,   *444. 

Ibididi,  *444. 

Ibis  dalle  guancie  rosse,  446. 

*Ibridi,  27. 

Ictoridae,   304. 

Icterus  galbula,   304. 

Iduna,   205. 

*Illigek  (Classificazione  di),  85. 

Imantopodini,   *377. 

Impennes,  530. 

Irundinidi,   *99. 

Ijngini,  *81. 

Iynginae,  *81. 

I£nx,  *81. 

Iynx,  81. 

Iynx  torquilla,  *81. 


Iantina,   184. 

Iantina   cyanura.    184. 

latiti.   *92. 


Jonocicca,   425. 
Jonocicca  Alleni, 

Kefcupa,  52. 


125. 


Lahbo,  *519,   520. 

Labbo  codaltuitja,   *520. 

Labbi,  496. 

*Lacépki>e  (Classificazione  di),  85. 

Lagopus,   *343,  347. 

Lagopus  atkensis,  345. 

Lagopus  hyperboreus,     346. 

Lagopus  iusularis,   345. 

Lagopus   islandormn,    345. 

Lagopus  lagopus,   *344,  345,  347, 

348,  350. 
Lagopus   mutus,    341,     345.    ::i7. 

350. 
Lagopus  Nelsoni,   345. 
Lagopus  Reinbardti,   345. 
Lagopus  Ridgwayi,   345. 
Lagopus  rupestris,  *345. 
Lagopus  scoticus,  *344.  345 
Lagopus  Welchii,  345. 
Lamellirostres,  451, 
Lanario.    18,     f38. 
Lauiidae.   109,  *110. 
Laniidi,  109,  *110. 
Lauius,  *110,    113, 
Lanius  algeriensis.     ili. 

Lanius  auriculatus.   115. 

Lanius  badine,   116. 

Lauius  borealis,  113. 

Lanius  borealis  europaeus.   113. 

Lanius  collurio.  '115,  116. 

Lanius  elegans,    112. 

Lanius  excubitor,  *111,  112,  113, 

114,  115. 
Lanius  excubitor  borealis,  113. 
Lauius  excubitor  Homeyeri,   111. 
Lanius  excubitor  major,  ili.  112, 

*113. 
Lanius  ftmerens,   112,    f  1 1 3 . 
Lanius  garrulus,   109. 
Lanius  Crimini,   *112. 
Lanius  Homeyeri,   111. 
Lanius  isabellinus,  M16. 
Lanius  leucopterus.   111 
Lanius  ludovicianus,   114. 

Lanius  meridionalis,  *113.  114. 
Lanius  minor,  111,  *114. 
Lanius  nubicus,    116. 

Lanius  rapax,   111. 

Lanius  rufus,   115. 

Lanius  senator,  *115,  116. 

Laridae,  *406. 

Luridi,   *496. 

Larinae,   *504. 

Latini,  *504. 

Larino,  529. 

Larus,   *505,    509. 

Larus  albus,  515. 

Larus  argentatus,  510,  *511,  512. 

Larus  argentatus  cachinnans,  510, 

*511,   512,   513,   514. 
Larus  stridila,  508. 


Larus  Audouini,     512,  513,  514, 

Larus  cachinnans.   511. 

Larus  canus.  508,  512,  513,    53  I 

Larus  capistratus,  509. 

Larus  elmrneu.s.   515. 

Larus  fuscus,  *510,  511,  513. 

Larus  fuscus  affìnis.   *510. 

Larus  gelastes,  508,     509. 

Larus  glaucus,  *514. 

Larus    llemprichi,    500. 

Larus  Hntchinsi,   515. 

Larus  ichthyaé'tus.  *506.  507. 

Larus  leucophaens.   511. 

Larus  leucophthaliuus,   509. 

Larus  leucopterus,  *515. 

Larus  marinus,     509,  510. 

Larus  melanocephalus,  *507.  508. 

Larus  Uichaellesi,  511. 

Larus  minutus,     506. 

Larus  parasiticus,   520. 

Larus  philadelphia,     507. 

Larus  ridibundus.  *508,  509.514. 

"I.atham  (Classificazione  di),   84. 

Leptopoecile,   118. 

Li -ptopoecile  Sophiao,   118. 

Leptoptilus,   444. 

Leptoptilus  crumenif'enis.   444. 

Leptoptilus  dubius,  414. 

■Lkskk  (Classificazione  di),  84. 

Lestris  Buffoni,  520. 

Lestris  catarrhactes,  517. 

Lestris  crepi  datas,   519. 

Lestris  parasitica,  519. 

Lestris  parasiticus.  520. 
Lestris  pomarina,   518. 

Lestris  pomatorhinus,   518. 

Ligurinus  chloris,   298. 

Limicola,   *410. 

Limicola  pygmaea,  *410. 
Limieolae.    *352. 

Limicole,  *352. 
Lininocryptes,    *414. 

Limnocryptes  gallinula,  *415. 
Limosa,   *384,   386,   387. 
Limosa  aegocephala,   385. 
Limosa  belgica,   385. 
Limosa  lapponica,  "384,  386. 
Limosa  limosa,  *385. 
Limosa  melanura,  385. 
Limosa  Meyeri,   386. 
Limosa  novae  zealandiae.   386. 
Limosa  ruta,    381. 
Limosa  nropygialis,  386. 
Limosae,  386. 
Linaria  flavirostris,  288. 
*Lingua,  7,  8. 

consistenza  della   lingua,   7. 
dimensioni  della   lingua,   7. 
estremità  della  lingua.    7. 
figura  della  lingua,  7. 
movimenti  della  lingua.   8. 
superficie  della  lingua,  8. 
*Linxeo  (Classificazione  di),  82. 
Lobipes  (err.   det.ì,  417. 
Lobipes  hyperboreus,   417. 
Locustella',    208,    209,    *212,  213, 

214. 
Locustella  certhiola,  *213. 
Locustella  fluviatilis,  *213. 
Locustella  lanceolata,  *214. 


558 


ATLANTI?    ORNITOLOGICO 


Locustella  luscinioides,    -li'.  213. 
Locustella  naevia,    211,  215. 
Locustella   Raj  i,   214. 
Locustella  straminea,  *214. 
Ladola,  *238. 
Lodola  del  deserto,  249. 
Lodola  del  deserto  minore,   *249. 
/.,„/„/„  del  Dupont,  *250. 
Lodala  gola  Inaura  algerina,     248. 
Lodala  gola  gialla,     247. 
Lodola  gola  gialla  orientale,     l'In. 
Lodola  sibcriana.    '241. 
Lodolajo,  *44,   47. 
Lomvia  troile,  542. 
Longipennes,  "Uhi. 
Longipenni,  *496. 
Lophophanes,  *138. 
Lophophanes  bicoloi,   139. 
Lophophanes  cristatus,  *138,  139. 
Lophophanes     cristatus     mitratus, 

139. 
Lophodytes,   S4S7. 
Lophodytes  cucullatus,  *487. 
Lossiini,    *299,   301. 
Loxia,  295,  *300,  301. 
Loxia  bifasciata,  500,  *302,  303. 
Loxia  bifasciata  leucoptera,  303. 
Loxia  curvirostra,  *300,  301,  302. 
Loxia    curvirostra    rubrifasciata, 

302. 
Loxia   curvirostra  pityopsittacus, 

300,  *301,  302. 
Loxia  leucoptera,   302,   303. 
Loxia  pityopsittacus,  301. 
Loxia  rubrifasciata,   302. 
Loxia  taenioptera,  302. 
Loxiinae.  251,     299. 
I.ararino,    x'278. 
Lui  bianco,  *200. 
Lui  di  Eeersmann,  ::197. 
Lui  di  Pallas,  *202. 
Luì  forestiero,  *203. 
Luì   giallo,   *198. 
Lui  grosso,      I  99. 
Luì  piccala,    *201. 
Luì    sibcriana,       201.'. 

Lui  verde,  *199. 
Luì    verdognolo,   *198. 
Lnllula,    f239. 
Lullula  arborea,  *239. 

Lullula  arborea  Cberneli,   239. 

Lumia,   538,   541. 

^Lunghezza  ch'Ila  vita  negli  Uc- 
celli. 29. 

Lusciuia,   186. 

Luscinia  philoniela,   187. 

Luscinia  vera,    187. 

Lusciniola,   *215. 

Lusciniola  fuscata,  216. 

Lusciniola  melanopogon,  209,*215. 

Lusciniola  Schwarzi,  *216. 

Lusciniopsis  llu\  iatilis,  213. 

Lusciniopsis  luscinioides,  212. 

Lycos  monedula,   313. 

l.vrurus,   *346,   347. 

Lyrurus  Mlokosiewiczi,  ;<347. 

Lyrurus  tetrix,  344,  *346,  347, 
348,  349. 

Lyrurus  viridanus,   346. 


Maehaetos   pugnax,    398. 

Machetes,  ;  ;; »  T . 
Machetes  pugnax,  398. 
Macrorhamphus,   *386. 
Macrorhamphus  griseus,  *387. 

.Macrorhamphus  SCOlopace-US,    387. 

Ma  gii  a  il  in  a,    *196. 

Magnanimi    .stirila.       196. 

Mammiferi,   531. 

Maialala.     111. 

Marangone,    *490. 

Marangone   cai    ciuffo   meridionale. 

417,'      IH2. 
Marangone  cai  ciuffo  settentrionale, 
ini. 

Marangone    minare,     '  1112. 

Marangone  nana.  192. 
Marangoni.   486. 
Mareca,    'Itili.   467. 

Mareca  americana,  *467. 
Mareca  penelope,  464,    f466,   167. 
Mareca  sibilatrix,   466. 
Marmaronetta,     472,  17:i. 
Marmaronetta  angustirostris,  *472. 

Marsupiali,   531. 

Marlin  pescatore,  *89,  ini. 

Martin  pescatore  bianco  e  nero,  *90. 

Maf.ujola,       ITO. 

Marzajola  dalle  ali  blu,   *471. 

Megalestris,     517. 

Megalestris  catarrhactes,  *517. 

Melanetta,  481. 

Melanitta,  4SI. 

Melanocorypha,   214,    :215. 

Melanocorypha  bimaoulata,  246. 

Melanocorypha  calandra.    245,  246. 

Melanocorypha  sibirica,   2  11. 

Melanocorypha  yeltoniensis.    246. 

Meleagris,  333. 

Meleagris  americana,  353. 

Meleagris  gallopavo,   353,   354. 

Meleagris  nrexicana,  353. 

Melierax  gabar,  lo. 

Melizophilus,  *196. 

Melizopbilus  provinciali:;,   196. 

Melizophilus  sardus,     L96. 

Melizophilus  undatus,  *196. 

Mergansor,   *4S7. 

Mergauser  aniericanus,   488. 

Merganser  comatus,  488. 

Merganser  merganser,  *488. 

Merganser  serrator,  *488. 

Mergellus  alhellus,   486. 

Merginae,    151,     486. 

Mergini,     486. 

Morgulus  alle,  541. 

Mergus,   *486,   535. 

Mergus  albellus,  *486. 

Mergus  anatarius,  478. 

Mergus  castor,   488. 

Mergus  mergauser,   488. 

Mergus  serrator,   488. 

Merlo,    163. 

Merlo  acquajolo,   *148 

Merla  acquajolo  asiatico,  *150. 

Merlo  acquaiolo   nordico,      1  IH. 

Merlo  acquajolo  pancia  nera.     111'. 

Merla  col  /iella   bianca.    164. 

Merlo   dal   collare.      161. 

Merlo  dal  ealiare  meridionale,      165. 


Merlo  dal  collare  orientale,    *165. 
Merlo   di   Siberia,    167. 
Merlo   montano,    164. 
Merlo  nero,   *163. 
Merli  di  passo,  164. 
Merli  terragnoli,  164. 
Merope,  88. 
Meropidae,   *87. 
Mcropidi,  *87. 
Merops,      n7. 

Merops  apiaster,    88. 
Merops  persicus,     88. 
Merops  viridis,   88, 
Merops  viridissimus,   ss. 
*Merrem  (Classificazione  di),  86. 
Menda,   *159. 
Morula  alpestris,    165. 
Merula  atrigularis,  *162. 
Merula  fuscata,     160,  161,  162. 
Merula  merula,  158,    'io::,  168. 
Menda  merula  maxima,    161. 
Merula  Naumanni,     161. 
Menda  nigra,    163. 
Merula  obscura,     15S».  160,  162. 
Menila  pallida,   100,    L62. 
Merula  rufìcollis,     162.  163. 
Merula  torquata,  *164,  165. 
Merula  torquata  alpestris,     165. 
Merula  torquata  orientalis.    *165. 

Mesilldar,        ll'S. 

Mesophoyx   intermedia,   457. 
Mestolone,      -471. 

*Meybb  A   Woi.f   (Classificazione 

di),   85. 
Microcarbo  pygmaeus,  492. 
Micropidae,  95. 
Mioropodidae,  95. 

Micropus,  96. 

Migliarino   di  padiilc.    *264,    266. 

Mignattajo,  *445. 

Mignattino,  *497. 

Migiiuttino  ali   Inaurile,    ;<498. 

Mignutliiio  bigio,   *497. 

*  Migrazioni  degli   Uccelli,  41. 

Mdiaria.      255. 

Miliaria  calandra,    255. 
Miliaria  enropaea,  255. 
Miliaria  projer,  255. 
Milvus,   *31. 
Milvus  aegyptius,  *33. 

Milvus   iiiinus.   32. 

Milvus  korschun,  32,     ::::. 

Milvus  melanotis,  -33. 

Milvus  migrans,  33. 

Milvus  milvus,     32. 

Milvus  niger,  33. 

Milvus  regalia,   32. 

"Mimetismo,  25,  26,  27. 

Mniotiltidae,   L88. 

*Moehring  (Classificazione  di),  83. 

Molothrus  Cabanisi,  304. 

Mololhrus  (Lampropsar)  Cabanisii, 

501. 
Mololhru.s  Cassini,   304. 
Monachella,   *173. 
Monachella    bianca    e    nera.    172. 
Monachella   dal   dorso   nero.    x  171. 
Monachella  gola  «era,   *172,   173. 
Monachella     gola    nera    occidentale, 

*172. 


INDICE    GENERALE 


559 


Monachella  nera,  *170. 
Monachella  nera  a  testa  Manca,  171. 
Monachella  testa  bianca,    '171. 
Monachus  atricapillns,  189. 
Monachila  hortensis.   189 
Monticola,   *168. 
Monticola  cyana,  168. 
Monticola  erytbropterus.  169. 
Monticela  manillensis.  169. 
Monticola  saxatilis,  *169. 
Monticola  solitarius,  *168. 
Montifringilla,  *272. 
Montifringilla  nivalis,  255,  *273. 
Monti  f  ring  il  la  ni  va  Usai  piccia,  '-'•■• 
Montifringillae,  272. 
Moretta,  *476. 
Moretta  arlecchino,    *480. 
Moretta  codona,  *479. 
Moretta  grigia,  *476,  478. 
Moretta  tabaccata,  *475. 
Moriglione,  *174,   475,   478. 
Motacilla,  *220,  221,  230. 
Motacilla  alba,  *221,  222. 

Motacilla  boarula,   222,  223. 
Motacilla  boarula  melanope,  223. 
Motacilla  campestris,  223,   *224, 

225. 
Motacilla  citreola,  *223,  224. 
Motacilla  Feldeggi,  228. 
Motacilla   flava,   224,    -225,  226, 

227,  228,  229. 
Motacilla  flava  beema,  *226,  227. 
Motacilla  flava  borealis,  *226,  227, 

228. 

Motacilla     flava     cinereocapilla , 

*226,  227,   228. 
Motacilla  flava  leucocephala,  225. 
Motacilla  tìnviveutris,   221. 

Motacilla  lugubris,  '222. 
Motacilla    melanocephala,    *228, 

229. 
Motacilla  melanocephala  paradoxa, 

*229. 

Motacilla    melanocephala    xantho- 

phrys,  "229. 
Motacilla  melanope,  *222. 

Motacilla  phoenicurus  fi  titys,  180. 
Motacilla  pleschanka,  171. 
Motacilla  salicaria,   189. 
Motacilla  schoenobaemis,   2(18. 
Motacilla  sulphnrea,  222. 
Motacilla  taivana.  229. 
Motacilla  titys,   180. 
Motacilla  viridis,  226. 
Motacillae,  220. 
Motacillidae,  *220. 
Motacillidi,  *220. 
Motacilliuae,  220. 
Mugnaiaccio,  *509. 
*MiiLLEB  (Classificazione  di),  89. 
Muscicapa,   *105,   107. 
Muscicapa  atricapilla,  106. 
Muscicapa  collaris,   107. 

Muscicapa  grisola,  *105. 

Muscicapae,   105,   184. 
Muscicapidae,  *104. 
Muscicapidi,  *104. 

*Narici,  7. 
Nemura,  *184. 


Nemura  cyanura,     184. 

Xeophroti,      -1. 

Neophron  percnopterus,  *5. 
Nesochen,   154. 
Netta,      IT::.    171. 

Netta  rufina,   :  17:;.   174. 
Nettion  crecca,  468. 
Nettion  formosa,  467. 
Nettium,   *467,   470. 
Nettium  carolinense,  *469. 
Nettium  crecca,  464,    *468,   469, 
175,   477. 

Nettium  formosum,  *467. 

*Newton  (Classificazione  di),   94. 

Nibbio  a  coda  di  rondine,  34. 

Nibbio  bianco,  *34. 

Nibbio  bruno,  s33,  34. 

Nibbio  dalle  orecchie   nere,   *33. 

Nibbio  egiziano,  *33. 

Nibbio  reale,  *32. 

^Nidificazione  e  noea,  46. 

Nisaetus,   *27. 

Nisaétus  fasciatus,     27. 

Nisaetus  pennatus,  '28. 
Xitzsch  (Classificazione  di),    87. 

Nocciolaia,  ''316. 

Nonnoito,  440. 

Nottolone,   93. 

Nottolone  a  collare  rosso,  94. 

Nucifraga,  *315. 

Nucifraga  brachyrhynchos,  316. 

Nucifraga    caryocatactes,   *316, 
317. 

Nucifraga   caTyoeatactes    caryoca- 
tactes, 317,  318. 

Nucifraga  caryocatactes  japonicus, 
318. 

Nucifraga  caryocatactes  leptorhyn- 
chus,  316,  317. 

Nucifraga     caryocatactes     macro- 
rhynchus,  317,  318. 

Nucifraga     caryocatactes      pacliy- 
rhynchns,  316,  317. 

Nucifraga  caryocatactes  relieta, 317. 

Nucifraga  hcniispilus,   317. 

Nucifraga  macrorhynchos,  316. 

Nucifraga  multipunctatiis,   317. 

Nucifraga  relieta,   318. 

Nncifragae,  317,  318. 

Numenius,  *379. 

Numenius  arcuatus,*380,  381,382. 

Numenius  arquata,  380. 

Numenius  borealis,  *383. 

Numenius  bastata,  381. 

Numenius  hudsonicus,  383. 

Numenius  phaeopus,  *382,  383. 

Numenius  pygmaeus,   410. 

Numenius  tenuirostris,  *381. 

Numida,   333. 
Nyctala,  *68. 
Nyctala  acadica,  68,  69. 
Nyctala  Richardsoni,  68. 
Nyctala  Tengmalmi,  68,  *69. 
Nyctea,  55. 
Nyctea  nyctea,  *56. 
Nyctibius,  93. 
Nycticorax,  *442. 
Nycticorax  griseus.  442. 
Nycticorax  nycticorax,  *442. 
Nyroca,  *474,  475. 


Nyroea  africana.   475. 
Nyroca   Baeii,    175. 
Nyroea  ferina,     171,  477. 
Nyroca  nyroca,  iti,  :  175.476,477. 

Oca,  151. 

Oca  a  faccia  bianca,   459, 

Oca  cignoide,  451. 

Oca   i  "Ilo  rosso.   *460. 

Oca  colombaccio,   *459. 

Oca  dalle  zampe  rosee,      158. 

Oca  della  Gambia,  451. 

Oca  tirilo  neve  maggiore,     455. 

Oca   della    nere   munire.      454. 

Oca  egiziana,  451. 

Oca  faccia  bianca,  *459. 

Oca  granajola,  *457. 

Oca  granajola  orientale,  *457. 

Oca  indiana,  451. 

Oca  lombardella.    *456. 

Oca   lombardella   mintivi.      15ii. 

(leu   selvatica,    *455. 

Oceanites,   *523. 

Oceanites  oceanicus,  *523. 
Opeanites  Wilsoni,  523. 
Oceanitinae,  *523. 
Oceanitini,   *523. 
Oceauodroma,    *522. 

Oceanodroma  castro,  *522,  523. 

Oceauodroma  cryptoleucura,  523. 

Oceanodroma  leucorrhoa,  *522. 
Oche,  454,   462. 
Occhiocotto,  *194. 
Occhione,  *357. 
Occhione  del  Senegal,  358. 
Occhioni,  357. 
Oedemia,  481. 
Oedemia  fusca,   481. 
Oedemia  nigra,  481. 
Oedicuemus,  *357. 
Oedicnemus  crepitarla,  357. 
Oedicnemus  oedicnemus,  *357. 
Oedicnemus  scolopax,  357. 
Oedicnemus  senegalensis,  358. 
Oestrelata,   '527. 

Oestrelata  brevipes,  *527. 
Oestrelata  haesitata,  *527. 

Oidemia,   *481. 
Oidemia  fusca,  *481. 
Oidemia  nigra,     181. 
Oidemia  perspicillata,  *482. 

*Olorinali,  Narici,  107. 

Onychoprion  fuliginosum,  502. 

Orchetto  marino,   *481. 

Orco  marino,  *481. 

Orco  marino  dal  becco  grande,  *482. 

Oreocincla,  166. 

Oreocincla  varia,  166. 

Organetto,  *284. 

Organetto  di  Coues,  *285. 

Organetto  minore,  *285. 

Or'iolidae,  *309. 

Oriolidi,  *309. 

Oriolus,  *309. 

Oriolus  galbula,   309. 

Oriolus  oriolus,  157,  *309. 

*  Ornitologia  Europea  (sguardo  sto- 
rico-bibliografico siili'),  115. 
Ortolano,  *260. 
Ortolano  dal  collo  grigio,  *261. 


560 


ATLANTE    ORNITOLOGI!  0 


Orini, uni  grigio,     261 . 
Ortygometra  Bailloni,    122. 
i  irtygomel ra  minuta,    12:>. 
Ortygometra   parva,    123. 
Ortygometra  porzana,    121. 
Ortyx   virginianus,  340. 
Ossifraga  gigantea,  530. 
Oscines,  *99,  220. 
Oscines  acutirostres,     117. 
Oscines  adunoirostres,   *109. 
i  isoinès  conirostres,     250. 
Oscines  curvirostrcs.   "'142. 

i  (se s  latirostres,   "99. 

Oscines  soutelliplantares,  *237. 

Oscines  subulirostres,   x145. 

Otarda,  *3ó3,  354. 

(Murile,   353. 

Otididae,     352. 

Otididi,    ►352. 

Otis,  *353,  355. 

Otis  Dybowski,  353, 

Otis  tarda,  *353. 

Otis  tetrax,  *354. 

Otocorys,    ::~247. 
Otocorys  alpestri».     247.  24*. 
Otocorys  bilopha,  *248. 
Otocorys  lungirostris,   248. 
Otocorys  penicillata,  *248. 

Otogyps  nuricnlaris,   3. 
Otus  accipitrinus,  64. 
Otns  brachyotus,  64. 
Otus  vulgaris,  li  I . 
Oubara,  *356. 
Oubara  asiatica,  *356. 
Oxycchus,  *373. 
Oxyechus  vociferus,  *373. 

Pagliarolo,   "209. 
Pagophila,  *515. 
Pagophila  eburnea,  *515. 
Pallasia,   244. 
Pallasia  sibirica,  244. 
Pallenura  melanope,   222. 
Palmipedi,  448,      150. 
Pandion,  *49,  50,  51. 
Pandion  carolinensis.  50. 

Pandion  haliaétus,     50. 

Pandion  leucocephalns.   50. 
Pand ioni  mie,    *49. 
Pandionini,  *49. 
Pantana,  *391. 
Panurinae,    121. 
Pauurus,  *121. 
Panurus  biarmicus,  *122. 
Panurus  biarmious  sibirious,    121. 
Panurus  sibirious,   121. 
Panyptilae,   911. 
Paridae.    *  117. 
Paridi,  *117. 
Parinae,  *120. 
Parini,   *120. 
l'arus,   *126,   128,   138. 
Parus  affinis  Bianchii,  135. 
Parus  alpestris,   137. 
Parus  aphrodytes,   120. 
Parus  ater,  *Ì29,  130. 
Parus  ater  britannicus,  *130. 
Parus  bokharensis,   120. 
Parus  borealis,  130, 131,  132,  133, 
134,   135,   *136,  137. 


l'arus    borealis    baicalensis,     133, 

134. 
Parus  borealis  borealis,   133,   134. 

135,   136. 
l'arus  borealis  Colletti,   135. 
l'arus  borealis  iliaci  iirus.    13!>. 
l'arus  borealis  restrietns,   134. 
Parus  britannicus,   130. 
Parus  caeruleus,     127.  128,  120. 
Parus  cinctus,  135,     138. 
l'arus  cinereus,   129. 
Parus  Colletti,   136. 
Parus  communis,    131,    134,  135, 

*136,   137. 
Parus  comrnunis  borealis,  135. 
Parus  communis  brevirostria,  134. 
Parus   communis  communis,    132, 

134,   135,   137. 
Parus  communis  crassirostris,  134. 
Parus  communis  Dresseri,  132, 134, 

135. 
Parus  communis  Hensoni,    134. 
Parus  communis  italious,  132,  134 , 

136. 
Parus  cominuuis  lougirustris,   132, 

135. 
Parus  communis  meridionalis,  131, 

134,   135. 
Paras  communis  rhenanus,   135. 
Parus  communis  salicarius,    135. 
Parus  communis  Seebohmi,   134. 
Parus  communis  stagnatilis,    132, 

134. 
Parus  communis  subpalustris,  132, 

134,   135. 
Parus    communis    Tschusii,    132, 

134,  136. 

Parus  cristatus,   139. 

Parus  cristatus  brunnesceiis.   139. 

Parus  cristatus  cristatus,   139. 

Parus  cristatus  mitratila,    139. 

Parus  cyanus,  *128. 

l'arus  cypriotes,   129. 

Parus  fruticeti,   137. 

Parus  kamtschatkensis,   134. 

l'arus  ledouci,   120  i  '  I. 

Parus  lugubris,  135,     137,  138. 

Parus  major,  *128. 

Parus  Micbailowski,   130. 

Parus  minor,   129. 

Parus  mitratila.   139. 

Parus    montanus,    131.   133,   131. 

135,  *136,  137. 

Parus    montanus    accedens,     133, 

134,   135,  137. 
Parus  montanus  assimilis,  133, 1  '■'<  I . 

137. 
l'arus  montanus  Bianchii,   134. 
l'arus  montali  us  Klci  liscimi  ititi,  133, 

134. 
Parus  montanus    montanus,    133, 

134,  135,  137. 
Parus  montanus  murinus,  133,  134, 

135. 
l'arus    monranus    salicarius,    1  :'..'!, 

134,  135. 
l'arus  obteotus,   138. 


Ci  .y< <•  Pania  lendooi. 


l'arus  ombriosns,  127. 
l'arus  palniensis.  127. 
PARUS    PALUSTRIS.      130,    131, 

133,  135,   136,   137. 
l'arus  pekinensis,    120. 
l'arus  phaeonotus,   130. 
Parus  Pleskei,    '127.  128. 
l'arus  pleskei,   128. 
Parus  pleskei.  rur,  pallescens,  12*. 
l'arus   tenerii'ae,    127. 
l'arus   nltrainarinus.   127. 
Passer,  *268,  271. 
Passer  domesticus,  *269,  270. 
Passer  hispaniensis,     -'Tu. 
Passer  hispaniolensis,   270. 
Passer  Italiae,   *269,  270,  271. 
Passer  montanus,  ■  271. 
Passer  salicicola,   270. 
Passer  salicicolus,  270. 
Passera,  *269,  270. 

l'asserti    di  patitile,    "207. 

Passera  di  putlule  orientale,   *217. 

I', isserà    europea.    260. 

Passera   lutila,  *271. 

Passera  logia   ili   Mut/iru.   272. 

Passera  mattuggia,     271. 

l'ussera  oltremontana,   *2I>0. 

Passera  sarda,  *270. 

Passera  scopajola,  *152. 

Passera  scopajola  asiatica,  *153. 

Passera  scopajola  bruna,  *153. 

Passera  scopajola  dullu  dola  nera, 
*153. 

Passera  solitaria,   *168. 

Passeraeei,  *98. 

Passerotti  cantori,   *99. 

Passeraeei  con  protuberanze  pitui- 
tari,  *237. 

Passeraeei  coniroslri,   *250. 

Passeraeei  dui  becco  »  lesimi.    M  15. 

Passerucei  dal  becco  acuto,   s117. 

Passeraeei  dal  becco  adunco,  *109. 

Passeraeei  dal  becco  coltetliforme, 
*303. 

Passeraeei   tlttl  becco   curro,    *142. 

Passeraeei  latirostri,  *99. 

Passeres,  *98. 

Passeres  (err.  del.)  cultirostres, 
*303. 

Passerina  aureola,  256. 

Passerina  eiris,  2fis. 

Passerina  melanooephala,  256. 

l'astor.  *308. 

Pastor  roseus,  *308. 

Pavoncella,     397. 

Pavoncella,   :::>lì7,  369. 

Pavoncella  a   cudù   bianca,      lìti*. 

l'uroliti  liti    tumulti.    *366. 

Pavoncella  gregaria,  *368. 
Pavoncella  pugnax,  s398. 
Pavoncellae,  398. 
Pavoncelle,  367. 
Pedionoiiius,   342. 
Pedionomus  torquatus,   342. 
Pclagodroma,    *523. 

Pelagodroma  marina,  x524. 
Pelecauidae,   x494. 
Pelecanitli,      10  1. 
Pelecanus,  *494. 
Pelecanus  crispus.  *495. 


INDICE    (iENKli  M.L 


561 


Pelecanus  minor,  4115. 
Pelecanus  onocrotalus,  mi 
Pelecanus  roseus,     195. 
Pelecanus  tìharpei,  494. 
Pelidna,  403,  405,    109. 
Pelidna  alpina,  409. 
Pelidna  cìnchis,  40ti. 
l'clidiia  maritima,  407. 
Pelidna  paoinca,  409. 
Pelidna  subarquata,   108. 
Pelionetta,    182. 
Pellicano,      1!H. 
Pellicano  minore,      195. 
Pellicano  liccio,      195. 
Pelviche,   estremità,   14,    15,    l(i, 
17,   18. 

lisina  dell',   15,   Hi,    17,   18. 

integumento  dell',   15. 

parti  dell',    11,   15. 
l'i  ndolino,  M20. 
Pendolino  castagnolo,   *121. 
Pendulinug,  120. 
"Penne.  18,  19,  20,  22,  23,  24,  25. 

aberrazioni  di  colorito  delle,  21, 
22. 

colorito  delle.   21. 

muta  delle,   22,   23,  24. 

pterilografia,  21.   25. 

struttura  delle  18,  19,  20,   21. 
Peppola,   ;:275. 

Perdix,    :;38. 

Perdix  ehukar,  335. 

Perdix  ciuerea,  338. 

Perdix  damascena,   339. 

Perdix  hispaniensis,  339. 

Perdix  Labatei,  335. 

Perdix  lucida.  339. 

Perdix  montana,  339. 

Perdix  perdix,  *338,  339. 

Perdix  perdix  enarrala,  339. 

Perdix  petrosa,  336. 

Perdix  robusta,  339. 

Perdix  rubra,  336. 

Perdix  rufa,  336. 

Perdix  saxatilis,   335. 

Perdix  scanica,  339. 

Perdix  sphagnetorum,  3311. 
Periparus,  129. 
Perisoreus,   ':::;22. 

Perisoreus  infaustus,     323. 

Pernice,  336. 

Pernice  bianca,    *345. 

Pernice  bianca  delle  roccia,  '345. 

Pernice    bianca    delle    Spitzbergen, 

*346. 
Pernice,  bianca  nordica,    ::314. 
Pernice  di  mure,   *361. 
Pernice  di  mare  orientale.     362. 
Pernice  di  Scozia,  *344. 
Pernice  rossa,   *336. 
Pernice  sarda,  *336. 
Pernice  turchesca,   336. 
Pernici.   333. 
Peruis,      :;."■. 

Pernis  apivorus,  *35,  36. 
Pescìajola,  478,    '486. 
PetreÙo,  523. 
Petronia,   :;271. 
Petronia  petronia,  :  271. 

Petronia  stulta,   271. 


Petrouiao,  271. 

Pett'azzurro  occidentale,   *182. 

Pett'azzurro  orientale,   *182. 

Pettegola,  *389. 

Pettirosso,  *185. 

l'I i:ii:ii.i n ii  ir.  det.)('  laethereus,  195. 

Pha.lacrocoracidae,    ::  489. 

Phalacri racinae,  489. 

Phalacrocorax,  446,    117.     imi. 
Phalacrocorax  carbo,   146,     190. 
Phalacrocorax  oristatus,   4112. 
Phalacrocorax   Desmaresti.    192. 
Phalacrocorax  graculus,    UH  .  192. 

Phalacrocorax  graculus  crnaticus. 
192. 

Phalacrocorax  graculus  Desma- 
resti, 446,    III,   ;  ini'. 

Phalacrocorax  pygmaeus,  *492. 

Phalaropi,  427. 

Pbalaropinae,     416. 

Phalaropus,   *416. 

Phalaropus  fulicarius,    118. 

Phalaropus  hyperboreus,  417. 

Phalaropus  lobatus,     Il 7.  418. 

Phalaropus  (Steganopus)  Wilsoni, 
417. 

Phaìeris,    544. 

Phasianjdae,     333. 

l'hasianus,  333,  *341. 

Phasianus  colchicus,    :  ;  1 1 .  :ii7. 

l'hasianus  Ree  vosi,  341. 

Phasianus  torquatus,  341. 

l'hasianus  versicolor,   341. 

Philacte  canagica,  45.S. 

l'hilannnus  alpestris,  247. 

Phoenicopteri ,   352.   *44S. 

Phoenieopteridae,   *449. 

Phoenicopterus,   *44il. 

Phoenicopterus  erythraeus,  450. 

Phoenicopterus  roseus,  *449. 

Phoenicopterus  ruber.    I  19. 

Philomela  aedon,   187. 

Philomela  luscinia,   187. 

Phylloscopus,  *197,   199,   202. 

Phylloscopus  Bonellii,  *200. 

Phylloscopus  collybista,   201. 

Phylloscopus  coronatus,   197. 

Phylloscopus  Eversmanni,  *197. 

Phylloscopus  nitidus,  *198. 

Phylloscopus  plumbeitorsus,  199. 

Phylloscopus  proregulus,  *202. 

Phylloscopus  rufus,  201,  202, 
2(14. 

Phylloscopus  rufus  fortunatus,  202. 

Phylloscopus  rufus  sylvestris,  201. 

Phylloscopus  sibilator,    ino,  200. 
Phylloscopus  sibilatrix,   199. 
Phylloscopus  superciliosus,  "203, 

201. 
Phylloscopus  sylvicola.    199. 

Phylloscopus  tristis,     2112. 
Phylloscopus  trochilus,  "199,  200. 

201. 
Phylloscopus  viridanus,  *198. 
Phyllopneuste  ISonellii,  200. 
Phyllopneuste  borealis,    1H7. 
Phyllopneuste  collybita,   201. 


(')  Phdéthon,  Limiaeus,  nec  Phaéton. 


Phyllopneuste  mia.   201. 
Phyllopneuste  sibilatrix,    199. 
Phyllopneuste  trochilus,    Uni. 
Pica,   *318. 
Pica   caudata,    318. 
Pica  mauritanioa,  310. 
Pica  pica,  *318,  319. 
Pica  rustica,  318. 

Pieae.    318. 

Picariae,   *72. 
Picarie,     72. 

Picchio  »   dorso  Mani  o,    :  77. 
Picchio  a  dorso  bianco    ili   /.illuni. 
78. 

Picchio    il    Ire    lilla,    SU. 

Picchio  a  tridattilo,  sii. 
Picchio  cenerino,   *75. 
Pieehio  mezzano,  78. 
Picchio  minore.    711. 
Picchio  murajolo,    ;14  1. 
Picchio  muratore,  "140. 
Pieehio  muraiole  còrso.      111. 
Picchio   murature   lìalnialino.       111. 
Pili  Ilio  muratoli'   nordico,      Ilo. 
Picchio    nera.    *75. 

Picchio  rosso  maggiore,     76. 

Pieehio  /osso  maggiore  siriaco,  *77. 

Pieehio    russo    un  ;:ano.    *78. 

l'iieliio   rosso   minore,      711. 

Pieehio  rosso  minore  ili  Itanfonl, 
*79. 

Picchio  rosso  minore  siberiano,   '79. 

Pieehio   trillatalo,   *80. 

l'iiehio  verde,  *74. 

Pieehio  verde  spaglinolo,    -~l. 

Piccione  migratore,  327. 

Pieeione  selvatico,  "326. 

Piccioni  torraioli.   326. 

l'icidae,  *73. 

Picidi,  *73. 

Picinae,  *73. 

Pieini,  *73. 

Picoides,  *80. 

Picoides  septentrioualis,   81. 

Picoides  tridaetylus.   *80,  81. 

Picoides  tridaetylus  alpinus,  si. 

Picoides  tridaetylus  crissoleucus, 
80,  si. 

Picoides  tridaetylus  septentrioua- 
lis, 81. 

Picus,      75. 

l'iciis  leuconotiis.    77,   78. 

Picus  Lilfordi,  78. 

Picus  major,   76. 

Picus  martius,  *75. 

Picus  medius,   7S. 

Picus  minor,   711. 

Pigliamosche,   *105. 

Pigliamosche  pettirosso,      107. 

Pigopodi,   *530. 

Pinguini,  530.  538. 

Pinicola,  *295. 

Pinicola  enucleator,    295. 

Pinicolae,   295. 
Piombino,  89. 
Pioeanello,    ::40S. 
l'ioranello  maggiore,      108. 
Piovanello  pancia  nera,  *409. 
Pioeanello   tridattilo,      402. 
l'ioranello  violetto,   *407. 


Atlante  ornitologico. 


71 


562 


ATLANTE    (HtMTiH.iii.il  " 


Pipra  europaea,   1 2  _' . 

l'irò  i  •  n  ceto,     392. 

Piro-piro  codalnnga,    '400. 

Piro-piro  culbianco,   *393. 

Piro  pira  dal  petto  rossiccio,     387. 

Piro-piro  fulvo,      Ini. 

Piro-piro  gambe  lunghe,  389. 

Piro-piro  macchiato,  *395. 

Piro-piro  piccolo,     395. 

Piro-piro  solitario,     39  l . 

Pisorhina,     54. 

Pisoihina  asio,  55. 

Pisorhina  scops,     55. 

Pispola,  *231,  232. 

l'i" pulii  ijolii  rossa,     232. 

Pispole,  234. 

Pispoletta,  234,     243. 

Phpoletia  minore,     245. 

l'impulcila  spagnuola,  244. 

l'iiiìmit  minore,  *384. 

l 'Minili    untiti,    lìDt). 

Pittima  reale,  *385. 

l'in,  r,   dorato,  *371. 

Piviere  egiziano,  *359. 

l'iricrr    mintili,    371. 

Piviere  orientale,     571. 
l'iritit   tortolino,     872. 
Pivieressa,    f369,  370,  371. 
riritri,  353,  369,  374. 
l'irirri   titillili.   870. 
Plaufcus,  539. 

Piatale;! .       4  17. 

Platalea  leucerodia,  *448. 
Platalea  leucorodia,  448, 
Plataleae,  432. 
PlectrophaDes,  258. 
Plectrophanes  lapponicus,  253. 
Plectrophanes  uivalis.   254. 
Pletrophenas,      255. 
Plectrophenax    hyperboreus,    254, 

255. 
Plectrophenax  nivalis,  *254. 
Plectropterus  gambensis,  451. 
Plegadis,      1 1"'. 
Plegadis  falcinellus,  *445, 
■Plinio  (Classificazione  di),  82, 
Plooeidae,  251. 

ritiri-idi,  251  . 
Plotinae,  489. 
PlotUS,     l!MI. 

Pluvianus,  *358. 
Pluvianus  aegyptius,    '359. 
Podioeps,  555. 
Podiceps  auriliis.   536. 
Podiceps  cornutus,  536. 
Podiceps  cristatus,  537. 
Podiceps  thiviatilis,   535. 
Podiceps  grisnigcua,    . >::7 . 
Podiceps  longirostris,  538. 
Podiceps  minor.   535. 
Podiceps  nigricollis,  536. 
Podicipedidac,      551. 
Podioipi -iiiiii,  *534. 
Podicipes,   *535. 
Podicipes  auritus,  *536,  537. 
Podicipes  cristatus,  *537. 
Podicipes  fluviatilis,  *535. 
Podicipes  griseigena,  *537. 
Podicipes  nigricollis,  *536. 
Podilyrnbns,  534. 


Podilymbus  podicipes,  534. 

1  •...cilc     L30,   134,   135. 

Poeoile  boreali»,   130. 

Poecile  lugubri»,   137. 

Poeoile  palustris,    L30. 

Pojana,   *16,    17. 

Pojana  calzata,     20. 

Pojana  dulia  coda  bianca,     111. 

Pojana  minore,     17. 

Pojana  minore  del    Hénétriès,     11'. 

Pojana  minore  dello    /.'un mi  ruttimi, 

*18. 
l'tiliiiiil/n  ili    mine.   *545. 
Poliborini,  8. 
Polli  domestici,   833. 
l'olii  sultani,    125. 
Pollino  d'India,  333. 
ì'tiiln  sultano,     12(5. 

Pollo   siilliinn    titilla    «riuniti     rtrilr. 

126. 
Pollo  sultano  dell'Alien,   *425. 
/'n//i>  sultano  indiano,      127. 
Polioai:ttts,  49. 
Polyborinae,  8. 
Porciglione,     l'-'O. 
Porphyriola,   ;  121.    125. 
Porphyriola  Alleni,     125. 
Porphyriolae,    121. 
Porphyrula,    121. 
Porphyrio,    121.     125. 
Porphyrio  antiqnornm,    126. 
Porphyrio  caeruleus.  *426,  4  27. 
Porpbyrio  melanotus,  427. 
Porphyrio  poliocephalus.     127 
Porphyrio  porphyrio,     I2ii.   127. 
Porpbyrio  Bmaxagdinus,   427. 
Porphyrio  Bmaragdonotns,    126. 
Porpbyrio  smaragnotns.    426. 
Porzana,  *421. 
Porzana  Bai  Ho  ni,  422. 
Porzana  carolina.   4  22. 
Porzana  fulicula,   421. 
Porzana  intermedia,     122.   123. 
l'orzanti  maxnetta,  421. 
Porzana  parva,     123. 
Porzana  porzana,     421.   122. 
Potamodus,  212. 
Potamodus  ilnviaiilis,  213. 
Potamodus  luBcinioides,  212. 
Prai  incoia,      1 7ii. 
Pratincola  caprata,     L78. 
Pratincola   manrti.    177. 
Pratincola  rubetra,     175.   L78. 
Pratincola  rubicola,     177.   17*. 
Pratincola     rubicola     Hemprichi, 

*178. 
Prispolone,   *230. 
Prispolone  ili  Stvmhoe,     230. 
Procellaria,     521. 
Procellaria  anglornm,  525. 
Procellaria  anjinho,  528. 
Procellaria   Bulweri,  528. 
Procellaria  pelagica,     521.  523, 
Procellaria  puffinus,  525. 
Procellaria  tethys,  521. 

l'imi  llaridi,    ::521 . 
Procellariiilac.      521. 

Procellariinae,     521 . 

Pinti  Hill  ini,       521. 

Progne  purpurea,  102. 


Priin. Ila.    152. 

Pterocles,     331. 

Pterocles  alcbata,  552. 

Pterocles  alenata  setarius,     332. 

Pterocles  arenarius,     332. 

Pterocles  exustus,  333. 

Pterocles  pyrenaicus,  552. 

Pteroclidae,     330. 

Pteroclidi,    '330. 

Pterocorj  s,     211. 

Pterocorys  sibirica,  91,     244. 

Puffinidae,      52  I . 

l'n/liiiitli.      521. 

Puffinus,    *524. 

Puffinus  anglorum.     525.  526. 

Puffìnus  anglorum  yelkouan.    526. 

Puffinus  assimilis,     526. 

Puffinus  columbinus,  528. 

Puffinus  gravis,     52  1. 

Puffinus  griseus,  *526. 

Puffinus  Kuhli.     525. 

Puffinus  obscurus,  52(1. 

Pycnonotidae,   117. 

Pycnonotus,   147. 

Pycnonotus  barbata*.    1  I  7. 

Pycnonotus  capensis,  14  7. 

Pycnonotus  xanthopygus,    117. 

Pygopodes,     55o. 

Pyrophthalnia  melanocepbida,  194. 

Pyrrherodias,    155. 

P\  rrberodias  manillensis,    155. 

Pyrrhocorax,     525.   52  1. 

Pyrrhocorax  alpinus,  524. 

Pyrrhocorax  graculus.     52  4. 

Pyrrliocorax    graculus     bimalava- 

nus,  324. 
Pyrrhocorax  pyrrhocorax.     52  1. 
Pyrrhocorax  pyrrhocorax,  var,  di- 
gitata,  524.  ' 
Pyrrlnila,      289,    291,    2115. 
Pyrrbula    Cassini.    289,    290. 
Pyrrhula    coccinea,    var.    Cassini. 

'290. 
Pyrrhula  erytbrina,  294. 
Pyrrbula  europaea,  289. 
Pyrrhula  major.  289. 
Pyrrhula  pyrrhula.     289. 
Pyrrhula  pyrrhula  europaea.    2sìt. 
Pyrrhula  rubicilla,  289. 

Quaglia,     340. 

Quaglia  tre  ungkii ,  5 12. 

Quaglia  tridattila,     512. 

Quattr'occhi,      177. 

< inaili' turiti  americano,     178. 

Quattr'occhi  islandico,   *478. 

Querquedula,  *470. 

Querquedula  bimaoulata,    15*. 

Querquedula  circia,   iti*.     170. 

Querquedula  crocea,   468. 

Querquedula  discors.     171. 

Querquedula   (or sa.    167. 

Querquedula  glocitans,    168. 

Balli,  420,    121. 

Palli. lae,       ll'I. 

RaZZidi,      un. 

b'allns.       119. 

Rallus  aquaticus.     420. 
Rallus  pnsillus,  422. 


INDICE    GENERALE 


563 


Rampichino,     111. 
Rampichino  alpestre,      143. 
Rampichino  inglese,    111. 

Ran/ani  (Classificazione  di),  87. 
Rapaci,      1. 
Rapaci  diurni,    M . 
Rapaci  ttoltui  ni.     51,  53. 
//e  degli   Edredoni,     4SI . 
Re  degli   Birfer,  484. 
Re   (//'   (/»«(///(■,    -421 . 
Recurvirostra,   *378. 
Recurvirostra  andina,  379. 
Recurvirostra  avocetta,    f379. 
Recurvirostra  avosotta,  379. 
i;, tinimi,  *H8. 
KejoJo,     lis. 
Regninole,  *118. 
Reguloides,   202, 
Reguloides  Buperciliosns,  203. 
Regulus,  *118. 
Regulus  calendula,   120. 
Regulus  cristatus,   1 L8. 
Regulus  ehrysocephalus,    119. 
Regulus  crococephalns,   119. 
Regulus  ignicapillus,     >  19. 
Regulus  modestus,  203. 
Regulus  regulus,     1 18,  1 19. 
Regulus  septentrionalis,  119. 

Reichenow    (Classificazione   di), 
95. 
Remiza,  120. 
Remizus,  *120. 

Remizus  pendulinus,  *120,  121. 
Remizus    pendulinus  castaneus. 

"121. 
Remizus  pendulinus  Raddei,   121. 
Rhodopecbys,  2(11. 
Rhodostethia,   *505. 
Rhodosthetia  rosea.     505. 
Rhyacophirus,  392,  394. 
Rigogolo,   *309. 
Riporre,  M47. 
Rissa,  *516. 
Rissa  tridactyla,  *516. 
Roncano,  345. 
Rondine,  ino.     ini,  520. 
Rondine  arborea  americana,  102. 
Rondine  ili  mare,  *500. 
Rondine  di  muri   artica,  501. 
Rondine  ili  mari'  riniti  Imititi,  -501. 
Rondine   di   mare   ilei   Mae   Doiigall, 
501. 

L'inuline    ili    more    del  Riippel,   "'502. 
Rondine  di   mare  maggioi'e,    -499. 
Rondine    ili   mare  maggiore   ameri- 
cana,  *502. 
Rondine   di   mare  piombala,    497. 
Rondine   di   mare  scura,    *502. 
Rondine   di   mare   stolida,    "'503. 
Rondine   eli   mare  lampe  gialle,  501. 
Rondine  ili  mare  zampe  nere,  *498. 
Rondini    egiziana,    102. 
Riluttine  montana,     lo:;. 

Rilutimi     m&ntana    minare,    104. 
Rondine   rossiccia,   *1()2. 
Rondini  di  mare,   517. 
Rondone,    -97. 
Rondone   alpina.    *96. 
Ruminile    eìtiaro,    97. 

Rondone  dalla  eoéa  apinosa,   -98. 


Ruminile    indiano,    *97, 
Rondone  pallida,      07. 

Rossia,  505. 

Rasi tinaia,    M87. 
Riluttinolo  d'Africa.    •  217. 
Rusignolo  levantino,   *218. 
Rusignolo  maggiore,     1*7. 
Rusignolo  persiano,   *187. 
Rustici. la.  Scolopax,    I  12. 
Rutioilla,  *178. 
Ruticilla  Cairei,    iso. 
Ruticilla  erythrogastra,     181. 
Ruticilla  erythroproota,   180. 
Ruticilla  Moussieri.  *181. 
Ruticilla  ochrura,  *180. 
Ruticilla  phoenicurus,     170.    181. 
Ruticilla    phoenicurus   mesoleuca, 

170. 
Ruticilla  tithys,   180. 
Ruticilla  titis,  179,     iso. 

Ruticilla    titys.    180. 

Sacro,  *37,  38,  39 
Salangane,  96. 
Saldatola,   *212. 
Salciajola  fluviatile,   i(213. 
Sai  icari  a  cantillons,   216. 
Saltinpalo,   '177. 
Saltinpalo  nero,     17s. 
Saltinpalo  orientate,   ;;17s. 
Salvadori    (Classificazione    di). 
112. 
Sareogeraiuis,      Rio. 

Sarcogeranus  leucogeranus,  *430. 

*Saurognato,   Palato,   107. 
Saxicola,  *170,   171,  176. 
Saxicola  albicollis,   173. 
Saxicola  aurita,    173. 
Saxicola  deserti,  *175. 
Saxicola  isabellina,  *175. 
Saxicola  leucomela,     171,   172. 
Saxicola  leucopyga,     171. 
Saxicola  leucura,  *170. 
Saxicola  melanoleuca,  *172,  IT;:, 

175. 

Saxicola  melanoleuca  occidentalis. 

172.    17::!,    175. 
Saxicola  morio.   172. 
Saxicola  occidentalis,    172. 
Saxicola  oenanthe,  173,  -174,  175. 

Saxicola   ruta,    172. 

Saxicola  saltatoi',    175. 

Saxicola  stapazina,  172.    173.174, 

175. 
Saxicola  stapazina  ampli ilciica,  174. 
Saxicola  vittata,   176. 
Soelostrix,  70. 
*SCHAWKFER      <  Massificazione     di). 

84. 
Srliirihilla.   "42:;. 
Schiribilla  grigiata,      122. 
iSchizognato,  l'alato.   107. 

Selii:iirinali.  Narici.  107. 
Scliocnicola  palustri 8,  2b'ti. 
Sciabica,  424. 

Sci.ateh   (Classificazione  di),    92. 
Scolecophagus  carolinus,  304. 
Scolopacinae,  'l  1 1  ■ 

<,  tilopat  ini,    -411. 

Scolopax,  *411,  412. 


Scolopax  acquata,  380. 
Scolopax   Brehmi,    414. 
Scolopax   major.  413. 
Scolopax    media.    1  15. 

Scolopax  i  ircliinii.   ili. 
Scolopax  rusticula,  -412. 

Scolopax    Sallinei,    501. 

Scolopax  subarquata,    los. 
*Scopoli  (Classificazione  ili  .    si. 
SoopS,    54. 

Scops    noi.    55. 

Scricciolo,     1  io. 

Scricciolo    ili    Salila    hiltltt,       117. 

Scricciolo  islandico,   -117. 
Sea-Raven.    fili. 
Scrini,   281. 
Serinns,    *280. 

Serinus  canarius,  -i'si. 

Serinus  canieollis,    2S1. 
Serinns  canonicus,   282. 
Serinns  bortulanus,  280. 
Serinns  icterus,   281. 
Serinus  pusillus.  280,    f282. 
Serinus  serinus.  *280. 
Sgarza,    imo. 
Sgarza  ciuffetto,     imo. 
Sgarza  guarda-buoi,  438. 
Stjurzetta,  437. 

"Sguardo  storico  -bibliografico  sul- 
l'Ornitologia Europea,   115. 
SiiARi'E  (Classificazione  di),   103. 
Slittini,    *188. 

Sirniinae  [err.  dei.  i,     63. 
Sitta,  *140,  141.  143. 
Sitta  caesia,  *140. 
Sitta  canadensis,   142. 
Sitta  europaea,     140. 

Sitta  europaea    britannica.    141. 
Sitta  europaea  caesia,   141. 
Sitta  europaea  europaea,   141. 
Sitta   europaea   Homeyeri.    141. 
siila  Krueperi,   142. 
Sitta  Neumayeri,  *141. 
sitta,  syriaca,   141. 
Sitta  uralensis.    111. 
Sitta   villosa,    1  12. 

Sitta  Whiteheadi.     ili. 

Sitlidae.    -139. 

Sillidi,    -139. 

Smerliti    ami  ricanti.       187. 

Smcriio  maggiore,      iss. 
Smertio   minore,      ISS. 
Smeriglio,   *46,   47. 
Somateria.    -  1SM. 

Somateria  mollissima.     ls:;,    484, 
485. 

Somateria  mollissima  boreali»,  484. 

Somateria  spectabilis,     4SI.  185. 

Sanltnie,    -151,    152. 

Sparriere.       lo. 

Sparviere  ili  Sardegna.   11. 

Sparriere    ili    Tunisi,    14. 
Spalala,   *44X. 
spatola,   *471. 
Spatula  clypeata.     171. 
Splicnorliynchus   Abdiniii,    III. 
Spioncella,    -2MI. 
Spioncello   ami  ricanti,      233. 
Spioncella  ilei   Carpazi,  234. 

Spioncello    mai  ina.       L'MI. 


564 


A  1 1,  \ NI!     ORNITOLOGICO 


Spiami  11,1  marino  scandinavo,  *235. 
Spioncello  settentrionale,   234. 
Squatarola,     369,  370,  372,  373. 
Squatarola  helvetica,  369,  370. 
Squatarola  squatarola,    369,  370. 
Starna,   *338,  339. 
Starna  perdix,  338. 
Steganopodes,     189. 
Steganopodi,     189. 
Si  ejnegek  Classificazione  di  .07. 
Stercoraridi,     51  7. 
Stereorariidae,  496,     517. 
Stercorario  maggiore,  *517,  520. 
Sin;  orario  mezzano,     518, 
Stercorarins,     518. 
Stercorarius  crepidatus,  518,   519 
Stercorarius  parasiticus.  518,  519, 

*520. 
Stercorarius  pomatorhinus.  *518. 
Sterna,   *499. 
Sterna  anaestheta,  503. 
Sterna   Bergli,   502. 
Sterna    Boysii,   501. 
Sterna  cantiaca.  It501. 

Sterna   caspia,    100. 

Sterna  del  Riippel,  502. 

Sterna  Dougalli.  500,    h501. 

Sterna  Douglasii,   501. 

sterna  fissipes,  498. 

Sterna   Saviatilis,  500. 

Sterna  fuliginosa.  *502,  503. 

Sterna  hirundo.  *500,  501. 

Sterna  leucoptera,   49K. 

Sterna   inaernra.   501 . 

Sterna  maxima.    :502. 

Sterna  media.  *502. 

Sterna  minuta.  *503. 

Sterna  nilotica,    198. 

Sterna  paradisea.  500,   *501. 

sterna  pbiladelpbrà,  507. 

Sterna  sandvicensis,   501. 

Sterna  tschegrava,  499. 

Sterne,    lini,  50  1. 

Sterninae,      496. 

Sternini,   -496. 

Sternula   minuta.    503. 

Sterpazzola,  *192. 

Sterpazzola  di  Mènétriés,      101. 

Sterpazzola  di  Sardegna,  *192. 

Sterpazzola  mino.    K193. 

Sterpazzolina,   *193. 

Stiaccino,   T70. 

Storni,  308. 

Storno,   *305. 

Storno   nero,   *307. 

Storno  porporino,  *306,  507. 

Storno  porporino  caucasico,  *307. 

Storno  porporino  di  Finsch,   *806, 

Storno   roseo.    *308. 

Strepsilas,  364. 

Strepsilas  interpres,   364. 

Strigidae,   *69. 

Strigidi,     69. 

Strillozzo,   *255. 

Strix,      7n. 

Strix  acadica,  69. 

strix  Ernesti,  71.  72 

Strix  flammea.  52,     71. 

strix  flammea  Kirchoffi,  71. 

Strix  ineridionalis,  01.   67. 


Slrolaga  dui  becco  moli".     534. 
Slrolaga  maggitn  i .     532. 
Strologa  mezzana,     532. 
Stridutili  minore,     551 . 
Slrolaga  piccola,  53] . 
-Struttimi  esterna,  '■',. 
Stnrnella   magna,   304. 
Sliirniilae,      304. 
Starnuti.     '304. 
Stnrnus,      305,    308. 
Stnrntis  cinchis,    1 48,    1  lo. 
Stnrnus  Menzbieri,  Itoti. 
Sturnus  vulgaris.     305,     oc,  307, 

308. 
Sturnus  vulgaris  caucasicus.  *307. 
Stnrnus  vnlgaris  Menzbieri,  306. 
Sturnus  vulgaris  Poltoratskii.   306, 

507. 
Sturnus  vulgaris  purpurascens. 

*306,  5(>7. 
Sturnus  unicolor.  306,     5o7. 

Siieeinettjiri  ,     *93. 

Succiacapre  algerino,     95. 
Succiacapre  dal  eolio  rosso,     01. 
Sala.    *493. 
Siila.    *493. 

Sula  bassana.     io::. 
Snliclae,   *493. 
Salidi,  *493. 
SrxnF.vAi.i.    (Classificazione    di), 
ss. 
Surnia,  *56. 
Surnia  doliata,  57. 
Surnia  funerea,  57. 
Surnia  ulula,     57.  58. 
Surnia  ulula  caparoch.     57. 
Snspensores,  117. 
Sitassi,  416,    127. 
Snasso  collo-rosso,  537. 

Svasso   eornato.    *536. 
Svasso   dal   eolio    nero,    536. 
Scasso   dal   eolio   rosso.      5:17. 
Svasso  maggiore,    -557. 
Svasso  piccolo,   *536. 
Syloehelidon,   100. 

S\  Inelieliilnn    easpia.     100 
Sylvia.    *188,     100. 

Sylvia  atricapilla.    189,  loo.  191. 
Sylvia  eariceti,   209. 
Sylvia  cinerea.    102. 

Sylvia  conspicillata.  *192. 
Sylvia  conspicillata  bella.,   102. 
Sylvia  curruca,     101,  193,   194. 

Sylvia  cyaneeula.    183. 

Sylvia  eversmanni,   107. 

Sylvia  fuscipilea,    102. 

Sylvia  lli-iiiekeiii.    100. 

Sylvia  melanocephala.  189,     101. 

195. 
Sylvia  melanocephala  momus.    195. 
Sylvia  nana,     io:: 
Sylvia  nisoria.     190. 
Sylvia  orphaea.     191 . 
Sylvia,  orphea,   101. 
Sylvia  hortensis,    189. 
Sylvia  phragmitis,  208. 
Sylvia  Rueppeli.  ■■195. 

Sylvia  ruta.    102. 

Sylvia    Rnpellii,    105. 

S\  Ivia    Ruppelli   terr.   del.  I,  01. 


Sylvia    Riippelii,    195. 

Sj  l\  ia  salicaria,   189. 

Sylvia  simplex.     L89. 

Sylvia  subalpina.     193,   194. 

Sylvia  subalpina  mystacea.    194. 

Sylvia  Sylvia.     102. 

Sylvia  tithys.    180. 

Sylvia  Wolfii,   L83. 

Sylviinae,   *188. 

S\  morhynchus,   544. 

Syniplieniia  semipalmata,   oso. 

Synoecns,  340. 

Synoecus  Lodoisiae,  60,   250.  340. 

Syrniinae,  52.     o:;. 

Syrniuin.      05.    00. 

Syrnium  aluco.  tu.     oo,  67. 
Syrnium  lapponicum.     68. 
Syniinin  nebulosnm,  68. 
Syrnium  uralense.     07. 
Syrrhaptes,   *330. 
Syrrhaptes  paradoxus.     330,  331. 

Vacchini  selvatici,  55::. 
Taeliycineta  bicolor,   102. 
Taccola,  *313,  511. 

Tadorna.    ■  102. 
Tadorna  cornuta,  462. 
Tadorna  railjali,    102. 
Tadorna  tadorna.    162. 

Tailornae,    102. 
Tarabusino,   '■'■ 1  IO. 
Tarabuso,   *441. 
Tarabuso  americano,   :;lll. 
Telephonus  erythropterus,   117. 
'Tk.m.mixck  (Classificazione  Oh,  S5. 
teratologia,  28. 
Terechia,   *396. 
Terekia,  *396. 
Terekia  cinerea.  *396. 
"Testa.   5,   6,   7.   S,   0. 

parti  della  testa,  s,  o. 
letraogallo  del  Caspio,     55  1. 
Tetraogatto  del  Caucaso,    '334. 
Tetraogalli,  555.  334. 
Tetraogallus,  *333. 
Tetraogallus  caspius.     551. 
Tetraogallus  caucasicus.     oli. 
Tetraonidae,     543. 
Telraonidi.      343. 
Tetrao,   *347. 

Tetrao  bonasia  septentrionalis,  551 . 
Tetrao  hyliriilns.   5IS. 
Tetrao  lagopides,  517. 
Tetra»  lago  pus,    5  15.    5  10. 
Tetrao   nieilins.    518. 
Tetrao   tetrix,    510. 

Tetrao  urogallus,     5is.  ::io. 
Tetrao  urogallus  uralensis.     510. 
Tetrastes,     550. 
Tetrastes  bonasia.  345,  517.    550. 

351. 

Tetrastes  griseiventris.    551. 
Tbalasseus,  49». 
Tbalasseus  cautiacus,  501. 
Tbalasseus  caspius,  499. 
Tbalasseus  medius,  502. 
Thalassidroma  melitensis,  522. 
Thalassogeronchlororhynchus,  530. 
Tichodroma,  112,   143,     111. 
Tichodroma  muraria,     ili. 


INDICE    GENERALI 


565 


Tinnunculus,  *47. 
Tinnuiir.ulus  alaiularins.    IN. 
Tinnunculus  Naumanni.     18. 
Tinnunculus  tinnuneuloides,    in. 
Tinnunculus  tinnunculus,     18,  19, 
Tinnunculus  vespertinus.     17. 

luti  inulti.    11)1. 

Topino,  *103. 

Torcicollo,  *81. 

Tordela,   "155. 

Turili',      155.    156. 

l'orilo  dalla  gola  min.     102. 

Z»r<fo  f/r///»f  </«/«  rossa,      102. 

Turilo   ili   Silurili.    167. 

l'uniti   ili   Swainson .    -150. 

Turila  nano,   *157. 

'Turilo  oscuro,      1511. 

l'Olilo     SlISStllo,         15*. 

l'orilo  siberiano,      ll!7. 
ionio  vario,  *166. 
Tortora,     527. 
l'orioni  tini  collare,  *328. 
Torioro  egiziana,     52n. 
Torlorn   militimi,    *329. 
'l'orioni  orientale,    '328. 
Totani,  396,    102,    111. 
Totani,   *387. 
TotaniDae,   *379. 
l'olii  »  ini.  *379. 

Toltino    moni.    *388. 

luianus.   x:ìx7,  5<if,  397. 
Totanus  calidris.  *389. 
Totanus  cauescens,  ititi. 
Totanus  flavipes.  *390. 
Totanus  fuscus.   *388. 
Totanus  glareola.  *392,  393,  394. 
Totanus  glottis,  391. 
Totanus  littoreus.  *391. 
Totanus  nebularius,  391. 
Totanus  ochropus.  *393. 
Totanus  solitarius.  f394. 
Totanus  stagnatilis,  *389. 
Totanus  totanus.  3111. 
Tottavilla,   *239. 
Trampolieri,  *351,    I4N. 
Tringa,      103,    105,    108,  410. 
Tringa  acuminata.   105,    406. 
Tringa  alpina.     Km.   1 10. 
Tringa   Hairdi,  405. 
Tringa  Canuti.  *408. 
Tringa  canutus,  408. 
Tringa  crassirostris,  408. 
Tringa  fuscicollis.  *406. 
Tringa  helvetica,  370. 
Tringa  maculata,  *405. 
Tringa  maritima.    -107. 
Tringa  minuta.  *403,   104,  405. 
Tringa  minutili;*,     ini. 
Tringa  platyrhyncha,  410. 
Tringa  Sdì  in  zi,  410. 
Tringa  squatarola,  369. 
Tringa  subarquata.  *408. 
Tringa  Temmincki.  *405. 
Tringa  torquata,  410. 
Tringae,  384,  402,  411,  412. 
Tringinae,   *400. 
Trini/ini.     -400. 
Tringites,  *401. 
Tringites  sub-ruflcollis,   *401, 
Tringoides,   *39  I . 


Tringoides  hypoleucus.  '395. 
Tringoides  macularius.  *395, 
Tripanocorax,  311. 

l'i  oijìotliliiìi.    ::  145. 
Troglodytes,  146. 
Troglodytes  parvulus,   1  Hi. 
Troglodytes    parvulus     bergonsis, 

14  7. 
Troglodytidae,     1  15. 
Trombettiere,     l'ili. 
frinitili  Hit  rr  tìallr  oli    rosse,      291. 
Tronco,  9,   lo. 
parti  del  tronco,  9,   lo. 
Tubinares,  *520. 

Tttliinnri.    *520. 
Tuffetto,   MI.      555. 
Turdidao,     L50 
Tnriiìili.    ::150. 
Turdinae,     151. 

ì'nrttini .        15  1. 

Turdulus  sibiricus,   107. 

Tnrdus,   :  154,   159. 

Turdns  Aliciae,  150. 

Turdus  aonalaschkae  Pallasi, :;  157. 

.Turdus  arundinacous,  210. 

Tnrdus  atrigularis,   162. 

Turdus  atrogularis,  102. 

I  iii.lus  barbaricus,   157. 
Turdus  cyanus,    168. 
Turdus  dnbius,  100,   101. 
Turdns  fuscatus,   ino. 
Turdus  Elodgsoni,   15.5. 
Turdus  iliacus,  156,  *158,  100. 
Turdus  iliacus  X    '.  pilaris,   156. 
Turdus  illuminns,    150. 
Turdns  manilla,   109. 
Turdus  inanilleusis,  169. 
Turdus  Menegazzianus,   101. 
Turdus  morula,  163. 
Turdns  migratorius,   152,   157. 
Turdus  musicus,  *155,  159. 
Tnrdus  nanns,  157. 
Turdus  Naumanni,   100,   161. 
Tnrdus  obscurus,   159. 
Turdns  olivaceus,   157. 
Turdns  Pallasi,  157. 
Turdus  pallens,  159. 
Turdus  pilaris.  *158. 
Turdus  runcollis,  102. 
Tnrdus  sibiricus,   107. 
Turdus  Bolitarius,  168,   169. 
Turdus  Swainsoni,   156. 
Turdus  swainsoni.  var.  aliciae,  156. 
Tnrdus  torquatns,   101. 
Turdus    ustulatus   Swainsoni.  91, 

*156,  157. 
Tnrdus  ustulatus  aliciae,    150. 
Turdus  viscivorus.  ■  15... 
Turdus  varins,   166. 
'Turdus  Werneri,    160. 
Turnicidae,  *342. 

Tnrniritli.    ::'342. 

l'urnix,   *342. 
Turnix  sylvatica.  *342. 
Turtur,  *327. 
Turtnr  auritus,  327. 
Turtur  cambayensis,  *329. 
Turtnr  communis,  327. 
Turtur  douraca.  *328. 
Turtur  orientalis.    :52N. 


Turtur  risorius,  328. 

Turtnr  risorius  decaocto,  328. 

Turtur  senegalensis,  *328,  329. 

Turtur  tenera,  527. 

Turtur  turtur,     527.  328. 

Turtnr  vulgaris,  327. 

Tyrannidae,    104. 

l'Ini  ni,    356. 

Unirti   asiatica,   550. 

Tft-rl    Stniln      Mini, i.    89. 

/  in  Ilo  delle  tempeste,   *521. 
Uccello    tlrllr    tempeste  ti  coda  for- 
cuta,    522. 
Uccello    tlrllr    tempeste    americano, 

523. 
(retilo  tlrllr  tempeste  <■<»/  cappuccio, 

::527. 
Uccello    tlrllr    tempeste    dalla    gola 

bianca,  "527. 
/  ccello    tirili-    u  mpeste   ili   Bnlwer, 

s528. 
Uccello    tirili-    trmi)i  sii    ili    Madera, 

522, 
Tri-ilio  ih  III-  tempeste  fregata,  *524. 
I  Creili  e  Agricoltura,  34. 
/  Inlti.     57. 

/  liiln  americana,     57. 
*Unghie,   18. 

anice  delle  unghie,    IN. 

direzione  delle  unghie,    18. 

l'orma  delle  unghie,    IN. 

superficie  delle  unghie,    IX. 
*Uova  e  Nidificazione,    16. 
Upupa,     IH'. 
Upupa,  ili,     :>:.'. 
Upupa  epops,  *92. 
Upupa  Eremita,    1  I  0. 
Upupidae,  *91. 
Upupidi,     !M. 
Uragus,  *296. 
Uragus  sibiricus.    296. 
Uria,    55 42. 
Uria,   555,      5  1f. 
Uria  arra,   5  15. 
Uria  Bruennichi.     542,  543.    . 
Uria  tini  becco  grosso,     512. 
(ria  dulia  briglia,   512. 
Uria  grylle.    h543. 
Uria   Mainiti.   5  15. 
Triti   nera,     5  15. 
Uria  ringvia,  542. 
Uria  troile,  :  542. 
Urinator,  555. 
Urogallus  vulgaris,   348. 
Utamania('J  torcia.  5 lo. 

Vanellus,  365,  *366,  507. 
Vanellus  capella,   367. 
Vanellus  eristatus,   567. 
Vanellus  gregarius,   368. 
Vanellus  vanellus.     507. 

Vanellus  vulgaris.  567. 

Venturone     279. 

Venturone  meridionale,   *279,  280. 

Verdone,  *2!)N.  299. 

Verdone  bastardo,   293. 


(')   \,-<-    I   l:tlnuillii: 


566 


\  I  i.  \vi  1     ORNITOLOGI!  0 


Verdoni   siberiano,  299. 

Vi  rollili, ,.      280. 

Verzellino  dalla   fronte  rossa,    l'nl'. 
Vikii.i.ot  (Classificazione  di),  86. 
\  it iflora  leucopj già,   171 . 
/  blpoca,     162, 
Voltapietre,     364,  365. 
i  òtti ./i», i.     121. 
\  'iillur,      2. 

Vultur  monachus. 
Vulturidae,     2. 

Villi  aridi,   *2. 

W'ii.i.uiiinn    (Classificaz.  di),  82. 


Xenia.     504. 

X  i-m  .■  Sabinei.     50 

Xemn  Sabinii,  504. 

l'elcouan  (Puffinusi,  526. 
Yelkonanne  (Pnffinns),  526. 
Vunx,  81. 

Zafferano,    ■">I(>. 

/.ufi tinnii  siberiano,    510. 

Zapornia,    123. 

Zigodattili,    '73. 

Zigolo  boschereccio,     'Ji'ù>. 


Zigote   rallini  tu.      L'">ti. 

Zigolo  dal  collare,   *256. 

/'lattiti    dal     sopracciglio    giallo . 
258. 

Zigolo  titilla  tenta  urani  tata  . 

Zigolo  della  m  m  .    '25 1. 

Zigolo  ili  Lapponia,  *253. 

Zigolo  iiìalltt.     258. 

Zigolo  tialii  rossa,  *262. 

Zigolo  minori.     l'iì:ì. 

/il/ala  miniatiti.    Utìl  . 

Zigolo  nero,  *259. 
Zonotricbia  albicollis,  268. 
Zygodactyli,     7:!. 


ERRATA  CORRIGE 


PARTE  PRIMA. 


L'ag. 


Ki^:i 


•.':i 

n 

2 

02 

II 

u5 

113 

IV 

12 

ll.i 

IV 

31 

114 

VI 

12 

Bino  a  dio  osso  rimane 

ila  cannicc 

dopo  Perdicirtae  aggiungi  Turnicidae. 

sotto  il  gen.  Ooturnìx  aggiungi  ■  '  gon.    Vurnìx. 

dopo  il  gon.  Hydrockelidon  aggiungi  il  gon,   Anous. 


PARTE  SECONDA. 


Riga 


:i7 

4L' 

(1868) 

1K1 

•j:i 

1-171 

303 

24 

Passeres  culliroslrcs 

417 

■_'* 

Lobipes 

4'.'.". 

:iu 

«liti  quattro  assai  Larghi 

Ii.il 

in 

sniergano 

(178É 

(1847 

Osoines  oultirostres 

Phalaropus 

diti  quattro  assai  lunghi 

emèrgano,  bì  tuifano,  Smerdare,  xmergàrse,  l'aiti»  degli 
Uccelli  e  specialmente  delle  Fui igulinae  e  degli  Smer- 
ghi di  truffarsi  sott'acqua  e  percorrervi  un  tratto  nuo- 
tando (voce  Venata). 


Le  Ha 


;;  e  t  rappresentano  il  Porciglione 


mi  hi  Sciabica,  come  venne  erroneamente  stampato 


5 


% 

y" 
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e» 


AMNH    LIBRARY 


100037401 


■HL'3