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Full text of "Atti del Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti"

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JUL     2       ty08 


ATTI 


DEL 


R  e:  A  L  E    ISTITUTO    V  E  N  E  T  0 


DI 


SCIENZE,    LETTERE   ED    ARTI 


TO:\I0  LXYII 

(serie    ottava    -    TOMO    DECIMO) 


ATTI 


DEL 


REALE   ISTITUTO   VENETO 


1)1 


SCIENZE,   LETTERE   EU   ARTI 


ANNO  ACCADEMICO  1907-908 


TOMO  LXYII 

(serie    ottava      -     TOMO     DECIMO) 

PARTE  PRIMA 


VENEZIA 

FKBSSO    LA    SEGRETERIA    DEL    REALE    ISTITUTO 
TAT-AZZO    I.OKKBAN   SANTO    STEFANO 


V 


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lui     8      1908 


Atti  del  Reale  Istituto  V^onkto  pi  scienze,  lettere  ed  aeti. 
Anno  accademico  1907-908  -  Tomo  LXVII  -  Parte  prima. 


ELENCO  DEI   MEMBRI   E  SOCI 

DEL 

R.  ISTITUTO  VENETO  DI  SCIENZE,  LETTERE  ED  ARTI 


AL  Ti  OTTOBRE  1907 


presidente 
Carlo  Fuancesco  Ferra kis 
(R.  Decreto  27  gciiimio  1907) 

vicepresidente 

Giuseppe  Veronese 
(R.  Decreto  27  f-cniiiiio  1907) 

segretario 

Guglielmo  Berchet 
(R.  Decreto  8  febhrnio   1906) 

vicesegretario 

Giuseppe  Occioni-Bonaffons 
(R.  Decreto  2ó  Inglio  1904^ 

amministratore 

Enrico  Filippo  Trois 
(R.  Deovoto  8  gonnaio  1905) 


ELENCO    DEI    MEMBRI    E    SOCI 


MEMBRI    EFFETTIVI  (') 


(22  novembre  1H()8  —  (i  aprile  1872  —  l(i  dicembre  1883)  (-) 

LrzzATTi  Luir:H,  Ministro  di  Stato,  Oav.  dell' Ordino  del  merito 
civile  di  Savoia,  Cav.  Gr.  Croce  decorato  del  Gr.  Cordone 
.  -ìft-  ,  c§3  ,  Gr.  Croce  decorato  del  Gr.  Cordone  della  Legion 
d'  onore  e  Gr.  Uff.  dell'  Ordine  di  Francesco  Giuseppe  e  di 
Leopoldo  d'  Austria  e  dell'  Aquila  Rossa  di  Prussia.  Grande 
Ufficiale  dell'  Ordine  della  Concezione  del  Portogallo,  ecc., 
prof,  di  diritto  costituzionale  all'  Università  di  Roma,  già 
Ministro  del  Tesoro,  delle  Finanze  e  delle  Poste,  deputato 
al  Parlamento,  membro  della  R.  xVccademia  dei  Lincei,  meiii- 
bro  dell'  Istituto  di  Francia  (Accademia  delle  scienze  morali 
e  politiche),  membro  dell'  Accademia  Reale  delle  scienze  di 
Napoli,  ecc.,  ecc. 

(2()  maggio  1872  —  13  dicembre  1877  —  17  t'ebbi'aio  1881) 

LoRENzONi  Giuseppe,  ^  ,  Comm.  c§:  ,  socio  nazionale  della  R.  Ac- 
cademia dei  Lincei,  socio  nazionale  della  Società  italiana  delle 
scienze  detta  dei  Quaranta,  socio  effettivo  della  R.  Accademia 
di  scienze,  lettere  ed  arti  di  Padova,  socio  nazionale  della 
R.  Accademia  di  Torino,  socio  corrispondente  della  R.  Acca- 
demia di  scienze  ed  arti  di  Modena,  membro  della  Société 
Imperiale  des  natnralistes  de  Moscou  ecc.,  prof,  ordinario  di 
astronomia  e  direttore  dell'  Osservatorio  astronomico  nella 
R.  Università  di  l'adova  (Osservatorio  astronomico). 

(12  luglio  1874  —  11  aprile  1878  -  27  agosto  1883) 
Tr(HS  Enrico  Filippo,   Uff.  c§i  ,  membro  della  Commissione  pro- 


ti) LI  segno  ^  indica  l'Ordine  dei  SS.  Maurizio  e  Lazzaro:  il  se- 
gno i#  r  Ordine  della  Coi-ona  d' Italia. 

(2)  La  prima  data  si  riferisce  alla  elezione  a  socio  corrispondente: 
la  seconda  al  Decreto  di  nomina  a  membro  effettivo;  l;i  terza  ii  ([uello 
del  cont'eiiineiito  della  pensioiu-   accad(^micu. 


DEL    R.    ISTITUTO     VENETO 


t , 


vinciale  di  viticultura  ed  enologia.  Vicepresidente  della  Società 
regionale  veneta  per  la  pesca  e  1'  acquicoltura,  Presidente 
della  Commissione  Ministeriale  per  la  pesca  fluviale  e  lacu- 
stre, socio  dell'  Accademia  di  microscopia  del  Belgio  e  del- 
l'Ateneo Veneto,  conservatore  e  custode  delle  raccolte  scien- 
tifiche e  della  Esposizione  industriale  di  questo  R.  Istituto. 
Venezia  (Calle  del  Carbon,  Palazzo  Bembo,  4785). 

(26  febbraio  1871  —  7  luglio  1878  —  1.5  febbraio  1885) 

Bernardi  Enrico  ^  ,  #  ,  socio  effettivo  della  R.  Accademia 
di  scienze  lettere  ed  arti  di  Padova,  prof,  di  macchine  agri- 
cole, idrauliche  e  termiche  ed  incaricato  dell'  insegnamento 
della  meccanica  applicata  nella  R.  Università  di  Padova. 
(Agli  Eremitani,  Via  Porciglia,   14). 

(9  feb))raio  1871)  —  2'»  maggio  1881  —  21  maggio   188.Ó) 

Fa  VARO  nob,  Antonio,  Uff.  ^  ,  Comm.  c^  ,  Cav.  della  Legion 
d'  onore,  Uff.  della  pubblica  istruzione  di  Francia,  Uff.  del- 
l' Ordine  di  Leopoldo  del  Belgio,  Comm.  dell'Ordine  di  Isa- 
bella la  Cattolica  di  Spagna,  Comm.  dell'Ordine  di  San  Ma- 
rino e  decorato  della  Medaglia  d'oro  del  merito,  ecc.  Membro 
dell'  Accademia  della  Crusca,  dell'  Istituto  Storico  Italiano, 
Membro  effettivo  della  R.  Deputazione  veneta  sopra  gli  studi 
di  storia  patria  e  di  quella  per  le  provincie  di  Romagna, 
socio  effettivo  della  R.  Accademia  di  Padova,  onorario  del- 
l' Ateneo  di  Bergamo,  della  Società  Copernicaca  di  Thorn  e 
della  Società  delle  scienze  del  Messico,  socio  straniero  della 
Società  Olandese  delle  scienze  di  Harlem  e  di  quella  Ze- 
landese di  Middelburg,  corrispondente  di  parecchie  altre  Ac- 
cademie italiane  ed  estere.  Direttore  della  edizione  nazionale 
delle  Opere  di  Galileo  Galilei  sotto  gli  auspicii  di  S.  ^I.  il 
Re  d' Italia,  prof,  ordinario  di  statica  grafica  e  Vice  Direttore 
della  Scuola  d' Applicazione  per  gli  Ingegneri  nella  R.  Uni- 
versità di  Padova.  (Via  Gaspara  Stampa,    7). 

(0  felìbraio  1870  —  29  maggio  1881  —  7  febbraio  1892) 
Saccardo   dott.  PiERANDREA,  Uff.  -?fj  ,  '^  ,  socio  corrispoudente 


4  KLENOO    BEI    MEMBRI    E    SOCI 

(Iella  K.  Accademia  dei  Lincei,  membro  della  K.  Accademia 
delle  scienze  di  Torino,  della  K.  Accademia  delle  scienze  di 
J>oloi2,-na,  della  R.  Accademia  di  scienze,  lettere  ed  arti  di 
Padova,  dell'  Accademia  reale  di  agricoltura  in  Torino,  del- 
l' Accademia  l^ontaniana  di  Napoli,  della  Società  micologica 
di  Francia,  della  Società  crittogamologica  italiana,  dell'Ateneo 
Yeneto,  dell'  Accademia  dei  Concordi  di  Rovigo,  dell'  Ateneo 
di  'J^reviso,  della  Società  del  Museo  in  Rovereto,  dell'Accade- 
mia veneto-trentino-istriaiia  in  Padova,  della  Società  botanica 
italiana  in  Firenze,  della  Società  Imperiale  dei  naturalisti  di 
Mosca,  della  R.  Società  delle  scienze  e  lettere  di  G(")teborg 
(Svezia),  della  R.  Società  botanica  del  lielgio  residente  a 
Bruxelles,  della  Società  lìelga  di  microscopia  in  Bruxelles, 
della  Società  botanica  <li  Lione,  della  Società  botanica  di  Ger- 
mania residente  a  Berlino,  della  R.  Società  l)otanica  di  Rati- 
sbona,  della  Società  botanica  di  Francia  residente  a  Parigi, 
della  Società  Slesiana  in  Breslavia,  della  L  R.  Società  zoolo- 
gico-botanica  di  Vienna,  della  Società  delle  scienze  naturali 
di  Brilnn,  dell'  Accademia  delle  scienze  naturali  e  matemati- 
che di  Cherl)ourg,  dell'  Accademia  delle  scienze  di  California 
in  S.  Francesco,  della  Società  scientifica  "  Antonio  Alzate  ^ 
di  Mexico,  dell'  Associazione  internazionale  di  IJotanica  resi- 
dente in  Leida,  della  Società  degli  studi  naturali  "  Giuseppe 
Ragazzoni  „  in  Brescia,  della  Società  italiana  di  scienze  natu- 
rali di  Milano,  della  Società  entomologica  di  Firenze,  della 
Società  bibliografica  italiana  in  Milano,  della  Commissione 
internazionale  per  la  nomenclatura  botanica  residente  a  Parigi 
e  della  Commissione  internazionale  di  Fitopatologia  in  Ber- 
lino ecc.,  prof,  ordinario  di  botanica  e  direttore  del  R.  Orto 
botanico  presso  la  R.  Università  di  Padova.  (Orto  botanico,  13). 

(1)  febbraio  1879  —  27  agosto  ISSH  —  IH  marzo  1892) 

Gloria  Andrea,  Uff.  ^  ,  Comm.  c§3  ,  Socio  effettivo  della  R  Ac- 
cademia di  Padova,  onorario  dell'  Ateneo  di  Bergamo,  corri- 
spondente di  altri  Atenei  ed  Accademie,  prof,  emerito  di  paleo- 
grafia nella  R.  Università,  direttore  emeiito  del  Museo  civico 
di   Padova,  ecc.  (Via   S.   Eufemia,   20). 


DEL    K.    ISTITUTO    VENETO  D 

(14  iiiag-gio  1H81  —  15  febbraio  1885  —  2i)  giugno  181)8) 

De  Giovanni  prof.  AchiUìE,  Senatore  del  Regno  Uff.  -^  ,  (Ir. 
Uff.  c§:  ,  (xr.  Croce  della  Rosa  del  Brasile,  (jv.  Cordone  del 
^legidje,  socio  di  varie  Accademie  nazionali  ed  estere,  prof, 
e  direttore  dell'  Istituto  di  clinica  medica  generale  della  R. 
Università  di  Padova.  (A^ia  della  Gatta.  979). 

(29  dicembre  1895  -  8  aprile  l'.HH)) 

Omboni  Giovanni  Connn.  o|i  ,  socio  effettivo  della  Società  geolo- 
irica  italiana,  della  Società  Italiana  di  scienze  naturali,  della 
Società  toscana  di  scienze  naturali,  della  Società  antropologica 
italiana  ecc.,  socio  corrispondente  dell'  I.  R.  Istituto  geologico 
austriaco,  delle  Accademie  delle  scienze  di  Bologna  e  Palermo, 
della  Società  dei  Naturalisti  di  Mosca,  ecc.,  prof,  emerito  di 
geologia  nella  R.   Università  di   Padova.  (Via  Torresin,  3). 

(8  luglio  1880  —  i)  (liceiid)re  1SS5  —  -i  gennaio   18'.>4) 

lÌKivLATi  conte  dott.  Maneeedo,  -^  ,  c§-,  .  socio  effettivo  delia 
R.  Accademia  di  scienze,  lettere  ed  arti  in  Padova,  prof,  di 
fisica  tecnica  e  direttore  della  R.  scuola  di  applicazione  per 
frl'Inffeffneri  nella  R.  Università  ili  Padova.  (Via  Cesarotti,  14). 

(20  maggio  1888  —  18  agosto  1S88  —  14  febbraio  18'.H) 

BoNATELLi  Francesco,  Cav.  dell'Ordine  del  merito  civile  di  Sa- 
voja,  Uff.  -^  ,  c§3  ,  socio  nazionale  della  R.  Accademia  dei 
Lincei,  socio  effettivo  d(dla  Società  Reale  di  Napoli,  dell'Accade- 
mia di  scienze,  lettere  ed  arti  di  Padova,  socio  corrispondente 
dell'  Accademia  Reale  delle  scienze  di  Torino,  dell'  Ateneo 
veneto,  dell'  Ateneo  di  Brescia  e  dell'  Accademia  Urbinate, 
prof,  di  filosofia  teoretica  nella  R.  Pniversità  di  Padova.  (Ri- 
viera S.  Benedetto,   10). 

(10  aprile  1881  —  5  gennaio  18;»0     -  20  maggio  181»7) 

Spiga  Pietko,  dottore  nelle  scienze  fisico-chimiche  ed  in  chimica 
e  farmacia.  Uff.  c§^  ,  socio  effettivo  della  R.  Accademia  di 
scienze,  lettere  ed  arti  di  Padova,  membro  ordin.  della  Società 


6  ELENCO    DEI    MEMBRI    K  SOCI 

chimica  di  Berlino  e  della  Società  di  scienze  naturali  ed  eco- 
nomica di  Palermo,  Presidente  onorario  dell'Associazione  far- 
maceutica universitaria  di  Padova  e  della  Federazione  fra  le 
Associazioni  farmaceutiche  universitarie  italiane,  socio  onora- 
rio delle  Associazioni  farmaceutiche  Friulana,  Padovana,  Um- 
bra e  Pavese,  membro  della  R.  Commissione  per  l'accertamento 
dei  reati  di  veneficio,  membro  del  Consiglio  superiore  di  Sa- 
nità, Membro  della  Commissione  internazionale  per  lo  studio 
dell'  unificazione  dei  metodi  d'analisi  delle  derrate  alimentari, 
prof,  ordinario  di  chimica  farmaceutica  e  tossicologica,  prof, 
incaricato  di  chimica  docimastica,  docente  di  chimica  analitica 
e  bromatologìca  e  direttore  della  scuola  di  farmacia  nella  li. 
Università  di  Padova.  (Via  Ospitale  Civile  49  Istituto  chimico- 
farmaceutico). 

(8  luglio  1880  —  2  luglio  1890—  20  maggio  1897) 

Berchet  Guglielmo,  dottore  nelle  leggi,  Comm.  ^  ,  id.  c§:  , 
Cavaliere  del  S.  M.  0.  di  iMalta^  id.  della  Legion  d'  onore 
di  Francia,  Comm.  dell'  Ordine  di  Francesco  Giuseppe,  id. 
dell'  ordine  Imperiale  giapponese  del  Tesoro  Sacro  e  di  quello 
del  Sole  levante,  Comm.  dell'Ordine  del  Leone  é  sole  di  Per- 
sia, decorato  della  grande  medaglia  d'  oro  di  I.»  classe  per 
le  scienze  e  lettere  da  S.  M.  l'Imperatore  di  Germania,  socio 
degli  Atenei  di  Venezia,  ^Milano,  Treviso  e  Bassano,  delle  Ac- 
cademie di  Modena  e  di  Rovigo  e  della  Società  ligure  di  sto- 
ria patria,  membro  dell'  Istituto  storico  di  Francia  e  della  R. 
Deputazione  Veneta  di  storia  patria,  membro  onorario  delle 
Società  geografiche  di  Vienna  e  di  Tokio,  e  del  Consiglio 
superiore  degli  Archivi,  membro  corrispondente  della  Consulta 
araldica,  memlu'o  della  Commissione  reale  per  la  pubblicazione 
dei  documenti  finanziari  della  Repubblica  veneta,  Presidente 
dell'  Ospizio  Marino  Veneto  e  Presidente  della  Commissione 
Araldica  per  le  provincie  venete.  -  Venezia  (S.  Maria  For- 
mosa Calle  del  Dose,  5873). 

(17  novembre  1880  —  20  luglio  1891  —  9  dicembre  1897) 
(Socio  coirisponileiite  dell'  Istiluto  Lombardo  [4  febb.  1860)) 

Teza  Emilio,  Connn.   -^    ,  ^gi  ,  dottore  honoris   caum  dell'  Uni- 


DEL    R.    ISTITUTO    VENETO  ( 

versità  di  Pest,  socio  nazionale  dell' Aooadeinia  dei  Lincei,  socio 
efTettivo  della  K.  Accademia  di  Padova,  socio  onorario  del 
l'f/nKis.'<().'<  di  Atene,  socio  corrispondente  dell'Accademia  della 
(Jrusca,  della  Società  (reooTafica  Italiana,  dell'Ateneo  Veneto, 
dell'  Accademia  Armena  a  S.  Lazzaro,  dell'  Accademia  Reale 
di  l'alermo,  dell'  Accademia  Reale  di  Pest,  dell'Accademia  di 
Storia  di  Madrid,  della  Società  Letteraria  di  Finlandia,  della 
Società  Finno-P^g-rica  di  Helsingfors,  della  Società  Letteraria 
estone  di  Dorpat,  dell'Istituto  Reale  dell'India  Olandese,  delle 
Società  Orientali  d'Italia  e  di  Germania,  delle  Società  di  Sto- 
ria Patria  a  Poìogna  e  a  Roma,  prof,  di  sànscrito  e  di  gram- 
matica comparata  delle  ling-.ue  classiche  nella  R.  Università 
di  Padova  (Via  S.  Lucia,  5), 

(22  novembre  18()8  —  l;-i  marzo  185)2  —  15  febbraio  liJOO) 

Liov  nob.  Paolo,  Uff".  ^  ,  Comm.  c§!  ,  ex  deputato  al  Parla- 
mento, Senatore  del  Regno,  g^ià  membro  del  Consiglio  supe- 
riore dell'  Istruzione  pubblica,  g'ià  presidente  del  Club  Alpino 
italiano  -  Vicenza  (S.  Michele,   1995). 

(28  marzo   1884  —  1:5  marzo  18',)2  ^-  8  marzo   1900) 

^Iaktini  Tito,  o§:  ,  mendiro  fondatore  della  Società  veneto-tren- 
tina di  scienze  naturali  residente  in  Padova,  socio  corrispon- 
dente della  R.  Accademia  dei  (leorg-ofili  e  della  Colombaria 
di  Firenze  ;  prof,  ordinario  di  matematiche  e  incaricato  del- 
l' insegnamento  dell'  elettrochimica  nella  R.  Scuola  superiore 
di  commercio  e  prof,  titolare  di  fìsica  e  chimica  nel  R.  Liceo 
Marco  Foscarini  di  Venezia.    (Via  Vittorio  Emanuele  4884). 

(28  marzo  1884  —  81  marzo  1892  —  8  marzo  1900) 

Tamassia  dott.  Areico,  u^-  ,  prof,  ordinario  di  medicina  leggale 
sperimentale  nella  R.  Università  di  Padova.  (Via  S.  Prosdo- 
cinio,   14). 

(23  marzo  1884  —  4  dicembre  1892  —  81  maggio   1900.) 

Veronese  Giuseppe,  Senatore  del  Regno,  ComuL  d|i  ,  dott.  honoris 
causa    della    Università    di    Aberdeen,    Socio    straniero    della 


8,  ELENCO    DEI    MEMBRI    E    SOCI 

Accademia  Ungherese  delle  scienze,  socio  nazionale  dell'  Ac- 
cademia Reale  dei  Lincei,  membro  della  Società  Italiana 
delle  scienze  (detta  dei  XL),  socio  della  lì.  Accademia  delle 
scienze  di  Torino,  socio  effettivo  della  R.  Accademia  di 
Padova  e  dell'  Ateneo  veneto,  ex  deputato  al  Parlamento 
Nazionale,  prof.  ord.  di  geometria  analitica  e  incaricato  di 
geometria  superiore  presso  la  R.  rniversità  di  Padova.  (Via 
S.  Sofia,  17). 

(23  marzo  1885  —  6  agosto  1893  —  21  giugno  1906j 

Papadopoli-Aldobrandini  conte  Nicolò,  Senatore  del  Regno, 
Comm.  ^  ,  Gr.  Uff.  o^  ,  Ufficiale  onorario  di  cavalleria,  pre- 
sidente della  Società  numismatica  italiana,  membro  onorario 
della  li.  Società  numismatica  di  Bruxelles,  Accademico  di  me- 
rito residente  della  E.  Accademia  di  belle  arti,  socio  residente 
dell'  Ateneo  veneto,  presidente  del  Consiglio  direttivo  della 
Scuola  superiore  di  Commercio  in  Venezia,  presidente  del  Con- 
siglio direttivo  delta  Scuola  d'Arte  applicata  alle  industrie  in 
Venezia,  (S.  Apollinare,   1464). 

(10  aprile  1881  —  3  febbraio  1895  —  21   giugno  1906) 

Schio  (da)  conte  Almerico,  Presidente  dell'Accademia  Olimpica 
di  Vicenza  e  direttore  dell'  Ufficio  metereologico  (Corso  Prin- 
cipe Umberto,  873). 

(14  aprile  1889  —  2  febbraio  1896) 

Molmenti  Pompeo,  Deputato  al  parlamento  Nazionale,  Venezia. 

(22  giugno  1890  —  23  febbraio  1896) 

Bassini  dott.  Edoardo,  Senatore  del  Pegno,  Uff.  -^  ,  Comm.  ^  , 
prof,  ordinario  di  clinica  e  medicina  operatoria  nella  R.  Uni- 
versità di  Padova.  (Via  S.  Massimo,   10). 

(24  aprile  1892  —  8  aprile  1897) 

Stefani  Aristide,  -^  ,  socio  nazionale  della  Reale  Accademia  dei 
Lincei,  membro  onorario  dell'  Accademia  mediiio-chirurgica  di 
Ferrara  e  delF  Accademia  Olimpica  di  Vicenza,  socio  effettivo 


DEL    E.    ISTITUTO    VENETO  9 

della  R.  Accademia  di  scienze,  lettere  ed  arti  di  Padova,  socio 
corrispondente  della  Keale  Accademia  di  Medicina  di  Torino, 
della  Società  medico-chirurf^ica  di  l)olog-na  e  delle  Accademie 
Virgiliana  di  !\[antova  e  medica  di  Perugia,  prof,  ordinario 
di  fisiolog-ia  presso  la  R.  Università  di  Padova.  (Via  G.  B. 
Belzoni,  43). 

(14  aprile  1889  —  8  aprile  189  i) 

FoGAzzAKO  dott.  Antonio,  Senatore  del  Regno,  ^  ,  Ooinm.  ng:  , 
Vicenza  (Colle  Berico). 

(16  giugno  1889  —  4  luglio  1897) 

Fekuauis  Caklo'  Francesco,  Deputato  al  Parlamento  Nazionale, 
ex  Ministro  dei  Lavori  Pubblici,  Comm.  ^  ,  a^  ,  Connn.  del- 
l' Ordine  della  Stella  polare  di  Svezia,  socio  nazionale  della 
K.  Accademia  dei  Lincei,  socio  effettivo  della  R.  Accademia 
di  scienze,  lettere  ed  arti  di  Padova,  membro  del  Consig-lio 
superiore  di  Statistica  e  del  Consiglio  della  Previdenza,  mem- 
bro onorario  della  Società  Svizzera  di  Statistica  e  della  Reale 
Società  Inglese  di  Statistica,  prof,  ordinario  di  Scienza  del- 
l' Amministrazione  e  Diritto  amministrativo  nella  R.  Università 
di   Padova.  (Via  20  Settembre,  7). 

(24  aprile  1892  —  4  luglio  1897j 

De  Toni  Giovanni  Battista,  dottore  in  scienze  naturali  ed  in 
chimica,  laureato  dell'  Istituto  (Accademia  delle  scienze)  di 
Parigi,  prof,  ordinario  di  Jiotanica,  direttore  del  R.  Orto  Bo- 
tanico e  Preside  della  Facoltà  di  scienze  della  R.  Università 
di  Modena,  membro  onorario  della  Società  Reale  di  Microsco- 
pia di  Londra,  della  Società  Botanica  di  Francia  in  Parigi, 
della  Società  Linneana  della  Nuova  Galles  del  Sud  in  Sydney, 
Presidente  della  Società  dei  Naturalisti  e  matematici  di  3Io- 
dena,  membro  effettivo  della  Società  Imperiale  dei  naturalisti 
in  Mosca,  socio  perpetuo  effettivo  della  Società  botanica  ita- 
liana in  Firenze,  della  Accademia  veneto-trentina-istriana  in 
Padova,  della  Società  botanica  tedesca  in  lierlino,  della  So- 
cietà francese  di  botanica  di  Courrensan,  dell'  Accademia  ]\o- 
mana  dei  nuovi  Lincei,  (Udla  R.  Accademia  di  scienze,  lettere 


10  ELENCO    DEI    MEMBKI    E    SOCI 

ed  arti  in  Modena,  dell'Accademia  internazionale  di  i^-eoorafìa 
botanica  in  Lenians,  socio  corrispondente  della  K.  Accademia 
dì  scienze,  lettere  ed  arti  in  Padova,  dell'Ateneo  Veneto,  della 
Accademia  Reale  delle  scienze  di  Lisbona,  dell'  1.  K.  Acca- 
demia degli  A;;-iati  in  Rovereto,  della  Società  dei^li  Zelanti  di 
Acireale,  della  Società  dei  naturalisti  russi  in  Kiew,  della 
Società  danese  di  botanica  in  Copenhao;en,  della  Società  bo- 
tanica di  Lione,  della  Società  del  ]\Iuseo  civico  di  Rovereto, 
della  Società  bibliografica  italiana  in  Milano,  dell'Associazione 
archeologica  in  Roma,  della  R.  Società  spaglinola  di  storia 
naturale  in  Madrid,  delle  Società  di  scienze  mediche  e  natu- 
turali  di  Cherbourg  e  di  Cfiessen,  delegato  dal  R.  Ministero 
delle  Finanze  per  lo  studio  delle  malattie  crittogamiche  dei 
tabacchi,  membro  della  Commissione  internazionale  di  fitopa- 
tologia,  libero  insegnante  di  botanica  generale  presso  la  R.  Uni- 
versità di  Padova  (R.  Orto  botanico,  Modena). 

(24  maggio  1885  —  '.»  dicenibi'e  I897j 

OccioNi-BoNAi'FONS  GIUSEPPE,  dottoi'c  in  filosofia,  ^  ,  Connn.  c^, 
socio  onorario  dell"  accademia  di  Udine  e  della  Minerva  di 
Trieste,  Vicepresidente  per  le  Lettere  e  bibliotecario  dell'  A- 
teneo  veneto,  socio  effettivo  e  segretario  della  R.  Deputazione 
Veneta  di  storia  patria,  socio  effettivo  dell'Accademia  veneto- 
trentino-istriana  in  Padova  e  della  Società  bibliografica  italiana 
in  Milano,  socio  corrispondente  dell'  Accademia  dei  Concordi 
di  Rovigo  e  della  Colombaria  di  Firenze^  membro  della  Com- 
missione Reale  per  la  pubblicazione  dei  documenti  finanziari 
della  Repubblica  veneta,  condirettore  dei  periodici  Nuovo  Ai- 
cJiioio  Veneto  e  Ateneo  Veneto,  prof.  Liceale  emerito  di 
storia  e  geografia.  Venezia  (^laddalena.  Corte  Erizzo,  2137). 

(21  marzo  188(5  —  i)  dicembic  181^7) 

Galanti  prof.  Ferdinando,  Uff.  ^  ,  Comm.  c^:  ,  socio  corrispon- 
dente di  ])arecchie  accademie  d'  Italia  e  della  Società  geogra- 
fica di  Lisbona,  preside  del  R.  Ginnasio  Liceo  Tito  Livio  e 
libero  docente  nella  K.  Università  di  Padova.  (A"ia  S.  Fran- 
cesco,   4:2). 


DEL    li.    ISTITUTO    VENETO  11 

(23  aprilo  181)3  —  1<)  iiiiii'-gio  1H',)8) 

Ragnisco  Pietko,  Comni.  -^f?  ,  ctj^-  ,  w\ìi  prof,  ordinario  di  storia 
della  filosofia  nella  R.  Università  di  Palermo,  socio  eft'ettivo 
della  li.  Accadeniis  di  Padova,  socio  corrispondente  nazionale 
della  R.  Accademia  di  scienze  morali  e  politiche  di  Napoli, 
prof,  ordinario  di  etica  nell'Università  di  Roma.  (A^ia  Arenula,  4). 

(24  aprile  1892  —  13  gennaio  1899) 

Ricci  nob.  Gregoeio,  Uff.  oj^'  ,  socio  corrispondente  della  R.  Ac- 
cademia dei  Lincei  e  della  R.  Accademia  di  Padova,  prof,  di 
algebra  complementare,  incaricato  di  fisica  matematica,  Preside 
della  Facoltà  di  scienze  fisiche,  matematiche  e  natnrali  nella 
R.  Università  di  Padova.  (Piazza  Vittorio  Emanuele  II,  29). 

(23  aprile  1893  —  9  aprile   1899) 

Nasini  nob.  Raffaello,  Uff.  ^  ,  Comm.  c§i  ,  uno  dei  XL,  della 
Società  Italiana  delle  scienze,  socio  nazionale  della  R.  Acca- 
demia dei  Lincei,  socio  corrispondente  della  R.  Accademia 
delle  scienze  di  Padova,  e  di  quelle  di  Bologna  e  di  Modena, 
membro  onorario  della  Associazione  Britannica  pel  progre<^so 
delle  scienze,  membro  onorario  della  Rovai  Institution  della 
gran  Brettagna,  rappresentante  dell'Italia  nel  Consiglio  inter- 
nazionale e  nel  Comitato  esecutivo  pel  Catalogo  internazionale 
della  Letteratura  scientifica,  dottore  honoris  r<(Hsa  della  Uni- 
versità di  Glasgow  (LL.  D.).  prof  ordinario  di  chimica  ge- 
nerale e  incaricato  di  chimica  fisica  nella  R,  Università  di  Pisa. 
(Pisa,  Istituto  di  Chimica  generale). 

(29  dicembre  1895  —  15   febbraio   1900) 

P(jLvcco  avv.  Vittorio,  Uff.  ^  ,  Comm.  '^f'  ,  professore  onorario 
dell'  Università  di  Camerino,  socio  effettivo  della  R.  Accademia 
di  scienze,  lettere  ed  arti  di  Padova,  socio  corrispondente  della 
Reale  Accademia  di  scienze  di  Torino  e  dell'  Accademia  Pe- 
loritana  di  Messina,  membro  della  "  Internationale  Vereinigung 
tur  vergleichende  Rechtswissenschaft  und  Volkswirtschafts- 
lehr  „  di  Berlino,  Rettore  Magnifico  e  prof,  ordinario  di  Di- 
ritto civile  nella  R.  Università,  incaricato  di  materie  giuridiche 


12  ELENCO    DEI    MEMBEI    E    SOCI 

nella  E.  Scuola  di  applicazione  per  gli   ingegneri    di  Padova. 
(Yia  S.*"'  Lucia  33). 

(29  (lieeiiibre  18t)5  —  8  aprile  1900) 

Vicentini  dott.  Giuseppe,  j§:  ,  socio  effettivo  della  K.  Accademia 
di  scienze,  lettere  ed  arti  di  Padova,  prof,  ordinario  di  fisica 
sperimentale  nella  E.  Università  di  Padova.  (Istituto  Fisico). 

(29  dicembre  1895  —  9  aprile  1900j 

Verson  Enkico,  Uft\  -^  ,  socio  corrispondente  della  E.  Accademia 
di  scienze,  lettere  ed  arti  di  Padova,  della  Imperiale  Società 
Agraria  di  Odessa,  della  E.  Accademia  di  agricoltura  di  To- 
rino, dell'  T.  E.  Società  agraria  di  Gorizia,  della  Società  agraria 
Istriana,  membro  effettivo  della  lmj)eriale  Società  d'  acclima- 
tazione della  Eussia,  membro  titolare  della  Società  Imperiale 
di  economia  rurale  di  Mosca,  presidente  onorario  del  Museo 
Nazionale  di  sericoltura  di  Torino,  socio  onorario  dell'  Acca- 
demia di  Pesaro,  della  Imperiale  Società  agraria  di  Tiflis,  della 
Società  agraria  di  Eovereto,  del  Comizio  agrario  di  Cuneo, 
membro  della  Società  scientifica  "  Antonio  Alzate  ,,  di  Mexico, 
direttore  della  E.  Stazione  bacologica  di  Padova.  (Piazza  Vit- 
torio Emanuele  11°). 

(29  (liceiubre  1895  —  16  agostu  1900)  * 

Brugi  Biagio,  Uff".  ^  ,  Uff.  %>  ,  professore  onorario  dell'Univer- 
sit;ì  di  Urbino,  vicepresidente  della  E.  Accademia  di  scienze, 
lettere  ed  arti  di  Padova,  socio  onorario  dell'Accademia  Gioe- 
"nia  di  Catania,  socio  dell'  Accademia  Eaffaello  di  Urbino,  prof, 
ordinario  di  Istituzioni  di  diritto  romano  e  incaricato  di 
Introduzione  enciclopedica  alle  scienze  giuridiche  e  Istituzioni 
di  diritto  civile,  Preside  della  Facoltà  di  Giurisprudenza  nella 
R.  Università  di  Padova  (Via  Beato  Pellegrino,  60). 

(25  iimrzu  1897  —  18  aprile  1905) 

CiscATo  prof.  Giuseppe,  socio  corrispondente  della  E.  Accademia 
di  Padova,  professore  di  Geodesia  teoretica  neUa  K.  Univer- 
sità di  Padova. 


TìV.Jj    II.    ISTITT^TO    VENETO  IB 


(22  maggio  181)7  —  ó  agosto  1905) 

BoNOME  Augusto,  Uff.  -^^  socio  corrispondente  della  R.  Accademia 
di  scienze,  lettere  ed  arti  di  Padova,  membro  onorario  dell'As- 
sociazione medica  Lombarda,  membro  della  Società  italiana  di 
Pataloo;ia  ;  socio  fondatore  dell'Accademia  medica  di  i'adova, 
membro  della  Società  italiana  di  neurolooia  ;  prof,  ordinario  di 
anatomia  patologica  nella  R.  Università  di  Padova.  (Piazza 
Vittorio  Emanuele  II,  21). 

(29  dicembre  lli).ó  —  .5  agosto  1905) 

Catellani  Enrico,  ^,  Uff.  c^,  membro  dell'Istituto  di  Diritto 
internazionale,  socio  dell'Istituto  Coloniale  Internazionale  e  del- 
l'Istituto Coloniale  Italiano,  socio  effettivo  della  R.  Accademia 
di  scienze,  lettere  ed  arti  di  Padova,  socio  della  Peloritana 
di  Messina,  membro  dell'Associazione  per  la  riforma  e  la  co- 
dificazione del  Diritto  delle  genti  sedente  a  Londra,  prof,  or- 
dinario di  Diritto  internazionale  pi-esso  la  R.  Università  di 
Padova.  (Yia  Spirito  Santo,   180()). 

(29  dicembre  18!).')  —  1!)  luglio  1906) 

Cresoini  Vincenzo,  l^ff.  o^,  socio  effettivo  della  R.  Accademia  di 
scienze,  lettere  ed  arti  di  Padova,  corrispondente  della  R.  De- 
putazione Veneta  di  Storia  patria  e  dell'Ateneo  Veneto,  mendjro 
del  Consiglio  Centrale  della  Società  Dantesca  Italiana  e  presi- 
dente della  Sezione  padovana  della  Società  stessa  ;  già  prof, 
di  Storia  comparata  delle  lingue  classiche  e  neolatine  nella 
R.  Università  di  Gfenova  ;  prof,  ordinario  di  Storia  comparata 
delle  letterature  e  delle  lingue  neo-latine  nella  R.  Università 
di  Padova.  (Via  Roma,   1). 

(22  maggio  1897  —  19  luglio  1906) 

Tamassia  Giovanni  (Nino),  prof,  ordinario  di  storia  del  diritto 
italiano  nella  R.  Università  di  Padova.  (Via  S.  Pietro,  29). 


14 


ELENCO    DEI    MEMBRI    E    SOCI 


"  1  membri  effettivi  del  R.  Istituto  Lombardo  di  scienze  e  lettere 
sono  di  diritto  aggregati  all'  Istituto  Veneto,  e  nelle  adunanze  sono 
pareggiati  ai  membri  effettivi  di  questo,  escluso  soltanto  il  diritto 
di  voto.  ,,  (Alt.  10;)  del  Regolamento  interno). 


ATTUALI  MEMimi  EFFETTIVI  UELL'ISTITUTO  LOMBARDO 


Per  la  Classe  di  seien/e  matematiche  e  natiir:ili  : 


SCHIAPAEELLI    ìììg.    GIOVANNI 

Mantegazza  prof.  Paolo 
Colombo  prof.  Giuseppe 
Ferrini  prof.  Rinaldo 
Gelosia  prof.  Giovanni- 
Taramelli  prof.  Torquato 
KoRNER  prof.  Gu&lielmo 
Golgi  prof.  Camillo 
Ardissone  prof.  Francesco 
Bardelli  prof.  Giuseppe 


Gabba  prof.  Luigi 
Jung  prof.  Giuseppe 
Briosi  prof.  Giovanni 
jMurani  prof.  Oreste 
Pascal  prof.  Ernesto 
Mangiagalli  prof.  Luigi 
Visconti  dottor  Achille 
FoRLANiNi  prof.  Carlo 
Berzolari  prof.  Luigi 
Artini  dott.  Ettore 


Per  la  Classe  di  lettere,  scienze  morali  e  storiche  : 


Lattes  prof.  Elia 

Ceruti  ab.  dott.  Antonio 

ViDARi  prof.  Ercole 

ViGNOLi  prof.  Tito 

1>NAMA  prof.  Vigilio 

Del  Giudice  prof.  Pasquale 

Gobbi  prof.  Ulisse 

Ratti  mons.  dott.  Achille 

Beltrami  ardi.  Luca 


Gabba  avv.  Passano 
Canna  prof.  Giovanni 
Minguzzi  prof.  Livio 
Zuccante  prof.  Giuseppe 
Buzzati  prof.  Giulio  Cesare 
Scherillo  prof.  Michele 
Rossi  prof.  Vittorio 
Salvioni  prof.  Carlo 
NovATi  prof.  Francesco 


DEL    K.    IS'rTTl^T(1    VENETO  15 


MEMBRI    ONORARI 


(28  ottobre  1900) 

S.  A.  R.  il  Principe  Luifii  Amedeo  Giuseppe  Ferdinando  Fkan- 
oESoo  (li  Savoia-Aosta,  Duca  degli  Abruzzi. 

(20  marzo  li)()4) 

GufiLiELMo  Marconi. 

(17  giugno   li)Ori) 

Roberto  Ardigò,  Uff.  -^  ,  Gr.  Uff.  ^  ,  socio  corrispondente  del- 
l'Accadeniia  di  scienze  morali  e  politiche  dell'Istituto  di  Francia, 
socio  nazionale  della  R.  Accademia  dei  Lincei,  professore  or- 
dinario di   storia  della  filosofìa   nella  R,  Università  di  Padova. 


SOCI  CORRISPONDENTI  DELLE  PROVINCIE  TENETE 


(26  febbraio  1871) 

Caccianioa  Antonio,  ^  ,  Comm.  ^- ,  cittadino  onorario  della  città 
di  Torino,  socio  onorario  della  R.  Deputazione  veneta  di  Storia 
))atria,  socio  degli  Atenei  di  Venezia  (^  Treviso  e  della  R.  Ac- 
cademia di  scienze  e  lettere  in  Padova.  —  Treviso  (Villa 
Saltore). 

(12  luglio  1874) 

PoLiTEO  dott.  Giorgio,  Uff.  ^  ,  Connn.  # ,  professore  emerito 
di  filosofia  nel  R.  Liceo  Marco  Foscarini  in  Venezia.  (SS.  A- 
postoli,  fondamenta  dei  Sartori,  4805). 

(22  giugno  1890) 
Cipolla  conte  Francesco.  —  Verona  (Via  Stella,  21). 


16  ELENCO    DEI    MEMBRI    E    SOCI 


(24  aprile  1892) 

NiooLis  Enrico,  ^,  Uff.  'i^y>,  decorato  dello  niodaglie  eomni.  del- 
l' indipendenza  ed  unità  d'  Italia,  membro  dell'  Accademia 
d'  ao-ricoltura  e  scienze,  delle  Commissioni  provinciali  Cen- 
suaria,  di  Statistica  ecc.  Presidente  della  Banca  Mutua  Popo- 
lare, Conservatore  dei  Musei,  Civico  e  dell'Accademia,  ecc.  ecc. 
di  Verona,  corrispondente  della  K.  Accademia  di  scienze,  let- 
tere ed  arti  di  Padova,  dell' Aceademia  di  scienze  di  New-York, 
dell'  I.  R.  Istituto  «^^eolog-ico  di  Vienna,  dell'  I.  R.  Accademia 
degli  Agiati  e  del  Museo  Civico  di  Rovereto,  dell'  Ateneo  di 
scienze  di  Brescia,  ecc.  (Corte  Quaranta). 

(29  dicembre  1895) 

Massalongo  dott.  Roberto,  uff.  c<g-.,  membro  della  Socióté  ana- 
tomique  di  Parigi,  della  Société  de  thérapeutique  di  Parigi, 
della  Société  médico-psycologique  di  Parigi,  della  Société  Fran- 
gaise  d'hygiène,  delln  Société  zoologique  do  Franco,  della  So- 
ciété Royale  des  sciences  médicales  et  uaturelles  de  Bruxelles, 
dell'  Accademia  de  medicina  y  chirurgia  de  Barcellona,  della 
Société  de  medicine  di  Parigi,  della  Società  dei  nevrologi  ed 
alienisti  tedeschi,  della  Società  Reale  Italiana  d'igiene,  dell'Ac- 
cademia medico-chirurgica  di  Napoli,  membro  onorario  del- 
l'Accademia di  medicina  di  Ferrara,  dell'Accademia  medica 
di  Genova,  della  R.  Accademia  medica  di  Roma,  della  Società 
medico-fisica  fiorentina,  della  R.  Accademia  di  medicina  di 
Torino,  prof,  pareggiato  di  medicina  interna  nella  R.  Univer- 
sità di  Padova,  direttore  e  medico  primario  dell'Ospitale  Mag- 
giore di  Verona. 

(26  gennaio  1896) 

Berohet  Federico,  c^,  m.  e.  48-49,  Cav.  di  I.  classe  dell'Or- 
dine Norvegese  di  S.  Olaf,  ingegnere  architetto,  accademico 
eiìierito  residente  dell'  Accademia  di  Belle  Arti  in  Venezia, 
socio  •dell'  Accademia  ligustica  di  Belle  Arti  in  Genova,  dei 
Georgofili  di  Firenze,  corrispondente  dell'Ateneo  Veneto,  della 


DEL    R.    ISTITUTO    VENETO  17 

K.  Deputazione  Yenetii  di  storia  patria,  e  dell'  Associazione 
artistica  e  d'  architettura  di  Ronui.  -  Venezia.  (Santa  Alarina, 
Corte  del  Doge,  5878). 

(25  marzo  1897) 

BoEDioA  Giovanni,  ingegnere.  Venezia.  (S.  Lio,  5613). 

(25  marzo  1897) 

Landucci  avv.  LandO;  Deputato  al  Parlamento  Nazionale,  Comm. 
-5^,  ;0:,  socio  effettivo  della  R.  Accademia  di  scienze,  lettere 
ed  arti  di  Padova,  socio  corrispond  nte  della  E.  Accademia 
Petrarca  di  scienze,  lettere  ed  arti  di  Arezzo,  della  R.  Acca- 
demia Raffaello  di  Urbino,  della  R.  Accademia  di  scienze, 
lettere  ed  arti  della  Valtiberina  in  Sansepolcro,  della  R.  Accade- 
mia Valdarnese  del  Poggio  in  Montevarchi  e  della  R.  Acca- 
demia di  scienze  e  lettere  Peloritana  di  Messina,  socio  della 
"  Internationale  Vereinigung  fur  vergleichende  Rechtswissen- 
sohat't  und  Volkwirthschaftslehre  ,,  di  Berlino,  membro  ono- 
rario dell'  Istituto  di  storia  del  diritto  romano  di  Catania,  prof, 
onorario  di  diritto  romano  nella  Università  di  Urbino,  prof, 
ordinario  di  diritto  romano  e  docente  con  effetti  legali  di 
Storia  del  diritto  romano  nella  R.  Università  di  Padova.  (Piazza 
Vittorio  Emanuele  II,  47Ì. 

(25  marzo  1897) 

Tellini  dott.  Achille,  socio  corrispondente  dell'  Accademia  dei 
Zelanti  di  Acireale  e  dell'Ateneo  di  Brescia.  -  Udine. 

(22  maggio  1897) 

Arrigoni  degli  Oddi  conte  Ettore,  Cav.  Uff.  dell'Ordine  del 
Merito  Civile  di  Bulgaria,  membro  effettivo  dell'  Unione  orni- 
tologica inglese,  della  Società  zoologica  di  Francia,  della  So- 
cietà italiana  di  scienze  naturali,  dell'Accademia  veneto-trentina- 
istriana  in  Padova,  della  Società  Ornitologica  Tedesca  ;  socio 
corrispondente  dell'  Unione  Ornitologica  Americana,  della  Cen- 
trale Ornitologica  Ungherese,  della  Società  Zoologica  Italiana, 
dell'  T^nione    Zoologica    Italiana,    dell'  Accademia    di    Verona, 


18  ELENCO    T)ET    MEMBET    E    SOCI 

dell'  Ateneo  di  Berg^amo,  collaboratore  speciale  della  Inchie- 
sta ornitologica  italiana,  della  Rivista  italiana  di  scienze  na- 
turali e  del  giornale  italiano  Y  Avicula,  socio  onorario  della 
Società  Coloinboflla  fiorentiiìa,  socio  corrispondente  dell'Acca- 
demia dei  Zelanti  '.^  PP.  dello  studio  di  Acireale,  membro 
del  Comitato  Ornitologico  Internazionale,  socio  corrispondente 
dell'  I.  R.  Accademia  di  Rovereto,  Vice  Presidente  della  Riu- 
nione Ornitologica  Internazionale  di  Serajevo  (1899),  socio 
del  Comitato  di  Patronato  e  segretario  di  Sezione  al  HI  Con- 
gresso Ornitologico  Internazionale  di  Parigi  (1900)  ecc.,  in- 
segnante libero  di  zooloo-ia  nella  R.  Università  di  Padova. 
(Via  Umberto  I,   10). 

(22  maggio  LSDT) 

Spica-Marcatajo  Giovanni,  c^.  Dottore  in  Chimica  ed  in  Chi- 
mica e  farmacia,  già  Professore  del  R.  Istituto  Tecnico  di 
Catania,  insegnante  libero  di  Chimica  generale  e  di  Chimica 
farmaceutica  nella  R.  Università  di  Padova,  Membro  della  Com- 
missione Internazionale  per  gli  studi  sulla  stabilità  degli  esplo- 
sivi. Chimico  principale  di  I.  classe  nella  R.  3Iarina  e  diret- 
tore del  Laboratorio  Chimico  del  UT  Dipartimento  Marittimo.  - 
Venezia.  (Sant'Antonino,  8341). 

(22  maggio  1897) 

Sacerdoti  Adolfo,  -^,  membro  effettivo  dell'  "  Institut  de  droit 
International  „,  socio  effettivo  della  R.  Accademia  di  scienze, 
lettere  ed  arti  di  Padova,  socio  corrispondente  del  R.  Istituto 
Lombardo  di  scienze  e  lettere,  prof,  ordinario  di  diritto  com- 
merciale nella  R.  Università   di  Padova.  (A^ia  Dante,   18). 

(27  febbraio  189S) 

D'  Arcais  Francesco,  -5^,  socio  effettivo  della  R.  Accademia  di 
scienze  lettere  ed  arti  di  Padova,  Accademico  onorario  della 
R.  Accademia  delle  scienze  dell'  Istituto  di  Bologna,  prof,  or- 
dinario di  calcolo  infinitesimale,  ed  incaricato  dell'  insegna- 
mento dell'  analisi  superiore,  direttore  della  Scuola  di  Magi- 
stero annessa  alla  Facoltà  di  scienze  fisiche,  matematiche  e 
naturali  nella   R.  Università  di   Padova.  (Via  S.   Eufemia,  2). 


DEL    li.    ISTITUTO    VENETO  19 

(27  febbraio  18t)8) 

Pennato  Papinio,  Ufi'.  c§i  ,  decorato  della  medag-lia  di  argento 
ai  benemeriti  della  salute  pubblica,  docente  libero  di  clinica 
medica  propedeutica  nell'  Università  di  Padova,  consigliere  sa- 
nitario provinciale,  membro  effettivo  dell'Accademia  di  Udine, 
medico  primario  direttore  dell'Ospitale  civile,  e  del  Brefotrofio 
di  Udine. 

(27  febbraio  1898) 

Zanon  Giovanni  Antonio,  costruttore  e  professore  di  costruzione 
navale,  membro  del  Collegio  decemvirale  degli  italiani  della 
Pontificia  Accademia  Romana  di  S.  Tommaso  d'Aquino,  socio 
onorario  corrispondente  della  Società  di  letture  e  conversazioni 
scientifiche  di  Genova,  prof,  ordinario  di  macchine  a  vapore 
nel  R.  Istituto  nautico  di  Venezia.  (Dorsoduro,  299). 

(27  febbraio  1898) 

Castelnuovo  Enrico,  ^  ,  o^-  ,  Direttore  della  R.  Scuola  supe- 
riore di  Commercio  in  Venezia  e  prof,  d' istituzioni  commer- 
ciali nella  scuola  stessa.  (S.  Fosca,  2279). 

(27  febbraio  L898) 

Predelli  Riccardo,  ^  ,  c§]  ,  membro  effettivo  e  tesoriere  della 
R.  Deputazione  Veneta  di  storia  patria,  membro  corrispon- 
dente dell'  I.  R.  Accademia  degli  Agiati  di  Rovereto,  della 
Società  Ligure  di  storia  patria,  socio  residente  dell'  Ateneo 
veneto,  socio  effettivo  dell'Accademia  scientifica  veneto-trentina- 
istriana,  primo  archivista  e  docente  di  paleografia  ed  archivi- 
stica neir  Archivio  di  Stato  di  Venezia,  membro  della  R.  Com- 
missione per  la  pubblicazione  dei  documenti  finanziari  della 
repubblica  di  Venezia,  condirettore  del  periodico  "  Nuoco 
Archivio   veneto   „.  Venezia  (Ss.   Apostoli,  Palazzo  Da  Mosto). 

(24  aprile  1898) 

BiADEGO  Giuseppe,  -^  ,  dottore  in  filosofia,  socio  corrispondente 
della  R.  Accademia  delle  scienze  di  Torino,  della  R.  Acca- 
demie di  Tjiicca  e  della  R.  Accademia   degli   Agiati  di  Rove- 


20  ELENCO    DEI    MEMBRI    E    SOCI 

reto,  membro  effettivo  della  R.  Deputa/ione  veneta  di  Storia 
patria  e  della  Accademia  veneto-treiitina-istriaiia  in  Padova, 
membro  effettivo  e  segretario  dell'  Accademia  di  ag-ricoltura, 
scienze,  lettere  ed  arti  di  Verona,  membro  governativo  della 
Commissione  conservatrice  dei  monumenti,  vice-presidente  della 
Giunta  di  Vigilanza  dell'  Istituto  tecnico  e  bibliotecario  della 
Comunale  <li  Verona. 

|27  novembre  1SU8) 

Flamini  Francesco,  Uff".  ^  ,  socio  effettivo  della  K.  Accademia 
di  scienze,  lettere  ed  arti  di  Padova,  socio  corrispondente  della 
Società  (Colombaria  di  Firenze,  dell'Ateneo  di  Venezia  e  degli 
Atenei  di  scienze,  lettere  ed  arti  di  Bergamo  e  di  Brescia; 
delle  Società  storiche  di  Pistoia  e  della  Val  d'  Elsa,  socio 
onorario  della  Società  scientifico-letteraria  "  Luigi  Comoens  ,, 
di  Napoli,  membro  effettivo  della  Reale  Connnissione  per  i 
testi  di  lingua  e  del  Comitato  Centrale  della  Società  Dantesca 
Italiana,  professore  ordinario  di  letteratura  italiana  )iella  R. 
Università  di  Padova.  (Via  Vescovado.  25). 

(22  aprile   IIIÓO) 

Breda  Achille,  Uff.  4^  ?  niembro  onorario  della  Società  di  Der- 
matologia di  Vienna,  socio  corrispondente  della  Società  di 
Dermatologia  Francese,  socio  effettivo  della  R.  Accademia  di 
scienze,  lettere  ed  arti  di  Padova,  prof,  ordinario  di  Dermo- 
patologia  e  Clinica  dermosifilopatica  nella  R.  Università  di 
Padova. 

(15  luglio  11)00) 

Bertelli  Dante,  Uff.  <^  ,  socio  Anatomische  Gesellschaft,  mem- 
bro della  Association  des  anatomistes.  membro  della  Unione 
zoologica  italiana,  socio  corrispondente  (hdla  R.  Accademia  di 
scienze,  lettere  ed  arti  in  Padova,  prof,  ordinario  di  Anatomia 
umana  normale  nella  R.  Università  di  Padova.  (Istituto  Ana- 
tomico). 

(22  giugno  1902) 

Ghirardini  Gherardo,   Uff.   c^^  ,  membro  ordinario  dell'Istituto 


DEL    li.    ISTITUTO    VENETO  21 

Archeolog-ico  Oerniauioo,  effettivo  estero  dell'  I.  R.  Istituto 
Archeologico  iVustriaco,  socio  corrispondente  della  R.  Accade- 
mia dei  Lincei,  effettivo  della  1\.  Accademia  di  scienze,  lettere 
ed  arti  di  Padova  e  della  R.  Deputazione  Veneta  di  Storia  Patria 
corrispondente  della  Deputazione  di  storia  patria  per  la  Roma- 
gna, della  Società  Colombaria  Fiorentina,  delle  Accademie  dei 
Sepolti  di  Volterra  e  dei  Concordi  di  Rovigo,  dell'Accademia 
di  Udine,  del  Sillologo  Parnassos  d'  Atene,  della  Società  an- 
tropologica di  Vienna,  i)rot'.  ordinario  d'  Archeologia  nella  R. 
Università  di  Padova,  sopraintendente  ai  Musei  ed  agli  Scavi 
d'  Antichità  del  \  eneto,  meiid)ro  della  Commissione  Conser- 
vatrice dei  monumenti  per  la  provincia  di  Padova  e  della 
Connnissione  Centrale  pei'  le  Antichità  e  le  Belle  Arti.  (Corso 
Vittorio  Emanuele  II.  45). 

(22  giug-no   1902) 

Malagola  Caklo,  dottore  in  Leggi,  -^  ,  Uff-  ^  ,  cav.  del  S.  M. 
Ord.  di  Malta,  (Ir.  Uff.  dell'Ora,  .li  S.  Sava  di  Serbia,  e  del 
Merito  Civ.  della  Rep.  di  S.  ^Marino  :  Cornili,  dell' Ord.  di 
Isabella  di  Spagna,  del  Sole  e  Leone  di  Persia,  di  Danilo  I 
di  Montenegro  e  dell' Ord.  della  Casa  Kniestina  di  Sassonia; 
Uff.  della  Corona  Reale  di  i^russia  e  dell'  Ordine  del  Leone 
di  Zaeringen  di  Baden,  Cav.  dell'Ord.  di  Francesco  Giuseppe 
d'  x\ustria,  Ufficiale  della  Pubblica  Istruzione  di  Francia  ;  prof, 
pareggiato  (già  Incaricato)  di  Paleografia  e  Diplomatica  e  Dot- 
tor CoUeffiato  onorario  cUdla  Facoltà  giuridica  della  R.  Uni- 
versità  di  Bologna  ;  socio  effettivo  didle  RR.  Deputazioni  di 
Storia  Patria  per  le  Prov.  Venete,  e  delle  Romagne  ;  Membro 
della  R.  Commissione  Araldica  Veneta  ;  della  R.  Commissione 
pei  Documenti  Finanziari  della  Repubblica  Veneta,  e  dell'Ate- 
neo Veneto,  Membro  dell'  Accademia  Ungherese  delle  scienze 
di  Budapest,  socio  d'  onore  dell'  Accademia  di  Belle  Arti  di 
Ravenna,  socio  corrispondente  della  RR.  Accademie  di  SS. 
LL.  ed  AA.  di  Padova  e  di  Palermo  e  della  Società  Coper- 
nicana di  Thorn,  Direttore  dell'  Archivio  di  Stato  di  Venezia. 
(Venezia,  Rio  Terrà  dei  Frari,  2556). 

(12  luglio  1903) 

Lampeetico  Domenico,  c§:  ,  Cav.  al  Merito  del  Lavoro,  dottore 


22  ELENCO    DEI    MEMBRI    E    SOCI 

in  o-iurisprudeiiza,    af^ronomo.    Vicenza  (Corso    J'rincijie    Um- 
berto, 2338). 

(12  luglio  1903) 

Rossi  ing.  Luigi  Yittoeio,  già  Direttore  incaricato  dell'  Istituto 
industriale  di  Fermo,  già  Vice-direttore  della  Scuola  indu- 
striale A.  Rossi  di  Vicenza,  socio  corrispondente  della  R.  Ac- 
cademia di  scienze,  lettere  ed  arti  di  Padova,  professore  di 
ponti  in  ferro  e  legno  nella  R.  Scuola  degli  Ingegneri  di  Padova. 

(12  luglio  1903) 

Levi-Civita  Tullio,  socio  corrispondente  della  R.  Accademia 
di  Padova,  della  R.  Accademia  dei  Lincei  e  della  Académie 
Imperiale  des  sciences  de  Saint-Pótersbourg,  socio  straniero 
della  Accademia  Leopoldino-Carolina  (Halle),  prof,  ordinario 
di  Meccanica  razionale  e  incaricato  di  Meccanica  superiore  nella 
R.  Università  di  Padova  (Via  Altinate,   14). 

,  (12  luglio  1903) 

Lazzarini  Vittorio,  socio  effettivo  della  Deputazione  veneta  di 
storia  patria,  socio  corrispondente  della  R.  Accademia  di  scienze, 
lettere  ed  arti  di  Padova  e  dell'  Ateneo  di  Venezia,  prof,  di 
paleografia  nella  R.  Università  di  Padova,  vice-direttore  del 
Museo  Civico,  condirettore  del  Nuovo  Archioio  Veneto.  (Via 
Mentana,  53). 

(26  marzo  1905) 

De  Marchi  Luigi,  ^  ,  socio  corrispondente  del  R.  Istituto  Lom- 
bardo di  scienze  e  lettere,  della  R.  Accademia  di  Padova,  e 
dell'  Accademia  Veneto-Trentina-Istriana  di  Padova,  già  Bi- 
bliotecario della  Universitaria  di  Pavia,  professore  straordinario 
di  Geografia  fisica  presso  la  R.  Università  di  Padova.  (Via 
S.  Prosdocimo,  8). 

(26  marzo  1905) 

Medin  conte  Antonio,  socio  effettivo  e  segretario  per  le  lettere 
della  R.  Accademia  di  scienze,  lettere  ed  arti  in  Padova  ;  socio 
effettivo  della  R.  Deputazione  veneta  di  storia  patria;  socio 
corrispondente  della  Società  Colombaria  di  Firenze  ;  prof,  or- 


DEL    li.    ISTITUTO    VENETO  23 

dinario  di  lettere  italiane  nel  R.  Istituto  Tecnico  di  Padova, 
Libero  docente  della  stessa  materia  nella  R.  Università  di 
Padova.  (A^ia  Kiio-anea,   21). 

(2()  iiìiuzd  lyo.ó) 

Porti  Achille  Italo,  c§:  ,  dottore  in  scienze  naturali,  socio  per- 
petuo delle  Società  geografica  e  botanica  italiana,  socio  effet- 
tivo delle  Accademie  di  Agricoltura  scienze,  lettere  ed  arti  di 
Verona,  Veneto-Trentina-lstriana  o  della  Società  botanica  tede- 
sca in  Berlino,  socio  corrispondente  della  Società  di  scienze  ma- 
tematiche e  naturali  di  Cherbourg  e  dell'Ateneo  Veneto,  Membro 
della  Commissione    conservatrice   del   Museo  Civico  a  Verona. 

(2(ì  marzo  190,5) 

Zopfi  GriovANNT  Battista,  Comm.  ^  ,  dottore  in  leg-ge,  socio 
onorario  della  H.  Deputazione  Veneta  di  Storia  Patria,  socio 
effettivo  dell'  Accademia  di  scienze,  lettere  ed  arti  di  Verona, 
socio  dell'  I.  R.  Accademia  di  Rovereto,  Consigliere  Provin- 
ciale di  Verona,  Consig'liere  scolastico  e  Picsidente  della  Cassa 
di  Risparmio  di  Verona. 

(17  g-iugiKi   1  !)()(•)) 

LoKi  Pekdinando,  socio  corrispondente  dell'Accademia  di  scienze, 
lettere  ed  arti  di  Padova,  professore  ordinario  di  elettrotec- 
nica nella  R.  Scuola  degli  Ingeg-neri  di  Padova.  (Via  Gari- 
baldi 50). 

(17  giiii-iio   1!)0()) 

Giordano  Davide,  socio  della  Società  italiami  di  Chirurgia,  mem- 
bro titolare  della  Società  Francese  di  Chirurgia,  membro  fonda- 
tore della  Società  Internazionale  di  Chirurgia,  socio  corrispon- 
dente dell'  Associazione  Francese  di  Urologia  e  della  Società 
di  Chirurgia  di  Parigi,  Chirurgo  Primario  dell'Cspitale  Civile 
di  Venezia.  (S.  Luca,  4089). 

(17   giugno  11)06) 

Fradeletto  prof.  Antonio,  Connn.  SS.  Maurizio  e  Lazzaro,  De- 
putato al  Parlamento  Nazionale.  Venezia  (S.  Raffaele,  Fonda- 
menta dei  Guardiani). 


24  ELENCO    DEI    MEMBRI    E    SOCI 

(17  giugno  1906) 

MoEELLi  Alberih),  o§5  ,  socio  corrispoiicleiite  delle  Accademie  di 
scienze,  lettere  ed  arti  di  Modena  e  di  Padova,  dell'  Ateneo 
Veneto  e  dell'  Ateneo  di  Bergamo,  professore  onorario  della 
R.  Università  di  Modena,  professore  ordinario  di  diritto  co- 
stituzionale nella  R.  Università  di  Padova.  (Via  Sperone  Spe- 
roni,  19). 

(17  giugno  1906) 

Meschinelli  Luigi,  d§3  ,  Dottore  in  Scienze  Naturali,  Presidente 
della  Sezione  d'  acqua  dolce  della  Società  Regionale  Veneta 
per  la  pesca  e  1'  acquicoltura.  Presidente  del  Comizio  Agrario 
di  Vicenza,  Socio  della  Società  Geologica  italiana,  già  coa- 
diutore alla  Cattedra  di  Geologia  e  Paleontologia  presso  la 
R.  Università  di  Napoli,  Socio  dell'  Accademia  Olimpica  di 
Scienze,  Lettere,  Arti  ed  Agricoltura  di  Vicenza,  Membro  della 
Commissione  Conservatrice  del  Civico  Museo  di  Vicenza.  - 
(Vicenza,  Porta  Padova). 


SOCI   CORRISPONDENTI   NAZIONALI 


(23  gennaio  1870) 

ViLLAKi  Pasquale,  Senatore  del  Regno,  socio  residente  dell'Ac- 
cademia della  Crusca,  prof,  emerito  di  storia  moderna  e  già 
preside  della  Sezione  di  filosofia  e  filologia  presso  l'Istituto  di 
studi  superiori  di  Firenze. 

(22  dicembre  1872) 

Cannizzako  Stanislao,  Senatore  del  Regno,  prof,  di  chimica  ge- 
nerale e  tiirettore  dell'  Istituto  chimico  nella  R.  Università  di 
Roma. 


DEL    Ji.    ISTITUTO    VENETO  '25 

(18  luglio  1875) 

Albini  Giuseppe,  prof,  emerito  di  fisiologia  iiell"  Istituto  fisiolo- 
gico presso  la  R.  Università  di  Napoli  -  Torino. 

Blaserna  Pietro,  Senatore  del  Regno,  prof,  di  fisica  e  direttore 
dell'  Istituto  fisico  nella  R.  Università  di  Roma. 

Takdv  prof.  Placido,  prof,  (Mìierito  della  R.  Università  di  Ge- 
nova -  Firenze. 

{2iy  marzo  1877) 

re  d 
Cappellini  Giovanni,  Senato         el  Regno,  prof,  e  direttore  del- 
l' Istituto  geologico  presso  la  R.   Università  di  Bologna. 

(26  maggio  1878) 

Naccaki  Andrea,  prof,  di  fisica  esperimentale  e  direttore  del  re- 
lativo gabinetto  nella  R.  Università  di  Torino. 

(14  maggio  1882) 

Del  Lungo  Isidoro,  Senatore  del  Regno,  socio  residente  della 
R.  Accademia  della  Crusca.  -  Firenze. 

(23  marzo  1884) 

Carutti  di  Canto&no  barone  Domenico,  Senatore  del  liegno, 
presidente  della  R.  Deputazione  sovra  gli  studi  di  storia  patria 
per  le  antiche  provincie  e  la  Lombardia,  ecc.  -  Torino. 

Comparetti  Domenico  Senatore  del  Regno,  prof,  emerito  della 
R.  Università  di  Pisa  e  del  Regio  Istituto  superiore  di  Fi- 
renze. 

D'Ancona  Alessandro,  Senatore  del  Regno,  prof,  emerito  di  let- 
teratura italiana  nella  R.  Università  di  Pisa. 

Manno  l)arone  D.  Antonio,  segretario  della  R.  Deputazione  sopra 
gli  studi  di  storia  patria  per  le  antiche  provincie  e  la  Lom- 
bardia. -  Torino. 

Glosso  dott.  Angelo,  Senatore  del  liegno,  prof,  di  fisiologia  nella 
R.  Università  di  Torino. 

Tommasini  Oreste.  -  Roma. 


26  ELENCO    DEI    MEMBEI    E    SOCI 

(21  marzo  1886) 

BassaKi  dott.  Francesco,  prof,  ordinario  di  geologia,  incaricato 
di  paleontologia  e  direttore  dell'Istituto  geologico  nella  K.  Uni- 
versità di  Napoli. 

Dalla  Vedova  Q-iuseppe,  prof,  ordinario  di  geografia  nella  Re- 
o'ia  Università  di  Roma. 

GiGLiOLi  Enrico  Hillyer,  prof,  ordinario  e  direttore  del  gabi- 
netto di  zoologia,  e  anatomia  degli  animali  vertebrati  nel 
R.  Istituto  di  studi  superiori,  pratici  e  di  perfezionamento  in 
Firenze. 

RòiTi  Antonio,  professore  di  fisica,  direttore  del  relativo  gabi- 
netto e  del  museo  degli  antichi  strumenti  di  fisica,  e  di  astro- 
nomia nel  R.  Istituto  di  studi  superiori^  pratici  e  di  perfezio- 
namento in  Firenze. 

RuFFiNi  dott.  Ferdinando,  professore  di  meccanica  razionale 
presso  la  R,  Università  di  Bologna. 

.     (14  aprile  1889) 

Righi  Augusto,  professore  di  fisica  nella  R.  Università  di  Bo- 
logna. 


'o' 


(16  giugno   1889) 

Cipolla  conte  Carlo,  professore  di  storia  moderna  presso  l'Istituto 
di  Studi  superiori  di  Firenze. 

Donati  dott.  Cesare.  -  Roma. 

MiLLOSSEViCH  prof.  Elia,  direttore  del  R.  Osservatorio  astrono- 
mico, ed  annesso  Museo  astronomico  al  Collegio  Roman.  - 
Roma. 

Paterno  di  Sessa  dott.  Emanuele,  Sonatore  del  Regno,  profes- 
sore ordinario  delle  applicazioni  della  chimica  nella  R.  Uni- 
versità di  Roma. 

Pigorini  dott.  Luigi,  professore  di  paleoetnologia  presso  la  R. 
Università  di  Roma. 

Salvador!  conte  Tommaso,  professore  di  storia  naturale  del  R. 
Liceo  Cavour  di  Torino  e  vicedirettore  del  Museo  zoologico 
presso  quella  Università. 


DEL    K.    ISTITUTO    VENETO  27 

Zamkaldi  (lott.  Fkancesco,  professore  di  letteratura  greca  nella 
lì.  Università  di  Pisa. 

(22  giugno  18i>0) 

Mazzoni  Guido,  professore  ordinario  di  lettere  italiane  presso  il 
E.  Istituto  di  Studi  superiori  e  di  perfezionamento  in  Firenze. 

(20  aprile  1893) 

Abetti  Antonio,  professore  ordinario  di  astronomia  nel  K.  Isti- 
tuto di  Studi  superiori  pratici  e  di  perfezionamento  in  Firenze, 
direttore  del  K.  Osservatorio  di  Arcetri. 

(23  febbraio  1896) 

BoiTO  Camillo,  professore  di  architettura  nella  K.  Accademia  di 

belle  arti  e  nel  R.  Istituto  Tecnico  superiore  di  ^lilano. 
Feegola  Emanuele,  professore  ordinario  di  astronomia  nella  K. 

Università  di  Napoli,  direttore  del  R.  Osservatorio  astronomico 

di  Capodimonte. 
Martello   Tullio,   professore   di   economia   politica   e  di  diritto 

finanziario  della  R.   Università  di  Bologna. 
Paeona  Carlo  Fabrizio,  professore  ordinario  di   geologia  nella 

R,   Università  di  Torino. 

(22  maggio  1897) 

Poggi  \)voL  Tito,  Deputato  al  Parlamento,  libero  docente  di  Eco- 
nomia rurale  nella  R.  Scuola  d'  applicazione  per  g-]'  Ingegneri 
di  Padova,  membro   del  Consiglio   di   Agricoltura.   -   Roma. 

Schiaparelli  prof.  Ernesto,  direttore  del  R.  Museo  di  antichità 
-  Torino. 

Vivante  avv.  Cesare,  prof,  ordinario  di  diritto  commerciale  nella 
R.  Università  di   Roma. 

Aleani  prof.  Augusto,  segretario  deUa  Società  Colombaria  —  Fi- 
renze. 

Battelli  Angelo,  Deputato  al  Parhimento,  prof,  di  fisica  e  di- 
rettore del  relativo  gabinetto  nella   R.    Università  di    Fisa 

Camerano  Lorenzo,  prof,  di  anatomia  comparata  e  di  zoologica 
e  Direttore  dei  Musei  relativi  nella  R.  Università  di  Torino. 


28  ELENCO    DEI    MEMRKI    E    SOCI 

(JiAMiciAN  Giacomo,  prof,  ordinario  di  chimica  f^enerale  nella  R. 
Università  di  Bolog'na. 

3Iassalongo  Caro,  prof,  ordinario  di  botanica  e  direttore  del- 
l' Orto  Botanico  della   Università  di  Ferrara. 

Penzig  Ottone,  prof,  ordinario  di  botanica  e  direttore  del  R. 
(  )rto  Botanico  dell'  Università  di  Genova. 

Stringher  Bonaldo,  incaricato  dell'  insegnamento  della  legisla- 
zione comparata  delle  dogane  nella  Università  di  Roma,  mem- 
l)ro  del  Consiglio  Superiore  di  Statistica^  Direttore  generale 
della  Banca  d'  Italia.  -   Roma. 

Tizzoni  Guido,  professore  e  direttore  del  laboratorio  di  patologia 
generale  nella  R.  Università  di  Bologna. 

(27  novembre  1898) 

Setti  Giovanni,  prof,  ordinario  di  letteratura  greca  nella  R.  Uni- 
versità di   Torino. 

(22  aprile  1900) 

Loria  Achillk,  professore  nella  Università  Bocconi  di  Milano, 
prof,  di  Economia  politica  nella  R.  Università  di  Torino. 

(15  luglio  1900) 

FiCALBi  Eugenio,  dottore  in  medicina,  dottore  in  scienze  natu- 
lali,  professore  ordinario  di  Zoologia,  e  di  Anatomia  e  Fisio- 
logia comparate  nella  R.  Università  di  Pisa.  (Istituto  Zoologico 
della  R.  Università  di  Pisa). 

(80  dicembre  1900) 

Acri  Feancesco,  professore  di  filosofia  nella  R.  Università  di 
Bologna. 

Cagni  Umberto,  capitano  di  corvetta. 

Monticolo  Giovanni,  professore  di  storia  moderna  nella  R.  Uni- 
versità di  Roma. 

(29  novembre   1903) 

Bi'iLi.K)  Vittore,  professore  di  geografia  nella  R.  Università  di 
Pavia. 


DEL.    R.    ISTITUTO    VENETO  29 

D'Ovidio  Francesco,  professore  di  storia  comparata  delle  lette- 
rature neo-latine  nella  R.  Università  di  Napoli. 

Stopi'ato  Alessandro,  professore  di  diritto  e  procedura  penale 
nella  R.  Università  di  Bologna. 

Casalini  Alessandro  (Roma). 

Gian  Vittorio,  professore  di  letteratura  italiana  nella  R.  l'ni- 
versità  di  Pisa. 

Gradenigo  Giuseppe,  professore  di  otojatria  e  rinolaringoiatria 
nella  R.  Università  di  Torino. 

(17  giugno  1!)0()) 

BoDio  LurtI,  Consigliere  di  Stato,  Tresidente  del  Consiglio  supe- 
riore  della  Statistica,  Roma, 

Grassi  Giovanni  Battista,  professore  di  anatomia  comparata 
nella  R.  Università  di  Roma. 

Luciani  Luigi,  Senatore  del  Regno,  professore  di  fisiologia  spe- 
rimentale nella  R.  Univesità  di  Roma. 

Rbnier  Rodolfo,  professore  di  storia  comparata  delle  letterature 
neo-latine  nella  R.  Università  di  Torino. 

Bianchi  Luigi,  professore  di  geometria  analitica  nella  R.  l'uni- 
versità di  Pisa. 

FoÀ  Pio,  professore  di  anatomia  patologica  nella  R.  l'niversità 
di  Torino. 

Costa  Emilio,  professore  di  storia  del  diritto  romano  nella  R.  l'ni- 
versità  di  Bologna. 

Pacinotti  Antonio,  professore  di  fisica  tecnologica  nella  R.  Uni- 
versità di  Pisa. 

Halbherr  Federico,  professore  di  epigrafia  greca  nella  R.  Uni- 
versità di  Roma. 

Pascoli  Giovanni,  professore  di  letteratura  italiana  nella  R.  Uni- 
versità di  Bologna. 

PizzETTi  Paolo,  professore  di  geodesia  teoretica  nella  R.  Uni- 
versità di  Genova. 

Tocco  Felice,  professore  di  storia  della  filosofia  nel  R.  Istituto 
di  Studi  superiori  in   Firenze. 

Olivi  Luigi,  professore  di  diritto  internazionale  nella  R.  Uni- 
versità di  Modena. 


30  ELENCO    DEI    MEMBEI    E    SOCI 

GiACuSA  i'iEKO,  professore  di  iutrochimica  nella  li.  Università  di 
Torino, 

Segre  Cokkado,  professore  di  geometria  superiore  nella  R.  Uni- 
versità di  Torino. 

Pan 'PANELLI  Dante,  professore  di  mineralogia  e  geologia  nella 
K.  Univerrità  di  Modena. 

De  CfuBERNATis  ANGELO,  professore  di  letteratura  italiana  nella 
K.  Università  di  Roma. 


SOCI    CORRISPONDENTI    ESTERI 


(20  maggio  1888) 


Forster  Guglielmo,  professore  di  astronomia  all'  Università  di 

Perlino. 
HojiTis  Attilio,  bibliotecario  della  Comunale  di  Trieste. 

(21  marzo  188(5) 

Gl'nther  Sigismondo,  professore  di  geografia  (Erdkunde)  alla 
R.  Scuola  tecnica  superiore  in  Monaco. 

(1<)  giugno  1889) 

BoussiNEso  Valentino,  professore  di  fisica  matematica  alla 
Sorbonne.  -  Parigi. 

Carruthers  Guglielmo,  Direttore  del  Dipartimento  botanico  nel 
^luseo  Britannico.  -  Londra. 

Delisle  Leopoldo,  membro  dell'  Accademia  delle  Iscrizioni  e 
Belle  Lettere  dell'  Istituto  di  Francia,  già  Amministratore  ge- 
nerale della  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi.  -  Parigi. 


DEL    R.    ISTITUTO    VENETO  .31 

Fischer    Teobaldo,    professore    di    geografìa    all'  Università    di 

Marburg-, 
Gaudry  Alberto,  professore  di  paleontologia  al  Museo  di  storia 

naturale  di  l^arigi. 
LoRiOL  (de)  Perceval,  geologo  e  paleontologo.  -  Pontenex  (presso 

Ginevra). 
Oppert  Giulio,  professore  di  filologia  e  di  archeologia  assira  al 

Colleg-io  di  Francia.  -  Parigi. 
Kadò  Antonio,  filologo  a  Budapest. 

SiMONSFELD  Enrico,  professore  di  storia  alFl^niversità  di  ^Monaco. 
SuESS  Edoardo,  professore  di  geologia  all'I^niversità  di  Vienna. 
Thomson   Guglielmo,    (Barone    Kelvin)    professore    di    filosofia 

naturale  all'  Università  di  Glasgow. 

(27  febbraio  18'J8J 

Brown  Orazio,  Londra  (Venezia). 

De.job  Carlo,  professore  di  storia  alla  Sorhonne.  -  Parigi. 

Mayr  (von)  Giorgio,  professore  di  scienze  economiche  all'  Uni- 
versità di  Monaco. 

Newcomb  Simone,  professore  emerito  di  matenuitica  e  di  astro- 
nomia air  Università  di  Baltimora. 

Poincaré  Giulio  Enrico,  professore  di  astronomia  matematica 
alla  Sorhonne.  -  Parigi. 

Wagner  Adoleo,  professore  di  economia  politica  all'  Università 
di  Berlino. 

(.HO  dicembre  lUOO) 

Levasseur  Emilio,  professore  di  demografia  ed  ora  amministra- 
tore del  Colleg-io  di  Francia.  -  Pari":i. 

Rontgen  Guglielmcj  Corrado,  professore  di  fisica  all'Università 
di  Wiirzburg. 

Klein  Felice,  professore  di  matematica  all'Università  di  Gottinga. 

Fischer  Emilio,  professore  di  chimica  all'  Università  di  Berlino. 

Haeckel  Ernesto,  professore  di  zoologia  all'  T'niversità  di  -lena. 

Cantor  Maurizio,  professore  di  matematica  all'  l'uiversità  di 
Heidelberg. 


32  ELENCO    DEI    MEMBKI    E    SOCI 

Dakwin  G.  B.,  professore  di  astronomia  all'  Università  di  Cam- 
l)ridge. 

Helmert  F.  K.,  i)rofessoro  di  geodesia  all'  Università  di  Berlino, 
direttore  dell'  Istituto  (leodetico  prussiano  a  Potsdam. 

Ramsay  GrUGLiELMO,  professore  di  chimica  all'Università  di  Londra. 

Sabatiek  Paolo,  presidente  onorario  della  Società  di  studi  fran- 
cescani in  Assisi.  -  Parigi. 

Sabatier  P.,  professore  di  chimica  all'  Università  di  Toulouse 
(Francia). 

Van't  Hoee  J.  R.;  professore  onorario  di  chimica  generale  al- 
l' Università  di  Berlino. 

\Yeismann  Augusto,  prof,  di  zoologia  all'Università  di  Friburgo. 

WiLAMOWiTz-MoLLENDORFF  (von)  Ulrico,  prof,  di  filologia  clas- 
sica all'  Università  di  Berlino. 

(2o  novembre  1908) 

LuscHiN  Arnoldo,  prof,  di  storia  del  diritto  all'  Università  di 
Graz. 

KoiiLRAUSCH  Federico,  prof,  e  direttore  dell'Istituto  Tecnico  Fi- 
sico a  Charlottenburg  (presso  Berlino),  Marburg  (Berzirk  Cassel). 


DEL    R.    ISTITUTO    VENETO  38 


COMMISSIONI  DEL  H.  ISTITUTO 


Consigìio  por  Ir  elpzioni  (hiennale) 

MEMBRI    CHE    liO    COMPONGONO 

Presidente 

Cfifef/on'ft  (ìfJìr  Rcienz»:  matcnKiiirlu'  e  nafurali 

Favaro  Antonio  ] 

Bononie  Augusto  \ 

Martini    Tito  }     (eletti  nel  gennaio  1907) 

Ciscato  Giuseppa 
Spica  Pietro 

Catef/oriK  di'llt'  scienze  mondi  e  lettere 

Catellani  Enrico 

Tamassia  Nino  i 

Molnienti    Pompeo  )     U-l^tti  nel  gennaio  1907,l 

Crescini  Vincenzo 
Papadopoli  Nicolò 


Giunta  ì)iennalp  per  la  Bihl'ioteca 

MEMBRI    CHE   LA   COMPONGONO 

Presidente  -  Vicepresidente  -  Segretario 

Vicesegretario  -  Aniniinistratore  e  Conservatore 

delle  Raccolte 

Favaro  Antonio  ] 

Bononie  Augusto  i 

Tamassia  Nino  )    (eletti  nel  maggio  1907) 

Vicentini  Giuseppe 
Galanti  Ferdinando 


34'  ELENCO    DEI    MEMBBl    E    SOCI 

Giunta  triennale  pel  Pantheon    Veneta 
(eretto    dall'  Istituto    nel    1847) 

MEMBRI  CHE  LA  COMPONGONO 

Presidente 


Gloria  Andrea  >    ,  i  ff      i  *  n        kw»-» 

Molnieiiti  Pompeo 
Galanti  Ferdinando 


Revisori  dei  conti  dell'  iMituta 
(annuali) 

Bononie  Augusto  I    ,  i  ..      i  ,      ma-, 

7^         .  >     (ol(!tfi  nel   novembre  1S^()(  1 

Da  Scino  Almerico  \ 


Consiglia    Mini  eh    (  hiennalr) 

MEMBRI  CHE  LO  COMPONGONO 

Presidente  -  Vicepresidente  -  Segretario 

Vice^segTiìtario  -  Amministratore  e  Conservatore 

delle  Raccolte 

Favaro  Antonio  / 

Papadopoli  Nicolò  j    ^'■^''''  '''^  '^'^^^"''^''^  ^•'*"'* 


Revisori  dei  conti  dell'  Amministrazione  Minich 

(biennali) 

Brnffi  Bia'**io  J 

>,•        .      /..*^  >     (eletti  nel  gennaio  1907) 

tiscato  Giuseppe 


DEL    R.    ISTITUTO    VENETO 


85 


INDICE 


MKMTìRI    E    SOCI    J)KLLK    PROVTNCrE    VENETE   E    SOCI   NAZIONALI 


Ahotti  Antonio 

P- 

27 

Aeri  Francesco 

n 

28 

Albini  riiuseppo 

r 

25 

AltVini  Augusto 

„ 

27 

Arrigoni  dogli  Oddi   Ettore 

11 

17 

Bassani  Francesco 

11 

2fi 

Bassini  Edoardo 

11 

8 

Battelli  Angelo 

11 

27 

Bellati  Manfredo 

11 

5 

Bellio  Vittore 

11 

28 

Berchet  Federico 

11 

16 

Berchet  Guglielmo 

11 

6 

Bernardi  Enrico 

11 

8 

Bertelli  Dante 

11 

20 

Biadego  Giuseppe 

11 

1!) 

Bianchi  Luigi 

11 

29 

Blaserna  Pietro 

i; 

25 

Bodio  Luigi 

ì> 

29 

Boito  Camillo 

11 

27 

Bonatelli  Francesco 

n 

5 

Bonome  Augusto 

n 

13 

Bordiga  Giovanni 

11 

17 

Broda  Achille 

)) 

20 

Brugi  Biagio 

n 

12 

Caccianiga  Antonio 

11 

15 

Cagni   Umberto 

1* 

28 

(Janierano  Lorenzo 

11 

27 

Cannizzaro  Stanislao 

n 

24 

Capellini  Giovanni 

11 

25 

Carutti  di  Cantogno 

Domenico 

n 

11 

Casal  ini  Alessandro 

n 

29 

Castelnuovo  Enrico 

11 

19 

Catellani  Enrico 

n 

18 

Ciamician  Giacomo 

n 

28 

Clan  Vittorio 

11 

29 

C'ipolla  Carlo 

11 

26 

Cipolla.  Francesco 

n 

15 

Ciscato  Giuseppe 

ì> 

12 

Comparetti  Domenico 
Costa  Emilio 
Crescini  Vincenzo 
Dalla  Vedova  Giuseppe 
D'Ancona  Alessandro 
D'  Arcais  Francesco 
Da  Schio  Ahnerico 
De  Giovanni  Achille 
De  Guberuatis  Angelo 
De  Marchi  Luigi 
De  Toni  Giovanni  Battista, 
Del  Lungo  Isodoro 
Donati  Cesare 
D'  Ovidio  Francesco 
Favaro  Antonio 
Fergola  Emanuele 
Ferraris  Carlo  Francesco 
Ficalbi  Eugenio 
Flamini  Francesco 
Fogazzaro  Antonio 
Forti  Achille 
Foà  Pio 

Fradeletto  Antonio 
Galanti  Ferdinando 
Ghirardini  Gherardo 
Giacosa  Piero 
Giglioli  Enrico  Hillyer 
Gioidano  Davide 
Gloria  Andrea 
Gradenigo  Giuseppe 
Grassi  Giovanni  Battista 
Halbherr  Federico 
Lampertico  Domenico 
Lan< lucci  Landò 
Lazzarini  Vittorio 
Levi-Civita  Tullio 
Lioy  Paolo 
Lorenzoni  Giuseppe 
Lori  Ferdinando 


p- 

25 

•1 

29 

11 

18 

11 

26 

11 

25 

11 

18 

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11 

26 

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29 

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27 

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20 

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17 

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22 

11 

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11 

7 

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23 


36 


ELENCO    DEI    MEMBRI    E    SOCI 


Loria  Achille 

P- 

28 

Luciani  Lui^i 

n 

30 

Luzzatti  Luigi 

>7 

2 

Malagola  Carlo 

VI 

•21 

Manno  Antonio 

n 

25 

Martello  Tullio 

V 

27 

Martini  Tito 

« 

7 

Massalongo  Caro 

n 

28 

Massalong'o  Rohci-to 

V 

16 

Mazzoni  Guido 

n 

27 

Medili  Antonio 

n 

22 

Mescliinelli  Luigi 

» 

24 

Millosevich  Elia 

11 

26 

Mohnenti  Pompeo 

11 

8 

Monticolo  Grio vanni 

j' 

28 

Morelli  Alberto 

1» 

24 

Mosso  Angelo 

11 

25 

Naccai'i  Andreii 

n 

n 

Nasini  Ratt'aello 

11 

11 

Nicolis  Enrico 

11 

16 

Occioni-BonafFons  Giuseppe 

)> 

10 

Olivi  Luigi 

11 

29 

Omboni  Giovanni 

11 

5 

Pacinotti  Antonio 

11 

29 

Pantanelli  Dante 

11 

30 

Papadopoli  Nicolò 

1 

8 

Parona  Carlo  Fabrizio 

11 

27 

l'ascoli  Giovanni 

11 

29 

Paterno  di  8essa  Emanuele 

11 

26 

Penzig  Ottone 

n 

28 

Pennato  Papinio 

11 

19 

Pigorini  Luigi 

V 

26 

Pizzetti  Paolo 

51 

29 

Poggi  Tito 

11 

27 

Polacco  Vittorio 

n 

11 

Politeo  Giorgio 

11 

15 

Predelli  Riccardo 
Ragnisco  Pietro 
Renier  Adolfo 
Ricci  Gregorio 
Righi  Augusto 
Ròiti  Antonio 
Rossi  Luigi  Vittorio 
Ruffini  Ferdinando 
Saccardo  Pier  Andi-en 
Sacerdoti  Adolfo 
Salvadori  Tommaso 
SchiaparelJi  Ernesto 
Segre  Corrado 
Setti  Giovanni 
Spica  Marcatalo  Gioviiniii 
Spica  Pietro 
Stefani  Aristide 
Stoppato  Alessandro 
Stringher  Pionaldo 
Tamassia  Arrigo 
Tamassia  Giovanni 
Tardy  Placido 
Tellini  Achille 
Teza  Emilio 
Tizzoni  Guido 
Tocco  Felice 
Tommasini  Oreste 
Trois  Enrico  Filippo 
Veronese  Giuseppe 
Verson  Enrico 
Vicentini  Giuseppe 
Villari  Pasquale 
Vivante  Cesare 
Zambaldi  Francesco 
Zanon  Giovanni  Antonio 
Zoppi  Giovanni  Battista 


p.  19 

,1  11 

„  29 

„  11 

.  26 


11 

22 

26 

3 
18 
26 
27 
30 
28 
18 

5 

8 
29 
28 


11 
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13 
25 
17 

6 

28 
29 
25 

2 

7 
12 

11 

24 

27 

11 

19 

23 


MI^MBRI    ONORARI 


S.  A.  R.  Principe  Luigi  Amedeo  di  Savoia  Duca  degli  Abruzzi 
Marconi  Guglielmo 
Aidigò  Roberto 


p.  15 


SOCI    CORRISPONDENTI   ESTERI 


Boussinesq  Valentino 
Brown  Orazio 


p.    30        Cantor  Maurizio 

„     31         Carruthers  Guglielmo 


p.    31 
.     30 


DEL     R.    ISTITUTO    VENETO 


37 


Diiiwin  G.  H. 

P- 

82 

Dojob  Carlo 

11 

81 

Delisle  Leopoldo 

V 

80 

De  Jjoriol  Perceval 

» 

71 

Fischer  Emilio 

n 

31 

Fischer  Teobaldo 

n 

>> 

Forster  Guglielmo 

?i 

80 

Gaudry  Alberto 

V 

31 

Giinther  Sigismondo 

n 

30 

Haeckel  Ernesto 

11 

fi 

Helmert  F.  E. 

» 

32 

Hortis  Attilio 

» 

30 

Klein  Felice 

n 

31 

Kohlrauscli  Federico 

11 

32 

Kolliker  Alberto 

n 

n 

Levasseur  Emilio 

n 

31 

Luschin  Arnoldo 

11 

32 

Mayr  (von)  (liorgio 
Newcomb  Simone 
Oppert  Giulio 
Poincaré  Giulio  Enrico 
Rado  Antonio 
Ramsay  Guglielmo 
Rontgen  Guglielmo  Corrado 
iSabatier  Paolo 
Sabatier  P. 
Simonsfeld  Enrico 
Suess  Edoardo 
Thomson  Guglielmo 
Van't  ri  off  J.'  R. 
Weismann  Augusto 
Wilajiiowitz-MoUendorfì'  l li- 
rico 
Wagner  Adolfo 


p.     31 


32 

31 
32 

11 


11 

32 


31 


Ardissone  Francesco 
Artini  dott.  Ettore 
Bardelli  Giuseppe 
Bei'zolari  prof.  Luigi 
Briosi  Giovanni 
Celoria  GioTanni 
Colombo  Giuseppe 
Ferrini  Rinaldo 
Feriali  ini  prof.  Carlo 
Gabba  Luigi 
Golgi  Camillo 


MEMBEI   EFFETTIVI   DELL'  ISTITUTO    LOiMBARBO 

Per  la  Classe  di  scienze  matematirlte  e  natiii-ali 
p.    14 


11 

11 

11 

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11 

11 

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11 

11 

11 

11 

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11 

11 

11 

11 

15 

Jung  Giuseppe 
Ki'irner  Guglielmo 
Mangiagalli  Luigi 
Mantegazza  Paolo 
Murani  Oreste 
Pascal  Ernesto 
Pavesi  Pietro 
Schiaparelli  Giovanni 
Taiamelli  Torquato 
Visconti  Achille 


Per  la  Classe  di  lettere,  scie-nze  morali  e  storiche 


Beltrami  Luca 
Buzzati  Giulio  Cesare 
Canna  Giovanni 
Ceruti  Antonio 
Del  Giudice  Pasquale 
Gabba  Bassano 
Gobbi  Ulisse 
Inama  Vigilio 
Lattes  Elia 


p.  14 

11  11 

11  11 

11  11 

11  11 

11  11 

11  11 

11  11 

11  11 


Mingnzzi  Livio 
Nevati  Francesco 
Ratti  Achille 
Rossi  Vittorio 
Salvioni  Carlo 
Scherillo  Michele 
Vidari  Ercole 
Vignoli  Tito 
Zuccante  Giuseppe 


p.    14 


11 

11 

11 

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11 

11 

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11 

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n 

11 

11 

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11 

11 

11 

p.    14 


?^ 

Commissioni  del  E..  Istituto,  p.  33 


Atti  dkl  Rkalk  Istituto   Venkt'o  ui  soiknzk,  i.kttkkis  kì>   auti. 
Anno  accademico  1907-908  -  Tomo  LXVII  -  Parte  prima.  • 


A  1)  [1  N  A  N  Z  A     0  R  D  I  N  7\  R  1  A 
DEL  27  OTTOBRE  1907 


PliK8lI)KNZA  DKL  M.  E.  FKIMIAIUS 

PRKSIDENTK 


Presenti  i  membri  effettivi:  Veronese,  vice-presidente;  (1.  Ber- 
CHET,  segretario  ;  Occioni-Boxaffons,  vice-segretario  ;  Tkois, 
Favaeo,  De  Giovanni,  Teza,  Martini  Da  Schio,  Stefani, 
G.  P>.  De  Toni,  Galanti,  Ricci,  Polacco,  Vicentini,  Bhugi, 
CiscATO,  BoNOME,  Catellani,  Crescini,  N.  Tamassia;  od  i 
soci  corrispondenti  :  F.  Berchet,  D'Arcais,  Malagola, 
De  Marchi,  Lori^  Del  Lungo. 

Giustificata  l'assenza  dei  mm.  ee.:  Fogazzaro,  Ragnisco,  Vkuson: 
e  dei  ss.  ce.  :  SettI;  Giordano. 


Letto  ed  approvato  Y  Atto  della  precedente  adunanza,  il 
Presidente,  nell' iniziare  l'anno  aocademico  1907-08,  fa  ai  col- 
leghi il  saluto  augurale,  e  specialmente  si  rivolge  al  socio  prof. 
Del  Lungo  che  onora  di  sua  presenza  1'  adunanza.  Il  collega 
predetto   risponde  ringraziando. 

Annunzia  poi  con  le  seguenti  parole  la  morte  del  prof.  Pietro 
Pavesi  m.   e.  <lel  R.  Istituto  Lombardo. 

"  Debbo,  pur  troppo  per  la  terza  volta  da  che  ho  l'onore  di 
""  essere  vostro  presidente,  ricordare  un  lutto  dell'Istituto  coiifra- 
"  fello  al   nostro,  il  loiìibardo.  Dopo   Graziadio  Ascoli  ed  Antonio 


40  ADUNANZA    ORDINARIA 

"^  Ceriani,  Flstitiito  lomljardo  perdotte  il  31  agosto  pp.  il  prof.  Pietro 
''  Pavesi,  che  ne  ora  iiKMiibro  effettivo  da  (piasi  un  (|uarto  di 
"  secolo. 

"  Professore  per  ([ualche  tempo  in  istituti  secondari,  ebbe  ben 
"  presto  la  cattedra  di  straordinario  di  zoologia  nella  K.  Univer- 
''  sita  di  Genova,  poi  in  quella  di  Pavia  :  ivi  fu  promosso  ordinario 
"  nel  1878  e  rimase  fino  alla  morte, 

"  Dotato  di  forte  ingegno  e  di  grande  operosità,  egli  pubblicò 
"  numerosi  ed  importantissimi  lavori  sui  vari  rami  della  zoologia, 
"  così  conquistando  uno  dei  primi  posti  fra  i  cultori  di  questa  disci- 
"  plina.  Ma  egli  trovò  tempo  per  comporre  anche  pregiati  lavori  di 
"  storia  pavese  e  biografìe  di  valorosi  cultori  delle  scienze  naturali, 
"  per  promuovere  praticamente  la  piscicoltura,  per  partecipare  a 
"  Commissioni  governative  e  locali  incaricate  di  studiare  i  problemi 
''  della  caccia  e  della  pesca,  per  attendere  con  solerzia  a  cariche 
"  amministrative  locali,  per  trattare,  come  delegato  italiano,  conven- 
''  zioni  con  Stati  esteri  per  la  pesca. 

"  E  tutto  questo  non  gli  impedì  di  compiere  alacremente  i  suoi 
"  doveri  di  insegnante,  nel  che  la  facile  parola  e  la  dottrina  pro- 
"  fonda  lo  resero  carissimo  agli  studenti,  come  la  cortesia  dei  modi 
"  lo  fece  amare  dai  colleghi,  che  lo  chiamarono  più  volte  a  presie- 
"  dere  la  Facoltà  di  scienze  matematiche,  fìsiche  e  naturali. 

"  Pubblico  riconoscimento  dei  suoi  meriti  insigni  furono  pure 
"  r  essere  stato  nominato  membro  di  parecchie  accademie  e  società 
"  scientifiche  italiane  ed  estere  e  le  alte  onorificenze  italiane  ed 
"  estere,  delle  quali  fu  onorato. 

"  li  suo  alto  valore  rese  ben  dolorosa  la  perdita  avvenutane 
"^  quando  non  aveva  ancora  compiuto  il  02°  anno  e  farà  sì  che 
"  lungamente  Jie  durerà  il  nome  ed  il  ricordo. 

"  All'Istituto  lombardo  abbiamo  mandata  l'espressione  della 
"  nostra  condoglianza.   „ 

Il  Presidente  comunica  i  ringraziamenti  di  Lionello  Nigra 
per  la  parte  presa  dall'  Istituto  al  lutto  che  lo  colpì  con  la  morte 
del  padre  suo,  senatore  Nigra,  nostro  membro  onorario. 

Annunzia  con  parole  di  riconoscenza  che  il  collega  m.  e. 
Nicolò   Papadopoli- Aldobrandini    dispose    per  la    erogazione  della 


DEL    27    OTTOBRIi    1907  41 

siiii  pensione  uccadeniica,  anche  pel  corrente  anno,  a  favore  deoli 
stndi  la»-unari,  e  specialmente  intorno  al  partiaque  che  separa  la 
lag'una  di  N'enezia  da  quella  di  Malaniocco.  L' Istituto  plaude 
unanime  alla  o;enerosità  del  m.  e.  Papadopoli. 

Ringrazia  il  colleoa  ni.  e.  U.  B.  De  Toni  di  aver  rappre- 
sentato r  Istituto,  come  n'  ebbe  incarico,  al  Congresso  dell'i^sso- 
ciazione  per  il  progresso  delle  scienze,  tenutosi  in  Parma  nel  de- 
corso settembre.  In  cpiesta  occasione  conmnica,  (juale  emanazione 
di  tale  Congresso,  un  disegno  di  Statuto  della  nuova  Società  Ita- 
liana per  il  pì'n(ji-rsso  delle  srieiize,  che  avrà  sede  in  Roma. 


Avverte  pure  che  alla  hne   di  giugno   1908    si    terrà  in  Pa- 
rigi il  primo  (  'ongresso  internazionale  delle  industrie  frigorifiche. 


Infine  il  Presidente  dà  notizia  della  corrispondenza  corsa  tra 
la  Presidenza  dell'  Istituto  e  il  ^linistro  degli  Esteri  in  Roma 
per  assicurare  la  ricostruzione  della  Fontana  veneziana,  detta  di 
Morosini,  in  Candia,  la  quale  era  stata,  per  necessità  edilizie, 
demolita  nel  passato  giugno,  pur  serbandone  i  materiali.  L'  Alto 
Commissai'io  ha  promesso  eh'  essa  "  sarà  sollecitamente  ricostruita 
non  lontana  dal  lno<i()  in  cui  prima  soi-gcva  „.  L' Istituto  dà  segni 
di  soddisfazione  per  il  successo  ottenuto,  ed  esprime  la  fiducia 
che  non  abbiano  a  rinnovai'si  per  1'  avvenire  gli  spiacevoli  inci- 
denti  deplorati   in   })assato. 

TI  Presidente    presenta    e    fa  circolare    il   Catalogo  dei  libri 
ed  opuscoli   acquistati  e  pervenuti  in  dono  durante  le  vacanze. 


Infine  si   procede    alle   seguenti    letture    poste    all'  ordine   del 


giorno. 


A.  Favaro,  m.  e.  :  Benedetto  Castelli.  —  Tra  i  più  cospicui, 
con  i  quali  Galileo  ebbe  strette  relazioni  di  maestro  e  di  amico, 
occupa  il  primo  posto  Don  Benedetto  Castelli,  per  fermo  uno  dei 


42  ADUNANZA    ORDINARIA 

iiiaf^'ii,'iin'i  uomini  del  suo  tempo  e  definito  dal  Maestro  istesso 
come  "^  huomo  adornato  d' ogni  scienza  e  colmo  di  virtù,  religione 
e  santità.   „ 

Egli  è  il  corrispondente  del  quale  rimane  la  maggior  copia 
di  lettere  a  Galileo,  e  sebbene  in  minima  parte  purtroppo  ci  sia 
stata  conservata  l'altra  e  più  ragguardevole  parte  della  preziosa 
corrispondenza,  il  carteggio  fra  i  due,  e  per  gli  argomenti  scien- 
tifici in  esso  trattati  e  per  gli  intimi  fatti  che  ci  rivela  è  dei  più 
importanti  offerti  dalle  cose  Galileiane  e,  sotto  certi  rispetti,  quasi 
diremmo  anche  dalla  storia  delle  scienze.  Così  gran  parte  della 
vita  del  Castelli  è  in  queste  lettere,  e  tanta  luce  viene  da  esse 
proiettata  sulla  partecipazione  sua  al  rinnovamento  della  scienza 
per  opera  di  Galileo  e  della  sua  Scuola,  che  se  anche  altri  e  con 
lodevoli  saggi  mi  precedette  nello  scrivere  di  lui,  stimo  fare  opera 
non  del  tutto  vana  riprendendo  a  stutliare  il  soggetto  istesso  col 
sussidio  di  documenti  eh'  erano  finora  rimasti  quasi  inaccessibili, 
e  che  la  Edizione  Nazionale  delle  Opere  di  Galileo  Galilei  mette 
ora  alla  comune  portata. 

E.  Teza,  m.  e.  :  Di  alcuni  prooerhi  lituani. 

P.  Ragnisco,  m.  e.  :  //  concetto  della  inisiira  in  Arisfofele  ed  in 
Kant.  —  L'  A.,  dopo  avere  esposto  i  punti  principali  di  con- 
tatto e  le  differenze  più  notevoli  tra  Kant  ed  Aristotele,  esamina 
le  tre  opposizioni  di  Kant  ad  Aristotele,  cioè  nella  felicità,  nel- 
l'abitudine e  nel  giusto  mezzo,  mettendo  a  riscontro  i  priiicipii 
diversi  da  cui  nmove  il  filosofo  di  Stagira  e  quello  di  Konisberga. 
Indi  rileva  alcune  importanti  considerazioni  per  l' etica  moderna, 
come  frutto  dello  studio  di  queste  due  più  grandi  etiche  apparse 
nella  storia  della  vita  pratica. 

N.  Tamassia,  m.  e.  :  Giovanni  Argiropulo  e  un  proemio  me- 
dioevale dei  libri  giuridici.  Nota.  —  L' A.,  dopo  avere  accennato 
alla  storica  formazione  dei  prologhi  che  si  leggono  nella  glossa 
accursiana  ai  Regesti  all'  Expodtio  ad  lihrum  papiensem  e  in  altri 
libri,  riferisce  una  risposta  di  Giovanni  Argiropulo  a  Cosimo  de' 
Medici,  intoi'no  ai   rapporti  tra  filosofia  e  diritto.  Nelle  |)arole  del- 


DEL    27     OTTOBRE    1907  43 

l'Artiiropulo,  esattamente  riferite  da  Vespasiano  da  Bisticci,  si  può 
intravedere  una  reniiscenza  d'una  formula  ellenica,  la  ([uale  alla 
sua  volta  si  ricollega  alla  frase  occidentale  :  liher  iste  efhlcae 
suppuuitur. 

F.  D' Arcais,  s.  e.  :  Hii/lo  iiiicynizione  (Ielle  cqìU(zionl  liiicorl 
(I  (lei  leale  parziali  d' ordine  qualioi^pte.  —  Si  applica  ad  una 
equazione  lineare  qualunque  omog-enea  il  metodo  di  integrazione, 
mediante  sviluppi  simbolici,  che  viene  usato,  specialmente  nel  caso 
dei  coefficienti  costanti,  per  avere  l' integrale  di  una  equazione 
lineare  non  omogenea,  quando  sia  noto  l'integrale  generale  della 
corrispondente  equazione  omogenea;  a  tale  scopo  viene  anche 
adoperato  uno  sviluppo  dovuto  al  prof.  Pincherle. 

F.  ìSoprana  :  Ulteriore  conirihiito  alla  (■()ao>^cenza  (Idl'afro/ia 
iHiiscolare  progressiva  da  lesione  dei  canali  semicircolari  (presen- 
tata dal  prof.  A.  Stefani  m.  e.  a  termini  dell'art.  16  del  Rego- 
lamento). —  Dopo  di  avere  ricordato  le  diverse  varietà  di  atrofia 
muscolare  di  origine  nervosa,  che  sono  conseguenza  di  lesioni  di 
fibre  nervose  centripete  o  di  centri  nervosi  lontani  dal  midollo  spi- 
nale e  dalla  via  motrice  periferica,  l' A.  descrive  un  caso  di 
atrofia  muscolare  progressiva  in  un  piccione  a  cui  erano  stati 
asportati  bilateralmente  i  canali  semicircolari  coronario  ed  orizzon- 
tale, col  reperto  istologico  del  sistema  nervoso  e  dei  muscoli. 
L'  animale,  che  era  stato  operato  nei  due  lati  con  un  intervallo 
di  sessanta  giorni,  aveva  presentato,  oltre  ai  soliti  sintomi,  dopo 
la  seconda  operazione  un  progressivo  assottigliamento  delle  masse 
muscolari  che  aveva  raggiunto  il  più  alto  grado  in  quarantatre 
giorni.  All'  esame  microscopico  si  trovò  atrofia  semplice  notevo- 
lissima delle  fibre  muscolari  volontarie.  Le  lesioni  erano  più  gravi 
nelle  masse  muscolari  pettorali,  dove  molte  fibre  avevano  assunto  la 
forma  a  rosario,  erano  cioè  rappresentate  dal  sarcolemma  e  da 
scarsissima  sostanza  muscolare  mancante  di  ogni  accenno  di  stria- 
tura,    interrotta    a    brevissimi  intervalli  dal  succedersi  dei   nuclei. 

(  -ol  metodo  Nissl  si  trovarono  in  tutta  l'estensione  del  midollo 
spinale  molte  delle  grandi  cellule  d(dle  corna  anteriori  in  ])reda 
a  processi  di  cromatolisi  e  di  atrofia.    Cellule    in    cromatolisi  ed 


44  ADUNANZA    ORDINAEIA 

atrofia  si  trovarono  inoltro  nel  nucleo  anteriore  deH'  ipo^losso, 
nel  nucleo  del  sesto,  del  (juarto,  del  terzo  e  nel  nucleo  a  grandi 
cellule  dell"  ottavo. 

L'A.  in  base  a  questo  e  ad  un'  altra  sua  osservazione  prece- 
dente, ritiene  che  Tatrofia  muscolare  sia  conseguenza  del  propagarsi 
della  degenerazione  dal  vestibolare  alle  cellule  delle  corna  ante- 
riori del  midollo  spinale  e  di  qui  ai  nervi  periferici  ed  ai  muscoli 
coli'  intermezzo  del  fascio  longitudinale  posteriore  e  crede  quindi 
che  tale  atrofia  vada  unita  al  gruppo  di  quelle  che  succedono  in 
conseguenza  di  lesioni  di  fibre  centripete. 

A.  Farini  :  inaile  mrktzioni  qnanfitafive  del  glicogene  e  delìp 
sost(mze  alhuminoiic  del  feijaio  per  /'  infaenza  della  iemijeratura  e 
per  il  ta<jì>()  del  vikjo  (presentata  dal  prof.  A.  Stefani,  m.  e.,  (e.  s.)  ). 
—  Essendo  noto  che  negli  animali  ibernanti  per  1'  aumento  della 
temperatura  esterna  avviene  una  diminuzione  nel  peso  dei  fegati, 
l'A.  nel  presente  lavoro  si  propone  di  stabilire  in  simili  condizioni 
il  consumo  del  "-licoo-ene  e  delle  sostanze  albuminose  del  feg-ato 
e  r  influenza  esercitata  dal  vago  sulla  distruzione  di  questi  ele- 
menti epatici. 

Le  ricerche  furono  eseguite  nelle  rane  esculente  a  vaghi  in- 
tegri ed  a  vaghi  tagliati,  sottoposte  al  riscaldamento  ;  il  dosaggio 
del  glicogene  fu  fatto  col  metodo  di  Ptiiiger.  le  sostanze  albumi- 
uose  sono  state  dedotte  dalla  (juantità  dell'  azoto  epatico  ottenuto 
col  metodo  Kjèldhal-Argutinsky. 

(Quando  i  vaghi  sono  integri  l' innalzamento  della  temperatura 
esterna  determina  un  consumo  della  (piantità  assoluta  e  della 
quantità  relativa  del  glicogene  epatico  ;  ma  tale  perdita  è  molto 
più  considerevole  (piando  i  vaghi  sono  tagliati  e  perciò  è  <la  at- 
tribuirsi al  vago  un'  azione  inibitrice  nell'  attività  saccarificante 
delle  cellule   epatiche. 

Le  sostanze  albuminose  decrescono  in  proporzione  pressoché 
eguale  anzi  minore  che  non  sia  la  diminuzione  del  peso  dei  fegati, 
per  cui  la  quantità  relativa  dell'  azoto  epatico  non  solo  non  dimi- 
nuisce,  m;i   presenta  qualche  lieve  aumento. 

NeUa  perdita  quindi  del  peso  dei  fegati  più  che  il  consumo 
delle  sostanze  albuminose  influisce  il  consumo  del  glicogene.    La 


DEL    27    OTTOBRE    1907  45 

distrii/ioiu'  (lolle  sostanze  albuminose  si  comporta  eg-nalmente  sia 
a  vaghi  integri  che  a  vaghi  tagliati  ;  da  ciò  risulta  che  il  vago 
non  spiega  alcuna  azione  sul  consumo  delle  sostanze  proteiche  del 
fegato  promosso  dalla  temperatura. 

L' Istituto  si  raccoglie  in  adunanza  privata  alle  ore   14. 


Il  Presidente 
C.  F  .   F  E  R  R  A  R  T  B 


//  Vicesegretario 

Gr.    OCCIONI-BONAFFONS 


JUL     8      1908 


Atti  del  UraijK  Istituto  Venkto  di  scienze,  lettere  ed  arti. 
Anno  acctuloniico  1907-908  -  Tomo  LXVIl  -  Paite  piinui. 


ADUNANZA    ORDINARIA 
DEL  17  NOVEMBRE  1907 


PRESIDENZA  DEL  M.  E.  FERRARIS 

presidente 


Presenti  i  membri  effettivi  :  G.  Bekchet,  segretario  ;  Occioni- 
BoNAPPONS,  vice-segretario  ;  Lorenzoni,  Trois,  Bellati, 
P.  Spiga,  Teza,  Martini,  A.  Tamassia,  Da  Schio,  Mol- 
MENTi,  Stefani,  Galanti,  Polacco,  Vicentini,  Verson, 
Brugi,  Ciscato,  Bonome,  Catellani,  Crescini,  N.  Tamas- 
sia; ed  i  soci  corrispondenti:  F.  Berchet,  Landucci,  D'Arcais, 
Flamini,  Castelnuovo,  Predelli,  Bertelli,  Malagola. 
Levi-Civita,  Medin,  Giordano,  Morelli. 

Giustificata  l'assenza  dei  mm.  ee.:  Veronese,  vice-presidente;  Fa- 
varo,  Fogazzaro,  G.  B.  De  Toni,  e  del  socio  corrispondente 
Poggi, 

Letto  ed  approvato  1'  atto  della  precedente  adunanza,  si  fa 
circolare  il  catalogo  dei  libri  e  degli  opuscoli  acquistati  o  perve- 
nuti in  dono  all'Istituto  dall'ultima  adunanza. 

Il  Presidente  dà  la  parola  al  m.  e.  Polacco  per  una  sua  Comme- 
morazione di  Emanuele  Gianturco,  già  Ministro  dei  Lavori  Pubblici. 

Terminata  la  lettura.  l'Istituto  intero  si  associa  alle  nobili  ed 
eloquenti  parole  dell'oratore. 

Vengono  appresso  presentate  e  lette  le  seguenti  Memorie  : 

G.  Lorenzoni,  m.  e.  :  lì  passaggio  di  Mercurio  sul  disco  del  sole 
osservato  alla  specola  di  Padova  il  14  novembre  1907.  Comunica- 


48  ADUNANZA    ORDINARIA 

zione.  —  Un  folto  nebbione,  che  impediva  la  vista  anche  degli  o<^- 
getti  poco  lontani,  avea  nella  prima  mattina  di  quel  giorno  tolto  ogni 
speranza  di  poter  osservare  il  fenomeno.  La  speranza  tuttavia  ri- 
nacque verso  le  nove,  allorché,  dietro  le  masse  della  nebbia  ora  più 
ed  ora  meno  dense  trasportate  da  vento  di  ovest,  incominciò  a 
comparire  il  bianco  disco  del  Sole  ora  meno  ed  ora  più  visibile,  ma 
così  poco  luminoso  che  l'occhio  nudo  poteva  sopportarne  impune- 
mente la  vista.  La  sua  immagine  però,  veduta  nel  cannocchiale, 
appariva  tanto  tranquilla  e  a  contorni  così  precisi  da  far  desi- 
derare che  in  una  tale  condizione  di  cose  potessero  effettuarsi 
tutte  le  osservazioni  prestabilite. 

Per  queste  alla  nostra  Specola  era  stato  disposto  che  l'Astro- 
nomo Aggiunto  dott.  Antoniazzi  si  sarebbe  servito  dell'  equatoriale 
Dembowski  (diametro  dell'  obbiettivo  mm.  187  ;  distanza  focale 
m.  3,20;  oculare  positivo,  ingrandimento  310;  elioscopio  a  tinta 
verde  oscura),  l'Assistente  dott.  G.  A.  Favaro  avrebbe  impiegato 
1'  equatoriale  di  Starke-Merz  (diam.  obb.  mm.  117  ;  distanza  focale 
m.  1,65  ;  oculare  positivo  ;  ingrandimento  130  ;  elioscopio  a  tinta 
giallo-affumicata)  e  lo  scrivente  avrebbe  adoperato  il  rifrattore 
altazimutale  di  Starke  situato  nella  sala  meridiana  (diam.  obbiet- 
tivo mm.  117;  distanza  focale  m.  1.95;  oculare  negativo  e  in- 
grandimento 80  ;  oculare  positivo  e  ingrandimento  208  ;  elioscopio 
a  tinta  neutra  d' intensità  graduabile). 

Sfortunatamente  la  osservazione  dei  due  primi  contatti  andò 
perduta,  poiché  quattro  minuti  circa  prima  del  1°  contatto  e  du- 
rante una  buona  mezz'  ora  appresso,  la  nebbia  era  tornata  fitta 
tanto  da  togliere  interamente  la  vista  del  Sole,  così  che  quando, 
al  nuovo  diradarsi  della  nebbia,  esso  riapparve,  si  vide  Mercurio 
già  bene  inoltrato  sul  suo  disco  in  forma  di  piccola  macchia  per- 
fettamente circolare  e  nera,  la  quale,  veduta  nel  rifrattore  di  Starke 
con  r  oculare  negativo  e  senza  offuscante  (essendo  ancora  eccel- 
lenti le  condizioni  di  visibilità),  sembrava  a  chi  scrive  circondata 
da  debolissima  aureola  più  chiara  del  fondo  e  larga  all'  incirca 
quanto  il  raggio  del  pianeta.  Tale  apparenza  non  fu  più  notata 
nel  medesimo  rifrattore  dopo  che  all'  oculare  negativo  venne  so- 
stituito il  positivo,  come  non  fu  osservata  dagli  altri  due  osser- 
vatori ai  rispettivi  strumenti. 

Verso  la  fine  del  passaggio,  essendosi  a  poco  a  poco  dileguata 


DEL    17    NOVEMBRE    1007 


49 


quasi  iiiteramente  la  nebbia,  la  vista  del  Sole  non  poteva  più 
sostenersi  senza  il  sussidio  deg'li  offuscanti  ;  ma  con  1'  aumento 
della  luce  e  del  calore,  la  immagine  telescopica  del  disco  perdette 
la  precedente  sua  precisione  e  divenne  oscillante,  mostrando  il 
contorno  sinuoso  e  come  agitato  da  un  rapido  movimento  ondula- 
torio nel  quale  V  altezza  delle  ondulazioni,  in  direzione  del  raggio 
solare,  era  di  un  terzo  ad  un  quarto  del  diametro  di  Mercurio, 
come  si  potè  giudicare  mentre  il  dischetto  del  pianeta  stava 
uscendo  dal  disco  del  Sole. 

L' ondulazione  del  bordo  solare  rese  alquanto  difficile  ed 
incerta  1'  osservazione  dei  due  ultimi  contatti  ;  ma,  fatta  astrazione 
da  così  fatta  incertezza,  il  terzo  contatto  apparve  a  tutti  tre  gli 
osservatori  avvenire  in  forma  geometrica,  cioè  nei  punti  che  do- 
veano  giungere  a  contatto  i  bordi  dei  due  dischi  conservarono  fino 
all'  ultimo  istante  la  forma  circolare  senza  che  si  presentasse  alcun 
indizio  di  goccia  nera. 

Risultati  delle  osservazioni  in  tempo  medio  astronomico  di 
Greenwich  —   1907  Nov.  14. 


Lorenzoni 
Antoniazzi 
Favaro 

Medi 


Terzo  contatto 

1"  48™  11** 

47  57 

48  8 


1    48 


Quarto  contatto 

1"  50'"  21' 
28 
13 


1   50     23 


I  tempi  calcolati  dal  dott.  Favaro  separatamente  con  le  tre  effeme- 
ridi  di  Parigi,  di  Berlino  e  di  Londra  sono  : 


3"  contatto 
Comi,  des  Tetiips    l''47'"4I« 
Berlin,  astr-.  Jahrb.     48      4 
Nautical  Ahiianac      48     3 


0-C 

4°  contatto 

0-C 

+  23^ 

l''  50'"  20'^ 

+    3^ 

Tavole  di  Leverricr 

+    1 

43 

—  20 

)  Tavole  di 

+    2 

43 

—  20 

)  Newcomb. 

T.  Martini,  m.  e.:  Intorno  alle  coìrenti  (jenerate  della  coppia 
platino-spugna  di  platino  immersa  in  iuta  soluzione  acidulata  o 
salina.  (Contributo  alla  teoria  osmotica  della  pila).  —  Delle  cor- 
renti svolte  dalla  coppia  Platino-Spugna  di  platino  immersa  nel- 
l'acqua acidulata  l'A.  parlò  altra  volta  in  questo  Istituto.  Ripresa  a 
studiare  la  questione,  in  seguito  a  numerose  e  pazienti  esperienze 


50  ADUNANZA    ORDINARIA 

gli  pare  di  poter  concludere  che  siffatte  correnti  dipendono  da  una 
proprietà  che  godono  certe  sostanze,  fra  le  quali  la  spugna  di 
platino,  di  rendere  più  o  meno  concentrata  una  soluzione  quando 
vi  stanno,  per  alcun  tempo,  a  contatto.  Ed  in  fatto,  il  Lagergren, 
con  diligentissime  esperienze  fatte  col  caolino  e  col  carbone  ani- 
male, dimostrò  che  quest'ultima  sostanza,  versata  in  una  soluzione 
salina  la  rendeva  meno  concentrata  appropriandosi  più  sale  che 
acqua.  A  sua  volta  l'À.  dimostra  che  la  silice  anidra  e  il  carbone 
animale  messi  in  contatto  con  le  soluzioni  alcooliche  o  acidulate 
con  acido  solforico,  assorbivano  acqua  a  preferenza  dell'alcool  o 
dell'acido. 

Laonde,  se  una  coppia  Pt. -Spugna  di  Pt.  è  immersa  nel- 
l'acqua acidulata  con  acido  solforico,  per  la  proprietà  testò  descritta, 
si  desta  una  corrente  in  cui  direzione  rivela  che  la  spugna  fu  da 
polo  positivo;  quando  poi  la  coppia  è  immersi  in  una  di  quelle 
soluzioni  le  quali,  in  presenza  delle  citate  sostanze,  si  impoveri- 
scono, come  avviene  in  alto  grado  con  le  soluzioid  di  nitrato  o  di 
ioduro  potassico,  la  direzione  della  corrente  è  invertita. 

La  coppia  Pt. -Spugna  di  Pt  costituirebbe  adunque  una  pila 
della  specie  di  quelle  che  nella  ipotesi  del  Nerst  sono  dette  di 
concentrazione;  dove  la  corrente  è  mantenuta  dalla  differenza 
della  pressione  osmotica  che  si  desta  ai  limiti  del  conduttore  im- 
merso nella  soluzione  la  quale,  per  la  proprietà  esposta,  risulta 
diversamente  concentrata. 

E.  Verson,  m.  e.  :    Uuif  piccolo  rivendicazione  di  priorifò. 

R.  Massalongo,  s.  e.  :  Della  cutireazione  della  ofUdmoreazione 
nella  diagnostica  della  tahercolos.'. 

E.  Castelnuovo,  s.  e.  :  Attraverso  un  epistolario.  —  Sotto 
questo  titolo,  l'A.  comunica  una  sua  Memoria  sulla  corrispondenza, 
testò  finita  di  pubblicare,  di  Ippolito  Taine,  e  ne  rileva  la  grande 
importanza,  sia  pel  valore  letterario,  sia  come  specchio  fedele 
d'una  nobile  e  austera  coscienza.  L'epistolario  va  dall'Agosto  1847, 
quando  il  Taine  aveva  appena  19  anni,  al  Settembre  1892,  quando 
gli  mancavano  pochi  mesi  a  morire,  e  ci  fa  assistere  alle  prime 
battaglie  del  giovinetto,  osteggiato  per  le  audacie  del  suo  pensiero 


DEL    17    NOVEMBRE    1907  SI 

dai  pedanti  e  dei  reazionari,  ai  trionfi  del  critico  e  del  filosofo, 
riconosciuto  come  uno  dei  capi  della  scuola  positivista  francese, 
allo  sconforto  e  alle  amarezze  degli  ultimi  tempi  in  cui,  dopo  i 
disastri  del  1870-71  che  richiamano  la  sua  attenzione  sulle  piaghe 
del  suo  paese,  il  Taine,  tutto  immerso  nella  sua  grande  opera 
Lc>^  origines  de  la  France  contemporaine^  è  come  un  medico  spaven- 
tato dalla  sua  diagnosi.  Ma  la  maggiore  attrattiva  di  queste  lettere 
sta  nel  fatto  che,  in  ogni  fase  d'una  vita  non  lunga  ma  mirabil- 
mente operosa,  l'uomo  si  mostra  sempre  pari  a  sé  stesso,  cioè 
semplice,  dignitoso,  sincero,  affettuoso,  espansivo  con  gli  amici  e 
con  la  famiglia,  pronto  a  qualunque  sacrifizio  piuttosto  di  deviar 
una  linea  da  quello  eh'  egli  reputa  il  suo  dovere  di  scienziato  e 
di  cittadino.  Perciò  l'A.  opina  che  i  quattro  volumi  di  questa  cor- 
rispondenza sana  e  vivificante  siano  da  mettersi  fra  le  cose  mi- 
gliorie pubblicate  in  Francia  negli  ultimi  anni. 

A.  Berti  :  Azione  locale  della  bile  e  del  gUcocolato  di  soda 
Sili  casi  sanguigni  (presentata  dal  Prof.  A.  Stefani,  m.  e,  a  ter- 
mini dell'art.  16  del  Regolamento).  —  Dalle  esperienze  condotte 
dall'  A.  per  determinare  l' azione  vasomotoria  locale  della  bile  e 
del  glicocolato  di  soda  circolanti  in  soluzioni  diversamente  con- 
centrale nei  vasi  muscolo-cutanei  ed  epatici,  si  rileva  : 

1.  Che  la  bile  ed  il  glicocolato  di  soda  hanno  un'  azione 
diretta  sui  vasi  che  per  qualità  è  essenzialmente  uguale; 

2.  L'una  e  l'altro  determinano  in  piccola  dose  una  dilatazione 
vasale  di  modico  grado,  di  una  certa  durata,  la  (jualc  talvolta,  a 
lungo  andare,  può  essere  seguita  da  costrizione  vasale; 

3.  L'una  e  l'altro  in  elevata  dose  determinano  una  progres- 
siva intensa  vasocostrizione,  spesso  preceduta  da  una  modica 
fuggevole  vasodilatazione  ; 

4.  La  concentrazione  di  bile  che  per  lo  più  comincia  a  de- 
terminare vasocostrizione  oscilla  intorno  al  20-25  "^/ou  ;  ha  concen- 
trazione di  glicocolato  intorno  al  0,75  *^/o(,  ; 

5.  Stabilitasi  una  intensa  vasocostrizione  non  è  piii  possibile, 
col  lavaggio,  determinare  nei  vasi  che  una  modica  vasodilatazione. 
L'  A.  ritiene  che  la  ragione  principale  di  questa  intensa  e  persi- 
stente azione  delle  elevate  dosi,  debba  andare  ricercata  nella  fis- 
sazione progressiva  della  sostanza  ; 


52  ADUNANZA    ORDINARIA 

fi.  L'azione  sui  vasi  muscolocutanei  e  sugli  epatici  risultò 
qualitativamente  eguale,  con  un  effetto  vasodilatatore  però  più 
intento  sui  vasi  epatici  che  sui  muscolocutanei,  ed  un  effetto  vaso- 
costrittore meno  intenso  sugli  epatici  che  sul  vascolocutanei. 

7.  Nelle  circolazioni  con  bile  e  con  glicocolato  —  molto  più 
frequentemente  che  in  quelle  eseguite  con  le  altre  sostanze  fino 
ad  ora  studiate  nella  loro  azione  locale  sui  vasi  —  ha  luoffo  l'in- 
sorgenza  di  edemi,  L'xi.  crede  che  bisogna  pensare,  a  spiegazione 
degli  edemi  più  frequenti  per  circolazioni  biliari,  ad  una  causa 
determinante  nelle  pareti  vasali  alterazioni  analoghe  alla  morti- 
ficazione. 

8.  L'azione  della  bile  e  del  glicocolato  sui  vasi  —  inversa 
a  seconda  della  dose  —  si  può  spiegare  (in  base  alla  dottrina 
dello  Stefani  e  dell' Hering  sulla  irritabilità)  colla  prevalenza  nella 
fibra  muscolare,  a  seconda  della  dose,  dei  processi  assimilativi  sui 
disassimilativi  o  di  questi  su  quelli. 

U.  Cisotti  :  SìdV  impiego  di  funzioni  ellittiche  in  una  questione 
idrodinamica  (presentata  dal  prof.  T.  Levi-Civita,  s.  e,  (e.  s  )  ).  — 
In  una  memoria,  tuttora  in  corso  di  stampa,  l'A.  ha  trattato  con 
metodo  nuovo  ed  originale  la  teoria  delle  vene  fluenti,  giungendo 
a  notevoli  conclusioni  di  carattere  generale. 

Nella  presente  Nota  egli  approfondisce  lo  studio  di  un  in- 
teressante caso  particolare,  sviluppandone  le  formule  relative  a 
mezzo  di  trascendenti  ellittiche,  e  assegnando  le  definitive  espres- 
sioni degli  elementi  caratteristici  dell'efflusso. 

E.  Levi  :  /  maestri  dì  Francesco  No  cello  da  Carrara  (presen- 
tata dal  Prof.  A.  Medin,  s  e,  (e.  s.)  ).  —  Uno  dei  più  compiuti 
e  caratteristici  documenti  della  diffusione  della  coltura  nelle  corti 
italiane  del  Trecento  è  la  descrizione  dell'educazione  di  Francesco 
Novello  da  Carrara,  la  quale  fu  inserita  da  un  Anonimo  scrittore 
del  Trecento  "  famigliare  di  Francesco  seniore  da  Carrara  „  in 
una  sua  Cronaca  che  è  per  intero  riportata  in  uno  dei  due  volumi 
della  Storia  Veneta  falsamente  attribuita  a  G.  Zancaruolo,  mano- 
scritta nella  Biblioteca  Braidense. 

Pubblicando  questa  descrizione,  l'A.  raccoglie  notizie  sul  pro- 
babile scrittore  di  essa  e  su  tutti  i  personaggi  che  vi  sono  citati  ; 


DEL    17    NOVEMBRE    1907  53 

i  maestri  di  lingua  latina,  i  maestri  di  equitazione,  di  nuoto,  di 
scherma;  di  strategia,  i  maestri  di  lingue  moderne,  e  infine  quattro 
gentiluomini,  ai  quali  era  particolarmente  affidato  il  giovane  prin- 
cipe, perchè  egli  crescesse  costumato  e  gentile  in  tutte  le  contingenze 
della  vita  quotidiana. 

Terminate  le  letture  l'Istituto,  si  raccoglie  in  adunanza  privata. 


Il  Vicesegretario 

G.   OCCIONI-BONAPFONS 


Il  Presidente 
C.  F.   FERRARIS 


Atti  bkl  beale  Istituto  Venkto  di  scienze,  lettere  ed  arti 
Anno  accademico  1907-908  -  Tonio  LXVII  -  Parte  prima. 


IN  MEMORIA 


di 


EMANUELE    GIANTURCO 


PAROLE  PHONINIJIATE 

DAL    PROF.   YITTOKK)    1»()  LACCO,  m.   k. 

nell'adunanza  drl  17  nomnhrr  1907 


È  nobile  tradizione  dell'  Istituto  che  una  parola  di  rimpianto 
si  consacri  alla  memoria  di  chi  è  vissuto  onorando  il  Paese  e  la 
Hoienza,  anche  se  del  nome  suo  non  si  fregiasse  il  nostro  albo 
accademico.  Penso  dunque  di  esprimere,  o  illustri  Colleghi,  un 
sentimento  che  tutti  ne  associa  dicendo  breven)ente  di  Eiiuiiiueìe 
Gianturco;  ne  già  come  vorrebbe  la  mia  ammirazione  e  l'intima 
comunanza  eh'  ebbi  con  Lui  di  ideali  e  di  studi,  ma  come  potrà 
l'animo  ancora  in  tumulto  per  la  perdita  dell'amico  fraternamente 
diletto.  Della  sua  attività  multiforme  la  parte  soltanto  dedicata 
alla  scienza  e  alla  cattedra  sarà  il  caso  che  io  qui  ricordi.  Ma  è 
già  tale  parte  che  non  impallidisce  di  fronte  alle  altre  doti  di 
musicista  eccellente,  di  avvocato  principe  e  di  uomo  politico  fra 
i  maggiori  dell'ora  che  volge,  per  tacere  di  quel  tesoro  di  private 
e  civili  virtù  che  lumeggiavano  tutti  ugualmente,  componendoli  in 
mirabile  sintesi,  tanti  e  cosi  vari  aspetti  di  quella  nobil  figura. 

Rimontiamo  col  pensiero,  o  Colleghi,  a  circa  un  quarto  di  secolo 
addietro.  Quel  risveglio  della  cultura  giuridica  nazionale  che  già 
avea  dati  ottimi  frutti  tra  i  romanisti,  ma,  salve  poche  luminose 
eccezioni,  non  ora  giunto  ancora  a  trar  fuori  il  Dii'itto  civile  dalla 


56  V.    POLACCO 

morta  g-ora  della  esegesi,  si  propaga,  per  opera  specialmente  di 
nuove  forze  uscite  dai  nostri  Atenei,  anche  ai  cultori  di  quella 
disciplina  giuridica,  nella  quale  par  veramente  che  tutte  le  altre 
si  appuntino.  Brilla  subito  nella  giovanile  schiera  il  Gianturco, 
che  al  gran  discettare  sul  metodo  negli  studi  nostri  partecipa  nel 
1881  con  una  memoria  (')  in  cui  dominano  i  due  concetti  ispira- 
tori di  tutta  la  successiva  produzione  di  Lui.  Il  Diritto  civile  sia 
anch'  esso  fecondato  da  quella  corrente  di  vita  che  trae  la  sua 
origine  dai  nuovi  studii  nelle  scienze  morali,  politiche  e  sociali  e 
che  ha  vivificato  tutte  le  parti  del  Diritto.  E  nella  forma,  bando 
al  commentario  pedestre  modellato  sugli  esemplari  francesi,  per  so- 
stituirvi la  trattazione  sistematica  propria  della  scuola  pandettistica 
tedesca,  sì  che,  allogati  gli  istituti  giuridici  nel  vero  posto  che 
spetta  a  ciascuno,  balzi  fuori  come  organismo  vivente  la  struttura 
del  patrio  Diritto.  Un  libro  di  legge  non  è  un  libro  di  scuola  e  la 
chiave  per  l'intelligenza  di  un  codice  deve  prendersi  da  qualche 
altro  luogo  che  non  sia  il  codice  stesso. 

Fedele  a  tale  programma,  comune  del  resto  a  tutta  quella 
fioritura  nuova  di  civilisti,  nell'ardore,  che  in  altri  di  men  profonda 
preparazione  si  sarebbe  detto  ardimento,  di  farne  subito  completa 
attuazione,  non  si  restringe  Egli  come  i  compagni  suoi  a  rico- 
struire l'edificio  in  qualche  sua  parte  per  via  di  trattazioni  mo- 
nografiche, ma,  dopo  aver  dato  pur  di  queste  buon  saggio  con  la 
memoria  sulle  Fiducie,  concepisce  il  disegno  di  un  Trattato  com- 
pleto di  Diritto  civile.  Al  titolo  originario  di  Istituzioni  (1885)  è 
sostituito  nella  2."  edizione  quello  più  proprio  di  Sistenuf,  sul- 
l'esempio della  grande  opera  dell' Ungee,  al  cui  nome  insigne  il 
lavoro  è  dedicato.  Ma  purtroppo  le  molteplici  altre  cure  e  la  fine 
immatura  non  gli  permisero  di  andar  oltre  alla  Parte  generale  e 
ad  alcuni  capitoli  del  Diritto  di  famiglia.  Il  nome  di  Istituzioni  rimane 
invece  a  quel  completo  e  così  difl'uso  Manuale  onde  il  Gianturco 
venne  in  aiuto  alla  scuola,  denso  di  materia  e  in  picciola  mole  ricco 
di  pregi.  La  sesta  edizione  alla  quale  esso  è  giunto  ci  dice  abbastanza 
per  che  serie  d'anni  sia  stato  quello  il  primo  nutrimento  intel- 
lettuale apprestato  alla  cupidn  legmn  iuoentus  che  si  affolla  nelle 


(  l)  (ìli  st/i<U    del  Diritti)    ciinle  a  la  (piestione  del  nini  od  a  in   Itali'/. 
nel   Fila,n(/ieiu\  Anno  VI,  Parte  I,  pag.  722-744. 


IN    MEMORIA    DI    EMANUELE    aiANTURCO  57 

Università  italiane  ;  dalle  quali  tutte  può  dunque  afferniarsi  avere 
Eo-li  diffuso  così  il  lume  dei  suoi  inseo'nanienti,  e  non  soltanto  da 
quello  Studio  di  Napoli  eh'  ebbe  il  vanto  speciale  di  accoglierli 
avvivati  dal  fascino  di  una  straordinaria  eloquenza.  Nò  è  questo 
il  solo  sussidio  da  lui  recato  alla  scuola.  Nell'intento  che  i  gio- 
vani siano  costretti  a  fare  opera  d'intelletto  anziché  di  memoria 
e  per  addestrarli  a  cogliere  il  nocciuolo  di  ogni  questione,  con- 
vinto che  la  pratica  non  è  1'  antitesi  nux  il  complemento  necessario 
della  teoria,  compose  una  Crestomazia  di  casi  giuridici  in,  uso 
arcademico,  richiamandosi  all'  antico  sistema  della  quaestiones  iuris- 
ed  al  tipo  più  recente  di  siffatte  raccolte  datoci  in  Germania  dal 
Jhering,  al  quale  anzi  la  Crestomazia  è  dedicata,  come  a  colui 
che  "  nella  conciliazione  della  scienza  con  la  vita  pose  il  fine 
ultimo  e  universale  della  giurisprudenza.  „ 

Un  COSI  frequente  ricorso  agli  esempi  della  letteratura  giu- 
ridica tedesca,  questo  ripetersi  di  omaggi  ai  campioni  di  essa 
non  significavano  però  abdicazione  del  genio  nazionale:  non  certa- 
mente il  Gianturco  avea  predicata  la  liberazione  dal  giogo  francese 
per  cadere  scientificamente  in  altro  servaggio.  Mente  fervida,  in- 
tuito rapido,  possente  dialettica  derivante  da  un  certo  acume  filo- 
sofico innato  e  soccorsa  da  una  altrettanto  innata  fluidità  e  ima- 
ginosità  di  eloquio,  tutte  queste  doti  del  natio  spirito  meridionale 
rimasero  in  lui  sempre  vive,  e  gli  studi  germanici  ond'era  imbevuto 
le  fecero  solo  più  castigate,  temperandone  le  esuberanze  e  col- 
mandone le  deficienze  con  1'  abito  delle  ricerche  minute  e  pazienti. 
Così  dalla  scienza  degli  Jherinw  e  degli  Unger  trasse  il  Gian- 
turco,  giureconsulto  italiano  per  eccellenza,  quello  stesso  profitto 
che  il  Gianturco  musicista  chiese  ed  attinse  alle  immortali  con- 
cezioni di  Riccardo  Wagner. 

Nelle  recenti  assise  degli  Istituti  di  cooperazione  in  Cremona 
Luigi  Luzzatti  indirizzava  un  telegramma  augurale  all'  amico, 
già  allora  graveme  ite  infermo,  lamentando  l'assenza  di  lui,  così 
felice  nel  saper  piegare  alle  esigenze  sociali  il  rigore  del  Diritto 
civile.  Che  nelle  parole  dell'  eminente  nostro  Statista  non  ci  fosse 
ombra  d'iperbole  lo  attesta  a  chiare  note  tutta  la  vita  parla- 
mentare di  Emanuele  Gianturco,  lo  rafferma  nella  sua  vita  scien- 
tifica quella  prolusione  su  l'individualismo  e  il  socialismo  nel  Diritto 
contrattuale  ch'eofli  tenne  salendo  nel   1891  la  cattedra  ufìfìciale  di 


58  V.    POLACCO 

Diritto  civile  nell'Ateneo  napoletano.  Che  severa  condanna  di  un 
Diritto  contrattuale  affatto  individualistico,  che  sacrifica  al  dotti'i- 
narisnio  la  realtà  palpitante  e  dolorosa  !  Come  ardente  l' anelito 
a  trasformare  (sono' sue  parole)  in  Codici  di  Diritto  privato  sociale 
i  Codici  di  mero  Diritto  privato  !  E  che  luminosa  riprova  al  tempo 
stesso  del  possibile  sbocciare  di  ardite  riforme  economiche,  per  la 
sacrosanta  redenzione  degli  umili,  ad  opera  di  spiriti  pur  ribelli 
a  certa  radicai  novità  nel  sacrario  domestico  e  tenacemente  devoti 
alla  fede  degli  avi  ! 

Famiglia  e  religione  intese  il  Gianturco  nel  senso  più  elevato, 
scevro  da  quei  pregiudizi  a  cui  non  sanno  talvolta  sottrarsi,  forse 
per  inconscio  atavismo,  menti  emancipatesi  da  soprannaturali  cre- 
denze. E  n'  ebbe,  come  dalla  Scienza,  come  dall'  Arte  divina  dei 
suoni,  i  più  soavi  conforti.  Ne  so,  pur  rispettando  ogni  partito  e 
ogni  scuola,  che  i  tempi  nostri  ci  abbiano  dato  uno  spettacolo  più 
democraticamente  sublime  di  quello  che  tutto  il  mondo  civile 
ammirò  a  quel  letto  di  morte,  su  cui  il  figlio  del  modesto  artigiano, 
salito  per  virtù  propria  ai  più  alti  fastigi  del  potere  accessibili  in 
libero  Stato,  reclinò  il  capo  benedetto  da  un  Sovrano  spirituale  pur 
venuto  al  più  elevato  soglio  del  mondo  dall'umile  vita  dei  campi. 
Chiniamoci  dinanzi  a  tanta  grandezza,  mandando  alla  memoria 
di  Emanuele  Gianturco  il  saluto  che  si  deve  agli  spiriti  eletti 
rispecchianti  sulla  terra,  nel  breve  loro  passaggio,  1'  armonia  divina 
dei  cieli  „. 


JUL     8      U30B 


Atti  dkij  Reaj.e  Istituto   Veneto  di  suien/k,  lettere  ed  arti. 
Anno  accademico  1907-908  -  Tomo  LXVII  -  Parte  prima. 


ADUNANZA     0  R  D  I  N  A  li  I  A 
DELL' 8  DICEMBRE  1907 


PRESIDENZA  DEL  M.  E.  FERRARIS 

presidente 

Presenti  i  inenibri  effettivi  :  G.  Beechet,  segretario  ;  Occiont- 
BoNAFJFONS,  vice-segretario;  Lorenzoni,  Trois,  De  Giovanni, 
Bellati,  Teza,  Martini,  A.  Tamassia,  Da  Schio,  Mol- 
MENTi,  Stefani,  Fogazzaro,  Galanti,  Ricci,  Polacco,  Vi- 
centini, Yerson,  Brugi,  Ciscato,  Bonome,  Catellani,  Cre- 
sciNi,  N.  Tamassia;  ed  i  soci  corrispondenti:  F.  Berchet,  Bor- 
digAj  G.  Spica,  Castelnuovo,  Predelli,  Biadego,  Mala- 
gola,  De  Marchi,  Forti,  Lori,  Morelli. 

Giustificata  l'assenza  dei  inni.  ee.  :  Favaro,  G.  B.  De  Toni,  e  del 
s.  e.  nazionale  Poggi. 

Nel  comunicare  1'  assenza  del  m.  e.  G.  B.  De  Toni  il  Pre- 
sidente ne  accenna  il  doloroso  motivo  e  fa  1'  augurio,  da  tutti 
condiviso,  che  la  sua  primogenita  possa  essere  ridonata  alla  salute. 

Legge  poi  la  nobilissima  lettera  di  congedo  del  nostro  s.  e. 
prof.  Setti  che,  nell'  annunziare  il  proprio  trasferimento  all'  Uni- 
versità di  Torino,  promette  di  inviare  di  tanto  in  tanto  all'  Isti- 
tuto qualche  saggio  della  sua  operosità.  La  lettera  è  accolta  con 
viva  riconoscente  simpatia. 

Letto  ed  approvato  1'  Atto  della  precedente  adunanza,  il  Pre- 
sidente fa  circolare  il  Catalogo  dei  libri  ed  opuscoli  acquistati  e 
pervenuti  in  dono  dall'  ultima  adunanza,  annunziando  specialmente 
i  seguenti  doni  : 

del  m.  e.  Catellani  :  L'  Africa  nuova, 


0(;  ADUNANZA    OEDINARIA 

(lei  prof.  Kasi  Pietro  deUTIniversità  di  Pavia  :  22  pubblioa- 
zioiii  d'  argomento  letterario, 

del  coniin.  Cesare  Augusto  Levi  :  Venezia,  Corfn  ed  il  Le- 
vante, pubblicazione  fatta  a  spese  del  Municipio  di  Yenezia  e  da 
esso  donata. 

Seguono  le  letture  : 

E.  F.  Trois,  m.  e.  :  Nota  sopra  un  esemplare  d'Anguilla  di 
uno  spiccato  metacromatismo  regalata  alle  Collezioni  dell'  Istituto 
dal  sig.  avv.  G.  B.  VoUoUna.  —  La  Nota  che  l'A. presenta  riguarda 
un  bellissimo  esemplare  d'  Anguilla  pescata  la  notte  del  13-14 
ottobre  p.  p.  nella  Valle  Dogado  Montiron  in  Laguna  superiore, 
jiel  Comune  amministrativo  censuario  di  Burano. 

Mantenuta  viva  in  un  acquario,  morì  il  giorno  12  novemb.  p.  p. 

L'  animale  presenta  un  nuovo  e  rarissimo  C9.S0  di  metacro- 
matismo. —  Domina  in  generale  nella  parte  inferiore  il  bianco 
splendente  con  macchie  poco  estese  e  spesso  interrotte  sul  capo 
e  luno-o  il  dorso  di  un  bruno  olivastro  sbiadito.  Piccole  mac- 
chic  di  un  nero  intenso  si  riscontrano  verso  l'  orlo  della  pinna 
dorsale  e  della  caudale.  Estesissime  sono  le  macchie  di  un 
giallo  cadmio  chiaro  sulla  testa,  sul  dorso,  sui  lati.  La  tinta 
gialla  per  terzo  colore  viene  considerata  come  rarissima. 

E.  Teza,  m.  e.  :  Intorno  alle  Sentenze  dei  Padri  Solitari  nei 
testi  greci,  coptici,  armeni. 

G.  B.  De  Toni,  m.  e.  :  Illustrazione  del  secondo  volume  del- 
l''Erbario  Aldorrandi.  —  L'  A.  comunica  il  contenuto  di  una  Me- 
moria nella  quale  viene  preso  in  considerazione  il  secondo  vo- 
lume dell'  erbario  Aldrovandi,  conservato  in  Bologna,  proseguendo 
così  la  illustrazione  di  quel  prezioso  cimelio,  il  cui  primo  volume 
venne  studiato  nal  prof.  0.  Mattirolo.  Del  volume  secondo,  l'  A. 
fornisce  la  descrizione  particolareggiata,  ponendo  in  rilievo  alcuni 
rapporti  che  il  volume  stesso  presenta  con  gli  erbari  antichi  con- 
servati nella  Biblioteca  Angelica  di  Roma,  i  quali  il  Penzig  volle 
attribuire  a  Gherardo  Cibo  ;  mentre,  invece,  il  Chiovenda  li  ritiene, 
con  molta  probabilità,  opera  dello  Aldrovandi.  L'A.  crede  che  la 


dell'8  dicembre   1907  61 

composizione  di  questo  secondo  libro  sia  anteriore  al    1552  e  dà 
altre  notizie  che  interessano  la  storia  della   botanica. 

L.  De  Marchi,  s.  e.  :  Osservazioni  mareometriche  lunyo  il  li- 
foni/c  0  in  lagiuKi  fatte  negli  anni  1906  e  1907.  -Nel  corso  delle  ricer- 
che lagunari  che  si  stanno  compiendo  per  iniziativa  di  questo  Isti- 
tuto, vennero  fatte,  su  larga  scala,  osservazioni  mareometriche, 
allo  scopo  di  studiare  le  leggi  della  propagazione  della  marea 
lungo  il  litorale  e  nella  laguna  di  Malamocco. 

La  Connuissione  incaricata  delle  Ricerche  Lagunari,  avendo 
ora  a  disposizione  un  numero  rilevante  di  mareografi,  impiega 
generalmente  questo  tipo  di  strumento  che  permette  lo  studio 
ininterrotto  del  fenomeno  e  ricorre  solo  in  certi  casi  particolari 
alle  osservazioni  mareometriclie. 

L'  A.  prende  in  esame  lo  osservazioni  mareometriche  compiute 
e  giunge  ai  seguenti  risultati  : 

1.  che  r  alta  marea  arriva  contemporaneamente  all'  im- 
bocco diga  Lido  e  a  quello  di  diga  Alberoni,  ma  con  qualche  ritardo 
al  porto  di  Chioggia,  e  che  probabilmente  si  propaga  da  nord  a 
sud  fra  il  Tagliainento  e  il  Po.  Lo  stabilimento  del  porto  a  diga 
Malamocco  sarebbe  di  circa  ore   10  '  \;  : 

2.  che  il  periodo  di  marea  discendente  è  minore  di  quello 
teorico  rispondente  al   quarto  del  giorno  lunare; 

3.  che  r  alta  marea  impiega  un  tempo  molto  lungo,  in 
media  ^/4  d'  ora,  ma  fino  a  un'  ora  e  mozza,  a  percorrere  il  ca- 
nale porto  ;  mentre  la  bassa  marca  vi  si  propaga  in  un  tempo 
molto  più  breve,  sì  che  in  laguna  la  nuirea  si  propaga  molto  ra- 
pidamente verso  nord,  cioè  verso  la  laguna  di  Venezia,  lungo  il 
grande  canale  di  navigazione  ;  assai  più  lentamente  negli  altri 
quadranti  nei  (|uali  la  velocità  di  propagazione  va  progressiva- 
mente diminuendo  ; 

4.  che  air  onda  marea  si  sovrappongono  onde  secondarie 
di  periodo  variabile  fra  40"'  e  2  ore  ;  prevalendo  a  diga  Mala- 
mocco in  mare,  il  periodo  di  un'  ora. 

Questo  studio,  però  deve  intendersi  semplicemente  come  pre- 
bminare,  ma  lo  studio  completo  ed  esauriente  del  fenomeno  sarà  ul- 
timato soltanto  in  base  ai  numerosi  diagrannni  mareografici  raccolti. 


62  ADUNANZA    ORDINARIA 

G.  Grei'ola  :  Scrizioni  veneziani'  a  Corfh  e  a  Cefahmia  (pre- 
sentate dal  coinm.  G.  Berchct,  ni.  o.,  a  tciniiiii  (IclT  art.  16  del 
Regolamento).  —  Sono  appunti  dall' A.  i-accolti  ocoasionahnente 
a  (Jefalonia  ed  a  Oorfìi  nel  g-ennaio  del  1901,  quando  egli  viag- 
giava in  Levante  per  la  missione  cretese. 

Quegli  appunti  riguardano  edilizi,  monumenti  e  memorie  sto- 
riche di  Cefalonia  (Castello,  Borgo  e  l'orto  di  Argostoli)  e  della 
città  di  Corfù). 

Sono  24  per  Cefalonia  e  46  per  Corfù.  —  (Una  nota  in 
appendice  parla  pure  di  alcuni  monumenti  di  Cattare). 

Appartengono  ai  secoli   dal  XVI  al  XYIII. 

Trattasi  di  stemmi  e  di  iscrizioni  onde  sono  contrassegnate 
le  mura  delle  fortezze  e  le  pareti  degli  edilizi  pubblici,  delle 
chiese  e  dei  palazzi  privati.  —  E  pur  ricordo  di  par(-cchi  can- 
noni, od  altro. 

F.  Severi:  Sn^le  supcrfic/e  (fhjehr/rJtc  cìie  itìiiiiwitouit  mi  (Jiitj^jpo 
coiìtiiiiio  perniutahile,  a  due  [ìuraììietri^  di  trii>< formazioni  hin/zio- 
nali  (presentata  dal  prof.  G.  Ricci,  m.  e.,  (e.  s.)  ).  —  Lo  studio 
delle  superficie  in  parola  è  stato  già  fatto  in  un  lavoro  classico 
del  Picard,  cogli  strumenti  offerti  dalla  teoria  dei  gruppi  continui 
del  LiE.  —  L'A.  tratta  la  questione  da  un  punto  di  vista  alge- 
brico-sintetico  conforme  ai  metodi  usati  in  Italia  da  coloro  che  si 
occupano  di  geometria  sopra  nna  superficie  algebrica,  e  giunge  a 
caratterizzare  le  superficie  con  un  gruppo  continuo  qt;"^,  permuta- 
bile e  transitivo,  mediante  i  valori  dei  generi. 

E.  Ravenna:  L'endotelioma  della  phaiva.  —  Considerazioni 
sintcliclic  (jcnrrali  sugli  endoteliomi  (presentata  dal  prof.  A.  lìono- 
me,  ni.  e.  (e.  s.)  ).  —  L'autore  illustra  tre  casi  di  endotelionui 
della  pleura  che  hanno  preso  origine  dall'endotelio  delle  vie  lin- 
fatiche. Nel  primo  caso  fu  notata  metaplasia  delle  cellule  di  ri- 
vestimento interno  dei  vasi  linfatici,  loro  rigoglioso  sviluppo  e 
passaggio  graduale  agli  elementi  neoplastici.  Tn  base  a  queste 
imagini,  che  dimostrano  la  matrice  del  tumore,  la  diagnosi  di 
endotelioma  primitivo  dei  vasi  linfatici  della  pleura  venne  tos^o 
formulata.  E  trovò  appoggio  in  altri  dettagli  istologici,  i  (piali  fu- 
rono poi  preziosi  per    stabilire  la  natura    endoteliale    degli    altri 


dell'8  dicembre   1907  63 

due  eseni])lari  di  tumore  pleurico,  nei  quali,  pur  mancando  le 
fasi  iniziali  di  sviluppo,  si  potò  escludere  che  si  trattasse  di  can- 
cro, cioè  dell'altra  varietà  di  tumore  maligno,  che  ad  una  su- 
perficiale osservazione  poteva  venire  sospettata. 

Non  si  può  escludere  intatti  che  i  cancri  primitivi  della 
pleura,  al  pari  di  (|uelli  del  peritoneo  presentino  delle  caratteri- 
stiche strutturali  un  pò  diverse  da  quelle  degli  altri  cancri  origi- 
nati da  epiteli  di  rivestimento.  Ciò  potrebbe  dipendere  dal  fatto 
che  il  rivestimento  epiteliale  della  grande  cavità  pleure  perito- 
neale va  incontro  nella  vita  extrauterina  a  notevoli  modificazioni, 
in  causa  delle  quali  un  cancro  originato  da  esso  epitelio  per  al- 
cuni dettagli  si  avvicinerebbe  piìi  al  cosidetto  endotelioma  maligno 
che  al  tipico  cancro.  Resta  però  sempre  fermo  che  un  complesso 
di  dati  istologici  permette  di  distinguere  Tendotelioma  delle  sierose 
dal  cancro,  e  questi  dati  istologici  si  riscontrarono  nei  tre  casi 
illustrati  dall'autore.  I  principali  fra  essi  sono:  l'intimo  nesso  fra 
connettivo  e  cellule  neoplastiche,  la  tendenza  in  queste  ultime 
a  disporsi  in  irregolari  formazioni  tubulari,  il  polimorfismo  e  la 
forma  spesso  fusata  delle  cellule  medesime  e  la  completa  nian- 
canza  in  esse  di  inclusioni  o   di   degenerazioni   cellulari. 

Questi  dati,  che  valgono  a  far  facilmente  distinguere  un 
cancro  tipico  da  un  endotelioma  maligno,  acquistano  la  massima 
importanza  quando  si  voglia  diff'erenziare  un  cancro  primitivo 
della  pleura  da  un  endotelioma  dei  linfatici  sottopleurici,  special- 
mente in  quei  casi  in  cui  non  si   riesce  a  dimostrare   la  matrice. 

G.  P.  Magrini  :  Hidle  variazioni  di  lirdlo  dei  laghi  lAtpi.nni 
^presentata  dal  prof.  F.  Lori,  s.  e.  (e.  s.)  ).  —  Sono  deficientissime 
le  ricerche,  e  non  solo  in  Italia,  sui  rapporti  fra  la  quantità  d'acqua 
caduta  in  un  bacino  scolante  e  la  parte  d'acqua  raccolta  dal  suo 
collettore.  L'A.,  dopo  aver  coordinato  i  dati  d'osservazione  esistenti, 
considera  le  variazioni  di  livello  del  lago  di  S.  Croce  e  del  lago 
Morto,  in  relazione  alle  precipitazioni. 

Questo  studio  è  reso  in  special  modo  interessante  dal  fatto 
che  i  due  laghi,  vicinissimi  fra  loro  e  quindi  in  condizioni  cli- 
matiche e  meteoriche  quasi  eguali,  appartengono  ciascuno  ad  una 
delle  due  grandi  categorie  in  cui  si  dividono  i  laghi  :  aperti  e  chiusi 
ed  il  cui  regime  idraulico  è  essenzialmente  diverso. 


64  ADUNANZA    ORDINARIA    DELL'8    DICEMBRE    1907 

Inoltro  per  il  grande  dislivello  esistente  fra  essi  (all' incirca 
1 10  IH.)  sarebbe  possibile  ricavarne  una  forza  idraulica  considerevole  : 
lo  studio  presenta  quindi  un'importanza  pratica  immediata;  come 
pure  la  presenta  per  il  progetto,  in  corso,  di  bonifica  della  zona 
di  terreno  inondata  dal  Rai,  canale  emissario  del  lago  di  S.  Croce, 
che  si  vorrebbe  eseguire  aprendo  un  canale  nella  valle  del  Me- 
schio,  attraverso  il  lago  Morto. 

Terminate  le  letture  l' Istituto  si  raccoglie  in  adunanza  pri- 
vata per  la  relazione  annuale  della  Giunta  alla  Biblioteca  e  per 
altri  affari  di  interna  amministrazion(\ 


Il  Presidente 
C.  F  .    FERRARIS 

Il  Vicesegretario 

(>.    OCOIUNI-BONAKFONS 


Atti  del  reale  Istituto  Venkto  di  scienze,  lettere  ed  arti 
Aiiiu)  acciul.Miiico   l'.K)7-l»()8  -  l\)iiin  LXVIi  -  Parie  prima. 


XOTA 

SOPRA  UN'ESEMPLARE  D"  INfiriLLA  DI  UNO  SPICCATO  METACROMATISMO, 
REGALATA  ALLE  COLLEZIONI  DELL'ISTUFUTO  DAL  SlliN.  AVY.  (i.  H.  VOLTOLINA 

DI  ENlilCO  FILIPPO  TKOIS,  m.  e. 

(^Adunanza  dell'  8  dicembre  1907 ) 


\i  esemplare  d'Aiiguillu  rhe  presseiito  è  dono  cortese  ed  in- 
teressantissimo  del  sig-.  avvocato   (i.   li.   Voltolina. 

Eii'li  la  ebbe  vivente  pescata  nella  notte  del  18-14  ottobre  p.  p. 
nella  Valle  Dogado  Montiroii  in  Laguna  Superiore  nel  ('oninne 
amministrativo-censnario  di  liurano  e  precisamente  nella  località 
denominata  Oanal  Bachetta. 

Posta  in  un  ac(piario  visse  tino  ai  primi  giorni  del  p.  p.  no- 
vembre. 

Due  anni  fa  ho  avuto  occasione  di  fai-  conos(;ere  un  caso 
analogo  di  nietacroniatisnn)  in  (piesta  sp(>cie,  caso  rarissimo  quando 
entra  per  ter/a  tinta  il  giallo  che  in  (pu'sto  esemi>lare  è  larg'a- 
mente  profuso  mentre  non  era  così  nel  precedente  nel  fjuale  poi. 
r  azione  del  li(]UÌdo  conservatore  ha  tinito  col  farne  sparire  gran 
parte  (>). 

L'  animale  misura  m.  0,HS  in  lunghezza  totale  e  presenta 
distintissime  tre  tinte. 

Domina  in  generale  il  bianco  splendente  nella  parte  inferiore 
con  macchie  volg^enti   al  bruno  v(»rdastro,  in    molti  punti   sbiadito 


(1)  Nota    sopra  un.  caso    dì    ìUffacroiiiafùiiid    iteli'  (Uif/u fila.  —  Atti 
lei  R.  Istituto  Veneto.  -  Adunanza  del  14  maggio   lyoò. 


()()       E.  V.  TROIS-  NOTA  SOPKA  Ux'eSEMPLAKK    l)'AX(iriLLA  ECC. 

estese  lung-o  il  dorso  e  spesso  interrotte  e  quasi  sovrapposte  a 
larghe  macchie  discoidi  di  un  giallo  cadmio  chiaro. 

Le  macchie  gialle  raggiungono  ed  in  (pialche  punto  sorpas- 
sano la  linea  laterale  mentre  (juelle  brune  poco  si  estendono  sul 
dorso  lasciando  verso  la  coda  irregolari  intervalli  ;  esse  abbondano 
alterinite  da  macchie  gialle  sulla  pinna  dorsale  mancando  sulhi 
fine  della  pinna  stessa.  Tanto  sull'  orlo  della  pinna  dorsale  <[uanto 
nella  caudale  vi  sono  piccole  macchie  di  un  nei'o  intenso  che  si 
trovano   raramente  in  altri   punti   del  corpo. 

E  singolare  che  di  cpiesta  t'orma  rara  di  metacromatismo  de- 
nominata dal  compianto  prof.  Pavesi  Icteropardalis  si  sieno  veri- 
ficati a  poca  distanza  di  tempo  tre  casi  in  esemplari  provoiieiiti 
dalle  acque  di  Venezia;  T.  quello  da  me  presentato  nell'  adunanza 
di  maggio  in05  ;  ir.  l'altro  veduto  dal  Ninni  a  (Jhioggia  jìure  nel 
1005(1);  III.  (piesto  che  oggi  presento  dovuto  alla  cortesia  del- 
l' avv.  (1.  B.  A'oltolina  al  (juale  vanno  resi  i  piii  vivi  ringrazia- 
menti. 


(1)  Ninni  jjot'J'.  Emilio  -  MahirroiiKiLisuio  in  pet^ri nicculli  nel  iina-c 
e,  kffjune  di  Venezùi.  —  Congresso  dei  Naturalisti  italiani.  Miliiiiu,  ir>-l!) 
Settembre,  190<5. 


(Licenziate  le  hozze  per  la  ^f<tmp<i  iì  (n'orno   10  rlirrmhrp  1907), 


9U1 


Atti   dkIì  RkaIìK  Isi-i  rii'i'o   Vknkto  di  s(;1i<;n/k,  nkttkhk  kd   aR'i'1. 
Anno  accH(loiuico  l'.K)7-l)u8  -  Tomo  LXVIL  -  Patte  priniu. 


A  1)  ri  N  A  N  Z  A     ORDINARIA 
DEL  12  GENNAIO   1908 


PRESIDENZA  DEL  M.  E.  VERONESE 

VICEPBESIDENTE 

Presenti  i  iiieiubri  effettivi:  G.  Bpìrchbt,  segretario;  OcciONi- 
BoNAFFONS,  vice-segretario  ;  Lorbnzoni,  Tkois,  Bellati, 
Martini,  Da  Schio,  Molmenti,  Stefani,  G.  B.  De  Toni, 
Galanti,  Ricci,  Polacco,  Verson,  Brugi,  Ciscato,  "  Bo- 
NOME,  Catella  NI,  Crescini,  N.  Tamassia;  ed  i  soci  corri- 
spondenti: BoRDiGA,  G.  Spiga,  D'Arcais,  Castelnuovo,  Pre- 
DELLi,  Breda,  Giordano. 

Giustificata  l'assenza  dei  mm.  ee.:  De  Giovanni,  P.  Spiga,  Teza, 
Fogazzaro. 

Letto  ed  approvato  l'Atto  della  precedente  adunanza,  il  Presi- 
dente annunzia  la  morte  del  nostro  socio  corrispondente  estero 
Guglielmo  Thomson  (Lord  Kelvin)  professore  di  fisiologia  naturale 
all'Università  di  Glasgow  e  brevemente  lo  commemora,  dando  poi  la 
parola  al  m.  e.  Bellati,  il  quale  pronunzia  un  breve  discorso  a  cui 
tutti  i  convenuti  si  associano. 

Terminata  la  commemorazione,  il  Presidente  propone,  e  l'Isti- 
tuto approva,  che  si  mandino  telegrammi  di  condoglianza  all'Uni- 
versità di  Glasgow  e  alla  Società  Reale  di  Londra,  comunicando 
a  quei  Corpi  scientifici  hi  manifestazione  odierna  del  nostro  Istituto. 

(Quindi  il  Presidente  fa  circolare  il  catalogo  dei  libri  ed  opu- 
scoli acquistati  e  pervenuti  in  dono  dall'ultima  adunanza. 

Seguono  le  letture  : 

E.  Teza,  m.  e.  :  (coli'  incarico  al  m.  e.  Polacco  della  presen- 
tazione) Come  Pàlukàmja  diventasse   maestro  di  Elefantiatria. 


iìi^  ADUNANZA     OIUJIXARIA    HKF.    12    (tKXNAK)     1908 

R.  Cessi  :  Ppv  la  f^foria  delle  Corporazioni  dei  mercanti  e  della 
lana  in  Padora,  ìlei  secoli  XIII  e  XIV  (presentata  dal  prof.  N. 
Taniassia,  m.  e.,  a  termini   dell'art.   16   del  Regolamento). 

L' A.  presenta  il  riassnnto  di  nn  suo  lavoro  sullo  stesso 
argomento  di  prossiiìia  pubblicazione,  condensando  in  breve  le 
conclusioni,  che  egli  ha  potuto  desumere  nelle  sue  ricerche. 

La  più  antica  e  la  più  forte  corporazione  fu  quella  dei  mer- 
canti, che  esercitava  il  commercio  esterno  ;  solo  più  tardi  verso  la 
fine  del  secolo  XII  dalla  vecchia  corporazione  dei  pignolati  si 
svolse  r  arte  della  lana  (/enfile,  che  fiorì  alla  fine  del  secolo  XIY, 
sovrapponendosi  alla  vecchia  arte  dei  mercanti.  Fu  allora  che  al 
commercio  della  pi'oduzione  estera  si  sostituì  l'industria  cittadina. 

L.  S.  Da  Rios  :  Sul  sistema  di  due  equazioni  implicite  studiate 
da  Laplace  (presentata  dal  prof.  F.  D'  Arcais,  s.  e,  (e.  s.)). 

L'  A.  estende  al  caso  di  dne  equazioni  un  tipo  di  sviluppo 
recentemente  proposto  dal  Prof.  Levi-Civita.  Anche  qui  la  consi- 
derazione delle  funzioni  inverse  porta  ad  uno  sviluppo,  che  congiunge 
la  semplicità  nella  legge  di  formazione  dei  termini  all'  aumento 
progressivo  dell'  ordine  da  termine  a  termine.  Segue  un  elegante 
esempio  ad  illustrazione  delle  formule  trovate. 

Terminate  le  letture  il  ni.  e.  Brugi  ricorda  che  il  nostro  socio 
onorario  prof.  Ardigò,  nel  giorno  28  corrente,  entra  nel  suo  80° 
anno  di  vita,  e  non  dubita  che  anche  1'  Istituto,  come  l'Università 
Patavina,  vorrà  ricordarsene. 

Il  I/residente  risponde  aver  la  Presidenza  già  pensato  al 
dovere  che  le  incombe  di  onorare,  nell"  Ardigò,  quella  libertà  di 
pensiero  di  cui  la  Repubblica  Veneta  era  così  gelosa  custode. 

L'Istituto  si  raccoglie  in  seduta  privata  nella  (juale,  fra  altro, 
rimane  approvato  il  J^reventivo   1908  della  Fondazione  Minich. 


//    \' ice-  l^residente 
a.  VERONESE 

Il   Vù'.es^egrHario 

G.    OOCIONI-BONAFPONS 


Atti  deIì  kkamo   1stitiit(j    Vknktu   ih  si;ikn/k,   lihn'TEKh;   kd  arti 
Aimo  iicouduiiiico  1;K)7-ÌK)8  -  Turno  LXVII  -  Parte  prima. 


LORD    KELVIN 


P  A  R  O  I.  K    P  R  O  ÌS^  U  N  C  I  A  T  E 

D  A  L  p  K  o  i\  c  u.  M  A  N  F  K  E  D  0    BELL  A  T  I,  m.  e. 

/U'ir«i/Hnunza  del  12  gennaio    1!)()S'    « 


Il  17  dello  scorso  decembre  morì  a  Glasg-ow  Lord  Kelvin, 
che  da  quasi  un  ventennio  apparteneva  al  nostro  Istituto  in  qua- 
lità di  Socio  straniero.  Per  <|uesta  rag-ione,  e  perchè  William 
Thomson,  divenuto  poi  Lord  Kelvin,  fu  uno  degli  uomini  più 
lìenemeriti  della  Scienza  e  della  Società,  mi  pare  conveniente  che, 
nel  primo  giorno  in  cui  ci  troviamo  riuniti  dopo  la  sua  morte, 
parta  anche  da  noi  un  saluto  reverente  alla  memoria  di  (]uel 
Grande. 

AVilliam  Thomson  fu  certamente  un  grande  fisico  e  ma- 
tematico, forse  il  più  grande  nell"  uUima  metà  del  secolo.  Nato 
nel  1824  da  James  Thomson,  che  fu  nnxtematico  di  non  ce 
nume  valore  e  professore  all'  università  di  (llasgow,  William  a 
10  anni  si  matricolò  a  quella  università,  a  17  pubblicò  i  primi 
lavori  scientifici  ed  a  22  venne  eletto  professore  di  Filosofia  natu- 
rale nella  medesima  università.  Tenne  ([uel  posto  fino  al  1899, 
rimanendo  però  sempre  legato  all'  università  anche  dopo  aver 
lasciato  r  insegnamento  ufficiale.  Nel  1892  fu  creato  barone  e  da 
allora  ebbe  il  titolo  di  Lord  Kelvin. 

Non  e'  è  quasi  ramo  della  Fisica,  matematica  e  sperimen- 
tale, di  cui  il  Thomson  non  si  sia  occupato.  Le  sue  publ)licazioni 
sommano  a  parecchie  centinaia  ;  alcune  sono   di  g-ran  mole,  altre. 


70  M.    BELLATI 

magari  brevissime  ;  ma  tutte  dotate  di  un'  impronta  originale  e 
tutte  sommamente  suggestive.  Molti  altri  Fisici  trovarono  in  quei 
lavori  r  ispirazione  e  l' invito  ad  ulteriori  ricerche,  cosi  che  può 
ben  dirsi  che  buona  parte  della  Fisica  moderna  ripeta  la  sua  ori- 
gine dalle  concezioni  del  Thomson.  Sarebbe  cosa  impossibile,  e 
da  parte  mia  temeraria,  di  analizzare  ora  1'  opera  scientifica  del 
Thomson  :  mi  limiterò  a  qualche  cenno  brevissimo  e  saltuario. 

Eorli  fu  uno  dei  fondatori  della  termodinamica  :  a  lui,  insieme 
al  Clausius,  spetta  il  vanto  d'  aver  stabilito  il  secondo  principio 
fondamentale  della  termodinamica  ;  a  lui  si  devono  le  più  sva- 
riate applicazioni  di  questa  scienza  e  quel  principio  della  degra- 
dazione dell'  energia,  le  cui  conseguenze  si  spingono  fino  a  pre- 
vedere i  lontani  destini  dell'  universo. 

Un  altro  vasto  campo  di  ricerche  fu  per  il  Thomson  l'elet- 
tricità ed  il  magnetismo.  Cominciò  coli'  occuparsi  teoricamente  e 
sperimentalmente  dell'  elettrostatica  e  riuscì,  primo  fra  tutti,  a  com- 
piere misure  elettrostatiche  rigorose  mercè  l' invenzione  di  varie 
specie  di  elettrometri  di  mirabile  delicatezza  e  precisione.  Fino 
dal  1853  egli  dimostrò  come  la  scarica  d'  un  condensatore  elet- 
trico deva  in  certi  casi  riuscire  oscillatoria  ;  più  tardi  il  Feddersen 
constatò  sperimentalmente  il  fenomeno,  che  divenne  il  punto  di 
partenza  degli  studi  famosi  rlell'  Hertz  e  dell'  applicazione  alla 
telegrafia  senza  fili.  Anche  nell'  elettromagnetismo  il  Thomson 
lasciò  traccie  profonde  con  ricerche  teoriche  importantissime  e 
coir  invenzione  di  parecchi  preziosi  strumenti  di  misura,  che  vanno 
dal  galvanometro  a  specchio  alla  bilancia  elettro-magnetica  e  che 
sono  continuamente  usati  nei  laboratori  scientifici  e  nell'  industria 
elettrotecnica.  Perchè  il  Thomson  ebbe  il  pregio,  non  certo  fre- 
quente in  chi  si  occupa  delle  più  alte  speculazioni  teoriche,  di 
mirare  sempre  anche  all'  utilità  pratica,  che  si  può  trarre  da  quelle 
teorie.  Egli  fu  un  sommo  Fisico  e  Matematico,  ma  fu  anche  un 
sommo  ingegnere.  È  anzi  quest'  ultima  qualità  che  più  special- 
mente gli  procurò  alta  rinomanza  presso  il  gran  pubblico.  Si  deve 
infatti  in  gran  parte  agli  studi  ed  all'  ingegno  di  lui  se,  dopo  una 
lotta  titanica  contro  difficoltà  che  parevano  insormontabili  e  dopo 
vari  insuccessi,  si  riuscì  a  costruire  e  posare  felicemente  un  cavo 
transatlantico  ed  a  telegrafare  attraverso  ad  esso  in  modo  spedito 
e  sicuro.  E  questo  trionfo  dell'  ingegno  umano  e  V  indirizzo  pra- 


IN    MEMORIA    DI    LORD    KELVIN 


71 


ticO;  che  il  Thomson  dava  a  molte  sue  ricerche,  portarono  anche 
un  altro  vantao;o-io  :  quello  di  avvicinare  la  tecnica  e  la  scienza, 
che  a  quei  tempi,  specialmente  nell'  Inghilterra,  vivevano  quasi 
estranee  1'  una  all'  altra.  L'  esempio  e  l' influenza  del  Thomson 
contrihuirono  potentemente  a  persuadere  i  tecnici  dell'  utilità  ed 
anzi  della  necessità  di  prendere  conoscenza  e  di  valersi  delle  teo- 
rie scientifiche,  ed  a  persuadere  gli  scienziati  che  anche  nella 
tecnica  possono  trovare  un  vasto  campo  di  studio  e  che  dai  pro- 
gressi tecnici  anche  la  scienza  può  trarre  gran  beneficio.  Lo  stesso 
indirizzo  pratico  guidò  il  Thomson  nei  suoi  studi  a  vantaggio  della 
navigazione,  la  quale,  fra  1'  altro,  è  debitrice  a  lui  di  notevoli 
perfezionamenti  e  semplificazioni  nella  pratica  degli  scandagli  e 
di  importanti  modificazioni  alla  bussola  marina,  rese  necessarie 
dalla  sostituzione  del  ferro  al  legno  nella  costruzione  delle  navi. 
"Sin  tralascio  di  parlare  di  ciò  e  della  parte  notevolissima  che  il 
Thomson  ebbe  per  far  accettare  il  sistema  di  misure  elettriche 
basato  sul  centimetro,  il  grammo  e  il  secondo,  —  e  dei  suoi  studi 
sulla  trasmissione  del  calore,  e  delle  sue  speculazioni  sulla  natura 
degli  atomi,  e  su  tanti  e  tanti  altri  argomenti.  Chi  si  fa  a  consi- 
derare r  opera  del  Kelvin  rimane  quasi  sgomento,  tanta  e  la 
massa  di  lavoro  che  quel  sublime  ingegno  accumulò  in  tredici 
lustri  di  un'  attività  meravigliosa.  —  Ora  egli  riposa  :  riposa  in 
luogo  degno  di  lui  ;  là,  nell'  abbazia  di  AVestminster,  vicino  al 
Newton,  di  cui  fu  emulo  nobilissimo. 


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At'I'i  dki,  liiiAhK  Istituto   Vknkto   di  sciknzk,  r.KTTKRb;  ku  arti. 
Anno  accademico  1907-91)8  -  Tomo  LXVII  -  Parte  prima. 


A  1)  (I  N  A  N  Z  A     ()  R  1)  l  N  A  Iv  1  A 
DEL  9  FEIilHfAK)   1!)08 


preside:n^za  dei.  pkoe.  luiiknzoki 

MEMBRO    effettivo    ANZIANO 

Prosenti  i  membri  effettivi  :  Ci.  Berchet,  segretario  ;  Occiont- 
BoNAFPONS,  vice-seg-retario  ;  Tkois,  P.  Spiga,  Martini,  A. 
Tamassia,  Da  Schio,  Molmenti,  Stefani,  Gr.  B,  De  Toni, 
Galanti,  Eicci,  Verson,  Brugi,  Ciscato,  Bonome,  Crescini, 
N.  Tamassia;  ed  i  soci  corrispondenti  :  F.  Berchet,  Bordiga, 
G.  Spiga,  Predelli,  Biadego,  Breda,  Malagola,  Levi-Gi- 
vita,  Medin,  Forti,  Giordano,  Morelli. 

Giustificata  l'assenza  del  Presidente  Ferraris,  del  Vicepresidente 
Veronese,  dei  mni.  ee.  :  Favaro,  Teza,  Vicentini,  Catellani. 

Nel  giustificare  l'assenza  del  m.  e.  Vicentini,  il  Presidente 
no  dichiara  il  gravissimo  motivo  di  lutto  domestico,  e  tutti  i  pre- 
senti esprimono  unanimi  gli  atti  della  più  sentita  condoglianza, 
incaricando  il  Presidente  di  farsene  interprete  presso  il  collega. 

Letto  ed  approvato  l'Atto  della  precedente  adunanza,  il  Pre- 
sidente comunica  che  il  m.  e.  Polacco,  rettore  dell'Università  di 
Padova,  ò  stato  delegato  a  rappresentare  il  nostro  Istituto  alle 
(iiioranze  rese  al  prof.  comm.  Roberto  Ardigò,  nostro  membro  ono- 
rario, in  occasione  del  suo  80"  genetliaco.  Il  prof.  Ardigò  rispose 
con   una  nobile  lettera  della  quale  si  dtà  lettura. 

Annunzia  in  oltre  la  morte  del  prof.  comm.  Rinaldo  Ferrini 
m.  e.  e  Segretario  per  le  scienze  dell'Istituto  Lombardo.  Il  Se- 
gretario m    e.  G.  Berchet  pronunzia,  invitato,  le  seguenti   parole  : 


»4  ADITNANZA    ORDINARIA 

"  Con  scMitiiiuMito  (li  profondo  rtiniiiuirico,  partecipo  la  morte  del 
„  prof,  conini.  Rinaldo  Ferrini  segretario  da  ben  27  anni  per  la  classe 
„  delle  scienze  matematiche  e  naturali  nel  Reale  Istituto  lom- 
„  bardo.  Fu  professore  di  fìsica-tecnologia,  pubblicò  :  Eletricità  e 
„  Magnetismo  —  Tecnologia  del  calore  —  Recenti  progressi  ncl- 
^  r  applicazione  dell'elettricità^  ed  altri  scritti  tutti  improntati  di 
„   scientifico  acume  e  di  sapore  letterario. 

"  Giovedì  16  gennaio  egli  assistette  alle  sedute  ordinarie 
„  dell'  Istituto  lombardo,  il  giorno  seguente  venne  colpito  da  acu- 
,.   tissima  polmonite  che  in  cinque  giorni   lo  trasse  alla  tomba. 

"  L' Istituto  veneto  fu  rappresentato  ai  funerali.  Sento  il  do- 
„  vere  di  porgere  dinanzi  a  voi,  riverente  omaggio  alla  cara  me- 
„   moria  dell' aflFezionato  collega    „. 

Il  Presidente  partecipa  che  il  terzo  tomo  (2"  volume)  della 
Relazione  del  doti.  cav.  Gerola  Monumenti  Venefi  neW  isola  di 
Creta  ò  già  stampato  e  sarà  quanto  prima  distribuito.  Esso  è  riu- 
scito, come  i  precedenti,  molto  elegante  e  ricco  di  illustrazioni; 
ma  riceve  particolare  importanza  e  splendore  dalle  numerose  tavole 
cromolitografiche,  alla  cui  spesa,  come  l' Istituto  sa,  generosamente 
concorse  il  nostro  collega  m.  e.  senatore  Papadopoli-Aldobrandini. 

Il  Presidente  fa  sapere  essere  giunta  all'  Istituto  la  II.  cir- 
colare, accompagnata  dalle  schede  di  adesione,  per  chi  volesse 
partecipare  al  IV  Congresso  Internazionale  dei  matematici  che 
si  terrà  in  Koma  dal  6  all' 11   Aprile  a.  e. 

Infine  fa  circolare  il  (catalogo  dei  libri  ed  opuscoli  acquistati 
e  pervenuti  in  dono  dall'  ultima  adunanza,  fra  cui  segnala  tre 
opuscoli   del  prof.  A.   Guébhard  presentati   dal   m.  e.   Martini. 

Si  viene  poi  alle  seguenti  letture: 

Vt.  lirugi,  m.  e.:  La  filo  sofia  nel  sistema  delle  scienze  secondo 
F  Ardiijò.  —  L'A.  esamina  il  modo  in  cui  l'Ardigò  intende  la 
filosofia.  Da  tutto  il  sapere  che  essa  abbracciò,  le  rimase  (hip- 
primu  la  Metafisica,  1'  Etica,  la  Logica  in  antitesi  alle  scienze  na- 
turali  distinte  soprattutto   dal   metodo  diverso. 


DEL    9    FEBBRAIO    1908  75 

(Quando  (}Uosto  stesso  metodo  fu  applicato  alla  filosofia  tornò 
a  farsi  più  vivo  il  problema  del  concetto  e  dei  limiti  della  filo- 
sofia. L'  Ardigò  assegna  alla  filosofia  un  gruppo  di  scienze  :  una 
scienza  filosofica  generale  e  delle  scienze  filosofiche  speciali. 

(Queste  sono  la  psicologia  e  la  sociologia  :  l'una  studiò  il  fatto 
psicologico,  l'altra  il  fatto  sociale.  La  Sociologia  abbraccia,  se- 
condo lui,  l'Etica,  la  Giurisprudenza,  l'Economica.  Sono  partizioni 
scolastiche  che  non  spezzano  i  limiti  del  fatto  umano.  Alla  filo- 
sofia generale  restano  i  problemi  superiori  a  tutte  le  scienze 
speciali  e  cui  tutte  queste  approdano  :  problemi  dell'uomo  e  del 
mondo. 

P.  Pennato,  s.  e.  :  La  Radiologia  della  pleurite.  —  La  radio- 
logia dimostra  come  si  comporta  la  linea  superiore  del  versamento, 
che  è  conforme  a  quanto  ha  osservato  Domoiseau. 

Ancora  lo  studio  radiologico  dimostra  la  parte  che  ha  lo 
spostamento  del  cuore  nel  triangolo  paravertebrale  di   Grocco. 

F.  Muraro  :  Soluhilifù  dei  veri  e  falsi  tannati  di  chinina  (pre- 
sentata dal  prof.  P.  Spica,  m.  e.,  a  termini  dell'art.  IG  del  Re- 
golamento). —  Nel  suo  studio  V  A.  giunge  a  preparare  un  tannato 
finora  non  descritto  e  dà  risultati  che  interessano  molto  per  risol- 
vere la  questiono  dibattuta  sull'  efìfìcacia  terapeutica  dei  tannati 
di  chinina. 

M.  Stenta  :  Osservazioni  sul  genere  Pinna  (presentata  dal 
prof.  E.  Yerson,  ni.  e.,  (e.  s.).  —  L'  A.  studia  il  modo  speciale 
di  fissazione  che  questo  mollusco  pratica,  e  le  modificazioni  ana- 
tomiche dovute  appunto  alla  sua  sedentarietà.  Con  V  estremità 
anteriore  del  corpo,  la  Pinna  sta  infissa  verticalmente  nella  sab- 
bia 0  nel  fango,  e  si  attacca  mediante  i  lunghi  filamenti  del  bisso 
alle  rocce  del  fondo  del  mare.  Questa  sedentarietà  tutta  speciale 
che  non  s' incontra  in  nessuna  delle  categorie  fin  qui  distinte 
dagli  autori,  determina  anzitutto  il  prevalente  sviluppo  anteropo- 
steriore,  e  la  formazione  di  setti  all'  apice  della  conchiglia. 

Il  continuo  accrescimento  dell'  animale  rende  necessaria  una 
successiva  migrazione  dei  muscoli  adduttori,  e  dei  loro  attacchi, 
onde  tutta  la  massa  del  corpo  è  obbligata  a  retrocedere. 


76  ADUNANZA    OEDINARIA    DEL    9    FEBBRAIO    1908 

[ii  relazione  con  la  vita  sedentaria  cefalotetiea  propria  del  ge- 
nere Pinna,  V  A.  rileva  poi  altri  fatti  anatomici  e  fisiologici,  quali 
la  formazione  di  una  doccia  ciliata  simmetrica  su  ambedue  i  lobi 
del  mantello  ;  la  presenza  di  un'  appendice  sensibile  erettile  sopra- 
senale  ;  e  il  forte  sviluppo  della  corrente  palliale  di  eliminazione. 

Terminate  le  letture  V  Istituto  si  raccoglie  in  seduta  privata. 


//  31.  E.  anziano 
G.    LORENZONI 

//  V-iresef/rdario 

CI.    OoGTONI-BONArKONS 


Atti  dkl  Reale  Istituto  Veneto  di  scienze,  lettere  Et)  arti. 
Anno  aceadeinico  1907-908  -  Tomo  LXVII  -  Parte  prima. 


ADUNANZA    ORDINARIA 

DELL' 8  MARZO  1908 


PRESIDENZA  DEL  m.  e.  FERRARIS 

PRESIDENTE 

Presenti  i  membri  effettivi:  Yeronese,  vice-presidente  ;  G.  Berchet, 
segretario  ;  Occioni-Bonaepons,  vice-segretario  ;  Lorenzoni, 
Trois,  Favaro,  De  Giovanni,  Bellati,  P.  Spiga,  Martini, 
A.  Tamassia,  N.  Papadopolt,  Da  Schio,  Molmenti,  Ste- 
fani, Fogazzaro,  G.  B.  De  Toni,  Galanti,  Ricci,  Polacco, 
Vicentini,  Verson,  Brugi,  Ciscato,  Bonome,  Catellani, 
Crescini,  K  Tamassia;  ed  i  soci  corrispondenti  :  Bordiga, 
G.  Spica,  D'Arcais,  Castelnuovo,  Predelli,  Bertelli, 
De  Marchi,  Forti,  Giordano,  Meschinelli. 

Letto  ed  approvato  l'Atto  della  precedente  adunanza,  il  Pre- 
sidente apre  la  seduta  commemorando  con  le  seguenti  parole  il 
prof.  Giuseppe  Bardelli  m.  e.  dell'Istituto  Lombardo,  appartenente 
alla  classe  delle  scienze  matematiche  e  naturali. 

"  Il  R.  Istituto  lombardo;  unito  da  così  intimi  vincoli  al  nostro 
„  e  già  colpito  da  frequenti  lutti  nei  suoi  membri  effettivi,  ne 
„  ebbe  recentemente  un  altro  colla  morte  del  prof.  Giuseppe 
„  Bardelli,  che  vi  apparteneva  dal  14  luglio   1887. 

"  Valente  cultore  dello  scienze  matematiche,  come  lo  provano 
„  numerosi  suoi  scritti,  egli  amò  dedicare  il  meglio  della  sua  atti- 
„  vita  all'  insegnamento,  come  professore  di  meccanica  razionale 
„  nel  R.  Istituto  tecnico  superiore  di  Milano,  e  alla  presidenza  del 
„  R.  Istituto  tecnico  Carlo  Cattaneo  pure  in  Milano.  Nella  prima 
„  carica  egli  rivelò  insigni  qualità  didattiche  ;  fu  insegnante  mi- 
„  rabile  per  chiarezza  ed    efficacia  :  quanto    alla    seconda    carica 


78  abijna:i^za  ordinaria 

„  basti  (lire  che  il  R.  Istituto  tecnico  Carlo  Cattaneo  divenne  uno 
„  dei  più  rinomati  del  Regno  per  la  cura  la  solerzia  l' energia 
..  indofesse,  colle  quali  il  Bardelli  vigilò  al  mantenimento  della 
„  disciplina  fra  gli  allievi  ed  all'  adempimento  dei  loro  doveri  da 
„  parte  degli  insegnanti  :  egli  seppe  inoltre  colla  creazione  della 
„  scuola  dei  capomastri  rendere  quell'  istituto  utilissimo  anche 
„  neir  ordine  pratico  per  una  città  di  così  portentoso  sviluppo 
„  edilizio  come  Milano. 

"  Io  ebbi  il  Bardelli  a  collega  per  alcuni  anni  nel  Consiglio 
„  superiore  di  pubblica  istruzione  ed  ho  potuto  allora  conoscere 
„  quanto  severo  fosse  il  suo  carattere,  lucida  la  sua  mente,  mo- 
„  desta  la  sua  vita,  qualità  che  lo  resero  anche  molto  rispettato 
„  nelle  cariche  pubbliche  da  lui  coperte  oltre  alle  accennate. 

"  [1  nostro  Istituto  ha  mandato  le  sue  condoglianze  al  lom- 
„  bardo,  condoglianze  delle  quali  ho  voluto  che  fossero  novella 
„  espressione  queste  mie  parole  „. 

Partecipa  i  ringraziamenti  del  m.  e.  Vicentini  per  la  parte 
presa  dall'Istituto  al  suo  lutto  ;  ed  i  ringraziamenti  della  Univer- 
sità di  Glasgow  per  le  manifestazioni  di  cordoglio  dell'  Istituto 
stesso  per  la  morte  di  Lord  Kelvin. 

Partecipa  inoltre  che  all'  invito  della  Università  popolare  di 
Venezia  per  la  commemorazione  del  H"  centenario  dalla  nascita 
di  E.  Torricelli  tenuta  dal  m.  e.  Martini,  fu  delegato  a  intervenire 
il  m.  e.  vicesegretario  (3ccioni-BonaflFons. 

Presenta  il  catalogo  dei  libri  ed  opuscoli  acquistati  e  perve- 
nuti in  dono  alla  P>iblioteca  dall'ultima  adunanza,  facendo  speciale 
menzione  dei  doni  della  R.  Università  di  Upsala  :  Lettere  di 
Linneo,  Bibliografia  Linneana,  Ritratti  di  Linneo  e  dell'  opera  : 
Zoologiska  studier. 

Invita  poscia  il  m.  e.  Nino  Tamassia  a  dar  lettura  della  sua 
Commemorazione  di  Fedele  Lampertico. 

L'Istituto  accoglie  con  vivi  applausi  tale  Commemorazione  e 
il  Presidente,  ringraziando  l'oratore,  interpreta  la  unanime  dimo- 
strazione come  omaggio  al  compianto  collega  e  a  chi  ne  disse  le 
lodi  con  splendida,  incisiva,  commossa  parola. 


dell'  8  MARZO   1908  79 

Seguono  le  letture  poste  airordiiie  del  giorno  : 

A.  Favai'o,  in.  e.  :  Intorno  ad  una  scrittura  inedita  di  Archi- 
mede nuovamente  scoperta  e  pubblicata.  Coim;nicazione.  —  L'  A. 
(là  notizia  all'Istituto  della  scoperta  fatta  (lai  prof.  Heiberg  di 
una  nuova  scrittura  di  Arcliiuiede  e  ne  dimostra  la  importanza 
tanto  per  ciò  che  concerne  un  più  esatto  apprezzamento  del  me- 
todo Archimedeo  quanto  per  ciò  che  risg-uarda  in  generale  la 
storia  delle  matematiche. 

E.  Arrigoni  Degli  Oddi,  a.  o.  :  .Note  ornitologiche  sulla  Colle- 
zione del  Monte  apparteìiente  alla  signora  marchesa  M.  Pauluccl.  — 
L'  A,  illustra  gli  esemplari  più  interessanti  che  fanno  parte  della 
Raccolta  Ornitologica  del  Monte  presso  Antaldo  appartenente  alla 
signora  marchesa  M.  Paulucci.  Constata  che  è  una  collezione  molto 
notevole,  anzi  una  delle  migliori  d' Italia  ed  offre  dettagliate  no- 
tizie sugli  individui  e  sulle  serie  che  gli   parvero  più   meritevoli. 

Cita  inoltre  le  numerose  Raccolte  della  Toscana,  dicendole 
tutte  degne  di  esser  meglio  conosciute  dal  Naturalista. 

L.  De  ^larchi,  s.  e.  :  Teoria  della  doppia  oscillazione  diurna 
del  barometro.  —  L'  A.  considera  la  doppia  oscillazione  diurna 
come  risultante  di  una  variazione  semplice  rispondente  alla  varia- 
zione diurna  della  temperatura,  e  da  una  variazione  pure  semplice, 
ma  in  senso  opposto,  e  che  si  può  determinare  graficamente,  di 
uno  0  più  elementi  incogniti.  La  forma  della  curva  esprimente 
questa  seconda  variazione  segnala,  per  analogia  colla  discussione 
delle  curve  mareometriche,  che  essa  si  può  considerare  come  ri- 
sultante dalla  sovrapposizione  di  un'  onda  diurna  e  di  un'  onda 
semidiurna. 

La  discussione  dell'  equazione  del  moto  verticale  dell'  aria 
mette  in  luce  che  l' onda  diurna  rappresenta  la  variazione  di 
pressione  negli  alti  strati  dell'  atmosfera,  la  quale  è  opposta  a 
({uella  che  risponde  alle  variazioni  di  temperatura  negli  strati 
inferiori  ;  e  che  1'  onda  seniidiurna  è  dovuta  alla  variazione  d'al- 
tezza e  di  temperatura  media  dello  strato  più  basso  entro  il  quale 
la  variazione  diurna  di  temperatura  è  sensibile.  Le  ampiezze  e  le 
fasi    di    queste    onde    diurne    e    semidiurne,    quali    sono    dedotte 


so  ADUNANZA    ORDINARIA 

dall'  equazione  del  moto,  presentano  le  proprietà  caratteristiche 
delle  costanti  della  formola  besseliana  empirica  ;  messe  in  luce 
dalla  discussione  delle  osservazioni  diurne  di  pressione  in  centi- 
naia di  stazioni  fatta  da  Hann. 

La  teoria  dà  quindi  ragione  del  fenomeno  senza  ricorrere 
a  ipotesi  cosmiche  (come  nella  teoria  di  Arrhenius)  o  a  sempli- 
ficazioni e  interpretazioni  arbitrarie  delle  condizioni  del  problema 
(òome  nella  teoria  di  Lord  Kelvin-Margules). 

A.  Bèguinot  :  Sulla  persistenza  e  caduta  delle  foglie  e  sulla 
relativa  bibliografìa^  (presentata  dal  prof.  A.  SaccardO;  m.  e.,  a 
termini  dell'  articolo  16  del  regolamento).  —  L'  A.  dopo  avere 
brevemente  esposto  i  principali  caratteri  biogeografici  dei  sempre- 
verdi italiani,  passa  a  discutere  le  cause  della  persistenza  e  della 
caduta  delle  foglie  soff'ermandosi  iu  modo  speciale  ai  recenti 
lavori  suir  argomento  relativi  alla  flora  tropicale. 

Le  conclusioni  a  cui  egli  perviene  tendono  a  dimostrare  che 
i  sempreverdi  sono  tali  perchè  adatti,  in  seguito  a  perpetuazione 
od  aquisizione  di  strutture  xeromorfe,  a  resistere,  rallentando  o 
sospendendo  la  traspirazione,  a  temperature  estreme  ;  ed  illustra 
i  casi  principali  offerti  sia  da  specie  mediterranee  che  artico- 
alpine,  scelti  fra  generi  che  hanno  entità  —  spesso  strettamente 
imparentate  —  le  une  a  foglie  persistenti  e  le  altre  a  foglie 
caduche.  E  ne  conclude  che  la  struttura  anatomo-fisiologica,  mira- 
bilmente corrispondente  in  gruppi  anche  disparati  ed  a  distribu- 
zione geografica  e  topografica  molto  diversa,  rende  conto  \lel  feno- 
meno in  questione,  per  quanto  la  costituzione  sia  della  persistenza 
come  della  caducità  dell'  apparato  fogliare  siasi  costituita  in  molti 
casi  in  condizioni  climatiche  diverse  dalle  attuali. 

L.  Maddalena  :  Le  roccie  eruttive  in  filoni  nell'alto  Vicentino 
(presentata  da  A.  Da  Schio,  m.  e.,  e.  s.). 

Il  Presidente  si  riserva  di  fare,  in  adunanza  privata,  alcune 
dichiarazioni  riguardanti  la  Memoria  del  sig.  Maddalena. 

C.  Dongiovanni  :  Sulla  ricerca  microchimica  del  fosforo  nei 
tessuti  vegetali  (presentata  dal  prof.  G.  B.  De  Toni,  m.  e.,  (e.  s.). 
—  L'  A.  dopo  aver  passato    in  rassegna  i  diversi  metodi  sugge- 


dell' 8  MARZO   1908  81 

riti  dagli  autori  (Lilieiifeld  e  Monti,  G.  Pollaccì,  A.  Arcangeli  ecc.) 
per  localizzare  i  composti  fosforati  nei  tessuti,  comunica  alcune 
osservazioni  preliminari  su  un  nuovo  metodo  per  la  ricerca  micro- 
chimica del  fosforo  nei  tessuti  vegetali,  avendo  eseguito  alcune 
esperienze  in  particolare  sopra  i  globoidi  del  grano  d'  oleurona. 

A  proposito  della  Memoria  Bongiovanni,  il  Presidente  dà  la 
parola  al  m.  e.  P.  Spica  il  quale  così  si  esprime  : 

La  comunicazione  che  il  prof.  De  Toni  ha  fatto  a  nome  del 
sig.  C.  Bongiovanni  Sulla  ricerca  microchimica  del  fosforo  nei 
tessuti  vegetali,  conferma  quanto  il  D.r  Arcangeli  sostiene  già  da 
qualche  tempo  e  quanto  (juesti,  anche  ultimamente,  pubblicò  nella 
Gazz.  chim.  ital.  (1907,  TI,  148).  Io  m' interesso  da  qualche  tempo 
di  questo  argomento  non  solamente,  ma  d'argomenti  simili  e  spero 
di  potere  fare  qualche  pubblicazione  corredata  da  risultati  speri- 
mentali. 

Il  D.r  Arcangeli  asserisce  il  vero  quando  dice  che  io  mi 
sono  associato  alla  sua  opinione  intorno  alla  ricerca  del  fosforo 
col  metodo,  originario  di  Lilienfeld  e  Monti,  chiamato  oggi  da  pa- 
recchi "  metodo  di  G.  Pollacci  ,,.  Pi.x\z\  questa  opinione  io  ho  già 
espresso  in  nota  a  pag.  286  del  voi.  I",  II  edizione  (in  corso  di 
stampa)  del  mio  libro  di  Chimica  medico-farmaceutica  e  tossicolo- 
gica. In  quella  Nota,  a  proposito  di  un  lavoro  di  Justus  suU'  esi- 
stenza e  diffusione  dell'iodio  negli  organismi  animali  e  vegetali, 
io  scrissi  queste  parole  :  "  Justus  avrebbe  riscontrato  reazioni  mi- 
„  crochimiche  che  renderebbero  probabile  l'esistenza  di  tali  sostanze 
„  (proteiche  iodurate)  nel  nucleo  delle  cellule  (p.  es.  nelle 
„  gemme  di  Fraxinus),  ma  le  esperienze  di  Justus  peccano  un  po', 
„  in  questo  riconoscimento  dell'iodio  organico,  dello  stesso  difetto 
„  che  si  riscontra  abbastanza  spesso  quando  si  vogliono  aver  ri- 
„  conosciuti  per  via  microchimica  con  reazioni  comuni  dell'analisi 
„  minerale,  elementi  che  sono  impegnati  in  combinazioni  organiche 
,,  elevate  e  che  solo  dopo  profonda  decomposizione  di  tali  com- 
„  binazioni  organiche,  trasformati  in  composti  più  o  meno  ioniz- 
„  zati,  danno  le  loro  normali  reazioni  ,, . 

Io  sono  d'opinione,  e  le  esperienze  diranno  se  o  meno  que- 
sta opinione  sia  giusta,  che,  come  la  reazione  pel  riconoscimento 
del    fosforo    organico    col    reattivo    molibdico,    parecchie    reazioni 


82  ADUNANZA    ORDINARIA    DELL'  S    MAKZO     1908 

(lai e  da  istologi   e  non   da  cliiiiiici  meritano  di  essere   ristudiate  e 
vagliate. 

E.  Besta  :  Un  diploma  inedito  di  Enrico  VI  (presentata  dal 
prof.  B.  Brugi,  ni.  e.,  e.  s.).  —  L'  A.  dà  notizia  di  uno  sconosciuto 
diploma  imperiale  di  Arrigo  VI  a  favore  dei  Visdoniini  di  Como, 
cui  erano  affermati  e  nuovamente  concessi  degli  aiupii  diritti 
feudali  nel  territorio  comasco. 

Terminate  le  letture  l'Istituto  si  raccoglie  in  adunanza  pri- 
vata, nella  (juale  si  procedette  alla  nomina  della  (ri unta  triennale 
al  Panteon  Veneto  ed  alla  trattazione  di  altri  argomenti  d'indole 
amministrativa. 


//  f'rfsitlenffi 
C.  F  .    FERRARIS 


//   Vicesegrclavio 

G.   OCOIONI-BONAFFONS 


Atti  del  Reale  Istituto  Veneto  di  scienze,  lettere  ed  arti. 
Anno  accademico  1907-908  -  Tomo  LXVII  -  Parte  prima. 


COMMEMORAZIONE 


DI 


FEDELE     LAMPERTICO 

DEL    PEOF.    NINO    TAMASSIA,  m.    e. 
(Adunanza  dell'  8  marzo  WOH) 


La  morte,  togliendo  al  nostro  affetto  e  alla  nostra  ammira- 
zione coloro  che  per  virtù  di  mente  e  d'anima  si  levarono  su  tutti, 
strappa  pure  qualcosa  di  vivo  e  d'intimo  a  noi  che  restiamo.  Lo 
scomparso  porta  con  se  nella  tomba  l'esempio  incitatore  al  bene, 
il  segreto  di  energie  feconde. 

Dietro  l'ombra  che  si  dilegua  nei  silenzi  eterni,  più  belli  e 
meno  caduchi  dei  fiori  sepolcrali,  a  gara,  noi  gettiamo,  come  ul- 
timo saluto,  i  nomi  delle  sue  fulgide  vittorie  sui  campi  sereni 
della  santa  operosità  e  della  scienza.  Nell'ora  mestissima  del  sem- 
piterno congedo,  par  quasi  che  un  alto  dovere  e'  imponga  di  ri- 
conoscere quel  che  perdiamo  con  l'estinto  e  quel  che  di  suo  a 
noi  rimane.  Soave  confortatrice  è  questa  confessione  dei  debiti 
nostri  verso  le  anime  che  passarono  ammaestrando,  e  che  pur  re- 
stano circonfuse  di  luce  non  peritura. 

Che  cosa  dobbiamo  a  Fedele  Lampertico  ? 

Chi  parla,  dopo  tanti  egregi  che  dissero  con  sapienza  rara 
del  nostro  insigne  collega  perduto^  non  potrà  dare  una  risposta 
degna  di  Lui  e  dei  benevoli  qui  raccolti,  non  per  udire  il  freddo 
elogio  accademico,  ma  quasi  per  obbedire  alle  candide  parole  di 
un  libro  austero,  a  cui  Fedele  Lampertico  chiese  spesso  ispira- 
zione e  conforto  :  "  Libenter  loqtdmur,  quia  per  mutuas  locutiones 
ab  invicem  consolari  quaerimus  et  cor  diversis  cogitationihus  fa- 
tigatum  optamus  revelare.  Et  inultum  libenter  de  his  qiiae  midtnm 
diUgimus  vel  cupimus....  libet  loqui  et  cogitare  „  (>). 


(1)  De  imitatione  Christi  I.  10. 


84  N.    TAMASSIA 

E  perchè  è  l'amore  che  parla,  e  perchè  basta  anche  un  cenno 
imperfettissimo  dell'opera  di  Fedele  Lampertico  a  suscitarne  nei 
nostri  cuori  l'imagine  veneranda,  la  tenuità  del  dire  sai'à  perdo- 
nata, qui  specialmente  dove  tutto  ne  ricorda  la  cara  presenza  e 
la  mirabile  attività  dello  scrittore. 

Noi  vedevamo  in  Fedele  Lampertico  quasi  un  simbolo  vivente 
di  ogni  più  pura  idealità,  direi,  una  personificazione  di  un'  età 
gloriosa,  la  quale  sempre  più  ne  appare  sublime,  di  mano  in  mano 
che  ci  scostiamo  da  essa. 

Quella  voce,  quel  pensiero  che  il  Lampertico  consacrava  al 
nostro  comune  lavoro.  Egli,  nella  gagliardia  solenne  del  Suo  alto 
patriottismo,  aveva  fatto  risonare  e  vibrare  in  cospetto  dell'Europa, 
a  condanna  della  stolta  pertinacia  dello  straniero  contendente  alla 
patria  nostra  una  nobile  regione  ;  l'Uomo,  che  qui  commosso  com- 
memorava Angelo  Messedaglia,  era  lo  stesso  che  con  vero  slancio 
oratorio  e  con  ispirazione  quasi  mistica  aveva  parlato,  a  pie'  delle 
Alpi,  di  Antonio  Rosmini  ;  era  quello  stesso  che,  con  la  tranquilla 
compostezza  di  un  antico  savio  veneto,  ragionava  nei  grandi  e  nei 
piccoli  consessi  politici  di  alte  questioni  pertinenti  alla  pubblica  cosa. 

Il  socio  laborioso  di  molte  e  molte  accademie  nostrane  e 
straniere  era  pure  l'autore  fecondo  di  una  serie  dì  scritti  econo- 
mici, storici,  giuridici,  letterari,  ciascuno  dei  quali  avrebbe  fatto 
onore  a  un  dotto  di  professione. 

Appena  1'  Uomo  dall'aspetto  grave  spiritualmente  si  avvici- 
nava a  coloro,  che  per  meriti  ed  elevatezza  d' ingegno  erano 
così  remoti  da  Lui,  appariva  subito  quale  Egli  era  :  semplice, 
buono,  modesto,  innamorato  della  scienza,  colmo  d'ogni  più  soave 
idealità.  Così  i  grandi  colossi  alpini,  dall'apparenza  severa,  rive- 
lano a  chi  a  loro  si  accosta  la  molle  freschezza  delle  verdi  valli, 
cosperse  di  fiori  odorati. 

Noi  che  L'abbiamo  amato  in  vita,  consolati  ora  dalla  pietosa 
religione  dei  ricordi,  attraverso  i  forti  lineamenti  della  fisonomia 
scientifica,  intravediamo  la  Sua  imagine  buona,  e  ci  risona  all'orec- 
chio l'eco  della  Sua  parola  arguta  e  dolce;  leggendo  certe  pagine 
sentiamo  quasi  pulsare  quel  cuore  (hii  palpiti  generosi. 

Un  benemerito    biografo    assegna  al   1852    il    primo    saggio 


COMMEMORAZIONE    DI    EEDELE    LAMPERTICO  85 

doU'attività  letteraria  di  Fedele  Lanipertico  (•).  A  diciannove  anni, 
infatti;  E2;li  pubblica  un'affettuosa  necrolog-ia  di  Luigi  Pastori:  l'ul- 
tima opera  Sua  è  ancora  una  commemorazione,  nel  Senato  del  Regno, 
del  generale  Giuseppe  Gerbaix  De  Sonnaz  nel  1905.  Il  sei  aprile 
dell'anno  seguente  Fedele  Lampertico  ci  abbandonava  per  sempre. 

Fra  codesti  tributi  alla  memoria  di  amici  pèrduti  è  racchiusa 
la  lunga  serie  de'  Suoi  scritti  che,  tra  maggiori  e  minori,  rag- 
giungono il  numero  di  quattrocento. 

Visse  ricordando  e  amando:  già  vinto  dal  nuile,  che  lo  traeva 
al  sepolcro,  Egli  rievocava  nobilmente  la  figura  di  un  prode  sol- 
dato d'Italia,  come  presentendo  che,  pronunciato  da  Lui,  in  quel- 
l'ora, il  commovente  saluto  si  tramutava  in  un  inno  all'  inimor- 
mortalità  della  Patria! 

Fedele  Lampertico  sortiva  i  natali  da  una  famiglia  severa- 
mente pia  e  pura. 

L'onestà  dei  traffici  aveva  con  l'agiatezza  dato  ad  essa  spirito 
di  alacrità,  amore  al  lavoro,  disdegno  dell'ozio.  Le  materne  tradi- 
zioni vi  aggiungevano  la  consuetudine  avita  di  quella  decorosa 
gentilezza,  che  fu  una  seconda  natura  del  nostro  illustre  collega. 

Nella  Sua  Vicenza,  a  cui  da  secoli  giungeva  il  fremito  della 
vita  lombarda  e  della  vicina  Marca  gioiosa,  pur  temperata  dalla 
soavità  veneta,  il  Lampertico  trovava  il  tesoro  di  una  non  inter- 
rotta cultura  e  di  una  grande  gentilezza  diffusa  nel  popolo.  Là 
Egli  ebbe  il  primo  sorriso  della  casta  nuisa  di  Giacomo  Zanella  ;  là 
il  sentimento  religioso  crebbe  con  le  imagini  del  Genio  del  Cristia- 
nesimo, a  Lui  donato  dal  Suo  maestro,  priuio  e  sincero  ammiratore 
dello  scolare,  così  ricco  di  sicure  promesse. 

Compì  in  patria  gli  studi  legali.  La  tesi  di  laurea,  presentata 
a  Padova  pel  dottorato  nel  1855  dal  titolo  "  salici  sfastistica  in 
Italia  prima  dell'  Achenivall  „,  dimostra  la  predilezione  ch'Egli 
ebbe  per  le  scienze  sociali,  e  quella  che,  con  eleganza  tutta  mo- 
derna, si  dice  orientazione  della  Sua  mente. 

Queste  pagine  giovanili  mirano  a  rivendicare  al  pensiero  ita- 
liano la  gloria  delle  concezioni  statistiche;  più  tardi,  nel  1870,  Egli 
tornerà  anche  piìi  poderosamente  a  questi  studi  col  libro  sul  Gioia. 

Ma  c'è  un'altra  opera  del  Lampertico,  che  segna  una    linea 


(1)  S.  Ku:.ioE,  Fedele  Lmii pertico.  Vicenza  1907. 


86  N.    TAMASSIA 

ben  decisa  del  Suo  pensiero  scientifico.  Essa  s'intitola:  Giammaria 
Ortes  e  la  scienza  economica  al  suo  tempo,  pubblicata  nel  1865. 
Nel  proemio  il  Lampertico,  se  non  m'inganno,  afferma  con  parti- 
colare sicurezza  quei  concetti,  che  Gli  serviranno  di  guida  nei 
libri  di  maggior  mole  àeìV Ecoitomia  dei  popoli  e  decjli  totali.  Ecco 
le  sue  parole:  "  L'inserire  così  dei  princip't  di  economia  politica, 
in  mezzo  a  un  po'*  di  storia  privata  e  puhhlica,  non  tornerà  male 
■per  quelli  che  delVeconomia  politica  non  fanno  professione,  tanto 
più  che  essendosi  Veconomia  formata  come  scienza  appunto  al  tempo 
dell' Ortes,  si  può  farne  conoscere  le  origini  in  un  coi  principi  „. 
In  questa  dichiarazione  non  manca  una  punta  di  garbata  ironia 
a  coloro  che,  poco  diversi  dall'Ortes,  tentavano  di  "  geometrizzare  „ 
anche  nelle  scienze  sociali  ;  l'economista  vicentino  certo  rammen- 
tava le  incisive  espressioni  del  Komagnosi  (i):  ^  L'economia  politica  h 
tutta  di  ordine  complesso  attivo  vitale,  talché  si  deve  trattare  a  modo 
di  fisiologia  edificante,  e  non  a  modo  di  una  chimica  dissolvente, 
vale  a  dire  essere  necessario  di  non  valersi  di  astrazioni  isolate  „. 
Il  Lampertico  segue  FOrtes  nell'età  che  fu  sua,  e  vede  nelle 
dottrine  dell'ex-frate  bizzarro  il  riflesso  e  i  contrasti  dei  tempi  : 
dunque,  la  vita  sociale  non  rivela  le  sue  leggi  a  chi  non  ne 
studia  le  mutevoli  contingenze  storiche,  e  l' irrigidirsi  di  queste 
nel  diritto  e  nella  giurisprudenza.  L'  indole  dell'  ingegno  e  la 
pratica  quotidiana  nelle  pubbliche  amministrazioni  traevano  il 
Lampertico  a  temperare ,  contro  le  idee  del  Ferrara,  con  la 
concezione  della  relatività  storica,  il  principio  assoluto  e  rigido 
della  legge  economica  (•■).  Forse  dirò  cosa  che  può  essere  accu- 
sata d'imprecisione  ;  ma  perchè  chi  parla  non  è  di  quelli  "  die 
dell'  economia,  politica  fanno  professione  „  si  può  osare  di  pro- 
nunciarla. Fedele  Lampertico  non  concepì  mai  ne  la  storia 
politica  e  giuridica  disgiunte  dall'  economia  politica,  nò  questa 
senza  quelle  :  Egli  fu  molto  più  vicino  alle  idee  moderne  di 
quanto  si  crede,  salvo,  e  questo  non  è  1'  ultimo  argomento  della 
Sua  gloria,  nel  respingere  la  concezione  materialistica  della  storia, 
dottrina  in  fiero  contrasto  con  la  Sua  candida  fede  nel  bene. 


(1)  Collezione  degli  articoli  di  economia  politica  e  statistica.  Firenze, 
1835;  pag.  11. 

(2)  G.  Valenti,  Comm,emor azione  del  socio  Fedele  Lampertico.  Roma 
tip.  della  R.  Accademia  dei  Lincei,  1907,  pag.  8. 


COMMEMORAZIONE    DI    FIODELE    LAMPERTICO  87 

"  La  reUfjione,  l'arte,  U  mnao  morale  elevati  a  iiah'di  sentimenti 
(jovernano  la  vita  interiore,  e  quindi  determinano  e  fanno  sorgere 
loi'infìnità  di  fatti  economici  „  (i).  Cosi  Egli  scriveva,  così  Egli 
])ensava  :  la  struttura  economica  era  per  Lui  il  prodotto,  l'effetto, 
ma  giammai  la  causa  ultima,  inesorabilmente  cruda,  delle  istitu- 
zioni politiche,  sociali,  morali  e  religiose.  Tanta  larghezza  di 
pensiero  spiega,  per  un  altro  verso,  la  varietà  straordinaria  delle 
attitudini  dell'  elettissimo  ingegno,  cui  ripugnava  di  togliere  al- 
l' uomo  r  aureola  quasi  divina  delle  sue  doti  morali  e  di  consi- 
derarlo, lugubre  scheletro,  nell'aridità  sconsolata  dell'esosa  natura 
economica.  La  scienza  sociale  scesa  dalle  fredde  astrazioni  do- 
veva diventare  una  vera  arte  sociale.  "  La  storia  (Egli  nota) 
insegna  che  le  molteplici  posse  del  mondo  economico  traggono^  in 
ogni  età,  virtù  informativa  da  quelle  condizioni  di  civiltà  in  cui 
si  esercitano.  Esse  quindi  partecipano  del  carattere  dominante 
nelle  istituzioni,  da,  cui  trovansi  circondate,  e  si  coordinano  perciò 
nel  corso  del  tempo  al  vivere  patriarcale,  all'  autorità  teocratica, 
ai  privilegi  feudali,  al  predominio  del  principato  „  (^)  ;  e  allora 
l)en  venga  1'  economia  politica,  col  corredo  prezioso  delle  osser- 
vazioni storiche,  "  e  non  sarà  di  troppo  (così  altrove  Egli  dice) 
(dia  misera  umanità  una  scienza,  che  colla  teoria  della  popola- 
zione mette  in  onore  la  previdenza  ;  colla  divisione  del  lavoro, 
col  credito,  colV  associazione  la  pducia  reciproca  e  il  reciproco 
aiuto  ;  colla  lihertà  del  commercio  Ut  pace  dei  popoli  ;  colla,  libertà 
delle  arti  la  umana  dignità  .,  (•^).  Fra  1'  individuo  e  lo  Stato, 
Egli  vide  assisa  la  maestà  della  legge  ;  non  la  tirannica,  nem- 
meno la  t'ormale,  nel  senso  più  ovvio  della  parola,  ma  quella 
più  augusta,  così  degna  del  suo  nome,  che  derivava  dalle  con- 
tingenze storiche,  illuminate  tutte  dalle  ragioni  supreme  del 
progresso  umano,  la  necessità  del  suo  impero,  non  per  offendere 
ma  per  difendere,  direi  col  '^J\3mmaseo,  ogni  sacro  diritto  dell'in- 
dividuo e  della  collettività.  (Questo,  almeno  per  uno  storico,  era 
il  pensiero  dominante  di  Fedele  Lampertico. 

Appunto  la  consuetudine  mentale    di    non    distaccare  i  fatti 


(1)  Economia,  df.i  pu/juli  e  diu/li   Stati..    {Introduzione).   Milano  1874; 
pag-.  122. 

(2)  La  proprietà.  Milano  lS7(i  ;  p.  1. 

(3)  J'Jronuima  dei  pop.jU  e  degli  Stati:  Introduzione  cit.  pag.  1)2. 


88  N.    TAMASSTA 

complessi  dalla  hase  storica,  che  si  nasconde  talvolta  con  molta 
civetteria  agli  economisti,  dava  a'  Suoi  saggi  storici  e  giuridici 
un'impronta  caratteristica,  tutta  Sua.  Uno  storico,  anche  un  po' 
diverso  dal  vecchio  e  rigido  stampo,  segue  la  linea  del  tempo  ; 
e  non  si  scosta  troppo  dalle  vicende  esteriori  e  politiche  denun- 
ciate dal  documento  ])ubblico  e  privato.  Fedele  Lanipertico  ab- 
braccia subito,  con  una  forza  di  sintesi  ardita,  il  Suo  argomento 
nella  complessità  varia  de'  suoi  aspetti,  e  move  rapido  e  risoluto 
alle  conclusioni.  Come  notevole  esempio  di  un  tal  genere  di  la- 
voro, mi  ])ermetto  di  ricordare  il  connnento  storico-giuridico 
della  legge  di  abolizione  ed  affrancazione  delle  decime  (')• 
Basta  un  periodo  per  dimostrare  come  il  Lampertico  sa  trovare 
subito  la  via  dritta.  "  Per  portare^  Egli  scrive,  un  sicuro  giitdizin 
sia  (jinridico  die  eeonomico  sulle  decime^  è  d'  uop!)  distiiKjuere  il 
periodo  storico^  in  cui  tutto  V  ordiivimcnto  economico  si  fondava 
sulle  /trestazioni  in  ìiatura,  ed  un'  età^  com'è  la  nostra,  in  cui 
simili  prestazioni  sono  sopravoissutc  a  condizioni  profondamente 
mutale  „  (^).  Queste  considerazioni,  acute  nella  loro  apparente 
semplicità,  balzano  spesso  dalle  pagine  del  Lampertico.  Quando 
noi  Lo  seguiamo,  attraverso  i  tesori  della  Sua  erudizione  storica 
e  bibliografica,  da  una  teoria  all'altra,  fra  gli  urti,  ch'Egli  stesso 
provoca,  delle  opposte  dottrine,  e  lo  scrittore  sembra  che  s'  in- 
gegni di  scomparire  dal  campo  stesso  delle  ricerche,  ad  un 
tratto  ecco  riapparire  il  lampo  rivelatore ,  1'  espressione  netta  e 
precisa,  a  cui  Egli  ci  ha  preparato  lungo   un  non  facile  cammino. 

Noi  non  diremmo  che  nelle  opere  storiche  e  giuridiche  del 
Lampertico,  e  mi  piace  citare  V  edizione  degli  Statuti  della  Sua 
Vicenza  (•*),  manchi  sempre  materia  a  ragionevoli  appunti,  ma 
sarebbe  ingiustizia  attenuarne  il  valore  con  critiche  troppo  me- 
ticolose.  Dai  libri  del  Lampertico  s'impara  sempre. 

Per  riposare  dalle  fatiche  parlamentari,  alle  quali  Egli  dava 
non  la  sola  e  facile  assiduità  personale,  ma  V  energia  più  forte 
dello  spirito,  ritornava  nella  cara  Vicenza,  iielF  adorata  piccola 
patria,  a'  suoi  figli,  nella  pace  serena  della  famiglia,  a  cui,  come 


(1)  Padova  1888. 

(2)  p.  (3. 

(8)  Nei  Man.  storici  putttdicati  (hilla  li.  f)ej)utazione   Veneta  di  Sto- 
ria patria.  —  Venezia  18H(). 


COMMEMORAZIONR    DT    FK.DELE    LAMPEETICO  89 

anoelo  tutelare,  presiedeva  la  madre  veneranda,  consolatrice  pie- 
tosa di  fierissimi  lutti. 

Questo  piccolo  mondo,  questa  che  potremmo  chiamare  un'e- 
stensione delle  pareti  domestiche  alle  mura  cittadine,  Lo  faceva 
rivivere  più  intimamente  con  le  dolci  ricordanze  giovanili,  con 
le  memorie  dei  luoghi,  delle  persone  scomparse,  con  le  vicende 
e  le  tendenze,  che  si  agitavano  intorno  a  Lui.  Veniva  dal  tesoro 
dei  ricordi  un  soffio  tenue  delle  cose  passate,  una  tenerezza 
infinita  che  aveva  come  un  carattere  sacro.  Egli  era  davvero  il 
figlio  degnissimo  della  Sua  nobile  terra  :  1'  elegante  e  varia  cul- 
tura vicentina,  l'amor  di  patria  fuso  nella  robustezza  del  sentimento 
relitiioso,  la  freschezza  invidiabile  di  certe  concezioni,  la  lieve  e 
signorile  sprezzatura  della  modernità,  conseguenza  necessaria  dello 
spirito  tenace  e  memore  sempre  di  ciò  che  fu  ;  ecco  ciò  che  gli 
offriva  la  patria.  E  vi  sono  certe  magnifiche  tempre  d'uomini,  nelle 
quali  le  doti  sparse  fra  una  gente  da  una  benigna  natura,  sem- 
brano raccogliersi  tutte,  coordinarsi  in  una  sintesi  armoniosa.  Una 
luuga  consuetudine  di  studi  e  di  meditazioni  gravi  su  uomini  e 
cose  affina  la  percezione  delicata  di  tante  imagini,  solleva  in  alto, 
e  fa  sentire  nel  presente  il  passato.  Alla  maestosa  concatenazione 
d'idee  e  di  sentimenti,  onde  vibra  tutta  la  vita  nazionale,  è  presto 
ricondotto  anche  il  fatto  locale,  l'episodio  dianzi  dimenticato,  e  che 
diventa  eloquente,  quando  vi  sia  chi  ne  sappia  additare  l'immenso 
valore. 

Nessuno  si  può  sottrarre  a  questi  pensieri ,  leggendo  alcuni 
discorsi  di  Fedele  Lampertico,  e  sovra  tutto  il  dottissimo  studio 
storico  sull'Accademia  Olimpica  di  agricoltura,  scienze,  lettere  ed 
arti,  che  il  suo  autore,  presidente  dell'Accademia  stessa,  offriva  ai 
soci  del  celebre  sodalizio  (').  I  ricordi  che,  secondo  il  Lamper- 
tico, non  avevano  la  pretensione  d'  intitolarsi  una  Storia,  nò  la 
pazienza  di  ridursi  alla  Cronaca,  sono  invece  una  delle  più  belle 
pagine  della  vita  intellettuale  di  Vicenza.  Dal  fervore  frivolo  e 
gaio,  con  una  punta  di  spirito  cavalleresco,  dei  vecchi  accade- 
mici del  cinquecento  il  Lampertico  segue  le  vicende  dell'  istitu- 
zione, nella  quale,  come  in  uno  specchio,  riappare  nitida  la  so- 
cietà colta  vicentina,  che  a  poco  a  poco  dà    alle    sue    manifesta- 


(1)  Atti  del  Cons.  Accad.  5  marzo  1872. 


90  N,    TAMASSIA 

zioni  accademiche  un'  intonazione  più  seria,  tanto  da  meritare  il 
ben  noto  elogio  del  Gothe  ('). 

I  sonettini  per  le  Laure  e  per  le  Armide,  le  discussioni 
spagnolesche  sulle  precedenze  si  erano  a  poco  a  poco  tramutate 
nel  verso  tersissimo  e  sentimentale  di  Griacomo  Zanella,  nell'  in- 
vito ad  un  corso  di  Economia  politica  del  nostro  Lampertico  (-), 
nelle  ricerche  letterarie  e  storiche  lodatissime  del  Morsolin  ! 

Noi  possiamo  ne'  Suoi  studi  così  vari  ammirare  spesso  V  a- 
gile  snellezza  del  pensiero.  Questo  corre  rapido  ove  e'  è  realmente 
qualcosa  di  serio  e  di  notevole.  0  commenti  un  verso  di  Dante, 
0  si  raccolga  a  frugare  con  fine  arguzia  fra  le  curiosità  vicentine, 
0  si  dilunghi  nella  recensione  di  un  libro,  il  Lampertico  si  sente 
tranquillo,  come  se  in  ogni  campo  dell'  umana  attività  Egli  vo- 
lesse il  posto,  che  spetta  ad  un  amico  fervido  del  lavoro  e  della 
scienza.  Alla  Sua  mano  non  infrequentemente  si  ribella  la  tentata 
eleganza  dello  stile  ;  ed  Egli  se  ne  vendica,  afferrando  con  ga- 
gliardia  il  Suo  soggetto  e  presentandolo  con  una  rude  bonarietà, 
cui  di  rado  manca  il  successo.  L' occhio  mira  al  di  là  delle  mi- 
serie della  piccola  erudizione  :  il  gran  tutto  gli  si  affaccia  nel- 
r  ardua  solennità  di  un  vero  lontano  sì  ma  splendido. 

Nel  1879,  nella  Sua  accademia  olimpica,  Egli  parlò  delle  cita- 
zioni di  autori  classici  nei  Farlamenti.  In  tutto  lo  scritto  corre 
una  vera  onda  di  poesia  :  un  frammento  di  un'ode  epicurea,  un 
metro  elegiaco  tessuto  di  pianto,  un  verso  virgiliano,  in  cui  par 
che  rida  la  dolce  stella  di  Venere  nella  placida  serenità  del 
cielo,  spuntano  dalle  ricordanze  di  scuole  e  s' insinuano,  come 
gemme,  nell'  orazione  politica.  È  un  ritorno  spontaneo  al  pensiero 
antico  e  sempre  giovenilmente  fulgido.  E  la  conclusione  ?  Udia- 
mola dal   nostro  Lampertico. 

"  Non  si  crei  (Egli  dice)  un  divorzio  fra  i  progressi  inscin- 
dibili, in  cui  si  esplicano  le  facoltà,  e  deploriamo  che  nella  edu- 
cazione non  si  faccia  tesoro  di  questa  consociazione  e  solidarietà 
di  tutte  le  forze  che  collimano  coli'  incivilimento.  Le  lettere  e  le 
scienze  hanno  accumulato  nel  corso  dei  secoli  una  ricchezza,  che 
sarebbe  un  delitto  Vassoggettare  alla  legge  di    divisione  ereditaria. 


(  l)  ()[).  n't.  pag.  5(S. 
(2)  A.   ISfirl. 


COMMEMORAZIONE    DI    FEDELE    LAMPERTICO  91 

Lettere  e  scienze,  il  mondo  antico  e  moderno  si.  rifì,ett<vno  nell'ani- 
>no  nmaìio,  per  dare  impulso  e  alimento  a  perenni  progressi  „. 

Egli  avevji  il  diritto  di  sentire  e  di  parlare  così. 

Codesto  ingente  lavoro  scientifico  e  letterario  del  Lampertico, 
s(>  ai  posteri  fosse  per  mancare  ogni  altra  notizia  di  Lui,  è  da 
credere  che  sarebbe  considerata  come  la  necessaria  conseguenza 
di  nna  imitazione  sallustiana  "  tdil  reliquam  aetatem  a  re pmhlica 
jtrocal  ìtahcndam  decrevi,  non  fuit  consilium  secordia  atque  desidia 
honnm  otinm  conterere  „. 

Il  honnm  otinm  di  Fedele  Lampertico  era  di  una  natura 
proprio  singolare.  Fu  deputato  della  Sua  Vicenza,  dopo  la  libe- 
razione del  Veneto  e  poi,  appena  toccata  1'  età  senatoria,  Sena- 
tore. E  Senatore  non  di  quelli  che,  com'  Egli  argutamente  scri- 
veva, figurano  come  tali  nelle  sopraccarte  o  nelle  scappellate  ('). 
Pochi  come  Lui  hanno  lasciato  un'  orma  cosi  profonda  nella  di- 
scussione e  nella  trattazione  dei  pubblici  aff'ari.  Nelle  memorande 
sedute  dedicate  a  ridonare  all'  Italia  il  decoro  di  una  seria  finanza, 
a  riordinare  i  tributi,  a  regolare  con  gli  altri  Stati  i  rapporti 
connnerciali,  a  rabberciare  tanta  parte  del  nostro  diritto  pubblico 
e  privato.  Fedele  Lampertico  recava  la  parola  precisa,  la  chia- 
rezza dei  propositi,  la  sicurezza  di  criteri  pratici,  esposti  con  una 
forma  placida  e  persuasiva,  aliena  da  artifici  retorici.  La  migliore 
retorica  Gli  era  suggerita  da  un'  ispiratrice  molto  austera,  che  si 
chiama  la  scienza.  Egli  studiava  pensando  al  benessere  materiale 
e  morale  della  patria  ;  Egli  parlava  e  agiva  penetrando  nelhi 
realtà  viva  delle  cose. 

Ecco  perchè  lo  scrittore,  pure  seguendo  un  metodo  rigoroso 
nelle  sue  indagini,  si  libera  tanto  spesso  dalle  angustie  scola- 
stiche delle  forinole. 

Dond'  è  venuta,  come  si  è  conservata  così  tersa  e  pura  questa 
bella  tempra  d' Italiano  ? 

Attraverso  i  lunghi  secoli  dell'  abiezione,  dell'  ozio,  del  ser- 
vaggio, come  il  buon  genio  della  stirpe  gloriosa,  sorvisse  un  an- 
tico sapiente  dal  pensiero  acuto  e  limpido,  che  lascia  i  meditati 
volumi  delle  vetuste  discipline  e  i  fidi  colloqui  colle  Muse  per 
le  cure  piene  d'  ansia  dello  Stato  :  Gli  sono  cose  ignote  quiete  e 


(1)  Rumor,  o/v.  c,  p.  (ii. 


92  N.    TAMASSIA 

riposo,  0  quiete  è  per  Lui  la  notte  trascorsa  con  gli  evocati  fan- 
tasmi della  grandezza  latina.  La  patria  Lo  chiama.  Egli  non  ha 
un  rimpianto  per  la  mollezza  degli  agi,  per  la  tranquillità  do- 
mestica ;  sa  che  l'intera  Sua  giornata  mortale,  tutta  l'anima  Sua 
non  avranno  posa  giammai  ;  che  aspre  lotte  L'  attendono  e  che 
la  nebbia  degli  umani  rancori  si  addenserà  anche  sul  Suo  capo. 
Non  esita  e  obbedisce. 

Fedele  Lampertico  si  preparava  così  il  hunitm  otinm. 

Cattolico  convinto,  fermo  nella  Sua  fede,  a  questa  Egli  chie- 
deva r  energia  morale,  il  conforto  ai  dolori  che  sono  inevitabili 
in  terra.  Per  Lui,  come  per  il  suo  grande  ispiratore,  Antonio 
Rosmini,  "  la  Religione  all'  Italia  era  una  sanzione  di  pia,  an- 
ziché negazione  o  contraddizione  dell'  unità  degli  animi,  il  che  è 
quanto  dire  della  Patria,  della  Nazione  „   ('). 

Noi  non  varcheremo  il  limitare  del  sacrario  della  coscienza, 
ma  non  dimentichiamo  che  V  anima  come  il  corpo  non  deve  sof- 
frire mutilazioni. 

Chi  mai  oserebbe,  profanando  un'  imagine  austera,  rimodel- 
larla a  suo  talento,  presentandola  poi  in  modo  che  certe  convin- 
zioni, penetrate  in  ogni  più  intima  fibra,  si  vedano  come  in  iscorcio, 
col  goffo  e  diciamo  pure  non  onesto  intento  di  nasconderle,  o  al- 
meno di  mostrarne  la  scarsa  efficacia  nella  vita  pratica  e  scien- 
tifica ? 

Non  si  disgiunge  in  Fedele  Lampertico  l'  idea  dell'  azione  ; 
e  questa,  secondo  Lui,  non  doveva  trovar  più  nell'  età  nostra  gli 
impacci,  che  un  millennio  di  storia  aveva  infiitto  dolorosamente 
alla  Chiesa  e  allo  Stato.  "  Il  campo  della  libertà  „  (-)  era  aperto 
a  tutte  le  energie  del  bene. 

Certamente  si  può  anche  non  accettare  T  interpretazione  pra- 
tica che  il  Lampertico  dava  alle  norme  e  ai  limiti  della  libertà 
dello  Stato  e  della  Chiesa  ;  ma  non  e'  è  ragione  politica  o  scien- 
tifica che  giustifichi  un  biasimo  a  Colui  che  non  credette,  nella 
sua  coscienza,  di  abbandonare  un  principio,  per  inchinarsi  ad  un 
altro  che  a  molti  sembrava  più  rispondente  alle  nostre  aspirazioni, 
e  air  idealità  dello  Stato  moderno.    Badiamo    che    in    così    gravi 


(1)  Lampertico,  Antonio  Rusmini.  Raiis.  Naz.  1897.  (Estratto)  p.  10. 
C2)  <)p.  r.,  p.  25. 


COMMEMORAZIONE    DI    FEDELE    LAMPERTICO  93 

questioni,  senza  che  i  contendenti  se  ne  avvedano,  per  forza  stessa 
delle  cose,  V  oggetto  della  controversia  bene  spesso  si  raggrinza 
in  una  tesi  politica  vera  e  propria. 

Giustizia  esige  che  qui  si  ricordino  le  parole  che  il  Lam- 
pertico  disse  con  fiera  veemenza,  in  Senato,  quando  si  discute- 
vano gli  articoli  del  codice  penale  riguardanti  gli  abusi  dei  mi- 
nistri di  culto  :  "...  né  credenze  reUgiof^e  conosco^  che  mi  abbiano 
impedito  giammai  nel  servire  la  Patria  e  dire  mi  si  conceda  alla 
Scienza  „. 

Parlando  di  Fedele  Lampertico,  sembra  che  si  accarezzi  la 
cara  illusione  di  averLo  ancora  vicino  a  noi.  In  verità,  Egli 
non  è,  né  sarà  mai  lontano  da  questa  sede  di  studi,  ch'Egli  predi- 
lesse e  onorò  coi  frutti  copiosi  dell'  ingegno.  Morte  e'  è  solo  quando 
gli  scomparsi  dal  mondo  nulla  hanno  aggiunto  alla  trama  inmior- 
talc;  ond'  è  fatta  la  vita  d'  una  Nazione. 

Anche  il  raggio  divino  della  mente  e  il  calore  di  una  grande 
anima  sono  come  le  vampe  solari.  Il  mesto  tramonto  non  ne 
toglie  ciò  che  il  sole  ci  ha  dato,  durante  un  giorno  limpido  e 
sereno. 

Noi  diciamo  Patria,  e  il  pensiero  risuscita  coloro  che  vissero 
per  redimerla  dalla  servitù  materiale  e  morale  ;  noi  diciamo 
Scienza,  e  nei  veri  eterni  scintilla  il  nome  de'  suoi  devoti. 

E  Patria  e  Scienza  ripeteranno  sempre  il  nome  di  Fedele 
Lampertico. 


Atti  t>riì  ReaTìK  Istituto  Vknkto  di  scikn/J':,  lkttkrk  kd  arti. 
Anno  acciidcinico   l'.>07-*.)08  -  Tonio  LXVII  -  Parfe  prima. 


A  l)  U  N  A  N  Z  A     0  LI  L)  1  N  A  K  l  A 
DEL  12  APRILE  1908 


PRESIDENZA  DEL  PROF.  LORENZONI 

MEMBRO    EFFETTIVO    ANZIANO 

Presenti  i  lueiuhri  effettivi:  G.  Beechet,  segretario;  Occioni-Bo- 
NAFFONS,  vice-seg-retario  ;  Trois,  Favaro,  De  Giovanni,  Bel- 
liATi,  Teza,  Da  Schio,  Molmenti,  Bassini,  Stefani,  G.  B. 
De  Toni,  Galanti,  Ricci,  Polacco,  Vicentini,  Yerson, 
Brugi,  Ciscato,  Bonome,  Catellani,  Crescini,  N.  Tamas- 
sia;  ed  i  soci  corrispondenti  :  Arrigoni  Degli  Oddi,  D'Ar- 
CAis,  Gastelnuovo,  Predelli,  Biadego,  Malagola,  Medin, 
Forti,  Giordano,  Meschinelli. 

Giustificata  l'assenza  dei  nini.  ee.  :  P.  Spica,  Martini,  Fogazzaro, 
e  dei  ss.  ce.  :  F.  Berchet,  Lazzarini,  Olivi. 

Letto  ed  approvato  1'  atto  della  precedente  adunanza,  il  Pre- 
sidente comunica  che  il  ni.  e.  Polacco,  Rettore  dell'  Università 
di  Padova,  rappresentò  il  nostro  Istituto  allo  scoprimento  del  ri- 
cordo marmoreo  a  Carlo  Goldoni  e  firmò  per  esso,  con  altre  per- 
sone invitate,  1'  atto  notarile  di  consegna  all'  Università. 

Comunica  pure  1'  invito  dell'  Associazione  Generale  fra  gli 
impiegati  civili  in  Venezia  di  aderire  alla  Commemorazione  pub- 
blica di  Edmondo  De  Amicis  nel  trigesimo  della  morte.  L' Isti- 
tuto fu  rappresentato  dal  vicesegretario  prof.  comm.  Giuseppe 
Occioni-Bonaffons. 

Comunica  in  oltre  i  seguenti  atti  : 

1."  Invito  di  sottoscrizione  al  monumento  ad  Andrea  Cefaly 
in  Catanzaro. 

2.0  Invito  air  Esposizione  di  oggetti  artistici  d'  uso  comune 
che  si  terrà  in  Monaco  di  Baviera  nel  1908. 


96  ADUNANZA    ORDINARIA 

3.0  Seconda  circolare  e  scheda  di  adesione  al  IX"  Con<i^ressa 
internazionale  di  Geografia  che  si  terrà  in  Ginevra  dal  27  luglio 
al  6  agosto   1908. 

4."  Invito  air  XI<^  Cono-resso  internazionale  di  navig'azione  a 
Pietroburgo   dal   18  al  31   maggio   1908. 

5."  Invito  al  Congresso  internazionale  di  scienze  storiche  a 
Berlino  dal  6  al   12  agosto   1908. 

Fa  circolare  il  Catalogo  dei  libri  ed  opuscoli  acquistati  e 
pervenuti  in  dono  dall'ultima  adunanza,  lìienzionando  specialmente 
il  dono  di  7  volumi  del  Yi"  C'ongresso  di  Chimica  applicata,  te- 
nutosi in  Roma  nella  primavera  del  1900.  dono  ricevuto  dal  Co- 
mitato internazionale  di  quei  Congressi. 

Il  Presidente  prega  quindi  il  m.  e.  vicesegretario  Occioni-Bo- 
naffons  a  leggere  la  Commemorazione  del  m.  e.  prof.  Don  Giovanni 
Beltrame, 

Terminata  la  lettura,  l'Istituto  si  associa  all'omaggio  recato 
alla  memoria  dell'  amato  collega. 

Seguono  le  letture  poste  all'ordine  del  giorno  : 

E.  F.  Trois,  m.  e.  :  Ricerche  sid  Tr<(cìtini  che  frequentano 
la  spiaggia  del  Lido  e  S])eci(tImeMfe  su/  Trarhinus  ripera.  C.  Y.  — 
Il  lavoro  riguarda  alcune  ricerche  sui  Trachini  catturati  lungo  la 
spiaggia  di  Lido  nella  primavera  ed  estate  del  1906  e  ripetute 
nel  successivo  anno  1907.  In  queste  occasioni  l' A.  potè  racco- 
gliere, molte  dozzine  di  Trachinus  radiatus  e  varie  centinaia  di 
esemplari  del  Trachinus  vipera  che,  come  è  noto,  è  il  più  peri- 
coloso dei  congeneri,  tutti  soggetto  di  preoccupazione  generale  ed 
antica  per  le  punture  dolorosissime  e  spesso  accompagnate  da 
fenomeni  gravi  che  possono  produrre  con  le  spine  opercolari  e 
con  quelle  della  prima  p.  dorsale  in  rapporto  con  un  apparato  veleni- 
fero che  indagini  morfologiche  moderne  hanno  illustrato.  I  Tra- 
chini nascosti  nelle  sabbie  non  lungi  dai  lidi  trovano  abbondante 
nutrimento  in  minuti  crostacei  e  giovani  pesci,  costituendo  un 
continuo  pericolo  pei  bagnanti,  che  entrano  nell'  acqua  a  piedi 
ignudi,  l'incontro  con  questi  ospiti  sgraditi  che,  urtati,  ai  slanciano 
erigendo  i  loro  aculei  e  pungendo  con  furore  la  vittima.  A  parer 
dell'  A,  delle  pesche  eseguite    metodicamente    potrebbero  liberare 


DEL    12    APRILE    1908  97 

la  spiagg-ia  dall'  ospite  incomodo  e  pericoloso  mentre  1'  uso  di 
calzature  di  tela  di  canape  sarebbero  sufficiente  difesa  per  quelli 
che  devono,  inesperti  del  nuoto,  camminare  sulle  sabbie,  perchè 
pegli  abili  nuotatori  che  possono  affrontare  le  acque  profonde  è 
esclusa  la  prubal)ilità   di   un  pericolo. 

A  Favaro,  m.  e.:  Per  la  storia  del  Compasso  di  proporzione. 
Nota.  —  L' A.  porta  alcuni  nuovi  contributi  ad  un  dibattito  pii^i 
volte  af^itato  nella  storia  delle  scienze,  non  tanto  per  il  modesto 
strumento  dì  calcolo,  quanto  per  la  genesi  delle  linee  che  sopra 
di  esso  vennero  successivamente  segnate  fino  al  momento  in  cui 
il  regolo  logaritmico  lo  relegò  definitivamente  nei  musei- 
Ai  modesto  strumento  si  legano  alcuni  nomi  dei  majrgiori 
matematici,  da  Federigo  Commandino  a  Guidobaldo  Del  Monte,  a 
Galileo  che  illustrarono  strumenti  loro  propri,  a  Giordano  Bruno 
che  esaltò  anche  più  che  non  meritasse  il  "  Compasso  et  rigo  „ 
di  Fabrizio  Mordente. 

I  documenti  ora  addotti  dal  prof.  Favaro  dimostrano  l'  ori- 
gine tutta  italiana  del  Compasso,  del  quale  gli  strumenti  stra- 
nieri furono  copie  più  o  meno  larvate. 

P.  A.  Saccardo,  m.  e.  :  Di  una  opjereffa  falla  Flora  della  Cor- 
sica di  (latore  j)seudo)mno  e  plagiario.  Nota.  —  In  essa  Nota  l'A. 
dimostra  che  1'  opera  stampata  a  Firenze  nel  1774  avente  il  titolo 
di  "^  Storia  naturale  dell'  isola  di  Corsica  ,,  di  Strataneo  Gresalvi 
appartiene  a  Salvatore  (ìiiiesfra,  di  cui  il  primo  nome  non  è  che 
il  pseudonimo  anagrammizzato.  L'  A.  dimostra  poi  che  tutto  il 
picciol  volume  non  è  che  un  plagio  volgare  delle  opere  di  Paolo 
Boccone  e  di  Luigi  Amando  Jaussin,  che  non  sono  menomamente 
citati  dal  Ginestra.  Kimane  poi  un  enigma.  Nella  breve  introdu- 
zione il  Ginestra  dichiara  che  l'  operetta  è  dovuta  al  merito  del- 
l' ab.  Maratti,  che  fu  professore  stimato  di  Botanica  alla  Sapienza 
di  Roma  fra  il  1747  e  il  1777.  Come  si  spiega  che  il  Maratti 
ancor  vivo  al  tempo  delle  stampe  (1774)  non  abbia  protestato 
publìlicamente  contro   un  plagio  e  un  mendacio  così  volgare? 

E  difficile  pronunciare  un  giudizio. 

E.  Teza,  m.  e.:  7  ria<j(ji  di  Marco  P(do  nella  ceccliia  versione 
boema.  Cenni. 


98  ADUNANZA    ORDINAEIA 

A.  Tellini,  s.  e.  :  La  distrihiizione  della  neve  nelle  Alpi  Orien- 
tane nel  Veneto.  —  È  la  spiegazione  di  cinque  carte,  di  cui  1'  A.  ne 
ha  pubblicate  quattro,  sulla  distribuzione  della  neve  nella  nostra 
regione  : 

Ecco  i  titoli  delle  carte  : 

1.  Altezza  della  neve  caduta  (media  annua). 

2.  Frequenza  dei  giorni  di  neve,  ossia  loro  numero  medio 

annuo. 

3.  Intensità  diurna  media    della  neve,    ossia    rapporto  tra 

r  altezza  annua    ed  il  numero  dei  giorni  nevosi. 
Quarta  carta  non  ò  pubblicata. 

4.  Altezza  massima  del  mantello  di   neve  in  ogni  inverno. 

5.  Durata  del  mantello  in  giorni. 

L'A.  ha  indicate  le  fonti  dalle  quali  desunse  i  valori  ed  ha 
descritto  a  larghi  tratti  le  carte.  Il  lavoro  sta  a  sé  senza  bisogno 
che  le  carte  sieno  unite. 

Ha  pure  curato  di  ricavare  qualche  legge,  cioè  Fauniento  della 
neve  con  1'  altitudine,  la  variazione  della  quantità  secondo  i  mesi, 
infine  la  relazione  tra  Y  altezza  del  mantello  e  la  sua  durata,  con 
lo  scopo  di  venire  a  stabilire,  per  una  via  diversa,  il  limite  infe- 
riore delle  nevi  perpetue  sulle  nostre  montagne. 

G.  A.  Favaro  :  Confronto  fra  le  osservazioni  delT  eclisse  so- 
lare del  30  agosto  1905  fatte  a  Padova  e  i  calcoli  esecfidti  con 
la  "  Connaissance  des  temps  ,,  e  il  "  Na aficai  Ahnanac  .,  di 
Londra.  (Presentata  dal  prof.  G.  Lorenzoni  m  e.,  a  termini  del- 
l'art.  16  del  Regolamento  interno).  —  In  questa  Nota  l'autore 
dà  relazione  particolareggiata  dei  calcoli  «la  lui  eseguiti  per  il 
confronto  indicato  nel  titolo,  mettendo  in  rilievo  lo  differenze  e 
le  concordanze  delle  due  Effemeridi  e  il  loro  comportamento  di 
fronte  all'  osservazione,  e  con  1'  esame  dei  risultati  di  detto  con- 
fronto riconoscendo,  anche  nel  caso  delle  osservazioni  padovane, 
la  non  sufficienza  delle  correzioni  di  Newcomb  per  mantenere  in 
accordo  con  la  osservazione  la  posizione  della  Luna  data  dalle 
Tavole  di  Hansen  nella  circostanza  particolare  della  Sua  congiun- 
zione eclittica  con  il  8ole. 

A.  Farini  :  ^uUa  /lerdita  dei  grassi    e  dell'  acqua   del  fegato 


DEL    12    APRILE    1908  99 

delle  rane  ibernanti  per  V  elevata  temperatura  e  per  i  far/li  dei 
var/hi  (presentata  dal  prof.  A.  Stefani,  ni.  e.  (e.  s.).  —  L'  A.  si 
propose  di  determinare  in  quale  proporzione  diminuiscono  i  grassi 
e  r  acqua  nel  fegato  delle  rane  ibernanti  normali  e  vagotomizzate 
sottoposte  al  riscaldamento.  A  tale  scopo  dosò  i  grassi  seguendo 
il  metodo  di  Soschlet  e  calcolò  la  quantità  di  acqua  dalla  diffe- 
renza esistente  tra  il  peso  dei  fegati  appena  estratti  ed  asciu- 
gati del  sangue  e  della  bile  e  il  peso  dei  fegati  completamente 
essiccati  nella  stufa  alla  temperatura  di   110". 

In  base  alle  varie  esperienze  V  A.  conclude  che  nelle  rane 
ibernanti  sottoposte  al  riscaldamento  col  diminuire  del  peso  dei 
fegati  si  verifica  una  perdita  di  grassi  sia  della  quantità  assoluta, 
che  della  quantità  relativa,  e  che  tale  consumo  è  inferiore  al 
consumo  del  glicogene  superiore  al  consumo  delle  sostanze  al- 
buminose. 

Per  il  taglio  dei  vaghi  nelle  rane  il)ernanti  non  varia  la  quan- 
tità di  grasso  ;  ma  nelle  rane  riscaldate,  a  differenza  delle  rane 
normali  pure  riscaldate,  si  ha  un  minore  consumo  della  quantità 
assoluta  di  grassi  e  per  ciò  un'  eccedenza  della  quantità  relativa. 

Riguardo  all'acqua  dtd  fegato  risultò  che  la  perdita  di  essa, 
nelle  rane  normali  riscaldate,  è  proporzionale  alla  diminuzione 
dei  fegati,  in  guisa  che  la  quantità  ])ercentuale  rimane  staziona- 
ria, e  che  nelle  rane  vagotomizzate  riscaldate  col  maggiore  con- 
sumo coiìiplessivo  dei  fegati,  si  verifica  una  maggiore  perdita 
della  quantità  assoluta  di  acqua,  ma  la  quantità  di  acqua  rela- 
tiva ad  un  grannno  di  fegato  anziché  diminuire  tende  ad  au- 
mentare. 

Per  ciò  la  diminuzione  del  peso  dei  fegati  nelle  rane  nor- 
mali riscald.ite  si  accompagna  a  consumo  di  glicogene,  grassi, 
sostanze  albuminose  ed  acque,  ma  relativamente  alla  quanità  in 
cui  questi  componenti  entrano  a  far  parto  dei  fegati,  il  glico- 
gene è  consumato  in  maggiore  proporzione  che  non  i  grassi, 
questi  a  loro  volta  in  maggiore  proporzione  delle  sostanze  albu- 
minose e  dell'  acqua,  la  cui  perdita  ò  proporzionale  alla  diminu- 
zione del  peso  dei  fegati. 

La  maggiore  diminuzione  del  peso  dei  fegati  nelle  rane  va- 
gotomizzate riscaldate  è  in  princijial  modo  legata  al  consumo  del 
glicogene  ;  il  consumo  dell'  acqua  e   delle  sostanze  albuminose  è 


100  ADUNANZA    OEDINAEIA 

proporzionale  alla    maggiore    distruzione    complessiva  del  fegato, 
mentre  i  grassi  vanno  perduti  in  minore  quantità. 

A.  Berti  :  Trasmissione  della  eccitazione  attraverso  i  gangli 
spinali  anemizzati  nei  mammiferi  (presentata  e.  s.).  —  L'  A.  dà 
relazione  di  una  serie  di  esperienze  eseguite  nei  gatti  e  nei  cani 
per  studiare  il  couiportamento  della  conducibilità  attraverso  ai 
gangli  spinali  artificialmente  anemizzati. 

Dopo  che  il  ganglio  e  stato  separato  dal  nervo  corrispon- 
dente mediante  un  taglio  eseguito  a  qualche  centimetro  di  di- 
stanza dal  ganglio  stesso,  1'  anemia  di  questo  veniva  determinata 
scapsulandolo  ed  asportando  gli  involucri  meningei  radicolari. 

Kisultò  che  ne  segue  una  notevole  diminuzione  nella  reazione 
allo  stimolo,  tanto  delle  fibre  sensitive  del  nervo  spinale  quanto 
di  quelle  della  radice  posteriore  ;  che  la  diminuzione  della  ecci- 
tabilità del  nervo  spinale  è  molto  maggiore  della  diminuzione 
della  eccitabilità  della  radice  spinale;  che  T  eccitabilità  del  nervo 
può  perdurare  per  due  o  tre  ore,  e  che  1'  eccitabilità  della  ra- 
dice posteriore  perdura  per  qualche  tempo  dopo  la  scomparsa 
della  eccitabilità  del  nervo.  L'  A.  ritiene  che  questi  risultati  de- 
pongono nel  senso  che  per  la  trasmissione  della  eccitazione  at- 
traverso il  ganglio  non  sia  assolutamente  necessaria  1'  attività 
funzionale  della  cellula  nervosa  ;  e  ritiene  che,  qualora  si  am- 
metta r  esistenza  delle  sottilissime  fibrille  attraversanti  la  cellula 
descritta  dall'  xVpathy  e  dal  liethe,  bisognerebbe  anche  ammet- 
tere che  queste  fibrille  sieno  meno  resistenti  air  anemia  delle  or- 
dinarie fibre  nervose. 

F.  Sibirani  :  Esistenza  degli  integrali  in  alcuni  tipi  di  equa- 
zioni ((Ile  derivate  parziali  (present.  dal  prof.  F.  D'Arcais,  s.  e, 
(e.  s.).  —  Le  equazioni  alle  derivate  parziali,  delle  quali,  in 
questo  lavoro  del  dott.  Sibiram',  è  dimostrata  V  esistenza  dell'  in- 
tegrale, sono  di  due  tipi  speciali.  La  dimostrazione  è  fatta  se- 
guendo uu  procedimento  geometrico  ideato  dal  prof.  Arzelà  del- 
l' Università  di  Bologna. 

Come  è  noto,  una  dimostrazione  generale  della  esistenza  dell'in- 
tegrale nel  senso  di  Cauchy-Pipochitz  ancora  manca  ;  perciò  anche 
la  considerazione  di  casi  ])articolari  può    avere  importanza. 


DEL    12    APRILE     1008  101 

Prima  che  l' Istituto  si  raceolg-a  in  adunanza  privata,  il  Pre- 
sidente concede  la  parola  al  s.  e.  Castelnuovo  il  quale,  ricordando 
la  morte  di  P^dmondo  De  Amicis,  dice  parerceli  doveroso  che 
r  Istituto  invii  al  figlio  un  telegramma  di  condoglianza.  11  segre- 
tario Berchet  comunica  che  la  presidenza  ha  già  compiuto  questo 
atto,  di  propria  iniziativa,  però  sarà  trasmessa  una  lettera  in  occa- 
sione dell'  odierna  seduta,  anche  a  nome  del  nostro  Corpo  scien- 
tifico. 

Neil'  adunanza  piivata  oltre  alla  trattazione  di  affari  d'interna 
amministrazione  furono  lette  le  Relazioni  concernenti  il  concorso 
pel  conferimento  del  premio  di  Fondazione  Balbi-Yalier  pel  biennio 
1906-1907  e  fu  approvato  il  nuovo  tema  pel  concorso  scientifico  a 
premio  di  Foudazione  Queriui  Stampalia  per  l'anno   1911. 


Il  membro  effettioo  anziano 
G.  LORENZONI 


Il   Viresef/retario 

Gr.    OCCIONX-BONAFFONS 


Attt  T)KTi  Rkai,k  Istituto  Vknkto  di  sniuNZK,  t.ettkrk  ed  arti. 
Anno  accademico  19(ì7-908  -  Tonio  LXVJI  -  Parte  pi'inia. 


COMMEMORAZIONE 

DEL  M.  E.  PROF.  DON  (ilOVANNI  BELTRAME 

,   LETTA    DAL    PEOF.    G.    OCCIONI-BONAFFONS,    M.    E. 

(Adunanza  12  Aprile  1908) 


Tra  g-li  allievi  degli  Istituti  creati  in  Verona,  nel  primo  quarto 
del  secolo  scorso,  dalla  fervida  carità,  veramente  apostolica,  di 
Don  Nicola  Mazza,  e  da  lui  sempre  diretti  fino  alla  morte  (2  ago- 
sto 1865),  emerse  e  lasciò  bella  nominanza  di  se  Don  Giovanni 
Beltrame,  che  ebbe  a  considerare  la  vita,  comunque  spesa,  come 
una  nobile  missione,  alla  quale  non  venne  meno  un  solo  istante. 

Invitato  a  parlare  del  collega  desideratissimo  che  nel  giorno 
8  aprile  1906  abbandonava  la  patria  terrena  per  un'  altra  patria 
a  cui  le  promesse  della  fede  lo  avevano  reso,  a  82  anni,  ma- 
turo, io  non  posso  non  evocare  innanzi  a  Yoi  la  bella,  vigorosa 
persona  dei  tempi  migliori,  che  traeva  un  fascino  nuovo  dall'ama- 
bile costume,  dalla  bontà  squisita  dei  modi  e  da  quella  ingenuità 
di  cui  diede  prova  in  molte  occasioni.  Dal  23  aprile  1899  egli 
non  intervenne  più  alle  nostre  adunanze,  ma  non  cessava  di  do- 
lersi che  gli  anni  glielo  impedissero  ;  e  quando,  nel  5  novembre 
1905,  acconìpagnatomi  col  nostro  Presidente  di  allora,  prof.  Fa- 
varo,  gli  portammo  in  Verona,  nel  suo  Istituto  Mazza,  ove  giaceva 
infermo,  il  riverente  saluto  e  1'  augurio  dei  coUeghi,  la  ricono- 
scenza che  n'  ebbe  si  mutò  in  vivissima  commozione  che  gì'  im- 
pedì la  parola,  mentre  il  suo  gesto  apparve  più  eloquente  di  ogni 
ringraziamento.  L'  energia  fisica,  e  con  essa  la  mente,  gli  si  erano 
affievolite,  ma  non  cessava  di  battere  quel  gran  cuore  che  gli  fu 
guida  e  consigliere  nelle  battaglie  generose  dell'  esistenza,  spe- 
cialmente  negli   anni    dal  1853   al  1863,  in    cui   dedicò   tutto   se 


104  &.    OCCIONI-BONAFFONS 

stesso  all'  ingrata  opera  delle  missioni  cattoliche  nell'  Africa  Cen- 
trale. Ebbe  da  ciò  un  meritato  compenso,  giacché  si  può  dire  che 
la  fama  in  cui  venne  Don  Giovanni  Beltrame  e  1'  aureola  onde 
fu  circondato  emani  da  quel  periodo  della  sua  vita.  Gli  è  per 
questo  che  non  posso,  nella  presente  occasione,    affatto  tacerne. 


*  * 


Nato  a  Taleggio  sul  Mincio  il  21  novembre  1824  di  fainiglia 
operaia,  entrò  a  15  anni  nell'  Istituto  maschile  del  Mazza,  e  vi 
fu  ordinato  prete  nel  1849.  Ferveva  molto  prima  di  allora  in 
tutta  Europa  e  si  mantenne  e  si  accrebbe  da  poi  un  movimento 
a  favore  delle  scoperte  geografiche,  un'  ansia  che  prese  gli  Stati 
e  i  singoli  esploratori  di  allargare  i  confini  del  mondo  conosciuto, 
proponendosi  scopi  diversi,  scientifici  o  politici,  commerciali  o 
uraanitarii,  secondo  le  particolari  vocazioni  o  aspirazioni,  o  una 
parola  d'  ordine  che  venisse  dall'  alto. 

Il  Beltrame  senti  nascersi  in  cuore  il  desiderio  ardente  di 
rispondere  a  questa  parola  del  suo  Superiore  e  divenne  missio- 
nario. Il  piano  di  D.  Nicola  Mazza  era  il  seguente.  L'  Istituto  delle 
Missioni  per  V  Africa  selvaggia  centrale  doveva  essere  un'  eniana- 
zione  dei  due  Istituti  di  carità,  maschile  e  femminile,  da  lui  fon- 
dati. Si  sarebbero  comperati;  o,  con  frase  eufemistica,  riscattati  in 
Africa  piccoli  mori  e  piccole  more,  da  accogliersi  ed  educarsi  nei 
singoli  Istituti,  per  rimandarli  laggiù  nelle  case  dei  missionarii, 
già  allievi  dell"  Istituto  maschile,  che  ne  sarebbero  aiutati  a  dif- 
fondere fra  i  Negri  la  civiltà.  E  sebbene  il  progetto  cozzasse  con- 
tro difficoltà  di  varia  maniera,  e  non  riuscisse  poi  ad  attuarsi 
completamente,  anche  per  T  opposizione  ostinata,  ma  non  irragio- 
nevole, che  gli  moveva  il  cardinale  Franzoni,  prefetto  della  Con- 
gregazione De  Propaganda  Fide  in  Roma,  il  Mazza  non  si  sentiva 
r  animo  di  abbandonarlo.  Alla  prima  missione  veronese,  diretta 
dal  padre  gesuita  Ryllo  partecipò  D.  Angelo  A^inco  che  dal  Cairo 
scrisse,  addì  18  settembre  1847,  al  Beltrame,  allora  chierico,  ecci- 
tandolo con  queste  parole  a  raggiungerlo  presto  :  "  Carissimo  il 
mio  D.  Beltrame  :  una  sola  cosa  vi  raccomando,  di  non  perdere 
tempo  ;  io  non    veggo  Y  ora   che    voi   veniate  con  me    a  lavorare 


COMMEMOE.  DEL    PROF.    DON    GIOVANNI    BELTRAME  105 

nel  oainpo   evangelico,  in   (piel  canipo  che  fu  sterile  da  ben    18  e 
più  secoli  (')  „. 

I  sacrificii  a  cui  si  accingevano  con  vivo  entusiasmo,  direi 
quasi  con  spensieratezza,  i  preti  allievi  di  Don  Mazza,  non  dove- 
vano essere  ne  pochi  né  lievi  ;  ma  il  Nostro  comprese,  fin  dalle 
prime,  che  un  missionario  avrebbe  dovuto  agguerrirsi,  fra  altro, 
con  lo  studio  delle  lingue,  e  insieme  a  1).  Antonio  Castegnaro 
chiese  licenza  al  Superiore  di  applicarvisi.  Oltre  gli  aiuti  che  po- 
terono trovare  in  Verona  stessa,  a  confortarli  in  questa  idea  li 
sovvenne  un'  occasione  propizia  ;  che  il  Padre  Ignazio  Mozzoni 
dell'  Ospitale  di  S.  Servolo  in  Venezia,  dovendo  allontanarsene 
per  un  anno  a  fine  di  attendere  a  certi  suoi  studii  storici,  fece 
chiedere  al  Mazza  due  sacerdoti  per  supplirlo  nell'  assistenza  dei 
malati  e  dei  pazzi.  Bella  opportunità,  pensò  il  Mazza,  di  trovarsi 
coi  Mechitaristi  di  S.  Lazzaro  che,  conoscendo  V  arabo,  potevano 
insegnarlo  ai  due  futuri  missionari  !  Li  chiamò  a  se  e  disse  loro  : 
"  vi  nnindo  in  mezzo  ai  matti,  siete  contenti  ?  Ivi  potrete  facil- 
mente acquistare  cognizioni  di  farmacia  e  di  medicina  e  praticare 
la  chirurgia  (■^)  „. 

1  due  compagni  stettero  così  a  Venezia  dalla  fine  del  1850 
al  settembre  dell'  anno  appresso  ;  impararono,  non  e  detto  con 
quanta  profondità,  arabo  e  armeno  e  a  curar  gli  ammalati  ;  e  tor- 
nando nel  loro  Istituto  di  Verona  si  preparavano,  con  attente 
letture  di  geografia  e  di  viaggi,  alla  partenza,  che  non  potè 
aver  luogo,  causa  il  denaro  deficiente,  prima  di  due  anni  ap- 
presso. Nel  9  ottobre  1853  salpano  essi  da  Trieste  per  Alessan- 
dria e  giungono  nel  29  dicembre  a  Chartum,  col  proposito  di 
esplorare,  più  a  mezzogiorno,  il  terreno  atto  allo  stabilimento  della 
missione  veronese.  Un  mese  prima  s'  erano  incontrati  a  Korósko 
nella  missione  austriaca  della  Nubia  con  a  capo  il  Provicario  Apo- 
stolico Knoblecher.  A  Chartum  le  febbri  intermittenti  spensero 
D.  Castegnaro  nel  5  febbraio  1854,  mentre  il  Provicario  recavasi 


(1)  Don  Nicola  Mazza,  e  la  nifs^n'one  veronese  ìielV  Africa  Coltrale, 
per  Don  Antonio  Spagnolo,  Superiore  (quarto)  degli  Istituti  Mazza. — 
Documento  I.  iu  appendice  al  hìs.  inedito  favoritomi  dall'autore,  che  qui 
publicamente  ringrazio. 

(2)  Spagnolo,  ms.  cit.,  pag.  7,  17. 


106  G.    OCCIONI-BONAFPONS 

coi  suoi  a  Gonclócoro  a  oltre  1200  chilometri  verso  F  Equatore 
dove  risiedeva  la  tribù  feroce  dei  Bari  o  Beri.  Don  Giovanni 
Beltrame  era  rimasto  solo  in  Chartum  per  attendere,  nella  scuola 
della  missione,  all'  istruzione  dei  giovanetti  riscattati,  e  col  pro- 
posito di  risalire,  dal  suo  canto,  per  oltre  700  chilometri  il  fiume 
Azzurro  (Bahr  e)  Azraq),  confluente  di  destra  del  Nilo  ('). 

A  questo  punto  non  temete,  cortesi  Colleghi,  eh'  io  voglia, 
col  nostro  Beltrame,  trattenermi  un  anno  a  Chartum,  per  accom- 
pagnarlo poi  nella  sua  quadrimestrale  spedizione  di  andata  {^)  e 
ritorno  lunghesso  il  fiume  Azzurro,  e  la  parte  inferiore  del  Tu- 
mat  :  a  ciò  provvide  egli  stesso  con  1'  operetta  in  due  volumi  : 
//  Sénaar  e  lo  Sciangalìaìi  (•^),  pubblicata  ventisei  anni  dopo  l' esplo- 
razione, non  senza  sospetto  che  gli  appunti  personali  da  lui  con- 
servati siensi  poi  resi  completi  con  relazioni  più  recenti  di  altri 
viaggiatori,  con  descrizioni  di  credenze,  usi  e  costumi  e  notizie 
di  storia  naturale.  Comunque  sia,  egli  ci  ha  dato  un  libro  inte- 
ressante, pieno  di  aneddoti,  non  scevro  di  osservazioni  acute  in- 
sieme ed  ingenue,  quali  s'  incontrano,  a  dirlo  qui  una  volta  per 
sempre,  in  tutta  l'  opera  letteraria  del  nostro  consocio.  Veramente 
lo  scopo  religioso  di  questo  primo  viaggio,  il  quale  doveva  render 
possibile  la  fondazione  di  una  missione  cattolica  in  qualche  oppor- 
tuna località  del  Nilo  Azzurro,  andò  completamente  fallito  ;  ma 
si  vuol  tener  conto  della  fede  e  del  coraggio  dimostrato  dal  Bel- 
trame in  un  tempo,  relativamente  lontano,  quando  gì'  Italiani,  a 
non  parlare  che  del  Matteucci  e  del  Gessi,  non  avevano  ancora 
date,  in  quei  paraggi,  sublimi  prove  di  abnegazione  e  di  vero 
eroismo,  fino  al  martirio. 

Fortificato  in  queste  difficili  prove,  il  Beltrame  insisteva 
presso  il  Frovicario  Knoblecher  che  gli  fosse  concesso  di  rivolgere 
i  suoi  passi  nella  penisola  del  Sénnaar,  tra  i  due  rami  del  Nilo, 
0  più  a  mezzogiorno  lungo  le  rive  del  fiume  Jal  o  del  Sobat. 
Si  trattenne  a    Chartum  qualche  mese,    finché,  avuto  il  consenso 


(1)  Beltrame,  Relazione  sulla  tnismme  veronese  nelV Africa  centrale 
—  Verona  1859. 

(2)  Il  viaggio  di  andata  (lutò  dal  4  diconibre  18.04  al  2()  febbraio  '55; 
il  5  aprile  il  Beltianie  ora  di  litorno  a  Chartum. 

(3)  Verona,    Civolli,  1879,  in   16",  pag.  X  -  305,  313  con  carta  geogra- 
fica dell'Istituto  Guido  Cora,  Torino. 


COMMEMOR.    DEL    PROF.    DON    GIOVANNI    BELTRAME  107 

I  desiderato,  partì  in  agosto  per  l'  Europa  e  giunse  in  Verona  ai 
primi  di  ottobre  1855,  per  prepararsi  alla  nuova  spedizione.  Ma 
al  fervore  religioso,  all'  entusiasmo  di  Don  Nicola  Mazza  per  la 
missione  nell'  Africa  Centrale  da  lui  progettata  e  ispirata,  non 
corrispondevano,  nella  misura  voluta,  i  mezzi  finanziarli,  e  tutto 
sarebbe  forse  caduto  nel  nulla  se  il  Comitato  di  Vienna,  presie- 
duto dallo  stesso  arcivescovo,  mons.  Mechutar,  non  si  fosse  posto 
in  relazione  con  1'  Istituto  di  Verona,  quasi  avocando  a  sé  il 
merito  dell'  impresa  e  provvedendo  alla  sua  riuscita  con  praticità 
d'  intenti  e  con  lauti  sussidii.  A  queste  buone  disposizioni  era 
stato  condotto  quel  Comitato  dalla  proposta  del  Provicario  Apo- 
stolico in  Chartum  che  convenisse  fondare  a  Roma  un  collegio 
per  educare  ed  istruire  i  piccoli  Negri  tolti  dall'Africa  centrale: 
intermediario  del  progetto  sarebbe  stato  il  Canonico  regolare 
lateranense  mons.  Giovanni  Grisostomo  Mitterrutzner,  professore 
nel  Liceo  di  Bressanone,  che  ne  scrisse  al  Mazza  perchè  desi- 
gnasse uno  de'  suoi  preti  alla  direzione  di  quel  Collegio.  E 
intanto,  annuendo  alla  richiesta  dell'arcivescovo,  il  Mazza  mandò 
a  Vienna  presso  di  lui  Don  Giovanni  Beltrame  e  Don  Angelo 
Melotto  ('),  i  (juali,  a  proposito  della  Jiuova  missione  ch'era  già 
disposta,  furono  assicurati  da  quel  prelato  con  le  parole:  "  non  temete 
di  nulla,  e  sarete  provveduti  di  tutto,  non  solo  pel  viaggio,  ma  anche 
pel  mantenimento  dei  missionarii  nell'Africa  centrale  in  quel  luogo 
vergine  che  a  voi  dell'Istituto  Mazza  è  accordato  (-)  „.  Così  la  mis- 
sione veronese  non  restava  abbandonata  a  so  stessa  o  ad  incerte 
eventualità  e  traeva  carattere  quasi  ufficiale  dell'adesione  esplicita 
e  anche  col  sussidio  di  alti  personaggi  di  Vienna  e  di  Roma. 

Capo  della  spedizione  era  naturalmente  designato  il  nostro 
Beltrame,  e  furono  suoi  compagni  D.  Alessandro  Dal  Bosco,  D. 
Francesco  Oliboni,  già  professore  di  belle  lettere  del  R.  Ginnasio 
di  Verona,  D.  Angelo  rieletto  poc'  anzi  nominato  e  quel  famoso 
D.  Daniele  Comboni  che  portò  nelle  missioni  tutto  il  fervore, 
talvolta  irritìessivo,  di  un'  anima  a  cui  le  strettezze  materiali  e 
ogni  maniera  difficoltà  crescevano  lena  ed  audacia. 


(Ij  11  viaggio  a  Vienna  fu  (•oinpiuto  iu-1  mese  di  luglio  1857. 
(2)  Lettera  del  Beltrame  al  Mazza  da  Vienna,  5  luglio  1857  ;  in  Spa- 
gnolo, nis.  cit.,  pag.  58. 


108  '  G.    OCCIONI-BONAFFONS 

L'  8  settembre  1857,  raggiunti  da  Isidoro  Zili,  operaio 
friulano,  e  da  muratori  tedeschi  e  nostri,  salparono  per  Alessan- 
dria col  postale  del  Lloyd  e  vi  si  fermarono  una  quindicina  di 
giorni.  Dei  cinque  missionarii,  il  Melotto,  il  Dal  Bosco  e  il  Com- 
boni colsero  1'  occasione  di  recarsi  a  Gerusalemme,  mentre  gli 
altri  avrebbero  proseguito  pel  Cairo,  dove  furono  raggiunti  nel 
18  ottobre.  Insieme  partirono  tosto  per  Assiut  ed  Assuan  nell'Alto 
Egitto.  In  quest'  ultima  città  incontrarono  il  Provicario  mons. 
Knoblacher  che  tornava  in  Europa  per  ristabilirsi  in  salute  e  per 
provvedere  agli  interessi  della  missione,  ridotta  in  deplorevole  stato. 

Egli  delegò  la  propria  facoltà  a  Don  Beltrame,  e  più  non 
rivide  1'  Africa,  essendo  morto  in  Napoli  nel  1 3  aprile  dell'  anno 
appresso.  Alla  missione  cattolica,  da  lui  fondata  tra  immense 
difficoltà  lungo  la  vallata  del  fiume  Bianco,  la  quale  ebbe  a  stazione 
principale  C^hartum  e  secondarie  Santa  Croce  e  Gond('icoro,  s' in- 
nesta la  missione  veronese.  Sarebl)ero  riusciti  i  nostri  nella  loro 
impresa  di  civiltà,  tanto  più  sapendo  da  relazioni  avute  nel  primo 
viaggio  di  esplorazione  che  il  popolo  del  fiume  Bianco  non  amava 
i  missionarii  ?  "  Si,  vi  e  un  Dio  „  dicevano  quei  barbari  "  ma 
non  ha  a  che  fare  con  noi.  Egli  sta  in  cielo,  noi  siamo  qui  in 
terra  e  non  abbiamo  bisogno  di  lui.  Se  abbisogniamo  di  pioggia, 
comandiamo  ai  nostri  capi  che  ce  la  facciano  venire  ;  se  non  viene, 
li  annnazziamo,  li  buttiamo  nel  fiume  e  ne  facciamo  degli  altri 
più  capaci  di  loro  ;  raccogliamo  a  tempo  opportuno  i  frutti  delle 
nostre  fatiche,  ce  li  mangiamo  allegramente  ;  ci  procuriamo  di 
belle  e  molte  mogli  atte  a  dar  figliuoli,  perchè  ci  assistano  nella 
nostra  vecchiaia  ;  morti  che  saremo,  ci  getteranno  nel  fiume  e 
tutto  e  per  sempre  sarà  finito  per  noi  (')  .,.  E  pure,  malgrado 
queste  massime,  condite  di  cinismo  e  di  epicureismo,  speravano 
i  missionarii  iniziare  con  profitto  l'  opera  loro,  sfidando  il  clima, 
le  febbri  periodiche  e  la  dissenteria  che  molti  avevano  spento 
dei  loro  predecessori. 

Dopo  quattro  mesi  dalla  partenza  da  Trieste  giunsero  i 
nostri,  giorno  per  giorno,  a  Chartum  nelF  8  gennaio  1858.  E  qui 
si  parvero    il  senno  e  la    ])rudenza   del    Beltrame  nel  prepararsi 


(1)  Lettera  del  Beltrame  al  Mazza  da   Chartum.    W   aprile    \H'A  :  in 
Spagnolo,  ms.  cit,,  pag.  29. 


COMMEMOR.    DEL    PROF.    DON    GIOVANNI   BELTRAME  109 

all'  impresa.  Sua  meta  era  la  stazione  missionaria  di  Santa  Croce 
(ora  Cósis)  a  60.41'  L.  N.  sul  Bahr-el-Abiad,  presso  la  regione 
abitata  dalle  tribù  Denka,  nella  penisola  tra  questo  fiume  e  il 
Sóbat,  suo  confluente  di  destra.  Ed  egli  a  prepararsi  allo  studio 
della  lingua  denka,  e  a  proporsi  un  piano  razionale  per  1'  incivi- 
limento di  quei  popoli  d'  indole  mite,  piano  ohe  sarebbe  stato 
di  sicura  riuscita,  se  nuove  traversie  non  avessero  colto  la  missione. 
Lasciato  in  Chartum  il  Dal  Bosco  come  loro  procuratore,  partirono 
gli  altri  nel  21  gennaio  nella  dahabieh  (barca)  Stella  matufina 
pel  luogo  designato,  guidati  da  Don  Matteo  Kirchner,  che  il 
Provicario  aveva  incaricato  della  visita  alle  stazioni  ;  e  vi  (giunsero 
il  14  febbraio.  Si  diedero  a  costruire  nuove  capanne  aiutati  dalle 
donne  di  Santa  Croce,  mentre,  scrive  Don  Beltrame  a  Don  Bri- 
ghenti  :  "  lo  mi  sto  esercitando  il  mestiere  di  mio  padre  [fale- 
gname] tanto  necessario  in  questi  luoghi  „,  costruendo,  fra  altri 
oggetti  minori,  "  una  tavola  per  mangiare  e  la  porta  che  mancava 
alla  capanna  „,  già  stalla  pel  bestiame.  "Don  Oliboni,  in  un  forno 
di  pantano  allestito  in  una  mezz'  ora,  cuoce  il  pane.  Don  Melotto 
fa  il  bucato  e  Don  Comboni  aggiusta  coli' ago  e  col  refe  le  vesti 
e  le  camicie....  Presto  comincieremo  a  seminare  il  terreno  di  al- 
cuni legumi  e  di  granone  (')  „. 

Ma  ben  presto  le  cose  volsero  a  male.  La  morte  colse  Don 
Francesco  Oliboni  alla  fine  di  marzo  e  tre  mesi  dopo  l'  operaio 
Zili  ;  la  missione,  priva  delle  piìi  urgenti  necessità,  parve  un  tratto 
abbandonata  a  se  stessa,  finche  la  sovvenne  il  confratello  Dal 
Bosco  che  mandò  da  (^'hartum  a  Santa  Croce  tre  barche  cariche 
di  quanto  occorresse  ai  missionari].  Ciò  malgrado,  D.  Beltrame 
e  i  due  sacerdoti  rimasti  con  lui  si  persuasero  di  dover  lasciare 
quel  posto  per  stabilirsi  proprio  in  mezzo  ai  Denka  (-),  tanto 
più  che  andavano  accentuandosi  gli  screzii  fra  gì'  italiani  e  gli 
austriaci  della  missione,  quasi  fossero  una  lontana  eco  dei  rivol- 
gimenti politici  che  si    preparavano  in    Italia.    La  Congregazione 


(1)  Lettera  del  Liultnune  a  D.  Donato  origlienti,  dell'Istituto  Mazza, 
12  marzo  '.58  ;  iu  Spagnolo,  nis.  cit.  pag.  102. 

(2)  Infatti  parve  loro  opportuno  un  luogo  sul  canale  Tarciaui  presso 
il  villaggio  Miegiok  nella  tribù  Denka  degli  Abialàng.  (Da  appunto  fa- 
voritomi da  D.  Antonio  Spagnolo). 


110  G.    OCCIONI-BONAFPONS 

di  Propaganda  si  volge,  prima  sottomano,  poi  palesemente,  alla 
parte  austriaca,  e  il  famoso  ab.  Francesco  Nardi,  da  professore 
di  diritto  canonico  e  di  geografia  a  Padova,  divenuto  allor'  allora 
auditore  di  Kota  per  1'  Austria  a  Roma,  contribuisce  con  la  sua 
azione  a  scemar  credito  all'  idea  di  una  separata  missione  italiana 
neir  Africa,  tanto  che  infine  questa  s' identifica  con  la  missione 
tedesca. 

Però  il  Beltrame  ed  i  suoi  compagni,  comprendendo  che  il 
piano  del  Mazza  non  avrebbe  avuto  probabilità  di  riuscita,  si 
ritirarono  da  S.  Croce,  come  si  direbbe,  in  buon  ordine,  e  si 
rifecero  a  Chartum,  dove  giunsero  nel  4  aprile  1859.  Nel  ritorno 
scostandosi  dal  fiume  Bianco,  avevano  esplorato  parecchie  località 
e  specialmente  il  basso  Sóbat  :  poi,  risalendo  per  la  penisola  di 
Scnnaar,  dove  ha  residenza  la  grande  tribù  dei  Denka,  si  erano 
persuasi  che  essendo  questi,  come  si  disse,  di  natura  accostevole, 
avrebbe  potuto  finalmente  fondarsi  colà  una  stazione  sicura.  Ma 
non  se  ne  fece  nulla,  tanto  più  che,  dei  tre  compagni  del  Bel- 
trame, D.  Melotto  morì  a  Chartum  dopo  cinque  giorni  di  ma- 
lattia, D.  Comboni,  afflitto  quasi  tutto  1'  anno  dalle  febbri,  pareva 
r  ombra  di  se  stesso  e  nell'  agosto  fece  ritorno  in  Europa,  e 
moralmente  accasciato,  per  la  parte  di  responsabilità  che  aveva 
assunto,  era  il  Dal  Bosco.  Solo  sulla  breccia  il  nostro  Beltrame 
non  dubitava  dell'avvenire.  Trattavasi  di  sottrarre  i  missionarii 
alle  conseguenze  del  clima  infesto  di  Chartum,  e  di  raccoglierli 
in  Assuan  ;  e  Don  Beltrame  assunse  l'  incarico  di  recarsi  a 
S.  Croce  e  a  Gondócoro  per  scortare  i  superstiti  sull"  amara  via 
del  ritorno.  Partito  con  quattro  barche  il  24  novembre  1859,  e 
toccata  quest'  ultinìa  stazione  (a  4".  55'  a  Nord  dall'  Equatore) 
nel  28  marzo  dell'  anno  dopo  era  di  nuovo  a  Chartum,  ove 
soccombette  il  sacerdote  Giuseppe  Lanz,  uno  dei  tre  missiona- 
rii da  lui  ricondotti.  La  misura  era  colma  :  i  nostri  finalmente 
abbandonarono  la  infelice  impresa,  riducendosi  a  Hcéllal  di 
Assuan. 

Di  questa  seconda  missione  lasciò  il  Beltrame  un  sincero, 
interessante  documento  nel  giusto  volume  che  fu  creduto  ben 
degno  di  figurare  come  omaggio  del   nostro  Istituto   al  Congresso 


COMMEMOE.    DEL    PEOr.    DON    GIOVANNI    BELTEAME  111 

internazionale  gco<2;rafico,  tenntosi  in  Venezia  nel  1881  e  che 
s' intitola  :   //  fiume  Bianco  e  i  Dénka  (•)• 

In  due  mesi  di  viaf^g-io  da  Chartum  o-junsero  a  Scéllal  i 
pochi  avanzi  della  missione,  insieme  al  Beltrame,  nell'll  set- 
tembre 1860.  Parve  in  sulle  prime  che  le  cose  dovessero  pro- 
ceder bene.  Costruita  la  casa  missionaria  pose  fine  il  Beltrame 
al  dizionario,  alla  grammatica  e  al  catechismo  denka,  già  iniziati 
con  la  preziosa  collaborazione  del  collega  D.  Melotto,  di  una 
giovane  denka  di  nome  Zenab  e  del  negro  Caoinal.  I  nostri  si 
trattennero  a  Scellal  quindici  mesi  e  più,  finché,  dopo  varie  trat- 
tative, che  non  ho  qui  luogo  di  ricordare,  la  Congregazione  di 
Propaganda,  sciolta  definitivamente  la  missione,  1'  affidò  ai  Fran- 
cescani. E  questi,  per  non  romperla  affatto  coi  predecessori, 
proposero  di  accoglierli  come  Ter^iarii,  con  facoltà  di  "  piantare 
la  missione  in  quella  parte  dell'  Africa  centrale  che  di  couiune 
accordo  fosse  stata  scelta,  secondo  il  piano  primitivo  „  ;  in  altre 
parole,  li  mettevano  garbatamente  alla  porta.  E  i  due  superstiti 
missionari  veronesi,  Beltrauie  e  Dal  Bosco,  lasciarono  Assuan, 
rifacendo  la  via  per  1'  Europa. 

Ma  prima  di  abbandonare  per  sempre  (]uei  paraggi  che  gli 
avevano  data  1'  intima  soddisfazione  di  un  dovere  compiuto,  e 
insieme  una  giusta  notorietà,  volle  il  Beltrame  dar  corso  al  suo 
vivo  desiderio  di  visitare  la  Palestina  in  compagnia  del  collega  e 
del  piccolo  domestico  negro  che  aveva  seco  condotto  da  Gou- 
d(3coro.  Lasciata  Assuan,  giunsero  al  Cairo  verso  la  metà  del 
mese  di  marzo  1862,  e  si  trattennero  in  Alessandria  parecchie 
settimane,  finche  salparono  di  là  verso  la  fine  del  maggio,  com- 
piendo, senza  fretta,  tutto  il  viaggio  di  Terrasanta  nei  tre  mesi 
successivi,    fino    al    20    agosto    (^).  Il  lavoro  che  il  Beltrame  ne 


(1)  Verona,  Civelli,  1881,  in  1(5",  pp.  .328,  con  carta  geogr.  dell'Isti- 
tuto Guido  Cora,  Torino  —  La  prima  relazione,  assai  conipendiosa,  di 
questa  missione,  si  contiene  in  una  lettera,  scritta  tra  il  marzo  e  l'aprile 
1858  dall'ab.  Beltrame  al  prof.  Nardi  e  da  questo  annotata  e  pubblicata  — 
Padova,  Bianchi,  1858,  16°,  pp.  32.  —  Merita  poi  di  essere  consultata  la 
relazione  inedita  sulle  tre  stazioni  di  Clondócoro,  S.  Croce  e  Chartum, 
spedita  dal  Beltrame  a  Don  Mazza,  in  data  20  aprile  185'J  :  leggesi  in 
SpaonoIìU.  ms.  cit.,  pag.  loH-161. 

(2)  Questo  si  ricava  dall'opera  che  il  Beltrame  pubblicò  col  titolo: 
In  Palestina^  V ultimo  nUo  tnar/f/io.  —  P"'irenze,    Barbèra,    18'J5;    16°,  pp. 


112  G.    OCCIONI-BONAFFONS 

allestì  e  che  diede  in  luce  trentatrè  anni  appresso,  aveva  avuto 
ben  tempo  di  maturarsi,  e  nei  particolari  cronologici  dev'  essere 
accolto  con  beneficio  d'  inventario.  Fu  presentato  al  pubblico  da 
una  garbata  premessa  di  Augusto  Conti  (pag.  V  -  XXVII),  il  quale, 
mentre  ne  ammira  la  lucidità  e  la  vivacità  della  descrizione,  la 
acuta  osservazione  dei  costumi,  la  bella  mostra  che  fanno  di  sé 
la  storia  e  le  tradizioni  relative  alla  Terrasanta,  aggiunge  all'opera 
schiarimenti  che  ne  aumentano  il  pregio,  giacche  non  è  da  di- 
menticare esser  questo  il  lavoro  migliore  e  più  organico  che 
abbia  scritto  il  Beltrame,  il  quale  se  evitò,  coni'  era  ben  naturale 
in  lui  sacerdote  e  credente,  le  insidie  e  gli  scogli  di  una  libera 
critica,  fece  tesoro  della  ricca  letteratura  suU'  argomento. 

Parve  un  istante  ravvivarsi  nei  due  reduci  dall'  Africa  Cen- 
trale la  speranza  di  poter  organizzare  una  nuova  missione  tra  il 
3Iar  Rosso  ed  il  Nilo  presso  le  tribù  dei  Bisciarin  o  Begia  ('), 
stabilendo  al  Cairo  una  casa  centrale.  Il  progetto,  già  accarezzato 
dal  Beltrame  mentre  trovavasi  a  Scellal,  doveva  essere  sottoposto 
all'  approvazione  del  cardinal  Barnabò,  prefetto  di  Propaganda 
in  Roma,  presso  il  quale  il  Mazza  spedì  lo  stesso  Beltrame  in 
unione  al  Dal  Bosco  ;  ma  non  se  ne  fece  nulla,  perchè  i  Fran- 
cescani, già  avviliti  per  la  morte  di  molti  dei  loro,  se  non  diedero 
al  progetto  un  reciso  rifiuto,  vi  opposero  difficoltà  insormontabili  (^). 
E  così  il  nostro  collega  chiuse  a  38  anni,  in  età  vigorosa,  il 
periodo  che  divenne  classico  della  sua  vita,  pago  di  illustrare  la 
ultima  sua  dimora  in  Africa  con  un  volume  {^),  cui  rese  pubblico 
trentun  anni  più  tardi,  incoraggiato  dal  giudizio  favorevole  che 
ne  diede  il  Primo  Congresso  Geografico  Italiano,  tenutosi  in 
Genova  nel  1892. 

Difficile  sarebbe  indicare  quale  parte  spetti  al  Beltrame 
nella  serie  dei  missionari i,  il  cui  numero  è  legione,  anche  volen- 


XXVn-378,  con  ritratto  e  una  carta.  —  Ma  intorno  all'  epoca  precisa  e 
alla  durata  del  viaggio  in  Palestina  è  da  tenore  il  massimo  conto  di 
certi  dubbi  espressi  da  D.  Antonio  Spagnolo,  in  ms.  cit.,  pag.  201,  in  nota. 

(1)  BiAsiUTTi.  —  L'Africa,  in    Marinelli   Gr.,   La    Terra,    Voi.    VI, 
pag.  452. 

(2)  Spagnolo,  nis.  cit.,  pag.  201-204. 

(B)  In   Nubia,   presso  File,  Hiène,  Elefantind.  —  Verona.,    Franchini, 
1898;  1()",  pp.  3.^4. 


COMMUMOE.    DEL    PEOF.    DON    GIOVANNI    BELTEAME  113 

dofii  restringore  ai  soli  italiani  e  cattolici  ;  e  noi  possiamo  do- 
mandarci se  la  preparazione  scientifica  che  mise  nell'  opera  sua 
fu  pari  all'  entusiasmo  che  ebbe  assai  fervido,  e  se  il  fine  rag- 
giunto fu  tale  da  trarne  vanto  hi  religione  e  la  civiltà.  Ai  mezzi 
inadeguati  doveva  corrispondere  il  disastro  della  missione  di  cui 
fu  SI  gran  parte  ;  ma  resta  nel  suo  attivo  ch'egli  fece  quanto 
potè,  che  fornito  di  coraggio,  un  po'  fatalistico,  di  prudenza  e  buon 
senso,  ebbe  iniziative  personali  assai  lodevoli,  non  ultima  lo  studio 
delle  lingue  delle  tribù  in  mezzo  alle  quali  era  stato  chiamato 
ad  agire. 

* 
*     * 

Specialmente  conobbe  l'  arabo,  il  Denka  e  il  linguaggio  degli 
Akkà.  Fin  dalla  prima  missione  preparatoria  il  Mazza  aveva  incul- 
cato al  Beltrame  :  "  più  di  tutto  ti  racconumdo  di  studiare  la 
lingua  di  quei  selvaggi,  per  insegnar  loro  a  leggerla  e  a  scri- 
verla „.  Alla  prima  parte  del  progrannna  soddisfece  pienamente 
il  Beltrame.  Lo  studio  delle  lingue  orientali,  e  fra  queste  del- 
l' arabo,  era  stata  famigliare  a  Don  Luigi  Duri  che,  morto  nel 
1 844  a  35  anni,  convisse  nell'  Istituto  del  31azza  "  destando  for- 
se in  questo  il  primo  pensiero  della  missione  e  fecondandone 
il  generoso  proposito  (')  ,,.  I  giovani  preti  dell'  Istituto  erano 
istruiti  neir  arabo  da  un  egiziano,  certo  Mustafà,  dimorato  circa 
quattro  anni  a  Verona,  e  parecchie  maestre  della  sezione  fem- 
minile ne  aquistarono  una  certa  pratica.  Ma  insigne  nelle  lingue 
orientali  fu  il  nostro  collega,  dotto  viaggiatore  e  geografo,  vo' 
dire  il  senatore  co.  Francesco  Miniscalchi  Erizzo  di  Verona, 
considerato  allora,  per  giudizio  di  persone  competenti,  fra  i  pi'i- 
nii  arabisti  di  Europa  (-).  Tali  esempi,  tali  eccitamenti  infiam- 
marono il  Beltrame  e  taluno  dei  suoi  collaboratori  di  nuovo  en- 
tusiasmo,   tanto    che  giunto   coi    suoi    compagni    missionarii  tra  i 


il)  (iiULiARi.  —  Dei  reronesi  cultori  delle  liufjue  orieiihiU,  in  Rivista 
niieiitale.  diretta  da  A.  de  (Tubernatis,  anno  I,  1867,  pag.  3HS-400,  .511-538. 

(2)  GiuLiAHi,  op.  cit.;  in  Kiv.  cit.,  pag.  536-7;  De  Leva.  —  Della  vita 
e  delle  opere  del  co.  Francesco  Mini-scalclii  Erizzo,  discorso  ;  in  Atti  del 
R.  Istituto  A^eneto  di  scienze,  lettere  ed  arti.  Serie  V,  Tomo  II,  an- 
no 1875-76,  pag.  645-660. 


114  a.    OCCIONI-BONAFFONS 

Denka,  e  presa  stanza  nella  tribù  dei  Kic  (i),  incominciò  a  stu- 
diare largamente  il  denka,  lingua  monosillabica  parlata  da  21 
tribù,  di  cui  15  di  stirpe  denka,  e  ne  compose  una  gramma- 
tica (-),  a  cui  seguirono  un  dizionario  di  oltre  diecimila  voci  {^) 
e  un  catechismo  e  dialoghi  nella  lingua  medesima  (^).  Cosi  pure 
della  lingua  degli  Akkà  ebbe  il  Beltrame  ad  occuparsi,  compilan- 
done un  ^(if/gio  di  grammatica  (s),  e  raccogliendo  dalla  viva 
voce  degli  indigeni  circa  quattrocento  vocaboli  (").  E  sempre  fu 
il  suo  un  lavoro  molto  paziente  nel  cogliere  i  suoni  delle  lettere, 
diligente  nel  fissarli  sulla  carta  e  indicarne  il  significato  ;  e  del 
resto  nel  sistema  di  trascrizione  si  lasciò  consigliare  dal  Mi- 
ni scalchi. 


(1)  In  Ntihia,  op.  cit.,  pag.  332-33o. 

(2)  (ìf((iinu(i(ii'(i  (ìdhi  ìiìKjiia  Denka^  dedicata  a  Cristoforo  Negri, 
Pres.  (Iella  Società  Geogi'.  Ital..  con  lettera  da  Verona,  10  settembre  1868; 
in  Bollettino  della  8.  G.  I.  anni  1869-70,  fase.  2°,  pag.  231-249;  .3»,  pag. 
411-4r)6:  .5»,  p.*^  Il,  pag.  149-236;  compi,  pag.  1.53. 

(3)  La  2''  edizione  della  grammatica  denka,  a  cui  fu  aggiunto  il  vo- 
cabolario, fu  edita  dalla  Soc.  geogr.  italiana,  col  seguente  titolo:  Meinorie 
della  Società  (Jeofjrafica  itulianu.,  voi.  III.  Grammatica  e  vocabolario 
della  lingua  Denka  per  D.  Giovanni  Beltrame  direttore  dell'  Istituto 
femminile  Piazza  m  Yeroiui.  —  Roma.  Civelli.  1880;  in  8"  pp.  233. 

Precede  un  accertenza  del  Redattore  a  nome  del  Consiglio  Direttivo 
della  Società  geografica,  in  data  Roma  1  Sett.  1880.  La  Grammatica,  100 
pagiiu!,  è  ristampata  con  la  stessa  dedica  al  comm.  C.  Negri  e  con  la 
stessa  (lata  del  10  Settembre  1868  ;  il  Vuc(d)olario  ital.  denka  è  dedicato 
al  comm.  C.  Correnti  con  lettera  del  .5  ai)rile  1875. 

(4)  Il  B.  aveva  già  dato  copia  dei  suoi  manoscritti  sulla  lingua 
denka  a  Mr.  iiejean,  compagno  di  Orazio  xVntinori,  spedito  nella 
Nubia  superiore  dal  governo  di  Fi'ancia,  e  questi  furono  presentati  a  un 
concorso  a  Parigi;  ma  riportò  il  premio  "  perchè  più  voluminosa  „  l'opera 
di  un  francese  sopra  una  lingua  di  America.  Anche  il  Mitterrutzner,  cui 
il  Beltrame  comunicò  i  suoi  lavoii  sul  denka,  ne  fece  largo  prò',  e,  va- 
lendosi di  importanti  aggiunte  di  altri  missionari  tedeschi,  riuscì  a  pub- 
blicare per  le  stampe  l' opera  :  Die  Df^nka-spraelie  in  (/(Mitial  Afrika, 
kurze  Grammatik,  Text  uud  Wiirterbuch.  -  Brixeu,  186(),  8",  pp.  XV-307, 
dedicandola  a  mons.  Kirclmer  della  stessa  missione,  e  al  Beltrame. 

(.'))  Bollettino  della  S.  G.  L,  Anno  1877,  Voi.  XIII,  pag.  622-629, 
Voi.  XIV,  pag.  13-41  ;  compi,  pp.  27. 

(6)  Vocabolario  Italiano  Akkà,  in  Bollettino  predetto,  Voi.  XIV, 
pag.  128-136. 


COMMEMOE.    DEL    PROF.    DON    GIOVANNI    BELTRAME  115 


* 


Ritornato  in  patria,  il  Beltrame  provvide  a  curar  la  salute 
eh'  erasi  alquanto  risentita  dei  disag-i  e  delle  fatiche,  e  in  quei 
primi  anni  si  tenne  o  fu  tenuto  in  disparte  (')  ;  ma  a  lung-o 
andare  non  potè  sottrarsi  al  desiderio  dei  suoi  concittadini  di 
vederlo  occupato  utilmente  nell'  insegnamento.  Così  divennero 
nobile  campo  per  lui  la  scuola  magistrale  maschile  e  la  normale 
femminile  di  Verona:  dal  1869  fu  assunto  in  quella  a  docente 
di  religione  e  di  morale  ;  in  questa,  di  storia  e  geografia.  Nella 
nuova  palestra  ebbe  a  maturarsi  lo  spirito  del  Beltrame,  le  sue 
attitudini  si  perfezionarono  ;  e  noi  sentiamo  quasi  un'  eco  della 
sua  mente  perspicua  e  della  bontà  del  suo  cuore  in  quegli  ele- 
menti di  morale,  diritti  e  doveri  del  cittadino  che  formarono  il 
tema  delle  lezioni  da  lui  impartite  ('^)  finché  gli  bastarono  gli 
anni  e  le  forze.  A  più  arduo  ufficio  egli  erasi  sobbarcato  come 
professore  di  storia  e  di  geografia  ;  e  anche  qui  volle  lasciar 
memoria  di  sé  dettando  per  le  scuole  medie  quattro  volumi  di 
testo  che  vanno  dalla  storia  antica  d'  Italia  e  di  Roma,  e,  a 
traverso  il  medio-evo  a  i  tempi  moderni,  giungono  ai  nostri 
giorni  (•^).  Considerando  lo  scopo  che  il  prof.  Beltrame  si  pro- 
pose, e  le  difficoltà  che  dovette  vincere  per  raggiungere  chia- 
rezza e  brevità,  il  giudizio  che  possiamo  dare  di  questi  quattro 
compendii  non  può  essere  che  benevolo.  Forse,  come  insegnante 
ufficiale,  non  essendo  costretto  di  sottoporre  i  suoi  volumi  alla 
censura  ecclesiastica,  avrebbe  potuto  mostrarsi  meno  dissimulato 
e  più  libero  nel  giudicare  uomini  e  avvenimenti  che  la  storia 
spassionata  ha  già  posto  nella  loro  vera  luce.  Ma  non  spingiamo 
troppo  oltre  le  nostre  esigenze,  contenti  di  riconoscere  che  il 
Beltrame  si  dimostra  fervido  amatore  della  nostra  patria,  che  dei 
suoi  fasti  si  compiace,  e  che  li  illumina  in  modo  ampio  e  sim- 
patico, tanto  da  darcene  un'  idea  sufficiente. 


(1)  Giuli  ARI,  op.  cit.,  pag.  530-532. 

(2)  Verona,  Franchini,  1886,  in  16°,  pp.  188. 

(3)  Verona,  Franchini,  1885-1886;  in  16°.  pp.  242,  187,  137,  263;  compi, 
pp.  829. 


116  Cr.    OCCIONI-BONAFFONS 

Lo  volle,  naturalmente,  fra  i  suoi  la  Società  geografica  ita- 
liana (1867),  e  appresso  1'  Accademia  di  Verona  (1876).  ^la  certo 
il  massimo  onore  e  una  sincera  soddisfazione  gli  vennero  dal- 
l' appartenere  a  questo  Istituto,  prima  quale  corrispondente  (1878), 
e  a  breve  andare  come  eft'ettivo  (1881)  e  pensionato  (1885).  Chi 
lo  proponesse,  non  appare  dagli  Atti  ;  però  alla  (Jiunta  di  scru- 
tinio il  suo  nome  s'  impose,  e  fu  creduto  non  indegno  di  sedere 
accanto  ai  colleghi  veronesi;  al  Messedaglia,  che  tanta  parte 
dello  scibile  accoglieva  nella  mente  sovrana,  al  De  Betta,  al 
Pompei.  S'  impose  il  suo  nome,  mentre  anche  in  Italia  andavano 
rifiorendo  e  rendendosi  popolari  gli  studi  geografici,  per  via  di  ar- 
dite, se  non  sempre  foitunate,  esplorazioni  e  di  frequenti  Congressi. 

Le  Memorie  che  il  Beltrame  lesse  all'Istituto  dal  1879  al  '98 
furono  in  numero  di  15  (compi,  pp.  280),  (piasi  tutte  primizie 
dei  volumi,  di  cui  parlammo  più  innanzi,  e  eh'  egli  andava  pre- 
parando, nella  speranza  di  darli,  quando  che  fosse,  alle  stampe. 
Gli  argomenti  che  vi  svolse  riguardano  quella  regione  dell'Africa 
che  aveva  visitata  e  da  cui  non  sapeva  staccare  il  ricordo,  e 
alcuni  particolari  del  suo  viaggio  in  Palestina.  Specialmente  lo 
preoccupava  la  ])iaga  della  schiavitù,  e  quanto  alla  tratta,  che 
ne  ò  la  conseguenza  più  dolorosa,  mantenuta  pur  oggi  da  basso 
spirito  utilitario,  proponeva  sì  dei  rimedii  per  vincerla  o  almeno 
per  menomarla,  ma  senza  piena  fiducia  che  il  male  potesse  estir- 
parsi di  un  subito  e  nennneno  con  la  forza.  Questo  tema  della 
schiavitù  s'  imponeva  in  modo  tale  al  suo  sentimento  di  vecchio 
missionario  che  non  crediamo  di  fargli  oltraggio  ricordando  come, 
anche  nell'  adunanza  solenne  dell'  agosto  1884,  in  presenza  di 
Angusti  uditori,  ne  trattasse  fino  alla  sazietà  e  restasse  iuiper- 
turbabile  ai  muti  ma  eloquenti  richiami  di   autorevoli  colleghi. 

Grande  interessamento  destarono  nel  Beltrame  i  casi,  volta 
a  volta,  lieti  e  dolorosi,  della  nostra  Colonia  Eritrea  ;  e  le  consi- 
derazioni eh'  egli  ne  svolse,  perchè  informate  a  soverchio  otti- 
mismo e  animate  da  spirito  conciliativo,  si  presentavano  come 
1'  eco  di  un"  opinione  jìubblica  temperata  che,  prima  degli  ultimi 
disastri,  ebbe  in  Italia  il  sojìravvento.  Ma  anche  dopo  le  nostre 
iatture,  e  sottoscritta  la  pace  col  Negus,  non  tacque  il  Beltrame, 
e  con  eloquenza  calda    e  persuasiva,    nell'  ultimo  discorso  da  lui 


COMMEMOE.    DEL    PROF.    DON    GIOVANNI    BELTRAME  117 

tenuto  air  Accademia  di  Verona  (29  novembre  180G)  ('),  affermò 
che  sarebbe  stata  viltà  abbandonar  1'  Eritrea  che  avevamo  ricom- 
prata col  nostro  sangue  o  da  cui  si  potevano  ancora  ritrarre 
larghi  benefizii. 

Ma  o-ià  lo  spirito  del  nostro  collega  era  altrove  :  più  che  mai 
andava  in  lui  prendendo  il  di  sopra  1'  uomo  di  chiesa  e  di  carità, 
specialmente  da  quando  divenne  Superiore  g-enerale  degli  Istituti 
maschile  e  femminile  Nicola  Mazza  (settembre  1899).  Negli  ul- 
timi anni  aveva  cominciato  ad  occuparsi  al  nostro  Istituto  scienti- 
fico di  argomenti  teologici  anzi  dommatici  {'')  ;  e  se  allora  questa 
non  parve  sede  opportuna  a  tali  disquisizioni,  non  credo  di  dover 
oggi  far  cenno  innanzi  a  Voi  di  quest'  ultimo  ciclo  dei  suoi 
studii  ('0  che  poi  si  proposero  uno  scopo  del  tutto  ascetico  (*) 
e  giunsero  perfino  ad  anìmannirci  dei  versi  (''),  di  cui  è  pietoso 
tacere.  Di  Giovanni  Beltrame,  e  lo  accennai  da  principio,  più 
non  avanzava  che  V  ombra,  perchè,  certo, 

....   appressando  so  al  suo  desire, 

anche  il  suo  intelletto  s'  era  profondato  per  modo  da  togliergli 
la  memoria  di  altri  giorni,  non  ingloriosamente  trascorsi,  nei  quali 
aveva  onorato  se  stesso  e  la  patria.  E  la  patria  non  vorrà,  spe- 
riamo, dimenticarsene. 


(1)  Tre  letture  fece  il  Beltrame  all'Accademia  di  Verona  uel  1S96. 
S'  intitolano:  Avanti  e  dopo  il  disastro  di  Ainha-Alacfi.  —  I  dervisci  nel 
Sudan.  —  La  Colonia  Eritrea,  ultima  Memoria. 

(2)  Nelle  tvo.  ultime  Memorie  lette  nel  1897  e  181)8. 

(3)  1  tesori  nascosti  dvì  grande  ìiìistero  del  Verho  Incarnato  ecc.  Ve- 
rona, t'rancliini,  1899;  in  IH",  pp.  274.  —  Ancora  del  Verbo  Incarnato  ecc. 
Verona,  Marchiori,  1904;  in  Kj»  piec,  pp.  12H. 

(4)  Meditazioni  sopra  le  qu.alità  e  i  caratteri  di  Gesù  Cristo.  Verona, 
Marchiori,  1901;  in  16"  picc,  pp.  171. 

(ó)  Fochi  versi  sulle  quattro  età  dell' uomo.  Verona,  Marchiori,  1903;  in 
16"  picc.  pp.  126.  —  Pensieri  sulla  vita  umana.  Verona,  Marchiori,  1904; 
in  16"  picc,  p.  157. 


(Licenziate  le  bozze  per  la  stampa  il  giorno  1  Maggio  19  08) 


Atti  drtì  ReaIìK  Istituto  Venkto  di  scikn/k,  letterk  kb  arti. 
Anno  accademico  1907-908  -  Tomo  LXVII  -  Parte  prima. 


A  I)  (1  N  A  N  Z  A     O  R  1)  1  N  A  li  1  A 
DEL  10  MAGGIO   1908 


PRESIDENZA  DEI.  M.  E.  EE11RAR18 

PRESIDENTE 

Presenti  i  membri  effettivi:  Veronese,  vicepresidente  ;  G.  Beechet, 
segretario;  Occioni-Bonafeons,  vice-segretario;  Lorenzoni, 
Tbois,  Bernardi,  Favaro,  Saccardo,  De  Giovanni,  Sel- 
lati, BoNATELLi,  P.  Spiga,  Martini,  A.  Tamassia,  Papauo- 
poLi,  Da  Schio,  Stefani,  G.  B.  De  Toni,  Galanti,  Ricci, 
Polacco,  Vicentini,  Verson,  Brugi,  Ciscato,  Bonome,  Ca- 
TELLANi,  Crescini,  ed  i  soci  corrispondenti  :  F.  Berchet, 
Bordiga,  Arrigoni  Degli  Oddi,  G.  Spica,  Castelnuovo, 
Predelli,  Biadego,  Breda,  Levi-Civita,  De  Marchi,  Forti, 
Giordano. 

Giustificata  l'assenza  del  m.  e.  :  LiOY. 

Neir  annunziare  1'  assenza  del  m.  e.  Lioy,  il  Presidente  co- 
munica all'  Istituto  le  espressioni  gentili  inviateci  per  lettera  dal 
collega  e  augura  di  vederlo  presto  di  nuovo  fra  noi. 

Letto  ed  approvato  1'  Atto  della  precedente  adunanza,  il  Pre- 
sidente comunica  che  il  m.  e.  Brugi  rappresenterà  l' Istituto  al 
Congresso  storico  di  Berlino. 

Comunica  pure  che  l' Istituto  è  invitato  al  III  Congresso  in- 
ternazionale di  Botanica  che  si  terrà  a  Bruxelles  nel  1910. 

Comunica  infine  l' invito  del  Comune  di  Faenza  affinchè  1'  Isti- 
tuto voglia  farsi  rappresentare  alle  onoranze  pel  IH  centenario 
dalla  nascita  di  Evangelista  Torricelli.  Ij'  Istituto  delegherà  il 
m.  e.  Ricci,  al  quale  si  assoderanno  i  colleghi  che  si  presentas- 
sero alla  Presidenza  in  tempo  utile. 


120  ADUNANZA    OUDINARIA 

Vione  poscia  presentato  il  catalogo  dei  libri  ed  opuscoli  acqui- 
stati e  pervenuti  in   dono  dalT  ultima  adunanza. 

Il  Presidente  prega  quindi  il  ni.  o.  Senatore  Papadopoli  a  leg- 
gere la  commemorazione  del  m.  e.  Pascolato,  la  quale  è  accolta 
da  vivi  applausi  ;  a  questi  il  Presidente  dà  una  interpretazione  che 
fa  onore  non  meno  al  lochito  che  al  lodatore. 

Seguono  le  letture  poste  all'  ordine  del  giorno. 

A.  Tamassia,  m.  e.  :  Le  vene  dorsali  della  mano  come  indice  di 
identificazione  personale.  —  L'  A.  accennato  al  metodo  di  Bertillon 
e  di  Galton,  fa  notare  come  1'  ultimo  specialmente,  fondato  sulle 
impronte  papillari  del  polpastrello,  sia  abbastanza  complicato  ed 
esiga  non  poca  attenzione  nell'  identificare  le  curve  e  cita  in  ap- 
poggio r  opera  su  questo  argomento  di  Windt  e  Rodicek,  che 
è,  si  può  dire,  un  vero  cifrario  segreto.  Ricordati  i  lavori  italiani 
di  R.  Levi,  Ottolenghi,  Filomusi-Guelfì,  Tomellini,  1'  A.  propone 
che  ai  segni  già  noti  si  aggiunga  quello  desunto  dalle  figure  che 
al  dorso  della  mano  descrive  il  decorso  delle  vene. 

Osservazioni  ripetute  autorizzano  1'  A.  ad  ammettere  che  cia- 
scun uomo  qui  ha  figure  assolutamente  diverse,  un  po'  afìfini  nel- 
r  istesso  individuo,  assolutamente  diverse  da  uomo  a  uomo.  Quindi 
se,  per  strana  accidentalità,  la  destra  o  la  sinistra  d' uno  si  asso- 
migliassero alla  destra  od  alla  sinistra  d'  un  altro,  le  altre  due 
mani  dissentirebbero  profondamente.  Quindi  tali  configurazioni 
venose  delle  due  mani  formano  una  coppia,  che  non  può  trovar 
raffronto  nelle  omonime  d'  altro  uomo.  L'  A.  crede  assai  diflficile 
raggruppare  queste  configurazioni  in  tipi  particolari  ;  pure  ne  trat- 
teggia i  principali,  che  subiscono  però  divergenze  immense.  Quindi 
la  costante  diff'erenza  individuale  viene  a  costituire  il  fondamento 
della  proposta  nuova  segnalazione. 

La  quale,  assieme  agli  altri  già  noti,  può  rinforzare  il  giu- 
dizio finale  di  riconoscimento,  L'A.  anche  là  dove  il  Lussana  ed  il 
Capon  avevano  intravvisto  una  certa  somiglianza  d'indole  ereditaria, 
trova  invece  notevoli  e  profonde  divergenze.  Per  ciò  il  rilievo 
grafico,  0  meglio  ancora  la  fotografia,  abilmente  impiegata,  a  brac- 
cio pendente  oppure  a  polso  stretto  da  legaccio  elastico,  può  ren- 


DEL     10 -MAGGIO     1908  121 

dero  chiarissimo  questo  segno  e  perpetuarlo  come  documento  di 
identità  ])ersonale.  Il  (piale  segno  ha  il  pregio  di  esser  grossohmo, 
([uindi  facilmente  ])ercepibile  ;  di  non  esser  deformabile  dall'  età, 
dalla  malattia,  dalla  frode. 

L'  A.  presenta  parecchio  fotografie  in  appoggio  alla  sua  pro- 
posta, che  addita  e  raccomanda  come  un  alleato  ai  metodi  in 
onore,  lungi  da  ogni  pretesa  di  impeccabilità  o  di  presuntuosa 
preferibilità. 

y.  Crescini,  m.  e.  :  Dopo  un  concerto  trohadorko  -  Remini- 
scenze ed  impressioni.  —  L'A.  presenta  alcuni  appunti  sopra  1'  e- 
sperimento  di  esecuzione  musicale  della  poesia  de'  trovatori  pro- 
venzali, eh'  ebbe  luogo,  presso  il  Circolo  Filarmonico  ed  Artistico 
di  Padova,  la  sera  del  13  aprile  u.  s.  Egli  riferisce  all'  Istituto 
intorno  al  detto  esperimento,  perchè  esso  non  ebbe  alcun  leggero 
intento  di  pubblica  festa,  ma  serio  carattere  scientifico  :  non  si 
l)uò  infatti  giudicare  a  pieno  il  valore  storico  della  lirica  de'  tro- 
vatori, prescindendo  dalla  musica,  da  cui  essa  riceveva  luce  ed 
anima.  L'  esperimento  padovano  fu  ideato  dal  Crescini  ;  ma  non 
sarebbe  potuto  riuscire  senza  1'  opera  competente  di  Luigi  Torri, 
cultore  dottissimo  della  storia  della  musica. 

G.  Biadego,  s.  e.  :  Pisanus  Pictor.  —  L'  A.  in  questa  Me- 
moria ha  lo  scopo  di  rettificare  parecchi  punti  della  vita  del  Pi- 
sano 0  Pisanello  che  fino  ad  oggi  parevano  bene  stabiliti.  Essa 
aggiunse  anche  altri  dati  che  chiariscono  alcuni  periodi  della  vita 
artistica  sui  quali  s'  era  finora  rimasti  all'  oscuro.  E  tutto  ciò  con 
la  scorta  di  documenti  inediti. 

A  questo  punto  il  Presidente,  in  virtù  dell'  art.  15  del  Ee- 
golamento,  consente  che  sia  data  lettura  delle  due  brevi  Comu- 
nicazioni seffuenti  : 


"fci" 


A.  Da  Schio,  m.  e.  :  Per  una  priorifà.  —  Si  rivendica  il 
concetto  e  1'  applicazione  dei  timoni  di  profondità  all'  aeronave 
"  Italia  „  1905  contro  una  Memoria  del  Comandante  Boutiaux 
all'  Accademia  di  Francia,  il  quale  attribuisce  come  originale  que- 
sta importante  miglioria    all'  aerostato  "  Patrie  „    1906.   Si  tratta 


122  ADUNANZA    ORDINARIA    DEL    10    MAGGIO    1908 

che  essi  timoni  dispensano  dal  gitto  di  zavorra  e  limitano  alla  sola 
provvista  di  benzina  la  durata  dei  viag-gi  aerei. 

R.  Torelli  :  frulla  linearità  delle  involuzioni  più  volte  infinite^ 
appartenenti  a  mia  curva  algebrica.  (Nota  presentata  dal  m.  e. 
Vice-presidente  Veronese).  —  L'  A.  ritrova,  con  sole  considera-  i 
zioni  di  geometria  su  una  curva,  il  noto  teorema  dei  sigg.  Hum- 
bert  e  Castelnuovo,  concernente  la  linearità  delle  involuzioni  più 
volte  infinite,  appartenente  ad  una  curva  algebrica. 

Terminate  le  letture,  1'  Istituto  si  raccoglie  in  adunanza  pri- 
vata, nella  quale,  fra  altro,  si  procede  alla  nomina  del  Vicese- 
gretario  pel   quadriennio   1908-1912. 


Il  Presidente 
C.  F  .   FERRARIS 


Il  Vicesegretario 

G.    OCCIONI-BONAFFONS 


Atti  dkl  Kkai-k  Is'iituto   Viìnkto   di  «gikn/,i<;.  m/itkkk  kd  arti 
Anno  accfuU'iiiico  IDOT-'JOS  -  Tonio  LXVII  -  Parte  prima. 


ADUNANZA     SOLENNE 
DEL  24  MAGGIO  1908 

NELLA  SALA  DEI  PEEGADI  DEL  PALAZZO  DUCALE  ALLE  OKE  15 


PRESIDENZA  DEL  M.  E.  FERRARIS 

PRESIDENTE 


Sono  presenti  il  rappresentante  del  R.  Prefetto,  e  1'  assessore 
cav.  Facci  Negrati  per  il  Sindaco,  S.  E.  il  primo  Presidente 
della  R.  Corte  d'  Appello  comni.  Tivaroni,  il  sostitnto  Procu- 
ratore Generale  del  Re,  il  Generale  coniin.  Coen  Comandante 
il  Presidio,  il  capitano  di  Fregata  cav.  Fascila  rappresentante 
il  Comando  del  III  Dipartimento  marittimo,  il  comm.  A.  Diena 
Presidente  del  Consiglio  Provinciale,  altre  Autorità  civili  e 
militari,  numeroso  eletto  uditorio  e  moltissime  signore. 

Vi  assistono  i  membri  effettivi  :  G.  Berchet,  segretario  ;  Oc- 
ciONi-BoNAFFONS,  vicesegrctario  ;  Trois,  P)ELLATi,  P.  Spica. 
Martini,  Stefani,  Galanti,  Ricci,  Polacco,  Vicentini, 
Verson,  Brfgi,  Bonome,  Catellani,  Crescini,  N.  Tamas- 
sia;  ed  i  soci  corrispondenti  :  F.  Berchet,  Bordiga,  G.  Spica, 
Flamini,  Breda,  Malagola,  Rossi,  Levi-Civita,  Giordano. 

Sono  giustificati  gli  assenti  mm.  ee.  :  Veronese,  vicepresidente  ; 
LoRENzoNi,  Favaro,  Fo&azzaro,  Ragnisco,  Ciscato,  ed 
i  ss.  ce.  :  Massalongo,  Castelnuovo,  Biadego,  Zoppi, 
Fradeletto. 


124  ADUNANZA    SOLENNE    DEL    24    MAGGIO    1908 

Il  Presidente  invita  il  Segretario  a  dar  lettura  della  Ee- 
lazione  sui  concorsi  scientifici  scaduti  il  31  decembre  1907  e  sui 
nuovi  temi  posti   a  concorso  per  gli  anni  venturi. 

Ultimata  la  lettura  della  Relazione,  il  Presidente  invita  il  m.  e. 
Yittorio  Polacco  a  tenere  il  suo  discorso  :  Le  cabale  del  mondo 
legale. 

Dopo  di  che  1'  adunanza  è   sciolta. 


Il  Presidente 
C.  F.  FERRARIS 


//  Segretario 
Gr.    Berchet 


Atti  uBt,  Reale  Istituto  Veneto  di  scienze,  lettebe  ed  arti 
Anno  accademico  1907-'J08  -  Tonio  LXVII  -  Parte  prima. 


RELAZIONE 

LETTA  nell'adunanza  SOLENNE  24  MAGGIO   1908  DEL  R.  ISTITUTO 

Veneto  di  Scienze,  Lettere  ed  Arti 


Breve  è  la  relazione  del  Segretario,  perchè,  pur  troppo,  in 
quest'anno  non  si  potò  conferire  alcun  premio,  per  i  concorsi 
scientifici  scaduti  al  31   dicembre  dell'anno  scorso. 

Pel  premio  di  lire  3000  di  Fondazione  Balhi-Valier  aìVifaliano 
che  avrà  fatto  progredire  nel  biennio  1906-1907  le  scienze  mediche 
e  chirurgiche,  sia  colla  invenzione  di  qualche  istrumento  o  di  qualche 
ritrovato  che  valga  a  lenire  le  umane  sofferenze  sia  pubblicando 
qualche  opera  di  sommo  pregio,  si  presentarono  bensì  quattro  con- 
correnti, ma  dalla  Commissione  esaminatrice  dei  concorsi,  la  cui 
relazione,  che  sarà  stampata,  venne  accolta  ed  approvata  dal 
R.  Istituto,  nessuno  dei  concorrenti  fu  giudicato  meritevole  del 
premio. 

In  fatto,  la  Memoria  di  un  anonimo,  col  titolo  Influenza  dei 
sìioni  sull'organismo  umano,  non  sarebbe  neppur  doglia  di  essere 
presa  in  considerazione,  perchè  l'autore  raccoglie  in  una  confusione 
inverosimile  fenomeni,  per  verità,  non  provocati,  tutti  né  sempre, 
dalla  azione  dei  suoni,  ma  da  cause  fisiologiche  o  patologiche 
diverse,  ed  espone  idee  e  considerazioni  evidentemente  errate. 

L'altra  Memoria  col  motto  Multa  renasrentur  qumjam  cecidere 
presenta  un  nuovo  metodo  conservativo  di  cura  radicale  delle 
suppurazioni  croniche  nel  sacco  lacrimale  ;  ma  lo  scritto,  privo 
affatto  di  critica  verso  i  metodi  attuali  di  cura,  ripropone,  senza 
corredo  di  efficaci  argomentazioni,  sotto  il  nome  di  dacricisto- 
rinotomìa  una  vecchia  operazione  quasi  caduta  in  disuso. 

Il  terzo  concorrente  presenta  invece  un  istrumento  chirurgico 
detto   Toracentesio  dimostrandone  l' utilità    con    un    opuscolo    illu- 


126  G.    HERCHET 

strativo  e  con  molte  lettere  di  medici  che  ebbero  in  prova  quell'i- 
strumento  o  ne  fecero  aquisto  dal  concorrente  che  ne  è  il  fab- 
bricatore. 

Malgrado  le  buone  qualità  di  questo  istrumento,  la  Commis- 
sione riconobbe  che  nessun  principio  nuovo  ebbe  a  presiedere  alla 
sua  costruzione,  e  che  dal  suo  uso  non  può  venire  aggiunto  alcun 
che  di  nuovo  nella  terapìa.  Posto  fra  l'antico  semplicissimo  tubo 
innestato  a  sifone  sulla  cannula  del  trequarti  e  gli  aspiratori  più 
perfezionati,  il  toracentesio  trova  luogo  nell'  arsenale  strumentale 
chirurgico,  ma  non  fece  perciò  progredire  le  scienze  mediche  e 
chirurgiche  ne  apportò  alcun  contributo  nuovo  nella  terapìa  delle 
pleuriti. 

Il  quarto  concorrente,  presenta  la  proposta  di  uno  Stabilimento 
navigabile  di  igiene  e  di  salubri  distrazioni,  col  nome  di  Bacintoro; 
ma  la  Commissione  non  ritrovò  in  questa  proposta,  per  quanto  ge- 
niale e  assistita  da  voci  autorevoli,  le  condizioni  volute  dal 
concorso,  perchè  non  si  tratta  dell'  invenzione  di  uno  strumento 
0  ritrovato  che  faccia  progredire  le  scienze  mediche  e  chirurgiche 
per  lenire  le  umane  sofferenze,  ma  di  un  Sanatorio  navigabile, 
cioè  di  una  impresa  industriale  basata  sulle  ben  note  proprietà 
dell'aria  marina. 

Per  tutte  queste  considerazioni,  l'Istituto  non  avendo  potuto 
conferire  pel  biennio  1906-7  il  premio  Balbi-Valier,  ne  riapre  il 
concorso  pel  biennio  1908-1909  sullo  stesso  argomento  e  colle 
stesse  norme,  ma  raddoppiandone  l'importo  e  portandolo  a  L.  6000, 
come  è  prescritto  nelle  Tavole  di  fondazione  del  benemerito 
testatore. 

Il  concorso  pel  premio,  pure  di  lire  3000,  della  Fondazione 
Querini  Stampalia  sul  tema  :  Monof/nifia  (jeofisica  e  hiolocjica  dei 
laghi  veneti.,  tipici  per  altitudine  e  (jiacitum,  andò  deserto  perchè 
non  si  presentò  alcun  concorrente;  e  quindi  viene  aperto  il  con- 
corso per  un  premio  eguale  di  lire  3000  sopra  un  altro  argomento 
che  tende  ad  illustrare  la  fiora  di  quella  Laguna  veneta  che  ora 
e  oggetto  di  tanti  studi  da  parte  del  nostro  Istituto,  ed  ha  per 
tema:  La  vita  delle  piante  superiori  nella,  laguna  di  Venezia  dal 
punto  di  vista  biologico  e  geografico,  con  cenni  storici  e  biblio- 
j^rafici  sull'argomento. 

E  viene  pure  quest'anno  bandito  per  la  prima    volta  il  con- 


RELAZIONE    DEL    SEGRETARIO  127 

corso  per  un  premio  di  lire  3000  della  nuova  Fondazione  Arrigo 
Forti,  per  uno  studio  che  si  riferisca  alla  Botanica^  scienza  che  da 
20  anni  non  era  stato  oggetto  di  alcun  premio  di  questo  Istituto. 

Per  rendere  più  agevoli  i  concorsi  e  più  probabile  il  confe- 
rimento dei  premi,  il  R.  Istituto  cerca  possibilmente  di  de,^;ignare 
il  tema  a  largo  confine,  affinchè  possano  presentarsi  più  concorrenti, 
svolgendo  la  propria  attività  scientifica  a  quella  parte  dell'  argo- 
mento che  è  più  conforme  al  loro  genio  ed  ai  loro  studi  parti- 
colari. 

Rimangono  pertanto  aperti  i  seguenti  Concorsi  a  premi  scien- 
tifici : 

di  Fondazione  Minich  a  tutto  dicembre  1909: 

premio  di  Lire  10000:  I^orfiar  Jinori  rontribati  allo  studio 
della  eziologia-  del  cancro  con  particolare  riguardo  alla  tra- 
sformazione degli  i'pitelj. 

premio  di  Lire  5000  ;  sul  tema  :  Concorrere  mediante  contri- 
huti  originali  ad  arricchire  le  attuali  conoscenze  sidle  altera- 
zioni anatomiche  dello  scheletro  durante  l'accrescimento,  in 
rapporto  con  la  fisiologia  e  la  patologia. 

di  Fondazione  Querini  Stampalia  : 

premio  di  Lire  3000  ;  sul  tema  :  Aldo  Manuzio  il  vecchio,  con- 
corso  aperto  a  tutto  il   1908. 

premio  di  Lire  3000  :  Esposizione  critica  delle  teorie  moderne 
sulla  costruzione  delle  leghe  metalliche  e  ricerche  sperimentali 
su  qualche  loro  proprietà^  a  tutto  il   1 909. 

premio  di  Lire  3000:  Storia  documeìitata  della  Laguna  Veneta^ 
a  tutto  il   1910. 

premio  di  Lire  3000:  La  vita  delle  piante  superiori  nella  Li- 
guna  di  Venezia  dal  punto  di  vista  biologico  e  geografico^ 
a  tutto  il   1911. 

(li  Fondazione  Cavalli  a  tutto  il   1908: 

premio  di  Lire  3000;  sul  tema:  I  nuovi  doveri  della  società  mo- 
derna secondo  il  rinnovamento  dello  stato  economico^  politico^ 
inorale  e  sociale  delle  nazioni  civili. 


128  G.    BERCHET 

di  Fondazione  Forti  a  tutto  il  1910.  | 

premio  di  Lire  3000,  per  uno  studio  che  si  riferisca    alla   Bo- 
tanica^  pubblicato  nel  triennio  1908-9-10. 

È  bandito  pure  un  premio  di  Lire  6000,  di  Fondazione  Balbi- 
Valier  alVitaliano  che  avrà  fatto  progredire  nel  biennio 
1908-1909  le  scienze  mediche  e  chirurgiche,  sia  colla  inven- 
zione di  qualche  istrumento  o  di  qualche  ritrovato,  che  valga 
a  lenire  le  umane  sofferenze,  sia  pubblicando  qualche  opera  | 
di  sommo  pregio, 

questo  premio,  fuori  concorso,  sarà  proclamato  nell'  adunanza 
solenne  del  1910. 

Inoltre  nell'adunanza  solenne  dell'  anno  venturo,  secondo  le 
norme  del  Regolamento  sui  consueti  biennali  Concorsi  industriali 
e  relative  Esposizioni,  saranno  assegnati  premi  d'incoraggiamento 
ai  benemeriti  delle  scienze  applicate  o  delle  industrie  manifattu- 
riere ed  agricole,  per  bene  avviate  iniziative  e  per  miglioramenti 
d'importanza  nei  prodotti. 

Prima  di  dar  termine  a  questa  relazione  parmi  doveroso  un 
breve  accenno  a  due  lavori  importanti  ai  quali  l'Istituto  dedicò 
l'opera  sua  nell'  anno  decorso  : 

E  uscito  in  luce  il  secondo  volume  che  forma  il  tomo  HI 
della  Relazione  della  Missione  inviata  dal  R.  Isfiftifo  nell'  Isola  di 
Creta  per  raccogliervi  descrivere  ed  illustrare  tutte  le  memorie 
veneziane  che  ancora  rimangono  nell'isola  famosa;  e  in  quest'anno 
uscirà  anche  l'ultimo  volume,  con  un  Appendice  contenente  tutte 
le  iscrizioni  italiane,  latine,  greche  ed  ebraiche,  gli  stemmi  ed 
un  Indice  generale  dei  nomi. 

Le  Ricerche  lagunari  iniziate  da  questo  Reale  Istituto  con 
COSI  grande  consenso  di  simpatia,  volgono  pure  alla  fine. 

Le  esperienze  e  le  osservazioni  per  stabilire  la  legge  di  pro- 
pagazione della  marea  lungo  il  litorale  e  nella  laguna  di  Mala- 
mocco,  problema  che  1'  Istituto  si  propose  di  risolvere,  si  possono 
considerare  ultimate  col  1907,  mentre  procedono  attivissimi  gli 
spogli,  i  calcoli  e  gli  studi  sui  copiosi  dati  raccolti.  Già  diverse 
relazioni  furono  pubblicate,  e  molte  altre  lo  saranno  tra  breve  ad 
illustrare  il  lavoro  poderoso. 


DELAZIONE   DEL    SEaRETAEIO  129 

Questo  Ricercli.p  Lagunari  non  saranno  poro  abbandonate 
dopo  la  soluzione  di  questo  problema,  che  è  forse  il  fondamentale, 
ma  non  il  solo  che  si  affacci  per  g-iungere  alla  conoscenza  dei  feno- 
meni complessi  da  cui  dipende  la  conservazione  della  nostra  la- 
guna. Il  m.  e.  senatore  Nicolò  Papadopoli-Aldobrandini,  volle,  in 
fatto,  munificamente  destinare  la  sua  pensione  accademica  di  questo 
anno  per  lo  studio  del  partiacqua  tra  la  laguna  di  Venezia  e  quella 
di  Malamocco.  Il  Magistrato  alle  Acque,  questa  Istituzione  tanto 
desiderata  e  dalla  quale  tanto  si  attende  e  si  spera,  proseguirà 
intensamente  l' opera  nostra,  o  per  accordi  intervenuti,  furono  ad 
esso  già  consegnati  tutti  i  nostri  strumenti  e  i  nostri  impianti 
mareografìci,  che  continueranno  a  funzionare  in  modo  permanente. 

L' Istituto  non  nasconde  il  vivo  suo  compiacimento  per  l'  o- 
pera  compiuta,  vedendo  il  suo  esempio  seguito  da  numerosi  imi- 
tatori, ed  il  Governo,  la  l'rovincia  ed  il  Comune  di  Venezia  ini- 
ziare, per  conto  loro,  studi  e  ricerche  che  completano  ed  integrano, 
con  uniformità  di  metodi  e  di  criteri  e  formandone  un  tutto  ar- 
monico, le  Ricerche  iniziate  dall'  Istituto.  Così  possiamo  aver  cer- 
tezza che  lo  studio  razionale  dei  provvedimenti  per  la  buona 
conservazione  della  laguna,  questo  essenziale  fra  i  problemi  che 
interessano  la  nostra  città,   sarà  tra  breve  un  fatto   compiuto. 


//  m.  e.  e  segretario 
G.  Beechet 


Atti  dkIì  Reale  Istituto  Veneto  di  scienze,  letteee  ed  arti. 
Anno  accademico  1907-908  -  Tomo  LXVII  -  Parte  prima. 


CONCORSI    A    PREMIO 


DEL 


R.  ISTITUTO  VENETO  DI  SCIENZE,  LETTERE  ED  ARTI 


PEOCLAMATI  NELl'aDDNANZA  SOLENNE  DEL  24  MAGGIO   1908 


PREMI  DEL  R.  ISTITUTO 

Articolo  32  dello  Statuto  appronifn  con  li.  Decreto  24  ìiKtygio   190(1 

L'Istituto  staiizierà,  di  tre  in  tre  anni,  nel  bilancio  la  somma  di 
L.  1500,  per  prejui  d'incoraggiamento  a  coloro  che  giudicherà  benemeriti 
delle  scienze  applicate  o  delle  iiidustri(!  niiiiiifatturiere  ed  agricole, 
per  bene  avviate  iniziative  e  per  niiglioi-amenti  d'importanza  nei  prodotti. 

I  membri  onoi'ari  ed  eftVsttivi  non  possono  concorrere  ai  premi. 

La  prossima  ag'giudicazioHe  si  farà  nel  iiiau'^io  1J)09. 

PREMI  DI  FONDAZIONE  QUERINI  STAMPALI  A 

Concorso  i>f;r  l'  anno  1908 

Tema  prescelto  nelV  adiiìKiiiza  nnìiiìdriu  21  aprile  1901 
riproposto  e  modificato         „  „  16        „       1905 

Aldo  Manuzio  il   Vecchio. 

Si  desidera  un  libro  che  rievochi  la  vita  e  V  opera  di  Aldo 
Manuzio  il  Vecchio,  studiato  nei  suoi  multiformi  aspetti  e  in  at- 
tinenza alle  condizioni  della  cultura  immediatamente  anteriore    e 


182  CONCORSI    A    PREMIO 

contemporanea,  dimostrando  gli  incrementi,  da  lui  e  dai  suoi  com- 
pagni, dati  alla  civiltà  del  Rinascimento. 

Il  concorrente  non  dovrà  quindi  curare  soltanto  quelle  ricer- 
che nelle  biblioteche  e  negli  archivi  che  gli  permettano  di  rico- 
struire fedelmente  la  vita  e  l'immagine  del  grande  umanista-tipo- 
grafo, specie  per  il  periodo  giovanile  che  è  il  men  noto,  ma  dovrà 
raccogliere  tutti  quegli  elementi  che  lo  mettano  in  grado  di  illu- 
strare le  relazioni  coi  letterati,  l'indole,  le  ricerche  e  l'opera  della 
sua  Accademia,  la  attività  dell'  umanista  e  dell'  editore.  Si  mo- 
strino le  innovazioni  ardite  e  feconde  nei  vari  campi  della  filolo- 
gia greca  e  romana,  della  letteratura  medievale  e  perfino  della 
moderna  nella  lingua  classica  e  nella  volgare  per  gli  scrittori 
profani  e  per  i  sacri. 

Per  tal  modo  apparirà  l'eflftcacia  grande  dell'uomo,  così  lette- 
raria come  morale,  a  spingere  e  guidare  gli  studiosi. 

Nella  parte  bibliografica  e  sovratutto  in  quella  riguardante 
la  rassegna  e  la  descrizione  delle  stampe  aldine,  per  la  quale  il 
lavoro  preparatorio  è  già  copioso  ed  utile,  l'opera  dovrà  avere  un 
carattere  definitivo. 

Delle  lettere  che  Aldo  scrisse  o  che  ricevette  si  avrà  a  dare 
un  indice  esatto,  cavandone  quelle  parti  che  giovano  o  per  la  vita 
dell'uomo,  o  per  le  dottrine  o  per  le  relazioni  coi  suoi  contemporanei. 

Questo  libro  nuovo  diventi  dunque  il  migliore  e  più  dure- 
vole monumento  che  Venezia  grata  e  orgogliosa,  per  iniziativa 
del  R.  Istituto,  vorrebbe  innalzare  nel  IT  centenario  della  sua  morte 
al  grande  figliuolo  adottivo  che  tanto  accrebbe  la  gloria  della  Re- 
pubblica nel  periodo  più  luminoso  della  Rinascita. 

A  conseguir  più  degnamente  l'intento  e  rendere  questo  se- 
gno d'onoranza  più  adeguato  all'indole  e  allo  spirito  dell'immor- 
tale tipografo,  la  stampa  del  lavoro  che  sarà  premiato  verrà  ese- 
guita in  tipi  aldini  con  severa  e  semplice  eleganza.  Sarà  un  sag- 
gio felice,  analitico  e  sintetico,  di  storia^  di  critica  e  di  psicolo- 
gia storica,  inspirato  a  quel  senso  della  bellezza  e  dell'arte,  che 
ebbe  in  Aldo  un  interprete  nobile  ed  alto. 

Il  concorso  rimane  aperto  fino  al  31  dicembie  1908. 
Il  premio  è  di  lire  8000. 


DEL    R.    ISTITUTO    VENETC»  133 

Concoeso  per  l'anni»  1909 
Tema  prescelto  nelV  adunanza  ordinaria  20  ina(j(jio  IDOf! 

Esposizione  critica  delle  teorie  moderne  stilla  costituzione  delle 
le;/ he  ìnetalliche  e  ricerche  sperimentali  su  qualche  loro  proprietà. 

Il  concorso  rimane  aperto  a  tutto  il  31  dicembre  1909. 
Il  premio  è  di  lire  3000. 

Concoeso  pke  l'anno  1910 
Teina  prescelto  nell'adunanza  ordinaria  li  aprile  1907 
Storia  documentata  della  Layuna    Veneta. 

Il  concorrente  cercherà  di  determinare  in  base  a  dati  storici, 
a  testimonianze  di  cronache  e  documenti,  a  tradizioni,  a  ricordi 
(li  ogni  natura,  alle  legg-i  venete,  alle  carte  topografiche  e  nautiche 
delle  varie  epoche,  quali  modificazioni  abbia  subito  la  laguna 
veneta  nella  sua  estensione,  nella  sua  forma,  nel  numero  e  nella 
disposizione  degli  sbocchi  fluviali,  e  delle  foci  di  laguna,  nella 
distribuzione  dei  canali  e  delle  valli  lagunari,  e  in  qualunque 
altro  elemento  di  (pialche  importanza  topografica  ed  economica 
dopo  r  epoca  romana. 

Il  concorso  rimane  aperto  a  tutto  il  ol   (licriiil)ic  l'.MO. 
Il  premio  è  di  lire  3000. 

CoNCOKSO    PER    J.'aNNO    l'Jll 

'reiiKi  prescelto  nell'adunanza  ordinar ia^  12  aprile  VJOS 

"  La  vita  delle  piante  superiori  nella  Laguna  di  Venezia,  dal 
punto  di  vista,  biologico  e  geografico  „  con  raccomandazione  che  il 
lavoro  sia  preceduto  da  cenni  storico-bibliografici   sull'argomento. 

Il  concorso  rimane  aperto  fino  al  31  dicembi'e  UHI. 
Il  premio  è  di  lire  3000. 


134  CONCORSI    A    PRP3MI0 

PREMIO  DI  FONDAZIONE  CAVALLI 

Concorso  pkl  triknnio  l',)i)(j-r.»08 
Tenui  prescelto  nelV  (KÌnìKiiiza  oriìimii-iu  tO  itiniiiiin   JIK)(1 

I  nuovi  doveri  della  società  moderna  secondo  il  riinioramento 
dello  slato  economico,  politico,  morale  e  sociide  delle  incioiii  civili. 

TI  concorso  rimane  aperto  a  tutto  'M  dicembri^  1008. 
11  premio  è  di  lire  3000. 


PREMIO  DI  FONDAZIONE  BALBI-YALIER 

l)er  il  prof/resso  delle  scienze  mediche  e  rhiriirr/iche 

Siirà  conferito  un  premio  d'  italiane  lire  0000  .ili'  italiano 
"  clic  avrà  fatto  progredire  nel  hiennio  1908-1909  le  scienze  me- 
"  diche  e  cJhirurgiche,  sia  colla  invenzione  di  qualche  ìstrumento  o 
"  di  qualche  ritrovato,  che  valga  a  lenire  le  umane  sofferenze,  sia 
''   fììdddicaìido  qualche  opera  di  sommo  pregio.  „ 

Il  premio,  fuori  concorso,  sarà  proclamato  nciradìiiian/.n  solenne 
del  mio. 

11  concorso  rimane  aperto  a  tutto  il  31   dicembie  HH)'J. 

DISCIPLINE    COMUNI    AI   CONCORSI    DI    FONDAZIONR    QUKRINI    STA:\IPALIA 

E   DI   EONDAZI0NE    CAVALLI 

Nazionali  e  stranieri,  eccettuati  i  membri  effettivi  del  Reale  Istituto 
Veneto,  sono  ammessi  al  concorso.  Le  Memorie  potranno  essei'o  scritte 
nello  lingue  italiana,  francese,  tedesca  ed  inglese.  Tutte  poi  dovi-anno  es- 
sere presentate,  franche  di  porto,  alla  Segreteria  dell'Istituto  medesimo. 

Secondo  l'uso,  esse  porteranno  una  epigrafe,  ripetuta  sopra,  un  vi- 
glietto  suggellato,  contenente    nome,    cognome    e    domicilio    delT  autore. 


DEL    B.    ISTITUTO    VENETO  135 

Verrà  aperto  il  solo  viglioUo  della  Memoria  premiata;  e  tutti  i  mano- 
scritti rimarriiiino  nell'areliivio  del  li.  Istituto  a  guarentigia  dei  proferiti 
giudi/i,  con  l;i  sola  facoltà  agli  autori  di  farne  trarre  copia  autentica 
dalla  Cancelleria  dell'Istituto,  a  loro  spese.  11  risultato  dei  concorsi  si 
proclama  nell'annua  pubblica  solenne  adunanza  dell'Istituto. 

La  proprietà  delle  Memorie  premiate  resta  agli  autori,  che  sono  ob- 
bligati a  pubblicarle  entro  il  termine  <li  un  anno,  previo  accordo  colla 
Segreteria  dell'Istituto  per  il  formato  ed  i  caratteri  della  stampa,  e  per  la 
successiva  obbligatoria  consegna  di  50  esemplari  delle  medesime.  Nella 
stampa  del  lavoro  premiato,  1'  autore  ha  l'obbligo  di  premettere  la  intiera 
relazione  della  Giunta  esaminatrice  del  R.  Istituto.  Il  danaro  del  premio 
non  potrà  conseguirsi,  se  non  dopo  aver  soddisfatto  a  queste  prescrizioni. 

L'Istituto  si  mantiene  poi  il  diritto  di  fare  imprimere,  a  proprie  spese, 
(luel  numero  qualunque  di  copie,  che  reputasse  conveniente. 


PKEMl  DI  FONDAZIONE  ANGELO  MINICH 

Concorsi  vkl  triennio  li»07-tH)i) 
Teina  prescelto  neW  «(/iinanza  ordinaria  14  aprile     1!J07 

Concorrere  mediante  contributi  originali  ad  (rrricchire  le  attuali 
conoscenze  intorno  alle  alterazioni  a.natomiclte  dello  scheletro  du- 
rante  r  accrci^rimcnto  in  rapporto  con  la  fisiologia  e  la  patologia. 

Il  concorso  resta  aperto  a  tutto  il  31  dicembre  IDOU. 
Il  premio  è  di  lire  5000. 

Telila  prescelto  nell'adunanza  ordinaria  19  inaij(jio  1!)07 

Portare  nuovi  contrihiiti  allo  studio  della,  eziologia  del  cancro 
con  particolare  riguardo  alla  trasformazione  degli  epitelj. 

11  concorso  resta  aperto  a  tutto  il  31   dicenibi'e  1909. 
Il  premio  è  di  lire  10000, 


136  CONCORSI    A    PREMIO 

DISCIPIilNE   EELATIVE   A   QUESTI   PEEMI   DI   FONDAZIONE   MINICH 

Al  concorso  non  potranno  partecipare  che  italiani,  e  vi  sono  ammessi 
pure  i  soci  corrispondenti  del  R.  Istituto. 

Le  Memorie  dovranno  essere  scritte  in  lingua  italiana. 

Le  altre  discipline  inerenti  alle  modalità  di  (luosto  concorso  sono  co- 
muni a  quelle  dei  concorsi  di  Fondazione  Querini  e  di  Fondazione  Cavalli. 


PREMIO  DI  FONDAZIONE  ARRIGO  FORTI 

A  termini  degli  articoli  4  e  12  dello  Statuto  approvato  col 
R.  Decreto  13  Giugno  1907,  N.  OCLXIY,  ò  aperto  il  concorso  a 
tutto  il  31  Dicembre  1910  ad  un  premio  di  lire  tremila  (3000) 
per  incoraggiamento  agli  studi  di  Botanica. 

Al  concorso  sono  ammessi  i  lavori  pubblicati  dal  1.°  Gen- 
naio 1908  al  31  Dicembre  1910  :  essi  devono  pervenire  al  R. 
Istituto  non  piìi  taidi  dell' 8  Gennaio   1911. 

Per  norma  dei  concorrenti  si  trascrivono  qui  sotto  gli  arti- 
coli 2,  3  e  4  dello  Statuto,  che  si  applicano  al  presente  concorso 
nei   limiti  sopraindicati  rispetto  alla  materia  ed  al  tempo. 

«  Art.  2.  —  La  Fondazione  ha  per  iscopo  di  conferire  un  premio 
«  triennale  di  Lire  ;3000  (tremila)  per  incoraggiamento  agli  studi  di  Bo- 
«  tanica  e  di  Zoologia,  nei  loro  diversi  rami,  esclusi  gli  studi  che  si  ri- 
«  feriscono  alla  Biologia  umana. 

«  Art.  o.  —  Al  premio,  che  viene  pure  deliominato  «  Arrigo  Forti  », 
«  possono  concorrere  soltanto  italiani,  anche  non  regnicoli,  i  ((uali  non 
«  appartengano  al  Reale  Istituto  V(!neto  né  come  membri  efì'ettivi,  uè 
«  come  soci  corrispondenti  delle  Provincie  venete. 

«  Al  concorso  sono  ammessi  soltanto  i  lavori  sulle  materie  di  cui 
«  all'  art.  2,  i  quali  : 

«  (i  siano  stati  pubblicati  dal  1."  geniuiio  deiranno  in  cui  è  ban- 
«  dito  il  concorso  fino  alla  data  della  cliiusura  del  concorso  medesimo, 
«  ('III'  si  (leve  fissare  al  31  dicembi:e  del  terzo  anno  computato  a  partire 
«  dal  1."  gennaio  anzidetto  ; 

«  h)  che  non  iil)biano  già  conseguiti  altri  lìrcnii  in  d(^naro,  salvo- 


DEL    R.    ISTITUTO    VENETO  137 

«  elle  appagano    rifatti    od    ampliati    così    da    potersi    considerare    come 
«  nuovi  ; 

«  e)  clic  siano  sfati  spediti  in  tempo  utile  a  spese  del  ('onc(irr(Mite. 
«  e  possibilmente  in  più  esciuiplari,  al  11.  Istituto,  accompagnati  dalla 
«  domanda  di  ammissione  al  concorso. 

«  L'essere  riuscito  vincitore  di  uno  dei  concorsi  della  Fondazione 
«  non  impedisce  alla  stessa  persona  l'ammissione  a  concorsi  successivi, 
«  purché  volta  per  volta  si  presenti  con  titoli  nuovi,  nel  qual  caso  però 
«  non  si  considerano  tali  i  lavori  già  premiati  dalla  Fondazione  in  pro- 
«  cedenza,  tuttoché  rifatti  o  ampliati. 

«  Un  esemplare  di  tutte  le  pubblicazioni  presentate  al  concorso  ri- 
«  marra  di  proprietà  del  R.  Istituto  quale  garanzia  del  giudizio. 

«  X.vt.  4.  —  Il  concorso  sarà  aperto  la  prima  volta  per  la  Botanica, 
«  la  seconda  volta  per  la  Zoologia,  e  così  di  seguito  alternativamente 
«  per  le  due  materie  nello  stesso  ordine  di  triennio  in  tri(>nnio.  » 

Il  risultato  del  coiieorso  si  proclaniorà  ncdla  pubblica  solemie 
adunanza  dell'anno   1911. 


AVVERTENZA  GENERALE 

Ogni  premiato  dovrà  pagure,  sotto  forma  di  trattenuta 
sul  premio  aggiudicatogli,  l'importo  della  tassa  governa- 
tiva <li  Ricchezza  Mobile  (93,15  per  mille). 

Venezia,  24  viaggio   1008. 


Il  Presùhnte 
C.  F.  FERRARIS  II  Segretario 

G.    B  E  R  e  n  E  T 


Atti  del  Rp^alr  Istituto  Vkneto  di  scienze,,  lettere  ed  arti 
Anno  accademico  1907-908  -  Tomo  LXVII  -  Parto  prima. 


RELAZlOxXE  DELLA  COMMISSIONE 

INCARICATA    DI    EIPERIRE 
SULLA  SCELTA  DEL  TEMA    PER  IL  CONCORSO  SCIENTIFICO  A  PREMIO  DI 

FONDAZIONE  QUERINI-STAMPALIA 


I  temi  proposti  dai  nostri  Colleghi  furono  soltanto  cinque, 
così  formulati  : 

1)  La  vita  delle  jnatitc  superiori  nella   Laguna   Veneta  dal  punto 

di  vista  biologico  e  geografico  (Saccardo)  ; 

2)  Studio  biologico  e  fito-geografico    delle   piante    superiori    della 

Laguna  di   Venezia  (G.  B.  De  Toni)  ; 

3)  Studio  geografico-hotanico  e  botanico-storico  sulla  Laguna  Veneta 

e  sulV  estuario  Padano  (Forti)  ; 

4)  Il  problerna  dell'  eredità  (Rob.  Massalongo)  ; 

5)  Dimostrare  coti  nuove-  esperienze  quale  sia  V  ipotesi  die  meglio 

spiega  la  produzione  della  corrente  della  pila  (T.  Martini). 

Quest'  ultimo  quesito  ò  certo  seducente,  ma  forse  di  troppo 
ardua  soluzione  :  in  oltre  un  tema  di  fisico-chimica,  quello  sulle 
leghe,  è  già  in  corso,  e  1'  aggiungerne  ora  un  altro  può  parere 
eccessivo. 

L'  argomento  precedente  "  //  problema  dell'  eredità  „  sembrò 
alla  vostra  Commissione  troppo  vasto  ed  anche  troppo  indeter- 
minato. 

Gli  altri  temi,  tutti  tre  di  botanica  e  molto  simili  fra  loro, 
meritano  per  più  ragioni  di  attirare  la  Vostra  attenzione. 

Anzitutto,  da  oltre  un  ventennio,  non  vennero  da  noi  posti 
a  concorso  argomenti  riguardanti  la  botanica  ;  poi  tutti  e  tre 
quei  temi  tendono  ad  illustrare  la  flora  di  quella  laguna,  che  ora 
è  oggetto  di  tanti  studi  da  parte  del  nostro  Istituto. 


140    EELAZ.  DELLA  COMM.  PEL  TEMA  FOND.  QUEEINl-STAMPALIA 

E  dunque  molto  opportuno  di  scegliere  in  questo  campo  il 
tema  del  concorso  Querini-Stampalia. 

Uno  degli  enunciati  proposti  è  più  generale,  perchè  abbrac- 
cia tutto  uno  studio  geografico-botanico  e  botanico-storico  sulla 
laguna  venete  e  sull'estuario  Padano.  \Ia  poiché  per  i  lavori  dello 
Zanardini,  e  dei  prof.  De  Toni  e  Levi-Morenos  è  esaurientemente 
conosciuta  la  flora  algologica  della  laguna,  mentre  invece  molti 
problemi  restano  tuttora  insoluti  per  quanto  concerne  le  fanero- 
game sia  delle  barene  sia  dei  fondi  lagunari,  parve  alla  Vostra 
Commissione  che  fosse  preferibile  di  limitare  il  lavoro  allo  studio 
delle  piante  superiori  della  laguna. 

E  dovendo  pur  scegliere  fra  i  due  enunciati  dello  stesso 
tema,  presso  che  equivalenti,  diede  la  preferenza  al  primo  ;  e 
così  Vi  propone  di  porre  a  concorso  pel  premio  della  Fondazione 
Querini-Stampalia,  il  quale  scade  nel   1911,  il  tema  seguente: 

"  La  vita  delle  piante  superiori  nella  Laguna  di  Venezia  dal 
punto  di  vista  biologico  e  geografico  „. 

Per  norma  dei  concorrenti  sarà  opportuno  aggiungere  che 
il  lavoro  dovrebbe  essere  preceduto  da  cenni  storico-bibliografici 
suir  argomento. 


Venezia,  12  Ajìrile  1908. 


F.  Trois 

G.  Ricci 

M.  Hellati,  relatore. 


Atti  del  Reale  Istituto  Veneto  di  scienze,  lettere  ed  arti 
Anno  accademico  1907-908  -  Tomo  LXVIl  -  Parte  prima. 


RELAZlOiNE  DELLA  COMMISSIONE 

PKH    l'esame    degli    ELABORATI 

PRESENTATI  AL  CONCORSO  DI  FONDAZIONE  BALBI-YALIER 

PEL    BIENNIO    1906-1907 


I  Membri  della  Commissione,  nominata  nell'  Adunanza  delli 
8  Marzo  1908  dalla  Presidenza  dell'  Istituto,  autorizzata  dal 
Corpo  scientifico,  per  1'  esame  e  rapporto  dei  quattro  elaborati 
presentati  al  Concorso,  dopo  aver  sing-olarmente  presa  cogni- 
zione dei  documenti,  si  riunirono  il  g-iorno  30  Marzo  per  discu- 
tere il  valore  di  quelli,  e  ad  unanimità  vennero  nelle  conclu- 
sioni, che  qui   riferiamo. 

I 
Al  N.  273. 

La  prima  Memoria  presa  in  esame  porta  per  titolo  :  "  In- 
fluenza dei  suoni  sulV  Organismo  umano  „.  Sarebbe  nostro  desi- 
derio il  tacere  su  cotale  scritto,  non  degno  di  essere  presentato 
a  questo  Onorevole  Istituto.  Ma,  dovendo  riferirne  per  darne  al- 
meno una  qualche  idea,  noteremo  come  fin  dalla  prima  sua  pro- 
posizione r  anoìùmo  accoglie  in  una  confusione  inverosimile  fe- 
nomeni, che  reverenza  non  ci  permette  qui  ripetere  dal  mano- 
scritto, e  per  verità  non  provocati  tutti  ne  sempre  dalla  azione 
di  suoni,  ma  da  cause  fisiologiche  o  patologiche  diverse,  della 
cui  conoscenza  non  pare  famigliare  il  concorrente. 

Nò  meglio  si  appone  egli  nel  periodo  successivo,  ove  af- 
ferma che  "  nessuno  studio  per  altro  fu  fatto  e  arcirarissime  os- 
servazioni furono  raccolte  sull'  influenza,  che  i  suoni  possono  eser- 
citare   suir  organismo    dell'  uomo  e  degli    animali  „.  Onde   quasi 


142  ABLAZIONE    DELLA    COMMISSIONE 

apparirebbe  non  aver  egli  sentito  parlare  mai  degli  incantatori 
di  serpenti,  non  essere  stato  mai  in  nn  teatro  od  in  un  circo, 
non  aver  sentito  una  marcia  militare,  non  aver  avuto  sentore 
della  influenza  della  musica  non  solo  sulle  condizioni  psichiche, 
ma  sulle  psicosi  stesse,  quasi  che  insomma  egli  fosse  vissuto 
fuori  dell'  umanità  !  E  vero  però  che  egli  ci  previene  aver  per 
abitudine  di  leggere  pochi  giornali.  Intanto,  ci  narra  ancora  che 
"  compiuti  gli  studi  superiori,  cominciò  a  darsi  a  studi  suoi  par- 
ticolari ,,,  lungo  i  quali  venne  raccogliendo  osservazioni  di  grande 
ingenuità,  o  singolari  come  questa,  che  una  sera,  "  certo  per  ef- 
fetto di  un  carro  che  si  avanzava  a  qualche  distanza,  da  un  mo- 
mento air  altro  cadde  in  terra  supino  e  gli  si  stracciò  il  calzone 
destro  al  (jinocchio  „.  Strana  influenza  dei  suoni  sugli  indu- 
menti ! 

Dopo  tali  esempi,  non  intratterremo  certamente  l' Istituto 
sulle  teorie  del  concorrente,  che  dice  essere  il  lampo  una  per- 
vasione  sul  corpo  di  onde  sonore  che  arrivano  prima  che  il  tuono 
all'  orecchio  ;  nò  su  quella  che  la  telegrafia  Marconi  sia  basata 
sulla  propagazione  dei  suoni  a  grande  distanza  ;  e  che  sieno  i 
suoni  a  provocare  gli  attacchi  apoplettici  od  epilettici,...  e  che  è 
più  facile  ridere  a  digiuno. 

I  frammenti  riferiti  bastano  a  dimostrare  come  non  sarebbe 
neppur  conveniente  il  discutere  sulla  possibilità  di  premiare  que- 
sta cosa. 

II 

AI  N.  282. 

Col  motto  "  multa  renascentur  qtiae  Jam  cecidere  „  viene  presen- 
tato un  manoscritto  so])ra  un  "  Nuovo  mefodo  conservativo 
di  cura  radicale  delle  suppurazioni  croniche  del  sacco  lacri- 
male {Dacriocistorinostomia)  „ 

II  metodo  operativo  si  basa  sulla  resezione  della  parete  in- 
terna del  sacco  lacrimale,  dello  scheletro  nasale  corrispondente 
(branca  montante  del  mascellare  superiore),  di  segmento  del  turbi- 
nato, e  della  mucosa  nasale  sottostante. 

Scrive  un  rinoiatra,  il  quale  vuole  ''   romperla  con  certe  tra- 


PER    l'esame    fondazione    BALBl-VALIEE  143 

dizioni  che  hanno  ormai  fatto  il  loro  tempo,  e  coltivare    contem- 
poraneamente e  con  criteri  moderni  ambedue  i  campi   limitrofi  „. 

l*er  intanto,  dopo  esposti  richiami  anatomici  della  regione,  pas- 
sando alla  patologia  delle  dacriocistiti,  dice  che  finora  non  si 
hanno  in  proposito  se  non  induzioni  più  o  meno  probabili  e  ve- 
rosimili, e  per  parte  sua,  le  ritiene  frequentemente  propagate  da 
etmoiditi  anteriori,  e  mantenute  per  il  ristagno  di  liquidi  settici, 
che  egli  perciò  vuole  fognare  verso  il  naso. 

A  vero  dire,  gli  oculisti  avevano  già  riconosciuto  da  tempo 
come  vi  sieno  dacriocistiti  secondarie  a  lesioni  dello  scheletro  na- 
sale, e  come  per  converso  vi  sieno  lesioni  scheletriche  propagate 
all'  osso  dalla  dacriocistite.  Riconobbero  anche  come  nei  due 
casi  la  guarigione  si  ottiene  soltanto  dopo  la  resezione  dell'  osso 
alterato,  resezione  che  può  condurre  alla  formazione  di  una  fistola 
lacrinuile  interna,  verso  il  naso,  cosi  come  ad  essa  può  condurre 
la  evoluzione  spontanea  stessa  del  processo  patologico. 

Passando  alla  parte  operativa,  il  concorrente  non  dimostra 
avere  presenti  accorgimenti,  che  per  l'oculista  sono  banali:  per 
esempio,  nella  ricerca  del  sacco  lacrimale,  egli  non  parla  della 
possibilità  di  accedervi  cateterizzando  un  punto  lacrimale.  Non 
vuole  poi  che  la  sua  operazione  sia  confusa  colla  antichissima 
perforazione  dell'  osso  unguis,  che  egli  lascierebbe  credere  essere 
la  sola  operazione  del  genere  finora  tentata.  Invece  il  tramezzo 
osseo  fu  perforato  non  solo  dal  sacco  verso  il  naso,  ma  ancora 
spingendo  un  trequarti  dal  naso  verso  il  sacco.  Non  solo,  ma  si 
fece  comunicare  il  sacco  lacrimale  col  seno  mascellare,  secondo 
il  Laugier,  mentre  il  Saint-Yves  procedeva  alla  formazione  di  un 
nuovo  canale  resecando  la  branca  montante  del  mascellar  supe- 
riore, sulla  quale  appunto  porta  lo  scarpello  il  concorrente.  Così 
infatti  molte  cose  rinascono,  che  già  caddero.  Senonchè,  nella 
cura  delle  dacriocistiti,  il  metodo  delle  comunicazioni  artificiali 
tra  sacco  lacrimale  e  cavità  nasali  non  si  mantenne,  perchè  non 
si  mantennero  le  comunicazioni  stesse,  neoformate.  Ne  allora,  ne 
colla  recente  proposta,  troviamo  che  si  riuniscano  con  cucitura  i 
labbri  cruenti  delle  mucose  poste  di  fronte  :  ed  allora  avviene 
lentamente,  talora  dopo  anni,  che  1'  osso  a  poco  a  poco  si  ripro- 
duce, che  la  continuità  delle  mucose  si  ristabilisce,  e  che  la  fi- 
stola si  obblitera.  Non  si    può    pertanto    paragonare    la    dacrioci- 


144  RELAZIONE    DELLA    COMMISSIONE 

storinostoiiiia,  praticata  colla  tecnica  vecchia  e  colla  attuale,  alle 
vere  enterostomie  che  hanno  ormai  trovato  lor  posto  in  chi- 
rurgia. 

Ed  infatti,  su  33  operati  dal  concorrente,  ci  si  riferisce  che 
18  sono  guariti,  che  13  hanno  epifora  all'  aperto  o  sotto  1'  azione 
del  vento  come  si  nota  dopo  la  comune  distruzione  del  sacco  la- 
crimale, e  che  due  sono  immutati.  Il  che  potrebbe  significare  che 
mentre  in  alcuni  operati  la  nuova  canalizzazione  finora  si  man- 
tiene, oppure  il  canale  nasale  si  è  rifatto  pervio,  in  altri  1'  obbli- 
terazione  del  sacco  ha  finito  col  prodursi,  come  si  produce  coi 
metodi  intesi  ad  ottenerla  più  direttamente.  D'  altra  parte  1'  A. 
stesso  nota  verso  il  fine  del  suo  scritto,  che  altri  promette  di 
guarire  tutte  le  dacriocistiti  col  massaggio  e  colla  aspirazione 
pneumatica  orale,  per  cui  di  molto  si  ridurrebbe  il  campo  aperto 
agli  interventi  più  aggressivi. 

Trova  ancora  1'  A.  che  tra  la  sua  operazione  e  la  distruzione 
del  sacco  vi  ha  l' abisso  del  contrasto  tra  distruzione  e  conserva- 
zione. Non  ricorderemo  che  sulle  rovine  dei  metodi  intesi  ad 
aprire  nuove  vie  verso  il  naso  sorse  pure  un  tempo  la  distruzione 
del  sacco,  quando  il  cateterismo  non  era  possibile,  in  nome  esso 
pure  della  chirurgia  conservatrice.  Ma  dobbiamo  però  osservare 
come  r  A.,  mentre  rimprovera  gli  oculisti  che  osano  toccare  i 
condottini  lacrimali,  "  fabbricati  e  congegnati  da  natura  a  funzio- 
nalità ben  determinata  „  ,  non  si  domanda  poi  se  non  sia  altret- 
tanto lesa  la  funzionalità  di  deflusso,  quando  egli  sostituisce  am- 
pia comunicazione  nel  naso  alla  "  speciale  situazione  dello  sbocco 
del  canale  nasale  nel  meato  inferiore,  cui  natura  seppe  trovare  il 
cantuccino  più  meticolosamente  segregato,  riparato  e  difeso,  che 
potesse  esistere  „.  È  vero  che  egli  teme  che  uno  sternuto  possa 
nei  primi  giorni  scollare  il  suo  lembo,  se  non  è  convenientemente 
compresso  dalla  medicazione,  ma  non  ci  dice  perchè  non  possa 
nell'  atto  di  soffiarsi  il  naso  passar  mai  aria  dall'  ampia  apertura 
nasale  entro  a  quei  condottini  lacrimali,  che  ei  vuole  gli  oculisti 
abbiamo  per  inviolabili. 

Concludendo,  lo  scritto  attuale,  povero  di  critica  v(m-so  i  me- 
todi di  cura  delle  dacriocistiti,  che  i  moderni  oculisti  ritejigono 
preferil)ili  alla  creazione  di  nuove  vie  di  comunicazione  tra  sacco 
e  cavità  nasale,  si  ripropone   invece   sotto  il   nome   di   (ì<(criocisto- 


PER  l'esame  fondazione  balbi-valier  145 

'  rinostomia,  ringiovanita   una  vecchia  operazione   quasi   caduta  in 
disuso. 

Ma  poiché,  malgrado  qualche  miglioramento  tecnico,  non  si 
può  trovare  in  cotale  operazione  un  concetto  od  un  indirizzo 
nuovo,  e  non  risulta  che  nuovo  impulso  ne  venga  alla  scienza, 
ne  che  ne  abbiamo  più  sicuro  lenimento  lo  umane  sofferenze,  la 
Commissione  non  ritiene  dover  proporre  questo  lavoro  per  il  pre- 
mio Balbi  -  Yalier. 


HI 

Al  N.  283. 

TI  Sig.  Yaleggia,  fabbricante  di  strumenti  chirurgici,  presenta 
"  Il  Toracentesù),  nuovo  apparecchio  per  eseguire  la  toracen- 
tesi  in  modo  razionale  e  per  far  la  lavatura  delle  cavità  „. 

L'  apparecchio  è  proposto  e  descritto  dal  Dott.  Cavezzali,  nel 
fase.  11,  sezione  Pratica,  del  giornale  il  Foliclìn/co,  1906.  Copia 
della  Memoria  è  ancora  aggiunta,  manoscritta. 

Consta  Tapparecchio  di  un  recipiente  di  veti'o  con  due  tubu- 
lature  connesse  una  alla  cannula  del  trequarti  e  l'  altra  ad  un 
tubo  di  deflusso.  Una  palla  di  gomma  elastica  innestata  sul  reci- 
piente serve  a  cacciarne  via  in  parte  l'aria,  lasciandovela  rarefatta 
dopo  che  si  sono  chiusi  i  rubinetti  sulle  tubulature  ed  abbandonata 
infine  la  pressione  sulla  palla.  Innestato  il  trequarti,  aperto  il  rubi- 
netto corrispondente,  il  liquido  dal  torace  defluisce  nel  recipiente 
di  vetro,  dal  (juale  in  seguito,  aperto  ancora  il  rubinetto  sul  tubo 
emissario,  si  scarica  secondo  le  leggi   dei  tubi  a  sifone. 

Afferma  il  Cavezzali  che  nessun  strumento  finora,  (all'infuori 
dell'  apparecchio  Riva)  è  capace  di  togliere  un  essudato  pleurico 
senza  pericolo  o  danno  per  1'  ammalato  :  premessa  alla  quale  non 
possiamo  sottoscrivere. 

Dice  che  l'  apparecchio  del  Potain  può  togliere  più  liquido 
del  necessario,  e  che,  di  più,  esso  non  può  servire  bene  per  la 
lavatura.  Alla  quale  affermazione  subito  opponiamo  che  se  1'  ap- 
parecchio ha  da  lavare  in  seguito,  dovrà  pur  aver  estratto  tutto 
il  liquido  e  non  può  quindi  toglierne    troppo.    Però    il    Cavezzali 


146  EELAZIONE    DELLA    COMMISSIONE 

afferma  che  non  si  deve  mai  estrarre  liquido  dopo  che  si  è  otte-" 
mito  una  decompressione  endotoracica  da  ridurre  la  tensione  eguale 
alla  nonna  per  non  far  correre  al  malato  il  pericolo  di  una 
emoftoe  o  di  un  edema  polmonare,  —  prevenzione  questa,  se 
presa  così  in  modo  assoluto,  che  non  permetterebbe  di  sperare 
un  vuotamento  completo  della  cavità,  e  la  reintegrazione  del  pol- 
mone alla  capacità  normale. 

Se  questo  fu  schiacciato  in  modo  anormale,  ed  ha  perduto 
per  la  diuturna  compressione  la  sua  elasticità  normale,  bisogna 
che  una  decompressione  maggiore  della  norma  venga  a  cimentarne 
la  elasticità,  se  si  vuole  ridurlo  alle  condizioni  di  prima.  Ag- 
giunge poi  il  Cavezzali  essere  ottimo,  ma  non  pratico  per  il 
uiedico,  r  istrumento  del  Riva,  nel  quale  però  egli  loda  i  vantaggi 
della  forza  aspirante,  ottenuta  per  mezzo  di  una  caduta  d'acqua, 
invece  che  con  uno  stantuffo.  11  caucciù  di  questo,  dice  il  Cavez- 
zali, si  può  essiccare,  proprio  come  succede  tante  volte  nelle 
comuni  siringhe  di  Pravaz,  —  le  quali  non  sono  perciò,  a  parer 
nostro,  ancora  da  bandire  dall'  uso,  come  non  lo  sono  tutti  gli 
altri  strumenti  che  "  o  per  colpa  del  costruttore  „,  o  p(>r  deterio- 
ramento, o  per  incuria,  si  possono  guastare.  Ed,  a  buon  conto, 
anche  la  ])aUa  del  toracentesio,  può,  come  il  caucciù  degli  stan- 
tuffi, guastarsi  o  perdere  la  sua  elasticità. 

A  questo  punto,  il  C.  descrive  il  toracentesio  costrutto  dal 
Valeggia,  senza  stantuffo,  e  "  basato^  come  il  Puta'ni,  sulla  rare- 
fazione dell'  aria  di  un  piccolo  recipiente  „.  Fatto  in  questo  un 
vuoto  relativo,  inserito  il  tre(iuarti  ed  aperti  gli  appositi  rubinetti, 
il  liquido  pleurico  vi  penetra  fino  ad  equilibrio  di  pressione.  Al- 
lora per  le  raccolte  piccole,  si  può  ripetere  V  aspirazione^  mentre 
per  le  grandi  il  deflusso  continua,  se  si  lascia  cadere  sotto  il 
piano  del  recipiente  un  tubo  di  scarico,  per  la  lunghezza  di  30 
centimetri.  Nota  poi  che  si  può  secondo  le  circostanze,  sia  arre- 
stare il  deflusso,  sia  accelerarlo  od  aumentare  la  aspirazione;  cose 
queste  che  per  verità  già  si  ottenevano  sia  (juasi  automaticamente 
coir  antico  sifone,  variando  il  livello  della  bocca  di  caduta  del 
li(piido,  e  sia  attivamente  colle  varie  maniere  di  aspiratori  di  uso 
corrente. 

Non  possiamo  poi  concedere  che  risulti  evidente  a  favore 
del  toracentesio  la  possibilità  di  un  intervento  ^>/-ecof'e   per  resti- 


PER    l'esame    fondazione    IIALBI-VALIER  147 

tuive  sacco  pleurico  e  polmone  alle  quasi  fisiologiche  condizioni. 
Lo  stosso  effetto  si  ottiene  con  qualsiasi  aspiratore. 

Meno  ancora  possiamo  seguire  il  Cavezzali  ne'  suoi  consigli 
(li  lavare  la  pleura  non  solo  con  acqua  bollita  (egli  non  parla 
di  soluzione  fisiologica),  ma  ancora  con  sublimato  corrosivo  dal 
0,50  al  tre  per  mille  (!),  a  38».  Tale  operazione  egli  vuole  sia 
"  lunga  e  lenta  „.  Onde  vengono  a  sommarsi  tutte  le  condi- 
zioni perchè  una  grave  e  forse  mortale  intossicazione  si  possa 
produrre.  E  pertanto  appare  come,  dominato  dal  timore  di  un 
pericolo  fisico,  talora  ipotetico,  perda  di  vista  l' A.  la  gravità 
di  un  reale  pericolo  chimico,  contro  al  quale  la  pleura  non  si 
può  prevedere  immune  per  la  semplice  esistenza  di  lesioni  infiam- 
matorie. 

Ne  si  limita  il  C.  a  raccomandare  il  suo  strumento  per  vo- 
tare il  torace,  ma  ancora  vuole  estenderne  l' uso  alla  aspirazione 
delle  raccolte  dello  addome  e  del  pericardio  ;  non  solo  :  ma  con 
una  predilezione,  di  cui  invero  non  si  sentiva  il  bisogno,  vuole 
perfino  farlo  servire  alla  cura  dell'idrocele  ed  alle  lavande  vesci- 
cali.  Egli  vorrebbe  insomma  qui  far  ripetere  al  suo  strumento  il 
cammino  inverso,  nelle  sue  molteplici  applicazioni,  invocato  sul 
finire  del  XVIII  secolo  dal  Cellaj  per  la  sua  (mtlia,  la  quale, 
fabbricata  alla  scopo  di  svotare  la  vescica  da  liquidi  densi;  doveva- 
pur  raggiungere  lo  stesso  scopo  nella  aspirazione  delle  raccolte  di 
qualsiasi  cavità. 

E  mentre  il  C.  vuole  estendere  1'  uso  del  suo  apparecchio 
alla  lavatura  della  vescica,  non  sarà  fuori  di  luogo  il  ricordare 
come  il  suo  sistema  aspirante  della  palla  di  gonniia  coli'  unito 
recipiente  di  vetro  si  ricalca  su  quello  del  ben  noto  evacuatore 
del  Bigelow  per  la  litolapassi. 

Potremo  anzi  ricercarne  assai  più  remote  le  origini,  poiché 
il  Fallopio  vide  presso  alcuni  empirici  "  un  istrumento  chiamato 
finirò,  la  cui  figura  era  come  una  palla  incavata  in  modo  che 
essa  cavità  potea  capire  una  libbra  di  liquore  ;  od  in  questa  palla 
erano  due  cannelle,  una  da  una  parto  assai  lunga  e  1'  altra  dal- 
l' altra  parte,  ma  più  breve  „.  E  tale  istrumento  si  usava  appunto 
per  estrarre  la  materia  contenuta  nel  petto. 

All'opuscolo  illustrativo  del  toracentesio,  scritto  dal  Cavezzali, 
troviamo  aggiunto  una  sessantina  di  lettere  o  viglietti  di  medici 


148  EEL AZIONE    BELLA    COMMISSIONE 

che  ebbero  in   prova  V  apparecchio  o  lo    acquistarono    dal    fabbri- 
cante. 

Il  Ministero  della  Marina  Francese,  in  seguito  a  prove  fatte 
nello  spedale  di  Brest,  dichiara  autorizzarne  V  uso  negli  ospedali 
marittimi.  11  Gatti  trova  che  (juesto  è  destinato  a  sostituire  ogni 
altro  ajjparecchio  del  genere.  Lo  Achard,  nell'atto  di  ringraziare, 
dice  che  fu  pubblicata  una  piccola  nota  nei  Bollettini  della  So- 
cietà degli  Ospedali.  Tale  nota,  riferita  anche  nella  Clinica  In- 
fantile (che  abbiamo  sott'  occhio  tra  gli  altri  documenti)  conclude 
col  trovare  V  apparecchio  semplice  e  pratico. 

Il  Direttore  della  infermeria  militare  di  Modena  lo  adoperò 
una  volta  ed  osservò  infatti  che  "  cessò  di  funzionare  appena  il 
paziente  cominciava  a  presentare  (jualche  sintomo  di  intolleranza  „  : 
intelligenza  automatica  che  siamo  soliti  invece  esercitare  attiva- 
mente, quando  adoperiamo  i  comuni  aspiratori. 

Le  altre  lettere  sono  firmate  da  medici,  dei  quali  alcuni  con- 
fermano aver  acquistato  1'  apparecchio,  convinti  che  sarà  loro 
utile  quando  si  presenterà  l'  occasione  di  adoperarlo  ;  mentre  gli 
altri   se  ne  valsero  una  o  più  volte,  con  soddisfazione^ 

Anzi,  il  dottor  Papi  dice  che  all' infuori  di  un  po'  di  tosse 
provocata  nel  malato,  eseguì  molto  più  perfettamente,  che  col 
Potain,  r  aspirazione.  Il  che  non  era  nelle  intenzioni  del  C,  il 
quale  rimprovera  agli  altri  aspiratori  di  esser  troppo  attivi,  fino 
a  provocare  appunto  la  tosse. 

Ccmplessivamente  intanto,  tutti  codesti  medici  trovano  l'  ap- 
parecchio commendevole  perchè  sterilizzabile,  a  buon  mercato,  e 
di  facile  uso  anche  per  un  medico  isolato. 

Tali  qualità  non  valgono  però  a  conferire  al  toracentesio  una 
posizione  singolare  tra  gli  strumenti  aflfini  :  nessun  principio  nuovo 
ebbe  a  presiedere  alla  sua  costruzione,  uè  dal  suo  uso  può  ve- 
nire aggiunto  alcunché  di  nuovo  nella  terapia.  Posto  tra  l'  antico 
semplicissimo  tubo  innestato  a  sifone  sulla  cannula  del  trequarti, 
e  gli  aspiratori  più  perfezionati,  il  toracentesio  trova  suo  posto 
neir  arsenale  i strumentale  chirurgico,  ma  ?ì,on  fece  perciò  progre- 
dire le  scienze  mediche  e  cìiirur<jiche^  nò  apportò  alcun  momento 
nuovo  nella  terapia  delle  pleuriti. 

Crediamo  anzi  che  colui,  che  volesse  sottoscrivere  a  tutte  le 
cose  dette  dal  Cavezzali  nella  sua  Memoria,  né  volesse  dipartirsi 


PER    l'esame    fondazione    BALBI- VALIER  149 

dall'  uso  del  toracentesio  nella  pratica  della  evacuazione  delle 
raccolte  toraciche,  si  troverebbe  mono  bene  provvisto,  di  quanto 
non  lo  sia  chi  sa  scegliere  tra  i  metodi  e  gli  strumenti  di  uso 
corrente,  secondo  le  indicazioni  dei  singoli  casi. 

Perciò  la  Commissione  non  ravvisa  nel  toracentesio  Cavezzali - 
Valeggia  la  invenzione  d'  uno  strumento  destinato  a  portare  con- 
tributo nuovo  all'  arte  del  lenire  le  umane  sofferenze  e  pertanto 
degno  di  essere  premiato  col  Premio  Balbi  -  Y.alier. 


IV 

AI   N.   284 

Un  quarto  lavoro,  inviato  per  concorrere  al  premio,  è  rappre- 
sentato dalla  proposta  di  uno  "  stahilimenfo  navigabile  d'  igiene 
e  salubri  distrazioni,  detto  Bucintoro  „.  Quantunque  venga  pre- 
sentato sotto  l'appellativo  di  "  strumento  „  ,  dovrebbe  trattarsi  di 
una  nave,  o  "  sanatorio  navigabile  „  destinato  ad  albergare  un 
migliaio  di  persone,  raccolte  tra  gli  stanchi  della  vita  e  gli  esau- 
riti. E  non  appare  come  i  viaggi  di  questa  gente  stanca  possano 
valere  a  far  progredire  le  scienze  mediche. 

D'  altra  parte  invenzione  di  strumento  o  ritrovato  atto  a  le- 
nire le  umane  sofferenze  non  è,  poiché  trattasi  di  una  idea  di 
impresa  industriale,  fondata  sulle  ben  note  proprietà  dell'  aria 
marina. 

Per  tali  ragioni  non  troviamo  che  questo  progetto  presenti 
le  condizioni  richieste  per  essere  preso  in  considerazione  pel 
concorso  al  premio  di  fondazione   Balbi  -  Yalier. 


Nel  riassumere  i  giudizi  emessi  dalla  Commissione  in  seguito 
allo  esame  ed  alla  discussione  degli  elaborati  dei  singoli  concor- 
renti, risulta  quindi  che  a  mente  della  Commissione  stessa,  nes- 
suno dei  concorrenti  è  meritevole  del  premio  di  concorso  Balbi  - 
Valier,  poiché  nessuno  di  essi  appare,  —  secondo  prescrivono  le 
condizioni  del  concorso  stesso  —   "  aver  fatto  progredire  nel  bien- 


150 


RELAZIONE    DELLA    COMMISSIONE 


Ilio  1906-1907  le  scienze  mediche  e  chirurgiche,  sia  colla  inven- 
zione di  qualche  istrumento  o  di  qualche  ritrovato,  che  valga  a 
lenire  le  umane  sofiFerenzC;  sia  pubblicando  qualche  opera  di 
sommo  pregio  „. 


12  aprile  1908. 


A.  Stefani 

E.  Bassini 

D.  Giordano  relatore. 


«l 


Atti  bkl  Reale  Istituto  Veneto  di  sciknze,  IjKttebe  ed  arti. 
Anno  accadoniico  1907-908  -  Tomo  LXVH  -  Parte  prima. 


PEll   UNA   PIÙ  OR  ITA 

(Adunanza  del  10  Mayyio  lOOS) 


Venezia  li   10  Maggio  1908. 
Illustri  colleyhi^ 

Nella  seduta  del  6  di  Aprile  teste  decorso  all'  Accademia 
delle  Scienze  di  Francia  il  sig.  Deslandres  presentò  una  Nota  del 
(Joniandante  l)outtieaux(')  sulle  condizioni  di  servibilità  dei  palloni 
dirigibili  attuali,  e  in  particolare  sulla  utilità  dei  timoni  di  pro- 
fondità. 

In  essa  nota  il  Coni.  Bouttieaux  narra  come  1'  equilibrio 
instabile  dei  palloni  ordinari  lun<^o  la  verticale,  al  quale  finora  non 
si  potò  rimediare  che  con  il  getto  brutale  del  gaz  e  della  zavorra, 
si  compensasse  ora  nei  palloni  dirigibili,  mediante  i  piani  gire- 
voli ad  asse  orizzontale,  o  timoni  di  profondità.  E  come  fossero 
felicemente  applicati  nel  1906  al  pallone  "  Patrie  „  e  nel  11)07 
alla  "  Ville  de  Paris  „,  coi  quali  aerostati  si  poterono  percorrere 
tratte  ben  più  lunghe  senza  prender  terra  che  non  nei  precedenti 
tragitti  aerei,  e  precisamente  dai   100  prima  ai  260  chilometri  poi. 

In  questa  Nota  lo  studio  e  1'  applicazione  dell'  importante 
aggiunta  al  veicolo  aereo  vi  sono  esposti  come  cosa  francese. 

Egli  è  per  questo,  onorevoli  colleghi,  che  io  mi  sono  per- 
messo di  chiedervi  la  parola  fuori  dell'  ordine  del  giorno.  Parmi 
sia  prezzo  dell'  opera  di  rivendicare,  davanti  ad  un  corpo  scienti- 
fico altrettanto  autorevole    dell'Accademia  di    Francia,  la  priorità 


(1)  Chef  de   l' Etablissement    Central  de    1' Acrostation  militaire,  de 
Clialais-Meudon. 


1^0-151  A.    DA    SCHIO  (2) 

italiana  della  suddetta  sostituzione  dinamica  ai  comuni  mezzi 
statici.  Sino  dall'  Agosto  1897  io  ho  immaginato  e  studiato  i  ti- 
moni di  profondità.  Riporto  le  prime  righe  in  argomento  contenute 
in  un  mio  zibaldone  :  "  Farmi  idea  felicissima  quella  di  disporre 
a  poppa  e  a  prua  della  navicella  due  piani  girevoli  intorno  ad 
un  asse  orizzontale  e  ad  inclinazioni  variabili  ad  arbitrio  „.  Segue 
poi  il  calcolo  della  spinta  che  produrrebbero  nella  verticale  e 
dell'  angolo  di  massimo  effetto  utile. 

In  una  mia  pubblicazione  del  Febbraio  181)9  intitolata  Per 
la  prima  aeronave  io  descrivo  il  veicolo  aereo,  pesante  come 
r  aria,  il  quale  si  levi  da  terra  per  la  reazione  dell'  aria  sotto 
ai  due  aeropiani  inclinati,  e  mediante  essi  poi  abbia  il  dominio 
completo  della  verticale,  salendo,  scendendo,  atterrando,  senza 
gitto  di  gaz  0  di  zavorra. 

E  queste  disposizioni  venni  via  via  sviluppando  nelle  suc- 
cessive pubblicazioni  fino  alle  esperienze  decisive  del  Giugno  e 
Luglio  1905. 

In  queste  faceva  da  pilota  il  tenente  del  Genio  (Jav.  Ettore 
Cianetti  il  quale  nel  Bollettino  della  Società  Aeronautica  Italiana 
N.  7,  8,  9,1905,  riferendo  su  quelle  ascensioni,  scrive:  Gli  aero- 
piani mobili  sono  efficaci  :  se  paralleli  all'  asse  della  navicella,  a 
conferire  all'  areostato  una  certa  inerzia  longitudinale  che  con- 
corre a  diminuire  il  movimento  di  beccheggio  ;  se  inclinati,  a  for- 
nire una  forza  ascensionale  fittizia  positiva  o  negativa,  secondo  il 
senso  della  loro  inclinazione  e  sempre  funzione  dell'  angolo  di  in- 
clinazione e  della  velocità  di  propulsione.  Durante  le  prove  ese- 
guite è  stata  provata  la  efificacia  di -questi  organi  specialmente  per 
ottenere  variazioni  di  quota,  superare  ostacoli,  staccare  il  cavo  da 
terra  e  adagiarlo  nuovamente  „. 

Delle  mie  pubblicazioni  e  dello  novità  nella  aeronave  "  TUtlia  „ 
fu  parlato  e  con  benevolenza  anche  nei  periodici  francesi,  ma  tanto 
poco  invidiandole,  che  per  un  giudizio  definitivo  ne  aspettavano 
la  dimostrazione  sperimentale,  anche  dopo  la  suddescritta  del  1905. 

'^eW  Aérophile  dell' Aprile  1905  si  dice  dei  deux  aéroplanes 
qui  dans  la  pensée  de  Vinventeur  consfifiient  le  partie  la  plus  im- 
portante du  systeme...  une  fois  le  ballon  en  route  les  aéroplanes.., 
seront  utilisés  ponr  la  direction  sur  la  verticale. 

Nella  Nature  del  20  Gennaio   1906  il  Colonnello  Espitallier, 


(3)  PEK    UNA    PEIOKITÀ  152  /S^ 

insigne  autorità  in  argomento,  scriveva  :  Toutes  ces  disposifions  soni 
[xirfaitement  rationelles  et  il  ne  reste  plus  qu'a  attendre  la  san- 
ction  de  V  expérience...  Ou  ne  saurait  méconnattre  les  merites  réel- 
les  de  cette  fentative. 

E  nella  Conquéte  de  l'  air  del  Gap.  Sazerac  de  Forge,  il  cui 
manoscritto  era  stato  prima  riveduto  dal  signor  JuIIiot  ingegnere 
dei  Lebaudij,  Paris  1907  :  En  dessous  deux  plans  iuclinés  a  in- 
clinaison  variable  Jouent  un  róle  d'aéroplane.  Une  fois  le  ballon 
en  marche  e'  est  grace  a  ces  plans  qiie  V  inventenr  espère  modifier 
ou  conserver  sa  situation  en  altitude. 

Nel  volume  :  ///''  Congrés  international  d'  ae'ronautique  Milan 
22-^8  Ottobre  1906,  Paris  Jiinod  1907,  alla  pag.  86  e'  è  una  estesa 
Note  sur  le  dirigeable  "  Italia  „  forse  dello  stesso  Com.  Bouttieaux, 
nella  quale  tra  le  qualità  caratteristiche  dell'  aeronave  si  dice  che 
elle  monte  ou  descend  sans  jet  de  test  ou  làchage  de  gaz,  par  le 
seni  effet  de  l'action  de  l'air  sur  les  plans  a  inclinaison  cariable. 

E  a  pag.  74  il  cap.  Voyer  parlando  dell'  equilibre  dans  les 
dirigeables  cita,  per  avere  introdotto  la  sopradetta  disposizione, 
soltanto  la   "  Italia  „. 

Dunque  è  dimostrato  con  le  stesse  testimonianze  francesi  che 
i  primi  a  pensare  e  ad  applicare  i  timoni  di  profondità  siamo  stati 
noi  con  l'aeronave  "  Italia  „.  Certamente  non  fu  apposta  se  illu- 
stre Com.  Bouttieaux  non  ne  fece  menzione  nella  Nota  all'  Acca- 
demia delle  Scienze,  e  se  affermò  che  le  procede  de  siistentation 
dinamique,  mercè  il  (piale  l<(  dnn'e  possible  des  ascensions  ne  de- 
pcììd  plus  guère  que  de  l'  approvisiunemcnt  de  V  essence  sia  stato 
Inauguré  avcc  le  dirigeable  "  Patrie  „.  Fu  invece  inaugurato  dal- 
l'aeronave  "  Italia  „. 


Almerico  da  Schio. 


Atti  deIj  rkaIjK  Istituto   Vknkto  di  soiknzk,  lettere  kd  arti 
Anno  accademico  1907-908  -  Tomo  LXVII  -  Parte  prima. 


LE  CABALE  DEL  MONDO  LEGALE 


DISCORSO 

Letto  nell'  Adunanza  Solenne 

DEL  R.  Istituto  Veneto  di  Scienze  Lettere  ed  Arti  il  24  Maggio  1908 

IN  Palazzo  Ducale  (Sala  dei  Pregadi) 

DAL    PEOF.    VITTORIO   POLACCO,   m.   e. 


llkistri  Colleghi,  Signore  e  Signori, 

La  solennità  dell'ora  e  la  maestà  del  luogo  danno  sgomento 
anche  ai  più  valorosi  se  chiamati  alla  prova  di  questa  annuale 
orazione.  Ma  a  chi,  per  la  natura  degli  studi  suoi,  dai  quali  è 
prudenza  non  dipartirsi,  debba  qui  discorrere  o  d'arte  o  di  leggi, 
par  si  raddoppi,  con  la  difficoltà  del  soggetto,  la  ragione  del  tre- 
pidare, quasi  a  sopraffare  la  voce  sua  echeggino  da  ogni  parte, 
con  imponenza  paurosa,  le  voci  che  per  secoli  inneggiarono  qui 
dentro  alla  sovrana  armonia  del  bello  e  del  giusto.  Sacerdote  del 
Diritto,  io  sento  fra  queste  pareti,  di  tele  e  d'ori  superbe,  la  pre- 
senza del  Nume,  come  il  fedele  nel  tempio  che  la  fantasia  più 
gli  accenda  e  più  gli  tocchi  il  cuore  per  copia  di  mistici  ricordi 
e  di  preziose  reliquie.  Partirono  di  qui,  come  i  savi  accorgimenti 
di  una  politica  trionfatrice  d'ogni  esterna  inimicizia,  così  le  nor- 
me di  una  legislazione  interna  accomodata  (lo  dirò  con  Daniele 
Manin)  ai  tempi,  ai  bisogni,  ai  costumi  del  popolo  e  del  paese, 
retta  in  generale  da  uno  spirito    costante  di   giustizia,  di  equità, 


156  V.  POLACCO 

di  sollecitudine  quasi  paterna.  Di  che,  continua  egli,  il  popolo 
si  mostrava  persuaso  ed  amava  le  sue  leggi  e  i  suoi  magistrati 
e  il  suo  governo.  Il  reverente  amore  del  popolo  per  la  Repub- 
blica, che,  caduta,  chiamava  col  dolce  nome  di  nostra  cara  mare, 
è  in  gran  parte  spiegato,  conclude  il  Manin,  dalla  bontà  della 
legislazione  e  dalla  retta   amministrazione  della  giustizia  (1). 

Dura  forse  tuttora  siffatto  idillio  ?  0  non  è  ben  altro  l'attes:- 
giamento  odierno  della  Nazione  verso  gli  autori,  gli  interpreti,  i 
ministri  delle  sue  leggi  ? 

Certo  poche  età  come  la  nostra  videro  tanta  febbre  di  lavoro 
rivolto  a  innestare  sul  vecchio  tronco  giuridico  provvedimenti  nuovi 
perchè  il  Diritto  armonizzi  con  le  condizioni  sociali  profondamente 
mutate.  I  Parlamenti  sono  fonti  a  getto  continuo  :  incessante  da 
ogni  parte  la  domanda  di  leggi,  affannosa  nei  reggitori  la  cura 
di  soddisfarla.  E  tuttavia,  lunge  dal  crescere,  è  generalmente  sce- 
mato, come  il  principio  di  autorità,  così  il  rispetto  alla  legge.  Se 
ne  diffida  dopo  averla  invocata,  la  si  sprezza  come  arnese  inutile 
0  peggio  dopo  aver  creduto  alla  sua  onnipotenza  e  forse  proprio 
a  cagione  di  tale  aprioristica  fede,  che  porta  in  sé  il  germe  di 
delusioni  amarissime.  La  legislazione  s'è  fatta  pletorica,  ma,  come 
altra  cosa  è  oprar  molto  ed  altra  oprar  bene,  avviene  non  di  rado 
che  si  scontentino  a  un  tempo  e  i  favoriti  e  i  diseredati  dalla 
fortuna,  quelli  costretti  a  lasciare  ogni  tanto  nell'ingranaggio  le- 
gislativo qualche  brandello,  questi  anelanti  non  a  semplici  spen- 
nacchiature,  ma  a  tarpare  addirittura  le  ali  all'  aquila  rapace  ed 
invisa. 

Di  qui  la  legge  guardata  in  generale  non  più  con  affetto  ma 
con  sospetto,  mentre  d'altro  canto  essa  stessa  al  sospetto  in  buona 
parte  si  inspira,  o  tema  le  fraudolente  rappresaglie  dei  vinti  nel 
conflitto  che  si  è  affannata  a  risolvere,  o  diffidi  degli  stessi  or- 
gani del  congegno  amministrativo,  cresciuti  di  numero  e  di  attri- 
buzioni con  l'allargarsi  delle  funzioni  di  Stato. 

Cade  frattanto  un'altra  illusione  sorta  col  dogma  della  sovra- 
nità popolare,  la  illusione  di  un  Diritto  semplice,  piano  e  alla 
portata  di  tutti,  come  dei  bisogni  di  tutti  ha  da  essere  indice  e 
regola,  della  volontà  di  tutti  emanazione  almeno  indiretta.  Dalla 
farraginosa  produzione  della  macchina  parlamentare  non  uscirà 
l'attesa  formula  legislativa,  tutta  sobrietà  e  limpidezza,  che  ognuno 


LE    CABALE    DEL    MONDO    LEGALE    -    DISCOESO  157 

impara  e  ritiene  a  memoria  come  si  può  far  del  Decalogo,  ma 
un  arruffio  di  norme  tra  cui  lo  stesso  giurista  di  professione  fa- 
tica ad  orientarsi,  non  il  sognato  ritorno  ad  una  giustizia  patriar- 
cale da  potersi  amministrare  sotto  la  proverbiale  quercia,  ma  un 
intricato  viluppo  di  giurisdizioni  e  di  procedure.  Ed  ecco  intanto 
risorgere  e  farsi  più  acri  le  secolari  invettive  contro  le  oscurità, 
le  ambagi,  i  tranelli  delle  leggi,  più  pungenti  gli  strali  contro  il 
mondo  dei  legisti,  presi  con  questa  parola  in  un  fascio  quanti  al 
Diritto  positivo  intendono  o  dalla  cattedra  o  dall'  arringo  forense 
0  dallo  scanno  del  magistrato.  Tutti  li  investe  la  sentenza,  diffusa 
non  tra  il  volgo  soltanto,  che  li  proclama  maestri  di  sottigliezze  e 
depositari  di  arcane  cabale  inaccessibili  e  insidiose  ai  profani  (2). 
Tanto  che  un  geniale  scrittore,  il  Kantorowicz,  nello  scendere,  non 
ha  guari,  in  lizza  contro  vieti  sistemi  per  dischiudere  alla  Giuris- 
prudenza più  larghi  orizzonti,  volle  prendere  il  nome  di  Gneo 
Flavio,  a  indicare  ch'egli  imitava  il  tribuno  di  Roma  che  svelò 
al  popolo  i  segreti  delle  legis  actiones  custoditi  sino  allora  gelo- 
samente dalla  casta  chiusa  dei  pontefici  (3).  Dirò  più  innanzi  della 
sellala  del  Diritto  libero,  che  ha  nel  Kantorowicz  il  più  ardito  fra 
i  suoi  antesignani  e  che  cerca  al  male  riparo  nello  sciogliere 
quanto  è  più  possibile  la  briglia  all'  interpretazione  dottrinale  e 
giudiziale  della  legge.  Ma  non  è  priva  tutt'oggi  di  adepti  la  op- 
posta tendenza,  rappresentata  già  nel  suo  più  alto  grado  da  un  ar- 
guto abruzzese,  Melchiorre  Delfico,  che  sino  dalla  fine  del  secolo 
XYIII  proclamava  d'ogni  colpa  responsabili,  non  la  legge,  ma  i 
giureperiti.  In  un  libro  ora  quasi  ignorato  dette  egli  fiera  batta- 
glia al  Diritto  di  Roma,  non  esitando  a  qualificare  i  giureperiti 
flagello  delle  leggi,  la  giurisprudenza  il  fatale  retaggio  che  Roma 
ci  lasciò  e  di  cui  i  secoli  hanno  multiplicate  le  specie.  0  le  leggi 
son  buone  e  non  devono  aver  Insogno  di  interpreti,  o  di  interpreta- 
zione abbisognano  per  manifestarne  più  chiaro  il  senso  se  mai  fosse 
dubbioso  e  ciò  apparterrà  alla  stessa  autorità  legislativa,  non  mai 
ad  uomini  privati,  e  fatta  la  cosa  una  volta  dovrebbe  essere  suffi- 
ciente per  sempre  (4).  Il  feticismo  della  legge  dunque,  in  odio  alla 
dottrina  giuridica,  come  contrapposto  al  feticismo  per  la  dottrina 
giuridica  e  per  la  libertà  del  giudice,  soverchianti,  se  occorre,  la 
legge  scritta.  Esagerazione  da  una  parte,  esagerazione  dall'altra. 
Sono  nella  legge  alcuna  volta  le  cabale  e  apprezzabili  sino  a  un 


158  V.    POLACCO 

certo  punto  gli  sforzi  dei  giuristi  per  attenuarne  il  danno,  altre  volte 
sono  essi  veramente  che  di  ragnatelle  avviluppano  chiari  testi  di 
legge  per  l'abito  del  sottilizzare  diventato  una  seconda  natura  ; 
ma  è  pur  debito  il  riconoscere  che  talora  non  ricorre  ne  l'una  cosa 
ne  l'altra,  bensì  un  preconcetto  volgare  che  scambia  per  cavilli 
di  artificiosa  creazione  necessità  imprescindibili  di  tecnica  giuri- 
dica. Mettiamo  dunque  un  pochino  le  cose  a  lor  posto,  riguardan- 
dole sotto  questo  triplice  aspetto. 

* 
*  * 

A  chi  non  è  avvenuto,  nello  svolgimento  della  sua  attività, 
di  urtare,  prima  o  poi,  contro  quella  muraglia  insuperabile  che  è 
costituita  da  tutto  un  intreccio  di  forme  prescritte  sotto  pena  di 
nullità,  di  termini  assolutamente  perentori,  di  presunzioni  legali 
che  non  ammettono  prova  in  contrario  ?  Frequente  in  simili  casi  è 
il  lamento  contro  la  tirannica  sofisticheria  della  legge  e  la  voce 
dell'interessato  suscita  alcune  volte  larga  eco  di  pietà  tutto  in- 
torno. E  la  famiglia  di  un  funzionario  che  rimane  sul  lastrico 
perch'egli  è  morto  proprio  in  sul  limitare  del  diritto  a  pensione, 
è  l'atto  civile  di  persona  giunta  a  piena  maturità  di  senno  che 
si  annulla  tuttavia  perchè  precedette  di  poche  ore  il  compiersi 
del  ventunesimo  anno,  quasiché  lo  scoccare  di  quel  momento  avesse 
virtù  di  trasfigurarla  ad  un  tratto,  sono  ricorsi  giudiziali  inesora- 
bilmente respinti  perchè  prodotti  con  lieve  mora,  è  l'ultima  volontà 
di  un  morente  ridotta  al  nulla,  dietro  istanza  e  a  tutto  profitto 
di  congiunti  che  a  lui  furono  in  vita  peggio  che  estranei,  sol  per- 
chè il  notaio  che  la  raccolse  trascurò  una  formalità  in  apparenza 
pedantesca,  è,  per  finire,  una  domanda  legittima  che  si  infrange 
contro  la  prescrizione  trentennale  o  contro  l'autorità  di  una  sentenza 
trascorsa  in  giudicato,  che  ha  per  se  tal  presunzione  di  verità  da 
poter  fare,  diceano  i  vecchi  Dottori,  de  albo  nigrum  et  de  nigro 
album.  E  potrei  centuplicare  gli  esempi.  Nei  quali  tutti  però,  se 
il  caso  singolo  può  per  avventura  provocare  un  moto  subitaneo 
di  ribellione  pietosa,  la  norma  nella  sua  generalità  s'ha  a  ricono- 
scere necessaria  e  plausibile.  Risponde  ad  un  bisogno  sociale  che 
non  si  eterni  la  incertezza  dei  domini,  che  abbiano  un  confine  le 
liti,  che  la  maggior  età  non  oscilli  da  persona  a  persona,  ma  per 


LE    CABALE    DEL    MONDO    LEGALE    -    DISCORSO  159 

tutti  si  fissi  al  medesimo  punto  prendendo  a  base  lo  sviluppo 
psico-fisico  dell'uomo  medio  in  un  dato  paese.  Gridare  all'inicjuità 
in  fatto  di  termini  perchè  ben  poco  mancava  a  raggiungerli,  è 
cadere  nel  sofisma  del  mucchio  di  grano,  che  resta  mucchio  pur 
levandone  un  chicco  e  poi  un  altro  e  un  altro  ancora,  senza  poter 
«lire  a  priori  dove  e  quando  convenga  arrestarsi.  Finalmente  certe 
forme,  per  chi  agisce  talora  moleste,  purché  contenute  in  quei  li- 
miti di  ragione  oltre  i  quali  diventano  scopo  a  se  stesse  come 
l'arte  per  l'arte,  sono  scudo  della  volontà,  non  arbitrarie  pastoie 
e,  nei  negozi  giuridici  di  maggior  conto,  servono  di  ritegno  a 
troppo  impulsivi  propositi,  di  salvaguardia  contro  pressioni  di  terzi. 
Ogni  medaglia  ha  il  suo  rovescio.  Se  la  vittoriosa  impugnativa 
del  testamento  nell'esempio  recato  dianzi  ci  indigna,  la  formalità 
inosservata  potrà  apparire  in  altri  casi  una  valvola  di  sicurezza 
assai  provvida  contro  cacciatori  di  eredità  che  il  testatore  finge 
di  secondare  e  lascia  in  realtà  a  mani  vuote.  E  poi  quell'assieme 
di  forme  a  primo  aspetto  tiranniche  vale  pure  a  distinguere  il 
vero  e  proprio  testamento  da  un  semplice  progetto  che  si  inten- 
desse abbozzarne.  Che  più  ?  Nel  Diritto,  come  nella  religione,  un 
certo  apparato  esteriore  risponde  alle  stesse  esigenze  della  psiche 
collettiva,  donde  la  giusta  osservazione  che  non  si  vuol  facil- 
mente rinunziare  a  formalità  consacrate  dall'  uso,  come  i  più  fa- 
natici in  materia  religiosa  cedono  più  presto  sopra  un  punto  di 
morale  che  sopra  un  particolare  del  culto  (5).  Basti  pensare  a 
certe  pratiche  quasi  simboliche  e  punto  obbligatorie  alle  quali 
soltanto  nelle  fiere  e  nelle  campagne  si  persiste  ad  annettere 
forza  di  sugo-elio  contrattuale. 

Quel  che  s' è  detto  delle  forme  e  dei  termini  s'ha  a  ripetere 
di  certe  conseguenze  giuridiche  più  o  meno  remote  a  cui  non 
giunge  la  previsione  delle  parti  all'atto  di  una  contrattazione  ci- 
vile e  che  spunteranno  forse  più  tardi  come  altrettante  sorprese, 
non  sempre  gradite,  mentre  non  rappresentano  in  realtà  che  il 
naturale  prodotto  della  configurazione  giuridica  di  questo  o  quel- 
l'istituto. Gli  è  che  nel  Diritto  non  può  non  esservi  una  parte 
tecnica  che  sfugge  a'  profani  di  studi  legali  e  che  sia  così  è  an- 
che un  bene,  arrivo  a  dire,  sotto  certi  riguardi.  Come  noi  tutti 
viviamo  la  vita  fisica  secondo  leggi  famigliari  soltanto  al  fisiologo, 
al  naturalista  ed  al  chimico,  mentre  l'uomo  anche  più  zotico  re- 


160  V   POLACCO 

spira  e  si  nutre  ignaro  dei  processi  che  in  lui  e  da  lui  all'uopo 
si  svolgono,  anzi  trascorrendo  tutta  l'esistenza  senza  proporsene 
nemmeno  il  quesito,  cosi  avviene  che  di  continuo  si  compiano  da 
tutti  degli  atti  giuridici  senza  averne  coscienza.  Chi  pensa  al  Di- 
ritto, mi  si  passi  l'esempio  banale,  nel  largire  o  nel  ricevere 
mancie  ?  Pure  datemi  un  giurista  di  grande  acume  che  su  tale 
fatto  minuscolo  della  vita  quotidiana  porti  la  propria  attenzione, 
e  ne  uscirà  un  lavoro  geniale  e  strettamente  giuridico  come  il 
Trinkgeld  del  Jhering.  Degli  stessi  atti  che  si  compiono  con  la 
coscienza,  anzi  col  deliberato  proposito  di  muoversi  sul  terreno 
del  Diritto,  pochi  sono  in  grado  di  misurare  per  filo  e  per  segno 
tutta  la  efficienza  legale.  Si  compera,  si  vende  ad  ogni  ora,  sa- 
pendo di  stipulare  negozi  giuridici,  ma  ci  si  arresta  allo  scopo 
economico  prossimo,  e  per  così  dire  tangibile,  rappresentato  dallo 
scambio  della  merce  e  del  prezzo.  Il  che,  io  soggiunsi,  ha  pure 
il  suo  lato  utile  :  correrebbe  rischio  altrimenti  di  rallentarsi  il 
moto  delle  civili  transazioni,  a  quella  guisa,  riprendo  il  raffronto, 
che  la  nostra  vita  fisica  finirebbe  col  deperire  se  dovessimo  ad 
ogni  istante  spiarne  i  processi  e  vagliare  i  pericoli  che  vi  sono 
inerenti.  Veri  Messieurs  Jourda/ns  del  mondo  giuridico,  facciamo 
tutti  di  continuo  del  Diritto  senza  saperlo. 

* 
*  * 

Ma  se  a  codesta  immensa  trama  che  la  gente  non  vede  e 
che  si  viene,  quasi  per  virtù  di  istinto,  intessendo  nella  vita  so- 
ciale, è  compito  del  giurista  il  volgere  i  suoi  studi,  osservando, 
sistemando  e  classificando  come  ogni  altro  scienziato,  vi  ha  qui 
purtroppo,  a  differenza  di  quel  che  accade  nei  fenomeni  fisici, 
tutta  una  sovrapposizione  di  elementi  perturbatori.  Elementi  per- 
turbatori che  si  possono,  chi  ben  guardi,  allacciare  a  due  ordini 
di  cause,  le  creazioni  arbitrarie  e  i  detriti  storici. 

Le  creazioni  arbitrarie,  perchè  si  ha  un  bel  dire  che  il  Di- 
ritto erompe  dalla  coscienza  del  popolo,  ma  chi  poi  lo  codifica  vi 
aggiunge  sempre  necessariamente  del  proprio.  Il  Diritto  è  com- 
penetrato sì  nei  fatti,  dai  quali  lo  si  dovrebbe  estrarre  per  formu- 
larlo nella  sua  purezza,  proprio  come  la  statua  è  nel  blocco  di 
marmo  e  sta  allo  scultore  il  trarnela  fuori   detergendola    dall'  in- 


LE    CABALE    DEL    MONDO    LEGALE    -    DISCORSO  161 

volucro  che  la  nasconde.  Ma  per  un  Fidia  o  un  Michelangelo, 
quale  pleiade  di  mediocri  scalpelli  !  E  come  del  pari  il  capriccio, 
o  l'inesperienza,  o  la  fretta  portano  sovente  il  legislatore  a  de- 
naturare la  regula  iuris  più  che  a  depurarla  dalla  scoria  che  la 
inviluppa  ! 

Detriti  storici  :  sopravvivenza  cioè  di  principi  o  di  istituti 
che  stanno  oramai  nel  corpo  del  Diritto  come  organi  atrofizzati, 
in  conflitto  stridente  coi  bisogni  dell'oggi,  ciarpame  inutile  o,  peg- 
gio, ingombro  dannoso.  La  formula  che  compendiò  un  giorno  un 
grande  progresso  si  cristallizza  e  sorvive  anche  quando  è  di  gran 
lunga  sorpassata  dalle  nuove  condizioni  giuridiche  e  sociali.  A 
cominciare  dalle  Carte  costituzionali  gli  esempì  qui  sovrabbondano. 
Così  per  tacere  di  più  delicati  argomenti,  è  del  canone  statutario 
che  la  Giustizia  emana  dal  Re,  canone  che  pur  segnò  a  suo  tempo 
una  grande  conquista  della  borghesia,  raccoltasi  intorno  al  potere 
unificatore  della  Corona,  sulla  feudalità  e  sulle  molteplici  giuris- 
dizioni signorili.  Sopravvivenze  pericolose  codeste,  nel  Diritto 
pubblico  in  ispecie,  perchè,  galvanizzate  in  certi  momenti,  potreb- 
bero prestarsi  a  sorreggere  tentativi  di  ritorno  al  passato,  vani 
forse  nelle  risultanze  finali,  ma  bastevoli  intanto  a  suscitare  com- 
movimenti funesti.  E  nel  Diritto  privato  quali  e  quanti  bizantini- 
smi 0  anomalie  per  effetto  di  cotale  archeologia  legislativa  !  A 
ritroso  dei  tempi,  in  tanto  fiorire  ed  espandersi  della  ricchezza 
moDiliare,  il  codice  civile  persiste  a  circondare  di  cure  particolari 
e  persino  ingombranti  la  proprietà  fondiaria  soltanto,  ligio  alla 
massima  antica  Vilis  mobilium  possessio.  Ed  è  così,  per  esempio, 
che  quella  donna  istessa  che  sarerbbe  incapace  di  spossessarsi  da 
sola  di  un  palmo  di  terra,  può,  senza  l'  assentimento  del  marito 
alienare  titoli  di  reudita  per  un  valor  di  milioni.  Potrà  discutersi 
sulla  convenienza  di  conservare  fra  i  nostri  istituti  1'  autorizza- 
zione maritale  e  recente  è  il  ricordo  delle  centinaia  di  mani 
gentili,  che  ne  pronunziarono  la  condanna  quasi  uno  pollice  verso. 
Ma  se  piaccia  tuttavia  conservarla,  in  omaggio,  come  dicono,  al 
capo  della  società  domestica  e  a  preservare  gli  interessi  della 
famiglia  più  gravi,  bisognerà  pur  decidersi  a  svincolarla  da 
concezioni  economiche  che  appartengono  ormai  da  troppo  tempo 
alla  storia. 

Ma,  accanto  a  questi  rami  già  morti  e  che,    per  lo  sviluppo 


162  V.    POLACCO 

dell'annosa  pianta  gioverebbe  recidere,  altri  ve  ne  stanno  non  dis- 
seccati del  tutto,  capaci  anzi  di  insospettato  rigoglio  se  nuova 
linfa  li  percorra  e  li  rigeneri.  Discutevansi  alla  Camera,  sono  pre- 
sto due  anni,  i  provvedimenti  per  il  Mezzogiorno.  In  difesa  dei 
patti  agrari  proposti  per  quelle  provincie,  e  particolarmente  di 
certe  deviazioni  dalla  enfiteusi  quale  è  foggiata  dal  codice,  un 
deputato  assai  colto  di  parte  estrema  usciva,  lo  rammento,  in  co- 
desta affermazione  :  "  Il  ritmo  della  storia  economica  si  svolge 
con  ritorni  alle  forme  passate  ;  quel  che  importa  è  che  un  nuovo 
spirito  vivifichi  queste  forme.  E,  come  un  nuovo  spirito  viene  in 
oggi  ad  animare  l'uso  dei  demàni  comunali  ed  il  diritto  corpo- 
rativo, così  possiamo  pensare  che  questo  ritorno  all'  enfiteusi  sia 
un  mezzo  efficace  per  attirare  lavoro  e  capitali  alla  terra  „  (6). 
A  così  savie  parole  di  Leonida  Bissolati  quale  è  il  conservatore 
che  non  si  sentirebbe  di  sottoscrivere  ?  Certo  che  innovare  senza 
distruggere,  saper  scernere  codesti  rami  da  rinverdire  con  felici 
innesti  è  uno  dei  compiti  più  difficili  della  difficilissima  arte  del 
legiferare.  Ma  se  proprio  non  ci  sia  verso  di  allogare  bisogni  che 
incalzano  entro  il  casellario  tradizionale,  non  si  arresti  il  legisla- 
tore per  questo,  ma  proceda  animoso  nella  costruzione  di  schemi 
giuridici  nuovi. 

Ed  anzitutto  si  rispecchi  nelle  leggi  quella  mutua  penetra- 
zione delle  varie  branche  del  Diritto,  la  quale  va  sempre  più 
accentuandosi  nella  dottrina  con  la  mira  di  trattare  anche  o^iuri- 
dicamente  la  vita  nella  organica  sua  unità.  Di  certe  discordanze 
stridenti,  che  aumentano  nella  comune  opinione  il  discredito 
verso  le  leggi  e  chi  le  studia,  è  colpa  infatti  per  buona  parte 
r  avere  spinta  tropp'  oltre  1'  autonomia  delle  singole  provincie 
del  Diritto.  Il  che,  se  è  male  per  un  giurista,  riesce  addirittura 
imperdonabile  nel  legislatore,  eh'  è  pur  sempre  uno  ed  unico,  sia 
civile  o  commerciale,  di  Diritto  penale  o  di  procedura,  d'  ordine 
tributario  o  militare  la  materia  su  cui   spiega  il  suo  impero. 

Che  dire,  ad  esempio,  quando  troviamo  ad  un  identico  con- 
tratto data  una  fisionomia  nel  Diritto  privato  ed  una  affatto  op- 
posta nelle  leggi  finanziarie  perchè,  nel  duello  sempre  aperto  fra 
i  contribuenti  ed  il  fisco,  al  fisco  ogni  mezzo  par  buono  per  pa- 
rare i  colpi  e  le  insidie  avversarie  ?  Ma  questo  ente  Stato  che 
legifera  come  fisco  è  forse  qualche  cosa  di  diverso,  anzi  di  antite- 


LE    CABALE    DEL    MONDO    LEGALE    -    DISCOESO  163 

tico  a  quello  che  ha  emanato  un  codice,  contemplandovi  i  feno- 
meni giuridici  nella  loro  vera  entità  ?  (7)  E,  se  il  giuoco  e  la  scom- 
messa, fossero  pure  stipulati  davanti  notaio,  rimangono  impro- 
duttivi in  Diritto  civile  di  azion  giudiziaria,  come  spiegare  la 
acquistino  nei  contratti  di  borsa  sol  che  si  facciano  sopra  un 
foglio  bollato  (8)  ?  E  che  dire  del  lotto  pubblico  che  lo  Stato 
finanziere  coltiva  per  proprio  conto  e  disciplina  mentre  le  lotterie 
dei  privati  fulmina  quali  reati,  quasiché  il  finanziere  e  1'  autore 
del  Codice  criminale  non  fossero  la  stessa  potestà  sovrana,  sib- 
bene  sotto  faccie  diverse  ?  E  1"  abolizione  del  carnefice  nel  Di- 
ritto penale  comune,  se  tanto  la  si  vanta  quale  un  postulato 
della  inviolabilità  della  vita  umana,  come  conciliarla  (ditemi  pur 
sovversivo)  con  la  conservazione  dell'  estremo  supplizio  nel  Di- 
ritto penai  militare  ?  Intenta  sovrattutto  alla  tutela  dei  beni,  ci 
dirà  la  legge  civile  che  non  di  un  centesimo  possa  l' individuo 
disporre  sino  a  maggiorità  ben  compiuta,  ma  intanto  il  Codice 
penale  gli  aprirà  1'  adito  a  far  ben  prima  mercato  del  proprio 
corpo  con  1'  impunità  assoluta  di  chi  ne  profitta  (9).  Lo  sper- 
giuro è  reato  che  la  legge  penale  a  ragione  non  lievemente 
colpisce  e  tuttavia  la  legge  civile  dichiara  irretrattabile  la  sen- 
tenza basata  sul  falso  giuramento  deferito  da  un  contendente 
all'altro  in  giudizio  (10).  Quasi  fossero  anche  qui  due  persone 
distinte,  il  legislatore  civile  ed  il  penale  sono  andati  ciascuno 
per  la  propria  strada,  arrivando  agli  antipodi  nel  valutare  gli  ef- 
fetti del  medesimo  atto.  —  Parimenti  non  questo  è  il  luogo  a 
discutere  se  convenga  fare  un  tutt'uno  del  Diritto  civile  e  del  mer- 
cantile, come  anelerebbe  una  certa  scuola  di  commercialisti  a 
cui  ninno  vorrà  disconoscere  il  merito  di  aver  trasfuso  nuovo 
sangue  nell'  organismo  del  giure  privato.  Animosi  campioni,  che 
spingerebbero  1'  altruismo  sino  al  punto  di  fare  olocausto  della 
propria  autonomia  scientifica,  simili  a  quegli  esseri  destinati  a 
lasciare  la  vita  nell'  amplesso  fecondatore.  Ma,  comun(]ue  la 
cosa  si  giudichi,  certo  e  che  oggigiorno  troppe  e  troppo  arbitrarie 
differenze  di  trattamento  delle  stesse  persone  e  degli  istituti  me- 
desimi neir  un  campo  e  nell'  altro  paiono  fatte  a  bella  posta  per 
avvalorare  nel  pubblico  la  disistima  delle  leggi  e  il  concetto 
che  il  legislatore  sia  il  sofista  per  eccellenza  a  cui  è  indifferente 
enunciare  e  difendere  a  un  tempo    tesi    cozzanti   tra  loro  quanto 


164  V.    POLACCO 

la  luce  e  le  tenebre.  Che  direste  di  me  se  volessi  affermarvi  sul 
serio  che  la  vendita  di  cosa  d'  altri  è  valida  e  nulla  ?  Pure  le 
due  affermazioni  contradditorie  voi  le  leggete  nei  due  diversi 
Codici  del  nostro  Diritto  privato  (11). 

A  cotali  antitesi,  che  non  conferiscono  certo  prestigio  alla 
legge,  aggiungete  quelle  che  inconsciamente  si  addensano  per 
quel  modo  affrettato,  incoerente  e  irrazionale  (è  del  collega 
Cammeo  questo  crescendo  di  epiteti  (12)  )  con  cui,  specie  in  que- 
sti ultimi  tempi,  sono  state  progettate,  discusse  e  formulate  le 
nostre  leggi,  quelle  amministrative  in  particolare.  E  dove  non 
sono  antinomie  ed  antitesi,  quante  incertezze  tuttavia  e  quante 
insidie  in  un  sistema  così  tumultuario  di  innovazioni  e  di  rabber- 
ciature !  Non  è,  no,  per  accademica  idolatria  di  un  classicismo 
architettonico,  non  per  un  ideale  di  euritmia  affatto  sterile,  che 
altra  volta  ho  alzata  la  voce  contro  siffatte  deformazioni  dell'  e- 
difizio  legislativo  (13).  Ben  vengano  le  leggi  speciali  a  modificare, 
quando  il  bisogno  ricorra,  od  anche  a  scalzare  del  tutto  questa 
0  quella  parte  del  Codice.  E  lo  scalzino  pure,  tenendo  conto 
delle  disuguaglianze  di  fatto,  per  via  di  eccezioni  alla  legge  co- 
mune, se  così  vogliono  le  condizioni  peculiari  delle  varie  classi 
sociali,  realtà  viva  e  palpitante  più  di  tutti  i  sistemi  pensati  o 
pensabili  dagli  esteti  del  Diritto  (14).  Sono  io  il  primo  a  sotto- 
scrivere alle  parole  del  Wukzel,  ohe  il  pensiero  giuridico  deve 
possedere  il  coraggio  dell'  inconseguenza  (15),  ma  dove  effettiva- 
mente lo  esigano  i  rapporti  della  vita  reale.  E  chi  ha  mai  detto 
di  volersi  isolare  da  coteste  realtà  della  vita,  sì  da  escludere 
urgenti  ritocchi  in  attesa  che  si  maturi  un  piano  di  restauro  in- 
tegrale, ben  meditato  ed  armonico  in  ogni  sua  parte  ?  La  que- 
stione è  tutta  di  metodo,  la  protesta  è  contro  il  mal  vezzo,  pur- 
troppo frequente,  di  far  penetrare  di  sbieco  in  leggi  di  portata 
apparentemente  secondaria  o  locale  emendamenti  ed  aggiunte 
che  hanno  ripercussione  in  ampie  zone  del  Diritto,  in  origine 
non  divisate,  anzi  nemmeno  lontanamente  intravviste.  Appiattati 
di  sovente  tra  le  pieghe  di  quelle  cosidette  leggine,  che  si  votano 
a  vapore  quando  la  canicola  infuria,  si  darà  poi  il  caso,  e  lo  si 
è  visto  più  di  una  volta,  che  rimangano  ignorati  persino  da 
qualche  Corte  giudicatrice  (16). 

E    intanto    restano     un    pio    desiderio    certe    interpretazioni 


LE    CABALE    DEL    MONDO    LEGALE    -    DISCORSO  165 

autentiche,  che  potrebbero  si  veramente  discutersi  e  deliberarsi 
in  un  batter  d'  occhio,  tanto  sono  vessate  le  questioni  cui  dette 
origine,  fino  dalla  prima  comparsa  di  questo  o  quel  Codice,  un 
testo  ambiguo  o  una  frase  oscura,  così  sfruttato  oramai  il  campo 
degli  argomenti  escogitabili  nell'  un  senso  o  nell'  altro  (17).  Si 
può  ben  sorridere  di  chi  sempre  e  subito  e  solo  dal  legislatore 
vorrebbe  chiarita  ogni  minima  dubbiezza,  ma  nemmeno  è  a  com- 
patire un  mutismo  ostinato  là  dove  basterebbe  una  parola  del- 
l' autor  della  legge  a  sgombrare  il  terreno  da  fungaie  che  sempre 
intorno  ad  essa  ripullulano,  poi  che  ad  estirparle  si  rivelino  da 
lunga  pezza  impotenti  le  industri  fatiche  della  dottrina  e  della 
giurisprudenza. 

Altro  coefficiente  del  convincimento  volgare  che  una  vera 
scienza  della  legislazione  non  esista,  ma  domini  sovrano  il  ca- 
priccio di  chi  comanda,  mutevole  nello  spazio  come  nel  tempo, 
è  la  disformità  di  norme  sopra  un  medesimo  soggetto  da  una 
parte  all'  altra  dello  stesso  Paese.  Corre  allora  alla  mente,  anzi 
si  aggrava  perchè  non  si  tratta  di  nazioni  diverse,  l'esclamazione, 
non  so  se  più  melanconica  o  scettica,  del  Pascal  :  povera  Giu- 
stizia, che  cambi  di  qualità  cambiando  di  clima,  che  un  fiume 
od  una  montagna  delimita  :  verità  al  di  qua  dei  Pirenei,  errore 
al  di  là  ;  un  meridiano  decide  :  tre  gradi  di  elevazione  dal  polo 
rovesciano  tutta  la  giurisprudenza  (18)  !  In  troppe  cose  ancora 
perdurano  fra  noi  tipi  diversi  di  leggi,  tanti,  se  occorre,  quanti 
i  vecchi  staterelli  d'  Italia.  Volete,  per  dirne  una,  saper  le  cose 
come  stanno  in  un  tema  di  capitale  importanza  coni'  è  quello 
delle  miniere  '?  E  voi  passerete  con  tutta  indifferenza  dal  principio 
sardo  della  libera  indagine  al  sistema  tutto  opposto  della 
regalia  vigente  ancora  in  queste  provincie  o  a  quello  toscano, 
che  indissolubilmente  congiunge  anche  per  tale  riguardo  la  pro- 
prietà del  suolo  e  del  sottosuolo.  Varietà  di  norme  da  luogo  a 
luogo  si  intendono,  è  il  caso  anzi  di  invocarle  per  ciò  che  ha 
tratto  a  condizioni  climatiche  e  regionali  e  non  tocca  tuttavia  i 
fondamenti  del  Diritto,  non  invece  quando  sia  in  giuoco  1'  esten- 
sione di  un  concetto  così  cardinale  coni'  è  quello  della  proprietà 
fondiaria.  Qui  veramente  più  1'  unificazione  ritarda  e  più  si 
scuote  la  fede  nel  Diritto   (19). 


166  V.    POLACCO 


* 


Pur  non  esaurendole  tutte,  io  non  ho  peccato  certo  di  so- 
verchia indulo-enza  nel  mettere  a  nudo  le  cabale  della  leerjre,  sia 
per  ciò  eh'  essa  fa  e  non  dovrebbe,  sia  per  ciò  che  dovrebbe  e 
non  fa.  Non  sono  dunque  sospetto  se  ora  vo'  scagionarla  da  altre 
imputazioni  che  le  si  muovono  da  questi  o  da  quelli  in  mille 
incontri,  ma  senza  uguale  carattere  di  serena  obbiettività.  Si  ri- 
pete qui  un  fenomeno  comune  a  tutte  le  cose  umane  se  la  pas- 
sione vi  si  infiltri  e  le  intorbidi.  Come  pur  inconsciamente  accade 
di  domandare  per  se  un  grado  di  libertà  che  parrebbe  per  altri 
in  uguali  condizioni  soverchia,  come  si  è  facili  a  giudicare  ri- 
sibili le  forme  o  assurdi  i  dogmi  di  un  culto  diverso  dal  proprio 
nel  quale  invece  forme  analoghe  o  dogmi  non  molto  dissimili 
paiono  le  cose  più  semplici  e  più  razionali  del  mondo,  così 
inavvertitamente  siamo  tratti  a  qualificare  curialeschi  garbugli  in 
causa  non  nostra  argomenti  e  principi;  che,  in  altro  momento,  e  in 
perfetta  buona  fede,  invocheremmo  per  noi  quali  conseguenze 
imperiose  della  logica  del  Diritto,  ovvero  ad  inveire  contro  la 
legge  che  ad  ogni  pie  sospinto  ci  intralcia  il  cammino  con  arti- 
ficiose barriere,  riconosciute  invece  assai  provvide  ove  trattisi 
dell'  agire  altrui.  Guai  specialmente  se  le  cose  si  guardano  at- 
traverso il  prisma  della  politica!  Nulla  più  ottenebra,  in  materia 
di  Diritto,  il  giudizio  anche  delle  persone  meglio  equilibrate  ed 
oneste.  Quello  strazio  di  tutte  le  buone  regole  procedurali,  che 
condusse  una  Corte  marziale  di  Francia  alla  terribile  condanna 
di  un  innocente,  fu  pur  salutato  come  modello  di  fulminea  giu- 
stizia da  quei  medesimi  legittimisti  che  fremono  di  giusto  orrore  al 
ricordo  di  certi  simulacri  di  giudizi,  apprestanti  nelle  giornate  fo- 
sche del  giacobinismo  tanta  messe  di  vittime  all'  avida  falce 
esecutrice.  —  La  necessità  che  intervenga  formale  atto  di  erezione 
in  corpo  morale  perchè  un'  accolta  di  persone  possa  come  tale 
possedere  e  fare  acquisti,  il  diritto  nello  Stato  di  togliere  (|uan- 
docchesia  quel  riconoscimento  giuridico  eh'  esso  ha  pure  largito 
in  origine,  paiono  enormezze  e  formalismi  tirannici  al  conserva- 
tore che  lamenta  corporazioni  religiose  disciolte  e  vede  i  pericoli 
del  ricostituirle    di    fatto  con   l' opera    di    prestanomi,    nei    quali 


LE  CABALE  DEL  MONDO  LEGALE  -  DISCORSO        167 

mal  riposta  si  riveli  poi  la  fiducia  (20).  Ecco  invece  plaudirvi 
chi  è  cresciuto  alla  scuola  di  altre  idee  religioso-politiche,  salvo 
a  recriminare  anch'  egli,  ed  anche  piti  forte,  se  altrettanto  gli 
accada,  in  danno,  suppongasi,  di  un  sodalizio  operaio  avente 
mera  esistenza  di  fatto.  —  Una  bufera  di  anticlericalismo  selvaggio 
passa  attraverso  il  Paese,  e  sacerdoti,  che  si  sentono  personal- 
mente feriti  nel  vilipendio  scurrile  contro  l' intera  loro  casta, 
chiedono  invano  in  giudizio  penale  ragione  contro  la  stampa  iii- 
sultatrice.  Sfoderate  le  distinzioni  sottili  fra  ingiuria  personale  e 
ingiuria  collettiva,  una  Corte  d'  Appello  respinge  la  loro  do- 
manda (21).  E  i  sovversivi  a  batter  le  mani,  i  conservatori  invece 
a  strepitare,  protestando  per  denegata  giustizia.  Fondati  lamenti, 
sacrosante  proteste,  ma  non  si  resti  poi  tiepidi  di  fronte  a  san- 
guinose ingiurie  e  calunnie  che  certa  stampa,  indegna  del  nome 
cristiano,  lancia  contro  intere  altre  classi  o  comunità  religiose. 
Se  e'  è  imperfezione  nella  legge  penale  in  quest'  argomento  del- 
l' ingiuria  collettiva,  ebbene  denunziamola  ad  alta  voce  concordi 
ed  abitiamoci  perchè  la  si  tolga,  ma  sempre  e  tutti  e  per  tutti 
con  uguale  fervore,  in  omaggio  alla  giustizia  prima,  memori 
poi  dell'  hodie  mìhi  cras  tihi^  che  1'  arma  micidiale  a  volta  a 
volta  si  trova  nelle  mani  di  questa  fazione  o  di  quella. 

In  tale  ordine  di  idee  un  ultimo  esempio  ancora,  ma  dei 
più  eloquenti.  Assistevo  un  giorno,  dietro  invito  cortese,  ad  una 
conferenza  contro  il  divorzio  in  un  circolo  di  parte  ultra  orto- 
dossa. L'  oratore,  un  avvocato  provetto,  eh'  è  tra  i  capi  di  quella 
parte  più  reputati  ed  ardenti,  non  ebbe  il  coraggio  di  difendere 
strenuamente  quel  ripiego  a  cui  ricorrono  certe  coppie  dorate  di 
trasportare  provvisoriamente  il  loro  nido  in  paesi  ove  sia  per- 
messo distruggerlo,  salvo  a  ricuperare  la  perduta  cittadinanza  ita- 
liana non  appena  il  colpo  è  riuscito  ?  Tanto  era  in  quel  valen- 
tuomo il  terrore  che  la  temuta  riforma  entrasse  come  norma 
comune  nel  nostro  Diritto  matrimoniale,  da  fargli  fare  in  buona 
fede  buon  viso  a  quel  pertugio  traverso  cui  solo  pochi  e  larga- 
mente censiti  passano  e  passeranno  per  isfuggire  all'  odierno  di- 
vieto :  valvola  in  certo  modo  di  sfogo  che  fa  sbollire  V  agi- 
tazione avversaria,  creandole  di  contro  la  indifferenza  dei  più 
danarosi  e  potenti.  Si  potrebbe  dare  invece,  io  dico,  più  lacrime- 
vole esempio  di  gherminelle  legali  ?  Il  Codice  che  elude  se  stesso, 


168  V.    POLACCO 

le  norme  cioè  sulla  perdita  e  sul  riacquisto  della  nazionalità  che 
si  presterebbero  a  sovvertire  quella  per  eccellenza  d'  ordine  pub- 
blico che  consacra  la  indissolubilità  coniugale  (22). 

"  Iliacos  intra  muros  peccatur  et  extra.  „  Stiamo  dunque  bene 
in  guardia  prima  di  porgere  ascolto  agli  anatemi  che  da  un  campo 
0  dall'  altro  si  scagliano  contro  le  leggi,  troppo  spesso  interessi 
di  parte  fanno  velo  al  giudizio. 

* 

Il  vero  è  che,  in  più  d'uno  degli  esempi  ora  addotti,  meglio 
che  contro  la  legge,  dovrebbero  appuntarsi  gli  strali  contro  quelli 
che  0  non  sanno  o  non  vogliono  farne  esatto  governo.  Se  i  prin- 
cipi dell'ingiuria  collettiva  non  tornano,  gli  è  che,  nei  casi  più 
gravi  almeno,  di  ben  altro  si  tratta  a  cui  il  legislatore  è  rimasto 
per  verità  così  poco  indifferente,  da  farne  un  reato  non  di  azione 
privata  ma  pubblica  e  la  colpa  è  di  chi  lascia  dormire  gli  arti- 
coli suirincitamento  all'odio  di  classe  e  non  si  cura  di  agire,  come 
dovrebbe,  d'ufficio.  Così  il  sotterfugio  per  eludere  il  Codice, 
odioso  doppiamente  perchè  privilegio  dei  ricchi,  non  è  già  il  Co- 
dice stesso  che  lo  appresti,  ma  la  giurisprudenza  troppo  arrende- 
vole di  certe  Corti  d'Appello  che  passa  sopra  alle  norme  più  si- 
cure sulla  invalidità  degli  atti  compiuti  in  frode  alla  legge.  Ed 
eccoci  così  bel  bello  trascorsi  dal  processo  contro  il  legislatore, 
chiuso  con  le  relative  requisitorie  e  difese,  a  quello  contro  gli 
interpreti,  sia  di  giudice,  di  docente,  o  di  avvocato  la  toga  che  li 
ricopre. 

*   * 

Rileggevo,  non  è  molto,  quel  libro  pieno  di  saviezza  e  di 
umorismo  che  dette  al  Montesquieu  il  battesimo  della  celebrità, 
le  Lettere  lìersiane.  In  una  di  esse,  dopo  aver  fatto  parola  del 
cumulo  di  leggi  disparatissime  che  in  Francia  opprimevano  ugual- 
mente la  giustizia  ed  i  giudici,  il  persiano  stupefatto  soggiunge  : 
Ma  questi  volumi  di  leggi  sono  ancora  nulla  in  paragone  dello 
esercito  spaventevole  di  glossatori,  di  commentatori,  di  compila- 
tori, tutta  gente  altrettanto  debole  per  la  poca  dirittura  dello  spi- 


LE    CABALE    DEL    MONDO    LEGALE    -    DISCOESO  169 

rito  quanto  forte  per  numero  (23).  E  in  altra  lettera,  eh'  è  tutta 
un  bozzetto  gustosissimo  del  magistrato  del  tempo,  al  persiano 
che  lo  visita,  che  lo  compiange  per  il  penoso  ed  accasciante  me- 
stiere di  seder  tutto  il  giorno  a  decidere  sugli  affari  degli  altri 
e  fa  poi  le  sue  meraviglie  nel  vederlo  sprovvisto  affatto  di  libri, 
il  giudice  candidamente  risponde  :  Se  voi  conosceste  il  Palazzo  di 
Giustizia  non  parlereste  in  tal  guisa  :  noi  abbiamo  dei  libri  vi- 
venti che  son  gli  avvocati  :  lavorano  essi  per  noi  e  si  incaricano 
di  istruirci.  E  non  si  incaricano  anche  talvolta  di  ingannarvi  ?  re- 
plica il  viaggiatore  d'Oriente.  Non  fareste  male  a  garantirvi  dalle 
loro  imboscate  :  essi  possiedono  delle  armi  con  le  quali  attaccano 
la  vostra  equità  ;  buona  cosa  sarebbe  ne  aveste  anche  voi  per  di- 
fenderla, anziché  impegnarvi  nella  mischia  vestito  alla  leggera 
in  mezzo  a  persone  corazzate  insino  ai  denti  (24). 

Confessiamolo,  o  Signori  ;  della  gente  di  legge  è  questo  il 
quadro  che  ancora  oggigiorno  si  configurano  i  più.  Una  pseudo- 
scienza che  prepara  le  reti  ai  causidici  perchè  se  ne  valgano  ad 
accalappiare  i  giudici  facili  a  cascarvi  dentro  quasi  per  forza  di 
inerzia.  E  la  solita  tendenza  a  generalizzare,  quando  si  avventura 
un  giudizio  su  certe  classi  e  su  certi  gruppi  sociali,  riducendoli 
tutti  al  denominatore  dei  peggiori  fra  gli  elementi  che  li  com- 
pongono. E  ai  mali  denunziati  come  estremi  estremi  naturalmente  i 
rimedi  proposti.  Non  permettere  si  apra  quella  fucina,  dove  le 
armi  insidiose  si  approntano  :  che  fosse  questo  o  1'  ordine  o  il 
voto  di  legislatori  despoti  si  intende  e  la  mente  di  ognuno  corre 
a  Giustiniano  ed  a  Napoleone,  ma  forse  non  tutti  sospettano  che  la 
pensasse  pure  così  uno  dei  principi  della  Enciclopedia  in  Francia. 
Incaricato  da  Caterina  II.  di  scrivere  il  Piano  di  una  Università 
per  il  Governo  di  Russia,  ecco  in  quali  termini  il  Dideeot  con- 
sigliava l'augusta  sua  protettrice  :  "  Non  occorre  dire  che  nelle 
Università  della  Russia  ci  vorranno  delle  cattedre  per  lo  studio 
del  Codice  Caterina,  benché  non  sia  bene,  forse,  il  permettere  che 
lo  si  commenti  in  iscritto,  perché  ciò  che  è  commentato  è  ben 
tosto  snaturato  „  (25). 

E  dalla  soppressione  dei  commenti  potrà  essere  breve  il  passo 
a  quella  degli  avvocati,  costretti  a  capitolare  per  fame  se  manchi 
all'astuzia  loro  il  nutrimento  di  commentari  capziosi.  "  Se  i  ma- 
"  gistrati  sono  i  sacerdoti  della  Giustizia  „  ,  scriverà  il  già  menzio- 


170  V.    POLACCO 

nato  Mblchioeee  Delfico,  "  colle  proprie  mani  devono  sacrificare 
"■  all'augusta  Divinità.  E  uno  sciocco  pretesto  il  credere  che  fra  i 
"  litiganti  ed  il  giudice  vi  debba  essere  un  terzo  perito  nelle  leggi. 
"  Appartiene  al  magistrato  il  saperle  e  su  tale  ipotesi  gli  è  con- 
"  ferito  l'officio  o  il  diritto  di  amministrarle.  La  necessità  di  una 
"  scienza  collaterale  o  suppletoria  è  ingiuriosa  ugualmente  alla 
"  legge  ed  al  magistrato,  poiché  la  prima  non  deve  aver  bisogno 
"  di  interpreti  ed  il  secondo  di  mezzi  ausiliari  „   (26). 

Ecco  dunque,  per  via  di  eliminazione,  ridotti  a  due  gli  ele- 
menti, posti  cioè  faccia  a  faccia  la  legge  ed  il  giudice.  E  il  giu- 
dice, non  più  fuorviato  ne  da  autorità  di  Dottori  uè  da  artifizi 
di  legulei,  applicherà  (pensano  costoro)  la  legge  con  quella  equità 
di  cui  nel  citato  passo  del  ]\[ontesquieu  si  fa  cenno. 

Questa  libera  esplicazione  dell'attività  giudiziaria,  pur  muo- 
vendo da  premesse  in  parte  diverse,  forma  oggi  il  verbo  di  una 
scuola  che  va  guadagnando  di  giorno  in  giorno  terreno  e  si  rias- 
sume nella  sentenza  del  Bììlow  :  "  non  la  legge,  ma  legge  e 
magistrato  creano  al  popolo  il  suo  Diritto  „  (27).  Virtù  creatrice  di 
Diritto  che  fa  si  parli  di  un  odierno  ufficio  pretorio  della  Griuris- 
prudenza,  nel  senso  di  consentire  ai  magistrati  nostri  un  com- 
portarsi alla  foggia  del  pretore  romano  (28).  Non  è  chi  ignori 
ciò  che  potè  in  Roma  il  pretore,  fonte  di  un  ius  speciale,  che, 
parallelo  al  ius  quiritario,  ne  temperò  in  mille  guise  i  rigori.  Un 
giudice  dunque  sul  generis,  che  elabora  un  Diritto  proprio  di 
rincontro  al  Diritto  esistente,  rispetta  questo  in  apparenza,  ma  in 
sostanza  vi  si  sovrappone  ;  onde  al  Puctha,  che  il  legame  di 
quei  due  Diritti  paragonava  al  vincolo  matrimoniale,  che  unisce 
e  concilia  elementi  disparati,  senza  distruggere  le  rispettive  di- 
versità (29),  fu  argutamente  obbiettato  che  bisognerebbe  pensare, 
perchè  il  paragone  corresse,  ad  un  tale  matrimonio  in  cui  il  ma- 
rito ha  da  dire  precisamente  quel  tanto  che  la  moglie  gli  con- 
sente (30). 

È  questo  che  si  vorrebbe  ancora  oggi  ?  Si  peritano  a  dirlo 
chiaro  tutti  i  seguaci  di  questa  cosidetta  scuola  libera  del  Diritto  ; 
più  d'uno  anzi  protesterà  di  non  volere  spinta  tant'oltre  la  pote- 
stà del  giusdicente.  Ma  allora  che  senso  ha  l'invocare  1'  esempio 
dell'editto  pretorio  romano  ?  "^  La  logica  delle  idee  „  scrisse  il  Vanni, 
"  è  fatale  ;  un'idea  deve  finire  per  arrivare  alle  sue  ultime  conse- 


LE    CABALE    DEL    MONDO    LEGALE    -    DISCOESO  171 

g-uenze  „  (81)  e  la  seiìtenza  si  avvera  anche  qui  in  tutta  la  sua 
inesorabilità.  Ecco  infatti  il  Kantoeowicz,  il  più  alto  esponente 
(li  tale  indirizzo,  dirci  sotto  la  maschera  di  (ìneo  Flavio  :  "  La 
"  decisione  contro  la  legge  è  sempre  male,  perchè  codice  ideale 
"  sarebbe  quello  che  tutti  i  casi  rettamente  risolvesse,  ma  è  un 
"  male,  qualche  volta,  inevitabile.  In  Francia,  che  ha  una  legisla- 
"  zione  invecchiata,  il  Presidente  Magnaud  è  un  fenomeno  asso- 
^  lutamente  necessario.  Se  l'Italia  abbisormi  di  g-iudici  siffatti  e 
"  possa  tollerarli,  sono,  conclude  egli,  in  dubbio  „  (32).  Ma  il 
dubbio  si  affretta  a  toglierlo  il  traduttore  italiano,  eh'  è  un  assai 
colto  giudice  nostro,  Raffaello  Maietti,  dichiarando  che  "  di 
"  magistrati  alla  Magnaud  ve  ne  ha  bisogno  dovunque  il  dolore 
"  sociale  e  le  lag^rime  delle  cose  dimostrano  la  bancarotta  del 
"  penitenziarismo  espiazionistico  „  (33).  Ripiwduco  alla  lettera 
rispettando  anche  il  suono  barbaro  di  queste  ultime  parole,  riferibili 
oltre  a  tutto  al  solo  campo  della  penalità,  mentre  1'  arbitrio  del 
famoso  hon  juge  si  sbizzarrisce  altrettanto  in  materia  civile   (34). 

E  reazione  codesta  al  sistema  di  maneggiare  i  testi  di  legge 
come  farebbe  il  matematico  delle  sue  formule,  "  sordo  al  fragore 
della  mischia  sociale  che  di  fuori  si  agita  vertiginosa  e  rinnovel- 
latrice  „  (35).  E  generosi,  non  o'ò  che  dire,  sono  gli  impeti  degli 
araldi  di  questa  Giustizia  nova.  Ma,  come  tutte  le  reazioni,  essa 
va  di  gran  lunga  oltre  il  segno,  anacronistica  nella  rievocazione 
del  pretore  romano  di  fronte  alla  odierna  separazione  dei  poteri, 
ribelle  ad  ogni  disciplina  nella  concezione  del  giudice,  che  si  vuole 
sovrano  nel  sentenziare  di  caso  in  caso  dietro  le  suggestioni  del 
sentimento,  non  di  rado  fallaci,  e  varie  ad  ogni  modo  da  persona 
a  persona  (36). 

Ne  uscirebbe  cresciuta  a  disnusura  la  incertezza  sul  Diritto 
esistente,  e  arrestata,  proprio  contro  gli  aneliti  di  tale  scuola,  la 
ascensione  ad  un  ordinamento  giuridico  più  umano,  perchè  è  svi- 
gorire lo  stimolo  a  riforme,  che,  sancite  per  legge,  avrebbero  una 
efficacia  universale,  l' andar  predicando  che  il  giudice  ha  già  fa- 
coltà di  attuarle,  se  così  gli  talenti,  nei  singoli  casi.  E  ciò  senza 
dire  che  non  tutti  i  casi  vengono  dinanzi  alla  sbarra  del  giudice: 
anzi,  e  per  fortuna,  la  grandissima  maggioranza  dei  rapporti  giu- 
ridici rimane  fuori  delle  aule  forensi.  La  fisiologia  è  la  regola, 
la  patologia  l'eccezione.    "  È  proprio  di  menti  ancora  poco  assue- 


172  V.    POLACCO 

"  fatte  alle  realtà  intangibili  „,  lo  dirò  col  Picard,  il  concentrare 
"  derisoriamente  il  Diritto  nel  Palazzo  di  Giustizia  e  nei  processi 
"  che  vi  si  svolgono.  Tanto  varrebbe  il  non  concepire  la  salute  e 
"  l'igiene  che  sotto  la  forma  dei  morbi  e  degli  ospitali  „  (37). 
Uscire  dalla  legalità  per  rientrare  nel  Diritto  può  ben  essere  sa- 
crosanta divisa  di  un  popolo  in  rivolta,  non  di  un  giudice  nello 
esercizio  normale  della  sua  potestà.  Colmi  la  giurisprudenza,  d'ac- 
cordo con  una  dottrina  progressiva  che  non  ristagna  negli  impa- 
raticci scolastici,  colmi,  io  dicevo,  le  lacune  della  legge,  quelle 
inevitabili  sin  dal  momento  in  cui  la  si  emana,  e  quelle  che  vi 
aggiunge  di  poi  il  moto  della  vita  che  mai  non  si  arresta.  E 
mezzi  sufficienti  all'  uopo  gliene  fornirà,  io  credo,  se  rettamente 
intesa,  la  nostra  legislazione  stessa  con  quei  canoni  generali  di 
ermeneutica,  che  stanno,  ìex  ìeguni,  in  sul  vestibolo  del  Codice 
civile  (38).  Perchè  è  sottigliezza,  sia  pure  ingegnosissima,  il  dire  che 
quelle  norme  d'  ermeneutica  date  dal  Codice,  essendo  leggi  esse  stes- 
se, avrebbero  bisogno  pure  di  regole  di  interpretazione  (39)  :  a  tale 
stregua  dovremmo  assentire  a  chi  negasse  in  filosofia  la  relatività 
delle  cognizioni  umane,  perchè  essa  è  a  sua  volta  una  cognizione 
che  porrebbe  se  stessa  come  assoluta,  oppure  a  chi  dichiarasse 
impossibile  qualsiasi  definizione  perchè  ogni  parola  adoperata  per 
essa  dovrebbe  prima  venir  definita.  Sono  poi  nel  corpo  delle  pa- 
trie leggi  degli  organi  che  vorrei  dire  respiratori  perchè  gli  con- 
sentono di  alimentarsi  di  sempre  nuovo  ossigeno,  sì  che  si  adatti 
con  sufficiente  elasticità  e  rapidità  di  ricambio  al  variare  dell'at- 
mosfera che  lo  circonda.  Tale  la  massima  in  più  luoghi  ribadita 
del  rispetto  ai  buoni  costumi  ed  all'ordine  pubblico  (40),  criteri, 
quest'ultimo  specialmente,  di  contenuto  così  mutevole,  che  poco 
manca,  per  esempio,  oggigiorno  alla  consecrazione  di  un  calendi- 
maggio ufficiale  fra  lo  squillare  di  quel  medesimo  inno  contro  il 
quale  sino  a  pochi  anni  fa  si  sguinzagliavano  i  custodi  della  pub- 
blica forza.  Tale  parimenti  quel  precetto  del  Codice  che,  nella 
deficiente  disciplina  del  contratto  di  lavoro,  fu  come  il  germe  di 
tutta  una  lussureggiante  fioritura  di  massime  ad  opera  dei  probi- 
viri, il  precetto  cioè  che  debbano  i  contratti  eseguirsi  di  buona 
fede  ed  obblighino,  oltre  a  quanto  vi  è  espresso,"alle  conseguenze 
che  ne  derivano  secondo  l'uso  e  l'equità  (41).  Non  si  ha  in  tutto 
questo  una  sufficiente  latitudine  per  un'azione  del  magistrato  so- 


LE    CABALE    DEL    MONDO    LEGALE    -    DISCORSO  173 

cialmento  benefica  ?  Ma  che  per  dare,  come  dicono,  l'assalto  agli 
ultimi  bastioni  della  scolastica  (42),  la  quale  in  addietro  ha  se- 
minato di  cabale  la  dottrina  e  la  giurisprudenza,  s'  abbia  per 
di  più  a  distruggere  ogni  criterio  stabile  ed  ogni  norma  logica 
di  interpretazione,  è  un  agire  in  verità  da  iconoclasti  :  il  chimico 
d'offffi  non  si  sos^nerebbe  di  buttare  all'aria  storte  e  lambicchi  sol 
perchè  servirono  di  strumento  ai  men  degni  progenitori  suoi,  gli 
alchimisti. 

Al  disamore  del  popolo  verso  le  leggi  dovremo  aggiungere 
proprio  noi  nuova  esca  col  diffondere  siffatte  dottrine  ?  Senza  pen- 
sare che  il  malo  esempio  dato  dalla  magistratura,  che  dovreb- 
b'  essere  delle  leggi  custode  gelosissima,  lunge  dal  cattivarle  le 
simpatie  popolari,  finisce  con  1'  estendere  ad  essa  il  discredito, 
sia  pure  che  le  leggi  a  buon  fine  calpesti  :  la  irreligiosità  di  chi 
serve  all'  altare  ripugna  e  ripugnerà  sempre  anche  al  più  volter- 
riano dei  miscredenti.  E  la  magistratura  ne  ha  avuta  fra  noi 
una  lezione  solenne  che  il  rammentar  non  è  male.  Quando,  fa- 
cendosi eco  della  indignazione  pubblica  pel  verdetto  assolutorio 
di  un  uxoricida  confesso,  la  nostra  Corte  suprema  si  arbitrò  di 
cassarlo,  sottoponendo  quel  fior  di  marito  al  giudizio  di  altra 
Corte  d'  Assise,  rispose  questa  con  nuova  e  ben  meditata  assolu- 
zione (43).  Più  forte  ancora  dello  sdegno  suscitato  dal  primo 
verdetto  fu  il  bisogno  di  protestare  contro  la  Cassazione,  che, 
venuta  meno  al  suo  ufficio  convertendosi  in  giudice  superiore 
del  fatto,  aveva,  per  vie  tortuose,  travisato  il  responso  della 
giuria.  Sì,  per  vie  tortuose,  come  quelle  battute  di  poi  per  sot- 
trarre invece  al  giudice  ordinario  una  personalità  politica  impu- 
tata  di  reati  comuni.  E  curioso  infatti,  e  ad  un  tempo  fatale, 
che,  mentre  dalla  guerra  agli  artifizi  della  vecchia  dialettica 
uiuove  la  scuola  verso  la  onnipotenza  del  giudice,  il  giudice  poi  si 
trovi  costretto  a  ricadere  negli  artifizi  medesimi  per  districarsi  dalla 
legge  che  lo  accerchia  e  lo  stringe.  Non  di  sopprimere  dunque, 
ma  di  mutar  freni,  è  bisogno  se  veramente  gli  attuali  non  ser- 
vono. Mutarli  semplificando  procedure  che  paiono  labirinti,  de- 
finendo competenze  che  si  palleggiano  da  un  corpo  all'  altro, 
stenebrando  istruttorie  con  nuovi  fasci  di  luce.  Mutarli  instau- 
rando, ma  per  legge  sì  che  nulla  vi  possa  il  capriccio  dei  sin- 
goli, altri  canoni  di  ermeneutica  dato  che  quelli  in  vigore  rivelino 


174  V.    POLACCO 

la  loro  impotenza.  Non  la  novità  ci  sgomenta,  ma  V  anarchia, 
r  anarchia  delle  coscienze  come  quella  degli  intelletti,  sperduti 
senza  guida  nel  pulviscolo  dei  casi  singoli  e  insofferenti  d'  ogni 
teoria,  mentre  invece  delle  teorie  non  si  può  far  a  meno  (è  del 
Lucchini  l' imagine  felice)  come  non  si  può  navigare  senza 
bussola  (44). 

* 
*  * 

Durerà  sempre  del  resto,  non  illudiamoci,  così  nella  scienza 
come  nella  pratica  del  Diritto,  per  quanto  svecchiate  nei  metodi 
e  riaccostate  alla  vita,  tanto  da  asconderle  in  gran  parte  agli 
occhi  del  volgo  e  da  esporle  all'  accusa  che  di  vane  ciancie  si 
pascano  e  di  astrusi  rigiri.  Una  serie  di  dubbi,  di  questioni,  di 
sottigliezze,  che  sembrano  tutte  proprie  del  mondo  giuridico, 
quasi  inventate  da  teorici  a  delizia  e  gloria  degli  azzeccagar- 
bugli, non  sono  che  il  riflesso  di  problemi  eterni  d'  alta  filosofia 
a  cui  non  potrà  mai  sottrarsi  una  disciplina  morale  come  la  no- 
stra. E  badisi  che  non  alludo  ai  sistemi  più  o  meno  astratta- 
mente costruiti  da  filosofi  del  Diritto,  ma  al  Diritto  stesso  nella 
pratica  sua  attuazione.  Non  si  punisce,  ci  dirà  il  Codice  penale, 
chi  abbia  agito  in  tale  stato  di  infermità  di  mente  da  togliergli 
la  coscienza  o  la  libertà  dei  propri  atti  (45).  Tante  parole  e 
tanti  concetti  di  vera  e  propria  psicologia  ;  onde  la  stessa  Rela- 
zione Zanardelli  spiegarci  che  qui  "  la  voce  mente  va  intesa 
si  da  comprendere  tutte  le  facoltà  psichiche  dell'  uomo,  innate 
ed  acquisite,  semplici  e  composte,  dalla  memoria  alla  coscienza, 
dall'  intelligenza  alla  volontà,  dal  raziocinio  al  senso  morale  „  (46). 
Si  discute  dei  diritti  sulla  propria  persona,  nei  multiformi 
aspetti  suoi,  diritti  sul  corpo  e  sue  singole  parti,  facoltà  di  dis- 
porre del  cadavere,  diritti  sulla  propria  imagine,  sul  nome  come 
qualità  all'  individuo  inerente,  e  tosto  il  concetto  dell'  io  si  fa 
innanzi,  e  con  esso  il  problema  se  e  come  si  spieghi  un  dualismo 
che  all'  io  consenta  d'  essere  a  un  tempo  soggetto  e  oggetto  di 
diritto  (47).  E  il  gran  disputare  che  si  fa  intorno  alla  essenza 
delle  persone  giuridiche  o  corpi  morali,  dove  le  molteplici  teori- 
che, feconde  di  applicazioni  pratiche  rilevantissime,  si  aggirano 
tutte  infine  attorno  ai  due  poli  opposti  di  una    esistenza  reale  o 


LE    CABALE    BEL    MONDO    LEGALE    -    DISCOESO  175 

ili  una  esistenza  fittizia,  non  rispecchia  forse  1'  antico,  e  pur 
sempre  vivo  dissidio  fra  nominalismo  e  realismo  ?  8u  ciò  che  si 
ha  da  intendere  per  caso  vi  ha  tutta  una  letteratura  filosofica  (48) 
e  da  essa  non  potrà  astrarre  del  tutto  il  leo-ale  nel  conside- 
rare il  fortuito  0  la  forza  maggiore  nei  loro  efi^etti  sui  negozi 
giuridici.  E  così  dicasi  di  cento  altri  concetti  di  continuo  ricor- 
renti pur  nei  testi  di  legge,  come  quelli  del  consenso  e  dei  suoi 
possibili  vizi,  di  volontà  e  di  causa,  di  università  di  cose,  di  di- 
visibilità e  indivisibilità  di  diritti.  —  Sottrarre  abusivamente 
energia  elettrica  è  commettere  furto  ?  Poiché  furto,  a  tenore  del 
Codice;  è  impossessarsi  di  una  cosa  altrui  (49),  non  mancherà 
chi  ci  dica,  assurgendo  alla  distinzione  tra  nmteria  e  forza,  che 
r  elettricità  non  è  cosa,  ma  stato  particolare  della  materia  (50). 
Ohe  razza  di  diritto  si  ha  quando  io  concedo  che  altri  possa  co- 
struire sul  mio?  Ohe  cos'è  che  gli  si  cede  fin  d'ora?  Parte 
dell'  imniol)ile  forse  sotto  1'  aspetto  della  colonna  d"  aria  che  al 
suolo  sovrasta  ?  E  il  relativo  contratto  lo  si  ha  a  redigere  in 
iscritto,  lo  si  deve  trascrivere  ?  Questioni,  ognun  vede,  di  Diritto 
positivo,  pratiche  quanto  mai,  anzi  in  apparenza  pedestri,  ma 
che  portano  necessariamente  il  giurista  in  piena  metafisica,  a  di- 
scettare cioè  sulla  idea  dello  spazio  (51).  Sono  dunque  nella 
stessa  giurisprudenza  della  vita  cotidiana  frequenti  le  proiezioni, 
a  così  chiamarle,  di  ipiella  scienza  delle  scienze,  la  Filosofia,  che 
il  volgo  non  intende  e  facilmente  deride.  E  la  derisione  si  tra- 
muterà qui  di  leggieri  in  invettiva,  poiché  cpielle  che  paiono  lo- 
gomachie nei  filosofi  hanno  in  bocca  ai  legali  tutta  l'  aria  di 
insidie. 


*  * 


Ma  se  pretendere  di  far  penetrare  le  turbe  in  sì  riposti  mean- 
dri della  scienza  e  dell'  arte  giuridica  sarebbe  follia,  renderle 
almeno  non  del  tutto  estranee  alle  leggi  ed  ai  principi  fonda- 
mentali che  le  governano,  è  fattibile,  io  credo,  ed  oggi  più  che 
mai  doveroso,  sol  che  si  mediti  un  piano  di  educazione  popolare 
sulla  foggia  di  quello  escogitato  per  questa  parte  dal  Filangieri  (52). 
Del  quale  ognun  sa  come  fosse  elemento  integrale  una 
istruzione  da  impartire  ai  cittadini    d'  ogni    classe  di  quel    tanto 


176  V.    POLACCO 

di  leggi  che  regolano  la  condotta  dell'  individuo  e,  negli  Stati 
retti  a  democrazia,  l'  insegnamento  altresì  dei  generali  principi 
dell'  ordine  sociale  e  di  tutte  le  particolari  nozioni  relative  al- 
l' esercizio  della  sovranità.  E  qui  veramente  un  campo  d'  azione 
largo  e  benefico  si  schiude,  s'  io  non  m'  inganno,  alle  cosidette 
Università  popolari  sino  a  tanto  che  lo  Stato  non  possa  o  non 
voglia  provvedervi  esso  nella  dovuta  misura.  Si  squarcierebbero 
così  alcuni  almeno  dei  veli  che  sembrano  avvolgere  di  impene- 
trabile arcano  il  mondo  legale  e  gli  sollevano  contro  il  sospetto 
dei  più.  Dell'  infinito,  per  noi  inafferrabile,  è  già  qualche  cosa  il 
sapere  la  impossibilità  della  sua  non  esistenza  (53)  :  così  è  già 
qualche  cosa  se  della  tecnica  legale,  anche  se  inaccessibile  ai  piìi, 
si  renda  a  tutti  palese  la  necessità  ineluttabile.  Basta  infatti  ci- 
mentarsi per  poco  con  le  regole  del  Diritto  per  rendersi  conto 
della  enorme  difficoltà  di  costringere  in  poche  formule,  generali 
e  duttili,  pur  rimanendo  sobrie  e  precise,  il  pensiero  legislativo 
e  di  cogliere  la  complessità  dei  fattori  in  un  qualsiasi  rapporto 
della  vita  sociale  (54).  E  al  tempo  stesso,  apprendendo  ciascuno 
ciò  che  realmente  può-  la  legge  e  ciò  che  piuttosto  dal  costume  è 
da  attendersi,  seguirà  che  meno  si  domandi  di  leggi  nuove  e 
più  delle  esistenti  si  osservi.  Ostentazioni  di  disprezzo  o  avven- 
tatezza di  giudizi  sul  Diritto  e  sulla  sua  funzione,  già  in  voga 
tra  socialisti  e  socialistoidi  del  vecchio  stampo,  si  sono  pur  visti 
scomparire  o  attenuarsi  non  appena  il  contatto  con  la  funzione 
legislativa  iniziò  quegli  idealisti  negli  ignorati  misteri,  proprio 
come  il  nuovissimo  incenso,  che  vedemmo  bruciarsi  alla  figura 
del  pretore  romano,  giunge  ora  in  buon  punto  a  vendicare  la 
sapienza  giuridica  della  gran  Madre  antica  dagli  attacchi  ricor- 
renti per  lungo  tempo,  quasi  un  ritornello  d'  obbligo,  tra  i  cori- 
fei di  una  certa  scuola  economica  (55). 

E  quale  rivincita  altresì  per  i  troppo  calunniati  nostri  vec- 
chi Dottori  !  D'  accordo  tutti  nel  repudiarne  la  sottile  casistica  o 
r  aridità  sistematica,  d' accordo  nel  riprovare  quella  specie  di 
dosimetria  di  elementi  psichici  a  loro  sì  cara,  per  esempio  in 
materia  di  colpa,  dove  invece  bene  fu  detto  che  la  responsabilità 
viene  graduandosi  per  tinte  insensibili  come  1'  alba  e  il  crepu- 
scolo nel  passaggio  dal  giorno  alla  notte  (56).  Ma  quanto  d'  al- 
tra parte  del  loro  sottile  argomentare  non  si  volse  a  costruzione 


LE    CABALE    DEL    MONDO    LEGALE    -    DISCORSO  177 

di  ingegnose  teoriche,  mercè  cui  adattare  a  pratiche  contingenze 
nuove  il  testo  di  quel  Vangelo  giuridico  ch'era  il  Corpus  iuris,  e 
che  fior  di  dialettica  impiegato  dai  nostri  scolastici  per  ricondurre 
a  tipi  ben  definiti  del  Diritto  privato  questioni  politiche  e  rap- 
porti di  Diritto  pubblico  ondeggianti  nelle  travagliate  coscienze 
del  tempo  !  (57).  Degni  fratelli  in  verità  di  quei  legisti  di 
Francia  che,  stretti  intorno  alla  Corona,  mossero  in  guerra  con- 
tro r  edifizio  feudale  col  duplice  intento  dell'  affrancazione  del- 
l' individuo  e  dell'  affrancazione  del  suolo  (58)  e  giunsero  a 
sfasciarlo  lanciandovi  contro,  catapulte  potenti,  le  cabale  loro  ! 
E  non  è  questa  forse  la  via  che  battono  in  oggi  il  socialismo  cosi- 
detto  giuridico  e  quel  solidarismo  che  ne  è,  si  può  dire,  il  fra- 
tello germano  ?  (59)  0  non  sono  anzi  anche  più  artificiosi  gli 
sforzi  loro,  o  per  plasmare  la  società  sullo  stampo  del  quasi 
contratto  o  per  ridurre  la  lotta  di  classe  al  tipo  civilistico  di 
due  opposte  ragioni  di  credito  (60),  più  artificiosi,  io  dico,  che 
non  fossero  quelli  di  Bartolo  e  dei  suoi  per  inquadrare  nel  Di- 
gesto i  dibattiti  fra  la  potestà  laica  e  la  pontificia  ? 

Non  discuto,  tarda  è  già  1'  ora,  noto  solamente  ed  ammiro. 
Noto  questi  tentativi  di  ritorno  al  vetusto  arsenale  giuridico,  per 
trarne,  strumenti  di  redenzione,  quelle  armi  istesse  che  maledi- 
ceansi  poc'anzi  come  asservite  agli  oppressori.  Ammiro  questa 
eterna  giovinezza  della  scienza  del  Diritto,  dalla  cui  tecnica,  mi- 
rabilmenle  flessiijile,  si  invoca  la  formula,  che  fughi  lo  spettro  di 
sanguinose  mine,  che  ridoni  salute  all'  umanità  sitibonda  di  giu- 
stizia e  di  pace. 

Canta  il  Poeta.  È  il  più  grande  fra  quelli  rimasti  dopo 
Victor  Hugo  alla  Francia.  Canta  la  Giustizia  in  un  poema  sublime 
di  pensiero  e  di  arte  (61),  la  Griustizia,  termine.  Egli  dice, 
ideale  della  scienza  strettamente  unita  all'  amore,  poiché  a  gene- 
rarla non  basta  ne  da  sola  la  scienza,  che  diffida  delle  intuizioni 
del  Ciro  re,  ne  la  ignoranza  generosa,  che  ad  esse  esclusivamente 
si  affida  (62).  Canta  il  Poeta.  È  il  Poeta  gigante  della  risorta 
Italia.  Canta  Italia  madre  di  leggi  eterne  (63)  e  anch'  Egli  sa- 
pienza invoca  ed  amore  perchè,  stretti  in  un  amplesso,  ci  salvino 
dagli  orrori  di  un  cataclisma  sociale  (64),  mentre  in  prosa  alata 
e  robusta  come  il  più  robusto  ed  alato  dei  carmi  suoi,  scioglie 
un  inno  a  Bologna,  che  apriva  con  lo  studio   di  Irnerio  le  brac- 


178  V.     POLACCO 

eia  e  il  petto  "  a  mostrare  le  forine  civili  alla  nuova  società 
nelle  norme  superstiti  dell'  antico  Diritto  „  (65).  Ancora  una 
volta  la  chiaroveggenza  dei  Cantori  addita  alle  genti  umane  af- 
faticate la  via  di  salvezza.  Ne  ascoltino  la  fatidica  voce,  resa 
più  sacra  dagli  avelli  che  di  recente  li  accolsero,  le  Nazioni  la- 
tine che  quei  grandi  illustrarono,  e  suoni  pel  mondo  il  verbo  del 
Diritto  nuovo  con  gli  splendori  dell'  antica  romanità,  idolatrata 
da  chi  seppe  veramente  congiungere  il  lauro  del  Poeta  con  la 
palma  del  Giusto  (66). 


LE     CABALE    DEL    MONDO    LEO  ALE    -    DISCORSO  179 


NOTE 


(1)  D.  Maxin,  Della  reiiefa  f/iurisprudenza  (Venezia,  1848,  tnitto  dal  1° 
volume  dell'opera   Venezia  e  le  sue  lar/une),  \)n^.  70. 

(2)  Si  pensi,    per  questo  nome  di  cabale  a  due  famosi   hraui  ì\q\V Amleto 

di  Shakespkark  nella  ti'aduzione  de!  RuseONi;  Monologo  dell'Atto  III: 

" ([unle  uomo  vorrebbe  sopportare  le  ingiurie  del  tempo,    le 

ingiustizie  dei  tiranni,  gli  oltraggi  dei  superbi,  le  torture  dell'amore 
disprezzato,  le  cabale  della  legge  etc.  „  Scena  del  cimitero  dell'Atto  V: 
"  Eccone  un  altro  [teschio].  Sarebbe  forse  il  ci'anio  di  un  avvocato? 
Dove  son  ora  le  sue  cabale,  le  sue  sottigliezze,  i  suoi  sofismi V  „  (Teatro 
completi)  di  Shakespeare^  trad.  Rusconi,  4'^  ediz.,  voi.  II  —  Torino, 
Unione  1858). 

(3)  Gnaeus  Flavius,  Der  Kampf  um  die  Rechtswissenschaft  (JHeidelherg, 

Winter  1906).  Se  ne  ha  una  edizione  italiana  riveduta  dall'  Autore 
con  prefazione  e  note  del  giudice  R.  Majetti  (Palermo,  Sandron,  1008). 

(4)  Mel(!H1()kke  Delfico,    Ricerche   sul   vera  carattere  della    Giarisjtru- 

denza  romana  e  de'  suoi  cultori,  opera  comparsa  per  la  prima  volta 
nel  1791.  Io  ho  sott'  occhio  la  3"  edizione  (Napoli,  Nobile  1815), 
pag.  12-13,  45,  174  e  passim. 

(5)  R.  De  La  Grasserie,  Lo  svolgersi  del  formalismo  nei  vari  istituti 
giuridici-scciali  in  Rivista  italiana  di  sociologia,  XI  (1907)  (pag.  349 
e  segg.),  pag.  352.  All'esempio  recato  nel  testo  quanti  altri  mai  se  ne 
potrebbero  aggiungere  !  Così  vediamo  tutti  i  giorni  che  non  si  liu- 
niscono  fn  libero  sodalizio  dieci  persone,  siano  pur  esse  profane  di 
leggi  e  remoto  ogni  fine  di  lucro,  che  tosto  non  si  compili  tanto  di 
statuto  ricori-endo  a  formalismi  e  persino  a  finzioni  che  paiono  la 
quintessenza  del  dottrinarismo  giuridico,  come  la  clausola  di  stile 
delle  assemblee  di  prima  e  di  seconda  convocazione,  salva  la  scap- 
patoia di  un  unico  invito  ad  entrambe  con  1'  irrisorio  intervallo  di 
un'  ora. 

(6)  Atti  parlamentari,  Camera  dei  Deimtati,  Discussioni,  Seduta  del  20 

Giugno  1906,  pag.  8785. 

(7)  Viceversa  altre  volte  l'occhio  linceo  del  Fisco  sa  nell'  interesse  pro- 

prio penetrare  i  rapporti  giuridici  nella  loro  realtà,  ottenebrata  nei 
Coflici  da  astrazioni  o  finzioni  civilistiche,  ovvero  tronca  dal  canto 
proprio,  nel  senso  più  vantaggioso  per  l'Erario,  questioni  che  tengono 
in  Diritto  civile  e  commerciale  divise  la  dottrina  e  la  giurisprudenza, 


180  V.    POLACCO 

l*]senipi  (Iella  pi'ima  specie  la  tassazione  in  caso  di  divisioni  (se  in- 
teivengono  maggiori  assegnanieriti  o  conguagli)  o  in  caso  di  transa- 
zioni, ove  non  è  seguito  il  Diritto  civile  sino  all' estremo  a  cui  esso 
spinge  in  entrambi  il  carattere  ilichiarativo  anziché  traslativo  di  pro- 
prietà (Art.'  35,  36,  44  del  Testo  unico  delle  leggi  sulle  tasse  di  re- 
gistro, 20  Maggio  1897,  n.  217):  esempio  della  seconda  specie  l'Art.  1 
della  Tariffa  annessa  alla  Legge  stessa  di  Registro,  in  quanto  col- 
pisce della  stessa  tassa  proporzionale  che  vale  per  alienazioni^  vendite 
ecc.,  il  diritto  di  escavare  e  di  prendere  materie  da  terreni  o  da 
miniere,  e  -così  per  conto  proprio  risolve  negativamente  il  quesito 
tanto  dibattuto  se  possa  darsi  locazione  delle  miniere. 

(8)  Non  ignoro  la  fortissima  corrente,  specie  dottrinale,  diretta  a  combat- 
tere quello  che  si  dice  vecchio  pregiudizio  dell'immoralità  o  almeno 
deli'  illiceità  dei  contratti  differenziali  e  a  dimostrare  ch'essi  nulla 
hanno  a  che  fare  coi  giuochi  contemplati  nell'art.  1802  del  Codice 
(;ivile.  Sarebbero  pertanto  contratti  per  sé  leciti  e  validi  indipenden- 
temente dai  foglietti  bollati  richiesti  non  ad  essentiam  ma.  ad  jjroba- 
tionern.  Escirei  dal  seminato  soffermandomi  sulla  questione,  tanto 
importante,  come  si  sa,  anche  nei  riguardi  del  Diritto  internazionale 
privato.  Basta  per  me  constatare  che  è  diffusa  talmente  nella  comune 
coscienza  l' idea  del  giuoco  in  simili  affari,  da  rendersi  conto  del  suo 
largo  accoglimento  per  parte  della  giurisprudenza.  È  appunto  a  que- 
sta persistente  preponderanza  della  giurisprudenza  nell'  idea  del 
giuoco  che,  senza  prendere  posizione  nel  dibattito,  io  intendo  allu- 
dere nel  testo,  avvertendo  tutto  ciò  che  di  assurdo  e  veramente  im- 
morale presenta  la  nostra  legislazione  se  è  vero  eh'  essa  ad  una  ra- 
gione (li  credito,  riconosciuta  intrinsecamente  immeritevole  di  azione 
quest'azione  conceda  sol  percht;  una  formalità  estrinseca  e  di  natura 
fiscale  vi  si  accompagni. 

(9)  Cod.  pen.  art.  335. 

(10)  Cod.  pen.  art.  221,  Cod.  civ.  art.  1370.  Ed  «;  noto  il  ripieg)  a  cui 
tanta  parte,  ed  autorevole,  della  dottrina  e  della  giurisprudenza  ri- 
corre, di  ammettere  almeno  il  danneggiato  a  costituirsi  parte  civile 
nel  giudizio  penale  pel  risarcimento  di  danni.  Una  (bdle  tante  ca- 
bale escogitate,  secondo  il  mio  parere,  dagli  interpreti  a  fin  di  bene 
per  drizzare  in  qualche  majiiera  le  storture  della  legislazione. 

(11)  Art.  1459  Cod.  civ.,  Art.  59  Cod.  comm.  Ed  anche  qui  sarebbe  fuor 
(li  luogo  il  ricordare  per  che  via  dai  giuristi  si  tenti  di  mostrare 
meno  inconciliabili  i  due  articoli  di  quel  che  sembri  a  prima  vista. 

(12)  Cammeo,  L'  interpretazione  antentira.  (estr.  dalla  Giurisprudenza 
italiana  voi.  LIX,  Torino,  Unione  1907),  pag.  5. 

(13)  //  progetto  di  legge  sull'emigrazione  e  l'  Art.  11,  I.  comma,  n.  3  del 
Codice  civile,  memoria  letta  nell'adunanza  del  R.  Istituto  Veneto 
del  30  dicembre  1900.  Vi  si  riferisce  e  quasi  direi  che  ne  prenda 
occasione  per  accentuare,  del  resto  con  l'usata  cortesia,  un  dissenso 


LE    CABALE    DEL    MONDO    LEGALE    -    DISCORSO  181 

(li  idee  elio  io  reputo  più  apparente  che  reale,  lo  scritto  dell'illustre 
mio  collega  Brugi,  Logica  di  ler/fji  e  logica  di  scienza  in  Rivista 
italiana  di  sociologia.  Anno  V  (1!K)1),  pag.  164-170). 

(14)  Cfr.  la  recente  memoria  dello  stesso  Bkugi,  Eguaglianza  di  diritto 
e  disegna glianze  di  fatto,  in  Rivista  it.  di  sociologia.  Anno  XII 
(1!K)8),  pag.  49-55. 

(15)  WuRZKL,  ì)as  jaristische  Denken  (Wicn,  Porles  1904),  pag.  7. 

(16)  Tipico  il  caso  a  cui  si  riferisce  l'articolo  del  CIraziani,  Una  dispo- 
sizione di  legge  ignorata  da  due  collegi  giudicanti,  in  La  Temi  del 
1905  (Voi.  V.  Serie  2.''),  pag.  336  e  seg. 

(17)  Gli  esempi  sovrabbondano:  quella  che  corre  subito  al  pensiero  di 
tutti  è  la  famosa  questione  d(dla  quota  di  fatto  (j  quota  di  dii'itto 
nella  consuccessione  di  fratelli  bilaterali  ed  unilaterali. 

(IM)  I'asgal,  Pensées,  Première  Partie,  Art.  VI,  n.  Vili  (ed.  di  Besangon, 
lMontars(jlo  1829,  T.  I,  pag.  145). 

(19)  Invece  altre,  pure  provvide,  leggi  come  quella  già  ricordata  conte- 
nente provvedimenti  per  le  Provincie  meridionali,  per  la  Sicilia  e 
per  la  Sai'degna  (L.  15  luglio  1906.  n.  3S3)  sono  venute,  non  è  molto, 
ad  aumentare  la  dispsirità,  dettando  soltanto  per  certe  regioni  dei 
provvedimenti  (obblighi  di  certe  anticipa/ioni  al  colono,  limite  nel 
relativo  tasso  di  interesse  ecc.)  che  non  si  sa  perchè  non  abljiano  a 
valere'  nelle  altre  parti  d' Italia.  Ben  diceva  a  tale  riguardo  l' on. 
Ctiusepim'J  Maiorana  relatore  alla  Camera  dei  Deputati  sul  relativo 
progetto  :  "  Quando  si  tratta  di  provvedere  in  nome  della  giustizia 
e  dell'economia  (non  di  semplici  provvedimenti  di  spese  o  di  bi- 
lancio) non  sta  la  distinzione  della  regione  ».  {Atti  j)arlamentari, 
Voi.  cit.  pag.  8731).  Veggasi  pure  la  Legge  speciale  per  la  Basilicata 
31  marzo   1904,  n.  140. 

(20)  Anche  qui  io  non  intendo  prender  partito  sulla  natura  dell'  inter- 
vento dello  Stato,  se  cioè  esso  infonda  l'essere  ai  corpi  morali  o  ri- 
conosca in  essi  delle  realtà  già  per  sé  esistenti.  Ma  accenno  al  si- 
sterna  dei  due  pesi  e  due  misure,  per  cui  quelli)  delle  due  sohizioiii 
che  si  invocherebbe  nel  caso  a  la  si  combatte  nel  caso  b  come  in- 
giusta ed  oppressiva. 

(21)  Rettifico  trattarsi  di  sentenza  di  Tribunale.  E  precisamente  alludo 
ad  una  sentenza  pronunziata  nell'Agosto  1907  dal  Tribunale  di  Ber- 
gamo nella  causa  intentata  da  alcuni  sacei'doti  c.ontro  " //  Giornale  „. 
Vero  che  si  era  sul  terreno  della  diffamazione  meglio  che  di  semplice 
ingiuria,  ma  persino  uno  dei  giornali  che  approvarono  quel  giudicato 
per  le  circostanze  della  fattispecie  (/  Tribunali,  Anno  X[,  n.  557, 
1  Settembre  1907)  ebbe  a  riconoscere  che  «  il  Tribunale  si  aggrappò 
a  un  filo  procedurale  e  dichiarò  non  luogo  a  procedere  perché  non 
era  designato  )idV  articolo  al''unu  dei  querelanti  „. 

(22)  Credo  mio  dovere  il  dichiarare  che  alludo  ad  una  conferenza  tenuta 
in  Padova  dall'esimio  avv.  Enrico  Turazza. 


182  V.    POLACCO 

(23)  Montesquieu,  Lettres  persanes^  Lettre  CI. 

(24)  Ibid.,  Lettre  LXVIII. 

(25)  DiDEKOT,  Essai  sur  les  l'tiides  en  Russie  (Oeuvres  philosophiques, 
T.  VI,  Bruxelles,  Librairie  philosoph.  1829)  pag.  175,  nota  l. 

(26)  M.  Delfico,  Op.  cit.,  pag.  41-42. 

(27)  O.  BiiLOW,  Gesetz  and  Richteramt  ap.  Rumpf,  Gesetz  und  Richler 
(Berlin,  Liebniann  1906),  pag.  31-32.  Per  indicazioni  bibliografiche 
su  questa  cosidetta  scuola  del  Diiitto  libero  veggasi  1'  appendice  al 
citato  Kantorowicz,  La  lotta  per  la  scienza  del  Diritto  e  L.  Co- 
viELLO,  Be'  moderni  metodi  d'interpretazione  della  leg^e  (estr.  dalla 
"  Corte  d'Appello  „  S.  Maria  C.  V.  Cavotta  1908),  passim.  Il  toma  è, 
come  si  suol  dire,  di  tale  attualità,  che  di  continuo  compaiono  nuovi 
scritti  sull'argomento.  Così,  per  ricordarne  uno  interessante  oltre  a 
quelli  citati  nelle  bibliografie  testé  indicate,  si  consulti  Bozi,  Die 
Weltanscliaìiunf)  der  Jurispriidcnz  (Hannover,  Helwing  1907). 

(28)  Si  invoca  altresì  l'esempio  del  Diritto  inglese  e  delia  latitudine  di 
poteri  che  in  esso  compete  al  giudice  sì  che  gli  Inglesi  parlano  di 
una  judicial  lef/islation.  Cfr.  Rumpf,  Op.  cit.  pag.  20. 

(29)  PucHTA,  Cursus  der  Institutionen  (4.  ediz.,  Leipzig,  Breitkopf  u. 
Hartel  1853)  Voi.  L  §  IH,  V-^S-  •'>53. 

(30)  ScHLiEMANN,  Die  Leìire  Dom  Zivanr/c  (Rostock,  Stillor  1861),  pag.  Il, 
n.  10;  , 

(31)  Icilio  Vanni,  Lezioni  di  Filosofia  del  Diritto  (Bologna,  Zanichelli 
1906),  pag   393. 

(32)  Op.  cit..,  nel  testo  italiano,  pag.  139. 

(33)  Ibidem .^  nota  1. 

(34)  Basta  a  persuadersene  consultare;  la  raccolta  che  fu  pubblicata  delle 
sue  decisioni,  Leyrbt,  Les  juffements  da.  Président  Ma(/naud  réimii^ 
et  commentés,  2."  ed.  (Paris,  Stock  1900)  e  traduzione  con  note  di  tali 
decisioni  dello  stesso  Ma.jiotti  (S.  Maria  C.  V.,  Cavotta  1901). 

(35)  Ma.tetti,  Prefazione  alla  traduzione  del  Kantorowicz,  pag.  43. 

(36)  Anche  L,  Coviello  nella  sua  precitata  memoria,  pervenutami  quando 
io  mi  disponeva  a  leggere  il  presente  discorso  o  con  la  quale  in  tanti 
punti  concordo,  fa  osservare  che  "  si  potrebbe  trovare  nel  giudico 
cosi  l'avanguardia  dell'avvenire  come  il  più  fiero  reazionario  „  pag.  25. 

(37)  Picard,  Le  Droit  pur  (Bruxelles,  Larcier  1899),  pag.  55. 

(38)  Esse  in  verità  non  mi  sembra  si  oppongano  allo  sviluppo  di  quei 
germi  che  in  un  dato  testo  di  legge  stanno  racchiusi  e  sbocciano, 
per  così  dire,  al  contatto  e  in  rispondenza  a  circostanze  e  bisogni 
nuovi  della  vita  reale.  L'  intenzione  del  legislatore  si  ha  a  credere 
infatti  che  investa  anche  tali  circostanze  e  bisogni,  ch'egli  per  ve- 
rità non  potè  avere  immediatamente  sott'occhio,  semprechè  si  tratti 
appunto  non  di  deviazione  da  quel  testo  di  legge,  ma  di  progressiva 
sua  esplicazione:  proprio  come  nel  seme  d(d  generante  sta  non  solo 
il  tìglio  immediato  ma  tutta  la  successiva  discendenza. 


LE    CABALE    DEL    MONDO    LEGALE    -    DISCORSO  183 

(39»  V.  8ciAi;()jA,  Sulla  tenrid  della  interpretazione  delle  ler/f/t  in  Studi 
giuridici  dedicati  e  offerti  a  Francesco  Schupfer,  Voi.  [II  (pag.  305- 
308),  pag.  307. 

(40)  Coiif.  L.  CuviELLO,  Op.  cit.  pag.  15,  nota  1. 

(41)  Cod.  civ.,  art.  1124.  Invece  altro  volte  i  nostri  Collegi  probivirali 
esercitarono  nn  ufficio  pretorio  nel  senso  romano,  calpestando  e  non 
senipliceniente  sviluppando  noiMiic  di  Diritto  vigente,  il  (die  è  sem- 
pre male,  per  le  ragioni  che  espongo  nel  testo,  comunque  la  si  pensi 
caso  prM-  caso  de  lege  fere.nda.  Cfr.  in  questo  senso  A.  Ascom,  Sai 
contratto  collettivo  di  lavoro  (a  proposito  di  recenti  sentenze  estr. 
dalla  Rivista  di  Diritto  commerciale,  ind.  e  marittimo  Anno  I,  fase 
II  (Milano.  Vallardi  1903). 

(42)  Sono  le  parole  con  cui  si  chiude  il  pi-oemio  del  più  volte  ricordato 
scritto  del  Kantoeowicz. 

(43)  Alludo  alia  sentenza  pronunciata  dalla  Suprema  Corte  il  19  luglio 
1904  nel  caso  Olivo.  Si  confrontino  i  diu;  articoli  del  De  Beniìdktti 
md  La  Cassazione  Unica  (Parte  penale)  Voi.  XV,  col.  12!)7-1301  e 
Voi.  XVI  col.  225-229,  dei  quali  il  primo  intitolato  [l  giurì  innanzi 
alla  Cassazione  e  il  secondo  La  (fissazione  innanzi  al  giur). 

(44)  LiTcoHiNi,  /  semplicisti  del  Diritto  penale  (Torin(j,  Unione  ISHO), 
Prefaz.  pag.  XIX.  Veggasi  pure  A.  Ascoli,  Oj).  cit.,  pag.  9.  Accenno 
nel  testo  ail  eventuale  cambiamento  degli  attuali  canoni  ili  erme- 
neutica da  farsi  per  legge  ov' essi  appaiano  oggimai  insufficienti, 
li' esimio  Collega  L.  CoviefjjO  nel  citato  suo  lavoro,  cli'è  la  prele- 
zione da  lui  tenuta  al  corso  ufficiale  di  Diritto  civile  nell'Università 
di  Palermo  il  14  gennaio  1908,  si  pone  tra  coloro  che  inneggiano 
alla  formula  adottata  dal  legislatore  svizzero  e  si  augura  di  vederla 
riprodotta  in  una  riforma  del  Codice  nostro.  (Xoto  di  passaggio  che, 
anzicdiè  dell'  art.  1  del  Progetto  del  Codice  civile  svizzero,  avrebbe 
egli  dovuto  parlare  ormai  dell'art.  1  del  Codice  stesso,  dacché  que- 
sto porta  la  data  del  IO  dicembre  1907).  Per  esso  nei  casi  non  pre- 
visti dalla  legge  il  giudice  decide  secondo  la  consuetudine  e,  quando 
anche  questa  faccia  difetto,  secondo  la  regola  ch'egli  stabilirebbe 
se  f'iis.^e  legislatore.  Il  testo  tedesco  tosto  soggiunge  "  Er  folgt  dahei 
bewiihrter  Lehre  und  Ueberlieferung  „  poco  felicemente  nell'ultimo 
capoverso  tradotto  nei  testi  ufficiali  francese  e  tedesco,  non  foss'altro 
per  la  omissione  di  quel  dabei  (in  ciò,  nel  far  ciò)  che  collega  que- 
sto capoverso  ultimo  col  ])re(!eilente.  Testo  francese:  "Il  [le  jugel 
s' inspire  des  solutions  consacrées  par  la  doct.rine  et  la  jurispruden- 
ce.  „  Testo  italiano:  "  Egli  si  attiene  alla  dottrina  eil  alla  giurispru- 
denza più  autorevoli,,.  Questa  formula,  pensa  il  Coviello,  dà  util- 
mente ampio  potere  al  giudice  per  colmare  le  lacune  della  legge, 
inteso  con  lo  Zitelmann  (Lilrkm  ini  lienkf,  1903)  come  quei  punti 
controversi  a  cui  la  legge  non  dà  una  S(jluzione  diretta,  nò  la  rende 
possibile  mediante  1'  analogia.  Il  legislatore  infatti,  nota  il  Covikllo 


184  V.    POLACCO 

(pag.  B8-3U),  potrebbe  anclie  ladicaliiicute  innovare  il  diritto  proesi- 
stente. Invece  1'  interprete,  date  le  parole  finali  dell'art.  3  delle  no- 
stre Disposizioni  preliminari  al  Codice  civile,  non  può  da  noi  met- 
tersi in  contrasto  con  lo  spirito  complessivo  della  vigente  legisla- 
zione. Ora  io  non  vorrei  che  il  Ct^viELLo  fosse  corso  troppo,  sedotto 
dalla  formula  nuova  che  il  giudice  debba  farla  da  legislatore.  Leggo 
infatti  a  proposito  di  tale  art.  1  neìV  Exjmsé  des  inotifs  de  l'acant- 
projet  da  Département  féd'ral  de  Justice  et  PoUce  T.  I  (Berne,  Buch- 
ler  lyOl)  che,  constatata  la  lacuna,  il  giudice  "  eroe  lui-inóme  la 
norme  qu'  il  estimerait  juste  et  sage,  duns  le  cadre  de  l'  ordre  jari- 
dùjìie  cxistant^  s' il  faisait  otlice  de  législateur.  „  (pag.  32).  E  quel- 
l'accenno finale  alla  dottrina  e  alla  giurisprudenza,  cui  codesto  giu- 
dice-legislatore avrà  da  ispirarsi,  non  ha  anch'esso  dello  strano? 
Come  semplice  consiglio  sarebbe  in  verità  fuor  di  luogo  in  una  leg- 
ge che  sta  prescrivendo  al  giudice  il  modo  di  comportarsi  :  come 
comando  si  risolve  in  una  canzonatura  del  pomposo  titolo  di  legis- 
latore attribuito  in  tali  casi  al  giudice,  nientr' era  più  semplice  il 
dire  ch'egli  abbia  ad  atteneisi  alle  norme  consacrate  dalla  dottrina 
e  dalla  giurisprudenza.  E  poi,  dato  appunto  che  l'attenervisi  non  sia 
un  consiglio  ma  un  comando  diretto  al  giudice,  quale  fonte  di  liti 
in  pratica  per  decidere  se  realmente  la  giurisprudenza  e  la  dottrina 
seguite  dal  magistrato  sono  C(Mi('ordi  o  almeno,  come  dice  il  testo 
ufficiale  italiano,  le  più  (tiUorecoli !  Di  questa  maggiore  o  minore 
autorevolez/a  come  sarà  scabroso  il  decidere  in  taluni  casi  !  Ver- 
rebbe fatto  quasi  di  invocare  come  patente  ufficiale  di  siffatta  au- 
torevolezza un  quid  simile  della  cosidetta  legi/c  delle  citazioni,  il 
nolo  peregrino  meccanismo  escogitato  da  Teodosio  II  ! 
(4.J)  Cod.  pcn.,  art.  46. 

(46)  Nella  stessa  Relazione  si  comincia  a  questo  proposito  col  ragionare 
suir  altro  concetto  filosofico  di  forza  irresiòithile,  voluto  eliminare 
dopo  il  tanto  abuso  che  se  n'era  fatto. 

(47)  Mi  dispenso  da  ])articolari  citazioni  richiamandomi  ai  ben  noti  la- 
vori speciali  sull'argomento  sia  di  civilisti,  sia  di  filosofi  del  Diritto 
(Campugrandk,  Ricca-Ba-Rbekis,  Ravà  ecc.). 

(-fiS)  Utile  a  consultarsi  Maluidikr,  Elude  sur  le  husard  in  Recae  phi- 
lunoph.  de  la  France  et  de  Vétramjer  XXII  A.nnée  (1897),  pag.  561- 
098.  Veggasi,  fra  i  più  recenti,  L.  Limentani,  La  previaione  dei  fatti 
sociali  (Torino,  Bocca  1907)  specialmente  al  Cap.  II  "  /  limiti  della 
previsione  sociologica  „  pag.  8^  e  segg. 

(49)  Cod.  pen ,  art.  402. 

(50)  Pipia,  L'elettricità  nel  Diritto  (Milano,  Hoepli  1900),  n.' 5  e  6,  pag.  6 
e  segg.  e  n.  14  e  segg.,  pag.  18  e  segg. 

(51)  Veggasi,  per  esempio,  N.  Coviellu,  Della  sujìerfìcie  in  Archivio 
giuridico.  Voi.  XLIX  (1892)  (pag.  1-195),  pag.  151  e  segg.  e  Simun- 


LE    CABALR    DEL    MONDO    LEGALE    -    DISCORSO  185 

CELLI,  nota  a  sentenza  8  giugno  1899  del  Tribunale  di  Lecco  in  Foro 
Italiano,  Voi.  XXV  (1900),  col.  56  e  segg. 

(52)  FiLAN(ìn<;Ri,  La  scienza  della  legislazione,  Libro  IV,  Parte  I,  spe- 
cialmente al  Capo  XI  (pag.  238-240  del  II  Voi.  nell'edizione  di  Mi- 
lano, Borroni  e  Scotti  18ó()).  Su  di  che  ctV.  Martinazzoli,  "  Un  inano 
di  educazione  popolare  „  in  Rendiconti  del  R.  Istituto  lombardo  di 
scienze  e  lettere.  Serie  lì.  Voi.  XL,  pag.  1083-1096. 

(53)  Veggasi  Pescatore,  Filosofia,  e  dottrine  giuridiche^  Voi.  I  (Torino 
Bocca  1874),  Parte  I,  Capo  Vili,  pag.  30. 

(54)  Su  di  che  veggasi  Zitelmann,  Die  Kunst  der  Gesetzgebung  (Dre- 
sden,  Zalin  u.  Jaenscli  1904). 

(55)  L'allusione  del  testo  nulla  toglie  all'altissima  stima  che  io  professo 
a  queir  economista  e  sociologo  insigne  eh'  è  Achille  Loria,  della 
cui  amicizia  mi  onoro. 

(56)  Cheysson,  cit.  da  Agnelli,  Comm.  alla  legge  sugli  infortuni  del 
lavoro  (Milano,  Soc.  ed.  libraria  1905)  Introduzione,  pag.  XXV. 

(57)  Cfr.,  fra  tanti,  Schupfer,  Manuale  di  Storia,  del  Diritto  it.  Voi  1. 
(2"  ediz.,  Roma,  Loescher  1895),  pag.  526  e  segg. 

(58)  Bardoux,  Les  légistes,  leur  infiuence  sur  la  société  fram^aise  (Paris, 
Germer  1877)  passim. 

(59)  Cfr.  J.  HiTiER,  La  dernière  evolution  doctrinale  da  sorialisine^  Le 
socialisine  Juridique  in  Reoue  d.'Fconomie  j^olitif/u.e,  XX  (190()),  pag. 
209-228,  345-367,  452-466,  vivamente  combattuto  da  Sorkl,  Le  pre- 
tenda socialisme  juridique  in  Le  mouvement  socialiste,  IL  Serie,  IX 
Année  (19071,  pag.  320-348.  Su  di  che  veggasi  Picard,  Le  Droit  nou- 
veau  (Bruxelles,  Larcier  1907),  pag.  2-3  e  passim.  E  pel  solidarismo 
ricordo  il  lavoro  fondamentale  del  BouRfiKOis,  Solidarité  (3.^'  edit., 
Paris,  Colin  1902).  Notevoli  pure,  in  quanto  vi  si  discutono  fra  altro 
i  rapporti  del  solidarismo  col  socialismo,  le  conferenze  e  discussioni 
presiedute  dal  Bourgegis  e  dal  Croiset  e  pubblicate  sotto  il  tilolo 
Fssai  d'une  i)hilosoplne  de  la  solidarité  (Paris,  Alcan  1902).  Agli 
sforzi  del  caposcuola,  il  Bourgegis,  per  tenere  distinto  il  solidari- 
smo dal  socialismo  fanno  contrasto,  in  questo  volume,  specialmente 
le  conclusioni  del  La  Fontaine,  Socialisme  et  solidarité,  pag.  255-272. 
Egli  termina  dicendo  (pag.  272)  "  Pour  syntliétiser  ma  pensée  je 
dirai  que,  si  la  solidarité  est  l'idéal  du  socialisme,  le  socialisme  est 
la  politi(iue  de  la  solidarité  „. 

(60)  Non  ho  bisogno  di  dire  che  la  teorica  del  quasi  contratto  è  uno 
dei  capisaldi  del  solidarismo  :  la  concezione  della  lotta  di  classe 
sotto  l'aspetto  giuridico  di  due  ragioni  di  credito  contrapposte  fra 
loro  è  di  Emmanuel  Lévy,  L'  affi r mali on  du  Droit  collectif  (Paris, 
Bellais  1903)  pag.  25-27.  Cfr.  Hitier,  Oi).  cit.,  pag.  347.  Curioso  poi 
che  lo  stesso  Sgrel  avverso  al  socialismo  giuridico  in  quanto  vuol 
giustificare  le  tesi  socialiste  con  delle  sofisticazioni  del  Codice  civile, 
pretendendo    così   di    fondarle  giuridicamente   sul  Diritto   borghese 


186      V.  rOLAGCO  -  LE  CABALE  DEL  MONDO  LEGALE 

(loe.  cit.,  pag.  346)  nel  censurare  il  Lévy  scrive  (pag.  345,  nota  2): 
"  Ne  pouvant  entrer  dans  le  détail  de  cette  théorie,  ,je  me  home  à 
taire  observer  qu'  elle  ne  fournit  pas  des  eonclusions  aussi  nettes 
que  si  1' opposition  avait  porte  sur  les  droits  réels.  L'idée  de  créaiice 
nous  conduit  toujours  à  des  analogies  coniineiciales  et  on  ne  peut 
penser  au  coininerce  sans  penser  aussi  aux  liquidations,  arrangements 
arbitraux  et  concordats  de  faillites;  il  résulte  de  la  qu'en  présetitaiit 
la  question  sociale  sous  la  forme  d'un  prol)léme  juridi(iue  relative  à 
des  crcances,  on  donne  une  arme  à  ceux  qui  veulent  coiicluro  à 
r  accord  des  boiines  voloiités  „.  Ecco  dunque  anche  il  sindacalista 
che  muove  in  guerra  contro  il  sistema  di  piegare  alle  idee  socialiste 
la  tecnica  del  Diritto  civile  vigente,  suggerite  egli  stesso,  in  sosti- 
tuzione all'espediente  di  licoiiduire  la  cosa  al  tipo  giuridico  di  due 
crediti,  l'altro  di  due  opp(jsti  diritti  reali!  Qui  poi  non  e  il  luogo 
di  esaminare  quanto  di  artificioso  e,  nel  pensiero  ultimo  dei  sosteni- 
tori delle  teoriche  predette,  quanto  di  insidioso  altresì  alla  compa- 
gine del  Diritto  civile  tradizionale  vi  sia  nelle  costruzioni  giuridiche 
pieaccennate  e  in  tante  altre  simili. 

(()1)  SuLLV  Pruuhumme,  Lu  Just  ice,  Foèine  in  Oenrres  de  Sully  Prud- 
HOMME,  Poésies  (1878-1879)  (Paris,  Lemerre  1886). 

(62)  Parole  della  Prefazione  sotto  forma   di  lettera    di    dedica    a    Jules 

GrUIFFREY,   pag.   46. 

(^63)  Carducci,  Alle  fonti  del  Clifiniino. 

(64)  Carducci,  Prose  {^.^  ed.  liologna,  Zanichelli  1907)  Suliloquio,  p.  1102. 

(65)  Ibid.  Lo  studio  di  Bolofjna,  pag.  1174. 

(66)  Sono  le  parole  con  cui  si  chiude  il  magnifico  poema  del  Siili//  Priid- 
homiiie,  che,  in  una  invocazione  ad  Andrea  Chénier,  prorompe  nei 
versi  : 

"  0  Maitre,  tour  à  tour  si  tendre  et  si  robuste 
Rassui(%  aide,  et  defends,  par  ton  grand  souvenir, 
Quiconque  sur  sa  tombe  ose  réver  d'  unir 
Le  laurier  du  poète  à  la  palme  du  juste  „. 


r-'"^ 


Atti    UKL    RbALK    IsTITOTO    Vi5NK'1'0    1)1    SCIKNZK,    LET'rKRK    ED    ARTI. 

Anno  accademico  1907-908  -  Tomo  LXVII  -  Parte  prima. 

i-L 


A  1)  n  N  A  N  Z  A     ()  R  1)  1  N  A  K  1  A 
DEL  14  GIUGNO  1908 


PRESIDENZA  DEL  M.  E.  FERRARIS 

PRESIDENTE 

Presenti  i  membri  effettivi:  G.  Bekchet,  segretario  ;  Occioni-Bo- 
NAFFONS,  vice-segretario;  Lorenzoni,  Trois,  Bernardi,  De 
Giovanni,  Bellati,  P.  Spiga,  Martini,  Papadopoli,  Mol- 
MENTi,  Stefani,  Fogazzaro,  G.  B.  De  Toni,  Galanti, 
Ricci,  Polacco,  Yerson,  Brugi,  Ciscato,  Bonome,  Catel- 
LANi,  Crescini,  N.  Tamassia,  ed  i  soci  corrispondenti  : 
G.  Spica,  D'  Arcais,  Oastelnuovo,  Predelli,  Breda, 
Bertelli,  Levi -Civita,  De  Marchi,  Forti,  Giordano, 
Olivi,  Pizzetti. 

Giustificata  l'assenza  del  m.  e.  :  Da  Schio  e  dei  soci  corrispon- 
denti :  Lazzarini  e  Biadego. 

Letto  ed  approvato  V  Atto  della  precedente  adunanza,  il 
Presidente  comunica  la  lettera  di  ringraziamento  del  signor  Ugo 
De  Amicis  per  la  parte  presa  dall'  Istituto  al  suo  lutto  in  occa- 
sione della  morte  del  padre  Edmondo  De  Amicis. 

Comunica  pure  che  l'Istituto  fu  rappresentato  alla  cerimonia 
della  offerta  di  due  corone  sulla  tomba  di  Alessandro  Vittoria, 
nella  chiesa  di  S.  Zaccaria,  dal  in.  e.  cav.  uff.  Enrico  Filippo  Trois, 
ed  alla  commemorazione  del  Vittoria  all'  Ateneo  Veneto  dal  in.  e. 
Vice-segretario  comm.  prof.    Giuseppe  Occioni-Bonaffons. 

Presenta  il  Catalogo  dei  libri  ed  opuscoli  acquistati  e  perve- 
nuti in  dono  dairultima  adunanza,  facendo  speciale  menzione  della 
commemorazione  di  Evangelista  Torricelli  dettata  dal  prof.  cav. 
Tito  Martini  e  di  5  pubblicazioni  d'  argomento  storico  del  dott. 
cav.  Giuseppe  Gerola. 


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180  ADUNANZA    OEDINARlA 

A  questo  punto  il  m.  e.  Bonome  presenta  il  Yol.  XI  dei  Lavori 
dell'  Istituto  di  anatomia  patologica  della  Università  di  Padova, 
da  lui  diretto.  Esso  contiene  ben  dodici  lavori  riferibili  all'  anno 
accademico  1906-1907.  Il  Presidente  ringrazia  del  dono  l'egregio 
collega,  e  lo  prega  di  fornire  la  Biblioteca  del  nostro  Istituto,  ove 
gli  sia  possibile,  dei  volumi  che  mancano  a  completar  la  raccolta. 

Anche  il  m.  e.  Polacco  presenta,  con  opportune  parole,  l'omaggio 
che  il  dott.  Adolfo  Avetta  fa  all'  Istituto  di  una  Relazione  sulla 
R.  Biblioteca  Universitaria  di  Padova,  aUa  quale  è  preposto. 

Seguono  quindi  le  letture  poste  all'ordine  del  giorno  : 
A.  De  Giovanni,  m.  e.:  Contributo  alla  patologia  della  crescenza. 
—  Premesse  alcune  considerazioni  per  dimostrare  come  non  servano  . 
alla  patologia  i  dati  raccolti  intorno  alla  crescita  secondo  l'età,  1'  A. 
dice  che,  a  comprendere  le  manifestazioni  cliniche  coincidenti  colle 
diverse  fasi  dello  sviluppo  individuale,  è  necessario  apprezzare  le 
anomalie  dello  sviluppo  dal  punto  di  vista  morfologico,  non  solo 
anatomico.  A  dimostrazione  delia  tesi  espone  due  storie  cliniche: 
nella  prima  si  tratta  di  un  caso  di  linfatismo  addominale  con 
ipermegalia  congenita  del  fegato  e  della  milza  ;  nell'altra  di  ma- 
nifestazioni cloroemiche  nella  adolescenza  e  di  manifestazioni  co- 
reiformi  nella  pubertà  coincidenti  con  errori  di  sviluppo  e  nella 
prima  e  nella  seconda  fase.  L'  A.  richiama  alla  necessità  di  uni- 
formare la  igiene  delle  prime  età  alle  esigenze  dell',  organismo, 
che  variano  secondo  i  casi.  Sopra  questo  indirizzo  si  spiega  un 
importante  programma  per  la  Pediatria. 

P.  Spica,  m.  e.  :  Sopra  la  ricerca  delle  materie  coloranti 
artificiali  nei  vini. 

E.  Verson,  m.  e.  :  Comunica  i  risultati  di  un  suo  studio  sulla 
forma,  la  struttura  e  la  graduale  evoluzione  del  yv^so^w/sa/zi/',  nel 
Bombice  del  Gelso. 

A.  Bonome,  m.  e.:  Nuove  osservazioni  sulla  struttura  e  siil- 
ristogenesi  dei  Gliomi.  —  L'A.  riferisce  i  principali  risultati  di 
alcune  sue  ricerche  compiute  in  questi  ultimi  anni  sulla  istogenesi 
e  sulla  struttura  dei  gliomi. 


à 


DEL    14    GIUGNO    1908  181 

Egli  ha  applicato  iiell'interpretare  parecchi  dettagli  istologici; 
sul  cui  significato  biologico  vertono  tuttora  discussioni,  le  nozioni 
da  lui  messe  in  rilievo  nello  studiare  l' istogenesi  della  nevroglia 
normale,  nozioni  che  furono  raccolte  in  una  monografìa  pubblicata 
l'anno   scorso. 

Così  l'A.,  confrontando  i  dati  desunti  dalle  sue  ricerche  sullo 
sviluppo  embrionale  della  nevroglia  con  i  dettagli  rilevati  dallo 
studio  dei  gliomi,  ha  potuto  dimostrare  che  non  soltanto  le  cono- 
scenze sulla  normale  istogenesi  e  struttura  della  nevroglia  embrio- 
nale servono  a  spiegare  certe  particolarità  dei  gliomi,  ma  ha 
notato  ancora  che  dallo  studio  delle  neoformazioni  patologiche 
della  nevroglia  si  possono  fino  ad  un  certo  punto  trarre  nozioni 
por  spiegare  certi  dettagli  sulla  struttura  normale  della  glia. 

Dai  suoi  studi  sui  gliomi  risulterebbe  pertanto  : 

1°  Che  i  gliomi  sono  dei  tumori  che,  quantunque  derivino 
dagli  elementi  della  nevroglia,  contengono  nel  loro  interno  anche 
dei  derivati  mesodermici  coi   quali  non  si  confondono  ; 

2»  Che  la  matrice  dei  gliomi  è  ordinariamente  data  da  quei 
nuclei  inditferenti  che  si  trovano  distribuiti  nella  nevroglia  adulta 
delle  varie  provincie  del  nevrasse.  Si  possono  infatti,  secondo 
r  A.,  dimostrare  specialmente  nelle  zone  di  passaggio  fra  il 
tessuto  nervoso  normale  e  la  neoplasia  gliomatosa  diverse  forme 
cellulari  che  rappresentano  delle  generazioni  cellulari  derivanti 
da  detti  nuclei  ringiovaniti  e  che  a  poco  a  poco  vanno  formando 
cellule  del  glioma. 

3^  In  alcuni  gliomi  il  tessuto  proprio,  cioè  le  cellule  e  le 
relative  fibre  presentano  una  disposizione  sinciziale  che  ricorda 
quella  che  si  osserva  nella  nevroglia   embrionale. 

4»  Le  fibre  e  fibrille  nei  gliomi  sono  delle  formazioni  che  si 
differenziano,  come  nella  nevroglia  normale,  entro  il  protoplasma 
delle  cellule  proprie  e  che  poi  a  poco  a  poco  si  distaccano  dal 
corpo  cellulare.  Che  nel  tessuto  gliomatoso  possa  snccedere  una 
differenziazione  di  fibre  e  fibrille  anche  al  di  fuori  del  protoplasma 
cellulare  sembra  all'A.  cosa  possibile.  Tale  differenziazione  avver- 
rebbe però  in  grembo  ad  una  sostanza  intermediaria,  granulosa, 
di  origine  protoplasmatica  che  nei  preparati  istologici  dell'  A.  si 
può  dimostrare  addossata  ai  corpi  delle  cellule  gliomatose  o  attorno 
ai  loro  prolungamenti,  o  in  mezzo  al  reticolo  gliare. 


182  ADUNANZA    ORDINAKIA 

5»  La  diiferenza  quantitativa  delle  fibrille  nel  tessuto  glio- 
matoso  dipende  non  soltanto  dal  fatto  che  non  tutte  le  cellule 
possegj^ono  in  egual  grado  l'attività  formatrice,  ma  ancora  da  che 
le  fibrille  possono  degenerare  e  scomparire,  od  anche  da  che  pro- 
cessi degenerativi  speciali  possono  alterare  le  cellule  e  togliere  a 
loro  la  possibilità  di  formare  fibrille. 

6»  La  varietà  di  forma  delle  cellule  dei  gliomi  non  è  soltanto 
spiegabile  col  grado  diverso  di  evoluzione  delle  singole  cellule 
che  derivano  dagli  elementi  indifferenti  embrionali,  ma  ancora 
dal  fatto  che  talune  specie  di  cellule  gliari,  come  ad  esempio  le 
cellule  satelliti  degli  elementi  nervosi  e  dei  vasi,  si  generano 
direttamente  da  analoghe  cellule  preesistenti  della  medesima 
specie  invece  che  provenire,  come  la  maggior  parte  delle  cellule 
proprie  dei  gliomi,  dai  nuclei  in  differenti  ringiovaniti. 

1°  Le  cellule  nervose  non  prendono  parte  attiva  alla  forma- 
zione dei  gliomi. 

8"  Le  formazioni  epiteliali,  che  in  qualche  raro  esemplare  di 
glioma  si  riscontrano  annidate  nello  spessore  della  neoplasia  o 
sotto  forma  di  cordoni  di  cellule  epiteliali,  o  di  cavità  cistiche, 
più  0  meno  circondate  da  gruppi  o  da  accumuli  di  cellule  epite- 
liali, non  sono  in  ogni  caso  da  ritenersi  come  l'effetto  di  un  errore 
di  plasmazione,  cioè  come  congenite  -  -  ma  debbonsi  talvolta  rite- 
nere come  penetrate  secondariamente  nello  spessore  del  tessuto 
gliomatoso,  specialmente  se  la  neoplasia  si  è  sviluppata  in  vici- 
nanza delle  cavità  centrali   del  nevrasse. 

9.0  Anche  i  derivati  mesodermici  si  sogliono  trovare  rappre- 
sentati in  mezzo  alle  neoformazioni  gliomatose.  Gli  elementi  del 
connettivo  mesodermico  provengono  dalle  pie  meningi  o  dalle  pareti 
dei  vasi  sanguigni  e  formano  talora  un  appoggio  ai  derivati  ecto- 
dermici.  Con  questi  non  contraggono  però  mai  rapporti  di  con- 
tiguità cosi  intimi  da  non  poterne  essere  distinti. 

E.  Catellani,  m.  e.  :  lì  diritto  internazionale  privato  nel 
Codice  Civile  Svizzero.  —  L'A.  comincia  col  notare  come  la  codifi- 
cazione svizzera  del  diritto  internazionale  privato  si  distingua 
dalla  nostra  perchè  resta  frammentaria  anche  dopo  la  promulga- 
zione di  un  Codice  Civile  Federale.  Questo  contiene,  nel  titolo 
preliminare,  talune  norme  di  carattere  generale  o  di  diritto  tran- 


DEL    14    GIUGNO    1908  183 

sitorio,  che  trovano  applicazione  anche  ai  rapporti  di  diritto  inter- 
nazionale privato.  Tahine  altre  norme,  particolarmente  relative  a 
(juesto  diritto,  sono  formnlate  nell'articolo  61  del  titolo  finale  del 
Codice  Civile,  altre  si  trovano  nella  Legge  federale  del  25  (iiugno 
1891  che  il  Codice  Federale  conferma,  ed  altre  infine  nel  Codice 
delle  Obbligazioni. 

L'A.  espone  sistematicamente  queste  regole  del  diritto  sviz- 
zero circa  lo  stato  e  la  capacità  delle  persone,  i  rapporti  di  fa- 
miglia, la  tutela,  il  matrimonio,  il  divorzio,  le  obbligazioni  e  le 
successioni. 

Oltre  a  ciò  VA.  volge  l'attenzione  a  parecchie  altre  indagini 
particolari  che  sono  importanti  j)er  la  esatta  conoscenza  del  diritto 
internazionale  privato  svizzero,  cominciando  da  quella  circa  il 
carattere  relativo  delle  sue  norme  in  opposizione  col  carattere 
assoluto  delle  norme  corrispondenti  del  diritto  nostro.  Illustra  poi 
la  maggiore  estensione  data  in  Svizzera,  circa  la  capacità  degli 
stranieri,  al  principio  accolto  dall'  articolo  58  del  nostro  Codice 
di  commercio.  Cerca  di  dimostrare  che  la  prevalenza  attribuita 
alla  legge  del  1891  al  diritto  del  domicilio  nei  rapporti  intercan- 
tonali,  deve  importare,  dopo  la  conferma  di  quella  legge  nei  rap- 
porti internazionali,  la  prevalenza  del  diritto  nazionale  in  questi 
ultimi. 

L'A.  infine  si  sofferma  a  commentare  la  disposizione  che  at- 
tribuisce facoltà  al  giudice,  nel  silenzio  della  legge,  di  decidere 
come  farebbe  se  fosse  legislatore,  e  dopo  aver  lodato  tale  dispo- 
sizione, ne  prende  argomento  per  criticare  la  tendenza  di  chi 
vorrebbe,  anche  in  mancanza  di  disposizioni  simili,  rendere  il 
giudice  troppo  indipendente  dalla  volontà  del  legislatore. 

T.  Levi-Civita  s.  e.  :  Sui  campi  elettromagnetici  puri.,  dovuti  a 
piani  permanenti.  —  Puri  sono  denominati  dall' A.  quei  campi,  in 
cui  il  moto  dell'  elettricità  e  le  conseguenti  azioni  elettromagne- 
tiche si  svolgono  senza  intervento  sia  di  materia  ponderabile,  sia 
di  legami  cinematici.  Quest'  ultima  condizione  è  veramente  carat- 
teristica dei  campi  elettromagnetici  puri,  mentre  l'  esclusione  di 
materia  ponderabile  è  comune  a  tutte  le  teorie  degli  elettroni, 
che  vi  associano  un  qualche  vincolo  cinematico. 

Nella  presente  Nota  viene  studiata  quella    speciale  categoria 


184  ADUNANZA    ORDINARIA 

di  campi  puri,  in  cui  il  movimento  dell'  elettricità  è  stazionario, 
e  avviene  per  piani  paralleli  con  identico  comportamento  sopra 
ognuno  di  essi.  Per  maggiore  generalità  si  tien  conto  anche  del- 
l' eventuale  influenza  di  forze  elettromagnetiche  esterne. 

8i  trova  che  la  determinazione  del  campo  può  in  ogni  caso 
ricondursi  ad  uno  speciale  tipo  di  problema  al  contorno.  L'  effet- 
tiva risolubilità  di  questo  problema  è  illustrata  sopra  un  esempio 
semplice  ;  per  dimostrarla  in  generale,  si  richiederebbe  un'appro- 
fondita  indagine  matematica,  che  l'A.  riserva  ad  altra  occasione. 

Egli  conclude  esprimendo  la  speranza  di  poter  presto  atte- 
stare in  modo  decisivo  1'  interesse  dei  campi  puri,  traendone  una 
spiegazione  dei  raggi  catodici  ed  affini,  esente  da  quelle  difficoltà 
concettuali,  che  l'elettrone,  rigido  e  deformabile  in  modo  presta- 
bilito, lascia  ancora  sussistere. 

L.  Olivi;  s.  e.  :  Di  un  diritto  penale  fra  Stati  in  tempo  di 
pace.  —  Dopo  di  aver  richiamato  una  sua  precedente  Memoria, 
letta  al  nostro  Istituto  nel  gennaio  del  passato  anno  1907  sul  tema 
Di  (ilcune  odierne  tendenze  del  diritto  internazionale^  1'  A.  passa 
ora  a  discorrere  di  un  diritto  internazionale  penale  in  tempo  di  pace. 

In  quella  Memoria  V  A.  si  proponeva  di  dimostrare  come 
r  organizzazione  scientifica  più  moderna  del  diritto  internazionale, 
la  quale  riguarda  quest'  ultimo  quale  un  naturale  sviluppo  di  un 
diritto  universale  e  uniforme,  che  si  rivela  più  specialmente  me- 
diante le  regole  del  così  detto  diritto  internazionale  privato,  abbia 
sostituito  neir  epoca  nostra  quanto  alla  ispirazione,  all'  indirizzo 
ed  al  motO;  l'  organizzazione  precedente,  che  si  riferiva  al  sistema 
dei  ricorsi  storici  a  tipi  analoghi  di  relazioni  giuridiche  in  vigore 
presso  il  diritto  romano  nella  sfera  dei   rapporti  individuali. 

E  nella  Memoria  odierna  V  A.  imprende  a  ricercare  con 
eguale  rigore  di  metodo  scientifico  da  quali  fonti  precipue  e  per 
quali  modi  si  elabori  e  affermi  un  diritto  di  punire  nei  rapporti 
fra  gli  Stati. 

Accenna  allo  scarso  materiale  somministrato  in  questo  senso 
dagli  scrittori  di  divitto  internazionale  dell'  epoche  scorse,  i  quali 
più  che  altro  contemplano  talune  teorie  analogiche  presso  i  ro- 
mani in  argomento  di  obbligazioni  nascenti  da  delitti  o  da  quasi 
delitti  e  quelle  considerano  come  prodromi    e    rivelazioni  scienti- 


DEL    14   GIUGNO    1908  185  "^^'^ 

fiche  fraiiimentario  di  un  intero  corpo  di  norme  penali,  che  pro- 
vocate dalle  mille  occasioni  offerte  dal  progresso  moderno,  si  af- 
fermeranno compatte  nei  rapporti  sempre  più  estesi  ed  intensi  di 
cui  si   phisma  e  intesse  la  vita  degli   Stati. 

Questo  loro  diritto  penale  non  potè  apparire  che  tardi,  cioè 
dopo  che  si  assodarono  le  condizioni  sociali  più  favorevoli  al  suo 
svihippo  particolare,  ciò  che  accadde  per  modo  deciso  solamente 
nella  seconda  metà  del  secolo  scorso.  Hopratutto  fu  indispensabile 
r  evoluzione  completa  di  un  primo  ciclo  nazionale  della  giustizia 
punitrice,  da  cui  si  desumessero  i  materiali  necessari  alla  costru- 
zione di  un  ciclo  pili  vasto  allargantesi  a  comprendere  più  Stati 
e  quindi  ad  assumere  struttura  e  fisionomia  internazionale.  Le 
])rime  forme  di  rivelazione  di  una  giustizia  punitrice  in  quest'ul- 
timo ciclo  furono  naturalmente  rudi  e  incomposte.  Lentissime  e 
scarse  dapprima  crebbero  poi  di  velocità  e  di  quantità  seguendo 
il  moto  parallelo  delle  relazioni  sociali. 

L'  A.  si  diffonde  a  chiarire  molteplici  forme  differenziali  a 
cui  mezzo  si  esprime  un  comune  intuito  di  una  giustizia  puni- 
triee  e  una  comune  esigenza  ad  ottenerne  attuazioni  adeguate 
air  occasione  del  prodursi  delle  lesioni  giuridiche  dell'  ordine  so- 
ciale. Parla  in  questo  senso  delle  varie  leggi  punitive  nazionali, 
che  restringono  i  loro  studi  a  fenomeni  delittuosi  che  sorgono,  si 
svolgono  e  si  consumano  nelT  interno  del  territorio  su  cui  quella 
data  legge  impera.  E  siffatta  legge  distingue  su  tutte  quelle  altre 
che  considerano  invece  il  fenomeno  delittuoso,  il  quale  rimanendo 
materialmente  e  organicamente  unico,  si  protende  rispetto  alle 
sue  varie  porzioni  di  attività  criminosa  sui  territori  di  più  Stati 
soggetti  a  leggi  diverse.  Allora  accade  che  il  delitto  con  una  ve- 
duta ristretta  sia  considerato  dalle  leggi  penali  di  vari  paesi  che 
sono  spettatori  del  suo  apparire  e  nella  misura  in  cui  ne  sono 
spettatori,  oppure  avviene  che  una  legge  penale  nazionale  con- 
templi di  esso  anche  le  parvenze  estraterritoriali  e  le  riduca  ad 
unità  giuridica  secondo  propri  originali  criteri  sottoponendolo  al 
governo  delle  proprie  norme.  In  questa  seconda  ipotesi  abbiamo 
una  vera  figura  della  giustizia  punitrice  che  esorbita  dal  ciclo 
nazionale  per  allargarsi  a  ciclo   più  vasto. 

Ma  la  fisionomia  internazionale  più  schietta  e  più  decisiva 
ha  luogo  allorquando  gli  Stati  convengano  fra  di    loro  concorde- 


186"""  ADUNANZA    ORDINARIA 

mente  intorno  al  punire  di  taluni  delitti  e  intorno  alla  specie  e 
alla  misura  della  punizione,  il  che  si  avvera  in  particolare  nei 
trattati  di  estradizione  dei   delinquenti. 

Attraverso  tali  stratificazioni  dovette  passare  il  concetto  di 
una  giustizia  penale  applicabile  alle  relazioni  fra  Stati  onde  poter 
pervenire  allo  stadio  attuale  di  progresso.  E  anche  qui,  come  già 
alla  formazione  scientifica  di  un  diritto  internazionale  pubblico, 
dovettero  soccorrere  miriadi  di  analogie  con  situazioni  simili  che 
si  erano  avverate  nella  sfera  dei  rapporti  privati  e  aveano  avuto 
particolari  occasioni  di  appalesarsi  nell'  epoca  di  mezzo.  E  tutto 
ciò  r  A.  s'  ingegna  di  chiarire  e  di  provare  a  mezzo  di  una 
serie   ricca  di  esempi  e  di  raffronti  storici. 

E.  Sommer  :  Per  la  leggenda  di  Tristano  in  Italia  (presen- 
tata dal  prof.  V.  Crescini,  m.  e.,  a  termini  dell'art.  16  del  Rego- 
lamento interno).  —  La  leggenda  di  Tristano  è  la  più  profon- 
damente, tragicamente  umana  fra  le  leggende  medievali,  forse 
fra  le  leggende  tutte  :  certo  è  la  più  emozionante.  Ci  sono  studi 
recentissimi,  dotti  ed  acuti  su  l'origine  e  la  fortuna  della  leggenda  : 
se  ne  ricercano  pure  le  vicende  in  Italia,  dove  Dante  ha  ram- 
mentato Tristano  ed  ha  create  due  figure  che  molto  somigliano 
a  Tristano  ed  Isotta,  e  le  vincono  nella  memoria  e  nella  commo- 
zione degli  uomini.  Ora,  la  sig."*  Sominer,  allieva  della  Facoltà 
letteraria  di  Padova,  presenta,  per  mio  mezzo,  una  Nota,  che 
esamina  i  commenti  danteschi  più  antichi,  relativamente  al  luogo 
del  e.  V  dell'  Inferno  : 

Vidi  Paris,  Tristano;  e  più  di  mille 
oinbie  nostroinnii,  e  nomiiioUe  a  dito, 
che  amor  di  nostra  vita  dii)artille. 

Dall'  analisi  de'  commenti  si  desume  quale  conoscenza  si 
avesse  nel  nostro  Trecento  della  leggenda  di  Tristano  ;  e  si  reca 
un  utile  contributo  alle  indagini,  che  si  proseguono  in  ogni  centro 
di  studi;  sopra  la  difiFusione  e  le  modificazioni  della  più  bella 
favola,  che  sia  uscita  dalla  fantasia  giovenilmente  vivida  dell'età 
medievale. 

G.  Ferrari  :  l^re  papiri  hizantini  inediti  (presentata  dal  prof. 
N.  Tamassia,  m.  e.,  e,  s.).   —    L'  A.  trascrive  e  illustra  tre  papiri 


DEL    14    GIUGNO    1908  187 

bizantini  inediti  provenienti  dal  villaggio  Afrodite  del  nomos  di 
Antaiupolis. 

Il  1°  è  un  contratto  di  locazione  di  terreno  del  9  diceni- 
l)re  536  d.  C.  Le  arure  doveano  esser  coltivate  dal  colono  (ys(!)[>yó$) 
colle  proprie  braccia. 

Il  II»  è  pure  una  locazione  di  terreno  del  1  ottobre  552  d.  C. 

Il  Ilio  contiene  una  ricognizioae  di  debito  di  derrate  ed  è 
specialmente  interessante,  dal  lato  giuridico,  per  le  garanzie  ac- 
cordate al  creditore  :  un  pegno  e  una  garanzia  personale  prestata 
da  un  terzo  nella  forma  d'  un  constitutum  debiti  alieni. 

L.  Simeoni  :  Uaìmde  di  S.  Zeno  di  Verona  e  gli  ing. 
Gio.  e  Nicolò  da  Ferrara  (presentata  dal  dott.  G.  Biadego,  s.  e, 
e.  s.)  —  Si  è  finora  attribuito  al  principio  del  secolo  XY  e  agli 
Abati  Emilej  la  grandiosa  abside  gotica  della  basilica  romanica 
di  S.  Zeno  di  Verona.  Nelle  carte  di  S.  Zeno,  che  si  trovano, 
presso  l'Archivio  di  Stato  di  Yenezia,  esiste  ancora  il  giornale  della 
fabbrica,  ossia  la  nota  delle  anticipazioni  fatte  dal  monastero  al 
muraro  che  aveva  assunto  l' incarico  della  costruzione.  Da  esse 
risulta,  oltre  molti  particolari  notevoli  sui  materiali  e  sui  prezzi, 
che  r  abside  fu  costrutta  dal  1886  al  1398  sotto  gli  abati  Pasti 
e  Cappelli,  e  che  ne  furono  architetti  gli  ingegneri  Giovanni  e 
Niccolò  da  Ferrara,  padre  e  figlio.  Il  padre  era  già  noto  per 
aver  con  Giacomo  da  Gozo  eretto  il  ponte  Scaligero  delle  Navi 
(1373-1375)  e  per  esser  stato  nel  1392  chiamato  a  Milano  da 
Giangaleazzo  Visconti  a  metter  pace  fra  gli  architetti  del  Duomo. 

P.  Carnevale  :  Radiolarie  e  Silico  flagella  fi  di  Bergonzano. 
(Reggio  Emilia)  (presentata  dal  dott.  A.  Forti,  s.  e,  e.  s.).  —  E 
un'  illustrazione  delle  Radiolarie  e  dei  Silicoflagellati  del  deposito 
miocenico  langhiano  di  Bergonzano  in  quel  di  Reggio  Emilia. 
È  un  contributo  importante  sotto  molti  rispetti  :  prima,  perchè  in 
esso  vengono  date  le  diagnosi  di  un  centinaio  di  specie  nuove  e 
di  alcuni  generi  nuovi,  seguite  dalle  raffigurazioni  semischema- 
tiche,  riunite  in  tavole,  poi  perchè  tale  lavoro  segna  uno  dei  primi 
passi  nella  microgeologia  italiana. 

Il  Presidente  dà  la  parola  al  m.  e.  P.  Spica  per  la  presen- 


188  ADUNANZA    ORDINARIA 

tazioiie  di  un  reclamo  di  priorità  del  dott.  Greppino  Girardi  sulla 
ricerca  tossicologica  della  eroina^  della  dionina  e  della  peronina. 
Il  m.  e.  Spica  si  esprime  in  questi  termini  :  "  Presento,  per 
la  inserzione  negli  Atti  del  nostro  Istituto,  un  reclamo  di  priorità 
del  dott.  Geppino  Ghirardi,  il  quale,  g-ià  nell'ottobre  1904,  comu- 
nicò a  questo  R.  Istituto  una  Memoria  sidla  ricerea  tossicologica 
della  eroina^  della  dionina  ejlella  peronina^  venendo  a  risultati 
che  sono,  a  quanto  pare,  più  completi  di  quelli  sullo  stesso  argo- 
mento comunicati  al  VI  Congresso  di  chimica  applicata  nel  1906, 
dal  prof.  Magnanimi  di  Sassari  „. 

Il  Presidente  dichiara  che  il  reclamo  di  priorità,  or  ora  pre- 
sentato, sarà  inserito  nella  I"  Parte  degli  Atti. 

Dopo  di  che  r  Istituto  si  raccoglie  in  adunanza  privata,  nella 
quale  fu  ac-colta  la  domanda  del  Municipio  di  Venezia  per  la 
nomina  di  un  suo  rappresentante  nella  Commissione  esaminatrice 
dei  lavori  che  si  produrranno  al  8."  concorso  per  una  Storia  do- 
cumentata della  Rivoluzione  e  Difesa  di  Venezia  negli  anni 
1848-49. 


Il  Fresidente 
C.  F.  FERRARIS 

//  Vicesegretario 

G.    OCCIONI-BONAKPONS 


Atti  del  Rkamo  Istituto  Vknkto  di  soiknze,  lettere  ed  arti. 
Anno  accademico  1907-908  -  Tomo  LXVII  -  Parte  prima. 


ALESSANDIK)  PASCOLATO 

M.  E.  hEI,  If.  ISTITUTO  VENIÌTO  DI  SCIENZE,  LETTERE  Eli  AKTI 


COMMEMORAZIONE 

LETTA  NELl'  ADUNANZA  DEL  10  MAGGIO  1908 

DAL   M.   E.   NICOLÒ   PAPADOPOLI   ALDOBRANDINI 

SENATORE    DEL    REGNO 


Yinta,  per  1'  antica  e  costante  amicizia  che  mi  legò  ad  Ales- 
sandro Pascolato,  la  mia  naturale  riluttanza,  accettai  1'  alto 
onore  di  ricordare  qui,  dinanzi  al  fiore  della  intelligenza  e  del 
sapere  della  nostra  regione,  la  nobile  figura  di  Lui,  non  senza 
trepidazione  ma  anche  con  profonda  soddisfazione  dell'  animo 
mio.  Perchè  ho  potuto  così  rievocare  per  un  momento  i  begli 
anni  della  giovinezza,  ai  quali  il  pensiero  non  ritorna  senza  una 
dolce  e  viva  commozione  !  Belli,  perchè  la  gioventù  è  sempre 
bella,  più  belli  ancora  perchè  vissuti  in  tempi  tristi  assai,  ma 
pieni  di  una  speciale  poesia  di  cui  diffìcilmente  può  intendere  il 
fascino  chi  li  passò  in  momenti  e  ambienti  molto  diversi. 

Venezia,  rimasta  in  mano  dello  straniero,  vedeva  sorgere 
con  mirabile  fortuna  la  nuova  Italia,  piena  di  fede  e  di  speranza 
in  un  avvenire  che  di  sogno  stava  prodigiosamente  diventando 
realtà.  L'  Austria,  per  opporsi  all'  irresistibile  avanzare  delle  idee, 
alzava  fortezze  e  concentrava  armati  ;  mentre  nelle  altre  parti 
dell'  impero  concedeva  riforme,  qui,  sentendosi  malsicura,  isi  con- 
siderava in  paese  di  conquista  e  trattava  gli  abitanti  come  nemici 
in  tempo  di    guerra.    Di  fronte    a  questo    contegno,    uno    spirito 


190  N.    PAPADOPOLI 

solo  animava  tutta  la  città  e  tutta  la  regione  :  senza  intese,  senza 
cospirazione  propriamente  detta,  tutti  erano  concordi,  tutti  sape- 
vano la  meta  a  cui  si  tendeva,  quel  che  si  doveva  dire,  quel 
che  si  doveva  fare.  Si  trattava  alle  volte  di  piccole  cose,  tali 
forse  da  sembrare  anche  ridicole  allo  spettatore  indifferente,  ma 
utili  e  necessarie  per  tenere  in  continuo  allarme  gli  oppressori, 
e  mostrar  loro  la  concordia  mirabile  dei  cittadini.  In  tutte  le  ma- 
nifestazioni grandi  e  piccole,  si  sentiva  il  soffio  divino  dell'  idea 
che  le  animava  :  l' idea  del  sacrifìcio  a  cui  tutti  erano  disposti  e 
pronti  ;  sacrifìcio  degli  interessi,  degli  agi,  degli  ideali,  e,  occor- 
rendo, anche  della  vita,  o  sui  campi  di  battaglia,  o  nelle  carceri 
e  sui  patiboli. 

Questa  1'  epoca  in  cui  conobbi  e  amai  il  Pascolato,  che  cre- 
sceva alla  nobile  e  forte  scuola  del  dovere  e  del  sacrifìcio,  lavo- 
rando intensamente  e  continuamente  al  trionfo  degli  ideali  co- 
muni. E  insieme  con  Lui,  nell'  ingenuo  e  caldo  entusiasmo  della 
gioventù,  formai  i  primi  sogni  di  una  Italia  grande,  potente,  ono- 
rata, felice....  La  dolcezza  irresistibile  di  questa  evocazione  mi 
trascinava  a  parlare  di  ricordi  personali,  dimenticando  per  un 
momento  che  tal  metodo,  caro  a  molti  e  di  cui  forse  si  abusa, 
non  è  adatto  uè  a  me  ne  a  Yoi.  Non  a  me,  perchè,  a  dire  il 
vero,  sento  ripugnanza  a  mettere  in  pubblico  le  dolci  memorie 
d'  una  intima  e  profonda  amicizia,  molte  delle  quali,  per  le  mu- 
tate condizioni  dei  tempi,  del  vivere  sociale  e  delle  opinioni  pre- 
dominanti, potrebbero  forse  parere  a  taluno  meno  importanti  e 
sacre  di  quel  che  sembrano  e  sono  per  me  :  non  a  Voi,  perchè, 
parlando  davanti  a  chi  illustra  la  patria  con  le  opere,  non  deb- 
bonsi  ricordare  i  trapassati  con  gli  aneddoti,  ma  bensì  con  1'  e- 
same  delle  manifestazioni  che  ci  restano  della  loro  attività  lette- 
raria e  scientifica,  destinate  a  tramandarne  la  memoria  ai  più 
lontani. 


Ma  il  Pascolato  fu  egli  veramente  uno  scrittore,  tanto  da 
doverne  esaminare  le  opere  scritte  a  preferenza  di  quelle  fatte 
nel  campo  giuridico,  politico  e  scolastico,  dove  ampiamente  e 
diuturnamente  si  svolse  la  sua  molteplice  attività  ?  Se  il  valore 
dello  scrittore    dovesse    dedursi  dalla    mole    dei  volumi    lasciati, 


COMMEMORAZ.    DEL    M.  E.    ALESSANDRO    PASCOLATO  191 

11011  pjti'einmo  annoverarlo  tra  essi  ;  ma,  se  come  io  penso  e 
molti  penseranno  con  me^  lo  scrittore  deve  giudicarsi  dal  valore 
intrinseco  degli  scritti,  valore  non  soltanto  di  forma  ma  di  conte- 
nuto, ognuno  troverà  giusto  e  doveroso  il  ricordarlo  con  questi 
e  per  questi.  Perspicuità  e  lucidezza  di  pensiero,  semplicità  di 
frase,  forza  di  sentimenti,  appariscono  in  tutti,  anche  in  quelli 
dettati  sugli  argomenti  più  aridi  di  amministrazione  ;  in  tutti  la 
correttezza  e  spontaneità  della  forma  è  pari  soltanto  alla  densità 
e  sincerità  delle  idee. 

La  virtù  principale  dell'  amico  nostro  fu  la  sincerità  :  onesta, 
franca,  limpida,  serena,  sempre,  dovunque.  Per  questa  sua  precipua 
virtù,  gli  scritti  da  Lui  lasciati  hanno  incontestabile  valore  docu- 
mentario per  lo  studio  dell'  indole  sua.  Egli,  avvocato,  non  assunse 
mai  il  patrocinio  di  una  causa  della  cui  bontà  non  fosse  persuaso, 
scrittore,  non  dettò  mai  una  parola  che  non  rispondesse  all'  intima 
convinzione.  Anzi,  tanta  è  la  forza  dei  convincimenti  e  dei  senti- 
menti in  quest'  anima  superiore,  che  egli  non  sa  nasconderli  e 
da  per  tutto,  negli  studi  storici,  nelle  commemorazioni,  nei 
discorsi  parlamentari  e  scolastici,  è  tratto  a  svelarli  spontanea- 
mentC;  così,  come  a  preferenza  delle  altre  qualità  dei  personaggi 
di  cui  deve  parlare,  mette  in  luce  quelle  che  meglio  rispondono 
ai  suoi  ideali. 

Gli  scritti  suoi,  pure  essendo  di  occasione,  non  hanno  il 
carattere  comune  di  tali  scritture  e  testimoniano  invece  della 
coscienza  che  egli  uietteva  nell'  assolvere  un  compito  impostogli 
sia  pure  da  circostanze  occasionali.  Ciò  avviene  però  perchè  non 
si  accinge  indifferentemente  a  trattare  qualsiasi  argomento,  ma  solo 
quelli  che  rispondono  alle  sue  convinzioni,  alle  sue  idee. 


Due  periodi  storici  di  Venezia  ebbe  così  occasione  di  studiare. 
Il  primo,  a  cui  si  riporta  uno  de'  migliori  suoi  lavori,  è  quello 
della  famosa  contesa  tra  la  Repubblica  Veneta  e  la  Chiesa  di  Roma. 
Lo  studio  su  fra  Paolo  8arpi  rivela  mirabilmente  la  profonda  e 
poderosa  preparazione  snll'  argomento. 

Con  sintesi  lucida  e  precisa  egli  narra  le  vicende  del  con- 
trasto secolare  fra  la  potestà  ecclesiastica  e  quella  civile  a  Venezia, 
mostrando  come,   nel  succedersi  di  questi   dissidi,    venisse  forman- 


192  N.    Ì>APADOPOLI 

dosi  una  propria  coscienza  e  giurisprudenza  che,  con  felice  espres- 
sione, chiama  veneta,  la  quale  in  fondo  poi  è  (juclla  stessa  a  cui 
si  informa  la  moderna  teoria  liberale  dei  rapporti  fra  lo  stato  e 
la  chiesa.  Esponente  e  risultato  di  questa  coscienza  veneta  è  la 
figura  austera  e  diritta  del  frate  lumeggiata  meravigliosamente. 
Nella  fedele  esposizione  dell'  azione  del  Sarpi  che  riassume  la 
politica  ecclesiastica  veneziana,  basata  su  la  esatta  ed  alta  conce- 
zione del  diritto  incontestabile  dello  stato  in  tutto  quanto  non 
concerne  le  cose  meramente  dogmatiche  e  spirituali,  è  la  convin- 
zione schietta  e  non  opportunisticamente  larvata  del  Pascolato. 
Egli  però  ha  saputo  addentrarsi  nella  genesi  e  nello  svolgimento  di 
diritto  e  di  fatto  della  contesa  con  tutta  la  serenità  che  si  addice 
allo  storico  coscienzioso,  ben  diversa  dall'  astio  degli  avversari 
della  Repubblica,  per  i  quali  fu  pretesto  a  deprimerla  politica- 
mente onde  asservirla  alle  loro  mire. 

E  qui  non  posso  a  meno  di  ricordare  come  questa  chiara 
visione  dei  diritti  dello  stato  di  fronte  alla  chiesa,  apparisca  anche 
nella  commemorazione  che  il  Pascolato  fece  di  re  Vittorio  Ema- 
nuele II,  accennando  ai  lunghi  contrasti  che  questi,  con  grave 
dolore  della  sua  coscienza  di  credente,  dovette  sostenere  nei 
primordi  del  regno,  onde  togliere  alla  chiesa  la  soverchia  inge- 
renza nelle  cose  dello  stato,  che  trovavasi  allora  costretto  a 
"  conquistare  1'  esercizio  di  quei  diritti,  senza  dei  quali  non  può 
concepirsi  civile  e  ordinato  reggimento.  „ 


Studio  più  esteso  e  continuato  dedicò  all'  altro  periodo,  quello 
contemporaneo,  da  Lui  in  parte  vissuto. 

Nell'epoca  della  sua  giovinezza  il  ricordo  ancora  vivo  e  presente 
della  epopea  del  1848-49  esercitava  una  forte  suggestione  sul- 
r  animo  della  gioventù  che  si  sentiva  trasportata  a  raccogliere 
religiosamente  e  a  venerare  le  memorie  dei  fatti  e  degli  uomini, 
ritemprandosi  in  esse  e  traendone  stimolo  a  rinnovare  le  glorie  e 
a  completare  1'  opera  interrotta  bruscamente  dal  fato  avverso. 
Questo  fece  il  Pascolato  con  cura  pietosa  e  assidua,  della  quale 
raccolse  il  frutto  quando  fu  chiamato  a  commemorare  il  più  degli 
uomini  che  vissero  nel  periodo  epico  e  in  quello  doloroso  che 
precedette  1'  unione  di  Venezia  all'  Italia.  Tanta  passione  egli  pose 


COMMEMORAZ.    DEL    M.  E.    ALESSANDRO    PASCOLATO  193 

in  siifatte  ricerche,  che  alle  commemorazioni  potè  aggiungere  la 
pubblicazione  di  memorie  e  documenti,  e  opera  di  maggior  mole 
aveva  ideata  e  cominciata  a  scrivere  mettendo  a  profitto  il  copioso 
materiale  adunato.  Questi  scritti  formano  tale  un  complesso  or- 
ganico di  studi  sulle  condizioni  dell'  ambiente,  sugli  ordinamenti, 
sugli  uomini  e  sui  fatti,  che  ad  essi  dovrà  necessariamente  ri- 
correre chiunque  si  accingerà  a  sintetizzare  la  storia  di  Venezia 
ai  tempi  nostri.  Egli  si  valse  di  documenti,  di  stampe,  di  giornali 
e,  ciò  che  più  importa,  si  servì  di  notizie  raccolte  dalla  viva 
voce  di  quelli  che  si  trovarono  presenti  alle  grandiose  vicende  e 
continuarono  poi  nel  secreto  1'  opera  di  redenzione,  perchè,  ap- 
pena r  età  glielo  permise,  divenne  loro  intimo  amico  e  collabo- 
ratore. (Quindi  ne'  suoi  scritti  commemorativi,  specialmente  nelle 
note  di  cui  li  arricchì,  e'  è  un  materiale  prezioso  che  altrimenti 
sarebbe  andato  perduto.  In  tutti  poi  appare  1'  ardore  dell'  amor 
suo  per  la  patria,  1'  aspirazione  continua  alla  grandezza  di  questa, 
il  desiderio  ardente  di  vederla  felice,  il  culto  sconfinato  per  la 
onestà  politica  e  privata,  la  savia  tendenza  a  temperare  la  impul- 
sività dell'azione  con  la  valutazione  ponderata  delle  circostanze. 
La  sua  prosa  sempre  limpida  e  corretta  assurge  ad  impeti  lirici 
quando  parla  del  glorioso  periodo  della  risorta  Republ)lioa  e  del- 
l'uomo che  impersonò  allora  in  sé  stesso  il  coraggio,  la  prudenza,  la 
forza,  la  sapienza,  in  una  parola,  la  vita  intera  di  Venezia.  A 
Daniele  Manin  consacrò  egli  vari  scritti  :  un  primo,  comparso  nella 
Strenna  Veneziana,  dove  rapidamente,  ma  con  mano  maestra,  trat- 
teggia r  opera  del  grande  statista  :  poi  un  inno  di  gloria  ricor- 
dando il  ritorno  delle  ceneri  in  patria  :  finalmente  quella  splen- 
dida commemorazione,  di  cui  abbiamo  ancora  1'  eco  negli  orecchi 
e  nel  cuore,  che  pronunziò  nella  celebrazione  del  centenario  dalla 
nascita  del  Manin.  In  questo  lavoro,  che  fu  1'  ultimo,  egli  trasfuse 
tutto  il  meglio  dell'animo,  presago  quasi  di  dettare  il  suo  testa- 
mento di  affetto  per  Venezia,  che  ebbe  sempre  in  cima  ai  suoi 
pensieri  e  fu  il  grande  amore,  la  grande  passione  della  sua  vita. 
Egli  loda  tutte  le  virtù  che  fecero  segnacolo  di  libertà  e  di  gloria 
il  suo  eroe,  ma  sopra  le  altre  esalta  quella  che  agli  occhi  suoi 
lo  avvicinava  di  più  all'ideale  che  egli  aveva  in  mente  dello 
statista,  dell'  uomo  politico  :  "  La  verità  lo  soggiogava  per  modo, 
„  egli  dice,  da  impedirgli  ogni  doppiezza,  ogni  infingimento  anche 


194  N.    PAPADOPOLI 

„  di  fronte  ai  nemici.  Direte  che  mi  sono  ingannato,  non  che 
„  vi  ho  ingannati  —  furono  le  ultime  parole  eh'  egli  rivolse  ai 
„  veneziani   —  io  non  ho  mai  ingannato  nessuno  „. 

Questa  lode  alla  sincerità  del  Manin  va  di  pari  passo  col 
calore  con  cui  difende  il  8arpi  dall'  accusa  d' ipocrisia  lanciatagli 
contro  dai  fautori  della  chiesa,  e  con  quella  non  minore  che  dà 
a  Vittorio  Emanuele  per  la  sua  lealtà,  a  proposito  della  quale 
ricorda  come  in  generale  "  la  doppiezza  non  si  giudichi,  come 
realmente  è,  biasimevole  arte  di  stato  „. 

Ma  non  al  solo  Manin  rivolse  egli  il  pensiero  e  lo  studio  : 
anche  quelli  che  gli  furono  collaboratori  ricordò  con  pagine  piene 
di  profonde  e  acute  osservazioni,  e  dove  si  narrano  fatti  che  a 
noi  lontani  sembrano  meravigliosi. 

Primo  di  tutti,  Isacco  Pesaro  Maurogonato,  il  finanziere  allora 
giovane  d' anni  ma  vecchio  di  prudenza  e  di  avvedutezza,  che 
operò  il  miracolo  di  sopperire  alle  ingenti  spese  dell'  organizza- 
zione e  della  resistenza  con  le  sole  risorse  della  città.  La  calma 
veramente  superiore  di  quest'  uomo,  cui  era  affidata  la  parte  più 
malagevole  del  governo,  permise  di  affrontare  con  la  serenità 
dei  forti  una  impresa  che  poteva  facilmente  degenerare  in  un 
disastro,  e  fece  sì  che  una  difesa  disperata  non  cadesse  negli 
eccessi  della  disperazione.  A  lui  e  a  Lodovico  Pasini,  che  gli  fu 
compagno  nella  commissione  annonaria,  si  dovette  se  i  calcoli 
degli  ultimi  mezzi  di  sussistenza  rimasti,  calcoli  dove  era  previsto 
il  giorno  e  si  può  dire  1'  ora  in  cui  questi  mezzi  sarebbero  man- 
cati del  tutto,  consentirono  di  spingere  la  difesa  fino  all'  estremo 
limite  della  possibilità  umana,  lasciando  ancora  il  tempo  sufficiente 
a  trattare  la  resa  col  nemico,  senza  esservi  spinti  dalle  impazienze 
e  dalle  ribellioni  interne. 

Vibra  ancora  in  quest'  aula  il  suono  di  quella  mirabile  rela- 
zione con  cui  il  Pascolato  concluse  che  l'Istituto  dovesse  concor- 
rere alla  erezione  di  un  monumento  ai  fratelli  Pasini  :  nuovo  ar- 
gomento, se  mai  ve  ne  fosse  bisogno,  della  nobiltà  ed  elevatezza 
che  egli  poneva  nel  trattare  gli  argomenti  più  ovvi,  tanto  da 
fare  di  una  semplice  relazione  di  ordine  interno,  quasi  un  altro 
monumento  a  quelli  che  si  proponeva  di  eternare  nel  bronzo. 
Oltre  all'  opera  di  Lodovico  ricordò  allora  quella  di  Valentino 
Pasini,  il  diplomatico  improvvisato,  ma  valoroso,  che  riuscì  a  ren- 


COMMEMORAZ.    DEL    M.  E.    ALESSANDRO    PASCOLATO  195 

dere  simpatica  la  causa  veneziana  ai  gabinetti  europei,  tutt'  altro 
che  ben  disposti  verso  quelli  che  allora  si  chiamavano  ribelli.  Di 
Valentino  sintetizzò  mirabilmente  la  figura  in  poche  parole  che 
io  voglio  rijìctervi,  perchè  mi  pare  si  attaglino  perfettamente  an- 
che a  chi  le  scrisse  :  "  In  ogni  ufficio,  anche  se  l)revemente  te- 
„  unto,  egli  apparve  (jual  era  :  alto  e  limpido  intelletto,  volontà 
„  sicura  e  tenace,  carattere  integro  e  puro.  Da  per  tutto  splendette 
„  non  meno  per  la  sapienza  che  per  la  bontà  „. 

Clemente  Fusinato,  Federico  Bellazzi,  Erminia  Fuà-Fusinato, 
Leone  Fortis,  Sebastiano  Tecchio,  Edoardo  Deodati,  Marco  Diena  : 
tanti  nomi  di  persone  da  Lui  commemorate  e  altrettante  pagine 
vive  e  palpitanti  di  quella  storia  che  dal  periodo  glorioso  del 
1848-49,  attraverso  l'epoca  grigia  e  tenebrosa  del  dominio  straniero, 
viene  sino  a  noi.  L'  opera  di  questi  egregi  svoltasi  nei  tribunali, 
nelle  scuole,  nelle  cospirazioni,  nell'esilio,  con  gli  scritti,  con  la 
parola,  con  1'  azione,  dovunque  e  comunque  ci  fosse  il  niodo^  sfi- 
dando pericoli  nò  pochi  né  lievi,  di  affermare  1'  idea  in  faccia 
allo  straniero  che  accampavasi  armato  sulla  nostra  terra,  fu  da  Lui 
amorosamente  studiata  ed  esaltata  con  accenti  di  commozione 
verace. 

Intrattenendosi  di  tali  uomini  e  dei  loro  fatti,  a  quell'anima 
vibrante  di  ogni  più  alta  idealità  morale  e  umana  non  poteva 
sfuggire  il  contrasto  stridente  fra  le  idealità  che  li  ispiravano  e 
la  nuova  concezione  puramente  materialistica  della  vita.  In  più 
luoghi  egli  esprime  1'  amarezza  derivante  al  suo  cuore  da  questo 
■contrasto,  senza  però  venir  meno  alla  nobiltà  di  concetti  e  di 
espressione  che  era  a  lui  naturale.  Più  che  ribrezzo  o  disprezzo 
per  le  nuove  teorie  egli  prova  un  senso  nostalgico  di  rimpianto 
per  i  tempi  trascorsi  :  "  Chi  ci  farà  concordi  ne'  pensamenti  e 
„  nelle  opere  come  allora  eravamo  ?  chi  sereni  e  forti  e  fratelli, 
„  come  ci  trovammo  nella  sventura  ?  „  E  altrove  :  "  Altri  tempi,  altri 
„  ideali,  altre  cure.  Oggi  in  nome  della  fratellanza  universale, 
„  ma  più  ancora  in  nome  d' interessi  materiali,  si  deridono  e  svil- 
„  laneggiano  i  popoli,  che  poco  lunge  dal  nostro  lido  combattono 
„  e  soffrono  per  difendere  da  ingiuria  straniera  la  propria  nazio^ 
„  nalità.  Ma  noi  a  costo  di  andare  a  ritroso  degli  anni  e  delle 
„  idee,  ci  inchiniamo  a  queste  sante  memorie,    alla  fede  che  sa- 


196  N.    PAPABOPOLI 

„  peva  ispirare  tanto  amore  dei  patimenti  „.  E  ancora:  "  8ì,  altri 
„  tempi.  Tempi  ormai  vecchi,  i  quali  non  meritano  rimpianto  se 
„  non  per  la  purezza  del  sentimento  che  ci  moveva  tutti,  per  la 
„  concordia  che  tutti  ci  univa  „.  E  finalmente,  nelle  poche  pagine 
dettate  a  ricordo  di  Clemente  Fusinato,  ha  parole  più  fiere  per 
questo  materialismo  che  si  ammanta  di  altruismo  scientifico,  e  lo 
analizza  argutamente  e  mordacemente  :  "  Suvvia  diciamo  intera 
„  la  verità^  dovesse  anche  pungere.  In  (juesta  fretta  del  tempo 
„  nostro  e  degli  uomini,  per  cui  non  si  trova  agio  quasi  di  vol- 
„  gersi  indietro;  di  riandare  il  passato,  neppure  per  contare  le  ca- 
„  dute  e  le  vittorie  ;  in  questo  risuonare  di  frasi  rotonde  ;  in 
„  questo  discorrere  di  mutualità,  d'  associazione,  di  fratellanza  ; 
„  in  questo  vanto  continuo  di  abnegazione  e  di  sagrificio  ;  sì, 
„  in  mezzo  a  tutto  ciò,  vi  è  qualche  cosa  che  stimola  più  vivo, 
„  più  acre  del  bene  dell'  umanità,  dell'  aspirazione  al  progresso. 
„  Siamo  ammalati  di  febbre  meno  grande,  ma  più  acuta,  la  febbre 
„  della  riuscita.  Poco  o  molto  è  un  rimprovero  che  s'  indirizza  a 
„  tutti,  è  la  malattia  del  tempo  :  ogni  circostanza  ne  contiene  i 
„  germi,  ogni  istituzione  ne  favorisce  lo  sviluppo.  La  scienza,  una 
„  povera  scienza  intesa  al  servizio  dei  fatti  e  delle  passioni,  diede 
„  forma,  colore,  sembianza  di  principio  a  codesto  interesse  indivi- 
„  duale,  lo  spiegò,  lo  commentò,  lo  discusse,  e  credette  di  de- 
„  durne  mirabili  armonie,  di  scorgervi  coincidenze  stupende  :  tanto 
„  fa  di  nobilitare  questo  volgare  tiranno,  poiché  non  si  può  spo- 
„  destarlo.  Però  chi  sfugge  al  contagio,  sia  pure  eccezione  od 
„  anomalia,  non  dispensa  dall'  ammirazione,  e  il  suo  esempio  non 
„  deve  andare  perduto  „. 


Ricordando  le  azioni,  egli  analizza  e  discute  le  idee  di  questi 
uomini,  alcuni  dei  quali,  come  il  TecchiO;  il  Deodati  e  il  Mau- 
rogonato,  ebbero  molta  parte  nella  vita  politica  dell'Italia  nuova  ; 
non  peritandosi,  per  quello  spirito  di  sincerità  che  non  gli  con- 
sentì mai  di  velare  le  proprie  convinzioni  per  riguardo  o  per  op- 
portunismo, di  combattere  quelle  che  non  concordano  con  le  sue. 
Lo  vediamo  quindi  dichiararsi  apertamente  contro  alcune  idee  giu- 
ridiche del  Diena  che  fu  suo  nuiestro  amato  e  venerato,  e  alla 
cui  dottrina  e  buona  fede  rende  pieno  e    reverente  omaggio.    Io 


COMMEMORAZ.    DEL    M.  E.    ALESSANDRO    PASCOLATO  197 

non  ho  la  competenza  necessaria  per  riassumere  qui  le  varie  qui- 
stioni  in  cui  e^li  dissente  dal  Diena,  mi  limito  a  ricordare  come 
una  sia  quella  dei  g-iudizi  di  cassazione  o  revisione  in  terza  istanza, 
sul  quale  argomento  aveva  già  dettato  un  altro  scritto  pieno  di 
profonda  dottrina.  E  siccome  la  quistione  della  unificazione  del 
Tribunale  Supremo  non  è  stata  ancora  risolta,  così  (piesti  scritti 
hanno  anche  adesso  valore  di  attualità,  e  possono  venire  consultati 
utilmente. 

Dove  pieno  e  intero  era  il  suo  consenso  con  tutti  questi  libe- 
rali della  vecchia  scuola,  è  nel  concetto  sano  e  ampio  della  li- 
bertà; libertà  politica,  libertà  di  coscienza,   libertà  economica. 

Perchè  la  libertà  politica  non  degeneri,  egli  vuole  sia  con- 
giunta all'onestà.  Onestà  e  politica,  termini  antitetici  per  molti, 
non  erano  tali  per  lui.  A  meglio  conciliarli  si  mostra  aperto  e 
caldo  fautore  delle  idee  del  Deodati  a  proposito  delle  incompa- 
tibilità e  della  contumacia  o  non  innìiediata  rieleggibilità  alle 
pubbliche  cariche  elettive.  Né  solo  per  ragioni  storiche,  poiché  la 
coìitunKK'ia  a  Venezia,  il  div/efo  a  Firenze,  derivati  dai  primi  or- 
dinamenti della  civiltà  greca,  ed  estesi  a  tutti  i  Comuni  d'Italia, 
fecero  dovunque  ottima  prova;  ma  sopratutto  per  i  benefici  effetti 
che  da  essi  si  riprometteva  nella  vita  pubblica.  La  scadenza  del 
mandato  renderebbe  per  necessità  più  sincero  e  libero  il  voto  dei 
rappresentanti  della  nazione,  non  preoccupati  dalla  possibilità  di 
vedersi  mancare  la  fiducia  degli  elettori  ;  perchè  si  può  benissimo 
non  cercarla  questa  fiducia,  egli  dice,  ma  nessuno  se  la  vede  to- 
gliere con  piacere.  Sarebbe  inoltre  efficace  impedimento  alla  for- 
mazione di  una  specie  di  classe  privilegiata  e  irresponsabile, 
che  è  vizio  caratteristico  del  parlamentarismo.  Egli  riteneva 
allora  che  il  principio  fosse  destinato  a  trionfare,  bene  augurando 
dalle  prime  applicazioni  che  ne  vennero  fatte  per  legge  in  alcuni 
organismi  amministrativi. 

Nelle  commemorazioni  del  Diena,  del  Maurogonato  edelFortis, 
tutti  e  tre  israeliti  e  fedeli  alla  religione  de' loro  padri,  egli  la- 
sciò ampia  testimonianza  delle  larghe  vedute  intorno  alla  libertà 
di  coscienza,  concordanti  pienamente  con  le  teorie  sui  rapporti  tra 
lo  stato  e  la  chiesa.  Basti  accennare  che  del  Diena  ricordò  con 
compiacenza  la  bonarietà  onde  soleva  accettare  la  discussione  sulla 
pretesa  inferiorità  della  razza  semitica,  affine  di   curare  con  una 


198  N.    PAPADOPOLI 

grossa  dose  di  buonsenso  una  opinione  che  agli    occhi  di  lui  as- 
sumeva il  carattere  di  fenomeno  morboso. 

Parlando  del  Maurogonato,  accenna  al  dolore  provato  dal 
vecchio  finanziere  nel  veder  rinnovarsi  la  guerra  contro  la  libertà 
economica  "  non  ultima  e  non  meno  preziosa  fra  le  rivendicazioni 
della  nostra  scuola  „. 

Conseguenza  di  cjuesto  fervido  amore  per  il  liberismo  econo- 
mico è  l'avversione  all'esercizio  delle  industrie  da  parte  dello 
stato,  nella  quale  ebbe  autorevole  predecessore  il  Deodati.  Il  Pa- 
scolato espose  e  dimostrò  chiaramente  i  pericoli  derivanti  dalla 
assunzione  di  tali  esercizi-  che  si  risolve  in  un  monopolio  a  danno 
della  libera  concorrenza,  e  il  peggioramento  cui  vanno  incontro 
anche  i  servizi  di  carattere  pubblico  quando  vengono  assunti  dallo 
stato,  nel  discorso  che  pronunziò  alla  Camera  allorché  si  trattava 
dei  telefoni,  industria  nuova  che  lo  stato  voleva  monopolizzare 
unicamente  per  togliere  una  possibile  concorrenza  alla  industria 
affine  del  telegrafo  già  da  esso  esercitatji.  Le  considerazioni  cal- 
zano a  capello  anche  oggi,  e  si  potrebbero  fare  degli  utili  raffronti 
tra  le  sue  previsioni  e  i  fatti  che  noi  tutti  abbiamo  potuto  con- 
statare nelle  recenti  assunzioni  di  servizi  industriali  da  parte  dello 
stato.  È  vero  che  la  tendenza  dei  tempi  pare  voglia  dar  torto  ai 
principi  liberamente  e  caldamente  professati  dal  nostro  amico,  ma 
egli  stesso,  parlando  allora  dei  liberisti,  che  tutti  dicevano  morti, 
concludeva  argutamente  :  "  per  quanto  pochi  e  per  quanto  morti 
ci  conforta  sempre  la  speranza  della  risurrezione   „. 


Cresciuto  alla  scuola  di  Marco  Diena,  avvocato  di  singolare 
rettitudine  che  fu  la  provvidenza  degli  imputati  politici  al  tempo 
dell'Austria,  il  Pascolato  segui  sempre  gli  anunaestramenti  e  gli 
esempi  di  quel  suo  venerato  maestro  e  insieme  le  tradizioni  ele- 
vate del  foro  veneziano  illustrato  da  tanti  che  esercitarono  valo- 
rosamente e  onestamente  questa  nobilissima  fra  le  professioni. 
La  quale,  se  non  è  da  tutti  benedetta  come  dovrebbe,  ma  anzi 
da  taluno  è  vituperata,  ciò  avviene  unicamente  per  colpa  di  quelli 
che  vi  si  dedicano  senza  avere  piena  coscienza  dell'altissima  fun- 
zione che  sono  chiamati  a  compiere  nel  consorzio  civile.  Con 
quanto  ardore   e  con  quale    scrupolo    esercitasse    l'  avvocatura  il 


COMMEMORAZ.    DEL    M.  E.    ALESSANDRO    PASCOLATO  199 

Pascolato  fu  g-ià  detto  da  altri,  ma,  come  in  alto  la  ponesse  nel 
suo  pensiero,  quale  devozione  o  meglio  quale  culto  religioso  avesse 
per  essa,  considerandola  come  un  sacerdozio  civile,  disse  egli 
stesso  nella  commemorazioni  del  Deodati  e  del  Fortis.  ''  Dell'  av- 
„  vocatura  sentì  sempre  altamente  gli  uffici  e  il  carattere,  scrisse 
„  del  primo,  e  gli  doleva  negli  ultimi  anni  della  sua  vita  di  ve- 
„  derla  scambiare  da  molti  in  arringo  di  lotte  partigiane,  e  peggio 
„  poi  in  mercato  di  basse  speculazioni  e  di  impuri  guadagni.  Ben 
„  avrebbe  voluto  che  i  profanatori  fossero  cacciati  dal  tempio  .  .  .  „ 
E  del  Fortis:  "Egli  l'amava  questa  professione  dell'avvocato, 
„  alla  quale  si  era  dedicato  nel  tempo  in  cui  essa  era  insieme 
„  un  rifugio  e  una  palestra  per  i  patrioti,  e  specialmente  per  gli 
„  uomini  della  sua  schiatta,  colpiti  da  tanti  interdetti.  L'amava 
„  per  la  stessa  ragione  per  cui  Francesco  I  imperatore  la  ono- 
„  rava  dei  suoi  corrucci,  perchè  l'avvocato  è  il  vindice  naturale 
„  di  tutti  gli  oppressi.  Ma  sapeva  e  ricordava  che  per  parlare 
„  alto  in  nome  della  giustizia,  per  rintuzzare  la  superbia,  la  pre- 
„  potenza,  la  forza,  bisogna  avere  saldo  il  petto  e  pura  la  co- 
„  scienza.  Alto  avea  posto  il  suo  ideale,  e  non  lo  perde  mai  di 
„  vista  :  milite  volontario  di  una  causa  eterna  e  superiore  ad 
„  ogni  umana  passione,  non  combattè  mai  per  il  premio,  fosse 
„  di  ricchezza  e  di  gloria  „.  E  (pii  torna  a  manifestare  la  tristezza 
del  confronto  tra  l'idealismo  passato  e  il  materialismo  presente: 
nota  predominante  negli  scritti  del  Pascolato,  non  perchè  fosse 
di  sua  natura  brontolone  e  laudator  tempori^^  (nii,  ma  perchè  il 
contrasto  non  poteva  sfuggirgli  e  lo  rattristava  profondamente  : 
"  Come  avrebbe  egli  potuto  intendere  questo  tempo  nostro  in 
„  cui  pare  che  ogni  sforzo  dell'  individuo  abbia  principio  e  fine 
„  neir  individuo?  e  che  sia  lasciata  al  caso  l'armonia  delle  atti- 
„   vita  singole  al  fine  comune  dell'umanità?   ,,. 


Da  questo  contrasto  e  dal  desiderio  di  farlo  rilevare  alle 
menti  giovanili,  naturalmente  aperte  ad  ogni  idealità,  egli  forse 
trasse  stimolo  a  intraprendere  e  proseguire  con  tanto  zelo  e  disin- 
teresse l'  opera  di  insegnante  e  di  educatore.  Non  mi  farò  prender 
la  mano  dai  ricordi,  che  pur  sarebbero  tanti,  per  limitarmi  a 
trovare  ne'  suoi  scritti    le    idee    che  lo    guidarono    nella  difficile 


200  N.    PAPADOPOLI 

impresa  di  dirigere  il  nostro  massimo  istituto  d' istruzione.  Le 
sue  relazioni  annuali  sono  una  miniera  di  notizie  e  di  idee  :  in 
mezzo  alle  aride  esposizioni  statistiche  rifulge  spesso  1'  alta  con- 
cezione che  egli  aveva  della  scuola,  brilla  1'  osservaè;ione  acuta 
sui  bisogni  e  sulle  riforme  utili  e  necessarie  ;  da  tutte  irradia 
una  luce  di  bontà  paterna  per  gli  studenti  e  fraterna  per  i  col- 
leghi, che  lo  rese  tanto  caro  agli  uni  e  agli  altri. 

Dopo  le  inconsulte  agitazioni  del  1903,  causate  dalla  inter- 
pretazione data  alle  disposizioni  prese  dal  governo  per  la  nuova 
Università  commerciale  di  Milano,  agitazioni  che  egli  fronteggiò 
con  fermezza  ma  recarono  grave  dolore  all' animo  suo,  al  riaprirsi 
dell'  anuo  scolastico,  volle  tesserne  la  storia,  e  lo  fece  con  tale 
profondità  analitica  di  osservazioni,  con  tale  efficacia  di  argo- 
menti, con  tal  calore  di  affetto,  che  quello  scritto  è  da  annoverarsi 
fra  i  più  notevoli  usciti  dalla  sua  penna.  Pur  convenendo  che 
molte  e  gravi  erano  le  difficoltà  da  superare,  egli  non  risparmia 
al  governo  1'  onesta  censura,  insistendo  sulla  necessità  di  non 
ritardare  per  qualunque  motivo  le  riforme  che  i  tempi  e  le  condi- 
zioni reclamano.  D'  altra  parte  con  non  minor  vigore  e  fermezza 
dimostra  ai  giovani  tutta  la  precipitazione  del  loro  agire  incon- 
sulto e  ribelle.  Ribelle,  questa  parola  ricorre  spesso  nel  suo  di- 
scorso, perchè  di  fronte  al  dovere  positivo  di  frequentare  le 
lezioni,  il  mancarvi  senza  legittimo  impedimento  è  negligenza,  il 
mancarvi  per  partito  preso  e  per  imporre  la  propria  volontà  è 
ribellione.  Questo  il  concetto  esatto  e  preciso  che,  di  fronte  al 
contegno  tenuto  daj^li  studenti,  si  affaccia  alla  mente  serena  e 
giusta  dell'  educatore. 

Tratteggia  poi  efficacemente  la  differenza  sostanziale  che 
passa  tra  lo  sciopero  usato  dai  lavoratori  come  arma  per  ottenere 
miglioramenti  di  mercede  o  di  altre  condizioni  di  lavoro/  e  quello 
che,  per  analogia,  si  vorrebbe  usare  dagli  studenti,  i  quali  invece 
non  hanno  come  quelli  un  contratto  bilaterale  del  quale  possano 
richiedere  e  molto  meno  pretendere  modificazioni.  Si  trattiene 
anche  a  dimostrare  come  sia  contrario  ai  più  elementari  principi 
di  onestà  il  subire  la  legge  o  meglio  la  tirannia  delle  maggio- 
ranze per  un  malinteso  spirito  di  solidarietà  che  non  può  assolu- 
tamente invocarsi  quando  si  tratti  di  mancare  a  doveri  positivi  : 
perchè    il    dovere    è  individuale  e    non    collettivo,    e    quando    la 


COMMEMORAZ.    DEL    M.  E.    ALI<:S5JANDR0    PASCOLATO  201 

collettività  pretende  costringere  1'  individuo  a  mancare  al  dovere, 
è  nobile,  generoso  e  degno  in  tutto  di  uomini  liberi  il  resistere, 
mentre  il  cedere  con  la  coscienza  di  offendere  la  legge  è  biasi- 
mevole prova  di  debolezza.  Ma  con  quale  e  quanta  bontà  e 
dolcezza  si  rivolge  egli  ai  giovani,  non  tanto  per  attenuare  il 
rimprovero  ispirato  soltanto  dall'  affetto  e  dal  desiderio  del  loro 
bene,  quanto  perchè  esso  resti  maggiormente  scolpito  nell'  animo 
loro  !  "  Voi,  egli  dico,  non  ne  resterete  umiliati  nò  offesi,  e  lo 
„  accoglierete  come  eccitamento  a  seri  e  forti  propositi....  gover- 
„  nate  gli  atti  vostri  colla  coscienza  di  uomini  pensanti,  coli'  anti- 
„  veggenza  dei  loro  effetti...  Ricordatevi  che  la  maschia  energia 
„  non  consiste  nel  ribellarsi  al  dovere  e  alla  legge,  ma  nel  ri- 
„  spettare  la  legge  e  nel  compiere  intero  il  dovere,  anche  quando 
„  la  passione  vorrebbe  prorompere  e  occorre  un  sacrifìcio  per 
„  soffocarne  la  voce.  La  vittoria  sopra  sé  stessi  è  la  più  difficile, 
„  ma  la  più  degna  di  uomini  forti.  „  Questi  ammonimenti,  dati 
nella  forma  che  un  padre  potrebbe  usare  coi  propri  figli,  rivelano 
la  bontà  dell'  animo  suo  che,  nel  dolore  ancor  vivo  provato  per 
la  ribellione  di  quelli  che  chiamava  e  considerava  veramente  suoi 
figli,  sa  trovare  accenti  toccanti  e  commoventi  per  ricondurli  al 
dovere  che  ha  fatto  risplendere  alla  loro  mente  con  ammirevole 
schiettezza. 


Della  squisita  delicatezza  dell'  animo  aperto  a  tutto  ciò  che 
è  buono  e  bello,  sono  testimoni  altri  scritti  che  dirò  minori,  non 
per  la  forma  sempre  eletta  o  per  il  contenuto  sempre  elevato, 
ma  rispetto  alla  figura  dell'  uomo  politico.  Voglio  dire  gli  scritti 
di  argomento  artistico.  Ma,  per  non  abusar  troppo  della  vostra 
paziente  benevolenza,  non  mi  fermerò  a  tenervi  parola  di  essi, 
nò  delle  lucide  e  terse  scritture  sulla  quistione  ferroviaria  del 
Veneto,  nò  dei  discorsi  parlamentari,  nò  di  altre  memorie  di 
argomento  giuridico.  Mi  limiterò  ad  accennare  fuggevolmente  al 
numero  notevole  di  iscrizioni  che  dettò  a  ricordo  di  uomini  e  di 
fatti.  Egli  amava  singolarmente  cimentarsi  in  quest'  arte  diffici- 
lissima che  ben  a  ragione  può  considerarsi  come  la  pietra  di 
paragone  degli  scrittori  ;  perchè  la  mondiglia  delle  parole  inutili 
deve  in  esse  lasciare  il  posto  all'  oro  puro  di  quelle  che  esprimono 


202  N.    PAPADOI»OLt 

concisamente  e  precisamente  l' idea.  Io  penso,  a  questo  proposito, 
che  sarebbe  opera  degna  raccogliere  in  uno  le  iscrizioni  dettate 
da  Lui  che  si  leggono  in  tanti  luoghi  di  Venezia  e  del  Veneto  : 
perchè  se,  per  essere  incise  nel  bronzo  e  nel  marmo,  esse  hanno 
durata  maggiore  del  libro,  sarebbe  invece  ben  presto  perduta  la 
memoria  del  nome  di  chi  le  dettò  che  anche  oggi  ben  pochi  co- 
noscono. E  nel  breve  volume  splenderebbero  ancora  una  volta 
nella  forma  severa  dell'  epigrafe  tutte  le  sante  e  nobili  idee  che 
informarono  1'  opera  del  Pascolato. 


Nessuna  meraviglia  se  un  uomo  con  tanto  tesoro  d'  idee 
scolpite  nella  mente,  illuminate  da  una  bontà  superiore  e  da  uno 
spirito  elevato  di  patriottismo  e  di  sacrificio,  sostenute  da  una 
nobiltà  sio^norile  di  animo  e  di  modi,  avvalorate  da  una  cultura 
estesa  e  multiforme,  affacciandosi  alla  vita  pubblica, "^^dovesse  toc- 
carne le  più  alte  cime.  Solo  le  idee  nobilmente  e  costantemente 
professate  conciliano  simpatie  durevoli  e  assicurano  il  successo  : 
l'opportunismo,  la  ricerca  delle  piccole  soddisfazioni,  non  possono 
condurre  a  risultati  duraturi.  Però  è  del  pari  naturale  che  egli 
restasse  in  politica  un  solitario  ;  non  perchè  gli  siano  mancate  le 
forti  amicizie  e  la  stima,  che  ebbe  anzi  piena  ed  intera  da  tutti, 
amici  e  avversari,  ma  perchè  non  volle  mai  dare  il  suo  nome  ad 
alcun  partito,  onde  conservare  intera  1'  indipendenza  del  pensiero, 
dell'  azione  e  del  voto  :  ciò  che  avviene  in  generale  di  quelli  che 
saliti,  come  lui,  senza  1'  aiuto  di  alcuno,  non  hanno  la  pieghe- 
volezza di  chi  deve  tutto  agli  altri. 

Questa  indipendenza  rese  però  più  breve  la  sua  carriera 
politica,  perchè  la  inflessibile  disapprovazione  per  metodi  e  idee 
non  consone  alle  sue,  fu  facile  pretesto  a  combatterlo. ^Perdette 
così  una  prima  volta  il  collegio  di  Belluno  che  gli  era  fedele  da 
tre  legislature,  e  i  mezzi  posti  in  opera  per  combatterlo  in  quello 
di  Spilimbergo  lo  consigliarono  a  ritirare  la  candidatura  nelle 
ultime  elezioni.  Poi,  mentre  si  attendeva  da  tutti  che  fosse  chia- 
mato a  sedere  in  Senato,  fu  a  Lui  tolta  quest'  ultima  soddisfa- 
zione, alla  quale  aveva  ben  diritto  per  la  vita  intemerata  e  per 
i  molti  servizi  resi  disinteressatamente  alla  patria  nella  scuola,  nei 
pubblici  uffici,  nei  consigli  della  Corona. 


COMMEMOEAZ.    DEL    M.  E.    ALESSANDRO    PASCOLATO  203 

Scorrendo  le  pagine  che  ci  rimangono  del  Pascolato,  io  mi 
sono  studiato  di  rilevarne  le  idee  e  la  bontà.  Di  questa  però 
migliori  testimoni  siete  tutti  Voi  che  mi  ascoltate.  La  bontà  sua, 
dalla  famiglia  aslorata  andava  agli  amici,  ai  conoscenti,  agli 
estranei  ;  illuminò  sempre  il  suo  volto  e  1'  animo  suo,  e  non  può 
sfuggire  a  chi,  sapendola,  legge  i  suoi  scritti,  dove  però  non  ve 
n'  è  traccia  diretta,  perchè,  con  la  modestia  propria  degli  eletti, 
egli  non  parlò  mai   di  se. 

Questa  testimonianza  della  perfetta  corrispondenza  fra  l'uomo 
e  lo  scrittore,  a  me  parve  doveroso  rimanesse  negli  atti  del  su- 
premo Istituto  Scientifico  di  Venezia  che  lo  ebbe  socio  ;  perchè 
chi  cercherà  gli  scritti  di  Lui,  e  dovranno  cercarli  quanti  si  occu- 
peranno di  quest'  ultimo  periodo  di  storia  veneziana,  sappia  che 
lo  scrittore  è  1'  uomo  :  che  le  idee  politiche  da  Lui  esposte  non 
sono  suggerite  dall'  opportunismo  ma  da  profonda  convinzione 
che  la  virtù  non  venne  da  Lui  esaltata  e  celebrata  per  esercita- 
zione rettorica  ma  fu  amore  e  pratica  costante. 

Che  se  a  questa  testimonianza  manca  lo  splendore  della 
forma,  oso  lusingarmi  non  manchi  1'  efficacia  derivante  dalla  since- 
rità e  dall'  affetto  immenso  che  ebbi  per  Lui  vivo,  che  a  Lui 
sopravvive  e  finirà  soltanto  con  la  vita. 


204  N.    PAPADOPOLI 


BTRfJOGTtAFIA 

l)E(!IJ  SCRITTF  l)[  ALBS.SANDRO  PASCOLATO 


Daniele  Manin.  Dalla  Strenna  T  eneziann,  anno  VII,  1S67,  Tip.  del 
Coniinercio  di  Marco  Visentini.  la-S,  pag.  16. 

Manin  e  Venezia.  Ricordi  e  Impressioni.  Venezia,  18(58,  Tip.  del  Com- 
mercio tli  Marco  Visentini.  In-8,  pag.  31. 

Federigo  BeIìLAZZI.  Commemorazione.  (Estratto  ([-aW  Eco  ilei  Tribunali, 
nuin.  1879-1880),  Venezia,  1868,  Tipi  della  Gazzetta.  In-8,  pag.  20. 

Opere  sckltr  ni  Antonio  Somma,  edite  per  cara  di  A.  P.,  Venezia, 
Stabilimento  tipografico  Antonelli,  1868.  In-8,  pag.  XXXII-456. 

Ricordi  e  dolori.  In  Clemente  lusinato,  Commemorazione.  Venezia,  Ti- 
pografia Ripamonti  Ottolini,  1870.  In-8,  pag.  87:  da  pag.  25  a  pag.  89. 
Anche  la  lettera  di  dedica  ad  Arnaldo  Fucinato  è  del  P. 

Delle  Unioni  di  Credito  ossia  delle  Banche  Popolari  di  Schidze-De- 
litsch.,  Prima  traduzi  me  sulla  quarta  edizione  terlesca  per  cura  dei 
dottori  A.  Pascolato  e  lì.  Manzato  con  introduzione  del  prof.  L. 
Luzzatti.  Venezia  1871,  Tipografia  del  Commercio  di  Marco  Visen- 
tini. In-8,  pag.  477. 

Pei  nostri  figli.  Ricordi  inediti  d'un  Patriota.  Estratto  dalla  Strenna 
Veneziana.,  Anno  XII.  Venezia,  1872,  Tipografia  d<d  Commercio 
di  Marco  Visentini.  In-8,  pag.  42. 

Della  Corte  Suprema  di  giustizia  e  del  giudizio  di  revocazione 
SECONDO  LE  PROPOSTE  DEL  MINISTRO  ViGLiANi.  Osservazionì.  Vene- 
zia, Preiii.  Tip.  di  ^Melchiorre  Fontana,  1875.  In-8,  pag.  31, 

Erminia  Fuà-Fusinato.  Commemorazione.  Venezia,  Tipografia  del  Rin- 
noimmento,  1876.  In-8.  pag.  19. 

Re  Vittorio  Emanuele  IL  Commemorazione  letta  all'  Ateneo  di  Vene- 
zia ìieir adunanza  straordimiria  del  3  fel)1)rai()  1878.  Venezia,  Tip. 
del  Rinnoramento,  1898.  In-8,  pag.  35. 

Costituzioni  dkl  Sovvkcìno  de'  Cantori  e  Suonatori  sotto  il  patro- 
cinio DI  Santa  Cecilia  in  Venezia,  approvata  con  terminazione  17 
novembre  1690  del  Consiglio  de'  X.  Venezia.  Proni.  Stahil.  Tipogra- 
fico di  P.  Naratovich,  1880.  In-8,  pag.  31.  —  Pubblicazione  pei'  le 
nozze  Papadopoli-llellenbach. 

Relazione  della  Commissione  Ferroviaria  eletta  dal  Consiglio  Co- 
munale nella  seduta  7  Giugno  1882,  e  composta  dei  Consiglieri  Se-- 


COMMEMORAZ.    DEL    M.    E.    ALESSANDRO    PASCOLATO  205 

rego  presidente,  Boldh,  Comhi,  Ricco  e  Pascolato  relatore.  In  :  La 
questione  ferroviaria  davanti  al  Consiglio  Comunale  di  Venezia  e 
alla  Camera  di  Commercio  ed  Arti  di  Venezia.  Venezia,  Stabilimento 
Antonelli,  1882,  in-8,  pag.  104. 

La  Questione  Ferroviaria.  Protocollo  della  seduta  del  Consiglio  Co- 
munale 31  ottobre  1883,  e  Memorie  presentate  dalla  Giunta  Muni- 
cipale col  concorso  della  Camera  di  Commercio  ed  Arti  della  Pro- 
vincia di  Venezia,  a  Sua  Maestà  il  Re  e  ai  ministri  dell'  Interno  e  dei 
Lavori  Pubblici.  Venezia,  Stabilimento  Antonelli,  1893,  in-8,  pag.  72. 

Relazione  presentata  al  Consiglio  Comunale  di  Venezia  nella  seduta 
del  31  ottobre  1883  dalla  Commissione  Ferroviaria  composta  del 
Sindaco  presidente  e  dei  Consiglieri  Pascolato  relatore.,  Ricco.  Boldù, 
Morosini  e  Spada.  Venezia,  Tipografia  Antonelli,  1883,  in-8,  pag.  30. 

Camera  dei  Deputati.  Sulla  Conferenza  di  Gorizia  per  la  Pesca  Ita- 
liana nell'Adriatico.  Interrogazione  del  deputato  Pascolato  e  risposta 
del  ministro  degli  Affari  Esteri  P.  S.  Mancini,  nella  tornata  del  14 
marzo  1885  Roma.  Tipografia  della  Camera  dei  Deputati,  1885,  in-8, 
pag.  20. 

Commemorazione  dell'avvocato  Leone  Fortis,  letta  all'Ateneo  di  Ve- 
nezia la  sera  dA  16  aprile  188,5.  (Estratto  dall'  Ateneo  Veneto, 
Marzo-Aprile  1885).  Venezia,  Stabilimento  Tipo-litografico  M.  Fon- 
tana, 1885,  in-8,  pag.  18. 

Commkmorazione  di  Sebastiano  Tecohio,  letta  alV  Ateneo  di  Venezia 
il  24  gennaio  1887.  Venezia,  Tipografia  àoìV Adriatico,  1887.  In-8,  p.  32. 

Sulle  Condizioni  del  Consolato  Italiano  a  Trieste,  Discorso  pro- 
nunciato dal  deputato  Pascolato  nella  tornata  dell'  8  giugno  1889 
alla,  Camera  dei  Deputati.  Roma,  Tipografia  della  Camei'a  dei  De- 
putati, 1889.  In-16,  pag.  14. 

Sul  governo  dei  fiumi  e  sui  provvedimenti  per  gli  inondati  del 
1889.  Discorso  pronunciato  dal  deputato  Alessandro  Pascolato  alla 
Camera  dei  Deputati  nella  Tornata  del  10  Giugno  1890.  Roma, 
Tipografia  della  Camera  dei  Deputati,  1890.  Iti-IB,  pag.  23. 

Sull'esercizio  dell'industria  dei  Telefoni,  discorso  pronunciato  dal 
deputato  Alessandro  Pascolato  alla  Camera  dei  Deputati  nella  tor- 
nata del  30  giugno  1890.  Roma,  Tipografia  della  Camera  dei  De- 
putati, 1890.  In-8,  pag.  28. 

Il  Telefono  alla  Camera  dei  Deputati.  (Estratto  dalla  Rassegna  Na- 
zionale, anno  XII).  Firenze,  uffizio  della  Rassegna  Nazionale,  1890, 
coi  tipi  di  M.  Cellini  e  C.  In-8,  pag.  25. 

Fra  Paolo  Sarpi,  studio  con  facsimile  ed  appendice  contenente  alcuni 
scritti  inediti  del  Sarpi.  Ulrico  Hoepli,  Milano  1893  (Firenze,  tipo- 
grafia di  Salvadore  Landi).- In-8,  pag.  237. 

Isacco  Pesaro  Maurogonato,  commemorazione.  Venezia,  Prem.  Stab. 
Tipo-litog.  Fratelli  Visentini,  1894.  In-8,  pag.  56. 

R.  Scuola  Superiore  di  Commercio  in  Venezia.  Per   V  inaugurazione 


206  N.    PAPADOPOLI 

delV  anno  scolastico  1894-95,  discorso.  Venezia,  Prem.  Stab.  Tipo- 
litogr.  Fratelli  Visentini,  1894.  In-8,  pag.  47. 

R.  Scuola  Superiore  di  Commercio  in  Venezia.  Relazione  annuale  del 
ff.  di  Direttore.  Da  pag.  3  a  9  de  :  L' insegnamento  superiore  e  l'E- 
ducazione mor;ile,  discorso  del  prof.  I^uigi  Arinanni  nella  solenne 
inaugurazione  degli  studi  per  l' anno  scolastico  1895-9fi.  Venezia, 
Prem.  Stab.  Tipo-litogr.  Fratelli  Visentini,  1895.  In-8,  pag.  tì3. 

R.  Scuola  Superiore  di  Commercio  in  Venezia.  Relazione  annuale  del 
jf.  di  Direttore.  Da  pag.  3  a  17  di  :  Venezia  nell'India,  discorso  del 
prof.  Primo  Lanzoni  nella  solenne  inaugurazione  degli  studi  per 
r  anno  scolastico  1896-97.  Venezia,  Prem  Stab.  Tipo-Ut.  Fratelli  Vi- 
sentini, 1896.  In-8,  pag.  76. 

Di  Eduardo  Deodati  Senatore  del  Regno,  m.  e.  del  R.  Istituto  Ve- 
neto DI  Scienze  Lettere  ed  Arti,  commemorazione  letta  nell'adu- 
nanza del  20  giugno  1897.  Venezia,  Tip.  Ferrari,  1897  (dagli  Atti 
del  R.  Istituto  Veneto  di  scienze,  lettere  ed  arti^  Tomo  Vili,  Serie 
VII).  In-8,  pag.  31. 

Sul  Bilancio  dflle  Poste  e  Telegrafi,  discorsi  del  deputato  Pasco- 
lato pronunziati  alla  Camera  dei  Deputati  nelle  tornate  dei  giorni 
1,  .5,  6  e  8  luglio  1897.  Roma,  Tipografia  della  Camera  dei  Depu- 
tati, 1897.  In-8,  pag.  47. 

Dell'insegnamento  Commerciale  e  della  Scuola  Supcriore  di  Ve- 
nezia, discorso  tenuto  nella  solenne  inaugurazione  dell'  anno  scola- 
stico 1897-98.  Venezia,  Prem.  Stab.  Tipo-litografico  Fratelli  Visen- 
tini, 1897.  In-8,  pag.  40. 

Dell'insegnamento  commerciale  nel  1898,  discorso  tenuto  nella  solenne 
inaugurazione  dell'anno  scolastico  1898-99  alla  R.  Scuola  Superiore 
di  Commercio  in  Venezia.  Venezia,  Stab.  Tipo-lit.  Successore  M, 
Fontana,  1898.  In-8,  pag.  41. 

R.  Scuola  Superiore  di  Commercio  in  Venezia.  Relazione  suW  anda- 
mento della  Scuola  neW  anno  1898-99  del  ff.  di  Direttore.  Venezia, 
Stab.  Tipo-lit.  Successore  M.  Fontana,   1899.  [n-8,  pag.  19. 

Marco  Diena,  commemorazione  letta  all'Ateneo  di  Venezia  il  24  gen- 
naio 1900.  Venezia,  Prem.  Stab.  Tip.-lit.  Visentini  cav.  Federico, 
1900.  In-8,  pag.  41. 

I  Profughi  Veneti  e  Lombardi  a  Venezia  nel  1848.  Documenti  con- 
servati dal  dottor  Antonio  Berti.,  puhlicati  da  A.  P.  Venezia,  Tipo- 
grafia di  Carlo  Ferrari  1901  (dagli  Atti  del  R.  Istituto  Veneto  di 
scienze^  lettere  ed  arti.  Tomo  LX,  parte  II).  In-8,  pag.   75. 

R.  Scuola  Superiore  di  Commercio  di  Venezia.  Relazione  suW  anda- 
mento della  Scuola  neW  anno  1900-1901  del  Direttore.  Venezia, 
Stab.  Tipo-lit.  Success.  M.  Fontana,- 1901.  In-8,  pag.  24. 

Re  Lear  e  Ballo  in  Maschera.  Lettere  di  Giuseppe  Verdi  ad  Antonio 
Somma,  pubblicate  da  A.  P.  Città  di  Castello,  S.  Lapi  1902.  In-16, 
pag.  98  con  fac-simile. 


COMMEMORAZ.    DEL    M.    E.    ALESSANDRO    PASCOLATO  207 

R.  Scuola  Superiork  m  Commercio  di  Venezia.  Relazione  shW  anda- 
mento della  Scuola  nell'anno  1901-1902  del  Direttore.  Venezia,  Btab. 
Tipo-lit.  Success.  M.  Fontana,  1902.  In-8,  pag.  18. 

R.  Scuola  Superiore  di  Commercio  di  Venezia.  Questioni  scolastiche, 
discorso  tenuto  nella  solenne  inaugurazione  dell'  anno  scolastico 
1903-1904.  Venezia,  Stab.  Tipo-lit.  Success.  M.  Fontana,  1908.  In-8, 
pag.  34. 

Relazione  della  Commissione  per  il  proposto  contributo  per  il  monu- 
mento ai  fratelli  Lodovico  e  Valentino  Pasini.  Venezia,  Officine 
Grafiche  di  C.  Ferrari  1904  (dagli  Atti  del  R.  Istituto  Veneto  di 
scienze,  lettere  ed  arti.  Tomo  LXII,  parte  I.).  In-8,  pag.  6. 

Danikle  Manin,  commeȓOrazione  tenuta  nel  primo  centenario  della  sua 
nascita  nella  sala  del  Senato  in  Palazzo  Ducale  per  incarico  del 
Municipio  di  Venezia  e  dell'  Ateneo  Veneto.  Edita  a  cuia  del  Muni- 
cipio di  Venezia  (Officine  Grafiche  di  Carlo  Ferrari,  Venezia,  1904). 
In-8,  pag.  47. 

GIORNALI 

La  Stampa,  organo  del  partito  liberale.  Giornale  diretto  da  A.  P.  dal 
1.  Gennaio  1869  al  29  Aprile  1870. 

Il  Monitore  Giudiziario.  Si  pubblicò  dal  1.  Gennaio  1872  al  12  feb- 
braio 1881,  data  in  cui  si  fuse  col  Foro  Italiano.  Fu  fondato  e  di- 
retto, con  sacrifici  economici  da  A.  P.  per  contribuire  all'opera  del- 
l' unificazione  legislativa  della  Venezia  col  Regno. 

Il  Rinnovamento.  A.  P.  ne  fu  collaboratore  assiduo  per  parecchi  anni. 

SCRITTI  INEDITI 

Sulla  Riforma  del  Senato,  conferenza  tenuta  all'Ateneo  Veneto  nel 
Marzo  1882.  Havvene  un  breve  sunto  in  U  Ateneo  Veneto  Serie  V, 
1882,  n.  3-4,  pag.  261. 

Musica  sacra  e  Melodramma.  Conferenza  tenuta  al  Liceo  Musicale  Be- 
nedetto Marcello  il  2  Aprile  1882. 

L'arte  del  Leggere.  Conferenza  tenuta  come  sopra  il  20  marzo  1883. 

Musica  e  Parola.  Conferenza  tenuta  come  sopra  il  21  Agosto  1887. 

Paolo  Paruta  e  i  suoi  tempi.  Conferenza  tenuta  al  Collegio  Romano 
il  13  Aprile  1893. 

Venezia  :  la  rivolta.  Conferenza  tenuta  nel  Teatro  Goldoni  di  Venezia 
il  16  Marzo  1898. 

Venezia  :  la  resistenza.  Conferenza  tenuta  nello  stesso  luogo  il  18 
Marzo  1898. 

Regesto  degli  Atti  Costituzionali  e  Legislativi  dei  Governi  di 
Venezia  nel  1848-49.  Questo  era  forse  il  titolo  del  lavoro  poderoso 
di  cui  il  P.  cosi  ebbe  a  dichiarare  lo  scopo  e  il  disegno  :  "  Racco- 
"  gliere  e  coordinare  sotto  1'  aspetto  giuridico  gli    atti    dei  vari  go- 


208  N.  papadopoli 

"  verni  che  si  succedettero  a  Venezia  durante  quei  diciassette  mesi  : 
"  esaminare  i  passaggi  e  le  trasmissioni  del  potere  e  le  forme  del 
"  reggimento:  descrivere  la  vita  e  l'azione  delle  due  Assemblee  che 
"  ebbe  Venezia  in  quel  tempo:  notare  infine  <ì  commentare  i  prov- 
"  vedimenti  con  cui  si  modificò  o  si  corresse,  là  dove  parve  più  ne- 
"  cessarlo  e  più  urgente,  la  legislazione  austriaca  che  rimaneva  in 
"  vigore  „.  Il  P.  annunziò  al  R.  Istituto  Veneto  di  Scienze,  Letteie 
ed  Arti  la  prima  parte  di  questo  lavoro,  che  si  riferiva  al  periodo 
dal  22  marzo  al  4  luglio  1848,  cioè  fino  alla  fusione  col  Piemonte  ; 
ma,  volendo  rivederla  e  armonizzarla  con  le  parti  successive,  nem- 
meno essa  fu  stampata  negli  Atti  del  R.  Istituto.  L' opera  rimase 
così  inedita  del  tutto  ed  anche  incompiuta,  sebbene  1'  A.  ne  avesse 
raccolto  largamente  i  materiali. 

ISCRIZIONI 

Nell'attesa  che  si  compia  il  voto  da  me  formulato,    parvenu    conve- 
niente dare  qui  un  saggio  di  quelle  dettate  dal  Pascolato: 

(Sotto  il  meddylione  in  bronzo  alV Ascensione)  (1) 

GIUSEPPE  SIRTORI  —  Nell'Assemblea  di  Venezia  —  votò  la  re- 
sistenza AD  OtINI  COSTO  —  A  MalGHERA  A  BrONDOLO  —  TENNE  IL 
VOTO    —    1848-49    —    MDCCCLXXVI. 

{ivi) 

JACOPO  CASTELLI  —  fin  da  l'alba  de'  nuovi  tempi  —  volle  Ita- 
lia  UNA    —  CON  LA  dinastia  DI  SaVOIA  --  PROMOVENDO  INSTAURANDO 

IN  Venezia  —  il  governo  di  Re  Carlo   Alberto  —  1791-1849  — 

MDCCCXC. 

{ivi) 

ISACCO  PESARO  MAUROGONATO  —  patriota  insigne  —  economi- 
sta sapiente  —  RESSE  LA  PUBBLICA  FINANZA  —  QUANDO  VENEZIA 
—    SOLA    —   RESISTEVA    A   UN    IMPERO    —    MDCCCXCIV. 


(1)  L'epigrafe  dettata  originariamente,  che  non  fu  scolpita  per  in- 
tero pei  ragioni  di  spazio,  suonava  così  : 

Giuseppe  Sirtori  —  soldato  dell'  indipendenza  -  da.  Venezia  alla 
seconda  Custoza  —  col  coraggio  stupefece  i  più  intrepidi  —  rivelò  doti 
eccelse  di  capitano  —  all'  Assemblea  Veneziana  votò  la  magnanima  resi- 
stenza —  a  Marghera  a  B rondalo  tenne  il  voto  —  fu  de'  Mille  —  capo 
di  Stato  Maggiore  di  Garibaldi  -  cooperò  alla  liberazione  del  mezzodì 
—  virtuoso  austero  credente  —  oj>erò  pai)  molto  —  pronto  a  dar  tutto 
alla  patria  —  anche  la  fuma. 


COMkEMORAZ.    DEL    M.    E.    ALESSANDRO   PASCOLATO  209 

(Sul  fianco  della  Chiesa  degli  Scalzi  alla  Stazione) 

IL  NOME  DI  AGOSTINO  STEFANI  muratoee  —  da  Budoja  nel  Friuli 

—  messo  a  morte  dai  nostri  —  per  ingiusto  sospetto  di  tradi- 
mento —  quando  offriva  spontaneo  la  vita  —  movendo  al 
campo  nemico  per  dar  fuoco  a  una  mina  —  venezia  redenta  — 
tramanda  ai  posteri  con  lie  benedizioni  —  che  sull^umile  eroe 

—  l'Assemblea  del  1849  invocava  —  22  marzo  1898. 

{Sotto  il  busto  nel  Palazzo  Ducale) 

DANIELE  MANIN  —  ispiratore  e  duce  —  della  rivolta  di  Vene- 
zia —  contro  la  signoria  straniera  —  della  resistenza  —  AL 
fuoco  al  morbo  alla  famk  —  onde   rifulse   davanti  al  mondo 

—  il  diritto  delle  italiche  genti  —  d'  esser  nazione. 

(Sulla  casa  a  Fullina  di  Trerisu) 

Qui  nacque  k  santamente  morì  —  ricco  d'anni  di  meriti  di  benedi- 
zioni   -  JACOPO  BERNARDI  —  scrittore  educatore  filantropo 

insigne  —  CHE  TENENDO  LA  PROMESSA  FEDE  AL  SANTUARIO  —  QUANDO 
PIÙ  PERVKVA  IL  DISSIDIO  —  DELLE  DUE  POTESTÀ  —  MOSTRÒ  COME  SI 
UNISCANO  IN  ANIMA  PURA  —  VIRTÙ  DI  SACERDOTE  —  ARDENTE  AMORE 
DI   PATRIA   —    N.    1813    -    M.    1897      -    IL    CoMUNE   —    MDCCCXCVIII. 

{Sulla  villa  Fapadopoli  a  Marocco  di  Mestre) 

Qui  DELLA  RESA  DI  VENEZIA  —  NON  PER  ARMI  —  MA  PER  FAME  E  PE- 
STILENZA DOMATA  —  TRATTARONO  COLL'  AUSTRIACO  ASSEDIANTE  — 
GLI  INVIATI  DELLA  CITTÀ  E  DELLE  MILIZIE  —  MENTRE  ASSEMBLEA  K 
GOVERNO  —  VOLENDO  IGNORARE  QUEL  PATTO  —  A  SALVEZZA  DEL  DI- 
RITTO   NAZIONALE    —    SPARIVANO    —   AGOSTO    1849. 


::3y 


Atti    dkl  Rkaj-k   Isiituto   Vknk'io  di   sciknzk.    lkttkrk  kd  arti 
Anno  iiccadeinieo  l'.M)T-'.>(>S  -  Tomo  LXVIl  -  Parte  prima. 


SULLA  HI('EH(  A  TOSSl(^OLO(iI('A 
DELLA    EROINA,    DIONINA,    PERONINA 

DEL  DOTT.  GEPPINO  GHIRARDI 

(f>)-rseiif(/f(t  lìdi  prof.   I\  Spini  iii.  e.  iicìFaiì.  o/v/.  <h'l   14  (filtrino   1908) 


Noir  adunanza  del  80  ottobre  1904  del  R.  Istituto  A'eneto 
il  sig.  ])rof.  Pietro  Spica  presentava  una  mia  relazione  sulla  ri- 
cerca tossicologica  della  eroina,  dionina,  peronina,  che  fu  poi 
pubblicata  negli  Atti  del  R.  Istituto,  anno  accademico  1904-905, 
Tomo  LXIV,  parte  seconda,  pag.  305-822. 

Avendo  ora  veduto  che  il  sig.  prof.  Magnanimi  di  Sassari 
riferì  al  YI^*  Congresso  internazionale  di  Chimica  applicata,  in 
Roma  (1906),  sullo  stesso  tema  da  me  trattato  (Atti  del  Congresso, 
Sezione  Vili  A-B  pag.  329)  e  che  egli  non  giunse  a  più  vaste 
conclusioni  nelle  sue  ricerche,  ma  che  anzi  nella  suddetta  rela- 
*zione  non  sono  citati  che  pochi  risultati  di  quello  studio,  in  parte 
discordanti  da  quelli  da  me  ottenuti,  tengo  a  far  notare  la  prio- 
rità delle  mie  ricerche  e  le  maggiori  e  più  sicure  conclusioni  a 
cui  le  dette  mie  ricerche  condussero. 

Cesenit,  1"  (jiiiyno   1V08. 


Atti  dkl  Rrat.k  Istituto  Veneto  di  sciènze,  lettere  ed  arti 
Anno  jiccadeinico  1907-908  -  Tomo  LXVII  -  Parte  prima. 


ADUNANZA    ORDINA  II  1  A 
DEL  5  LUGLIO  1908 


PRESIDENZA  DEL  M.  E.  FERRARIS 

PRESIDENTE 

Presenti  i  membri  effettivi  :  G.  Berchet,  segretario  ;  N.  Tamas- 
siA,  vice-segretario  ;  Lorenzoni,  Trois,  Bernardi,  De  Gio- 
vanni, Bellati,  Teza,  Martini,  A.  Tamassia,  Papadodoli, 
Da  Schio,  Stefani,  G.  B.  De  Toni,  Galanti,  Ricci,  Po- 
lacco, YicENTiNi,  Verson,  Brugi,  Ciscato,  Bonome,  Ca- 
tellani,  Crescini  ;  ed  i  soci  corrispondenti  :  F.  Berchet, 
Sacerdoti,  Predelli,  Breda,  Malagola,  Levi-Civita,  Laz- 
zarini.  Lori,  Meschinelli,  Morelli. 

Giustificano  l'assenza  i  mni.  ee.  :  Veronese,  vice-presidente  ;  Sac- 
CARDO,  P.  Spica  ;  ed  i  ss.  ce.  :  D'Arcais,  Giordano,  Poggi. 

Letto  ed  approvato  l'Atto  della  precedente  adunanza,  il  Pre- 
sidente fa  le  seguenti  comunicazioni  : 

Appresa  la  dolorosa  notizia  della  morte  del  s.  e.  De  Nicolis, 
il  Presidente,  sicuro  d'  interpretare  i  sentimenti  dell'  Istituto,  si  è 
affrettato  a  telegrafare  alla  famiglia  del  compianto  socio  le  con- 
doglianze dell'Istituto,  e  ad  incaricare  il  Sindaco  di  S.  Massimo 
dell'Adige  e  il  s.  e.  Massalongo  a  Verona  di  rappresentare  l' Isti- 
tuto alle  onoranze  funebri,  che  saranno  tributate  all'estinto. 

Il  m.  e.  Vicentini,  a  cui  in  occasione  di  un  grave  e  recente 
lutto  domestico  l' Istituto  partecipò  il  proprio  cordoglio,  ringrazia 
r  Istituto  dell'  affettuosa  manifestazione  a  suo  riguardo. 

L'  Istituzione  Morelli  di  Bergamo  fece  omaggio  all'  Istituto 
del  ritratto  del  sen.  Giovanni  Morelli,  accompagnando  il  dono  con 
cortese  lettera.  La  Presidenza  dell'  Istituto  ha  ringraziato  in  nome 
del  Corpo  accademico. 


214  ADUNANZA    ORDINAEIA 

y  Comitato  pel  Congresso  internazionale  delle  scienze  sto- 
riche, che  si  terrà  a  Berlino  nell'  agosto  prossimo,  ha  inviato  i 
snoi  ringraziamenti  per  1'  adesione  che  l' Istituto  ha  dato  all'  iìi- 
vito,  affidando  la  propria  rappresentanza  al  m.  e.  prof.    Brugi. 

Soggiunge  il  Presidente  che  i  nnn.  ee.  che  fossero  disposti 
a  recarsi  a  Berlino,  per  prender  parte  ai  lavori  del  Congresso, 
sono  pregati  di  darne  notizia  all'  Istituto,  affinchè  anche  ad  essi 
possa  esser  estesa  la  rappresentanza  del  Corpo  accademico. 

Hanno  inviato  inviti  di  adesione  e  relativi  statuti  e  circolari 
la  costituenda  Società  Vercellese  di  storia  e  d'  arte,  il  Congresso 
internazionale  del  libero  scambio,  che  si  terrà  a  Londra  dal  4  al 
7  agosto  p.  V.,  il  Comitato  pel  I.  Congresso  internazionale  delle 
scienze  amministrative  a  Bruxelles,  che  avrà  luogo  nel  1910,  la 
Società  Italiana  per  il  progresso  delle  scienze,  che  si  raccoglierà 
a  Congresso  in  Firenze  dal  18  al  25  ottobre  p.  v. 

L' Istituto  ne  prende  atto  e  invierà  a  suo  tempo  la  richiesta 
adesione. 

La  R.  Accademia  delle  scienze  di  Torino  ha  invitato  ad  ade- 
rire alla  celebrazione  solenne  delia  ricorrenza  centenaria  della 
pubblicazione  della  celeberrima  Memoria  di  Amedeo  Avogadro, 
sulla  costituzione  molecolare  dei  gaz.  La  solennità  avrà  luogo  nel 
1911.  L'Istituto,  su  proposta  del  Presidente,  delibera  d'inviare 
sin  d'  ora  la  propria  adesione,  riservandosi  di  determinare  a  suo 
tempo  il  modo  con  cui  l' Istituto  stesso  dovrà  partecipare  alla 
solennità  scientifica. 

E  presentato  quindi  il  Catalogo  dei  lil)ri  e  degli  opuscoli 
ultimamente  acquistati  e  pervenuti   in   dono   all'  Istituto. 

Seguono  quindi  le  letture  poste  all'  ordine  del  giorno  : 

E.  F.  Trois,  m.  e.  :  Nota  sopra  una.  forma  di  meta  cromai  ìsmo 
oasprmta  in  un^  esemplare  di  Pleuronectes  itaìicus  Giinth,  preso 
nella  laguna  di  Venezia.  —  L'  esemplare  presenta  tre  tinte  di- 
stinte :  grigia,  nera  e  gialla,  costituendo  il  caso  di  metacromatismo 
rarissimo  distinto  dal  compianto  prof.  P.  Pavesi  col  nome  di 
icteropardellis. 

B.  Brugi,  m.   e.:   La  pubblicazione  deyli  Annali  della  nazione 


DEL    5    LUGLIf)    1008  215 

tedesca  (ir/lo  Studio  di  Padova  infrapren  dulia  li.  Depatazlone 
di  storia  [Kttria.  —  Gli  atti  deg-li  scolari  giuristi  sono  jìiiMilicati 
(la   Ini   stesso  ;  quelli  deg-li  artisti  dal  prof.  Favaro. 

ludica  i  criteri  con  cui  la  pubblicazione  ò  fatta  e  mostra 
r  importanza  di  essa  per  la  storia  dell'  Università  di  Padova 
e  di  Venezia. 

Finita  la  lettura*  del  prof.  Brugi,  il  quale  ha  ricordato  l'opera 
del  Presidente  Ferraris,  che  come  Rettore  dell'  Università  di  Pa- 
dova ha  curato  il  riordinamento  e  il  deposito  del  prezioso  archivio 
antico  universitario  nella  R.  Biblioteca  universitaria  di  Padova,  non- 
ché il  valido  sussidio  della  R.  Deputazione  veneta  di  storia  patria 
e  particolarmente  del  pres.  Favaro  e  del  segr.  Berchet  e  le  beneme- 
renze del  s.  e.  comm.  Carlo  Malagola,  per  la  pubblicazione  di  un 
monumento  di  così  grande  importanza  per  la  storia  dell'Ateneo 
di  Padova,  il  Presidente  porge  un  vivo  ringraziamento  al  prof. 
Brugi  che  si  è  sobbarcato  alle  fatiche  di  un  tanto  lavoro  e  pro- 
pone, e  r  Istituto  unanime  assente,  che  la  nota  or  ora  letta  dal 
prof.  Brugi,  stampata  in  sufficente  numero  d'  esemplari,  sia  in- 
viata al  Comitato  del  Congresso  storico  che  si  terrà  a  Berlino, 
quale  segno  dell'  adesione  dell'  Istituto  ai  lavori  e  agli  intenti 
scientifici  della  grande  adunanza  internazionale. 

Il  prof.  Polacco,  quale  Rettore  dell'  Università  di  Padova,  si 
associa  al  plauso  fatto  dal  Presidente  al  prof.  Brugi. 

A.  Sacerdoti,  s.  e.  :  La  legge  impeiiale  germanica  sul  con- 
tratto d'  assicurazione  approifata  dal  Reichstag    nel  maggio    1908. 

—  Dopo  aver  date  diffuse  notizie  sulla  genesi  della  legge,  sui  suoi 
criteri  informativi  e  sulla  sua  efficienza  nel  complesso  della  legis- 
lazione germanica,  espone  parecchi  esempi  del  suo  indirizzo  che 
consiste  essenzialmente  nel  dare  la  più  vasta  applicazione  e  la 
maggiore  efficacia  al  contratto  di  assicurazione,  accennando  in  via 
di  raffronto  alla  legislazione  italiana,  a  quella  d'  altri  Stati  ed  a 
progetti  in  corso  di   studio. 

A.  Breda,  s.  e.  :  /  più  vecchi  lazzaretti  medioevali  in  Europa. 

—  E  un  lavoro,  sorto    da    ricerche  complesse  intorno  alla  Lepra. 

Riferisce,  anzitutto,  i  provvedimenti  mosaici,  la  storia  della 
penetrazione  del  morbo    in  Italia  e    nel    vasto    Impero    Romano. 


216  ADUNANZA    OEDINARIA 

Esso  non  si  impose  guari  né    colle    fulminee    devastazioni    della 
peste,  ne  colla  improvvisa  comparsa  e  malignità  della  lue. 

Come  "  vetustissimus  viguit,  apud  orientales,  mos  lebrosos 
homines  separatis  aedibus  includendi,  ne  eorum  consortio,  alii 
ex  sordidi  morbi  contagione  laederentur  „,  così  anche  1'  Europa 
contrappose  all'  invincibile  morbo,  più  che  tre  volte  millenario,  i 
lazzaretti. 

Accenna  a  varii  di  essi  esistiti  in  Francia,  Olanda,  Inghil- 
terra, Italia  dal  460  d.  Cr.  al  952  :  quindi  a  molti  degli  altri, 
immensamente  più  numerosi,  che  funzionarono  in  Italia,  Francia, 
Danimarca,  Inghilterra,  Norvegia  ed  altre  contrade  di  Europa 
massime  dopo  le  due  prime  crociate,  ed  in  seguito,  dopo  le  suc- 
cessive :  lazzaretti  che,  col  sorgere  susseguente,  rappresentano  le 
vie  di  propagazione  della  epidemia,  la  sua  vastità  ed  importanza 
sociale. 

Studia  quindi  le  vicende  dei  candidati  alla  segregazione  per- 
petua dal  consorzio  umano  ;  le  norme  pel  riconoscimento  della 
malattia  fatale  :  trova  giudici  severi,  sereni,  norme  pregevoli  per 
r  epoca,  ma  ciò  in  pochi  paesi,  eccezionalmente.  Tanto  più  im- 
pressionano alcune  guarigioni  conseguite  con  mezzi  strani  ;  così 
ugualmente  la  esistenza  di  falsi  leprosi,  leprosi  di  speculazione. 

Le  cause,  che  determinarono  in  Europa  la  malattia,  sono  state 
raccolte  e  confermate  dal  nostro  Muratori.  La  venuta  in  Italia 
degli  eserciti  bizantini  ;  i  pellegrini  in  coorti  sempre  più  nume- 
rose, per  buona  parte  miseri  ed  esaltati,  che,  dal  trecento  in 
poi,  attraversarono  con  preghiere  e  lamenti  1'  Europa,  per  giun- 
gere alla  Terra  Santa  ;  infine  le  crociate,  vi  hanno  certo  larga- 
mente contribuito. 

Dalla  lettura  delle  più  moderne  opere  concernenti  il  com- 
mercio d'  Europa  attorno  ai  bacini  dei  mari  Mediterraneo,  Caspio 
e  Nero  e  dei  maggiori  mercati  fin  del  più  lontano  oriente,  gli  è 
sembrato  però  che  i  traffici,  condotti  colle  esigenze  e  costumi  di 
quei  tempi,  debbano  avere  mantenuto  convivenze  e  fusioni  tra  le 
diverse  genti  atte  a  sviluppare  una  influenza  morbigena,  se  non 
così  intensa  come  quella  delle  crociate,  di  essa  molto  più  pro- 
tratta, continuativa  ed  insistente. 

A  suo  avviso  poi,  tra  i  commerci  havvene  uno,  da  nessuno 
sotto  tale  punto  di  vista  mai    menzionato,    che    merita  un  cenno 


DEL    5    LUGLIO    1908  217 

speciale,  vale  a  dire  il  commercio  defili  schiavi.  Trattato  larga- 
mente per  secoli  da  Venezia  e  da  Genova,  fra  tre  continenti,  per 
alimentare  i  maggiori  mercati  di  Venezia,  di  Roma  di  Napoli,  ecc. 
il  fasto  e  la  ìussnria  degli  opulenti,  crede  debba  avere  molto 
influito.  Fa  ritenere  ciò  anche  la  circostanza  che  tra  nomi  di 
leprosi  e  leprose  accolti  nel  lazzaretto  di  Venezia  e  nomi  di  ta- 
lune schiave  circasse,  turche  ecc.  che  soggiornarono  a  Venezia, 
gli  sembra  corrano  alcune  analogie. 

F.  Lori,  s.  e:  Le  dimensioni  più  opportune  dei  rocchetti  di 
autoinduzione  senza  ferro  per  ottenere  fenomeni  di  risonanza  elct- 
tromagnetica.  —  Come  il  fenomeno  dalla  risonanza  acustica  può 
essere  utilizzato  per  analizzare  i  suoni,  così  quello  della  riso- 
nanza elettromagnetica  può  essere  utilizzato  per  analizzare  le 
correnti.  Ma  a  cagione  dei  fenomeni  dissipativi  non  è  agevole 
ottenere  fenomeni  di  risonanza  elettromagnetica  molto  spiccata, 
specialmente  quando  si  tratta  di  basse  frequenze.  Questa  Nota 
ha  lo  scopo  di  ricercare  alcune  norme,  che  possono  essere  seguite, 
per  ottenere  la  migliore  separazione  delle  correnti  semplici,  che 
compongono  una  corrente  complessa. 

M.  Miorandi  :  Esperienze  col  processo  elettrolitico  Gasparini 
per  decomporre  le  sostanze  organiche  nelle  perizie  chimico-legali, 
(presentata  dal  prof.  P.  Spica,  m.  e.,  a  termini  dell'art.  16  del 
Regolamento  interno).  —  L'A.  riassume  i  risultati  di  esperienze  da 
lui  istituite  l'anno  scorso  in  questo  Istituto.  Come  si  può  rilevare 
dalle  conclusioni  a  cui  le  esperienze  conducono^  propone  una 
modificazione  assai  vantaggiosa  e  comoda  al  processo  elettrolitico 
Gasparini  applicato  alla  decomposizione  delle  sostanze  organiche, 
nelle  indagini  chimico-legali  per  ricercare  i  veleni  metallici.  Le 
modificazioni  proposte  dall'A.  tolgono  in  massima  parte  gli  incon- 
venienti non  lievi,  che  presenti  il  processo  Gasparini. 

A.  Levi  :  La  partizione  della  filosofia  pratica  in  un  trattato 
medioeoale,  (presentata  dal  prof,  B.  Brugi,  m.  e.,  e.  s.).  —  Dopo 
aver  tratteggiato  —  con  la  scorta  del  Baeumker,  del  Baur  e  del 
de  Wulf  —  la  fio-ura  intellettuale  di  Dominicus  Gnndissalinus. 
appartenente    alla  scuola  dei  traduttori  di  Toledo,  che  tanta   im- 


218  ADUNANZA    ORDINABIA 

poi'taii/a  ebbe  per  lo  sviluppo  del  pensiero  niedioevale,  rantore 
pronde  in  esame  alcune  pa;^ine  del  trattato  del  Gundissalinus  De 
'/ir/s/:nie  phifosophiae,  pubblicato  da  Ludwif^  Baur  nei  BeUrd(jr 
zar  (Jcschlchie  der  Pliilosophle  des  Miffe/a/fcrs,  editi  dal  liaeumker 
e  dal  von  Hertling.  L'  autore  crede  non  sia  privo  d'interesse  il 
dilucidare  la  partizione,  che  il  Gundissalinus  fa  della  filosofìa  pra- 
tica in  tre  rami  :  poUtica.,  economica,  etica  —  specialmente  per  le 
attinenze  che  essa  presenta  con  la  tradizione  del  pensiero  aristo- 
telico, nonché  per  una  certa  sua  apparenza  di  modernità.  L'  autore 
si  trattiene  ad  esaminare  il  contenuto  di  quelle  tre  discipline  se- 
condo il  Gundissalinus;  e  cerca  poi,  con  l'aiuto  del  Baur  e  del 
Mai'iétan,  di  seguire  la  traccia  di  que'.la  tripartizione  della  filo- 
sofia pratica,  che  risale,  se  non  ad  Aristotele,  almeno  al  suo  di- 
scepolo Eudemo,  e  discende,  da  un  lato,  a  traverso  la  scuola  dei 
coumientatori  di  Alessandria,  ai^li  Arabi  ed  al  Gundissalinus  ; 
dall'altro,  a  traverso  Boezio  e  Oassiodoro,  ad  Ugo  di  S.  Vittore; 
finché  le  due  correnti  si  uniscono,  e  la  tripartizione  passa  nel 
Kilwardby,  in  Alberto  Magno,  in  S.  Tommaso,  in  Egidio  Colonna, 
e  fino  al  Savonarola.  Discusse  le  analogie  e  le  differenze  fra 
la  partizione  del  Gundissalinus  e  quelle  degli  altri  pensatori  nie- 
dioevali;  e  rilevato  il  valore  di  certe  osservazioni  del  Gundissa- 
linus specialmente  per  quel  che  riguarda  V  economia,  l' autore 
conclude  con  un  breve  parallelo  fra  la  partizione  della  filosofia 
pratica,  accettata  dallo  scrittore  del  secolo  XII,  e  certa  partizione 
moderna  della  filosofia  sociale. 

I.  Larice:  Sulle  trasformazioni  cremoniaiic  coincide) ate  ia  re- 
lazione alla  imperficie  amaloide  normale  a  due  dimensioni  e  del 
quarto  ordine  dello  spazio  a  cinque  dimensioni  (presentata  dal 
Sen.  Veronese,  Vice-presidente,  e.  s.). 

R.  Torelli:  Sulle  serie  algebriche  di  (/ruppi  di  puii.fi  appar- 
tenenti a  una  curva  algebrica^  (presentata  del  prof.  G.  Ricci,  ni. 
e.,  e.  s.).  —  L'  A.  trova  dapprima  una  formula,  la  quale  assegna 
il  numero  dei  gruppi  di  [j-\-  r  punti;  comuni  a  gruppi  di  una  serie 
algebrica  oc-''  e  a  gruppi  di  una  serie  lineare  -yo'.  Applica  poi  la 
formula  ottenuta  alle  serie  algel)riche  x)'  deducendone  varie  pro- 
prietà di  tali  serie. 


DKi,  f)  liTHir.io   1908 


21}) 


Finite  le  letture,  e,  avuta  la  parola,  il  in.  e.  A.  Da  Schio 
presenta  all'Istituto,  in  nome  e  quale  omaj^gio  dell'autore  clott. 
Hanììro  Fabiani  l'opera  :   Paleontoìogia  dei  Colli  Berici. 

L'Istituto  ne  prende  atto  con  l'iconoscenza  e  ringrazierà  il 
cortesia  donatore.  Il  predetto  ni.  e.  Alni.  Da  Schio  annuncia  pure 
che  fra  brevi  giorni  l'aereonave  Italia  intraprenderà  il  suo  primo 


viaggio. 


Esaurito  l'ordine  del  giorno  dell'adunanza  pubblica,  l'Istituto 
si  raccolse  in  adunanza  privata,  nella  quale  si  trattarono  i  seguenti 


argomenti 


1.  si  è  proceduto  all'elezione  di  ti'c  soci  corrispondenti   delle  pro- 

vincie  venete  ; 

2.  si  è  approvato    il   Regolamento    speciale    per  i  concorsi  indu- 

striali ; 
8.  si  deliberò  di    procedere  alla  riforma    del    Regolamento    della 
Fondazione  Balbi-Yalier  ; 

4.  fu  approvato    il    Conto    consuntivo   1907-1908    ed    il    Bilancio 

preventivo   1908-1909  della  dotazione  governativa; 

5.  si  deliberarono  provvedimenti  per  gli  urgenti  restauri  dell'edifi- 

cio accademico  ; 

6.  e  infine  si  approvò  l'eff'emeride  per  il  nuovo  anno  accademico 

1908-1909: 


1908  Ottobre  .     .     . 

.     25 

1909 

Marzo     .     •      14 

Novembre .     . 

.     15 

Aprile      .     .      18 

Dicembre   .     . 

.     13 

Maggio    9,  23  solenne 

1909  Gennaio      .     .. 

.      10 

Giugno     .     .    13 

Febbraio     .     . 

.     14 

Luglio  ...       4 

//  l'iu'xidcnte 
CARLO  F.  FERRARIS 


Il  Vice-segreUtrid 

N.  Tamassia. 


Atti  del  Rkal,k  Istituto  Vknkto  di  soihJNzis,  lettere  ed  arti 
Anno  accademico  1907-908  -  Tomo  LXVII  -  Parte  prima. 


Nota  sopra  una  forma  di  metacromatismo 
osservata  in  un  esemplare  di  Pleuronectes 
italicus,  Gunth  :  preso  nella  Laguna  di 
Venezia. 

DI  ENRICO  FILIPPO  TROIS,  m.   e. 

{Adunanza  del  5  luglio  1908) 


L'  interesse  rivolto  dagli  ittiologi  sopra  i  casi  di  anormale 
colorazione  nei  pesci,  dove  più  raramente  si  riscontra,  impone 
l'obbligo  di  farne  conoscere  le  varie  forme. 

Neil'  agosto  dello  scorso  anno  ebbi  là  fortuna  di  trovare  un'e- 
semplare di  PI.  italicus  di  24  centimetri  di  lunghezza  totale,  di 
colorazione  singolarissima  ed  in  condizioni  eccellenti  per  poter 
essere  conservato  nella  Collezione  dell'Istituto. 

Questo  Pleuroncetes,  dal  lato  oculare,  sopra  la  tinta  generale 
del  fondo  grigio  chiaro  è  tutto  cosparso  di  macchie  di  varie  di- 
mensioni di  un  giallo  cromo  chiaro  che  dalla  metà  del  corpo  va 
diventando  sempre  più  sbiadito  verso  la  coda,  mentre  le  macchie 
sono  di  un  giallo  più  deciso  ed  oscuro  verso  la  testa. 

Tutto  il  corpo  dell'  esemplare,  comprese  le  pinne  è  cosparso 
di  pici'.ole  macchie  di  varie  dimensioni  di  un  nero  intenso  che 
esaminate  alla  lente,  di  un  moderato  ingrandimento,  risultano  for- 
mate dall'aggregato  di  macchie  minori  formanti  nel  complesso  una 
asteroide.  Dal  lato  cieco  la  colorazione  del  fondo  è  di  un 
bianco  latteo  normale  però  con  numerose  macchie  brune  sparse 
irregolarmente. 

L'eo-reffio  dott.  Emilio  Ninni,  che  continua  con  tanto  successo 
negli  studi  zoologici  le  splendide  tradizioni  paterne,  in  una  in- 
teressante pubblicazione  sui  (')  Metacromatismi  in    pesci    raccolti 


(U  Atti  del  Congresso  dei  Naturalisti  italiani  promosso  dalla  Società 
italiana  di  Scienze  Naturali.  —  Milano,  190B. 


222  E.    F.    TROIS  -  NOTE    SOPRA    UNA    FORMA    ECC. 

nel  mare  e  laguna  di  Yenezia  dice  giustamente  parlando  del 
PI.  italicus  che  è  questa  la  specie  che  offre  il  maggior  numero 
di  esemplari  anormalmente  colorati  tanto  dal  lato  cieco  quanto 
da  quello  oculare  e  descrive  le  seguenti  forme  : 

EsEMPL.  I.  -  Lato  oculare  di  tinta  normale  ;  vi  sono  sparsi  in- 
numerevoli punti  neri  più  frequenti  lungo  la  linea 
laterale  e  sopra  l' opercolo  —  Lato  cieco  come 
l'oculare  ad  eccezione  della  regione  cefalica  che  è 
bianca  —  Mancano  i  punti  neri  (lungh.  19  cen- 
timetri). 

EsEMPL.  IL    -  Lato  oculare  di  tinta  più  oscura    della    normale  i 
punti   neri  prendono  un'aspetto  granuloso  sensibile 
al  tatto  -  -  Lato  cieco  come  l'oculare,  i  punti  neri 
sono  meno  frequenti  (lungh.  20  centimetri). 
EsEMPL.  in.  -  Lato    oculare    normale  —  Lato    cieco   pigmentato 
„  come  l'oculare  ad  eccezione  di  una  piccola  porzione 

„  della  testa  e  della  coda  che  sono  bianche. 

EsEMPL.  IV.  -  Lato  oculare  sparso  di  minutissimi  punti  neri   che 
„  danno  a  prima  vista  al  pesce  un'aspetto  melanico 

—  Lato  cieco  leo:2:ermente  pio-mentato  con  diverse 
„  macchie  di  un  bruno  carico,  al   centro    di    ognuna 

„  di  queste  havvi   il  punticino  nero. 

Dalle  descrizioni  qui  riportate  e,  per  quanto  mi  fu  dato  sa- 
pere, non  conosco  casi  riguardanti  il  PL  italicus  in  cui  entri  per 
terza  tinta  il  giallo  ciò  che  costituisce  la  forma  più  rara  di  me- 
tacromatismo  distinta  dal  compianto  Pavesi  col  nome  di  icteropar- 
dalis,  da  me  accolta  ed  applicata  in  altre  occasioni  a  proposito 
di  ano-uille  di  colorazione  anormale. 


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(Licenzidte  le  bozze  per  la  stampa  il  (jiorno  2  agosto   1D08). 


Atti  del  Realk  Istituto  Veneto  di  scienze,    lettere  ed  arti 
Anno  accademico  1907-908  -  Tomo  LXVIL  -  Parte  prima. 


CATALOGO  DEI  LIBRI  ED  OPUSCOLr'^ 

PERVENUTI   ALLA   BIBLIOTECA   DELL'ISTITUTO 

dall' 8  LUGLIO  1907  AL  5  LUGLIO  1908 


Accademia  (L')  dei  Oeor^ottli  nei  suoi  jìià  antichi  ordinamenti.  Memoria 
(lei  Marchese  Piero  Bartjar/li.  —  Firenze,  Ricci,  8°,  br.,  pp.  117. 

Adanis  C.  F.  -  Some  insects  of  Orchard  and  other  fruits. — Fayetteville, 
1907,  8»,  br.,  pp.  17  ili. 

Africa  (L')  nuova  e  il  diritto  pubblico  africano.  -  Vedi  Catellani  E. 

Agassiz  Louis.  -   Words  spoken  hij  Prof.   W.  Jauies.  —  Cambridge,  Uni- 
versity, 1897,  8»,  br.,  pp.  12. 

Albertotti  triuseppe.  -  Contribuzione  alla    cura    della  lussazione  del   cri- 
stallino nella   camera   anteriore.  —  Modena,  Soc.  T«.'p.,  1907,  4^,  br., 
pp.  11. 
U  episodio    biblico    del  riveggente  Tobia.,  nella  scienza   e   nell'arte.  — 

Pavia,  Bizzoni,  1907,  8",  pp.  8,  ili. 
Noticelle  riguardanti  la  storia  degli  occhiali  (Occhiali  scolpiti).  —  Pa- 
dova, Soc.  Tipografica,  8°,  br.,  pp.  12,  ili. 
Ossificazioni  endoculari  (Studio  anatomo-patologico) .  —  Modena,  Soc. 
Tipografica,  1907,  4"'  br.,  pp.  18,  ili. 

Aldrovandi  Ulisse  -  (Illustrazione  del  II  Voi.  dell'  Erbario  di)  —  Vedi 
De  Toni  G.  B. 
(Le  lettere  del  medico  Francesco  Petrollini  ad)  —  Vedi  De  Toni  G.  B. 

Allighieri  Dante.  —  Vedi  Rado  Antax. 

*  Andricli  Gianluigi.  -  Introduzione  allo  studio  del  diritto  italiano.  —  Mi- 

lano, Allegretti,  1908,  16",  tela,  pp.  227. 

*  Androvic  Criovanni  -  Grammatica,  della  lingua  Croato-Serba.  —  Milano, 

Tecnografica,  1908,  16°,  tela,  pp.  299. 


(i)  I  libri  segnati  con    (*)  sono  stati  acquistati. 


224  CATALOGO    DEI    LIBUI    ED    OPUSCOLI 

*  Annuario  (V  Italia  jyer  V  esportazione    e  V  importazione^  di  L.  Fasqiia- 

ì Iteci.    VII  Edlz.,  190S.  —  Roma,  Bertero,  1908,  8"  g.,  tela,  pp.  1640. 
Arcais  (D')    Francesco.   -   Sulla    integrazione   delie    equazioni    lineari   a 
derivate  parziali  (/'  ordine  qualunque.  Nota.  —  Venezia,  Ferrari,  1907, 
8°,  br.,  pp.  19. 

*  Archetti  Andrea.  -  Colle  animali  e  vegetali.!  Gelatine  e  fosfati  d' ossa- 

Industria  -  analisi  -  counnerrio.  —  Milano,  Allegretti,  1908,   16°.  tela. 

pp.  195,  ili. 
Archimede.  -  (Intorno  ad  una  scrittura  inedita  di).  —  Vedi  Favaeo  A. 
Ardig'ò.  -  (La  filosofìa  nel  sistema  delle  scienze  filosofiche  secondo  V).  — 

Vedi  Brugi  B. 
Ars!;-iropul<»  (TÌovanni  e  un  proemio  medioerale  dei  libri  (jiuridici.  -  Vedi 

Tamassia  Nino. 
Aristotele  -  (Il  concetto  della  misura  in )  -  Vedi  Ra(ìnisco  P. 
Arrigoui  degli  Oddi  E.  -  Note  ornitologiche  stilla  collezione  del  Monte  02)- 

partenente  alla  signora  marchesa  M.  Paulucci.  —  Venezia,  Ferrari, 

1908,  8°,  br.,  pp.  19. 
Avena  Antonio.  -  GuglieluK/  da  Fa.^tre/igo  e  gli  inizi  delV  Umanesitìio  in 

Verona.  —  Verona,  Franchini,  8",  br.  pp.  73. 
Ayetta  Adolfo.  -  (Jontributo  alla  storia  della  E.  Biblioteca  Universitaria 

di  Padova.  —  Padova,  Soc.  Coop.  1908,  8°,  br.,  pp.  31,  1  tav. 
La  R.  Biblioteca   Universitaria  di  Padovit.   -   Articoli   vari    tratti   flal 

giornale  «  Il  Veneto  ».  —  Padova,  1908. 
IJag'nacavallo.  -  (Notizie  circa  il  pozzo  artesiano  di)  -  Vedi  Taramelli  T. 
Baretti,  Metastasio,  (xoldoni.  -  Vedi  Dejob  C. 

Bargairli  Pietro  -  L'Accademia  dei  Georgofili  nei  suoi  piti  antichi  ordi- 
namenti. —  Firenze,  Ricci,  1907,  8°,  br.,  pp.  117. 
Barsanti  -  Mattencei  -  (Breve  storia  del  motore).  -  Vedi  Martini  T. 
Bassani  F.  e  (waldìeri  A.  -  Sui   vetri    forati    di  Ottajano    nella    eruzione 

vesuviana    dell'  aprile    1906.  —  Napoli,    De  Rubertis,    1908,    8°.  br.. 

pp.  27,  fig. 
Bassano.  -  Vedi  Cf.  Gterola.  —  //  pittore    Da    Ponte-    Eitrovamenti  ar- 
di eologici. 
Belluno.   -    (Sui    vertebrati   delle    arenarie    mioceniche    di)   -  Vedi    Piaz 

(Dal)  G. 
Bena-isi  Umberto.  -  Catalogo  della  Esposizione  dì  cartografia  parmigiana- 

e  piacentina  nel  salone  della  Palatina  in  Parma  -  (I.  Congre.sso  della 

Società  Italiana  per  il  progresso   delle    Scienze  -  Parma,   Settembre 

1907)  -  Parma,  Adorni,  1907,  16°,  br.,  pp.  43. 
Berlese  Antonio.  -  Nuove  esperienze  contro  la  mosca  delle  olive.  —  Casale, 

Cassone,  1907,  8°,  br.,  pp.  4. 
Berti  Antonio.  -  Sull'  azione  locale    della    bile  e  del   glicocolato    di  soda 

sui  rasi  sanguigni.  —  Venezia,  Ferrari,  1908,  8°,  br.,  pp.  19. 
Bettiolo  Ang-elo-Osvaldo  -  (La  Cairpellina  espiatoria)  a  memoria  del  figlio 

Umberto  iti   Venezia  -  Vedi  Torres  Gr. 


PGUVENUTI    ALLA    BIBLIOTECA    1)  KLl'iSTITUTO  225 

Biadego  tliuseppe.  -  Vedi  Zamboni  A.  —  Parigi  nel  1804. 

Bìbliotecji  e  Archivio  di  Panna  -  {Atlanti  e  Carte  nautiche  dal  secolo  XIV 
al  XVII  conservati  )idla)  -  Note  di  Mario  Longhena.  —  Parma,  Zer- 
bini, niOT,  8",  l)r..  pp.  46.  1  tay. 

Biblioteca  Palatina  dì  Parma  -  Esjìosizione  di  rartografia  parmigiana  e 
piacentina  nel  salone  della  Palatina,  1907  (in  occasione  del  primo 
Congresso  della  Società  Italiana  per  il  progresso  delle  scienze  -  Parma, 
settembre).  -  Catalogo  compilato  dal  prof.  Umberto  Benassi.  —  Parma. 
Adorni,  1907.  16«.  br.,  pp.  43. 
(Inventario  der  manosci-itti  geografici  della)  -  compilato  dal  prof.  Pietro 
Grribaudi.  —  Parma,  Fiaccadori,  1907,  16°,  br.,  pp.  24. 

Big'onì  (Tiiido.  -  Pei-  la  lega  fra  Genova  e  l'  Ungheria  nel  1352.  -  Pavia, 
Fusi,  1907,  4°,  br.,  pp.  14. 

Boddaert  D.  -  Misure  ììiagnetiche  nei  dintoìiii  di  Torino.  Declinazione  e 
inclinazione.  —  Torino,  Bona,  1907,  4°,  br.,  pp.  63,  1  tav. 

Bolnn  Josef  (lieorg-.  -  Die  l-unst-uhren  auf  der  k.  lì.  Sternwarte  zu  Prag. 
Anf  offcntlichc  Kostenherausgegehen  von  Prof.  Dr.  Ladislaus  Weinel: 
Director  dei  lì.  k.  Sternwarte  in  Prag.  —  Prag,  Bellmann,  1908. 
4",  V,  tela,  pp.  48,  21  Tafeln. 

*  Bonetti  Emilia.  -  L'arte  del  taglio  eia  confezione  d'abiti  per  signora. — 

Milano,  Allegretti,  1908,  16",  tela,  pp.  296,  55  tavole  e  31  figurini. 
Bonoiii  Antonio.  -  La  Bonifica  Polesana  a  destra  di  Canalhianco  e  di  Po  di 

Levante.  Parte  prima.  —  Padova,  Prosperini,  1907,  8°,  br.  pp.  206,  1  tav. 
Borotto.  -  Vedi  Saetori  Borotto. 
Borredon  (4.  -  Excelsior  o  la  soluzione  dell' immenso  problema  dell'ignoto. 

La  Luna  è  la  Calamita  del  Mondo  —  ovvero  la  falsità  del  Sistema  di 

Neudon  e  la  scoperta  del  vero  Sistema  del  mondo.  —  Napoli,  Granito. 

1906,  8",  br.,  pp.  114. 

Realtà  dell'  essere.  U  essere  è  il  non  essere.  Tempo  e  spazio.  Brevi  cenni 
in  continuazione  del  libro  ^  Excelsior  y,  e  la  soluzione  dell'immenso 
problema  dell'  ignoto.  —  Napoli,  Grranito,  1907,  8°,  br.,  pp.  12. 

Breda  Achille.  -  Della  Pitgriasis  Eitbra  Pilaì'is.  —  Venezia,  Ferrari.  1908, 
8".  br..  pp.  19. 

Brngl  Biagio.  -  Storia  della  giurisprudenza  e  storia  delle  cattedre  univer- 
sitarie. Nota.  —  Venezia,  Ferrari,  1908,  8°,  br.,  pp.  7. 

*  Brun  (De)  Alessandro.  -  La  contabilità  delle  aziende  rurali  per  le  fat- 

torie e  scuole  agrarie  d'Italia.  —  Milano,  Tecnografica.  1908,  16°,  tela, 
pp.  539. 

Brnnelli  Angusto.  -  La  comunicazione  diretta  tra  Romei  e  il  mare  e  l'e- 
sposizione del  1911.  —  Roma,  Colombo,  1907,  8°,  br.,  pp.  16. 

Bullo  Carlo.  -  Le  iscrizioni  lapidarie  di  Chioggia. — Venezia,  Hoc.  M.  S. 
Comp.,  1908,  8°,  br..  pp.  137. 

Bullo  {i.  S.,  3Ioschini  A.,  Salvottì  V.  -  Progetto  di  massima  di  un  canale 
navigabile  fra  Chioggia  e  il  Po.  Relazione.    —  Padova,    Prosperini, 

1907,  4°,  br.,  pp.  16.  1  tav. 


226  CATALOGO    DEI    LIBRI    ED    OPUSCOLI 

Bullo  a.  S.  e  Salvotti  Y.  -  In  difesa  della  Botte  alle  Tresse.  Risposta  al 
parere  delV  ing.  G.  Cadolini  sul  progetto  per  il  bonificamento  del 
Consorzio  Pratiarcati.  —  Venezia,  Ferrari,  1907,  8°,  br.,  pp.  10. 

Cabanyes  Isidoro.  -  Poliseccióìt  gi-dfira  del  dngulo.  —  Madrid,  Fortanet. 
1908,  8»,  br..  pp.  13  con  2  tav. 

Cainerana  Enrico,  Moschiiii  Vittorio,  Dragoni  Carlo.  -  Relazione  preli- 
minare della  Commissione  Parlamentare  d' inchiesta  sulle  miniere 
della  Sardegna-  —  Roma,  Bertero,  1907,  4°,  br.,  pp.  61. 

Canalejas  José.  -  Vedi  Ellero  Pietro.  —  Sobre  la  pena  de  muerte. 

Caudiaui  Leopoldo.  -  Venezia  e  le  sue  vie  di  penetrazione  nel  continente.  — 
Roma,  Soc.  Edit.  Laziale,  1908,  8°,  br.,  pp.  2(i. 

("arazzi  Davide.  -  A  proposito    di   assorbimento    intestinale.    —    Firenze. 
Niccolini,  1907,  8",  br.,  pp.  6. 
Artefatti,  pigmento  e  vacuoli  nelle  cellule  dei  gangli  spinali  dì  main- 

miferi.  —  Firenze,  Niccolini,  8",  bs.,  pp.  13,  1  tav. 
Proposte  di  modificazioni  alla  classificazione  sistematica  del  regno  ani- 
male- —  Venezia,  Ferrari,  1907,  8",  br.,  pp.  U. 

Carnevali  Tito.  -  Il  Comune.  Nuovi  studi.  —  Torino,  Bona,  1908,  8°,  In., 
pp.  79.         ^ 

Cartault  A.  -  Elude  sur  les  Bucoliques  de   Virgile.  —  Vedi  Rasi  P. 

Castelbarco  tìng-lielmo.  -  (//  ritratto  di)  in  S.  Femio  di  Verona.  -  Vedi 

GeROLA   Gr. 

Castelli  Benedetto.  -  Vedi  Favaro  Antonio.  -  Amici  e  corrispondenti  di 
(r.  Galilei. 

Castelnuovo  E.  -  Attraverso  un  epistolario.  —  Venezia,  Ferrari,  1907,  8°, 
pp.  12. 
/  Moncalvo.  Romanzo.  —  Milano,  F.lli  Treves,  1908,  8»,  br.,  pò.  339. 
Relazione  sulV  uìidamento  della  R.  Scuola  Superiore  di  Commercio  in 
Venezia  nelV  anno  1906-1907.  —  Venezia,  Ist.  Arti  Grraf.,  1907,  S», 
br.,  pp.  15. 

Catellani  Enrico.  -  L'Africa  nuova  e  il  diritto  pubblico  africano.  —  Scan- 
sano, Tessitori,  1907,  8°,  br.,  pp.  66. 

Cattaneo  Paolo.  -  Elementi  di  analisi  infinitesimale  ad  uso  degli  studenti 
di  chimica.  —  Padova,  litog.  Prosperini,  8°,  br.,  pp.  132. 

*  Cecclii  Antonio.  -  Da  Zeila  alle  frontiere  del  Caffa.   Viaggi.  —  Roma. 

Salviucci,  1886-87,  8°,  br.,  volumi  3,  ili. 

*  Celli  Jacopo.  -  3500  ex-libris  italiani  illustrati   con    755   figure  e  da 

oltre  2000  moti,  sentenze  e  divise  che  si  leggono  sugli  stemmi  e  sugli 
ex-libris.  —  Milano,  Allegretti,  1908,  16°,  tela,  pp.  535,  con  840 
incisioni. 

Cerruti  Valentino.  -  Le  matematiche  pure  e  miste  nei  primi  dodici  Con- 
gressi della  Società  Italiana  per  il  progresso  delle  scienze.  —  Milano. 
Rebeschini,  1908,  4°,  br.,  pp.  20. 

Cessi  Roberto.  -  //  malgoverno  di  Francesco  il  Vecchio,  Signore  di  Pa- 
dova. —  Venezia,  Ferrari,  1907,  8",  br.,  pp.  12. 


PERVENUTI    ALLA    BIBLIOTECA    DELl'  ISTITUTO  227 

Cestoni  (iJiacìiito.  -  (Di  mìa  esperienza  di)  -  Vedi  Toni  (De)  G.  B. 

Ohiog'g'ia.  -  [Le  iscrizioni  lapidarie  di)  -  Vedi  Bullo  Carlo. 

Cina  -  [Gii  anven intenti  in)  nel  1900  e  l'azione  della  li.  Marina  Ita- 
liana. -  Vedi  Valli  Mario. 

Cisotti  U.  -  Suir  impiego  di  funzioni  ellittiche  in  una  questione  idrodi- 
namica. Nota.  —  Venezia,  Ferrari,  1908,  8*^,  br.,  pp.  29. 

Claudìi  Rutilìi  Nauiatianì  (In)  de  redìtit  suo  libros  adnotationes  me- 
tricae.  -  Vedi  Rasi  P. 

Oobelli  (Giovanni.  -  Descrizione  della  Chiesa  di  Santa  Barbara.,  abbozzata 
dai  due  sacerdoti  Andreantonio  Lìebhardt  e  Cristiano  Dal  Bosco 
nel  mese  di  aprile  1788.  —  Rovereto,  Roveretana,  1908,  8",  br., 
pp.  25. 

Coinniissioii  Gréodési(|ue  Néeiiandaise.  -  Détermination  de  la  difference  de 
longitude  Leijde-Ubaysberg.,  de  V  azimut  de  la  direction  Ubagsberg- 
Sittard  et  la  latitude  ci'  Ubagsberg  par  la  mesure  cles  distances  zéni- 
tales  et  d'  après  la  me'thode  Horrcboir-Talcutt  en  189S.  —  Delft, 
Waltmaii,  1905,  4",  parm.,  pp.  227. 
Détermination  de  la  latitarle  et  d'  un  azimut  aur  stations  Oirschot, 
Utrecht,  Sambeek.,  Wolberg.,  Harikerberg,  Sleen,  Schoorl,  Zierikzée. 
Terschelling  (phare  Brandaris),  Ameland,  Leeuwarden.  Urk  et  Go- 
ningue.  —  Delt't,  Waltinann,  1904,  4",  parm.,  pp.  LVI  ;  28.5. 

Coniuiissioue  Parlamentare  <!'  inchiesta  snile  Miniere  «Iella  Sardegna.  (Legge 
19  luglio  1906  n.  393).  -  Relazione  prelimin(n-e  s/il  programma  dei 
lavori  della  Commissione.  —  Roma,  Bortero,  1907.  4",  br.,  pp.  61. 

*  Comoy  M.  -  Elude  pratique  sur  les  marées  fluriales  et  notamniet  sur  le 

niascaret,  application  aur  traoaur  dela  parile  maritime  des  fleures. 
Paris,  Gauthier-Villars,  1881,  8°,  br.,  pp.  889,  Atlas. 

*  Cong'resso.  -  (Atti  del  primo)  geografico  italiano  tenuto  in  Genora  dal 

18  al  25  Settembre  1892.  Volumi  3.  —  Genova,    Sordo-Muti,    1894. 

8°,  br. 
(Atti  del  secondo)  geografico  italiano    tenuto    in    Roma   dal   22  al  27 

Settembre  1895.  —  Roma,  Civelli,  1896,  8°,  br.,  pp.  616. 
(Atti  del  terzo)  geografico  italiano  tenuto  in  Firenze  dal  12  al  17  aprile 

1898.  Volumi  2.  Firenze,  Ricci,  1899,  8°,  br. 
^  Atti  del  quarto)  geografico  italiano.  Milano^    10-14    Aprile  1901.  — 

Milano,  Bellini,  1902,  8«,  br.,  pp.  651. 
(Atti  del  quinto)  geografico  italiano    tenuto    in    Napoli   dal  6   all'  11 

Aprile  1904.  —  Napoli,  Tocco,  1905,  8",  g.,  br.,  voi.  2. 
(  Atti  del  sesto)  internazionale  di  Chimica  applicata  -  Roma  26  Ajìrile- 

S  Maggio  1906.  Volumi  7.  —  Roma,  Bertero,  1907,  S»,  br. 
*  internazionale  di  scienze  storiche,  Roma  1-9  Aprile  1903.  Atti.  Vo- 
lumi 12.  —  Roma,  Salviucci,  1904-1907,  8°,  br. 
Corfìi  (Venezia)  ed  il  Levante.-  Vedi  Lkvi  C.  A. 
Corti  Benedetto.  -  {Cenìio  biografico  ed  elenco  delle  pubblicazioni  di)  — 

Vedi  Taramklli  T. 


228  CATALOGO    DBI    LIBRI    ED    OPUSCOLI 

Dal  Legname.  -  Vedi  Legname. 

Da  Lisca  A.  -  V'edi  Lisca. 

Dalla  Vedova  -  Vedi  Vi. do  va. 

Dal  Piaz.  -  Vedi  Piaz. 

Da  Ponte.  -  Vedi  Poxte. 

Da  Rì(>s.  -  Vedi  Kios. 

Da  Venezia.  -  Vedi  Venezia. 

De  Babelica.  -  A'edi  Bastelica. 

De  Bnin.  -   Vedi  Brun. 

Dejob  Charles.  -  Baretti\    Goldoni   et    Métasiatie.  —   Toulouse,    Lagarde. 

1907.  16°,  br.  pp.  21. 
Lf.  iitarrhand  de  ri/i  dans  le><  vieilles  Comiinoies   de  V  [fidie.  —  Paris. 

Soc.  Francaise,  1907,  8",  br.,  pp.  35. 
De  Kiriaki.  -  Vedi   Kieiaki. 
De  Lucìa  (t.  -  Vedi  Lucia. 
De  Mey.  -  Vedi  Mey. 
De  Somenzi.  -  Vedi  Porro  de  Somexzf. 
Di  Palma.  -  Vedi  Palma. 

Domenicliini  Mario.  -  Vedi  Haeckel  E.  -  La  lotta  per  V  eroluzione. 
Dragoni  Carlo,  Camerana  Enrico  e  Moschini  Vittorio.  -   liei  azione  jìr  elimi- 
nare della  Commissione  Parlamentare  d'  iii-liiesta  sulle  miniere  della 

Sardegna,  Roma,  Bertero,  1907,  4",  br.,  pp.  (il. 
Elderton  Palin  W.  -  Frequeneij-niroe^  and  cori-dation.  —  London,  Layton. 

lUOf;,  <S",  tela,  pp.  172. 
Ellero  Pietro.  -  Soì)i-e  la  pena  de  iiiaerte.  Con  un  prologo  de  IJ.  José  Ca- 

nalejas.  —  Madrid,  Bianco.  1907,  H»'\  l)r.,  pp.  180. 
Ennodio  3Iagno  Felice.  -  (Dell'arte  metrica  di)  -  Vedi  Rasi  P. 

[Saggio  di  alcune  partir-olarità  nei  distiri  di)  -  Vedi  Rasi  P. 
Fabris  Anton  Maria  e  Girardi  Marco.  -  delazione  storico-descrittira  sulla 

Iiegia    Biblitdeca    Universitaria    di    Padora.  —  Padova,   .Seminario. 

1872,  8",  br.,  pp.  71. 
Faccin  Francesco.  -  Il  passaggio  di  Mercurio  danniti  al  Sole,  del  14  no- 

i-emhre  1007.  —  Pavia,  Fusi,  1908,  8",  br.,  pp.  11. 

*  FaeEi  F.  -  (Uini  e  gatti.  Costumi  e  razze.  —  Milano,  Te:-nog-ratica,  1908. 

16",  tela,  pp.  429  con  153  incis. 

*  Fanloli  («audenzìo.  -  Sìd  regime  idraulico  dei  laghi.  —  Milano,  Bernar- 

doni,  1897,  8".  br.,  pp.  339,  2  tav. 

Fariui  Alberto.  -  Sulle  variazioni  quantitative  del  glicogene  e  delle  so- 
stanze albuminose  del  fegato  per  V  infiuenza  della  temperatura  e  per 
il  taglio  del  vago.  —  Venezia,  Ferrari,  190S.  8°,  br.,  pp.  26. 

Favaro  Antonio.  -  Aulici  e  corrispondenti   di    didileo  Galilei.  XXL  Be- 
nedetto Castelli.  —  Venezia,  Ferrari,   1908.  8''.  br.,  pp.  130. 
Discorso  tenuto  nella  solenne  adunanza  della    li.  Drjiutazione   Veneta 
di  Storia  Patria,  in  Rovigo  (Xovembre  1!)()7).  —  1907. 

8«,  br.,  pp.  3. 


PERVENUTI    ALLA    BIBLIOTECA    DELL'ISTITUTO  229 

Favai'o  Antonio.  -  fnfon/o  fui  iiik/  srriltiirK  iìieditd  <ìi  Archimede  no- 
raiiieiìte  scoperta  e  jìt/ì/bìicf/td.  t'oniiinicazione.  —  Venezia.  Ferrari. 
1908,  8°,  br.,  pp.  4. 

Per  la  edizione  nazionale  delle  opere  di  Galileo  Galilei,  sotto  gli  au- 
spici di  S.  M.  il  Be  d'  Italia.  Treni'  anni  di  studi  Galileiani.  —  Fi- 
renze, Barbèra,  1907.  4'».  br.,  pp.  29. 

Ref/esto  hiof/rafico  Galileiano  della  edizione  nazionale  delle  Gjieir.  — 
Firenze,  Barbèra,  1907,  8°  g.,  br.,  pp.  69. 

Serie  decimottava  di  scampoli  Galileiani.  —  Padova,    Randi,    1908,  8°, 
br.,  pp.  52. 
Ferrara.    -   (//  libro  dei  giustiziati  di)  A.  144:1-1577.  —  Vedi  Roberti  M. 
Ferraris  Carlo  F.  -  Gli  inscritti  nelle  Università  e  negli  Istituti  superiori 
italiatii  nel  quattordicennio  scjlastico  180S-U4  al  11)()(!-1!)07. —  To- 
rino, Nazionale,  1907,  8°,  br.,  pp.  13. 

La  Cassa  nazianale  di  previdenza,  per  la  inralidità  e  per  la  vecchiaia 
degli  operai.  Conferenza  popolare.  —  Venezia,  Fen-ari,  1907,  8",  l)r.. 
pp.  44. 

Per  V  insegnamento  religioso    india    Scuola-   priutaria.  Xota.  —  Roma, 
Camera  Deputati,  1908,  8°,  br.,  pp.  15. 
Fischer  TheobaUl.  -  Die  Seehdfen  con  Marokko.  —  Berlin,  Mittler,  1908, 
8",  br.,  pp.  43,  ili. 

*  Fohmaiin  Vinceiiz.  -  Dns  saugadersgsteoi    der   fische.  —    Leipzig,  182 1, 

f."  pp.  4(>,  XVIII  taf. 
Forti  Acliille.  -  Intorno    ad    un.  ''  Braco  ex  Paia    effictus    Aldrov.  „  che 
esiste  nel  Museo  Cicico  di  Vei-ona  e  circa  le  varie  notizie  che  si  hanno 
di  simili  mostri,  specialmente  dai  mn.noscr  itti  Aid  rovandiani.  —  Ve- 
rona, frnrisatti,  1907.  8^  br.,  pp.  19  con  6  tavole. 

*  France-ichiiil  (iiovaimi.  -  Le  uia-lattie  della,  pelle.  —  Milano,  Allegretti, 

1908,  16",  tela,  pp.  217. 
Francescoil  Vecchio  Sig-nore<li  Padova. -(/"/mrfZr/.iti'e/v^o  r/<)  -  Vedi  Cessi  R. 

Frii'del  Johannes.  -  Vedi  Lamb  H.  —  Lehrhwh  der  hijdrodgnamik. 
Fries  Th.  -  Bref  och  skrifvelser  af  och  till  Cari  von  Linnc.  I.  —  ITpsala, 

Berling,  1907,  8",  br.,  pp.  341. 
Kalanti  F.  -  /  bambini.  Poesia  tradotta  in  latino  da    P.  Rasi.  —  8",  br., 

pp.   7. 
(ralrtierì  A.  e  Bassanì  F.  -  Sui  vetri   forati   di    Ottajano    nella    eruzione 

vesuviana  dell' aprile    i 9 (?6'.  —  Napoli,   De    Rubertis,    1907,    8°,    !)r.. 

pp.  27.  fig. 
(Galileo  (iJalilei.  -  {Am.ici  e  corrispondenti  di)  XXI  Benedetto  Castelli.  — 
Vedi  Favaro  Axtoxio. 

{Per  la  edizione  nazionale  delle  Opere  di)  Treni' anni   di  Studi  Gali- 
leiani. —  Vedi  Favaro  Antonio. 

{Regesto  biografico  della  edizione  nazionale  delle  Opere  di)  -  Vedi  Fa- 
varo  Antonio. 

Vedi  Favaro  Antonio,  -  Serie  XVIII  di  Scauijioli  Galileiani. 


230  CATALOGO    DEI    LIBKl    K  D    OPUSCOLI 

Garibaldi  (Giuseppe.  -  Memorie.  Edizione  diplomatica  dall'  autografo  defi- 
nitivo a  cura  di  Ernesto  Nathan.  —  Torino,    Soc.    Edit.  Naz.,    1907, 
8",  br.,  pp.  439,  ili. 
Genova.  -  (Per  la  lega  fra)  e  l'  Ungheria    nel  1352.  —  Vedi   Bigoni  G. 
Geografia.  -  Studi  bibliografici   e    biografici  sulla   storia  della  geografia 
in  Italia.  Pubblicati  per  cura  della  Deputazione  Ministeriale  istituita 
presso  la  Società  Geografica  Italiana.  —  Roma,  Elzeviriana,  1875,  4". 
p.  l»r.,  pp.  .507  e  9  tavole. 
Geog:raplien-Kaiender.  -  Vedi  Kalender. 
Gerland  E.  -  Histoire  de  la  noblesse  crétoise  au  moyen  age.  —  Le  Puy. 

Marchesson.  1907,  8",  br.,  pp.  213. 
Gerola  Giuseppe.  -  Appunti  sui  monumenti  veneti  di  Cefalonia  e  di  Corfù. 
—  Venezia,  1908,  Ferrari,  8°,  br.,  pp.  10. 
F.  e  G.  Spagnolo.  Marostica  e  i  comuni  del  suo  territorio.  Voi.  I,  Ma- 
rostica,  Cecchetto  e  Martinato,  1906,  in  XII,  pp.  349.    (Rassegna  bi- 
bliografica). —  Venezia,  8",  br.,  pp.  4. 
Il  pri)no  pittore  bassanese  Francesco  Da  Ponte  il  recrhio.  —  Bassano,. 

Pozzato,  1907"  8",  br.,  pp.  22,  con  5  tavole. 
Il  ritratto  di  Guglielmo  Castelbarco  in  S.  Fermo  di  Verona.  —  Verona, 

Gurisatti,  1907,  8°,  br.,  pp.  8,  1  tav. 
Le  iscrizioni  cretesi  di  Desiderio  Dal  Legname.  —  Verona,  Gurisatti, 

1907,  4°,  br.,  pp.  19. 
mtì'OiHimenti  arclieologici  nel  territorio  di  Bassano.    —  Bassano,  Poz- 
zato, 1907,  8°,  br.,  pp.  20,  con  11  incis. 
Vn^  altra  Madonna  del  Montagna.  —  Rovereto,    Grandi,   1907,  8°,  l)i'., 
pp.  4,  1  tav. 
Gerola  Giuseppe   e  Da   Lisca   Alessandro.  -  Scoperte    archeologiche   nella 
Prorincia  di   Verona  durante  Vanno  1907.  —  Verona.  Gurisatti,  1908, 
8°.  br.,  pp.  8,  ili. 

*  Giorli  Ezio.  -  Macchinista  naimle.  —  Milano,    Tecnografica,    1908,    16°, 

tela,  pp.  859,  960  foi'mule,  630  fig. 
Girardi  Marco  e  Fabri.s  A.  M.  -  Descrizione  storico-descrittiva  sulla  Regia 
Bibliotcru   Universitaria  di  Padova.  —  Padova,  Seminario,  1872,  8°, 
br.,  pp.  71. 

*  Goldoni  Carlo.  -  Opere  complete  edite  dal  Municipio  di  J^enezia  nel  II 

centenario  dalla  nascita.  —  Ven(>zia,  Istituto  Arti  Graficbe,  1907,  4°, 
p.°  parm.  Voi.  1°. 

Goldoni  Carlo  ed  Alessandro  Manzoni.  -  Vedi  Pellegrini  F. 

Goldoni,  Metastasio  e  Baretti.  -  Vedi  Dejob  C. 

Gradenigo  Giuseppe.  -  Die  bibliographische  Aufzeichnung  in  der  Otn- 
logie.  —  Leipzig,  Barth,  1906,  8°,  br.,  pp.  6. 

Gribaudi  Pietro.  -  Inventario  dei  manoscritti  geografici  della  R.  Biblio- 
teca Palatina  di  Parma.  —  Parma  Fiaccadori,  1007,  16°,  br.,  pp.  24 

Guareschi  I.  -  Nuore  notizie  storiche  sulla  vita  e  salle  opere  di  Macedo- 
nio Melloni.  —  Torino,  Bona,  1908,  4",  br.,  pp.  .59,  con  2  tav.  ritr. 


( 


PERVENUTI    ALLA    BIBLIOTECA    DKLl'iSTITUTO  231 

(iiu'bliard  A.  -  TjS  m/t  problrine  <les  /'J/irei/de>i  prf'ht'sforiqifrs.  De/fx  niots 
à  /)ropos  (Ih  Custelar  da  Moiit-Bastùle  {A.  M.)  Preiau-re  rcrisiun  de 
V  incentaire  des  Enveintes  préhistoriques  du  departeinent  du  Var, 
(Notes  préseutées  au  II  Congrès  préhistorique  de  France  (Vannes, 
liJOH).  —  Le  Mans,  Monnoyer,  1907,  8",  br.,  pp.  28,  ili. 
Sii)-  V  (Ditiquifé  des  super.sfifìcms  attachées  (tn.r  coquiUes  fossihs.  —  Le 

Mans,  Monnoyer,  1907,  8°,  br.,  pp.  3;  1,  2. 
Sur  le  procède  de  photofjraphie  des  couleurs  de  M.  M.  A.  et  L.  Luniière. 
—  Paris,  Gauthier-Villars,  1!)07,  4",  pp.  4. 

(Tiierra  Luigi  Francesco.  -  La  filosofia  della  vita  nel  J'rohlcina  dell'  PJdn- 
razioìic.  —  Avellino,  Pergola,  1907,  8°,  br.,  pp.  2.ó2. 

(iriiglielnio  da  Pastreugo  e  gli  inizi  dell'  Thiian-esimo  in  Verona.  —  Vedi 
Avena  A. 

(Tiiidì-Toni  Ettore.  -  Versi  italiani  e  pesaresi.  —  Jesi,  Stab.  Tip.  Coop., 
1907,  16°,  br.,  pp.  20. 

Hehnert  F.  R.  -  Besfiminiinr/  der  HiJlienhKje  der  Insel  ÌVou/eroorf  durch 
trifjonoinetrische  Me.ssunf/en  iin  Jahre  lìiSH.  —  Berlin,  1907,  8",  br., 
pp.  2(3. 
7'rif/ommietrische  Hoheniiicssnnq  and.  Refrakiions    hitc.ffìzioiloì  in  der 
Ni/he  des  Meeresspiegeh.  —   Berlii),  1908,  8",  br.,  pp.  20. 

Hìllierg  Isidor.  -  Die  Gesetze  der  Wurtfrliany  ini  l'odaiiictcì'  des  Ovid.  - 
\gì\\  Rasi  P. 

Hiilth  J.  M.  -  Bil)lio(j)-aphi<i  fjinnaeana.  Materiaii.r  poiir  scrrir  n  une 
hibliographie  Linnéenne.  P.  I.  Liv.  I.  —  Upsala,  Friedlandei',  1907, 
8°,  br.,  pp.  170,  tav. 

Institutes.  -  (A",  u  K.  Militùr  Geographisrhen).  (  Die  ergebnisse  der  Irian- 
giiliernngen  des).   —  Wien,  1901,  8°,  g.,  voi.  8. 

Irlanda.  -  (Alcuni  fatturi  della  rigenerazione  eronui/iica  in  Irlamla)  - 
Vedi  Mg  UGNA. 

Istituto  dreografico  Militare.  -  Appìinti  sulla  rappresentazione  dd  terreno. 
[Estratti  degli  appunti  litografati  del  Corso  di  topografia  della  Scuoti/ 
di  guerra  negli  anni  1889-90-91.—  Litografìa  in  4°,  pp.  121,  10  tav. 

Istituto  topografico  militare.  —  Cenni  pn-liuiinari  sulla  triungolazinne 
di  prim'  ordine  eseguita  lungo  la  zona  meridiana  da  Capo-Passero 
a  Lissa.  Osservazioni  e  calcolo  della  rete  di  Capitanata  e  collega- 
viento  della  iiiedesiiiia  con  la  triangolazione  Austriaca  sulle  eoste 
Dalmate.  —  Napoli,  Unione,  1877-78,  4",  br.,  pp.  172;  ()4  e  tav. 

Italia  -  {Annuario  d')  per  V  esportazione  e  l'importazione.,  di  L.  Pasqua- 
lucci.  Vn  ediz.,  1908.    -  Roma,  Bertero,  8»  g.,  tela,  pp.  1640. 
Condizioni  della  proprietà  rurale  e  della  coojìurazione   agricola  di  al- 
cune Provincie  italiane.  -  Vedi   Modona. 
Le   inarchand   de    vin   dans    les    vieilles   Communes   d' Italie.  —    Vedi 

Dk.tgb  C. 
Manoscritti  della  Biblioteca   Civica    di  Padova   riguardanti   la    storia 
nobiliare  italiana.  —  Vedi  Rizzoli  Luigi. 


232  CATALOGO    DEI    LIBEI    ED    OPUSCOLI 

*  Italia.  -  Studi  Inhlìoprafìei  e  hìoqrnfì.ri  frullìi  sfon'a  dMa  rieoiirnfia  in 

Italia.  Pubblicati  per  cura  della  Deputazione  Ministeriale  istituita 
presso  la  Società  Geografica  Italiana.  —  Roma,  Elzeviriana,  1875, 
4"  p.,  b,,  pp.  507  e  9  iavole. 
*  3500  ex-libris  italiani  illustrati  c.cn  755  figure  e  da  oltre  2000  moti, 
sentenze  e  divise  che  si  leggono  sugli  stemmi  e  sugli  ex-libris,  di 
Jacopo  Celli.  —  Milano,  Allegretti,  1908,  16°,  tela,  pp.  534,  con  840 
incis. 
Vedi  Ferraris  C.  F.  -  Gli  inscritti  nelle  Università  e  negli  Istituti 
Superiori  1893-907. 

Jaines  William.  -  Louis  Agassiz.  —  Cambridge,  University,  1897,  H».  br., 
pp.  12. 

Kant.  -  {Il  conretto  della  misura  in)  -  Vedi  Raonisoo  P. 

Kayser  H.  -  Handhuch  der  spectroscopie.  —  Leipzig,    J.    B.    llirscbf'ebl. 
1900-2-5,  8°,  V.'  pelle,  3  volumi. 

Kiriaki  (De)  A.  S.  -  La  Chiesa  di  S.  Maria  dei  Derelitti  della  Casa  di 
Ricovero  in  Venezia.  -  Note  e  illustrazioni  pubblicate  dalla  Congre- 
gazione di  Carità,  nella  occasione  del  suo  l'istaui'o.  (i  settend»re  1907. 
Venezia,  Pellizzato,  1907,  4°,  tela,  pp.  15,  10  fotog. 
La  Pia  Istituzione  detta  del  Volto  Santo  in  Venezia,  (numi i/isf rata 
dalla  Congregazione  di  Carità  di  Venezia.  -  Relazione  »^  Documenti 
sulle  origini,  scopi  e  ordinamento.  — Veaezia,  Pellizzato,  1908,  8°  g. 
br.,  pp.  71. 

*  Krìimmel  Otto.  -  Handbuch  der  ozeanographie.  -  Band.  1.  —  Stuttgart, 

Union,  1907,  8°,  br.,  pp.  526. 

*  Lanfranco  Mario.-  Le  frodi  nei  misuratori  elettrici.  Diagnosi  e  rimedi. 

Milano,  Allegretti,  1908,  16°,  tela.  pp.  277,  27,  incis.,  39  tav.  col. 
Laplace.  -  {Sul  sistema  di  due  equazioni    implicite   studiate  dal)  -  Vedi 

Da  Rios  L.  S. 
Legname  (Dal)  Desiderio.  -  {Le  iscrizioni  cretesi  di)  -  Vedi  Gerola  G. 
Leopardi  -  {Ancora  del)  elleni!<ta  -  Vedi  Setti  G. 
Levante.  -  {Venezia,  Corfù  ed  il)  -  Vedi  Levi  C.  A. 

Venezia,  Corfù  ed  il  Levante.   Relazione    storico-aichivistica.    Voi.  1" 

Testo.  —  Venezia,  Ferrari,  1907,  8°  gr.,  br.,  pp.  254,  1  tav. 
Levi  Ezio.  -  /  maestri   di   Francesco    Novello    da    Carrara.  —  Venezia, 

Ferrari,  1908,  8°,  br.,  pp.  23. 
Linneo,  -  Bref  och  skrifvelser   af  och    tilt  Cari   von    Linné   af.   Th.  M. 

Fries  I.  -  Upsala,  Berling,  1907,  8°,  br.,  pp.  341. 
Linnéportràtt.  Vid  Uppsala   Universitets  minnesfest  pd  tvahundradrs- 

dagen  af  Cari  von  Linnés  fodelse.  A  Universitetets  vàgnar  af  Tycho 

Tullherg.  —  Upsala,  Almquist,  1907,  4«,  br.,  pp.  187,  ili.  e  tav. 
Vedi  HuLTH.  -  Bibliographia  Linnaeana. 
Lisca  (Da)  Alessandro,   Gerola    (Jiusep]>e.  -  Scoperte   archtologiche   nella 

Provincia  di  Verona  durante  /'  anno  1907.  —  Verona,  Gurisatti,  1908, 

8°,  br.,  pp.  8,  ili. 


PKRVENUTI    ALLA    BIBLIOTECA    DELL'iSTITUTO  233 

Mvìo  (Tilo).  -  {Della  ros)  detta  patavùiità  di)  -  Vedi   IlAsr  P. 
Long-heiiii  Mario.  -  Atlanti    e  Carte  naatirtie    dal   secolo  XIV  al  XVII 

consenmti  nella  Biblioteca  e  neW Archivio  di  Panna.  Note.  —  Panna, 

Zerbini,  l!)07,  8»,  !)r.,  pp.  4(),  1  tav. 
Loroiizutti  L«r«'ii/o.  -  (ìrancllini  di  s((1>hi(i^  onoero  Ricordi  delle   vicende 

Triestine  nel  periodo  dal  1850  al   HKXf.  —  Trieste,  F.loyd,   1!)()7,  8", 

tela,  pp.  48i». 
liOttìci-Magiione  iStefano.  -   L'opera  scientifica  di  Macedonio   Melloni.  — 

Parma,  Battei,  11)07,   Ki",  hr.,  pp.  34. 

*  Lovera  Romeo.  -  La  letteratura,  r  a  mena,    con  breve    ('restoinaziff  e  Di- 

zionaretlo  esplicativo.  —  Milano,  Tecnogi-atica,  1908,   IB",  tela,  pp.  19!). 
Lucia  (De)  (t.  -  La  sala  d"  armi  del  Museo  dell'  Arsenale  di   l  enezia.  — 

Roma,  Off",  poi.  ital.,  1908,  8°,  br.,  pp.  198,  ili. 
Lucilio.  -  Vedi  Rasi  P.  -  Satirae  Lucilianae  ratio  (jaae  sit.  Oratio. 
Lumière  A.  et  L.  -  Sur  le  procède  de  phofof/rapliie  des  conlears  de  AL  AL)  - 

Vedi  <i('Ér.HAN])  A. 
Luscliiu  voli   Ebeng'reulh  Arnold.  -   //  sistema  monetario  dci/li  aurei  ifa- 

liani  di  Carlomanno.     -    Milano,  Coì!:iiati,  1908,  8",  br.,  pp.  8. 
/  monrticri  ilei  S({c/-()   h'omano   Lupero  in  Italia.    —    Milano,    Cogliafi, 

1907,  8»,  br..  pp    19. 

*  Luzio  Alessandro.  -  Profili  biof/rafi,ci  r  bozzetti  storici.  Con  dctcu nienti 

inediti  e  illnsti'azioni.  —  Milano,  Co^liati,   190R,  8",  br.,  pp.  .584. 

Maes  Costantino.  -  Sai  Concorso  al  Premio  Reale  per  l' Arceolofjia  all' Ac- 
cademia dei  RR.  Lincei.,  1903-1908.  Ricorso  a  S.  AL  il  Re.  —  Roma, 
Romana,  1908,  4»,  br ,  pp.  18. 

Maglione.  -  Vedi   [iOT'rj(:j-MA(;j>i(tNK. 

Malagola  ('arlo.  -  J  tesori  dell'  Archici')  di  Sta/o  di  Venezia.  —  Venezia, 
Pellizzato,  1908,  8",  lo-.,  pp.  .80. 

Manfredi  Manfredo  E  ,  Marangoni  L.  -  Le  opere  di  restauro  della  Basi- 
lica.. Venezia,  maggio  1908.  —  Venezia,  Callegari  e  Salvagno.  1!)08, 
80,  bi'.,  pp.  88. 

*  Mannucci  Uniberlo.  -  La  moneta  e  la  falsa  monetazione.  —  Milano,  Al- 

legretti, 1908,  l*i".  tela,  i)p.  271,  con  28  incisioni. 

Manzoni  Alessandro  e  Carlo  tioldoni.    -   Vedi  Pellegrini  F. 

Marangoni  Luigi,  Manfredi  Manfredo  E.  -  Le  opere  di  restaaro  nella  Ba- 
silica. Venezia,  maggio  1908.  —  Venezia,  Callegari  e  8alvaguo,  1908, 
8»,  br.,  pp.  88. 

Marchi  (De)  Luigi.  -  Teoria  della  doppia  oscillazione  diurna  del  baro- 
metro- —  Venezia,  Ferrari,  1908,  8",  br-,  pp.  19. 

Martini  Tito.  -   Breve  storia  del  motore  Barsanti  ALitteucci.  —  Venezia, 

Ferrari,  1907,  8",  br.,  pp.  21. 

Evangelista  Torricelli.  Commemorazione,  letta  all'Università  popolare 

di  Venezia,  la  sera  del  14  febbraio  1!)08.  —  Pistoia.  8inibuldiana,  1908, 

8«,  br.,  pp.  1.5. 

Intorno  alla  corrente  generata  dalla  coppia  platino-spugna  di  platino 


234  CATALOGO    DEI    LIBRI    ED    OPUSCOLI 

iiiiiiicrsd  in  una  soluzione  acidulata  o  .salina.  (Contrihufo  alla  teoria 
osmotica  (Iella  pila).  —  Venezia,  Ferrari,  1907,  S*»,  br.,  pp.  13. 
>Ia8Siilou;u:o  Roberto.  -  Della  Cutireazione    e  della  Oftalnioreazione  nella 
Dif/mistica    della    Tubercolosi.    —    Venezia,   Ferrari,    1908,    8»,    br., 

PP-  3. 
Matteucoi-Barsaiiti.   -  (Breve  storia  del  motore).  —  Vedi  Martini  T. 
Mayr  (leorg.  -  Reichseinkommenfteuer  und  Verwandtes.   —  Berlin,  1908. 

.     8°,  br.  pp.  8,  a  2  col. 
Mazzoni  (iruìdo.  -   Versi.  -  Vedi  Rasi  P.,  traduzione  latina. 
Melloni  Macedonio.  -  (L'opera  scienfifi''a  di)    Scliede    pubblicato   da  Ste- 
fano Lottici-Maglione.  —  Parma.  Battei,  1907,  16°,  br.,  pp.  34. 
(Nuove    notizie    storiche    sulla    cita    e    sulle  opere    di)   -   Vedi    GuA- 

RESCHI   I. 

*  Mercallì  G.  -  /  vulcani  attivi  della  terra.  Morfologia  •  dinainisìno  •  pro- 

dotti -  distribuzione  geografica  -  cause.  —  Milano.    Allegretti,    1907, 

8°,  br.,  pp.  421,  con  82  incis.  e  26  tav. 
Meschinelli  Luigi  -  La  coltivazione  delle  barlx/hiefole    da    zucchero  nella 

jirorincia  di   Vicenza.  —  Vicenza,  Arti  Graticlie  Vicentine,  1907,  16". 

br.,  pp.  17. 
Osservazioni  sul  Catfsh    (Amejurus  nebulosus  L.  -S'.l.  —  Vicenza,  Arti 

Graf.  Vicentine,  1907,  8°.  bi.,  pp.  10. 
Metjìslasio,  Baretti,  Groldoiii.  —  Vedi  Dejob  C. 

*  Mey  (De)  1*.  -  Ltude  sur  V  ainélioration  et  Ventrciicn  drs  porh  cu  plagc 

de  sable,  et  sur  le  regime  de  la  còte  de    Belgique.  —  Gand,  Annoot, 

1894,  4°,  br.,  pp.  538  et  Atlas. 
Mezzacapo  Carlo.  -  (Il  generale)  e  il  suo  tempo.  —  Vedi  Pesci  U. 
Micheli  F.  J.,  Touimasina  Th.,  Sarasin  Ed.  -  Sur   le    dcdouMement  de  la 

CDurbe  de  désactioation    de  la    radioactivité  induite.    --   Genève,  So- 

ciété,  1907,  8°,  br.,  pp.  26,  fig. 
Milano.  -  (/>'  Archivio  della  fabbrica  del  Dìionio  di)  -  Vedi  Verga  Fi. 

*  Modigliani  Elio.  -  Fra  i  Batacchi  indipendenti  -    Maggio.   —  Firon/.c 

l.andi,  1892,  8",  br.,  pp.  191,   ili. 
Modona  L.  >'eppi.  -  Alcuni  fattori  della  rigenerazione    economica  in-  Ir- 
landa e  le  condizioni  della  proprietà  rurale  e  della  cooperazione  agri- 
cola   di   alcune    provincie    italiane.  —  Firenze,    Ricci,    1907,   8o,  lir.. 
pp.  164. 

*  Molina  Enrico.  -   Dizionario  etimologico  stenografico  sistemn  (ìabelsher- 

ger-No'c,  preceduto  da  un  santo  di  grammatica  teoretica  della  steno- 
grafia Gabelsberger-Noe.  —MììciTio,  Tecnotica  1908,  16^  tela,  pp.  624. 

Montagna.  -  (Un'altra  Madonna  del)  -  Vedi  Gerola  G. 

Montanari  Carlo.  -  (La  figura  di)  -  Vedi  Biadeho  G. 

Morpnrgo  (ìinlio.  -  La  merciologia  nelle  sue  origini  e  nella  sua  evolu- 
zione.   -  Tiieste,  Balestra,  1907,  8°,  br.,  pp.  39. 

Morselli  Enrico.  -  (Primo  elenco  degli  scritti  del  jìrof.)  187()-190(i.  — 
Prato,  (iiachetti,  1907,  8°,  br.,  pp.  28. 


PERVENUTI    ALLA    BIBLIOTECA    DELL'ISTITUTO  235 

Moschini  A.,  Bullo  O    S.,  Salvotti  Y.  —  Progetto  di   massima  di   un  ca- 
nale fra  Chiogr/ia  e  il  Po.  •  Relazione.  —  Padova,  Prosperili i,  1907. 
-1°,  br.,  pp.  16.  l  tav. 
Moschini  Vittorio,  Dragroni  Carlo,  Caiiieraiui  Enrico.  —  Relazione  prelimi- 
nare della  Commissione  Parlamentare  d'  inchiesta  sulle  miniere  della 
Sardegn<(.  —  Roma,  Bertero,  1907,  4°,  br.,  pp.  61. 
Muraro  Francesco.  -  Solubilità  dei  veri  e  falsi  tannati  di  chinina. — Ve- 
nezia, Ferrari,  1908,  br.,  pp.  5. 
Xaccari  triuseppe.  -  //  passaggio  di  Mercurio  davanti  il  Sole,  del  \D07.  — 

Venezia,  Pellizzato,  1907,  8",  br.,  pp.  27. 
\atlian  Ernesto.  -  Giuseppe   Garibaldi.    Memorie.    Edizione    diplomatica 
dall'autografo  definitivo.  —  Torino,    8oc.    Edit.    Naz.,    1907,   8°,    br. 
pp.  439,  ili. 
—  La  morale  dell'  insegnamento  pubblico.  —  Roma,  Nuova  Antologia, 
1907,  8°,  br.,  pp.  20. 
Ninni  Emilio.  -  Brevi  norme  sopra  la  colti  razione  della  Carpa.  —  Vene- 
nezia,  Pellizzato,  1907,  8°,  br.,  pp.  12,  4  tav. 
/  jìesei  e  la  pesca  d'acqua  dolce  nelle  provincie  di  Venezia  e  Treviso.  — 

Venezia,  Pellizzato,  1907,  8",  br.,  pp.  76,  tav. 
Metacromatismi  in  pesci  raccolti  nel  mare  e  lagune  di  Venezia.  —  Mi- 
lano, Soc.  Coop.,  1907.  8°,  br.,  pp.  77. 
Picerche  sulla  emigrazione  dei  pesci.  —  Virenza,  Arti   Grafiche,  1907. 

16«,  br.,  pp.  .3. 
Sopra  il  Tringa  canutus,  L.  nel  Yeneto. — Siena,  L:izzeri,  1906,8°  br., 

PP-  2- 

Sopra  una,   Ptilocorys   cristata   anomala   nel   becco.  —  Siena,  Lazzeri, 

1907,  8°,  br.,  pp.  2,  ili. 
Studi  e   ricerche  per  promuovere   la    coltivazione    dell'  astice   (homarus 
culgaris   Mil.    Edw.)    lungo    i   lidi   veneti.  —  Mi/ano,    1906,    8°,   br.. 
pp.  14. 
WolMorismo  peschereccio.  Nomenclatura  ittiologica  comparata.  —  Ve- 
nezia, Fabris,   1907,  8°,  br.,  pp.  3. 
Novello  Francesco  da  Carrara.  -  (/  maestri  di)  -  Vedi  Levi  E. 
Oddone  Emilio.  -  Déchaìnement  des  tremblements  de  terre  à  /'  arrìvce  des 
ondes  sismiques  dues  à  un  premier  macrosisme  lointain.  —  Modena, 
Soc.  Tip.,  1908,  8°,  br.,  pp.  15. 
Intorno  al  problema  della  rigidità  della  terra.  Nota.  —  Catania,  Gala- 
tola,  1908,  4°,  br„  pp.  7. 
Orazio.  -  Vedi  Rasi  P.  -  Un  po'  di  polonica. 

Vedi  Rasi  P.  -  Epistulam  criticam  de  codice  Horatii. 
Satire  -  Vedi  Rasi  P. 
*  Orilia  Enrico.  -  La  madreperla  e  il  suo  uso  nell'industria  e  nelle  arti. 

Milano,  Allegretti,  1908,  16°,  tela,    pp.  258,  con  40  incis.  e  4  tav. 
Orlando  Paolo.  -  La  trasformazione  marittima  di  Roma.  —  Roma,  1907, 
foglietto  in  4°. 


236  CATALOGO    DEI    LIBRI    ED    OPUSCOLI 

Oliando  Paolo.  -  Roma  e.  il  utari'.   —  Ronin.  Off.  Pijligruf.  Komnna.  1907. 

nel  N.  201  del  Giornale  La   Vita. 
Ovidio.  -  Vedi  Rasi  P.  -  Recensione  sulV  Oliera    di   I.  Hilherg.    Die  Gè- 

.■^etze  der   Wortstellung  im  Pentameter  d^.s  Ovid. 
(In  difesa  di)  Osservazioni   contro    alcune    ronr/ettnre  proposte    da    I. 

Hìlbery  nel  suo  libro  Die  Gesetze  der    Wortstellun;/   ini  Pentameter 

des  Ovid.  -  Vedi  Rasi  P. 
Padova.  -  (Contributo  alla  storta  della  Biblioteca  Utiiversitaria  di)  -  Vedi 

A VETTA   A. 

(Il  malgoverno  di  Francesco  il    rerchio^  Signore  di)      Vedi  Cessi  R. 
(Per  la  storia  delle  Corporazioni  dei  mercanti  di  panni  e  della  lana  in 

Padova  nei  secoli  XII [  e  XIV)  -  Xedì  Cessi  R. 
t  Relazione  storico-descrittiva  sulla  Regia  Biblioteca  Universitaria  di)  - 

Vedi  Fabris  A.  M.,  Girardi  M. 
Pajetta  R.  -  Risposta  al D  ott.  Xazìareno  Tai'ugi.,  sopra  un  nuovo  metodo 

pratico  per  la  determinazione  del  i^otassio.    Nota.  —  Venezia,    Fer- 

Tari,  1907,  8",  l>r.,  pp.  fi. 
Palàkàjtya.  -  (Come)  direnfasse,  nelV  India,  maestro  di  elefantiatria.  -  Vedi 

Teza  e. 
Palma  (Di)  Federico.  -  Lk  navigazijm  del  Tevere  ed  il  porto  di  Roma.  — 

Roma,  1907,  foglietto  in  4". 
Pantanelli  Dante.  -  Acque  sotterranee  fra  Secchia  e  Panaro.  —  Venezia. 

Ferrari.  1907,  8°,  br.,  pp.  47. 
Papadopoli  N.  -  Mmete  italiane  inedite  della  Ran'oUa    Papadopoli  (Ap- 

p-ndiee  IL  al  X.  1)    —  Milano,  Cogliari,  1908,  8°.  br..  pp.  14,  ili, 
Pai*ia:i  nel  1S04.  -  Ricordi  di  un  veronese.  —  Vedi  Zamboni  A. 
Panna.  -  Vedi  Biblioteca  Palatina  di  Parma.  -  Esposizione  cartogra- 

p'-a  e  luanoscritfi  geografici  —  1907. 

*  Parllot  H.  li.  -  Elude  sur  les  rivicres    a  marèe  et  sur  le  estuaires.  — 

Evreux,  Hérissey,  1892,  8".  br.  pp.  127,    avec  planches.  Coinplénient. 
8°,  br.,  pp.  70  ili. 
*  Recherches  sur  les  rivières  a  marèe.  —  Lavai,  Barnéoiid.  1901,  8*",  br.. 
pp.  2') 7,  Atlas. 

*  Pasqualuccì  L.  -  Annuario  d'  Italia  per  l'esportazione  e  V imp.yrtazione. 

VIP  Edi/.,  1908.  —  Roma,  Bertero,  1908,  8°  g.,  tela,  pp.  1(540. 

*  Pearsall  Log°an  Smith.  -   The  life  and  letters  of  sir  Henrg   Wotton.  — 

Oxford,  Clarendon,  1907,80,  tela.  2  volumi,  con  2  ritratti  del  Wotton. 
Pellat  H.  -  Vedi  Tommasina  T.  -  Sur  la  constitufion  de  l' atome. 
Pelleg-rini  F.  -  Carlo   Goldoni    ed   Alessandro    Manzoni.   Spigolature.  — 

Venezia,  Pellizzato,  1907,  8'\  br.,  pp.  26. 

*  Pesci  U^o.  -   //  geììJ'rale  Carlo   Mezzacap  >  e  il  suo  temp  i.  {D;i  apimutì 

autobiografici  e  da  lettere    e  documenti    inediti I.  —  Bologn,).    Zani- 
chelli, 1908.  8°.  br.,  pp.  38S,  con  ritratti. 
Petrarca  F.  -  (La  composizione  del  Trattato    "  De    vita  solitaria  „   di)  - 
A'edi  Avena  A. 


PERVENUTI    ALLA    BIBLIOTECA    DELL'  ISTITUTO  237 

Pctrolliiii  Francesco.  -  [Le  lettere  del  medico)  ad  Ulisse  Aldrorat/di  e 
Filippo  Teodosio.  —  Vedi  De  Toni  G.  B. 

Piacenza.  -  Vedi  Biiìliothca  Palatina  di  Parma.  -  Esposizione  di  car- 
tografia, 1907. 

Piaz  (Dal)  (x.  -  Sui  vertebrati  delle    arenarie    niioceniche    di  Belluno.  — 
Padova,  Prosperini,  1908,  8",  br.,  pp.  11). 
Sali'  età  degli  strati  rorallif/eni  di  Monte  Zoro  presso  Mori  nel  Tren- 
tino. —  Koma,  8alviucei,  1908,  8°,  br.,  pp.  6,  ili. 
Ueher  das  Alter  der  Korallenkalkforination  von  Monte  Zovo  bei  Mori 
(Trient).  —  Stuttgart,  Natele,  1908,  8°,  l)r..  pp.  4. 

Pizzetti  P.  -  Hóhere  geoddsie.  —  Leipzig,  Teubner.  1906,  8".  br..  pa- 
gine 243  fig. 

Poincaré  Henri.  -  Lettre  au  journal  "  Le  teiiips  „  sur  le  4.  Congris  in- 
ternational  des  mathéinaticiens.  —  Palermo,  Matematica,  1908,  8°.  br., 
pp.  4. 

Polacco  Vittorio.  -  Commissione  Reale  per  la  riforma  generale  della  le- 
gislazione di  diritto  privato.  Modificazioni  proposte  al  progetto  di 
legge  sul  demanio  marittimo  presentato  alla  sottocommissione  pei'  la 
riforma  del  Codice  della  marina  mercantile.  —  Roma,  Ripamonti, 
1907,  4".  br.,  pp.  36. 

Ponte  (Da)  Francesco  il  vecchio  -  Vedi  Gterola  G. 

Porro  De  Somenzi  Francesco.  -  Coiuunicaciones  elecadas  <)  la  Unirersidad 
nacional  de  La  Fiata  -  Ohsercatorio  astronomico  -  con  motiro  del 
viaje  hecho  a  Europa.  —  La  Piata,  Sesè,  1907,  4**,  bi'.,  pp.  108. 
Universidad  nacional  de  La  Piata  -  Obsercatoi-io  astronomico.  Efeme- 
rides  del  sol  y  de  la  luna  para  1907.  —  La  Piatii.  Sesè,  1907.  8°, 
br.,  pp.  22. 

*  Pucci  Angiolo.  -  Il  libro  del  giardiniere  —  L  II  giardino  e  la  culture  dei 

fiori.  —  Mdano,  Allegretti,   1908,  IG",  tela,  pp.  825,  con  141  incis. 
Putelli  Ferruccio.  -  Sulla    diagnosi   clinica    e  istologica    dei  tumori  del 

setto.  —  Biella,  Tosta,  1908,  8«.  br..  pp.  7. 
SidV  esame    dell'  udii.)    nei    ferrovieri.  —   Biella,    Testa,    1907.    8°.  br„ 

pp.  8. 
Rado  Antal.  -  Dante.  —  Budapest,  Fi'anklin,  1907,  16°,  parm..  pp.  143. 
Ragnisco  Pietro.  -  //  concetto  della  ìiiisura  in  Aristotele  ed  in  Kant.  — 

Venezia,  Ferrari,  1998,  8°.  b.,  pp.  34. 

*  Ramoriuo  Felice.  -  Mitologia  classica,  illustrata.  3"  ediz.  Milano.  Alle- 

oretti.  1908,  16*',  tela,  pp.  354,  con  91  incis. 
Rasi  Luigi.  -  Puteoli.  Distici  italiani  trailofti    in   latino  da  Rasi  Ridro 

—  Firenze,  1896.  8°  br.  pp.  13. 
Rasi  Petrus.  -  ludicia,  quae  de  sattrae  Latinae  origine  et  de  Lucilio  in 

satiris  IV  e  X  libri  I   Q.  Horatius  Flaccus  protulit,  rerane  sa  ut  an 

falsa  f  —  Patavii,  Seminarli,  1886,  8»,  br.,  pp.  122. 
Satirae  Lucilianae  ratio  quae  sit.  Oi'atio.  —  Patavii.   Seminarli.  1887, 

8°,  br.,  pp.  32. 


238  CATALOGO    DEI    LIBRI    F,D    OPUSCOLI 

De  L.  Arruntio  Stella  poeta  patavino.  —  Patavii,    Semiuarii,  1890,  8", 

br..  pp.  67. 
De  cannine  Romanorum  elegiaco.  —  Patavii,    Seminarii   1890,  8°,  br., 

pp.  165. 
Un  po'  di  polemica.  I.  Sulla  jjoetica    di  Q.  Orazio  Fiacco.  II.  Di  due 

passi  Oraziani  non  bene  corretti.  —  Torino,  1892,  8°,  br.,  pp.  12. 
Epistulam    criticam   de    codice    Horatii   Laurentiano    XXXIV,    1  ad 

Hectorem  Stampini.  —  Liburni,  Vigo,  1892,  32°,  br.,  pp,  36. 
La  stilistica  nello  studio  del  latino.  —  Firenze,    Carneseeehi,  1893,  8.. 

br.,  pp.  58. 
Isidor  Hilherg.  Die  Gesetze  der   Wortsellung  im  Pentameter  des  Ovid. 

fjeipzig,  Teubner,    1894  ;  in    8°  gr.,    pp.    VII-892.  —  Torino,    Bona. 

1895,  8°,  br.,  pp.  12. 
Di  una  data  del  «  Chronicon  Eusebi  »  di  S.  Girolamo.  —  Torino,  Bona, 

1895,  8^  br.,  pp.  13. 

Carmen  nuiìtiale  —  1895,  8"  gr.,  br.,  pp.  4. 

Puteoli  -  Distici  italiani  di  Luigi  Rasi.  Tradotti  in  latino.  —  Firenze. 

1896,  8°,  br  ,  pp.  13. 

Della  così  detta  pcctavinità  di  Tito  Livio.  ~  Milano,  Bernardoni,  1897. 

1897,  8",  br.,  pp.  27. 

Lanx  satura.  —  1.  La  I.  iscrizione  degli  Scipioni.  —  2.  Orazio,  carm. 

I.  2,  39.  —  3.  Giovenale,  1,   131.  —  Torino,  Bona,  1897,  8°,  br.,  pp.  12. 
In  ('lauda  Rutila  Narnatiani  de    recUtu  suo    libros  adnotationes   me- 

tricae.  —  Torino.  Bona,  1897,  8o,  br.,  pp.  48. 

I.  Sugli  acrostici  delV  Ilias  latina.  -  II.  A  proposito  di  un  facsimile 
d<>l  codice  Berneìisis  363.  —  Torino,  Bona,  1898,  8^  br.,  pp.  27. 

A.  Cartault  -  Elude  sur  les  Bacoliques  de  Virgile.  Paris,  Ann.  Colin 
et  C.  1897,  di  pp.  VIII-502.  -  Torino,  Bona,  1898,  8»,  br.,  pp.  11. 

A  proposito  di  un  facsimile  di  parte  del  codice  Bernetzsis  363.  —  To- 
rino, Bona,  1898,  8",  br.,  pp.  9. 

Saggio  di  alcune  partiolnrità  nei  distici  di  S.  Ennodio.  —  Milano, 
Bernardoni,  1902,  8°,  br.,  pp.  19. 

Deir  arte  metrica  di  Magno  Felice  Ennodio    vescovo    di  Pavia.  (Parte 

II.  Metro  eroico  e  lirico).  —  Pavia,  Fusi,  1904,  8",  br.,  pp.  49. 

In  difesa  di  Ovidio.  Oss-ervazioni  contro  alcune  congetture  proposte 
da  Isidoro  Hilberg  nel  suo  libro  Die  Gesetze  der  Wortstellung  im 
Pentameter  des  Ovid.  —  8°,  bi'.,  pp.  27. 

{Elenco  delle  pubblicazioni  del  Dott.)  professore  ordinario  di  lettera- 
tura latina  nella  R.  Università  di  Pavia  {dal  18<S6  al  1906)  e  ms. 
1907.  —  Pavia,  Fusi,  8«,  br..  pp.  21. 

/  bambini,  poesia  italiana  di  F.  Galanti,  tradotta  in  latino.  —  8",  br.,  pp.  7. 

Traduzioni  latine  di  versi  di  Guido  Mazzoni.  —  16*^,  br.,  pp.  31. 
Ravenna  Ettore.  -  L'  endoteliom,a  della  pleura.  Considerazioni  sintetiche 
generali    sugli    endoteliomi.    —    Venezia,     Ferrari,     1908,     8",     br., 
pp.   33,  2  tav. 


PERVENUTI    ALLA    BIBLIOTECA    DELL'iSTITUTO  239 

*  Reggiani  E.  -  La  produzione  del  latte  e  le  latterie  sociali  cooperatire.  — 

Milano,  Tecnografia,  1908,  16",  tela,  pp.  444,  con  96  incis. 

*  Reina  Vincenzo.  -  Teoria  degli  strionenti  diottrici.  —  Milano,  Allegretti, 

1908,  1G^  tela,  pp.  220,  103  incis. 
Reisert  -  (Processo)  per  raddolcire  le  acque  selenitose.  —  Milano,  Operai, 

1907,  8°,  br.,  pp.  8. 
Ricco  A.  -  Anomalie  della  gravità  e  del  magnetismo  terrestre  in  Calabria 
e  Sicilia.  —  Roma,  Bertero,  1907,  4°,  br.,  pp.  10,  1  tav. 
Sui  metodi  di  costruzione  in  Calabria.  (Nota  preliminare).  — Modena, 

Soc.  Tip.,  1907,  8.,  br.,  pp.  9. 
Sulla  attività  dello  Stromboli  dal  18 9 J  in  poi.  —  Modena,   Soc.  Tip., 

1907,  8°,  br.,  pp.  23. 
Attività  dello  Stromboli.  —  Catania,  Calatola,  1907,  8',  br.,  pp.  6. 
Periodo  di  riposo  dell'  Etna.  —  Catania,  (Calatola,  1907,  8°,  br.,  pp.  ó. 
Rig:lii    Augusto.  -  Sulla   deviazione   dei   ioni   generanti   le   scintille,    do- 
vuta ad  un  campo  elettrico  trasversale.  —  Bologna,  Gamberi  ni,  1907, 
4",  br.,  pp.  12,  flg. 

*  Rizzoli  Luig:i.  -  Manoscritti  ddla  Biblioteca  Civica  di  Padova  riguar- 

danti la  storia  nobiliare  italiana.  —  Roma,  Poligrafica  Italiana,  1907, 

9",  br.,  pp.  125. 
Boberti  Melcliiorre.  -  //  li})ro  dei  giustiziati  di  Ferrara.  A.  1441-1577. 

Nota.  —  Venezia,  Ferrari,  1907,  8",  br.,  pp.  12. 
Roma  e  il  mare.  -  Vedi  Orlando  P. 
Rossi  Uiovanni.  -  Dopo    la    legge,  gli  studi  ;   confessioni   e  propositi.  — 

Reggio  Emilia,  Ferraboschi,  1907,  8°,  br.,  pp,  14. 

*  Rossi  0.  B.  -   U  arte  dell'  Arazzo,   con   prefazione   di    Ugo    Ojetti.  — 

Roma,  Romana,  1907,  16°,  tela,  pp.  239,  con  130  ili. 

*  Ruuienia.  -  La  letteratura  rumena,  con  breve    Crestomazia  e  I)iziona- 

rietto  esplicativo,  di  Romeo  Lovera.  —  Milano,  Tecnografica,  1908, 
16°,  tela,  pp.  199. 

Saccardo  Pier  Andrea.  -  Un  manipolo  della  fora,  del  Monte  Cavallo  de- 
sunto dalle  iconografie  inedite  di  G.  G.  Zannichelli.  —  Venezia,  Fer- 
rari. 1907,  8^  br.,  pp.  18. 

Sacerdoti  Adolfo.  -  Della  consuetudine  mercantile  nella  riforma  del  Di- 
ritto privato.  —  Venezia,  Ferrari,  1907,  8°,  br.,  pp.  16. 

Salsomag-giore.  -  {Osservazioni  statigra fiche  nei  dintorni  di)  -  Vedi  Ta- 

RAMELLI   T- 

Salvotti  V.,  Bullo  G,  S.  -  In  difesa  della  Botte  alle  Presse.  Risposta  al 
parere  dell'  ing.  G.  Cadolini  sul  progetto  per  il  bonificamento  del 
Corsorzto  Patriarcati.  —  Venezia,  Ferrari,  1907,  8°,  br.,  pp.  10. 

Salvotti  y.,  Bullo  GÌ.  S.,  Moschini  A.  -  Progetto  di  massima  di  un  canale 
navigabile  fra  Chioggia  e  il  Po.  Relazione.  —  Padova,  Prosperini, 
1907,  4",  br.,  pp.  16,  1  tav. 

*  Sandri  Carlo.  -  Manuale  pel  calcolo  dei   canali    in    terra  ed  in  mura- 

tura. —  Firenze,  Landi,  1908,  16",  tela,  pp.  305. 


240  CATALOGO    DEI    LIBRI    ED    OPUSCOLI 

San  Girolamo.  -  {Di  uìki  ihita  dei  «  CJtronicim  Eusehi  »    (//)- Vedi  Rasi  P. 
San  Pellegrino.  -  {Osservazioni  stratigrafiche  nei  dintorni  di)  -  Vedi  Ta- 

KAMELLI   T. 

Sarasin  Edouard,  Tojnmasina  Thomas,  -  De  V  effet  des  écrans  en  toile  mé- 

tfilliqne  sur  le  rai/onneinent  secondaire    de   radioactivité   induite.  — 

Paris,  Grauthier-Yillars  1907  4°,  br.,  pp.  4,  fig. 
Sarasin  Edoard,  Tomuiasina  Thomas,  Micheli  F.  J.-S/ir  le  d 'doublé in ent 

de  l((  rourbe  de  désactivation  de  la  radioactivité  induite.   —  GrenèYe, 

Società,  1907,  8°,  br.,  pp.  26,  fig. 
Sttr  qiielqaes  nv)dificatwns  qui  2)roduisent  le  dédonhlentent  de  la  courbe 

de  désactivation  de  la  radioactivité  imi uit.  —  Paris,  (iauthier-Yillars, 

1907,  4°,  br.,  pp.  3. 
Sardegna.  -  Commissione  Parlamentare   d' inchiesta    sulle   Miniere  della 

Sardegna,  Legge  19  lugio  r.)06  X.  oB3.  Kelazione  preliminare.  —  Poma. 

Bertero,  1907,  4°.  br..  pp.  61. 
Sartori  Borotto  (iraetano.  -    Vecchi  e  nuoci  versi.  —  Padova,  GralHaiii,  1908. 

]()°,  bi-.,  pp.  253. 
Versi  scritti  fra  i  monti  Euganei,  di  P.  B.  Shelley.  Versione.  —  Este. 

Longo,  1907,  16^  br.,  pp.  23. 
Schaeherie  J.  M.  -   Tlie  earfh  as  a  heatradialing  planet.  —  1908, 

16°,  br.,  pp.  3. 
The  infallihilitg  of  Xeuion's  lauj  of  radiation  ai  knoirn  temperatures. 

—  1908,  4°,  br.,  pp.  2. 

Schio  (Da)  Almerico.  —  La  terza  locomozione.  —  A^enezia,  Ferrari,  1907. 
S'\  l)r.,  pp.  32. 

Scrosoppi  Pietro.  -  Invarianti  differenziali  dei  sistemi  di  due  equazioni 
lineari  ed.  omogenee  a  derivate  parziali  del  primo  ordine.  —  Vene- 
zia, Ferrari.  1907,  8,  br.,  pp.  lo. 

Scuola  superioì'e  di  commercio  in   Venezia.  -  Vedi  Castelxuovo  E. 

See  T.  J.  J.  -  On  the  teutp.'rature,  ser/dar  cuoling  and  cnitraction  of  tlte 
Earth,  and  on  the  theorg  of  Eartliquakes  held  bg  the  ancients.  — 
1907,  8',  b)'..  pp.  299.  fig. 

Setti  (TÌovannì.  -  Ancora  del  Leo})ardi  ellenista.  — 'loYìno.hov.sch&fA'ì^^'. 
8^  br.,  pp.  31. 

Severi  Francesco.  -  Sulle  superficie  algebriche  che  ammettono  un  gruppo 
continuo  permutabile  a  due  parametri  di  trasformazioni  hirazionali. 

—  Venezia,  Ferrari,  1908,  8°,  br..  pp.  il. 
Shakspere.  -  (  The  critics  Versus).  -  Vedi  Smith  F.  A. 

Slielley  P.  B.  -  Versi  scritti  fra  i  monti  Euganei.  Versione.  -  Vedi  Sar- 
tori Borotto. 

Smith  Francis  A.  -  Tìie  critics  versus  Shakspere.  A  bi-ief  for  the  defen- 
dant.  —  Xew  York,  Kniekerbocker,  1907.  16",  teba,  pp.  128. 

Società  Italiana  per  il  progr^'sso  delle  scienze.  -  {Le  mutematiclic  pure  e 
miste  nei  jtrimi  dodici  Congressi  della)  -  Y.  Ckuruti  V. 

Somenzi  (Dei.  -  Vedi  Porro  De  Somenzi. 


l'ianENl"!'!    ALIiA    UIBLIOTl^CA    DELL'  ISTITUTO  241 

SoiHiiiariva  lìassano.  -  />/  alnuie  tnodìfirazium  ed  progetto  del  Codice  di 
Di-ocedura  penale  di  iniinineìite  2>i'esenta.ziune.  Pensieri  e  propo.^te  di 
ì/n  ri'crìtio  magistrato.  —  Udine,  Scitz,  1907,  8",  bi'.,  pp.  "24. 

Sopraiia  F.  -  Ulteriore  contributo  alla  conoscenza-  dell'  ((trofia  ìiiiiscolare 
prngressica  da  lesione  dei  canali  seiìiicii'fi)lari.  —  Venezia.  Ferrari. 

1907.  cS",  br..  pp.  11,  l  tav. 

■"•'  Soresiiìa  A.  -  Jlode/-ni  monogrammi.    —  Milano,    Allegretti,    1908.    1(;°. 

tela,  tav.  32. 
Spagnolo  F.  e  i-i.  -  Marostica.  -  \g\\  Gerola  Gt. 

Stanipini  Ettore.  -  Tedi  Rasi  P.  -  Epistidam  rriticam  de  codice  Horatii. 
.Stara-Teilde  (r.  -  Ricerche    sulla    evoluzione    del   culto    degli  alberi.,    dal 

principio  del  secolo  IV  in  poi.  —  lluiiia,  Loesclier,  1907,  8°,  br.,  pp    57. 
.Stella  L.  Arnintìo.  -  {De)  poeta  patarino.  —  Vedi  Rasi  P. 
•Stenta  Mario.  -  Osservazioni  sul  genere  Pinna.  Nota.  —  Venezia,  Feiiari. 

1908,  8\  br..  pp.  24. 

*  Strucchi  Arnaldo.  -  /  migliori  vini  d'Italia.  —  Mibiiio,  Allegretti,  1908. 

16",  tela,  pp.  258,  con  42  tav.  e  7  carte  col. 

*  Sturm  Rudolf.  -  Die  lehre  von  den  geometrischen  verivandtschaften.  — 

I.  Die  vernmndtschaften  zìvischen  gebilden.  —  Leipzig,  Teubner,  1908, 
8",  tela,  pp.  415. 

Taniassia  Arrigo.  -  Sulla  redazione  ufficiale  delle   statistiche  penali  ita- 
liane. Nota.  —  Venezia,  Ferrari,  1907,  8°,  br.,  pp.  8. 
Tauiassia  Nino.  -  Scherpa,  Scerpha,  Scirpa.  —  Venezia,  Ferrai'i.  1907,  8', 
br..  pp.  11. 
Giovanni  Argiropulo  e  un  proemio  medioevale  dei  libri  giuridici.  Nota. 

—  Venezia,  Ferrari,  1907,  8°,  br.,  pp.  4. 

Taramelli  Torquato.  -  Osservazioni  statigrcifiche  nei  dintorni  di  San  Pel- 
legrino e  di  Salsomaggiore.  Nota,  —  Milano,  Rebeschini,  1908,  8\  br.. 
pp.  G. 

TarugI  N.  -  (Risposa,  rd  Dotf.)  sopra  un  nuovo  metodo  pratico  per  la 
d ■■termi nazione  del  pota>tsio.  -  Vedi  Pajetta  R. 

Tedde.  -  Vedi  Stara-Tediìe. 

Teodosio  Filippo.  -  iLe  tettere  del  medico  Franc.csro  Petrollini  a)  -  Vedi 
Toni  (De)  (i.  B. 

Teza  Emilio.  -  Pochi  ptroverbi  lituani.  —  Venezia,    Fei-rari.  1907,  8".  br.. 
pp.  16. 
Come  Pàlakàpija  diventasse,  nell'  India,  ìnaestro  di  elefantiatria .  Nota. 

—  Venezia,  Ferrari,  1908,  8",  br.,  pp.  9. 

Tobia.  -  (L'episodio  biblico  del  riveggente)  nella   scienza   e  nelV  arte.  — 

Vedi  Albektotti  Gr. 
ToniMiasìna  Thomas.  -  Quelques  observafions  à  propos  de  la  Note   de  M. 

II.  Pellai  sur  la  constilution  de  l'  atome.  —  Paris,  Gauthier-Villars, 
1907,  4".  br.,  pp.  3. 

Sur  r  action  exclusive  des  forces  Ma.ru)ell-Bartoli  dans  la  gravitation 
unircrselle.  —  Genève,  Pelisserie,  1908,  8",  br.,  pp.  16. 


242  CATALOGO    DEI    LIBRI    ED    OPUSCOLI 

Toiiiniasina  Th.,  Sara^ìu  Ed.  -  Sur  quelques  modificattons  qui prodnisenf 
le  dédouhlement  de  la  courbe  de  désactivation  de  la  radioactivité  in- 
diiite.  —  Paris,  Gauthier-Villars,  1907,  4",  br.,  pp.  3. 

Toiiimasina  Thomas,  Ssirasiii  Edouard,  Micheli  F.  .1.  -  Sur  le  d('douhlement 
de  la  coìirbe  de  désactication  de  la  radioactivité  indiiite.  —  Genève. 
Soc,  1907,  8°,  br.,  pp.  26,  fig. 

Tomiuasina  Th.,  Saraisiu  Ed.  -  De  V  effet  des  écrans  en  toile  métallique 
sur  le  rayonneinent  seconda  ire  de  radioactivité  induite.  —  Paris,  Gfau- 
tliier-Villars,  1907,  4«,  br.,  pp.  4,  fig. 

Toni  (Uè)  W.  B.  -  t^pigolatiire  Aldrovandiane.  Notizie  intorno  ad  un 
erbario  perduto  del  medico  Francesco  Petrollini  {anteriore  al  1553) 
e  contribuzione  alla  storia  dell'  >'rbario  di  Ulisse   Aldromndi.  — 

1907,  8°,  br.,  pp.  15. 

Di   una  esjìerienza    di  Giacinto  Testoni.  Frammenti  inediti.  —  Roma. 

1908,  8",  br.,  pp.  4. 

Illustrazione  del  secondo  volume  delV  erbario  di  Ulisse  Aldrovancli.  — 

Venezia,  Ferrari,  1908,  8°,  br.,  pp.  112. 
Le  lettere  del  medico  Francesco  Petrollini  ad  Ulisse  Aldrovandi  e  Fi- 
lippo leodosio.  —  Padova,  Seminario,  1908,  8°,  br.,  pp.  15. 

Torino.  -  (Misure  inaf/netiche  nei  dintorni  di)  -  Vedi  Boddaert  D. 

Torres  Giuseppe.  -  La  Cappellina  espiatoria  Bettiolo  Angelo-Osvaldo  a 
memoria,  del  figlio  Umberto.  —  Venezia,  Xorsa,  1908,4°,  br.,  pp.  30. 
con  6  tav. 

Torricelli  Evangelista.  -  {Commemorazione  di)  -  Vedi  Martini  T. 

Trieste-  -  Ricordi  delle  vicende  triestine  dal  1850  al  1900.  —  Vedi  Lo- 

RENZUTTI   L. 

*  Trombetta  Edmondo.  -  Manuale  di  medicina  legale  militare.  —  Milano. 

Allegretti,  1908,  16",  tela,  pp.  430. 
Ungheria.  -  {Per  la  lega  fra  Genova  e  V)  nel  1352.  —  Vedi  G.  Bigoni. 
Università  di  Upsala.  -  Vedi  Linneo, 

*  Valentiui  Carlo.  -  Della  sistemazione  dei  fiumi.  Studio.  —  Milano,  Ber- 

nardoni,  1893,  8°,  br.,  pp.  48,  tav. 
Valli  Mario.  -  Gli  avvenimenti  in  Cina  nel  1900  e  l'azione  della  R.  Ma- 
rina Italiana.  —  Milano,  Bellinzagbi,  1905,    8°,  br.,    pp.  731,  con  38 
disegni. 
Vedova  (Dalla)  (x.  -  SulV  oggetto  e  sugli  ufftei  della  Sezione    VI  dell'As- 
sociazione italiana  per  il  Progresso  delle  Scienze.  —  Roma,  Bertero. 
1908,  8",  br.,  pp.  11. 
Venezia,  Corfù  ed  il  Levante.  -  Vedi  Levi  C.  A. 

Venezia   e    le    sue    vie    di   penetrazione    nel    continente.   —    Vedi    Can- 
diani  L. 
(/  tesori  dell'  Archivio  di  Stato  di)  -  Vedi  Malagola  C. 
La  Cappellina  espiatoria  Bettiolo  Angelo -Osvaldo  a  memoria  del  figlio 

Umberto  -  Vedi  Torres  G. 
{La  Chiesa  di  S.  Maria  dei  Derelitti  in)  -  Vedi  Kiriaki  (De). 


PERVENUTI    ALLA    BIBLIOTRCA    DELL'  LSTITUTO  243 

(La  l'id  ht Unzione  cleffa    (Ud    Vuoilo    Sunto  in)  -  Vedi    Kiuiaki  (De) 

A.  S. 
{La  Sala  d'armi  deW  Arsenale  di)  -  Veili  FìUoia  (De)  G, 
Le  opere  di  restauro  nella  Basilica.  -  Vedi  Manfredi  M.  E.,  Maran- 
goni L. 
{^ingegneria  (t)  dclV  itltiiito  centennio.  Pubblicazione    degli    ingeg-iieri 
veneziani  in  omaggio  ai  colleglli  del  VI"  Congresso.  —  Venezia,  Na- 
ratovich,  1887,  f."  paini,  pp.  57,  1.'),   17,  21,  20,  (>,  2(3,  con  tavole. 
Scuola  Superiore  di  Commercio.  -  Vedi  Castelnuovo  E. 
Vedi   Vivantk  R.  -  Uosxjedale  per  i  tubercolosi. 
Venezia  (Da)  Pietro.  -  Il  conretto  ippocratico  della  natura  medicatrice.  — 

Venezia,  Soc.  M.  8.,  1908,  8",  br.,  pp.  20. 
Venturi  A.  -   Terza  campagna  graoimetrica  in  Sicilia  nel  1905.  —  Roma, 

Salviucci.  1907,  4°,  br.,  pp.  15. 
Verg-u  E.  -  jy  Arcìiivio  della  Fabbrica  del  Litoiiio  di  Milano.  —  Milano, 

Allegretti,  1908,  4",  br,  pp.  102. 
Verona.  -  (Guglielmo  da  Pastrengo  e  gli  ùiizii  dell'  Umanesimo  ini-  Vedi 
Avena  A. 
{L'  istituzione  del  Museo  Civico  di)  -  Vedi  Avena  A. 
Vedi  G.  Gerola,  Il  ritratto  di  Guglielmo  Castelbarco. 
Yerson  Enrico.  -   Una  piccola  ricendicazione  di  priorità.  Nota.  —  Vene- 
zia, Ferrari,  1907,  8",  br.,  pp.  4. 
Virgilio.  -  Elude  sur  les  Bucoliques  de    Virgile  par  A.  Cartaìdt.  —  Vedi 

Rasi  P. 
Vivaute  R.  -  L'  Ospedale  per  i  tubercolosi  in  S.  M.  delle  (rrazie.^  nel  suo 
primo  anno  di  esercizio.  Relazione  al  Sindaco  di  Venezia. —  Venezia, 
Ferrari,  1908,  8",  br.,  pp.  20. 
Visita  ad  alcune  istituzioni  igienico-sanitarie    tedesche.^  fatte   in  occa- 
sione del  XIV  Congresso  internazionale  d' igiene  e  demografia.,  tenutosi 
in  Berlino  dal  22  al  SO   Settembre    V)07.    Relazione  al  Sindaco   di 
Venezia.  —  Venezia,  Ferrari,  1908,  8",  br.,  pp.   19. 
Weineli  Ijaili.siaiis.  -  .losef  deorg  Boltm  :    Die  ktoist-nìtren   auf  der  k.  k. 
Sternwarte  zu  l'rag.  —  Prag,  Bellmann,    1908,  4  '/.-i    tela,   pp.  48,  21 
tafeln. 

*  Wheatley  Henry  B.  -  Houi  to  moke  and  index.  —  London,  Elliot  Stock, 

1902,  16°,  tela,  pp.  236. 

*  Wotton    (Sìr  Henry).  -  (The  li  fé   and   letters    of)    bg    Logan    Pearsall 

Smith.  —  Oxford,  Clarendon,    1907,    8",    tela,    2  voi.    con  2  ritr.  del 

Wotton. 
Zamboni  Antonio.  -  Parigi  nel  1S04  {Ricordi  di  un  reronese)  —  pubblicato 

da  C.  fiiadego.  —  Vei-ona,  Franchini,  1908,  8",  br.,  pp.  5(>. 
Zanniclielli  (ì.  (t.  -  (Un  manipolo  della  fiora  del  Monte    Cavallo  desunto 

dalle  iconografie  di)  -  Vedi  Saccardo  P.  A. 
/oologìska  Sturtier  tilldgnade   prof.    T.    Tullberg   pd  Jians    6~>    ars  dag 

—  Upsala,  Almquist,  1907,  4",  br.,  pp.  842,  tav. 


INDICE  GENERALE  DEL  TOMO  LXVII 


DELLA  PARTE  PRIMA 


PER    AUTORI,    PER   NOMI   E   PER    MATERIE 


Atti  del  Realk  Istituto  Veneto  di  scienze,  lettere  ed  arti. 
Anno  accademico  1907-1)08  -  Tonio  LXVII  -  Parte  prima. 


INDICE    GENERALE 
PER    AUTORI,    PER    NOMI    E    PER    MATERIE 


INDICE   DELLA   PARTE   PRIMA 


PEE    AUTOEI    E    PER    NOMI 


Aldeovandi  Ulisse.  -  (Illustrazione 
del  secondo  volume  dell'  erbario 
di)  -  G.  B.  De  Toni,  {cenno)  p.  GO, 
61. 

Arcais  (D')  Francesco,  -  Sulla  in- 
tegrazione delle  equazioni  lineari 
a  derivate  parziali  d'ordine  qua- 
lunque, {cenno),  p.  43. 

Archimede.  -  (Intorno  ad  una  scrit- 
tura inedita  di)  novamente  sco- 
perta e  pubblicata.  Comunica- 
zione, -  A.  Favaro  (cenno),  p.  79. 

Ardigò.  -  (La  filosofia  nel  sistema 
delle  scienze  filosofiche  secondo 
1').  Nota.  -  B.  Brugi,  (cenno),  p. 
74-75. 

Argiroi'Ulo  Giovanni  e  un  proe- 
mio medioevale  dei  libri  giuri- 
dici. Nota  -  Nino  Tamassia,  {cen- 
no),  p    42-43. 

Aristotele.  -  (Il  concetto  della  mi- 
sura in)  ed  in  Kant.  -  P.  Ragni- 
sco,  (cenno),  p.  42. 

Arrigoni  degli  Oddi  Ettore.  - 
Note  ornitologiche  sulla  Colle- 
zione del  Monte  appartenente 
alla  signora  marchesa  M.  Pau- 
lucci,  (cenno),  p.  79. 


Balbi- Valter  (Fondazione)  -  Rela- 
zione della  Commissione  per  l'e- 
same degli  elaborati  presentati 
al  concorso  di)  pel  biennio  1906- 
907.  A.  Stefani,  E.  Bassini,  D. 
Giordano,  p.  141-50. 

Bardelli  Giuseppe.  -  (Parole  in 
commemorazione  del  prof.)  m.  e. 
del  R.  Istituto  Lombardo  di 
scienze  e  lettere.  -  C.  F.  Ferra- 
ris, p.  77-78. 

Bassini  E.,  Giordano  D.,  Stefani 
A.  -  Relazione  della  Commissio- 
ne per  l' esame  degli  elaborati 
presentati  al  concorso  di  Fonda- 
zione Balbi-Valier  pel  biennio 
1906-907,  p.  141-50. 

Béguinot  a.  -  Sulla  persistenza  e 
caduta  del  foglie  e  sulla  relativa 
bibliografia,  (cenno),  p.  80. 

Bellati  Manfredo.  -  In  memoria 
di  Lord  Kelvin.  -  Parole  pronun- 
ciate nell'  adun.  12  gennaio  1908, 
p.  69-71, 

Sellati  M.,  Trois  F.,  Ricci  G.  - 
Relazione  della  Commissione  in- 
caricata di  riferire  sulla  scelta 
del  tema  per  il  concorso  scienti- 


INDICE    GENEEALE 


fico  a  prpiiii()  (li  Foiida/iune  Que- 
rini  Stanipalia,  per  l'anno  l'.Ul, 
p.  139-40. 

Beltrame  Giovanni.  -  ((Joninicinci- 
razione  del  in.  e.  prof.  don).  - 
(t.  Occioni-Iionaft'ons,  p.  lOH-llT. 

Hkrchk.t  Ou(iLiEL,M().  -  Parolc  in 
couinieniorazionc  del  m.  e.  e  se- 
gretario del  R.  Istituto  Ijoinbar- 
do  di  scienze  e  lettere,  professore 
conini.  Rinaldo  Ferrini,  p.  73-74. 
—  Relazione  letta  nell'adunanza 
solenne  24  maggio  1!)0H  del  R. 
Istituto  Veneto  di  Scienze  Let- 
tere ed  Arti,  p.  125-29. 

Berti  B.  -  Sull'azione  locale  della 
bile  f  d(d  glicocolato  di  soda  sui 
vasi  sanguigni,  (sunlo),  pagi- 
ne 51,  52.  —  Trasmissione  della 
eccitazione  attraverso  i  gangli 
spinali  aneniizzati  n(M  mammiferi 
{ren/ìo),  p.  100. 

Besta  ]•>.  -  Un  dijilonia  inedito  di 
Enrico  VI.  (cenno),  p.  !^2. 

BiADEfiu  Giuseppe.  -  Pisanus  Pic- 
tor,  (cenno),  p.  121. 

BoNGiovANNi  0.  -  Sulla  ricerca  mi- 
crochimica del  fosforo  nei  tessuti 
vegetali,  ji.  Hl-82. 

BoNOME  Augusto.  -  Nuove  osserva- 
zioni sulla  struttura  e  sull'  isto- 
genesi  dei  Gliomi,  {sunto)  i)agi- 
ne  180-182. 

Breda  Achiluk.  -  I  più  vecclii  laz- 
zaretti meilioevali  in  Europa, 
(sunto)  p.  215-17. 

Brugi  Biagio.  -  F^a  filosofia  nel  si- 
stema delle  scienze  filosofiche  se- 
condo 1'  Ardigò.  Nota,  (cenno)^ 
p.  74-75.  —  lia  pubblicazione 
degli  Annali  della  nazione  tede- 
sca dello  studio  di  l'adova.  Noti- 
zia preliminare,  (cenno)  p.  214-15. 

Carnevale  P.  -  Radiolarie  e  Sili- 
coflagellati  di  Bergonzano  (R(!g- 


gio  Emilia),  (cenno),  pagina  187. 

Castelli  Benedetto.  -  (Amici  e 
corrispondenti  di  Galileo  Galilei) 
—  A.  Favaro,  (cenno),  p.  41-42. 

Catkllani  Enrico.  -  11  diritto  in- 
ternazionale privato  nel  Codice 
Civile  Svizzero,  (sunto),  p.  182-3. 

C;;ssi  Roberto.  -  Per  la  storia  delle 
Corporazioni  dei  mercanti  di  pan- 
ni e  della  lana  in  Padova  nei 
sec.  XIII  e  XIV,  (cenno),  p.  (58. 

CisoTTi  U.  -  Sull'  impiego  di  fun- 
zioni ellittiche  in  una  questione 
idrodinamica,  (cenno)  p.  52. 

Crescini  Vincenzo.  -  Un  concerto 
trobadorico,  (cenno),  p.  121. 

D'Arcais.  -  Vedi  Arcais. 

Da  Rios.  -  Vedi  Rios. 

Da  Schio.  -  Vedi  Schio. 

Dm  Giovanni.  -  Vedi  Giovanni. 

Dk  .Marchi.  -  Vedi  Marchi. 

De  Tonl  -  Vedi  Toni. 

Enrico  VI.  -  (Un  diploma  inedito 
di).  -  E.  Besta,  [cenno),  p.  82. 

Farini  a.  -  Sulle  variazioni  quan- 
titativ(5  del  glicogene  e  d(dle  so- 
stanze albuminose  del  fegato  per 
r  influenza  della  temperatura  e 
per  il  taglio  del  vago,  (sunto), 
p.  44-45.  —  Sulla  perdita  dei 
grassi  e  dell'  acqua  del  fegato 
nelle  rane  ibernanti  per  l'elevata 
temperatura  e  per  il  taglio  dei 
vaghi,  (sunto),  p.  99-100. 

Favaro  Antonio.  -  Amici  e  corri- 
sp(tndenti  di  Galileo  Galilei  - 
XXI  Benedetto  (-astelli,  (cenno), 
p.  41-42.  —  Intorno  ad  una  scrit- 
tura inedita  di  Archimede  nova- 
niente  scoperta  e  pubblicata.  Co- 
municazione, (cenno),  p.  79.  — 
Per  la  storia  del  compasso  di 
proporzione.  Nota,  (cenno,,  p.  !)7. 

Favaro  G.  A.  -  CJonfronto  fra  le 
osservazioni    dell'  eclisse    solare 


DELLA    PAUTK    PRIMA 


del  ìJO  agosto  fatte  a  Padova  e  i 
calcoli  eseguiti  con  la  «  Comiui.-'- 
swire  des  teinps  »  ed  il  «  Nanti- 
cal  Aìmcniar»  ili  fiOiidra.  (Nota) 
con  prelazione  ed  appendice  del 
prof.  (t.  Lorenzoni,  [cntiìo),  p.  !)8. 

r^KERAEi  (jT.  -  Tre  papii'i  bizantini 
inediti  greco-egizii  dell'età  bi- 
zantina, {cenno),  p.  186-7. 

Fkrrakis  Carlo  Francksco.  -  Pa- 
ride nell'annunziare  la  morte  del 
prof.  Pietro  Pavesi,  m.  e.  del  R. 
Istituto  Lombardo  di  scienze  e 
lettere,  p.  39-40.  —  Parole  in 
commemorazione  del  prof.  (ì in- 
seppe Bardelli,  m.  e.  del  R.  Isti- 
tuto Lombardo  di  scienze  e  let- 
tere, p.  77-78. 

Ferrini  Rinaldo.  -  (Commcinora- 
zione  del  prof,  comni.)  m.  e.  e 
segretario  del  Reale  Istituto  Lom- 
bardo di  scienze  e  lettere  — 
G.  iJei'chet  —  pagine  73-74. 

(Ialilki  CtAlilko.  -  (  An-iici  e  cori'i- 
spondenti  di).  -  XXI.  Benedetto 
Castelli.  -  A.  Favai'o,  {cenno), 
p.  41-42. 

ÙKKOLA  GiusKPPE.  -  Appunti  sui 
monumenti  veneti  di  CefaloJiia 
e  di  Corfù,  (cenno),  p.  (52. 

Ghikardj:  Geppino.  -  Sidla  ricerca, 
tossicologica  della  eroina,  dio- 
nina,  peronina,  p.  211. 

GiANTTROO  EmanlivLE.  -  (lu  nicuio- 
l'ia  di).  Parole  pronunciate  dal 
pi-of.  Vittoi'io  Polacco,  ni.  e.,  iicl- 
r  adunanza  d(d  17  maggio  ll»i)7. 
p.  5.5-58. 

Giordano  D.,  Sti.kani  A..  Bassini 
E.  -  Relazione  della  Commissione 
per  l'esame  degli  elaborati  pre- 
sentati al  concoi'so  di  Fondazio- 
ne Jialbi-Valier  p<d  biennio  lUOIi- 
i)()7,  p.  141-50. 

(JiovANNi  (De)    Achille.  -  (iontii- 


buto  alla  i)at()logia  della,  cre- 
scenza, {cenno),  p.  180. 

Kant.  -  (Il  concetto  didla  misura 
i]i  Aristotele  ed  in).  -  P.  Ragni- 
sco,  {cenno),  p.  42. 

Kkia'in  (Lorj)).  -  (Parole  pi'onun- 
ciate  in  memoria  di)  dal  pi-of.  co. 
Manfredo  Bellati,  iil  e.,  neiraduiL 
del  12  gennaio  1908,  p.  (J9-71. 

Lampertico  Fedele.  -  (Commemo- 
razione di).  -  N.  Tamassia,  pa- 
gine 83-93. 

Laplace.  -  (Sul  sistema  di  due  equa- 
zioni implicite  studiate  dal).  -  8. 
\j.  Da  Rios,  {cenno),  p.  68. 

Levi  Alessandro.  -  La  partizione 
(lidia  filosofia  pratica  in  un  ti'at- 
tato  medioevale  (r't';?;/o),p.217-18. 

Liivi  F.  -  I  maesti'i  di  Francesco 
Novello  da  Carrara,  (cenno),  pa- 
gine 52-53. 

Li',Vi-(*iviTA  Tullio.  -  Sui  camiìi 
elettromagnetici  puri,  dovuti  a 
moti  piani  permanenti,  [eenno), 
pagine  183-4. 

LoKKNZONi  Gii^sEPPE.  -  Il  passag- 
gio di  Mercurio  sul  disco  del  sole 
osservato  alla  Specola  di  Pado- 
va il  14  novembre  1907.  -  Comu- 
nicazione, p.  47-49.  —  Prefazio- 
ne ed  appendice  alla  Nota  del 
dott.  G.  A.  Favaro  sul  Con- 
fronto fra  le  osservazioni  dell'e- 
clisse solare  del  30  agosto  fatte 
a    Padova  e  i  calcoli   eseguiti  con 

la  "  ('nnixiissiinrc  des  /ciii/)s  „  (mI 
il  "  XuiiUrdì  Alinannr  „.  {e."// no), 
p.  98. 

Lori  Ferdinaxoo.  -  Le  dimensioni 
più  opportune  dei  rocchetti  di 
autoinduzi(!ne  senza  ferio  per  ot- 
tenere fenomeni  di  risonanza 
eletti-oniagnetica,  {ccn/io),  p.  217. 

Maorini  Piero  Giovanni.  -  Sulle 
variazioni    di     livello    dei    laghi 


l 


INDICE    GENERALE 


T^apisini.  Nota  prcliminaro,  (cen- 
no), p.  68-(i4. 

Marchi  (De)  Luigi.  -  Teoria  della 
doppia  oscillazione  diurna  del 
baroni etro,  {cenno}^  p.  79-80.  — 
Osservazioni  mareonietriclie  lun- 
go il  litorale  e  in  laguna  fatte  ne- 
gli anni  1906  e  1907,  (sunfo),  p.  61. 

Martini  Tito.  -  Intorno  alla  cor- 
rente generata  dalla  coppia  pla- 
tino-spugna di  platino  immersa 
in  una  soluzione  acidulata  o  sa- 
lina. (Contributo  alla  teoria  osmo- 
tica della  pila),  (sunto),  p.  49-50. 

MiORANDi  Mario.  -  Esperienze  col 
processo  elettrolitico  Gasparini 
per  decomporre  le  sostanze  or- 
ganiche nelle  perizie  chimico- 
legali,  (cenno),  p.  217. 

Muraro  Francesco.  -  Solubilità  dei 
veri  e  falsi  tannati  di  chinina, 
(cenno),  p.  75. 

Novello    Francesco.  -  (1   maestri 
di)da  Carrara.  -  E.  Levi,  (cenno), 
p.  52-53. 

OcciONi  -  Bonaffons  Giuseppe.  - 
Commemorazione  del  m.  e.  prof, 
don  Giovanni  Beltrame,  pagi- 
ne 103-117. 

Olivi  Luigi.  -  Di  un  diritto  penale 
internazionale  in  tempo  di  pace, 
(sunto),  p.  184-86. 

Papadopoli  Aldobrandini  Nicolò. 
-  Commemorazione  di  Alessan- 
dro Pascolato,  lotta  nell'  adu- 
nanza del  10  maggio  1908  del 
R.  Istituto  Veneto  di  scienze  let- 
tere ed  arti,  p.  189-209. 

Pascolato  Alessandro.  -  (Comme- 
morazione di)  letta  dal  m.e.N.  Pa- 
padopoli Aldobrandini  nell'adun. 
<lel  10  maggio  1908  del  R.  Isti- 
tuto Veneto  di  scienze,  lettere 
ed  arti,  p.  189-209. 

Pavesi  Pietro.  -  (Commemorazione 


del  prof.)  m.  e.    del    R.    Istituto 
Lombardo  di  scienze  e  Icttei'c.  - 
C.  F.  Ferraris,  p.  39-40. 
Pennato  Papinio.  -  La  radiologia 
della  pleurite,  (cenno),  )).  7."). 

PlSANUS    PlCTOR.     -     (G.      lìiiidcgo), 

(cenno),  p.  121. 

Polacco  Vittorio.  -  Li  memoria 
di  Emanuele  Gianturco.  Parole 
pronunciate  nell'  adunanza  del 
17  novembre  1907,  p.  55-58.  — 
Le  cabale  del  mondo  legale.  Di- 
scorso letto  nella  seduta  solenne 
del  24  maggio  1908  del  Reale 
Istituto  Veneto  di  scienze,  let- 
tere ed  arti,  p.  155-86. 

QuERiNi  Stampalia  (Fondazione).  - 
(Relaziono  della  Commissione  in- 
caricata di  riferire  sulla  scelta 
del  tema  pei-  il  concorso  scien- 
tifico apremio  di)  per  l'anno  1911- 
F.  Trois,  G.  Ricci,  M.  Bellati. 
p.  139-40. 

Ragnisco  Pietro.  -  Il  concetto  della 
misura  in  Aristotele  ed  in  Kant 
(cenno),  p.  42. 

Ravenna  E.  -  L'endotelioma  della 
pleura.  -  Considerazioni  sinteti- 
che generali  sugli  endoteliomi. 
(cenno),  p.  62-63. 

Ricci  G.,  Bellati  M.,  Trois  F.  - 
Relazione  della  Commissione  in- 
caricata di  liferiie  sulla  scelta 
del  tema  per  il  concorso  scien- 
tifico a  premio  di  Fondazione 
Qucrini  Stampalia,  per  l'anno  1911 
p.  139-40. 

Rio  (Da)  Sante  Luigi.  -  Sul  siste- 
ma di  due  equazioni  implicite 
studiate  dal  Laplace,  (cenno), 
p.  68. 

Saccardo  PiKR  Andrea.  -  Di  un'o- 
peretta sulla  Flora  della  Cor- 
sica, di  autore  pseudonimo  e 
plagiario.  Nota,  (cenno),  p.  97. 


DELLA    PAKTE    PRIMA 


Sa(;i-;ri)uti  AdoIìFo.  -  Lii  Icti'iiiMiii- 
l)ori;ilL'  gerinanica  su!  ('onti'iit,to 
(li  assicurazione,  a|)pr(»vata  dal 
Keiclistag  nel  maggio  1!K)H,  {reii- 
m>),  p.  215. 

Schio  ('Daì  Almkrico.  -  Per  una 
priorità,  p.   150-54. 

Skvkri  F.  -  Sulle  superficie  algebri- 
che che  ammettono  un  gruppo 
continuo  permutabile,  a  due  para- 
metri (li  trasformazioni  birazio- 
nali,  {cenno),  p.  62. 

SiBiRANi  Filippo.  -  Esistenza  degli 
integrali  in  alcuni  tipi  di  ('(ina- 
zioni alle  derivate  parziali,  (cen- 
no), p.  100. 

SiMEONi  Luigi.  -  F/  abside  di  San 
Zeno  di  Verona  e  gli  ingegneri 
Giovanni  e  Nicolò  da  Feri'ara, 
(cenno),  p.  187. 

SoMMER  Elvira.  -  Per  la  leggenda  di 
Tristano  in  Italia,  (cenno),  p.  1S6. 

SoPRANA  F.  -  Ulteriore  contributo 
alla  conoscenza  dell'atrofia  mu- 
scolare progressiva  da  lesione 
dei  canali  semicircolari,  (sunto), 
p.  43-44. 

Spica  Filtro.  -  Appunti  alla  Co- 
munica/ione (li  C.  Dongiovanni. 
Sulla  ricerca  microchimica  del 
fosforo  nei  tessuti  vegetali,  pa- 
gine 81-82. 

A.  Stekani,  e.  Bassini,  D.  (Jiorda- 
NO.  -  Relazione  della  Commis- 
sione per  l'esame  degli  elabo- 
rati presentati  al  concorso  di 
Fondazione  Balbi  -  Valier  pel 
biennio  1906-907,  p.  141-50. 

Stenta  Mario.  -  Osservazioni  sul 
genere  Pinna.  Nota,  (cenno), 
p.  75-76. 

Tamassia  Arrigo.  -  Le  vene  dor- 
sali della  mano  come  indice  di 
identificazione  personale.  Nota, 
(cenno),  p,  120-21. 


Tamassia  Nino.  -  (iidvanni  Argiro- 
pulo  e  un  proemio  medioevale 
dei  libri  giui'idici.  Nota,  {ci'nno). 
p.  42-48.  —  Commemorazione  (li 
Fedele  Lampfertico,  p.  83-93. 

TkijLini  Achille.  -  La  distribuzio- 
ne della  neve  nelle  Alpi  orien- 
tali e  nel  Veneto,  (cenno),  pa- 
gine 98. 

Thomson  William.  -  Vedi  Kelvin 
(Lord). 

Toni  (De)  G.  B.  -  Illustrazione  del 
secondo  volume  dell'  erbario  di 
Ulisse  Aldrovandi,  (cenno),  pagi- 
ne 60-61. 

Torelli  Ruggero.  -  Sulla  linearità 
delle  involuzioni  più  volte  infi- 
nite appartenenti  a  una  curva 
algebrica.  Nota,  {cenno),  p.  122. 
—  Sulle  serie  algebriche  di 
gruppi  di  punti  appartenenti  a 
una  curva  algebrica,  (cennn),  p. 
218. 

Tristano.  -  Per  la  leggenda  di  Tri- 
stano in  Italia.  -  E.  Sommer, 
(cfiuio),  p.  186. 

Tri  US  Enrico  Filippo.  -  Nota  sopra 
un  esemplare  d'Anguilla  di  uno 
spiccato  metacromatismo,  rega- 
lata alle  Collezioni  dell'Istituto 
dal  sig.  avv.  G.  B.  Voltolina, 
{cenno)  p.  60;  65-66.  Ricerche  sui 
Trachini  che  frequentano  la 
spiaggia  del  Lido  e  specialmente 
sul  Trachinus  vipera.  C.  V.. 
(cenno),  p.  96-97.  —  Nota  sopra 
una  forma  di  metacromatismo 
osservata  in  un  esemplare  di 
l 'leuronertes  italicus  Giinth  : 
preso  nella  laguna  di  Venezia, 
(cenno),  p.  214;  221-2. 
F.  Trois,  n.  RiccL  II.  Bkli.ati.  - 
Relazione  della  Commissione  in- 
caricata di  riferire  sulla  scelta 
del  tema    per  il  concorso  scien- 


INDICE    GENERALE 

iiticd  ;i  premio  di  Foiidaziono  Vkrs(>n  E.  -  Una  piccola  rivciidi- 
(iucriai  Staiiipalia,  per  l'aiiiiu  IKll  cazionc  di  priorità.  Nota,  (renno)^ 
p.   iyy-40.  p.  oO-òl. 

I 

PEE     MATERIE 

AdaiMutc.  -  Atti:  Adunanza  ordinaria  27  ottobre        l'JOT,  p.     '.V.)-\h 

„  „         17  novembre       „      „      47-53 


8  dicembre  „  „  5y-()4 

12  giìiinaio  11)08,  „  (u-OH 

!)  f(d)braio  „  „  7H-7() 

„                   „           (S  marzo  „  „  77-H2 


n  VI 

n  n 


)> 


•n 
n 


12  aprile  „  „  !)ó-101 

10  maggio  „  „  lli)-122 

solenne      24         „  „  „  128-124 

oi'dinaria  14  giugno  „  .,  17i)-l'SS 

ó  luglio  „  „  218-211) 


Adunanze.  -  (Tabella  dei  giorni  in  fronto  tra  le  ossei'vazioiii  dell'e- 

cui  si  terranno  le)  nell'anno  ac-  (disse  solare  del  80  ag(jsto  tatto 

cademico  rJ0S-llJU9,  p.  21U.  a  Padova  e  i  calcoli  eseguiti  con 

Aereonautica.  -  Per  una  priorità.  -  la  "  CoHnaiò'suncc  <les  temp^  „  ed 

Schio    (Da)  Almerico,  p.  150-54.  il  "  Naufiral  Aìuiainic  „  d\  Lon- 

^i/^jt  orientali.  -  (La    distribuzione  dra.  Nota,  -  Gr.  A.    Pavaro  ;  con 

della  neve  nelle)  e  nel  Veneto.  -  prefazione  i-d  appendice  dei  prof. 

A.  Tellini,  (cenno),  p.  'JH.  U.  Lorenzoni,  {cennoK  p.  98. 

Anatomia   patoluyiva.  -  Nuove    os-  Benjonzano.  -  Radiolarie   e  Silico- 

servazioni  sulla  struttura   e  sul-  flagellati  di  Bergonzano  (Reggio 

r  istogenesi     dei     Gliomi.     -    A.  Emilia.  -  P.  Carnevale,    {cenno), 

I5onome,  (sunto),  p.  180-182.  p.  187. 

Arcluiihxjia    -Appunti    sui    nionu-  7J^v/7/,//\^  -  l'isanus  ricloi.  -  (i.  Uia- 

nienti  veneti    di    Cet'alonia  e  di  (lego  {cenno),  p.   121. 

Cortu.  -  (rerola  (iiuseppe,  (rt;^/^(J),  IJiotor/ia    -  Osservazioni  sul  genere 

p.  (i2.  l'iiijia.     Nota.    -     Stenla     Maiio, 

^irti   belle.  -  Pisanus    Pictor.  -  Pia-  {ce/mot,  p.  75-7(). 

(lego  (iiuseppe,  {cenno),  p.  121  —  Bo1anic<t.  -  Illusti-azione  d(d  se- 
li' abside  di  S.  Zeno  di  Verona  condo  volume  deir  erbai-io  di 
e  gli  ingegneri  (ìiovanni  e  Ni-  Plissé  Aldrovamli.  -  De  Toni 
colò  da  Ferrara.  -  L.  Simeoni:  (J.  !>..  {cenno),  p.  (iO-()l.  —  Sulla 
{cenno},  p.  187.  ri(!erca  microchimica  del  losforo 

Astronomia.  -  Il  ))assaggio  di  Mer-  nei  vegetali.  -   Bongiovanni  Coi'- 

cuiio  sul  disco  del  sole  ossei'vato  rado,     p.  80-81.    —  Appunti     del 

nlhi  Specola  di  Padova  il  14  no-  m.  e.,  !'.    Spica.    p.  81-82.  —  Di 

vembre    1907.    (!omunicazione.  -  un'  operetta     sulla     Floi-a    della 

(}.  Lorenzoni,  p.    47-49.  —  Con-  Corsica,  di  autore  pseudonimo  e 


DELLA    PARTE    PRIMA 


plagiario.  -  Saccardo  Pier  Andrea 
(cenno),  p.  !)7.  —  Sulla  persisten- 
za e  caduta  delle  foglie  e  sulla 
relativa  bibliografia.  -  Béguinot 
A.,  (cenno),  p.  80. 

Cefalonia.  -  (Appunti  sui  monu- 
menti veneti  di)  e  di  (Jortu.  - 
G.  Gerolii,  (cenno),  i>.  62. 

Chimicd.  -Solubilità  dei  veri  e  falsi 
tannati  di  chinina.  -  Muraro 
Francesco,  (cenno),  p.  75.  —  Bulla 
ricerca  microchimica  del  fosforo 
nei  vegetali.  -  Bougiovanni  Cur- 
rado, p.  80-81  ;  Appunti  del  m. 
e.,  P.  Spica,  p.  81-82.  —  Sul- 
la ricerca  tossicologica  della  eroi- 
na, dionina,  peronina.  -  Ghirardi 
Geppino,  p.  211.  —  Esperienze 
col  processo  elettrolitico  Gaspa- 
rini  per  decomporre  le  sostanze 
organiche  nelle  perizie  chimico- 
legali.  -  M.  Miorandi,  {cenno), 
p.  217. 

Coinniemorazioni.  -  Parole  nell'an- 
luiiiziare  la  morte  del  prof.  Pie- 
tro Pavesi,  in.  (i.  del  Reale  Isti- 
tuto Lombardo  di  scienze,  let- 
tere ed  arti.  -  C.  F.  Ferraris, 
p.  39-40.  — In  memoria  di  Ema- 
nuele Gianturco.  l^arole  pronun- 
ciate nell'  adunanza  del  17  no- 
vembre 11)07.  -  Polacco  Vittorio, 
p.  f>h-'i^'6.  —  In  memoria  di  Lord 
Kelvin.  Parole  pronunciate  nel- 
l'adun.  12  gennaio  1!J08.  -  Bol- 
lati Manfredo,  p.  t)9-71,  —  Pa- 
role nel!'  iinnunziai'e  la  morte  del 
prof.  comm.  Rinaldo  Fcri'ini  m. 
e.  e  segretario  del  R.  Istituto 
Lombardo  di  scienze  e  lettere.  - 
G.  Berchet,  p.  73-74.  —  Parole 
nell'annunziare  la  morte  del  prof. 
Giuseppe  Bardelli  m.  e.  del  R. 
Istituto  Lombardo  di  scienze  e 
lettere  -  C.  F.  Ferraris,  p.  77-78. 


-  Commemoiazione  di  l'cdele 
Lampertico.  -  Tamassin  Nino.  p. 
83-93.  —  Commemoiazioiio  del 
ni.  e.  prof,  don  (ìiovaiini  Beltra- 
me. -  Occioni-Bonatì'ons  Giusep- 
pe, p.  103-117  —  (Jommemoriizio- 
ne  di  Alessandro  Pascolato,  letta 
nell'adunanza  del  10  maggio  1908 

-  Papadopoli  Aldobrandini  Ni- 
colò,  p.  189-209. 

Commissioni  del  R.  latitato    Veneto 

-  (Elenco  dclb-i.  p.  33-34. 
Concorsi  scientifici.  -  Relazione  letta 

nell'  adunanza  solenne  24  ma.i;- 
gio  1908  del  R.  Istituto  Veneto 
di  scienze,  lettere  ed  arti  -  Ber- 
chet Guglielmo,  p.  12.0-29.  —  Re- 
lazione della  Commissione  per 
l'esame  degli  elaboi'ati  presen- 
tati al  concorso  di  Fondazione 
Balbi-Valiei  pel  l)ienni(i  19()(i- 
907.  -  A.  Stefani,  E.  Bassini,  1). 
Giordano,  p.  141-00.  —  Relazio- 
ne della  Coni  missione  incaricata 
di  r'feriie  sulla  scelta  del  tema 
per  il  concorso  scientifico  a  pre- 
mio di  Fonda/.ione  Querini  Stam- 
palia  per  l'anno  1911.  -  F.  Trois, 
G.  Ricci,  M.  Bel  lati,  p.  139-40. 

Corfù.  -  (Appunti  sui  monumenti 
veneti  di  Cefalonia  e  di».  -  (i. 
Gerola,  (cenno),  p.  (12. 

Corsica.  -  Di  un'  operetta  sulla  Flo- 
ra della  Corsica,  di  autore  pseu- 
donimo e  plagiario.  Nota.  -  Sac- 
cardo  Pier  Andrea,  (cenno),  p.  97. 

Critica.  -  Di  un'operetta,  sulla  Flo- 
ra dellii  Corsica,  di  autore  pseu- 
donimo e  plagiario.  Nota.  -  P. 
A.  Saccardo,  (cenno),  p.  97. 

Defunti.  -  Vedi  Membri  effettivi  del 
R.  Istituto  Lombardo  di  scienze 
e  lettere  —  Vedi  Soci  corrispon- 
denti delle  Provincie  Venete, 
Vedi  Soci  corrispondenti  esteri. 


INDICE    GENERALE 


Dennatohxjia.  -  I  più  vecchi  lazza- 
retti ineflioevali  in  P]ui'opa.  -  E. 
Broda,  {sunto )^  p.  215-17. 

Diritto  internazionale  privato-  -  (II) 
nel  Codice  Civile  Svizzero.  -  A. 
Catellaiii,  {sunto},  p.  182-3. 

Diritto  penale  internazionale.  -  (Di 
un)  in  tempo  di  pace.  -  L.  Olivi, 
(sunto),  p.  18Ì-86. 

Europa.  -  I  più  vecchi  lazzaretti 
inedioevali  in  Eui-opa.  -  A.  Bro- 
da, (snnto),  p    215-17. 

Ferrara.  -  L'  abside  di  S.  Zeno  di 
Vi-rona  e  gli  ingegneri  Giovanni 
e  Nicolò  da  Ferrara.  -  L.  Simeoni 
[cenno],  p.   187. 

Filosofia.  -  Attraverso  un  epistola- 
rio. Memoria.  -  E.  Castelnuovo 
[sunto),  p.  50-51.  —  La  filosofia 
nel  sistema  delle  scienze  filoso- 
ticlie  secondo  l'Ardigò.  Nota.  - 
Brugi  Biagio,  {cenno),  p.  74-75. 
—  Il  concetto  della  misura  in 
Aristotele  ed  in  Kant.  -  Ragni- 
sco  Pietro,  {cenno),  p.  42.  —  La 
partizione  della  filosofia  pratica 
in  un  trattato  medioevale.  -  A. 
Levi,  {cenno),  pagine  217-18. 

Fisica.  -  Intorno  alla  corrente  ge- 
nerata dalla  coppia  platino-spu- 
gna di  platino  immersa  in  una 
soluzione  acidulata  o  salina.  Con- 
tributo alla  teoria  osmotica  della 
pila.  -  Martini  Tito,  (sunto), 
p.  49-50.  —  Le  dimensioni  più 
opportune  ilei  rocchetti  di  auto- 
induzione senza  ferro  per  otte- 
nere fenomeni  di  lisonanza  elet- 
tromagnetica. -  F.  Lori,  {cenno), 
p.  217. 

Fisiologia.  -  Ulteriore  contributo 
alla  conoscenza  dell'  atrofia  mu- 
scolare progressiva  da  lesione 
dei  canali  semicircolari  -  Sopra- 
na  F.,  (sunto),  p.  43-44.  —  Sulla 


perdita  dei  grassi  e  dell'  acqua 
del  fegato  nelle  rane  ibernanti 
per  1'  elevata  temperatura  e  per 
il  taglio  dei  vaghi.  -  Farini  Al- 
berto, {sunto),  p.  99-100.  —  Sul- 
1'  azione  locale  della  bile  e  del 
glicocolato  di  soda  sui  vasi  san- 
guigni. -  Berti  Antonio,  (cenno), 
p.  51  -  52.  --  Sulle  variazioni 
quantitative  del  glicogene  e  delle 
sostanze  albuminose  del  fegato 
per  l'intìuenza  della  temi>eratura 
e  per  il  taglio  del  vago.  -  Fari- 
ni Alberto,  (cenno),  p.  44-45.  — 
^Trasmissione  della  eccitazione 
attraverso  i  gangli  spinali  ane- 
mizzati  nei  mammiferi.  -  A.  Berti 
{cenno),  p.  100. 

Fondazione  Balbi- Valter.  -  (Rela- 
zione della  Commissione  per  l'e- 
same degli  elaborati  presentati 
al  concorso  di)  pel  biennio  1906- 
1907.  A.  Stefani,  E.  Bassini,  D, 
Giordano,  p.  141-50. 

Fondazione  Querini  Stampalia.  - 
(Relazione  della  Commissione  in- 
caricata di  riferire  sulla  scelta 
del  tema  per  il  concorso  scienti- 
fico a  premio  di)  par  l'nno  1911. 

-  F.  Trois,  G.  Ricci,  M.    Bellati, 
p.  139-40. 

Germania.  -  La  legge  imperiale  ger- 
manica sul  contratto  di  assicura- 
zione approvata  dal  Reichstag 
nel  maggio  1908.  -  A.  Sacerdoti, 
(cenno),  p.  215.  —  La  pubblica- 
zione degli  Annali  della  nazione 
tedesca  dello  Studio  di  Padova. 

-  B.  Brugi,  {cenno),  p.  214-15. 
Giurisprudenza.  -  Giovanni  Argiro- 

pulo    e  un    proemio    medioevale 
dei  libri  giuridici.   Nota.  -  Nino 
Tamassia,  (cenno),  p.  42-43. 
Idrografia.  -  Sulle  variazioni  di  li- 
vello dei    laghi    Lapisini.    Nota 


DELLA    PARTE    PRIMA 


preliminare.  -  Magrini  Piero 
Giovanni,  (cenno),  p.  63-64.  — 
Osservazioni  mareometriche  lun- 
go il  litorale  e  in  laguna  fatte 
negli  anni  1!J06  e  1907.  -  L.  De 
Marchi,  (sunto),  p    61. 

Legislazione.  -  La  legge  imperiale 
germanica  sul  contratto  d'assi- 
curazione approvata  dal  Reich- 
stag  nel  maggio  1908.  -  A.  Sa- 
cerdoti, (renno),  p.  215.  —  Le 
cabale  del  mondo  legale.  Di- 
scorso letto  nella  seduta  solenne 
del  24  maggio  1908  del  Reale 
Istituto  Veneto  di  scienze,  let- 
tere ed  arti.  -  Polacco  Vittorio 
p.  155-86. 

Letteratura.  -  Attraverso  un  epi- 
stolario. Meniiiria.  -  E.  Castel- 
nuovo,  (sunto),  p.  50-51.  —  Per 
la  leggenda  di  Tristano  in  Ita- 
lia. -  E.  Sommer,  (cenno),  p.  186 

Matematica.  -  Sulla  integrazione 
delle  equazioni  lineari  a  deri- 
vare parziali  d' ordine  qualun- 
que. Nota.  -  D'Arcais  Francesco, 
(cenno),  p.  43.  —  Sulle  superficie 
algebriche  che  ammettono  un 
gruppo  continuo  permutabile  a 
due  parametri  di  trasformazioni 
birazionali.  Nota.  -  Severi  Fran- 
cesco, (cenno),  p.  62.  —  Sull'im- 
piego di  funzioni  ellittiche  in 
una  questione  idrodinamica.  No- 
ta. -  Cisotti  U.,  (cenno),  p.  52.  — 
Intorno  ad  una  scrittura  inedita 
di  Archimede  novamente  sco- 
perta e  pubblicata.  Comunica- 
zione. -  Favaro  Antonio,  (cenno), 
p.  79.  —  Sui  campi  elettroma- 
gnetici puri,  dovuti  a  moti  piani 
permanenti.  -  T.  Levi -Civita, 
(cenno),  p.  183-4.  —  Sulle  serie 
algebriche  di  gruppi  apparte- 
nenti a   una    curva    algebrica.  - 


R.  Torelli,  (cenno),  p.  218.  —  E- 
sistenza  degli  integrali  in  alcuni 
tipi  di  equazioni  alle  derivate 
parziali.  -  F.  Sibirani,  (cenno), 
p.  100. 

Medicina  legale.  -  Le  vene  dorsali 
della  mano  come  indice  di  iden- 
tificazione personale.  Nota.  -  Ta- 
massia  Arrigo,  (cenno),  p.  120-21. 

Membri  e  soci  del  R.  Istituto  Veneto 

-  (Elenco  dei)  per  l'  anno  acca- 
demico 1907-1908,  p.  1-37. 

Membri  effettivi  del  R.  Istituto  Lom- 
bardo di  scienze  e  lettere,  de- 
funti :  prof.  Pietro  Pavesi.  Pa- 
role in  commemorazione  lette  Pre- 
sidente C.  F.  Ferraris,  p.  39-40  — 
Prof.  comm.  Rinaldo  Ferrini.  Pa- 
role in  commemorazione  pronun- 
ciate dal  segretario  G.  Berchet, 
p.  73-74.  —  Prof.  Giuseppe  Bar- 
delli.  Parole  in  commemorazione, 
pronunciate  dal  Presidente  l'er- 
rar is,  p.  77-78. 

Meteorologia.  -  Teoria  della  doppia 
oscillazione  diurna  del  barome- 
tro -  De  Marchi  Luigi,  (cenno), 
p.  79-80.  —  La  distribuzione  della 
neve  nelle  Alpi  orientali  e  nel 
Veneto.  -  Tellini  Achille  (cenno), 
p.  98. 

Microgeologia.  -  Radiolarie  e  Sili- 
coflagellati  di  Beigonzano  (Reg- 
gio Emilia).  -  P.  Carnevale,  (cen- 
no), p.  187, 

Musica.  -  Un  concerto  trobadorico. 

-  Crescini  Vincenzo,  (ci^^^/^rj),  pa- 
gine 121. 

Ornitologia.  -  Note  ornitologiche 
sulla  Collezione  del  Monte  ap- 
partenente alla  signora  marche- 
sa M.  Paulucci.  -  Arrigoni  Degli 
Oddi,  E.  (cenno),  p.  79. 

Padova.  -  Confronto  fra  le  osserva- 
zioni   dell'  eclisse    solare   del  30 


INDICE    GENEEALE 


agosto  fatte  a  Padova  e  i  calcoli 
eseguiti  con  la  "  Connaissance 
(les  tenips  „  ed  il  "  Nautical  Al- 
iiiauac  „  di  Loiidia.  Nota  -  G.  A. 
Favai!»  ;  con  prefa/ioue  ed  ap- 
pendice del  prof.  G.  Lorenzoni, 
(cenno)  p.  1)H  —  Per  la  storia 
delle  Corporazioni  dei  mercanti  e 
della  lana  in  Padova,  nei  secoli 
XIII  e  XIV.  -  R.  Cessi,  {renno), 
p.  68  —  La  ])ul)l»licazione  degli 
Annali  della  nazione  tedesca 
dello  Studio  di  Padova.  Notizia 
preliminare.  -  B.  Brugi,  (rcnni)), 
pagine  214-15. 
Pdtoìoffia.  -  L' endotelioma  della 
pleura.  Considerazioni  sintetiche 
generali  sugli  endoteliomi  -  Ra- 
venna Ettore,  (cenno),    p.  62-63. 

—  La  radiologia  della  pleurite. - 
Pennato  Papinio,  {cenno),  p.  75. 

—  Contributo  alla  patologia  della 
crescenza.  -  A.  De  Giovanni, 
(cen)ìo),  p.  180. 

Polizia  iitediai.  -  I  più  vecchi  laz- 
zaretti niedioevali  in  Europa.  - 
A.  Bi'eda,  {sunto),  p.  215-17. 

Scienze.  -  Vedi  Storia  delle  scienze. 

Soci  corrisjjondcnfi  delle  Prorincie 
Venete,  defunti:  Knrico  De  Ni- 
colis,  p.  213. 

Soci  cocj-isponilenfi  criteri,  defunti - 
Parole  pronunciate  dal  prid'.  co. 
Manfredo  Bellati  nell'  ailunanza 
del  12  gennaio  1908,  -  in  memo- 
ria di   Lord  Kelvin,  p.  69-71. 

Soci  (Membri  e»  dell'Istituto  Veneto 
(Elenco  dei)  pei'  l'anno  accadc»- 
mico  1907-1908,  p.  1-37. 

Storia.  -  Vìi  diploma  inedito  di  En- 
ricd  \'l.  -  Px^sta  E.,  (cenno),  pa- 
gina 82.  —  Tre  papiri  bizantini 
inediti  greco-egizii  dell'età  bi- 
zantina. -  G.  Feriari,  (cenno)  pa- 
gine 186-7.  —  La   pubblicazione 


degli  Annali  della  nazione  tede- 
sca dello  Studio  di  Padova.  No- 
tizie preliminari.  -  B.  Brugi, 
(cenno),  p.  214-15.  —  Attravei'so 
un  epistolario.  Memoria.  -  Ca- 
stelnuovo  P].,  (.santo),  p.  50-51  — 
Per  la  storia  delle  Corporazioni 
dei  mercanti  e  della  lana  in  Pa- 
dova, nei  secoli  XIII  e  XIV.  - 
R.  Cessi,  (cenno),  p.  68.  —  I  mae- 
stri di  Francesco  Novello  da  Car- 
rara.-Levi  Ezio,  {cenno),  p.  52-53. 

Storia  delle  scienze.  -  Amici  e  cor- 
rispondenti di  Galileo  Galilei.  - 
XXI.  Benedetto  Castelli.  -  Fava- 
ro  Antonio,  (cenno),  p.  41-42.  — 
Per  la  storia  del  compasso  di 
proporzione.  Nota.  -  Favaro  An- 
tonio, {cenno),  p.  97. 

Srizze)-a.  -  Il  diritto  internazionale 
privato  nel  Codice  Civile  Sviz- 
zei'o.  -  E.  Catellani,  (santo),  pa- 
gine 182-3. 

Università .  -  Vedi  Padova. 

Veneto.  -  Appunti  sui  monumenti 
veneti  di  Cefalonia  e  di  Corfù, 
{cenno),  G.  Gerola  p.  62.  —  (La 
distribuzione  della  neve  nelh^ 
Alpi  oiientali  e  nel)  -  A.  Tellini, 
(cenno),  p.  98. 

Venezia.  -  Ricerche  sui  Trachini 
che  frequentano  la  spiaggia  ilei 
Lido  e  specialmente  sul  Trachi- 
nus  vipera.  C  V.  -  E.  F.  Trois, 
(cenno),  p.  96-97.  —  Osservazioni 
mareonietriche  lungo  il  litorale  e 
in  laguna  fatte  negli  anni  1906-907. 
-  L.  De   Maichi.  is/nito),  p.  61. 

Verona.  -  L'abside  di  S.  Zeno  di 
Verona  egli  ingegneriGiovaiiiii  e 
Nicolò  da  Ferrara.-  L.  Simeoni, 
{cenno),  p.  187. 

Zoolofiia.  -  Sopra  un'esemplare  di 
anguilla  di  uno  spiccato  meta- 
cromatismo,  regalata  alle  Colle- 


INDICE    GENERALE    DELLA    PARTE    PRIMA 

zioni   dell'Istituto  dal    sig.    avv.  Venezia.  -  E.  F.    Trois,   (renna), 

G.B.  Voltolina.-Tn.is  Knrico  Fi-  p.  214  e   221-2    —   Ricerche    sui 

lippo,  [cenno],   p.   (iO  e  Ho  -  ()(>  —  Trachini     che     frequentano      hi 

Nota  sopra   una  t'orma  di  meta-  spiaggia  del  Lido  e  specialmente 

cromatismo    osservata    in    un  sul    Trarldnuft   vipera,   0.    V.    - 

^'^^■Acm}y\M-i^i\\  l'ìeuronertesitalicu^,  E.  F.  Trois,  (renno)  p.  9()-iJ7. 
(fiiiitli:    preso    nella     Laguna,  <li 


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