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LIBRARY
OF THE
MUSEUM OF COMPARATIVE ZOÒLOGY.
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JUL 2 ty08
ATTI
DEL
R e: A L E ISTITUTO V E N E T 0
DI
SCIENZE, LETTERE ED ARTI
TO:\I0 LXYII
(serie ottava - TOMO DECIMO)
ATTI
DEL
REALE ISTITUTO VENETO
1)1
SCIENZE, LETTERE EU ARTI
ANNO ACCADEMICO 1907-908
TOMO LXYII
(serie ottava - TOMO DECIMO)
PARTE PRIMA
VENEZIA
FKBSSO LA SEGRETERIA DEL REALE ISTITUTO
TAT-AZZO I.OKKBAN SANTO STEFANO
V
■^
lui 8 1908
Atti del Reale Istituto V^onkto pi scienze, lettere ed aeti.
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
DEL
R. ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI
AL Ti OTTOBRE 1907
presidente
Carlo Fuancesco Ferra kis
(R. Decreto 27 gciiimio 1907)
vicepresidente
Giuseppe Veronese
(R. Decreto 27 f-cniiiiio 1907)
segretario
Guglielmo Berchet
(R. Decreto 8 febhrnio 1906)
vicesegretario
Giuseppe Occioni-Bonaffons
(R. Decreto 2ó Inglio 1904^
amministratore
Enrico Filippo Trois
(R. Deovoto 8 gonnaio 1905)
ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
MEMBRI EFFETTIVI (')
(22 novembre 1H()8 — (i aprile 1872 — l(i dicembre 1883) (-)
LrzzATTi Luir:H, Ministro di Stato, Oav. dell' Ordino del merito
civile di Savoia, Cav. Gr. Croce decorato del Gr. Cordone
. -ìft- , c§3 , Gr. Croce decorato del Gr. Cordone della Legion
d' onore e Gr. Uff. dell' Ordine di Francesco Giuseppe e di
Leopoldo d' Austria e dell' Aquila Rossa di Prussia. Grande
Ufficiale dell' Ordine della Concezione del Portogallo, ecc.,
prof, di diritto costituzionale all' Università di Roma, già
Ministro del Tesoro, delle Finanze e delle Poste, deputato
al Parlamento, membro della R. xVccademia dei Lincei, meiii-
bro dell' Istituto di Francia (Accademia delle scienze morali
e politiche), membro dell' Accademia Reale delle scienze di
Napoli, ecc., ecc.
(2() maggio 1872 — 13 dicembre 1877 — 17 t'ebbi'aio 1881)
LoRENzONi Giuseppe, ^ , Comm. c§: , socio nazionale della R. Ac-
cademia dei Lincei, socio nazionale della Società italiana delle
scienze detta dei Quaranta, socio effettivo della R. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, socio nazionale della
R. Accademia di Torino, socio corrispondente della R. Acca-
demia di scienze ed arti di Modena, membro della Société
Imperiale des natnralistes de Moscou ecc., prof, ordinario di
astronomia e direttore dell' Osservatorio astronomico nella
R. Università di l'adova (Osservatorio astronomico).
(12 luglio 1874 — 11 aprile 1878 - 27 agosto 1883)
Tr(HS Enrico Filippo, Uff. c§i , membro della Commissione pro-
ti) LI segno ^ indica l'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro: il se-
gno i# r Ordine della Coi-ona d' Italia.
(2) La prima data si riferisce alla elezione a socio corrispondente:
la seconda al Decreto di nomina a membro effettivo; l;i terza ii ([uello
del cont'eiiineiito della pensioiu- accad(^micu.
DEL R. ISTITUTO VENETO
t ,
vinciale di viticultura ed enologia. Vicepresidente della Società
regionale veneta per la pesca e 1' acquicoltura, Presidente
della Commissione Ministeriale per la pesca fluviale e lacu-
stre, socio dell' Accademia di microscopia del Belgio e del-
l'Ateneo Veneto, conservatore e custode delle raccolte scien-
tifiche e della Esposizione industriale di questo R. Istituto.
Venezia (Calle del Carbon, Palazzo Bembo, 4785).
(26 febbraio 1871 — 7 luglio 1878 — 1.5 febbraio 1885)
Bernardi Enrico ^ , # , socio effettivo della R. Accademia
di scienze lettere ed arti di Padova, prof, di macchine agri-
cole, idrauliche e termiche ed incaricato dell' insegnamento
della meccanica applicata nella R. Università di Padova.
(Agli Eremitani, Via Porciglia, 14).
(9 feb))raio 1871) — 2'» maggio 1881 — 21 maggio 188.Ó)
Fa VARO nob, Antonio, Uff. ^ , Comm. c^ , Cav. della Legion
d' onore, Uff. della pubblica istruzione di Francia, Uff. del-
l' Ordine di Leopoldo del Belgio, Comm. dell'Ordine di Isa-
bella la Cattolica di Spagna, Comm. dell'Ordine di San Ma-
rino e decorato della Medaglia d'oro del merito, ecc. Membro
dell' Accademia della Crusca, dell' Istituto Storico Italiano,
Membro effettivo della R. Deputazione veneta sopra gli studi
di storia patria e di quella per le provincie di Romagna,
socio effettivo della R. Accademia di Padova, onorario del-
l' Ateneo di Bergamo, della Società Copernicaca di Thorn e
della Società delle scienze del Messico, socio straniero della
Società Olandese delle scienze di Harlem e di quella Ze-
landese di Middelburg, corrispondente di parecchie altre Ac-
cademie italiane ed estere. Direttore della edizione nazionale
delle Opere di Galileo Galilei sotto gli auspicii di S. ^I. il
Re d' Italia, prof, ordinario di statica grafica e Vice Direttore
della Scuola d' Applicazione per gli Ingegneri nella R. Uni-
versità di Padova. (Via Gaspara Stampa, 7).
(0 felìbraio 1870 — 29 maggio 1881 — 7 febbraio 1892)
Saccardo dott. PiERANDREA, Uff. -?fj , '^ , socio corrispoudente
4 KLENOO BEI MEMBRI E SOCI
(Iella K. Accademia dei Lincei, membro della K. Accademia
delle scienze di Torino, della K. Accademia delle scienze di
J>oloi2,-na, della R. Accademia di scienze, lettere ed arti di
Padova, dell' Accademia reale di agricoltura in Torino, del-
l' Accademia l^ontaniana di Napoli, della Società micologica
di Francia, della Società crittogamologica italiana, dell'Ateneo
Yeneto, dell' Accademia dei Concordi di Rovigo, dell' Ateneo
di 'J^reviso, della Società del Museo in Rovereto, dell'Accade-
mia veneto-trentino-istriaiia in Padova, della Società botanica
italiana in Firenze, della Società Imperiale dei naturalisti di
Mosca, della R. Società delle scienze e lettere di G(")teborg
(Svezia), della R. Società botanica del lielgio residente a
Bruxelles, della Società lìelga di microscopia in Bruxelles,
della Società botanica <li Lione, della Società botanica di Ger-
mania residente a Berlino, della R. Società l)otanica di Rati-
sbona, della Società botanica di Francia residente a Parigi,
della Società Slesiana in Breslavia, della L R. Società zoolo-
gico-botanica di Vienna, della Società delle scienze naturali
di Brilnn, dell' Accademia delle scienze naturali e matemati-
che di Cherl)ourg, dell' Accademia delle scienze di California
in S. Francesco, della Società scientifica " Antonio Alzate ^
di Mexico, dell' Associazione internazionale di IJotanica resi-
dente in Leida, della Società degli studi naturali " Giuseppe
Ragazzoni „ in Brescia, della Società italiana di scienze natu-
rali di Milano, della Società entomologica di Firenze, della
Società bibliografica italiana in Milano, della Commissione
internazionale per la nomenclatura botanica residente a Parigi
e della Commissione internazionale di Fitopatologia in Ber-
lino ecc., prof, ordinario di botanica e direttore del R. Orto
botanico presso la R. Università di Padova. (Orto botanico, 13).
(1) febbraio 1879 — 27 agosto ISSH — IH marzo 1892)
Gloria Andrea, Uff. ^ , Comm. c§3 , Socio effettivo della R Ac-
cademia di Padova, onorario dell' Ateneo di Bergamo, corri-
spondente di altri Atenei ed Accademie, prof, emerito di paleo-
grafia nella R. Università, direttore emeiito del Museo civico
di Padova, ecc. (Via S. Eufemia, 20).
DEL K. ISTITUTO VENETO D
(14 iiiag-gio 1H81 — 15 febbraio 1885 — 2i) giugno 181)8)
De Giovanni prof. AchiUìE, Senatore del Regno Uff. -^ , (Ir.
Uff. c§: , (xr. Croce della Rosa del Brasile, (jv. Cordone del
^legidje, socio di varie Accademie nazionali ed estere, prof,
e direttore dell' Istituto di clinica medica generale della R.
Università di Padova. (A^ia della Gatta. 979).
(29 dicembre 1895 - 8 aprile l'.HH))
Omboni Giovanni Connn. o|i , socio effettivo della Società geolo-
irica italiana, della Società Italiana di scienze naturali, della
Società toscana di scienze naturali, della Società antropologica
italiana ecc., socio corrispondente dell' I. R. Istituto geologico
austriaco, delle Accademie delle scienze di Bologna e Palermo,
della Società dei Naturalisti di Mosca, ecc., prof, emerito di
geologia nella R. Università di Padova. (Via Torresin, 3).
(8 luglio 1880 — i) (liceiid)re 1SS5 — -i gennaio 18'.>4)
lÌKivLATi conte dott. Maneeedo, -^ , c§-, . socio effettivo delia
R. Accademia di scienze, lettere ed arti in Padova, prof, di
fisica tecnica e direttore della R. scuola di applicazione per
frl'Inffeffneri nella R. Università ili Padova. (Via Cesarotti, 14).
(20 maggio 1888 — 18 agosto 1S88 — 14 febbraio 18'.H)
BoNATELLi Francesco, Cav. dell'Ordine del merito civile di Sa-
voja, Uff. -^ , c§3 , socio nazionale della R. Accademia dei
Lincei, socio effettivo d(dla Società Reale di Napoli, dell'Accade-
mia di scienze, lettere ed arti di Padova, socio corrispondente
dell' Accademia Reale delle scienze di Torino, dell' Ateneo
veneto, dell' Ateneo di Brescia e dell' Accademia Urbinate,
prof, di filosofia teoretica nella R. Pniversità di Padova. (Ri-
viera S. Benedetto, 10).
(10 aprile 1881 — 5 gennaio 18;»0 - 20 maggio 181»7)
Spiga Pietko, dottore nelle scienze fisico-chimiche ed in chimica
e farmacia. Uff. c§^ , socio effettivo della R. Accademia di
scienze, lettere ed arti di Padova, membro ordin. della Società
6 ELENCO DEI MEMBRI K SOCI
chimica di Berlino e della Società di scienze naturali ed eco-
nomica di Palermo, Presidente onorario dell'Associazione far-
maceutica universitaria di Padova e della Federazione fra le
Associazioni farmaceutiche universitarie italiane, socio onora-
rio delle Associazioni farmaceutiche Friulana, Padovana, Um-
bra e Pavese, membro della R. Commissione per l'accertamento
dei reati di veneficio, membro del Consiglio superiore di Sa-
nità, Membro della Commissione internazionale per lo studio
dell' unificazione dei metodi d'analisi delle derrate alimentari,
prof, ordinario di chimica farmaceutica e tossicologica, prof,
incaricato di chimica docimastica, docente di chimica analitica
e bromatologìca e direttore della scuola di farmacia nella li.
Università di Padova. (Via Ospitale Civile 49 Istituto chimico-
farmaceutico).
(8 luglio 1880 — 2 luglio 1890— 20 maggio 1897)
Berchet Guglielmo, dottore nelle leggi, Comm. ^ , id. c§: ,
Cavaliere del S. M. 0. di iMalta^ id. della Legion d' onore
di Francia, Comm. dell' Ordine di Francesco Giuseppe, id.
dell' ordine Imperiale giapponese del Tesoro Sacro e di quello
del Sole levante, Comm. dell'Ordine del Leone é sole di Per-
sia, decorato della grande medaglia d' oro di I.» classe per
le scienze e lettere da S. M. l'Imperatore di Germania, socio
degli Atenei di Venezia, ^Milano, Treviso e Bassano, delle Ac-
cademie di Modena e di Rovigo e della Società ligure di sto-
ria patria, membro dell' Istituto storico di Francia e della R.
Deputazione Veneta di storia patria, membro onorario delle
Società geografiche di Vienna e di Tokio, e del Consiglio
superiore degli Archivi, membro corrispondente della Consulta
araldica, memlu'o della Commissione reale per la pubblicazione
dei documenti finanziari della Repubblica veneta, Presidente
dell' Ospizio Marino Veneto e Presidente della Commissione
Araldica per le provincie venete. - Venezia (S. Maria For-
mosa Calle del Dose, 5873).
(17 novembre 1880 — 20 luglio 1891 — 9 dicembre 1897)
(Socio coirisponileiite dell' Istiluto Lombardo [4 febb. 1860))
Teza Emilio, Connn. -^ , ^gi , dottore honoris caum dell' Uni-
DEL R. ISTITUTO VENETO (
versità di Pest, socio nazionale dell' Aooadeinia dei Lincei, socio
efTettivo della K. Accademia di Padova, socio onorario del
l'f/nKis.'<().'< di Atene, socio corrispondente dell'Accademia della
(Jrusca, della Società (reooTafica Italiana, dell'Ateneo Veneto,
dell' Accademia Armena a S. Lazzaro, dell' Accademia Reale
di l'alermo, dell' Accademia Reale di Pest, dell'Accademia di
Storia di Madrid, della Società Letteraria di Finlandia, della
Società Finno-P^g-rica di Helsingfors, della Società Letteraria
estone di Dorpat, dell'Istituto Reale dell'India Olandese, delle
Società Orientali d'Italia e di Germania, delle Società di Sto-
ria Patria a Poìogna e a Roma, prof, di sànscrito e di gram-
matica comparata delle ling-.ue classiche nella R. Università
di Padova (Via S. Lucia, 5),
(22 novembre 18()8 — l;-i marzo 185)2 — 15 febbraio liJOO)
Liov nob. Paolo, Uff". ^ , Comm. c§! , ex deputato al Parla-
mento, Senatore del Regno, g^ià membro del Consiglio supe-
riore dell' Istruzione pubblica, g'ià presidente del Club Alpino
italiano - Vicenza (S. Michele, 1995).
(28 marzo 1884 — 1:5 marzo 18',)2 ^- 8 marzo 1900)
^Iaktini Tito, o§: , mendiro fondatore della Società veneto-tren-
tina di scienze naturali residente in Padova, socio corrispon-
dente della R. Accademia dei (leorg-ofili e della Colombaria
di Firenze ; prof, ordinario di matematiche e incaricato del-
l' insegnamento dell' elettrochimica nella R. Scuola superiore
di commercio e prof, titolare di fìsica e chimica nel R. Liceo
Marco Foscarini di Venezia. (Via Vittorio Emanuele 4884).
(28 marzo 1884 — 81 marzo 1892 — 8 marzo 1900)
Tamassia dott. Areico, u^- , prof, ordinario di medicina leggale
sperimentale nella R. Università di Padova. (Via S. Prosdo-
cinio, 14).
(23 marzo 1884 — 4 dicembre 1892 — 81 maggio 1900.)
Veronese Giuseppe, Senatore del Regno, ComuL d|i , dott. honoris
causa della Università di Aberdeen, Socio straniero della
8, ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
Accademia Ungherese delle scienze, socio nazionale dell' Ac-
cademia Reale dei Lincei, membro della Società Italiana
delle scienze (detta dei XL), socio della lì. Accademia delle
scienze di Torino, socio effettivo della R. Accademia di
Padova e dell' Ateneo veneto, ex deputato al Parlamento
Nazionale, prof. ord. di geometria analitica e incaricato di
geometria superiore presso la R. rniversità di Padova. (Via
S. Sofia, 17).
(23 marzo 1885 — 6 agosto 1893 — 21 giugno 1906j
Papadopoli-Aldobrandini conte Nicolò, Senatore del Regno,
Comm. ^ , Gr. Uff. o^ , Ufficiale onorario di cavalleria, pre-
sidente della Società numismatica italiana, membro onorario
della li. Società numismatica di Bruxelles, Accademico di me-
rito residente della E. Accademia di belle arti, socio residente
dell' Ateneo veneto, presidente del Consiglio direttivo della
Scuola superiore di Commercio in Venezia, presidente del Con-
siglio direttivo delta Scuola d'Arte applicata alle industrie in
Venezia, (S. Apollinare, 1464).
(10 aprile 1881 — 3 febbraio 1895 — 21 giugno 1906)
Schio (da) conte Almerico, Presidente dell'Accademia Olimpica
di Vicenza e direttore dell' Ufficio metereologico (Corso Prin-
cipe Umberto, 873).
(14 aprile 1889 — 2 febbraio 1896)
Molmenti Pompeo, Deputato al parlamento Nazionale, Venezia.
(22 giugno 1890 — 23 febbraio 1896)
Bassini dott. Edoardo, Senatore del Pegno, Uff. -^ , Comm. ^ ,
prof, ordinario di clinica e medicina operatoria nella R. Uni-
versità di Padova. (Via S. Massimo, 10).
(24 aprile 1892 — 8 aprile 1897)
Stefani Aristide, -^ , socio nazionale della Reale Accademia dei
Lincei, membro onorario dell' Accademia mediiio-chirurgica di
Ferrara e delF Accademia Olimpica di Vicenza, socio effettivo
DEL E. ISTITUTO VENETO 9
della R. Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova, socio
corrispondente della Keale Accademia di Medicina di Torino,
della Società medico-chirurf^ica di l)olog-na e delle Accademie
Virgiliana di !\[antova e medica di Perugia, prof, ordinario
di fisiolog-ia presso la R. Università di Padova. (Via G. B.
Belzoni, 43).
(14 aprile 1889 — 8 aprile 189 i)
FoGAzzAKO dott. Antonio, Senatore del Regno, ^ , Ooinm. ng: ,
Vicenza (Colle Berico).
(16 giugno 1889 — 4 luglio 1897)
Fekuauis Caklo' Francesco, Deputato al Parlamento Nazionale,
ex Ministro dei Lavori Pubblici, Comm. ^ , a^ , Connn. del-
l' Ordine della Stella polare di Svezia, socio nazionale della
K. Accademia dei Lincei, socio effettivo della R. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, membro del Consig-lio
superiore di Statistica e del Consiglio della Previdenza, mem-
bro onorario della Società Svizzera di Statistica e della Reale
Società Inglese di Statistica, prof, ordinario di Scienza del-
l' Amministrazione e Diritto amministrativo nella R. Università
di Padova. (Via 20 Settembre, 7).
(24 aprile 1892 — 4 luglio 1897j
De Toni Giovanni Battista, dottore in scienze naturali ed in
chimica, laureato dell' Istituto (Accademia delle scienze) di
Parigi, prof, ordinario di Jiotanica, direttore del R. Orto Bo-
tanico e Preside della Facoltà di scienze della R. Università
di Modena, membro onorario della Società Reale di Microsco-
pia di Londra, della Società Botanica di Francia in Parigi,
della Società Linneana della Nuova Galles del Sud in Sydney,
Presidente della Società dei Naturalisti e matematici di 3Io-
dena, membro effettivo della Società Imperiale dei naturalisti
in Mosca, socio perpetuo effettivo della Società botanica ita-
liana in Firenze, della Accademia veneto-trentina-istriana in
Padova, della Società botanica tedesca in lierlino, della So-
cietà francese di botanica di Courrensan, dell' Accademia ]\o-
mana dei nuovi Lincei, (Udla R. Accademia di scienze, lettere
10 ELENCO DEI MEMBKI E SOCI
ed arti in Modena, dell'Accademia internazionale di i^-eoorafìa
botanica in Lenians, socio corrispondente della K. Accademia
dì scienze, lettere ed arti in Padova, dell'Ateneo Veneto, della
Accademia Reale delle scienze di Lisbona, dell' 1. K. Acca-
demia degli A;;-iati in Rovereto, della Società dei^li Zelanti di
Acireale, della Società dei naturalisti russi in Kiew, della
Società danese di botanica in Copenhao;en, della Società bo-
tanica di Lione, della Società del ]\Iuseo civico di Rovereto,
della Società bibliografica italiana in Milano, dell'Associazione
archeologica in Roma, della R. Società spaglinola di storia
naturale in Madrid, delle Società di scienze mediche e natu-
turali di Cherbourg e di Cfiessen, delegato dal R. Ministero
delle Finanze per lo studio delle malattie crittogamiche dei
tabacchi, membro della Commissione internazionale di fitopa-
tologia, libero insegnante di botanica generale presso la R. Uni-
versità di Padova (R. Orto botanico, Modena).
(24 maggio 1885 — '.» dicenibi'e I897j
OccioNi-BoNAi'FONS GIUSEPPE, dottoi'c in filosofia, ^ , Connn. c^,
socio onorario dell" accademia di Udine e della Minerva di
Trieste, Vicepresidente per le Lettere e bibliotecario dell' A-
teneo veneto, socio effettivo e segretario della R. Deputazione
Veneta di storia patria, socio effettivo dell'Accademia veneto-
trentino-istriana in Padova e della Società bibliografica italiana
in Milano, socio corrispondente dell' Accademia dei Concordi
di Rovigo e della Colombaria di Firenze^ membro della Com-
missione Reale per la pubblicazione dei documenti finanziari
della Repubblica veneta, condirettore dei periodici Nuovo Ai-
cJiioio Veneto e Ateneo Veneto, prof. Liceale emerito di
storia e geografia. Venezia (^laddalena. Corte Erizzo, 2137).
(21 marzo 188(5 — i) dicembic 181^7)
Galanti prof. Ferdinando, Uff. ^ , Comm. c^: , socio corrispon-
dente di ])arecchie accademie d' Italia e della Società geogra-
fica di Lisbona, preside del R. Ginnasio Liceo Tito Livio e
libero docente nella K. Università di Padova. (A"ia S. Fran-
cesco, 4:2).
DEL li. ISTITUTO VENETO 11
(23 aprilo 181)3 — 1<) iiiiii'-gio 1H',)8)
Ragnisco Pietko, Comni. -^f? , ctj^- , w\ìi prof, ordinario di storia
della filosofia nella R. Università di Palermo, socio eft'ettivo
della li. Accadeniis di Padova, socio corrispondente nazionale
della R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli,
prof, ordinario di etica nell'Università di Roma. (A^ia Arenula, 4).
(24 aprile 1892 — 13 gennaio 1899)
Ricci nob. Gregoeio, Uff. oj^' , socio corrispondente della R. Ac-
cademia dei Lincei e della R. Accademia di Padova, prof, di
algebra complementare, incaricato di fisica matematica, Preside
della Facoltà di scienze fisiche, matematiche e natnrali nella
R. Università di Padova. (Piazza Vittorio Emanuele II, 29).
(23 aprile 1893 — 9 aprile 1899)
Nasini nob. Raffaello, Uff. ^ , Comm. c§i , uno dei XL, della
Società Italiana delle scienze, socio nazionale della R. Acca-
demia dei Lincei, socio corrispondente della R. Accademia
delle scienze di Padova, e di quelle di Bologna e di Modena,
membro onorario della Associazione Britannica pel progre<^so
delle scienze, membro onorario della Rovai Institution della
gran Brettagna, rappresentante dell'Italia nel Consiglio inter-
nazionale e nel Comitato esecutivo pel Catalogo internazionale
della Letteratura scientifica, dottore honoris r<(Hsa della Uni-
versità di Glasgow (LL. D.). prof ordinario di chimica ge-
nerale e incaricato di chimica fisica nella R, Università di Pisa.
(Pisa, Istituto di Chimica generale).
(29 dicembre 1895 — 15 febbraio 1900)
P(jLvcco avv. Vittorio, Uff. ^ , Comm. '^f' , professore onorario
dell' Università di Camerino, socio effettivo della R. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, socio corrispondente della
Reale Accademia di scienze di Torino e dell' Accademia Pe-
loritana di Messina, membro della " Internationale Vereinigung
tur vergleichende Rechtswissenschaft und Volkswirtschafts-
lehr „ di Berlino, Rettore Magnifico e prof, ordinario di Di-
ritto civile nella R. Università, incaricato di materie giuridiche
12 ELENCO DEI MEMBEI E SOCI
nella E. Scuola di applicazione per gli ingegneri di Padova.
(Yia S.*"' Lucia 33).
(29 (lieeiiibre 18t)5 — 8 aprile 1900)
Vicentini dott. Giuseppe, j§: , socio effettivo della K. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, prof, ordinario di fisica
sperimentale nella E. Università di Padova. (Istituto Fisico).
(29 dicembre 1895 — 9 aprile 1900j
Verson Enkico, Uft\ -^ , socio corrispondente della E. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, della Imperiale Società
Agraria di Odessa, della E. Accademia di agricoltura di To-
rino, dell' T. E. Società agraria di Gorizia, della Società agraria
Istriana, membro effettivo della lmj)eriale Società d' acclima-
tazione della Eussia, membro titolare della Società Imperiale
di economia rurale di Mosca, presidente onorario del Museo
Nazionale di sericoltura di Torino, socio onorario dell' Acca-
demia di Pesaro, della Imperiale Società agraria di Tiflis, della
Società agraria di Eovereto, del Comizio agrario di Cuneo,
membro della Società scientifica " Antonio Alzate ,, di Mexico,
direttore della E. Stazione bacologica di Padova. (Piazza Vit-
torio Emanuele 11°).
(29 (liceiubre 1895 — 16 agostu 1900) *
Brugi Biagio, Uff". ^ , Uff. %> , professore onorario dell'Univer-
sit;ì di Urbino, vicepresidente della E. Accademia di scienze,
lettere ed arti di Padova, socio onorario dell'Accademia Gioe-
"nia di Catania, socio dell' Accademia Eaffaello di Urbino, prof,
ordinario di Istituzioni di diritto romano e incaricato di
Introduzione enciclopedica alle scienze giuridiche e Istituzioni
di diritto civile, Preside della Facoltà di Giurisprudenza nella
R. Università di Padova (Via Beato Pellegrino, 60).
(25 iimrzu 1897 — 18 aprile 1905)
CiscATo prof. Giuseppe, socio corrispondente della E. Accademia
di Padova, professore di Geodesia teoretica neUa K. Univer-
sità di Padova.
TìV.Jj II. ISTITT^TO VENETO IB
(22 maggio 181)7 — ó agosto 1905)
BoNOME Augusto, Uff. -^^ socio corrispondente della R. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, membro onorario dell'As-
sociazione medica Lombarda, membro della Società italiana di
Pataloo;ia ; socio fondatore dell'Accademia medica di i'adova,
membro della Società italiana di neurolooia ; prof, ordinario di
anatomia patologica nella R. Università di Padova. (Piazza
Vittorio Emanuele II, 21).
(29 dicembre lli).ó — .5 agosto 1905)
Catellani Enrico, ^, Uff. c^, membro dell'Istituto di Diritto
internazionale, socio dell'Istituto Coloniale Internazionale e del-
l'Istituto Coloniale Italiano, socio effettivo della R. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, socio della Peloritana
di Messina, membro dell'Associazione per la riforma e la co-
dificazione del Diritto delle genti sedente a Londra, prof, or-
dinario di Diritto internazionale pi-esso la R. Università di
Padova. (Yia Spirito Santo, 180()).
(29 dicembre 18!).') — 1!) luglio 1906)
Cresoini Vincenzo, l^ff. o^, socio effettivo della R. Accademia di
scienze, lettere ed arti di Padova, corrispondente della R. De-
putazione Veneta di Storia patria e dell'Ateneo Veneto, mendjro
del Consiglio Centrale della Società Dantesca Italiana e presi-
dente della Sezione padovana della Società stessa ; già prof,
di Storia comparata delle lingue classiche e neolatine nella
R. Università di Gfenova ; prof, ordinario di Storia comparata
delle letterature e delle lingue neo-latine nella R. Università
di Padova. (Via Roma, 1).
(22 maggio 1897 — 19 luglio 1906)
Tamassia Giovanni (Nino), prof, ordinario di storia del diritto
italiano nella R. Università di Padova. (Via S. Pietro, 29).
14
ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
" 1 membri effettivi del R. Istituto Lombardo di scienze e lettere
sono di diritto aggregati all' Istituto Veneto, e nelle adunanze sono
pareggiati ai membri effettivi di questo, escluso soltanto il diritto
di voto. ,, (Alt. 10;) del Regolamento interno).
ATTUALI MEMimi EFFETTIVI UELL'ISTITUTO LOMBARDO
Per la Classe di seien/e matematiche e natiir:ili :
SCHIAPAEELLI ìììg. GIOVANNI
Mantegazza prof. Paolo
Colombo prof. Giuseppe
Ferrini prof. Rinaldo
Gelosia prof. Giovanni-
Taramelli prof. Torquato
KoRNER prof. Gu&lielmo
Golgi prof. Camillo
Ardissone prof. Francesco
Bardelli prof. Giuseppe
Gabba prof. Luigi
Jung prof. Giuseppe
Briosi prof. Giovanni
jMurani prof. Oreste
Pascal prof. Ernesto
Mangiagalli prof. Luigi
Visconti dottor Achille
FoRLANiNi prof. Carlo
Berzolari prof. Luigi
Artini dott. Ettore
Per la Classe di lettere, scienze morali e storiche :
Lattes prof. Elia
Ceruti ab. dott. Antonio
ViDARi prof. Ercole
ViGNOLi prof. Tito
1>NAMA prof. Vigilio
Del Giudice prof. Pasquale
Gobbi prof. Ulisse
Ratti mons. dott. Achille
Beltrami ardi. Luca
Gabba avv. Passano
Canna prof. Giovanni
Minguzzi prof. Livio
Zuccante prof. Giuseppe
Buzzati prof. Giulio Cesare
Scherillo prof. Michele
Rossi prof. Vittorio
Salvioni prof. Carlo
NovATi prof. Francesco
DEL K. IS'rTTl^T(1 VENETO 15
MEMBRI ONORARI
(28 ottobre 1900)
S. A. R. il Principe Luifii Amedeo Giuseppe Ferdinando Fkan-
oESoo (li Savoia-Aosta, Duca degli Abruzzi.
(20 marzo li)()4)
GufiLiELMo Marconi.
(17 giugno li)Ori)
Roberto Ardigò, Uff. -^ , Gr. Uff. ^ , socio corrispondente del-
l'Accadeniia di scienze morali e politiche dell'Istituto di Francia,
socio nazionale della R. Accademia dei Lincei, professore or-
dinario di storia della filosofìa nella R, Università di Padova.
SOCI CORRISPONDENTI DELLE PROVINCIE TENETE
(26 febbraio 1871)
Caccianioa Antonio, ^ , Comm. ^- , cittadino onorario della città
di Torino, socio onorario della R. Deputazione veneta di Storia
))atria, socio degli Atenei di Venezia (^ Treviso e della R. Ac-
cademia di scienze e lettere in Padova. — Treviso (Villa
Saltore).
(12 luglio 1874)
PoLiTEO dott. Giorgio, Uff. ^ , Connn. # , professore emerito
di filosofia nel R. Liceo Marco Foscarini in Venezia. (SS. A-
postoli, fondamenta dei Sartori, 4805).
(22 giugno 1890)
Cipolla conte Francesco. — Verona (Via Stella, 21).
16 ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
(24 aprile 1892)
NiooLis Enrico, ^, Uff. 'i^y>, decorato dello niodaglie eomni. del-
l' indipendenza ed unità d' Italia, membro dell' Accademia
d' ao-ricoltura e scienze, delle Commissioni provinciali Cen-
suaria, di Statistica ecc. Presidente della Banca Mutua Popo-
lare, Conservatore dei Musei, Civico e dell'Accademia, ecc. ecc.
di Verona, corrispondente della K. Accademia di scienze, let-
tere ed arti di Padova, dell' Aceademia di scienze di New-York,
dell' I. R. Istituto «^^eolog-ico di Vienna, dell' I. R. Accademia
degli Agiati e del Museo Civico di Rovereto, dell' Ateneo di
scienze di Brescia, ecc. (Corte Quaranta).
(29 dicembre 1895)
Massalongo dott. Roberto, uff. c<g-., membro della Socióté ana-
tomique di Parigi, della Société de thérapeutique di Parigi,
della Société médico-psycologique di Parigi, della Société Fran-
gaise d'hygiène, delln Société zoologique do Franco, della So-
ciété Royale des sciences médicales et uaturelles de Bruxelles,
dell' Accademia de medicina y chirurgia de Barcellona, della
Société de medicine di Parigi, della Società dei nevrologi ed
alienisti tedeschi, della Società Reale Italiana d'igiene, dell'Ac-
cademia medico-chirurgica di Napoli, membro onorario del-
l'Accademia di medicina di Ferrara, dell'Accademia medica
di Genova, della R. Accademia medica di Roma, della Società
medico-fisica fiorentina, della R. Accademia di medicina di
Torino, prof, pareggiato di medicina interna nella R. Univer-
sità di Padova, direttore e medico primario dell'Ospitale Mag-
giore di Verona.
(26 gennaio 1896)
Berohet Federico, c^, m. e. 48-49, Cav. di I. classe dell'Or-
dine Norvegese di S. Olaf, ingegnere architetto, accademico
eiìierito residente dell' Accademia di Belle Arti in Venezia,
socio •dell' Accademia ligustica di Belle Arti in Genova, dei
Georgofili di Firenze, corrispondente dell'Ateneo Veneto, della
DEL R. ISTITUTO VENETO 17
K. Deputazione Yenetii di storia patria, e dell' Associazione
artistica e d' architettura di Ronui. - Venezia. (Santa Alarina,
Corte del Doge, 5878).
(25 marzo 1897)
BoEDioA Giovanni, ingegnere. Venezia. (S. Lio, 5613).
(25 marzo 1897)
Landucci avv. LandO; Deputato al Parlamento Nazionale, Comm.
-5^, ;0:, socio effettivo della R. Accademia di scienze, lettere
ed arti di Padova, socio corrispond nte della E. Accademia
Petrarca di scienze, lettere ed arti di Arezzo, della R. Acca-
demia Raffaello di Urbino, della R. Accademia di scienze,
lettere ed arti della Valtiberina in Sansepolcro, della R. Accade-
mia Valdarnese del Poggio in Montevarchi e della R. Acca-
demia di scienze e lettere Peloritana di Messina, socio della
" Internationale Vereinigung fur vergleichende Rechtswissen-
sohat't und Volkwirthschaftslehre ,, di Berlino, membro ono-
rario dell' Istituto di storia del diritto romano di Catania, prof,
onorario di diritto romano nella Università di Urbino, prof,
ordinario di diritto romano e docente con effetti legali di
Storia del diritto romano nella R. Università di Padova. (Piazza
Vittorio Emanuele II, 47Ì.
(25 marzo 1897)
Tellini dott. Achille, socio corrispondente dell' Accademia dei
Zelanti di Acireale e dell'Ateneo di Brescia. - Udine.
(22 maggio 1897)
Arrigoni degli Oddi conte Ettore, Cav. Uff. dell'Ordine del
Merito Civile di Bulgaria, membro effettivo dell' Unione orni-
tologica inglese, della Società zoologica di Francia, della So-
cietà italiana di scienze naturali, dell'Accademia veneto-trentina-
istriana in Padova, della Società Ornitologica Tedesca ; socio
corrispondente dell' Unione Ornitologica Americana, della Cen-
trale Ornitologica Ungherese, della Società Zoologica Italiana,
dell' T^nione Zoologica Italiana, dell' Accademia di Verona,
18 ELENCO T)ET MEMBET E SOCI
dell' Ateneo di Berg^amo, collaboratore speciale della Inchie-
sta ornitologica italiana, della Rivista italiana di scienze na-
turali e del giornale italiano Y Avicula, socio onorario della
Società Coloinboflla fiorentiiìa, socio corrispondente dell'Acca-
demia dei Zelanti '.^ PP. dello studio di Acireale, membro
del Comitato Ornitologico Internazionale, socio corrispondente
dell' I. R. Accademia di Rovereto, Vice Presidente della Riu-
nione Ornitologica Internazionale di Serajevo (1899), socio
del Comitato di Patronato e segretario di Sezione al HI Con-
gresso Ornitologico Internazionale di Parigi (1900) ecc., in-
segnante libero di zooloo-ia nella R. Università di Padova.
(Via Umberto I, 10).
(22 maggio LSDT)
Spica-Marcatajo Giovanni, c^. Dottore in Chimica ed in Chi-
mica e farmacia, già Professore del R. Istituto Tecnico di
Catania, insegnante libero di Chimica generale e di Chimica
farmaceutica nella R. Università di Padova, Membro della Com-
missione Internazionale per gli studi sulla stabilità degli esplo-
sivi. Chimico principale di I. classe nella R. 3Iarina e diret-
tore del Laboratorio Chimico del UT Dipartimento Marittimo. -
Venezia. (Sant'Antonino, 8341).
(22 maggio 1897)
Sacerdoti Adolfo, -^, membro effettivo dell' " Institut de droit
International „, socio effettivo della R. Accademia di scienze,
lettere ed arti di Padova, socio corrispondente del R. Istituto
Lombardo di scienze e lettere, prof, ordinario di diritto com-
merciale nella R. Università di Padova. (A^ia Dante, 18).
(27 febbraio 189S)
D' Arcais Francesco, -5^, socio effettivo della R. Accademia di
scienze lettere ed arti di Padova, Accademico onorario della
R. Accademia delle scienze dell' Istituto di Bologna, prof, or-
dinario di calcolo infinitesimale, ed incaricato dell' insegna-
mento dell' analisi superiore, direttore della Scuola di Magi-
stero annessa alla Facoltà di scienze fisiche, matematiche e
naturali nella R. Università di Padova. (Via S. Eufemia, 2).
DEL li. ISTITUTO VENETO 19
(27 febbraio 18t)8)
Pennato Papinio, Ufi'. c§i , decorato della medag-lia di argento
ai benemeriti della salute pubblica, docente libero di clinica
medica propedeutica nell' Università di Padova, consigliere sa-
nitario provinciale, membro effettivo dell'Accademia di Udine,
medico primario direttore dell'Ospitale civile, e del Brefotrofio
di Udine.
(27 febbraio 1898)
Zanon Giovanni Antonio, costruttore e professore di costruzione
navale, membro del Collegio decemvirale degli italiani della
Pontificia Accademia Romana di S. Tommaso d'Aquino, socio
onorario corrispondente della Società di letture e conversazioni
scientifiche di Genova, prof, ordinario di macchine a vapore
nel R. Istituto nautico di Venezia. (Dorsoduro, 299).
(27 febbraio 1898)
Castelnuovo Enrico, ^ , o^- , Direttore della R. Scuola supe-
riore di Commercio in Venezia e prof, d' istituzioni commer-
ciali nella scuola stessa. (S. Fosca, 2279).
(27 febbraio L898)
Predelli Riccardo, ^ , c§] , membro effettivo e tesoriere della
R. Deputazione Veneta di storia patria, membro corrispon-
dente dell' I. R. Accademia degli Agiati di Rovereto, della
Società Ligure di storia patria, socio residente dell' Ateneo
veneto, socio effettivo dell'Accademia scientifica veneto-trentina-
istriana, primo archivista e docente di paleografia ed archivi-
stica neir Archivio di Stato di Venezia, membro della R. Com-
missione per la pubblicazione dei documenti finanziari della
repubblica di Venezia, condirettore del periodico " Nuoco
Archivio veneto „. Venezia (Ss. Apostoli, Palazzo Da Mosto).
(24 aprile 1898)
BiADEGO Giuseppe, -^ , dottore in filosofia, socio corrispondente
della R. Accademia delle scienze di Torino, della R. Acca-
demie di Tjiicca e della R. Accademia degli Agiati di Rove-
20 ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
reto, membro effettivo della R. Deputa/ione veneta di Storia
patria e della Accademia veneto-treiitina-istriaiia in Padova,
membro effettivo e segretario dell' Accademia di ag-ricoltura,
scienze, lettere ed arti di Verona, membro governativo della
Commissione conservatrice dei monumenti, vice-presidente della
Giunta di Vigilanza dell' Istituto tecnico e bibliotecario della
Comunale <li Verona.
|27 novembre 1SU8)
Flamini Francesco, Uff". ^ , socio effettivo della K. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, socio corrispondente della
Società (Colombaria di Firenze, dell'Ateneo di Venezia e degli
Atenei di scienze, lettere ed arti di Bergamo e di Brescia;
delle Società storiche di Pistoia e della Val d' Elsa, socio
onorario della Società scientifico-letteraria " Luigi Comoens ,,
di Napoli, membro effettivo della Reale Connnissione per i
testi di lingua e del Comitato Centrale della Società Dantesca
Italiana, professore ordinario di letteratura italiana )iella R.
Università di Padova. (Via Vescovado. 25).
(22 aprile IIIÓO)
Breda Achille, Uff. 4^ ? niembro onorario della Società di Der-
matologia di Vienna, socio corrispondente della Società di
Dermatologia Francese, socio effettivo della R. Accademia di
scienze, lettere ed arti di Padova, prof, ordinario di Dermo-
patologia e Clinica dermosifilopatica nella R. Università di
Padova.
(15 luglio 11)00)
Bertelli Dante, Uff. <^ , socio Anatomische Gesellschaft, mem-
bro della Association des anatomistes. membro della Unione
zoologica italiana, socio corrispondente (hdla R. Accademia di
scienze, lettere ed arti in Padova, prof, ordinario di Anatomia
umana normale nella R. Università di Padova. (Istituto Ana-
tomico).
(22 giugno 1902)
Ghirardini Gherardo, Uff. c^^ , membro ordinario dell'Istituto
DEL li. ISTITUTO VENETO 21
Archeolog-ico Oerniauioo, effettivo estero dell' I. R. Istituto
Archeologico iVustriaco, socio corrispondente della R. Accade-
mia dei Lincei, effettivo della 1\. Accademia di scienze, lettere
ed arti di Padova e della R. Deputazione Veneta di Storia Patria
corrispondente della Deputazione di storia patria per la Roma-
gna, della Società Colombaria Fiorentina, delle Accademie dei
Sepolti di Volterra e dei Concordi di Rovigo, dell'Accademia
di Udine, del Sillologo Parnassos d' Atene, della Società an-
tropologica di Vienna, i)rot'. ordinario d' Archeologia nella R.
Università di Padova, sopraintendente ai Musei ed agli Scavi
d' Antichità del \ eneto, meiid)ro della Commissione Conser-
vatrice dei monumenti per la provincia di Padova e della
Connnissione Centrale pei' le Antichità e le Belle Arti. (Corso
Vittorio Emanuele II. 45).
(22 giug-no 1902)
Malagola Caklo, dottore in Leggi, -^ , Uff- ^ , cav. del S. M.
Ord. di Malta, (Ir. Uff. dell'Ora, .li S. Sava di Serbia, e del
Merito Civ. della Rep. di S. ^Marino : Cornili, dell' Ord. di
Isabella di Spagna, del Sole e Leone di Persia, di Danilo I
di Montenegro e dell' Ord. della Casa Kniestina di Sassonia;
Uff. della Corona Reale di i^russia e dell' Ordine del Leone
di Zaeringen di Baden, Cav. dell'Ord. di Francesco Giuseppe
d' x\ustria, Ufficiale della Pubblica Istruzione di Francia ; prof,
pareggiato (già Incaricato) di Paleografia e Diplomatica e Dot-
tor CoUeffiato onorario cUdla Facoltà giuridica della R. Uni-
versità di Bologna ; socio effettivo didle RR. Deputazioni di
Storia Patria per le Prov. Venete, e delle Romagne ; Membro
della R. Commissione Araldica Veneta ; della R. Commissione
pei Documenti Finanziari della Repubblica Veneta, e dell'Ate-
neo Veneto, Membro dell' Accademia Ungherese delle scienze
di Budapest, socio d' onore dell' Accademia di Belle Arti di
Ravenna, socio corrispondente della RR. Accademie di SS.
LL. ed AA. di Padova e di Palermo e della Società Coper-
nicana di Thorn, Direttore dell' Archivio di Stato di Venezia.
(Venezia, Rio Terrà dei Frari, 2556).
(12 luglio 1903)
Lampeetico Domenico, c§: , Cav. al Merito del Lavoro, dottore
22 ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
in o-iurisprudeiiza, af^ronomo. Vicenza (Corso J'rincijie Um-
berto, 2338).
(12 luglio 1903)
Rossi ing. Luigi Yittoeio, già Direttore incaricato dell' Istituto
industriale di Fermo, già Vice-direttore della Scuola indu-
striale A. Rossi di Vicenza, socio corrispondente della R. Ac-
cademia di scienze, lettere ed arti di Padova, professore di
ponti in ferro e legno nella R. Scuola degli Ingegneri di Padova.
(12 luglio 1903)
Levi-Civita Tullio, socio corrispondente della R. Accademia
di Padova, della R. Accademia dei Lincei e della Académie
Imperiale des sciences de Saint-Pótersbourg, socio straniero
della Accademia Leopoldino-Carolina (Halle), prof, ordinario
di Meccanica razionale e incaricato di Meccanica superiore nella
R. Università di Padova (Via Altinate, 14).
, (12 luglio 1903)
Lazzarini Vittorio, socio effettivo della Deputazione veneta di
storia patria, socio corrispondente della R. Accademia di scienze,
lettere ed arti di Padova e dell' Ateneo di Venezia, prof, di
paleografia nella R. Università di Padova, vice-direttore del
Museo Civico, condirettore del Nuovo Archioio Veneto. (Via
Mentana, 53).
(26 marzo 1905)
De Marchi Luigi, ^ , socio corrispondente del R. Istituto Lom-
bardo di scienze e lettere, della R. Accademia di Padova, e
dell' Accademia Veneto-Trentina-Istriana di Padova, già Bi-
bliotecario della Universitaria di Pavia, professore straordinario
di Geografia fisica presso la R. Università di Padova. (Via
S. Prosdocimo, 8).
(26 marzo 1905)
Medin conte Antonio, socio effettivo e segretario per le lettere
della R. Accademia di scienze, lettere ed arti in Padova ; socio
effettivo della R. Deputazione veneta di storia patria; socio
corrispondente della Società Colombaria di Firenze ; prof, or-
DEL li. ISTITUTO VENETO 23
dinario di lettere italiane nel R. Istituto Tecnico di Padova,
Libero docente della stessa materia nella R. Università di
Padova. (A^ia Kiio-anea, 21).
(2() iiìiuzd lyo.ó)
Porti Achille Italo, c§: , dottore in scienze naturali, socio per-
petuo delle Società geografica e botanica italiana, socio effet-
tivo delle Accademie di Agricoltura scienze, lettere ed arti di
Verona, Veneto-Trentina-lstriana o della Società botanica tede-
sca in Berlino, socio corrispondente della Società di scienze ma-
tematiche e naturali di Cherbourg e dell'Ateneo Veneto, Membro
della Commissione conservatrice del Museo Civico a Verona.
(2(ì marzo 190,5)
Zopfi GriovANNT Battista, Comm. ^ , dottore in leg-ge, socio
onorario della H. Deputazione Veneta di Storia Patria, socio
effettivo dell' Accademia di scienze, lettere ed arti di Verona,
socio dell' I. R. Accademia di Rovereto, Consigliere Provin-
ciale di Verona, Consig'liere scolastico e Picsidente della Cassa
di Risparmio di Verona.
(17 g-iugiKi 1 !)()(•))
LoKi Pekdinando, socio corrispondente dell'Accademia di scienze,
lettere ed arti di Padova, professore ordinario di elettrotec-
nica nella R. Scuola degli Ingeg-neri di Padova. (Via Gari-
baldi 50).
(17 giiii-iio 1!)0())
Giordano Davide, socio della Società italiami di Chirurgia, mem-
bro titolare della Società Francese di Chirurgia, membro fonda-
tore della Società Internazionale di Chirurgia, socio corrispon-
dente dell' Associazione Francese di Urologia e della Società
di Chirurgia di Parigi, Chirurgo Primario dell'Cspitale Civile
di Venezia. (S. Luca, 4089).
(17 giugno 11)06)
Fradeletto prof. Antonio, Connn. SS. Maurizio e Lazzaro, De-
putato al Parlamento Nazionale. Venezia (S. Raffaele, Fonda-
menta dei Guardiani).
24 ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
(17 giugno 1906)
MoEELLi Alberih), o§5 , socio corrispoiicleiite delle Accademie di
scienze, lettere ed arti di Modena e di Padova, dell' Ateneo
Veneto e dell' Ateneo di Bergamo, professore onorario della
R. Università di Modena, professore ordinario di diritto co-
stituzionale nella R. Università di Padova. (Via Sperone Spe-
roni, 19).
(17 giugno 1906)
Meschinelli Luigi, d§3 , Dottore in Scienze Naturali, Presidente
della Sezione d' acqua dolce della Società Regionale Veneta
per la pesca e 1' acquicoltura. Presidente del Comizio Agrario
di Vicenza, Socio della Società Geologica italiana, già coa-
diutore alla Cattedra di Geologia e Paleontologia presso la
R. Università di Napoli, Socio dell' Accademia Olimpica di
Scienze, Lettere, Arti ed Agricoltura di Vicenza, Membro della
Commissione Conservatrice del Civico Museo di Vicenza. -
(Vicenza, Porta Padova).
SOCI CORRISPONDENTI NAZIONALI
(23 gennaio 1870)
ViLLAKi Pasquale, Senatore del Regno, socio residente dell'Ac-
cademia della Crusca, prof, emerito di storia moderna e già
preside della Sezione di filosofia e filologia presso l'Istituto di
studi superiori di Firenze.
(22 dicembre 1872)
Cannizzako Stanislao, Senatore del Regno, prof, di chimica ge-
nerale e tiirettore dell' Istituto chimico nella R. Università di
Roma.
DEL Ji. ISTITUTO VENETO '25
(18 luglio 1875)
Albini Giuseppe, prof, emerito di fisiologia iiell" Istituto fisiolo-
gico presso la R. Università di Napoli - Torino.
Blaserna Pietro, Senatore del Regno, prof, di fisica e direttore
dell' Istituto fisico nella R. Università di Roma.
Takdv prof. Placido, prof, (Mìierito della R. Università di Ge-
nova - Firenze.
{2iy marzo 1877)
re d
Cappellini Giovanni, Senato el Regno, prof, e direttore del-
l' Istituto geologico presso la R. Università di Bologna.
(26 maggio 1878)
Naccaki Andrea, prof, di fisica esperimentale e direttore del re-
lativo gabinetto nella R. Università di Torino.
(14 maggio 1882)
Del Lungo Isidoro, Senatore del Regno, socio residente della
R. Accademia della Crusca. - Firenze.
(23 marzo 1884)
Carutti di Canto&no barone Domenico, Senatore del liegno,
presidente della R. Deputazione sovra gli studi di storia patria
per le antiche provincie e la Lombardia, ecc. - Torino.
Comparetti Domenico Senatore del Regno, prof, emerito della
R. Università di Pisa e del Regio Istituto superiore di Fi-
renze.
D'Ancona Alessandro, Senatore del Regno, prof, emerito di let-
teratura italiana nella R. Università di Pisa.
Manno l)arone D. Antonio, segretario della R. Deputazione sopra
gli studi di storia patria per le antiche provincie e la Lom-
bardia. - Torino.
Glosso dott. Angelo, Senatore del liegno, prof, di fisiologia nella
R. Università di Torino.
Tommasini Oreste. - Roma.
26 ELENCO DEI MEMBEI E SOCI
(21 marzo 1886)
BassaKi dott. Francesco, prof, ordinario di geologia, incaricato
di paleontologia e direttore dell'Istituto geologico nella K. Uni-
versità di Napoli.
Dalla Vedova Q-iuseppe, prof, ordinario di geografia nella Re-
o'ia Università di Roma.
GiGLiOLi Enrico Hillyer, prof, ordinario e direttore del gabi-
netto di zoologia, e anatomia degli animali vertebrati nel
R. Istituto di studi superiori, pratici e di perfezionamento in
Firenze.
RòiTi Antonio, professore di fisica, direttore del relativo gabi-
netto e del museo degli antichi strumenti di fisica, e di astro-
nomia nel R. Istituto di studi superiori^ pratici e di perfezio-
namento in Firenze.
RuFFiNi dott. Ferdinando, professore di meccanica razionale
presso la R, Università di Bologna.
. (14 aprile 1889)
Righi Augusto, professore di fisica nella R. Università di Bo-
logna.
'o'
(16 giugno 1889)
Cipolla conte Carlo, professore di storia moderna presso l'Istituto
di Studi superiori di Firenze.
Donati dott. Cesare. - Roma.
MiLLOSSEViCH prof. Elia, direttore del R. Osservatorio astrono-
mico, ed annesso Museo astronomico al Collegio Roman. -
Roma.
Paterno di Sessa dott. Emanuele, Sonatore del Regno, profes-
sore ordinario delle applicazioni della chimica nella R. Uni-
versità di Roma.
Pigorini dott. Luigi, professore di paleoetnologia presso la R.
Università di Roma.
Salvador! conte Tommaso, professore di storia naturale del R.
Liceo Cavour di Torino e vicedirettore del Museo zoologico
presso quella Università.
DEL K. ISTITUTO VENETO 27
Zamkaldi (lott. Fkancesco, professore di letteratura greca nella
lì. Università di Pisa.
(22 giugno 18i>0)
Mazzoni Guido, professore ordinario di lettere italiane presso il
E. Istituto di Studi superiori e di perfezionamento in Firenze.
(20 aprile 1893)
Abetti Antonio, professore ordinario di astronomia nel K. Isti-
tuto di Studi superiori pratici e di perfezionamento in Firenze,
direttore del K. Osservatorio di Arcetri.
(23 febbraio 1896)
BoiTO Camillo, professore di architettura nella K. Accademia di
belle arti e nel R. Istituto Tecnico superiore di ^lilano.
Feegola Emanuele, professore ordinario di astronomia nella K.
Università di Napoli, direttore del R. Osservatorio astronomico
di Capodimonte.
Martello Tullio, professore di economia politica e di diritto
finanziario della R. Università di Bologna.
Paeona Carlo Fabrizio, professore ordinario di geologia nella
R, Università di Torino.
(22 maggio 1897)
Poggi \)voL Tito, Deputato al Parlamento, libero docente di Eco-
nomia rurale nella R. Scuola d' applicazione per g-]' Ingegneri
di Padova, membro del Consiglio di Agricoltura. - Roma.
Schiaparelli prof. Ernesto, direttore del R. Museo di antichità
- Torino.
Vivante avv. Cesare, prof, ordinario di diritto commerciale nella
R. Università di Roma.
Aleani prof. Augusto, segretario deUa Società Colombaria — Fi-
renze.
Battelli Angelo, Deputato al Parhimento, prof, di fisica e di-
rettore del relativo gabinetto nella R. Università di Fisa
Camerano Lorenzo, prof, di anatomia comparata e di zoologica
e Direttore dei Musei relativi nella R. Università di Torino.
28 ELENCO DEI MEMRKI E SOCI
(JiAMiciAN Giacomo, prof, ordinario di chimica f^enerale nella R.
Università di Bolog'na.
3Iassalongo Caro, prof, ordinario di botanica e direttore del-
l' Orto Botanico della Università di Ferrara.
Penzig Ottone, prof, ordinario di botanica e direttore del R.
( )rto Botanico dell' Università di Genova.
Stringher Bonaldo, incaricato dell' insegnamento della legisla-
zione comparata delle dogane nella Università di Roma, mem-
l)ro del Consiglio Superiore di Statistica^ Direttore generale
della Banca d' Italia. - Roma.
Tizzoni Guido, professore e direttore del laboratorio di patologia
generale nella R. Università di Bologna.
(27 novembre 1898)
Setti Giovanni, prof, ordinario di letteratura greca nella R. Uni-
versità di Torino.
(22 aprile 1900)
Loria Achillk, professore nella Università Bocconi di Milano,
prof, di Economia politica nella R. Università di Torino.
(15 luglio 1900)
FiCALBi Eugenio, dottore in medicina, dottore in scienze natu-
lali, professore ordinario di Zoologia, e di Anatomia e Fisio-
logia comparate nella R. Università di Pisa. (Istituto Zoologico
della R. Università di Pisa).
(80 dicembre 1900)
Acri Feancesco, professore di filosofia nella R. Università di
Bologna.
Cagni Umberto, capitano di corvetta.
Monticolo Giovanni, professore di storia moderna nella R. Uni-
versità di Roma.
(29 novembre 1903)
Bi'iLi.K) Vittore, professore di geografia nella R. Università di
Pavia.
DEL. R. ISTITUTO VENETO 29
D'Ovidio Francesco, professore di storia comparata delle lette-
rature neo-latine nella R. Università di Napoli.
Stopi'ato Alessandro, professore di diritto e procedura penale
nella R. Università di Bologna.
Casalini Alessandro (Roma).
Gian Vittorio, professore di letteratura italiana nella R. l'ni-
versità di Pisa.
Gradenigo Giuseppe, professore di otojatria e rinolaringoiatria
nella R. Università di Torino.
(17 giugno 1!)0())
BoDio LurtI, Consigliere di Stato, Tresidente del Consiglio supe-
riore della Statistica, Roma,
Grassi Giovanni Battista, professore di anatomia comparata
nella R. Università di Roma.
Luciani Luigi, Senatore del Regno, professore di fisiologia spe-
rimentale nella R. Univesità di Roma.
Rbnier Rodolfo, professore di storia comparata delle letterature
neo-latine nella R. Università di Torino.
Bianchi Luigi, professore di geometria analitica nella R. l'uni-
versità di Pisa.
FoÀ Pio, professore di anatomia patologica nella R. l'niversità
di Torino.
Costa Emilio, professore di storia del diritto romano nella R. l'ni-
versità di Bologna.
Pacinotti Antonio, professore di fisica tecnologica nella R. Uni-
versità di Pisa.
Halbherr Federico, professore di epigrafia greca nella R. Uni-
versità di Roma.
Pascoli Giovanni, professore di letteratura italiana nella R. Uni-
versità di Bologna.
PizzETTi Paolo, professore di geodesia teoretica nella R. Uni-
versità di Genova.
Tocco Felice, professore di storia della filosofia nel R. Istituto
di Studi superiori in Firenze.
Olivi Luigi, professore di diritto internazionale nella R. Uni-
versità di Modena.
30 ELENCO DEI MEMBEI E SOCI
GiACuSA i'iEKO, professore di iutrochimica nella li. Università di
Torino,
Segre Cokkado, professore di geometria superiore nella R. Uni-
versità di Torino.
Pan 'PANELLI Dante, professore di mineralogia e geologia nella
K. Univerrità di Modena.
De CfuBERNATis ANGELO, professore di letteratura italiana nella
K. Università di Roma.
SOCI CORRISPONDENTI ESTERI
(20 maggio 1888)
Forster Guglielmo, professore di astronomia all' Università di
Perlino.
HojiTis Attilio, bibliotecario della Comunale di Trieste.
(21 marzo 188(5)
Gl'nther Sigismondo, professore di geografia (Erdkunde) alla
R. Scuola tecnica superiore in Monaco.
(1<) giugno 1889)
BoussiNEso Valentino, professore di fisica matematica alla
Sorbonne. - Parigi.
Carruthers Guglielmo, Direttore del Dipartimento botanico nel
^luseo Britannico. - Londra.
Delisle Leopoldo, membro dell' Accademia delle Iscrizioni e
Belle Lettere dell' Istituto di Francia, già Amministratore ge-
nerale della Biblioteca Nazionale di Parigi. - Parigi.
DEL R. ISTITUTO VENETO .31
Fischer Teobaldo, professore di geografìa all' Università di
Marburg-,
Gaudry Alberto, professore di paleontologia al Museo di storia
naturale di l^arigi.
LoRiOL (de) Perceval, geologo e paleontologo. - Pontenex (presso
Ginevra).
Oppert Giulio, professore di filologia e di archeologia assira al
Colleg-io di Francia. - Parigi.
Kadò Antonio, filologo a Budapest.
SiMONSFELD Enrico, professore di storia alFl^niversità di ^Monaco.
SuESS Edoardo, professore di geologia all'I^niversità di Vienna.
Thomson Guglielmo, (Barone Kelvin) professore di filosofia
naturale all' Università di Glasgow.
(27 febbraio 18'J8J
Brown Orazio, Londra (Venezia).
De.job Carlo, professore di storia alla Sorhonne. - Parigi.
Mayr (von) Giorgio, professore di scienze economiche all' Uni-
versità di Monaco.
Newcomb Simone, professore emerito di matenuitica e di astro-
nomia air Università di Baltimora.
Poincaré Giulio Enrico, professore di astronomia matematica
alla Sorhonne. - Parigi.
Wagner Adoleo, professore di economia politica all' Università
di Berlino.
(.HO dicembre lUOO)
Levasseur Emilio, professore di demografia ed ora amministra-
tore del Colleg-io di Francia. - Pari":i.
Rontgen Guglielmcj Corrado, professore di fisica all'Università
di Wiirzburg.
Klein Felice, professore di matematica all'Università di Gottinga.
Fischer Emilio, professore di chimica all' Università di Berlino.
Haeckel Ernesto, professore di zoologia all' T'niversità di -lena.
Cantor Maurizio, professore di matematica all' l'uiversità di
Heidelberg.
32 ELENCO DEI MEMBKI E SOCI
Dakwin G. B., professore di astronomia all' Università di Cam-
l)ridge.
Helmert F. K., i)rofessoro di geodesia all' Università di Berlino,
direttore dell' Istituto (leodetico prussiano a Potsdam.
Ramsay GrUGLiELMO, professore di chimica all'Università di Londra.
Sabatiek Paolo, presidente onorario della Società di studi fran-
cescani in Assisi. - Parigi.
Sabatier P., professore di chimica all' Università di Toulouse
(Francia).
Van't Hoee J. R.; professore onorario di chimica generale al-
l' Università di Berlino.
\Yeismann Augusto, prof, di zoologia all'Università di Friburgo.
WiLAMOWiTz-MoLLENDORFF (von) Ulrico, prof, di filologia clas-
sica all' Università di Berlino.
(2o novembre 1908)
LuscHiN Arnoldo, prof, di storia del diritto all' Università di
Graz.
KoiiLRAUSCH Federico, prof, e direttore dell'Istituto Tecnico Fi-
sico a Charlottenburg (presso Berlino), Marburg (Berzirk Cassel).
DEL R. ISTITUTO VENETO 38
COMMISSIONI DEL H. ISTITUTO
Consigìio por Ir elpzioni (hiennale)
MEMBRI CHE liO COMPONGONO
Presidente
Cfifef/on'ft (ìfJìr Rcienz»: matcnKiiirlu' e nafurali
Favaro Antonio ]
Bononie Augusto \
Martini Tito } (eletti nel gennaio 1907)
Ciscato Giuseppa
Spica Pietro
Catef/oriK di'llt' scienze mondi e lettere
Catellani Enrico
Tamassia Nino i
Molnienti Pompeo ) U-l^tti nel gennaio 1907,l
Crescini Vincenzo
Papadopoli Nicolò
Giunta ì)iennalp per la Bihl'ioteca
MEMBRI CHE LA COMPONGONO
Presidente - Vicepresidente - Segretario
Vicesegretario - Aniniinistratore e Conservatore
delle Raccolte
Favaro Antonio ]
Bononie Augusto i
Tamassia Nino ) (eletti nel maggio 1907)
Vicentini Giuseppe
Galanti Ferdinando
34' ELENCO DEI MEMBBl E SOCI
Giunta triennale pel Pantheon Veneta
(eretto dall' Istituto nel 1847)
MEMBRI CHE LA COMPONGONO
Presidente
Gloria Andrea > , i ff i * n kw»-»
Molnieiiti Pompeo
Galanti Ferdinando
Revisori dei conti dell' iMituta
(annuali)
Bononie Augusto I , i .. i , ma-,
7^ . > (ol(!tfi nel novembre 1S^()( 1
Da Scino Almerico \
Consiglia Mini eh ( hiennalr)
MEMBRI CHE LO COMPONGONO
Presidente - Vicepresidente - Segretario
Vice^segTiìtario - Amministratore e Conservatore
delle Raccolte
Favaro Antonio /
Papadopoli Nicolò j ^'■^'''' '''^ '^'^^^"''^''^ ^•'*"'*
Revisori dei conti dell' Amministrazione Minich
(biennali)
Brnffi Bia'**io J
>,• . /..*^ > (eletti nel gennaio 1907)
tiscato Giuseppe
DEL R. ISTITUTO VENETO
85
INDICE
MKMTìRI E SOCI J)KLLK PROVTNCrE VENETE E SOCI NAZIONALI
Ahotti Antonio
P-
27
Aeri Francesco
n
28
Albini riiuseppo
r
25
AltVini Augusto
„
27
Arrigoni dogli Oddi Ettore
11
17
Bassani Francesco
11
2fi
Bassini Edoardo
11
8
Battelli Angelo
11
27
Bellati Manfredo
11
5
Bellio Vittore
11
28
Berchet Federico
11
16
Berchet Guglielmo
11
6
Bernardi Enrico
11
8
Bertelli Dante
11
20
Biadego Giuseppe
11
1!)
Bianchi Luigi
11
29
Blaserna Pietro
i;
25
Bodio Luigi
ì>
29
Boito Camillo
11
27
Bonatelli Francesco
n
5
Bonome Augusto
n
13
Bordiga Giovanni
11
17
Broda Achille
))
20
Brugi Biagio
n
12
Caccianiga Antonio
11
15
Cagni Umberto
1*
28
(Janierano Lorenzo
11
27
Cannizzaro Stanislao
n
24
Capellini Giovanni
11
25
Carutti di Cantogno
Domenico
n
11
Casal ini Alessandro
n
29
Castelnuovo Enrico
11
19
Catellani Enrico
n
18
Ciamician Giacomo
n
28
Clan Vittorio
11
29
C'ipolla Carlo
11
26
Cipolla. Francesco
n
15
Ciscato Giuseppe
ì>
12
Comparetti Domenico
Costa Emilio
Crescini Vincenzo
Dalla Vedova Giuseppe
D'Ancona Alessandro
D' Arcais Francesco
Da Schio Ahnerico
De Giovanni Achille
De Guberuatis Angelo
De Marchi Luigi
De Toni Giovanni Battista,
Del Lungo Isodoro
Donati Cesare
D' Ovidio Francesco
Favaro Antonio
Fergola Emanuele
Ferraris Carlo Francesco
Ficalbi Eugenio
Flamini Francesco
Fogazzaro Antonio
Forti Achille
Foà Pio
Fradeletto Antonio
Galanti Ferdinando
Ghirardini Gherardo
Giacosa Piero
Giglioli Enrico Hillyer
Gioidano Davide
Gloria Andrea
Gradenigo Giuseppe
Grassi Giovanni Battista
Halbherr Federico
Lampertico Domenico
Lan< lucci Landò
Lazzarini Vittorio
Levi-Civita Tullio
Lioy Paolo
Lorenzoni Giuseppe
Lori Ferdinando
p-
25
•1
29
11
18
11
26
11
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22
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11
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23
36
ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
Loria Achille
P-
28
Luciani Lui^i
n
30
Luzzatti Luigi
>7
2
Malagola Carlo
VI
•21
Manno Antonio
n
25
Martello Tullio
V
27
Martini Tito
«
7
Massalongo Caro
n
28
Massalong'o Rohci-to
V
16
Mazzoni Guido
n
27
Medili Antonio
n
22
Mescliinelli Luigi
»
24
Millosevich Elia
11
26
Mohnenti Pompeo
11
8
Monticolo Grio vanni
j'
28
Morelli Alberto
1»
24
Mosso Angelo
11
25
Naccai'i Andreii
n
n
Nasini Ratt'aello
11
11
Nicolis Enrico
11
16
Occioni-BonafFons Giuseppe
)>
10
Olivi Luigi
11
29
Omboni Giovanni
11
5
Pacinotti Antonio
11
29
Pantanelli Dante
11
30
Papadopoli Nicolò
1
8
Parona Carlo Fabrizio
11
27
l'ascoli Giovanni
11
29
Paterno di 8essa Emanuele
11
26
Penzig Ottone
n
28
Pennato Papinio
11
19
Pigorini Luigi
V
26
Pizzetti Paolo
51
29
Poggi Tito
11
27
Polacco Vittorio
n
11
Politeo Giorgio
11
15
Predelli Riccardo
Ragnisco Pietro
Renier Adolfo
Ricci Gregorio
Righi Augusto
Ròiti Antonio
Rossi Luigi Vittorio
Ruffini Ferdinando
Saccardo Pier Andi-en
Sacerdoti Adolfo
Salvadori Tommaso
SchiaparelJi Ernesto
Segre Corrado
Setti Giovanni
Spica Marcatalo Gioviiniii
Spica Pietro
Stefani Aristide
Stoppato Alessandro
Stringher Pionaldo
Tamassia Arrigo
Tamassia Giovanni
Tardy Placido
Tellini Achille
Teza Emilio
Tizzoni Guido
Tocco Felice
Tommasini Oreste
Trois Enrico Filippo
Veronese Giuseppe
Verson Enrico
Vicentini Giuseppe
Villari Pasquale
Vivante Cesare
Zambaldi Francesco
Zanon Giovanni Antonio
Zoppi Giovanni Battista
p. 19
,1 11
„ 29
„ 11
. 26
11
22
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29
25
2
7
12
11
24
27
11
19
23
MI^MBRI ONORARI
S. A. R. Principe Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi
Marconi Guglielmo
Aidigò Roberto
p. 15
SOCI CORRISPONDENTI ESTERI
Boussinesq Valentino
Brown Orazio
p. 30 Cantor Maurizio
„ 31 Carruthers Guglielmo
p. 31
. 30
DEL R. ISTITUTO VENETO
37
Diiiwin G. H.
P-
82
Dojob Carlo
11
81
Delisle Leopoldo
V
80
De Jjoriol Perceval
»
71
Fischer Emilio
n
31
Fischer Teobaldo
n
>>
Forster Guglielmo
?i
80
Gaudry Alberto
V
31
Giinther Sigismondo
n
30
Haeckel Ernesto
11
fi
Helmert F. E.
»
32
Hortis Attilio
»
30
Klein Felice
n
31
Kohlrauscli Federico
11
32
Kolliker Alberto
n
n
Levasseur Emilio
n
31
Luschin Arnoldo
11
32
Mayr (von) (liorgio
Newcomb Simone
Oppert Giulio
Poincaré Giulio Enrico
Rado Antonio
Ramsay Guglielmo
Rontgen Guglielmo Corrado
iSabatier Paolo
Sabatier P.
Simonsfeld Enrico
Suess Edoardo
Thomson Guglielmo
Van't ri off J.' R.
Weismann Augusto
Wilajiiowitz-MoUendorfì' l li-
rico
Wagner Adolfo
p. 31
32
31
32
11
11
32
31
Ardissone Francesco
Artini dott. Ettore
Bardelli Giuseppe
Bei'zolari prof. Luigi
Briosi Giovanni
Celoria GioTanni
Colombo Giuseppe
Ferrini Rinaldo
Feriali ini prof. Carlo
Gabba Luigi
Golgi Camillo
MEMBEI EFFETTIVI DELL' ISTITUTO LOiMBARBO
Per la Classe di scienze matematirlte e natiii-ali
p. 14
11
11
11
'>
11
11
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11
11
11
11
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11
11
11
11
15
Jung Giuseppe
Ki'irner Guglielmo
Mangiagalli Luigi
Mantegazza Paolo
Murani Oreste
Pascal Ernesto
Pavesi Pietro
Schiaparelli Giovanni
Taiamelli Torquato
Visconti Achille
Per la Classe di lettere, scie-nze morali e storiche
Beltrami Luca
Buzzati Giulio Cesare
Canna Giovanni
Ceruti Antonio
Del Giudice Pasquale
Gabba Bassano
Gobbi Ulisse
Inama Vigilio
Lattes Elia
p. 14
11 11
11 11
11 11
11 11
11 11
11 11
11 11
11 11
Mingnzzi Livio
Nevati Francesco
Ratti Achille
Rossi Vittorio
Salvioni Carlo
Scherillo Michele
Vidari Ercole
Vignoli Tito
Zuccante Giuseppe
p. 14
11
11
11
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n
11
n
n
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-1
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11
p. 14
?^
Commissioni del E.. Istituto, p. 33
Atti dkl Rkalk Istituto Venkt'o ui soiknzk, i.kttkkis kì> auti.
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima. •
A 1) [1 N A N Z A 0 R D I N 7\ R 1 A
DEL 27 OTTOBRE 1907
PliK8lI)KNZA DKL M. E. FKIMIAIUS
PRKSIDENTK
Presenti i membri effettivi: Veronese, vice-presidente; (1. Ber-
CHET, segretario ; Occioni-Boxaffons, vice-segretario ; Tkois,
Favaeo, De Giovanni, Teza, Martini Da Schio, Stefani,
G. P>. De Toni, Galanti, Ricci, Polacco, Vicentini, Bhugi,
CiscATO, BoNOME, Catellani, Crescini, N. Tamassia; od i
soci corrispondenti : F. Berchet, D'Arcais, Malagola,
De Marchi, Lori^ Del Lungo.
Giustificata l'assenza dei mm. ee.: Fogazzaro, Ragnisco, Vkuson:
e dei ss. ce. : SettI; Giordano.
Letto ed approvato Y Atto della precedente adunanza, il
Presidente, nell' iniziare l'anno aocademico 1907-08, fa ai col-
leghi il saluto augurale, e specialmente si rivolge al socio prof.
Del Lungo che onora di sua presenza 1' adunanza. Il collega
predetto risponde ringraziando.
Annunzia poi con le seguenti parole la morte del prof. Pietro
Pavesi m. e. <lel R. Istituto Lombardo.
" Debbo, pur troppo per la terza volta da che ho l'onore di
"" essere vostro presidente, ricordare un lutto dell'Istituto coiifra-
" fello al nostro, il loiìibardo. Dopo Graziadio Ascoli ed Antonio
40 ADUNANZA ORDINARIA
"^ Ceriani, Flstitiito lomljardo perdotte il 31 agosto pp. il prof. Pietro
'' Pavesi, che ne ora iiKMiibro effettivo da (piasi un (|uarto di
" secolo.
" Professore per ([ualche tempo in istituti secondari, ebbe ben
" presto la cattedra di straordinario di zoologia nella K. Univer-
'' sita di Genova, poi in quella di Pavia : ivi fu promosso ordinario
" nel 1878 e rimase fino alla morte,
" Dotato di forte ingegno e di grande operosità, egli pubblicò
" numerosi ed importantissimi lavori sui vari rami della zoologia,
" così conquistando uno dei primi posti fra i cultori di questa disci-
" plina. Ma egli trovò tempo per comporre anche pregiati lavori di
" storia pavese e biografìe di valorosi cultori delle scienze naturali,
" per promuovere praticamente la piscicoltura, per partecipare a
" Commissioni governative e locali incaricate di studiare i problemi
'' della caccia e della pesca, per attendere con solerzia a cariche
" amministrative locali, per trattare, come delegato italiano, conven-
'' zioni con Stati esteri per la pesca.
" E tutto questo non gli impedì di compiere alacremente i suoi
" doveri di insegnante, nel che la facile parola e la dottrina pro-
" fonda lo resero carissimo agli studenti, come la cortesia dei modi
" lo fece amare dai colleghi, che lo chiamarono più volte a presie-
" dere la Facoltà di scienze matematiche, fìsiche e naturali.
" Pubblico riconoscimento dei suoi meriti insigni furono pure
" r essere stato nominato membro di parecchie accademie e società
" scientifiche italiane ed estere e le alte onorificenze italiane ed
" estere, delle quali fu onorato.
" li suo alto valore rese ben dolorosa la perdita avvenutane
"^ quando non aveva ancora compiuto il 02° anno e farà sì che
" lungamente Jie durerà il nome ed il ricordo.
" All'Istituto lombardo abbiamo mandata l'espressione della
" nostra condoglianza. „
Il Presidente comunica i ringraziamenti di Lionello Nigra
per la parte presa dall' Istituto al lutto che lo colpì con la morte
del padre suo, senatore Nigra, nostro membro onorario.
Annunzia con parole di riconoscenza che il collega m. e.
Nicolò Papadopoli- Aldobrandini dispose per la erogazione della
DEL 27 OTTOBRIi 1907 41
siiii pensione uccadeniica, anche pel corrente anno, a favore deoli
stndi la»-unari, e specialmente intorno al partiaque che separa la
lag'una di N'enezia da quella di Malaniocco. L' Istituto plaude
unanime alla o;enerosità del m. e. Papadopoli.
Ringrazia il colleoa ni. e. U. B. De Toni di aver rappre-
sentato r Istituto, come n' ebbe incarico, al Congresso dell'i^sso-
ciazione per il progresso delle scienze, tenutosi in Parma nel de-
corso settembre. In cpiesta occasione conmnica, (juale emanazione
di tale Congresso, un disegno di Statuto della nuova Società Ita-
liana per il pì'n(ji-rsso delle srieiize, che avrà sede in Roma.
Avverte pure che alla hne di giugno 1908 si terrà in Pa-
rigi il primo ( 'ongresso internazionale delle industrie frigorifiche.
Infine il Presidente dà notizia della corrispondenza corsa tra
la Presidenza dell' Istituto e il ^linistro degli Esteri in Roma
per assicurare la ricostruzione della Fontana veneziana, detta di
Morosini, in Candia, la quale era stata, per necessità edilizie,
demolita nel passato giugno, pur serbandone i materiali. L' Alto
Commissai'io ha promesso eh' essa " sarà sollecitamente ricostruita
non lontana dal lno<i() in cui prima soi-gcva „. L' Istituto dà segni
di soddisfazione per il successo ottenuto, ed esprime la fiducia
che non abbiano a rinnovai'si per 1' avvenire gli spiacevoli inci-
denti deplorati in })assato.
TI Presidente presenta e fa circolare il Catalogo dei libri
ed opuscoli acquistati e pervenuti in dono durante le vacanze.
Infine si procede alle seguenti letture poste all' ordine del
giorno.
A. Favaro, m. e. : Benedetto Castelli. — Tra i più cospicui,
con i quali Galileo ebbe strette relazioni di maestro e di amico,
occupa il primo posto Don Benedetto Castelli, per fermo uno dei
42 ADUNANZA ORDINARIA
iiiaf^'ii,'iin'i uomini del suo tempo e definito dal Maestro istesso
come "^ huomo adornato d' ogni scienza e colmo di virtù, religione
e santità. „
Egli è il corrispondente del quale rimane la maggior copia
di lettere a Galileo, e sebbene in minima parte purtroppo ci sia
stata conservata l'altra e più ragguardevole parte della preziosa
corrispondenza, il carteggio fra i due, e per gli argomenti scien-
tifici in esso trattati e per gli intimi fatti che ci rivela è dei più
importanti offerti dalle cose Galileiane e, sotto certi rispetti, quasi
diremmo anche dalla storia delle scienze. Così gran parte della
vita del Castelli è in queste lettere, e tanta luce viene da esse
proiettata sulla partecipazione sua al rinnovamento della scienza
per opera di Galileo e della sua Scuola, che se anche altri e con
lodevoli saggi mi precedette nello scrivere di lui, stimo fare opera
non del tutto vana riprendendo a stutliare il soggetto istesso col
sussidio di documenti eh' erano finora rimasti quasi inaccessibili,
e che la Edizione Nazionale delle Opere di Galileo Galilei mette
ora alla comune portata.
E. Teza, m. e. : Di alcuni prooerhi lituani.
P. Ragnisco, m. e. : // concetto della inisiira in Arisfofele ed in
Kant. — L' A., dopo avere esposto i punti principali di con-
tatto e le differenze più notevoli tra Kant ed Aristotele, esamina
le tre opposizioni di Kant ad Aristotele, cioè nella felicità, nel-
l'abitudine e nel giusto mezzo, mettendo a riscontro i priiicipii
diversi da cui nmove il filosofo di Stagira e quello di Konisberga.
Indi rileva alcune importanti considerazioni per l' etica moderna,
come frutto dello studio di queste due più grandi etiche apparse
nella storia della vita pratica.
N. Tamassia, m. e. : Giovanni Argiropulo e un proemio me-
dioevale dei libri giuridici. Nota. — L' A., dopo avere accennato
alla storica formazione dei prologhi che si leggono nella glossa
accursiana ai Regesti all' Expodtio ad lihrum papiensem e in altri
libri, riferisce una risposta di Giovanni Argiropulo a Cosimo de'
Medici, intoi'no ai rapporti tra filosofia e diritto. Nelle |)arole del-
DEL 27 OTTOBRE 1907 43
l'Artiiropulo, esattamente riferite da Vespasiano da Bisticci, si può
intravedere una reniiscenza d'una formula ellenica, la ([uale alla
sua volta si ricollega alla frase occidentale : liher iste efhlcae
suppuuitur.
F. D' Arcais, s. e. : Hii/lo iiiicynizione (Ielle cqìU(zionl liiicorl
(I (lei leale parziali d' ordine qualioi^pte. — Si applica ad una
equazione lineare qualunque omog-enea il metodo di integrazione,
mediante sviluppi simbolici, che viene usato, specialmente nel caso
dei coefficienti costanti, per avere l' integrale di una equazione
lineare non omogenea, quando sia noto l'integrale generale della
corrispondente equazione omogenea; a tale scopo viene anche
adoperato uno sviluppo dovuto al prof. Pincherle.
F. ìSoprana : Ulteriore conirihiito alla (■()ao>^cenza (Idl'afro/ia
iHiiscolare progressiva da lesione dei canali semicircolari (presen-
tata dal prof. A. Stefani m. e. a termini dell'art. 16 del Rego-
lamento). — Dopo di avere ricordato le diverse varietà di atrofia
muscolare di origine nervosa, che sono conseguenza di lesioni di
fibre nervose centripete o di centri nervosi lontani dal midollo spi-
nale e dalla via motrice periferica, l' A. descrive un caso di
atrofia muscolare progressiva in un piccione a cui erano stati
asportati bilateralmente i canali semicircolari coronario ed orizzon-
tale, col reperto istologico del sistema nervoso e dei muscoli.
L' animale, che era stato operato nei due lati con un intervallo
di sessanta giorni, aveva presentato, oltre ai soliti sintomi, dopo
la seconda operazione un progressivo assottigliamento delle masse
muscolari che aveva raggiunto il più alto grado in quarantatre
giorni. All' esame microscopico si trovò atrofia semplice notevo-
lissima delle fibre muscolari volontarie. Le lesioni erano più gravi
nelle masse muscolari pettorali, dove molte fibre avevano assunto la
forma a rosario, erano cioè rappresentate dal sarcolemma e da
scarsissima sostanza muscolare mancante di ogni accenno di stria-
tura, interrotta a brevissimi intervalli dal succedersi dei nuclei.
( -ol metodo Nissl si trovarono in tutta l'estensione del midollo
spinale molte delle grandi cellule d(dle corna anteriori in ])reda
a processi di cromatolisi e di atrofia. Cellule in cromatolisi ed
44 ADUNANZA ORDINAEIA
atrofia si trovarono inoltro nel nucleo anteriore deH' ipo^losso,
nel nucleo del sesto, del (juarto, del terzo e nel nucleo a grandi
cellule dell" ottavo.
L'A. in base a questo e ad un' altra sua osservazione prece-
dente, ritiene che Tatrofia muscolare sia conseguenza del propagarsi
della degenerazione dal vestibolare alle cellule delle corna ante-
riori del midollo spinale e di qui ai nervi periferici ed ai muscoli
coli' intermezzo del fascio longitudinale posteriore e crede quindi
che tale atrofia vada unita al gruppo di quelle che succedono in
conseguenza di lesioni di fibre centripete.
A. Farini : inaile mrktzioni qnanfitafive del glicogene e delìp
sost(mze alhuminoiic del feijaio per /' infaenza della iemijeratura e
per il ta<jì>() del vikjo (presentata dal prof. A. Stefani, m. e., (e. s.) ).
— Essendo noto che negli animali ibernanti per 1' aumento della
temperatura esterna avviene una diminuzione nel peso dei fegati,
l'A. nel presente lavoro si propone di stabilire in simili condizioni
il consumo del "-licoo-ene e delle sostanze albuminose del feg-ato
e r influenza esercitata dal vago sulla distruzione di questi ele-
menti epatici.
Le ricerche furono eseguite nelle rane esculente a vaghi in-
tegri ed a vaghi tagliati, sottoposte al riscaldamento ; il dosaggio
del glicogene fu fatto col metodo di Ptiiiger. le sostanze albumi-
uose sono state dedotte dalla (juantità dell' azoto epatico ottenuto
col metodo Kjèldhal-Argutinsky.
(Quando i vaghi sono integri l' innalzamento della temperatura
esterna determina un consumo della (piantità assoluta e della
quantità relativa del glicogene epatico ; ma tale perdita è molto
più considerevole (piando i vaghi sono tagliati e perciò è <la at-
tribuirsi al vago un' azione inibitrice nell' attività saccarificante
delle cellule epatiche.
Le sostanze albuminose decrescono in proporzione pressoché
eguale anzi minore che non sia la diminuzione del peso dei fegati,
per cui la quantità relativa dell' azoto epatico non solo non dimi-
nuisce, m;i presenta qualche lieve aumento.
NeUa perdita quindi del peso dei fegati più che il consumo
delle sostanze albuminose influisce il consumo del glicogene. La
DEL 27 OTTOBRE 1907 45
distrii/ioiu' (lolle sostanze albuminose si comporta eg-nalmente sia
a vaghi integri che a vaghi tagliati ; da ciò risulta che il vago
non spiega alcuna azione sul consumo delle sostanze proteiche del
fegato promosso dalla temperatura.
L' Istituto si raccoglie in adunanza privata alle ore 14.
Il Presidente
C. F . F E R R A R T B
// Vicesegretario
Gr. OCCIONI-BONAFFONS
JUL 8 1908
Atti del UraijK Istituto Venkto di scienze, lettere ed arti.
Anno acctuloniico 1907-908 - Tomo LXVIl - Paite piinui.
ADUNANZA ORDINARIA
DEL 17 NOVEMBRE 1907
PRESIDENZA DEL M. E. FERRARIS
presidente
Presenti i membri effettivi : G. Bekchet, segretario ; Occioni-
BoNAPPONS, vice-segretario ; Lorenzoni, Trois, Bellati,
P. Spiga, Teza, Martini, A. Tamassia, Da Schio, Mol-
MENTi, Stefani, Galanti, Polacco, Vicentini, Verson,
Brugi, Ciscato, Bonome, Catellani, Crescini, N. Tamas-
sia; ed i soci corrispondenti: F. Berchet, Landucci, D'Arcais,
Flamini, Castelnuovo, Predelli, Bertelli, Malagola.
Levi-Civita, Medin, Giordano, Morelli.
Giustificata l'assenza dei mm. ee.: Veronese, vice-presidente; Fa-
varo, Fogazzaro, G. B. De Toni, e del socio corrispondente
Poggi,
Letto ed approvato 1' atto della precedente adunanza, si fa
circolare il catalogo dei libri e degli opuscoli acquistati o perve-
nuti in dono all'Istituto dall'ultima adunanza.
Il Presidente dà la parola al m. e. Polacco per una sua Comme-
morazione di Emanuele Gianturco, già Ministro dei Lavori Pubblici.
Terminata la lettura. l'Istituto intero si associa alle nobili ed
eloquenti parole dell'oratore.
Vengono appresso presentate e lette le seguenti Memorie :
G. Lorenzoni, m. e. : lì passaggio di Mercurio sul disco del sole
osservato alla specola di Padova il 14 novembre 1907. Comunica-
48 ADUNANZA ORDINARIA
zione. — Un folto nebbione, che impediva la vista anche degli o<^-
getti poco lontani, avea nella prima mattina di quel giorno tolto ogni
speranza di poter osservare il fenomeno. La speranza tuttavia ri-
nacque verso le nove, allorché, dietro le masse della nebbia ora più
ed ora meno dense trasportate da vento di ovest, incominciò a
comparire il bianco disco del Sole ora meno ed ora più visibile, ma
così poco luminoso che l'occhio nudo poteva sopportarne impune-
mente la vista. La sua immagine però, veduta nel cannocchiale,
appariva tanto tranquilla e a contorni così precisi da far desi-
derare che in una tale condizione di cose potessero effettuarsi
tutte le osservazioni prestabilite.
Per queste alla nostra Specola era stato disposto che l'Astro-
nomo Aggiunto dott. Antoniazzi si sarebbe servito dell' equatoriale
Dembowski (diametro dell' obbiettivo mm. 187 ; distanza focale
m. 3,20; oculare positivo, ingrandimento 310; elioscopio a tinta
verde oscura), l'Assistente dott. G. A. Favaro avrebbe impiegato
1' equatoriale di Starke-Merz (diam. obb. mm. 117 ; distanza focale
m. 1,65 ; oculare positivo ; ingrandimento 130 ; elioscopio a tinta
giallo-affumicata) e lo scrivente avrebbe adoperato il rifrattore
altazimutale di Starke situato nella sala meridiana (diam. obbiet-
tivo mm. 117; distanza focale m. 1.95; oculare negativo e in-
grandimento 80 ; oculare positivo e ingrandimento 208 ; elioscopio
a tinta neutra d' intensità graduabile).
Sfortunatamente la osservazione dei due primi contatti andò
perduta, poiché quattro minuti circa prima del 1° contatto e du-
rante una buona mezz' ora appresso, la nebbia era tornata fitta
tanto da togliere interamente la vista del Sole, così che quando,
al nuovo diradarsi della nebbia, esso riapparve, si vide Mercurio
già bene inoltrato sul suo disco in forma di piccola macchia per-
fettamente circolare e nera, la quale, veduta nel rifrattore di Starke
con r oculare negativo e senza offuscante (essendo ancora eccel-
lenti le condizioni di visibilità), sembrava a chi scrive circondata
da debolissima aureola più chiara del fondo e larga all' incirca
quanto il raggio del pianeta. Tale apparenza non fu più notata
nel medesimo rifrattore dopo che all' oculare negativo venne so-
stituito il positivo, come non fu osservata dagli altri due osser-
vatori ai rispettivi strumenti.
Verso la fine del passaggio, essendosi a poco a poco dileguata
DEL 17 NOVEMBRE 1007
49
quasi iiiteramente la nebbia, la vista del Sole non poteva più
sostenersi senza il sussidio deg'li offuscanti ; ma con 1' aumento
della luce e del calore, la immagine telescopica del disco perdette
la precedente sua precisione e divenne oscillante, mostrando il
contorno sinuoso e come agitato da un rapido movimento ondula-
torio nel quale V altezza delle ondulazioni, in direzione del raggio
solare, era di un terzo ad un quarto del diametro di Mercurio,
come si potè giudicare mentre il dischetto del pianeta stava
uscendo dal disco del Sole.
L' ondulazione del bordo solare rese alquanto difficile ed
incerta 1' osservazione dei due ultimi contatti ; ma, fatta astrazione
da così fatta incertezza, il terzo contatto apparve a tutti tre gli
osservatori avvenire in forma geometrica, cioè nei punti che do-
veano giungere a contatto i bordi dei due dischi conservarono fino
all' ultimo istante la forma circolare senza che si presentasse alcun
indizio di goccia nera.
Risultati delle osservazioni in tempo medio astronomico di
Greenwich — 1907 Nov. 14.
Lorenzoni
Antoniazzi
Favaro
Medi
Terzo contatto
1" 48™ 11**
47 57
48 8
1 48
Quarto contatto
1" 50'" 21'
28
13
1 50 23
I tempi calcolati dal dott. Favaro separatamente con le tre effeme-
ridi di Parigi, di Berlino e di Londra sono :
3" contatto
Comi, des Tetiips l''47'"4I«
Berlin, astr-. Jahrb. 48 4
Nautical Ahiianac 48 3
0-C
4° contatto
0-C
+ 23^
l'' 50'" 20'^
+ 3^
Tavole di Leverricr
+ 1
43
— 20
) Tavole di
+ 2
43
— 20
) Newcomb.
T. Martini, m. e.: Intorno alle coìrenti (jenerate della coppia
platino-spugna di platino immersa in iuta soluzione acidulata o
salina. (Contributo alla teoria osmotica della pila). — Delle cor-
renti svolte dalla coppia Platino-Spugna di platino immersa nel-
l'acqua acidulata l'A. parlò altra volta in questo Istituto. Ripresa a
studiare la questione, in seguito a numerose e pazienti esperienze
50 ADUNANZA ORDINARIA
gli pare di poter concludere che siffatte correnti dipendono da una
proprietà che godono certe sostanze, fra le quali la spugna di
platino, di rendere più o meno concentrata una soluzione quando
vi stanno, per alcun tempo, a contatto. Ed in fatto, il Lagergren,
con diligentissime esperienze fatte col caolino e col carbone ani-
male, dimostrò che quest'ultima sostanza, versata in una soluzione
salina la rendeva meno concentrata appropriandosi più sale che
acqua. A sua volta l'À. dimostra che la silice anidra e il carbone
animale messi in contatto con le soluzioni alcooliche o acidulate
con acido solforico, assorbivano acqua a preferenza dell'alcool o
dell'acido.
Laonde, se una coppia Pt. -Spugna di Pt. è immersa nel-
l'acqua acidulata con acido solforico, per la proprietà testò descritta,
si desta una corrente in cui direzione rivela che la spugna fu da
polo positivo; quando poi la coppia è immersi in una di quelle
soluzioni le quali, in presenza delle citate sostanze, si impoveri-
scono, come avviene in alto grado con le soluzioid di nitrato o di
ioduro potassico, la direzione della corrente è invertita.
La coppia Pt. -Spugna di Pt costituirebbe adunque una pila
della specie di quelle che nella ipotesi del Nerst sono dette di
concentrazione; dove la corrente è mantenuta dalla differenza
della pressione osmotica che si desta ai limiti del conduttore im-
merso nella soluzione la quale, per la proprietà esposta, risulta
diversamente concentrata.
E. Verson, m. e. : Uuif piccolo rivendicazione di priorifò.
R. Massalongo, s. e. : Della cutireazione della ofUdmoreazione
nella diagnostica della tahercolos.'.
E. Castelnuovo, s. e. : Attraverso un epistolario. — Sotto
questo titolo, l'A. comunica una sua Memoria sulla corrispondenza,
testò finita di pubblicare, di Ippolito Taine, e ne rileva la grande
importanza, sia pel valore letterario, sia come specchio fedele
d'una nobile e austera coscienza. L'epistolario va dall'Agosto 1847,
quando il Taine aveva appena 19 anni, al Settembre 1892, quando
gli mancavano pochi mesi a morire, e ci fa assistere alle prime
battaglie del giovinetto, osteggiato per le audacie del suo pensiero
DEL 17 NOVEMBRE 1907 SI
dai pedanti e dei reazionari, ai trionfi del critico e del filosofo,
riconosciuto come uno dei capi della scuola positivista francese,
allo sconforto e alle amarezze degli ultimi tempi in cui, dopo i
disastri del 1870-71 che richiamano la sua attenzione sulle piaghe
del suo paese, il Taine, tutto immerso nella sua grande opera
Lc>^ origines de la France contemporaine^ è come un medico spaven-
tato dalla sua diagnosi. Ma la maggiore attrattiva di queste lettere
sta nel fatto che, in ogni fase d'una vita non lunga ma mirabil-
mente operosa, l'uomo si mostra sempre pari a sé stesso, cioè
semplice, dignitoso, sincero, affettuoso, espansivo con gli amici e
con la famiglia, pronto a qualunque sacrifizio piuttosto di deviar
una linea da quello eh' egli reputa il suo dovere di scienziato e
di cittadino. Perciò l'A. opina che i quattro volumi di questa cor-
rispondenza sana e vivificante siano da mettersi fra le cose mi-
gliorie pubblicate in Francia negli ultimi anni.
A. Berti : Azione locale della bile e del gUcocolato di soda
Sili casi sanguigni (presentata dal Prof. A. Stefani, m. e, a ter-
mini dell'art. 16 del Regolamento). — Dalle esperienze condotte
dall' A. per determinare l' azione vasomotoria locale della bile e
del glicocolato di soda circolanti in soluzioni diversamente con-
centrale nei vasi muscolo-cutanei ed epatici, si rileva :
1. Che la bile ed il glicocolato di soda hanno un' azione
diretta sui vasi che per qualità è essenzialmente uguale;
2. L'una e l'altro determinano in piccola dose una dilatazione
vasale di modico grado, di una certa durata, la (jualc talvolta, a
lungo andare, può essere seguita da costrizione vasale;
3. L'una e l'altro in elevata dose determinano una progres-
siva intensa vasocostrizione, spesso preceduta da una modica
fuggevole vasodilatazione ;
4. La concentrazione di bile che per lo più comincia a de-
terminare vasocostrizione oscilla intorno al 20-25 "^/ou ; ha concen-
trazione di glicocolato intorno al 0,75 *^/o(, ;
5. Stabilitasi una intensa vasocostrizione non è piii possibile,
col lavaggio, determinare nei vasi che una modica vasodilatazione.
L' A. ritiene che la ragione principale di questa intensa e persi-
stente azione delle elevate dosi, debba andare ricercata nella fis-
sazione progressiva della sostanza ;
52 ADUNANZA ORDINARIA
fi. L'azione sui vasi muscolocutanei e sugli epatici risultò
qualitativamente eguale, con un effetto vasodilatatore però più
intento sui vasi epatici che sui muscolocutanei, ed un effetto vaso-
costrittore meno intenso sugli epatici che sul vascolocutanei.
7. Nelle circolazioni con bile e con glicocolato — molto più
frequentemente che in quelle eseguite con le altre sostanze fino
ad ora studiate nella loro azione locale sui vasi — ha luoffo l'in-
sorgenza di edemi, L'xi. crede che bisogna pensare, a spiegazione
degli edemi più frequenti per circolazioni biliari, ad una causa
determinante nelle pareti vasali alterazioni analoghe alla morti-
ficazione.
8. L'azione della bile e del glicocolato sui vasi — inversa
a seconda della dose — si può spiegare (in base alla dottrina
dello Stefani e dell' Hering sulla irritabilità) colla prevalenza nella
fibra muscolare, a seconda della dose, dei processi assimilativi sui
disassimilativi o di questi su quelli.
U. Cisotti : SìdV impiego di funzioni ellittiche in una questione
idrodinamica (presentata dal prof. T. Levi-Civita, s. e, (e. s ) ). —
In una memoria, tuttora in corso di stampa, l'A. ha trattato con
metodo nuovo ed originale la teoria delle vene fluenti, giungendo
a notevoli conclusioni di carattere generale.
Nella presente Nota egli approfondisce lo studio di un in-
teressante caso particolare, sviluppandone le formule relative a
mezzo di trascendenti ellittiche, e assegnando le definitive espres-
sioni degli elementi caratteristici dell'efflusso.
E. Levi : / maestri dì Francesco No cello da Carrara (presen-
tata dal Prof. A. Medin, s e, (e. s.) ). — Uno dei più compiuti
e caratteristici documenti della diffusione della coltura nelle corti
italiane del Trecento è la descrizione dell'educazione di Francesco
Novello da Carrara, la quale fu inserita da un Anonimo scrittore
del Trecento " famigliare di Francesco seniore da Carrara „ in
una sua Cronaca che è per intero riportata in uno dei due volumi
della Storia Veneta falsamente attribuita a G. Zancaruolo, mano-
scritta nella Biblioteca Braidense.
Pubblicando questa descrizione, l'A. raccoglie notizie sul pro-
babile scrittore di essa e su tutti i personaggi che vi sono citati ;
DEL 17 NOVEMBRE 1907 53
i maestri di lingua latina, i maestri di equitazione, di nuoto, di
scherma; di strategia, i maestri di lingue moderne, e infine quattro
gentiluomini, ai quali era particolarmente affidato il giovane prin-
cipe, perchè egli crescesse costumato e gentile in tutte le contingenze
della vita quotidiana.
Terminate le letture l'Istituto, si raccoglie in adunanza privata.
Il Vicesegretario
G. OCCIONI-BONAPFONS
Il Presidente
C. F. FERRARIS
Atti bkl beale Istituto Venkto di scienze, lettere ed arti
Anno accademico 1907-908 - Tonio LXVII - Parte prima.
IN MEMORIA
di
EMANUELE GIANTURCO
PAROLE PHONINIJIATE
DAL PROF. YITTOKK) 1»() LACCO, m. k.
nell'adunanza drl 17 nomnhrr 1907
È nobile tradizione dell' Istituto che una parola di rimpianto
si consacri alla memoria di chi è vissuto onorando il Paese e la
Hoienza, anche se del nome suo non si fregiasse il nostro albo
accademico. Penso dunque di esprimere, o illustri Colleghi, un
sentimento che tutti ne associa dicendo breven)ente di Eiiuiiiueìe
Gianturco; ne già come vorrebbe la mia ammirazione e l'intima
comunanza eh' ebbi con Lui di ideali e di studi, ma come potrà
l'animo ancora in tumulto per la perdita dell'amico fraternamente
diletto. Della sua attività multiforme la parte soltanto dedicata
alla scienza e alla cattedra sarà il caso che io qui ricordi. Ma è
già tale parte che non impallidisce di fronte alle altre doti di
musicista eccellente, di avvocato principe e di uomo politico fra
i maggiori dell'ora che volge, per tacere di quel tesoro di private
e civili virtù che lumeggiavano tutti ugualmente, componendoli in
mirabile sintesi, tanti e cosi vari aspetti di quella nobil figura.
Rimontiamo col pensiero, o Colleghi, a circa un quarto di secolo
addietro. Quel risveglio della cultura giuridica nazionale che già
avea dati ottimi frutti tra i romanisti, ma, salve poche luminose
eccezioni, non ora giunto ancora a trar fuori il Dii'itto civile dalla
56 V. POLACCO
morta g-ora della esegesi, si propaga, per opera specialmente di
nuove forze uscite dai nostri Atenei, anche ai cultori di quella
disciplina giuridica, nella quale par veramente che tutte le altre
si appuntino. Brilla subito nella giovanile schiera il Gianturco,
che al gran discettare sul metodo negli studi nostri partecipa nel
1881 con una memoria (') in cui dominano i due concetti ispira-
tori di tutta la successiva produzione di Lui. Il Diritto civile sia
anch' esso fecondato da quella corrente di vita che trae la sua
origine dai nuovi studii nelle scienze morali, politiche e sociali e
che ha vivificato tutte le parti del Diritto. E nella forma, bando
al commentario pedestre modellato sugli esemplari francesi, per so-
stituirvi la trattazione sistematica propria della scuola pandettistica
tedesca, sì che, allogati gli istituti giuridici nel vero posto che
spetta a ciascuno, balzi fuori come organismo vivente la struttura
del patrio Diritto. Un libro di legge non è un libro di scuola e la
chiave per l'intelligenza di un codice deve prendersi da qualche
altro luogo che non sia il codice stesso.
Fedele a tale programma, comune del resto a tutta quella
fioritura nuova di civilisti, nell'ardore, che in altri di men profonda
preparazione si sarebbe detto ardimento, di farne subito completa
attuazione, non si restringe Egli come i compagni suoi a rico-
struire l'edificio in qualche sua parte per via di trattazioni mo-
nografiche, ma, dopo aver dato pur di queste buon saggio con la
memoria sulle Fiducie, concepisce il disegno di un Trattato com-
pleto di Diritto civile. Al titolo originario di Istituzioni (1885) è
sostituito nella 2." edizione quello più proprio di Sistenuf, sul-
l'esempio della grande opera dell' Ungee, al cui nome insigne il
lavoro è dedicato. Ma purtroppo le molteplici altre cure e la fine
immatura non gli permisero di andar oltre alla Parte generale e
ad alcuni capitoli del Diritto di famiglia. Il nome di Istituzioni rimane
invece a quel completo e così difl'uso Manuale onde il Gianturco
venne in aiuto alla scuola, denso di materia e in picciola mole ricco
di pregi. La sesta edizione alla quale esso è giunto ci dice abbastanza
per che serie d'anni sia stato quello il primo nutrimento intel-
lettuale apprestato alla cupidn legmn iuoentus che si affolla nelle
( l) (ìli st/i<U del Diritti) ciinle a la (piestione del nini od a in Itali'/.
nel Fila,n(/ieiu\ Anno VI, Parte I, pag. 722-744.
IN MEMORIA DI EMANUELE aiANTURCO 57
Università italiane ; dalle quali tutte può dunque afferniarsi avere
Eo-li diffuso così il lume dei suoi inseo'nanienti, e non soltanto da
quello Studio di Napoli eh' ebbe il vanto speciale di accoglierli
avvivati dal fascino di una straordinaria eloquenza. Nò è questo
il solo sussidio da lui recato alla scuola. Nell'intento che i gio-
vani siano costretti a fare opera d'intelletto anziché di memoria
e per addestrarli a cogliere il nocciuolo di ogni questione, con-
vinto che la pratica non è 1' antitesi nux il complemento necessario
della teoria, compose una Crestomazia di casi giuridici in, uso
arcademico, richiamandosi all' antico sistema della quaestiones iuris-
ed al tipo più recente di siffatte raccolte datoci in Germania dal
Jhering, al quale anzi la Crestomazia è dedicata, come a colui
che " nella conciliazione della scienza con la vita pose il fine
ultimo e universale della giurisprudenza. „
Un COSI frequente ricorso agli esempi della letteratura giu-
ridica tedesca, questo ripetersi di omaggi ai campioni di essa
non significavano però abdicazione del genio nazionale: non certa-
mente il Gianturco avea predicata la liberazione dal giogo francese
per cadere scientificamente in altro servaggio. Mente fervida, in-
tuito rapido, possente dialettica derivante da un certo acume filo-
sofico innato e soccorsa da una altrettanto innata fluidità e ima-
ginosità di eloquio, tutte queste doti del natio spirito meridionale
rimasero in lui sempre vive, e gli studi germanici ond'era imbevuto
le fecero solo più castigate, temperandone le esuberanze e col-
mandone le deficienze con 1' abito delle ricerche minute e pazienti.
Così dalla scienza degli Jherinw e degli Unger trasse il Gian-
turco, giureconsulto italiano per eccellenza, quello stesso profitto
che il Gianturco musicista chiese ed attinse alle immortali con-
cezioni di Riccardo Wagner.
Nelle recenti assise degli Istituti di cooperazione in Cremona
Luigi Luzzatti indirizzava un telegramma augurale all' amico,
già allora graveme ite infermo, lamentando l'assenza di lui, così
felice nel saper piegare alle esigenze sociali il rigore del Diritto
civile. Che nelle parole dell' eminente nostro Statista non ci fosse
ombra d'iperbole lo attesta a chiare note tutta la vita parla-
mentare di Emanuele Gianturco, lo rafferma nella sua vita scien-
tifica quella prolusione su l'individualismo e il socialismo nel Diritto
contrattuale ch'eofli tenne salendo nel 1891 la cattedra ufìfìciale di
58 V. POLACCO
Diritto civile nell'Ateneo napoletano. Che severa condanna di un
Diritto contrattuale affatto individualistico, che sacrifica al dotti'i-
narisnio la realtà palpitante e dolorosa ! Come ardente l' anelito
a trasformare (sono' sue parole) in Codici di Diritto privato sociale
i Codici di mero Diritto privato ! E che luminosa riprova al tempo
stesso del possibile sbocciare di ardite riforme economiche, per la
sacrosanta redenzione degli umili, ad opera di spiriti pur ribelli
a certa radicai novità nel sacrario domestico e tenacemente devoti
alla fede degli avi !
Famiglia e religione intese il Gianturco nel senso più elevato,
scevro da quei pregiudizi a cui non sanno talvolta sottrarsi, forse
per inconscio atavismo, menti emancipatesi da soprannaturali cre-
denze. E n' ebbe, come dalla Scienza, come dall' Arte divina dei
suoni, i più soavi conforti. Ne so, pur rispettando ogni partito e
ogni scuola, che i tempi nostri ci abbiano dato uno spettacolo più
democraticamente sublime di quello che tutto il mondo civile
ammirò a quel letto di morte, su cui il figlio del modesto artigiano,
salito per virtù propria ai più alti fastigi del potere accessibili in
libero Stato, reclinò il capo benedetto da un Sovrano spirituale pur
venuto al più elevato soglio del mondo dall'umile vita dei campi.
Chiniamoci dinanzi a tanta grandezza, mandando alla memoria
di Emanuele Gianturco il saluto che si deve agli spiriti eletti
rispecchianti sulla terra, nel breve loro passaggio, 1' armonia divina
dei cieli „.
JUL 8 U30B
Atti dkij Reaj.e Istituto Veneto di suien/k, lettere ed arti.
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
ADUNANZA 0 R D I N A li I A
DELL' 8 DICEMBRE 1907
PRESIDENZA DEL M. E. FERRARIS
presidente
Presenti i inenibri effettivi : G. Beechet, segretario ; Occiont-
BoNAFJFONS, vice-segretario; Lorenzoni, Trois, De Giovanni,
Bellati, Teza, Martini, A. Tamassia, Da Schio, Mol-
MENTi, Stefani, Fogazzaro, Galanti, Ricci, Polacco, Vi-
centini, Yerson, Brugi, Ciscato, Bonome, Catellani, Cre-
sciNi, N. Tamassia; ed i soci corrispondenti: F. Berchet, Bor-
digAj G. Spica, Castelnuovo, Predelli, Biadego, Mala-
gola, De Marchi, Forti, Lori, Morelli.
Giustificata l'assenza dei inni. ee. : Favaro, G. B. De Toni, e del
s. e. nazionale Poggi.
Nel comunicare 1' assenza del m. e. G. B. De Toni il Pre-
sidente ne accenna il doloroso motivo e fa 1' augurio, da tutti
condiviso, che la sua primogenita possa essere ridonata alla salute.
Legge poi la nobilissima lettera di congedo del nostro s. e.
prof. Setti che, nell' annunziare il proprio trasferimento all' Uni-
versità di Torino, promette di inviare di tanto in tanto all' Isti-
tuto qualche saggio della sua operosità. La lettera è accolta con
viva riconoscente simpatia.
Letto ed approvato 1' Atto della precedente adunanza, il Pre-
sidente fa circolare il Catalogo dei libri ed opuscoli acquistati e
pervenuti in dono dall' ultima adunanza, annunziando specialmente
i seguenti doni :
del m. e. Catellani : L' Africa nuova,
0(; ADUNANZA OEDINARIA
(lei prof. Kasi Pietro deUTIniversità di Pavia : 22 pubblioa-
zioiii d' argomento letterario,
del coniin. Cesare Augusto Levi : Venezia, Corfn ed il Le-
vante, pubblicazione fatta a spese del Municipio di Yenezia e da
esso donata.
Seguono le letture :
E. F. Trois, m. e. : Nota sopra un esemplare d'Anguilla di
uno spiccato metacromatismo regalata alle Collezioni dell' Istituto
dal sig. avv. G. B. VoUoUna. — La Nota che l'A. presenta riguarda
un bellissimo esemplare d' Anguilla pescata la notte del 13-14
ottobre p. p. nella Valle Dogado Montiron in Laguna superiore,
jiel Comune amministrativo censuario di Burano.
Mantenuta viva in un acquario, morì il giorno 12 novemb. p. p.
L' animale presenta un nuovo e rarissimo C9.S0 di metacro-
matismo. — Domina in generale nella parte inferiore il bianco
splendente con macchie poco estese e spesso interrotte sul capo
e luno-o il dorso di un bruno olivastro sbiadito. Piccole mac-
chic di un nero intenso si riscontrano verso l' orlo della pinna
dorsale e della caudale. Estesissime sono le macchie di un
giallo cadmio chiaro sulla testa, sul dorso, sui lati. La tinta
gialla per terzo colore viene considerata come rarissima.
E. Teza, m. e. : Intorno alle Sentenze dei Padri Solitari nei
testi greci, coptici, armeni.
G. B. De Toni, m. e. : Illustrazione del secondo volume del-
l''Erbario Aldorrandi. — L' A. comunica il contenuto di una Me-
moria nella quale viene preso in considerazione il secondo vo-
lume dell' erbario Aldrovandi, conservato in Bologna, proseguendo
così la illustrazione di quel prezioso cimelio, il cui primo volume
venne studiato nal prof. 0. Mattirolo. Del volume secondo, l' A.
fornisce la descrizione particolareggiata, ponendo in rilievo alcuni
rapporti che il volume stesso presenta con gli erbari antichi con-
servati nella Biblioteca Angelica di Roma, i quali il Penzig volle
attribuire a Gherardo Cibo ; mentre, invece, il Chiovenda li ritiene,
con molta probabilità, opera dello Aldrovandi. L'A. crede che la
dell'8 dicembre 1907 61
composizione di questo secondo libro sia anteriore al 1552 e dà
altre notizie che interessano la storia della botanica.
L. De Marchi, s. e. : Osservazioni mareometriche lunyo il li-
foni/c 0 in lagiuKi fatte negli anni 1906 e 1907. -Nel corso delle ricer-
che lagunari che si stanno compiendo per iniziativa di questo Isti-
tuto, vennero fatte, su larga scala, osservazioni mareometriche,
allo scopo di studiare le leggi della propagazione della marea
lungo il litorale e nella laguna di Malamocco.
La Connuissione incaricata delle Ricerche Lagunari, avendo
ora a disposizione un numero rilevante di mareografi, impiega
generalmente questo tipo di strumento che permette lo studio
ininterrotto del fenomeno e ricorre solo in certi casi particolari
alle osservazioni mareometriclie.
L' A. prende in esame lo osservazioni mareometriche compiute
e giunge ai seguenti risultati :
1. che r alta marea arriva contemporaneamente all' im-
bocco diga Lido e a quello di diga Alberoni, ma con qualche ritardo
al porto di Chioggia, e che probabilmente si propaga da nord a
sud fra il Tagliainento e il Po. Lo stabilimento del porto a diga
Malamocco sarebbe di circa ore 10 ' \; :
2. che il periodo di marea discendente è minore di quello
teorico rispondente al quarto del giorno lunare;
3. che r alta marea impiega un tempo molto lungo, in
media ^/4 d' ora, ma fino a un' ora e mozza, a percorrere il ca-
nale porto ; mentre la bassa marca vi si propaga in un tempo
molto più breve, sì che in laguna la nuirea si propaga molto ra-
pidamente verso nord, cioè verso la laguna di Venezia, lungo il
grande canale di navigazione ; assai più lentamente negli altri
quadranti nei (|uali la velocità di propagazione va progressiva-
mente diminuendo ;
4. che air onda marea si sovrappongono onde secondarie
di periodo variabile fra 40"' e 2 ore ; prevalendo a diga Mala-
mocco in mare, il periodo di un' ora.
Questo studio, però deve intendersi semplicemente come pre-
bminare, ma lo studio completo ed esauriente del fenomeno sarà ul-
timato soltanto in base ai numerosi diagrannni mareografici raccolti.
62 ADUNANZA ORDINARIA
G. Grei'ola : Scrizioni veneziani' a Corfh e a Cefahmia (pre-
sentate dal coinm. G. Berchct, ni. o., a tciniiiii (IclT art. 16 del
Regolamento). — Sono appunti dall' A. i-accolti ocoasionahnente
a (Jefalonia ed a Oorfìi nel g-ennaio del 1901, quando egli viag-
giava in Levante per la missione cretese.
Quegli appunti riguardano edilizi, monumenti e memorie sto-
riche di Cefalonia (Castello, Borgo e l'orto di Argostoli) e della
città di Corfù).
Sono 24 per Cefalonia e 46 per Corfù. — (Una nota in
appendice parla pure di alcuni monumenti di Cattare).
Appartengono ai secoli dal XVI al XYIII.
Trattasi di stemmi e di iscrizioni onde sono contrassegnate
le mura delle fortezze e le pareti degli edilizi pubblici, delle
chiese e dei palazzi privati. — E pur ricordo di par(-cchi can-
noni, od altro.
F. Severi: Sn^le supcrfic/e (fhjehr/rJtc cìie itìiiiiwitouit mi (Jiitj^jpo
coiìtiiiiio perniutahile, a due [ìuraììietri^ di trii>< formazioni hin/zio-
nali (presentata dal prof. G. Ricci, m. e., (e. s.) ). — Lo studio
delle superficie in parola è stato già fatto in un lavoro classico
del Picard, cogli strumenti offerti dalla teoria dei gruppi continui
del LiE. — L'A. tratta la questione da un punto di vista alge-
brico-sintetico conforme ai metodi usati in Italia da coloro che si
occupano di geometria sopra nna superficie algebrica, e giunge a
caratterizzare le superficie con un gruppo continuo qt;"^, permuta-
bile e transitivo, mediante i valori dei generi.
E. Ravenna: L'endotelioma della phaiva. — Considerazioni
sintcliclic (jcnrrali sugli endoteliomi (presentata dal prof. A. lìono-
me, ni. e. (e. s.) ). — L'autore illustra tre casi di endotelionui
della pleura che hanno preso origine dall'endotelio delle vie lin-
fatiche. Nel primo caso fu notata metaplasia delle cellule di ri-
vestimento interno dei vasi linfatici, loro rigoglioso sviluppo e
passaggio graduale agli elementi neoplastici. Tn base a queste
imagini, che dimostrano la matrice del tumore, la diagnosi di
endotelioma primitivo dei vasi linfatici della pleura venne tos^o
formulata. E trovò appoggio in altri dettagli istologici, i (piali fu-
rono poi preziosi per stabilire la natura endoteliale degli altri
dell'8 dicembre 1907 63
due eseni])lari di tumore pleurico, nei quali, pur mancando le
fasi iniziali di sviluppo, si potò escludere che si trattasse di can-
cro, cioè dell'altra varietà di tumore maligno, che ad una su-
perficiale osservazione poteva venire sospettata.
Non si può escludere intatti che i cancri primitivi della
pleura, al pari di (|uelli del peritoneo presentino delle caratteri-
stiche strutturali un pò diverse da quelle degli altri cancri origi-
nati da epiteli di rivestimento. Ciò potrebbe dipendere dal fatto
che il rivestimento epiteliale della grande cavità pleure perito-
neale va incontro nella vita extrauterina a notevoli modificazioni,
in causa delle quali un cancro originato da esso epitelio per al-
cuni dettagli si avvicinerebbe piìi al cosidetto endotelioma maligno
che al tipico cancro. Resta però sempre fermo che un complesso
di dati istologici permette di distinguere Tendotelioma delle sierose
dal cancro, e questi dati istologici si riscontrarono nei tre casi
illustrati dall'autore. I principali fra essi sono: l'intimo nesso fra
connettivo e cellule neoplastiche, la tendenza in queste ultime
a disporsi in irregolari formazioni tubulari, il polimorfismo e la
forma spesso fusata delle cellule medesime e la completa nian-
canza in esse di inclusioni o di degenerazioni cellulari.
Questi dati, che valgono a far facilmente distinguere un
cancro tipico da un endotelioma maligno, acquistano la massima
importanza quando si voglia diff'erenziare un cancro primitivo
della pleura da un endotelioma dei linfatici sottopleurici, special-
mente in quei casi in cui non si riesce a dimostrare la matrice.
G. P. Magrini : Hidle variazioni di lirdlo dei laghi lAtpi.nni
^presentata dal prof. F. Lori, s. e. (e. s.) ). — Sono deficientissime
le ricerche, e non solo in Italia, sui rapporti fra la quantità d'acqua
caduta in un bacino scolante e la parte d'acqua raccolta dal suo
collettore. L'A., dopo aver coordinato i dati d'osservazione esistenti,
considera le variazioni di livello del lago di S. Croce e del lago
Morto, in relazione alle precipitazioni.
Questo studio è reso in special modo interessante dal fatto
che i due laghi, vicinissimi fra loro e quindi in condizioni cli-
matiche e meteoriche quasi eguali, appartengono ciascuno ad una
delle due grandi categorie in cui si dividono i laghi : aperti e chiusi
ed il cui regime idraulico è essenzialmente diverso.
64 ADUNANZA ORDINARIA DELL'8 DICEMBRE 1907
Inoltro per il grande dislivello esistente fra essi (all' incirca
1 10 IH.) sarebbe possibile ricavarne una forza idraulica considerevole :
lo studio presenta quindi un'importanza pratica immediata; come
pure la presenta per il progetto, in corso, di bonifica della zona
di terreno inondata dal Rai, canale emissario del lago di S. Croce,
che si vorrebbe eseguire aprendo un canale nella valle del Me-
schio, attraverso il lago Morto.
Terminate le letture l' Istituto si raccoglie in adunanza pri-
vata per la relazione annuale della Giunta alla Biblioteca e per
altri affari di interna amministrazion(\
Il Presidente
C. F . FERRARIS
Il Vicesegretario
(>. OCOIUNI-BONAKFONS
Atti del reale Istituto Venkto di scienze, lettere ed arti
Aiiiu) acciul.Miiico l'.K)7-l»()8 - l\)iiin LXVIi - Parie prima.
XOTA
SOPRA UN'ESEMPLARE D" INfiriLLA DI UNO SPICCATO METACROMATISMO,
REGALATA ALLE COLLEZIONI DELL'ISTUFUTO DAL SlliN. AVY. (i. H. VOLTOLINA
DI ENlilCO FILIPPO TKOIS, m. e.
(^Adunanza dell' 8 dicembre 1907 )
\i esemplare d'Aiiguillu rhe presseiito è dono cortese ed in-
teressantissimo del sig-. avvocato (i. li. Voltolina.
Eii'li la ebbe vivente pescata nella notte del 18-14 ottobre p. p.
nella Valle Dogado Montiroii in Laguna Superiore nel ('oninne
amministrativo-censnario di liurano e precisamente nella località
denominata Oanal Bachetta.
Posta in un ac(piario visse tino ai primi giorni del p. p. no-
vembre.
Due anni fa ho avuto occasione di fai- conos(;ere un caso
analogo di nietacroniatisnn) in (piesta sp(>cie, caso rarissimo quando
entra per ter/a tinta il giallo che in (pu'sto esemi>lare è larg'a-
mente profuso mentre non era così nel precedente nel fjuale poi.
r azione del li(]UÌdo conservatore ha tinito col farne sparire gran
parte (>).
L' animale misura m. 0,HS in lunghezza totale e presenta
distintissime tre tinte.
Domina in generale il bianco splendente nella parte inferiore
con macchie volg^enti al bruno v(»rdastro, in molti punti sbiadito
(1) Nota sopra un. caso dì ìUffacroiiiafùiiid iteli' (Uif/u fila. — Atti
lei R. Istituto Veneto. - Adunanza del 14 maggio lyoò.
()() E. V. TROIS- NOTA SOPKA Ux'eSEMPLAKK l)'AX(iriLLA ECC.
estese lung-o il dorso e spesso interrotte e quasi sovrapposte a
larghe macchie discoidi di un giallo cadmio chiaro.
Le macchie gialle raggiungono ed in (pialche punto sorpas-
sano la linea laterale mentre (juelle brune poco si estendono sul
dorso lasciando verso la coda irregolari intervalli ; esse abbondano
alterinite da macchie gialle sulla pinna dorsale mancando sulhi
fine della pinna stessa. Tanto sull' orlo della pinna dorsale <[uanto
nella caudale vi sono piccole macchie di un nei'o intenso che si
trovano raramente in altri punti del corpo.
E singolare che di cpiesta t'orma rara di metacromatismo de-
nominata dal compianto prof. Pavesi Icteropardalis si sieno veri-
ficati a poca distanza di tempo tre casi in esemplari provoiieiiti
dalle acque di Venezia; T. quello da me presentato nell' adunanza
di maggio in05 ; ir. l'altro veduto dal Ninni a (Jhioggia jìure nel
1005(1); III. (piesto che oggi presento dovuto alla cortesia del-
l' avv. (1. B. A'oltolina al (juale vanno resi i piii vivi ringrazia-
menti.
(1) Ninni jjot'J'. Emilio - MahirroiiKiLisuio in pet^ri nicculli nel iina-c
e, kffjune di Venezùi. — Congresso dei Naturalisti italiani. Miliiiiu, ir>-l!)
Settembre, 190<5.
(Licenziate le hozze per la ^f<tmp<i iì (n'orno 10 rlirrmhrp 1907),
9U1
Atti dkIì RkaIìK Isi-i rii'i'o Vknkto di s(;1i<;n/k, nkttkhk kd aR'i'1.
Anno accH(loiuico l'.K)7-l)u8 - Tomo LXVIL - Patte priniu.
A 1) ri N A N Z A ORDINARIA
DEL 12 GENNAIO 1908
PRESIDENZA DEL M. E. VERONESE
VICEPBESIDENTE
Presenti i iiieiubri effettivi: G. Bpìrchbt, segretario; OcciONi-
BoNAFFONS, vice-segretario ; Lorbnzoni, Tkois, Bellati,
Martini, Da Schio, Molmenti, Stefani, G. B. De Toni,
Galanti, Ricci, Polacco, Verson, Brugi, Ciscato, " Bo-
NOME, Catella NI, Crescini, N. Tamassia; ed i soci corri-
spondenti: BoRDiGA, G. Spiga, D'Arcais, Castelnuovo, Pre-
DELLi, Breda, Giordano.
Giustificata l'assenza dei mm. ee.: De Giovanni, P. Spiga, Teza,
Fogazzaro.
Letto ed approvato l'Atto della precedente adunanza, il Presi-
dente annunzia la morte del nostro socio corrispondente estero
Guglielmo Thomson (Lord Kelvin) professore di fisiologia naturale
all'Università di Glasgow e brevemente lo commemora, dando poi la
parola al m. e. Bellati, il quale pronunzia un breve discorso a cui
tutti i convenuti si associano.
Terminata la commemorazione, il Presidente propone, e l'Isti-
tuto approva, che si mandino telegrammi di condoglianza all'Uni-
versità di Glasgow e alla Società Reale di Londra, comunicando
a quei Corpi scientifici hi manifestazione odierna del nostro Istituto.
(Quindi il Presidente fa circolare il catalogo dei libri ed opu-
scoli acquistati e pervenuti in dono dall'ultima adunanza.
Seguono le letture :
E. Teza, m. e. : (coli' incarico al m. e. Polacco della presen-
tazione) Come Pàlukàmja diventasse maestro di Elefantiatria.
iìi^ ADUNANZA OIUJIXARIA HKF. 12 (tKXNAK) 1908
R. Cessi : Ppv la f^foria delle Corporazioni dei mercanti e della
lana in Padora, ìlei secoli XIII e XIV (presentata dal prof. N.
Taniassia, m. e., a termini dell'art. 16 del Regolamento).
L' A. presenta il riassnnto di nn suo lavoro sullo stesso
argomento di prossiiìia pubblicazione, condensando in breve le
conclusioni, che egli ha potuto desumere nelle sue ricerche.
La più antica e la più forte corporazione fu quella dei mer-
canti, che esercitava il commercio esterno ; solo più tardi verso la
fine del secolo XII dalla vecchia corporazione dei pignolati si
svolse r arte della lana (/enfile, che fiorì alla fine del secolo XIY,
sovrapponendosi alla vecchia arte dei mercanti. Fu allora che al
commercio della pi'oduzione estera si sostituì l'industria cittadina.
L. S. Da Rios : Sul sistema di due equazioni implicite studiate
da Laplace (presentata dal prof. F. D' Arcais, s. e, (e. s.)).
L' A. estende al caso di dne equazioni un tipo di sviluppo
recentemente proposto dal Prof. Levi-Civita. Anche qui la consi-
derazione delle funzioni inverse porta ad uno sviluppo, che congiunge
la semplicità nella legge di formazione dei termini all' aumento
progressivo dell' ordine da termine a termine. Segue un elegante
esempio ad illustrazione delle formule trovate.
Terminate le letture il ni. e. Brugi ricorda che il nostro socio
onorario prof. Ardigò, nel giorno 28 corrente, entra nel suo 80°
anno di vita, e non dubita che anche 1' Istituto, come l'Università
Patavina, vorrà ricordarsene.
Il I/residente risponde aver la Presidenza già pensato al
dovere che le incombe di onorare, nell" Ardigò, quella libertà di
pensiero di cui la Repubblica Veneta era così gelosa custode.
L'Istituto si raccoglie in seduta privata nella (juale, fra altro,
rimane approvato il J^reventivo 1908 della Fondazione Minich.
// \' ice- l^residente
a. VERONESE
Il Vù'.es^egrHario
G. OOCIONI-BONAFPONS
Atti deIì kkamo 1stitiit(j Vknktu ih si;ikn/k, lihn'TEKh; kd arti
Aimo iicouduiiiico 1;K)7-ÌK)8 - Turno LXVII - Parte prima.
LORD KELVIN
P A R O I. K P R O ÌS^ U N C I A T E
D A L p K o i\ c u. M A N F K E D 0 BELL A T I, m. e.
/U'ir«i/Hnunza del 12 gennaio 1!)()S' «
Il 17 dello scorso decembre morì a Glasg-ow Lord Kelvin,
che da quasi un ventennio apparteneva al nostro Istituto in qua-
lità di Socio straniero. Per <|uesta rag-ione, e perchè William
Thomson, divenuto poi Lord Kelvin, fu uno degli uomini più
lìenemeriti della Scienza e della Società, mi pare conveniente che,
nel primo giorno in cui ci troviamo riuniti dopo la sua morte,
parta anche da noi un saluto reverente alla memoria di (]uel
Grande.
AVilliam Thomson fu certamente un grande fisico e ma-
tematico, forse il più grande nell" uUima metà del secolo. Nato
nel 1824 da James Thomson, che fu nnxtematico di non ce
nume valore e professore all' università di (llasgow, William a
10 anni si matricolò a quella università, a 17 pubblicò i primi
lavori scientifici ed a 22 venne eletto professore di Filosofia natu-
rale nella medesima università. Tenne ([uel posto fino al 1899,
rimanendo però sempre legato all' università anche dopo aver
lasciato r insegnamento ufficiale. Nel 1892 fu creato barone e da
allora ebbe il titolo di Lord Kelvin.
Non e' è quasi ramo della Fisica, matematica e sperimen-
tale, di cui il Thomson non si sia occupato. Le sue publ)licazioni
sommano a parecchie centinaia ; alcune sono di g-ran mole, altre.
70 M. BELLATI
magari brevissime ; ma tutte dotate di un' impronta originale e
tutte sommamente suggestive. Molti altri Fisici trovarono in quei
lavori r ispirazione e l' invito ad ulteriori ricerche, cosi che può
ben dirsi che buona parte della Fisica moderna ripeta la sua ori-
gine dalle concezioni del Thomson. Sarebbe cosa impossibile, e
da parte mia temeraria, di analizzare ora 1' opera scientifica del
Thomson : mi limiterò a qualche cenno brevissimo e saltuario.
Eorli fu uno dei fondatori della termodinamica : a lui, insieme
al Clausius, spetta il vanto d' aver stabilito il secondo principio
fondamentale della termodinamica ; a lui si devono le più sva-
riate applicazioni di questa scienza e quel principio della degra-
dazione dell' energia, le cui conseguenze si spingono fino a pre-
vedere i lontani destini dell' universo.
Un altro vasto campo di ricerche fu per il Thomson l'elet-
tricità ed il magnetismo. Cominciò coli' occuparsi teoricamente e
sperimentalmente dell' elettrostatica e riuscì, primo fra tutti, a com-
piere misure elettrostatiche rigorose mercè l' invenzione di varie
specie di elettrometri di mirabile delicatezza e precisione. Fino
dal 1853 egli dimostrò come la scarica d' un condensatore elet-
trico deva in certi casi riuscire oscillatoria ; più tardi il Feddersen
constatò sperimentalmente il fenomeno, che divenne il punto di
partenza degli studi famosi rlell' Hertz e dell' applicazione alla
telegrafia senza fili. Anche nell' elettromagnetismo il Thomson
lasciò traccie profonde con ricerche teoriche importantissime e
coir invenzione di parecchi preziosi strumenti di misura, che vanno
dal galvanometro a specchio alla bilancia elettro-magnetica e che
sono continuamente usati nei laboratori scientifici e nell' industria
elettrotecnica. Perchè il Thomson ebbe il pregio, non certo fre-
quente in chi si occupa delle più alte speculazioni teoriche, di
mirare sempre anche all' utilità pratica, che si può trarre da quelle
teorie. Egli fu un sommo Fisico e Matematico, ma fu anche un
sommo ingegnere. È anzi quest' ultima qualità che più special-
mente gli procurò alta rinomanza presso il gran pubblico. Si deve
infatti in gran parte agli studi ed all' ingegno di lui se, dopo una
lotta titanica contro difficoltà che parevano insormontabili e dopo
vari insuccessi, si riuscì a costruire e posare felicemente un cavo
transatlantico ed a telegrafare attraverso ad esso in modo spedito
e sicuro. E questo trionfo dell' ingegno umano e V indirizzo pra-
IN MEMORIA DI LORD KELVIN
71
ticO; che il Thomson dava a molte sue ricerche, portarono anche
un altro vantao;o-io : quello di avvicinare la tecnica e la scienza,
che a quei tempi, specialmente nell' Inghilterra, vivevano quasi
estranee 1' una all' altra. L' esempio e l' influenza del Thomson
contrihuirono potentemente a persuadere i tecnici dell' utilità ed
anzi della necessità di prendere conoscenza e di valersi delle teo-
rie scientifiche, ed a persuadere gli scienziati che anche nella
tecnica possono trovare un vasto campo di studio e che dai pro-
gressi tecnici anche la scienza può trarre gran beneficio. Lo stesso
indirizzo pratico guidò il Thomson nei suoi studi a vantaggio della
navigazione, la quale, fra 1' altro, è debitrice a lui di notevoli
perfezionamenti e semplificazioni nella pratica degli scandagli e
di importanti modificazioni alla bussola marina, rese necessarie
dalla sostituzione del ferro al legno nella costruzione delle navi.
"Sin tralascio di parlare di ciò e della parte notevolissima che il
Thomson ebbe per far accettare il sistema di misure elettriche
basato sul centimetro, il grammo e il secondo, — e dei suoi studi
sulla trasmissione del calore, e delle sue speculazioni sulla natura
degli atomi, e su tanti e tanti altri argomenti. Chi si fa a consi-
derare r opera del Kelvin rimane quasi sgomento, tanta e la
massa di lavoro che quel sublime ingegno accumulò in tredici
lustri di un' attività meravigliosa. — Ora egli riposa : riposa in
luogo degno di lui ; là, nell' abbazia di AVestminster, vicino al
Newton, di cui fu emulo nobilissimo.
ì
iil
At'I'i dki, liiiAhK Istituto Vknkto di sciknzk, r.KTTKRb; ku arti.
Anno accademico 1907-91)8 - Tomo LXVII - Parte prima.
A 1) (I N A N Z A () R 1) l N A Iv 1 A
DEL 9 FEIilHfAK) 1!)08
preside:n^za dei. pkoe. luiiknzoki
MEMBRO effettivo ANZIANO
Prosenti i membri effettivi : Ci. Berchet, segretario ; Occiont-
BoNAFPONS, vice-seg-retario ; Tkois, P. Spiga, Martini, A.
Tamassia, Da Schio, Molmenti, Stefani, Gr. B, De Toni,
Galanti, Eicci, Verson, Brugi, Ciscato, Bonome, Crescini,
N. Tamassia; ed i soci corrispondenti : F. Berchet, Bordiga,
G. Spiga, Predelli, Biadego, Breda, Malagola, Levi-Gi-
vita, Medin, Forti, Giordano, Morelli.
Giustificata l'assenza del Presidente Ferraris, del Vicepresidente
Veronese, dei mni. ee. : Favaro, Teza, Vicentini, Catellani.
Nel giustificare l'assenza del m. e. Vicentini, il Presidente
no dichiara il gravissimo motivo di lutto domestico, e tutti i pre-
senti esprimono unanimi gli atti della più sentita condoglianza,
incaricando il Presidente di farsene interprete presso il collega.
Letto ed approvato l'Atto della precedente adunanza, il Pre-
sidente comunica che il m. e. Polacco, rettore dell'Università di
Padova, ò stato delegato a rappresentare il nostro Istituto alle
(iiioranze rese al prof. comm. Roberto Ardigò, nostro membro ono-
rario, in occasione del suo 80" genetliaco. Il prof. Ardigò rispose
con una nobile lettera della quale si dtà lettura.
Annunzia in oltre la morte del prof. comm. Rinaldo Ferrini
m. e. e Segretario per le scienze dell'Istituto Lombardo. Il Se-
gretario m e. G. Berchet pronunzia, invitato, le seguenti parole :
»4 ADITNANZA ORDINARIA
" Con scMitiiiuMito (li profondo rtiniiiuirico, partecipo la morte del
„ prof, conini. Rinaldo Ferrini segretario da ben 27 anni per la classe
„ delle scienze matematiche e naturali nel Reale Istituto lom-
„ bardo. Fu professore di fìsica-tecnologia, pubblicò : Eletricità e
„ Magnetismo — Tecnologia del calore — Recenti progressi ncl-
^ r applicazione dell'elettricità^ ed altri scritti tutti improntati di
„ scientifico acume e di sapore letterario.
" Giovedì 16 gennaio egli assistette alle sedute ordinarie
„ dell' Istituto lombardo, il giorno seguente venne colpito da acu-
,. tissima polmonite che in cinque giorni lo trasse alla tomba.
" L' Istituto veneto fu rappresentato ai funerali. Sento il do-
„ vere di porgere dinanzi a voi, riverente omaggio alla cara me-
„ moria dell' aflFezionato collega „.
Il Presidente partecipa che il terzo tomo (2" volume) della
Relazione del doti. cav. Gerola Monumenti Venefi neW isola di
Creta ò già stampato e sarà quanto prima distribuito. Esso è riu-
scito, come i precedenti, molto elegante e ricco di illustrazioni;
ma riceve particolare importanza e splendore dalle numerose tavole
cromolitografiche, alla cui spesa, come l' Istituto sa, generosamente
concorse il nostro collega m. e. senatore Papadopoli-Aldobrandini.
Il Presidente fa sapere essere giunta all' Istituto la II. cir-
colare, accompagnata dalle schede di adesione, per chi volesse
partecipare al IV Congresso Internazionale dei matematici che
si terrà in Koma dal 6 all' 11 Aprile a. e.
Infine fa circolare il (catalogo dei libri ed opuscoli acquistati
e pervenuti in dono dall' ultima adunanza, fra cui segnala tre
opuscoli del prof. A. Guébhard presentati dal m. e. Martini.
Si viene poi alle seguenti letture:
Vt. lirugi, m. e.: La filo sofia nel sistema delle scienze secondo
F Ardiijò. — L'A. esamina il modo in cui l'Ardigò intende la
filosofia. Da tutto il sapere che essa abbracciò, le rimase (hip-
primu la Metafisica, 1' Etica, la Logica in antitesi alle scienze na-
turali distinte soprattutto dal metodo diverso.
DEL 9 FEBBRAIO 1908 75
(Quando (}Uosto stesso metodo fu applicato alla filosofia tornò
a farsi più vivo il problema del concetto e dei limiti della filo-
sofia. L' Ardigò assegna alla filosofia un gruppo di scienze : una
scienza filosofica generale e delle scienze filosofiche speciali.
(Queste sono la psicologia e la sociologia : l'una studiò il fatto
psicologico, l'altra il fatto sociale. La Sociologia abbraccia, se-
condo lui, l'Etica, la Giurisprudenza, l'Economica. Sono partizioni
scolastiche che non spezzano i limiti del fatto umano. Alla filo-
sofia generale restano i problemi superiori a tutte le scienze
speciali e cui tutte queste approdano : problemi dell'uomo e del
mondo.
P. Pennato, s. e. : La Radiologia della pleurite. — La radio-
logia dimostra come si comporta la linea superiore del versamento,
che è conforme a quanto ha osservato Domoiseau.
Ancora lo studio radiologico dimostra la parte che ha lo
spostamento del cuore nel triangolo paravertebrale di Grocco.
F. Muraro : Soluhilifù dei veri e falsi tannati di chinina (pre-
sentata dal prof. P. Spica, m. e., a termini dell'art. IG del Re-
golamento). — Nel suo studio V A. giunge a preparare un tannato
finora non descritto e dà risultati che interessano molto per risol-
vere la questiono dibattuta sull' efìfìcacia terapeutica dei tannati
di chinina.
M. Stenta : Osservazioni sul genere Pinna (presentata dal
prof. E. Yerson, ni. e., (e. s.). — L' A. studia il modo speciale
di fissazione che questo mollusco pratica, e le modificazioni ana-
tomiche dovute appunto alla sua sedentarietà. Con V estremità
anteriore del corpo, la Pinna sta infissa verticalmente nella sab-
bia 0 nel fango, e si attacca mediante i lunghi filamenti del bisso
alle rocce del fondo del mare. Questa sedentarietà tutta speciale
che non s' incontra in nessuna delle categorie fin qui distinte
dagli autori, determina anzitutto il prevalente sviluppo anteropo-
steriore, e la formazione di setti all' apice della conchiglia.
Il continuo accrescimento dell' animale rende necessaria una
successiva migrazione dei muscoli adduttori, e dei loro attacchi,
onde tutta la massa del corpo è obbligata a retrocedere.
76 ADUNANZA OEDINARIA DEL 9 FEBBRAIO 1908
[ii relazione con la vita sedentaria cefalotetiea propria del ge-
nere Pinna, V A. rileva poi altri fatti anatomici e fisiologici, quali
la formazione di una doccia ciliata simmetrica su ambedue i lobi
del mantello ; la presenza di un' appendice sensibile erettile sopra-
senale ; e il forte sviluppo della corrente palliale di eliminazione.
Terminate le letture V Istituto si raccoglie in seduta privata.
// 31. E. anziano
G. LORENZONI
// V-iresef/rdario
CI. OoGTONI-BONArKONS
Atti dkl Reale Istituto Veneto di scienze, lettere Et) arti.
Anno aceadeinico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
ADUNANZA ORDINARIA
DELL' 8 MARZO 1908
PRESIDENZA DEL m. e. FERRARIS
PRESIDENTE
Presenti i membri effettivi: Yeronese, vice-presidente ; G. Berchet,
segretario ; Occioni-Bonaepons, vice-segretario ; Lorenzoni,
Trois, Favaro, De Giovanni, Bellati, P. Spiga, Martini,
A. Tamassia, N. Papadopolt, Da Schio, Molmenti, Ste-
fani, Fogazzaro, G. B. De Toni, Galanti, Ricci, Polacco,
Vicentini, Verson, Brugi, Ciscato, Bonome, Catellani,
Crescini, K Tamassia; ed i soci corrispondenti : Bordiga,
G. Spica, D'Arcais, Castelnuovo, Predelli, Bertelli,
De Marchi, Forti, Giordano, Meschinelli.
Letto ed approvato l'Atto della precedente adunanza, il Pre-
sidente apre la seduta commemorando con le seguenti parole il
prof. Giuseppe Bardelli m. e. dell'Istituto Lombardo, appartenente
alla classe delle scienze matematiche e naturali.
" Il R. Istituto lombardo; unito da così intimi vincoli al nostro
„ e già colpito da frequenti lutti nei suoi membri effettivi, ne
„ ebbe recentemente un altro colla morte del prof. Giuseppe
„ Bardelli, che vi apparteneva dal 14 luglio 1887.
" Valente cultore dello scienze matematiche, come lo provano
„ numerosi suoi scritti, egli amò dedicare il meglio della sua atti-
„ vita all' insegnamento, come professore di meccanica razionale
„ nel R. Istituto tecnico superiore di Milano, e alla presidenza del
„ R. Istituto tecnico Carlo Cattaneo pure in Milano. Nella prima
„ carica egli rivelò insigni qualità didattiche ; fu insegnante mi-
„ rabile per chiarezza ed efficacia : quanto alla seconda carica
78 abijna:i^za ordinaria
„ basti (lire che il R. Istituto tecnico Carlo Cattaneo divenne uno
„ dei più rinomati del Regno per la cura la solerzia l' energia
.. indofesse, colle quali il Bardelli vigilò al mantenimento della
„ disciplina fra gli allievi ed all' adempimento dei loro doveri da
„ parte degli insegnanti : egli seppe inoltre colla creazione della
„ scuola dei capomastri rendere quell' istituto utilissimo anche
„ neir ordine pratico per una città di così portentoso sviluppo
„ edilizio come Milano.
" Io ebbi il Bardelli a collega per alcuni anni nel Consiglio
„ superiore di pubblica istruzione ed ho potuto allora conoscere
„ quanto severo fosse il suo carattere, lucida la sua mente, mo-
„ desta la sua vita, qualità che lo resero anche molto rispettato
„ nelle cariche pubbliche da lui coperte oltre alle accennate.
" [1 nostro Istituto ha mandato le sue condoglianze al lom-
„ bardo, condoglianze delle quali ho voluto che fossero novella
„ espressione queste mie parole „.
Partecipa i ringraziamenti del m. e. Vicentini per la parte
presa dall'Istituto al suo lutto ; ed i ringraziamenti della Univer-
sità di Glasgow per le manifestazioni di cordoglio dell' Istituto
stesso per la morte di Lord Kelvin.
Partecipa inoltre che all' invito della Università popolare di
Venezia per la commemorazione del H" centenario dalla nascita
di E. Torricelli tenuta dal m. e. Martini, fu delegato a intervenire
il m. e. vicesegretario (3ccioni-BonaflFons.
Presenta il catalogo dei libri ed opuscoli acquistati e perve-
nuti in dono alla P>iblioteca dall'ultima adunanza, facendo speciale
menzione dei doni della R. Università di Upsala : Lettere di
Linneo, Bibliografia Linneana, Ritratti di Linneo e dell' opera :
Zoologiska studier.
Invita poscia il m. e. Nino Tamassia a dar lettura della sua
Commemorazione di Fedele Lampertico.
L'Istituto accoglie con vivi applausi tale Commemorazione e
il Presidente, ringraziando l'oratore, interpreta la unanime dimo-
strazione come omaggio al compianto collega e a chi ne disse le
lodi con splendida, incisiva, commossa parola.
dell' 8 MARZO 1908 79
Seguono le letture poste airordiiie del giorno :
A. Favai'o, in. e. : Intorno ad una scrittura inedita di Archi-
mede nuovamente scoperta e pubblicata. Coim;nicazione. — L' A.
(là notizia all'Istituto della scoperta fatta (lai prof. Heiberg di
una nuova scrittura di Arcliiuiede e ne dimostra la importanza
tanto per ciò che concerne un più esatto apprezzamento del me-
todo Archimedeo quanto per ciò che risg-uarda in generale la
storia delle matematiche.
E. Arrigoni Degli Oddi, a. o. : .Note ornitologiche sulla Colle-
zione del Monte apparteìiente alla signora marchesa M. Pauluccl. —
L' A, illustra gli esemplari più interessanti che fanno parte della
Raccolta Ornitologica del Monte presso Antaldo appartenente alla
signora marchesa M. Paulucci. Constata che è una collezione molto
notevole, anzi una delle migliori d' Italia ed offre dettagliate no-
tizie sugli individui e sulle serie che gli parvero più meritevoli.
Cita inoltre le numerose Raccolte della Toscana, dicendole
tutte degne di esser meglio conosciute dal Naturalista.
L. De ^larchi, s. e. : Teoria della doppia oscillazione diurna
del barometro. — L' A. considera la doppia oscillazione diurna
come risultante di una variazione semplice rispondente alla varia-
zione diurna della temperatura, e da una variazione pure semplice,
ma in senso opposto, e che si può determinare graficamente, di
uno 0 più elementi incogniti. La forma della curva esprimente
questa seconda variazione segnala, per analogia colla discussione
delle curve mareometriche, che essa si può considerare come ri-
sultante dalla sovrapposizione di un' onda diurna e di un' onda
semidiurna.
La discussione dell' equazione del moto verticale dell' aria
mette in luce che l' onda diurna rappresenta la variazione di
pressione negli alti strati dell' atmosfera, la quale è opposta a
({uella che risponde alle variazioni di temperatura negli strati
inferiori ; e che 1' onda seniidiurna è dovuta alla variazione d'al-
tezza e di temperatura media dello strato più basso entro il quale
la variazione diurna di temperatura è sensibile. Le ampiezze e le
fasi di queste onde diurne e semidiurne, quali sono dedotte
so ADUNANZA ORDINARIA
dall' equazione del moto, presentano le proprietà caratteristiche
delle costanti della formola besseliana empirica ; messe in luce
dalla discussione delle osservazioni diurne di pressione in centi-
naia di stazioni fatta da Hann.
La teoria dà quindi ragione del fenomeno senza ricorrere
a ipotesi cosmiche (come nella teoria di Arrhenius) o a sempli-
ficazioni e interpretazioni arbitrarie delle condizioni del problema
(òome nella teoria di Lord Kelvin-Margules).
A. Bèguinot : Sulla persistenza e caduta delle foglie e sulla
relativa bibliografìa^ (presentata dal prof. A. SaccardO; m. e., a
termini dell' articolo 16 del regolamento). — L' A. dopo avere
brevemente esposto i principali caratteri biogeografici dei sempre-
verdi italiani, passa a discutere le cause della persistenza e della
caduta delle foglie soff'ermandosi iu modo speciale ai recenti
lavori suir argomento relativi alla flora tropicale.
Le conclusioni a cui egli perviene tendono a dimostrare che
i sempreverdi sono tali perchè adatti, in seguito a perpetuazione
od aquisizione di strutture xeromorfe, a resistere, rallentando o
sospendendo la traspirazione, a temperature estreme ; ed illustra
i casi principali offerti sia da specie mediterranee che artico-
alpine, scelti fra generi che hanno entità — spesso strettamente
imparentate — le une a foglie persistenti e le altre a foglie
caduche. E ne conclude che la struttura anatomo-fisiologica, mira-
bilmente corrispondente in gruppi anche disparati ed a distribu-
zione geografica e topografica molto diversa, rende conto \lel feno-
meno in questione, per quanto la costituzione sia della persistenza
come della caducità dell' apparato fogliare siasi costituita in molti
casi in condizioni climatiche diverse dalle attuali.
L. Maddalena : Le roccie eruttive in filoni nell'alto Vicentino
(presentata da A. Da Schio, m. e., e. s.).
Il Presidente si riserva di fare, in adunanza privata, alcune
dichiarazioni riguardanti la Memoria del sig. Maddalena.
C. Dongiovanni : Sulla ricerca microchimica del fosforo nei
tessuti vegetali (presentata dal prof. G. B. De Toni, m. e., (e. s.).
— L' A. dopo aver passato in rassegna i diversi metodi sugge-
dell' 8 MARZO 1908 81
riti dagli autori (Lilieiifeld e Monti, G. Pollaccì, A. Arcangeli ecc.)
per localizzare i composti fosforati nei tessuti, comunica alcune
osservazioni preliminari su un nuovo metodo per la ricerca micro-
chimica del fosforo nei tessuti vegetali, avendo eseguito alcune
esperienze in particolare sopra i globoidi del grano d' oleurona.
A proposito della Memoria Bongiovanni, il Presidente dà la
parola al m. e. P. Spica il quale così si esprime :
La comunicazione che il prof. De Toni ha fatto a nome del
sig. C. Bongiovanni Sulla ricerca microchimica del fosforo nei
tessuti vegetali, conferma quanto il D.r Arcangeli sostiene già da
qualche tempo e quanto (juesti, anche ultimamente, pubblicò nella
Gazz. chim. ital. (1907, TI, 148). Io m' interesso da qualche tempo
di questo argomento non solamente, ma d'argomenti simili e spero
di potere fare qualche pubblicazione corredata da risultati speri-
mentali.
Il D.r Arcangeli asserisce il vero quando dice che io mi
sono associato alla sua opinione intorno alla ricerca del fosforo
col metodo, originario di Lilienfeld e Monti, chiamato oggi da pa-
recchi " metodo di G. Pollacci ,,. Pi.x\z\ questa opinione io ho già
espresso in nota a pag. 286 del voi. I", II edizione (in corso di
stampa) del mio libro di Chimica medico-farmaceutica e tossicolo-
gica. In quella Nota, a proposito di un lavoro di Justus suU' esi-
stenza e diffusione dell'iodio negli organismi animali e vegetali,
io scrissi queste parole : " Justus avrebbe riscontrato reazioni mi-
„ crochimiche che renderebbero probabile l'esistenza di tali sostanze
„ (proteiche iodurate) nel nucleo delle cellule (p. es. nelle
„ gemme di Fraxinus), ma le esperienze di Justus peccano un po',
„ in questo riconoscimento dell'iodio organico, dello stesso difetto
„ che si riscontra abbastanza spesso quando si vogliono aver ri-
„ conosciuti per via microchimica con reazioni comuni dell'analisi
„ minerale, elementi che sono impegnati in combinazioni organiche
,, elevate e che solo dopo profonda decomposizione di tali com-
„ binazioni organiche, trasformati in composti più o meno ioniz-
„ zati, danno le loro normali reazioni ,, .
Io sono d'opinione, e le esperienze diranno se o meno que-
sta opinione sia giusta, che, come la reazione pel riconoscimento
del fosforo organico col reattivo molibdico, parecchie reazioni
82 ADUNANZA ORDINARIA DELL' S MAKZO 1908
(lai e da istologi e non da cliiiiiici meritano di essere ristudiate e
vagliate.
E. Besta : Un diploma inedito di Enrico VI (presentata dal
prof. B. Brugi, ni. e., e. s.). — L' A. dà notizia di uno sconosciuto
diploma imperiale di Arrigo VI a favore dei Visdoniini di Como,
cui erano affermati e nuovamente concessi degli aiupii diritti
feudali nel territorio comasco.
Terminate le letture l'Istituto si raccoglie in adunanza pri-
vata, nella (juale si procedette alla nomina della (ri unta triennale
al Panteon Veneto ed alla trattazione di altri argomenti d'indole
amministrativa.
// f'rfsitlenffi
C. F . FERRARIS
// Vicesegrclavio
G. OCOIONI-BONAFFONS
Atti del Reale Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti.
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
COMMEMORAZIONE
DI
FEDELE LAMPERTICO
DEL PEOF. NINO TAMASSIA, m. e.
(Adunanza dell' 8 marzo WOH)
La morte, togliendo al nostro affetto e alla nostra ammira-
zione coloro che per virtù di mente e d'anima si levarono su tutti,
strappa pure qualcosa di vivo e d'intimo a noi che restiamo. Lo
scomparso porta con se nella tomba l'esempio incitatore al bene,
il segreto di energie feconde.
Dietro l'ombra che si dilegua nei silenzi eterni, più belli e
meno caduchi dei fiori sepolcrali, a gara, noi gettiamo, come ul-
timo saluto, i nomi delle sue fulgide vittorie sui campi sereni
della santa operosità e della scienza. Nell'ora mestissima del sem-
piterno congedo, par quasi che un alto dovere e' imponga di ri-
conoscere quel che perdiamo con l'estinto e quel che di suo a
noi rimane. Soave confortatrice è questa confessione dei debiti
nostri verso le anime che passarono ammaestrando, e che pur re-
stano circonfuse di luce non peritura.
Che cosa dobbiamo a Fedele Lampertico ?
Chi parla, dopo tanti egregi che dissero con sapienza rara
del nostro insigne collega perduto^ non potrà dare una risposta
degna di Lui e dei benevoli qui raccolti, non per udire il freddo
elogio accademico, ma quasi per obbedire alle candide parole di
un libro austero, a cui Fedele Lampertico chiese spesso ispira-
zione e conforto : " Libenter loqtdmur, quia per mutuas locutiones
ab invicem consolari quaerimus et cor diversis cogitationihus fa-
tigatum optamus revelare. Et inultum libenter de his qiiae midtnm
diUgimus vel cupimus.... libet loqui et cogitare „ (>).
(1) De imitatione Christi I. 10.
84 N. TAMASSIA
E perchè è l'amore che parla, e perchè basta anche un cenno
imperfettissimo dell'opera di Fedele Lampertico a suscitarne nei
nostri cuori l'imagine veneranda, la tenuità del dire sai'à perdo-
nata, qui specialmente dove tutto ne ricorda la cara presenza e
la mirabile attività dello scrittore.
Noi vedevamo in Fedele Lampertico quasi un simbolo vivente
di ogni più pura idealità, direi, una personificazione di un' età
gloriosa, la quale sempre più ne appare sublime, di mano in mano
che ci scostiamo da essa.
Quella voce, quel pensiero che il Lampertico consacrava al
nostro comune lavoro. Egli, nella gagliardia solenne del Suo alto
patriottismo, aveva fatto risonare e vibrare in cospetto dell'Europa,
a condanna della stolta pertinacia dello straniero contendente alla
patria nostra una nobile regione ; l'Uomo, che qui commosso com-
memorava Angelo Messedaglia, era lo stesso che con vero slancio
oratorio e con ispirazione quasi mistica aveva parlato, a pie' delle
Alpi, di Antonio Rosmini ; era quello stesso che, con la tranquilla
compostezza di un antico savio veneto, ragionava nei grandi e nei
piccoli consessi politici di alte questioni pertinenti alla pubblica cosa.
Il socio laborioso di molte e molte accademie nostrane e
straniere era pure l'autore fecondo di una serie dì scritti econo-
mici, storici, giuridici, letterari, ciascuno dei quali avrebbe fatto
onore a un dotto di professione.
Appena 1' Uomo dall'aspetto grave spiritualmente si avvici-
nava a coloro, che per meriti ed elevatezza d' ingegno erano
così remoti da Lui, appariva subito quale Egli era : semplice,
buono, modesto, innamorato della scienza, colmo d'ogni più soave
idealità. Così i grandi colossi alpini, dall'apparenza severa, rive-
lano a chi a loro si accosta la molle freschezza delle verdi valli,
cosperse di fiori odorati.
Noi che L'abbiamo amato in vita, consolati ora dalla pietosa
religione dei ricordi, attraverso i forti lineamenti della fisonomia
scientifica, intravediamo la Sua imagine buona, e ci risona all'orec-
chio l'eco della Sua parola arguta e dolce; leggendo certe pagine
sentiamo quasi pulsare quel cuore (hii palpiti generosi.
Un benemerito biografo assegna al 1852 il primo saggio
COMMEMORAZIONE DI EEDELE LAMPERTICO 85
doU'attività letteraria di Fedele Lanipertico (•). A diciannove anni,
infatti; E2;li pubblica un'affettuosa necrolog-ia di Luigi Pastori: l'ul-
tima opera Sua è ancora una commemorazione, nel Senato del Regno,
del generale Giuseppe Gerbaix De Sonnaz nel 1905. Il sei aprile
dell'anno seguente Fedele Lampertico ci abbandonava per sempre.
Fra codesti tributi alla memoria di amici pèrduti è racchiusa
la lunga serie de' Suoi scritti che, tra maggiori e minori, rag-
giungono il numero di quattrocento.
Visse ricordando e amando: già vinto dal nuile, che lo traeva
al sepolcro, Egli rievocava nobilmente la figura di un prode sol-
dato d'Italia, come presentendo che, pronunciato da Lui, in quel-
l'ora, il commovente saluto si tramutava in un inno all' inimor-
mortalità della Patria!
Fedele Lampertico sortiva i natali da una famiglia severa-
mente pia e pura.
L'onestà dei traffici aveva con l'agiatezza dato ad essa spirito
di alacrità, amore al lavoro, disdegno dell'ozio. Le materne tradi-
zioni vi aggiungevano la consuetudine avita di quella decorosa
gentilezza, che fu una seconda natura del nostro illustre collega.
Nella Sua Vicenza, a cui da secoli giungeva il fremito della
vita lombarda e della vicina Marca gioiosa, pur temperata dalla
soavità veneta, il Lampertico trovava il tesoro di una non inter-
rotta cultura e di una grande gentilezza diffusa nel popolo. Là
Egli ebbe il primo sorriso della casta nuisa di Giacomo Zanella ; là
il sentimento religioso crebbe con le imagini del Genio del Cristia-
nesimo, a Lui donato dal Suo maestro, priuio e sincero ammiratore
dello scolare, così ricco di sicure promesse.
Compì in patria gli studi legali. La tesi di laurea, presentata
a Padova pel dottorato nel 1855 dal titolo " salici sfastistica in
Italia prima dell' Achenivall „, dimostra la predilezione ch'Egli
ebbe per le scienze sociali, e quella che, con eleganza tutta mo-
derna, si dice orientazione della Sua mente.
Queste pagine giovanili mirano a rivendicare al pensiero ita-
liano la gloria delle concezioni statistiche; più tardi, nel 1870, Egli
tornerà anche piìi poderosamente a questi studi col libro sul Gioia.
Ma c'è un'altra opera del Lampertico, che segna una linea
(1) S. Ku:.ioE, Fedele Lmii pertico. Vicenza 1907.
86 N. TAMASSIA
ben decisa del Suo pensiero scientifico. Essa s'intitola: Giammaria
Ortes e la scienza economica al suo tempo, pubblicata nel 1865.
Nel proemio il Lampertico, se non m'inganno, afferma con parti-
colare sicurezza quei concetti, che Gli serviranno di guida nei
libri di maggior mole àeìV Ecoitomia dei popoli e decjli totali. Ecco
le sue parole: " L'inserire così dei princip't di economia politica,
in mezzo a un po'* di storia privata e puhhlica, non tornerà male
■per quelli che delVeconomia politica non fanno professione, tanto
più che essendosi Veconomia formata come scienza appunto al tempo
dell' Ortes, si può farne conoscere le origini in un coi principi „.
In questa dichiarazione non manca una punta di garbata ironia
a coloro che, poco diversi dall'Ortes, tentavano di " geometrizzare „
anche nelle scienze sociali ; l'economista vicentino certo rammen-
tava le incisive espressioni del Komagnosi (i): ^ L'economia politica h
tutta di ordine complesso attivo vitale, talché si deve trattare a modo
di fisiologia edificante, e non a modo di una chimica dissolvente,
vale a dire essere necessario di non valersi di astrazioni isolate „.
Il Lampertico segue FOrtes nell'età che fu sua, e vede nelle
dottrine dell'ex-frate bizzarro il riflesso e i contrasti dei tempi :
dunque, la vita sociale non rivela le sue leggi a chi non ne
studia le mutevoli contingenze storiche, e l' irrigidirsi di queste
nel diritto e nella giurisprudenza. L' indole dell' ingegno e la
pratica quotidiana nelle pubbliche amministrazioni traevano il
Lampertico a temperare , contro le idee del Ferrara, con la
concezione della relatività storica, il principio assoluto e rigido
della legge economica (•■). Forse dirò cosa che può essere accu-
sata d'imprecisione ; ma perchè chi parla non è di quelli " die
dell' economia, politica fanno professione „ si può osare di pro-
nunciarla. Fedele Lampertico non concepì mai ne la storia
politica e giuridica disgiunte dall' economia politica, nò questa
senza quelle : Egli fu molto più vicino alle idee moderne di
quanto si crede, salvo, e questo non è 1' ultimo argomento della
Sua gloria, nel respingere la concezione materialistica della storia,
dottrina in fiero contrasto con la Sua candida fede nel bene.
(1) Collezione degli articoli di economia politica e statistica. Firenze,
1835; pag. 11.
(2) G. Valenti, Comm,emor azione del socio Fedele Lampertico. Roma
tip. della R. Accademia dei Lincei, 1907, pag. 8.
COMMEMORAZIONE DI FIODELE LAMPERTICO 87
" La reUfjione, l'arte, U mnao morale elevati a iiah'di sentimenti
(jovernano la vita interiore, e quindi determinano e fanno sorgere
loi'infìnità di fatti economici „ (i). Cosi Egli scriveva, così Egli
])ensava : la struttura economica era per Lui il prodotto, l'effetto,
ma giammai la causa ultima, inesorabilmente cruda, delle istitu-
zioni politiche, sociali, morali e religiose. Tanta larghezza di
pensiero spiega, per un altro verso, la varietà straordinaria delle
attitudini dell' elettissimo ingegno, cui ripugnava di togliere al-
l' uomo r aureola quasi divina delle sue doti morali e di consi-
derarlo, lugubre scheletro, nell'aridità sconsolata dell'esosa natura
economica. La scienza sociale scesa dalle fredde astrazioni do-
veva diventare una vera arte sociale. " La storia (Egli nota)
insegna che le molteplici posse del mondo economico traggono^ in
ogni età, virtù informativa da quelle condizioni di civiltà in cui
si esercitano. Esse quindi partecipano del carattere dominante
nelle istituzioni, da, cui trovansi circondate, e si coordinano perciò
nel corso del tempo al vivere patriarcale, all' autorità teocratica,
ai privilegi feudali, al predominio del principato „ (^) ; e allora
l)en venga 1' economia politica, col corredo prezioso delle osser-
vazioni storiche, " e non sarà di troppo (così altrove Egli dice)
(dia misera umanità una scienza, che colla teoria della popola-
zione mette in onore la previdenza ; colla divisione del lavoro,
col credito, colV associazione la pducia reciproca e il reciproco
aiuto ; colla lihertà del commercio Ut pace dei popoli ; colla, libertà
delle arti la umana dignità ., (•^). Fra 1' individuo e lo Stato,
Egli vide assisa la maestà della legge ; non la tirannica, nem-
meno la t'ormale, nel senso più ovvio della parola, ma quella
più augusta, così degna del suo nome, che derivava dalle con-
tingenze storiche, illuminate tutte dalle ragioni supreme del
progresso umano, la necessità del suo impero, non per offendere
ma per difendere, direi col '^J\3mmaseo, ogni sacro diritto dell'in-
dividuo e della collettività. (Questo, almeno per uno storico, era
il pensiero dominante di Fedele Lampertico.
Appunto la consuetudine mentale di non distaccare i fatti
(1) Economia, df.i pu/juli e diu/li Stati.. {Introduzione). Milano 1874;
pag-. 122.
(2) La proprietà. Milano lS7(i ; p. 1.
(3) J'Jronuima dei pop.jU e degli Stati: Introduzione cit. pag. 1)2.
88 N. TAMASSTA
complessi dalla hase storica, che si nasconde talvolta con molta
civetteria agli economisti, dava a' Suoi saggi storici e giuridici
un'impronta caratteristica, tutta Sua. Uno storico, anche un po'
diverso dal vecchio e rigido stampo, segue la linea del tempo ;
e non si scosta troppo dalle vicende esteriori e politiche denun-
ciate dal documento ])ubblico e privato. Fedele Lanipertico ab-
braccia subito, con una forza di sintesi ardita, il Suo argomento
nella complessità varia de' suoi aspetti, e move rapido e risoluto
alle conclusioni. Come notevole esempio di un tal genere di la-
voro, mi ])ermetto di ricordare il connnento storico-giuridico
della legge di abolizione ed affrancazione delle decime (')•
Basta un periodo per dimostrare come il Lampertico sa trovare
subito la via dritta. " Per portare^ Egli scrive, un sicuro giitdizin
sia (jinridico die eeonomico sulle decime^ è d' uop!) distiiKjuere il
periodo storico^ in cui tutto V ordiivimcnto economico si fondava
sulle /trestazioni in ìiatura, ed un' età^ com'è la nostra, in cui
simili prestazioni sono sopravoissutc a condizioni profondamente
mutale „ (^). Queste considerazioni, acute nella loro apparente
semplicità, balzano spesso dalle pagine del Lampertico. Quando
noi Lo seguiamo, attraverso i tesori della Sua erudizione storica
e bibliografica, da una teoria all'altra, fra gli urti, ch'Egli stesso
provoca, delle opposte dottrine, e lo scrittore sembra che s' in-
gegni di scomparire dal campo stesso delle ricerche, ad un
tratto ecco riapparire il lampo rivelatore , 1' espressione netta e
precisa, a cui Egli ci ha preparato lungo un non facile cammino.
Noi non diremmo che nelle opere storiche e giuridiche del
Lampertico, e mi piace citare V edizione degli Statuti della Sua
Vicenza (•*), manchi sempre materia a ragionevoli appunti, ma
sarebbe ingiustizia attenuarne il valore con critiche troppo me-
ticolose. Dai libri del Lampertico s'impara sempre.
Per riposare dalle fatiche parlamentari, alle quali Egli dava
non la sola e facile assiduità personale, ma V energia più forte
dello spirito, ritornava nella cara Vicenza, iielF adorata piccola
patria, a' suoi figli, nella pace serena della famiglia, a cui, come
(1) Padova 1888.
(2) p. (3.
(8) Nei Man. storici putttdicati (hilla li. f)ej)utazione Veneta di Sto-
ria patria. — Venezia 18H().
COMMEMORAZIONR DT FK.DELE LAMPEETICO 89
anoelo tutelare, presiedeva la madre veneranda, consolatrice pie-
tosa di fierissimi lutti.
Questo piccolo mondo, questa che potremmo chiamare un'e-
stensione delle pareti domestiche alle mura cittadine, Lo faceva
rivivere più intimamente con le dolci ricordanze giovanili, con
le memorie dei luoghi, delle persone scomparse, con le vicende
e le tendenze, che si agitavano intorno a Lui. Veniva dal tesoro
dei ricordi un soffio tenue delle cose passate, una tenerezza
infinita che aveva come un carattere sacro. Egli era davvero il
figlio degnissimo della Sua nobile terra : 1' elegante e varia cul-
tura vicentina, l'amor di patria fuso nella robustezza del sentimento
relitiioso, la freschezza invidiabile di certe concezioni, la lieve e
signorile sprezzatura della modernità, conseguenza necessaria dello
spirito tenace e memore sempre di ciò che fu ; ecco ciò che gli
offriva la patria. E vi sono certe magnifiche tempre d'uomini, nelle
quali le doti sparse fra una gente da una benigna natura, sem-
brano raccogliersi tutte, coordinarsi in una sintesi armoniosa. Una
luuga consuetudine di studi e di meditazioni gravi su uomini e
cose affina la percezione delicata di tante imagini, solleva in alto,
e fa sentire nel presente il passato. Alla maestosa concatenazione
d'idee e di sentimenti, onde vibra tutta la vita nazionale, è presto
ricondotto anche il fatto locale, l'episodio dianzi dimenticato, e che
diventa eloquente, quando vi sia chi ne sappia additare l'immenso
valore.
Nessuno si può sottrarre a questi pensieri , leggendo alcuni
discorsi di Fedele Lampertico, e sovra tutto il dottissimo studio
storico sull'Accademia Olimpica di agricoltura, scienze, lettere ed
arti, che il suo autore, presidente dell'Accademia stessa, offriva ai
soci del celebre sodalizio ('). I ricordi che, secondo il Lamper-
tico, non avevano la pretensione d' intitolarsi una Storia, nò la
pazienza di ridursi alla Cronaca, sono invece una delle più belle
pagine della vita intellettuale di Vicenza. Dal fervore frivolo e
gaio, con una punta di spirito cavalleresco, dei vecchi accade-
mici del cinquecento il Lampertico segue le vicende dell' istitu-
zione, nella quale, come in uno specchio, riappare nitida la so-
cietà colta vicentina, che a poco a poco dà alle sue manifesta-
(1) Atti del Cons. Accad. 5 marzo 1872.
90 N, TAMASSIA
zioni accademiche un' intonazione più seria, tanto da meritare il
ben noto elogio del Gothe (').
I sonettini per le Laure e per le Armide, le discussioni
spagnolesche sulle precedenze si erano a poco a poco tramutate
nel verso tersissimo e sentimentale di Griacomo Zanella, nell' in-
vito ad un corso di Economia politica del nostro Lampertico (-),
nelle ricerche letterarie e storiche lodatissime del Morsolin !
Noi possiamo ne' Suoi studi così vari ammirare spesso V a-
gile snellezza del pensiero. Questo corre rapido ove e' è realmente
qualcosa di serio e di notevole. 0 commenti un verso di Dante,
0 si raccolga a frugare con fine arguzia fra le curiosità vicentine,
0 si dilunghi nella recensione di un libro, il Lampertico si sente
tranquillo, come se in ogni campo dell' umana attività Egli vo-
lesse il posto, che spetta ad un amico fervido del lavoro e della
scienza. Alla Sua mano non infrequentemente si ribella la tentata
eleganza dello stile ; ed Egli se ne vendica, afferrando con ga-
gliardia il Suo soggetto e presentandolo con una rude bonarietà,
cui di rado manca il successo. L' occhio mira al di là delle mi-
serie della piccola erudizione : il gran tutto gli si affaccia nel-
r ardua solennità di un vero lontano sì ma splendido.
Nel 1879, nella Sua accademia olimpica, Egli parlò delle cita-
zioni di autori classici nei Farlamenti. In tutto lo scritto corre
una vera onda di poesia : un frammento di un'ode epicurea, un
metro elegiaco tessuto di pianto, un verso virgiliano, in cui par
che rida la dolce stella di Venere nella placida serenità del
cielo, spuntano dalle ricordanze di scuole e s' insinuano, come
gemme, nell' orazione politica. È un ritorno spontaneo al pensiero
antico e sempre giovenilmente fulgido. E la conclusione ? Udia-
mola dal nostro Lampertico.
" Non si crei (Egli dice) un divorzio fra i progressi inscin-
dibili, in cui si esplicano le facoltà, e deploriamo che nella edu-
cazione non si faccia tesoro di questa consociazione e solidarietà
di tutte le forze che collimano coli' incivilimento. Le lettere e le
scienze hanno accumulato nel corso dei secoli una ricchezza, che
sarebbe un delitto Vassoggettare alla legge di divisione ereditaria.
( l) ()[). n't. pag. 5(S.
(2) A. ISfirl.
COMMEMORAZIONE DI FEDELE LAMPERTICO 91
Lettere e scienze, il mondo antico e moderno si. rifì,ett<vno nell'ani-
>no nmaìio, per dare impulso e alimento a perenni progressi „.
Egli avevji il diritto di sentire e di parlare così.
Codesto ingente lavoro scientifico e letterario del Lampertico,
s(> ai posteri fosse per mancare ogni altra notizia di Lui, è da
credere che sarebbe considerata come la necessaria conseguenza
di nna imitazione sallustiana " tdil reliquam aetatem a re pmhlica
jtrocal ìtahcndam decrevi, non fuit consilium secordia atque desidia
honnm otinm conterere „.
Il honnm otinm di Fedele Lampertico era di una natura
proprio singolare. Fu deputato della Sua Vicenza, dopo la libe-
razione del Veneto e poi, appena toccata 1' età senatoria, Sena-
tore. E Senatore non di quelli che, com' Egli argutamente scri-
veva, figurano come tali nelle sopraccarte o nelle scappellate (').
Pochi come Lui hanno lasciato un' orma cosi profonda nella di-
scussione e nella trattazione dei pubblici aff'ari. Nelle memorande
sedute dedicate a ridonare all' Italia il decoro di una seria finanza,
a riordinare i tributi, a regolare con gli altri Stati i rapporti
connnerciali, a rabberciare tanta parte del nostro diritto pubblico
e privato. Fedele Lampertico recava la parola precisa, la chia-
rezza dei propositi, la sicurezza di criteri pratici, esposti con una
forma placida e persuasiva, aliena da artifici retorici. La migliore
retorica Gli era suggerita da un' ispiratrice molto austera, che si
chiama la scienza. Egli studiava pensando al benessere materiale
e morale della patria ; Egli parlava e agiva penetrando nelhi
realtà viva delle cose.
Ecco perchè lo scrittore, pure seguendo un metodo rigoroso
nelle sue indagini, si libera tanto spesso dalle angustie scola-
stiche delle forinole.
Dond' è venuta, come si è conservata così tersa e pura questa
bella tempra d' Italiano ?
Attraverso i lunghi secoli dell' abiezione, dell' ozio, del ser-
vaggio, come il buon genio della stirpe gloriosa, sorvisse un an-
tico sapiente dal pensiero acuto e limpido, che lascia i meditati
volumi delle vetuste discipline e i fidi colloqui colle Muse per
le cure piene d' ansia dello Stato : Gli sono cose ignote quiete e
(1) Rumor, o/v. c, p. (ii.
92 N. TAMASSIA
riposo, 0 quiete è per Lui la notte trascorsa con gli evocati fan-
tasmi della grandezza latina. La patria Lo chiama. Egli non ha
un rimpianto per la mollezza degli agi, per la tranquillità do-
mestica ; sa che l'intera Sua giornata mortale, tutta l'anima Sua
non avranno posa giammai ; che aspre lotte L' attendono e che
la nebbia degli umani rancori si addenserà anche sul Suo capo.
Non esita e obbedisce.
Fedele Lampertico si preparava così il hunitm otinm.
Cattolico convinto, fermo nella Sua fede, a questa Egli chie-
deva r energia morale, il conforto ai dolori che sono inevitabili
in terra. Per Lui, come per il suo grande ispiratore, Antonio
Rosmini, " la Religione all' Italia era una sanzione di pia, an-
ziché negazione o contraddizione dell' unità degli animi, il che è
quanto dire della Patria, della Nazione „ (').
Noi non varcheremo il limitare del sacrario della coscienza,
ma non dimentichiamo che V anima come il corpo non deve sof-
frire mutilazioni.
Chi mai oserebbe, profanando un' imagine austera, rimodel-
larla a suo talento, presentandola poi in modo che certe convin-
zioni, penetrate in ogni più intima fibra, si vedano come in iscorcio,
col goffo e diciamo pure non onesto intento di nasconderle, o al-
meno di mostrarne la scarsa efficacia nella vita pratica e scien-
tifica ?
Non si disgiunge in Fedele Lampertico l' idea dell' azione ;
e questa, secondo Lui, non doveva trovar più nell' età nostra gli
impacci, che un millennio di storia aveva infiitto dolorosamente
alla Chiesa e allo Stato. " Il campo della libertà „ (-) era aperto
a tutte le energie del bene.
Certamente si può anche non accettare T interpretazione pra-
tica che il Lampertico dava alle norme e ai limiti della libertà
dello Stato e della Chiesa ; ma non e' è ragione politica o scien-
tifica che giustifichi un biasimo a Colui che non credette, nella
sua coscienza, di abbandonare un principio, per inchinarsi ad un
altro che a molti sembrava più rispondente alle nostre aspirazioni,
e air idealità dello Stato moderno. Badiamo che in così gravi
(1) Lampertico, Antonio Rusmini. Raiis. Naz. 1897. (Estratto) p. 10.
C2) <)p. r., p. 25.
COMMEMORAZIONE DI FEDELE LAMPERTICO 93
questioni, senza che i contendenti se ne avvedano, per forza stessa
delle cose, V oggetto della controversia bene spesso si raggrinza
in una tesi politica vera e propria.
Giustizia esige che qui si ricordino le parole che il Lam-
pertico disse con fiera veemenza, in Senato, quando si discute-
vano gli articoli del codice penale riguardanti gli abusi dei mi-
nistri di culto : "... né credenze reUgiof^e conosco^ che mi abbiano
impedito giammai nel servire la Patria e dire mi si conceda alla
Scienza „.
Parlando di Fedele Lampertico, sembra che si accarezzi la
cara illusione di averLo ancora vicino a noi. In verità, Egli
non è, né sarà mai lontano da questa sede di studi, ch'Egli predi-
lesse e onorò coi frutti copiosi dell' ingegno. Morte e' è solo quando
gli scomparsi dal mondo nulla hanno aggiunto alla trama inmior-
talc; ond' è fatta la vita d' una Nazione.
Anche il raggio divino della mente e il calore di una grande
anima sono come le vampe solari. Il mesto tramonto non ne
toglie ciò che il sole ci ha dato, durante un giorno limpido e
sereno.
Noi diciamo Patria, e il pensiero risuscita coloro che vissero
per redimerla dalla servitù materiale e morale ; noi diciamo
Scienza, e nei veri eterni scintilla il nome de' suoi devoti.
E Patria e Scienza ripeteranno sempre il nome di Fedele
Lampertico.
Atti t>riì ReaTìK Istituto Vknkto di scikn/J':, lkttkrk kd arti.
Anno acciidcinico l'.>07-*.)08 - Tonio LXVII - Parfe prima.
A l) U N A N Z A 0 LI L) 1 N A K l A
DEL 12 APRILE 1908
PRESIDENZA DEL PROF. LORENZONI
MEMBRO EFFETTIVO ANZIANO
Presenti i lueiuhri effettivi: G. Beechet, segretario; Occioni-Bo-
NAFFONS, vice-seg-retario ; Trois, Favaro, De Giovanni, Bel-
liATi, Teza, Da Schio, Molmenti, Bassini, Stefani, G. B.
De Toni, Galanti, Ricci, Polacco, Vicentini, Yerson,
Brugi, Ciscato, Bonome, Catellani, Crescini, N. Tamas-
sia; ed i soci corrispondenti : Arrigoni Degli Oddi, D'Ar-
CAis, Gastelnuovo, Predelli, Biadego, Malagola, Medin,
Forti, Giordano, Meschinelli.
Giustificata l'assenza dei nini. ee. : P. Spica, Martini, Fogazzaro,
e dei ss. ce. : F. Berchet, Lazzarini, Olivi.
Letto ed approvato 1' atto della precedente adunanza, il Pre-
sidente comunica che il ni. e. Polacco, Rettore dell' Università
di Padova, rappresentò il nostro Istituto allo scoprimento del ri-
cordo marmoreo a Carlo Goldoni e firmò per esso, con altre per-
sone invitate, 1' atto notarile di consegna all' Università.
Comunica pure 1' invito dell' Associazione Generale fra gli
impiegati civili in Venezia di aderire alla Commemorazione pub-
blica di Edmondo De Amicis nel trigesimo della morte. L' Isti-
tuto fu rappresentato dal vicesegretario prof. comm. Giuseppe
Occioni-Bonaffons.
Comunica in oltre i seguenti atti :
1." Invito di sottoscrizione al monumento ad Andrea Cefaly
in Catanzaro.
2.0 Invito air Esposizione di oggetti artistici d' uso comune
che si terrà in Monaco di Baviera nel 1908.
96 ADUNANZA ORDINARIA
3.0 Seconda circolare e scheda di adesione al IX" Con<i^ressa
internazionale di Geografia che si terrà in Ginevra dal 27 luglio
al 6 agosto 1908.
4." Invito air XI<^ Cono-resso internazionale di navig'azione a
Pietroburgo dal 18 al 31 maggio 1908.
5." Invito al Congresso internazionale di scienze storiche a
Berlino dal 6 al 12 agosto 1908.
Fa circolare il Catalogo dei libri ed opuscoli acquistati e
pervenuti in dono dall'ultima adunanza, lìienzionando specialmente
il dono di 7 volumi del Yi" C'ongresso di Chimica applicata, te-
nutosi in Roma nella primavera del 1900. dono ricevuto dal Co-
mitato internazionale di quei Congressi.
Il Presidente prega quindi il m. e. vicesegretario Occioni-Bo-
naffons a leggere la Commemorazione del m. e. prof. Don Giovanni
Beltrame,
Terminata la lettura, l'Istituto si associa all'omaggio recato
alla memoria dell' amato collega.
Seguono le letture poste all'ordine del giorno :
E. F. Trois, m. e. : Ricerche sid Tr<(cìtini che frequentano
la spiaggia del Lido e S])eci(tImeMfe su/ Trarhinus ripera. C. Y. —
Il lavoro riguarda alcune ricerche sui Trachini catturati lungo la
spiaggia di Lido nella primavera ed estate del 1906 e ripetute
nel successivo anno 1907. In queste occasioni l' A. potè racco-
gliere, molte dozzine di Trachinus radiatus e varie centinaia di
esemplari del Trachinus vipera che, come è noto, è il più peri-
coloso dei congeneri, tutti soggetto di preoccupazione generale ed
antica per le punture dolorosissime e spesso accompagnate da
fenomeni gravi che possono produrre con le spine opercolari e
con quelle della prima p. dorsale in rapporto con un apparato veleni-
fero che indagini morfologiche moderne hanno illustrato. I Tra-
chini nascosti nelle sabbie non lungi dai lidi trovano abbondante
nutrimento in minuti crostacei e giovani pesci, costituendo un
continuo pericolo pei bagnanti, che entrano nell' acqua a piedi
ignudi, l'incontro con questi ospiti sgraditi che, urtati, ai slanciano
erigendo i loro aculei e pungendo con furore la vittima. A parer
dell' A, delle pesche eseguite metodicamente potrebbero liberare
DEL 12 APRILE 1908 97
la spiagg-ia dall' ospite incomodo e pericoloso mentre 1' uso di
calzature di tela di canape sarebbero sufficiente difesa per quelli
che devono, inesperti del nuoto, camminare sulle sabbie, perchè
pegli abili nuotatori che possono affrontare le acque profonde è
esclusa la prubal)ilità di un pericolo.
A Favaro, m. e.: Per la storia del Compasso di proporzione.
Nota. — L' A. porta alcuni nuovi contributi ad un dibattito pii^i
volte af^itato nella storia delle scienze, non tanto per il modesto
strumento dì calcolo, quanto per la genesi delle linee che sopra
di esso vennero successivamente segnate fino al momento in cui
il regolo logaritmico lo relegò definitivamente nei musei-
Ai modesto strumento si legano alcuni nomi dei majrgiori
matematici, da Federigo Commandino a Guidobaldo Del Monte, a
Galileo che illustrarono strumenti loro propri, a Giordano Bruno
che esaltò anche più che non meritasse il " Compasso et rigo „
di Fabrizio Mordente.
I documenti ora addotti dal prof. Favaro dimostrano l' ori-
gine tutta italiana del Compasso, del quale gli strumenti stra-
nieri furono copie più o meno larvate.
P. A. Saccardo, m. e. : Di una opjereffa falla Flora della Cor-
sica di (latore j)seudo)mno e plagiario. Nota. — In essa Nota l'A.
dimostra che 1' opera stampata a Firenze nel 1774 avente il titolo
di "^ Storia naturale dell' isola di Corsica ,, di Strataneo Gresalvi
appartiene a Salvatore (ìiiiesfra, di cui il primo nome non è che
il pseudonimo anagrammizzato. L' A. dimostra poi che tutto il
picciol volume non è che un plagio volgare delle opere di Paolo
Boccone e di Luigi Amando Jaussin, che non sono menomamente
citati dal Ginestra. Kimane poi un enigma. Nella breve introdu-
zione il Ginestra dichiara che l' operetta è dovuta al merito del-
l' ab. Maratti, che fu professore stimato di Botanica alla Sapienza
di Roma fra il 1747 e il 1777. Come si spiega che il Maratti
ancor vivo al tempo delle stampe (1774) non abbia protestato
publìlicamente contro un plagio e un mendacio così volgare?
E difficile pronunciare un giudizio.
E. Teza, m. e.: 7 ria<j(ji di Marco P(do nella ceccliia versione
boema. Cenni.
98 ADUNANZA ORDINAEIA
A. Tellini, s. e. : La distrihiizione della neve nelle Alpi Orien-
tane nel Veneto. — È la spiegazione di cinque carte, di cui 1' A. ne
ha pubblicate quattro, sulla distribuzione della neve nella nostra
regione :
Ecco i titoli delle carte :
1. Altezza della neve caduta (media annua).
2. Frequenza dei giorni di neve, ossia loro numero medio
annuo.
3. Intensità diurna media della neve, ossia rapporto tra
r altezza annua ed il numero dei giorni nevosi.
Quarta carta non ò pubblicata.
4. Altezza massima del mantello di neve in ogni inverno.
5. Durata del mantello in giorni.
L'A. ha indicate le fonti dalle quali desunse i valori ed ha
descritto a larghi tratti le carte. Il lavoro sta a sé senza bisogno
che le carte sieno unite.
Ha pure curato di ricavare qualche legge, cioè Fauniento della
neve con 1' altitudine, la variazione della quantità secondo i mesi,
infine la relazione tra Y altezza del mantello e la sua durata, con
lo scopo di venire a stabilire, per una via diversa, il limite infe-
riore delle nevi perpetue sulle nostre montagne.
G. A. Favaro : Confronto fra le osservazioni delT eclisse so-
lare del 30 agosto 1905 fatte a Padova e i calcoli esecfidti con
la " Connaissance des temps ,, e il " Na aficai Ahnanac ., di
Londra. (Presentata dal prof. G. Lorenzoni m e., a termini del-
l'art. 16 del Regolamento interno). — In questa Nota l'autore
dà relazione particolareggiata dei calcoli «la lui eseguiti per il
confronto indicato nel titolo, mettendo in rilievo lo differenze e
le concordanze delle due Effemeridi e il loro comportamento di
fronte all' osservazione, e con 1' esame dei risultati di detto con-
fronto riconoscendo, anche nel caso delle osservazioni padovane,
la non sufficienza delle correzioni di Newcomb per mantenere in
accordo con la osservazione la posizione della Luna data dalle
Tavole di Hansen nella circostanza particolare della Sua congiun-
zione eclittica con il 8ole.
A. Farini : ^uUa /lerdita dei grassi e dell' acqua del fegato
DEL 12 APRILE 1908 99
delle rane ibernanti per V elevata temperatura e per i far/li dei
var/hi (presentata dal prof. A. Stefani, ni. e. (e. s.). — L' A. si
propose di determinare in quale proporzione diminuiscono i grassi
e r acqua nel fegato delle rane ibernanti normali e vagotomizzate
sottoposte al riscaldamento. A tale scopo dosò i grassi seguendo
il metodo di Soschlet e calcolò la quantità di acqua dalla diffe-
renza esistente tra il peso dei fegati appena estratti ed asciu-
gati del sangue e della bile e il peso dei fegati completamente
essiccati nella stufa alla temperatura di 110".
In base alle varie esperienze V A. conclude che nelle rane
ibernanti sottoposte al riscaldamento col diminuire del peso dei
fegati si verifica una perdita di grassi sia della quantità assoluta,
che della quantità relativa, e che tale consumo è inferiore al
consumo del glicogene superiore al consumo delle sostanze al-
buminose.
Per il taglio dei vaghi nelle rane il)ernanti non varia la quan-
tità di grasso ; ma nelle rane riscaldate, a differenza delle rane
normali pure riscaldate, si ha un minore consumo della quantità
assoluta di grassi e per ciò un' eccedenza della quantità relativa.
Riguardo all'acqua dtd fegato risultò che la perdita di essa,
nelle rane normali riscaldate, è proporzionale alla diminuzione
dei fegati, in guisa che la quantità ])ercentuale rimane staziona-
ria, e che nelle rane vagotomizzate riscaldate col maggiore con-
sumo coiìiplessivo dei fegati, si verifica una maggiore perdita
della quantità assoluta di acqua, ma la quantità di acqua rela-
tiva ad un grannno di fegato anziché diminuire tende ad au-
mentare.
Per ciò la diminuzione del peso dei fegati nelle rane nor-
mali riscald.ite si accompagna a consumo di glicogene, grassi,
sostanze albuminose ed acque, ma relativamente alla quanità in
cui questi componenti entrano a far parto dei fegati, il glico-
gene è consumato in maggiore proporzione che non i grassi,
questi a loro volta in maggiore proporzione delle sostanze albu-
minose e dell' acqua, la cui perdita ò proporzionale alla diminu-
zione del peso dei fegati.
La maggiore diminuzione del peso dei fegati nelle rane va-
gotomizzate riscaldate è in princijial modo legata al consumo del
glicogene ; il consumo dell' acqua e delle sostanze albuminose è
100 ADUNANZA OEDINAEIA
proporzionale alla maggiore distruzione complessiva del fegato,
mentre i grassi vanno perduti in minore quantità.
A. Berti : Trasmissione della eccitazione attraverso i gangli
spinali anemizzati nei mammiferi (presentata e. s.). — L' A. dà
relazione di una serie di esperienze eseguite nei gatti e nei cani
per studiare il couiportamento della conducibilità attraverso ai
gangli spinali artificialmente anemizzati.
Dopo che il ganglio e stato separato dal nervo corrispon-
dente mediante un taglio eseguito a qualche centimetro di di-
stanza dal ganglio stesso, 1' anemia di questo veniva determinata
scapsulandolo ed asportando gli involucri meningei radicolari.
Kisultò che ne segue una notevole diminuzione nella reazione
allo stimolo, tanto delle fibre sensitive del nervo spinale quanto
di quelle della radice posteriore ; che la diminuzione della ecci-
tabilità del nervo spinale è molto maggiore della diminuzione
della eccitabilità della radice spinale; che T eccitabilità del nervo
può perdurare per due o tre ore, e che 1' eccitabilità della ra-
dice posteriore perdura per qualche tempo dopo la scomparsa
della eccitabilità del nervo. L' A. ritiene che questi risultati de-
pongono nel senso che per la trasmissione della eccitazione at-
traverso il ganglio non sia assolutamente necessaria 1' attività
funzionale della cellula nervosa ; e ritiene che, qualora si am-
metta r esistenza delle sottilissime fibrille attraversanti la cellula
descritta dall' xVpathy e dal liethe, bisognerebbe anche ammet-
tere che queste fibrille sieno meno resistenti air anemia delle or-
dinarie fibre nervose.
F. Sibirani : Esistenza degli integrali in alcuni tipi di equa-
zioni ((Ile derivate parziali (present. dal prof. F. D'Arcais, s. e,
(e. s.). — Le equazioni alle derivate parziali, delle quali, in
questo lavoro del dott. Sibiram', è dimostrata V esistenza dell' in-
tegrale, sono di due tipi speciali. La dimostrazione è fatta se-
guendo uu procedimento geometrico ideato dal prof. Arzelà del-
l' Università di Bologna.
Come è noto, una dimostrazione generale della esistenza dell'in-
tegrale nel senso di Cauchy-Pipochitz ancora manca ; perciò anche
la considerazione di casi ])articolari può avere importanza.
DEL 12 APRILE 1008 101
Prima che l' Istituto si raceolg-a in adunanza privata, il Pre-
sidente concede la parola al s. e. Castelnuovo il quale, ricordando
la morte di P^dmondo De Amicis, dice parerceli doveroso che
r Istituto invii al figlio un telegramma di condoglianza. 11 segre-
tario Berchet comunica che la presidenza ha già compiuto questo
atto, di propria iniziativa, però sarà trasmessa una lettera in occa-
sione dell' odierna seduta, anche a nome del nostro Corpo scien-
tifico.
Neil' adunanza piivata oltre alla trattazione di affari d'interna
amministrazione furono lette le Relazioni concernenti il concorso
pel conferimento del premio di Fondazione Balbi-Yalier pel biennio
1906-1907 e fu approvato il nuovo tema pel concorso scientifico a
premio di Foudazione Queriui Stampalia per l'anno 1911.
Il membro effettioo anziano
G. LORENZONI
Il Viresef/retario
Gr. OCCIONX-BONAFFONS
Attt T)KTi Rkai,k Istituto Vknkto di sniuNZK, t.ettkrk ed arti.
Anno accademico 19(ì7-908 - Tonio LXVJI - Parte pi'inia.
COMMEMORAZIONE
DEL M. E. PROF. DON (ilOVANNI BELTRAME
, LETTA DAL PEOF. G. OCCIONI-BONAFFONS, M. E.
(Adunanza 12 Aprile 1908)
Tra g-li allievi degli Istituti creati in Verona, nel primo quarto
del secolo scorso, dalla fervida carità, veramente apostolica, di
Don Nicola Mazza, e da lui sempre diretti fino alla morte (2 ago-
sto 1865), emerse e lasciò bella nominanza di se Don Giovanni
Beltrame, che ebbe a considerare la vita, comunque spesa, come
una nobile missione, alla quale non venne meno un solo istante.
Invitato a parlare del collega desideratissimo che nel giorno
8 aprile 1906 abbandonava la patria terrena per un' altra patria
a cui le promesse della fede lo avevano reso, a 82 anni, ma-
turo, io non posso non evocare innanzi a Yoi la bella, vigorosa
persona dei tempi migliori, che traeva un fascino nuovo dall'ama-
bile costume, dalla bontà squisita dei modi e da quella ingenuità
di cui diede prova in molte occasioni. Dal 23 aprile 1899 egli
non intervenne più alle nostre adunanze, ma non cessava di do-
lersi che gli anni glielo impedissero ; e quando, nel 5 novembre
1905, acconìpagnatomi col nostro Presidente di allora, prof. Fa-
varo, gli portammo in Verona, nel suo Istituto Mazza, ove giaceva
infermo, il riverente saluto e 1' augurio dei coUeghi, la ricono-
scenza che n' ebbe si mutò in vivissima commozione che gì' im-
pedì la parola, mentre il suo gesto apparve più eloquente di ogni
ringraziamento. L' energia fisica, e con essa la mente, gli si erano
affievolite, ma non cessava di battere quel gran cuore che gli fu
guida e consigliere nelle battaglie generose dell' esistenza, spe-
cialmente negli anni dal 1853 al 1863, in cui dedicò tutto se
104 &. OCCIONI-BONAFFONS
stesso all' ingrata opera delle missioni cattoliche nell' Africa Cen-
trale. Ebbe da ciò un meritato compenso, giacché si può dire che
la fama in cui venne Don Giovanni Beltrame e 1' aureola onde
fu circondato emani da quel periodo della sua vita. Gli è per
questo che non posso, nella presente occasione, affatto tacerne.
* *
Nato a Taleggio sul Mincio il 21 novembre 1824 di fainiglia
operaia, entrò a 15 anni nell' Istituto maschile del Mazza, e vi
fu ordinato prete nel 1849. Ferveva molto prima di allora in
tutta Europa e si mantenne e si accrebbe da poi un movimento
a favore delle scoperte geografiche, un' ansia che prese gli Stati
e i singoli esploratori di allargare i confini del mondo conosciuto,
proponendosi scopi diversi, scientifici o politici, commerciali o
uraanitarii, secondo le particolari vocazioni o aspirazioni, o una
parola d' ordine che venisse dall' alto.
Il Beltrame senti nascersi in cuore il desiderio ardente di
rispondere a questa parola del suo Superiore e divenne missio-
nario. Il piano di D. Nicola Mazza era il seguente. L' Istituto delle
Missioni per V Africa selvaggia centrale doveva essere un' eniana-
zione dei due Istituti di carità, maschile e femminile, da lui fon-
dati. Si sarebbero comperati; o, con frase eufemistica, riscattati in
Africa piccoli mori e piccole more, da accogliersi ed educarsi nei
singoli Istituti, per rimandarli laggiù nelle case dei missionarii,
già allievi dell" Istituto maschile, che ne sarebbero aiutati a dif-
fondere fra i Negri la civiltà. E sebbene il progetto cozzasse con-
tro difficoltà di varia maniera, e non riuscisse poi ad attuarsi
completamente, anche per T opposizione ostinata, ma non irragio-
nevole, che gli moveva il cardinale Franzoni, prefetto della Con-
gregazione De Propaganda Fide in Roma, il Mazza non si sentiva
r animo di abbandonarlo. Alla prima missione veronese, diretta
dal padre gesuita Ryllo partecipò D. Angelo A^inco che dal Cairo
scrisse, addì 18 settembre 1847, al Beltrame, allora chierico, ecci-
tandolo con queste parole a raggiungerlo presto : " Carissimo il
mio D. Beltrame : una sola cosa vi raccomando, di non perdere
tempo ; io non veggo Y ora che voi veniate con me a lavorare
COMMEMOE. DEL PROF. DON GIOVANNI BELTRAME 105
nel oainpo evangelico, in (piel canipo che fu sterile da ben 18 e
più secoli (') „.
I sacrificii a cui si accingevano con vivo entusiasmo, direi
quasi con spensieratezza, i preti allievi di Don Mazza, non dove-
vano essere ne pochi né lievi ; ma il Nostro comprese, fin dalle
prime, che un missionario avrebbe dovuto agguerrirsi, fra altro,
con lo studio delle lingue, e insieme a 1). Antonio Castegnaro
chiese licenza al Superiore di applicarvisi. Oltre gli aiuti che po-
terono trovare in Verona stessa, a confortarli in questa idea li
sovvenne un' occasione propizia ; che il Padre Ignazio Mozzoni
dell' Ospitale di S. Servolo in Venezia, dovendo allontanarsene
per un anno a fine di attendere a certi suoi studii storici, fece
chiedere al Mazza due sacerdoti per supplirlo nell' assistenza dei
malati e dei pazzi. Bella opportunità, pensò il Mazza, di trovarsi
coi Mechitaristi di S. Lazzaro che, conoscendo V arabo, potevano
insegnarlo ai due futuri missionari ! Li chiamò a se e disse loro :
" vi nnindo in mezzo ai matti, siete contenti ? Ivi potrete facil-
mente acquistare cognizioni di farmacia e di medicina e praticare
la chirurgia (■^) „.
1 due compagni stettero così a Venezia dalla fine del 1850
al settembre dell' anno appresso ; impararono, non e detto con
quanta profondità, arabo e armeno e a curar gli ammalati ; e tor-
nando nel loro Istituto di Verona si preparavano, con attente
letture di geografia e di viaggi, alla partenza, che non potè
aver luogo, causa il denaro deficiente, prima di due anni ap-
presso. Nel 9 ottobre 1853 salpano essi da Trieste per Alessan-
dria e giungono nel 29 dicembre a Chartum, col proposito di
esplorare, più a mezzogiorno, il terreno atto allo stabilimento della
missione veronese. Un mese prima s' erano incontrati a Korósko
nella missione austriaca della Nubia con a capo il Provicario Apo-
stolico Knoblecher. A Chartum le febbri intermittenti spensero
D. Castegnaro nel 5 febbraio 1854, mentre il Provicario recavasi
(1) Don Nicola Mazza, e la nifs^n'one veronese ìielV Africa Coltrale,
per Don Antonio Spagnolo, Superiore (quarto) degli Istituti Mazza. —
Documento I. iu appendice al hìs. inedito favoritomi dall'autore, che qui
publicamente ringrazio.
(2) Spagnolo, ms. cit., pag. 7, 17.
106 G. OCCIONI-BONAFPONS
coi suoi a Gonclócoro a oltre 1200 chilometri verso F Equatore
dove risiedeva la tribù feroce dei Bari o Beri. Don Giovanni
Beltrame era rimasto solo in Chartum per attendere, nella scuola
della missione, all' istruzione dei giovanetti riscattati, e col pro-
posito di risalire, dal suo canto, per oltre 700 chilometri il fiume
Azzurro (Bahr e) Azraq), confluente di destra del Nilo (').
A questo punto non temete, cortesi Colleghi, eh' io voglia,
col nostro Beltrame, trattenermi un anno a Chartum, per accom-
pagnarlo poi nella sua quadrimestrale spedizione di andata {^) e
ritorno lunghesso il fiume Azzurro, e la parte inferiore del Tu-
mat : a ciò provvide egli stesso con 1' operetta in due volumi :
// Sénaar e lo Sciangalìaìi (•^), pubblicata ventisei anni dopo l' esplo-
razione, non senza sospetto che gli appunti personali da lui con-
servati siensi poi resi completi con relazioni più recenti di altri
viaggiatori, con descrizioni di credenze, usi e costumi e notizie
di storia naturale. Comunque sia, egli ci ha dato un libro inte-
ressante, pieno di aneddoti, non scevro di osservazioni acute in-
sieme ed ingenue, quali s' incontrano, a dirlo qui una volta per
sempre, in tutta l' opera letteraria del nostro consocio. Veramente
lo scopo religioso di questo primo viaggio, il quale doveva render
possibile la fondazione di una missione cattolica in qualche oppor-
tuna località del Nilo Azzurro, andò completamente fallito ; ma
si vuol tener conto della fede e del coraggio dimostrato dal Bel-
trame in un tempo, relativamente lontano, quando gì' Italiani, a
non parlare che del Matteucci e del Gessi, non avevano ancora
date, in quei paraggi, sublimi prove di abnegazione e di vero
eroismo, fino al martirio.
Fortificato in queste difficili prove, il Beltrame insisteva
presso il Frovicario Knoblecher che gli fosse concesso di rivolgere
i suoi passi nella penisola del Sénnaar, tra i due rami del Nilo,
0 più a mezzogiorno lungo le rive del fiume Jal o del Sobat.
Si trattenne a Chartum qualche mese, finché, avuto il consenso
(1) Beltrame, Relazione sulla tnismme veronese nelV Africa centrale
— Verona 1859.
(2) Il viaggio di andata (lutò dal 4 diconibre 18.04 al 2() febbraio '55;
il 5 aprile il Beltianie ora di litorno a Chartum.
(3) Verona, Civolli, 1879, in 16", pag. X - 305, 313 con carta geogra-
fica dell'Istituto Guido Cora, Torino.
COMMEMOR. DEL PROF. DON GIOVANNI BELTRAME 107
I desiderato, partì in agosto per l' Europa e giunse in Verona ai
primi di ottobre 1855, per prepararsi alla nuova spedizione. Ma
al fervore religioso, all' entusiasmo di Don Nicola Mazza per la
missione nell' Africa Centrale da lui progettata e ispirata, non
corrispondevano, nella misura voluta, i mezzi finanziarli, e tutto
sarebbe forse caduto nel nulla se il Comitato di Vienna, presie-
duto dallo stesso arcivescovo, mons. Mechutar, non si fosse posto
in relazione con 1' Istituto di Verona, quasi avocando a sé il
merito dell' impresa e provvedendo alla sua riuscita con praticità
d' intenti e con lauti sussidii. A queste buone disposizioni era
stato condotto quel Comitato dalla proposta del Provicario Apo-
stolico in Chartum che convenisse fondare a Roma un collegio
per educare ed istruire i piccoli Negri tolti dall'Africa centrale:
intermediario del progetto sarebbe stato il Canonico regolare
lateranense mons. Giovanni Grisostomo Mitterrutzner, professore
nel Liceo di Bressanone, che ne scrisse al Mazza perchè desi-
gnasse uno de' suoi preti alla direzione di quel Collegio. E
intanto, annuendo alla richiesta dell'arcivescovo, il Mazza mandò
a Vienna presso di lui Don Giovanni Beltrame e Don Angelo
Melotto ('), i (juali, a proposito della Jiuova missione ch'era già
disposta, furono assicurati da quel prelato con le parole: " non temete
di nulla, e sarete provveduti di tutto, non solo pel viaggio, ma anche
pel mantenimento dei missionarii nell'Africa centrale in quel luogo
vergine che a voi dell'Istituto Mazza è accordato (-) „. Così la mis-
sione veronese non restava abbandonata a so stessa o ad incerte
eventualità e traeva carattere quasi ufficiale dell'adesione esplicita
e anche col sussidio di alti personaggi di Vienna e di Roma.
Capo della spedizione era naturalmente designato il nostro
Beltrame, e furono suoi compagni D. Alessandro Dal Bosco, D.
Francesco Oliboni, già professore di belle lettere del R. Ginnasio
di Verona, D. Angelo rieletto poc' anzi nominato e quel famoso
D. Daniele Comboni che portò nelle missioni tutto il fervore,
talvolta irritìessivo, di un' anima a cui le strettezze materiali e
ogni maniera difficoltà crescevano lena ed audacia.
(Ij 11 viaggio a Vienna fu (•oinpiuto iu-1 mese di luglio 1857.
(2) Lettera del Beltrame al Mazza da Vienna, 5 luglio 1857 ; in Spa-
gnolo, nis. cit., pag. 58.
108 ' G. OCCIONI-BONAFFONS
L' 8 settembre 1857, raggiunti da Isidoro Zili, operaio
friulano, e da muratori tedeschi e nostri, salparono per Alessan-
dria col postale del Lloyd e vi si fermarono una quindicina di
giorni. Dei cinque missionarii, il Melotto, il Dal Bosco e il Com-
boni colsero 1' occasione di recarsi a Gerusalemme, mentre gli
altri avrebbero proseguito pel Cairo, dove furono raggiunti nel
18 ottobre. Insieme partirono tosto per Assiut ed Assuan nell'Alto
Egitto. In quest' ultima città incontrarono il Provicario mons.
Knoblacher che tornava in Europa per ristabilirsi in salute e per
provvedere agli interessi della missione, ridotta in deplorevole stato.
Egli delegò la propria facoltà a Don Beltrame, e più non
rivide 1' Africa, essendo morto in Napoli nel 1 3 aprile dell' anno
appresso. Alla missione cattolica, da lui fondata tra immense
difficoltà lungo la vallata del fiume Bianco, la quale ebbe a stazione
principale C^hartum e secondarie Santa Croce e Gond('icoro, s' in-
nesta la missione veronese. Sarebl)ero riusciti i nostri nella loro
impresa di civiltà, tanto più sapendo da relazioni avute nel primo
viaggio di esplorazione che il popolo del fiume Bianco non amava
i missionarii ? " Si, vi e un Dio „ dicevano quei barbari " ma
non ha a che fare con noi. Egli sta in cielo, noi siamo qui in
terra e non abbiamo bisogno di lui. Se abbisogniamo di pioggia,
comandiamo ai nostri capi che ce la facciano venire ; se non viene,
li annnazziamo, li buttiamo nel fiume e ne facciamo degli altri
più capaci di loro ; raccogliamo a tempo opportuno i frutti delle
nostre fatiche, ce li mangiamo allegramente ; ci procuriamo di
belle e molte mogli atte a dar figliuoli, perchè ci assistano nella
nostra vecchiaia ; morti che saremo, ci getteranno nel fiume e
tutto e per sempre sarà finito per noi (') .,. E pure, malgrado
queste massime, condite di cinismo e di epicureismo, speravano
i missionarii iniziare con profitto l' opera loro, sfidando il clima,
le febbri periodiche e la dissenteria che molti avevano spento
dei loro predecessori.
Dopo quattro mesi dalla partenza da Trieste giunsero i
nostri, giorno per giorno, a Chartum nelF 8 gennaio 1858. E qui
si parvero il senno e la ])rudenza del Beltrame nel prepararsi
(1) Lettera del Beltrame al Mazza da Chartum. W aprile \H'A : in
Spagnolo, ms. cit,, pag. 29.
COMMEMOR. DEL PROF. DON GIOVANNI BELTRAME 109
all' impresa. Sua meta era la stazione missionaria di Santa Croce
(ora Cósis) a 60.41' L. N. sul Bahr-el-Abiad, presso la regione
abitata dalle tribù Denka, nella penisola tra questo fiume e il
Sóbat, suo confluente di destra. Ed egli a prepararsi allo studio
della lingua denka, e a proporsi un piano razionale per 1' incivi-
limento di quei popoli d' indole mite, piano ohe sarebbe stato
di sicura riuscita, se nuove traversie non avessero colto la missione.
Lasciato in Chartum il Dal Bosco come loro procuratore, partirono
gli altri nel 21 gennaio nella dahabieh (barca) Stella matufina
pel luogo designato, guidati da Don Matteo Kirchner, che il
Provicario aveva incaricato della visita alle stazioni ; e vi (giunsero
il 14 febbraio. Si diedero a costruire nuove capanne aiutati dalle
donne di Santa Croce, mentre, scrive Don Beltrame a Don Bri-
ghenti : " lo mi sto esercitando il mestiere di mio padre [fale-
gname] tanto necessario in questi luoghi „, costruendo, fra altri
oggetti minori, " una tavola per mangiare e la porta che mancava
alla capanna „, già stalla pel bestiame. "Don Oliboni, in un forno
di pantano allestito in una mezz' ora, cuoce il pane. Don Melotto
fa il bucato e Don Comboni aggiusta coli' ago e col refe le vesti
e le camicie.... Presto comincieremo a seminare il terreno di al-
cuni legumi e di granone (') „.
Ma ben presto le cose volsero a male. La morte colse Don
Francesco Oliboni alla fine di marzo e tre mesi dopo l' operaio
Zili ; la missione, priva delle piìi urgenti necessità, parve un tratto
abbandonata a se stessa, finche la sovvenne il confratello Dal
Bosco che mandò da (^'hartum a Santa Croce tre barche cariche
di quanto occorresse ai missionari]. Ciò malgrado, D. Beltrame
e i due sacerdoti rimasti con lui si persuasero di dover lasciare
quel posto per stabilirsi proprio in mezzo ai Denka (-), tanto
più che andavano accentuandosi gli screzii fra gì' italiani e gli
austriaci della missione, quasi fossero una lontana eco dei rivol-
gimenti politici che si preparavano in Italia. La Congregazione
(1) Lettera del Liultnune a D. Donato origlienti, dell'Istituto Mazza,
12 marzo '.58 ; iu Spagnolo, nis. cit. pag. 102.
(2) Infatti parve loro opportuno un luogo sul canale Tarciaui presso
il villaggio Miegiok nella tribù Denka degli Abialàng. (Da appunto fa-
voritomi da D. Antonio Spagnolo).
110 G. OCCIONI-BONAFPONS
di Propaganda si volge, prima sottomano, poi palesemente, alla
parte austriaca, e il famoso ab. Francesco Nardi, da professore
di diritto canonico e di geografia a Padova, divenuto allor' allora
auditore di Kota per 1' Austria a Roma, contribuisce con la sua
azione a scemar credito all' idea di una separata missione italiana
neir Africa, tanto che infine questa s' identifica con la missione
tedesca.
Però il Beltrame ed i suoi compagni, comprendendo che il
piano del Mazza non avrebbe avuto probabilità di riuscita, si
ritirarono da S. Croce, come si direbbe, in buon ordine, e si
rifecero a Chartum, dove giunsero nel 4 aprile 1859. Nel ritorno
scostandosi dal fiume Bianco, avevano esplorato parecchie località
e specialmente il basso Sóbat : poi, risalendo per la penisola di
Scnnaar, dove ha residenza la grande tribù dei Denka, si erano
persuasi che essendo questi, come si disse, di natura accostevole,
avrebbe potuto finalmente fondarsi colà una stazione sicura. Ma
non se ne fece nulla, tanto più che, dei tre compagni del Bel-
trame, D. Melotto morì a Chartum dopo cinque giorni di ma-
lattia, D. Comboni, afflitto quasi tutto 1' anno dalle febbri, pareva
r ombra di se stesso e nell' agosto fece ritorno in Europa, e
moralmente accasciato, per la parte di responsabilità che aveva
assunto, era il Dal Bosco. Solo sulla breccia il nostro Beltrame
non dubitava dell'avvenire. Trattavasi di sottrarre i missionarii
alle conseguenze del clima infesto di Chartum, e di raccoglierli
in Assuan ; e Don Beltrame assunse l' incarico di recarsi a
S. Croce e a Gondócoro per scortare i superstiti sull" amara via
del ritorno. Partito con quattro barche il 24 novembre 1859, e
toccata quest' ultinìa stazione (a 4". 55' a Nord dall' Equatore)
nel 28 marzo dell' anno dopo era di nuovo a Chartum, ove
soccombette il sacerdote Giuseppe Lanz, uno dei tre missiona-
rii da lui ricondotti. La misura era colma : i nostri finalmente
abbandonarono la infelice impresa, riducendosi a Hcéllal di
Assuan.
Di questa seconda missione lasciò il Beltrame un sincero,
interessante documento nel giusto volume che fu creduto ben
degno di figurare come omaggio del nostro Istituto al Congresso
COMMEMOE. DEL PEOr. DON GIOVANNI BELTEAME 111
internazionale gco<2;rafico, tenntosi in Venezia nel 1881 e che
s' intitola : // fiume Bianco e i Dénka (•)•
In due mesi di viaf^g-io da Chartum o-junsero a Scéllal i
pochi avanzi della missione, insieme al Beltrame, nell'll set-
tembre 1860. Parve in sulle prime che le cose dovessero pro-
ceder bene. Costruita la casa missionaria pose fine il Beltrame
al dizionario, alla grammatica e al catechismo denka, già iniziati
con la preziosa collaborazione del collega D. Melotto, di una
giovane denka di nome Zenab e del negro Caoinal. I nostri si
trattennero a Scellal quindici mesi e più, finché, dopo varie trat-
tative, che non ho qui luogo di ricordare, la Congregazione di
Propaganda, sciolta definitivamente la missione, 1' affidò ai Fran-
cescani. E questi, per non romperla affatto coi predecessori,
proposero di accoglierli come Ter^iarii, con facoltà di " piantare
la missione in quella parte dell' Africa centrale che di couiune
accordo fosse stata scelta, secondo il piano primitivo „ ; in altre
parole, li mettevano garbatamente alla porta. E i due superstiti
missionari veronesi, Beltrauie e Dal Bosco, lasciarono Assuan,
rifacendo la via per 1' Europa.
Ma prima di abbandonare per sempre (]uei paraggi che gli
avevano data 1' intima soddisfazione di un dovere compiuto, e
insieme una giusta notorietà, volle il Beltrame dar corso al suo
vivo desiderio di visitare la Palestina in compagnia del collega e
del piccolo domestico negro che aveva seco condotto da Gou-
d(3coro. Lasciata Assuan, giunsero al Cairo verso la metà del
mese di marzo 1862, e si trattennero in Alessandria parecchie
settimane, finche salparono di là verso la fine del maggio, com-
piendo, senza fretta, tutto il viaggio di Terrasanta nei tre mesi
successivi, fino al 20 agosto (^). Il lavoro che il Beltrame ne
(1) Verona, Civelli, 1881, in 1(5", pp. .328, con carta geogr. dell'Isti-
tuto Guido Cora, Torino — La prima relazione, assai conipendiosa, di
questa missione, si contiene in una lettera, scritta tra il marzo e l'aprile
1858 dall'ab. Beltrame al prof. Nardi e da questo annotata e pubblicata —
Padova, Bianchi, 1858, 16°, pp. 32. — Merita poi di essere consultata la
relazione inedita sulle tre stazioni di Clondócoro, S. Croce e Chartum,
spedita dal Beltrame a Don Mazza, in data 20 aprile 185'J : leggesi in
SpaonoIìU. ms. cit., pag. loH-161.
(2) Questo si ricava dall'opera che il Beltrame pubblicò col titolo:
In Palestina^ V ultimo nUo tnar/f/io. — P"'irenze, Barbèra, 18'J5; 16°, pp.
112 G. OCCIONI-BONAFFONS
allestì e che diede in luce trentatrè anni appresso, aveva avuto
ben tempo di maturarsi, e nei particolari cronologici dev' essere
accolto con beneficio d' inventario. Fu presentato al pubblico da
una garbata premessa di Augusto Conti (pag. V - XXVII), il quale,
mentre ne ammira la lucidità e la vivacità della descrizione, la
acuta osservazione dei costumi, la bella mostra che fanno di sé
la storia e le tradizioni relative alla Terrasanta, aggiunge all'opera
schiarimenti che ne aumentano il pregio, giacche non è da di-
menticare esser questo il lavoro migliore e più organico che
abbia scritto il Beltrame, il quale se evitò, coni' era ben naturale
in lui sacerdote e credente, le insidie e gli scogli di una libera
critica, fece tesoro della ricca letteratura suU' argomento.
Parve un istante ravvivarsi nei due reduci dall' Africa Cen-
trale la speranza di poter organizzare una nuova missione tra il
3Iar Rosso ed il Nilo presso le tribù dei Bisciarin o Begia ('),
stabilendo al Cairo una casa centrale. Il progetto, già accarezzato
dal Beltrame mentre trovavasi a Scellal, doveva essere sottoposto
all' approvazione del cardinal Barnabò, prefetto di Propaganda
in Roma, presso il quale il Mazza spedì lo stesso Beltrame in
unione al Dal Bosco ; ma non se ne fece nulla, perchè i Fran-
cescani, già avviliti per la morte di molti dei loro, se non diedero
al progetto un reciso rifiuto, vi opposero difficoltà insormontabili (^).
E così il nostro collega chiuse a 38 anni, in età vigorosa, il
periodo che divenne classico della sua vita, pago di illustrare la
ultima sua dimora in Africa con un volume {^), cui rese pubblico
trentun anni più tardi, incoraggiato dal giudizio favorevole che
ne diede il Primo Congresso Geografico Italiano, tenutosi in
Genova nel 1892.
Difficile sarebbe indicare quale parte spetti al Beltrame
nella serie dei missionari i, il cui numero è legione, anche volen-
XXVn-378, con ritratto e una carta. — Ma intorno all' epoca precisa e
alla durata del viaggio in Palestina è da tenore il massimo conto di
certi dubbi espressi da D. Antonio Spagnolo, in ms. cit., pag. 201, in nota.
(1) BiAsiUTTi. — L'Africa, in Marinelli Gr., La Terra, Voi. VI,
pag. 452.
(2) Spagnolo, nis. cit., pag. 201-204.
(B) In Nubia, presso File, Hiène, Elefantind. — Verona., Franchini,
1898; 1()", pp. 3.^4.
COMMUMOE. DEL PEOF. DON GIOVANNI BELTEAME 113
dofii restringore ai soli italiani e cattolici ; e noi possiamo do-
mandarci se la preparazione scientifica che mise nell' opera sua
fu pari all' entusiasmo che ebbe assai fervido, e se il fine rag-
giunto fu tale da trarne vanto hi religione e la civiltà. Ai mezzi
inadeguati doveva corrispondere il disastro della missione di cui
fu SI gran parte ; ma resta nel suo attivo ch'egli fece quanto
potè, che fornito di coraggio, un po' fatalistico, di prudenza e buon
senso, ebbe iniziative personali assai lodevoli, non ultima lo studio
delle lingue delle tribù in mezzo alle quali era stato chiamato
ad agire.
*
* *
Specialmente conobbe l' arabo, il Denka e il linguaggio degli
Akkà. Fin dalla prima missione preparatoria il Mazza aveva incul-
cato al Beltrame : " più di tutto ti racconumdo di studiare la
lingua di quei selvaggi, per insegnar loro a leggerla e a scri-
verla „. Alla prima parte del progrannna soddisfece pienamente
il Beltrame. Lo studio delle lingue orientali, e fra queste del-
l' arabo, era stata famigliare a Don Luigi Duri che, morto nel
1 844 a 35 anni, convisse nell' Istituto del 31azza " destando for-
se in questo il primo pensiero della missione e fecondandone
il generoso proposito (') ,,. I giovani preti dell' Istituto erano
istruiti neir arabo da un egiziano, certo Mustafà, dimorato circa
quattro anni a Verona, e parecchie maestre della sezione fem-
minile ne aquistarono una certa pratica. Ma insigne nelle lingue
orientali fu il nostro collega, dotto viaggiatore e geografo, vo'
dire il senatore co. Francesco Miniscalchi Erizzo di Verona,
considerato allora, per giudizio di persone competenti, fra i pi'i-
nii arabisti di Europa (-). Tali esempi, tali eccitamenti infiam-
marono il Beltrame e taluno dei suoi collaboratori di nuovo en-
tusiasmo, tanto che giunto coi suoi compagni missionarii tra i
il) (iiULiARi. — Dei reronesi cultori delle liufjue orieiihiU, in Rivista
niieiitale. diretta da A. de (Tubernatis, anno I, 1867, pag. 3HS-400, .511-538.
(2) GiuLiAHi, op. cit.; in Kiv. cit., pag. 536-7; De Leva. — Della vita
e delle opere del co. Francesco Mini-scalclii Erizzo, discorso ; in Atti del
R. Istituto A^eneto di scienze, lettere ed arti. Serie V, Tomo II, an-
no 1875-76, pag. 645-660.
114 a. OCCIONI-BONAFFONS
Denka, e presa stanza nella tribù dei Kic (i), incominciò a stu-
diare largamente il denka, lingua monosillabica parlata da 21
tribù, di cui 15 di stirpe denka, e ne compose una gramma-
tica (-), a cui seguirono un dizionario di oltre diecimila voci {^)
e un catechismo e dialoghi nella lingua medesima (^). Cosi pure
della lingua degli Akkà ebbe il Beltrame ad occuparsi, compilan-
done un ^(if/gio di grammatica (s), e raccogliendo dalla viva
voce degli indigeni circa quattrocento vocaboli ("). E sempre fu
il suo un lavoro molto paziente nel cogliere i suoni delle lettere,
diligente nel fissarli sulla carta e indicarne il significato ; e del
resto nel sistema di trascrizione si lasciò consigliare dal Mi-
ni scalchi.
(1) In Ntihia, op. cit., pag. 332-33o.
(2) (ìf((iinu(i(ii'(i (ìdhi ìiìKjiia Denka^ dedicata a Cristoforo Negri,
Pres. (Iella Società Geogi'. Ital.. con lettera da Verona, 10 settembre 1868;
in Bollettino della 8. G. I. anni 1869-70, fase. 2°, pag. 231-249; .3», pag.
411-4r)6: .5», p.*^ Il, pag. 149-236; compi, pag. 1.53.
(3) La 2'' edizione della grammatica denka, a cui fu aggiunto il vo-
cabolario, fu edita dalla Soc. geogr. italiana, col seguente titolo: Meinorie
della Società (Jeofjrafica itulianu., voi. III. Grammatica e vocabolario
della lingua Denka per D. Giovanni Beltrame direttore dell' Istituto
femminile Piazza m Yeroiui. — Roma. Civelli. 1880; in 8" pp. 233.
Precede un accertenza del Redattore a nome del Consiglio Direttivo
della Società geografica, in data Roma 1 Sett. 1880. La Grammatica, 100
pagiiu!, è ristampata con la stessa dedica al comm. C. Negri e con la
stessa (lata del 10 Settembre 1868 ; il Vuc(d)olario ital. denka è dedicato
al comm. C. Correnti con lettera del .5 ai)rile 1875.
(4) Il B. aveva già dato copia dei suoi manoscritti sulla lingua
denka a Mr. iiejean, compagno di Orazio xVntinori, spedito nella
Nubia superiore dal governo di Fi'ancia, e questi furono presentati a un
concorso a Parigi; ma riportò il premio " perchè più voluminosa „ l'opera
di un francese sopra una lingua di America. Anche il Mitterrutzner, cui
il Beltrame comunicò i suoi lavoii sul denka, ne fece largo prò', e, va-
lendosi di importanti aggiunte di altri missionari tedeschi, riuscì a pub-
blicare per le stampe l' opera : Die Df^nka-spraelie in (/(Mitial Afrika,
kurze Grammatik, Text uud Wiirterbuch. - Brixeu, 186(), 8", pp. XV-307,
dedicandola a mons. Kirclmer della stessa missione, e al Beltrame.
(.')) Bollettino della S. G. L, Anno 1877, Voi. XIII, pag. 622-629,
Voi. XIV, pag. 13-41 ; compi, pp. 27.
(6) Vocabolario Italiano Akkà, in Bollettino predetto, Voi. XIV,
pag. 128-136.
COMMEMOE. DEL PROF. DON GIOVANNI BELTRAME 115
*
Ritornato in patria, il Beltrame provvide a curar la salute
eh' erasi alquanto risentita dei disag-i e delle fatiche, e in quei
primi anni si tenne o fu tenuto in disparte (') ; ma a lung-o
andare non potè sottrarsi al desiderio dei suoi concittadini di
vederlo occupato utilmente nell' insegnamento. Così divennero
nobile campo per lui la scuola magistrale maschile e la normale
femminile di Verona: dal 1869 fu assunto in quella a docente
di religione e di morale ; in questa, di storia e geografia. Nella
nuova palestra ebbe a maturarsi lo spirito del Beltrame, le sue
attitudini si perfezionarono ; e noi sentiamo quasi un' eco della
sua mente perspicua e della bontà del suo cuore in quegli ele-
menti di morale, diritti e doveri del cittadino che formarono il
tema delle lezioni da lui impartite ('^) finché gli bastarono gli
anni e le forze. A più arduo ufficio egli erasi sobbarcato come
professore di storia e di geografia ; e anche qui volle lasciar
memoria di sé dettando per le scuole medie quattro volumi di
testo che vanno dalla storia antica d' Italia e di Roma, e, a
traverso il medio-evo a i tempi moderni, giungono ai nostri
giorni (•^). Considerando lo scopo che il prof. Beltrame si pro-
pose, e le difficoltà che dovette vincere per raggiungere chia-
rezza e brevità, il giudizio che possiamo dare di questi quattro
compendii non può essere che benevolo. Forse, come insegnante
ufficiale, non essendo costretto di sottoporre i suoi volumi alla
censura ecclesiastica, avrebbe potuto mostrarsi meno dissimulato
e più libero nel giudicare uomini e avvenimenti che la storia
spassionata ha già posto nella loro vera luce. Ma non spingiamo
troppo oltre le nostre esigenze, contenti di riconoscere che il
Beltrame si dimostra fervido amatore della nostra patria, che dei
suoi fasti si compiace, e che li illumina in modo ampio e sim-
patico, tanto da darcene un' idea sufficiente.
(1) Giuli ARI, op. cit., pag. 530-532.
(2) Verona, Franchini, 1886, in 16°, pp. 188.
(3) Verona, Franchini, 1885-1886; in 16°. pp. 242, 187, 137, 263; compi,
pp. 829.
116 Cr. OCCIONI-BONAFFONS
Lo volle, naturalmente, fra i suoi la Società geografica ita-
liana (1867), e appresso 1' Accademia di Verona (1876). ^la certo
il massimo onore e una sincera soddisfazione gli vennero dal-
l' appartenere a questo Istituto, prima quale corrispondente (1878),
e a breve andare come eft'ettivo (1881) e pensionato (1885). Chi
lo proponesse, non appare dagli Atti ; però alla (Jiunta di scru-
tinio il suo nome s' impose, e fu creduto non indegno di sedere
accanto ai colleghi veronesi; al Messedaglia, che tanta parte
dello scibile accoglieva nella mente sovrana, al De Betta, al
Pompei. S' impose il suo nome, mentre anche in Italia andavano
rifiorendo e rendendosi popolari gli studi geografici, per via di ar-
dite, se non sempre foitunate, esplorazioni e di frequenti Congressi.
Le Memorie che il Beltrame lesse all'Istituto dal 1879 al '98
furono in numero di 15 (compi, pp. 280), (piasi tutte primizie
dei volumi, di cui parlammo più innanzi, e eh' egli andava pre-
parando, nella speranza di darli, quando che fosse, alle stampe.
Gli argomenti che vi svolse riguardano quella regione dell'Africa
che aveva visitata e da cui non sapeva staccare il ricordo, e
alcuni particolari del suo viaggio in Palestina. Specialmente lo
preoccupava la ])iaga della schiavitù, e quanto alla tratta, che
ne ò la conseguenza più dolorosa, mantenuta pur oggi da basso
spirito utilitario, proponeva sì dei rimedii per vincerla o almeno
per menomarla, ma senza piena fiducia che il male potesse estir-
parsi di un subito e nennneno con la forza. Questo tema della
schiavitù s' imponeva in modo tale al suo sentimento di vecchio
missionario che non crediamo di fargli oltraggio ricordando come,
anche nell' adunanza solenne dell' agosto 1884, in presenza di
Angusti uditori, ne trattasse fino alla sazietà e restasse iuiper-
turbabile ai muti ma eloquenti richiami di autorevoli colleghi.
Grande interessamento destarono nel Beltrame i casi, volta
a volta, lieti e dolorosi, della nostra Colonia Eritrea ; e le consi-
derazioni eh' egli ne svolse, perchè informate a soverchio otti-
mismo e animate da spirito conciliativo, si presentavano come
1' eco di un" opinione jìubblica temperata che, prima degli ultimi
disastri, ebbe in Italia il sojìravvento. Ma anche dopo le nostre
iatture, e sottoscritta la pace col Negus, non tacque il Beltrame,
e con eloquenza calda e persuasiva, nell' ultimo discorso da lui
COMMEMOE. DEL PROF. DON GIOVANNI BELTRAME 117
tenuto air Accademia di Verona (29 novembre 180G) ('), affermò
che sarebbe stata viltà abbandonar 1' Eritrea che avevamo ricom-
prata col nostro sangue o da cui si potevano ancora ritrarre
larghi benefizii.
Ma o-ià lo spirito del nostro collega era altrove : più che mai
andava in lui prendendo il di sopra 1' uomo di chiesa e di carità,
specialmente da quando divenne Superiore g-enerale degli Istituti
maschile e femminile Nicola Mazza (settembre 1899). Negli ul-
timi anni aveva cominciato ad occuparsi al nostro Istituto scienti-
fico di argomenti teologici anzi dommatici {'') ; e se allora questa
non parve sede opportuna a tali disquisizioni, non credo di dover
oggi far cenno innanzi a Voi di quest' ultimo ciclo dei suoi
studii ('0 che poi si proposero uno scopo del tutto ascetico (*)
e giunsero perfino ad anìmannirci dei versi (''), di cui è pietoso
tacere. Di Giovanni Beltrame, e lo accennai da principio, più
non avanzava che V ombra, perchè, certo,
.... appressando so al suo desire,
anche il suo intelletto s' era profondato per modo da togliergli
la memoria di altri giorni, non ingloriosamente trascorsi, nei quali
aveva onorato se stesso e la patria. E la patria non vorrà, spe-
riamo, dimenticarsene.
(1) Tre letture fece il Beltrame all'Accademia di Verona uel 1S96.
S' intitolano: Avanti e dopo il disastro di Ainha-Alacfi. — I dervisci nel
Sudan. — La Colonia Eritrea, ultima Memoria.
(2) Nelle tvo. ultime Memorie lette nel 1897 e 181)8.
(3) 1 tesori nascosti dvì grande ìiìistero del Verho Incarnato ecc. Ve-
rona, t'rancliini, 1899; in IH", pp. 274. — Ancora del Verbo Incarnato ecc.
Verona, Marchiori, 1904; in Kj» piec, pp. 12H.
(4) Meditazioni sopra le qu.alità e i caratteri di Gesù Cristo. Verona,
Marchiori, 1901; in 16" picc, pp. 171.
(ó) Fochi versi sulle quattro età dell' uomo. Verona, Marchiori, 1903; in
16" picc. pp. 126. — Pensieri sulla vita umana. Verona, Marchiori, 1904;
in 16" picc, p. 157.
(Licenziate le bozze per la stampa il giorno 1 Maggio 19 08)
Atti drtì ReaIìK Istituto Venkto di scikn/k, letterk kb arti.
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
A I) (1 N A N Z A O R 1) 1 N A li 1 A
DEL 10 MAGGIO 1908
PRESIDENZA DEI. M. E. EE11RAR18
PRESIDENTE
Presenti i membri effettivi: Veronese, vicepresidente ; G. Beechet,
segretario; Occioni-Bonafeons, vice-segretario; Lorenzoni,
Tbois, Bernardi, Favaro, Saccardo, De Giovanni, Sel-
lati, BoNATELLi, P. Spiga, Martini, A. Tamassia, Papauo-
poLi, Da Schio, Stefani, G. B. De Toni, Galanti, Ricci,
Polacco, Vicentini, Verson, Brugi, Ciscato, Bonome, Ca-
TELLANi, Crescini, ed i soci corrispondenti : F. Berchet,
Bordiga, Arrigoni Degli Oddi, G. Spica, Castelnuovo,
Predelli, Biadego, Breda, Levi-Civita, De Marchi, Forti,
Giordano.
Giustificata l'assenza del m. e. : LiOY.
Neir annunziare 1' assenza del m. e. Lioy, il Presidente co-
munica all' Istituto le espressioni gentili inviateci per lettera dal
collega e augura di vederlo presto di nuovo fra noi.
Letto ed approvato 1' Atto della precedente adunanza, il Pre-
sidente comunica che il m. e. Brugi rappresenterà l' Istituto al
Congresso storico di Berlino.
Comunica pure che l' Istituto è invitato al III Congresso in-
ternazionale di Botanica che si terrà a Bruxelles nel 1910.
Comunica infine l' invito del Comune di Faenza affinchè 1' Isti-
tuto voglia farsi rappresentare alle onoranze pel IH centenario
dalla nascita di Evangelista Torricelli. Ij' Istituto delegherà il
m. e. Ricci, al quale si assoderanno i colleghi che si presentas-
sero alla Presidenza in tempo utile.
120 ADUNANZA OUDINARIA
Vione poscia presentato il catalogo dei libri ed opuscoli acqui-
stati e pervenuti in dono dalT ultima adunanza.
Il Presidente prega quindi il ni. o. Senatore Papadopoli a leg-
gere la commemorazione del m. e. Pascolato, la quale è accolta
da vivi applausi ; a questi il Presidente dà una interpretazione che
fa onore non meno al lochito che al lodatore.
Seguono le letture poste all' ordine del giorno.
A. Tamassia, m. e. : Le vene dorsali della mano come indice di
identificazione personale. — L' A. accennato al metodo di Bertillon
e di Galton, fa notare come 1' ultimo specialmente, fondato sulle
impronte papillari del polpastrello, sia abbastanza complicato ed
esiga non poca attenzione nell' identificare le curve e cita in ap-
poggio r opera su questo argomento di Windt e Rodicek, che
è, si può dire, un vero cifrario segreto. Ricordati i lavori italiani
di R. Levi, Ottolenghi, Filomusi-Guelfì, Tomellini, 1' A. propone
che ai segni già noti si aggiunga quello desunto dalle figure che
al dorso della mano descrive il decorso delle vene.
Osservazioni ripetute autorizzano 1' A. ad ammettere che cia-
scun uomo qui ha figure assolutamente diverse, un po' afìfini nel-
r istesso individuo, assolutamente diverse da uomo a uomo. Quindi
se, per strana accidentalità, la destra o la sinistra d' uno si asso-
migliassero alla destra od alla sinistra d' un altro, le altre due
mani dissentirebbero profondamente. Quindi tali configurazioni
venose delle due mani formano una coppia, che non può trovar
raffronto nelle omonime d' altro uomo. L' A. crede assai diflficile
raggruppare queste configurazioni in tipi particolari ; pure ne trat-
teggia i principali, che subiscono però divergenze immense. Quindi
la costante diff'erenza individuale viene a costituire il fondamento
della proposta nuova segnalazione.
La quale, assieme agli altri già noti, può rinforzare il giu-
dizio finale di riconoscimento, L'A. anche là dove il Lussana ed il
Capon avevano intravvisto una certa somiglianza d'indole ereditaria,
trova invece notevoli e profonde divergenze. Per ciò il rilievo
grafico, 0 meglio ancora la fotografia, abilmente impiegata, a brac-
cio pendente oppure a polso stretto da legaccio elastico, può ren-
DEL 10 -MAGGIO 1908 121
dero chiarissimo questo segno e perpetuarlo come documento di
identità ])ersonale. Il (piale segno ha il pregio di esser grossohmo,
([uindi facilmente ])ercepibile ; di non esser deformabile dall' età,
dalla malattia, dalla frode.
L' A. presenta parecchio fotografie in appoggio alla sua pro-
posta, che addita e raccomanda come un alleato ai metodi in
onore, lungi da ogni pretesa di impeccabilità o di presuntuosa
preferibilità.
y. Crescini, m. e. : Dopo un concerto trohadorko - Remini-
scenze ed impressioni. — L'A. presenta alcuni appunti sopra 1' e-
sperimento di esecuzione musicale della poesia de' trovatori pro-
venzali, eh' ebbe luogo, presso il Circolo Filarmonico ed Artistico
di Padova, la sera del 13 aprile u. s. Egli riferisce all' Istituto
intorno al detto esperimento, perchè esso non ebbe alcun leggero
intento di pubblica festa, ma serio carattere scientifico : non si
l)uò infatti giudicare a pieno il valore storico della lirica de' tro-
vatori, prescindendo dalla musica, da cui essa riceveva luce ed
anima. L' esperimento padovano fu ideato dal Crescini ; ma non
sarebbe potuto riuscire senza 1' opera competente di Luigi Torri,
cultore dottissimo della storia della musica.
G. Biadego, s. e. : Pisanus Pictor. — L' A. in questa Me-
moria ha lo scopo di rettificare parecchi punti della vita del Pi-
sano 0 Pisanello che fino ad oggi parevano bene stabiliti. Essa
aggiunse anche altri dati che chiariscono alcuni periodi della vita
artistica sui quali s' era finora rimasti all' oscuro. E tutto ciò con
la scorta di documenti inediti.
A questo punto il Presidente, in virtù dell' art. 15 del Ee-
golamento, consente che sia data lettura delle due brevi Comu-
nicazioni seffuenti :
"fci"
A. Da Schio, m. e. : Per una priorifà. — Si rivendica il
concetto e 1' applicazione dei timoni di profondità all' aeronave
" Italia „ 1905 contro una Memoria del Comandante Boutiaux
all' Accademia di Francia, il quale attribuisce come originale que-
sta importante miglioria all' aerostato " Patrie „ 1906. Si tratta
122 ADUNANZA ORDINARIA DEL 10 MAGGIO 1908
che essi timoni dispensano dal gitto di zavorra e limitano alla sola
provvista di benzina la durata dei viag-gi aerei.
R. Torelli : frulla linearità delle involuzioni più volte infinite^
appartenenti a mia curva algebrica. (Nota presentata dal m. e.
Vice-presidente Veronese). — L' A. ritrova, con sole considera- i
zioni di geometria su una curva, il noto teorema dei sigg. Hum-
bert e Castelnuovo, concernente la linearità delle involuzioni più
volte infinite, appartenente ad una curva algebrica.
Terminate le letture, 1' Istituto si raccoglie in adunanza pri-
vata, nella quale, fra altro, si procede alla nomina del Vicese-
gretario pel quadriennio 1908-1912.
Il Presidente
C. F . FERRARIS
Il Vicesegretario
G. OCCIONI-BONAFFONS
Atti dkl Kkai-k Is'iituto Viìnkto di «gikn/,i<;. m/itkkk kd arti
Anno accfuU'iiiico IDOT-'JOS - Tonio LXVII - Parte prima.
ADUNANZA SOLENNE
DEL 24 MAGGIO 1908
NELLA SALA DEI PEEGADI DEL PALAZZO DUCALE ALLE OKE 15
PRESIDENZA DEL M. E. FERRARIS
PRESIDENTE
Sono presenti il rappresentante del R. Prefetto, e 1' assessore
cav. Facci Negrati per il Sindaco, S. E. il primo Presidente
della R. Corte d' Appello comni. Tivaroni, il sostitnto Procu-
ratore Generale del Re, il Generale coniin. Coen Comandante
il Presidio, il capitano di Fregata cav. Fascila rappresentante
il Comando del III Dipartimento marittimo, il comm. A. Diena
Presidente del Consiglio Provinciale, altre Autorità civili e
militari, numeroso eletto uditorio e moltissime signore.
Vi assistono i membri effettivi : G. Berchet, segretario ; Oc-
ciONi-BoNAFFONS, vicesegrctario ; Trois, P)ELLATi, P. Spica.
Martini, Stefani, Galanti, Ricci, Polacco, Vicentini,
Verson, Brfgi, Bonome, Catellani, Crescini, N. Tamas-
sia; ed i soci corrispondenti : F. Berchet, Bordiga, G. Spica,
Flamini, Breda, Malagola, Rossi, Levi-Civita, Giordano.
Sono giustificati gli assenti mm. ee. : Veronese, vicepresidente ;
LoRENzoNi, Favaro, Fo&azzaro, Ragnisco, Ciscato, ed
i ss. ce. : Massalongo, Castelnuovo, Biadego, Zoppi,
Fradeletto.
124 ADUNANZA SOLENNE DEL 24 MAGGIO 1908
Il Presidente invita il Segretario a dar lettura della Ee-
lazione sui concorsi scientifici scaduti il 31 decembre 1907 e sui
nuovi temi posti a concorso per gli anni venturi.
Ultimata la lettura della Relazione, il Presidente invita il m. e.
Yittorio Polacco a tenere il suo discorso : Le cabale del mondo
legale.
Dopo di che 1' adunanza è sciolta.
Il Presidente
C. F. FERRARIS
// Segretario
Gr. Berchet
Atti uBt, Reale Istituto Veneto di scienze, lettebe ed arti
Anno accademico 1907-'J08 - Tonio LXVII - Parte prima.
RELAZIONE
LETTA nell'adunanza SOLENNE 24 MAGGIO 1908 DEL R. ISTITUTO
Veneto di Scienze, Lettere ed Arti
Breve è la relazione del Segretario, perchè, pur troppo, in
quest'anno non si potò conferire alcun premio, per i concorsi
scientifici scaduti al 31 dicembre dell'anno scorso.
Pel premio di lire 3000 di Fondazione Balhi-Valier aìVifaliano
che avrà fatto progredire nel biennio 1906-1907 le scienze mediche
e chirurgiche, sia colla invenzione di qualche istrumento o di qualche
ritrovato che valga a lenire le umane sofferenze sia pubblicando
qualche opera di sommo pregio, si presentarono bensì quattro con-
correnti, ma dalla Commissione esaminatrice dei concorsi, la cui
relazione, che sarà stampata, venne accolta ed approvata dal
R. Istituto, nessuno dei concorrenti fu giudicato meritevole del
premio.
In fatto, la Memoria di un anonimo, col titolo Influenza dei
sìioni sull'organismo umano, non sarebbe neppur doglia di essere
presa in considerazione, perchè l'autore raccoglie in una confusione
inverosimile fenomeni, per verità, non provocati, tutti né sempre,
dalla azione dei suoni, ma da cause fisiologiche o patologiche
diverse, ed espone idee e considerazioni evidentemente errate.
L'altra Memoria col motto Multa renasrentur qumjam cecidere
presenta un nuovo metodo conservativo di cura radicale delle
suppurazioni croniche nel sacco lacrimale ; ma lo scritto, privo
affatto di critica verso i metodi attuali di cura, ripropone, senza
corredo di efficaci argomentazioni, sotto il nome di dacricisto-
rinotomìa una vecchia operazione quasi caduta in disuso.
Il terzo concorrente presenta invece un istrumento chirurgico
detto Toracentesio dimostrandone l' utilità con un opuscolo illu-
126 G. HERCHET
strativo e con molte lettere di medici che ebbero in prova quell'i-
strumento o ne fecero aquisto dal concorrente che ne è il fab-
bricatore.
Malgrado le buone qualità di questo istrumento, la Commis-
sione riconobbe che nessun principio nuovo ebbe a presiedere alla
sua costruzione, e che dal suo uso non può venire aggiunto alcun
che di nuovo nella terapìa. Posto fra l'antico semplicissimo tubo
innestato a sifone sulla cannula del trequarti e gli aspiratori più
perfezionati, il toracentesio trova luogo nell' arsenale strumentale
chirurgico, ma non fece perciò progredire le scienze mediche e
chirurgiche ne apportò alcun contributo nuovo nella terapìa delle
pleuriti.
Il quarto concorrente, presenta la proposta di uno Stabilimento
navigabile di igiene e di salubri distrazioni, col nome di Bacintoro;
ma la Commissione non ritrovò in questa proposta, per quanto ge-
niale e assistita da voci autorevoli, le condizioni volute dal
concorso, perchè non si tratta dell' invenzione di uno strumento
0 ritrovato che faccia progredire le scienze mediche e chirurgiche
per lenire le umane sofferenze, ma di un Sanatorio navigabile,
cioè di una impresa industriale basata sulle ben note proprietà
dell'aria marina.
Per tutte queste considerazioni, l'Istituto non avendo potuto
conferire pel biennio 1906-7 il premio Balbi-Valier, ne riapre il
concorso pel biennio 1908-1909 sullo stesso argomento e colle
stesse norme, ma raddoppiandone l'importo e portandolo a L. 6000,
come è prescritto nelle Tavole di fondazione del benemerito
testatore.
Il concorso pel premio, pure di lire 3000, della Fondazione
Querini Stampalia sul tema : Monof/nifia (jeofisica e hiolocjica dei
laghi veneti., tipici per altitudine e (jiacitum, andò deserto perchè
non si presentò alcun concorrente; e quindi viene aperto il con-
corso per un premio eguale di lire 3000 sopra un altro argomento
che tende ad illustrare la fiora di quella Laguna veneta che ora
e oggetto di tanti studi da parte del nostro Istituto, ed ha per
tema: La vita delle piante superiori nella, laguna di Venezia dal
punto di vista biologico e geografico, con cenni storici e biblio-
j^rafici sull'argomento.
E viene pure quest'anno bandito per la prima volta il con-
RELAZIONE DEL SEGRETARIO 127
corso per un premio di lire 3000 della nuova Fondazione Arrigo
Forti, per uno studio che si riferisca alla Botanica^ scienza che da
20 anni non era stato oggetto di alcun premio di questo Istituto.
Per rendere più agevoli i concorsi e più probabile il confe-
rimento dei premi, il R. Istituto cerca possibilmente di de,^;ignare
il tema a largo confine, affinchè possano presentarsi più concorrenti,
svolgendo la propria attività scientifica a quella parte dell' argo-
mento che è più conforme al loro genio ed ai loro studi parti-
colari.
Rimangono pertanto aperti i seguenti Concorsi a premi scien-
tifici :
di Fondazione Minich a tutto dicembre 1909:
premio di Lire 10000: I^orfiar Jinori rontribati allo studio
della eziologia- del cancro con particolare riguardo alla tra-
sformazione degli i'pitelj.
premio di Lire 5000 ; sul tema : Concorrere mediante contri-
huti originali ad arricchire le attuali conoscenze sidle altera-
zioni anatomiche dello scheletro durante l'accrescimento, in
rapporto con la fisiologia e la patologia.
di Fondazione Querini Stampalia :
premio di Lire 3000 ; sul tema : Aldo Manuzio il vecchio, con-
corso aperto a tutto il 1908.
premio di Lire 3000 : Esposizione critica delle teorie moderne
sulla costruzione delle leghe metalliche e ricerche sperimentali
su qualche loro proprietà^ a tutto il 1 909.
premio di Lire 3000: Storia documeìitata della Laguna Veneta^
a tutto il 1910.
premio di Lire 3000: La vita delle piante superiori nella Li-
guna di Venezia dal punto di vista biologico e geografico^
a tutto il 1911.
(li Fondazione Cavalli a tutto il 1908:
premio di Lire 3000; sul tema: I nuovi doveri della società mo-
derna secondo il rinnovamento dello stato economico^ politico^
inorale e sociale delle nazioni civili.
128 G. BERCHET
di Fondazione Forti a tutto il 1910. |
premio di Lire 3000, per uno studio che si riferisca alla Bo-
tanica^ pubblicato nel triennio 1908-9-10.
È bandito pure un premio di Lire 6000, di Fondazione Balbi-
Valier alVitaliano che avrà fatto progredire nel biennio
1908-1909 le scienze mediche e chirurgiche, sia colla inven-
zione di qualche istrumento o di qualche ritrovato, che valga
a lenire le umane sofferenze, sia pubblicando qualche opera |
di sommo pregio,
questo premio, fuori concorso, sarà proclamato nell' adunanza
solenne del 1910.
Inoltre nell'adunanza solenne dell' anno venturo, secondo le
norme del Regolamento sui consueti biennali Concorsi industriali
e relative Esposizioni, saranno assegnati premi d'incoraggiamento
ai benemeriti delle scienze applicate o delle industrie manifattu-
riere ed agricole, per bene avviate iniziative e per miglioramenti
d'importanza nei prodotti.
Prima di dar termine a questa relazione parmi doveroso un
breve accenno a due lavori importanti ai quali l'Istituto dedicò
l'opera sua nell' anno decorso :
E uscito in luce il secondo volume che forma il tomo HI
della Relazione della Missione inviata dal R. Isfiftifo nell' Isola di
Creta per raccogliervi descrivere ed illustrare tutte le memorie
veneziane che ancora rimangono nell'isola famosa; e in quest'anno
uscirà anche l'ultimo volume, con un Appendice contenente tutte
le iscrizioni italiane, latine, greche ed ebraiche, gli stemmi ed
un Indice generale dei nomi.
Le Ricerche lagunari iniziate da questo Reale Istituto con
COSI grande consenso di simpatia, volgono pure alla fine.
Le esperienze e le osservazioni per stabilire la legge di pro-
pagazione della marea lungo il litorale e nella laguna di Mala-
mocco, problema che 1' Istituto si propose di risolvere, si possono
considerare ultimate col 1907, mentre procedono attivissimi gli
spogli, i calcoli e gli studi sui copiosi dati raccolti. Già diverse
relazioni furono pubblicate, e molte altre lo saranno tra breve ad
illustrare il lavoro poderoso.
DELAZIONE DEL SEaRETAEIO 129
Questo Ricercli.p Lagunari non saranno poro abbandonate
dopo la soluzione di questo problema, che è forse il fondamentale,
ma non il solo che si affacci per g-iungere alla conoscenza dei feno-
meni complessi da cui dipende la conservazione della nostra la-
guna. Il m. e. senatore Nicolò Papadopoli-Aldobrandini, volle, in
fatto, munificamente destinare la sua pensione accademica di questo
anno per lo studio del partiacqua tra la laguna di Venezia e quella
di Malamocco. Il Magistrato alle Acque, questa Istituzione tanto
desiderata e dalla quale tanto si attende e si spera, proseguirà
intensamente l' opera nostra, o per accordi intervenuti, furono ad
esso già consegnati tutti i nostri strumenti e i nostri impianti
mareografìci, che continueranno a funzionare in modo permanente.
L' Istituto non nasconde il vivo suo compiacimento per l' o-
pera compiuta, vedendo il suo esempio seguito da numerosi imi-
tatori, ed il Governo, la l'rovincia ed il Comune di Venezia ini-
ziare, per conto loro, studi e ricerche che completano ed integrano,
con uniformità di metodi e di criteri e formandone un tutto ar-
monico, le Ricerche iniziate dall' Istituto. Così possiamo aver cer-
tezza che lo studio razionale dei provvedimenti per la buona
conservazione della laguna, questo essenziale fra i problemi che
interessano la nostra città, sarà tra breve un fatto compiuto.
// m. e. e segretario
G. Beechet
Atti dkIì Reale Istituto Veneto di scienze, letteee ed arti.
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
CONCORSI A PREMIO
DEL
R. ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI
PEOCLAMATI NELl'aDDNANZA SOLENNE DEL 24 MAGGIO 1908
PREMI DEL R. ISTITUTO
Articolo 32 dello Statuto appronifn con li. Decreto 24 ìiKtygio 190(1
L'Istituto staiizierà, di tre in tre anni, nel bilancio la somma di
L. 1500, per prejui d'incoraggiamento a coloro che giudicherà benemeriti
delle scienze applicate o delle iiidustri(! niiiiiifatturiere ed agricole,
per bene avviate iniziative e per niiglioi-amenti d'importanza nei prodotti.
I membri onoi'ari ed eftVsttivi non possono concorrere ai premi.
La prossima ag'giudicazioHe si farà nel iiiau'^io 1J)09.
PREMI DI FONDAZIONE QUERINI STAMPALI A
Concorso i>f;r l' anno 1908
Tema prescelto nelV adiiìKiiiza nnìiiìdriu 21 aprile 1901
riproposto e modificato „ „ 16 „ 1905
Aldo Manuzio il Vecchio.
Si desidera un libro che rievochi la vita e V opera di Aldo
Manuzio il Vecchio, studiato nei suoi multiformi aspetti e in at-
tinenza alle condizioni della cultura immediatamente anteriore e
182 CONCORSI A PREMIO
contemporanea, dimostrando gli incrementi, da lui e dai suoi com-
pagni, dati alla civiltà del Rinascimento.
Il concorrente non dovrà quindi curare soltanto quelle ricer-
che nelle biblioteche e negli archivi che gli permettano di rico-
struire fedelmente la vita e l'immagine del grande umanista-tipo-
grafo, specie per il periodo giovanile che è il men noto, ma dovrà
raccogliere tutti quegli elementi che lo mettano in grado di illu-
strare le relazioni coi letterati, l'indole, le ricerche e l'opera della
sua Accademia, la attività dell' umanista e dell' editore. Si mo-
strino le innovazioni ardite e feconde nei vari campi della filolo-
gia greca e romana, della letteratura medievale e perfino della
moderna nella lingua classica e nella volgare per gli scrittori
profani e per i sacri.
Per tal modo apparirà l'eflftcacia grande dell'uomo, così lette-
raria come morale, a spingere e guidare gli studiosi.
Nella parte bibliografica e sovratutto in quella riguardante
la rassegna e la descrizione delle stampe aldine, per la quale il
lavoro preparatorio è già copioso ed utile, l'opera dovrà avere un
carattere definitivo.
Delle lettere che Aldo scrisse o che ricevette si avrà a dare
un indice esatto, cavandone quelle parti che giovano o per la vita
dell'uomo, o per le dottrine o per le relazioni coi suoi contemporanei.
Questo libro nuovo diventi dunque il migliore e più dure-
vole monumento che Venezia grata e orgogliosa, per iniziativa
del R. Istituto, vorrebbe innalzare nel IT centenario della sua morte
al grande figliuolo adottivo che tanto accrebbe la gloria della Re-
pubblica nel periodo più luminoso della Rinascita.
A conseguir più degnamente l'intento e rendere questo se-
gno d'onoranza più adeguato all'indole e allo spirito dell'immor-
tale tipografo, la stampa del lavoro che sarà premiato verrà ese-
guita in tipi aldini con severa e semplice eleganza. Sarà un sag-
gio felice, analitico e sintetico, di storia^ di critica e di psicolo-
gia storica, inspirato a quel senso della bellezza e dell'arte, che
ebbe in Aldo un interprete nobile ed alto.
Il concorso rimane aperto fino al 31 dicembie 1908.
Il premio è di lire 8000.
DEL R. ISTITUTO VENETC» 133
Concoeso per l'anni» 1909
Tema prescelto nelV adunanza ordinaria 20 ina(j(jio IDOf!
Esposizione critica delle teorie moderne stilla costituzione delle
le;/ he ìnetalliche e ricerche sperimentali su qualche loro proprietà.
Il concorso rimane aperto a tutto il 31 dicembre 1909.
Il premio è di lire 3000.
Concoeso pke l'anno 1910
Teina prescelto nell'adunanza ordinaria li aprile 1907
Storia documentata della Layuna Veneta.
Il concorrente cercherà di determinare in base a dati storici,
a testimonianze di cronache e documenti, a tradizioni, a ricordi
(li ogni natura, alle legg-i venete, alle carte topografiche e nautiche
delle varie epoche, quali modificazioni abbia subito la laguna
veneta nella sua estensione, nella sua forma, nel numero e nella
disposizione degli sbocchi fluviali, e delle foci di laguna, nella
distribuzione dei canali e delle valli lagunari, e in qualunque
altro elemento di (pialche importanza topografica ed economica
dopo r epoca romana.
Il concorso rimane aperto a tutto il ol (licriiil)ic l'.MO.
Il premio è di lire 3000.
CoNCOKSO PER J.'aNNO l'Jll
'reiiKi prescelto nell'adunanza ordinar ia^ 12 aprile VJOS
" La vita delle piante superiori nella Laguna di Venezia, dal
punto di vista, biologico e geografico „ con raccomandazione che il
lavoro sia preceduto da cenni storico-bibliografici sull'argomento.
Il concorso rimane aperto fino al 31 dicembi'e UHI.
Il premio è di lire 3000.
134 CONCORSI A PRP3MI0
PREMIO DI FONDAZIONE CAVALLI
Concorso pkl triknnio l',)i)(j-r.»08
Tenui prescelto nelV (KÌnìKiiiza oriìimii-iu tO itiniiiiin JIK)(1
I nuovi doveri della società moderna secondo il riinioramento
dello slato economico, politico, morale e sociide delle incioiii civili.
TI concorso rimane aperto a tutto 'M dicembri^ 1008.
11 premio è di lire 3000.
PREMIO DI FONDAZIONE BALBI-YALIER
l)er il prof/resso delle scienze mediche e rhiriirr/iche
Siirà conferito un premio d' italiane lire 0000 .ili' italiano
" clic avrà fatto progredire nel hiennio 1908-1909 le scienze me-
" diche e cJhirurgiche, sia colla invenzione di qualche ìstrumento o
" di qualche ritrovato, che valga a lenire le umane sofferenze, sia
'' fììdddicaìido qualche opera di sommo pregio. „
Il premio, fuori concorso, sarà proclamato nciradìiiian/.n solenne
del mio.
11 concorso rimane aperto a tutto il 31 dicembie HH)'J.
DISCIPLINE COMUNI AI CONCORSI DI FONDAZIONR QUKRINI STA:\IPALIA
E DI EONDAZI0NE CAVALLI
Nazionali e stranieri, eccettuati i membri effettivi del Reale Istituto
Veneto, sono ammessi al concorso. Le Memorie potranno essei'o scritte
nello lingue italiana, francese, tedesca ed inglese. Tutte poi dovi-anno es-
sere presentate, franche di porto, alla Segreteria dell'Istituto medesimo.
Secondo l'uso, esse porteranno una epigrafe, ripetuta sopra, un vi-
glietto suggellato, contenente nome, cognome e domicilio delT autore.
DEL B. ISTITUTO VENETO 135
Verrà aperto il solo viglioUo della Memoria premiata; e tutti i mano-
scritti rimarriiiino nell'areliivio del li. Istituto a guarentigia dei proferiti
giudi/i, con l;i sola facoltà agli autori di farne trarre copia autentica
dalla Cancelleria dell'Istituto, a loro spese. 11 risultato dei concorsi si
proclama nell'annua pubblica solenne adunanza dell'Istituto.
La proprietà delle Memorie premiate resta agli autori, che sono ob-
bligati a pubblicarle entro il termine <li un anno, previo accordo colla
Segreteria dell'Istituto per il formato ed i caratteri della stampa, e per la
successiva obbligatoria consegna di 50 esemplari delle medesime. Nella
stampa del lavoro premiato, 1' autore ha l'obbligo di premettere la intiera
relazione della Giunta esaminatrice del R. Istituto. Il danaro del premio
non potrà conseguirsi, se non dopo aver soddisfatto a queste prescrizioni.
L'Istituto si mantiene poi il diritto di fare imprimere, a proprie spese,
(luel numero qualunque di copie, che reputasse conveniente.
PKEMl DI FONDAZIONE ANGELO MINICH
Concorsi vkl triennio li»07-tH)i)
Teina prescelto neW «(/iinanza ordinaria 14 aprile 1!J07
Concorrere mediante contributi originali ad (rrricchire le attuali
conoscenze intorno alle alterazioni a.natomiclte dello scheletro du-
rante r accrci^rimcnto in rapporto con la fisiologia e la patologia.
Il concorso resta aperto a tutto il 31 dicembre IDOU.
Il premio è di lire 5000.
Telila prescelto nell'adunanza ordinaria 19 inaij(jio 1!)07
Portare nuovi contrihiiti allo studio della, eziologia del cancro
con particolare riguardo alla trasformazione degli epitelj.
11 concorso resta aperto a tutto il 31 dicenibi'e 1909.
Il premio è di lire 10000,
136 CONCORSI A PREMIO
DISCIPIilNE EELATIVE A QUESTI PEEMI DI FONDAZIONE MINICH
Al concorso non potranno partecipare che italiani, e vi sono ammessi
pure i soci corrispondenti del R. Istituto.
Le Memorie dovranno essere scritte in lingua italiana.
Le altre discipline inerenti alle modalità di (luosto concorso sono co-
muni a quelle dei concorsi di Fondazione Querini e di Fondazione Cavalli.
PREMIO DI FONDAZIONE ARRIGO FORTI
A termini degli articoli 4 e 12 dello Statuto approvato col
R. Decreto 13 Giugno 1907, N. OCLXIY, ò aperto il concorso a
tutto il 31 Dicembre 1910 ad un premio di lire tremila (3000)
per incoraggiamento agli studi di Botanica.
Al concorso sono ammessi i lavori pubblicati dal 1.° Gen-
naio 1908 al 31 Dicembre 1910 : essi devono pervenire al R.
Istituto non piìi taidi dell' 8 Gennaio 1911.
Per norma dei concorrenti si trascrivono qui sotto gli arti-
coli 2, 3 e 4 dello Statuto, che si applicano al presente concorso
nei limiti sopraindicati rispetto alla materia ed al tempo.
« Art. 2. — La Fondazione ha per iscopo di conferire un premio
« triennale di Lire ;3000 (tremila) per incoraggiamento agli studi di Bo-
« tanica e di Zoologia, nei loro diversi rami, esclusi gli studi che si ri-
« feriscono alla Biologia umana.
« Art. o. — Al premio, che viene pure deliominato « Arrigo Forti »,
« possono concorrere soltanto italiani, anche non regnicoli, i ((uali non
« appartengano al Reale Istituto V(!neto né come membri efì'ettivi, uè
« come soci corrispondenti delle Provincie venete.
« Al concorso sono ammessi soltanto i lavori sulle materie di cui
« all' art. 2, i quali :
« (i siano stati pubblicati dal 1." geniuiio deiranno in cui è ban-
« dito il concorso fino alla data della cliiusura del concorso medesimo,
« ('III' si (leve fissare al 31 dicembi:e del terzo anno computato a partire
« dal 1." gennaio anzidetto ;
« h) che non iil)biano già conseguiti altri lìrcnii in d(^naro, salvo-
DEL R. ISTITUTO VENETO 137
« elle appagano rifatti od ampliati così da potersi considerare come
« nuovi ;
« e) clic siano sfati spediti in tempo utile a spese del ('onc(irr(Mite.
« e possibilmente in più esciuiplari, al 11. Istituto, accompagnati dalla
« domanda di ammissione al concorso.
« L'essere riuscito vincitore di uno dei concorsi della Fondazione
« non impedisce alla stessa persona l'ammissione a concorsi successivi,
« purché volta per volta si presenti con titoli nuovi, nel qual caso però
« non si considerano tali i lavori già premiati dalla Fondazione in pro-
« cedenza, tuttoché rifatti o ampliati.
« Un esemplare di tutte le pubblicazioni presentate al concorso ri-
« marra di proprietà del R. Istituto quale garanzia del giudizio.
« X.vt. 4. — Il concorso sarà aperto la prima volta per la Botanica,
« la seconda volta per la Zoologia, e così di seguito alternativamente
« per le due materie nello stesso ordine di triennio in tri(>nnio. »
Il risultato del coiieorso si proclaniorà ncdla pubblica solemie
adunanza dell'anno 1911.
AVVERTENZA GENERALE
Ogni premiato dovrà pagure, sotto forma di trattenuta
sul premio aggiudicatogli, l'importo della tassa governa-
tiva <li Ricchezza Mobile (93,15 per mille).
Venezia, 24 viaggio 1008.
Il Presùhnte
C. F. FERRARIS II Segretario
G. B E R e n E T
Atti del Rp^alr Istituto Vkneto di scienze,, lettere ed arti
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parto prima.
RELAZlOxXE DELLA COMMISSIONE
INCARICATA DI EIPERIRE
SULLA SCELTA DEL TEMA PER IL CONCORSO SCIENTIFICO A PREMIO DI
FONDAZIONE QUERINI-STAMPALIA
I temi proposti dai nostri Colleghi furono soltanto cinque,
così formulati :
1) La vita delle jnatitc superiori nella Laguna Veneta dal punto
di vista biologico e geografico (Saccardo) ;
2) Studio biologico e fito-geografico delle piante superiori della
Laguna di Venezia (G. B. De Toni) ;
3) Studio geografico-hotanico e botanico-storico sulla Laguna Veneta
e sulV estuario Padano (Forti) ;
4) Il problerna dell' eredità (Rob. Massalongo) ;
5) Dimostrare coti nuove- esperienze quale sia V ipotesi die meglio
spiega la produzione della corrente della pila (T. Martini).
Quest' ultimo quesito ò certo seducente, ma forse di troppo
ardua soluzione : in oltre un tema di fisico-chimica, quello sulle
leghe, è già in corso, e 1' aggiungerne ora un altro può parere
eccessivo.
L' argomento precedente " // problema dell' eredità „ sembrò
alla vostra Commissione troppo vasto ed anche troppo indeter-
minato.
Gli altri temi, tutti tre di botanica e molto simili fra loro,
meritano per più ragioni di attirare la Vostra attenzione.
Anzitutto, da oltre un ventennio, non vennero da noi posti
a concorso argomenti riguardanti la botanica ; poi tutti e tre
quei temi tendono ad illustrare la flora di quella laguna, che ora
è oggetto di tanti studi da parte del nostro Istituto.
140 EELAZ. DELLA COMM. PEL TEMA FOND. QUEEINl-STAMPALIA
E dunque molto opportuno di scegliere in questo campo il
tema del concorso Querini-Stampalia.
Uno degli enunciati proposti è più generale, perchè abbrac-
cia tutto uno studio geografico-botanico e botanico-storico sulla
laguna venete e sull'estuario Padano. \Ia poiché per i lavori dello
Zanardini, e dei prof. De Toni e Levi-Morenos è esaurientemente
conosciuta la flora algologica della laguna, mentre invece molti
problemi restano tuttora insoluti per quanto concerne le fanero-
game sia delle barene sia dei fondi lagunari, parve alla Vostra
Commissione che fosse preferibile di limitare il lavoro allo studio
delle piante superiori della laguna.
E dovendo pur scegliere fra i due enunciati dello stesso
tema, presso che equivalenti, diede la preferenza al primo ; e
così Vi propone di porre a concorso pel premio della Fondazione
Querini-Stampalia, il quale scade nel 1911, il tema seguente:
" La vita delle piante superiori nella Laguna di Venezia dal
punto di vista biologico e geografico „.
Per norma dei concorrenti sarà opportuno aggiungere che
il lavoro dovrebbe essere preceduto da cenni storico-bibliografici
suir argomento.
Venezia, 12 Ajìrile 1908.
F. Trois
G. Ricci
M. Hellati, relatore.
Atti del Reale Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVIl - Parte prima.
RELAZlOiNE DELLA COMMISSIONE
PKH l'esame degli ELABORATI
PRESENTATI AL CONCORSO DI FONDAZIONE BALBI-YALIER
PEL BIENNIO 1906-1907
I Membri della Commissione, nominata nell' Adunanza delli
8 Marzo 1908 dalla Presidenza dell' Istituto, autorizzata dal
Corpo scientifico, per 1' esame e rapporto dei quattro elaborati
presentati al Concorso, dopo aver sing-olarmente presa cogni-
zione dei documenti, si riunirono il g-iorno 30 Marzo per discu-
tere il valore di quelli, e ad unanimità vennero nelle conclu-
sioni, che qui riferiamo.
I
Al N. 273.
La prima Memoria presa in esame porta per titolo : " In-
fluenza dei suoni sulV Organismo umano „. Sarebbe nostro desi-
derio il tacere su cotale scritto, non degno di essere presentato
a questo Onorevole Istituto. Ma, dovendo riferirne per darne al-
meno una qualche idea, noteremo come fin dalla prima sua pro-
posizione r anoìùmo accoglie in una confusione inverosimile fe-
nomeni, che reverenza non ci permette qui ripetere dal mano-
scritto, e per verità non provocati tutti ne sempre dalla azione
di suoni, ma da cause fisiologiche o patologiche diverse, della
cui conoscenza non pare famigliare il concorrente.
Nò meglio si appone egli nel periodo successivo, ove af-
ferma che " nessuno studio per altro fu fatto e arcirarissime os-
servazioni furono raccolte sull' influenza, che i suoni possono eser-
citare suir organismo dell' uomo e degli animali „. Onde quasi
142 ABLAZIONE DELLA COMMISSIONE
apparirebbe non aver egli sentito parlare mai degli incantatori
di serpenti, non essere stato mai in nn teatro od in un circo,
non aver sentito una marcia militare, non aver avuto sentore
della influenza della musica non solo sulle condizioni psichiche,
ma sulle psicosi stesse, quasi che insomma egli fosse vissuto
fuori dell' umanità ! E vero però che egli ci previene aver per
abitudine di leggere pochi giornali. Intanto, ci narra ancora che
" compiuti gli studi superiori, cominciò a darsi a studi suoi par-
ticolari ,,, lungo i quali venne raccogliendo osservazioni di grande
ingenuità, o singolari come questa, che una sera, " certo per ef-
fetto di un carro che si avanzava a qualche distanza, da un mo-
mento air altro cadde in terra supino e gli si stracciò il calzone
destro al (jinocchio „. Strana influenza dei suoni sugli indu-
menti !
Dopo tali esempi, non intratterremo certamente l' Istituto
sulle teorie del concorrente, che dice essere il lampo una per-
vasione sul corpo di onde sonore che arrivano prima che il tuono
all' orecchio ; nò su quella che la telegrafia Marconi sia basata
sulla propagazione dei suoni a grande distanza ; e che sieno i
suoni a provocare gli attacchi apoplettici od epilettici,... e che è
più facile ridere a digiuno.
I frammenti riferiti bastano a dimostrare come non sarebbe
neppur conveniente il discutere sulla possibilità di premiare que-
sta cosa.
II
AI N. 282.
Col motto " multa renascentur qtiae Jam cecidere „ viene presen-
tato un manoscritto so])ra un " Nuovo mefodo conservativo
di cura radicale delle suppurazioni croniche del sacco lacri-
male {Dacriocistorinostomia) „
II metodo operativo si basa sulla resezione della parete in-
terna del sacco lacrimale, dello scheletro nasale corrispondente
(branca montante del mascellare superiore), di segmento del turbi-
nato, e della mucosa nasale sottostante.
Scrive un rinoiatra, il quale vuole '' romperla con certe tra-
PER l'esame fondazione BALBl-VALIEE 143
dizioni che hanno ormai fatto il loro tempo, e coltivare contem-
poraneamente e con criteri moderni ambedue i campi limitrofi „.
l*er intanto, dopo esposti richiami anatomici della regione, pas-
sando alla patologia delle dacriocistiti, dice che finora non si
hanno in proposito se non induzioni più o meno probabili e ve-
rosimili, e per parte sua, le ritiene frequentemente propagate da
etmoiditi anteriori, e mantenute per il ristagno di liquidi settici,
che egli perciò vuole fognare verso il naso.
A vero dire, gli oculisti avevano già riconosciuto da tempo
come vi sieno dacriocistiti secondarie a lesioni dello scheletro na-
sale, e come per converso vi sieno lesioni scheletriche propagate
all' osso dalla dacriocistite. Riconobbero anche come nei due
casi la guarigione si ottiene soltanto dopo la resezione dell' osso
alterato, resezione che può condurre alla formazione di una fistola
lacrinuile interna, verso il naso, cosi come ad essa può condurre
la evoluzione spontanea stessa del processo patologico.
Passando alla parte operativa, il concorrente non dimostra
avere presenti accorgimenti, che per l'oculista sono banali: per
esempio, nella ricerca del sacco lacrimale, egli non parla della
possibilità di accedervi cateterizzando un punto lacrimale. Non
vuole poi che la sua operazione sia confusa colla antichissima
perforazione dell' osso unguis, che egli lascierebbe credere essere
la sola operazione del genere finora tentata. Invece il tramezzo
osseo fu perforato non solo dal sacco verso il naso, ma ancora
spingendo un trequarti dal naso verso il sacco. Non solo, ma si
fece comunicare il sacco lacrimale col seno mascellare, secondo
il Laugier, mentre il Saint-Yves procedeva alla formazione di un
nuovo canale resecando la branca montante del mascellar supe-
riore, sulla quale appunto porta lo scarpello il concorrente. Così
infatti molte cose rinascono, che già caddero. Senonchè, nella
cura delle dacriocistiti, il metodo delle comunicazioni artificiali
tra sacco lacrimale e cavità nasali non si mantenne, perchè non
si mantennero le comunicazioni stesse, neoformate. Ne allora, ne
colla recente proposta, troviamo che si riuniscano con cucitura i
labbri cruenti delle mucose poste di fronte : ed allora avviene
lentamente, talora dopo anni, che 1' osso a poco a poco si ripro-
duce, che la continuità delle mucose si ristabilisce, e che la fi-
stola si obblitera. Non si può pertanto paragonare la dacrioci-
144 RELAZIONE DELLA COMMISSIONE
storinostoiiiia, praticata colla tecnica vecchia e colla attuale, alle
vere enterostomie che hanno ormai trovato lor posto in chi-
rurgia.
Ed infatti, su 33 operati dal concorrente, ci si riferisce che
18 sono guariti, che 13 hanno epifora all' aperto o sotto 1' azione
del vento come si nota dopo la comune distruzione del sacco la-
crimale, e che due sono immutati. Il che potrebbe significare che
mentre in alcuni operati la nuova canalizzazione finora si man-
tiene, oppure il canale nasale si è rifatto pervio, in altri 1' obbli-
terazione del sacco ha finito col prodursi, come si produce coi
metodi intesi ad ottenerla più direttamente. D' altra parte 1' A.
stesso nota verso il fine del suo scritto, che altri promette di
guarire tutte le dacriocistiti col massaggio e colla aspirazione
pneumatica orale, per cui di molto si ridurrebbe il campo aperto
agli interventi più aggressivi.
Trova ancora 1' A. che tra la sua operazione e la distruzione
del sacco vi ha l' abisso del contrasto tra distruzione e conserva-
zione. Non ricorderemo che sulle rovine dei metodi intesi ad
aprire nuove vie verso il naso sorse pure un tempo la distruzione
del sacco, quando il cateterismo non era possibile, in nome esso
pure della chirurgia conservatrice. Ma dobbiamo però osservare
come r A., mentre rimprovera gli oculisti che osano toccare i
condottini lacrimali, " fabbricati e congegnati da natura a funzio-
nalità ben determinata „ , non si domanda poi se non sia altret-
tanto lesa la funzionalità di deflusso, quando egli sostituisce am-
pia comunicazione nel naso alla " speciale situazione dello sbocco
del canale nasale nel meato inferiore, cui natura seppe trovare il
cantuccino più meticolosamente segregato, riparato e difeso, che
potesse esistere „. È vero che egli teme che uno sternuto possa
nei primi giorni scollare il suo lembo, se non è convenientemente
compresso dalla medicazione, ma non ci dice perchè non possa
nell' atto di soffiarsi il naso passar mai aria dall' ampia apertura
nasale entro a quei condottini lacrimali, che ei vuole gli oculisti
abbiamo per inviolabili.
Concludendo, lo scritto attuale, povero di critica v(m-so i me-
todi di cura delle dacriocistiti, che i moderni oculisti ritejigono
preferil)ili alla creazione di nuove vie di comunicazione tra sacco
e cavità nasale, si ripropone invece sotto il nome di (ì<(criocisto-
PER l'esame fondazione balbi-valier 145
' rinostomia, ringiovanita una vecchia operazione quasi caduta in
disuso.
Ma poiché, malgrado qualche miglioramento tecnico, non si
può trovare in cotale operazione un concetto od un indirizzo
nuovo, e non risulta che nuovo impulso ne venga alla scienza,
ne che ne abbiamo più sicuro lenimento lo umane sofferenze, la
Commissione non ritiene dover proporre questo lavoro per il pre-
mio Balbi - Yalier.
HI
Al N. 283.
TI Sig. Yaleggia, fabbricante di strumenti chirurgici, presenta
" Il Toracentesù), nuovo apparecchio per eseguire la toracen-
tesi in modo razionale e per far la lavatura delle cavità „.
L' apparecchio è proposto e descritto dal Dott. Cavezzali, nel
fase. 11, sezione Pratica, del giornale il Foliclìn/co, 1906. Copia
della Memoria è ancora aggiunta, manoscritta.
Consta Tapparecchio di un recipiente di veti'o con due tubu-
lature connesse una alla cannula del trequarti e l' altra ad un
tubo di deflusso. Una palla di gomma elastica innestata sul reci-
piente serve a cacciarne via in parte l'aria, lasciandovela rarefatta
dopo che si sono chiusi i rubinetti sulle tubulature ed abbandonata
infine la pressione sulla palla. Innestato il trequarti, aperto il rubi-
netto corrispondente, il liquido dal torace defluisce nel recipiente
di vetro, dal (juale in seguito, aperto ancora il rubinetto sul tubo
emissario, si scarica secondo le leggi dei tubi a sifone.
Afferma il Cavezzali che nessun strumento finora, (all'infuori
dell' apparecchio Riva) è capace di togliere un essudato pleurico
senza pericolo o danno per 1' ammalato : premessa alla quale non
possiamo sottoscrivere.
Dice che l' apparecchio del Potain può togliere più liquido
del necessario, e che, di più, esso non può servire bene per la
lavatura. Alla quale affermazione subito opponiamo che se 1' ap-
parecchio ha da lavare in seguito, dovrà pur aver estratto tutto
il liquido e non può quindi toglierne troppo. Però il Cavezzali
146 EELAZIONE DELLA COMMISSIONE
afferma che non si deve mai estrarre liquido dopo che si è otte-"
mito una decompressione endotoracica da ridurre la tensione eguale
alla nonna per non far correre al malato il pericolo di una
emoftoe o di un edema polmonare, — prevenzione questa, se
presa così in modo assoluto, che non permetterebbe di sperare
un vuotamento completo della cavità, e la reintegrazione del pol-
mone alla capacità normale.
Se questo fu schiacciato in modo anormale, ed ha perduto
per la diuturna compressione la sua elasticità normale, bisogna
che una decompressione maggiore della norma venga a cimentarne
la elasticità, se si vuole ridurlo alle condizioni di prima. Ag-
giunge poi il Cavezzali essere ottimo, ma non pratico per il
uiedico, r istrumento del Riva, nel quale però egli loda i vantaggi
della forza aspirante, ottenuta per mezzo di una caduta d'acqua,
invece che con uno stantuffo. 11 caucciù di questo, dice il Cavez-
zali, si può essiccare, proprio come succede tante volte nelle
comuni siringhe di Pravaz, — le quali non sono perciò, a parer
nostro, ancora da bandire dall' uso, come non lo sono tutti gli
altri strumenti che " o per colpa del costruttore „, o p(>r deterio-
ramento, o per incuria, si possono guastare. Ed, a buon conto,
anche la ])aUa del toracentesio, può, come il caucciù degli stan-
tuffi, guastarsi o perdere la sua elasticità.
A questo punto, il C. descrive il toracentesio costrutto dal
Valeggia, senza stantuffo, e " basato^ come il Puta'ni, sulla rare-
fazione dell' aria di un piccolo recipiente „. Fatto in questo un
vuoto relativo, inserito il tre(iuarti ed aperti gli appositi rubinetti,
il liquido pleurico vi penetra fino ad equilibrio di pressione. Al-
lora per le raccolte piccole, si può ripetere V aspirazione^ mentre
per le grandi il deflusso continua, se si lascia cadere sotto il
piano del recipiente un tubo di scarico, per la lunghezza di 30
centimetri. Nota poi che si può secondo le circostanze, sia arre-
stare il deflusso, sia accelerarlo od aumentare la aspirazione; cose
queste che per verità già si ottenevano sia (juasi automaticamente
coir antico sifone, variando il livello della bocca di caduta del
li(piido, e sia attivamente colle varie maniere di aspiratori di uso
corrente.
Non possiamo poi concedere che risulti evidente a favore
del toracentesio la possibilità di un intervento ^>/-ecof'e per resti-
PER l'esame fondazione IIALBI-VALIER 147
tuive sacco pleurico e polmone alle quasi fisiologiche condizioni.
Lo stosso effetto si ottiene con qualsiasi aspiratore.
Meno ancora possiamo seguire il Cavezzali ne' suoi consigli
(li lavare la pleura non solo con acqua bollita (egli non parla
di soluzione fisiologica), ma ancora con sublimato corrosivo dal
0,50 al tre per mille (!), a 38». Tale operazione egli vuole sia
" lunga e lenta „. Onde vengono a sommarsi tutte le condi-
zioni perchè una grave e forse mortale intossicazione si possa
produrre. E pertanto appare come, dominato dal timore di un
pericolo fisico, talora ipotetico, perda di vista l' A. la gravità
di un reale pericolo chimico, contro al quale la pleura non si
può prevedere immune per la semplice esistenza di lesioni infiam-
matorie.
Ne si limita il C. a raccomandare il suo strumento per vo-
tare il torace, ma ancora vuole estenderne l' uso alla aspirazione
delle raccolte dello addome e del pericardio ; non solo : ma con
una predilezione, di cui invero non si sentiva il bisogno, vuole
perfino farlo servire alla cura dell'idrocele ed alle lavande vesci-
cali. Egli vorrebbe insomma qui far ripetere al suo strumento il
cammino inverso, nelle sue molteplici applicazioni, invocato sul
finire del XVIII secolo dal Cellaj per la sua (mtlia, la quale,
fabbricata alla scopo di svotare la vescica da liquidi densi; doveva-
pur raggiungere lo stesso scopo nella aspirazione delle raccolte di
qualsiasi cavità.
E mentre il C. vuole estendere 1' uso del suo apparecchio
alla lavatura della vescica, non sarà fuori di luogo il ricordare
come il suo sistema aspirante della palla di gonniia coli' unito
recipiente di vetro si ricalca su quello del ben noto evacuatore
del Bigelow per la litolapassi.
Potremo anzi ricercarne assai più remote le origini, poiché
il Fallopio vide presso alcuni empirici " un istrumento chiamato
finirò, la cui figura era come una palla incavata in modo che
essa cavità potea capire una libbra di liquore ; od in questa palla
erano due cannelle, una da una parto assai lunga e 1' altra dal-
l' altra parte, ma più breve „. E tale istrumento si usava appunto
per estrarre la materia contenuta nel petto.
All'opuscolo illustrativo del toracentesio, scritto dal Cavezzali,
troviamo aggiunto una sessantina di lettere o viglietti di medici
148 EEL AZIONE BELLA COMMISSIONE
che ebbero in prova V apparecchio o lo acquistarono dal fabbri-
cante.
Il Ministero della Marina Francese, in seguito a prove fatte
nello spedale di Brest, dichiara autorizzarne V uso negli ospedali
marittimi. 11 Gatti trova che (juesto è destinato a sostituire ogni
altro ajjparecchio del genere. Lo Achard, nell'atto di ringraziare,
dice che fu pubblicata una piccola nota nei Bollettini della So-
cietà degli Ospedali. Tale nota, riferita anche nella Clinica In-
fantile (che abbiamo sott' occhio tra gli altri documenti) conclude
col trovare V apparecchio semplice e pratico.
Il Direttore della infermeria militare di Modena lo adoperò
una volta ed osservò infatti che " cessò di funzionare appena il
paziente cominciava a presentare (jualche sintomo di intolleranza „ :
intelligenza automatica che siamo soliti invece esercitare attiva-
mente, quando adoperiamo i comuni aspiratori.
Le altre lettere sono firmate da medici, dei quali alcuni con-
fermano aver acquistato 1' apparecchio, convinti che sarà loro
utile quando si presenterà l' occasione di adoperarlo ; mentre gli
altri se ne valsero una o più volte, con soddisfazione^
Anzi, il dottor Papi dice che all' infuori di un po' di tosse
provocata nel malato, eseguì molto più perfettamente, che col
Potain, r aspirazione. Il che non era nelle intenzioni del C, il
quale rimprovera agli altri aspiratori di esser troppo attivi, fino
a provocare appunto la tosse.
Ccmplessivamente intanto, tutti codesti medici trovano l' ap-
parecchio commendevole perchè sterilizzabile, a buon mercato, e
di facile uso anche per un medico isolato.
Tali qualità non valgono però a conferire al toracentesio una
posizione singolare tra gli strumenti aflfini : nessun principio nuovo
ebbe a presiedere alla sua costruzione, uè dal suo uso può ve-
nire aggiunto alcunché di nuovo nella terapia. Posto tra l' antico
semplicissimo tubo innestato a sifone sulla cannula del trequarti,
e gli aspiratori più perfezionati, il toracentesio trova suo posto
neir arsenale i strumentale chirurgico, ma ?ì,on fece perciò progre-
dire le scienze mediche e cìiirur<jiche^ nò apportò alcun momento
nuovo nella terapia delle pleuriti.
Crediamo anzi che colui, che volesse sottoscrivere a tutte le
cose dette dal Cavezzali nella sua Memoria, né volesse dipartirsi
PER l'esame fondazione BALBI- VALIER 149
dall' uso del toracentesio nella pratica della evacuazione delle
raccolte toraciche, si troverebbe mono bene provvisto, di quanto
non lo sia chi sa scegliere tra i metodi e gli strumenti di uso
corrente, secondo le indicazioni dei singoli casi.
Perciò la Commissione non ravvisa nel toracentesio Cavezzali -
Valeggia la invenzione d' uno strumento destinato a portare con-
tributo nuovo all' arte del lenire le umane sofferenze e pertanto
degno di essere premiato col Premio Balbi - Y.alier.
IV
AI N. 284
Un quarto lavoro, inviato per concorrere al premio, è rappre-
sentato dalla proposta di uno " stahilimenfo navigabile d' igiene
e salubri distrazioni, detto Bucintoro „. Quantunque venga pre-
sentato sotto l'appellativo di " strumento „ , dovrebbe trattarsi di
una nave, o " sanatorio navigabile „ destinato ad albergare un
migliaio di persone, raccolte tra gli stanchi della vita e gli esau-
riti. E non appare come i viaggi di questa gente stanca possano
valere a far progredire le scienze mediche.
D' altra parte invenzione di strumento o ritrovato atto a le-
nire le umane sofferenze non è, poiché trattasi di una idea di
impresa industriale, fondata sulle ben note proprietà dell' aria
marina.
Per tali ragioni non troviamo che questo progetto presenti
le condizioni richieste per essere preso in considerazione pel
concorso al premio di fondazione Balbi - Yalier.
Nel riassumere i giudizi emessi dalla Commissione in seguito
allo esame ed alla discussione degli elaborati dei singoli concor-
renti, risulta quindi che a mente della Commissione stessa, nes-
suno dei concorrenti è meritevole del premio di concorso Balbi -
Valier, poiché nessuno di essi appare, — secondo prescrivono le
condizioni del concorso stesso — " aver fatto progredire nel bien-
150
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE
Ilio 1906-1907 le scienze mediche e chirurgiche, sia colla inven-
zione di qualche istrumento o di qualche ritrovato, che valga a
lenire le umane sofiFerenzC; sia pubblicando qualche opera di
sommo pregio „.
12 aprile 1908.
A. Stefani
E. Bassini
D. Giordano relatore.
«l
Atti bkl Reale Istituto Veneto di sciknze, IjKttebe ed arti.
Anno accadoniico 1907-908 - Tomo LXVH - Parte prima.
PEll UNA PIÙ OR ITA
(Adunanza del 10 Mayyio lOOS)
Venezia li 10 Maggio 1908.
Illustri colleyhi^
Nella seduta del 6 di Aprile teste decorso all' Accademia
delle Scienze di Francia il sig. Deslandres presentò una Nota del
(Joniandante l)outtieaux(') sulle condizioni di servibilità dei palloni
dirigibili attuali, e in particolare sulla utilità dei timoni di pro-
fondità.
In essa nota il Coni. Bouttieaux narra come 1' equilibrio
instabile dei palloni ordinari lun<^o la verticale, al quale finora non
si potò rimediare che con il getto brutale del gaz e della zavorra,
si compensasse ora nei palloni dirigibili, mediante i piani gire-
voli ad asse orizzontale, o timoni di profondità. E come fossero
felicemente applicati nel 1906 al pallone " Patrie „ e nel 11)07
alla " Ville de Paris „, coi quali aerostati si poterono percorrere
tratte ben più lunghe senza prender terra che non nei precedenti
tragitti aerei, e precisamente dai 100 prima ai 260 chilometri poi.
In questa Nota lo studio e 1' applicazione dell' importante
aggiunta al veicolo aereo vi sono esposti come cosa francese.
Egli è per questo, onorevoli colleghi, che io mi sono per-
messo di chiedervi la parola fuori dell' ordine del giorno. Parmi
sia prezzo dell' opera di rivendicare, davanti ad un corpo scienti-
fico altrettanto autorevole dell'Accademia di Francia, la priorità
(1) Chef de l' Etablissement Central de 1' Acrostation militaire, de
Clialais-Meudon.
1^0-151 A. DA SCHIO (2)
italiana della suddetta sostituzione dinamica ai comuni mezzi
statici. Sino dall' Agosto 1897 io ho immaginato e studiato i ti-
moni di profondità. Riporto le prime righe in argomento contenute
in un mio zibaldone : " Farmi idea felicissima quella di disporre
a poppa e a prua della navicella due piani girevoli intorno ad
un asse orizzontale e ad inclinazioni variabili ad arbitrio „. Segue
poi il calcolo della spinta che produrrebbero nella verticale e
dell' angolo di massimo effetto utile.
In una mia pubblicazione del Febbraio 181)9 intitolata Per
la prima aeronave io descrivo il veicolo aereo, pesante come
r aria, il quale si levi da terra per la reazione dell' aria sotto
ai due aeropiani inclinati, e mediante essi poi abbia il dominio
completo della verticale, salendo, scendendo, atterrando, senza
gitto di gaz 0 di zavorra.
E queste disposizioni venni via via sviluppando nelle suc-
cessive pubblicazioni fino alle esperienze decisive del Giugno e
Luglio 1905.
In queste faceva da pilota il tenente del Genio (Jav. Ettore
Cianetti il quale nel Bollettino della Società Aeronautica Italiana
N. 7, 8, 9,1905, riferendo su quelle ascensioni, scrive: Gli aero-
piani mobili sono efficaci : se paralleli all' asse della navicella, a
conferire all' areostato una certa inerzia longitudinale che con-
corre a diminuire il movimento di beccheggio ; se inclinati, a for-
nire una forza ascensionale fittizia positiva o negativa, secondo il
senso della loro inclinazione e sempre funzione dell' angolo di in-
clinazione e della velocità di propulsione. Durante le prove ese-
guite è stata provata la efificacia di -questi organi specialmente per
ottenere variazioni di quota, superare ostacoli, staccare il cavo da
terra e adagiarlo nuovamente „.
Delle mie pubblicazioni e dello novità nella aeronave " TUtlia „
fu parlato e con benevolenza anche nei periodici francesi, ma tanto
poco invidiandole, che per un giudizio definitivo ne aspettavano
la dimostrazione sperimentale, anche dopo la suddescritta del 1905.
'^eW Aérophile dell' Aprile 1905 si dice dei deux aéroplanes
qui dans la pensée de Vinventeur consfifiient le partie la plus im-
portante du systeme... une fois le ballon en route les aéroplanes..,
seront utilisés ponr la direction sur la verticale.
Nella Nature del 20 Gennaio 1906 il Colonnello Espitallier,
(3) PEK UNA PEIOKITÀ 152 /S^
insigne autorità in argomento, scriveva : Toutes ces disposifions soni
[xirfaitement rationelles et il ne reste plus qu'a attendre la san-
ction de V expérience... Ou ne saurait méconnattre les merites réel-
les de cette fentative.
E nella Conquéte de l' air del Gap. Sazerac de Forge, il cui
manoscritto era stato prima riveduto dal signor JuIIiot ingegnere
dei Lebaudij, Paris 1907 : En dessous deux plans iuclinés a in-
clinaison variable Jouent un róle d'aéroplane. Une fois le ballon
en marche e' est grace a ces plans qiie V inventenr espère modifier
ou conserver sa situation en altitude.
Nel volume : ///'' Congrés international d' ae'ronautique Milan
22-^8 Ottobre 1906, Paris Jiinod 1907, alla pag. 86 e' è una estesa
Note sur le dirigeable " Italia „ forse dello stesso Com. Bouttieaux,
nella quale tra le qualità caratteristiche dell' aeronave si dice che
elle monte ou descend sans jet de test ou làchage de gaz, par le
seni effet de l'action de l'air sur les plans a inclinaison cariable.
E a pag. 74 il cap. Voyer parlando dell' equilibre dans les
dirigeables cita, per avere introdotto la sopradetta disposizione,
soltanto la " Italia „.
Dunque è dimostrato con le stesse testimonianze francesi che
i primi a pensare e ad applicare i timoni di profondità siamo stati
noi con l'aeronave " Italia „. Certamente non fu apposta se illu-
stre Com. Bouttieaux non ne fece menzione nella Nota all' Acca-
demia delle Scienze, e se affermò che le procede de siistentation
dinamique, mercè il (piale l<( dnn'e possible des ascensions ne de-
pcììd plus guère que de l' approvisiunemcnt de V essence sia stato
Inauguré avcc le dirigeable " Patrie „. Fu invece inaugurato dal-
l'aeronave " Italia „.
Almerico da Schio.
Atti deIj rkaIjK Istituto Vknkto di soiknzk, lettere kd arti
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
LE CABALE DEL MONDO LEGALE
DISCORSO
Letto nell' Adunanza Solenne
DEL R. Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti il 24 Maggio 1908
IN Palazzo Ducale (Sala dei Pregadi)
DAL PEOF. VITTORIO POLACCO, m. e.
llkistri Colleghi, Signore e Signori,
La solennità dell'ora e la maestà del luogo danno sgomento
anche ai più valorosi se chiamati alla prova di questa annuale
orazione. Ma a chi, per la natura degli studi suoi, dai quali è
prudenza non dipartirsi, debba qui discorrere o d'arte o di leggi,
par si raddoppi, con la difficoltà del soggetto, la ragione del tre-
pidare, quasi a sopraffare la voce sua echeggino da ogni parte,
con imponenza paurosa, le voci che per secoli inneggiarono qui
dentro alla sovrana armonia del bello e del giusto. Sacerdote del
Diritto, io sento fra queste pareti, di tele e d'ori superbe, la pre-
senza del Nume, come il fedele nel tempio che la fantasia più
gli accenda e più gli tocchi il cuore per copia di mistici ricordi
e di preziose reliquie. Partirono di qui, come i savi accorgimenti
di una politica trionfatrice d'ogni esterna inimicizia, così le nor-
me di una legislazione interna accomodata (lo dirò con Daniele
Manin) ai tempi, ai bisogni, ai costumi del popolo e del paese,
retta in generale da uno spirito costante di giustizia, di equità,
156 V. POLACCO
di sollecitudine quasi paterna. Di che, continua egli, il popolo
si mostrava persuaso ed amava le sue leggi e i suoi magistrati
e il suo governo. Il reverente amore del popolo per la Repub-
blica, che, caduta, chiamava col dolce nome di nostra cara mare,
è in gran parte spiegato, conclude il Manin, dalla bontà della
legislazione e dalla retta amministrazione della giustizia (1).
Dura forse tuttora siffatto idillio ? 0 non è ben altro l'attes:-
giamento odierno della Nazione verso gli autori, gli interpreti, i
ministri delle sue leggi ?
Certo poche età come la nostra videro tanta febbre di lavoro
rivolto a innestare sul vecchio tronco giuridico provvedimenti nuovi
perchè il Diritto armonizzi con le condizioni sociali profondamente
mutate. I Parlamenti sono fonti a getto continuo : incessante da
ogni parte la domanda di leggi, affannosa nei reggitori la cura
di soddisfarla. E tuttavia, lunge dal crescere, è generalmente sce-
mato, come il principio di autorità, così il rispetto alla legge. Se
ne diffida dopo averla invocata, la si sprezza come arnese inutile
0 peggio dopo aver creduto alla sua onnipotenza e forse proprio
a cagione di tale aprioristica fede, che porta in sé il germe di
delusioni amarissime. La legislazione s'è fatta pletorica, ma, come
altra cosa è oprar molto ed altra oprar bene, avviene non di rado
che si scontentino a un tempo e i favoriti e i diseredati dalla
fortuna, quelli costretti a lasciare ogni tanto nell'ingranaggio le-
gislativo qualche brandello, questi anelanti non a semplici spen-
nacchiature, ma a tarpare addirittura le ali all' aquila rapace ed
invisa.
Di qui la legge guardata in generale non più con affetto ma
con sospetto, mentre d'altro canto essa stessa al sospetto in buona
parte si inspira, o tema le fraudolente rappresaglie dei vinti nel
conflitto che si è affannata a risolvere, o diffidi degli stessi or-
gani del congegno amministrativo, cresciuti di numero e di attri-
buzioni con l'allargarsi delle funzioni di Stato.
Cade frattanto un'altra illusione sorta col dogma della sovra-
nità popolare, la illusione di un Diritto semplice, piano e alla
portata di tutti, come dei bisogni di tutti ha da essere indice e
regola, della volontà di tutti emanazione almeno indiretta. Dalla
farraginosa produzione della macchina parlamentare non uscirà
l'attesa formula legislativa, tutta sobrietà e limpidezza, che ognuno
LE CABALE DEL MONDO LEGALE - DISCOESO 157
impara e ritiene a memoria come si può far del Decalogo, ma
un arruffio di norme tra cui lo stesso giurista di professione fa-
tica ad orientarsi, non il sognato ritorno ad una giustizia patriar-
cale da potersi amministrare sotto la proverbiale quercia, ma un
intricato viluppo di giurisdizioni e di procedure. Ed ecco intanto
risorgere e farsi più acri le secolari invettive contro le oscurità,
le ambagi, i tranelli delle leggi, più pungenti gli strali contro il
mondo dei legisti, presi con questa parola in un fascio quanti al
Diritto positivo intendono o dalla cattedra o dall' arringo forense
0 dallo scanno del magistrato. Tutti li investe la sentenza, diffusa
non tra il volgo soltanto, che li proclama maestri di sottigliezze e
depositari di arcane cabale inaccessibili e insidiose ai profani (2).
Tanto che un geniale scrittore, il Kantorowicz, nello scendere, non
ha guari, in lizza contro vieti sistemi per dischiudere alla Giuris-
prudenza più larghi orizzonti, volle prendere il nome di Gneo
Flavio, a indicare ch'egli imitava il tribuno di Roma che svelò
al popolo i segreti delle legis actiones custoditi sino allora gelo-
samente dalla casta chiusa dei pontefici (3). Dirò più innanzi della
sellala del Diritto libero, che ha nel Kantorowicz il più ardito fra
i suoi antesignani e che cerca al male riparo nello sciogliere
quanto è più possibile la briglia all' interpretazione dottrinale e
giudiziale della legge. Ma non è priva tutt'oggi di adepti la op-
posta tendenza, rappresentata già nel suo più alto grado da un ar-
guto abruzzese, Melchiorre Delfico, che sino dalla fine del secolo
XYIII proclamava d'ogni colpa responsabili, non la legge, ma i
giureperiti. In un libro ora quasi ignorato dette egli fiera batta-
glia al Diritto di Roma, non esitando a qualificare i giureperiti
flagello delle leggi, la giurisprudenza il fatale retaggio che Roma
ci lasciò e di cui i secoli hanno multiplicate le specie. 0 le leggi
son buone e non devono aver Insogno di interpreti, o di interpreta-
zione abbisognano per manifestarne più chiaro il senso se mai fosse
dubbioso e ciò apparterrà alla stessa autorità legislativa, non mai
ad uomini privati, e fatta la cosa una volta dovrebbe essere suffi-
ciente per sempre (4). Il feticismo della legge dunque, in odio alla
dottrina giuridica, come contrapposto al feticismo per la dottrina
giuridica e per la libertà del giudice, soverchianti, se occorre, la
legge scritta. Esagerazione da una parte, esagerazione dall'altra.
Sono nella legge alcuna volta le cabale e apprezzabili sino a un
158 V. POLACCO
certo punto gli sforzi dei giuristi per attenuarne il danno, altre volte
sono essi veramente che di ragnatelle avviluppano chiari testi di
legge per l'abito del sottilizzare diventato una seconda natura ;
ma è pur debito il riconoscere che talora non ricorre ne l'una cosa
ne l'altra, bensì un preconcetto volgare che scambia per cavilli
di artificiosa creazione necessità imprescindibili di tecnica giuri-
dica. Mettiamo dunque un pochino le cose a lor posto, riguardan-
dole sotto questo triplice aspetto.
*
* *
A chi non è avvenuto, nello svolgimento della sua attività,
di urtare, prima o poi, contro quella muraglia insuperabile che è
costituita da tutto un intreccio di forme prescritte sotto pena di
nullità, di termini assolutamente perentori, di presunzioni legali
che non ammettono prova in contrario ? Frequente in simili casi è
il lamento contro la tirannica sofisticheria della legge e la voce
dell'interessato suscita alcune volte larga eco di pietà tutto in-
torno. E la famiglia di un funzionario che rimane sul lastrico
perch'egli è morto proprio in sul limitare del diritto a pensione,
è l'atto civile di persona giunta a piena maturità di senno che
si annulla tuttavia perchè precedette di poche ore il compiersi
del ventunesimo anno, quasiché lo scoccare di quel momento avesse
virtù di trasfigurarla ad un tratto, sono ricorsi giudiziali inesora-
bilmente respinti perchè prodotti con lieve mora, è l'ultima volontà
di un morente ridotta al nulla, dietro istanza e a tutto profitto
di congiunti che a lui furono in vita peggio che estranei, sol per-
chè il notaio che la raccolse trascurò una formalità in apparenza
pedantesca, è, per finire, una domanda legittima che si infrange
contro la prescrizione trentennale o contro l'autorità di una sentenza
trascorsa in giudicato, che ha per se tal presunzione di verità da
poter fare, diceano i vecchi Dottori, de albo nigrum et de nigro
album. E potrei centuplicare gli esempi. Nei quali tutti però, se
il caso singolo può per avventura provocare un moto subitaneo
di ribellione pietosa, la norma nella sua generalità s'ha a ricono-
scere necessaria e plausibile. Risponde ad un bisogno sociale che
non si eterni la incertezza dei domini, che abbiano un confine le
liti, che la maggior età non oscilli da persona a persona, ma per
LE CABALE DEL MONDO LEGALE - DISCORSO 159
tutti si fissi al medesimo punto prendendo a base lo sviluppo
psico-fisico dell'uomo medio in un dato paese. Gridare all'inicjuità
in fatto di termini perchè ben poco mancava a raggiungerli, è
cadere nel sofisma del mucchio di grano, che resta mucchio pur
levandone un chicco e poi un altro e un altro ancora, senza poter
«lire a priori dove e quando convenga arrestarsi. Finalmente certe
forme, per chi agisce talora moleste, purché contenute in quei li-
miti di ragione oltre i quali diventano scopo a se stesse come
l'arte per l'arte, sono scudo della volontà, non arbitrarie pastoie
e, nei negozi giuridici di maggior conto, servono di ritegno a
troppo impulsivi propositi, di salvaguardia contro pressioni di terzi.
Ogni medaglia ha il suo rovescio. Se la vittoriosa impugnativa
del testamento nell'esempio recato dianzi ci indigna, la formalità
inosservata potrà apparire in altri casi una valvola di sicurezza
assai provvida contro cacciatori di eredità che il testatore finge
di secondare e lascia in realtà a mani vuote. E poi quell'assieme
di forme a primo aspetto tiranniche vale pure a distinguere il
vero e proprio testamento da un semplice progetto che si inten-
desse abbozzarne. Che più ? Nel Diritto, come nella religione, un
certo apparato esteriore risponde alle stesse esigenze della psiche
collettiva, donde la giusta osservazione che non si vuol facil-
mente rinunziare a formalità consacrate dall' uso, come i più fa-
natici in materia religiosa cedono più presto sopra un punto di
morale che sopra un particolare del culto (5). Basti pensare a
certe pratiche quasi simboliche e punto obbligatorie alle quali
soltanto nelle fiere e nelle campagne si persiste ad annettere
forza di sugo-elio contrattuale.
Quel che s' è detto delle forme e dei termini s'ha a ripetere
di certe conseguenze giuridiche più o meno remote a cui non
giunge la previsione delle parti all'atto di una contrattazione ci-
vile e che spunteranno forse più tardi come altrettante sorprese,
non sempre gradite, mentre non rappresentano in realtà che il
naturale prodotto della configurazione giuridica di questo o quel-
l'istituto. Gli è che nel Diritto non può non esservi una parte
tecnica che sfugge a' profani di studi legali e che sia così è an-
che un bene, arrivo a dire, sotto certi riguardi. Come noi tutti
viviamo la vita fisica secondo leggi famigliari soltanto al fisiologo,
al naturalista ed al chimico, mentre l'uomo anche più zotico re-
160 V POLACCO
spira e si nutre ignaro dei processi che in lui e da lui all'uopo
si svolgono, anzi trascorrendo tutta l'esistenza senza proporsene
nemmeno il quesito, cosi avviene che di continuo si compiano da
tutti degli atti giuridici senza averne coscienza. Chi pensa al Di-
ritto, mi si passi l'esempio banale, nel largire o nel ricevere
mancie ? Pure datemi un giurista di grande acume che su tale
fatto minuscolo della vita quotidiana porti la propria attenzione,
e ne uscirà un lavoro geniale e strettamente giuridico come il
Trinkgeld del Jhering. Degli stessi atti che si compiono con la
coscienza, anzi col deliberato proposito di muoversi sul terreno
del Diritto, pochi sono in grado di misurare per filo e per segno
tutta la efficienza legale. Si compera, si vende ad ogni ora, sa-
pendo di stipulare negozi giuridici, ma ci si arresta allo scopo
economico prossimo, e per così dire tangibile, rappresentato dallo
scambio della merce e del prezzo. Il che, io soggiunsi, ha pure
il suo lato utile : correrebbe rischio altrimenti di rallentarsi il
moto delle civili transazioni, a quella guisa, riprendo il raffronto,
che la nostra vita fisica finirebbe col deperire se dovessimo ad
ogni istante spiarne i processi e vagliare i pericoli che vi sono
inerenti. Veri Messieurs Jourda/ns del mondo giuridico, facciamo
tutti di continuo del Diritto senza saperlo.
*
* *
Ma se a codesta immensa trama che la gente non vede e
che si viene, quasi per virtù di istinto, intessendo nella vita so-
ciale, è compito del giurista il volgere i suoi studi, osservando,
sistemando e classificando come ogni altro scienziato, vi ha qui
purtroppo, a differenza di quel che accade nei fenomeni fisici,
tutta una sovrapposizione di elementi perturbatori. Elementi per-
turbatori che si possono, chi ben guardi, allacciare a due ordini
di cause, le creazioni arbitrarie e i detriti storici.
Le creazioni arbitrarie, perchè si ha un bel dire che il Di-
ritto erompe dalla coscienza del popolo, ma chi poi lo codifica vi
aggiunge sempre necessariamente del proprio. Il Diritto è com-
penetrato sì nei fatti, dai quali lo si dovrebbe estrarre per formu-
larlo nella sua purezza, proprio come la statua è nel blocco di
marmo e sta allo scultore il trarnela fuori detergendola dall' in-
LE CABALE DEL MONDO LEGALE - DISCORSO 161
volucro che la nasconde. Ma per un Fidia o un Michelangelo,
quale pleiade di mediocri scalpelli ! E come del pari il capriccio,
o l'inesperienza, o la fretta portano sovente il legislatore a de-
naturare la regula iuris più che a depurarla dalla scoria che la
inviluppa !
Detriti storici : sopravvivenza cioè di principi o di istituti
che stanno oramai nel corpo del Diritto come organi atrofizzati,
in conflitto stridente coi bisogni dell'oggi, ciarpame inutile o, peg-
gio, ingombro dannoso. La formula che compendiò un giorno un
grande progresso si cristallizza e sorvive anche quando è di gran
lunga sorpassata dalle nuove condizioni giuridiche e sociali. A
cominciare dalle Carte costituzionali gli esempì qui sovrabbondano.
Così per tacere di più delicati argomenti, è del canone statutario
che la Giustizia emana dal Re, canone che pur segnò a suo tempo
una grande conquista della borghesia, raccoltasi intorno al potere
unificatore della Corona, sulla feudalità e sulle molteplici giuris-
dizioni signorili. Sopravvivenze pericolose codeste, nel Diritto
pubblico in ispecie, perchè, galvanizzate in certi momenti, potreb-
bero prestarsi a sorreggere tentativi di ritorno al passato, vani
forse nelle risultanze finali, ma bastevoli intanto a suscitare com-
movimenti funesti. E nel Diritto privato quali e quanti bizantini-
smi 0 anomalie per effetto di cotale archeologia legislativa ! A
ritroso dei tempi, in tanto fiorire ed espandersi della ricchezza
moDiliare, il codice civile persiste a circondare di cure particolari
e persino ingombranti la proprietà fondiaria soltanto, ligio alla
massima antica Vilis mobilium possessio. Ed è così, per esempio,
che quella donna istessa che sarerbbe incapace di spossessarsi da
sola di un palmo di terra, può, senza l' assentimento del marito
alienare titoli di reudita per un valor di milioni. Potrà discutersi
sulla convenienza di conservare fra i nostri istituti 1' autorizza-
zione maritale e recente è il ricordo delle centinaia di mani
gentili, che ne pronunziarono la condanna quasi uno pollice verso.
Ma se piaccia tuttavia conservarla, in omaggio, come dicono, al
capo della società domestica e a preservare gli interessi della
famiglia più gravi, bisognerà pur decidersi a svincolarla da
concezioni economiche che appartengono ormai da troppo tempo
alla storia.
Ma, accanto a questi rami già morti e che, per lo sviluppo
162 V. POLACCO
dell'annosa pianta gioverebbe recidere, altri ve ne stanno non dis-
seccati del tutto, capaci anzi di insospettato rigoglio se nuova
linfa li percorra e li rigeneri. Discutevansi alla Camera, sono pre-
sto due anni, i provvedimenti per il Mezzogiorno. In difesa dei
patti agrari proposti per quelle provincie, e particolarmente di
certe deviazioni dalla enfiteusi quale è foggiata dal codice, un
deputato assai colto di parte estrema usciva, lo rammento, in co-
desta affermazione : " Il ritmo della storia economica si svolge
con ritorni alle forme passate ; quel che importa è che un nuovo
spirito vivifichi queste forme. E, come un nuovo spirito viene in
oggi ad animare l'uso dei demàni comunali ed il diritto corpo-
rativo, così possiamo pensare che questo ritorno all' enfiteusi sia
un mezzo efficace per attirare lavoro e capitali alla terra „ (6).
A così savie parole di Leonida Bissolati quale è il conservatore
che non si sentirebbe di sottoscrivere ? Certo che innovare senza
distruggere, saper scernere codesti rami da rinverdire con felici
innesti è uno dei compiti più difficili della difficilissima arte del
legiferare. Ma se proprio non ci sia verso di allogare bisogni che
incalzano entro il casellario tradizionale, non si arresti il legisla-
tore per questo, ma proceda animoso nella costruzione di schemi
giuridici nuovi.
Ed anzitutto si rispecchi nelle leggi quella mutua penetra-
zione delle varie branche del Diritto, la quale va sempre più
accentuandosi nella dottrina con la mira di trattare anche o^iuri-
dicamente la vita nella organica sua unità. Di certe discordanze
stridenti, che aumentano nella comune opinione il discredito
verso le leggi e chi le studia, è colpa infatti per buona parte
r avere spinta tropp' oltre 1' autonomia delle singole provincie
del Diritto. Il che, se è male per un giurista, riesce addirittura
imperdonabile nel legislatore, eh' è pur sempre uno ed unico, sia
civile o commerciale, di Diritto penale o di procedura, d' ordine
tributario o militare la materia su cui spiega il suo impero.
Che dire, ad esempio, quando troviamo ad un identico con-
tratto data una fisionomia nel Diritto privato ed una affatto op-
posta nelle leggi finanziarie perchè, nel duello sempre aperto fra
i contribuenti ed il fisco, al fisco ogni mezzo par buono per pa-
rare i colpi e le insidie avversarie ? Ma questo ente Stato che
legifera come fisco è forse qualche cosa di diverso, anzi di antite-
LE CABALE DEL MONDO LEGALE - DISCOESO 163
tico a quello che ha emanato un codice, contemplandovi i feno-
meni giuridici nella loro vera entità ? (7) E, se il giuoco e la scom-
messa, fossero pure stipulati davanti notaio, rimangono impro-
duttivi in Diritto civile di azion giudiziaria, come spiegare la
acquistino nei contratti di borsa sol che si facciano sopra un
foglio bollato (8) ? E che dire del lotto pubblico che lo Stato
finanziere coltiva per proprio conto e disciplina mentre le lotterie
dei privati fulmina quali reati, quasiché il finanziere e 1' autore
del Codice criminale non fossero la stessa potestà sovrana, sib-
bene sotto faccie diverse ? E 1" abolizione del carnefice nel Di-
ritto penale comune, se tanto la si vanta quale un postulato
della inviolabilità della vita umana, come conciliarla (ditemi pur
sovversivo) con la conservazione dell' estremo supplizio nel Di-
ritto penai militare ? Intenta sovrattutto alla tutela dei beni, ci
dirà la legge civile che non di un centesimo possa l' individuo
disporre sino a maggiorità ben compiuta, ma intanto il Codice
penale gli aprirà 1' adito a far ben prima mercato del proprio
corpo con 1' impunità assoluta di chi ne profitta (9). Lo sper-
giuro è reato che la legge penale a ragione non lievemente
colpisce e tuttavia la legge civile dichiara irretrattabile la sen-
tenza basata sul falso giuramento deferito da un contendente
all'altro in giudizio (10). Quasi fossero anche qui due persone
distinte, il legislatore civile ed il penale sono andati ciascuno
per la propria strada, arrivando agli antipodi nel valutare gli ef-
fetti del medesimo atto. — Parimenti non questo è il luogo a
discutere se convenga fare un tutt'uno del Diritto civile e del mer-
cantile, come anelerebbe una certa scuola di commercialisti a
cui ninno vorrà disconoscere il merito di aver trasfuso nuovo
sangue nell' organismo del giure privato. Animosi campioni, che
spingerebbero 1' altruismo sino al punto di fare olocausto della
propria autonomia scientifica, simili a quegli esseri destinati a
lasciare la vita nell' amplesso fecondatore. Ma, comun(]ue la
cosa si giudichi, certo e che oggigiorno troppe e troppo arbitrarie
differenze di trattamento delle stesse persone e degli istituti me-
desimi neir un campo e nell' altro paiono fatte a bella posta per
avvalorare nel pubblico la disistima delle leggi e il concetto
che il legislatore sia il sofista per eccellenza a cui è indifferente
enunciare e difendere a un tempo tesi cozzanti tra loro quanto
164 V. POLACCO
la luce e le tenebre. Che direste di me se volessi affermarvi sul
serio che la vendita di cosa d' altri è valida e nulla ? Pure le
due affermazioni contradditorie voi le leggete nei due diversi
Codici del nostro Diritto privato (11).
A cotali antitesi, che non conferiscono certo prestigio alla
legge, aggiungete quelle che inconsciamente si addensano per
quel modo affrettato, incoerente e irrazionale (è del collega
Cammeo questo crescendo di epiteti (12) ) con cui, specie in que-
sti ultimi tempi, sono state progettate, discusse e formulate le
nostre leggi, quelle amministrative in particolare. E dove non
sono antinomie ed antitesi, quante incertezze tuttavia e quante
insidie in un sistema così tumultuario di innovazioni e di rabber-
ciature ! Non è, no, per accademica idolatria di un classicismo
architettonico, non per un ideale di euritmia affatto sterile, che
altra volta ho alzata la voce contro siffatte deformazioni dell' e-
difizio legislativo (13). Ben vengano le leggi speciali a modificare,
quando il bisogno ricorra, od anche a scalzare del tutto questa
0 quella parte del Codice. E lo scalzino pure, tenendo conto
delle disuguaglianze di fatto, per via di eccezioni alla legge co-
mune, se così vogliono le condizioni peculiari delle varie classi
sociali, realtà viva e palpitante più di tutti i sistemi pensati o
pensabili dagli esteti del Diritto (14). Sono io il primo a sotto-
scrivere alle parole del Wukzel, ohe il pensiero giuridico deve
possedere il coraggio dell' inconseguenza (15), ma dove effettiva-
mente lo esigano i rapporti della vita reale. E chi ha mai detto
di volersi isolare da coteste realtà della vita, sì da escludere
urgenti ritocchi in attesa che si maturi un piano di restauro in-
tegrale, ben meditato ed armonico in ogni sua parte ? La que-
stione è tutta di metodo, la protesta è contro il mal vezzo, pur-
troppo frequente, di far penetrare di sbieco in leggi di portata
apparentemente secondaria o locale emendamenti ed aggiunte
che hanno ripercussione in ampie zone del Diritto, in origine
non divisate, anzi nemmeno lontanamente intravviste. Appiattati
di sovente tra le pieghe di quelle cosidette leggine, che si votano
a vapore quando la canicola infuria, si darà poi il caso, e lo si
è visto più di una volta, che rimangano ignorati persino da
qualche Corte giudicatrice (16).
E intanto restano un pio desiderio certe interpretazioni
LE CABALE DEL MONDO LEGALE - DISCORSO 165
autentiche, che potrebbero si veramente discutersi e deliberarsi
in un batter d' occhio, tanto sono vessate le questioni cui dette
origine, fino dalla prima comparsa di questo o quel Codice, un
testo ambiguo o una frase oscura, così sfruttato oramai il campo
degli argomenti escogitabili nell' un senso o nell' altro (17). Si
può ben sorridere di chi sempre e subito e solo dal legislatore
vorrebbe chiarita ogni minima dubbiezza, ma nemmeno è a com-
patire un mutismo ostinato là dove basterebbe una parola del-
l' autor della legge a sgombrare il terreno da fungaie che sempre
intorno ad essa ripullulano, poi che ad estirparle si rivelino da
lunga pezza impotenti le industri fatiche della dottrina e della
giurisprudenza.
Altro coefficiente del convincimento volgare che una vera
scienza della legislazione non esista, ma domini sovrano il ca-
priccio di chi comanda, mutevole nello spazio come nel tempo,
è la disformità di norme sopra un medesimo soggetto da una
parte all' altra dello stesso Paese. Corre allora alla mente, anzi
si aggrava perchè non si tratta di nazioni diverse, l'esclamazione,
non so se più melanconica o scettica, del Pascal : povera Giu-
stizia, che cambi di qualità cambiando di clima, che un fiume
od una montagna delimita : verità al di qua dei Pirenei, errore
al di là ; un meridiano decide : tre gradi di elevazione dal polo
rovesciano tutta la giurisprudenza (18) ! In troppe cose ancora
perdurano fra noi tipi diversi di leggi, tanti, se occorre, quanti
i vecchi staterelli d' Italia. Volete, per dirne una, saper le cose
come stanno in un tema di capitale importanza coni' è quello
delle miniere '? E voi passerete con tutta indifferenza dal principio
sardo della libera indagine al sistema tutto opposto della
regalia vigente ancora in queste provincie o a quello toscano,
che indissolubilmente congiunge anche per tale riguardo la pro-
prietà del suolo e del sottosuolo. Varietà di norme da luogo a
luogo si intendono, è il caso anzi di invocarle per ciò che ha
tratto a condizioni climatiche e regionali e non tocca tuttavia i
fondamenti del Diritto, non invece quando sia in giuoco 1' esten-
sione di un concetto così cardinale coni' è quello della proprietà
fondiaria. Qui veramente più 1' unificazione ritarda e più si
scuote la fede nel Diritto (19).
166 V. POLACCO
*
Pur non esaurendole tutte, io non ho peccato certo di so-
verchia indulo-enza nel mettere a nudo le cabale della leerjre, sia
per ciò eh' essa fa e non dovrebbe, sia per ciò che dovrebbe e
non fa. Non sono dunque sospetto se ora vo' scagionarla da altre
imputazioni che le si muovono da questi o da quelli in mille
incontri, ma senza uguale carattere di serena obbiettività. Si ri-
pete qui un fenomeno comune a tutte le cose umane se la pas-
sione vi si infiltri e le intorbidi. Come pur inconsciamente accade
di domandare per se un grado di libertà che parrebbe per altri
in uguali condizioni soverchia, come si è facili a giudicare ri-
sibili le forme o assurdi i dogmi di un culto diverso dal proprio
nel quale invece forme analoghe o dogmi non molto dissimili
paiono le cose più semplici e più razionali del mondo, così
inavvertitamente siamo tratti a qualificare curialeschi garbugli in
causa non nostra argomenti e principi; che, in altro momento, e in
perfetta buona fede, invocheremmo per noi quali conseguenze
imperiose della logica del Diritto, ovvero ad inveire contro la
legge che ad ogni pie sospinto ci intralcia il cammino con arti-
ficiose barriere, riconosciute invece assai provvide ove trattisi
dell' agire altrui. Guai specialmente se le cose si guardano at-
traverso il prisma della politica! Nulla più ottenebra, in materia
di Diritto, il giudizio anche delle persone meglio equilibrate ed
oneste. Quello strazio di tutte le buone regole procedurali, che
condusse una Corte marziale di Francia alla terribile condanna
di un innocente, fu pur salutato come modello di fulminea giu-
stizia da quei medesimi legittimisti che fremono di giusto orrore al
ricordo di certi simulacri di giudizi, apprestanti nelle giornate fo-
sche del giacobinismo tanta messe di vittime all' avida falce
esecutrice. — La necessità che intervenga formale atto di erezione
in corpo morale perchè un' accolta di persone possa come tale
possedere e fare acquisti, il diritto nello Stato di togliere (|uan-
docchesia quel riconoscimento giuridico eh' esso ha pure largito
in origine, paiono enormezze e formalismi tirannici al conserva-
tore che lamenta corporazioni religiose disciolte e vede i pericoli
del ricostituirle di fatto con l' opera di prestanomi, nei quali
LE CABALE DEL MONDO LEGALE - DISCORSO 167
mal riposta si riveli poi la fiducia (20). Ecco invece plaudirvi
chi è cresciuto alla scuola di altre idee religioso-politiche, salvo
a recriminare anch' egli, ed anche piti forte, se altrettanto gli
accada, in danno, suppongasi, di un sodalizio operaio avente
mera esistenza di fatto. — Una bufera di anticlericalismo selvaggio
passa attraverso il Paese, e sacerdoti, che si sentono personal-
mente feriti nel vilipendio scurrile contro l' intera loro casta,
chiedono invano in giudizio penale ragione contro la stampa iii-
sultatrice. Sfoderate le distinzioni sottili fra ingiuria personale e
ingiuria collettiva, una Corte d' Appello respinge la loro do-
manda (21). E i sovversivi a batter le mani, i conservatori invece
a strepitare, protestando per denegata giustizia. Fondati lamenti,
sacrosante proteste, ma non si resti poi tiepidi di fronte a san-
guinose ingiurie e calunnie che certa stampa, indegna del nome
cristiano, lancia contro intere altre classi o comunità religiose.
Se e' è imperfezione nella legge penale in quest' argomento del-
l' ingiuria collettiva, ebbene denunziamola ad alta voce concordi
ed abitiamoci perchè la si tolga, ma sempre e tutti e per tutti
con uguale fervore, in omaggio alla giustizia prima, memori
poi dell' hodie mìhi cras tihi^ che 1' arma micidiale a volta a
volta si trova nelle mani di questa fazione o di quella.
In tale ordine di idee un ultimo esempio ancora, ma dei
più eloquenti. Assistevo un giorno, dietro invito cortese, ad una
conferenza contro il divorzio in un circolo di parte ultra orto-
dossa. L' oratore, un avvocato provetto, eh' è tra i capi di quella
parte più reputati ed ardenti, non ebbe il coraggio di difendere
strenuamente quel ripiego a cui ricorrono certe coppie dorate di
trasportare provvisoriamente il loro nido in paesi ove sia per-
messo distruggerlo, salvo a ricuperare la perduta cittadinanza ita-
liana non appena il colpo è riuscito ? Tanto era in quel valen-
tuomo il terrore che la temuta riforma entrasse come norma
comune nel nostro Diritto matrimoniale, da fargli fare in buona
fede buon viso a quel pertugio traverso cui solo pochi e larga-
mente censiti passano e passeranno per isfuggire all' odierno di-
vieto : valvola in certo modo di sfogo che fa sbollire V agi-
tazione avversaria, creandole di contro la indifferenza dei più
danarosi e potenti. Si potrebbe dare invece, io dico, più lacrime-
vole esempio di gherminelle legali ? Il Codice che elude se stesso,
168 V. POLACCO
le norme cioè sulla perdita e sul riacquisto della nazionalità che
si presterebbero a sovvertire quella per eccellenza d' ordine pub-
blico che consacra la indissolubilità coniugale (22).
" Iliacos intra muros peccatur et extra. „ Stiamo dunque bene
in guardia prima di porgere ascolto agli anatemi che da un campo
0 dall' altro si scagliano contro le leggi, troppo spesso interessi
di parte fanno velo al giudizio.
*
Il vero è che, in più d'uno degli esempi ora addotti, meglio
che contro la legge, dovrebbero appuntarsi gli strali contro quelli
che 0 non sanno o non vogliono farne esatto governo. Se i prin-
cipi dell'ingiuria collettiva non tornano, gli è che, nei casi più
gravi almeno, di ben altro si tratta a cui il legislatore è rimasto
per verità così poco indifferente, da farne un reato non di azione
privata ma pubblica e la colpa è di chi lascia dormire gli arti-
coli suirincitamento all'odio di classe e non si cura di agire, come
dovrebbe, d'ufficio. Così il sotterfugio per eludere il Codice,
odioso doppiamente perchè privilegio dei ricchi, non è già il Co-
dice stesso che lo appresti, ma la giurisprudenza troppo arrende-
vole di certe Corti d'Appello che passa sopra alle norme più si-
cure sulla invalidità degli atti compiuti in frode alla legge. Ed
eccoci così bel bello trascorsi dal processo contro il legislatore,
chiuso con le relative requisitorie e difese, a quello contro gli
interpreti, sia di giudice, di docente, o di avvocato la toga che li
ricopre.
* *
Rileggevo, non è molto, quel libro pieno di saviezza e di
umorismo che dette al Montesquieu il battesimo della celebrità,
le Lettere lìersiane. In una di esse, dopo aver fatto parola del
cumulo di leggi disparatissime che in Francia opprimevano ugual-
mente la giustizia ed i giudici, il persiano stupefatto soggiunge :
Ma questi volumi di leggi sono ancora nulla in paragone dello
esercito spaventevole di glossatori, di commentatori, di compila-
tori, tutta gente altrettanto debole per la poca dirittura dello spi-
LE CABALE DEL MONDO LEGALE - DISCOESO 169
rito quanto forte per numero (23). E in altra lettera, eh' è tutta
un bozzetto gustosissimo del magistrato del tempo, al persiano
che lo visita, che lo compiange per il penoso ed accasciante me-
stiere di seder tutto il giorno a decidere sugli affari degli altri
e fa poi le sue meraviglie nel vederlo sprovvisto affatto di libri,
il giudice candidamente risponde : Se voi conosceste il Palazzo di
Giustizia non parlereste in tal guisa : noi abbiamo dei libri vi-
venti che son gli avvocati : lavorano essi per noi e si incaricano
di istruirci. E non si incaricano anche talvolta di ingannarvi ? re-
plica il viaggiatore d'Oriente. Non fareste male a garantirvi dalle
loro imboscate : essi possiedono delle armi con le quali attaccano
la vostra equità ; buona cosa sarebbe ne aveste anche voi per di-
fenderla, anziché impegnarvi nella mischia vestito alla leggera
in mezzo a persone corazzate insino ai denti (24).
Confessiamolo, o Signori ; della gente di legge è questo il
quadro che ancora oggigiorno si configurano i più. Una pseudo-
scienza che prepara le reti ai causidici perchè se ne valgano ad
accalappiare i giudici facili a cascarvi dentro quasi per forza di
inerzia. E la solita tendenza a generalizzare, quando si avventura
un giudizio su certe classi e su certi gruppi sociali, riducendoli
tutti al denominatore dei peggiori fra gli elementi che li com-
pongono. E ai mali denunziati come estremi estremi naturalmente i
rimedi proposti. Non permettere si apra quella fucina, dove le
armi insidiose si approntano : che fosse questo o 1' ordine o il
voto di legislatori despoti si intende e la mente di ognuno corre
a Giustiniano ed a Napoleone, ma forse non tutti sospettano che la
pensasse pure così uno dei principi della Enciclopedia in Francia.
Incaricato da Caterina II. di scrivere il Piano di una Università
per il Governo di Russia, ecco in quali termini il Dideeot con-
sigliava l'augusta sua protettrice : " Non occorre dire che nelle
Università della Russia ci vorranno delle cattedre per lo studio
del Codice Caterina, benché non sia bene, forse, il permettere che
lo si commenti in iscritto, perché ciò che è commentato è ben
tosto snaturato „ (25).
E dalla soppressione dei commenti potrà essere breve il passo
a quella degli avvocati, costretti a capitolare per fame se manchi
all'astuzia loro il nutrimento di commentari capziosi. " Se i ma-
" gistrati sono i sacerdoti della Giustizia „ , scriverà il già menzio-
170 V. POLACCO
nato Mblchioeee Delfico, " colle proprie mani devono sacrificare
"■ all'augusta Divinità. E uno sciocco pretesto il credere che fra i
" litiganti ed il giudice vi debba essere un terzo perito nelle leggi.
" Appartiene al magistrato il saperle e su tale ipotesi gli è con-
" ferito l'officio o il diritto di amministrarle. La necessità di una
" scienza collaterale o suppletoria è ingiuriosa ugualmente alla
" legge ed al magistrato, poiché la prima non deve aver bisogno
" di interpreti ed il secondo di mezzi ausiliari „ (26).
Ecco dunque, per via di eliminazione, ridotti a due gli ele-
menti, posti cioè faccia a faccia la legge ed il giudice. E il giu-
dice, non più fuorviato ne da autorità di Dottori uè da artifizi
di legulei, applicherà (pensano costoro) la legge con quella equità
di cui nel citato passo del ]\[ontesquieu si fa cenno.
Questa libera esplicazione dell'attività giudiziaria, pur muo-
vendo da premesse in parte diverse, forma oggi il verbo di una
scuola che va guadagnando di giorno in giorno terreno e si rias-
sume nella sentenza del Bììlow : " non la legge, ma legge e
magistrato creano al popolo il suo Diritto „ (27). Virtù creatrice di
Diritto che fa si parli di un odierno ufficio pretorio della Griuris-
prudenza, nel senso di consentire ai magistrati nostri un com-
portarsi alla foggia del pretore romano (28). Non è chi ignori
ciò che potè in Roma il pretore, fonte di un ius speciale, che,
parallelo al ius quiritario, ne temperò in mille guise i rigori. Un
giudice dunque sul generis, che elabora un Diritto proprio di
rincontro al Diritto esistente, rispetta questo in apparenza, ma in
sostanza vi si sovrappone ; onde al Puctha, che il legame di
quei due Diritti paragonava al vincolo matrimoniale, che unisce
e concilia elementi disparati, senza distruggere le rispettive di-
versità (29), fu argutamente obbiettato che bisognerebbe pensare,
perchè il paragone corresse, ad un tale matrimonio in cui il ma-
rito ha da dire precisamente quel tanto che la moglie gli con-
sente (30).
È questo che si vorrebbe ancora oggi ? Si peritano a dirlo
chiaro tutti i seguaci di questa cosidetta scuola libera del Diritto ;
più d'uno anzi protesterà di non volere spinta tant'oltre la pote-
stà del giusdicente. Ma allora che senso ha l'invocare 1' esempio
dell'editto pretorio romano ? "^ La logica delle idee „ scrisse il Vanni,
" è fatale ; un'idea deve finire per arrivare alle sue ultime conse-
LE CABALE DEL MONDO LEGALE - DISCOESO 171
g-uenze „ (81) e la seiìtenza si avvera anche qui in tutta la sua
inesorabilità. Ecco infatti il Kantoeowicz, il più alto esponente
(li tale indirizzo, dirci sotto la maschera di (ìneo Flavio : " La
" decisione contro la legge è sempre male, perchè codice ideale
" sarebbe quello che tutti i casi rettamente risolvesse, ma è un
" male, qualche volta, inevitabile. In Francia, che ha una legisla-
" zione invecchiata, il Presidente Magnaud è un fenomeno asso-
^ lutamente necessario. Se l'Italia abbisormi di g-iudici siffatti e
" possa tollerarli, sono, conclude egli, in dubbio „ (32). Ma il
dubbio si affretta a toglierlo il traduttore italiano, eh' è un assai
colto giudice nostro, Raffaello Maietti, dichiarando che " di
" magistrati alla Magnaud ve ne ha bisogno dovunque il dolore
" sociale e le lag^rime delle cose dimostrano la bancarotta del
" penitenziarismo espiazionistico „ (33). Ripiwduco alla lettera
rispettando anche il suono barbaro di queste ultime parole, riferibili
oltre a tutto al solo campo della penalità, mentre 1' arbitrio del
famoso hon juge si sbizzarrisce altrettanto in materia civile (34).
E reazione codesta al sistema di maneggiare i testi di legge
come farebbe il matematico delle sue formule, " sordo al fragore
della mischia sociale che di fuori si agita vertiginosa e rinnovel-
latrice „ (35). E generosi, non o'ò che dire, sono gli impeti degli
araldi di questa Giustizia nova. Ma, come tutte le reazioni, essa
va di gran lunga oltre il segno, anacronistica nella rievocazione
del pretore romano di fronte alla odierna separazione dei poteri,
ribelle ad ogni disciplina nella concezione del giudice, che si vuole
sovrano nel sentenziare di caso in caso dietro le suggestioni del
sentimento, non di rado fallaci, e varie ad ogni modo da persona
a persona (36).
Ne uscirebbe cresciuta a disnusura la incertezza sul Diritto
esistente, e arrestata, proprio contro gli aneliti di tale scuola, la
ascensione ad un ordinamento giuridico più umano, perchè è svi-
gorire lo stimolo a riforme, che, sancite per legge, avrebbero una
efficacia universale, l' andar predicando che il giudice ha già fa-
coltà di attuarle, se così gli talenti, nei singoli casi. E ciò senza
dire che non tutti i casi vengono dinanzi alla sbarra del giudice:
anzi, e per fortuna, la grandissima maggioranza dei rapporti giu-
ridici rimane fuori delle aule forensi. La fisiologia è la regola,
la patologia l'eccezione. " È proprio di menti ancora poco assue-
172 V. POLACCO
" fatte alle realtà intangibili „, lo dirò col Picard, il concentrare
" derisoriamente il Diritto nel Palazzo di Giustizia e nei processi
" che vi si svolgono. Tanto varrebbe il non concepire la salute e
" l'igiene che sotto la forma dei morbi e degli ospitali „ (37).
Uscire dalla legalità per rientrare nel Diritto può ben essere sa-
crosanta divisa di un popolo in rivolta, non di un giudice nello
esercizio normale della sua potestà. Colmi la giurisprudenza, d'ac-
cordo con una dottrina progressiva che non ristagna negli impa-
raticci scolastici, colmi, io dicevo, le lacune della legge, quelle
inevitabili sin dal momento in cui la si emana, e quelle che vi
aggiunge di poi il moto della vita che mai non si arresta. E
mezzi sufficienti all' uopo gliene fornirà, io credo, se rettamente
intesa, la nostra legislazione stessa con quei canoni generali di
ermeneutica, che stanno, ìex ìeguni, in sul vestibolo del Codice
civile (38). Perchè è sottigliezza, sia pure ingegnosissima, il dire che
quelle norme d' ermeneutica date dal Codice, essendo leggi esse stes-
se, avrebbero bisogno pure di regole di interpretazione (39) : a tale
stregua dovremmo assentire a chi negasse in filosofia la relatività
delle cognizioni umane, perchè essa è a sua volta una cognizione
che porrebbe se stessa come assoluta, oppure a chi dichiarasse
impossibile qualsiasi definizione perchè ogni parola adoperata per
essa dovrebbe prima venir definita. Sono poi nel corpo delle pa-
trie leggi degli organi che vorrei dire respiratori perchè gli con-
sentono di alimentarsi di sempre nuovo ossigeno, sì che si adatti
con sufficiente elasticità e rapidità di ricambio al variare dell'at-
mosfera che lo circonda. Tale la massima in più luoghi ribadita
del rispetto ai buoni costumi ed all'ordine pubblico (40), criteri,
quest'ultimo specialmente, di contenuto così mutevole, che poco
manca, per esempio, oggigiorno alla consecrazione di un calendi-
maggio ufficiale fra lo squillare di quel medesimo inno contro il
quale sino a pochi anni fa si sguinzagliavano i custodi della pub-
blica forza. Tale parimenti quel precetto del Codice che, nella
deficiente disciplina del contratto di lavoro, fu come il germe di
tutta una lussureggiante fioritura di massime ad opera dei probi-
viri, il precetto cioè che debbano i contratti eseguirsi di buona
fede ed obblighino, oltre a quanto vi è espresso,"alle conseguenze
che ne derivano secondo l'uso e l'equità (41). Non si ha in tutto
questo una sufficiente latitudine per un'azione del magistrato so-
LE CABALE DEL MONDO LEGALE - DISCORSO 173
cialmento benefica ? Ma che per dare, come dicono, l'assalto agli
ultimi bastioni della scolastica (42), la quale in addietro ha se-
minato di cabale la dottrina e la giurisprudenza, s' abbia per
di più a distruggere ogni criterio stabile ed ogni norma logica
di interpretazione, è un agire in verità da iconoclasti : il chimico
d'offffi non si sos^nerebbe di buttare all'aria storte e lambicchi sol
perchè servirono di strumento ai men degni progenitori suoi, gli
alchimisti.
Al disamore del popolo verso le leggi dovremo aggiungere
proprio noi nuova esca col diffondere siffatte dottrine ? Senza pen-
sare che il malo esempio dato dalla magistratura, che dovreb-
b' essere delle leggi custode gelosissima, lunge dal cattivarle le
simpatie popolari, finisce con 1' estendere ad essa il discredito,
sia pure che le leggi a buon fine calpesti : la irreligiosità di chi
serve all' altare ripugna e ripugnerà sempre anche al più volter-
riano dei miscredenti. E la magistratura ne ha avuta fra noi
una lezione solenne che il rammentar non è male. Quando, fa-
cendosi eco della indignazione pubblica pel verdetto assolutorio
di un uxoricida confesso, la nostra Corte suprema si arbitrò di
cassarlo, sottoponendo quel fior di marito al giudizio di altra
Corte d' Assise, rispose questa con nuova e ben meditata assolu-
zione (43). Più forte ancora dello sdegno suscitato dal primo
verdetto fu il bisogno di protestare contro la Cassazione, che,
venuta meno al suo ufficio convertendosi in giudice superiore
del fatto, aveva, per vie tortuose, travisato il responso della
giuria. Sì, per vie tortuose, come quelle battute di poi per sot-
trarre invece al giudice ordinario una personalità politica impu-
tata di reati comuni. E curioso infatti, e ad un tempo fatale,
che, mentre dalla guerra agli artifizi della vecchia dialettica
uiuove la scuola verso la onnipotenza del giudice, il giudice poi si
trovi costretto a ricadere negli artifizi medesimi per districarsi dalla
legge che lo accerchia e lo stringe. Non di sopprimere dunque,
ma di mutar freni, è bisogno se veramente gli attuali non ser-
vono. Mutarli semplificando procedure che paiono labirinti, de-
finendo competenze che si palleggiano da un corpo all' altro,
stenebrando istruttorie con nuovi fasci di luce. Mutarli instau-
rando, ma per legge sì che nulla vi possa il capriccio dei sin-
goli, altri canoni di ermeneutica dato che quelli in vigore rivelino
174 V. POLACCO
la loro impotenza. Non la novità ci sgomenta, ma V anarchia,
r anarchia delle coscienze come quella degli intelletti, sperduti
senza guida nel pulviscolo dei casi singoli e insofferenti d' ogni
teoria, mentre invece delle teorie non si può far a meno (è del
Lucchini l' imagine felice) come non si può navigare senza
bussola (44).
*
* *
Durerà sempre del resto, non illudiamoci, così nella scienza
come nella pratica del Diritto, per quanto svecchiate nei metodi
e riaccostate alla vita, tanto da asconderle in gran parte agli
occhi del volgo e da esporle all' accusa che di vane ciancie si
pascano e di astrusi rigiri. Una serie di dubbi, di questioni, di
sottigliezze, che sembrano tutte proprie del mondo giuridico,
quasi inventate da teorici a delizia e gloria degli azzeccagar-
bugli, non sono che il riflesso di problemi eterni d' alta filosofia
a cui non potrà mai sottrarsi una disciplina morale come la no-
stra. E badisi che non alludo ai sistemi più o meno astratta-
mente costruiti da filosofi del Diritto, ma al Diritto stesso nella
pratica sua attuazione. Non si punisce, ci dirà il Codice penale,
chi abbia agito in tale stato di infermità di mente da togliergli
la coscienza o la libertà dei propri atti (45). Tante parole e
tanti concetti di vera e propria psicologia ; onde la stessa Rela-
zione Zanardelli spiegarci che qui " la voce mente va intesa
si da comprendere tutte le facoltà psichiche dell' uomo, innate
ed acquisite, semplici e composte, dalla memoria alla coscienza,
dall' intelligenza alla volontà, dal raziocinio al senso morale „ (46).
Si discute dei diritti sulla propria persona, nei multiformi
aspetti suoi, diritti sul corpo e sue singole parti, facoltà di dis-
porre del cadavere, diritti sulla propria imagine, sul nome come
qualità all' individuo inerente, e tosto il concetto dell' io si fa
innanzi, e con esso il problema se e come si spieghi un dualismo
che all' io consenta d' essere a un tempo soggetto e oggetto di
diritto (47). E il gran disputare che si fa intorno alla essenza
delle persone giuridiche o corpi morali, dove le molteplici teori-
che, feconde di applicazioni pratiche rilevantissime, si aggirano
tutte infine attorno ai due poli opposti di una esistenza reale o
LE CABALE BEL MONDO LEGALE - DISCOESO 175
ili una esistenza fittizia, non rispecchia forse 1' antico, e pur
sempre vivo dissidio fra nominalismo e realismo ? 8u ciò che si
ha da intendere per caso vi ha tutta una letteratura filosofica (48)
e da essa non potrà astrarre del tutto il leo-ale nel conside-
rare il fortuito 0 la forza maggiore nei loro efi^etti sui negozi
giuridici. E così dicasi di cento altri concetti di continuo ricor-
renti pur nei testi di legge, come quelli del consenso e dei suoi
possibili vizi, di volontà e di causa, di università di cose, di di-
visibilità e indivisibilità di diritti. — Sottrarre abusivamente
energia elettrica è commettere furto ? Poiché furto, a tenore del
Codice; è impossessarsi di una cosa altrui (49), non mancherà
chi ci dica, assurgendo alla distinzione tra nmteria e forza, che
r elettricità non è cosa, ma stato particolare della materia (50).
Ohe razza di diritto si ha quando io concedo che altri possa co-
struire sul mio? Ohe cos'è che gli si cede fin d'ora? Parte
dell' imniol)ile forse sotto 1' aspetto della colonna d" aria che al
suolo sovrasta ? E il relativo contratto lo si ha a redigere in
iscritto, lo si deve trascrivere ? Questioni, ognun vede, di Diritto
positivo, pratiche quanto mai, anzi in apparenza pedestri, ma
che portano necessariamente il giurista in piena metafisica, a di-
scettare cioè sulla idea dello spazio (51). Sono dunque nella
stessa giurisprudenza della vita cotidiana frequenti le proiezioni,
a così chiamarle, di ipiella scienza delle scienze, la Filosofia, che
il volgo non intende e facilmente deride. E la derisione si tra-
muterà qui di leggieri in invettiva, poiché cpielle che paiono lo-
gomachie nei filosofi hanno in bocca ai legali tutta l' aria di
insidie.
* *
Ma se pretendere di far penetrare le turbe in sì riposti mean-
dri della scienza e dell' arte giuridica sarebbe follia, renderle
almeno non del tutto estranee alle leggi ed ai principi fonda-
mentali che le governano, è fattibile, io credo, ed oggi più che
mai doveroso, sol che si mediti un piano di educazione popolare
sulla foggia di quello escogitato per questa parte dal Filangieri (52).
Del quale ognun sa come fosse elemento integrale una
istruzione da impartire ai cittadini d' ogni classe di quel tanto
176 V. POLACCO
di leggi che regolano la condotta dell' individuo e, negli Stati
retti a democrazia, l' insegnamento altresì dei generali principi
dell' ordine sociale e di tutte le particolari nozioni relative al-
l' esercizio della sovranità. E qui veramente un campo d' azione
largo e benefico si schiude, s' io non m' inganno, alle cosidette
Università popolari sino a tanto che lo Stato non possa o non
voglia provvedervi esso nella dovuta misura. Si squarcierebbero
così alcuni almeno dei veli che sembrano avvolgere di impene-
trabile arcano il mondo legale e gli sollevano contro il sospetto
dei più. Dell' infinito, per noi inafferrabile, è già qualche cosa il
sapere la impossibilità della sua non esistenza (53) : così è già
qualche cosa se della tecnica legale, anche se inaccessibile ai piìi,
si renda a tutti palese la necessità ineluttabile. Basta infatti ci-
mentarsi per poco con le regole del Diritto per rendersi conto
della enorme difficoltà di costringere in poche formule, generali
e duttili, pur rimanendo sobrie e precise, il pensiero legislativo
e di cogliere la complessità dei fattori in un qualsiasi rapporto
della vita sociale (54). E al tempo stesso, apprendendo ciascuno
ciò che realmente può- la legge e ciò che piuttosto dal costume è
da attendersi, seguirà che meno si domandi di leggi nuove e
più delle esistenti si osservi. Ostentazioni di disprezzo o avven-
tatezza di giudizi sul Diritto e sulla sua funzione, già in voga
tra socialisti e socialistoidi del vecchio stampo, si sono pur visti
scomparire o attenuarsi non appena il contatto con la funzione
legislativa iniziò quegli idealisti negli ignorati misteri, proprio
come il nuovissimo incenso, che vedemmo bruciarsi alla figura
del pretore romano, giunge ora in buon punto a vendicare la
sapienza giuridica della gran Madre antica dagli attacchi ricor-
renti per lungo tempo, quasi un ritornello d' obbligo, tra i cori-
fei di una certa scuola economica (55).
E quale rivincita altresì per i troppo calunniati nostri vec-
chi Dottori ! D' accordo tutti nel repudiarne la sottile casistica o
r aridità sistematica, d' accordo nel riprovare quella specie di
dosimetria di elementi psichici a loro sì cara, per esempio in
materia di colpa, dove invece bene fu detto che la responsabilità
viene graduandosi per tinte insensibili come 1' alba e il crepu-
scolo nel passaggio dal giorno alla notte (56). Ma quanto d' al-
tra parte del loro sottile argomentare non si volse a costruzione
LE CABALE DEL MONDO LEGALE - DISCORSO 177
di ingegnose teoriche, mercè cui adattare a pratiche contingenze
nuove il testo di quel Vangelo giuridico ch'era il Corpus iuris, e
che fior di dialettica impiegato dai nostri scolastici per ricondurre
a tipi ben definiti del Diritto privato questioni politiche e rap-
porti di Diritto pubblico ondeggianti nelle travagliate coscienze
del tempo ! (57). Degni fratelli in verità di quei legisti di
Francia che, stretti intorno alla Corona, mossero in guerra con-
tro r edifizio feudale col duplice intento dell' affrancazione del-
l' individuo e dell' affrancazione del suolo (58) e giunsero a
sfasciarlo lanciandovi contro, catapulte potenti, le cabale loro !
E non è questa forse la via che battono in oggi il socialismo cosi-
detto giuridico e quel solidarismo che ne è, si può dire, il fra-
tello germano ? (59) 0 non sono anzi anche più artificiosi gli
sforzi loro, o per plasmare la società sullo stampo del quasi
contratto o per ridurre la lotta di classe al tipo civilistico di
due opposte ragioni di credito (60), più artificiosi, io dico, che
non fossero quelli di Bartolo e dei suoi per inquadrare nel Di-
gesto i dibattiti fra la potestà laica e la pontificia ?
Non discuto, tarda è già 1' ora, noto solamente ed ammiro.
Noto questi tentativi di ritorno al vetusto arsenale giuridico, per
trarne, strumenti di redenzione, quelle armi istesse che maledi-
ceansi poc'anzi come asservite agli oppressori. Ammiro questa
eterna giovinezza della scienza del Diritto, dalla cui tecnica, mi-
rabilmenle flessiijile, si invoca la formula, che fughi lo spettro di
sanguinose mine, che ridoni salute all' umanità sitibonda di giu-
stizia e di pace.
Canta il Poeta. È il più grande fra quelli rimasti dopo
Victor Hugo alla Francia. Canta la Giustizia in un poema sublime
di pensiero e di arte (61), la Griustizia, termine. Egli dice,
ideale della scienza strettamente unita all' amore, poiché a gene-
rarla non basta ne da sola la scienza, che diffida delle intuizioni
del Ciro re, ne la ignoranza generosa, che ad esse esclusivamente
si affida (62). Canta il Poeta. È il Poeta gigante della risorta
Italia. Canta Italia madre di leggi eterne (63) e anch' Egli sa-
pienza invoca ed amore perchè, stretti in un amplesso, ci salvino
dagli orrori di un cataclisma sociale (64), mentre in prosa alata
e robusta come il più robusto ed alato dei carmi suoi, scioglie
un inno a Bologna, che apriva con lo studio di Irnerio le brac-
178 V. POLACCO
eia e il petto " a mostrare le forine civili alla nuova società
nelle norme superstiti dell' antico Diritto „ (65). Ancora una
volta la chiaroveggenza dei Cantori addita alle genti umane af-
faticate la via di salvezza. Ne ascoltino la fatidica voce, resa
più sacra dagli avelli che di recente li accolsero, le Nazioni la-
tine che quei grandi illustrarono, e suoni pel mondo il verbo del
Diritto nuovo con gli splendori dell' antica romanità, idolatrata
da chi seppe veramente congiungere il lauro del Poeta con la
palma del Giusto (66).
LE CABALE DEL MONDO LEO ALE - DISCORSO 179
NOTE
(1) D. Maxin, Della reiiefa f/iurisprudenza (Venezia, 1848, tnitto dal 1°
volume dell'opera Venezia e le sue lar/une), \)n^. 70.
(2) Si pensi, per questo nome di cabale a due famosi hraui ì\q\V Amleto
di Shakespkark nella ti'aduzione de! RuseONi; Monologo dell'Atto III:
" ([unle uomo vorrebbe sopportare le ingiurie del tempo, le
ingiustizie dei tiranni, gli oltraggi dei superbi, le torture dell'amore
disprezzato, le cabale della legge etc. „ Scena del cimitero dell'Atto V:
" Eccone un altro [teschio]. Sarebbe forse il ci'anio di un avvocato?
Dove son ora le sue cabale, le sue sottigliezze, i suoi sofismi V „ (Teatro
completi) di Shakespeare^ trad. Rusconi, 4'^ ediz., voi. II — Torino,
Unione 1858).
(3) Gnaeus Flavius, Der Kampf um die Rechtswissenschaft (JHeidelherg,
Winter 1906). Se ne ha una edizione italiana riveduta dall' Autore
con prefazione e note del giudice R. Majetti (Palermo, Sandron, 1008).
(4) Mel(!H1()kke Delfico, Ricerche sul vera carattere della Giarisjtru-
denza romana e de' suoi cultori, opera comparsa per la prima volta
nel 1791. Io ho sott' occhio la 3" edizione (Napoli, Nobile 1815),
pag. 12-13, 45, 174 e passim.
(5) R. De La Grasserie, Lo svolgersi del formalismo nei vari istituti
giuridici-scciali in Rivista italiana di sociologia, XI (1907) (pag. 349
e segg.), pag. 352. All'esempio recato nel testo quanti altri mai se ne
potrebbero aggiungere ! Così vediamo tutti i giorni che non si liu-
niscono fn libero sodalizio dieci persone, siano pur esse profane di
leggi e remoto ogni fine di lucro, che tosto non si compili tanto di
statuto ricori-endo a formalismi e persino a finzioni che paiono la
quintessenza del dottrinarismo giuridico, come la clausola di stile
delle assemblee di prima e di seconda convocazione, salva la scap-
patoia di un unico invito ad entrambe con 1' irrisorio intervallo di
un' ora.
(6) Atti parlamentari, Camera dei Deimtati, Discussioni, Seduta del 20
Giugno 1906, pag. 8785.
(7) Viceversa altre volte l'occhio linceo del Fisco sa nell' interesse pro-
prio penetrare i rapporti giuridici nella loro realtà, ottenebrata nei
Coflici da astrazioni o finzioni civilistiche, ovvero tronca dal canto
proprio, nel senso più vantaggioso per l'Erario, questioni che tengono
in Diritto civile e commerciale divise la dottrina e la giurisprudenza,
180 V. POLACCO
l*]senipi (Iella pi'ima specie la tassazione in caso di divisioni (se in-
teivengono maggiori assegnanieriti o conguagli) o in caso di transa-
zioni, ove non è seguito il Diritto civile sino all' estremo a cui esso
spinge in entrambi il carattere ilichiarativo anziché traslativo di pro-
prietà (Art.' 35, 36, 44 del Testo unico delle leggi sulle tasse di re-
gistro, 20 Maggio 1897, n. 217): esempio della seconda specie l'Art. 1
della Tariffa annessa alla Legge stessa di Registro, in quanto col-
pisce della stessa tassa proporzionale che vale per alienazioni^ vendite
ecc., il diritto di escavare e di prendere materie da terreni o da
miniere, e -così per conto proprio risolve negativamente il quesito
tanto dibattuto se possa darsi locazione delle miniere.
(8) Non ignoro la fortissima corrente, specie dottrinale, diretta a combat-
tere quello che si dice vecchio pregiudizio dell'immoralità o almeno
deli' illiceità dei contratti differenziali e a dimostrare ch'essi nulla
hanno a che fare coi giuochi contemplati nell'art. 1802 del Codice
(;ivile. Sarebbero pertanto contratti per sé leciti e validi indipenden-
temente dai foglietti bollati richiesti non ad essentiam ma. ad jjroba-
tionern. Escirei dal seminato soffermandomi sulla questione, tanto
importante, come si sa, anche nei riguardi del Diritto internazionale
privato. Basta per me constatare che è diffusa talmente nella comune
coscienza l' idea del giuoco in simili affari, da rendersi conto del suo
largo accoglimento per parte della giurisprudenza. È appunto a que-
sta persistente preponderanza della giurisprudenza nell' idea del
giuoco che, senza prendere posizione nel dibattito, io intendo allu-
dere nel testo, avvertendo tutto ciò che di assurdo e veramente im-
morale presenta la nostra legislazione se è vero eh' essa ad una ra-
gione (li credito, riconosciuta intrinsecamente immeritevole di azione
quest'azione conceda sol percht; una formalità estrinseca e di natura
fiscale vi si accompagni.
(9) Cod. pen. art. 335.
(10) Cod. pen. art. 221, Cod. civ. art. 1370. Ed «; noto il ripieg) a cui
tanta parte, ed autorevole, della dottrina e della giurisprudenza ri-
corre, di ammettere almeno il danneggiato a costituirsi parte civile
nel giudizio penale pel risarcimento di danni. Una (bdle tante ca-
bale escogitate, secondo il mio parere, dagli interpreti a fin di bene
per drizzare in qualche majiiera le storture della legislazione.
(11) Art. 1459 Cod. civ., Art. 59 Cod. comm. Ed anche qui sarebbe fuor
(li luogo il ricordare per che via dai giuristi si tenti di mostrare
meno inconciliabili i due articoli di quel che sembri a prima vista.
(12) Cammeo, L' interpretazione antentira. (estr. dalla Giurisprudenza
italiana voi. LIX, Torino, Unione 1907), pag. 5.
(13) // progetto di legge sull'emigrazione e l' Art. 11, I. comma, n. 3 del
Codice civile, memoria letta nell'adunanza del R. Istituto Veneto
del 30 dicembre 1900. Vi si riferisce e quasi direi che ne prenda
occasione per accentuare, del resto con l'usata cortesia, un dissenso
LE CABALE DEL MONDO LEGALE - DISCORSO 181
(li idee elio io reputo più apparente che reale, lo scritto dell'illustre
mio collega Brugi, Logica di ler/fji e logica di scienza in Rivista
italiana di sociologia. Anno V (1!K)1), pag. 164-170).
(14) Cfr. la recente memoria dello stesso Bkugi, Eguaglianza di diritto
e disegna glianze di fatto, in Rivista it. di sociologia. Anno XII
(1!K)8), pag. 49-55.
(15) WuRZKL, ì)as jaristische Denken (Wicn, Porles 1904), pag. 7.
(16) Tipico il caso a cui si riferisce l'articolo del CIraziani, Una dispo-
sizione di legge ignorata da due collegi giudicanti, in La Temi del
1905 (Voi. V. Serie 2.''), pag. 336 e seg.
(17) Gli esempi sovrabbondano: quella che corre subito al pensiero di
tutti è la famosa questione d(dla quota di fatto (j quota di dii'itto
nella consuccessione di fratelli bilaterali ed unilaterali.
(IM) I'asgal, Pensées, Première Partie, Art. VI, n. Vili (ed. di Besangon,
lMontars(jlo 1829, T. I, pag. 145).
(19) Invece altre, pure provvide, leggi come quella già ricordata conte-
nente provvedimenti per le Provincie meridionali, per la Sicilia e
per la Sai'degna (L. 15 luglio 1906. n. 3S3) sono venute, non è molto,
ad aumentare la dispsirità, dettando soltanto per certe regioni dei
provvedimenti (obblighi di certe anticipa/ioni al colono, limite nel
relativo tasso di interesse ecc.) che non si sa perchè non abljiano a
valere' nelle altre parti d' Italia. Ben diceva a tale riguardo l' on.
Ctiusepim'J Maiorana relatore alla Camera dei Deputati sul relativo
progetto : " Quando si tratta di provvedere in nome della giustizia
e dell'economia (non di semplici provvedimenti di spese o di bi-
lancio) non sta la distinzione della regione ». {Atti j)arlamentari,
Voi. cit. pag. 8731). Veggasi pure la Legge speciale per la Basilicata
31 marzo 1904, n. 140.
(20) Anche qui io non intendo prender partito sulla natura dell' inter-
vento dello Stato, se cioè esso infonda l'essere ai corpi morali o ri-
conosca in essi delle realtà già per sé esistenti. Ma accenno al si-
sterna dei due pesi e due misure, per cui quelli) delle due sohizioiii
che si invocherebbe nel caso a la si combatte nel caso b come in-
giusta ed oppressiva.
(21) Rettifico trattarsi di sentenza di Tribunale. E precisamente alludo
ad una sentenza pronunziata nell'Agosto 1907 dal Tribunale di Ber-
gamo nella causa intentata da alcuni sacei'doti c.ontro " // Giornale „.
Vero che si era sul terreno della diffamazione meglio che di semplice
ingiuria, ma persino uno dei giornali che approvarono quel giudicato
per le circostanze della fattispecie (/ Tribunali, Anno X[, n. 557,
1 Settembre 1907) ebbe a riconoscere che « il Tribunale si aggrappò
a un filo procedurale e dichiarò non luogo a procedere perché non
era designato )idV articolo al''unu dei querelanti „.
(22) Credo mio dovere il dichiarare che alludo ad una conferenza tenuta
in Padova dall'esimio avv. Enrico Turazza.
182 V. POLACCO
(23) Montesquieu, Lettres persanes^ Lettre CI.
(24) Ibid., Lettre LXVIII.
(25) DiDEKOT, Essai sur les l'tiides en Russie (Oeuvres philosophiques,
T. VI, Bruxelles, Librairie philosoph. 1829) pag. 175, nota l.
(26) M. Delfico, Op. cit., pag. 41-42.
(27) O. BiiLOW, Gesetz and Richteramt ap. Rumpf, Gesetz und Richler
(Berlin, Liebniann 1906), pag. 31-32. Per indicazioni bibliografiche
su questa cosidetta scuola del Diiitto libero veggasi 1' appendice al
citato Kantorowicz, La lotta per la scienza del Diritto e L. Co-
viELLO, Be' moderni metodi d'interpretazione della leg^e (estr. dalla
" Corte d'Appello „ S. Maria C. V. Cavotta 1908), passim. Il toma è,
come si suol dire, di tale attualità, che di continuo compaiono nuovi
scritti sull'argomento. Così, per ricordarne uno interessante oltre a
quelli citati nelle bibliografie testé indicate, si consulti Bozi, Die
Weltanscliaìiunf) der Jurispriidcnz (Hannover, Helwing 1907).
(28) Si invoca altresì l'esempio del Diritto inglese e delia latitudine di
poteri che in esso compete al giudice sì che gli Inglesi parlano di
una judicial lef/islation. Cfr. Rumpf, Op. cit. pag. 20.
(29) PucHTA, Cursus der Institutionen (4. ediz., Leipzig, Breitkopf u.
Hartel 1853) Voi. L § IH, V-^S- •'>53.
(30) ScHLiEMANN, Die Leìire Dom Zivanr/c (Rostock, Stillor 1861), pag. Il,
n. 10; ,
(31) Icilio Vanni, Lezioni di Filosofia del Diritto (Bologna, Zanichelli
1906), pag 393.
(32) Op. cit.., nel testo italiano, pag. 139.
(33) Ibidem .^ nota 1.
(34) Basta a persuadersene consultare; la raccolta che fu pubblicata delle
sue decisioni, Leyrbt, Les juffements da. Président Ma(/naud réimii^
et commentés, 2." ed. (Paris, Stock 1900) e traduzione con note di tali
decisioni dello stesso Ma.jiotti (S. Maria C. V., Cavotta 1901).
(35) Ma.tetti, Prefazione alla traduzione del Kantorowicz, pag. 43.
(36) Anche L, Coviello nella sua precitata memoria, pervenutami quando
io mi disponeva a leggere il presente discorso o con la quale in tanti
punti concordo, fa osservare che " si potrebbe trovare nel giudico
cosi l'avanguardia dell'avvenire come il più fiero reazionario „ pag. 25.
(37) Picard, Le Droit pur (Bruxelles, Larcier 1899), pag. 55.
(38) Esse in verità non mi sembra si oppongano allo sviluppo di quei
germi che in un dato testo di legge stanno racchiusi e sbocciano,
per così dire, al contatto e in rispondenza a circostanze e bisogni
nuovi della vita reale. L' intenzione del legislatore si ha a credere
infatti che investa anche tali circostanze e bisogni, ch'egli per ve-
rità non potè avere immediatamente sott'occhio, semprechè si tratti
appunto non di deviazione da quel testo di legge, ma di progressiva
sua esplicazione: proprio come nel seme d(d generante sta non solo
il tìglio immediato ma tutta la successiva discendenza.
LE CABALE DEL MONDO LEGALE - DISCORSO 183
(39» V. 8ciAi;()jA, Sulla tenrid della interpretazione delle ler/f/t in Studi
giuridici dedicati e offerti a Francesco Schupfer, Voi. [II (pag. 305-
308), pag. 307.
(40) Coiif. L. CuviELLO, Op. cit. pag. 15, nota 1.
(41) Cod. civ., art. 1124. Invece altro volte i nostri Collegi probivirali
esercitarono nn ufficio pretorio nel senso romano, calpestando e non
senipliceniente sviluppando noiMiic di Diritto vigente, il (die è sem-
pre male, per le ragioni che espongo nel testo, comunque la si pensi
caso prM- caso de lege fere.nda. Cfr. in questo senso A. Ascom, Sai
contratto collettivo di lavoro (a proposito di recenti sentenze estr.
dalla Rivista di Diritto commerciale, ind. e marittimo Anno I, fase
II (Milano. Vallardi 1903).
(42) Sono le parole con cui si chiude il pi-oemio del più volte ricordato
scritto del Kantoeowicz.
(43) Alludo alia sentenza pronunciata dalla Suprema Corte il 19 luglio
1904 nel caso Olivo. Si confrontino i diu; articoli del De Beniìdktti
md La Cassazione Unica (Parte penale) Voi. XV, col. 12!)7-1301 e
Voi. XVI col. 225-229, dei quali il primo intitolato [l giurì innanzi
alla Cassazione e il secondo La (fissazione innanzi al giur).
(44) LiTcoHiNi, / semplicisti del Diritto penale (Torin(j, Unione ISHO),
Prefaz. pag. XIX. Veggasi pure A. Ascoli, Oj). cit., pag. 9. Accenno
nel testo ail eventuale cambiamento degli attuali canoni ili erme-
neutica da farsi per legge ov' essi appaiano oggimai insufficienti,
li' esimio Collega L. CoviefjjO nel citato suo lavoro, cli'è la prele-
zione da lui tenuta al corso ufficiale di Diritto civile nell'Università
di Palermo il 14 gennaio 1908, si pone tra coloro che inneggiano
alla formula adottata dal legislatore svizzero e si augura di vederla
riprodotta in una riforma del Codice nostro. (Xoto di passaggio che,
anzicdiè dell' art. 1 del Progetto del Codice civile svizzero, avrebbe
egli dovuto parlare ormai dell'art. 1 del Codice stesso, dacché que-
sto porta la data del IO dicembre 1907). Per esso nei casi non pre-
visti dalla legge il giudice decide secondo la consuetudine e, quando
anche questa faccia difetto, secondo la regola ch'egli stabilirebbe
se f'iis.^e legislatore. Il testo tedesco tosto soggiunge " Er folgt dahei
bewiihrter Lehre und Ueberlieferung „ poco felicemente nell'ultimo
capoverso tradotto nei testi ufficiali francese e tedesco, non foss'altro
per la omissione di quel dabei (in ciò, nel far ciò) che collega que-
sto capoverso ultimo col ])re(!eilente. Testo francese: "Il [le jugel
s' inspire des solutions consacrées par la doct.rine et la jurispruden-
ce. „ Testo italiano: " Egli si attiene alla dottrina eil alla giurispru-
denza più autorevoli,,. Questa formula, pensa il Coviello, dà util-
mente ampio potere al giudice per colmare le lacune della legge,
inteso con lo Zitelmann (Lilrkm ini lienkf, 1903) come quei punti
controversi a cui la legge non dà una S(jluzione diretta, nò la rende
possibile mediante 1' analogia. Il legislatore infatti, nota il Covikllo
184 V. POLACCO
(pag. B8-3U), potrebbe anclie ladicaliiicute innovare il diritto proesi-
stente. Invece 1' interprete, date le parole finali dell'art. 3 delle no-
stre Disposizioni preliminari al Codice civile, non può da noi met-
tersi in contrasto con lo spirito complessivo della vigente legisla-
zione. Ora io non vorrei che il Ct^viELLo fosse corso troppo, sedotto
dalla formula nuova che il giudice debba farla da legislatore. Leggo
infatti a proposito di tale art. 1 neìV Exjmsé des inotifs de l'acant-
projet da Département féd'ral de Justice et PoUce T. I (Berne, Buch-
ler lyOl) che, constatata la lacuna, il giudice " eroe lui-inóme la
norme qu' il estimerait juste et sage, duns le cadre de l' ordre jari-
dùjìie cxistant^ s' il faisait otlice de législateur. „ (pag. 32). E quel-
l'accenno finale alla dottrina e alla giurisprudenza, cui codesto giu-
dice-legislatore avrà da ispirarsi, non ha anch'esso dello strano?
Come semplice consiglio sarebbe in verità fuor di luogo in una leg-
ge che sta prescrivendo al giudice il modo di comportarsi : come
comando si risolve in una canzonatura del pomposo titolo di legis-
latore attribuito in tali casi al giudice, nientr' era più semplice il
dire ch'egli abbia ad atteneisi alle norme consacrate dalla dottrina
e dalla giurisprudenza. E poi, dato appunto che l'attenervisi non sia
un consiglio ma un comando diretto al giudice, quale fonte di liti
in pratica per decidere se realmente la giurisprudenza e la dottrina
seguite dal magistrato sono C(Mi('ordi o almeno, come dice il testo
ufficiale italiano, le più (tiUorecoli ! Di questa maggiore o minore
autorevolez/a come sarà scabroso il decidere in taluni casi ! Ver-
rebbe fatto quasi di invocare come patente ufficiale di siffatta au-
torevolezza un quid simile della cosidetta legi/c delle citazioni, il
nolo peregrino meccanismo escogitato da Teodosio II !
(4.J) Cod. pcn., art. 46.
(46) Nella stessa Relazione si comincia a questo proposito col ragionare
suir altro concetto filosofico di forza irresiòithile, voluto eliminare
dopo il tanto abuso che se n'era fatto.
(47) Mi dispenso da ])articolari citazioni richiamandomi ai ben noti la-
vori speciali sull'argomento sia di civilisti, sia di filosofi del Diritto
(Campugrandk, Ricca-Ba-Rbekis, Ravà ecc.).
(-fiS) Utile a consultarsi Maluidikr, Elude sur le husard in Recae phi-
lunoph. de la France et de Vétramjer XXII A.nnée (1897), pag. 561-
098. Veggasi, fra i più recenti, L. Limentani, La previaione dei fatti
sociali (Torino, Bocca 1907) specialmente al Cap. II " / limiti della
previsione sociologica „ pag. 8^ e segg.
(49) Cod. pen , art. 402.
(50) Pipia, L'elettricità nel Diritto (Milano, Hoepli 1900), n.' 5 e 6, pag. 6
e segg. e n. 14 e segg., pag. 18 e segg.
(51) Veggasi, per esempio, N. Coviellu, Della sujìerfìcie in Archivio
giuridico. Voi. XLIX (1892) (pag. 1-195), pag. 151 e segg. e Simun-
LE CABALR DEL MONDO LEGALE - DISCORSO 185
CELLI, nota a sentenza 8 giugno 1899 del Tribunale di Lecco in Foro
Italiano, Voi. XXV (1900), col. 56 e segg.
(52) FiLAN(ìn<;Ri, La scienza della legislazione, Libro IV, Parte I, spe-
cialmente al Capo XI (pag. 238-240 del II Voi. nell'edizione di Mi-
lano, Borroni e Scotti 18ó()). Su di che ctV. Martinazzoli, " Un inano
di educazione popolare „ in Rendiconti del R. Istituto lombardo di
scienze e lettere. Serie lì. Voi. XL, pag. 1083-1096.
(53) Veggasi Pescatore, Filosofia, e dottrine giuridiche^ Voi. I (Torino
Bocca 1874), Parte I, Capo Vili, pag. 30.
(54) Su di che veggasi Zitelmann, Die Kunst der Gesetzgebung (Dre-
sden, Zalin u. Jaenscli 1904).
(55) L'allusione del testo nulla toglie all'altissima stima che io professo
a queir economista e sociologo insigne eh' è Achille Loria, della
cui amicizia mi onoro.
(56) Cheysson, cit. da Agnelli, Comm. alla legge sugli infortuni del
lavoro (Milano, Soc. ed. libraria 1905) Introduzione, pag. XXV.
(57) Cfr., fra tanti, Schupfer, Manuale di Storia, del Diritto it. Voi 1.
(2" ediz., Roma, Loescher 1895), pag. 526 e segg.
(58) Bardoux, Les légistes, leur infiuence sur la société fram^aise (Paris,
Germer 1877) passim.
(59) Cfr. J. HiTiER, La dernière evolution doctrinale da sorialisine^ Le
socialisine Juridique in Reoue d.'Fconomie j^olitif/u.e, XX (190()), pag.
209-228, 345-367, 452-466, vivamente combattuto da Sorkl, Le pre-
tenda socialisme juridique in Le mouvement socialiste, IL Serie, IX
Année (19071, pag. 320-348. Su di che veggasi Picard, Le Droit nou-
veau (Bruxelles, Larcier 1907), pag. 2-3 e passim. E pel solidarismo
ricordo il lavoro fondamentale del BouRfiKOis, Solidarité (3.^' edit.,
Paris, Colin 1902). Notevoli pure, in quanto vi si discutono fra altro
i rapporti del solidarismo col socialismo, le conferenze e discussioni
presiedute dal Bourgegis e dal Croiset e pubblicate sotto il tilolo
Fssai d'une i)hilosoplne de la solidarité (Paris, Alcan 1902). Agli
sforzi del caposcuola, il Bourgegis, per tenere distinto il solidari-
smo dal socialismo fanno contrasto, in questo volume, specialmente
le conclusioni del La Fontaine, Socialisme et solidarité, pag. 255-272.
Egli termina dicendo (pag. 272) " Pour syntliétiser ma pensée je
dirai que, si la solidarité est l'idéal du socialisme, le socialisme est
la politi(iue de la solidarité „.
(60) Non ho bisogno di dire che la teorica del quasi contratto è uno
dei capisaldi del solidarismo : la concezione della lotta di classe
sotto l'aspetto giuridico di due ragioni di credito contrapposte fra
loro è di Emmanuel Lévy, L' affi r mali on du Droit collectif (Paris,
Bellais 1903) pag. 25-27. Cfr. Hitier, Oi). cit., pag. 347. Curioso poi
che lo stesso Sgrel avverso al socialismo giuridico in quanto vuol
giustificare le tesi socialiste con delle sofisticazioni del Codice civile,
pretendendo così di fondarle giuridicamente sul Diritto borghese
186 V. rOLAGCO - LE CABALE DEL MONDO LEGALE
(loe. cit., pag. 346) nel censurare il Lévy scrive (pag. 345, nota 2):
" Ne pouvant entrer dans le détail de cette théorie, ,je me home à
taire observer qu' elle ne fournit pas des eonclusions aussi nettes
que si 1' opposition avait porte sur les droits réels. L'idée de créaiice
nous conduit toujours à des analogies coniineiciales et on ne peut
penser au coininerce sans penser aussi aux liquidations, arrangements
arbitraux et concordats de faillites; il résulte de la qu'en présetitaiit
la question sociale sous la forme d'un prol)léme juridi(iue relative à
des crcances, on donne une arme à ceux qui veulent coiicluro à
r accord des boiines voloiités „. Ecco dunque anche il sindacalista
che muove in guerra contro il sistema di piegare alle idee socialiste
la tecnica del Diritto civile vigente, suggerite egli stesso, in sosti-
tuzione all'espediente di licoiiduire la cosa al tipo giuridico di due
crediti, l'altro di due opp(jsti diritti reali! Qui poi non e il luogo
di esaminare quanto di artificioso e, nel pensiero ultimo dei sosteni-
tori delle teoriche predette, quanto di insidioso altresì alla compa-
gine del Diritto civile tradizionale vi sia nelle costruzioni giuridiche
pieaccennate e in tante altre simili.
(()1) SuLLV Pruuhumme, Lu Just ice, Foèine in Oenrres de Sully Prud-
HOMME, Poésies (1878-1879) (Paris, Lemerre 1886).
(62) Parole della Prefazione sotto forma di lettera di dedica a Jules
GrUIFFREY, pag. 46.
(^63) Carducci, Alle fonti del Clifiniino.
(64) Carducci, Prose {^.^ ed. liologna, Zanichelli 1907) Suliloquio, p. 1102.
(65) Ibid. Lo studio di Bolofjna, pag. 1174.
(66) Sono le parole con cui si chiude il magnifico poema del Siili// Priid-
homiiie, che, in una invocazione ad Andrea Chénier, prorompe nei
versi :
" 0 Maitre, tour à tour si tendre et si robuste
Rassui(% aide, et defends, par ton grand souvenir,
Quiconque sur sa tombe ose réver d' unir
Le laurier du poète à la palme du juste „.
r-'"^
Atti UKL RbALK IsTITOTO Vi5NK'1'0 1)1 SCIKNZK, LET'rKRK ED ARTI.
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
i-L
A 1) n N A N Z A () R 1) 1 N A K 1 A
DEL 14 GIUGNO 1908
PRESIDENZA DEL M. E. FERRARIS
PRESIDENTE
Presenti i membri effettivi: G. Bekchet, segretario ; Occioni-Bo-
NAFFONS, vice-segretario; Lorenzoni, Trois, Bernardi, De
Giovanni, Bellati, P. Spiga, Martini, Papadopoli, Mol-
MENTi, Stefani, Fogazzaro, G. B. De Toni, Galanti,
Ricci, Polacco, Yerson, Brugi, Ciscato, Bonome, Catel-
LANi, Crescini, N. Tamassia, ed i soci corrispondenti :
G. Spica, D' Arcais, Oastelnuovo, Predelli, Breda,
Bertelli, Levi -Civita, De Marchi, Forti, Giordano,
Olivi, Pizzetti.
Giustificata l'assenza del m. e. : Da Schio e dei soci corrispon-
denti : Lazzarini e Biadego.
Letto ed approvato V Atto della precedente adunanza, il
Presidente comunica la lettera di ringraziamento del signor Ugo
De Amicis per la parte presa dall' Istituto al suo lutto in occa-
sione della morte del padre Edmondo De Amicis.
Comunica pure che l'Istituto fu rappresentato alla cerimonia
della offerta di due corone sulla tomba di Alessandro Vittoria,
nella chiesa di S. Zaccaria, dal in. e. cav. uff. Enrico Filippo Trois,
ed alla commemorazione del Vittoria all' Ateneo Veneto dal in. e.
Vice-segretario comm. prof. Giuseppe Occioni-Bonaffons.
Presenta il Catalogo dei libri ed opuscoli acquistati e perve-
nuti in dono dairultima adunanza, facendo speciale menzione della
commemorazione di Evangelista Torricelli dettata dal prof. cav.
Tito Martini e di 5 pubblicazioni d' argomento storico del dott.
cav. Giuseppe Gerola.
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180 ADUNANZA OEDINARlA
A questo punto il m. e. Bonome presenta il Yol. XI dei Lavori
dell' Istituto di anatomia patologica della Università di Padova,
da lui diretto. Esso contiene ben dodici lavori riferibili all' anno
accademico 1906-1907. Il Presidente ringrazia del dono l'egregio
collega, e lo prega di fornire la Biblioteca del nostro Istituto, ove
gli sia possibile, dei volumi che mancano a completar la raccolta.
Anche il m. e. Polacco presenta, con opportune parole, l'omaggio
che il dott. Adolfo Avetta fa all' Istituto di una Relazione sulla
R. Biblioteca Universitaria di Padova, aUa quale è preposto.
Seguono quindi le letture poste all'ordine del giorno :
A. De Giovanni, m. e.: Contributo alla patologia della crescenza.
— Premesse alcune considerazioni per dimostrare come non servano .
alla patologia i dati raccolti intorno alla crescita secondo l'età, 1' A.
dice che, a comprendere le manifestazioni cliniche coincidenti colle
diverse fasi dello sviluppo individuale, è necessario apprezzare le
anomalie dello sviluppo dal punto di vista morfologico, non solo
anatomico. A dimostrazione delia tesi espone due storie cliniche:
nella prima si tratta di un caso di linfatismo addominale con
ipermegalia congenita del fegato e della milza ; nell'altra di ma-
nifestazioni cloroemiche nella adolescenza e di manifestazioni co-
reiformi nella pubertà coincidenti con errori di sviluppo e nella
prima e nella seconda fase. L' A. richiama alla necessità di uni-
formare la igiene delle prime età alle esigenze dell', organismo,
che variano secondo i casi. Sopra questo indirizzo si spiega un
importante programma per la Pediatria.
P. Spica, m. e. : Sopra la ricerca delle materie coloranti
artificiali nei vini.
E. Verson, m. e. : Comunica i risultati di un suo studio sulla
forma, la struttura e la graduale evoluzione del yv^so^w/sa/zi/', nel
Bombice del Gelso.
A. Bonome, m. e.: Nuove osservazioni sulla struttura e siil-
ristogenesi dei Gliomi. — L'A. riferisce i principali risultati di
alcune sue ricerche compiute in questi ultimi anni sulla istogenesi
e sulla struttura dei gliomi.
à
DEL 14 GIUGNO 1908 181
Egli ha applicato iiell'interpretare parecchi dettagli istologici;
sul cui significato biologico vertono tuttora discussioni, le nozioni
da lui messe in rilievo nello studiare l' istogenesi della nevroglia
normale, nozioni che furono raccolte in una monografìa pubblicata
l'anno scorso.
Così l'A., confrontando i dati desunti dalle sue ricerche sullo
sviluppo embrionale della nevroglia con i dettagli rilevati dallo
studio dei gliomi, ha potuto dimostrare che non soltanto le cono-
scenze sulla normale istogenesi e struttura della nevroglia embrio-
nale servono a spiegare certe particolarità dei gliomi, ma ha
notato ancora che dallo studio delle neoformazioni patologiche
della nevroglia si possono fino ad un certo punto trarre nozioni
por spiegare certi dettagli sulla struttura normale della glia.
Dai suoi studi sui gliomi risulterebbe pertanto :
1° Che i gliomi sono dei tumori che, quantunque derivino
dagli elementi della nevroglia, contengono nel loro interno anche
dei derivati mesodermici coi quali non si confondono ;
2» Che la matrice dei gliomi è ordinariamente data da quei
nuclei inditferenti che si trovano distribuiti nella nevroglia adulta
delle varie provincie del nevrasse. Si possono infatti, secondo
r A., dimostrare specialmente nelle zone di passaggio fra il
tessuto nervoso normale e la neoplasia gliomatosa diverse forme
cellulari che rappresentano delle generazioni cellulari derivanti
da detti nuclei ringiovaniti e che a poco a poco vanno formando
cellule del glioma.
3^ In alcuni gliomi il tessuto proprio, cioè le cellule e le
relative fibre presentano una disposizione sinciziale che ricorda
quella che si osserva nella nevroglia embrionale.
4» Le fibre e fibrille nei gliomi sono delle formazioni che si
differenziano, come nella nevroglia normale, entro il protoplasma
delle cellule proprie e che poi a poco a poco si distaccano dal
corpo cellulare. Che nel tessuto gliomatoso possa snccedere una
differenziazione di fibre e fibrille anche al di fuori del protoplasma
cellulare sembra all'A. cosa possibile. Tale differenziazione avver-
rebbe però in grembo ad una sostanza intermediaria, granulosa,
di origine protoplasmatica che nei preparati istologici dell' A. si
può dimostrare addossata ai corpi delle cellule gliomatose o attorno
ai loro prolungamenti, o in mezzo al reticolo gliare.
182 ADUNANZA ORDINAKIA
5» La diiferenza quantitativa delle fibrille nel tessuto glio-
matoso dipende non soltanto dal fatto che non tutte le cellule
possegj^ono in egual grado l'attività formatrice, ma ancora da che
le fibrille possono degenerare e scomparire, od anche da che pro-
cessi degenerativi speciali possono alterare le cellule e togliere a
loro la possibilità di formare fibrille.
6» La varietà di forma delle cellule dei gliomi non è soltanto
spiegabile col grado diverso di evoluzione delle singole cellule
che derivano dagli elementi indifferenti embrionali, ma ancora
dal fatto che talune specie di cellule gliari, come ad esempio le
cellule satelliti degli elementi nervosi e dei vasi, si generano
direttamente da analoghe cellule preesistenti della medesima
specie invece che provenire, come la maggior parte delle cellule
proprie dei gliomi, dai nuclei in differenti ringiovaniti.
1° Le cellule nervose non prendono parte attiva alla forma-
zione dei gliomi.
8" Le formazioni epiteliali, che in qualche raro esemplare di
glioma si riscontrano annidate nello spessore della neoplasia o
sotto forma di cordoni di cellule epiteliali, o di cavità cistiche,
più 0 meno circondate da gruppi o da accumuli di cellule epite-
liali, non sono in ogni caso da ritenersi come l'effetto di un errore
di plasmazione, cioè come congenite - - ma debbonsi talvolta rite-
nere come penetrate secondariamente nello spessore del tessuto
gliomatoso, specialmente se la neoplasia si è sviluppata in vici-
nanza delle cavità centrali del nevrasse.
9.0 Anche i derivati mesodermici si sogliono trovare rappre-
sentati in mezzo alle neoformazioni gliomatose. Gli elementi del
connettivo mesodermico provengono dalle pie meningi o dalle pareti
dei vasi sanguigni e formano talora un appoggio ai derivati ecto-
dermici. Con questi non contraggono però mai rapporti di con-
tiguità cosi intimi da non poterne essere distinti.
E. Catellani, m. e. : lì diritto internazionale privato nel
Codice Civile Svizzero. — L'A. comincia col notare come la codifi-
cazione svizzera del diritto internazionale privato si distingua
dalla nostra perchè resta frammentaria anche dopo la promulga-
zione di un Codice Civile Federale. Questo contiene, nel titolo
preliminare, talune norme di carattere generale o di diritto tran-
DEL 14 GIUGNO 1908 183
sitorio, che trovano applicazione anche ai rapporti di diritto inter-
nazionale privato. Tahine altre norme, particolarmente relative a
(juesto diritto, sono formnlate nell'articolo 61 del titolo finale del
Codice Civile, altre si trovano nella Legge federale del 25 (iiugno
1891 che il Codice Federale conferma, ed altre infine nel Codice
delle Obbligazioni.
L'A. espone sistematicamente queste regole del diritto sviz-
zero circa lo stato e la capacità delle persone, i rapporti di fa-
miglia, la tutela, il matrimonio, il divorzio, le obbligazioni e le
successioni.
Oltre a ciò VA. volge l'attenzione a parecchie altre indagini
particolari che sono importanti j)er la esatta conoscenza del diritto
internazionale privato svizzero, cominciando da quella circa il
carattere relativo delle sue norme in opposizione col carattere
assoluto delle norme corrispondenti del diritto nostro. Illustra poi
la maggiore estensione data in Svizzera, circa la capacità degli
stranieri, al principio accolto dall' articolo 58 del nostro Codice
di commercio. Cerca di dimostrare che la prevalenza attribuita
alla legge del 1891 al diritto del domicilio nei rapporti intercan-
tonali, deve importare, dopo la conferma di quella legge nei rap-
porti internazionali, la prevalenza del diritto nazionale in questi
ultimi.
L'A. infine si sofferma a commentare la disposizione che at-
tribuisce facoltà al giudice, nel silenzio della legge, di decidere
come farebbe se fosse legislatore, e dopo aver lodato tale dispo-
sizione, ne prende argomento per criticare la tendenza di chi
vorrebbe, anche in mancanza di disposizioni simili, rendere il
giudice troppo indipendente dalla volontà del legislatore.
T. Levi-Civita s. e. : Sui campi elettromagnetici puri., dovuti a
piani permanenti. — Puri sono denominati dall' A. quei campi, in
cui il moto dell' elettricità e le conseguenti azioni elettromagne-
tiche si svolgono senza intervento sia di materia ponderabile, sia
di legami cinematici. Quest' ultima condizione è veramente carat-
teristica dei campi elettromagnetici puri, mentre l' esclusione di
materia ponderabile è comune a tutte le teorie degli elettroni,
che vi associano un qualche vincolo cinematico.
Nella presente Nota viene studiata quella speciale categoria
184 ADUNANZA ORDINARIA
di campi puri, in cui il movimento dell' elettricità è stazionario,
e avviene per piani paralleli con identico comportamento sopra
ognuno di essi. Per maggiore generalità si tien conto anche del-
l' eventuale influenza di forze elettromagnetiche esterne.
8i trova che la determinazione del campo può in ogni caso
ricondursi ad uno speciale tipo di problema al contorno. L' effet-
tiva risolubilità di questo problema è illustrata sopra un esempio
semplice ; per dimostrarla in generale, si richiederebbe un'appro-
fondita indagine matematica, che l'A. riserva ad altra occasione.
Egli conclude esprimendo la speranza di poter presto atte-
stare in modo decisivo 1' interesse dei campi puri, traendone una
spiegazione dei raggi catodici ed affini, esente da quelle difficoltà
concettuali, che l'elettrone, rigido e deformabile in modo presta-
bilito, lascia ancora sussistere.
L. Olivi; s. e. : Di un diritto penale fra Stati in tempo di
pace. — Dopo di aver richiamato una sua precedente Memoria,
letta al nostro Istituto nel gennaio del passato anno 1907 sul tema
Di (ilcune odierne tendenze del diritto internazionale^ 1' A. passa
ora a discorrere di un diritto internazionale penale in tempo di pace.
In quella Memoria V A. si proponeva di dimostrare come
r organizzazione scientifica più moderna del diritto internazionale,
la quale riguarda quest' ultimo quale un naturale sviluppo di un
diritto universale e uniforme, che si rivela più specialmente me-
diante le regole del così detto diritto internazionale privato, abbia
sostituito neir epoca nostra quanto alla ispirazione, all' indirizzo
ed al motO; l' organizzazione precedente, che si riferiva al sistema
dei ricorsi storici a tipi analoghi di relazioni giuridiche in vigore
presso il diritto romano nella sfera dei rapporti individuali.
E nella Memoria odierna V A. imprende a ricercare con
eguale rigore di metodo scientifico da quali fonti precipue e per
quali modi si elabori e affermi un diritto di punire nei rapporti
fra gli Stati.
Accenna allo scarso materiale somministrato in questo senso
dagli scrittori di divitto internazionale dell' epoche scorse, i quali
più che altro contemplano talune teorie analogiche presso i ro-
mani in argomento di obbligazioni nascenti da delitti o da quasi
delitti e quelle considerano come prodromi e rivelazioni scienti-
DEL 14 GIUGNO 1908 185 "^^'^
fiche fraiiimentario di un intero corpo di norme penali, che pro-
vocate dalle mille occasioni offerte dal progresso moderno, si af-
fermeranno compatte nei rapporti sempre più estesi ed intensi di
cui si phisma e intesse la vita degli Stati.
Questo loro diritto penale non potè apparire che tardi, cioè
dopo che si assodarono le condizioni sociali più favorevoli al suo
svihippo particolare, ciò che accadde per modo deciso solamente
nella seconda metà del secolo scorso. Hopratutto fu indispensabile
r evoluzione completa di un primo ciclo nazionale della giustizia
punitrice, da cui si desumessero i materiali necessari alla costru-
zione di un ciclo pili vasto allargantesi a comprendere più Stati
e quindi ad assumere struttura e fisionomia internazionale. Le
])rime forme di rivelazione di una giustizia punitrice in quest'ul-
timo ciclo furono naturalmente rudi e incomposte. Lentissime e
scarse dapprima crebbero poi di velocità e di quantità seguendo
il moto parallelo delle relazioni sociali.
L' A. si diffonde a chiarire molteplici forme differenziali a
cui mezzo si esprime un comune intuito di una giustizia puni-
triee e una comune esigenza ad ottenerne attuazioni adeguate
air occasione del prodursi delle lesioni giuridiche dell' ordine so-
ciale. Parla in questo senso delle varie leggi punitive nazionali,
che restringono i loro studi a fenomeni delittuosi che sorgono, si
svolgono e si consumano nelT interno del territorio su cui quella
data legge impera. E siffatta legge distingue su tutte quelle altre
che considerano invece il fenomeno delittuoso, il quale rimanendo
materialmente e organicamente unico, si protende rispetto alle
sue varie porzioni di attività criminosa sui territori di più Stati
soggetti a leggi diverse. Allora accade che il delitto con una ve-
duta ristretta sia considerato dalle leggi penali di vari paesi che
sono spettatori del suo apparire e nella misura in cui ne sono
spettatori, oppure avviene che una legge penale nazionale con-
templi di esso anche le parvenze estraterritoriali e le riduca ad
unità giuridica secondo propri originali criteri sottoponendolo al
governo delle proprie norme. In questa seconda ipotesi abbiamo
una vera figura della giustizia punitrice che esorbita dal ciclo
nazionale per allargarsi a ciclo più vasto.
Ma la fisionomia internazionale più schietta e più decisiva
ha luogo allorquando gli Stati convengano fra di loro concorde-
186""" ADUNANZA ORDINARIA
mente intorno al punire di taluni delitti e intorno alla specie e
alla misura della punizione, il che si avvera in particolare nei
trattati di estradizione dei delinquenti.
Attraverso tali stratificazioni dovette passare il concetto di
una giustizia penale applicabile alle relazioni fra Stati onde poter
pervenire allo stadio attuale di progresso. E anche qui, come già
alla formazione scientifica di un diritto internazionale pubblico,
dovettero soccorrere miriadi di analogie con situazioni simili che
si erano avverate nella sfera dei rapporti privati e aveano avuto
particolari occasioni di appalesarsi nell' epoca di mezzo. E tutto
ciò r A. s' ingegna di chiarire e di provare a mezzo di una
serie ricca di esempi e di raffronti storici.
E. Sommer : Per la leggenda di Tristano in Italia (presen-
tata dal prof. V. Crescini, m. e., a termini dell'art. 16 del Rego-
lamento interno). — La leggenda di Tristano è la più profon-
damente, tragicamente umana fra le leggende medievali, forse
fra le leggende tutte : certo è la più emozionante. Ci sono studi
recentissimi, dotti ed acuti su l'origine e la fortuna della leggenda :
se ne ricercano pure le vicende in Italia, dove Dante ha ram-
mentato Tristano ed ha create due figure che molto somigliano
a Tristano ed Isotta, e le vincono nella memoria e nella commo-
zione degli uomini. Ora, la sig."* Sominer, allieva della Facoltà
letteraria di Padova, presenta, per mio mezzo, una Nota, che
esamina i commenti danteschi più antichi, relativamente al luogo
del e. V dell' Inferno :
Vidi Paris, Tristano; e più di mille
oinbie nostroinnii, e nomiiioUe a dito,
che amor di nostra vita dii)artille.
Dall' analisi de' commenti si desume quale conoscenza si
avesse nel nostro Trecento della leggenda di Tristano ; e si reca
un utile contributo alle indagini, che si proseguono in ogni centro
di studi; sopra la difiFusione e le modificazioni della più bella
favola, che sia uscita dalla fantasia giovenilmente vivida dell'età
medievale.
G. Ferrari : l^re papiri hizantini inediti (presentata dal prof.
N. Tamassia, m. e., e, s.). — L' A. trascrive e illustra tre papiri
DEL 14 GIUGNO 1908 187
bizantini inediti provenienti dal villaggio Afrodite del nomos di
Antaiupolis.
Il 1° è un contratto di locazione di terreno del 9 diceni-
l)re 536 d. C. Le arure doveano esser coltivate dal colono (ys(!)[>yó$)
colle proprie braccia.
Il II» è pure una locazione di terreno del 1 ottobre 552 d. C.
Il Ilio contiene una ricognizioae di debito di derrate ed è
specialmente interessante, dal lato giuridico, per le garanzie ac-
cordate al creditore : un pegno e una garanzia personale prestata
da un terzo nella forma d' un constitutum debiti alieni.
L. Simeoni : Uaìmde di S. Zeno di Verona e gli ing.
Gio. e Nicolò da Ferrara (presentata dal dott. G. Biadego, s. e,
e. s.) — Si è finora attribuito al principio del secolo XY e agli
Abati Emilej la grandiosa abside gotica della basilica romanica
di S. Zeno di Verona. Nelle carte di S. Zeno, che si trovano,
presso l'Archivio di Stato di Yenezia, esiste ancora il giornale della
fabbrica, ossia la nota delle anticipazioni fatte dal monastero al
muraro che aveva assunto l' incarico della costruzione. Da esse
risulta, oltre molti particolari notevoli sui materiali e sui prezzi,
che r abside fu costrutta dal 1886 al 1398 sotto gli abati Pasti
e Cappelli, e che ne furono architetti gli ingegneri Giovanni e
Niccolò da Ferrara, padre e figlio. Il padre era già noto per
aver con Giacomo da Gozo eretto il ponte Scaligero delle Navi
(1373-1375) e per esser stato nel 1392 chiamato a Milano da
Giangaleazzo Visconti a metter pace fra gli architetti del Duomo.
P. Carnevale : Radiolarie e Silico flagella fi di Bergonzano.
(Reggio Emilia) (presentata dal dott. A. Forti, s. e, e. s.). — E
un' illustrazione delle Radiolarie e dei Silicoflagellati del deposito
miocenico langhiano di Bergonzano in quel di Reggio Emilia.
È un contributo importante sotto molti rispetti : prima, perchè in
esso vengono date le diagnosi di un centinaio di specie nuove e
di alcuni generi nuovi, seguite dalle raffigurazioni semischema-
tiche, riunite in tavole, poi perchè tale lavoro segna uno dei primi
passi nella microgeologia italiana.
Il Presidente dà la parola al m. e. P. Spica per la presen-
188 ADUNANZA ORDINARIA
tazioiie di un reclamo di priorità del dott. Greppino Girardi sulla
ricerca tossicologica della eroina^ della dionina e della peronina.
Il m. e. Spica si esprime in questi termini : " Presento, per
la inserzione negli Atti del nostro Istituto, un reclamo di priorità
del dott. Geppino Ghirardi, il quale, g-ià nell'ottobre 1904, comu-
nicò a questo R. Istituto una Memoria sidla ricerea tossicologica
della eroina^ della dionina ejlella peronina^ venendo a risultati
che sono, a quanto pare, più completi di quelli sullo stesso argo-
mento comunicati al VI Congresso di chimica applicata nel 1906,
dal prof. Magnanimi di Sassari „.
Il Presidente dichiara che il reclamo di priorità, or ora pre-
sentato, sarà inserito nella I" Parte degli Atti.
Dopo di che r Istituto si raccoglie in adunanza privata, nella
quale fu ac-colta la domanda del Municipio di Venezia per la
nomina di un suo rappresentante nella Commissione esaminatrice
dei lavori che si produrranno al 8." concorso per una Storia do-
cumentata della Rivoluzione e Difesa di Venezia negli anni
1848-49.
Il Fresidente
C. F. FERRARIS
// Vicesegretario
G. OCCIONI-BONAKPONS
Atti del Rkamo Istituto Vknkto di soiknze, lettere ed arti.
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
ALESSANDIK) PASCOLATO
M. E. hEI, If. ISTITUTO VENIÌTO DI SCIENZE, LETTERE Eli AKTI
COMMEMORAZIONE
LETTA NELl' ADUNANZA DEL 10 MAGGIO 1908
DAL M. E. NICOLÒ PAPADOPOLI ALDOBRANDINI
SENATORE DEL REGNO
Yinta, per 1' antica e costante amicizia che mi legò ad Ales-
sandro Pascolato, la mia naturale riluttanza, accettai 1' alto
onore di ricordare qui, dinanzi al fiore della intelligenza e del
sapere della nostra regione, la nobile figura di Lui, non senza
trepidazione ma anche con profonda soddisfazione dell' animo
mio. Perchè ho potuto così rievocare per un momento i begli
anni della giovinezza, ai quali il pensiero non ritorna senza una
dolce e viva commozione ! Belli, perchè la gioventù è sempre
bella, più belli ancora perchè vissuti in tempi tristi assai, ma
pieni di una speciale poesia di cui diffìcilmente può intendere il
fascino chi li passò in momenti e ambienti molto diversi.
Venezia, rimasta in mano dello straniero, vedeva sorgere
con mirabile fortuna la nuova Italia, piena di fede e di speranza
in un avvenire che di sogno stava prodigiosamente diventando
realtà. L' Austria, per opporsi all' irresistibile avanzare delle idee,
alzava fortezze e concentrava armati ; mentre nelle altre parti
dell' impero concedeva riforme, qui, sentendosi malsicura, isi con-
siderava in paese di conquista e trattava gli abitanti come nemici
in tempo di guerra. Di fronte a questo contegno, uno spirito
190 N. PAPADOPOLI
solo animava tutta la città e tutta la regione : senza intese, senza
cospirazione propriamente detta, tutti erano concordi, tutti sape-
vano la meta a cui si tendeva, quel che si doveva dire, quel
che si doveva fare. Si trattava alle volte di piccole cose, tali
forse da sembrare anche ridicole allo spettatore indifferente, ma
utili e necessarie per tenere in continuo allarme gli oppressori,
e mostrar loro la concordia mirabile dei cittadini. In tutte le ma-
nifestazioni grandi e piccole, si sentiva il soffio divino dell' idea
che le animava : l' idea del sacrifìcio a cui tutti erano disposti e
pronti ; sacrifìcio degli interessi, degli agi, degli ideali, e, occor-
rendo, anche della vita, o sui campi di battaglia, o nelle carceri
e sui patiboli.
Questa 1' epoca in cui conobbi e amai il Pascolato, che cre-
sceva alla nobile e forte scuola del dovere e del sacrifìcio, lavo-
rando intensamente e continuamente al trionfo degli ideali co-
muni. E insieme con Lui, nell' ingenuo e caldo entusiasmo della
gioventù, formai i primi sogni di una Italia grande, potente, ono-
rata, felice.... La dolcezza irresistibile di questa evocazione mi
trascinava a parlare di ricordi personali, dimenticando per un
momento che tal metodo, caro a molti e di cui forse si abusa,
non è adatto uè a me ne a Yoi. Non a me, perchè, a dire il
vero, sento ripugnanza a mettere in pubblico le dolci memorie
d' una intima e profonda amicizia, molte delle quali, per le mu-
tate condizioni dei tempi, del vivere sociale e delle opinioni pre-
dominanti, potrebbero forse parere a taluno meno importanti e
sacre di quel che sembrano e sono per me : non a Voi, perchè,
parlando davanti a chi illustra la patria con le opere, non deb-
bonsi ricordare i trapassati con gli aneddoti, ma bensì con 1' e-
same delle manifestazioni che ci restano della loro attività lette-
raria e scientifica, destinate a tramandarne la memoria ai più
lontani.
Ma il Pascolato fu egli veramente uno scrittore, tanto da
doverne esaminare le opere scritte a preferenza di quelle fatte
nel campo giuridico, politico e scolastico, dove ampiamente e
diuturnamente si svolse la sua molteplice attività ? Se il valore
dello scrittore dovesse dedursi dalla mole dei volumi lasciati,
COMMEMORAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 191
11011 pjti'einmo annoverarlo tra essi ; ma, se come io penso e
molti penseranno con me^ lo scrittore deve giudicarsi dal valore
intrinseco degli scritti, valore non soltanto di forma ma di conte-
nuto, ognuno troverà giusto e doveroso il ricordarlo con questi
e per questi. Perspicuità e lucidezza di pensiero, semplicità di
frase, forza di sentimenti, appariscono in tutti, anche in quelli
dettati sugli argomenti più aridi di amministrazione ; in tutti la
correttezza e spontaneità della forma è pari soltanto alla densità
e sincerità delle idee.
La virtù principale dell' amico nostro fu la sincerità : onesta,
franca, limpida, serena, sempre, dovunque. Per questa sua precipua
virtù, gli scritti da Lui lasciati hanno incontestabile valore docu-
mentario per lo studio dell' indole sua. Egli, avvocato, non assunse
mai il patrocinio di una causa della cui bontà non fosse persuaso,
scrittore, non dettò mai una parola che non rispondesse all' intima
convinzione. Anzi, tanta è la forza dei convincimenti e dei senti-
menti in quest' anima superiore, che egli non sa nasconderli e
da per tutto, negli studi storici, nelle commemorazioni, nei
discorsi parlamentari e scolastici, è tratto a svelarli spontanea-
mentC; così, come a preferenza delle altre qualità dei personaggi
di cui deve parlare, mette in luce quelle che meglio rispondono
ai suoi ideali.
Gli scritti suoi, pure essendo di occasione, non hanno il
carattere comune di tali scritture e testimoniano invece della
coscienza che egli uietteva nell' assolvere un compito impostogli
sia pure da circostanze occasionali. Ciò avviene però perchè non
si accinge indifferentemente a trattare qualsiasi argomento, ma solo
quelli che rispondono alle sue convinzioni, alle sue idee.
Due periodi storici di Venezia ebbe così occasione di studiare.
Il primo, a cui si riporta uno de' migliori suoi lavori, è quello
della famosa contesa tra la Repubblica Veneta e la Chiesa di Roma.
Lo studio su fra Paolo 8arpi rivela mirabilmente la profonda e
poderosa preparazione snll' argomento.
Con sintesi lucida e precisa egli narra le vicende del con-
trasto secolare fra la potestà ecclesiastica e quella civile a Venezia,
mostrando come, nel succedersi di questi dissidi, venisse forman-
192 N. Ì>APADOPOLI
dosi una propria coscienza e giurisprudenza che, con felice espres-
sione, chiama veneta, la quale in fondo poi è (juclla stessa a cui
si informa la moderna teoria liberale dei rapporti fra lo stato e
la chiesa. Esponente e risultato di questa coscienza veneta è la
figura austera e diritta del frate lumeggiata meravigliosamente.
Nella fedele esposizione dell' azione del Sarpi che riassume la
politica ecclesiastica veneziana, basata su la esatta ed alta conce-
zione del diritto incontestabile dello stato in tutto quanto non
concerne le cose meramente dogmatiche e spirituali, è la convin-
zione schietta e non opportunisticamente larvata del Pascolato.
Egli però ha saputo addentrarsi nella genesi e nello svolgimento di
diritto e di fatto della contesa con tutta la serenità che si addice
allo storico coscienzioso, ben diversa dall' astio degli avversari
della Repubblica, per i quali fu pretesto a deprimerla politica-
mente onde asservirla alle loro mire.
E qui non posso a meno di ricordare come questa chiara
visione dei diritti dello stato di fronte alla chiesa, apparisca anche
nella commemorazione che il Pascolato fece di re Vittorio Ema-
nuele II, accennando ai lunghi contrasti che questi, con grave
dolore della sua coscienza di credente, dovette sostenere nei
primordi del regno, onde togliere alla chiesa la soverchia inge-
renza nelle cose dello stato, che trovavasi allora costretto a
" conquistare 1' esercizio di quei diritti, senza dei quali non può
concepirsi civile e ordinato reggimento. „
Studio più esteso e continuato dedicò all' altro periodo, quello
contemporaneo, da Lui in parte vissuto.
Nell'epoca della sua giovinezza il ricordo ancora vivo e presente
della epopea del 1848-49 esercitava una forte suggestione sul-
r animo della gioventù che si sentiva trasportata a raccogliere
religiosamente e a venerare le memorie dei fatti e degli uomini,
ritemprandosi in esse e traendone stimolo a rinnovare le glorie e
a completare 1' opera interrotta bruscamente dal fato avverso.
Questo fece il Pascolato con cura pietosa e assidua, della quale
raccolse il frutto quando fu chiamato a commemorare il più degli
uomini che vissero nel periodo epico e in quello doloroso che
precedette 1' unione di Venezia all' Italia. Tanta passione egli pose
COMMEMORAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 193
in siifatte ricerche, che alle commemorazioni potè aggiungere la
pubblicazione di memorie e documenti, e opera di maggior mole
aveva ideata e cominciata a scrivere mettendo a profitto il copioso
materiale adunato. Questi scritti formano tale un complesso or-
ganico di studi sulle condizioni dell' ambiente, sugli ordinamenti,
sugli uomini e sui fatti, che ad essi dovrà necessariamente ri-
correre chiunque si accingerà a sintetizzare la storia di Venezia
ai tempi nostri. Egli si valse di documenti, di stampe, di giornali
e, ciò che più importa, si servì di notizie raccolte dalla viva
voce di quelli che si trovarono presenti alle grandiose vicende e
continuarono poi nel secreto 1' opera di redenzione, perchè, ap-
pena r età glielo permise, divenne loro intimo amico e collabo-
ratore. (Quindi ne' suoi scritti commemorativi, specialmente nelle
note di cui li arricchì, e' è un materiale prezioso che altrimenti
sarebbe andato perduto. In tutti poi appare 1' ardore dell' amor
suo per la patria, 1' aspirazione continua alla grandezza di questa,
il desiderio ardente di vederla felice, il culto sconfinato per la
onestà politica e privata, la savia tendenza a temperare la impul-
sività dell'azione con la valutazione ponderata delle circostanze.
La sua prosa sempre limpida e corretta assurge ad impeti lirici
quando parla del glorioso periodo della risorta Republ)lioa e del-
l'uomo che impersonò allora in sé stesso il coraggio, la prudenza, la
forza, la sapienza, in una parola, la vita intera di Venezia. A
Daniele Manin consacrò egli vari scritti : un primo, comparso nella
Strenna Veneziana, dove rapidamente, ma con mano maestra, trat-
teggia r opera del grande statista : poi un inno di gloria ricor-
dando il ritorno delle ceneri in patria : finalmente quella splen-
dida commemorazione, di cui abbiamo ancora 1' eco negli orecchi
e nel cuore, che pronunziò nella celebrazione del centenario dalla
nascita del Manin. In questo lavoro, che fu 1' ultimo, egli trasfuse
tutto il meglio dell'animo, presago quasi di dettare il suo testa-
mento di affetto per Venezia, che ebbe sempre in cima ai suoi
pensieri e fu il grande amore, la grande passione della sua vita.
Egli loda tutte le virtù che fecero segnacolo di libertà e di gloria
il suo eroe, ma sopra le altre esalta quella che agli occhi suoi
lo avvicinava di più all'ideale che egli aveva in mente dello
statista, dell' uomo politico : " La verità lo soggiogava per modo,
„ egli dice, da impedirgli ogni doppiezza, ogni infingimento anche
194 N. PAPADOPOLI
„ di fronte ai nemici. Direte che mi sono ingannato, non che
„ vi ho ingannati — furono le ultime parole eh' egli rivolse ai
„ veneziani — io non ho mai ingannato nessuno „.
Questa lode alla sincerità del Manin va di pari passo col
calore con cui difende il 8arpi dall' accusa d' ipocrisia lanciatagli
contro dai fautori della chiesa, e con quella non minore che dà
a Vittorio Emanuele per la sua lealtà, a proposito della quale
ricorda come in generale " la doppiezza non si giudichi, come
realmente è, biasimevole arte di stato „.
Ma non al solo Manin rivolse egli il pensiero e lo studio :
anche quelli che gli furono collaboratori ricordò con pagine piene
di profonde e acute osservazioni, e dove si narrano fatti che a
noi lontani sembrano meravigliosi.
Primo di tutti, Isacco Pesaro Maurogonato, il finanziere allora
giovane d' anni ma vecchio di prudenza e di avvedutezza, che
operò il miracolo di sopperire alle ingenti spese dell' organizza-
zione e della resistenza con le sole risorse della città. La calma
veramente superiore di quest' uomo, cui era affidata la parte più
malagevole del governo, permise di affrontare con la serenità
dei forti una impresa che poteva facilmente degenerare in un
disastro, e fece sì che una difesa disperata non cadesse negli
eccessi della disperazione. A lui e a Lodovico Pasini, che gli fu
compagno nella commissione annonaria, si dovette se i calcoli
degli ultimi mezzi di sussistenza rimasti, calcoli dove era previsto
il giorno e si può dire 1' ora in cui questi mezzi sarebbero man-
cati del tutto, consentirono di spingere la difesa fino all' estremo
limite della possibilità umana, lasciando ancora il tempo sufficiente
a trattare la resa col nemico, senza esservi spinti dalle impazienze
e dalle ribellioni interne.
Vibra ancora in quest' aula il suono di quella mirabile rela-
zione con cui il Pascolato concluse che l'Istituto dovesse concor-
rere alla erezione di un monumento ai fratelli Pasini : nuovo ar-
gomento, se mai ve ne fosse bisogno, della nobiltà ed elevatezza
che egli poneva nel trattare gli argomenti più ovvi, tanto da
fare di una semplice relazione di ordine interno, quasi un altro
monumento a quelli che si proponeva di eternare nel bronzo.
Oltre all' opera di Lodovico ricordò allora quella di Valentino
Pasini, il diplomatico improvvisato, ma valoroso, che riuscì a ren-
COMMEMORAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 195
dere simpatica la causa veneziana ai gabinetti europei, tutt' altro
che ben disposti verso quelli che allora si chiamavano ribelli. Di
Valentino sintetizzò mirabilmente la figura in poche parole che
io voglio rijìctervi, perchè mi pare si attaglino perfettamente an-
che a chi le scrisse : " In ogni ufficio, anche se l)revemente te-
„ unto, egli apparve (jual era : alto e limpido intelletto, volontà
„ sicura e tenace, carattere integro e puro. Da per tutto splendette
„ non meno per la sapienza che per la bontà „.
Clemente Fusinato, Federico Bellazzi, Erminia Fuà-Fusinato,
Leone Fortis, Sebastiano Tecchio, Edoardo Deodati, Marco Diena :
tanti nomi di persone da Lui commemorate e altrettante pagine
vive e palpitanti di quella storia che dal periodo glorioso del
1848-49, attraverso l'epoca grigia e tenebrosa del dominio straniero,
viene sino a noi. L' opera di questi egregi svoltasi nei tribunali,
nelle scuole, nelle cospirazioni, nell'esilio, con gli scritti, con la
parola, con 1' azione, dovunque e comunque ci fosse il niodo^ sfi-
dando pericoli nò pochi né lievi, di affermare 1' idea in faccia
allo straniero che accampavasi armato sulla nostra terra, fu da Lui
amorosamente studiata ed esaltata con accenti di commozione
verace.
Intrattenendosi di tali uomini e dei loro fatti, a quell'anima
vibrante di ogni più alta idealità morale e umana non poteva
sfuggire il contrasto stridente fra le idealità che li ispiravano e
la nuova concezione puramente materialistica della vita. In più
luoghi egli esprime 1' amarezza derivante al suo cuore da questo
■contrasto, senza però venir meno alla nobiltà di concetti e di
espressione che era a lui naturale. Più che ribrezzo o disprezzo
per le nuove teorie egli prova un senso nostalgico di rimpianto
per i tempi trascorsi : " Chi ci farà concordi ne' pensamenti e
„ nelle opere come allora eravamo ? chi sereni e forti e fratelli,
„ come ci trovammo nella sventura ? „ E altrove : " Altri tempi, altri
„ ideali, altre cure. Oggi in nome della fratellanza universale,
„ ma più ancora in nome d' interessi materiali, si deridono e svil-
„ laneggiano i popoli, che poco lunge dal nostro lido combattono
„ e soffrono per difendere da ingiuria straniera la propria nazio^
„ nalità. Ma noi a costo di andare a ritroso degli anni e delle
„ idee, ci inchiniamo a queste sante memorie, alla fede che sa-
196 N. PAPABOPOLI
„ peva ispirare tanto amore dei patimenti „. E ancora: " 8ì, altri
„ tempi. Tempi ormai vecchi, i quali non meritano rimpianto se
„ non per la purezza del sentimento che ci moveva tutti, per la
„ concordia che tutti ci univa „. E finalmente, nelle poche pagine
dettate a ricordo di Clemente Fusinato, ha parole più fiere per
questo materialismo che si ammanta di altruismo scientifico, e lo
analizza argutamente e mordacemente : " Suvvia diciamo intera
„ la verità^ dovesse anche pungere. In (juesta fretta del tempo
„ nostro e degli uomini, per cui non si trova agio quasi di vol-
„ gersi indietro; di riandare il passato, neppure per contare le ca-
„ dute e le vittorie ; in questo risuonare di frasi rotonde ; in
„ questo discorrere di mutualità, d' associazione, di fratellanza ;
„ in questo vanto continuo di abnegazione e di sagrificio ; sì,
„ in mezzo a tutto ciò, vi è qualche cosa che stimola più vivo,
„ più acre del bene dell' umanità, dell' aspirazione al progresso.
„ Siamo ammalati di febbre meno grande, ma più acuta, la febbre
„ della riuscita. Poco o molto è un rimprovero che s' indirizza a
„ tutti, è la malattia del tempo : ogni circostanza ne contiene i
„ germi, ogni istituzione ne favorisce lo sviluppo. La scienza, una
„ povera scienza intesa al servizio dei fatti e delle passioni, diede
„ forma, colore, sembianza di principio a codesto interesse indivi-
„ duale, lo spiegò, lo commentò, lo discusse, e credette di de-
„ durne mirabili armonie, di scorgervi coincidenze stupende : tanto
„ fa di nobilitare questo volgare tiranno, poiché non si può spo-
„ destarlo. Però chi sfugge al contagio, sia pure eccezione od
„ anomalia, non dispensa dall' ammirazione, e il suo esempio non
„ deve andare perduto „.
Ricordando le azioni, egli analizza e discute le idee di questi
uomini, alcuni dei quali, come il TecchiO; il Deodati e il Mau-
rogonato, ebbero molta parte nella vita politica dell'Italia nuova ;
non peritandosi, per quello spirito di sincerità che non gli con-
sentì mai di velare le proprie convinzioni per riguardo o per op-
portunismo, di combattere quelle che non concordano con le sue.
Lo vediamo quindi dichiararsi apertamente contro alcune idee giu-
ridiche del Diena che fu suo nuiestro amato e venerato, e alla
cui dottrina e buona fede rende pieno e reverente omaggio. Io
COMMEMORAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 197
non ho la competenza necessaria per riassumere qui le varie qui-
stioni in cui e^li dissente dal Diena, mi limito a ricordare come
una sia quella dei g-iudizi di cassazione o revisione in terza istanza,
sul quale argomento aveva già dettato un altro scritto pieno di
profonda dottrina. E siccome la quistione della unificazione del
Tribunale Supremo non è stata ancora risolta, così (piesti scritti
hanno anche adesso valore di attualità, e possono venire consultati
utilmente.
Dove pieno e intero era il suo consenso con tutti questi libe-
rali della vecchia scuola, è nel concetto sano e ampio della li-
bertà; libertà politica, libertà di coscienza, libertà economica.
Perchè la libertà politica non degeneri, egli vuole sia con-
giunta all'onestà. Onestà e politica, termini antitetici per molti,
non erano tali per lui. A meglio conciliarli si mostra aperto e
caldo fautore delle idee del Deodati a proposito delle incompa-
tibilità e della contumacia o non innìiediata rieleggibilità alle
pubbliche cariche elettive. Né solo per ragioni storiche, poiché la
coìitunKK'ia a Venezia, il div/efo a Firenze, derivati dai primi or-
dinamenti della civiltà greca, ed estesi a tutti i Comuni d'Italia,
fecero dovunque ottima prova; ma sopratutto per i benefici effetti
che da essi si riprometteva nella vita pubblica. La scadenza del
mandato renderebbe per necessità più sincero e libero il voto dei
rappresentanti della nazione, non preoccupati dalla possibilità di
vedersi mancare la fiducia degli elettori ; perchè si può benissimo
non cercarla questa fiducia, egli dice, ma nessuno se la vede to-
gliere con piacere. Sarebbe inoltre efficace impedimento alla for-
mazione di una specie di classe privilegiata e irresponsabile,
che è vizio caratteristico del parlamentarismo. Egli riteneva
allora che il principio fosse destinato a trionfare, bene augurando
dalle prime applicazioni che ne vennero fatte per legge in alcuni
organismi amministrativi.
Nelle commemorazioni del Diena, del Maurogonato edelFortis,
tutti e tre israeliti e fedeli alla religione de' loro padri, egli la-
sciò ampia testimonianza delle larghe vedute intorno alla libertà
di coscienza, concordanti pienamente con le teorie sui rapporti tra
lo stato e la chiesa. Basti accennare che del Diena ricordò con
compiacenza la bonarietà onde soleva accettare la discussione sulla
pretesa inferiorità della razza semitica, affine di curare con una
198 N. PAPADOPOLI
grossa dose di buonsenso una opinione che agli occhi di lui as-
sumeva il carattere di fenomeno morboso.
Parlando del Maurogonato, accenna al dolore provato dal
vecchio finanziere nel veder rinnovarsi la guerra contro la libertà
economica " non ultima e non meno preziosa fra le rivendicazioni
della nostra scuola „.
Conseguenza di cjuesto fervido amore per il liberismo econo-
mico è l'avversione all'esercizio delle industrie da parte dello
stato, nella quale ebbe autorevole predecessore il Deodati. Il Pa-
scolato espose e dimostrò chiaramente i pericoli derivanti dalla
assunzione di tali esercizi- che si risolve in un monopolio a danno
della libera concorrenza, e il peggioramento cui vanno incontro
anche i servizi di carattere pubblico quando vengono assunti dallo
stato, nel discorso che pronunziò alla Camera allorché si trattava
dei telefoni, industria nuova che lo stato voleva monopolizzare
unicamente per togliere una possibile concorrenza alla industria
affine del telegrafo già da esso esercitatji. Le considerazioni cal-
zano a capello anche oggi, e si potrebbero fare degli utili raffronti
tra le sue previsioni e i fatti che noi tutti abbiamo potuto con-
statare nelle recenti assunzioni di servizi industriali da parte dello
stato. È vero che la tendenza dei tempi pare voglia dar torto ai
principi liberamente e caldamente professati dal nostro amico, ma
egli stesso, parlando allora dei liberisti, che tutti dicevano morti,
concludeva argutamente : " per quanto pochi e per quanto morti
ci conforta sempre la speranza della risurrezione „.
Cresciuto alla scuola di Marco Diena, avvocato di singolare
rettitudine che fu la provvidenza degli imputati politici al tempo
dell'Austria, il Pascolato segui sempre gli anunaestramenti e gli
esempi di quel suo venerato maestro e insieme le tradizioni ele-
vate del foro veneziano illustrato da tanti che esercitarono valo-
rosamente e onestamente questa nobilissima fra le professioni.
La quale, se non è da tutti benedetta come dovrebbe, ma anzi
da taluno è vituperata, ciò avviene unicamente per colpa di quelli
che vi si dedicano senza avere piena coscienza dell'altissima fun-
zione che sono chiamati a compiere nel consorzio civile. Con
quanto ardore e con quale scrupolo esercitasse l' avvocatura il
COMMEMORAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 199
Pascolato fu g-ià detto da altri, ma, come in alto la ponesse nel
suo pensiero, quale devozione o meglio quale culto religioso avesse
per essa, considerandola come un sacerdozio civile, disse egli
stesso nella commemorazioni del Deodati e del Fortis. '' Dell' av-
„ vocatura sentì sempre altamente gli uffici e il carattere, scrisse
„ del primo, e gli doleva negli ultimi anni della sua vita di ve-
„ derla scambiare da molti in arringo di lotte partigiane, e peggio
„ poi in mercato di basse speculazioni e di impuri guadagni. Ben
„ avrebbe voluto che i profanatori fossero cacciati dal tempio . . . „
E del Fortis: "Egli l'amava questa professione dell'avvocato,
„ alla quale si era dedicato nel tempo in cui essa era insieme
„ un rifugio e una palestra per i patrioti, e specialmente per gli
„ uomini della sua schiatta, colpiti da tanti interdetti. L'amava
„ per la stessa ragione per cui Francesco I imperatore la ono-
„ rava dei suoi corrucci, perchè l'avvocato è il vindice naturale
„ di tutti gli oppressi. Ma sapeva e ricordava che per parlare
„ alto in nome della giustizia, per rintuzzare la superbia, la pre-
„ potenza, la forza, bisogna avere saldo il petto e pura la co-
„ scienza. Alto avea posto il suo ideale, e non lo perde mai di
„ vista : milite volontario di una causa eterna e superiore ad
„ ogni umana passione, non combattè mai per il premio, fosse
„ di ricchezza e di gloria „. E (pii torna a manifestare la tristezza
del confronto tra l'idealismo passato e il materialismo presente:
nota predominante negli scritti del Pascolato, non perchè fosse
di sua natura brontolone e laudator tempori^^ (nii, ma perchè il
contrasto non poteva sfuggirgli e lo rattristava profondamente :
" Come avrebbe egli potuto intendere questo tempo nostro in
„ cui pare che ogni sforzo dell' individuo abbia principio e fine
„ neir individuo? e che sia lasciata al caso l'armonia delle atti-
„ vita singole al fine comune dell'umanità? ,,.
Da questo contrasto e dal desiderio di farlo rilevare alle
menti giovanili, naturalmente aperte ad ogni idealità, egli forse
trasse stimolo a intraprendere e proseguire con tanto zelo e disin-
teresse l' opera di insegnante e di educatore. Non mi farò prender
la mano dai ricordi, che pur sarebbero tanti, per limitarmi a
trovare ne' suoi scritti le idee che lo guidarono nella difficile
200 N. PAPADOPOLI
impresa di dirigere il nostro massimo istituto d' istruzione. Le
sue relazioni annuali sono una miniera di notizie e di idee : in
mezzo alle aride esposizioni statistiche rifulge spesso 1' alta con-
cezione che egli aveva della scuola, brilla 1' osservaè;ione acuta
sui bisogni e sulle riforme utili e necessarie ; da tutte irradia
una luce di bontà paterna per gli studenti e fraterna per i col-
leghi, che lo rese tanto caro agli uni e agli altri.
Dopo le inconsulte agitazioni del 1903, causate dalla inter-
pretazione data alle disposizioni prese dal governo per la nuova
Università commerciale di Milano, agitazioni che egli fronteggiò
con fermezza ma recarono grave dolore all' animo suo, al riaprirsi
dell' anuo scolastico, volle tesserne la storia, e lo fece con tale
profondità analitica di osservazioni, con tale efficacia di argo-
menti, con tal calore di affetto, che quello scritto è da annoverarsi
fra i più notevoli usciti dalla sua penna. Pur convenendo che
molte e gravi erano le difficoltà da superare, egli non risparmia
al governo 1' onesta censura, insistendo sulla necessità di non
ritardare per qualunque motivo le riforme che i tempi e le condi-
zioni reclamano. D' altra parte con non minor vigore e fermezza
dimostra ai giovani tutta la precipitazione del loro agire incon-
sulto e ribelle. Ribelle, questa parola ricorre spesso nel suo di-
scorso, perchè di fronte al dovere positivo di frequentare le
lezioni, il mancarvi senza legittimo impedimento è negligenza, il
mancarvi per partito preso e per imporre la propria volontà è
ribellione. Questo il concetto esatto e preciso che, di fronte al
contegno tenuto daj^li studenti, si affaccia alla mente serena e
giusta dell' educatore.
Tratteggia poi efficacemente la differenza sostanziale che
passa tra lo sciopero usato dai lavoratori come arma per ottenere
miglioramenti di mercede o di altre condizioni di lavoro/ e quello
che, per analogia, si vorrebbe usare dagli studenti, i quali invece
non hanno come quelli un contratto bilaterale del quale possano
richiedere e molto meno pretendere modificazioni. Si trattiene
anche a dimostrare come sia contrario ai più elementari principi
di onestà il subire la legge o meglio la tirannia delle maggio-
ranze per un malinteso spirito di solidarietà che non può assolu-
tamente invocarsi quando si tratti di mancare a doveri positivi :
perchè il dovere è individuale e non collettivo, e quando la
COMMEMORAZ. DEL M. E. ALI<:S5JANDR0 PASCOLATO 201
collettività pretende costringere 1' individuo a mancare al dovere,
è nobile, generoso e degno in tutto di uomini liberi il resistere,
mentre il cedere con la coscienza di offendere la legge è biasi-
mevole prova di debolezza. Ma con quale e quanta bontà e
dolcezza si rivolge egli ai giovani, non tanto per attenuare il
rimprovero ispirato soltanto dall' affetto e dal desiderio del loro
bene, quanto perchè esso resti maggiormente scolpito nell' animo
loro ! " Voi, egli dico, non ne resterete umiliati nò offesi, e lo
„ accoglierete come eccitamento a seri e forti propositi.... gover-
„ nate gli atti vostri colla coscienza di uomini pensanti, coli' anti-
„ veggenza dei loro effetti... Ricordatevi che la maschia energia
„ non consiste nel ribellarsi al dovere e alla legge, ma nel ri-
„ spettare la legge e nel compiere intero il dovere, anche quando
„ la passione vorrebbe prorompere e occorre un sacrifìcio per
„ soffocarne la voce. La vittoria sopra sé stessi è la più difficile,
„ ma la più degna di uomini forti. „ Questi ammonimenti, dati
nella forma che un padre potrebbe usare coi propri figli, rivelano
la bontà dell' animo suo che, nel dolore ancor vivo provato per
la ribellione di quelli che chiamava e considerava veramente suoi
figli, sa trovare accenti toccanti e commoventi per ricondurli al
dovere che ha fatto risplendere alla loro mente con ammirevole
schiettezza.
Della squisita delicatezza dell' animo aperto a tutto ciò che
è buono e bello, sono testimoni altri scritti che dirò minori, non
per la forma sempre eletta o per il contenuto sempre elevato,
ma rispetto alla figura dell' uomo politico. Voglio dire gli scritti
di argomento artistico. Ma, per non abusar troppo della vostra
paziente benevolenza, non mi fermerò a tenervi parola di essi,
nò delle lucide e terse scritture sulla quistione ferroviaria del
Veneto, nò dei discorsi parlamentari, nò di altre memorie di
argomento giuridico. Mi limiterò ad accennare fuggevolmente al
numero notevole di iscrizioni che dettò a ricordo di uomini e di
fatti. Egli amava singolarmente cimentarsi in quest' arte diffici-
lissima che ben a ragione può considerarsi come la pietra di
paragone degli scrittori ; perchè la mondiglia delle parole inutili
deve in esse lasciare il posto all' oro puro di quelle che esprimono
202 N. PAPADOI»OLt
concisamente e precisamente l' idea. Io penso, a questo proposito,
che sarebbe opera degna raccogliere in uno le iscrizioni dettate
da Lui che si leggono in tanti luoghi di Venezia e del Veneto :
perchè se, per essere incise nel bronzo e nel marmo, esse hanno
durata maggiore del libro, sarebbe invece ben presto perduta la
memoria del nome di chi le dettò che anche oggi ben pochi co-
noscono. E nel breve volume splenderebbero ancora una volta
nella forma severa dell' epigrafe tutte le sante e nobili idee che
informarono 1' opera del Pascolato.
Nessuna meraviglia se un uomo con tanto tesoro d' idee
scolpite nella mente, illuminate da una bontà superiore e da uno
spirito elevato di patriottismo e di sacrificio, sostenute da una
nobiltà sio^norile di animo e di modi, avvalorate da una cultura
estesa e multiforme, affacciandosi alla vita pubblica, "^^dovesse toc-
carne le più alte cime. Solo le idee nobilmente e costantemente
professate conciliano simpatie durevoli e assicurano il successo :
l'opportunismo, la ricerca delle piccole soddisfazioni, non possono
condurre a risultati duraturi. Però è del pari naturale che egli
restasse in politica un solitario ; non perchè gli siano mancate le
forti amicizie e la stima, che ebbe anzi piena ed intera da tutti,
amici e avversari, ma perchè non volle mai dare il suo nome ad
alcun partito, onde conservare intera 1' indipendenza del pensiero,
dell' azione e del voto : ciò che avviene in generale di quelli che
saliti, come lui, senza 1' aiuto di alcuno, non hanno la pieghe-
volezza di chi deve tutto agli altri.
Questa indipendenza rese però più breve la sua carriera
politica, perchè la inflessibile disapprovazione per metodi e idee
non consone alle sue, fu facile pretesto a combatterlo. ^Perdette
così una prima volta il collegio di Belluno che gli era fedele da
tre legislature, e i mezzi posti in opera per combatterlo in quello
di Spilimbergo lo consigliarono a ritirare la candidatura nelle
ultime elezioni. Poi, mentre si attendeva da tutti che fosse chia-
mato a sedere in Senato, fu a Lui tolta quest' ultima soddisfa-
zione, alla quale aveva ben diritto per la vita intemerata e per
i molti servizi resi disinteressatamente alla patria nella scuola, nei
pubblici uffici, nei consigli della Corona.
COMMEMOEAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 203
Scorrendo le pagine che ci rimangono del Pascolato, io mi
sono studiato di rilevarne le idee e la bontà. Di questa però
migliori testimoni siete tutti Voi che mi ascoltate. La bontà sua,
dalla famiglia aslorata andava agli amici, ai conoscenti, agli
estranei ; illuminò sempre il suo volto e 1' animo suo, e non può
sfuggire a chi, sapendola, legge i suoi scritti, dove però non ve
n' è traccia diretta, perchè, con la modestia propria degli eletti,
egli non parlò mai di se.
Questa testimonianza della perfetta corrispondenza fra l'uomo
e lo scrittore, a me parve doveroso rimanesse negli atti del su-
premo Istituto Scientifico di Venezia che lo ebbe socio ; perchè
chi cercherà gli scritti di Lui, e dovranno cercarli quanti si occu-
peranno di quest' ultimo periodo di storia veneziana, sappia che
lo scrittore è 1' uomo : che le idee politiche da Lui esposte non
sono suggerite dall' opportunismo ma da profonda convinzione
che la virtù non venne da Lui esaltata e celebrata per esercita-
zione rettorica ma fu amore e pratica costante.
Che se a questa testimonianza manca lo splendore della
forma, oso lusingarmi non manchi 1' efficacia derivante dalla since-
rità e dall' affetto immenso che ebbi per Lui vivo, che a Lui
sopravvive e finirà soltanto con la vita.
204 N. PAPADOPOLI
BTRfJOGTtAFIA
l)E(!IJ SCRITTF l)[ ALBS.SANDRO PASCOLATO
Daniele Manin. Dalla Strenna T eneziann, anno VII, 1S67, Tip. del
Coniinercio di Marco Visentini. la-S, pag. 16.
Manin e Venezia. Ricordi e Impressioni. Venezia, 18(58, Tip. del Com-
mercio tli Marco Visentini. In-8, pag. 31.
Federigo BeIìLAZZI. Commemorazione. (Estratto ([-aW Eco ilei Tribunali,
nuin. 1879-1880), Venezia, 1868, Tipi della Gazzetta. In-8, pag. 20.
Opere sckltr ni Antonio Somma, edite per cara di A. P., Venezia,
Stabilimento tipografico Antonelli, 1868. In-8, pag. XXXII-456.
Ricordi e dolori. In Clemente lusinato, Commemorazione. Venezia, Ti-
pografia Ripamonti Ottolini, 1870. In-8, pag. 87: da pag. 25 a pag. 89.
Anche la lettera di dedica ad Arnaldo Fucinato è del P.
Delle Unioni di Credito ossia delle Banche Popolari di Schidze-De-
litsch., Prima traduzi me sulla quarta edizione terlesca per cura dei
dottori A. Pascolato e lì. Manzato con introduzione del prof. L.
Luzzatti. Venezia 1871, Tipografia del Commercio di Marco Visen-
tini. In-8, pag. 477.
Pei nostri figli. Ricordi inediti d'un Patriota. Estratto dalla Strenna
Veneziana., Anno XII. Venezia, 1872, Tipografia d<d Commercio
di Marco Visentini. In-8, pag. 42.
Della Corte Suprema di giustizia e del giudizio di revocazione
SECONDO LE PROPOSTE DEL MINISTRO ViGLiANi. Osservazionì. Vene-
zia, Preiii. Tip. di ^Melchiorre Fontana, 1875. In-8, pag. 31,
Erminia Fuà-Fusinato. Commemorazione. Venezia, Tipografia del Rin-
noimmento, 1876. In-8. pag. 19.
Re Vittorio Emanuele IL Commemorazione letta all' Ateneo di Vene-
zia ìieir adunanza straordimiria del 3 fel)1)rai() 1878. Venezia, Tip.
del Rinnoramento, 1898. In-8, pag. 35.
Costituzioni dkl Sovvkcìno de' Cantori e Suonatori sotto il patro-
cinio DI Santa Cecilia in Venezia, approvata con terminazione 17
novembre 1690 del Consiglio de' X. Venezia. Proni. Stahil. Tipogra-
fico di P. Naratovich, 1880. In-8, pag. 31. — Pubblicazione pei' le
nozze Papadopoli-llellenbach.
Relazione della Commissione Ferroviaria eletta dal Consiglio Co-
munale nella seduta 7 Giugno 1882, e composta dei Consiglieri Se--
COMMEMORAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 205
rego presidente, Boldh, Comhi, Ricco e Pascolato relatore. In : La
questione ferroviaria davanti al Consiglio Comunale di Venezia e
alla Camera di Commercio ed Arti di Venezia. Venezia, Stabilimento
Antonelli, 1882, in-8, pag. 104.
La Questione Ferroviaria. Protocollo della seduta del Consiglio Co-
munale 31 ottobre 1883, e Memorie presentate dalla Giunta Muni-
cipale col concorso della Camera di Commercio ed Arti della Pro-
vincia di Venezia, a Sua Maestà il Re e ai ministri dell' Interno e dei
Lavori Pubblici. Venezia, Stabilimento Antonelli, 1893, in-8, pag. 72.
Relazione presentata al Consiglio Comunale di Venezia nella seduta
del 31 ottobre 1883 dalla Commissione Ferroviaria composta del
Sindaco presidente e dei Consiglieri Pascolato relatore., Ricco. Boldù,
Morosini e Spada. Venezia, Tipografia Antonelli, 1883, in-8, pag. 30.
Camera dei Deputati. Sulla Conferenza di Gorizia per la Pesca Ita-
liana nell'Adriatico. Interrogazione del deputato Pascolato e risposta
del ministro degli Affari Esteri P. S. Mancini, nella tornata del 14
marzo 1885 Roma. Tipografia della Camera dei Deputati, 1885, in-8,
pag. 20.
Commemorazione dell'avvocato Leone Fortis, letta all'Ateneo di Ve-
nezia la sera dA 16 aprile 188,5. (Estratto dall' Ateneo Veneto,
Marzo-Aprile 1885). Venezia, Stabilimento Tipo-litografico M. Fon-
tana, 1885, in-8, pag. 18.
Commkmorazione di Sebastiano Tecohio, letta alV Ateneo di Venezia
il 24 gennaio 1887. Venezia, Tipografia àoìV Adriatico, 1887. In-8, p. 32.
Sulle Condizioni del Consolato Italiano a Trieste, Discorso pro-
nunciato dal deputato Pascolato nella tornata dell' 8 giugno 1889
alla, Camera dei Deputati. Roma, Tipografia della Camei'a dei De-
putati, 1889. In-16, pag. 14.
Sul governo dei fiumi e sui provvedimenti per gli inondati del
1889. Discorso pronunciato dal deputato Alessandro Pascolato alla
Camera dei Deputati nella Tornata del 10 Giugno 1890. Roma,
Tipografia della Camera dei Deputati, 1890. Iti-IB, pag. 23.
Sull'esercizio dell'industria dei Telefoni, discorso pronunciato dal
deputato Alessandro Pascolato alla Camera dei Deputati nella tor-
nata del 30 giugno 1890. Roma, Tipografia della Camera dei De-
putati, 1890. In-8, pag. 28.
Il Telefono alla Camera dei Deputati. (Estratto dalla Rassegna Na-
zionale, anno XII). Firenze, uffizio della Rassegna Nazionale, 1890,
coi tipi di M. Cellini e C. In-8, pag. 25.
Fra Paolo Sarpi, studio con facsimile ed appendice contenente alcuni
scritti inediti del Sarpi. Ulrico Hoepli, Milano 1893 (Firenze, tipo-
grafia di Salvadore Landi).- In-8, pag. 237.
Isacco Pesaro Maurogonato, commemorazione. Venezia, Prem. Stab.
Tipo-litog. Fratelli Visentini, 1894. In-8, pag. 56.
R. Scuola Superiore di Commercio in Venezia. Per V inaugurazione
206 N. PAPADOPOLI
delV anno scolastico 1894-95, discorso. Venezia, Prem. Stab. Tipo-
litogr. Fratelli Visentini, 1894. In-8, pag. 47.
R. Scuola Superiore di Commercio in Venezia. Relazione annuale del
ff. di Direttore. Da pag. 3 a 9 de : L' insegnamento superiore e l'E-
ducazione mor;ile, discorso del prof. I^uigi Arinanni nella solenne
inaugurazione degli studi per l' anno scolastico 1895-9fi. Venezia,
Prem. Stab. Tipo-litogr. Fratelli Visentini, 1895. In-8, pag. tì3.
R. Scuola Superiore di Commercio in Venezia. Relazione annuale del
jf. di Direttore. Da pag. 3 a 17 di : Venezia nell'India, discorso del
prof. Primo Lanzoni nella solenne inaugurazione degli studi per
r anno scolastico 1896-97. Venezia, Prem Stab. Tipo-Ut. Fratelli Vi-
sentini, 1896. In-8, pag. 76.
Di Eduardo Deodati Senatore del Regno, m. e. del R. Istituto Ve-
neto DI Scienze Lettere ed Arti, commemorazione letta nell'adu-
nanza del 20 giugno 1897. Venezia, Tip. Ferrari, 1897 (dagli Atti
del R. Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti^ Tomo Vili, Serie
VII). In-8, pag. 31.
Sul Bilancio dflle Poste e Telegrafi, discorsi del deputato Pasco-
lato pronunziati alla Camera dei Deputati nelle tornate dei giorni
1, .5, 6 e 8 luglio 1897. Roma, Tipografia della Camera dei Depu-
tati, 1897. In-8, pag. 47.
Dell'insegnamento Commerciale e della Scuola Supcriore di Ve-
nezia, discorso tenuto nella solenne inaugurazione dell' anno scola-
stico 1897-98. Venezia, Prem. Stab. Tipo-litografico Fratelli Visen-
tini, 1897. In-8, pag. 40.
Dell'insegnamento commerciale nel 1898, discorso tenuto nella solenne
inaugurazione dell'anno scolastico 1898-99 alla R. Scuola Superiore
di Commercio in Venezia. Venezia, Stab. Tipo-lit. Successore M,
Fontana, 1898. In-8, pag. 41.
R. Scuola Superiore di Commercio in Venezia. Relazione suW anda-
mento della Scuola neW anno 1898-99 del ff. di Direttore. Venezia,
Stab. Tipo-lit. Successore M. Fontana, 1899. [n-8, pag. 19.
Marco Diena, commemorazione letta all'Ateneo di Venezia il 24 gen-
naio 1900. Venezia, Prem. Stab. Tip.-lit. Visentini cav. Federico,
1900. In-8, pag. 41.
I Profughi Veneti e Lombardi a Venezia nel 1848. Documenti con-
servati dal dottor Antonio Berti., puhlicati da A. P. Venezia, Tipo-
grafia di Carlo Ferrari 1901 (dagli Atti del R. Istituto Veneto di
scienze^ lettere ed arti. Tomo LX, parte II). In-8, pag. 75.
R. Scuola Superiore di Commercio di Venezia. Relazione suW anda-
mento della Scuola neW anno 1900-1901 del Direttore. Venezia,
Stab. Tipo-lit. Success. M. Fontana,- 1901. In-8, pag. 24.
Re Lear e Ballo in Maschera. Lettere di Giuseppe Verdi ad Antonio
Somma, pubblicate da A. P. Città di Castello, S. Lapi 1902. In-16,
pag. 98 con fac-simile.
COMMEMORAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 207
R. Scuola Superiork m Commercio di Venezia. Relazione shW anda-
mento della Scuola nell'anno 1901-1902 del Direttore. Venezia, Btab.
Tipo-lit. Success. M. Fontana, 1902. In-8, pag. 18.
R. Scuola Superiore di Commercio di Venezia. Questioni scolastiche,
discorso tenuto nella solenne inaugurazione dell' anno scolastico
1903-1904. Venezia, Stab. Tipo-lit. Success. M. Fontana, 1908. In-8,
pag. 34.
Relazione della Commissione per il proposto contributo per il monu-
mento ai fratelli Lodovico e Valentino Pasini. Venezia, Officine
Grafiche di C. Ferrari 1904 (dagli Atti del R. Istituto Veneto di
scienze, lettere ed arti. Tomo LXII, parte I.). In-8, pag. 6.
Danikle Manin, commeȓOrazione tenuta nel primo centenario della sua
nascita nella sala del Senato in Palazzo Ducale per incarico del
Municipio di Venezia e dell' Ateneo Veneto. Edita a cuia del Muni-
cipio di Venezia (Officine Grafiche di Carlo Ferrari, Venezia, 1904).
In-8, pag. 47.
GIORNALI
La Stampa, organo del partito liberale. Giornale diretto da A. P. dal
1. Gennaio 1869 al 29 Aprile 1870.
Il Monitore Giudiziario. Si pubblicò dal 1. Gennaio 1872 al 12 feb-
braio 1881, data in cui si fuse col Foro Italiano. Fu fondato e di-
retto, con sacrifici economici da A. P. per contribuire all'opera del-
l' unificazione legislativa della Venezia col Regno.
Il Rinnovamento. A. P. ne fu collaboratore assiduo per parecchi anni.
SCRITTI INEDITI
Sulla Riforma del Senato, conferenza tenuta all'Ateneo Veneto nel
Marzo 1882. Havvene un breve sunto in U Ateneo Veneto Serie V,
1882, n. 3-4, pag. 261.
Musica sacra e Melodramma. Conferenza tenuta al Liceo Musicale Be-
nedetto Marcello il 2 Aprile 1882.
L'arte del Leggere. Conferenza tenuta come sopra il 20 marzo 1883.
Musica e Parola. Conferenza tenuta come sopra il 21 Agosto 1887.
Paolo Paruta e i suoi tempi. Conferenza tenuta al Collegio Romano
il 13 Aprile 1893.
Venezia : la rivolta. Conferenza tenuta nel Teatro Goldoni di Venezia
il 16 Marzo 1898.
Venezia : la resistenza. Conferenza tenuta nello stesso luogo il 18
Marzo 1898.
Regesto degli Atti Costituzionali e Legislativi dei Governi di
Venezia nel 1848-49. Questo era forse il titolo del lavoro poderoso
di cui il P. cosi ebbe a dichiarare lo scopo e il disegno : " Racco-
" gliere e coordinare sotto 1' aspetto giuridico gli atti dei vari go-
208 N. papadopoli
" verni che si succedettero a Venezia durante quei diciassette mesi :
" esaminare i passaggi e le trasmissioni del potere e le forme del
" reggimento: descrivere la vita e l'azione delle due Assemblee che
" ebbe Venezia in quel tempo: notare infine <ì commentare i prov-
" vedimenti con cui si modificò o si corresse, là dove parve più ne-
" cessarlo e più urgente, la legislazione austriaca che rimaneva in
" vigore „. Il P. annunziò al R. Istituto Veneto di Scienze, Letteie
ed Arti la prima parte di questo lavoro, che si riferiva al periodo
dal 22 marzo al 4 luglio 1848, cioè fino alla fusione col Piemonte ;
ma, volendo rivederla e armonizzarla con le parti successive, nem-
meno essa fu stampata negli Atti del R. Istituto. L' opera rimase
così inedita del tutto ed anche incompiuta, sebbene 1' A. ne avesse
raccolto largamente i materiali.
ISCRIZIONI
Nell'attesa che si compia il voto da me formulato, parvenu conve-
niente dare qui un saggio di quelle dettate dal Pascolato:
(Sotto il meddylione in bronzo alV Ascensione) (1)
GIUSEPPE SIRTORI — Nell'Assemblea di Venezia — votò la re-
sistenza AD OtINI COSTO — A MalGHERA A BrONDOLO — TENNE IL
VOTO — 1848-49 — MDCCCLXXVI.
{ivi)
JACOPO CASTELLI — fin da l'alba de' nuovi tempi — volle Ita-
lia UNA — CON LA dinastia DI SaVOIA -- PROMOVENDO INSTAURANDO
IN Venezia — il governo di Re Carlo Alberto — 1791-1849 —
MDCCCXC.
{ivi)
ISACCO PESARO MAUROGONATO — patriota insigne — economi-
sta sapiente — RESSE LA PUBBLICA FINANZA — QUANDO VENEZIA
— SOLA — RESISTEVA A UN IMPERO — MDCCCXCIV.
(1) L'epigrafe dettata originariamente, che non fu scolpita per in-
tero pei ragioni di spazio, suonava così :
Giuseppe Sirtori — soldato dell' indipendenza - da. Venezia alla
seconda Custoza — col coraggio stupefece i più intrepidi — rivelò doti
eccelse di capitano — all' Assemblea Veneziana votò la magnanima resi-
stenza — a Marghera a B rondalo tenne il voto — fu de' Mille — capo
di Stato Maggiore di Garibaldi - cooperò alla liberazione del mezzodì
— virtuoso austero credente — oj>erò pai) molto — pronto a dar tutto
alla patria — anche la fuma.
COMkEMORAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 209
(Sul fianco della Chiesa degli Scalzi alla Stazione)
IL NOME DI AGOSTINO STEFANI muratoee — da Budoja nel Friuli
— messo a morte dai nostri — per ingiusto sospetto di tradi-
mento — quando offriva spontaneo la vita — movendo al
campo nemico per dar fuoco a una mina — venezia redenta —
tramanda ai posteri con lie benedizioni — che sull^umile eroe
— l'Assemblea del 1849 invocava — 22 marzo 1898.
{Sotto il busto nel Palazzo Ducale)
DANIELE MANIN — ispiratore e duce — della rivolta di Vene-
zia — contro la signoria straniera — della resistenza — AL
fuoco al morbo alla famk — onde rifulse davanti al mondo
— il diritto delle italiche genti — d' esser nazione.
(Sulla casa a Fullina di Trerisu)
Qui nacque k santamente morì — ricco d'anni di meriti di benedi-
zioni - JACOPO BERNARDI — scrittore educatore filantropo
insigne — CHE TENENDO LA PROMESSA FEDE AL SANTUARIO — QUANDO
PIÙ PERVKVA IL DISSIDIO — DELLE DUE POTESTÀ — MOSTRÒ COME SI
UNISCANO IN ANIMA PURA — VIRTÙ DI SACERDOTE — ARDENTE AMORE
DI PATRIA — N. 1813 - M. 1897 - IL CoMUNE — MDCCCXCVIII.
{Sulla villa Fapadopoli a Marocco di Mestre)
Qui DELLA RESA DI VENEZIA — NON PER ARMI — MA PER FAME E PE-
STILENZA DOMATA — TRATTARONO COLL' AUSTRIACO ASSEDIANTE —
GLI INVIATI DELLA CITTÀ E DELLE MILIZIE — MENTRE ASSEMBLEA K
GOVERNO — VOLENDO IGNORARE QUEL PATTO — A SALVEZZA DEL DI-
RITTO NAZIONALE — SPARIVANO — AGOSTO 1849.
::3y
Atti dkl Rkaj-k Isiituto Vknk'io di sciknzk. lkttkrk kd arti
Anno iiccadeinieo l'.M)T-'.>(>S - Tomo LXVIl - Parte prima.
SULLA HI('EH( A TOSSl(^OLO(iI('A
DELLA EROINA, DIONINA, PERONINA
DEL DOTT. GEPPINO GHIRARDI
(f>)-rseiif(/f(t lìdi prof. I\ Spini iii. e. iicìFaiì. o/v/. <h'l 14 (filtrino 1908)
Noir adunanza del 80 ottobre 1904 del R. Istituto A'eneto
il sig. ])rof. Pietro Spica presentava una mia relazione sulla ri-
cerca tossicologica della eroina, dionina, peronina, che fu poi
pubblicata negli Atti del R. Istituto, anno accademico 1904-905,
Tomo LXIV, parte seconda, pag. 305-822.
Avendo ora veduto che il sig. prof. Magnanimi di Sassari
riferì al YI^* Congresso internazionale di Chimica applicata, in
Roma (1906), sullo stesso tema da me trattato (Atti del Congresso,
Sezione Vili A-B pag. 329) e che egli non giunse a più vaste
conclusioni nelle sue ricerche, ma che anzi nella suddetta rela-
*zione non sono citati che pochi risultati di quello studio, in parte
discordanti da quelli da me ottenuti, tengo a far notare la prio-
rità delle mie ricerche e le maggiori e più sicure conclusioni a
cui le dette mie ricerche condussero.
Cesenit, 1" (jiiiyno 1V08.
Atti dkl Rrat.k Istituto Veneto di sciènze, lettere ed arti
Anno jiccadeinico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
ADUNANZA ORDINA II 1 A
DEL 5 LUGLIO 1908
PRESIDENZA DEL M. E. FERRARIS
PRESIDENTE
Presenti i membri effettivi : G. Berchet, segretario ; N. Tamas-
siA, vice-segretario ; Lorenzoni, Trois, Bernardi, De Gio-
vanni, Bellati, Teza, Martini, A. Tamassia, Papadodoli,
Da Schio, Stefani, G. B. De Toni, Galanti, Ricci, Po-
lacco, YicENTiNi, Verson, Brugi, Ciscato, Bonome, Ca-
tellani, Crescini ; ed i soci corrispondenti : F. Berchet,
Sacerdoti, Predelli, Breda, Malagola, Levi-Civita, Laz-
zarini. Lori, Meschinelli, Morelli.
Giustificano l'assenza i mni. ee. : Veronese, vice-presidente ; Sac-
CARDO, P. Spica ; ed i ss. ce. : D'Arcais, Giordano, Poggi.
Letto ed approvato l'Atto della precedente adunanza, il Pre-
sidente fa le seguenti comunicazioni :
Appresa la dolorosa notizia della morte del s. e. De Nicolis,
il Presidente, sicuro d' interpretare i sentimenti dell' Istituto, si è
affrettato a telegrafare alla famiglia del compianto socio le con-
doglianze dell'Istituto, e ad incaricare il Sindaco di S. Massimo
dell'Adige e il s. e. Massalongo a Verona di rappresentare l' Isti-
tuto alle onoranze funebri, che saranno tributate all'estinto.
Il m. e. Vicentini, a cui in occasione di un grave e recente
lutto domestico l' Istituto partecipò il proprio cordoglio, ringrazia
r Istituto dell' affettuosa manifestazione a suo riguardo.
L' Istituzione Morelli di Bergamo fece omaggio all' Istituto
del ritratto del sen. Giovanni Morelli, accompagnando il dono con
cortese lettera. La Presidenza dell' Istituto ha ringraziato in nome
del Corpo accademico.
214 ADUNANZA ORDINAEIA
y Comitato pel Congresso internazionale delle scienze sto-
riche, che si terrà a Berlino nell' agosto prossimo, ha inviato i
snoi ringraziamenti per 1' adesione che l' Istituto ha dato all' iìi-
vito, affidando la propria rappresentanza al m. e. prof. Brugi.
Soggiunge il Presidente che i nnn. ee. che fossero disposti
a recarsi a Berlino, per prender parte ai lavori del Congresso,
sono pregati di darne notizia all' Istituto, affinchè anche ad essi
possa esser estesa la rappresentanza del Corpo accademico.
Hanno inviato inviti di adesione e relativi statuti e circolari
la costituenda Società Vercellese di storia e d' arte, il Congresso
internazionale del libero scambio, che si terrà a Londra dal 4 al
7 agosto p. V., il Comitato pel I. Congresso internazionale delle
scienze amministrative a Bruxelles, che avrà luogo nel 1910, la
Società Italiana per il progresso delle scienze, che si raccoglierà
a Congresso in Firenze dal 18 al 25 ottobre p. v.
L' Istituto ne prende atto e invierà a suo tempo la richiesta
adesione.
La R. Accademia delle scienze di Torino ha invitato ad ade-
rire alla celebrazione solenne delia ricorrenza centenaria della
pubblicazione della celeberrima Memoria di Amedeo Avogadro,
sulla costituzione molecolare dei gaz. La solennità avrà luogo nel
1911. L'Istituto, su proposta del Presidente, delibera d'inviare
sin d' ora la propria adesione, riservandosi di determinare a suo
tempo il modo con cui l' Istituto stesso dovrà partecipare alla
solennità scientifica.
E presentato quindi il Catalogo dei lil)ri e degli opuscoli
ultimamente acquistati e pervenuti in dono all' Istituto.
Seguono quindi le letture poste all' ordine del giorno :
E. F. Trois, m. e. : Nota sopra una. forma di meta cromai ìsmo
oasprmta in un^ esemplare di Pleuronectes itaìicus Giinth, preso
nella laguna di Venezia. — L' esemplare presenta tre tinte di-
stinte : grigia, nera e gialla, costituendo il caso di metacromatismo
rarissimo distinto dal compianto prof. P. Pavesi col nome di
icteropardellis.
B. Brugi, m. e.: La pubblicazione deyli Annali della nazione
DEL 5 LUGLIf) 1008 215
tedesca (ir/lo Studio di Padova infrapren dulia li. Depatazlone
di storia [Kttria. — Gli atti deg-li scolari giuristi sono jìiiMilicati
(la Ini stesso ; quelli deg-li artisti dal prof. Favaro.
ludica i criteri con cui la pubblicazione ò fatta e mostra
r importanza di essa per la storia dell' Università di Padova
e di Venezia.
Finita la lettura* del prof. Brugi, il quale ha ricordato l'opera
del Presidente Ferraris, che come Rettore dell' Università di Pa-
dova ha curato il riordinamento e il deposito del prezioso archivio
antico universitario nella R. Biblioteca universitaria di Padova, non-
ché il valido sussidio della R. Deputazione veneta di storia patria
e particolarmente del pres. Favaro e del segr. Berchet e le beneme-
renze del s. e. comm. Carlo Malagola, per la pubblicazione di un
monumento di così grande importanza per la storia dell'Ateneo
di Padova, il Presidente porge un vivo ringraziamento al prof.
Brugi che si è sobbarcato alle fatiche di un tanto lavoro e pro-
pone, e r Istituto unanime assente, che la nota or ora letta dal
prof. Brugi, stampata in sufficente numero d' esemplari, sia in-
viata al Comitato del Congresso storico che si terrà a Berlino,
quale segno dell' adesione dell' Istituto ai lavori e agli intenti
scientifici della grande adunanza internazionale.
Il prof. Polacco, quale Rettore dell' Università di Padova, si
associa al plauso fatto dal Presidente al prof. Brugi.
A. Sacerdoti, s. e. : La legge impeiiale germanica sul con-
tratto d' assicurazione approifata dal Reichstag nel maggio 1908.
— Dopo aver date diffuse notizie sulla genesi della legge, sui suoi
criteri informativi e sulla sua efficienza nel complesso della legis-
lazione germanica, espone parecchi esempi del suo indirizzo che
consiste essenzialmente nel dare la più vasta applicazione e la
maggiore efficacia al contratto di assicurazione, accennando in via
di raffronto alla legislazione italiana, a quella d' altri Stati ed a
progetti in corso di studio.
A. Breda, s. e. : / più vecchi lazzaretti medioevali in Europa.
— E un lavoro, sorto da ricerche complesse intorno alla Lepra.
Riferisce, anzitutto, i provvedimenti mosaici, la storia della
penetrazione del morbo in Italia e nel vasto Impero Romano.
216 ADUNANZA OEDINARIA
Esso non si impose guari né colle fulminee devastazioni della
peste, ne colla improvvisa comparsa e malignità della lue.
Come " vetustissimus viguit, apud orientales, mos lebrosos
homines separatis aedibus includendi, ne eorum consortio, alii
ex sordidi morbi contagione laederentur „, così anche 1' Europa
contrappose all' invincibile morbo, più che tre volte millenario, i
lazzaretti.
Accenna a varii di essi esistiti in Francia, Olanda, Inghil-
terra, Italia dal 460 d. Cr. al 952 : quindi a molti degli altri,
immensamente più numerosi, che funzionarono in Italia, Francia,
Danimarca, Inghilterra, Norvegia ed altre contrade di Europa
massime dopo le due prime crociate, ed in seguito, dopo le suc-
cessive : lazzaretti che, col sorgere susseguente, rappresentano le
vie di propagazione della epidemia, la sua vastità ed importanza
sociale.
Studia quindi le vicende dei candidati alla segregazione per-
petua dal consorzio umano ; le norme pel riconoscimento della
malattia fatale : trova giudici severi, sereni, norme pregevoli per
r epoca, ma ciò in pochi paesi, eccezionalmente. Tanto più im-
pressionano alcune guarigioni conseguite con mezzi strani ; così
ugualmente la esistenza di falsi leprosi, leprosi di speculazione.
Le cause, che determinarono in Europa la malattia, sono state
raccolte e confermate dal nostro Muratori. La venuta in Italia
degli eserciti bizantini ; i pellegrini in coorti sempre più nume-
rose, per buona parte miseri ed esaltati, che, dal trecento in
poi, attraversarono con preghiere e lamenti 1' Europa, per giun-
gere alla Terra Santa ; infine le crociate, vi hanno certo larga-
mente contribuito.
Dalla lettura delle più moderne opere concernenti il com-
mercio d' Europa attorno ai bacini dei mari Mediterraneo, Caspio
e Nero e dei maggiori mercati fin del più lontano oriente, gli è
sembrato però che i traffici, condotti colle esigenze e costumi di
quei tempi, debbano avere mantenuto convivenze e fusioni tra le
diverse genti atte a sviluppare una influenza morbigena, se non
così intensa come quella delle crociate, di essa molto più pro-
tratta, continuativa ed insistente.
A suo avviso poi, tra i commerci havvene uno, da nessuno
sotto tale punto di vista mai menzionato, che merita un cenno
DEL 5 LUGLIO 1908 217
speciale, vale a dire il commercio defili schiavi. Trattato larga-
mente per secoli da Venezia e da Genova, fra tre continenti, per
alimentare i maggiori mercati di Venezia, di Roma di Napoli, ecc.
il fasto e la ìussnria degli opulenti, crede debba avere molto
influito. Fa ritenere ciò anche la circostanza che tra nomi di
leprosi e leprose accolti nel lazzaretto di Venezia e nomi di ta-
lune schiave circasse, turche ecc. che soggiornarono a Venezia,
gli sembra corrano alcune analogie.
F. Lori, s. e: Le dimensioni più opportune dei rocchetti di
autoinduzione senza ferro per ottenere fenomeni di risonanza elct-
tromagnetica. — Come il fenomeno dalla risonanza acustica può
essere utilizzato per analizzare i suoni, così quello della riso-
nanza elettromagnetica può essere utilizzato per analizzare le
correnti. Ma a cagione dei fenomeni dissipativi non è agevole
ottenere fenomeni di risonanza elettromagnetica molto spiccata,
specialmente quando si tratta di basse frequenze. Questa Nota
ha lo scopo di ricercare alcune norme, che possono essere seguite,
per ottenere la migliore separazione delle correnti semplici, che
compongono una corrente complessa.
M. Miorandi : Esperienze col processo elettrolitico Gasparini
per decomporre le sostanze organiche nelle perizie chimico-legali,
(presentata dal prof. P. Spica, m. e., a termini dell'art. 16 del
Regolamento interno). — L'A. riassume i risultati di esperienze da
lui istituite l'anno scorso in questo Istituto. Come si può rilevare
dalle conclusioni a cui le esperienze conducono^ propone una
modificazione assai vantaggiosa e comoda al processo elettrolitico
Gasparini applicato alla decomposizione delle sostanze organiche,
nelle indagini chimico-legali per ricercare i veleni metallici. Le
modificazioni proposte dall'A. tolgono in massima parte gli incon-
venienti non lievi, che presenti il processo Gasparini.
A. Levi : La partizione della filosofia pratica in un trattato
medioeoale, (presentata dal prof, B. Brugi, m. e., e. s.). — Dopo
aver tratteggiato — con la scorta del Baeumker, del Baur e del
de Wulf — la fio-ura intellettuale di Dominicus Gnndissalinus.
appartenente alla scuola dei traduttori di Toledo, che tanta im-
218 ADUNANZA ORDINABIA
poi'taii/a ebbe per lo sviluppo del pensiero niedioevale, rantore
pronde in esame alcune pa;^ine del trattato del Gundissalinus De
'/ir/s/:nie phifosophiae, pubblicato da Ludwif^ Baur nei BeUrd(jr
zar (Jcschlchie der Pliilosophle des Miffe/a/fcrs, editi dal liaeumker
e dal von Hertling. L' autore crede non sia privo d'interesse il
dilucidare la partizione, che il Gundissalinus fa della filosofìa pra-
tica in tre rami : poUtica., economica, etica — specialmente per le
attinenze che essa presenta con la tradizione del pensiero aristo-
telico, nonché per una certa sua apparenza di modernità. L' autore
si trattiene ad esaminare il contenuto di quelle tre discipline se-
condo il Gundissalinus; e cerca poi, con l'aiuto del Baur e del
Mai'iétan, di seguire la traccia di que'.la tripartizione della filo-
sofia pratica, che risale, se non ad Aristotele, almeno al suo di-
scepolo Eudemo, e discende, da un lato, a traverso la scuola dei
coumientatori di Alessandria, ai^li Arabi ed al Gundissalinus ;
dall'altro, a traverso Boezio e Oassiodoro, ad Ugo di S. Vittore;
finché le due correnti si uniscono, e la tripartizione passa nel
Kilwardby, in Alberto Magno, in S. Tommaso, in Egidio Colonna,
e fino al Savonarola. Discusse le analogie e le differenze fra
la partizione del Gundissalinus e quelle degli altri pensatori nie-
dioevali; e rilevato il valore di certe osservazioni del Gundissa-
linus specialmente per quel che riguarda V economia, l' autore
conclude con un breve parallelo fra la partizione della filosofia
pratica, accettata dallo scrittore del secolo XII, e certa partizione
moderna della filosofia sociale.
I. Larice: Sulle trasformazioni cremoniaiic coincide) ate ia re-
lazione alla imperficie amaloide normale a due dimensioni e del
quarto ordine dello spazio a cinque dimensioni (presentata dal
Sen. Veronese, Vice-presidente, e. s.).
R. Torelli: Sulle serie algebriche di (/ruppi di puii.fi appar-
tenenti a una curva algebrica^ (presentata del prof. G. Ricci, ni.
e., e. s.). — L' A. trova dapprima una formula, la quale assegna
il numero dei gruppi di [j-\- r punti; comuni a gruppi di una serie
algebrica oc-'' e a gruppi di una serie lineare -yo'. Applica poi la
formula ottenuta alle serie algel)riche x)' deducendone varie pro-
prietà di tali serie.
DKi, f) liTHir.io 1908
21})
Finite le letture, e, avuta la parola, il in. e. A. Da Schio
presenta all'Istituto, in nome e quale omaj^gio dell'autore clott.
Hanììro Fabiani l'opera : Paleontoìogia dei Colli Berici.
L'Istituto ne prende atto con l'iconoscenza e ringrazierà il
cortesia donatore. Il predetto ni. e. Alni. Da Schio annuncia pure
che fra brevi giorni l'aereonave Italia intraprenderà il suo primo
viaggio.
Esaurito l'ordine del giorno dell'adunanza pubblica, l'Istituto
si raccolse in adunanza privata, nella quale si trattarono i seguenti
argomenti
1. si è proceduto all'elezione di ti'c soci corrispondenti delle pro-
vincie venete ;
2. si è approvato il Regolamento speciale per i concorsi indu-
striali ;
8. si deliberò di procedere alla riforma del Regolamento della
Fondazione Balbi-Yalier ;
4. fu approvato il Conto consuntivo 1907-1908 ed il Bilancio
preventivo 1908-1909 della dotazione governativa;
5. si deliberarono provvedimenti per gli urgenti restauri dell'edifi-
cio accademico ;
6. e infine si approvò l'eff'emeride per il nuovo anno accademico
1908-1909:
1908 Ottobre . . .
. 25
1909
Marzo . • 14
Novembre . .
. 15
Aprile . . 18
Dicembre . .
. 13
Maggio 9, 23 solenne
1909 Gennaio . ..
. 10
Giugno . . 13
Febbraio . .
. 14
Luglio ... 4
// l'iu'xidcnte
CARLO F. FERRARIS
Il Vice-segreUtrid
N. Tamassia.
Atti del Rkal,k Istituto Vknkto di soihJNzis, lettere ed arti
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
Nota sopra una forma di metacromatismo
osservata in un esemplare di Pleuronectes
italicus, Gunth : preso nella Laguna di
Venezia.
DI ENRICO FILIPPO TROIS, m. e.
{Adunanza del 5 luglio 1908)
L' interesse rivolto dagli ittiologi sopra i casi di anormale
colorazione nei pesci, dove più raramente si riscontra, impone
l'obbligo di farne conoscere le varie forme.
Neil' agosto dello scorso anno ebbi là fortuna di trovare un'e-
semplare di PI. italicus di 24 centimetri di lunghezza totale, di
colorazione singolarissima ed in condizioni eccellenti per poter
essere conservato nella Collezione dell'Istituto.
Questo Pleuroncetes, dal lato oculare, sopra la tinta generale
del fondo grigio chiaro è tutto cosparso di macchie di varie di-
mensioni di un giallo cromo chiaro che dalla metà del corpo va
diventando sempre più sbiadito verso la coda, mentre le macchie
sono di un giallo più deciso ed oscuro verso la testa.
Tutto il corpo dell' esemplare, comprese le pinne è cosparso
di pici'.ole macchie di varie dimensioni di un nero intenso che
esaminate alla lente, di un moderato ingrandimento, risultano for-
mate dall'aggregato di macchie minori formanti nel complesso una
asteroide. Dal lato cieco la colorazione del fondo è di un
bianco latteo normale però con numerose macchie brune sparse
irregolarmente.
L'eo-reffio dott. Emilio Ninni, che continua con tanto successo
negli studi zoologici le splendide tradizioni paterne, in una in-
teressante pubblicazione sui (') Metacromatismi in pesci raccolti
(U Atti del Congresso dei Naturalisti italiani promosso dalla Società
italiana di Scienze Naturali. — Milano, 190B.
222 E. F. TROIS - NOTE SOPRA UNA FORMA ECC.
nel mare e laguna di Yenezia dice giustamente parlando del
PI. italicus che è questa la specie che offre il maggior numero
di esemplari anormalmente colorati tanto dal lato cieco quanto
da quello oculare e descrive le seguenti forme :
EsEMPL. I. - Lato oculare di tinta normale ; vi sono sparsi in-
numerevoli punti neri più frequenti lungo la linea
laterale e sopra l' opercolo — Lato cieco come
l'oculare ad eccezione della regione cefalica che è
bianca — Mancano i punti neri (lungh. 19 cen-
timetri).
EsEMPL. IL - Lato oculare di tinta più oscura della normale i
punti neri prendono un'aspetto granuloso sensibile
al tatto - - Lato cieco come l'oculare, i punti neri
sono meno frequenti (lungh. 20 centimetri).
EsEMPL. in. - Lato oculare normale — Lato cieco pigmentato
„ come l'oculare ad eccezione di una piccola porzione
„ della testa e della coda che sono bianche.
EsEMPL. IV. - Lato oculare sparso di minutissimi punti neri che
„ danno a prima vista al pesce un'aspetto melanico
— Lato cieco leo:2:ermente pio-mentato con diverse
„ macchie di un bruno carico, al centro di ognuna
„ di queste havvi il punticino nero.
Dalle descrizioni qui riportate e, per quanto mi fu dato sa-
pere, non conosco casi riguardanti il PL italicus in cui entri per
terza tinta il giallo ciò che costituisce la forma più rara di me-
tacromatismo distinta dal compianto Pavesi col nome di icteropar-
dalis, da me accolta ed applicata in altre occasioni a proposito
di ano-uille di colorazione anormale.
•n
»
D
n
(Licenzidte le bozze per la stampa il (jiorno 2 agosto 1D08).
Atti del Realk Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVIL - Parte prima.
CATALOGO DEI LIBRI ED OPUSCOLr'^
PERVENUTI ALLA BIBLIOTECA DELL'ISTITUTO
dall' 8 LUGLIO 1907 AL 5 LUGLIO 1908
Accademia (L') dei Oeor^ottli nei suoi jìià antichi ordinamenti. Memoria
(lei Marchese Piero Bartjar/li. — Firenze, Ricci, 8°, br., pp. 117.
Adanis C. F. - Some insects of Orchard and other fruits. — Fayetteville,
1907, 8», br., pp. 17 ili.
Africa (L') nuova e il diritto pubblico africano. - Vedi Catellani E.
Agassiz Louis. - Words spoken hij Prof. W. Jauies. — Cambridge, Uni-
versity, 1897, 8», br., pp. 12.
Albertotti triuseppe. - Contribuzione alla cura della lussazione del cri-
stallino nella camera anteriore. — Modena, Soc. T«.'p., 1907, 4^, br.,
pp. 11.
U episodio biblico del riveggente Tobia., nella scienza e nell'arte. —
Pavia, Bizzoni, 1907, 8", pp. 8, ili.
Noticelle riguardanti la storia degli occhiali (Occhiali scolpiti). — Pa-
dova, Soc. Tipografica, 8°, br., pp. 12, ili.
Ossificazioni endoculari (Studio anatomo-patologico) . — Modena, Soc.
Tipografica, 1907, 4"' br., pp. 18, ili.
Aldrovandi Ulisse - (Illustrazione del II Voi. dell' Erbario di) — Vedi
De Toni G. B.
(Le lettere del medico Francesco Petrollini ad) — Vedi De Toni G. B.
Allighieri Dante. — Vedi Rado Antax.
* Andricli Gianluigi. - Introduzione allo studio del diritto italiano. — Mi-
lano, Allegretti, 1908, 16", tela, pp. 227.
* Androvic Criovanni - Grammatica, della lingua Croato-Serba. — Milano,
Tecnografica, 1908, 16°, tela, pp. 299.
(i) I libri segnati con (*) sono stati acquistati.
224 CATALOGO DEI LIBUI ED OPUSCOLI
* Annuario (V Italia jyer V esportazione e V importazione^ di L. Fasqiia-
ì Iteci. VII Edlz., 190S. — Roma, Bertero, 1908, 8" g., tela, pp. 1640.
Arcais (D') Francesco. - Sulla integrazione delie equazioni lineari a
derivate parziali (/' ordine qualunque. Nota. — Venezia, Ferrari, 1907,
8°, br., pp. 19.
* Archetti Andrea. - Colle animali e vegetali.! Gelatine e fosfati d' ossa-
Industria - analisi - counnerrio. — Milano, Allegretti, 1908, 16°. tela.
pp. 195, ili.
Archimede. - (Intorno ad una scrittura inedita di). — Vedi Favaeo A.
Ardig'ò. - (La filosofìa nel sistema delle scienze filosofiche secondo V). —
Vedi Brugi B.
Ars!;-iropul<» (TÌovanni e un proemio medioerale dei libri (jiuridici. - Vedi
Tamassia Nino.
Aristotele - (Il concetto della misura in ) - Vedi Ra(ìnisco P.
Arrigoui degli Oddi E. - Note ornitologiche stilla collezione del Monte 02)-
partenente alla signora marchesa M. Paulucci. — Venezia, Ferrari,
1908, 8°, br., pp. 19.
Avena Antonio. - GuglieluK/ da Fa.^tre/igo e gli inizi delV Umanesitìio in
Verona. — Verona, Franchini, 8", br. pp. 73.
Ayetta Adolfo. - (Jontributo alla storia della E. Biblioteca Universitaria
di Padova. — Padova, Soc. Coop. 1908, 8°, br., pp. 31, 1 tav.
La R. Biblioteca Universitaria di Padovit. - Articoli vari tratti flal
giornale « Il Veneto ». — Padova, 1908.
IJag'nacavallo. - (Notizie circa il pozzo artesiano di) - Vedi Taramelli T.
Baretti, Metastasio, (xoldoni. - Vedi Dejob C.
Bargairli Pietro - L'Accademia dei Georgofili nei suoi piti antichi ordi-
namenti. — Firenze, Ricci, 1907, 8°, br., pp. 117.
Barsanti - Mattencei - (Breve storia del motore). - Vedi Martini T.
Bassani F. e (waldìeri A. - Sui vetri forati di Ottajano nella eruzione
vesuviana dell' aprile 1906. — Napoli, De Rubertis, 1908, 8°. br..
pp. 27, fig.
Bassano. - Vedi Cf. Gterola. — // pittore Da Ponte- Eitrovamenti ar-
di eologici.
Belluno. - (Sui vertebrati delle arenarie mioceniche di) - Vedi Piaz
(Dal) G.
Bena-isi Umberto. - Catalogo della Esposizione dì cartografia parmigiana-
e piacentina nel salone della Palatina in Parma - (I. Congre.sso della
Società Italiana per il progresso delle Scienze - Parma, Settembre
1907) - Parma, Adorni, 1907, 16°, br., pp. 43.
Berlese Antonio. - Nuove esperienze contro la mosca delle olive. — Casale,
Cassone, 1907, 8°, br., pp. 4.
Berti Antonio. - Sull' azione locale della bile e del glicocolato di soda
sui rasi sanguigni. — Venezia, Ferrari, 1908, 8°, br., pp. 19.
Bettiolo Ang-elo-Osvaldo - (La Cairpellina espiatoria) a memoria del figlio
Umberto iti Venezia - Vedi Torres Gr.
PGUVENUTI ALLA BIBLIOTECA 1) KLl'iSTITUTO 225
Biadego tliuseppe. - Vedi Zamboni A. — Parigi nel 1804.
Bìbliotecji e Archivio di Panna - {Atlanti e Carte nautiche dal secolo XIV
al XVII conservati )idla) - Note di Mario Longhena. — Parma, Zer-
bini, niOT, 8", l)r.. pp. 46. 1 tay.
Biblioteca Palatina dì Parma - Esjìosizione di rartografia parmigiana e
piacentina nel salone della Palatina, 1907 (in occasione del primo
Congresso della Società Italiana per il progresso delle scienze - Parma,
settembre). - Catalogo compilato dal prof. Umberto Benassi. — Parma.
Adorni, 1907. 16«. br., pp. 43.
(Inventario der manosci-itti geografici della) - compilato dal prof. Pietro
Grribaudi. — Parma, Fiaccadori, 1907, 16°, br., pp. 24.
Big'onì (Tiiido. - Pei- la lega fra Genova e l' Ungheria nel 1352. - Pavia,
Fusi, 1907, 4°, br., pp. 14.
Boddaert D. - Misure ììiagnetiche nei dintoìiii di Torino. Declinazione e
inclinazione. — Torino, Bona, 1907, 4°, br., pp. 63, 1 tav.
Bolnn Josef (lieorg-. - Die l-unst-uhren auf der k. lì. Sternwarte zu Prag.
Anf offcntlichc Kostenherausgegehen von Prof. Dr. Ladislaus Weinel:
Director dei lì. k. Sternwarte in Prag. — Prag, Bellmann, 1908.
4", V, tela, pp. 48, 21 Tafeln.
* Bonetti Emilia. - L'arte del taglio eia confezione d'abiti per signora. —
Milano, Allegretti, 1908, 16", tela, pp. 296, 55 tavole e 31 figurini.
Bonoiii Antonio. - La Bonifica Polesana a destra di Canalhianco e di Po di
Levante. Parte prima. — Padova, Prosperini, 1907, 8°, br. pp. 206, 1 tav.
Borotto. - Vedi Saetori Borotto.
Borredon (4. - Excelsior o la soluzione dell' immenso problema dell'ignoto.
La Luna è la Calamita del Mondo — ovvero la falsità del Sistema di
Neudon e la scoperta del vero Sistema del mondo. — Napoli, Granito.
1906, 8", br., pp. 114.
Realtà dell' essere. U essere è il non essere. Tempo e spazio. Brevi cenni
in continuazione del libro ^ Excelsior y, e la soluzione dell'immenso
problema dell' ignoto. — Napoli, Grranito, 1907, 8°, br., pp. 12.
Breda Achille. - Della Pitgriasis Eitbra Pilaì'is. — Venezia, Ferrari. 1908,
8". br.. pp. 19.
Brngl Biagio. - Storia della giurisprudenza e storia delle cattedre univer-
sitarie. Nota. — Venezia, Ferrari, 1908, 8°, br., pp. 7.
* Brun (De) Alessandro. - La contabilità delle aziende rurali per le fat-
torie e scuole agrarie d'Italia. — Milano, Tecnografica. 1908, 16°, tela,
pp. 539.
Brnnelli Angusto. - La comunicazione diretta tra Romei e il mare e l'e-
sposizione del 1911. — Roma, Colombo, 1907, 8°, br., pp. 16.
Bullo Carlo. - Le iscrizioni lapidarie di Chioggia. — Venezia, Hoc. M. S.
Comp., 1908, 8°, br.. pp. 137.
Bullo {i. S., 3Ioschini A., Salvottì V. - Progetto di massima di un canale
navigabile fra Chioggia e il Po. Relazione. — Padova, Prosperini,
1907, 4°, br., pp. 16. 1 tav.
226 CATALOGO DEI LIBRI ED OPUSCOLI
Bullo a. S. e Salvotti Y. - In difesa della Botte alle Tresse. Risposta al
parere delV ing. G. Cadolini sul progetto per il bonificamento del
Consorzio Pratiarcati. — Venezia, Ferrari, 1907, 8°, br., pp. 10.
Cabanyes Isidoro. - Poliseccióìt gi-dfira del dngulo. — Madrid, Fortanet.
1908, 8», br.. pp. 13 con 2 tav.
Cainerana Enrico, Moschiiii Vittorio, Dragoni Carlo. - Relazione preli-
minare della Commissione Parlamentare d' inchiesta sulle miniere
della Sardegna- — Roma, Bertero, 1907, 4°, br., pp. 61.
Canalejas José. - Vedi Ellero Pietro. — Sobre la pena de muerte.
Caudiaui Leopoldo. - Venezia e le sue vie di penetrazione nel continente. —
Roma, Soc. Edit. Laziale, 1908, 8°, br., pp. 2(i.
("arazzi Davide. - A proposito di assorbimento intestinale. — Firenze.
Niccolini, 1907, 8", br., pp. 6.
Artefatti, pigmento e vacuoli nelle cellule dei gangli spinali dì main-
miferi. — Firenze, Niccolini, 8", bs., pp. 13, 1 tav.
Proposte di modificazioni alla classificazione sistematica del regno ani-
male- — Venezia, Ferrari, 1907, 8", br., pp. U.
Carnevali Tito. - Il Comune. Nuovi studi. — Torino, Bona, 1908, 8°, In.,
pp. 79. ^
Cartault A. - Elude sur les Bucoliques de Virgile. — Vedi Rasi P.
Castelbarco tìng-lielmo. - (// ritratto di) in S. Femio di Verona. - Vedi
GeROLA Gr.
Castelli Benedetto. - Vedi Favaro Antonio. - Amici e corrispondenti di
(r. Galilei.
Castelnuovo E. - Attraverso un epistolario. — Venezia, Ferrari, 1907, 8°,
pp. 12.
/ Moncalvo. Romanzo. — Milano, F.lli Treves, 1908, 8», br., pò. 339.
Relazione sulV uìidamento della R. Scuola Superiore di Commercio in
Venezia nelV anno 1906-1907. — Venezia, Ist. Arti Grraf., 1907, S»,
br., pp. 15.
Catellani Enrico. - L'Africa nuova e il diritto pubblico africano. — Scan-
sano, Tessitori, 1907, 8°, br., pp. 66.
Cattaneo Paolo. - Elementi di analisi infinitesimale ad uso degli studenti
di chimica. — Padova, litog. Prosperini, 8°, br., pp. 132.
* Cecclii Antonio. - Da Zeila alle frontiere del Caffa. Viaggi. — Roma.
Salviucci, 1886-87, 8°, br., volumi 3, ili.
* Celli Jacopo. - 3500 ex-libris italiani illustrati con 755 figure e da
oltre 2000 moti, sentenze e divise che si leggono sugli stemmi e sugli
ex-libris. — Milano, Allegretti, 1908, 16°, tela, pp. 535, con 840
incisioni.
Cerruti Valentino. - Le matematiche pure e miste nei primi dodici Con-
gressi della Società Italiana per il progresso delle scienze. — Milano.
Rebeschini, 1908, 4°, br., pp. 20.
Cessi Roberto. - // malgoverno di Francesco il Vecchio, Signore di Pa-
dova. — Venezia, Ferrari, 1907, 8", br., pp. 12.
PERVENUTI ALLA BIBLIOTECA DELl' ISTITUTO 227
Cestoni (iJiacìiito. - (Di mìa esperienza di) - Vedi Toni (De) G. B.
Ohiog'g'ia. - [Le iscrizioni lapidarie di) - Vedi Bullo Carlo.
Cina - [Gii anven intenti in) nel 1900 e l'azione della li. Marina Ita-
liana. - Vedi Valli Mario.
Cisotti U. - Suir impiego di funzioni ellittiche in una questione idrodi-
namica. Nota. — Venezia, Ferrari, 1908, 8*^, br., pp. 29.
Claudìi Rutilìi Nauiatianì (In) de redìtit suo libros adnotationes me-
tricae. - Vedi Rasi P.
Oobelli (Giovanni. - Descrizione della Chiesa di Santa Barbara., abbozzata
dai due sacerdoti Andreantonio Lìebhardt e Cristiano Dal Bosco
nel mese di aprile 1788. — Rovereto, Roveretana, 1908, 8", br.,
pp. 25.
Coinniissioii Gréodési(|ue Néeiiandaise. - Détermination de la difference de
longitude Leijde-Ubaysberg., de V azimut de la direction Ubagsberg-
Sittard et la latitude ci' Ubagsberg par la mesure cles distances zéni-
tales et d' après la me'thode Horrcboir-Talcutt en 189S. — Delft,
Waltmaii, 1905, 4", parm., pp. 227.
Détermination de la latitarle et d' un azimut aur stations Oirschot,
Utrecht, Sambeek., Wolberg., Harikerberg, Sleen, Schoorl, Zierikzée.
Terschelling (phare Brandaris), Ameland, Leeuwarden. Urk et Go-
ningue. — Delt't, Waltinann, 1904, 4", parm., pp. LVI ; 28.5.
Coniuiissioue Parlamentare <!' inchiesta snile Miniere «Iella Sardegna. (Legge
19 luglio 1906 n. 393). - Relazione prelimin(n-e s/il programma dei
lavori della Commissione. — Roma, Bortero, 1907. 4", br., pp. 61.
* Comoy M. - Elude pratique sur les marées fluriales et notamniet sur le
niascaret, application aur traoaur dela parile maritime des fleures.
Paris, Gauthier-Villars, 1881, 8°, br., pp. 889, Atlas.
* Cong'resso. - (Atti del primo) geografico italiano tenuto in Genora dal
18 al 25 Settembre 1892. Volumi 3. — Genova, Sordo-Muti, 1894.
8°, br.
(Atti del secondo) geografico italiano tenuto in Roma dal 22 al 27
Settembre 1895. — Roma, Civelli, 1896, 8°, br., pp. 616.
(Atti del terzo) geografico italiano tenuto in Firenze dal 12 al 17 aprile
1898. Volumi 2. Firenze, Ricci, 1899, 8°, br.
^ Atti del quarto) geografico italiano. Milano^ 10-14 Aprile 1901. —
Milano, Bellini, 1902, 8«, br., pp. 651.
(Atti del quinto) geografico italiano tenuto in Napoli dal 6 all' 11
Aprile 1904. — Napoli, Tocco, 1905, 8", g., br., voi. 2.
( Atti del sesto) internazionale di Chimica applicata - Roma 26 Ajìrile-
S Maggio 1906. Volumi 7. — Roma, Bertero, 1907, S», br.
* internazionale di scienze storiche, Roma 1-9 Aprile 1903. Atti. Vo-
lumi 12. — Roma, Salviucci, 1904-1907, 8°, br.
Corfìi (Venezia) ed il Levante.- Vedi Lkvi C. A.
Corti Benedetto. - {Cenìio biografico ed elenco delle pubblicazioni di) —
Vedi Taramklli T.
228 CATALOGO DBI LIBRI ED OPUSCOLI
Dal Legname. - Vedi Legname.
Da Lisca A. - V'edi Lisca.
Dalla Vedova - Vedi Vi. do va.
Dal Piaz. - Vedi Piaz.
Da Ponte. - Vedi Poxte.
Da Rì(>s. - Vedi Kios.
Da Venezia. - Vedi Venezia.
De Babelica. - A'edi Bastelica.
De Bnin. - Vedi Brun.
Dejob Charles. - Baretti\ Goldoni et Métasiatie. — Toulouse, Lagarde.
1907. 16°, br. pp. 21.
Lf. iitarrhand de ri/i dans le>< vieilles Comiinoies de V [fidie. — Paris.
Soc. Francaise, 1907, 8", br., pp. 35.
De Kiriaki. - Vedi Kieiaki.
De Lucìa (t. - Vedi Lucia.
De Mey. - Vedi Mey.
De Somenzi. - Vedi Porro de Somexzf.
Di Palma. - Vedi Palma.
Domenicliini Mario. - Vedi Haeckel E. - La lotta per V eroluzione.
Dragoni Carlo, Camerana Enrico e Moschini Vittorio. - liei azione jìr elimi-
nare della Commissione Parlamentare d' iii-liiesta sulle miniere della
Sardegna, Roma, Bertero, 1907, 4", br., pp. (il.
Elderton Palin W. - Frequeneij-niroe^ and cori-dation. — London, Layton.
lUOf;, <S", tela, pp. 172.
Ellero Pietro. - Soì)i-e la pena de iiiaerte. Con un prologo de IJ. José Ca-
nalejas. — Madrid, Bianco. 1907, H»'\ l)r., pp. 180.
Ennodio 3Iagno Felice. - (Dell'arte metrica di) - Vedi Rasi P.
[Saggio di alcune partir-olarità nei distiri di) - Vedi Rasi P.
Fabris Anton Maria e Girardi Marco. - delazione storico-descrittira sulla
Iiegia Biblitdeca Universitaria di Padora. — Padova, .Seminario.
1872, 8", br., pp. 71.
Faccin Francesco. - Il passaggio di Mercurio danniti al Sole, del 14 no-
i-emhre 1007. — Pavia, Fusi, 1908, 8", br., pp. 11.
* FaeEi F. - (Uini e gatti. Costumi e razze. — Milano, Te:-nog-ratica, 1908.
16", tela, pp. 429 con 153 incis.
* Fanloli («audenzìo. - Sìd regime idraulico dei laghi. — Milano, Bernar-
doni, 1897, 8". br., pp. 339, 2 tav.
Fariui Alberto. - Sulle variazioni quantitative del glicogene e delle so-
stanze albuminose del fegato per V infiuenza della temperatura e per
il taglio del vago. — Venezia, Ferrari, 190S. 8°, br., pp. 26.
Favaro Antonio. - Aulici e corrispondenti di didileo Galilei. XXL Be-
nedetto Castelli. — Venezia, Ferrari, 1908. 8''. br., pp. 130.
Discorso tenuto nella solenne adunanza della li. Drjiutazione Veneta
di Storia Patria, in Rovigo (Xovembre 1!)()7). — 1907.
8«, br., pp. 3.
PERVENUTI ALLA BIBLIOTECA DELL'ISTITUTO 229
Favai'o Antonio. - fnfon/o fui iiik/ srriltiirK iìieditd <ìi Archimede no-
raiiieiìte scoperta e jìt/ì/bìicf/td. t'oniiinicazione. — Venezia. Ferrari.
1908, 8°, br., pp. 4.
Per la edizione nazionale delle opere di Galileo Galilei, sotto gli au-
spici di S. M. il Be d' Italia. Treni' anni di studi Galileiani. — Fi-
renze, Barbèra, 1907. 4'». br., pp. 29.
Ref/esto hiof/rafico Galileiano della edizione nazionale delle Gjieir. —
Firenze, Barbèra, 1907, 8° g., br., pp. 69.
Serie decimottava di scampoli Galileiani. — Padova, Randi, 1908, 8°,
br., pp. 52.
Ferrara. - (// libro dei giustiziati di) A. 144:1-1577. — Vedi Roberti M.
Ferraris Carlo F. - Gli inscritti nelle Università e negli Istituti superiori
italiatii nel quattordicennio scjlastico 180S-U4 al 11)()(!-1!)07. — To-
rino, Nazionale, 1907, 8°, br., pp. 13.
La Cassa nazianale di previdenza, per la inralidità e per la vecchiaia
degli operai. Conferenza popolare. — Venezia, Fen-ari, 1907, 8", l)r..
pp. 44.
Per V insegnamento religioso india Scuola- priutaria. Xota. — Roma,
Camera Deputati, 1908, 8°, br., pp. 15.
Fischer TheobaUl. - Die Seehdfen con Marokko. — Berlin, Mittler, 1908,
8", br., pp. 43, ili.
* Fohmaiin Vinceiiz. - Dns saugadersgsteoi der fische. — Leipzig, 182 1,
f." pp. 4(>, XVIII taf.
Forti Acliille. - Intorno ad un. '' Braco ex Paia effictus Aldrov. „ che
esiste nel Museo Cicico di Vei-ona e circa le varie notizie che si hanno
di simili mostri, specialmente dai mn.noscr itti Aid rovandiani. — Ve-
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Fries Th. - Bref och skrifvelser af och till Cari von Linnc. I. — ITpsala,
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Kalanti F. - / bambini. Poesia tradotta in latino da P. Rasi. — 8", br.,
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(ralrtierì A. e Bassanì F. - Sui vetri forati di Ottajano nella eruzione
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(Galileo (iJalilei. - {Am.ici e corrispondenti di) XXI Benedetto Castelli. —
Vedi Favaro Axtoxio.
{Per la edizione nazionale delle Opere di) Treni' anni di Studi Gali-
leiani. — Vedi Favaro Antonio.
{Regesto biografico della edizione nazionale delle Opere di) - Vedi Fa-
varo Antonio.
Vedi Favaro Antonio, - Serie XVIII di Scauijioli Galileiani.
230 CATALOGO DEI LIBKl K D OPUSCOLI
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Genova. - (Per la lega fra) e l' Ungheria nel 1352. — Vedi Bigoni G.
Geografia. - Studi bibliografici e biografici sulla storia della geografia
in Italia. Pubblicati per cura della Deputazione Ministeriale istituita
presso la Società Geografica Italiana. — Roma, Elzeviriana, 1875, 4".
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Geog:raplien-Kaiender. - Vedi Kalender.
Gerland E. - Histoire de la noblesse crétoise au moyen age. — Le Puy.
Marchesson. 1907, 8", br., pp. 213.
Gerola Giuseppe. - Appunti sui monumenti veneti di Cefalonia e di Corfù.
— Venezia, 1908, Ferrari, 8°, br., pp. 10.
F. e G. Spagnolo. Marostica e i comuni del suo territorio. Voi. I, Ma-
rostica, Cecchetto e Martinato, 1906, in XII, pp. 349. (Rassegna bi-
bliografica). — Venezia, 8", br., pp. 4.
Il pri)no pittore bassanese Francesco Da Ponte il recrhio. — Bassano,.
Pozzato, 1907" 8", br., pp. 22, con 5 tavole.
Il ritratto di Guglielmo Castelbarco in S. Fermo di Verona. — Verona,
Gurisatti, 1907, 8°, br., pp. 8, 1 tav.
Le iscrizioni cretesi di Desiderio Dal Legname. — Verona, Gurisatti,
1907, 4°, br., pp. 19.
mtì'OiHimenti arclieologici nel territorio di Bassano. — Bassano, Poz-
zato, 1907, 8°, br., pp. 20, con 11 incis.
Vn^ altra Madonna del Montagna. — Rovereto, Grandi, 1907, 8°, l)i'.,
pp. 4, 1 tav.
Gerola Giuseppe e Da Lisca Alessandro. - Scoperte archeologiche nella
Prorincia di Verona durante Vanno 1907. — Verona. Gurisatti, 1908,
8°. br., pp. 8, ili.
* Giorli Ezio. - Macchinista naimle. — Milano, Tecnografica, 1908, 16°,
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Girardi Marco e Fabri.s A. M. - Descrizione storico-descrittiva sulla Regia
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centenario dalla nascita. — Ven(>zia, Istituto Arti Graficbe, 1907, 4°,
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Goldoni Carlo ed Alessandro Manzoni. - Vedi Pellegrini F.
Goldoni, Metastasio e Baretti. - Vedi Dejob C.
Gradenigo Giuseppe. - Die bibliographische Aufzeichnung in der Otn-
logie. — Leipzig, Barth, 1906, 8°, br., pp. 6.
Gribaudi Pietro. - Inventario dei manoscritti geografici della R. Biblio-
teca Palatina di Parma. — Parma Fiaccadori, 1007, 16°, br., pp. 24
Guareschi I. - Nuore notizie storiche sulla vita e salle opere di Macedo-
nio Melloni. — Torino, Bona, 1908, 4", br., pp. .59, con 2 tav. ritr.
(
PERVENUTI ALLA BIBLIOTECA DKLl'iSTITUTO 231
(iiu'bliard A. - TjS m/t problrine <les /'J/irei/de>i prf'ht'sforiqifrs. De/fx niots
à /)ropos (Ih Custelar da Moiit-Bastùle {A. M.) Preiau-re rcrisiun de
V incentaire des Enveintes préhistoriques du departeinent du Var,
(Notes préseutées au II Congrès préhistorique de France (Vannes,
liJOH). — Le Mans, Monnoyer, 1907, 8", br., pp. 28, ili.
Sii)- V (Ditiquifé des super.sfifìcms attachées (tn.r coquiUes fossihs. — Le
Mans, Monnoyer, 1907, 8°, br., pp. 3; 1, 2.
Sur le procède de photofjraphie des couleurs de M. M. A. et L. Luniière.
— Paris, Gauthier-Villars, 1!)07, 4", pp. 4.
(Tiierra Luigi Francesco. - La filosofia della vita nel J'rohlcina dell' PJdn-
razioìic. — Avellino, Pergola, 1907, 8°, br., pp. 2.ó2.
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(Tiiidì-Toni Ettore. - Versi italiani e pesaresi. — Jesi, Stab. Tip. Coop.,
1907, 16°, br., pp. 20.
Hehnert F. R. - Besfiminiinr/ der HiJlienhKje der Insel ÌVou/eroorf durch
trifjonoinetrische Me.ssunf/en iin Jahre lìiSH. — Berlin, 1907, 8", br.,
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7'rif/ommietrische Hoheniiicssnnq and. Refrakiions hitc.ffìzioiloì in der
Ni/he des Meeresspiegeh. — Berlii), 1908, 8", br., pp. 20.
Hìllierg Isidor. - Die Gesetze der Wurtfrliany ini l'odaiiictcì' des Ovid. -
\gì\\ Rasi P.
Hiilth J. M. - Bil)lio(j)-aphi<i fjinnaeana. Materiaii.r poiir scrrir n une
hibliographie Linnéenne. P. I. Liv. I. — Upsala, Friedlandei', 1907,
8°, br., pp. 170, tav.
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giiliernngen des). — Wien, 1901, 8°, g., voi. 8.
Irlanda. - (Alcuni fatturi della rigenerazione eronui/iica in Irlamla) -
Vedi Mg UGNA.
Istituto dreografico Militare. - Appìinti sulla rappresentazione dd terreno.
[Estratti degli appunti litografati del Corso di topografia della Scuoti/
di guerra negli anni 1889-90-91.— Litografìa in 4°, pp. 121, 10 tav.
Istituto topografico militare. — Cenni pn-liuiinari sulla triungolazinne
di prim' ordine eseguita lungo la zona meridiana da Capo-Passero
a Lissa. Osservazioni e calcolo della rete di Capitanata e collega-
viento della iiiedesiiiia con la triangolazione Austriaca sulle eoste
Dalmate. — Napoli, Unione, 1877-78, 4", br., pp. 172; ()4 e tav.
Italia - {Annuario d') per V esportazione e l'importazione., di L. Pasqua-
lucci. Vn ediz., 1908. - Roma, Bertero, 8» g., tela, pp. 1640.
Condizioni della proprietà rurale e della coojìurazione agricola di al-
cune Provincie italiane. - Vedi Modona.
Le inarchand de vin dans les vieilles Communes d' Italie. — Vedi
Dk.tgb C.
Manoscritti della Biblioteca Civica di Padova riguardanti la storia
nobiliare italiana. — Vedi Rizzoli Luigi.
232 CATALOGO DEI LIBEI ED OPUSCOLI
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Italia. Pubblicati per cura della Deputazione Ministeriale istituita
presso la Società Geografica Italiana. — Roma, Elzeviriana, 1875,
4" p., b,, pp. 507 e 9 iavole.
* 3500 ex-libris italiani illustrati c.cn 755 figure e da oltre 2000 moti,
sentenze e divise che si leggono sugli stemmi e sugli ex-libris, di
Jacopo Celli. — Milano, Allegretti, 1908, 16°, tela, pp. 534, con 840
incis.
Vedi Ferraris C. F. - Gli inscritti nelle Università e negli Istituti
Superiori 1893-907.
Jaines William. - Louis Agassiz. — Cambridge, University, 1897, H». br.,
pp. 12.
Kant. - {Il conretto della misura in) - Vedi Raonisoo P.
Kayser H. - Handhuch der spectroscopie. — Leipzig, J. B. llirscbf'ebl.
1900-2-5, 8°, V.' pelle, 3 volumi.
Kiriaki (De) A. S. - La Chiesa di S. Maria dei Derelitti della Casa di
Ricovero in Venezia. - Note e illustrazioni pubblicate dalla Congre-
gazione di Carità, nella occasione del suo l'istaui'o. (i settend»re 1907.
Venezia, Pellizzato, 1907, 4°, tela, pp. 15, 10 fotog.
La Pia Istituzione detta del Volto Santo in Venezia, (numi i/isf rata
dalla Congregazione di Carità di Venezia. - Relazione »^ Documenti
sulle origini, scopi e ordinamento. — Veaezia, Pellizzato, 1908, 8° g.
br., pp. 71.
* Krìimmel Otto. - Handbuch der ozeanographie. - Band. 1. — Stuttgart,
Union, 1907, 8°, br., pp. 526.
* Lanfranco Mario.- Le frodi nei misuratori elettrici. Diagnosi e rimedi.
Milano, Allegretti, 1908, 16°, tela. pp. 277, 27, incis., 39 tav. col.
Laplace. - {Sul sistema di due equazioni implicite studiate dal) - Vedi
Da Rios L. S.
Legname (Dal) Desiderio. - {Le iscrizioni cretesi di) - Vedi Gerola G.
Leopardi - {Ancora del) elleni!<ta - Vedi Setti G.
Levante. - {Venezia, Corfù ed il) - Vedi Levi C. A.
Venezia, Corfù ed il Levante. Relazione storico-aichivistica. Voi. 1"
Testo. — Venezia, Ferrari, 1907, 8° gr., br., pp. 254, 1 tav.
Levi Ezio. - / maestri di Francesco Novello da Carrara. — Venezia,
Ferrari, 1908, 8°, br., pp. 23.
Linneo, - Bref och skrifvelser af och tilt Cari von Linné af. Th. M.
Fries I. - Upsala, Berling, 1907, 8°, br., pp. 341.
Linnéportràtt. Vid Uppsala Universitets minnesfest pd tvahundradrs-
dagen af Cari von Linnés fodelse. A Universitetets vàgnar af Tycho
Tullherg. — Upsala, Almquist, 1907, 4«, br., pp. 187, ili. e tav.
Vedi HuLTH. - Bibliographia Linnaeana.
Lisca (Da) Alessandro, Gerola (Jiusep]>e. - Scoperte archtologiche nella
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PKRVENUTI ALLA BIBLIOTECA DELL'iSTITUTO 233
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Parma, Battei, 11)07, Ki", hr., pp. 34.
* Lovera Romeo. - La letteratura, r a mena, con breve ('restoinaziff e Di-
zionaretlo esplicativo. — Milano, Tecnogi-atica, 1908, IB", tela, pp. 19!).
Lucia (De) (t. - La sala d" armi del Museo dell' Arsenale di l enezia. —
Roma, Off", poi. ital., 1908, 8°, br., pp. 198, ili.
Lucilio. - Vedi Rasi P. - Satirae Lucilianae ratio (jaae sit. Oratio.
Lumière A. et L. - Sur le procède de phofof/rapliie des conlears de AL AL) -
Vedi <i('Ér.HAN]) A.
Luscliiu voli Ebeng'reulh Arnold. - // sistema monetario dci/li aurei ifa-
liani di Carlomanno. - Milano, Coì!:iiati, 1908, 8", br., pp. 8.
/ monrticri ilei S({c/-() h'omano Lupero in Italia. — Milano, Cogliafi,
1907, 8», br.. pp 19.
* Luzio Alessandro. - Profili biof/rafi,ci r bozzetti storici. Con dctcu nienti
inediti e illnsti'azioni. — Milano, Co^liati, 190R, 8", br., pp. .584.
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Malagola ('arlo. - J tesori dell' Archici') di Sta/o di Venezia. — Venezia,
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Manfredi Manfredo E , Marangoni L. - Le opere di restauro della Basi-
lica.. Venezia, maggio 1908. — Venezia, Callegari e Salvagno. 1!)08,
80, bi'., pp. 88.
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legretti, 1908, l*i". tela, i)p. 271, con 28 incisioni.
Manzoni Alessandro e Carlo tioldoni. - Vedi Pellegrini F.
Marangoni Luigi, Manfredi Manfredo E. - Le opere di restaaro nella Ba-
silica. Venezia, maggio 1908. — Venezia, Callegari e 8alvaguo, 1908,
8», br., pp. 88.
Marchi (De) Luigi. - Teoria della doppia oscillazione diurna del baro-
metro- — Venezia, Ferrari, 1908, 8", br-, pp. 19.
Martini Tito. - Breve storia del motore Barsanti ALitteucci. — Venezia,
Ferrari, 1907, 8", br., pp. 21.
Evangelista Torricelli. Commemorazione, letta all'Università popolare
di Venezia, la sera del 14 febbraio 1!)08. — Pistoia. 8inibuldiana, 1908,
8«, br., pp. 1.5.
Intorno alla corrente generata dalla coppia platino-spugna di platino
234 CATALOGO DEI LIBRI ED OPUSCOLI
iiiiiiicrsd in una soluzione acidulata o .salina. (Contrihufo alla teoria
osmotica (Iella pila). — Venezia, Ferrari, 1907, S*», br., pp. 13.
>Ia8Siilou;u:o Roberto. - Della Cutireazione e della Oftalnioreazione nella
Dif/mistica della Tubercolosi. — Venezia, Ferrari, 1908, 8», br.,
PP- 3.
Matteucoi-Barsaiiti. - (Breve storia del motore). — Vedi Martini T.
Mayr (leorg. - Reichseinkommenfteuer und Verwandtes. — Berlin, 1908.
. 8°, br. pp. 8, a 2 col.
Mazzoni (iruìdo. - Versi. - Vedi Rasi P., traduzione latina.
Melloni Macedonio. - (L'opera scienfifi''a di) Scliede pubblicato da Ste-
fano Lottici-Maglione. — Parma. Battei, 1907, 16°, br., pp. 34.
(Nuove notizie storiche sulla cita e sulle opere di) - Vedi GuA-
RESCHI I.
* Mercallì G. - / vulcani attivi della terra. Morfologia • dinainisìno • pro-
dotti - distribuzione geografica - cause. — Milano. Allegretti, 1907,
8°, br., pp. 421, con 82 incis. e 26 tav.
Meschinelli Luigi - La coltivazione delle barlx/hiefole da zucchero nella
jirorincia di Vicenza. — Vicenza, Arti Graticlie Vicentine, 1907, 16".
br., pp. 17.
Osservazioni sul Catfsh (Amejurus nebulosus L. -S'.l. — Vicenza, Arti
Graf. Vicentine, 1907, 8°. bi., pp. 10.
Metjìslasio, Baretti, Groldoiii. — Vedi Dejob C.
* Mey (De) 1*. - Ltude sur V ainélioration et Ventrciicn drs porh cu plagc
de sable, et sur le regime de la còte de Belgique. — Gand, Annoot,
1894, 4°, br., pp. 538 et Atlas.
Mezzacapo Carlo. - (Il generale) e il suo tempo. — Vedi Pesci U.
Micheli F. J., Touimasina Th., Sarasin Ed. - Sur le dcdouMement de la
CDurbe de désactioation de la radioactivité induite. -- Genève, So-
ciété, 1907, 8°, br., pp. 26, fig.
Milano. - (/>' Archivio della fabbrica del Dìionio di) - Vedi Verga Fi.
* Modigliani Elio. - Fra i Batacchi indipendenti - Maggio. — Firon/.c
l.andi, 1892, 8", br., pp. 191, ili.
Modona L. >'eppi. - Alcuni fattori della rigenerazione economica in- Ir-
landa e le condizioni della proprietà rurale e della cooperazione agri-
cola di alcune provincie italiane. — Firenze, Ricci, 1907, 8o, lir..
pp. 164.
* Molina Enrico. - Dizionario etimologico stenografico sistemn (ìabelsher-
ger-No'c, preceduto da un santo di grammatica teoretica della steno-
grafia Gabelsberger-Noe. —MììciTio, Tecnotica 1908, 16^ tela, pp. 624.
Montagna. - (Un'altra Madonna del) - Vedi Gerola G.
Montanari Carlo. - (La figura di) - Vedi Biadeho G.
Morpnrgo (ìinlio. - La merciologia nelle sue origini e nella sua evolu-
zione. - Tiieste, Balestra, 1907, 8°, br., pp. 39.
Morselli Enrico. - (Primo elenco degli scritti del jìrof.) 187()-190(i. —
Prato, (iiachetti, 1907, 8°, br., pp. 28.
PERVENUTI ALLA BIBLIOTECA DELL'ISTITUTO 235
Moschini A., Bullo O S., Salvotti Y. — Progetto di massima di un ca-
nale fra Chiogr/ia e il Po. • Relazione. — Padova, Prosperili i, 1907.
-1°, br., pp. 16. l tav.
Moschini Vittorio, Dragroni Carlo, Caiiieraiui Enrico. — Relazione prelimi-
nare della Commissione Parlamentare d' inchiesta sulle miniere della
Sardegn<(. — Roma, Bertero, 1907, 4°, br., pp. 61.
Muraro Francesco. - Solubilità dei veri e falsi tannati di chinina. — Ve-
nezia, Ferrari, 1908, br., pp. 5.
Xaccari triuseppe. - // passaggio di Mercurio davanti il Sole, del \D07. —
Venezia, Pellizzato, 1907, 8", br., pp. 27.
\atlian Ernesto. - Giuseppe Garibaldi. Memorie. Edizione diplomatica
dall'autografo definitivo. — Torino, 8oc. Edit. Naz., 1907, 8°, br.
pp. 439, ili.
— La morale dell' insegnamento pubblico. — Roma, Nuova Antologia,
1907, 8°, br., pp. 20.
Ninni Emilio. - Brevi norme sopra la colti razione della Carpa. — Vene-
nezia, Pellizzato, 1907, 8°, br., pp. 12, 4 tav.
/ jìesei e la pesca d'acqua dolce nelle provincie di Venezia e Treviso. —
Venezia, Pellizzato, 1907, 8", br., pp. 76, tav.
Metacromatismi in pesci raccolti nel mare e lagune di Venezia. — Mi-
lano, Soc. Coop., 1907. 8°, br., pp. 77.
Picerche sulla emigrazione dei pesci. — Virenza, Arti Grafiche, 1907.
16«, br., pp. .3.
Sopra il Tringa canutus, L. nel Yeneto. — Siena, L:izzeri, 1906,8° br.,
PP- 2-
Sopra una, Ptilocorys cristata anomala nel becco. — Siena, Lazzeri,
1907, 8°, br., pp. 2, ili.
Studi e ricerche per promuovere la coltivazione dell' astice (homarus
culgaris Mil. Edw.) lungo i lidi veneti. — Mi/ano, 1906, 8°, br..
pp. 14.
WolMorismo peschereccio. Nomenclatura ittiologica comparata. — Ve-
nezia, Fabris, 1907, 8°, br., pp. 3.
Novello Francesco da Carrara. - (/ maestri di) - Vedi Levi E.
Oddone Emilio. - Déchaìnement des tremblements de terre à /' arrìvce des
ondes sismiques dues à un premier macrosisme lointain. — Modena,
Soc. Tip., 1908, 8°, br., pp. 15.
Intorno al problema della rigidità della terra. Nota. — Catania, Gala-
tola, 1908, 4°, br„ pp. 7.
Orazio. - Vedi Rasi P. - Un po' di polonica.
Vedi Rasi P. - Epistulam criticam de codice Horatii.
Satire - Vedi Rasi P.
* Orilia Enrico. - La madreperla e il suo uso nell'industria e nelle arti.
Milano, Allegretti, 1908, 16°, tela, pp. 258, con 40 incis. e 4 tav.
Orlando Paolo. - La trasformazione marittima di Roma. — Roma, 1907,
foglietto in 4°.
236 CATALOGO DEI LIBRI ED OPUSCOLI
Oliando Paolo. - Roma e. il utari'. — Ronin. Off. Pijligruf. Komnna. 1907.
nel N. 201 del Giornale La Vita.
Ovidio. - Vedi Rasi P. - Recensione sulV Oliera di I. Hilherg. Die Gè-
.■^etze der Wortstellung im Pentameter d^.s Ovid.
(In difesa di) Osservazioni contro alcune ronr/ettnre proposte da I.
Hìlbery nel suo libro Die Gesetze der Wortstellun;/ ini Pentameter
des Ovid. - Vedi Rasi P.
Padova. - (Contributo alla storta della Biblioteca Utiiversitaria di) - Vedi
A VETTA A.
(Il malgoverno di Francesco il rerchio^ Signore di) Vedi Cessi R.
(Per la storia delle Corporazioni dei mercanti di panni e della lana in
Padova nei secoli XII [ e XIV) - Xedì Cessi R.
t Relazione storico-descrittiva sulla Regia Biblioteca Universitaria di) -
Vedi Fabris A. M., Girardi M.
Pajetta R. - Risposta al D ott. Xazìareno Tai'ugi., sopra un nuovo metodo
pratico per la determinazione del i^otassio. Nota. — Venezia, Fer-
Tari, 1907, 8", l>r., pp. fi.
Palàkàjtya. - (Come) direnfasse, nelV India, maestro di elefantiatria. - Vedi
Teza e.
Palma (Di) Federico. - Lk navigazijm del Tevere ed il porto di Roma. —
Roma, 1907, foglietto in 4".
Pantanelli Dante. - Acque sotterranee fra Secchia e Panaro. — Venezia.
Ferrari. 1907, 8°, br., pp. 47.
Papadopoli N. - Mmete italiane inedite della Ran'oUa Papadopoli (Ap-
p-ndiee IL al X. 1) — Milano, Cogliari, 1908, 8°. br.. pp. 14, ili,
Pai*ia:i nel 1S04. - Ricordi di un veronese. — Vedi Zamboni A.
Panna. - Vedi Biblioteca Palatina di Parma. - Esposizione cartogra-
p'-a e luanoscritfi geografici — 1907.
* Parllot H. li. - Elude sur les rivicres a marèe et sur le estuaires. —
Evreux, Hérissey, 1892, 8". br. pp. 127, avec planches. Coinplénient.
8°, br., pp. 70 ili.
* Recherches sur les rivières a marèe. — Lavai, Barnéoiid. 1901, 8*", br..
pp. 2') 7, Atlas.
* Pasqualuccì L. - Annuario d' Italia per l'esportazione e V imp.yrtazione.
VIP Edi/., 1908. — Roma, Bertero, 1908, 8° g., tela, pp. 1(540.
* Pearsall Log°an Smith. - The life and letters of sir Henrg Wotton. —
Oxford, Clarendon, 1907,80, tela. 2 volumi, con 2 ritratti del Wotton.
Pellat H. - Vedi Tommasina T. - Sur la constitufion de l' atome.
Pelleg-rini F. - Carlo Goldoni ed Alessandro Manzoni. Spigolature. —
Venezia, Pellizzato, 1907, 8'\ br., pp. 26.
* Pesci U^o. - // geììJ'rale Carlo Mezzacap > e il suo temp i. {D;i apimutì
autobiografici e da lettere e documenti inediti I. — Bologn,). Zani-
chelli, 1908. 8°. br., pp. 38S, con ritratti.
Petrarca F. - (La composizione del Trattato " De vita solitaria „ di) -
A'edi Avena A.
PERVENUTI ALLA BIBLIOTECA DELL' ISTITUTO 237
Pctrolliiii Francesco. - [Le lettere del medico) ad Ulisse Aldrorat/di e
Filippo Teodosio. — Vedi De Toni G. B.
Piacenza. - Vedi Biiìliothca Palatina di Parma. - Esposizione di car-
tografia, 1907.
Piaz (Dal) (x. - Sui vertebrati delle arenarie niioceniche di Belluno. —
Padova, Prosperini, 1908, 8", br., pp. 11).
Sali' età degli strati rorallif/eni di Monte Zoro presso Mori nel Tren-
tino. — Koma, 8alviucei, 1908, 8°, br., pp. 6, ili.
Ueher das Alter der Korallenkalkforination von Monte Zovo bei Mori
(Trient). — Stuttgart, Natele, 1908, 8°, l)r.. pp. 4.
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SidV esame dell' udii.) nei ferrovieri. — Biella, Testa, 1907. 8°. br„
pp. 8.
Rado Antal. - Dante. — Budapest, Fi'anklin, 1907, 16°, parm.. pp. 143.
Ragnisco Pietro. - // concetto della ìiiisura in Aristotele ed in Kant. —
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Rasi Luigi. - Puteoli. Distici italiani trailofti in latino da Rasi Ridro
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Rasi Petrus. - ludicia, quae de sattrae Latinae origine et de Lucilio in
satiris IV e X libri I Q. Horatius Flaccus protulit, rerane sa ut an
falsa f — Patavii, Seminarli, 1886, 8», br., pp. 122.
Satirae Lucilianae ratio quae sit. Oi'atio. — Patavii. Seminarli. 1887,
8°, br., pp. 32.
238 CATALOGO DEI LIBRI F,D OPUSCOLI
De L. Arruntio Stella poeta patavino. — Patavii, Semiuarii, 1890, 8",
br.. pp. 67.
De cannine Romanorum elegiaco. — Patavii, Seminarii 1890, 8°, br.,
pp. 165.
Un po' di polemica. I. Sulla jjoetica di Q. Orazio Fiacco. II. Di due
passi Oraziani non bene corretti. — Torino, 1892, 8°, br., pp. 12.
Epistulam criticam de codice Horatii Laurentiano XXXIV, 1 ad
Hectorem Stampini. — Liburni, Vigo, 1892, 32°, br., pp, 36.
La stilistica nello studio del latino. — Firenze, Carneseeehi, 1893, 8..
br., pp. 58.
Isidor Hilherg. Die Gesetze der Wortsellung im Pentameter des Ovid.
fjeipzig, Teubner, 1894 ; in 8° gr., pp. VII-892. — Torino, Bona.
1895, 8°, br., pp. 12.
Di una data del « Chronicon Eusebi » di S. Girolamo. — Torino, Bona,
1895, 8^ br., pp. 13.
Carmen nuiìtiale — 1895, 8" gr., br., pp. 4.
Puteoli - Distici italiani di Luigi Rasi. Tradotti in latino. — Firenze.
1896, 8°, br , pp. 13.
Della così detta pcctavinità di Tito Livio. ~ Milano, Bernardoni, 1897.
1897, 8", br., pp. 27.
Lanx satura. — 1. La I. iscrizione degli Scipioni. — 2. Orazio, carm.
I. 2, 39. — 3. Giovenale, 1, 131. — Torino, Bona, 1897, 8°, br., pp. 12.
In ('lauda Rutila Narnatiani de recUtu suo libros adnotationes me-
tricae. — Torino. Bona, 1897, 8o, br., pp. 48.
I. Sugli acrostici delV Ilias latina. - II. A proposito di un facsimile
d<>l codice Berneìisis 363. — Torino, Bona, 1898, 8^ br., pp. 27.
A. Cartault - Elude sur les Bacoliques de Virgile. Paris, Ann. Colin
et C. 1897, di pp. VIII-502. - Torino, Bona, 1898, 8», br., pp. 11.
A proposito di un facsimile di parte del codice Bernetzsis 363. — To-
rino, Bona, 1898, 8", br., pp. 9.
Saggio di alcune partiolnrità nei distici di S. Ennodio. — Milano,
Bernardoni, 1902, 8°, br., pp. 19.
Deir arte metrica di Magno Felice Ennodio vescovo di Pavia. (Parte
II. Metro eroico e lirico). — Pavia, Fusi, 1904, 8", br., pp. 49.
In difesa di Ovidio. Oss-ervazioni contro alcune congetture proposte
da Isidoro Hilberg nel suo libro Die Gesetze der Wortstellung im
Pentameter des Ovid. — 8°, bi'., pp. 27.
{Elenco delle pubblicazioni del Dott.) professore ordinario di lettera-
tura latina nella R. Università di Pavia {dal 18<S6 al 1906) e ms.
1907. — Pavia, Fusi, 8«, br.. pp. 21.
/ bambini, poesia italiana di F. Galanti, tradotta in latino. — 8", br., pp. 7.
Traduzioni latine di versi di Guido Mazzoni. — 16*^, br., pp. 31.
Ravenna Ettore. - L' endoteliom,a della pleura. Considerazioni sintetiche
generali sugli endoteliomi. — Venezia, Ferrari, 1908, 8", br.,
pp. 33, 2 tav.
PERVENUTI ALLA BIBLIOTECA DELL'iSTITUTO 239
* Reggiani E. - La produzione del latte e le latterie sociali cooperatire. —
Milano, Tecnografia, 1908, 16", tela, pp. 444, con 96 incis.
* Reina Vincenzo. - Teoria degli strionenti diottrici. — Milano, Allegretti,
1908, 1G^ tela, pp. 220, 103 incis.
Reisert - (Processo) per raddolcire le acque selenitose. — Milano, Operai,
1907, 8°, br., pp. 8.
Ricco A. - Anomalie della gravità e del magnetismo terrestre in Calabria
e Sicilia. — Roma, Bertero, 1907, 4°, br., pp. 10, 1 tav.
Sui metodi di costruzione in Calabria. (Nota preliminare). — Modena,
Soc. Tip., 1907, 8., br., pp. 9.
Sulla attività dello Stromboli dal 18 9 J in poi. — Modena, Soc. Tip.,
1907, 8°, br., pp. 23.
Attività dello Stromboli. — Catania, Calatola, 1907, 8', br., pp. 6.
Periodo di riposo dell' Etna. — Catania, (Calatola, 1907, 8°, br., pp. ó.
Rig:lii Augusto. - Sulla deviazione dei ioni generanti le scintille, do-
vuta ad un campo elettrico trasversale. — Bologna, Gamberi ni, 1907,
4", br., pp. 12, flg.
* Rizzoli Luig:i. - Manoscritti ddla Biblioteca Civica di Padova riguar-
danti la storia nobiliare italiana. — Roma, Poligrafica Italiana, 1907,
9", br., pp. 125.
Boberti Melcliiorre. - // li})ro dei giustiziati di Ferrara. A. 1441-1577.
Nota. — Venezia, Ferrari, 1907, 8", br., pp. 12.
Roma e il mare. - Vedi Orlando P.
Rossi Uiovanni. - Dopo la legge, gli studi ; confessioni e propositi. —
Reggio Emilia, Ferraboschi, 1907, 8°, br., pp, 14.
* Rossi 0. B. - U arte dell' Arazzo, con prefazione di Ugo Ojetti. —
Roma, Romana, 1907, 16°, tela, pp. 239, con 130 ili.
* Ruuienia. - La letteratura rumena, con breve Crestomazia e I)iziona-
rietto esplicativo, di Romeo Lovera. — Milano, Tecnografica, 1908,
16°, tela, pp. 199.
Saccardo Pier Andrea. - Un manipolo della fora, del Monte Cavallo de-
sunto dalle iconografie inedite di G. G. Zannichelli. — Venezia, Fer-
rari. 1907, 8^ br., pp. 18.
Sacerdoti Adolfo. - Della consuetudine mercantile nella riforma del Di-
ritto privato. — Venezia, Ferrari, 1907, 8°, br., pp. 16.
Salsomag-giore. - {Osservazioni statigra fiche nei dintorni di) - Vedi Ta-
RAMELLI T-
Salvotti V., Bullo G, S. - In difesa della Botte alle Presse. Risposta al
parere dell' ing. G. Cadolini sul progetto per il bonificamento del
Corsorzto Patriarcati. — Venezia, Ferrari, 1907, 8°, br., pp. 10.
Salvotti y., Bullo GÌ. S., Moschini A. - Progetto di massima di un canale
navigabile fra Chioggia e il Po. Relazione. — Padova, Prosperini,
1907, 4", br., pp. 16, 1 tav.
* Sandri Carlo. - Manuale pel calcolo dei canali in terra ed in mura-
tura. — Firenze, Landi, 1908, 16", tela, pp. 305.
240 CATALOGO DEI LIBRI ED OPUSCOLI
San Girolamo. - {Di uìki ihita dei « CJtronicim Eusehi » (//)- Vedi Rasi P.
San Pellegrino. - {Osservazioni stratigrafiche nei dintorni di) - Vedi Ta-
KAMELLI T.
Sarasin Edouard, Tojnmasina Thomas, - De V effet des écrans en toile mé-
tfilliqne sur le rai/onneinent secondaire de radioactivité induite. —
Paris, Grauthier-Yillars 1907 4°, br., pp. 4, fig.
Sarasin Edoard, Tomuiasina Thomas, Micheli F. J.-S/ir le d 'doublé in ent
de l(( rourbe de désactivation de la radioactivité induite. — GrenèYe,
Società, 1907, 8°, br., pp. 26, fig.
Sttr qiielqaes nv)dificatwns qui 2)roduisent le dédonhlentent de la courbe
de désactivation de la radioactivité imi uit. — Paris, (iauthier-Yillars,
1907, 4°, br., pp. 3.
Sardegna. - Commissione Parlamentare d' inchiesta sulle Miniere della
Sardegna, Legge 19 lugio r.)06 X. oB3. Kelazione preliminare. — Poma.
Bertero, 1907, 4°. br.. pp. 61.
Sartori Borotto (iraetano. - Vecchi e nuoci versi. — Padova, GralHaiii, 1908.
]()°, bi-., pp. 253.
Versi scritti fra i monti Euganei, di P. B. Shelley. Versione. — Este.
Longo, 1907, 16^ br., pp. 23.
Schaeherie J. M. - Tlie earfh as a heatradialing planet. — 1908,
16°, br., pp. 3.
The infallihilitg of Xeuion's lauj of radiation ai knoirn temperatures.
— 1908, 4°, br., pp. 2.
Schio (Da) Almerico. — La terza locomozione. — A^enezia, Ferrari, 1907.
S'\ l)r., pp. 32.
Scrosoppi Pietro. - Invarianti differenziali dei sistemi di due equazioni
lineari ed. omogenee a derivate parziali del primo ordine. — Vene-
zia, Ferrari. 1907, 8, br., pp. lo.
Scuola superioì'e di commercio in Venezia. - Vedi Castelxuovo E.
See T. J. J. - On the teutp.'rature, ser/dar cuoling and cnitraction of tlte
Earth, and on the theorg of Eartliquakes held bg the ancients. —
1907, 8', b)'.. pp. 299. fig.
Setti (TÌovannì. - Ancora del Leo})ardi ellenista. — 'loYìno.hov.sch&fA'ì^^'.
8^ br., pp. 31.
Severi Francesco. - Sulle superficie algebriche che ammettono un gruppo
continuo permutabile a due parametri di trasformazioni hirazionali.
— Venezia, Ferrari, 1908, 8°, br.. pp. il.
Shakspere. - ( The critics Versus). - Vedi Smith F. A.
Slielley P. B. - Versi scritti fra i monti Euganei. Versione. - Vedi Sar-
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Società Italiana per il progr^'sso delle scienze. - {Le mutematiclic pure e
miste nei jtrimi dodici Congressi della) - Y. Ckuruti V.
Somenzi (Dei. - Vedi Porro De Somenzi.
l'ianENl"!'! ALIiA UIBLIOTl^CA DELL' ISTITUTO 241
SoiHiiiariva lìassano. - />/ alnuie tnodìfirazium ed progetto del Codice di
Di-ocedura penale di iniinineìite 2>i'esenta.ziune. Pensieri e propo.^te di
ì/n ri'crìtio magistrato. — Udine, Scitz, 1907, 8", bi'., pp. "24.
Sopraiia F. - Ulteriore contributo alla conoscenza- dell' ((trofia ìiiiiscolare
prngressica da lesione dei canali seiìiicii'fi)lari. — Venezia. Ferrari.
1907. cS", br.. pp. 11, l tav.
■"•' Soresiiìa A. - Jlode/-ni monogrammi. — Milano, Allegretti, 1908. 1(;°.
tela, tav. 32.
Spagnolo F. e i-i. - Marostica. - \g\\ Gerola Gt.
Stanipini Ettore. - Tedi Rasi P. - Epistidam rriticam de codice Horatii.
.Stara-Teilde (r. - Ricerche sulla evoluzione del culto degli alberi., dal
principio del secolo IV in poi. — lluiiia, Loesclier, 1907, 8°, br., pp 57.
.Stella L. Arnintìo. - {De) poeta patarino. — Vedi Rasi P.
•Stenta Mario. - Osservazioni sul genere Pinna. Nota. — Venezia, Feiiari.
1908, 8\ br.. pp. 24.
* Strucchi Arnaldo. - / migliori vini d'Italia. — Mibiiio, Allegretti, 1908.
16", tela, pp. 258, con 42 tav. e 7 carte col.
* Sturm Rudolf. - Die lehre von den geometrischen verivandtschaften. —
I. Die vernmndtschaften zìvischen gebilden. — Leipzig, Teubner, 1908,
8", tela, pp. 415.
Taniassia Arrigo. - Sulla redazione ufficiale delle statistiche penali ita-
liane. Nota. — Venezia, Ferrari, 1907, 8°, br., pp. 8.
Tauiassia Nino. - Scherpa, Scerpha, Scirpa. — Venezia, Ferrai'i. 1907, 8',
br.. pp. 11.
Giovanni Argiropulo e un proemio medioevale dei libri giuridici. Nota.
— Venezia, Ferrari, 1907, 8°, br., pp. 4.
Taramelli Torquato. - Osservazioni statigrcifiche nei dintorni di San Pel-
legrino e di Salsomaggiore. Nota, — Milano, Rebeschini, 1908, 8\ br..
pp. G.
TarugI N. - (Risposa, rd Dotf.) sopra un nuovo metodo pratico per la
d ■■termi nazione del pota>tsio. - Vedi Pajetta R.
Tedde. - Vedi Stara-Tediìe.
Teodosio Filippo. - iLe tettere del medico Franc.csro Petrollini a) - Vedi
Toni (De) (i. B.
Teza Emilio. - Pochi ptroverbi lituani. — Venezia, Fei-rari. 1907, 8". br..
pp. 16.
Come Pàlakàpija diventasse, nell' India, ìnaestro di elefantiatria . Nota.
— Venezia, Ferrari, 1908, 8", br., pp. 9.
Tobia. - (L'episodio biblico del riveggente) nella scienza e nelV arte. —
Vedi Albektotti Gr.
ToniMiasìna Thomas. - Quelques observafions à propos de la Note de M.
II. Pellai sur la constilution de l' atome. — Paris, Gauthier-Villars,
1907, 4". br., pp. 3.
Sur r action exclusive des forces Ma.ru)ell-Bartoli dans la gravitation
unircrselle. — Genève, Pelisserie, 1908, 8", br., pp. 16.
242 CATALOGO DEI LIBRI ED OPUSCOLI
Toiiiniasina Th., Sara^ìu Ed. - Sur quelques modificattons qui prodnisenf
le dédouhlement de la courbe de désactivation de la radioactivité in-
diiite. — Paris, Gauthier-Villars, 1907, 4", br., pp. 3.
Toiiimasina Thomas, Ssirasiii Edouard, Micheli F. .1. - Sur le d('douhlement
de la coìirbe de désactication de la radioactivité indiiite. — Genève.
Soc, 1907, 8°, br., pp. 26, fig.
Tomiuasina Th., Saraisiu Ed. - De V effet des écrans en toile métallique
sur le rayonneinent seconda ire de radioactivité induite. — Paris, Gfau-
tliier-Villars, 1907, 4«, br., pp. 4, fig.
Toni (Uè) W. B. - t^pigolatiire Aldrovandiane. Notizie intorno ad un
erbario perduto del medico Francesco Petrollini {anteriore al 1553)
e contribuzione alla storia dell' >'rbario di Ulisse Aldromndi. —
1907, 8°, br., pp. 15.
Di una esjìerienza di Giacinto Testoni. Frammenti inediti. — Roma.
1908, 8", br., pp. 4.
Illustrazione del secondo volume delV erbario di Ulisse Aldrovancli. —
Venezia, Ferrari, 1908, 8°, br., pp. 112.
Le lettere del medico Francesco Petrollini ad Ulisse Aldrovandi e Fi-
lippo leodosio. — Padova, Seminario, 1908, 8°, br., pp. 15.
Torino. - (Misure inaf/netiche nei dintorni di) - Vedi Boddaert D.
Torres Giuseppe. - La Cappellina espiatoria Bettiolo Angelo-Osvaldo a
memoria, del figlio Umberto. — Venezia, Xorsa, 1908,4°, br., pp. 30.
con 6 tav.
Torricelli Evangelista. - {Commemorazione di) - Vedi Martini T.
Trieste- - Ricordi delle vicende triestine dal 1850 al 1900. — Vedi Lo-
RENZUTTI L.
* Trombetta Edmondo. - Manuale di medicina legale militare. — Milano.
Allegretti, 1908, 16", tela, pp. 430.
Ungheria. - {Per la lega fra Genova e V) nel 1352. — Vedi G. Bigoni.
Università di Upsala. - Vedi Linneo,
* Valentiui Carlo. - Della sistemazione dei fiumi. Studio. — Milano, Ber-
nardoni, 1893, 8°, br., pp. 48, tav.
Valli Mario. - Gli avvenimenti in Cina nel 1900 e l'azione della R. Ma-
rina Italiana. — Milano, Bellinzagbi, 1905, 8°, br., pp. 731, con 38
disegni.
Vedova (Dalla) (x. - SulV oggetto e sugli ufftei della Sezione VI dell'As-
sociazione italiana per il Progresso delle Scienze. — Roma, Bertero.
1908, 8", br., pp. 11.
Venezia, Corfù ed il Levante. - Vedi Levi C. A.
Venezia e le sue vie di penetrazione nel continente. — Vedi Can-
diani L.
(/ tesori dell' Archivio di Stato di) - Vedi Malagola C.
La Cappellina espiatoria Bettiolo Angelo -Osvaldo a memoria del figlio
Umberto - Vedi Torres G.
{La Chiesa di S. Maria dei Derelitti in) - Vedi Kiriaki (De).
PERVENUTI ALLA BIBLIOTRCA DELL' LSTITUTO 243
(La l'id ht Unzione cleffa (Ud Vuoilo Sunto in) - Vedi Kiuiaki (De)
A. S.
{La Sala d'armi deW Arsenale di) - Veili FìUoia (De) G,
Le opere di restauro nella Basilica. - Vedi Manfredi M. E., Maran-
goni L.
{^ingegneria (t) dclV itltiiito centennio. Pubblicazione degli ingeg-iieri
veneziani in omaggio ai colleglli del VI" Congresso. — Venezia, Na-
ratovich, 1887, f." paini, pp. 57, 1.'), 17, 21, 20, (>, 2(3, con tavole.
Scuola Superiore di Commercio. - Vedi Castelnuovo E.
Vedi Vivantk R. - Uosxjedale per i tubercolosi.
Venezia (Da) Pietro. - Il conretto ippocratico della natura medicatrice. —
Venezia, Soc. M. 8., 1908, 8", br., pp. 20.
Venturi A. - Terza campagna graoimetrica in Sicilia nel 1905. — Roma,
Salviucci. 1907, 4°, br., pp. 15.
Verg-u E. - jy Arcìiivio della Fabbrica del Litoiiio di Milano. — Milano,
Allegretti, 1908, 4", br, pp. 102.
Verona. - (Guglielmo da Pastrengo e gli ùiizii dell' Umanesimo ini- Vedi
Avena A.
{L' istituzione del Museo Civico di) - Vedi Avena A.
Vedi G. Gerola, Il ritratto di Guglielmo Castelbarco.
Yerson Enrico. - Una piccola ricendicazione di priorità. Nota. — Vene-
zia, Ferrari, 1907, 8", br., pp. 4.
Virgilio. - Elude sur les Bucoliques de Virgile par A. Cartaìdt. — Vedi
Rasi P.
Vivaute R. - L' Ospedale per i tubercolosi in S. M. delle (rrazie.^ nel suo
primo anno di esercizio. Relazione al Sindaco di Venezia. — Venezia,
Ferrari, 1908, 8", br., pp. 20.
Visita ad alcune istituzioni igienico-sanitarie tedesche.^ fatte in occa-
sione del XIV Congresso internazionale d' igiene e demografia., tenutosi
in Berlino dal 22 al SO Settembre V)07. Relazione al Sindaco di
Venezia. — Venezia, Ferrari, 1908, 8", br., pp. 19.
Weineli Ijaili.siaiis. - .losef deorg Boltm : Die ktoist-nìtren auf der k. k.
Sternwarte zu l'rag. — Prag, Bellmann, 1908, 4 '/.-i tela, pp. 48, 21
tafeln.
* Wheatley Henry B. - Houi to moke and index. — London, Elliot Stock,
1902, 16°, tela, pp. 236.
* Wotton (Sìr Henry). - (The li fé and letters of) bg Logan Pearsall
Smith. — Oxford, Clarendon, 1907, 8", tela, 2 voi. con 2 ritr. del
Wotton.
Zamboni Antonio. - Parigi nel 1S04 {Ricordi di un reronese) — pubblicato
da C. fiiadego. — Vei-ona, Franchini, 1908, 8", br., pp. 5(>.
Zanniclielli (ì. (t. - (Un manipolo della fiora del Monte Cavallo desunto
dalle iconografie di) - Vedi Saccardo P. A.
/oologìska Sturtier tilldgnade prof. T. Tullberg pd Jians 6~> ars dag
— Upsala, Almquist, 1907, 4", br., pp. 842, tav.
INDICE GENERALE DEL TOMO LXVII
DELLA PARTE PRIMA
PER AUTORI, PER NOMI E PER MATERIE
Atti del Realk Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti.
Anno accademico 1907-1)08 - Tonio LXVII - Parte prima.
INDICE GENERALE
PER AUTORI, PER NOMI E PER MATERIE
INDICE DELLA PARTE PRIMA
PEE AUTOEI E PER NOMI
Aldeovandi Ulisse. - (Illustrazione
del secondo volume dell' erbario
di) - G. B. De Toni, {cenno) p. GO,
61.
Arcais (D') Francesco, - Sulla in-
tegrazione delle equazioni lineari
a derivate parziali d'ordine qua-
lunque, {cenno), p. 43.
Archimede. - (Intorno ad una scrit-
tura inedita di) novamente sco-
perta e pubblicata. Comunica-
zione, - A. Favaro (cenno), p. 79.
Ardigò. - (La filosofia nel sistema
delle scienze filosofiche secondo
1'). Nota. - B. Brugi, (cenno), p.
74-75.
Argiroi'Ulo Giovanni e un proe-
mio medioevale dei libri giuri-
dici. Nota - Nino Tamassia, {cen-
no), p 42-43.
Aristotele. - (Il concetto della mi-
sura in) ed in Kant. - P. Ragni-
sco, (cenno), p. 42.
Arrigoni degli Oddi Ettore. -
Note ornitologiche sulla Colle-
zione del Monte appartenente
alla signora marchesa M. Pau-
lucci, (cenno), p. 79.
Balbi- Valter (Fondazione) - Rela-
zione della Commissione per l'e-
same degli elaborati presentati
al concorso di) pel biennio 1906-
907. A. Stefani, E. Bassini, D.
Giordano, p. 141-50.
Bardelli Giuseppe. - (Parole in
commemorazione del prof.) m. e.
del R. Istituto Lombardo di
scienze e lettere. - C. F. Ferra-
ris, p. 77-78.
Bassini E., Giordano D., Stefani
A. - Relazione della Commissio-
ne per l' esame degli elaborati
presentati al concorso di Fonda-
zione Balbi-Valier pel biennio
1906-907, p. 141-50.
Béguinot a. - Sulla persistenza e
caduta del foglie e sulla relativa
bibliografia, (cenno), p. 80.
Bellati Manfredo. - In memoria
di Lord Kelvin. - Parole pronun-
ciate nell' adun. 12 gennaio 1908,
p. 69-71,
Sellati M., Trois F., Ricci G. -
Relazione della Commissione in-
caricata di riferire sulla scelta
del tema per il concorso scienti-
INDICE GENEEALE
fico a prpiiii() (li Foiida/iune Que-
rini Stanipalia, per l'anno l'.Ul,
p. 139-40.
Beltrame Giovanni. - ((Joninicinci-
razione del in. e. prof. don). -
(t. Occioni-Iionaft'ons, p. lOH-llT.
Hkrchk.t Ou(iLiEL,M(). - Parolc in
couinieniorazionc del m. e. e se-
gretario del R. Istituto Ijoinbar-
do di scienze e lettere, professore
conini. Rinaldo Ferrini, p. 73-74.
— Relazione letta nell'adunanza
solenne 24 maggio 1!)0H del R.
Istituto Veneto di Scienze Let-
tere ed Arti, p. 125-29.
Berti B. - Sull'azione locale della
bile f d(d glicocolato di soda sui
vasi sanguigni, (sunlo), pagi-
ne 51, 52. — Trasmissione della
eccitazione attraverso i gangli
spinali aneniizzati n(M mammiferi
{ren/ìo), p. 100.
Besta ]•>. - Un dijilonia inedito di
Enrico VI. (cenno), p. !^2.
BiADEfiu Giuseppe. - Pisanus Pic-
tor, (cenno), p. 121.
BoNGiovANNi 0. - Sulla ricerca mi-
crochimica del fosforo nei tessuti
vegetali, ji. Hl-82.
BoNOME Augusto. - Nuove osserva-
zioni sulla struttura e sull' isto-
genesi dei Gliomi, {sunto) i)agi-
ne 180-182.
Breda Achiluk. - I più vecclii laz-
zaretti meilioevali in Europa,
(sunto) p. 215-17.
Brugi Biagio. - F^a filosofia nel si-
stema delle scienze filosofiche se-
condo 1' Ardigò. Nota, (cenno)^
p. 74-75. — lia pubblicazione
degli Annali della nazione tede-
sca dello studio di l'adova. Noti-
zia preliminare, (cenno) p. 214-15.
Carnevale P. - Radiolarie e Sili-
coflagellati di Bergonzano (R(!g-
gio Emilia), (cenno), pagina 187.
Castelli Benedetto. - (Amici e
corrispondenti di Galileo Galilei)
— A. Favaro, (cenno), p. 41-42.
Catkllani Enrico. - 11 diritto in-
ternazionale privato nel Codice
Civile Svizzero, (sunto), p. 182-3.
C;;ssi Roberto. - Per la storia delle
Corporazioni dei mercanti di pan-
ni e della lana in Padova nei
sec. XIII e XIV, (cenno), p. (58.
CisoTTi U. - Sull' impiego di fun-
zioni ellittiche in una questione
idrodinamica, (cenno) p. 52.
Crescini Vincenzo. - Un concerto
trobadorico, (cenno), p. 121.
D'Arcais. - Vedi Arcais.
Da Rios. - Vedi Rios.
Da Schio. - Vedi Schio.
Dm Giovanni. - Vedi Giovanni.
Dk .Marchi. - Vedi Marchi.
De Tonl - Vedi Toni.
Enrico VI. - (Un diploma inedito
di). - E. Besta, [cenno), p. 82.
Farini a. - Sulle variazioni quan-
titativ(5 del glicogene e d(dle so-
stanze albuminose del fegato per
r influenza della temperatura e
per il taglio del vago, (sunto),
p. 44-45. — Sulla perdita dei
grassi e dell' acqua del fegato
nelle rane ibernanti per l'elevata
temperatura e per il taglio dei
vaghi, (sunto), p. 99-100.
Favaro Antonio. - Amici e corri-
sp(tndenti di Galileo Galilei -
XXI Benedetto (-astelli, (cenno),
p. 41-42. — Intorno ad una scrit-
tura inedita di Archimede nova-
niente scoperta e pubblicata. Co-
municazione, (cenno), p. 79. —
Per la storia del compasso di
proporzione. Nota, (cenno,, p. !)7.
Favaro G. A. - CJonfronto fra le
osservazioni dell' eclisse solare
DELLA PAUTK PRIMA
del ìJO agosto fatte a Padova e i
calcoli eseguiti con la « Comiui.-'-
swire des teinps » ed il « Nanti-
cal Aìmcniar» ili fiOiidra. (Nota)
con prelazione ed appendice del
prof. (t. Lorenzoni, [cntiìo), p. !)8.
r^KERAEi (jT. - Tre papii'i bizantini
inediti greco-egizii dell'età bi-
zantina, {cenno), p. 186-7.
Fkrrakis Carlo Francksco. - Pa-
ride nell'annunziare la morte del
prof. Pietro Pavesi, m. e. del R.
Istituto Lombardo di scienze e
lettere, p. 39-40. — Parole in
commemorazione del prof. (ì in-
seppe Bardelli, m. e. del R. Isti-
tuto Lombardo di scienze e let-
tere, p. 77-78.
Ferrini Rinaldo. - (Commcinora-
zione del prof, comni.) m. e. e
segretario del Reale Istituto Lom-
bardo di scienze e lettere —
G. iJei'chet — pagine 73-74.
(Ialilki CtAlilko. - ( An-iici e cori'i-
spondenti di). - XXI. Benedetto
Castelli. - A. Favai'o, {cenno),
p. 41-42.
ÙKKOLA GiusKPPE. - Appunti sui
monumenti veneti di CefaloJiia
e di Corfù, (cenno), p. (52.
Ghikardj: Geppino. - Sidla ricerca,
tossicologica della eroina, dio-
nina, peronina, p. 211.
GiANTTROO EmanlivLE. - (lu nicuio-
l'ia di). Parole pronunciate dal
pi-of. Vittoi'io Polacco, ni. e., iicl-
r adunanza d(d 17 maggio ll»i)7.
p. 5.5-58.
Giordano D., Sti.kani A.. Bassini
E. - Relazione della Commissione
per l'esame degli elaborati pre-
sentati al concoi'so di Fondazio-
ne Jialbi-Valier p<d biennio lUOIi-
i)()7, p. 141-50.
(JiovANNi (De) Achille. - (iontii-
buto alla i)at()logia della, cre-
scenza, {cenno), p. 180.
Kant. - (Il concetto didla misura
i]i Aristotele ed in). - P. Ragni-
sco, {cenno), p. 42.
Kkia'in (Lorj)). - (Parole pi'onun-
ciate in memoria di) dal pi-of. co.
Manfredo Bellati, iil e., neiraduiL
del 12 gennaio 1908, p. (J9-71.
Lampertico Fedele. - (Commemo-
razione di). - N. Tamassia, pa-
gine 83-93.
Laplace. - (Sul sistema di due equa-
zioni implicite studiate dal). - 8.
\j. Da Rios, {cenno), p. 68.
Levi Alessandro. - La partizione
(lidia filosofia pratica in un ti'at-
tato medioevale (r't';?;/o),p.217-18.
Liivi F. - I maesti'i di Francesco
Novello da Carrara, (cenno), pa-
gine 52-53.
Li',Vi-(*iviTA Tullio. - Sui camiìi
elettromagnetici puri, dovuti a
moti piani permanenti, [eenno),
pagine 183-4.
LoKKNZONi Gii^sEPPE. - Il passag-
gio di Mercurio sul disco del sole
osservato alla Specola di Pado-
va il 14 novembre 1907. - Comu-
nicazione, p. 47-49. — Prefazio-
ne ed appendice alla Nota del
dott. G. A. Favaro sul Con-
fronto fra le osservazioni dell'e-
clisse solare del 30 agosto fatte
a Padova e i calcoli eseguiti con
la " ('nnixiissiinrc des /ciii/)s „ (mI
il " XuiiUrdì Alinannr „. {e."// no),
p. 98.
Lori Ferdinaxoo. - Le dimensioni
più opportune dei rocchetti di
autoinduzi(!ne senza ferio per ot-
tenere fenomeni di risonanza
eletti-oniagnetica, {ccn/io), p. 217.
Maorini Piero Giovanni. - Sulle
variazioni di livello dei laghi
l
INDICE GENERALE
T^apisini. Nota prcliminaro, (cen-
no), p. 68-(i4.
Marchi (De) Luigi. - Teoria della
doppia oscillazione diurna del
baroni etro, {cenno}^ p. 79-80. —
Osservazioni mareonietriclie lun-
go il litorale e in laguna fatte ne-
gli anni 1906 e 1907, (sunfo), p. 61.
Martini Tito. - Intorno alla cor-
rente generata dalla coppia pla-
tino-spugna di platino immersa
in una soluzione acidulata o sa-
lina. (Contributo alla teoria osmo-
tica della pila), (sunto), p. 49-50.
MiORANDi Mario. - Esperienze col
processo elettrolitico Gasparini
per decomporre le sostanze or-
ganiche nelle perizie chimico-
legali, (cenno), p. 217.
Muraro Francesco. - Solubilità dei
veri e falsi tannati di chinina,
(cenno), p. 75.
Novello Francesco. - (1 maestri
di)da Carrara. - E. Levi, (cenno),
p. 52-53.
OcciONi - Bonaffons Giuseppe. -
Commemorazione del m. e. prof,
don Giovanni Beltrame, pagi-
ne 103-117.
Olivi Luigi. - Di un diritto penale
internazionale in tempo di pace,
(sunto), p. 184-86.
Papadopoli Aldobrandini Nicolò.
- Commemorazione di Alessan-
dro Pascolato, lotta nell' adu-
nanza del 10 maggio 1908 del
R. Istituto Veneto di scienze let-
tere ed arti, p. 189-209.
Pascolato Alessandro. - (Comme-
morazione di) letta dal m.e.N. Pa-
padopoli Aldobrandini nell'adun.
<lel 10 maggio 1908 del R. Isti-
tuto Veneto di scienze, lettere
ed arti, p. 189-209.
Pavesi Pietro. - (Commemorazione
del prof.) m. e. del R. Istituto
Lombardo di scienze e Icttei'c. -
C. F. Ferraris, p. 39-40.
Pennato Papinio. - La radiologia
della pleurite, (cenno), )). 7.").
PlSANUS PlCTOR. - (G. lìiiidcgo),
(cenno), p. 121.
Polacco Vittorio. - Li memoria
di Emanuele Gianturco. Parole
pronunciate nell' adunanza del
17 novembre 1907, p. 55-58. —
Le cabale del mondo legale. Di-
scorso letto nella seduta solenne
del 24 maggio 1908 del Reale
Istituto Veneto di scienze, let-
tere ed arti, p. 155-86.
QuERiNi Stampalia (Fondazione). -
(Relaziono della Commissione in-
caricata di riferire sulla scelta
del tema pei- il concorso scien-
tifico apremio di) per l'anno 1911-
F. Trois, G. Ricci, M. Bellati.
p. 139-40.
Ragnisco Pietro. - Il concetto della
misura in Aristotele ed in Kant
(cenno), p. 42.
Ravenna E. - L'endotelioma della
pleura. - Considerazioni sinteti-
che generali sugli endoteliomi.
(cenno), p. 62-63.
Ricci G., Bellati M., Trois F. -
Relazione della Commissione in-
caricata di liferiie sulla scelta
del tema per il concorso scien-
tifico a premio di Fondazione
Qucrini Stampalia, per l'anno 1911
p. 139-40.
Rio (Da) Sante Luigi. - Sul siste-
ma di due equazioni implicite
studiate dal Laplace, (cenno),
p. 68.
Saccardo PiKR Andrea. - Di un'o-
peretta sulla Flora della Cor-
sica, di autore pseudonimo e
plagiario. Nota, (cenno), p. 97.
DELLA PAKTE PRIMA
Sa(;i-;ri)uti AdoIìFo. - Lii Icti'iiiMiii-
l)ori;ilL' gerinanica su! ('onti'iit,to
(li assicurazione, a|)pr(»vata dal
Keiclistag nel maggio 1!K)H, {reii-
m>), p. 215.
Schio ('Daì Almkrico. - Per una
priorità, p. 150-54.
Skvkri F. - Sulle superficie algebri-
che che ammettono un gruppo
continuo permutabile, a due para-
metri (li trasformazioni birazio-
nali, {cenno), p. 62.
SiBiRANi Filippo. - Esistenza degli
integrali in alcuni tipi di ('(ina-
zioni alle derivate parziali, (cen-
no), p. 100.
SiMEONi Luigi. - F/ abside di San
Zeno di Verona e gli ingegneri
Giovanni e Nicolò da Feri'ara,
(cenno), p. 187.
SoMMER Elvira. - Per la leggenda di
Tristano in Italia, (cenno), p. 1S6.
SoPRANA F. - Ulteriore contributo
alla conoscenza dell'atrofia mu-
scolare progressiva da lesione
dei canali semicircolari, (sunto),
p. 43-44.
Spica Filtro. - Appunti alla Co-
munica/ione (li C. Dongiovanni.
Sulla ricerca microchimica del
fosforo nei tessuti vegetali, pa-
gine 81-82.
A. Stekani, e. Bassini, D. (Jiorda-
NO. - Relazione della Commis-
sione per l'esame degli elabo-
rati presentati al concorso di
Fondazione Balbi - Valier pel
biennio 1906-907, p. 141-50.
Stenta Mario. - Osservazioni sul
genere Pinna. Nota, (cenno),
p. 75-76.
Tamassia Arrigo. - Le vene dor-
sali della mano come indice di
identificazione personale. Nota,
(cenno), p, 120-21.
Tamassia Nino. - (iidvanni Argiro-
pulo e un proemio medioevale
dei libri giui'idici. Nota, {ci'nno).
p. 42-48. — Commemorazione (li
Fedele Lampfertico, p. 83-93.
TkijLini Achille. - La distribuzio-
ne della neve nelle Alpi orien-
tali e nel Veneto, (cenno), pa-
gine 98.
Thomson William. - Vedi Kelvin
(Lord).
Toni (De) G. B. - Illustrazione del
secondo volume dell' erbario di
Ulisse Aldrovandi, (cenno), pagi-
ne 60-61.
Torelli Ruggero. - Sulla linearità
delle involuzioni più volte infi-
nite appartenenti a una curva
algebrica. Nota, {cenno), p. 122.
— Sulle serie algebriche di
gruppi di punti appartenenti a
una curva algebrica, (cennn), p.
218.
Tristano. - Per la leggenda di Tri-
stano in Italia. - E. Sommer,
(cfiuio), p. 186.
Tri US Enrico Filippo. - Nota sopra
un esemplare d'Anguilla di uno
spiccato metacromatismo, rega-
lata alle Collezioni dell'Istituto
dal sig. avv. G. B. Voltolina,
{cenno) p. 60; 65-66. Ricerche sui
Trachini che frequentano la
spiaggia del Lido e specialmente
sul Trachinus vipera. C. V..
(cenno), p. 96-97. — Nota sopra
una forma di metacromatismo
osservata in un esemplare di
l 'leuronertes italicus Giinth :
preso nella laguna di Venezia,
(cenno), p. 214; 221-2.
F. Trois, n. RiccL II. Bkli.ati. -
Relazione della Commissione in-
caricata di riferire sulla scelta
del tema per il concorso scien-
INDICE GENERALE
iiticd ;i premio di Foiidaziono Vkrs(>n E. - Una piccola rivciidi-
(iucriai Staiiipalia, per l'aiiiiu IKll cazionc di priorità. Nota, (renno)^
p. iyy-40. p. oO-òl.
I
PEE MATERIE
AdaiMutc. - Atti: Adunanza ordinaria 27 ottobre l'JOT, p. '.V.)-\h
„ „ 17 novembre „ „ 47-53
8 dicembre „ „ 5y-()4
12 giìiinaio 11)08, „ (u-OH
!) f(d)braio „ „ 7H-7()
„ „ (S marzo „ „ 77-H2
n VI
n n
)>
•n
n
12 aprile „ „ !)ó-101
10 maggio „ „ lli)-122
solenne 24 „ „ „ 128-124
oi'dinaria 14 giugno „ ., 17i)-l'SS
ó luglio „ „ 218-211)
Adunanze. - (Tabella dei giorni in fronto tra le ossei'vazioiii dell'e-
cui si terranno le) nell'anno ac- (disse solare del 80 ag(jsto tatto
cademico rJ0S-llJU9, p. 21U. a Padova e i calcoli eseguiti con
Aereonautica. - Per una priorità. - la " CoHnaiò'suncc <les temp^ „ ed
Schio (Da) Almerico, p. 150-54. il " Naufiral Aìuiainic „ d\ Lon-
^i/^jt orientali. - (La distribuzione dra. Nota, - Gr. A. Pavaro ; con
della neve nelle) e nel Veneto. - prefazione i-d appendice dei prof.
A. Tellini, (cenno), p. 'JH. U. Lorenzoni, {cennoK p. 98.
Anatomia patoluyiva. - Nuove os- Benjonzano. - Radiolarie e Silico-
servazioni sulla struttura e sul- flagellati di Bergonzano (Reggio
r istogenesi dei Gliomi. - A. Emilia. - P. Carnevale, {cenno),
I5onome, (sunto), p. 180-182. p. 187.
Arcluiihxjia -Appunti sui nionu- 7J^v/7/,//\^ - l'isanus ricloi. - (i. Uia-
nienti veneti di Cet'alonia e di (lego {cenno), p. 121.
Cortu. - (rerola (iiuseppe, (rt;^/^(J), IJiotor/ia - Osservazioni sul genere
p. (i2. l'iiijia. Nota. - Stenla Maiio,
^irti belle. - Pisanus Pictor. - Pia- {ce/mot, p. 75-7().
(lego (iiuseppe, {cenno), p. 121 — Bo1anic<t. - Illusti-azione d(d se-
li' abside di S. Zeno di Verona condo volume deir erbai-io di
e gli ingegneri (ìiovanni e Ni- Plissé Aldrovamli. - De Toni
colò da Ferrara. - L. Simeoni: (J. !>.. {cenno), p. (iO-()l. — Sulla
{cenno}, p. 187. ri(!erca microchimica del losforo
Astronomia. - Il ))assaggio di Mer- nei vegetali. - Bongiovanni Coi'-
cuiio sul disco del sole ossei'vato rado, p. 80-81. — Appunti del
nlhi Specola di Padova il 14 no- m. e., !'. Spica. p. 81-82. — Di
vembre 1907. (!omunicazione. - un' operetta sulla Floi-a della
(}. Lorenzoni, p. 47-49. — Con- Corsica, di autore pseudonimo e
DELLA PARTE PRIMA
plagiario. - Saccardo Pier Andrea
(cenno), p. !)7. — Sulla persisten-
za e caduta delle foglie e sulla
relativa bibliografia. - Béguinot
A., (cenno), p. 80.
Cefalonia. - (Appunti sui monu-
menti veneti di) e di (Jortu. -
G. Gerolii, (cenno), i>. 62.
Chimicd. -Solubilità dei veri e falsi
tannati di chinina. - Muraro
Francesco, (cenno), p. 75. — Bulla
ricerca microchimica del fosforo
nei vegetali. - Bougiovanni Cur-
rado, p. 80-81 ; Appunti del m.
e., P. Spica, p. 81-82. — Sul-
la ricerca tossicologica della eroi-
na, dionina, peronina. - Ghirardi
Geppino, p. 211. — Esperienze
col processo elettrolitico Gaspa-
rini per decomporre le sostanze
organiche nelle perizie chimico-
legali. - M. Miorandi, {cenno),
p. 217.
Coinniemorazioni. - Parole nell'an-
luiiiziare la morte del prof. Pie-
tro Pavesi, in. (i. del Reale Isti-
tuto Lombardo di scienze, let-
tere ed arti. - C. F. Ferraris,
p. 39-40. — In memoria di Ema-
nuele Gianturco. l^arole pronun-
ciate nell' adunanza del 17 no-
vembre 11)07. - Polacco Vittorio,
p. f>h-'i^'6. — In memoria di Lord
Kelvin. Parole pronunciate nel-
l'adun. 12 gennaio 1!J08. - Bol-
lati Manfredo, p. t)9-71, — Pa-
role nel!' iinnunziai'e la morte del
prof. comm. Rinaldo Fcri'ini m.
e. e segretario del R. Istituto
Lombardo di scienze e lettere. -
G. Berchet, p. 73-74. — Parole
nell'annunziare la morte del prof.
Giuseppe Bardelli m. e. del R.
Istituto Lombardo di scienze e
lettere - C. F. Ferraris, p. 77-78.
- Commemoiazione di l'cdele
Lampertico. - Tamassin Nino. p.
83-93. — Commemoiazioiio del
ni. e. prof, don (ìiovaiini Beltra-
me. - Occioni-Bonatì'ons Giusep-
pe, p. 103-117 — (Jommemoriizio-
ne di Alessandro Pascolato, letta
nell'adunanza del 10 maggio 1908
- Papadopoli Aldobrandini Ni-
colò, p. 189-209.
Commissioni del R. latitato Veneto
- (Elenco dclb-i. p. 33-34.
Concorsi scientifici. - Relazione letta
nell' adunanza solenne 24 ma.i;-
gio 1908 del R. Istituto Veneto
di scienze, lettere ed arti - Ber-
chet Guglielmo, p. 12.0-29. — Re-
lazione della Commissione per
l'esame degli elaboi'ati presen-
tati al concorso di Fondazione
Balbi-Valiei pel l)ienni(i 19()(i-
907. - A. Stefani, E. Bassini, 1).
Giordano, p. 141-00. — Relazio-
ne della Coni missione incaricata
di r'feriie sulla scelta del tema
per il concorso scientifico a pre-
mio di Fonda/.ione Querini Stam-
palia per l'anno 1911. - F. Trois,
G. Ricci, M. Bel lati, p. 139-40.
Corfù. - (Appunti sui monumenti
veneti di Cefalonia e di». - (i.
Gerola, (cenno), p. (12.
Corsica. - Di un' operetta sulla Flo-
ra della Corsica, di autore pseu-
donimo e plagiario. Nota. - Sac-
cardo Pier Andrea, (cenno), p. 97.
Critica. - Di un'operetta, sulla Flo-
ra dellii Corsica, di autore pseu-
donimo e plagiario. Nota. - P.
A. Saccardo, (cenno), p. 97.
Defunti. - Vedi Membri effettivi del
R. Istituto Lombardo di scienze
e lettere — Vedi Soci corrispon-
denti delle Provincie Venete,
Vedi Soci corrispondenti esteri.
INDICE GENERALE
Dennatohxjia. - I più vecchi lazza-
retti ineflioevali in P]ui'opa. - E.
Broda, {sunto )^ p. 215-17.
Diritto internazionale privato- - (II)
nel Codice Civile Svizzero. - A.
Catellaiii, {sunto}, p. 182-3.
Diritto penale internazionale. - (Di
un) in tempo di pace. - L. Olivi,
(sunto), p. 18Ì-86.
Europa. - I più vecchi lazzaretti
inedioevali in Eui-opa. - A. Bro-
da, (snnto), p 215-17.
Ferrara. - L' abside di S. Zeno di
Vi-rona e gli ingegneri Giovanni
e Nicolò da Ferrara. - L. Simeoni
[cenno], p. 187.
Filosofia. - Attraverso un epistola-
rio. Memoria. - E. Castelnuovo
[sunto), p. 50-51. — La filosofia
nel sistema delle scienze filoso-
ticlie secondo l'Ardigò. Nota. -
Brugi Biagio, {cenno), p. 74-75.
— Il concetto della misura in
Aristotele ed in Kant. - Ragni-
sco Pietro, {cenno), p. 42. — La
partizione della filosofia pratica
in un trattato medioevale. - A.
Levi, {cenno), pagine 217-18.
Fisica. - Intorno alla corrente ge-
nerata dalla coppia platino-spu-
gna di platino immersa in una
soluzione acidulata o salina. Con-
tributo alla teoria osmotica della
pila. - Martini Tito, (sunto),
p. 49-50. — Le dimensioni più
opportune ilei rocchetti di auto-
induzione senza ferro per otte-
nere fenomeni di lisonanza elet-
tromagnetica. - F. Lori, {cenno),
p. 217.
Fisiologia. - Ulteriore contributo
alla conoscenza dell' atrofia mu-
scolare progressiva da lesione
dei canali semicircolari - Sopra-
na F., (sunto), p. 43-44. — Sulla
perdita dei grassi e dell' acqua
del fegato nelle rane ibernanti
per 1' elevata temperatura e per
il taglio dei vaghi. - Farini Al-
berto, {sunto), p. 99-100. — Sul-
1' azione locale della bile e del
glicocolato di soda sui vasi san-
guigni. - Berti Antonio, (cenno),
p. 51 - 52. -- Sulle variazioni
quantitative del glicogene e delle
sostanze albuminose del fegato
per l'intìuenza della temi>eratura
e per il taglio del vago. - Fari-
ni Alberto, (cenno), p. 44-45. —
^Trasmissione della eccitazione
attraverso i gangli spinali ane-
mizzati nei mammiferi. - A. Berti
{cenno), p. 100.
Fondazione Balbi- Valter. - (Rela-
zione della Commissione per l'e-
same degli elaborati presentati
al concorso di) pel biennio 1906-
1907. A. Stefani, E. Bassini, D,
Giordano, p. 141-50.
Fondazione Querini Stampalia. -
(Relazione della Commissione in-
caricata di riferire sulla scelta
del tema per il concorso scienti-
fico a premio di) par l'nno 1911.
- F. Trois, G. Ricci, M. Bellati,
p. 139-40.
Germania. - La legge imperiale ger-
manica sul contratto di assicura-
zione approvata dal Reichstag
nel maggio 1908. - A. Sacerdoti,
(cenno), p. 215. — La pubblica-
zione degli Annali della nazione
tedesca dello Studio di Padova.
- B. Brugi, {cenno), p. 214-15.
Giurisprudenza. - Giovanni Argiro-
pulo e un proemio medioevale
dei libri giuridici. Nota. - Nino
Tamassia, (cenno), p. 42-43.
Idrografia. - Sulle variazioni di li-
vello dei laghi Lapisini. Nota
DELLA PARTE PRIMA
preliminare. - Magrini Piero
Giovanni, (cenno), p. 63-64. —
Osservazioni mareometriche lun-
go il litorale e in laguna fatte
negli anni 1!J06 e 1907. - L. De
Marchi, (sunto), p 61.
Legislazione. - La legge imperiale
germanica sul contratto d'assi-
curazione approvata dal Reich-
stag nel maggio 1908. - A. Sa-
cerdoti, (renno), p. 215. — Le
cabale del mondo legale. Di-
scorso letto nella seduta solenne
del 24 maggio 1908 del Reale
Istituto Veneto di scienze, let-
tere ed arti. - Polacco Vittorio
p. 155-86.
Letteratura. - Attraverso un epi-
stolario. Meniiiria. - E. Castel-
nuovo, (sunto), p. 50-51. — Per
la leggenda di Tristano in Ita-
lia. - E. Sommer, (cenno), p. 186
Matematica. - Sulla integrazione
delle equazioni lineari a deri-
vare parziali d' ordine qualun-
que. Nota. - D'Arcais Francesco,
(cenno), p. 43. — Sulle superficie
algebriche che ammettono un
gruppo continuo permutabile a
due parametri di trasformazioni
birazionali. Nota. - Severi Fran-
cesco, (cenno), p. 62. — Sull'im-
piego di funzioni ellittiche in
una questione idrodinamica. No-
ta. - Cisotti U., (cenno), p. 52. —
Intorno ad una scrittura inedita
di Archimede novamente sco-
perta e pubblicata. Comunica-
zione. - Favaro Antonio, (cenno),
p. 79. — Sui campi elettroma-
gnetici puri, dovuti a moti piani
permanenti. - T. Levi -Civita,
(cenno), p. 183-4. — Sulle serie
algebriche di gruppi apparte-
nenti a una curva algebrica. -
R. Torelli, (cenno), p. 218. — E-
sistenza degli integrali in alcuni
tipi di equazioni alle derivate
parziali. - F. Sibirani, (cenno),
p. 100.
Medicina legale. - Le vene dorsali
della mano come indice di iden-
tificazione personale. Nota. - Ta-
massia Arrigo, (cenno), p. 120-21.
Membri e soci del R. Istituto Veneto
- (Elenco dei) per l' anno acca-
demico 1907-1908, p. 1-37.
Membri effettivi del R. Istituto Lom-
bardo di scienze e lettere, de-
funti : prof. Pietro Pavesi. Pa-
role in commemorazione lette Pre-
sidente C. F. Ferraris, p. 39-40 —
Prof. comm. Rinaldo Ferrini. Pa-
role in commemorazione pronun-
ciate dal segretario G. Berchet,
p. 73-74. — Prof. Giuseppe Bar-
delli. Parole in commemorazione,
pronunciate dal Presidente l'er-
rar is, p. 77-78.
Meteorologia. - Teoria della doppia
oscillazione diurna del barome-
tro - De Marchi Luigi, (cenno),
p. 79-80. — La distribuzione della
neve nelle Alpi orientali e nel
Veneto. - Tellini Achille (cenno),
p. 98.
Microgeologia. - Radiolarie e Sili-
coflagellati di Beigonzano (Reg-
gio Emilia). - P. Carnevale, (cen-
no), p. 187,
Musica. - Un concerto trobadorico.
- Crescini Vincenzo, (ci^^^/^rj), pa-
gine 121.
Ornitologia. - Note ornitologiche
sulla Collezione del Monte ap-
partenente alla signora marche-
sa M. Paulucci. - Arrigoni Degli
Oddi, E. (cenno), p. 79.
Padova. - Confronto fra le osserva-
zioni dell' eclisse solare del 30
INDICE GENEEALE
agosto fatte a Padova e i calcoli
eseguiti con la " Connaissance
(les tenips „ ed il " Nautical Al-
iiiauac „ di Loiidia. Nota - G. A.
Favai!» ; con prefa/ioue ed ap-
pendice del prof. G. Lorenzoni,
(cenno) p. 1)H — Per la storia
delle Corporazioni dei mercanti e
della lana in Padova, nei secoli
XIII e XIV. - R. Cessi, {renno),
p. 68 — La ])ul)l»licazione degli
Annali della nazione tedesca
dello Studio di Padova. Notizia
preliminare. - B. Brugi, (rcnni)),
pagine 214-15.
Pdtoìoffia. - L' endotelioma della
pleura. Considerazioni sintetiche
generali sugli endoteliomi - Ra-
venna Ettore, (cenno), p. 62-63.
— La radiologia della pleurite. -
Pennato Papinio, {cenno), p. 75.
— Contributo alla patologia della
crescenza. - A. De Giovanni,
(cen)ìo), p. 180.
Polizia iitediai. - I più vecchi laz-
zaretti niedioevali in Europa. -
A. Bi'eda, {sunto), p. 215-17.
Scienze. - Vedi Storia delle scienze.
Soci corrisjjondcnfi delle Prorincie
Venete, defunti: Knrico De Ni-
colis, p. 213.
Soci cocj-isponilenfi criteri, defunti -
Parole pronunciate dal prid'. co.
Manfredo Bellati nell' ailunanza
del 12 gennaio 1908, - in memo-
ria di Lord Kelvin, p. 69-71.
Soci (Membri e» dell'Istituto Veneto
(Elenco dei) pei' l'anno accadc»-
mico 1907-1908, p. 1-37.
Storia. - Vìi diploma inedito di En-
ricd \'l. - Px^sta E., (cenno), pa-
gina 82. — Tre papiri bizantini
inediti greco-egizii dell'età bi-
zantina. - G. Feriari, (cenno) pa-
gine 186-7. — La pubblicazione
degli Annali della nazione tede-
sca dello Studio di Padova. No-
tizie preliminari. - B. Brugi,
(cenno), p. 214-15. — Attravei'so
un epistolario. Memoria. - Ca-
stelnuovo P]., (.santo), p. 50-51 —
Per la storia delle Corporazioni
dei mercanti e della lana in Pa-
dova, nei secoli XIII e XIV. -
R. Cessi, (cenno), p. 68. — I mae-
stri di Francesco Novello da Car-
rara.-Levi Ezio, {cenno), p. 52-53.
Storia delle scienze. - Amici e cor-
rispondenti di Galileo Galilei. -
XXI. Benedetto Castelli. - Fava-
ro Antonio, (cenno), p. 41-42. —
Per la storia del compasso di
proporzione. Nota. - Favaro An-
tonio, {cenno), p. 97.
Srizze)-a. - Il diritto internazionale
privato nel Codice Civile Sviz-
zei'o. - E. Catellani, (santo), pa-
gine 182-3.
Università . - Vedi Padova.
Veneto. - Appunti sui monumenti
veneti di Cefalonia e di Corfù,
{cenno), G. Gerola p. 62. — (La
distribuzione della neve nelh^
Alpi oiientali e nel) - A. Tellini,
(cenno), p. 98.
Venezia. - Ricerche sui Trachini
che frequentano la spiaggia ilei
Lido e specialmente sul Trachi-
nus vipera. C V. - E. F. Trois,
(cenno), p. 96-97. — Osservazioni
mareonietriche lungo il litorale e
in laguna fatte negli anni 1906-907.
- L. De Maichi. is/nito), p. 61.
Verona. - L'abside di S. Zeno di
Verona egli ingegneriGiovaiiiii e
Nicolò da Ferrara.- L. Simeoni,
{cenno), p. 187.
Zoolofiia. - Sopra un'esemplare di
anguilla di uno spiccato meta-
cromatismo, regalata alle Colle-
INDICE GENERALE DELLA PARTE PRIMA
zioni dell'Istituto dal sig. avv. Venezia. - E. F. Trois, (renna),
G.B. Voltolina.-Tn.is Knrico Fi- p. 214 e 221-2 — Ricerche sui
lippo, [cenno], p. (iO e Ho - ()(> — Trachini che frequentano hi
Nota sopra una t'orma di meta- spiaggia del Lido e specialmente
cromatismo osservata in un sul Trarldnuft vipera, 0. V. -
^'^^■Acm}y\M-i^i\\ l'ìeuronertesitalicu^, E. F. Trois, (renno) p. 9()-iJ7.
(fiiiitli: preso nella Laguna, <li
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